Le origini della filosofia contemporanea in Italia [1-4]


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Le origini della filosofia contemporanea in Italia [1-4]

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||||P|IPIPP|:

MASTER

NEGA TIVE NO. 92-80564

MICROFILMED

1992

COLUMBIA UNIVERSITY LIBRARIES/NEW YORK as part of the

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AUTHOR:

GENTILE, GIOVANNI TITLE:

LE ORIGINI DELLA PLACE:

MESSINA DA TE

19

A

:

23

Master Negative #

COLUMBIA UNIVERSITY LIBRARIES PRESERVATION DEPARTMENT BIBLIOGRAPHIC MICROFORM TARGET Originai Material as l'ilmed

-

Exisling Dibliographic Record — pw^yy I

.

i

.

109 0289

Hi,ii. |«f..JWJL::T

ii

,

i

Gentile, Giovanni, 18754944. contemporanea in origini della filosofia . . .Le 1917-2-^ Italia ..., Messina, Principato, (Studi filosofici ... VII-:: V- l-.-/L22t era.

i j 1/

i

contenta.— v.l. I Platonici.— v.2. I PositiviHegeliani.— V.3, I Neokantiani e gli

sti,—

1917> .2 Library of philoaophy,— Butler in Copy •G-B8-

Restrictioii.;

on Use:

TECHNICAL MICl^OFORM DATA FILM SI.-E: REDUCTION RATIO:_ 35j^_^_ __ IMAGE PLACEMENT: lA

insoddisfatto

filosofico

Certo nepdei mezzi

dello spirito, pro-

le stravaclamasse inevitabile lo scetticismo. E come dopo Aristotile, ganze, in cui si smarrirono i filosofi posteriore ad come dopo la scolastica, sorsero Agrippa,

serve francamente dell'opera loro

come ognun vede;

sorse Pirrone; Io

Charron,

il

Sanchez e l'Huet; e dopo l'impotente emD. Hume; così lo scetticismo, risorgente

pirismo di Locke,

È speculazione pura

come

intelligibili,

astrazion

quella che

facendo,

si

serve delle idee

quanto

al

principio

considerale

direttivo

k

del I

sistema, d'ogni elemento pratico *

il

''Ivi

79.

siero.

solo

speculazione muove.

teo-

'. " Ottime ma, pur troppo, rimaste nel Mazzarella senza nessuna efficacia sul suo stessso pen-

scettici e

esaurito

è stata detta.

la ragione; ne altro può autorità teologica.... Così ogni

la loro

il

defi-

l'ultima parola chiusa la serie dei sistemi speculativi, e che

impotente per ogni verso è

restare in piedi

Hegel ha

Renouvier s'accordano

conseguenza dello scetticismo. Dei mistici più recenti, come De Bonald, De Maistre, Lamennais della prima maniera, Bautain, Ventura, dice che " questi scrittori scovrono lo scetticismo

e

compiuto

speculativa anteriore. dichiarato che tutto di questo indirizzo speculativo, perchè ha principio, da cui è pensiero, ossia che tutto rientra in quel la

che esso è

potersi

il

filosofia

e nell'età primitiva dell'ellenismo non se ne incontra che accenni lontani. Il misticismo sorge vigoroso dopo Aristotele tale,

apertamente,

non

scientifica,

gressivamente l'hegelismo, la cui formula riepiloga

nello spirito greco esso è veramente un'importazione orien-

al

pretesa

corso della speculazione, che vuol costruire del pensiero. L'ingegno la scienza con la potenza dialettica lentamente ma propreparare che fatto ha non filosofico

nitivamente

ma

Parmenide;

legittima

misticismo nella pretta teologia, così è pure

sarebbe un vero scetticismo. misticismo comincia con

nella frenologia per

finito

più rialzare, almeno con

non è più sentire. Bisogna ammettere quindi, oltre il senso, e l'emil pensiero. Ma allora l'imperio tocca a questo; pirismo è andato. Un empirismo universale, disse Kant, Il

rappresentanti

i

con

i

del

filosofia

lo stesso

modo empirico, in un modo modo speculativo (con la pura specula-

soddisfatto in tre modi: in un

tività

La

O. e,

p.

182.

"

(p.

137).

sempre a conforto del pensiero comune contro sistemi filosofici, che vorrebbero turbario e xal sua attività sociale, quasi cptXàOpwTio;

gli

assalti

dei

distrario dalla loczpàc,

poco di Sesto Empirico, lo scetticismo s' è a poco a

al

dire

rifatto

Le

72

contro

aveva

ragioni della filosofia contemporanea in Italia

affermazioni

le

scritto

gno, e

Fichte già

speculativi.

teorici

contro la logica, riconosce a questa in pratica

delFuomo, che l'intuizione è sosogno di quel sogno; e Jacobi, che

nel Destino

pensiero è

il

dei

il

73

Introduzione

nega

le

ma

logica;

perchè

in teoria;

diritto

il

non nega

scettico

lo

che

la forza della

mostra cha essa non può condurre alla scienza.

!..

gran segreto della

magna

Così

del Sanchez,

quod nihil scitur. Schelling aveva rimprovead Hegel di passare dall'idea alla realtà con un salto mortale. Ed ecco infine lo scetticismo " largo ed audace "

minare

rato

tura.

G.

di

parole

le

Hegel:

"

filosofia

vera

Ferrari:

odierna di una

profonda

e

dal

Cousin

al

Ninno può pensare a

Germania.

Dopo

qualche

altra

riferisce

Infine,

morte di

la

cade,

di

filo-

sempre

di

altri

celebri scrittori

tutti

le

somma

delle

li

la

lo scetticismo ?

Vana

con-

come

81.

no

sarà vinto

è l'opposizione comune, espressa in quel detto

scientifico,

Ne *

vale

dire

* Cfr.

Bruxelles, aopra, pp.

ciò

possibilità di

che

Lettera del Cousin

tionnaire,

^

il

la

ma

lo

riferita

che

dal

vi

servendosi

LERMINIER, De

1850. pp. 168-9. 184-86.

consenza

principio.

stabile

Contro

Mazzarella molto giustamente osserva che "

scetticismo

dello

servono a mostra-

giungere alla scienza

di

che

tale

non

ne

\ Così se

"

sia

fosse

come

ricordato

egli stesso!

Manca adunque una

stati suggeriti,

della

il

rivelazione naturale del Ferrari, la

ragione

del Renouvier, e

critica

la

";

alte

il

rivelazione;

i

rimedi, che so-

il

positivismo del Lit-

il

progresso del Prou-

mezzo volgare dell'ab-

questioni metafisiche.

scienza a una

"

Ma

il

e prima

che ragiona e che domanda

la

giobertismo della

teo-

scienza della

sicché identificare scienza e religione, vai quanto

tentar di sopprimere,

non soddisfare

positivismo nega la metafisica,

il

bisogno

e fa della

filosofia

filosofico.

Il

un ordina-

mento e una sistemazione delle scienze. Ma a tale ordinamento ci vuole un metodo, un principio superiore, assoluto;

logica

e quest'assoluto trascende la

scienza prima; e

giobertismo,

dhon,

logia v'è l'Io,

il

sono

trè, la

riduce

sapere scienza " ^.

nega, è

giugnere alla

scettico,

Maz-

oggi è in decadenza, e

quistioni per lui rimane:

qualche cosa,

le

prima, non già che per islontanarle s'abbia a ricever

dcFCousin che nul sceptique ne doute au moins, qu il dante; e si fonda sopra un equivoco. " Lo scettico non nega di sapere

eserci tato dai

fascino

immobilità e mobilità

che è importante ed urgente

bandono delle 80.

il

conseguenze

tristi

tale ciò

che non v'è nessun serio tentativo metafisico. Contro Hegel il Mazzarella pare che accetti la critica del Ferrari '\ E il

individualismo,

una volta negato ogni

critiche

siffatte

S'appella pure

la filosofia

e

sostenibili,

onorevoli mediocrità.

!!

che

logica dominata dalla na-

del

cerca di combattere lo scetticismo per

si

assolutismo

re,

al giudizio

la

regola, solidarietà e isolamento; tutti gli eccessi, egualmente

E allora la Francia e la Germania possono darsi dolorosamente la mano.... Quando Schelling avrà raggiunto Hegel, non resteranno veramente in filosofia, che degli scolari. Siamo un nugolo d'uomini d'ingegno, senza un solo genio " *. cordi nell'ammettere

ma ammette degli esempi

seguenze che ne derivano: ateismo e teocrazia o misticismo,

tutto finisce in

perdita irreparabile, la

natura,

la

(Ecco uno

zarella).

mettersi al posto delFultimo

sarà ridotta a contentarsi

sofia

dopo

Ferrari nega la certezza della logica che vuole do-

il

ragionamenti brillanti e poco consistenti del Ferrari sul

(

delFessenza

Mazzarella

Il

Gans

Tutto

alemanni.

filosofi

espressione

speculativa.

filosofia

scritte

de* grandi

I

speculativa è la

scientia

il

lUtérature révolu-

1

O. e, pp. 263-5.

*

t Jf

O. e,

p.

266.

la

sfera delle

matematiche, del-

Le

74

origini della filosofia

della sociologia;

e importa perciò una

quella in cui

positivismo

Contro

il

stesso combattuta, ossia

un'obbiezione

che

milanese,

luogo d'una logica ne mette un'altra, e in un campo, per farne sentire

in

la metafisica

un

"

altro.

abbandona

Si

da

annulla quindi necessità in

la

dell'equa-

zione e del sillogismo, ma vien su immediatamente una logica metafisica, o cosmologica, o sperimentale, ma una logica in fin de' conti ". 11 Ferrari, anzi che distruggere la scienza prima, ne fa sentire più forte

dice rella,

il

"

domina

Ferrari, la

coscienza

Ebbene, dice

logica.

la

dee

vita

della

La

bisogno.

il

il

vita,

Mazza-

inevitabilmente

dare

una scienza dominatrice d'ogni sapere. Bisogna dunque cercarla " ". È il suo programma, insieme con la propria fede d'origine.

Del Proudhon col suo progresso assoluto, col suo movimento universale ^ si può dire che oscilli tra metafisica e La critica del Renouvier la dà vinta, senza scetticismo.



parere, allo scetticismo.

E

quanto

infine

speculativa, e ciò che s'è fatto

E

però

scienza?

Che

tanza.

all'abbandono delle

questioni metafisiche, esso, se è possibile agli spiriti superfi-

ciaK e al senso comune, è assurdo per gl'intelletti speculativi. Con Hegel, adunque, s'è compiuto il ciclo della filosofia

si

è

questione trattata

la

l *

"

Troncate

",

dice giustamente

scienze fisiche e

impera e genera

naturali; ma,

3

cet

ai positivisti. "

se

vi

a*

e del divenire hegeliano.

Or

scienze, ma

ticolo

e di seconda di

C.

mano

Marx,

philosophie (Paris,

del

Sulle

1896).

origini e

il

nella

2'

troncate quanto

positivi e

alle

un assoluto che assoluto meramente

vi sarà

questo

della

scienza

"

(p.

nella

non ha imporpossibile

è

la

seconda parte

secondo il Mazzarella, si trova oggi tra Hegel e Ferrari; tra un dommatismo, che non può esser dispodefinisto ad accettare, e uno scetticismo che può non esser ad ogni tivo, e potrà esser superato, come avvenne sempre 82.

Il

critico,

forma di scetticismo, da nuovi sistemi dommatici. Si separa " validaquindi da entrambi, e si apparta, vedendo il primo

mente combattuto dare

ché

Id il

dal secondo, e l'altro impotente a fon-

"

scienza, anzi risoluto a dichiararla impossibile, benbisogno della scienza resti tuttavia a tormento dello

spirito.

L'isolamento del critico può paragonarsi con la differenza però che Cartesio ne

cartesiano,

273).

al

dubbio

fa

l'

intro-

duzione a un nuovo dommatismo, laddove il critico, astraendo da ogni sapere, si propone di cercare un metodo tale che, al dire di Kant, il tentativo di solo cangiarne una piccola parte, ragione.

Di

ci

metta subito

in

questo momento

contraddizione con

della critica

può

la stessa

dirsi

a mi-

ragione quello che Leibniz disse del cartesianismo, che esso è l'anticamera della filosofia. 11 critico vede innanzi a e sé una filosofia che da più secoli ha cercata la scienza, glior

non v*è

riuscita;

uno scetticismo, che nega bisogno

la

possibilità di

profondo

di conse-

meguirla. Dice Kant, che l'uomo non rinuncierebbe alla per anche né respirazione alla rinuncia non come tafisica,

Da

una parte, la forza abbandonarsi al vieta di adagli bisogno quel dall'altra, dommatismo; ma, schiacciare lo scetticismo, o addorgiarsi nel dubbio. la

paura di respirare un'aria scetticismo impedisce

dello

infetta.

al

critico

di

O

del

valore

Proudhon. è degno

ristampato

principii

sono scienze,

O. e, pp. 277, 280-81. Questo movimento è una miscela grossolana

ficiale

fg^

Mazzarella

metodi e scienza.

principii.

speculativo è obbietto non delle i

il

limitatevi ai fatti naturali,

di lui,

della Critica della scienza,

questa scienza; e insieme un

volete le discussioni,

dopo

torna a domandare:

oggi

lui

fondo,

in

logica dell'identità,

la

Ferrari

del volta

altra

filosofo

il

'.

naturale

dottrina della rivelazione

la

Mazzarella par buona

al

vuol chiudere

si

biologia e

superiore a

scienza

75

Introduzione

in Italia

della

chimica,

della

della fisica,

Tastronomia,

contemporanea

progresso di dell*

Condor-

della

il

senso del bisogno

filosofico.

hegelismo super-

sempre di esser letto

edizione

mentare

Misere

1

de

arla

83. Intanto lo stesso posto, racchiude

un

problema della critica, una volta ben degno di nota: perchè

significato

r 1

Le

76

contemporanea

in Italia

anzi, le

con

in esso

77

Introduzione origini della filosofia

la

consapevole

negazione

cl*ogni

metodo per

..

deve

a possedere

assoggettare al suo

pensiero in tutta

il

impero, perchè

tende

ei

sua potenza.

la

r innanzi seguito dal dommatismo e dallo scetticismo, s'ac-

compagna

la

determinazione del bisogno, dell obbietto. della

nuova ricerca. un elemento negativo, ma non e scettico, perchè corretto dall'elemento positivo che vi si accoppia, e che non è dommatismo, perchè non corre a costruir la scienza, anzi si propone di indagarne prima la possibilità. E nel problema stesso, non volendo uscir dalla critica, bisogna cercare il metodo della sua soluzione. Perchè il problema critico è il principio della filosofia critica; e una volta posto un principio, da esso deve scaturire pure il processo. Poiché il principio è la coscienza dell'incoercibile natura, dell'estensione e delle difficoltà

della

Ce

aspirazione della ragione verso una scienza prima,

il

metodo

non può consistere se non nell'osservare in fondo alla ragione che vuol fare la scienza (non nella ragione astratta e vuota)

gli

elementi,

alla scienza stessa.

i

Risolvere

coscienza di sé

star

mezzi ond'essa dispone per giungere

come

il

problema

quell'attività

vai quanto acqui-

che tende

alla scienza.

85.

L'uomo da

statazione dei

84. Quest'attività

"



'.

storia

il

Mazzarella chiama

ingegno

filoso-

"il gran fatto storico, che la critica trova dinnanti a

:

Esso, in mezzo alle varietà individuali, conserva nella una natura propria e determinata, che si manifesta così

dommatici come presso gli scettici e i critici. Nelle forme diverse che assume ne' tre indirizzi fondamentaH

presso tre

i

medesima forza; per guisa che, se è soggetto una volta ad errare, esso stesso un'altra volta rileva e corregge l'errore; e se pur deve dirsi incapace d'adempiere il suo alto ufficio, c'è pur semdella filosofia, ei mantiene

il

pre bisogno di

L'ingegno fisiche,

lui

sempre

per dichiararlo

filosofico

oltrepassa le

la

tale.

scienze

suo giudizio

il

Ma,

a poco a poco,

esperienza, diventando sempre

che l'uomo

mondo

del

fa

più

e nulla da esse può apprendere di essenziale; che

Diventa più chiara, più

continua e vivace tra

la

natura e

O. e,

p.

362.

la

si

possa sot-

coscienza della lotta

pensiero

il

l'uso

peso della

il

coscienza che

;

angustia sempre più lo spirito, e lo scuote e lo spinge verso la

il

volere e

il

in

e

tra

e

e

pensiero con

il

idee e

le

gli

anche questa

lotta,

effetti, tra

dovere: e assiste così

il

dentro se medesimo. Quindi

lotta

del

che

pensiero

bisogno

il

d' intendere insieme

non-io: e l'ingegno filosofico allora è sorto, e

questo sforzo

il

personalità,

potere, tra l'utile

di signoreggiare il

la

sente le differenze

a una nuova

e

Nasce

sua liberazione.

la riflessione

cerca

se

in

si

1*

Io

prova

stesso

il

di riuscir vittorioso nella lotta tra sé e sé, e tra sé

mondo che

lo

spinga a filosofare, meraviglia non

circonda.

come

Non

è vero che

filosofica,

pensoso dalla opposizione

meraviglia

della

Affinché

la mitologia.

occorre

che l'uomo

natura.

sia fatto

Ma, come

è impossibile che non avvenga, così l'ingegno è una manifestazione accidentale dello spirito,

de a un suo bisogno

la

vollero Platone e Aristotele. Dalla

può nascere se non

sorga la riflessione

questo

filosofico

ma

non

corrispon-

reale e imprescindibile.

86. Esso è per sé atto d'indipendenza; poiché, nato dalla eleva

si

fin

dal suo na-

scere al di sopra di cotesto sapere, e reca in sé la pretesa di poter affermare la propria libertà

Quindi *

ed accorto

savio

forte

pacità di nulla ammettere, che non i

cresciuta la sua

sua soggezione, e comincia a pensare se mai trarvisi.

corso ordi-

al

esterno, egli sente

insoddisfazione del sapere volgare,

matematiche e

semplice con-

limita alla

si

conformi o non conformi

fatti,

natura.

della

nario

mezzo fico

principio è dominato dall' istinto, e gover-

nato dalla natura;

la

libertà è

completa, ossia la cagli

si

dimostri legittimo.

condizione essenziale alla vita della

fi-

Le

78

che

più

quella dello spirito,

secondo

Onde

L'ingegno

in

la

civile

esterna,

libertà

è atto supremo

filosofico

sensazione, non sentimento, non

La

non

razionalità:

di

non

opinione,

nulla che entri nel sapere comune.

tradizione,

sua libertà importa

sua assoluta razionalità: il respingere da se tutto La libertà, dice giustamente il Maz-

la

ciò che e irrazionale. zarella contro pratica,

E

Kant, non è

ma anche

\ l'ingegno tende

facoltà

della

condizione

solo

per la sua razionalità

to e astratto.

la

percezione di

scienza,

deve conoscere

realtà,

le

tutte

aver adoperato

loro proprietà, leggi, rapporti,

p. e.

il

e

le

Jouffroy;

perchè sarebbe allora un'enciclopedia di scienze, anzi che una scienza a se. Essa tende piuttosto alla compressione di quei principii che rendono possibile e spiegano ogni altra intelligenza,

essa

il

benché a questa occorrano poi

Mazzarella esclude

le particolari

altri

scienze

teologia, cosmologia e psicologia. Concetto più

studi.

Da

filosofiche;

non

alto

se

gli

e occorsa

lo il

spirito

O. e,

p.

377.

2

O. e. p. 383. Hegel; come quando

in questo punto asserisce

avente valore umano, se non sia vivificata e

*

O. c„

p.

sostenuta

402.

"

(p.

"

in

non

il

Mazzarella dipende manifestamente da esser

quanto

possibile

serve

alla

libertà,

libertà

razionalità e

vera ed

di fuori, e

del senso, la

deve aver

"

posizione del problema

di

fissare

il

problema e

è pur manifestata la facoltà

si

ha giudicato esser dovere il cercar " L' elemento psi-

bisogno della scienza 1'

'

.

elemento

logico e

1'

ele-

mento morale s'intrecciano insieme indissolubilmente, e s'integrano nel problema della scienza. Coscienza morale, intelligenza e volere vi s' accordano in una sola attività. La quale perciò non può procedere alla soluzione del problema scindendo questi elementi, per riuscire o ad una morale scompagnata da speculazione; o ad una filosofia speculativa isolata e quindi inchinevole allo scetticismo; o ad un arbitrio, che tutto decida a seconda dell'egoismo. L'intelligenza, l'esplicazione di questi elementi può essere

e se quella

mena

impossibile

di fatto alla scienza,

invece, se tra

blema non se ne abbia *

alla

fino

volontà

la

cologico, r elemento scientifico,

È

ne potrebbe avere.

esso

deve

ragione, per elevarsi al di sopra del sape-

la

comune; e per giungere

morale poiché

sostanze e fenomeni,

come diceva

il

distinzione tra lo e non-io;

di cercarne la soluzione; e

è la solu-

uso

1'

visto:

uso dell'intelligenza, per giudicar dello stato proprio; e quindi anche della memoria, senza la quale non avrebbe potuto seguire con ordine lo svolgimento dello spirito; deve

riflesso; ossia

acuì aspira l'ingegno zione del problema fondamentale della ragione, che e intelligenza suprema e razionale del tutto '\ Essa non

La

se, la

è

s

se e

tra

lotta

presuppone

e

filosofico,

della

fatto

di soddisfare

87.

della

coscienza

se e se; coscienza che

tra

filosofico

scienza prima.

alla

problema

divenire ingegno filosofico,

per

Infatti,

scoperta del

saper del sapere,

il

deve prima percorrere un processo, come

alla

razionale ordinato secondo

risolvere

poter

di

Si badi, egli dice. L'ingegno filosofico che vuole

acquistar coscienza di se, non ha dinanzi un pensiero vuo-

re

della speculativa

legami razionali,

al

come crede

scienza?

aver avuto

\

interna

alla

dall'antica.

Europa oggi è quello, ormai

proporzionare

di

tutti,

e politica,

appunto

moderna

Ma

richiede

si

cui formazione,

la

interiore;

la libertà

maggior problema

da

sentito

cittadino,

del

libertà

la

Mazzarella, distingue Tetà

il

il

79

Introduzione

in Italia

I

Ma

losofia.

contemporanea

origini della filosofia

88. Ora, in filosofico

da questa

382). 1

tutti

suppone

P. 414.

la

il

gli

germe

la

scienza:

questa è possibile.

elementi

stessi

del pro-

sufficiente.

questi vari elementi di cui

coscienza, s'adunano,

come

il

problema

in

un foco,

i

Le

80

mondo

raggi del tutto, del

nella loro unità; del tutto,

esterno e del

che

nente e necessario, palese a

dendo un motivo frequente "

Pria che

ragioni,

si

o

si

si

in Italia

mondo

dello spirito,

manifesta in un fatto perma-

sempre:

tutti,

nel Ferrari,

aver

voglia conchiudere col dire Tcàvia pel

La

è anche pel Mazzarella

vita

losofìa, scoperto nella coscienza:

delle cose,

Non

^

"

e include tutto

ragionato

si

lui,

punto fermo della

il

manifesta

fin

da

principio;

semplice apparenza, secondo vorrebbe

il

pensiero che

la

negarla è pur

La

nel

come vita

è

soggetto

fenomeno non potrà mai. è il nulla. Si può pensare la vita; ma il pensa, è vita. Si può anche negare; ma il

alla coscienza di

Fuori della vita

e non

Ferrari.

più che l'apparenza; involge questa e giunge se:

ciò

che

vita.

*~.

za è vita manifestata. Fuori delle sue manifestazioni è se non esistesse per la coscienza

nomeno

e del noumeno,

"

^.

Identifica,

come

senz'altro,

rinunziando alla distinzione del fee

non potrebbe ne

la vita

grado supremo della

fica.

La

quale,

vità.

E

attività e'

come

O. e, pp. 435, 438. '

Tutto ciò che

stazione di vita,

ed

la

ella

affidandosi,

vare

la critica

aprirsi così

è tale

'

il

O. e,

p.

443.

di

al

scopo:

e'

è lo

è vita

te-

sopra

Mazzarella vuole ele-

il

della

e

speculativa,

filosofia

varco alla soluzione desiderata. Bisogna distindalla

La

riflessa.

prima procede per leggi inconsce, ed è naturale ed inevitaQuella ha bile; l'altra ha regole consapevoli, ed è voluta.

senza

dirlo,

a un

i dati immediati del pensiero, e può dirsi essa pensiero naturale. Questa ha per oggetto la prima, ed è coscienza di coscienza, riflessione. Ebbene: l'attività

per oggetto stessa

ragione

della

riflessione

percepisce,

(p. 488).

Ma

pensa è manife-

non

filosofica

coscienza della riflessione.

al di



filosofia

è

la

attività riflessa, tività

cosciente

O. e, GentiU

come

ma

la

importa

la

si

può

dire

ad Hegel quanto

coscienza del contenuto della riflessione, è

d'

uno alla la

stato:

un sapere

forma.



filosofia

è

il

447.

Un'astruseria: attività

non

l'at-

pertanto in cui

il

ma ben

teleologica.

nostro filosofo, è perciò l'idea

Chi volesse andare più p.

riflessione

la

un'attività cosciente di un'attività,

Lo scopo, conchiude

alta.

è una semplice affer1

E

volontà di pervenire a tale coscienza.

la

vuol affermare che

più

Mazzarella, la

il

dell'assoluto, oggetto della coscienza in

sapere assoluto, c'è

La

secondo

forma di coscienza,

volontà di questa

che

è,

cui contenuto è inferiore alla forma),

(il

mazione. ^

lo

i

è attività co-

filosofica,

guere, egli dice, la coscienza spontanea

90.

coscienza stessa sente, stessa

fine,

ragion

vita della

*.

filoso-

è un'atti-

vita,

come questa

leologica. Qui con un'astrusa osservazione

si

1

e

fine;

è pure la coscienza del

contenuto s'adegua

^

ogni altra forma della

vuol dire

La

ne manifestarsi

essere,

è Y ingegno o ragion

vita

il

Perchè tuttavia questa vita che si manifesta nella coscienza, non sia fenomeno, al Mazzaiella pare sfugga che si doEppure egli kantianamenre insiste vrebbe pure provare sul concetto, che non si può " parlare di vita, se non in quanto ha manifestazioni ", e che " la vita obietto di scien-

vita e vita manifestata,

il

fi-

rivelazione della vita.

alla

quale

Ora

scopo assoluto.

concetto che riepiloga

il

89. Legge suprema della vita è quella condizione, senza la

sciente,

".

accetta egli dal Ferrari la rivelazione

come primo grado

Questa, per

"

inconscio influsso dell'hegelismo.

Ripren-

o dubitato, il fatto della vita come sentita o percepita resta; e sia che riconosciamo una realtà e sia che ci attegniamo alle apparenze, sia che tutto si dichiari immobile, sia che si

sembra pur di vedere un

assoluto soggettivismo, nel quale

Mazzarella dice:

dopo

e

dubiti,

vita.

la

il

81

Introduzione

contemporanea

origini della filosofia

su,

avrebbe già

in

mente

%

1?

I

Le

82

origini della filosofia

contemporanea

in Italia

83

Introduzione

:

.

uno scopo, e rispunterebbe

faro

che

Ed

è

la

teleologia.

la

deiruomo. La ragione non

la vita

riconosce.

ma

crea,

lo

La conoscenza, che

per aver coscienza d*uno scopo e di ciò che ragione serve a conoscere e sistemare forza,

se

non

La

dace non può

mento della po " '.

togliergliela.

vita,

in

"

uno scopo:

quell'elemento

ordinariamente

La

sfera

ella

non

questi

bi-

ad

Si dice, che

ma

perchè

?

il

vita

i

questo è

come elementi

dividono

ed

tico,

pratico,

astraggono

l'un

elementi della vita

di tutti gli

finale;

e oggettivo,

perchè

forma, la più alta, della tutto



rende

vita

intelligibile.

la

coscienza

vita.

L

Nulla

il

92.

che

della assoluta libertà.

dal-

il

Io

vuoto.

teorico,

^:

si

c'è fuori

scopo può nella pratica esser diverso ai diversi principio umano, che l'uomo ha uno scopo il

ma

discordie, alle dispute.

pra-

luto della sintesi

perchè è co-

ritiene

Lo

da raggiungere, questo principio è superiore alle lotte, alle Esso è l'assoluto in ordine all'uomo; come il principio che la vita ha uno scopo, è l'asso-

prin-

Raggiunto cosi critica,

come una

suprema.

della vita,

la risposta alla

l'assoluto,

la

di cui tanto

si

preoccupano

i

concezione,

filosofi,

coscienza al sistema teleologico.

"

—è

La

la il

si

che dice: Io ho

*

* \:*\

*! I

«

t

:l

O. e, O. e,

rappresenta in una coil

p.

458. Cfr. «opra,

p.

471.

p.

se

si

sistema

ra-



rapporto d'una



che nasce irresistibile,

che alcuni han voluto mettere la base della certezza negli istinti e nelle forme innate, poiché queste e quelli rappresentano la necessità fatale di agire per un dato scopo, ben-

principio dell'uomo,

uno scopo da raggiungere;

della

scienza

certezza,

certezza

dal trovarsi in un sistema di mezzi a fine è

91. Questo principio generale, se

La

come

concepita

vita,

teleologico. In questa

domanda

è manifesta.

se è possibile la scienza,

prima ha per oggetto zionale

può concepirsi senza una meta.

scienza che ha lo scopo fuori di sé, è

li-

non è mai scopo; perché ei sente dei suoi limiti, e, una volta raggiunti questi

\ L'

sentirebbe

individui;

principio supremo, perchè infatti

umano e come sotcome razionalmente consenziente

L' uomo, mirando al suo scopo, segue la sua nadominato dall'assoluto, è libero, non di una libertà

la strettezza

scienza di quest'attività; soggettivo, appunto perchè coscienza;

:

bera, inviolabile

cipio della scienza, subbiettivo insieme e obbiettivo, sintesi

perchè enuncia un'attività

ogni

è pure

vere; perchè distinto dai mezzi, è personalità cosciente,

inseparabili della

è una, e uno dev'essere perciò pure

ed armonia suprema

di

intelligibilità,

primo principio della

il

teorico e quell'elemento

filosofi

ogni

L'Io non è né mezzo né scopo; è l'attività che vuole lo scopo e adopera i mezzi. Di qui la sua personalità. In quanto distinto dallo scopo, è personalità soggetta al do-

senti-

il

il

sicché esso ci dà l'Io

vuota e stupida, ma

sentimento è più

perchè è

è

se,

essa.

tura

teleo-

affatto

primo principio, mentre è legge

il

legge di azione:

La

scopo in

lo

lo son chi sono.

:

ossia condizione di

toposto alla legge assoluta e

seno a cui risplende l'idea d'uno sco-

scienza, che unisce in se,

l'altro.

ma

tutti

si

limiti,

vita ha

vita,

Per r uomo intelligenza,

sua luce è nello scopo; e lo scetticismo più au-

forte della ragione scettica;

La

or

:

una

lei

vero,

il

sentisse bisogni

sogni creano nel seno stesso di logica.

lo

concerne.

lo

L' ispirazione del Ferrari qui e ancor più manifesta. avrebbe

principio di Dio, che dice

mezzo

dell'uomo, non e se non

essenziale

carattere

coscienza che abbia

presenta in una

esso ha in se una dialettica immanente, che

molla del progredire umano.

dice *.

scopo è

il

domina

•*

Lo

di tutta la vita dell'Io: esso è pertanto Tideale assoluto

rap-

197. I

^

O. e, pp. 484, 487.

I

-I

Le

84

"

che limitatissimo

La

teorica, dice

È

*.

sempre

il

T ideale

che

detto di Vico, che

il

vero e

il



anche ai cattivi; se è determinato, si ha la mopiena di vita e ricca d*amore e d'entusiasmo. La dignità delFuomo morale, dominato dalla legge morale, secondo la massima " agisci in modo, che la tua azione sia

fa sentire ralità

della fatto

il

convertono.

La

93.

e

nell* Io

questa forza, a

esteriore,

lui

è,

non-io, e Fattività stessa della vita che

il

giunge a coscienza

;

corpo è

il

veicolo per cui

il

può giungere

sua

alla

idee non sono innate. D'innato in noi e* e soltanto e la legge teleologica nostra propria natura '^

che ravviva e

governa.

la

I

sensi ci attestano

un cangiamen-

realizzato.

to; e per la legge teleologica le percezioni son riepilogate

dalla coscienza e assunte nel sistema ideale

ad essa secondo certe forme anch'esse dai bisogni vità dell* Io,

94. siero

i

mezzi e

dell*

dell* Io.

Le

a noi.

attinenti

intendimento, determinate categorie son tre:

l'atti-

subbiettivamente. la forma

pensiero slesso, indipendentemente dallo in relazione al principio

vità verso uno scopo, la logica il

si

scopo.

che

del

il

la vita

è

atti-

sottrae alle contraddizioni sil-

si

ha

la

alla

ali*

moralità

in

astratto,

la

cui

forza

«

O. e. O. e,

p.

491-2. 495.

p.

505.

E

scopo

e* invita

vi fosse altro

la

a

il

scendendo fino lo scopo e dovremmo con

l'

ideale dello scopo, fuori della cioè,

dee venire del

con

un

pugno

di

mo-

in soccorso

Mazzarella

dell'impotenza

veniva in aiuto

sua fede evangeUca.

96. Conclusione più scettica, dal punto di vista

filosofico,

della

Filosofia

darsi.

Rimpetto ad essa quella

Altro che gioberper molte considerevole è Mazzarella tismo! L'opera del

si

2

ì '

1:

O. e. O. e,

p.

un inno

525.

pp. 534, 536.

1

alla ragione.

!

.

fino all'uomo,

quale

il

se,

che scienza,

religione e quella speciale religione

così la filosofia

della rivoluzione è

i

IF

Dio scende

non poteva

»

*

lo

lontano, inaccessibile:

l'Evangelo,

umana.

principio

determinato,

In essa

Se invece non

non v'è scopo supremo *; una concezione non attività, è e' non e poiché senza scopo puramente formale, ma reale della vita, non è possibile alla sola ragione, senza quel libro supremamente teleologico,

in cui

supremo della scienza è pure il principio supremo della moralità. Se Io scopo supremo e ine

"

sche in mano. Senza

uomo, benché rappresentato come ideale nella sua coscienza. La virtù è il mezzo per raggiungere lo scopo. Nel quale vero e bene s* identificano;

— non

si

ex machina, resteremmo con realtà,

Concepita

Ferrari scopre nell'identità, nell'equazione e nel

della vita, superiore

\

Cristianesimo è l'attività dello scopo, dice il MazzaDeus rella, che viene al nostro incontro. Senza questo

logismo, che son tutte forme dell* immobilità. In morale, s'intende che il bene sarà lo stesso scopo su-

premo

"

teleonomia.

la

Il

La logica, obbiettivamente, è il movimento del pencome facoltà teleologica, tendente a disporre il vero

come movimento

ma

sarebbe immensamente più alto che noi, le sole nostre forze andare a lui, il che è impossibile

lo scopo.

in correlazione allo scopo;

che

come

scopo supremo

compie e caratterizza il sistema del Mazzarella. Lo scopo dell'uomo è fuori delFuomo e fuori della natura; perchè ne Tuno ne Taltra può contenere la 1* addita pienezza della vita. Esso è Dio. La filosofia ce scopo Io come un ideale; la religione rivelata ci annunzia

Le

I i

come

lo

vuole Kant, l'autonomia,

95. Nella religione

cono-

scenza.

la



un passo con coscienza vero

natura,

85

Introduzione

in Italia

concetto del Ferrari.

Mazzarella, non è

il

pratica; e ricorda si

contemporanea

origini della filosofia

V «

86

Le

origini della filosofia

contemporanea

acute osservazioni critiche e speculative; stento

compensano Testrema

e fiacca. Scritta sotto

in Italia

quali

però a

prolissità della ricerca

faticosa

l'influsso

del

libro

le

affascinante del

CAP.

con convinzioni personali di un misticismo scettico, essa mostra uno stridente contrasto tra le proteste, i pro-

I.

Ferrari,

positi,

TERENZIO MAMIANI E LA FILOSOFIA DELLE SCUOLE ITALIANE

l'intonazione razionalista da una parte, e la sua con-

chiusione in servigio d*una setta protestante dall'altra: e nel

suo insieme

è,

nel

1860,

degna

conclusione

del

"

debole

".

scetticismo che, per opera principalmente del Ferrari, tentò liquidare, subito

dopo

la

metà del secolo,

la

filosofia

clas-

sica italiana dei metafisici idealisti.

1



.

scetticismo del Ferrari, del Franchi, del Mazzarella

Lo

la

del Gioberti; e passò

infatti,

campo

scientifico,

senza esercitare nessun influsso notabile sul

moto del pensiero tico,

dei Rosmini e poco meno che inosservato nel

filosofia idealistica

non poteva dissolvere

italiano.

Così,

dopo questo

rosminiana, e

si torna alla tradizione

tentativo cri-

tutti

i

pensatori,

benché per vie diverse, cercano di procedere sulla via già aperta e per buon tratto percorsa dai nostri maggiori filosofi della prima metà del sec. XIX. Il più schietto continuatore della tradizione parve per molto tempo, e pare ancora a molti

che

sia stato

Terenzio Mamiani;

il

nome

cui

infatti si

vede

spesso citato insieme con quelli del Rosmini e del Gioberti, come uno della triade in cui si riassumerebbe la storia della filosofia

italiana

veramente originale del secolo scorso. Egli

stesso credette di seguire le tracce dei sori, di

correggerne

i

due grandi antecescon l' idealismo

di accordarne

difetti,

IvJ

l'esperienza e con le esigenze

!;

r

e ritenne

nuove delle scienze

sinceramente di aver creato

il

deU'ideaUsmo itaUano, e aver raggiunto as

sapere

punto di

vista

pubblicata nel

Andrea Capello; v. la sua pref. a La logica, opera M. Bertini. Torino. Paravia. 1880. p. IX. ^

Parrebbe

fosse stata pubblicata:

I'OTTOLENGHI.

alla filosofia

filosofico di Jacobi;

il

critica,

superiore,

con l'obbietto, aveva

rilevato,

valore innegabile del principio

e aveva additata

la via

per cui esso può

della

monografia sul

1852

Da un

1850 (XVII, 330).

'^

come

insieme con l'insufficienza,

*

(XVII. 234) e

filo-

comunque, doveva aver sentito l'insufficienza della posizione jacobiana. Ma non valse le spalle a Jacobi.

maggior pre-

il

che dato

verità,

a Torino,

497);

questa

sentimento. Pro-

al

Bertini già aveva letto questo scritto kantiano,

così all'empirismo

2 volumi, entrambi stampati

.

aveva detto Kant ironicamente contro il Jacobi nel Di un certo tono di superioora sorto in filosofia '\ Ma cotesta è la " morte della

unmittelbare

In

in"

il

rispetto al concetto dei rapporti del pensiero

'

filosofi....

cuore e generi quella specie

di contentamento morale, che è per avventura

mio dopo

studio

già

filosofia

gio storico sui primordi della filosofia greca, che sarà stata

I

rettifi-

1796, nel suo vivace articolo

Sag-

universitari, cominciati con la materia dei primi due corsi una prolusione (IO novembre 1847), che fu molto ammirata ^. In questa prolusione sappiamo bensì che egli dimostrò tutti i vantaggi che lo spirito può trarre dallo studio della

i

di

voi,

Noi mediteremo

sidentes,

da quest'anno, era già meditato e scritto quasi Non doveva ancora essere scritto il secondo

dei due volumi, di cui consta l'opera, contenente un

con



mio potere, mia singolare quali che essi

tono di chi non sente di essere in possesso della verità, ma la cerca con ardore. Certamente fin d'allora il Berlini non s' appagava del jacobismo dell' Ornato. Beati pos-

idee

le

risultati,

i

di discuterli

sieme, noi leggeremo in compagnia

e in quell' anno inse-

;

e

in

Ora, per

studio.

di ampliarli col vostro aiuto.

carli,

1846

nel

mie ricerche,

delle

siano,

nell'insegnamento della

g„ò, per tes.,™o„ia„za d' uno de' suoi

e

Ma

1847.

alla Jacobi,

bisogno di scien-

il

quanto era

ventura, mi è dato di parteciparvi

Torino, in

nell'Università di

vita intellettuale agitava

io cercai di soddisfarmi, per

colla meditazione e collo

una filosofia della vita, la quale quando da tre anni il Bertini

filosofia

ed

za,

dell'Ornato noi non abbiamo altro documento del pensiero

venne

Misticismo

Me

Necrologia puramente espositiva delle idee

del Berlini fino allVc/ea di



pure ", egli senso profondo del bisogno di filosofare. " disse allora ai giovani, " me pure al pari di voi fin dai pri-

Ornato.

16.

\

"

dioso di conseguire quaggiù

del pensatore e per l'influsso di letture posteriori alla morte

161

postuma di GlO.

L. Ornato, pp.

e,

p. *

1

28- 29.

In

art.

del Risorgimerìto del

6 febbraio 1848,

in

OTTOLENGHI. O.

129.

OTTOLENGHI,

p.

1

28. Alcuni di questi periodi sono ripetuti a prin-

cipio della Prelezione citata del

1866.

1

^

Kant. Sàmmtl Werke, Gentile

ed. Rosenkranz,

I,

bl\A2. 11.

Le

162

origini della filosofia

esser superato. L'empirismo e

contemporanea

criticismo sono la negazione

il

dipende

della possibilità della scienza; la cui sorte pertanto

del

dalla negazione

Giovanni Maria Bertini

in Italia

L'opposizione

criticismo.

di

Jacobi a

i

f-

essenziale della storia del pensiero

Kant è un momento derno. al

La

mo-

sua ragione positiva e la posizione del problema problema stesso a cui era riu-

di là della negazione del

La

scita la critica della ragione.

ragione criticata

dimostrata incapace di una scienza

gione spinoziana,

da Kant e

dell* assoluto

è

la

ragione ripudiata anche da Jacobi.

la

ra-

Per

questo verso Kant è un alleato di Jacobi. Ma Jacobi avanza Kant in quanto, ripudiata la scienza mediata dell'assoluto,

e quindi negata

punto di

vista soggettivo,

scienza del

d'una

possibilità

la

come

ammette

dello spirito con l'assoluto, per

l'intuito

originaria

V unità

Questo, in quanto immediato, non sarà il vero sapere; ma sarà bene, secondo Hegel, la posizione del vero problema del sapere e del

:

la necessità II

la posizione cartesiana dell'identità dell' essere

ma

pensiero,

d'una logica

dell' analitica

La

antica.

Kant, e dimostrante

dopo

rinnovata

dialettica

e

la

dice

filosofia,

sterilità

assoluta

Hegel, deve com-

piacersi che un principio come questo, — che l'infinito, 1* eterno. Dio, che e nella nostra rappresentazione, sia anche per se, e che nella coscienza, insieme con questa rap-

presentazione, la certezza

sia

comune benché cipio l'

immediatamente e inseparabilmente legata

della sua realità;



possa entrare nel pensiero

una forma non

in

ha bensì bisogno

filosofica

di essere sviluppato.

assoluto, se l'assoluto è spirito,

perchè mediazione appunto è

la

\ Questo 11

bisogna che

prin-

pensiero delsia

tinuo per unificare la dualità lasciata da Jacobi tra ragione e intelletto, tra metafisica e scienza, tra credenza e sapere

mediato,

natura dello spirito.

approfondì

18.

G. M.

Bertini dovette sentire

biana.

E

tutta

la

anche lui questo bisoimmediatezza jaco-

dell'

i

penoso di risolvere

sforzo

La meta

filosofia.

additate, vincere stesse forze,

nuovo nemico del

il

i

Bertini

criticismo,

scienza, innanzi al quale

la

celebre

il

non

senza

e con

mortale

salto

di

il

Jacobi prefe-

della logica,



le

tra



re-

stando di qua dal fosso. Dall'interno dissidio ligiosa e

di

profondamente

quest'anima

losofia speculativa,

profondamente re-

sospesa

filosofica,

tra

affermafi-

e la certezza d'un sapere razionale alla

irraggiungibile per difetto d' una logica

Hegel

le

superata dall'esigenza della

zioni della fede alla Jacobi,

superiore al

principio d' identità, e però superiore allo spinozismo, pro-

viene

fascino

il

degU

scritti di

della nostra letteratura di espressione,

G. M.

filosofica,

Bertini:

dei più belli

per schiettezza e sincerità

e per calore di sentimento: superiori a quelli

del Rosmini e del Gioberti pel vigore letterario dello scrittore,

che sdegna espedienti

solo dall'ardore

interno

verità a cui mira,

la

filosofia

disfatto,

nato

e didascalici, dominato

rettorici

della

ricerca,

senza accenni

od

solo

allusioni

gli

il

è

amor Dei fatto

al

polemiche o pensiero.

intellectualis,

Bertini fu filosofo vero.

aveva

pensoso della

Se amore anche non sodQuel Dio interno, che l'Or-

senza mai quasi una persona avanti

cortesi,

sentire,

che

la

letteratura del Jacobi e

una voce che dava tregua. In una prolusione, di cui non si conosce la data e che potrebbe essere di poco anteriore al 1860 S diceva ai giovani: " L'anima di chi ha cominciato a filode' suoi scolari

gli

aveva

fatto ascoltare, era

gli

sua vita speculativa fu un travaglio conLo

argomenterei dalla sua relazione col corso su Cartesio e dalla

pro-

memoria Schiarimenti sulla

filos.

cartesiana,

ìf

il

per dire del Jacobi, saltare quel fosso

sto

credenza e

la

riva

*

Encyfclopadie.

religione nella

kantiana, e volle,

della Critica

risultati

babile attinenza di questo corso *

la

rimase inattingibile, perchè

dar di piglio alle armi nuove che nella stessa Critica erano

non

gno d'un processo, d'una risoluzione

uno

mediato:

reale dal

o sapere immediato.

163

parte

I,

§ 64.

che è del 1858.

con

la

164

Le

sofare

può rappresentarsi

contemporanea

origini della filosofia



I

%

col mito dell'ebreo errante:

essa quando, stanca, vuol riposarsi, o atterrita, vuol dietro,

ode una voce che

mino. Perfino

il

grida di proseguire

le

nolentes trahunt

"

19. In questa prolusione

Berlini

il

combatte

in

per

verità,

la

poiché

"

senza comunicativa di

grado

lo scetticismo

una perdita di

dispute infeconde, dimostrando che l'uomo è nato

tempo

Divinità è per

la

se.

talché gli

partecipano, e sopra

vi

è intelligente,

concetti,

tutti

enti

propria es-

sua

diverso

in

finiti

Y uomo, come ente ra-

tale, egli

lia

in se

di entrare in possesso della propria condizione,

di stabilirvisi e di attuare la propria destinazione

".

rità.

— opposizione che renderebbe cognizione, — ma piuttosto come identica

alla verità,

Ossia

"

la

verità consiste

questa armonia non ha luogo fra

le

verità inerenti

Un

mente sono

alla

kantiano o un em-

r idea e l'oggetto,

ingenita penso che Dio esiste,

noscenza

ma nel

in

fra la

fra

il

la

pensiero riflesso e

nostro

impos-

spirito.

ve-

alla

un' intima armonia

conoscenza e

La

co bi diice:

lu ce

è nel mio cuore

trasportarla nell' intelletto, essa rità,

la

si

ma quando

^

spegne

";

verità della sua filosofia, è immediata.

riconosce

non

verità se

la

nell'

armonia

io voglio

e però la sua veIl

Bertini

dell' intuito

non

e della

del cuore e dell' intelletto. Cioè, la verità è ve-

riflessione,

quando dal cuore passa passaggio non si estingue, ma un momento

all'intelletto;

piuttosto

dell' intelletto; la verità

via

Bertini

il

si

si

la

luce in questo

rischiara.

Il

cuore è

è riflessione, mediazione.

separa da Jacobi, non mettendolo

la esigenza messa innanzi da parte, ma da Hegel. 11 suo principio è l'unità dell'essere e del pen" La mente umana è un tesoro di verità... La verità siero

superandolo secondo

:

L' elemento divino che è nelF uomo, secondo il Berlini, è la ragione, in quanto " facoltà di conoscere il vero ". La quale facoltà non si deve pensare come separata ed sibile la

e

Ma

Su questa

opposta

non

e

primitivo

il

è mille miglia lontano da simili affermazioni. Jacobi è superalo in quanto alla verità si richiede l'armonia del pensiero riflesso con questa conoscenza ingenita. Ja-

dair essere una insana temei ila d' uomini che voghano sollevarsi al di sopra della propria condizione, è piuttosto Tu-

modo

è

intelligenza

chiaro, di Jacobi.

com' e

rità

nico

l'

nita nel nostro spirito

un elemento divino, un genio reggitore, come dicevano gli Stoici; di maniera che il volgersi tutto intiero al culto di questo genio, ben lungi

Come

gionevole.

che

può essere un derivato, un qualche cosa che dipenda dalle forze cieche, come un loro risultato ". La conoscenza inge-

pirista

*.

volgare, che ritiene lo studio della filosofia

11

suo cam-

proposito deliberato di astenersi dal filoso-

presuppone di aver filosofato; volentes fata ducunt,

fare

1

anche

ritrarsi in-

il

165

Giovanni Maria Bertini

in Italia

noi,

è in noi

regola

i

;

essa ci possiede e ci

nostri pensieri,

le

governa, agisce in

nostre azioni...

Questa

La è " Dio, in quanto agisce immediatamente come intelligibile nell' anima umana ".

rità

infinita...

è ciò che chiamasi

la

ragione

".

ve-

ragione

vero ed

ma

;

realità,

co-

la

infinita

Quando

io

mio pensiero è verace, perchè esso si accorda perfettamente colle verità che si trovano nella mia mente; laH verità sono che 1' Ente infinito esiste, che questa causa che la causa delle cose finite esiste, il



20.

Movendo da

questo principio,

il

Bertini,

adunque, su-

pera Jacobi; ma non sì da non rimanere intinto di jacobismo. La verità è mediazione; né c'è quindi verità che non sia mediala. Non bisogna presupporre nell' intuito una ferità

non

che

si

sviluppi

qui slesso dice

che

riflessione.

Invece

tutte le verità si

trovano

per "

la

il

Berlini

insite

vir-



1

Storia della filos. mod.,

Raimondo, fP"

parte

I,

voi.

1

lezioni di

G. M. B.

ordinate e pubbl. dal

(unico pubblicato). Torino, Bocca,

1881.

^

figlio

p.

25.

Il

cuore

dell' intuito).

nel

linguaggio poetico di Jacobi equivale alla

ragione

(facoltà

1

Le

66

origini della filosofia

tualmente

contemporanea

benché sia impossibile il mediante la riflessione ". La verità mente),

(nella

rilevarle tutte

che è ciò che chiamasi

infinita,

ragione,

"

è

tabile alFuomo nei suoi ultimi abissi

".

imperscru-

Dunque, c'è può ben ripe-

una ragione, una verità, rispetto alla quale si che la luce del cuore e tenebre dell* intelletto: una verità, che e verità senz'essere quella tale armonia, perchè resta al di qua dell'armonia. Questo è ancora pretto jacobismo, filosofia del sapere immediato. Sicché, quando

tere col Jacobi,

il

filosofo

con

piemontese ripete

Mefistofele:

|i|.

pur

la

ragione e

la scienza,

mio, irrevocabilmente mio

forza dell'uomo, e tu sei

suprema non

"

Disprezza

"



sai se egli parli della ra-

gione scrutatrice di Faust o di quella intuitiva di Jacobi.

della filosofia critica,

La

verità,

ma

estrinseco all'anima, starne una chiara

conchiude,

si

è insita

le

consapevolezza

difficile

il

:

è di acqui-

Quest' opera

".

difficile,

come per Hegel, non è meditazione solitaria fenomeni della coscienza individuale, ma riper-

pel Bertini

sui

corrimento della storia dello portanza della storia della

Quindi

spirito. "

filosofia,

la

grande im-

cui serie

la

anche

",

non è una successione fortuita, ma ordinata secondo certe leggi ". Compì egU questa sua fenomenologia pel Bertini,

"

dello spirito

?

E

Hegel, che cioè tale questione sia assurda. Prolegomeni del 1872 se ne rimette esplicitamente

nei

pagina dell' Introduzione generale dove il proposito della Critica è 10), Ónciclopedia aìY (§ paragonato a quello dello scolastico che voleva imparare il a lui citando la celebre

nuoto senza entrare nell'acqua

appunto col

scritta risulti

dalla

proposito

positiva.

La

filosofia

critica

,

che

si

Vedi

ii

di

"

Preliminare alle

Torino (1851) e

verità

fornire quindi

di

Il

della

bisogno non appagabile né colla vita meramente atche presuppone una fede, né colla vita passiva del misticismo o dell' epicureismo, che sono essi stessi turbati può dal dubbio; ma soltanto conia filosofia. La quale non onessere filosofia della vita, se non è filosofia generale, o duta; tiva,

tologia,

questa

per corollario

la

vita,

perché

la

vita

umana è fondata

riferisce alla verità universale.

si

alcuni

quando

invece

Su questo ',

punto,

dall'

che

Opere ideologiche nella posteriore di

"

premesso

Intra

al

(1876).

i

una

:

troviamo a base della nostra

serie di giudizi,

da

ed evidenti,

"

formati

riescirci

senza saper come, né

che già

sembrano tanto

ci

impossibile

il

negar loro

naturali

una

credenza sul serio ed in pratica. Questi giudizi sono

le

ve-

ve-

esame suscitò

io

'

Nella Filos.

5=

"

seguaci

N. Saggio

VI. pp. 89-112. 193-213. un altro calzante paragone, " che giustezza della mia vista; supponiamo ancora

scuole Hai,

d.

Supponiamo

avessi qualche

",

dice

dubbio

il

sulla

voi.

Bertini con

alla

se uno specchio l' immagine de' miei occhi, per vedere potrei io prestar fede siano e no conformati secondo i teoremi dell'ottica io sospetto testimonianza che essi mi rendessero in proprio favore? Se

che

essi

essi

mi

che

allogato qui tra

"

già

principii

suU' intelligenza, e

Quando cominciamo

che

distinguerà perciò toto caelo

incomincia

subito una critica del Rosmini

nell'ediz.

filosofia della

ricercare una

quale, avendo

dell'umana intelligenza,

della facoltà di conoscere.

*

di

dalla riflessione sull' intuito, e

filosofia

racità

Idea di una

sua

la

'.

principio della filosofia è lo scetticismo sul valore di ristaurare la fede pervita, e quindi il bisogno

22.

a riflettere e a dubitare, noi

Guardiamo

vita;

dell'avviso di

vita

21.

tutta la

fondamentale della Critica, di saggiare le forze della ragione prima d'adoperarla nella conoscenza dell'oggetto, egli fu

non è alcun che di

"

fermo

Bertini rimase

il

dei ne scrisse di proposito nel 1872 in un suo esame pasogni ad Prolegomeni Prolegomeni di Kant, intitolato kantismo sata e futura critica della ragione ^ Pel Bertini il Circa la questione fu sempre, e doveva essere, scetticismo. e

Certo, l'esigenza affermata è quella della ricerca e della

mediazione.

167

Giovanni Maria Bertini

in Italia

essi

io

affisassi

in

;

mi

falsifichino gli oggetti,

falsifichino

la

non dovrò

io

sospettare

propria immagine nello specchio?

":

egualmente che

Idea,

I,

22.

1

Le

68

rità

origini della filosofia

ingenite nella di cui

filosofare,

mente

Si riferiscono

sione.

del

al

ali* lo,

mediato, che Jacobi faceva

quando comincia a

filosofo,

mondo

sono, com'è facile vedere, tutto

menti

dell* lo

Dio

esterno, e a

derivare dalla ragione sensibile)

il

sua relazione col corpo

la

Prolu-

citata

e

:

contenuto del sapere im-

il

sovrasensibile) e dalla percezione (per l'esistenza dell* lo e

Giovanni Maria Bertini

in Italia

ha parlato nella

Bertini ci

il

contemporanea

nel tempo, e la sua essenziale

(per

:

Enciclopedia hegeliana: certo, ritornando

indipendenza

Ma,

23.

dato questo principio,

che cosa è

coltà che ha

dice

del

l'

mutare

lo di

sostanzialità e

la

mondo

la

in parte

tempo e

esterno nel

il

mondo,

cidentalità dell' Io e del

ed

eterno.

Infine,

;

il

in

ac-

tempo e

dell'

d'un

forme

esterno;

nel

esistenti

esistenza

e

mondo

forza d' un atto della volontà onnipotente

cessario

essere

Poi: la esistenza

spazio,

nello

costanza dell'operare di questo

diverse;

proprio

libertà dell'Io.

Essere

in

ne-

Dio necessario

eterno, vivente, perfettissimo ecc.; creazione; onniscienza divina, libertà

umana e

mondo

provvidenziale del

fine

non autore del male, ma deve dimostrare la verità

giusto

di tutti questi

vide in ontologia, gnoseologia

- La

riparatore.

principii,

Dio

;

filosofia

e

di-

si

L' ontologia è

e aretologia.

fondamento alle altre due parti. Del suo oggetto bisogna dire che essentia involoii existentiam; non si può pensare se non

una

come

gazione o

il

gli

impossibile,

e

nello

perchè

stessa verità falsificata

dall'

".

Questo è

il

qualche

cosa.

qualche

apparenza

Che

se

modo

esistente

punto

in

modo e

Bertini,

il

"

come si procede ? 11 qualOra " la meditazione ",

indeterminato.

sopra un solo concetto, anche complesso,

che una sterile analisi del medesimo " *. Egli sente dunque che la logica dell'identità non giova alla costruzione d'un sapere rigoroso, che nulla presupponga e

non può esser

altro

che pure dee procedere

indeterminato

dall' assoluto

all'

as-

soluta determinazione.

Questo è uno dei problemi su cui più s' affaticò quelsottile; ma non giunse mai a trovarne altra soluzione da quella già addotta iK-iropera del 1850; che non è poi una vera soluzione. Ebbe innanzi la soluzione hegeHana, e non ne fu soddisfatto. Nel dicembre 1873, a proposito d'un libro di Augusto Conti, trattò Di una questione r intelligenza

preliminare

ad ogni

dell'ontologia. sta in tutto

il

E

La

la

questione fondamentale

suo significato quell'oscillazione, che ho detto,

tra la filosofia della

nale.

filosofa ^ ^:

in questo scritto degli ultimi anni si manife-

filosofia

credenza e

(egU

la filosofia

schiettamente razio-

dice in quest'articolo, frutto di una

per

ap-

meditazione più che ventenne) è travagliata da un grave dis-

ciò

sidio;

essendo scienza prima,

la

nulla;

essendo scienza, deve intanto presupporre l'oggetto

illusoria

o in un altro)

evidente

puro

il

anche

cosa

ne

esista

stessa ne-

la

e

umano intendere (secondo che

s'intende quest'idealismo in un

assoluto

che non

poiché

scetticismo,

stessa

la

pur sempre qualche cosa

già

questo

ritenere

rinchiudersi

gioverebbe;

infatti,

qualche cosa;

dubbio sarebbero

Io scettico volesse

parenza,

E

reale.

qualunque,

realtà

problema ad-

del principio cartesiano.

dagli stati diversi; la finitezza dell'Io; la volontà quale fa-

dovere;

al

da Hegel a proposito della filosofia del sapere immediato, pare che il Bertini tenga presente l'osservazione dello stesso Hegel, che cioè il principio di questo sapere immediato è una forma popolare (unphilosophische IVeise) ditato

cangia-

i

;

il

ossia

;

\*

169

"

sono

oggettivo

inconcusso,

suo. lica

Come

bisogna prender le mosse: ossia, com' ognun vede, r unità di pensiero e di essere, da cui prende le mosse Cartesio. Non saprei dire se per effetto della lettura del-

non

conciHare quest'antinomia

?

tedesca dopo Kant non ha voluto

ed da

cui

ella

1

Idea,

2

FU.

I.

3c.

25.

Hai, Vili. 297-318.

deve

La

presupporre

filosofia

domma-

presupporre niente.

1

Le

70

contemporanea

origini della filosofia

e ha filosofato sul fondamento dell' infinitesimo

sico; ossia da un

metafi-

infinitesimo di realtà metafisica ha

V

teso ricavare tutta questa realtà.

risponde di no, e

Giovanni Maria Ber tini

in Italia

è riuscita

?" La

prestoria

ragione avrebbe potuto a priori rico-

la

noscere r impossibilità

Noi non siamo

deirassunto.

pos-

in

"

getto.

una via

In

dubbio di quei

principii,

dictante natura,

secondo

ricavarne

il

quanto quella di un pelli,

sto,

mondo

concetto del

pittore,

reale è impresa tanto vana

quale da una ciocca di ca-

il

o dal solo nome di una persona che non ha mai

volesse

formarsi

mente un' immagine

nella

persona, che lo mettesse in grado di dipingerne

La

verità

potuto del

è che una deduzione questi

farla,

quanto

in

conservavano di

mondo che deducevano

Questa

"

più o

dell'hegelismo

critica

1873, a Jacobi. Anzi è Jacobi questa per cui

filosofi

la logica

ci

fa

una notizia ".

ancora nel

contro di cui ha battagliato

principio e un'astrazione,

il

hanno

arbitrariamente

ritornare,

Jacobi o al-

ragione

[della

di quelle credenze,

di Vico,

la frase

uomo,

dell'

quanto è ragionevole

in

— Questa,

".

di Jacobi]

ipso

quali,

le

formano spon-

si

secondo

non è scienza prima; non è valida contro

lo

Bertini,

il

scetticismo.

vi-

ritratto ".

intanto

fatto

meno

il

taneamente neir animo

quella

di

[ac-

filosofi

altri

del sentimento di

cenna appunto forma del sistema di Schelling], nelle cui menti l' ultima prevaleva soprattutto il pensiero che la filosofia è scienza... e non deve cominciare colla negazione o colla revoca in

propone come tale non è più che un'astrazione, un frammento muto ed insignificante. Lambiccarsi il cervello a si

entrarono

affatto diversa

alla filosofia

sesso del vero e vivo principio della realtà: ogni principio

che

171

un fram-

mento muto insignificante nella logica dell'identità il frammento e uguale al frammento, e non se ne può cavare altro che il frammento; e l'astratto è l'astratto e non può pro-

25.

Dunque, ne Jacobi ne Hegel. La soluzione del Ber-

nel '73 è quella stessa che

tini

Ed

possibile.

Bertini aveva

il

nanzi nella a Filosofia della vita

come

è bene sentire

messa

in-

altra

via

Non vedeva

'.

esprime

si

1873,

nel

poiché frettolosamente è stato detto che, dopo la critica di A. Franchi % l'autore avesse abbandonate le dottrine della Filosofia della vita, laddove il Bertini rimase sempre fermo alla parte sostanziale

^^:

del pensiero espresso in quell'opera

:

durre

il

concreto, perchè non lo contiene, e non è

cipio vero e vivo della realtà. logica nuova, per cui

ma si

muove, e

in se

stesso

gare se stesso. Criticare

il

prin-

comuni notizie

trova una ragione logica per ne-

Hegel

quindi

il

con

un

A.

L*

*

"

sempre... varie, ^

principio

'^

onde

la

lui

sfugge tutta

filosofia

la

hegeliana

Bertini vi incorre,

novità del principio dia-

s'argomenta

tutte le determinazioni dall'indeterminato

Il

Bertini,

per

altro,

di

dedurre

assoluto.

non approva ne anche la posiscienza della

zione di coloro che badano al carattere di filosofia,

e stimano quindi aver

gli

chiamavano

Stoici

quali sono formate per impulso di

le

61

p.

"

quel periodo

47 e

Lo

il

La

L'unica via a comporre codesto dissidio mi parve la

ad un

Introduzione

dice p. es,

essa

da

presupporre Tog-

resto

anche

il

che avesse

letto

suo giudizio

sul

filosofia greca

contemp., pag. 37),

(Filos.

la

opera

prima

saggio

prima di Socrate,

storico

cui

in

vita.

mi sembra interamente esatto quel che dice e passim; cfr.

CANTONI,

Non

O. e,

p.

358, che

riflette

il

il

del

del

Bertini

Bertini

Bertini, nel

il

si

il

dopo

il

;

quale

il

non è

e

(pp.

1869,

66-7)

rifece

può giudicare questo (Fil.

se.



XVll,

497) intorno

1850. Cfr. anche

giudizio del Cantoni.

it.,

il

sag-

Fiorentino lo paragona.

CANTONI

Storia comp. d. filosofia, p.

l'evoluzione del pensiero del Bertini in

Opere

in

ss.

FIORENTINO

secondo volume della Filosofia della

338

corso di filosofia,

e sgg,

Cfr. sopra pp.

giusto né

su

:

316). Cfr.

(p.

gio alla stregua della storia dello Zeller, a cui

24.

alcuni anche dei prin-

religiose,

quelle persuasioni che

(xoivàg èvvoCa;),

slesso dice

non pare del lettico

credenze

le

insomma

natura o per forza di educazione nell'animo del filosofante, in

non è solo frammento,

principio è vivo, irrequieto, e

superato da Hegel, è un errore; e se

è segno che a

e tutte

Hegel invece invocava una

frammento

il

è anche organismo, e

il

dettami del senso comune,

!

cipii di ragione,

al-

CREDARO.

H

1

Le

72

contemporanea

origini della filosofia

della sua vita cogitativa

che

precedette

concetto e alla risoluzione di

una

condizioni materiali momento (poiché ogni grado le

momento

il

puramente

vita

necessarie

filosofica,

sono

vita

cogitativa,

come

ma non

sono

logiche di quella scienza a cui egli aspira. Egli deve considerarle nioni la cui esistenza

umane è un

menti

nelle

si

elevò

state

al

bensì

come

tali,

fin

già

come

verità

che

che

fatto

debba

filosofante

il

la

d'ogni altra le

premesse

come

filosofia

opi-

dal principio della sua speculazione

ricevere

diato; laddove pel Bertini stesso

lo

l'intuito giobertiano

Le

deve

r uomo.

una

verità

deir intuito

Ma

il

'.

contenuto dell'intuito che fa ra-

non ammette immediata; concepisce la verità come armonia e della riflessione, e però come mediazione

della ragione.

Non

il

Bertini,

è

s

nel

visto,

bisogna lasciarsi ingannare dalla termi-

li

che

;

ma

tuito e

quanto

indiretta, in il

la

Jacobi

si

rivelazione,

sofia della vita,

sono

il

riannodano

Malebranche. L'in-

al

di cui parla

il

Bertini nella Filo-

che

cosa

l'intuito e la rivelazione deir/n/roc/uzfone allo studio della filosofia. Quando il Bertini dice che la rivelazione " è una delle più inditutt'altra

La

materiale.

fa

contenuto

dal

che già

si

del Gioberti sulla rivelazione, che è

la

ripete la dottrina

parola o l'elemento

è diveisa soltanto

la

^;

— perchè

la

rivelazione pel Gioberti è altra cosa

O. e,

p.

'

Cfr.

mio Rosmini e Qioberti,

il

Jacobi,

1898. pp. 260-264.

E

però

diparte da

si

del filosofo tedesco diventa per

l'

lui.

s'è detto che egli, L'immediato sapere

italiano la semplice con-

dizione materiale dell'attività speculativa; diventa cioè,

deve

risolvere

:

la

posizione del

l'immediato che

e che, in quanto immediato, è al di

317. Pisa. Nistri,

sono via via quelli

27. L'assunto, almeno, del filosofare del Bertini è di non

non ha valore per questa. *

convenienza colle ve-

la

(e che

forma, rappresentativa nella prima, spe-

filosofia

Bonald

filosofia

culativa nella seconda.

cui Gioberti contamina

rosminianismo con una teoria del

Nella

ragione

aveva suggerito Hegel,

il

filo-

semplice

può dimostrare anche verso lo scettico); e " questo riconoscimento non può essere il primo, ma deve essere l'ultimo momento della filosofia " \ Ciò che rinverga precisamente con la tesi hegeliana che il contenuto della religione e della filosofia è identico, e che la

mente umana può detet minare l'intuito primitivo dell'Essere puramente indeterminato, dottrina in sensibile per cui la

dell'intuito.

posseggono

movendo da

non

della la

l'ontologia è

Bertini

presuppone

",

ne è

se

ammettere nulla d'immediato.

società e la rivelazione

con-

quale

spensabiH condizioni materiali della filosofia, in quanto che l'uomo non potrebbe filosofare senza la favella, e senza una precedente educazione religiosa e intellettuale, la quale la

Bertini,

il

vedremo meglio,

ora

presupposto

il

del

riconosce veri, riconoscendone

Una

bile

come

è,

una costruzione meramente razionale. Fin dalla Filosofia della vita il Bertini è un assoluto razionalista. I dommi della rivelazione h accetta in quanto del

del Gioberti.

attraverso

linguaggio stesso

riflessione

la

rità

due pensatori è innegaGioberti da se e il Bei tini

contenuto del-

perciò non riconosce per non dopo averla dedotta da quel principio inconcusso, che è il vero principio logico. Nella filosofia del Gioberti l'ontologia è l'analisi che

indurrebbe a vedere nel Bertini un ripetitore i

11

principio logico dello spirito;

il

vera nessuna verità rivelata,

nologia, che

parentela tra

e

fenomenologico, anzi

principio

sofia;

condizioni materiali sono nel filosofare del Bertini

gionevole

rivelazione è lo stesso intuito,

tenuto dell' intuito del Bertini

condizione

quello che per Jacobi è

la

immediato che bisogna mediare.

ed affermar

26. Questa dottrina è professata nella Filosofia della vita; anzi ne è il fondamento, e ne determina il carattere generale.

è la mediazione, diciamo così, rispetto all'imme-

dall'intuito:

il

non

spiegare, e

173

affinchè egli potesse giungere a quel

inferiore della

è condizione materiale dei gradi superiori),

vita,

cui egli

in

Giovanni Maria Bertini

in Italia

1

Idea.

1.

233.

Il

Bertini

problema si

la

ha da mediare,

qua della crede

come

che

di

filosofia,

ricorrere

e a

1

Le

74

origini della filosofia

contemporanea

un metodo diverso da quello in realtà

dell* idealismo

tenta anch*egli una deduzione

metafisico, che deve render

ragione di tutto

coscienza stessa:

coscienza,

e

della

La

della natura e dell'uomo.

sua accurata

principio logico, e quindi del procedimento

procedimento della

filosofia),

ma

assoluto;

dall'infinitesimo

nuto

della

Giovanni Maria Bertini

in Italia

conte-

il

Dio,

di



coscienza particolare del filosofo che mercè tale presupposto è sollevato al punto di vista, dal quale è possibile scor-

s*

procedimento intrinseco del

sapere

È

assoluto.

un

errore del Bertini credere che l'idealismo assoluto non pre-

supponga come condizione puramente materiale

una

coscienza prefilosofica, e

*.

imporla poco:

propriamente

il

religiosa

certa

Ma

ciò

suo merito incontestabile è aver conquistato

una posizione speculativa che sorpassa menismo,

di

non per condizione,

concetto della veracità e della reale

il

potenza del conoscere.

gran tratto

il

28.

il

dalle condizioni materiali della

che devono anch'esse essere il risultato logico, come sono il presupposto storico, - della filosofia, è la prova del carattere puramente deduttivo e costruttivo della sua filosofia, che crea l'oggetto suo. Lo crea; perchè il presupposto materiale non fa parte della filosofia, bensì della

il

queir unità del pensiero e dell' essere, che rende possibile una costruzione logica del reale, avente per corollario, e

distinzione del

logico (che è

filosofia,

gere

175

feno-

criticismo e ogni altra forma di idealismo sog-

gettivo, arrivando a intendere, sotto l'ispirazione jacobiana,

punto

Il

si

feconda

soluzione

la

questo

costruire

partenza

perchè implica

Bertini,

il

nel

di

come

è,

qualche cosa, che

concetto del

come

sta

difficile

Il

logica.

del

visto,

?



Qui dovrebbe La meditazione

Bertini.

il

reale, dice

è concetto

realtà del proprio oggetto.

questa verità

originale

stesso concetto

la

reale a rigor di

abbiam

Ma

venite dello

non può darci se non una sterile analisi del medesimo. Si licorre perciò a un altro concetto; e poiché il solo concetto reale finora ammesso è quello da cui si parte, quest' altro concetto non potrà essere che mentale, ossia tale che la sua esistenza nella mente non importi 1' esistenza dell' oggetto corrispondente.

La

reale,

s'è già detto,

riflessione filosofica consiste infatti

"

nel paiago-

nare concetti con concetti, oppure con cose reaH, per isco-

un dato concetto ne contenga un

prire se

cosa realizzi in sé un dato concetto

che

lo

scettico

non può

rifiutarsi

"

*.

altro,

Il

se

una data

concetto mentale

di paragonare al concetto

non-essere, che non può non possedere, " poiché senza di esso non avrebbe neppur potuto dubitare " il dubitare importando una perplessità tra 1' affermazione e la negazione, e questa presupponendo il concetto del non essere, ossia del limite. Dal pai agone del reale col limite nasce la questione, se indeterminato di reale, è

il

concetto di

egli *

Bertini, per chiarire

Il

il

rapporto

Ira

le

condizioni materiali e

logici della

filosofia

esempio:

Supponiamo che io dubiti dell'esistenza dei corpi, come mere illusioni soggettive simili a

deri

nella Filosofia della

nel sogno o nel delirio.

nel quale trovo

In

stato

tale

mi capita

se

Quelle pàgine, quei

a questa

libro,

(I,

se

caratteri

sono per

illusione io tengo dietro,

sèguito

1'

autore

fino al

se

me

tale

i

principii

238-9), a

fra

una dimostrazione rigoro&a e soddisfacente

corpi (supponendo, per un momento, che una bile).

vita

loro apparenze

le

hanno

"

ricorre,

le

e che consi-

mi addentro nella

che

quelle

mani un

si

che

sia

possi-

illusione:

lettura

termine della sua dimostrazione,

di il

ma

quel

cui va-

non dipende né punto né poco dalla realtà del libro in cui trovasi scritta giunto che io ne sia al fine, corpi esterni, ed il libro stesso che ho fra le mani si saranno per me trasformati in altrettanti oggetti reali ".— lore

i

;

Altrettanto

può

ripetere ogni filosofia

positiva.

;

libro

dell'esistenza dei

dimostrazione

nient'altro

questo

realtà

la

rispetto

sia all'

finita

o

infinita.

La

esistenza e rispetto

realtà all'

potrebbe esser

essenza.

E

come

stenza è durata in atto, la sua limitazione sarebbe

La

raneità.

non

avere

*

Idea,

I,

26.

esi-

tempo-

hmitazione dell'essenza può essere finitudine,

un'entità assoluta,

può essere;

si

finita 1'

e

non

essere tutto quello che

imperfezione, non

attuare interamente

Le

176

E

propria essenza.

la

non

reale

il

ne,

stenza,

può

si

concepire

modo,

alcun

in

concepire tutta

possibile

rispetto

alFesi-

rispetto

Non

all'essenza.

temporaneo presuppone

il

chè

una

è

finito

il

relativamente vero

per-

non

Questa

semplicemente mentale, perchè

La

essenza inchiude l'esistenza.

e

dell' infinito,

dell'infinito.

idea del

idea è reale, la

cui

Bertini dimostra

il

Se

per

sia

assolutamente vero

o

conoscenza

la

mediata vista

(del

finito 1'

esi-

di Jacobi).

scevro da ogni

conoscere è un immediato vedere,

il

come

egli,

stabilire

passione ed azione del veggente, ne segue che

stione,

un'idea

è

qual cosa

1*

di Jacobi),

per-

(di entità limitata),

questa teoria

Jacobi, ricorre sia per stabilire l'esistenza del

è

ente eterno; ne è pos-

finita

limitazione

presuppone Tidea

finito

e

come

concepirla tutta

sibile

un

A

Bertini

il

"

che

non abbandonò mai.

il

stenza dell'infinito (dell'

come temporanea,

realtà

la

ne

finito,

177

in Italia

dimostra, che tutto

Bertini quindi

il

Giovanni Maria Bertini

contemporanea

origini della filosofia

pensiero

il

non può esser altro che l'imRispondendo adunque alla que-

dell' infinito

dell'infinito.

diciamo che

il

pensiero

importa

dell' infinito

stenza dell'infinito stesso, poiché non

si

1*

esi-

può vedere ciò che

non è " *. In altri termini l'infinito esiste perché si vede, quello il vedere è la più certa rivelazione dell' essere appunto che aveva detto Jacobi. Tutto ciò che il Beraggiunge, conferma l' immediatezza dell' intuito, a cui tini si riduce questa pretesa deduzione dell' infinito. Videiur, ergo est. Egli vi ritorna a più riprese; segno che egli stesso non è soddisfatto di questa specie di deduzione offerta allo :

riferendosi a una teoria del conoscere, a cui pure tenne fermo

sempre, siccome dimostra un articolo pubblicato nel 1871:

Ed

Della conoscenza umana.

La conoscenza

berti.

"

modo

riducibile

passione

un può

stituisce

dice

",

realistica,

Reid, e in

ponte

c'è

si

non è

separa

in alcun

azione, né a quello di

di

passo

di

che Italia

anche dal Gio"

Bertini,

il

genere

al

Galluppi, se

il

dottrina

già dal

puro soggetti-

Ossia, ne puro oggettivismo, ne

".

Non

vismo. disse



la

Galluppi, e quindi

pure sostenuta dal

fu

è

come

era propugnata dal Jacobi,

tra

il

soggetto o l'oggetto,

l'uno dall'altro.

terzo genere di relazione fra

gli

"

esseri,

Essa coil

quale

ad alcun genere superiore, e di cui la più chiara espressione che darsi possa consiste nel dire che un intuire l'essere delle il conoscere è un vedere, cose " ^ E nel 1871 conchiuderà: " Escluso l'empirismo,

non

si

come

ridurre

quello che

tenebre;

escluso

s'

l'apriorismo,

coltà, la cui funzione il

visibile,

visibili

le

non

percezione e

*

Idea,

FU.

I,

se.

del

reale è

37-8. Cfr.

I,

"

*.

un

55 e

la

di

altro

luce

altro

che vedere

rimane

altra

come

via

un

che fatto

teoria della percezione

elemento

jacobiano,

che

:

scettico; la

ma

tutto finisce nell'argomento dell'intuito.

"

Quando

vita intellettuale non fosse altro che una torbida vicenda

un fatto innegabile che l'inmente in mezzo a que' sogni, e la mente, in quanto il vede per immediato intuito, ha un lucido intervallo, ed è svegliatissima, affatto sciolta da ogni illusiosarebbe pur sempre

di sogni,

finito si affaccia alla

ne, e aperta alla verità

Una

29.

dalle

rendere a se stessa

conoscenza

Questa

la

quello che ad una fa-

cose, prima di vederle; non

primitivo e inesplicabile

«

come

né può esser

è,

vorrebbe affidare quella

riconoscere la

immediata

cavar

indarno a

affatica

e

"

'\

volta stabilita la conoscenza

la realtà dell' infinito,

oggettiva, e quindi

Bertini passa a determinarne gli at-

il

L'Ente infinito è eterno, perché, essendo tutto quello può essere, è tutto atto e puro atto non ha un'essenza distinta dall'esistenza, e quindi non si può concepire

tributi.

che

si

come è in

:

esistente nel tempo.

sommo

grado.

Ma

comincia a vedere

si

1

Idea,

^

O. e,

sgg.

I.

L'Ente

infinito

che è essere

chiaramente

1'

?

Il

è perfetto, ossia Bertini

azione

che



e qui

sulla

38. I.

50-51.

Hai, IV. 159. Geotile

12.

sua

Le

78

1

mente

origini della filosofia

contemporanea

esercitò la filosofia di Leibniz,

Vico, che

il



prezzare

1

Ornato

gli

risponde che

Qiovanni Maria Bertini

luogo del quale,

in

d* altronde, egli preferisce qui di citare,

in Italia

quando

capiti.

gli

aveva insegnato a leggere ed ap" egli è evidente che ogni cosa

è una forza o un sistema di forze, e che in tanto è, in quanto agisce e vive, talché essere e vivere sono un medesimo, e

il

sommo

La

"

attività

in

fa

e

dell'essere sta nel

sommo

della vita

originaria

i

della vita. L'infimo e quello dell'attività

"

in forza di

parte della verità ":

cui

un essere necessariamente e inconsapevolmente è ciò che è, e fa ciò che fa, essendo la sua operazione una necessaria conseguenza ed esplicazione del suo essere " p. e.

30.

attività

essere che l'esercita, e che l'esercita perchè la percepisce e l'appetisce \ La percezione dell'attività spontanea,

secondo grado, è proprio l'appercezione leibniziana, o coscienza; perchè 1' autore la dice " percezione che l'agente ha di se stesso ". Di quest'attività ossia dell'attività di

spontanea poi

sono

i

si

devono distinguere

possibili gradi di percezione;

altrettanti

gradi, quanti

e l'Ente infinito dovrà

sommo grado la percezione del proprio essere. Anche il Bertini ammette, come il Leibniz, sen-

possedere

in

il

stesso

lo

dell'Ente

può

intelligenza

tendimento di è

"

supremo grado dell'attività dell* Ente grado supremo dell'intelligenza. Ma

somma

questa

dunque,

Infinito:

equivale

infinito

che

sarà altro

consistere fuor che nell'in-

r inteUigibile

tutto

infinito

in

Ma

>

tutto

l'intelligibile

sommo grado

il

all'assoluta

dell'essere

intelligenza

ch'egli

ha di se stesso. L' Ente

:

per cui ogni corpo si stende nello spazio ed è impenetrabile. Il secondo grado è quello dell'attività che è percepita (appercepita, avrebbe detto Leibniz) dallo stesso

r

Il

per-

come per

cui Hmite, parimenti

il

ma

la

assoluta è la perfezione

non assoluta privazione d'una una formula algebrica non sviluppata.

Leibniz, è implicazione,

dunque

e non per Kant, è

intelligenza

l'

dell'intelligenza limitata;

".

ed intima a ciascun essere, grazia della quale Tessere e ciò che è, e fa quello che " \ Quest'attività ha vari gradi, che sono vari gradi vita

come per Leibniz

L'intelligenza,

fezione del senso; e

179

che conosce se stesso è attivo secondo Non può volere se non se medesimo;

infinito

questa conoscenza. e questo è

E

come

il

suo amore,

la

sua santità, la sua divina bontà.

amore bisogna

in ogni

o momenti, l'uno attivo e

due elementi

distinguere

l'altro

passivo, l'uno che è prin-

cipio dell'azione che

conduce all'oggetto amato, ed è prinche raccoglie dalla fruizione dell' oggetto il piacere che ad esso traeva, ed è il principio della beatitudine; nell'eterno amore dell'Ente infinito è insieme suprema bontà e suprema beatitudine. Questa piena cipio della

1'

virtù,

altro

conoscenza di se e questo pieno attributi

fondamentali

conosce e pone

sé,

di

e

si

amore

di sé sono

Dio. Dio è l'essere

bea quindi di

i

infinito

due che

sé.

sazioni o percezioni

inavvertite, nelle quali non è attiva distinguendole dalle percezioni, in cui " tutta anima è desta e attivissima, talché può dirsi che l'anima

tutta l'anima; 1*

è

tutta in quell'atto,

ma senso

la

e quell'atto è tutta l'anima

facoltà di percepire

particolare delle cose, e

intelligenza

pire le cose in se stesse, fuori

*

I.

54.

2 Cfr.

soltanto

Leibniz. Monadologie. §

dello

la

".

Chia-

qualche azione facoltà di perce-

spazio e del tempo.

3

1

.

Qui però

intoppo: della

vita

il

non

la

speculazione del Bertini incontra un grave

tentativo di superarlo

contentò

esso infatti è insuperabile

più se

tardi

non

semplicità

blema massimo della

e

identità filosofia,

fatto lo

si

nuova logica dialettica, ebbe fede. Come può Dio conoscere e porre l'arma della

assoluta 15.

e

nella

stesso

Ed

pone mano a quelin cui il Bertini non se

stesso,

con se stesso quello

Filosofia

autore.

della

?

se

E

sostanza

Dio è il

pro-

causa

Le

180

Ecco come

sui. l:

origini della filosofia

"

biezione

"

grave ob-

si

consiste essere e la vita dell' infinito stesso,

ne segue che la

propria

conoscendo

egli,

amando

ed

poiché questi la

vita di

allro

teismo mistico.

che

atti,

È

egli

secondo

il

atto,

medesimo, sarebbe un asBertini lo stesso problema

dagli dei perche santo, deir£u/r/rone: il santo è amato La santità e causa dei ? dagli amato perchè o h santo in Dio la concepire od effetto deir amore divino ? Come la santità e crea che Tamore e presuppone, dualità che

Tamore

che crea

?

E. non intesa

la

possibihta

umana, che ogni dell'amore e della santità di Dio. divina, non natura alla Tuomo dovrebbe far partecipare virtù

obbUgatoria ? perde ogni pregio e ogni forza " per iscampare da queste oirioffrono si ci vie Quali

conseguenze

bili

"

Nella

?

Filosofia

della

teismo

vita

il

Bertmi

antropomorhco e

il

panteismo, il tre vie fala difficoltà è superata teismo mistico. Pel panteismo teismo Pel universo. V cendo oggetto deir attività divina anche superata, consiantropomorfico la difficoltà sarebbe

vede

il

:

derando Dio. non sostanza e

le

già

modo

come

atto puro, in cui

s'identificano, bensì

rea^le

come

Ma

entrambi

Quanto il

nostro

"

il

mistero

venne escogitato per evitare Nella Filosofia della vita il Bertini finisce, per

disperazione, nel teismo mistico, pur riconoscendo che il concetto della vita divina, a cui esso s'arresta, sia incomprentutte

Per dispei azione,

le

possibili

in

mancanza

Esamina

di meglio.

forme del panteismo, e

le trova tutte

inamperchè inconciliabili col vero concetto dell* infinito. Il panteismo materialistico ripone l'assoluto nella materia primitiva del diventare, la quale da principio è nulla, e col missibili,

tempo diviene ogni l'infinito

come

panteismo spinoziano considera e immutabile nel tempo e della quale tutti i finiti sono modi trancosa.

sostanza

nello spazio infinito,

Una

e apparenti.

sitorii

Il

una

fa

ponendo

il

la forza

Hegel

tra

e

l'infinito

semplice e

sostituisce

il

all'

specie di panteismo, che

terza

potrebbe dire animistico,

dell'infinito finito

moto.

la

il

anima del mondo

si

l'anima del mondo,

stessa relazione

Infine,

che

tra

panteismo logico di la

mente

pura,

in

cui soggetto e oggetto sono identici:

idea assoluta, che

estrinseca e oggettiva nella natura, e

acquista

la

si

consape-

volezza di sé nello spirito.

Ora

nel panteismo materialistico

esistenza indeterminata,

dell' Infinito;

né questa somma

amore) può luta.

trovarsi nel

Nel panteismo la

della

il

somma



vita

materia prima,

alla

somma

vita

(intelligenza assoluta e

diventare e nella

della sostanza

mutabilità asso-

contrasta

col

principio

concetto della moltitudine indefinita dei

cui totalità e unità,

essere reale,

concetto della mera

concetto dell'essere sommo, della

dell'unità divina

modi,

il

quale compete

sostanza,

Bertim inaccettabili.

modo

".

al

alquanto sbrigativo dottrina non questa egh è chiaro che

all'antropomorfismo, dice in filosofo.

al

si

è inadeguato

che l'offuscano

questi sistemi paiono

"

il teismo mistico; e convien panteismo, perchè esso, a differenza del dà per pienamente comprensibile, che

idea-

e

degli atti con cui esso soggetto delle sue operazioni, cioè lui distinti... ; niente da esseri gli conosce, ama e benefica dai hmiti e dalle impertepiù che r lo umano sceverato senza creazione. ". Insomma, un Dio zioni

il

esclude da sé ogni mistero; anzi

sibile.

che poi sono uno e medesimo

Dio, Dio.

surdo, un nulla.

la santità

arbitraria e ripugnante al conl'abbiamo delineato ". Rimane a

panteismo e

il

prima esaminare

slesso.

se

non conosce e non ama

vita,

nel-

e

conoscenza

nella

perciò as urdi e impossibili.

E

181

:

adunque e proprio amore. Nella sua conoscenza il la propria conoscenza e oggetto coconoscere è assolutamente identico coli nel suo amore l'atto del oggetto amato. è assolutamente identico coli nosciuto e V atto dell* amare sono affatto privi di oggetto, epamore suo il e conoscenza Perciò la sua

sono

può ammettere, perchè

cetto dell'Assoluto quale

proprio essere e

il

propone questa

si

Qiovanni Maria Bertini

in Italia

scegliere tra

Se tulio r Tamore S se cioè

Bertini

il

contemporanea

mentale ed

secondo

astratta;

il

Bertini,

contrasta

non può

col principio

beatitudine dell' Ente infinito quel divenire la

sostanza tutte le cose, e però

il

suo

trasformarsi

in

tanti

182

Le

spiriti

dolenti e

Un modo

infelici.

in Italia

contemporanea

origini della filosofia

infelice della sostanza

contraddice alla beatitudine di questa, e

agnostico

rende impossi-

la

non può dar l'infinito. Nel panabbiamo un'idea in se, ossia teismo hegeliano, " una conun pensiero senza soggetto e senza oggetto, cioè gel,

Tidea,

fattasi

consapevole di tesi.

e è,

come

la sostanza di

zioni,

a

tutti

si

fa così

ma

unificato e pensan-

mondo

ma

Spinoza, partecipa a tutte

mali, a tutti

i

processo, diventa

diviene; non è atto,

i

dolori del

non sono

vere,

della ragione,

il

ma

apparenti,

panteismo

quindi non ha nessuna "

mistico, che,

ha

ragione

malgrado

le

e

le

dovute

alla i

e

i

limitazione

sul

misteri

teismo

",

che

lo

s'accorda

pluralità e società di persone, nella cui

reciproca conoscenza

ed amore consisterebbe la sapienza, la santità assoluta di Dio ". Il panteismo ha ragione di non volere un Dio astratto, ma l'Assoluto non si solitario, infecondo e privo di vita; non si moltiplica, non si personifica nel mondo anzi " è ab eterno esplicato, moltiplicato e personificalo in se stesso, è in se stesso un mondo perfetto, di cui il nostro esplica,

mondo non 32.

Non

deduzione

;

è che una lontana imitazione

mette conto dimostrare del

teismo.

Giova

la

*.

il

carattere

ma

dice;

poter conciliare

attivila

di

e

il

un

sapere

Bertini

vo-

il

?

perchè

Il

il

Bertini

è noto: l'incomprensibilità deriva dal non

V unità con

Dio stesso II Per intendere differenza; ma Dio è uno, semDunque, ammettiamo la' diffela

pluralità in

ma

sciolto,

Dio occorre

se stesso.

renza; ecco

la

Dunque

?

tagliato.

ed ecco quel credere che non può Bertini deve sentire, già fin dal 1850,

mistero,

diventar sapere.

Il

irrazionalità della

conclusione

ma, non potendo abbraclenendolo per razionale almeno negativamente, ossia perchè razionale è la 1

ciare

1

panteismo,

abbraccia

;

V

irrazionale,

confutazione delle diverse soluzioni che altrimenti bisogneNon era questo 1' Unwissen del Jacobi ?

rebbe accettare.

33. L'idea dell'Essere, impotente a produrre da sé il concetto della sua stessa attività, s'intende che nella filosoha del Berlini non può esser feconda del concetto del finito, ti

poiché

lazione col

1

Infinito finito,

non

lutto

il

può intendere senza la sua reconcetto delKInfinito resta avvolto

si

nel mistero del sapere ignorante. di

Dio e delle sue opere, dice il può aver compiuto il concetto

L'ontologia è Bertini

la

scienza "

non non si sa se egli possa o no produrre sostanze, e se realmente ne produca. Ora questa notizia non si può ricavare dalla contemSI

debolezza di questa

piuttosto notare

fondamentale.

abbiamo

noi

incomprensibile

nodo, insomma, non è 1

panteismo

perchè Dio è

lo

plice,

pienamente col concetto dell'Infinito che è stato elaborato dal Bertini. Questo teismo, com'è agevole intendere, consiste nell' ammettere in Dio " una

adombrano

non

imperfe-

suoi misteri, e

prevalere

oscurità

attua;

mondo.

anch'esso

per

si

questione

filosofare.

Ma

perviene quando

si

se tutte le assurdità delle varie forme del

Che r||

sé,

Dio qui non

secondo He-

in essa consiste,

dell'essere; perchè a questo mondo, alla fine del suo

sommo

il



questa

lendo intendere, e giungere a un wissendes IVissen, finisce ne mistero: a un mistero reso necessario anche per lui dalla critica del panteismo; un mistero, anche per lui come già per TOrnato e per Jacobi, presupponente un x^oajiOG leAscog assolutamente trascendente alla maniera di natone. Jacobi è ancora il punto d'arrivo, e non soltanto il punto di partenza del suo

finite

".

platonica, a cui

in

ÌVissen);

oltre a ciò,

traddizione e un nulla

conclusione schiettamente

Jacobi aveva detto che di Dio Ignorante (ein nicht wissendes

Il

una somma di cose

183

Bertini e pervenuto

li

panteismo animistico farebbe dell'assoluto, in quanto anima, qualche cosa di attivo e di passivo insieme, e la passività non si concilia con Tinfinitudine; farebbe del mondo una parte integrante dell'assoluto, e anche il mondo, perciò, perchè infinito, necessario, assoluto; ciò che è impossibile,

bile.

della

Giovanni Maria Beriini

plazione dell'Ente in sé

".

dell'

(I,

82); e

Ente, se

Le

184

b

tutto stabilire

che

il

Ma

esiste.

finito

che

e tutto

dell' lo,

rebbe

il

si

medesimo dilemma: o e

e in ogni caso è un essere imperfettamente l'Infinito.

Ma

se c'è un essere

con r

tificarsi

Infinito,

E

si

che,

esso non

potrà

caso, o

da questo: giacché in tal rebbe, e non sarebbe infinitamente

tale,

non può iden-

essere

indipendente

l'Infinito

non

lo

intelligente; o

provar prima che

l'Infinito

produce

il

finito:

affermazione è preziosa, e rivela

Il

bene per questa creazione, non potendo essere un ded'aumento, suscettibile è non l'Infinito, la cui bontà sua partecipav'essere il bene dell' essere creato, ossia la all' Infinito

per via di conoscenza

e

di

amore

E

se

dell' Infinito, r Io partecipa in qualche grado della verità reale e verace. ma ammesso, pure s'è come illusorio, non è

l'argomentazione, riduce,

discussioni, onde 34. Tralasciando di esporre le laboriose dimostrazione a questa confermare di Bertini si sforza

posteriori dell'attività

data per

innegabile

creativa di Dio, è ovvio domandare: l'esistenza del finito, e per necessaria

quindi dee avere del

conoscenza che l'Infinito per necessaria conseguentemente la

anche

finito,

la creazione,

finito,

bi-

Converrebbe

e

come

il

a

non

cui quella

dubbio dello

tormento

il

avesse

reso

dello spirito

impossibile con

esposta del

già

Bertini

si

scettico sull'essere del pensiero, se

fosse possibile dubitare di ogni finito,

dovremmo chiuderci, meglio, nella pura sfera trascendente dell' In-

e sarebbe

il

finito.^

Ma

il

ché r

Infinito

creato e

finito

c'è:

dunque,

l'Infinito

basta a se stesso,

lo crei

liberamente:

bisogna "

il

l'ha creato; e poi-

pur

finito

che

non

l'abbia

ha

in



alcuna necessità di esistere, e perciò esso esiste in virtù di un atto libero dell'Infinito ". Questo, confessa il Bertini, è "

si

che si può dir di più chiaro su questo punè in verità molto poco. E 1' autore lo sa infatti ferma a lungo su questo punto: e lo tenta e ritenta da

tutto quello

to

il

il

dell' Infinito in sé.

impossibile?...

del Bertini: se Cartesio

rice-

fine di

zione

un

ne

crea.

questa posizione,

di negare

la

conosce-

lo

può

produzione delle sostanze è possibile; or questa possibilità non si può provare a priori ". Questa

la

piena ed assoluta,

modo

si

alla

dal conoscenza dal di fuori, e così riceverebbe Ma, assurde. entrambe di fuori una perfezione: conseguenze questa dipendenza è se il finito dipende dall'Infinito, e

verebbe

difficoltà di

Come

que Dio crea) protesta che tale dimostrazione, benché analoga deduzione da lui fatta degli attributi dell'intelligenza e dell'amore, e quantunque apparentemente rigorosa, è falsa, o almeno dubbia ne' suoi principii. "E se la produzione delle

fuori

ripete-

o è un'apparenza, finito, perchè pensante

come

e perfetto nella

la

sostanze fosse un assurdo,

finito,

tutto esplicato

della creazione (Dio è produzione è una perfezione, la produzione delle sostanze è una maggiore perfezione; dunque, Dio possiede la potenza creativa; ma l'atto è la perfezione della potenza; dun-

reale,

finito:

sia già

contro la dimostrazione a priori

perfetto,

questo

tutto

oggettiva

questo

per

all' Io,

riducesse

quando

Dio

sognerebbe chiudersi nel puro concetto

m

realtà

dire che

Il Bertini sente le gravissime e dice chiaro che, se ci fosse

che se i singoh fosdoppio modo; sero mere apparenze, sarebbero finiti in alFapparenza. non quanto il loro essere sarebbe limitato un' apparenza sadi l'apparire quanto essendo realtà, e in

E

può

si

185

molteplicità trascendente delle sue persone? dire che " l'infinito basta a se stesso? ".

fi-

il

nito esista è attestato dalla coscienza;

rebbe distinto dall'apparire dell'altra. complesso d'apparenze non avesse

m

Qiovanni Maria Berlini

in Italia

che Conosciamo già il metoao delle condizioni materiali si denon finito Il logici. conducono la mente ai principii e da questa duce dall'Infinito; ma è dato dalFesperienza, Occorre dunque s'induce poi la sua relazione coir infinito. prima di

f

contemporanea

origini della filosofia

Ed

".

tutti

i

lati,

come ente

;

risoluto di infinito

non smuoversi dal principio che

e beato, è immutabile, e non

"

Dio,

può

rice-

vere alcun incremento di perfezione e di beatitudine.

EgH

non può adunque andar soggetto ad alcuna necessità di operare e di creare; egli non ha bisogno di creare il mondo

1

Le

86

origim della filosofia contemporanea

Giovanni Maria Berlini

in Italia

Il primo, anzi, è pid incomprensibile del secondo: perchè xóajios léÀeto? è stato una deduzione necessaria del concetto insuperabile dell' essere e noi potremo pensare che potrebbe non essere il finito, ma non già che potrebbe

ribatper diventar più Dio di quel che è ". Battendo e circolo un in avvolgersi per finisce chiodo tendo su questo povizioso là dove all'insistente domanda dell'avversario:

trebbe Dio non volere

mondo? - crede

il

poter

dere che questa domanda equivale a quest'altra: che necessità che ponga in Dio questo volere ? "

tenziare:

non

tale necessità

che una

vi

sia,

il

;

rispon-

non essere

c'è qual-



tratta

e sen-

d'un

Bertmi.

concetto della

cioè dal

l'

Infinito.

atto

La

quale

-

Il

anche concede da se che si ma bisognerebbe anche

Berlini ci

incomprensibile;

dire che è un atto

risulta chia-

ramente dalle cose finora discorse Dio è libero perchè potrebbe non libertà di Dio. Insomma creare; e potrebbe non creare perchè è libero. ",

non necessario nella stessa filosofia del ha una reale tendenza a vincere la

infatti

trascendenza, a cui l'autore vorrebbe stare la

libertà dell'esistere,

conciliare con scritto 35. Inoltre, spinto, forse, dalla lettura di qualche maniera o d'alcuno de' suoi rifletterci

abbastanza, va

altro,

superiore

problema

il

all'intelligenza

è a

atti

if

il

L' uno e

finito.

incomprensibile, ma innegabile.

noi

In

1'

anche

Dio

tutto

libe-

è

la

e ad acconsentirvi; giacché il

permettere è un fare efficacissimo.

atto spontaneo,

Dio

cui

vina; il

1"

Dio.

in

si

con cui Dio pone

pone,

si

ed un secondo

finito.

pensa, atto,

Questo secondo

si

ama

se

e

accettare.

Si deve stesso; si

ed

approvare.

1'

V acconsentire,

dunque ammettere un primo quest* atto

in

bea di se

stesso,

ineffabile

consiste la

con

vita di-

con cui Dio liberamente, e per pura bontà pone non è più incomprensibile del primo, e sono

atto

entrambi egualmente innegabili

Dunque, " egli è necessariamente libero ". Il che il Bertini ammette di buon grado. Ossia Dio non può non amare puramente, non può, in altri termini, non creare, come l'uomo veramente buono non può non fare l'azione buona. La creazione è libera; sta è la

K

appena *

/J-ja,

I.

92-3. Di cotesta filosofia schellinghiana o pseudo-schellinghiana STAHL nella sua Storia della filos. del

FEDERICO GIULIO di diritto nell'Università di ital. da PIETRO TORRE, prof, si rese debole annotata da R. CONFORTI. Torino. Favale, 1853)

sostenuta da

B.

Genova, e

e

in

Italia

Domenico

Berti in alcune pagine della sua

Vita di G.

Bruno

del Berti, le cui (1868; 2.- ed. Torino. Paravia. 1889. pp. 340-345). Ma questa menzione. pubblicazioni furono di carattere puramente erudito, basterà

ma

la libertà

vera conclusione, benché 1'

di il

Dio è

necessaria: que-

Bertini le volti le spalle,

ha formulata. Egli tuttavia enuncia

questo giusto

Sulla filosofia dello Stahl. e sulle relazioni del Berti con essa

diruto (trad. in

eco

contrapposto

è una perfezione, e trovasi pertanto necessariamente in Dio.

come

riducesi già,

lui

La libertà di creare starebbe in ciò, che Dio crea non per alcuna necessità od esigenza della sua natura, ma per puro amore, ossia per un'attività che non è determinata da nessun bisogno, ed è quindi essenzialmente libera. Ma quest'amore

altro di questi

l'esser sua esistenza.... Dio esiste perchè vuole esistere, e poiché è beato, non egli contento della sua esistenza, come lo è certamente, esistenza. per l'Io, ad accettare, ed approvare la propria rissimo,

carattere mistico

panteismo.

al

Iddio è, cioè pone se stesso, e pone

tale determi-

nazione, da compromettere gravemente il del suo teismo, anzi lo stesso teismo da

umana. !

bisogna

la

listico

gno in questo concetto della libera creatività divina: e tradisporta la libertà nel seno stesso dell'essenza dell' Infinito, chiarando, per

certamente

del creare lo stesso Bertini, trascinato dall'assunto razionadel suo filosofare, ne dà esplicitamente

di là del se-

al

quale

deduzione a priori che il Berlini ci dà dell'esistenza di Dio, e però risolvere in una libertà razionale, ossia in una logica necessità; in quanto alla libertà

dello SchelHng della seconda

e senza

la

Lasciando

arrestarsi.

:

seguaci,

187

SPAVENTA. Da 85

e sgg. Sulla

XXxìr?898"''''

Sacrale a Hegel, Bari, Laterza. biografia e sugli scritti del Berti la

^'" ^^"^

'^'

^""

^''''

si

può vedere

212-245 Commemorazione di 1905.

"'""'

'''

pp.

^"""''

'"'•

rz:

1

Le

88

contempora nea

origini della filosofia

Giovanni Maria Bertini

in Italia

37. Questo e

indipendenza da moconcetto, che la libertà è autonomia, attività del bene ; che V perciò è essa che tivi estrinseci ;

denze

"

inferiori

al

il

'.

in

mente del Dio non si è mutato

della "

crea ab eterno, egli dice; non creante in creante, non e

Dio

Bertini.

di

ma

passato dalla potenza alFatto,

e con un medesimo

di creare,

eternamente

è

atto

Latto

"

(l'J^^). e dirige alla sua destinazione il creato che significa che creativo è eternamente immanente. Il

primitivo.

dissidio

tra

che accusa

il

Bertini e

suoi presupposti

i

il

d* irresoluto

e di oscuro

razionale del filosofare del che, logici e religiosi. 11 vero e fine

Bertmi sente xóaixG^ xéXeto^ dell'Essere infinito, il intanto non e finito, del dimostrazione la necessità di una questo da mezzi di cui dispone, di ricavare

posto

il

ha modo, coi

manomettere

quello senza

la

natura

di

quello e incorrere

nel panteismo abborrito.

i

Vedi luUe

bene, che peccabilità

"

"

le

la

universale della mente

libertà cresce

(p.

de"- J^b^rta umana, 139-146): dovè det o della della moralità, ed mversa

143).

in

ragion diretta

«

fa ta

(1.

:

non dedurre

dall'

idea dell' essere,

ma

coi

caratteri dell'esperienza.

L'on-

i

esperienza e cieca,

1'

me-

logico;

legittimare colla ontologia ;

costruire

fondamento del principio

tologia per se è vuota

potrebbe

si

dire con la frase kantiana.

^

e,

La prima proposizione di questa metafisica del finito che l'idea di Dio è profondamente insita nell'animo no-

38.

come diceva Jacobi;

è un'idea essenziale dello spivero e assoluto ateismo è impossibile. La seconda proposizione è, che trovasi nell' Io la

nto umano;

un

facoltà di

amare Dio di un amore attivo, puro, intellettuale, e questo amore e la libertà, la suprema facoltà attiva dell'uomo.

La

che l'Io esiste nel tempo, sempre identico a se, malgrado la varietà de' suoi stati successivi. La quarta, che l'Io è destinato alla perfettibilità e terza,

al progresso, e discussione di questa quarta questione è la più laboriosa e accurata; ed è bene attendere al carattere speciale della soluzione a cui essa conduce, per intendere Io sviluppo posteriore del pensiero del Bertini.

però all'immortalità.

La

osservazioni intorno alla natura

dommio

"

essere finito

materiali dell'esperienza sul

punti:

consistere nel

lo

degli

lo stesso

todo

stro,

il

Dio rispetto mondo è coeterno a Dio, e che la libertà di di non mente accidentale, di niente impUca al mondo non Resta, insomma, qualche cosa

universali

nell atto

produce, conserva

egli

caratteri

poscia s'industria di indicare nella coscienza i segni che realmente quei caratteri possibili dell'opera divina si riscontrino negli esseri finiti: e da quest' accordo tra V idea a priori o contemplazione ontologica e r esperienza conchiude la verità di ciò che apparisce nell'esperienza, e la realtà ^di ciò che s'argomenta dall idea a priori della creazione. E sempre dell

sendo Dio, non poteva non creare. Ma è la creazione un fatto istantaneo^ e transitorio, o -- Qui la risposta è chiara e netta, continuo e permanente ? modo incontestabile la reale tendenza dimostra

i

esseri creati;

servizio di alcuna delle ten-

diversa da quella vera conclusione, insomma, è vuol dimostrare mentre poiché, pare; Bertini che allo stesso che. esdimostra che Dio poteva non creare, egli in fatto

e ci

determinare a priori

scopo della creazione, e quindi

La

36.

li punto critico della Filosofia della vita volta abbozzato cotesto oscuro concetto della creazione, Berlini procede oltre cercando di

Una

" fare il male non e altro non c'è libertà del male, e che impero sopra se stesso, che abdicare la propria libertà, T

e mettere la propria energia

189

ricerca

r

sull'

se l'Io

La

immortalità dell' anima

possa

del corpo, continuando 2^ se

debba;

esistere la

sua

è

anche dopo

vita

3^ se la condizione

dalle sue azioni nella vita presente.

divisa la

intellettuale e

futura dell'Io Il

in

tre

dissoluzione

primo punto è

morale

;

dipenda il

tema

90

1

Le

origini della filosofia

contemporanea

Giovanni Maria Bertini

in Italia

quindi sistema estrinseco, pensare, volere.

in sé;

mateil principale della controversia tra lo spiritualismo e argomento su cui, a proposito di una Lettura sulla rialismo

non

191

un soggetto capace

di sentire,

:

Della terza maniera di materialismo il Bertini non s'ale va incontro, e si mostra disposto ad accet-

del fisiomisura della sensazione e del movimento (1869) memonella nel 870, tornò Bertini il Schiff logo Maurizio

dombra; anzi

1

,

come uno

tario

lo spiritualismo e il ria Schiarimenti sulla controversia fra dottrma. materialismo, sostenendo sostanzialmente la stessa

Non

spiritualismo assoluto.

dimostrare che

basta, egli osserva,

pensiero è affatto contrario all' estensione e alle sue proprietà, per provare che si trovano in il

due

39.

Nel

guendo tendere

libro del *50

combatte

di esso tre forme, derivanti dal diverso il

corpo,

con

secondo

cui,

modo

d'in-

materialisti s'identi-

i

Te1 Tanima. Giacche per corpo si può intendere 2 un sistema di forze, dalla steso che apparisce ai sensi fenomeni psichici; i cui azione combinata proverrebbero ""

:

fica

'

;

dello spazio, una forza unica e semplice, quindi fuori oggettiva ed estrinseca, e pur dotata di doppia funzione: soggettiva,^ ineche s' esercita nello spazio, e intrinseca e materialismo è falprimo il Ora, coscienza. rente alla un esteso, perchè, se il soggetto dei fatti psichici fosse 3"



so,

essendo l'esteso un composto non sarebbe possibile l' altra,

di parti estrinseche l'una 1'

unità

della

coscienza.

al11

come tale reale; centro della quale dev'essere semplice, e la questione mente, perchè, se fosse tale solo rispetto a una si

ma

sposterebbe,

rimarrebbe negl'identici termini. Inoltre, un' esistenza relativa alla mente che lo

ha solo se estesa, pensa (altro concetto di Leibniz); quindi l'anima, percepisse; la che soggetto un presupporrebbe un pensiero,

lo spazio

e

così all'infinito.

Infine,

ammesso questo materialismo,

venterebbe assurdo ogni concetto di valore,

e

non

ci

disa-

ben archirebbe differenza tra un mucchio di rovine e un il criterio materia dalla trarsi potendo non tettato edifizio Contro la seconda per distinguere l'ordine dal disordine. ;

soggetti sostanzialmente

materialismo, distin-

il



analoga a forma di materialismo vale un' argomentazione il fenomeno Se precedente. forma la contro quella già usata forze associate, psichico dipendesse da una molteplicità di forze costituirebbe un' unità puramente il sistema di queste sarebbe sistema per una mente, non e mentale; relativa e

strare

che

distinti;

tutta l'essenza

converrebbe anche dimo-

della

materia si assolve in quepoiché questa seconda dimostrazione, tentata dal Malebranche, è impossibile, non e' è attività

st

mezzo di confutare medesimo principio nima, operando extra,

s

che

dottrina

la

muove

proprietà dei corpi.

da

un

ad

assumendo tutte le non si può dimostrare

Questa dottrina si può confutare;

Ma,

l'a-

nello spazio,

ma non

ammissibile.

dipendere

fa

pensiero e l'estensione, per cui intra, sente e pensa, e, operando

il

ad

estende e

direttamente, tesi

E

dell'estendersi.

avverte

ossia è l'unica ipo"

ben lungi dalessere un materialismo, è anzi uno spiritualismo esageratopoiché considera non solo l'anima, ma persino l'atomo maBertini,

il

1

teriale

come una monade, come una

forza

semplice,

realmente una ed identica, manifestandosi

con

cioè

diverse at-

".

tività

La

40.

dottrina,

del Leibniz

E

al

adunque, a cui

Leibniz

si

s'arresta

Bertini. è quella

il

tiene egli stretto, pur

nandolo, nella risposta che in conseguenza dà della questione sull'immortalità: se ella è

al

non nomiprimo punto

possibile. "L'aniessendo una forza unica e semplice, non può perire per via di dissoluzione, ma solo per via di annientamento ". Quello stesso che aveva detto Leibniz nella 4* e nella 6^ tesi della Monadologia. Ma potrà l'anima pensare senza il corpo } Non dipende assolutamente 1' attività

ma

,

egli dice.

"

-

dellamma ché

ei

versari

F^4SK^

dalla

vita

fisica?

presenti quest' idea

dell'immortalità,

Pare

come

che

anche

al

Bertini,

un' obbiezione

l'anima

senza

il

degli

benav-

corpo non

Le

192

oTigini della filosofia

Qiooanni Maria Berlini

contemporanea in Italia

volere. Ma non crede, che possa continuare a pensare e a e la filosofia volgare s imvolgo il " che quello la morte sia isolamento dell' anima da ogni compiuto un cioè magina, dottrina di Leibniz. L'anisostanza corporea ". È nota la una preformazione, che biper avanti alla nascita

male c'è sogna ammettere già nel seme,

del

corpo orgamzzato con

La generazione e la morte, r anima; e c'è dopo la morte. perfetta, consistente come generazione intera e come morte se non apparenti. sono non nella separazione dell'anima, soni des developpegénéralions " appelons Ce que nous aPP^Ions accroissemens ; camme ce que nous mens

et

des

Non enveloppemens et des diminutions corpo. Dio solo senza genii né ci sono anime Similmente il Bertini dice, che ne è scevro interamente \ corpo fevede morire e disfarsi è solo il il corpo che si morts

.

des

son

separate,

nomenico. anche Chi ne accerta che Tanima ««tanza. a qualche

morte non rimanga unita a qualche

in

principio corporeo ?

invisibile

Chi

e,



d.ntlo

>

d.



Solo

la

È il

"

come

Bellini lasciar

m

vita assoluta,

essa vivono tutte

si

cose.

le

la

stessa intuizione

leibniziana; e se

e non si arresta a tale conclusione, trascendente questione da parte questa la possibilità

della

preferisce ^ .

sforzan-

sopravvivenza

2

»

Monad. (ed. Boulroux 74 e 73. Monad., 72. Or. LEIBNIZ. ThcoJ.. § 90: ,

U

Cfr.

Théod.,

§ 90.

mori apparente n

est

qu un enve-

ordre de la nature il y d'apparence que dans loppement: n' y ayant point ne commence séparée, de lout corps, n, ce qui ait de. &mes enlièrement la nature . puisse cesser par les forces de 1

point nalurellement,

filosofico

del Leibniz.

Mala

bertini verso di essa

il

si-

decisa propensione del

è certamente attestata dal giudizio morte è compiuto isolamento da ogni sostanza corporea solo pel volgo e per la filosofia volgare. espresso che la

.°8"'

jJ^-.f^ lità dell

anima.

modo, ammessa I

autore

la

crede se

necessita dalle ragioni teleologiche,

vernano

possibilità dell'immorta-

ne

possa

che,

pel

desumere Bertini,

la

go-

umverso. Ragioni evidenti, che tuttavia il Bertini concede possano non valere a disti uggere quel residuo d'incredulità, che SI manifesta nell'orrore per I

la

farvi ?

E

morte.

Che

debolezza della mente umana incapace di abbracciare la verità senza lasciarsene smuovere da vana paura di creder troppo. Curiosa affermazione che torna a svelarci apertamente il tormento di quest'anima ansiosa del vero e agitata dal dubbio. Il Bertini fa una confessione personale

quando

la

sostiene che

l^inimo umano è agitato da due tendenze contrarie, cioè dal bisogno di credere e di possedere la verità in generale, e dalla ripugnanza ad accetta come vera ogm dot.rina che gli presenti la verità de.ermina.a, conerei é r».retta in ormole; poiché allora la verità prende laspe.lo d'una salone arbitraria, onde l'uomo é indotto ad esclamare: Che sia propHo co,, e non al.rimentil Se egU. abbandonandosi alla prima di queste tendenze cerca la pace nel dogmatismo, non ve la trova piena e perfetta poichi I altra tendenza rivive, e con mille sospetti il conturba.

del-

fondata sul principio l'anima con un^altra argomentazione, la sua hlosoha perchè accade ciò che Tanirna e una forza,

i

tutto

stema

còZl^

vede,

dosi di confermare

di persuadere lo scettico, al quale non è posuna singola dottrina staccata da

sibile presentare

m

nautut a la cui non .. ha 1 esemp.o condannarla ad un isolamento di fra oro^ iute commercio in e connessione in ra>» ' Tutti gli enti finiti sono al altra di elemento u servono il'una r . r .,„» nell altra, e servoiiu una nz-H'altra I le vile finite vegetano essa e d. che è Dio, basta a se slessa, e vitale.

se proposto

193

L'autore

avrebbe

dovuto

anche

dire

quale

specie di

dommatismo lascia rivivere la tendenza scettica. Certo è che un dommatismo come questo suo rende immagine di una nave che faccia acqua da tutte le parti; e s' intende

perche non fosse per sé atto a Al quale l'uomo (cioè,

riuscir vittorioso sullo scet-

ticismo.

rebbe, se

.1

bisogno

nel suo cuore.

di

credere

Bertini)

s'abbandone-

non fosse

indistruttibile

il

Insomma,

Gentile

13.

Le

194

origini della filosofia

contemporanea

Giovanni Maria Berlini

in Italia

una compiuta pace di spirito è impossibile, (e non resta che) a cercare quale dei due parliti, fede o scetticismo, si trovi una pace più vicina a queir ideale a cui si aspira indarno, una pace che divenga di giorno in giorno più tranquilla, più costante, più sicura da ogni agitazione. Una tale in

questione non

si

può

risolvere se

non facendo, ciascuno per

sé,

l'esperienza

dei due sistemi contrari.

Tale appunto è la situazione d'animo del Bertini: una aspirazione alla pace tenuta per irraggiungibile, e un tentare di accostarvisi per via

sola veramente dolorosa

umana

dommatica. Situazione, come è anzi

dolorosa dello scetticismo:

più

chiaro, assai

cui

in

si

possa

Tanima

di fronte alla verità.

In veri misteri s'imbatte la ragione lo

stigare

Il

merita di esser felice, importa che dovrà avvenire

la virtù

una radicale mutazione del rapporto con Dio affinchè si possa compiere

dello

sua

la

spirito

umano

destinazione.

dopo quali peripezie ? La vita terrena è una prova suprema? o ci sono altre prove e altre gran giornata alla battaglie da combattere per giungere

Ma

quando

?

che deciderà

Qome

che

si

guerra

?

"

domande

"

*;

della

risposta a queste riferisce

?

all'essenza del

La

come sommo

sapienza e bontà sostanziale, in cui i

e nel cui conoscimento tura.

"

Quando

la

dovremmo

non ha alcuna non ne ha a quella

filosofìa

ragione cerca una risposta a

morte

";

care

il

mancanza

mare tempestoso della

di

tali

filosofo

mità colla ragione,

come

la

probabile, non dimostrare

vita.

42. Dopo la proposizione sull'immortalità dell'anima, tre ancora ce ne sono in quest'abbozzo di metafisica del Ber-

spiriti

altri

Sono credenze,

può argomentare

si

metafisicamente; finiti

del

affermata nella certezza

fornite di

ad ingannarci. Sono credenze per

morale,

vere;

costitutive dello spirito

quali basta allo scettico che

le

perchè

abbia

egli infatti

"

la

possano

vere,

al

mondo

esterno, [|

ed

alla

natura

1

settima proposizione riguarda l'esistenza del

ma-

e in questa discussione, onde la Filosofia della vita

conchiude,

si

vede meglio che altrove

il

si

carattere speciale

motivo personale

il

e

La

della filosofia del Bertini. L'opera inquadra in una fosca visione pessimistica della questione qui se il finito, qual è e apparisce s'

neir esperienza, risponda

secondo

con

esser

dovere di operare come se fossero scienza morale è affatto indipendente da

degli esseri che in esso ci appariscono

e

cospiri

umano,

il

ogni dogmatismo intorno

La

pari sesta

persuasione con-

la

seguente, essere impossibile che nell' universo tutto

vita.

immagine platomiglior nave, ei può var-

della

convenienza col bene dell'uma-

loro

r esistenza dei corpi esterni

proposizione.

ottimo, nessun

l'

delle

necessario prodotto dell'originaria

il

fondate sulla fede nella provvidenza e

finisce

e

Ma

".

nità

basti

giusto ne in vita ne in

e questa è la zattera, per usar

nica, sulla quale, in

al

doman-

mondo risultato

La filosofia vien dopo, e, investigando fondamenti di quelle credenze, riconosce la loro confor-

i

le:

avanzare nella vita fu-

e

l'autore

costituzione dell'uomo.

Iddio,

consistere

Ma

ma

ragione filosofante,

43.

de, essa trova un terribile mistero ". sapere che " sotto un Dio onnisciente

vero male può accadere all'uomo

che " le credenze su cui si regge il nazioni, per parlar con Vico, non sono il

della vita, di quella

dee

creato

dove

dall' Io,

col dire

voglia inve-

principio che

distinto

finito

torna al principio jacobiano, riassumendo la sua discussione

che r esistenza degli

quando

dell'anima oltremondano.

stato

l'esistenza d'un reale

forse la

trovare

quinta che afferma la molteplicità del

una

tini:

195

il

concetto

al

finito

quale

dell'opera divina,

il

dovrebbe Bertini

la

essere tratta

uomo, " che è la sola parte dell' universo che noi possiamo immediatamente conoscere e giudicare sotto il rispetto del bene e del male ". Ora

*

particolar

O. e.

1,

riguardo

203-4.

all'

/4

1

Le

96

origini della filosofia

contemporanea

in Italia

bene umano consiste nel conoscere il bene in rallegrarsene, e nel tendere ad effettuarlo in se

Qiovanni Maria Bertini

negli

Le due

prima; e "

ossia nella conoscenza,

altri:

bertà.

Intorno alle cose che più

un

ma

Dio e

nella

e 44.

li-

ei

uomo

ali*

di

possiede bensì

ve-

o per mezzo

errori,

di

come s'è

torinese

già ricordato,

dialoghi

tre

Bertini

il

intitolati

nuovo Eutifrone, che pubblicò 1' anno appresso con più semplice e modesto ^ Del decennio che corse

sapere, la

14 giugno 1860,

Il

presentò all'Accademia

difetto nelle altre.

molto oscuro e sfuggevole, onde nasce una cotale

intuito

Filosofia della vita e questi Dialoghi

documento notabile del pensiero del bandonasse tica a cui

le

//

titolo

tra

la

non abbiamo nessun Bertini

^ Che

egli ab-

dottrine della Filosofia della vita per la cri-

furono fatte segno nel

mezzo di raziocinii, i quali, se possono convincere, non valgono però a persuadere interamente, e a distruggere quel

852 da Ausonio Franchi, è accennato, una favola. Giacche il dommatismo che aveva combattuto il Franchi non fu mai abbandonato

certo fondo

dal Bertini,

credenza

istintiva

e incapace di dar ragione di se;

d'incredulità di cui parlavamo più

non governato dalla

L'affetto poi,

genera in amor proprio, padre di

dezza spietata.

l'

donde

La

tutte

libertà

infine

umanità, di cui

e

si

malattie

le

"

*.

le

malvage passioni

il

trova in

tre

languida,

di

morali e

resistere tutti

i

incostante, alla

Unde malum

misteri,

?....

Il

bene

nella

che

un tempo

si propose di fare alle critiche del Fransarebbe certo di grande interesse vedere come dopo qualche anno, difendesse la sua Filosofia della vita.

egli

chi

'.

E

*60 non trattano direttamente le queI Dialoghi del fondamentaH della filosofia; ma rivelano senza dubbio una profonda crisi intervenuta nel corso di quel decennio nello 45.

stioni

la

morte nelle sue con-

per cui

la

fìlosolìa

1

La

questione religiosa,

^

umana mette

Son da

ricordare le

227. 233.

due

march. G. di Cavour, nel

al

e

614-625.

I

due

scritti

sulla dottrina cartesiana

pubbl.

da

G. B. BeRTINI.

Intorno ad una nuova dimostrazione da A. Rosmini, al dott. Armandi e Cimento di Torino. 1852, voi, I, pp. 373-7

pp.

sulla (

1

lettere

Dottrina

di

Socrate (1854) e Schiarimenti

858). stampati nelle Memorie

XVI. 1857

di Torino, voi.

e voi.

XVIII. 1859

(rist.

(2^^ serie)

dell'Acc.

l'uno in Opere varie.

1-59; e l'altro in appendice alla Storia

della Filos. moderna, Torino, 1881. p. 123 e ss.) hanno interesse, più che altro, storico. Negli Schiarimenti è chiaramente visibile lo stesso misticismo della Filosofia della vita: " Il pensiero finito ha una cotale apprensione misteriosa del proprio limite, e giunto all'estremo confine della propria sfera gli

fondamento I,

e

race,

1861.

dell'immortalità dell'anima proposta

resiste

timento che ha

O. e.

dialoghi

Torino, Unione tipogr. ed..

cosa che

«

1

s'

ma solo modificato. E tra le sue carte, dopo sua morte, furono trovati alcuni frammenti di una risposta

la

sua

origine,

\ capo alla rivelazione Poteva essere questa una filosofìa della vita ? Se il problema di questa filosofìa era di provare, mediandolo, il contenuto della credenza immediata di Jacobi, questo problema, per confessione dell'autore stesso, non è risoluto; perchè egli ci parla ancora di " un intuito molto oscuro e sfuggevole, onde nasce una cotale credenza istintiva e incapace di dare ragione di se **. Il problema rimane problema. "

come

è,

pas-

dolori del-

il

male nella sua

seguenze sono

è

una tristissima dipintura, per male non era un' idea dell'opera tanta copia nel fatto, d'onde può mai

Se

esservi provenuto?....

essenza,

"

Bertini fa

il

chiedersi alla fine: divina,

sopra

verace conoscenza, detutte

intermittente e incapace per lo più sione:

o per

dell'anima umana, analizzate dal Bertini con cru-

corruttrici

Ir

un

importa

vita futura,

la

mescolanza di molti

colla

e

slesso

ultime potenze dipendono, naturalmente, dalla

difetto di questa importa

il

quali sono rità,

nelF affetto

197

nel

se,

il

p.

la

che

si

immobile, insuperabile.

mente umana possa

dare

di ciò alla

che

si

sente in contatto

Questa la

con qualche

apprensione, questo sen-

trascende, è forse

credenza nella divinità

il

":

più saldo

Op.

varie,

di

G. M.

53.

^ Vedi la pref. di A. CAPELLO alla Logica, opera postuma Bertini. Torino. Paravia. 1880. p. XXVII.

I

Le

198

contemporanea

origini della filosofia

spinto del Bertini.

di essi, schermendosi

Nel secondo

Giovanni Maria Bertini

in Italia

il

Teo-

supremo è quello

di

provvedere

logo, che interloquisce col Filosofo, rappresentante del pen-

servare l'unità della Chiesa

da un circolo sofistico in cui sospettava che questi volesse avvilupparlo, il Filosofo gli dice: " Piacesse a Dio che io fossi già venuto in chiaro meco stesso sulle più importanti questioni della filosofia, dimodoché mi sopravan-

mi, in quanto

siero del Bertini,

tempo e

zasse

libertà di spirito

da potermi

innocenti insidie e macchinazioni

mili

ben diverso

1

cora per lungo tempo nella condizione rentes,

nunquam ad

mio caso

il

semper

dei

Il

il

della religione,

principio

il

dell' ortodossismo;

primo contraddice

Il

che è culto della

più inumani e immorali.

Anche ben

ad ogni modo, almeno dentro

il

nostro filosofo

siepe;

la

più energicamente

il

invece

Dialoghi

nei

bisogno

una

di

di

sforzava

si

difficoltà

nella Filosofia

fitta;

scienza

ma

dommi, perchè non essi, se essi non

potrebbe essere

ci

supposti

fossero

O

Dio, io non so se tu esista o non

questo so ed affermo che, se

afferma

pienamente

amico di

46. Per altro, l'intuizione principale è immutata: ed è sem-

pre quella di Jacobi.

La

gira intorno alla critica

questione presa a discutere

delFortodossismo,

si

ag-

ossia del catto-

esisti,

libertà e di sincerità,

colui

che

dammi lume

ti

la

convmzione,

verità

I

dammi

e colle opere, a qualunque costo.

Tu

dominare sopra ogni

così che,

rito,

io

altro affetto,

affermo:

ma così

astiene

si

secondo per

così:

così eccellente,

perciò non

esista,

tu sei così grande,

che colui che

afferma senza

a conoscere

Secondo questa

Bertini vorrebbe so-

il

timore di mentire alla propria coscienza è più

non

razionale.

obbligo di credere

veri.

l'uomo dovrebbe pregare Iddio

stituire al cattolicismo,

allora,

acquetarsi si

concetto

posto dallo stesso ortodossismo quando impone la fede nei

cui

religione razionale e spontanea, che

*.

secondo

il

stesso

più semplice della natura religiosa dell'uomo, ed è presup-

devo pensare a sviluppare il mio che lo assiepano da ogni banda "

della vita la siepe delle difficoltà era

allo

e porta ai metodi secondo è l'espressione

in

dalle

dom-

i

verità;

Il

parlava S. Paolo: più che ad avviluppare altrui in sofismi, intelletto

tutti

già definiti dall'autorità della

dovere supremo ed assoluto è l'amore della ve-

primo è

del liberalismo.

politici

stati

an-

pervenienles, di

veritatis scieritiam

è

rità.

propria salute e di con-

alla

(e però accettare

quae-

probabilmente

mi trovo e mi troverò

lo

divertire in si-

Ma

!

Chiesa);

sono

essi

199

ti

dall' affermarti

tuo

il

timore

per

che

cuore,

dell* inferno.

Tu

forza per confessarla colle parole

ravvivane in

me

nella piena

1*

amore, e

libertà del

fallo pre-

mio

spi-

mi unisca teco ad amare ciò che tu ami, a volere ciò che tu vuoi,

e solo nel

compimento

di questo

volere io trovi la mia beatitudine.

licismo intransigente. L'occasione è la lotta, sopra tutto politica,

e

il

che

si

combatteva

E

liberalismo.

allora

Fautore

vi

in

Italia

tra

aggiungeva

traduzione dell' £u///rone, indirizzandola

"

in

appendice

la

a quanti sono fra

ad imitazione del teologo ateniese, accusatore del proprio padre per iscrupolo di coscienza, si credono obbligati dalla religione a perseguitare, non il padre, ma la patria, e ad impedirle ad il

clero italiano

i

novelli

Eutifroni.

i

quali,

ogni costo di rendersi libera e forte contro straniera all'

".

11

Bertini riduce

I'

la

prepotenza

opposizione dei due sistemi

opposizione di questi due principii:

il

Questa religione non è fondata dunque

Tortodossismo

dovere assoluto e

i

dommi sono realmente

cordano

con

uomo che

quei

principii

r ; IH!

O. e,

p.

113,

che

si

sui

dommi;

anzi

solo in quanto

si

trovano

spirito

nello

ac-

"

Questi principii formano una uomo. Questa e la reHgione che dobbiamo seguire, adoperando tutti i mezzi per acquistarne una chiara coscienza. Ogni religione data non è altro che uno di questi mezzi. Dal punto che una religione data, dell'

li

accetta.

religione innata in ciascun

corrotta e snaturata dagli uomini

sopprimere

la

che

la

insegnano, tende a

religione del cuore e a mettersi in suo luogo,

da quel punto bisogna *

accettabili

rigettarla,

combatterla

".

Le

200

orìgini della filosofia

contemporanea

in Italia

Giovanni Morìa Berìini

47. Questa religione del cuore ci fa tornare ancora una a Jacobi. Questo razionalismo, che cerca nella ragione

volta

criterio della fede,

il

tedesco deir Ornato.

sono

gli stessi

gano

intesi

secondo

dommi

secondo

lo

di ogni fede, è

del Cristianesimo, quando questi ven-

lo spirito stesso del

spirito di carità

quando vengano

razionalismo gallo-

il

principii di questa religione del cuore

I

e di

Cristianesimo, cioè in

libertà:

termini,

altri

Un

intesi razionalisticamente.

esempio

solo

basterà a chiarirci sopra un punto fondamentale della bertiniana di questo tempo. Quali sono,

sofìa

Filosofo,

principii universali o le idee in

i

domma

lo spirito del

dell*

ragione umana,

personalità divina,

Dio

vita di 1^

della trinità divina

r iacomprensibiltà la

mondo

dal

essere beato

E

?

essenza divina,

la

verità di tutti

di questo teismo intesi



*.

sono forse

"

?

Un

essi

Italia

innati e

immediati,

dimostrano

il

'J

" I

i

,

le

proposizioni principali a cui giunge

per

non

è nel *50

alla

Ja-

storia

proposito

Filosofo

il

sione di questo cristianesimo libero e razionale:

"

della verità sia principio e condizione di salute



Chi

del

che Dio

1*

amore

esiste

in

sé in-

comprensibile alla ragione umana; che egli è un ente personale, sufficiente a $è stesso e beato che egli forma il mondo liberamente e per pura esuberanza della sua bontà che egli si prende cura dell* uomo e provvede



alla sua

salvezza

nità

la

fra

virtù



ed



che il

1"

vizio

uomo



è libero

che

1*



che

vi

ordine morale

è una differenza è

assoluto

nell'universo sulle potenze brute e perverse: chi crede queste rità...

meno

è cristiano, per lo

Da

confrontare

blico di

C.

la

simo inconciliabile

L.

con

Chi ALA, G. Dina

18%. 1903.

I,

32-3: e

riputali atei,

del B.

lettera

PaSSAGLIA

quel senso in cui

in

che Socrate ed Eraclito, benché

I

nella discus-

che

crede

premessa

(Torino,

la

libertà e

erano

la

moralità.

e

48. Nel maggio e nel giugno

1 863 lesse all'Accademia una sua memoria sulla Filosofia critica prima di Kant \ dove ricerca gli antecedenti del criticismo in Locke

Hume. Lo studio di Hume, la cui " meno proclive al soggettivismo,

cismo

"

cristiani

"

si

(p.

ve-

affermò

132-3).

diritto

lettere del

pub-

Bertini in

e l'opera sua nelle vicende del Risorg. itai, Torino, in

Cn7/ca, Vili. (I9I0).

pp. 351-4.

cioè

scetti-

della kantiana, è fatto con molta dihgenza

molto acume

con

e

Ma

'\

a noi preme solo notare gl'indizi che riscontrano del suo pensiero. E sono due: V uno, che

vi si

nell'assunto della filosofia cartesiana di una essenze, costruita rrìore georrìetrico, a priori, in possesso della

scienza

vera idea-madre della realità,

un mondo

immaginario

Filosofia della vita, che

anche

uno

in

scritto

lockiano,

dove

1

Idea

ragione

la

mille

conati,

che

altro

centrale

già affermata

873: idea che fu

dal il

a

della

Ber-

maggiore

mente per una costruzione ve-

punto è

altro

un

chiarisce

si

l

vedemmo del

ostacolo incontrato dalla sua

ramente razionale. L*

"

delle

non essendo

"

umana non poteva e non potrà mai, dopo dopo mille procedimenti arbitrarii, riuscire ad

tini

Bertini

il

allo

dell'empirismo

la critica

pensiero

del

Bertini,

non

infi-

sostiene essere l'ortodos-

Altre

filosofia

prevale

simili

Giustino

Conferenze di

alle

1864), dove

san

e

siano pub-

si

ali*

di Torino

costruire

Ecco

*

più sinceri e più religiosi che intorno

dell'autore.

giudica

principii

del cristianesimo,

filosofia

essenza della religione; uno dei documenti più belli della purezza e dell'ardore delKanima

e in

hanno questi Dialoghi nella

significato

del pensiero del Bertini:

scritti

blicati in

della

Dunque, nel '60 come come nel '50 i principii

come

uno degh

della

questi

dommi

critica dei

assolutamente libera. Di questa revisione, di questo profondo bisogno si videro indi a poco i frutti nella speculazione del Bertini. Il libro resta come

T indipendenza

teismo mistico; nel *60

lo stesso

cobi

Non

bisogno d* una

il

limitazione

la

creato, la sua sufhcienza a se

naturalmente sentita

ella

"

?

il

raccoglie

si

e

filo-

chiede

si

cui

una revisione

filosofo di

201

* Ne die un brevissimo cenno 206-208; ma fu pubblicata dallo

giornale // Gerdil, toni e ^

a

Tra

loghi di

quanti i

voi.

altri

suoi mss.

Hume

"

1,

Gerdil,

1,

pp. 427-433. e

si

troverebbe

(CAPELLO,

427.

GORRESIO

stesso autore

han discorso del

autori prediletti di Jacobi. 3

il

o.

li.

nei Sunti

cit.,

33-34.

È

198 e 1867 nel

pp.

integralmente nel sfuggita

al

Can-

Bertini.

"

la

traduzione quasi

compiuta dei dia-

e,

p.

XXVll). Hume

era stato

uno

degli

202

Le

nuovo

rispetto alla Filosofia della vita,

origini della filosofia

che servirà

contemporanea

Giovanni Maria Bertini

più esplicito, e

"

Nella Filosofia della

La

progresso della mente del nostro filosofo.

al

è riassunta in questi termini:

critica

ma

in Italia

L'empirista attribuisce

distinzione tra concetti reali e concetti mentali

quest* affermazione, in cui

si

risente

1'

certo

effetto

considerando

E

nita.

stico.

1865 in una lunga memoria, letta anch'essa all'Accademia quell'anno e il successivo '\ il Bertini tornò di proposito su una questione che aveva già brevemente trat-

Filosofia della vita:

fondamento di ossia 1' argomento il

ontologico

metafisiche di

S

Dopo

1850 questa è

l'opera del

noi noto, in cui tP

realità sovrasensibile,

prove

espose anche

i

ri-

il

infinito,

che

sommo,

la

rappresenta la forma ultima raggiunta

Bertini;

il

dal

se

infinita

altro

la

me-

sommo

del-

risposto,

s'

è

ha a

l'

con

quale più tardi attese a discutere questioni par-

^

si

ha solo

seconda parte fu

il

Iella

il

28 maggio 1865,

sunto pubblicato dal

non

in

quanto abbia un'apprensione

Ma

questo intelligibile

si

concreta nella vita e nella intel-

"

La

^

1'

vóyjat^ voì^aew^

metafisica

la

si

assurdo aveva tentato

Bertini.

di

trova in questo imbarazzo, che

delle sue ricerche

letta

il

25 febbraio 1866

e sono entrambe pubblicate negli Alti della voi.

\

I

(1865.66), pp. 352-362 e 613-661.

e la terza

R.

Acc.

alla

filosofia

il

di

derne

correggerlo

Qui invece

si

il

di

risultato

trasforma nelle sue mani, per una lo-

e

tanto

soluzione impossibile, e condurre persino a negare

la

.

13 maggio 1866: se.

tanto

Nella

lontano dal soddisfare alle condizioni del problema, da ren-

pre-

Sunti, pp. 326-330;

dualismo

aristotelica,

dunque un assurdo pel

misteriosa pluralità delle persone divine.

la

il

adunque che non

conchiude con questa scettica osservazione: " Sia che cerchi principio delle cose, sia che ne cerchi il fine supremo,

critica.

relaliva

GORRESfO.

infi-

questa

il

34.

Della prima parte.

socratica, la

II.

il

intelligenza

concepire

gica necessità ineluttabile, in un oggetto assurdo, Gerdil,

il

è

vita

?

Filosofia della vita

del

confermando sempre dottrine da lui già anteriormente esposte; ma non m'utò p.ù una linea Sella conce-

1

che

mai può essere se non quello stesso ente

cui essenza

è più pensiero

ticolari,

zione metafisica generale di questa Storia

come

intelligibile infinito.

lodata da Hegel, era

essa

pensiero

il

condizione essenziale d' ogni pensiero, cioè

la

suo pensiero.

Superiore di gran lunga alla prima per rigore logico,

dell' essere

Ma

"

{

ci

1850 aveva

del pensante e del pensato, un pensiero

più importante scritto a

il

Bertini abbia manifesfato

il

sommo

il

che consiste

Questa intelligenza adunque è identica col proprio oggetto; è un pensiero che non pensa altro che se stesso, un pensiero senza oggetto, un pensiero a cui manca

delle sue riflessioni posteriori alla Filosofia della vita.

sultati !t

una

"

ligenza infinita

dell' esi-

delle

critica,

concetto,

? in che consiste la sua infinitudine ? ". Ecco problema del 1850, risoluto allora col teismo miPare [e così era parso a lui] che un' intelligenza non

adeguata di un

tutte le dottrine della

stenza di Dio; e tracciando una Storia critica

in

nella vita, e che la vera

sta

qui ripiglia:

possa essere

tata negli Schiarimenti alla filosofia cartesiana: la questione

anche

5/or/a

medesimo

stesso

lo

49. Nel

stata

nella

sul

intelligenza

studio più approfondito di Kant.

che era

dell' essere

pensiero; sicché

a

Ora

più ardua questione di tutta

l'essere? Nella Filosofia del

sommo

come il Bertini si Dio partendo dal con-

e visto

la dottrina aristotelica

dichiara che la

uno

d'

s*

essenza di

tafisica è appunto questa:

filo-

della

preludono

percezione

1'

cetto di vita assoluta e perfetta.

mondo, quale è da noi conosciuto, una esistenza oggettiva ed assoluta, e lo assume come causa a spiegare il mondo intellettuale umano, mentre in realtà è a noi negato onninamente di trascendere i confini di questo mondo intellettuale, e collocarci in un punto di vista assoluto " \ La al

sofia della vita e la teoria della

vita

sforzasse di determinare

203

Torino, *

Atti,

I.

360.

Qiovanni Maria Berlini

Le

204

origini della filosofia

quei

la possibilità di

Tale

contemporanea

in Italia

per la cui spiegazione fu

fatti,

esco-

sembra T indeterminato di Anassimandro; Tuno degli Eleati; ràyaBòv èTiéxetva if/g oùata^ di Plagitato

".

gli

tone; la vÓTfjatg voigaew^ di Aristotele; l'ineffabile dei gnostici,

nici;

scibile del falso

Idea di Hegel;

un sistema,

il

l'uno dei Neoplato-

assolutamente

Dionigi Areopagita; tale

Spinoza,

la cogitatio di

Tente

da cui solo per

"

filosofo,

1'

Uno

la

la

necessità di costruire

mondo

reale,

dovrebb' essere tramontata per sempre dal

sua coscienza

Bòhme,

del

violando, per così dire, la consegna

della logica, esce, e ritorna a quel tizia

incono-

Fichte e di Schelling,

di

Io

l'

la

cui no-

mpndo

della

\ Questa rassegna non è un'esemplicazione: e se alcuno dei grandi metafìsici non v' è compreso, certo è segno che per esso il Bertini è disposto a fare un'ecce"

zione a questa sua condanna della metafisica: condanna,

la

quale più che una conclusione scientifica, bisogna intendere

come r

espressione del travaglio infruttuoso in cui

il

Bertini

dovè dibattere per più anni intorno al problema della metafisica, così com' egli se 1* era proposto nella Filosofia si

della vita e negli stessi dialoghi su

50. Alla fine di questa

", il

metafisica

proponeva

Bertini

sei tesi

le

ultime

conclusioni.

Nella prima

Rosmini

dottrina cartesiana

la

abbandonata dal

modo

" come risultato critica, come conclusione del suo la',

non è estranea. Le prime

sue dottrine anteriori;

le

Bertini:

tesi

"

questione religiosa.

5/oria

della sua esposizione critica e

voro

La

alle quali tre

tesi

certamente

la

coincidono con

comprendono

le

nuove

Kant e e jacobiana, che non fu mai

si

mantiene

ogni pensato è reale in qualche

intelletto. Cartesio ebbe questo merito nella storia delle prove metafisiche d' una realtà sovrasensibile, di fondare la sua dimostrazione sopra " un concetto dato all' intelletto, e l'

• I

I

:

ì

;

*

E

lo

* Alti,

stesso giudizio I,

651 e

8gg.

dato su Hegel nel

non creato da questo ", il che vuol dire " fondarla sopra una intuizione immediata "; e i propugnatori dello stesso argomento ontologico, dopo Cartesio, come Malebranche e Gerdil,

1873. Cfr. sopra

p.

375-6.

erano condotti ad

"

dell'Ente

infinito

pensiero del necessario

"

finito;

anche per

può negare

l'

esistenza

pensalo, dice la terza

intuito

scettico più assoluto,

lo

del

finito

1'

quale non

il

mente.

L'

Gioberti

contro

celebre controversia intorno all'essere

infinito

giacche

esistenza assoluta. In

Bertini sta esplicitamente col nella

nella

esiste in se stesso;

tesi,

suppone

sistenza relativa

ammettere

come fondamento immanente ed essenziale '. La seconda tesi addita l'infinito nel pensiero che anche qui, il Bertini dice

Dio un

della credenza in

l'e-

questo

il

Rosmini ideale o reale, il

che è oggetto del pensiero. Dire, osserva il Bertini, qui e altrove, che l' infinito che io penso, io lo pensi solo in quanto è pensabile, è lo stesso che dire che io lo penso solo in quanto è pensato. " 11 che è tanto assurdo quanto sarebbe il dire che d' un corpo che si vede, non si vegga altro se non questo suo medesimo esser veduto, come se ciò fosse

una qualità reale, inerente all' essere, e visibile separatamente e indipendentemente dall'essere " \ Su questo punto il Bertini non le die mai vinta a Kant: oggettivista sempre al modo di Jacobi, benché e Kant e Leibniz gli facessero vedere se

in

l'

ingenuità dell'empirismo che fa

finito

il

mondo

norma della conoscenza. Dunque: pensiero

pensiero del

finito

=

Fin qui

reale.

finito il

reale;

Bertini

si

sensibile

=

essere;

pensiero dell' infinito

muove

nella

=

cerchia

in-

del

suo vecchio pensiero.

contro

tanto se oggetto del senso, quanto se oggetto del-

";

205

StabiHto

il

concetto della realtà dell'Ente

è principio di tutto

il

pensabile

intorno all'essenza di cotesto losofia della

vita,

luzioni possibili:

*

Atti,

«

Pag. 647.

I.

il

630. 631.

Ente

come abbiamo panteismo,

finito,

il

nasce

infinito;

ma

infinito,

la

che

questione

se nella Fi-

veduto, apparivano tre soteismo antropomorfico e il

Le

206

panteismo e

invece

ora

teismo mistico; il

contemporanea

origini della filosofia

teismo:

il

come

senza dell'Infinito

cade

scelta

la

Giovanni Maria Bertini

in Italia

tra

due

sistemi,

panteismo che determina

il

con

identità

che pone Dio come ente uno, assoluta e una vita infinita.

e

tutte le cose;

attribuendogli

il

1*

es-

teismo

un* esistenza

semplicità di Dio, distinguersi

dall'essenza

è sostanzialmente identico con

l'infinito.

evitata soltanto a parole

Filosofia della vita).

sicché solo queste siano reali, e

Dio

a

non

competa

non un'esistenza mentale, come ente collettivo dalla sintesi d* una mente. E questo panteismo è

se

risultante

inaccet-

nella

divina,

(Dottrina,

il

finito

si

badi,

Onde

teismo mistico, se non coincide a capello col panteismo

" il

acosmico,

panteismo può essere naturalistico o acosmico. Il primo fa che Dio si realizzi nel complesso delle cose finite, Il

207

filosofico, che

"

conseguenze che

alle

considera

coscienza della sua

chiara

conchiude

stessa situazione spirituale,

nella piena

sottrarsi

".

quindi, acquistata

Bertini,

Il

può

difficilmente

da questo derivano

in favore

conoscenza che Dio ha della

del teismo

come

divina

la vita

consistente molteplicità

infinita

I

tabile, I

!

\

non

perchè T esistenza dell' infinito dev' essere assoluta e Questo panteismo è un vero ateismo. Il pan-

relativa.

delle cose, e nell' azione perfezionatrice

Esclusa

".

esercita

teismo acosmico, invece, annulla le cose finite, considerandole come vane parvenze; e ne anche esso risolve il pro-

resta

blema, perchè non può dirci in che consista dell' Uno; e la sua insostenibilità è stata già

credeva Jacobi)

Platone nel Sofista e nel Parmenide contro 51. Resta dunque nel '50, "

si

il

finita

come

solutamente

come

come

creata rifiutato.

da

Eleati.

gli

per

e

si

quello in cui

pone

realità

la

liberamente da Dio ") ora invece è riGià nel *50 non era accettato, come

abbiamo chiarito, senza gravi difficoltà e contraddizioni, in cui la mente del Bertini finiva per avvolgersi, sospinta dalle

Ma

sue tendenze razionalistiche. voiQaea);

contro la vÓYjot?

qui l'argomento già addotto

vita) è ritenuto ineluttabile contro

indipendente

trascendente,

avere

come

volere, se

da

non

il

suo

stesso

cioè non ha nessun oggetto.

creativo;

il

che

e'

altra

cosa,

assoluto

badi,

Il

non

Dio può

conoscere e

conoscere e volere;

assoluto

D'altra

si

nella Filosofia della

teismo mistico.

ogni

oggetto di sé, in quanto

stico tutto ciò

(argomento,

aristotelica

mente dell'autore anche

affacciatosi alla

parte,

nel teismo mi-

è di positivo nel finito consiste nell'atto

ma, poiché

questo

atto

non

pura differenza.

la

loro

tra

trari

identità

ed

1'

tra I

due

che

panteismo e

dell'unità assoluta e

il

il

sovr' esse

non veramente connon sono (come finito,

il

sistemi

escludentisi a vicenda il

egli

e

infinito

teismo,

ma

sistema che ammette

"

il

come

sistema esistente

ab eterno e necessariamente una pluralirà infinita ": il primo di essi nei tempi moderni " fu rappresentato pienamente e

indipendente da

affatto

sufficiente a sé,

mostrata

teismo abbracciato

il

(definito qui

considera la vita divina

ogni altra realità,

Ma

teismo.

mistico

teismo

il

la vita infinita

che

1*

può, per l'assoluta

schiettamente dallo Spinoza; e colla

tezza,

bnizio

".

Eliminati

leibniziano,

le

secondo, con minore schiet-

elementi

tali

eterogenei,

cui dottrine fondamentali

il

monadismo

il

Bertini raccoglie

è quel teismo filosofico nel quale

nelle tre ultime sue tesi,

pare

il

mescolanza di elementi eterogenei, dal Lei-

mente possa acquetarsi. Moluna comprendente nella sua intelligenza ". Il complesso delle monadi è più

nostro filosofo che la

al

titudine infinita di enti o monadi, nella quale predomini

monade

cioè

infinita,

"

questa pluralità infinita atto a

realizzare

in sé

il

concetto

dell' infinito

in

quanto

monade è capace di rappresentarsi in qualche modo l'universo. E ogni monade come pensante, almeno in

ciascuna

potenza, è un essere spirituale, e però assoluto; laddove corpo, in quanto composto di parti, non un'esistenza puramente relativa e ideale.

non può essere corpo, come ben disse Leibniz. sance de la substance

La

sostanza non

est

il

può avere se non Quindi il pensante

La

connais-

la clef de la philosophie intérieure.

può essere che

infinita;

e la sua infinità o è

i

Le

208

contemporanea

origini della filosofia

in Italia

209

Qiovanni Maria Bertini

la

e

attributi

infiniti

è

infiniti

modi, e allora

manca

sostanza sola astratta, e

O

nite sostanze.

fa

quindi

il

veramente

vero

sussistente

vera infinità

Ma

Spinoza o Leibniz.

non

e

dall'uno,

la

;

o

infi-

Spinoza non esce

infinita

la

sostanza.

monadismo

di

Leibniz,

Dunque, Leibniz.

za comprendente

l'infinita

tuizione fondamentale

delle monadi. Nell'in-

pluralità

del Leibniz c'è la contingenza delle

monadi e l'assoluta necessità di Dio: e questa differenza, ponendo Dio come ragion sufficiente delle monadi, stringe la pluralità infinita,

per sé inintelligibile, nell'unità del prin-

1

52. Gli elementi eterogenei del

dai quali bisogna disfarsi, sono quelli che contraddicono al-

Bertini la natura di

Teternità delle monadi, ossia

suo apparente

concetti di creazione, di an-

i

nientamento e di miracolo, che

Leibniz introduce nel suo

il

sistema senza nessuna critica e senza nessuna giustificazione,

mutuandoli dalla teologia forse

"

per ripugnanza a mettersi

comuni

in aperta contraddizione colle credenze

per

spettabili

delle

uomo

un

questioni

plomatico,

troppo

filosofiche

la

destrezza del di-

senso pratico dell'uomo di mondo,

il

ri-

recava nella trattazione

quale

il

religiose e

nel fondo dell'animo qualche

speranza che

la

e

nutriva

sua

filosofia

potesse esercitare una influenza riformatrice sugli uomini del

suo tempo

".

L' interpetrazione creazione

monadi;

è

ma

di

questi

pretesi

vero

che

ci

sta

E

Il

a pigione nel

nel pensiero del filosofo

importantissima.

elementi eterogenei

Leibniz non è accettabile.

della filosofia di

concetto di

sistema delle

pur vero che egli non

e indeterminatezza di pensiero. !

il

Leibniz dovesse

Ma

aveva

modo

Se

teismo

il

panteismo

larvato

Ma,

delle

diventa

agguagliata nel

Dio

monadi.

col

un* ipotesi inutile: e la

monadi rimane senza centro e senza creazionista pareva al Bertini un

acosmico,

questo

suo

teismo

filosofico

non è, a sua volta, una specie di panteismo naturalistico ? Date le monadi eterne, che se ne fanno esse di un Dio che le comprenda tutte nella sua infinita intelligenza ? E che intelligenza sarà questa della monade somma, spettatrice passiva e oziosa dell' universo ? E che Ente infinito sarà questo del nuovo teismo bertiniano, se avrà fuori di sé la molteplicità infinita delle monadi ? Negata in modo assoluto e radicale

Dio e

il

la

identità,

suo mondo,

e accettata

il

rapporto

la

tra

i

pura

differenza tra

due termini diventa

egualmente assurdo.

che

sistema la

la

53.

di

è anche indubitabile che

sentire e sentisse,

necessaria a stabilire nel suo

predominio

pluralità delle

infinita

principio.

d'intelligibilità.

Dio a quella

adempiva una funzione

dedurlo scientificamente dai suoi principii; e che, quando ne parla, ricorre spesso a metafore, che accusano oscurità

;

che è condizione

cipio,

creazione era

dipendenza delle

monadi da Dio. 11 rapporto unico conservato dal Bertini tra Dio e le monadi, l'esser compresa la pluralità infinita di queste nell'intelligenza di quello, non può bastare, data l'intuizione leibniziana, a stabilire la differenza tra Dio come ragione sufficiente delle monadi e le monadi stesse; perchè ogni monade è, e non potrebbe non essere, uno specchio dell'universo, e quindi, almeno virtualmente, un* intelligen-

Ma

il

non andò più

Bertini

oltre.

Tutti

i

suoi sforzi

esaurirono in questa elaborazione travagliosa di fine di

si

Leibniz, a

superare la dualità lasciata da Jacobi tra

la

fede e

problema filosofico. Nel 1867, in una bella Introduzione ad un corso di filosofia \ espose con molto rigore e profondità di sentimento le rala filosofia,

e risolvere, insomma,

gioni essenziali

religione filosofia

*

Uscita

filosofia.

superiore.

una

pensiero, indietro;

che richiedono

nella

11

volta

E

Bertini

la

il

risoluzione assoluta della

un' introduzione

dimostra

preso a filosofare,

degna

benissimo

non

come

la

prima volta negli Atti deirAccademia di Torino,

apparente

il

una

regresso nelle stesse

II,

503

poi in Opere carie, pp. 61-76. Gentile

il

possa tornare

e

sia solo

di

come

14.

m.;

Le

210

contemporanea

origini della filosofia

Lo

soluzioni antirazionali e irrazionali.

fede, se ci

tornare

stesso

torna sul serio, e sinceramente, non

si

sere altro che la conclusione

d'una

senza esitazione, senza

Vana

"

impresa sarebbe

medesimo una fede per

voler

il

via

che quella voler re-

altra

trocedere, anziché accasciarci in un grado di vita inferiore,

quella

via

troveremo

animo ardito e con buona

con

avanziamoci

cui

in

ragione ci

la

scienza,

od almeno

scienza.

In

la

bilità

della

pace

perduta

"



*.

è

spinge.

speranza per

capo ad essa

In

disinganno sulla

il

od

quella

Ma

sibile

questo

in

possi-

troverà la

si

questa

possibile

della

Kant, in vero, disse non esser pos-

verità ?

Ma, facendo

scienza della verità in se.

la

asserzione

d'una ricerca

risultato

il

che ad

rassomigliarsi a colui,

211

alta

scientifica,

della sua

Kant può

il

voce protestasse di essere

sordomuto.

libertà di

del pensiero e della scienza. Anziché, adunque,

ristabilire in se

scienza

Rifarsi indietro, tornar fanciullo

".

e credente è impossibile.

abbandonarsi

"

e in assoluta

restrizione,

es-

discutendo se bi-

sogna, s'è cominciato a filosofare; e bisogna

spirito alla vita filosofica

alla

può

superiore alla

filosofia,

fede primitiva. Filosofare bisogna; e già

Giovanni Maria Bertini

in Italia

scienza,

la

54. Cotesta

non parve mai al Bertini d'averla benché quella specie di leibnizianismo

scienza

veramente trovata,

decapitato restasse pel resto della sua vita tesi

adottabile a sciogliere

problema della

il

nel

1870

le

scienza

contro

difese

Lo

assoluta.

vedeva

irto

spiritualismo,

che

materialismo dello Schifi \ è

il

pretto spiritualismo leibniziano già proposto

della vita

Lotze,

"

migliore ipo-

la

di cui

difficoltà

e raccostato ora opportunamente alle idee del

',

che

quegli

maggior luce

fra

tedeschi

filosofi

i

questa controversia

in

"

'.

*

Lo

aveva svolto

stesso concetto

1866

Gerdil,

(in

che accusarono

il

sulla

come

Le

affatto

conformi

al

con una

stessso Bertini

proposizioni del

cattolicismo

periodico {Credere e sapere, in Gerdil,

smo

scandalo a

di

dal

non

'75, in certi

A. Man-

(1,315-316).

lettera al Peyretti

"

furono del

direttore

e spiegate

dice qui

il

parendomi che a molti possa venire

capo di negare o dubitare che

in

sta

ragioni, pel solo

non credeva, come

motivo che non

ortodossist

gii

pienamente dimostrata,

che,

i,

da motivi

soggettivi,

d' obbedienza, la ripugnanza a separarci

perder l'anima

".

Un

tale

della depravazione morale

lasciando ad

altri

il

atto, ".

luce quelli e queste,

quando

vero

lascia

come

il

B., è

"

".

vero

sia

Nel Gerdil,

in

non

con

prove

credente, il

la

prime passo

fosse

e poche

la

esiste

scrivendo che

precisamente

sia

ab eterno

il

forse

"

la verità

contrario di quello

una

in eterno

moltitu-

infinita

tema

di

sulla

via

dialettico,

"

Il

fi-

ha posto

cura di battezzarle

".

265-271, è pubblicato anche un "frammento

Pitagora

mutazioni

Socrate, Torino, ^

e

il

Nella

cit.

di

e

suo

il

istituto,

forma nei

1869, pp.

iji^

di

una lezione

"

riprodotto poi con una sola aggiunta

59-60

della

Filosofia greca

prima di

161-172.

memoria Schiarimenti sulla controversia fra lo letta all'Accademia il 9 gennaio 1870, e rist.

materialismo

spiritualismo in

Op.

varie,

pp. 81-130.

un

"

razionalista,

qual senso dirsi cattolico.

quando, col metodo

a chi vuol pigliarsela

Bertini

il

I,

del Bertini:

sono, per es., lo spirito

In questo senso dichiara di essere

di cose:

Ma

tale credibilità

dal popolo

secondo

vedere se possa e

losofo s'occupa di concetti e in

sia

potesse supplire al difetto delle

si

atto di fede determinato

vede come

si

un sistema che

Eraclito:

di

quello che venga affermato da una autorità la cui credibilità sia dimostrata da

buone

in

Se per razionali-

intendiamo quello che Ella intende, cioè

"

Bertini,

della Storia critica del '66,

poscia dallo

un sistema il quale non assegna valore alcuno alle conoscenze autoritative, io non sono razionalista, e credo che pochi lo siano, non ",

zoni nel suo Dialogo delV Invenzione \ ritorna dal punto di vista ideologico sulla sua metafisica, e conferma le idee

riuscire

Bsrtini

PEYRETTI.

257-264)

1,

avversari

certi

periodico in cui lo scritto fu pubblicato, di

tanto cattolico, quanto aveva promesso. difese

della Prelezione, già citata,

fine

104-106); argomento

I,

portò

viventi

Nel

Schiarimenti sulla questione delle idee trattata da

del

il

nella Filosofìa

2

Vedi

^

Pagg.

119-122.

*

Filos.

delle se.

spec.

in

Opere

varie,

ital.,

G. B. BULGARINl {Sulla 1875, XI 1, 319) ribattute tmi tornò nell'aprile sulla guest, l'

voi.

pp.

108-110

e p.

XI, pp. 279-307. Avendo

questione delle Idee, le

123.

critiche del

nella

un

stessa

rosminiano,

Fd.

Bertini al rosminianismo,

se. il

it.,

Ber-

1876, pochi mesi prima di morire (Nuovi schiarimenti

delle idee,

ideologia rosminiana.

in

Filos.

se.

it.,

XIII,

175-198),

sulla critica

del-

Le

212

origini della filosofia

dine di cose

contemporanea

Ciascuna

differenti.

cosa... è

Qiovanni Maria Ber tini

in Italia

forma sostanziata

da ogni potenzialità, e quindi immutabile. Ciascuna cosa insomma è essa medesima la sua idea ", avendo quegli attributi di immutabilità, indivisibilità, in se, atto puro, scevro

che

eternità

si

sogliono attribuire alle

Ma, come

idee.

le

forme geometriche non avrebbero nessuna realtà, se non si supponesse a fondamento di esse lo spazio infinito, così " ossia le maniere di essere che le varie forme spirituali sono possibiU in un soggetto " hanno il loro fondamento reale per altro non

rebbe

le crea,

possibilità

la

in

altri

nell'

Ente

o,

perchè già

infinito;

ma

idee

le

quale

il

presuppor-

creazione

da creare, comprende

cose

delle

la

termini,

ossia le idee

nella sua inab eterno in eterno le Senza questo soggetto, le idee non solo non avrebbero nessuna realtà, ma non sarebbero ne anche possibili. La conoscenza dunque di enti non corporei, forniti in stesse:

telligenza.

vario grado di perfezioni spirituali, ha per

condizione

sua

fondamentale un'intuizione non direttamente osservabile, ma senza di cui non sarebbero possibili i fatti direttamente Y intuizione dell' Ente osservabiU della nostra esperienza :

infinito;

come

la

della

possibilità

rintuito dello spazio infinito ^

dottrina leibniziana

(cfr.

La

presuppone

vede,

si

Monad., S 43), ma

platonica.

niera schiettamente

geometria

E, come

stessa

la

intesa in

ma-

dottrina è ripre-

stessa

sentata nelle Considerazioni logiche sul concetto di specie e sui concetti che vi

si

*

ti

si

connettono

^ benché

in

questo

scritto,

Logica che allora Fautore veniva scrivendo, non possa disconoscere anche una certa azione del Lotze,

come

nella

col quale, d'altronde, ziali

aveva tante ragioni di par-

Bertini

il

213

consentimenti.

Ma, senza

55.

entrare in

altri particolari,

il

già detto credo

basti a far chiaro che, sotto la costante ispirazione jacobiana, tutta

del Bertini dal principio alla fine

filosofia

la

Che

dentro l'ambito del leibnizianismo.

si

muove

della vitOy

che si sono specialmente mosse da Leibniz, basterebbe a dimostrarlo

tante teoriche particolari,

oltre le

prenda

notate,

la Filosofia

le

già lo stesso concetto dell'Ente infinito, solo concetto reale, che diventa la

leva della metafisica

cetto della creazione continua

e

la

seconda fase della

parire,

opera se

il

alle

filosofica.

Il

filosofia

^;

basterebbe

il

con-

differenze tra la prima

bertiniana non possono ap-

non

difficoltà

si

pone mente

dissimulate della prima

teismo mistico di prima già conteneva in Dal '50 al '66 di mutato

teismo filosofico di dopo.

realmente non c'è altro che tore.

Le

gran fatto notevoli, se

d'altra parte,

alle esitazioni,

~.

quale dopo

Il

dopo

la

1860

il

situazione psicologica dell'au-

rompe apertamente

la

col cat-

sempre da rigido razionalista, le Lettere sulla religione (1870) \ una risposta al Mamiani Sulla critica delle rivelazioni (\ 67 3)*, e la stringente ed eloquente critica del novissimo domma tolicismo; e

Questione religiosa

la

scrive,

postumo // Vaticano fin da principio, del puro misticismo jacobiano, propostosi il problema d'una filosofia razionalistica, era inevitabile che dovesse ricadere e dibattersi tra le difficoltà del leibnizianismo, poiché non gli riuscì d' infilare la porta della moderna filosofia, intendendo il valore del kantismo e del nuovo soggettivismo. dell'infallibilità

e

lo

papale nel volumetto

Stato (1876)

^.

Non

contento,

Tutta questa parte costruttiva dell'articolo intorno al Dialogo manzoniano riscontrare nella Logica del Berlini, dov' è letteralmente ripetuta

può anche

da

p.

a.,

21 a p. 49; o piuttosto

XI, 289

doveva essere 2

pp.

in

fine)

(cfr.

un brano della

in

cit.

logica,

Fil.

che

se.

allora

stato scritto.

Negli Atti dell'Accademia del

172-214.

Log,, p. 29 e Schiar.

l'articolo riproduce

1876, XI, 334

ss.;

rist.

in

Opere

varie,

Cfr.

Monadologie,

2 Cfr.

Théod., part.

*

^5 lìl.

§

e

ThéoJ., § 20.

385

e

340-352;

Nouveaux

•^

Filos.

*

FU. d.

^

Studi e proposte. Napoli, Detken,

d.

se.

.e.

itai,

ital,

I.

1873. VII.

p.

108.

li.

71.

1876.

Essais,

liv.

IV. § 19.

Le

214

contemporanea

origini della filosofia

in Italia

Pochi giorni prima di morire a un suo scolaro che gH aveva mandato da NapoH uno scritto da lui desiderato dello Spaventa (" liani

zione del

corso

espresse

convincimento, che

il

scienza a

CAP.

più serio e chiaroveggente degli hege-

il

d'Italia "), di cui voleva tener di

significare

che

filosofia

"

puramente

i

conto nella compila-

restringere

il

DINAMISMO

IL

veniva scrivendo,

allora

il

IH.

DI LUIGI FERRI.

vocabolo

dell' esperienza,

risultati

come si fa oggidì sia non solo arbitrario, ma contradittorio. La tesi: ciò che trascende r esperienza non può essere soggetto di scienza, è essa medesima una tesi speculativa, poiché dell'osservazione e dell'induzione,

l'esperienza non ci dice nulla su quel che

essere

e giudicava

";

"

può o non può un ritorno ad Hegel, o per

salutare

1

dir meglio,

al

suo metodo, e a quella sua assoluta, e direi

umana

quasi eroica fiducia nelle forze della ragione

E

Ma

questa eroica fiducia ei l'ebbe.

fu negato d'attingere la

meta per

all'alta

"

*.

altra via

aspirazione .

Quella specie Critica

della

l'essere,

di

rivoluzione

ragion

pura

realtà rimase per

la

presupposto dello

spirito.

copernicana

per lui

lui

fuori

della

Platonico anche

mente,

eterno

non intravide per vedere l'unità del che uno scettico, e noi

dove bisogna collocarsi mondo. Kant per lui non e altro non possediamo nella mente il filo, centro

il

compiuta dalla

passò inavvertita. Dio,

il

lui,

principio

vivo della

realtà.

stessa intuizione dinamistica platonizzante del Ber-

seguì Luigi Ferri, nato a Bologna

morto a

ragione che ho detto.

la

La

.

tini

Roma

il

1

9 marzo

idee;

il

Ferri,

spirito

rebbe a definire tanza storica da

superficiale,

1

lettera

voi.

a P. Merlo, nel Giornale napoletano di filos. e lettere

IV, p. 823.

per

può paraquale abbiamo

non

si

delle proprie

cercatore dell'erudizione

carattere della sua

il

si

sono poi avuti in

il

Per

la

biografia v,

C.

mente

l'alta

impor-

attribuita alla così detta filosofia

sempre

lui

T. Mamiani. Egli è

di

la

1826,

giungendovi

per l'erudizione (in cui non gli si può negar qualche merito), freddo, ignaro dei bisogni più profondi dello spirito. Baste-

prototipo

Italia,

i

filosofia,

che

CANTONI,

sia

quei

di

molti

filosofi

quali passano tutta la vita

senza rendersi un conto

forma di sapere;

questa

L. Ferri,

in

Riv.

it.

di filos.,

1895;

aprile 1895; e ComN. Antologia dell' memorazione di L. F., nei Rend. della R. Acc. de' Lincei, se. mor.. s. 5*. voi. IV. 1895; Tarozzi. La vita e U pensiero di L. F., Palermo, Sandron. 189S estr. dalla Rivista di Sociologia), e l'opuscolo commemorativo ^er L. F. nel 2" anniversario della sua morte (Roma, Balbi, 1897), con

G. BaRZELLOTTI. L.

Vedi

:

instancabile

dall'eros filosofico e tormentatore

esatto e chiaro di quel

1876,

15 giugno

il

ma

'

dal filosofo piemontese, al quale

a insegnare e a scrivere di

*

895

gonare senza suo grave discapito. 11 Bertini, cercato di ritrarlo nel suo affaticarsi ansioso verso l'idea, animo profondamente religioso, inquieto, tormentato sempre

che

del

1

scritti

di vari

professori.

F.,

in

1

Le

216

e fanno

contemporanea

origini della filosofia

e

Ferri, infatti,

ai

profani

scrisse moltissimo;

che fanno di

perchè professore di

71

al

tutti

e

agli

un

filosofi

i

capitaU d'

filosofia nelle

leggieri

spiriti

dal

1

dominava

863

di Storia della filosofia nelF Istituto superiore di Fi-

e perchè braccio destro del Mamiani, ossia del più

filosofia.

Roma;

renze, e, dopo, di Filosofia teoretica nell' Università di

Ferri,

il

errori a

gli

ultimo anelito

verità:

anche

fascio, Italia,

non genera

che

una storia ad enumerare di

dirgli. Il

217

negli

scritti

Scuola

nella

Col Mamiani

cui

illustre,

sofici,

come

ma

sfiaccolato storicismo

degli eclettici francesi, sotto

Normale

di

studiato

va appaiato, bisogna dirlo,

egli

studi

gli

sarebbe

vano



dissimularlo

delle scuole italiane; e, alla morte delPottimo conte, direttore

cetto dei nostri studi sparso tra le persone che nella

della Rivista italiana di filosofia, potè parere un caposcuola,

metà del secolo

o almeno uno dei più autorevoli, come

della cultura scientifica italiana.

e

che

articoli,

Ma,

egli

operosi

de' più

fu

tra

tanti

venne pubblicando nel lungo trentennio

della sua attività letteraria

*,

del suo pensiero

dovrà stentare per riuscire a rac-

filosofico,

il

cogliere le quattro o cinque

come

rare

furon maestri

opuscoli

libri,

che vada

lettore

idee, che

Un

di questa

dottrina

non

"

Ferri

ha

Ma

splendidi

palagi d'idee"'.

genialità,

perchè ogni tecnica è governata

al

fine,

e la visione del fine

ebbe

netta quale dev'essere, affinchè

gie dello spirito e generi una vera

regga tutto

il

rito

de' suoi

posti a pezzi,

Di

scritti

qui

la

mancanza

alla

volta,

altri

linea,

artisti

aria

i

dall'

*

Se ne può vedere T elenco

BaRZELLOTTI,

^.

nella cit.

Antologia,

fase.

Commcm. p.

dottrina

di

lo

Non

con gra-

ma

dei liberi;

sproposito di chi le

scienze c'è la

il

la

ancora so-

filosofia,

rispettare.

Ferri

non

si

può

dire che l'abbia vista,

della filosofia avesse una cognizione

storia

storia

non

gli

ben

diede

assoluto d'ogni speculazione ulteriore.

di colo3. Fin dal 1857 ', quando uscì in una rivista di Torino primo abbozzo delle Confessioni d*un metafisico, il Ferri

il

rimpolpati di

del Barzellolti.

558.

sì,

riviste

andava

in lungo e in largo, a tentoni e a caso, secondo l'occasione, senza riuscir mai a dominarla tutta come indirizzata a un concetto, principio

la

ener-

che paiono com:

anche

ora

si

primo venuto

dottrina

la

tra

Mamiani. Ma la mai un orientazione; onde la percorse

che domini e

di calore e

alla stracca

cit..

nome

il

seconda

loro

che

filosofo,

quali

altrimenti estesa del

idea di un

le

che bisogna

benché della

I *

nei

studi,

che segna una netta linea

Cotesta linea,

loro

propriamente una co-

affannosi, senz'anima;

un po'

il

nelle

essi

che con-

il

benemerite

più

tolleranza,

pel filo-

anzi essa più e meglio delle altre scienze, ha la sua storia e la sua

mancò questa

Ferri

dottrina,

pensiero, e costituisca

scienza filosofica.

in

non l'ebbe mai. ponga in moto

Ferri

il

questi

stenibile e lo sproposito;

potuto far prova di

librato

lui,

Ed

curiosa

vuol prender d'assalto la verità. In tutte

quella genialità di tecnica immaginosa con cui

del pensiero avevano, prima di

tuttavia

credeva di poter mettere bocca. Libertà

benevolo ha detto che nella costruzione il

state

primo dovere di ogni

il

di

ne può meritare

costitutive della sua dottrina.

biografo

sono

quella

predicando come

storia 2.

di

vissimo danno

in traccia

possono conside-

si

XIX

la

che

quali

i

aveva

Parigi,

esercizio noioso di menti oziose e vuote:

è per l'appunto

speculativi.

limita

si

crede di contrapporre

si

quello

di

dottrina,

la

discredito in cui essi fecero cadere in Italia

certo, degli scrittori italiani di questa materia, nella Filosofia

cultori degli studi

ma

considerazioni estranee, accessorie, per lo più storiche,

a un suo amico scriveva a lungo perchè non aveva niente

da

dinamismo di Luigi Ferri

//

come Gaspare Gozzi, quando

presso a poco,

tutti,

in Italia

•i-"'t

*

Anteriormente aveva

sofia e del Jlristotile,

metodo nel

di

Cimento,

II

scritto

A. voi.

due

saggi

di

poca importanza

Rosmini, e ©e/Za Vi,

1855.

filosofia

del

:

Isella filo-

diritto

presso

Le

218

accettò

pensiero

del

attratto nell'orbita

fu

contemporanea

origini della filosofia

Mamiani,

del

platonismo fantastico di cui questi

il

in Italia

si

ma non

due successivi scrisse Mamiani, pubblicate nella stessa rivista *; delinea T indirizzo che egli avrebbe seguito. si ancora essenzialmente platonico, benché Fautore

e già

vi

Indirizzo

egli

arrivi

a cavarne

la

in

esso

agguagliano e

si

nella stessa pagina

si

legge

:

si

Sottoponendo

"

quanlo sembrami, dipendere

1'

nelle regioni della poesia tutto ciò

critica

della conoscenza, o

contraddice

dischiusero V adito

fatti, "

'.

intimi

agli

penetrali

Separato l'universale dal sensibile, non ciò che

di

universale,

si

d'immanente c'è

nel particolare e transeunte della natura; separato l'intelletto dalla percezione

non è più possibile spiegare la procede dal sensibile aldella natuia è il maggior campo da cui si

sensibile,

formazione della conoscenza, che l'idea.

La

filosofia

levano

gli

argomenti contro

i

platoneggianti. All'assoluta di-

visione fra la percezione e l'idea, fra l'esperimentare e l'in-

la esistenza

del

tendere, ripugna

farebbe,

da

si

"

oggetto dal soggetto,

\

il

dal conoscere

che è legge e principio del conoscere,

giudizio

Ma

compenetrano

vero ad una relazione attuale colla mente,

alla

imparziale

discipline che, con incontestabile testimonianza d' espe-

può più spiegare

nel vero è

caratteri

severo ed

il

moderna relega

dalla natura

conseguenza suprema, ove nota

il

della

generazioni,

rimenti e di

una dipendenza dal doppio termine dell'essere e del pensiero, e che quindi esso è una doppia determinazione dell'uno e dell'altro ", e che è " tanto reale quanto ideale, tanto ontologico quanto logico, che anzi questi due "

sia

si

dal

delle

alle

Ferri senta tutta l'importanza del kantismo. Si direbbe pure

faceva ad oppugnare Mamiani, affermando fondamento che buona parte di essa lettera, egli

umane

che non regge

degna di nota la critica delle teorie della conoscenza, che, contrapponendo l'oggetto al soggetto, presuppongono tuttavia la conformità dell'uno all'altro: dove pare che che che

qualunque

219

Luigi Ferri

trova nei nostri sentimenti, nell' indole e nei bisogni

scienza

lettere è

il

"

che,

s'adoperi a superare quella posizione. Nella prima di queste

di

dottrina platonica caldeggiata

la

lettere a esso

di,

seconda

4. Così, nella

faceva ban-

ditore in Italia. In quelPanno e nei tre

tnamtsmo

Il

medesimezza

vero

"

lettiva del giudizio,

che

e l'unità generica della conoscenza e

intrinseca dell'essenza, e la natuia

qualunque

sempre

sia l'indole de' suoi termini

Ogni trascendenza qui sembrebbe

negata.

"

lo credo'

la

intel"

che

'.

si

qui è fatto". In conclusione: il vero è anteriore all'atto del conoscere; ma, supposta l'esistenza d'un intelletto sufficiente, il vero è intelligibile rispetto a

possa, senza far torto

Dove questo supposto intelletto trascendente sarebbe altro, come si vede, dall' intelligibile suo.

Ad una condizione però; ed è che non si guardi che la corteccia delle cose create imperocché nel fondo (mi si conceda la metafora) esiste un

questo

all' infinito,

avere più stima del

e concedergh un po' più di consistenza. Passa

questo mondo, sclama

intelletto.

la

HI

finito,

la figura di

Bibbia. Tutto corre e nulla resta,

grida r antico Eraclito. Verissimo

!

;

Onde

sempre

starebbe

vero

il

da

se:

che è platonismo

schietto.

elemento permanente, e atto a diventare oggetto di za

"

\

Dio *

La

Rivista Conlemporanea,

336-354; sioni,

1,

e

1859.

XIX, 291-319:

voi.

X,

pp.

ristampate dal

481-493; 1858. XIV.

MaMIANI

nelle

per

dell'

App.

Confessioni,

3

Nelle Confessioni,

Ma

1,

è evidente

1.

umanità e

Confes-

pag. 686. e.

che

è stampato: si

tratta

principio

del

conoscere,

d'un errore di stampa.

che qui ,

scien-

Se l'uomo e il mondo hanno comunione con r immanenza di un elemento assoluto, la storia "

674-688; 701-723; 762-799.

^

è Jatto.

1857.



*

Conf, l 711.

2

O. e.

I.

716.

3

O. e.

I,

719.

la

scienza della natura hanno una parte ve-

Le

220

origim della filosofia contemporanea in Italia

ramente divina

"

^ -

Ma

che consistesse

in

Il

questo ele-

mento assoluto e divino del finito il Ferri non sapeva Io affermo e non provo, egli confessava; e terminava

dire.

col

ma

nano Affrontò

problema nella terza lettera, e credette di poterlo risolvere abbozzando una dottrina, che svolse più tardi, ma non sorpassò più in tutto il resto della sua carriera 5.

il

dualismo platonico, benché

filosofica;

platonismo,

al

come una

1'

autore lo contrapponga

conciliazione di Platone con Ari-

come

le leggi universali (quantità, finalità,

salità,

"

nostri

i

dell' intelletto

e

senza

il

incontri e

medesimo

s'

s'

individua

si

riferiscono alle supre-

la

valore assoluto, poiché

per

es-

stesse

le

di

al

attua nell'idea e

si

nella percezione, apparisce

vero

Il

medesima

rappresenta

si

effettua al di fuori,

"

natura.

la

appalesi,

leggi e condizioni fondamentali esso

dentro di noi e

:

tempo, spazio, cau-

sono identiche, e gover-

come reggono

giudizi, s'

si

")

natura

dalla

diversa

qualità,

e tutte quelle che

conserva, ovunque

221

di Luigi Ferri

è sostanza diversa, sussistente

me categorie

motto: fides quaerens iniellecium.

dinamismo

nell'

oggetto

della .

stotile.

Bisogna, secondo

supporre una legislazione uni-

lui,

ragione e nel contenuto della esperienza

versale inerente allo spirito e alle cose, nella quale consiste

Che una

verità.

la

anche

lo

e

scettico;

è costretto ad ammetterlo

verità ci sia, la

della cognizione, importa

necessariamente f identità delle leggi onde

mantengono

le

non potendo

verità della cognizione,

essere che la verità dell'oggetto

cognizioni e

reali. "

i

Se

si

formano e

si

supposizione di

la

una discordanza o di una analogia ipotetica e inesplicabile fra lo spirito

e

cose potesse reggere, io non vedrei più

le

mondo che quello di Leopardi, altro contegno che quello di Eraclito, altra filosofia che quella di

altro pensiero al

Kant

"

- Dunque,

'.

ne

discordanza,

ne

analogia,

ma

Non

creda perciò che

si

lo

spinozismo.

Ferri

il

"

L'unità

intenda di

sostituire al-

sostanza

confon-

derebbe insieme tutti gli enti, e li trasformerebbe in modi di un medesimo soggetto ". No: la medesimezza del vero, egli dice, non osta per nulla alla pluralità delle sussistenze sostanziali. distinto

da

malaccorto filosofo non s'accorge del dilemma, che

cela in fondo al suo pensiero

uno e

non vede che se

:

tutti

"

Lo

spirito,

come

ente

specificamente

comprende in se medesimo deterche non s'incontrano nel giro delle altre

gli

minazioni e leggi

altri,

sostanze e costituiscono

sostanza non può non

esser

una, in

« 3

I,

723.

I,

777.

I.

due momenti

e che, se le sostanze son due, le categorie dello

;

spirito

devono essere fondamentalmeate diverse dalle cate-

gorie della natura. l'unità

Non

vede, perchè,

lo

mentre afferma

sempre dominato dalesterna al pensiero e d'un

logica e ontologica del vero, è

l'esigenza fantastica d'una realtà

pensiero esterno alla realtà

:

e non intende che

consiste nel sistema delle categorie; per

la

sua

preminenza

"

^.

Lo

spirito

sima cosa.

Onde

la

modo che

sostanza dire le-

s'avvolge nella curiosa contraddizione di

ammettere come universali

i

principii

d' ogni

772. 773.

intelligibilità

(categorie), e di pretendere insieme che lo spirito sia costinella sua preminenza da determinazioni e non s'incontrano nel giro delle altre sostanze.

tuito

Infine:

comune

leggi

che

parla di vero assoluto, logico e ontologico insieme,

alla natura e allo spirito,

sostanza (lo ammette bene

benché non ne abbia coscienza), unica sostanza dell'una e dell'altro, e non ha occhi per mirare in faccia questo vero egli,

e questa sostanza: O. e. O. e. O. e,

si

vero è

diversi

ti

a la natura e lo spirito, tutto preoccu-

pato dell'incontestabile testimonianza dei *

il

logica della natura identica alla logica dello spi-

la

la

rito,

'.

gislazione universale degli enti e dire sostanza è la stessis-

medesimezza. lopposizione

11

"

*

O. e.

1.

787.

fatti

e degli espe-



I

Le

222

rimenti.

origini della filosofia

Ferri

il

gere

e

il

e per se

colla

prima

causa

",

"

ragione,

prima

colla

di cui tuttavia,

lascia scor-

gli

medesimezza delle "

del vero

",

ossia di quella

",

"

valore di c^uella

leggi degli enti, in quanto enti ste in se

L'opposizione in cui

quanto

in

sostanza e colla

spinto dalla

esi-

legislazione identica

prima

afferma

logica,

l'esi-

stenza.

6.

Questo punto

dell'oggetto

al

Ferri. In uno,

conoscenza "

di vista della

dei

infatti,

suoi ultimi

nelThegelianismo

commercio

fra l'esterno

scritti

come

La

sempre

parla

(1887),

dicevo, dal

dottrina della

e l'interno nella conoscenza

mercio, che non avverrebbe, secondo

senza limitazione radicale.

"

modo

suo

il

Per

natura

la

un

di

com-

";

di dire,

refrattaria

dei primi elementi sensibili a convertirsi in elementi pensa-

per

bili,

la

stessa fenomenalità dell* estensione e del moto,

termini fondamentali e obbiettivi di percezione,

fenomeno non oltrepassa quello di segno, parvenza che dipende dal concorso di due azioni irreducibili

mente un mondo

mondo

F intero

;

di simboli

che

il

il

valore di

suo essere è

fattori,

registra,

ma

interpreta,

non può spiegarsi l'incancellabile divario dalla sua propria natura, se non ammettendo che

la fonte

di cui

della identità e delle differenze del reale, in

termini l'unità categorica delle cose, non sia

un' attività

il

altri

pensiero,

ma

suscettiva di determinazioni che diri-

primitiva,

E

la

conoscenza

al

pari delle

formazioni

delle apparizioni estrinseche della natura

E, come ognun vede,

Mamiani del 1857 e

stessa

la

"

dottrina

cui gli parve potessero conciUarsi perfettamente speculazione con quelli della esperienza.

it.

di filos.,

a.

intrinseche

e

*.

il

terne quelle stesse critiche, che noi conosciamo, di dieci anni prima, parve che in tutto accettasse l'ontologismo delle Corifessioni J'

pubblicò

cui

in

un metafisico. Al problema che aveva

pensiero, non tornò se non nel

suo

il

I

(marzo-aprile

delle lettere al

1889), pp.

1878,

^

abbozzo

primo

il

di

Durand

Paris,

'

et

2

1869,

Didier,

attirato già

stesso

l'anno

dell'altro

di esso è

tra gli

pp.

suo

libro

come

57-61, e Filos. contemp.

FIORENTINO.

146-7.

et

politiques,

nel

in Italia, ci.

mano

la

e citerò

col

titolo

a

Sulla

Napoli, Morano,

D.

Per

francese.

M.

PROVENZAL.

S. Casciano, 1900. p. 232, e

letter.

itaL,

1876,

1872. dottrina psicologica

premiata

Vii (1902).

(Paris,

Roma,

IH) di un opuscolo di F.

è da vedere

servisse

recensione

passim. Un'altra recensione fu scritta

Savants del

quale venne

ed ampliata)

crii,

Una

1878 nelle Memorie della R. Acc. 1882 per un concorso dell'^caf/ém/e

liano (corretta

(chap.,

1867.

saggio fu

perchè

fu pubblicato nel

ciazione,

tra

Parigi del

Questo

Berti,

osservazioni polemiche dello stesso Fiorentino, o. e,

le

da A. FRANCK nel Journ. Questo primo abbozzo,

morales

F.

di

vari

5cr/7//

pp. 468-75. V. pure



8».

Domenico

1.

di

relazione all'Esposizione universale

in

voli,

per incarico del ministro della P.

scritto

questa memoria usci prima in francese

59. Soltanto, ora vien definita

IV, voi.

Pubblicando

filosofico.

suo Essai sur V histoire de la philosophie en dix-neuvième siede \ rappresentò, come sopra un progresso la filosofia del Mamiani come accennato, fu su l'ideaHsmo itaHano antecedente e, rinunciando a ripe-

1869 Italie au nel

Rocca

Rh.

in

della

diritti

i

anni fu distratto per lavori di semplice

Per parecchi

7.

erudizione dallo studio del problema

idee,

*

un monismo dinamico,

affaticandosi a dar corpo a

vita,

Rifatta e sviluppata nel

gono

della

e

spirito

o di due

integra colle sue funzioni e colle categorie e leggi del pensiero,

dello

legislazioni,

d'al-

fin

ossia alla cor-

verità,

alla

intorno a questo concetto dell' attività sostanziale natura. della sua degli esseri si aggirò il Ferri negli ultimi anni

dei fenomeni è per la

essa

due

rispondenza delle

opposizione

irreducibile

soggetto non fu mai superato,

come fondamento

postulata

lora

trascendente,

quel vero, quella sostanza

attività

irò

di Luigi Ferri

dinamismo

//

in Italia

soggetto e oggetto, non

tra

significato

il

dimentica di Dio.

si

impigliato,

resta

contemporanea

Fratelli

su

dell'asso-

dei

des

Lincei. sciences

relazione del Bouillier,

Baillière,

Bocca,

1883) e poi in itaNe ho avuto

1894.

l'erroneo

apprezzamento che

Zanotti.

Della forza attrattiva delle

/

riformatori

della bella

vi

letier.

si

fa

itai.

quello che ne scrissi io stesso in Rass,

p. 46-7.

i Le

224

contemporanea

origini della filosofia

che con VEssai merita

in Italia

letto,

La

tare veri e

ai nostri giorni.

Vi

semplici rapporti di coesistenza.

ancora d'esser cercato e

psicologia deir associazione dalC

Hobhes

uno scritto Uidea: analisi de suoi caratteri \ che doveva essere il primo di una serie di articoli indirizzati a dimostrare con analisi psicologiche, come dice lo tornò in

autore, o piuttosto gnoseologiche, realistica della

conoscenza, sostenuta

Mamiani. In questo

verità

la

tanti

della

dottrina

anni prima nelle

L'associazione non dà se non

concetti.

proprii

Occorre

occorre

che

trasformi

coesistenze

le

C'è dunque

lità.

la

nessi

in

di

il

alla

ragionamento,

causalità e fina-

natura e la sintesi dello

della

sintesi

atto

dia l'unità

riflessione e

la

un

inoltre

mentale, un'intuizione mentale, che sintesi della natura;

225

di Luigi Ferri

dinamismo

Il

spirito.



quasi dell'aver lasciato in disparte per venti anni le consi-

Ma dunque l'associazionismo va corretto con l'ideaHsmo trascendentale kantiano? — Neppure: " l'oggetto, materia

derazioni critiche di quelle

e forma, appartiene alla esperienza:

lettere al

scritto

Ferri

il

si

scusava

dichiarando che queste

lettere,

quasi tutte speculative, gh eran sembrate bisognevoli di maggiore analisi psicologica; e che, d'altro lato, avendo continuato il Mamiani a svolgere considerazioni, essendo

la

propria dottrina, egli aveva ritenuto

dere

risultato definitivo

il

vent' anni,

insomma,

il

Ferri rimase sotto

Mamiani; e non fece nulla

siero del

"

conveniente atten-

delle sue speculazioni

a lavorare intorno alle proprie idee, e

l'

a fargli superare

campo

infatti

quella

Non

8.

ne

vi

congiunti.

E

senza

torna

rapporti

I

riprende

con che

i

suoi

adatti

realismo torna

"sono

dati

forma di associazione": questo crudo empirismo, come La famosa legislazione re-

nell'osservazione sensata sotto

Ma non sta

il

Ferri

vi

si

non

arresta a

s'

arrestava nel '58.

sempre doppia

:

qua

di là e di

legge del soggetto. Ci sono

le

"

:

legge dell' oggetto

e

natura, mani-

sintesi della

festate dalla costante associazione dei fenomeni, ripercosse,

a cosi dire, nelle nostre sensazioni e nei

ma han

bisogno

d'esser

risponde. Messo alle strette, tra la identità e la differenza due forme, e quindi tra 1' associazionismo empirico e

delle

dinamismo a mezzo termine:

nostri

compiute e integrate

fantasmi

per

" ;

diven-

il

dell' intelligenza,

priori

il

"

primo abbozzo

se.

itai dciroltobre

1878.

voi.

XVIU.

pp.

131-146.

Ferri ricorre a un la materia,

della forma dell'idea nell'associa-

zione de' suoi elementi, e

il

fondamento della unità

sinte-

o essenza mentale che ne è l' essere ". Mezzo termine, compromesso, pel quale il Ferri crede di poter restare con tica

un piede nell'empirismo pur mettendo l'altro nella metafisicome una volta: con due leggi, servo di due

ca, tal quale

padroni. Questo compromesso fu ligenza in

tutto

anche nello

il

scritto già le

il

sua

della

resto

noscenza, dirà che " mata dallo Spaventa

pascolo della sua intelvita

speculativa.

Così

menzionato, sulla Dottrina della coregistrazioni della percezione, chia-

indicativa

[della

prima forma di co-

scienza], abbracciano rapporti sensibili le cui

serie e asso-

un materiale

di rappresen-

tazione Nella Film.

il

L' esperienza contiene non solo

ciazioni naturali costituiscono

*

è nell'oggetto, data nella asso-

cotesta forma non basta; ci vuole anche la forma

del soggetto, dell'attività sintetica della mente; viceversa, questa seconda forma non è altro che la prima, poiché vi cor-

Ora

giudizio, ne giudizio senza ne ordine senza rapporti

questi rapporti?

ma

pen-

posizione. L'antico

senza ordine,

La forma

alternativa.

l'altra

influsso del

più ostinato e più ingenuo d'una volta.

è concetto

sintesi

ri-

ciazione;

".

ma sintesi,

forma vien

quei

studi recenti degli associazionisti inglesi, tutt'altro

in

la

In

di suo. vi

ma

mente con un processo di attività interiore che corrisponde a quello della fenomenalità esteriore ". Al Ferri non riesce di risolversi ne per l'una ne per prodotta dalla

Gentile

già

fornito

di

forma.

Quella che

vi

aggiunge '5.

Le

226

V

origini della filosofia

compie,

intelletto la

ne

ma non

innalza,

la

in Italia

crea ne

termini

i

molteplicità

suppone r

e

:

l'

dell' esteso,

idea

in

di Luigi Ferri

dinamismo

Il

\

"

elementari

le relazioni

contemporanea

sua

la

unità sintetica,

del soggetto. Quindi la obbiettività della

attività

estensione non va scompagnata dalla sua relatività

gl'insegnamenti

9. Questi

zione.

dualismo

Il

resta,

come prima: ma per

mente ora

della

l'attività sintetica

psicoiogii

della

si

dell'associa-

analogia con

secondo che s'è

parla,

veduto, di un processo della fenomenalità esteriore

corrispondenza

due

delle

spondenza di due

legislazioni

o energie.

attività

E

si il

muta

;

e

la

nella corri-

rapporto di queste

due energie divien argomento della meditazione del Ferri. Neil* ultimo capitolo della memoria sull* associazione egli affronta questo problema, e ci dice la sua

soluzione kantiana

gli

La

ultima parola.

pare scettica. Bisogna uscire, dunque, Kant ci ha rinserrati. " Il feno-

in cui

fuori del pensiero,

non è ne può essere puramente oggettivo, ma qualche cosa che dipende dai o puramente due termini e dalla loro opposizione, qualche cosa che è data nel loro rapporto, che apparisce all'essere conoscente

meno

sensibile

soggettivo,

reale

e che è l'apparenza sta

cosa

sazioni,

sono sta

ci

si

"

rivela direttamente per l'esperienza.

QueLe sen-

come

E

differenza ?

intuizioni,

sono diverse.

evidente: dal termine immediato al quale

Tra

intuizioni,

le

della vista e del tatto, occupano, osservato,

il

Donde que-

primo posto nel

quelle fornite del senso

come

tante volte è stato

criterio della esteriorità: esten-

movimento, resistenza, ecco i dati essenziali del mondo esterno; ed essi sono il contenuto di intuizioni visive e tatLa resistenza suppone il movimento, e questo l'estentili. sione: " E sono queste tre cose riunite, estensione, moto, sione,

che, nell'ordine

resistenza, ci rivelano

una

chiamiamo

esterna

*

O. e.



La

p.

psyfch.

realtà

o

stesso di questa

opposta obiettiva

alla ".

nostra,

Intanto

per chi avesse

estensione,

dai

fatti

l'

assoc,, p.

334.

sog-

al

l'oggettività della

che

";

sistematici per togliere all'estensione

filosofi

il

e cette suo valore oggettivo e farla rientrare nel soggetto autorité e est la science! E che? non disse Galileo che il ;

numeri e figure?

libro della natura è

scritto in

mandava Cartesio

estensione e

il

mondo? E

1'

constamment les vues de nivers est un mécanisme e' è,

dunque,

con

la fisica

la

E

Critica egli

è vinto con la

il

mercè

non

la

che

dire

possibilità

s'arresta all'elemento

mobile

geo-

meccanico (movimento)

esteso

è

ci

relativa. L'as-

rivelata

nella

l'anahsi delle sensazioni organiche,

di sforzo muscolare e di resistenza,

stra.

E

!

Ferri

hanno sempre un'obbiettività

obbiettività del

nostra coscienza

alla

fisica.

d'aver dimostrato

(estensione), né a quello

della realtà, che soluta

Pour le ph]?sicien /* uSe la filosofia non basta,



'.

credeva

vero bensì che

metrico

costruire

ces maitres.

questa science del Ferri

di

e non do-

movimento per

a garantire l'esteriorità dell'estensione:

in ultima analisi,

Kant,

il

méthode des sciences physiques a confirmé

la

come

nostra forza, e principio di un'azione

forza

che

opposta

resiste

alla

no-

psicologia dà una base sperimentale al dinamismo

La

di Leibniz,

del quale per altro restano sempre problematici

dettagli.

dinamismo della natura va compiuto col dina-

i

mismo pensare

Il

dello spirito; e l'uno e l'altro

come un

si

possono per ipotesi

solo dinamismo.

enumerazione, la

realtà

che

V estensione

è

10. Questo concetto il Ferri si sforzò di svolgere in tre memorie lette all'Accademia dei Lincei tra il 1885 e Y SS^:

146.

de

dubbi circa

altri

ammonisce che del resto c'è " une autentai si può invocare contro tutti

Ferri

il

torité bien forte tivi

'\

a prescindere dal loro carattere affettivo e impulsivo,

intuizioni; e

riferiscono.

si

della cosa conosciuta

E

getto.

*

O. e,

p.

333.

dinamismo

//

Le

228

contemporanea

origini della filosofia

di

119

Luigi Ferri

in Italia

m

Tuna

intitolate

Jlnalisi del concetto di sostanza e sue rela-

zioni coi concetti di essenza, di causa e di forza (contributo al Dinamismo filosofico); Taltra Del l'idea del vero e sua

le dottrine della scuola ontologica

ossia gh un dinamismo, secondo il quale le forze, non ostante la comune, legislazione una a obbediscono enti diverse spele particolarità delle leggi che ne governano con se pensiero " del conformità ^ Il vero non è la

liana,

stesso,

e

relazione colla idea delVessere; l'

/

terza

la

Della idea del-

1

essere

.

Esaminate criticamente o platonica, della hegedella kantiana e neokantiana, della empirica associa-

Cominciamo

dall'

del vero.

idea

ed evoluzionistica e della tomistica intorno al concetto del vero, il Ferri conchiude che il necessario contemperamento deir esigenza kantiana dell* attività costruttiva

zionistica

trina di

cie

ma con 1' essere quella darebbe una verità purala mente formale, non la verità materiale. Per raggiunger da costituita 1' reale ogni d' essenza pensare :

quale bisogna

consistere Tunità del-

noi come un complesso di atti e relazioni, che si rivela a nel temun complesso di fenomeni legati nello spazio e quelle a obbedendo po; complesso, che la mente poi,

natura sua, nell'energia, e l'unità delle fondamentali derivanti dalle carapporti nei dell'essere leggi tegorie inseparabili dell'energia stessa; in guisa che la natura

stesse leggi che reggono universalmente le energie, rifa in se medesima, costruendo altri complessi di appanatura ideale, che spieghino in modo adeguato le

essendo un complesso di forze, ossia di principii di energia, e lo spirito essendo esso pure un tal principio, benché, di nella unità più, cosciente e intellettivo, essi sono conciliati È sempre la doppia generica di natura e di leggi "

renze.

dello spirito col

quanto

l'essere,

bisogno della obbiettività del conoscere

solo nella dottrina

può aver

che

"

fa

si

alla

'.

prima:

legislazione di trent'anni I

due separano affatto lismo inconciliabile dei sistemi, che e il reale, ideale Y materiale, il e spirituale ordini diversi lo della scienza e del crea una difficoltà insuperabile alla unità esiste nella dotnon vero ; mentre invece questa difficoltà

reggiando

Mamiani,

il

ri'sil

perando

positivismo

il

turalmente ad insistere

s'

se

non che

signo-

allora,

insisteva sulla duplicità

im-

ora,

;

monistico, lo scrittore è portato nasull'

unità

fondamentale.

"

11

dua-

Vedi gli Atti della R. Acc. dei Lincei, 1885. s. 3». voi. Xll, pas. 4'. voi. IV, gine 303-335; 1887, s. 4*. voi. IH. parte 1. 5-42; e 1888. parte I, 251-75) parte I, pp. 38-77. Negli Atti del 1886 |>. 4*. voi. U, percezione è inserita un' altra memoria del Ferri, // fenomeno sensibile e la ossia

i

fondamenti del realismo, parte

19 giugno 1881. In questa prima parte

«ponendo tino.

Il

le

l*

A.

fa

l,

la

dottrine della percezione esterna nella

sèguito

non fu più pubblicato

:

ma come

letta

nella

storia filosofia

tale

della

seduta

il

questione,

potrebbe esser consi-

derato lo scritto su Videa del vero. Altre osservazioni gnoseologiche

publicò

concetto (Rend,

Lincei,

1892

nel

1892.

:

voi.

una nota I,

pp.

La

percezione intellettiva e

il

408-421) e Alcune considerazioni

sulle categorie,

Ferri

ivi.

*

Aiti,

cit.,

p.

24.

di accordarsi col realismo

sforzi

si

siero e leogi dell'

empirico, resta del pen-

Leggi

motivo duaUstico. essere: due mondi che il

non

coincidono

mai, riluttanti sempre a lasciarsi conciliare nel concetto stesso del vero vagheggiato dal Ferri.

1

1 .

D'un

tal

servito nello

concetto equivoco

scritto

suH'Wea

dire,

pensiero;

ma

queste due

per

Pel

tentare

Ferri,

si

uno può

quella dell'essere e quella del

sostanze son due:

le

vero egli s'era già

del

di sostanza

schizzo della sua concezione dinamica.

sostanze,

non

si

sa come,

si

cor-

rispondono, anzi sono una sostanza.

Ogni

reale

deve avere

I, ^

459-474.

una

pensiero alle

sempre predominante

del

greca fino a Plo-

come

vero va ecletticamente definito

il

leggi sue proprie e alle leggi dell' essere. Dove è evidente che, per quanto

1

esteriore,

Onde

conformità del

Atti

cit.,

p.

25.

le

condizioni della

realtà:

deve

230

Le

origini della filosofia

contemporanea

Il

in Italia

dinamismo

di

231

Luigi Ferri

gruppi. L'essenza perciò, e quindi

essere o poter essere percepito; deve quindi operare o poter

suno degli elementi di

operare su di noi, che opereremo o potremo operare su di

insieme. la sostanza è ideale e reale sostanza dipende adunque dai 11 valore obbiettivo della data dal concetto di causa. La cui obbiettività è

esso.

Ogni

cesso.

reale è un'attività, e

che rappresentano

di aspetti,

due estremi

I

l'accidente;

come

ha un certo numero

tale

sua costituzione e

la

di questo processo

sono

la

suo pro-

il

sostanza e

media l'essenza, o complesso di due estremi. E un concetto vero non potendo prescindere dall'attività, non

fra

quali

i

attributi inseparabili

della sostanza,

dai

può prescindere dal processo per cui la sua essenza si realizza negli accidenti. Questo principio d'attività dei fenomeni è unico, primo, stabile sicché, oltre l' attività, :

bisogna

condo

come

riconoscere

unità,

primalità e

la il

assoluto,

Ferri,

caratteristiche

slabilità.

della sostanza la

Questi

ma anche

all' infinito,

non per alcuna

alle

allo

sostanze seconde

la sostanzialità,

se-

attributi,

spettano non solo alla sostanza prima,

modi; dei quali postula

ma togliendo

la

e ai

contro lo spinozismo,

speculativa (che non ne adduce),

ragione

esperienza i criteri del sostanziale e della sostanza: errore grossolano, sul quale per altro ora non giova insistere. La sostanza, per lui, e una legge fondamentale dell'universo affatto conciliabile colla opposizione e unione del relativo e dell'assoluto,

del

sinvoltura con tanti segni

dall'

finito e dell'infinito. L'ingenua di-

cui

scivola

Questa legge della sostanza è legge del pensiero. priori,

Infatti

permanente.

caratteri è bensì dell'

uno dei

sull'arduo problema, è

sostanza

E

l'

vuol

essenza

dell' essere

essenza

dire d' ogni

produzione della mente,

esperienza del reale.

e legge unica,

Solo principio a

in

conformità

priori,

1'

è quello di condizionalità o causalità, che rende per

punto possibile priorità e ferti

il

a

reale con questi

ma

unico, l'

ap-

riferimento degli attributi logici dell'unità,

permanenza

gruppi associati di

ai

dalla esperienza: perchè senza

non potrebbe applicare

il

tali

sensazioni

attributi

principio

di energia,

mente "

la

of-

in

",

diretta" solo noumeno che ci sia rivelato il laddove quanto atto psichico conscio e riflesso; appapensato delle nostre sensazioni e delle

principio

il

renze che vi sono contenute,

il

noumeno

è determi-

fisico,

di^ forza o prinnato analogicamente mediante la nozione \ cosciente causalità energia che si rivela nella

cipio di

La

nostra

ci spinge a integrare il meccanismo concetto superiore del dinamismo. Nella energia noi sperimentiamo la causalità, e

coscienza

natura

della

nel

nostra interiore

e

siamo indotti a ritenere l'essenza

il

suo

termine corre-

non solo come principio logico, ma anche come principio del reale. 11 dinamismo risolve così dello r opposizione del soggettivismo kantiano scettico, e

lativo,

la sostanza,

intuizionismo platonico.

12. Questo, almeno, è

non i

accorge mai

si

platonici,

con

il

il

quale

empirici e

come

convincimento del Ferri;

di rimanere,

come

gli

per quanti

tutta la realtà fuori del pensiero,

accumuli

sforzi egli

per

avvincerla

a

questo

inscindibil-

Platonico resta sempre e dualista nella conclusione

mente. finale,

della forza del suo ingegno filosofico.

tali

dove, tornando

sull'affermazione

ingiustificata

della

sostanza prima e d' una molteplicità di sostanze seconde, individuali, transeunti, dichiara candidamente che con le sue riflessioni " sul rapporto degU enti col distinzione d' una

loro

fondamento universale e perpetuo egli

non intende

dar fondo all'universo e pretendere chiarire di tutto punto ciò che,

a nostro avviso,

impenetrabile,

e

cioè

il

rimarrà

natura interiore del suo eterno

la

ragione

principio di condizionalità a nes*

Atti

cit.,

p.

328.

sempremai

come adeguato

misterioso

e

della creazione e

principio.

La

dialettica

Le

232 può

ong,m-

andare

contemporaneo

./e//a filosofia

a

fino

un certo termine. La logica non può

categorie per una

valersi delle

che dentro

realtà e dell* ordine universale

Tesperienza ne rende possibili

denza platonica essere diverso

le

concreta

della

confini

in cui

ai

"

applicazioni

.

d'un filosofare che prese

risultato

dal platonismo del Mamiani, e

suir empirismo antifilosofico degli associazionisti

può

che

essere

come

riassunto di tutto

il

due

attributi

il

a considerare più arduo -i I

*"

//

come

libro dello

problema il

della

opponendosi

non

rare

dal

mondo

il

metafisica

nega

che

No, dice

il

Ferri

"

:

senza sepa-

necessaria

può concepire, e secondo noi

si

suo

al

di se stesso

".

ufficio e alla

immedesima con quella del mondo al

la

La

soggetto; per

si

uomo ha

sensibile, bensì a quella

*

Atti

2

Rio. IL di

cit.,

p.

altro,

alcuna penetrazione di

coscienza divina,

scienza che r

vita divina

an.

non

forze

aliene.

badi, non è ragguagliabile alla codell*

oggetto esterno nella percezione

che nell'uomo stesso

fa

il

V, (1890).

voi.

I,

app. 257-279.

'

fatto per-

più

finale al

che

altro

cui

intuizione

quale

la

base comune degli enti ".

svolgono

si

leibniziana

il

Ferri s'accorda

per altro rimane molto addietro pel

porto di subordinazione mantenuto tra

gli

enti

e l'ente

finiti

Giacche l'immanenza esclude la trascendenza, e viceversa. Se Dio è immanente, la coscienza di se è coscienza di altro; e non c'è trascen-

infinito,

denza.

a dispetto

Se

la

di

ogni

ossia

assoluta,

logo puramente ideale che Il

Ferri volle

platonico il

sì,

sempre

ma anche

come pretendeva

vità

ma anche

con

ma anche

contro

gli

due

tutte

come

ma le

sosteneva

quel

mani

:

contro

unità a priori dello

associazionisti; soggetti-

come credette Kant e quindi teismo sì, ma anche comodo, forse, ma non molto filosofico.

oggettività estrasoggettiva,

potesse correggere

immanenza. Partito

sì,

coscienza

rifiuta.

afferrare

Mamiani; associazione sì,

si

la

non è coscienza,

aristotelico,

spirito,

si

logica.

coscienza di se è trascendente,

di sé è identità

si

di

modo che Dio ma di se me-

331.

filos.,

come

V oggetto

perchè

;

è personale avendo coscienza non d* desimo, senza

deve,

sua intelligenza, una coscienza

Per questa coscienza

questa coscienza è identico

si

Questi

immanenza Dio

postulato misterioso della creazione, implicito in questo^ rap-

al

processo produttivo ed unificativo che

Bertini;

col

;

costituisce le sostanze, le forme e la sintesi iniziale e finale

degli enti,

In questa

"

può acquistare co-

l'

dilegua, e con essa l'unità sua; e la sua

si

è

materia da

la

finiti,

il

principio ideale della realtà,

a se nella natura

scienza di se neir uomo. Lt' Jl.

il

"

divina \

dottrina hegeliana

la

logo ogni personalità, e ne fa cui

Ferri fu tratto

il

coscienza

più alto della speculazione

non sapendo accogliere in

Spaventa

Senza

"

non sono separabiU.

sua personalità sostanza

Nel 1890, da un

e costituisce la trascendenza divina.

;

diventa un essere astratto e quasi un fuor d*opera nell'universo; senza la trascendenza, fondata nella coscienza, la

pensiero filosofico di Luigi Ferri.

13.

coscienza di questa autogenesi è autocoscienza

personalità

e

memoria: Dell idea deir essere,

considerato

La

di Dio.

inglesi.

profonda

medesima.

costitutiva e ordi-

dell* attività

esplicarsi

si

cosmo; ed è Telemento immanente del concetto

natrice del

Tutte queste idee che siamo andati esponendo sono raccolte e riordinate nella terza

1*

L* autogenesi è

principalmente

esercitò

si

ducendosi, anzi che dividersi e estraniarsi da se, in se stessa e si possiede per la presenza a se

mosse

coscienza

la

e autogenesi di una vita, che pro-

Dio è autocoscienza;

di

poteva

le

termini,

cettivo oggetto del pensiero: in altri

Trascen-

Non

spenceriano.

agnosticismo

e

il

conoscenza

233

dinamismo di Luigi Ferri

//

in Italia

;

In

m

CAP.

IV.

FRANCESCO DONATELLI E LA FILOSOFIA

LOTZE.

DI

Bi^

I

1.

presenta

Iseo,

nel

'

quella

anche

dualista;

intelligibile,

come

della coscienza.

mantiene

e

Ma

Bonatelli dal Lotze tafisica

anch'egh

:

;

il

fantastica delle

correggere

dove l'uno

Bonatelli

il

fini-

meccanismo psiautonoma e originaria

muove

il

Mamiani

dal

vuole ritagliare

le

ali

e

;

alla

Confessioni d'un metafisico;

11

Ferri

da cui traggono

nella

sua

il

me-

l'altro

illustrato:

//

Risorg.

Lovere, Restelli,

Hai.,

diretto

loro princi-

le

polemica

Intorno alla biografia e alla vita politica del B., P.

suo lago nel patrio risorgimento,

zionario i

realtà

audacie panteistiche del Microcosmo; sicché par che proceda, l'altro si direbbe che in-

pali ispirazioni.

*

modo

nel

come

le

dietreggi, rispetto ai filosofi

il

anche

oltre

l'attività

Ferri

l'uno

prekantiano

realtà sensibile e

all'oggetto;

di contro

chico difende

un

è

Bonatelli

il

sce neir agnosticismo «:

13

il

1911),

di concepire Toggetto,

I

Padova

a

ad

(nato

Bonatelli,

morto

1830,

nel

Bresciano,

speculazione di Luigi

la

Francesco

di

benché diverse ne siano le origini e le profondamente diversi la cultura e il valore ispirazioni, dei due pensatori. Anche il Bonatelli e uno spiritualista maggio

-

con

Molti punti di contatto

Ferri

spiritualistica

ROSSETTI,

1910,

da M. ROSl,

p. II,

96, e p.

Iseo e il

di-

349. In

?

onore di F. B. fu pubblicato pel suo 80« anno un fascicolo della Cultura filosofica (nov.-dic.

1910) con

vari scritti intorno all'opera sua.

Le

236

contemporanea

origini della filosofia

in Italia

237

Francesco Bonatelli mira

agli

associazionisti inglesi e francesi

Ma,

oltre

la

critica

è

talvolta

sottigliezza,

e

stavo per dire

onde

guire le tesi oppugnate,

il

Bonatelli suole perse-

da

aspetti

gli

tutti

passione sincera, viva,

la

e

che mette nelle sue ricerche;

che

gnoseo-

e

Y insistenza, a volte

lumeggiare

e

idee che prende a studiare;

tratto

acume,

1'

psicologica

dell'analisi

discussione,

soverchia, della

le

gran

diversa orientazione, separa di

la

al

anche

questa è

(poiché

pure una caratteristica del pensiero elaborato) la forma netta e quasi sempre precisa della sua espressione. Sicché gli scritti

del Bonatelli, se qua e

una

sono

in generale



riescono alquanto prolissi,

veramente

lettura

E

gradita.

se

il '

Bonatelli non fu propriamente un poeta, scrisse molti versi

(e anche grazia;

un

fu

1856) non privi di compiacque per la na— del linguaggio vivo e immaginoso e

poema:

nel

Alfredo,

studioso della forma,

tura del suo spirito

Ferri potevasi

il

del Bonatelli

le

precise cre-

cazione

certe

di

scuole italiane

anticattoliche

ciiLÌciie

numero

uscisse dal

compilatori

dei

Pel Bonatelli

'\

ne di dimostrare

di confutare

del

della

Bertini,

non è

la filosofia

in

verità rivelate;

le

egli

delle

Filosofia

grado ne

per le quali

pago della certezza che possiede come sincero quei sistemi filosofici, si limita a combattere che si oppongono a siffatte verità. " Preoccupazione ", disse il Fiorentino ^, " la quale per noi, francamente, è un tien

egli si

credente;

e

ad una speculazione sicura e libera ". Ma non è esatto: perchè non è la mancanza d'una rema ligione che rende possibile la filosofia libera e sicura è la filosofia libera e sicura che razionalizza e risolve, co-

serio ostacolo

ciò

;

munque,

Lotze —

La

il

contenuto della fede religiosa. BDnatelli è un altro titolo di

del

religiosità

superio-

;

sentimentali e

attitudini

di

ma con

teistica,

denze dommatiche, il culto, i riti del cattolicismo *. E abbiamo visto come ner scrupoli religiosi, dopo la pubbli-

si

ciò che serve pure a spiegare la sua simpatia per

non mancò

con una semplice fede

già

del Bonatelli da quella del Ferri

l'accuratezza

logica,

Bonatelli

il

;

herbartiani.

meccanismo psicologico degli

dire

potranno

l'assoluta

E

negazione.

sempre

essere

il

fantastiche, di cui

però

cercati e

i

letti

libri

con



-

dico quelli dottrinali laddove quelli del Ferri in sostanza, le conbenché, dimenticati affatto sono ormai clusioni filosofiche del primo non differiscano, come ho det-

profitto,

a parer nostro, sul Ferri,

rità,

perchè non fosse già religioso

anima

perchè

zionalista

quale non era razionalista

il

ma

:

piuttosto

ignara dei bisogni più profondi è

religiosità

la

certo

dello

La

primo.

il

era un fiacchissimo rasuperficiale spirito,

fredda

tra

religiosità,

necessaria del vero

ostacolo, è condizione

,

i

anzi

filosofare,

che ben-

;

gran che da quelle, che già conosciamo, del secondo. Bonatelli differisce poi dal Ferri per un altro riguar-

to,

Il

do, di cui bisogna

Il

concetto di un Dio

un concetto

in cui

filosofico,

scienza rehgiosa.

Il

Ferri era

un

intendere certi

per

conto

Ferri giungeva

personale e creatore

lui

'

ben

tenere

aspetti del suo filosofare.

;

sì,

ma

anche

lui,

al

questo era per

veniva risoluta razionalista.

la Il

sua coBonatelli

invece è un credente, cristiano e cattolico. Egli sente profondamente il bisogno di appagare la tendenza religiosa non

ché,

come

Per

lo più nel

ma

debba

condizioni,

le

essere

già che essa

superata. siasi

E

opposta

non è sorta, poinon può esser figlia che di se medesima e quando non e' è, non e' è preoccupazione religiosa, né preoccupazione antireligiosa, né amore alla filosofia,

ché

egli

la filosofia,

è che

l'attività

la

dello

filosofia

spinto,

;

né informazione

di verità,

che

*

possa

la

Vedi

nale del *

tutte

quando non è superata, non è

e

quali

es.

p. 1'^

la

giugno

~

Vedi sopra

•^

La

suo dialetto.

far

filos.

nascere.

sua conferenza

spregiudicata di sistemi

Non

può

dire,

'Pro aris el focis, nella

1887.

pag-

si

135.

contemp. in Italia, p. 60.

filosofici

insomma, che

Rassegna nazio-

Le

238

origini della filosofia

contemporanea

un gran filosofo, perchè fervente cattolico; ma piuttosto che fu un fervente cattolico perchè non abbastanza filosofo. Non ebbe tanta energia speculativa il

Bonatelli

non

sia stato

ridurre in forma razionale tutto

da

il

contenuto della sua fede.

r efficacia esercitata sul suo spirito dal ^Microcosmo del Lotze gli tolse anche il pungolo della vera ricerca metafiQuella recisa separazione e opposizione del mondo sica.

E

meccanismo

della ragione retto dal

al

mondo

del sentimento

dell'essere

retto dalla finalità, quel contrasto tra la scienza

dover essere

e la metafisica del semplice

era proprio fatto

per confermare nella convinzione che al di là del conoscibile e* è il mistero, che solo il sentimento, la fede, i bisogni morali dell'umanità possono illuminare: illuminare, s'intende, a ciascuno secondo il suo sentimento, la sua fede, i suoi bisogni moraU, che soli per timento, la vera fede,

i

possono essere

lui

vero sen-

il

Lo

veri bisogni morali.

239

Francesco Bonatelli

in Italia

studio del

mostrando molte parti di verità ingegnosamente investigate, ma non svolte logicamente, non organizzate, non animate da un vigoroso spirito filosofico e d'altra parte, una

La prima

dell' herbartismo.

tevoli furono

simpatia per

sua

la

Lipsia uno dei centri

con

fu

delle sue pubblicazioni più no-

saggi pubblicati a Bologna nel

i

movi-

il

nascere a Vienna, dove fece

mento herbartiano, dovutagli gli studi universitari, e che

1864

col

ti-

Pensiero e Conoscenza: materia, in buona parte, de* suoi corsi universitari, di quell'anno e del precedente. L'autore vi trae profitto dalle dottrine del Beneke, deltolo

l'

Ueberweg, del Lotze; ma

manifesta altresì le sue ten-

vi

denze personali, e comincia già ad apparire quel che Scu-à Herbart è superato fin dalle in tutti gli scritti posteriori. prime pagine. Egli non è disposto né a sacrificare la molteplicità degli avvenimenti psichici all'unità dell'Io; né questa a quella. E come risolve la contraddizione di quest'uno che è identico a sé mentre perpetuamente si

muta

pensiero del Bonatelli riesce da questo aspetto di molto interesse,

da principio

attestino già fin

}

Enimma

profondo, che taluni

perchè erano

mentre

o

si

credettero

ad applicare de*

per amore della logica

altri

di

vocaboli

sciogliere

tecnici

al

agevolmente fatto

sol

misterioso,

credettero obbligati a rifiutare o l'uno

si

due termini dell'apparente contraddizione

dei

l'altro

riusciti

senza accorgersi che,

:

;

saldissima fede

trascendente,

che,

razionalizzata,

sarebbe

slata principio sufficiente di organizzazione e animazione di quelle parti di verità, rimanere inoperosa e sospettosa da

un canto, schiva d'ogni commercio sinceramente amichevole con quelle.

o sopprimessero

1'

uno per

molti,

i

o

molti per

i

mente soppresso ricompariva subito, a malgrado

liana,

di Torino),

860-6

1 ,

14

IO,

7,

(

1

Si

Bonatelli,

possono

tralasciare

i

primi

scritti

filosofici

del

logna,

1

56

n.

ivi,

862;

Bologna,

importanza e non giovano a

che sono di scarsa

spiegare lo svolgimento

pensiero dell'autore \ benché

del

1

862;

(

1

86

cofisica del Il

menti

primo è filosofici,

:

Sulla sensazione, Brescia, Gilberti,

considerazioni seguite

1852.

l'esperimento in psicologia. Discorso: liceale di Brescia,

ivi,

nel

Seguono, a

^Programma

1858; Della linguistica

all'ideologia e alla logica nella Effem. della

in

'P.

da alcuni fram-

mia conoscenza. Deldell'I.

R. Ginnasio

pensiero

1

);

altri

piccoli scritti,

;

del

la

lingua

1874,

p.

Fechner.

Dello

^

dualità

sulla filosofia

tismo in Lombardia, nel

Istruzione (poi Riv.

(1914) pp. 24-7. Pag. 3.

'

86

1

;

ivi

Le

Delle attinenze

;

della

idee nella natura,

esistenza dell

'

anima, 2

prolusione letta a Bologna

il

Bo-

lezioni, 1

.

die.

Nel Politecnico di Milano del 1863

stesso

XXIV,

pp.

Trendelenburg

il

298-329) B, espose

della Psi-

le

Ricerche

126, 129 (1863). Di alcuni herbartiana pubblicati tra il *54 e il '56 nella Rivista

ginnasiale di Milano ha dato

*

termine violente-

è una minuta esposizione del Diritto naturale del

logiche nella Rivista italiana, nn. articoli

5.

1

L

;

e in quello del '65 (voi.

relazione alla psicologia, ita-

e

Idealismo e realismo ital.

XVII, pp. 103-85)

Trendelcnburg

*

//

'63 nella Rio. (voi.

il

in altre

860); recensione informativa della Zc//-

logica con la psicologia, Torino, Paravia,

2.

loro,

Vblkcrpsychologie u. Sprachwissenschaft di Lazarus e Steinthal,

schrift fiir 1

nn.

uno,

1'

124,

notizia

periodico

125,

ALESSANDRO CASATI,

La Lombardia

nel Risorg.

L' Herbaital.,

a.

I,

Francesco Bonatelli

240

origini della filosofia

Le

conlempowneajnhalia^

mistero Primo dualismo, e primo

Espressione

profondissima

il

:

solo accadere reale, che

cade

Bona

.1

di Leibniz. quello degli Eleati e quello

invece

di

sta «

eli.

ma

sotto la nostra os-

Dunque,

e, procade, ma in cui il Bonatelli e un altro che non vi analogia: analog a per penetra si pur mette di mostrare che una volta che ""O de. due naturalmente, non verificabile, e quindi, nuovo osservazione; nostra termini è al di là della

„ col corpo orgamco uè legata, e ne dipende, pero comucon gli organi centrali; e "

mediazione mobi-

la volontà.

conviene

ammettere

meccaniche, ceche l'una soggetta a leggi maniera di da leggi, pure regolata anch'essa e fatali, l'altra, sebbene come di medesime delle giovantesi sorvolante a quelle e ad asseobbligata stesso che e suoi stromenti nel tempo vita

;

duae meccanismo; un altro se la liberta trionperchè anch'esso, inconciliabile liberta sola, meccanismo, non ci sarebbe che la

condarle

".

Dunque,

libertà

fasse del

non e se trionfasse il meccanismo, solo meccanismo.

ci

sarebbe

liberta,

ma

.

nalo da cause ala e logico-razionali. Quanto rituah, meccanico-psichiche .1 Bonatelli fisiche, cause dalle del pensiero

indagine del psicologo

sicuro,

più

derà finalmente

faticoso,

complicatissimi

semplice

;

luogo alla psicofisica.

le

E

singole

ri-

possibile e

al

quando insomma

"

si

più lungo e più paziente,

fatto fisiologico

il

pretesa di spie-

alla

e

determinare parzialmente

di

un

tra

"

la

il

ce-

filosofia

Fautore loda

il

tentativo del Fechner.

3. D'altra

parte, dentro

pensiero bisogna studiare

il

contro del meccanismo psichico con

che son due principii non solo

razionalità

la

distinti,

ma

l'

in-

logica:

opposti

anche

essi. Il pensiero ha due maniere di essere, e quindi due attinenze molto differenti. Anzitutto esso è cosa che sta da "

se,

ragione assoluta,

la

è

L'

del tutto

è

come

altra

vita dell'anima

la

obbiettivo, in

siero

1'

essenza

e

il

principio ultimo

maniera di essere del pensiero intelligente

diverso

se,

Esso, che dovrebbe poi essere

dal

la

gli

Dunque, un pen-

".

pensiero

filosofia,

è

subbiettivo.

al

di là

della

mente umana. Come

tale

nismo che ziale,

nel

il

pensiero ha un organismo e leggi sue proprie; leggi e orga-

nudamente che altrove, benché in una dominio delle matematiche, e che più misteriosi e più si

rivelano più

spaiono nella religione, nell'etica, nell'estetica; il

mentre

la

sfera parvelati

tra-

radice ultima,

culmine supremo formano la meta, a cui la metafìsica si afda secoli, senza giungere mai a impossessarsene ap-

pieno.

compiuta non potrà

E

pre a quel

forse tale fine,

di

è

il

destino

accostarsi

dell'umanità sulla terra:

indefinitamente

ad

di

esso e di

tender

non

sem-

raggiun-

gerlo mai.

;

l'

ma

quando

complessi

fatica, e

ossia di difficoltà .nsormontaIn questa rete di dualismi, a docaccia con la salda rassegnazione il Bonatelli si bili e determiegli die pensiero, Il vervi restare impigliato. e da cause spifisiche esterne ed interne

dipendenza riconosce che

il

fatto psicologico parziale

,

attraverso una nica colle cose di fuori gran parte essa medesima e in complicatissima lissima e mistero! Terzo inesplorata e inesplorabile". negare terribile: se non s. vuol Infine il nodo più nell'anima una duplice "

metodo più

sostituirà

spondenze



,

L- anima mano e specialmente

lismo,

gare a un tratto fenomeni

No. diremo

.

!

;

progressi potranno farsi solo

mezzo

luogo nell amma servazione, è quello che ha sotto la nostra osservazione, cade che uno accadere: doppio

mistero

osservare in atto tutte le funzioni dei nervi e in particolare del centro cerebro-spinale " ma crede anche lui che veri

anima, dice He.ba.t.

commenta

idc„iisiu. che inesatta, e racchiudente un Ira

essere mai forse, attesa la difficoltà e quasi impossibilità di

!

nell

L-accadere reale ha luogo solo

é

241

Il

e

Bonatelli poeta era stato

meno Gentile

scettico.

A

poco innanzi meno platonico

un amico (Tale.... ch'ebbe dal

ciel 16.

la

16

242

Le

contemporanea

origini della filosofia

mente impari

forse al cor alto e gentile),

il

quale

Chi dovrebbe spaziare per è

Cui mortai destra a

Sei tu medesrao a te

E

non

lacerar

?

se

in

quella salma.

L' intimo senso cui

Sopra di

A

sottraggo ognora ?

si

egli

Tal che credea deliro

mare del saver correre a prova,

11

Bonatelli a salire

il

tutte

le

riassume

È.

nostro scrittore aveva risposto:

il

scherno dunque della mente

no

se

I

è

Di sapienza

Non

spiro,

il

dono?

lungo e arduo il

cammino

puri

sono

avranno

i

Verrà



concordi...,

che

sul

molti,

in

il

Le

quali,

gl'ingegni acuti, se

già

fatti

lavorìo

al

delle

forze

processo di coteste forze nella elaborazione della massa le

vita,

realmente,

sé.

siamo

costruiti

n' è assai

quali,

accumulandosi disordinatamente, secondo

nell'anima, pure in breve

si

organizzano

sensibile,

che

che noi,

esista



i

siffattatratti

bello

e

ma

anche solo quello che

ci

appariscono; prima

nell'anima nostra cotesto microcosmo, c'è del lavoro e

che ce

'.

tutti

4. accenniamo molto succintamente alle soluzioni gnoseologiche date o accettate dal Bonatelli in questo suo primo libro, che fu il suo piccolo Microcosmo. Circa il rapporto del soggetto con T oggetto il Bonatelli ripete la critica

vertice

S' accoglieranno alfin da

E

attirano

Ma

L'eredità con pio culto servando, La sacra a conquistar terra del vero

Suderanno

suo ingegno intorno

sempre a quella meta

cor, degli avi

il

il

mente tra loro da uscirne quel quadro dell'universo da un naturale pregiudizio, crediamo a bella prima

ci

Fisso terran lo sguardo,

E

sottili,

accenni

gli

greggia delle sensazioni;

dei secoli

ch'all'uno è negato,

infaticati

vertice sudò sempre poco,

pronto e non s'abbia ad aver bisogno che d'appropriarselo... Le cose sono quello che sono; ma prima che sieno in noi, non solamente quello che

calle...,

Immortai pellegrino.

Se

sul

in sé

suo

in

sosti

L'uman Quel

questioni

mille accidenti della

Ah

interminati

poeta promet-

;

Bello è seguire

863,

1

il

meccaniche della psiche:

S' accorge alfin che pur le fonti ignora

a quest' amico, nel

sereni

anche non molto profondi. 11 suo problema speciale, il problema di tutta, si può dire, la sua vita, e l'interesse suo per questo problema, sono espressi in queste parole, in cui

volgendo



medesmo

te

*.

Ma

è che

come

stesso appelli.

te

eterni

"

a questioni particolari di psicologia e gnoseologia.

giro

infinito

gli

quale pertanto

compiacendosi piuttosto di esercitare

parvenze una compage

T'è forza paventar? Se fin quel vivo Pensier che in te perennemente oscilla, Con

al

;

un simulacro inane

per tua tieni,

di false

pensiero filosofico

il

via

teva conclusione ben più confortante (benché nient'altro che poetica) che non il filosofo dell'anno appresso. la verità

vale.

se sconosciuto

più,

Che

'1

speri tu > sull* universo intero

Che

243

Al lume lieto del mattino oblia, ' La noia e mal della passata

tentava

Fitto velo è disteso.

Che

Francesco Bonatelli

dicendogli:

studi di filosofia,

distoglierlo dagli

in Italia

i

lati

;

che

ramente

il

Lotze aveva mossa della dottrina herbartiana puLa dottrina, che vuole spiegare la co-

realistica.

di là spaziando

Coll'appagato sguardo

Per

gli

eterni sereni interminati,

Oblieran beati,

* Vedi / filosofi, carme (ded. al poeta Giuseppe Bertoldi) TELLI. Bologna. Fava e Garagnani, 1863. Pens. e Corn ìoscenza, p. 7-8. '^

Come

fanciul la paurosa notte

1

di

F.

BONA-

»-"

Le

244

origini della filosofia

contemporanea

in Italia

noscenza come un viluppo complicatissimo di modificaziom niega cose, noi, senza uscir da noi, sopportiamo dalle di e distrugge addirittura quella conoscenza che trattavasi sopravvengono che immutazioni le spiegare... perchè tutte

che

cangiamenti del suo stato, affinciiè potessero in di essere essere elementi di cognizione, avrebbero mestieri " il sarebbe soggetto ". Inoltre, medesimi conosciuti

un ente,

i

essi

intima,

prigioniero assolutamente nel carcere della sua vita

e nonché conoscere,

ma non

potrebbe aver mai

il

più lon-

sua ; tano presentimento di altre esistenze sia la naqual e fatte sien queste come sapere meno poi al

di



della

Alla seconda

già

dianzi

accennato.

aveva

Con

peggior suo realismo, Herbart è un idealista nel il Lotze \ senso del termine. Sulla prima, dietro l'esempio del produrrà mainsiste molto. Il giuoco delle rappresentazioni quadro non questo ma mondo; del gari r ammirabile quadro detto il avrà poi chi lo contempli. Tutto insieme, aveva ma ci manLotze, formeranno bensì un esercito ordinato; L'orl'occhio del generale che veda l'ordinamento.

cherà

tutto come dine suppone chi abbia virtù di concepire il une alle altre tutte unità: di distinguere insieme e riferire le Come il significato di una proposizione esso.

le parti di

un

in

altrove che nella

realizza

si

solo

atto

spirituale

il

mente

significato

quale raccoglie complessivo delle

la

cognizione delle singole parole nel loro ordine dato, così la l'anima ha che coscienza nella rappresentazioni e tutta delle

medesime \

1

" le Quello che e' è di vero nell' herbartismo, e che medelle riflesse immagini o copie sono idee delle cose non perocché l'azione è desime, ma bensì parte della loro realtà,

5.

Non

già che

non v'intervenga

il

soggetto;

ma

*

Mikrok., Hb.

*Pen5.

e con.,

p.

11.

33.

cap. 4.

è

l'oggetto

e

:

" '. Quale parte spetti all'una e quale alnon può dirsi, perchè a tal uopo occorrerebbe che uno dei due fattori fosse noto per sé. Ma che importa }

tura del soggetto

Noi, dice

come

esso

certi

che

genza,

cose esteriori

forma

la

r oggetto

il

nostra abitazione, servircene di strumento pei

in

le

creare

sua contemplazione, moverci in

della

morali ed estetici della

fini

dobbiamo

Bonatelli col Lotze, non

il

ma godere

mondo,

stesso,

ideale,

E

vita.

a

Ma

1'

oltre

onde

uopo basta esser

tal

sulla nostra natura

riflettano

si

oggetto

e'

è

l'

intelli-

coscienza deve investire

la

L' empirismo è

per conoscerlo.

•K

^.

la

nega-

zione della verità obbiettiva, perchè non può render ragione

necessità

della

E

scenza vera.

Ma

e della validità

che senso prende

in

assoluta della cono-

necessario ammettere un elemento a priori. l'a

priori

Bonatelli

il

per qual ragione io sono costretto a pensare in

O

questa ragione non

bisogna riporre tiva,

assoluta,

tiva.



un

e se

e' è,

non possiamo esser

allora

e'

è

non ne so nulla

dell'

le

l'apriori

del pensiero, che

immaginazione o

e

subbiet-

attività fantastica,

forme o leggi del tempo e dello spazio. è

una necessità che esclude

duplice,

ma come

tale

essendovi

come

contrario

il

e principii di una necessità, che impossibile,

;

ovvero

della nostra verità;

certi

?

modo?

ragione in una verità ideale, ogget-

siffatta

apriori

fonda

si

tal

causa e fondamento della nacessità

che sono

come

pensiero,

questa necessità soggettiva su che

egli osserva: e

Al Gal-

?

luppi che ne faceva una necessità soggettiva del

rifiuta

che non

il

c'è

impossibile,

contrario

deve

E

principii

non già

essere, seb-

il *

Cfr.

di questa

vita

l'altro,

" *

alla

prodotto composto della realtà esterna e dell* intima na-

" il

di

hlr

realtà".

modo

cipa in qualche

Dunque, oggettivismo.

critica

tutto

non

soggetto, poiché l'azione parte dalla realtà esteriore, parte-

".

tura delle cose

245

Francesco Bonatelli

O. e.

Non

realistica

di

p.

34.

giova qui rilevare e

1'

interpretazione

le

oscillazioni

idealistica

del Bonatelli tra

dell'

herbartismo

:



l'interpretazione 1!

altre

incertezze

queste sue dottrine più giovanili. 1



1

il'

Le

246

contemporanea

origini della filosofia

bene possa essere. Ad esempio dei primi duce i principii d'identità e di causalità, Lotze sempre

al

si

Lotze

come

.

Una

deve

che

dottrine

delle

miscela invece

Herbart e di

di

Trendelenburg e quel che dice delle due funzioni a priori della affermazione e della negazione, di cui tratta con magreale è essere, Con Herbart afferma che attribuire alla possibile e non che modo ^ per

giore larghezza.

pura posizione

il

"

realtà esteriore la negazione.

L' affermazione,

del pensiero entro se stesso, è

zione reale; essa ha dunque

Ma

il

medesimo non può

il

riflesso

il

affermato,

dal valore

e da reale divenuto quindi ideale. Bonatelli passa a cercare V origine

certo,

viene

ad

',

pare disdica

attribuire al

reale in se

un correlato della negazione soggettiva. L* attività nel suo svolgimento pone se e respinge tutto ciò che la contraria ;

sale.

dell'attività

L'essere, determinandosi, s'individua;

univer-

individuandosi,

individuo si limita; e, per limitarsi, respinge dalla sfera dell' ciò che non le appartiene. L'essere poi si organizza; del-

in

delle

idee quei

gli

si

conchiude

impedimenti e

sono rimossi

dall'

energia

alle

parti

dalla lotta tra

il

male ed

il

Mikrok..

2

O. e,

^

Log.

p.

lib.

V.

cap,

12.

medesima

se

e

negazione

della

sono si

fissati

dalla

determina

;

lui,

dell'esfissa

attività

allontana

determinante

per

;

bene

mezzo

che sorge

'^.

l'

si

vuol quasi

positiva determinante, mentre e

attività

due

attività

sono

ef-

fettivamente distinte.

7.

Ma, checche ne

dei singoli elementi a priori

sia

messi dal Bonatelli, è chiaro che per

sono pure categorie

come fatto

la

^:

s'

del

destituita d'ogni

Ne

soggetto.

è visto, egli ha avuto

fondamento

vede benissimo che se

delle

le

questi elementi

anche

la

metafìsico

O. e, p. 86. O. e. p. 87. O. e, pp. 35-6.

amnon

negazione,

coraggio di darla

il

intuito,

lui

come

af-

trascendente.

categorie altrettante idee

non

si

viene a capo di nul-

categorie sono richieste alla

conoscibilità degli oggetti, concepite le categorie

3 Il,

mezzo

dal Trendelenburg e dal Bonatelli le

2

76, 80.

per

nelle cose

r energia ripulsiva del Trendelemburg

dissimulare dietro

cap. 4.

Untersuch., voi.

di

fuori

miscela apparisce chiaramente in questa conchiusione:

in cui

* *

essere posto

ripulsiva dell' idea

fare

anteriore

I'

della negazione logica finalmente rappresenta la negazione morale,

l'

è logicamente

Bo-

il

anche prima che

forze contrarie, che nella sfera organica dei

Pure riconosce che a

tutto

che

in

le

di cui lo spirito abbia

il

conchiude

già,

metafìsica,

così

logica,

limiti,

e

organismo

idea di questo disegno,

imita idealmente la posizione reale

sé e quasi direi

determina la legge di formazione e sviluppo, è forza impellente del processo organico nel tempo stesso che tutrice e conservatrice dell* organismo. Infine, questa idea del tutto

l'

1*

Non

*.

pensiero, che dentro di sé ricostruisce

positiva che

stessa

questa ripulsione nello sviluppo dello spirito pratico genera psicologicamente la negazione ; e una specie di negazione

genera anche fisicamente nello sviluppo

il

La

la

"

manifesterà

si

disegno conosciuto o

il

sua manifestazione spirituale, sia tutt'uno colla

alla

riflette

nel ca r^po

metafìsica della ne-

gazione, sulle tracce del Trendelenburg

herbartiana:

ma

reali

perchè

oggetto

1'

nel soggetto, che

negazione logica:

idealmente

Ma, quando

ossia

il

";

essere compiuto

sere per via dall' affermazione

posizione

ideale della posi-

negazione

della

dirsi

per effettuare

che l'energia ripulsiva

pervenga

come

suo corrispondente nelle cose.

essa suppone già V affermazione,

tesi

la

"

morale

libertà

natelli,

6.

come idea consapevole

per distruggere, se fosse possibile,

attiene rilevando T apriorità dei prin-

valore.

cipii di

effettuare sarà

avrà da tradurlo in realtà; e allora la forza

cui apriorità

la

chiarisce riferendo e riassumendo alcune pagine del

E

da

Bonatelli ad-

il

247

Francesco Donatelli

in Italia

come og-

Le

248

origini della filosofia

altre categorie

occorrerebbero

getti,

contemporanea

perchè

lo spirito

rappresentata.

potesse

Come

spirito.

riflettano

nello

poi

spirito

senza

quale non

la

E

è un mistero.

l'ordine di natura è pensiero creatore precede, informa e muove creato \ Platonismo, si vede, del più schietto.

sensibilità

non l'aiutano

il

nalità dell' Io.

i

Quand'anche terno,

viene

rappresentazione

e la

Pag. 73.

«

Vedi

3

11

nello stesso voi., p.

studi psicologici,

103

n..

e

percezione

La

coscienza e

Padova. Salmin, 1872.

B. dice, o ripete, che Kant dalla

interno

p.

inesatta

il

del

fenomeno sarebbe pure sempre un

questo senso

In

medesimo che

nostra

reale

l'Io

di

non poteva

esser altro

che

senso

conoscenza fenomenica, se Kant non riusciva a una forma a priori (il tempo)

attrazione che per Kant sarebbe stata

la

vita

il

senso

interno.

— non guardando — può ben essere

un

Ora

o non

se sia

riguar-

si

dovrebbe, anche

esso è tale,

ipotesi

nella

kantiana, affermare

come ne abbiamo coscienza effetto.

Che

e che noi ce

lo

é quanto dire la coscienza della

temporaria essere veritiera.

come dimostra

non cade soltanto

contenuto

il

:

negazione della stessa conoscibilità

In conclusione,

qualche esiste

*

Die

Knttk, 2

dell' oggetto.

e

senso in-

la

questa,

di

percezione

ossia

i

fatti

l'osservazione interna, interni di

ma cui

abbiamo coscienza, che sono poi fatti reali, benché prodotti magari dall'azione di un ente sconosciuto: fenomeni, ma se per fenomeno s' intende la manifestazione dell'essere.

in^

a considerare la usata per questa coscienza di sé sarebbe stato tratto negare ad essa il interna come una specie di senso e quindi a

sottrarre siffatta cognizione alla necessità di

(noumeno)

il

risultato reale di

dell'essere estratemporario

In terzo luogo: nel tempo,

284.

denominazione

Bo-

il

lemporaria, onde abbiamo co-

della nostra vita

rappresentiamo come esso é in

cosa

meccanismo

fenome-

la

Ueberweg \ che

dato in sé e per sé come una forma di esistenza e come oggetto di cognizione.

fenomeno (p. 91 ). valore di vera cognizione, riducendo anche l'Io a puro percezione interna questa chiamata, l'avesse Ora ciò non è esatto. Comunque

Ne

fenomeno

immagine bugiarda

anche *

1*

cioè la nostra vita temporaria

cotesto risultato,

psicologica,

tenore,

il

tuttavia siffatto

sia un*

veramente conoscitivo, pura visione di ciò che le cognizione fornita di verità materiale, cioè tra la

ammessa pure

luogo,

non ne viene perciò notato

della

principio gratuito che

sul

secondo

In

offerto:

corrispondenza

di

è.

clau-

fenomenalità della coscienza

appoggia

si

Lo aveva

processo che ha luogo tra

,

atto

la

scienza, nascesse dall'affeltare che fa l'esser nostro estratemporario

percezione sensitiva in oggetse stessa non contiene un criterio della sua validità di sé, che coscienza o percezione dalla rifarsi Bisogna tiva. ma non è una cognizione fenomenica, come vuole Kant

un

questa

cita:

natelli

La

soggetto.

con

legata alla forma a priori

sia

soggettività del tempo,

la

pla-

di certo a superare l'opposizione al

può provarlo

si

subbiettivo.

sia

l'apriori

tempo),

(il

il

Vediamo ad ogni modo quale sarebbe il processo della cognizione del mondo esterno. In questa parte il Bonatelli aderisce alle dottrine del Beneke e dell' Ueberweg \ le tonica dell'oggetto

Bonatelli

il

che questa cioè

di se,

8.

quali

secondo

L' argomento di Kant per

ne pur quella dello scetsarebbe possibile nessuna Bonail tico. Il pensiero, infatti, tutto il pensiero, secondo T uomo è posteriore alla realtà, neltelli, se per verità,

anteriore a questa, ossia

da

oggetto

dicante dimostrazione.

potrebbe pensar nulla, perchè non

si

dell'

conoscere: questo apparisce alla coscienza per quello che

siano un riflesso è una nostra incrollabile convinzione,

Che

conoscenza non c'è mediazione

In questa

di organi o di forme estranee alla natura

appropriarsele. Certo, queste categorie, per aver valore obdello biettivo, debbono avere una realtà trascendente, fuori si

249

Francesco Bonatelli

in Italia

cosa

"

che

l'oggetto

ha

o accade in quel

log. voi.

Theorie der

XXX.

Pagg. 93-4.

Cfr.

della

percezione

interna

è

esistenza in sé o a dir meglio che

modo

appunto, in cui è percepito ^

Wahrnehmung, nzWa System

d.

Zeitschr.f.

Logik, § 40.

philos.

u.

philos.

1

Le

250

origini della filosofia co ntemporanea in Italia

Francesco Bonatelli

Conclusione che. secondo Kant, veramente esorbiterebbe un po' troppo dalle premesse le quali si riferiscono vuol sempre al fenomeno, laddove la conclusione da questo 9.

:

passare

noumeno:

al

&XXo Y^vo?. La (e di cui poi

una

jiexà^aat.; eIq

temporaria, di cui parla

vita

interni,

fatti

i

che sarebbe

ciò

TUeberweg

del terzo argomento, non pare

una reduplicazione) data immediatamente ha mai negato nella coscienza è fenomeno; e Kant non del senso contenuto il appunto sia fenomeno che questo una entità interno. Che poi questo fenomeno sia dovuto a siano altro che

benché inconoscibile, anche questa è dottrina di Kant ma da questo ad affermare che tale entità esista o accada un quel modo appunto, in cui è percepita, ci corre ;

reale

in

La

bel tratto.

conclusione

per

altro

contraddice nella sua

pretesa apoditticità alla dottrina dell'apriorità

ammessa tività

;

apriorità

dal Bonatelli:

e oggettività è soltanto,

del tempo, già

che è certamente soggets' è veduto, per un esi-

come

genza indimostrabile.— Bene avevano

TUeberweg

e

il

Bo-

interiore ed natelli il diritto di correggere la fenomenalità, quella sola esteriore, della conoscenza kantiana; ma per pensiero via per cui ciò sarà mai possibile: concentrando realtà della e realtà nello stesso fenomeno insistendo sulla non parma fenomenalità stessa sua nella temporaria vita ;

;

lando

più

di

dell'azione

un

ente

sconosciuto.

Realismo

di ricordare a titolo

d'onore per

miani, ne anche

ne

Qui dice che

in

se;

e

dall'uno all'altra non ci sarà

Galluppi

il

mento \

se

segue a

lui

Di che ragione.

il

fenomeno

attribuito al

chiamata

d'una volta, e già

in

questi

non

di mira la stessa

di cotesta intrinsecazione

esteriori) in questa

weg

E

con

la

pur

dell' Io,

immortale Galluppi, d'una

parati dallo spirito, siero all'esistenza,

*

• si

Vedi sopra

E

la

chi getta

Anche

Philos.

B. ripetè che

la

la

lui

domanda

regione dell'esistenza son se-

".

di

Vedremo

il

il

a

nello scritto T>ie

u.

philos. KriL,

N.

Philos. F..

wie auch der Grundenfehler ebbe poi

in

Bd.

qui

lialien seil

LIV

Galluppis

sentasse la conclusione del

der itaiienischen

1815

(1869), pp.

"

(p.

"

(nella

134-58)

come sostanza der Grundge-

136). In questo

Mamiani rappreGalluppi, del Rosmini e del Gioberti. " Die drei Philosophie, die von Galluppi, Rosmini und Gio-

grave torto di sostenere anche

sind, erscheinen

bahn des Grafen T. Mamiani

m

ma anche

dottrina galluppiana della coscienza di sé

danke

berti vertrelen

vi

Kant per V innere Sinn;

scritto

Momente

ponte che

parole.

si

il

al così'

del Gal-

108.

p.

stessa osservazione fatta

Pag. 95.

non s'accorge

un ponte per passare dal pen-

all'oggetto ?

una vana questione

fa

per

Ueber-

veduto dal nostro

anche rispetto

siffatta unità

mondo esterno. Resterà " Se gU oggetti, se la

1'

chiave del

la

dell' Io,

del bisogno imprescindibile, chiaramente

:

intravvedendo

fenomeno e del noumeno, che

unità del

problema della conoscenza oggettiva

luppi

(esistenze

dell'oggetto sensibile

additava nella vita temporaria

detto

s'adombra

conoscenza,

coscienza sensibile;

avendo

pure

Bonatelli,

il

della

oggettività

Saggi,

pensiero del Galluppi su questo che già avemmo occasione parole, quelle punto, espresso in

prese in considerazione

senti-

valore di rivelazione reale di tutta

il

interna ed esterna.

la realtà,

^

Bonatelli, educato nell' herbartismo,

mos-

Poiché,

vuole compresa nella sensazione stessa

tuttavia egli

Zeiischr. /.

Più

via.

d'ogni sapere la

torto

psichica e dell'esistenza esterna implicita nel senso di sé, é

10.

Ma-

una manifestazione indubitabile delle esistenze esteriori " ^. In questo tuttavia si può vedere tutta l'inferiorità del Bonatelli rispetto al Galluppi. Il quale aveva giustamente

il

diede

il

significato.

pigliar le

altra

come cardine da

stesso,

profondo

il

mentre sembra

"

quantunque egU riconosca percezione di

Ma, come

\

lui

apprezzò

se dallo stesso principio, in realtà

loro, herbartiano e idealismo kantiano sono così opposti tra del Se dell'altro. negazione la dire ben che Tuno si può fenomeno si fa una manifestazione della res, questa resterà

sempre una cosa mai tragitto.

lui

251

sàmmtlich wider "

(p.

152).

in

lui

che

il

der philosophischen Lauf-

i

•V

Le

252

origini della filosofia

contemporanea

253

Francesco Bonatelli

in Italia

•^"

t

getterà

il

Bonatelli

col

Ueberweg

suo

da

e che sarà un ponte non dissimile

vano pure

gettato lo Schopenhauer,

e col suo Beneke; quello che vi ave-

Lotze e

il

tanti

altri

1

cedere

alla

cognizione

mondo

del

e

se

pensiero nella coscienza di

esterno.

suoi

de'

"

Avendo

avrà meprimamente un oggetto, una cosa in se, egli non che di lui, di fuori entità a penetrare nella stieri d'altro, fenomeni dei mondo al applicare e se fuori di ripetere

quella notizia, che gU e inerente, di se animistica antropomorfica la tendenza del bambino; la quale

si

viene

via

medesimo

".

dell'uomo

Donde rozzo e

correggendo per

via

che contraddice alla nostra creche in ogni denza, e sottentra la tendenza mitologica, identico a tutto in ente un più corpo estemo non finge nostro essere 1' del 1' aspetti degli altro or uno or noi. ma effetto

dell'esperienza,

dell'esperienza riusciamo in interiore. E sempre per mezzo come una serie di enti esterne fine a concepire le esistenze togliendo dalla dall'uomo, allontanano si gradatamente

che

mediante la conozione reale, che noi abbiamo di questo compatibili col sono non scienza, tutte quelle qualità, che più ultimo da l'elemento materia, alla fino fenomeno esteriore; noi concepibile, stanza;

il

come base

dell' esistenza,

nucleo della sodella co-

quale, anch'esso per analogia col dato

scienza di se,

concepiamo come

forza,

attività:

cipio era valso allo

sforzare la porta chiusa

sostanza del mondo; della cosa in se, e a fare della volontà la al Lotze di supporre, lo stesso principio aveva dato modo non e' è diciamo così, il suo spiritualismo animistico. chi

non

veda

com'esso

sia inferiore al

tismo, e molto più a quello

del

principio del' kan-

galluppismo.

Il

principio

principio

A

Kant non faceva

difetto

1'

all'

escogitazione

d'

un

ingenua conoscenza

del mondo esterno: sibbene non pareva possibile dimostrare che questa conoscenza fosse altro che ingenuamente oggetEgli,

tiva.

s'

è

detto

tante volte e ci sarà per un pezzo

bisogno di ripeterlo, non cercava

Kant, e

in

ciò va

riposto

valore

il

trascendentalismo

il

carattere

il

ma

genesi,

la

della cognizione; e in ciò consiste

differenziale

di

della

della conoscenza rispetto alla psicologia. Costruito il microcosmo per analogia all'essere contenuto della coscienza di se, resterà sempre da vedere se questa nostra costruzione risponda o no all'oggetto reale, che ha agito sul senso esterno. Il ponte, come ognun vede, quel ponte richiesto critica

Kant non

dal Galluppi, resta ancora a gettarsi.

bisogno, e lo sospirava tra

noumeno; Galluppi, aver affermato che

Che

12.

dente,

se dal

il

suo fenomeno e

in quella sua dottrina,

concetto di un

il

mondo

tal

tentativo di estendere

o

l'

ne

aveva

immaginario

ha

merito di

il

ponte è assurdo.

sensibile ci volgiamo al trascen-

Ueberweg,

Bonatelli, senza più la guida dell'

il

invertire

Io

fa un procedimento

stesso

analogico dalla conoscenza sensibile alla conoscenza dell'assoluto

;

e in questo tentativo ricade nella stessa confusione

della gnoseologia con la psicologia.

pensiero discende da se per concepire

feriore,

Ma

^^

un

è

il

ri-

intima. duzione possibile del concetto della nostra vita stesso prinFin qui con l' Ueberweg e col Beneke. Lo

Schopenhauer a

perfettamente

sia

spirito,

processo per cui lo spirito pervenga

Il

ultima

e

il

raggiunto

atti

al

psicologico; laddove la questione kantiana è questione gnoseologica.

Egli intanto e certo

.

dato

processo reale dello

!

d'aver " guadagnato un punto ". nel mare del dubbio Tàncora gettar cui a sicuro e saldo, prodifficile Da questo primo rudimento di cognizione non è 1

non concesso che

dell' analogia,

rispondente

applicandovi

qualità. Inversamente,

con

mondo

in-

progressiva riduzione le proprie

deve ascendere per concepire un mondo uno spirito perfettissimo al

di enti più perfetti, e finalmente di sopra di tutto il

l'

meno, come sarà

pervenire

al

universo. possibile

Ma, il

se dal più

contrario ?

concetto dell' Infinito

movendo

si

può cavare

Come dal

m

si

potrà

nostro io,

dalle sue attività, dalle sue sensazioni, se tutto ciò cade nella sfera del finito?

C'è aperta una

via,

dice

il

Bonatelli,

"per

m

iur ì-umI

i';"

Le

254

origini della filosofia

cui lo spirito

lanciare

contemporanea

umano può superare

ceano sterminato che

quelle

di là di

al

del

le barriere

stende

si

quale tornerà a più riprese

sulla

teoria,

distinzione tra pensiero potenziale o involuto, o, lo

uguale

Ed

".

della

',

X

è numero degli abitanti della città di prodotto di 325 per 562 meno la loro differenza; " il

e.

al

voi avete una nozione di quel numero; voi lo possedete in

ma

voi,

Per pensarlo

involuzione.

allo stato di

Ora

".

la

nozione involuta non è

perciò è nulla: essa contiene e insieme

siero attuato,

la

esplicita;

la

effetto,

indi-

ma non

legge, la formola del pen-

coscienza

la

in

da me

esplicitamente, converrà eseguire le operazioni

cate

sua

possibile

della

esplicazione. Così la matematica costruisce la scala dei nu-

meri, pur non potendo mai spingersi oltre un certo confine,

sempre

di là dal quale resteranno

numeri

maggiori:

inconcepibili

processo analogo lo spirito assoluto

"

:

che

nozione

s*

numeri pur

e

innalza

smisuratamente

concepiti.

Con un

concezione dello

alla

per noi rimane sempre, per

salir

^ La formola, la legge dell'ascensione è nell'idealizzazione progressiva dell* Io. Ma, benché di questa scala non sia dato raggiunche facciamo,

di involuzione

allo stato

troveremmo che



si

Un

lassù.

compone

concetto inconcepibile; un concetto

della rapprasentazione della legge d'ascensione e della

consapevolezza che per quanto

si

salga

non

s'

avrà mai

l

coscienza e

il

interpretazione d'alcuni fatti

psichici per rispetto al

Roma,

dagli Atti della

Salviucci,

pp. 5 sgg.; e «•"

pp. ^

1881

'^estr.

Trucioli di filos.,

70 8g. Veramente

in

Riv.

ital.

per la costruzione dei numeri

siero involuto nella formula

esplicarla" (p.

1*

oggetto

nebbia che circonda

di un Iago;

mento

1'

il

a cui

si

riferisce

vertice d' altissima

anima sente che è arrivata

all'

107).

La

con

"

di più

la

pensamento delle

R. Jicc. di filos.

il

religioso e

della fede

d'

un

sacro

montagna o vela

mistero

sfondo

lo

ultimo confine delia conoscenza

comincia

quella

del

senti-

*.

A

parte il valore filosofico di tale conclusione, che è poi rimasta la conclusione definitiva del Bonatelli, ci piace solo notare che anche qui si scambia un processo psicolo-

gico con

un

processo gnoseologico,

posto della idealizzazione dell* Io

Questo metodo suppuò giovare a spiegarci

come

si pervenga al concetto potenziale dell'Assoluto; ma è troppo chiaro che non ci dice nulla intorno alla validità obbiettiva di cotesto concetto. E la ragion dell* errore,

così per la giustificazione del concetto dell' Assoluto come per quella della cognizione del mondo sensibile, è sempre una: il voler raggiungere l'oggetto, dopo averio supposto

del soggetto, laddove tutto il movimento del soggetto non può essere mai altro che un movimento interno, un mcremento dello stesso soggetto. L'errore additato già dal

fuori

bravo Galluppi.

13.

Line,

a

1,

B. faceva consistere

coscienza

della

idee,

1880-82),

(1886),

Bonatelli ha un certo sospetto dell'errore

Il

perchè

si

propone da se stesso

1'

obbiezione:

"

commesso; Noi abbiamo

^^

che ognuno dorme e

dirsi

e anche per se stesso, rispetto

a

ciò di cui gli resta pur sempre di rendersi conto: e la vita dello spirito è

un continuo

il

anche

lui,

un mondo

svegliarsi in

positivista se afferma quel

Certo,

che

e nega quel che questi

il

nuovo.

metafisico afferma

afferma,

e

sogna

egli

Taltro è desto.

14.

— "11

nome

di

fenomeno, protesta

il

Cattaneo, nelle

scole non esprime ancora tutta la potenza del

bene.

Il

fatto,

psicologia

la

rebbe oggi)

i

dunque, è

nostri simiU,

il

i

il

a

invano

tutte

le

mutui impulsi delle

Cattaneo svolge

filosofia

:

noi.

dello spirito,

ricercare

nella

Onde

concetto già accennato nel saggio sul

la

del

al principio sociologico

concetto, di cui aveva più

sacrerà più tardi una serie di letture

e

di-

si

mente

sue idee. " La nostra mente menti associate " \ E qui

Vico, e perfettamente conforme

Comte

E E

".

in quanto foi-za.

perchè operanti su

e l'ideologia (la s'affaticano

solitaria l'origine di oscilla tra

l'essere,

fatto

ampiamente discorso

all' Istituto

cui meditazione costituisce di certo

il

in

con-

Lombardo

:

maggiore sforzo

„;„chfira giustnica. 1

^^'l^l^- ^''\'''^'r relativo)/ nel monao

j 11 1 svefiliato dal sonno, ^rv;r;i/^ che A\f^ s*è s e sverna speculativo dello spinto •

altro,

una sua Prolusione nel liceo ticinese del '52, a cui

sogno cioè,

»"°ne, con se da conquistarle spiritualità. della

prima è slargata e arricchita. L'entusiasta, forme specifiche e concrete, si volge

e plauferente

59

1

La

lettera

ad A. C.

fatto

sempre anche

DE MeIS premem

^ancl,.. frama,enti autobiogr. pubbl. d. P.

a

La

lui.

La

verità,

giovin.ru. di F. Je

VlLLARl, Napoli, Morano. 1889.

Villari

Pasquale

60

Amtiie Gabelli

e

Capitolo III

madre.

.1

patria, la la giustizia, la I-umanità, la libertà, ogn.

dovere.

-sa ""ta

e

b

sacrifizio.

ha

un'onda d'entusiasnoo, gì.

gU

a

storico italiano;

nsentue

fatto

alla

ha dato sempre di commozione inspirato un forte accenno l'antico vigore e 'deahst« Le l'ha rifatto sempre e di esaltamento morale: òialia e sul'a studi SUOI *^'^" r ., J'^»^l! n87SÌ i s""^ lettere menatonaii {^\oìj},

«II*»

T olismo dopo

i

(1895),

avverta,

la

loro radice e ,

riguarda la scienza, consiste,

non

nella

"«'-

per nell'appassionamento immediato



i

V



.

,

Villari,

durar fatica

^^^

ogm torma

dunque, a contatto con

alleata

«^.,la anaspecula-

come

^t°r

teoncamente e «tqua

*

Cfr.

personali,

p.

4Ó2

ed a

:

"

tutte

Noi però non vogliamo le

esagerazioni...

aver detto che la scienza, per ora,

tener dietro a tutte le opinioni

Vi sono,

è vero, alcuni

non può conoscere

altro

,

per se stessa, senza

per moao a un aprion e buia

"

oc-

coerente e

fatto,

storia pensata, e cioè pensiero.

esser positivista bisogna

sitive,

i!

la metafisica

h nulla, e

illuminata

e dal positivismo!

si

'ce

:„i„ vo. sociale, vm

mondo •

"^'

M^^

sono

psicologia della vostra le induzioni unenuaree ed accertare f speumen sul quale ^^ ^^^^.^ una fiaccola che sua volta, diviene

'

la

umano

,,^.3

nazioni

delle

i

eia

e*

ma

,,„ H «erto

ha quale j^

.1

lenza storica, e

non

da non esser più



"'' ^7"Z""\^ i*-K6* del che it- kagi trovato '

.

^

geneic,

i

^

ranno saranno

..,/. e *uiu.io ^

oltre

idealistico de! Villari gli

'Ondenti a

'

re: e.

i. ..,.-

che

',

a capire, che

ulea del

l i

di esse

...,,o„

1.

Il

nagazioni. perfettamente logiche degli sco-

le

del (

soluto lievi. e. ano nel constatabile e nel prevedibile, T istinto

giudizio).

_

allora

lari

..,,,,

o '»^""''"7'^, ^^^-^^ c..t.ca legittima (che e la scienza una nissimo iiwaiiii la conoscenza ;ni-^pdpie mtenaeic si vuol ^^ pei id^^^ se ner e «#> a.:. ,^^^^ ^olraiito solcamo non tocca

come

di cui

Contro

9.



,

,

,

da non potersi

anzi

stesso

questo 4

schiettamente osservare che le idee Ignoranza d storia. ..-» ° bello: il „,^„J^rebbero encicreouciu punto i^ ^».i.;,r** Al l^-nt non compi d. Kant «,ggett.ve beammette J^j ,^ jj Kant .

della realtà,

investigare ne anch'essa.

e con usione di idee ^w"'

gian

a

ti

acc*"^--i;".to

f.ir,a-pnp'it° f"g---^':';

e

Ma ma

,r-.an^nenza espeiienza. dell

Lwmem

r^cirmoiamoc restringiamo^

dunque,

obbiettività di sorta:

Idee non hanno idee

Le

.linil tutto

69

gabelli ViUari ^Arisfidc

^^^^^^^^ ^

relazioni di questi fatti,

che

le

verso,

idee in

astratte

ovvero

le

leggi,

sono sogni, ecc.

Ma

dicono che tutto essi

il

i

che

quali, i

dopo

fatti

e le

resto è illusione,

ricadono allora, per un altro

quella metafisica scolastica che vogliono combattere

".

n luno tutto o loro . o dir Ui-r. a j;, Rivista, continuassero non che posizione filosofica ^punt; non •

ce

E

.to a./-.u/.

che

pretesa del Villan

la

suo positivismo

il

ile. CK.

Capitolo III

e Aristide Qabelli

Pasquale Villari

70

tono semplici

Ora

*.

^PO^. qj"

da un'altra

10

lunga carriera -66 scritto del niente

cupars, solo di

avvenne

gli

filosofiche

ma non

;

tralasc.ò

m

gettate „.are e ribadire le idee

f

per

occasione di

r

quello scritto,

italianità

degFitaliani

II.— Una smo^ inteso

tutte

per

iendosi amare

di Aristide Gabelli,

tori

nobile

nella

co

^ diverso e che

\

ao

stesso fatto materiale

che lo rende

costituisce

invece

k

umano,

può dare un valore

tologia

^. l

essenza della

è ut statistica e siausiica r..r?ì certamente; e pero la

--j«

sfugge alla è quello cKe sempre

le.

st

4

anzi necessaria;

la ìel

DJ

personificazione

ricevono

la

oc-

quasi

loro

il

ancora un significato storia.

È

il

geniale pedagogista di Belluno (n. il 7 ottobre 1891) ^ uno degli scrit-

d-i ^

secolo "Scv-uio

*

ci

siano

XÌX

yviy\..

stati

in

Italia

c.ir.; r.r:,v,: SUOI primi scritti



''-''''

Politecnico

sua biografia vedi oltre

16 ottobre ,

Milano pubblicò nel *66

di

la

; .

N

necrologia di E.

GNF A AMATI /A y* r MMAil, A. G.,

1891 ^'

F vji\ti,uilO, I. SOTTO

MaSI nella AnJ G., r r^ A. v>ommsrnorazione.

1893; 7^. Q» Jlr r^ Studio biografico, Padova, 1893; nonché la sua raccolta postuuia di Pensieri, con framm, auUiosr. a cura di E. TeZA, Padova, Drucker, 1892.

p.

,

Urucker d^

Per

filosofia

^f

ohre

il

libretto dell'

^cienl., /e

ESPINAS, La

1830, pp. 69-77 (dove

IblROPAOLO. e

t

essere,

!365 e dei 1866.

r^

^aris

j, f^^,,

manoninqu

il

metà

radova, Drucker,

slat.s Uca.

^^^^^

Per

*

come

quei tali latti concezione positivistica di esso' si ribelU alla come a sola rimandava constatabili, a cui visibili, tangibili, metafisica: soggettivistica critico della Tvola di salvezza il Ciò che aa uno

seconda

^^"^

menti dei giovam. Positivi

innanzi alle calore e con fede Buckle. e veggasi il saggio sul rilegga smo storico? Si

cui

la

quelli,

catena ideale di cui

possono avere

essi

più efficaci di cose morali, che

sono del

ecc

sempre

le idealità agitate

da

dalla

lui

contraddizione simile può vedersi nel positivi'esso più come metodo che come dottrina,

22 marzo 1830. m.

Ma^^

fuori d'Italia, ecc.

assai spesso

storia

indi-

fatti

i

secondo

atomistico.

la

ora

deve,

si

decidere

stona dell'idealismo.

Uno o

Valen critico sofistico il bilLzioni di qualche instancal) le. per difendere, paladino

carattere,

la

così concepita, coma pervasa dallo spirito e uo tutto organico, non è certo la storia del pole è per sua natura meccanico e

m

sitivisn-i

la

intorno al ora per tormentarsi par sospeso ogni senso --^'^^^^^^^^ quello spinto, in cui

per -o'.aanna^^^^^^^^^^^^^ gran Machiavelli, ora

noi.

un

>

s^ori^

viveaie

i

non siano

che

lettere

non derivino da

non ne hanno più alcuna per

rna

delle

'

la

distingue

si

Al Buckle sembra che

f^"i della

banno con

frase

un suono vuoto, che

rivelare

quasi che questi

i

sillabe,

essere

stona, la quale

la

individuali

'^°'^^'"'>

delle

può

frase

at..osfera in cui vivono e

ci.e

statistica,

Un:

chia^

e che con

di problema della grandezza

Tdeadeir

daT

st

.

maldo

la

fatti

i

per

generali,

^"^^^

dalla re. .z oa_

neo!i studi italiani, L ^^ r.rv; nri^va ere ne visto poi prevalete viva compiacenza ha saltato . dì metodo e sempre rIirKiarazioni u r%.11^ dicmaraziom Di contro alle i^.^fi^^ del estetica ora per criticare l quel tale idealismo, fuori quei tuori ^^,ale del Savonarola, ^***" di i ^^1^^^ r Taine, ora per inneggiale

l

falli

^^"^'''''

'

fanno parte,

'•"-V^.^;'" etta qmstiom

di affrontare

una

o può invece

altri,

poco valore

che. a lor volta,

scrittore.

delle parole,

alla storia

umani, morali, e però

fatti

Innanzi a questa una

destm. d, un uomo, di un popolo

viduali abbiano

nella sua contraddizione egli rimase In questa viva letteraria: nella quale

-

numero

confonde con milione di I

ideahst. le naturah tendenze sparivano troppo visibilmente

che dello

solo pel

compongono. Innanzi

/^f^; soltanto or-

^o^^^fj^^^^

'attraverso la veste

fatti, bensì in quanto sono

sola statistica le è insufficieatissima.

'f"gg-

di

estrinseco e

era tutto

nulla

71

X, 189

//

sgg.

si

positivismo [e

ora

la

sua

philosophie e.périmeni.le en Italie.

parla anche del Villari) lo .crit.erello del naturalistico di

la pref.

del

scienze morali, Torino. Paravia.

A.

CrEDARO

1915].

G.,

alla

in

Riv.

3- ed

de

di filo,.

Uuomo

m

Pasquale

72

V illari

AnstiJe Gabel^

e

Capitolo III

73 ti

.^rrhp nnAenza

e 77 Sulla



una memona civiltà moderna \n Ma

Sagg,o sut^ fi e un '^'^^^^Ja nei iioro organizzarono cimi pensien nensien si . suoi

;

I

^

m

scienze mora/f, ve scusse, lo scrisse CUI in con .„;

luce

dal! autore,

e parve

r

"

vedere sostanziale «:«'i

..

^^-\^

f

Ko

b

tutto

^vi

ci

quel

.n

.e,t,.oni.

il

farci

.

aopo

d. lui.

fatale

ella

ficira fis.ca

beni.inro

rag,one, che percib,

della

dei secoli

«-"

.a.ln

uno

1,a trova

™f

come

-^

^

'ita

ptr

-i

^

o una sene»

deve Cr«to,"^J

.^

^^

_

j.

^^

j

^^,^^^

tacn.i

nita:

ìzi

ma

ne. corso

-*.

^^^^^^ addmttma

i

Faenze, Le Monnier, Lettera

pubbl

nelle

la

al

volume del prot. /^. «a, Vannucchi, Fisa,

^.//« filosofia . ,, /i della piosojia. di Galileo nella stona ,

"

ptacere

'.

".

ad amare

fino

Senza senza

l'amor

di

e

^

'"

L*

'

1897,

^^ p.

la

^ .usioni

per

se,

—'a ti a.

T uomo " "

Come

sentire in certa

può (

la

^"

di cui egli sente di

lar

quanto questa è

stesso

spm-

azione, T

uma-

CI

..

•'r

'.1

^

sua nazione,

stro

^^^^^^

CÌ.AVV.

e se l'umanità co,.

la.

nostra famiglia,

nostra famiglia contro di noi, noi retr---']iamo col no-

amore

fino

stra individuale

a rinchiuderci nel piccolo guscio della nopersona. la

Le

grandiose produzioni dell' in-

nostra ammirazione, perchè que-

ad essere quasi un segreto omaggio reso alla noSenza sentirci, infatti, della stessa natura

stra propria natura.

con r autore

dell'

opera meravigliosa, non sarebbe possibile

compiacenza e l'ammirazione.

1869. note

nascono e

lui i

è contro la nazione, o la nazione

o

la

^

m

_^^^^

^^

;

il

gegno umano suscitano

2

arde egualmente

Da

uo?"

maniera impersonalmente?

rumsnitc

di setta 12.- Era, come si vede, una specie d essere pareva Gabelli al voleva fondare: e

rii

i

e calunnegli altri

-

^

sendre fuori di noi e

sta viene

si

umana

foco deir

V uomo,

il

comprenda,

>on

'tre aspellare

j,

,_^^.^^_

j; Galileo;

^^^^

desideni e

gers!

p.Oji»^>-'-

==

sarebbe condannato a una perpetua

astica, "

e non ancora troppo moderno,

Perei,

dalla teologia

.

.

dog.>a.,..;o

men*

1

quale,

,....oi

tanta prosui-^,

nuove,

parer

..a

di quel!.* infeli

che s'insegna con parte

"

;

",

verta nostra,

P che

se,

in tutti,

i

po-

'

..

^

non

cue

''.

''erso

pensare.

s:iv'esse

i^i

'

Perciò mi paic

amor di

l

sa

ci allettano

à\t in

io

parole,

altre

"

condotto

'''^-^'

di se, cioè

non

u^.'^

t

:!

dimostrare la

nrjo le

cne

,;ealo

e'

d

,.

.

..Italia

non mura punto

e,

iede, d.

Se

insieme di co-

cose male, ciò significa ^

di

preseci-

lo raggiarci a vicenda,

e giuri-

"lelodo scientifico

•=

'

"^

positiv'

.-.-.

perchee

ne con^ clie

!•

piacevole

^^^^^

1-

i'''

aair altro, fino al

lìiosofia

air egoisnfj, tanto combattuto da chi

niato

suo

pedagogici morale

da alcune osservazioni

parte che spetta nelle affé

/'

'

^^^'^'^'^^

'"-1

conseguente

di

.tato

i^

^^^^^^.^^

..^^r"" n. scorgervi io s.esso

eli

e

:

ossia di

j.

aromaes'

;'

}

utile e

^

,

^

Gabelli

al

dica

scoila

lettela

i!.na

^

sua

una

rale utilitaria e

^^^^ .

^^^^j^^

fondata aoch'essa

poiché,

^

r iniziatore d'una rivoluzione intellettuale. II suo libro invece non era altro che un saggio piuttosto popolare di mo-

^ ,^

^

3 apiL

il

die avevagli inviato

:

t

^

^^^^ p^,,^

documento

è e

rito

lilei

delV educazione colla cohnlà. filosofia della

1

Cito dalla 2* ed.

"

accresciuta e

modificata in alcune parti coli' inten-

zione di renderla più chiara": Firenze,

Le Monnier, 1871,

p.

35-6.

V

Capitolo III

Pasquale Villari e Arislide Qahelli

74 Che «ono cogl-

i

congegni in

immensi prodigi,

mezzo

viviamo, coi

quali

ai

Quindi

uomo, m paragone mondi stermmati, che

dall'

inventate

macchine

e le

poiché

vanno errando pei celi ? se ne nsovvengono ?

al nostro pensiero, sospesi a distanze inconcepibili

dei disinganni

nonché compiacersi a conlemplarH, sollevare straordinario, che ci costringa a Anche air apparire d'un fenomeno cometa, più d'una o ecclissl un' d' per esempio, lo sguardo al cielo, come, quasi di paura e d. umici assale un senso che compiacenza od orgoglio,

e

osservazioni Gabelli aggiunge molte acute

il

'i!f

1

1'

1.

che ricorda

il

timi tempi;

rifles-

renni,

La Ro-

una crudezza pessimistica, sempre un lato occorre dirlo? chefoucauld, guardando cosa sia questo che e, non sospettando mai della verità

sioni di

-

-

solo

;

delF amore da

Sé, principio e termine tra

r individualità immediata

versalità concreta

dell'

dell'

uomo

egli

sta e altre analisi necessarie,

il

trasvolai e su

Senza

pal-

que-

:

e

giudizi,

felicità

desidera .lataralmente esser suoi sentimenti i tutti

ss stesso,

questo bisogno modifica

e

governa

è combattuta a ogni

segnazione, con la speranza, con gli errori più grossolani,

credere solarsi.

re delia

da Dio per acqua

l'

lui.

lo affoga,

e nari il

L'abitudine

prime

prove

trovare

dello

compenso

della

mantiene

in

il

vita,

lo soffia

1*

inghiotte,

via...

leone e la terra

la

tigre

eh

e Tana stessa

In luogo di accettare

come

coir immaginazione accesa dai dcsidem.

a*

suoi sensi,

crea

il

gli

vecchi

sentimenti di

cam-

di

riflessione

filosofo

può

poco n poco

può

sentire

in

una

il

filosofia:

dell'amore per

fare

alla

perdita

delle più care

si

tiene occulta,

mondo,

per

um

la

doloroso coraggio delle

rassegnazione tranquilla, e

illusioni...

l'

errore

sentimento

1!

si

d'un certo che di indefinito, che ha orEssa manda nei recessi dell'animo, dove

luce fredda, con cui dissipa

istinto,

eh' ella

distrugge ciò che

i

suoi incanti.

abbiamo

di più

potènza di illudec' e di trovare nelle lusinghe della speranza e dell'errore il provvido oblio delle tristi realtà, in mezzo alle quali

come

di tutta

la

vita... 1'

Lotta fatale,

cui

in

umanità, combattuta fra

racchiude

si

la

sitibonda

la

storia di noi tutti,

curiosità della ragione

e le aspirazioni del sentimento

egli

riguarda i fatti che nascono spontaneamente dai fatti, alle regole eh* egli ha stabieccezioni casuali e di nessun conto

indarno e ripudiando la verità, che batte

a

Un

severità della ragione.

la passione

al

avvede che

e

costanza ond'egli rimescolava

studio e della

tramutarsi

caro

si

i

finalmente nella compiacenza austera e virile di combattere

largo

rore

idee e

e devoto di una famiglia

l'onesta

una seconda natura.

pur di lusingarsi e di con-

fulmine lo incenerisce,

animo

dell'

argomenti dolorosi della sua

comprendiamo

;

le conseguenze,

lito,

gli

Noi

diroccandosi lo schiaccia o squarciandosi respira e lo

altrettante

dentro se

trascinato a

le illusioni

le cose della creazione. Egli esclama che tutte

lo divorano, che

timorato

pagnuoh, e insieme

passa la nostra il

terra furono create

eh* egli

uomo

dolore con la ras-

il

delle contraddizioni pe-

filosofia

eudemonistiche

nutre, nelle tenebre e nel mistero,

e

Così

intitola se slesso

calpesta

figliuolo

poiché la

dolore. Y

dal

istante

a vincere

provvidenzialmente indotto

questa sua aspirazioni

del suo cuore tra le nuove

buon

un

E

quindi la sua volontà.

e

le

crudeli dell attività della ragione, era più che altro una confessione autobiografica. Si vegga il vivo contrasto

verità

Uuomo, amando

tra

effetti

non potrebbe raggiungere

meta!

la sua

e

e F uni-

in se

che sente

civile

oscilla

studiato,

lui

anima selvaggia

Tutto. pito deir umanità, anzi del

felice

strada:

farsi

uno con quella

tutt'

13.— E qui comincia nel GabelH il pathos del sentimento combattuto dalla ragione. Poiché egli fu una delle anime più misticamente religiose del liberalismo italiano degli ul-

liazione.

:plt

la verità a

umano sapere è dell' uomo ".

storia dell'

quanti

Eppure,

E

gran fatica che dura

la

" la

75

mondo

E

la

storia di molti di

religiose,

vismo,

il

che

naturalismo,

dal vuoto che sostituita

questi transfughi dalle

abbracciarono

si

il

il

1860

materialismo:

sentivano

alla verità,

tra

dentro, in

grossa e

e

80

1'

ed erano quella

rude, quanto

credenze il

mezza si

positi-

tormentati verità

voglia,

ma

Gabelli^ Pasquale Villari e Aristide

76

per

che era stata iniera, intera i-uc



quotidiano

pascolo

il

'lV--o.in

turbato dalle passioni?

h egli

pero di

governalo

nel vigor dell'età e della salute,

.

^"'

quau

denze

G

14.- Ecco, I-uomo

all'approssimarsi della

cogli anni,

!o

vio

igiiuiu V.Ì s iconoclasta, puerilmente sentimento. diceva i il che rituali

minio di

pe

e

viril-

,

non .om^ -n dovere, ma

affror^

attenuando decrepitezza.

n..

_

egli pure a lì,

!

iU /^-^iici-oiip' c.oiisegue... alle

.

difilato •"" nconoscendo cnc, non » metatisica -t»A.iU ..«.a

AlUama (N.

nclU

H,o.

.1

voli.,

^

e

Ad

volume Le leggi

il

quelli

Lotta

sulla

storiche

esso è consacrata T opera sua

f

scienza della storia (1873-80), di cui

complemento. Come, per

il

altro,

non

la

filosofia,

Morselli,

il

lavorando

sempre col suo pensiero

intorno alla filosofia della storia, fu degli spiriti più concennella riflessione speculativa, che ci fossero in Italia al

trati

suo.

Non

scoprì

nulla,

buto di sorta al progresso

ma

come

aiicì/ egli,

di cui

altri

il

pensiero

Gabelli,

il

ns recò contri-

dire,

nostro

Villari,

tratterà più

si

può

si

del

filosofico

Tommasi,

i!

innanzi, rispecchia

del nostro pensiero e conferisce

non poco a

;

ed

movimento

il

L.

.o

inten-

dere.

1873.

I

— Pe.

jn ufficiale de! Genio

,oo,. 3. >• ed. Milano. Tteve». 1881. '-• io/j, 2.» D V„ol,«a Voghera, 1875; Roma.

storici,

Marselli tra

il

di cui

artistici,

1855 e

il

1859,

sappia che egli fu tra

si

ultimi

si

ri

trattano

i

primi

libri

del

indovina facilmente quando

&

De

scolari del

gli

volgesse àgli studi

anni delF insegnamento di questo

Sanctis,

negli

Nunziatella,

alla

quando da qualche anno già (1844 o 45) " Io scolaro del Puoti aveva risolutamente rinnovato lo studio della letteratura

italiana

alla

gran

luce

U insegnamento

dell'estetica e della

del

De

filosofia

Sanctis di quegh

anni impresse un'orma incancellabile nello spirito del Marselli: '

*

Pubbl. dal colonn. L.

*

V.

Dal voli.

3

Scritti vari.

Il,

AMADASI

274

(e

de S. dal

1839

al

nella T^iv. m//.

Hai,

1902, disp. IV.

ripensi al Cusani, per cui v.

si

Genovesi al Galluppi, p. 34

di F.

1901-2.

Roma, Voghera.

come

1860,

al

morte, lo studio

è problema filosofico speciale che non includa in se tutta

hegeliana.

sempre potentemente

2 voli.; 4.' ed«.. Totino. Loescher. 1871.

» .In ; 3

ed.,

attratto

più

della storia. meridionali: le leggi

;::ri. //

^

e'

La

conosciuta,

filosofici,

e le cure della vivo interesse per

l'entusiasmo de

tormento d. quelli

il

ha che dal Vico in poi

Seni

fu lu

Gumplowicz

Leggi storiche sono

100/

ufficio

suo

del

più le

2. al

^^^'-\'f\^Z::

'che

sua

la

dell' incioilimento (1906).

a

Vi sUt. hno

Segretari generale senatore. ^f nel 1892 nominato deputato fin dal 1874. ««>•"'