300 38 82MB
Italian Pages [773] Year 1923
||||P|IPIPP|:
MASTER
NEGA TIVE NO. 92-80564
MICROFILMED
1992
COLUMBIA UNIVERSITY LIBRARIES/NEW YORK as part of the
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AUTHOR:
GENTILE, GIOVANNI TITLE:
LE ORIGINI DELLA PLACE:
MESSINA DA TE
19
A
:
23
Master Negative #
COLUMBIA UNIVERSITY LIBRARIES PRESERVATION DEPARTMENT BIBLIOGRAPHIC MICROFORM TARGET Originai Material as l'ilmed
-
Exisling Dibliographic Record — pw^yy I
.
i
.
109 0289
Hi,ii. |«f..JWJL::T
ii
,
i
Gentile, Giovanni, 18754944. contemporanea in origini della filosofia . . .Le 1917-2-^ Italia ..., Messina, Principato, (Studi filosofici ... VII-:: V- l-.-/L22t era.
i j 1/
i
contenta.— v.l. I Platonici.— v.2. I PositiviHegeliani.— V.3, I Neokantiani e gli
sti,—
1917> .2 Library of philoaophy,— Butler in Copy •G-B8-
Restrictioii.;
on Use:
TECHNICAL MICl^OFORM DATA FILM SI.-E: REDUCTION RATIO:_ 35j^_^_ __ IMAGE PLACEMENT: lA
insoddisfatto
filosofico
Certo nepdei mezzi
dello spirito, pro-
le stravaclamasse inevitabile lo scetticismo. E come dopo Aristotile, ganze, in cui si smarrirono i filosofi posteriore ad come dopo la scolastica, sorsero Agrippa,
serve francamente dell'opera loro
come ognun vede;
sorse Pirrone; Io
Charron,
il
Sanchez e l'Huet; e dopo l'impotente emD. Hume; così lo scetticismo, risorgente
pirismo di Locke,
È speculazione pura
come
intelligibili,
astrazion
quella che
facendo,
si
serve delle idee
quanto
al
principio
considerale
direttivo
k
del I
sistema, d'ogni elemento pratico *
il
''Ivi
79.
siero.
solo
speculazione muove.
teo-
'. " Ottime ma, pur troppo, rimaste nel Mazzarella senza nessuna efficacia sul suo stessso pen-
scettici e
esaurito
è stata detta.
la ragione; ne altro può autorità teologica.... Così ogni
la loro
il
defi-
l'ultima parola chiusa la serie dei sistemi speculativi, e che
impotente per ogni verso è
restare in piedi
Hegel ha
Renouvier s'accordano
conseguenza dello scetticismo. Dei mistici più recenti, come De Bonald, De Maistre, Lamennais della prima maniera, Bautain, Ventura, dice che " questi scrittori scovrono lo scetticismo
e
compiuto
speculativa anteriore. dichiarato che tutto di questo indirizzo speculativo, perchè ha principio, da cui è pensiero, ossia che tutto rientra in quel la
che esso è
potersi
il
filosofia
e nell'età primitiva dell'ellenismo non se ne incontra che accenni lontani. Il misticismo sorge vigoroso dopo Aristotele tale,
apertamente,
non
scientifica,
gressivamente l'hegelismo, la cui formula riepiloga
nello spirito greco esso è veramente un'importazione orien-
al
pretesa
corso della speculazione, che vuol costruire del pensiero. L'ingegno la scienza con la potenza dialettica lentamente ma propreparare che fatto ha non filosofico
nitivamente
ma
Parmenide;
legittima
misticismo nella pretta teologia, così è pure
sarebbe un vero scetticismo. misticismo comincia con
nella frenologia per
finito
più rialzare, almeno con
non è più sentire. Bisogna ammettere quindi, oltre il senso, e l'emil pensiero. Ma allora l'imperio tocca a questo; pirismo è andato. Un empirismo universale, disse Kant, Il
rappresentanti
i
con
i
del
filosofia
lo stesso
modo empirico, in un modo modo speculativo (con la pura specula-
soddisfatto in tre modi: in un
tività
La
O. e,
p.
182.
"
(p.
137).
sempre a conforto del pensiero comune contro sistemi filosofici, che vorrebbero turbario e xal sua attività sociale, quasi cptXàOpwTio;
gli
assalti
dei
distrario dalla loczpàc,
poco di Sesto Empirico, lo scetticismo s' è a poco a
al
dire
rifatto
Le
72
contro
aveva
ragioni della filosofia contemporanea in Italia
affermazioni
le
scritto
gno, e
Fichte già
speculativi.
teorici
contro la logica, riconosce a questa in pratica
delFuomo, che l'intuizione è sosogno di quel sogno; e Jacobi, che
nel Destino
pensiero è
il
dei
il
73
Introduzione
nega
le
ma
logica;
perchè
in teoria;
diritto
il
non nega
scettico
lo
che
la forza della
mostra cha essa non può condurre alla scienza.
!..
gran segreto della
magna
Così
del Sanchez,
quod nihil scitur. Schelling aveva rimprovead Hegel di passare dall'idea alla realtà con un salto mortale. Ed ecco infine lo scetticismo " largo ed audace "
minare
rato
tura.
G.
di
parole
le
Hegel:
"
filosofia
vera
Ferrari:
odierna di una
profonda
e
dal
Cousin
al
Ninno può pensare a
Germania.
Dopo
qualche
altra
riferisce
Infine,
morte di
la
cade,
di
filo-
sempre
di
altri
celebri scrittori
tutti
le
somma
delle
li
la
lo scetticismo ?
Vana
con-
come
81.
no
sarà vinto
è l'opposizione comune, espressa in quel detto
scientifico,
Ne *
vale
dire
* Cfr.
Bruxelles, aopra, pp.
ciò
possibilità di
che
Lettera del Cousin
tionnaire,
^
il
la
ma
lo
riferita
che
dal
vi
servendosi
LERMINIER, De
1850. pp. 168-9. 184-86.
consenza
principio.
stabile
Contro
Mazzarella molto giustamente osserva che "
scetticismo
dello
servono a mostra-
giungere alla scienza
di
che
tale
non
ne
\ Così se
"
sia
fosse
come
ricordato
egli stesso!
Manca adunque una
stati suggeriti,
della
il
rivelazione naturale del Ferrari, la
ragione
del Renouvier, e
critica
la
";
alte
il
rivelazione;
i
rimedi, che so-
il
positivismo del Lit-
il
progresso del Prou-
mezzo volgare dell'ab-
questioni metafisiche.
scienza a una
"
Ma
il
e prima
che ragiona e che domanda
la
giobertismo della
teo-
scienza della
sicché identificare scienza e religione, vai quanto
tentar di sopprimere,
non soddisfare
positivismo nega la metafisica,
il
bisogno
e fa della
filosofia
filosofico.
Il
un ordina-
mento e una sistemazione delle scienze. Ma a tale ordinamento ci vuole un metodo, un principio superiore, assoluto;
logica
e quest'assoluto trascende la
scienza prima; e
giobertismo,
dhon,
logia v'è l'Io,
il
sono
trè, la
riduce
sapere scienza " ^.
nega, è
giugnere alla
scettico,
Maz-
oggi è in decadenza, e
quistioni per lui rimane:
qualche cosa,
le
prima, non già che per islontanarle s'abbia a ricever
dcFCousin che nul sceptique ne doute au moins, qu il dante; e si fonda sopra un equivoco. " Lo scettico non nega di sapere
eserci tato dai
fascino
immobilità e mobilità
che è importante ed urgente
bandono delle 80.
il
conseguenze
tristi
tale ciò
che non v'è nessun serio tentativo metafisico. Contro Hegel il Mazzarella pare che accetti la critica del Ferrari '\ E il
individualismo,
una volta negato ogni
critiche
siffatte
S'appella pure
la filosofia
e
sostenibili,
onorevoli mediocrità.
!!
che
logica dominata dalla na-
del
cerca di combattere lo scetticismo per
si
assolutismo
re,
al giudizio
la
regola, solidarietà e isolamento; tutti gli eccessi, egualmente
E allora la Francia e la Germania possono darsi dolorosamente la mano.... Quando Schelling avrà raggiunto Hegel, non resteranno veramente in filosofia, che degli scolari. Siamo un nugolo d'uomini d'ingegno, senza un solo genio " *. cordi nell'ammettere
ma ammette degli esempi
seguenze che ne derivano: ateismo e teocrazia o misticismo,
tutto finisce in
perdita irreparabile, la
natura,
la
(Ecco uno
zarella).
mettersi al posto delFultimo
sarà ridotta a contentarsi
sofia
dopo
Ferrari nega la certezza della logica che vuole do-
il
ragionamenti brillanti e poco consistenti del Ferrari sul
(
delFessenza
Mazzarella
Il
Gans
Tutto
alemanni.
filosofi
espressione
speculativa.
filosofia
scritte
de* grandi
I
speculativa è la
scientia
il
lUtérature révolu-
1
O. e, pp. 263-5.
*
t Jf
O. e,
p.
266.
la
sfera delle
matematiche, del-
Le
74
origini della filosofia
della sociologia;
e importa perciò una
quella in cui
positivismo
Contro
il
stesso combattuta, ossia
un'obbiezione
che
milanese,
luogo d'una logica ne mette un'altra, e in un campo, per farne sentire
in
la metafisica
un
"
altro.
abbandona
Si
da
annulla quindi necessità in
la
dell'equa-
zione e del sillogismo, ma vien su immediatamente una logica metafisica, o cosmologica, o sperimentale, ma una logica in fin de' conti ". 11 Ferrari, anzi che distruggere la scienza prima, ne fa sentire più forte
dice rella,
il
"
domina
Ferrari, la
coscienza
Ebbene, dice
logica.
la
dee
vita
della
La
bisogno.
il
il
vita,
Mazza-
inevitabilmente
dare
una scienza dominatrice d'ogni sapere. Bisogna dunque cercarla " ". È il suo programma, insieme con la propria fede d'origine.
Del Proudhon col suo progresso assoluto, col suo movimento universale ^ si può dire che oscilli tra metafisica e La critica del Renouvier la dà vinta, senza scetticismo.
—
parere, allo scetticismo.
E
quanto
infine
speculativa, e ciò che s'è fatto
E
però
scienza?
Che
tanza.
all'abbandono delle
questioni metafisiche, esso, se è possibile agli spiriti superfi-
ciaK e al senso comune, è assurdo per gl'intelletti speculativi. Con Hegel, adunque, s'è compiuto il ciclo della filosofia
si
è
questione trattata
la
l *
"
Troncate
",
dice giustamente
scienze fisiche e
impera e genera
naturali; ma,
3
cet
ai positivisti. "
se
vi
a*
e del divenire hegeliano.
Or
scienze, ma
ticolo
e di seconda di
C.
mano
Marx,
philosophie (Paris,
del
Sulle
1896).
origini e
il
nella
2'
troncate quanto
positivi e
alle
un assoluto che assoluto meramente
vi sarà
questo
della
scienza
"
(p.
nella
non ha imporpossibile
è
la
seconda parte
secondo il Mazzarella, si trova oggi tra Hegel e Ferrari; tra un dommatismo, che non può esser dispodefinisto ad accettare, e uno scetticismo che può non esser ad ogni tivo, e potrà esser superato, come avvenne sempre 82.
Il
critico,
forma di scetticismo, da nuovi sistemi dommatici. Si separa " validaquindi da entrambi, e si apparta, vedendo il primo
mente combattuto dare
ché
Id il
dal secondo, e l'altro impotente a fon-
"
scienza, anzi risoluto a dichiararla impossibile, benbisogno della scienza resti tuttavia a tormento dello
spirito.
L'isolamento del critico può paragonarsi con la differenza però che Cartesio ne
cartesiano,
273).
al
dubbio
fa
l'
intro-
duzione a un nuovo dommatismo, laddove il critico, astraendo da ogni sapere, si propone di cercare un metodo tale che, al dire di Kant, il tentativo di solo cangiarne una piccola parte, ragione.
Di
ci
metta subito
in
questo momento
contraddizione con
della critica
può
la stessa
dirsi
a mi-
ragione quello che Leibniz disse del cartesianismo, che esso è l'anticamera della filosofia. 11 critico vede innanzi a e sé una filosofia che da più secoli ha cercata la scienza, glior
non v*è
riuscita;
uno scetticismo, che nega bisogno
la
possibilità di
profondo
di conse-
meguirla. Dice Kant, che l'uomo non rinuncierebbe alla per anche né respirazione alla rinuncia non come tafisica,
Da
una parte, la forza abbandonarsi al vieta di adagli bisogno quel dall'altra, dommatismo; ma, schiacciare lo scetticismo, o addorgiarsi nel dubbio. la
paura di respirare un'aria scetticismo impedisce
dello
infetta.
al
critico
di
O
del
valore
Proudhon. è degno
ristampato
principii
sono scienze,
O. e, pp. 277, 280-81. Questo movimento è una miscela grossolana
ficiale
fg^
Mazzarella
metodi e scienza.
principii.
speculativo è obbietto non delle i
il
limitatevi ai fatti naturali,
di lui,
della Critica della scienza,
questa scienza; e insieme un
volete le discussioni,
dopo
torna a domandare:
oggi
lui
fondo,
in
logica dell'identità,
la
Ferrari
del volta
altra
filosofo
il
'.
naturale
dottrina della rivelazione
la
Mazzarella par buona
al
vuol chiudere
si
biologia e
superiore a
scienza
75
Introduzione
in Italia
della
chimica,
della
della fisica,
Tastronomia,
contemporanea
progresso di dell*
Condor-
della
il
senso del bisogno
filosofico.
hegelismo super-
sempre di esser letto
edizione
mentare
Misere
1
de
arla
83. Intanto lo stesso posto, racchiude
un
problema della critica, una volta ben degno di nota: perchè
significato
r 1
Le
76
contemporanea
in Italia
anzi, le
con
in esso
77
Introduzione origini della filosofia
la
consapevole
negazione
cl*ogni
metodo per
..
deve
a possedere
assoggettare al suo
pensiero in tutta
il
impero, perchè
tende
ei
sua potenza.
la
r innanzi seguito dal dommatismo e dallo scetticismo, s'ac-
compagna
la
determinazione del bisogno, dell obbietto. della
nuova ricerca. un elemento negativo, ma non e scettico, perchè corretto dall'elemento positivo che vi si accoppia, e che non è dommatismo, perchè non corre a costruir la scienza, anzi si propone di indagarne prima la possibilità. E nel problema stesso, non volendo uscir dalla critica, bisogna cercare il metodo della sua soluzione. Perchè il problema critico è il principio della filosofia critica; e una volta posto un principio, da esso deve scaturire pure il processo. Poiché il principio è la coscienza dell'incoercibile natura, dell'estensione e delle difficoltà
della
Ce
aspirazione della ragione verso una scienza prima,
il
metodo
non può consistere se non nell'osservare in fondo alla ragione che vuol fare la scienza (non nella ragione astratta e vuota)
gli
elementi,
alla scienza stessa.
i
Risolvere
coscienza di sé
star
mezzi ond'essa dispone per giungere
come
il
problema
quell'attività
vai quanto acqui-
che tende
alla scienza.
85.
L'uomo da
statazione dei
84. Quest'attività
"
sé
'.
storia
il
Mazzarella chiama
ingegno
filoso-
"il gran fatto storico, che la critica trova dinnanti a
:
Esso, in mezzo alle varietà individuali, conserva nella una natura propria e determinata, che si manifesta così
dommatici come presso gli scettici e i critici. Nelle forme diverse che assume ne' tre indirizzi fondamentaH
presso tre
i
medesima forza; per guisa che, se è soggetto una volta ad errare, esso stesso un'altra volta rileva e corregge l'errore; e se pur deve dirsi incapace d'adempiere il suo alto ufficio, c'è pur semdella filosofia, ei mantiene
il
pre bisogno di
L'ingegno fisiche,
lui
sempre
per dichiararlo
filosofico
oltrepassa le
la
tale.
scienze
suo giudizio
il
Ma,
a poco a poco,
esperienza, diventando sempre
che l'uomo
mondo
del
fa
più
e nulla da esse può apprendere di essenziale; che
Diventa più chiara, più
continua e vivace tra
la
natura e
O. e,
p.
362.
la
si
possa sot-
coscienza della lotta
pensiero
il
l'uso
peso della
il
coscienza che
;
angustia sempre più lo spirito, e lo scuote e lo spinge verso la
il
volere e
il
in
e
tra
e
e
pensiero con
il
idee e
le
gli
anche questa
lotta,
effetti, tra
dovere: e assiste così
il
dentro se medesimo. Quindi
lotta
del
che
pensiero
bisogno
il
d' intendere insieme
non-io: e l'ingegno filosofico allora è sorto, e
questo sforzo
il
personalità,
potere, tra l'utile
di signoreggiare il
la
sente le differenze
a una nuova
e
Nasce
sua liberazione.
la riflessione
cerca
se
in
si
1*
Io
prova
stesso
il
di riuscir vittorioso nella lotta tra sé e sé, e tra sé
mondo che
lo
spinga a filosofare, meraviglia non
circonda.
come
Non
è vero che
filosofica,
pensoso dalla opposizione
meraviglia
della
Affinché
la mitologia.
occorre
che l'uomo
natura.
sia fatto
Ma, come
è impossibile che non avvenga, così l'ingegno è una manifestazione accidentale dello spirito,
de a un suo bisogno
la
vollero Platone e Aristotele. Dalla
può nascere se non
sorga la riflessione
questo
filosofico
ma
non
corrispon-
reale e imprescindibile.
86. Esso è per sé atto d'indipendenza; poiché, nato dalla eleva
si
fin
dal suo na-
scere al di sopra di cotesto sapere, e reca in sé la pretesa di poter affermare la propria libertà
Quindi *
ed accorto
savio
forte
pacità di nulla ammettere, che non i
cresciuta la sua
sua soggezione, e comincia a pensare se mai trarvisi.
corso ordi-
al
esterno, egli sente
insoddisfazione del sapere volgare,
matematiche e
semplice con-
limita alla
si
conformi o non conformi
fatti,
natura.
della
nario
mezzo fico
principio è dominato dall' istinto, e gover-
nato dalla natura;
la
libertà è
completa, ossia la cagli
si
dimostri legittimo.
condizione essenziale alla vita della
fi-
Le
78
che
più
quella dello spirito,
secondo
Onde
L'ingegno
in
la
civile
esterna,
libertà
è atto supremo
filosofico
sensazione, non sentimento, non
La
non
razionalità:
di
non
opinione,
nulla che entri nel sapere comune.
tradizione,
sua libertà importa
sua assoluta razionalità: il respingere da se tutto La libertà, dice giustamente il Maz-
la
ciò che e irrazionale. zarella contro pratica,
E
Kant, non è
ma anche
\ l'ingegno tende
facoltà
della
condizione
solo
per la sua razionalità
to e astratto.
la
percezione di
scienza,
deve conoscere
realtà,
le
tutte
aver adoperato
loro proprietà, leggi, rapporti,
p. e.
il
e
le
Jouffroy;
perchè sarebbe allora un'enciclopedia di scienze, anzi che una scienza a se. Essa tende piuttosto alla compressione di quei principii che rendono possibile e spiegano ogni altra intelligenza,
essa
il
benché a questa occorrano poi
Mazzarella esclude
le particolari
altri
scienze
teologia, cosmologia e psicologia. Concetto più
studi.
Da
filosofiche;
non
alto
se
gli
e occorsa
lo il
spirito
O. e,
p.
377.
2
O. e. p. 383. Hegel; come quando
in questo punto asserisce
avente valore umano, se non sia vivificata e
*
O. c„
p.
sostenuta
402.
"
(p.
"
in
non
il
Mazzarella dipende manifestamente da esser
quanto
possibile
serve
alla
libertà,
libertà
razionalità e
vera ed
di fuori, e
del senso, la
deve aver
"
posizione del problema
di
fissare
il
problema e
è pur manifestata la facoltà
si
ha giudicato esser dovere il cercar " L' elemento psi-
bisogno della scienza 1'
'
.
elemento
logico e
1'
ele-
mento morale s'intrecciano insieme indissolubilmente, e s'integrano nel problema della scienza. Coscienza morale, intelligenza e volere vi s' accordano in una sola attività. La quale perciò non può procedere alla soluzione del problema scindendo questi elementi, per riuscire o ad una morale scompagnata da speculazione; o ad una filosofia speculativa isolata e quindi inchinevole allo scetticismo; o ad un arbitrio, che tutto decida a seconda dell'egoismo. L'intelligenza, l'esplicazione di questi elementi può essere
e se quella
mena
impossibile
di fatto alla scienza,
invece, se tra
blema non se ne abbia *
alla
fino
volontà
la
cologico, r elemento scientifico,
È
ne potrebbe avere.
esso
deve
ragione, per elevarsi al di sopra del sape-
la
comune; e per giungere
morale poiché
sostanze e fenomeni,
come diceva
il
distinzione tra lo e non-io;
di cercarne la soluzione; e
è la solu-
uso
1'
visto:
uso dell'intelligenza, per giudicar dello stato proprio; e quindi anche della memoria, senza la quale non avrebbe potuto seguire con ordine lo svolgimento dello spirito; deve
riflesso; ossia
acuì aspira l'ingegno zione del problema fondamentale della ragione, che e intelligenza suprema e razionale del tutto '\ Essa non
La
se, la
è
s
se e
tra
lotta
presuppone
e
filosofico,
della
fatto
di soddisfare
87.
della
coscienza
se e se; coscienza che
tra
filosofico
scienza prima.
alla
problema
divenire ingegno filosofico,
per
Infatti,
scoperta del
saper del sapere,
il
deve prima percorrere un processo, come
alla
razionale ordinato secondo
risolvere
poter
di
Si badi, egli dice. L'ingegno filosofico che vuole
acquistar coscienza di se, non ha dinanzi un pensiero vuo-
re
della speculativa
legami razionali,
al
come crede
scienza?
aver avuto
\
interna
alla
dall'antica.
Europa oggi è quello, ormai
proporzionare
di
tutti,
e politica,
appunto
moderna
Ma
richiede
si
cui formazione,
la
interiore;
la libertà
maggior problema
da
sentito
cittadino,
del
libertà
la
Mazzarella, distingue Tetà
il
il
79
Introduzione
in Italia
I
Ma
losofia.
contemporanea
origini della filosofia
88. Ora, in filosofico
da questa
382). 1
tutti
suppone
P. 414.
la
il
gli
germe
la
scienza:
questa è possibile.
elementi
stessi
del pro-
sufficiente.
questi vari elementi di cui
coscienza, s'adunano,
come
il
problema
in
un foco,
i
Le
80
mondo
raggi del tutto, del
nella loro unità; del tutto,
esterno e del
che
nente e necessario, palese a
dendo un motivo frequente "
Pria che
ragioni,
si
o
si
si
in Italia
mondo
dello spirito,
manifesta in un fatto perma-
sempre:
tutti,
nel Ferrari,
aver
voglia conchiudere col dire Tcàvia pel
La
è anche pel Mazzarella
vita
losofìa, scoperto nella coscienza:
delle cose,
Non
^
"
e include tutto
ragionato
si
lui,
punto fermo della
il
manifesta
fin
da
principio;
semplice apparenza, secondo vorrebbe
il
pensiero che
la
negarla è pur
La
nel
come vita
è
soggetto
fenomeno non potrà mai. è il nulla. Si può pensare la vita; ma il pensa, è vita. Si può anche negare; ma il
alla coscienza di
Fuori della vita
e non
Ferrari.
più che l'apparenza; involge questa e giunge se:
ciò
che
vita.
*~.
za è vita manifestata. Fuori delle sue manifestazioni è se non esistesse per la coscienza
nomeno
e del noumeno,
"
^.
Identifica,
come
senz'altro,
rinunziando alla distinzione del fee
non potrebbe ne
la vita
grado supremo della
fica.
La
quale,
vità.
E
attività e'
come
O. e, pp. 435, 438. '
Tutto ciò che
stazione di vita,
ed
la
ella
affidandosi,
vare
la critica
aprirsi così
è tale
'
il
O. e,
p.
443.
di
al
scopo:
e'
è lo
è vita
te-
sopra
Mazzarella vuole ele-
il
della
e
speculativa,
filosofia
varco alla soluzione desiderata. Bisogna distindalla
La
riflessa.
prima procede per leggi inconsce, ed è naturale ed inevitaQuella ha bile; l'altra ha regole consapevoli, ed è voluta.
senza
dirlo,
a un
i dati immediati del pensiero, e può dirsi essa pensiero naturale. Questa ha per oggetto la prima, ed è coscienza di coscienza, riflessione. Ebbene: l'attività
per oggetto stessa
ragione
della
riflessione
percepisce,
(p. 488).
Ma
pensa è manife-
non
filosofica
coscienza della riflessione.
al di
là
filosofia
è
la
attività riflessa, tività
cosciente
O. e, GentiU
come
ma
la
importa
la
si
può
dire
ad Hegel quanto
coscienza del contenuto della riflessione, è
d'
uno alla la
stato:
un sapere
forma.
—
filosofia
è
il
447.
Un'astruseria: attività
non
l'at-
pertanto in cui
il
ma ben
teleologica.
nostro filosofo, è perciò l'idea
Chi volesse andare più p.
riflessione
la
un'attività cosciente di un'attività,
Lo scopo, conchiude
alta.
è una semplice affer1
E
volontà di pervenire a tale coscienza.
la
vuol affermare che
più
Mazzarella, la
il
dell'assoluto, oggetto della coscienza in
sapere assoluto, c'è
La
secondo
forma di coscienza,
volontà di questa
che
è,
cui contenuto è inferiore alla forma),
(il
mazione. ^
lo
i
è attività co-
filosofica,
guere, egli dice, la coscienza spontanea
90.
coscienza stessa sente, stessa
fine,
ragion
vita della
*.
filoso-
è un'atti-
vita,
come questa
leologica. Qui con un'astrusa osservazione
si
1
e
fine;
è pure la coscienza del
contenuto s'adegua
^
ogni altra forma della
vuol dire
La
ne manifestarsi
essere,
è Y ingegno o ragion
vita
il
Perchè tuttavia questa vita che si manifesta nella coscienza, non sia fenomeno, al Mazzaiella pare sfugga che si doEppure egli kantianamenre insiste vrebbe pure provare sul concetto, che non si può " parlare di vita, se non in quanto ha manifestazioni ", e che " la vita obietto di scien-
vita e vita manifestata,
il
fi-
rivelazione della vita.
alla
quale
Ora
scopo assoluto.
concetto che riepiloga
il
89. Legge suprema della vita è quella condizione, senza la
sciente,
".
accetta egli dal Ferrari la rivelazione
come primo grado
Questa, per
"
inconscio influsso dell'hegelismo.
Ripren-
o dubitato, il fatto della vita come sentita o percepita resta; e sia che riconosciamo una realtà e sia che ci attegniamo alle apparenze, sia che tutto si dichiari immobile, sia che si
sembra pur di vedere un
assoluto soggettivismo, nel quale
Mazzarella dice:
dopo
e
dubiti,
vita.
la
il
81
Introduzione
contemporanea
origini della filosofia
su,
avrebbe già
in
mente
%
1?
I
Le
82
origini della filosofia
contemporanea
in Italia
83
Introduzione
:
.
uno scopo, e rispunterebbe
faro
che
Ed
è
la
teleologia.
la
deiruomo. La ragione non
la vita
riconosce.
ma
crea,
lo
La conoscenza, che
per aver coscienza d*uno scopo e di ciò che ragione serve a conoscere e sistemare forza,
se
non
La
dace non può
mento della po " '.
togliergliela.
vita,
in
"
uno scopo:
quell'elemento
ordinariamente
La
sfera
ella
non
questi
bi-
ad
Si dice, che
ma
perchè
?
il
vita
i
questo è
come elementi
dividono
ed
tico,
pratico,
astraggono
l'un
elementi della vita
di tutti gli
finale;
e oggettivo,
perchè
forma, la più alta, della tutto
né
rende
vita
intelligibile.
la
coscienza
vita.
L
Nulla
il
92.
che
della assoluta libertà.
dal-
il
Io
vuoto.
teorico,
^:
si
c'è fuori
scopo può nella pratica esser diverso ai diversi principio umano, che l'uomo ha uno scopo il
ma
discordie, alle dispute.
pra-
luto della sintesi
perchè è co-
ritiene
Lo
da raggiungere, questo principio è superiore alle lotte, alle Esso è l'assoluto in ordine all'uomo; come il principio che la vita ha uno scopo, è l'asso-
prin-
Raggiunto cosi critica,
come una
suprema.
della vita,
la risposta alla
l'assoluto,
la
di cui tanto
si
preoccupano
i
concezione,
filosofi,
coscienza al sistema teleologico.
"
—è
La
la il
si
che dice: Io ho
*
* \:*\
*! I
«
t
:l
O. e, O. e,
rappresenta in una coil
p.
458. Cfr. «opra,
p.
471.
p.
se
si
sistema
ra-
—
rapporto d'una
sì
che nasce irresistibile,
che alcuni han voluto mettere la base della certezza negli istinti e nelle forme innate, poiché queste e quelli rappresentano la necessità fatale di agire per un dato scopo, ben-
principio dell'uomo,
uno scopo da raggiungere;
della
scienza
certezza,
certezza
dal trovarsi in un sistema di mezzi a fine è
91. Questo principio generale, se
La
come
concepita
vita,
teleologico. In questa
domanda
è manifesta.
se è possibile la scienza,
prima ha per oggetto zionale
può concepirsi senza una meta.
scienza che ha lo scopo fuori di sé, è
li-
non è mai scopo; perché ei sente dei suoi limiti, e, una volta raggiunti questi
\ L'
sentirebbe
individui;
principio supremo, perchè infatti
umano e come sotcome razionalmente consenziente
L' uomo, mirando al suo scopo, segue la sua nadominato dall'assoluto, è libero, non di una libertà
la strettezza
scienza di quest'attività; soggettivo, appunto perchè coscienza;
:
bera, inviolabile
cipio della scienza, subbiettivo insieme e obbiettivo, sintesi
perchè enuncia un'attività
ogni
è pure
vere; perchè distinto dai mezzi, è personalità cosciente,
inseparabili della
è una, e uno dev'essere perciò pure
ed armonia suprema
di
intelligibilità,
primo principio della
il
teorico e quell'elemento
filosofi
ogni
L'Io non è né mezzo né scopo; è l'attività che vuole lo scopo e adopera i mezzi. Di qui la sua personalità. In quanto distinto dallo scopo, è personalità soggetta al do-
senti-
il
il
sicché esso ci dà l'Io
vuota e stupida, ma
sentimento è più
perchè è
è
se,
essa.
tura
teleo-
affatto
primo principio, mentre è legge
il
legge di azione:
La
scopo in
lo
lo son chi sono.
:
ossia condizione di
toposto alla legge assoluta e
seno a cui risplende l'idea d'uno sco-
scienza, che unisce in se,
l'altro.
ma
tutti
si
limiti,
vita ha
vita,
Per r uomo intelligenza,
sua luce è nello scopo; e lo scetticismo più au-
forte della ragione scettica;
La
or
:
una
lei
vero,
il
sentisse bisogni
sogni creano nel seno stesso di logica.
lo
concerne.
lo
L' ispirazione del Ferrari qui e ancor più manifesta. avrebbe
principio di Dio, che dice
mezzo
dell'uomo, non e se non
essenziale
carattere
coscienza che abbia
presenta in una
esso ha in se una dialettica immanente, che
molla del progredire umano.
dice *.
scopo è
il
domina
•*
Lo
di tutta la vita dell'Io: esso è pertanto Tideale assoluto
rap-
197. I
^
O. e, pp. 484, 487.
I
-I
Le
84
"
che limitatissimo
La
teorica, dice
È
*.
sempre
il
T ideale
che
detto di Vico, che
il
vero e
il
—
anche ai cattivi; se è determinato, si ha la mopiena di vita e ricca d*amore e d'entusiasmo. La dignità delFuomo morale, dominato dalla legge morale, secondo la massima " agisci in modo, che la tua azione sia
fa sentire ralità
della fatto
il
convertono.
La
93.
e
nell* Io
questa forza, a
esteriore,
lui
è,
non-io, e Fattività stessa della vita che
il
giunge a coscienza
;
corpo è
il
veicolo per cui
il
può giungere
sua
alla
idee non sono innate. D'innato in noi e* e soltanto e la legge teleologica nostra propria natura '^
che ravviva e
governa.
la
I
sensi ci attestano
un cangiamen-
realizzato.
to; e per la legge teleologica le percezioni son riepilogate
dalla coscienza e assunte nel sistema ideale
ad essa secondo certe forme anch'esse dai bisogni vità dell* Io,
94. siero
i
mezzi e
dell*
dell* Io.
Le
a noi.
attinenti
intendimento, determinate categorie son tre:
l'atti-
subbiettivamente. la forma
pensiero slesso, indipendentemente dallo in relazione al principio
vità verso uno scopo, la logica il
si
scopo.
che
del
il
la vita
è
atti-
sottrae alle contraddizioni sil-
si
ha
la
alla
ali*
moralità
in
astratto,
la
cui
forza
«
O. e. O. e,
p.
491-2. 495.
p.
505.
E
scopo
e* invita
vi fosse altro
la
a
il
scendendo fino lo scopo e dovremmo con
l'
ideale dello scopo, fuori della cioè,
dee venire del
con
un
pugno
di
mo-
in soccorso
Mazzarella
dell'impotenza
veniva in aiuto
sua fede evangeUca.
96. Conclusione più scettica, dal punto di vista
filosofico,
della
Filosofia
darsi.
Rimpetto ad essa quella
Altro che gioberper molte considerevole è Mazzarella tismo! L'opera del
si
2
ì '
1:
O. e. O. e,
p.
un inno
525.
pp. 534, 536.
1
alla ragione.
!
.
fino all'uomo,
quale
il
se,
che scienza,
religione e quella speciale religione
così la filosofia
della rivoluzione è
i
IF
Dio scende
non poteva
»
*
lo
lontano, inaccessibile:
l'Evangelo,
umana.
principio
determinato,
In essa
Se invece non
non v'è scopo supremo *; una concezione non attività, è e' non e poiché senza scopo puramente formale, ma reale della vita, non è possibile alla sola ragione, senza quel libro supremamente teleologico,
in cui
supremo della scienza è pure il principio supremo della moralità. Se Io scopo supremo e ine
"
sche in mano. Senza
uomo, benché rappresentato come ideale nella sua coscienza. La virtù è il mezzo per raggiungere lo scopo. Nel quale vero e bene s* identificano;
— non
si
ex machina, resteremmo con realtà,
Concepita
Ferrari scopre nell'identità, nell'equazione e nel
della vita, superiore
\
Cristianesimo è l'attività dello scopo, dice il MazzaDeus rella, che viene al nostro incontro. Senza questo
logismo, che son tutte forme dell* immobilità. In morale, s'intende che il bene sarà lo stesso scopo su-
premo
"
teleonomia.
la
Il
La logica, obbiettivamente, è il movimento del pencome facoltà teleologica, tendente a disporre il vero
come movimento
ma
sarebbe immensamente più alto che noi, le sole nostre forze andare a lui, il che è impossibile
lo scopo.
in correlazione allo scopo;
che
come
scopo supremo
compie e caratterizza il sistema del Mazzarella. Lo scopo dell'uomo è fuori delFuomo e fuori della natura; perchè ne Tuno ne Taltra può contenere la 1* addita pienezza della vita. Esso è Dio. La filosofia ce scopo Io come un ideale; la religione rivelata ci annunzia
Le
I i
come
lo
vuole Kant, l'autonomia,
95. Nella religione
cono-
scenza.
la
—
un passo con coscienza vero
natura,
85
Introduzione
in Italia
concetto del Ferrari.
Mazzarella, non è
il
pratica; e ricorda si
contemporanea
origini della filosofia
V «
86
Le
origini della filosofia
contemporanea
acute osservazioni critiche e speculative; stento
compensano Testrema
e fiacca. Scritta sotto
in Italia
quali
però a
prolissità della ricerca
faticosa
l'influsso
del
libro
le
affascinante del
CAP.
con convinzioni personali di un misticismo scettico, essa mostra uno stridente contrasto tra le proteste, i pro-
I.
Ferrari,
positi,
TERENZIO MAMIANI E LA FILOSOFIA DELLE SCUOLE ITALIANE
l'intonazione razionalista da una parte, e la sua con-
chiusione in servigio d*una setta protestante dall'altra: e nel
suo insieme
è,
nel
1860,
degna
conclusione
del
"
debole
".
scetticismo che, per opera principalmente del Ferrari, tentò liquidare, subito
dopo
la
metà del secolo,
la
filosofia
clas-
sica italiana dei metafisici idealisti.
1
„
.
scetticismo del Ferrari, del Franchi, del Mazzarella
Lo
la
del Gioberti; e passò
infatti,
campo
scientifico,
senza esercitare nessun influsso notabile sul
moto del pensiero tico,
dei Rosmini e poco meno che inosservato nel
filosofia idealistica
non poteva dissolvere
italiano.
Così,
dopo questo
rosminiana, e
si torna alla tradizione
tentativo cri-
tutti
i
pensatori,
benché per vie diverse, cercano di procedere sulla via già aperta e per buon tratto percorsa dai nostri maggiori filosofi della prima metà del sec. XIX. Il più schietto continuatore della tradizione parve per molto tempo, e pare ancora a molti
che
sia stato
Terenzio Mamiani;
il
nome
cui
infatti si
vede
spesso citato insieme con quelli del Rosmini e del Gioberti, come uno della triade in cui si riassumerebbe la storia della filosofia
italiana
veramente originale del secolo scorso. Egli
stesso credette di seguire le tracce dei sori, di
correggerne
i
due grandi antecescon l' idealismo
di accordarne
difetti,
IvJ
l'esperienza e con le esigenze
!;
r
e ritenne
nuove delle scienze
sinceramente di aver creato
il
deU'ideaUsmo itaUano, e aver raggiunto as
sapere
punto di
vista
pubblicata nel
Andrea Capello; v. la sua pref. a La logica, opera M. Bertini. Torino. Paravia. 1880. p. IX. ^
Parrebbe
fosse stata pubblicata:
I'OTTOLENGHI.
alla filosofia
filosofico di Jacobi;
il
critica,
superiore,
con l'obbietto, aveva
rilevato,
valore innegabile del principio
e aveva additata
la via
per cui esso può
della
monografia sul
1852
Da un
1850 (XVII, 330).
'^
come
insieme con l'insufficienza,
*
(XVII. 234) e
filo-
comunque, doveva aver sentito l'insufficienza della posizione jacobiana. Ma non valse le spalle a Jacobi.
maggior pre-
il
che dato
verità,
a Torino,
497);
questa
sentimento. Pro-
al
Bertini già aveva letto questo scritto kantiano,
così all'empirismo
2 volumi, entrambi stampati
.
aveva detto Kant ironicamente contro il Jacobi nel Di un certo tono di superioora sorto in filosofia '\ Ma cotesta è la " morte della
unmittelbare
In
in"
il
rispetto al concetto dei rapporti del pensiero
'
filosofi....
cuore e generi quella specie
di contentamento morale, che è per avventura
mio dopo
studio
già
filosofia
gio storico sui primordi della filosofia greca, che sarà stata
I
rettifi-
1796, nel suo vivace articolo
Sag-
universitari, cominciati con la materia dei primi due corsi una prolusione (IO novembre 1847), che fu molto ammirata ^. In questa prolusione sappiamo bensì che egli dimostrò tutti i vantaggi che lo spirito può trarre dallo studio della
i
di
voi,
Noi mediteremo
sidentes,
da quest'anno, era già meditato e scritto quasi Non doveva ancora essere scritto il secondo
dei due volumi, di cui consta l'opera, contenente un
con
—
mio potere, mia singolare quali che essi
tono di chi non sente di essere in possesso della verità, ma la cerca con ardore. Certamente fin d'allora il Berlini non s' appagava del jacobismo dell' Ornato. Beati pos-
idee
le
risultati,
i
di discuterli
sieme, noi leggeremo in compagnia
e in quell' anno inse-
;
e
in
Ora, per
studio.
di ampliarli col vostro aiuto.
carli,
1846
nel
mie ricerche,
delle
siano,
nell'insegnamento della
g„ò, per tes.,™o„ia„za d' uno de' suoi
e
Ma
1847.
alla Jacobi,
bisogno di scien-
il
quanto era
ventura, mi è dato di parteciparvi
Torino, in
nell'Università di
vita intellettuale agitava
io cercai di soddisfarmi, per
colla meditazione e collo
una filosofia della vita, la quale quando da tre anni il Bertini
filosofia
ed
za,
dell'Ornato noi non abbiamo altro documento del pensiero
venne
Misticismo
Me
Necrologia puramente espositiva delle idee
del Berlini fino allVc/ea di
—
pure ", egli senso profondo del bisogno di filosofare. " disse allora ai giovani, " me pure al pari di voi fin dai pri-
Ornato.
16.
\
"
dioso di conseguire quaggiù
del pensatore e per l'influsso di letture posteriori alla morte
161
postuma di GlO.
L. Ornato, pp.
e,
p. *
1
28- 29.
In
art.
del Risorgimerìto del
6 febbraio 1848,
in
OTTOLENGHI. O.
129.
OTTOLENGHI,
p.
1
28. Alcuni di questi periodi sono ripetuti a prin-
cipio della Prelezione citata del
1866.
1
^
Kant. Sàmmtl Werke, Gentile
ed. Rosenkranz,
I,
bl\A2. 11.
Le
162
origini della filosofia
esser superato. L'empirismo e
contemporanea
criticismo sono la negazione
il
dipende
della possibilità della scienza; la cui sorte pertanto
del
dalla negazione
Giovanni Maria Bertini
in Italia
L'opposizione
criticismo.
di
Jacobi a
i
f-
essenziale della storia del pensiero
Kant è un momento derno. al
La
mo-
sua ragione positiva e la posizione del problema problema stesso a cui era riu-
di là della negazione del
La
scita la critica della ragione.
ragione criticata
dimostrata incapace di una scienza
gione spinoziana,
da Kant e
dell* assoluto
è
la
ragione ripudiata anche da Jacobi.
la
ra-
Per
questo verso Kant è un alleato di Jacobi. Ma Jacobi avanza Kant in quanto, ripudiata la scienza mediata dell'assoluto,
e quindi negata
punto di
vista soggettivo,
scienza del
d'una
possibilità
la
come
ammette
dello spirito con l'assoluto, per
l'intuito
originaria
V unità
Questo, in quanto immediato, non sarà il vero sapere; ma sarà bene, secondo Hegel, la posizione del vero problema del sapere e del
:
la necessità II
la posizione cartesiana dell'identità dell' essere
ma
pensiero,
d'una logica
dell' analitica
La
antica.
Kant, e dimostrante
dopo
rinnovata
dialettica
e
la
dice
filosofia,
sterilità
assoluta
Hegel, deve com-
piacersi che un principio come questo, — che l'infinito, 1* eterno. Dio, che e nella nostra rappresentazione, sia anche per se, e che nella coscienza, insieme con questa rap-
presentazione, la certezza
sia
comune benché cipio l'
immediatamente e inseparabilmente legata
della sua realità;
—
possa entrare nel pensiero
una forma non
in
ha bensì bisogno
filosofica
di essere sviluppato.
assoluto, se l'assoluto è spirito,
perchè mediazione appunto è
la
\ Questo 11
bisogna che
prin-
pensiero delsia
tinuo per unificare la dualità lasciata da Jacobi tra ragione e intelletto, tra metafisica e scienza, tra credenza e sapere
mediato,
natura dello spirito.
approfondì
18.
G. M.
Bertini dovette sentire
biana.
E
tutta
la
anche lui questo bisoimmediatezza jaco-
dell'
i
penoso di risolvere
sforzo
La meta
filosofia.
additate, vincere stesse forze,
nuovo nemico del
il
i
Bertini
criticismo,
scienza, innanzi al quale
la
celebre
il
non
senza
e con
mortale
salto
di
il
Jacobi prefe-
della logica,
là
le
tra
—
re-
stando di qua dal fosso. Dall'interno dissidio ligiosa e
di
profondamente
quest'anima
losofia speculativa,
profondamente re-
sospesa
filosofica,
tra
affermafi-
e la certezza d'un sapere razionale alla
irraggiungibile per difetto d' una logica
Hegel
le
superata dall'esigenza della
zioni della fede alla Jacobi,
superiore al
principio d' identità, e però superiore allo spinozismo, pro-
viene
fascino
il
degU
scritti di
della nostra letteratura di espressione,
G. M.
filosofica,
Bertini:
dei più belli
per schiettezza e sincerità
e per calore di sentimento: superiori a quelli
del Rosmini e del Gioberti pel vigore letterario dello scrittore,
che sdegna espedienti
solo dall'ardore
interno
verità a cui mira,
la
filosofia
disfatto,
nato
e didascalici, dominato
rettorici
della
ricerca,
senza accenni
od
solo
allusioni
gli
il
è
amor Dei fatto
al
polemiche o pensiero.
intellectualis,
Bertini fu filosofo vero.
aveva
pensoso della
Se amore anche non sodQuel Dio interno, che l'Or-
senza mai quasi una persona avanti
cortesi,
sentire,
che
la
letteratura del Jacobi e
una voce che dava tregua. In una prolusione, di cui non si conosce la data e che potrebbe essere di poco anteriore al 1860 S diceva ai giovani: " L'anima di chi ha cominciato a filode' suoi scolari
gli
aveva
fatto ascoltare, era
gli
sua vita speculativa fu un travaglio conLo
argomenterei dalla sua relazione col corso su Cartesio e dalla
pro-
memoria Schiarimenti sulla
filos.
cartesiana,
ìf
il
per dire del Jacobi, saltare quel fosso
sto
credenza e
la
riva
*
Encyfclopadie.
religione nella
kantiana, e volle,
della Critica
risultati
babile attinenza di questo corso *
la
rimase inattingibile, perchè
dar di piglio alle armi nuove che nella stessa Critica erano
non
gno d'un processo, d'una risoluzione
uno
mediato:
reale dal
o sapere immediato.
163
parte
I,
§ 64.
che è del 1858.
con
la
164
Le
sofare
può rappresentarsi
contemporanea
origini della filosofia
—
I
%
col mito dell'ebreo errante:
essa quando, stanca, vuol riposarsi, o atterrita, vuol dietro,
ode una voce che
mino. Perfino
il
grida di proseguire
le
nolentes trahunt
"
19. In questa prolusione
Berlini
il
combatte
in
per
verità,
la
poiché
"
senza comunicativa di
grado
lo scetticismo
una perdita di
dispute infeconde, dimostrando che l'uomo è nato
tempo
Divinità è per
la
se.
talché gli
partecipano, e sopra
vi
è intelligente,
concetti,
tutti
enti
propria es-
sua
diverso
in
finiti
Y uomo, come ente ra-
tale, egli
lia
in se
di entrare in possesso della propria condizione,
di stabilirvisi e di attuare la propria destinazione
".
rità.
— opposizione che renderebbe cognizione, — ma piuttosto come identica
alla verità,
Ossia
"
la
verità consiste
questa armonia non ha luogo fra
le
verità inerenti
Un
mente sono
alla
kantiano o un em-
r idea e l'oggetto,
ingenita penso che Dio esiste,
noscenza
ma nel
in
fra la
fra
il
la
pensiero riflesso e
nostro
impos-
spirito.
ve-
alla
un' intima armonia
conoscenza e
La
co bi diice:
lu ce
è nel mio cuore
trasportarla nell' intelletto, essa rità,
la
si
ma quando
^
spegne
";
verità della sua filosofia, è immediata.
riconosce
non
verità se
la
nell'
armonia
io voglio
e però la sua veIl
Bertini
dell' intuito
non
e della
del cuore e dell' intelletto. Cioè, la verità è ve-
riflessione,
quando dal cuore passa passaggio non si estingue, ma un momento
all'intelletto;
piuttosto
dell' intelletto; la verità
via
Bertini
il
si
si
la
luce in questo
rischiara.
Il
cuore è
è riflessione, mediazione.
separa da Jacobi, non mettendolo
la esigenza messa innanzi da parte, ma da Hegel. 11 suo principio è l'unità dell'essere e del pen" La mente umana è un tesoro di verità... La verità siero
superandolo secondo
:
L' elemento divino che è nelF uomo, secondo il Berlini, è la ragione, in quanto " facoltà di conoscere il vero ". La quale facoltà non si deve pensare come separata ed sibile la
e
Ma
Su questa
opposta
non
e
primitivo
il
è mille miglia lontano da simili affermazioni. Jacobi è superalo in quanto alla verità si richiede l'armonia del pensiero riflesso con questa conoscenza ingenita. Ja-
dair essere una insana temei ila d' uomini che voghano sollevarsi al di sopra della propria condizione, è piuttosto Tu-
modo
è
intelligenza
chiaro, di Jacobi.
com' e
rità
nico
l'
nita nel nostro spirito
un elemento divino, un genio reggitore, come dicevano gli Stoici; di maniera che il volgersi tutto intiero al culto di questo genio, ben lungi
Come
gionevole.
che
può essere un derivato, un qualche cosa che dipenda dalle forze cieche, come un loro risultato ". La conoscenza inge-
pirista
*.
volgare, che ritiene lo studio della filosofia
11
suo cam-
proposito deliberato di astenersi dal filoso-
presuppone di aver filosofato; volentes fata ducunt,
fare
1
anche
ritrarsi in-
il
165
Giovanni Maria Bertini
in Italia
noi,
è in noi
regola
i
;
essa ci possiede e ci
nostri pensieri,
le
governa, agisce in
nostre azioni...
Questa
La è " Dio, in quanto agisce immediatamente come intelligibile nell' anima umana ".
rità
infinita...
è ciò che chiamasi
la
ragione
".
ve-
ragione
vero ed
ma
;
realità,
co-
la
infinita
Quando
io
mio pensiero è verace, perchè esso si accorda perfettamente colle verità che si trovano nella mia mente; laH verità sono che 1' Ente infinito esiste, che questa causa che la causa delle cose finite esiste, il
—
20.
Movendo da
questo principio,
il
Bertini,
adunque, su-
pera Jacobi; ma non sì da non rimanere intinto di jacobismo. La verità è mediazione; né c'è quindi verità che non sia mediala. Non bisogna presupporre nell' intuito una ferità
non
che
si
sviluppi
qui slesso dice
che
riflessione.
Invece
tutte le verità si
trovano
per "
la
il
Berlini
insite
vir-
—
1
Storia della filos. mod.,
Raimondo, fP"
parte
I,
voi.
1
lezioni di
G. M. B.
ordinate e pubbl. dal
(unico pubblicato). Torino, Bocca,
1881.
^
figlio
p.
25.
Il
cuore
dell' intuito).
nel
linguaggio poetico di Jacobi equivale alla
ragione
(facoltà
1
Le
66
origini della filosofia
tualmente
contemporanea
benché sia impossibile il mediante la riflessione ". La verità mente),
(nella
rilevarle tutte
che è ciò che chiamasi
infinita,
ragione,
"
è
tabile alFuomo nei suoi ultimi abissi
".
imperscru-
Dunque, c'è può ben ripe-
una ragione, una verità, rispetto alla quale si che la luce del cuore e tenebre dell* intelletto: una verità, che e verità senz'essere quella tale armonia, perchè resta al di qua dell'armonia. Questo è ancora pretto jacobismo, filosofia del sapere immediato. Sicché, quando
tere col Jacobi,
il
filosofo
con
piemontese ripete
Mefistofele:
|i|.
pur
la
ragione e
la scienza,
mio, irrevocabilmente mio
forza dell'uomo, e tu sei
suprema non
"
Disprezza
"
—
sai se egli parli della ra-
gione scrutatrice di Faust o di quella intuitiva di Jacobi.
della filosofia critica,
La
verità,
ma
estrinseco all'anima, starne una chiara
conchiude,
si
è insita
le
consapevolezza
difficile
il
:
è di acqui-
Quest' opera
".
difficile,
come per Hegel, non è meditazione solitaria fenomeni della coscienza individuale, ma riper-
pel Bertini
sui
corrimento della storia dello portanza della storia della
Quindi
spirito. "
filosofia,
la
grande im-
cui serie
la
anche
",
non è una successione fortuita, ma ordinata secondo certe leggi ". Compì egU questa sua fenomenologia pel Bertini,
"
dello spirito
?
E
Hegel, che cioè tale questione sia assurda. Prolegomeni del 1872 se ne rimette esplicitamente
nei
pagina dell' Introduzione generale dove il proposito della Critica è 10), Ónciclopedia aìY (§ paragonato a quello dello scolastico che voleva imparare il a lui citando la celebre
nuoto senza entrare nell'acqua
appunto col
scritta risulti
dalla
proposito
positiva.
La
filosofia
critica
,
che
si
Vedi
ii
di
"
Preliminare alle
Torino (1851) e
verità
fornire quindi
di
Il
della
bisogno non appagabile né colla vita meramente atche presuppone una fede, né colla vita passiva del misticismo o dell' epicureismo, che sono essi stessi turbati può dal dubbio; ma soltanto conia filosofia. La quale non onessere filosofia della vita, se non è filosofia generale, o duta; tiva,
tologia,
questa
per corollario
la
vita,
perché
la
vita
umana è fondata
riferisce alla verità universale.
si
alcuni
quando
invece
Su questo ',
punto,
dall'
che
Opere ideologiche nella posteriore di
"
premesso
Intra
al
(1876).
i
una
:
troviamo a base della nostra
serie di giudizi,
da
ed evidenti,
"
formati
riescirci
senza saper come, né
che già
sembrano tanto
ci
impossibile
il
negar loro
naturali
una
credenza sul serio ed in pratica. Questi giudizi sono
le
ve-
ve-
esame suscitò
io
'
Nella Filos.
5=
"
seguaci
N. Saggio
VI. pp. 89-112. 193-213. un altro calzante paragone, " che giustezza della mia vista; supponiamo ancora
scuole Hai,
d.
Supponiamo
avessi qualche
",
dice
dubbio
il
sulla
voi.
Bertini con
alla
se uno specchio l' immagine de' miei occhi, per vedere potrei io prestar fede siano e no conformati secondo i teoremi dell'ottica io sospetto testimonianza che essi mi rendessero in proprio favore? Se
che
essi
essi
mi
che
allogato qui tra
"
già
principii
suU' intelligenza, e
Quando cominciamo
che
distinguerà perciò toto caelo
incomincia
subito una critica del Rosmini
nell'ediz.
filosofia della
ricercare una
quale, avendo
dell'umana intelligenza,
della facoltà di conoscere.
*
di
dalla riflessione sull' intuito, e
filosofia
racità
Idea di una
sua
la
'.
principio della filosofia è lo scetticismo sul valore di ristaurare la fede pervita, e quindi il bisogno
22.
a riflettere e a dubitare, noi
Guardiamo
vita;
dell'avviso di
vita
21.
tutta la
fondamentale della Critica, di saggiare le forze della ragione prima d'adoperarla nella conoscenza dell'oggetto, egli fu
non è alcun che di
"
fermo
Bertini rimase
il
dei ne scrisse di proposito nel 1872 in un suo esame pasogni ad Prolegomeni Prolegomeni di Kant, intitolato kantismo sata e futura critica della ragione ^ Pel Bertini il Circa la questione fu sempre, e doveva essere, scetticismo. e
Certo, l'esigenza affermata è quella della ricerca e della
mediazione.
167
Giovanni Maria Bertini
in Italia
essi
io
affisassi
in
;
mi
falsifichino gli oggetti,
falsifichino
la
non dovrò
io
sospettare
propria immagine nello specchio?
":
egualmente che
Idea,
I,
22.
1
Le
68
rità
origini della filosofia
ingenite nella di cui
filosofare,
mente
Si riferiscono
sione.
del
al
ali* lo,
mediato, che Jacobi faceva
quando comincia a
filosofo,
mondo
sono, com'è facile vedere, tutto
menti
dell* lo
Dio
esterno, e a
derivare dalla ragione sensibile)
il
sua relazione col corpo
la
Prolu-
citata
e
:
contenuto del sapere im-
il
sovrasensibile) e dalla percezione (per l'esistenza dell* lo e
Giovanni Maria Bertini
in Italia
ha parlato nella
Bertini ci
il
contemporanea
nel tempo, e la sua essenziale
(per
:
Enciclopedia hegeliana: certo, ritornando
indipendenza
Ma,
23.
dato questo principio,
che cosa è
coltà che ha
dice
del
l'
mutare
lo di
sostanzialità e
la
mondo
la
in parte
tempo e
esterno nel
il
mondo,
cidentalità dell' Io e del
ed
eterno.
Infine,
;
il
in
ac-
tempo e
dell'
d'un
forme
esterno;
nel
esistenti
esistenza
e
mondo
forza d' un atto della volontà onnipotente
cessario
essere
Poi: la esistenza
spazio,
nello
costanza dell'operare di questo
diverse;
proprio
libertà dell'Io.
Essere
in
ne-
Dio necessario
eterno, vivente, perfettissimo ecc.; creazione; onniscienza divina, libertà
umana e
mondo
provvidenziale del
fine
non autore del male, ma deve dimostrare la verità
giusto
di tutti questi
vide in ontologia, gnoseologia
- La
riparatore.
principii,
Dio
;
filosofia
e
di-
si
L' ontologia è
e aretologia.
fondamento alle altre due parti. Del suo oggetto bisogna dire che essentia involoii existentiam; non si può pensare se non
una
come
gazione o
il
gli
impossibile,
e
nello
perchè
stessa verità falsificata
dall'
".
Questo è
il
qualche
cosa.
qualche
apparenza
Che
se
modo
esistente
punto
in
modo e
Bertini,
il
"
come si procede ? 11 qualOra " la meditazione ",
indeterminato.
sopra un solo concetto, anche complesso,
che una sterile analisi del medesimo " *. Egli sente dunque che la logica dell'identità non giova alla costruzione d'un sapere rigoroso, che nulla presupponga e
non può esser
altro
che pure dee procedere
indeterminato
dall' assoluto
all'
as-
soluta determinazione.
Questo è uno dei problemi su cui più s' affaticò quelsottile; ma non giunse mai a trovarne altra soluzione da quella già addotta iK-iropera del 1850; che non è poi una vera soluzione. Ebbe innanzi la soluzione hegeHana, e non ne fu soddisfatto. Nel dicembre 1873, a proposito d'un libro di Augusto Conti, trattò Di una questione r intelligenza
preliminare
ad ogni
dell'ontologia. sta in tutto
il
E
La
la
questione fondamentale
suo significato quell'oscillazione, che ho detto,
tra la filosofia della
nale.
filosofa ^ ^:
in questo scritto degli ultimi anni si manife-
filosofia
credenza e
(egU
la filosofia
schiettamente razio-
dice in quest'articolo, frutto di una
per
ap-
meditazione più che ventenne) è travagliata da un grave dis-
ciò
sidio;
essendo scienza prima,
la
nulla;
essendo scienza, deve intanto presupporre l'oggetto
illusoria
o in un altro)
evidente
puro
il
anche
cosa
ne
esista
stessa ne-
la
e
umano intendere (secondo che
s'intende quest'idealismo in un
assoluto
che non
poiché
scetticismo,
stessa
la
pur sempre qualche cosa
già
questo
ritenere
rinchiudersi
gioverebbe;
infatti,
qualche cosa;
dubbio sarebbero
Io scettico volesse
parenza,
E
reale.
qualunque,
realtà
problema ad-
del principio cartesiano.
dagli stati diversi; la finitezza dell'Io; la volontà quale fa-
dovere;
al
da Hegel a proposito della filosofia del sapere immediato, pare che il Bertini tenga presente l'osservazione dello stesso Hegel, che cioè il principio di questo sapere immediato è una forma popolare (unphilosophische IVeise) ditato
cangia-
i
;
il
ossia
;
\*
169
"
sono
oggettivo
inconcusso,
suo. lica
Come
bisogna prender le mosse: ossia, com' ognun vede, r unità di pensiero e di essere, da cui prende le mosse Cartesio. Non saprei dire se per effetto della lettura del-
non
conciHare quest'antinomia
?
tedesca dopo Kant non ha voluto
ed da
cui
ella
1
Idea,
2
FU.
I.
3c.
25.
Hai, Vili. 297-318.
deve
La
presupporre
filosofia
domma-
presupporre niente.
1
Le
70
contemporanea
origini della filosofia
e ha filosofato sul fondamento dell' infinitesimo
sico; ossia da un
metafi-
infinitesimo di realtà metafisica ha
V
teso ricavare tutta questa realtà.
risponde di no, e
Giovanni Maria Ber tini
in Italia
è riuscita
?" La
prestoria
ragione avrebbe potuto a priori rico-
la
noscere r impossibilità
Noi non siamo
deirassunto.
pos-
in
"
getto.
una via
In
dubbio di quei
principii,
dictante natura,
secondo
ricavarne
il
quanto quella di un pelli,
sto,
mondo
concetto del
pittore,
reale è impresa tanto vana
quale da una ciocca di ca-
il
o dal solo nome di una persona che non ha mai
volesse
formarsi
mente un' immagine
nella
persona, che lo mettesse in grado di dipingerne
La
verità
potuto del
è che una deduzione questi
farla,
quanto
in
conservavano di
mondo che deducevano
Questa
"
più o
dell'hegelismo
critica
1873, a Jacobi. Anzi è Jacobi questa per cui
filosofi
la logica
ci
fa
una notizia ".
ancora nel
contro di cui ha battagliato
principio e un'astrazione,
il
hanno
arbitrariamente
ritornare,
Jacobi o al-
ragione
[della
di quelle credenze,
di Vico,
la frase
uomo,
dell'
quanto è ragionevole
in
— Questa,
".
di Jacobi]
ipso
quali,
le
formano spon-
si
secondo
non è scienza prima; non è valida contro
lo
Bertini,
il
scetticismo.
vi-
ritratto ".
intanto
fatto
meno
il
taneamente neir animo
quella
di
[ac-
filosofi
altri
del sentimento di
cenna appunto forma del sistema di Schelling], nelle cui menti l' ultima prevaleva soprattutto il pensiero che la filosofia è scienza... e non deve cominciare colla negazione o colla revoca in
propone come tale non è più che un'astrazione, un frammento muto ed insignificante. Lambiccarsi il cervello a si
entrarono
affatto diversa
alla filosofia
sesso del vero e vivo principio della realtà: ogni principio
che
171
un fram-
mento muto insignificante nella logica dell'identità il frammento e uguale al frammento, e non se ne può cavare altro che il frammento; e l'astratto è l'astratto e non può pro-
25.
Dunque, ne Jacobi ne Hegel. La soluzione del Ber-
nel '73 è quella stessa che
tini
Ed
possibile.
Bertini aveva
il
nanzi nella a Filosofia della vita
come
è bene sentire
messa
in-
altra
via
Non vedeva
'.
esprime
si
1873,
nel
poiché frettolosamente è stato detto che, dopo la critica di A. Franchi % l'autore avesse abbandonate le dottrine della Filosofia della vita, laddove il Bertini rimase sempre fermo alla parte sostanziale
^^:
del pensiero espresso in quell'opera
:
durre
il
concreto, perchè non lo contiene, e non è
cipio vero e vivo della realtà. logica nuova, per cui
ma si
muove, e
in se
stesso
gare se stesso. Criticare
il
prin-
comuni notizie
trova una ragione logica per ne-
Hegel
quindi
il
con
un
A.
L*
*
"
sempre... varie, ^
principio
'^
onde
la
lui
sfugge tutta
filosofia
la
hegeliana
Bertini vi incorre,
novità del principio dia-
s'argomenta
tutte le determinazioni dall'indeterminato
Il
Bertini,
per
altro,
di
dedurre
assoluto.
non approva ne anche la posiscienza della
zione di coloro che badano al carattere di filosofia,
e stimano quindi aver
gli
chiamavano
Stoici
quali sono formate per impulso di
le
61
p.
"
quel periodo
47 e
Lo
il
La
L'unica via a comporre codesto dissidio mi parve la
ad un
Introduzione
dice p. es,
essa
da
presupporre Tog-
resto
anche
il
che avesse
letto
suo giudizio
sul
filosofia greca
contemp., pag. 37),
(Filos.
la
opera
prima
saggio
prima di Socrate,
storico
cui
in
vita.
mi sembra interamente esatto quel che dice e passim; cfr.
CANTONI,
Non
O. e,
p.
358, che
riflette
il
il
del
del
Bertini
Bertini
Bertini, nel
il
si
il
dopo
il
;
quale
il
non è
e
(pp.
1869,
66-7)
rifece
può giudicare questo (Fil.
se.
Né
XVll,
497) intorno
1850. Cfr. anche
giudizio del Cantoni.
it.,
il
sag-
Fiorentino lo paragona.
CANTONI
Storia comp. d. filosofia, p.
l'evoluzione del pensiero del Bertini in
Opere
in
ss.
FIORENTINO
secondo volume della Filosofia della
338
corso di filosofia,
e sgg,
Cfr. sopra pp.
giusto né
su
:
316). Cfr.
(p.
gio alla stregua della storia dello Zeller, a cui
24.
alcuni anche dei prin-
religiose,
quelle persuasioni che
(xoivàg èvvoCa;),
slesso dice
non pare del lettico
credenze
le
insomma
natura o per forza di educazione nell'animo del filosofante, in
non è solo frammento,
principio è vivo, irrequieto, e
superato da Hegel, è un errore; e se
è segno che a
e tutte
Hegel invece invocava una
frammento
il
è anche organismo, e
il
dettami del senso comune,
!
cipii di ragione,
al-
CREDARO.
H
1
Le
72
contemporanea
origini della filosofia
della sua vita cogitativa
che
precedette
concetto e alla risoluzione di
una
condizioni materiali momento (poiché ogni grado le
momento
il
puramente
vita
necessarie
filosofica,
sono
vita
cogitativa,
come
ma non
sono
logiche di quella scienza a cui egli aspira. Egli deve considerarle nioni la cui esistenza
umane è un
menti
nelle
si
elevò
state
al
bensì
come
tali,
fin
già
come
verità
che
che
fatto
debba
filosofante
il
la
d'ogni altra le
premesse
come
filosofia
opi-
dal principio della sua speculazione
ricevere
diato; laddove pel Bertini stesso
lo
l'intuito giobertiano
Le
deve
r uomo.
una
verità
deir intuito
Ma
il
'.
contenuto dell'intuito che fa ra-
non ammette immediata; concepisce la verità come armonia e della riflessione, e però come mediazione
della ragione.
Non
il
Bertini,
è
s
nel
visto,
bisogna lasciarsi ingannare dalla termi-
li
che
;
ma
tuito e
quanto
indiretta, in il
la
Jacobi
si
rivelazione,
sofia della vita,
sono
il
riannodano
Malebranche. L'in-
al
di cui parla
il
Bertini nella Filo-
che
cosa
l'intuito e la rivelazione deir/n/roc/uzfone allo studio della filosofia. Quando il Bertini dice che la rivelazione " è una delle più inditutt'altra
La
materiale.
fa
contenuto
dal
che già
si
del Gioberti sulla rivelazione, che è
la
ripete la dottrina
parola o l'elemento
è diveisa soltanto
la
^;
— perchè
la
rivelazione pel Gioberti è altra cosa
O. e,
p.
'
Cfr.
mio Rosmini e Qioberti,
il
Jacobi,
1898. pp. 260-264.
E
però
diparte da
si
del filosofo tedesco diventa per
l'
lui.
s'è detto che egli, L'immediato sapere
italiano la semplice con-
dizione materiale dell'attività speculativa; diventa cioè,
deve
risolvere
:
la
posizione del
l'immediato che
e che, in quanto immediato, è al di
317. Pisa. Nistri,
sono via via quelli
27. L'assunto, almeno, del filosofare del Bertini è di non
non ha valore per questa. *
convenienza colle ve-
la
(e che
forma, rappresentativa nella prima, spe-
filosofia
Bonald
filosofia
culativa nella seconda.
cui Gioberti contamina
rosminianismo con una teoria del
Nella
ragione
aveva suggerito Hegel,
il
filo-
semplice
può dimostrare anche verso lo scettico); e " questo riconoscimento non può essere il primo, ma deve essere l'ultimo momento della filosofia " \ Ciò che rinverga precisamente con la tesi hegeliana che il contenuto della religione e della filosofia è identico, e che la
mente umana può detet minare l'intuito primitivo dell'Essere puramente indeterminato, dottrina in sensibile per cui la
dell'intuito.
posseggono
movendo da
non
della la
l'ontologia è
Bertini
presuppone
",
ne è
se
ammettere nulla d'immediato.
società e la rivelazione
con-
quale
spensabiH condizioni materiali della filosofia, in quanto che l'uomo non potrebbe filosofare senza la favella, e senza una precedente educazione religiosa e intellettuale, la quale la
Bertini,
il
vedremo meglio,
ora
presupposto
il
del
riconosce veri, riconoscendone
Una
bile
come
è,
una costruzione meramente razionale. Fin dalla Filosofia della vita il Bertini è un assoluto razionalista. I dommi della rivelazione h accetta in quanto del
del Gioberti.
attraverso
linguaggio stesso
riflessione
la
rità
due pensatori è innegaGioberti da se e il Bei tini
contenuto del-
perciò non riconosce per non dopo averla dedotta da quel principio inconcusso, che è il vero principio logico. Nella filosofia del Gioberti l'ontologia è l'analisi che
indurrebbe a vedere nel Bertini un ripetitore i
11
principio logico dello spirito;
il
vera nessuna verità rivelata,
nologia, che
parentela tra
e
fenomenologico, anzi
principio
sofia;
condizioni materiali sono nel filosofare del Bertini
gionevole
rivelazione è lo stesso intuito,
tenuto dell' intuito del Bertini
condizione
quello che per Jacobi è
la
immediato che bisogna mediare.
ed affermar
26. Questa dottrina è professata nella Filosofia della vita; anzi ne è il fondamento, e ne determina il carattere generale.
è la mediazione, diciamo così, rispetto all'imme-
dall'intuito:
il
non
spiegare, e
173
affinchè egli potesse giungere a quel
inferiore della
è condizione materiale dei gradi superiori),
vita,
cui egli
in
Giovanni Maria Bertini
in Italia
1
Idea.
1.
233.
Il
Bertini
problema si
la
ha da mediare,
qua della crede
come
che
di
filosofia,
ricorrere
e a
1
Le
74
origini della filosofia
contemporanea
un metodo diverso da quello in realtà
dell* idealismo
tenta anch*egli una deduzione
metafisico, che deve render
ragione di tutto
coscienza stessa:
coscienza,
e
della
La
della natura e dell'uomo.
sua accurata
principio logico, e quindi del procedimento
procedimento della
filosofia),
ma
assoluto;
dall'infinitesimo
nuto
della
Giovanni Maria Bertini
in Italia
conte-
il
Dio,
di
—
coscienza particolare del filosofo che mercè tale presupposto è sollevato al punto di vista, dal quale è possibile scor-
s*
procedimento intrinseco del
sapere
È
assoluto.
un
errore del Bertini credere che l'idealismo assoluto non pre-
supponga come condizione puramente materiale
una
coscienza prefilosofica, e
*.
imporla poco:
propriamente
il
religiosa
certa
Ma
ciò
suo merito incontestabile è aver conquistato
una posizione speculativa che sorpassa menismo,
di
non per condizione,
concetto della veracità e della reale
il
potenza del conoscere.
gran tratto
il
28.
il
dalle condizioni materiali della
che devono anch'esse essere il risultato logico, come sono il presupposto storico, - della filosofia, è la prova del carattere puramente deduttivo e costruttivo della sua filosofia, che crea l'oggetto suo. Lo crea; perchè il presupposto materiale non fa parte della filosofia, bensì della
il
queir unità del pensiero e dell' essere, che rende possibile una costruzione logica del reale, avente per corollario, e
distinzione del
logico (che è
filosofia,
gere
175
feno-
criticismo e ogni altra forma di idealismo sog-
gettivo, arrivando a intendere, sotto l'ispirazione jacobiana,
punto
Il
si
feconda
soluzione
la
questo
costruire
partenza
perchè implica
Bertini,
il
nel
di
come
è,
qualche cosa, che
concetto del
come
sta
difficile
Il
logica.
del
visto,
?
—
Qui dovrebbe La meditazione
Bertini.
il
reale, dice
è concetto
realtà del proprio oggetto.
questa verità
originale
stesso concetto
la
reale a rigor di
abbiam
Ma
venite dello
non può darci se non una sterile analisi del medesimo. Si licorre perciò a un altro concetto; e poiché il solo concetto reale finora ammesso è quello da cui si parte, quest' altro concetto non potrà essere che mentale, ossia tale che la sua esistenza nella mente non importi 1' esistenza dell' oggetto corrispondente.
La
reale,
s'è già detto,
riflessione filosofica consiste infatti
"
nel paiago-
nare concetti con concetti, oppure con cose reaH, per isco-
un dato concetto ne contenga un
prire se
cosa realizzi in sé un dato concetto
che
lo
scettico
non può
rifiutarsi
"
*.
altro,
Il
se
una data
concetto mentale
di paragonare al concetto
non-essere, che non può non possedere, " poiché senza di esso non avrebbe neppur potuto dubitare " il dubitare importando una perplessità tra 1' affermazione e la negazione, e questa presupponendo il concetto del non essere, ossia del limite. Dal pai agone del reale col limite nasce la questione, se indeterminato di reale, è
il
concetto di
egli *
Bertini, per chiarire
Il
il
rapporto
Ira
le
condizioni materiali e
logici della
filosofia
esempio:
Supponiamo che io dubiti dell'esistenza dei corpi, come mere illusioni soggettive simili a
deri
nella Filosofia della
nel sogno o nel delirio.
nel quale trovo
In
stato
tale
mi capita
se
Quelle pàgine, quei
a questa
libro,
(I,
se
caratteri
sono per
illusione io tengo dietro,
sèguito
1'
autore
fino al
se
me
tale
i
principii
238-9), a
fra
una dimostrazione rigoro&a e soddisfacente
corpi (supponendo, per un momento, che una bile).
vita
loro apparenze
le
hanno
"
ricorre,
le
e che consi-
mi addentro nella
che
quelle
mani un
si
che
sia
possi-
illusione:
lettura
termine della sua dimostrazione,
di il
ma
quel
cui va-
non dipende né punto né poco dalla realtà del libro in cui trovasi scritta giunto che io ne sia al fine, corpi esterni, ed il libro stesso che ho fra le mani si saranno per me trasformati in altrettanti oggetti reali ".— lore
i
;
Altrettanto
può
ripetere ogni filosofia
positiva.
;
libro
dell'esistenza dei
dimostrazione
nient'altro
questo
realtà
la
rispetto
sia all'
finita
o
infinita.
La
esistenza e rispetto
realtà all'
potrebbe esser
essenza.
E
come
stenza è durata in atto, la sua limitazione sarebbe
La
raneità.
non
avere
*
Idea,
I,
26.
esi-
tempo-
hmitazione dell'essenza può essere finitudine,
un'entità assoluta,
può essere;
si
finita 1'
e
non
essere tutto quello che
imperfezione, non
attuare interamente
Le
176
E
propria essenza.
la
non
reale
il
ne,
stenza,
può
si
concepire
modo,
alcun
in
concepire tutta
possibile
rispetto
alFesi-
rispetto
Non
all'essenza.
temporaneo presuppone
il
chè
una
è
finito
il
relativamente vero
per-
non
Questa
semplicemente mentale, perchè
La
essenza inchiude l'esistenza.
e
dell' infinito,
dell'infinito.
idea del
idea è reale, la
cui
Bertini dimostra
il
Se
per
sia
assolutamente vero
o
conoscenza
la
mediata vista
(del
finito 1'
esi-
di Jacobi).
scevro da ogni
conoscere è un immediato vedere,
il
come
egli,
stabilire
passione ed azione del veggente, ne segue che
stione,
un'idea
è
qual cosa
1*
di Jacobi),
per-
(di entità limitata),
questa teoria
Jacobi, ricorre sia per stabilire l'esistenza del
è
ente eterno; ne è pos-
finita
limitazione
presuppone Tidea
finito
e
come
concepirla tutta
sibile
un
A
Bertini
il
"
che
non abbandonò mai.
il
stenza dell'infinito (dell'
come temporanea,
realtà
la
ne
finito,
177
in Italia
dimostra, che tutto
Bertini quindi
il
Giovanni Maria Bertini
contemporanea
origini della filosofia
pensiero
il
non può esser altro che l'imRispondendo adunque alla que-
dell' infinito
dell'infinito.
diciamo che
il
pensiero
importa
dell' infinito
stenza dell'infinito stesso, poiché non
si
1*
esi-
può vedere ciò che
non è " *. In altri termini l'infinito esiste perché si vede, quello il vedere è la più certa rivelazione dell' essere appunto che aveva detto Jacobi. Tutto ciò che il Beraggiunge, conferma l' immediatezza dell' intuito, a cui tini si riduce questa pretesa deduzione dell' infinito. Videiur, ergo est. Egli vi ritorna a più riprese; segno che egli stesso non è soddisfatto di questa specie di deduzione offerta allo :
riferendosi a una teoria del conoscere, a cui pure tenne fermo
sempre, siccome dimostra un articolo pubblicato nel 1871:
Ed
Della conoscenza umana.
La conoscenza
berti.
"
modo
riducibile
passione
un può
stituisce
dice
",
realistica,
Reid, e in
ponte
c'è
si
non è
separa
in alcun
azione, né a quello di
di
passo
di
che Italia
anche dal Gio"
Bertini,
il
genere
al
Galluppi, se
il
dottrina
già dal
puro soggetti-
Ossia, ne puro oggettivismo, ne
".
Non
vismo. disse
né
la
Galluppi, e quindi
pure sostenuta dal
fu
è
come
era propugnata dal Jacobi,
tra
il
soggetto o l'oggetto,
l'uno dall'altro.
terzo genere di relazione fra
gli
"
esseri,
Essa coil
quale
ad alcun genere superiore, e di cui la più chiara espressione che darsi possa consiste nel dire che un intuire l'essere delle il conoscere è un vedere, cose " ^ E nel 1871 conchiuderà: " Escluso l'empirismo,
non
si
come
ridurre
quello che
tenebre;
escluso
s'
l'apriorismo,
coltà, la cui funzione il
visibile,
visibili
le
non
percezione e
*
Idea,
FU.
I,
se.
del
reale è
37-8. Cfr.
I,
"
*.
un
55 e
la
di
altro
luce
altro
che vedere
rimane
altra
come
via
un
che fatto
teoria della percezione
elemento
jacobiano,
che
:
scettico; la
ma
tutto finisce nell'argomento dell'intuito.
"
Quando
vita intellettuale non fosse altro che una torbida vicenda
un fatto innegabile che l'inmente in mezzo a que' sogni, e la mente, in quanto il vede per immediato intuito, ha un lucido intervallo, ed è svegliatissima, affatto sciolta da ogni illusiosarebbe pur sempre
di sogni,
finito si affaccia alla
ne, e aperta alla verità
Una
29.
dalle
rendere a se stessa
conoscenza
Questa
la
quello che ad una fa-
cose, prima di vederle; non
primitivo e inesplicabile
«
come
né può esser
è,
vorrebbe affidare quella
riconoscere la
immediata
cavar
indarno a
affatica
e
"
'\
volta stabilita la conoscenza
la realtà dell' infinito,
oggettiva, e quindi
Bertini passa a determinarne gli at-
il
L'Ente infinito è eterno, perché, essendo tutto quello può essere, è tutto atto e puro atto non ha un'essenza distinta dall'esistenza, e quindi non si può concepire
tributi.
che
si
come è in
:
esistente nel tempo.
sommo
grado.
Ma
comincia a vedere
si
1
Idea,
^
O. e,
sgg.
I.
L'Ente
infinito
che è essere
chiaramente
1'
?
Il
è perfetto, ossia Bertini
azione
che
—
e qui
sulla
38. I.
50-51.
Hai, IV. 159. Geotile
12.
sua
Le
78
1
mente
origini della filosofia
contemporanea
esercitò la filosofia di Leibniz,
Vico, che
il
—
prezzare
1
Ornato
gli
risponde che
Qiovanni Maria Bertini
luogo del quale,
in
d* altronde, egli preferisce qui di citare,
in Italia
quando
capiti.
gli
aveva insegnato a leggere ed ap" egli è evidente che ogni cosa
è una forza o un sistema di forze, e che in tanto è, in quanto agisce e vive, talché essere e vivere sono un medesimo, e
il
sommo
La
"
attività
in
fa
e
dell'essere sta nel
sommo
della vita
originaria
i
della vita. L'infimo e quello dell'attività
"
in forza di
parte della verità ":
cui
un essere necessariamente e inconsapevolmente è ciò che è, e fa ciò che fa, essendo la sua operazione una necessaria conseguenza ed esplicazione del suo essere " p. e.
30.
attività
essere che l'esercita, e che l'esercita perchè la percepisce e l'appetisce \ La percezione dell'attività spontanea,
secondo grado, è proprio l'appercezione leibniziana, o coscienza; perchè 1' autore la dice " percezione che l'agente ha di se stesso ". Di quest'attività ossia dell'attività di
spontanea poi
sono
i
si
devono distinguere
possibili gradi di percezione;
altrettanti
gradi, quanti
e l'Ente infinito dovrà
sommo grado la percezione del proprio essere. Anche il Bertini ammette, come il Leibniz, sen-
possedere
in
il
stesso
lo
dell'Ente
può
intelligenza
tendimento di è
"
supremo grado dell'attività dell* Ente grado supremo dell'intelligenza. Ma
somma
questa
dunque,
Infinito:
equivale
infinito
che
sarà altro
consistere fuor che nell'in-
r inteUigibile
tutto
infinito
in
Ma
>
tutto
l'intelligibile
sommo grado
il
all'assoluta
dell'essere
intelligenza
ch'egli
ha di se stesso. L' Ente
:
per cui ogni corpo si stende nello spazio ed è impenetrabile. Il secondo grado è quello dell'attività che è percepita (appercepita, avrebbe detto Leibniz) dallo stesso
r
Il
per-
come per
cui Hmite, parimenti
il
ma
la
assoluta è la perfezione
non assoluta privazione d'una una formula algebrica non sviluppata.
Leibniz, è implicazione,
dunque
e non per Kant, è
intelligenza
l'
dell'intelligenza limitata;
".
ed intima a ciascun essere, grazia della quale Tessere e ciò che è, e fa quello che " \ Quest'attività ha vari gradi, che sono vari gradi vita
come per Leibniz
L'intelligenza,
fezione del senso; e
179
che conosce se stesso è attivo secondo Non può volere se non se medesimo;
infinito
questa conoscenza. e questo è
E
come
il
suo amore,
la
sua santità, la sua divina bontà.
amore bisogna
in ogni
o momenti, l'uno attivo e
due elementi
distinguere
l'altro
passivo, l'uno che è prin-
cipio dell'azione che
conduce all'oggetto amato, ed è prinche raccoglie dalla fruizione dell' oggetto il piacere che ad esso traeva, ed è il principio della beatitudine; nell'eterno amore dell'Ente infinito è insieme suprema bontà e suprema beatitudine. Questa piena cipio della
1'
virtù,
altro
conoscenza di se e questo pieno attributi
fondamentali
conosce e pone
sé,
di
e
si
amore
di sé sono
Dio. Dio è l'essere
bea quindi di
i
infinito
due che
sé.
sazioni o percezioni
inavvertite, nelle quali non è attiva distinguendole dalle percezioni, in cui " tutta anima è desta e attivissima, talché può dirsi che l'anima
tutta l'anima; 1*
è
tutta in quell'atto,
ma senso
la
e quell'atto è tutta l'anima
facoltà di percepire
particolare delle cose, e
intelligenza
pire le cose in se stesse, fuori
*
I.
54.
2 Cfr.
soltanto
Leibniz. Monadologie. §
dello
la
".
Chia-
qualche azione facoltà di perce-
spazio e del tempo.
3
1
.
Qui però
intoppo: della
vita
il
non
la
speculazione del Bertini incontra un grave
tentativo di superarlo
contentò
esso infatti è insuperabile
più se
tardi
non
semplicità
blema massimo della
e
identità filosofia,
fatto lo
si
nuova logica dialettica, ebbe fede. Come può Dio conoscere e porre l'arma della
assoluta 15.
e
nella
stesso
Ed
pone mano a quelin cui il Bertini non se
stesso,
con se stesso quello
Filosofia
autore.
della
?
se
E
sostanza
Dio è il
pro-
causa
Le
180
Ecco come
sui. l:
origini della filosofia
"
biezione
"
grave ob-
si
consiste essere e la vita dell' infinito stesso,
ne segue che la
propria
conoscendo
egli,
amando
ed
poiché questi la
vita di
allro
teismo mistico.
che
atti,
È
egli
secondo
il
atto,
medesimo, sarebbe un asBertini lo stesso problema
dagli dei perche santo, deir£u/r/rone: il santo è amato La santità e causa dei ? dagli amato perchè o h santo in Dio la concepire od effetto deir amore divino ? Come la santità e crea che Tamore e presuppone, dualità che
Tamore
che crea
?
E. non intesa
la
possibihta
umana, che ogni dell'amore e della santità di Dio. divina, non natura alla Tuomo dovrebbe far partecipare virtù
obbUgatoria ? perde ogni pregio e ogni forza " per iscampare da queste oirioffrono si ci vie Quali
conseguenze
bili
"
Nella
?
Filosofia
della
teismo
vita
il
Bertmi
antropomorhco e
il
panteismo, il tre vie fala difficoltà è superata teismo mistico. Pel panteismo teismo Pel universo. V cendo oggetto deir attività divina anche superata, consiantropomorfico la difficoltà sarebbe
vede
il
:
derando Dio. non sostanza e
le
già
modo
come
atto puro, in cui
s'identificano, bensì
rea^le
come
Ma
entrambi
Quanto il
nostro
"
il
mistero
venne escogitato per evitare Nella Filosofia della vita il Bertini finisce, per
disperazione, nel teismo mistico, pur riconoscendo che il concetto della vita divina, a cui esso s'arresta, sia incomprentutte
Per dispei azione,
le
possibili
in
mancanza
Esamina
di meglio.
forme del panteismo, e
le trova tutte
inamperchè inconciliabili col vero concetto dell* infinito. Il panteismo materialistico ripone l'assoluto nella materia primitiva del diventare, la quale da principio è nulla, e col missibili,
tempo diviene ogni l'infinito
come
panteismo spinoziano considera e immutabile nel tempo e della quale tutti i finiti sono modi trancosa.
sostanza
nello spazio infinito,
Una
e apparenti.
sitorii
Il
una
fa
ponendo
il
la forza
Hegel
tra
e
l'infinito
semplice e
sostituisce
il
all'
specie di panteismo, che
terza
potrebbe dire animistico,
dell'infinito finito
moto.
la
il
anima del mondo
si
l'anima del mondo,
stessa relazione
Infine,
che
tra
panteismo logico di la
mente
pura,
in
cui soggetto e oggetto sono identici:
idea assoluta, che
estrinseca e oggettiva nella natura, e
acquista
la
si
consape-
volezza di sé nello spirito.
Ora
nel panteismo materialistico
esistenza indeterminata,
dell' Infinito;
né questa somma
amore) può luta.
trovarsi nel
Nel panteismo la
della
il
somma
sì
vita
materia prima,
alla
somma
vita
(intelligenza assoluta e
diventare e nella
della sostanza
mutabilità asso-
contrasta
col
principio
concetto della moltitudine indefinita dei
cui totalità e unità,
essere reale,
concetto della mera
concetto dell'essere sommo, della
dell'unità divina
modi,
il
quale compete
sostanza,
Bertim inaccettabili.
modo
".
al
alquanto sbrigativo dottrina non questa egh è chiaro che
all'antropomorfismo, dice in filosofo.
al
si
è inadeguato
che l'offuscano
questi sistemi paiono
"
il teismo mistico; e convien panteismo, perchè esso, a differenza del dà per pienamente comprensibile, che
idea-
e
degli atti con cui esso soggetto delle sue operazioni, cioè lui distinti... ; niente da esseri gli conosce, ama e benefica dai hmiti e dalle impertepiù che r lo umano sceverato senza creazione. ". Insomma, un Dio zioni
il
esclude da sé ogni mistero; anzi
sibile.
che poi sono uno e medesimo
Dio, Dio.
surdo, un nulla.
la santità
arbitraria e ripugnante al conl'abbiamo delineato ". Rimane a
panteismo e
il
prima esaminare
slesso.
se
non conosce e non ama
vita,
nel-
e
conoscenza
nella
perciò as urdi e impossibili.
E
181
:
adunque e proprio amore. Nella sua conoscenza il la propria conoscenza e oggetto coconoscere è assolutamente identico coli nel suo amore l'atto del oggetto amato. è assolutamente identico coli nosciuto e V atto dell* amare sono affatto privi di oggetto, epamore suo il e conoscenza Perciò la sua
sono
può ammettere, perchè
cetto dell'Assoluto quale
proprio essere e
il
propone questa
si
Qiovanni Maria Bertini
in Italia
scegliere tra
Se tulio r Tamore S se cioè
Bertini
il
contemporanea
mentale ed
secondo
astratta;
il
Bertini,
contrasta
non può
col principio
beatitudine dell' Ente infinito quel divenire la
sostanza tutte le cose, e però
il
suo
trasformarsi
in
tanti
182
Le
spiriti
dolenti e
Un modo
infelici.
in Italia
contemporanea
origini della filosofia
infelice della sostanza
contraddice alla beatitudine di questa, e
agnostico
rende impossi-
la
non può dar l'infinito. Nel panabbiamo un'idea in se, ossia teismo hegeliano, " una conun pensiero senza soggetto e senza oggetto, cioè gel,
Tidea,
fattasi
consapevole di tesi.
e è,
come
la sostanza di
zioni,
a
tutti
si
fa così
ma
unificato e pensan-
mondo
ma
Spinoza, partecipa a tutte
mali, a tutti
i
processo, diventa
diviene; non è atto,
i
dolori del
non sono
vere,
della ragione,
il
ma
apparenti,
panteismo
quindi non ha nessuna "
mistico, che,
ha
ragione
malgrado
le
e
le
dovute
alla i
e
i
limitazione
sul
misteri
teismo
",
che
lo
s'accorda
pluralità e società di persone, nella cui
reciproca conoscenza
ed amore consisterebbe la sapienza, la santità assoluta di Dio ". Il panteismo ha ragione di non volere un Dio astratto, ma l'Assoluto non si solitario, infecondo e privo di vita; non si moltiplica, non si personifica nel mondo anzi " è ab eterno esplicato, moltiplicato e personificalo in se stesso, è in se stesso un mondo perfetto, di cui il nostro esplica,
mondo non 32.
Non
deduzione
;
è che una lontana imitazione
mette conto dimostrare del
teismo.
Giova
la
*.
il
carattere
ma
dice;
poter conciliare
attivila
di
e
il
un
sapere
Bertini
vo-
il
?
perchè
Il
il
Bertini
è noto: l'incomprensibilità deriva dal non
V unità con
Dio stesso II Per intendere differenza; ma Dio è uno, semDunque, ammettiamo la' diffela
pluralità in
ma
sciolto,
Dio occorre
se stesso.
renza; ecco
la
Dunque
?
tagliato.
ed ecco quel credere che non può Bertini deve sentire, già fin dal 1850,
mistero,
diventar sapere.
Il
irrazionalità della
conclusione
ma, non potendo abbraclenendolo per razionale almeno negativamente, ossia perchè razionale è la 1
ciare
1
panteismo,
abbraccia
;
V
irrazionale,
confutazione delle diverse soluzioni che altrimenti bisogneNon era questo 1' Unwissen del Jacobi ?
rebbe accettare.
33. L'idea dell'Essere, impotente a produrre da sé il concetto della sua stessa attività, s'intende che nella filosoha del Berlini non può esser feconda del concetto del finito, ti
poiché
lazione col
1
Infinito finito,
non
lutto
il
può intendere senza la sua reconcetto delKInfinito resta avvolto
si
nel mistero del sapere ignorante. di
Dio e delle sue opere, dice il può aver compiuto il concetto
L'ontologia è Bertini
la
scienza "
non non si sa se egli possa o no produrre sostanze, e se realmente ne produca. Ora questa notizia non si può ricavare dalla contemSI
debolezza di questa
piuttosto notare
fondamentale.
abbiamo
noi
incomprensibile
nodo, insomma, non è 1
panteismo
perchè Dio è
lo
plice,
pienamente col concetto dell'Infinito che è stato elaborato dal Bertini. Questo teismo, com'è agevole intendere, consiste nell' ammettere in Dio " una
adombrano
non
imperfe-
suoi misteri, e
prevalere
oscurità
attua;
mondo.
anch'esso
per
si
questione
filosofare.
Ma
perviene quando
si
se tutte le assurdità delle varie forme del
Che r||
sé,
Dio qui non
secondo He-
in essa consiste,
dell'essere; perchè a questo mondo, alla fine del suo
sommo
il
Né
questa
lendo intendere, e giungere a un wissendes IVissen, finisce ne mistero: a un mistero reso necessario anche per lui dalla critica del panteismo; un mistero, anche per lui come già per TOrnato e per Jacobi, presupponente un x^oajiOG leAscog assolutamente trascendente alla maniera di natone. Jacobi è ancora il punto d'arrivo, e non soltanto il punto di partenza del suo
finite
".
platonica, a cui
in
ÌVissen);
oltre a ciò,
traddizione e un nulla
conclusione schiettamente
Jacobi aveva detto che di Dio Ignorante (ein nicht wissendes
Il
una somma di cose
183
Bertini e pervenuto
li
panteismo animistico farebbe dell'assoluto, in quanto anima, qualche cosa di attivo e di passivo insieme, e la passività non si concilia con Tinfinitudine; farebbe del mondo una parte integrante dell'assoluto, e anche il mondo, perciò, perchè infinito, necessario, assoluto; ciò che è impossibile,
bile.
della
Giovanni Maria Beriini
plazione dell'Ente in sé
".
dell'
(I,
82); e
Ente, se
Le
184
b
tutto stabilire
che
il
Ma
esiste.
finito
che
e tutto
dell' lo,
rebbe
il
si
medesimo dilemma: o e
e in ogni caso è un essere imperfettamente l'Infinito.
Ma
se c'è un essere
con r
tificarsi
Infinito,
E
si
che,
esso non
potrà
caso, o
da questo: giacché in tal rebbe, e non sarebbe infinitamente
tale,
non può iden-
essere
indipendente
l'Infinito
non
lo
intelligente; o
provar prima che
l'Infinito
produce
il
finito:
affermazione è preziosa, e rivela
Il
bene per questa creazione, non potendo essere un ded'aumento, suscettibile è non l'Infinito, la cui bontà sua partecipav'essere il bene dell' essere creato, ossia la all' Infinito
per via di conoscenza
e
di
amore
E
se
dell' Infinito, r Io partecipa in qualche grado della verità reale e verace. ma ammesso, pure s'è come illusorio, non è
l'argomentazione, riduce,
discussioni, onde 34. Tralasciando di esporre le laboriose dimostrazione a questa confermare di Bertini si sforza
posteriori dell'attività
data per
innegabile
creativa di Dio, è ovvio domandare: l'esistenza del finito, e per necessaria
quindi dee avere del
conoscenza che l'Infinito per necessaria conseguentemente la
anche
finito,
la creazione,
finito,
bi-
Converrebbe
e
come
il
a
non
cui quella
dubbio dello
tormento
il
avesse
reso
dello spirito
impossibile con
esposta del
già
Bertini
si
scettico sull'essere del pensiero, se
fosse possibile dubitare di ogni finito,
dovremmo chiuderci, meglio, nella pura sfera trascendente dell' In-
e sarebbe
il
finito.^
Ma
il
ché r
Infinito
creato e
finito
c'è:
dunque,
l'Infinito
basta a se stesso,
lo crei
liberamente:
bisogna "
il
l'ha creato; e poi-
pur
finito
che
non
l'abbia
ha
in
sé
alcuna necessità di esistere, e perciò esso esiste in virtù di un atto libero dell'Infinito ". Questo, confessa il Bertini, è "
si
che si può dir di più chiaro su questo punè in verità molto poco. E 1' autore lo sa infatti ferma a lungo su questo punto: e lo tenta e ritenta da
tutto quello
to
il
il
dell' Infinito in sé.
impossibile?...
del Bertini: se Cartesio
rice-
fine di
zione
un
ne
crea.
questa posizione,
di negare
la
conosce-
lo
può
produzione delle sostanze è possibile; or questa possibilità non si può provare a priori ". Questa
la
piena ed assoluta,
modo
si
alla
dal conoscenza dal di fuori, e così riceverebbe Ma, assurde. entrambe di fuori una perfezione: conseguenze questa dipendenza è se il finito dipende dall'Infinito, e
verebbe
difficoltà di
Come
que Dio crea) protesta che tale dimostrazione, benché analoga deduzione da lui fatta degli attributi dell'intelligenza e dell'amore, e quantunque apparentemente rigorosa, è falsa, o almeno dubbia ne' suoi principii. "E se la produzione delle
fuori
ripete-
o è un'apparenza, finito, perchè pensante
come
e perfetto nella
la
sostanze fosse un assurdo,
finito,
tutto esplicato
della creazione (Dio è produzione è una perfezione, la produzione delle sostanze è una maggiore perfezione; dunque, Dio possiede la potenza creativa; ma l'atto è la perfezione della potenza; dun-
reale,
finito:
sia già
contro la dimostrazione a priori
perfetto,
questo
tutto
oggettiva
questo
per
all' Io,
riducesse
quando
Dio
sognerebbe chiudersi nel puro concetto
m
realtà
dire che
Il Bertini sente le gravissime e dice chiaro che, se ci fosse
che se i singoh fosdoppio modo; sero mere apparenze, sarebbero finiti in alFapparenza. non quanto il loro essere sarebbe limitato un' apparenza sadi l'apparire quanto essendo realtà, e in
E
può
si
185
molteplicità trascendente delle sue persone? dire che " l'infinito basta a se stesso? ".
fi-
il
nito esista è attestato dalla coscienza;
rebbe distinto dall'apparire dell'altra. complesso d'apparenze non avesse
m
Qiovanni Maria Berlini
in Italia
che Conosciamo già il metoao delle condizioni materiali si denon finito Il logici. conducono la mente ai principii e da questa duce dall'Infinito; ma è dato dalFesperienza, Occorre dunque s'induce poi la sua relazione coir infinito. prima di
f
contemporanea
origini della filosofia
Ed
".
tutti
i
lati,
come ente
;
risoluto di infinito
non smuoversi dal principio che
e beato, è immutabile, e non
"
Dio,
può
rice-
vere alcun incremento di perfezione e di beatitudine.
EgH
non può adunque andar soggetto ad alcuna necessità di operare e di creare; egli non ha bisogno di creare il mondo
1
Le
86
origim della filosofia contemporanea
Giovanni Maria Berlini
in Italia
Il primo, anzi, è pid incomprensibile del secondo: perchè xóajios léÀeto? è stato una deduzione necessaria del concetto insuperabile dell' essere e noi potremo pensare che potrebbe non essere il finito, ma non già che potrebbe
ribatper diventar più Dio di quel che è ". Battendo e circolo un in avvolgersi per finisce chiodo tendo su questo povizioso là dove all'insistente domanda dell'avversario:
trebbe Dio non volere
mondo? - crede
il
poter
dere che questa domanda equivale a quest'altra: che necessità che ponga in Dio questo volere ? "
tenziare:
non
tale necessità
che una
vi
sia,
il
;
rispon-
non essere
c'è qual-
—
tratta
e sen-
d'un
Bertmi.
concetto della
cioè dal
l'
Infinito.
atto
La
quale
-
Il
anche concede da se che si ma bisognerebbe anche
Berlini ci
incomprensibile;
dire che è un atto
risulta chia-
ramente dalle cose finora discorse Dio è libero perchè potrebbe non libertà di Dio. Insomma creare; e potrebbe non creare perchè è libero. ",
non necessario nella stessa filosofia del ha una reale tendenza a vincere la
infatti
trascendenza, a cui l'autore vorrebbe stare la
libertà dell'esistere,
conciliare con scritto 35. Inoltre, spinto, forse, dalla lettura di qualche maniera o d'alcuno de' suoi rifletterci
abbastanza, va
altro,
superiore
problema
il
all'intelligenza
è a
atti
if
il
L' uno e
finito.
incomprensibile, ma innegabile.
noi
In
1'
anche
Dio
tutto
libe-
è
la
e ad acconsentirvi; giacché il
permettere è un fare efficacissimo.
atto spontaneo,
Dio
cui
vina; il
1"
Dio.
in
si
con cui Dio pone
pone,
si
ed un secondo
finito.
pensa, atto,
Questo secondo
si
ama
se
e
accettare.
Si deve stesso; si
ed
approvare.
1'
V acconsentire,
dunque ammettere un primo quest* atto
in
bea di se
stesso,
ineffabile
consiste la
con
vita di-
con cui Dio liberamente, e per pura bontà pone non è più incomprensibile del primo, e sono
atto
entrambi egualmente innegabili
Dunque, " egli è necessariamente libero ". Il che il Bertini ammette di buon grado. Ossia Dio non può non amare puramente, non può, in altri termini, non creare, come l'uomo veramente buono non può non fare l'azione buona. La creazione è libera; sta è la
K
appena *
/J-ja,
I.
92-3. Di cotesta filosofia schellinghiana o pseudo-schellinghiana STAHL nella sua Storia della filos. del
FEDERICO GIULIO di diritto nell'Università di ital. da PIETRO TORRE, prof, si rese debole annotata da R. CONFORTI. Torino. Favale, 1853)
sostenuta da
B.
Genova, e
e
in
Italia
Domenico
Berti in alcune pagine della sua
Vita di G.
Bruno
del Berti, le cui (1868; 2.- ed. Torino. Paravia. 1889. pp. 340-345). Ma questa menzione. pubblicazioni furono di carattere puramente erudito, basterà
ma
la libertà
vera conclusione, benché 1'
di il
Dio è
necessaria: que-
Bertini le volti le spalle,
ha formulata. Egli tuttavia enuncia
questo giusto
Sulla filosofia dello Stahl. e sulle relazioni del Berti con essa
diruto (trad. in
eco
contrapposto
è una perfezione, e trovasi pertanto necessariamente in Dio.
come
riducesi già,
lui
La libertà di creare starebbe in ciò, che Dio crea non per alcuna necessità od esigenza della sua natura, ma per puro amore, ossia per un'attività che non è determinata da nessun bisogno, ed è quindi essenzialmente libera. Ma quest'amore
altro di questi
l'esser sua esistenza.... Dio esiste perchè vuole esistere, e poiché è beato, non egli contento della sua esistenza, come lo è certamente, esistenza. per l'Io, ad accettare, ed approvare la propria rissimo,
carattere mistico
panteismo.
al
Iddio è, cioè pone se stesso, e pone
tale determi-
nazione, da compromettere gravemente il del suo teismo, anzi lo stesso teismo da
umana. !
bisogna
la
listico
gno in questo concetto della libera creatività divina: e tradisporta la libertà nel seno stesso dell'essenza dell' Infinito, chiarando, per
certamente
del creare lo stesso Bertini, trascinato dall'assunto razionadel suo filosofare, ne dà esplicitamente
di là del se-
al
quale
deduzione a priori che il Berlini ci dà dell'esistenza di Dio, e però risolvere in una libertà razionale, ossia in una logica necessità; in quanto alla libertà
dello SchelHng della seconda
e senza
la
Lasciando
arrestarsi.
:
seguaci,
187
SPAVENTA. Da 85
e sgg. Sulla
XXxìr?898"''''
Sacrale a Hegel, Bari, Laterza. biografia e sugli scritti del Berti la
^'" ^^"^
'^'
^""
^''''
si
può vedere
212-245 Commemorazione di 1905.
"'""'
'''
pp.
^"""''
'"'•
rz:
1
Le
88
contempora nea
origini della filosofia
Giovanni Maria Bertini
in Italia
37. Questo e
indipendenza da moconcetto, che la libertà è autonomia, attività del bene ; che V perciò è essa che tivi estrinseci ;
denze
"
inferiori
al
il
'.
in
mente del Dio non si è mutato
della "
crea ab eterno, egli dice; non creante in creante, non e
Dio
Bertini.
di
ma
passato dalla potenza alFatto,
e con un medesimo
di creare,
eternamente
è
atto
Latto
"
(l'J^^). e dirige alla sua destinazione il creato che significa che creativo è eternamente immanente. Il
primitivo.
dissidio
tra
che accusa
il
Bertini e
suoi presupposti
i
il
d* irresoluto
e di oscuro
razionale del filosofare del che, logici e religiosi. 11 vero e fine
Bertmi sente xóaixG^ xéXeto^ dell'Essere infinito, il intanto non e finito, del dimostrazione la necessità di una questo da mezzi di cui dispone, di ricavare
posto
il
ha modo, coi
manomettere
quello senza
la
natura
di
quello e incorrere
nel panteismo abborrito.
i
Vedi luUe
bene, che peccabilità
"
"
le
la
universale della mente
libertà cresce
(p.
de"- J^b^rta umana, 139-146): dovè det o della della moralità, ed mversa
143).
in
ragion diretta
«
fa ta
(1.
:
non dedurre
dall'
idea dell' essere,
ma
coi
caratteri dell'esperienza.
L'on-
i
esperienza e cieca,
1'
me-
logico;
legittimare colla ontologia ;
costruire
fondamento del principio
tologia per se è vuota
potrebbe
si
dire con la frase kantiana.
^
e,
La prima proposizione di questa metafisica del finito che l'idea di Dio è profondamente insita nell'animo no-
38.
come diceva Jacobi;
è un'idea essenziale dello spivero e assoluto ateismo è impossibile. La seconda proposizione è, che trovasi nell' Io la
nto umano;
un
facoltà di
amare Dio di un amore attivo, puro, intellettuale, e questo amore e la libertà, la suprema facoltà attiva dell'uomo.
La
che l'Io esiste nel tempo, sempre identico a se, malgrado la varietà de' suoi stati successivi. La quarta, che l'Io è destinato alla perfettibilità e terza,
al progresso, e discussione di questa quarta questione è la più laboriosa e accurata; ed è bene attendere al carattere speciale della soluzione a cui essa conduce, per intendere Io sviluppo posteriore del pensiero del Bertini.
però all'immortalità.
La
osservazioni intorno alla natura
dommio
"
essere finito
materiali dell'esperienza sul
punti:
consistere nel
lo
degli
lo stesso
todo
stro,
il
Dio rispetto mondo è coeterno a Dio, e che la libertà di di non mente accidentale, di niente impUca al mondo non Resta, insomma, qualche cosa
universali
nell atto
produce, conserva
egli
caratteri
poscia s'industria di indicare nella coscienza i segni che realmente quei caratteri possibili dell'opera divina si riscontrino negli esseri finiti: e da quest' accordo tra V idea a priori o contemplazione ontologica e r esperienza conchiude la verità di ciò che apparisce nell'esperienza, e la realtà ^di ciò che s'argomenta dall idea a priori della creazione. E sempre dell
sendo Dio, non poteva non creare. Ma è la creazione un fatto istantaneo^ e transitorio, o -- Qui la risposta è chiara e netta, continuo e permanente ? modo incontestabile la reale tendenza dimostra
i
esseri creati;
servizio di alcuna delle ten-
diversa da quella vera conclusione, insomma, è vuol dimostrare mentre poiché, pare; Bertini che allo stesso che. esdimostra che Dio poteva non creare, egli in fatto
e ci
determinare a priori
scopo della creazione, e quindi
La
36.
li punto critico della Filosofia della vita volta abbozzato cotesto oscuro concetto della creazione, Berlini procede oltre cercando di
Una
" fare il male non e altro non c'è libertà del male, e che impero sopra se stesso, che abdicare la propria libertà, T
e mettere la propria energia
189
ricerca
r
sull'
se l'Io
La
immortalità dell' anima
possa
del corpo, continuando 2^ se
debba;
esistere la
sua
è
anche dopo
vita
3^ se la condizione
dalle sue azioni nella vita presente.
divisa la
intellettuale e
futura dell'Io Il
in
tre
dissoluzione
primo punto è
morale
;
dipenda il
tema
90
1
Le
origini della filosofia
contemporanea
Giovanni Maria Bertini
in Italia
quindi sistema estrinseco, pensare, volere.
in sé;
mateil principale della controversia tra lo spiritualismo e argomento su cui, a proposito di una Lettura sulla rialismo
non
191
un soggetto capace
di sentire,
:
Della terza maniera di materialismo il Bertini non s'ale va incontro, e si mostra disposto ad accet-
del fisiomisura della sensazione e del movimento (1869) memonella nel 870, tornò Bertini il Schiff logo Maurizio
dombra; anzi
1
,
come uno
tario
lo spiritualismo e il ria Schiarimenti sulla controversia fra dottrma. materialismo, sostenendo sostanzialmente la stessa
Non
spiritualismo assoluto.
dimostrare che
basta, egli osserva,
pensiero è affatto contrario all' estensione e alle sue proprietà, per provare che si trovano in il
due
39.
Nel
guendo tendere
libro del *50
combatte
di esso tre forme, derivanti dal diverso il
corpo,
con
secondo
cui,
modo
d'in-
materialisti s'identi-
i
Te1 Tanima. Giacche per corpo si può intendere 2 un sistema di forze, dalla steso che apparisce ai sensi fenomeni psichici; i cui azione combinata proverrebbero ""
:
fica
'
;
dello spazio, una forza unica e semplice, quindi fuori oggettiva ed estrinseca, e pur dotata di doppia funzione: soggettiva,^ ineche s' esercita nello spazio, e intrinseca e materialismo è falprimo il Ora, coscienza. rente alla un esteso, perchè, se il soggetto dei fatti psichici fosse 3"
—
so,
essendo l'esteso un composto non sarebbe possibile l' altra,
di parti estrinseche l'una 1'
unità
della
coscienza.
al11
come tale reale; centro della quale dev'essere semplice, e la questione mente, perchè, se fosse tale solo rispetto a una si
ma
sposterebbe,
rimarrebbe negl'identici termini. Inoltre, un' esistenza relativa alla mente che lo
ha solo se estesa, pensa (altro concetto di Leibniz); quindi l'anima, percepisse; la che soggetto un presupporrebbe un pensiero,
lo spazio
e
così all'infinito.
Infine,
ammesso questo materialismo,
venterebbe assurdo ogni concetto di valore,
e
non
ci
disa-
ben archirebbe differenza tra un mucchio di rovine e un il criterio materia dalla trarsi potendo non tettato edifizio Contro la seconda per distinguere l'ordine dal disordine. ;
soggetti sostanzialmente
materialismo, distin-
il
—
analoga a forma di materialismo vale un' argomentazione il fenomeno Se precedente. forma la contro quella già usata forze associate, psichico dipendesse da una molteplicità di forze costituirebbe un' unità puramente il sistema di queste sarebbe sistema per una mente, non e mentale; relativa e
strare
che
distinti;
tutta l'essenza
converrebbe anche dimo-
della
materia si assolve in quepoiché questa seconda dimostrazione, tentata dal Malebranche, è impossibile, non e' è attività
st
mezzo di confutare medesimo principio nima, operando extra,
s
che
dottrina
la
muove
proprietà dei corpi.
da
un
ad
assumendo tutte le non si può dimostrare
Questa dottrina si può confutare;
Ma,
l'a-
nello spazio,
ma non
ammissibile.
dipendere
fa
pensiero e l'estensione, per cui intra, sente e pensa, e, operando
il
ad
estende e
direttamente, tesi
E
dell'estendersi.
avverte
ossia è l'unica ipo"
ben lungi dalessere un materialismo, è anzi uno spiritualismo esageratopoiché considera non solo l'anima, ma persino l'atomo maBertini,
il
1
teriale
come una monade, come una
forza
semplice,
realmente una ed identica, manifestandosi
con
cioè
diverse at-
".
tività
La
40.
dottrina,
del Leibniz
E
al
adunque, a cui
Leibniz
si
s'arresta
Bertini. è quella
il
tiene egli stretto, pur
nandolo, nella risposta che in conseguenza dà della questione sull'immortalità: se ella è
al
non nomiprimo punto
possibile. "L'aniessendo una forza unica e semplice, non può perire per via di dissoluzione, ma solo per via di annientamento ". Quello stesso che aveva detto Leibniz nella 4* e nella 6^ tesi della Monadologia. Ma potrà l'anima pensare senza il corpo } Non dipende assolutamente 1' attività
ma
,
egli dice.
"
-
dellamma ché
ei
versari
F^4SK^
dalla
vita
fisica?
presenti quest' idea
dell'immortalità,
Pare
come
che
anche
al
Bertini,
un' obbiezione
l'anima
senza
il
degli
benav-
corpo non
Le
192
oTigini della filosofia
Qiooanni Maria Berlini
contemporanea in Italia
volere. Ma non crede, che possa continuare a pensare e a e la filosofia volgare s imvolgo il " che quello la morte sia isolamento dell' anima da ogni compiuto un cioè magina, dottrina di Leibniz. L'anisostanza corporea ". È nota la una preformazione, che biper avanti alla nascita
male c'è sogna ammettere già nel seme,
del
corpo orgamzzato con
La generazione e la morte, r anima; e c'è dopo la morte. perfetta, consistente come generazione intera e come morte se non apparenti. sono non nella separazione dell'anima, soni des developpegénéralions " appelons Ce que nous aPP^Ions accroissemens ; camme ce que nous mens
et
des
Non enveloppemens et des diminutions corpo. Dio solo senza genii né ci sono anime Similmente il Bertini dice, che ne è scevro interamente \ corpo fevede morire e disfarsi è solo il il corpo che si morts
.
des
son
separate,
nomenico. anche Chi ne accerta che Tanima ««tanza. a qualche
morte non rimanga unita a qualche
in
principio corporeo ?
invisibile
Chi
e,
dà
d.ntlo
>
d.
•
Solo
la
È il
"
come
Bellini lasciar
m
vita assoluta,
essa vivono tutte
si
cose.
le
la
stessa intuizione
leibniziana; e se
e non si arresta a tale conclusione, trascendente questione da parte questa la possibilità
della
preferisce ^ .
sforzan-
sopravvivenza
2
»
Monad. (ed. Boulroux 74 e 73. Monad., 72. Or. LEIBNIZ. ThcoJ.. § 90: ,
U
Cfr.
Théod.,
§ 90.
mori apparente n
est
qu un enve-
ordre de la nature il y d'apparence que dans loppement: n' y ayant point ne commence séparée, de lout corps, n, ce qui ait de. &mes enlièrement la nature . puisse cesser par les forces de 1
point nalurellement,
filosofico
del Leibniz.
Mala
bertini verso di essa
il
si-
decisa propensione del
è certamente attestata dal giudizio morte è compiuto isolamento da ogni sostanza corporea solo pel volgo e per la filosofia volgare. espresso che la
.°8"'
jJ^-.f^ lità dell
anima.
modo, ammessa I
autore
la
crede se
necessita dalle ragioni teleologiche,
vernano
possibilità dell'immorta-
ne
possa
che,
pel
desumere Bertini,
la
go-
umverso. Ragioni evidenti, che tuttavia il Bertini concede possano non valere a disti uggere quel residuo d'incredulità, che SI manifesta nell'orrore per I
la
farvi ?
E
morte.
Che
debolezza della mente umana incapace di abbracciare la verità senza lasciarsene smuovere da vana paura di creder troppo. Curiosa affermazione che torna a svelarci apertamente il tormento di quest'anima ansiosa del vero e agitata dal dubbio. Il Bertini fa una confessione personale
quando
la
sostiene che
l^inimo umano è agitato da due tendenze contrarie, cioè dal bisogno di credere e di possedere la verità in generale, e dalla ripugnanza ad accetta come vera ogm dot.rina che gli presenti la verità de.ermina.a, conerei é r».retta in ormole; poiché allora la verità prende laspe.lo d'una salone arbitraria, onde l'uomo é indotto ad esclamare: Che sia propHo co,, e non al.rimentil Se egU. abbandonandosi alla prima di queste tendenze cerca la pace nel dogmatismo, non ve la trova piena e perfetta poichi I altra tendenza rivive, e con mille sospetti il conturba.
del-
fondata sul principio l'anima con un^altra argomentazione, la sua hlosoha perchè accade ciò che Tanirna e una forza,
i
tutto
stema
còZl^
vede,
dosi di confermare
di persuadere lo scettico, al quale non è posuna singola dottrina staccata da
sibile presentare
m
nautut a la cui non .. ha 1 esemp.o condannarla ad un isolamento di fra oro^ iute commercio in e connessione in ra>» ' Tutti gli enti finiti sono al altra di elemento u servono il'una r . r .,„» nell altra, e servoiiu una nz-H'altra I le vile finite vegetano essa e d. che è Dio, basta a se slessa, e vitale.
se proposto
193
L'autore
avrebbe
dovuto
anche
dire
quale
specie di
dommatismo lascia rivivere la tendenza scettica. Certo è che un dommatismo come questo suo rende immagine di una nave che faccia acqua da tutte le parti; e s' intende
perche non fosse per sé atto a Al quale l'uomo (cioè,
riuscir vittorioso sullo scet-
ticismo.
rebbe, se
.1
bisogno
nel suo cuore.
di
credere
Bertini)
s'abbandone-
non fosse
indistruttibile
il
Insomma,
Gentile
13.
Le
194
origini della filosofia
contemporanea
Giovanni Maria Berlini
in Italia
una compiuta pace di spirito è impossibile, (e non resta che) a cercare quale dei due parliti, fede o scetticismo, si trovi una pace più vicina a queir ideale a cui si aspira indarno, una pace che divenga di giorno in giorno più tranquilla, più costante, più sicura da ogni agitazione. Una tale in
questione non
si
può
risolvere se
non facendo, ciascuno per
sé,
l'esperienza
dei due sistemi contrari.
Tale appunto è la situazione d'animo del Bertini: una aspirazione alla pace tenuta per irraggiungibile, e un tentare di accostarvisi per via
sola veramente dolorosa
umana
dommatica. Situazione, come è anzi
dolorosa dello scetticismo:
più
chiaro, assai
cui
in
si
possa
Tanima
di fronte alla verità.
In veri misteri s'imbatte la ragione lo
stigare
Il
merita di esser felice, importa che dovrà avvenire
la virtù
una radicale mutazione del rapporto con Dio affinchè si possa compiere
dello
sua
la
spirito
umano
destinazione.
dopo quali peripezie ? La vita terrena è una prova suprema? o ci sono altre prove e altre gran giornata alla battaglie da combattere per giungere
Ma
quando
?
che deciderà
Qome
che
si
guerra
?
"
domande
"
*;
della
risposta a queste riferisce
?
all'essenza del
La
come sommo
sapienza e bontà sostanziale, in cui i
e nel cui conoscimento tura.
"
Quando
la
dovremmo
non ha alcuna non ne ha a quella
filosofìa
ragione cerca una risposta a
morte
";
care
il
mancanza
mare tempestoso della
di
tali
filosofo
mità colla ragione,
come
la
probabile, non dimostrare
vita.
42. Dopo la proposizione sull'immortalità dell'anima, tre ancora ce ne sono in quest'abbozzo di metafisica del Ber-
spiriti
altri
Sono credenze,
può argomentare
si
metafisicamente; finiti
del
affermata nella certezza
fornite di
ad ingannarci. Sono credenze per
morale,
vere;
costitutive dello spirito
quali basta allo scettico che
le
perchè
abbia
egli infatti
"
la
possano
vere,
al
mondo
esterno, [|
ed
alla
natura
1
settima proposizione riguarda l'esistenza del
ma-
e in questa discussione, onde la Filosofia della vita
conchiude,
si
vede meglio che altrove
il
si
carattere speciale
motivo personale
il
e
La
della filosofia del Bertini. L'opera inquadra in una fosca visione pessimistica della questione qui se il finito, qual è e apparisce s'
neir esperienza, risponda
secondo
con
esser
dovere di operare come se fossero scienza morale è affatto indipendente da
degli esseri che in esso ci appariscono
e
cospiri
umano,
il
ogni dogmatismo intorno
La
pari sesta
persuasione con-
la
seguente, essere impossibile che nell' universo tutto
vita.
immagine platomiglior nave, ei può var-
della
convenienza col bene dell'uma-
loro
r esistenza dei corpi esterni
proposizione.
ottimo, nessun
l'
delle
necessario prodotto dell'originaria
il
fondate sulla fede nella provvidenza e
finisce
e
Ma
".
nità
basti
giusto ne in vita ne in
e questa è la zattera, per usar
nica, sulla quale, in
al
doman-
mondo risultato
La filosofia vien dopo, e, investigando fondamenti di quelle credenze, riconosce la loro confor-
i
le:
avanzare nella vita fu-
e
l'autore
costituzione dell'uomo.
Iddio,
consistere
Ma
ma
ragione filosofante,
43.
de, essa trova un terribile mistero ". sapere che " sotto un Dio onnisciente
vero male può accadere all'uomo
che " le credenze su cui si regge il nazioni, per parlar con Vico, non sono il
della vita, di quella
dee
creato
dove
dall' Io,
col dire
voglia inve-
principio che
distinto
finito
torna al principio jacobiano, riassumendo la sua discussione
che r esistenza degli
quando
dell'anima oltremondano.
stato
l'esistenza d'un reale
forse la
trovare
quinta che afferma la molteplicità del
una
tini:
195
il
concetto
al
finito
quale
dell'opera divina,
il
dovrebbe Bertini
la
essere tratta
uomo, " che è la sola parte dell' universo che noi possiamo immediatamente conoscere e giudicare sotto il rispetto del bene e del male ". Ora
*
particolar
O. e.
1,
riguardo
203-4.
all'
/4
1
Le
96
origini della filosofia
contemporanea
in Italia
bene umano consiste nel conoscere il bene in rallegrarsene, e nel tendere ad effettuarlo in se
Qiovanni Maria Bertini
negli
Le due
prima; e "
ossia nella conoscenza,
altri:
bertà.
Intorno alle cose che più
un
ma
Dio e
nella
e 44.
li-
ei
uomo
ali*
di
possiede bensì
ve-
o per mezzo
errori,
di
come s'è
torinese
già ricordato,
dialoghi
tre
Bertini
il
intitolati
nuovo Eutifrone, che pubblicò 1' anno appresso con più semplice e modesto ^ Del decennio che corse
sapere, la
14 giugno 1860,
Il
presentò all'Accademia
difetto nelle altre.
molto oscuro e sfuggevole, onde nasce una cotale
intuito
Filosofia della vita e questi Dialoghi
documento notabile del pensiero del bandonasse tica a cui
le
//
titolo
tra
la
non abbiamo nessun Bertini
^ Che
egli ab-
dottrine della Filosofia della vita per la cri-
furono fatte segno nel
mezzo di raziocinii, i quali, se possono convincere, non valgono però a persuadere interamente, e a distruggere quel
852 da Ausonio Franchi, è accennato, una favola. Giacche il dommatismo che aveva combattuto il Franchi non fu mai abbandonato
certo fondo
dal Bertini,
credenza
istintiva
e incapace di dar ragione di se;
d'incredulità di cui parlavamo più
non governato dalla
L'affetto poi,
genera in amor proprio, padre di
dezza spietata.
l'
donde
La
tutte
libertà
infine
umanità, di cui
e
si
malattie
le
"
*.
le
malvage passioni
il
trova in
tre
languida,
di
morali e
resistere tutti
i
incostante, alla
Unde malum
misteri,
?....
Il
bene
nella
che
un tempo
si propose di fare alle critiche del Fransarebbe certo di grande interesse vedere come dopo qualche anno, difendesse la sua Filosofia della vita.
egli
chi
'.
E
*60 non trattano direttamente le queI Dialoghi del fondamentaH della filosofia; ma rivelano senza dubbio una profonda crisi intervenuta nel corso di quel decennio nello 45.
stioni
la
morte nelle sue con-
per cui
la
fìlosolìa
1
La
questione religiosa,
^
umana mette
Son da
ricordare le
227. 233.
due
march. G. di Cavour, nel
al
e
614-625.
I
due
scritti
sulla dottrina cartesiana
pubbl.
da
G. B. BeRTINI.
Intorno ad una nuova dimostrazione da A. Rosmini, al dott. Armandi e Cimento di Torino. 1852, voi, I, pp. 373-7
pp.
sulla (
1
lettere
Dottrina
di
Socrate (1854) e Schiarimenti
858). stampati nelle Memorie
XVI. 1857
di Torino, voi.
e voi.
XVIII. 1859
(rist.
(2^^ serie)
dell'Acc.
l'uno in Opere varie.
1-59; e l'altro in appendice alla Storia
della Filos. moderna, Torino, 1881. p. 123 e ss.) hanno interesse, più che altro, storico. Negli Schiarimenti è chiaramente visibile lo stesso misticismo della Filosofia della vita: " Il pensiero finito ha una cotale apprensione misteriosa del proprio limite, e giunto all'estremo confine della propria sfera gli
fondamento I,
e
race,
1861.
dell'immortalità dell'anima proposta
resiste
timento che ha
O. e.
dialoghi
Torino, Unione tipogr. ed..
cosa che
«
1
s'
ma solo modificato. E tra le sue carte, dopo sua morte, furono trovati alcuni frammenti di una risposta
la
sua
origine,
\ capo alla rivelazione Poteva essere questa una filosofìa della vita ? Se il problema di questa filosofìa era di provare, mediandolo, il contenuto della credenza immediata di Jacobi, questo problema, per confessione dell'autore stesso, non è risoluto; perchè egli ci parla ancora di " un intuito molto oscuro e sfuggevole, onde nasce una cotale credenza istintiva e incapace di dare ragione di se **. Il problema rimane problema. "
come
è,
pas-
dolori del-
il
male nella sua
seguenze sono
è
una tristissima dipintura, per male non era un' idea dell'opera tanta copia nel fatto, d'onde può mai
Se
esservi provenuto?....
essenza,
"
Bertini fa
il
chiedersi alla fine: divina,
sopra
verace conoscenza, detutte
intermittente e incapace per lo più sione:
o per
dell'anima umana, analizzate dal Bertini con cru-
corruttrici
Ir
un
importa
vita futura,
la
mescolanza di molti
colla
e
slesso
ultime potenze dipendono, naturalmente, dalla
difetto di questa importa
il
quali sono rità,
nelF affetto
197
nel
se,
il
p.
la
che
si
immobile, insuperabile.
mente umana possa
dare
di ciò alla
che
si
sente in contatto
Questa la
con qualche
apprensione, questo sen-
trascende, è forse
credenza nella divinità
il
":
più saldo
Op.
varie,
di
G. M.
53.
^ Vedi la pref. di A. CAPELLO alla Logica, opera postuma Bertini. Torino. Paravia. 1880. p. XXVII.
I
Le
198
contemporanea
origini della filosofia
spinto del Bertini.
di essi, schermendosi
Nel secondo
Giovanni Maria Bertini
in Italia
il
Teo-
supremo è quello
di
provvedere
logo, che interloquisce col Filosofo, rappresentante del pen-
servare l'unità della Chiesa
da un circolo sofistico in cui sospettava che questi volesse avvilupparlo, il Filosofo gli dice: " Piacesse a Dio che io fossi già venuto in chiaro meco stesso sulle più importanti questioni della filosofia, dimodoché mi sopravan-
mi, in quanto
siero del Bertini,
tempo e
zasse
libertà di spirito
da potermi
innocenti insidie e macchinazioni
mili
ben diverso
1
cora per lungo tempo nella condizione rentes,
nunquam ad
mio caso
il
semper
dei
Il
il
della religione,
principio
il
dell' ortodossismo;
primo contraddice
Il
che è culto della
più inumani e immorali.
Anche ben
ad ogni modo, almeno dentro
il
nostro filosofo
siepe;
la
più energicamente
il
invece
Dialoghi
nei
bisogno
una
di
di
sforzava
si
difficoltà
nella Filosofia
fitta;
scienza
ma
dommi, perchè non essi, se essi non
potrebbe essere
ci
supposti
fossero
O
Dio, io non so se tu esista o non
questo so ed affermo che, se
afferma
pienamente
amico di
46. Per altro, l'intuizione principale è immutata: ed è sem-
pre quella di Jacobi.
La
gira intorno alla critica
questione presa a discutere
delFortodossismo,
si
ag-
ossia del catto-
esisti,
libertà e di sincerità,
colui
che
dammi lume
ti
la
convmzione,
verità
I
dammi
e colle opere, a qualunque costo.
Tu
dominare sopra ogni
così che,
rito,
io
altro affetto,
affermo:
ma così
astiene
si
secondo per
così:
così eccellente,
perciò non
esista,
tu sei così grande,
che colui che
afferma senza
a conoscere
Secondo questa
Bertini vorrebbe so-
il
timore di mentire alla propria coscienza è più
non
razionale.
obbligo di credere
veri.
l'uomo dovrebbe pregare Iddio
stituire al cattolicismo,
allora,
acquetarsi si
concetto
posto dallo stesso ortodossismo quando impone la fede nei
cui
religione razionale e spontanea, che
*.
secondo
il
stesso
più semplice della natura religiosa dell'uomo, ed è presup-
devo pensare a sviluppare il mio che lo assiepano da ogni banda "
della vita la siepe delle difficoltà era
allo
e porta ai metodi secondo è l'espressione
in
dalle
dom-
i
verità;
Il
parlava S. Paolo: più che ad avviluppare altrui in sofismi, intelletto
tutti
già definiti dall'autorità della
dovere supremo ed assoluto è l'amore della ve-
primo è
del liberalismo.
politici
stati
an-
pervenienles, di
veritatis scieritiam
è
rità.
propria salute e di con-
alla
(e però accettare
quae-
probabilmente
mi trovo e mi troverò
lo
divertire in si-
Ma
!
Chiesa);
sono
essi
199
ti
dall' affermarti
tuo
il
timore
per
che
cuore,
dell* inferno.
Tu
forza per confessarla colle parole
ravvivane in
me
nella piena
1*
amore, e
libertà del
fallo pre-
mio
spi-
mi unisca teco ad amare ciò che tu ami, a volere ciò che tu vuoi,
e solo nel
compimento
di questo
volere io trovi la mia beatitudine.
licismo intransigente. L'occasione è la lotta, sopra tutto politica,
e
il
che
si
combatteva
E
liberalismo.
allora
Fautore
vi
in
Italia
tra
aggiungeva
traduzione dell' £u///rone, indirizzandola
"
in
appendice
la
a quanti sono fra
ad imitazione del teologo ateniese, accusatore del proprio padre per iscrupolo di coscienza, si credono obbligati dalla religione a perseguitare, non il padre, ma la patria, e ad impedirle ad il
clero italiano
i
novelli
Eutifroni.
i
quali,
ogni costo di rendersi libera e forte contro straniera all'
".
11
Bertini riduce
I'
la
prepotenza
opposizione dei due sistemi
opposizione di questi due principii:
il
Questa religione non è fondata dunque
Tortodossismo
dovere assoluto e
i
dommi sono realmente
cordano
con
uomo che
quei
principii
r ; IH!
O. e,
p.
113,
che
si
sui
dommi;
anzi
solo in quanto
si
trovano
spirito
nello
ac-
"
Questi principii formano una uomo. Questa e la reHgione che dobbiamo seguire, adoperando tutti i mezzi per acquistarne una chiara coscienza. Ogni religione data non è altro che uno di questi mezzi. Dal punto che una religione data, dell'
li
accetta.
religione innata in ciascun
corrotta e snaturata dagli uomini
sopprimere
la
che
la
insegnano, tende a
religione del cuore e a mettersi in suo luogo,
da quel punto bisogna *
accettabili
rigettarla,
combatterla
".
Le
200
orìgini della filosofia
contemporanea
in Italia
Giovanni Morìa Berìini
47. Questa religione del cuore ci fa tornare ancora una a Jacobi. Questo razionalismo, che cerca nella ragione
volta
criterio della fede,
il
tedesco deir Ornato.
sono
gli stessi
gano
intesi
secondo
dommi
secondo
lo
di ogni fede, è
del Cristianesimo, quando questi ven-
lo spirito stesso del
spirito di carità
quando vengano
razionalismo gallo-
il
principii di questa religione del cuore
I
e di
Cristianesimo, cioè in
libertà:
termini,
altri
Un
intesi razionalisticamente.
esempio
solo
basterà a chiarirci sopra un punto fondamentale della bertiniana di questo tempo. Quali sono,
sofìa
Filosofo,
principii universali o le idee in
i
domma
lo spirito del
dell*
ragione umana,
personalità divina,
Dio
vita di 1^
della trinità divina
r iacomprensibiltà la
mondo
dal
essere beato
E
?
essenza divina,
la
verità di tutti
di questo teismo intesi
—
*.
sono forse
"
?
Un
essi
Italia
innati e
immediati,
dimostrano
il
'J
" I
i
,
le
proposizioni principali a cui giunge
per
non
è nel *50
alla
Ja-
storia
proposito
Filosofo
il
sione di questo cristianesimo libero e razionale:
"
della verità sia principio e condizione di salute
—
Chi
del
che Dio
1*
amore
esiste
in
sé in-
comprensibile alla ragione umana; che egli è un ente personale, sufficiente a $è stesso e beato che egli forma il mondo liberamente e per pura esuberanza della sua bontà che egli si prende cura dell* uomo e provvede
—
alla sua
salvezza
nità
la
fra
virtù
—
ed
—
che il
1"
vizio
uomo
—
è libero
che
1*
—
che
vi
ordine morale
è una differenza è
assoluto
nell'universo sulle potenze brute e perverse: chi crede queste rità...
meno
è cristiano, per lo
Da
confrontare
blico di
C.
la
simo inconciliabile
L.
con
Chi ALA, G. Dina
18%. 1903.
I,
32-3: e
riputali atei,
del B.
lettera
PaSSAGLIA
quel senso in cui
in
che Socrate ed Eraclito, benché
I
nella discus-
che
crede
premessa
(Torino,
la
libertà e
erano
la
moralità.
e
48. Nel maggio e nel giugno
1 863 lesse all'Accademia una sua memoria sulla Filosofia critica prima di Kant \ dove ricerca gli antecedenti del criticismo in Locke
Hume. Lo studio di Hume, la cui " meno proclive al soggettivismo,
cismo
"
cristiani
"
si
(p.
ve-
affermò
132-3).
diritto
lettere del
pub-
Bertini in
e l'opera sua nelle vicende del Risorg. itai, Torino, in
Cn7/ca, Vili. (I9I0).
pp. 351-4.
cioè
scetti-
della kantiana, è fatto con molta dihgenza
molto acume
con
e
Ma
'\
a noi preme solo notare gl'indizi che riscontrano del suo pensiero. E sono due: V uno, che
vi si
nell'assunto della filosofia cartesiana di una essenze, costruita rrìore georrìetrico, a priori, in possesso della
scienza
vera idea-madre della realità,
un mondo
immaginario
Filosofia della vita, che
anche
uno
in
scritto
lockiano,
dove
1
Idea
ragione
la
mille
conati,
che
altro
centrale
già affermata
873: idea che fu
dal il
a
della
Ber-
maggiore
mente per una costruzione ve-
punto è
altro
un
chiarisce
si
l
vedemmo del
ostacolo incontrato dalla sua
ramente razionale. L*
"
delle
non essendo
"
umana non poteva e non potrà mai, dopo dopo mille procedimenti arbitrarii, riuscire ad
tini
Bertini
il
allo
dell'empirismo
la critica
pensiero
del
Bertini,
non
infi-
sostiene essere l'ortodos-
Altre
filosofia
prevale
simili
Giustino
Conferenze di
alle
1864), dove
san
e
siano pub-
si
ali*
di Torino
costruire
Ecco
*
più sinceri e più religiosi che intorno
dell'autore.
giudica
principii
del cristianesimo,
filosofia
essenza della religione; uno dei documenti più belli della purezza e dell'ardore delKanima
e in
hanno questi Dialoghi nella
significato
del pensiero del Bertini:
scritti
blicati in
della
Dunque, nel '60 come come nel '50 i principii
come
uno degh
della
questi
dommi
critica dei
assolutamente libera. Di questa revisione, di questo profondo bisogno si videro indi a poco i frutti nella speculazione del Bertini. Il libro resta come
T indipendenza
teismo mistico; nel *60
lo stesso
cobi
Non
bisogno d* una
il
limitazione
la
creato, la sua sufhcienza a se
naturalmente sentita
ella
"
?
il
raccoglie
si
e
filo-
chiede
si
cui
una revisione
filosofo di
201
* Ne die un brevissimo cenno 206-208; ma fu pubblicata dallo
giornale // Gerdil, toni e ^
a
Tra
loghi di
quanti i
voi.
altri
suoi mss.
Hume
"
1,
Gerdil,
1,
pp. 427-433. e
si
troverebbe
(CAPELLO,
427.
GORRESIO
stesso autore
han discorso del
autori prediletti di Jacobi. 3
il
o.
li.
nei Sunti
cit.,
33-34.
È
198 e 1867 nel
pp.
integralmente nel sfuggita
al
Can-
Bertini.
"
la
traduzione quasi
compiuta dei dia-
e,
p.
XXVll). Hume
era stato
uno
degli
202
Le
nuovo
rispetto alla Filosofia della vita,
origini della filosofia
che servirà
contemporanea
Giovanni Maria Bertini
più esplicito, e
"
Nella Filosofia della
La
progresso della mente del nostro filosofo.
al
è riassunta in questi termini:
critica
ma
in Italia
L'empirista attribuisce
distinzione tra concetti reali e concetti mentali
quest* affermazione, in cui
si
risente
1'
certo
effetto
considerando
E
nita.
stico.
1865 in una lunga memoria, letta anch'essa all'Accademia quell'anno e il successivo '\ il Bertini tornò di proposito su una questione che aveva già brevemente trat-
Filosofia della vita:
fondamento di ossia 1' argomento il
ontologico
metafisiche di
S
Dopo
1850 questa è
l'opera del
noi noto, in cui tP
realità sovrasensibile,
prove
espose anche
i
ri-
il
infinito,
che
sommo,
la
rappresenta la forma ultima raggiunta
Bertini;
il
dal
se
infinita
altro
la
me-
sommo
del-
risposto,
s'
è
ha a
l'
con
quale più tardi attese a discutere questioni par-
^
si
ha solo
seconda parte fu
il
Iella
il
28 maggio 1865,
sunto pubblicato dal
non
in
quanto abbia un'apprensione
Ma
questo intelligibile
si
concreta nella vita e nella intel-
"
La
^
1'
vóyjat^ voì^aew^
metafisica
la
si
assurdo aveva tentato
Bertini.
di
trova in questo imbarazzo, che
delle sue ricerche
letta
il
25 febbraio 1866
e sono entrambe pubblicate negli Alti della voi.
\
I
(1865.66), pp. 352-362 e 613-661.
e la terza
R.
Acc.
alla
filosofia
il
di
derne
correggerlo
Qui invece
si
il
di
risultato
trasforma nelle sue mani, per una lo-
e
tanto
soluzione impossibile, e condurre persino a negare
la
.
13 maggio 1866: se.
tanto
Nella
lontano dal soddisfare alle condizioni del problema, da ren-
pre-
Sunti, pp. 326-330;
dualismo
aristotelica,
dunque un assurdo pel
misteriosa pluralità delle persone divine.
la
il
adunque che non
conchiude con questa scettica osservazione: " Sia che cerchi principio delle cose, sia che ne cerchi il fine supremo,
critica.
relaliva
GORRESfO.
infi-
questa
il
34.
Della prima parte.
socratica, la
II.
il
intelligenza
concepire
gica necessità ineluttabile, in un oggetto assurdo, Gerdil,
il
è
vita
?
Filosofia della vita
del
confermando sempre dottrine da lui già anteriormente esposte; ma non m'utò p.ù una linea Sella conce-
1
che
mai può essere se non quello stesso ente
cui essenza
è più pensiero
ticolari,
zione metafisica generale di questa Storia
come
intelligibile infinito.
lodata da Hegel, era
essa
pensiero
il
condizione essenziale d' ogni pensiero, cioè
la
suo pensiero.
Superiore di gran lunga alla prima per rigore logico,
dell' essere
Ma
"
{
ci
1850 aveva
del pensante e del pensato, un pensiero
più importante scritto a
il
Bertini abbia manifesfato
il
sommo
il
che consiste
Questa intelligenza adunque è identica col proprio oggetto; è un pensiero che non pensa altro che se stesso, un pensiero senza oggetto, un pensiero a cui manca
delle sue riflessioni posteriori alla Filosofia della vita.
sultati !t
una
"
ligenza infinita
dell' esi-
delle
critica,
concetto,
? in che consiste la sua infinitudine ? ". Ecco problema del 1850, risoluto allora col teismo miPare [e così era parso a lui] che un' intelligenza non
adeguata di un
tutte le dottrine della
stenza di Dio; e tracciando una Storia critica
in
nella vita, e che la vera
sta
qui ripiglia:
possa essere
tata negli Schiarimenti alla filosofia cartesiana: la questione
anche
5/or/a
medesimo
stesso
lo
49. Nel
stata
nella
sul
intelligenza
studio più approfondito di Kant.
che era
dell' essere
pensiero; sicché
a
Ora
più ardua questione di tutta
l'essere? Nella Filosofia del
sommo
come il Bertini si Dio partendo dal con-
e visto
la dottrina aristotelica
dichiara che la
uno
d'
s*
essenza di
tafisica è appunto questa:
filo-
della
preludono
percezione
1'
cetto di vita assoluta e perfetta.
mondo, quale è da noi conosciuto, una esistenza oggettiva ed assoluta, e lo assume come causa a spiegare il mondo intellettuale umano, mentre in realtà è a noi negato onninamente di trascendere i confini di questo mondo intellettuale, e collocarci in un punto di vista assoluto " \ La al
sofia della vita e la teoria della
vita
sforzasse di determinare
203
Torino, *
Atti,
I.
360.
Qiovanni Maria Berlini
Le
204
origini della filosofia
quei
la possibilità di
Tale
contemporanea
in Italia
per la cui spiegazione fu
fatti,
esco-
sembra T indeterminato di Anassimandro; Tuno degli Eleati; ràyaBòv èTiéxetva if/g oùata^ di Plagitato
".
gli
tone; la vÓTfjatg voigaew^ di Aristotele; l'ineffabile dei gnostici,
nici;
scibile del falso
Idea di Hegel;
un sistema,
il
l'uno dei Neoplato-
assolutamente
Dionigi Areopagita; tale
Spinoza,
la cogitatio di
Tente
da cui solo per
"
filosofo,
1'
Uno
la
la
necessità di costruire
mondo
reale,
dovrebb' essere tramontata per sempre dal
sua coscienza
Bòhme,
del
violando, per così dire, la consegna
della logica, esce, e ritorna a quel tizia
incono-
Fichte e di Schelling,
di
Io
l'
la
cui no-
mpndo
della
\ Questa rassegna non è un'esemplicazione: e se alcuno dei grandi metafìsici non v' è compreso, certo è segno che per esso il Bertini è disposto a fare un'ecce"
zione a questa sua condanna della metafisica: condanna,
la
quale più che una conclusione scientifica, bisogna intendere
come r
espressione del travaglio infruttuoso in cui
il
Bertini
dovè dibattere per più anni intorno al problema della metafisica, così com' egli se 1* era proposto nella Filosofia si
della vita e negli stessi dialoghi su
50. Alla fine di questa
", il
metafisica
proponeva
Bertini
sei tesi
le
ultime
conclusioni.
Nella prima
Rosmini
dottrina cartesiana
la
abbandonata dal
modo
" come risultato critica, come conclusione del suo la',
non è estranea. Le prime
sue dottrine anteriori;
le
Bertini:
tesi
"
questione religiosa.
5/oria
della sua esposizione critica e
voro
La
alle quali tre
tesi
certamente
la
coincidono con
comprendono
le
nuove
Kant e e jacobiana, che non fu mai
si
mantiene
ogni pensato è reale in qualche
intelletto. Cartesio ebbe questo merito nella storia delle prove metafisiche d' una realtà sovrasensibile, di fondare la sua dimostrazione sopra " un concetto dato all' intelletto, e l'
• I
I
:
ì
;
*
E
lo
* Alti,
stesso giudizio I,
651 e
8gg.
dato su Hegel nel
non creato da questo ", il che vuol dire " fondarla sopra una intuizione immediata "; e i propugnatori dello stesso argomento ontologico, dopo Cartesio, come Malebranche e Gerdil,
1873. Cfr. sopra
p.
375-6.
erano condotti ad
"
dell'Ente
infinito
pensiero del necessario
"
finito;
anche per
può negare
l'
esistenza
pensalo, dice la terza
intuito
scettico più assoluto,
lo
del
finito
1'
quale non
il
mente.
L'
Gioberti
contro
celebre controversia intorno all'essere
infinito
giacche
esistenza assoluta. In
Bertini sta esplicitamente col nella
nella
esiste in se stesso;
tesi,
suppone
sistenza relativa
ammettere
come fondamento immanente ed essenziale '. La seconda tesi addita l'infinito nel pensiero che anche qui, il Bertini dice
Dio un
della credenza in
l'e-
questo
il
Rosmini ideale o reale, il
che è oggetto del pensiero. Dire, osserva il Bertini, qui e altrove, che l' infinito che io penso, io lo pensi solo in quanto è pensabile, è lo stesso che dire che io lo penso solo in quanto è pensato. " 11 che è tanto assurdo quanto sarebbe il dire che d' un corpo che si vede, non si vegga altro se non questo suo medesimo esser veduto, come se ciò fosse
una qualità reale, inerente all' essere, e visibile separatamente e indipendentemente dall'essere " \ Su questo punto il Bertini non le die mai vinta a Kant: oggettivista sempre al modo di Jacobi, benché e Kant e Leibniz gli facessero vedere se
in
l'
ingenuità dell'empirismo che fa
finito
il
mondo
norma della conoscenza. Dunque: pensiero
pensiero del
finito
=
Fin qui
reale.
finito il
reale;
Bertini
si
sensibile
=
essere;
pensiero dell' infinito
muove
nella
=
cerchia
in-
del
suo vecchio pensiero.
contro
tanto se oggetto del senso, quanto se oggetto del-
";
205
StabiHto
il
concetto della realtà dell'Ente
è principio di tutto
il
pensabile
intorno all'essenza di cotesto losofia della
vita,
luzioni possibili:
*
Atti,
«
Pag. 647.
I.
il
630. 631.
Ente
come abbiamo panteismo,
finito,
il
nasce
infinito;
ma
infinito,
la
che
questione
se nella Fi-
veduto, apparivano tre soteismo antropomorfico e il
Le
206
panteismo e
invece
ora
teismo mistico; il
contemporanea
origini della filosofia
teismo:
il
come
senza dell'Infinito
cade
scelta
la
Giovanni Maria Bertini
in Italia
tra
due
sistemi,
panteismo che determina
il
con
identità
che pone Dio come ente uno, assoluta e una vita infinita.
e
tutte le cose;
attribuendogli
il
1*
es-
teismo
un* esistenza
semplicità di Dio, distinguersi
dall'essenza
è sostanzialmente identico con
l'infinito.
evitata soltanto a parole
Filosofia della vita).
sicché solo queste siano reali, e
Dio
a
non
competa
non un'esistenza mentale, come ente collettivo dalla sintesi d* una mente. E questo panteismo è
se
risultante
inaccet-
nella
divina,
(Dottrina,
il
finito
si
badi,
Onde
teismo mistico, se non coincide a capello col panteismo
" il
acosmico,
panteismo può essere naturalistico o acosmico. Il primo fa che Dio si realizzi nel complesso delle cose finite, Il
207
filosofico, che
"
conseguenze che
alle
considera
coscienza della sua
chiara
conchiude
stessa situazione spirituale,
nella piena
sottrarsi
".
quindi, acquistata
Bertini,
Il
può
difficilmente
da questo derivano
in favore
conoscenza che Dio ha della
del teismo
come
divina
la vita
consistente molteplicità
infinita
I
tabile, I
!
\
non
perchè T esistenza dell' infinito dev' essere assoluta e Questo panteismo è un vero ateismo. Il pan-
relativa.
delle cose, e nell' azione perfezionatrice
Esclusa
".
esercita
teismo acosmico, invece, annulla le cose finite, considerandole come vane parvenze; e ne anche esso risolve il pro-
resta
blema, perchè non può dirci in che consista dell' Uno; e la sua insostenibilità è stata già
credeva Jacobi)
Platone nel Sofista e nel Parmenide contro 51. Resta dunque nel '50, "
si
il
finita
come
solutamente
come
come
creata rifiutato.
da
Eleati.
gli
per
e
si
quello in cui
pone
realità
la
liberamente da Dio ") ora invece è riGià nel *50 non era accettato, come
abbiamo chiarito, senza gravi difficoltà e contraddizioni, in cui la mente del Bertini finiva per avvolgersi, sospinta dalle
Ma
sue tendenze razionalistiche. voiQaea);
contro la vÓYjot?
qui l'argomento già addotto
vita) è ritenuto ineluttabile contro
indipendente
trascendente,
avere
come
volere, se
da
non
il
suo
stesso
cioè non ha nessun oggetto.
creativo;
il
che
e'
altra
cosa,
assoluto
badi,
Il
non
Dio può
conoscere e
conoscere e volere;
assoluto
D'altra
si
nella Filosofia della
teismo mistico.
ogni
oggetto di sé, in quanto
stico tutto ciò
(argomento,
aristotelica
mente dell'autore anche
affacciatosi alla
parte,
nel teismo mi-
è di positivo nel finito consiste nell'atto
ma, poiché
questo
atto
non
pura differenza.
la
loro
tra
trari
identità
ed
1'
tra I
due
che
panteismo e
dell'unità assoluta e
il
il
sovr' esse
non veramente connon sono (come finito,
il
sistemi
escludentisi a vicenda il
egli
e
infinito
teismo,
ma
sistema che ammette
"
il
come
sistema esistente
ab eterno e necessariamente una pluralirà infinita ": il primo di essi nei tempi moderni " fu rappresentato pienamente e
indipendente da
affatto
sufficiente a sé,
mostrata
teismo abbracciato
il
(definito qui
considera la vita divina
ogni altra realità,
Ma
teismo.
mistico
teismo
il
la vita infinita
che
1*
può, per l'assoluta
schiettamente dallo Spinoza; e colla
tezza,
bnizio
".
Eliminati
leibniziano,
le
secondo, con minore schiet-
elementi
tali
eterogenei,
cui dottrine fondamentali
il
monadismo
il
Bertini raccoglie
è quel teismo filosofico nel quale
nelle tre ultime sue tesi,
pare
il
mescolanza di elementi eterogenei, dal Lei-
mente possa acquetarsi. Moluna comprendente nella sua intelligenza ". Il complesso delle monadi è più
nostro filosofo che la
al
titudine infinita di enti o monadi, nella quale predomini
monade
cioè
infinita,
"
questa pluralità infinita atto a
realizzare
in sé
il
concetto
dell' infinito
in
quanto
monade è capace di rappresentarsi in qualche modo l'universo. E ogni monade come pensante, almeno in
ciascuna
potenza, è un essere spirituale, e però assoluto; laddove corpo, in quanto composto di parti, non un'esistenza puramente relativa e ideale.
non può essere corpo, come ben disse Leibniz. sance de la substance
La
sostanza non
est
il
può avere se non Quindi il pensante
La
connais-
la clef de la philosophie intérieure.
può essere che
infinita;
e la sua infinità o è
i
Le
208
contemporanea
origini della filosofia
in Italia
209
Qiovanni Maria Bertini
la
e
attributi
infiniti
è
infiniti
modi, e allora
manca
sostanza sola astratta, e
O
nite sostanze.
fa
quindi
il
veramente
vero
sussistente
vera infinità
Ma
Spinoza o Leibniz.
non
e
dall'uno,
la
;
o
infi-
Spinoza non esce
infinita
la
sostanza.
monadismo
di
Leibniz,
Dunque, Leibniz.
za comprendente
l'infinita
tuizione fondamentale
delle monadi. Nell'in-
pluralità
del Leibniz c'è la contingenza delle
monadi e l'assoluta necessità di Dio: e questa differenza, ponendo Dio come ragion sufficiente delle monadi, stringe la pluralità infinita,
per sé inintelligibile, nell'unità del prin-
1
52. Gli elementi eterogenei del
dai quali bisogna disfarsi, sono quelli che contraddicono al-
Bertini la natura di
Teternità delle monadi, ossia
suo apparente
concetti di creazione, di an-
i
nientamento e di miracolo, che
Leibniz introduce nel suo
il
sistema senza nessuna critica e senza nessuna giustificazione,
mutuandoli dalla teologia forse
"
per ripugnanza a mettersi
comuni
in aperta contraddizione colle credenze
per
spettabili
delle
uomo
un
questioni
plomatico,
troppo
filosofiche
la
destrezza del di-
senso pratico dell'uomo di mondo,
il
ri-
recava nella trattazione
quale
il
religiose e
nel fondo dell'animo qualche
speranza che
la
e
nutriva
sua
filosofia
potesse esercitare una influenza riformatrice sugli uomini del
suo tempo
".
L' interpetrazione creazione
monadi;
è
ma
di
questi
pretesi
vero
che
ci
sta
E
Il
a pigione nel
nel pensiero del filosofo
importantissima.
elementi eterogenei
Leibniz non è accettabile.
della filosofia di
concetto di
sistema delle
pur vero che egli non
e indeterminatezza di pensiero. !
il
Leibniz dovesse
Ma
aveva
modo
Se
teismo
il
panteismo
larvato
Ma,
delle
diventa
agguagliata nel
Dio
monadi.
col
un* ipotesi inutile: e la
monadi rimane senza centro e senza creazionista pareva al Bertini un
acosmico,
questo
suo
teismo
filosofico
non è, a sua volta, una specie di panteismo naturalistico ? Date le monadi eterne, che se ne fanno esse di un Dio che le comprenda tutte nella sua infinita intelligenza ? E che intelligenza sarà questa della monade somma, spettatrice passiva e oziosa dell' universo ? E che Ente infinito sarà questo del nuovo teismo bertiniano, se avrà fuori di sé la molteplicità infinita delle monadi ? Negata in modo assoluto e radicale
Dio e
il
la
identità,
suo mondo,
e accettata
il
rapporto
la
tra
i
pura
differenza tra
due termini diventa
egualmente assurdo.
che
sistema la
la
53.
di
è anche indubitabile che
sentire e sentisse,
necessaria a stabilire nel suo
predominio
pluralità delle
infinita
principio.
d'intelligibilità.
Dio a quella
adempiva una funzione
dedurlo scientificamente dai suoi principii; e che, quando ne parla, ricorre spesso a metafore, che accusano oscurità
;
che è condizione
cipio,
creazione era
dipendenza delle
monadi da Dio. 11 rapporto unico conservato dal Bertini tra Dio e le monadi, l'esser compresa la pluralità infinita di queste nell'intelligenza di quello, non può bastare, data l'intuizione leibniziana, a stabilire la differenza tra Dio come ragione sufficiente delle monadi e le monadi stesse; perchè ogni monade è, e non potrebbe non essere, uno specchio dell'universo, e quindi, almeno virtualmente, un* intelligen-
Ma
il
non andò più
Bertini
oltre.
Tutti
i
suoi sforzi
esaurirono in questa elaborazione travagliosa di fine di
si
Leibniz, a
superare la dualità lasciata da Jacobi tra
la
fede e
problema filosofico. Nel 1867, in una bella Introduzione ad un corso di filosofia \ espose con molto rigore e profondità di sentimento le rala filosofia,
e risolvere, insomma,
gioni essenziali
religione filosofia
*
Uscita
filosofia.
superiore.
una
pensiero, indietro;
che richiedono
nella
11
volta
E
Bertini
la
il
risoluzione assoluta della
un' introduzione
dimostra
preso a filosofare,
degna
benissimo
non
come
la
prima volta negli Atti deirAccademia di Torino,
apparente
il
una
regresso nelle stesse
II,
503
poi in Opere carie, pp. 61-76. Gentile
il
possa tornare
e
sia solo
di
come
14.
m.;
Le
210
contemporanea
origini della filosofia
Lo
soluzioni antirazionali e irrazionali.
fede, se ci
tornare
stesso
torna sul serio, e sinceramente, non
si
sere altro che la conclusione
d'una
senza esitazione, senza
Vana
"
impresa sarebbe
medesimo una fede per
voler
il
via
che quella voler re-
altra
trocedere, anziché accasciarci in un grado di vita inferiore,
quella
via
troveremo
animo ardito e con buona
con
avanziamoci
cui
in
ragione ci
la
scienza,
od almeno
scienza.
In
la
bilità
della
pace
perduta
"
—
*.
è
spinge.
speranza per
capo ad essa
In
disinganno sulla
il
od
quella
Ma
sibile
questo
in
possi-
troverà la
si
questa
possibile
della
Kant, in vero, disse non esser pos-
verità ?
Ma, facendo
scienza della verità in se.
la
asserzione
d'una ricerca
risultato
il
che ad
rassomigliarsi a colui,
211
alta
scientifica,
della sua
Kant può
il
voce protestasse di essere
sordomuto.
libertà di
del pensiero e della scienza. Anziché, adunque,
ristabilire in se
scienza
Rifarsi indietro, tornar fanciullo
".
e credente è impossibile.
abbandonarsi
"
e in assoluta
restrizione,
es-
discutendo se bi-
sogna, s'è cominciato a filosofare; e bisogna
spirito alla vita filosofica
alla
può
superiore alla
filosofia,
fede primitiva. Filosofare bisogna; e già
Giovanni Maria Bertini
in Italia
scienza,
la
54. Cotesta
non parve mai al Bertini d'averla benché quella specie di leibnizianismo
scienza
veramente trovata,
decapitato restasse pel resto della sua vita tesi
adottabile a sciogliere
problema della
il
nel
1870
le
scienza
contro
difese
Lo
assoluta.
vedeva
irto
spiritualismo,
che
materialismo dello Schifi \ è
il
pretto spiritualismo leibniziano già proposto
della vita
Lotze,
"
migliore ipo-
la
di cui
difficoltà
e raccostato ora opportunamente alle idee del
',
che
quegli
maggior luce
fra
tedeschi
filosofi
i
questa controversia
in
"
'.
*
Lo
aveva svolto
stesso concetto
1866
Gerdil,
(in
che accusarono
il
sulla
come
Le
affatto
conformi
al
con una
stessso Bertini
proposizioni del
cattolicismo
periodico {Credere e sapere, in Gerdil,
smo
scandalo a
di
dal
non
'75, in certi
A. Man-
(1,315-316).
lettera al Peyretti
"
furono del
direttore
e spiegate
dice qui
il
parendomi che a molti possa venire
capo di negare o dubitare che
in
sta
ragioni, pel solo
non credeva, come
motivo che non
ortodossist
gii
pienamente dimostrata,
che,
i,
da motivi
soggettivi,
d' obbedienza, la ripugnanza a separarci
perder l'anima
".
Un
tale
della depravazione morale
lasciando ad
altri
il
atto, ".
luce quelli e queste,
quando
vero
lascia
come
il
B., è
"
".
vero
sia
Nel Gerdil,
in
non
con
prove
credente, il
la
prime passo
fosse
e poche
la
esiste
scrivendo che
precisamente
sia
ab eterno
il
forse
"
la verità
contrario di quello
una
in eterno
moltitu-
infinita
tema
di
sulla
via
dialettico,
"
Il
fi-
ha posto
cura di battezzarle
".
265-271, è pubblicato anche un "frammento
Pitagora
mutazioni
Socrate, Torino, ^
e
il
Nella
cit.
di
e
suo
il
istituto,
forma nei
1869, pp.
iji^
di
una lezione
"
riprodotto poi con una sola aggiunta
59-60
della
Filosofia greca
prima di
161-172.
memoria Schiarimenti sulla controversia fra lo letta all'Accademia il 9 gennaio 1870, e rist.
materialismo
spiritualismo in
Op.
varie,
pp. 81-130.
un
"
razionalista,
qual senso dirsi cattolico.
quando, col metodo
a chi vuol pigliarsela
Bertini
il
I,
del Bertini:
sono, per es., lo spirito
In questo senso dichiara di essere
di cose:
Ma
tale credibilità
dal popolo
secondo
vedere se possa e
losofo s'occupa di concetti e in
sia
potesse supplire al difetto delle
si
atto di fede determinato
vede come
si
un sistema che
Eraclito:
di
quello che venga affermato da una autorità la cui credibilità sia dimostrata da
buone
in
Se per razionali-
intendiamo quello che Ella intende, cioè
"
Bertini,
della Storia critica del '66,
poscia dallo
un sistema il quale non assegna valore alcuno alle conoscenze autoritative, io non sono razionalista, e credo che pochi lo siano, non ",
zoni nel suo Dialogo delV Invenzione \ ritorna dal punto di vista ideologico sulla sua metafisica, e conferma le idee
riuscire
Bsrtini
PEYRETTI.
257-264)
1,
avversari
certi
periodico in cui lo scritto fu pubblicato, di
tanto cattolico, quanto aveva promesso. difese
della Prelezione, già citata,
fine
104-106); argomento
I,
portò
viventi
Nel
Schiarimenti sulla questione delle idee trattata da
del
il
nella Filosofìa
2
Vedi
^
Pagg.
119-122.
*
Filos.
delle se.
spec.
in
Opere
varie,
ital.,
G. B. BULGARINl {Sulla 1875, XI 1, 319) ribattute tmi tornò nell'aprile sulla guest, l'
voi.
pp.
108-110
e p.
XI, pp. 279-307. Avendo
questione delle Idee, le
123.
critiche del
nella
un
stessa
rosminiano,
Fd.
Bertini al rosminianismo,
se. il
it.,
Ber-
1876, pochi mesi prima di morire (Nuovi schiarimenti
delle idee,
ideologia rosminiana.
in
Filos.
se.
it.,
XIII,
175-198),
sulla critica
del-
Le
212
origini della filosofia
dine di cose
contemporanea
Ciascuna
differenti.
cosa... è
Qiovanni Maria Ber tini
in Italia
forma sostanziata
da ogni potenzialità, e quindi immutabile. Ciascuna cosa insomma è essa medesima la sua idea ", avendo quegli attributi di immutabilità, indivisibilità, in se, atto puro, scevro
che
eternità
si
sogliono attribuire alle
Ma, come
idee.
le
forme geometriche non avrebbero nessuna realtà, se non si supponesse a fondamento di esse lo spazio infinito, così " ossia le maniere di essere che le varie forme spirituali sono possibiU in un soggetto " hanno il loro fondamento reale per altro non
rebbe
le crea,
possibilità
la
in
altri
nell'
Ente
o,
perchè già
infinito;
ma
idee
le
quale
il
presuppor-
creazione
da creare, comprende
cose
delle
la
termini,
ossia le idee
nella sua inab eterno in eterno le Senza questo soggetto, le idee non solo non avrebbero nessuna realtà, ma non sarebbero ne anche possibili. La conoscenza dunque di enti non corporei, forniti in stesse:
telligenza.
vario grado di perfezioni spirituali, ha per
condizione
sua
fondamentale un'intuizione non direttamente osservabile, ma senza di cui non sarebbero possibili i fatti direttamente Y intuizione dell' Ente osservabiU della nostra esperienza :
infinito;
come
la
della
possibilità
rintuito dello spazio infinito ^
dottrina leibniziana
(cfr.
La
presuppone
vede,
si
Monad., S 43), ma
platonica.
niera schiettamente
geometria
E, come
stessa
la
intesa in
ma-
dottrina è ripre-
stessa
sentata nelle Considerazioni logiche sul concetto di specie e sui concetti che vi
si
*
ti
si
connettono
^ benché
in
questo
scritto,
Logica che allora Fautore veniva scrivendo, non possa disconoscere anche una certa azione del Lotze,
come
nella
col quale, d'altronde, ziali
aveva tante ragioni di par-
Bertini
il
213
consentimenti.
Ma, senza
55.
entrare in
altri particolari,
il
già detto credo
basti a far chiaro che, sotto la costante ispirazione jacobiana, tutta
del Bertini dal principio alla fine
filosofia
la
Che
dentro l'ambito del leibnizianismo.
si
muove
della vitOy
che si sono specialmente mosse da Leibniz, basterebbe a dimostrarlo
tante teoriche particolari,
oltre le
prenda
notate,
la Filosofia
le
già lo stesso concetto dell'Ente infinito, solo concetto reale, che diventa la
leva della metafisica
cetto della creazione continua
e
la
seconda fase della
parire,
opera se
il
alle
filosofica.
Il
filosofia
^;
basterebbe
il
con-
differenze tra la prima
bertiniana non possono ap-
non
difficoltà
si
pone mente
dissimulate della prima
teismo mistico di prima già conteneva in Dal '50 al '66 di mutato
teismo filosofico di dopo.
realmente non c'è altro che tore.
Le
gran fatto notevoli, se
d'altra parte,
alle esitazioni,
~.
quale dopo
Il
dopo
la
1860
il
situazione psicologica dell'au-
rompe apertamente
la
col cat-
sempre da rigido razionalista, le Lettere sulla religione (1870) \ una risposta al Mamiani Sulla critica delle rivelazioni (\ 67 3)*, e la stringente ed eloquente critica del novissimo domma tolicismo; e
Questione religiosa
la
scrive,
postumo // Vaticano fin da principio, del puro misticismo jacobiano, propostosi il problema d'una filosofia razionalistica, era inevitabile che dovesse ricadere e dibattersi tra le difficoltà del leibnizianismo, poiché non gli riuscì d' infilare la porta della moderna filosofia, intendendo il valore del kantismo e del nuovo soggettivismo. dell'infallibilità
e
lo
papale nel volumetto
Stato (1876)
^.
Non
contento,
Tutta questa parte costruttiva dell'articolo intorno al Dialogo manzoniano riscontrare nella Logica del Berlini, dov' è letteralmente ripetuta
può anche
da
p.
a.,
21 a p. 49; o piuttosto
XI, 289
doveva essere 2
pp.
in
fine)
(cfr.
un brano della
in
cit.
logica,
Fil.
che
se.
allora
stato scritto.
Negli Atti dell'Accademia del
172-214.
Log,, p. 29 e Schiar.
l'articolo riproduce
1876, XI, 334
ss.;
rist.
in
Opere
varie,
Cfr.
Monadologie,
2 Cfr.
Théod., part.
*
^5 lìl.
§
e
ThéoJ., § 20.
385
e
340-352;
Nouveaux
•^
Filos.
*
FU. d.
^
Studi e proposte. Napoli, Detken,
d.
se.
.e.
itai,
ital,
I.
1873. VII.
p.
108.
li.
71.
1876.
Essais,
liv.
IV. § 19.
Le
214
contemporanea
origini della filosofia
in Italia
Pochi giorni prima di morire a un suo scolaro che gH aveva mandato da NapoH uno scritto da lui desiderato dello Spaventa (" liani
zione del
corso
espresse
convincimento, che
il
scienza a
CAP.
più serio e chiaroveggente degli hege-
il
d'Italia "), di cui voleva tener di
significare
che
filosofia
"
puramente
i
conto nella compila-
restringere
il
DINAMISMO
IL
veniva scrivendo,
allora
il
IH.
DI LUIGI FERRI.
vocabolo
dell' esperienza,
risultati
come si fa oggidì sia non solo arbitrario, ma contradittorio. La tesi: ciò che trascende r esperienza non può essere soggetto di scienza, è essa medesima una tesi speculativa, poiché dell'osservazione e dell'induzione,
l'esperienza non ci dice nulla su quel che
essere
e giudicava
";
"
può o non può un ritorno ad Hegel, o per
salutare
1
dir meglio,
al
suo metodo, e a quella sua assoluta, e direi
umana
quasi eroica fiducia nelle forze della ragione
E
Ma
questa eroica fiducia ei l'ebbe.
fu negato d'attingere la
meta per
all'alta
"
*.
altra via
aspirazione .
Quella specie Critica
della
l'essere,
di
rivoluzione
ragion
pura
realtà rimase per
la
presupposto dello
spirito.
copernicana
per lui
lui
fuori
della
Platonico anche
mente,
eterno
non intravide per vedere l'unità del che uno scettico, e noi
dove bisogna collocarsi mondo. Kant per lui non e altro non possediamo nella mente il filo, centro
il
compiuta dalla
passò inavvertita. Dio,
il
lui,
principio
vivo della
realtà.
stessa intuizione dinamistica platonizzante del Ber-
seguì Luigi Ferri, nato a Bologna
morto a
ragione che ho detto.
la
La
.
tini
Roma
il
1
9 marzo
idee;
il
Ferri,
spirito
rebbe a definire tanza storica da
superficiale,
1
lettera
voi.
a P. Merlo, nel Giornale napoletano di filos. e lettere
IV, p. 823.
per
può paraquale abbiamo
non
si
delle proprie
cercatore dell'erudizione
carattere della sua
il
si
sono poi avuti in
il
Per
la
biografia v,
C.
mente
l'alta
impor-
attribuita alla così detta filosofia
sempre
lui
T. Mamiani. Egli è
di
la
1826,
giungendovi
per l'erudizione (in cui non gli si può negar qualche merito), freddo, ignaro dei bisogni più profondi dello spirito. Baste-
prototipo
Italia,
i
filosofia,
che
CANTONI,
sia
quei
di
molti
filosofi
quali passano tutta la vita
senza rendersi un conto
forma di sapere;
questa
L. Ferri,
in
Riv.
it.
di filos.,
1895;
aprile 1895; e ComN. Antologia dell' memorazione di L. F., nei Rend. della R. Acc. de' Lincei, se. mor.. s. 5*. voi. IV. 1895; Tarozzi. La vita e U pensiero di L. F., Palermo, Sandron. 189S estr. dalla Rivista di Sociologia), e l'opuscolo commemorativo ^er L. F. nel 2" anniversario della sua morte (Roma, Balbi, 1897), con
G. BaRZELLOTTI. L.
Vedi
:
instancabile
dall'eros filosofico e tormentatore
esatto e chiaro di quel
1876,
15 giugno
il
ma
'
dal filosofo piemontese, al quale
a insegnare e a scrivere di
*
895
gonare senza suo grave discapito. 11 Bertini, cercato di ritrarlo nel suo affaticarsi ansioso verso l'idea, animo profondamente religioso, inquieto, tormentato sempre
che
del
1
scritti
di vari
professori.
F.,
in
1
Le
216
e fanno
contemporanea
origini della filosofia
e
Ferri, infatti,
ai
profani
scrisse moltissimo;
che fanno di
perchè professore di
71
al
tutti
e
agli
un
filosofi
i
capitaU d'
filosofia nelle
leggieri
spiriti
dal
1
dominava
863
di Storia della filosofia nelF Istituto superiore di Fi-
e perchè braccio destro del Mamiani, ossia del più
filosofia.
Roma;
renze, e, dopo, di Filosofia teoretica nell' Università di
Ferri,
il
errori a
gli
ultimo anelito
verità:
anche
fascio, Italia,
non genera
che
una storia ad enumerare di
dirgli. Il
217
negli
scritti
Scuola
nella
Col Mamiani
cui
illustre,
sofici,
come
ma
sfiaccolato storicismo
degli eclettici francesi, sotto
Normale
di
studiato
va appaiato, bisogna dirlo,
egli
studi
gli
sarebbe
vano
—
dissimularlo
delle scuole italiane; e, alla morte delPottimo conte, direttore
cetto dei nostri studi sparso tra le persone che nella
della Rivista italiana di filosofia, potè parere un caposcuola,
metà del secolo
o almeno uno dei più autorevoli, come
della cultura scientifica italiana.
e
che
articoli,
Ma,
egli
operosi
de' più
fu
tra
tanti
venne pubblicando nel lungo trentennio
della sua attività letteraria
*,
del suo pensiero
dovrà stentare per riuscire a rac-
filosofico,
il
cogliere le quattro o cinque
come
rare
furon maestri
opuscoli
libri,
che vada
lettore
idee, che
Un
di questa
dottrina
non
"
Ferri
ha
Ma
splendidi
palagi d'idee"'.
genialità,
perchè ogni tecnica è governata
al
fine,
e la visione del fine
ebbe
netta quale dev'essere, affinchè
gie dello spirito e generi una vera
regga tutto
il
rito
de' suoi
posti a pezzi,
Di
scritti
qui
la
mancanza
alla
volta,
altri
linea,
artisti
aria
i
dall'
*
Se ne può vedere T elenco
BaRZELLOTTI,
^.
nella cit.
Antologia,
fase.
Commcm. p.
dottrina
di
lo
Non
con gra-
ma
dei liberi;
sproposito di chi le
scienze c'è la
il
la
ancora so-
filosofia,
rispettare.
Ferri
non
si
può
dire che l'abbia vista,
della filosofia avesse una cognizione
storia
storia
non
gli
ben
diede
assoluto d'ogni speculazione ulteriore.
di colo3. Fin dal 1857 ', quando uscì in una rivista di Torino primo abbozzo delle Confessioni d*un metafisico, il Ferri
il
rimpolpati di
del Barzellolti.
558.
sì,
riviste
andava
in lungo e in largo, a tentoni e a caso, secondo l'occasione, senza riuscir mai a dominarla tutta come indirizzata a un concetto, principio
la
ener-
che paiono com:
anche
ora
si
primo venuto
dottrina
la
tra
Mamiani. Ma la mai un orientazione; onde la percorse
che domini e
di calore e
alla stracca
cit..
nome
il
seconda
loro
che
filosofo,
quali
altrimenti estesa del
idea di un
le
che bisogna
benché della
I *
nei
studi,
che segna una netta linea
Cotesta linea,
loro
propriamente una co-
affannosi, senz'anima;
un po'
il
nelle
essi
che con-
il
benemerite
più
tolleranza,
pel filo-
anzi essa più e meglio delle altre scienze, ha la sua storia e la sua
mancò questa
Ferri
dottrina,
pensiero, e costituisca
scienza filosofica.
in
non l'ebbe mai. ponga in moto
Ferri
il
questi
stenibile e lo sproposito;
potuto far prova di
librato
lui,
Ed
curiosa
vuol prender d'assalto la verità. In tutte
quella genialità di tecnica immaginosa con cui
del pensiero avevano, prima di
tuttavia
credeva di poter mettere bocca. Libertà
benevolo ha detto che nella costruzione il
state
primo dovere di ogni
il
di
ne può meritare
costitutive della sua dottrina.
biografo
sono
quella
predicando come
storia 2.
di
vissimo danno
in traccia
possono conside-
si
XIX
la
che
quali
i
aveva
Parigi,
esercizio noioso di menti oziose e vuote:
è per l'appunto
speculativi.
limita
si
crede di contrapporre
si
quello
di
dottrina,
la
discredito in cui essi fecero cadere in Italia
certo, degli scrittori italiani di questa materia, nella Filosofia
cultori degli studi
ma
considerazioni estranee, accessorie, per lo più storiche,
a un suo amico scriveva a lungo perchè non aveva niente
da
dinamismo di Luigi Ferri
//
come Gaspare Gozzi, quando
presso a poco,
tutti,
in Italia
•i-"'t
*
Anteriormente aveva
sofia e del Jlristotile,
metodo nel
di
Cimento,
II
scritto
A. voi.
due
saggi
di
poca importanza
Rosmini, e ©e/Za Vi,
1855.
filosofia
del
:
Isella filo-
diritto
presso
Le
218
accettò
pensiero
del
attratto nell'orbita
fu
contemporanea
origini della filosofia
Mamiani,
del
platonismo fantastico di cui questi
il
in Italia
si
ma non
due successivi scrisse Mamiani, pubblicate nella stessa rivista *; delinea T indirizzo che egli avrebbe seguito. si ancora essenzialmente platonico, benché Fautore
e già
vi
Indirizzo
egli
arrivi
a cavarne
la
in
esso
agguagliano e
si
nella stessa pagina
si
legge
:
si
Sottoponendo
"
quanlo sembrami, dipendere
1'
nelle regioni della poesia tutto ciò
critica
della conoscenza, o
contraddice
dischiusero V adito
fatti, "
'.
intimi
agli
penetrali
Separato l'universale dal sensibile, non ciò che
di
universale,
si
d'immanente c'è
nel particolare e transeunte della natura; separato l'intelletto dalla percezione
non è più possibile spiegare la procede dal sensibile aldella natuia è il maggior campo da cui si
sensibile,
formazione della conoscenza, che l'idea.
La
filosofia
levano
gli
argomenti contro
i
platoneggianti. All'assoluta di-
visione fra la percezione e l'idea, fra l'esperimentare e l'in-
la esistenza
del
tendere, ripugna
farebbe,
da
si
"
oggetto dal soggetto,
\
il
dal conoscere
che è legge e principio del conoscere,
giudizio
Ma
compenetrano
vero ad una relazione attuale colla mente,
alla
imparziale
discipline che, con incontestabile testimonianza d' espe-
può più spiegare
nel vero è
caratteri
severo ed
il
moderna relega
dalla natura
conseguenza suprema, ove nota
il
della
generazioni,
rimenti e di
una dipendenza dal doppio termine dell'essere e del pensiero, e che quindi esso è una doppia determinazione dell'uno e dell'altro ", e che è " tanto reale quanto ideale, tanto ontologico quanto logico, che anzi questi due "
sia
si
dal
delle
alle
Ferri senta tutta l'importanza del kantismo. Si direbbe pure
faceva ad oppugnare Mamiani, affermando fondamento che buona parte di essa lettera, egli
umane
che non regge
degna di nota la critica delle teorie della conoscenza, che, contrapponendo l'oggetto al soggetto, presuppongono tuttavia la conformità dell'uno all'altro: dove pare che che che
qualunque
219
Luigi Ferri
trova nei nostri sentimenti, nell' indole e nei bisogni
scienza
lettere è
il
"
che,
s'adoperi a superare quella posizione. Nella prima di queste
di
dottrina platonica caldeggiata
la
lettere a esso
di,
seconda
4. Così, nella
faceva ban-
ditore in Italia. In quelPanno e nei tre
tnamtsmo
Il
medesimezza
vero
"
lettiva del giudizio,
che
e l'unità generica della conoscenza e
intrinseca dell'essenza, e la natuia
qualunque
sempre
sia l'indole de' suoi termini
Ogni trascendenza qui sembrebbe
negata.
"
lo credo'
la
intel"
che
'.
si
qui è fatto". In conclusione: il vero è anteriore all'atto del conoscere; ma, supposta l'esistenza d'un intelletto sufficiente, il vero è intelligibile rispetto a
possa, senza far torto
Dove questo supposto intelletto trascendente sarebbe altro, come si vede, dall' intelligibile suo.
Ad una condizione però; ed è che non si guardi che la corteccia delle cose create imperocché nel fondo (mi si conceda la metafora) esiste un
questo
all' infinito,
avere più stima del
e concedergh un po' più di consistenza. Passa
questo mondo, sclama
intelletto.
la
HI
finito,
la figura di
Bibbia. Tutto corre e nulla resta,
grida r antico Eraclito. Verissimo
!
;
Onde
sempre
starebbe
vero
il
da
se:
che è platonismo
schietto.
elemento permanente, e atto a diventare oggetto di za
"
\
Dio *
La
Rivista Conlemporanea,
336-354; sioni,
1,
e
1859.
XIX, 291-319:
voi.
X,
pp.
ristampate dal
481-493; 1858. XIV.
MaMIANI
nelle
per
dell'
App.
Confessioni,
3
Nelle Confessioni,
Ma
1,
è evidente
1.
umanità e
Confes-
pag. 686. e.
che
è stampato: si
tratta
principio
del
conoscere,
d'un errore di stampa.
che qui ,
scien-
Se l'uomo e il mondo hanno comunione con r immanenza di un elemento assoluto, la storia "
674-688; 701-723; 762-799.
^
è Jatto.
1857.
—
*
Conf, l 711.
2
O. e.
I.
716.
3
O. e.
I,
719.
la
scienza della natura hanno una parte ve-
Le
220
origim della filosofia contemporanea in Italia
ramente divina
"
^ -
Ma
che consistesse
in
Il
questo ele-
mento assoluto e divino del finito il Ferri non sapeva Io affermo e non provo, egli confessava; e terminava
dire.
col
ma
nano Affrontò
problema nella terza lettera, e credette di poterlo risolvere abbozzando una dottrina, che svolse più tardi, ma non sorpassò più in tutto il resto della sua carriera 5.
il
dualismo platonico, benché
filosofica;
platonismo,
al
come una
1'
autore lo contrapponga
conciliazione di Platone con Ari-
come
le leggi universali (quantità, finalità,
salità,
"
nostri
i
dell' intelletto
e
senza
il
incontri e
medesimo
s'
s'
individua
si
riferiscono alle supre-
la
valore assoluto, poiché
per
es-
stesse
le
di
al
attua nell'idea e
si
nella percezione, apparisce
vero
Il
medesima
rappresenta
si
effettua al di fuori,
"
natura.
la
appalesi,
leggi e condizioni fondamentali esso
dentro di noi e
:
tempo, spazio, cau-
sono identiche, e gover-
come reggono
giudizi, s'
si
")
natura
dalla
diversa
qualità,
e tutte quelle che
conserva, ovunque
221
di Luigi Ferri
è sostanza diversa, sussistente
me categorie
motto: fides quaerens iniellecium.
dinamismo
nell'
oggetto
della .
stotile.
Bisogna, secondo
supporre una legislazione uni-
lui,
ragione e nel contenuto della esperienza
versale inerente allo spirito e alle cose, nella quale consiste
Che una
verità.
la
anche
lo
e
scettico;
è costretto ad ammetterlo
verità ci sia, la
della cognizione, importa
necessariamente f identità delle leggi onde
mantengono
le
non potendo
verità della cognizione,
essere che la verità dell'oggetto
cognizioni e
reali. "
i
Se
si
formano e
si
supposizione di
la
una discordanza o di una analogia ipotetica e inesplicabile fra lo spirito
e
cose potesse reggere, io non vedrei più
le
mondo che quello di Leopardi, altro contegno che quello di Eraclito, altra filosofia che quella di
altro pensiero al
Kant
"
- Dunque,
'.
ne
discordanza,
ne
analogia,
ma
Non
creda perciò che
si
lo
spinozismo.
Ferri
il
"
L'unità
intenda di
sostituire al-
sostanza
confon-
derebbe insieme tutti gli enti, e li trasformerebbe in modi di un medesimo soggetto ". No: la medesimezza del vero, egli dice, non osta per nulla alla pluralità delle sussistenze sostanziali. distinto
da
malaccorto filosofo non s'accorge del dilemma, che
cela in fondo al suo pensiero
uno e
non vede che se
:
tutti
"
Lo
spirito,
come
ente
specificamente
comprende in se medesimo deterche non s'incontrano nel giro delle altre
gli
minazioni e leggi
altri,
sostanze e costituiscono
sostanza non può non
esser
una, in
« 3
I,
723.
I,
777.
I.
due momenti
e che, se le sostanze son due, le categorie dello
;
spirito
devono essere fondamentalmeate diverse dalle cate-
gorie della natura. l'unità
Non
vede, perchè,
lo
mentre afferma
sempre dominato dalesterna al pensiero e d'un
logica e ontologica del vero, è
l'esigenza fantastica d'una realtà
pensiero esterno alla realtà
:
e non intende che
consiste nel sistema delle categorie; per
la
sua
preminenza
"
^.
Lo
spirito
sima cosa.
Onde
la
modo che
sostanza dire le-
s'avvolge nella curiosa contraddizione di
ammettere come universali
i
principii
d' ogni
772. 773.
intelligibilità
(categorie), e di pretendere insieme che lo spirito sia costinella sua preminenza da determinazioni e non s'incontrano nel giro delle altre sostanze.
tuito
Infine:
comune
leggi
che
parla di vero assoluto, logico e ontologico insieme,
alla natura e allo spirito,
sostanza (lo ammette bene
benché non ne abbia coscienza), unica sostanza dell'una e dell'altro, e non ha occhi per mirare in faccia questo vero egli,
e questa sostanza: O. e. O. e. O. e,
si
vero è
diversi
ti
a la natura e lo spirito, tutto preoccu-
pato dell'incontestabile testimonianza dei *
il
logica della natura identica alla logica dello spi-
la
la
rito,
'.
gislazione universale degli enti e dire sostanza è la stessis-
medesimezza. lopposizione
11
"
*
O. e.
1.
787.
fatti
e degli espe-
•
I
Le
222
rimenti.
origini della filosofia
Ferri
il
gere
e
il
e per se
colla
prima
causa
",
"
ragione,
prima
colla
di cui tuttavia,
lascia scor-
gli
medesimezza delle "
del vero
",
ossia di quella
",
"
valore di c^uella
leggi degli enti, in quanto enti ste in se
L'opposizione in cui
quanto
in
sostanza e colla
spinto dalla
esi-
legislazione identica
prima
afferma
logica,
l'esi-
stenza.
6.
Questo punto
dell'oggetto
al
Ferri. In uno,
conoscenza "
di vista della
dei
infatti,
suoi ultimi
nelThegelianismo
commercio
fra l'esterno
scritti
come
La
sempre
parla
(1887),
dicevo, dal
dottrina della
e l'interno nella conoscenza
mercio, che non avverrebbe, secondo
senza limitazione radicale.
"
modo
suo
il
Per
natura
la
un
di
com-
";
di dire,
refrattaria
dei primi elementi sensibili a convertirsi in elementi pensa-
per
bili,
la
stessa fenomenalità dell* estensione e del moto,
termini fondamentali e obbiettivi di percezione,
fenomeno non oltrepassa quello di segno, parvenza che dipende dal concorso di due azioni irreducibili
mente un mondo
mondo
F intero
;
di simboli
che
il
il
valore di
suo essere è
fattori,
registra,
ma
interpreta,
non può spiegarsi l'incancellabile divario dalla sua propria natura, se non ammettendo che
la fonte
di cui
della identità e delle differenze del reale, in
termini l'unità categorica delle cose, non sia
un' attività
il
altri
pensiero,
ma
suscettiva di determinazioni che diri-
primitiva,
E
la
conoscenza
al
pari delle
formazioni
delle apparizioni estrinseche della natura
E, come ognun vede,
Mamiani del 1857 e
stessa
la
"
dottrina
cui gli parve potessero conciUarsi perfettamente speculazione con quelli della esperienza.
it.
di filos.,
a.
intrinseche
e
*.
il
terne quelle stesse critiche, che noi conosciamo, di dieci anni prima, parve che in tutto accettasse l'ontologismo delle Corifessioni J'
pubblicò
cui
in
un metafisico. Al problema che aveva
pensiero, non tornò se non nel
suo
il
I
(marzo-aprile
delle lettere al
1889), pp.
1878,
^
abbozzo
primo
il
di
Durand
Paris,
'
et
2
1869,
Didier,
attirato già
stesso
l'anno
dell'altro
di esso è
tra gli
pp.
suo
libro
come
57-61, e Filos. contemp.
FIORENTINO.
146-7.
et
politiques,
nel
in Italia, ci.
mano
la
e citerò
col
titolo
a
Sulla
Napoli, Morano,
D.
Per
francese.
M.
PROVENZAL.
S. Casciano, 1900. p. 232, e
letter.
itaL,
1876,
1872. dottrina psicologica
premiata
Vii (1902).
(Paris,
Roma,
IH) di un opuscolo di F.
è da vedere
servisse
recensione
passim. Un'altra recensione fu scritta
Savants del
quale venne
ed ampliata)
crii,
Una
1878 nelle Memorie della R. Acc. 1882 per un concorso dell'^caf/ém/e
liano (corretta
(chap.,
1867.
saggio fu
perchè
fu pubblicato nel
ciazione,
tra
Parigi del
Questo
Berti,
osservazioni polemiche dello stesso Fiorentino, o. e,
le
da A. FRANCK nel Journ. Questo primo abbozzo,
morales
F.
di
vari
5cr/7//
pp. 468-75. V. pure
—
8».
Domenico
1.
di
relazione all'Esposizione universale
in
voli,
per incarico del ministro della P.
scritto
questa memoria usci prima in francese
59. Soltanto, ora vien definita
IV, voi.
Pubblicando
filosofico.
suo Essai sur V histoire de la philosophie en dix-neuvième siede \ rappresentò, come sopra un progresso la filosofia del Mamiani come accennato, fu su l'ideaHsmo itaHano antecedente e, rinunciando a ripe-
1869 Italie au nel
Rocca
Rh.
in
della
diritti
i
anni fu distratto per lavori di semplice
Per parecchi
7.
erudizione dallo studio del problema
idee,
*
un monismo dinamico,
affaticandosi a dar corpo a
vita,
Rifatta e sviluppata nel
gono
della
e
spirito
o di due
integra colle sue funzioni e colle categorie e leggi del pensiero,
dello
legislazioni,
d'al-
fin
ossia alla cor-
verità,
alla
intorno a questo concetto dell' attività sostanziale natura. della sua degli esseri si aggirò il Ferri negli ultimi anni
dei fenomeni è per la
essa
due
rispondenza delle
opposizione
irreducibile
soggetto non fu mai superato,
come fondamento
postulata
lora
trascendente,
quel vero, quella sostanza
attività
irò
di Luigi Ferri
dinamismo
//
in Italia
soggetto e oggetto, non
tra
significato
il
dimentica di Dio.
si
impigliato,
resta
contemporanea
Fratelli
su
dell'asso-
dei
des
Lincei. sciences
relazione del Bouillier,
Baillière,
Bocca,
1883) e poi in itaNe ho avuto
1894.
l'erroneo
apprezzamento che
Zanotti.
Della forza attrattiva delle
/
riformatori
della bella
vi
letier.
si
fa
itai.
quello che ne scrissi io stesso in Rass,
p. 46-7.
i Le
224
contemporanea
origini della filosofia
che con VEssai merita
in Italia
letto,
La
tare veri e
ai nostri giorni.
Vi
semplici rapporti di coesistenza.
ancora d'esser cercato e
psicologia deir associazione dalC
Hobhes
uno scritto Uidea: analisi de suoi caratteri \ che doveva essere il primo di una serie di articoli indirizzati a dimostrare con analisi psicologiche, come dice lo tornò in
autore, o piuttosto gnoseologiche, realistica della
conoscenza, sostenuta
Mamiani. In questo
verità
la
tanti
della
dottrina
anni prima nelle
L'associazione non dà se non
concetti.
proprii
Occorre
occorre
che
trasformi
coesistenze
le
C'è dunque
lità.
la
nessi
in
di
il
alla
ragionamento,
causalità e fina-
natura e la sintesi dello
della
sintesi
atto
dia l'unità
riflessione e
la
un
inoltre
mentale, un'intuizione mentale, che sintesi della natura;
225
di Luigi Ferri
dinamismo
Il
spirito.
—
quasi dell'aver lasciato in disparte per venti anni le consi-
Ma dunque l'associazionismo va corretto con l'ideaHsmo trascendentale kantiano? — Neppure: " l'oggetto, materia
derazioni critiche di quelle
e forma, appartiene alla esperienza:
lettere al
scritto
Ferri
il
si
scusava
dichiarando che queste
lettere,
quasi tutte speculative, gh eran sembrate bisognevoli di maggiore analisi psicologica; e che, d'altro lato, avendo continuato il Mamiani a svolgere considerazioni, essendo
la
propria dottrina, egli aveva ritenuto
dere
risultato definitivo
il
vent' anni,
insomma,
il
Ferri rimase sotto
Mamiani; e non fece nulla
siero del
"
conveniente atten-
delle sue speculazioni
a lavorare intorno alle proprie idee, e
l'
a fargli superare
campo
infatti
quella
Non
8.
ne
vi
congiunti.
E
senza
torna
rapporti
I
riprende
con che
i
suoi
adatti
realismo torna
"sono
dati
forma di associazione": questo crudo empirismo, come La famosa legislazione re-
nell'osservazione sensata sotto
Ma non sta
il
Ferri
vi
si
non
arresta a
s'
arrestava nel '58.
sempre doppia
:
qua
di là e di
legge del soggetto. Ci sono
le
"
:
legge dell' oggetto
e
natura, mani-
sintesi della
festate dalla costante associazione dei fenomeni, ripercosse,
a cosi dire, nelle nostre sensazioni e nei
ma han
bisogno
d'esser
risponde. Messo alle strette, tra la identità e la differenza due forme, e quindi tra 1' associazionismo empirico e
delle
dinamismo a mezzo termine:
nostri
compiute e integrate
fantasmi
per
" ;
diven-
il
dell' intelligenza,
priori
il
"
primo abbozzo
se.
itai dciroltobre
1878.
voi.
XVIU.
pp.
131-146.
Ferri ricorre a un la materia,
della forma dell'idea nell'associa-
zione de' suoi elementi, e
il
fondamento della unità
sinte-
o essenza mentale che ne è l' essere ". Mezzo termine, compromesso, pel quale il Ferri crede di poter restare con tica
un piede nell'empirismo pur mettendo l'altro nella metafisicome una volta: con due leggi, servo di due
ca, tal quale
padroni. Questo compromesso fu ligenza in
tutto
anche nello
il
scritto già le
il
sua
della
resto
noscenza, dirà che " mata dallo Spaventa
pascolo della sua intelvita
speculativa.
Così
menzionato, sulla Dottrina della coregistrazioni della percezione, chia-
indicativa
[della
prima forma di co-
scienza], abbracciano rapporti sensibili le cui
serie e asso-
un materiale
di rappresen-
tazione Nella Film.
il
L' esperienza contiene non solo
ciazioni naturali costituiscono
*
è nell'oggetto, data nella asso-
cotesta forma non basta; ci vuole anche la forma
del soggetto, dell'attività sintetica della mente; viceversa, questa seconda forma non è altro che la prima, poiché vi cor-
Ora
giudizio, ne giudizio senza ne ordine senza rapporti
questi rapporti?
ma
pen-
posizione. L'antico
senza ordine,
La forma
alternativa.
l'altra
influsso del
più ostinato e più ingenuo d'una volta.
è concetto
sintesi
ri-
ciazione;
".
ma sintesi,
forma vien
quei
studi recenti degli associazionisti inglesi, tutt'altro
in
la
In
di suo. vi
ma
mente con un processo di attività interiore che corrisponde a quello della fenomenalità esteriore ". Al Ferri non riesce di risolversi ne per l'una ne per prodotta dalla
Gentile
già
fornito
di
forma.
Quella che
vi
aggiunge '5.
Le
226
V
origini della filosofia
compie,
intelletto la
ne
ma non
innalza,
la
in Italia
crea ne
termini
i
molteplicità
suppone r
e
:
l'
dell' esteso,
idea
in
di Luigi Ferri
dinamismo
Il
\
"
elementari
le relazioni
contemporanea
sua
la
unità sintetica,
del soggetto. Quindi la obbiettività della
attività
estensione non va scompagnata dalla sua relatività
gl'insegnamenti
9. Questi
zione.
dualismo
Il
resta,
come prima: ma per
mente ora
della
l'attività sintetica
psicoiogii
della
si
dell'associa-
analogia con
secondo che s'è
parla,
veduto, di un processo della fenomenalità esteriore
corrispondenza
due
delle
spondenza di due
legislazioni
o energie.
attività
E
si il
muta
;
e
la
nella corri-
rapporto di queste
due energie divien argomento della meditazione del Ferri. Neil* ultimo capitolo della memoria sull* associazione egli affronta questo problema, e ci dice la sua
soluzione kantiana
gli
La
ultima parola.
pare scettica. Bisogna uscire, dunque, Kant ci ha rinserrati. " Il feno-
in cui
fuori del pensiero,
non è ne può essere puramente oggettivo, ma qualche cosa che dipende dai o puramente due termini e dalla loro opposizione, qualche cosa che è data nel loro rapporto, che apparisce all'essere conoscente
meno
sensibile
soggettivo,
reale
e che è l'apparenza sta
cosa
sazioni,
sono sta
ci
si
"
rivela direttamente per l'esperienza.
QueLe sen-
come
E
differenza ?
intuizioni,
sono diverse.
evidente: dal termine immediato al quale
Tra
intuizioni,
le
della vista e del tatto, occupano, osservato,
il
Donde que-
primo posto nel
quelle fornite del senso
come
tante volte è stato
criterio della esteriorità: esten-
movimento, resistenza, ecco i dati essenziali del mondo esterno; ed essi sono il contenuto di intuizioni visive e tatLa resistenza suppone il movimento, e questo l'estentili. sione: " E sono queste tre cose riunite, estensione, moto, sione,
che, nell'ordine
resistenza, ci rivelano
una
chiamiamo
esterna
*
O. e.
•
La
p.
psyfch.
realtà
o
stesso di questa
opposta obiettiva
alla ".
nostra,
Intanto
per chi avesse
estensione,
dai
fatti
l'
assoc,, p.
334.
sog-
al
l'oggettività della
che
";
sistematici per togliere all'estensione
filosofi
il
e cette suo valore oggettivo e farla rientrare nel soggetto autorité e est la science! E che? non disse Galileo che il ;
numeri e figure?
libro della natura è
scritto in
mandava Cartesio
estensione e
il
mondo? E
1'
constamment les vues de nivers est un mécanisme e' è,
dunque,
con
la fisica
la
E
Critica egli
è vinto con la
il
mercè
non
la
che
dire
possibilità
s'arresta all'elemento
mobile
geo-
meccanico (movimento)
esteso
è
ci
relativa. L'as-
rivelata
nella
l'anahsi delle sensazioni organiche,
di sforzo muscolare e di resistenza,
stra.
E
!
Ferri
hanno sempre un'obbiettività
obbiettività del
nostra coscienza
alla
fisica.
d'aver dimostrato
(estensione), né a quello
della realtà, che soluta
Pour le ph]?sicien /* uSe la filosofia non basta,
—
'.
credeva
vero bensì che
metrico
costruire
ces maitres.
questa science del Ferri
di
e non do-
movimento per
a garantire l'esteriorità dell'estensione:
in ultima analisi,
Kant,
il
méthode des sciences physiques a confirmé
la
come
nostra forza, e principio di un'azione
forza
che
opposta
resiste
alla
no-
psicologia dà una base sperimentale al dinamismo
La
di Leibniz,
del quale per altro restano sempre problematici
dettagli.
dinamismo della natura va compiuto col dina-
i
mismo pensare
Il
dello spirito; e l'uno e l'altro
come un
si
possono per ipotesi
solo dinamismo.
enumerazione, la
realtà
che
V estensione
è
10. Questo concetto il Ferri si sforzò di svolgere in tre memorie lette all'Accademia dei Lincei tra il 1885 e Y SS^:
146.
de
dubbi circa
altri
ammonisce che del resto c'è " une autentai si può invocare contro tutti
Ferri
il
torité bien forte tivi
'\
a prescindere dal loro carattere affettivo e impulsivo,
intuizioni; e
riferiscono.
si
della cosa conosciuta
E
getto.
*
O. e,
p.
333.
dinamismo
//
Le
228
contemporanea
origini della filosofia
di
119
Luigi Ferri
in Italia
m
Tuna
intitolate
Jlnalisi del concetto di sostanza e sue rela-
zioni coi concetti di essenza, di causa e di forza (contributo al Dinamismo filosofico); Taltra Del l'idea del vero e sua
le dottrine della scuola ontologica
ossia gh un dinamismo, secondo il quale le forze, non ostante la comune, legislazione una a obbediscono enti diverse spele particolarità delle leggi che ne governano con se pensiero " del conformità ^ Il vero non è la
liana,
stesso,
e
relazione colla idea delVessere; l'
/
terza
la
Della idea del-
1
essere
.
Esaminate criticamente o platonica, della hegedella kantiana e neokantiana, della empirica associa-
Cominciamo
dall'
del vero.
idea
ed evoluzionistica e della tomistica intorno al concetto del vero, il Ferri conchiude che il necessario contemperamento deir esigenza kantiana dell* attività costruttiva
zionistica
trina di
cie
ma con 1' essere quella darebbe una verità purala mente formale, non la verità materiale. Per raggiunger da costituita 1' reale ogni d' essenza pensare :
quale bisogna
consistere Tunità del-
noi come un complesso di atti e relazioni, che si rivela a nel temun complesso di fenomeni legati nello spazio e quelle a obbedendo po; complesso, che la mente poi,
natura sua, nell'energia, e l'unità delle fondamentali derivanti dalle carapporti nei dell'essere leggi tegorie inseparabili dell'energia stessa; in guisa che la natura
stesse leggi che reggono universalmente le energie, rifa in se medesima, costruendo altri complessi di appanatura ideale, che spieghino in modo adeguato le
essendo un complesso di forze, ossia di principii di energia, e lo spirito essendo esso pure un tal principio, benché, di nella unità più, cosciente e intellettivo, essi sono conciliati È sempre la doppia generica di natura e di leggi "
renze.
dello spirito col
quanto
l'essere,
bisogno della obbiettività del conoscere
solo nella dottrina
può aver
che
"
fa
si
alla
'.
prima:
legislazione di trent'anni I
due separano affatto lismo inconciliabile dei sistemi, che e il reale, ideale Y materiale, il e spirituale ordini diversi lo della scienza e del crea una difficoltà insuperabile alla unità esiste nella dotnon vero ; mentre invece questa difficoltà
reggiando
Mamiani,
il
ri'sil
perando
positivismo
il
turalmente ad insistere
s'
se
non che
signo-
allora,
insisteva sulla duplicità
im-
ora,
;
monistico, lo scrittore è portato nasull'
unità
fondamentale.
"
11
dua-
Vedi gli Atti della R. Acc. dei Lincei, 1885. s. 3». voi. Xll, pas. 4'. voi. IV, gine 303-335; 1887, s. 4*. voi. IH. parte 1. 5-42; e 1888. parte I, 251-75) parte I, pp. 38-77. Negli Atti del 1886 |>. 4*. voi. U, percezione è inserita un' altra memoria del Ferri, // fenomeno sensibile e la ossia
i
fondamenti del realismo, parte
19 giugno 1881. In questa prima parte
«ponendo tino.
Il
le
l*
A.
fa
l,
la
dottrine della percezione esterna nella
sèguito
non fu più pubblicato
:
ma come
letta
nella
storia filosofia
tale
della
seduta
il
questione,
potrebbe esser consi-
derato lo scritto su Videa del vero. Altre osservazioni gnoseologiche
publicò
concetto (Rend,
Lincei,
1892
nel
1892.
:
voi.
una nota I,
pp.
La
percezione intellettiva e
il
408-421) e Alcune considerazioni
sulle categorie,
Ferri
ivi.
*
Aiti,
cit.,
p.
24.
di accordarsi col realismo
sforzi
si
siero e leogi dell'
empirico, resta del pen-
Leggi
motivo duaUstico. essere: due mondi che il
non
coincidono
mai, riluttanti sempre a lasciarsi conciliare nel concetto stesso del vero vagheggiato dal Ferri.
1
1 .
D'un
tal
servito nello
concetto equivoco
scritto
suH'Wea
dire,
pensiero;
ma
queste due
per
Pel
tentare
Ferri,
si
uno può
quella dell'essere e quella del
sostanze son due:
le
vero egli s'era già
del
di sostanza
schizzo della sua concezione dinamica.
sostanze,
non
si
sa come,
si
cor-
rispondono, anzi sono una sostanza.
Ogni
reale
deve avere
I, ^
459-474.
una
pensiero alle
sempre predominante
del
greca fino a Plo-
come
vero va ecletticamente definito
il
leggi sue proprie e alle leggi dell' essere. Dove è evidente che, per quanto
1
esteriore,
Onde
conformità del
Atti
cit.,
p.
25.
le
condizioni della
realtà:
deve
230
Le
origini della filosofia
contemporanea
Il
in Italia
dinamismo
di
231
Luigi Ferri
gruppi. L'essenza perciò, e quindi
essere o poter essere percepito; deve quindi operare o poter
suno degli elementi di
operare su di noi, che opereremo o potremo operare su di
insieme. la sostanza è ideale e reale sostanza dipende adunque dai 11 valore obbiettivo della data dal concetto di causa. La cui obbiettività è
esso.
Ogni
cesso.
reale è un'attività, e
che rappresentano
di aspetti,
due estremi
I
l'accidente;
come
ha un certo numero
tale
sua costituzione e
la
di questo processo
sono
la
suo pro-
il
sostanza e
media l'essenza, o complesso di due estremi. E un concetto vero non potendo prescindere dall'attività, non
fra
quali
i
attributi inseparabili
della sostanza,
dai
può prescindere dal processo per cui la sua essenza si realizza negli accidenti. Questo principio d'attività dei fenomeni è unico, primo, stabile sicché, oltre l' attività, :
bisogna
condo
come
riconoscere
unità,
primalità e
la il
assoluto,
Ferri,
caratteristiche
slabilità.
della sostanza la
Questi
ma anche
all' infinito,
non per alcuna
alle
allo
sostanze seconde
la sostanzialità,
se-
attributi,
spettano non solo alla sostanza prima,
modi; dei quali postula
ma togliendo
la
e ai
contro lo spinozismo,
speculativa (che non ne adduce),
ragione
esperienza i criteri del sostanziale e della sostanza: errore grossolano, sul quale per altro ora non giova insistere. La sostanza, per lui, e una legge fondamentale dell'universo affatto conciliabile colla opposizione e unione del relativo e dell'assoluto,
del
sinvoltura con tanti segni
dall'
finito e dell'infinito. L'ingenua di-
cui
scivola
Questa legge della sostanza è legge del pensiero. priori,
Infatti
permanente.
caratteri è bensì dell'
uno dei
sull'arduo problema, è
sostanza
E
l'
vuol
essenza
dell' essere
essenza
dire d' ogni
produzione della mente,
esperienza del reale.
e legge unica,
Solo principio a
in
conformità
priori,
1'
è quello di condizionalità o causalità, che rende per
punto possibile priorità e ferti
il
a
reale con questi
ma
unico, l'
ap-
riferimento degli attributi logici dell'unità,
permanenza
gruppi associati di
ai
dalla esperienza: perchè senza
non potrebbe applicare
il
tali
sensazioni
attributi
principio
di energia,
mente "
la
of-
in
",
diretta" solo noumeno che ci sia rivelato il laddove quanto atto psichico conscio e riflesso; appapensato delle nostre sensazioni e delle
principio
il
renze che vi sono contenute,
il
noumeno
è determi-
fisico,
di^ forza o prinnato analogicamente mediante la nozione \ cosciente causalità energia che si rivela nella
cipio di
La
nostra
ci spinge a integrare il meccanismo concetto superiore del dinamismo. Nella energia noi sperimentiamo la causalità, e
coscienza
natura
della
nel
nostra interiore
e
siamo indotti a ritenere l'essenza
il
suo
termine corre-
non solo come principio logico, ma anche come principio del reale. 11 dinamismo risolve così dello r opposizione del soggettivismo kantiano scettico, e
lativo,
la sostanza,
intuizionismo platonico.
12. Questo, almeno, è
non i
accorge mai
si
platonici,
con
il
il
quale
empirici e
come
convincimento del Ferri;
di rimanere,
come
gli
per quanti
tutta la realtà fuori del pensiero,
accumuli
sforzi egli
per
avvincerla
a
questo
inscindibil-
Platonico resta sempre e dualista nella conclusione
mente. finale,
della forza del suo ingegno filosofico.
tali
dove, tornando
sull'affermazione
ingiustificata
della
sostanza prima e d' una molteplicità di sostanze seconde, individuali, transeunti, dichiara candidamente che con le sue riflessioni " sul rapporto degU enti col distinzione d' una
loro
fondamento universale e perpetuo egli
non intende
dar fondo all'universo e pretendere chiarire di tutto punto ciò che,
a nostro avviso,
impenetrabile,
e
cioè
il
rimarrà
natura interiore del suo eterno
la
ragione
principio di condizionalità a nes*
Atti
cit.,
p.
328.
sempremai
come adeguato
misterioso
e
della creazione e
principio.
La
dialettica
Le
232 può
ong,m-
andare
contemporaneo
./e//a filosofia
a
fino
un certo termine. La logica non può
categorie per una
valersi delle
che dentro
realtà e dell* ordine universale
Tesperienza ne rende possibili
denza platonica essere diverso
le
concreta
della
confini
in cui
ai
"
applicazioni
.
d'un filosofare che prese
risultato
dal platonismo del Mamiani, e
suir empirismo antifilosofico degli associazionisti
può
che
essere
come
riassunto di tutto
il
due
attributi
il
a considerare più arduo -i I
*"
//
come
libro dello
problema il
della
opponendosi
non
rare
dal
mondo
il
metafisica
nega
che
No, dice
il
Ferri
"
:
senza sepa-
necessaria
può concepire, e secondo noi
si
suo
al
di se stesso
".
ufficio e alla
immedesima con quella del mondo al
la
La
soggetto; per
si
uomo ha
sensibile, bensì a quella
*
Atti
2
Rio. IL di
cit.,
p.
altro,
alcuna penetrazione di
coscienza divina,
scienza che r
vita divina
an.
non
forze
aliene.
badi, non è ragguagliabile alla codell*
oggetto esterno nella percezione
che nell'uomo stesso
fa
il
V, (1890).
voi.
I,
app. 257-279.
'
fatto per-
più
finale al
che
altro
cui
intuizione
quale
la
base comune degli enti ".
svolgono
si
leibniziana
il
Ferri s'accorda
per altro rimane molto addietro pel
porto di subordinazione mantenuto tra
gli
enti
e l'ente
finiti
Giacche l'immanenza esclude la trascendenza, e viceversa. Se Dio è immanente, la coscienza di se è coscienza di altro; e non c'è trascen-
infinito,
denza.
a dispetto
Se
la
di
ogni
ossia
assoluta,
logo puramente ideale che Il
Ferri volle
platonico il
sì,
sempre
ma anche
come pretendeva
vità
ma anche
con
ma anche
contro
gli
due
tutte
come
ma le
sosteneva
quel
mani
:
contro
unità a priori dello
associazionisti; soggetti-
come credette Kant e quindi teismo sì, ma anche comodo, forse, ma non molto filosofico.
oggettività estrasoggettiva,
potesse correggere
immanenza. Partito
sì,
coscienza
rifiuta.
afferrare
Mamiani; associazione sì,
si
la
non è coscienza,
aristotelico,
spirito,
si
logica.
coscienza di se è trascendente,
di sé è identità
si
di
modo che Dio ma di se me-
331.
filos.,
come
V oggetto
perchè
;
è personale avendo coscienza non d* desimo, senza
deve,
sua intelligenza, una coscienza
Per questa coscienza
questa coscienza è identico
si
Questi
immanenza Dio
postulato misterioso della creazione, implicito in questo^ rap-
al
processo produttivo ed unificativo che
Bertini;
col
;
costituisce le sostanze, le forme e la sintesi iniziale e finale
degli enti,
In questa
"
può acquistare co-
l'
dilegua, e con essa l'unità sua; e la sua
si
è
materia da
la
finiti,
il
principio ideale della realtà,
a se nella natura
scienza di se neir uomo. Lt' Jl.
il
"
divina \
dottrina hegeliana
la
logo ogni personalità, e ne fa cui
Ferri fu tratto
il
coscienza
più alto della speculazione
non sapendo accogliere in
Spaventa
Senza
"
non sono separabiU.
sua personalità sostanza
Nel 1890, da un
e costituisce la trascendenza divina.
;
diventa un essere astratto e quasi un fuor d*opera nell'universo; senza la trascendenza, fondata nella coscienza, la
pensiero filosofico di Luigi Ferri.
13.
coscienza di questa autogenesi è autocoscienza
personalità
e
memoria: Dell idea deir essere,
considerato
La
di Dio.
inglesi.
profonda
medesima.
costitutiva e ordi-
dell* attività
esplicarsi
si
cosmo; ed è Telemento immanente del concetto
natrice del
Tutte queste idee che siamo andati esponendo sono raccolte e riordinate nella terza
1*
L* autogenesi è
principalmente
esercitò
si
ducendosi, anzi che dividersi e estraniarsi da se, in se stessa e si possiede per la presenza a se
mosse
coscienza
la
e autogenesi di una vita, che pro-
Dio è autocoscienza;
di
poteva
le
termini,
cettivo oggetto del pensiero: in altri
Trascen-
Non
spenceriano.
agnosticismo
e
il
conoscenza
233
dinamismo di Luigi Ferri
//
in Italia
;
In
m
CAP.
IV.
FRANCESCO DONATELLI E LA FILOSOFIA
LOTZE.
DI
Bi^
I
1.
presenta
Iseo,
nel
'
quella
anche
dualista;
intelligibile,
come
della coscienza.
mantiene
e
Ma
Bonatelli dal Lotze tafisica
anch'egh
:
;
il
fantastica delle
correggere
dove l'uno
Bonatelli
il
fini-
meccanismo psiautonoma e originaria
muove
il
Mamiani
dal
vuole ritagliare
le
ali
e
;
alla
Confessioni d'un metafisico;
11
Ferri
da cui traggono
nella
sua
il
me-
l'altro
illustrato:
//
Risorg.
Lovere, Restelli,
Hai.,
diretto
loro princi-
le
polemica
Intorno alla biografia e alla vita politica del B., P.
suo lago nel patrio risorgimento,
zionario i
realtà
audacie panteistiche del Microcosmo; sicché par che proceda, l'altro si direbbe che in-
pali ispirazioni.
*
modo
nel
come
le
dietreggi, rispetto ai filosofi
il
anche
oltre
l'attività
Ferri
l'uno
prekantiano
realtà sensibile e
all'oggetto;
di contro
chico difende
un
è
Bonatelli
il
sce neir agnosticismo «:
13
il
1911),
di concepire Toggetto,
I
Padova
a
ad
(nato
Bonatelli,
morto
1830,
nel
Bresciano,
speculazione di Luigi
la
Francesco
di
benché diverse ne siano le origini e le profondamente diversi la cultura e il valore ispirazioni, dei due pensatori. Anche il Bonatelli e uno spiritualista maggio
-
con
Molti punti di contatto
Ferri
spiritualistica
ROSSETTI,
1910,
da M. ROSl,
p. II,
96, e p.
Iseo e il
di-
349. In
?
onore di F. B. fu pubblicato pel suo 80« anno un fascicolo della Cultura filosofica (nov.-dic.
1910) con
vari scritti intorno all'opera sua.
Le
236
contemporanea
origini della filosofia
in Italia
237
Francesco Bonatelli mira
agli
associazionisti inglesi e francesi
Ma,
oltre
la
critica
è
talvolta
sottigliezza,
e
stavo per dire
onde
guire le tesi oppugnate,
il
Bonatelli suole perse-
da
aspetti
gli
tutti
passione sincera, viva,
la
e
che mette nelle sue ricerche;
che
gnoseo-
e
Y insistenza, a volte
lumeggiare
e
idee che prende a studiare;
tratto
acume,
1'
psicologica
dell'analisi
discussione,
soverchia, della
le
gran
diversa orientazione, separa di
la
al
anche
questa è
(poiché
pure una caratteristica del pensiero elaborato) la forma netta e quasi sempre precisa della sua espressione. Sicché gli scritti
del Bonatelli, se qua e
una
sono
in generale
là
riescono alquanto prolissi,
veramente
lettura
E
gradita.
se
il '
Bonatelli non fu propriamente un poeta, scrisse molti versi
(e anche grazia;
un
fu
1856) non privi di compiacque per la na— del linguaggio vivo e immaginoso e
poema:
nel
Alfredo,
studioso della forma,
tura del suo spirito
Ferri potevasi
il
del Bonatelli
le
precise cre-
cazione
certe
di
scuole italiane
anticattoliche
ciiLÌciie
numero
uscisse dal
compilatori
dei
Pel Bonatelli
'\
ne di dimostrare
di confutare
del
della
Bertini,
non è
la filosofia
in
verità rivelate;
le
egli
delle
Filosofia
grado ne
per le quali
pago della certezza che possiede come sincero quei sistemi filosofici, si limita a combattere che si oppongono a siffatte verità. " Preoccupazione ", disse il Fiorentino ^, " la quale per noi, francamente, è un tien
egli si
credente;
e
ad una speculazione sicura e libera ". Ma non è esatto: perchè non è la mancanza d'una rema ligione che rende possibile la filosofia libera e sicura è la filosofia libera e sicura che razionalizza e risolve, co-
serio ostacolo
ciò
;
munque,
Lotze —
La
il
contenuto della fede religiosa. BDnatelli è un altro titolo di
del
religiosità
superio-
;
sentimentali e
attitudini
di
ma con
teistica,
denze dommatiche, il culto, i riti del cattolicismo *. E abbiamo visto come ner scrupoli religiosi, dopo la pubbli-
si
ciò che serve pure a spiegare la sua simpatia per
non mancò
con una semplice fede
già
del Bonatelli da quella del Ferri
l'accuratezza
logica,
Bonatelli
il
;
herbartiani.
meccanismo psicologico degli
dire
potranno
l'assoluta
E
negazione.
sempre
essere
il
fantastiche, di cui
però
cercati e
i
letti
libri
con
—
-
dico quelli dottrinali laddove quelli del Ferri in sostanza, le conbenché, dimenticati affatto sono ormai clusioni filosofiche del primo non differiscano, come ho det-
profitto,
a parer nostro, sul Ferri,
rità,
perchè non fosse già religioso
anima
perchè
zionalista
quale non era razionalista
il
ma
:
piuttosto
ignara dei bisogni più profondi è
religiosità
la
certo
dello
La
primo.
il
era un fiacchissimo rasuperficiale spirito,
fredda
tra
religiosità,
necessaria del vero
ostacolo, è condizione
,
i
anzi
filosofare,
che ben-
;
gran che da quelle, che già conosciamo, del secondo. Bonatelli differisce poi dal Ferri per un altro riguar-
to,
Il
do, di cui bisogna
Il
concetto di un Dio
un concetto
in cui
filosofico,
scienza rehgiosa.
Il
Ferri era
un
intendere certi
per
conto
Ferri giungeva
personale e creatore
lui
'
ben
tenere
aspetti del suo filosofare.
;
sì,
ma
anche
lui,
al
questo era per
veniva risoluta razionalista.
la Il
sua coBonatelli
invece è un credente, cristiano e cattolico. Egli sente profondamente il bisogno di appagare la tendenza religiosa non
ché,
come
Per
lo più nel
ma
debba
condizioni,
le
essere
già che essa
superata. siasi
E
opposta
non è sorta, poinon può esser figlia che di se medesima e quando non e' è, non e' è preoccupazione religiosa, né preoccupazione antireligiosa, né amore alla filosofia,
ché
egli
la filosofia,
è che
l'attività
la
dello
filosofia
spinto,
;
né informazione
di verità,
che
*
possa
la
Vedi
nale del *
tutte
quando non è superata, non è
e
quali
es.
p. 1'^
la
giugno
~
Vedi sopra
•^
La
suo dialetto.
far
filos.
nascere.
sua conferenza
spregiudicata di sistemi
Non
può
dire,
'Pro aris el focis, nella
1887.
pag-
si
135.
contemp. in Italia, p. 60.
filosofici
insomma, che
Rassegna nazio-
Le
238
origini della filosofia
contemporanea
un gran filosofo, perchè fervente cattolico; ma piuttosto che fu un fervente cattolico perchè non abbastanza filosofo. Non ebbe tanta energia speculativa il
Bonatelli
non
sia stato
ridurre in forma razionale tutto
da
il
contenuto della sua fede.
r efficacia esercitata sul suo spirito dal ^Microcosmo del Lotze gli tolse anche il pungolo della vera ricerca metafiQuella recisa separazione e opposizione del mondo sica.
E
meccanismo
della ragione retto dal
al
mondo
del sentimento
dell'essere
retto dalla finalità, quel contrasto tra la scienza
dover essere
e la metafisica del semplice
era proprio fatto
per confermare nella convinzione che al di là del conoscibile e* è il mistero, che solo il sentimento, la fede, i bisogni morali dell'umanità possono illuminare: illuminare, s'intende, a ciascuno secondo il suo sentimento, la sua fede, i suoi bisogni moraU, che soli per timento, la vera fede,
i
possono essere
lui
vero sen-
il
Lo
veri bisogni morali.
239
Francesco Bonatelli
in Italia
studio del
mostrando molte parti di verità ingegnosamente investigate, ma non svolte logicamente, non organizzate, non animate da un vigoroso spirito filosofico e d'altra parte, una
La prima
dell' herbartismo.
tevoli furono
simpatia per
sua
la
Lipsia uno dei centri
con
fu
delle sue pubblicazioni più no-
saggi pubblicati a Bologna nel
i
movi-
il
nascere a Vienna, dove fece
mento herbartiano, dovutagli gli studi universitari, e che
1864
col
ti-
Pensiero e Conoscenza: materia, in buona parte, de* suoi corsi universitari, di quell'anno e del precedente. L'autore vi trae profitto dalle dottrine del Beneke, deltolo
l'
Ueberweg, del Lotze; ma
manifesta altresì le sue ten-
vi
denze personali, e comincia già ad apparire quel che Scu-à Herbart è superato fin dalle in tutti gli scritti posteriori. prime pagine. Egli non è disposto né a sacrificare la molteplicità degli avvenimenti psichici all'unità dell'Io; né questa a quella. E come risolve la contraddizione di quest'uno che è identico a sé mentre perpetuamente si
muta
pensiero del Bonatelli riesce da questo aspetto di molto interesse,
da principio
attestino già fin
}
Enimma
profondo, che taluni
perchè erano
mentre
o
si
credettero
ad applicare de*
per amore della logica
altri
di
vocaboli
sciogliere
tecnici
al
agevolmente fatto
sol
misterioso,
credettero obbligati a rifiutare o l'uno
si
due termini dell'apparente contraddizione
dei
l'altro
riusciti
senza accorgersi che,
:
;
saldissima fede
trascendente,
che,
razionalizzata,
sarebbe
slata principio sufficiente di organizzazione e animazione di quelle parti di verità, rimanere inoperosa e sospettosa da
un canto, schiva d'ogni commercio sinceramente amichevole con quelle.
o sopprimessero
1'
uno per
molti,
i
o
molti per
i
mente soppresso ricompariva subito, a malgrado
liana,
di Torino),
860-6
1 ,
14
IO,
7,
(
1
Si
Bonatelli,
possono
tralasciare
i
primi
scritti
filosofici
del
logna,
1
56
n.
ivi,
862;
Bologna,
importanza e non giovano a
che sono di scarsa
spiegare lo svolgimento
pensiero dell'autore \ benché
del
1
862;
(
1
86
cofisica del Il
menti
primo è filosofici,
:
Sulla sensazione, Brescia, Gilberti,
considerazioni seguite
1852.
l'esperimento in psicologia. Discorso: liceale di Brescia,
ivi,
nel
Seguono, a
^Programma
1858; Della linguistica
all'ideologia e alla logica nella Effem. della
in
'P.
da alcuni fram-
mia conoscenza. Deldell'I.
R. Ginnasio
pensiero
1
);
altri
piccoli scritti,
;
del
la
lingua
1874,
p.
Fechner.
Dello
^
dualità
sulla filosofia
tismo in Lombardia, nel
Istruzione (poi Riv.
(1914) pp. 24-7. Pag. 3.
'
86
1
;
ivi
Le
Delle attinenze
;
della
idee nella natura,
esistenza dell
'
anima, 2
prolusione letta a Bologna
il
Bo-
lezioni, 1
.
die.
Nel Politecnico di Milano del 1863
stesso
XXIV,
pp.
Trendelenburg
il
298-329) B, espose
della Psi-
le
Ricerche
126, 129 (1863). Di alcuni herbartiana pubblicati tra il *54 e il '56 nella Rivista
ginnasiale di Milano ha dato
*
termine violente-
è una minuta esposizione del Diritto naturale del
logiche nella Rivista italiana, nn. articoli
5.
1
L
;
e in quello del '65 (voi.
relazione alla psicologia, ita-
e
Idealismo e realismo ital.
XVII, pp. 103-85)
Trendelcnburg
*
//
'63 nella Rio. (voi.
il
in altre
860); recensione informativa della Zc//-
logica con la psicologia, Torino, Paravia,
2.
loro,
Vblkcrpsychologie u. Sprachwissenschaft di Lazarus e Steinthal,
schrift fiir 1
nn.
uno,
1'
124,
notizia
periodico
125,
ALESSANDRO CASATI,
La Lombardia
nel Risorg.
L' Herbaital.,
a.
I,
Francesco Bonatelli
240
origini della filosofia
Le
conlempowneajnhalia^
mistero Primo dualismo, e primo
Espressione
profondissima
il
:
solo accadere reale, che
cade
Bona
.1
di Leibniz. quello degli Eleati e quello
invece
di
sta «
eli.
ma
sotto la nostra os-
Dunque,
e, procade, ma in cui il Bonatelli e un altro che non vi analogia: analog a per penetra si pur mette di mostrare che una volta che ""O de. due naturalmente, non verificabile, e quindi, nuovo osservazione; nostra termini è al di là della
„ col corpo orgamco uè legata, e ne dipende, pero comucon gli organi centrali; e "
mediazione mobi-
la volontà.
conviene
ammettere
meccaniche, ceche l'una soggetta a leggi maniera di da leggi, pure regolata anch'essa e fatali, l'altra, sebbene come di medesime delle giovantesi sorvolante a quelle e ad asseobbligata stesso che e suoi stromenti nel tempo vita
;
duae meccanismo; un altro se la liberta trionperchè anch'esso, inconciliabile liberta sola, meccanismo, non ci sarebbe che la
condarle
".
Dunque,
libertà
fasse del
non e se trionfasse il meccanismo, solo meccanismo.
ci
sarebbe
liberta,
ma
.
nalo da cause ala e logico-razionali. Quanto rituah, meccanico-psichiche .1 Bonatelli fisiche, cause dalle del pensiero
indagine del psicologo
sicuro,
più
derà finalmente
faticoso,
complicatissimi
semplice
;
luogo alla psicofisica.
le
E
singole
ri-
possibile e
al
quando insomma
"
si
più lungo e più paziente,
fatto fisiologico
il
pretesa di spie-
alla
e
determinare parzialmente
di
un
tra
"
la
il
ce-
filosofia
Fautore loda
il
tentativo del Fechner.
3. D'altra
parte, dentro
pensiero bisogna studiare
il
contro del meccanismo psichico con
che son due principii non solo
razionalità
la
distinti,
ma
l'
in-
logica:
opposti
anche
essi. Il pensiero ha due maniere di essere, e quindi due attinenze molto differenti. Anzitutto esso è cosa che sta da "
se,
ragione assoluta,
la
è
L'
del tutto
è
come
altra
vita dell'anima
la
obbiettivo, in
siero
1'
essenza
e
il
principio ultimo
maniera di essere del pensiero intelligente
diverso
se,
Esso, che dovrebbe poi essere
dal
la
gli
Dunque, un pen-
".
pensiero
filosofia,
è
subbiettivo.
al
di là
della
mente umana. Come
tale
nismo che ziale,
nel
il
pensiero ha un organismo e leggi sue proprie; leggi e orga-
nudamente che altrove, benché in una dominio delle matematiche, e che più misteriosi e più si
rivelano più
spaiono nella religione, nell'etica, nell'estetica; il
mentre
la
sfera parvelati
tra-
radice ultima,
culmine supremo formano la meta, a cui la metafìsica si afda secoli, senza giungere mai a impossessarsene ap-
pieno.
compiuta non potrà
E
pre a quel
forse tale fine,
di
è
il
destino
accostarsi
dell'umanità sulla terra:
indefinitamente
ad
di
esso e di
tender
non
sem-
raggiun-
gerlo mai.
;
l'
ma
quando
complessi
fatica, e
ossia di difficoltà .nsormontaIn questa rete di dualismi, a docaccia con la salda rassegnazione il Bonatelli si bili e determiegli die pensiero, Il vervi restare impigliato. e da cause spifisiche esterne ed interne
dipendenza riconosce che
il
fatto psicologico parziale
,
attraverso una nica colle cose di fuori gran parte essa medesima e in complicatissima lissima e mistero! Terzo inesplorata e inesplorabile". negare terribile: se non s. vuol Infine il nodo più nell'anima una duplice "
metodo più
sostituirà
spondenze
•
,
L- anima mano e specialmente
lismo,
gare a un tratto fenomeni
No. diremo
.
!
;
progressi potranno farsi solo
mezzo
luogo nell amma servazione, è quello che ha sotto la nostra osservazione, cade che uno accadere: doppio
mistero
osservare in atto tutte le funzioni dei nervi e in particolare del centro cerebro-spinale " ma crede anche lui che veri
anima, dice He.ba.t.
commenta
idc„iisiu. che inesatta, e racchiudente un Ira
essere mai forse, attesa la difficoltà e quasi impossibilità di
!
nell
L-accadere reale ha luogo solo
é
241
Il
e
Bonatelli poeta era stato
meno Gentile
scettico.
A
poco innanzi meno platonico
un amico (Tale.... ch'ebbe dal
ciel 16.
la
16
242
Le
contemporanea
origini della filosofia
mente impari
forse al cor alto e gentile),
il
quale
Chi dovrebbe spaziare per è
Cui mortai destra a
Sei tu medesrao a te
E
non
lacerar
?
se
in
quella salma.
L' intimo senso cui
Sopra di
A
sottraggo ognora ?
si
egli
Tal che credea deliro
mare del saver correre a prova,
11
Bonatelli a salire
il
tutte
le
riassume
È.
nostro scrittore aveva risposto:
il
scherno dunque della mente
no
se
I
è
Di sapienza
Non
spiro,
il
dono?
lungo e arduo il
cammino
puri
sono
avranno
i
Verrà
dì
concordi...,
che
sul
molti,
in
il
Le
quali,
gl'ingegni acuti, se
già
fatti
lavorìo
al
delle
forze
processo di coteste forze nella elaborazione della massa le
vita,
realmente,
sé.
siamo
costruiti
n' è assai
quali,
accumulandosi disordinatamente, secondo
nell'anima, pure in breve
si
organizzano
sensibile,
che
che noi,
esista
lì
i
siffattatratti
bello
e
ma
anche solo quello che
ci
appariscono; prima
nell'anima nostra cotesto microcosmo, c'è del lavoro e
che ce
'.
tutti
4. accenniamo molto succintamente alle soluzioni gnoseologiche date o accettate dal Bonatelli in questo suo primo libro, che fu il suo piccolo Microcosmo. Circa il rapporto del soggetto con T oggetto il Bonatelli ripete la critica
vertice
S' accoglieranno alfin da
E
attirano
Ma
L'eredità con pio culto servando, La sacra a conquistar terra del vero
Suderanno
suo ingegno intorno
sempre a quella meta
cor, degli avi
il
il
mente tra loro da uscirne quel quadro dell'universo da un naturale pregiudizio, crediamo a bella prima
ci
Fisso terran lo sguardo,
E
sottili,
accenni
gli
greggia delle sensazioni;
dei secoli
ch'all'uno è negato,
infaticati
vertice sudò sempre poco,
pronto e non s'abbia ad aver bisogno che d'appropriarselo... Le cose sono quello che sono; ma prima che sieno in noi, non solamente quello che
calle...,
Immortai pellegrino.
Se
sul
in sé
suo
in
sosti
L'uman Quel
questioni
mille accidenti della
Ah
interminati
poeta promet-
;
Bello è seguire
863,
1
il
meccaniche della psiche:
S' accorge alfin che pur le fonti ignora
a quest' amico, nel
sereni
anche non molto profondi. 11 suo problema speciale, il problema di tutta, si può dire, la sua vita, e l'interesse suo per questo problema, sono espressi in queste parole, in cui
volgendo
sé
medesmo
te
*.
Ma
è che
come
stesso appelli.
te
eterni
"
a questioni particolari di psicologia e gnoseologia.
giro
infinito
gli
quale pertanto
compiacendosi piuttosto di esercitare
parvenze una compage
T'è forza paventar? Se fin quel vivo Pensier che in te perennemente oscilla, Con
al
;
un simulacro inane
per tua tieni,
di false
pensiero filosofico
il
via
teva conclusione ben più confortante (benché nient'altro che poetica) che non il filosofo dell'anno appresso. la verità
vale.
se sconosciuto
più,
Che
'1
speri tu > sull* universo intero
Che
243
Al lume lieto del mattino oblia, ' La noia e mal della passata
tentava
Fitto velo è disteso.
Che
Francesco Bonatelli
dicendogli:
studi di filosofia,
distoglierlo dagli
in Italia
i
lati
;
che
ramente
il
Lotze aveva mossa della dottrina herbartiana puLa dottrina, che vuole spiegare la co-
realistica.
di là spaziando
Coll'appagato sguardo
Per
gli
eterni sereni interminati,
Oblieran beati,
* Vedi / filosofi, carme (ded. al poeta Giuseppe Bertoldi) TELLI. Bologna. Fava e Garagnani, 1863. Pens. e Corn ìoscenza, p. 7-8. '^
Come
fanciul la paurosa notte
1
di
F.
BONA-
»-"
Le
244
origini della filosofia
contemporanea
in Italia
noscenza come un viluppo complicatissimo di modificaziom niega cose, noi, senza uscir da noi, sopportiamo dalle di e distrugge addirittura quella conoscenza che trattavasi sopravvengono che immutazioni le spiegare... perchè tutte
che
cangiamenti del suo stato, affinciiè potessero in di essere essere elementi di cognizione, avrebbero mestieri " il sarebbe soggetto ". Inoltre, medesimi conosciuti
un ente,
i
essi
intima,
prigioniero assolutamente nel carcere della sua vita
e nonché conoscere,
ma non
potrebbe aver mai
il
più lon-
sua ; tano presentimento di altre esistenze sia la naqual e fatte sien queste come sapere meno poi al
di
là
della
Alla seconda
già
dianzi
accennato.
aveva
Con
peggior suo realismo, Herbart è un idealista nel il Lotze \ senso del termine. Sulla prima, dietro l'esempio del produrrà mainsiste molto. Il giuoco delle rappresentazioni quadro non questo ma mondo; del gari r ammirabile quadro detto il avrà poi chi lo contempli. Tutto insieme, aveva ma ci manLotze, formeranno bensì un esercito ordinato; L'orl'occhio del generale che veda l'ordinamento.
cherà
tutto come dine suppone chi abbia virtù di concepire il une alle altre tutte unità: di distinguere insieme e riferire le Come il significato di una proposizione esso.
le parti di
un
in
altrove che nella
realizza
si
solo
atto
spirituale
il
mente
significato
quale raccoglie complessivo delle
la
cognizione delle singole parole nel loro ordine dato, così la l'anima ha che coscienza nella rappresentazioni e tutta delle
medesime \
1
" le Quello che e' è di vero nell' herbartismo, e che medelle riflesse immagini o copie sono idee delle cose non perocché l'azione è desime, ma bensì parte della loro realtà,
5.
Non
già che
non v'intervenga
il
soggetto;
ma
*
Mikrok., Hb.
*Pen5.
e con.,
p.
11.
33.
cap. 4.
è
l'oggetto
e
:
" '. Quale parte spetti all'una e quale alnon può dirsi, perchè a tal uopo occorrerebbe che uno dei due fattori fosse noto per sé. Ma che importa }
tura del soggetto
Noi, dice
come
esso
certi
che
genza,
cose esteriori
forma
la
r oggetto
il
nostra abitazione, servircene di strumento pei
in
le
creare
sua contemplazione, moverci in
della
morali ed estetici della
fini
dobbiamo
Bonatelli col Lotze, non
il
ma godere
mondo,
stesso,
ideale,
E
vita.
a
Ma
1'
oltre
onde
uopo basta esser
tal
sulla nostra natura
riflettano
si
oggetto
e'
è
l'
intelli-
coscienza deve investire
la
L' empirismo è
per conoscerlo.
•K
^.
la
nega-
zione della verità obbiettiva, perchè non può render ragione
necessità
della
E
scenza vera.
Ma
e della validità
che senso prende
in
assoluta della cono-
necessario ammettere un elemento a priori. l'a
priori
Bonatelli
il
per qual ragione io sono costretto a pensare in
O
questa ragione non
bisogna riporre tiva,
assoluta,
tiva.
Cè
un
e se
e' è,
non possiamo esser
allora
e'
è
non ne so nulla
dell'
le
l'apriori
del pensiero, che
immaginazione o
e
subbiet-
attività fantastica,
forme o leggi del tempo e dello spazio. è
una necessità che esclude
duplice,
ma come
tale
essendovi
come
contrario
il
e principii di una necessità, che impossibile,
;
ovvero
della nostra verità;
certi
?
modo?
ragione in una verità ideale, ogget-
siffatta
apriori
fonda
si
tal
causa e fondamento della nacessità
che sono
come
pensiero,
questa necessità soggettiva su che
egli osserva: e
Al Gal-
?
luppi che ne faceva una necessità soggettiva del
rifiuta
che non
il
c'è
impossibile,
contrario
deve
E
principii
non già
essere, seb-
il *
Cfr.
di questa
vita
l'altro,
" *
alla
prodotto composto della realtà esterna e dell* intima na-
" il
di
hlr
realtà".
modo
cipa in qualche
Dunque, oggettivismo.
critica
tutto
non
soggetto, poiché l'azione parte dalla realtà esteriore, parte-
".
tura delle cose
245
Francesco Bonatelli
O. e.
Non
realistica
di
p.
34.
giova qui rilevare e
1'
interpretazione
le
oscillazioni
idealistica
del Bonatelli tra
dell'
herbartismo
:
né
l'interpretazione 1!
altre
incertezze
queste sue dottrine più giovanili. 1
•
1
il'
Le
246
contemporanea
origini della filosofia
bene possa essere. Ad esempio dei primi duce i principii d'identità e di causalità, Lotze sempre
al
si
Lotze
come
.
Una
deve
che
dottrine
delle
miscela invece
Herbart e di
di
Trendelenburg e quel che dice delle due funzioni a priori della affermazione e della negazione, di cui tratta con magreale è essere, Con Herbart afferma che attribuire alla possibile e non che modo ^ per
giore larghezza.
pura posizione
il
"
realtà esteriore la negazione.
L' affermazione,
del pensiero entro se stesso, è
zione reale; essa ha dunque
Ma
il
medesimo non può
il
riflesso
il
affermato,
dal valore
e da reale divenuto quindi ideale. Bonatelli passa a cercare V origine
certo,
viene
ad
',
pare disdica
attribuire al
reale in se
un correlato della negazione soggettiva. L* attività nel suo svolgimento pone se e respinge tutto ciò che la contraria ;
sale.
dell'attività
L'essere, determinandosi, s'individua;
univer-
individuandosi,
individuo si limita; e, per limitarsi, respinge dalla sfera dell' ciò che non le appartiene. L'essere poi si organizza; del-
in
delle
idee quei
gli
si
conchiude
impedimenti e
sono rimossi
dall'
energia
alle
parti
dalla lotta tra
il
male ed
il
Mikrok..
2
O. e,
^
Log.
p.
lib.
V.
cap,
12.
medesima
se
e
negazione
della
sono si
fissati
dalla
determina
;
lui,
dell'esfissa
attività
allontana
determinante
per
;
bene
mezzo
che sorge
'^.
l'
si
vuol quasi
positiva determinante, mentre e
attività
due
attività
sono
ef-
fettivamente distinte.
7.
Ma, checche ne
dei singoli elementi a priori
sia
messi dal Bonatelli, è chiaro che per
sono pure categorie
come fatto
la
^:
s'
del
destituita d'ogni
Ne
soggetto.
è visto, egli ha avuto
fondamento
vede benissimo che se
delle
le
questi elementi
anche
la
metafìsico
O. e, p. 86. O. e. p. 87. O. e, pp. 35-6.
amnon
negazione,
coraggio di darla
il
intuito,
lui
come
af-
trascendente.
categorie altrettante idee
non
si
viene a capo di nul-
categorie sono richieste alla
conoscibilità degli oggetti, concepite le categorie
3 Il,
mezzo
dal Trendelenburg e dal Bonatelli le
2
76, 80.
per
nelle cose
r energia ripulsiva del Trendelemburg
dissimulare dietro
cap. 4.
Untersuch., voi.
di
fuori
miscela apparisce chiaramente in questa conchiusione:
in cui
* *
essere posto
ripulsiva dell' idea
fare
anteriore
I'
della negazione logica finalmente rappresenta la negazione morale,
l'
è logicamente
Bo-
il
anche prima che
forze contrarie, che nella sfera organica dei
Pure riconosce che a
tutto
che
in
le
di cui lo spirito abbia
il
conchiude
già,
metafìsica,
così
logica,
limiti,
e
organismo
idea di questo disegno,
imita idealmente la posizione reale
sé e quasi direi
determina la legge di formazione e sviluppo, è forza impellente del processo organico nel tempo stesso che tutrice e conservatrice dell* organismo. Infine, questa idea del tutto
l'
1*
Non
*.
pensiero, che dentro di sé ricostruisce
positiva che
stessa
questa ripulsione nello sviluppo dello spirito pratico genera psicologicamente la negazione ; e una specie di negazione
genera anche fisicamente nello sviluppo
il
La
la
"
manifesterà
si
disegno conosciuto o
il
sua manifestazione spirituale, sia tutt'uno colla
alla
riflette
nel ca r^po
metafìsica della ne-
gazione, sulle tracce del Trendelenburg
herbartiana:
ma
reali
perchè
oggetto
1'
nel soggetto, che
negazione logica:
idealmente
Ma, quando
ossia
il
";
essere compiuto
sere per via dall' affermazione
posizione
ideale della posi-
negazione
della
dirsi
per effettuare
che l'energia ripulsiva
pervenga
come
suo corrispondente nelle cose.
essa suppone già V affermazione,
tesi
la
"
morale
libertà
natelli,
6.
come idea consapevole
per distruggere, se fosse possibile,
attiene rilevando T apriorità dei prin-
valore.
cipii di
effettuare sarà
avrà da tradurlo in realtà; e allora la forza
cui apriorità
la
chiarisce riferendo e riassumendo alcune pagine del
E
da
Bonatelli ad-
il
247
Francesco Donatelli
in Italia
come og-
Le
248
origini della filosofia
altre categorie
occorrerebbero
getti,
contemporanea
perchè
lo spirito
rappresentata.
potesse
Come
spirito.
riflettano
nello
poi
spirito
senza
quale non
la
E
è un mistero.
l'ordine di natura è pensiero creatore precede, informa e muove creato \ Platonismo, si vede, del più schietto.
sensibilità
non l'aiutano
il
nalità dell' Io.
i
Quand'anche terno,
viene
rappresentazione
e la
Pag. 73.
«
Vedi
3
11
nello stesso voi., p.
studi psicologici,
103
n..
e
percezione
La
coscienza e
Padova. Salmin, 1872.
B. dice, o ripete, che Kant dalla
interno
p.
inesatta
il
del
fenomeno sarebbe pure sempre un
questo senso
In
medesimo che
nostra
reale
l'Io
di
non poteva
esser altro
che
senso
conoscenza fenomenica, se Kant non riusciva a una forma a priori (il tempo)
attrazione che per Kant sarebbe stata
la
vita
il
senso
interno.
— non guardando — può ben essere
un
Ora
o non
se sia
riguar-
si
dovrebbe, anche
esso è tale,
ipotesi
nella
kantiana, affermare
come ne abbiamo coscienza effetto.
Che
e che noi ce
lo
é quanto dire la coscienza della
temporaria essere veritiera.
come dimostra
non cade soltanto
contenuto
il
:
negazione della stessa conoscibilità
In conclusione,
qualche esiste
*
Die
Knttk, 2
dell' oggetto.
e
senso in-
la
questa,
di
percezione
ossia
i
fatti
l'osservazione interna, interni di
ma cui
abbiamo coscienza, che sono poi fatti reali, benché prodotti magari dall'azione di un ente sconosciuto: fenomeni, ma se per fenomeno s' intende la manifestazione dell'essere.
in^
a considerare la usata per questa coscienza di sé sarebbe stato tratto negare ad essa il interna come una specie di senso e quindi a
sottrarre siffatta cognizione alla necessità di
(noumeno)
il
risultato reale di
dell'essere estratemporario
In terzo luogo: nel tempo,
284.
denominazione
Bo-
il
lemporaria, onde abbiamo co-
della nostra vita
rappresentiamo come esso é in
cosa
meccanismo
fenome-
la
Ueberweg \ che
dato in sé e per sé come una forma di esistenza e come oggetto di cognizione.
fenomeno (p. 91 ). valore di vera cognizione, riducendo anche l'Io a puro percezione interna questa chiamata, l'avesse Ora ciò non è esatto. Comunque
Ne
fenomeno
immagine bugiarda
anche *
1*
cioè la nostra vita temporaria
cotesto risultato,
psicologica,
tenore,
il
tuttavia siffatto
sia un*
veramente conoscitivo, pura visione di ciò che le cognizione fornita di verità materiale, cioè tra la
ammessa pure
luogo,
non ne viene perciò notato
della
principio gratuito che
sul
secondo
In
offerto:
corrispondenza
di
è.
clau-
fenomenalità della coscienza
appoggia
si
Lo aveva
processo che ha luogo tra
,
atto
la
scienza, nascesse dall'affeltare che fa l'esser nostro estratemporario
percezione sensitiva in oggetse stessa non contiene un criterio della sua validità di sé, che coscienza o percezione dalla rifarsi Bisogna tiva. ma non è una cognizione fenomenica, come vuole Kant
un
questa
cita:
natelli
La
soggetto.
con
legata alla forma a priori
sia
soggettività del tempo,
la
pla-
di certo a superare l'opposizione al
può provarlo
si
subbiettivo.
sia
l'apriori
tempo),
(il
il
Vediamo ad ogni modo quale sarebbe il processo della cognizione del mondo esterno. In questa parte il Bonatelli aderisce alle dottrine del Beneke e dell' Ueberweg \ le tonica dell'oggetto
Bonatelli
il
che questa cioè
di se,
8.
quali
secondo
L' argomento di Kant per
ne pur quella dello scetsarebbe possibile nessuna Bonail tico. Il pensiero, infatti, tutto il pensiero, secondo T uomo è posteriore alla realtà, neltelli, se per verità,
anteriore a questa, ossia
da
oggetto
dicante dimostrazione.
potrebbe pensar nulla, perchè non
si
dell'
conoscere: questo apparisce alla coscienza per quello che
siano un riflesso è una nostra incrollabile convinzione,
Che
conoscenza non c'è mediazione
In questa
di organi o di forme estranee alla natura
appropriarsele. Certo, queste categorie, per aver valore obdello biettivo, debbono avere una realtà trascendente, fuori si
249
Francesco Bonatelli
in Italia
cosa
"
che
l'oggetto
ha
o accade in quel
log. voi.
Theorie der
XXX.
Pagg. 93-4.
Cfr.
della
percezione
interna
è
esistenza in sé o a dir meglio che
modo
appunto, in cui è percepito ^
Wahrnehmung, nzWa System
d.
Zeitschr.f.
Logik, § 40.
philos.
u.
philos.
1
Le
250
origini della filosofia co ntemporanea in Italia
Francesco Bonatelli
Conclusione che. secondo Kant, veramente esorbiterebbe un po' troppo dalle premesse le quali si riferiscono vuol sempre al fenomeno, laddove la conclusione da questo 9.
:
passare
noumeno:
al
&XXo Y^vo?. La (e di cui poi
una
jiexà^aat.; eIq
temporaria, di cui parla
vita
interni,
fatti
i
che sarebbe
ciò
TUeberweg
del terzo argomento, non pare
una reduplicazione) data immediatamente ha mai negato nella coscienza è fenomeno; e Kant non del senso contenuto il appunto sia fenomeno che questo una entità interno. Che poi questo fenomeno sia dovuto a siano altro che
benché inconoscibile, anche questa è dottrina di Kant ma da questo ad affermare che tale entità esista o accada un quel modo appunto, in cui è percepita, ci corre ;
reale
in
La
bel tratto.
conclusione
per
altro
contraddice nella sua
pretesa apoditticità alla dottrina dell'apriorità
ammessa tività
;
apriorità
dal Bonatelli:
e oggettività è soltanto,
del tempo, già
che è certamente soggets' è veduto, per un esi-
come
genza indimostrabile.— Bene avevano
TUeberweg
e
il
Bo-
interiore ed natelli il diritto di correggere la fenomenalità, quella sola esteriore, della conoscenza kantiana; ma per pensiero via per cui ciò sarà mai possibile: concentrando realtà della e realtà nello stesso fenomeno insistendo sulla non parma fenomenalità stessa sua nella temporaria vita ;
;
lando
più
di
dell'azione
un
ente
sconosciuto.
Realismo
di ricordare a titolo
d'onore per
miani, ne anche
ne
Qui dice che
in
se;
e
dall'uno all'altra non ci sarà
Galluppi
il
mento \
se
segue a
lui
Di che ragione.
il
fenomeno
attribuito al
chiamata
d'una volta, e già
in
questi
non
di mira la stessa
di cotesta intrinsecazione
esteriori) in questa
weg
E
con
la
pur
dell' Io,
immortale Galluppi, d'una
parati dallo spirito, siero all'esistenza,
*
• si
Vedi sopra
E
la
chi getta
Anche
Philos.
B. ripetè che
la
la
lui
domanda
regione dell'esistenza son se-
".
di
Vedremo
il
il
a
nello scritto T>ie
u.
philos. KriL,
N.
Philos. F..
wie auch der Grundenfehler ebbe poi
in
Bd.
qui
lialien seil
LIV
Galluppis
sentasse la conclusione del
der itaiienischen
1815
(1869), pp.
"
(p.
"
(nella
134-58)
come sostanza der Grundge-
136). In questo
Mamiani rappreGalluppi, del Rosmini e del Gioberti. " Die drei Philosophie, die von Galluppi, Rosmini und Gio-
grave torto di sostenere anche
sind, erscheinen
bahn des Grafen T. Mamiani
m
ma anche
dottrina galluppiana della coscienza di sé
danke
berti vertrelen
vi
Kant per V innere Sinn;
scritto
Momente
ponte che
parole.
si
il
al così'
del Gal-
108.
p.
stessa osservazione fatta
Pag. 95.
non s'accorge
un ponte per passare dal pen-
all'oggetto ?
una vana questione
fa
per
Ueber-
veduto dal nostro
anche rispetto
siffatta unità
mondo esterno. Resterà " Se gU oggetti, se la
1'
chiave del
la
dell' Io,
del bisogno imprescindibile, chiaramente
:
intravvedendo
fenomeno e del noumeno, che
unità del
problema della conoscenza oggettiva
luppi
(esistenze
dell'oggetto sensibile
additava nella vita temporaria
detto
s'adombra
conoscenza,
coscienza sensibile;
avendo
pure
Bonatelli,
il
della
oggettività
Saggi,
pensiero del Galluppi su questo che già avemmo occasione parole, quelle punto, espresso in
prese in considerazione
senti-
valore di rivelazione reale di tutta
il
interna ed esterna.
la realtà,
^
Bonatelli, educato nell' herbartismo,
mos-
Poiché,
vuole compresa nella sensazione stessa
tuttavia egli
Zeiischr. /.
Più
via.
d'ogni sapere la
torto
psichica e dell'esistenza esterna implicita nel senso di sé, é
10.
Ma-
una manifestazione indubitabile delle esistenze esteriori " ^. In questo tuttavia si può vedere tutta l'inferiorità del Bonatelli rispetto al Galluppi. Il quale aveva giustamente
il
diede
il
significato.
pigliar le
altra
come cardine da
stesso,
profondo
il
mentre sembra
"
quantunque egU riconosca percezione di
Ma, come
\
lui
apprezzò
se dallo stesso principio, in realtà
loro, herbartiano e idealismo kantiano sono così opposti tra del Se dell'altro. negazione la dire ben che Tuno si può fenomeno si fa una manifestazione della res, questa resterà
sempre una cosa mai tragitto.
lui
251
sàmmtlich wider "
(p.
152).
in
lui
che
il
der philosophischen Lauf-
i
•V
Le
252
origini della filosofia
contemporanea
253
Francesco Bonatelli
in Italia
•^"
t
getterà
il
Bonatelli
col
Ueberweg
suo
da
e che sarà un ponte non dissimile
vano pure
gettato lo Schopenhauer,
e col suo Beneke; quello che vi ave-
Lotze e
il
tanti
altri
1
cedere
alla
cognizione
mondo
del
e
se
pensiero nella coscienza di
esterno.
suoi
de'
"
Avendo
avrà meprimamente un oggetto, una cosa in se, egli non che di lui, di fuori entità a penetrare nella stieri d'altro, fenomeni dei mondo al applicare e se fuori di ripetere
quella notizia, che gU e inerente, di se animistica antropomorfica la tendenza del bambino; la quale
si
viene
via
medesimo
".
dell'uomo
Donde rozzo e
correggendo per
via
che contraddice alla nostra creche in ogni denza, e sottentra la tendenza mitologica, identico a tutto in ente un più corpo estemo non finge nostro essere 1' del 1' aspetti degli altro or uno or noi. ma effetto
dell'esperienza,
dell'esperienza riusciamo in interiore. E sempre per mezzo come una serie di enti esterne fine a concepire le esistenze togliendo dalla dall'uomo, allontanano si gradatamente
che
mediante la conozione reale, che noi abbiamo di questo compatibili col sono non scienza, tutte quelle qualità, che più ultimo da l'elemento materia, alla fino fenomeno esteriore; noi concepibile, stanza;
il
come base
dell' esistenza,
nucleo della sodella co-
quale, anch'esso per analogia col dato
scienza di se,
concepiamo come
forza,
attività:
cipio era valso allo
sforzare la porta chiusa
sostanza del mondo; della cosa in se, e a fare della volontà la al Lotze di supporre, lo stesso principio aveva dato modo non e' è diciamo così, il suo spiritualismo animistico. chi
non
veda
com'esso
sia inferiore al
tismo, e molto più a quello
del
principio del' kan-
galluppismo.
Il
principio
principio
A
Kant non faceva
difetto
1'
all'
escogitazione
d'
un
ingenua conoscenza
del mondo esterno: sibbene non pareva possibile dimostrare che questa conoscenza fosse altro che ingenuamente oggetEgli,
tiva.
s'
è
detto
tante volte e ci sarà per un pezzo
bisogno di ripeterlo, non cercava
Kant, e
in
ciò va
riposto
valore
il
trascendentalismo
il
carattere
il
ma
genesi,
la
della cognizione; e in ciò consiste
differenziale
di
della
della conoscenza rispetto alla psicologia. Costruito il microcosmo per analogia all'essere contenuto della coscienza di se, resterà sempre da vedere se questa nostra costruzione risponda o no all'oggetto reale, che ha agito sul senso esterno. Il ponte, come ognun vede, quel ponte richiesto critica
Kant non
dal Galluppi, resta ancora a gettarsi.
bisogno, e lo sospirava tra
noumeno; Galluppi, aver affermato che
Che
12.
dente,
se dal
il
suo fenomeno e
in quella sua dottrina,
concetto di un
il
mondo
tal
tentativo di estendere
o
l'
ne
aveva
immaginario
ha
merito di
il
ponte è assurdo.
sensibile ci volgiamo al trascen-
Ueberweg,
Bonatelli, senza più la guida dell'
il
invertire
Io
fa un procedimento
stesso
analogico dalla conoscenza sensibile alla conoscenza dell'assoluto
;
e in questo tentativo ricade nella stessa confusione
della gnoseologia con la psicologia.
pensiero discende da se per concepire
feriore,
Ma
^^
un
è
il
ri-
intima. duzione possibile del concetto della nostra vita stesso prinFin qui con l' Ueberweg e col Beneke. Lo
Schopenhauer a
perfettamente
sia
spirito,
processo per cui lo spirito pervenga
Il
ultima
e
il
raggiunto
atti
al
psicologico; laddove la questione kantiana è questione gnoseologica.
Egli intanto e certo
.
dato
processo reale dello
!
d'aver " guadagnato un punto ". nel mare del dubbio Tàncora gettar cui a sicuro e saldo, prodifficile Da questo primo rudimento di cognizione non è 1
non concesso che
dell' analogia,
rispondente
applicandovi
qualità. Inversamente,
con
mondo
in-
progressiva riduzione le proprie
deve ascendere per concepire un mondo uno spirito perfettissimo al
di enti più perfetti, e finalmente di sopra di tutto il
l'
meno, come sarà
pervenire
al
universo. possibile
Ma, il
se dal più
contrario ?
concetto dell' Infinito
movendo
si
può cavare
Come dal
m
si
potrà
nostro io,
dalle sue attività, dalle sue sensazioni, se tutto ciò cade nella sfera del finito?
C'è aperta una
via,
dice
il
Bonatelli,
"per
m
iur ì-umI
i';"
Le
254
origini della filosofia
cui lo spirito
lanciare
contemporanea
umano può superare
ceano sterminato che
quelle
di là di
al
del
le barriere
stende
si
quale tornerà a più riprese
sulla
teoria,
distinzione tra pensiero potenziale o involuto, o, lo
uguale
Ed
".
della
',
X
è numero degli abitanti della città di prodotto di 325 per 562 meno la loro differenza; " il
e.
al
voi avete una nozione di quel numero; voi lo possedete in
ma
voi,
Per pensarlo
involuzione.
allo stato di
Ora
".
la
nozione involuta non è
perciò è nulla: essa contiene e insieme
siero attuato,
la
esplicita;
la
effetto,
indi-
ma non
legge, la formola del pen-
coscienza
la
in
da me
esplicitamente, converrà eseguire le operazioni
cate
sua
possibile
della
esplicazione. Così la matematica costruisce la scala dei nu-
meri, pur non potendo mai spingersi oltre un certo confine,
sempre
di là dal quale resteranno
numeri
maggiori:
inconcepibili
processo analogo lo spirito assoluto
"
:
che
nozione
s*
numeri pur
e
innalza
smisuratamente
concepiti.
Con un
concezione dello
alla
per noi rimane sempre, per
salir
^ La formola, la legge dell'ascensione è nell'idealizzazione progressiva dell* Io. Ma, benché di questa scala non sia dato raggiunche facciamo,
di involuzione
allo stato
troveremmo che
•
si
Un
lassù.
compone
concetto inconcepibile; un concetto
della rapprasentazione della legge d'ascensione e della
consapevolezza che per quanto
si
salga
non
s'
avrà mai
l
coscienza e
il
interpretazione d'alcuni fatti
psichici per rispetto al
Roma,
dagli Atti della
Salviucci,
pp. 5 sgg.; e «•"
pp. ^
1881
'^estr.
Trucioli di filos.,
70 8g. Veramente
in
Riv.
ital.
per la costruzione dei numeri
siero involuto nella formula
esplicarla" (p.
1*
oggetto
nebbia che circonda
di un Iago;
mento
1'
il
a cui
si
riferisce
vertice d' altissima
anima sente che è arrivata
all'
107).
La
con
"
di più
la
pensamento delle
R. Jicc. di filos.
il
religioso e
della fede
d'
un
sacro
montagna o vela
mistero
sfondo
lo
ultimo confine delia conoscenza
comincia
quella
del
senti-
*.
A
parte il valore filosofico di tale conclusione, che è poi rimasta la conclusione definitiva del Bonatelli, ci piace solo notare che anche qui si scambia un processo psicolo-
gico con
un
processo gnoseologico,
posto della idealizzazione dell* Io
Questo metodo suppuò giovare a spiegarci
come
si pervenga al concetto potenziale dell'Assoluto; ma è troppo chiaro che non ci dice nulla intorno alla validità obbiettiva di cotesto concetto. E la ragion dell* errore,
così per la giustificazione del concetto dell' Assoluto come per quella della cognizione del mondo sensibile, è sempre una: il voler raggiungere l'oggetto, dopo averio supposto
del soggetto, laddove tutto il movimento del soggetto non può essere mai altro che un movimento interno, un mcremento dello stesso soggetto. L'errore additato già dal
fuori
bravo Galluppi.
13.
Line,
a
1,
B. faceva consistere
coscienza
della
idee,
1880-82),
(1886),
Bonatelli ha un certo sospetto dell'errore
Il
perchè
si
propone da se stesso
1'
obbiezione:
"
commesso; Noi abbiamo
^^
che ognuno dorme e
dirsi
e anche per se stesso, rispetto
a
ciò di cui gli resta pur sempre di rendersi conto: e la vita dello spirito è
un continuo
il
anche
lui,
un mondo
svegliarsi in
positivista se afferma quel
Certo,
che
e nega quel che questi
il
nuovo.
metafisico afferma
afferma,
e
sogna
egli
Taltro è desto.
14.
— "11
nome
di
fenomeno, protesta
il
Cattaneo, nelle
scole non esprime ancora tutta la potenza del
bene.
Il
fatto,
psicologia
la
rebbe oggi)
i
dunque, è
nostri simiU,
il
i
il
a
invano
tutte
le
mutui impulsi delle
Cattaneo svolge
filosofia
:
noi.
dello spirito,
ricercare
nella
Onde
concetto già accennato nel saggio sul
la
del
al principio sociologico
concetto, di cui aveva più
sacrerà più tardi una serie di letture
e
di-
si
mente
sue idee. " La nostra mente menti associate " \ E qui
Vico, e perfettamente conforme
Comte
E E
".
in quanto foi-za.
perchè operanti su
e l'ideologia (la s'affaticano
solitaria l'origine di oscilla tra
l'essere,
fatto
ampiamente discorso
all' Istituto
cui meditazione costituisce di certo
il
in
con-
Lombardo
:
maggiore sforzo
„;„chfira giustnica. 1
^^'l^l^- ^''\'''^'r relativo)/ nel monao
j 11 1 svefiliato dal sonno, ^rv;r;i/^ che A\f^ s*è s e sverna speculativo dello spinto •
altro,
una sua Prolusione nel liceo ticinese del '52, a cui
sogno cioè,
»"°ne, con se da conquistarle spiritualità. della
prima è slargata e arricchita. L'entusiasta, forme specifiche e concrete, si volge
e plauferente
59
1
La
lettera
ad A. C.
fatto
sempre anche
DE MeIS premem
^ancl,.. frama,enti autobiogr. pubbl. d. P.
a
La
lui.
La
verità,
giovin.ru. di F. Je
VlLLARl, Napoli, Morano. 1889.
Villari
Pasquale
60
Amtiie Gabelli
e
Capitolo III
madre.
.1
patria, la la giustizia, la I-umanità, la libertà, ogn.
dovere.
-sa ""ta
e
b
sacrifizio.
ha
un'onda d'entusiasnoo, gì.
gU
a
storico italiano;
nsentue
fatto
alla
ha dato sempre di commozione inspirato un forte accenno l'antico vigore e 'deahst« Le l'ha rifatto sempre e di esaltamento morale: òialia e sul'a studi SUOI *^'^" r ., J'^»^l! n87SÌ i s""^ lettere menatonaii {^\oìj},
«II*»
T olismo dopo
i
(1895),
avverta,
la
loro radice e ,
riguarda la scienza, consiste,
non
nella
"«'-
per nell'appassionamento immediato
•
i
V
•
.
,
Villari,
durar fatica
^^^
ogm torma
dunque, a contatto con
alleata
«^.,la anaspecula-
come
^t°r
teoncamente e «tqua
*
Cfr.
personali,
p.
4Ó2
ed a
:
"
tutte
Noi però non vogliamo le
esagerazioni...
aver detto che la scienza, per ora,
tener dietro a tutte le opinioni
Vi sono,
è vero, alcuni
non può conoscere
altro
,
per se stessa, senza
per moao a un aprion e buia
"
oc-
coerente e
fatto,
storia pensata, e cioè pensiero.
esser positivista bisogna
sitive,
i!
la metafisica
h nulla, e
illuminata
e dal positivismo!
si
'ce
:„i„ vo. sociale, vm
mondo •
"^'
M^^
sono
psicologia della vostra le induzioni unenuaree ed accertare f speumen sul quale ^^ ^^^^.^ una fiaccola che sua volta, diviene
'
la
umano
,,^.3
nazioni
delle
i
eia
e*
ma
,,„ H «erto
ha quale j^
.1
lenza storica, e
non
da non esser più
•
"'' ^7"Z""\^ i*-K6* del che it- kagi trovato '
.
^
geneic,
i
^
ranno saranno
..,/. e *uiu.io ^
oltre
idealistico de! Villari gli
'Ondenti a
'
re: e.
i. ..,.-
che
',
a capire, che
ulea del
l i
di esse
...,,o„
1.
Il
nagazioni. perfettamente logiche degli sco-
le
del (
soluto lievi. e. ano nel constatabile e nel prevedibile, T istinto
giudizio).
_
allora
lari
..,,,,
o '»^""''"7'^, ^^^-^^ c..t.ca legittima (che e la scienza una nissimo iiwaiiii la conoscenza ;ni-^pdpie mtenaeic si vuol ^^ pei id^^^ se ner e «#> a.:. ,^^^^ ^olraiito solcamo non tocca
come
di cui
Contro
9.
^«
,
,
,
da non potersi
anzi
stesso
questo 4
schiettamente osservare che le idee Ignoranza d storia. ..-» ° bello: il „,^„J^rebbero encicreouciu punto i^ ^».i.;,r** Al l^-nt non compi d. Kant «,ggett.ve beammette J^j ,^ jj Kant .
della realtà,
investigare ne anch'essa.
e con usione di idee ^w"'
gian
a
ti
acc*"^--i;".to
f.ir,a-pnp'it° f"g---^':';
e
Ma ma
,r-.an^nenza espeiienza. dell
Lwmem
r^cirmoiamoc restringiamo^
dunque,
obbiettività di sorta:
Idee non hanno idee
Le
.linil tutto
69
gabelli ViUari ^Arisfidc
^^^^^^^^ ^
relazioni di questi fatti,
che
le
verso,
idee in
astratte
ovvero
le
leggi,
sono sogni, ecc.
Ma
dicono che tutto essi
il
i
che
quali, i
dopo
fatti
e le
resto è illusione,
ricadono allora, per un altro
quella metafisica scolastica che vogliono combattere
".
n luno tutto o loro . o dir Ui-r. a j;, Rivista, continuassero non che posizione filosofica ^punt; non •
ce
E
.to a./-.u/.
che
pretesa del Villan
la
suo positivismo
il
ile. CK.
Capitolo III
e Aristide Qabelli
Pasquale Villari
70
tono semplici
Ora
*.
^PO^. qj"
da un'altra
10
lunga carriera -66 scritto del niente
cupars, solo di
avvenne
gli
filosofiche
ma non
;
tralasc.ò
m
gettate „.are e ribadire le idee
f
per
occasione di
r
quello scritto,
italianità
degFitaliani
II.— Una smo^ inteso
tutte
per
iendosi amare
di Aristide Gabelli,
tori
nobile
nella
co
^ diverso e che
\
ao
stesso fatto materiale
che lo rende
costituisce
invece
k
umano,
può dare un valore
tologia
^. l
essenza della
è ut statistica e siausiica r..r?ì certamente; e pero la
--j«
sfugge alla è quello cKe sempre
le.
st
4
anzi necessaria;
la ìel
DJ
personificazione
ricevono
la
oc-
quasi
loro
il
ancora un significato storia.
È
il
geniale pedagogista di Belluno (n. il 7 ottobre 1891) ^ uno degli scrit-
d-i ^
secolo "Scv-uio
*
ci
siano
XÌX
yviy\..
stati
in
Italia
c.ir.; r.r:,v,: SUOI primi scritti
1ì
''-''''
Politecnico
sua biografia vedi oltre
16 ottobre ,
Milano pubblicò nel *66
di
la
; .
N
necrologia di E.
GNF A AMATI /A y* r MMAil, A. G.,
1891 ^'
F vji\ti,uilO, I. SOTTO
MaSI nella AnJ G., r r^ A. v>ommsrnorazione.
1893; 7^. Q» Jlr r^ Studio biografico, Padova, 1893; nonché la sua raccolta postuuia di Pensieri, con framm, auUiosr. a cura di E. TeZA, Padova, Drucker, 1892.
p.
,
Urucker d^
Per
filosofia
^f
ohre
il
libretto dell'
^cienl., /e
ESPINAS, La
1830, pp. 69-77 (dove
IblROPAOLO. e
t
essere,
!365 e dei 1866.
r^
^aris
j, f^^,,
manoninqu
il
metà
radova, Drucker,
slat.s Uca.
^^^^^
Per
*
come
quei tali latti concezione positivistica di esso' si ribelU alla come a sola rimandava constatabili, a cui visibili, tangibili, metafisica: soggettivistica critico della Tvola di salvezza il Ciò che aa uno
seconda
^^"^
menti dei giovam. Positivi
innanzi alle calore e con fede Buckle. e veggasi il saggio sul rilegga smo storico? Si
cui
la
quelli,
catena ideale di cui
possono avere
essi
più efficaci di cose morali, che
sono del
ecc
sempre
le idealità agitate
da
dalla
lui
contraddizione simile può vedersi nel positivi'esso più come metodo che come dottrina,
22 marzo 1830. m.
Ma^^
fuori d'Italia, ecc.
assai spesso
storia
indi-
fatti
i
secondo
atomistico.
la
ora
deve,
si
decidere
stona dell'idealismo.
Uno o
Valen critico sofistico il bilLzioni di qualche instancal) le. per difendere, paladino
carattere,
la
così concepita, coma pervasa dallo spirito e uo tutto organico, non è certo la storia del pole è per sua natura meccanico e
m
sitivisn-i
la
intorno al ora per tormentarsi par sospeso ogni senso --^'^^^^^^^^ quello spinto, in cui
per -o'.aanna^^^^^^^^^^^^^ gran Machiavelli, ora
noi.
un
>
s^ori^
viveaie
i
non siano
che
lettere
non derivino da
non ne hanno più alcuna per
rna
delle
'
la
distingue
si
Al Buckle sembra che
f^"i della
banno con
frase
un suono vuoto, che
rivelare
quasi che questi
i
sillabe,
essere
stona, la quale
la
individuali
'^°'^^'"'>
delle
può
frase
at..osfera in cui vivono e
ci.e
statistica,
Un:
chia^
e che con
di problema della grandezza
Tdeadeir
daT
st
.
maldo
la
fatti
i
per
generali,
^"^^^
dalla re. .z oa_
neo!i studi italiani, L ^^ r.rv; nri^va ere ne visto poi prevalete viva compiacenza ha saltato . dì metodo e sempre rIirKiarazioni u r%.11^ dicmaraziom Di contro alle i^.^fi^^ del estetica ora per criticare l quel tale idealismo, fuori quei tuori ^^,ale del Savonarola, ^***" di i ^^1^^^ r Taine, ora per inneggiale
l
falli
^^"^'''''
'
fanno parte,
'•"-V^.^;'" etta qmstiom
di affrontare
una
o può invece
altri,
poco valore
che. a lor volta,
scrittore.
delle parole,
alla storia
umani, morali, e però
fatti
Innanzi a questa una
destm. d, un uomo, di un popolo
viduali abbiano
nella sua contraddizione egli rimase In questa viva letteraria: nella quale
-
numero
confonde con milione di I
ideahst. le naturah tendenze sparivano troppo visibilmente
che dello
solo pel
compongono. Innanzi
/^f^; soltanto or-
^o^^^fj^^^^
'attraverso la veste
fatti, bensì in quanto sono
sola statistica le è insufficieatissima.
'f"gg-
di
estrinseco e
era tutto
nulla
71
X, 189
//
sgg.
si
positivismo [e
ora
la
sua
philosophie e.périmeni.le en Italie.
parla anche del Villari) lo .crit.erello del naturalistico di
la pref.
del
scienze morali, Torino. Paravia.
A.
CrEDARO
1915].
G.,
alla
in
Riv.
3- ed
de
di filo,.
Uuomo
m
Pasquale
72
V illari
AnstiJe Gabel^
e
Capitolo III
73 ti
.^rrhp nnAenza
e 77 Sulla
•
una memona civiltà moderna \n Ma
Sagg,o sut^ fi e un '^'^^^^Ja nei iioro organizzarono cimi pensien nensien si . suoi
;
I
^
m
scienze mora/f, ve scusse, lo scrisse CUI in con .„;
luce
dal! autore,
e parve
r
"
vedere sostanziale «:«'i
..
^^-\^
f
Ko
b
tutto
^vi
ci
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.e,t,.oni.
il
farci
.
aopo
d. lui.
fatale
ella
ficira fis.ca
beni.inro
rag,one, che percib,
della
dei secoli
«-"
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j.
^^
j
^^,^^^
tacn.i
nita:
ìzi
ma
ne. corso
-*.
^^^^^^ addmttma
i
Faenze, Le Monnier, Lettera
pubbl
nelle
la
al
volume del prot. /^. «a, Vannucchi, Fisa,
^.//« filosofia . ,, /i della piosojia. di Galileo nella stona ,
"
ptacere
'.
".
ad amare
fino
Senza senza
l'amor
di
e
^
'"
L*
'
1897,
^^ p.
la
^ .usioni
per
se,
—'a ti a.
T uomo " "
Come
sentire in certa
può (
la
^"
di cui egli sente di
lar
quanto questa è
stesso
spm-
azione, T
uma-
CI
..
•'r
'.1
^
sua nazione,
stro
^^^^^^
CÌ.AVV.
e se l'umanità co,.
la.
nostra famiglia,
nostra famiglia contro di noi, noi retr---']iamo col no-
amore
fino
stra individuale
a rinchiuderci nel piccolo guscio della nopersona. la
Le
grandiose produzioni dell' in-
nostra ammirazione, perchè que-
ad essere quasi un segreto omaggio reso alla noSenza sentirci, infatti, della stessa natura
stra propria natura.
con r autore
dell'
opera meravigliosa, non sarebbe possibile
compiacenza e l'ammirazione.
1869. note
nascono e
lui i
è contro la nazione, o la nazione
o
la
^
m
_^^^^
^^
;
il
gegno umano suscitano
2
arde egualmente
Da
uo?"
maniera impersonalmente?
rumsnitc
di setta 12.- Era, come si vede, una specie d essere pareva Gabelli al voleva fondare: e
rii
i
e calunnegli altri
-
^
sendre fuori di noi e
sta viene
si
umana
foco deir
V uomo,
il
comprenda,
>on
'tre aspellare
j,
,_^^.^^_
j; Galileo;
^^^^
desideni e
gers!
p.Oji»^>-'-
==
sarebbe condannato a una perpetua
astica, "
e non ancora troppo moderno,
Perei,
dalla teologia
.
.
dog.>a.,..;o
men*
1
quale,
,....oi
tanta prosui-^,
nuove,
parer
..a
di quel!.* infeli
che s'insegna con parte
"
;
",
verta nostra,
P che
se,
in tutti,
i
po-
'
..
^
non
cue
''.
''erso
pensare.
s:iv'esse
i^i
'
Perciò mi paic
amor di
l
sa
ci allettano
à\t in
io
parole,
altre
"
condotto
'''^-^'
di se, cioè
non
u^.'^
t
:!
dimostrare la
nrjo le
cne
,;ealo
e'
d
,.
.
..Italia
non mura punto
e,
iede, d.
Se
insieme di co-
cose male, ciò significa ^
di
preseci-
lo raggiarci a vicenda,
e giuri-
"lelodo scientifico
•=
'
"^
positiv'
.-.-.
perchee
ne con^ clie
!•
piacevole
^^^^^
1-
i'''
aair altro, fino al
lìiosofia
air egoisnfj, tanto combattuto da chi
niato
suo
pedagogici morale
da alcune osservazioni
parte che spetta nelle affé
/'
'
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'"-1
conseguente
di
.tato
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..^^r"" n. scorgervi io s.esso
eli
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ossia di
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utile e
^
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Gabelli
al
dica
scoila
lettela
i!.na
^
sua
una
rale utilitaria e
^^^^ .
^^^^j^^
fondata aoch'essa
poiché,
^
r iniziatore d'una rivoluzione intellettuale. II suo libro invece non era altro che un saggio piuttosto popolare di mo-
^ ,^
^
3 apiL
il
die avevagli inviato
:
t
^
^^^^ p^,,^
documento
è e
rito
lilei
delV educazione colla cohnlà. filosofia della
1
Cito dalla 2* ed.
"
accresciuta e
modificata in alcune parti coli' inten-
zione di renderla più chiara": Firenze,
Le Monnier, 1871,
p.
35-6.
V
Capitolo III
Pasquale Villari e Arislide Qahelli
74 Che «ono cogl-
i
congegni in
immensi prodigi,
mezzo
viviamo, coi
quali
ai
Quindi
uomo, m paragone mondi stermmati, che
dall'
inventate
macchine
e le
poiché
vanno errando pei celi ? se ne nsovvengono ?
al nostro pensiero, sospesi a distanze inconcepibili
dei disinganni
nonché compiacersi a conlemplarH, sollevare straordinario, che ci costringa a Anche air apparire d'un fenomeno cometa, più d'una o ecclissl un' d' per esempio, lo sguardo al cielo, come, quasi di paura e d. umici assale un senso che compiacenza od orgoglio,
e
osservazioni Gabelli aggiunge molte acute
il
'i!f
1
1'
1.
che ricorda
il
timi tempi;
rifles-
renni,
La Ro-
una crudezza pessimistica, sempre un lato occorre dirlo? chefoucauld, guardando cosa sia questo che e, non sospettando mai della verità
sioni di
-
-
solo
;
delF amore da
Sé, principio e termine tra
r individualità immediata
versalità concreta
dell'
dell'
uomo
egli
sta e altre analisi necessarie,
il
trasvolai e su
Senza
pal-
que-
:
e
giudizi,
felicità
desidera .lataralmente esser suoi sentimenti i tutti
ss stesso,
questo bisogno modifica
e
governa
è combattuta a ogni
segnazione, con la speranza, con gli errori più grossolani,
credere solarsi.
re delia
da Dio per acqua
l'
lui.
lo affoga,
e nari il
L'abitudine
prime
prove
trovare
dello
compenso
della
mantiene
in
il
vita,
lo soffia
1*
inghiotte,
via...
leone e la terra
la
tigre
eh
e Tana stessa
In luogo di accettare
come
coir immaginazione accesa dai dcsidem.
a*
suoi sensi,
crea
il
gli
vecchi
sentimenti di
cam-
di
riflessione
filosofo
può
poco n poco
può
sentire
in
una
il
filosofia:
dell'amore per
fare
alla
perdita
delle più care
si
tiene occulta,
mondo,
per
um
la
doloroso coraggio delle
rassegnazione tranquilla, e
illusioni...
l'
errore
sentimento
1!
si
d'un certo che di indefinito, che ha orEssa manda nei recessi dell'animo, dove
luce fredda, con cui dissipa
istinto,
eh' ella
distrugge ciò che
i
suoi incanti.
abbiamo
di più
potènza di illudec' e di trovare nelle lusinghe della speranza e dell'errore il provvido oblio delle tristi realtà, in mezzo alle quali
come
di tutta
la
vita... 1'
Lotta fatale,
cui
in
umanità, combattuta fra
racchiude
si
la
sitibonda
la
storia di noi tutti,
curiosità della ragione
e le aspirazioni del sentimento
egli
riguarda i fatti che nascono spontaneamente dai fatti, alle regole eh* egli ha stabieccezioni casuali e di nessun conto
indarno e ripudiando la verità, che batte
a
Un
severità della ragione.
la passione
al
avvede che
e
costanza ond'egli rimescolava
studio e della
tramutarsi
caro
si
i
finalmente nella compiacenza austera e virile di combattere
largo
rore
idee e
e devoto di una famiglia
l'onesta
una seconda natura.
pur di lusingarsi e di con-
fulmine lo incenerisce,
animo
dell'
argomenti dolorosi della sua
comprendiamo
;
le conseguenze,
lito,
gli
Noi
diroccandosi lo schiaccia o squarciandosi respira e lo
altrettante
dentro se
trascinato a
le illusioni
le cose della creazione. Egli esclama che tutte
lo divorano, che
timorato
pagnuoh, e insieme
passa la nostra il
terra furono create
eh* egli
uomo
dolore con la ras-
il
delle contraddizioni pe-
filosofia
eudemonistiche
nutre, nelle tenebre e nel mistero,
e
Così
intitola se slesso
calpesta
figliuolo
poiché la
dolore. Y
dal
istante
a vincere
provvidenzialmente indotto
questa sua aspirazioni
del suo cuore tra le nuove
buon
un
E
quindi la sua volontà.
e
le
crudeli dell attività della ragione, era più che altro una confessione autobiografica. Si vegga il vivo contrasto
verità
Uuomo, amando
tra
effetti
non potrebbe raggiungere
meta!
la sua
e
e F uni-
in se
che sente
civile
oscilla
studiato,
lui
anima selvaggia
Tutto. pito deir umanità, anzi del
felice
strada:
farsi
uno con quella
tutt'
13.— E qui comincia nel GabelH il pathos del sentimento combattuto dalla ragione. Poiché egli fu una delle anime più misticamente religiose del liberalismo italiano degli ul-
liazione.
:plt
la verità a
umano sapere è dell' uomo ".
storia dell'
quanti
Eppure,
E
gran fatica che dura
la
" la
75
mondo
E
la
storia di molti di
religiose,
vismo,
il
che
naturalismo,
dal vuoto che sostituita
questi transfughi dalle
abbracciarono
si
il
il
1860
materialismo:
sentivano
alla verità,
tra
dentro, in
grossa e
e
80
1'
ed erano quella
rude, quanto
credenze il
mezza si
positi-
tormentati verità
voglia,
ma
Gabelli^ Pasquale Villari e Aristide
76
per
che era stata iniera, intera i-uc
„
quotidiano
pascolo
il
'lV--o.in
turbato dalle passioni?
h egli
pero di
governalo
nel vigor dell'età e della salute,
.
^"'
quau
denze
G
14.- Ecco, I-uomo
all'approssimarsi della
cogli anni,
!o
vio
igiiuiu V.Ì s iconoclasta, puerilmente sentimento. diceva i il che rituali
minio di
pe
e
viril-
,
non .om^ -n dovere, ma
affror^
attenuando decrepitezza.
n..
_
egli pure a lì,
!
iU /^-^iici-oiip' c.oiisegue... alle
.
difilato •"" nconoscendo cnc, non » metatisica -t»A.iU ..«.a
AlUama (N.
nclU
H,o.
.1
voli.,
^
e
Ad
volume Le leggi
il
quelli
Lotta
sulla
storiche
esso è consacrata T opera sua
f
scienza della storia (1873-80), di cui
complemento. Come, per
il
altro,
non
la
filosofia,
Morselli,
il
lavorando
sempre col suo pensiero
intorno alla filosofia della storia, fu degli spiriti più concennella riflessione speculativa, che ci fossero in Italia al
trati
suo.
Non
scoprì
nulla,
buto di sorta al progresso
ma
come
aiicì/ egli,
di cui
altri
il
pensiero
Gabelli,
il
ns recò contri-
dire,
nostro
Villari,
tratterà più
si
può
si
del
filosofico
Tommasi,
i!
innanzi, rispecchia
del nostro pensiero e conferisce
non poco a
;
ed
movimento
il
L.
.o
inten-
dere.
1873.
I
— Pe.
jn ufficiale de! Genio
,oo,. 3. >• ed. Milano. Tteve». 1881. '-• io/j, 2.» D V„ol,«a Voghera, 1875; Roma.
storici,
Marselli tra
il
di cui
artistici,
1855 e
il
1859,
sappia che egli fu tra
si
ultimi
si
ri
trattano
i
primi
libri
del
indovina facilmente quando
&
De
scolari del
gli
volgesse àgli studi
anni delF insegnamento di questo
Sanctis,
negli
Nunziatella,
alla
quando da qualche anno già (1844 o 45) " Io scolaro del Puoti aveva risolutamente rinnovato lo studio della letteratura
italiana
alla
gran
luce
U insegnamento
dell'estetica e della
del
De
filosofia
Sanctis di quegh
anni impresse un'orma incancellabile nello spirito del Marselli: '
*
Pubbl. dal colonn. L.
*
V.
Dal voli.
3
Scritti vari.
Il,
AMADASI
274
(e
de S. dal
1839
al
nella T^iv. m//.
Hai,
1902, disp. IV.
ripensi al Cusani, per cui v.
si
Genovesi al Galluppi, p. 34
di F.
1901-2.
Roma, Voghera.
come
1860,
al
morte, lo studio
è problema filosofico speciale che non includa in se tutta
hegeliana.
sempre potentemente
2 voli.; 4.' ed«.. Totino. Loescher. 1871.
» .In ; 3
ed.,
attratto
più
della storia. meridionali: le leggi
;::ri. //
^
e'
La
conosciuta,
filosofici,
e le cure della vivo interesse per
l'entusiasmo de
tormento d. quelli
il
ha che dal Vico in poi
Seni
fu lu
Gumplowicz
Leggi storiche sono
100/
ufficio
suo
del
più le
2. al
^^^'-\'f\^Z::
'che
sua
la
dell' incioilimento (1906).
a
Vi sUt. hno
Segretari generale senatore. ^f nel 1892 nominato deputato fin dal 1874. ««>•"'