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Italian Pages 516 [517] Year 2019
Il primo volume della monumentale qua drilogia consacrata al pensiero ermetico dell'inizio della nostra era, sotto il titolo un po' provocatorio de La rivelazione di Ermete Trismegisto, presenta: un quadro
dell'epoca e dell'ambiente che hanno visto la nascita dell'ermetismo e la sua diffusio ne, nelle sue due forme, popolare e dotta; i contorni della storia di Hermes-Thoth e del ruolo che una stupefacente fortuna ha assegnato a questa divinità, nata in Egit to e dilatatasi nel mondo greco-romano; una lunga rassegna degli scritti trasmessi sotto il nome di Trismegisto, riguardanti le scienze occulte dell'antichità (astrologia, alchimia, magia e terapeutica) e una loro approfondita analisi, ma anche le loro ve rità trascendenti su Dio, l'uomo e il mondo, o, altrimenti, illogos rivelatore di Ermete. Con questo esame generale del bisogno di rivelazione, che tormentava un così gran numero di pensatori della tarda epoca elle nistica, si presenta il cardine e il passaggio al secondo e prossimo volume.
André-Jean Festugière (1898-1982) è stato uno dei maggiori studiosi dell'ermetismo e del neo platonismo. Curatore con A.D. Nock dell'edizione critica del Corpus Hermeticum (1945 e 1954), ha pubblicato in seguito l'imponente studio La révéla tion d'Hermès Trismégiste (1944-1954) in cui l'er metismo viene messo a confronto con i grandi temi della filosofia neoplatonica. Tra le sue opere ricor diamo le monografie dedicate a Platone ed Epicuro, le ampie sillogi di studi sulla religione e la filosofia greca, nonché la traduzione del commento al Timeo di Proclo.
Mareno Neri ha curato, commentato e tradot to (dall'inglese, dal francese e dal greco antico) opere su Pletone, sul Tempio Malatestiano e su Sigismondo Pandolfo Malatesta, uno dei patroni della rinascenza neoplatonica. Ha curato: Com mento al sogno di Scipione di Macrobio (2007), Trattato delle virtù di Giorgio Gemisto Pletone (2010), Dialoghi per Massoni di Gotthold Ephraim Lessing e Johann Gottfried Herder (2014). Ha pub blicato inoltre In cerca di lpazia (2016).
ANDRÉ-JEAN FESTUGIÈRE
LA RIVELAZIONE DI ERMETE TRISMEGISTO
VOLUME I
L'ASTROLOGIA E LE SCIENZE OCCULTE con un'appendice sull'Ermetismo Arabo a cura di Louis Massignon
a cura
di
Moreno Neri
� MIMESIS
Titolo originale: La Révélation d 'Hermès Trisrnégiste. l. L 'astrologie et /es sciences occultes © Société d'édition Les Belles Lettres, 2014
Il volume è stato pubblicato con il contributo del Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili della Lombardia del Grande Oriente d'Italia Palazzo Giustiniani
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INDICE
PREFAZIONE PREFAZIONE
ALLA PRIMA EDIZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE
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INTRODUZIONE L'EPOCA E L'AMBIENTE CAPITOLO l -IL DECLINO DEL RAZIONALISMO CAPITOLO II -I PROFETI DELL ' ORIENTE CAPITOLO III -LA VISIONE DI DIO CAPITOLO IV -HERMES- THOTH E LA LETIERATURA ERMETICA
19 37 65 89
VOLUME I L'ASTROLOGIA E LE SCIENZE OCCULTE V -L'ERMETISMO E L 'ASTROLOGIA § l. -L'astrologia ellenistica § 2. -Le testimonianze sull'ermetismo astrologico § 3. -Gli scritti ermetici di astrologia I. Opuscoli greci II. Liber Hermetis Trismegisti § 4. -Gli scritti ermetici di medicina e di botanica astrologiche I. Teorie generali II. Applicazioni alla terapeutica III. Gli scritti di Ermete A. Piante decaniche B. Piante zodiacali C. Piante planetarie D. Piante e pietre delle XV stelle fisse
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115 115 129 134 137 141 152 152 160 167 169 174 177 193
VI - L'ERMETISMO E LE SCIENZE OC CULTE § l . -Le scienze occulte nell'epoca ellenistica § 2. -Le Kyranides ermetiche A La Kyranys B: Le Koiranides C. Il Libro Arcaico
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C APITOLO
VII- L'ERMETISMO E L'ALCHIMIA § l . -L'alchimia semplice tecnica § 2. -Bolo il Democriteo e le �-rTJç). Nulla è più noto, d'altra parte, delle speculazioni degli stoici sul Logos, che non è solo la parola articola ta o il verbo con cui esprimiamo esternamente (Myoç 1tpoq>optK6ç) il "verbo mentale" concepito all ' interno (Myoç Èvoui9Emç), non solo è la ragione, e in questo senso, la facoltà principale che distingue l 'uomo dagli altri animali, ma che è ancora, soprattutto, la Ragione divina creatrice, diffusa in tutto l 'universo, e di cui ciascuna ragione umana non è che un frammento effimero che fin quaggiù ci appa renta a Dio. Se quindi Hermes era paragonato al Logos-Dio, e se Thoth si identificava con Hermes, si vede come queste equivalenze, facilitate forse dal ruolo demiurgico del dio ermopolitano40, si pre paravano a ricevere, verso l' inizio della nostra era, la dottrina di un Hermes-Thoth parola di Dio, al tempo stesso creatore del mondo e profeta di questa creazione. Adesso, perché l 'epiteto di Trismegisto, "tre volte grandissimo" (-rpHJjlÉytcr-roç)? C'è qui, in qualche modo, una contaminazione del superlativo greco jlÉytcr-roç, la cui applicazione a un dio è abbastanza =
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La continuazione del testo di Agostino mostra che, nelle speculazioni stoi che, Hermes-Logos era intermediario non solamente tra gli uomini, ma tra gli dei : Agostino protesta in effetti contro la teoria secondo cui Mercurio avrebbe svolto la funzione di Parola tra gli dei, perché in tal caso sarebbe superiore a Giove stesso (Giove parlando solo se Mercurio gli dà la parola), il che, dice, è assurdo. Cfr. supra, p. 90.
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La rivelazione di Ermete Trismegisto - L 'astrologia e le scienze occulte
comune in Egitto41 , e del superlativo egiziano mediante la ripeti zione del positivo, cioè, qui, "grande grande" (eg. aa aa), in greco llÉyaç llÉyaç42 o llÉyaç Kaì llÉyaç43 • Ora, dai tempi di Tolomeo IV Filopatore (22 1 -205), si osserva questo superlativo egizio tradotto in greco - precisamente in riferimento a Hermes - con il superlati vo greco tre volte formulato: llÉytcr-roç Kai llÉytcr-roç Kaì llÉYtcrtoç44 : era sufficiente sostituire questa ripetizione con i l semplice prefisso tptcr- (''tre volte") e si otteneva tptcrllÉytcrtoç, "il tre volte grandis simo". In questa forma, l 'epiteto appare esclusivamente riservato a Hermes-Thoth rivelatore della dottrina ermetica45, Trismegisto fa cendo in qualche modo con Hermes un solo nome proprio. Infatti, la coppia Ermete Trismegisto si incontra raramente al di fuori dei nostri testi: una volta sulla dedica di un soldato romano - "Al Gran de Dio Ermete Trismegisto"46 - al tempo di Gordiano III (23 8-244), una volta, sotto la forma Hermes tpicr!lÉyaç, in un papiro magico47• Marziale fa allusione al nome così come alle speculazioni sul dio Uno e Tutto: omnia solus e ter unus48• L'alchimista Zosimo sguazza con gioia in queste fantasmagorie: Il presente composto (chimico), una volta messo in movimento, par te dallo stato di monade per costituirsi in triade mediante l 'espulsione del mercurio; essendo costituito in monade che fluisce in triade, è un continuum; ma, a sua volta, essendo costituito in triade con tre elemen ti separati, costituisce il mondo con la provvidenza del Primo Autore, Causa e Dem iurgo della Creazione, che perciò è chiamato Trismegisto
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Or. Gr. lnsc1:, 1 3 1 9eòn J.!Eyicmot 'EpJ.!ij t: cfr. 202, 204, 206, 208; ugualmente, per Iside, WILCKEN, Chrest., 68.3-5, 92.5, 7; Soknopaios, ivi, 77. 9, 85. I l , 1 22; Helios e Mnevis (o Helios Mnevis), 86. 8; Artemide Nanaia, Serapide, Arpocrate, Souchos, l 02. 3-4. Or. Gr. lnscr. , 1 76.5 I:ouxcot 9eiòt J.!EYUÀ.cot J.!EyaÀ.co t : cfr. 1 78.3 e WILCKEN, Chrest., 93 (Soknopaios), 1 2 1 (Sokanobkoneus). Or. Gr. /nscr. , 90. 1 9 'EpJ.tiic; ò J.l. Kaì J.l. (Rosetta). WILCKEN, Chrest. , 1 09.6. Tuttavia, uno scritto teosofico pubblicato da DELAITE, Anecdota Atheniensia (Bruxelles 1 927), nomina un certo 'Ooiòv ò TptcrJ.téytv cptÀ.ocrocpiaç OÙK à1tEiproç ÉXOVTWV. Pap. Nebseni, cap. 64, Il. 5 1 -52. Cfr. Book ofthe Dead, ed. W. Budge, Trans lation, p. 1 1 6.
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che cosa dicono gli uccelli del cielo e i rettili, tutti quanti sono; vedrai i pesci degli abissi, perché una forza divina si poserà sull' acqua sopra di loro. Se leggi la seconda formula, anche se sei nella tomba, riprenderai la forma che avevi sulla terra; anche tu vedrai il sole sorgere in cielo e il suo ciclo di dei, e la luna nella forma che ha quando appare. 5 7
Queste allusioni piuttosto vaghe non ci permettono di concludere che i templi d'Egitto, sotto i Faraoni, abbiano posseduto nei loro archivi una serie di opere attribuite al dio Thoth. D'altra parte, sembra che, dal tempo dei Tolomei, sia esistita una letteratura ermetica greca. Questa letteratura fu prima di tutto di natura astrologica. Nel II secolo della nostra era, l'autore58di una compilazio ne astrologica in versi prodotta sotto il nome di Manetone afferma di aver preso in prestito da steli e da libri sacri nascosti nei santuari, che compose e incise l'assolutamente saggio Ermete, assistito da Ascle pio e sostenuto dalla provvidenza speciale degli astri del cielo: nes suno ha mai raggiunto una simile saggezza, eccetto il solo Petosiris59• Petosiris è il nome di un sacerdote egiziano che si reputava avesse scritto, con il re Nechepso, un ampio manuale di astrologia. L'opera, di cui rimangono alcuni frammenti, risale al II secolo prima della no stra era60• Ma l'astrologo Efestione di Tebe (sotto Teodosio) afferma che "l'illustre Nechepso (- Petosiris)" ha attinto ai Sa/meschoiniaka, opera del medesimo inchiostro, a quanto pare un po' più anziana di Petosiris-Nechepso61 • Infine Giamblico62 dice che i Salmeschoiniaka 57
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MASPERO, Contes populaires de l 'Égypte ancienne, 4 • éd., pp. 1 3 1 - 1 32. Cfr. F. LL.GRJFFITH, Stories ofthe High Priests ofMemphis, Oxford 1 900, pp. 92-93, Il. 1 2 ss. O uno degli autori. PsEuoo-MANETONE, V (VI), 1 -4, 9- 1 0. A dire il vero, la data di questo libro V potrebbe essere successiva, cfr. ScHMm-STAHUN, Il, p. 974 e n. 8. Cfr. E. RIEss, Nechepsonis et Petosiridis fragm. magica, Philologus, Suppl. Bd. VI, l , 1 892, pp. 327 ss. (questa raccolta molto incompleta dovrebbe es sere riedita con le aggiunte necessarie, cfr. BoLL, CCAG., VII, pp. 1 29- 1 5 1 : Excerpta ex Nechepsone et Petosiride de Solis et Lunae defectionibus); dello stesso autore, con il medesimo titolo, una Dissertazione di Bonn, 1 890. Sulla data (anteriore alla presa di Corinto, quindi non oltre il ! 50 a.C.), cfr. BoLL in CCA G., VII, pp. 1 29- 1 3 1 . Cfr. Catai. Cod. Astro!. Gr. (citato CCA G. ), VIli, 2, p. 87. 1 -2. De myst., VIII, 4. Sui Salmeschoiniaka, cfr. KROLL in P. W., Supplt. Bd. V, 843 ss. Stabi lisce la data prima del 1 50 a.C. (data di Petosiris-Nechepso). Vedi anche BoLL, Sphaera, pp. 376-378.
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La rivelazione di Ermete Trismegisto - L 'astrologia e le scienze occulte
contengono solo una piccolissima parte della dottrina dei trattati di Ermete ('t&v 'EpjlatK&v òta'tai;Ecov). Dobbiamo quindi supporre dei trattati astrologici di Ermete precedenti ai Salmeschoiniaka, e questo ci riporta al principio del II o addirittura al III secolo prima della nostra era. Altre testimonianze confermano questi dati. Galeno di Pergamo fa riferimento a uno scritto ermetico di botanica astrologica utilizzato dall'erborista Panfilo: "Dopo di ciò Panfilo menziona una pianta di nome, a quel che dice, aetos, di cui ammette che nessuno dei Greci ha mai parlato, ma di cui si tratta in uno dei libri attribuiti a Erme te Egiziano, dove vengono esaminate le trentasei piante sacre degli Oroscopi"63; queste d'altronde, secondo Galeno, non sono altro che chiacchiere. È stato possibile fissare la data di Panfilo nel I secolo della nostra era, meglio verso la fine, sotto i Flavi64• Ma la dottrina astrologi ca dei Trentasei Oroscopi, o Trentasei Decani, è ben attestata in Egitto fin dai tempi dei faraoni, e vi è un Liber Hermetis sui decani di cui alcuni elementi risalgono almeno all 'epoca dei Tolomei65; d'altra parte abbiamo le prove, da testimoni diversi da Panfilo - quale la lettera di Tessalo di Tralle sotto Claudio o Nerone66 -, che la credenza nella virtù medicinale di alcune piante corrispondente ai sette pianeti o ai dodici segni dello Zodiaco o ai Trentasei Decani è nata da prima dell'era cri stiana. In ogni caso, si è giustificati nel concludere l 'esistenza di una letteratura astrologica di Ermete precedente la nostra era, e c'è una probabilità che alcuni di questi libri risalgano al III secolo67• Tornere mo presto su questi primi scritti ermetici e ne tradurremo alcuni pezzi. Strabone, che visitò l'Egitto con Elio Gallo dall'anno 24 al 20 a.C., riferisce che i sacerdoti di Tebe, che sostenevano di essere i più sa63
64 65 66 67
Xl, 798 KUhn: cfr. PFISTER, Pflanzenaberglaube, in P. W. col. 1 454. Rimane un Libro sacro di Ermete ad Asclepio sulle piante corrispondenti ai Trentasei Decani (Rev. Philol. , XXXII, 247 ss.: cfr. infra, pp. 1 69 ss.), ma la pianta aetos non vi è affatto menzionata. Cfr. M. WELLMANN, Die ucrtKci des Bolos Demokritos u. der Magier Anaxilaos von Larissa (Abh. d. Pr. Ak. d. Wiss. , Phii.-Hist. KI., 1 928, n° 7), p. 32, n. 2. Cfr. infra, pp. 1 4 1 ss. Cfr. supra, pp. 77 ss. Non ho tenuto conto, in questa indagine, delle combinazioni di Bouché-Lec lercq (Astr. Gr., p. 307, n. l : secon do Dieterich) sul trattato ermetico di astro logia dal titolo Panaretos sulle sette "sorti" planetarie (cfr. CCAG. Gr. , IV, pp. 8 1 , 1 -2; V, 3, p. 63, f. 244) e sull 'omonimo trattato citato PGM X, 978-980 come il libro V dei Ptolemaika (cfr. DIETERICH, Abraxas, pp. 203. 6), perché non sappiamo nulla di questi Pto/emaika e sembra audace riferirli a Tolomeo II. G.\LENO,
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pienti filosofi e astronomi, facevano risalire tutta la loro saggezza a Hermes68: questo presuppone a quanto pare che esistessero, già a quel tempo, delle opere "ermetiche", non solo sugli astri, ma anche sulla filosofia (teosofia). Nel I secolo d.C., Plutarco69 afferma che, nei libri di Hermes sui nomi sacri, si dice che la potenza preposta al circuito del sole è designata col nome di Horus, in greco Apollo, e la potenza preposta al soffio (1tVEÙ!la) è denominata da alcuni Osiride, da altri Serapide, da altri Sothis "che significa la gravidanza o l 'essere gravi do". Filone di Biblo, contemporaneo di Tacito, vuole che l' autore feni cio Sanconiatone abbia tratto dal loro nascondiglio (tl;e11acrn:ucre) gli scritti di Taauto, vale a dire, Thoth-Hermes70• Nel II secolo, l'apologe ta cristiano Atenagora (tra il l 77 e il 1 80) si appella alla testimonianza di Ermete Trismegisto per dimostrare che gli dei dell'Egitto erano solo re divinizzatF1 • Un po ' più tardi, Tertulliano, nel De anima12, cita te stualmente un trattato ermetico oggi perduto, dove si dice che l'anima, una volta uscita dal corpo, non va a dissolversi nell'Anima del Mondo, ma che persiste in quanto anima individuale per rendere conto al Padre di tutto ciò che ha fatto durante i l suo soggiorno sulla terra; altrove73, in una lista di filosofi antichi ritenuti non solo uomini divini (divi), ma dei, Tertulliano nomina Mercurio Egiziano, dal quale Platone ha preso in prestito la maggior parte della sua dottrina (cui praecipue Plato adsuevit), accanto a Sileno Frigio, Ermotimo di Clazomene, Orfeo, Museo, Ferecide il maestro di Pitagora; nel capitolo 28, parlando della metensomatosi insegnata da Platone, osserva: "Questa è una dottrina pitagorica secondo alcuni; Albino la pensa divina e forse di Mercurio Egiziano"; infine, nello scritto Contro i Valentiniani14, Tertulliano dice che Mercurio Trismegisto, maestro di tutti i fisicF5 - e quindi degli Stoici, di Platone e dei Pitagorici nominati nel testo -, non ha riflettuto 68 69 70 71 72 73 74 75
XVII, l , 46, p. 1 1 38.30 ss. Meineke.
fs. Os. , 6 1 . Ap. EusEBio, praep. evang. , l, 9, 24. G EFFCKEN, Zwei Griech. Apolog. , p . 1 47. 23: allusione a qualche passo analogo in Asci. , 37. Cap. 3 3 : scritto probabilmente tra il 208 e il 2 1 3 . lvi, cap. 2. Cap. 1 5 : scritto intorno al 207-208. Cioè dei filosofi che si sono occupati della natura e del mondo (antico senso di cpumK6ç) o degli studiosi istruiti in v irtù occulte (significato ellenistico di cpumK6ç), cfr. J. ROHR, Der okkulte Kraftbegriffim Altertum (Philologue, Sup pl. Bd. XVII, l ), 1 923, pp. 77-82.
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La rivelazione di Ermete Trismegisto - L 'astrologia e le scienze occulte
sull'origine della materia. Ippolito76, riferendo la dottrina dei Naasse nF?, dice che i Cil leniani onorano di un culto particolare Hermes come logos, cioè come interprete (ÉPilTJVEDç) e tutto insieme demiurgo di ciò che è stato, di ciò che è e di ciò che sarà: questo duplice carattere non può che designare Trismegisto, tanto più che, due righe sopra78, i Naasseni considerano le figure di Hermes denominate erme come un prestito dai Greci agli EgizF9; nel pezzo sui Peratz-s0, Ermete Trisme gisto prende posto tra i teologi che sono la copia terrena del grande dio Men, accanto a Boumegas, Ostane, Curite, Petosiris, Zodario, Be rosso, Astrampsico e Zoroastro: miscuglio assai istruttivo! Ostane e Zoroastro sono magi di Persia, Berosso il sacerdote babilonese di Bel, autore dei Babyloniaka dedicati ad Antioco I Soter (28 1 /0-262/ 1 ) che passava, almeno dal I secolo della nostra era, per aver introdotto nel mondo greco la scienza astrologica e la saggezza dei Caldei81 , Petosi ris è il sacerdote egiziano al quale si riportava un l ibro di astrologia del II secolo82, Astrampsico un astrologo mago e indovino che si faceva provenire o dalla Persia o dall'Egitto83: abbiamo qui, come si vede, una collezione di profeti orientali, che implica l'esistenza di un'intera letteratura apocrifa già largamente diffusa nel II secolo. Più avanti nel III secolo, ecco il vescovo di Cartagine Cipriano, che, nel trattato Quod idola dii non sintB\ associa di nuovo Ostane a Ermete e riferisce a quest'ultimo la dottrina di un Dio unico, al di sopra di ogni intellezione e di ogni valutazione umane85• Verso la fine del secolo, l 'autore della Cohortatio ad Gentiles86 ricorre alla testimonianza delle Sibille e dei fi losofi più antichi, Akmon87 76 77 78 79 80 8l 82 83
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La Refutatio omnium haeresium ha dovuto essere scritta tra il 228 e il 233. V, 7, 29, p. 85. l 8 ss. Wendland. P. 85. 1 6. Confusione forse tra Hermes e il dio egizio Min. V, 1 3, 8, p. l 09. 25 ss. Su questo testo, cfr. PREISENDANZ ap. P. W., s. v. Ostanès, XV111, 1 625. 34 ss. Cfr. FLAVIO G I USE PPE c. Apion, l, 1 9, 1 29. Cfr. supra, p. 99, n. 6 1 . P. W., Il, 1 796. Gli altri (Boumegas, Zodario e Curite) sono sconosciuti: Cu rite può essere un prototipo dei Cureti nominati un po' più sopra, p. 1 09. 1 4 Wendland. Cap. 6. Se questo trattato è in effetti di Cipriano, risale al 228-233 circa. Citazione forse degli Hermetica di Stobeo, Exc. l. Attribuita a Giustino, ma scritta probabilmente tra il 260 e il 302. 'AKJlWVoç (F) è conservato qui e in Exc. X l i i ('EpJlOÙ ÈK -réòv 'AKJ.!Wvoç) da FER GusoN, Hermetica, IV, p. x uv. Altri hanno proposto Ammone o Agatodemone. ,
Hermes-Thoth e la letteratura ermetica
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e Ermete, l 'uno per la sua dottrina di Dio completamente nascosto (miyKpuv 7tapavaTI.:MÒvtoov aùtoic; Kaì tò:>v 7tpocrcimoov tà CÌ7tot�.:À.Écrllata 1tapà T�.:ùKpou toù BapuÀ.Wviou, Teucro ap. PsELLO, P aradoxa, p. 1 47.2 1 ss. [ . . . ] �.:icrì ÈV EKUO"tQ> t&v çQ>&ioov tpl.:ic; Kat�.:W:wévm OEKavoi 7totKIÀÒilopT)cri oè ò LlaJltç Kai 8aKn>Àiouç É1t1:à ròv 'Japxav Tq'l A.xoM.roviql OOÙVQl TÒlV ÉXTà ÈXWvUJlOUç acrrÉpwv, ouç v 6p86c.,, peristeria co lumbina ve! vervena). Gemelli = verbena supina (1teptv unnoc.,, hierabotane quae spargitur super terram). Cancro = consolida maggiore ( crU!lU'tOV, symphyton, id est consolida maior). Leone = ciclamino (KUKÀa!ltvov, cyclamen). Vergine = calaminta (KaÀa!liV8T], calaminthum). Bilancia = coda di scorpione o eliotropio ( crKopniou poc.,, scorpia lis id est heliotropium ) . Scorpione = artemisia (àp-rE!ltcria, artemisia). Sagittario = pimpinella rossa e blu (àvayaUìc., nuppà Kaì KUavfJ, anagallis id est citragalla). 208 Edito secondo tradizioni manoscritte un po' differenti da PrrRA, An al. Sacr. , V, p . 2 9 1 (da cui RIESS, Petos. -Nechepso, fr. 3 6 b) e BoLL, CCA G., VII, pp. 232-233. 209 Ho aggiunto al nome greco, che è il medesimo nelle recensioni corta e lunga, il nome latino della traduzione latina della recensione lunga, CCA G. , VIII, 4, pp. 258. 1 8-259.29.
L 'er metismo e l 'astrologia
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Capricorno = erba pazienza (Àa1ta9ov, lapathum ). Acquario = serpentaria (8paK6vnov2 1 0, dracontea). Pesci = aristolochia lunga e rotonda ( àptcrToÀoxia )lUKpà Kaì mpoyyUÀY), aristolochia). Dopo questa semplice lista, la R. C. aggiunge: "Bisogna raccoglie re queste piante ed estrarne il succo quando il Sole si trova n eli' Arie te". È solo un riassunto della R.L.21 1 : "È evidente che il Sole è il re di tutti gli astri: ma il Sole ha la sua esalt�zione neli' Ariete e riceve, in questo segno, un potere incredibile212• E quindi in questo momen to che le piante hanno l à maggior virtù, non solo a causa del Sole, ma perché l' Ariete è causa partecipante dell' influenza che gli dèi (astri) esercitano sulla terra21 3 [ . . . ]. Tali essendo i poteri dell'Ariete, è quindi quando il Sole è in questo segno che tu devi cogliere le det te piante ed estrarne il succo senza cuocerle". Ciò che in seguito si legge nella R.C. non corrisponde esattamente a quella lunga: R.C.: "Ma è anche necessario che il Sole sia nel segno della pianta che si vuole raccogliere e che la Luna sia nel trigono del Sole o nel suo oroscopo. Indipendentemente dal giorno e dali' ora dell' ecodespota del segno214• Fai così per avere successo, come dice il Precettore215, secondo l ' influenza fisica e cosmica". La R.L. ha solo queste brevis sime indicazioni216: "Esaltazione del Sole, depressione di Saturno, domicilio di Marte, trigono di Giove"; in compenso, dà una ricetta per l'estrazione del succo2 1 7 che manca nella R. C. Nonostante queste differenze, non c'è dubbio che la R.C. sia un riassunto di una delle tradizioni manoscritte della R.L. �- Il R.L. appare nel testo di Tessalo (Arpocrazione), subito dopo il prologo, come il primo degli opuscoli di botanica astro-
2 1 0 La R.L. ha qui j.létpa9pov, finocchio, VIII, 4, p. 1 49. 7. Tuttavia i manoscritti 8 e F (sigle di BoudrealLX) danno: (B) "in alcuni (manoscritti), è il opétKOVTt"; (F) "in alcuni si trova scritto la pazienza (ìJtn:a9ov, pianta del Capricorno)". 2 1 1 VIII, 3 , p. 1 39. 1 -5, 7-8. 2 1 2 Cfr. Astr. Gr. , pp. 1 93 ss., in particolare la tavola, p. 1 95. 2 1 3 àìJ..à Kai ot6n TÒ çc�>otov n:à.crt -roìç Tà n:ét9Tj ÈIJ.1t0l0Ùcrt 9wìç Èn:iKOtVOV. La versione latina pare aver compreso il senso (VIII, 4, p. 258. 8-9): sed quia zodiacus est causa et pr incipium omnium impressionum quae sunt a diis. 2 1 4 Sci/. del pianeta avente i l suo domicilio nel segno. 2 1 5 ò otOétcrKaA.oç: senza dubbio Trismegisto. 2 1 6 VIII, 3, p. 1 39. 5-6. 2 1 7 VIII, 3, p. 1 39. 8- 1 3 .
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La rivelazione di Ermete Trismegisto - L 'astrologia e le scienze occulte
logica dettati da Asclepio al medico21 8 • Tuttavia, in un manoscrit to219, l'opera è assegnata ad Ermete: "Piante dei dodici segni edite secondo Ermete"220• La serie delle piante è la stessa della R.C ., ad eccezione deli' Acquario221 • Riassumo qui il paragrafo sulla pianta deli' Ariete222: Ariete, primo segno. Sulla salvia. Raccogli dal 22 di Phamenoth, vale a dire il 1 8 di Dystros223, secondo i Romani dal 15° giorno prima delle calende di aprile ( 1 8 marzo). Prima pianta: salvia. Ha grandi vir tù contro il flusso di sangue, e per i tisici, per coloro che sono soggetti a cadere in sincope, per gli ipocondriaci, nelle affezioni dell'utero224• =
Seguono le prescrizioni in ciascuna di queste malattie225• Quindi il testo aggiunge: "Si fa anche dalla radice un cataplasma emolliente piuttosto attivo nei casi di nefrite e sciatica" e fornisce la ricetta per i l cataplasma. Gli altri undici paragrafi sono esattamente dello stesso tipo, salvo che, a partire dal quinto segno (Leone), finendo i l manoscritto m igliore (Matrit. Gr. 1 1 0), non s i trovano più all' inizio di ogni paragrafo le indicazioni sulla data della raccolta226• b) Del tutto diversa è la seconda versione, anch'essa lunga, attribu ita a Salomone227• Innanzitutto, la sequenza delle piante non è la stes sa: l millefoglie (f.1Upt6cpuìJ.ov), 2 trifoglio ('rptcpuìJ..wv), 3 gladiolo (�icpwv), 4 mandragora (JlavÒpayoupav), 5 marrubio nero (paÀ.Wn']), 6 solanum (9UÀ.JlOÙ \mò Klppoç 88.24 H, 44 n° 1 4 M , 78 n° 4 B.
a Tauri
=
II A lchoraya 249.23 1 2
11
III Caput A/gol 249. 1 8
� Persei
Tauri
=
4o5
� m.t:taç 90. 2-5 H, 45 no 30-33 M, 78 n° 3 B.
2
tà.lv ÈV tfi'l yopyoviq> ò À.aj.mpòç 62. 1 9 H, 38 n° 1 2 M, 78 n° 2 B.
IV Alhaioth 250. 1 2m Orione (Rigel) l
=
Ò ÈV Tql aptcrt€pfi'l UKp01toO[ À.Uj.mpòç 1 36.7 H, 56 n° 35 M, 78 n° 5 B. =
3 1 2 I l testo è particolarmente increscioso e gli errori sembrano risalire all'origi nale arabo, 249. l ss. Haec enim stella (scii., secunda stella) hebraice Lam pada dicitur eo quod adformam lampadis sitformata; arabice vero Choraya nuncupatur (è la stella thureiya in arabo); sed Graeci Virgilias, Latini autem ipsam Pleiades vocant et major pars occidentalium septem Capellas; septem enim suni stellae et ideo septem Capellae dicuntur. Ci sono qui parecchie ine sattezze, per non parlare delle assurdità hebraice Lampada, Graeci Virgilias, Latini Pleiades. "Lampadias" esiste, ma come designazione di Aldebaran, BoLL, Ant. Beob. , 8. 1 6. Le Pleiadi o Vergiliae (a verni temporis significatione, SERVIO, in Georg. l, 1 3 8, cfr. BoucHÉ-LECLERCQ, p. 1 34, n. 1 : invece di verga, virga) non sono affatto dette Capel/ae, ma c'è una costellazione della Capra (Capella) e un'altra dei Capretti (BouCHÉ-LECLERCQ, p. 62, n. l , p. 423, n. 3). Vedremo più avanti un errore analogo per Saltator. Notiamo che Althoraya è detta Clota in Enoch, 278. 22. 3 1 3 Sarebbe al- 'aiyiiq (cfr. Biriini, p. 1 63). Si noti che Al-Fargani (infra, p. 220 n. 347) ha, tra Aldebaran e Sirio, una stella Hayok: sembra essere la stessa parola di Alhaioth, ma Hayok nella lista di Al-Fargani corrisponde a Capella. L' autore aggiunge 250. 1 4: Et dicunt quidam quod est tenens frenum: a/ii di cunt ipsam retinentem habenas. Errore di nuovo! Queste caratteristiche non possono applicarsi a Orione: è probabile che l' autore pensi all'Auriga vicina a Orione e, come Orione, paranatellon del Toro.
202
La rivelazione di Ermete Trismegisto - L 'astrologia e le scienze occulte de XV stellis
V Alhabor (Canis maior) 25 1 .6
Nome moderno
Magnitudine
Designazione nella Syntaxis
Ò tv -rQ> Cl'tOJla'tl À.aJl1tp6-ra-roç KaÀOUJlEvoç Kuwv Kaì. un6Ktppoç 1 42. 1 2 H, 57 no I M, 78 n° 1 2 B.
a Can. mai. (Sirio)J 1 4
=
VI Algomeisa (Canis a Can. min. (Procione) minor) 252.3
Ò Ka'tà 'tWV òmcr6iwv À.aJl npòç KaÀ. llpoKi>wv 146. 1 2 H, 58 M, 78 no l I B.
VII Cor Leonis stella a Leonis regia, 252.9 (Regolo)
ò €nì rijç Kapòiaç KaÀ. Bacr1Àtmllxa6euòv Kaì àvnxa6etòiv ì...i6wv Katà crtOtXEiov, cfr. SumA, s. v. BòiÀ.oç;. 1 1 8 In A solamente, 1 24. 1 0- 1 7. La prima parte della conclusione (Kaì raùta llÈV � 6eia q>ucrtç;) è comune (con alcune varianti) ad A ( 1 24. 7-9) e M (3 1 1 , fine d i xepì d>òiv [d>a M] ròiv ìx6uwv). D non h a questa conclusione. 1 1 9 Termali e minerali. 1 20 Qui un incidente che ha rovinato i l testo: tva l'mep èlliixet t{fl àvayKaicp tou t(!) lì xapaçlltEìtat. 1 2 1 WELLMANN, Koir. , pp. 1 9-24. Forse è dal Libro Breve che proviene un her meticum incluso nei Prognostica pseudo democritei, c. 24 (cfr. J. HEEG, Abh. d. Pr. Ak. d. Wiss., 1 9 1 3 , n° 4, pp. 37, 53): et iaspidem lapidem HER�IES
248
La rivelazione di Ermete Trismegisto - L 'astrologia e le scienze occulte
Poiché il poema sui pesci di Marcello di Side (sotto Adriano) è direttamente ispirato dalle Koiranides, esse risalgono quindi almeno alla fine del I secolo della nostra era1 22 . D 'altra parte, confrontando i testi paralleli di Timoteo di Gaza, del Physiologus e delle Koirani des, Wellmann1 23 ha dimostrato che questi tre testi derivano da una stessa opera di Physika del I secolo della nostra era, e questo lavoro è così fortemente segnato da influenze ebraiche che deve presumersi scritto da un autore palestinese: sembra plausibile identificarlo con i ct>umKa apocrifi del re-profeta Salomone1 24. TRISMEGISTUS dixit stomachi magnum esse adiutorium ligatum ad collum et suspensum, ita ut linguam tangat: la ricetta indicata Kyr., 24. 8 ss. Ruelle è un po' differente. Sulle virtù del diaspro (verde), cfr. anche NECHEPSO, fr. 29 Riess; DAWGERONE ap. MÉLY-RUELLE, II l , p. 1 33 . 9 ss. (la ricetta manca nel Damigerone latino, P tTR.�, Spicil. Solesm. , III, p. 3 28, c. 1 3 ); Orphic lithica, 267 SS., e HEEG, op. cit. , p. 3 8 . 1 22 l v i , pp. 47-50 e , p i ù i n generale, sui testimonia relativi alle Koiranides, pp. 28-50. Su Marcello di Side, cfr. WtLAMOWITZ , Sitz. Ber. Pr. Ak., 1 928, n° l , pp. 3 ss., i n particolare pp. 7 ss., e W. KROLL ap. P. W., XIV, 1 496- 1 498, s .v. Marcellus, n° 56. 1 23 WELLMANN, Phys., pp. 44-50 (Die Quellen der Koiraniden). 1 24 Riassumiamo qui lo stato della tradizione manoscritta delle Kyranides (WELL MANN, Koir., pp. 24-28). (a) Koiranides (Kyr. II-IV) senza Kyranis (Kyr. l), dato come "Libro breve medico di E . Tr. ad Asclepio", secondo l'ordine II (l) uccelli, III ( I I) animali terrestri : Paris., 2502 ( M ) e Vindob. med. gr. , 23 ( W), con M illustrato. Questa redazione ( M W) è dovuta a un discepolo di Atanasio (cfr. in M, p . 290 sul ragno e p. 3 1 1 conclusione: vedi anche WELL�IANN, Koir. , pp. 26-27), e non può quindi risalire a prima della fine del IV secolo. Ha servito come base per l ''lacov di Simeone Seth di Antiochia (XI secolo) la cui tradizione manoscritta è migl iore di quella di MW. Numero di capitoli: in Il, 29; in III, 38; in IV, 44. (b) Kyranides I-IV secondo l' ordine II anim. terrestri, III uccelli: traduzione latina del 1 1 68 il cui originale era migliore dei nostri MSS. attuali (contiene gli indici), quindi, Paris. , 2537 (A: del 1 2 72), da cui deriva Mare. App. cl. IV, 36, Paris. , 25 1 0 (S), 24 1 9 ( R), Matrif. , 463 1 (!); per 11-IV, Coislin. , 1 5 8 (C); alcuni altri hanno solo parti d i I o II. Numero d i capitoli: in I I , 40; in III, 44; in IV, 74. (c) Kyranides l-IV secondo l' ordine II uccelli, III anim. terrestri: Mare. App. cl. V, 1 3 (N: del 1 3 77), Paris. 2 1 56 (D ) , Berol. gr. 1 73 (fragm.). Questa reda zione segue MW per l 'ordine dei libri, la serie delle ricette e la forma del testo in II-IV. I l testo attuale è spurgato dagli elementi pagani (cfr. il prologo di N: WELLMANN, Koir. , p. 28 CMAG., I l p. 263) e posteriore alla metà del VII se colo, perché si è utilizzato l' Hexameron di Giorgio Piside (sotto Eraclio, 6 1 064 1 ), cfr. WELnt.�NN, p. 28. Numero di capitoli: in II, 28; in III, 37; in IV, 55. =
,
L 'ermetismo e le scienze occulte
249
C. I l Libro Arcaico Non abbiamo ancora però finito con le Kyranides. Nelle due re dazioni di Ermete e di Arpocrazione, i l prologo della Kyranis allu de a un libro precedente, intitolato "Libro Arcaico". Raccogliamo in primo luogo le quattro testimonianze che possediamo su questo ApxatKlÌ �i�Àoç: forse la natura di questi frammenti ci permetterà di individuare il carattere dell'opera. Di queste testimonianze, due sono nella Kyranis (prologo1 2 5 e lettera H)126, una presso l'alchimista Olimpiodoro127, l 'ultima infine nell 'opuscolo sulla peonia128 • ( l ) Kyranis, prologo di Ermete (3 . 1 1 ): "Ne/ libro precedente, in titolato Libro Arcaico, ho raccontato la storia di questo libro, che è stato inciso in caratteri siriaci su una stele di ferro"129• - Prologo di Arpocrazione (5 .29): "Questo libro, che è stato inciso su una stele di ferro temperato, fu sepolto in un lago in Siria, come è già stato detto ne/ libro precedente intitolato Libro Arcaico". Un po' più su (5. 1 4- 1 6), in un passo disgraziatamente del tutto cor rotto130, Arpocrazione menziona anche il Libro Arcaico, "venuto dalla Siria, dalla regione dove scorre l'Eufrate", come precedente la Kyranis. Kyr., 3. 1 1 (Ermete) e 5.29 s. (Arpocrazione). Vedi anche 5. 1 4- 1 6 (Arpocrazione). Kyr. , 20. 1 0- 1 4. Alch. Gr., l O 1 . 1 1 - 1 02.3 Berthelot. CCAG., VIII, 2, p. 1 67.3 ss. (= VIII, l, p. 1 87. 16); cfr. supra, pp. 1 88 ss. Questo ultimo testo è stato omesso da Wellmann nel suo diligente studio, Koir., pp. 1 3- 1 9. 1 29 au'tll ti �i�A.oç I:uptaKoiç ÈyKexapayllÉV!l ypaJlJlamv tv crn'JÀ.n mo..,� tv Jlf:v Tfi 7tpci:rrn autiiç i\.pxatJcfi U7t' EJ.LOÙ ÉpJlTJVEU8Eicra. Il participio ÉPJlTJVEU8Eicra (interpretata cod. v. l., interpretato Delatte; si deve leggere, penso, interpretatus, se. liber) ha valore qui di modo personale. Così Zosimo (Alch. Gr. , p. 230. 1 7 Berthelot) Kaì �À.É'I'at 'tòv 7tivaKa ov Kaì Bi'toç ypa'l'aç ( {;ypa'I'E: cfr. REITZEN STEIN, Poimandres, p. 1 04, n. 1 ), Ippolito (Re.fut., p. 55.24 s. Wendland) llcm OÉ 'tOÙ'tO UU'tÒ Ò:VUYJ i\.pxa'iKfi KaÀOUJ..Ié."!l), ma tradurre "precedente", cfr. v. lat. in libro quidem priori. 1 30 JlÙ8oç 7tOÀ.Uq>8Eyytiç, 1tOMà. ìoffiv à8ava'tOOV �OUÀ.aiç, 5moç ecrmt OEU'tEpa �i�A.oç 'tOUVOJlU w;at 8eoù ti Kupaviç, OEU'tEpa �i�A.oç Ù7tÒ tiiç 1tPW'tllç 'Ap xa'iJctiç [ò] Luptaooç où cra, 57tOU poai xUVOV'tUt 1tO'tUJlOÙ Euq>pa'tOU = v. lat. ( 1 7. 1 0- 1 4 Delatte) fabula veri exempli multiplex ista, semper multa sciens et praecavens divinitatis immissiones quasi iste secundus liber dicatur nomine Dei Kyrani. Secundus liber de prima archai'ca antiqua syriaca existens, ubi
1 25 1 26 1 27 1 28
=
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(2) Kyranis, lettera H (20. 1 0- 1 4): "Upupa. È un animale che vola nell'aria, che è chiamato l'upupa1 3 1 • Ha una cresta di sette colori, lunga due dita, che si alza e si abbassa. Lo stesso è di quattro colo ri, come in relazione alle quattro stagioni dell'anno. Lo si chiama koukouphas o poupos 1 32, come è scritto su di esso ne/ libro prece dente chiamato 'Libro arcaico '. Questo animale è sacro". (3) Olimpiodoro, 1 0 1 . 1 1 Berthelot (sotto Giustiniano, VI sec.): "E certamente anche l'uomo133, possiamo diluirlo e trasmutarlo me diante proiezione13\ come disse il Filosofo [Ermete] 135 a Zosimo.
131 132
I 33
1 34
fiuminis Dei impetus Euphratis decurri:. Ganschinietz (BNGI. , II, p. 445, n. l ) propone: rr.o'J...À.à doov à8av6.trov �ou'J...aiç, orr.roç ECJTat oeun:pa �i�'J...oç toi\vof.ta ì-..tl;etm � Kupaviç, oeutepa �i�'J...oç àrr.ò rijç rr. p&TI] ç Apxa'iKiiç ò I:upuioo� eoùcra. Sic A. R specifica: "E un uccello della Libia, ecc.", 5pve6v ecrn ì-..t�uK6v (e non 'J...o�tK6v, cfr. GANSCHINIETZ, BNGI., I, p. 353). KOuKoucpaç C (KoUKocpaç A, KOUKoucpoç R), parola egiziana che si ritrova in Orapollo, I, 55. Si ha il genitivo KOKKouatoç PGM Il, I 8, il diminutivo KOK Ko6.otov, i vi, VII, 4 I I , la forma KÒ.KOUq>oç (5 ecrnv aiyurr.ncrTÌ KUKKOU!pU1) iv i, III, 424. - rr.oùrr.oç è evidentemente una deformazione del lat. upupa. Nel linguaggio degli alchimisti, "l'uomo" designa il metal lo stesso, personi ficato: si dice l 'uomo-rame (xaì-..K6.v8prorr.oç), l 'uomo-asem (àcnw6.v8prorr.oç), l 'uomo-oro (xpucr6.v8prorr.oç), cfr. A lch. Gr., p. 207. I -4 e le visioni di Zosimo, pp. I 07 ss., in particolare I I I . I 9 ss. BERTHELOT (Alch. Gr. , [Introduzione], p. 1 27) riporta le immagini del Paris. 7 1 47 (fol. 80 e ss.), che rappresen tano i metalli e le diverse sostanze sotto la figura di uomini e re racchiusi in ampolle in cui si svolgono le operazioni. Vedi anche l'Anonimo, 1 32. 1 7 Berthelot, Kaì EvTEÙ8EV (1ò crov EfliJIUXOV À.t'yETat np 8eropl11tKCiJTÒ.1(!) 'Epflfi, e BERTHELOT, La Chimie au Moyen Age, I, p. 26 1 . Si noti che in queste allegorie, la trasmutazione di un metal lo in un altro è pa ragonata alla morte del l'livElprorr.oç che resuscita in rr.vEÙf.ta. Di qui il senso del nostro testo in cui si parla di un uomo maledetto e trasformato in una bestia dal sole (o l'oro), simbolo del metallo che passa da uno stato all 'altro. Err.t�aì-..Eiv (o Err.t�6.Metv), q>llcrtv 6 cp. KTÀ., p. I O 1 . 1 1 Berthelot (€rr.t�6.ì-.. 'J...ov q>llcrìv A, rr.t�6.ì-..at (sic) q>llcrÌ M). Per il significato, cfr. Err.t�6.ì-..ì-.E. tv 68.4, Err.t�o'J...ai 58. 1 "proiezioni" o reazioni chimiche destinate a produrre la tra smutazione dei metalli. Vedi anche 57.22 ( Mag. hell. , II, p. 3 1 3 .22): Ostane oùK EKEXPllTO miç Tov Svr]t6v, VIII (tre sc!>a: Dio, mondo, uomo), ecc. , ÈV tft Ilupa11iot M: KUpavi811 A, KUpavi8t K. E necessario leggere con il mi glior manoscritto (M) "Pyramis", perché non si vede cosa ci farebbe un afori sma alchemico nella Kyranis. KUpiwç oùcriav Kai J(pUov (t6crov 'tÒ sc!>ov A) 1tpOcrKaÀ.EÌ'tat 'tÒV (il segno del Sole) KOa À.aç ecrtìv çQ'Jov mq>Àòv uJtoKatro yfjç q>roÀ.t:ùov Kaì �aoiçov· eàv of: ion tòv �Àtov, ouKEn OÉX€mt � yi;, àUà tEÀ.€Ut�. M (l. III, p. 286) ha la variante inte ressante �Àtov Il� �À.É1trov· �-tàÀ.Àov toùto ò �Àtoç oux òp�, E1tàv of: ionwùto, ou OÉXE't(ll KTÀ. 1 43 CCAG. , VJII, 2, p. 1 67.3. 144 ev Tfi 1tpò muTT]ç �i�Àro A.pxa'iKft KaÀOU!lEVJl, esattamente lo stesso testo di Kyr. , 6. 1 . 145 Ka8ci:Jç 0'01 ElpTJml f:v mutn Tfi tEp� �(�À..s); M. STEINSCHNEIDER, Die arabischen Uebersetzungen a.d. griechischen, Leipzig 1 897, § 1 40 (Alchemie), pp. 356-366, e soprattutto J. RusKA, Arabische Al chemisten, l (Chdlid Ibn Jazid) e II (Dja- far al-Sddiq, der sechste Imam), Heidelberg 1 924; Tabula Smaragdina, Heidel berg 1 926 (su cui, cfr. l 'ec cellente recensione di M. PLESSNER, Neue Materialien zur Geschichte der Tabula Smaragdina in Der Islam, XVI ( 1 927), pp. 77- 1 1 3 ; in particolare, p. 80, n. l e 2, alcune correzioni di Bergstrasser ai testi greci analizzati da Ruska); Turba philosophorum (Quelle n u. Studien z. Geschichte d. Na-
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La rivelazione di Ermete Trismegisto - L 'astrologia e le scienze occulte
e i Latini del Medioevo5• La parola "alchimia" come è risaputo, è araba (alkimiya), formata dall'articolo arabo al e da un sostantivo pre-arabo la cui etimologia è discussa, alcuni facendola derivare dall'egiziano chemi (nero), da cui il greco xru.tia che designerebbe sia l'Egitto = "la terra nera" secondo Plutarco6, sia "il nero", materia originale della trasmuta zione che, sbiancando e ingiallendo, diventa argento e oro -, altrF vedendovi un derivato di xUflU (fusione del metallo)8• Gli antichi, secondo un'usanza tradizionale, riferivano il nome e la cosa a un mitico fondatore, Chémès, Chimès o Chymès. Qualunque cosa fosse la parola, nessun dubbio è possibile sull'o perazione in questione: è la produzione di oro e argento o, più preci samente, la trasmutazione dei metalli comuni - rame, ferro, stagno, piombo9 - in oro e argento, questa trasmutazione riducendosi, m breve, a tre procedimenti: tintura superficiale di metalli di base mediante una debole aggiun ta di metalli nobili (doratura e argentatura);
5
turwissenschaften, l, 1 93 1 ); A I-Riizi s Bueh Geheimnis der Geheimnisse (Quel/en u. Studien, ecc., VI, 1 937) e numerosi articoli in lsis, Archeion, Der ls/am, ecc., in particolare Chemie in lriiq und Persien im l O Jh. , Der /slam, XVII ( 1 928), pp. 280 ss. Sui lavori di Ruska, cfr. J. Ruska und die Geschichte der A /chemie, Festgabe zu seinem 70. Geburtstage, Ber !in 1 93 7 (ivi, pp. 20-40, elenco delle opere di Ruska). Per un primo esame dei pro blemi della letteratura alchemica araba, vedi l'eccellente sintesi di Ruska, Que/ques problèmes de /ittérature alchimique negli Anna/es Guébhard-Sé verine (Neuchatel, Svizzera), VII ( 1 93 1 ), pp. 1 56- 1 73 . Cfr. Ch. MA., t. l; ToRNDIKE, Hist. of Mag. , t. Il ( 1 929), pp. 2 1 4-220 e 777 ss. (Experiments and secrets of Gale n, Rasis and others: II Chemica/ and Magica!). Recensione dei manoscritti latini: (Gran Bretagna e Irlanda), D. W. SINGER, Catalogue of latin and vernacu/ar alchemica/ manuscripts . . . from before the XVI century, Bruxelles, 3 voli. 1 928- 1 93 1 ; (Stati Uniti e Cana da) W.J. WILSON, Catalogue... , Bruxelles 1 938; (Paris) J. CoRBETT, Catalogue des manuscrits a/chimiques /atins l (Manuscrits . . . de Paris antérieurs au XVIIe sièc/e), Bruxelles 1 939. /s. Os. , 33: cfr. REITZENSTErN, Poimandres, pp. 1 40 ss. Così DIELS, A. T., pp. 1 23 - 1 24. Etimologia respinta da LIPP�J.\.NN, p. 292 e GL'N DEL, 24 1 . LIPPMANN, I, pp. 293-298 e GL'NDEL, 240-241 riassumono la discussione e si associano entrambi all'etimologia XTJfllU. È la tEtpacrroJlia: Ol impiodoro (secondo Zosimo), A/eh. Gr. , p. 96, 7; cfr. an che p. 1 67.20 ss. -
6 7 8 9
L 'ermetismo e l 'alchimia
257
applicazione di una vernice che imita la brillantezza del l'oro o dell'argento; produzione di leghe con l 'aspetto di oro o argento. A queste tre procedure, che sono d'ordine qualitativo, poiché ri guardano il colore del prodotto, si aggiungevano operazioni d'ordi ne quantitativo il cui scopo era quello di aumentare i l peso di un de terminato metallo o lega senza alterarne il colore, con l ' introduzione di metalli estranei10• L'alchimia greco-egiziana, da cui sono derivate tutte le altre, è nata dall'incontro di un fatto e di una dottrina. Il fatto è la pratica, tradi zionale in Egitto, delle arti dell'oreficeria. La dottrina è un misto di filosofia greca, mutuata soprattutto da Platone e da Aristotele, e fanta sie mistiche. Questa fusione non è stata fatta in un giorno; per quanto sia difficile individuame i l progresso, sembra tuttavia che si possano distinguere tre fasi successive: l'alchimia come arte, l'alchimia come filosofia, l'alchimia come religione. Per quanto riguarda il limite ori ginale di queste tre fasi, difficilmente possiamo fissare la data con cer tezza. Così una determinata connotazione è potuta apparire senza per questo cancellare il vecchio aspetto; l'alchimia è sopravvissuta come arte anche se fu rivestita del mantello della filosofia e anche quando divenne una religione. Tuttavia c'è una grande probabilità che l'alchi mia non sia stata nient'altro che una tecnica fino a Bolo il Democriteo nel II secolo prima della nostra era; che, avendo dato questo Bolo una svolta filosofica, sia stata insieme un'arte e una filosofia (già mesco late di mistica) fino al II o III secolo della nostra era; che infine, senza smettere di essere un'arte e una filosofia, abbia assunto sempre più ma nifestamente l'aspetto di una religione mistica a partire da questa data. § l . L 'alchimia semplice tecnica In tutta l'antichità, l 'Egitto, ricco di oro, aveva raggiunto un grado elevatissimo nella tecnica dei metalli preziosi e delle pietre preziose come nella fabbricazione del vetro e nella tintura dei tessuti 1 1 • QueIO Il
Cfr. BERTHELOT, Introd. , pp. 56-57; LIPPMANN, l , p. 3. Cfr. per esempio LIPPMANN, l , pp. 261 -275 (Die Technick in Aegypten), Cu MONT, Ég. d. astr. , pp. 98 SS.
258
La rivelazione di Ermete Trismegisto - L 'astrologia e le scienze occulte
sta lunga pratica, inizialmente riservata esclusivamente ai laboratori reali 12 e sacerdotali 13, aveva portato presto alla scoperta, da un lato, dei processi di tintura e d'imitazione, e, dall'altro, dei mezzi per di scernere il metallo autentico dalla sua falsificazione. In queste ricet te, non si trattava di "fare" l'oro nel vero senso della parola "fare"; e anche se si intende con alchimia l'arte di trovare una sostanza (la pietra filosofale) che permetta di cambiare realmente un metallo qualsiasi in oro, non si trattava ancora di alchimia. Ma quando gli artigiani dei templi doravano o argentavano una statua o un oggetto di culto, o quando li coprivano con una tintura che avesse l'appa renza di questi metalli, volevano che il metallo, la pietra o il tessuto tinto "facessero", vale a dire sembrassero come, dell'oro, dell ' ar gento, uno smeraldo, della porpora14• Quindi tutte queste 'tÉXVat si riassumono nella parola "tinture" (�aUcrtK6ç &v, Sincello (1, 47 1 Dindorf) t.T]jlÒKptwç .i\. �OT] phT] ç q>ucrtKòç q>tÀ.Òcroq>oç ilKilaçEV (cfr. Vorsokr.5, 68 B 300, 1 6), ma non c'è dubbio che si debba riportare le ct>ucrtKa Kaì Mucrn Ka alchemiche alla tradizione "democritea" inaugurata, sembra (cfr. tuttavia supra, p. 26 1 n. 28), da Bolo di Mende, detto il Democriteo. Su questi scritti pseudo-democritei, cfr. LJPPM.-\.1\'N, I, pp. 27-46 e BmEz-Cu�roNT, Mag. hell. , l, pp. 1 98-207, 2 1 0-2 1 1 .
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ta in porpora ( 4 1 .2-42.20) che dovrebbero, logicamente, venire per ultime. Poi viene un passo, evidentemente adatto a un preambolo, in cui Democrito racconta come ha evocato l 'ombra di Ostane per chiedere a questo maestro alchimista i segreti della Grande Arte (42.2 1 -43 .24). Seguono dieci ricette di crisopea, tutte all'impera tivo singolare (43 .25-46.2 1 ). Si passa poi a un pezzo di polemi ca contro i "giovani" (vÉot), che non vogliono credere alla virtù dell' insegnamento (46.22-48.2): questo pezzo, indirizzato da De mocrito ai suoi colleghi di profezia (!l7tpoqrfjmt, 4 7.3 ) , termina con una formula conclusiva: "Qui si è detto abbastanza sulle tinture secche e sull'attenzione che deve essere data alla Scrittura" (48.23 ). Di nuovo, in seguito, tre ricette di crisopea all ' imperativo sin golare (48.4-49 .9), l 'ultima delle quali relativa a un Pammenes che l ' avrebbe insegnata ai sacerdoti d'Egitto, sembra segnare la fine di un trattato sulla crisopea: "È fin qui che, in queste Physika, arriva la materia della crisopea"33• Si ritorna allora a una esposizione dot trinale (diretta ai colleghi: imperativo plurale) su quel principio che una sola specie è sufficiente a produrre un gran numero di effetti (49. 1 0-22) e si passa alla argiropea che riempie tutta la fine dell'e stratto (49.22-53 . 1 1 ) fino alla conclusione congiunta della crisopea e dell 'argiropea (53 . 1 2- 1 5). Nessuna traccia di ricetta sulla "tintu ra" delle pietre preziose. Cosa pensare di questo insieme eteroclito e quale legame suppor re tra queste Physika et Mystika e le Baphika di Bolo? Prima di tutto, è certo che questo lavoro democriteo intitolato ucrtKà Kaì MucrnKa comprendeva quattro libri, corrispondenti ai quattro generi di tinture. Così testimonia l'alchimista Sinesio, com mentatore dello Pseudo-Democrito nel IV sec.: "Avendo ricevuto il suo impulso da Ostane, Democrito compose quattro libri sulle tintu re (pipJ..ouç -rtcrcrapaç pacptKaç), sull'oro, sul!' argento, sulle pietre, sulla porpora"34• Lo stesso fatto è attestato ancora dal titolo del trat tato indirizzato dal preteso Democrito a Leucippo, che ha dovuto es sere riportato a Democrito solo dopo il completamento delle ucrtKà Kaì MucrnKa: questo titolo reca in effetti "Libro quinto di Demo33 34
eooç -r&v ql\JcrtK&v mu-roov Ècr-rìv ti -r�ç XPU0"07tottuç UÀ.T). Questa parola UÀ.T) deve essere presa qui i n senso metaforico come UÀT) iu-rptKT) in Galeno (IX, 494), "insieme di cose che abbracciano la medicina". A/eh. Gr. , p. 57, 1 1 - 1 2 Mag. hell. , Il, p. 3 1 3 . I O. =
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crito dedicato a Leucippo"35• Ciò che rimane quindi delle ucrtKà Kaì MucrnKa è solo un estratto, contenente parte dell' introduzione, della crisopea e dell'argiropea, nulla del libro sulle pietre, un breve frammento solamente del libro sulla porpora, essendo stato questo frammento rimosso dal suo vero luogo (alla fine) per prendere posto proprio all' inizio dell'estratto. In secondo luogo, quest'opera "democritea" non può essere anteriore al I secolo della nostra era. Vi si legge (44.2 1 ) la paro la KÀauòtav6v per designare una lega che assomiglia all'oro e che poteva contenere rame, piombo, stagno o ottone36: ora, qualunque possa essere l'origine della parola, difficilmente può essere anteriore all'Imperatore Claudio37• Vi si legge ugualmente (42 . 1 4) la parola À.aKxa per designare una pianta la cui radice serviva a tingere in rosso, e che abitualmente è chiamata ayxoucra, come per esempio nel P. Holm. : questa parola À.aKxa è mutuata dall'India, non riappare altrove se non in un testo tardo, del l'VIII secolo (lacca), e se questo prestito è ovviamente possibile ben prima dell'VIII secolo, non lo è fino a prima che regolari relazioni commerciali fossero stabilite tra l'India e Alessandria, il che ci riporta, ancora una volta, all'Impero del I o del II secolo38• Che, nella loro forma attuale, le ucrtKà Kaì MucrnKa non possano risalire a Bolo stesso, è ciò che emerge infine dal brano polemico in dirizzato ai crDjl7tpO ò xrucròç Eiç tò xpficr9at ve! simile quid. 1 1 4 JlUÀ.U/;tJ.lWV Ruelle: aÀ.a/;iJ.lWV M. La parola nuova JlUÀ.cl/;lJ.lOç su JlUÀ.ncrcrm è corretta, come àUa/;tJ.loç su àUacrcrm, cfr. àUa/;tJ.la (iJ.lanu) P Oxyr. , 1 728.2, Jli sec. d.C. (si noti che AKE U hanno nel nostro testo àUu/;iJ.lWV, che non è sicuramente possibile qui). Dato che la desinenza -tJ.loç indica l ' utilità, l ' im piego, l'attitudine a fare o a subire, il significato deve essere: "le cose idonee ad essere ammorbidite"; JlUÀ ÈK7tt7t'tEt) secondo la natura sostan ziale (? oucriav) ' . Infatti il corpo fisso (? KU'tEXOIJ.EVOV) si disloca ( ÈK7tt7t'tEt) per i l fatto di questo efflusso, perché la natura della magnesia diviene lunare ( crEÀ.TtviaçE'tat) avendo acquisito per in tero il carattere specifico della luna (crEÀ.TtVOEtòl'Jç OÀ.Tt ytVOIJ.ÉVTt) ed essa è sublimata ( ÈKq>ucràmt, cfr. 1 48. 1 ) secondo i tempi op portuni dell ' efflusso"'. In questo testo, che è certamente "ermetico" a meraviglia, il manoscritto A porta dappertutto lÌ crEÀ.TtVtUKTJ à1ropia, "la mancan za (o la privazione) lunare", che Berthelot-Ruelle hanno tradotto "il declino della Luna" e commentano (Traduzione, pp. 1 3 3 n. l): "L'autore gioca sulla somiglianza delle parole greche che signifi cano declino (à1topia) ed effluvio (à7t6ppota), parole che gli stes si manoscritti confondono e scambiano". Così tanti errori . à1topia crEÀ.TtVtaK'fJ non ha mai significato "declino della Luna", il ma noscritto A dà ovunque à1topia (nessuna variante indicata per K, Laur., E), è ovviamente necessario scrivere à7t6ppota, come ha già fatto Ideler nella sua edizione di Stefano (che cita questo passo, p. 203), e, prima di lui, il manoscritto Lç KUÌ 7t€pÌ 'tÒ>V CD'tÒ>V (i fuochi). =
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2. - Zosimo a Teosebeia, buona conduzione195•
Le tinture opportune196, o donna, hanno fatto cadere nel ridicolo il libro sulle fomaci197• Molti infatti, per aver goduto del favore del pro prio demone198 così da riuscire 199 nelle tinture opportune, hanno ridi colizzato il libro sulle fornaci e apparecchiature, come non fosse vero. E nessun argomento li ha potuti convincere che questo libro è verità; è solo quando il loro demone li ha abbandonati ai tempi segnati per loro dal Fato e sono stati presi in carico da un altro demone, quello funesto, che ciò li ha persuasF00• Allora, siccome la loro arte e tutta la loro fe1 95 di ou'LyEtV scripsi: €Ufl€lU€t M. Cfr. DIOGENE L-\.ERZIO, III, 6 1 (Platone) Èm CrtOÀUÌ tptcrKaioeKa ... év aTç fypacpf:V di 7tpauetv, 'E7tiKoupoç OÈ eù otayetv, IO..irov xaipEtV. Si ha xaipEtV in cima al Computo Finale (239. 1). Una serie magica di vocali (Scorr, IV, p. 1 1 4) mi sembra qui assai poco probabile. 1 96 I l problema delle KatptKaì �acpai (lo si ritrova più avanti nel Computo Finale, 239.5, 246.2) resta oscuro. I l significato più probabile mi sembra ancora "tinture opportune" cioè compiute nei momenti opportuni (Katpoi), nei tempi in cui le congiunzioni degli astri sono favorevoli: l' idea sarebbe astrologica (cfr. GLJNDEL, Alchemie 256). Lippmann ha proposto un senso del tutto diverso (1, pp. 2 8 1 , 303): "tinture dove si avvolgeva il minerale di bende (Kaipta o KEtpia, Kflpia, Ktpia) come un cadavere". Ma non c'è alcuna ragione per pensare che KatptK6ç, la cui derivazione a partire da Katp6ç è certa, sia stata distolta da Zosimo dal suo significato abituale per un'accezione così insolita. RusKA, Tabula Smaragdina, pp. 22-23, conserva ugualmente i l significato normale di KatptK6ç "compiuto nel momento opportuno" e propone anch'egli una spiegazione astrologica di tale termine (''so sind die KatptKaì �acpai die an bestimmte Zeiten gebundenen, vom, Lauf und von der Stellung der Gestirne abhiingigen Metai!Hirbungen", p. 23). Non per scrupolo d'indipendenza, ma per mostrare la convergenza dei nostri risultati, faccio notare che questo capitolo era completamente già scritto prima di aver potuto consultare il libro di Ruska. 1 97 Un libro sulle fornaci già esistente, forse quello di Maria la Giudea, di cui si cita una KaJ.uvoypacpia (90. 1 9). Lo stesso Zosimo dice ( § 2 1 ) che non avrebbe dovu to rifare questo trattato, perché non avrebbe potuto dire meglio degli antichi. 1 98 Sul ruolo dei demoni nell'alchimia, cfr. infra, il Computo Finale. Ma, in con siderazione del contesto, penso che qui si tratti di demoni che, al servizio degli astri, si prendono cura di ciascuno dei mortali al momento della sua nascita (cfr. C. H., XVI, 1 5) o al momento in cui si lancia in un 'attività (Katapxft), qui un'operazione alchemica. 1 99 eù�évetav ÈCJXflKÒteç 1tapà toù ioiou oat�6vtou Èmrunavetv: infinito conse cutivo senza rocrtE, cfr. ABEL, Gramm. grec biblique (Paris 1 927), § 69 e. 200 ei J.llÌ aù•òç ò iotoç aùt&v oaiJ.IroV Katà toùç XP6vouç •iiç aùt&v ElJ.IUPJ.Iévflç �€'[U�À.f19€iç, 7tUpaÀ.a�6vtoç aùtoùç KUK01tOtoÙ oai�ovoç (sic Scott: 7tUpaÀ. aùtoù KaKo7totoù OÈ M), f7tEtcrf:V ego (Ei1tdv M). Ruska adottando una corre zione di Pfeiffer (7tapÉÀ.a�EV aùt6v, KUK07tOtoùcrav OÈ eimilv), traduce: "wenn sie nicht ihr eigener Geist, unter der Einwirkung der durch di e Zeiten (der Ge stirne) bestimmten Schiksalsmacht umgewandelt, annahm, obwohl er diese als Schlimmes bewirkend bezeichnet hatte". =
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licità201 sono state impedite e le stesse formule per puro caso202 si sono volte in effetti contrari, dopo essersi arresi, loro malgrado, all' evidenza degli argomenti del loro Fato, hanno confessato che c'era qualche verità anche in quei procedimenti che prima avevano disprezzato203• 3. - Ma uomini tali non possono trovare ammissione né presso Dio né presso i filosofi (alchimisti). Basta che i tempi in effetti cambino di nuovo forma e migliorino di minuto in minuto204, basta che il demone conceda loro un beneficio materiale, e una volta ancora cambiano di opinione e professano il contrario di ciò che affermavano: hanno di menticato tutte le precedenti prove di fatto e, sempre al rimorchio del Fato o verso l'opinione predetta o verso il suo contrario, non concepi scono altro che cose materiali, nient'altro che il Fato. 4. - Tali sono gli uomini che, nel suo libro sulle Nature, Ermete chia mava "uomini senza intelletto, semplici marionette nella processione del Fato, privi di alcuna idea di cose incorporee, o addirittura del Fato stesso che li trascina giustamente, sebbene non cessino mai di protesta re contro le sue correzioni corporee e non concependo nient'altro che i benefici che esso dà"205• 5. - Ermete e Zoroastro206 hanno detto che la stirpe dei filosofi (al chimisti) è al di sopra del Fato, poiché né si rallegrano della felicità che dà, perché dominano i piaceri, - né sono colpiti dai mali che invia, se è vero che guardano alla fine di tutti i loro mali, - né accettano i mera vigliosi doni che derivano da esso, perché trascorrono tutta la loro vita nell' immaterialità207• 20 1 Tfjç EÙÒatf.J.oviaç. Si noti che EÙÒatf.J.ovia ha conservato a lungo in greco il suo giusto significato: "il fatto di avere un buon lìaiJ.lolV", cfr. Contemplation. . . selon Platon, pp. 268 ss. 202 'tC:ÒV atmòv roxn PllJ.lémov. 203 Ka'teq>p6vouv Scott: éq>p6vouv M. 204 Ka'tà •oùç M:nmùç XPÒvouç. Stesso significato apparentemente di 'ta À.en'ta, divisione di un grado dell'ora (minuti) o del m i nuto (secondi). 205 'toùç 'tOt01J'touç lìè àv9pomouç ò 'Epfliiç €v •éii nepì q>uaewv ÉKaÀ.Et livoaç, Tfjç Ei).lUpf.J.ÉVTJç J.lÒVOV ovmç 1tOJ.l7taç, K'tÀ.. Cfr. Poimandres, p, l 02.6. 7tOJ.l7ttll mi sembra avere qui i l significato concreto e significare le marionette che veni vano portate in processione, ma non ho altro esempio. Il passo è forse preso in prestito da C. H., IV (Kpa't�p) - che sarebbe, in questo caso, i l nepì q>uaewv -, cfr. § 7: Ka9anep ai 7tOJ.l7ttlÌ f.J.Écrov napépxovmt, fl�'tE aùmì évepyiiaai n lìuvaf.J.EVCll, 'tOÙç ÒÈ Ef.J.nolìiçouam, 'tÒV aÙ'tÒV 'tp6nov Kaì oÙmt f.J.Òvov ltOfllteU oumv €v •éii KÒcrf.J.C!l, napayÒf.J.EVOt unò nòv crwJlanKò:Jv �lìovc:òv. 206 Questo brano su Zoroastro è stato edito e commentato in Mag. hell. , Il, pp. 243 ss. Vedi anche il mio articolo in Mémorial Lagrange (Paris 1 940), pp. 1 25- 1 27 (dove p. 1 26, 1. 1 , si deve leggere "trattato dell'Immaterialità"). 207 Ho accolto nel testo un' inversione delle due proposizioni causali nav'to'te €v auÀic;t (sic Scott, Bidez-Cumont: évauÀ.ia M évauÀ.ic;t Reitzenstein évau-
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6. - Questo è anche il motivo per cui Esiodo mette in scena Prometeo dando degli avvertimenti a Epimeteo208: (Prometeo) "Qual è, agli occhi degli uomini, la massima felicità?" (Epimeteo) "Una bella donna e molto denaro" Ed egli (Prometeo) dichiara: "Stai attento ad accettare doni di Zeus Olimpio, ma respingili lonta no da te"209, mostrando così al fratello di respingere mediante la filoso fia i doni di Zeus, cioè del Fato. 7. - Zoroastro21 0 afferma presuntuosamente che con la conoscenza di tutte le cose di lassù e la virtù magica dei suoni corporei, si rimuovono da se stessi tutti i mali del Fato, sia quelli particolari che quelli univer sali. Ermete, al contrario, nel suo libro Sul/ 'Immaterialità, se la prende anche con la magia, in quanto dice che non è necessario che l'uomo spirituale, colui che riconosce se stesso, corregga alcunché per mezzo della magia, anche se ciò appare come buono, né che deve fare violenza alla Necessità, ma dovrebbe !asciarla agire secondo la sua natura e il suo decreto, che dovrebbe progredire con la sola ricerca di se stesso, tenere saldamente, nella conoscenza di Dio, l'ineffabile Triade211 e la sciare che il Fato tratti come vuole il fango che gli appartiene, vale a
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À.iuv scii. çq:n'Jv Liddell-Scott-Jones; cfr. Mém. Lagrange, p. 1 25, n. 3) liyovmç e Em:htEp EÌç 7tÉpuç KUKÒlV �À.É1tOUcrtV, e leggo quindi: 'tep J.Ul'tE Tfj EÙÒUtJ.lOVtçt UÙTijç :XUtpEtV - �ÒOVÒlV yàp KpU'tOÙCHV - Jl�'tE 'tOÌç KUKOÌç UÙTijç �étÀ.À.Ecr9ut, È1tEl7tEp Eiç 7tÉpuç KUKÒlV �À.É1tOUCHV, Jl�'tE 'tà KUÀ.à ÒÒlpU 1tUp' UÙTijç KU'tU ÒÉ:XE09Ut, 7tétV'tO'tE ÈV éttlÀ.içt liyoVLaç. Pertanto, non è necessario correggere KUKiòv (KuK6v Reitzenstein, KUKét B idez-Cumont). Su questa interpretazione allegorica del mito di Prometeo-Epimeteo, cfr. Fer guson ap. Scorr, Hermetica, IV, Introd., p. XLII, note pp. 459-460, 484-485. La divisione di nvu OtOV'tut ... 1tÀ.OVtCfl 1tOÀ.À.ip è di Ferguson (Introd., op. cit. ): Rei tzenstein e Scott avevano soppresso questa frase. Bisogna ammettere che Zosi mo leggeva un testo di Esiodo interpolato, il che non sorprende eccessivamente. Cfr. EsioDo, Erga 85 ss. oùò 'EmJ.L1]9EÙç l éq>pétcrue' cbç oi fEt7tE TipOJl!]9EÙç JlTJ7tO'tE òiòpov l òél;uaeut 1tàp Z!]vòç 'OÀ.UJ.L7tiou, àU' Ù7t07tÉJl7tEtv 1 él;o1ticrw, Jl� 1tOU n KUKÒV 9vrj'tOÌCH yÉV'l]'tat. Su questa antitesi tra le due vie di Zoroastro e di Ermete, cfr. Mémor. Lagrange, pp. 1 25-1 27. "Triade ineffabile" suona come cristiana (cfr. Mémor. Lagrange, p. 1 26, n. 4) e, come altri elementi di questo testo, potrebbe essere stato mutuato da una gnosi cristiana, ma preferirei piuttosto credere che qui ci sia un'allusione alla Triade degli Oracoli Caldaici, pp. 1 4- 1 5 Kroll: anche il resto del testo (cfr. p. 3 1 2, n. 2 1 2) m i sembra dipendere da Giuliano il Teurgo. La spiegazione di Reitzenstei n (Hist. Mon., p. 200, n. l ) che vede in questa triade l 'Anima del mondo, secondo PoRFIRIO, de abst. , II, 37 ( i l Primo Dio è incorporeo e non ha bisogno di nulla, où Jll'ÌV oùò � OT)ç. -raùm OÈ eup�crEiç ÈV mìç UroÀ.E�J.aiou ���À.to8�Katç. Sembra che qui ci sia il prodotto di combinazioni elaborate tra gli Ebrei di Alessandria tra l'eb. adamah 'Yii e il gr. clO!J.�ç 7tapeévoç. Esichio ha àoa11a· 7tapeEVTJTIÌ 'Yii : ugualmente GIUSEPPE, Antiq. , l, l , 2 CJT)IJ.aivet OÈ wù-ro (scii. 'AOa!J.oç) nupp6ç, È7tEt0�7tEp à1tò 'ti;ç nuppò.ç 'Yii ç èyey6vet, -rmau'tT) yap ècr-rtv � 7tapeévoç Yii (riferimenti del Prof. Margol iouth ap. Scon, IV, p. 1 2 1 ). Scott cita ancora EusEBIO, pr. ev., Xl, 6, I O ss. 1tap' 'E�paimç AO; la lettera M esprime il mezzogiorno, il fuoco maturante220 che è intermedio tra questi corpi e che si riferisce alla zona intermedia, la quarta22 1 • È così dnnque che l'Adamo carnale è denominato 2 1 8 ÉPilTJVÉa Scott: 'Epll�V (M) sembra impossibile. 2 1 9 Qui abbiamo una delle tradizioni che correvano nelle comunità giudaiche d' Egitto sul l 'origine dei LXX. Asenas (nome egiziano) ha rimpiazzato Ele azar, che si trova ovunque (solo Niceta ha Azarias); i settanta interpreti non sono più di uno; infine, la traduzione è in greco e in egiziano, cosa che Zosimo è il solo a dire e che indica il carattere egiziano della sua fonte. 220 1tE1tavnKòv nùp: cfr. C.H. , l, 1 7 't:Ò M 1tÉ1tEtpov ÉK IJIUXJÌç. 22 1 crtotXEìov significa "elemento" e "lettera". Il Primo Uomo, Adam, è formato da 4 elementi (cfr. Olimpiodoro e in.fra § 1 2) e nel nome di Adam entrano le iniziali di àvamÀ.�, lìUmç, lipK'toç, !lEO"Eil�Pia: così Adam è il simbolo della sfera, rias sumendo in sé gli elementi che compongono il mondo e i 4 punti cardinali. La stessa etimologia si ritrova nell 'Enoch slavo, cfr. R.H. CHARLES, The Apocrypha and Pseudepigrapha ofthe Old Testament, Vol. II, Oxford 1 9 1 3, p. 449: ( . . . ] And I appointed him a name, from the four component parts, from east, from west, from south, from north, and I appointed for him four special stars, and I called his name Adam, and showed him the two ways, the light and the darkness [ . . ]" The Book of secrets of Enoch, XXX, 1 3- 1 4. Charles osserva a proposito del versetto 1 3 : "This verse may either be the source of or else derived from the Siby/1. Or., III, 24-6: "
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a\n6ç ò� 8E6ç écr8' 6 1tÀ.àcraç 'tE'tpaypàll!lU'tOV Aòà!l tòv 1tpònov 1tÀ.acr8év1:a Kaì oi\volla 1tÀ.TJprocravm àVtOÀ.tTJV 't€ ÒIJcrtv 'tE llET)criv, otvrò.crcrro A06.j.1avta Eiç tà 9Ej.1ÉÀ.ta I:icbvo 6.À.À.T)yop&v, q>T)cri, tò 7tÀ.ò.crj.1a toù 6.v8pcb1tou À.tyEt. 6 ÒÈ ÉVtacrcrÒj.1EVOç Aòaj.1aç Ècrtiv 680vteç · cbç "O j.1T)poç À.ÉyEt ilpKoç 686vtrov o, tOUtÉcbç - (J)&ç. La luce ((J)mç) gioca un ruolo impor tante nella dottrina del Primo Uomo del C.H., I. Leggo iStE �v Cl>ffiç ÉV t(i"l 7tapaòeicrcp òta7tVEÒj.1EVoç, tmò tiiç EÌilaPilÉVT)ç E7tEtcrav aùtòv KtÀ.. senza correggere niente (non capisco òta7tVEOj.1ÉVCfl Ù7tÒ ti;ç EÌj.1apj.1ÉVT)ç Keil ap. Reitzenstein). "Paradiso" indica l' origine ebraica di questo mito di ffiç, cfr. Gen. , Il. 8. - Prima o dopo aùtòv, aggiungi (o sottin tendi) con Reitzenstein oi apxovreç o qualche equivalente: deve trattarsi dei demoni degli astri, agenti dell'Eimarrnene. cbç aKaKov Kai ò.vEVÉP"YT)tOV. O "visto che egli era senza malizia e inattivo". tòv ÈK tii ç EÌJ.LapJ.LÉVT)ç: cfr. C.H., l, 20 7tpOKj.1t6.pxetat toù oiK eiou crcbJ.Latoç tò crwyvòv crKÒtoç, È/; OU i) uypà (j)Ucrtç, È/; � ç tÒ O"Ò>j.1a cruVÉcrtT)KEV ÉV t(i"l aicr9T)t(i"J KÒcrj.1cp, È/; OU 9avatoç Ò.pÒEUEta\. 6 ÒÈ òtà tò aKaKov: o "poiché egli era senza malizia". cbç òeòouÀ.ayro"YT)IlÉVou aùtoù: cfr. C.H. , I, 15 6.9avatoç yàp &v ... tà 9vr]tà 1tacrxe1 U7tOKEillev6ç Tfi EillaPJ.LÉVTI u1tepavro ouv &v tiiç ap1-1oviaç évap1-16vtoç yÉyOVE ÒOÙÀ.oç. ·
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13. In effetti, l'uomo esterno è un legame, a detta di Esiodo229, il legame con cui Zeus legò Prometeo. Poi, dopo questo legame, Zeus gli inviò come altro legame Pandora, colei che gli Ebrei chiamano Eva. In effetti, secondo il linguaggio allegorico, Prometeo ed Epimeteo for mano insieme un solo uomo, vale a dire l'anima e il corpo. A volte Prometeo (= l'uomo) ha la somiglianza con l'anima, a volte quella con l'intelletto, a volte quella con la carne a causa del rifiuto di Epimeteo quando non volle ascoltare il suo proprio 230• 14. In effetti il Nous, il nostro dio, dichiara231: "Il Figlio di Dio, che può tutto e che diviene tutto ciò che vuole, si mostra come vuole a ciascuno". [Ad Adamo si unì Gesù Cristo portò là dove vivevano precedentemente quelli che si chiamano photes. E apparve ancora agli uomini pienamente impotenti come un uomo né passibile e colpito da verghe, e in segreto portò via i photes che erano con lui, auspicando che non soffrisse in alcun modo, ma che mostrasse come si calpesta la morte e non vi si fa alcun caso ] 23 2• 1 5. E fino a questo giorno e fino alla fine del mondo, in segreto e allo scoperto, egli viene a coloro che sono con lui e comunica con loro233, consigliandoli, segretamente e per mezzo del loro intelletto, di separarsi dal loro Adamo [che hanno colpito e messo a morte], che li acceca e che invidia234 l'uomo spirituale e luminoso [uccidono il proprio Adamo]. 1 6. Così avviene, finché giunge il falso demone imitatore235, che li invidia e che vuole, come già prima, ingannarli dicendosi Figlio di Dio, 229 EsiODO, Theog. , 5 2 1 -523, 6 1 4-6 1 6. 230 wù ioiou Reitzenstein: cfr. § 1 7 'E7ttf.lTJ9Éa cruf.l�ouM:uòf.lEVOv imò wù ioiou voù, 't'OU't'Écrn •où àoeÀcpoù aùwù. 23 1 cpTJcri yàp 6 Noùç �f.l J.Liav Épetv, 8t86vat) in EscHINE, c. Ctes. , 1 5, 20, 22. Testo plausibile, senza il quale la correzione
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2. - Alcuni quindi rimproverano Democrito e gli Antichi per non aver menzionato queste due arti, ma solo quelle che sono dette nobili. Eppure questo rimprovero è futile. Non gli era, infatti, possibile, loro che erano gli amici272 dei re d'Egitto e che si gloriavano di mantene re il primo rango nella classe dei profeti273• Come avrebbero potuto apertamente, in contrasto con gli ordini regali, esporre in pubblico le loro conoscenze e dare ad altri il potere sovrano della ricchezza? Anche se avessero potuto, non l' avrebbero fatto, perché erano gelosi dei loro segreti. Era possibile solo agli Ebrei, segretamente, operare, scrivere e pubblicare queste cose. Infatti, troviamo che Teofilo, figlio di Teogene, ha descritto tutte le miniere d'oro del paese, e abbiamo il trattato sulle fornaci di Maria oltre agli scritti di altri Ebrei. 3. - Ma le tinture opportune, nessuno né degli Ebrei né dei Greci le ha mai pubblicate: queste tinture, anzi, gli Ebrei le depositavano nei dove mettevano le loro ricchezze274, dandole da sorvegliare a immagini divine. Per quanto riguarda il trattamento dei minerali, che differisce molto dalle tinture opportune, non si mostrarono assoluta mente così gelosi, perché quest'arte viene di per sé all'estemo275 e colui che cerca di praticarla rimane senza punizione - infatti se un individuo viene sorpreso a scavare una miniera dai sorveglianti
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ÉKOt06vat o Ù7tOiìt06Vat sarebbe facile, cfr. C. H. , IX, l xSeç, Ò) AaKÀ.TJ1tlÉ, 'tÒV tÉÀEtov à7toOÉiìroKa J...Oyov, XII, 1 2 aaq>Éatata, c1 mitep, tòv J...Oyov à7tolìtoro Kaç. Per il testo di M, cfr. C.H. , XII, 8 toii Aya8oii �ait.wvoç . . . éyoo �Kouaa MyovtOç àei - Kaì Ei éyypaq>ooç éKiìeOci:JKEt (cfr. M: JlTJOÈ éyypàq>roç m'nei nva ÉKiìtlìòvat), 7tUVU /iv 'tÒ 'tÒlV àv8pci:Jmov yÉVoç cOq>EÀ.�KEl. . . - �KOUOU yoiiv K'tÀ.. Titolo onorifico, cfr. OGI., 1 00.2 e spesso altrove, specialmente tra gli astro logi, cfr. CuMONT, Ég. d. astr. , p. 34, n. 3. ÉV tft 7tpOq>TJntcft (t6.!;et). Si noti che nel pezzo polemico delle Cl>uatKà Kaì MuanKci, l ' autore si indirizza ai suoi colleghi sotto il nome di OUJ.17tpoq>iitat (47. 3). l profeti qui sono i soli nominati, perché formano la classe più alta nella gerarchia sacerdotale (CuMoNT, Ég. d. astr. , p. 1 1 9, n. 5) e perché l'auto re vuole sottolineare l'importanza di questi predecessori che erano "amici dei re" e profeti. Cfr. la definizione di profeta nella Kore Kosmou 68 ooç Jl�1tO'tE ò JlÉÀ.À.rov Seoìç 7tpoaciyEtV xeìpaç 7tpQ(p�TTJç àyvoft n trov OV't(J)V, tva q>tÀ.oaoq>iQ. JlÈV Kaì. JlayEiQ. ljiUXJÌV tptq>n, aci:Jçn lì· lh:av n 1taaxn iatpttcft a&Jla. Il significato generale mi sembra quasi certo (cfr. il § 5), ma il testo è rovina to, XPTJJ.llltrov per XProJ.lcitrov è una correzione facile, e bisogna supporre una lacuna dopo XPTJJ.lcltrov. Si può ipotizzare 811aaupoìç, che si legge al § 5, ma qualsiasi altra parola dello stesso significato è possibile, cfr. XPllJ.lUtoq>uÀ.ciKt ov in STRADONE, XII 5, p. 754. Meineke. é!;ciyetv mi resta oscuro. Penso che sia la forma (apparentemente) intransitiva del verbo e che il significato sia "si mostra all 'esterno": non si può effettuare senza farsi vedere e, quindi, c'è meno rischio a scrivere di questa tecnica, poiché ci saranno pochi appassionati.
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La rivelazione di Ermete Trismegisto - L 'astrologia e le scienze occulte
delle fabbriche dello Stato per conto delle entrate reali, < . . . >276 - o perché le fornaci non possono essere nascoste, mentre le tinture op portune sfuggono completamente alla vista. Ecco perché non vedi che nessuno degli Antichi ha pubblicato, in segreto o allo scoperto277, qual cosa sull'argomento. In tutta la serie degli Antichi, ho individuato solo Democrito che ha fatto un'allusione a ciò [ . . . ]278• 4. - (242.9) È evidente che in passato, al tempo di Ermete, queste tin ture279 erano chiamate naturali, poiché dovevano essere descritte sotto il titolo comune del libro intitolato Libro delle Tinture Naturali, dedicato a Isidoro . Ma quando esse furono divenute l'oggetto della gelosia dei della carne, divennero le tinture opportune e furono nomi nate come tali. Tuttavia, si rimprovera agli Antichi, e in particolare a Ermete, di non averle pubblicate né palesemente né in segreto, e di non aver fatto alcun riferimento ad esse. 5. - Solo Democrito le ha descritte nella sua opera e ne ha fatto menzione. Quanto a loro280, le incisero sulle loro steli nelle tenebre e le profondità dei templi in caratteri simbolici - sia queste stesse tinture sia la corografia dell'Egitto - in modo che, se si fosse spinta l'audacia fino a penetrare in queste profondità tenebrose, se si fosse trascurato di conoscere la chiave, non sarebbe stato possibile decifrare i caratteri nonostante tanta audacia e fatica. Gli Ebrei, allora, imitando questi ulti mi, hanno depositato le tinture opportune nelle loro camere sotterranee
276 "Dai . . . " (èmò nòv KLÀ..) può dipendere dal verbo mancante. Per il passivo con rmò ( imo), cfr. § 4 (p. 425. 1 7 infra) à.U' on; ècp8ovi]8l]crav à.nò tiòv. . . Òatflovcov, § 6 (p. 426. 1 6 infra) cp8ovoùvmt ÒÈ à.nò tiòv neptyeicov Òatf.!ovcov e MouLTON-MILLIGAN, s.v. 277 OU't'E Kpupl]8ÈV OU't'E cpavepiòç: cfr. C.H., XIII, l crù ÒÉ JlOl Kaì tà uatEp�Jla"ta à.vanÀ.�pcoaov olç Écpl]ç JlOl 7taÀ.tyyeveaiaç napaòoùvat npoa8ÉJlEVOç ÈK cpcovfjç � Kpup�v. 278 Ometto qui una dissertazione piuttosto oscura su Democrito (§§ 3-4) e ripren do alla fine del § 4. 279 Che sono dette oggi "opportune". 280 Gli antichi Egizi. Il tema delle rivelazioni segrete incise su delle steli è de cisamente comune, e l' origine di ciò è l ' i mpossibilità in cui ci si trovava nel decifrare i geroglifici, cfr. l ' introduzione di SsoRDONE a Hieroglyphica (Napoli 1 940). Una ricetta del papiro magico V di Leida (PGM , XII, 40 1 ss., cfr. supra, p. 270) dà la spiegazione dei nomi segreti delle piante incise sulle statue divine (dç 8Eiòv EtÒcoÀ.a ÈnÉypmvav) dei templi d' Egitto affinché le persone troppo curiose della magia non possano utilizzarle: l ' autore della ricetta fornisce la soluzione, �Jl€Ìç ÒÈ tàç À.UaEtç �yayoflEV (PGM , XII, 406). Cfr. supra, p. 270 n. 59. =
L 'ermetismo e l 'alchimia
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(tombe?)281 insieme alle loro formule d' iniziazione282, e danno questo avvertimento nei loro testamenti: "Se tu scopri i miei tesori, lascia l'oro a coloro che vogliono la propria perdita, ma avendo trovato il mezzo per comprendere283 (?) i caratteri, raccoglierai in breve tempo tutte le ricchezze. Al contrario, se prendi solamente le ricchezze, andrai verso la tua propria perdita a causa della gelosia dei re, e non solo dei re, ma di tutti gli uomini". 6. Ci sono quindi due tipi di tinture opportune. Una, quella dei tes suti, i demoni che sorvegliano ogni luogo l'hanno consegnata ai propri sacerdoti. Per questo essi le hanno chiamate opportune, perché opera vano secondo i momenti opportuni per volontà dei cosiddetti demoni, e, quando questi demoni smettevano di volere, non operavano più [ . . . ]284• L' altro genere di tinture opportune, quello delle tinture genuine e naturali, Ermete lo ha iscritto sulle steli: "Fai fondere la sola cosa che sia giallo verdastra, rossa, color del sole, verde pallido, giallo ocra, ver de tirante al nero e il resto"285 • Per quanto riguarda le terre stesse, le ha chiamate con un nome segreto "sabbie" e ha rivelato le specie dei colori. Queste tinture agiscono naturalmente, ma sono invidiate dai de moni terrenF86• Tuttavia, se qualcuno, essendo stato iniziato, respinge i demoni, otterrà il risultato cercato. -
2 8 1 tv 1:0tç Ka8thmç. Cfr. W1 epitaffio di Akrnonia, Mon. Asiae Minor. Antiqua, VI, p. 335, n° 3 1 5 .. . [el;]éa l tut EtÉpc:p àvùl;at tò l Ka8etov iì 116vov èàv l auv�ft totç 1tailìimç KtÀ. I curatori commentano: "L. 3 Ka8etov (the terrn is new, and perhaps Jewish) suggests a lair beneath the surface, or the floor of�p&ov. For the forrnation, cf. dcrci>ç KUÌ UOpUpyUpOU KaÌ 9eiOU UOa'tOç, 1 83.5 7tÒtlçE UOU"Cl 9Eiou a!liKtoU.
L 'ermetismo e l 'alchimia
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ra"'303• Più avanti (246. 1 ), dopo aver ripetuto "Ma vengo al compito assegnato", Zosimo distingue due procedimenti di tinture opportu ne, uno mediante tintura cruda, l'altro mediante cottura, e quest'ulti mo è ulteriormente suddiviso secondo i liquidi (acqua o vino) e forni che si usano, e secondo la durata e la forza dei fuochi. Traduco infine la conclusione di questo lungo prologo (246. 1 7) a causa di una piccola frase caratteristica: "Queste tinture hanno quindi la facoltà di corrompere (criptecr8at) una grande quantità così come una piccola, nel senso che si ottengono altrettanto bene in fornaci di vetro ( ÈV Ka1.uviotç UEÀO\jltKoìç [?]) come in crogioli (xrovatç: xrovEiatç A) grandi o piccoli e in dispositivi di qualsiasi tipo (èv òtacp6potç ò pyavotç) tramite fuochi e secondo la potenza dei fuochi. È l 'esperienza che le manifesterà, unita alla perfetta retti tudine del! 'anima (jlEtà Kai t&v \jiUXtK&v mivtrov Katop8rojlC:ltffiV) Per quanto riguarda le dimostrazioni dei fuochi e di tutte le cose in questione, li hai nella lettera Q. È da questo punto che m i accingo ad iniziare, o donna adornata con la porpora (1topcpup6crtoÀE yuvat)!". Le parole evidenziate riassumono perfettamente il senso generale dei due prologhi che ho tradotto. L'alchimia è un modo di vivere che presuppone un lavoro interiore di perfezione. L'ermetismo occulti sta e l'ermetismo filosofico, prima separati, hanno finito per conclu dere un'alleanza. Oramai, almeno tra gli Arabi, questa alleanza non sarà più rotta. .
303 liKOUOOV Qll'tOÙ ÀtyOvtoç KQt J..LE T• ÒÀ.iya· Ev 7tpÙYJ.Ul ÈOTIV OUO WÙ KQTQ7tOnçOJ..LEVQ Kai Otaq>6proç yEVÒilEVOV, TÒ J..LÈV uypòv Kai lj!UXPÒV, TÒ OÈ çT]pÒv Kai lj!UXPOV, KQÌ TÙ ouo ev fpyov 1tOlOÙcrtV. Cfr. 20. 1 3 nostro n° 32 ÈÙV OE J..llÌ yèvrovTat Tà ouo &v, Kai TÙ Tpia &v, Kaì oÀ.ov TÒ cr-uv9EJ..La &v, oùOèv tcrTat TÒ 7tpocrOOKWJ..LEVOV. TÈÀ.oç Toù woù. L"'uovo" può designare qualsiasi sorta d i composizione alchemica, qualsiasi tipo d i crUv9EJ..La.
CAPITOLO VIII L'ERMETISMO E LA MAGIA
§ l . La testimonianza dei papiri magici Per la funzione medesima che gli era stata attribuita fin dalle ori gini nel Pantheon egiziano, Hermes-Thot, inventore del linguaggio, maestro delle parole che legano e slegano, doveva giocare un ruolo nella magia. Lascerò da parte qui i testi strettamente egizi, anterio ri al periodo ellenistico, per attenermi ai papiri magici greci 1 , che vanno dal IV secolo a.C. al VII secolo d.C., ma i l cui maggior nu mero data al II, III e IV secolo della nostra era2• Per quanto riguar da la sostanza delle ricette, la questione della data non ha grande importanza, non essendoci nulla di più conservatore della magia: al massimo, si può cogliere, col tempo, un progresso nel senso del sincretismo e dell 'utilizzo, puramente verbale, del resto, di term ini ebraici e gnostici. Diversi per lunghezza - giacché alcuni sono solo un foglietto e contengono unicamente una ricetta, altri formano veri e propri l ibri e compongono un intero arsenale per tutte le occasioni - questi docu menti offrono caratteristiche simili. Costituiti in genere da un'opera zione (1tOtTtcrtç, 7tpà�tç) e da una preghiera o formula di evocazione (Myoç, KÀ.i;crtç), sono delle ricette di divinazione che, per seguire la Testo e traduzione tedesca in K. PREISEND.-\.NZ, Papyri graecae magicae (citato PGM e il n° del pap.), 2 voli., 1 928- 1 93 1 . Un terzo volume, non ancora pub blicato, conterrà gli indices. Ho dedicato a questi scritti uno studio generale in L 'Idéal religieux des Grecs et I "Évangile, Excursus E: La valeur religieuse des papyrus magiques, pp. 2 8 1 ss. (citato Idéal). Vedi anche Th. HoPFNER, Griech isch-Aegyptischer Offenbarungszauber (Stud. z. Palaeogr. u. Papyruskunde . . von C. Wessely, XXI e XXIII), 2 voli., 1 92 1 - 1 924 (citato OZ. I o II). Nelle traduzioni di seguito, PM = Parole magiche. NN corrisponde a 6 (o �) OEiva, "Un Tale" (o "Una Tale"). C fr. Idéal, p. 28 1 , n. 2. .
2
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classificazione abbastanza comoda di Hopfner3, possiamo designa re come divinazione teurgica, magica o goetica. A) La divinazione teurgica fa apparire il dio stesso direttamente. Ciò si verifica in due modalità: (a) Il dio è veduto durante un'estasi: l'anima del visionario, la sciando il corpo, si sente rapita in cielo dove contempla la divinità. È come una morte anticipata. Il tipo classico di questo fenomeno è PGM., IV, 475 ss., (n° 20 infra). (�) Il dio stesso scende sulla terra e si mostra di persona, essendo stato evocato mediante certi simboli e nomi magici in virtù della sim patia universale. Non è fatto uso di alcuno strumento né di alcun me dium. Questa visione del dio può essere ottenuta nello stato di veglia o in sogno. Un buon esempio del primo caso è la visione di Tessalo o la visione "in stato di veglia" (au·comoç) di PGM , IV, 93 0- 1 1 14. Per quanto riguarda la visione in sogno e la ricetta per ottenere un sogno (òvEtpatTI]'t6v), questo è uno degli elementi più familiari dei nostri testi: troveremo più avanti due esempi (n; 13 e 13 bis). B) Nella divinazione magica, il dio fa conoscere la sua presenza indirettamente, o apparendo in uno stmmento materiale - fiamma di una lampada o torcia (licnomanzia), acqua di un bacino (lecanoman zia) - o, senza apparire egli stesso, "anima" un medium e dialoga con lui, trovandosi questo medium in stato di possessione o di tran ce. Di seguito fornirò un esempio di licnomanzia (n° 8). C) Infine, nella divinazione goetica, il dio, senza apparire, rende noto il suo pensiero "animando" un oggetto al quale imprime certi movimenti o di cui modifica certe proprietà. Queste brevi osservazioni servono solo di orientamento, per di rigere la nostra marcia verso l'unico problema che qui ci interessa: quale ruolo hanno sostenuto Hermes-Thoth e l'ermetismo in questi testi magici greco-egiziani? Dobbiamo distinguere, a quanto pare, tra lo stesso Hermes (Thoth) e la gnosi che porta il suo nome. Hermes (Thoth) è menzionato in alcune ricette, semplicemente perché è il fondatore della magia: è quindi solo la concezione tra dizionale, senza alcuna mescolanza di gnosi o misticismo tardivo. 3
OZ., II, §§ 70-75. Cfr. Rev. Bibl. , XLVIII ( 1 939), pp. 73-74. Vedi anche l ' in teressante articolo di S. EITREM, La théurgie chez ies Néoplatoniciens et dans [es papyrus magiques, Symbolae Osloenses, XXII ( 1 942), pp. 49 ss.
L 'ermetismo e la magia
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Come fondatore della magia, Thoth può intervenire in vari modi. O si ricordano le prodezze magiche del dio, perché queste prodezze costituiscono un precedente a favore del mago: Thoth è obbligato a rifare ciò che ha fatto così bene già una prima volta. Oppure, se condo una finzione molto frequente nella magia, l 'operatore si offre come una nuova incarnazione di Thoth e, in virtù dei poteri di questo dio, ingiunge allora la divinità evocata a obbedirgli. O ancora, è uno scritto magico di Thoth che funge da base per l 'operazione, si mette in opera una ricetta che egli ha inventato, come l ' anello di Ermete (n° 10). Oppure, infine, si evoca Thoth stesso modellando un'im magine che lo rappresenta e che, in seguito a una consacrazione, si presume sia dotata di vita. In tutti questi esempi, il mago si serve di Thoth come fa, in altre occasioni, nei confronti di Iside, Osiride, Ho rus o Helios, con l ' unica differenza che le pratiche riferite a Thoth sono considerate particolarmente efficaci a causa del più stretto le game che esiste tra questo dio e la magia. Altri testi hanno meno a che fare con la persona di Hermes Thoth - questi può non essere nemmeno nominato - che con gli scritti del Trismegisto, nel senso che ne riproducono certe espressioni o, in una maniera più sottile, testimoniano lo stesso stato di spirito che ha dato origine alla gnosi ermetica. Che siano esistiti scambi tra gli Hermetica e la magia ne dà la prova immediata un piccolo fatto: in una ricetta di unione a Helios del P. Mimaut (PGM , III, 59 1 -609), si è inserito semplicemente l'originale greco della preghiera che viene letta oggi, tradotta in latino, alla fine dell 'Asclepio (c. 4 1 ). Ma, a parte questo prestito diretto, non c'è dubbio che si odano in alcuni documenti della magia come delle risonanze ermetiche. Così le preghiere al dio cosmico o ali' Aion (infra n i 14-17) ricordano le preghiere di C.H. , I, V e XIII e la dottrina de li' Aion riempie tutto il C.H. , Xl. Così ancora la "Creazione del mondo" del P. Leyd. W (PGM , XIII) non è priva di analogie con le cosmogonie del Piman dro e della Kore Kosmou. E infine, la stessa ricetta d ' immortalità del P. Paris (PGM , IV, 4 75 ss.), ricetta d'estasi nel corso della quale il mystes è rigenerato, fa pensare ali' operazione misteriosa di C.H. , XIII in cui i l discepolo subisce la rigenerazione nel momento stesso in cui ascolta la parola del maestro .. È utile notare queste concordanze. Ma sarebbe indebito, a mio parere, giungere alla conclusione di una religione spirituale del Nous
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nella magia, come ha fatto, per esempio, Reitzenstein4 che, inoltre, si è lasciato andare a fantasiose assimilazioni: Hermes Thoth sareb be Agatodemone5, e questo Ermete Agatodemone (o ancora Horus) sarebbe il dio Intelletto o Spirito, il Nous6• "Ermete, Horus e A.ya8òç ùai11wv appaiono sostanzialmente nello stesso ruolo, ossia come di vinità creatrici nella duplice natura indicata, e come rappresentanti del Nous, e, quindi, da una parte come divinità rivelatrici, dall'altra parte come i maestri di ogni successo nella vita pratica; sono identi ficati l'uno con l'altro o riuniti sullo stesso piano: la concezione resta sempre essenzialmente simile e le stesse formule passano dall'uno all'altro"7• Tuttavia (a) non v'è un solo esempio, nei papiri magici, d'identificazione certa tra Ermete e Agatodemone; (b) Ermete nella Kosmopoiia di Leida è chiamato Intelletto o Mente (Noùç iì péw:ç), e se, in una preghiera al dio cosmico, si pronuncia (XIII, 79 1 ): "entra nel mio intelletto (voùç) e nei miei pensieri (avmcriaç � ùtà 1tVEUJlaroç 8Eiou, CCAG. , V l l l , 3, p. 1 3 5.29-30. Per esempio ARISTOTELE, Parva Naturalia, V (7tEpi Tii ç Ka8' U1tVOV JlUV'tudjç), 462 b 1 2-464 b 1 8. Sulle teorie filosofiche della mantica dei sogni, cfr. K. REINHARDT, Poseidonios ( 1 92 1 ), pp. 422-47 1 ; Kosmos und Sympathie ( 1 926), pp. 2 1 4-275. Sull' oniromanzia, in generale, cfr. BoucHt-LECLERCQ, Hist. de la divination dans l 'antiquité, l ( 1 873), pp. 277-329; DEl'BNER, De incubatione, 1 900, pp. 1 - 14, ecc. Cfr. gli onirocriti egiziani di Del o (lnscr. de Délos, 2 1 05, in cui tutti i testi delii menzionanti l' òvetpoKpiTIJç sono indicati) e di Memphis (U. WILCJ.J:N, UPZ. , I, 1 922, pp. 1 3, 354). Sull'onirocrita, cfr. P. RoussEL, Les cultes égypt. à
Le.finzioni letterarie del logos di rivelazione
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nel II secolo un libro su questo argomento9, e che le ricette per ot tenere un oracolo in un sogno (òvetpUlTI)Tii) si annoverano tra i testi più comuni dei papiri magici10• La rivelazione ricevuta in estasi è un fenomeno più singolare. Si trova in molte forme, il cui tratto comune è l 'estasi stessa, i l fatto d'essere "usciti da sé"". A volte i l soggetto, essendo uscito dal suo stato normale, si sente riempito da un soffio divino (8sìov 1tVEÙ!la: Tessalo ), che, improv visamente, s' installa in lui e gli fa pronunciare l'oracolo. Questo è il caso dell 'Oracolo del Vasaio12• Conservato in un papiro greco del III secolo della nostra era, è la storia di un profeta di Iside e Osiride sotto il regno di Amenofi. Ricco, con casa e campi, vende un giorno tutto i suoi beni per farsi vasaio. Con questo atto, svilisce la funzione sacerdotale e si dimostra in qualche modo empio: perciò lo si crede pazzo (fr l , l. 1 - 1 0). I l resto del testo, molto rovinato, si riduce in sintesi a questo. La popolazione, irritata da questa mancanza verso gli dei, invade il laboratorio dello pseudo-vasaio e rompe tutti i suoi strumenti. Egli allora cade in estasi13 e, posseduto da uno spirito
Délos, 1 9 1 6, pp. 269; WILCKEN, op. cit. , p. 3 54; CuMONT Ég. d 'astr. , pp. 1 271 29. Un Libro dei Sogni pubblicato da Gardiner (Hieratic papyri in the British Museum, 3• serie, Londra 1 935) prova che l ' utilizzo è precedente al periodo el lenistico. Circolavano, allo stesso tempo, molte altre Onirocritica, tra cui quella del favoloso Astrampsico, mago persiano: cfr. BoucHÉ-LECLERCQ, op. cit. , pp. 277-278, ScHMID-Sr.:\.HLIN, II, pp. 804-805, e in ultimo i lavori di FR.-I.NZ DREXL (elencati da FR. PFISTER, Die Religion d. Griechen u. Romer, Bur sian s Jahresber. , Suppl. Bd. 229, Leipzig, 1 930), in particolare la sua edi zione deii'Oneirocriticon di Achmes (Teubner, 1 925). Alcuni testi anche in DELATTE, Anecdota A theniensia, I ( 1 927), pp. 1 65-205, 5 1 1 -547. La moda delle "onirocritiche" si estende fino all'epoca bizantina e molti dei testi editi da Drexl o Delatte sono, di fatto, bizantini. Sulle visioni dei sogni nell'epoca el lenistica, vedi in ultimo A. WICKENHAUSER, Die Traumgesichte des Neuen Testaments in religionsgeschichtlicher Licht, Pisciculi, 1 939, pp. 320 ss. Lascio da parte naturalmente la cresmologia ufficiale (Pizia, ecc.), su cui cfr. BoucHÉ-LECLERCQ, op. cit. , pp. 344 ss.; W.R. HALLIDAY, Greek Divination, 1 9 1 3, ecc. MANTEUFFEL, De opusculis, graecis Aegypti e papyris ... collectis, Varsavia, 1 930), n° 7, pp. 99 ss., RErrZENSTErN-SCHAEDER, Studien z. antiken Synkreti smus (Leipzig, 1 926), pp. 38 ss. È/;EcrTIJKÒ-rroç -rò:lv q�pevò:lv: fr. l , 1. 1 4- 1 5 . ,
9
lO Il 12 13
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La rivelazione di Ermete Trismegisto - L 'astrologia e le scienze occulte
divino1\ comincia a vaticinare. Il popolo si riunisce, si avverte il re, che convoca e interroga il profeta sempre in uno stato di estasi15• La risposta è così strana che il re si turba, fa venire i principali tra i sa cerdoti e un ierogrammata (qui, "segretario") per scrivere l'oracolo del vasaio (fr. 3). Segue allora questo stesso oracolo che annuncia la rovina e la ripresa dell'Egitto. A volte lo schema è più complesso. Il soggetto, caduto in estasi, si sente lasciare la terra, salire in cielo16, e là, egli sente una voce divina e il più delle volte gode di una visione. L'esempio classico è quello di Nechepso17• Durante un'estasi, il re astrologo si sente alzare (?) nell'aria, sente una voce dal cielo (Kai 11oi ttç èl;ftxTJcrEV oùpavoù poft), mentre gli appare una forma avvolta da un peplo scu ro che diffonde dell 'oscurità. Nel racconto di Tessalo, Asclepio forse allude a questa voce divina quando dice al medico: "Il re Nechepso, nonostante fosse uomo molto ragionevole e in possesso di qualsiasi potere magico, non ha tuttavia ricevuto da una voce divina nessuno dei segreti che tu vuoi apprendere"18• Il rapimento in cielo durante un 'estasi è uno degli aspetti del ge nere apocalittico: così Enoch ( 1 2, l ) viene "rapito" (ÈÀft!l' òpac:n::i outffiç 8ix811 · iòoù KtÀ..). Il profeta ascende nell'aria (nuvole, nebbia, corso degli astri, fulmini) a una porta di casa che attraversa; arriva a una seconda casa, la cui porta, di fuoco, è aperta: all'interno, un trono, e, sul trono, la Grande Gloria. Sente allora una voce che gli dice: "Vieni qui, Enoch, e ascolta la mia parola". Stessa associazione, ancora, di visione e voce. Cfr. supra, pp. 354 ss. L'immagine della porta che conduce alla corte celeste è una caratteristica fa m iliare in questa letteratura. Cfr. PGM , IV, 624 ss. Kaì OIJITI IÌVEQ>yuiaç tàç Mpaç Kaì tòv KOcrJlOV téi'lv 9Eéi'lv, /Sç Ècrnv Evtòç téi'lv 9uprov, éòcrtE ànò tfiç toù 9EOJlatoç i)òovi;ç Kaì tfiç xapàç tò 7tVEÙJlcl crou cruvtpÉXEtv Kaì àva�aivEtv e Ap. Gv. , IV, l ss. JlE'tà taùta elòov, Kaì ìòoù 9upa i) VEQ>YJlÉVll Ev téii oupavéii, Kaì i) q>ffivi) À.È'yffiv (cfr. 1 4, 1 9 tJÌV Àllvòv tòv JlÉyav, Xl, 4 ai Mo ÈÀ.aiat Kaì ai Mo ì..uxviat ai. . . Ècrtéi'ltEç, Xlii, 1 4 tYJlÉVTJ Ka'tÉVavn JlOU Kaì 6 olKoç J.tEiçwv 1:0U1:ou (scii. la casa precedente) Kaì 1\À.oç oiKoOOJlTJJlÉVoç tv yÀ.wcrcratç mJpòç . . . ( l 8) È6Ewpouv oè Kaì doov 6p6vov Ufl7tU9Eiaç A.terov Kaì Po•av&v), ma non ha conosciuto i tempi e i luoghi in cui le piante devono essere raccolte. Orbene, la crescita e il deperimento dei frutti di ogni stagione dipendono dall 'influsso degli astri". Così parla Asclepio al medico Tessalo nel corso della rivela zione che gli accorda4• Si vede subito quale conseguenza estrema mente importante deriva da questo principio. Il punto è che, di fatto e di diritto, la scienza non si distingue più dalla religione; l'eserci zio della devozione prende oramai il posto dello sforzo razionale; la conoscenza dei segreti divini è, davvero, un'illum inazione, questa conoscenza di un nuovo tipo che si è convenuto di chiamare gnosi per distinguerla dalla conoscenza puramente razionale, è in funzio ne diretta della devozione. Capovolgendo la sentenza di un antico, Bousset ha giustamente riassunto il fenomeno in questa formula: novit qui colit. 7) Questo è vero per l 'ermetismo filosofico. È anche la caratte ristica comune, per quanto diversi siano i logoi dei Corpus Her meticum. Ma questo carattere non è meno evidente nell'ermetismo occulto e, più in generale, nell'occultismo ellenistico. Ascoltiamo, sull'astrologia, il poeta Manilio (II, 1 1 3 ss. ):
4
CCAG., Vlll, 3,
p.
1 37. 1 5 ss.
Conclusione
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Chi potrebbe conoscere i l Cielo se i l Cielo stesso non avesse dato la scienza, chi potrebbe trovare Dio se non fossimo una parte della divi nità? L'enorme massa di questo globo che si estende all 'infinito, questi cori degli astri, questa volta fiammeggiante del mondo, e questa guerra che si fanno l'un l' altra le stelle, chi potrebbe discernerle e racchiudere questo spettacolo immenso nell'angusto volume del cuore, se la natura non avesse dato alle nostre menti occhi di una tale potenza, se non aves se essa stessa, rivolgendo a sé la nostra anima a essa affine, comandato una così grande opera, se, infine, non venisse dal Cielo ciò che ci chia ma al Cielo per una sacra conversazione con il Cielo?
È attraverso la preghiera e l'ascesi, specialmente con un digiuno di tre giorni, che il medico Tessalo si appresta a ricevere dal dio Asclepio la scienza botanica che si aspetta: perchè questo è un atto di religione, una unio mystica; è necessario che il discepolo sia puro per questo grande momento. Per quanto riguarda la magia, un semplice sguardo nella raccolta di Preisendanz è sufficiente per distinguere il ruolo rilevante che ha, in ogni ricetta, la "prepara zione": digiuno, astinenza dei piaceri carnali , preghiere, sacrifici, l'uno o l 'altro di questi elementi o tutti insieme sono cose abi tualmente richieste al mago se vuole riuscire nel!' operazione. Ma il testo più significativo è senza dubbio quello che leggiamo nel Computo Finale dell'alchimista Zosimo (supra, pp. 327-328). Non dimentichiamo che questo scritto non è originariamente un' opera di devozione. Zosimo non ha l ' intenzione di formare Teosebeia alla pietà, vuole insegnarle la dottrina alchemica delle tinture. Tut tavia, poiché è persuaso che la scienza dell'alchimia si acquisisce solo con un dono divino, che nulla può essere ottenuto senza un aiuto diretto ed efficace di Dio stesso, è del tutto naturale che egli ricorra a consigli di saggezza e di raccoglimento. Per conoscere i segreti del!' Arte, dobbiamo trovare D io; per trovare Dio, bisogna rientrare in se stessi, far tacere le passioni. Non cessiamo di agitar ci, di cercare fuori da noi ciò che, in verità, è in noi. Questo difetto viene dalla materia. Che l ' anima, dunque, si liberi dalla materia, si concentri nel profondo di sé, dove Dio è presente. È in ciò che risiede la perfezione (n:ÀEiwcrtç), così come la definisce Ermete nel Cratere: ricevere il battesimo del! 'Intelletto, poi, grazie a que sto Intelletto che riforma la nostra comprensione e ci munisce di nuove facoltà, partecipare alla gnosi. Allora, conoscendo se stessi, si conoscerà Dio e, conoscendo Dio, si conosceranno anche le più
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La rivelazione di Ermete Trismegisto - L 'astrologia e le scienze occulte
eccellenti tinture. Perché ogni sapere si riassume in questo unico sapere : chi comunica con Dio attinge alla sorgente stessa da cui scaturisce ogni verità. Questa è certamente la caratteristica più originale della lettera tura semi-scientifica e semi-religiosa che abbiamo analizzato in questo volume. Senza dubbio la pietà a cui conduce presenta forme molto diverse. Gli effluvi emanati dagli astri hanno potuto essere personificati in esseri demoniaci o almeno legati ai demoni, che dovevano allora essere riconciliati con riti sacrificali e formule di preghiera. Altre volte, al contrario, questi effluvi astrali erano con siderati emanazioni dirette del Dio Primo, e la pietà consisteva, in questo caso, ne li 'unirsi allo Spirito divino, nel fondersi in questa Vita senza lim iti immanente in tutti gli esseri, ovunque presente benché invisibile, presente ali' occhio dell 'anima quando si sono mortificate le passioni e ci si è raccolti nel profondo di se stessi. Uno di questi mezzi di pietà portava a una demonologia sempre più complessa in cui il mondo ellenizzato, nel suo declino, ritro vava di fatto le concezioni più prim itive e più selvagge del tempo del le sue origini. L'altro conduceva a una contemplazione del tutto pura e spirituale che, per certi tratti, doveva unirsi al cristianesimo. Non è impossibile che le stesse anime pagane avessero seguito di volta in volta queste due vie, che dopo essersi immerse nelle operazioni della magia più grossolana esse si siano poi perdute in slanci d'amore per il dio ipercosmico. Troviamo, ne li 'imperatore Giuliano, queste dissonanze. Ed è in ciò, in definitiva, che risiede l ' interesse principale dei no stri scritti: ci mettono in un contatto diretto con la realtà umana. Oggi si può avere solo un gusto mediocre per l'occultismo e la magia. Ma è veramente questa la questione? Si tratta di capire. Cerchiamo di immaginarci i sentimenti, le credenze, le ragioni per vivere e agire in quei tempi del l'Impero Romano in cui, apparentemente riuniti sotto uno stesso principe, soggetti alle stesse leggi, formati nelle stesse scuole, tutti parlanti greco o latino, gli uomini in verità si oppone vano gli uni agli altri con infiniti contrasti in ciò che toccava i l loro autentico profondo, in quelle regioni dell 'anima dove nascono i veri motivi di condotta. Più consideriamo la vita spirituale nell'Impero decadente, più la vediamo diversa. L'unità era solo in superficie: non aveva conquistato le anime, non vi era comunione.
Conclusione
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Ci s i è spesso domandati come l'impalcatura esteriormente così solida del mondo romano sia potuta crollare così rapidamente sotto i colpi dei Barbari. La profonda diversità di menti e d'anime mi sembra una delle cause più forti. Secondo un'immagine che allora si assaporava, la civiltà nell' impero era un arazzo. Ho perseguito lo scopo in questo libro di mostrame uno degli aspetti ancora meno conosciuti e che senza dubbio meritava di essere portato alla luce.
APPENDICI
APPENDICE I Zosimo, Computo Finale
tò 7tpÒl'tov �t�À.iov tfjç tEÀ.Eirtaiaç Ù7tOXJiç ZWcrtJlOU ®r]�aiou [Mlev �E�atoùtat ÒÀ.T)9!')ç �{�À.oç]. ZW01JlOç 8EOO'E�Eit;t xaipEtV.
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A oÀ.ov tò tfjç Aiy(Jmou �acriÀ.Etov, 00 yUVat, à1tÒ 'tWV OUo 'tOU'tWV ('tWV] 'tEXVWV Ècrnv, 'tWV 'tE KatptKWV KaÌ 'tWV UcrtKWV (KaÌ] 'lfclJlJlWV · JÌ yàp KaÀ.ou J.LévTJ 9Eia tÉXVTJ, toutÉcrnv i] OOYJla nKij, 7tEpi fìv àcrxoÀ.Oùvtat li7tavtEç oì çT)'tOÙV'tEç tà XEtpÒKJlT)'tU li7tavta KaÌ tàç nJ.Liaç téxvaç, tàç técrcrap6.ç q>T)Jlt OoKoùcri n 7tOtEiv, J.lÒVotç él;E069T) miç ÌEpEÙcrtv· i] yàp cpucrtKJÌ 'l'aJ.lJ.lOUpytKJÌ �aOlÀ.Éwv �v, &crtE Kaì l
Alch. Gr., 239 ss. A = Paris. 2327, fol. 25 1 v-255 r. Habet totum (Alch. Gr. , 239 ss.). M = Mare. 299, fol. 1 7 1 v- 1 72 r (quod ex imagine phototypica descripsi). Ha bet excerptum ex Olympiodoro (Alch. Gr. , 90. 1 4) oÀ.ov tò . . . liÀ.À.ouç 'Jouoaiouç. Al = Paris 2327, fol . I l i r (Afeh. Gr. , 209 . 1 0-20). Habet eiusdem excerpti partem oÀ.Ov tò . . . ÉnJloopoùvto y6.p. A 1 /3 titulum habet A Il 1 /2 �9ev . . . �i�À.oç secl. Scott 11 6 trov (secundum) seclusi Il 7 KatptKrov Ruelle: KUptKrov A Il 8 trov 'lfclJlllWV Ruelle: tov 'lfUJ.lJ.lOV A. - cpucrtKrov addidi Il 9 i]] iì A Il l O iì seclusi Il I l VOJ.locpuÀ.a/;tv uel iEpocpuÀ.a/;tv uel �t�À.wcpuÀ.a/;tv conici potest Il 1 2 o secl. Ruelle Il 1 4 XEipÒKJ.lT)ta] XEtpotJlJÌJ.lata A Il 1 5 ai J.lÉVtOt seclusi Il 5 J.lÉV �v] JllÌVTJ A.
MA' 5 �acrtÀ.Ei A1 Il 6 •exvrov mutwv A 1 Il 7 Ka9ÉO"tl')KE:\I A 1 - KatptKWV] KEptKÙ>V M flEptKrov A 1 Il 8 Kaì (MA') seclusi Il 8/9 KaÀ.oUJlÉVTJ M: ÒÀ.À.otOUJ.lÉVT) A' Il I O 7tEpÌ �ç A' Il I l XEtpOKJ.lT)'ta] XEtpOKJ.lJÌJ.la'ta M XEtpO'tJ.lJÌJ.lata A' Il 1 2 nJ.liaç om. A' Il 1 3 ciì add. Ruelle (209. 1 4).
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La rivelazione di Ermete Trismegisto - L 'astrologia e le scienze occulte A pacnUrov, rocrn: KUÌ Èà.v OU!l Pft � ÈK q>rovii>v y&VO!lÉVTlV ÈP!l"JVEU!l�vat ÈK -rii>v OTTJÀ.ii>V ecrxov xpoy6vrov KÀ.TJpOVO!llclV, EX(J)V KUÌ ÌOOOV TIJV yviii (JlV TCÌ>V TOt01JT(J)V ÙKWÀ.UTOV OÙK È1tOlEt , ÈTtllropEÌLO y6:p · OOV � Ù7tÒ 7tpoy6vrov ÉKÀ.TJpOVO!lTJOEV, KUÌ EX(J)V KUÌ ÌOOOV TIJV yYÙlcrtV UÙTCÌ>V [TIJVl ÙKWÀmov OÙK ÈnoiEt, Én!lropEÌ TO y6:p· fficrnEp OÌ Tf:XVÌTUl OÌ ÉmcrTU!l&\101 PncrWKOV nJ1tTEtV VO!llv Aiyux-rirov o i TEXVìv Kaì àPXtmpan'Jyouç, KUÌ noìJ.� ropavviç �v �ç ÈljiTJcrEroç· VÒ!loç yà.p �v Aiyux -riotç llTJOÈ Èyyp6:q>roç uù-rci nva ÉKOt06vat. ·
2 nvÈç OÙV !lÉ!lq>OVTut 8TJ!l0Kptv ouo v, àìJ.6: !lÒvrov -rii>v À.EyO!lÈVrov ri!ltrov, !lclTTJV oè aù-roùç llÉ!lq>OVTat· où yà.p t'JouvaVTo q>iì..ot ovv PamUrov Aiyl)mou KUÌ TÙ 7tproTEÌU ÈV 7tpoç JÌOUVUVTO 6:vmpav0òv llU!h'J!laTa Ka-rà -rii>v pamUrov OTJ!locrlçt ÈK!lécr!lat Kaì ooùvut liìJ.otç xì..ou-rou rupavvi8a;
A MA' iEpEÌ croq>{fl A 1 Il 2 ÈPilTJVEÙcrut l crullPft Ruelle: cruvwtì A I l 2 Y&VO!lÉVTl A. - ÈP!lTJVEU!l�vatl -ràl ÈP!lTJVEUcraVTa MA 1 • - -rà M ÈP!lTJVEUTJTut A. � addidi Il 3 aç (mìç A') seclusi Il 3 a addidi I l 3/5 addidi. - Ecrxovl EXEtv A II 5 àKwÀuwvl hlTJpov611TJcrav Kaì Ecrxov, Kaì iowv ÙKroÀu-rrov A 11 6 OÙOEiç addidi 11 7 yà.p TUUTTJç TIJV ÙKOÀ.oU!J[av TÒ OUVETÒV OÙK addidi I l 1 2 àKoJ..ucriaç A Il 1 7 xoJ..ù , È1toietA1 11 5 n'Jv seclusi 11 6 yàp addidi I l rupa� ç A Il 2 1 eyypciq>roç 8/9 ÈXEÌ TI!lropoùVTat M: ÉnllropoùVTo ou-rm A', qui cum iis uerbis desinit I l Diels (A. T. 2, 1 50, 4 ). l 7 noÀ.À.t'Jv rupuvvi11v M. -
22 wç lllÌ om. A Il 22/23 llVTJ!lOVEUV TOUT(J)V Tf:i...'VCÌ>V A. - àMà !lOV(J)V om. A Il 23/24 n OÈ aù-roìç llÉ!liÀ.ol OVTEç M: llÉ!lq>OVLEç A 11 2 5 ÈV xpoq>TJnKft aùxoùVLEç M: ÈV xpoq>TJria KaUXii>VLEç A. - liMou; ante 6:vaq>av0òv add. A 11 26 èK!ltcr!lut M: ÈV!lUilTJcracr!lut A(ÉK!lTJvUcracr!lut Ruelle).
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Zosimo, Computo Finale
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oun: EÌ �8Uvavt0 èSE8i8ouv, Èq>86vouv yap· flÒVoiç ÙÈ 'Iou&xiotç {é,òv �v MSpa tUÙTU 1tOlEÌV KUÌ ypclq>ElV KUÌ ÉKllWÒVUt. ÙflÈÀ.El yoùv EÒptcrKOflEV 8EÒq>tÀ.oV tòv 8wyévouç ypàljlavtU OÀ.O. tà Ti'jç xropoypaq>iaç XPUiav, Kaì illouç 'Iou8aiouç. 3 iJ).)J:J. KatptKàç OUtE 'lou8airov OUtE 'EUl'Jvrov oÙÒEÌç èSéòroKÉV note· Kaì aùtàç yàp év toiç Ka8' Éamoùç XPTJf.lcltrov < . . . > KatEtiSevto, ciBroÀOtç napa86vteç tTJpEiv· Kai ye �v lj/UflflOUpyiav noì.ù 8taq>Époucrav téòv KatptKÒlV où naw n èq>86VTjcrav 8tà tò �v ttxvrlv aù�v èSciyEtv Kaì tòv èmxetpoùvta ànoKÒÀ.O.crtov yivecrSm - Ei yàp òpucrcrrov Kataq>ropoç yivEtat ànò téòv tTJpouvtrov tà Efl1tÒpta Ti'jç nòÀ.Eroç 8tà tà l3amÀtKà tÉÀ.T], < . . . > - ÌÌ tumKÒlV 13aq>éòv 'Im&OJX!> oo8Eicra· àM' OtE eq>BoviJSTjcrav ànò tiav Aìyi>ntou, tva Kèlv nç tOÀ.f.ll'Jcraç èn$fjvm téòv flUXÒlV toù crKÒtouç, 1tE1tÀ.TJflf.IEÀ.TJflÉVWV téòv É1ti.À.i>crEWV, IllÌ EiJpn ÈmÀ.Ucracr8at tÒV xapaKtfjpa flEtÙ tOOa\JtTjv tÒÀ.flT]V KUÌ KclflUtov· oi oùv 'lou8aim aùtoùç fllflTJcravreç flEtÙ tijç aùtéòv flUTJcrEroç Kai napaKEÀ.EÒovtm év taiç
Habet M ome . . . 'Iou&xiouç 14. l oUtE EÌ M: où8ÈV A. - �ro 8iòouv A. - èSòv �v M: èSt8ooav A 11 2 èK8t86vat M: napa8tò6vat A. - étflÉÀ.El M: Kliv flÉÀ.TJ A Il 3 Ti'jç xropoypaq>iaç XPUcrropuxEio. M: tijç XElpoypaq>iaç KUtopixEl A Il 4 �v KUfllVoypaq>iav M: $ xropoypaq>iav A. Cum verbo 'lou&xiouç desinit Olympiodori excerptum M Il 5 tàç addidi. - KUptKàç A, corr. Ruelle 11 6 m8' Éaméòv XPWfllitrov KatertSevto A. - Lacunam statui. Num STjcraupoiç? Cfr. § 5, et supra, p. 323, n. 274 11 7 8taq>Époucra A Il 8 KUptKéòv A, corr. Ruelle. - eglyT]v A, COIT. Ruelle 11 9 IllÌ addidi. - Kataq>opoç A II I o ànò téòv Berthelot: ilmòlvA ll l l lacunam statui. - taiç 8È KatptKaiç A II 1 2 8tò Kai] OnÉ1tEÌ Kai A II 13 ìlìEiv seclusi - èK8iòovtai A 11 1 4 tclé,El add Ruelle. - ÉVT]é,clf.lEVOV A, corr. Ruelle. - Post mt' aùtéòv sequitur dissertarlo ualde obscura de Democrito (§ 34), quam hic omitto: textum resumo inde ab Alch Gr., 242. 1 0 11 1 5 na8À.Epòv A, corr. Ruelle 11 1 6 ì..èyrov A, corr. Ruelle 11 1 8 OOtflÒVrov addidi 11 1 9 Kaì add Ruelle 11 20 aùtoiç A, corr. Ruelle Il 22 flOtxoiç A, corr. Ruelle Il 24 toÀ.fliJcraç: de participio pro modo finito, cfr. supra, p. 249, n. 1 29 - flOlXÒlV A, corr Ruelle. - 1tÀ.TJflf.IEÀ.TJflÉVWV A, correxi Il 25 EtipEt A, corr. Ruelle 11 26 Ka8ètoiç conieci, cfr. tò Ka8erov ("turnba"), Mon. Asiae Min. Antiqua, VI, p. 335, n° 3 1 5: Kata8Étotç A 11 27 napa8cbcravteçA, cfr. toÀ.fliJcraç (l. 24). .
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Otaef)Katç airriòv· 'f.àv �fliòV wpnç mùç 9rjcraupoùç, xapiOE 'tÒV XJ)Ucròv 1:0ìç f.9ÉÀoUcrtV f.auroùç lj)OVEÙEtV KaÌ txEpÌ Tijçt riòv xapa�pwv EÙpT]KWç, rà oÀ.a XPitflara f.v ÒÀ.iy(fl cruvaçEtç· rà M XPitflara flOVov À.a�oov, f.auròv q>O vcicrEiç ÈK roù q>96vou riòv Kpawuvnov �mÀ.Émv, où flÒVov ailriòv, à)..)..ò. Kaì mivrmv àv9pooxmv'. 6 ouo oùv YÉVrJ dcrìv KatptKiòv, f:v riòv ò9mviòv ÈKOE oooKamv Ol Ka'tà 't07tOV �q>Opot roiç ÈaUtii:JV lEpEÙcrt· 'tOÙLOU Sovoùvrat OÈ àxò riòv XEpiyEtmv · f.xàv M Ltç flUT]9Eìç ÈKOtcOKEt aùwuç, cEÙI;,ELUt 'tOÙ STJ'tOUflÉVOU. 7 oi oÙv �q>Opot ÈKOtffiKOflEVOt XOTE xapà riòv 'tO'tE flEyciÀ.WV àv9pcilxrov cruVE �UÀ.EÙcravro àvri �fliòV riòv q>UcrtKiòv àvnxot�cracr9at, iva fllÌ otcilKrovrat xapà riòv àv9pooxmv, à)..)..ò. À.navcirovrat Kaì xapaKaÀ.iòvrat, oiKoVOfliòVLat oç oç) e sulle porte. Imparai a conoscere ognuna di queste cose. E (òé) conobbi anche le membra (del corpo) (!lÉÀoç) che compio no un i mprovviso movimento convulso (Ka'tà . . . ÈVÉpyEtav), i nervi che si ritraggono provocando pruriti, e gli altri che si incastrano l 'un l'altro; (conobbi) l'arte di piazzare trappole (�6/..oç) per le parole, i numeri (àpi8116ç) che si ottengono con le dita quando le lanciamo in avanti e anche i numeri che (55 vo. 2) scappano improvvisamente (èç�mva) dalle labbra degli uomini. Creai delle cose con le mie parole e constatai che erano reali. E (òé) i mparai a riconoscere (voÉw) come (ffiç) inesistenti nella realtà delle malattie provocate (?); dei giuramenti che sentiamo, così come quelli che non sentiamo; un accordo (OU!lq>wvia), nonché una dispu ta; una lotta che si presenta come una pace (dpiJvTJ). Niente mi restò nascosto di ciò che esiste sulla terra e nell 'a ria ( àiJp ), nel mare (9aì..acrcra) e nel mondo sotterraneo; nessuna cosa (che appare durante) una manifestazione ( q>av'tacria), (56 ro. l) che sia (E'l'tE) un fenomeno percepibile dall' intelligenza o (E'l'tE) una cosa visibile ai sensi (?) (6\j!tç?); che sia (E'l'tE) un' impostura o (E'l'tE) una pratica di idolatria (Eiòwì..o v); che sia (E'l'tE) un'opera d'arte o (E'l'tE) di meccanica (!lTJXUVtK6v), o (E'l'tE) qualsiasi (altra) cosa difficile da riconoscere, come le meno i mportanti (èì..axtcr'toç) delle malattie che le vecchie donne provocano per malignità. Mi sono interessato a tutto ciò. Andai ancora a Memphis e a Eliopoli [ . . . ] (56 ro. 2). Visitai (-nEipa) i loro oscuri sotterranei dove i demoni (òat!l6vtov) dell' aria (àiJp) fanno le loro riunioni con i demoni che dimorano sulla terra; (imparai a conoscere) come (KaTa) inducono gli uomini in tentazio ne e quali sono le stelle di cui i demoni si compiacciono (iJMvw), se cadono lì; quali sono le leggi (v611oç) che essi proclamano e con quale modo, essi stessi, vi si sottraggono; e come gli spiriti (nvEÙ!la) combattono con i demoni.
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E imparai a conoscere quanti erano gli Arconti (lipxcov) delle (56 vo. l) tenebre e i rapporti (Kotvcovia) che essi hanno con le anime
('l'UXTJ) e i corpi (cr&f.!a) privi di ragione (liì.oyov) fino ai pesci (com presi); e (conobbi) qual è l'opera compiuta da loro (gli Arconti): l 'uno provocando (ÈvEpyéco) la fuga di un uomo; un altro agendo (ÈvEpyéco) sul l 'intelligenza perché l 'uomo si dia a lui; un altro agen do (ÈVEpyéco) sulla (sua) memoria; un altro ispirando(gli) (Èvepyéco) il terrore; un altro (procedendo) con astuti trucchi; un altro con la sorpresa (Òpf.liJ); un altro (56 vo. 2) (causando) l'oblio; un altro che agisce (ÈVEpyÉco) sulla massa perchè si ribelli (cr"tacrtç); e molti altri fenomeni che si producono nello stesso modo. Imparai a conoscere il terremoto, l'acqua piovana di questi luo ghi, una terra che sta per produrre e un mare (8aì.acrcra) coperto di onde, senza l'azione (Èvepyéco) di una manifestazione (.USANIA
III, 1 6, 7 (1, 704.8 H.-BI.) ....... 58n.
1 05
PLATONE
Crat., 298 d-e ...........................93n. . ......
.
...........
29
..
407 e ss . . .. . 93 408 c-d ...........................94 Critias 1 1 9 c-d ......................... 270n. Leggi, X, 888 a ........................ 408 Fedro, 267 c .......... ......... ......... .408 274 c-275 b .................. 9 l n File bo, 15 a .............................. 408 1 8 b-d........................... 9 1 n. 66 c .............................. 40 1n. Soph., 237 a ............................ .408 Theaet., 1 5 1 e.......................... .408 Tim., 2 1 e ss . ............................ 45 22 b ................................ .45 44 a................................. .402n. .
MARCO AURELIO
IV, 3, 1 9
III, 24-26 .................................. 3 14n. 221
50, 89
M ANETONE
A.p. Sincello, 72. 1 6 Dindorf.. ... 97n.
0R-KOLI SIBILL!Nl
59
15 15 1 69
1 73
[Platone] ..lx.,
371 a ss . ............................ 372n. 4 1 22
Epin., 987 d 9-988 a 5 ............. 25n.
OR--\COLI DI CLARO
Buresch, Klaros, n° IV, p. 48 ... 3 1 n. n° v, p. 55 ..... 28n. 32n.
41 31, 43
PLINIO I L VECCHIO
.\'.H., Il, 1 8 ............................... 30n. V, 1 7 ........ .............. ......... 50n. VIII, 59 ........................... 233
36 71
47 1
Indici Xl, 242 ........................... 5 1 XXIV, 1 5 1 - 159 ............... 1 67n. XXIV, 156 ...................... 1 67n. XXIV, 1 67 ...................... 233 XXV, 13 ........... .............. 1 67n. XXX, 9 .......................... . 1 67n. XXVIII, 1 1 2 ................... 236 XXXVII, 1 97 ................. 26l n. XXXVII, 20, 2 (Littré) .. 34l n.
PROCLO
180 1 80 1 80 181
,
. . . . . . .
Hypot., 5, l O .. . . . . . . . ........ . ...26n. 25 in Crat., p. 69.4 Pasquali .........325n. 286 in Remp., Il, p. 154.5 Kroll ....... l 63n. 170 in Tim., 3 l c ............ ................. .42n. 40 1t. T. if:p. T . . 1 63-166 ..........
26 23
................
.....
Scholia Platonica AdA/cib., 122 a (l 00 Greene) ... 5 l n.
75
PLOTINO SENECA
Enn., II, 3 ................................. 1 1 7n. 5 9, l, 1 2 55 84 9, 6, l 55 84 9, 1 4, 14 55 .. ........ . 84 9, 14, 37 55 84 III, l , 3 ............................ 1 1 7n. l , 5-6 ........................ 1 1 7n. 3, 6-8 ........................ 1 1 7n. 4, 6, 1 2 ........... ........... 359n. IV, 4, 6-8 ......................... 1 1 7n. 4, 25-26 ........... .......... 1 1 7n. 4, 30-45 .................... . 1 1 7n. ...•... ............
de benef, IV, 7 ......................... 94n. 35 Epist., 90, 33 ............................ 26 l n. 26
.. ...............•... .
...
..
................•
SENOFONTE
3 5 5 72 5 5 5
.\.fem., I , l , 9 ............................27n.
26
SESTO EMPIRICO
Adv. astro/., V, 3 1 ..................... 305n. 1 80 Adv. phys., I, 7 1 -74 .................. 356n. 60 Stoicorum Veterum Fragmento
PLliTARCO ..
De def orac., 2 1 , p. 421 F ..... 66n. Defacie, 26, p. 942 C. . .. . 372n. Defortuna, p. 98 C .......... 3 1 8n. fs. Os., 2, p. 351 E ................... 53n.
5 42 243 82 33 ..... .......................... 256n. 6 52 ............................... 67n. 1 1 61 .............................. . ! Oln. 69 Quaest. Conv. , II, 7, p. 641 B .. 236 QuaesL rom. et gr., 12, p. 293 C . .57n. 103 .......
.
.
........
.
Il, 306. 7 Amim ....................... 94n. 3 1 6. 25 ................................ 94n. III, 235 . 1 94n. .......... ........................
STRABONE .... .
XVI, 38, p. l 062. 26 ss. M . 54n. 39, p. I063. 15 ss . ....... 54n. 9 1 , XVI I , I, 46, p. 1 1 38.30 ss .........78n. ! O in. I, 46, p. 1 1 39.6 ............... 78n.
PoRFIRJO
IV, 6-8 ........... ........... .46-49 8 ....................... 97n. 1 6 ....................... 5 ! De antro n., 5 ............... ............ 5 1 Jsagoge, c. 44 ............... ............ 156n. c. 45 . . ..... ......... .... ..... 1 59n 305n. c. 47 ............................. 169n. c. 48 ............................. 207n. V Plot., 1 6 ...... .................... 63, 308n. V Pyth., 6 ........ ........................ .43 ap. Procl., in Tim., l, 208.16 D ..... 39n. .
.
90 55 59, 68 59
TEOFRASTO
De abst., Il, 37 ......................... 3 l l n. 2 1 1
.
35 36 37
.
54
1t.
ÒcrllÒ>V, c. 13 (III, p. 91 Wimmer) 4 1 5n. 3
Teosofia di Tubinga 142 151, 1 80 194 325 1 89
P. 1 83. 7 Erbse ........................ .401 TERTULLIANO
Ad. Mare., l, 1 3 ........................ 39n. 9 Adv. Valentin., 1 5 ..................... I O!n. 74 De anima, 2 .... ... . ... ... . . . . . . ! 0 l n. 73 .
lO
.
.
.
..
..
.
.
28 .......................... 1 0 1
472
La rivelazione di Ermete Trismegisto - L 'astrologia e le scienze occulte
33 .......................... I O! n. 72 2 67 40 .............. 300n. 1 60 de corona 7 (c. 2 1 1 ) ................. 243n. 9 1
2 1 , 20-2 1 (p. 49. 14 ss. Boll-Boer) 373n. 47
Apolog., 42, 1 ... ........................65n. De praescr. haer., 7, 9 ..............88n.
TOLOI\.IEO
Syntax., VII 5-VIII 1 .. .............. 200n. 3 1 O ap. Anth. Pal., IX, 577 ............. 370 Tetrab., l, 9 ............................... 22 1 n. 347
V ARRONE
Ap. Agostino, Civ. Dei, VII, 1 4 ............. 94n. XVIII, 3 e 8 ..... 97n.
38 52
VITRUVIO IX, 6, 3 ..................................... 1 3 1n. 49
(2) (NSCRIPTIONES
Bull. Corr. Hell , 1 894, .
7 1 6. 1 ........................................ 96n. 15 IO 12 15
pp. 1 49- 1 5 1 .. 68n. 1 5 1 - 1 52 ........ 67n. 1 52 ................ 67n. 1 54- 1 57 ........68n. .
DIITENBERGER, OG/ ............................. 19 90. II, 1 9, 26 ............................. 92n. 90. 1 9 ........................................96n. 43 l 00.2 ........................................ 323n. 272 1 30.9 ........................................93n. 25 131 93n. 25, 96n. 4 1 1 76.5 ........................................96n. 42 1 78.3 ........................................ 96n. 42 202, 204, 206 ........................... 96n. 4 1 208 ...........................................93n. 26, 96n. 41 660.2 ........................................ 322n. 270 . . . . ........ ...............................
46
DIITENBERGER, Syl/oge1 669 ........................................... 356n. 62 8 1 4.8 ........................................ 296n. ! 52
Harvard Theological Review, XXVII ( 1 934), 1 00- 1 02 ....................... 70 Inscriptions de Délos, 21 05 .....364n. 8 M-\NIDJFFEL, de opusc. gr. Aegwti...
collectis,
1 98 ................................ 68n. 1 5, 68-70
.\Jon. .-l.siae .1/inoris Antiqua, VI, 335, n° 3 1 5 ...... ......................... 325n. 28 1
Rev. Ét. Gr. , 1 894, 284-29 1 ..... 68-70 29 1 -292 ..... 67n.
12
(3) PAPYRI P
Ho/m. a l-20 ....................................... 267n. 44 a 1 3 (p. 3) .................................260n. 25 o 25-26 (p. 8) ............ ............... 258n.
14
o 4 1 -42 (p. 8) ...........................258n. 1 4 E l -2 (p. 9) ................................ 258n. 1 4 17 Ka l (p. 32)...............................260n. 23 ICij/ 26-27 (p. 36) ....................... 258n. 14 K'O 1 9 (p. 37) .............................260n. 23
� 2 8 (p. 28) ..............................259n.
P
Leid. X 3, IO ......................................... 258n. 6, 25 ......................................... 258n. 8 , 1 7 ......................................... 258n. I O, 9 ......................................... 259n. I l , 25-26 ..................................258n. I l , 4 1 ........................................ 258n. 1 2, l .........................................258n.
14 14 14 17 14 14 14
P
24
Lond. III, p . 163, 5 ............... 92n.
Indici
473
p Oxyrh.
68, 3-5 .................................. 96n. 76, 1 . 1 2 ss . ...........................300n. 77, 9 ..................................... 96n. 85, I l ...................................96n. 86, 8 .....................................96n. 87 48n ..................................64 92, 5, 7 ..................................... 96n. 93 96n . .............................. .4 1 1 02, 3-4 .............................. 96n. 1 09, 6 ..................................96n. 1 1 6 ...................................... 68n. 1 2 1 ...................................... 96n. 122 ...................................... 96n.
Il, 235 ....................................... 122n. 19 IV, 804... ...... ........... :................. 1 22n. 1 9 Xl, 13 80, col. v, 1 03 ................ 28n. 28 1 38 1 .................... ...............73n. 43 P
Salt (= CCAG. VIII, 4, p. 95)
1 30
PSI., X, 3 1 62 .... ........................ 300n. 1 60 MANlEuFFa, de opu.sc. gr. Aegypti... collectis 86 ss . ........................................ 73-76 99 ss . ............................ ............ 365n. 1 2 1 06, fr. 3 ................................... 373n. 43 1 1 2- 1 1 6 ...... .............................. 76-77 WILCKEN, Chrestomathie n° 1 5 .................... ..................... 92n.
41 1 60 41 41 41 41 41 44 14 41 41
WILCKEN, L'PZ., t. I no 77, col. II, 1 1 .22-3 1 .............72 78, 1 1 .22-24 ........................72 8 1 ....................................... 76-77
23
lA AslROLOGIA
CCAG. ·
..........................................
I, 39 1 36n. 67 8 ! -82 ..................................... 1 94n. 295 82.8 ....................................... 1 33n. 6 1 82.33 ss . ................................ 1 94- 1 95 84. 14 ..................................... 1 3 l n. 53 128.3- 1 2 ........................ 1 35n. 67 (n° 3) 1 54. 1 7 ................................... 1 33n. 6 1 III, 9 ......................................... 1 36n. 67 IV, pp. 39-46 ............. ............... 223n. 5 8 1 . 1 ss ......................... ........ l 33n. 58 8 1 . 1-2 ................................. I OOn. 67 1 2 1 - 122 .............................. 380 !24 ....... ...... ......................... 1 3 1n. 46 134- 1 36 .............................. 1 78n. 23 1 135 ...................................... 1 8 1 146 ..... ................................. 307n. 1 85 154 ........ .............................. 1 3 l n. 46 V, l , 3-4.................................... 223n. 8 42 ................................... . 1 36n. 67 43 .................................... 1 36n. 67 75 ....... ............................. 1 32n. 57 85 ss . . .................. ............. 1 33n. 62 98.8, l O .. ............. . . . 1 34n. 63 ! 00.7 ................................ 1 34n. 63 1 00. 1 4- 1 0 1 . 1 5 ................. 1 34n. 63 .
........
.
102. 1 0 .............................. 1 35n. 64 1 02. 1 0- 1 1 ......................... 1 34n. 65, 1 35n. 67 (n° 20) 1 02. 13 .............................. 1 34n. 66 1 40 ................................... 388n. 1 1 6 142-1 44 ............................ 1 3 1 n. 5 1 144 ss . .............................. l 94n. 294 146.35 .............................. 1 94n. 294 149.27 .............................. 1 3 l n. 52 1 88.23 .............................. 1 3 ln. 47, 1 32n. 56 1 94 ss . .............................. l 22n. 1 7 1 94-226 ............................ 1 48n. 1 09 204. 1 7 ss . ......................... l 22n. 17, 1 3 l n. 46 209.2 ................................ 1 32n. 55 3, 58 .................................... ! 39n. 82 63 .. I OOn. 67, ! 33n. 58, 1 40n. 87, 1 94n. 295 76-78 ................................ 381 4, 1 66- 1 67 ............................ 1 56n. 1 42 177 ....... ............................ 1 33n. 6 1 2 1 6.24-2 1 7.4 ................... 1 56n. 142 VI, 39 ....................................... 1 36n. 67 56, f. 294 ............................380 73 ...................................... 1 70n. 198, 1 72n. 205 ....
474
La rivelazione di Ermete Trismegisto - L 'astrologia e le scienze occulte
74 ............................................. 1 70n. 199, 1 72n. 205 79 ...................................... 1 36n. 67, 1 39n. 8 1 83. 1 6-84.20................. ....... 1 78n. 23 1 VII, 59, f. !57 .......................... 373n. 45, 379n. 76 87 .................................... 388n. I l i 1 29- 1 5 1 ............................ 99n. 60 1 60 .................................... 381 1 63 - 1 67 ............................244n. 94 1 6 1 .2 55....... ...................... 38ln. 80 1 67- 1 7 1 ............................ 1 38- 1 39 1 75 55 ................................ 395 1 86- 1 90 ............................ 381 226 55 ......... ....................... 137 232-233 ............................ 174- 1 75 233-236 ............................ 1 78n. 232 246 .................................... 30l n. 1 66 VIII, l, 20-63 ........................... 224n. I l 26, f. 32 ... .................... 380-38 1 27 ............................... 1 72n. 205 1 39 .............................. 1 35n. 67 (n° 12), 1 75- 1 76 1 72- 1 77 ....................... 135n. 67 (n° 4 ), 1 39n. 79 1 87- 1 93 ....................... 13 1n. 50, 1 87n. 282, 1 88- 1 90, 1 90- 1 93 1 90.3 1 ......................... 1 3 1 n. 50 265.8 ........................... 1 20n. 1 5 2, 87. 1 -2 ......................... 99n. 6 1 1 43- 1 65 ........ 327n. 296, 393-395 159.8 .......................... 1 77n. 229 1 59- 1 62 ...................... 1 76- 1 77 1 62. 19-165.24 ............... 184n. 264, 1 84- 1 85 1 63.3 1 - 1 64.8 .............. 1 85n. 270 1 65.6-22 ..................... 1 85n. 271 167.3 55 . ..................... 252-253, 373n. 48 1 67- 1 7 1 ............................. 1 87n. 282, 1 88- 1 90, 1 90- 1 9 1 3 , 32-43 .......................... 224n. 22 92.8 ............................. 296n. 1 52 93.8-9 ......................... 1 30n. 4 1 I O I . l 6 55. ................... 1 33n. 60 1 20 55 . ........................ 387-388 1 26- 1 27. 1 0 ................. 382 1 27. 1 1 - 1 28 ................ .382 134 55 . . ....................... 77-80 1 35. 1 7 ........................ 398n. ! 55
1 35.29-30 ................... 364n. 6 1 36.27 ........................ 37ln. 35 1 37. 1 4 55. ................... 366n. 18, 416 1 39 55. ................ 135n. 67 (n° 1 2) 1 39. 1 -8 ....................... 1 75 139.8-1 3 ..................... 175n. 2 1 7 1 39. 14- 1 4 1 .9 .............. 1 76n. 222 1 39. 1 4- 1 5 1 . 1 5 ........... . 1 76n. 2 1 8 1 53. 1 - 1 59. 1 8 .............. 1 35n. 67 (n° 1 4), 1 82n. 252, 1 8 1 - 1 84 1 59. 1 9- 1 65 . 1 0 ............ 1 78n. 232 1 59.20 55. ................... 1 79- 1 80 1 90.20 ........................ 1 33n. 59 4, 7-8 .............................. 224n. 23 1 9 154n . ............ 1 27, 224n. 1 7 65-68 .......................... 224n. 1 8 80 224n . ..................... 2 1 95 1 30n . .................... .45 l 05. 1 -9 ....................... 244n. 94, 270n. 55 l 05.4 .......................... 373n. 44 1 1 7 .............................. 1 40n. 84 1 26 55 . ........................ 1 33n. 60 1 27- 1 74 ...................... 1 35n. 67 (n° 1 3), 140 1 70.............................. 1 7 ln. 200 1 74- 1 82 ...................... 1 48n. 1 09 252. 1 4 55. ................... 325n. 286 258. 1 8-259.29 ............... 174n. 209, 1 76n. 2 1 8 259.30-260.29 ............ 18ln. 251, 1 8 1 -1 84 X, 8-9 ....................................... 223n. l O 1 22 ....................................... 389n. 1 1 7 Xl, l , 3-28 ................................ 223n. l 38-4 1 .............................. 223n. 3 2, 1 39- 142 ..........................390-393 1 52. 1 5 55 . ....................... 380 1 63.23 ............................ 380-381 1 64- 1 66.......................... 1 87n. 283 XII, 1 1 7- 1 19... .......................... 1 88n. 288 1 26- 1 35 ............................ 1 77n. 230 208, f. 78 ..........................389n. 1 1 9 (APOLLONIO DI TIANA] NAu, Patr. Syr., l, 2, pp. 1 363 55. 395n. 1 44
Indici
475 44 .......................................379n. 75
ERMETE TRISMEGISTO
Liber Hermetis = GUNDEL, Abh. Bay. Ak., 1 936 ............. 1 4 1 - 1 5 1 , 1 57- 159 Libro Sacro ad Asclepio RUELLE, Rev. Phil., XXX1l, 147 ss... 135n. 67 (n° I l ), =
1 57n. 143, 162n. 67, 169-1 74, 390
Iatromathematica Hermetis IDELER, Phys. et med. minores, l, 387-396 .......................... 135n. 67 (n° 6), =
1 59-1 60, 1 62n. 168 KataKÀ.i