La lingua latina. Fondamenti di morfologia e sintassi. Con esercizi [First ed.]


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Italian Pages 267 [140] Year 2009

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La lingua latina. Fondamenti di morfologia e sintassi. Con esercizi [First ed.]

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Marco Fucecchì :C.LucaGraverùi.i

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FondanientÌ di ;morfo!qg1~ . . e.s(ntass1.

Con esercizi

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Introduzione ISBN 978-88-00-2062!-I

Abbreviazioni

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi. Leditore porrà concedere a pagamento l'autorizzazione a riprodurre a mezzo fotocopie una porzione non superiore a un decimo del presente volunie. Le richieste di riproduzione vanno inoltrate all'Associazione lraliana per i Diritti di Riproduzione delle Opere dell'ingegno (A.IDRO), via delle Erbe 2, 20121 Milano, telefono e fax02/8o9506.

Realizzazione editoriale CoordinamentoredazionaleAlessandro Mongatti RedazioneAlessandro Mongarri Impaginazione Cinzia Barchielli ProgettograficoWalter Sardonini/SocialDesign SrI, Firenze

Esercizi Lezione 2 A) Desinenze, casi e declinazioni B) La prima declinazione C) Indicativo presente e infinito presente D) Preposizioni e complementi

Prima edizione Giugno 2009 Ristampa

5 4

3

2

I

Esercizi

2009

2010

20II

2012

2013

La realizzazionedi un libro comporta per l'Autore e la redazione un attento lavoro di revisione e controllo sulle informazioni contenure nel testo, sull'iconografia e sul rapporto che intercorre tra testo e immagine. Nonostante il cos-canteperfezionamento delle procedure di controllo, sappiamo che è quasi impossibile pubblicare un libro del tutto privo di errori o refusi. Per quesra ragione ringraziamo fin d'ora i lettori che li vorranno indicare alla Casa Editrice. Le Monnier Università

Mondadori Education Viale Manfredo Fanti, 51/53

Lezione 1 Alfabeto, pronuncia, accento

~ 50137

Firenze

Tel. 055. 50.83.223 Fax 055.50.83-2-40 www.lernonnier.it Mail [email protected] Nell'eventualità che passi antologici, citazioni o illustrazioni di competenza altrui siano riprodQtti in questo volume, l'editore è a disposizione degli aventi diritto che non si sono pntutl reperire. Leditore porrà inoltre rimedio, in caso di cortese segnalazione, a eventuali non voluri errori e/o omissioni nei riferimenti relativi.

A.T.l. - Arte 1ipolicografica Italiana S.pA, Pomezia (Roma) Stampato in Italia, Printed in lcaly - Giugno 2009

Lezione3 A) La seconda declinazione B) Gli aggettivi della prima classe C) l:aggettivo sostantivato D) La formazione dell'avverbio (1)

Esercizi Lezione 4 A) Altre forme verbali derivate dal presenre B) La concordanza tta soggetto e predicato verbale/nominale C) Le congiunzioni

Esercizi

IX XIII

l

I

6

7 7 IO

II

13 16

19 19 21

23 24 25 28 28 30 31

33

Lezione 5 37 A) Il perfetto e i tempi derivati 37 B) Il presente stori_coe il perfetro gnomico. Tempi principali e tempi storici 42 C) Le proposizioni temporali e causali con l'indicativo 43 D) Uso dei tempi dell'indicativo: la legge dell'anteriorità 44 Scheda:Perfetto, paradigmi e uso del vocabolario 45 Esercizi +S

v7

Indice

Lezione 6

A)

La terza declinazione Scheda:La terza declinazione e l'uso del vocabolario

B)

Il dativo di possesso

Esercizi Lezione 7 A) Gli aggettivi della seconda classe B) La formazione del!'avverbio (2) C) Determinazioni di tempo Esercizi

Indice

51 51 54 56 58 62

Lezione 12

A)

Il congiuntivo; le proposizioni interrogative indirette

B)

La consecutiotemporum

C)

Cum con il congiuntivo Esercizi

. Lezione

62

A)

65 65 68

B) C) D)

13

n·gerundio Il gerundivo e la costruzione perifrastica passiva Il supino Il congiuntivo indipendente

Esercizi Lezione 8

A) B) C)

I pronomi personali, dimostrativi e determinativi Aggettivi e pronomi possessivi I:infìnito e le frasi infinitive

Esercizi Lezione 9

A)

B) C) D)

Il participio Uso nominale del participio; la costruzione perifrastica attiva Uso verbale del participio (participio congiunto) I nwnerali Esercizi

Lezione 10

A) B) C)

I:ablativo assoluto La quarta declinazione La quinta declinazione Scheda:Il calendario romano

Esercizi

73 73 76

77 81 85 85 87 89 90 92

96 96 97 98 99 102

Lezione 14 A) Le proposizioni relative improprie B) Le proposizioni finali C) Leproposizioni consecutive Esercizi Lezione 15

A)

B) C)

Esercizi

106 106 108 109

La coniugazione passiva: l'infinito Esercizi

Lezione 16

A) B)

Il comparativo Il superlativo

Esercizi Lezione 17

A) Lezione Il A) Il pronome relativo B) I pronomi e aggettivi relativi indefiniti C) I pronomi e aggettivi interrogativi D) Le proposizioni interrogative dirette Scheda:Il calcolo degli anni

La coniugazione passiva: il sistema del presente La coniugazione passiva: il sistema del perfetto

B)

I verbi anomali I verbi difettivi Esercizi

Lezione 18

III

A)

II2 n4

B)

La coniugazione deponente I pronomi e gli aggettivi indefiniti Esercizi

VII

n8 rr8 120 I22 124

128 128 129 132

I33 136

I4I I4I 143

I44 146 150 150 152 154 156 161 161 163 166 169 169 175 180 183 183 185 191

VIII Indice

Lezione 19 A) I verbi impersonali B) I composti di sum

Introduzione

Esercizi Lezione20 A) Le proposizioni completive con ut (ne, ut non) e il congiuntivo B) Altre proposizioni completive C) Il congiuntivo obliquo, caratterizzante ed eventuale D) Lattrazione modale

Esercizi Lezione 21 A) Il nominativo B) Laccusacivo

Esercizi Lezione22 A) Il genitivo B) Il dativo C) Lablativo

Esercizi Lezione 23 A) Il periodo ipotetico B) Il periodo ipotetico indipendente C) Il periodo ipotetico dipendente

Esercizi Lessico Indiceselettivodi argomentie parole

203 203 205 206 207 208 212 212

24 217 22.I

221 223 227 231

236 236 237 239

241

245



Linsegnamento universitario del latino deve sempre più tenere conto della presenza di studenti provenienti da scuole secondarie diverse dai Licei che, non possedendo alcuna conoscen2a preliminare della lingua, devono comunque sostenere uno o più esami di latino per poter accedere a determinate classi di concorso o per onemperare ad obblighi imposti dai piani di studio. Prima della riforma l'Università, benché si facessecarico (non sempre, per la verità) dell'insegnamento della lingua latina, non riconosceva in alcun modo il lavoro supplementare svolto da questi studenti. Ciò non è più possibile oggi che la riforma ha introdotto il nuovo concetto di 'credito formativo' proprio per calcolare, al di là del profitto, anche il carico di lavoro che ciascun corso mediamente comporta per lo studente. Cosl, pressoché dovunque vengono arrivati corsi di latino di base ai quali sono attribuiti dei crediti, o che permettono di recuperare dei 'debiti' formativi. Questa evoluzione, se da una parte può determinare un abbassamento del livello medio degli studenti di letteratura latina, non è affatto priva di consegu= positive. Lesistema di corsi elementari e intermedi di lingua latina con riconoscimento curriculare consente infarti, in non pochi cas~ di allargarela base degli studenti coinvolti nei corsi di letteratura, raggiungendo anche una parte della popolazione studentesca che, in condizioni diverse, non sarebbe possibile attrarre. Lestensione della pratica del latino, pur a un livello che rimane necessariamente non 'professionale', costituisce un'opportunità di arricchimento per molti studenti; ed è esperienza comune incontrare ragazzi che, spaventati all'inizio dalle difficoltà, si dichiarano alla fine soddisfarti di aver potuto ampliare insperatamente i propri ori2wnti culturali, e che in qualche caso decidono addirittura di proseguire gli studi in ambito antichistico. D'altra parte, attraverso la predisposizione di questi corsi di base l'Università - dove fino a uno o due decenni fu linguae letteratura latina si studiavano quasi soltanto se si erano già studiate prima - si prepara anche a poter accogliere gli studenti provenienti dalla futura scuola superiore riformata, nella quale non è detto che queste discipline possano mantenere lo spazio che attualmente viene loro garantito. Questo manuale si propone appunto come strumento specifico per l'insegnamento dellatino 'dazero'nei corsi universitari,anche se può eventualmentetrovare

X

La Lingualatina

Introduzione

XI

forme di impiego già nelle fasi precedenti del curriculum formativo dello studente (corsi di recupero, consolidamento delle competenze, ecc.). I manuali in uso nelle

durre l'una e l'altra quando le incontra nei testi che gli vengono sottoposti. Né occorrerà che memorizzi un denco di nomi della terza declinazione che possono avere l'ac-

scuole medie superiori, infatti, non si adattano bene ad una didattica di questo tipo. Il corso universitario ha una durata necessariamente limitata (di norma, tra le 36 e le

cusarivo in -im e/ o l'ablativo in -i, purcbé sappia che è possibile talvolta incontrare ancbe tali terminazioni. La decisione di rinunciare alla prospettiva della grammatica storica ha consigliato tra l'altro di mantenere l'approccio tradizionale della divisione in tre gruppi della terza declinazione; in questo come in altri casi abbiamo scelto di presentare gli argomenti in modo forse non del tuno 'scientifico', a vantaggio della

72 ore di lezione). Questo non vuol dire'che non si possa raggiungere, in questo pur breve lasso di tempo, un livello dignitoso di conoscenza della lingua latina: la struttura degli smdi universitari e la maggiore età degli studenti consentono infatti di ottenere risultati mediamente superiori a quelli cbe si otterrebbero in un pari numero di ore di lezione liceale. È clùaro però cbe oltte un cetto limite non si può andare: in alcune decine di ore di lezione universitaria non si potrà pretendere che lo studente

raggiunga la stessa competenza e sirur= linguistica che deriva da alcune centinaia di ore regolarmente distribuite in cinque anni di studio. Occorre dunque una clùara rimodulazione degli obiettivi didattici. Un corso universitario di latino di base dovrà quindi aspirare a fornire allo studente una competenza linguistica, appunto, 'di base', tale da permettergli di proseguire nella propria carriera di studi: lo metterà cioè in grado di seguire con profitto e soddisfazione ,una lezione di letteratura latina nella quale il docente legge, traduce e spiega dei testi in lingua originale; e lo metterà in grado di sfruttare, nello studio personale, edizioni di testi latini con traduzione italiana a fronte. [abilità nella cosiddetta «traduzione all'impronta», cosl come la stessa capacità_di leggere senza alcun aiuto, e in

un tempo ragionevole, qualcbe centinaio di pagine di Cicerone rimangono cbiaramente obiettivi cbe vanno ben al di là degli orizzonti possibili, e richiedono un ulteriore percorso formativo. . In questo contesto, e anche per ovvie ragioni

di tempo, occorrerà concentrare

lo, studio sulle strutture linguisticbe di maggiore frequenza e utilità pratica. I:esperienza didattica, del resto, consiglia senz'altro l'applicazione di un criterio di selettività che comporta rinunce necessarie e non sempre dolorose, come per esempio quel-

la alle lunghe liste di cosiddette «eccezioni»,con cui gli studenti spesso finiscono per identificare lo studio della grammatica latina. Si possono leggere fèlicemente testi in latino per diversi anni prima di imbattersi, ad esempio, nella forma tribubus;e certamente I'oflèrta di poclù esempi mirati e l'insegnamento di un buon uso del vocabolario possono sostituirsi alla memorizzazione di lunghi e aridi elenclù di «verbi personali cbe, in circostanze particolari, diventano impersonali e assumono un altro significato». Fare del tutto a meno

di menzionare le eccezioni, naturalmente, è

impossibile; ci siamo limitati all'indispensabile, e abbiamo di solito usato per questo

semplicità"di organizzazione e di esposizione.

La trattazione teorica della morfosintassi è quindi breve, semplificata per quanto possibile, e centrata sull'obiettivo della comprensione - non della produzione- di testi latini. A questo scopo, ogni lezione o parte di lezione è introdotta da alcune semplici frasi cbe hanno la funzione di evidenziare ed esemplificare l'argomento trattato: la lettura di queste frasi e il confronto con la traduzione cbe ne viene offerta costituiscono un primo esercizio di tipo induttivo, che dovrebbe permettere allo studen-

te, già in grado di orientarsi di fronte a un testo semplice, di focalizzare in via preliminare 'ciò che

glimanci,

ovvero il tema che immediatamente dopo verrà sottopo-

sto alla sua attenzione, e di compiere quindi ancbe una parziale verifica in itinere delle competenze acquisite fino a quel momento.

La materia è stata disposta in modo da mettere in grado lo studente di tradurre semplici frasi di senso compiuto fin dalle prime lezioni: morfologia del nome, morfologia del verbo e sintassi procedono quindi di pari passo, evitando la tenrazione di una trattazione sistematica. Il corso si articola in 23 lezioni, ciascuna delle quali è calibrata per ricbiedere circa due ore di lezione frontale (tra spiegazione teorica e correzione di alcuni esercizi) e, conformemente alla struttura del credito universitario, circa 6 ore di impegno personale dello studente. Il corso universitario tipico pre-

vede di solito circa 30-36 lezioni di due ore, il cbe lascia ampio spazio per programmare alcune pause di ripasso, per predisporre delle verifiche intermedie, e/ o per dedicare una parte finale del corso alla lettura più estesa e continua di brani d'autore. Ciascuna lezione propone una scelta di esercizi molto ampia, ancbe allo scopo di favorire le eventuali pause di cui sopra. I testi da tradurre sono originali ·e.non inventati, anche se naturalmente, ove necessario, sono stari adattati alle competenze che si presuppongono via via raggiunte dallo studente. Essi sono inoltre corredati di

alcune note a piè di pagina che, oltre a facilitare la traduzione quando serve, permettono di evidenziare alcuni elementi di morfosintassi trattati nella parte teorica.

materiale un corpo minore.

Dal!'ottica essenziale della nostra proposta rimangono fuori ancbe alcuni obiettivi ambiziosi e lodevoli della didattica più tradizionale: ad esempio lo studio dei fondamenti di grammatica storica, per non parlare della produzione di testi in lingua latina. Si tratta di scelte cbe comportano delle ovvie ricadute nella trattazione della morfosintassi, e cbe consentono di semplificarla. Non sarà necessario, ad esempio, che lo· studente conosca i casi in cui occorre usare la costruzione con

il gerundivo

invece di un gerundio seguito dal complemento oggetto, ma basterà cbe sappia tra-

Una delle caratteristicbe forse più innovative di questo manuale è che gli esercizi sono stati integralmente tradotti, e spesso annotati per chiarire allo studente

come si giustifica, a fronte del testo latino, la traduzione proposta (cbe di solito si sforza di non essere pedestre, pur mantenendosi il più possibile vicina alla struttura espressiva dell'originale). Queste traduzioni annotate sono disponibili gratuitamente online all'indirizzo www.lemonnieruniversita.it (alla pagina dedicata al volume, nella categoria «Sintesi»), e costituiscono un work in progressche sarà ampliato e

XII

La lingua latina

migliorato nd corso dd tempo. La scelta di rendere disponibili le soluzioni degli esercizi risponde ad un duplice scopo. La guida dd docente non è cerro sostiruibile, ma è un dato di fatto che una parte consistente di srudenti non è in grado di seguire le lezioni con regolarità:poter controllare in modo autonomo la correttezzadellavoro svolto facilita enormemente il loro impegno. Ma, soprattutto, lo studente (anche quello che partecipa con maggiore assiduità alle lezioni) pottà cosl avete a propria disposizione un campionario consistente e variegato di testi latini tradotti. Si tratta. di una selezione di brani centrati in modo specifico sugli argomenti di morfosintassi che vengono di volta in volta studiati; la loro quantità dovrebbe poter garantire il conseguimento di un obiettivo didattico essenziale come quello di incoraggiare senza fomentare troppe ansie o paterni - la pratica individuale della traduzione. Siamo convinti, infatti, che anche la semplice lettura 'sinottica di questi resti sia da consigliare, e faciliti di molto il compito di apprendimento e memorizzazione sia della parte teorica che del lessico di più frequente utilizzo. A patto, dunque, di sfrondarlo di ciò che è meno immediatamente utile, di ciò che servirebbe soprattutto a produrre testi latini ma è magari superfluo per comprenderli, di ciò che interessa più al linguista e/o al letterato di professione (figure che, almeno in parte e a certi livelli, è bene tenere distinte), riteniamo che l'insegnamento dd latino in un corso universitario di breve durata divenga un obiettivo possibile e praticabile. Ovviamente gli studenti che, eventualmente, intendano proseguire negli studi anticbistici avranno bisogno di approfondire le proprie competenze linguistiche: ma il primo scoglio satà ormai superato. MARCO FUCECCHI

(Università di Udine) [email protected] LUCA GRAVERJNI

(Università di Siena) [email protected]

ABBREVIAZIONI

'derivada' > = 'origina','si evolve in' * indica parola non attestata, ma ricostruita dagli studiosi moderni < =

ahi. = ablativo ace. = accusativo agg. = aggettivo avv. = avverbio compi. = complemento cong. = congiuntivo con~unz. = °:'ngi~one conmg. = comugazione dat. = dativo dee!. = declinazione desin. pers. = desinenza personale ecc. = eccetera E = femminile fur. = futuro fut. ant. = futuro anteriore gen. = genitivo imperf = imperfetto ind. = indicativo indef = indefinito interr. = interrogativo lett. = lerreralmente m. = mascbile n. = neutro (davanti a un nwnero, = 'nwnero' o 'noti) nom. = nominativo ogg. = oggetto p./pp. = pagina/pagine part. = participio perE = perfetto pers. = persona piuccheperf = piuccheperfetto preci. = predicato pres. = presente pron. = pronome pi. = plurale re!. = rdativo s. = singolare

XIV

La lingua lo,tina

sempl. = semplice sogg. = soggetto sost. = sostantivo suff. = suffisso voc. = vocativo

Lezione 1 ■

.Alfabet;o;proll.Unci~,accento . ralfubeto latino consta. cli 23 lettere:

AB CDEF GH IKLMN

OP QRSTVXYZ

Il segno V corrisponde,tuttavia,a due fonemi, u e v, che verrannodistinti graficamente solo a partire dal Rinascimento. Le edizioni cririche dei tesri classiciper lo più si conformano ali'uso antico, ma in questo volwne, come accade di nonna nei testi clidarrici,la distinzione grafica verrà mantenuta. Anche il segno I inclica sia la i vocale che la i consonante: si tmtta cli una differenza funzionale concreta che appr=ìamo se pensiamo agliesiri cliversidelle due i del nome latino lu/ius nel nome imliano 'Giulio'. Questa differematuttavianon si concretizzain una distinzione grafica(almeno nell'uso moderno; in alcuoe edizioni più dame può capimte cli incontmte la grafiaju!ius). Tenendo conto di questo fattore, in latino vi sono dunque: • •

6 vocali (a e i o u y) 18 consonanti (b cd f g h k 1 m n p q r s t v x z)

Nell'elenco che abbiamo appena proposto, come sì vede, al segno u corrisponde una funzione vocalica (quella che troviamo per esempio in parole come unus dove la u sì trovain inizio di paroladavantia LWa consonante,o fu due consonanti),men,treal segno v corrisponde una funzione consonanrica (quella che gli cliamo pronunciando il latino vinum come l'italiano vino'). Il segno i inveoe è unico, e spetta a chi legge clisringuerei casi in cui esso ha funzione clivocale e quelli in cui ha funzione cli consonante. Si conmno inoltre alcuni clittonghi,cioè coppie cli vocali che formano un'unica sillaba (in italiano, adesempio >o «erasmiana»(da Erasmo da Rotterdam), che tenta di riprodurre quella che doveva essere la pronuncia classica del latino. Le principali differenze sono evidenziate nella tabella qui di seguito:

,,

,-_.1; ...;·-

.. :__

,.,

dìttooghi

au, eu

nauta;am:leo;Europa

ae oe

rosa.e;laetus

wcali

moenia,·poena

ròse;lètus

ròsae;làetus1

mènia;péna

mòenia;pòena

Apulèius,cui, Arpilia

y

Apuleius;cui;Harpjia Apulèius,cui,Arpia lym,crypta lira,cripta

V

vivus

u sernivocalico(come

c,g+ e,i

Cicero,magis,

ei, ui, yi

'

ruiuta;:iudeo;Eur6pa

liira,

criipta

'

1. i'

'

v (come l'ital.'vivo')

l'ingl.',ljn')

'

,·, ''

gema ,consoµantl;'

h

bora

th, rh, eh,

thesaurus,

ph

philosophus, Achaei

ti+vocale gratia, patientia

',•gn

agna, magnus

(palatali, comein 'cencio') Cicero,magis,genus

Kik:ero,maghis, genus

muta (ora)

aspirata(hora)

tesàurus,filosofus,Akci thesaurus,philosophus, Achaei zi (grazia,pazienzia)2

ci (grati.a, patiencia)

nasale-palatale (come

gutturnle+nasale(ingl. 'recognize')

'ogni')



2

Si noti che quandola sillabache contieneil dittongopona l'accento,si deve accentaresemprela primadelledue vocaliche formanoil dittongo,e non laseconda. Si pronunciaperò-ti- e non -zi-: nci nomi greci(Boeotia);con i lunga (totfus);con t preceduta

da s, ~ x (bestia,Bruttius, mixtio).

•Di norma non si dividono tra due sillabe i gruppi consonantici composti da muta cum liquida (cioè da una consonante tra p b t de kg, dette appunto mure, seguita da/ o r, dette liquide), che quindi appartengono alla sillaba successiva: si divide quindi pa-tres, du-pkx, a-gres-tis,re-eia-mo. Si tenga conto che la i davanti a vocale può avere valore di consonante e non di vocale, e non dar luogo a sillaba: quindi iugum si divide iu-gum, come in italiano la parola 'aiuto' si sillaba 'a-iu-td Infine, nelle parole composte la divisione in sillabe deve preservare l'integrità delle componenri: quindi, essendo ad esempio in, per e ab delle preposizioni che fungono da prefisso nella formazione di altre parole, si sillaberà in-e-ro, inu-ti-lis, per-al-bus, ob-ru-o (e non i-ne-ro, i-nu-ti-lis, pe-ral-bus, o-bru-o).

Come le vocali, anche le sillabe possono essere lunghe o brevi, e possiedono quindi una quantità sillabica. Sono naturalmente lunghe tutte le sillabe che contengono una vocale lunga o un dittongo; e sono lunghe anche tutte le sillabe chiuse (che cioè terminano per consonante). Sono brevi soltanto le sillabe aperte (che cioè terminano per vocale) che contengono una vocale breve. Saper sillabare correttamente le parole, e individuare la quanrità delle singole sillabe, è indispensabile per collocare correttamente l'accento. l,;accento di una parola latina può essere collocato, con rare eccezioni, solo in due posizioni, cioè la penulrima o la terzultima sillaba (oltre la quale l'accento non può risalire: «leggedel trisillabismo>>); non cade mai sull\tltima («legge ddla baritonèsi»). Lasua posizione inoltre dipende rigidamente dalla quantità della pemùtima sillaba («legge della penultima»): se è lunga l'acoento cade su di essa, se è breve cade sulla terzultima. Non ha invece alcuna rilevanza la quantità dell'ultima o della terztùtima sillaba. Va da sé che le parole bisillabiche si accentano necessariamente sulla penulrima, che è anche la prima; la maggior parte dei monosillabi, come in italiano, non ha invece un accento autonomo. l,;accento sfugge a questa regola solo in particolari occasioni:

• I

3

accento di ènclisi. Talvolta è possibile aggiungere, alla fine di una parola, delle particelleprive di accento (come in italiano: eccoti, parlami, ecc.); in questi casi, in latino l'accento si sposta obbligatoriamente sulla sillaba che precede l'enclirica, a prescindere dalle regole viste sopra. Il latino conosce numerose particelle enclitiche, ma di gran lunga la più comune è -que, che equivale a 'e': quindi

4





La lingua latina

ad esempio puélU ('fanciulla) diventa, con la congiunzione enclitica, puelldque = 'e la fanciullà, nonostante la quantità breve della a finale'. ossitonie secondarie. Alcune parole latine sono effettivamente accentate sull'ultima sillaba, ma solo perché l'accento è rimasto dove si trovava originariamente anche dopo che la parola, per u.devoluzione fonetica, ha perso l'ultima sillaba: così Maecends< *Maecenatis4,e vari avverbi che terminavano con la particella dimostrativa -cedella quale si è poi persa la vocale finale (illic,istuc,adhuc, ecc.) divisione poetica del gruppo muta cum liquida. Normalmente, come si è visto, il gruppo muta cum liquida è indivisibile: la sillaba che lo precede è dunque aperta e può essere breve. In poesia però è ammessa una sillabazione alternativa, per cui potremo avere sia v6-!U-cres che vo-luc-res,sia te-nl-braeche tenéb-rae,sia d-U-cresche a-lac-res.

Benché la notevole somiglianza dell'italiano con il latino (sua lingua 'madre') si estenda anche ali'accento di moltissime parole, non sono pochi i casi in rui è possibile cadere in errore: per l'appunto, il verbo cddereè una delle numerose parole latine che hanno accento diverso dal corrispondente termine italiano. Per imparare a leggere correttamente un testo latino è dunque bene evitare di affidarsi ciecamente all'intuito, e concentrarsi piuttosto sulla individuazione della quantità della penultima sillaba. Per raggiungere questo scopo, i due strumenti principali sono costiruiti dall'uso del vocabolario, che ove necessario indica la quantità delle sillabe, e dalla conoscenza della morfologia, dato che le desinenze che servono a formare nomi, pronomi, aggettivi e verbi hanno delle quantità definite che vedremo via via nel corso di questo volume. Vi sono tuttavia anche alcuni altri elementi che è utile tenere in considerazione. Come si è detto, è evidente la quantità lunga delle sillabe chiuse e di quelle che contengono un dittongo. Per le altre, si tenga conto che:





La consonante doppia x (= cr) chiude, e quindi allunga, la sillaba precedente . Ad esempio, contego(presente) ma contexi(passato), perché si sillaba con-tee-si. Una sillaba aperra seguita da vocale è generalmentebreve: aud{-o (ma, in altra forma verbale, audi-re);tUJce-am(ma, in altra forma verbale, tUJcl-mus); gratt-a;

Marl-us.

3

4

In alcuni C'.a5i accade che nella lingua si perda coscienza della natura composita di una parola (il fenomeno si chiama {iepèctasi»),che quindi perde l'accento di enclisi e ricade sotto le normali leggi dell'accento latino. Così ad esempio l'avverbio déntque('infine'), o vari avverbi e pronomi funnati con il suffisso-dem(ad esempio indtdem, éiidan).Qualche incertezzasussisteper itdque, che per alcuni grammatici antichi andrebbe accentato itdque in certi casi. Si usa normalmente il segno '' vale 'origina, si evolve in'. rasterisco ("')prima di una parola indica che quella parola non è mai attestata nei testi latini giunti fìno a noi, ma è il risultato di una ricostruzione moderna condotta secondo i criteri della

linguisticastorica.

Lezione 1





5

Sono brevi le e ed o latine che in italiano diventano ie ed uo: ad esempio c6mmifves (perché mifves > 'muovi'); résifnat (perché sifnat > 'suona'); c6nvenit (perché venir> 'viene'). I grecismi, pur conservando la quantità originaria delle vocali, seguono le regole dell'accento latino. Sotto questo aspetto, il termine corrispondente in italiano (che talvolta mantiene nell'uso comune l'accento greco originale) è spesso fuorviante, come in idolum, Aristides,phdretra. Se non si conosce il greco, è bene controllare sul vocabolario.

NOTA: Un altro fenomeno fooecicodi cui tener conto per stabilirela quantità di alcune vocali è l'apofonia latina, per la quale le vocalibrevi che non si rrovano nella prima o nell'ultima sillabatendono a indebolirsi,mutando verso i, e, u. Si prenda ad esempio il comunissimo verbofitcio,nel quale la a breve in sillabaapena è protetta dalla posizione iniziale:nei composti questa 'protezione'viene meno, e si ha quindi confrcio,adflcio,pei:frcic,ecc. (in sillaba chiusa, invece, la Il rende a mutare in e: per esempiofactum in composizionediventapeifectum). Il fenomeno dell'apofonia caratterizzaanche la declinazionedei nomi: cosl la è' finale del nominativo regimén muta in rper l'apofonia latina quando si aggi.ungeuna desinenzaalla fine della parola, ad esempio per formare il genitivo regiminis. Naturalmente vale anche l'opposto: se una voc.alesubisceapofonia significache essaè breve. Quindi, se nella forma verbaleconficissi individua un composto apofonico difoci.o,con ciò stessosi id.enci±ì.ca la quantità brevedella penultima sillabae si perviene alla lettura corretta c6nftcis,e se nel genitivo regiminissi riconosceuna fonna apofonica del nominativo regimen,analogamentesarà evidenteche occorre pronunciare regimì'nis.

6

La lingua latina

, EsERCIZI LEZIONE

1

Lezione 2

I. Dividi in sillabe i seguenti vocaboli e segna l'accento: quaero, 'chiedo'; puella., lanciulla'; acci.pio,'ricevo'; aequus, 'giusto'; auxiltum, 'aiuto'; contentus,'soddisfatto'; impatienter,'con imparienz.à; divitì'ae,'ricchezzà; magnus,'grande'; improbus,'rnalvafJ-d;filtus,'fìglid; exspecto,'attendo'; illecebra, 'tentazione'; metrum, 'verso'; opulentus,'ricco'; epistìila, 'lettera:';patria, 'patria;parcus,'parsimonioso'; permitto, 'affido';prorumpo, 'prorompo';proìcl"o, 'lancio'; rusti'cus,'grezzo';sacrifico,'sacri.fico';sedititisus,'turbolento'; triclintum, 'triclinio';suus, 'suo'; vasto,'devasto'; vittum, 'vizio'; signum, 'segnall; posslmus, 'che noi possiamo'; inventmus, 'trovammo';ficttlis, 'di argillà;virumque, 'e l'eroe'; armaque, 'e le armi'. • 2. Segna l'accento corretto, facendo particolare attenzione alla diversità con

l'italiano:

delego,'delegd;filiiflus, 'figliolo'; regtmen,'govemd; aedrlis,'edile';philosophra, 'filosofia; tribumz4 'tribunale'; praedlco, 'bandisco'; praedfco, 'preclìcd; educo, 'educo'; educo, 'conduco fuorf; opprfmo, 'opprimo'; annoto, 'annoto'; bestiola, 'bestiolà; decOro,'adorno'; Hannibal ½.nnibale'; abietes,'abeti'; separo,'separo'; devOro,'divoro'; cadere, 'cadere'; exzlis, 'esile'; invOco, 'invoco'; mulieres, 'le donne'; societtls,'società'; resifnat,'risuonà. 3. Stabilisci la quantità della penultima sillaba, fàcendo uso delle regole esposte alle pp. 3-5: accipio,'ricevo';accipis,'ricevi' (dacapio); moneo,'am.monisco';pertinet,'riguarda'(daten.eo);perbonus, 'molto buono';jòcur,'fuoco'; som1S,'suono'; axis, 'asse'; petra, 'pietra';timeo, 'temo'; clementi.a,'la clemenza'; novus,'nuovo';-tenet,'tiene'; tonat, 'tuona'. 4. Leggile seguenti frasi celebri o espressioni proverbiali: Ab uno disceomnis, 'dauno capisci come sono rutti'. Aliemzvitia in oculishabemus,a tergonostrasunt, 'i vizi altrui li abbiamo di fronte agliocchi, i nostri dietro le spalle'. h.dentes fortumz iuvat, 'la fortuna aiuta gli audaci'. De mintmis non curatpraetor, 'ilpretore non si cura delle piccole cose'. Mem sana in corpifresano, 'una mente sana in un corpo sano'. Necesseest multos timeat quem multi timent, 'bisogna che tema molti colui che molti temono'.

Nunc est bibendum, 'ora è il momento di bere'. Quiscustodia ipsoscustodes?, 'chi sorverglierà i sorveglianti?'. Trahitsua quemque voluptas,'ognuno è attratto da ciò che gli piace'. Videomelioraproboque, deteriorasequor,'vedo ciò che è meglio e lo apprezzo, ma faccio ciò che è peggio'.

■ .A} Desine~è.. casi e'Heclinazioni La lingua latina, come quella italiana, è costituita da parti invariabili (preposizioni, avverbi, congiunzioni e interiezioni) e variabili (nomi, aggettivi,pronomi e verbii in italiano vi sono anche gli articoli, sconosciuti al latino). Le parti variabili sono caratterizzate dall'uso di desine= diverse, che modificano la parte finale della parola, la adattano al contesto e ne determinano le funzioni. Nomi, aggettivi, pronomi e verbi sono dunque parole a struttura composita, formate da una pane relativamente -fissa (tema) e una mobile (desinenza). In italiano nel caso dei verbi la desinenza definisce la persona, mentre spetta a

speciali suffissi indicare il modo e il tempo: ad esempio 'io leggo'; 'tu leggi'; 'io leggevo';'che noi leggessimo'; nel caso di nomi, aggettivi e pronomi la desinenza definisce il genere ('gatto'; 'gatta') e il numero ('gatto'; 'gatti'). Il latino usa le desinenze in modo sostanzialmente analogo all'italiano per i verbi; per nomi aggettivi e pronomi ne là invece un uso molto più ampio, e affida ad esse anche il compito di chiarire la funzione sintattica della parola. Vediamo un esempio:

Grammaticusdiscipulumlaudat diligentiaeius. Il maestro loda lo scolaro per la sua attenzione.

In latino, sono le renninazioni -us e -um a farcicapire che rispettivamentegrammaticusè il soggetto della frase,e discipulumil complemento oggetto. Le stesse,terminazioni ci informano anche circa il genere (maschile)e il nwnero (singolare)dei due nomi. Analogamente, la terminazione -arivelala funzione di complemento di causa svolta dal nome diligentia,oltre che il suo genere (lèmminile) e il suo numero (singolare). In italiano è soltanto la posizione dei nomi rispetto al verbo che ci pennette di distinguere tra soggetto ('il maestro') e complemento oggetto Oo scolaro'): se l' ordine fosse invertito ('lo scolaro loda il maestro'), sarebbero invertite anche le funzioni sintattiche dei due nomi 1• La funzione del complemento di causa è invece esplicitata dalla preposizione 'per'. •

I

In latinoalcontrariol'ordinedelleparolehaimportanza molto mino.redaquestopunto divista,proprioin consegueru:a dellafunzionedelledesinenze. Quesronon vuoldirechel'ordinedelleparolesia

8

La lingua latina

Lezione 2

NOTA: I.;'ultimaparola dellafrase latina, eius,termina in -us come grammaticus,ma svolge una funzione dd umo diversa~endo in realtà un complemenro di specificazione(= 'di lui'): vedremo in seguitocome in quesro caso la terminazione che definisce la funzione sintattica dellaparola è -iuse non -w. Per evitare di fusi ffiocrannare da coincidenze di questo tipo, l'analisi della terminazione delle parole deve esseresempre accompagnata da una buona conoscenza dellamorfologia e da un'attenta considerazione dd contesto in cui la parda stessa si troVa.

Un nome latino viene dnnque modificato nella sua parte finale, assumendo desinenze diverse a seconda della sua funzione sintattica. Esso può assumere un tota- • le di 6 forme diverse, dette casi; l'insieme dei 6 casi, al singolare e al plurale, costituisce una declinazione. Vediamo sommariamente le fi.mzionisintattiche espressedai 6 casi (per una trattazione più approfondita vedi le lezioni 21e 22): •



• •

nominativo: è il caso del soggetto 2 ('il maestroloda lo scolaro'), del complemento predicativo del soggetto ('Cicerone fu eletto console) e del nome del predicato ('Cicerone è console). genitivo: esprime soprattutto il complemento di specificazione_('i ~andali Tzzio')', ma può avere anche altre funz10ru, come quella di parnnvo ( il nngliore di tutti'), di complemento di qualità ('un uomo di grande saggezza'),ecc. 4. Quando il sostantivo da cui dipende indica un'azione si usa distinguere tra genitivo oggettivo (per esempio 'l'elezione di Cicerone', cioè 'il fàtto di eleggere Ci=one') e soggettivo ('I'arrivo dei nemici, cioè 'il fatto che i nemici attivino'). dativo: esprime il complemento di termine ('Ci=one scrive a Termzia') 5, ma anche altri, come per esempio quello di interesse ('lo faccio per te'). accusativo: è il caso del complemento oggetto ('i Romani eleggono Ciceroné) 6 e del predicativo dell'oggetto ('i Romani eleggono Cicerone console).

di

• •

vocativo:complemento di vocazione ('cantami o Musa ... ') . ablativo: comprende varie funzioni, soprattutto quelle di complemento di modo ('ascolto con attenzioné), me2w ('scrivo con la penna') e causa ('mi accusa per invidia').

Secondo una comoda classificazioneche avremo modo di usare in va.rieoc:casioni, si cjefinìsconocasi retti (perché connessi più direttamente con il verbo) il nominativo, l'accusativo e il vocativo; casi obliqui sono invece il genitivo, il dativo e l'ablativo. In seguito incontreremo diversi altri complementi che si esprimono mediante l'uso di preposizioni abbinate ai casi accusativo e ablativo.

La declinazione di un nome latino potrà dunque contare 12 possibili desinenze, una per ciascuno dei 6 casi, rispettivamente al singolare e al plurale. D'altra patte, non tutti i nomi latini fànno parte dì una stessa, unica declinazione. Esistono 5 declinazioni, cioè 5 diversi sistemi di desinenze, e ciascun nome appartiene a una di esse. Per identificare la declinazione alla quale appartiene un nome si ricorre tradizionalmente al genitivo, dato che la terminazione del nominativo è varia e può indurre in confusione; per ciascun nome, quindi, il lemma del vocabolario è costituito dal nominativo accompa,,"llato (per lo più in forma abbreviata) dal genitivo. Lo schema quindi è il seguente:

decL

nominativo . ge.çi~ . .. -- . l"':""'"-del ~larip puell-a pu,l/-ae puella,ae

1.

2

3

4

5

6

del tutto irrilevante,ma solo che è più libero e che risponde a criteri diversirispetto all'italiano.Una spiegazionepiù dettagliatasarebbecomplessae ci porterebbe troppo lontano; comunque, p~ qrumto riguarda gli demenù di base dd discon.o, mentre in italiano è quasi sempre adottato l'ordine soggetto-verbo-oggetto,in latino è più comune (ma non necessario)l'ordine soggeno-o~verbo. Il soggetto di una frase è la persona o cosa che compie l'azione espressada un verbo ato.vo, co~e nelr esempio proposto, oppure la persona o cosa che subisce razione espressada un verbo passivo ('Wscolaroè lodato dal maestro'). il complemento di specificazione indica per lo più il possesso, come nell'esempio proposto. Più in generale, precisa e specifica la parola da cui dipende, e può quindi indicare anche la provenienza ('i vasi di Corinto'),l'autore di un'opera ('il libro di Cicerone'), la parte di un oggetto ('i lacci deisandali'),una specie all'interno di un genere Cla pianta dellapalmd). Per il cosiddetto genitivo locativo, vedi qui sotto (p. 15). TIcomplemento di termine indica la persona o cosa verso cui è diretta l'azione espressadal verbo, come nell'esempio proposto. Si faccia attenzione a non considerare complementi di termine tutti quelli imrodotti in italiano dalla preposizione 'à, che è usata ad esempio anche per il complemento di moto a luogo ('vado a Romd). Il complemento oggetto è colui {o ciò) che subisce l'azione espressa da un verbo attivo; i verbi passivi natural.mente non hanno complemento oggetto. I verbi che possono avere un corn.plememo oggetto, e che perciò possono e&'ìerevolti al passivo, si dicono transitivi.

5

l' ..

2-,: f, ..

.

lup-m

lup-i

lupus,i

civ-is

civ-is

miles

milit-is

civis,is miles,id$

4

man-us

man-us

rntlnus, us

5

foci-es

foci-ei

focies, ei

NOTA: la distribuzione dei nomi tra le 5 declinazioniavviene in base all'uscita del tema: apparrengono cioèalla prima declinazione i nomi il cui tema finisce io -a, alla seconda i nomi il cui tema finisce in -o, ecc. Tuttavia in latino la distinzione tra tema e desinenza è spesso oscuratada complessi processi evolutivi: ad esempio, per spiegare compiutamente la forma puellae (genitivo singolare della prima dedin.) occorrerebbe rioosi:ruirel'antica forma puella-i, formar.a dal tema pue!la- e dalla desinenza -i, e spiegare comel'evoluzione fonetica pòrti da puel!Aia puellae,dove la separazione tra tema e desinenz.a.è annullata dallapresenza del dia:ongo ae. Per la seconda declinazione, analogamente, il genitivo lupinasconde completamente il tema lupo-.La tradizione scolastica, del resto già in uso in età antica, fa a meno di queste nozioni di grammatica storica, e preferisce analizzare le forme suddette considerando rispettivamente temi puell-e lup-, e desinenze -ae e -i. Si tratta indubbiamente di un'ine.sactena dal pW1tO di vista della grammatica srorica,che porca ad un uso non scientificamente corretto dei termini 'tema' e 'desinenza'; pertanto, in questo volume, tenderemo piuuosto ad impiegare - e, del resto, lo abbiamo giàfatto-definizioni più ampie e comode didatticamente, come 'uscirà e 'renninazione', cercando di limitare alle circostanze che ci sembrano più appropriate l'uso della nozionedi 'desinenza'.

1O

Lezione 2

La lingua fatina

B)•LaprÌ.Jl).:.tdecliwizione ,•

2. 3.

Puellaaniculam exosculat. La fanciulla bacia la vecchietta. Matrona laudatdiligentimnancillae. La matrona loda la diligenza della serva. PoetaeRomam celebrant.

NOTA Esistono alcune furme abnonni Si può trovare quindi. un gen. s. in --asin espressioniabbastanza comuni come p11:ter fomilias('padre di fumigl.ia');un gen. pL in -um in nomi come caeli.cola('abitatore dd cido'), tenio= ('nato dalla terra') e pochi altri; un dat. e abl. pl. in -abusin nomi com.edea,jilia, liberta(che comunque pos;ono avere anche la normale terminazione -is).In testi arcaici e poetici si può incontrare il gen. s. in -ai.

•••C} Indicativopresèjj.t~e infinito p:resep.te ,

I poeti celebrano Roma,

l.

La prima declinazione contiene per lo più nomi femminili, ma anche alcuni

Laudo constantiamtuam. Approvo la tua coerenza.

maschili,come poetanel!'ultima frase proposta: il vocabolario naruralmente indica il

2.

Rident simplicesNymphae.

genere del nome, e in questo caso il lemma è 'poeta, ae, m.' (dove 'm.' = 'maschilè). Ecco lo schema di declinazione:

3.

Legimusepistulas Comeliae. Leggiamo la lettera di Cornelia.

- .._.·...s~Lfu( h(nii: .. puell-d

;,

:",,,'

gen,- pueU-ae dat. .:--, puell-ae a.cc. ..,;: WC.·:

ab!.

--

puell-am puell-it puell-tt

]''

' j>Itlràle• puell-ae puell-tlrum

puell-is puell--as puell-ae pue/1-is

Si usa declinate i nomi latini 'in verticale': si elencheranno cioè prima rurti i casi del singolare(puella,puellae,ecc.) e poi rurti quelli del plurale (puellae, puellarum,ecc.). Come si vede, diversi casi hanno uscite identiche: è il contesto che fa capire la tispertiva funzione sintattica. Nom. e voc. s. si distinguono dal!'ab!. per la quantità della -a, ma come si è detto altrove questa non è normalmente segnata nelle edizioni dei testi latini.

Ridono le ninfe ingenue.

Come quella nominale, anche la flessione verbale è caratterizzata da una strutrura composita, per rui ad un tema verbale si uniscono suffissi e desinenze che indicano rempo, modo e persona. La flessione verbale latina è organizzata in quattro diverse coniugazioni, a fronte delle tre italiane; esistono poi alcuni verbi irregolari, come sum ('essere') che hanno una flessione propria. rindicativo presente si forma semplicemente unendo al rema verbale del presente le desinenze personali, senza l'interposizione di alcun suffisso come avviene per altri tempi. rinfinito presente si forma unendo al terna verbale (lo sresso dell'indicativo presente) la desinenza -re, ottenendo così le quattro caratteristiche uscite -àre, -ere, -ì!re,-rre.rinfinito del verbo sum è esse. Ecco lo schema:

Alcuni nomi hanno significatodiverso al singolaree al plurale.Il vocabolario na~ente offre ogni informazione in proposito, ma è bene memorizzare i casi più comwu:

-.··./

s. copia,abbondanza littem,letteracieli'alfubeto fortuna,fortuna, sorte

11

4~:p.~

, l,co,ni~~

-o, -m

/,aud-o

II ronìug; mone-o

Nooniug:' .. ·.·.

nwne-tis

IIIdi un. suffisso al terna del presente, ed è fucile ricostruire le forme complete: laudavi,monu, e 0;udw'..P~r legoe sum invece il perfètto è riportato per esteso, dato che la sua formaz.tone e pm complessa: nel primo caso il terna del perfetto è ancora molto simile a quello del presente, ma si differenzia da esso per via della quantità lunga della vocale -e-; nel secondo invece il terna del perfetto è radicalmente diverso da quello del presente.

coniugazione,ma è presente anche nella II e nella N. Occorre tenere presente che sono frequenti i fenomeni di fusione o assimilazione della s del suffisso alla consonante finale del tem~ per esempio> l'incontro di e e g + s produce una x, mentre cons_onanticome te d tendono a cadere o ad assimilarsi dando luogo a (s)s. Per questo npo di perfetto, comunque, il vocabolario ripona normalmente la forma intera. Ecco alcuni esempi: rideo, es, risi, risum, ere, 'ridere' augeo, es, auxi, auctum, ere, 'aumentare' mane o, es, man.si, mansum,ere,'rimanere' dico, is, dixi, dictum, ere, 'dire' duco, is, duxi, ductum, ere, 'condurre' rego,is, rexi, rectum, ere, 'reggere, dirigere' scribo, is, seri.psi, scriptum,ere, 'scrivere' iubeo, es, iussi, iussum, ere, 'ordinare' ludo, is, !usi, !usum, ifre,'giocare' mitto, is, misi, missum, ere,'mandare' gero, is, gess~gestum, ere, 'portare' vincio,.is, vinxi, vinctum, ire, 'legare'.

Riportiamo di seguito un quadro complessivo dei possibili modi di formazione del perfetto: 1) perfetti in -vi (preceduto da vocale) . . . Con questo suffisso si forma il perfetto della rn~oranza dei verbi appar_renenualla I coniugazione(-avi) e alla N (-ivi), tanto che 1 paradigmi come quelli_di laudo e audio sono detti appunto 'regolari'. Viene comunque usato anche per verbi delle altre due coniugazioni, come: dello, es, evi, ltum, ere,'cancellare, distruggere' cupZO, is, fvi o li, ftum, ere,'desiderare' peto is fvi o li ftum, ere,'dirigersi verso, chiedere per avere' qw:e,;, is, qua'eszvio quaesli, quaesftum, ere, 'cercare, chiedere per sapere' sperno,is,sprevi,spretum,ere,'disprezzare'.

Come si vede dagli ultimi due esempi, l'aggiunta del suffisso può accompagnarsi a modifiche di vario genere nel tern_averbale rispetto_~ presente; '-': quesn casi, e negli altri analoghi che emeri;eranno ai punn successlVl,il vocabolar10 nporta la forma intera e non la sola rennmaztone.

2) perfettiin -ui . _ _ _ È la forma comune di perfetto per la II coruugaztone(moneo> monuz). Alcuni verbi di altre coniugazioni che lo adottano sono: cubo, as, cubia, cubltum, are,'essere disteso, giacere' domo, as, domid, domltum, lire, 'domare' gigno, is, genia, genftum, ere, 'generare' pono, is,posia, posltum, ere, 'porre' aperto,is, aperui apertum, fre, 'aprire' salto, is, salUi,saltum, fre, 'saltare'.

3) perfetti in -si . Detto anche perfetto sigmatico, dal nome greco ('sigmà) della lettera s. Non Vi sono verbi della I coniugazione che lo adottino; è estremamente comune nella III

39

4) perfetti con allungamento della vocale radicale In questi casiil perfetto è formato allungando la vocale della radice' del verbo, che al presente è breve. In alcuni verbi la vocale, oltre ad allungaisi, cambia anche timbro, da -ii- ad +. Questa forma di perfetto è particolarmente comune nella III coniugazione, ma si trova anche in tutte le altre. Quando non intervengono i muta-

I

La radice è cosa diversa dal tema. Il tema temporale, come si è visto a p. 28, è in pratica tua:o quanto resta di una forma verbale una volta eliminata la desinenza personale: è cio~quella parte che, nd corso della flessione(quando variano le desinenze),rimane inalterata. la radice è invece ciò che resta della forma verbale una volta eliminati, assiemealla desinenza, anche prefìssj_esuffissi: in pratica, quella parte (monosillabica) nella quale risiede il significato fondamentale dd verbo stesso.Ad esempio, in evocabam,'chiamavo fuori', identifichiamo: il tema temporale, evocaba-,al quale si unisce la desinenza personale -m per ottenere la 1•pers. s. dell'imperfetto; un tema verbale del presente, evoca-,dal quale si formano tutti i tempi derivacidal presente, aggiungendo suffissie desinenze personali; la radice -voc-,che si ottiene eliminando anche il prefisso e- e lavocale ~~acica -a.-,e che contiene il significatofondamentale del gruppo semantico 'chiamare'; da es.sasi formano il verbo semplice voco,vari verbi composti come appunto evoco,invoco,ma anche sostanti.vicome vox, invocatio,ecc., e aggettivi come vocalis,ecc. Oltre a prefissie suffissi,esistono anche gli infissi, costituiti generalmente da una singola consonante nasaleche si trova all'interno della radice;gliinfissigeneralmentesono presenti nel tema del presente,ma non in quello del perfetto: cfr. ad esempio il presente re/in.quocon il perfetto reli:qui.

40

Lezione 5

La lingua latina

statuo, is, statui, statiìtum, i!re,'collocare, ritenere' tribuo,is>tribui.,tributum,ere,'assegnare' solvo,is,solvi, solut:um,ere, 'sciogliere' verto, is, verti, versum, ere,'volgere' bibo, is, bibi, ere,'bere'.

menti vocalici di cui sopra, dato che normalmente i testi latini non riportano ~a quantità delle vocali, sarà possibile distinguere il perfetto dal presente soltanto grazie alle diverse desinenze usate da questi due temp1. Esempi:

iU:Vo, as, iuvi, are, 'giovare' mlfveo,es, movi, motum, ere,'muovere' sedeo,es,sedi, sessum,ere, 'star seduto' vldeo, es, vidi, visum, ere,'vedere' dgo,is, egi,,actum, ere,'condurre, fare' cdpio,is, cep~captum, ere,'prendere' &no,is, em~ emptum, ere,'comprare' faci.o,is,foci.,factum, ere,'fare' relfnqWJ, is, liqui, lictum,ere,'lasciare' vinco, is, via: victum ere,'vincere' venio,is, veni: ventum, ire, 'venire'. 5) perfetti con raddoppiamento . . . . . . È un tipo di perfetto comune nella III conmgaz,one, ma repenbile anche m verbi delle prime due; non si trova invece nella N. 51 forma premette_ndoalla ra_diceverbale un raddoppiamento, cioè un prefisso che di norma è cosutwto dalla pnma con~ sonante della radice (o da patte della prima sillaba) segwta da una vocale che puo es.serei, o, use presenti nella radice stessa, altrimenti e. Esempi:

CUJ, das,dedi,datum, dare,'dare' spondeo,es,spopondi,sponsum, i!re,'promettere' tondeo,es, towndi, tonsum, ere, 'rasare' cado,is, cecldi,casurns,ere,'caderè caedo,is, cectdi,caesum,ere, 'ragliare', 'uccidere' cano,is, cedni, cantum,ere, 'cantarè curro,is, cucurri,cursum,ere,'correre' falk,, is,fefelli,falsum, ifre,'ingannare' . pello,is,pepiJii,pulsum, ere, 'spingere, cacciare' tango,is, teffgi,,tactu_mere, 'toccarè disco,is, didtci, ere, 'rmparare'. 6) perfetti non caratterizzati . In alcuni verbi della II e III coniugazione il perfetto non ha un tema diverso dal presente, e si distingue solo per le desinenze diverse. Alcuni esempi:

prandeo, es,prandi, pransum, ere,'far colazione' induo,is, india, indutum, ere, 'indossare' metuo,is, iii ere,'temere' ruo, is, ria, ere, 'correre'

41

I

. Il p_e~ett?,_come si è detto, -fàuso di desinenze proprie, che permettono in molo casi di disunguerlo dal presente anche quando non vi è alcuna differenza nel t"":~verbale. Il piu~eperfetto_e il futur? anreriore romano alle desinenze personaligia n_ote(quelle, per mtenderc1'.che abbiamo incontrato nella coniugazione di presente, unperfetto e futuro semplice), ma aggiungono al tema del perfetto dei suffissi temporali propn. Diversamente da quanto accade con il presente indicativo, il tema del perfetto non termina con una vocale caratteristica diversa a seconda delle coniugazioni, che hanno quindi terminazioni identiche tta loro.

,,

.

'

.



I .toniug.

.•

I I

1a-s. 2~-s.-·

'

.•..

laudav-i _,·•.

3•,, i,

/,auclw-isti

, lauda:v-it

. ' ,. INDrCi\IDtl~trro rr_·coruug. ' filco~.leg-; manu-i feg-isti monu-isti mon'U-it leg-is

j•'p!c '. !audav-tmus 2• _pL·--••.. !auda.v-istis

monu-fmus

leg-fmus

monu-istis

3•pL. ·.·

monu-erunt

leg-i , llnimàl-i

mar-i

mar-lbus

mare

mar-ì'a

:,ca.cc.-anrmal

animal-la

; :,aj:é.-, calcar

calcar-la

mare

mar-la

animal--la

· VòC; '

calca,-

calcar-la

mar-i

mar-tbus

-wc. ,";anlmal •'.: '.ahl.: ,-.:;animai-i

I·r:

calcar-ibus

animal-rbus '·, ,.·,,'' ' '

'

':.

','

'

'

Iaudii-mur !auda-mtni !auda-ntur

]•

2•

',

)p.cli;;.,;vo. ·


_.'Indicativo· .

.

Perfetto

.•

...

•.... •

Lzudatus,a, um sum

monftus, a, um sum

2•

es

es

3•

e;t

est

!• laudati,ae, a sumus 2a. 3a

Sei stato lodato di fronte a un grande testimone.

3.



.

.

B} La conlugaùorie passiva:il sìst~l.lladel perfetto I.

153

monlti, ae, a sumus

.. •

>

'_-·· -·•:.•

lectus,a, um sum es

e,ti,

sunt

sunt

sunt

._,__ ,_ ''·

...

I• laudatus,a, um eram

moriftus,a, um

eram

es#;

...

eras

ems

erat

erat

erat

mon'fti, ae, a eramus

lecti.,ae, a erilmus

.....

.·•

P·- laud.itus,a, 2a 3a_ !• 2r



all'imperfetto eram per formare il piuccheperfetto; al futuro semplice eroper formare il futuro anteriore . I

....

.

. um ero

•..

monltus,

e,àtis

erant

erant

F~turo ~1:~rfr~tt a, um ero lectus,a, um



ero

eris

ms

"''

"''

"'' lecti,ae, a

a, um

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em.< erat

audt:ti,ae, aerà:mus e,ant

.

...

ms

laudò.ti,ae, a ertmus

.

audrtus,

enitis.

eràtis

monft:i, ae, a er{,nus

su?U

lectus,a, um eram eras

3•.



es

auditi, ae, a sumus

2a,

1• laudiiti,ae, a eramus e,àtis 2• erant ;i'

sum

est

1~i1,rCcliepérfètto' •" • -.·

·,

..

auditus, a, um

lecti,ae, a sumus

estis .

. .

,

e,t

es#;

.•

..

•.

erfmus

auditus,

a, um

ero eris

~i

"''

audrt:i, ae, a ertmus

entis

entis

erftis

entis

ernnt

ernnt

erunt

ernnt

Vedi pp. 44-45 per la legge dell'anteriorità tra due verbi al futuro.

"-:--

.

.·•

154

La lingua latina

Lezione 15

1,

' Congilll\tM> ' '

', ',,'

''

'

'

,'

!•

2• ·3a

Perfetto



3•

1· '

!audatus, a, um sim ,is sit

monltus, a, um sim ,is sit

fectus, a, um sim

laudati, ae, a simus sitis sint '' ' ,·,,

moniti, ae, a simus

/.ecti,ae, a simus

'

'



i• laudatus, a, um essem 2.a es,,s

: ''

,.

sint

sint

'Piucchepcifecco:

monitus, a, um essem esses

'a

'

.··~

auditus, a, um sim sis sit

sit

sitis

',,

·e: ,, '

sis

sitis

,:,



'

',''

za

,/

'

··,·

''

'

!.ectus,a, um essem es,,s

audrti, ae, a simus sitis sint ,, ''

'

esset

esses esset

I• laudati, ae, a essemus

numfti, ae, a essemus

lecti, ae, a essemus

auditi, ae, a essemus

'3"

essetis essent

'lnfiniro, lauda-ri

audftus, a, um essem

esset

za

fare(= foturum esse)ut (negazionefare ut non),+ il co~giunùvo pr~ente o imperfetto, secondo le leggi della consecutio 2: come nell esem_pion. 4, dove SI_ha fore ut adoptareturin luogo di un ipotetico se adoptatum m. Chiaramente la pentì-asi con fare ut si rende indispensabile nel caso di verbi pITVldel ~upmo (ad_esemp10studeo),e che quindi non possono formare l'infinito futuro passivo (dr. lezmne 8, pp. 78-80).

leg-i

'

esset

3~·

essetis

essetis

essetis

essent

essent

monitum, am, um esse

lectum, am, um esse

2. 3.

4.

monitum iri

kctum iri

c!'e

La flessione verbale comprende anche forme inttinsecamente _passive, no? hanno un corrispondente attivo: esse sono il participio perfetto,. il gerundivo e il supino in -u, dei quali abbiamo già parlato nelle leziom precedenn.

Qui se laudarigaudet verbissubdolis,dat poenas. Chi gode di esser lodato con parole subdole, ne paga il fio. Caesarequitatum recentiproelioperterritum esseexistimabat. Cesare riteneva che la cavalleriafosse stata spaventata dalla recente battaglia. Sacerdotesaiebantpraedam magnam captum iri. I sacerdoti dicevano che sarebbe stato preso un grande bottino. Otho speraverat fare ut adoptaretur a Ga!ba. , Otone sperava che sarebbe stato adottato (= 'di essereadottato') da Galb~.

I:infìnito presente passivo è caratterizzato alla I, II e N coruugazione dalla desinenza -ri (laudari 'esserelodato'; moneri 'essereammonito', audiri 'essere udito'), mentre la III co!Ùugazioneha desinenza -i (legi'essereletto'). I:infìnito perfetto passivo, come tutti i perfetti passivi, è una forma perifrastica, ed è costituito dal participio perfetto in caso accusativo, e concordato al soggetto dell'infinitiva in genere e numero, unito al verbo esse- che, come al solito, può anche esseresottinteso. Perifrastico è anche l'infinito futuro passivo, composto dal supino + iri, che è inf. pres. passivo (usato impersonalmente) del verbo eo 'andare' (su cui vedi p. 173): letteta!rnente quindi l'esempio n. 3 potrebbe esserettadotto: 'i sacerdoti dicevano che si sarebbe andari a prendere un grande bottino'. Molto spesso, in luogo di frasi infinitive con l'infinito fururo pas.sivo,troviamo espressioni equivalenti costruite con

a:uditum, am, um esse

;.:_flltriro-

C) 1a coniugazione passiva: l'infinito I.

! audr-ri

,.P~rfetto,: laudatum,am, um esse laudiitum iri

ment

155

2

Vedi pp. 79-80, lezione 8; e pp. 120-122 lezione 12B.

156 La lingua latina.

EsERCIZI LEZIONE

Lezione 15

15

157

dum non magnoapparatuopusesset, 10. Marcellus,cuiusvirtute captae,misericordiaconservataesunt Syracusae,habizarein ea parte urbis quae in Insula est

1. Indicativo presente, imperfetto, futnro semplice

Syracusanum neminem

10

voluit.

1. Antvnius Fiamma accusantibusCyrenensibus damnatur !egerepetundarum.2.

Accidissehoc_complures_ Ca':arislegatiamici centurionesmi!itesquefaetabantur. 3. Omnesquidemlzbel!imet, domine,quibustujàmam, id est' vita:m,dedisti tibi suppl,cant,: et,putv, propterhoc legentur. 4. Vzseturet in fabulis audieturdoctorumquestilisrudisperpetuabiturhistvria«Asinovectorevirgoregiafagiens capti~ vztatem». 5. ~udàntur oraf;f;resveteres,quod copiosereorum causasdejendere sokren:,.6~Omnzaautemgeneracorruptarumsententiarumde industriapono, quia facilius docemurexemplo. 7. Poetae,qui magnamspeciemdoctrinaesapientiaequeP;ae se tulerunt~, audzuntur leguntur ediscuntur et inhaerescunt penitus in mentzbus._8._Plebstzmebaturet ante omnesL. Bantius,quem conscientiatemptatae defectt~nzs nu_ncad prodztzonem patriae stimulabat. 9. Omnes cives Romani ad te voluzmus'tn tuaquepraesidiaconjùgere,sedcustodiisequitumNumidarum tmpediebamur. IO. Smbens ¼no fortts et hostium victor Maeonii canninis alite.

·, 3. Infinito I. Tevalde amamus nosque a te aman' cum 11 volumus 12 tum etiam confidimus. 2. Et monereet moneripropriumestveraeamic#iaeet alterumliberefàcere,_ non as1;ere,alterumpatienteraccipere,non repugnanter.3. Sz szneprolefazsset,_ znterfilzces Cinyràspotuissethaberil3_4. Placuit14 igituroratoremadple_bezn mzttzMenenzurn Agrippam,facundum virum etplebi carum. 5.Animadvertzemm, zudzces, audzn a vobismeumfamiliarem,L. Herennium,perattente. . 6. F:xercttus maxzmossaepe pu!sosetfagatos essedico terroreipsoimpetuquehostzum. 7. At etzamsunt quz dicant, Quirites,a me eieczumesseCatilinam. 8. Cum L. Opimzcausamdefendebat apudpopulum, audienteme, C Carboconsulnihil" de C Gracchinecenega~ bat,sedzd iur,pro salutepatriaejàczum essedicebat. 9. Szsennaexponztzmtzobellz Marsici et deorum simulacra sudavisse, et sanguinem fluxisse e caelo, et ex occulto auditas essevoces,quae pericula belli nuntulrmt 16. 10. « ¼s», inquit Fabius; «ora-

11. Nos tamen nec vincemuranùno nectu,piter bis rebytssuperabimur,quaenon sunt zn_nos~a_potestate. 12. Rei pub!icaesalusdeerit', si improborumexemplis

mus, ut primuzn omnium cogitetis potestatemistamad sing;ulorum auxi/ium, non ad perniciem universorum comparatam esse;trtbu,ws pkbts ~os cre~tos,no_nhost:s patribus». 11. An Cn. Pompeiumcenses_ tribus_suisconsu!atzbus, trzbustrzumphzs,

zmprobztudzao acpericulo/iberabuntur.

2. Indicativo perfetto, piuccheperfetto, futuro anteriore e participio perfetto

nu:;xi.marumrerum gloria laetaturum jùisse 17, st sctret se in solitudine Aegypttorum

1. Caesandni gravi annona sunt conflictati, ideo quod nondum neque ab Sicilia ~eque ab Sa~dinia :om~atus

trucidatumiri amissoexercit.u?12. Quis hoc non perspici~praec!arenobiscum aczumiri sipopulusR.omanusistiusuniussupplicwcontentusfoerit?

subp_orta,_tus erat. 2. Drusus cum revertissete foro

zm':'ensaet zncordJ._ta cznctusmultitudzne,in atrio domussuaeculze!lo percussus, quz adfixus!aterzezusrelzctusest,zntra paucashorasdecessit.3. Prohibitiestisin provznczavestrapedem pone,,; et prohibiti summa cum iniuria 4. Postquam G_allirepulsi et contectt erant zntra munztzones, Caesar iter constitutum ire contend~t. .5•A~~avi rogatu sodo rum atque amicorum, delectus sum ab uni versapro-

vmczaq_u,""{ iurafortunasquedefonderezn.6. Rogatussum a prudentissimaet dzltgentzsstma femirza,matretua, ut veniremad se. 7. MacedoniaerexAlexander p~r quietem visa i~agine p~aemonitus ~at ut vitae suae custosessetdi!igentior 9. 8. Si condemnatus ens, n_o"'!'id ag~s,_ut zstapecunia in quinquennio consumatur in statuis. 9. Bona condzczone genztzsumus.Id egit rerumnatura ut ad beneviven-

4. Congiuntivo 1. Vì1:go Vesta!is,cum quadam" nocteparum diligensignisaeternicustosfaisset,

dignafait quaejlagroadmoneretur.2. IpseCaesarcum a summoharuspzcemone-

IO II 12

13

I4 3 4 5

6 7

8 9

id est= 'cioè'. fociliusè comparativo dell'avverbioJIU'i!.e ('più facilmente'). tulerunt: 3' pers. pl. dell'indicativo perf.difiro (p. 170). voluimus='avremmo voluto': è un caso di indicativo perfetto con valore di condizionale italiano (F) del perfetto congiuntivo con valore eventuale, come il successivodeftceris.

14

15

16 17 18

3.

Samnitessesecuturosessedictatoremresponderunt. I Sanniti risposero che avrebbero seguito il dittatore.

4.

5. 6.

Pompeiusextremamrationembellisequensplurimoscollesoccupabat.. . Pompeo, ricorrendo ali'estrema risorsa della guerra, occupava molusslille colline. Multa enim saepead te cohortandigratiascripsim":. •.. 1ì ho in.fattiscritto spesso molte cose per esortam. Me in silvas venatum vocas.

Mi chiami nel bosco a cacciare. I verbi deponenti hanno inoltre alcune forme ~ttive, c:ime il partiòpio futuro e l'infinito fururo (secuturus,da cw secuturos essenell esempio n. 3); attive sono p01

I 84

Lezione 18

La lingua /,atina

altr': forme che mancano al passivo, come il participio presente (sequens,esempio n. 4), il gerundio (cohortandi,esempio n. 5) e il supino in -um (venatum, da venor; esempio n. 6).

7.

Hostissequendusmaximo laboreest.

8.

Dolereasperumest,contranaturam,difficileperpessu.

Il nemico deve esser inseguito con grande fatica.

185

14. Iìberius litterasad exercitustamquam adeptoprincipatu misit. Tiberio mandò una lettera agli eserciti come se avesse ottenuto il principato.

Il participio perfetro di alcun.iverbi deponenti può. avere valore sia attivo che passivo. Nel!'esempio n. 13 adepto (da adipiscor, 'ottengo'; daovo, concordato con Neront)ha valore attivo, come ci si aspetta per un verbo deponente, e regge il complemento oggetto imperium;nel!'esempio n. 14 esso è ,invecepassiv?, dato che l'ablativo assoluto tamq_u;zm adepto prfncipatuvale letteralmente come se il pnnapato fosse stato ottenuto (da lw) •

Soffrire è duro, contro natura, difficile a sopportarsi. Nel caso del gerundivo (sequendus,da sequor;esempio n. 7) e del supino in -u (perpessu,daperpetior;esempio n. 8), non solo la forma ma anche il significato è pas-

15. Caesar,arbitratus Scipionem ad se venire. ante oppidum constitit. Cesare, credendo che Scipione stesse venendo verso di lui, si fermò davanti alla

sivo (naturalmente se il verbo deponente è transitivo).

9.

Amicum tuum hortare ut istos contemnat qui illum obiurgant. Esorta il tuo amico a disprezzare costoro che lo rimproverano. 10. Capite arma ftequentes, me sequimini ad caedem. Prendete le armi numerosi, e seguitemi verso la strage.

l'.imperarivo è di uso comune nella coniugazione deponente, a differenza di quanto abbiamo visto per la coniugazione passiva (vedi p. 152).

11. A Turraniote accepisse measfitterasgaudeo. Mi rallegro che tu abbia ricevuto la mia lettera da Turranio. 12. Frustrasum igiturgavisusmiser.

città.

16. His amicissociisqueconfisusCatilinaopprimundaereipublicaeconsfliumcepit. Confidando in questi amici e alleati Catilina prese la dec1s10nedi soffocare la repubblica. In alcuni verbi deponenti e semideponenti il participio passato ha valore (anche) di presente: si comportano in tal modo arbitratus(da arbitror),confessus (da confiteor),usus(da utor), ratus(da reor),veritus(da vereor),ausus(da audeo),fisuse 1 suoi composti (da fido) e altri. •

B) lpron:omie gli aggettiviindefiniti • 1. Composti con quis,quid e qui, quae,quod

Povero me, mi sono dunque rallegratoinvano!

l. Ci sono poi alcuni verbi, il cui paradigma segue sia la forma arriva (per lo più al presente e tempi der1vau: m.gaudeonel!'esempio n. 11), sia quella passiva (di norma al perfetto e tempi derivati:gavisussum nell'esempio n. 12): sono i cosiddetti semideponenti. Ne diamo qui di seguito un elenco:

• •

audeo, es, ausus sum, autiere: 'osare'



gaudeo,es,gavisus sum, gaudere: 'godere, gioire' so/,eo,es,solltus sum, solere:'esseresolito' fido, is,fous sum,falere:'aver fiducia, confidare' (e i suoi composti confidoe diffido)



revertor,bis, reverti,reversu11"7 reverti.:'ritornare'(ma esisteanche ilpe.rfreversus sum)

13. Vu(gusSilanum anteponendumesseputabat Neroni imperiumper scelusadepto. Il popolo nteneva che Silano dovesse essere preferito a Nerone, che aveva ottenuto il potere con un delitto.

2. 3.

Portaeeiusadsiduuscustossemperaliquisex magistratibuserat. Uno dei magistrati era sempre vigile custode di quella porta. Datur enimconcessu omniumhuica!iqui ludus aetatz. , Per concessione comune, si permette a questa età un qualche svago. Portascustodireiussisunt centurionesne quis nocteurbe exiret. ~ _ Venne ordinato ai cenru.rioniclicustodire le porte, perché nessuno potesse uscire di notte dalla città .

al,quis, al,quid (pronome) e al,qui, alzqun, alzquod (aggerrivo) sono comp_ostidi una parte indeclinabile, ali-, e di una che s1decima come quzs,~u,d o come qu4 quae, quod.Il genitivo è quindi alicuius,il dativo alicui,e':'-; tuttaVIa il neutro i:Jurale nom. e ace. è al,qua. Ecco a molo di esemp10 la decimazione di al,quzs,al,qu,d:

186

Lezione 18

La. lingua latina

: :, i, ·.·· .. ,Sillgofure,.: /: """', ,,;. , • m,sd,ile/fèii>inlniJè :• : .•.,, ' héutto

"i.:·/" CC ' ..·. è: '

.·.•... ·• • ···•• ,,.Pli,ral~, .·,.... · •; : , ,:,:: nia,clìileffemminileI , : :: ••.nfutto

al'iquis

aliquid

alicuius

alicuiusrei

a!iqut!rUm

aliquarum rerum

alicui

alicui rei

aliquibus

aliqulbusrebus

aliquem

alrquid alfqua re

alfquo

aliqui

:\.:I.CC.

aliquos

aliqmbus

187

Si usa frequentemente dopo un superlativo (ad esempio optimusquisque~ 'rutti i migliori'; cfr. l'esempio n. 6, e vedi anche alla lezione 16B,p. 164)'-

allqua

Eruditissimos hominesAsiaticosquivisAtheniensisindoctusloquendosuperabit.

7.

Qualunque Ateniese ignorante parlerà meglio degli uomini più eruditi d'Asia.

aliqua

aliquibusrebus

Il significato è analogo a!l'iraliano 'uno, qualcuno, qualche cosa; qualche'; meno sono i sinonimi q7:ispzam, q_uidpiam(o q_uippiam), pronome; quispiam,quaep,am, quodpzam,aggeruvo (SInon che m questi la parte mdeclinabile è posta alla fine, e non all'inizio: il gen. è dunque cuiuspiam,il dar. cuipiam,ecc.). D?po le particelle si, nisi, ne, num, nonrie,au~ seu,e in generale in espressioni che abbiano valore puramente ipotetico, aliquisè sempre sostituito dal semplice quis, come nell'esempio n. 3.

Nel s~nso di 'qualsiasi, qualsivoglia;_qualunque, chicchessià_il latino _usaquivis, quaevis,quidvis;quil,be~ quae!rbe~_quidlzbet(pronomi); quzvzs,quaevzs,quodvzs; quilibet,quaelibet,quodlibet(aggetnv1).

~ti

4.

Chaldaeusquidamhospesmiristotam civitatemresponsis turbulentat. Uno straniero caldeo mene in agitazione tutta la cinà con i suoi vaticini.

Aliquis,aliquid indica una persona o cosa indeterminata; sempre nel senso di 'qualcuno, qualcosà, ma quando si tratta di persona o cosa determinata; ma che non si può o non si vuole nominare, il latino usa quidam, quaedam,quiddam (pronome) e qutdam, quaedam,quoddam(aggettivo). Si declina come quis unendovi il suffisso indecli'.'abile -dam, e quindi il gen. è cuiusdam,il dat. cuidam,ecc.; si noti però che davann a -dam la -m finale si assimila alla dentale e diventa -n, e quindi si hanno le forme quendam,quandam,quorundam,quarundam.

5.

Perterritisomnibus,sibi quisqueconsulebat. Poiché tutti erano terrorizzati, ciascuno pensava per sé.

6.

Optimoet nobilissimocuique meamorarionemgratissimamesseoportet.

2. Composti di uter

I.

,

Ciascuno dei due riconduce le propne legioru nel! accampamento. 2.

¼irropraece/Jit in theologia, Nigidiusin communibuslitteris:nam iderf]UC utrumque scripserunt _, ___ _ Varrone eccelle nella rrarrazione delle cose divme, N1gidio m quella delle cose umane: infàtti ognuno dei due scrisse di ambedue gli argomenti.

3.

Uterqueutrique eratexercituiin conspectu. Ciascuno dei due eserciti era allavista del!'altro.

Il pronome/aggettivo ider(JUC, utraque,utrumque sigrùfica Tuo::, e l'alrr~ dei due, ciascuno dei due' (presi separatamente; ambo se presi 1I1S1eme,~bedue ); ~1 declina come uter.utra, utrum + il suffisso indeclinabile -que. Può avere il verbo sia al singolare (uter.p,e.,, reducitnella prima frase) sia al plurale (uryue,,. scripserunt nel secondo esempio). Si noti l'uso recipro"? ~ uter.quene~e fi-as1n'.1, 2? 3: ~to due volte, vale 'ciascuno dei due ... ambedue o aascuno dei due ••• 1altro. Sull uso ripetuto dei pronomi vedi meglio qui di seguito al punto 3. •·, Altri composti di uter sono: uterois,utrtWÌS,utrumvis; uterUbet,utralibet, utrnm!Ibet;'qualsivoglia,qualsiasidei due'. altemter,a~ a/teriàru:m;'l'uno o l'altro dei due'. La prima delle due pani mm ponenti può rimanere indeclinabile

Bisogna che il mio discorso incontri il massimo gradimento possibile di tutte le persone migliori e più nobili. Nel senso di 'ognuno, ciascuno, ogni cosa il latino usa quisque,quidqueoppure unusquisque,unumquidque(pronomi); quisque,quaeque,quodquee unusquisque, unaquaeque,unumquodque(aggettivi). Il suffisso -queè indeclinabile; si hanno quindi i genitivi cuiusquee uniuscuiusque,i dativi cuiquee unicuique,ecc.

Suasuterquelegionesreducitin castra._ _ _

I

(gen.alterutrius,ecc..) o essere declinata separatamente (gen.a/:terius utrius,ecc.)

Quisque si usa anche dopo un numerale ordinale: ad esem\_io ~ertioquoque_an_n~'o~

terzo

anno', cioè'ogni due anni', dato che il latino a differenzadell1talianoconreggia srail pruno che l'ultimo termine di una serie (vedi lezione 7 P· 67).

188

Lezione 18

La lingua latina

Anche di questo pronome/aggettivo sono noti l'uso correlativo alter••• alter (ma anche unus... alter)= 'l'uno ... l'altro' o 'l'una cosa... l'altra (esempio n. 7), l'uso reciproco (esempio n. 8) e l'uso distributivo (esempio n. 9).

3. Corrispondenti ad 'altro, altri' ].

Ecce Socraten contubernalem meum conspicio,paene alius furore.

2.

Altus iungere aczem, alius dividere iubebat.

Ed_ea::o che vedo il ~o runico Socrate, quasi un altro per il pallore. •

Uno ordinava di unire lo schierainento, l'altro di dividerlo. 3.

Inter sepugnantes alius alùcm interfecerunt.

Mentre combarrevano tra loro, l'uno uccise l'altro.

4.

Alius alio more vivebat.

(C,era) dli viveva secondo una regola, chi secondo un'altra.

. Il ~rnnome/agg;ttivo alius, alia, aliud significa 'un altro, diverso' {opposto a idem,_ rl medesimo): cfr. esemp10 n. I. Si decima come un agg. della I classe, trann~ 11nom. s. neutro In -ud, il gen. s. altus e il dat. a/ii (uguali per tutti e tre i genen). . Molto frequente è l'uso ripetuto di alius. Se ne possono distinguere le seguentl speae: • correlativo, alius... alius... alius 'uno ... un altro ... un altro' (esempio n. 2) do".el'enumerazione può allargarsi anche a più di due membri; ' recrproco, per indicare che più individui fungono contemporaneamente da soggetto e oggerro dell'azione (esempio n. 3); • distributivo,. di norma quand? le due_forme di alius (pronome e aggettivo, o due prononn) identifìcano un alternanva di comportamento tta gruppi diversi di individui (esempio n. 4).

10. Hostes defessiproelio excedebant,alii integris viribus succedeba~t._. . I nemici stanchi si allontanavano dalla battaglia, e alm freschi h nmpiazzavano. 11. Paucis acriter repugnantibus, reliqui in_castr_aco~fagiunt. , Mentre pochi resistono con VI.gore,glialtn s1rifugi.anonell accampamento. 12. Amabit sapiens, cupient ceteri. Il sapiente proveràamore, glialtridesiderio. Al plurale, nel significato di 'altri', il latino usa tre aggettivi/pronomi con sfumature semantiche leggermente diverse: 1



a/ii (plUialedi a!ius) nel senso inde~e~m_inato di _:altre persone o cose ;



relrqui, relrquae,relrqua nel se°:'? di. i 1;man~nti; ceteri, ceterae, cetera nel senso di tuto glialtn .



Si declinano tutti e rre come aggettivi plurali della I classe (della declinazione al singolare di alius si è detto sopra).

4. Di senso negativo l.

Nemo timendo ad summum pervenit locum.

2.

Nessuno arrivain cima se ha paura. Nu!l.us amor populis necfoedera sunto. . . Non ci sia alcuna amicizia né alleanza tra i (due) popoli.

Ennio è saggio e forte, un secondo Omero. Altera manu fert lapidem, panem ostentat altera. In una mano tiene il sasso, con l'altra :fuvedere il pane. Alter al:teriusiudicium reprehendit. Luno critica la decisione dell'altro. Uterque numerus plenus af:ter al:terade causa habetur. Ambedue i numeri sono consideratiperfètti, uno per un motivo, l'altro per un altro.

3.

Diu vocem tzeUter invenit.

Il i:ronome/aggetrivo alter, altera, alterum significa 'altro tta due' (opposto a utmrue, ainbedue'). Per questo esso può corrispondere in italiano anche a 'uno' (m;viamente nel ;enso 'uno ~ra due'_:cfr.esempio n. 5), oppure a 'un altro' nel senso di un/il secondo (come nell esempio n. 6; da notare che alter significa anche 'secondo' come numerale ordinale). Si declina come un agg. della I classe in -er, tranne il gen. s. alterius e il dat. alteri (uguali per tutti e tre i generi).



5. 6. 7. 8. 9.

189

Statura fait humili et claudus af:teropede. Era di bassa statura e zoppo da un piede. Ennius et sapiens et fortis et alter Homerus est.

4.

A lungo nessuno dei due riusò a parlare. Nihilper iram aut cupiditatem actum est. Nulla fu fatto con ira o cupidigia.

In frasi prive di congiunzioni negative si usano quattro pronomi/aggettivi di significato negativo:



nemo: 'nessuno' (pronome, solo raramente aggettivo). La"flessioneè difettiva, e si supplisce con nullus: nerno, nullzus, nemtni, nerntnem, nullo. Esiste anche un gen. nemtnis di uso arcaico. . _ nullus, a, um: 'nessuno' (aggettivo, raramente pronome). Ha il gen. s. nullzus e dat. s. nulli (ugualiper tutti e tre i generi).

190

La lingua la.tina



neuter,tra, trum, aggettivo e pronome usato al posto di nernoe nullus nel senso di 'nessuno dei due, né l'uno né l'altro'. Ha il gen. s. neutrfus e dat. s. neutri (ugualiper tutti e tre i generi). nihil (talvolta contratto in nil): 'niente, nulla (pronome neutro). Si usa solo al nom. e a~.,. e ai e.asiobliqui è sostituito da perifrasi con nullus:gen. nullius rei, dat. nulli rez,abl. nulla re.



Lezi.one18

•• EsERCIZI LEZIONE 18

l. Verbi deponenti 1. Caesarlndutiomarumhortatusest uti in officiomaneret. 2. Illud dedecusseve-

re me persecuturumessepolliceor. 3. Socratesin hominibusad virtutisstudium cohortandisconsumebatur.4.1/la muliermiromepersequebaturodio. 5. Ea aegre patiens Gracchus,cum pugnam consereredictat:orisiniussu non auderet, nuntium ad magistratumCasilinummisit. 6. Verbisdilucidisutendum est. 7. Sed egoeum non Solum hortatussum verum etiam coegi.istoproficisci. 8. Taceatque seque;e me. 9. Appius et caecuset senextenebatnon modaauctoritatem,sed etiam imperium in suos, metuebant servi, verebantur liberi, carum omnes habebant. 10. CalpumiusPiso,spretapotentia Augustae,traherein ius Urgulaniamdamoque principis excireaususerat. 11. Faciam_hodie,imp~ator, 1!taut vi~o 7:2ihiaz:tmor:tuogratiasagas. 12. C Marius, cum znnumerabtlishomum copzasin Italiafudzsset atque obsidionerem publicam liberasset4,omnia su:'secum una moritura non arbitrabatur. 13. Dionysiust:yrannus,t:omorummanzbusJèrrum non ausus committere,instituitut candentibusnucumputaminibus barbamsibi et capillumadurerent. 14. Reversusin urbem Scipio amplissimum nobilissimumqueegit triumphum,quem Q TerentiusCulleo senatorpilleatussecutusest. 15. Quo usque tandem abutere', Catilina,patientia nostra?16. ()J,aequo usquetandempattemini, ofortissumi6 viri?Nonne ernori.per virtuternpraestatquam 7 vit:ammiseram atque inhonestamper dedecusamittere? 17. Et eo die Caesartabernaculastatuì passusnon est,quoparati essentad insequendumomnes. 18. TraduntScythaszllos, qui sub ipsis septentrionibusaetatem agunt, corj)orzbushomtnum vescz. 19. PostquamaudiveratquaeRomaequaequeCarthagzne _actadea:etaque essent,seque non ducemsolum sed etiam causamessebelli.,Hannibal nihzl ultra differendum ratus,militesconvocat.20. Nil admirariproperesestuna.,Numici, solaque,quae possitfacereet servarebeatum. 21. Estgenushominum qu~ quamquampremuntur aerealieno, rerum tamenpohri. volunt et honoresse consequzpossearbztrantur. 22. Pompeius,iam cum in tra vallum hostesversarentur,.equum na~ decu:":4-na porta se ex castriseiecit. 23. lmmanem draconem,qui mala aurea_ Hesperidum; servaresolituserat,Herculesad montemAtlantem mterfeczt.24. Quzamuliishczs comprimendi tumultus erant qui tem~e oriebantur,p~it omnes 1ui dX!atores consulescensoresve faissent cum imperio esse,donec recesszsset a muns hostzs. 25. Caesarconfousfama rerum gestarum infinnis auxiliisproficiscinon dubitaverat aeque omnem sibi locum tutum fare existimans.

5. Furor est enim metueresalutaria,nec quisquam amat quos timet. È follia temere ciò che dà salvezza,e nessuno ama coloro che teme.

6.

lgitur talibusvirisnon hcus ullusasperaut arduuserat.

7.

Dabimus operamne quis hocsciat.

Dunque per uomini siffatti nessun luogo era aspro o scosceso. Ci daremo da fare perché nessuno lo sappia. In frasi che contengono congiunzioni negative invece il latino non usa di solito nemo,_nullus_o nihiL dato che una doppia negazione (a differenza di quanto avviene di solito m italiano) firusce per affermare: nemo non videt - 'nessuno non vede' quindi 'qualcuno vede'; non nihil egisti- 'non hai futto nulla', quindi 'hai futto qual~ cosà 2• Si usano dunque: • con nec, non, neque: quisquam, quidquam (pronome; talvolta assimilato in quicquam); u!lus,a., um (aggettivo). • con ne e il congiuntivo: quis, quid (pronome); ullus, a., um (aggettivo).

, Quisqua"';'.quis e ullus harmo propriamente il significato di 'alcuno, alcuna cosa. TuttaVJaI italiano, a differenza del latino, preferisce trasferire la negazione sulla congiunzione anziché sul pronome: perciò, ad esempio, necquisquam si tradurrà normalmente 'e nessuno' anziché 'né alcuno'. OJ,isquamsi declina come quis + l'indeclinabile quam;il neutro quzdquam(o quicquam)ai casi obliqui ha ulliusrei (gen.), ulli re, (dat.), ulla re (ab!.). , ., La stessa rego~ si applica nel ';""o degli avverbi di senso negativo numquam, mai , e nusquam, m nessun luogo . Dopo nec, neque, non, ne si usano quindi umquam e usquam; ad esempio nec umquam = 'e mai' 3 •

2

3

C'è in realtà una certa sfumarura di signìfìcatoche dipende dalla posizione relativadi negazione e pronome. Per rui ,wn nono= 'qualcuno', nano non= 'tutti'; non nihil = 'qualcosa', nihil non= 'tutto'; ecc. Come per i pronomi di rui alla nota precedente, anche per questi avverbi quando si adotta la doppia negazione si ha non numquam = 'talvolta', numquam non= 'sempre'; non nusquam = 'in qualche luogo', nusquam non = 'ovunque'.

191

4

5 6 7

liberasset= liberavisset. abutere=abu'tero. fortissumiè forma alternativa (arcaizzame)per fortissimi,superlativo di fartis. praestatquam = 'è meglio di, è meglio che'.

192

La lingua latina

Lezione 18

2. Pronomi e aggettivi indefiniti

dis utriusquelinguaeauctoribusnihil aequeAugustussectabatur,quam praecepta et exemplapub/ice ve!privatim salubria. 27. Graecia,quaefama, quae gloria, quae doctrina,quaeplurimis artibus,quae etiam imperioet bellicalaudejloruit, parvum quendam locumEuropaetenetsemperquetenuit. 28. PostquamTroiani

L Cephaluset Procrisalter alterifaierndederuntne quis cum a/io concumberet.

2. Apollocum Coronida8 Phlegyaefiliam gravidamfecisset,corvumcustodemei dedit, ne quis eam -violaret. 3. Sin aliquem infandum casum, Fortuna, minaris, nunc, nunc o liceat9 crudelem abrumpere vitam. 4. Pecuniam si cuipiam fortuna ademit aut si alicuius eripuit iniu~ tamen facile consohtur honestas egestatem. 5. Amat mulierquaedamquendam. 6. Quomodoquorundamlapidum inexpug-

atqu.eAborigenes in una moenia convenere, dispari gmere, dissimili. li.n~

alicuiusfacinoris tibi consciusmori cupis, nos cucurbitae caput non habemus ut pro

te moriamur. 30. Unicuiqueaetatisua comtitutioest,alia infanti, aliapuero,alia

ulla saevitiae vestigia,tot verberatisaeculisostentant, ita sapientis animus solidus est.

adUlescenti,alia seni: omnes ei constitutioni conciliantur in qua sunt.

. 3.

Haec negotiaquo modo se habeant,ne epistulaquidem narrareaudeo. Tibi, etsi ubicumquees,ut scripsiad te ante, in eademesnavi.,tamen quod abes14 gratulor,

aqua semper utilia sunt: medicamentum utrumque est, cum in vicem adsumitur. 11. VulcanusIovisiussuex luto mulieriseffigiemficit, cui Minerva animam dedit, ceteriquedii alius aliud donum dederunt;ob id Pandoramnominarunt11. 12.

vel quia non vides ea quae nos ve! quod excelsoet illustri. loco sita est la.ustua in plurimorum et sociorum et civium conspem4·quae ad nos nec obscuronec vario sermone sed et clarissima et una omnium voceperfertur. Unum illud nesciogratul.erne tibi an timeam, quod mirabilis est exspectatioreditus tui; non quo verearne tua virtus opinioni hominum non respondeat, sed mehercule ne, cum veneris, non

Cum plures senesad provocandamliberalitatemprincipisparieti se adtererent, Hadrianus evocari eos iussù et alium ab alio invicem defticari. 13. Milvo est

quoddambellumquasinaturalecum corvo;ergoalteralteriusubicumquenanctus est ovafrangit. 14. Helvetii reliquosGa/Josvirtute12 praecedunt,quodfere coti-

habeasiam quod cures;ita sunt omnia debilitataiam etpropeexstincta.Tu tamen ea para, meditare~cogita qua.e essein eo civi ac viro debent qui sit rem publicam

15. lntro ire neminem video, exire neminem;matronamnullam in aedibus. I 6. Nihil i/le deos,nil carmina curat.

dianis proeliis cum Germa.nis contendunt.

17. Utraqueaciespro vallostetit instructa,et cum ab neutrispugna coeptaesset, iam die ad occasum inclinante, in castracopiae reductaesunt. 18. Me interea nec domesticusdo/ornec cuiusquaminiuria ab republica abducet. 19. Cui adsidua

adflictamet oppressamin veteremdignitatemet libertatemvindicaturus.

4. Caesaromnibusrebusrelictispersequendumsibi Pompeiumexistimavit,quascumque in partes se exfoga recepisset,ne rnrsus copias comparare alias et be!lum renovareposset 1\ et quantumcumque it:inerisequitatu ejficerepoterat, cotidieprogre-

foit cum incommodissuisroca, callumper iniuriasduxit nec ulli ,nalocedit. 20. Tribunusplebis intercessitne quid supertanta reprincipeabsentestatueretur.21. Negat -Epicurus quemquam, qui honeste non vivat, iucunde posse vivere. 22. Quaerequid scribas,non quemadmodum:cuiuscumqueorationemviderissofficitam et politam, scito animum quoque non minus essepusillis occupatum. 23. Ad measincredibilesaegritudinesaliquid novi acceditex iis quae de Quintiisad me adfiruntur. 24. Eupolisatque Cratinus,siquiseratdignusdescribi,quod malusac far, quod moechusforet 13 aut sicariusaut alioqui famosus, multa cum libertate notaban~ 25. Nullius apud me, patresconscripti,auctoritasmaior est quam M Lepidi ve!propteripsiusvirtutem ve!propterfamiliae dignitatem. 26.In evolven8 IO

II 12

13

alius

alio more viventes,incredibilememoratuest quam facile coaluerint. 29. Etsi tu

nabilisferro duritia est, quemadmodumquidam scopulimarefrangunt nec ipsi 7. ¼s, o Calliope,precor,aspiratecanentiquasibi tum ferro strages,quaefonera Turnusediderit,quem quisquevirum 10 demiseritOrco. 8. Strenuissumusquisque aut occideratin proelioaut gravitervulneratusdiscesserat.9. Stat sua cuiquedies, breveet inreparabiletempusomnibusest vitae. IO. Ex toto neque vinum neque

9

193

Caronida è una forma di accusativo con desinenza greca da Coronis, idis. liceat, impersonale ::::'mi siaconsentito'. qui virum = virornm (gen. parcirivo). nominarunt = nominaverunt. virtute, ablativo di limitazione= 'in virtù, quanto aila virtù'. foret è una forma arcaizzante di 3a pers. s. del cong. irnperf. di sum (= esset).In questo caso l'uso del congiuncivo nella frase relativa riferisce il pensiero indiretto (p. 206).

diebatur legionemqueunam minoribusitineribussubsequiiussit.Erat edictum Pompei nomine Amphipoli propositum, uti omnes eiusprovinciae iuniores, Graeci civesqueRomani, iurandi causa convenirent. Pompeius ipse ad ancor'(,-muna nocte

constititet vocatisad se Amphipoli hospitibuset pecunia ad necessi1rios sumptus conrogatacognitoqueCaesarisadventu ex eo locodiscessitet Cyprum paucisdiebus pervenit. Ibi cognoscitconsensuomnium AntiochensiumciviumqueRomaiwrum, qui illic negotiarentur,arma capta esseexcludendi sui causa nuntiosque dimissosad eos,qui se exfoga in finitimas civitates recepissedicerentur, ne Antiochiam adirent;

id si ficissent, magnoeorum capitispericulofoturum. Idem hoc L Lentulo,qui superioreanno consu[foerat, et P Lentulo consulariac no":nullisaliis acciderat Rhodi;qui cum exfoga Pompeiumsequerenturatque in insulamvenissent,oppido acportu receptinon erantmissisquead eosnuntiis ut ex his locisdiscederent, contra voluntatem suam naves solverant.

14 15

abesè la 2apers. s. del pres. ind. del verbo absum, composto di sum (cfr. p. 198). possetè la 3a pers. s. del cong. imperf. del verbo possum, composto di sum (cfr. p. 198).

Lezione 18

194 La lingua kuina

5.

195

Ad summam sapiens eris,si cluserisaures2°, quibus ceram parum est obdere:firmiore spissament:oopus est21 quam in sociis usum Ulixem Jerunt. Illa vox quae

Quis cohortariad virtutem ardentius,quis a vitiis acriusrevocare,quis vituperare improbos asperius, quis la.uda.rebonos ornatius, quis maerorem levare mitius consola.ndoq™!-morator potest 16? Historia vero testis temporum, lux veritatis,

timebaturerat blanda, non tamenpublica:at haecquae timenda est rum ex uno scopulo sed ex omni terrarnm parte circumsonat. Praetervehereitaque non unum

vita memoriae, magistravitae, nuntia vetustatis,qua voce alia nisi oratoris immortalitaticommendatur?Nam si qua estarsalia, quae verborumautfacien-

locumimidiosavoluptatesuspectum,sedomnesurbes.Surdum te amantissimistuis praesta:bonoanimo malaprecantur.Et si essevis_felix,deosorane quid tibi ex bis quae optantureveniat.Non sunt ista bona quae in te isti volunt congeri:unum

dorum aut kgendorum scientiam profiteatur; aut si quisquam dicitur nisi oratorformare orationem eamque variare et distinguere quasi quibusdam verborum

bònum est, quod beatae vitae causa et firmamentum est, sibi folere. Hoc autem contingere non potest1.2,nisi contemptus est labor et in eorum numero habitus quae

sententiarumqueimignibus;aut si via ulla nisi ab hac una arte traditur aut argumentorum aut sententiarum aut denique discriptionis atque ordinis, fateamur aut hoc, quod haec ars profiteatur, alienum esseaut cum alia aliqua arte essecommune: sed si in hac una est ea ratio atque doctrina, non, si qui aliarum arti.um bene locuti sunt, eo minus id est huius unius proprium; sed ut orator de eis rebus, quae ceterarum artium sunt, si modo eas cognovit, ut heri Crassusdicebat, optime potest dicere, sic ceterarum artium homines ornatius illa.sua dicunt,

neque bonasunt neque mala;fieri enim nonpotest ut 23 una ulla resmodo m,;,la sit, modo bona, modo levisetpeiferenda,modo expavescenda. Labor bonum non est:quid ergoest bonum?laboriscontemptio.Itaque in vanum operososculpaverim 24• Qui rursusad honest,a,nituntur, quanto magisincubuerintminusquesibi vinci ac strigarepermiserint, admirabor et damabo, «tant:omelior;surge et inspira et clivum istum uno sipotes spiritu exsupera». Generososanimos la.bornutrit.

si quid ab hac arte didicerunt,

6. Ergoin virtutepositaest vera_felicitas. Quid haectibi virtussuadebit?ne quid aut bonum aut malum existimes quod nec virtute nec malitia continget; deinde ut sis immobiliset contramalum et ex bono,ut quafas estdeum effingas.QJ,idtibi pro hac expeditionepromittit?ingentiaet aequadivinis:nihil cogeris,nullo indigebis, libereris,tutus indemnis;nihilfrustra temptabis,nihilprohibeberis;omnia tibi ex sententiacedent,nihil adversumaccidet,nihil contraopinionemac voluntatem. «Quid ergo?virtusad beatevivendumsuificit?»Perfectailla et divina quidni suf ficiat, immo superftuat?QJ,idenim deesse potest17 extradesideriumomniumposito?QJ,idextrimecusopusest" ei qui omniasua in se collegit? Sedei qui ad virtutem tendit,etiamsi multumprocessit,opusestaliquajòrtunae indulgentia19 adhuc inter humana luctanti, dum nodum illum exsolvit et omne vinculum mortale.

Quid ergointerest?quod arte alligatisunt a/ii, adstrictialii, districtiquoque:hic qui ad superioraprogressus est et se altius extulit laxam catenamtrahit, nondum liber,iam tamenpro libero.

20 16 17 18

19

potestè la 3' pers. s. dell'ind. pres. di possum,composto di sum (cli:.p. 198). deesseè infinito presente di desum, composto di sum; mentre potestè 3" pers. s. dell'inii pres. di possum, altro composto di sum (vedi sopra). opusest ('c'è bisogno, è necessario'), si costruisce di norma con il dativo della persona che ha bisogno (in questo caso il pronome ei) e l'ablativo della cosa di cui c'è necessità (dr. la nota seguente), oppure i casi retti di un pronome neutro, come in questo caso (vedi p. 229, lezione 22C). opusest... indulgentia:nn altro esempio ddla costruzione impersonale di opusest+ abl.

21 22 23

24

si cluserisaures= letr. 'se avrai chiuso le orecchie'. Il fururo anteriore cluserisè dovuco alla cosiddetta legge dell'anteriorità (pp. 44-45). Su opus erte&. sopra, n. 18 e n. 19. potestè la 3a pers. s. dell'ind. pres. dipossum, un composto di sum (cfr. p. 198). fieri enim nonpot:estut ('non può accadere che .. .') regge un verbo al congiw1tivo (cfr. il paragrafo sulle subordinate completive: lezione 20, p. 205). culpaverim, cong. perf.di culpa,ha una sfi..unaturapotenziale ('potrei condannare', 'sarei per con-

dan.=e').

Lezione 19

Lezione 19 ■

197

misi!ret, miseriJitlmiserftum est, miserere:aver pietà, prora.re compassione

1. Tenil miserettui amici? Non provi alcuna pietà per il tuo amico? 2. Lapideo sunt corde illi quos non miseret neminis. Hanno cuore di pietra coloro che non provano pietà per nessuno. paenttet, paenitìfitlpaen{tum est,paenitére: pentirsi, provare pentimento

3. Eum totiusnegotiipaenitebat. Sì pentiva dell'intera faccenda.

4. Me errorismeipaenitet. Mi pento del mio errore. piget, pigieitlpig{tum est,pigere: provare rincrescimento

Si definiscono impersonali alcuni verbi che esprimono un'azione la cui responsabilità non è comunemente ricondotta a un soggetto determinato, come quando in italiano diciamo 'piove', 'nevica', 'fu giorno'; oppure altri che esprimono sentimenti e affezioni ddl' animo, e non presentano al nominativo il soggetto senziente, ovvero il protagonista diretto della percezione. Ne diamo, di seguito, alcuni esempi distribuendoli in tre tipologie:

5. Nec coeptinefarii bonumpiguit amicum. Qud buon amico non provò alcun rimorso per il suo gesto criminoso.

6. Si quem idfacerepiget... Se a qualcuno rincresce fare questo ...

pude~ puduit!pudztumest,pudere:provare pudore, vergognarsi 7. Hoc est deosquodpuduit. È questo che ha futto provare vergogna aglidèi.

a) Verbi che descrivono fenomeni atmosferici e climatici: 8.

grancknat,grandinare

grandina

ning(U)it, ninxit, ningere

nevica tae~

A questa categoria appartengono anche altri verbi che, accanto all'uso impersonale, prevedono la possibilità di avere un soggetto espresso:

folgurat tonat lucet lucescit

pluit

folguravit

folgurare

tonUit

tonare

lu:xit lu:xit plu(v)it

lucere lucescere

pluere

Crasse, pudet me tui. O Crasso, provo vergogna io per te.

lampeggia tuona fa giorno, c'è luce si_fu giorno, spunta il sole p10ve

Esempi di uso personale:

Udefo!guratumbo.

pertaesum est, t-aedere:annoiarsi, provare fastidio e noia

9. Talium civium vos, iudices, taedet. Di simili cittadini voi, o giudici, ne avete abbastanza. 1O. Decemvirorum vospertaesum est. I decemviri vi vennero a noia. Come mostra l'esemplifìcazìone precedente, la costruzione impersonale di questi verbi prevede di regola l'accusativo del soggetto logico (colui che prova la·~sazione o lo stato d'animo) e il genitivo di ciò che produce rale sensazione~ o che comunque ne rappresenta la causa o l'oggetto. Più raramente questo secondo elemento viene reso con il pronome neutro in caso retto (n. 7, hoc) o con un infinito (n. 6,facere).

Lo scudo rifulge in lontananza. Nemus fragore vtJStotonuit.

Il bosco rimbombò di un vasto fragore. b) Verbi che esprimono stati d'animo e sentimenti, che in italiano sono stari sostanzialmente resi compatibili con la forma personale mediante l'utilizzo di 'provare (una sensazione)':

c) Verbi che esprimono giudizi di opportunità, convenienza, n;~essìtà, piacere, evidenza, oppure che riferiscono di qualcosa che accade a qualcuno. Questi verbi, che possono essere usati sia alla3' pers. singolare che alla Y pers. plurale, si costruiscono di solito con l'accusativo, il genitivo o il dativo della persona, e col nominativo (o una frase infinitiva in funzione di soggetto) della cosa: si definiscono quindi relativamente impersonali. Questa categoria comprende:

198 La lingua latina

decet dedécet

Lezione 19

refert oportet licet libet placet

deciiit dedeciiit interfoit ret(t)ìilit oportuit liciiitI licztumest libuit I lib,tum est placuit

iuvat

iuvit

interest

interesse

reforre oportere licere libere piacere iuvtire

fallit fefellit praeterit praeteriit patet patuit

1.

decere dedecere

falllre praeterir:e

comtat

constttit

liquet acczdit contingit evertit

liquit acctdit contfgit

patere constare liquere acci&re contingere

evenit

evenire

si addice, conviene non si addice importa importa 1 bisogna, è opportuno è lecìto, si può piace, si vuole piace, si decide, si accorda fa piacere, è utile, giova sfugge, inganna sfugge, si omette è chiaro, è evidente si sa, è noto, risulta è chiaro, è uasparente accade, capita tocca, capita avviene, accade

lstucfacinus nostrogenerinon decet. Un simile misfàtto non si addice allanostra tazza.

2.

Parvumparva decen~ A chi è piccolo si addicono le cose piccole.

3.

Pastorem pascereoportetovis.

obsum,obes,obfoi, obesse nuocere, danneggiare praesum,praees,praefoi,praeesse essere a capo, presiedere; prot~o-gere;occuparsi di prosum,prodes,profoi,prodesse essere utile, giovare potere, essere possibile possum,potes,potili,posse Questi composti seguono la coniugazione di sum (per esempio adsumha imperf. ind. adì!ram;fut. sempl. adì!ro;piuccheperf. adfaeram,ecc.). Si segnala solo qualche lieve fenomeno di adattamento fonetico, come l'oscillazione ab-la-in absum (ajùi al perf. ind. e ·nelleforme da esso derivate), o quella pro-!prod-in prosum(il preverbo termina in -d quando le forme di sum iniziano per vocale e-:per esempio all'imperf. e fut. sempl. indicativo prodérame prodéro;al cong. imperf. prodessem, ecc.). Un composto particolare: possum Una trattazione a parte merita possum, l'unico composto di sum ad essere formato da un prefisso che non è una preposizione (l'aggettivo indeclinabile pot(e) 'possibilè). Anche la coniugazione di possumpresenta segni di adattamento fonetico. Il più evidente è l'assimilazione della -t finale del prefisso alla s- iniziale della voce di sum (ind. pres. "pot(e)-sum> possum;*pot-su:"us> possumus,ecc.; cong. pres. "pot-sim> possim, ecc.), un fenomeno che s1verifica talvolta anche là dove la sequenza -ts- non è immediata: per esempio cong. imperf possem(non "potessem). Occorre, tuttavia, sottolineare che al perfetro e tempi derivati possumnon segue la coniugazione di sum (potui< *poteo).Vediamo in dettaglio il prospetto della coniugazione:

Al pastore spetta pascolare le pecore.

4.

B) I wmpòsti di sani Dall'unione di vari prefissi al paradigma di sum si originano dei verbi composti. Ne elenchiamo di seguito i principali:

absum,abes,af/ii,abesse

essere lontano, distare; essere assente; differire; mancare adsum, ades,adfia, adesse esserepresente, esserci;presentarsi; assistere,aiutare desum dees,defai,deesse mancare, non esserci; venir meno insum, ines,infoi.,inesse essere dentro, esserci; essere parte di, appartenere innmum, int:eres, interflii,interesseesserein mezzo, intercorrere, partecipare, faredifferenza, (impm.) importare, interessare

..

.·•.·

Magistratuseispeterelicebit. A loro sarà possibile aspirare alle rnagistrarure.

presente

. .

possum potes potest possì:imus potestis possunt ·.• ...

p~t.e: possim

Di intereste refertsi occupa una pane dd paragtafo dedicato agli usi del caso genitivo (lezione 22A, p. 222, alla quale si rimanda per i relativi esempi).

imperlì:tto

!rulicativo· futurosempL petfetto

poteram pot&-11.i potb-at potenimus poteriltis poteran.t

potbv pot:fris poterit poterfmus poterftis poterunt

..•. ·, ..

.•.·...

possit possimus possftis possint posse

potìii potuisti poti1it potuZmus potuistis potuerUnt

,.. ,-'.:

.

potuemm potueras potuerat potueril:mus potuerdtis potuértmt .

. ' Infinito

. ....

potuerim potueris potuerit potueitmus potuerltis potuerint .

·•·

. •·. .•

fOtumtis pow.erint

'':·''

pju~

" S;\~ ·, ..

Participio presente

.

potue!"o potulris potulrit potuertmus

potuissem potuisses pc,_tuisset p'o'tuisstmus potuissetis potuissent

.

perfetto potuisse


di un'azione; di riferimento: al n. 2 il pronome tibi individua «a chi si riferisce»amicum; di fine: al n. 3 prodìtionìindica l'obiettivo, il fine in vista del quale avviene l'azione espressa dal verbo. Vedremo adesso di esemplificarealcuni aspetti particolari di queste tre funzioni.

3.

Quid id reftrttua! A te che cosa ne viene?

1. Dativo di termine La costruzione con il possessivo riflessivo di 3' pers. (sua) è limitata a quei casi in cui esso, pur inserito in una subordinata, si riferisce al soggetto della reggente di quella subordinata:

4.

Hic sua putat interessese re ipsa,non legedefendi. Costui reputa che sia suo interesse venir difeso dal fatto stesso, non dalla legge.

La cosa che importa o interessa, ovvero il «soggetto»di intereste refert,può consistere in un'espressione verbale (un infinito, una frase infinitiva o un'altra frase al congiuntivo), oppure anche solo in un pronome neutro:

5. 6.

Omnium interest rectefacere. Agire bene è interesse di tutti. Illud mea ìnterest,te ut videam. Questo mi interessa, vederti.

I verbi latini costruiti con il dativo di termine non uovano sempre (come accade per 'dare', nd primo esempio) una precisa corrispondenza in ir.aliano.A tale proposito distinguiamo almeno le seguenti due tipologie: a) Verbi costruiti col dativo di termine (ma transitiviin italiano) Alcuni verbi latini, i rui corrispondenti italiani sono transitivi, si costruiscono col dativo 2.

I

2

Nella lezione 19 (p. 197) abbiamo visto che anche altri verbi impersonali (miseret,taedet,pudet, paenitet,piget} sono accompagnaà dal genitivo, che in qud caso però esprime ciò che produce la rispettiva sensazione (commiserazione,tedio, vergogna, pentimento, rincrescimento). In realtà, per riscontrare analogie in italiano, spesso basta variare leggermente l'espressione: per esempionoi diciamo 'invidiarequalcuno' ma 'provareinvidia per qualcuno'; 'sposarequalCLU10' può diventare 'andare in sposa a qualcuno', ecc.

224

La lingua la.tina

I. lmitari qwtm invitkre bonis malebant. Piuttosto che invidiare le persone perbene prefèrivano imitarle. 2. De me hoc tibi persuadeas. Su di me convinciti di questo. Essendo intransitivi, al passivo questi verbi hanno solo la funzione impersonale (per esempio: invideturfiorentifortunae 'la sorre prospera è invidiata, lett. 'si nurre invidia per ... '). b) Verbi costruiti col dativo di termine (in la.tino, ma. non in italiaoo) Gli esempi seguenti riguardano alcuni verbi latini che reggono il dativo e a cui in italiano corrispondono verbi che, pur rimanendo intransitivi, non si costruiscono propriamente col complemento di termine 3.

Lezione 22

225

6. llle annusfata!isfait urbi Romae. Quell'anno fu faraie alla cirtà di Roma. 7. Jllud estoppidumprimum Thessaliaevenientibusab Epiro. Quella cirtà è ]a prima della.Tessaglia che sì inconrra venendo dall'Epiro (lett. 'per chi viene dall'Epiro').

8. Eccetibi LampsacenusStrato! Ed eccoti arrivare Srratone di Lampsaco! NeÙa frase n. 1 il dativo indica nell'interesse di chi, per il bene di chi il soggetto della fiase 'è nato'. Negli esempi seguenti (nn. 2-7) la qualità di un sosrantivo o di un pronome (rispettivamente !ex,aranea,quid, mare,annus, oppidum) è presenrara non tanto nella sua assolutezza, quanto nel suo valore referenziale, ovvero limitata-

mente alla relazione che essa srabilisce con un alrro sostantivo che, per questo, si esprime in dativo.

3. Vitelliusnon indulsitducibus. Vìtellio non fu indulgente con i comandanti. 4. Di immortalessaepe hominibusirascuntur.

Un caso particolare di dativo di riferimento è il cosiddetto dativo etico (n. 8), ovvero il dativo in mi viene a trovarsi di solito un pronome riferito a una persona (spesso un interlocutore di chi parla, oppure proprio colui che parla)

Gli dei immortali spesso si adirano con gli esseri umani.

b) Verbi sia intraositivi (col dativo di rifèrimento) che transitivi Alcuni verbi che reggono il dativo di riferimento (e sono quindi intransitivi) 2. Dativo di riferimento

possono essere costruiti anche transitivamente, cioè con il complemento oggetro,

assumendo un significato differente. Ecco una breve lisra: Questo tipo di dativo indica 'in rifèrimento a chi', 'nei confronti di chi' vale la qualità espressa da un aggettivo, oppure 'chi' riguarda, 'nell'interesse di chi' è compiuta, 'su chi'influisce razione espressa da un verbo.

a) dativo di riferimento in dipendenza da espressioni verbali o da aggertivi l. Non mihi soli,sed etiam multopotiuspatride natussum. Non sono nato solo per me, ma anche e soprattutto per la patria. 2. Lex grataeratpopulo. La legge era gradira al popolo.

3. InvisaMinervaearaneasunt. I ragru sono sgraditi a Minerva.. 4. Q},idilli simile bellofait? 4 Che c'è mai srato di paragonabile a quella.guerra? 5. Mare estcommuneomnibus. Il mare è lo stesso per tutti (lett. 'è comune a tutti').

3

4

Ma indulgere 'essereindulgeme con ... ' può diventare 'esserefavorevole à; excellere 'eccelleretra' può essere reso con 'esseresuperiore à, ecc. Lagg.similis(e il suo contrario, dissimilis)si costruiscono anche col genitivo (per esempio veri similis'verisimile').

consulo (+ dar.) 'provvedere a (consulestqui consulitpatriae 'è console chi provvede alla parria) (+ ace.) 'consultare' (oraculum,augurem consulere'consultare un oracolo, l'augure'' ecc.) caveo (+ dat.) 'badare a, preoccuparsi di' (cavetibi 'attento a te') ( + ace.) 'guardarsi da (cavecanem'attento al cane') metwJ~ timeo

(+ dar.) 'temere per' (metuerereipublicae'avere paura per lo stato'; timeo eius vikte'remo per la sua vira) (+ ace.) 'temere' (timeoDanaoset @nafarentes'remo i GreCÌi;mchequando porrano doni')

provideo,prospicio (+ dat.) 'provvedo a (tibiprovideo'provvedo a te')

(+ ace.) 'prevedere' (finemprovideo'prevedo la fine')

226

La lingua latina

Lezione 22

227

3. Dativo di fine Qualche altro esempio di questa funzione ci permetterà anche di familiarizzare con diverse tipologie della medesima:

].

2.

l. 2.

Frumentumet resceterasquae ad bellumusui solentesseIuba comportaverat. Giuba aveva accumulato frumento e tutto quanto è solito servire -(lett. 'e.55ere di utilità') a una guerra.

3.

Paucaecohortes praesidw cast.risrelictaesunt.

4.

Dionysiusnobis cortliest. Dionisio ci sta a cuore.

Nel!'esempio n. 1 il dativo di fine fa parte di wì espressione che comprende il verbo 'essere', usato come nell'italiano 'essere di ... ' (per esempio 'essere di peso', 'esseredi conforto', ecc.). Negli esempi n. 2 e n. 3, viceversa, il dativo finale (praesidio,cordi)si accompagna ad un altro dativo (rispettivamente esemplificato da cast.ris, dativo di termine, e nobis,dativo di riferimento): questo genere di costrutto si definisce doppio dativo.

Cmporeseiunctusdolorabest. Il dolore non c'è (quando è) disgiunto dal corpo.

Capeipsetu manibus t.uistabulasistas. Prendi tu stesso con le tue mani queste tavolette.

Hostessubitoomnibuscopiisprovolaverunt. All'improvviso i nemici corsero contro di noi con rutte le truppe.

Poche coorti furono lasciate a presidio del!'accampamento.

3.

Immensumcaelovenit agmenaquarum. Vìene giù dal cielo un immenso fiume d'acqua.

5.

Sensitaciesaequo se iam institisseloco. La schiera capl di trovarsi in una posizione favorevole.

6.

Eodem temporese in jùgam conferuntamici.. In quello stesso momento gli amici si danno alla fuga.

In questa sezione sono trattate quasi esclusivamente le funzioni del!'ablativo semplice, mentre sono omessi o appena accennati gli usi dell'ablativo con preposizione (come per esempio l'ablativo d'agente con a/ab, o quello di argomento introdotto da de). Per questi ultimi si rimanda ad altre parti del manuale e, in generale, alla scheda ricapitolativa sulle diverse preposizioni (alla fine del volume, in calce al vocabolario).

4. Altri tipi di dativo dipendente da espressioni verbali (possesso, agente) Distinguiamo dunque tre funzioni principali del!'ablativo: Di seguito proponiamo altri esempi di uso del dativo in dipendenza da verbi che non si lasciano facilmente ricondurre a nessuna delle tre tipologie indicate in precedenza.

l.

Mihi nomen estMario 5•

2.

Morte boum t.ibi, rex:,Tellusplacandaduarum.

3.

Mihi veroista va/deprobatasunt.

lo mi chiamo Mario.





O re, devi placare la dea Terra mediante il sacrificio di due vacche. Questi argomenti mi hanno convinto del tutto (lett.: 'sono stati completamente approvati da me'). Il dativodi possessonella frase n. 1 (cli:.anche pp. 56-57) è un costrutto tipico del latino per indicare il possessore di qualcosa senza utilizzare il verbo habereo simili. Il dativod'agente(nn. 2-3) può esprimere il soggetto logico dell'azione nelle frasi di forma passiva. 5

In questo caso particolareil dativo caratterizzaanche il nome proprio, a sottùlineareche Marius è il nome della persona designata mediante il pronome in caso dativo: si può incontrare naturalmenteanche il tipo mihi nomen.est Marius.



separativa o di origine. Nella frase n. 1 il nome in ablativo indica il luogo d' origine (caelo)delt'azione espressa dal verbo (venit); nella frase n. 2 l'ablativo indica la cosa (corpore)da rui qualcosa (o qualcuno) è o viene 'separato' (ablativo di separazione), strumentale e sociativa. Nella frase n. 3 l'ablativo indica il 'me:z:z.o' che serve a compiere l'azione (manibust.uis)e si definisce per questo ablativo strumentale. Nella frase n. 4 omnibus copiisesprime 'con che cosi, o meglio ancora 'come, in che modo' avviene l'assalto (un assalto, appunto, 'in massa): qui, come spesso altrove, è difficile stabilire con precisione la differenza tra 4n ablativo di mezzo e un ablativo di modo. Comunque, la vera e propria funzione sociativa (il complemento di unione o di compagnia, per intenderci) sì trova espressa di norma col nome in ablativo preceduto dalla preposizione cum (vedi lezione 2, p. 14). locativa. Negli esempi nn. 5 e 6 è esemplificata la funziondocativa dell'ablativo, cioè quella che individua qualcosa nello spazio (n. 5) e nel tempo (n. 6), come nei complementi di stato in luogo e di tempo determinato, con o senza. preposizione. Vediamo ora alcune istanze parricolarì di queste tre funzioni dell'ablativo.

228

La lingua farina

1. Ablativocon funzione separativa o di origine

1. 2.

3.

Q Pompeius, humili atque obscuro loco natus, amp!issimos honores est adeptus. Quinto Pompeo, di nasàta modesta e oscura, ottenne le cariche più importanti. Lapidibus optimos virosforo peflis. A colpi di pietra scacci dal foro le persone migliori. Proceris spoliantur Gargara si/vis. Le cime del Gargaro sono spogliate di foreste altissime.

rablativo di origine (o provenienza)si incontra nelle espressioni che indicano il «luogo di nascita» in senso sociologico (n. 1). Assimilabili a questa categoria sono anche le funzioni di moto da luogo (n. 2) e di privazione (n. 3). Occorre ricordare che questi tipi di ablativo sono per lo più accompagnati da preposizioni (e/ex, a/ab e de per quello di allontanamento/separazione e di origine/provenienza; a/ab per quello di privazione). Si usa comprendere nella funzione di «origine»anche l'ablativo di materia, che peraluo è costruito con la preposizione (e o ex: per esempio simulacrum columbae e ligno Archyta ficit 'Architafubbricò la statuetta lignea di una colombà).

Lezione 22

a) la costruzione di alcuni verbi deponenti (utor 'uso, mi servo di, ho a disposizione', .fruor 'usufu.usco, godo di', jùngor 'adempio, svolgo', vescor 'mi nutro di', potior 'mi impadronisco di'):

l.

2.

l.

2.

2.

3.

4. 5.

Catilinam gravissimo supplicio adfictum esseiam pridem oportebat. Bisognava che Catilina avesse subito già da tempo il supplizio più grave. e) la costruzione impersonale di opus est 'c'è bisogno, è necessario':

l.

Praetoresmerito ac iure laudantur. I pretori vengono lodati con merito e a buon diritto. Motu ten-aeforum medium conlapsum est. La parte cenrrale del Foro sprofondò a causa di un terremoto. Hoc non enim exprobrandi causa sed commonendi gratia dico. Dico questo non per rimproverarti, ma per metterti sul!'avviso. Brutus erat litteris Latinis eruditus. Bruto era esperto di letteratura latina. Iste est incredibili audacia. Costui è di una sfrontat=a incredibile.

Usus est ipse incredibili patientia. Si armò di pazienza straordinaria. Hostium castris nostri potiti sunt. I n?stri si impadronirono del campo dei nemici.

b) la costruzione del verbo a.fficiocon l'ablativo della cosa che ne caratrerizza il significato (per esempio a.fficerepraemio 'premiare', afficerepoena 'punire', ecc.):

2. Ablativo con funzione strumentale e sodati.va l.

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Non opus est dicto. Non c'è bisogno di parole. Quid mihi aut vita aut civitate opus est? Che bisogno ho della vira o della cittadinanza?

d) la costruzione degli aggettivi dignus e indignus ('degno', 'indegno') con l'ablativo di un sostantivo 6 :

l.

Nihi! dignum memoria gestum est. Non fu compiura alcuna impresa degna di memoria.

3. Ablativo con funzione locativa Gli esempi sopra riportati illustrano alcuni altri tipi di ablativo che vengono comunemente ricondotti alla funzione strumentale-sociaciva: l1ablacivo di modo (n. 1), in cui peraltro il sostantivo è solitamente accompagnato dalla preposizione cum (quasi sempre se c'è un attributo: epistulam legisumma cum voluptate 'ho letto la lettera con sommo piacere'); l'ablativo di causa (n. 2) e di causafinale (n. 3; dove un ablativo «formulare», causa o gratul, regge un sostantivo o un gerundio o gerundivo in caso genitivo), l'ablativo di limitazione (n. 4) e l'ablativo di qualità (n. 5).

2.

È opportuno, inoltre, segnalare a parte anche altri costrutti di verbi, espressioni verbali o aggettivi che usano l'ablativo in funzione strumentale-sociativa:

6

1.

3.

Insurgat Aquilo, quantus altis montibus frangit trementis ilices. Si levi Aquilone, fotte come quando sugli alti monti sp=a i lecci tremanti. Erat ut si iter Appia via faceres. Era come se stessi viaggiando per la via Appia. Id munimentum ilio die fortuna urbis Romanae habuit. Quel giorno la sorte della città di Roma trovò un si.ffurtodifensore. Quando, viceversa,da dignuse indignusdipende una proposizione, questa si esprime in forma di rdativa con il verbo al congiuntivo (cfr.lezione 14A, p. 142 e lezione 20C, p. 206).

230

La lingua latina

4.

Prima adulescentiapatremfomiliae agrum conserere studereoportet. Già nella prima adolescenzaè opportuno che il padre di famiglia si dedichi alla semina del campo. TricenosdiessinguEsmensibusluna non explet. Larivoluzione lunare non impie:;a trenta giorni ogni mese. Romaeregnatumestper septemregesannis ducentis quadraginta tribus.

5. 6.

A Roma sette re regnarono per complessivi duecentoquarantatreanni.

Il complemento di stato in luogo si trova in ablativo semplice (anziché nella forma più comune di in + ab!.) soprattutto nella lingua poetica e della storiografia (n. 1). Più raro l'uso dell'ablativo semplice per espressioni di moto per luogo (n. 2; invece di per+ ace.). Per quanto riguarda le determinazioni temporali, in ablativo semplicesi possono esprimerele varie modalità del complemento di tempo determinato (nn. 3-5) e, in casi più rari, anche qualche funzione del completnento di tempo continuato (n. 6) 7 •

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EsERCIZI 1.EZIONE 22

1. Funzioni del genitivo 1. Fabius spolia hostium coniecta in acervum lovi Vi.ctoricremavit. 2. Consulis

corpuseo die, quia obrutum superstratisGallorumcumulis erat, inveniri non potuit. 3. Boni viri quid dicant, id est maximi momenti etponderis. 4. Non est viri minimequeRomanidubitareeum spiritumquem naturaedebeatpatriae reddere. 5. Etfare sic doctiiudicaveruntplurimum virtutum in Cicerone,nonnihil foisse vitiorum. 6. Nomen virtutis usu,pas,quid ipsa valeatignoras. 7. Parens eius jùit homo amantissimus patriae, maximi animi, summi consili, singularis

constantiae. 8. Risuspopuli atque admiratio omnium vestrumfocta est. 9. Mmodum adulescens,L. Crassussummam ingenii non laudem modosed etiam admirationemest consecutus. 10. Sed nunc quidem, quoniam est id temporis, surgendum censeoet requiescendum. 11. Horum omnium scelerum improbissimum machinatorem, Gabiniurn, statim ad me nihil dum suspicantem vocavi. 12. Cum ergo est somno sevocatusanimus a societate et a contagi.onecorporis,tum

meminit praeteritorum,praesentiacernit,fatura providet. 13. Tulliusmagno operea dictatorepetebat ne se oblitum disciplinaemilitaris,ne sui neveimperatoriae maiestatiscrederet. 14. Multi praetereacapitisdamnati exulesqueconvenerant. 15. Eius libertumApolloniumiam tum equidemcum il/e viveretet magni fociebam etprobabam. 16. Non egoilludparvi aestimo,milites,quod nemo est vestrumcuius non ante oculosipsesaepemilitarealiquod ediderimfocinus. 17. Artes rwstrae nunc uberioresftuctus ferre videntur quam olim ferebant, sive quia

nulla nunc in re alia acquiescimussive quod gravitasmorbifocit ut medicinae egeamus. 18. Iuvat accepissebeneficiumet supinis quidem manibus, ubi i!lud ratioad dignosperducit,non quolibetcasuset consiliiindigensinpetusdefort.19. O di immortales!ubinamgentium sumus?quam rempublicam habemus?in qua urbe vivimus? 20. Nostra interest scire ea, quae eventura sunt. 21. Magis rei publicaeinterestquam mea. 22. Plus illorum interest,ne Mete!lumsacerdotem, quam Metelli, ne sacerdotiumperdat. 23. Illudparvi re{ert.24.;Ad disciplinam militiae plurimum intererat insuesceremilitem victoria ftui.

25. Neque enim

re{ertviderequid dicendumsit. 2. Dativo in dipendenza da verbi 1. lnvideoi/li tamen quodambulat et iocaturtecum. 2. Patripersuasiut aesalienumfilii dissolveret.3. Minabatur Theodorophilosophotyrannusmortemet quidem insepultam.4. PhilippusAetolosdesertosab Romanis;.cuiunifidebant auxilio, quibus voluit condicionibusad petendam et paciscendamsubegitpacem. 5. Festinationi meae brevitatique litterarum ignosces. 6. Natura

7

Che di regolasi esprimeconper+ ace. Semprel'accusativo(con in o ad) esprimeil complemento di tempo che spiega 'fino a quando'dura un'azione.Viceversa.,l'ablativoprecedutodapreposizione a, ab, e, ex esprime,olue che il moto daluogo, ancheil complemt!Ilto di tempo continuato che spiega 'daquando'duraun'azione.

adfertut eisfavea-

musqui eadempericulaingrediantur.7. Mulier quaemultisnubit multisnonplacet. 8. Meo laborinonparsi. 9. VersistempusestsuccurrereTeucris.10. Utrisque satisfacere non poterat. 11. Qua re tibi, Antoni, utrumque adsentioret multum facetiasin dicendoprodessesaepeet easarte nullomodopossetradi. 12. Hannibali

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victorigratulabantur.13. Huic legi.onimaximeconfidebat'. 14. Mecum ips~consideranshuic incipiosententiaedijfidereinterdum et h_umanz genero '':'becillttatemftagilitatemqueextimescere.15. Zeuxis longeceterzsexcellere ptctonbusexzsumabatur. 16. Pulchrumestbenefacerereipub!icae,etiam benedicerehaud absurdum. 17. Omneshomines,qui sesestudentpraestareceterisanimalibus, summa openiti decet,ne vitam silentiotranseant. 18. Pertinetad omnem officiiq_uaestionem semperin promptu habere,quantum natura hommtspecudzbusrehqutsque. beluisantecedat.19. Si irttsceris iuvenibussenibusquequodpeccant,zmsceremfantibus:peccaturisunt. 20. Molestaveritas,siquidemex ea nttsciturodium,sedobsequium multo molestius,quodpeccatisindulgenspraecipitemamzcumfam sznzt. . 3. Verbi sia transitivi d1e intransitivi (col dativo o altro costrutto)

1. Ego incolumitaticivium primum, ut postea_dignitati possemus,illepraesenti dignitatipotius consulebat.2. Marcelluso!'penn~odemlocoLzr4rzbuszussissenatum per li-as consuluit. 3. Consuluttznterprz_mores czvztattsNero bellumancepsan pax inhonestaplaceret. 4. Et, quod maxzmeterrebat,nuntzatum_est consulis Cn. Domiti bovem locutum «Roma, cave ttbz,,_ 5. Forum, zudtctafagere debemuset omnia quae exulcerantvitium, aequecaverelassitudi~emcorporis.6. Cavefartiter a malisartibusPamphilesillius,quae cum Mtlone tstonupta est. 7. Oppugnaseum quem neque metuerepotes neque odissedebes. 8. Marcellussub adventum hostium intra murosse recepit,non castnsmetuenssed ne prodenda,e urbisoccasionemnimis multisin eam imminentibusdaret. 9. GracchusCumasse propererecepit,ab Hannibale metuem, qui super Capuam_habebatcttstra. 10. Quoniam me una. vobiscumservarenon possum, vestraev:tt:-eprosptciam. ~ 1. Quid deinde causaeest, cur Cassandraforcm jùtura p7:ospzczat, Prtamussapiens hoc idemfacerenon queat? 12. Bessustrucz vultu eoszntuensconsurgztmambus 9 non temperaturus. 13. FerociamThracumdisciplinaMacedonicatemperavere• 14. Nullum tempusilli umquam vacabataut a forensidzcttoneaut a scrzbendo aut a cogitando. 15. Ego verophilosophiae,Quinte, sempervaco. 16. Ut t!la na-turacaelestiset terra vacat et umore, sic utriusqueharum rerum humanus animus est expers. 4. Altri tipi di dativo in dipendenza da verbi 1. Qui autem bonamfamam bonorum,quaesolaveregl.orianominaripo;est exp~-

tunt, aliisotium quaereredebentet voluptates,. non sibi. 2. Collegae_ nunc tementas,nuncpravitasimpedimentoaut damnojùa. 3. Nomen Mercurioestmzhz._4. Sempernobis vigilandumesse,semperlaborandumvidemus. 5. Mzht constlzum

8 a

Lapersona in cui si ripone fiducia (fido,confido) o di cui si diffida (diffido~si esp~~ in dativo; se si natta di un ente inanimato va preferibilmente in ablativo (per esernp10nostrt vzrtute confidebant'i nostri avevano fiducia nel valore'). tnn:fln-avere eauivale a temperaverunt(p. 42).

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captum iam diu est. 6. Mihi ut urbi sine vestrometu ac sine uUotumultu satis essetpraesidiconsultum~ue provisumest. 7. Fuit haecorationon ingrataGallis. 8. Nìhzl difficileamanttputo. 9. Dies conloquiodictusestex eo die quintus. IO. Tu id zn me reprehendzs quod Q Metellolaudi datum est hodiequeest et semper erit maximaegloriae? 5. Funzioni dell'ablativo (separativa, di origine, strumemale-sociativa, locativa) 1. Usipeteset Tenctheri,agrisexpu!siet multis locisGermaniaetriennium vagati,

ad Rhenumpervenerunt. 2. Ceterospatresmetus non curia modosed etiamfaro arcebat. 3. Diutumitate pugnae hostesdefissiproelioexcedebant.4. Potestaserat ~ti homini integroatqueinnocentidat~ ut sesegravissimalevaretinfamia. 5. Hoc tpsum concedatur:bonis rebushominesmorteprivari. 6. Q Pompeius,humili atque_obscurolo~o.natus, nonneplurimis inimicitiismaximisquesuispericulisac laborzbusamplzss,mos honoresestadeptus?7. Falsoqueriturde naturasuagenus humanum: quod inbecillaatque aevi brevisfortepotius quam virtute regatur.8. Summa vz et duceshortabanturet militespugna.bant. 9. Cum eris curru in Capitolium invectus,offindes rem publicam consiliisperturbatam nepotismei. 10. Apud Granicumamnem Clitusnudo capiteregemdimicantemclipeosuotexit. 11. Dumnorix gratiaet largitioneapud Sequanosplurimum poterat et Helvetiis eratamicus. 12. P. Crassus praejèctostribunosquemi!itum compluresin finitimas civitatesfrumenti commeatusquepetendi causadimisit. 13. Nostri milites usu periti ac superioribuspugnis exercitatisuaspontecursumrepresserunt.14. Vulistis enim ut animi multi.tudinisin istumdoWreet odioet communispericulimetu concitarentur. 15. Laeti ergoet manantibusgaudio lacrimisconsalutanteum. 16. Mii.odimissiscircummunicipialitterisseea,quaefaceret,iussuatque-imperio facerePompei,eossollicitabatquosex aerealienolaborarearbitrabatur.17. Omnium non modoIta!iae,sedtotoorbeterrarumpulcherrimaCampaniaeplaga est.Nihil mo!liuscaelo:deniquebisjloribus vernat. 18. CenseoviaAppia iterfacias et celeriterBrundisiumvenias. 19. FulviusFlaccusporta Capenacum exerciÌ:J!. Romam ingressus,media urbeper CarinasEsquiliascontendit. 20. Hora circitertertiaab antecursoribus de Crassiadventu certiorfactus eo die miliapassuumXX proJ!teditur. 21. Nero, ea noctequaesecutaestpugnamprofactusin Apuliam, die sextoad stativa sua pervenit, 22. Cirtam oppidum opulentissimumregnipaucis diebus pugnandocapit. . 6. Altri verbi costruiti con l'ablativu '".:i l. Nostrinon eademalacritateac studio,quo in pedestribusuti proeliisconsuerant,

utebantur. 2. Teuti in hac re magistrovolo. 3. Cur hisper tefrui libertatesua, cur denique esseliberosnon licet? 4. Super haecexercitusRomanussegnifongebatur mi!itia. 5. Pythagoriisinterdictumputatur, nefaba vescerentur, quodhabet injlationemmagnam is cibustranquillitatimentisquaerentiveracontrariam.6. Numa regnopotitus urbem novam conditamvi et annis, iure eam legibusqueac morzbusde integrocondereparat. 7. Vìrtuteetpatientia nitebanturatque omnia

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235

I I

vulnerasustinebant. 8. Q Fabius omnia memoria tenebat, non domesticasol7:m,

sedetiamexternabella. 9. Sanguinepluissesenatuinuntiatumest,Atratum etzam fluviumfluxissesanguine,deorumsudasse simulacra.1O.FretuszntefkJt_entza vestra disserobreviusquam causadesiderat . . 11. Qz.tid, aut':" estamai; ntszveliebonts aliquemafficiquam maximis,etzamszad seex ztsnzhzlredundet. 12._Nonvffi;or ne quis me haecvestriadhortandicausamagnificeloquz_ exzstzmet,tpsum aliter animoadfactumesse.13. Duabuslegjonibusin castrisrelictis,ut,_sz_quoopuses:et subsidio,ducipossent,reliquassexlegwnes pro_castrtszn acieconstztuzt.14. Idcirco nobisetiam magiste iudiceopusessearbztratzsumus. 15. Muher abundatauda-

:1

excitanda.Invident autem homines rnaximeparibus aut infrrioribus,cum se relictos sentiunt;sed etiam superioribusinvidetur saepevehementeret eo magis,si intokrantius se iactant et aequabilitatemcommunis iurispraestantiadignitatisautfortunae suae transeunt.

I'I I.

9.

Denique il/e ipseM Marcellus,cuius in Siciha virtutem hostes,misericordiam vieti,fidem ceteriSiculiperspexerunt,non solum sociisin eo belloconsuluit,verum etiam superatishostibusteznperavit.UrbeznpulcherrimamSyraczzsas - quae cum

cia, consilioet rationedeficitur.

manu munitissima esset,tum foci natura terraac mari cla.uderetur- cum vi consilioquecepisset,non solum incolumempassusestesse)sed ita reliquitornatam ut esset idem monumentum victoriae,mansuetudinis)continentiae,cum hominesviderent

7.

In Etruriaper eosdemdiesab Cn:Fulviopropraetore resex sententiagestaetpraeteringenteminlatampopulationzbusagrorumhostzcladernp~tum etzam_egregie est, Perusinorumque et Clusinorumcaesaamplzusmzha ma et szgnamzlztarza ad viginti capta.Samnitium agmen_cumper P":lzgnumagrumfageret,arcumventuma Paelignisest; ex milibusquznquead mzllecaesz.Magna ezus_ dzez,quo zn Sentinatiagrobellamm,fama estetzamverostanti;sedsupmecei:e quidam augendofidem, qui in hostium exercitupedttum_sextens~entent:_mzlui,equitum_sexet quadragintamilia, mille carpentorumscnpserefazsse,sczlicetcum Umbrts Tuscisque,quoset ipsospugnaeadfazsse; et_ut Romanorum quoqueaugerentcopza.s, L. Volumniumpro consuleducem consuhbusexercitumqueezuslegzonzbus consulum adiciunt.In pluribusannalibusduorumea consulump_roprza vzctorzaest,Volumnius in Samnio interim resgerit Samnitiumque exercitum zn Tifemum mont:em

compulsum,non deterritusiniquitateloc4fandit fagatque.

At veroAratus Sicyoniusiure laudatur,qui, cum eius civitas quinquaginta annos a tyrannisteneretur,projectusArgir Sicyonemclandestinointroitu urbe estpotitus, mi faerant eiuscivitatis,restituitremquepublicam adventu suo liberavit.Sed cum

Enitendum est ut ostendasin ea re, quam defendas, aut dignitaton esseaut utilitatem, eumque, cui conciliesbune amorem)significesnihil ad utilitatem suam rettttlisseac nihil omnino fecissecausa SUtl. Videndu7:1-que koc_!neoest n~, quos

~f

benefactadihgi volemus,_ eorumlaudem_ atqueglorzam,nzmzse/ferrevideamur : Atque eisdembis ex loczset zn aliosodium strueredzscemuset a nobzs_ ac nostrts demovere;eademquehaecgenerasunt tractandain iracundtave! ":cztandave! sedanda.Nam si, quod ipsis,qui audzunt,pernzczosumaut znutzleszt, id factum augeas~odium creatur;sin 11 , quod in bonosv1ros_ai:,t in rempub!tca_rn: ~"!1excztatur.si non tam acerbum odium, tamen aut znvidzaeaut odi non dissimzlzsoffen-

Par atqueuna ratioestspei,laetitiae,molestiae; sedputo acerrimumlongees;e

sio.

omnium motum invidiae nec minus virium opusessem ea comprzmenda.quam tn

Il

10.

cumquetyrannumNicocleminprovisooppressisset, sescentos exules,qui locupletissi-

•. 8.

IO

et quid expugnasset et quibuspepercisset et quae reliquisset: tantum ille honorem habendumSiciliaeputavit ut ne hostiumquidem urbemex socioruminsul.atollendamarbitraretur.Itaque ad omnis ressic ili.aprovinciasemperusi sumus ut, quicquidex sesepossetefferre,id non apud nos nasci,seddomi nostraeconditum iamputaremus.Quandoili.afrumentum quoddeberetnonad diezndedit?Quando id quodopusesseputaretnon u!tropo/licitaest?Quandoid quodimperareturrecusavit?Itaqueil/eM GatoSapienscellampezuzriamreipublicaenoSZrae, nutricezn plebisRomanaeSiciliamnominabat.

Ordina nel modo seguente: ne videamur nimis ejferre laudematquegloriam eontm quosob benefactadiligi vokmus. Dopo sin sottintendi foctum augeas.

magnamanimadverteretin bonisetpossessionibus difficultatem,quod et eos,quos ipse restituerat,quorum bona alii possederant,egereiniquissimum essearbitrabatur et quinquaginta annorum possessionesmovere non nimis aequuni putabat,

proptereaquod tam longospatiomulta hereditatibus,multa eznptionibus,multa dotibus tenebantur sine iniuri~ iudicavit neque illis adimi nec iis non satisfùri,

quorum ili.afaerant, oportere.Cum igiturstatuissetopusessead eam rem constituendampecuniaAlexandreamseproficisciveliedixit remqueintegramad reditum suum iussitesse,isqueceleriterad Ptolomaeum,suum hospiterrz, venit, qui tum regnabatalterpostAlexandreamconditam.Cui cum exposuisset J.atriamsehberareveliecausamquedocuisset, a regeopulentovir summusfacileimpetravi;ut grandipecuniaadiuvaretur.Qz,amcum Sicyonematzulisset, adhibuitsibi in consilium quindecimprincipes,cum quibuscausascognovitet eorum,qui alienatenebant,et eorum,qui sua amiserant,perjècitqueaestumandispossessionibus, ut persuaderet aliis, ut pecuniam acciperemalleat, possessionibuscederent,aliis, ut commodius putarent numemri sibi~quod tanti esset~quam suum recuperare.lta perfictum est, ut omnes concordiaconstitutasine querelladiscederent.

Lezione23



Lezione 23 ■

2.

3.

4.

• • •

Tuttavia le differenze, come si è detto, riguardano anche il tipo di ipotesi, il loro rispettivo grado di realizzabilità: l'esempio n. 1 (con i verbi di entrambe le proposizioni all'indicativo) prospetta una situazione in rui ipotesi e conseguenza sono date come reali, 'effettive'; nell'esempio n. 2, viceversa, il congiuntivo piuccheperfetto in entrambe le proposizioni esprime l'impossibilità, l'irrealtà sia dell'ipotesi che della sua supposta conseguenza. Sempre dell'irrealtà è il periodo ipotetico riportato nell'esempio n. 3, dove l' apodosi dipendente assume la forma di una particolare frase infinitiva (formata da part. funuo + inE perfetto di sum in funzione di ausiliare). Infine, nell'esempio n. 4 l'apodosi ha il verbo al congiuntivo (senza ut) in dipendenza da imperat.

Rem breviter narrarepoterimus, si inde inc(viemus narrare, un.de necesseerit. Potremo narrare il fatto rapidamente se inizieremo a narrare da dove sarà necessano. Si tuus inimicus fàcilevassurusessettecarentempatria etfortunis tuis quiete et libere vivere, cogi.tdndur:i tibi tamen esset Romaene et domi tuae an Mi-tyknisaut Rhodi malles vivere. Se per assurdo il tuo nemico ti avesse permesso di vivere in pace e libero quando non avevi una patria né beni a disposizione, avresti tuttavia dovuto pensare se preferivi vivere a Roma, a casa tua, o a Mitilene o a Rodi. An me, nisi te audire vellan, censeshaec dicturum jùisse? Credi forse che avrei detto queste parole, se non avessivoluto starti ad ascoltare? Labieno Caesarimpera; si sustinereimpetum non possit, eruptionepugnet. Cesare ordina a Labieno di combattere facendo una sortita, se non è in grado di reggere l'urto (del nemico).

Si definisce «ipotetico»il periodo composto, nella sua forma più semplice, da due fusi, di cui una Oasubordinata) definisce la condizione per cui l'altra (cioè la reggente): si realizza o si realizzerà (primo tipo: obiettività); porrebbe realizzarsi (secondo tipo: possibilità); non si realizzerà mai, o non si è realizzata né mai avrebbe potuto realizzarsi (terzo tipo: irrealtà).

le due proposizioni si chiamano rispettivamente:

•;B).Il periodo

protasi:la frase che pone la condizione, la premessa, ed è introdotta in latino da congiunzioni ipotetiche come si ('se'), siforte ('se per caso'), si moda ('se soltanto'), sin ('se invece'), nisi e ni ('se non'), ecc. Dunque nell'esempio n. 1 la protasi è si... incipiemus narrare;nel n. 2 si tuus inimicus... pt1.SSUrus essa-,nel n. ~ nisi... vellem; nel n. 4 si... non Possit.

ipo,teti~o indipe11.deµtè

1. Primo tipo: obiettività

'I iJ

,

1.

2. 3.

r I j

4. 5.

··! :"



apodosi: la frase da cui la suddetta premessa dipende sintatticamente, e che di essa rappresenta la conclusione, la conseguenza.. Negli esempi iniziali i verbi delle apodosi sono rispettivamente: poterimus (n. 1), cogitandum esset (n. 2), dicturum faisse (n. 3) e pugnet (n. 4).

Negli esempi n. 1 e n. 2 l'apodosi (ovvero la reggente) di un periodo ipotetico cortis1:ond~ alla ~e_pri:'cipale dell'intero periodo sintattico: in questo caso si parla di penodo lpotenco mdipendente. Negli esempi n. 3 e n. 4, invece, l'apodosi dipende a sua volta da un altro verbo (~ensesal n. 3; imperat al n. 4): questo tipo di periodo ipotetico si definisce, perciò, dipendente.

A) Il periodo ipotetico 1.

237

Si haec ita non sunt, nihil aliud agerepossumus. Se le cose non stanno cosl, non possiamo fare nient'altro. Naturam si sequemur ducem numquam aberrabimus. Se seguiremo la natura come guida, non sbaglieremo mai. Si audire vis non fictas tuorum militum voces,praebe propitias aures. Se vuoi ascoltare le voci non false dei ruoi soldati, porgi orecchie benevole. Senectuspiena est voluptatis, ,i_illa sciasuti. La vecchiaia, se la sai usare, è ricca di piacere. Erat Athenis reodamnato>si fraus capitalis non esset,quasi poenae aestimatio. Ad Atene, dopo la condanna dell'imputato, se il delitto non era capitale, c'era una specie di valutazione della pena. Moriar ,i_quicquam fieri potest elegantius! Che mi venga un colpo se può esserci qualcosa di più elegante!

Jl

6.

ì

In quesro tipo particolare di periodo ipotetico la protasi è presentata come un dato di farro e si trova perciò quasi sempre all'indicativo, il modo del]'obiettività (esem-

i

i

238

pi nn. 1, 2, 3, 6); quando è espressaal congiuntivo, essa asswne una lieve sfumatura di tipo con=sivo--eventuale (esempio n. 4) o temporale-eventuale {esempion. 5). Anche l'apodosi è frequentemente all'indicativo(esempi nn. !, 2, 4, 5), ma può talora essere espressa anche all'imperativo (esempio n. 3) o mediante un congiuntivo indipendente {esempio n. 6).

2. Secondo tipo: possibilità

I.

Non egote, si vetetauspicium,signamoverevelim.

2.

Non vorrei che ru muovessi le insegne, se l'auspicio lo vietasse. Si moda quid tefùg.erit.egoperierim. Se ti scappasse (di bocca) anche solo qualcosa, io sarei già mono.

3.

4.

Lezione 23

La lingua latina.

Nequiquam hac dextraCapitoliumarcemqueservaverim,,i dvem meum captum in servitutemac vinculaduci videam. Invano avrei salvato con la mia destra la rocca del Campidoglio se ora dovessisopportare la vista di nn mio concittadino fatto prigioniero e trascinato in catene. Si deuste interroget«num ampliusquid desideras », quid respondeas?

5.

239

Repereadfontem manibusvolebam,nisifortis ac strenuuscommilitoaquam mihi in galeasua adtulisset. Ero deciso a strisciare verso la fonte carponi se un fiero e valoroso commilitone non .mi avesse portato l'acqua nel suo elmo.

Il periodo ipotetico del terzo tipo si compone di una protasi e di una apodosi presen~t~ c?me_irrealizzabili,o no1: realizzatei_npassato. Entrambe si esprimono con il congmnnvo tmperfetto (protasi e apodosi che appaiono irreali/irrealizzabili al momento presente: n. 1) o piuccheppeclètto (protasi e apodosi non realizzate nel passato e. per questo, presentate come irreali nel presente dell'enunciazione: n. 2). Ma il periodo ipotetico dell'irrealtà si presta, come in italiano, anche ad effetti retorici particolari: come nell'esempio n. 3, dove una 'fàlsa' protasi irreale ['se non avessi visto ... (ma l'ho visto)'] offre il presupposto di una constatazione «oggettiva». Abbastanza frequente è l'apodosi irreale all'indicativo dei tempi storici (vedi gli esempi n. 4 e n. 5).

••••C) Il periodoipoteticodipendente

Se un dio ti chiedesse «vuoi qualcosa di più?», che cosa risponderesti?

5.

Longum est,si velim Theophrastisententiamde eodemmorborecensere.

1. Primo tipo: obiettività

Sarebbe lungo se volessiesaminare il parere di Teofusto sullamedesima malattia. Nel periodo ipotetico del secondo tipo la protasi pone una condizione presentata come possibile, e la esprime al congiuntivo presente (esempi nn. 1, 3, 4, 5) o, più raramente, perfetto (ad indicare anteriorità: esempio n. 2). !:apodosi è presentata come la possibile concretizzazione della premessa e anch'essa è resa mediante il congiuntivo presente (nn. 1 e 4) o perfetto (nn. 2 e 3). Il periodo ipotetico della possibilità è la sede privilegiata dei cosiddetti exempla jicta(n. 4). In alcuni casi, l'apodosi all'indicativo esprime il cosiddetto «fàlso condizionale» (longumestal n. 5).

3. Terzotipo: irrealtà l.

Si nullum haberessensumnisi ocu.lorum,tibi ignosceremsi quosdamnolks videre.

Tibi egode testimoniismeishoc respondeo. ;ifalsum dixerim. te in eosdemdvcisse. A proposito delle testimonianze che ho addotto ti rispondo che, se ho detto il fàlso, tu l'hai detto a tua volta riguardo a quelle medesime persone. 2.

Hominesetiamdaloremsaepeperpetiuntur. ne,,i id nonfaciant,mcidantin mawrern. Gli uomini soppottano spesso un dolore per non incappare, se non si compottano cosl, in un dolore più grande.

In questo tipo la protasi è al congiuntivo secondo i tempi regolati dalla consecutio, mentre l'apodosi può trovarsi espressa all'infinito (presente, perfetto o futuro: esempio n. 1) oppure al congiuntivo (esempio n. 2) in tutù i suoi.tempi, comprese le forme perifrastiche di fururo -urus sim e -urus essem.Naturalmente anche l'apodosi al congiuntivo segue la consecutiotemporum, trattandosi di congiuntivo dipendente.

Se non avessi altro senso che la vista, ti perdonerei se non volessi vedere certi individui. 2.

Senesil. nullifùissent, nullaeomninocivitatesfaissmt.

2. Secondo tipo: possibilità

Se non ci fossero stati i vecchi, non ci sarebbero state città.

3.

Non crederemhoc nisi statuasiacentisrevulsasque vidissem.

I.

Non lo crederei se non avessivisto le statue giacere a terra divelte.

4.

derei salute e vigore.

Nisi Latin.isua spontearma sumpsissent.capti et del.etieramus. Se i Latini non avessero preso le anni di loro iniziativa, saremmo stati presi e distrutti.

Ergotibi respondeo. sumpturum essequidemme,,i deturelectio.etsanitmemet vires. Dunque ti rispondo che, se mi venisse data la possibilità di scegliere, mi pren-

2.

Saeperogaresolesqualis sim, Prisce,faturus. sifìam locuples. Spesso sei solito chiedermi, Prisco, come sarei se d~improvvisodivenr.assiricco.

240

Lezione23

La lingua /.atina

Anche in questo secondo tipo la protasi al congiuntivo segue i tempi della consecutio;l'apodosi può essere all'infinito futuro (n. 1) oppure al congiunnvo nelle forme clifuturo perifrastico -urussim o -urus essem(n. 2, simfaturus; sarebbe stato essemfaturus se la fraseprincipaleavesseavuto un tempo stanco, ad esempio solebas).

3. Terzo tipo: irrealtà 1.

2.

Nuntiatum est nobis Afficum, nisi de via fessus esset, continuo ad nos venturum faisse. . . .

dior. 9. Ea de caedequam verissimeexpediam,sipauca suprarepetieroab initio. 10. Signa ostenduntura dis rerumfaturarum; in his si qui erraverunt,non deo-

.

.

..

Pleriqueexistimant,g acriusinsequiSullavoluisset,~ellumeodtepotutss~jinzri: Tanta mihi est cum eofamiliaritas ut, Ii.mea res esset,non magzs laborarem.

La mia confidenza con lui è tale che non me la prenderei clipiù se fosse una Faciendamentio est duorum adulescentium,qui g diutius vixissen; magnam essenteloquentiaelaudemconsecuti. Bisognamenzionare due giovani che, se avesserovissuto più a lungo, avrebbero avuto grande successo per la loro eloquenza. . .

6.

ta est gloria. 8. Memoria minuitur nisi eam exercedS,aut etiam si sis natura tar-

rum natura sed hominum coniecturapeccavit.

2. Periodo ipotetico indipedente: il secondo tipo I. Egosi hocdicam,_metua causapraetermisisse provinciam,_tibiipseleviorvidear

esse. 2. Quaete si zubeatrexdommusque,neges?3. Si quts velit artem demonstrarenihil prodessead dicendum,non male utatur hoc adiumento,quod unus om_nis artispartesconsequinemopotuerit. 4. Si velimet nostraecivitatisexemplis utt et alzo.rum, plurapro/errepossimdetrimentapublicisrebusquam adiumenta, per homineseloqueutissimos importata. 5. Veniamad vos,si mihi senatusdet veniam. 6. Non meper altasiresi iubeasnivespigeatgelatisingrediPindi iugis. 7. Haecsi tecumpatria loquatur,nonneimpetraredebeat,etiamsi vim adhibere

Non dubito quin et in Caesareet AntonioAntistiussepraestaturusfaerit acerri-

non possit? 8. Dies iam me deficiat, si quae dici in eam sententiam possunt coner

mum propugnatorem communis libertatis, il occasionipotuisset occurrere.,

expromere.9. Hanc egoviam, iudices,si aut asperamatquearduamautplenam essepericuiorum aut insidiarum negem, mentitl,r. I O. Si quaeratur quis 1nusicus, quisgrammaticus,quispoeta verenominetur,possimexplicare,quid eorumquisqueprofiteaturet quo non ampliusab quoquesitpostulandum.

.

Non ho al= dubbio che Antistio, se avessepotuto approfittare del! occasione, si sarebbe offerto quale strenuo difensore della comune libertà anche nei confronti cliCesare e Antonio. Nel periodo ipotetico dipendente, cli te~ tipo, la ~rot;:5i P';Ò avere il congiuntivo imperfetto o piuccheperfetto. l'.apodos1,quando e ali infinito, presenta:

a) b) e)

rum szt,,,,tgnorant.3. Si mihi di faciles, si sunt in amore secundi, invitis oculishaec mea verba leges. 4. Si quid est in me ingenii, aut si qua exercitati.odicendi aut si huiusce rei ratio aliqua ab optimarum artium studiis ac disciplinaprofecta, earum

Nisi eoipsotemporequidam nuntii de Caesarisvictoriaessentadlatt,existtmabant pleriquefaturum faisse uti Messanaamitteretur. . . . . . Se in quello stesso momento non fossero g1unn messaggi sulla vmona cli

cosa che mi riguarda direttamente.

5.

I. Periodo ipotetico indipendente: il primo tipo I. Si haecvoxLicinii hortatupraeceptisque conformatanonnul!isaliquandosalutifait. huicprojèctoipsiet opemet salutemforredebenzus.2. Si sunt di nequeante declaranthommibusquaefatura sint. aut non diligunthominesaut. quid eventu-

rerumomniumA Liciniusftuctum a me repeteredebet. 5. Fauni vocemnumquamaudivi;tamentibi, si audivissete dicis,credam.6. Si vultishaecaudire,dau diem;si ne hocquidemimpetro,non meruistis.7. Nisi utileestquodfacimus,stul-

I più ritengono che se Silla avessevoluto condurre 1rnsegu,mento con pm deosione quel giorno si sarebbe potuto porre fine alla guerra. .

4.

23

Mi è stato riferito che Attico, se non fosse stato stanco per 11viaggio, sarebbe venuto subito qui da me. . . .

Cesare, i più ritenevano che Messina sarebbe stata perduta.

3.

EsERCTZJ LEZIONE

241

la forma cliinfinito futuro 'anteriore' -urumfaisse (n. 1); la forma faturum faisseut + cong. imperfetto (n. 2); . l'infrnito presente o perfetto cli verbi servili (posse,potuisse,debere,debuisse, ecc.), rispettivamente per l'irreale nel presente o nel passato (n. 3).

3. Periodo ipotetico indipendente: il terzo tipo l. Si quid haberemquod ad te scriberem, faceremid etpluribus verbiset saepius. 2. Qµodsuadesut ad Qµintum scribamde his litteris,facerem,si me quicquam istae litterae deleaarent. 3. Nostrorum equitum nisi summa viitus faisset, vivi

captiessent.4. Obsessaque urbsforet, superbellumannonapremente,ni Horatius consul ex Volscisessetrevocarus. 5. Si incertumfaisset quisnam exitus illius iudicii faturus esset, veri similius tamen esseteum potius corrupissequi metuisset ne ipse

coudemnareturquam illum qui veritusessetne alterabsolveretur.6. Animus si l'.apodosi al congiuntivo può presentare lo stesso teml'o (impe~tto o piuccheperfetto) che si trova nella protasi (nn. 4 e 5), oppure esprimere un1dea cli futuro nf'l n:::1.ss:::1.to' con la forma oerifrastica-urus 'fùerim(n. 6).

ostendi et si in ulla.materia perlucereposset~intuentes nos conjùnderet:ater macu-

losusqueet aestuanset distortuset tumidus. 7. PonsSubliciusiterpaene hostibv..s dedit, ni unus virfaisset,HoratiusCocles.8. Miror cur me accusescum tibi id

242

La lingua latina

Lezione 23

facerenon liceat.Quodsi liceret,tamen non debebas. 9. Id paenejècit nisi tud malitia adfaisset. 10. FgrediturcastrisRomanus,va/.h,minvasurusni copia pugnaefieret. 11. Si civisRomanusArchiaskgi.busnon esset,ut ab aliquo_imp_e~ ratorecivitatedonareturperficerenonpotuit. 12. Nisi mulrorumpraecepttsmiht ab adukscentiasuasissemnihil essein vita magnopereexpetendumnisi 1.audem atque honestatem,numquam me pro salutevestrain tot ac tantasdimi.cationes obiecissem.

publicam,quaedidiceramtractarequibusqueme adsuefèceram quaequeerantpropna cum praesta.ntts m republzca vin tum bene morat:aeet bene constitutae civi-

tatis.Quodsijùit in repubficatempus ullum,cum extorquere armapossete mani~ irato~m civium bonicivisauctorittt:et oratio,tumprofectofai½ cumpatrocimum paro exclusum est aut errore hommum aut timore. lt:a nobismet ipsis accidit

ut, quamquamessentmulto magisalia lugenda,tamen hocdoleremusquod,quo temp~reaetas_ nostraperfùncta_ rebusamplissimista":'i""m in portum confagere deberetmmtnerttae nequedesidiae,sed Otttmoderatiatque honesti,cumqueipsa

. 4. Periodo ipotetico dipendente

1. Metuo,si tibi denegemquodme oras,ne te levioremesseergameputes. 2. Neque dubitaredebentnostrihominesquin, si Helvetwssuperaven·nt, Romani una cum reliquaGalliaHaeduislibertatemsinurepturi. 3. Memini noctisilliuscum tibi vigi.1.anti vana quaedam miseratque ,nama falsa spe inductuspollicebar,me, si essemin patriam restitutus,praesentemtibi gratiasre!.aturum.4. Non dubitabat quin, si ipseVerremconvenisset, aequitatecausc:e, au':1°ri~ate siu:, Li~ commove: re hominemposset. 5. Facturusneoperaeprettum stm, si a primordiorespopuli Romaniperscripserim, necsatisscionec,si sciam,dicereausim1• 6. Ea.resf:tlntum tumultum acfugampraebuitut nisi castraPunicaextraurbemfaissent,effosurase omnispavida multitudojùerit. 7. Caesarobsidesimperateosquead certamdiem adduciiubet: nisi ita ficerint, sesebellocivitatempersecuturumdemonstrat. 8. Caesarnegatse moreet exemplopopuliRomaniposseiter ulliperprovinciamdare et, si vim facereconentur,prohibiturumostendit. 9. Ipse Caesarpraecepitvobis quodammodo,patresconscripti,ne sibi adsentiremini,cum ita dixit, aliam sententiam se dicturumfaisse eamquese ac republica dignam, nisipropinquitate impediretur.1O.Nam quisnescitnihil magisprofaturumad absolutionemSocrati jùissequam si essetususillo iudicialigeneredefansio'!~et oration~summissaconciliassetiudicum animossibi mmenque ipsum sollzctteredarguisset?11. Hanc istum otii et pacishostemcausamarrepturumfaissead incendia,caedes,rapinas, nolo,pontifices,suspicemininisi videritis. 12. Dicunt se,si qua resad unum deforendasit, ad Cn. Pompeiumde!.aturos potissimum,sedseextraordinemnihil cuiquam dare. 13. Magnoopereseseconfideredemonstrat,si eiusreisitpotestasfa.eta, fare ut aequiscondicionibus ab armisdiscedatur.14. Illisdamus consiliumne se hostibusdedant,quamquamperiturisint nisificerint.

oratto tam nostra canesceret haberetque suam quandam maturitatem et quasi

senectutem,tum arma sunt ea sumpta,quibusi/li psi,qui didiceranteis uti gloriose,quem ad modumsalutariteruterenturnon reperiebant.

6. Non enim debeo dubitare, iudices, quin, si qua ad vos causa eius modi de!a.tasit eius qui lege non teneatur, etiam si is invidiosus aut multis ojfensus essevideatur, etiam si eum oderitis, etiam si inviti absolutun· sitis, tamen absolvatis et religioni

potius vestraequam odiopareatis.Est enim sapientisiudiciscogi.tare tantum sibia populoRomanoessepermissumquantum commissumsit et creditum,et non solum si_bipotestatem da.tam verum .etiamfidem habitam essememinisse;passe quem odent absolvere, quem non oderitcondannare,et sempernon quid ipsevelitsedquid lex et reltgiocog~tcogitare;animadverterequa legereuscitetur,de quo reocognoscat, quae res zn quaestz.oneversetur. Cum haec sunt videnda, tum vero illud est hominismagni,iudices,atque sapientis,cum illamiudicandicausatabel!.am sumpserit,non se reputaresolumessenecsibi quodcumqueconcupieritlicere,sedhabere in consilio legem religi.onem,aequitatem, ji.dem; libidinemautem, odium, invidiam, metum cupiditatesque omnis amovere maximique aestimare conscientiam

mentis_sua~ quam ab dis Ìmmortalibusaccepimus,quaea nobisdivellinonpotest; quae sz opttmornm constltornm atque factornm testis in omni vita nobis eri.t, sine ullo.metu et summa cum honestatevivemus.Haecsi T.Attiro aut cogfl,ovisset aut

cogztasset, profictone conatusquidemessetdicere,id quod multisverbisegi.t,iudzC cem quod ei videaturstatuereet non devinctumlegi.busesseoportere.Quibùs de rebusmihipro Cluentivoluntatenimium,pro reidignitateparum,pro ves~aprudentiasatisdixissevideor.

7.

5. Etenim si viveretQ Hortensius,ceterafortassedesideraret una cum reliquisbonis et fortibus civibus, huw: autem aut praeter ceterosaut cum paucis sustineret dolorem, cumforum populi Romani, quodjùissetquasi theatrumilliusingmii, voce eruditaet Romanis Graecisque auribusdigna spoliatumatque orbatumvideret. Equidemangoranimo non consilii,non ingenii,non auctoritatisarmisegererem T

243

,,,,am.

Philosophi summi nequedum tamen sapientiam consecuti nmne intellegunt in sumnw se malo esse?Sunt enim insipientes, neque insipientia ullum maius malum

est.Nequetamen lugent.Quid ita?Quia buiegenerimalorumnon adfingi.turil/a Ofinio, rectum esseet aequum et ad ojficium pertinere aegre/erre, quodsapiens non

sts, quod idem adfingi.mushuic aegritudini,in qua luetusinest,quae omnium maxuma est. Itaque Aristotelesveteresphilosophosaccusans,qui existimavissent philosophiamsuisingeniisessepetfectam,ait eosaut stultissimos aut gloriosissimos faisse;sedsevidere,quodpaucisannismagnaaccessio facta esset,brevitemporephi-

244

La lingua latina

!nsophiampiane absofutamfare. Theophrastusautem moriensaccusasse naturam dicitur, quod cervis et comicibus vitam diutumam, quornm id nihil interesset, hominibus, quorum maxime interfo,isset,tam exiguam vitam dedisset;quorum si aetaspotuisset esse longinquior, jùturnm faisse ut omnibus perfectis artibus omni

doctrinahominum vita erudiretur2. Querebaturigùurse tum, cum i/la viderecoepisset,extingui.QJ;id?Ex ceterisphi!nsophisnonneoptimuset gravissimusquisque confitetur multa se ignorare et multa sibi etiam atque etiam essediscenda?

.

8. Quaeresa nobis,Gratti, cur tanto operehoc homine delectemur.Quia suppeditat nobis ubi et animus ex hocforensistrepitu reficia:turet aures convicio defessaecon-

quiescant.An tu existimasaut suppeterenobispossequod cotidiedicamusin tanta varieklte rerum nisi animos nostros doctrina excolamus, aut forre animos tantam posse contentionem, nisi eos doctrina eadem relaxemus?Ego verofateor me his stu-

diis essededitum. Ceteros pudeat, si qui ita se litterisabdideruntut nihilpossintex eisnequead communemadfirrefuctum nequein aspectumlucemqueproferre;me autem quidpudeat qui tot annosita vivo, iudices,ut a nulliusumquam me tempore aut commodo aut otium meum abstraxerit aut voluptas avocari.taut denique

somnusretardarit?QJ;are quis tandemme reprehendat,aut quis mihi iuresuscenseat,si, quantum ceterisad suasresobeundas,quantum adJèstosdiesludorumcelebrandos,quantum ad aliasvoluptateset ad ipsam requiemanimi et corporisconcediturtemporum,quantum alii tribuunt tempestivisconviviis,quantum denique alveo!n,quantum pilae, tantum mihi egometad haecstudia recolendasumpsero? Atque id eo mihi concedendumest magisquod ex his studiishaecquoquecrescit oratioetfacultas quae, quantacumqueest in me, numquam amicorumpericulis dejùit. QJ;aesi cui leviorvidetur,il/a quidem certequaesumma sunt ex quofante hauriam sentio.

2

Lapodosi irreale (futurumfuisse ut ... erudiretur)dipende da un'espressione sottintesa dd tipo

Theoohrastus dicebat.

. Lessico N.B.: q~esto materiale non può in alcun modo sostiruire l'uso di un vero vocabolario. Esso è concepito sempli~~e~te come un ausilio per il principiante, e contiene le parole impisoate nelle lezioni 1-7. le preposmoru sono tutte raccolte in appendice.

abeo, is, fi, 4.bi'tum,fre: allontanarsi, andar via abstineo,es, tinW, ten.tum, ere:trattenere, trattenersi; regge l'abl. semplice o con ab della cosa da cui (ci) si trattiene accedo, is, cessi,cessum, ere:avvicinarsi, arrivare a (con ad+ ace., o col dat.) accépi: perf. di acci.pio accessi:perf. di accedo accipi'o,is, cepi,ceptum, ere:ricevere accipi'ter,tris,m.: falco, sparviero Accius, fi, m.: Accio accuso,as, avi, iltUm, àre: accusare acer, acris, acre, agg.: aspro, acuto Achates,ae, rn.: Acate aciitus, a, um, agg.: acuto adduco,is, duxi, ductum, ere:condurre ad.lo, is, li, ftum, fre: andare a, accostarsi, visirare adf: vedi affadhiblo, es, bui, bftum, ere:applicare, usare admOdum,avv.: molto, pienamente ads-:vedi msadulescens, entis, part. agg.: giovane, adolescente advenio, is, véni, ventum, fre: arrivare adventus, us, m.: arrivo arlverto,is, verti, versum, ere: volgere, rivolgere aedes,is, f.: tempio, camera, casa aedrlis,is, m.: edile Aedui, iJrum, m. pl.: Edui Aegamr, a, um, agg.: Egeo aeger, gra,grum, agg.: malato Aegyptzus,a, um, agg.: egizio Aegyptus,i, E, Egitto Aenem, ae, m.: Enea aequalftdS, àtis, f.: 11oauaglianza, parità, regolarità, costanza aeque, avv.: t1i:,aualmente, con giustizia Aequi, Orum, m. pl.: Equi aeqUus,a, um, agg.: giusto, uguale, favorevole

àer, ileris, m.: aria, atmosfera aes,aeris,n.: bronw, rame Aeschjlus, i, m.: Eschilo aestrvus,a, um, agg.: estivo aetas,atis,f.: età Aetifli, iJrum, m. pl.: Etoli affido, is,ftci, factum, ere:influire su affogo, is,jlixi, jlictum, ere: battere, abbattere Ajrtca, ae, f.: Africa Agén0r, Oris,m.: .Agenore ager,agri, m.: campo, territorio agl&. e, agg., agile agmen, ì'nis,n.: colonna, esercito agnosco,is, agnovi, agnftum, ere: riconoscere agnovi: perf. di agnosco agricola,ae, m.: contadino alitcer,cris,ere,agg.: alacre, svelto alatus,a, um, agg.: alato Alba. ae, L Alba; Alba LongacAlba Longa Albitnus,a. um, agg., Albano, di Alba Longa; sost. Albanum, i, n.: la villa albana Alcamenes,is, m.: Alcamene Alexandrt:a,ae, f.: Alessandria ali~us, a, um, agg.: altrui, appartenente ad altri alimentum, i, n.: alimento ali'quot,numerale indecl.: alcuni, alquanti a/iter, avv.: diversamente alrus,a, um, agg. e pron.: altro alo,ir,al/Ji,altwm(o aiftum), i!recnutrire, allevare alter, era, lrum, agg. e pron.: altro tra due, secondo altus,a, um, agg.: alto,,profondo ambigftus,a, um, agg.: ambiguo, incerto ambrosta,ae, f.: ambrosia amicitfa, ae, f.: amicizia amfcus, i, m.; e ttmfcus, a, um, agg.: anii.co amiav, is, rrnSi,missum, ere: perdere amo,as,avi, tltum, ilre: amare Anagnfa, ae, f.: Anagni ancilla,ae, f.: serva

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Lessico 247

Lessico

anicu/,a,ae, f.: vecchietta anfmal alis,n.: animale anfmus, i, m.: a.cimo, coraggio annus,i, m.: anno antepiJno, is, posai,posftum, ere: porre innanzi, preferire

antlquus,a, um, agg.: antico Anroni'us,fi, m.: Antonio aper,apri, rn.: cinghiale Apollo,Znis, m.: Apollo appareo,es,parai.,pariturus,ere:apparire appeto,is, provi o petti, petitum, ere:cercar di raggiungere, desiderare

Applus,fi, m.: Appio apw, as, avi, atum, ilre:adattare aqua, ae, f.: acqua ara,ae, f.: altare arbor,oris,f.: albero arcus,us, m.: arco ardea,es,arsi.,arsurus,ere:bruciare arefaclo,is,feci,factum, ere: essiocare A,p; orum, m. pi., Argo (città) Argonautae,arum, rn. pl.: gliArgonauti argutus, a, um, agg.: arguto, spiritoso artes,etis,m.: ariete, montone Ano,; iinis,m.: Ariane arma, orum, n. pl.: armi armiitus, a,,um, agg.: armato arriplo,is, ripui,reptu:m,ere:. afferrare, prendere ars,artis,f.: arte aroum, i, n.: campo, terreno, pascolo as,assis,m.: asse Ascanlus,li, m.: .Ascanio ascendo,is, scendi,scensum,ere: salire asper, era,,&um, agg.: aspro, duro, feroce

aspexi, perf di aspicio apido, is,pexi, spectum,i!re:guardare, scorgere antlquam, congiunz.: prima che, prima di Athénae,àrum, [ pl.: Atene Atheniensis,e, agg.: di Atene, ateniese atque,congiunz.: e Atti'cus,i, m.: Attico auctorttas,iltis,f.: autorità audada, ae, f.: audacia audfo,is, rvi, ftum, tre: ascoltare, sentire audrtor,oris,m.: ascoltatore 1mric. ir.. F.:orecchia

Ausonfus,a, um, agg.: Ausonio, italico aut, congiunz. disgiuntiva: o, oppure

autem, congiunz. avversativa:ma, invece auxilium, ti, n.: aiuto; al pl. auxilia: truppe ausiliarie

avilrUs,a, wn, agg.: avaro avis, is, f.: uccello aviJco,as, avi, atum, are: chiamare alrrove, richia-

CdStm,

rJrum:

accampamento

causa,,ae, f.: causa, motivo, processo ceddi, perf di cado cedo,is, cessi,cessum,ere:andar via, allontanarsi da

celeber,bris, brf,·agg.: frequentato, affollato, famoso

mare

avv-: vedi advbaca,ae, f.: bac-ca balni'ae, orum, f. pL bagni pubblici

babuum, i, n., bagno, bagno pubblie-0 ba.sfo,as, dvi, atum, àre:baciare beatus,a, um, agg.: beato bellum, i, n.: guerra belùa,ae, f.: belva, bescia feroce, animale bene,avv.: bene brbo, is, brbi, (bibttum),

carmen, fnis, n.: poesia, canto castrunt, i, n.: fonezza; al pl.

ere:. bere

biduum, i, n.: due giorni; bìduopost: due giorni dopo bipennis, is, f.: bipenne, scure a doppio taglio

Biturfges,um, m. pl.: Biturigi bonum, i, n.: bene, pregio bonus,a, um, agg.: buono, onesto, nobile bos, bovis, m.: bue

brevis,e, agg.: breve brevrtas,atis, f.: brevità Brutus, i, m.: Bruto C: abbreviazione di Gaius;nella numerazione, Ca 100 cada,is, cecrdi,casurus,cadere: cadere caecus,a, um, agg.: cieco Caesar,aris,m.: Cesare ca!am.ltas,àtis, f.: calamità, disgrazia, rovina calci!us,i, m.: calzare, scarpa calltdus,a, um, agg., furbo campester,tris, tre, agg.: pianeggiante candor,oris,m.: candore, bianchezza canis,is, rn. e f.: cane, cagna cantherlus,li, m.: asino canto,as, avi, iltu:m, il.re: cantare Canustum, li, n.: Canosa capto,is, cepi,captum, ere: prendere, ca.mirare Capiwlrum,ti, n.: Campidoglio captrvus,a, um, agg.: prigioniero caput,ltis,n.: capo,testa, cittàprincipale, capitale

celebro,as, àvi, titum, ilre: celebrare celer,iris, ere, agg.: vdoce cena,ae, f.: cena ceno,dS, ilvi, atum, ilre:cenare censor,oris,m.: censore censon-us, a, um, agg.: censorio, tipico del censore

Cepheus,i, m.: Cefeo cepi:perf. di capio cera,ae, f.: cera Ceres,Cerlris,f.: Cerere cmw, is, crevi, cretum,i!re: separare, distinguere, scorgere, vedere, capire

certilmen,fnis, n.: lotta certus, a, u:m, agg.: certo, sicuro cetifrus,a, um, agg.: restante, rimanente; al pl. ceti!rhtutti gli altri cetra,ae, f.: cetra caus, i, m.: cetaceo, tonno, balena, grosso pesce cibus,i, m.: cibo, alimento Cicero,onis, m.: Cicerone Cilida, ae, f.: Cilic.ia circultus,us, m.: cirruito, perimetro civis,is, m.: cittadino, concittadino civttas,àtis, f.: cittadinanza, .città.,Stato clam,avv.: di nascosto clarus,a,, um, agg.: fumoso, luminoso, chiaro, sereno

classis, is, f.: flotta C!.audius,i:i, m.: Claudìo claudo,is, clausi,clausum,fre: chiudere cl.emen-tfa, ae, f.: clemenza Cl.odlus,ti, m.: Clod.io coifo,is, coli e cofvi, coltwn, coire:radunarsi coepfo,is, coepi,coeptum,ere: iniziare coerclo, es, ui., ltum, ere: chiudere, contenere, limitare, correggere

cogtto,as, avi, atum, are:pensare

cognilttl,ae, f.: parente, congiunta cognosco,is, cognovi,cognftum, lre: conoscere, riconoscere

cogo,is, coegi.,coactum,ere:raccogliere, radunare, costringere

cohors,tis, E:coone Colchis,tdis e rdos,f.: Colchide coUtgo,is, /,egi.lectum,ere:raccogliere collis,is, m.: colle, collina colloco,as, dvi, atum, ilre:collocare col.o,is, colui,cultum, ere:coltivare, curare, ono=e

coma,ae, f.: chioma comldo,is, edi, esum, ere:mangiare cometa,ae, E:cometa comlto,as, avi, iitum, are: accompagnare commeiltus,us, m.: vettovaglie, b~oaglio committo,is, mfsi, missum,lre: mettere insieme, commettere, affidare

communis,e, agg.: comune, ordinario commuw, as, il:vi, atum, ilre:mutare, cambiare complu:res, m. e f. pl., complura,gen. complurium, agg. e sost.: parecchi, molti compono,is,posui,posltum, i!re: accostare, confrontare

concedo,is, cessi,cessum,lre:allontanarsi, andarsene, concedere

conciltum,li, n.: assemblea ,.:oncfto,as, àvi, iltum, are: spingere, eccitare, suscitare

condo,is, dldi, dttum, ere:fondare confirmatlo,!Jnis,E:rafforzamento conicto,is, ieci, iectum, lre: scagliare, con~tturare

coniuro,as, avi, iltum, ilre:congiurare conscientta,ae, E: coscienza, consapevolezza conscnbo,is, seri.psi,scriptum,ere:arruolare consillum, fi, n.: decisione,assemblea,saggezza, consiglio

consocfo,as, avi, iltum, are:·associare,unire conspexi:perf. di conspicio conspido,is, spexi,spectum,ere: guardare, scor-

gere constantla,,ae:.coerenza, fermezza. consul is, m.: console comulatus,us, m.: consolato contemno,is, tempsi,temptum, lre:d.ispre.u.are

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Lessico

contendo,is, tendi, tentum, ere: tendere, affretrarsi contentus,a, um, agg.: soddisfatto, comento continiio,avv.: subito contràho,is, traxi, tractum, ere: raccogliere, riunire, frenare

contumelra,ae, f.: ingiwia, affronto converto,is, verti, versum,ere:volrarsi, volgere convivtum, ri, n.: banchetto copta,ae, f.: abbondanza; al pl., copiae:milizie, esercito

cor,cordis,n.: cuore Corinth{us,a, um, agg.: di Corinto, corinzio Corinthus,i, f.: Corinto corpus,iiris,n.: corpo, elemento conip{o,is, ripìi.i,reptum,ere: afferrare, prendere, assalire

corrumpo,is, rupi, rnptum, ere:corrompere cortex,t'cis,m. e f.: corteccia, sughero cotidianus,a, um, agg.: quotidiano cotidre,avv.: ogni giorno crebro,avv.: spesso credo,is, drdi, drtum, ere: credere, fidarsi di (regge il dac) creo,as, avi, a.tum,are:creare, eleggere crudelis,e, agg., crudde cntdeliter,aw.: crudelmente cruentus,a, um, agg.: cruento, sanguinoso cupidrtas,atis, f.: desiderio, cupidigia, brama cuptdus,a, um, agg.: desideroso, impaziente cupto,is, fvi o ti, ltum, ere:desiderare cupn:ssus, i, f.: cipresso cura,ae, f.: cura, attenzione, affanno curilJsus, a, um, agg.: preciso, curioso curo,as, avi, iltum, ilre:curare, occuparsi di cursus,us, m.: corsa, percorso custodia,ae, f.: sorveglianza, posto di guardia custodia,is, ìvi o fi, ftum, fre: custodire, difendere

custos,odis,m.: custode, guardiano Cyclops,opis,m.: ciclope cycnus,i, m.: cigno Dandi, IJrum, m. pl.: Danai, Greci Dandus,i, m.: Danao dea, ae, f., dea debeo,es, ui~ttum, ere:dovere decedo,is, cessi,cessum,lre: allontanarsi, morire

Lessico 249

decemo,is, mvi, cretum,è're: decidere decipfo,is, cepi,ceptum, ere:ingannare decus,IJris,n.: decoro, ornamento, dignità dedi, pert. di do deido, is, i.eci,iectu:m,ere:precipitare, gettare giù

deinde,avv.: poi de!ecto,as, ilvi, a.tum,ilre:allietare, piacere deléo,es,evi, etum, ere:cancellare, distruggere delictum, i, n.: delitto, colpa deli.nquo,is, lrqui,lictum,ere: mane.are,sbagliare delitesco,is, litui, ere: nascondersi de/it/Ji:perf di delitcrco demmo, es,meriti, merftum, ere:merirare, guadagnare

Demosthenes,is, m.: Demostene dens,dentis,m.: dente desidenum, ii', n.: desiderio desrllo,is, silui, sultum, fre: saltar giù desfno,is, desri,desrtum,ere: cessare, abbandonare, finire (può reggere il gen., l'ace., l'ab!.) desisto,is, strti,sti'tum,ere: desistere, rinunciare desperatio,IJnis,f.: disperazione, perdita di speranza deus,i, m.: dio

deverto,is, verti, versum,lre: deviare dico, as, avi, atum, tlre:dedicare drco,is,dixi, dictum, ere:dire, pronunciare, parlare

dictum, i, n.: detto, parola dies,li, m. e f.: giorno dijficrlis,e, agg., difficile dign,tas,iltÌs, f., dignità dil(gens,entis, agg.: diligente, attento diligentfa,ae, f.: diligenz.a,scrupolosità dillgo,is, /exi,,fectu:mlre: amare, apprezzare dilucesco,is, luxi, ere:farsi chiaro, farsi giorno DW, tfnis,m: Dione dirigo,is, rexi, rectum,ére: raddrizz.are, tracciare, dirigere

diripfo, is, ripUi,reptum, ére: lacerare, sacchegg,,rre

discedo,is, cessi,cessum,ere:andarsene discessi-. perf di discedo discipulus,i, m.: discepolo, alunno disco,is, didfci, lre: imparare discorrila,ae, f.: discordia

dissimili.o, as, dvi, tltum, ilre: dissimulare,

I

i

nascondere diu, avv.: a lungo diutfus, avv. comparativo di diu: più a lungo di.versus, a, um, agg.: diverso, separato, opposto divisfo,IJnis,f.: divisione, sudd.ìvisione divitiae, ilrum, f. pl.: ricchezza, beni divus,a, um>< agg.: d.ìvino; sosc. divus, i, m.: dio do, as, dedi.,datum, are, dare doceo,es,docui,doctum, ere-. insegnare doctus,a, um, agg.: dotto domicilium, ri, n.: dimora, abitazione domì'na,ae, f.: padrona domrnus,i, m.: padrone domo, as, ui, (tum, are: domare, vincere, soggiogare domus, us, f.: casa donec,congiunz.: finché donum, i, n.: dono dormio, is, Ivi o {i, ftum, Ire: dormire donnrw, as, avi, a.tum,ilre: sonnecchiare, essere negligente Drnsus,i, m.: Druso duco,is, duxi, dtlltUrr;ere:condurre, considerare dum, congiunz.: mentre, purché duo, duae, duo, agg.: due duro, as, ilvi, tltum, tlre:indurire, rafforzare durus,a, um, agg.: duro, forte dux, ducis,m.: comandante ebrfus,a, um, agg.: ubriaco ed,di, pert. di ,do le/o,edis(o es),,di, esum,edbe (o me), mangiare edo,is, dldi, dltum, ere:emettere, generare, produrre, pubblicare educo,11.S,ilvi, atum, are:allevare, educare edùco,is, duxi, ductum, ere: condurre fuori eductto,onis,f.: sortita edt:dis,e, agg.: commestibile effero,as, avi, atum, ilre:render selvaggio, feroce, inasprire effectus,us, m.: effetto, risultato egredlor,eris,gressus sum, gredi:uscire egregfus,a, um, agg.: egregio, eccellente elegans,antis, agg.: degante elegantia,ae, f.: eleganza emo, is, emi, emptum, ere:comprare Ennfus, i, m_; Ennio

eo, avv.: in qud luogo (moto a luogo); a ral punto

Eprrns,i, f.: Epiro epistula,ae, f.: lettera, missiva eques,(tis, m,: cavaliere equester,stris,stre,agg.: equestre equus,i, m.: cavallo

ergo,congiunz.: perciò, dunque erro, as, ilvi, àtum, lire:vagare, sbagliare et:iam,congiunz.: anche Etruscus,a, um, agg.: .Etrusco, dell'Etruria evoco,as, avi, iltum, il.re:chiamare ailro, as, avi, atum, tlre; scavare, arare, traccia-

re, scrivere

excliisus,a, um, part. di excludo;come agg.: esduso

exedo,is, èdi, esum, ere:mangiare, rodere, divorare

exeo,is, li, ltum, fre: uscire exercftus,us, m.: esercito exigiius,a, um, agg.: piccolo exi"'!us, a, um, agg.: unico, straordinario, egreg,o

exornatus,pare. perf. di exornoe agg.: adorno, splendido.

exorno,as, ilvi, tltum, &e:allestire, adornare exoscùlo,as, ilvi, iltUm, ilre:baciare experientia,ae, f.: esperienza expertus,a, um, agg.: esperto, sperimentato expello,is, puli, pulsum, ere: scacciare, cacciar fuori

expùlicperf di expelh exspecto,as, avi, iltUm, ttre: attendere e.x:surgo, is, surrexi,surrectum,ere:sorgere, alzarsi in piedi

exta, iJrum,n. pl.: viscere extremus,a, um, agg.: estremo fobùla, ae, f., favola factes, ei, f.: faccia, volto~.aspetto focrle, avv., fucilmenre jiur.lis,e, agg.: fucile, propizio, affabile fadnus, oris,n.: impresa, misfatto fotro, is,foà,factum, ere, fare factum, i, n.: azione, impresa Faesulanus,a, um, agg.: di Fiesole, fiesolano fama, ae, f., fuma fateor, eris,fassussum, eri:confessare

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Lessico 251

Lessico

fatum, i, n.: futo, destino favetJ, es,favi,fautum, ére: favorire, appoggiare, sostenere, applaudire, con il dat. fom!na (efoernina), ae, E:donna firax, &is, agg.:fenile forme, avv.:pressappoco, all'incirca ferox,ocis,agg.: feroce forrum, i, n.: ferro, scrumento di ferro, spada ferus, a, um, agg.: feroce, selvaggio fotzw, as, avi,, iitum, are-. affrettarsi, aver frena fidA,ter,avv.: fedelmente fid,s, ,i, f.: fiducia,fedelrà fidus, a, um, agg.: fidato jilra,ae,f.: figlia filioh ae,f.: figlia filrus,ri, m.: figlio ftnis, is, E e m.: limite, termine, fine; m. pL confini, territorio fio, is,factus sum,fieri: esserefatto, divenire, accadere fixus, a, um, part. agg.: fisso, conficcato, trafitto jlagfto, as, àvi,atum, a.re:richiedere, sollecitare, pretendere flamen,fnis, ro.: flamine,sacerdote fiamma,ae,f.: fiamrrut flavus,a, um, agg.: biondo

jlebrlis,e, agg.:lugubre, lamentoso jloreo,es,ui, ére: fiorire, prosperare ftumen, tnis, n.: fiume jluvfus, ti, m.: fiume fodro, is,fodi, fassum, ere: scavare, trafiggere forma, ae,[: aspetto, bellezza Formianus, a, um, agg.: di Fomiia; SOSt. n. Formi4num, i: podere di Formia farmidabrlis, e, agg.: temibile, spaventoso fannosus, a, um, agg.: bello forti.s,e, agg.: forte, coraggioso fonitwk, ,nis,f.: funa, coraggio Jortuttus,a, um, agg.:fortuito, accidentale fortuna,ae, f.: furnma; al pl., fortunae:patrimomo farnm, i, n.: piazza, mercato, Foro romano fraus, frauelis, f.: frode, inganno Jrag,far, fora,frrum, agg.:fenile ji-umentum,i, n.: frumento; al pl. fo,menta: cereali i:,.-r,.,,.,,. f. h,=

fagro,is,fagi,fagftum, m: fuggire,evitan: falgens,entis, agg.: splendente foLmen,fnis, n.: fulmine fandus, i, m.: fondo, podere far,fans, m.: lad,:o Galba,ae,m.: G.ilba Gallw., ae, [: Galfu Gallus, i, m.: Gallo, della Gallia gaudlo, es,gavfsus sum, i!re:gioire, godere gaudium, ti, n.: gioia gemma, ae, f.: gemma(sia di pianta, che gioiello) gener, eri, m.: genero gens,gentis, f.: gente, popolo genia:per[ di gigno genus, eris,n.: genere; tipo, scirpe geometrfa, ae, f.: geometria Germànus, a, um, agg.: Germano, di Germania gero, is, gessi,gestum, i!re: ponare gigno,is, genUi, genttum, ere: generare gl.or'la, ae, E.:gloria Graecus,a, um, agg.:greco grammaffcus, i, m.: maestro gratra, ae, f.: grazia,favore, ringraziamento, cortesia; gratias agere: ringraziare gratus, a, um, agg.:grato, gradito, piacevole gravis,e, agg.: pesante, serio, impùrtante, difficile, grave, profondo habeo, es, ui, ltum, ere: avere, considerare hac, avv.: per di qua Httnn1ba! is, m.: Annibale Hanno, Onis,m.: Annone haud, avv.: non, per niente Hercules, is, m.: Ercole heres, heredis, m. e f.: erede heri,avv.:ieri Hermagoras,ae, m.: Ermagora heros, herois, m.: eroe (ace. s. heroa, ace. pL heroas) hic, avv.: qui, in questo luogo, a questo pwito hic, haec, hoc, agg. e pron.: questo Hispan,a,ae, f., Spagna historfa, ae,(: racconto, storia, opera storica hodre, avv.: oggi homo, fnis, m.: uomo ho1Uste, avv.:onestamente, dignitosamente honos (e honor), oris, m.: onore hora, ae, f.: ora

horror,