La fragilità del pensare. Antologia filosofica personale 8817106348, 9788817106344

Un dizionarietto che non contiene tutto il pensiero di Ceronetti, ma che ci permette di compiere "viaggi vertiginos

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Italian Pages 337 [346] Year 2000

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La fragilità del pensare. Antologia filosofica personale
 8817106348, 9788817106344

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" ... forse resterò come autore di paradossi, di pensieri staccati o staccabili, di aforismi. L'aforisma, se non è paradossico, non arriva a far fondere le muraglie del linguaggio pietrificato, e la sterminata folla degli umani è prigioniera tra quelle mura. L'ergastolo linguistico, condanna universale. Dà contentezza di morire il pensiero di non dover più emettere luoghi comuni, di non aver più offeso l'orecchio, di non patire più per lo sconcerto e il disagio che suscitano un poco di ironia, di olio d'enigma. Magnifico l'enigma, il kopn Zen, l'oscurità poetica, l'anagramma rivelatore, l'oracolo sibillino: ti rassicurano, la porta dell'infinito non è chiusa, non riusciranno a sbarrarne l'entrata i pretoriani bestiali del finito. Alchimie du verbe: meravigliosa e meravigliante parola. Partire senza arrivare. Partire per approdare dove non ti seguirà nessuno. Col retino ne ho acchiappate, mentre volavano invisibili, alchimie del verbo, benedetta la loro luce di sera, la loro cerchiata fragilità candelare." Guido Ceronetti Guido Ceronetti è scrittore, marionettista e artista di strada. Come giornalista è attivo dal1945. Nella BUR è presente per la raccolta completa delle sue poesie fino al199� (La Distanza) e il saggio introduttivo al romanzo La gioia di vivere di Emile Zola (1994). Nato a Torino nel1927, ha abitato lungamente a Roma e abita tuttora in Italia Centrale. Progetto grafico di Aurelia Raffo

L. 16.000 € 8,26

LR SCRLR

GUIDO CERONETTI La fragilità del pensare antologia filosofica personale a

cura di Emanuela Muratori

BIBLIOTECA UNIVERSALE RIZZOLI

Proprietà letteraria riservata Milano

© 2000 RCS Libri S.p.A.,

ISBN 88-17-10634-8

prima edizione BUR La Scala: gennaio 2000 seconda edizione BURlA Scala: febbraio 2000

PAROLE

«In che cosa t'immagini possa nascondersi l'anima delle cose, fuorché nelle combinazioni enigmatiche, nelle for­ zature di senso che fanno stupire e ridere, delle parole?» I libri sono fatti di parole, e i dizionari, una prodigio­ sa invenzione la cui semplicità non dovrebbe mai cessa­ re di sorprenderei, sono elenchi di parole offerte alla nostra meraviglia. n mio compito, indicibilmente libero e gioioso, è sta­ to quello di !asciarmi sedurre dalle parole: per due inte­ re stagioni, nel loggiato di una casa-fortilizio canavesa­ na, mi sono fatta awolgere dai serici, invisibili fili di cui sono intessuti i libri di Guido Ceronetti. Alcuni di questi libri, forse la metà (le versioni del­ l'Antico Testamento e dei poeti latini, le poesie, le rac­ colte di pensieri, gli scritti di poesia e letteratura, le tra­ duzioni dei poeti prediletti, Orazio, Kavafis, Hernan­ dez) , li conoscevo intimamente da anni - tanti quanti sono gli anni della mia amicizia con Guido - e ripercor­ rerli è stato come andare alla ricerca di me stessa, sco­ prire come, nel tempo, si erano sedimentati, radicati fi­ no a sparire nel magma delle cose che da sempre fanno parte di noi. Altri li ho letti per la prima volta, così co­ me per la prima volta mi sono accostata a quel vero e proprio tesoro che sono i quaderni manoscritti e i car­ teggi conservati nel Fondo Ceronetti della Biblioteca Cantonale di Lugano o tuttora presso la casa dello scrit­ tore a Cetona, testimonianza di una vita interamente 5

dedicata allo studio - allo scavo - di alcuni temi special­ mente cari. Infine, la mia ricerca ha avuto un emozionante coro­ namento con la pubblicazione delle poesie del Gineceo, l'omaggio più sublime, credo, che mai sia stato fatto alla donna, e crudelmente attuale. Come Franz Anton Mesmer magnetizzava gli stru­ menti musicali affinché le vibrazioni armoniche trasmet­ tessero la forza risanatrice, così Ceronetti ha il potere di magnetizzare la carta, impregnarla di fluido che guari­ sce, «come un lungo treno pieno di strumenti musicali viaggian ti)) . In questo dizionarietto non penso ci sia "tutto" Cero­ netti: la libertà generosamente concessami mi ha porta­ to, con grande leggerezza e naturalezza, a scegliere (con eccezioni, dovute alla curiosità-disponibilità a raccoglie­ re sfide o provocazioni, spesso fortissime) il "mio" Cero­ netti, quello che parla dei personaggi, dei luoghi, degli stati d'animo che mi sono più congeniali, il Ceronetti che, a volte con l'ironia o il paradosso, squarcia il vela­ me e ci porta oltre il visibile, mostrandoci per un istante cose che altrimenti non avremmo mai potuto penetrare. Viaggi vertiginosi, dai quali si emerge con un aumento di conoscenza ma anche di angoscia per quel futuro che Ceronetti dipinge con dolorosa lucidità, sapendo che siamo già alla meta mentre crediamo sempre di essere . . In cammino. EMANUElA MURATORI

Vico Canavese, dicembre 1 999

FRAMMENTI D 'INTERVISTA

> . equilibrio Se Amore e Morte si bilanciano, siamo delusi nel no­ stro bisogno che l ' uno o l'altro prevalga e ci liberi dall'angoscia. (Tutti gli equilibri sono angosciosi) . cc équipes mobili Corrono affannosamente a pescare cuore reni ec. pal­ pitanti in corpi macellati e li tuffano in altri "per farli vivere", ma loro sono indifferenti sia a quella vita da cui estraggono che a quella morte in cui innestano (contro il divieto biblico) perché a loro non importa nient'altro che un risultato, il prodotto di un'ubriaca­ QM tura di potenza. Eracle Eracle, l'invincibile, lamenta di essere stato abbattuto «da una donna, da un essere femminile, da qualcuno con niente di maschile che ha operato sola, senza pu­ gnale» ( Trachinie, l 062-63) . Senza pugnale, col veleno 109

del suo corpo soltanto, col sangue infettato dalla ven­ detta postuma di Nesso. CI erba I fili d'erba sono angeli senz'ali.

QM

eresia Vivere senza l'ossessiva superstizione che la vita debba essere per forza bene, figlia e strumento di Summum Bonum, consente la pietà, la tolleranza, il rispetto del dolore . Benedetta l ' eresia della vita come l 'assoluto male: non rende più felici, ma non accresce stupida­ CI mente le sventure del mondo. eretici Gli antichi eretici accusavano la Chiesa di essere san­ guinaria, cupida, scellerata; i nuovi di aver cessato di esserlo, di risparmiargli il rogo, di tollerarli con una specie di ironica condiscendenza. SI ermafroditi Anche gli ermafroditi ci abbandonano. Tutti quanti SI vogliono procreare e ci riescono. eroe Il tramonto definitivo dell' eroe tradizionale (ultimi ti­ pi: il giacobino-garibaldino, il sacrificato del Carso e dell'Isonzo, l'eroe fascista alla Balbo-Bottai, l'eroe an­ tifascista dal badogliano al comunista) ha dato luogo ad un vuoto - un vuoto etico e psicologico che ormai ha raggiunto l' indurita senescenza del mezzo secolo, con la deformazione progressiva di ogni esemplarità etico-sociale nel facile e nel frodolento, culminata in una vera corsa nazionale verso traguardi di multipla CI infamia. 1 10

Eros Il grande Eros è morto !

AI

errore L'errore assoluto non è una possibilità umana, come CFL non lo sono la giustizia e la verità. esame Non addormentatevi senza aver prima fatto l'esame o d'incoscienza. esametro È importante notare che, per esplorare il suo caos, per agitare bene la mescolanza, l'artista umano si ser­ ve di arnesi di precisione, resta nella misura. Così Giovenale. Quando l'Orrore è fatto avanzare fmo alla grata dell'esametro, e non può andare oltre, è soltan­ to l'ombra dell'Orrore che parla dietro la grata, una monaca capace di tutto, ma tra le mura del suo con­ GIOV vento. escremento L'escremento, finché è nel corpo, è accettato: non è separato dall'unità del microcosmo; isolato anonimo spaventa e ripugna, per l'odore di anima denudata e anonima che esala. se esilio Tutto è dispersione, lacerazione, separazione, rotola­ re di ruote senza carro, e questo ha nome esilio, o an­ PT che mondo.

Uno dei peggiori miscugli per vivere con disagio: ave­ re preciso il senso metaforico dell' exilium animae e la malinconia di Psiche arsa nella fornace della materia - Dio lontano, vivo ma dormiente - e insieme il biso111

gno di ricevere dalla materia cure, consolazioni, casa, ordine, tranquillità, igiene (che la materia dà con la riserva satanica di farne dei dominatori, e di capovol­ gerli in miserie, rotture, squallori, perché era e ri­ marrà Tenebra) . Forse, questa è una delle forme del­ l' esilio. Bisogna viverio allo stato puro, senza chiedere niente, nudi, disperati, senza contaminazioni, con de­ siderio di rientrare. CFL esorcisti A giudicare lo stato del mondo, sembrerebbe più ne­ cessario un esercito di grandi esorcisti e di Uno più po­ tente di tutto questo esercito, che qualsiasi altro eserci­ to o polizia. Solo un'invasione di demoni da Luoghi In­ visibili può essere di tanta capacità di male. Tutto, pen­ sato demonologicamente, diventa più chiaro. Ma è pro­ QM prio lavoro di demoni l'assenza di veri esorcisti. esperienza L'esperienza della società e della storia insegna che l'uomo è, per eccellenza, l'essere non pensante. o essere Tutto quel che sappiamo di certo dell' essere è che per gli esseri è lo stesso mal-essere. QM estinzione Il più egoistico, il più folle dei desideri umani è il de­ siderio della beatitudine eterna. L'uomo libero non desidera che l'estinzione. CFL etnologia Si può diventare sapienti accumulando lontane igno­ ranze. L'Etnologia. se

1 12

euro

Sarà nato (da un grembo necessariamente impuro) l' euro. Quel che non nascerà mai - si può prevederlo LR con assoluta certezza - è l'europeo. Europa In Europa, la percezione del pericolo mortale, delle grandi sfide storiche, è ormai quasi inesistente. CFL

Oh Dio, che Europa! È fatta per le catene, altro che libertà! Solo le scogliere di Dover non sono in vendita AI (forse) , tutto il resto è comprabile. . . eutanasia Quando la guerra si faceva col cavallo, quasi sempre toccava al cavaliere dare il colpo di grazia (questa pa­ rola è pregnante: di grazia, grazioso è chi lo dà) alla ca­ valcatura ferita e rantolante. E anche nella guerra sen­ za cavallo l'eutanasia è una delle poche leggi umane, non scritte, non dell'Aia, che sopravvivono: si finisce il compagno, l'amico, il sottoposto che implora l'unica grazia, l'unico atto pietoso di cui ha ancora bisogno. Se mi mettessi a pensare «Ho diritto di farlo?» lasciando spadroneggiare il dolore, senza soccorsi in vista, sarei una scrupolosa canaglia, un onesto assassino. es ex

alto

La certezza che niente è mandato dal di fuori, sogni, poesia, amori, morte, se fosse possibile averla, toglie­ rebbe alla vita il suo unico lievito. Non ci salviamo dallo spavento, però dalla piattezza, lasciando aperti i dubbi sulla provenienza delle cose che accadono. Quicquid facimus venit ex alto: questo sentimento, suffi­ ciente per impedire alla vita di ritenersi una idiozia comprensibile, è di uso illimitato e può, come massi­ ma, applicarsi rischiosamente a tutto CAT

lF faccia

Il grande orrore della faccia umana È questa faccia dentro conficcata Che con demoni e angeli si bacia

DIST

fallimento Se nella scuola oggi entra lo spacciatore, domani po­ trà entrarci l' inviato di Gilles de Rais per procurarsi carni da trapianto d ' occhi e di reni. L'insegnante starà pensando, come sempre, ai suoi aumenti di sti­ pendio: ma in classe sarà entrato qualcuno che ripe­ terà un gesto antichissimo, un gesto che la scuola ri­ cordava tra gli antichi miti, la scelta decimatrice per la bocca del Minotauro degli agnelli umani, delle ver­ gini predestinate . Anche i giannizzeri del sultano era­ no bambini rapiti . . . anche i cantori delle chiese erano bambini mutilati per denaro . . . Che cosa abbiamo fat­ to, Dio mio, per meritarci un così perpetuo fallimen­ to, per non poterei mai disfare, mai, se non per illu­ sioni momentanee, dei mostri che ci hanno accompa­ SI gnati sempre? falso Per forte che sia la fascinazione del falso, prima o poi una fatata necessità ti costringerà all 'abiura, ti spin­ gerà a squarciarti pubblicamente lo hara. CI 1 14

fame

Fami venute a una cena sparita Piangono in questo volgo della vita

DIST

Nei sogni dei detenuti della Kolyma, racconta il mera­ viglioso Varlam S alamov, apparivano giganteschi pani di segala, in giostra come gli astri della notte stellata di Van Gogh, e non coscine di agnelli. La vera fame SI non sbaglia l'oggetto del suo concupire. La fame è sempre, in ogni tempo, vicina.

VA

Sulla fame d'amore nel mondo siamo poco informati. Probabilmente è minore di quanto si possa credere. Ogni giorno si presentano occasioni per sfamarsi, ma rompiamo di malavoglia il nostro digiuno, o ci accor­ giamo di non aver mai avuto realmente fame. se

famiglia Un uomo oggi è ancora abbastanza stupido e abba­ stanza cieco per fondare una famiglia, ma non abba­ stanza forte per reggere alle tensioni, all' imprevedibi­ le e anche alle dolcezze rare e difficili di una vera pas­ VI sione. Lo ha guardato la Medusa della facilità. La famiglia come surrogato della classe, è inservibile, perché atomo defenestrato tra sogni paurosi, e i suoi membri finiscono per incolparla di tutto, come i citta­ dini incolpano di tutto lo Stato, al quale viene inutil­ VA mente chiesto di essere Dio.

fare

Fare dolore è tutto il vostro fare: Se tu hai guardato in una faccia d 'uomo Non fare niente; fare bene è non fare

DIST

farfalle È inutile che cerchi. Le farfalle non abitano più qui. DD 115

farmaci Se tutto questo ingoiame e intossicarcene, fino a mo­ rime, fosse in realtà un catarismo, una purificazione, una trasmutazione di quei veleni èhimici in una parti­ cellà di luce, oppure una delle necessarie sofferenze dell'Inviato? QM farmacia La Farmacia è interessante come l'amore, miracolosa come l'amore, e anche più misteriosa. es fascismo Anche il fascismo fu una specie di proiezione, con la sua mistica e i suoi simboli, dell'immaginario e della impotenza di « rigenerare il mondo» giacobina. Fa­ cendo rumore, riempiva un vuoto di rotti tamburi. Voglia di teschio, teschi sui berretti: segnali di polvere da decomposta patria. CI fatalismo Non è un male quel che impedisce a tempo un male peggiore. Ecco una magnifica parola della sepolta sa­ pienza babilonese, che dò nella versione di Ebeling (Ein babylonischer Kohélet, 1 922) : «Benedici amico mio il tuo assassino: il suo prendere è un dono; benedici l'inondazione del mare: il suo prendere è una rugia­ da». n fatalismo sapienziale è un giardino aperto: per­ ché non entrarci, Occidente? Ci sono frutti buoni e puliti: perché non mangiame? Meglio pensare di do­ ver perire necessariamente, che gonfiarsi di vento. es fatica L'umanità bianca sembra non aver più altro scopo che di liberarsi dalla fatica, dall' idea che qualcuno possa ancora guadagnarsi da vivere faticando, dal pensiero stesso dello sforzo muscolare e mentale, e questo oh1 16

biettivo insensato gli costa un'indicibile fatica, una lot­ VI ta incessante e sanguinosa, uno sforzo infinito... fatiscere Il più bel verbo della Latinità. Il latino è la lingua del PA fatiscere.

fato

Mai scamperemo alJato che ci è stato Fabbricato dal dire non c 'è Fato Fato, sei tremendo ! Ti amiamo.

DL o

fax

Per rispetto alla santità del luogo è severamente vietato fa.xare.

TS

febbre Cambiamo il linguaggio, e sarà nuova anche la più vecchia malattia dell'uomo, la febbre, la malaria. QM fecondazione in vitro Le circostanze che di solito accompagnano l'incontro dei due garruli gameti nel vas naturale hanno una tale impronta di disordine e di caos che sospetto un ma­ niacale struggimento per la pulizia e l'ordine in que­ sta ricerca di eliminarle con rigorose tecniche in vitro. Non più la confusione del letto, parole strane e scon­ ce, paura, insensatezza, risate, e uno spasmo finale che ci sfigura! Assunti i pieni poteri procreativi, il Me­ dico invita le coppie nel suo Laboratorio, mai più len­ zuola sgualcite. CI fede La fede che bisogna assolutamente riconquistare, o 117

non perdere mai, è la fede nella bellezza puramente morale, una cometa di Halley che ogni minuto ripas­ sa sopra le nostre teste infelici. SI fedeltà La bandiera della fedeltà, piantata in un deserto di CI paura, non è un 'insegna festosa. fegato Fegato è dal basso latino ficatum perché s'ingrassava­ no le oche da fegato grasso con diete di fichi. Così un nobile organo (forse il più nobile di tutti: il cervello è discutibile ) ha preso nome da un ' antica malvagità dell'uomo. C'è uno spruzzo di sangue sull'origine di tutto quel che è umano. se felicità La gabbia è iniqua e nefasta, ma l'umanità ha una ten­ denza irresistibile ad ingabbiarsi. Nasce e muore ingab­ biata. La poesia è il lamento che esce dalle gabbie. Due mani escono da due grate e arrivano a toccarsi, si strin­ gono disperatamente: questa è la felicità. CI femministe Consigli a vere femministe: a chiunque s'imbratti nella turpitudine nucleare - anche di lontano, con un con­ senso, un voto - negate le fessure. A chi mette sigarette nella trachea squarciata di un cane, o riempie di catra­ mi i bronchi di un coniglio in gabbia, per illuminare un imbecille di fumatore con le sue statistiche insan­ guinate, sputate in faccia. All'uomo che incendia un bosco, o taglia un ulivo, strappate almeno un'unghia. Con una scure spaccate perpendicolarmente il televiso­ re col quale abitate: vi sarete liberate di un bruto dei es più feroci. 118

ferite Amarsi è scambiarsi le ferite: più ce ne sono più c'è o amore. Gli indenni non amano. ferro da stiro Neppure un ferro da stiro sarà più scaldabile a Zer­ VA matt se viene ucciso un emiro nel Golfo Persico. ferrovia Si possono provare dei versi sul ciglio della ferrovia che forse fu fatta per questo - da quando il treno si annuncia all'immenso vuoto che lascia dopo il suo DIST transito, immagine dell'esistenza. fiaba All'interno della fiaba la contesa fra il Tremendo Ri­ schio e il Mistero della Salvezza è perpetua. Anche questo nega risolutamente l'umiltà delle sue origini. es La fiaba viene dali' alto.

L'utilità suprema delle fiabe, nell' età infantile, è in questo : insegnare agli esseri sensibili a dubitare di quello che vedono e toccano, dell'identità delle per­ sone, della solidità di una casa, dell'impossibilità di una metamorfosi. Allontanare i bambini dal visibile, facendogli sperare che sia falso, è la cosa migliore che possiamo fare per loro, dopo il male che gli abbiamo fatto attirandoli in questo mondo. es fiesta L'asino torturato per carnevale a Villanueva de la Ve­ ra (Estremadura) . Digiuno per una settimana un asi­ no vecchio e malandato viene cavalcato dal più grasso del paese, bastonato, preso a calci, ingozzato di alcoli­ ci, tirato su per le orecchie e la coda ogni volta che cade finché stramazza definitivamente e allora viene lapidato a morte dalla folla ubriaca (la fiesta dura QM un'ora e mezza) . 1 19

figli Quel che non bisogna assolutamente che i figli sap­ PT piano, è che li si è fatti nascere. filantropia Utilissimo il dono di poter far morire col pensiero, col semplice desiderio. Se ce l'avessi, ne farei uso an­ ch'io, e molto spesso, farei morire tanta gente, per fi­ lantropia. PA

Togliere per un poco ragazzi e ragazze a un abbruti­ mento certo, facendo qualcosa di utile, è innanzitutto filantropico, ma uno Stato così sciocco, spasmodica­ mente impegnato a fare soltanto quel che lo peggiora e lo sfascia, che contro la propria disgregazione non conosce che la colla Uhuh di una disperata oppressio­ ne fiscale, non sa che farsene delle ragioni di un'in­ telligente filantropia. SI filatelia La filatelia è una potenza segreta, vigorosa e temibile. Dal 1 840 è uno dei due o tre signori del Destino uma­ no. Ha inventato il cinematografo, il fonografo, la lu­ ce elettrica, l'affare Dreyfus, il telegrafo senza fili, le colonie italiane, Benito Mussolini, le Nazioni Unite, la conquista dell'Everest, il volo di Gagarin, il ciclo­ trone, le tombe degli Atridi, i fratelli Marx, i raggi X, la penicillina, la protezione dell'infanzia, i bronzi di Riace, la Madonna di Fatima, la cibernetica, i Mon­ diali di calcio. Tutto per impinguare di serie memora­ bili di francobolli una esasperata minoranza di colle­ zionisti. CFL fili

Nessuno di noi tiene i fili di niente, i fili tengono noi Invece. CFL 1 20

film Seguitano a farsi dei film, e lunghissimi anche, eppu­ re il cinema è morto, questi film nascono da seme ibernato, il papà è morto da tempo, la mamma-capita­ le paga e si fa gonfiare in quel modo turpe che sap­ piamo. CI filosofia Tutto è stato profetizzato ma non capito. Per la filoso­ QM fia c'è ancora da fare.

Il mondo secondo la migliore filosofia non esiste che nel soggetto conoscente, e se l'occhio che lo contem­ pla si spegne è già finito, un astro moribondo ci ri­ scalderà, ancora per un po' di tempo, ma una crosta di ghiaccio può vetrificarci molto tempo prima che il sole diventi un buco di neutroni spenti. IS fine del mondo La fine del mondo non servirà a distinguere i Puri da­ gli Impuri, i Buoni dai Cattivi (riserverebbe poche sorprese ) ma certamente sarà utilissima e sorpren­ dente per distinguere i Coraggiosi dai Pavidi e dai Co­ dardi. (Quasi tutti saremo dannati . . . ) QM .

finestra La finestra che non dà su nulla va tenuta aperta gior­ CFL no e notte. finito Tutto l'infinito che costava una lira è morto. Ci ven­ dono soltanto del finito, a prezzi altissimi, del finito di cui si muore. AI fiore

Rifiuto della parvenza sia il tuo fiore

DIST

1 21

Firenze Firenze è un luogo arcano, un'arcana conca spiritua­ le, il cuore dell'isola spirituale toscana. Prescelta per una pioggia ex alto di presenze miracolose, l'Annun­ ciazione fu quasi per lei: ti nasceranno figli ex Spiritu Sancto . . . La pioggia è durata a lungo, per il tempo umano, addirittura secoli, poi una penosa secchezza, una crudele estenuazione, e lo sparire nella volgarità della nazione italiana, il cosmopolitismo assurdo, e ora questa lebbrosa maschera di macchina-da-soldi che VI dà dolore. fiumi La stessa gentilezza che dobbiamo avere per un fratel­ lo, scriveva un capo tribù indiano al generale Grant, dobbiamo averla per i fiumi. . . Le parole di questo pri­ mitivo ci fanno vergognare. Noi il Fratello Fiume lo trattiamo da fratricidi sadici . . . Il terrificante, irrepara­ bile scempio che fa dello Yangtze - fiume e fratello del mondo - e della sua regione l'inumano regime di Pechino è oggi nella cronaca e nell'immagine: spa­ vento e maledizione. Se ancora sapessimo che cos ' è u n rito faremmo u n collettivo, gigantesco rito purifi­ catorio in tutto l' Occidente, con preghiera di perdo­ o no al Dio del fiume oscenamente assassinato. Flagellazione Chi è l' Uomo flagellato in mezzo a tanta composta calma? Subito si tradisce il pensiero puro nel silenzio grave dell' immagine: la scena è completamente priva di violenza, il sangue è alchemicamente trasmutato in luce ferma e dorata. Il colpo vibrato ricorda soltanto all' Uomo di luce la gloria del suo patire e « tu che sei simbolo, simbolo resterai)) . Fuori del portico, le tre fi­ gure pensano, riflettono senza animarsi, ciascuno è assorto in una propria meditazione del mistero accol1 22

to come Scrittura ma che deve passare attraverso il crivello della mente che riflette: è un secondo evento parallelo, che l' artista-pensatore ha accostato, !ascian­ doci liberi di unirli o di separarli. L'uomo seduto che assiste alla flagellazione non è là per contare i colpi ma per liberarne l 'essenza speculativa: forse è lo stes­ so Piero . . . La tavoletta è piccola, col massimo di con­ PA centrazione e di tenditura mentale. foglie Le foglie stanno volando via dal mondo e sopra c'era­ no dei messaggi e degli enigmi che non abbiamo deci­ PT frato. loie gras Il foie gras è fatto con le piaghe di Gesù Cristo.

TS

folla Le folle subiscono tutti i richiami possibili, è giusto trattarle da Grande Bestia. Nello stesso tempo un'ar­ te totalmente o fortemente spirituale esercita un ri­ chiamo incontestabile su questa stessa Grande Be­ stia, che così svela la sua ambiguità: sarebbe dunque anche una umanità sensibile ad un segnale che venga dall 'alto , da mondi immateriali? Non è da escludere. In buona parte si tratta di bisognosi e di tenuti lon­ tano - quantunque sia facile pagare un'entrata, e la promozione sia fatta senza risparmio - da quel che è superiore o difficile. Certo è che Van Gogh fa accor­ rere inspiegabilmente , da ogni continente, molta gente . E in genere le mostre degli artisti di questo secolo che hanno combattuto con l ' angelo scono­ sciuto e ne sono usciti stremati e imbattuti (Sironi, Chagal l , Marti n i , Picass o , Mun c h , Ensor, Ernst, Schiele, Kandinsky, Klee . . . ) attirano in abbondanza visitatori. QM 1 23

follia La privazione di follia sarebbe un repentino, tremen­ AI do impoverimento del mondo. fonovalige In realtà la nitidezza assoluta dell'audizione è perver­ sa: la fuggo, adoperando fonovalige che non hanno più ricambi. CI foresta La distruzione della foresta amazzonica è la vera nota tragica: laggiù la campana suona per te (anche per te, melensa Europa Comunitaria) . CFL formaggi Chi è molto attirato dai formaggi è necessariamente un po' coprofago. QM formiche La mirmecologia è una scienza di abisso: tutto è cru­ deltà, violenza, schiavitù e sopraffazione nelle repub­ bliche delle formiche, ma in un ordine perfetto. Ora, tutta la società moderna tende a ricreare la perfezio­ ne del formicaio, violenza istituzionalizzata e garanzia di funzionamento illimitato: tenebra su tenebra. Non riuscendo a essere formicaio che molto imperfetta­ mente, ci fa soffrire la nostra profonda infelicità di schiavi. Un vero sociologo dovrebbe essere anche mirmecologo, capirebbe meglio dove tende e dove più brancola nell'imperfezione il nostro impulso so­ ciale. CI forze armate Delle forze armate chiamate continuamente a rende­ re gli onori soltanto a degli assassinati. Non gli è con­ cesso di vendicarne neppure uno, di quei loro morti. 1 24

Neppure mai vediamo il volto degli assassini. Le musi­ che, i discorsi, il prete, il nulla. o fotografia La fotografia a colori è uno dei tanti accrescimenti che la tecnica impone, di se stessa, per privarci di qualche cosa che avevamo grazie a lei conquistato; comporta­ mento preciso e inequivocabile dell'Entità arimanica. SI

Se il destino vuole che il nostro volto, dopo anni di lento formarsi nell'inferno dell'esistenza, riceva per prodigio la grazia di uno scatto redentore, bisogna ac­ SI certarsi che il rullino sia per bianco e nero. fotografi di guerra I fotografi di guerra sono gli Eschili del caso. Questo li adopera come occhi del coro, a volte sacrificandoli come becchi espiatori, carichi di rulli dov'è impressa la colpa e la morte. Insieme a una banale funzione di professionisti della testimonianza, ne hanno una ca­ tartica, assorbono nei loro apparecchi (che sono le loro stesse persone, il loro occhio) violenza consuma­ ta, la filtrano, la domano, la iniettano nelle vene del VA pubblico come un vaccino impotente. fragilità Non mi lamento di essere nato e vissuto fragile. La so­ la cosa che ho di non-frangibile sono le lenti, ma die­ tro le mie lenti non ho nulla che non sia fragile. Tut­ tavia ho attraversato il fuoco e le sparatorie di sette decenni di questo secolo tragico, perché il giunco si GP piega e la quercia è disfatta dal fulmine.

Fragilità non è debolezza. Lutero era fragile, Napo­ leone era fragilissimo, con uno stomaco da nulla, e ci hanno consegnato un'idea magnifica di quel che sia GP forza. 1 25

frammento Di Polignoto c'è un frammentino di cratere al museo di Reggio, dove non vedi che un braccio, la parte supe­ riore dì un arco, la freccia e la mano che l'impugna, della testa - di profilo - il naso e l'occhio: è q_uasi nien­ te eppure l'infinito della Bellezza c'è tutto. E un mes­ saggio stellare, sapientemente mutilo, per !asciarci il merito di decifrarlo, completandolo con la mente, che non significa semplicemente ricostruime le figure, im­ maginare intero il cratere. Ecco qui apparire la profon­ dità del pensiero di Okakura Kazuko nello squisito trattato del Tè: «Solo chi sappia mentalmente comple­ VI tare l'incompleto può scoprire la vera bellezza» . n frammento è un viaggio nel nucleo atomico, nell'à­

caro pascaliano, nel dedalo del protozoo . Più fram­ menti pensanti insieme formano delle nuove aggre­ gazioni, delle vegetazioni da grotta, dove si colgono TP altre rivelazioni. L'unità non è un luogo; il frammento è un luogo , è tutti i luoghi, e l'unità lo abita inapparente. TP

È il frammento a fare la compiutezza, a fare nel

mo­

mento intravedere la totalità del tempo, ad annullar­ la. TAL

Francia Al Père-Lachaise, dove si è dissolta la fragilità dei vivi, tiene mirabilmente la forza, l'energia, la fame di du­ rare , la misteriosa volontà di p o tenza dei m o rti . Aspettate a dire che la Francia è nella sua amministra­ zione; cercate prima nell' ombelico del Père-Lachaise il segreto della sua forza. AI francobolli Dal momento che sono insensibili a qualsiasi atto di tenerezza, perché leccare i francobolli? o 1 26

Gli Stati più traballanti e più in pericolo emettono i migliori francobolli. A gravi deficienze nel servizio postale fa riscontro una perfezione da serra delle o emissioni.

frusta Con venticinque cadenzati colpi di frusta sul sagrato di una chiesa si distruggerebbe, nel Sud, qualsiasi ri­ spetto camorristico e mafioso. Dal carcere i capi man­ derebbero invano i loro ordini criminali. Le vittime, esultanti e fiduciose nel castigatore, racconterebbero tutto quello che sanno . . . No i diamo pene astratte, che non si radicano nell ' immaginazione e non danno esempi. QM fughe Benedette le fughe dal carro funebre matrimoniale, con tutte le loro palpitazioni eccessive, i loro punte­ ruoli di cardiopalmi. CI fumo N o n è perché il fumo fa male che si cerca ora di escluderlo il più possibile dagli ambienti pubblici do­ ve fornica ristagnando con gli altri veleni sociali e at­ mosferici, ma perché si è afferrata oscuramente l'im­ portanza, se non il senso della sua decadenza. Non es­ sendo all 'altezza della disperazione della civiltà che ha invaso e saturato, non confortandola abbastanza, non più eccitandola né acquietandola, il fumo sta di­ ventando inadeguato alle forme del bisogno, alle ri­ chieste di degradazione provenienti dalla pattumiera sociale in cui siamo felici di respirare. BC funerale Si ha voglia di morire, è legittimo: non si ha voglia di funerale. BC 1 27

funghi Sembra un fatto di cronaca letto oggi: il Budda morì per awelenamento da funghi, mangiati nel bosco del­ l'orefice Cudra. Ogni relazione con la Croce sembre­ rebbe da escludere. Tuttavia, è curioso, la silhouette del Fungo è una Tau, una croce. se fuoco Il fuoco sta chiamando tutti al suo giudizio, e chi pre­ dica soprawivenza non sente questo magnetismo dif­ fuso dal fuoco, forte come la presa dell'ulivo e l'im­ piantarsi del seme umano. La grandiosa vampa capa­ VA ce di liquefarei tutti risponde a un antico sogno. futuro Manzoni sembra non guardare, non voler penetrare il futuro; Leopardi ha la percezione tragica del futu­ ro. �

gabineHi I gabinetti vanno sempre tenuti un po' sporchi, d'e­ state, per dare gioia e nutrimento alle mosche. I de­ tergenti per W.C. distruggono una parte del nostro o più squisito legame con l'universo. galli Dove i galli non cantano, la tenebra resta per venti­ OM quattrore attaccata al giorno. gas

And the Gas hissed (Wilfred Owen) . Il gas a Ypres, nel 1 9 1 5 , sibilava, c 'era un annuncio. Il gas Sarin, dell'at­ tentato nella metropolitana di Tokyo (mattino 20 marzo 1 995) fuoresce silenzioso. Neppure lo awerte subito chi l'ha assorbito. Dopo qualche minuto co­ mincia il Grande Urio lungo le tre linee di metropoli­ tana colpite, il panico, i contorcimenti, i vomiti, le emorragie, gli spasmi e i sussulti dei paralizzati, dalle gallerie piene di strida l 'urlo si propaga per tutta la sterminata metropoli che stipa tredici-quindici milio­ ni di schiavi dell'industria, della famiglia e del com­ mercio (oh le deliziose Notti di Edo del museo Chias­ sone ! ) , così è cominciata, con un cieco ululato di fol­ la aggredita da un nemico invisibile in un Oriente Estremo sfigurato e punibile, la grande Paura degli ultimi giorni di questo immangiabile Mille. QM 1 29

gelato Il gelato che cosa sazia? Non certo la fame. Io non lo mangi,avo per fame: il gelato, con un colpo secco, mi decapitava la noia, la sua testa ròtolava ai miei piedi m e n tre un s o l e glaciale mi riscaldava il c u o r e . Stendhal dice che all'Hotel de la Mole si consumava­ no gelati per ore, fino a mezzanotte; la noia di quelle conversazioni doveva essere terribile. Si scioglie il ge­ lato dove non è annodata la noia. SI gemelli

A noi gemelli in fuga sororale Dalk alkgrie di morte dei luoghi umani Il pericolo ingiunse di salvare Qualche dolore che rassicuri

DIST

gemito Non c'è lampadina che non emetta, coi fili incande­ BC scenti, un gemito di vita sacrificata. generare Generare, per tutti noi povere bestie, ha un senso e una realtà finché non se ne cambia niente . È diabo­ lica la volontà di cancellame il male, i rischi, i resi­ dui di caos, gli eccessi, le miserie, la vergogna origi­ ��.

a

genio

D 'inconsumate estasi il genio che non muore Si dirama in trapassi di dolore

DIST

Genova Per i suoi strapiombi improvvisi, i suoi voli di case so­ spese, il tepore delle sue ardesie, le sue visioni d' ar­ chi, i sepolcrali tesori nelle vie d' ombra, Genova è sta­ ta un mirabile enigma urbano di quantità e di mate1 30

ria che si sforzano di non perdere, quando l' egoismo si fa porte chiuse e finestre rischiarate, i doni non VI contrattabili del cielo. Quel che si è fatto a Genova per piegare la bellezza, pre­ sente in forme uniche, in colori da Tirana di Goya (l'ar­ desia) supera ogni altra vergogna d'Italia. Lo scempio ne conferma la spiritualità misconosciuta: sapevano che bisognava colpire duramente. Ma il fato si avvilisce, PA quando si serve di simili manovali del Male. Genova, la città più indifferente al resto degli italiani: anche più di Trieste. Genova, tre stazioni sull'orario fer­ CFL roVIano. gente A gente che non sa più svuotare il corpo, è dannoso e PA inutile riempire la mente. geofagi Noi, i geofagi . . . ex italiani, britannici, tedeschi, russi, giapponesi ec. Un solo popolo, nessuna patria. Il pu­ ro divorarsi delle giungle e dei fondi marini. Morire d 'indigestione della polpetta terra non è un glorioso PT monre. geografia emotiva Mi sposto da un luogo a un luogo e mi si confonde e svapora la Geografia Emotiva: tra il luogo e il suo nome, altro, che non conosco, che è oscurità, si frap­ PA pone. Geronimo Geronimo che vendeva la propria fotografia nel circo di Buffalo Bill. La Queen Victoria: «Se foste miei, non avrei mai permesso tanta umiliazione» . QM 131

gesto

Cercare con pazienza umidità Mentre su avide ruote l'arido È per ie scale, del gesto tragico Fiore del gesto, èfiore

DIST

Gesù Quello della visione coranica è il più vicino alla verità, ben più del Gesù cristiano e del Gesù degli storici. CFL

Cristo, sei la vera droga! Così lo invocano i drogati della Jesus Revolution (movimento californiano) ; non immaginano quanto sia vero e confermato da duemi­ la anni di storia umana. se ghiaccio A chi è stremato per dirgli rompimi

Si manifesta in quest 'ora il Ghiaccio

DIST

ghiglioHina L'abolizione della ghigliottina, in anni recenti, fu sol­ tanto parziale. In realtà ne restò in funzione una, tra­ sportabile in più luoghi e nazioni, anche a bordo di navi e mezzi volanti, molto pratica, detta la Ghigliotti­ DD na degli Innocenti. giacca Il Presidente degli Stati Uniti, un Americano, arrivò in teatro indossando una elegantissima giacca di for­ maggio. DD giallo Il giallo è un colore awertitore, un colore di presagio. Ed è il colore dell'idea fissa (in pittura psichiatrica do­ mina le palette) , della lipemania, della schizofrenia, dell'epilessia (dell' aura epilettica, forse) : Vincent vede­ va in giallo interni ed esterni (in blu e in giallo ) nei 1 32

suoi giorni di massima tensione creativa e malinconica, che il sole tragico arlesiano al quale si esponeva come ad un sacri:ficatore gli aggravava prodigiosamente. CI gineceo n Gineceo si sposta in vagone piombato

Da impervie stanze ai vulcani e alle savane

GIN

Sempre viaggia, sempre si tramuta (museo di mani­ chini alla Bruno Schulz, vegetazione carnale submari­ na) , sempre svicola e si sottrae il Gineceo: gli uomini penetrano in stanze vuote, svuotate e morte, odono GIN voci attirarli e nessuno appare. Giobbe TI Giobbe di Bruges, della scuola di Bosch, è giovane, bello, privo di piaghe, e tuttavia un Giobbe; perché? LG Gioconda

Una spiegazione di quel sorriso della Gioconda che si cele­ bra, in mancanza di nirvanologi adeguati, con la mecca­ nica imbecillità del turiferario freddo, potrebbe esserci fornita da una confessione come questa: «Sorrido, per­ ché so di potervi fare del male». Niente di strano: è la ragione profonda di molti sorrisi. Come non sospettare, in quell'ambiguo sorriso dipinto, sapientemente svuota­ to di umano, molto più simile al sorriso delle immagini visnuite e shivaite indiane che a quello di una donna dell'Occidente cristiano, l'insidia perpetua, oracolare, della Divinità? es giornali I giornali sono pieni di sacrifici umani: li inscatolano, li rendono accettabili - crimini, incidenti, guerre per i loro lettori; in un certo senso li ritualizzano, li disciplinano (con la collocazione, il commento) , do1 33

po il punto lavano l'altare, o la pista, e tutto è pronto per ricominciare, anche sulla stessa pagina, con nuo­ ve vittime e nuovi sacrificatori. se Non ti si legge più, negli occhi, qualcosa di propria­ mente tuo, di nascostamente tuo: ti si può leggere, dalla testa ai piedi, come un giornale. SI Come può una gravida leggere un giornale quotidia­ no senza abortire subito? se Giovenale Giovenalismi adespoti popolano il linguaggio della scuola, del giornale, della ricorrenza, della fiera politi­ ca, dello sport: panem et circenses, quis custodiet ipsos cu­

stodes, et propter vitam vivendi perdere causas, maxima debe­ tur puero reverentia, mens sana in corpore sano, hoc volo sic iubeo ec. Senza ringiovanimento ironico, sta diventan­ do impossibile usarli, e l'uso ironico è un macabro so­ pravvivere. E tuttavia, nessuna massima giovenaliana è vuota. Sono sostanze preziose, di cui non si spreca niente. Quel che si può fare, per tentare un restauro delle più strusciate, è ritirarle dall'uso, chiudendole in una piccola stanza per due o trecento anni. Quando qualcuno riaprirà la stanza, udrà un nobile accento parlargli dentro una luce. Stiamo forse vivendo l'atti­ mo del tempo in cui, nella civiltà di Occidente, il lati­ no, potenza mondiale, vinto, si allontana dagli sguardi per morire. Allora, meglio un giovenale frusto o altro sic iubeo messo per francobollo su un luogo comune, e capito da tutti, che il distacco completo da questa nostra forza, luogo di appoggio, invisibile bastone, an­ GIOV che per chi era escluso dal possederla. giovineHa Quella che era detta una giovinetta (la parola è cadu­ ta, il tipo ancora esiste) mi appare, solo una piccola 1 34

testa scura, da una grande finestra. Troppo grande la cornice per quel piccolo raggio ! Dietro quel minimo segno vivente è il vuoto e il buio, la grande Morte vit­ toriosa che awolge la nostra miserabile nave tra le ga­ lassie, e io abortisco il saluto che vorrebbe sorridergli, mi affretto a svoltare per timore di non essere capito, di non avere risposta . . . Ancora pochi passi e non li ve­ drò più, quel volto delicato e triste, quegli occhi capa­ ci forse di guardare oltre il muro, mi resterà soltanto tra le mani una farfalla morta, un moto lieve che s'ir­ rigidisce da fissare come ricordo sulla carta e da ritro­ vare con commozione. VI giovinezza La giovinezza è un male che non va prolungato oltre i suoi limiti naturali. es

La giovinezza è una miniera sterminata, da cui si estrae soltanto il poco che non costa sforzo, e che vie­ VA ne subito turata e dimenticata. giudice Quel che è tessuto da un giudice che ha coraggio è disfatto da altri che non ne hanno. es giustizia Sono le ombre a provocarci? Tutta la storia umana per vendicarle e togliere dalla terra il sangue versato, è di pazzia, di tenebra, di complicato simbolismo, di vergogna, di notte aggiunta a notte, di male soffoca­ to nel male, di dolore inutile, di giustizia che mai fa es �ri.

Davanti a tanta disumanità nel crimine, quel che può fare la giustizia di Stato è togliere la vita, quando ab­ bia le prove della colpa, a qualche massacratore di in­ nocenti. È poco, eppure esiste per questo. BC 1 35

giusto Sia chiaro che il Giusto mai potrà vivere senza perico­ VA lo, fuori o dentro casa. glaciazione Via via che avanziamo nella glaciazione dei sentimen­ ti, lo sforzo per far piangere e ridere diventerà disu­ mano, per risultati scarsi. VVR gladiatori Soppressi i combattimenti dei gladiatori, i cristiani istituirono la vita coniugale. se godimento Esortazione efficace, al mento, di godere a più non posso. CFL gola La Gola è una passione quasi astratta. L'oggetto può essere umilissimo e scarsissimo. Ma è la pregustazio­ ne gioiosa, l ' attesa misteriosa e tacitamente sma­ niante, senza speciale impulso di fame, a segnalare il VIZI O .

Se

Tra certi baratri di malinconia esistenziale e di sa­ pienza umana e la gola e i suoi piaceri complicati c'è un rapporto di simpatia che è di grande e crude­ le interesse indagare. QOH Si può conoscere la donna a fondo limitando gli aino­ ri a tre o quattro; il piacere della gola può essere tutto concentrato in un vasetto di yogurt, in un uovo alla coque, in due cipolle bollite. QOH Gorgoni Le Gorgoni abitavano in una landa piovosa, tra statue grigie di uomini e bestie pietrificati, dove passando ri1 36

conosceremmo molti volti, e tra questi c'è il nostro, se di sicuro. governo La nostra vita pubblica, a guardarla anche di lontano, e il meno possibile, è un perpetuo schiaffo , col suo di­ sonore in frac costituzionale, la sua impudica creti­ nità. Purtroppo, non è solo un brutto spettacolo; en­ tra in casa, cambia faccia alle cose, disgraziatamente ci riguarda. Sono veramente costernato di sentire che abbiamo tutti in comune qualcosa con questi rappre­ sentanti sradicati dal reale, e che al formarsi e disfarsi di un governo sono attaccati i fili del destino dai quali dipende anche il mio, anche il tuo... CFL Goya Nessuna delle sue biografie ci dirà in quale momen­ to, nel tempio del suo cranio, nella sua mente ispirata da più profondità cosmiche e travolta dalla compas­ sione umana, tutta la terra e la storia dell'uomo, prati di San !sidro, robespieridi e bonaparti, Inquisizioni e Manzanares, prigioni e isole lontane, consigli di Filip­ pine e restaurazioni, si rivelarono come formicai ster­ VA minati di un regno maligno.

Goya era consapevole di non dipingere che masche­ re, a volte vive, a volte morte, e tutto il suo talento lo metteva negli abiti più che nei volti, come vestisse su­ perbamente delle grandi bambole, di qui il suo mu­ g;nechismo, in misteriosa conformità con quel che dice Ortega, che lo spagnolo non ha interesse vero per il OM suo prossimo. gratitudine La gratitudine reciproca è il segno della riuscita e del­ l' effetto benefico provocato da un atto sessuale. Le 1 37

donne la conservano per molti anni, negli uomini ha durata di poche ore. se grazia

La grazia aveva forma solo umana E il suo becco volandomi vicino Mi voleva suo verme nutritivo

DIST

grido Ogni parola che tocca la sponda della Poesia (non so­ no certo molte, né tutte si sanno) è una forma del gri­ do. C'è sempre, soggiacente, dove ci sia la poesia, un

grido silenzioso.

DIST

I Tragici, qualche volta, hanno gridato come i profe­ ti. Come c ' è del Giobbe in Filottete, così troverai dell' Isaia nei Persiani. Chi può essere paragonato a Isaia è vero tragico . Chi può essere paragonato a Eschilo è vero profeta. Non faccio comparazioni di soffio sacro, ma di potenza e di portata d 'urlo nei canali supremi della parola umana. Il Messaggero, il Corifeo, il Serse dei Persiani valgono - per abisso · di disperazione dopo scontro d' armi, senso di disastro nazionale che supera la contingenza storica (sareb-. be riparabile) per darsi inauditamente come un asso­ luto destino irreparabile e senza ritorno - l 'Isaia del­ le lamentanti rovine e delle sparizioni notturne di nazioni. Gli oi-lì-oi-lì e gli otototì isaitici ed eschilei si rispondono dalla riva semitica all ' indoaria come suoni affiorati da un unico linguaggio , parlante la pena e la ferita umana. «Oà sull' armata persiana! » «E di notte fu lo sterminio: Ar-Moab è di pietra . » Molto tempo è passato, m a nella nostra civiltà del dolore la pena della sconfitta, dello schiacciamento di un popolo, dell' annientamento di una nazione non ha superato queste famose peripezie antiche del grido. IS 1 38

In chiesine perfettamente deserte ci sono sempre dei piccoli suoni intemi ed estemi (i veri Dei abitatori) coi quali accompagnare una recita di versi per qual­ che minuto di addio al finito: specialmente, la navata DIST di una chiesa è adatta a provare il grido. Ecco del sublime: gridare violenza sapendo che il gri­ LG do, ogni grido, non avrà risposta. guarigione I rabbini permettevano che un incantatore cristiano curasse un malato ebreo nel nome di Gesù e dei san­ ti, perché «è il suono della voce e non il senso delle LG parole la causa della guarigione». guarito Il Guarito vero, se capita d ' incontrarlo, da una ma­ lattia molto grave, si trova come un reduce da guer­ ra lontana, che nessuno ama né rispetta né capisce. QM

Guernica Madrid dovrebbe espellere Guemica, pittura di malau­ gurio: aggiunge l'empietà di un artista incontrollato, infedele alla propria grandezza, a quella che fu l' em­ OM pietà calcolata dei distruttori.

guerra La guerra cambia volto e riti, e anche nome, senza mai cessare di esserci. CI

La migliore giustificazione di una grande guerra è che il sacrificio delle sue vittime sia stato perfetta­ VI mente inutile. La guerra ci cura delle ferite della pace, ma facendo morire in massa i suoi pazienti. se Non sono i morti, il sangue e gli agitatori per le stra1 39

de il preannuncio di una guerra civile. Neppure l'o­ dio tra partiti e fazioni, data la loro mutabilità femmi­ nile, ne è un segno sicuro. Ma l ' accumularsi delle menzogne pubbliche, lo straripare delle parole che mentono, a volte per pura stupidità, formano le cre­ pe da cui una società civile può essere precipitata nel­ l 'illegalità cieca, o addirittura nella tenebra di uno QM scontro sanguinoso. guerriero Può essere guerriero soltanto l'uomo agricoltore, pa­ cifico, che vive e si alimenta dei prodotti del proprio suolo. Questo è l'unico tipo d'uomo capace di impu­ gnare un 'arma con giustizia e di servire dignitosa­ mente. Le leve delle città e delle zone industriali, por­ tano nelle caserme soltanto delle meduse e dei crimi­ nali. CFL gusto L'alimento scipito è un inganno dell'immaginazione e del gusto stanco, perché dove c'è nutrimento c'è profondità, e il profondo non è scipito. Più il gusto è corrotto e immiserito, più si aggiunge sale a quel che si mangia. LG GuHuso Molto bene, essere odiati da Guttuso; !asciatelo frig­ LFL gere nel suo olio graveolente, non è un artista.

1Hl Heidegger Heidegger perso dentro la sua Seinvergessenheit greco­ tedesca, non ha voluto ricordarsi che l'Essere, nel­ l ' Antico Testamento, in nessun momento diventa Oblio dell'Essere: se si presenta velato, se nasconde il suo volto, è perché la sua faccia scoperta può uccide­ re. L' ebraico è lingua violentemente ontogena, lin­ QM gua dell'essere... Hernande:z Miguel Hernandez è stato l'ultimo poeta capace di appiccare lacrime vere, unico tra gli sterili contempo­ ranei e ben lontano dai lacrimosi. Il suo verso casti­ gliano è innegabilmente moderno, per le novità che scopre al pensiero e al furore analogico; per lo sparo di passione dritto nel cuore dell'ascoltante è spagno­ TAL lo senza la espaiiolada. Hi·Fi Un vero ascolto non è Hi-Fi.

SI

Hiroshima Hiroshima presente nel pensiero è come il teschio e l 'orologio a sabbia nella camera dei filosofi e degli asceti scomparsi. La sua H stampata sul cuore ricorda l 'essenziale: la fatalità della Fine, l'incalzare del Tem141

po, la verità della polvere, l'inutilità della fuga. E in OM più, questo: l'assoluta disumanità della Scienza. Forse, con la realtà virtuale si rivivrà il giorno di Hiro­ shima nei luna park. Oppure la realtà attuale avrà re­ so superflua questa curiosità archeologica. CI Hitler Il mondo riflesso negli occhi di Hitler è quello della faccia in ombra dell'universo. Più che la volontà di potenza, il suo sguardo esprimeva la tristezza infinita di un cane battuto: penetrava negli uomini e nelle donne attraverso il rimorso di una battitura non in­ flitta. I demonologi conoscono la tristezza satanica, la tristezza che emana dalla negazione e dalla distruzio­ ne. La tristezza canina di Hitler nascondeva bene la sua dedizione completa al padrone infernale. VA Hoelderlin Hoelderlin parla degli astri come di sorelle, bambole e cani dell'infanzia, il silenzio degli astri gli è familia­ re, incomprensibile invece la parola umana. VA Hybris Guai a non voler ammettere che l'uomo è sempre più criminale, sempre più intollerabilmente pazzo. Com­ mette la Hybris più scellerata come una scimmia mangia noccioline, eccitando con metodica scompo­ stezza le potenze del fuoco; se vi dico che è brutto, VA credetemi.

Mi spaventa, in tutto, la Hybris, la Smisuratezza che porta con sé il castigo del limite varcato, perché non c'è mai innocenza quando si passa un limite, anche senza saperlo. VA

][ idea fissa L'idea fissa del male è di volere esclusivamente il no­ stro bene. o ideologia L'ideologia è ciechissima: non sa che l'utilità è molto più impenetrabile della giustizia. Ma la condizione elementare per innalzarsi al pensiero della giustizia è l'abbandono dell'ideologia (di destra o di sinistra, po­ co importa) . VA idiozie Le idiozie perfette: «L'Italia, per la sua posizione geo­ grafica, è fatta per far da ponte tra i paesi del Medi­ QM terraneo». igiene n giorno che la civiltà bianca occidentale gioiosamen­ te scoprì l' Igiene qualcuno , che aspettava quel mo­ mento nell' ombra, cominciò a intorbidargli e a sot­ DL trargli l'acqua. ignoranza Un uomo che ha trovato la verità non ha più fini: de­ ve inventarne, faticosamente, donna, figli ec. , per po­ ter vivere ancora. Perché bene dice Confucio: chi ha trovato la verità al mattino, la sera può morire. L'i143

gnoranza sola è la condizione unica e profonda della vita. CFL illuminati Ci sono gli illuminati, e c'è il mare tenebroso dei cie­ chi; mentre i ciechi si riscaldano tra loro, perché so­ no l'umanità nel suo insieme e riempiono la terra, gli illuminati di rado si incontrano. Quando viaggiavano a piedi, riuscivano a incontrarsi, qualche volta, lungo carovaniere invisibili e sicure. Ma coi treni, i piroscafi, gli aerei. . . Le rotte invisibili sono perdute. L'illumina­ to vive e muore solo. VI illuminazione La manna, magra, in gallettine povere, è quella com­ pleta ignoranza delle cose e dei pensieri divini che consente ai più, ad "ogni carne" di tirare avanti. Ma l 'illuminazione vera è un pane che fa morire, una quaglia dei Numeri; un pane che può essere diviso con pochi, o nessuno. CRS illusione La sola verità filosofica è che tutto quel che esiste non è assolutamente Niente. Tutti i mali dell'uomo nasco­ no dalla sua straordinaria illusione che sia invece Qualche cosa. Questa illusione fa il mondo, la società CFL degli uomini, la civiltà, la vita.

L'amore coniugale, e ogni altro amore, non possono durare che a condizione di trasformarsi e di non esse­ re più amore , che è cosa tanto breve da superare qualsiasi umano concetto della brevità. Credi di strin­ gere un vivo, ed è già cadavere fatto polvere e ombra. Al suo posto, l'amore lascia il suo simulacro, e i più non si awedono della sostituzione, qualche saggio la vede e accetta. Il simulacro può essere una bella e no­ bile illusione, come una complicata macchina di 1 44

menzogne e di trucchi. Lo stesso amore autentico è una pura illusione, la sua ombra è dunque l'illusione di un'illusione, un ragnatela sull' abisso, e non poter vivere senz' amore non significa altro che non poter guardare l'abisso senza quell'unico ragnatela che lo CFL nasconde. imbecilli Senza la provvida presenza di tante legioni d'imbe­ cilli non ci sarebbero refrigeri d'estasi in questo cir­ co di sbranamenti dove la Sventura ci ha collocati. Urliamo tutti allo stesso modo , sembrerebbe, ma forse Dio non conosce, non distingue la qualità di CFL un urlo?

La cosa più disperante è che, insieme ai mostri imma­ ni da combattere, si ha contro anche la massa sconfi­ nata degli imbecilli che ne sono vittime, e la parte ir­ QM resoluta di sé. immagine L'immagine non è il velo ma la sostanza. Il cuore del LG mistero si vede nudo. TI semitico adopera l'immagine ma, come religione,

la rinnega; negare l'immagine a Dio è negarla a tutto: ma come svestire la parola dell'immagine? Che cosa ne rimane? Quattro consonanti nel deserto ! E lì sa­ IS rebbe Dio? immolazione Mi ritrovavo con un coltello in mano al centro di un piccolo teatro anatomico dove l'uomo da sacrificare era semplicemente un busto in legno che aveva la go­ la tutta solcata e incisa: molti colpi gli erano già stati inferti in quel punto, infiniti. E ora era il mio turno ma io esitavo, ricalcitravo, tanto forte era ancora il re145

siduo di realtà in quella simulata immolazione, da at­ IS terrirmi di repulsione. immortalità Mai ci si pensa: ma ha un 'unica origine, remota più della zigguràt di Babele - la bramosia d'immortalità. Tutto lo sterminato apparato contemporaneo di ri­ produzione all'infinito del suono e dell'immagine, di­ venta un punto, uno solo: quello. CI

Ho visto delle donne morte, ma senza mai crederci; credo all'immortalità della donna, così come conosco la mortalità dell'uomo. BC impegno civile L'impegno che ci vorrebbe di più, e che a me piace molto, è l'impegno civile, il voler essere cittadini. Ma per essere cittadini ci vuole il senso di patria . . . La vera passione civile è un dono di pochi e non ha in mira delle nuche diseredate, come l' impegno sociale, o una certa fazione, come quello politico; la passione civile è eminentemente astratta, è aumento dei dolori d'anima più che certo, e il suo fuoco brucia per tutto quanto tocca e significa, più nella pena che nella glo­ ria, la nazione. CI

L'impegno civile, ecco, l'impegno civile di uno scritto­ SI re, chi può dire serva ancora a qualcosa? imperfezione

Alle donne che passeranno Toccando e no la terra La dura scienza dell'imperfezione Inesauribile delle passioni

DIST

impermanenza Tanta cura e protezione per oggetti d'arte non c'è mai 1 46

stata, nel passato: questo significa che il loro destino d'impermanenza è stato decifrato, che il moltiplicarsi delle attenzioni tecniche e di polizia intorno alle figure e alle persone che guardano attesta un pericolo morta­ SI le, una precarietà e una fragilità infinita. importante È importante avere addosso una maglia per poterla scaldare. CFL

È importantissimo per il pane trovare uno stomaco.

o

impotenza « Macché dramma dell ' Impotenza, della Ej aculatio praecox eccetera, tutte balle, piangono per paura di non poter generare dei cretini peggio di loro, io mi rifiuto di aiutarli quando vengono a lamentarsi» dice­ va il bravo sessuologo dottor Ceva (era appena uscito il diario di Pavese) . «Che lascino perdere il coito e le donne, vadano in Brasile a curare i disgraziati, a Lam­ baréné dai lebbrosi, quelle sono piaghe . . . E poi fini­ sce che non è vero ! Dopo un po' li vedi con quell'aria fessa, gli impotenti, che spingono una carrozzina do­ ve c'è il loro stampo che frigna . . . Guardi, mai fidarsi degli impotenti ! Perfino Luigi XVI riuscì a fare un paio di disgraziati finiti male. Tutti procreatori! Tene­ temeli lontani. . . » o inadeguate:z:za Cosa mai possono capire i filosofi . . . bastano due pan­ ni colorati che asciugano in un vicolo agitati dal ven­ to a dare un 'idea dell' inadeguatezza, dell'impotenza a PA stringere, delle loro dottrine. . . inaHuale Circa l'attuale e l'inattuale, dopo aver fatto la navetta 1 47

dall'uno all'altro, mai puoi dire con certezza se que­ sto non sia quello. Quel che pare più inattuale può essere più urgente ritrovarlo, perçhé l'inattuale signi­ ficativo è una crepa nel finito, libera una mano, un VA dito. incarnatori Ci sono quelli che si vogliono incarnatoTi e obbligano tutti a crederci, pena l'ammazzamento, e quelli che incarnano davvero, a volte senza volerlo, avvolgendosi nel mantello per sfuggire all'angelo inseguitore. Sa­ ranno fumo anche le nazioni, ma senza incarnatori non esisterebbero né popoli né nazioni, un fumo che SI ci dà l'illusione di essere un po' meno soli. incendio

L'incendio hanno per guida, non lumi

DIST

Ecco, la borsa è piena di libri, e tutto intorno è la gi­ nestra esposta alle ceneri vesuviane. Se lasciamo cade­ re i libri, il fuoco ci avrà nudi. E ormai l'incendio ap­ piccato e alimentato dalla ragione lambisce le scale. Fino a quando starò lì a domandarmi perché la ragio­ ne ha incendiato il mondo, invece di rischiararlo? VA incesto Il divieto di avere l'amante per figlia è compensato dal permesso di avere per figlia l'amante, e anche la moglie. Rovesciato, l'incesto è nòmos. Neppure que­ sto manca del sale (e della luce) della morbosità. se inclinazioni L'imitazione del Servo del Signore è una delle incli­ nazioni fondamentali dell'anima umana: quando non siamo assassini, vogliamo essere espiatori, offrirei in sacrificio per la colpa. IS 148

incompatibilità L' incompatibilità tra marxismo e nudo era già stata oggetto di un articolo di Bucharin sulla «Pravda» , nel 1 925, dove si leggeva: «Per noi rivoluzionari il nudo, epifania borghese, è inaccettabile in qualsiasi forma si presenti» . Incompatibilità reciproca, perché il nudo OM trova, mi dicono, inaccettabile il marxismo. incomunicabilità Non c'è comunicazione con la donna, è vero, finché come donna, carne, anima separata la vedi. Ma la don­ na è l'altra faccia del dio e il dio è uno. n passaggio è oscuro ma esiste perché l'unità comunica con se stessa. Dunque incomunicabilità con la donna non esiste. CFL incubo La fine di un incubo e il sorgere di un altro dalle sue convulsioni finali non dà sollievo al sonno: fino al terOM mine resterà cattivo. indecifrato

Ai pezzi d 'anima precipitati Tra nere strida in cantine cieche Da un demonio che li atterrisce opponi il riso dell'indecifrato

DIST

indemoniati Ho spesso l'impressione che sulla terra si stiano agi­ tando alcuni miliardi di indemoniati per i quali oc­ correrebbe un battaglione e più, al lavoro giorno e notte, di leviatani esorcisti. Ma se degli spiriti maligni occupano la terra intera, come liberarsene? Cacciarli è riciclarli, extra jlammantia moenia mundi non hanno voglia di andare, né ci sono abbastanza porci per con­ tenerli. CI 149

indiHerenza Una reale vergogna pubblica, che agisca da spaurac­ chio, ti;n grande rimprovero corale muto, sono cose sconosciute qui. Ogni nostra denuncia, ogni }'accuse, in­ contra in Italia il mostro dell'indifferenza civile, grande VA come una balena di dieci milioni di tonnellate. lndios Non si creda che la perdita del Mato amazzonico sia inoffensiva per i bambini di Pinerolo o per gli studen­ ti di Urbino. Non lo sarà che per quelli che non ne vedranno la fine. Senza conseguenze per tutti è sol­ tanto la morte sicura di quelle poche migliaia di In­ dios che sopravvivono, nudità tristi, ombre piumate, con l 'abbaiare della nostra rabbia intorno alle loro capanne, nelle foreste amazzoniche. Tutti li hanno, tacitamente , condannati a morte . E i superstiti , li aspettano i sarcofaghi ministeriali delle riserve . Ma prima, almeno, tirate tutte le vostre frecce awelenate, ci sia per ogni punta una gola bianca. es industria Tutto cresce, è vero, dove s 'impianta e prospera una grande industria, ma è un crescere attossicato e mo­ struoso, perché il fenomeno industriale non è limona­ ta, è degenerativo per essenza, attanaglia e disfà l'uo­ mo. Torino avrebbe rall e ntato notevolmente la perdita della sua anima mettendo in giro non più di dodici au­ tomobili Fiat all'anno, prodotte a mano, ma novant'an­ ni dopo ci sarebbe già stata una discreta irrespirabilità nelle sue vie e in tutte le pieghe del vivere. CFL Qualunque nuova espansione industriale è un crimi­ ne. Nessun delitto ebbe mai tanti complici, tante con­ nivenze, tanti perdoni. . . CFL Le industrie vogliono intorno 1 50

a

sé spazi relativamente

(fintamente ) liberi (anche con alberi, fiori ec. ) ma dentro e fuori un 'industria non c ' è nessuna libertà ma solo simulacri. Lo spazio libero serve all' irradia­ zione della potenza. Entrando in quei cancelli si en­ tra nel raggio della potenza tecnica, si è in un certo senso presi in custodia da lei (perciò il senso di prote­ zione che si prova) . Chi ci lavora ne è attratto irresisti­ bilmente e ci resta preso come in una colla. Anche se di là emanano esalazioni nocive e mortifere , anzi quanto più, chi ci lavora vuole restarci. Era già così nelle vecchie minere di carbone coi loro attaccamenti inspiegabili. Vera malattia, vero inferno, col fuoco QM che si rappiglia al dannato.

infanzia Sebbene il fantastico, il sogno, la pazzia e il crimine creino dappertutto situazioni di ogni genere, nei rap­ porti comuni, biblici, normali, dall'amore per l'infanzia e anche un po' più oltre è esclusa la connivenza sessua­ le. Questa esclusione è tanto necessaria e opportuna quanto insidiosa, perché non ci sono limiti a un affetto puro. I corpi che si uniscono incontrano limiti, barriere insuperabili, quelle che Lucrezio ha illustrato, divino, nel suo quarto libro, e ancora molte altre, visibili e invi­ sibili. Ma l'amore puro, senza fini sessuali, non incontra niente di solido, di repellente: dilaga, invade, penetra, awolge tutto. Brucia enormemente, senza rimedio nu­ ziale. Gli manca l'impenetrabilità degli atomi di Epicu­ ro. L'assenza di barriere e di fini fomenta un labirinto di errori, di passi senza senso, di delusioni, di stupori, di sortilegi, di tradimenti, di annaspamenti. Manca l'appa­ gamento, che è catartico. Non c'è che la perpetuità del­ MU l'incantesimo, rifarsi notte il mattino. infecondità Non c'è da essere grati agli specialisti in aggiramenti 151

dell'infecondità. Un legislatore giusto chiuderebbe il loro mercato di turpitudini. Perché il grande proble­ ma mondiale, oggi, è di reprimere la fecondità, non di farla zampillare da rocce mute. Neppure un solo caso di infecondità dovrebbe essere risolto. CI Sono bravi, e restano umani, tutti i rassegnati, tutti quelli che spontaneamente rinunciano. Ma la coppia infeconda che non accetta di esserlo ha un cuore chiu­ so a tutto il resto. Allora il suo egoismo ottuso s'incon­ tra con l'ostetrico acrobata, comincia il ballo. CI infelicità Si può dire che la poesia oscura non si cura dell'infe­ licità umana, di cui assorbe la tremenda evidenza in vista di qualche ignota trasformazione. OM inferno Ci hanno tolto Dio, il Diavolo, la Peste, la Guerra, il Paesaggio, l 'Amore stendhaliano, la Poesia, l 'Espia­ zione dei Delitti, la Città come creazione d' arte, le Isole Misteriose, la Scoperta del Vaccino, i Misteri di Psiche, il Cinema in bianco e nero, le colline, il silen­ zio . . . Ci restano la Casa e la Guerra Civile. Un mezzo BC inferno e mio intero, infetto Chi è infetto brama infettare, è un sadismo antico, CI che conosceranno anche le tenebre del futuro. infinito

In ogni tiepida simmetria urbana Un sangue secco d 'infinito ucciso

DIST

inflazione Quel che mi spaventa è l'accumularsi uraganico della 1 52

forza - di tutto quel che è forza: numero, ricchezza, tecnica, armi - e la forza si accumula per sfogarsi. È la inflazione ( infiagione, injlatio, edema, infiammazione) VA più preoccupante. informatica Dei padroni del mondo laureati con l'informatica so­ SI no ancora esseri umani? enti mossi da un'anima? informazione La possibilità di entrare in contatto col pensiero un certo numero di politici l'avrebbero, ma l'Informazio­ ne li cerca per togliergliela. Limitando moltissimo ap­ parizioni e dichiarazioni pubbliche, potrebbero frig­ gersi in solitudine tre o quattro pensieri di vera filoso­ fia e farsi un'idea della realtà in cui spendono l'esi­ stenza senza renderla migliore a nessuno. Perché gli manca essenzialmente la presa mentale sulle cose, gli manca crudelmente l'intelligenza del com 'è, la fisica banale del presente visto un poco dall'alto e circolar­ mente. Basterebbe rendersi conto che non stanno co­ sì le cose, che le parole da loro emesse non corri­ spondono a nulla. Peggiore di ogni corruzione mora­ le è l'incapacità di afferrare un'idea che non somigli ad un melenso luogo comune. o ingegno La capacità femminile d'illudersi sulla qualità di un ingegno, e di persistere nello sbaglio, resta mirabile e sconfortante. Naturalmente, quando la benda casca, VA si salvi chi può. ingiustizia Un 'ingiustizia circoscritta, nonostante il suo brutto alone, è meglio di trecento giustizie, sconfinanti una nell'altra. VA 153

ingordigia Volevano mangiare carne, stanchi di manna. Allora la terra si coprì di quaglie e gli UOn:J.ini ne mangiarono: con frenesia, con riconoscenza, con dedizione. Ma una maledizione era nelle quaglie e morirono. E il DL luogo fu chiamato le Tombe dell'Ingordigia. inno Volevo proporre al parlamento di Strasburgo, appro­ fittando del mio non appartenervi, come inno euro­ peo, il Dies Jrae; per inno planetario, invece, Helter Skelter di ]ohn Lennon. PA innocenza In Leopardi è presupposta sempre l 'irriducibile inno­ cenza della vittima, che la natura fulmina d'infelicità come di un'ulcera maligna; io non vedo, nel mondo, proprio nessuna innocenza, non è l'infelicità senza lume di colpa il chiodo che mi tortura. OM

Innocenza è morta in questa democrazia dannata del­ l' opinione, dove riusciamo appena a essere zigzag di vena dentro la clava tremenda della forza. es lnnominato Natura sdoppiata, non mescolata, dell' Innominato , perciò non naturale e perfettamente umana, ma squi­ sitamente simbolica. La natura buona e la cattiva re­ stano separate: prima della conversione la buona re­ sta in ombra, la grazia la fa emergere di colpo e copre d'ombra l'altra; il fucile resta fucile ma cambia la fun­ zione e lo scopo per cui è impugnato; il castello da nero diventa bianco (anche il castello è Innominato: la grazia tocca anche lui e tac la bontà sepolta viene alla luce) . Un caso di sdoppiamento di personalità in lin­ guaggio e visione cristiani. Ma è vera conversione? C'è come lo scatto magico di un interruttore. VI 1 54

inorganico La terra contiene la vita: può contenerla e generarla lei stessa senza essere vivente? Perché separiamo natu­ ra organica da natura inorganica? L' inorganico io lo penso come qualcosa di puramente immateriale: sen­ to la musica rock come una proiezione dell 'Inorgani­ co; anche le città invase dalle macchine subiscono un'invasione dall'inorganico, dal mondo non vivente, ma non in quanto le macchine sono fatte di metalli e di plastica e hanno bisogno di energia inorganica. La terra è tutta organica, tutta vivente, sì, anche nel pavi­ mento che costò il rogo a Michel Servet; tutta vivente come la vide Bruno, non come la vedono, senza vita, i CI suoi devastatori. inquinamento Non capire il senso profondo e la centralità dell'in­ quinamento è, qualunque sia il sapere ec. , una prova ili ��



Credo sia un dono; un dono degli Dei lontani, i cui der ni non sono mai facili da capire. Questa volta, però, il dono è chiaro. Senza l'inquinamento (e il corrispon­ dente esaurirsi delle cose sfruttabili) , questa corsa tec­ nologica, industriale, scientifica, demografica, econo­ mica, politica, culturale, non avrebbe mai fine, come la vita di quei disgraziati struldbrug, che Gulliver incontra nel regno di Luggnagg. Ma ogni cosa produce la prcr pria morte, e adesso, della malattia mortale del prcr gresso, possediamo la prognosi certa. es Inquisizione C'è una nuova Inquisizione, che funziona esclusiva­ mente per colpire l ' e resia che mette in dubbio la bontà del vivere e, se potesse, brucerebbe ancora una volta i libri e gli autori che la negano. CI 1 55

insetti L'attrazione per gli insetti è in bilico, anche questa, tra magia e tenebre: diffi cile, nell'insetto, intravedere l'agnello o l'ulivo. C'è un Agnello di Dio ma non c'è un Coleottero di Dio, una Mosca di Dio, un Ragno di Dio, una Cimice ... Neppure la farfalla, sebbene vista come simbolo dell'anima liberata: è un verme alato, che con lo splendore dei colori si sforza di far dimen­ ticare il suo passato che sempre ritorna, la sua vera CI natura di verme. intelligenti Gli intelligenti si tagliano le mani da soli, quando mancano di misura e di diffi denza verso il proprio de­ mone. cc Internet Può darsi che la navigazione intemettica del Papa ap­ prodi esclusivamente a siti di santità: ma quante vol­ te? Senza considerare la noia, si esauriscono questi mentre inesauribili restano gli altri, che abita il male. Il pellegrinaggio virtuale, se lo si fa in tutte le direzio­ LR ni, e tutti i giorni, è una spugna di rischi. intestini Sempre, nelle pestilenze (per riguardo Poe non ne parla) ebbero grande parte gli intestini. E negli attac­ chi in guerra, dagli opliti alle trincee e ai carri armati. Jesus patibilis nell'escrezione, materia che grida. QM intransigenza L'intransigenza fa odiare, ma impone il rispetto, l'u­ nica cosa che valga la pena d' imporre, si detenga o no un potere. es

1 56

introspezione L'introspezione rende crudeli (o è la crudeltà a ren­ dere introspettivi? ) a causa degli orrori che il suo esercizio rivela, riducendo le azioni umane, e anche le divine, in uno spazio ristretto, illuminato da una lu­ es ce feroce: una vista che impietrisce. introvabilità Si sa bene, il tempo mangia la vita: quando Gayuk scrisse i Poemi la capacità delle donne, di un numero esiguo e predestinato di esseri femminili, di farsi so­ gnare, era intatta. L' introvabilità e l'amarezza a distan­ za di pochi decenni sono straordinariamente cresciu­ te, segno di fine (vangeli gnostici, profetizzato) , così GIN anche la donna è diventata mortale. . . inutilità Un Trepidare Oscuro che viaggiava notte dopo notte attraversando corpi di dormienti, riposandosi duran­ te il giorno in altri punti meno trafitti della vita, si sentì all' improvviso vertiginosamente stanco. L'inuti­ lità del suo vagabondaggio, arrivata alla sua coscienza, PA lo rese incapace di movimento. invasioni Le invasioni moderne awengono nel silenzio. L orda è metafora. Tutto muto, batteriologico, spionistico, elettronico, senza sprechi. es '

invenzioni Fu la nostra più importante invenzione, dopo il fuo­ co e la ruota, il pane e la tragedia, la donna; inven­ zione parallela d ' Occidente e d' Oriente. Via via che è se stessa e si rivendica tale, la delusione cresce in un ' emanazione di squallori di sottosuolo. Quelli che l ' hanno vista e creata Fedra Medea Vampiro Nanà 157

Lulù assassina divoratrice succhiatrice fantasma san­ guinoso Lilit santuario di tutto Cordelia Antigone Penelope Natascia Duchessa d'Alqa porto di salvezza Elena causa taeterrima belli ec. ec. erano grandissimi inventori. PA Mettiamo anche questa, tra le invenzioni che ci diso­ norano: i tea-bags, le bustine-filtro di tè polverizzato e colorato chimicamente, un prodotto industriale che ha avuto un ' immensa fortuna, perché prepara il tè istantaneamente e risparmia la piccola operazione di VA ripulitura dei pentolini e delle teiere. investimento L'investimento è un modo degenerato dell'uso del denaro, e per questo intorno a banche e banchieri ti­ rerà in eterno aria satanica. CI

Da una decina, ormai, di anni il traffico di carne nera e bianca è dei più prosperi, è uno dei migliori investi­ menti sul mercato italiano ! Delle bambine, spesso, delle appena puberi - e già maTcate di livido timbro, tutte, per il macello dei parchi, delle autostrade. LR inviato Se accettiamo l'idea che un Inviato non sia altro che un benefattore che, tra qualche crisi isterica o epilet­ tica, dia ai meno dotati regole di buona vita, diventa inutile con l' angelo della profezia continuare a com­ battere, come facciamo. IS invidiare Non invidio certo chi ne sa più di me dell'uomo e dei suoi incessabili deliri: invidio il botanico, l' entomolo­ go, la cartolina illustrata, la scopa, la polvere dei libri, il telegrafo Morse, la fisarmonica. . . CI

1 58

invito Da ricordare, ma all' atto pratico è inutile - sempre: chi ti dice vieni vieni può essere ingoiato dalla Moira tra breve, se lo ami non trascurare l' invito . All'epoca in cui si andava a piedi, ricevuto il messaggio subito ci mettevamo in cammino, perché mai ci abbandonava PA la visione della falce sospesa. io Oh all'uomo non interessa sopravvivere come specie, e neppure come civiltà; di rado come nazioni, come nel caso dello stravagante popolo d' Israele; solo la morte individuale, creduta fine dell'Io, è temuta. VA Chi è quell'uomo che viene da Bosra avviluppato in un mantello scarlatto? Mio Dio, sono io, sono io. .. IS

ipermercato Impossibile, da un Ipermercato, uscire a mani vuote. Il Demone dell' azienda sa benissimo che sarai vinto, che non potrai resistere a tanta roba, ananas, banane, carta igienica, pattumiere, orologi, reggiseni, manu­ LR bri, coltelli, dentiere, loculi, comamuse. ipocrisia Lo stupido chiama ipocrisia quel che è semplicemente necessario a nutrire l'equilibrio del mondo umano, unica pausa nota nella velocità della disgregazione. se ironia L' ironia è l 'ultima frontiera della parola, l ' arma, la gloria, l 'arsenale di luce di chi ha patito tutto il pati­ � b�. Lo stile ironico è afferrato pochissimo. Per farmi capi­ re devo lesinare l'ironia, o sopprimerla. O tenerla ac­ QM cesa in una oscura tana. 1 59

irrimediabilità L'immensa quantità di cose alle quali è stato trovato un rimedio ha scavato una voragine d'lrrimediabilità. Per questa non ci sono che la fuga, la sopportazione QM finché si può, la morte. Isaia Se qualcuno mi dirà, dopo essersi accostato a questo mio lungo sforzo: in questo tuo profeta io non ho tro­ vato niente, o ben poco, troppo poco, gli risponderò che così doveva essere, che se non ci ha trovato nien­ te è perché ha sfiorato il vuoto di Dio, la sua inaffe r­ rabile essenza. IS lslam L'Islam è nato dal deserto e per il deserto. Non ama gli alberi, non ama le foreste. La sua anima nomade non accetta impacci di tronchi, cerca la pietra e il vuoto e il secco. Noi desertifichiamo per loro, faccia­ mo il deserto per ospitare questa Morte della Foresta QM che viene per dominarci.

L'islamico piglia forza dalla preghiera ma le energie che raccoglie le sperpera in pensieri di oppressione e di sangue. QM isolamento Cercare la perfezione intellettuale e morale (indicato come il .fine dell'umanità, al posto della felicità, da una non sorpassabile massima di Renan) nella bocca del drago della più scatenata volontà di potenza, nel qua­ drivio di sbocco di tutti gli orrori della storia, condan­ na a un punitivo isolamento. TAL isole pedonali Le isole pedonali hanno la funzione dei parchi natu1 60

rali protetti, e il pedone è una specie protetta; la leg­ ge redarguisce chi, con la mano libera dal cellulare, SI lasciando il volante, gli spara. lsrael Israele-Stato divide e inquieta, tutti farebbero a meno della sua esistenza se la sua esistenza non fosse la con­ VA dizione che non dà requie né trova frescura. istinto di conservazione Qualcosa in profondità rende abbastanza torpido nonostante l'urgenza e il pericolo - l'istinto di con­ servazione collettivo: ed è, forse, una specie di segreta CFL vergogna di tutti nel continuare ad esistere. Italia L'Italia come un libro prezioso e raro: «Dio è il mio bibliotecario, e mi dà in lettura a qualcuno, ogni tan­ VI to, quando è certo che sappia leggermi» .

Finché esisteranno frantumi di bellezza, qualcosa si potrà ancora capire del mondo. Via via che sparisco­ no, la mente perde capacità di afferrare e di domina­ re. Questo grande rottame naufrago col vecchio no­ me di Italia è ancora, per la sua bellezza residua, un non pallido aiuto alla pensabilità del mondo. VI Campo di lotta tra Bene e Male è dappertutto, dove c'è un uomo capace di pensare: in Italia il loro con­ tendere - per la delicatezza e la forza insieme delle braccia agitate, per la malinconia e l'armonia dei pae­ saggi - ha sempre coinvolto anche la bellezza, l ' ha avuta come suprema moderatrice, oggi per vittima. VI Da lungo tempo l'Italia si è disabituata al terribile, a quello vero, almeno dal secolo XVI . Dopo il Cinque­ cento muore l'Italia asiatica, altrettanto crudele, raffi161

nata e cadente dei più feroci Orienti. Dopo il 1 945 vi­ ve una vita artificiale, in una camicia amniotica bico­ lore che è un 'assurdità, terrorizzata di esserne cavata fuori e ributtata nell 'Asia, nel terribile, nella vita, ma VI lo sarà. L'Italia tollera. L'Italia accoglie. L'Italia garantisce. In special modo, garantisce la libertà, lo spadroneggia­ mento del male. LR Purtroppo, ormai, in Italia, non ci sono più che italia­ ni. L'unità politica è compiuta, ed è stata disastrosa per i diversi popoli della penisola. VI L'uomo primitivo era solo antropofago, cosmofago, pandovoro. L' italiano è italovoro. Sbrana Italia con denti di tigre. Rosicchierà anche le ossa. o

italiano L'italiano è inesorabilmente una lingua della sera, un linguaggio esperiano, che ha l' ora del purgatorio dan­ tesco, della fatal quiete foscoliana e della Sera leopar­ diana: non bisognerebbe parlarlo, né leggerlo, né scriverlo tra il levar del sole e le prime ore pomeridia­ ne, sostituendolo con gesti efficaci e altri alfabeti. CAT

](( Kafka Kafka è un tappeto fatto di tutti i fili e i colori del mi­ stero e della passione ebraica, è profetico e talmudi­ co, elezione tradizionale e decadenza di ghetto pros­ simo alla demolizione, vittima espiatoria e tikvà sioni­ sta. È un tappeto volante che permette di ritrovare, dopo volo notturno, le architetture familiari dell'asso­ luto metafisica, che pur sospese e fluttuanti ci paiono posare, sole, su terra sicura. VA Kafka è un rivelatore velato, attraverso le sue negazio­ ni strane l' illusione persistente, la speranza ebraica, manda, come da un mare di nebbia una nave persa, qualche rauco suono di pericolo e di conforto. VA

Kant N ella biografia del russo Arsenij Gulyga lo ritrovo co­ sì: «Kant era alto 1 ,57 e dall' aria fragile; alla diligenza di sarti e parrucchieri ricorreva per rendersi elegante; piaceva per i capelli biondo-chiari, gli occhi azzurri, la fronte ampia, il portamento » . Al contrario di Leo­ pardi che amava il démodé, Kant seguiva attentamente le mode. Tricorno, parrucchino incipriato, redingote color cannella con un nastro nero, galloni dorati e bottoni ricoperti di seta; panciotto e calzoni del me­ desimo colore, camicia bianca di pizzo, calze grigie di seta, scarpe con fibbie d'argento e spadino al fianco. 163

n biografo riporta una lettera galante che gli scrisse

una bellezza di Konigsberg, allora di ventitré anni (sposata da dieci) il 13 giugno 1 762 per invitarlo ad un incontro. La lettera dice: «ll mio orologio sarà ca­ ricato». Tristram Shandy, il successo dell'epoca, par­ lando del padre racconta che per lui «ricaricare il pendolo» era il segnale, per la madre, dell'atto coniu­ gale. È una gioia sapere che Kant non sia vissuto in monaxià assoluta, appena profumata di eleganza per­ sonale, senza luce di donne e che orologi e pendoli femminili siano stati caricati e ricaricati per lui. ( «L'uomo non può godere di nessun piacere nella vi­ ta senza la donna» : ipse dixit) . Ma forse rinunciò a PA quell'appuntamento... karma Il Karma è l'ammucchiarsi delle azioni (letteralmente significa azione, atto) nel corso di un'esistenza: tutto s'iscrive come su una lavagna magnetica e in base al computo karmico - misterioso come il giudizio di Dio anche se ne è escluso l'arbitrio - scattano i premi e i castighi, tutti in rinascite, purtroppo, o nel peggio o nel meglio. n premio dei premi è la cessazione del Karma, ci si guadagna di non tornare mai più. Non pensiamo di arrivarci con facilità, a veder la fme della catena. CFL Kavafis Viveva nell'ombra e il lume della candela gli attirava in casa le ombre, i fantasmi di cui alimentava i suoi vers1. DD

In Kavafis è inarrivabile la morbosità concentrata, per quel suo culto dello spazio chiuso, del piacere come privazione di luce esterna. Un ambiente evocato da Ka­ vafis è erotico anche se lo s'immagina perfettamente � wo�. 1 64

Per lui le voci dei morti sono come una musica not­ turna che svanisce, sotto casa. Un rumore di pentole e di bottiglie, qualche nota di fisarmonica, gli sembra­ no il tìaso di Dioniso che abbandona Antonio e la sua DD fortuna. Una caratteristica del mito omosessuale è di vedere sempre la vittima, il morto che si piange, bellissimi. È puro mito; di rado vittime e morti sono belli. Kavafis piange la bellezza eternamente uguale di un dio mor­ to, che sicuramente nella bara da lui compianta non c 'era. es Kippur Kippur resiste, forse, anche per la virtù attaccata al suo nome: espiazione è, sarà sempre, inseparabile dal destino umano. Kippur viene per tutti, domani. Lo schiumare del razionalismo più epilettico non ci strapperà dalle narici questo soffio sacro. VA Kore

Mi troverai: non dietro a lenti vetro Scrutato, ma alla mente rivelata, Se Kore chiamerai, l'eterna Kore

DIST

JL labbra

In continenti ignoti le loro labbra Si chiusero

GIN

labirinto Céline e Kafka fanno altro, fanno del labirinto, ironica­ mente chiamandolo romanzo. VA laboratorio Chiunque cerchi e formi pensiero lascia sempre una radura per il risorgere della fenice ; il laboratorio scientifico cede il posto soltanto al laboratorio - il cui fine è l ' estinzione completa di quel che è pensie-· ro. a lacrime «Teniamo accese le nostre lacrime» dice il cardinale Federigo. Manzoni scrive lampade, ma pensava lacrime, sono queste le nostre lampade. VI

Alle fiere dell'antiquariato si trovano ancora lacrime. Di mese in mese salgono di prezzo ma sono un bel dono. CFL ladri La casa: «l ladri sono entrati e mi hanno frugata dap­ , pertutto» . E il senso del pudore a soffrime. o 1 66

lager Una delle cose più orribili dell'universo concentrazio­ nario è che immostruosisce la nostra mostruosità quoti­ diana, il nostro essere infami di tutti i giorni. Non solo crollano le virtù d ' apparenza e le sostanziali, ma si ipertrofizzano i vizi mentali, i guasti fondamentali con cui un'anima è nata, i suoi vuoti le sue aporie i suoi si­ lenzi di fronte al dolore d'altri i suoi rinchiudersi alle invocazioni vicine (come negli ospedali, nelle prigioni ec. ) . - Ho trovato del pane e me lo mangio, tu crepa. ­ Cannibali sempre, nel lager, iperboli di cannibali, la Volontà il Conatus la Nada antròpovora senza più mu­ seruola ... E qualcuno che si salva, invece, che si redime di mille esistenze con un gesto, che si fa impiccare in QM luogo di un altro... Bisogna gridare forte che Salamov dev' essere letto, cercato, meditato, perché l' incontro con lui è decisi­ vo ; perché obbliga a tenerci, per un po ' , stretto il pensiero a quella abominevole Cosa, a pensare che il lager è là, che il lager non è un passato ma una notte che ci sta davanti e un' ombra che ci segue, un aggua­ to perpetuo, una delle forme normali di esito della società burocratico-tecnica, la scimmia odierna delle antiche immolazioni umane, una ricetta di governo paurosamente imitabile, la via maestra per ripulire le città dall'intelligenza libera e ridurla all'atrofia cere­ brale, per castigare l'innocenza e costringerla, col si­ stema delle sorveglianze, delle delazioni e dei premi, a crivellarsi di colpa. SI

laggiù Dal ventre di mia madre nudo sono uscito E laggiù nudo ritornerò

(Giobbe, l , 2 1 )

Laggiù non so dove sia: il campo di Ezechiele, un'altra madre, il cenotafio idumeo?

LG

1 67

lampada

Non tranquilla rischiari ma sospesa A un chiodo nella carne, dolorosa

DIST

lanceHe Ogni volta che le lancette formano un unico punto, alla metà del giorno e della notte, se qualcosa non ce ne distrae, ci percorre uno spavento. IS laringe Arrivano alla dizione e alle ribalte sempre più nume­ rose le Laringi malate. Miasmi assorbiti nelle città e nelle campagne, dappertutto, fin dalla pancia. L'atto­ re parte quasi sempre con laringe critica, da recupe­ rare, innanzitutto da ripulire e creare. Non basterà LG più esercitarla, è un organo minacciato. latino ll latino, dopo il venerabile luogo che per nove mesi ci ha portati, è un secondo alvo protettivo, dove si prendono caratteristiche e abitudini inseparabili e preziose. es

Come scheletro della cultura occidentale il latino non esiste più. Era un presidio antibarbarico e costituiva le classi (le separava) e le nazioni (le unificava nelle radi­ ci) . Ma in un certo senso ferrava il piede della superio­ rità e della barbarie occidentale conquistatrice. CFL Quel che si ruba lì è il disincanto, la fine dei trionfi, una sapienza di vivere e un'arte di morire (Pomponio Attico, Petronio, Ottone) , qualche gesto per staccare subito il bene dal male, il vero dal falso. es La graduale estromissione del latino, come materia di

studio inutile, è peggiore delle gravezze del suo insegna­ mento. Si può segnarla tra gli atti di pura barbarie. GIOV 1 68

D latino non era morto. L'abbiamo seppellito vivo

dimenticato.

e

PT

laHe Si può misurare dal latte quanto gravemente sia già colpita, nelle fonti del nutrimento, la vita. Il latte è uno specchio - della radioattività ambientale, della tossicità dell' erba e dell ' acqua, dell ' intossicazione progressiva dei corpi - infinitamente fedele, e la sua trasmissione delle sostanze maligne che si nascondo­ no nel suo candore, alle bocche per cui è vitale, sicu­ ra. Il lavoro del tragico si vede bene nella sua, nono­ stante il triste incantesimo che a poco a poco ce lo rende nemico, insostituibilità: si può togliere il latte agli adulti, non si può toglierlo ai piccoli animali e ai bambini. Il nodo, in un solo modo può essere sciolto: togliendo, a questo implacabile latte, i bambini. DL laurea A chi è privo di Laurea, neppure la porta di una pri­ ISG gione gli è aperta. lavoro

Dappertutto le forze della vita Eseguono l'orribile lavoro Che gli è dato

DIST

lebbra Molta gente pubblica riceve sventagliate di mediocre rispetto soltanto perché non sa ispirare un disprezzo e un odio veramente soddisfacenti. Il rispetto non gli è dato che in mancanza di ubi consistam in qualche al­ tra cosa più nobile e purulenta, e anche quando sia­ no emersi fatti che inducano a disprezzarli, la garza pregevole di quello spregevole rispetto che premiava il loro squallore li protegge ancora. La lebbra è vera1 69

mente scomparsa, da noi, perché più nessuno è leb­ MU broso. legami Per conservare l'affetto di qualcuno ci vuole un rian­ nodare continuo, un ricambio cellulare instancabile: un vero lavoro, perché la passività condanna i legami a morte. Basta un momento di disattenzione, e già stanno precipitando, come un bambino in una vora­ gine. CFL legge La fame di legge sopravviverà a tutto.

QM

Chi trova sufficiente protezione nella legge dello Sta­ QM to perde il desiderio di Dio.

È detto bene di un uomo senza legge che è un uomo senza Dio. ( Il contrario non si può dirlo sempre , però) . QM leggero Lo sforzo più pesante, per un uomo, è di essere ieg­ DL gero. legumi Se non dai nemmeno legumi, come darai la vita, quando ti verrà chiesta? QM Leonardo Nell'autoritratto di Torino, di Leonardo, si legge an­ che come una pena di se stesso per essersi fatto sfug­ gire l'unità del pensiero, per aver frantumato la men­ te lanciandola in troppe direzioni e in un eccesso di movimenti speculativi, e questa pena di diviso dà al volto la sua unità, il suo raccoglimento finale nella profondità senza limiti di un rirnpianto. PT 1 70

leone Come logotipo animato il leone ruggente dentro il cerchio della Me tro-Goldwin-Mayer non ebbe né avrà uguali nel suscitare l ' attesa appassionata, nel consegnare già stregato al film, quale che fosse, lo CI spettatore. Leopardi Leopardi è molto amato, per essersi ritrovati, alcuni dei suoi velatissimi, impalpabili miti, la Luna graziosa, la Donzelletta, il Passero, la Ginestra, l'Infinito, sulla stessa onda del sentimento popolare. Quasi sfiorano la zona della fiaba. La scuola è stata il loro veicolo, colla e pressa; cessata la noia delle letture obbligate, un residuo tenace si fa luce ed è il mito come per VA anàmnesi ridestato.

Leopardi è una benda bagnata, uno schermo umido tra quella disumanità che sale nel nostro cielo e la VA carne malinconica che resta e morirà umana. Trentanove anni di astinenza dalla donna, avendo­ ne un cuocente e cariante desiderio, è una tremen­ da prova. I Canti li comprende meglio chi li vede come il frutto formidabile di un celibato insosteni­ bile , di un ' assenza dell ' altro quasi omicida. Il pae­ saggio della Marca, una biblioteca, il Nulla mater­ no, l 'Astinenza Sessuale: ecco il composto biologico VA dei Canti. Restava chiuso a covare il suo fuoco, con grandi voli da Fedro platonico fuori della finestra, fulminato dal­ la propria paralizzante superiorità e delicatezza. VA A Giacomo affamato d'amore applicavo quella com­ miserazione luterana che mi piace tanto , « Siamo tutti accattoni» ( Wir sind Bettler, das ist wahr) , e mi pareva giusta, però c ' è altro da dire su questa vergi171

nità tragica. Il miserabile affamato qui è un'anima delle più grandi, delle più nobili che abbiano tocca­ to la terra: la sua fame è ambigua. In profondo, Gia­ como preferisce tenersela viva e morsicante , che umanamente saziarla ... Le confessioni di amore a se stesso sono altrettanto significative di quelle che nell ' epistolario, nei Canti, nelle Memorie del primo amore trepidano per la donna fantasma erotico anni­ presente, ora rischiarato ora gettato in ombra dalla oscillante lampada Gran Desio-Sovrano Timor. È im­ portantissima, illuminantissima la terzina « Solo il mio cor piaceami» del Primo Amore, e nella lettera a Giordani del 1 6 gennaio 1 8 1 8 il getto orgoglioso «posso ben io farmi glorioso presso me stesso, aven­ do ogni cosa in me» si può anche leggere, in un'im­ maginaria trascrizione erotica, come rifiuto glaciale dell 'altro, della reciprocità amorosa, di ogni scam­ bio sessuale. VA Leopardi sconta con una pena fisica infinita la con­ quista incredibilmente rapida della sua lucidità, in una trasformazione sorprendentemente complicata, e appassionante da ripercorrere sulle carte, di erudizio­ ne ascetica e di fatica a vivere in grandi lampade di awenire. Mai sollevato dal luttuoso giogo incurvatore della sua povera schiena che è come un segno della sua eredità angelica, la pena per aver parte nel regno della verità (che non è l' arido vero della pura ragione scettica) , arriverà fino al limite del muro che il misti­ co soltanto può rompere e saltare, cioè fino a dove possono l' immaginazione e la filosofia. Ma chi sa se uno spiraglio non gli si è aperto... LS leHera Vi è stato scritto, qualcuno vi ha scritto, ma non avete potuto ricevere la lettera. DL 1 72

leHo

Tra le ali buie del contatto umano Il tuo letto d'amore e di tortura Si disfà si rifà sotto la luna

DIST

Il letto, a qualsiasi età, è un combattimento. Con l'in­ CFL sonnia, coi fantasmi, con la donna e la morte. leHori Fossero pur dieci in tutto, devi pensarli un milione, più tre o quattro capi di Stato: «Lo sai, ti hanno dato SI del farabutto sul "Canavesano" ! »

Più i libri crescono, più i lettori calano. Giusta simme­ SI tria. leHura Non ebbi mai tale dolore, diceva Montesquieu, che non mi fosse tolto da un'ora di lettura. Ecco il vero letterato. se liberi Uomini liberi non ne nasceranno più.

CI

libertà La libertà dell'arbitrio è la più folle creazione della delirante immaginazione dell'uomo. CFL

È strano, ma il riconoscimento della Necessità in tut­ to del tutto si sposa perfettamente col più elevato gra­ dino della libertà interiore. Quelli che si perdono nelle chimere della libertà dell'arbitrio ec. sono i ne­ mici peggiori della libertà. E chiunque dica: noi liberi ec. in senso metafisica non è un uomo libero. È schia­ CFL vo dell'illusione della libertà. Le libertà individuali devono essere difese con dispe­ razione, trattenute con gelosia feroce, per consentire 1 73

almeno a qualcuno - medico, filosofo, adolescente di opporsi all'onnipoten za della Tecnica senza rischio DL immediato della testa. libri

È un pensiero che calma e dà forza, sapere che tra i libri che possediamo ce ne sono alcuni sufficienti a liberare e a salvare. Se ne aggiungono di nuovi, qua­ si ogni giorno, ma quelli necessari già ci sono da se tempo. Libri ben fatti, lucidi, espressioni d'incivilimento, ci parlano del crescente, irrefrenabile disincivilimento. Come se una perfetta civiltà personale, di linguaggio, di secoli, fosse la condizione per trattare di bruti, del­ la peggiore e più oppressiva barbarie. o Ci sono libri ancora vivissimi il cui insegnamento è morto, trascinato come ogni altra cosa dal gran fiume dell'esistenza. CFL Il libro è una notte, il lettore la lanterna, il portatore di lume ... La maggior parte dei libri non hanno belle addormentate, non hanno segreti, servono a poco, ad usi limitati e pratici: ma qualcuno contiene il compa­ gno della Valle dell' Ombra, dopo letto lo si mette là, per le ore gravi, per gli esercizi di profondità, e più se ne maneggia e se ne conosce intimamente qualcosa, meno si è soli, meno la morte sarà priva di mani indi­ PA catrici, sicure, che sorveglino la paura. Questo pensiero è inebriante. Che un Libro esista, o qualche cosa in un libro, scritto in un idioma qual­ siasi, che contenga la rivelazione di tutto, capace di capovolgere la tua visione e di appiccartene una più CFL alta.

1 74

licantropia I lupi mannari hanno, di solito, gusti molto raffinati e rivolgono le loro attenzioni a carni molto tenere. Il lupo di Perrault, che divora con indifferenza prima una vecchia e poi una bambina, è la vergogna dell 'in­ tera licantropia. GIOV linea reHa Aver costretto la Natura a piegarsi alla linea retta, co­ stituisce già una colpa che può costare all 'umanità PT una più che giusta condanna a morte. linguaggio Non sarà il Dio Linguaggio il più potente di tutti?

SI

Il linguaggio è, all 'interno di una lingua, qualcosa di non parlante e di non scrivi bile (dunque, d' indicibile) , di cui bisogna ripescare e ricordare i suoni e i segni, che possono risultare altri da quelli che si percepisco­ no e si conoscono di una lingua. PT Più i linguaggi si fanno (o si rivelano) insignificanti, più freneticamente conserviamo registrate le voci, le prediche, le allocuzioni, le interviste, le canzoni, le le­ zioni, le arringhe, tutta roba che non valeva la pena di ascoltare. o Il linguaggio si vuole oggi rottura integrale col passa­ to, rinnegando satanicamente l'unità tragica del de­ QM stino umano. Manca, al linguaggio che crogiola le eredità del Nien­ ISCR te, il concetto del nudo Qualcosa. Il mistero del linguaggio non è dei soli viventi ma ab­ braccia i morti. PT

lingue semitiche In realtà, l' esterno, nelle lingue semitiche, conta mol1 75

to poco: quel che vedi è una carcassa consonantica senza nessuna bellezza apparente (e la traslitterazio­ ne puramente consonantica è orribile, non mostra che l 'esterno) ; tutto consiste nell' interno vocali co, IS che però esiste come semplice vuoto. n latino rischiara, il semitico abbaglia. C'è come una

sintassi che divora se stessa. . . L'immagine non costrui­ sce, galleggia ... Ti dà il senso dell'infissabile: bollicina del nulla, nell'istante in cui appare è costretta dalla voracità del ritmo a manifestare tutto quello che può, a volersi tutta oracolo vivente, azione immediata e in­ tensa, e creazione del mondo, massacro, salvezza, vi­ gna, deserto, mentre la successiva l'ha già travolta, senza che mai un disegno si compia e una vera conti­ nuità secondo linee esemplari di tempo e sintassi si IS profili. lira Non spero nuovi cieli e nuova terra (di cui non po­ tremmo fare che lo stesso uso infame, trasformando­ ne la novità in vecchiaia corrotta subito) ma che ci sia, nascosta sotto le pietre della Jonia, la lira di un Dio che tornerà, un giorno, a riprendersela. TAL lirici greci Più c'è dello smozzicato in un avanzo di lirico greco più si ha il senso (resta impensabile quella che poteva essere l'impressione dell'ascoltante antico nel riceve­ re il poema per intero: credo fosse minore) di aver ri­ cevuto, come un urto, da Dioniso e Apollo, un'inizia­ zione congiunta, per il tramite di quelle poche linee TAL naufragate, predestinate. logos Il logos m'insegna di sé questa parola di suono greco: logos; ed è tutto quel che so intorno al logos. CFL 1 76

Miei cari, diceva un Maestro ai suoi discepoli, la pace dei simboli è infinitamente preferibile alle ansie e ai dubbi della filosofia. «Ma,» domandò un alunno «nel simbolo, quasi sem­ pre indecifrabile, dov' è il Logos?» PA Il Maestro sorrise e lo mandò via. Lombardia La Lombardia dei paesaggi manzoniani, dei gelsi e del­ la seta, si è disfatta in una orrenda cacatura industriale da Giorno dell'Ira, e i nomi Adda, lago, Pescarenico ­ mentre la testa flagellata da una Mal pensa grande come tutto il teatro del romanzo si riempie di crepe e si spap­ pola - si alzano come visioni d'inafferrabile paradiso. es Lourdes Bernadette ha sicuramente visto, ma Lourdes è cie­ QM ca. Lucca Lo spazio ideale di Lucca è l'Anfiteatro del prodigio­ so Nottolini. Abitare là è vivere felici, al riparo, nel ca­ vo di mano di un archetipo; ho parlato con due vec­ chie sorelle, e lo sapevano . . . È tanto ideale da non es­ sere neppure lucchese: pura sfera contemplativa fatta VI disegno e modello abitativo. luce

La luce apparve, in una veste nera

DIST

La luce sa sempre dove andare e chi deve incontrarla OM trova la via. In ogni campagna, sotto luce diurna o lunare, è sem­ pre sepolta una luce invisibile che conoscono i con­ templativi, il raggio ideale che soffre dentro l'appa­ renza visibile e si estrae come calmante da lei. PT 1 77

L'oscurità poetica non è che uno speciale rapporto con la luce, e l'immagine tradizionale del Veggente senza o cchi insegna: qui dove la luce abita, non ci so­ no finestre; bisogna spingere all'estremo l'ascolto. OM luci rosse Il cinema a luci rosse eccita senza sfogare, accende un incendio che non può spegnere, è un luogo dove si covano infette ombre: lo spazio neutro del casino as­ sorbiva il male, quello del cinema pornico e sadico lo QM risveglia. Lucre:zio La leggenda che fa di Lucrezio un delirante per colpa di un afrodisiaco è profonda: durante un intervallum insaniae, la vittima dell'amore esplode in uno stupen­ do furore dilucidatorio del male che l'ha travolto. CA

Tutta la cantica lucreziana è deserto e catene di un uomo che vive, tutti bene scrutati, i mali del mondo, versando inutilmente sulle piaghe dei viventi, con in­ finita pietà e diligenza di santo monaco, l'universale unguento epicureo. Alla fine, se alzi gli occhi dagli appestati di Atene ammonticchiati nelle piazze e sui roghi - visione precisa, di solare pestigrafo, di Gere­ mia monatto, di funebre arpista - la luce che i proe­ mi pieni di farmaco e di bontà ti promettevano è mu­ ta: e ti domandi come quel poeta rigorosamente dan­ nato abbia potuto prometterti una salvezza da cui era VA egli stesso, per proprio diffi c ile dono, escluso. lumaca Poiché resta vero che la vita è breve e lunga l'arte, il corridore si fermerà sempre prima di aver oltrepassa­ to la lumaca, a meno che la lumaca sia pregata dagli Angeli di farsi almeno raggiungere dal suo piede. CFL 1 78

luna Difendere la Luna scialacqua gioie.

DL

Freud dice che le donne portano «il lutto del pene». Ma tra un secolo porteranno il lutto della luna, per­ ché il loro ciclo sarà diventato un ricordo e sarà spari­ QM ta la luna. Non chiedere la luna, l'avresti subito. (L'impossibile è ormai volgarità pretenderlo, perché è diventato CFL troppo facile attenerlo) . luogo comune La refrattarietà al luogo comune è causa di grandi sofferenze. Non c ' è parola pronunciata che non lo sia, in questa strage definitiva della comunicazione orale autentica; soltanto la parola scritta di un certo tipo consente delle tregue. CI

Ho ascoltato e pronunciato miliardi di miliardi di pa­ role, e soltanto poche decine non saranno stati luo­ CI ghi comuni.

Ml macchine Come i gatti, !asciandole in pace, le automobili, le lo­ comotive, tutte le macchine si laverebbero da sole, con la propria saliva. PA Maelstrom Nel Maelstrom di Poe è di rara bellezza l'attimo in cui il marinaio si vergogna di aver a\iuto paura di morire «davanti a una manifestazione così grandiosa della potenza divina» . se magrez:z:a Egon Schiele oggi sulle bancarelle anche lui, ippocrati­ ca vita breve, in pubblicazioni di tutte le dimensioni, in milioni di cartoline che ripetono l'eterna canzone del­ la y oni e del volto femminile, il suo erotismo anatomico forsennato, erotismo che innalza per la prima volta a sofia dopo le millenarie fissazioni maschili sulle forme grasse, l'allarmante violenza predatrice della magritu­ dine. La magrezza è una frontiera: di là, subito, c'è la morte. Un erotismo così si configura piuttosto come meditazione e atto di compassione. n sesso anatomico con le sue apparizioni crudeli scandisce le tappe della conversione dell'attaccamento, che si muta in rinuncia QM senza rinnegare l'onnipotenza dell'idolo. maiuscole Nella Bibbia massoretica e nel Corano non ci sono 180

maiuscole, ma tradurre elohim o allah in lingue occi­ dentali dio, god, gott, con la minuscola, appare - non VA so perché - inaccettabile. Maja desnuda

La Bibbia dice che l'idolo non vive e non respira, ma la desnuda di Goya è un idolo che vive e respira. Si può dire che renda fastidioso, superfluo e quasi im­ possibile, dopo di sé, ogni altro nudo. La Maja è il de­ nudamento di tutti gli incantesimi del corpo, e senti che la bellezza del corpo, se non ne fossero deviati i raggi dalle difese di cui l'occhio dispone per sottrarci alla morte, ha realmente il potere di far morire. VA mal aHi a La malattia e la tristezza sono la stessa cosa per il ba­ bilonese. (Così il crimine e il peccato) . Lo stesso per LG la medicina e la psichiatria moderna.

Dappertutto, nella Scrittura e nelle sue radici lonta­ ne, ritrovi la carne che si liquefa, le ossa frantumate, la notte terrificante, il tappeto di escrementi, le acque sopra la gola, l'arsura, la vertigine, la faccia annerita, la livrea di piaghe, la bocca spalancata della fossa. Ma­ lattia è un calco sempre uguale, una formula ripetuta, uno schema fisso, da cui l'energia della parola trae un'apparenza vertiginosa di persona designata, di ca­ so unico doloroso. LG Certe malattie rivelano meglio il cuore dell'uomo. GIOV

mal di testa In certi testi babilonesi l'emicrania sembra radunare sul colpito tutte le rabbie possibili di un Dio. Che cos'è questo mal di testa che tortura il corpo di chi è privo di Dei, che lo copre come un vestito mentre cammina? LG 181

male

Tutto il male che vedi è da capire

DIST

Nelle ultime ore della sua giornata Dio siede e gioca col Leviatano, dice rabbi Jehudàh. Il Male come gio­ cattolo, questo è degno di Dio. LG Dio non sbarra la strada al male o la sbarrerebbe alla LG vita. La salvezza del bene è edificante, quella del male es­ senziale. LG Certo il Male è una smisurata quanto impenetrata forza, e lo sento all' opera, sbilanciare a suo favore tut­ to, fare crollare tutte le impalcature dove qualcuno si sforza di riparare una crepa, di fermare un corpo che cade; così come sento l'avvicinarsi di qualcosa, che in VI qualsiasi luogo mi rende attento. Sapere che il male e il bene non sono realtà è buono; ma agire conformemente a questo principio è asservi­ mento al male. CFL Una conoscenza priva di un'idea imponente del Male� che non tenga conto del male, che non veda il male del mondo, è una conoscenza in favore del male. CFL Come le leggi biologiche, il male è immodificabile. Si lascia sottomettere ma soltanto da chi, in un modo o nell'altro, serva ai suoi fini - che sono il male e niente al�. � Sempre più difficile è parlare del male. Tutto il no­ stro vecchio apparato linguistico è inadeguato. Gran­ dissimi scrittori a leggerli oggi restano indietro. Il ma­ le da loro visto, intuito, analizzato era ancora affe rra­ bile secondo categorie di pensiero. La luce non pizzi­ ca che qualche punto in superficie del cuore di tene­ bra in cui siamo, lande sterminate, pozzi che scendo1 82

no al centro della terra. Anch' io sento che le forze che mi restano per sondare la realtà vacillano, che posso mettere a segno appena qualche aggettivo, in­ ventare un gracile schema in cui collocare qualche va­ gante proiezione del pensiero astratto. Tuttavia il ma­ le non prevarrà finché proseguirà lo sforzo di capire, CI di interrogare disperatamente la tenebra. La privazione del senso del male radicale è pericolo­ sissima per una religione. Il cristianesimo l'ha perdu­ ta. L'Islam non l'ebbe mai. Mancandogli il senso, una visione del male, l'Islam può diventarne portatore e veicolo inconscio, come un malato che ignora la sua malattia contagiosa. E un cristianesimo che non ha più un 'idea del male non può opporre nessuna bar­ QM nera. Ma il Male che cos'è, da dove viene?

VA

maledizione Alla pena di morte si può sostituire, come cerimonia compensatrice, fintamente incruenta, la maledizione pubblica. Se c'è molta folla, e se è fatta bene, può fa­ re effetto e allontanare il crimine presente e il futuro. È una sentenza che può essere anche eseguita, con vantaggio, su individui ignoti, i quali non potrebbero mai pensare di essere, in qualunque luogo, al sicuro dalle sue conseguenze. Qualche criminale colpito dal­ la maledizione morrebbe sicuramente dopo un certo tempo. Si direbbe è stato per caso; ma basterebbe a instaurare un giusto e magnifico terrore, scopo socia­ se le da non trascurare. malinconia La malinconia dei vivi è antropofaga d'ombre, non è il tempo a macinarle, è la radicale insanità del cuore. CI

1 83

malvagi La cura infinita che ha Dio dei malvagi: Tiene i suoi occhi sopra di loro Fa che si appoggino in lui sicuri ( Giobbe, 24, 23)

Non si tratta di equidistanza: è vero amore di Dio per il male. LG mamma «Ho lasciato la mamma mia . . . La guerra di Quattor­ dici fu la guerra della mamma, prima era la donna, l'amica o la sconosciuta, che veniva lasciata con stra­ zio e con allegria. Enormi quantità di lettere partiro­ no dai fronti dirette a mamme, soltanto a loro; nelle trincee la mamma arrivava per posta, con la regolarità di un cannoneggiamento. Testamenti spirituali rivolti alla mamma, raccomandazioni alla mamma di aver cura del padre, alla fidanzata di occuparsi della mam­ ma non sua, pensieri e deliri di feriti, sogni di senti­ nelle, grida di fucilati: la mamma. Matriarcalità, uteri­ nità della passione di patria (in realtà era la matria) : Strasburgo, Trieste, gli Slavi vogliono rientrare nell'u­ tero, chiedono insistentemente l'incesto con la ma­ PT dre-Francia, la madre-Italia, la madre-Russia. .. »

mangiare L'italiano ha la presunzione di mangiar bene, ma non è così. È un orfano di salute, mangiante male e in eccesso. I suoi rappresentanti politici, i suoi magi­ strati ne rispecchiano le abitudini alimentari, esaspe­ randole a volte: il caffè ristretto e schiumoso, il cor­ netto indigeribile, la tribale pizza, le turpi lasagne, le bevande gassate e fredde, il pane allo strutto, il latte macchiato, le gommose mozzarelle, condimenti in­ sensati e il pomodoro crudo verde. Non diversamente mangia la malavita, gli assassini, i traffic anti d'armi. 1 84

Governanti, governati e fuorilegge formano in Italia un'unica nazione di malmangianti dal profilo civile smascellato: per tanti sbagli e delitti c'è anche una o causa alimentare... mani

Se di dolcezze fu capace l'uomo Le mani utensili fuori uso Avranno ali per ricordar/e

DIST

Le mani contaminano tutto quello che toccano. La loro innocenza è un inganno: buttagli un pezzo di sa­ AQ cro e te lo riducono come nell'acido solforico. Nessun dubbio che la mano riveli l'essere umano e forse anche le sue precedenti incarnazioni. Chi sap­ pia discernere in quel brulicare di segni qualche ve­ rità mi sembra un beneamato della Sapienza. LG Qualcosa è successo alle mani dell'uomo, la specie con mani. . . Buona parte di quel che va sotto il no­ me di manipolazione è fatto senza l'intervento di ma­ ni, e perfino senza l'uso degli occhi; né manovra né manovale hanno più un riferimento all'intervento di mani, e un manoscritto si è ridotto ad essere digitato, da dita evidentemente prive di mano. Nel modella­ re il mondo, la materia, le mani, ritirandosi dall'agi­ re, hanno lasciato campo libero ad ogni specie di brutto. Rattrappite al puro servizio del corpo, han­ no rinunciato a farsi organo che coopera all' érgon della creazione. Edificare era il lavoro proprio delle mani . . . Le mani: dove sono? Perché non abbiamo QM più mani? Regnante la Morte di Dio la mano resta in basso, fruga in tasca e ne tira fuori denaro: non ha altro da offrire, è morta, firma assegni dopo assegni, perde la forza del gesto, dell'ablazione gestuale, della mano nuda. OM 1 85

Ora, qualunque cosa succeda, e per feroce che sia il mondo umano, una mano femminile con tutta la vis medendi delle divinità guaritrici nelle sue vene sottili, arco di ciglia tenere sui più sanguinosi squarci (è bello addormentarsi con questo pensiero consolatore) sem­ pre si affaccerà dove saranno letti, lenzuola, emorra­ gie, lamenti. se Bisogna sapere che può capitare in ogni momento, a es tutti, di dover mettere le mani in cause di morte. mania La mania di essere perseguitati da un organo, dai propri visceri, dai propri nervi, dalle vertebre, dalle giunture, dalle vene, dalla pelle, dal peso è ormai uni­ versale. I persecutori tradizionali, la Vita, il Tempo, non sono mai citati. se maniche Dicono ancora rimboccarsi le maniche in piena naviga­ zione nel sottomarino tecnologico ! Se si rimboccasse davvero le maniche , un deputato sarebbe cacciato dall'aula. Qualcuno siede davanti a un ordigno elet­ tronico con le maniche rimboccate? L' espressione emerse dopo l ' introduzione della manica, letteral­ mente, nel letame. Per non imbrattarsi le maniche, chi rimuoveva e buttava letame nei campi e nelle aie se le rimboccava. In qualche regione rimboccarsi le ma­ niche era sinonimo di spargere letame. Gente con le maniche rimboccate è diffic ilissimo incontrarne. Tut­ tavia, ecco: «È ora di rimboccarsi le maniche ! » Le ma­ niche guardano annoiate l'orologio, sospirano. o manicomio È giusto chiudere i manicomi. Ci siamo accorti, [mal­ mente, sia pure senza riconoscerlo ape rtamente, che il 1 86

manicomio è tutto quanto l'umano compreso dentro le mura del mondo, case, città, giardini, templi, fonta­ ne, macchine, teatri, passioni, legislazioni, necropoli, malattia e salute, parlamenti e prigioni, università, bor­ delli, chiese, e che come tutti i manicomi questo mani­ comio dai confini planetari ha le sue luci, i suoi filan­ tropi, le sue bontà, i suoi medici, e anche i suoi tor­ mentati e i suoi assassini inguaribili; lipemaniaci al po­ tere, paranoici alla guida di grandi folle non sono mai mancati. Purtroppo questo non è un manicomio che si possa chiudere; non riusciamo neppure a migliorarlo. Ci sono camerate sovraffollate che dovrebbero preoc­ se cupare il Direttore: lì può succedere di tutto. Mantova Mi ha stupito piacevolmente, standoci qualche gior­ no, quanta bellezza d'anima lombarda ancora soprav­ viva dentro e attorno a questa nobile città di brume, e per lombardo dell'anima intendo amabile, generoso, tollerante, non incline alla fatuità, pensoso, virgiliano. Soprannominato la Vergine, messo da Orazio nel ra­ ro club degli esseri senza macchia, Virgilio incarna l ' aura lombarda nella sua specificità mantovana; la sua esistenza carnale e la sua perfettamente religiosa poesia ne sono preziose fiale. E di virgilianesimo co­ me candore, sorriso, capacità di amicizia, un po' tutti ritrovi i mantovani tinti. Probabilmente, senza aver passato prima un esame sull'umanità delle Georgiche AI e dell'Eneide, a Mantova non si è fatti nascere. Manzo n i A Manzoni lo sforzo di credere integralmente alla Chiesa, di accettare, così critico, i suoi dogmi, dev'es­ sere costato tanto, da agevolargli, come un travaglio minore, la creazione di uno stile d'inuguagliabile dif­ ficoltà. VI 1 87

Ai più biechi contagi, la scrittura manzoniana oppo­

ne il sottile ma inespugnabile diaframma della perse­ ' cuzione ironica dell'errore umano' e dell'inesauribile es pazienza introspettiva sui fatti che lo propagano. Meravigliosamente indigesto a qualsiasi ciarlataneria intellettuale: questo può bastare alla solitudine e al­ es l'invincibilità di uno scrittore. La pavidità complicata del cuore è superata in Man­ zoni dall'intrepidità indagatrice e definitrice della mente. Tra Leopardi che, umanamente, indica il di­ sprezzo come arma difensiva a se stesso, al debole, al sensibile, e Manzoni che insegna, quasi un'arte mar­ ziale come il tiro dell'arco i cui piani sovrapposti rive­ li un maestro giapponese, l'inoltrarsi nella mirabile cor­ ruttela che siamo, l'andare per il lazzaretto umano co­ me abbagliato da tante piaghe (stupefacente aggettivo ! ) il maestro più difficile, e anche il più poetico, è Man­ zoni. E chi ti avvia per il più difficile è il maestro mi­ VI gliore. marciapiede Battere il marciapiede lo rende migliore.

TS

mare Era il più pulito dei mostri, si lavava di continuo, lec­ candosi meglio di un gatto. Era pulito perché mostro, perché niente dell'uomo lo contaminava, o così poco che ne rideva. E finalmente, eccolo che non si tira più fuori dalla rete della sporcizia umana, eccolo che ne muore. MU marionetta Il senso profondo della marionetta non è di mostrare in modo evidente la vera natura del rapporto tra l'uo­ mo e D�? � 188

n filo a volte sembra retto dalla stessa marionetta,

e

questa possibilità di scambio del ruolo egemonico rende il gioco ancora più filosofico e istruttivo. VA Siamo marionette, ma dobbiamo disperatamente fin­ gere di non crederlo, o come uomini siamo perduti. Inoltre, essendo occulto il filo, si può sempre scom­ mettere che non ci sia, e fondare su questo dubbio la VA libertà individuale, nostra grazia ed erinni. Nessun limite alla depravazione degli occhi: la mario­ netta può essere scostumatissima, incestuosa, insazia­ bile, sotto gli sguardi di chiunque. Compirà con estre­ ma facilità qualunque crimine, e dalla mano egemo­ ne che la regge gli è assicurata, come a Caino, l'impu­ VA nità. Lontano dalle bestiali telecamere, sorda alle opinioni di quelli-che-non-capiscono, la marionetta cala il sipa­ ISG rio sugli occhi con dignità e muore. mariti n grave, incontestabile, estenuante avanzamento mo­ rale nostro occidentale rispetto agli antichi mariti e signori è che loro avevano delle concubine e delle schiave, e noi invece, nel corso di una vita, tre, quat­ tro, dieci esseri umani, completamente umani, con po­ chi ornamenti, o nessuno, compagne che sorgono e svaniscono, e addirittura muoiono, di cui soffriamo, PT per cui trepidiamo, di cui ci occupiamo. martiri I martiri cristiani dell' epoca imperiale furono così forti contro i supplizi perché Cristo li ispirava o per­ ché li aveva temprati l'educazione romana e pagana? Perché cristiani o perché romani? o

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Marziale Anche se è un classico non indispensabile , per chi cerchi il dialogo con la vita e la morte fuori delle ma­ schere sconcertanti del costume e del gioco, non è vietato affi narsi il gusto e distrarsi un momento dai mali presenti contro i quali non possiamo niente, fu­ mandone qualche foglia preziosa e spiandone da co­ MAR noscitori la delicatezza delle fiorettate. maschi

I primi a estinguersi sulla terra Saranno i più guastati: voi maschi Che ha cotti come polli la Ragione!

GIN

masse L'ombra di Seneca, in sogno, mi parla a volte dell'e­ saurimento morale dell'uomo che lavora, in una di­ minuzione di umanità, mentre crescono retribuzioni e prezzi, in queste masse che nessuno tratta veramente da uomini. VA massime Amo le massime: le colleziono, le uso, le studio, le scambio con un amico, qualche volta ne fabbrico. BC

Una bella massima è un brodo di forza dove nuota un testicolo di cammello: lo bevi perché distribuisca la sua energia sapienziale sulle spore dell'anima pura e terrificabile. VA Avvicinandosi quel momento poco rassicurante, che si cerca di dimenticare bevendo e dando baci, che è la mezzanotte dell'anno, l'offerta di una massima soli­ taria, di un pensiero staccato può essere un' azione utile; l'effetto è migliore del vino e dei baci, e dura CFL molto di più. 1 90

Master� Voice

E come il dipinto cane nella tromba L'orecchio triste, ascoltiamo

GIN

Nell' iconologia moderna un posto d' eccezione va da­ to a un' immagine delle più presenti nella memoria collettiva, il cui significato ha completamente cessato di essere percepito: il cane della Master's Voice, l'uni­ versalissima, planetaria Voce del Padrone. Cane e fono­ grafo a tromba, non una Pubblicità, ma la sintesi per­ fetta del senso profondo, luttuoso, disperato di quel che fu la fonografia meccanica. Perché il Padrone è morto. Del padrone del cane non resta che la superficie fragilissima, a densi solchi, di un Disco. Qualcuno ha girato la manovella e si è eclissato: il cane, solitudine animale sconfinata in un mondo di solitudini che solo quel padrone gli popolava, è inchio­ dato lì dalla meraviglia e resta in attesa, implorante, che il padrone esca dal fonografo-sepolcro dal quale sta parlando, a lui proprio, cane-figlio, e per lui. CI . .

masticazione Secondo un macrobiotica la masticazione rinforza gli organi sessuali, perché connessi (dottrina orientale) con i muscoli della mascella. Si può giudicare, nei masticatori voraci e affrettati, il grado d' impotenza. La connessione è più che possibile , trattandosi di un 'unica fame. se Mata Hari

Ballerina d 'Oriente, né assassina Né vergine. Martire, pressapoco. . . La vendetta Della trincea sfinita, su una piuma

GIN

matrimonio In realtà l'uomo è fatto per altro, e non può soppor191

tare a lungo il legame coniugale senza avvilirsi. Trop­ po mescolarsi a una donna fa male. L'amore con ec­ cesso di mescolanza, cioè nel suo' massimo grado di perfezione, è nocivo. Eravamo fatti per l'aratro, la caccia, la guerra, la poesia, la musica e Dio; siamo tut­ ti camere, pianerottoli, fotografie, ascensori, contra­ sti, preoccupazioni di dovere e di denaro, estenuanti se fino all'imbecillità. Chi si sposa (oggi, in Occidente) sposa un individuo malato, si dispone a convivere con un essere anorma­ le, attossicato dall'ambiente dentro e fuori, che in­ goia farmaci, amputato d'anima fin dall'infanzia. Me­ glio saperlo e non prepararsi assurdamente a convi­ venze di buona salute. Si va a curare e ad essere cura­ ti, a tollerare e ad essere tollerati. Dopo un po' , quasi sempre, si comincia a dar calci ai muri della clinica e ad impugnarne le sbarre, in una sfrenata perdita reci­ proca di pazienza, scoprendo nell' altro malato una crescente incapacità d' intendere perfino le parole più comuni che balbettiamo. o maHatoio Un uomo nobilmente educato non può sopportare lo spettacolo d'un mattatoio senza schifare per sempre la necrofagia che imperversa e ci awelena. Quei mug­ giti, quegli spaventevoli muggiti che implorano, che dicono cose sinistre, che maledicono, che chiamano, che pregano qualche divinità a testa bovina, falli pe­ netrare negli orecchi dei tuoi figli, perché imparino a odiare e a fuggire il cibo contaminato! CFL maHi no Che cosa ce ne facciamo di un mattino uguale a tutti DD gli altri?

1 92

Maya La Maya è una cipolla che senza fme spellicoli e mai CFL trovi la polpa da tritare. medicina Tradizionalmente, è una disciplina filosofica, che si può studiare come si vuole, anche frequentando le fa­ coltà mediche; ma nessuno ci tolga la libertà di aprire in solitudine il cranio, il cuore e il ventre dell'uomo, di leggere i fili che lo legano al cielo e alle regioni ctonie, di guarirci o di !asciarci morire, per guarire dalla vita, soli. se La Medicina è là per guarire il pensiero: per guarirci

dalla follia di credere nella salvezza materiale, e per non turare, nonostante spettacolari finzioni alla super­ ficie, come sono tutte le morti rinviate, nessun pozzo di sciagura, nessuna delle falle di profondità della Ve­ o rità del Dolore. Capire quando un uomo deve essere lasciato morire: questa è medicina. VA medico Scoprire che il Medico non è un Dio fa soffrire, per­ ché siamo tuttora avviluppati dall'idea di un Dio gua­ ritore sopra di noi. LG

Nessuno ama il medico che non capisce il dolore: Me­ dicus enim nihil aliud est quam animi consolatio (di Pe­ tronio, o forse di Apollo in persona) . Il medico è nient'altro che questo: consolazione dell'animo, in­ telligenza del fenomeno dolore; il primo atto tera­ peutico, a volte l'unico, è una seta impalpabile, che con la sua carezza riconverte all'espressione umana una smorfia. es

193

Medioevo Il mondo spopolato del Medioevo è demografia di cie­ chi. Sè non si tenga conto degli angeli e dei demoni, si capisce che appaia spopolato. Ma c'erano tanti an­ geli, demoni, fate, gnomi, elfi, spettri da popolare dieci o venti continenti. Le anime dei morti erano più vicine agli scarsi viventi, abitavano con loro: tutta popolazione non censita. La peste e la fame non riu­ QM scivano a falciarla. meditazione Per intensi e frequenti siano stati i viaggi intrapresi dentro l'immortalità-mortalità femminile, sempre sa­ ranno stati pochi: perciò dire «ne ho avuto abbastan­ za, finiamola» è tentazione da respingere, in questa vita e nell'altra. Se non c'è la donna come libro, tutta la conoscenza è mutilata e deviata: perché, essenzial­ mente, meditare sul mistero muliebre è meditazione sull'uomo di dolori cosmico in quel che ha di più pia­ gabile e sepolcrale, un grande innalzamento in un grande precipitare. Ricordiamocelo: di ogni cosa che tratta di donne, anche bassamente, è debitrice l'eleva... CFL zione della nostra mente. Mediterraneo Amo il Mediterraneo, oh molto più del Piemonte, ma il senso dello Stato è nordico, senza la palma né l'uli­ vo. Se Israele fosse retto dagli ebrei magrebini o etio­ pici, dubito che esisterebbe ancora. VA meglio Quel meglio introdotto dalle leggi umane, a forza, che comporta per sua natura la distruzione di molte altre cose, crescendo e perfezionandosi spiana la vita alle forze della morte. Questa irruzione è in atto, e non è OM una peste nera che se ne andrà via, sfogata. 1 94

memoria La memoria, creatrice delle distanze nel tempo (i ri­ cordi, "mi ricordo di. . . " , gli "allora", eccetera) , è in realtà la più bella prova dell'unità temporale assoluta perché rivela come presente dei fatti e degli oggetti che se fossero stati realmente perduti non avremmo mai ri­ CI trovato, perché semplicemente mai esistiti. Si può dire che la memoria è sorella del nulla, sebbe­ ne sia quel che ci fa più vivi; però, se il nulla non fos­ CI se che figlio della memoria?

mendichi

Questo siamo: l'attesa D 'illuminato spasmo in volti tesi, Ordo mistico di mendìchi . . . di smozzicati

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Meninas Per interrogare le Meninas, senza soffrire nel vederle umiliate dagli sguardi senza domande, ritagliarsele da un libro e dopo averle fissate per quindici minuti appli­ carsi l'illustrazione sulla fronte, premendo, e concen­ trando la mente sull'essenza, che il pittore ha manife­ stato e velato, di quegli oggetti e persone. Se chi fa questo abbia qualche dono di veggenza, vedrà forse an­ che la loro genesi postuma entro la testa scontrosa e dura di Velazquez. È un ' operazione che nel XIX si chiamava Psicometria. Si può farla anche con lettere ingiallite, fotografie di morti o di «perduti come i mor­ ti» . Trovare il tempo per queste cose è essenziale ... Chi può, senza magia, capire qualcosa delle Meninas? PA

mente Il dolore della mente è una colonna vertebrale dello spirito, ci aiuta a vivere . . . Non solo si convive con que1 95

sto tipo di dolore, ma essendone privi si è dei morti viventi. CI mentire «Chi mente è sporco. >> Anton C echov, Taccuini (circa 1 900) . Questa massima diventa assolutamente vera soltanto rovesciandola: «Chi è sporco, mente » . Te­ nendo conto di necessità e circostanze, si attenua. o

I fatti mentono più del più sporco bugiardo, e i fatti più vicini mentono più dei lontani... Non puoi sapere il perché, non arrivi a vedere il come. L'intera vita mente e la morte fisica è l'ultima sua menzogna. ISCR meriggio Tre ragazzi: «Meriggio. . che cosa vuol dire?» «Mah ... » .

PA

merito n merito (non riconosciuto eppure capitale) di quelli che fanno per una causa pessima o soltanto ignobile una guerra è di permettere ai loro awersari di averne una molto buona. QM Merlino Era un magnifico mago, in una tunica trapunta come un arazzo, che spandeva un delizioso odore di vec­ chia ricca villa di campagna. Merlino odorava di cor­ nici, di cera, di sofà, di ricordi, di materassi di crine, di umidità, di seggioloni, di credenze, di biancheria, AQ di chiodi di garofano, di candele accese, di sera. messa La Chiesa d' Occidente si è fatta un implacabile ha­ rakiri il giorno sciagurato in cui ha spostato gli altari come fossero tavoli da biliardo, buttato il latino che 196

l'ha nutrita, che l'ha resa parlante, nella spazzatura, adottato traduzioni del testo sacro da far raccapriccia­ re un asino, tirato giù i predicatori dai pergami per awicinare di più la messa alla tavola rotonda, spento i turiboli, versato la scolorina sulla funzione sacerdota­ le. La rivoluzione francese e la guerra civile spagnola fecero meno fricassee di riti e di preti di quante ne fe­ ce, dando ascolto a malvagi consigli nell'ombra, Pao­ lo VI, pontefice dell' epoca dei calcolatori, prete vin­ to, prete sconfitto dalle proprie mani. CI Se è così malconcia e malridotta la Messa cristiana, la QM Messa Nera non deve stare molto meglio. Messia Il Messia non viene. «Ma perché dovrebbe venire?» «Non lo so. »

PA

mestieri La maggior parte dei mestieri che si fanno sono in va­ ria misura sporchi. Non ci possiamo illudere che sia­ no sporchi soltanto l'assassinare, l'opprimere, il ruba­ re ec. L'erbario dei mestieri davvero innocenti e utili ha pochi fogli; quello degli infami, dannosi, impuri e nocivi a chi li fa, all 'uomo e alla natura, molte mi­ gliaia. Se vedessimo in trasparenza l'anima di tutte le attività umane non reggeremmo. o

Un mestiere autentico non lascia buchi per la malin­ OM conia. metamorfosi È importante saper amare nelle donne la metamorfo­ si del tempo, i passaggi verso l'ombra, le tracce dell'o­ scuro pipistrello sul viso. CFL 197

meta sta si Dal momento che l'uomo è un cancro, non dovrebbe essergli diffi cile, su altri pianeti, diffo ndersi in meta­ stasi. se metrò

L'ora violenta battere che udivi Metrò del nulla, trasporta luce ?

DIST

millenniopausa La Millenniopausa è un' epoca molto critica. Guai a QM non prenderla alla leggera. Millenovecentonovantanove Se 1 999 non è una illusione e un errore, non ci sarà QM nessun Giubileo del papa. MillesettecentoHantanove Qualcosa di veramente grande è passato sulla terra tra il 1 789 e Sant'Elena, e la testimonianza temporale­ sca e inconclusa di Goya, se fosse unica, basterebbe da sola a far meditare sulla forza simbolica di quei fat-. ti e transiti, supplizi e feste, che restano oscuri per at­ VA tirarci ancora. mine «L'aumento del PIL» : ci va messa anche la produzio­ ne di mine antiuomo specializzate, l' Italia ne fabbrica e esporta bene . . . Ne fanno anche a forma di giocatto­ lo e che esplodono dopo ore tra le mani dei bambini, quando sono a casa: fatte apposta per produrre muti­ QM lati e ciechi. miracolo Percorso strade tutte cattoliche e buie in cerca di mira­ colo, che davanti a un cancelletto in fondo a un antico 1 98

androne mi ha sfiorato; c'era un giardinetto quadrato ombre di alberi in fiore sgocciolantissimi e al centro una specie di corroso sarcofago, quasi un patio morto pompeiana; ero solo con quel riverbero di luce senza voce che pareva un'illunazione spontanea, e la dolcez­ za della pioggia, e un rintocco di ora che fuggiva. VI Miracolo, fra tanti miracoli della medicina, riuscire QM ancora a crepare. misantropia La misoginia è figlia del mistero. Al contrario, la mi­ santropia è figlia della conoscenza: più si conoscono gli uomini, più si è misantropi. Ma il buon misantro­ po non fa distinzione di sesso: l'uomo, nelle due ver­ CFL sioni proposte dal Creatore, non gli piace. miseria Dal catalogo senza fine delle miserie, come escludere la prima e fondamentale, la miseria di essere nati? CFL

Lamentiamo la miseria dell'uomo, la sua bassezza, il suo stato di perpetuo bisogno, il suo attaccamento al­ le più ridicole e basse cose ec. , forse perché pensiamo che l'uomo dovrebbe essere diverso? Abbiamo un'idea di quest'uomo diverso? L'abbiamo, ma non è più un uomo. Togli all'uomo le passioni, non è più un uo­ mo. Sarà meglio, ma l'umanità non è più in lui. L'u­ manità è questa perpetua miseria: al di là di questa ci sono ombre, angeli, demoni, l'anonimo dell'indiffe­ renziato, l'oltre della forma pura, tenebra o pura lu­ ce, gli archetipi, le sefiròt, il pleroma di crepuscoli in CFL cui ci moviamo, viviamo e siamo. missile Col prezzo di un solo missile, si compra un miliardo di bellissimi coltelli. CI 1 99

mistero Il mistero umano sono grandi sangui sospesi che in­ vocano' di essere tolti al loro sgocciolio e bevuti da qualche demiurgico vaso, per sottrarsi a quella vergo­ gnosa assenza di sepoltura nella vita, a uno stato di globi e macchie nell'aria che sentono come troppa miseria e infelicità, che ne fa specie di aborti ansiosi, scoperti e abbandonati, senza nessuno che li calmi, li LG copra e li raccolga. misura Chiniamo la testa alla terribilità del mondo, al tragico che regge il destino umano: i topi e le termiti dure­ ranno molto di più, il formicaio umano sarà preda del fuoco eracliteo, il giorno che il brutto e il male avranno passato la misura prescritta. VA miti La nostra miserabile parola tiene, una volta che sia riuscita a identificarsi con l'Essere, o l'Essere si sia specchiato furtivamente in lei. Tiene nei miti lontani che l'hanno formata e nelle grandi concezioni metafi­ siche d'Oriente e d'Occidente. Non c'è Buco Nero ca­ pace d'ingoiare un atomo di Shànkara o di Buddha, di Platone o di Schopenhauer. VA mogano Chi compra mogano distrugge Mato e contribuisce alla desertificazione del Mondo. QM monarchia La monarchia dura otto secoli in Francia; ottantacin­ que anni in Italia. Quale delle due è più repubblica? Ci si disfà ben più facilmente di un bagaglio così leg­ gero... QM 200

mondina Il vuoto lasciato dalla mondina, simbolo di Eros in sboccata tenerezza romagnola, si è affrettato a riem­ pirlo Thànatos, in cravatta e occhiali di agrochimica. AI Perché come fare, senza mondine? mondo Un'immane Roma antica tremendamente giovenaliz­ zabile (ma le forze mancano) è oggi l'intero mondo, un impero disimperato gonfio di caligoletti senza ca­ vallo, di domizianucoli costituzionali, di catilinini con la pensione ministeriale, neroncini con la cuffia della filodiffusione tra il fumo del cominciato incendium mundi, di infiniti allegri maniaci della distruzione, per i quali valga come sublime sigillo classico, per dare pace a chi inorridito Ii osserva nel loro paziente lavo­ ro, la profezia giovenaliana: eadem facient cupientque

minores.

GIOV

Se il mondo fosse realmente materiale sarebbe pla­ smabile, ma finge soltanto, talvolta, di esserlo; la sua natura implacabilmente spirituale sfugge a ogni con­ trollo, a ogni pianificazione, a ogni dominazione SI scientifica ed economica. moneta Questa nostra moneta è stata usata veramente male, sia nel pubblico che nel privato. In special modo, questo cattivo uso ha sfregiato indelebilmente il volto storico e di paesaggio dell'Italia, tesoro del mondo, insieme a Grecia e India. CI

La moneta ha perso valore da quando la prostituzio­ ne non è più sacra. La prostituta è diventata ignobile da quando la moneta si è avvilita col troppo uso. Sen­ za buona moneta, prostituzione cattiva. La moneta è prostituzione metallica e cartacea, la prostituzione è moneta carnale. CFL 20 1

mongoli

Ah i Mongoli! Sono venuti, hanno accecato il sogn o

GIN

monogamia La monogamia è una specie di morte. Si abita nella CFL fedeltà coniugale come in un sepolcro.

La fedeltà coniugale è bella e commovente in Romeo e Giulietta, che dopo poche settimane la morte racco­ glie in una triste pace. Ma nella monogamia protrat­ ta, rigida, senza spiragli, senza tolleranze, senza possi­ bilità di uscita, si aggirano tutti gli spettri dell'umilia­ zione reciproca, dell'insofferenza, dell'affl o sciamento del desiderio, del sadismo bianco quotidiano, dell'in­ vecchiare senza un ricordo cui aggrapparsi, senza una lettera in cui nascondersi. CI moquette

È in corso da noi, ora, un ' evidente battaglia sulla frontiera della moquette: la paura di vedersela volar via è resa più acre dalla poca certezza che, sotto, ci sia il pavimento. VA morale Com'è forte chi dice: io accetto tutto, o mondo ! For­ se, è l'unica morale possibile. Del resto, l 'ordine si compie anche senza la nostra volontà, perché siamo fato. Ma l'animo mutato, sembra mutare la cosa. CFL morbosità Se togliamo ai sentimenti amorosi la morbosità che li lubrifica, non diventeranno sani, ma sterili, atrofici, mossi dal vento arido della crudeltà. se morgana L'idea morale nel profetismo è morgana pura e corso d'acqua insieme, illusione postbiblica, farisaica e cri-' 202

stiana, e sistema nervoso centrale, a volte è il respiro stesso, la gola del profeta, a volte una sabbia espulsa dai reni, una secrezione impercettibile della parola. IS Un resto... morire Bisogna lottare, lottare strenuamente, per morire in casa, con medici e familiari che riconoscano il nostro es diritto di morire quando è l' ora di morire.

La donna, non essendo che immagine , non muore. PT L'uomo muore. Moro Ecco un problema interessante : un papa veramente grande avrebbe ottenuto la liberazione di Moro, sem­ VA plicemente dicendo «io voglio»? morte Per poter guardare la morte fuori del pericolo di patirla, c ' è da superare prima di tutto la fortissima difficoltà di crederla possibile. È una possibilità che estendiamo volentieri a chiunque non sia lo - com­ prendendo nell 'Io gli esseri che amiamo o meglio, da cui siamo amati, e il cui amore ci butta di conti­ nuo ossigeno nelle trachee invisibili, turando la bocca della morte - ma per l ' Io , ubriaco del suo sforzo di esistere, la ragionevole morte è un 'assur­ dità. Capito finalmente che posso morire , anzi lo posso domani, stanotte, tra un minuto (ed è diffici­ lissimo superare l'incredulità pensando "tra un mi­ nuto", già il successivo incalza e ci fa trionfare della morte per caso non venuta) si può cominciare l ' e­ sercizio di fissare senza orrore il sole nero della pro­ VA pria morte.

Tutti quelli che non tollerano che si parli della morte 203

sono indegni che gli si parli di qualsiasi cosa. Purtrop­ po è impossibile isolarli: sono molti, moltissimi, privi ' di voce ma hanno il numero e la forza. Il muro di si­ lenzio eretto intorno alla morte è un segno di presen­ o za maligna e della potenza delle Tenebre. Cercare di sottrarsi alla morte con qualsiasi mezzo è ignobile, questo ci ha insegnato Platone, insieme a tutto quel che l ' umanità ha accumulato di buoni esempi. E l'awentura umana al di là del punto del trapasso resta un foglio bianco, sul quale una mano (giusta? ingiusta? tenera? spietata? ) traccerà sicura­ VA mente qualcosa. Avendo accettato la morte di Dio nel Tempo, ci è di­ ventata inaccettabile la morte dell'uomo: ci accania­ mo a prolungare la vita perché l'unico Dio rimasto vi­ vo è la sua durata. QM Della morte di Dio ti lasciano parlare liberamente, al­ la morte nostra - molto più certa di quella è proibi­ to ogni accenno. QM -

Il lato crudele della morte è che porta con sé il dolo­ re reale della fine, ma non la fine stessa. QM morti Dopo avere per tutti i loro giorni, impauriti dalla pro­ pria nudità spettrale che li accerchia, li minaccia e tormenta come una caldaia ardente, esibito maschere e travestimenti, continuano dalle ultime lettere, dalle impronte segrete del loro esserci ancora, dalle epigra­ fi che dettano (non crediate di essere voi, rimasti, a dettarle) a dissimulare qualcosa d'inconfessabile, un pensiero, un corpo, il loro niente, dietro un'apparen­ ISCR za di abito.

Che cosa fanno, i morti, da quando non uccidono 204

più allo scoperto? da quando la loro impurità è resa, SEM dal lenzuolo, assoluta?

Mosca A Mosca sono stato più volte, e sempre di notte, e sempre nella medesima strada, dov' era una striscia gialla di disgelo sporco, e dove un tram vecchio, semi­ vuoto, aperto, agitando la sonagliera, violino morto, mendicava. E sempre con un solo pensiero, fin dal PA primo momento: ripartire. Mosè Nei diari del l921 Franz Kafka spiega l'impossibilità per Mosè di arrivare a Canaan «non perché la sua vita fosse troppo breve, ma perché era una vita umana» . Mosè è il legislatore che non può conoscere la legge, l'agrimen­ sore che non potrà mai entrare nel Castello. Se anche la sua vita fosse stata di più volte centoventi anni, sarebbe pur stata sempre una vita umana, che è soltanto il deser­ to, senza la pace della Terra Deliziosa. TI suo viaggio si è ripetuto infinite volte, e sempre Mosè è arrivato a vede­ re Canaan, il luogo indicibile, soltanto dalla frontiera di Moab. E se Mosè, che è le dodici tribù, che è tutto il po­ polo, i vivi e i morti, anche i bambini uccisi in Egitto, non è arrivato a Canaan, anche il popolo è fermo con lui, e dorme in una tomba sconosciuta, sulla frontiera di Moab, e non può entrare in Canaan. Nessuno di noi ar­ riverà mai dove non ha potuto Mosè arrivare. VA mostre Le grandi mostre appartengono ormai, chiaramente, ai fenomeni di ordine religioso, che non possono es­ sere sondati altrimenti che come precipizi oscuri. CI mostri Dall'Invisibile sul povero mondo piovono, neppure più 205

frutto di copule normali, e tanto più mostri per questo, dei mostri, che la stigmatizzata di Dulmen avrebbe prontamente visto come prodotti · delle Tenebre, mo­ stri che pur essendo anatomicamente maschi e femmi­ ne partecipano in profondità d'un androginismo de­ moniaco che nessuna elemosina carnale potrebbe pla­ care: sventura incontrarli ma ahimè invadono tutto, ec­ GIN cetto il Luogo che è della, che è la poesia. Prima ancora che abbiamo potuto stabilire un turno di guardia, il mostro è già passato, travolgendo lo steccato di latta, le panche rovesciate, le nostre sven­ turate radici. Non c'è mai stata una simile occasione di combattimento mortale nel mondo. Nulla che ne sia fuori, nessuno che possa sfuggire - nessuno. TAL L'uomo continua a essere un mostro essenzialmente per la potenza tecnica in cui è sprofondato e da lui im­ piegata per fini spaventosi, ma la sua mostruosità priva­ ta, il grande motivo d'odio femminista, è calata molto. In casa, c'è per lo più un pigro, un debole, un malinco­ nico, un indifferente, un taciturno, un cretino, che ra­ VA ramente si muta in mostro. mummie Ambroise Paré racconta che il medico del re di Napoli, Guy de la Fontaine, visitò il deposito di un palestinese, ad Alessandria, dove c'erano quaranta mummie in ge­ latina appena fabbricate, e ricorda che si facevano an­ che in Occidente, con corpi staccati dalle forche, sec­ cati al forno e tuffati nel bitume. La mummia si vende­ va in vasetti dove c'era un po' di carne umana candita in sostanze antisettiche resinose e asfalto. (Molto simile se alle nostre scatolette di carne conservata) . Munch

Il grido di Munch può essere definito una rivelazione acustica, registrata figurativamente. SI 206

muri «Tanti muri, perché? » E l e teste, allora, dove sbatterebbero?

PT

Muse C'è chi non ha avuto e amato che una Musa Ulcerosa; MU fortunati quelli di almeno due Muse. musei Nei musei si va anche a cercare il corpo, il corpo fem­ minile, che in molti musei fa varie apparizioni nudo. Non è la stessa cosa che andare a vedere una o più donne spogliate, se ne vedono a vagonate. Gli artisti ­ si può cominciare a capirlo, adesso - non rappresen­ tavano delle donne spogliate, ma un'idea del corpo che gli era direttamente suggerita dalla presenza di corpi coperti d'abiti - abiti fatti per annunciare, signi­ ficare e far desiderare il nudo. Per questo, il corpo as­ solutamente nudo del museo resta un mistero (lo è molto più oggi di ieri, sarà un enigma da impazzire domani) : il paragone non c'è, ci sono le donne - ve­ stite e spogliate - ma non c'è il corpo; resta la soffe­ renza della carne, il male e la miseria della vita, ma per accendere di una superiore fiamma questo muc­ chietto di carboni l'illusione del corpo era il punto di fuoco necessario, e il corpo nudo del museo racconta la favola del corpo che c'era, che abitava tra noi «pie­ BC no di grazia e di verità» e spariva per ritornare. museruola La museruola del mondo è pronta, appena messi i piedi giù dal letto al mattino. VA musica C'è da avere quasi la certezza che tutto quel che di lu­ minoso è stato trasmesso per mezzo della musica è or207

mai adoperato dalle Tenebre per fini di sconvolgimen­ to mentale e di frangitura delle ossa del pensiero. TAL Sopratutto sono da temere (ma chi li ferma più?) cer­ ti travolgenti conduttori d'anime per mezzo del ritmo musicale inferiore, dell'urlo senza il dolore, del gemi­ to senza la passione, del rantolo senza l'agonia, porta­ ti a un incalcolabile grado di potenza scardinante, di violenza estinguitrice dell'umano, del superiore, della poesia, da impianti di diffusione sonora che gli sono messi a disposizione dagli spiriti tenebrosi; e questi autentici pervertiti-pervertitori riempiono stadi im­ mensi, colossali Palazzi dello Sport, e carpiscono il culto esplosivo - che il Basso adora - di immense fol­ TAL le senza frontiera di giovanissimi cretini. Mussolini Era lo specialista del quadrante delle Ore Storiche, non la finiva più, un'ossessione, ma dubito che di sto­ ria, e di Italia moderna, ne capisse qualcosa. Veniva dal socialismo, una pessima scuola di pensiero ! CI

Ne ho riascoltate alcune, delle prediche mussolinia­ ne, nei dischi, e passata l'ebbrezza la loro nudità di bottiglia scolata è di una deprimente tristezza. L'Uo­ mo del Destino parlava in quel modo, con quell' ac­ cento? Dev' essermi proprio indiffe rente, perché non riesco a stuzzicarmi con qualche originale congettura su come e perché abbia incarnato, in quegli anni ab­ bagliati, qualcosa, e un popolo addirittura. CI mutande Il Buddha e San Francesco certamente approverebbe­ ro se dei veri uccelli canori o dei piccoli rapaci not­ turni trovassero rifugio e nido dentro le nostre mu­ tande. QM

N Napoleone

Ma poi, chi fosse, sapremo ? La rifratta Ombra appiedata, silhouette Lontanante col celebre profilo, Di una luce infangata dolorosa È il feto abbandonato. Rnvine Di tempio e templi, bicchiere per una rosa Pose passando l 'ora

DIST

nascita Il senso della morte (se la morte non è puro non-sen­ so) è tutto lì, nell'essere nascita. ISCR Natale Non regalate niente ai bambini per Natale, né mai. Di male gliene fate già abbastanza così. CFL natura La Natura è come la conseguenza di un atto: incom­ prensibile e raccapricciante. C'è soltanto da perdere, es a non volerla servire.

Il profeta Mol).ammad, trovando il suo gatto addor­ mentato sulla manica del suo vestito, taglia la manica per non svegliarlo. Quando il potere assoluto dell'uo­ mo si rompe per un momento, tutto l'universo respi­ ra di sollievo. Il Profeta dava anche questa lezione 209

ecologica: «Il Muslim che pianta un albero perché ab­ biano çibo uomini, uccelli e bestie, fa in quel momen­ to carità a se stesso» . Non ci sono né servi né signori, nella Natura, c'è un circolo. Il distruttore dell' albero lo rompe. es

nausea La nausea di stomaco è utile perché svoglia di vivere: chi non ha voglia di mangiare non ha più voglia di vi­ �re. W nave Su qualunque nave s ' imbarchi, l ' uomo s ' imbarca sempre sulla Nave della Follia. VA nazioni Era scritto che le nazioni predestinate non potessero avere vita che per pochissimo tempo, vera creazione, vera storia, e non essendoci altro al mondo di signifi­ cativo tutto il destino umano tra le due buie voragini sta in un arco di chiaroscuro limitatissimo. Non illu­ diamoci che ci sarà altro: l'arco è compiuto, e anche l' Italia ha vissuto. Esisteremo come grovigli cellulari intelligenti, ancora espianti qualcosa, ma senza più storia, a poco a poco neppure memorie. Una finestra illuminata, una zuppa profumata, un colpo di tosse in un vicolo m 'incandelano già di ricordo, sono lettere VI di lontano. necessità Necessità è una vuota parola e niente di quel che pa­ tiremo domani è cominciato soltanto ieri. es necrofilo Un necrofilo moderato può accontentarsi benissimo del letto di una donna molto frigida. se 210

Némesis Ignorare Némesis

è

la più grande, la più terribile del­

le ignoranze umane.

È

una base della mente, che al­

trimenti ne resta priva. Nessuno ascolta i suoi inces­ santi avvertimenti. Una Hiroshima che si svegliata, il mattino del

è

appena

6 agosto .

VA

nessuno Nessuno

è

conosciuto da nessuno, nessuno lo

stesso.

è

da se ISCR

nichilismo Tutti, indistintamente, i movimenti e i partiti della storia contemporanea che sono nemici del genere umano, i più spietati nella sopraffazione e nella disintegrazione nichilista e rivoluzionaria, non sopportano neppure di essere considerati normali avversari. Sbavano subito di rabbia. Guai a considerarli nemici. Sono re forze sane.

È uno

oppositori oppu­ il nichili­

dei segni da cui riconoscere

smo, uno degli avvertimenti di estremo pericolo.

QM

niente Notevole

è

stato lo sforzo delle generazioni per essere

figlie del Niente , del Nessuno - e quando sarà termi­ nato? Nella paternità del Niente non ci sono sostegni: l ' infinito della caduta

è letterale;

lo si legge nei visi or­

fani in movimento , libro della paura. . .

OM

nobili Non per tutti, solo per i nobili, per divertirgli un po­ co la pena, scrivo . I nobili del dolore, del pensiero, della malattia, della fragilità, di cui sento le mani den­ tro le mie tremare.

VI

noia La noia

è

sempre esattissima.

AQ

21 1

L'arte di non annoiarsi in una camera d'albergo è im­ portantissima, per chi viaggia come me: posso dire di possederla. Mi annoierei se avessi qui una donna, per lo sforzo di scambiare parole; poter stare lungamen­ te, anche giorni interi, in silenzio, è un piacere tale VI che annulla qualsiasi noia. nome Non dite a nessuno il vostro nome, se non siete certi che non sarà usato per farvi del male, certezza che si può avere soltanto rivelandolo a un provato sordo, al buio, perché non rubi il segreto del vostro nome al AQ movimento imprudente delle vostre labbra. nostalgia L'umanità, quando non è orrida, è schifosa. E soltan­ to la schifosa, dove c'è un illuminato, conosce il den­ te della nostalgia, e la nostalgia dell'orrido è il suo li­ quore tonico in mezzo alle sciagure. GIOV Nostradamus Dal l557 circolano le Centurie di Nostradamus, in cui una barbuta Sibilla cristiana ha sigillato in un docu­ mento cifrato le catastrofi finali del secondo millen­ nio post Christum, quelle in cui siamo da un pezzo entrati, e decifrare Nostradamus non è sollazzevole . . . Giustamente, mai come in questi anni i suoi oracoli hanno avuto tanta fortuna e tanti interpreti! Vale la pena di spenderei fatica ... ! Ci sforziamo di esorcizzar­ li, non ne parlano né papi né presidenti ( nefas? ) ma i nostri deliri temporali formicolano tutti là dentro, nelle dieci Centurie, riempiono il loro cifrato contor­ to impressionante annuncio... CI

La sua quasi imprendibile oscurità oracolare fa spes­ sissimo girare a vuoto le nostre interpretazioni, in special modo quando si tratta, nel groviglio di visioni 21 2

da cui emerge la storia anticipata del nostro secolo, di separare quel che è ormai alle spalle (sollievo) da quel che smania di cascarci addosso, tra oggi e doma­ ni. A volte impastato di opacità, a volte, sotto un veli­ no dissipabile filologicamente con facilità, preciso co­ CI me una fucilata. noHe

Senti la notte, anima, che geme Il seme delle anime future

DIST

La notte è una sostanza metafisica, rivestita di buio fi­ SICO .

VA

All'inizio della Notte, Parini ha un'intuizione perfetta della realtà notturna, non privazione di luce ma altro, che sottomette la restante luce naturale (e quanto più l'artificiale) al suo dominio. se Perché si dorme, o si dovrebbe dormire, di notte? Per non vederla. Ci chiudiamo, ogni animale, nel sonno, perché sulla terra passa qualcosa di male, il notturno male, la notte. L'uomo insonne ha pensieri tetri, per­ ché ha la notte incollata alle palpebre, che si sforzano inutilmente di precludergli le fessure da cui l'anima contempla il giorno; se la notte vince, l'uomo sarà in VA preda a forze che non può dominare. Non rallegriamoci troppo della nostra capacità di estromettere il buio della notte per mezzo di un' e­ norme, impressionante rete d'illuminazione artificia­ le, dalle piazze ai sotterranei, dai grandi teatri alle più vischiose latrine, dove abbiamo paura di sostare se l'interruttore, ancor più della serratura, non funzio­ na: aver tolto il buio (e in questo non illuminato mo­ do) non ha cancellato la notte. VA Non importa sapere . . . Quel che importa, quel che fa 213

vivere, è che non perdiamo questa angelica trepida­ zione, �l bisogno, la voglia di sapere a che punto sia o IS quando finirà la notte o che cosa significhi notte. novità La novità è che i violenti sono sempre più numerosi e terrificanti e sembrano avanzare su un oscuro e serra­ to fronte come una falange macedone dai capi invisi­ bili e tendono a calpestare tutto quel che è fragile e

passivo.

CFL

nucleare L'energia nucleare è cartina di tornasole. Rivela l'uo­ mo pubblico meglio di ogni altra cosa. Chiunque non gli si opponga è un pubblico nemico. BC nudisti Se un angelo si trovi a sfarfallare sopra una spiaggia nudista sentirà subito odore di religione; si ferma a contemplare intenerito quell'umanità che saltella in­ vocando Amon-Ra e l'innocenza perduta dell'Eden, mentre nelle fabbriche di mutande , alla Borsa del reggiseno serpeggia il panico. MU nudità

Perché ci svesti, crimine d 'amore ? Potenze così, a noi fragili, tremende, Di nudità dell'anima perché istruire ?

DIST

nulla Il nulla è il principio del reale, lo spazio ignoto, il dila­ tarsi dell'assenza di Dio fino a diminuirne il disagio. CI nuovo Sotto un sole che invecchia, nihil novi, niente è mai realmente giovane; la novità, la giovinezza è piuttosto 21 4

Quel-che-non-è : le generazioni che appaiono

nuove

sono in realtà decrepite , tanto da essere incapaci di non ripetere gli stessi errori, incapaci di dir qualcosa che sia nuovo «sotto il sole » .

CI

nutrimento Tutto l ' immenso traffico di nutrimento nel mondo non porta nelle nostre bocche che la morte de li ' ani­ ma. La mano che

vi nutre finge di contentarsi di soldi

ma distruggervi l ' anima è il suo fine.

QM

(Q) obiettori Molti sono obiettori perché omosessuali. Molte don­ ne, invirilendosi, sono invece disposte ad arruolarsi anche per missioni armate . È uno dei disastri del Tampax. QM occhi

C'erano gli occhi di tutte le donne Con la fatica impressa, l'ammutolita delizia In quella vasca azzurra. . .

GIN

Morire, per gli occhi, non è spegnersi: è assetati di la­ QM crime restare asciutti. La scabrosa verità è che i due mondi, di cui il no­ stro è fatto, sono vicini, opposti ma vicinissimi, forse inseparabili, e quando appaiono sul mare umano occhi e gesti che chiamano non è facile distinguere subito il bene e il male, la verità e la menzogna. Do­ vremmo, per non sbagliare , dire di no sempre , a tutti quegli occhi che sembrano di un altro mondo? VA

- L'occhio di Dio ti vede ! E allora perché non piange? -

216

TS

Occidente "Occidente" è la parte di mondo in cui i morti sono qualcosa, hanno più diritti, contano di più, e influenza­ no più durevolmente i vivi. "Oriente" è l'insignificanza sostanziale dei vivi e dei morti, in solidale dissolvimen­ to pulviscolare e atomistico come condizione perma­ nente degli uni e degli altri. TI loro scontro in armi è tra morti che sono e morti che non sono. Dunque l'Occi­ dente sarà sempre, in qualsiasi forma di guerra, più QM forte dell'Oriente. Dall'Iliade a Saddam. odio Gigantesche montagne di Odio senza oggetto vagano sopra l' oceano umano. E tutto, nell'organizzazione sociale e nel sistema mentale che ha stravinto, è fatto in modo da esporre a questi blocchi vaganti le donne (e dopo di loro il bambino, il vecchio, l'animale, l'al­ bero) perché l'odio le privi di ogni riparo, le faccia a pezzi anche per mezzo dell'umiliazione. SI

Non è lo smog a perdere le città, a corroderle, ma l'o­ dio. È una soffocazione permanente, tutti contribui­ scono ad alimentarlo col loro alacre e fetido alito. Non c'è rimedio. Sono fiamme e non fumo ad arder­ ci in gola. PA Questa, dell'odio di sé come prodotto di una preva­ lenza della Tenebra, è la prima correzione dell'intel­ letto da fare, per non essere mentalmente irretiti dal­ l' occhio del male. CI odore È probabile che gli esseri umani si amino meno per­ ché si privano troppo dei loro odori. CFL

Perché tanti giovani emigrano, da case senza odori, con triplice bagno, in bidoni di rifiuti? Come ricono217

ancora il padre, la madre, se non hanno odore? Bambini senza traccia di sporco, nuvole di borotalco, ' non li tormentano segrete nostalgie fecali? Lavarsi troppo è mentire, non volersi come si è. Riconquistia­ molo, il nostro denso, musicale odore di iene ! VA scere

Olimpiadi Non conviene andare a nessuna Olimpiade. La com­ petizione rovina il carattere. CFL ombre Gli antichi collocavano in un punto determinato il re­ gno delle ombre, per essere sicuri di non incontrarle altrove. Ma il loro regno si estende molto, molto più lontano. VA ombrello Riportare a casa un ombrello che non si è aperto in viaggio significa: ho vagato per l'inferno, e non un at­ timo di respiro. PA ·

omicida L'omicida non è colpevole tanto di aver spento una vita (il poco che basta ai giudici umani) quanto di aver fermato un possibile viaggio di riscatto, di aver sfregiato il mistero di cui può essere portatrice la vitti­ ma, crimine di cui è certo scritta una pena molto gra­ VA ve, in codici tra noi inapplicabili. omosessualità L'omosessualità antica consentiva (favoriva) la guer­ ra; l' attuale è tutta radicalmente pacifista. Data la sua diffusione questo rafforza le posizioni pacifiste e il ri­ fiuto della guerra. Achille e Patroclo, David e Gionata svolazzano tutto il giorno per il gineceo, si scaldano il pollo del frigorifero. QM 218

onestà L'idea che un uomo possa proteggersi dalle aggres­ sioni naturali e umane con la sola difesa della sua onestà e mostrando ai denti del Caos mani che non hanno compiuto il male, non sembra delle più ragio­ nevoli; eppure è attiva, incoraggiando la sfida degli inermi e dei saggi al pericolo, in tutto il pensiero anti­ VA co, occidentale e orientale. onore Abbiamo interrogato cielo e terra, inutilmente , e adesso ci occupiamo principalmente di difendere, in cause lunghissime , già perse in partenza, il nostro AQ onore troppo oltraggiato. opere buone La vera natura delle opere buone è squisitamente an­ tropofagica. Si attaccano alla carne e ti divorano len­ SI tamente. opinione Essere tirchi di opinione, sforzarsi di ridurre a po­ che, e instancabilmente tormentate, sgradevoli e amare, quelle che si hanno, sparare sulle cose che assediano le nostre finestre per averne una dal fasti­ dio per il loro lamento, è la giusta regola morale e filantropica. es opposizione Una fatica essere opposizione, fare l'oppositore: infat­ ti, dove dovrebbe esserci l'opposizione, c'è una banda di sconcertati, prigionieri di due o tre idee, col chio­ do fisso delle elezioni e dell'infallibilità dei sondaggi. L'unica via chiara e aperta che gli è lasciata è di en­ trare, prima o poi, a far parte del governo. Potremmo arrivare a raddoppiare i ministeri. LR 21 9

ora Inventando il quadrante dell'orologio, ci siamo messi l'Ora (la Saa) , per sempre, davanti agli occhi. IS

Come dicevano gli antichi quadranti, l'ultima ora uc­ cide, le altre feriscono ( vulnerant omnes, ultima necat) : ma la lancetta che ha ucciso e subito dopo riprende a ferire per tornare di nuovo ad uccidere, dovrà conti­ nuare in eterno i suoi assassinii in serie senza che nes­ suno e nulla la fermi? Chi punirà, chi finalmente uc­ ciderà l'ultima? o oracoli Gli oracoli non sarebbero veri oracoli, senza una mi­ sura variabile di autentica disonestà, che è per loro come un paio di gambe, per camminare in mezzo agli uomini. Questo è forse l'unico filo che li accosta, a volte, alle nostre sfruttatrici e interessate manipolazio­ DL ni. Non saremo mai più astuti di loro. Orazio Fuggi Orazio, se sei di carne e se sei tutto anima. Ora­ zio è Limbo, né di là né di qua. Una chiave d'oro nel vuoto. Ha rarefatto tutto, è arrivato ai confini estremi del Verso. CFL

Orazio come casa e cena, amicizia e lavoro, rassegna­ zione e superamento, fedeltà integrale della parola tramandata al tepore mediano del corpo, allo stato normale del cuore. Eccolo fermo, cordiale, unico in questa lontana lingua che non può più morire. CFL Orazio non mi allie ta, in verità mi pietrifica. Quel suo vagabondaggio per il suk suburrano o esquilino anno­ tandosi il prezzo dei legumi e del farro è mirabile, ma mi fa sudare malinconia. . . Quel uespertinumque pererro /saepe f(ff'Um (il Foro del crepuscolo, invaso dai maghi, 220

dai teatrini, dai saltimbanchi, dalle frittelline, dai gela­ tai, dai cinici drogati, dai travestiti) e il rientro a casa, a un piatto di porri e ceci (Sat. sesta) contiene riserve di struggimenti e trafitture vesperali per molti secoli. QOH orecchio I nuovi rumori urbani sono una prova troppo dura per lui, l' orecchio è un albero fulminato, l' orecchio è es una finestra annerita.

C'è un altro fegato di alcolista, un altro polmone tut­ to ben verniciato di fumo in circolazione: è l'orecchio di chi trangugia quasi ininterrottamente e dappertut­ o to musica filodiffusa e registrata. organi Occorrono organi da trapiantare in chiese in rovina. TS orgoglio Ho l'orgoglio di appartenere a una cultura perdente, la non progressista, la non sperimentale , la non marxista, la sentimentale . . . credo nella ragione che non forgia utile, nelle emozioni, nel mistero, nei Fati, nelle Scritture . . . In cambio so di vederci chiaro. CFL Oriente Sempre i Romani ebbero dell'Oriente, che potevano crocifiggere ma non comprendere, una midollare pau­ ra: di là, e non dal Nord, sentivano venire la fine. Ecco il senso profondo di tanto tripudio per la vittoria su Cleopatra (Nunc est bibendum: una vipera col suo morso ha salvato Roma) , di tanto orrore per l'orientalismo e il dionisismo sfrenato di Antonio, dell'opposizione uni­ versale alle nozze di Tito con una regina d'Oriente, la ripudiata Berenice ... L'Oriente impedirebbe addirittu­ ra a Roma di nascere, se un ordine divino non impcr 22 1

nesse ad Enea di piantare subito Didone, che parla pu­ nico, m�rtale per le orecchie latine ! CI originalità Quel che costa più fatica è riscattare dal fiume bruta­ le degli uomini tutti uguali, l'originalità della propria anima. E mai tanto l'anima è riscattata, quanto meno sente la sua singolarità e solitudine e vede che è par­ te, poi tutto, cioè niente per sé medesima, niente per CFL gli altri, niente per ogni cosa creduta cosa. origine E se il mondo cominciasse soltanto adesso a dispiegare in tutta la sua estensione, il cui limite resterà sempre incalcolabile, la sua origine da un principio opposto es­ PA senzialmente al bene, da un principio del male? oro L'azzurro del cielo non è che illusione. La verità è il nero: ma la fuga dall'azzurro (dal n�ro) è la scoperta dell'oro, della luce. CFL oroscopo L'oroscopo personale vale essenzialmente per il pia­ cere che dà sentirsi, così nullissimi come siamo, in qualche modo inestricabilmente connessi a fenomeni grandiosi, a transiti di pianeti nel sole, e il percepirsi soggetti e frantumi di una storia al di là del famelico limite di una cronaca. E se fossero atti e pensieri uma­ ni a provocare cadute di meteoriti, dissoluzioni stella­ ri, buchi neri, comete? Se fosse stata la Rivoluzione PT Francese a fare uscire allo scoperto Nettuno? orribile Il mondo unificato dalla Tecnica e dal crimine è un mondo orribile anche in quel che ha di meno orribi­ QM le: è tutto orribile, è tutto perduto. . . 222

oscuro Ci sarà ancora un po' di poesia in questo nostro infer­ no? Allora, dovrà essere necessariamente

oscura

per

testimoniare, nella propria riservatezza, la necessaria ripugnanza al brutto , al disumano, ai decreti del Vin­ citore. Opporre al triviale il nascosto , al melmoso il fuggente . L' oscuro allontana il sospetto di contamina­ zione coll' utile, il pratico, il sociale e il contingente ,

è

il reale senza la vergogna e la sporcizia, la vita senza il peccato.

OM

ospedale Ospedale come Non Luogo . Più l ' Ospedale più perde connotati

si precisa

di luogo: e lì l'umanità è fatta na­

scere e fatta morire ( esclusa dai luoghi) , lì

è

aperta

scrutata giudicata idonea o no ad entrare-rientrare e a, definitivamente, morire. Resta

luogo

solo come luogo

d 'angoscia, accresciuta dall' inesorabile certezza che sol­ tanto lì puoi essere fatto ri-vivere e ti può essere ridotto o tolto il dolore (anche il più intollerabile) . Così l'ambi­ guità dell' Ospedale è estrema,

tra rifugio e terrore. QM

ospiti Molti ospiti, molta canaglia.

PT

ossa

Vita le ossa di atterrito sbattimi

DIST

ostetrici Quale ostetrico egizio, siberiano, tolteco o pellerossa avrebbe mai osato toccare una puerpera con mani fresche di contatto con un parente, uno sciacallo, un cane, un rospo, un topo morti? Solo l ' Ostetricia euro­ p e a d e l s e c o l o p i ù i l l u m i n a t o e p i ù raffi n a t o

( assassini ! gridava

Semmelweis agli ostetrici europei)

è stata capace di elevarsi a tanto.

SEM

223

ottimismo Peccato imperdonabile , vera bestemmia, vero anticri­ sto, l ' ottimismo ! Di fronte

al

CI

male della storia, la turpitudine mentale

da eliminare è l'ottimismo. Non permettere che l ' ot­ timista ( il politico come il teologico , il metafisica ) metta l ' occhio dove si consumano stragi in grovigli inestricabili, dove l ' empietà provoca lunarizzazioni quasi assolute del sentimento umano, e priva di refri­ gerio, e di voglia di riscatto , è la sofferenza.

o

L'ottimismo è come il CO, l ' ossido di carbonio : ucci­ de lasciando sui cadaveri un ' impronta di rosa.

se

ottusità L'ottusità universale può avere come causa materiale il fatto che siano pochi a svuotare in modo perfetto la vescica e l ' intestino . Questi residui tossici rendono opache le percezioni profonde, anche nei più intelli­ genti .

È

probabile che i residui fecali e di urea in­

fluenzino di più l ' emisfero destro che il sinistro , la­ sciando più campo all ' analisi

e

smorzando l ' intuizio­

ne. L'Anima vuole abitare in un tempio pulito .

Co­

stretta

QM

È

a

stare in un cesso si rivolta o si nasconde.

più facile accettare il crimine sporadico che l ' ottu­

sità permanente.

BC

pace Costruire una pace pone una perplessità tragica, da chirurgo che abbia sotto i ferri un pericoloso assassi­ no: - Se lo salvo, farà altre stragi. o

Il pensiero degli orrori che renderebbero possibile una pace perpetua universale con dominazione con­ corde della natura e collaborazione scientifica senza limiti e senza barriere nazionali e religiose, rende ac­ cettabile l ' idea della distruzione escatologica, della PT guerra assoluta tempestiva. padre Anche carogna, il padre assoluto

è

stato molto amato. VA

Si è sempre delusi del proprio padre. Della madre, molto meno. Perché questa parzialità? SI paesaggio Perdendo il paesaggio, non è solo il paesaggio che ab­ biamo perduto: è l'intero spazio poetabile che è spa­ CI rito dalla parola.

Oh paesaggi . . Il loro morire alla bellezza quasi mi an­ nienta. Abbasso gli occhi, cerco un punto fuori del mondo, perché tanta Manifestazione calpestata mi fa traballare il cuore. Oltre un certo limite, protestare .

225

non ha più senso: si può maledire la grandine, non il diluvio. Posso dire soltanto che quello che vedo è un OM

grande, inesplicato male.

Il paesaggio è una beatitudine che non conosceremo più, è qualcuno molto caro che all' improvviso ha avu­ to un sospiro ed è stato portato via tra i morti, e anco­ ra c ' è il suo nome sulla porta, le stanze vuote . Perché siamo così soli? Perché i paesaggi,

be, !es soirs bleus d 'été sono

morti?

OM

i fiori e l'er­ OM

paganesimo L'adorabile paganesimo, anche quando ha certezze, sottintende sempre un

se.

La sua superiorità su tutte

le certezze dogmatiche e sistematiche apparirà evi­ dente , a chi abbia fatto la scelta diffi c ile di un ' ango­ scia scettica contro una tranquillità oppressiva. Gran parte della bellezza interiore pagana, del suo sforzo nascosto, è il prodotto di una perfetta ambiguità me­ tafisica, che è l ' unica formula filosofale dell' indistrut­ tibilità, perché permette, anzi correttamente impone, la sopravvivenza illimitata di tutte le possibilità di cre­ dere e di tentare, di affermare e di negare. Ogni volta che siamo insieme certi e incerti della realtà delle Ombre, siamo pagani.

ISCR

Palestina Credo si possa dire: se Israele non ci fosse, non ci sa­ rebbe ugualmente una Palestina araba indipendente. La fame di costituirsi in Stato di ogni etnia è una delle più rognose eredità del secolo

XIX:

non va assoluta­

mente alimentata; l ' uomo di ragione la deve trattare come il bacillo della peste. I capi di ogni popolo senza terra vogliono diventare ministri: ma è uno scopo serio questo? Penso alla mirabile astuzia di Mosè: ebbe l' av­ vedutezza di morire prima di entrare in Canaan, gravi-

226

glio di grovigli, proprio per non diventare, da profeta di vagabondi, Primo Ministro di sedentari.

CFL

palpebre

Palpebre amiche della sciagura

DIST

pancia Commuove dire , sentire dire, nel parlare riparato e intimo,

pancia

( parola bellissima, erotica e palpitan­

te) e pigliame coscienza, allargare l ' idea di pancia a tutto, luogo profondo , luogo molle e perforabile (an­ che dal sentimento ) , a suo modo parlante, più vicino di tutto il resto alla verità della morte .

PT

pane

Chiaro e scuro di pena era quel pane Mangiato soli guardando la sera Mentre in catene la buia sfera Batte a vetri e persiane

DIST

papa Ah tre o quattro muggiti rauchi di Geremia sono ben più attuali ed efficaci di qualsiasi parola di papa! al­ meno sapessero , i papi, fare le citazioni giuste, ripete­ re al momento giusto poche, con gravità, parole di Scrittura, senza metterei del proprio ! Laconici, e im­ placabili. . .

CI

Forse il sacro ronza ancora, non più grosso di una mosca, intorno al luogo dove siede il papa. . .

VA

Ma cosa vuoi scemenza più o scemenza meno, tutti quelli che predicano qualcosa sono se orribilmente sclerotiche e vacue.

papa e

dicono co­

LFL

Paradiso Ci sono le angosce comuni, ci sono le speciali. . . Una

227

di queste è svegliarsi all'improvviso e alla domanda «Che ne sarà del Paradiso?» sentirsi cadenti e non tro­ vare più il bastone, avere dei dubbi tremendi su dove e come poggeranno i piedi. BC ll Paradiso, sommità di un pensatore-veggente in terza

rima, si è già perso, letto o no che sia, nel blocco di ghiaccio errante, una somma di perdite che messe in­ sieme formano qualcosa di più enigmatico dello stes­ so Paradiso: che ne sarà del linguaggio? non è già me­ dioevo il linguaggio? E le gambe? Paradiso è affe rma·· zione di una certezza di linguaggio. Il Paradiso c ' è , posso, dicendo, farmi capire. M a i l Paradiso è perdu­ to, e io non posso farmi capire. CFL paralitico Quel che vediamo è un mondo pietrificato: il mondo contemporaneo è un gigantesco paralitico, che non invoca il taumaturgo perché s'illude di stare corren­ do, mentre è soltanto spinto, fatto rotolare a calci ver­ so la voragine. se Parigi Parigi è spiritualmente non caotica, negazione di Caos: le linee mentali che la percorrono sono anche oggi identificabili, hanno un modo di precisarsi, così che, sebbene non visibili, le vedi. SI parlamento Il parlamento italiano ha un solo potere vero, ma terribile: quello di disfare governi uno dopo l' altro (cinquanta in meno di mezzo secolo) , e a sua volta il governo ha un solo potere vero, ma terrificante: quello di angariare la gente con un fisco spietato e persecutore, che porta i sacchi della refurtiva a un Tesoro bucato, che rovescia quasi tutto nella gola 228

spalancata delle regioni dominate da usurai e da assass1n1. CI parlare Messo a confronto col silenzio del cielo, galassie, esplo­ sioni stellari, vortici gassosi, contrazioni e trasmutazio­ ni ininterrotte di materia che brilla e si oscura, distan­ ze ai nostri sensi cieche, il parlare umano comune è su­ VA bito incomprensibile, per la sua assurdità. parola

Ma l'intrepida bocca remigante Tra le viscere del Soffrire accendimi Ancora, la voce mormora morente, Parola

GIN

In che cosa t'immagini possa nascondersi l'anima del­ le cose, fuorché nelle combinazioni enigmatiche, nel­ le forzature di senso che fanno stupire e ridere, delle CFL parole? Quando qualcuno mi parla penso a voi, parole, al vo­ stro desiderio di abitare in gole di incurabili sordo­ VA muti senza scrittura. L'arte suprema della parola è di illuminare senza farsi troppo capire, ma la sua possibilità di essere accolta dipende dalla tenebrosa operazione che, in vista della pubblicazione, la piega alla generale, disperata, im­ monda voglia di capire, cioè di ricevere una parola che non illumina. es Un breve insieme di parole con su impresso un sigillo arcano, di parole viventi, che respirano, non è cosmo, sistema planetario? Non è tutto il finito, tutto l'abis­ TAL so? Nell'aria si agitano parole in quantità spaventosa, e tut229

te sono parole di spavento, che aggrediscono l'uomo, che ci disgregano: mescolate tra loro ci sono anche pa­ role dei salmi, imprigionate in quella folla di suoni omicidi come il Cristo portacroce di Bosch, emananti nell'incivile buio la luce invisibile delle stelle moribon­ de, questo tragico grido lontano che l'Astrofisica mette brutalmente nei suoi calcoli come se di una bambina che sta cadendo da un balcone fosse decisivo calcolare OM la durata e la velocità del tragitto. Ah come annusa felice l ' aria la nostra brutalità di

monchi e di deboli spaventati, quando sente odore di qualche parola scesa apposta dall'alto, a fargli da rin­ calzo ortopedico e da anestetico della coscienza in­ DL quieta! C'è da tremare pensando che tutto il patrimonio af­ fettivo, fuori della caverna della nascita, che si pro­ lunga nella casa paterna, tutta la garza di rapporti umani che protegge questa ferita con le labbra perpe­ · tuamente aperte che è la solitudine individuale, la nostra pallida Psiche esposta a tutte le infezioni, è ap­ pena una secrezione, una creazione, un'irradiazione e un' illusione della parola. CFL

Verba volant. . Ma più volano parole, meno volano uc­ celli. o .

Dobbiamo avere scorte di parole non labili, antiche e moderne, per fulmineamente applicarle, con stra­ bismo infallibile, nei punti inconsueti, nei luoghi improprii, dove c'è più fame e meno speranza di lo­ es ro. Le parole aiutano, purché poco chiare.

TS

Qualche parola sfuggirà sicuramente alla distruzio­ ne. Saranno sparse sulla deserta coltrice neutronica ( «D ' in su la vetta della torre antica» . . . «Era già l' ora 230

che volge il disio » . . . «Volterommi solo al principa­ to » . . . «Una giovine donna di Tolosa» . . . «Non si vede­ va, n elle c am pagn e d ' intorn o , muoversi un ramo d ' albero » . . . ) e un angelo con una paletta d ' oro le andrà raccogliendo ad una ad una, e le porterà fino al Tron o «che è tra cielo e terra» , e le deporrà ai suoi piedi.

VI

parricida

Pfff essf!re io morto all 'Assoluto Vivo come un innato parricida

DIST

partiti Bisogna volere che i partiti siano mortali. Non soltan­ to augurarselo , ma regolare le leggi come un pendolo d 'Inquisizione che uccide, perché i partiti finiscano, ogni dieci anni, di vivere .

VA

Indagare i partiti italiani è come visitare i sotterranei dei Cappuccini. Di vivo c ' è ben poco. Potere che vie­ ne dai morti. Temibile ma

di ombre.

Il migliore uomo di partito è quello che sacrifica

pre,

QM

sem­

per una disponibilità assoluta, l ' interesse del par­

tito alla felicità e alla libertà pubblica. Ma un uomo si­ mile è ancora

un uomo di partito?

Somiglia piuttosto al­

l ' uomo per il quale sta scritto il primo versetto del li­ bro dei Salmi.

VA

passanti Certe poesie, come quella della Passante di Baudelai­ re , e la sua geniale imitazione campaniana, le vivia­ mo, le abbiamo vissute anche senza conoscerle, o pri­ ma di incontrarle. Credo di essere stato un grandissi­ mo amante di passanti sconosciute, e di ri-passanti at­

La douceur qui fascine et le plaisir qui tue e Il cuore or la segue

tese con trepidazione al passaggio, e versi come

23 1

per una via infinita quasi mi sembrano frutto di miei visceri lontani. PA passione Il linguaggio grandissimo della passione è soltanto il linguaggio della passione infelice. CFL

Tutto l' amore passionale successivo alla Rivoluzione mai ne ebbe un sentimento simile il XVIII - è "perdi­ ta dell' amore" per sventure che soprawengono im­ mancabilmente, per morte ineluttabile ( «la fredda morte ed una tomba ignuda» : pittura geometrica stile Rivoluzione, Morte di Marat di David, Blake . . . ) , è un diluviare di catastrofi, fino alle ostinate e miti carica­ ture monotone della sua perdita e fuga nel tango ar­ gentino e nella canzone europea (l'americana non è centrata sull'amore perduto: là non è sbarcato l'Ot­ tantanove invisibile ! ) che nello spasimo del ritmo me­ lodico ne tramanderanno il sussulto: e il periodo, for­ se troppo corto, tutto l'arco, delle deliziose angoscie della patria perduta e dell'amore perduto li ricorde­ remo, li stiamo ricordando, come la grande parabola meteorica della passione d'amore e dell'amore di pa­ tria imperturbabilmente infelici. CI patente La patente di guida dovrebbe essere la concessione diffi c ile di una giuria esasperante, composta di vitti­ me della circolazione stradale ruzzolate in paralisi e cicatrici, di mortalmente investiti rappresentati dai lo­ ro fedeli medium, di filosofi imperturbabili, di un in­ gegnere espulso dalla fabbrica per aver pianto davan­ ti a una catena di montaggio, di un awocato dell' Os­ DL sigeno, di un cavallo e di un cane. patria Gli storici usano patria parlando dell'Italia finché il tem232

po esaminato sta fra il 1815 e il 1918; a un giornalista d'oggi può suggerire soltanto sottolineature ironiche; i AI politici hanno finito per logorare a morte il paese. Sento il terribile vuoto di una nazione in cui non ci sono capi nutriti dell'illusione che l'inesistente patria italiana ci sia e perciò capaci di difendere in modo probo e duro il suo popolo e la sua indipendenza. CFL A parte l'indubbia ubicazione peninsulare della mag­ gior parte della gente che parla italiano, l'Italia come idea spirituale non corrisponde a nessun ventre misti­ co di patria (peculiarità ispanica; neppure la Francia è ventre) e quel poco che s'era messo insieme di senti­ mento sacrale del suolo, di un suolo orlato da termini da considerare inviolabili, con fatica, con morti, è sta­ to travolto dall'abbiezione mussoliniana, dal vilipendio dell'abbraccio fascista. AI Più si formano patrie, più si dissolve la patria.

QM

patrioHismo Il patriottismo antico non era segnato dall'angoscia, il moderno ha cessato di vivere, allorché l'angoscia lo CI ha visitato un po' meno. paHumiere Un vecchio amico andato a vivere in Sardegna mi scrive che ama Londra e Parigi e che ci ritorna per­ ché, là, trova qualcosa di vitale: delle vere pattumiere. «Quel che mi manca a Sassari non è il teatro o il mu­ seo: è la pattumiera. » PT paura Le paure, interne e innate nell'uomo, sono molto più forti dei pericoli, e i più pesanti sforzi per vincerne qualcuna, di rado riescono. es 233

n ragno che fa la sua tela, la formica che sposta il suo grano,, lo scarabeo che rotola le sue uova, l 'uomo che lavora per sé e per gli altri e fatica e fatica, l ' albero che si sforza di far foglie e frutti, questo enorme, stermina­ to estenuarsi per quel che esisterà, mentre la terra è attraversata da gran brividi e s ' alza e s 'abbassa e dolo­ ra e scivola sul più molle dei suoi strati per il peso dei ghiacci e mutano i climi e i caratteri degli esseri viven­ ti, le vecchie genti che la popolano sono distrutte e ne sorgono altre senza fine, e tutto questo in un punto solo di ciò che è sotto il sole, che è soltanto uno degli infiniti possibili soli viventi , tutto questo non deve riempirei di umano spavento, ma di orrore divino e di sublime pace. Tuttavia, eccoci a sferrarci colpi su colpi in queste nostre mutevoli e caduche foreste di pietra, eccoci semimorti per la paura che un amore finisca, che un figlio non nasca, che la nostra voce s 'arrochi­ sca, che la nostra mano tremoli, che il nostro membro non fori, che la nostra bocca non assaggi una volta quel che più le piace, che la nostra tomba sia in un punto a noi sgradito del paesaggio del pianeta.

CFL

Le paure infantili sono sempre accompagnate da una specie di felicità.

AQ

pa:zien:za L' amore è una lunga, lunga pazienza. Gli amorosi falliti sono degli impazie n ti . La donna capisce chi ha pazienza, cioè chi la vuole di più. Come l ' anti­ quario capisce chi vuole veramente il vaso cinese e sa quel che può azzardarsi a chiedere al primo col­ po.

CFL

pano Il pazzo ha rotto la tenebra dell' esistenza

normale,

ma

nello squarcio ha fatto irruzione un ' altra tenebra, più vasta e generica, quella dell' oceano

234

circumvagus

del-

l ' oscurità che cinge piena di fiamme la stella della vi­ ta: la sua faccia ha un ' impronta di al di là, però oscu­ ro , impenetrabile alla luce. (La nuova psichiatria non volendo riconoscere il mistero dell ' essere uman o , n o n può c h e negare l a malattia mentale, che è parte di quel mistero; alla fine saranno i pazzi ad aprire gli occhi ai ciechi, guidandoli in fondo al proprio buio: vedi, questo è buio, toccalo ) .

VI

peggio Temevamo

È venuto.

il

peggio TS

pelle Le stanze si riempiono di lembi di pelle arsa caduta: è l ' amore che ogni giorno disfacendosi ci informa che presto l ' unica epidermide contro la solitudine che si awen ta sarà il ricordo . Ma per quante coppie i pavi­ menti restano puliti e nudi, perché non hanno mai avuto un amore vivo da cui potesse un giorno cadere qualcosa di morto !

se

pena di morte Il capitolo ventotto di Beccaria è di una bellezza e di una profondità irresistibili; non posso scrivere e pen­ sare niente su questo argomento senza che poche di quelle perfette parole non lo strappino e non mi co­ stringano a ripensare tutto. Questo atleta del secolo XVIII, malato di nervi, aveva la statura per opporsi, ol­ tre che ai giuristi dell'Ancien Régime, ai codici sacri nei loro punti cruenti, e non c ' è oracolo greco, cuma­ no, babilonese , sanscrito , mosaico, che la sua tormen­ tata scrittura italiana, manzoniana prima che Giulia partorisse, non sia in grado in materia penale di con­ trastare e di superare. Se non riesco ad accettare fino in fondo la sua tesi è perché annodo altre ombre e

al-

235

tre esperienze ai suoi chiaroscuri, e per aver visto cre­ scere troppo, in questi anni, in questi pochi metri di Stato, e nelle nazioni vicine, e altrove, le vittime della violenza, liquefarsi la realtà tremenda della colpa pro­ prio mentre il male aumenta, e questo ridà forza agli antichi oracoli e precetti, costringe ad armarsi di du­ rezza mentale chi non vuole essere disumano e, senza rinnegare l'immenso valore di un libretto di filosofia, a essergli infedele per lo stesso amore di verità e di giustizia. Del resto, Beccaria non propone l'abolizio­ ne completa che per i tempi tranquilli, e questo non è il caso del nostro. Ma un abolizionista e un conserva­ tore della pena capitale avranno sempre un'idea diffe­ rente della tranquillità di un'epoca. es Gli atti di vera giustizia, di applicazione giusta e ne­ cessaria della pena capitale, senza crudeltà e senza er­ rore, sono sempre stati pochi. Tuttavia non posso rin­ negarla, in principio e in fatto. All'abolizionista rico­ nosco un unico argomento veramente schiacciante: la perfidia e la fallibilità dei giudizi. Questo fa pensare e arretrare; questo ci può coprire tutti di vergogna sem­ pre; chi ha l'occhio fisso all'errore possibile e non ve­ de nient'altro, ha una buona ragione per essere con­ tro la pena. es

È l'immoralità di sottrarsi al dovere di dare legittima­ mente la morte a perdere la Società, perché è da que­ sto guasto segreto che si genera il disordine visibile, la richiesta irresistibile di punizione cruenta che conta­ gia l'albero dalla cima alle radici. se Strisciamo sulla crosta labile di un mondo tragico: ne­ gando la retribuzione del male fatto, ci comportiamo come se quel male contasse poco, addirittura come se non fosse stato compiuto, e infatti a molti giuristi e criminologi d'oggi il senso del male, del crimine co236

me male compiuto , manca quasi completamente.

In

realtà solo considerando con leggerezza e disattenzio­ ne,

ignorando le vittime,

i più gravi atti criminali, si può

mantenere intatta la propria fede abolizionista. Eppu­ re la colpa non arbitraria, non artificiosamente creata da un malvagio sistema di potere, la colpa comprova­ ta dalla distruzione awenuta di esseri umani, dai lutti spruzzati, uscita da una precisa volontà di nuocere e di straziare,

deve essere riconosciuta,

o ci dissolviamo in

una cadaverica irresponsabilità morale e perdiamo l ' energia necessaria a resistere, come nazioni, alle for­ ze della morte .

es

La pena di morte è mantenuta viva negli USA perché là è così importante il cittadino-vittima da rendere giu­ sta la soppressione del suo assassino, che è cittadino come lui, ma diminuito di quanto gli vien sottratto di cittadinanza dalla o dalle sue vittime. All' estremo op­ posto è mantenuta in Cina e in Russia dove il cittadi­ no conta

pochissimo:

non si vuole vendicarne come vit­

tima nessuno, ma togliere di mezzo un individuo peri­ coloso. L'Europa Occidentale è abolizionista perché sono parificati ideologicamente assassino e vittima, con prevalenza di riguardi per l'assassino perché è vi­ vo, mentre la vittima è un cadavere. La considerazione per

il

cittadino tiene a metà ( come assassino e vittima)

nella considerazione filosofica ( che si riflette nella giurisdizione) .

QM

Una donna non può condannare a morte , neanche come giurato . Un carico da cui le.

è

necessario sollevar­ CFL

pene Una sentenza medievale propugna i diritti del pene:

Quod turget, urget,

e li uguaglia severamente a quelli

dell ' ascesso e del foruncolo.

se

23 7

Nessuna donna circola volentieri sola per le strade notturne, ma ancora si arrischia a p ercorrerle in com­ pagnia di un uomo, sia pure armato di solo pene .

VA

penombra L'origine di

penombra

è

paene umbra,

quasi-ombra, fu­

sione di Yang e di Yin in cui sembra prevalere Yin, su cui nell' usarlo non si riflette: la maggior parte delle parole sono adoperate awentatamente . Nel parlato la penombra è quasi scomparsa, perché non è tollerata dal linguaggio tecnico e perché è cessata la figura im­ mersa nella scoloritezza, mistero banale eppure già da brivido, l ' indeterminato ambientale in cui la collo­ cavamo.

PA

pensiero Solo il pensiero libera; l ' azione sgombra da certi im­ pacci e ne mette altri al posto di quelli.

CFL

Come specchio della mutevole irrealtà fenomenica il pensiero scientifico non può fornire che un ' immagi­ ne completamente falsa delle cose.

È

nel verificabile

la radice dell 'errore, nello sperimentabile l' illusione, nella prova raggiungibile e sventolata il sorriso che mente delle potenze oscure.

QM

Mi domando se valga la pena ancora di cercare di pensarlo, un mondo così sconcio , decomposto e inaf­ ferrabile, di cercare di aiutare a pensare , con quel che si

è appreso, degli esseri in cui il rifiuto del pen­

siero (e della libertà che gli è connaturata) si va profi­ lando assoluto . I pensieri non miei lo diventano : esiste la pensiero?

CI

proprietà nel CFL

perdizione In Dio non c ' è nessuna salvezza, perché non c ' è nes-

238

suna perdizione. C ' è solo l ' apparenza della perdizio­ ne.

cc

persecutori La mania di essere perseguitati da un organ o , dai propri visceri, dai propri nervi, dalle vertebre , dalle giunture , dalle vene, dalla pelle, dal peso è costante e universale. I persecutori veri, la Vita, il Tempo, non sono mai citati.

se

pesci Tutta la vita vegetale e animale del fiume lottava con­ tro il veleno , che penetrava dappertutto in quantità mortali, e i pesci soccombevano senza capire perché non fosse un pesce più grosso a farli morire, o uno scimunito armato di lenza a pigliarli all ' amo.

AQ

peste La peste chimica combinata con la radioattiva ci re­ stituirà i grandi paesaggi umani della fine del Me­ dioevo , le moltitudini di storpi e di ciechi, il loro brulicare intorno alle chiese, le impressionan ti pia­ ghe dermatologich e , che hanno fatto la meraviglia della pittura, il nerbo della poesia, la forza della reli­ gione, la bellezza dei borghi e casuale - sempre sica­ ria - la salute del corp o . Purché non nascondano tutto in lazzare tti sotterranei, in lager immensi, mu­ rati , !asciandone fuori soltanto i possessori di un cer­ tificato , aggiornato settimanalmente, di buona salu­

�!

M

petrolio Da un pezzo ci sta chiamando dai pozzi e dai tubi, co­ me una sirena assassina, dopo che il Carbone gli ha detto:

«È

il tuo turno adesso » . Ma tutto l ' Inorganico è

in movimento dietro all ' enorme testa d ' ariete sfonda-

239

trice del Petrolio, per risucchiare nella tenebra la vita organica in cui è dispersa e si dispera e patisce indici­ bilmente la Luce. o Il rapporto tra il petrolio del sottosuolo e l'incendio delle anime non è da trascurare; il petrolio è una ma­ VA ledizione assoluta, e il mondo è petrolizzato. piaceri Fatto un lunghissimo elenco dei Piaceri e dei Dolori, scoprivo che i piaceri erano più numerosi ma più de­ boli dei dolori. Quando un piacere si rafforza, si tra­ sforma in dolore. se

Quando si parla di uomini pubblici, di uomini di Sta­ to, non bisogna negargli una certa misura di piaceri privati, perché il bene pubblico anche da questi è fat­ to e dipende. se Nessuna miseria della vita ordinaria può toglierei il piacere di ricordare gli uomini straordinari che sono passati, col fine misterioso di salvare qualcosa che me­ ritava di essere salvato. VA piaga Curare la piaga senza curarsi dell'essere umano piaga­ to è una necessità, perché Dio volta la sua faccia, e co­ sì fa il medico, quel piagato dolorante è troppo brutto, è un mostro... QM pianto Col riso la folla esprime il suo turbamento inconscio, col pianto il solitario imprime il suo attaccamento. VA piazze Piazze crudeli, per stivali enormi, per trepidazioni e ululati di stregati, per invasioni di automi, per corse 240

di appestati, per indottrinamento di dannati, piazze LG che stritolano, piazze-che-amano-la-morte... piedi I piedi sanno sempre dove andare, mentre la testa è VA tormentata dall'irresolutezza.

Chi è a piedi, solo, di notte, in mezzo agli automi a ruote coi fari incendiati, le sirene della polizia e dei soccorsi, anche senza nemici, stregoneria o pazzia, ha la sensazione paurosa della persecuzione e dell'accer­ chiamento. CFL piemontese Niente di più piemontese, su Napoleone, che questo tratto dei Ricordi di Massimo d'Azeglio (vol. l, Barbera 1 898) : «Accaduta la rotta di Waterloo e messo final­ mente il gran disturbatore del mondo a Sant'Elena . (ll piemontese ha orrore di chi disturba, lo mette a p� sto, finalmente, a Sant'Elena, in qualche relegazione per­ fetta, senza ritorno) . QM . .

»

La provincia piemontese ilare non è mai stata: ti figu­ ri Aosta, Novara, Alessandria? Già Vercelli, a parago­ ne di Novara, è un'ilarità: Novara t'incassa nello zinco AI piombato, provare di sera. pietà

Da gola rotta esce la pietà E scruta la macerie fulminate Della luce negli occhi delicati E il suo tonnento tra le mani cieche

DIST

Da quando, in questo secolo, l'estrema civilizzazione e l'estrema barbarie si sono toccate e il predominio della barbarie ha avuto inizio, era inevitabile che riaf­ fiorasse, dalle profondità incoscienti come dalle co­ scienze più lucide, l'antica idea filosofica e gnostica 241

di una perdizione originaria della materia, da com­ battere e da riscattare astenendo&i dal propagare nel­ la carne la vita e il dolore del mondo. Si arriva a que­ s to anche senza n e ssuna filosofia: è suffi c i e n te l a pietà.

QM

pietra Forse tutto, anche la pietra, non è che carne.

SI

Pietroburgo «Attenzione, prego . La linea per Pietroburgo

è

rotta a Chivasso. Dico: a Chivasso . »

inter­

ISG

pioggia

Stavo all'agguato di ogni creatura E penetravo nel suo vorticare Tra fini piogge d 'anime segrete

DIST

piombo Tracce di inquinamento da piombo in campioni di ghiaccio prelevati in Groenlandia fino a circa 3 km di profondità. L' esame degli iso topi ha provato la loro provenienza dall e miniere della Spagna del Sud sfrutta­ te prima dai Punici poi dai Romani.

(Le

condutture in

piombo furono la catastrofe di Roma) . ll piombo aveva indebolito e rincretinito i Romani awelenandoli per ge­ nerazioni. Tra

1 50 a.C. e 50 d.C. la maggior parte del

piombo veniva a Roma dalle miniere di Rio Tinto.

QM

pipistrello L'iconologia diabolica se n ' è impadronita perché il pipistrello è sottosuolo e aria insieme,

te,

sottosuolo volan­

compare in ore magiche crepuscolari , come venis­

se a spiare il mondo di sopra per riferirne a quello di sotto , ha le ali ma non è angelico, sempre ebbe desti­ no sfortunato.

242

VI

pistola

Visitatrice trai la tua pistola Spara allo specchio che ti dà dolore

DIST

piHura cristiana San Domenico che spenna vivo il passero che distur­ bava la sua predica agli eretici: bell' immagine per pit­ tura cristiana.

CFL

plastica Il rischio che si corre a implasticare orribilmente tut­ to è necessario per mantenere più o meno prospera un ' industria di spavento , che però distribuisce abba­ stanza denaro perché , chi con la plastica rischia il cancro o l ' incontro con i gas mortali in un incendio, possa pagarsi il mutuo della casa e anche il cinema dove potrà liberamente morire soffocato.

AI

plazas de toros C ' è un disagio, per chi è di altra nazione, nelle città spagnole : sapere che, oltre al mattatoio , gloria comu­ ne di tutto il mondo civile, esistono le

plazas de toros,

dove si sacrificano per uno scopo diverso magnifici e drogati animali cornuti.

VA

Po Gli Arii dell ' India ne avrebbero fatto un Gange purifi­ catore, ma i campanili che a migliaia segnano le sue rive n e d i c o n o ugual m e n te il ri c h iam o religioso p rofo n d o , la m alinconia di n o n averlo vicino per compiere certi riti sacrificali, e certamente una messa nei paesi padani non è una messa come le altre, e il suono di campane tra le sue nebbie più raccoglitore e consolatore che altrove.

È

VI

il Po a consegnarsi, grande animale passivo , testar­

do e disperato , a questo immondo, feroce sfrutta-

243

mento che lo cancella dal libro della vita. Castiga co­ sì l'uomo, il suo uomo parlano, che l'ha fatalmente abbandonato, rinunciando al tremendo privilegio di vivere col suo fiume, faticando sempre; che ne ha fatto sparire gli animali, terrificato i pesci, insozzato le acque. È bastato che di poco scendesse la pena umana, per determinare la volontà del fiume di la­ sciarsi morire. Le campane lungo le rive suoneran­ no a morto e, per chiunque suonino, sempre sarà AI per il Po. poesia Dove passa la poesia c'è un po ' meno dolore, un po ' più coraggio a morire. Diciamo quanto dieci o venti brocche d'acqua tolte o versate nel mare: il significa­ DIST to trascende il quanto e fa della goccia il tutto.

Molte cose, infinitamente più che non s 'immagini, concorrono a generare una grande poesia. Il verso, nel suo formarsi (a volte quasi geologico) , assorbe tutto quello che ha intorno. Anche l'aria più infetta, più sporca, il fumo delle città, lo nutrono, ma se il poetante non è un vaso alchemico non ne nasce del­ l'oro. CI La vera poesia somiglia, a volte, alla stanza di un delit­ to, alla rifrazione di un sangue versato, oggetto puro che contiene qualcosa d'impuro, una faccia che guar­ diamo con paura di esserne distrutti. VA La poesia è sempre un falso eremita, un asceta del de­ serto che sdoppiandosi vaga per le città in cerca di seguac1. OM L'incredulità negli Dei, segno dei tempi maturi per qualsiasi cosa, dovrebbe incontrare un punto di soli­ do scetticismo quando tocchi Apollo, per non privare la poesia dell'unica spiegazione possibile. CAT 244

Una poesia è una nicchia dove sta rannicchiato un es­ sere segreto, senza forma precisa, piccolissimo, immo­ bile e inerte come una pietra. Bisogna cercare di sa­ perne il nome, diverso per ogni poesia. Sentendosi chiamare, l'essere pietrificato si scuote, si alza, viene: è un gigante, un grande e luminoso gigante che vola QM in nostro soccorso e ci porta via dal male. La poesia ripara gli errori della Ragione, riempie i vuoti dei sensi, toglie il velo di Maya dai nostri occhi. QM È la vera Conoscenza. La semplice lettura senza impregnazione mnemoni­ ca, escludendo la sacralità, perde la poesia come si perde un dito in una sega circolare. CFL La poesia come piccolo museo privato di collages mini­ mi, di rit4gli. Forse cerchiamo di difenderci così dal­ l'enorme, dalla potenza visibile dell'uomo, che ci stri­ tola. se poeta I poeti si distinguono per l'intensità della visione fon­ damentale che hanno della miseria dello stato uma­ no in generale. Quando questa visione è debole, la poesia è debole, e quanto più i poeti sono malati di questa visione, tanto più la loro poesia guadagna in salute. GIOV

Il poeta ritrova tutto sempre, anche quando distrugge, e il suo archivio non è un mucchio di morte carte ma il pozzo senza fondo della Memoria Umana. se Poeta è un ruolo usurpato, un travestimento fuori di scena: l'anagrafe, inesorabile, ti rimanda a professio­ ni più oneste e accettabili. CI

245

politica La politica in profondo non ci riglfarda più in quanto non è più - in nessun luogo della terra - un gioco o una lotta che consenta delle alternative a qualcosa. Chiunque sia al potere o abbia del potere lavora ad estendere il dominio universale della Tecnica e tutto il suo miserabile pensare cammina tra muraglioni di carcere formati al sapere scientifico dominante, vieta­ ti a ogni luce. Tutto questo avviene forse inevitabil­ mente ma è inutile fingere di scegliere quando la scelta è tra il fuoco e il fuoco, tra una cella e una cella uguale, o nel migliore dei casi tra una sala d'attesa di dentista con vecchie riviste e una sala d'attesa di den­ tista con riviste più vecchie ancora. Occupiamoci d'al­ tro perché nessun politico può ancora proporre qual­ cosa di nuovo sotto un simile sole nero. o polmoni Se i polmoni dell'umanità rinchiusa nelle città fosse­ ro passabilmente puliti, le attività di divertimento e la rabbia dei consumi si ridurrebbero di due terzi, con effetti di schianto per l'economia. o pomodoro Un pomodoro, chi lo trovasse, farebbe bene a man­ giarselo, piuttosto che inserirlo nella memoria per fu­ DD ture Nature Morte. pompieri L'incendio del mondo è al cento per cento doloso. Si sospettano i guardiani. Complicità anche tra i pom­ plen. o popolare Il ricordo di quel che portatori, si perde. 246

è

puramente popolare, morti i QM

popolo Un popolo non è nulla per la Specie; ma un popolo che ha radici, un popolo ben lavorato dalla storia, è VI un mistero spirituale.

popoli migliori e i più innocui li abbiamo stermina­ ti. Sono rimasti i peggiori, i popoli-malviventi, i gran­ di predatori, i grandi assassini, i nomadi sedentarizza­ ti, armati di missile elettronico, gli ex schiavi animati dallo spirito di vendetta. Del tragico, dappertutto dove QM guardi oltre il velo di assurdo, è affacciato. I

porta

Tra tante gole di scale e cortili Respirava una porta sconosciuta Con sirene dipinta, senza chiavi Che se non eri atteso non si apriva

DIST

portafoglio Non vedere il cielo smorza l'aggressività inventiva dei sognatori e aumenta la giusta attenzione di ciascuno verso le tasche, tutte collocate al di sotto del piumone di smog e punto nevralgico dell'uomo moderno, ta­ bernacolo della figura divina del Portafoglio, che di chi lo porta è la replica, il doppio in pelle o in plasti­ ca, ne sostiene e ne documenta l'esistenza, ne simbo­ leggia e surroga gli organi per generare. o potature Fila d'alberi decapitati: sono le potature municipali. Non ne lasciano niente. È il momento in cui sale la linfa e l'albero vuole vivere: ecco l'uomo con la sega meccanica, a incappucciarlo di faccia umana, cioè di morte. VI potere L'idea del governo di Satana è la migliore e la meno 247

superstiziosa possibile, come filo di un'analisi seria del potere, nel quale si ammira o , si esecra una divi­ nità capovolta, una quasi ininterrotta sacralità danna­ ta. Quando l'empietà e la pietà arrivano combinando­ si insieme a produrre una faccia per metà illuminata, in cui si riflette l'ambiguità del potere invisibile, è giusto bruciare qualche grano d'incenso, e non dob­ biamo sperare di più. Il potere e la luce sono due contrari che si mescolano di rado. Certi principi buo­ ni della storia appaiono come un pallore di divinità insidiata, o sfortunata, di divinità malsicura; usurpano il trono di qualcuno, che lavora a tenere sempre lon­ tana dal potere la luce, ma le loro cronache dicono che, nel passaggio ad altri del loro strano esempio, nulla ne rimane. Tutto rientra nella normalità dell'in­ famia. LG L'uomo veramente potente non mi è mai capitato d'incontrarlo; ma anche da quelli occupanti un po­ sto, esercitanti un limitato potere, ho l'impressione di non essere mai stato visto. AI pozzo

E giù nel pozzo del male d 'uomo Precipitando che cosa vedi ?

DIST

predestinazione C'è una predestinazione quando si prendono vie er­ rate e qualcosa impedisce che s' imbocchi la giusta, una predestinazione alla inevitabile bancarotta del vi­ �n�. a predominio Nelle profondità della vita, il predominio femminile forse c'è sempre stato: quel che succede alla superfi­ cie non è molto importante. se 248

pregare Pregare è un po' come credere che la fine del mondo OM sia già awenuta. Ah l'uomo che prega non è necessariamente migliore

dell'uomo che non prega! Ma ha uno sfogo, ha nel corpo un foro in più; non è poco, perché meno fori abbiamo, più c'è ristagno di gas di crimini. OM Chiunque abbia il senso della preghiera, sa di prega­ re in un ghetto assediato, in un recinto sorvegliato; ma c'è anche qualcuno che, dove sbarre e sorveglian­ OM za sono pane quotidiano, le sfida e prega. In un racconto di Isaac Bashevis Singer c ' è questo dialogo: «Entrò nella sinagoga. C'era seduto un vec­ chio, intento a recitare i salmi. Samuel gli disse: "Stai pregando?" "E che cos'altro resta da fare, quando si diventa vecchi?"». Machiavelli, nella Clizia, schernisce i vecchi biascicanti: «Se tu sei con un vecchio, e' ficca el capo in quante chiese e' truova, e va a tutti gli altari a borbottare uno patemostro» . Ma ecco, salmi e pa­ ternostri trovano vecchiaie silenziose, i vecchi si ad­ dormentano come bestie sazie davanti al televisore. La preghiera è scivolata pian piano fino alla bocca del Nulla, dove qualche puntina raspa nel microsolco OM ruono. preistoria La Preistoria avrebbe fatto benissimo a meno di que­ sta sua indecente escrescenza, di questo tumore mali­ o gno: la Storia. premonizione In una poesia di Kavafis, da meditare, i sapienti han­ no qualche premonizione delle cose che si avvicina­ no, niente di più, ma la conclusione è che mentre ci 249

aspettiamo una certa sciagura è in realtà un'altra a SI piombarci addosso, inaspettata. preti Anche i preti, come i complici di Catilina, vixerunt, nessuno li ha strangolati, eppure vissero. Gli fanno an­ cora benedire i matrimoni, ma chi li chiama più al letto di morte? AI

Ci fosse o no l ' astinenza di fatto ( il prete vergine un 'intera lunga vita è stato sempre rarissimo: ne pote­ vano nascere grandi caratteri, ma anche delle insop­ portabili deformità, quando non fosse accettata per­ fettamente la condizione) quel che faceva di un uo­ mo un prete era quell' orrore per la muliebrità che sempre ne traspariva. Era una cosa molto più seria della pura e semplice astinenza: una ripugnanza spiri­ tuale spesso combinata con l'attrazione naturale, e a AI trionfare era la ripugnanza. prezzo Una delle nostre maledizioni, oggi, è di sapere che una cosa vale proprio quel prezzo, anche se c'è frode commerciale nell' alzarlo. Non vale molto di più, pur­ troppo: soltanto quelle molte e molte lire. AI prigioni Di qualsiasi cosa parliamo, sempre di prigioni parlia­ mo. BC prodoHi farmaceutici I prodotti farmaceutici per cani e gatti dovrebbero es­ sere prima sperimentati sull'uomo, tenuto in appositi stabulari. se

250

produHività Metà abitanti di un paese moderno ricevono compen­ si senza lavorare, e questa è una provvidenza, perché se realmente lavorassero ci sarebbero ancora più dan­ ni, nei nostri paesi resi invivibili dalla produttività. CFL profeta I profeti non insegnano più nulla da molto tempo, ma seguitano a sfogare in spazi lasciati liberi dalla morte di Dio la loro disperata richiesta di ascolto. E sa, il profeta, che il suo grido è un chiodo che si pian­ LG ta da solo e che non sarà più tolto.

I profeti sono oracolo, visione, delirio, sogno. Tutte le nostre chiavi per interpretarli sono fatte di ragiona­ menti, di analisi nemica dell'unità visionaria. La ma­ no non arriva a toccare la loro, che si spenzola sull'a­ bisso. IS Il profeta, sappiamo, è anche un interprete di eventi trascorsi e attuali, certe cose accadevano, sono acca­ dute, accadranno, nel tempo della loro parola: que­ sto dà ai loro oracoli la pienezza della vissuta pena umana e della nostra povera speranza nel tempo, ri­ veste la nuda consonante sacra dei miserabili colorati stracci del vagabondaggio ebraico e umano nell'esilio della storia, in cui il sangue versato attende invano, da sempre, il momento del riscatto, la venuta di un m re�nwre. L'orrore morale per la profezia è una qualità profeti­ ca. Nessuno è profeta volentieri, se non ama darsi in CFL spettacolo. profugo Nonostante i continui esodi, ponti, flussi e deflussi di macchinati e di transvolanti, di pendolari e di fronta25 1

lieri, la mobilità per fuga, pericolo, guerra, razzia, odio etnico è esclusa dall'orizzonte mentale del Se­ dentario incarognito appena appena sfrattabile legal­ mente, che siamo. La valigia ben fatta, con tutto il ne­ cessario, è antitetica a tal punto rispetto ai fagotti pre­ cipitosi dei profughi, che un "corredo da profugo" ci è inimmaginabile. «Descrivete un bagaglio da profu­ go» , compito dato a un adulto informato: che cosa ci metterebbe? Si può immaginarlo: sapone, assorbenti, ritratti di famiglia, sveglia, cardiotonici, olio . . . Ma un contenuto per noi immaginabile, un contenuto di ba­ gaglio qualsiasi, non è da profugo. Il profugo è carico SI soltanto di nulla, lui stesso è nulla. .. Più fabbrichiamo profughi, più affolliamo il pianeta. SI

profumi Aggiungere profumi al corpo è aggiungere anima o se fingere di averne, se manca, una. progresso Le modificazioni incessanti dell'ignoranza sono chia­ mate, fra noi, progresso della conoscenza, evoluzione del pensiero, conquiste scientifiche. eFL Promessi Sposi

Ad attenuare, a scalzare nella pace privata l' oppres­ sione pubblica dell'erotismo idolatrico e industriale, qualche linea a caso del pudore separatore, della ca­ stità radiante e agevole dei Promessi Sposi è lì efficace e pronta: si può ricorrervi contro questa e ogni altra nausea come a un catartico, o a un incantesimo, sicu­ ro. L'attualità di questo libro è l' attualità dell' aria, dell'acqua pulita: cose che si cercano per reale biso­ gno. es 252

Pronto Soccorso Può significare più cose, eccetto che un vero con veri soccorritori.

soccorso

o

proporzioni Come mantenere certe proporzioni quando muoiono un Einstein, un Gandhi, uno Heidegger, uno Schweit­ zer, un Sacharov, un Kafka, un Conrad, un Picasso, uno Strawinski, uno Jiinger, un Céline, dal momento che la morte di un cantante-autore arriva ad occupa­ re per ore i principali canali televisivi e fa quattro-cin­ que-sei pagine intere sui quotidiani? La soluzione è facile, forse. S'inverte: si può arrivare (si dovrebbe) ai LR limiti del silenzio. prossimo George Orwell, nelle milizie del POUM, segue, fucile puntato, la corsa di un uomo della trincea opposta, che porta un messaggio allo scoperto, e abbassa l'ar­ ma, perché l'uomo correva tenendosi i calzoni. «Ero là per sparare ai fascisti, però un uomo che si tira su i calzoni non è un fascista, è prossimo, è un proprio si­ OM mile, e non si ha voglia di sparargli» . prostata L'uomo che invecchia crede di avere ancora grandi energie erotiche da consumare, e i segnali glieli man­ da, ingannandolo, soltanto una prostata irritata che ha cominciato a logorarsi. se prostituzione L'idea che si possa scegliere di darsi alla prostituzio­ ne per «libero disporre del proprio corpo» è delle più strambe. Non c ' è mestiere meno deliberatamen­ te scelto, più forzato dalle circostanze, dall'impossi­ bilità stessa, per certi caratteri, di essere indipenden253

ti. Anche senza il protettore, segno atroce e crimina­ le di dipendenza, siamo ugualmep.te nel mondo del sottosuolo, all ' interno dei gironi di malavita, o sui margini, quando va bene. Quale società può rende­ re trasparente e normale una professione che vive del bisogno maschile di specchiare la propria mise­ ria in un essere degradato, garantendosi col pagarlo da ogni rischio di fiasco, di sentire il sapore di altre catene, di toccarne di più pesanti, di contribuire vi­ gliaccamente a far durare una schiavitù? Essere pro­ stituta per tutta la vita è mai stato l 'ideale di qualcu­ na? Sindacalizzarsi può compiere il miracolo di lava­ M re ��? protesi La protesi può già quasi tutto e potrà ancora di più. Il silenzio di una Terra senza più fiato umano (il peg­ giore alito che esista) sarà rotto per molto tempo an­ cora da voci registrate, per lo più scoppi frantumati di rock, sussulti di cetaceo pubblicitario. Qualche sirin­ ga si agiterà ancora nel deserto per procurarsi un ve­ tro da fecondare, una invecchiata memoria IBM attra­ verserà con infallibile quanto inutile precisione l ' O­ ceano a bordo di una stampella. BC

Tutta questa smisuratezza tecnica non è forse un 'im­ mane concentrazione di protesi per nati senza le gambe, le braccia, gli occhi? Sono per occhi che dav­ vero vedono, tutte quelle immagini? E per orecchie che odono tutti quei magazzini di suoni? E per mani che afferrano, quei congegni che le costringono a re­ CI stare inerti? prova A noi che viviamo oggi in Occidente, sotto il pendolo di improvvise lingue di fuoco e di un fatale caricarsi di di254

struttività, senza più lo sfogo, la catarsi e la fortuna di vere e risolutive battaglie, di catastrofi rapide entro limi­ ti di un'accettabile sofferenza umana e prevedibile spa­ rizione di cose, e di esiti radicali mediante la misura in campo delle forze, che cosa riserva l'immutata necessità della prova individuale e collettiva, l'insopprimibile de­ stino delle nazioni di subire e di infliggere, con lucida VA cecità, grandi pene e tremendi dolori?

psiche

Psiche dai ciechi creduta cosa Lambe le stanze colfruscìo muliebre; La indovini agli sbocchi silenziosa Come gocce che scavino le ombre Deporre le sue uova nei destini

DIST

psicofarmaco Lo psicofarmaco libera noi dal matto : questo è inne­ gabile. Lo lega, ne fa una larva bene impacchettata, un eterno tranquillo. Ma che liberi lui resta discuti­ AI bile . . . pudore Il pudore femminile è fatto per nascondere il grembo della vita, che è il fermento della morte. La donna per amore ti strappa il velo e tu guardi; l'amore ri­ cambiato s' inoltra senza paura. Hai avuto una rivela­ zione della morte, e continui a credere che la morte sia un ' altra cosa, lontanissima e opposta. L'amore non è inutile, se si è coscienti che è revelatio mortis. VI pugni «Strano caso di un detenuto ,» dice il cartellino del Museo Criminologico di via Giulia a Roma «che cre­ de rendersi irriconoscibile tumefacendosi con pugni il volto . » Forse la vita, l' intero mondo umano, è un 255

povero detenuto che si sforza di rendersi irriconosci­ bile turhefacendosi con pugni il volto, e non ci riu­ scirà mai, ma seguita a tumefarselo. VA

pulce Blake ha visto lo spettro di una pulce. Non era il dop­ pio di una pulce, l'ombra esangue di una pulce gon­ fia di sangue; era un uomo spaventoso, nudo, con gli artigli, l' occhio brillante e assetato, che camminava circospetto, senza rumore. ISCR punizione Non è ammissibile che l'uomo esista per qualche al­ tra cosa che per essere continuamente punito per quel che fa. Già ogni suo atto, anche il più comune e insignificante, costituisce una punizione. LG

COl quadri Ho il sospetto che i furti di quadri nei Musei non av­ vengano senza il misterioso consenso, senza la scan­ CFL dalosa complicità degli stessi quadri rubati. qualità Sono molto interessato al miglioramento della qualità - che trovo eccessivamente scadente - della morte. RE quasar Nessuno ha mai veduto una quasar, enorme lumino­ sità invisibile. Che cosa c ' è tra noi e loro? Direbbe mai, un Francesco: Ti laudo, mio Signore, per la no­ VA stra sirocchia Quasai? quasi

Quasi una luce è in un 'impostura Che tutto acciechi coll'imitata Perfezione, luce di quasi

DIST

quelli Quelli che vanno avanti ( con la Scienza, dietro alla Scienza anzi dietro agli scienziati, ai tecnici, ai mani­ polatori) e quelli che pensano e si sforzano di restare indietro . Cretini ubriacati e accecati, e nell ' ombra, pochi disperati che si masturbano piangendo. QM

JR{ raccapriccio «E sarà spento ogni barlume di pietà dall'abitudine al raccapriccio» (orazione di Antonio in Giulio Cesare) . Oggi in teatro questa battuta risuona come definizio­ ne del presente, dove il raccapriccio ( i capelli drizzati) si spiana in un registrare meccanico del fatto racca­ pricciante, che eticamente, psicologicamente, e perfi­ no materialmente, lo disintegra. I veri raccapricciabili, in un pubblico spianato dall 'Informazione sono mo­ PT sche bianche. radioaHività La contaminazione radioattiva è un'intossicazione da feto morto, da noi generato nel ventre della terra no­ stra madre . PT radioterapia T'irrorano di morte per conservarti in vita. La misura di vita resterà invariata. DL ragione La ragion