Il rapporto tra i sessi 9788860815552

In questo saggio sono presenti due scritti che affrontano il tema fondamentale della relazione tra sessi nella società c

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Il rapporto tra i sessi
 9788860815552

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Erving Goffman

Il rapporto tra i sessi A cura di Riccardo Prandini

Armando editore

GOFFMAN, Erving Il rapporto tra i sessi ; Intr. di Riccardo Prandini Roma : Armando, © 2009 128 p. ; 17 cm. (Classici di sociologia) ISBN: 978-88-6081-555-2 1. E. Goffman e il rapporto tra i sessi 2. Classi sessuali 3. Esibizione di genere CDD 300

Trad. e cura di Riccardo Prandini Titolo orig.: The Arrangement Between the Sexes, in «Theory and Society», 4:3 (1977), pp. 301-331 © 1977 Springer-Verlag GmbH Van Godewijckstraat 30 – 3311 GX Dordrecht The Netherlands © 2009 Armando Armando s.r.l. Viale Trastevere, 236 - 00153 Roma Direzione - Ufficio Stampa 06/5894525 Direzione editoriale e Redazione 06/5817245 Amministrazione - Ufficio Abbonamenti 06/5806420 Fax 06/5818564 Internet: http://www.armando.it E-Mail: [email protected] ; [email protected] 02-04-046 I diritti di traduzione, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), in lingua italiana, sono riservati per tutti i Paesi. Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, comma 4, della legge 22 aprile 1941 n. 633 ovvero dall’accordo stipulato tra SIAE, SNS e CNA, CONFARTIGIANATO, CASA, CLAAI, CONFCOMMERCIO, CONFESERCENTI il 18 dicembre 2000. Le riproduzioni a uso differente da quello personale potranno avvenire, per un numero di pagine non superiore al 15% del presente volume/fascicolo, solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, Via delle Erbe, n. 2, 20121 Milano, telefax 02 809506, e-mail [email protected]

Indice

Introduzione di Riccardo Prandini

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Il rapporto tra i sessi di Erving Goffman

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Esibizione di genere di Erving Goffman

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Nota bio-bibliografica

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I due saggi che presentian1o fanno p arte della pro­ duzione goffmaniana più tarda, la meno conosciuta in Italia . Alla fine degli anni Settanta, Goffn1an con1in ciò a i11te1·essa1·si di te111i che sat·ebbet·o dive11tati ce11t1·ali 11el futuro dibattito socio-politico. Purtroppo da lì a poco il sociologo canadese sarebbe n1o1to, !asciandoci orfani di una capacità di lettura del sociale ancora ineguagliata e per certi versi ineguagliabile. Non è qui possibile inqua­ drare i due saggi entro l'opera goffn1aniana e neppure ri­ flettere sul peso che questi testi ebbero sull'elaborazione del n1ovin1ento femn1inista e delle teorie del gender, fino alle Queer theories. Ancora n1eno possian1o avventurarci in una loro valutazione complessiva in termini teorici. Ci lin1iteren1o invece a poche considerazioni, da un lato concentrandoci sugli spunti che considerian1o più inte­ ressanti e, dall' altro in tern1ini critici, sui possibili svilup­ pi della teoria . n primo saggio, The Arrangement between the Sexes, fu pubblicato sulla rivista «Theory and Society» nel 1 977 (Vol. 4 , n. 3 , autunno, pp . 3 0 1 -33 1 ) . E un contributo n1olto lungo che affronta, in n1odo piuttosto articolato, l' arrangement tra i sessi. n verbo t o arrange (in inglese, francese, italiano e in parte anche in tedesco) ha molti significati: organizzare, (pre) disporre, sistemare, conci­ liare, arrangiare, adattare, ordinare, accon1odare, accor­ dare, etc. Significa quindi porre "in ordine " , articolare . . . . . 111 " 1110 d o acco11c1o " , " o1·1e11tat·e " qtlal cosa 111 t·el az1o11e a qual cos'altro , nel caso in questione "i sessi " . '

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Introduzione Goffn1an affronta il ten1a suddividendo il saggio in quattro parti. Nella prima, sottolinea la differenza tra il posizionamento degli individui entro le classi sessua­ li (operazione sociale di ordinamento paradigmatica di ogni altra classificazione sociale) e il processo di socializ­ zazione all'identità di genere. A p artire da questo prin1o doppio " ordinamento" , comincia a riflettere sul perché le donne siano socialn1ente trattate/segregate in n1odo diverso dagli uon1ini. Nella seconda parte n1ostra, con due esen1pi fondan1entali, tale ordinan1ento sociale: il con1plesso della corte e il sisten1a delle cortesie. Nella terza parte isola cinque diversi esempi di " riflessività istituzionale " (la divisione sessuale del lavoro, i fratelli con1e agenti di socializzazione, le pratiche della toeletta, la selezione del personale e il sisten1a d 'identificazione personale) , per mostrare come i codici normativa-sim­ bolici della società " articolino " la differenza di genere. Conclude con alcune considerazioni che ci porteranno al secondo saggio qui tradotto. Goff111a11 t·icot1osce che le diffet·et1Ze sesstiali (biolo­ giche) esistono , indipendenten1ente dall'osservatore , n1a sono in sé così tenui da non poter per nulla spiegare le conseguenze che producono nella e sull'organizzazione (micro e macro) sociale. Si noti, però, che tratta preva­ lenten1ente di differenze " fisiche " , non interessandosi alle nun1erose altre distinzioni tra uon1o e donna, per­ tanto avvicinandosi a una sorta di osservazione etologi­ co-comportamentistica . Pone quindi la distinzione tra sex e gender, laddove sulla base della prin1a differenza non sociale, le società elaborano diverse aspettative socio-culturali. Perché, si chiede, la differenza sessuale . . . e' soclal111e11te " tt·attata " cosl' d a pr·o dtlt·t·e et1or·1111 d 1fferenze di genere nella società? La risposta passa sotto lO

Riccardo Prandini il titolo di " t·iflessività istitt1Zio11ale " . Goff111a11 t·ovescia l'idea che esistano caratteri sessuali biologici (i sessi) che si " esprimono naturalmente " in un ambiente sociale neutrale pronto a riceverli. n sesso non è una variabile indipendente che s'imprime sull' ambiente sociale. Sono invece le situazioni sociali che vengono già pre-disposte, . . . " at·t·at1glate " , " ot· d111ate " pet· " val ot·tzzat·e " l a d·fT 1 1et·e112a sessuale che in sé sarebbe poco incisiva. E l'organizzazione sociale che " inventa " i setting necessari a far enler­ gere una tale differenza di genere: la società predispone situazioni sociali, " s cene " palcoscenici, adatti per resi­ ' bizione dei gender. Da qui gli esempi della corte e delle cortesie, e gli altri " dispositivi " di socializzazione al ge­ nere . Le conseguenze sociali che ne derivano sono così influenti e salde, proprio perché esiste un in1n1enso cor­ po di credenze integrate che pongono riflessivamente la " biologia " a garanzia di esse. E la riflessività istituzionale che crea quella dottrina biologica capace di giustificare qualcosa che non è n1ai del tutto biologico. La questione fondan1entale diventa: è possibile " de. . . . . costt·utt·e " , " s111011tat·e " , " d ts-ot· d 111a1·e " , " t·t-at·t·at1glat·e " tali differenze sociali, equalizzando i generi e superando quella strana e unica forma di svantaggio posizionale che pone le donne in una condizione " antropologicamente " e socialn1ente diversa da quella degli uon1ini? Goffn1an è n1olto cauto (e forse perciò non piacque alle fen1n1ini­ ste! ) . Troppo sociologo per dimenticare che le differenze, prima sessuali e poi di genere, si riproducono mediante la con1plen1entarietà e la reciprocità, laddove un genere prende senso proprio nel porsi in relazione all'altro . Si tratta, secondo i " n1oderni " , di una don1inazione partico­ lare , dove il femn1inile è apprezzato e n1ai del tutto sotto­ nlesso : incorniciato entro " rituali" di con1plen1entarietà '

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Introduzione dove , nell'interazione, ognuno rappresenta un dispositivo di formazione dell' altro, di messa in forma-ordine dell'al­ tro . Gli ideali di mascolinità e femminilità, relativi alla natura umana fondamentale, sono credenze-aspettative­ normative che riducono la complessità della relazione sociale, orientando e ordinando la sua ineludibile doppia contingenza. Perché proprio la classe sessuale sia il p ara­ digma di questo " orientan1ento basilare " , Goffman non lo riesce a spiegare, ma il fatto è davanti a tutti. Questo " enign1a della differenza " , questa passio­ ne per la diversità sessuata, ci porta diretti al secondo saggio, Gender Display. Si tratta del primo capitolo di Gender Advertisenzent, una monografia app arsa original­ n1ente con1e vol. 3 , n . 2 ( 1 97 6) di «Studies in the An­ thropology of Visual Con1n1unication», e riproposta tre anni dopo come ricerca nella collana Communications and Culture da Harvard University Press e Harper Row­ MacMillan . Lo studio, che incrocia in n1odo esen1plare questioni strettamente teoriche, n1etodologiche e di so­ ciologia applicata, attiene in specifico alle situazioni so­ ciali dove, facendo riferin1ento alla distinzione di genere, so110 affe1·111ate - 111edia11te cet·it110t1iali e t·iti - le dottt·it1e fondamentali concernenti la natura un1ana. E con1posto da tre brevi capitoli teorici: Gender Display, qui tradotto e dedicato alla rilevanza delle esibizioni del genere per la t·itualizzaziot1e e la istituzio11alizzazio11e dei 111ict·o­ ordini sociali; Picture Franzes, dedicato al senso e all'uti­ lizzo delle fotografie nell'analisi sociologica, e Gender Commercials che introduce il problen1a delle pubblicità centrate sul genere, suddividendo gli " scatti " in diverse " forn1e/ contenitori " che sottolineano aspetti fondan1en­ tali della relazione uomo- donna (la diversa grandezza fisica ; il tocco fen1n1inile; la funzione della stratificazio'

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Riccardo Prandini ne; la famiglia; la ritualizzazione della subordinazione; le pratiche di fuga da situazioni sociali) . Non intendo qui occuparmi della questione metodologica dell'utilizzo delle fotografie in sociologia, questione cui Goffman de­ dica alcune densissime pagine. E neppure entrare nella questione fondamentale della funzione dell'in1n1agine e dell'immaginario per la società. Anche qui mi limito solo a richian1are alcuni punti del saggio . Nella " società dell'in1n1agine " , ogni rappresentazione prodotta e n1en1orizzata, soprattutto quelle pensate per essere esposte e distribuite in pubblico (un dipinto, una foto, un film, un racconto, un ron1anzo, un documentario, un servizio giornalistico, etc. ) , riflette e condensa i valori e gli ideali condivisi di una società. Goffn1an espone delle foto scattate da professionisti che sono p agati per (rap) presentare immagini già esemplari di una determinata situazione e che, perciò, ne propongono anche una parti­ colare versione. La relazione tra imn1agine reale e ideale è dunque circolare: l'in1magine n1en1orizza un evento in un certo n1odo, n1ostrando così cosa e perché il n1en1bro di una detern1inata cultura lo ha scelto con1e rappresen­ tazione; d' altra parte vi sono particolari n1en1bri della società che hanno la funzione di selezionare immagini . . . . . " ptlbblleh e " ch e a lOl'O vol ta d 1ve11tet'a1111o ll11111aglt11guida " di una società: icone. Goffn1an chian1a queste in1n1agini proprio " ritratti sociali " , cioè rap-presentazioni della relazione sociale, iper-ritualizzazioni che servono a elabot'at'e e cot1fet'111at'e lll1a data visio11e dell't1111a11o . Queste imn1agini allo stesso ten1 p o " esprin1ono e affer111a11o " u11 cet'to 111odo di esset'e e fat'e della-11ella t'elazio­ ne che certifica un n1odello di valore . N el secondo capi­ tolo del saggio, il sociologo si dedica analitican1ente alle questioni relative alla fotografia con1e espressione della ''

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Introduzione . . . . '' . 1ratJzes socteta. ' Q ul l' a11 al.1s1 a 111att'lOSk a " d 1 G o ff111a11 (� dentro /ra11tes) , si fa sempre più articolata . Non solo le fotografie esprimono sen1pte qualcosa della società (per­ ché scattate quella foto e non altre ? ) . Non solo le persone quando vengono fotografate si mettono in posa, proprio per in1personare n1eglio il ruolo che viene da loro atte­ so . Esistono anche fotografie pensate dall'inizio come instance records di situazioni sociali " titualizzate " . Ogni società mette a disposizione una sede di icone, in1n1agini, rappresentazioni, can1pioni esen1plari, etc. , di situazioni/ t'elazio11i sociali che - essendo una vera e propria n1e1110t'ia della società - permette agli attori di indirizzare il co t'SO d' azio11e - i11 tll1 atti1110 - facendo tesoro di quei 111odi d ' esset'e co11vet1ziot1ali. Deve bastat'e u11' occhiata fugace per con1prendere, ordinare, n1ettere ordine, a una situazione sociale. Di qui l'interesse per i " displays " , modi di esibizione che, etologican1ente, titualizzano una situazione sociale rendendola intellegibile e " azionabile " . La realtà quotidiana fornisce n1ateriali per le sue rappre­ sentazioni e queste, a loro volta, ne forniscono altre per il con1portan1ento quotidiano. Da questa circolarità di rap­ presentazione en1erge una realtà sui generis, un eigenva­ lue sociale, fatto di aspettative riflessive che generano una ontologia sociale fatta di rappresentazioni simboliche e di in1n1aginari condivisi. Di nuovo, con1e nel saggio pre­ cedente, il problen1a è quello della doppia contingenza: con1e ci si comporta di fronte all' altro, come ci si capisce e ci si coordina . E cosa significa farlo " in quanto maschi e fen1n1ine " ? Quali conoscenze, saperi, pratiche servono? La risposta è: n1ediante una dottrina della " espressione naturale " . fl saggio n1ostra in n1odo insuperato con1e questa dottrina sia continuan1ente rigenerata, confern1a­ ta e socializzata nella relazione basilare tra genitori e figli _

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Riccardo Prandini - una delle situazioni sociali paradign1atiche per nleta­ forizzare la differenza di genere - e co111e le sitt1azio11i sociali si predispongano ad " aspettare " che quelle diffe­ renze "naturali " si esprimano. Tale espressione è appunto una " esibizione ritualizzata del genere " , una cerimonia di continuo e quotidiano riordinan1ento del cosn1o sociale. Attraverso il genere si dà una sistemata alla " cas a" in cui gli un1ani abitano, generando un kosn1os sessuato dove ognuno è ordinatan1ente orientato all'altro. Dunque in breve sintesi, l'idea sen1bra questa: la diffe­ renza di sesso esiste, n1a non è sufficiente a spiegare per­ ché i generi siano organizzati in n1odo così a-simmetrico 11ella società . E di 11tlovo vet·t·ebbe da chiedet·e a Goff111a11 e a tutti i suoi epigoni: perché è proprio la differenza ses­ suale ad essere così rilevante, e non un ' altra per certi versi altrettanto " naturale " e addirittura più percepibile (per esempio forte- debole; alto-b asso ; giovane-vecchio ; abile­ disabile; veloce-lento; sano-n1alato, etc. ) ? Perché il sesso viene socialn1ente " istituito " e significato con1e " genere " a-sin1n1etrico e con1plen1entare? E soprattutto: perché i soggetti dovrebbero accogliere quella differenza? Chi li costringe? Chi è il soggetto della Don1inazione? Esistono aln1eno tre possibilità teoriche di rispondere. La prin1a è quella naturalista o neo-naturalista, n1olto in voga oggi. Essa riconosce una realtà biologica da cui conseguono " in1n1ediatan1ente " le configurazioni di genere1. Si tratta di un tiduzionismo " dal basso " che lascia poco o nessuno sp azio alla n1ediazione simbolica e sociale . La seconda, ancora n1olto in voga, è quella culturalista. Per essa esiste . . . . solo l a r·e alta s1111b oltca e soctal e, 1l " ge11e1·e " , 111e11t1·e l a realtà del sesso perde poco a poco di sostanza2 . Si tratta di un riduzionismo " dall'alto " , per esen1pio ben rappre­ sel1tato da teot·ici co111e Bour·dietl e i11 111odo divet·so da _

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Introduzione Théry3. Questa posizione costruzionista " esplode " verso la cancellazione della differenza tra natura/ cultura, per giungere a teorizzare una antropopoiesi dove i due lati della distinzione vengono aboliti nella loro significativi­ tà differenziale per invece auto- costituirsi4. Per chi sia solo interessato n1odernan1ente e post-n1odernan1ente a dis-ordinare le distinzioni istituite, i quesiti sono due: l) con1e con1battere una don1inazione che però è senza . . segt·egaz1o11e \c r e1·ta111e11te 11011 co11 tl11 " 111ovtn1e11to sociale o culturale, cioè dall'esterno. Forn1a di lotta troppo lontana dal quotidiano per n1ettere in crisi i n1icro rituali che continuan1ente riproducono la società . Il " nen1ico " , per chi così lo considera, è all'interno, nel modo di porsi in relazione con l' altro . Ma se ciò è vero, e passian1o al punto 2 ) allora bisognerà o d-orientare la relazione che da sempre è sessuata (seppure ciò non la determini in tutta la sua ricchezza) o " toglierla " ! Riorientarla signifi­ ca sostituire la dottrina dell'espressione naturale con un diverso " ordinan1ento " . Quale? E poi non vorrebbe dire semplicen1ente re-istituire il sociale? Se la si vuole toglie­ re, con che cosa la si sostituisce-supera hegelianan1ente? . . F ot·se co11 u11 esset·e "Apet·to " e " supet·-pl asttco " , 111a1 " definito " una volta per tutte, neutrale e sen1pre pronto . . . . . a fat·st " 111a1·cat·e- d 1st111gue1·e " 111 1110 d o stt·ateglco e cot1tingente? Oppure con l'elogio della dis - abilità, del frea­ king out, dell'os cillante queering tra i poli della distinzio­ ne (prime fra tutte Natura/cultura, Umano/non-umano) senza mai fern1arsi; bisogna spingersi alle " nozze " con l'anin1ale (nel senso di pet) , per ritrovare il volto dell'Al­ tro nel viso del proprio cane (nel senso di Bobby ) 5 ? In tempi post-moderni l'elenco può continuare a lungo . Ma tutto ciò non porta anche alla n1ercificazione dell'unla­ no, alla sua totale " disponibilità " verso poteri sen1pre ,

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Riccardo Prandini più famelici e in- differenti ad esso? Non è che poi arriva un Habern1as a mettere paletti p aleo-umanistici al deli­ rio del post-umano ? E tutto ciò non porta alla semantica del "neutro " , alla neutralizzazione della differenza, verso . . . quel " qual u11qt1e " ch e t·appt·esel1ta 1l 111ass11110 d 1sco11oscin1ento dell'Altro nella sua carnale e definita presenza ? E poi, dove trovado questo "Aperto " , " the Open " , se è davvero sconfinato, illimitato? Con1e de-finirlo uma­ namente? Letteralrnente con1e " concepirlo " ? E ancora interessa concepirlo un1anan1ente o orn1ai la distinzione un1a110-11011 u111a11o deve esset·e abbat1do11ata6? Per chi invece non sia interessato a questo tipo di ti­ orientamento, rimane da capire come gli strati antologici della t·ealtà - qui il fisico, biologico, psicologico e il sociale - interagiscano a partire dalle loro nature e poteri specifici 7 generando proprietà enzergenti sui generis : come l' orga11izzazio11e-ot·dit1a111et1to del sociale 11ecessiti della distil1zione sessuata, socialn1ente riconosciuta e sin1bolican1ente "istituita " , per conferire senso alla relazione tra uon1ini e donne, e con1e occorra rendere questo ordinan1ento reci­ proco più giusto ed adeguato ad una realtà che non è n1ai descrivibile-spiegabile n1ediante riduzionisn1i biologici e neppure sociologici. Come elaborare la relazione sesso­ genere in modo adeguato alle esigenze di uon1ini e donne del nostro ten1po . Questo secondo progran1n1a di ricerca, anch'esso forten1ente en1ancipativo e votato alla giustizia, è solo agli inizi e attende significative elaborazioni8. NOTE

The Sexual Paradox, Scribner, Usa, 2008; trad. it. Il paradosso dei sessi, Torino, Einaudi, 2009. 1 Si veda come esen1pio inarrivabile: Susan Pinker,

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Introduzione 2

Così può capitare che due genitori svedesi decidano di non rivelare a nessuno, neppure al figlio/a, il suo sesso, in rispetto della teoria del genere. " Quando sarà grande, deciderà" , poi­ ché ogni altra possibilità sarebbe nna imposizione autoritaria. I genitori vestono la " creatura" sia con abiti maschili sia femminili e non usano pronomi particolari per chiamarla! o. Resta il nllstero del suo non1e. Con1e la/o chian1eranno? "lt " , con1e nel famoso romanzo di Stephen King? E con1nnque tenere na­ scosto il sesso significa che esso esiste e perciò va secretato. I teorici " naturalisti" ringraziano di cuore! http://www.thelocal. se/2023 2/20090623 l. 3 P. Bourdieu, La dotltination 11zasculine, Paris, Seuil, 1 998 ; tra d. i t. , Il do11zinio 11zaschile, Milano, F eltrinelli, 1 999. l. Thé­ ry, La distinction de sexe, Paris, Odile J acob, 2 007 . 4 Cosi per esempio: B. Latour, Reassembling the Social, Oxford, Oxford University Press, 2 005 ; Il termine " antropo­ poiesi" si deve a F. Remotti et alii, Figure de/Fumano, Roma, Melten1i, 2005 . 5 Per tutto ciò si veda lo stimolantissimo: N. Giffuey e M.J. Hird (eds. ) , Queering the Non!Human, London, Ashgate, 2 008. 6 Per questo: P. Donati, La società dell'unzano, Genova­ Milano, Marietti, 2009. 7 Su questi poteri-nature si veda: M. Archer, Essere unzani, Genova-Milano, Marietti, 2008. 8 Per questo programma di ricerca si veda: A.M. Ma c cari­ ni, E. Morandi e R Prandini (a cura di) , Realismo sociologico, Genova-Milano, Marietti, 2008.

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Il rapporto tra i sessi

l. Nella società industriale n1oderna, con1e nelle altre, il sesso è alla base di u11 codice fo11da111e11 tale attt'avet'SO cui le interazioni e le strutture sociali vengono elaborate, un codice che stabilisce anche le idee che gli individui si fanno riguardo alla loro fondamentale natura umana. Si tratta di una affern1azione comune ma, sino ad oggi, le sue implicazioni tren1endan1ente ramificate ci sono sfug­ gite . La posizione sociologica tradizionale, secondo cui il . . ..... sesso e u11 " co111pot'ta111e11to d l t'liOl o d 1fftlso e appt'eso " - abbasta112a chiat'a i11 se stessa - se111bt'a avet' it11111llt1iz­ zato le previe generazioni di scienziati sociali dalla con1prensione di quelle conseguenze, invece che agevolare la diffusione del disagio. Ancora di più che nel caso della classe sociale, questi studiosi hanno sen1plicemente con­ tinuato ad agire come chiunque, confermando in modo irriflessivo con la loro condotta personale, esattan1ente ciò che avt'ebbet'O dovt1to sttldiat'e. Co111e al solito abbia­ mo dovuto contare sui contestatori, per ricordarci della 11ost1'a 111atet'ia di stt1dio. Sono questi i temi che vorrei affrontare, facendolo dalla prospettiva delle situazioni sociali e dell'ordine pubblico che là viene sostenuto (definisco una " situazio­ ne sociale " con1e un qualsiasi sp azio fisico in cui, non 21

Il rapporto tra i sessi in1porta dove, una persona che vi entra si trova esposta all'in1n1ediata presenza di una o più persone; e una " riu­ nione " , con1e l' assen1bran1ento di presenti, anche se le­ gati solo dalle norn1e della disattenzione civile o, ancora meno, dalla reciproca vulnerabilità) . 2. Le donne, e non gli uomini, fanno esperienza della gestazione, dell' allattan1ento e delle mestruazioni, come p arte del loro carattere biologico . Inoltre, generaln1ente, le do1u1e hanno una ossatura più piccola e più leggera e sono n1eno n1uscolari degli uon1ini. Per far sì che questi aspetti fisici della vita non abbiano conseguenze sociali apprezzabili, occorrerebbe un n1inin1o di organizzazio­ ne n1a non n1olta, aln1eno secondo i criteri n1oderni. La società industriale può assorbire gruppi etnici nuovi e portatori di differenze sociali consistenti; accettare l'iso­ lan1ento dei suoi giovani uon1ini per circa un anno di servizio n1ilitare; tollerare grandi differenze di prepara­ zione scolastica e di livello d'istruzione; variazioni nei cicli economici e di occupazione lavorativa; l' assenza in ogni generazione di maschi adulti durante la guerra; vacanze annuali abbastanza lunghe, e innun1erevoli al­ tri itnbarazzi e perturb azioni rivolte all'ordine abituale delle cose. Ritengo piuttosto discutibile affern1are che la nostra forn1a di organizzazione sociale abbia delle cara t­ teristiche necessarie. Più in specifico, identifi care queste differenze biologiche n1olto tenui - se co111 pat'ate a tutte le altt'e diffet'e11Ze esiste11ti - con1e l'origine delle conse­ guenze sociali percepite come conseguenti da esse, sup­ pone un immenso e integrato corpo di credenze e prati­ che sociali, suffìcienten1ente coerenti e vaste da garantire la resurrezione di paradign1i funzionalistici ormai fuori 22

Erving Golfrnan tnoda (forse qui funzionano le nozioni durkhein1iane tradizionali perché, in queste faccende, sian1o tutti preti o suore e occorre solo riunirsi e avere a disposizione un terreno sacro, per riattivare il culto) . Non sono perciò le conseguenze sociali delle differenze sessuali innate a do­ vere essere spiegate, n1a il n1odo in cui queste sono state (e sono) poste a garanzia dei nostri ordinamenti sociali e, soprattutto, il n1odo in cui l'operare delle istituzioni sociali assicura che queste spiegazioni appaiano ben sal­ de (si potrebbe davvero argon1entare che la conseguenza fo11 da111e11tale del 111ovi111e11to delle do1111e 11011 sia sta­ to il n1iglioran1ento diretto della loro situazione, bensì l'indebolin1ento delle credenze dottrinali che fino a quel n1on1ento puntellavano la divisione sessuale del lavoro e dei n1eriti) . In sintesi, ci trovian1o di fronte a ciò che potrebbe essere considerata una " riflessività istituziona­ le " - un modo di dire nuovo per una vecchia dottrina socio-antropologica . 3. In qualsiasi società tutti i neonati, alla loro nascita , so110 situati i11 u11a o 11ell' altr·a delle due classi sessuali. Questa classificazione è con1piuta ispezionando il neo­ nato nudo, in particolare i suoi genitali , essendo questi visibil111e11te di111or·fici - una pratica di collocazione non diversa da quella in1piegata per gli anin1ali don1estici . Questa classificazione per configurazione fisica, per111ette u11a ide11tificazio11e 111edia11te l' etichetta111e11to legato al sesso (in italiano, per esen1pio, uon1o- donna , maschio-fen11nina, ragazzo-ragazza, lui -lei) . La classi­ ficazione viene confern1ata, n1ediante altri segni biolo­ gici, in diverse tappe della crescita individuale: alcuni di questi segni sono riconosciuti dal senso comune , 23

Il rapporto tra i sessi altt'i (al111e11o 11ella società 111ode1't1a) so11o u11a elabo­ razione della scienza, come descritto per esempio nelle s coperte degli orn1oni, delle gonadi e dei cron1oson1i . In ogni caso l' attribuzione alla classe sessuale avviene , quasi senza eccezioni, per tutta la popolazione e dura per tutta la vita1, esen1plificando - se 11011 t'appt'eset1tando proprio - il prototipo della classificazione sociale. l11oltt'e 11ella società 111ode1't1a se11tia1110 che la dualità maschio-fen11nina è una divisione sociale che opera in con1pleta e realisti ca arn1onia con la nostra " eredità biologica " ed è qualcosa che non può essere negata; un caso eccezionale d' accordo tra la con1prensione in1n1e­ diata dell'uo1110 della stt'ada e i t'isultati dei labot'atot'i s cientifici (perciò il profano potrebbe essere disposto ad accettare il fan1oso argon1ento di Margaret Mead, se­ co11do cui il cat'attet'e è detet'111i11at0 cultut'al111e11te e 11011 biologicamente, e inoltre che le donne possono assolu­ tan1ente lavorare con1e dentiste, o con1e pon1pieri, fino ad an1n1ettere che è presente un pregiudizio letterario nella convenzione che stabilisce che " lui " vada prin1a di . . . . . " l el, , " uo1110 " pt'1111a d1 " d o1111a " , " suo " p t'1111a d 1 " sua " , nelle frasi che accoppiano i due, permettendo a "uon1o " di rappresentare l'un1anità, e di in1piegare " suo " con1e pronotne relativo proprio per tern1ini quasi-indefiniti '

1E

evidente che alla. na.s cita. esistono dei ca.s i di errori tenlporanei, dove i segni biologici sono misti (intersessualità) ; e più di recente possono presentarsi dei casi di " nuova attribu­ zione" chirurgica e sociale. Dovrebbe essere del tutto evidente che questi tre insiemi di casi sono eccezionali, che derivano la loro importanza dall'esserlo e che, relativamente a tutte le altre classificazioni, quella che si attualizza mediante la classe sessuale è rigorosa. 24

Erving Golfrnan quali " individuo " , rappresentando chiaran1ente queste designazioni n1aschili la forn1a " non n1arcata " ; n1a nel fare queste connessioni, egli, con1e Margaret Mead [e evidentetnente anche n1e], non vede alcuna ragione per . . . '' . . . 11ega1·e ch e 1 tet'l111111 lul " e " l el " l'll11a11gat1o a.11 c ot·a d el tutto adeguati con1e designazioni degli individui in di­ s cussione) . Conviene dunque ripetere che con il tern1ine . . ..... . . " cl asse-sessual e " 111te11 d o utl 1tzzat·e u11a categot·la ch e e puramente sociologica, che proviene da questa discipli­ na e non dalle s cienze biologiche . In tutte le società, il posizionan1ento originario nel­ la classe-sessuale sta all'inizio di un processo durevole di s111ista111e11to attt·avet·so cui i 111e111bt·i delle due clas­ si sono sottoposti a una socializzazione differenziale. Dall'inizio le persone che sono collocate nella classe maschile e quelle poste in quella femn1inile sono trat­ tate in modo diverso, acquisiscono esperienze diverse, godono e soffrono di aspettative differenti. Di conse­ guenza esiste, oggettivan1ente sovrapposta in base a una griglia biologica - che la estende, nega e vi si oppone - una modalità d' app arire, agire e sentire specificamente connessa alla classe-sessuale . Ogni società elabora delle classi-sessuali in questa n1odalità, sebbene ognuna lo fac­ cia a modo suo . Osservato dagli studiosi con1e una n1o­ dalità di caratterizzare gli individui, questo con1plesso può essere chian1ato genere (gender); osservato con1e un modo di caratterizzare una società, può essere chiamato subcultura sessuale. Si osservi che, sebbene il genere sia quasi totaln1ente la conseguenza sociale e non biologica dell'operare sociale, queste conseguenze sono oggettive . Una intera popolazione può certamente ignorare una specifica differenza di genere, o può avere una opinione falsa di essa, però la differenza non per questo sparisce 25

Il rapporto tra i sessi e, di nuovo, principaln1ente non a causa della biologia, bensì a causa della esperienza sociale con1une ai n1embri di ciascu11a delle classi. Ogni società sen1bra elaborare la sua concezione di ciò che è " esse11ziale " e cat'attet'istico delle due classi ses­ suali, concezione che include sia gli attributi apprezzati sia quelli disprezzati. Si tratta di ideali di mas colinità e di fen1minilità, interpretazioni relative alla natura un1ana fot1da111e11tale che so11o alla base ( al111e11o 11ella società oc­ cidentale) dell'identificazione intera della persona e che rappresentano la fonte di spiegazioni che possono essere utilizzate in innun1erevoli n1odi per scusare, giustificare, spiegare o disapprovare il con1po1tan1ento di un indi­ viduo o i dispositivi entro i quali vive; questi resoconti sono forniti sia dagli individui che devono spiegarsi, sia dagli altri che hanno motivi per spiegare il loro agire. Le norme di mascolinità e fen1minilità si b asano pure su differenze oggettive (anche se prevalenten1ente acquisi­ te socialn1ente) tra le classi sessuali n1a, con1e suggerito, non coincidono con queste differenze, non riuscendo a coprirne alcune, attribuendone in modo sbagliato altre, e, naturaltnente, dandone ragione di un numero consi­ det'evole 111edia11te u11a dottt'it1a discutibile - 11ella 110stt'a società, una dottrina di influenza biologica. Laddove l'i11dividuo costt'uis ce il se11so di chi e di cosa è riferendosi alla sua classe sessuale e giudicando se stesso 11ei tel'l11i11i dell'ideale di 111ascoli11ità (o fe111111i­ nilità) , si può p arlare di una identità di genere. Sen1bra che questa fonte di auto-identificazione sia una delle più profonde che la nostra società n1ette a disposizione, for­ se anche tnaggiore di quella dell'età; il suo cambiamen­ to o perturbazione non possono n1ai essere presi sotto gamba . 26

Erving Golfman Co11 " sessualità " 111i r-ifer-ir-ò a dei 111odelli di attività che coinvolgono una stin1olazione, un'esperienza sessua­ le e qualsiasi abbozzo d'incitan1enti a queste attività che prendono una forma di apparenza, stile, abbiglian1ento, gesto, etc. , culturalmente specifiche. Ovvian1ente molta di questa pratica sessuale è correlata alla classe-sessuale e perciò è parte del genere. Ma presuntivamente non tutta la sessualità si esprime nelle classi sessuali, essen­ do sin1iln1ente n1anifesta in entran1be. In un senso più rilevante, la sessualità app are avere un ciclo di vita bio­ logico, essendo pochissimo marcata nell'infanzia, molto marcata nell'adolescenza e nella giovinezza, e di nuovo in quiescenza negli ultimi anni . Questo ciclo si n1anifesta chiaran1ente attraverso lo sviluppo e l' atrofia delle cosid­ dette caratteristiche sessuali secondarie, che ci interessa­ no perché gli ideali sociali concernenti la n1as colinità e la femminilità sono spesso legati a queste n1anifestazioni. Il genere in sé ha con1ut1que poco a che vedere con carat­ teristiche legate allo sviluppo, salvo che per il n1odello, tipico di alcune società, di trattare, sotto certi rispetti, i giovani uomini come una parte del gruppo delle donne; il con1portamento collegato alla classe-sessuale cambia nel corso della vita dell'individuo, in un n1odo sequen­ ziale e n1odellato, ma non necessariamente in risposta a un qualche sviluppo interno unitario . In ogni caso, do­ vrebbe essere del tutto chiaro che il genere e la sessualità non sono la stessa cosa; secondo la n1ia interpretazione, almeno, un ragazzo di sette anni che virilmente si pro­ pone per aiutare sua nonna a portare dei pacchi pesanti, non sta affatto "provandoci " . Sen1bra che le credenze sul genere, sulla n1ascolinità e fen11ninilità e sulla sessualità, siano in stretta interazione con il con1portan1ento reale di genere e che, in questo 27

Il rapporto tra i sessi catnpo, intervenga una specie di scienza sociale sponta­ nea . Scoperte sul genere e la sessualità, siano esse ben fondate o tneno, sono assimilate selettivamente - cet'te volte 111olto veloce111e11te - a delle visio11i 1101'111ative che riguardano la mascolinità-fen1minilità e, così potenziate, possono auto-avverarsi rispetto al con1portan1ento og­ gettivo di genere. Non di n1eno le credenze sul genere, sulla sessualità e sulla n1ascolinità-fen1n1inilità, non sono p arte del genere, ad eccezione del fatto - che può es­ sere anche piuttosto rilevante - che le classi sessuali le abbraccino in modo diverso . Ognuna delle due classi­ sessuali sostiene i suoi propri n1odelli interni di relazio­ ne sociale, dando vita a infrastrutture quali i circoli dei " vecchi ragazzi " , gruppi di fraternità, sisten1i di auto aiu­ to fen1n1inile, e sin1ilaria2. Due commenti precauzionali conclusivi s'in1pongo­ no . Quando ci si riferisce a un attributo di genere, è faci. . . 1e pat'l at'e d 1 quest1o111 ch e so11o "l egate al sesso " ( o " cot'relate al sesso " ) , per evitare la s con1oda circonlocuzione " legata alla classe-sessuale " . Ed evidenten1ente è n1olto . . . . 11atut' al e p at'l at'e d e " 1 sessl " , " tt'a 1 sessl " , l' " al tt·o sesso " e così via . E così farò. Ma si tratta di una economia perico­ losa, specialmente perché questi slittan1enti si adattano perfettan1ente ai nostri stereotipi culturali. Si dovrebbe pensare al sesso con1e a una proprietà degli organisn1i e 11011 co111e a u11a classe di essi. Pet'ciò le " cat'attet'istiche sessuali secondarie " , sono attributi associati alla sessuali­ tà, ma è fuorviante parlare di questi attributi come legati 2

Si veda Carroll Smith-Rosenberg, The Fnnale World o/ Lave and Ritual: Relations betz.veen Wo1tzen, in " Nineteenth­ Century An1erica" , «Signs», l, l, 1 975 , pp. 1 -3 0, in particolare p. 9 e seguenti. 28

Erving Golfman al sesso se, nel farlo, si pensa all'esistenza di una classe di persone definite e definibili fondamentaln1ente median­ te la biologia. Con1e suggerito, le caratteristiche sessuali secondarie sono davvero e perlopiù collegabili alla classe del sesso ; ma ognuna delle due categorie umane coinvol­ te, possiede anche n1olti attributi non biologici e prati­ che di comportamento, collegate in modo diverso a tale classe. Sottointeso a questo ten1a, naturaln1ente, ve n'è un altro ancora più problen1atico . Data la definizione di una categoria di persone, in questo caso la classe sessua­ le, potrebbe sembrare che ogni etichetta appropriata che utilizzian1o per riferirei ai suoi men1bri - in questo caso . . . . . . " uo1111111, , " d o1111e " , " 111asch 1 " , "Ltet11111111e " , "lul, , "l el, - possa faciln1ente arrivare a funzionare con1e caratte­ rizzazione, sin1bolo e in1n1agine d 'insien1e della classe, un modo, questo, per costituire un attributo nei tern1ini del " contenitore " , laddove altri attributi semplicemente lo rien1piono. , . . . . I11 seco11 d a 1sta11za c e..... l a quest1o11e d el " tt'attl, , " a t. . . . . . tt'lb utl " e " pt'atlch e " . pet' ese111p1o s ul tet·t'et1o d el glochi da b a111bi11i tr·adizio11ali della classe 111edia at11et'ica­ na, i ragazzi fanno risse più delle ragazze e il prendersi a botte può essere considerato con1e una pratica della classe sessuale maschile . Parlare qui di " classe sessuale n1aschile " h11plica che il con1portan1ento, in un n1odo o in un altro, non è qualcosa di sen1plicen1ente presen­ te nei corpi maschili, n1a anche motivato e stilizzato da qualcosa che proviene dall'interno di questi corpi diversi e che non è, perciò, la mera risposta individuale a una regolazione forn1almente stabilita . Ci si potrebbe riferire al co1nportan1ento di genere (genderismo) , in specifico a una pratica di con1pottan1ento individuale legata alla classe sessuale. Ma prendian1o una pratica scolastica del29

Il rapporto tra i sessi la passata generazione, quella che consisteva nell' alline­ are gli studenti davanti alla porta d 'ingresso in due file sep arate per sesso, per farli rientrare dalla ricreazione, in n1odo tale che l'entrata fosse ordinata e disciplinata. Ora, sebbene questo dispositivo " esprima " certamente delle ct'edet1Ze sulla diffet'el1Za tt'a le cassi sessuali e sia costituito da comportamenti legati ad esse, i ranghi for­ n1ati con gli stessi con1pagni di sesso non possono essere . . tt'attatl co111e u11a " seque112a " d1 co111pot'ta111e11to cot11piuto e generato personalmente, un genderismo. Se vi è qualcosa, ciò che si ha qui è un genderismo istituzionale, una p roprietà con1portamentale di una organizzazione e non di una persona. Il co11tporta1nento della 1nessa in fila potrebbe essere considerato con1e relativo a un in­ dividuo, n1a con1e tale cessa di essere specifico sotto il profilo del genere, essendo qualcosa in cui sono coinvol­ te entrambe le classi. Le file stesse, potren1mo aggiun­ gere, sono un sen1plice, eccellente, geon1etrico, esen1pio di organizzazione parallela, un dispositivo in cui sforzi o servizi sin1ili, diritti o doveri sin1ili, sono organizzati in una n1odalità sep arata. In ogni modo, come nel caso dell'organizzazione parallela concernente altre divisioni sociali bit1at'ie - bianco/nero, adulto/ban1bino, ufficiale/ soldato semplice, etc. - l'organizzazione parallela basata sul sesso mette a disposizione una base pronta per l'el a­ borazione di un trattan1ento differenziale, queste elabo­ razioni presentandosi con1e consonanti ed appropriate alle differenze di carattere stabilite tra le due categorie . Perciò, per tornare all' esen1pio, una volta che i ban1bini sono resi adatti a forn1are le file segregate, è una faccen­ da setn p li ce porre la regola che la fila delle fen1n1ine entri pritna di quella dei n1aschi, forse perché al " gentil " sesso bisognerebbe dare preferenza laddove si trattasse di fug30

Erving Golfman gire l'inospitale an1biente esterno, e perché ad entrambi i sessi bisognerebbe dare qualche lezioncina sul con1e aver rispetto per il genere3• 4. In quasi tutte le società conosciute sen1bra che il dorn1ire, l' allevare i ban1bini e (a un grado n1inore) il n1angiare, tendano ad essere centrati in piccole istitu­ zioni, essendo funzioni organizzate - specialn1ente nelle società 111ode1'11e - intorno a coppie di genitori sposati; che, in generale, i ruoli sociali di uomini e donne siano marcatatnente differenziati, ciò, per inciso, attribuendo alle donne un minor potere e un rango gerarchico subor­ dinato, restringendo il loro utilizzo di spazio pubblico, escludendole dalla guerra e dalla caccia e spesso dagli uf­ fici religiosi e politici; e che più che i maschi, le fen1n1ine trovino la loro vita centrata intorno alle occupazioni do­ nlestiche. Questo insien1e di dispositivi è un tratto così centrale dell'organizzazione sociale un1ana, da rendere in1barazzante la distinzione tra le società selvagge e quel­ le civilizzate. La ragione di ciò sarebbe interessante da conoscere se, di fatto, qualcuno fosse cap ace di sco p rida (forse una spiegazione riguarda il fatto che la segnlen­ tazione che può essere costruita sulla linea del sesso e della procreazione, sen1plifìca in1n1ensan1ente l' organiz­ zazione sociale) . Ancora più interessante è l'utilizzo ide­ ologico a cui sono soggetti questi fatti. Questa struttura­ zione sociale generale, infatti, ci ha pern1esso di provare a spiegare ciò che accade nel nostro mondo industriale, riferendoci a ciò che accadeva in società piccole e senza 3

N on è mai stata scritta la storia dei dispositivi paralleli riguardanti i sessi nella società americana. 31

Il rapporto tra i sessi sct·ittut·a - e ci dà alcune garanzie per poter usare in pri­ mo luogo il concetto di " una società " - e da lì ci incorag­ gia ad andare avanti fino ai primati non umani e con una visione fondan1entalmente biologica della natura umana. Il mio punto di vista sarà che la lezione che le altre socie­ tà - per non dire delle altre specie - ci hanno insegnato, non è stata ancora formulata in modo così solido da ga­ rantirci un manuale da usare per n1otivi d'insegnan1ento, . . . . . e p1·opo11go d 1 l11111tat'l111 al " qu1 e d ot·a " . Se pensiamo alle donne nella società moderna - co111e ct·edo si dovt·ebbe - nei termini di una tra le categorie di persone svantaggiate, allora si raccon1anda la conl­ p arazione , insieme a una presa di posizione sulla collo­ cazione delle donne sulla scala di trattan1enti ingiusti. Certe volte la risposta all'ultin1a don1anda suona con1e: non particolarmente in basso . Nella società an1ericana le donne sono più o meno uguali agli uotnini dal punto di vista della classe sociale e dell'etnia; ciò che queste proprietà attribuiscono socialn1ente agli uon1ini in ter­ tnini di guadagni o perdite, lo fanno anche alle donne. Similmente esiste una considerevole eguaglianza tra i sessi rispetto all'eredità, alle opportunità educative (al meno fino a p rin1a della laurea) , al consun1o personale di beni, a tnolti diritti davanti alla legge, all' amore e al rispetto dei propri figli. Le donne sono svantaggiate ri­ guardo agli stipendi e al livello che possono raggiungere nella loro occup azione, all' accesso a certe professioni e alle risorse creditizie, a pratiche legali relative al non1e, a pretese sull'utilizzo delle strade e luoghi pubblici (alcuni di questi svantaggi din1inuis cono di fronte alle politiche di tnodernizzazione e di controllo della popolazione) . E si potrebbe anche avanzare l'idea che le donne sono in un certo senso avvantaggiate in certi don1ini: gene32

Erving Golfrnan rahnente sono esenti dal servizio n1ilitare obbligatorio, con1pletamente o in p arte escluse da certi tipi di lavoro pesante e godono di forn1e preferenziali di cortesia di vario tipo - queste a loro volta in din1inuzione con la c1·es ce11te 111odet·t1izzazio11e. Questa panoran1ica della situazione delle donne, che ha una qualche utilità rispetto alle politiche e alle azioni sociali, per i nostri s copi è troppo grezza (l' aspetto socio­ logicamente interessante di una categoria svantaggiata non è la penosità dello svantaggio, bensì la responsabili­ tà che la struttura sociale ha rispetto alla sua generazione e tnantenitnento) . Il punto quindi non è che le donne ricevono meno, n1a sotto quale n1eccanisn1o ciò accada e quale lettura sin1bolica gli è data. Dato che l'istituzione don1estica con la sua fan1iglia nucleare, ideale o fran1n1entata, è una unità base della nostra società, incastrata in una comunità relativamente on1ogenea rispetto alla classe, al colore ed all'etnia, e la­ sciando da parte le istituzioni carcerarie, si hanno n1otivi per distinguere due tipi di categorie svantaggiate: coloro che possono e tendono ad essere sequestrati entro fa­ n1iglie e vicinati e coloro che non lo sono . I N eri sono un esetnpio dei prin1i; gli handicapp ati fisici dei secondi. Tra le categorie di svantaggiati che non sono segregati, le donne stanno piuttosto da parte. Altre categorie non se­ gregate, con1e i ciechi, gli obesi, gli ex p azienti psichiatri­ ci, sono sp arpagliate casualn1ente lungo l'intera struttura sociale (una concentrazione relativa può darsi in partico­ lari gruppi etnici, classi d'età, livelli econon1ici, o classi sessuali, ma la loro incidenza è ancora bassa) . Le donne so11o i11 u11a situazio11e del tutto divet·sa: so11o distt·ibuite nelle fan1iglie nella forn1a di ban1bine, e poi più tardi, n1a sempre distribuite ad altre famiglie, nella forma di mogli.

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Il rapporto tra i sessi Nel pri1110 caso la natura fa una n1edia tra i due sessi; nel secondo, la legge e i costun1i an1n1ettono solo una donna in casa, n1a ne incoraggiano forten1ente la presenza. Le donne in quanto gruppo svantaggiato sono perciò poste in una situazione sin1ile alle " tate " (o alle donne di servizio) , in certo senso tagliate fuori ecologican1ente dai con11nerci con le loro sin1ili. Diversamente dal grup­ po delle don1estiche, però, le donne sono pure separate l'una dall' altra a causa della posta in gioco che acquisi­ scono nella specifica organizzazione che le divide. Per­ ché, diversamente da un datore di lavoro o da un padro­ ne, rma donna prob abiln1ente ha (lungo il corso della sua vita) un p adre, un n1arito e figli. E questi uon1ini le trasn1ettono a sufficienza di quanto possiedono o acqui­ siscono da attribuirle un interesse legittin1o nella socie­ tà. Definite con1e profondamente diverse dagli uomini, ognuna di esse è però legata a degli uomini particolari attraverso legan1i sociali fondan1entali, che le posiziona­ no in coalizioni con i loro con1pagni contro l'intero resto del n1ondo, coalizioni che incidentahnente le portano ad agire insieme all'uomo con cui sono rmite, in molte situazioni sociali. Apertan1ente qui gli svantaggiati e gli avvantaggiati costituiscono due n1età perfettan1ente di­ vise dell'intera società, con son1iglianze nelle aspettative organizzate entro la classe-sessuale e con un rapporto con1plen1entare organizzato attraverso i sessi (un soste­ gno sottile che favorisce questo dispositivo è il " rito di con1plen1entarietà " : l'esibizione di affiliazione che uno dei due sposi estende a una donna o a un uon1o partico­ lare, trova la sua eco in ciò che l' altro sposo mostrerà alla stessa persona; perciò il carattere peculiare del legame tra i sessi, può essere conservato di fronte a terze parti) . E questa specie di strutturazione dell' agire, tale da ere'

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Erving Golfrnan dersi progettata da un giovane geon1etra che avesse letto Raddiffe-Brown troppo precocemente, a rappresentare il fenon1eno sociologican1ente interessante - e di u11 fe110111et1o t·it11at·chevole davvet·o si tt·atta. Attraverso un certo gesto ritualizzato o un altro, i n1aschi non n1ancano di esprin1ere, sebbene in n1odo di­ scontinuo, che considerano le fen1mine con1e esseri fra­ gili e preziosi, da proteggere dalle cose sgradevoli della vita e a cui mostrare sia amore che rispetto4• Le donne possono essere definite con1e qualcosa di n1inor valore rispetto agli uotnini, ma ciononostante sono seriamente idealizzate e n1itologizzate, mediante valori quali la n1a­ ternità, l'innocenza, la gentilezza, l' attrattività sessuale, e così via - un pantheon n1inore, forse, n1a nondin1eno un pantheon . Inoltre n1olte donne - forse ancora oggi la grande maggioranza in America - sono profondamente convinte che, quantunque desolante sia il loro posto nel­ la società, l'in1magine ufficiale di ciò che differenzia le loro caratteristiche naturali dagli uon1ini sia corretta, e che lo sia etet·t1a111e11te e 11atut·al111e11te. Sono questi p articolari fattori, associati con la posi­ zione delle donne, che rendono il nostro n1oderno egua­ litarisn1o considerevoln1ente sin1ile al più patriarcale tnondo che si possa in1n1aginare - con1e una scheggia

in Wo1nen and the Public Interest, Chicago, 1 97 1 , pp. 26-28, ne propone tina. interpreta.zione: in1puta.zione, prolissità, particolarismo, orientamento verso la collettività, affettività, passività in amore, obbedienza, sottomissione agli ordini e alle regole, dipendenza, timidezza, modestia, castità, pudore, riservatezza, amore per la casa, interessi minimi per gli affari pubblici, tendenza monogamica, interesse per l'aspetto del corpo, gusto della moda, cura verso i bambini. 4 Jessie Betnard,

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Il rapporto tra i sessi di una pietra n1olto vecchia. L a particolarità della so­ cietà industriale non riguarda per nulla il fatto che la fortna di produzione econon1ica dipende poco dalle diffet·et1Ze 11atu1·ali tt·a i sessi - potrebbe essere n1olto difficile trovare una qualsiasi altra società in ogni ten1 p o che davvet·o lo sia stata. - n1a piuttosto che una p arte della nostra cittadinanza non creda più che il posto tra­ dizionale delle donne sia una espressione naturale delle loro capacità naturali. E senza questa credenza l 'insieme dei dispositivi tra le classi-sessuali perde granden1ente di senso. Non pretendo che questo scetticismo altererà fondan1entaln1ente l' accon1odan1ento tra i sessi, n1a solo che se il n1odello tradizionale è mantenuto, lo è n1eno facil111e11 te. 5. Ho menzionato il fatto ovvio che le donne, diversa­ n1ente da altri gruppi di adulti svantaggiati, sono tenute in grande stin1a. Considerian1o ora due espressioni basi­ lari di questa condizione: il con1plesso del corteggian1en­ to e il siste111a della cot·tesia. l. Nella nostra società il corteggiamento ha solita­ tnente inizio quando i potenziali p artner sono alla fine . . . . . d e11a l ot·o ad oles ce112a e sl avvtc111a11o aIl a " ve11t111a ; 111cidentaln1ente si tratta del periodo in cui - per n1otivi biologici - le fen1n1ine corrispondono n1assin1an1ente agli ideali con1n1erciali di attrazione sessuale. Le fen1mi11e si i111bellettat1o i11 fu11zio11e di u11a 11ozio11e t·icevuta di attrazione sessuale, e si rendono disponibili per una rivista in pubblico, in luoghi semi-pubblici e privati. I maschi presenti fanno mostra di una attenzione esplicita alle fe111111i11e cot1sidet·ate desidet·abili e sta1111o i11 attesa di un qualche segnale fugace che possa incoraggiare il "

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Erving Golfman loro interesse5. Di solito, fare la corte significa che un tnaschio, prin1a a una certa distanza, tende poi ad avvi­ cinarsi, il che sta a significare che il suo atto di valuta­ ziot1e - fare gli occhi dolci - costituisce la prima n1ossa nel processo di corteggiamento . E anche che il decoro giocherà un ruolo in1portante; poiché sia i n1aschi che le fen1mine agiranno come se fossero inconsapevoli che la donna ha provocato una avance (e che, se andrà a buon fine, avrà risvegliato un interesse sessuale) e che non deve essere in1portunata se non risponde con un atto di incoraggiamento, dovendo perciò l'uomo sopprimere o sviare il suo desiderio . Ciò non significa affatto negare che gli spasin1anti di successo, saranno probabiln1ente quegli uon1ini che non hanno rispettato le distanze con­ ve11ie11ti e decot'ose. Nel corteggiamento, il vantaggio strategico dell'uo1110 det'iva dalla sua abilità e dal suo dit'itto di t'itit'at'e in qualsiasi n1on1ento il proprio interesse, a parte forse negli ultin1i attin1i; quello della donna è dato dal con­ trollo di accesso ai propri favori, in quanto - 11ella 11ost1'a . socleta - u11 accesso co11t111uato t'appt'eset1ta u11a p t'ova .

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. . 5 " L a disattenztone ctvile pern1ette all' t1on1o e a ll a dorma di scambiarsi un rapido sguardo. n secondo colpo d'occhio che lei gli accorda può indicare un segno d'incoraggiamento. Certi uomini hanno una grande esperienza di questa seconda occhiata; altri, praticamente nessuna. Per elementi sperimen­ tali e di ricerca su questo punto, si veda: Mark S . Caty, Non Verbal Openings to Conversation, contributo presentato agli Incontri della Associazione Psicologica Orientale, 18 aprile 1 974 , Philadelphia, Pennsylvania, e Talk? Do You Want to "

Talk? Negotiation /or the Initiation o/ Conversation between the Unacquainted, tesi di dottorato, Dipartimento di Psicolo­ gia, Università della Pensilvania, 1 975 . 37

Il rapporto tra i sessi espressiva della forn1azione della coppia (il problen1a del potere è di tutt' altra specie, essendo relativo a diritti estendibili alla proprietà, classe sociale, etc. ) . Qui i van­ taggi non sono per nulla bilanciati, perché l'uon1o con­ cepis ce quell' accesso anche quale prova della sua capaci­ tà di n1aschio e perciò ha n1otivi diversi per sotton1ettersi alla discrezione della donna, ragioni indipendenti dal corteggian1ento (anche la donna trova confern1a, ma la dimostrazione di interesse n1aschile iniziale spesso baste­ rà) . Che il n1aschio sia realn1ente interessato al corteggia­ n1ento o alla mera seduzione, deve con1unque coprire la fen1n1ina con le sue attenzioni ed è lei che ha il potere di allungare o accorciare il processo della conquista. Si osservi che, tradizionaln1ente, il potere discrezio­ nale della donna di concedere le sue grazie, può rin1ane­ re un diritto solo finché essa si n1ostra riservata rispetto alle occasioni in cui ne fa uso, o finché è prudente rela­ tivan1ente al numero di coloro che favoris ce e alla rapi­ dità con la quale, nel caso di un qualsiasi candidato di successo, si concede. La logica tradizionale prescrive che la donna conceda i suoi favori soltanto a una persona, e anche ad essa solo se questa in cambio si impegna ad aiutarla . Questa pratica ne autorizza, o almeno è con1pa­ tibile, con altre due. In prin1o luogo può pern1ettersi di essere giudicata in tern1ini di nubiltà, perché il periodo per la selezione del partner è legato alla sua qualifi cazione ten1poranea sotto questo aspetto ( così lo spiacevole fatto che per n1olti anni a seguire, sarà s qualificata, e lo sarà sen1pre di più, in rapporto a ciò che è supposta essere, sarà cor­ relato con il suo ritiro dalla competizione e mitigato dal rientrare nella don1esticità, dove presun1ibiln1ente potrà godere di ciò che è stata capace di guadagnare, con il 38

Erving Golfrnan gioco del corteggian1ento, durante il suo periodo biolo­ gicatnente felice)6. In seconda istanza, un n1ezzo tradizionale di incorag­ giare le donne a rendersi " difficili " e a non concedersi sessualmente con tropp a facilità, - che se si generalizzas­ se ne deprezzerebbe la n1oneta - è quello di definire la sessualità con1e sporca e cattiva, qualcosa che cot-ron1pe e che solo gli uon1ini desiderano, e che perciò distrugge le donne oneste e genera le " donnacce " . In ogni caso il fidanzan1ento col p artner era sigillato dai diritti d ' acces­ so alle di lei grazie, un inquadramento che, si sperava, trasforn1asse l'atto in una relazione di coppia e non in u11a di111ostt·azio11e di facili costu111i. La do1111a è dive11. . . tata u11a. co111pag11a, e 11011 u11o " s fi zto " , u11 esset·e 111tl'll1secan1ente puro che si è n1ostrato vulnerabile solo a un uomo speciale, è ciò - egli poteva pensare - a causa del suo speciale tnerito . L' affermazione di virilità che l'uon1o così otteneva, era chiaran1ente p aradossale; solo donne spiritualn1ente vergini e desiderabili con1e con1p agne po­ tevano donarla, n1a il dono tendeva a distruggere ciò che era stato donato . In ogni caso, abbian1o qui la forn1ula tradizionale, tipica, delle classi rispettabili: lui ottiene di­ ritti esclusivi di accesso e lei acquisis ce una posizione so­ ciale. S 'intenda che per un numero crescente della nostra popolazione, l' accesso sessuale ha cessato di funzionare in questo n1odo. La libertà sessuale prin1a del n1atrin1o­ nio, con qualcuno non destinato a diventare il proprio sposo, è diventata quasi del tutto abituale, e ciò che il 6

Le tendenze attuali a favore del divorzio per consenso e senza alin1enti, considerate con1e tina liberalizzazione, anntilla­ no questo dispositivo compensatorio assicurando che ahneno certe donne otterranno il peggio dei due mondi. 39

Il rapporto tra i sessi fidanzan1ento introduce in questi casi è, idealn1ente, una pretesa di esclusività, n1a non più della " prin1a volta " . Cotne spesso sottolineato, il sisten1a di corteggia­ tnento implica che i due sessi siano situati diversan1ente riguardo alle norn1e di attrazione sessuale. In specifico il con1pito dell'uon1o è di essere attratto e quello della donna di attrarre e, in n1odo del tutto simile, nel deci­ dere chi incoraggiare tra gli uomini che hanno mostrato i11ter·esse, essa è - si dice - pronta a prendere in conside­ razione questioni più an1pie del sen1plice bell' aspetto e della giovinezza. Come già suggerito, l'in1plicazione è che lei (più che lui) sarà tenuta a rispettare criteri di rappre­ sentazione dai quali, ben presto e a causa del ten1po che passa, sarà costretta ad allontanarsi. Si noti che più che per gli uon1ini, ciò che una donna eredita socialn1ente dai suoi genitori, non può in1pedire che la sua posizione sociale diventi precaria se rimane celibe; conseguente­ n1ente ha una ragione in più per trattare i pretendenti inadatti sen1pre più seriamente. 2 . Se la pratica del corteggian1ento rappresenta una espressione dell' alto valore attribuito alle donne, il si­ stetna della cortesia (galanteria) ne rappresenta un altro . Dal punto di vista dei rituali interpersonali, la credenza (nella società Occidentale) è che le donne sono preziose, ornan1entali e fragili, inesperte e inadatte a tutto ciò che richiede sforzi n1uscolari o l' apprendin1ento di questioni relative l'elettricità o la n1eccanica, o a ciò che concerne ogni rischio fisico ; inoltre implica che siano facilmen­ te soggette alla contan1inazione e alla profanazione e a sbiancare di fronte a p arole sconce e a fatti crudeli, es­ sendo tanto deboli quanto delicate . N e consegue che gli uon1ini avranno l'obbligo di scattare e di correre in aiu­ to (o proteggere) allorquando una donna è minacciata 40

Erving Golfrnan o itnplicata, p roteggendola da spettacoli agghiaccianti e sp aventosi, da cose nauseanti con1e ragni e vern1i, da ru­ tnori, pioggia, vento, freddo e altre inten1petie. L'inter­ cessione può essere estesa fino al punto di n1ediare i suoi contatti con burocrati, stranieri, e personale di servizio . E alcuni di questi obblighi n1aschili si estenderanno non solo alle donne verso cui si è personalmente legati, ma a tutte le donne che s'incontrano, cioè, a ogni donna ovunque capiti di trovarla, specialmente se è chiaro che lei non è accon1pagnata da un uon1o . Questa estensione alla categoria intera, è confermata dal fatto che il n1odo in cui un uon1o proferisce una cortesia a sua n1oglie può prendere una forn1a del tutto in1personale, una cioè per­ fettan1ente adatta a ogni donna; e dal fatto che cortesie n1inori possono dare agli uon1ini una ragione difendibile per coinvolgersi con donne presenti e non conosciute, come quando un uon1o mon1entaneamente svia dalla sua azione per accendere una sigaretta a una donna, n1ostrando con lo s chernirsi, anche all' accon1pagnatore, che non vuole appropriarsi del tempo o della attenzione della signora e che assolutamente non " sta provandoci " . Un' altra conferma, carina con1e esen1pio n1a sgradevole con1e fatto, è riportata nella letteratura sul rapin1ento7 ; di fronte a gesti brutali di stranieri o di persone cono­ sciute, e in assenza di altre forme dissuasive, le vittin1e tendono a in1plorare e a supplicare pietà, in1piegando il . . tet'l11111e " pet' favot'e " - u11 tet'l11111e ch e p t'esuppot1e l a richiesta che la propria situazione sia riconosciuta con attenzione, una pretesa a cui ogni donna dovrebbe aver diritto riguardo a qualsivoglia uomo . 7

Per esempio, Diana Russell, The Politics o/ Rape, New York, 1 975 , pp. 2 8, 3 8, 99 , 13 2 , 20 1 , 223 . 41

Il rapporto tra i sessi 3 . Sen1bra esserci, nella nostra vita pubblica, un in­ treccio fondan1entale di cortesia e corteggiamento, le cui conseguenze sono in1portanti. Ovviamente l'obbligo tnaschile di offrire un aiuto in un n1odo o nell' altro, di offrire i suoi servigi volontarian1ente a ognuna delle don­ ne nelle vicinanze, non è solo un obbligo, n1a anche un privilegio . Infatti egli può utilizzare questo obbligo selet­ tivan1ente, come una copertura sotto la quale focalizza­ re la sua attenzione verso donne attraenti, aumentando così in n1odo considerevole i n1ezzi a sua disposizione per spingere il suo obiettivo oltre a ciò che una n1era par­ tecipazione a una riunione sociale potrebbe autorizzare; per esen1pio la donna potrebbe trovarsi nell'obbligo di testin1oniare gratitudine, di dare ragguardevoli segni di sollievo, e così di seguito . In tal n1odo l'uon1o facilita ed incoraggia la donna a mostrare interesse per lui e pott·eb­ be pure obbligarla in quella direzione. Si noti che le cor­ tesie n1ostrate dagli uon1ini a donne desiderabili possono essere proferite senza grande aspettativa o speranza che qualcosa, oltre l'incontro, possa derivarne; l'interazione stessa, aggraziata con le allusioni s cherzose che lui può proferire, gli apporta un tocco di sensualità e una piccola co11fer·t11a della sua 111ascoli11ità. Un a conseguenza di questo legan1e tra cortesia e cor­ teggian1ento è il n1ettere a disposizione una base anodina per trattare quei contatti sociali che altrin1enti potrebbe­ ro presentarsi con1e competitivi o ostili. Un ' altra conse­ guenza è che, sebbene le normali cortesie degli uon1ini verso le donne vengono tendenzialn1ente applicate in modo cotnpleto e con piacere a quelle giovani e carine, vengono applicate con crescente riserva quando queste due p roprietà vengono a n1ancare . Le vecchie e le b rutti­ ne sono perciò continuamente n1inacciate dal non essere 42

Erving Golfrnan trattate in un modo adeguato alla natura un1ana che la loro classe-sessuale si suppone le conferis ca . E avranno buoni n1otivi di reagire, prestando n1olta attenzione a non spingersi troppo oltre, o a esigere o a protestare fino al punto che queste carinerie, così con1e sono loro n1o­ stt·ate, possano anche essere ritirate (perciò si evidenzia che le donne " chic " , giovani e attraenti, devono essere molto circospette negli sp azi pubblici per un n1otivo, e quelle non attraenti, per uno diverso) . Un'ulteriore conseguenza dell'intreccio di cortesia e corteggiamento pesa sul modo in cui una donna è co­ stretta ad agire nelle riunioni n1iste . Agendo in n1odo affettato, proiettando tin1idezza, riservatezza e rivelando fragilità, paura e incon1petenza, ella può costituirsi in una sorta di oggetto verso cui un uon1o può proprian1en­ te stendere la sua mano soccorritrice, smorzando così la dozzinalità nel suo parlare e comportarsi. Ma si osservi che, quando il gruppo include anche uon1ini che non sono mariti, una ulteriore ragione la incoraggia in questa direzione. Dato che gli uon1ini attenderanno un incorag­ gian1ento, interpretando in tal senso ogni s carto dall' abi­ tuale riservatezza femn1inile, ne consegue che qualsiasi loro sollecitudine, iniziativa, n1ancanza di sobrietà , ag. . . . gt'esslvlta, o 111c1tat11et1to , posso11o esset'e co11cep1te co111e sessualn1ente invitanti, in breve un segno di accessibi­ lità8 . Così, di solito, specifiche sanzioni legali o n1orali '

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Ciò rende conto di certi fatti paradossali. Dato che gli uonllni sono definiti con1e desiderosi di a.vere tln a. c cesso alle donne e le donne come chi li tiene sotto scacco, potrebbe sem­ brare che gli uomini abbiano meno possibilità di entrare in relazioni intime con le donne, nel senso di toccarle, di quante non ne abbiano le donne nei confronti degli uomini. Ma credo 43

Il rapporto tra i sessi non sono necessarie per lin1itare l' agire delle donne in pubblico ; basta solo che esse tengano presente il loro in­ teresse, tna questa auto-regolazione può essere concepi­ ta con1e una conseguenza funzionale, un sotto-prodotto, dell'operare incrociato di altre definizioni sociali. 6. Ora andiatno al cuore della questione. E comune concepire che le differenze tra i sessi si mostrino attra­ verso le opportunità e i vincoli dell' an1biente, a sua vol­ ta concepito come rozzan1ente già dato, presente prima che la questione della differenza sessuale en1erga . O, detto in tnodo diverso, che le differenze sessuali siano un dato biologico, un vincolo esterno a qualsiasi forn1a di organizzazione sociale che gli un1ani possano escogi.....

che, tra le persone che non sono in rapporti di intimità, gli uomini abbiano più occasioni di toccare le donne. Perché sem­ bra che gli uomini abbiano diritto a che le loro avances siano considerate con1e protettrici, o proposte al modo della piace­ volezza, o senza esigenze affettive; lo stesso atto compiuto da una donna in presenza di un uon1o potrebbe essere troppo facilmente interpretato come un invito, una manovra aperta e tenderebbe dunque ad essere rifiutata (si veda Nancy Henley, The Politics o/ Touch, in Phil Brown (ed.) , Radica! Psychology, New York, 1 973 , pp. 42 1 -4 33 ) . Tra gli uomini e le donne la cui intinUtà è ratificata socialmente, le donne sembrano disporre di una maggiore libertà. La questione va al di là delle avances manifeste, come quelle che consistono nel toccarsi, riguardan­ do dei modi molto passivi d'essere esposti. Così una donna in compagnia di un cane o colei che porta una macchina fotogra­ fica, un libro o qualsiasi altro oggetto, offre dei pretesti che possono venir utilizzati da sconosciuti per fare delle osserva­ zioni, e perciò nei fatti s'espone. 44

Erving Golfrnan tare. Ma esiste un n1odo diverso di vedere la questione. In tnodo teorico si può invertire l'equazione e chiedersi cosa potrebbe essere tolto o n1esso nell' an1biente, cosic­ ché queste differenze innate tra i sessi, così con1e sono, possano farsi valere, di fatto o apparentemente. Il ten1a allora è quello della riflessività istituzionale. Si conside­ rino alcuni esetnpi. l. Per tnotivi biologici , la n1adre è evidentemente nella condizione di allattare il b ambino laddove il p a­ dre non lo è . Dato questo fatto inaggirabile , ne convie­ ne che il padre te1nporanean1ente , ma es clusivan1ente , si faccia carico di con1piti che possono in1plicare una netta sep arazione dalla abitazione. Ma questo vincolo biologico, del tutto ten1poraneo , finisce per essere este­ so culturaln1ente. Un 'intera gan1n1a di doveri don1estici è definita (quale che ne sia la ragione ) come inappro­ priata per l'uotno: e una intera gamn1a di oc cupazioni extra -don1estiche sono definite con1e inappropriate per la donna. Date queste definizioni sociali, la forn1azione di una sorta di coalizione è la risposta naturale alla bru­ tale presenza del mon do, poiché solo in questo n1odo si sarà cap aci di acquisire ciò di cui si ha bisogno e an­ che di non doversi in1pegnare in azioni sconvenienti e ina datte . E la forn1azione della coppia non è l' unico ri­ sultato dei vincoli di genere sulle n1ansioni. N ella vita pubblica in generale, le donne troveranno che ci sono cose che dovrebbero essere fatte per loro e gli uomini troveranno che esistono cose che dovrebbero fare per gli altri, cosicché ancora una volta scopriranno che han ­ no reciprocamente bisogno gli uni delle altre (perciò proprio come un uon1o può prendere moglie per evi­ tare faccende che non gli sono congeniali, anche una donna può cercarlo per avere la compagnia necessaria 45

Il rapporto tra i sessi a usufruire pienan1ente degli sp azi pubblici) . Così la na­ tura utnana in1putata all 'uon1o lo rende dipendente da una relazione con la donna, e la condizione reciproca prevale per lei. La persona di cui un uomo s cop re di aver bisogno, se vuole agire in accordo con la sua natu­ ra, è proprio quella che ha bisogno di lui, cosicché lei possa agire in accordo con la sua. Le persone in quanto tali non abbisognano le une delle altre in questo n1odo, ne abbisognano soltanto in quanto identità b asate sul ge11et'e. 2 . Si consideri la casa come luogo di socializzazione. Si prenda con1e esen1pio una coppia di fratelli di classe 111edia e di sesso divet'SO . L' educazio11e fa111iliat'e dei due sessi sarà differente, iniziando a orientare la ragazza ad assun1ere un ruolo don1estico e d' ausilio, e il ragazzo a un ruolo più espressan1ente basato sulla con1petizione. Questa differenza di orientamento verrà sovrin1posta su una qualità fondan1entale in n1olte questioni rilevan­ ti. Così, dall'inizio, troveren1o due principi di b ase a cui riferirsi nel richiedere e nel garantire delle ripartizioni. Uno è quello dell'eguaglianza dei fratelli e dei membri partecipanti - il tema del condividere e similaria, rea­ lizzato nella sua forn1a più evidente in n1olte decisioni e, nella sua forn1a prevalente, nel sistema dei turni. L' al­ tro è quello del contare secondo il sesso, con1e quando la porzione più abbondante del pasto è data al n1aschio " perché è un ragazzo " , oppure quando il più soffice tra due letti è dato alla femmina "perché è una ragazza " , o ancora quando un n1aschio è sanzionato in n1odo più duro che una femn1ina, perché è di natura più rude e ci vorrà di più perché " ci arrivi " . Queste misure che si appellano al genere non cesseranno di essere usate con1e un cotnodo strumento per razionalizzare una allocazio-

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Erving Golfrnan ne le cui basi sono determinate altrin1enti, per escludere una base distributiva che potrebbe causare n1ugugni e, ancora di più, per evitare certi fallin1enti in n1odo tale da essere all'altezza delle aspettative. Tutto ciò è perfettan1ente noto in principio, sebbene non adeguatan1ente esplorato in dettaglio . Ciò che non è sufficie11te111e11te valutato è che ba111bi11i di diffet'el1te sesso, sotto la giurisdizione della stessa autorità genito­ riale e che vivono la maggior parte dei loro prin1i anni di vita in reciproca presenza e nella stessa abitazione, producono così uno sp azio ideale per la differenziazione di ruolo . La vita fan1igliare assicura infatti che la 111ag­ gior parte di ciò che ogni sesso realizza, sia fatto sotto lo sguardo dell'altro e nel con1pleto e reciproco apprez­ zan1ento del trattan1ento differenziale che ottiene. Così, quale che sia il livello econon1ico o di classe e con1e una femmina si veda, meglio o peggio, in rapporto a b ambi­ ni di altre fan1iglie, essa può difficiln1ente sbagliarsi nel constatare che suo fratello, eguale a lei se con1parato a b an1bini di altre fan1iglie - e spesso anche eguale riguar­ do alle pretese fondan1entali relative alle risorse fami­ gliari - pur tuttavia è giudicato e trattato diversamente dai propri genitori. E così è anche per il fratello . Perciò sin dall'inizio 111aschi e fen1n1ine acquisiscono un 111odo di giudicare i 111eriti e le ricon1pense che in1brogliano (incrociandole) le differenze di potere econon1ico e di classe. Quantunque la posizione sociale della fan1iglia possa essere superiore, le sue figlie fen1n1ine potranno apprendere che sono diverse dai n1aschi (e che vi sono abb astanza subordinate) ; e per quanto la posizione so­ ciale di una fatniglia sia inferiore, i figli 111aschi potran­ no apprendere che sono diversi (e anche superiori) alle fe111111i11e. E co111e se la società i1111estasse u11 ft'atello co11 '

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Il rapporto tra i sessi delle sorelle, così che esse potessero dall'inizio in1parare a stare al loro posto; e una sorella con dei fratelli cosic­ ché gli uon1ini potessero in1p arare a stare al loro . Ogni sesso diventa un meccanisn1o di forn1azione per l' altro, uno strun1ento che è a disposizione proprio in casa; e ciò che serve a strutturare la vita sociale più an1pia, prende così forn1a e in1peto in una cerchia sociale molto piccola e alla mano . E ne consegue pure che il senso più pro­ fondo di ciò che ognuno è - la sua identità di genere - è qualcosa il cui carattere originario è dato da ingredienti che non dipendono dall' etnicità o dalla stratificazione socio-economica, in relazione a cui noi tutti acquisian1o una profonda capacità di difenderci da ciò che guada­ gnian1o o perdian1o in virtù del nostro posizionan1ento nella gerarchia sociale. I fratelli avranno un n1odo di de­ finire se stessi, relativamente alle differenze con persone come le loro sorelle, e le sorelle lo faranno in relazione ai loro fratelli; e in entran1bi i casi, la percezione di con1e i fratelli di una fan1iglia sono socialn1ente situati, in un n1odo fondan1entahnente diverso dai fratelli di un ' altra, sarà sviata . Il genere, e non la religione, è l'oppio dei popoli. In tutti i casi ci trovian1o di fronte a un dispositi­ vo organizzativo rin1archevole. Un uon1o può spendere la sua intera giornata sopportando chi ha potere su di lui, soffrendo questa situazione a quasi ogni livello della società e, nondin1eno, riguadagnare ogni sera una sfera sulla quale dotninare tornando a casa. E ovunque vada, al di fuori della sua casa, le donne possono essere là per puntellare le din1ostrazioni di con1petenza n1aschile. Non si tratta solo del fatto che il capo ha una segreta­ ria donna, ma anche (come spesso rimarcato) che il suo . . . . . . fi gllo " sb a11 d ato , 111 car·r·ter·a 11e 11' e d ltor·ta alter·11at1va o nella politica di protesta, troverà un 'assistente donna: e "

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Erving Golfrnan se è stato così eversivo da unirsi a una con1une rurale, troverà ad attenderlo una appropriata divisione del la­ voro . E se abbandonassin1o il n1ondo reale, per una sua alternativa di finzione, un cosn1o fantascientifico, anche qui troveretntno che gli uon1ini occupano le posizioni di co111a.11do e ha1111o do1111e che li a.iuta11o 11el 111odo accot1cio al loro sesso. Sen1bra che ovunque il mas chio vada, si porti dietro una divisione sessuale del lavoro . 3 . Nei tempi n1oderni, i n1en1bri della coppia si n1o­ strano nudi l'un l' altro e, qualche volta, possono uti­ lizzare anche lo stesso b agno simultaneamente. Ma, a parte queste eccezioni , non ci si aspetta che gli orga­ ni genitali (adulti) di un sesso siano esposti agli occhi dell' altro . Inoltre , sebbene si riconos ca che le persone di entran1bi i sessi siano, per certi aspetti , sin1ili riguar­ do alla questione degli escren1enti e della loro defeca­ zione, l' ambiente in cui le donne lo fanno deve essere ( aln1eno così credian1o noi an1ericani) più raffinato, an1pio e ricercato di quello degli uon1ini. Presun1ibiln1ente per una questione di rispetto per l'ordine generale tra i sessi, e della classe sessuale femminile in p articolare, si è giunti al punto in cui in quasi tutti i luoghi di lavoro e di raduno si trovano due tipi di toilette (un caso di organizzazione p arallela ) diverse rispetto alla qualità. Un caso di sep arazione e disuguaglianza . Perciò qua­ si in tutti gli stabilin1enti industriali e con1n1erciali, le donne avranno la possibilità di non essere esposte agli uo111i11i e al lot'O a111bie11te e di t'itit'at'si i11 u11a et1cla­ ve tutta fen1n1inile, spesso in con1p agnia di un ' an1ica, per p assare un po' di ten1po nella toilettatura, presu­ mibilmente più tempo, più frequenten1ente e anche in condizioni an1bientali più ingentilite, di quello che gli uon1ini spendono nelle loro toilette segregate. Una sala 49

Il rapporto tra i sessi d ' attesa (spogliatoio) segregata per sesso (con1e n1olte lo sono) può estendere questo regno sep arato . E così stabilito una specie di ritn1o "insien1e-e-poi- senza " , con un periodo dove i sessi sono riuniti , seguito da un breve perio do di separazione , e così di seguito (bar, p alestre, spogliatoi, piscine, etc. , realizzano lo stesso tipo di se­ gregazione perio dica . Ma dal punto di vista maschile, sta11do la diffet'et1Za 11el fatto che 111e11tt'e il t,idotto fet11minile tende ad essere arredato in maniera più curata che l' an1biente circostante, quello n1aschile [aln1eno negli U . S .] è spesso arredato n1eno accuratan1ente) . Lo stesso 111odello se111bt'a estet1det'si al di fuot'i delle toi­ lette e delle sale d ' attesa, verso spazi più ampi. I grandi n1agazzini possiedono piani che n1ischiano i sessi, n1a pure piccole zone che offrono n1erci per un solo sesso, frequentate n1olto spesso solo da esso. Le scuole hanno classi miste, punteggiate da palestre, sport e da poche altre attività che sono segregate per sesso9 . In sintesi, quindi, non si ha tanto a che fare con una segregazione, quanto con una segregazione periodica che dà ritmo alla giornata e che assicura che le differenze subculturali possano essere riaffermate e ristabilite per 111ezzo della t'iu11io11e dei sessi. E co111e se la t'i-u11io11e dei sessi fosse tollerabile solo a condizione che una fuga periodica sia sen1pre possibile; è con1e se l'eguaglianza e l'identità fossero una n1ascherata da cui fuggire periodi­ ca111e11te. E tutto ciò è realizzato in nome della delicatezza, civi­ lizzazione, del rispetto dovuto alle donne, o del bisogno '

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Recentemente, negli Stati Uniti, delle proteste pubbliche, guidate dalle femministe, si sono espresse contro la segregazio­ ne per sesso degli equipaggiamenti e delle attività. 50

Erving Golfrnan " naturale " degli uon1ini di stare tra di loro . Si osservi che, poiché gli spazi pubblici sono progettati in massin1a parte per i 111aschi (la grande eccezione è data dai grandi negozi) , i servizi per le donne hanno dovuto essere ag­ giunti a quelli già presenti. Com 'era prevedibile un argo111et1to co11to l' assu11zio11e lavot·ativa di do1111e è stato che si sarebbero rese necess arie nuove toilette che però non erano a disposizione. Chiaran1ente se, nella nostra società, i giochi di sguar­ di e la disponibilità sessuale devono giocare il ruolo che effettivatnente hanno nella forn1azione di coppia, allo­ ra la separazione delle toilette si in1pone . E ancora più chiaran1ente, ciò che è così separato è una questione biologica relativan1ente a cui le classi sessuali divergono biologican1ente e 111arcatan1ente. Ma il dispositivo di se­ questro in quanto tale, non può essere legato a questioni biologiche, bensì solo a concezioni folcloristiche in ma­ teria di biologia . Il /unzionatJzento di organi differenziati sessualn1ente è implicato, n1a non vi è nulla in esso che raccon1andi una segregazione biologica: quell'ordina­ n1ento è assolutamente una questione culturale. E ciò che si ha è un caso di riflessività istituzionale: la segrega­ zione delle toilette è presentata con1e una conseguenza naturale della differenza tra le classi sessuali, quando di fatto è piuttosto un n1odo di onorare, se non di produr­ re, questa differenza. 4 . Consideriamo ora il processo di selezione del per­ sonale (job place1nent) . Tradizionaln1ente, nella società industriale, le donne hanno gravitato, o sono state fatte gravitare, intorno a lavori che estendevano quelli casalin­ ghi - l'industria degli indun1enti, del lavoro domestico, la pulizia industriale, e i servizi personali, quali l'insegna­ n1ento, servizi alberghieri, infern1ieristici, della ristora51

Il rapporto tra i sessi zione10 . In queste ultin1e professioni ci è abituale trattare il personale con1e qualcuno che ci aiuta in un n1odo qua­ si-n1aterno, non con1e qualcuno da subordinare in n1odo freddo o qualcuno a cui sotton1etterci. Nelle questioni di servizio strettamente associate al corpo e alla persona, abbian1o la possibilità di addolcire la crudezza che il per­ sonale n1aschile potrebbe introdurre. Chiaran1ente le donne, specialmente giovani e di clas­ se media, sono anche state impiegate in lavori di segre­ teria e d'ufficio, lavori spesso definiti con1e lavori " senza futuro " da far svolgere a qualcuno che si presenta bene e che non si aspetta e neppure conta di fare carriera . Spesso si pensa che le segretarie stiano semplicen1ente facendo passare il ten1po prin1a di sposarsi, preferibil­ n1ente in luoghi dove le opportunità di " incontrare " gli uomini è alta . In ogni caso, le differenze di età e di sesso tra la segretaria e il datore di lavoro permettono un certa stilizzazione del loro rapporto in tern1ini paternalistici. Estrapolando la loro relazione dal n1ero n1ondo degli affari, il superiore può accettare di rivelare a una subor­ dinata aspetti intimi della sua vita, senza perciò avere la sensazione di stare perdendo, con questa relazione, il suo rango . Può anche chiedere qualcosa che vada al di là delle n1ansioni contrattualizzate, aspettan dosi di essere trattato con1e qualcuno i cui bisogni, i più diversi possi­ bili, possono essere soddisfatti con1e accade a un ban1-

Harold L. Wilensky, W01nen's Work: Economie Grow­ th, Ideology, Structure, in «Industriai Relations», 7 , 3 , 1 968 , p . 244 : «Se esse accedono (all'Università) si rivolgono irresistibil­ mente verso i domini tradizionahnente " femminili" , come gli sttldi a. rtistici, infernlleristici, l' edt1cazione, il lavoro sociale, la biochimica, le lingue e le lettere». 10

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Erving Golfrnan bino curato dalla n1an1n1a . In can1bio egli può generare un ambiente fan1iliare, utilizzando n1odalità di conver­ sazione personalizzate ( chiaran1ente in n1odo asin1n1e. . . . tt'lco ) , 111qua d t'al1 d o co11 d el " pet' favot'e-e-gt'aZle 111 ili e " , ognuno dei piccoli piaceri che richiede, e n1ostrandosi galante laddove si tratti di aprire porte o spostare pe­ santi n1acchine da scrivere. Può anche permettere alla segretaria di utilizzare il telefono per chiamate personali e soddisfare le sue don1ande di tempo libero per gestire gli affari del suo sesso . Così ci si accorge così che nei lavori dove le donne " stanno in pubblico " - controllori di biglietti, recep­ tionist, hostess di volo, venditrici - si applicano per la selezione del personale degli standard di " attrattività " giovanile. Tale pratica è, chiaramente, ancora più marcata nel selezionare le donne nel campo della pubblicità e dello spettacolo . La conseguenza è che quando un uon1o ha rapporti di lavoro con una donna, è più che probabile che essa rappresenti qualcuna con cui egli avrebbe pia­ cere nel relazionarsi. La cortesia che egli offre e riceve, può con1portare in sottofondo un interesse sessuale (si confern1a che, più elevate sono le posizioni che l'uon1o occupa nella gerarchia del n1ondo degli affari, del gover­ no , o delle professioni, più classe avranno le donne con cui gli capita di avere relazioni occasionali; un segno e un si111 bolo di successo) . Infine, si noti che in quasi tutti gli an1bienti di lavoro creati interan1ente per i n1aschi, possian1o trovare una o due donne occupate in una specie di lavoro ancillare. Si dimostra, quindi, che esistono solo poche situazioni sociali dove gli uon1ini non saranno oh bligati ad essere cot'tesi co11 le do1111e. 53

Il rapporto tra i sessi In sintesi si può osservare che i processi di selezione del personale assicurano che i maschi abbiano n1aggior possibilità, rispetto a una selezione del tutto casuale, di trovarsi frequenten1ente in presenza di femn1ine, e che queste non tenderanno solo a personalizzare le relazioni, n1a saranno relativan1ente giovani e attraenti. In tal sen­ so il n1ondo in cui gli uon1ini vivono è una costruzione sociale che li disloca quotidianan1ente dal loro ambien­ te familiare verso quello che appare essere un universo con1pletamente n1as chile; n1a questi an1bienti appaio­ no essere strategican1ente riempiti di fen1mine relati­ van1ente attraenti, là per servire in n1odo specializzato quali obiettivi per scherzetti sessualn1ente allusivi e per co11sidet'azio11i diffuse estese i11 e11tt'a111be le dit'eziot1i. Il principio è quello del " di n1eno " per il " di più" , l'effe t­ to è di istituire il mondo extra casalingo con1e qualco­ sa che son1iglia vagamente a un quartiere a luci rosse, dove gli uon1ini possono faciln1ente trovare - e godere i11 sicut'ezza - di favori relazionali. Si osservi che n1ag­ giormente un n1aschio si accontenta di piacevolezze di gender - sistematican1ente a disposizione, n1a in n1odo bt'eve e i11tet'111itte11te - più estesamente una categoria preferenziale di femn1ine possono essere condivise dai tnaschi in generale11 (in effetti il gioco tradizionale de­ gli appuntatnenti, può essere visto non con1e un n1ero stt'Ut11e11to pet' accopptat'e 1 sesst, 111a co111e u11 111ezzo pet' •





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Notando le funzioni particolari che prende la dispersione selettiva delle donne sulla scena del lavoro, si dovrà egualn1en­ te prendere nota d'un processo parallelo, il reclutamento di uomini bianchi, grandi e slanciati, in ruoli politici e di direzio­ ne molto visibili, dove possono servire come rappresentanti di organizzazioni e incontrare a loro nome il pubblico specifico. 54

Erving Golfrnan dare a un gran nun1ero di uomini un poco di con1pagnia con donne esemplari) . 5 . Tra tutti i n1ezzi con cui, nella società n1oderna, è favorita la differenziazione per classe sessuale, una spicca per la sua speciale e potentissin1a influenza: n1i riferis co al nostro sisteJtta di identificazione, che in1plica due questioni correlate; il nostro n1odo di scoprire " chi " è colui che ci si presenta, cioè le nostre pratiche di po­ sizionamento, e il nostro n1odo di etichettare che cosa abbia1110 così collocato . Dal punto di vista del posizionare, è chiaro che l' ap­ parenza considerata con1e appropriata dei due sessi, pennette la tipizzazione sessuale a distanza. Sebbene re­ centenlente questo dispositivo ci abbia riservato qualche possibilità di errore, il sisten1a è ancora segnatan1ente ef­ ficace quale che sia l' angolo visivo e da quasi ogni distan­ za, a condizione che l'osservazione sia abbastanza rav­ vicinata da pern1ettere la percezione di una silhouette. L'efficacia della collocazione visiva è associata con quella uditiva: il sen1plice tono della voce - co111e al telefo11o è generalmente sufficiente per l'identifi cazione sessuale. Anche la scrittura è efficace, seppure forse non quanto l'aspetto e la voce (solo delle differenze d 'età notevoli, so11o tt'adite i11 111odo si111ilt11e11te efficace attt'avet'SO tutti e tre i canali: la razza in An1erica è apprezzabile nledian­ te la vista e, in generale, per n1ezzo della voce, n1a non C011 la SCl'ittUl'a) . Dal punto di vista della designazione, abbiamo un si­ stenl a di tern1ini che include i non1i personali, i titoli e i pronomi. Questi meccanismi sono utilizzati per esprime­ re deferenza (sia rispetto, distanza o affetto) , per specifi ­ care a chi ci rivolgian1o o a chi ci riferian1o tra i presenti e per fare attribuzioni in enunciati scritti e p arlati. Nelle 55

Il rapporto tra i sessi lingue europee, generaln1ente, eccetto che per i pronon1i della seconda persona, queste pratiche di designazione infortnano, aln1eno rispetto alla classe sessuale, essendo ciò di cui spesso soltanto danno inforn1azione. Le nostre pratiche di posizionan1ento e di designa­ zione, considerate con1e un unico sisten1a, servono per definire sia con chi dobbian1o avere relazioni sia pern1et­ te di stabilire tali relazioni; ed entrambe le pratiche inco­ raggiano fortemente la categorizzazione lungo la classe sessuale. Fin dall'inizio di un 'interazione, quin di, esiste un p regiudizio in favore del forn1ulare le questioni in ter­ n1ini rilevanti dal punto di vista sessuale, tali che la ses­ sualità procura il profilo generale o il contenitore, e così vengono attribuite particolari proprietà a quel profilo per n1ezzo di specificazione. Non è affatto un pregiudizio da poco . E si noti che questo sistema di identifi cazione-no­ minazione è giustificato in modo pesantissimo attraverso la dottr·i11a seco11do cui le discr·i111i11azio11i che 11e co11seguono sono solo naturali, qualcosa da non concepire con1e un prodotto di ingegneria personale o sociale, n1a piuttosto cotne un fenomeno naturale. 7. Ho preso in considerazione cinque esen1pi di rifles­ sività istituzionale, cinque caratteristiche di organizza­ ziot1e sociale che ha1111o l'effetto di cot1fer·111at·e i 11ostr·i stereotipi di genere e i prevalenti accomodan1enti tra i sessi: la divisione del lavoro sessuale, i fratelli e le sorel­ le con1e agenti di socializzazione, le pratiche di toilette, l' app arenza e la selezione del personale, il nostro sistema di identificazione . In tutto ciò il problen1a sottostante è stato quello delle differenze biologiche tra i sessi. E questo il tema a cui torno ora, specialn1ente in materia .....

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Erving Golfrnan di differenze di taglia, forza e potenziale di con1batti111e11to . Lungo tutto il saggio, il n1io argon1ento è stato quello, oggi corrente, che le differenze fisiche tra i sessi sono in se stesse poco rilevanti rispetto alle cap acità un1ane richieste nella n1aggioranza delle nostre attività . Il punto i11tet'essa11te dive11ta allot'a: co111e è che 11elle società 1110derne queste irrilevanti differenze biologiche tra i sessi diventano di così grande in1portanza sociale? Come è che, pur senza una giustifi cazione biologica, queste dif­ ferenze biologiche vengono sociah11ente elaborate? Di nuovo la risposta farà riferirnento alla riflessività istitu­ ziot1ale. l. Chiaran1ente se con1battin1enti corpo a corpo do­ vessero concludere ogni occasione di relazione un1ana, la differenza biologica tra i sessi sarebbe signifi cativa, poiché in questi scontri il più debole dovrebbe m obi­ lizzare tutte le sue risorse fisiche per provare a vincere o per cercare salvezza con la fuga, e inevitabiln1ente nei . . . co11tatt1 tt'a sessi, questa pet'S011 a sat'ebb e u11a " l el " . I11 grande parte della vita adulta queste sfide sono escluse. Ma non lo sono affatto con1e fonte di un imn1aginario che guida l' agire. Tra i giovani n1as chi - e solo 111aschi - l' allenatnento e la pratica della boxe e della lotta sono abbastanza con1uni, anche se in n1odo leggero . Perciò, invece che esitare in caso di una sfida fisica, i n1aschi ap­ prendono a reagire in un n1odo parzialmente concorda­ to . In ogni caso trovian1o qui una fonte fondamentale di n1etafore, corrispondente al /onnat del duello o della scazzottatura . Gli uon1ini, pure quelli di classe media, si tengono pronti a difendersi fisican1ente (per difendersi essi stessi) o ad attaccare qualcun altro ( con1e difesa di una persona amata, di proprietà o di principi) . Per i ma57

Il rapporto tra i sessi schi di classe n1edia, aln1eno, ciò non significa un con1b attitnento effettivo, n1a solo che prendono in conside­ razione delle situazioni in funzione di questa evenienza. Pritna che un maschio divenga apertan1ente aggressivo, giudica i possibili risultati nei tern1ini dello " spiegarsi " all' altro o del poterlo "n1anovrare " ( chiaran1ente sarà an. ch e p t'eoccupato d1 ct'eat'e u11a " sce11a. " , co11 co11segue11ze di cattiva reputazione, noie con la polizia e la giustizia e gli inestetistni, etc . , che ne conseguono) . Questi giudi­ zi generano grande circospezione e prudenza e, spesso, la falsa apparenza esteriore, che lo scontro non sia più una possibilità rilevante . Ma, di fatto, la questione non è che il n1odello ha cessato di funzionare con1e una guida, piuttosto invece che funziona n1olto bene. In corrispondenza al ruolo del con1battin1ento con1e fonte di itnn1aginario e stilizzazione nei rapporti tra gli uo1111111, tt'OVlal110 11e1 t'appot'tl tt'a 1 sessl u11a 1111111ag111e di do111i11aziot1e sessuale o di viole112a . La fot't11azio11e di una relazione è vista con1e provenire da attività n1aschili iniziali aggressive, una rottura di confini e di barriere, una caccia, una pressione a favore della propria causa (in effetti, la fiction ne propone una versione rimarchevole - un incapsulamento n1itico in quanto tale - desct'itta tnediante n1ani che inizialn1ente cercano di lottare, sen­ za successo, contro un violentatore e che finiscono per accarezzare un an1ante; e ne deriva che qualche violen­ tatore cerca, senza successo, di n1ettere in pratica questo fantasma)12 . Così la scena del corteggian1ento, presa come espressione della natura fondan1entale degli anin1ali, si trasfortna per divenire uno dei pochi contesti disponibili nel quale i miti concernenti le differenze sessuali posso•

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Diana Russell, The Politics o/ Rap e, cit. 58







Erving Golfrnan no realizzarsi. Fatti sociali basilari, non sono tanto intro­ dotti in questo universo, quanto ne sono estratti. 2 . Si co11sidet'it1o ot'a il dit110t'fist110 e le situazio11i sociali. Gli uon1ini, essendo più grandi e più forti delle donne, possono, se lo vogliono, toglierle dagli in1b arazzi delle situazioni sociali dove, per esen1pio, esse debbono fare cose sporche o non alla loro portata. Sin1iln1ente gli uomini possono 111inacciare fisicamente le donne presen­ ti, così come andare in loro aiuto se altri le minacciano . In tutto ciò i n1aschi avranno una opportunità di agire e le donne di mostrare rispetto, se non gratitudine, per ciò che è stato fatto . Ma si osservi con1e la pratica sociale ha reso possibile, per gli uon1ini e le donne, di n1ette­ re in scena queste sequenze di auto-confern1azione. Gli uon1ini, naturaln1ente, sono addestrati sin dall'infanzia a competenze extra-domestiche, n1eccaniche, elettriche, automobilistiche e così via, proprio come n1olto spesso gli vene dato qualche rudin1ento nella arte della difesa personale. Essi quindi giungono nelle situazioni sociali con questi vantaggi, proprio con1e le donne vi arrivano se112a . Taglie e forze diverse hanno egualmente un elen1ento sociale. Sebbene gli uon1ini in generale siano più grandi e forti delle donne, esiste una sovrapposizione notevole 11elle due cut'Ve 1101'111ali. Pet'ciò se le cot1vet1zio11i cot'­ renti fossero capovolte e se vi si prestasse attenzione, un numero n1olto alto di coppie potrebbe essere formato da maschi più bassi o al massimo alti uguali alle loro con1pagne. Ma di fatto, un accoppian1ento selettivo assicura che senza praticamente alcuna eccezione i mariti siano più grandi delle tnogli, e i fidanzati delle fidanzate (si ha qui un esen1pio di prin1aria rilevanza di una norn1a sostenuta senza alcuna s anzione sociale ufficiale o speci59

Il rapporto tra i sessi fica, con conseguenze insoddisfacenti, che chiaran1ente servono ad assicurare una con1pleta uniforn1ità) . Ora poiché la nostra società occidentale è organizzata in tnodo rilevante in tern1ini di coppia, nel senso che i due metnbri sono spesso in con1pagnia l'uno dell' altro (n1ag­ giormente nelle sfere ricreative e don1estiche) , ne con­ seguirà che le esibizioni di aiuto e di n1inaccia fisica dei maschi verso le fen1mine saranno apertamente possibili. Il legame coniugale - qualsiasi altra cosa sia - può esset·e considerato avere la conseguenza di legare direttan1en­ te, più o tneno permanentemente, un auditorio a ogni attore, cosicché ovunque l'uon1o o la donna vadano, un alter adeguato sarà là al loro fianco per reciprocare l' at­ tuarsi delle espressioni di genere. La forn1azione della coppia genera un uditorio reciprocan1ente incatenato . E la questione non tern1ina neppure con la formazione della coppia di fidanzati e della coppia coniugale . An­ che relazioni temporanee in occasioni di socievolezza, si fortnano in tnodo tale che, ancora una volta, il n1aschio è nella posizione di fare il suo spettacolo senza in1baraz­ zarsi della presenza di una fen1n1ina che (sembra) essere n1eglio dotata fisicamente per farlo . Si osservi anche che il nortnale differenziale di età tra i n1en1bri della coppia assicura che, in generale, il maschio avrà più esperienza e ricchezza della fen1n1ina, e che ciò, di nuovo, sostiene l'ostentazione di controllo che egli esibis ce nelle situa­ ziot1i sociali. In definitiva, l' apprendimento precoce rinforza ciò che la selezione per età e per altezza stabilisce, cioè le istituzioni sociali in cui uomini e donne possono davve­ t·o 111ostt·a1·e la divet·sa 11atu1·a u111a11a lot·o attt·ibuita . Pet·­ ciò può essere sostenuta l'idea che tutte le donne siano n1eno sviluppate in termini muscolari di tutti gli uon1ini 60

Erving Golfrnan sotto ogni aspetto, una divisione binaria aliena ai fatti biologici; poiché, di fatto, la forza fisica in1plica nun1e­ rose variabili che non sono completan1ente correlate e non può essere tirata una linea che divida chiaran1ente le due classi sessuali. Ciò 11011 di111e11o la stl'Uttut'azio11e del con1portan1ento dei sessi è tale che gli uon1ini picco­ lini e le donne robuste, subiscono prevalenten1ente gli attacchi casuali associati alla lot'O classe sessuale e 11011 alla loro taglia . 3 . N ella nostra società un aspetto in1portante della vita del giovane, specialmente del n1aschio, sono i giochi e gli sport con1petitivi. Questa rivalità organizzata è pre­ sentata dagli adulti con1e qualcosa di desiderabile, una scena dove i giovani possono scatenare le loro energie anin1ali, apprendere le regole della lealtà, della perseve­ ranza e dello spirito di squadra, esercitarsi ed acun1inare il desiderio di con1b attere contro gli ostacoli per vincere; in breve, un terreno di prep arazione per il gioco della vita (così quando si danno istruzioni ai ragazzi per con1battere, l'insegnan1ento tende ad essere in1partito in un quadro di competizione leale, con regole ed arbitri lì apposta per garantire che nulla sfugga di mano) . Ma di nuovo, si dovrebbero considerare anche questi quadri con1petitivi come l'unico n1odo possibile per costituire il n1ondo così con1e vorren1n1o che fosse. Non è che gli sport sono solo un' altra espressione della nostra natura umana (in special modo maschile) , ma piuttosto sono l'unica espressione della natura un1ana maschile - u11 dispositivo disegnato specifican1ente per pern1ettere ai maschi di manifestare le qualità ritenute con1e basilari per loro: la forza nelle sue diverse manifestazioni, la re­ sistenza, la durata, etc. In conseguenza a questo preco­ ce allenan1ento sportivo, gli individui possono portare 61

Il rapporto tra i sessi con sé, lungo la loro vita, un quadro di n1eccanisn1i e di risposte, un sistema di referenza, che fornisce prove, forse la prova, del nostro possedere una certa natura. Gli sport, dal vivo e teletrasmessi, assicurano agli spettato­ ri adulti un richian1o continuo di questa prospettiva di co111b a tti111e11 t o . Dobbian1o sottolineare una questione importante rispetto a queste competizioni . L'equità è acquisita non solo mediante l'obbedienza alle regole dello sport , ma anche selezionando concorrenti di forza eguale o n1et­ tendo un handicap al più forte . Ciò assicura che il ri­ sultato sarà in1prevedibile e perciò pieno di suspence. Ma per una con1prensione delle differenze biologiche , il dato è che anche nell' artifi ciale n1ondo dello sport , solo una selezione n1olto curata rende disponibili le cir­ costanze in cui sforzi marginali saranno determinanti, quando , cioè, il pieno esercizio di con1petenze fisiche , durata, e forza, è necessario . E nello sport, sono pure presenti circostanze dove il peso, l' allungo e l' altezza sono cruciali. E quz: allora, che il tipo di dzf/erenze che esistono tra i Jtt a schi e le /e1nmine dovrà contare. Ma affinché queste differenze contino, occorre che questi ordinatnenti siano istituiti. Ora , ciò che è sen1pre più chiaro, nella vita civile , è che solo pochi lavori richiedo­ no queste perforn1ance n1arginali, questa n1obilitazione di capacità fisiche. Ciò nondin1eno è proprio questa dif­ ferenza tnarginale tra il forte e il debole, il robusto e il delicato, l' alto e il basso, che è impiegata nella dottrina l'elativa al lavot'O e al sesso. 4. Un altro campo da esplorare è quello della giocosi­ tà . In molte cerchie sociali, le occasioni dove la coercizio­ t1e fisica è 111i11acciata o l'ealizzata so11o davvet'O t·at·e . Ma sebbene l' an1biente sociale sia così poco adatto a rendere '

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Erving Golfrnan possibile la dimostrazione del genere, tanto da forzare l'utilizzo di scene sportive disegnate proprio a quello scopo, l'uso ad hoc della giocosità può con1pensare, assi­ curando che abbondino opportunità per sin1ulare n1osse di predominio fisico . Così tra gli uon1ini troviamo forn1e diverse di giochi grossolani - spintoni, botte, strozzature - accompagnate da lotte sin1ulate come braccio di fer­ ro, sfide alla corsa, giochi di mano, etc. Quando i sessi sono messi in reciproca presenz a, i n1aschi si in1pegna. . . . . 110 a g1och1 co111e l a " stt·etta d e 11' ot·so , 1l r·111cot·r·er·st per· finta, l'obbligare a rimanere fern1i in1mobili in una de­ tern1inata posizione, lo stringere con forza i polsi, far ba­ sculare con1e una barchetta, gettare o spingere in acqua, spruzzare con acqua, far finta di spingere in un burrone, ttt·ar·e sassl, avv1c111at·s1 co11 u11 ser·pe11te, topl 111ot·t1, u11 calamaro ed altri oggetti ripugnanti, n1inacciare con una corrente elettrica che sia sopportabile, e altre delizie13. Si osservi che proprio introducendo s cherzosan1ente queste n1inacce e questi patin1enti, da cui una donna può essere protetta, un n1aschio può incoraggiarla a dare una espli­ cita versione della condizione negativa a cui il suo sesso app are votarla . E, naturalmente, anche essa può creare le circostanze scherzose nelle quali la sua n1anifestazio"













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In campagna, le quadriglie offrivano abitualn1ente agli uonUni una occasione perfettamente configurata per far sob­ balzare sui piedi le loro partner, movimento accompagnato da stridule urla di godevolissima paura e sotto gli occhi di tutta la comunità. Ancora di più i bambini sono oggetto di questi assalti giocosi, lanciati per aria e ripresi, etc. Si osservi pure che esistono degli ambienti di gioco particolari, come le pi­ scine, n1t1cchi di fieno, etc., che atltorizzano tt1tta tlna serie di atti disinvolti, per nulla seriosi, essendo questa una delle loro ft1nzioni. 63

Il rapporto tra i sessi ne di genere sarà possibile, con1e quando tira pugni a chi la abbraccia, come se fosse completan1ente disperata . . . . . 11el te11tat1vo d 1 l1b et'at'Sl d al " g1ga11te " ch e l'h a cattut'ata, o 11asco11de i suoi occhi dalle cose tet't'ibili che sta1111o p assando sullo schern1o, n1entre lui continua a guardarle ridendoci su, o quando strilla e dà le sp alle al finale su­ pereccitante di una corsa di cavalli, o attraversa la strada guardando in basso e con le braccia che sbattono in aria simulando terrore per il traffico, o quando tenta - set1za t'iuscit'vi - di aprire un vasetto facendo finta di usare tutta la sua forza, o gesticolando simula terrore quando il telefono squilla, sottolineando così una chian1at a non benvenuta, o quando fa finta che can1n1inare sui talloni per non b agnarsi i piedi stia distruggendo i suoi teneri piedini, o che il freddo la stia congelando con1e la picco­ la fian1miferaia sul marciapiede. 5 . Ho sostenuto che i genderis1ni non sono prodotti dall'in1patto di un an1biente insensibile alle loro n1anife­ stazioni, n1a da uno in un certo senso creato per la loro evocazione. Si osservi ora che gli individui non hanno bi­ sogno di aspettare che l' ambiente produca quelle circo­ stanze per le quali l'esibizione di genderis1no sarà la giu­ sta risposta . Gli individui possono applicare un forn1at che autotnatican1ente trasforn1a un certo an1biente, in un altro che provoca questa esibizione, garantendo che qualcosa di adatto verrà trovato per la gestione del ritua­ le. N oi abbian1o la tendenza a rappresentarci un uon1o galante cotne colui che aiuta una donna - co11osciuta o sco11osciuta - a reggere un fardello pesante, instabile o non appropriato , e perciò possian1o concepirlo come chi si presta a intervenire, in caso di problen1i, come se fosse un familiare; n1a, in realtà, un n1aschio incline a questo tipo di galanteria, può ricercare in una situazione- con-

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Erving Golfrnan una- donna, la cosa più pesante, o sporca o insicura che essa si trovi a dover affrontare e, solo allora, andarvi volontarian1ente in aiuto . Questa sua azione verrà allo­ ra probabiln1ente confern1ata dalla gratitudine che la donna tnostrerà per la considerazione attribuitale. Ma, naturaln1ente, in ogni situazione sociale che in1plica una donna (o chiunque altro) vi sarà qualcosa di n1olto pe­ sante, sozzo o insicuro, anche se per gli standard rilevanti in altre situazioni, ciò potrebbe sembrare leggero, pulito e sicuro (qui trovian1o un' asin1n1etria; una fen1n1ina può egualmente ricercare in una situazione qualsiasi cosa è più adatta a liberarla da un segno di debolezza, paura, in­ conlpetenza tecnica, o d'altra parte, a evidenziare la sua capacità di operare servizi n1inori di tipo don1estico) . 6. Ho suggerito che ogni sp azio fisico, ogni stanza, ogni contenitore di incontri sociali, necessariamente rende disponibili materiali che possono essere utilizzati nell'esibizione e nell' affern1azione di identità di genere. Ma, chiaran1ente, anche le interazioni sociali che acca­ dono in questi luoghi possono essere interpretate con1e capaci di rifornire gli stessi n1ateriali. I partecipanti di qualsiasi riunione sociale devono, in un modo o nell' al­ tro, adottare l'uno in relazione all' altro una sorta di po­ sizione n1icroecologica e queste posizioni daranno vita a n1etafore pronte per la distanza o la vicinanza sociale, proprio con1e forniranno dei segni cap aci di veicolare il loro rispettivo rango . Più in1portante, la gestione della parola renderà di­ sponibile uno scian1e di eventi utilizzabili con1e segni. Chi vie11e it1tt'odotto o si i11tt'oduce 11ell'it11111ediata ot'bita di un altro ? Chi it1izia a p arlare? Chi è selezionato come destinatario ? Chi si auto-seleziona nel turno di p arola? Chi stabilisce e cambia i ten1i? A quali affermazioni bi65

Il rapporto tra i sessi sogna dare attenzione e peso ? , e così via . Con1e per l'in­ terazione verb ale, così vale anche con la partecip azione con1une in azioni silenziose quali il passeggiare insien1e, tnettere ordine, e sin1ili. Poiché anche qui l' organizzazio­ ne richiede che qualcuno prenda delle decisioni e coor­ dini le attività; e di nuovo l'opportunità è a disposizione, spesso in n1aniera apparentemente inevitabile, per chi vuole en1ergere come il capo, anche se relativan1ente a questioni del tutto triviali. Un campo interattivo, quindi, offre it11portanti risor­ se espressive, ed è, s'intenda bene, sopra a questo can1po che vengo proiettati la forn1azione e le credenze dei partecipanti. E qui che la classe sessuale si fa sentire, nell'organizzazione delle interazioni faccia-a-faccia, poiché è qui che le conoscenze del don1inio sessualn1ente fondato possono essere utilizzate come n1ezzo per decidere chi decide, chi è il capo e chi segue. Ancora una volta que­ ste scene non rendono possibile tanto l'espressione del­ le differenze naturali dei sessi, quanto la produzione di quelle stesse differenze. Vorrei insistere sul fatto che la cap acità di lavorare le situazio11i sociali i11 111odo tale da tr·ovar·vi it1evitabil­ tnente ciò che si cercava, è di fondan1entale in1portanza. Quando i ragazzi e le ragazze sono so cializzati, una delle cose b asilari che in1p arano è proprio questa capacità di valutare rapidan1ente una situazione sociale dal punto di vista del contenuto espressivo che se ne può deri­ vare. Questa capacità dipende, a sua volta, dall'idioma espressivo della cultura, esso stesso alin1entato da fonti diverse, quali - 11ella cultur·a occide11tale - l' allet1al11el1 to nell' atnbiente idealn1ente espressivo dei giochi e delle con1petizioni, in1n1aginari tratti dal regno anin1ale, resi­ dui di socializzazione n1ilitare, e così via . Di conseguen�

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Erving Golfrnan za gli uon1ini e le donne sono capaci di esplorare qual­ siasi attività sociale per trovarvi gli strun1enti n1ediante i quali esprimere il genere . E chiaran1ente questi n1ezzi realizzano un lavoro organizzativo considerevole; con1e suggerito, ciò che viene implicato è la questione di chi prenda le decisioni riguardo a una n1oltitudine di picco­ le cose che, n1esse insieme , pern1ettono una attività col­ laborativa agevole. Parte di questo lavoro organizzativo non deve essere svolto . La n1aggior p arte potrebbe esse­ re svolta celeb rando altri status . Ma dato che questo la­ vot·o è attual111e11te t·ealizzato i11 t·ifet·i111e11to a classi ses­ suali e dato che diverse pratiche istituzionali assicurano la cotnpresenza di uomini e donne , allora il problen1a diventa quello di capire se questi rituali debbono essere concepiti con1e n1ezzi per celebrare la struttura so ciale o se l'importanza della struttura sociale, aln1eno nei suoi aspetti rilevanti, vada concepita come capace di rendere disponibile un n1odello per le esibizioni espressive che aiutano a organizzare le situazioni so ciali (il che non si­ gnifica affatto che la struttura sociale sia una qualche sorta di costrutto oppure sia reale solo se ha effetto su ciò che accade 11elle it1te1·azio11i faccia -a-faccia ) . 8. Ho sostenuto che le donne rappresentano una parti­ colare categoria di svantaggiati perché solo esse - co11 at1che i ba.111 b i11i - so11o idealizzate 11ella società occide11tale quali oggetti puri, fragili, di valore, come le donatrici e le destinatarie di an1ore e cura, essendo, in un certo senso, questo donare e ricevere il loro ufficio . E ho allo stes­ so modo insistito su un tipo di rifl essività istituzionale, sull'idea che certe pratiche istituzionali profondamente t·adicate ha1111o l'effetto di tt·asfot'111at·e le situazio11i socia­ li in scene per le esibizioni di con1portamenti di gender 67

Il rapporto tra i sessi

(genderis11z) da parte di entran1bi i sessi, n1olte di queste prestazioni prendendo la forn1a di rituali che esprin1011o le cr·ede112e sulla 11atur·a u111a11a differ·e11ziale dei due sessi, dando indicazioni di quale con1portan1ento possa essere atteso quando sono legati insien1e. Si considerino ora le politiche di questi rituali. Innanzitutto si noti che gli ideali tradizionali di fen1minilità e di tnascolinità sono simili in quanto entrambi tendono ad essere difesi, per il sesso di volta in volta in esan1e, da tutti e due. Allo stesso ten1po gli ideali sono complementari in quanto ciò che caratterizza le donne è differenziato da ciò che caratterizza gli uon1ini e perciò i due si incastrano perfettan1ente. La fragilità è accordata alla forza, la gentilezza alla durezza, una diffusa servilità a un orientan1ento progettuale, incon1petenza n1eccani­ ca con competenza n1eccanica, delicatezza rispetto alla contaminazione contro immunità, e così via . Ne deriva quindi che una donna potrebbe realizzare l'ideale della fen1n1inilità soltanto tenendosi alla larga dalla agitazio­ ne, dalla sporcizia e dalla con1petizione del n1ondo extra don1estico . Questi ideali hanno allora una conseguenza politica, quella di sollevare persone che sono n1aschi dal­ la n1età delle con1petizioni che in altro n1odo avrebbero dovuto affrontare (una conseguenza sin1ile può essere attribuita alla gradazione d'età e al prolungan1ento della scolarizzazione) . Naturaln1ente ciò non significa affatto che una fen11nina non sia capace di n1ettere in con1peti­ zione i suoi pretendenti per ottenere la mano di uno di essi, o fare di colui che gli è più sin1patico un " cavalier servente " , così da facilitare la domanda di matrimonio, ma soltanto che questo potere femminile è tenuto sullo sfondo della scena principale . Con1e è tenuta la donna stessa . Anche le donne che possono e vogliono negoziare 68

Erving Golfrnan alcu11i dei lot'O favot'i i11 ca111bio di u11a co11sidet'azio11e particolare nel mondo del lavoro , si troveranno di fron­ te a condizioni di impiego del tutto diverse da quelle tnaschili, una differenza che così continua a rin1arcare almeno le donne di classe n1edia con1e app artenenti fon­ dan1entaln1ente a una sfera privata, aliena al n1ondo del lavo t'O . Questa segregazione è in sé di tipo speciale. Poiché, come già rilevato, l'organizzazione sociale assicura che gli uon1ini e le donne saranno in presenza reciproca, es­ sendo le donne un gruppo svantaggiato che non è (in una società n1oderna) nascosto nei quartieri bassi o in b aracche ai n1argini della città . Perciò la differenza tra le classi sessuali sarà n1olto faciln1ente qualcosa a cui dare una espressione rituale. Gli apologeti possono allora interpretare l' alto va­ lot'e attt'ibuito alla fe111111i11ilità co111e bilat1cia111e11to e con1pensazione per il lavoro sostanziale che le donne si ritrovano a dover fare nella sfera don1estica e per la loro subordinazione, se non proprio esclusione, nella sfera pubblica . E le cortesie offerte per e verso le donne durante le occasioni sociali possono essere considerate con1e riscatti per il ruolo ritirato che sono obbligate a svolgere in quei n1on1enti. Quello che potrebbe essere pensato con1e un bene nella loro situazione, allora, appa­ re sen1pre con1e uno strun1ento per n1ascherare ciò che potrebbe essere considerato cattivo . E qualsiasi sia l'in­ dulgenza che la società dimostri alle donne, può essere concepita con1e un dono avvelenato. 9. Certan1ente l' argon1ento secondo cui la nostra società è sessista è valido - con1e lo è per le società in generale. 69

Il rapporto tra i sessi Una considerevole quantità di ciò che fanno le persone che sono n1aschi, per affern1are il loro senso di identità, richiede che facciano qualcosa che può essere concepito con1e un fatto che le donne, per la loro natura, non pos­ sono fare, o ahneno non possono fare bene; e il contra­ rio può essere affern1ato rispetto alle persone che sono donne. Inoltre alcune di queste cose che gli individui fanno insietne all' altro sesso, un ordinan1ento facilitato da differenti pratiche istituzionali, rende possibile le pre­ stazioni dialogiche dell'identità - ricevendo gli enunciati rituali di una parte una risposta rituale dall' altra, essen­ do entran1be le n1anifestazioni necessarie per il ritratto con1pleto della natura umana degli individui coinvolti. Ma, certan1ente, nel caso di persone che sono donne, il problen1a non è solo quello che esse sono in una posizio­ ne complementare a persone che sono uon1ini; il proble­ n1a è che per le donne questa con1plementarietà signi­ fica pure vuh1erabilità e, nella concezione di qualcuno, oppressione. In questa luce, e con1e sua illustrazione, si consideri la vita pubblica. Chiunque sia l'individuo o ovunque vada, deve por­ tare con sé il proprio corpo . Ciò significa che qualsiasi danno i corpi possano arrecare, o ogni cosa a cui siano vuh1erabili, va pure con loro . Riguardo alla vulnerabilità la loro fonte ci pern1ette di distinguerne due tipi. In pri­ n1o luogo i ris chi in1personali, considerati con1e situati entro una situazione e non specifican1ente pensati per le loro vittin1e; ris chi fisici, fuoco, oggetti che cadono, col­ lisioni accidentali, etc. ; ris chi n1edici dovuti al contagio, veleni, etc. ; contaminazione del corpo via sudiciun1e e ammorbamenti . In secondo luogo (e di nostro interesse ora) , rischi sociali, quelli concepiti con1e prodotti di una cattiva intenzione. Qui di interesse fondamentale travia70

Erving Golfrnan tno le aggressioni fisiche, furti, n1olestie sessuali, seque­ stri di persone, interruzioni di passaggio, infrazioni alle convenzioni conversazionali, insulti proferiti in conver­ sazioni in corso, in1portuni. Quale che siano le persone con cui si trova in presenza, una persona le rende vulne­ rabili in questo n1odo e loro lo rendono vuh1erabile allo stesso 111odo. La caratteristica standard di tutta la vita pubblica soprattutto quella dove persone che non si conoscono vengono a trovarsi in una presenza in1n1ediata - sta 11el fatto che l'inclinazione ad approfittarsi della in1mediata vuh1erabilità degli altri è soppressa, se non repressa . Una teoria popolare sostiene che le persone possono essere fisican1ente vicine e pertanto non avere alcun interesse l'una per l' altra, al punto che, per esen1pio, non cercano neppure di valutare i loro attributi sociali rispettivi. Tra gli sconos ciuti questo n1eccanismo è sit11bolizzato me­ diante la disattenzione civile, un n1odo di occhieggiare, per din1ostrare agli altri che non si hanno intenzioni cat­ tive e che ci si aspetta di non riceverne, per poi distoglie­ re lo sguardo in una combinazione di fiducia, rispetto e patente disinteresse . L' or·di11a111e11to seco11do cui u11 i11dividuo 11011 cau­ sa alcun danno e non ne subis ce, laddove queste due eventualità sono perfettan1ente possibili, è garantito da dispositivi di controllo sociale. Il diritto è un fattore (o almeno lo si pensa abitualmente) ; l' altro è quello della disapprovazione e della condanna morale dei testimoni dell' atto, che in realtà rappresenta il rischio di diffan1a­ zio11e. Nel caso di u11 attacco co11t1·o uo111i11i (o co11t1·o donne da parte di altre donne) si pone anche la questio­ ne del contro attacco fisico e verbale, della possibilità di ricevere in ritorno ciò che fino a quel n1omento era 71

Il rapporto tra i sessi stato soppresso, e d'ottenere aln1eno quanto si era dato o qualcosa di n1eglio . E risaputo che gli standard convenzionali di controllo sociale nei luoghi pubblici possono din1ostrarsi inadeguati, e se non è proprio il caso, allora certan1ente aln1eno che gli individui con1incino a crederlo veran1en­ te. La conseguenza è quella di una insicurezza percepita nei luoghi pubblici. Ciò che voglio considerare qui, in ogni caso, è la relazione speciale delle donne a queste Cll'COStal1Ze . Cotne suggerito le donne non sono addestrate al con1b attit11ento e, per di più, sono incoraggiate ad in1piegare dei n1ezzi passivi per evitare nuovi scontri e per ritirarsi da quelli con1inciati. Rispetto agli uon1ini che stanno su­ bendo un attacco, perciò, le donne sono n1eno capaci e lo sanno (penso che si possa dire che gli uon1ini debbono temere di essere sn1ascherati come " persone senza fega­ to " , n1entre le donne hanno n1eno da preoccuparsi in questo can1po) . Sen1bra pure che una donna sia in una situazione di svantaggio se risponde con un it1sulto, a un attacco . E n1es sa di fronte al dilemma che ogni rimostranza diventa in se stessa una forma di auto-esposizione, che ratifica una relazione che, sino a quel mon1ento, non era t·iuscita a stabilit·e ( cet·ta111e11te u11 tt·ucco i11sidioso da parte dell'organizzazione sociale) . Inoltre, non essendo stata socializzata all'arte del con1battin1ento, può ritro­ varsi a insultare qualcuno, senza pensarci - laddove u11 uomo, attento a una possibile escalation, eviterebbe di fat·lo - così da it1nescare una spirale che poi non può più essere gestita da nessuna delle parti in causa. L'uon1o che subisce un insulto da una donna può sentire, per esen1pio, che la sua prontezza a rinunciare all'uso della forza fisica, p resuppone che le donne non cercheranno '



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Erving Golfrnan di polen1izzare fino al punto dove norn1aln1ente si inne­ sca uno scontro ; trovando che questo contratto tacito è stato rotto, potrebbe non sapere più che pes ci pigliare, e qualsiasi cosa egli faccia, la farebbe in n1odo confusiona­ rio e problen1atico14 . Ma la differenza tra i sessi rispetto all'essere vulnera­ bili negli sp azi pubblici va ancora più a fondo . Considedan1o di nuovo cosa un individuo può subire ( da p arte di un altro) in pubblico . Può trattarsi della per­ dita della vita, che è eguah11ente possibile per i due sessi, eccetto forse in tetn p o di guerra. Può trattarsi di ferite al corpo; prob abiln1ente anche in questo caso abbian1o una eguale possibilità, eccetto che forse il deturpan1ento del corpo è una eventualità più grave per le donne (più in1portanti, forse, sono la vita e l'integrità fisica, valori fondamentali, che possono essere usati con1e scambi obbligati, con1e nel caso de " o la borsa o la vita " ) . Può trattarsi del perdere il controllo personale (sia rispetto ai vestiti cha all' apparenza) , possibile in qualsiasi alterco fisico, e qui gli standard a cui sono obbligate le donne sono considerevolmente più stringenti che quelli richie­ sti agli uotnini ( dopo tutto, l' apparire in pubblico di una donna, con il vestito in disordine, può sen1brare un se­ gno di accessibilità e di lascivia n1orale) . Può trattarsi di furto di denaro o di cose preziose, avendo gli uon1ini prob abiln1ente più da perdere nel prin1o caso, n1entre le do1111e 11el seco11do .

Per il pattner della donna minacciata, la soluzione tradi­ zionale consisteva nel battersi per essa e diventare il suo cam­ pione. Nelle classi liberali, questo ricorso è certe volte disap­ provato. 14

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Il rapporto tra i sessi Da questo punto di vista, la situazione dei due sessi è reahnente diversa . Nella società n1oderna, a parte in prigione, gli uomini che rifiutano l' approccio sessuale non possono essere davvero n1inacciati da violenze o da assalti fisici; le donne invece lo possono essere. Con1e già detto, il corteggian1ento spinge l'uon1o ad avanzare le sue pretese, in primo luogo cercando ragio­ ni per iniziare una conversazione e, in seconda battuta, superando la distanza sociale fino a quel mon1ento m an­ tet1uta. Ri111ettere in discussione la distanza esistente, in par­ te facendo aggio su congetture, rappresenta quindi una parte standard del contributo n1aschile agli scan1bi tra i sessi, aln1eno laddove il n1aschio è in1plicato . Ed è nella natura della visione che egli ha di questi scambi che essi non abbiano né ten1po né luogo; ogni occasione sarà quella buona. Qualsiasi donna di bell' aspetto, non importa dove incontrata, è degna di una occhiata e questa attenzione pern1ette pure il discernin1ento di segni possibili di inco­ raggiamento o (se non è il caso) di segni che lo s coraggia­ tnento non è assoluto . E gli uon1ini possono faciln1ente trovare confern1a in questo approccio perché sanno che tnolte delle relazioni che finis cono per avere con delle donne con1inciano in quel n1odo , e probabiln1ente non sarebbero mai iniziate se questa rottura non fosse arri­ vata. Si noti che anche le donne non adottano in questo caso un atteggiatnento conseguente, poiché se alcune saranno offese da questo ravvicinan1ento, altre invece ( anche se scoraggiano l'interesse per loro) possono go­ dere interiorn1ente del delitto, leggendo in esso una in74

Erving Golfman dicazione del loro posizionan1ento, una n1isura della loro " attr·attività " 15 . Ne consegue allora che le donne sono in un qualche modo cronicamente vulnerabili alle " seccature " ; poiché ciò che un uomo può abusivan1ente ottenere da esse, spingendole a iniziare una conversazione o estendendo­ ne inappropriatan1ente una già iniziata, può fargli gua­ dagnare molto (e anche a lei) , in specifico, una relazione, e se così non accade, almeno una conferma dell'identità di genere16. In questo contesto, un secco rifiuto da parte del­ la donna porta con sé effetti particolari. Forse il ten1a app are nella sua forma più chiara e indipendenten1ente dalle questioni di sesso, nello scippo . Perché ne deriva che quando il ladro si è sn1ascherato e rivelato con1e un malfattore, il colpevole di un grave reato, i sentin1enti aggressivi che avrebbe altrin1enti avuto, ma soppres­ so, si trasforn1ano in qualcosa che potrebbe esprin1ere, avendo già p agato la n1aggior p arte del prezzo per tale es p r·ess1o11e. . . . . L a Vlol e11za " gr·atulta " cot1tt·o l a sua v1tt1111a potr·ebb e, quindi, essere un segno non tanto di un impulso sadico, quanto piuttosto di ciò che tutti noi potren1n1o infliggere se sapessin1o di non incorrere in alcuna pena (o alrneno •

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Doris Lessing ne propone qualche esempio pertinente in The Su11uner Be/ore the Dark, New York, 1 973 , pp . 1 80207 . 16 Esiste un'utile letteratura militante su queste " seccatu­ re" . Si veda ad esempio Gwenda Linda Blair, Stan ding an the Corner, in «Liberation», 1 8, 9, luglio-agosto 1 974, pp. 6-8 ; Barbara Damrosh, The Sexy Ray: On Wmnan 's Theory o/ Street Hassling, in " Village Voice" , 7 aprile 1 977 , p. 7 . 75

Il rapporto tra i sessi in ulteriori pene) . Qualcosa di sin1ile può accadere nel caso in cui gli uon1ini si sentano spinti a porgere i loro saluti a donne che non conoscono. Quando queste avan ­ ces vengono rifiutate, l'uon1o non si trova soltanto ad es­ sersi esposto verso un desiderio nei confronti del quale è adesso giudicato con1e indegno, n1a anche ad essersi in1posto cotne chi ha provato inadeguatamente ad aprire un contatto cotnunicativo . Non è raro quindi che egli utilizzi questo canale per ridefinire ciò che non è stato capace di ottenere, insultando apertan1ente colei che lo ha t·ifiutato. E si può capire perché gli uon1ini non sono a loro volta soggetti a n1olestie fen1n1inili: perché in generale, se ci fosse una donna che proferisse i suoi favori, ci sarebbe un uon1o che potrebbe solo guadagnarci, accettandoli. Si può setnpre trovare chi accetta. E si può vedere che le donne hanno un potere che gli uomini non possiedono, quello di rendersi accessibili . Una n1oglie può dunque tradire suo tnarito più faciln1ente che il contrario, anche se egli può n1uoversi di più e quindi accedere a un nun1e­ ro più ampio di pasture . E perciò evidente che gli uon1ini e le donne si trovano differenten1ente posti in relazione alla vita pubblica, essendo, per ragioni che sono radicate n1olto profonda­ n1ente, n1olto più frequenti gli in1previsti per le donne che per gli uon1ini. Questa differenza taglia in modo netto e preciso la classe sessuale, contrariamente al fatto che il potenziale fisico per l' aggressione e l' auto- difesa, non è affatto così chiaramente divisibile in classi non sovrapposte (sepa­ t·ate) . E del tutto evidente che la biologia non costituisce uno strumento preciso e sisten1atico per ordinare l' ap'

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Erving Golfman partenenza; le circostanze e le reazioni che sen1brano conseguire così naturaln1ente lungo la stessa linea di divisione sono una conseguenza dell'organizzazione so­ ciale.

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Esibizione di genere

l. Stabilia1110 che la ft111ziot1e della cet·it11o11ia si svi­ luppi in due direzioni; l' affern1azione degli ordinamenti sociali b asilari e la presentazione delle dottrine fonda­ mentali sull'uomo e sul mondo. Di solito queste cerimo­ nie sono rappresentate sia da persone che agis cono l'una per l' altra sia agendo di concerto davanti a un gruppo . Sono perciò implicate " situazioni sociali " - defi11ite set11plicen1ente come luoghi dove le persone sono sen1pre presenti nel can1po percettivo e soggette a un controllo reciproco - essendo queste persone definibili, in questo . ca111po, sol ta11to co111e " asse111b t'a111e11t1, . E quindi in queste situazioni sociali che debbono essere trovati i n1ateriali per la celebrazione, n1ateriali che possono essere plasmati in una rappresentazione palpa­ bile di fatti in nessun altro modo confezionati per l' oc­ chio, l'orecchio e l'occasione. E infatti, lì sono trovati. Le distinzioni e le gerarchie della struttura sociale sono dipinte n1icroecologican1ente, cioè, utilizzando n1etafo­ re spaziali in piccola scala. Vi sono rappresentati eventi 111itico stot·ici i11 u11a ve1·sio11e co11det1sata e idealizzata. Particolari punti di svolta e frangenti della vita vengo­ no solennizzati, ad esen1pio nei battesin1i, negli esan1i scolastici, nelle cerirnonie matrin1oniali e nei funerali. "

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Il rapporto tra i sessi Relazioni sociali sono on1aggiate con saluti e addii. Cicli stagionali vengono incorniciati dran1n1atican1ente . Riu­ nioni sono tenute. Vengono saggiate le vacanze estive e, su una scala minore, le uscite serali e nel fine settin1ana che in11nergono in situazioni ideali. Cene e feste vengono offerte, diventando occasioni per uno sperpero di risor­ se che è nettan1ente al di sopra delle proprie capacità. Festeggiamenti sono legati alla acquisizione di nuove . p t·opr"leta . In tutto ciò viene prodotto un clan1ore sociale che è posto sopra ciò che, normaln1ente, dovrebbe ritnanere nascosto entro corsi d ' azione prolungati e nell'esperienza irriflessiva dei loro partecip anti; in breve, all'individuo è concessa l'opportunità di confrontarsi direttan1ente con una rappresentazione, una espressione alquanto iconica, un n1odello di ciò che credian1o essergli caro, un ritratto del presunto ordinamento della sua esistenza . Un elen1ento singolo, fisso, di una cerin1onia può es­ sere chian1ato " rituale " ; il suo tipo interpersonale può essere definito con1e un' attività sbrigativa e convenzio­ nalizzata, attraverso cui qualcuno dà n1ostra, a un altro, del suo rispetto per questo ordine . '

2 . Se Durkhein1 ci aiuta a considerare un significato del tern1ine ritualizzazione, Darwin con il suo Espres­ sione delle e1nozioni nel!}uo1no e negli anùnali ci guida, casualn1ente, proprio a considerare l' altro . Per parafra­ sare J ulian Huxley (e la posizione etologica) l' argon1ento fondan1entale è che, sotto la pressione della selezione naturale, certi con1portan1enti motivati en1otivamente si fot't11alizza11o - diventando più semplici, esagerati e stereotipizzati - e si slegano dal contesto specifico di ri­ lascio, tutto ciò, in modo tale che effettivamente avverrà 80

Erving Golfman una segnalazione più efficiente sia inter che intra-specie1 . Questi colnportamenti sono delle " esibizioni " 2, un con­ cetto utilitaristico di specie che sta al cuore della idea etologica di comunicazione. Invece di dover portare a termine un' azione, l' animale esibisce un 'espressione del­ la sua situazione, specialn1ente la sua intenzione, pronta . . . . . _c pet· l' uso ch e assu111e la 101'111a d 1 u11a " t·ttual1zzaz1o11e " d1 alcune p arti dell' atto e, presun1ibilmente, questa indica­ zione (sia una pron1essa o una n1inaccia) rende disponi­ bile ai e per i testimoni dell'esibizione, la negoziazione di una risposta efficiente (se è Datwin che ci porta qui, John Dewey e G . H . Mead non sono molto distanti) . L'interesse etologico non ci riporta indietro, da una prestazione rituale verso la struttura sociale e le creden­ ze fot1da111e11tali i11 cui l' attot·e e il suo osset·va.tot·e so11o inquadrati, bensì ci spinge verso il corso di eventi social111el1te situati che si 111a11ifesta11o . Le esibizio11i ci da1111o prova dell' allinea1nento (align1nent) dell' attore entro un ritrovo, la posizione che sen1bra preparato ad assun1ere in ciò che sta per accadere nella situazione sociale. Gli allineamenti stabiliscono, indicativamente o tentativa­ nlente, i termini del contatto, il modo o stile o formula per le relazioni che seguiranno tra gli individui nella si­ tuazione. Con1e prima suggerito, gli etologi qui tendono

J. Huxley, A Discussian on Ritualization o/ Behaviour in Anùnals and Man, in «Philosophical Transactions of the Royal Society of London», Series B, n. 772 , vol. 25 1 (Dee. 2 9, 1 966) , p. 250 . 2 Display, in questo contesto fortemente legato all'etologia, ' . " . . " " .C " " " puo essere tra dotto con esposizione , s1ogg1o , n1ostra , . . . . . " " �- .: .c " estb1z1one " , " ostenta.ztone , n1ailll e staztone " . N orn1aln1ente traduco con " esibizione " , ma per una questione estetica, vario la dizione, sempre mettendola tra virgolette. 1

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Il rapporto tra i sessi ad utilizzare il tern1ine di con1unicazione, n1a potrebbe tt·attat·si di u11 uso i11esatto . Le " esibizio11i " 11011 cot11U11i­ cano nel senso preciso del tern1ine; non enunciano nulla mediante un linguaggio di sin1boli chiaran1ente istituiti e utilizzati solo a quel proposito . Danno prova dell' alline­ a111e11to dell' attot·e 11ella situazio11e. E le esibizio11i so11o rilevanti fino a quando lo sono gli allineamenti. Un a versione delle esibizioni, per gli esseri un1ani, suonerebbe circa in questo modo : si assun1a che qual­ siasi aspetto del comportamento e dell' apparenza di un individuo, informi gli osservatori al minimo sulla sua identità sociale, sul suo stato d' anin1o, sulle sue intenzio­ ni e aspettative e sullo stato della loro relazione con esso . In ogni cultura una gan1n1a distinta di questo con1por­ tan1ento e di questa apparenza indicativa, si specializza così da realizzare più routinariamente e forse più effi­ cacemente questa funzione informativa, venendo essa a rappresentare il ruolo di controllo della prestazione, seb­ bene spesso non in n1odo n1anifesto. Possian1o chian1a­ re questi eventi indicativi, " esibizioni " . Con1e suggerito, essi stabiliscono in modo tentativo i tern1ini del contatto, il modo o stile o formula per le relazioni che seguiranno tra chi dà n1ostra di sé e chi fa da spettatore. Infine, il nostro interesse speciale: se definiamo il ge11et·e co111e il cot·t·elato stabilito cultur·al111e11te del sesso (sia conseguente dalla biologia o dall' apprendin1ento) , allora le esibizioni di genere si riferiscono a rappresenta­ zioni convenzionalizzate di questi correlati .

3 . Cosa può essere detto sulla struttura delle esibizio11i si111ili ai t·i tuali? l) Le esibizioni n1olto spesso possiedono un carattere dialogico del tipo affern1azione-risposta, con un 'espres82

Erving Golfman sione da parte di un individuo che ne richian1a un' altra di un secondo, quest'ultin1a essendo compresa con1e la risposta alla prima. Queste coppie di " affern1azioni-risposte " possono es­ sere classificate in un n1odo ovvio . Esistono cop pie sin1me­ triche e asin1n1etriche: il chian1arsi reciproco con il non1e proprio è un p aio simmetrico; non1e proprio/" Signor " è asin1n1etrico . Di quelle asin1metriche, alcune p aia sono diadican1ente reversibili, alcune no : i saluti tra l'ospite e l'ospitato, asimmetrici in se stessi, potrebbero inver­ tir·si - tra le stesse persone - in una occasione diversa; invece non1e proprio/titolo non è norn1almente rever­ sibile. Delle coppie di rituali diadican1ente h-reversibili, alcune parti della coppia sono esclusive, altre no : il titolo civile che un uon1o può estendere a una donna, non è . . " ch e u11 uo1110 . 111a1 esteso a l ut; d' al tt·o ca11to 1•t " s 1g11o1·e riceve da un subordinato in cambio del non1e proprio, può egli stesso estenderlo al suo sovraordinato in can1bio del non1e proprio, una illustrazione della grande catena dell'organizzazione aziendale. Si noti che una esibizione sin1metrica può in1plicare asi111111etr·ie seco11do cui chi dei due l'aveva i11izial111e11te introdotta, e chi dei due con1incia per prin1o la sua p atte, lo fa ad ogni occasione. E la sin11netria stessa (o l' asin1n1etria) può essere fuor­ via11te. Si deve co11sider·ar·e 11011 solo co111e due i11dividui si trattano ritualmente, ma anche con1e essi trattano se­ p aratamente e sono trattati da un comune terzo . Perciò il punto rispetto ai saluti e agli addii simn1etrici estesi tra un uon1o e un' amica intin1a, riguarda il fatto che n1olto prob abilmente lui ne estenderà un insien1e differente, anche se egualmente sin1n1etrico, al n1arito di lei, e lei, sin1iln1ente, un altro insien1e diverso sin1n1etrico, alla 83

Il rapporto tra i sessi tnoglie di lui. Per verità la differenza n1as chio-fen1n1ina infortna la nostra vita cerin1oniale, in n1aniera così pro­ fonda, che si trova qui un n1eccanismo molto sistemati­ co di " quantità inversa " . Per ogni cortesia, sin1metrica o asimmetrica, che una donna porge quasi a tutti, ce ne sarà una parallela - che sen1bra la stessa, anche se è di­ vet·sa - che suo ft·atello o suo 111a1·ito 111ostt·et·at1110 alla stessa pet·sot1a . 2 ) Dato che gli individui nelle situazioni sociali han­ no cose da fare, sorge il problema di come i rituali pos­ sono accon1odarsi a ciò che sta comunque accaden do . Sen1brano palesarsi due n1odelli basilari . In prin1o luogo, le esibizioni sembrano concentrarsi agli inizi e alle fini di azioni finalizzate, cioè in giunture, cosicché, di fatto , non vi è alcuna interferenza con le attività ( da ciò le piccole cortesie che, nella nostra società , certe volte gli uomi­ ni rivolgono alle donne quando esse devono affrontare quello che potren1mo definire con1e un live can1bian1en­ to nello stato fisico, tipo l'alzarsi in piedi, sedersi, entrare o uscire da una stanza, con1inciare o sn1ettere di fun1are, andare o venire da fuori casa, patire caldo o freddo e così via) . Qui si potrebbe parlare di " rituali di parentesi " . In seconda battuta, alcuni rituali sen1brano fatti per essere allungati con1e una nota musicale singola, lungo la stri­ scia di una attività iniziata per altri n1otivi, senza con ciò sviarla dal suo corso ( così, per esen1pio, la fondan1entale cot·tesia 111ilitat·e di t·estat·e sull' atte11ti 111e11t1·e si è di ft·ot1te a un superiore - diversa dal saluto, che invece rap­ presenta chiaramente un rituale di parentesi) . Possian1o p arlare di " rituali di paralisi " o di " rivestimento " . Si noti che con1binando queste due rituali - di p arentesi e rive­ sti111e11to - si ha, per ogni striscia di attività, un pianop rogratntna di esibizioni . Sebbene questi rituali saranno 84

Erving Golfman tendenzialmente percepiti con1e capaci di dare un tono a tutta la scena, di fatto, naturaln1ente, vi avvengono solo i11 111odo selettivo . 3 ) E evide11te che se u11 i11dividuo deve fat�e e t�icevet�e il suo rituale, percepito come obbligatorio in determi­ nate situazioni sociali, allora deve - it1tet1Ziot1al111e11te o negli effetti - stilizzarsi cosicché gli altri presenti possa­ no in1n1ediatan1ente con1prendere la sua identità sociale (e in qualche caso personale) , quella con cui avranno a che fare; e di rimbalzo dovrà essere cap ace di acquisire le stesse inforn1azioni su chi, in quel modo, egli sta in­ fortnando . Alcune esibizioni sen1brano essere specializ­ zate per questa funzione identificatoria e di preavviso : nel caso del genere, lo sono lo stile dell' acconciatura, del vestit�e e del to110 della voce (la sct�ittut�a 111a11uale set�ve in situazioni simili all'interazione, con1e quelle condotte mediante lettere; così servono anche i non1i, in quelle situazioni dove si deve parlare di persone che sono pre­ senti solo idealn1ente) . Si può dire che, sebbene nelle situazioni sociali il con1portan1ento ritualizzato possa decis amente cambiare lungo il ten1po, specialn1ente in relazione alla politicizzazione, la stilizzazione identifica­ toria sarà meno soggetta a trasformazioni. 4 ) Non vi è dubbio che il " n1ostrarsi" possa essere, e probabiln1ente è, n1ultiespressivo e polisen1ico, nel senso che più di un solo pezzo di inforn1azione socia­ le può esservi codificata (per esempio, i nostri modi di rivolgerei a persone, memorizzano normalmente il ses­ so del ricevente e anche delle proprietà della relazione tra chi parla e chi ascolta. Così anche nei titoli occupa­ zionali gli " agentivi " . Norn1aln1ente nelle principali lin­ gue europee, la forn1a al ' n1aschile' rappresenta il caso dato per scontato ; il ' fen1n1inile' è attualizzato con un '

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Il rapporto tra i sessi suffisso che, inoltre, spesso è connotato in tern1ini d'in­ con1petenza, facezia e inesperienza)3• lnsien1e a questa con1plicazione ne troviamo una seconda . Non si osserva soltanto che nella medesima esibizione può essere codi­ ficato il riconoscimento di diversi status, ma anche una gerarchia di considerazioni che vengono indirizzate in sequenza . Per esen1pio in caso di pren1iazioni, un uffi­ ciale n1aschio dovrebbe prin1a consegnare la n1edaglia, il diplon1a, il pren1io o altro, e dopo stringere la n1ano del p remiato, passando così dal rappresentare una or­ ganizzazione, che conferisce rm segno ufficiale di stima a un soldato, un collega, un concittadino, etc. , all'incar­ nare rm uon1o che dimostra rispetto per rm altro uomo, questo passaggio venendo sottolineato da una espressio­ t1e chiat'at11e11te 111odificata del viso . Ciò se111bt'a esset'e graziosamente confermato, quando viene pren1iata una donna. Qui, difatti, il secondo " sfoggio " può essere un b acio . Quando l' An1n1iraglio Eh110 R. Zun1walt, l' allo­ ra capo delle operazioni navali statunitensi, officiò alla cerin1onia in cui Alene Duerk diventò la prin1a donna amn1iraglio nella storia della n1arina an1ericana (come di­ rettore del Corpo Navale delle Infermiere) aggirmse a ciò che doveva fare, un bacio sulle labbra4. Allo stesso n1odo una arpista, dopo aver con1pletato il Concerto della Gi­ nestra per arpa, e dopo aver stretto la mano al Direttore d 'orchestra ( con1e avrebbe fatto rm solista n1as chio) , è libera (mentre non lo sarebbe il n1aschio) di aggiungere una nota ulteriore, avvicinandosi e dando al Direttore

Si veda il nUnuzioso trattamento degli " effeminizzatori" in K. Conners, Studies in Fe1ninine Agentives in Selected Euro­ pean Languages, in , 24 , 4 , pp . 57 3 -598. 4 " International Herald Tribune" , 3 -4 giugno 1 972 . 3

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Erving Golfm an un bacio sulla guancia. Sitniln1ente l' applauso che riceve sarà setnplicemente dovuto alla sua abilità di musicista, ma i fiati che sono lanciati sul palco un attin1o dopo, ci p arlano di qualcosa che non sarebbe stato possibile se a suonare fosse stato un maschio . E la sequenza inversa è possibile . Ho visto con i n1iei occhi un p adre "per bene " , togliersi il cappello quando ha l'incontrato per la prima volta la figlia che era assente da due anni e solo dopo chi­ narsi e b aciarla (togliersi il cappello denota la relazione tt'a i sessi - e prob abilmente qualsiasi donna lo avrebbe i11 dotto - il bacio, invece, la relazione tra parenti) . 5 ) Le " esibizioni " variano piuttosto considerevoln1en­ te nel grado della loro formalizzazione. Alcune, con1e i saluti, sono specificate in quanto a forn1a e occasione, e sb agliare nel con1portarsi può portare a sanzioni speci­ fiche; altre sono così date per scontate che occorre uno studioso di qualche tipo per spiegare ciò che tutti sanno (non consapevoln1ente) , e il fallin1ento nella loro appli­ cazione non porta a null' altro che a un diffuso disagio e alla ricerca di ragioni plausibili per n1ostrare irritazione verso il trasgressore. 6) Il tipo di esibizioni di cui mi occuperò - le esibi­ zioni di genere - possiedono una carattedstica specifica: molte sen1brano essere opzionali5. Per esen1pio nel caso di cortesie tnaschili, spesso nessuna " dimostrazione "

Come mi ricordano D.H. Zimmetman e C. West (Doing Gender, paper presentato al meeting dell'American Sociologi­ cal Association, tenutosi a Chicago, 1 977 ) l'individuo possiede (e ricerca) pochissime opzioni concernenti l'identificazione della propria classe sessuale. Spesso, però, vi saranno possibi­ lità quanto ai complementi di esibizione in1piegati per assicu­ rare il posizionamento di gender. 5

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Il rapporto tra i sessi deve essere con1inciata; se avviata, non occorre che sia accettata, ma può essere rifiutata educatamente . Infine, quando capita di sbagliare, l'ironia, un colpetto di gomi­ to, far finta di lan1entarsi scherzosan1ente, etc. , possono rappresentare, in certi casi, più l'opportunità per una sortita spiritosa che strun1enti di controllo sociale. Insie­ me a questo sfondo di rilassatezza, ve ne è un 'altro : per ogni esibizione sen1bra essere disponibile un insien1e di equivalenti funzionali con cui p arti dei suoi effetti posso­ no essere realizzate da gentilezze alternative. Anche sul luogo di lavoro esiste un identico processo di ritualizza­ zione . Un destinatario che declina un incipiente gesto di deferenza, ha aspettato fino a che l' en1ittente ha n1o­ strato la sua intenzione; più questi può contare su quella preclusione, n1aggiorn1ente la n1era ostentazione dell'in­ tenzione può rimpiazzare la sua realizzazione p alese. 7) Di solito le esibizio11i 11011 da1111o r·eal111e11te vita a una rappresentazione con1pleta della peculiare rela­ zione sociale, n1a piuttosto di an1pi insien1i di essa. Per esetnpio, un bacio potrebbe essere usato da parenti o da amici di sesso diverso, e in se stessi i dettagli del con1porta111ento non informerebbero su quale relazione si stia celebrando. In modo sin1ile, il dare precedenza di fronte a una porta è lì per sottolineare il rango nell'or­ ganizzazione, n1a la stessa indulgenza è rivolta ad ospiti, ai giovani non autosufficienti, agli anziani e agli infern1i, certamente a chi ha una in discutibile posizione sociale di forza e a chi (per una cortesia rovesciata) possiede una indiscutibile posizione di debolezza. Di conseguenza, si può ottenere con n1olta difficoltà una in1n1agine della relazione tra due persone, n1ediante l'esan1e degli " sfog­ gi " che si dedicano reciprocan1ente in un qualsiasi tipo di situazione; occorre assen1blare queste cortesie lungo 88

Erving Golfman tutti i tipi reciprocan1ente identificanti di contatti che la coppia possiede . Esiste quindi un incastro lasco tra le strutture sociali e ciò che accade in p articolari occasioni di espressione rituale. Ciò può ulteriorn1ente essere osservato esami11a11do il fot'111ato astt'atto d ' ot'dit1e che è co111u11e111e11te generato nelle situazioni sociali. Per esempio i parteci­ p anti vengono spesso esibiti in un ordine graduato re­ lativan1ente a una qualche proprietà visibile - aspetto, altezza, elevazione, vicinanza al centro, cura dell' abito, precedenza temporale, e così via - e le comp arazioni so11o i11 u11 cet'to se11so co11sidet'ate co111e evocatt'ici delle diverse posizioni sociali, essendosi ormai perse di vista le differenze nella distanza sociale tra diverse posizioni e il lot'O cat'attet'e. Così le fot'111e b asilat'i di defet'el1Za ci da.t1no una versione limitata, in modo particolare, dell'uni­ verso sociale, dicendoci forse di più delle speciali risorse des crittive delle situazioni sociali di quanto non dicano delle strutture espresse n1ediante esse. 8 ) Le persone, diversan1ente da altri anin1ali, posso­ no essere assolutamente consapevoli delle "n1ostre " che usano e sono capaci di attivarne p arecchie, proiettan­ dole in contesti di loro scelta. In tal senso, invece che . . . . " t'll asclat'e " 111et'a111e11te u11 ' az1o11e ( 11el se11so d esct'ltto dagli etologi) , l'attore un1ano può attendere finché è al di fuori del can1po visivo di un possibile osservatore, per poi impegnarsi, quando è visto, nella rappresentazione di un atteggiatnento che solo ora è sicuro di realizzare, essen do agito a suo proprio beneficio o per terzi. Conse­ guenten1ente il destinatario di questa esibizione (o n1e­ glio il suo bersaglio) potrebbe attivan1ente collaborare, favorendo l'in1pressione che l'atto gli è sfuggito anche se 11011 è vet'O - e cet'te volte i11 111odo evide11tissi1110 (esiste 89

Il rapporto tra i sessi dunque il paradosso che ciò che viene fatto per essere visto può essere parzialn1ente dissimulato) . Ancora più rilevante è che, quando una esibizione si istituzionalizza in una particolare sequenza di azioni, una sezione del­ la sequenza può essere tolta dal suo originale contesto, n1essa tra parentesi, e utilizzata a n1o' di citazione: una risors a posturale per l'in1itazione, l'ironia, la presa in giro, la derisione ed altri intenti giocosi, incluso, n1olto con1unen1ente, la dissin1ulazione di scene da far credere vere nella pubblicità . Qui la stilizzazione stessa diventa un oggetto di attenzione, dove l' attore commenta il pro­ cesso, n1ediante l' azione con la quale lo realizza scherzo­ san1ente. Ciò che era un rituale a sua volta si ritualizza, una trasforn1azione di ciò che è già una trasforn1azione, una " iper-ritualizzazione " . Perciò l'utilizzo un1ano delle esibizioni è reso più complesso dalla capacità un1ana di risignifìcare il comportamento . l11 si11tesi il 111odo i11 cui u11a r·elazio11e è r·itr·atta 111e­ diate un rituale, può fornire una visione sbilanciata, e an­ che distorta, della relazione stessa. Quando questo dato è osservato alla luce di un altro, in specifico che le esibi­ zioni tendono ad essere programmate durante una atti­ vità così da non interferire con la sua esecuzione, diventa ancora più chiaro che la versione della realtà sociale che ci dà il rituale, è solo di quel tipo - non una it11n1agine di con1e stanno le cose, bensì una guida esortativa alla loro per·cez1o11e . •

4 . Le esibizioni sono parte di ciò che pensiamo essere . u11 " cot11por·ta111e11to espr·esslvo " e, co111e tali , h a1111o l a te11 de112a ad esser·e tr·as111esse e r·icevute co111e se fosse­ ro qualcosa di naturale, che deriva, con1e la ten1peratu­ ra corporea e le pulsazioni, da con1e sono le persone e 90

Erving Golfrnan che perciò non sono bisognose di alcuna analisi sociale o storica . Ma, naturaln1ente, le espressioni ritualizzate necessitano di spiegazioni storiche esattan1ente con1e le automobili Ford . Date le pratiche espressive che in1pie­ ghiamo, ci si potrebbe chiedere: da dove derivano que­ ste esibizio11i? Se, in particolare, esistono stili di comportamento codici - che distinguono il n1odo in cui gli uomini e le donne p artecipano alle situazioni sociali, allora il pro­ blen1 a potrebbe essere quello delle loro origini e fonti. I n1ateriali e gli ingredienti possono venire direttamen­ te dalle risorse disponibili in particolari an1bientazioni sociali, n1a che pur tuttavia lasciano aperta la questione riguardo a dove la forn1tÙazione di questi ingredienti, la loro stilizzazione, si origina . n resoconto più rilevante dell'origine delle nostre esibizioni di genere è, chiaran1ente, di origine biologica . n genere è concepito con1e una estensione della nostra natura anitnale e, proprio con1e gli anin1ali esprin1ono il loro sesso, così anche gli uon1ini lo fanno: si intende che, in entrambi i casi, elementi innati spieghino il con1por­ tatnento . E perciò i mezzi attraverso cui noi inizialmente posizioniatno, e poi in seguito nel ten1po confern1ian1o, un individuo entro una delle due classi sessuali, possono essere e sono, di fatto, usati con1e strun1enti di posiziona­ n1ento nella gestione di anin1ali don1estici. In ogni caso, sebbene i segni per stabilire il posizionamento esprima­ no qualcosa di biologico, perché mai non dovremn1o pensare che quel qualcosa di essenziale e centrale sia una questione culturale? Ancora più in1portante; dove i comportamenti che esibis cono il gender si definiscono in tern1ini di vita anin1ale, sen1brano non farlo, o non farlo solo in un senso imn1ediatamente evoluzionistico, 91

Il rapporto tra i sessi tna con1e una fonte di in1n1aginario - u11a t'isot'sa cultu­ rale . Il regno anin1ale - o aln1eno certe p arti selezionate di esso - rende disponibili per l'esibizione di genere (af­ fern1o) n1odelli da in1itare, non però necessarian1ente di tipo filogenetico . Così nella società Occidentale il cane è set'vito co111e u11 111odello fot1da111e11tale t'elativa111e11te . . . al fa. t'e l e feste " , al "fat'e 1 d e11t1 " a qual cosa, e ( co11 1l . . . " 111ostt'at'e le za1111e " ) al 111111acclat'e; 1l cava 11o co111e 1110dello di forza fisica, n1a a dire il vero, con poca presa su questioni interpersonali e interattive6. Una volta che ci si accorge che la vita animale, e la tradizione culturale che la concerne, fornisce una fonte culturale di in1maginario per l'espressione di genere, è aperta la strada per esan1inare altre fonti di in1n1agina­ rio, n1odelli da in1itare che però sono più vicini a casa. Di considerevole significato, per esen1pio, è il comples­ so associato alla vita di corte europea, e le dottrine del gentiluon1o, specialn1ente se vengono incorporate (e 111odificate) 11ell' etichetta 111ilitat'e. Sebbe11e la fot'Za di "

Un'opera molto importante in questo caso è certamen­ te L) espressione delle e1nozioni neltu01no e negli anùnali di Datwin. In questo trattato è disegnato nn parallelo diretto, con parole e imm agini, tra pochi gesti di pochi anin1ali - ge­ sti che esprimono per esempio dominio, pacifi.cazione, paura - e le stesse espressioni rappresentate da attori. Questo stu­ dio, recentemente e giustamente riscopetto come un classico dell'etologia (poiché davvero è in questo libro che le esibizioni sono per la prima volta studiate nel dettaglio in tutto e per tut­ to, meno che nel nome) è generalmente considerato come una spiegazione della nostra natura animale e delle espressioni che, di conseguenza, condividiamo con esse. Ora il libro funziona anche con1e fonte di credenze ct1ltt1ra.li relative il carattere e le origini delle espressioni di allineamento. 6

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Erving Golfrnan questo stile stia forse declinando, penso che fosse di re­ ale itnportanza fino alla Seconda Guerra Mondiale, spe­ ciahnente nei Paesi influenzati dalla Gran Bretagna e in particolare, evidenten1ente, laddove vi erano scan1bi tra uomini. Per esempio, la pastura del rin1anere sull' attenti, con1e strun1ento per esprin1ere l'essere a disposizione e in servizio, il rispondere con " Signore " e anche il saluto, diventano parte di uno stile di deferenza che va al di là della vita 111ilita1·e. Per i nostri s copi esiste una fonte di esibizione n1olto più rilevante di quella della tradizione anin1ale o di quel­ la n1ilitare, una fonte più vicina alla vita quotidiana, una fonte, che di fatto, si situa proprio in casa: la relazione tra genitore e figlio. 5 . Il cotnplesso genitore-figlio - preso nella sua ver­ siot1e ideale di classe 111edia - possiede alcune caratte­ ristiche n1olto speciali, se considerato con1e fonte di in1n1aginario comportan1entale. In prin1o luogo n1olte persone sono state accudite, con1e figli, da genitori e/o parenti anziani, e in quanto genitori (o parenti anziani) accade loro il contrario . Così entran1bi i sessi fanno espe­ t·iet1Za di e11tt·a111bi i t·uoli - una risorsa indipendente dal sesso (la persona che gioca il ruolo opposto a quello del b an1bino è una n1adre o una sorella più anziana, tanto quanto o di più di un padre o di un fratello n1aggiore. La n1età di chi gioca il ruolo di ban1bino sarà con1posta da n1aschi e il ruolo di casalinga, quello che pensian1o idealn1ente adatto alle donne, contiene p arecchi ele­ menti genitoriali) . In seconda istanza , dati i n1odelli di ereditarietà e residenza , i genitori sono l'unica autorità nella nostra società che può essere proprian1ente con. " . . " ceplta co111e te111pot·a11ea e d eset·cltata 11e 11' 111te1·esse 93

Il rapporto tra i sessi di chi vi è perciò subordinato . Sostenere che - al111e11o 11ella 11ost1·a società occide11tale - il ban1bino dà qualcosa di equivalente, in can1bio dell' accudin1ento, è sen1plice­ tnente ridicolo . Non esiste nessun quid pro quo apprez­ zabile. L'equilibrio sta altrove. Ciò che è ricevuto in una generazione è ridato in quella successiva. Si potrebbe aggiungere che questa rilevante possibilità altruistica è stata negletta dagli studiosi della società. L'imn1aginario istituzionale è infatti hobbesiano ed economicistico, in quanto fa leva sulla nozione di scan1bio sociale e le posi­ zioni più recenti si sono impegnate solo a n1ostrare come l' autorità genitoriale possa essere fuorviante, oppressiva e i11efficace . Ora voglio sostenere che le relazioni genitore-figlio rappresentano un valore speciale in quanto strun1enti per orientare lo " studente " al significato delle situazio­ ni sociali con1e unità di organizzazione sociale. Poiché, una parte n1olto rilevante di ciò che un ban1bino ha il privilegio di fare e di ciò che deve sopportare con1e fatto dai suoi genitori che agiscono in sua vece, dipende da come gli adulti arrivano a gestire, nella nostra società, loro stessi nelle situazioni sociali. Sorprendenten1ente il punto fondan1entale diventa questo : quale 112odalità di

condurre noi stessi ùnpieghianto nelle situazioni socialz: co1ne 11zezzo per dùnostrare loro un orientatnento rispetto­ so e per 1nantenere una certa cautela in esse? Pott·ebbe esset·e ft·uttuoso desct·ivet·e schet11atica.111 e11te l'ideale relazione genitore-figlio per la classe media, li­ n1itandoci a ciò che può accadere quando un ban1bino e un genitore sono presenti nella stessa situazione sociale . Sembra che dobbian1o dare per scontato che il ban1bino giunga in una situazione sociale con tutti i suoi bi­ sogni " di base " soddisfatti e/o pronto a soddisfarli, e che 94

Erving Golfrnan non esista una buona ragione perché egli stesso dovrebbe pianificare e pensare a un futuro n1olto distante . E co111e se il ba111bi11o fosse it1 vaca112a. Si tratta di quanto potrebbe essere chian1ato orienta­ mento concessorio. Il bambino è tollerato nel suo sfuggi­ re alla situazione verso un altrove, n1ediante fughe, studi annoiati e così via. Esiste una concessione ad eccedere, con1e nello sciogliersi in un pianto, nel ribaltarsi dalle risate, nello scoppiare dalla gioia, e così via. Co1u1essa a questa licenza ve n'è un 'altra, quella dell'utilizzo di 1nezzi apertamente inefficaci per raggiun­ gere uno scopo, per esprin1ere il desiderio di sfuggirlo, farvi fronte, etc. , 111a non per riuscire a raggiungerlo. Un esen1pio è dato dal nascondersi del ban1bino tra o dietro i genitori, o (nella sua forn1a più lieve) dietro il proprio dito, nascondendo dalla propria vista qualsiasi n1inaccia, ma non la parte di se stessi che è minacciata. Un altro è il " tirar pugni " , il tipo di attacco che rappresenta uno scherzo sen1i-serio, un utilizzo di forza notevole, n1a con­ tro un avversario che si sa essere al di là di ogni possibili­ tà di sconfitta, cosicché ciò che comincia con uno sforzo strw11entale finisce in un gesto chiaramente di sconfitta . In tutto ciò si hanno piacevoli esen1pi di ritualizzazione nel senso etologico classico . E una analisi di cosa signifi­ ca agire con1e b an1bini. Passian1o ora all'intercessione protettiva dei genitori. Cose alte, questioni intricate, pesanti, sono raggiunte in vece del ban1bino. Cose pericolose - chimiche, elettri­ che, n1eccaniche - sono allontanate. Oggetti che posso­ no ro1npersi sono maneggiati per lui. I contatti con il mondo adulto sono n1ediati, mettendo a disposizione un cuscinetto tra il ban1bino e le persone intorno . Gli adulti che sono presenti generalmente moderano le discussioni ,

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Il rapporto tra i sessi che ha1111o a che vedet·e co11 la dut·a t·ealtà del 111011 do : le discussioni sugli affari, il denaro e il sesso sono censura­ te; le besten1mie e le in1precazioni sono inibite; i pette­ golezzi diluiti. Esistono priorità nelle indulgenze: ai ban1bini viene accordata precedenza di fronte alle porte e nelle scia­ luppe di salvataggio; se ci sono dolci da distribuire, li prendono per prin1i. C'è l'idea del cancellare un'offesa. Se ha fatto qual­ cosa di sbagliato, il ban1bino si n1ette sen1plicen1ente a piangere o altrimenti tnostra contrizione, dopo di che può ricon1inciare da capo con1e se la lavagna fosse stata cancellata . Per essere chian1ata in causa, la sua in1n1edia­ ta risposta en1otiva necessita soltanto di essere abb astan­ za coln1a e sarà considerata con1e pagan1ento definitivo del delitto . Può anche essere sicuro che non gli verrà tolto l' amore a causa di ciò che ha fatto, naturalmente se n1ostrerà di essere affranto per lo sbaglio . lntravedian1o una ovvia generalizzazione dietro a tut­ te queste forn1e di concessione e privilegio . Un an1orevo­ le angelo custode è alle spalle, predisponendo non tanto una fonna di dipendenza, quanto una scapp atoia, o un sollievo, dalle " realtà " , cioè dalle necessità e dai vincoli a cui gli adulti, nelle situazioni sociali, sono assoggetta­ ti. N el significato più profondo, quindi, i b an1bini della classe n1edia non sono coinvolti nell' adattarsi e nell' ag­ giustarsi alle situazioni sociali, n1a nel fare pratica, nel provarci, o giocare a fare questi sforzi. La realtà per loro è profondamente condonata. Notiatno che se un bambino deve poter far conto di queste diverse scapp atoie dalla realtà, allora, natural­ n1ente, deve rin1anere nell'area di un grido di pericolo, o a una distanza di sicurezza. E chiaramente in tutto ciò, 96

Erving Golfrnan ai genitori è fornita una scena dove possono recitare la parte della loro genitorialità . Noterete che esiste un ovvio prezzo che il ban1bino deve pagare per essere sollevato da questi gravami . E assoggettato al controllo mediato da sanzioni fisiche e da ordini che servono con1e pron1en1oria vivente di ciò : salvataggi forzati da traffici futuri e da potenziali cadute; cura forzata, come quando il suo cappotto è ab­ bottonato a prescindere da ogni sua protesta . In genera­ le le facce11de del ba111bi11o so11o it1tet·t·otte b t·usca111e11te con la scusa di farle eseguire in sicurezza. n banlbino è soggetto a diverse fornle di trattanlen­ to con1e fosse una non-persona . Gli si parla al p assato e con1e se fosse assente. Gesti di affetto e di attenzione gli sono rivolti " direttan1ente " , senza chiedergli nulla. Arri­ vano "frecciatine " e vengono fatti scherzetti, facezie che cominciano coinvolgendo il bambino come partecip ante al discorso, n1a che finiscono trattandolo con1e un n1ero bersaglio d 'attenzione. I suoi pensieri, en1ozioni e ricordi più intin1i, non so110 tt·attati co111e se avesse il dit·itto a t·et1det·li 11oti o n1eno . Può essere interrogato sui suoi desideri e inten­ zioni, le sue p aure e dolori, le sue gratitudini e tisen­ tinlenti, in breve, le sue situazioni soggettive, n1a non può andare n1olto in là nel reciprocare questa curiosità sin1patetica senza essere considerato con1e uno che si in­ tt·ot11ette tt·oppo . Infine il ten1po e lo sp azio del bambino possono esse­ re concepiti con1e estendibili. Può essere n1andato a fare una comtnissione o a prendere qualcosa, invece di quello che sta facendo in quel momento; può essere spinto ad abbandonare le sue prerogative territoriali a causa dei bisogni degli adulti. .....

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Il rapporto tra i sessi Si 11oti che u11a car·atter·istica r·ileva11te della situazio­ ne di vita del ban1bino è che il n1odo in cui i genitori interagiscono con lui ha la tendenza ad essere identico a con1e altri adulti lo trattano, estendendolo a persone che non fanno parte della parentela, persone conos ciute n1a non parenti e anche da adulti con cui non ha alcuna re­ lazione di conoscenza (è con1e se, benché tutti facessero parte di un esercito, tutti gli adulti fossero con1andanti) . Perciò un ban1bino con un evidente bisogno dà ad un adulto conoscente un diritto e pure un dovere di conce­ dere aiuto, a tneno che nessun altro adulto vicino sen1bri esserne il responsabile . Dato questo con1plesso ban1bino-genitore con1e fon­ do con1ut1e di esperienza, sen1bra che vi faccian1o conto i11 111odo fo11dat11e11tale 11elle r·iu11io11i sociali di adulti. L'invocazione, n1ediante l'espressione ritualistica, di questo complesso gerarchico sen1bra inondare una mi­ r·iade di r·elazio11i faccia a faccia i11 ciò che è co11sider·ato incontestabiln1ente, con1e riscaldato da un tocco di rela­ zionalità: in b reve, un controllo benevolo . I sovraordi­ nati donano gratuitamente un po' di identificazione di sostegno e i subordinati rispondono senza riserve con una ditnostrazione di gratitudine; e se così non è, aln1eno con una sottomissione in1plicita alla relazione e alla defi­ nizione della situazione che in1 plica. Un p omeriggio un poliziotto fu chiatnato per controllare un p archeggio illegale in un' area com111erciale b e11 al di fuori della sua zor1a di servizio . Era nuovo del distretto e gli ci volle un p o ' per tro ­ vare l'in dirizzo . Quando arrivò trovò , nell ' angolo di una piccola strada , un' auto parcheggiata in un tnodo ovviamente pericoloso e illecito . Tirò fuori il suo li98

Erving Golfrnan bt'etto delle 111ulte e cot11i11ciò a scrivere. Me11tre sta­ va 111ette11do la 111ulta sull' auto , u11 uo1110 us cì dal tle­ gozio all' angolo . Si avvicinò e chiese se il poliziotto era venuto p er risp ondere alla sua chian1ata . Quan­ do l' ufficiale annuì, l'uomo replicò che la tna cchina in contravvenzione era già ripartita e che sperava che il poliziotto non fosse andato là per prendere . . . . l a t arga aIl a sua macc h111a . " H ey, aJJ't tco tnl sp1ace , tna l 'ho già scritta " . "Aspettavo il poliziotto Reno, solitamente è sulla macchina 6 5 1 5 . App rezzerei, Capo , se la prossima volta si volesse fermare p rima di s crivere " . n poliziotto era leggern1ente confuso . . . Disse educata111e11te e i11 111odo fra11co : " Se11ta, co111e le sen1brerebb e se io entrassi in tutti i negozi p rin1a di scrivere una n1ulta e chiedessi se tutto è a posto ? La gente cos a penserebbe che io stessi facendo ? . . . L' uo1110 s ct'OIlo' l e sue sp all e e sorrise. " H al rag1o11e , figliolo , Ok, dimentica tutto . Senti, fennati qualche volta se posso esserti d ' aiuto " . Gli diede una pacca sulle spalle e tornò ai suoi affarF .

Oppure il subordinato dà segno di bisogno e n1an­ ca112a d' aiuto e il sovt'aOt'dit1ato vie11e i11 aiuto volo11ta. " · tl'atta d a 1 gto1'11a · 1e " r·1111es , su u11a l'la111e11te. u 11a stol'la donna poliziotto, potrebbe essere citata a esen1pio . I (poliziotti donna) che già ci sono, hanno dotato

l' arsenale della polizia che lotta contro il critnine , di una devastante nuova arma che ha aiutato p er secoli la donne a imbrigliare i loro uon1ini. Ha funziona7

J. Rubinstein, City Police, New York, Fan·ar, Straus and Girotlx, 1 97 3 , pp. 16 1 - 162 . 99

Il rapporto tra i sessi to bene per una n1inuscola p oliziotta, Ina Shep erd , dopo che, a Mian1i lo scorso dicen1bre, aveva acciuf­ fato un n1uscoloso taccheggiatore per p oi accorgersi che in giro non vi erano altri poliziotti, o aln1eno un telefono . Impossibilitata a richiedere aiuto , è s cop ­ piata in la crin1e: " Se non ti porto dentro , perderò il lavoro " , ha detto tra i singhiozzi al suo prigionie­ ro che, cavallerescamente l'ha accompagnata fìno a quando una tnacchin a della squadra an ti -critnine , è stata tl�ovata

"8

.

Ne deriva quindi che nella nostra società, ogni vol­ ta che un uomo ha rapporti con una donna o con un tnaschio subordinato (specialn1ente più giovane) , è ab­ bastanza probabile che l' applicazione del con1plesso ban1bino- genitore, raccorci un po' la distanza, la coer­ cizione e l'ostilità potenziali. Ciò in1plica che, ritualn1en­ te parlando, le fetnn1ine equivalgano ai n1aschi subor­ dinati e che entran1bi son1iglino al b ambino . Si osservi che comunque i "minori " possano valutare disgustosi e umilianti queste prerogative, devono contare fino a 1 0 pritna di esprin1ere apertan1ente il loro dispiacere, poi­ ché chiunque esprin1e un interesse benevolo è libero di ca111biat'e veloce111e11te idea e di 111ostt'at'e l' altt'O lato del suo potet'e. 6. Faccia1110 u11 bt'eve t'iassu11to . Le situazio11i sociali sono state definite con1e arene di n1onitoraggio recipro­ co . Per gli studiosi è possibile considerare le situazioni sociali molto seriatnente con1e un punto di osservazione 8

" Times " , l maggio 1 962, p . 60. Non rifletto sul tuolo di queste storie per la n1aniera di modellare le storie del giornale " Tm · 1es " . 100

Erving Golfrnan vantaggioso dal quale osservare qualsiasi altro aspetto della vita sociale . Dopo tutto, è nelle situazioni sociali che gli individui possono con1unicare nel senso più pieno del tern1ine, ed è solo in esse che gli individui possono in1porsi fisicatnente l'uno sull' altro, assalirsi, interagire ses­ sualn1ente, in1portunarsi, confortarsi fisican1ente e così via. Inoltre è nelle situazioni sociali che la n1aggior parte delle attività è portata a tern1ine. Con1prensibilmente, per maneggiare i rischi e le opportunità specifi che delle situazioni sociali in ogni società vengono create n1odalità di adattamento, inclusi sistemi di vincoli norn1ativi. Il 11ostt'O i11tet'esse i111111ediato 11elle situazio11i socia­ li è stato dato dal fatto che è principaln1ente in questi contesti che gli individui possono utilizzare le loro facce e i loro corpi, così con1e piccoli n1ateriali alla n1ano per in1pegnarsi in rappresentazioni sociali. E qui, in questi sp azi piccoli e localizzati, che essi possono ordinarsi mi­ croecologican1ente per raffigurare cosa ci si aspetta da loro nel quadro sociale più an1pio, il che gli pern1ette, di rin1ando, di celebrare ciò che è stato dipinto . E qui, nelle situazioni sociali, che l'individuo può intendere cosa significhi per lui la sua identità sociale e indicare i suoi se11ti111e11ti e it1te11zio11i - tutte it1fot't11azio11i di cui avt'al1no bisogno gli altri presenti per n1aneggiare i loro corsi di azio11e - sulla cui conoscibilità a sua volta egli deve contare per realizzare i suoi progetti. Ora n1i appare chiaro che qualsiasi forn1a di socializ­ zaziot1e che di fatto faccia t'ifet'it11el1to a situazio11i sociali in quanto tali, cioè, alle risorse norn1aln1ente disponibili in qualsiasi situazione sociale, avrà un effetto n1olto po­ tente sulla vita sociale . In qualsivoglia p articolare riunio­ ne sociale, in qualsivoglia n1on1ento, l'effetto di questa socializzazione potrebbe essere leggero - 11essu11a altt'a .....

.....

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Il rapporto tra i sessi conseguenza, dician1o, che quella di n1odificare lo stile in cui stanno accadendo le cose ( dopo tutto, sia che uno si accenda da solo una sigaretta sia che gli venga accesa, ti puoi beccare un tun1ore ai polrnoni. E non in1porta tanto se le due parole fatte per con1unicarti che hai finito di lavorare siano delicate o rozze, quanto che tu con1un­ que abbia perso il lavoro) . In ogni caso nella routine la questione riguarda quale opinione è posta all' attenzione più frequentemente e con più forza, chi prende le deci­ sioni n1eno in1portanti, app arenten1ente necessarie per il coordinatnento di qualsiasi attività con1une, e a quali in­ teressi transeunti è dato il n1aggior peso . E quantunque triviali possano apparire alcuni di questi ricavi e perdite, so111111at1doli tutti it1 tutte le situazio11i sociali i11 cui ac­ cadono, si può vedere che il loro effetto con1plessivo è enorme. L'espressione di subordinazione e don1inio lun­ go questo sciame di n1ezzi situazionali, rappresenta di più che una sen1plice traccia o sin1bolo o affern1azione ritualistica della gerarchia sociale . Queste espressioni co­ stituiscono in n1odo considerevole la gerarchia; sono la parvenza e la sostanza9. 9

Una suggestione recente in linea con ciò può essere tro­ vata nello sforzo di specificare in dettaglio la differenza tra gli uonUni e le donne in collegio, riguardo alle sequenze di conver­ sa.zione tra. i sessi. Si veda.n o: D.H. Zin1n1ern1a.n e C. West, Sex Roles, Interruptions and Silences in Conversation, in Language and the Sex: Di!ferences and Dotrzinance, Ba.rrie Thorn a.nd Nancy Henley (eds.) , Rowley, MA, Newbury House, 1 975 , pp . l 06- 129; P. Fishman, Interaction: The Work Women Do, p aper presentato al meeting dell'Associazione Americana di Sociolo­ gia. , Sa.n Fra. ncisco, 25 -3 0 agosto 1 975 ; C. West e D.H. Zin1n1er­ n1a.n , Wo11zen's Pla ce in Conversation: Re/lections in Adult-Child Interaction, paper presentato all'incontro dell'Associazione 102

Erving Golfrnan Ed è proprio qui che gli stili di genere contano . Poi­ ché questi stili di con1po1tan1ento possono essere utiliz­ zati in qualsiasi situazione sociale e là ricevono il loro dovuto. Quando le n1amn1e e i babbi decidono cosa insegnare ai loro piccoli Giovanni e alle piccole Maria, fanno esattan1ente la scelta giusta; nei fatti agis cono con n1olta più sofisticazione sociologica di quanto avrebbero dovuto avet'e - assu111e11 do 11atut'ah11e11te che il 111011do così come l' abbiamo conosciuto è quello che vogliono riprodurre. E lo stile cotnportamentale stesso ? Non è n1olto alla n1oda . Solo uno strun1ento per fare assunzioni sul­ la vita, che siano p alp abili nelle situazioni sociali. Allo stesso ten1po, una coreografia n1ediante cui i partecip an­ ti presentano i loro allinean1enti nelle attività situate in progresso . E le stilizzazioni stesse consistono di quegli ordinamenti delle forme umane e di quelle elaborazioni dell' azione un1ana che possono essere esibite in diverse situazioni sociali, in ogni caso basandosi su risorse locali per raccontare storie di grande richian1o .

7 . Co11cludo co11 u11 set'l110l1e . Esiste un vasto consenso sul fatto che i pesci vivono nel n1are perché non possono respirare sulla terra fer­ n1a, e che noi vivian1o sulla terra perché non possian1o respirare nel n1are. Questa spiegazione approssin1ativa e di senso cotnune può essere elaborata in una continua spirale di dettaglio fisiologico, e possono essere scoperti casi e circostanze eccezionali, n1a la risposta generale sarà

Americana di Sociologia, San Francisco, 25 - 3 0 agosto 1 975 . Quest'ultimo discute alcune somiglianze tra pratiche di con­ versazione genitore-figlio e maschi-femmine adulti. 1 03

Il rapporto tra i sessi 110l'l11alt11e11te sufficie11te e si t'ifat'à alla 11atut'a dell' at1i­ tnale, alle condizioni e ai dati della sua esistenza, e a un uso astuto del tern1ine " a causa di " . Si noti che, in questo piccolo pezzo di saggezza popolare - per quanto profon­ do e scientifico sicuran1ente possa essere - la tet't'afet'l11a e il n1are debbono considerarsi con1e esistenti prin1a dei pes ci e degli uomini e non - cot1tt'at'ia111e11te alla Ge11esi - come posti là affinché i pesci e gli uon1ini, quando arri­ veranno, trovino un luogo adatto che li aspetti. Questa lezione sugli uon1ini e sui pesci contiene, pen­ so, l'essenza più profonda e basilare del nostro modo di pensare a noi stessi: una spiegazione di ciò che accade . . . t'esa attt'avet'SO u11 l'leh 1a1110 a 11e 11ostt'e " 11atut'e " , u11 1'1chiat110 alle co11dizio11i stesse del 11ostt·o esset·e. Si osset·vi che possian1o usare questa forn1ula sia per categorie di persone sia per individui p articolari. Proprio come dia­ mo spiegazione del fatto che un uon1o cammina in n1odo eretto richian1andoci alla sua natura, così noi possian1o spiegare perché una particolare persona an1putata, non può farlo, riferendoci alla sua specifica condizione. E certamente molto difficile imn1aginare una società i cui tnetnbri non traggano spunto norn1almente da ciò che è disponibile ai sensi per qualcosa di più grande, di­ stale o nascosto . La sopravvivenza è in1pensabile senza ciò . In n1odo corrispondente esiste la credenza n1olto profonda nella nostra società, con1e presun1ibiln1ente in altre, che un oggetto produce i segni che danno informa­ zioni su di esso. Gli oggetti sono intesi come strutturanti l' an1biente in1n1ediatan1ente intorno; gettano un on1bra, riscaldano l' an1biente, dissen1inano indicazioni, lasciano . . . . u11a tl'accla; 1111Pl'll110l10 u11 ' ot·111a, u11a t·appt·eset1taztot1e che non è voluta e che non dipende dall'essere attesa, n1a allo stesso tempo che dice se le cose sono al loro '

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Erving Golfrnan posto, correttan1ente preparate e orientate. Presun1ibil1nente questo indicare è reso in un intorno n1alleabile di qualche tipo - un can1po per indicazioni - la situa­ zione reale in cui il segno si trova. Probabilrnente si ha qui a che fare con " segni indessicali naturali " , che hanno qualche volta caratteri di " icona " . In ogni caso, questo tipo di indicazione va considerato né con1e una azione fisica strun1entale nel senso pieno del tern1ine, né come comunicazione, bensì come qualcosa d' altro, una specie di sottoprodotto, un eccesso, un foraggian1ento signifi ­ cativo dell' atnbiente ovunque l'oggetto sia stato . Sebbe­ ne questi segni siano prob abiln1ente da distinguere da, o solo una parte di, l'oggetto sul quale forniscono inforn1a­ zioni, è la loro configurazione che conta, e la loro fonte fondan1entale, si pensa, è l'oggetto stesso in una certa indipendenza dal can1po particolare nel quale all' espres­ sio11e è dato d ' accadet·e. P et· ciò 11oi 111a11te11ia1110 che la produzione del segno sia situazionaln1ente espressa, n1a 11011 dete1·111it1 ata. I segni naturali indessicali prodotti da quegli oggetti che chiamiatno animali (incluso, e principaln1ente, l'uo­ n1o) sono spesso chiamati " espressioni " ; n1a nel senso del tertnine qui utilizzato, il nostro in1n1aginario presu­ tne ancora che un processo n1ateriale vi sia in1plicato, e 11011 solo u11a co111U11icazio11e si111bolica co11ve11zio11ale. Tendian1o a credere che questi oggetti speciali, non sol­ tanto producano segni naturali, n1a lo facciano in misura maggiore di altri oggetti. Così le en1ozioni, associate con i diversi organi del corpo che n1arcatan1ente le rivelano, sono considerate n1otori veritieri d 'espressione . Come corollario assu1nian1o che tra gli umani una gamn1a mol­ to an1pia di attributi siano esprin1ibili: intenzioni, senti­ n1enti, relazioni, stati inforn1ativi, salute, classe sociale, 10 5

Il rapporto tra i sessi etc. Le tradizioni e suggerin1enti riguardanti questi segni, incluso con1e falsificarli e con1e leggere attraverso queste sin1ulazioni, costituiscono una specie di scienza popo­ lare. Tutte queste credenze che riguardano gli uon1ini, prese insietne, possono essere definite con1e la dottrina dell'espressione naturale. Generaln1ente si crede che, sebbene i segni possano essere interpretati a causa di ciò che è n1eran1ente o in­ cidentalmente vero dell'oggetto che li produce - co111e quando una ten1peratura elevata indica una febbre - 11oi cerchiatno di solito anche un altro tipo di informazione, in specifico, quella attinente i tipi di proprietà dell' og­ getto che sono considerate essere perduranti) cotnplessive e basica1nente strutturali, in breve, inforn1azioni sul suo carattere o "natura essenziale " (lo stesso tipo di inforn1a­ zioni è cercata rispetto a classi di oggetti) . Lo faccian1o per diverse ragioni e nel farlo presun1ian1o che gli ogget­ ti (e classi di oggetti) abbiano delle nature indipendenti dall'interesse particolare che potrebbe aver fatto sorgere il nostro interesse. I segni, osservati sotto questa luce, li chian1erò " essenziali " e la credenza che esistano, possano essere letti e che gli individui possano en1anarli, è parte della dottrina della espressione naturale. Si noti di nuovo, che sebbene alcuni di questi attributi, quali stati d ' anin1o transeunti, intenti p articolari, etc . , non siano considerati con1e caratteristici, la tendenza a possedere questi stati e interessi è concepita con1e un attributo essenziale e la capacità di evidenziare stati interiori in un modo partico­ lare può essere vista con1e caratteristica. Difatti, sen1bra non esistere alcuna incidentale espressione contingente che non poss a essere presa con1e evidenza di un attri­ buto essenziale; abbian1o solo bisogno di intendere che rispondere in un modo p articolare a particolari circo106

Erving Golfrnan stanze è ciò che dovrebbe essere atteso generaln1ente da persone in quanto tali o da un certo tipo di persone o da una particolare persona. Si noti che qualsiasi proprietà concepita come unica di una particolare persona è anche con probabilità utilizzata con1e un n1ezzo per caratteriz­ zarla . Un corollario è che l' assenza in lei di una proprietà p articolare ritenuta comune alla classe di cui è n1en1bro, se111bt·a set·vit·e allo stesso 111odo . Mi si lasci riaffermare l'idea che uno dei tratti più profondan1ente radicati dell'uon1o è ritenuto essere quello del genere: la mascolinità e la femn1inilità sono in un certo senso i prototipi di espressioni essenziali - qual­ cosa che può essere agevoln1ente trasportato in qualsiasi situazione sociale e perciò qualcosa che si incontra nella più basilare caratterizzazione dell'individuo . Ma, naturahnente, quando si prova ad usare la no­ zione che gli oggetti umani trasudano segni indessicali naturali e che alcune di queste espressioni possono in­ fonnarci sulla essenziale natura del loro produttore, le cose si con1plicano . Gli oggetti sociali stessi impiegano il tern1ine " espressione " e agiscono per adeguarsi alle loro concezioni d'espressività : specialmente l'iconicità abbonda, poiché è fatta proprio per quello . Invece che il semplice nostro estrarre espressioni dall'oggetto, esso obbligatorian1ente ce le dona, fornendocele attraverso ritualizzazioni e con1unicandocele per via di sin1boli (n1a allora può essere detto che questa donazione stessa ha delle caratterizzazioni espressive non volute: perché non sen1bra possibile che un n1essaggio venga trasn1esso sen­ za che chi lo trasn1ette e il proces so di trasn1issione lasci110 cieca111e11te tt·acce di se stessi su ciò che è t1·as111esso) . Esiste il fatto ovvio che un individuo possa dissin1u­ lare una espressione al fine di guadagnare qualcosa; con 107

Il rapporto tra i sessi poca prob abilità egli si taglierà una gan1ba per saltare il servizio militare, ma potrà certan1ente sacrificare un dito o far finta di zoppicare. Nel qual caso " a causa di " diven­ ta "per fare ciò " . Ma si tratta davvero di una questione minore; esistono difficoltà più serie. Ne n1enziono tre. Prin1o . Non è tanto il carattere o la struttura con1ples­ siva di una entità a venire espress a (se qualcosa di simile esiste) , n1a piuttosto delle caratteristiche particolari e le­ gate alla situazione, rilevanti per l'osservatore (certe vol­ te, per esen1pio, sen1plicen1ente che quel oggetto è pro­ prio quello e non un altro) . L'idea di essenza, carattere, struttura, è si potrebbe dire, sociale, perché potrebbero esistere un nun1ero infinito di proprietà dell'oggetto che potrebbero essere scelte con1e centrali e, inoltre, spesso un nun1ero infinito di n1odi in cui l'oggetto dipende da altri. Perciò, con1e già detto, un attributo che ci permette di distinguere il suo proprietario da coloro tra cui è visto, è probabiln1ente incluso in n1odo netto nella caratteriz­ zaziot1e che di lui 11oi dia1110 . Secondo . Principaln1ente l'espressione non è indif­ ferente, ma socialmente appresa e strutturata; è una ca­ tegoria socialn1ente definita che impiega una particolare espressione, e un programn1a socialn1ente stabilito che detern1ina quando queste espressioni saranno utilizza­ te. Ed è così anche se gli individui arrivano ad utilizzare espressioni in ciò che è percepito essere un n1odo spon­ taneo e inconsapevole, cioè, non calcolato , non dissin1u­ lato e naturale. Inoltre gli individui non apprendono sol­ tanto con1e e quando esprin1ersi, poiché nell' apprender­ lo, imparano anche ad essere il tipo di oggetto al quale si applica la dottrina dell'espressione naturale, se p pure fallibiln1ente; stanno in1parando ad essere oggetti che hanno un carattere, che lo esprin1ono e per i quali que108

Erving Golfrnan sta espressione caratterologica è soltanto naturale. Sian1o socializzati per confern1are le nostre stesse ipotesi sulla 11ost1'a 11atut'a. Terzo . Le situazioni sociali si din1ostrano essere più che un can1po conveniente di ciò che ritenian1o essere una espressione naturale; queste configurazioni sono in­ trinsecan1ente e non incidentalmente, una conseguenza di ciò che può essere generato nelle situazioni sociali . Così il 11ostt'O i11tet'esse co111e studiosi 11011 dovt'ebbe constare nello scoprire espressioni reali, naturali, qual­ siasi cosa possano essere. N o n ci si dovrebbe appellare alla dottrina dell'espressione naturale nel tentativo di spiegare l'espressione naturale, poiché ( con1e detto) ciò chiuderebbe l' analisi prin1a che questa sia con1inciata. Questi atti e queste apparenze rappresentano probabil­ mente qualcosa di completamente diverso dai segni na­ turali indessicali, a parte quando forniscono indicazioni sull'i11tet'esse che l' atto t'e ha 11el co11dut'si effettiva111e11te i11 111odo tale da esset'e tt'attato i11 accot'do co11 la dott1·i11a dell'espressione naturale. E finché le espressioni naturali di genere sono - nel senso qui impiegato - 11atu1·ali ed espressive, ciò che esprin1ono naturalmente è la capacità e l'in clinazione degli individui a raffigurare una versione di lot'O stessi e delle lot'O 1·elazio11i co111e 1110111e11ti stt·ate­ gici - un accordo operativo con cui presentarsi l'un all' al­ tro e per facilitare la p resentazione dell' altro, in1n1agini gestuali della pretesa realtà della loro relazione e del pre­ teso carattere della loro natura umana. La competenza a produrre questi ritratti e a interpretare quelli generati da altri può essere considerata qualcosa di essenziale per la nostra natura, tna questa con1petenza potrebbe forni­ re un'in1n1agine n1olto povera dell'intera relazione tra i sessi. E credo lo faccia davvero . Ciò che oggettivamente 109

Il rapporto tra i sessi è la relazione tra i sessi, presa con1e W1 tutto, è davvero un' altra questione, non ancora ben analizzata . Ciò di cui consiste realn1ente la natura un1ana degli uotnini e delle donne, quindi, è la capacità di in1parare a fornire e a leggere descrizioni di n1ascolinità e fen1n1i­ nilità e la buona volontà di aderire a un progran1n1a per presentare queste in1magini; e tale cap acità essi l'hanno in quanto persone e non in quanto maschi o femmine. Si potrebbe anche dire che non esiste una identità di genere. Esiste solo un progran1n1a per la rappresenta­ zione del genere. N o n esiste alcuna relazione tra i sessi che possa essere caratterizzata in un qualsivoglia n1odo soddisfacente. Esiste solo la prova della pratica, tra i ses­ si, del coreografare un ritratto della relazione. E ciò che queste rappresentazioni ci dicono più direttan1ente non riguarda il genere, o la relazione con1plessiva tra i sessi, ma il carattere speciale e il funzionan1ento del ritratto . Si potrebbe affern1are che lo stile di con1portan1ento della donna, " esprin1e " fen1n1inilità nel senso di fornire un ritratto incidentale, gratuito . Ma Durkhein1 suggeri­ sce che questa espressione è una cerimonia politica, tale da affern1are il posto che le persone di classe sessuale fen11ninile hanno nella struttura sociale, in altre parole, che gli viene chiesto di rispettare . E gli etologi suggeri­ scono che l'espressione fen1n1inile è un indice dell'alli­ nean1ento che una persona di classe sessuale fen1n1inile si propone di realizzare (o di accettare) durante l' attività che seguirà di lì a poco - un allinean1ento che non espri­ n1e n1eran1ente subordinazione, n1a che in parte la costi­ tuisce . Il pritno punto sottolinea l'infl uenza stabilizzatri­ ce del culto del proprio posto nello schema sociale delle cose, il secondo le conseguenze sostanziali di allocazioni n1eno rilevanti. Entran1be queste n1odalità ci vengono 110

Erving Golfrnan nascoste dalla dottrina dell'espressione naturale; poiché questa dottrina ci insegna che le espressioni accadono sen1plicen1ente perché per loro è naturale farlo - 11011 es­ sendo necessaria alcuna altra spiegazione. Inoltre sian1o spinti ad accettare come ritratto del tutto , qualcosa che accade realn1ente solo in n1on1enti progran1n1ati, qual­ cosa che fornisce (nel caso in questione) una rifl essione non della natura differenziale delle persone nelle due classi sessuali, tna della loro comune prontezza a sotto­ sct·ivet·e le cot1ve112io11i dell' esibizio11e. Le esibizioni di genere, con1e altri rituali, possono ti­ flettet·e ico11ica111e11te cat·attet·istiche fo11da111e11tali della struttura sociale; n1a n1olto faciln1ente queste espressioni possono controbilanciare dispositivi sostanziali e con1pensarli. Se rappresentano qualcosa, quindi, le esibizio­ ni sono sintomi e non ritratti. Perché di fatto, quali che siano le circostanze fondamentali di coloro ai quali capi­ ta di trovarsi nella stessa situazione sociale, il loro stile con1porta1nentale può affern1are una rappresentazione co11 tt·at·la. Chia1·a111e11te è evide11te che le cat·it1et·ie dell'etichetta di genere forniscono la soluzione per nun1erosi proble­ tni organizzativi che si trovano nelle situazioni sociali tipo chi deve prendere quelle decisioni ininfluenti che sarebbe più facile non assun1ere, chi deve farsi da par­ te, chi invece deve p assare per prin1o, chi deve seguire, chi n1ettersi alla testa, cosicché le voltate, le fern1ate e il proseguire possano essere coordinati e gli inizi e le fini sincronizzate ( allo stesso ten1po, al livello sostantivo, la t1·adizio11ale divisio11e del lavot·o tt·a i sessi 111ette a di­ sposizione una soluzione operativa all'organizzazione di certi servizi personali, quelli che chian1ian1o don1esti­ ci; in modo simile, pratiche linguistiche basate sul ses•

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Il rapporto tra i sessi so, con1e l'uso di " egli " inteso quale pronon1e relativo neutro usato per " individuo " - illustrati an1pian1ente in questo saggio - rendono disponibile una base per usi co­ ordin ati inconsapevoli dai quali dipende l'efficacia del linguaggio) . Ma perché proprio il genere, invece che altri attributi, sia richiesto per far fronte a questi problen1i organizzativi, e perchè sia particolarmente adatto a farlo, . e u11a quest1o11e apet·ta . In sintesi, il genere, in stretta relazione all'età, spiega di più che la classe e altre divisioni sociali, quale dovreb­ be esset·e la 11ostr·a 11atur·a fot1da111e11tale e co111e e dove essa dovrebbe essere esibita . E noi acquisiamo un va­ sto corpo di resoconti da utilizzare quali fonti di buone e auto-sufficienti ragioni per n1olte delle nostre azioni (particolarn1ente se queste detern1inano l' allocazione di indulgenze e deprivazioni di minor conto) , proprio come gli altri acquisiscono un n1ezzo sovrano di spie­ gare il nostro stesso agire. Si osservi che non vi è nulla di sup erficiale riguardo a questi resoconti. Dati i nostri stereotipi di fen1n1inilità , una particolare donna scoprirà che la strada è stata sgon1brata affinché si ritrovi da capo nella situazione, tipica del suo sesso, di rendere conto a se stessa sul perché dovrebbe trattenersi dal con1pete­ re con gli uon1ini in questioni n1eccaniche, finanziarie, politiche e così via. Proprio con1e un uon1o troverà che la sua cap acità di avere priorità sulle donne, in questi campi, si riflette personalmente su di lui, garantendogli la possibilità di insistere per il successo in questi campi ( corrispondenten1ente egli può declinare con1piti don1e­ stici riferendosi generican1ente al suo sesso, n1entre può identificare qualsiasi rinuncia di sua n1oglie come parti­ colarissin1a espressione del suo carattere) . Poiché questi stereotipi con1inciano ad applicarsi da e su gli individui .....

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Erving Golfrnan dai pritni anni di vita, le spiegazioni che pern1ettono so11o davver·o be11 r·adicate . Ho qui preso un punto di vista funzionalista dell'esi­ bizione di genere e ho argon1entato che, se esiste ciò che caratterizza le persone con1e n1en1bri di una classe sessuale, è la loro con1petenza e buona volontà nel so­ stenere un programn1a appropriato di esibizioni; solo il contenuto delle esibizioni distingue le classi. Sebbene questo approccio possa essere considerato come poco riguardoso della realtà biologica del sesso, non dovrebbe essere considerato come qualcosa che dà poca importan­ za al ruolo di queste esibizioni nella vita sociale . Infatti la facilitazione di queste attivazioni scorre così profonda­ n1ente nell'organizzazione della società da ridicolizzare qualsiasi pw1to di vista denigratorio . Le espressioni di genere si n1anifestano con1e un sen1plice spettacolo; ma una quantità considerevole della sostanza sociale è in1plicata nella sua messa in scena . Chi ha sin1patie per il can1bian1ento sociale, non do­ vrebbe trarre toppo faciln1ente da ciò una lezione po­ litica . L'analisi del sessisn1o può iniziare ovvian1ente da discritninazioni ingiuste verso persone della classe ses­ suale fe1nn1inile, n1a le analisi non possono finire lì. Gli stereotipi di genere vanno in ogni direzione e quasi nello stesso 111odo da1111o for·111a a ciò che i soste11itor·i dei di­ ritti delle donne approvano e disapprovano . Un n1ezzo privilegiato che gli uomini della nostra società hanno per iniziare o tern1it1are un incontro quotidiano su una nota sin1patetica, è di rivolgersi a qualcuno in tern1ini affet­ tuosi e con espressioni verb ali di pren1ura che sono (se esaminati) familiari nel loro carattere e profondamente asin1n1etrici. Sin1iln1ente un in1portante rituale a dispo­ sizione per mostrare una premura affezionata, per en113

Il rapporto tra i sessi fatizzare certi frangenti nel dis corso, e per n1arcare una esclusività conversazionale differenziale, è rappresentata dal prendere la n1ano, solitan1ente un gesto del n1aschio vet·so la fe111111i11a o vet·so il 111aschio subot·dit1ato difficil­ mente reciprocabile. In tutto ciò, l'intin1ità certan1ente non porta alcun correttivo . N ella nostra società e in tutte le classi, la più tenera espressione di affetto implica esibizioni che sono politicamente discutibili, essendo il posto preso dalla donna differenziato e reciproco del posto preso dall'uo­ n1o . Gesti affettivi tra i sessi fanno da coreografia al pro­ tettore e al protetto, a chi abbraccia e chi è ab bracciato, chi dà conforto e chi è confortato, chi sostiene e chi è so­ stenuto, chi dà affetto e chi lo riceve; ed è definito con1e naturale soltanto che l'uon1o cinga e che la donna sia avvolta . E ciò può solo ricordarci che la dominazione maschile è di un tipo molto speciale, una dominazione che può essere esercitata proprio nel n1on1ento più an1o­ revole e gentile, senza causare app arenten1ente una vera te11sio11e - e che questi n1on1enti possono difficiln1ente essere concepiti al di fuori di queste asimmetrie. Mentre altri gruppi di svantaggiati possono deviare dal mondo vet·so u11a s ce11a do111estica i11 cui l' auto-detet·111i11aziot1e e il sollievo dalla disuguaglianza sono possibili, lo svan­ taggio che soffrono le persone che sono fen1n1ine, pre­ clude tutto ciò ; i luoghi identificati dalla nostra società con1e quelli che possono essere arredati per soddisfare se stessi, per le donne sono nondimeno con1pletamente organizzati lungo linee di svantaggio . E il far conto sul complesso genitore-figlio con1e fon­ te di imtnaginario per le esibizioni è davvero un n1ezzo per estendere le pratiche confortevoli e intin1e al di fuori della loro origine verso il n1ondo e, nella scia di questa 114

Erving Golfrnan dotnesticazione, di questo unico addolcin1ento del nlon­ do che ci sen1bra di avere, con1pare la subordinazione fen11ninile. Apparenten1ente qualsiasi scena può essere definita cotne una occasione per dipingere la differenza di genere, e in qualsiasi scena può essere trovata una ri. . . sot·sa pet· attuat·e questa " estb 121o11e " . Come per la dottrina dell'espressione, en1erge il tema delle analisi professionistiche così come di quelle popo­ lati Accettare che diverse " espressioni " di femminili­ tà (o tnascolinità) indichino qualcosa di biologico o di socio-strutturale che giace dietro o sotto questi segni, qualcosa da intravedere attraverso essi, significa forse accettare una teoria profana dei segni. Che una nloltitu­ dine di "genderisn1i " convergano nella stessa direzione, potrebbe solo dirci con1e funzionano socialn1ente questi segni, in specifico al fine di sostenere la credenza che esi­ ste una realtà soggiacente al genere. Nulla ci garantisce che se scavassin1o e penetrassin1o dietro a queste in1n1a­ gini, potren1n1o trovarvi qualcosa - eccetto, naturalnlen­ te, l'in citan1ento ad accogliere queste aspettative.

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Erving Goffn1an ( 1 1 giugno 1 922 Mannville, Alberta , Ca11ada - 1 9 noven1bre 1 982 , Philadelphia) , nacque da Max e Anne Goffn1an due ebrei ucraini en1igrati in Ca­ nada . Studiò al St. John 's Technical High School, Dau­ phin , Manitoba prin1a di studiare chin1ica all'Università di Manitoba, nel 1 93 9. Lavorò in Canada per il Natio­ nal Film Board, dal 1 943 al 1 944 . Conseguì il Bachelor of At'ts all'U11iver·sità di Tor·o11to 11el 1 945 e il suo Ph .D all'Università di Chicago nel 1 949 e 1 953 dove studiò con Everett Hughes, Edward Shils e W. Lloyd Warner. Visse nelle Isole Shetland dal 1 949 al 1 950 raccogliendo mate­ riale che gli servì per scrivere la sua dissertazione. Sposò Angelica Choate nel 1 953 da cui ebbe un figlio, Ton1 . La n1oglie si suicidò nel 1 964 . Nel 1 984 sposò la linguista canadese Gillian Sankoff da cui ebbe la figlia Alice. Servì nelle seguenti istituzioni: Università di Chicago, Dipar­ tin1ento di Scienze Sociali, assistente nel 1 952 -53 , resi­ dent associate nel 1 953 -54 ; National Institute of Menta! Health , Bethesda, Maryland, visiting scientist, 1 954 -5 7 ; U niversity of California, Berkeley, assist an t professar, 1 95 8-5 9, associate professar, 1 95 9 -62 , professar of so­ ciology, 1 962 -68 ; Univetsity of Pennsylvania, Philadel­ phia, Benj an1in Franklin Ptofessot of Anthropology and Sociology, 1 969 -82 . Fu il 73 ° Presidente della An1erican Sociological Association. 1 95 1

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