225 28 5MB
Italian Pages 412 Year 2011
STUDI SUPERIORI
/ 69 I
ARCHEOLOGIA
I lettori che desiderano informazioni sui volumi pubblicati dalla casa editrice possono rivolgersi direttamente a: Carocci editore Corso Vittorio Emanuele II, 229 ooi86 Roma telefono o6 42 8I 84 I 7 fax o6 42 74 79 3I
Siamo su: http://www.carocci.it http://www.facebook.com/caroccieditore http://www.twitter.com/caroccieditore
Pier Giovanni Guzzo
Fondazioni greche L'Italia meridionale e la Sicilia (vm e VII sec. a.C.)
Carocci editore
1a ristampa, dicembre 2018 I a edizione, seuembre 2011 ©copyright 2ot r by Carocci editore S.p.A., Roma
Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633) Senza regolare autorizzazione,
è vietato riprodurre questo volume
anche parzialmente e con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche per uso interno o didattico.
Indice
I.
2.
3·
Introduzione
I3
L'età del Bronzo
2I
Fonti scritte Rapporto con la documentazione archeologica Valutazione delle fonti scritte Conoscenze archeologiche Società indigene i n Italia
2I 23 25 28 32
I secoli bui
35
Indigeni in Calabria Scambi con la Grecia " Fenici" nel Mediterraneo Sicilia e Iberia Rotte per l'Italia e l'Iberia Euboici in Libia e in Iberia Cartagine Euboici e " Fenici" Documentazione archeologica Documentazione archeologica i n Sicilia e Italia meridionale Ipotesi sulle rotte degli scambi
35 37 39 42 44 45 49 5I 52
Pithecusa
7I
Documentazione archeologica Presenza d i Indigeni
7I 73
7
57 66
FO:'\: O A Z I O :'\J I GRECHE
4·
5·
6.
La necropoli greca Fonti lettera rie Risorse natu rali e manifatture Ipotesi sulla società pithecusana Scambi e diffusione culturale Sviluppo nel tempo
74 77 79 84 88 90
Cuma
93
Insediamento indigeno La tomba 1 04 Artiaco Rapporti degli Indigeni con Greci ed Etruschi Documentazione archeologica Fonti letterarie Proposta di ricostruzione
93 94 97 98 IDI I o6
Zancle e Reggio
I I3
Fonti letterarie " Fondazione " di Zancle Documentazione archeologica Zancle e Reggio nelle fonti letterarie Oracolo di fondazione Interpretazione dei motivi dell'apoikia Mylai e Metauros Messeni a Reggio Documentazione archeologica Cronologia
I I4 I I6 I I9 I 22 I 24 !26 I29 I30 I33 I 34
Nassa di Sicilia
I37
Sistemi cronologici antichi Cronologia archeologica Rapporto tra cronologia antica e cronologia moderna Indagini radiometriche e dendrocronologiche Fonti letterarie Fondazioni miste Scopi della fondazione di Nasso
I 37 I38 I39 I4I I43 I45 I48
8
! !'\ D I C E
7·
8.
9·
Documentazione archeologica Greci e Siculi Urbanistica di Nassa Cronologia di Nassa Rapporti con i " Fenici "
!48 151 I 54 I 56 I57
Leontinoi e Catane
I59
Calcidesi e Siculi Rapporti dei Calcidesi con Zancle, Siracusa e Megara Hyblea Documentazione archeologica d i Leontinoi Fonti letterarie Rapporti con i Siculi Documentazione archeologica di Catane
I59 r6r !63 !65 r 66 r 68
Megara Hyblea
171
Fonti letterarie Megaresi a Leontinoi Thapsos Morte di Lamis Rapporti con il " re " Hyblon Fondazione d i Megara Hyblea Documentazione archeologica Urbanistica d i Megara Hyblea Agora ed edifici relativi Tecniche costruttive Selinunte
I7I 1 73 1 74 1 75 177 r 8o r8r !82 !84 !87 r88
Siracusa
!89
Documentazione archeologica Gela Fonti letterarie Eretriesi e Corinzi a Corcira Rapporti con i Siculi Matrimoni misti
!89 1 92 1 94 !96 200 203
9
FO:\ Dt\ZI0:'\11 G H E C H E
IO.
I I.
I2.
Urbanistica di Siracusa Eloro Himera Camarina
205 206 2 07 208
Sibari
209
L'Acaia e Corinto Opportunità della costa jonica Insediamenti greci sulla costa jonica Fondazione d i Sibari Poseidonia Cronologia di Sibari La tomba 3 2 5 di Pithecusa Rapporti tra Achei ed Enotri L'edificio v d i Francavilla Marittima
209 2II 2I2 2I3 2 I4 2I5 2 I7 2I9 222
Crotone
227
Fonti letterarie Viaggio di Miscello Cronologia della tradizione Cronologia della fondazione Documentazione archeologica Rapporti con gli Indigeni Deposito votivo deii'Heraion lacinio Miti e religione i n rapporto agli Indigeni Fonti letterarie Documentazione archeologica da Caulonia Cronologia della fondazione di Caulonia
227 230 233 235 236 237 238 240 242 243 244
Taranto
247
Fonti letterarie Confronto tra Antioco ed Eforo Oracoli di fondazione Satyrion Porto d i Taranto
247 249 25 I 254 255
10
1 1'\' D I C E
I 3·
I4.
I 5·
lnsediamenti japigi Rapporti tra Parteni e J a pigi Interpretazioni moderne Tarantini ed Achei Tarantini e Cretesi Documentazione archeologica
255 258 260 262 263 263
Locri Epizefiri
267
Origine dell'apoikia Il promontorio Zefirio Documentazione archeologica Vicende della fondazione Status sociale degli apoikoi Ruolo delle donne I l patto tra Locresi e Siculi Matrimoni misti Documentazione archeologica da Locri Medma, Hipponion, Metauros
267 268 268 269 271 273 274 276 277 279
Siris
28I
Fonti letterarie Conoscenze archeologiche I Colofoni in Occidente Rapporti con i Choni Documentazione archeologica Siris fra Taranto e S ibari Temistocle e Siris
28I 2 84 286 289 292 293 295
Metaponto
297
Fonti letterarie Siris e Metaponto Miti e rapporti c o n g l i Indigeni L'Incoronata Fondazione di Metaponto La chora di Metaponto
297 299 30I 303 3 07 3!0
11
FO:'\ DAZI0:'\!1 GRECH E
Documentazione archeologica u rbana L'enagismos dei Neleidi
Qualche considerazione, per finire
Bibliografia
Indice delle fonti antiche
391
Indice dei luoghi
3 97
Indice dei nomi
12
Introduzione Who was first? Is a meaningless question. IK>AIIDMA:--.1 I 999, p. 276
Le ricerche archeologiche e le interpretazioni delle fonti letterarie an tiche, così come le indagini archeometriche, nel corso della seconda metà del xx secolo e nel primo decennio del successivo hanno pro gredito ed accumulato informazioni. Tanto che il serrato lavorio di queste due ultime generazioni di studiosi ha prodotto elaborazioni tali, ancorché per lo più tematiche, da permettere una visione sul fe nomeno della " colonizzazione " greca in Italia meridionale e in Sicilia diversa da quella sulla quale gli stessi studiosi contemporanei si sono formati. Le due opere di sintesi, composte da Thomas James Dunba bin e da J ean Bérard , che hanno costituito i livres de chevet di tutti quelli che si sono interessati di Magna Grecia e Sicilia, devono inten dersi, ormai, principalmente come pietre miliari della storia della ri cerca antichistica e, forse, della storiografia moderna. Sia la loro im postazione sia le loro conclusioni e le ipotesi interpretative non sem b rano più rispondere alle attuali esigenze della ricerca scientifica. La quale, peraltro, non si sarebbe potuta sviluppare se non si fosse nu trita proprio di quelle: sul versante della raccolta dei dati archeologi ci, che rimangono di base - anche se accresciutisi negli ultimi de cenni -, e su quello della critica delle fonti storiografiche antiche. Ma l'interp retazione di quei dati non risulta a taluni più soddisfacente: così come nella futura seconda metà di questo XXI secolo, o forse an cora prima, quanto oggi si produce nel campo di questa disciplina risulterà altrettanto superato ed insoddisfacente. Da tale insoddisfazione deriva, ad esempio, la virgolettatura del termine " colonizzazione " . Le lingue attuali non conoscono esp ressio ne diversa per riferirsi al processo che ha portato individui originari di una data località, o regione, a stabilirsi in un'altra differente, spes so assai lontana dalla prima, per impiantarvi attività p roduttive, anche assai variate fra loro, così da assicu rarsi sussistenza e benessere. Il re cente periodo politico, istituzionale ed economico, riassuntivamente noto come " decolonizzazione " , ha compo rtato sia la critica del termi13
FO:\ Dt\ZI0:'\11 GRECI I L
ne " colonizzazione" applicato allo stesso processo, appena schematiz zato più sopra, svoltosi in antico sia l'app rofondimento del significato delle espressioni utilizzate dagli scrittori classici per definirlo. Così che ne è risultata una visione che restituisce un'essenza della " colo nizzazione " greca intrinsecamente differente dalla colonizzazione mo derna: in specie per quanto si riferisce alle categorie politiche ed eco nomiche di rappo rto tra " colonie " e madrepatrie ' . Nelle prime potevano , talvolta, permanere forme istituzionali pro prie delle seconde, così come si mantenevano lingua, alfabeto, culti religiosi d'origine. Ma, con lo scorrere del tempo, anche la lingua su biva mutamenti: com 'è fatale che accada a questo strumento di co municazione che non può non adeguarsi al contesto nel quale si esprime, ed in funzione del quale si articola. Se la " decolonizzazione " moderna è, da alcuni, considerata ormai terminata, non sfuggirà che i rapporti contemporanei fra le diverse regioni della Terra configu rano comunque potenze egemoni ed altre dominate, anche se talvolta recalcitranti. E non sfuggirà come lo stru mento di dominio continua ad essere costituito dall'economia: subito seguita, da parte dei dominati, dall'imitazione culturale e dal consu mo, piuttosto che dalla totale comprensione, di prodotti dei domi nanti. Così che quei prodotti modificano profondamente la propria rispettiva originaria funzione per divenire, nella loro nuova funzione, quasi esclusivamente simboli di prestigio. Questo accenno è inteso a significare che il condizionamento con formato sull'attualità, anche se quest'ultima è ben diversa oggi da quella nella quale vivevano Dunbabin e Bérard 2 , comprende in sé una mutazione di significato della categoria " colonizzazione " , ma non un ormai avvenuto sorpasso del rapporto tra dominanti e dominati vigente nella fase storica durante la quale i nostri due autori si sono formati e hanno composto le rispettive opere. E, talvolta, nella lettura di studi contemporanei è semb rato di coglierne un, forse inconscio, condizionamento: imp rontato ad un "modernismo " aggio rnato a quello ormai considerato classico. Allo scopo di superare le difficoltà terminologiche (ma, principal mente, semantiche), nel seguito si utilizza esclusivamente la trascrizio ne del termine greco apoikia: così da evitare equivoci e sforzi erme neutici da parte dell'eventuale lettore 3 .
I . LEPORE 2000, p p . 17-36. 2 . Per Dunbabin: DE A:'\!GEI.IS 1988; per Bérard BEH.ARD 2010. 3 · Cfr. Inventory Poleis 2004, p. 150 n. 2 sul significato, e sulle differenze di significato, dei termini moderni utilizzati al proposito: tutti, comunque, derivanti dal
14
1 :'\JTRODUZ I O :'\J L
È inoltre da ricordare come, in parallelo, si siano compiuti signifi cativi progressi nello studio e nella conoscenza delle culture indigene, nei territori frequentati dalle quali i Greci posero i loro nuovi stanzia menti occidentali. E in particolare si è cercato di studiare e di inten dere al meglio possibile la dinamica di rapporti che si sono intrecciati e sviluppati fra i n uovi venuti e coloro che, in maniere diverse, li rice vettero. Un tale n uovo insieme di conoscenze ha contribuito ad au mentare lo spessore dell'interp retazione, specie sul versante culturale, dell'intero fenomeno che ci prefiggiamo di studiare, sia pure parzial mente. All'ampliamento, sempre positivo , del campo di indagine ha fatto da controcanto, talvolta, la novità dell'approccio che ha condo t to a qualche entusiasmo di sopravvalutazione delle culture indigene, forse anche per reazione alle impostazioni delle precedenti ricerche, di frequente non attente all'argomento. Mancano, tuttavia, opere d'insieme nelle quali sia raccolta la mul tiforme produzione scientifica sulla complessa materia: anche se si hanno lavori di inquadramento su categorie essenziali per compren dere, oltre ai " modelli " che si sono elaborati ed utilizzati nell'inter pretazione, anche la cornice d'insieme all'interno della quale si sono svolti i processi che si tenterà qui, in parte, di ricostruire. Infine, negli ultimi anni il generale impianto di cronologia assolu ta che ha permesso, finora, di situare nel progresso del tempo gli epi sodi, le vicende, i processi, anche i personaggi, che gli studiosi del mondo antico hanno investigato è stato sottoposto a critica e a revi sione, verso l'alto, a seguito dei risultati di indagini sperimentali com piute con la tecnica della dendrocronologia calibrata con quella del C r 4 . In generale, sembra di poter dire che un sistema di cronologia assoluta vale quanto uno dal primo diverso: purché, appunto, rag giunga la dignità di sistema. I computi per Olimpiadi, per sacerdozi , per cariche eponimiche, per generazioni erano altrettanti sistemi, che assicu ravano la registrazione oggettiva e pubblica del progresso nel tempo interno ad una stessa società. L'attenzione ad un aggancio di quei diversi sistemi fra loro in maniera non sempre coerente e condi viso da ognuno di essi, come già aveva osservato Dionigi di Alicar nasso ( r , 74, z ) , rifacendosi ad una sua opera, i Chronoi, per noi per duta, è tarda e parziale. Quanto appena detto non vuole significare, e quindi non va inte so, disattenzione o , peggio, sottovalutazione dello sforzo di elaboralatino colonia, a sua volta anch ' essa differente per sostanza dall ' apoikia greca. Ampia analisi in ASI ILRI 1 996a; anche GRAS 1 995 non adopera il termine "colonisation " e de rivati; in i\Aéditerranée 2 0 1 0, p. 5 si adopera il termine " diaspora " .
15
FO:'\.: D t\ ZJ 0:'\1 1 GRLCJ I L
zione che compiono quegli studiosi che s i impegnano nel costruire una nuova e diversa impalcatu ra alla cronologia assoluta. Tutt'altro: anche questi risultati, per quanto oggi ancora p reliminari (ma che sa ranno di certo più estesi ed affidabili in un prossimo futuro ) , indica no come il quadro raffigurato da Dunbabin e da Bérard abbia ne cessità di aggiornamento. Tuttavia, quello che interessa a questo studio non è di proporre nuove cronologie assolute dei processi che si cercherà di investigare, quanto di tentare di intenderli al meglio possibile, nel quadro del rin novamento e dell'ampliamento dei dati che la ricerca, archeologica e storico-critica, ha potuto fornire. Poiché i processi interni al fenomeno " colonizzazione" greca in Italia meridionale e in Sicilia possono considerarsi come sistema, complesso ed intrecciato al suo interno e nei rapporti che si sono ve nuti allora evidenziando, quando esattamente essi si debbano situare nella scala del tempo assoluto appare elemento non prioritario. An che Dionigi il Piccolo scita pare abbia errato nel calcolo della corri spondenza fra sistemi cronologici e tempo assoluto a proposito della data della nascita di Cristo: eppure continuiamo a vivere, e a contare gli anni, con tutta tranquillità all'interno di quel suo (errato ) sistema, divenuto ormai il nostro, di computo cronologico assoluto. I dati archeologici sono, per definizione, casuali nella conoscenza e lacunosi rispetto all'intero che essi costituivano in antico 4. Casuali tà e lacunosità 5 sono condizioni che si riverberano in maniera negati va sull'affidabilità, su più versanti, dei risultati elaborati dalla ricerca. Il risultato generale al quale si vorrebbe tendere si rivolge all 'insieme della conoscenza attuale della conformazione, non solo materiale, del mondo antico: anche se è ovviamente da accettare che non potremo mai conoscerla in foto, se non altro a causa del fatto che il tempo trascorso da allora e le complessive modificazioni di varia natura in tercorse hanno provocato una radicale cesu ra fra le rispettive culture. Queste considerazioni si limitano all'aspetto archeologico della cono scenza: così che non pare il caso di rammemorare l'incendio della bi blioteca di Alessandria, e la totale perdita di tutte le altre sue, più modeste, compagne: tranne quella, privata, della villa dei Papiri di Ercolano. Altri versanti di inaffidabilità si possono identificare nella diversa natura delle procedure seguite per ritrovare materiali antichi: a seguito di surveys, oppure di scavi, oppure ancora di ritrovamenti 4· Ad esempio la planimetria proposta da I IUeER 1 998, p. 1 1 6 fig. 7 è definita saggiamente " lieux de trouvaille" non di distribuzione. 5· Cfr., ad esempio: :'\.:IZZO 2007b; r"IZZO 2oo8a; r"IZZO 2oo8b.
16
1 :'\JTRODU Z I O :'\J E
incontrollati; e, per quanto riguarda i risultati comunque raggiunti, nelle proporzioni quantitative che oggi conosciamo delle diverse cate gorie produttive antiche, con la conseguente incertezza di valutazione sulle originarie grandezze proporzionali fra l'una e le altre, in sincro nia ma anche in diacronia. Le più immediate conseguenze di incertez ze (o ignoranze) del genere riguardano le proposte di identificare " in flussi " , o " p resenze " , di popoli portatori di culture diverse fra loro in un determinato sito. E, ancora, per quanto riguarda la distribuzione territoriale delle produzioni antiche, in sincronia e in diacronia. I ri trovamenti si susseguono incessantemente, ognuno seguendo proce dure diverse. Il continuo aggiornamento non sempre raggiunge la bi blioteca (o lo schermo) di tutti i ricercatori, aggiungendosi così casua lità a casualità. E tali aggiornamenti non derivano solamente da scavi archeologici veri e propri: scoperte di non minore interesse si effet tuano anche nella rivisitazione di reperti provenienti da scavi ormai di vecchia data, più o meno dimenticati in qualche magazzino. Infine, ci mancano, finora, molte identificazioni sicure di singoli monumenti, o complessi, ed anche di intere città, dell'esistenza dei quali testimo niano fonti antiche, sia letterarie sia epigrafiche. L'elencazione fin qui proposta, pur se schematica, si ritiene sufficiente a giustificare una cauta prudenza nell'interpretazione delle evidenze archeologiche che si rendono progressivamente disponibili alla nostra conoscenza. Come già accennato, d'altronde, la situazione conoscitiva attuale di esse non è diversa da quella della quale soffrono i dati letterari antichi 6.
Questo studio si limita alle apoikiai greche d'Italia meridionale e di Sicilia fondate per volontà delle rispettive madrepatrie entro la fine del VII secolo: introducendo il fenomeno storico di questi stanziamen ti con una breve analisi di quanto si conosce delle navigazioni verso Occidente di Greci, Ciprioti e " Fenici " dalla seconda metà del II millennio. Questi antefatti sono stati ritenuti utili a comprendere continuità e discontinuità fra il periodo della protostoria e quello storico , nel quale esclusivamente si situano le apoikiai. Il termine cronologico su periore tende a separare i ritrovamenti effettuati in Italia (e altrove in 6. Valga il solo rimando alla questione attualmente dibattuta circa l ' autenticità del c.d. papiro di Artemidoro: Ct\:'\JFOJV\ 2008; Gt\J.Lt\ZZI, KIV\r-.-IER, SETTIS 2008; SETTIS 2008; .\IOO!l\lt\1"1" 2 0 1 0 .
17
FO:'\.: D t\ ZJ 0:'\1 1 GRLCJ I L
Occidente) di p rodotti " micenei " dai contatti e dagli stanziamenti, invece, di epoca storica (o quasi ) : p rop rio per questo, se ne è fatta menzione a scopo di evidenziarne la differenza. Il termine cronolo gico inferiore che si è posto allo studio è arbitrario, come qualun que limitazione all'analisi dei p rocessi storici complessi (e quello degli stanziamenti greci fuori dalle rispettive madrepatrie continua nel tempo ben oltre il VI secolo ) . Tuttavia, è semb rato che l'im pianto di Metaponto possa essere assunto come atto finale di una fase significativa del p rocesso in esame. Nel co rso del VI secolo non mancano in Italia meridionale e in S icilia apoikiai: da Velia a Lipari, all' avven tura di Dorieo. Ma Focei e Cnidi ripetono la scelta compiuta, quasi un secolo prima, dai Colofoni di fronte alla con quista della p ropria madrepatria da parte di popoli stranieri: Per siani, adesso, come Lidi in precedenza. Così i Samii ridottisi a Di cearchia per sfuggire il tirannico potere di Ligdam i , rafforzato dai Persiani. Do rieo è protagonista, e causa, di imprese differenti da quelle che ci fanno riconoscere un'apoikia per definizione. Ma, p rincipalmente, quello che è il quadro territo riale peninsulare ed insulare dell' Italia meridionale pare, alla fine del VII secolo, non più suscettibile di accogliere stanziamenti greci ulteriori rispetto a quanti già ve ne fossero stati impiantati: la distruzione di Siris, co munque la si voglia datare, è precedente sia all'esilio in Occidente dei Focei (che, quindi, sono costretti ad em igrare e non lo fanno di p ropria volontà) sia alle infelici avven ture di Dorieo. Se ne de duce che le apoikiai di " p rima generazione " , cioè quelle fondate direttamente dalle rispettive madrepatrie entro la fine dell 'viii seco lo, con le più antiche delle rispettive sub-fondazion i, ritenevano or mai satu rato lo spazio territoriale disponibile, non ammettendo quindi altri a condividerne le risorse. Velia si impianta, dopo l' infe lice tentativo in Corsica, in " terra enotria " : segno c h e nessuna delle poleis già esistenti era disponibile a cedere pa rte del p roprio terri torio ai p rofughi; né Poseidonia le lasciò, poi, vita tranquilla (Str. 6, r , r ) . Altrettanto fecero i Cnidi occupando l'arcipelago delle Eo lie, ormai deserte: conducendo attività di pirateria, anche se non si mancava di coltivare le terre agricole disponibili , ma sempre in quelle stesse isole. La discussione procede distinta per apoikiai, seguendo grosso modo l'ordine cronologico ricostruito dei rispettivi impianti: pur al l'interno di stirpi comuni, le quali sono state esaminate nei loro in siemi da Dunbabin e da Bérard , è parso che ogni polis sia stata pro tagonista della propria storia, anche nei casi nei quali vi sia stato in tervento da parte di più antiche apoikiai. L'eccezione sembra essere 18
1 :'\JTRODU Z I O :'\J E
costituita dal rapporto tra Zancle e Reggio, anche per l'alterno ruolo di dominanza fra le due città nel progresso del tempo. La scarsissi ma conoscenza entro il VII secolo che è oggi disponibile per Catane motiva la sua trattazione quasi in appendice a quella di Leontinoi, con la quale ha condiviso le iniziali vicende di fondazione nel coe rente quadro dell'espansione calcidese in Sicilia orientale. Un procedere del genere si presta all'immediata critica di aver frazionato un p rocesso che si considera, invece, unitario: tanto che, in un filone di studi, le apoikiai d'Occidente sono studiate insieme a quelle di Oriente e del Mar Nero. È sembrato, intanto, che ogni ktisis abbia avuto caratteristiche sue proprie, pur se generalmente comprese all'interno della definizione della categoria, sia nel rappor to intrattenuto con gli Indigeni sia per quanto riguarda le proprie specifiche vicende, ad iniziare da quelle, pur se analoghe fra loro, che l'hanno motivata nelle rispettive madrepatrie. Inoltre, è ben lon tano dall'ambizione di chi scrive comporre una " storia " : ci si riterrà soddisfatti se si troverà in questo lavoro un'ordinata ( anche se di ne cessità soggettiva) esposizione di " evidenze " , talvolta accompagnata da semplici interpretazioni ed argomentazioni, utile a comprendere lo stato attuale delle conoscenze localizzate in un ben definito qua drante, non infimo, del Mediterraneo centrale. Altri, più forniti di strumenti e di sapere, scriveranno di " storia " . Siamo ben sicuri che quanto qui s i propone sarà, presto o tardi, stritolato dal tempo (assoluto) che scorre inarrestabile: ma ciò non esime che, ora, si esprima gratitudine a quanti hanno aiutato in que sta ricerca e a quanti la vorranno leggere, contribuendo, con ciò stesso, ad aiutarne la corrosione.
La raccolta e l'elaborazione del materiale di base sono state signifi cativamente facilitate dalla possibilità di usufruire di una borsa del l'Istituto Archeologico Germanico, Berlino, per la quale sono grato a Florian Seiler. Se non altrimenti indicato, le date assolute sono intese essere " avanti Cristo " . Sono debitore d i critiche e suggerimenti a !rene Berlingò, Fede rica Cardano, Matteo D'Acunto, Bruno D'Agostino, Antonietta Del l'Aglio, Filippo Delpino, Massimo Frasca, Francesco Froio , Costanza Gialanella, Miche! Gras, Gioacchino Francesco La Torre, Silvana Luppino, Valentino Nizza, M. Cecilia Parra, Paola Pelagatti, France19
FO:\ DAZI0:'\11 G H E C H E
sco Quondam, David Ridgway. Un ringraziamento particolare a Da niele Manacorda. Rosanna, come sempre, mi è stata vicina con amore, pazienza e comprensione: anche se lontano dai suoi attuali interessi, questo stu dio è dedicato a lei. Roma, settembre
2or r
20
I
L'età del Bronzo
Fonti scritte La documentazione utile alla conoscenza del n millennio è costituita essenzialmente, nell'intero bacino del Mediterraneo , da dati archeolo gici. Fonti scritte sono, tuttavia, esistenti per i regni mesopotamici e in Egitto: alcune di esse possono essere utilizzate a proposito del no stro argomento. Le fonti epigrafiche di ambito miceneo consistono per lo più in inventari, dai quali è arduo trarre informazioni per noi utili: se non per tentare di ricostruire le forme di quella società e per individuare prodotti provenienti da ambienti esterni alla Grecia. In Italia, la scrittura è ancora del tutto sconosciuta. Le fonti letterarie greche e latine sono tutte pertinenti al I mil lennio avanzato, e quindi assai più tarde rispetto a questo periodo; esse conservano, secondo alcuni interp reti moderni, un n ucleo di memoria di eventi verificatisi nel millennio p recedente, in specie per quanto riguarda i rapporti con le popolazioni indigene dell'Italia meridionale ' . Un esempio tipico, relativo al nostro argomento, è rappresentato dall'interpretazione relativa alla conoscenza delle manifestazioni cul turali nell'ambito meridionale della penisola italiana tra la fase del Bronzo Antico e quella del Bronzo Medio. Gli Arcadi, dunque, attraversarono per primi fra i Greci il golfo jonico e sbarcarono in Italia sotto la guida di Enotro, figlio di Licaone [ ] diciassette generazioni prima che si combattesse contro Troia [ ] Enotro lasciò la Gre cia in quanto non era soddisfatto della parte del regno ricevuta [ . . ] e, alle...
...
.
1 . CORDA:\0 1 97 1 . Cfr. anche GRAS 1 9 9 5 , pp. 5 -7 , pp. 64-6 (genealogie) , pp. 76-Bo (sistemi cronografici). In generale, critica al valore documentario di Omero per l'età del Bronzo: DE""ET 1 996.
21
FO:'\: O A Z I O :'\J I GRECHE
stita una flotta, attraversò il golfo jonico e con lui vi era uno dei fratelli, che si chiamava Peucezio. Peucezio, sbarcato in Italia, dapprima si stanziò sul promontorio J apigio, scacciandone la popolazione locale e da lui presero il nome di Peucezi anche tutti gli abitanti della regione circostante. Enotro, che aveva condotto il grosso dell'esercito, approdò nell'altro mare, che ba gna le regioni occidentali d'Italia, che allora si chiamava Ausonio [ . ] Eno tro trovò la regione adatta per grandi tratti alla pastorizia e per molti altri allo sfruttamento agricolo; si trattava per lo più di terra disabitata e anche quella abitata era poco popolosa. Iniziò a cacciare i barbari da alcune parti del territorio e fondò delle piccole città contigue le une alle altre sui monti, così come avveniva anticamente nella disposizione degli abitati. Tutta la re gione occupata, che era molto grande, si chiamò Enotria, e così pure gli abitanti dominati dagli Enotri assunsero questa denominazione (D. H. r, II, 2-4; 12, I). ..
Dionigi drammatizza il racconto nel descrivere il motivo della par tenza di Enotro dalla natìa Arcadia , individuandolo nella sua insod disfazione a proposito della parte di regno ricevuta dal padre Licao ne; nell'allestimento della flotta; nella denominazione di " barbari" data agli abitanti indigeni, così com 'era generale abitudine dei Greci che applicavano una tale denominazione a tutti i popoli che si espri mevano in una lingua diversa dalla propria, nonostante l'interesse et nografico che i primi logografi ionici di età arcaica applicarono alla conoscenza ed alla descrizione di molte regioni, e dei popoli che le abitavano, della terra allora conosciuta. Ma Dionigi p recisa il perio do nel quale i fatti narrati egli, e la sua fonte, ritiene si siano verifi cati: e lo fa all 'interno del sistema cronologico relativo che i Greci ritenevano valido per organizzare la propria p reistoria. Questo era basato sulla data della guerra di Troia: la distruzione della quale a sua volta veniva riferita alla data della prima Olimpiade (776 2 ) tra mite un computo di generazioni che la faceva risalire all'anno, per noi, rr84 secondo Eratostene: ma, secondo Erodoto, risaliva invece al 128o-r27o 3 . Anche Dionigi per calcolare l a du rata del tempo che intercorse tra ] ' " anno zero " (in questo caso: la guerra di Troia) e gli eventi che narra utilizza il computo per generazioni, in mancanza di diversi ap poggi al calcolo, come più tardi si ebbero appunto con le Olimpiadi,
2 . Cfr. �OR(f t\:"-.1 1 990, pp. 47-9; JAM ES, THORPE 1 9 9 1 , pp. 328-30. 3 · FORSDYKE 1 9 5 6 , pp. 62-86; JAMES, TI-IORPE 1 9 9 1 , pp. 326-7; ASIIEHI 1 996a, pp. 1 5 7 -8 . Altre datazioni antiche: 1 3 34/3 per Duride di Samo; r r 5 o- r r 3 o per De mocrito.
22
I.
L ' ETA D E L 13HO:\ZO
oppure con altre riconosciute registrazioni 4. Non c'è concordia tra gli studiosi moderni a proposito della du rata di una generazione: an che se, generalmente, si accetta quella di 3 5 anni che Tucidide le as segna. Possiamo, quindi, ritenere che Dionigi abbia ricostruito la "ve 17 x 3 5) anni prima del nuta" di Enotro in Italia meridionale 595 ( II84, e quindi, per noi, nel corso del XVIII secolo. =
Rapporto con la documentazione archeologica Lo studio della documentazione archeologica in Italia meridionale permette di proporre che a quell'epoca sia awenuto il passaggio tra l'età del Bronzo Antico e quello Medio: e che in quel torno di tem po, come scrive Renato Peroni 5, «il sorgere in determinate zone del Sud, con l'inizio della media età del b ronzo, di vasti e stabili insedia menti ci mostrerà chiaramente che qui le forme di vita e di economia sedentarie hanno ormai preso un certo soprawento su quelle nomadi che>> (p. 329); le culture meridionali mostrano (p. 3 3 0), tanto che il �EHCL!RI 1 988, pp. 5 60·7. 74· GRAS 1 992. Sulla difficoltà, e inutilità, di distinguere fra loro "Fenici " e Greci come vettori in questo periodo cronologico: HIDG\'\'AY 1 989, p. 1 1 2 ; �IEHCL'HI 2004, pp. 1 97-8; cfr. anche in/ra. 7 5 · RIDGWAY 1 998a; lo skyphos "a semicerchi penduli" : p. 39 fig. 2 , 2 . Cfr. anche RIDG\'\'AY 1 992, p. 147 § 3; BAHTOL0:'\11, BERt\HDII"ETTI, DHAGO 2ooo, p. 526; Sea Rou tes 2003, p. 326 n. 370; BEH:'\JAHDI:'\11 2oo8; BO:'\!D Ì et al. 2009, p. 1 94 vi identificano una «comunità di Fenici attivi a partire dalla fine del IX sec. a.C.».
50
2 . I SECOLI BL' I
Euboici e " Fenici " I Greci, originari delle due principali città poste nell' isola dell'Eubea, erano, da almeno un paio di secoli, familiari con rotte marittime che collegavano la propria isola con il bacino orientale dell'Egeo, l'isola di Cipro, la costa ora siriana e libanese 76• Ed altrettanto, " Fenici " portavano propri prodotti nell'isola: e fecero conoscere ai Greci il proprio alfabeto che, rapidamente adattato alla diversa lingua da un modello probabilmente della seconda metà del IX secolo 77, fu da questi ultimi adoperato in periodo immediatamente successivo 7 " . Si configura, quindi, una situazione d'intreccio , non necessariamente di concorrenza fra Greci e " Fenici " , costituita da scambi, molto proba bilmente stagionali, rivolti alla fornitura di materiali e prodotti non disponibili in determinate zone, e invece in altre regioni abbondanti, oppure forse appositamente accumulati, per cura dei personaggi do minanti a capo delle comunità indigene, così da comporre un sur plus. Per quanto riguarda i Greci, in particolare gli Euboici, la merce disponibile era costituita da derrate agricole in quantità superiore a quella necessaria per la sussistenza delle loro comunità che le p rodu cevano. Il modello di scambio è stato identificato come prexis, per quanto riguarda i Greci: era attuato da individui in grado, oltre che di saper navigare e di difendere sé stessi, l'equipaggio e il carico, di racco gliere derrate interessanti per lo scambio, così da riportare nella sede di partenza quei prodotti che in questa erano richiesti. Ne deriva che si doveva trattare di " a ristocratici " , dotati di conoscenze m ilitari e di rapporti tali da riscuotere la fiducia di coloro che ad essi affidavano i propri prodotti. La nave utilizzata non sembra dovesse essere neces sariamente di proprietà del " mercante " 79. Da parte dei " Fenici " , sembra valesse una conformazione analoga, ma ovviamente corrispondente alla forma istituzionale locale, diffe rente da quella greca. I " re" delle varie città si riferivano ad un ceto specializzato di mercanti, che si suppone rivestissero un'elevata posi zione sociale, così come i loro omologhi greci 80• 76. Giv\S 1 9 9 5 , pp. 3 1 -2 per l ' espansione mediterranea di Calcidesi ed Eretriesi. Per Letkandi: J.E.\IOS 2009, pp. 1 8-9. 77· COHDAI'O 1 986, pp. 83-5: AMADASI 1 999, pp. 47-5 1 . Cfr. anche Giv\S 1 9 9 5 , p p . 1 0 8 - 1 0; :'\!IE.\IEYER 2006, p. 1 4 9 · 78. Lt\ZZARI:\1 1 999· 79· .\IEI.E 1 979; Giv\S 1 9 9 5 , pp. 1 36·7; cfr. I.EI'OHE 1 979, pp. 2 1 6-9. 8o. Cfr. ALUET 1 9 9 3 , pp. 90- 1 .
51
FO:\ DAZI0:'\11 G H E C H E
Date queste caratteristiche, né Greci né " Fenici " impegnati nelle attività di prexis avevano interesse di stabilire insediamenti fissi nei luoghi che frequentavano per esercitare i propri scambi. Risaltano, quindi, le eccezionalità di Pithecusa, per i primi, e di Cartagine, per i secondi. Le documentazioni archeologiche finora note nei due siti possono equipararsi, da un punto di vista di cronologia archeologica, essendo le più antiche entro l'inizio dell'viii secolo all'interno delle rispettive sfere culturali " ' : per la cronologia assoluta, invece, la determinazione al C r 4 sopra ricordata per Cartagine, sembra indicare un termine su periore, entro ancora la fine del IX secolo.
Documentazione archeologica Non diversamente dai " Fenici " , anche agli Euboici i ritrovamenti ar cheologici finora effettuati in Occidente fanno riconoscere una pre senza in tutto il mar Tirreno dal periodo a cavallo dell'inizio dell 'viii secolo . Si è già accennato al ruolo di base svolto dalle isole joniche greche; ed al ritrovamento di uno skyphos " a semicerchi penduli" dal villaggio nuragico di Sant'Imbenia. Questo, per le particolarità tipolo giche che lo caratterizzano, appare pertinente ad un tipo del quale si è ritrovato almeno un altro esemplare coevo a Pontecagnano, in un corredo assegnato alla locale Fase II A, databile entro il primo quarto dell'viii secolo. Nel corso della successiva Fase II B di Pontecagnano, che copre il terzo quarto del secolo, erano lì in uso almeno altri cinque esemplari della classe: essi si ritengono sincroni a quelli rinvenuti a Veio, nella necropoli villanoviana dei Quattro Fontanili, ed in quella sicula di Villasmundo, nell'entroterra della futura Megara Hyblea. Un ulteriore esemplare è parte del corredo della tomba 2 1 3 8 Laghetto di Cerve teri 8 2 .
8 r . :'\!IE�IEYER, DOCTER, SCJ-1.\HDT 2009, p p . 1 7 1 -8 . 82. Skyphoi " a semicerchi penduli" d a Sant'lmbenia: cfr. supra, n. 7 5 : d a Ponte cagnano: o ' AGOSTI:'\10, GASTALDI 1 988, p. 45 n. 28 A r; o ' AGOSTI:\0 1 999a, p. 1 7 ; il corredo della tomba 7 3 9 2 a p. 3 0 n. 4; BAlLO ,\IODESTI 1 998; un esemplare senza dati di provenienza, ma dalla stessa zona: LO:'\JGO 1 997; da Veio: KEAHSLEY 1 989, pp. 67-8 nn. 220-230; da Villasmundo: KEAHSI.EY 1 989, pp. 69-70 n. 237; VOZA 1 999a, p. 64 fig. 51 A; da Longola di Poggiomarino, scavi 2002, inedito; da Tarquinia: o ' AGOSTII"O 2006, p. 3 3 6 . Sulla classe: KEAILSI.EY 1 989; a p. 1 3 8 fig. 47 la carta dei ritrovamenti del tipo 5; a p. 1 3 9 fig. 6 quella del tipo 6: KEARSI.EY 1 999, pp. 1 09-34; o'AGOSTI:\0 2009, p. 174, figg. 4-7. I ritrovamenti noti del più recente tipo 6 di questi skyphoi fanno
52
2 . I SECOLI B L! I
È da osservare la distribuzione di questi skyphoi " a semicerchi penduli " , così come è oggi nota. La Sardegna occidentale e la Cam pania meridionale ne attestano le più antiche presenze in Occidente: in comprensori favoriti per risorse metallu rgiche ed agricole, rispetti vamente. Ambedue i comprensori sono raggiungibili attraverso rotte già percorse durante il n millennio 83: anche se, ad oggi, né Sant'lm benia né Pontecagnano hanno restituito ritrovamenti così antichi. Ma sia numerosi altri siti sardi sia la Campania, da Vivara a Poseidonia, hanno finora restituito materiali di quel periodo, permettendoci di ri costruire una rete di rapporti nel Tirreno meridionale comprendente le isole Eolie 84. Ciò, quindi, significa che quelle zone erano allora note: in manie ra diretta, oppure grazie ai riferimenti che ne avranno fatto i media tori. E questa conoscenza, se è nel reale la ricostruzione sopra propo sta circa la " m igrazione" di gruppi micenei a Cipro dopo la fine dei palazzi continentali, è stata partecipata da quanti erano sfuggiti alla " d istruzione dei palazzi" con naviga tori ciprioti e " fenici " , dai quali più tardi i Greci, in particolare e per primi gli Euboici 85 , hanno im parato verso quali settori occidentali potevano utilmente dirigersi e lungo quali rotte. Infatti lo stato attuale di conoscenza archeologica evidenzia un notevole numero di skyphoi di questo tipo ritrovati a Cipro. Fra l'inizio del IX e l'inizio dell 'viii secolo sono noti dall'Etru ria numerosi ritrovamenti caratteristici della produzione sarda 86: si tratta di spade, asce, pugnali, navicelle votive 87, " bottoni" , bronzetti figuraconstatare, ad oggi, una verticale caduta quantitativa a Cipro rispetto a quanto atte stato per il precedente tipo 5: KEARSI.EY 1 989, p. 1 3 9 fig. 48. Ciò è conseguenza di una diametrale inversione delle rotte praticate dagli Euboici tra primo e secondo quarto dell ' viii secolo? 83. Per le attestazioni micenee di I I millennio in Sardegna e in Campania: SCI-1001\'\'I;'I:'\!KEL 2006, pp. 5 3 -4, nn. 56-63 e nn. 5 I -5 5 , rispettivamente. 8+ Da Lipari frammenti nuragici anteriori alla metà del IX secolo: GRt\S I 98o, pp. 5 3 0- 1 ; K0J.J.C,_.D 1 99 2 - 9 3 , pp. 201 -4; 1.0 SCHIAVO 2003b, pp. 1 5 3 -4 e, un secolo più tardi, nel corredo della tomba 81 SE di Pantalica: K0J.I.U"D 1 992-93, pp. 209 - 1 0 ; ALBA:'\!ESE PHOCELLI 200 3 , p. I 0 5 ; d a Mozia: :'\!IGHO 20IO, p. I 3 fi g . I I : la presenza d i ceramica nuragica i n un insediamento fenicio non appare banale. Cfr. anche supra, n. I 2 per la presenza di ceramica "piumata " a Pontecagnano. 85. Cfr. ARO 1 99 2 - 9 3 · 86. K0LLU:'\!D I 99 2 - 9 3 , p p . 204-8; BABBI 2002 , d a Tarquinia. 87. GHAS I 980, pp. 5 3 I ·6; BEH!\'AHDI:'\JI I 982; BAHTOLO:'\JI I 997, p. 2 8 figg. 8 - I I . A Longola di Poggiomarino ritrovamenti di oggetti in piombo, di probabile provenienza sarda (oppure iberica, con mediazione sarda) a giudicare dalle analisi isotopiche, in contesti di Ferro I: ALBORE LIVADIE 2 0 I O, p. I 67 . Per quest ' ultimo insediamento: BIET TI SESTIEHI 2010, pp. 304-7.
53
FO:-..: O A Z I 0 :'\1 1 GRECI-l E
ti 88 con varie provenienze, da Populonia, posta nel distretto di pro duzione del ferro, a Tarquinia, in rapporto con le cave di allume dei monti della Tolfa; ma anche nelle zone più interne, come Piediluco. Si tratta per lo più di " ripostigli " , composti anche da oggetti prodotti in periodo più antico di quello nel quale sono stati deposti 89. Da ri cordare, inoltre, la navicella in bronzo dalla sponda dest ra della foce del Tevere, senza più precisi dati di p rovenienza: sarà da interpre tarsi, in parallelo a quelle da Gravisca e da Capo Colonna di Croto ne, come probabile dono votivo proveniente da uno " scavo archeolo gico " , o da un ritrovamento casuale, compiuto in epoca antica 9a; quella da Veio e da località imprecisata del Lazio 9 ' . D a Poseidonia proviene u n pugnale d i manifattura corsa, databile tra VIII e vn secolo, ritrovato negli scavi Spinazzola relativi ad un de posito di incerta cronologia 92 • In senso inverso , oggetti di produzione continentale sono stati ri trovati in Sardegna: si conoscono rasoi villanoviani in bronzo, asce, spade 93, ruote miniaturistiche, ambre 94. In parallelo, si hanno ritrovamenti di produzione sarda in Cam pania 95• Si conoscono importazioni siciliane in Sardegna 96 e, rispettiva mente, ceramiche nuragiche a Lipari e nella Sicilia orientale 97• Si co noscono fibule di molto probabile manifattura calabrese, databili en tro la prima metà dell 'viii secolo, provenienti dall'isola 98: è possibile
88. ARA:'\JCIO, SGL'BI:'\JI MOHElTI, PELI.EGRI :\' 1 2 0 t o; BI ETII SESTIERI 2 0 I O , p. 267. 89 . .\1r\C:\'AMAI{J\ I 984- Si tratta di un prolungamento nel tempo e di un ' estensio ne nella distribuzione dei prodotti sardi importati in Etruria fin dal IX secolo, come gli "askoi nuragici " di Vetulonia: 1.0 SCHIAVO 2003b, pp. I 5 3 -4 fig. 3 · 9 0 . co1.o""A I 9 8 I , p p . I 7 I ·2 , con bibl. prec. I l reperto viene inteso come dovuto alla navigazione focea di epoca alto-arcaica: COARELLI I 988, p. I4o. 9 1 . DHAGO TROCCOI.I 2009b, p. 266 con bibJ. prec. 92. VERGER 2000. Cfr. anche in/ra, CAP. Io, n. 28. 9 3 . Una delle quali ad antenne della classe già ricordata per la Calabria: dubbi di Kilian, in discussione su GJ{J\S r 98o, p. 5 3 9· 94· LO SCIIIAVO 2002, pp. 58-9; LO SCHIAVO 2005 , p. 349· 9 5 · 0Jell ' immediato entroterra di Pontecagnano: t.ERG IIAI, !\'AVA 2oo8-o9, p. 99 fig. 5 , p. wo: t. 74 di Monte Vetrano, del terzo quarto dell'viii secolo. Questo recente rinvenimento permette una più completa interpretazione del frammento, pertinente ad una navicella, dalla tomba 8 Sant'Antonio di Sala Consilina: 1.0 SCIIIAVO, RIDG\X'AY I 987, p. 392 e n. I I con bibl. prec. 96. LO SCillA VO, HIDG\X' A Y I 987, p. 4 I 3, tav. l . 97· FERRARESE CEHL'lTI 1 987; L O SCHIAVO, o ' ORJA;'\JO I 990, p. I I 8; K0LLL':\"D I 99 2 - 9 3 , pp. 2 0 I -5; LO SCHIAVO 2003b, pp. 1 5 3 -4; CAVALIEH, DEPAL.\1AS 2008; LO SCIIIAVO 2009. Cfr. anche supra, n. 8498. ALBA:\"ESE PROCELLI, LO SCHIAVO 2004, pp. 4 I 3 - 7 ·
54
2 . I SECOLI B L' I
c h e la mediazione s i a avvenuta tramite Lipari e rientri nell'utilizzazio ne dei giacimenti minerari della costa medio-tirrenica calabrese, al cui centro è localizzata Temesa. Le due serie di ritrovamenti attestano rapporti dal Bronzo Finale alla prima metà dell'viii secolo, per il periodo cronologico che qui interessa. Come anticipato, i più antichi ritrovamenti di produzione greca ad oggi conosciuti in Italia risalgono all'inizio dell 'viii secolo: pertanto, a giudicare dalla conoscenza archeologica attuale, i rapporti tra Italia continentale e Sardegna 99, e viceversa, sembra siano stati dovuti, almeno fino a prima di questo termine cronologico, piuttosto che ad intermediazione greca (euboica) a quella " fenicia" e diretta mente a quelle sarda ed etrusca. A quest'ultima sarà da attribuire an che l'importazione di coppe in bronzo " fenicie" a Vetulonia wo e a Decima M a occorre ricordare che nella necropoli laziale d i Osteria dell'O sa nella sepoltura 482 effettuata nel primo quarto dell'viii secolo (pe riodo n B 2 '"2) è stato deposto un vaso che reca graffiti segni dell'al fabeto euboico, in direzione da sinistra a destra '"3: ciò sembra indi ziare la presenza di un individuo, di etnia non identificabile ma pro babilmente indigeno di cultura meridionale, alfabetizzato all'interno di quella comunità. Ove anche la lingua esp ressa con quel graffito dovesse ritenersi latino ' "4, il significato generale del ritrovamento al l'interno dell'argomento qui trattato non cambierebbe, perché sempre si avrebbe prova dell'avvenuta conoscenza della scrittura alfabetica (di origine greca ) da parte di un abitante dell 'Osa. Potrebbe, tuttavia, il graffito essere stato inciso da un individuo di origine "meridionale " in un luogo diverso, per quanto successivamente integrato nella co munità dell'Osa secondo un modello ricostruito come attivo in quella società '"5. • m .
99· BE!l'\!t\HDI:\1 2009. 1 00. MAHKOE 1 9 8 5 , p. 202 E 1 5 . 1 0 1 . GIV\S 1 98 1 ; BEDI:'\JI 1 977, pp. 275 -82 figg. 1 -4: per quest ' ultima DHAGO THOC COI.I 2009a, pp. 346-7 propone una produzione, ad opera di toreuti levantini, loca lizzata in Sardegna, a causa della sagoma della placca che fissa l ' ansa alla parete della coppa. 102. Osa 1 9 9 2 , p. 5 3 7 ' tra il 9oo e il no. 1 0 3 . Osa 1 992, p. 687: tomba 482 n . .: tipo 16 a van (p. 2 7 3 ) ; pp. 5 0 1 - 3 per ' un analisi della forma; I.AZZARI:\1 1 999, pp. 5 7 -60. 1 04- COI.01':-JA 2005 , pp. 4 8 1 · 3 , anche per l ' origine meridionale del manufatto. 105. BIETTI SESTIEHI, DE SA:'\!TIS, LA HEGI:'\JA 1 989-90, pp. 77-8 1 ; Osa 1 992, pp. 5 1 8-9.
55
FO:\ Dt\ZI0:'\11 G H E C H E
A tale intermediazione dovrebbe essersi aggiunta la prosecuzione di una precedente diretta presa di contatto tra Sardi e, almeno, Etru schi w6; in quanto i primi, e per i secondi è ben noto, non dovevano essere stati inesperti dell'arte del navigare, a giudicare dalla già ricor data abbondante p roduzione di navicelle votive, da intendersi come modellini di imbarcazioni reali almeno due dei quali sono stati ritro vati in contesti portuali, ancorché sacri e più recenti dell'epoca di loro produzione: Gravisca e Capo Colonna w7, ed un terzo , quello da Monte Vetrano ( cfr. supra, n . 9 5 ) , è da ritenersi tributario dello scalo marittimo di Pontecagnano. Un ulteriore, probabile modello in piom bo è stato rinvenuto ad Antigori, databile alla fine del n millennio w s . Che le navicelle nuragiche fossero intese come modelli di natanti reali è dimostrato dal fatto che analoghi modelli di navi, di produzione greca, sono stati deposti in stipi, anche se più recenti; e se ne cono scono modelli da tombe etrusche dell 'età del Ferro w9• È stata proposta una presenza, o almeno una frequentazione, eu boica a Pithecusa dall'inizio dell'viii secolo sulla prova archeologica dei ritrovamenti effettuati nello " scarico Gosetti " e nell'abitato indi geno di Castiglione; la manifattura euboica degli skyphoi "a semicer chi penduli " è pacificamente accettata dagli studiosi, grazie alla docu mentazione recuperata negli scavi effettuati a Lefkandi e nella dipen dente Oropos ' w: quindi è teoricamente ipotizzabile che siano stati Eretriesi e Calcidesi a navigare fino alle rive sarde e a quelle etrusche dalle quali, risalendo il fiume Tevere, sono giunti fino al comprenso rio di Veio; oppure entrando in contatto in un app rodo sulla costa laziale p resso il delta di quel fiume con gli agenti dei dominanti del comprensorio interno. Roma era stata appena " fondata " a controllare il guado dell'isola Tiberina. Sia da Veio sia da Roma sono noti sky phoi "a semicerchi penduli " : di questi, uno veiente è stato ascritto al tipo 5 Kearsley, ed è quindi da considerarsi sincrono a quelli da San t'Imbenia e da Pontecagnano; sincron i sono altresì alcuni ritrovamen-
1 06. MAC:'\JA,\'It\H.A 1 984, pp. 424-5; 1.0 SCJ-IIt\\'0 2002 ; 1.0 SCHIAVO 2005 , p. 349· 107. GIV\S 1 980, pp. 5 3 6-7 "falsi contesti " . L'interpretazione che BEH:'\Jt\RDI:'\11 1 982, p. 100 propone per questo ritrovamento appare assai dubbia. Per Capo Co lonna, cfr. in/ra, CAP. 1 1 . Ignoto è il contesto della navicella dalla foce del Tevere (cfr. supra, n. 90). 108. 1.0 SCHIAVO 1 9 86, pp. 1 9 3 -7 . Cfr. anche MASTI:'\10, SPt\1'\'U, ZUCCA 2005 , pp. 89-91 (rapporti Sardegna-Etruria tra IX e VIli secolo) , pp. 127-32 (modellini di navi). 1 09. HER\IA:\:\S 2 0 1 0 , pp. 1 27·9, con bibl. prec. Adde: o ' AGOSTI"O 1 994-95, pp. 1 4 1 -2 , nn. q - 1 6; inoltre CRIEI.t\t\RD 2ooo, p. 505; A lqOI"t\ PEREZ 2007. Per i modelli etruschi, da ultimo: ,\lt\:\DOLESI, CASTELLO 2009, con bibl. prec. 1 1 0. MAZt\IV\KIS t\ll"It\1" 2006-07, p. 8 1 .
56
2 . I SECOLI B L' I
ti ceramici da Ficana ' ' ' . Ricostruzioni del genere offrirebbero u n a spiegazione p e r la presenza all'Osteria dell'Osa del graffito in alfabeto euboico. Dal fatto che ad oggi a Pithecusa non si conoscono sepolture così antiche di individui greci, né resti di edifici abitati con sicurezza da Greci deriva una variabilità di interpretazione (presenza vs. insedia mento) della più antica evidenza archeologica di produzione greca ad oggi recuperata nell'isola. Pertanto, occorrerà interpretare i più antichi skyphoi "a semicer chi penduli" p rovenienti da Sardegna e Campania come appartenenti a carichi marittimi dei quali i vettori non sono da noi precisamente identificabili né come " Fenici" né come Greci (Euboici) . Non è ancora i l tempo nel quale si cristallizzano definitivamente le sfere di influenza reciproca, a danno delle quali si compiranno guerre di corsa: ancora, in periodo cronologicamente successivo , nella necropoli di Pithecusa sono sepolti individui orientali, e prodotti le vantini sono di frequente deposti nei corredi sepolcrali di individui greci. È da supporre che solamente l'avvenuto stanziamento di più insediamenti fissi, da parte sia di Greci sia di " Fenici " e/o , ormai, Punici, abbia portato la conseguenza di un progressivo irrigidimento dei reciproci rapporti e di vicendevoli esclusioni: situazione questa probabilmente ancor più aggravata dalla rivolta ionica della fine del VI secolo contro il dominio persiano, già da tempo imposto alle ma drepatrie fenicie. Le quali fornivano al gran Re buona parte della sua flotta. A quanto si conosce dalle fonti letterarie antiche, solamente nel si definisce un trattato fra Roma e Cartagine per delimitare le 5 09 rispettive sfere di attività commerciale e regolamentare i rapporti vi cendevoli. ' "
Documentazione archeologica in Sicilia e Italia meridionale La documentazione archeologica ad oggi posseduta riferita ad altri settori sia italici sia siciliani ci restituisce un quadro analogo, che si estende per tutta la durata dell 'viii secolo. Così , nella già ricordata Villasmundo, accanto allo skyphos "a se micerchi penduli" e ad uno skyphos à chevrons si hanno scarabei di I I I.
BARTOI.O,_.I, BEiv\RDI,.ETTI , Dlv\GO 2000, p. 528, figg. 3 5 5 , 3 5 8 · 3 5 9 , con bibl.
p ree. 1 1 2 . Polib. 3, 2 2 ; GJV\S, HOLJLLt\HD, TEIXIDOH 1 989, p. 2 3 2 .
57
FO:'\: O A Z I O :'\J I GRECHE
tipo egiziO, uno dei quali è incastonato con una lamina d'oro in quanto utilizzato come pendente " 3 • E dalla necropoli p reellenica d i Cuma provengono sia skyphoi à chevrons "4, sia un pendente d'argento di forma piramidale sfaccetta ta, di sicura produzione fenicia " 5 , come quello da Pontecagnano " 6 , mentre in bronzo è un analogo esemplare da Pithecusa "7• Da qui si saranno esportate a Capua, importante insediamento vil lanoviano all'interno della pianura campana, coppe euboiche e cicla diche coeve, oltre ad un esemplare medio-geometrico di produzione attica "8. La conoscenza archeologica delle coste jonica e tirrenica meri dionale permette ulteriori approfondimenti. Nonostante l'abbon dante presenza di ceramiche di produzione greca, per quanto qui ci interessa, da Otranto almeno dalla prima metà dell 'vm secolo " 9 , prodotti sincroni d ' impo rtazione n o n si trovano p i ù a d Ovest: men tre ne sono attestati nelle località di Villasm undo, di Pontecagnano , di Sant'lmbenia, come più sopra si è accennato. O, meglio: ad oggi non sono stati ancora ritrovati in abbondanza, come indiziano sia i ritrovamenti di Scalo di Fumo a Porto Cesareo »o, alla masseria i Fani di Salve , e dall 'Incoronata di Metaponto ( cfr. in/ra ) , tutti ri salenti al Medio Geometrico. Che si tratti, per i siti rico rdati, di di stribuzione per via di terra tramite scambi fra i centri indigeni ap provvigionatisi ad Otranto appare del tutto incerto: essi, infatti, sono sul mare, o controllano possibili approdi utili ad offrire riparo ai naviganti. Se ne deduce che tutti i materiali d'importazione ritro vati nei settori territoriali più occidentali, sia peninsulari sia insula ri , non siano stati lì recati esclusivamente da navigatori " fenici" lun go la rotta più meridionale: se non altro sulla b ase della già accen nata interconnessione e compresenza di navigatori " fenici" e greci I I 3 . PEI.AGATTI I 979, pp. I 5 I -6: prodotti euboici; ALBA!'\ESE PROCELLI I 996, pp. r 68-9; VOZA r 999a, p. 65 fig. 5 3 ; ALBA:-JESE PROCELLI 200 3 , p. r 3 2 . Per la classe dei pendenti con scarabeo: Guzzo r 99 3 , pp. 2 r 9- 2 3 . Da Monte Castellaccio di Paternò provengono resti di una kotyle Aetos 666: "CCOI':l':ELL r 997-98, p. r 2 r tav. 56, 2, da un contesto abitato indigeno. I I 4. DEIIL I 984, p. 203 nn. I a-C. I I 5 . c;uzzo I 9 9 3 · p. 2 3 2 : P. \'I l A 2 ; DOCTER, :--J IE.\IEYER I 994· p. I I 3 n. 5 5 · r r 6. GUZZO r 9 9 3 , p. 2 3 2 : P . VII A r . I I 7 . DOCTEH, 1\'IEt-..·l EYEH I 994, p . I I I n. 40. I I B. JOIIA:--.J :'\1 0\X'SKY I 967; JOI-IA:":"O\X'SKY I 969, con Appendice, pp. 2 I 3-9· r r 9. Archeologia Messapi r 990, pp. 36-8, nn. 7 r -87; cfr. anche supra, nn. 46, 48•49· r2o. Archeologia Messapi r 990, pp. 228-9: i nn. 52-56 del Medio Geometrico. I 2 1 . DESCOEUDHES, ROBI:'\JSO:'\: I 99 3 , p. I 07 n. IO.
58
2 . l SECOLI BL' l
in quest'epoca, e in attesa che fu ture, fo rtunate scoperte ci permet tano di infittire l'attuale carta dei rinvenimenti risalenti a questo ,2 periodo • Si è, finora, visto come i più antichi materiali di produ zione greca rinvenuti in Italia siano pertinenti all'ambito cultu rale euboico. Ma, ad Otranto , appare siano stati statisticamente preva len ti prodotti corinzi. Per quanto talvolta messa in dubbio, si con serva una notizia letteraria (Piu . , Quaest. Gr. I I , Mor. 2 9 2 b) di una base eretriese nell' isola di Corcira , l'attuale Co rfù ( cfr. infra , CAP. 9, n n . 43 ss. ) , che fu sostituita con la violenza da una parte della spedizione corinzia destinata ad insediarsi a Siracusa, quindi entro l'ultimo quarto dell'viii secolo , così come si ricostruisce da notizie riferite da Strabone , , _ L'essersi impadroniti i Corinzi di una così st rategica base verso l'Occidente è stato rapportato sia alla sconfitta patita da Eretria al termine della " g uerra Ielantina" sia al l' inizio della loro diretta iniziativa di espansione verso l'Occidente, segnato p roprio dallo stanziamento a Siracusa, dal cui corpo di spe dizione si distaccò un g ruppo per occupare Corcira. Ma la presenza ad oggi nota di ceramica co rinzia, cronologica mente precedente a tale conquista, è attestata anche nell'insediamento indigeno dell'Incoronata, posto nell'immediato entroterra della futura Metaponto, con ritrovamenti risalenti alla fase del Medio Geometri co ,4: cioè sincroni ai più antichi ritrovamenti effettuati finora a Pit hecusa, nello " scarico Gosetti " , e agli skyphoi "a semicerchi penduli " del tipo più antico e a quanto si è ritrovato ad Otranto e a Va 2 ste 1 5 . Coeva, s e non d i poco più antica, è l a deposizione della tomba S a Francavilla Marittima, altro insediamento indigeno enotrio, nell'im mediato entroterra della futura Sibari, già attestato nel periodo prece dente insieme ad altri centri che fanno corona alla piana alluvionale formata dai fiumi Crati e Coscile e che, verosimilmente, facevano rife rimento all'importante insediamento di Torre Mordillo , già ricordato.
1 2 2 . BURGER.o.; 1 998, p. 1 82 ritiene l 'attuale mancanza di ritrovamenti di questo periodo corrispondente alla realtà antica. 1 2 3 . Questo autore menziona però Liburni (6, z , 4) e non Eretriesi, probabil mente attualizzando la tradizione a lui pervenuta: BERARD 1 9 6 3 , pp. 1 2 2 - 3 ; 1 2 5 ; 1 2 8-9 e n. 52; Th. 1, 25, 4 li definisce Feaci. 124. ORLt\:"-.. D I;\11 1 974-76; DEl-IL 1 984, p. 2 1 0 n. 1 (tardo geometrica ) ; Greci Ba sento 1 986, p. 126 n. 55; oE,;TI z o i O b , p. 3 I I fig. 99· Cfr. infra, CAPP. 1 4 e 1 5 . 1 2 5 . n'AI\DRIA 1 99 5 , pp. 472-6.
59
FO:\ Dt\ZI0:'\11 G H E C H E
In questo corredo era compresa una coppa in b ronzo sbalzata, di produzione orientale "6. Una coppa simile, pertinente a collezioni ed attualmente conser vata a Parigi, p roviene senza dati di contesto regist rati da Ponteca gnano "7 • La coppa da Francavilla non è lì pervenuta subito prima di essere stata deposta, entro la metà del secolo, nella tomba che ce l'ha con servata. Essa, oltre a risultare ora composta con un'ansa sopraelevata pertinente in origine ad un recipiente diverso da quello che ne co stituisce la vasca , ma sempre di produzione orientale "8, è stata " re staurata" impiegando tasselli ricavati da cinturoni in bronzo, decorati con incisioni su motivi geometrici, di nota p roduzione locale. Poiché uno di tali tasselli, di forma circolare, è stato inserito nella zona del l'attacco dell'ansa alla parete della coppa è da supporre che anche la giustapposizione di quella sia awenuta a Francavilla, ad opera di un fabbro locale. Se ne deduce, se l'ipotesi è nel reale, che fu rono tra sportati almeno due recipienti metallici (o parti di essi) in un mo mento precedente, anche se non è più precisabile di quanto, alla chiusura in tomba. Questo ritrovamento rientra nell 'incertezza , già segnalata, a p roposito della p recisa ed esclusiva identificazione dei relativi vet tori tra la possibilità che essi siano stati Euboici ( p revalentemente Eret ries i ? ) oppure " Fenici" "9. A p roposito di questi ultim i, si è p roposto che il toponimo Makalla, attestato in rappo rto con la saga di Filottete nel comprenso rio più meridionale, p resso la foce del fiume Neto, possa riportarsi alla radice semitica mkr- , con il si gn ificato di " mercato " ' 3 0 . S i aggiunga che, dalla tomba T69 della stessa necropoli, è noto u n grosso scaraboide in pietra d u ra , appar tenente ad una p roduzione glittica nord siriana, forse cilicia, nota come del " S uonatore di Lira " " ' , recante un'iscrizione in alfabeto
I 2 6. MERCURI 2004, p. I 5 5 ; ,\Jt\HKOE I 9 8 5 , p. I43 n. Ca I, la considera imitazione locale; HIDG\'\'t\Y I 992, p. I IO; DIV\GO THOCCOI.I 2009a, pp. 347-8 fig. 6: coppa in bronzo dalla tomba 1 0 3 2 da Veio-Casale del Fosso. I 2 7 . Guzzo t\Mt\DASI I 987, pp. 24-6 n. 1 1 : iscrizione forse dell ' artigiano, genericamente "fenicio" . I 2 8 . MAGGIA:'\11 2002, p. 4 1 3 ne argomenta una produzione sarda. I 2 9 . Come preferisce RIDGWAY I 992, p. I I I . I J O. GUZZO i . C . S . a. 1 3 1 . HIZZO 2007, pp. 3 3 -82 ne propone, con altri autori precedenti, una mani fattura a Rodi, dalla quale sarebbero stati distribuiti nel Mediterraneo in collegamento (p. 4 3 ) con navigatori " levantini " . Ribadisce una manifattura cilicia o nord-siriana, con condivisibili argomenti BOt\HD.\It\:\ I 990, p. 1 .
60
2 . l SECOLI BL' I
semitico, incerto s e fenicio oppure aramaico, e di controversa in terpretazione " 2 • Più a Sud, dal comprensorio della futura Locri Epizefìri proviene, senza dati di contesto registrati, una oinochoe figurata, pertinente alla produzione attica Geometrica Recente, che si rapporta al cratere, del la stessa fabbrica, proveniente da Siracusa ' 3 3 . M a è l'evidenza archeologica componente i co rredi sepolcrali si culi di Canale e J anchina che mostra al meglio la varietà degli influssi culturali attivi nel corso dell'viii secolo sulle manifatture locali. Fa cendone dedu rre una continuità e pervasività di contatti con naviga ton, m questo caso , sicuramente greci ( anche se sono noti, dalle ne cropoli di ]anchina e da quella di Stefanelli di Gerace, due b raccia letti in avorio (cfr. in/ra, CAP. r 3 , n . 7) di probabile p rovenienza orientale, non sappiamo però se mediata oppure diretta) almeno da poco prima la metà del secolo. In quei corredi sono deposte forme ceramiche, di indubbia produzione locale, dipinte con motivi formali e sintattici propri originariamente di ambienti euboici, corinzi, argivi, attici, cicladici, ricreati dai vasai siculi come ha convincentemente ri conosciuto una documentata analisi ' 34. Le deposizioni si datano nel corso della seconda metà dell'viii secolo; l'etnia dei vasai è stata di-
I 3 2 . GUZZO AMADASI I 987, pp. 2 I -2 n. 6; BOARDMA:'\J 1 990, p. 6 n. 44 ritiene che si tratti di una figura umana e non di lettere. Da ultimo: RIZZO 2oo8-o9, p. I 3 5 con n. 275. Anche un sigillo da Pithecusa mostra chiaramente incisa la lettera che dell ' alfabe to semitico: GL'ZZO AMADASJ 1 987, p. 22 n. 7 = BOARD.".1A;\J 1 990, p. 7 n. 14 = BARTO >JEK, BUCI!r->: ma non osarono stabilirsi in terraferma, così che scelsero come proprie sedi le isole prospicienti di Aenaria e, appunto, di Pithecusae. Circa l'identificazione della prima 3 0 i moderni non concordano fra loro: ma si tratterà, ove non co rrisponda ad Ischia, di una delle (poche) isole Flegree differenti da quella, anche se, ad oggi, non si ha notizia di ritrovamenti archeologici, pertinenti per cronologia, effettuati a Proci da oppu re a Vivara o Nisida. Lo stanziamento su isole prospicienti la costa è ampiamente docu mento per tutta l'estensione delle rive mediterranee sulle quali si eb-
27. DJ '""DRO 1 986, pp. 89 ·10 5 : rileva analogie con Cartagine e l ' Iberia; GRAS 1 987, p. 43· 2 8 . GL'ZZO A.\IADASI 1 987, pp. 2 2 -4 nn. 7 - 1 0. 29. Così VAJ.J.ET 1 9 5 8 , pp. 54-5; cfr. cczzo 2009. 30. BER.J\RD 1 9 6 3 , pp. 72-3 nn. 1 9-20; SILVESTRI 1 998 fa derivare Aenaria dal so stantivo etrusco arimos, con inteso significato di "scimmia " , con ciò presupponendo una presenza etrusca precedente a quella euboica. È da notare che St. Byz., s.v. Pi thekoussai attribuisce il toponimo a " isole" (nesoi) , e non ad una singola isola.
77
FO:'\: O A Z I O :'\J I GRECHE
bero, fin dai " secoli bui " , rapporti di scambio sia greci sia " fenici" F con le rispettive popolazioni indigene. Il toponimo dato al loro stanziamento da Eretriesi e Calcidesi ri entra in una famiglia dalla distintiva terminazione in -oussal-oussai: ad una rilevantissima attestazione nel bacino orientale dell'Egeo fa ri scontro una più sgranata, ma continua, frequenza in Sicilia, nel baci no tirrenico, sulle coste iberiche, anche al di là delle Colonne d'Erco le, ma non in Sardegna. Di frequente toponimi del genere si riferi scono a caratteristiche vegetali e/o faunistiche delle isole. Se l'origine di tale suffisso è stata attribuita ad ambiente culturale greco-orientale, è molto probabile, tuttavia, che la sua diffusione verso Occidente sia derivata dalle navigazioni euboiche, parallele e frammiste a quelle " fenicie " . L o stesso toponimo di Pithecusa è noto, d a l periplo di Scilace (§ I I I ) 32 e da Diodoro Siculo ( zo, 5 8 , 3 - 4 ) , esser stato di un'isola posta ad Ovest di Cartagine, nel golfo dell'attuale Tabarka " · Il significato del toponimo dato all'insediamento euboico sull'isola di Ischia è dibattuto , fin dall'antichità 34: se, di certo, non abbiamo documentazione paleozoologica dell'esistenza di scimmie da Ischia, esse erano (sono ancora) attestate a Gibilterra e nell'isola Pithecusa del golfo di Tabarka 35 • Una corrispondenza toponomastica fra questa africana e quella flegrea può, da un lato, rafforzare il quadro rico struttivo già proposto circa i rapporti tra Euboici e " Fenici " intercor renti a questo livello cronologico; dall'altro fa ipotizzare una priorità temporale dell'assegnazione del toponimo, grazie alle particolarità della sua fauna, all'isola tunisina rispetto a quella flegrea, se veramen te, come sembra accertato per la famiglia con suffisso -oussalai, que sto riflette le caratteristiche ambientali dei luoghi. E il trapasso da quella africana a quella flegrea, privo di rapporto con la realtà di que3 r. GL'ZZO 2008�09; GUZZO i. C. s. a. 32. PERETTI 1 979, p. 5 3 5 · Cfr. anche supra, CAP. 2 , n. 57· 33· CORDAr-.:0 1 992b, p. 5 6 ; G RAS 1 99 2 , p. 36; GRAS 1 994- L ' attuale geomorfologia del golfo di Tabarka comprende un ' isoletta coronata da piazzaforte genovese del XVI secolo unita alla costa: BOAHDMA:"J 2006, p. 1 97 propone che corrisponda all ' Euboia delle fonti antiche; il golfo costituisce lo sbocco portuale della grande Cabila. Cfr. supra, CAP. 2, n. 6 r . 3 4 · Cfr. BERARD 1 9 6 3 , p. 72 n. 1 3 ; RIDG\X'AY 1 992, pp. 3 5 -7 ; POCCETTI 1 9 9 5 ; POC CETI! 1 996, pp. 50-5 ; i\1\:TO:"JEI.I.I 1 998, pp. 1 66�8; GUZZO AMA DASI 2009, pp. 9 � 1 I . 3 5 · D . S . 20, 5 8 , 4·5. l'ERETTI 1 979, p . 3 5 1 n . 3 8 5 ; GRAS 1 992, pp. 4 2 - 3 ; BOARO �"�" 2006, p. 1 9 7 . A quanto risulta, le scimmie acclimatate a Gibilterra sono origina rie del Marocco; è incerta l ' epoca nella quale esemplari della specie sono stati tra sferiti a Gibilterra.
78
3 . PITH ECLSA
st'ultima 36, è stato proposto potrebbe giustificarsi, in via d'ipotesi, con l'essere Ischia posta all'estrem ità occidentale delle rotte tirreniche più abituali percorse dagli Euboici 37: così come le scimmie di Gi b ilterra , ai confini dello stesso mare, vivevano all'ombra delle colonne d'Ercole, di certo non sconosciute agli Euboici dell'viii secolo, come fanno indiziare le ceramiche greche medio geometriche provenienti dall'Iberia 38• Tuttavia, si è proposto (supra, n . r ) che la prima cono scenza dell' isola da parte dei Greci sia stata conseguenza di una rotta diretta da Ovest verso Est: così che l'ipotesi di interpretazione del toponimo non semb rerebbe giustificata. Nessuna delle notizie letterarie antiche pervenute fino a noi offre appigli per definire la cronologia dell'insediamento di Pithecusa: così che questa rimane basata esclusivamente sulla documentazione ar cheologica.
Risorse naturali e manifatture Circa le caratteristiche produttive dell'isola, Strabone ( 5 , 4, 9 ) ricorda la fertilità del suolo e la presenza di chryseia 39. Della prima abbiamo riprova archeologica più che dai resti prove nienti dalla località Sant'Alessandro, posta sulla costa settentrionale a meno di r o km di distanza verso Est da Monte di Vico 4o, dal ri trovamento di un piccolo insediamento localizzato a Punta Chiarito, nel quad rante sud-occidentale dell'isola 4 ' , impian tato nel corso della seconda metà dell 'viii secolo. Esso è composto da almeno due strut ture abitative; distrutto da un'imponente frana, dovuta ad una scossa sismica avvenuta alla fine del secolo 42, ha conosciuto un più recente 36. >�ERTDJS-HOH" 1 999, pp. 1 3 1 -6 ricollega le rappresentazioni degli euboici Cercopi, assimilati a scimmie, al nome di Pithecusa, nella quale ipotizza che navi "fe nicie" abbiano trasportato scimmie ( AUBET 1 9 9 3 , p. 71 fig. 1 6: rilievo di Nimrud della seconda metà del IX secolo con la rappresentazione di Fenici che recano scimmie in tributo) , animali dei quali si documenta la presenza a bordo di navi africane, come è rappresentato nella kylix laconica rappresentante la pesatura del silfio; così anche \X'At\IL">E:'\!BL'RG 1 992-93, pp. 64- 5 . 3 7 · Cfr. TORELI.I 1 994; CERCHIAI 1 996. 3 8 . o ' AGOSTI:\0 2009, pp. r 8 2 - 5 , con bibl. prec.; cfr. anche supra, CAP. 2 , nn. 29·3 1 . 3 9 · Lt\SSERHE 1 967, p. r q ; HIDG\X'AY 1 992, pp. 3 3 -5 . 40. D E CAHO 1 994, p . 3 8 ; pp. 4 1 -5 . 4 1 . Git\LA:\ELLA 1 994; ne preferisce una produttività prevalentemente marittima ALECU 2004; :'\JIZZO 2007a, p. 2 1 5 n. 1 7 3 · 4 2 . D E VITA e t af. , 2 0 1 I , p. 7 3 ·
79
FO:-..: OAZIO:"J I GRECHE
impianto tra la fine del vn secolo e l'inizio del successivo. La fase più antica ha restituito documentazione archeologica di attività rivolte 43; le attività agricole, documentate per i cereali, la vite 44 e, for se, gli olivi, proseguono anche nella fase più recente 45 • Agli insediamenti di Punta Chiarito corrisponde, a quanto sem bra, quello di Sant 'Angelo-Cavagrado 46, posto a meno di r km di distanza verso Est da quelli. Ma i dati da qui provenienti sono, pur troppo, troppo incerti per poterne trarre deduzioni più sicu re che af fermare che essi derivano da un sito frequentato, forse, fin dal perio do geometrico , più probabilmente nel corso del VI secolo 47. I materiali archeologici scavati nel più antico insediamento di Punta Chiarito sono pertinenti a produzioni greche, sia di madrepa tria sia pithecusane, riproducendo uno spettro analogo a quello noto dai corredi funerari di San Montano. È, quindi, da osservare la pre senza di manufatti in impasto grossolano, con ogni evidenza locale, come un 'olia co rdonata, con funzione di contenitore di derrate, ed un fornello 48. L'olia si confronta con numerosi alt ri esemplari analo ghi ritrovati nella necropoli di San Montano e qui utilizzati come contenitori di incinerazioni; la tipologia del fornello è nota dall'inse diamento indigeno di Castiglione. Un'olia del tipo appena ricordato è proveniente dall'insediamento di Sant'Alessandro 49: a dimostrazione che le sepolture assegnate ad individui indigeni, riconosciute nella necropoli di San Montano, tro vano il loro obbligato rio riscontro nella situazione vigente fra i vivi; e che le forme dei contenitori più utilitari continuavano ad essere pro dotte molto probabilmente da individui indigeni, tratti a vivere tra i Greci, secondo la propria tradizione produttiva. Le scoperte effettuate a Sant'Alessandro e a Punta Chiarito docu mentano di un'espansione sull ' ( intera) estensione dell'isola da parte dei Pithecusani dalla seconda generazione d'impianto (a giudicare dalla cronologia dei più antichi ritrovamenti finora effettuati ) , con lo scopo di trarre profitto dalle opportunità produttive naturali, che ap43· GIALA:\ELLA I 994, p. I 8 I . 44· AJ.ECC 2004, p . I 36 interpreta l e fosse come alloggiamenti d i essiccatoi per il pescato. 45· 0)l)J3RAY I 994, pp. 205-9; llOISSII'\OT 2009, p. I I I . 46. DE CARO I 994, p. 3 8 , fig. I n. IO. 47· lvi, n. I I ha riconosciuto con sicurezza come " coppe ioniche" quelle che il rinvenitore ha supposto essere " coppe geometriche" . 48. GIALA:\ELLA I 994· p. r 8 5 , nn. A 24-25. 49· DE CARO I 994, p. 45 n. 25.
80
3 · PITH ECLJSA
punto Strabone riassume come " fertilità " . Tale forma di popolamento corrisponde alla definizione kata komas, cioè dispersa per villaggi che si riconoscevano tuttavia pertinenti ad un'unica realtà istituzionale, così come, in sincronia, è stato inteso essere ad Eretria so. Ciò non esclude che ulteriore fonte di approvvigionamento di derrate agricole siano stati i villaggi della valle del Sarno: non infre· quenti sono infatti importazioni dall' isola che si ritrovano nei corredi sepolcrali di quegli abitati indigeni 5 ' . Circa l a seconda caratteristica produttiva ricordata dal Geografo, la tradizione manoscritta del suo testo ammette, oltre a chryseia , an· che chrysia. I due termini hanno significati diversi fra loro , pur essen · chrysos) . Il primo significa " m iniere do ambedue collegati all'oro ( d'oro " ; il secondo " o rnamenti in oro " . Tra le varie etimologie propo ste in antico per il toponimo di Pithecusa, quella di Plinio il Vecchio (N. H. 3, 82 1 2 , 2) lo fa derivare a figlinis doliorum; il sostantivo della lingua greca corrispondente al latino dalia è pithoi: da qui si è motivata una co rrezione al testo straboniano tràdito 52 che legge chy treia, ricostruendo così, ma senza giustificazioni paleografiche, un si gnificato collegato alla manifattura di grossi recipienti ceramici. Al trettanto senza giustificazioni appare un'ulteriore p roposta di emen dare il testo, proponendo di leggere chalcheia, cioè manifatture bron zistiche, così anche da riconoscere all'isola il toponimo di Aenaria 5 3 . L a produzione ceramica pithecusana è ben attestata e prosegue ampiamente nel corso dei secoli; mancano vene d'oro; gioielli in ar gento ed elettro (non ancora d'oro) costituiscono non infrequenti or namenti delle deposizioni sepolcrali per tutto il corso della diacronia finora resa nota. Se ne è dedotta l' attività di botteghe orafe localizzate a Pithecusa 54, i prodotti delle quali avrebbero sollecitato ed influen zato quelle del primo orientalizzante d' Etruria: su un sottofondo " fe nicio " , si innestano elementi greci 5 5 , così come è ricostruibile sia av=
=
50. KHACSE 1979 descrive come l 'abitato di Eretria nel corso dell'viii secolo fosse esteso, e compreso, fra le due braccia estreme di un delta fluviale; BERARD 1 998: abita· to non «zonizzato»; PESA:'\!DO 1 999; .\IELE 200 3 ; MELE 2005a, p. 46; e a Corinto: DE POLIG:\AC 2005 , p. 48; o ' ,\GOSTI:'\10 2009, p. 1 9 1 afferma che «è difficile considerare Eretria città kata komas al tempo della colonizzazione». 5 1 . o ' AGOSTI:\0 1 999c, p. 62. 5 2 . PAIS I 922, p. 2 2 8 . 5 3 · lvi, p. 2 2 5 . 54· BLJCI I:'\!EH 1 9 7 5 , basato sull ' interpretazione di chryseia come " oreficerie" , ar� gomentata da M[)RlDDU 1 9 7 2 ; cfr. IUDG\X'AY 1 99 2 , p. 34· Cfr. infra, nn. 57, 5 9 · 5 5 · STH0M 1 97 1 ; STH0M 1 990.
81
FO:\ Dt\ZI0:'\11 GRECI I L
venuto i n u n ambiente culturalmente, e fisicamente, misto qual è quello di Pithecusa. È, però, da osservare che tutte le manifestazioni di cultura mate riale finora rese note da Pithecusa rientrano pienamente nell'ambito culturale greco: anche il frammento graffito sull'isola in alfabeto semi tico si colloca all'interno di un rito funerario greco; e i corredi fune b ri che sono stati attribuiti a defunti non greci sono deposti in se polture " alla greca " , comprese in lotti definiti dall'organizzazione so ciale dell 'insediamento greco , dotate di suppellettile greca , addirittu ra talvolta iscritta in greco 56• Gli ornamenti personali p reziosi finora resi noti 57 possono esse re schematicamente ascritti a due categorie: quella composta da fi bule, altre fogge personali ed anellini in argento; quella composta da diademi decorati a sbalzo e da incastonature di scarabei egizi, o egittizzanti, e di scaraboidi appartenenti al gruppo del " S uonatore di Lira " . Gli oggetti della prima categoria per la loro semplicità op pure per essere tipologicamente affini, o derivati, oppure ancora modelli, rispetto alle forme diffuse nella terraferma , per lo più ca m pana, saranno stati p rodotti localmente: ma n o n sappiamo s e a Pi thecusa oppure a Cuma, d u rante la fase " emporica " che, come si è proposto, p recede l' insediamento ecistico calcidese (cfr. in/ra , CA P . 4 , nn. 5 9 - 6 o ) . G l i ornamenti pertinenti alla seconda categoria saranno da rico noscersi come produzioni " fenicie " , e da navigatori " fenici" scam biati negli scali da essi frequentati. Né può escludersi che navigatori pithecusani, o euboici in generale, abbiano, via Pithecusa oppure al trimenti, fatto conoscere p rodotti del genere in Etruria, con la quale già da tempo si intrattenevano rapporti di scambio, come ampiamen te dimostrano sia gli skyphoi à chevrons da Veio sia il ritrovamento nello " scarico Gosetti" di minerale ferroso di p rovenienza dall'isola d'Elba 5 8. I diademi nelle sepolture pithecusane finora resi noti si distaccano con ogni evidenza dagli ornamenti, con analoga funzione, noti da corredi deposti ad Eretria nel corso dell'viii secolo: le p rincipali dif ferenze consistono nella presenza di un apice, di varia forma e di-
5 6 . Cfr. l ' oinochoe iscritta di Ames, donna dal nome etrusco-italico, forse oriun da della zona di Pontecagnano: l3ARTO:'\JEK, BLCII:'\JER 1 99 5 , pp. 1 6 3 -4 n. 20 ; COL0:'\1:'\!t\ 1 99 5 , pp. 329-3 1 , figg. 1 -2 . 5 7 . GL'ZZO 2004a. 58. RIDG\X'AY 1 99 2 , p. 1 3 1 fig. 34 (skyphoi) : p. 1 00 (ferro elbano) .
82
3 . PITH ECL'St\
mensione, ad Eretria, finora non attestata a Pithecusa; nello stile e nella sintassi della deco razione a sbalzo 59. La p rovenienza dell'argento, necessario per la produzione degli ornamenti della prima categoria sop ra proposta, può essere dalla Sar degna , oppure dall'Iberia 60. Che Strabone rico rdi espressamente come motivo di prosperità dei Pithecusani il commercio di oreficerie, attività archeologicamente documentata se si accetta la proposta qui avanzata, rafforza il valore della tradizione che egli ci conserva, in specie per quanto riguarda la compresenza di Eretriesi e Calcidesi all'inizio dell'insediamento, of frendo inoltre un importante indizio per valutare come effettivamente neapolitano/cumana la tradizione invece raccolta da Livio , quindi esclusivamente filocalcidese e " censurata" rispetto al ruolo svolto da gli Eretriesi. La lavorazione di metalli vili, non rico rdata dalle fonti letterarie antiche, è ben documentata archeologicamente a Pithecusa: insieme ai già menzionati resti di minerale ferroso , dallo " sca rico Gosetti " provengono anche resti di crogioli e di bocche di mantice, necessa rie per attizzare il fuoco nelle fornaci 6 ' . Questa fu impiantata in torno alla metà dell'viii secolo , cioè già nel corso di quella che si considera come la prima generazione di vita dell'insediamento gre co, e vi rimase funzionante fino all'inizio del secolo seguente. Qui
59· Cfr. OHLY 1 9 5 3 , pp. 1 2 · 3 ; pp. 46-5 2 . Un nuovo esemplare, con apice circola· re, è segnalato da A"DREIOME,.Ol! 1 998, p. 1 5 4 , confrontabile con OHLY 1 9 5 3 , p. 68 e p. 46 figg. 2 5 -27, tav. 1 3 , 1 - 2 . Rassegna d ' insieme: CRIELAARD 2007, pp. 1 7 2 -4, fig. 3 · Le oreficerie note a Xeropoli, necropoli di Toumba, non permettono nessun aggancio tipologico con queste pithecusane più recenti: cfr. POPHt\�1, LE.\!OS 1 996, passim e tavv. 1 3 6 - 1 3 8 . 6 o . RIDGWAY 1 99 2 , p. 9 9 , con bibl. prec.: tramite i collegamenti "fenici" , più vol te richiamati e documentati, oppure direttamente grazie a navigatori, euboici o di al tra provenienza. Cfr. supra, n. 38. MARKOE 1 992-93 propone che a Pithecusa una bot tega fenicia sia stata attiva nella lavorazione dell ' argento proveniente dalle Colline Me tallifere dell ' Etruria settentrionale: ma senza evidenza di supporto. Per il commercio calcidese dell ' oro, grezzo e lavorato: BAKHCIZE" 1 976, p. 8 5 . 6 1 . RIDG\'> (Th. 6 , 4, 5 ) , anche se già con l'arrivo della spedizione condotta dagli eci sti Periere e Cratemene si procedette alla divisione della terra agrico la, con l' ipotizzabile riduzione, se non del numero, almeno della pre· cedente autonomia dei Siculi (Th. ibid. ) . A parte l'impossibilità d i definire u n a cronologia assoluta della se rie dei fatti proponibili, rimane incertezza sulla provenienza dei colo ni. Tutti gli storici antichi ricordano i Calcidesi, che quindi devono essere anche da noi ritenuti, ove mancasse evidenza epigrafica di quelli distintiva, sia pure più recente 54, come partecipanti, forse con il ruolo di protagonisti, delle vicende iniziali della Cuma d'Opicia. Il
52. Géographes grecs 2ooo, pp. 47 , 7 5 · 5 3 · Sulle caratteristiche delle colonie greche: C.OHDAt;DOYE 2 0 1 0, pp. 99- 1 06, per la man canza in Omero di un termine specifico per significare il "commercio" . 68. BREGUA PL'LCI DORIA 1 98 3 , pp. 3 1 -2 con commento ai vv. 5 3 -56 del primo oracolo. Cr. anche MELE 2003, p. 3 3 ·
110
4 · C L M t\
autonoma, organizzata c o n p roprie strutture, a pura e semplice forza lavoro e strumenti di riproduzione 69. A formare l' apoikia contribuirono abitanti di Pithecusa, almeno a dedu rre dal decremento numerico che si constata in quelle sepolture dalla fine dell'viii secolo 7o_ Simile significato potrebbe assumere la rarefazione, almeno per quanto a noi oggi risulta, della documen tazione archeologica di Cuma nel VII secolo: saremmo nella fase di impianto e costruzione della n uova polis, e quindi non in fase espansiva 7 ' . L a fondazione ecistica d i Cuma emana d a Calcide, alla quale si associa Cuma eolica: gli Eretriesi sono ormai subordinati. E, come tali, non figurano tra i fondatori, almeno per quanto ancora possiamo leggere degli antichi autori. Ma la menzione di questi ultimi, sia pure come traccia in alcune di quelle antiche fonti che compattano, nella propria narrazione, le vicende di Pithecusa con quelle, distinte nei modi e successive nel tempo, di Cuma, ci autorizza ad evidenziare una ben distinta diacronia dei rapporti intercorsi fra gli abitanti delle due principali città dell'isola, anche in questo episodio di antica navi gazione verso l'Occidente. Se la proposta interpretazione corrisponde alla realtà antica, la fondazione ecistica di Cuma perderebbe il p rimato cronologico fra tutte le altre italiote e siceliote vantato da Strabone. Primato che già in antico l'istituzione dell'altare di Apollo Archegete a Nasso di Sici lia poneva in dubbio 72 • Ma tale tradizionale primazia cronologica deriva dal compatta mento compiuto dagli scrittori antichi a noi pervenuti, insieme a sem plificazioni e confusioni anche dovute alla varietà ideologica del con testo cronologico/culturale di pertinenza delle rispettive fonti, circa la più antica fase " emporica" e quella, più recente, della fondazione isti tuzionale di Cuma.
69. cuozzo 2007, p. 248 suppone, invece, che lo stanziamento ecistico sia avve nuto a seguito di un accordo con gli importanti abitati di Capua e di Pontecagnano. 70 . .\IELE 2003, pp. 1 7 , 26; l"IZZO 2007a con la recensione di P. G. Guzzo, in "Incidenza dell ' Antico" , 6, 2008, pp. 285-8. 71. Cfr. le considerazione espresse sull ' argomento in Guzzo 2004a, pp. 22 1 -3 . 72 . .\IEI.E 2003, p. 3 3 ·
111
112
5
Zancle e Reggio
Già si è accennato a Zancle ', in quanto le sue prime vicende sono da Tucidide (6, 4 , 5) poste in stretto rapporto con la Cuma in Opicia. Il sito è posto all'estremità nord orientale della Sicilia: la sua prin cipale caratteristica geomorfologica è rappresentata, per chi navighi ieri come oggi, dall'essere naturalmente dotata di un sicuro porto, a controllo dell'estremità settentrionale dello Stretto che divide l'isola dalle coste calab resi, mettendo in rappo rto Jonio e Tirreno. La conformazione del comprensorio circostante il porto com prende una non larga striscia costiera, interrotta dai corsi dei torren ti che discendono dalle incombenti alture terrazzate. Poco più a Nord si hanno due !aghetti, nell 'attuale frazione di Ganzirri, posti prop rio all'estrema punta dell'isola; la particolarità di questi è di es sere alimentati sia da acqua dolce freatica sia da acqua salata marina, così da dare opportunità ad una variata avifauna. Tra questa non mancavano aironi, che vengono ricordati da Callimaco 2 come uccel li di buon auspicio al momento della fon dazione della colonia eci stica ', in grado di neutralizzare gli influssi malefici emananti dagli uccelli di p reda. Sulle colline che chiudono la costa da Ovest si hanno resti di insediamenti indigeni, riferibili p revalen temente al I millennio, men-
1 . Inventory Poleis 2004, pp. 2 3 3 -6 n. 5 1 . 2 . PFEIFFER 1 949, fr. 4 3 V . 62; T!-10.\IPS0:'\1 1 9 3 6 , pp. 1 0 1 -4; ROSSI 1 997· 3 · SCHMID 1 947, pp. 1 64-5 ricorda come, secondo Suida, Callimaco abbia com posto un ' opera sugli uccelli. Per le rappresentazioni di volatili, che connette a riti di avispicio, cfr. BROCATO 2008, p. 82: si afferma che «non sono a noi note fonti lettera rie relative all ' anatra o agli aironi» come uccelli augurali ma, oltre a supra, cfr. già Horn . , Il. w, 274. Cfr. anche CARROCCIO 2008 che riconnette la presenza delle figura zioni di tali volatili al loro ufficio di messaggeri favorevoli delle divinità; .\IASSERIA 2 0 1 1 , pp. 1 97-9- È da notare che Zancle non testimonia la presenza di un tale simbo lo sulle sue emissioni, forse in quanto esse sono successive alla " rifondazione" anas silea.
113
FO:'\: O A Z I O :'\J I GRECHE
tre documentazione anche più antica è stata rinvenuta sotto l'attuale città 4.
Fonti letterarie Della presenza di Siculi in quel territorio è sicura testimonianza il to ponimo con il quale i primi Greci lo distinsero: Zancle, in lingua si cula, significa " falce " 5 o, più genericamente, " cu rvatura " 6, con chia ro riferimento all'incurvato promontorio che protegge il porto dalle onde dello Stretto. L'italicità del poleonimo era argomentata anche per la prospicien te Reggio 7 , teste Strabone (6, r , 6 ) , in contrapposizione ad un signifi cato in lingua greca ( " separata con violenza " ) , accolto da Eschilo
(ibid. ). Tucidide è conciso , ma inequivoco , n e l riportare c h e Zancle fu «inizialmente>> abitata da lestai «giunti da Cuma, città calcidese in Opicia>> . È possibile fare riferimento al passaggio di Strabone ( 6 , 2 , 2 ) , nel quale s i imputa alla «pirateria dei ti rreni>> (oltre che alla «crudeltà dei barbari>> ) il ritardo da parte dei Greci nell'insediarsi nell'isola. La " pirateria" può intendersi non necessariamente 8 , ma anche «da parte di coloro che n avigava no il Tirreno>> 9: se non abbiamo prove archeologiche, né d'altra na tura, di u n con trollo etrusco nelle acque dello Stretto nel corso della prima metà dell'viii secolo '", ben solida è la presenza euboica a Pi thecusa e, nella forma sopra p roposta, a Cuma. Alla quale facevano capo i lestai di Zancle, secondo Tucidide: ma è , piuttosto , da pro porre, come anticipato, che all'epoca del funzionamento dello stan ziamento non ecistico di questi il riferimento fosse Pithecusa ". Da questa si era attivata anche la funzione " emporica " nel luogo della futura Cuma in Opicia: e si è proposto come la t radizione abbia ap-
4· SCIBOr\'A 1 987; BTCGI, S.V, j'vf.essina, pp. 1 6-36. In generale: BACCI 20023, pp. 9-20 con tav. f. t. 5 · Th. 6, 4, 3 · Cfr. anche Cali., Aet. , fr. 43 Pfeiffer. 6. Str. 6, 2, 3 · l· D. H. 1 9 , 2 . Cfr. \'AI.I.ET 1 95 8 , p. 1 0 2 ; C.ORDA"o 1 986, p. 4+ 8. Così GRAS 1 9 8 5 , pp. 486, 5 ' 49· Così ""POLO 1 986, p . 5 5 · 10. Lo deduco dallo studio analitico dei ritrovamenti condotto da GRAS 1 9 8 5 , p p . 477-5 1 3 · I I . A:'\:T0;\1[1,1.1 1 996, p . 3 2 2 .
114
5 . Zt\:'\!CLE E REG G I O
piattito , a vantaggio di Cuma, eventi ricostruibili c o m e avvenuti nel co rso dell'viii secolo " . Tuttavia, il significato in italiano da connettersi al termine greco tyrrhenos sembra essere univocamente quello di " Etrusco " o, almeno, di " abitanti dell 'Italia centrale " (che, peraltro, corrisponde in gran parte all'Etruria) già in Esiodo ( Theog . , v. 1 0 1 6 ) e nell'inno omerico a Dioniso (Horn . , Hymn. 7, v. 8 ) , nel quale proprio il dio viene rapito da pirati tirreni I 3. Di certo Strabone lo usa nel significato specifico di " Etrusch i " : anche se non possiamo sapere quanto egli abbia " at tualizzato " un 'informazione giunta fino a lui, forse analoga, ma più oscura, di quella raccolta da Tucidide, a proposito di lestai inviati da Cuma di Opicia. Si è, tuttavia, visto ( cfr. supra, CAP. 2, nn. 1 3 9 - 1 4 3 , 1 4 7 - 1 4 8 ) che prodotti etruschi della prima metà dell'viii secolo sono giunti nei centri indigeni dell'alto Tirreno ora cosen tino, ed anche in quelli della futura Locride: non possiamo, quindi, escludere che qui si sia conservato un ricordo di quelle navigazioni della p rima età del Ferro, che poi dalla seconda metà dell'viii secolo si limitarono verso Sud non oltre Pithecusa. Più antiche, ma anche cronologicamente coincidenti, sono state navigazioni sarde, giunte fino alla Sicilia orien tale (cfr. supra, CAP. 2 , nn. 84, 97 ). Ancora, pirati potrebbero essere stati anche gli Ausoni delle isole Eolie i quali, come si dirà, non era no dagli Antichi ritenuti estranei ad un 'occupazione del comprenso rio di Reggio, e di altri in Sicilia I4, prima dell'insediamento calcide se I 5, oppure quelli stanziati a Zancle da parte dei Calcidesi del golfo di Napoli. Circa il " ritardo" con il quale i Greci si stanziarono in Sicilia, Strabone rip rende da Eforo, esplicitamente citato (6, 2, 2 ) : a quest'ul timo si deve l'affermazione che Cuma era la più antica delle fonda zioni italiote e siceliote (apd. Str. 5, 4 , 4 ) e, pertanto, l'affermazione rientra nella coerenza interna del testo eforeo. Che Cuma segua nel tempo Pithecusa e ne ampli l'attività si è cercato di argomentare (cfr. supra, CAP. 4 ) : è prima con questa " testa di ponte" e, poi, con mag giore ampiezza con I'apoikia cumana che per raggiungere il golfo di Napoli vengono preferite le rotte attraverso lo Stretto, piuttosto che quelle, più lunghe e quindi più pericolose, dall'Iberia e dalla Sarde1 2 . Cfr. supra, Ct\P. + 1 3 . Cfr. "omu 2009, p. 1 2 . Su Tyrrhenoi dell ' Egeo: TOREI.LI 1 9 7 5 , pp. 425 con n. 2 7 , 4 3 2 . 14. Come, ad esempio, il comprensorio della futura Leontinoi: D. S. 5 , 8, 2 . 1 5 . \'AI.I.ET 1 9 5 8 , p. 1 04 n. 2 . Per la fama di abile navigatore di Eolo, oltre all ' e· pisodio odissiaco dell ' otre dei venti, cfr. D. S . 5 , 7 - 8 .
115
FO:'\: O A Z I O :'\J I GRECHE
gna, percorse invece in precedenza, grazie alla compartecipazione eu boica agli scambi " fenici" (cfr. supra, C A P . 3 ) .
" Fondazion e " d i Zancle Zancle, com'è stato ampiamente illustrato da precedenti studiosi, non rientra nel " sistema " cronologico delle apoikiai siceliote proposto da Tucidide ' 6: così che non può essere posta in rapporto con quelle al· tre delle quali è ricostruita una data di fondazione. La primazia tem· porale di Nasso si fonda su una tradizione cultuale, alla quale sia gli Antichi '7 sia i moderni si sono sempre attenuti. Ma, appunto, si tratta di fondazione: atto formale, cultuale e poli tico, condotto dagli ecisti, la memoria dei quali si rinnova ad ogni anniversario ' 8 . L'insediamento di lestai a Zancle, così come quelli di Pithecusa e del proposto " emporion " precedente la ktisis di Cuma, non fu accompagnato da cerimonie canoniche. Non sarà, infatti, del tutto casuale che per Pithecusa, come per Zancle, la tradizione antica non abbia conservato indicazione crono logica dei rispettivi inizi, al contrario di quanto si verifica per tutte le ktiseis italiote e siceliote, pur nella varietà, talvolta contraddittoria, dei sistemi di computo seguiti dai diversi scrittori antichi '9. Altret tanto, non sarà del tutto casuale che il periodo nel quale si addensa no tali indicazioni di cronologia assoluta è, per come l'hanno rico struito gli studiosi moderni, quello dell'ultimo terzo dell'vm secolo, ampiamente inteso verso il suo limite più recente. La fine di quel se colo costituisce una sorta di " soglia" per il consolidarsi della registra· zione storica antica. Tuttavia, per Zancle la Cronaca di Eusebio conserva una data zione al 7 5 7/6 2 0 : nonostante la suggestione di intenderla riferita alla più antica frequentazione da parte dei lestai, in coincidenza con il periodo cronologico, definito su base archeologica, dello struttura· mento dell' insediamento euboico di Pithecusa, ciò non sembra po· I 6. COROAr\'0 I 986, p. 44· 17. VAJ.J.ET, VIJ.J.AHD 1952, p. 3 1 5 . Ma con l ' eccezione di Str. 5 , 4, 4 a proposito di Cuma. 18. PFEI FFEH 1 949, fr. 43, vv. 69·79, proprio per Zancle. 1 9 . Cfr. le tabelle in o'"""""'" 1 948, pp. 436, 4 3 7 , 439, 442; llEHAHD 1 9 6 3 , p. 9 5 ; CORDA:'\:0 I 986, p. 28; (iUZZO 2005a, pp. 206-7 , tabella 4; TSETSKI ILADZE 2006, pp. lxvii-lxxiii. Per le incoerenze di cronologia assoluta fra gli autori antichi cfr. VALLET, VILLARD 1 9 5 2 , p. 300. 20. llERAHD 1 9 6 3 , p. 98 n. 8 5 .
116
5 . Zt\:'\!CLE E REG G I O
tersi accettare " . Pertanto, la cronologia raccolta d a Eusebio andrà ascritta a d u n si stema cronologico antico " rialzista " , al quale appartiene forse anche la data del r o5 o per Cuma (coerente con il fatto che questa era rite nuta la più antica di tutte le fondazioni greche in Italia meridionale e che da essa provenivano i pirati stanziati a Zancle) confluita in Girolamo 2 2 • Come si è cercato di argomentare più sopra, l'insediamento eu boico a Pithecusa è da considerarsi polis, almeno dalla fase nella qua le si struttura la divisione in lotti della necropoli (che rappresenta per noi l'unica evidenza per ora disponibile al p roposito ) . Il funziona mento del proposto " emporion " a Cuma è precedente alla fondazio ne ecistica di lppocle e Megastene 2 3 : se ne può dedu rre che il riferi mento che Tucidide fa a Cuma dei lestai zanclei possa intendersi come ulteriore prova di appiattimento della tradizione antica su Cu ma di notizie rapportabili invece a Pithecusa 24. Non sappiamo quanto è stato lungo l'intervallo di tempo fra il primo stabilirsi dei lestai e la ktisis condotta da Periere di Cuma e da Cratemene di Calcide (Th. 6 , 4 , 5 ) . La Cuma patria di Periere non è specificata 2 5 : Tucidide aggiunge alla menzione di Calcide, patria del l'altro ecista Cratemene, che venne in Sicilia >. Questa sovrap posizione è, a sua volta, coperta da 39. Pur nell'essenzialità di quanto reso noto, è evidente l'in teresse della situazione evidenziata. Occorrerà, ovviamente, definire al me glio possibile la cronologia archeologica delle attività indicate: in quanto che se la , quest'ultimo sarà più recente della prima, e quindi andrà studiato l'inquadramento della ceramica rinvenuta nella " fossa " nella successione definita della produzione p rotocorinzia. I resti di bruciato indiziano una consuma zione di pasti: così che è conseguente 4°. Alla celebrazione di riti del genere sembra ben attagliarsi l' am biente con " banchina ad U " , in quanto provvista dei sostegni per le klinai, essenziali arredi nei banchetti e simposi 4 ' . La costruzione di questa struttura nel VII secolo, se ne sarà confermata la cronologia per ora proposta, può essere conseguenza di una ormai ritualizzata celeb razione dell'anniversario della fondazione, incentrata sul ban3 8 . Fra i compiti degli ecisti era quello di organizzare il tessuto urbano e di far· tificarne i limiti: COHDA"O 1 9 84b, p. 368. 3 9 · Bt\CCI 2008, p. 67: da qui tutte le citazioni. 40. Ibid. 4 1 . Cfr. andron a Poseidonia: FICUCIELLO 2ooo, pp. 1 7 2 - 3 ; CIPRit\r'\'1 2002 , p. 378, fig. 5 a p. 376. La dottoressa Ficuciello mi comunica di aver ritrovato (per epistulas 5 aprile 2 0 1 0 ) : le sono grato per le informazioni.
121
FO:\ Dt\ZI0:'\11 G H E C H E
chetto in onore degli ecisti che venivano chiamati per nome a parteci parvi, una o due generazioni più tardi della ktisis. E la fossa, più an tica, potrebbe essere prova archeologica di precedenti, ma simili, banchetti anniversari, celeb rati forse con apprestamenti ancora tem poranei, oppure completamente asportati per dar luogo alla costru zione dei " sacelli" 42 •
Zancle e Reggio nelle fonti letterarie Reggio 43 si trova dirimpetto a Zancle, sulla sponda continentale dello Stretto: sede di insediamenti indigeni 44 che fu rono debellati al mo mento della nuova fondazione. La scelta del luogo, non così favorevole come la pur esigua pianu ra di Zancle e tanto meno per le opportunità di attracco, sembra sia stata condizionata dalla necessità di provvedersi di una base di ap poggio complementare a quella dei lestai. Non a caso , per la mancan za di un 'evidente morfologia portuale, sulla localizzazione dell'antico porto , nei pressi del quale è probabile si trovasse il tempio extraurba no di Artemide, le opinioni degli studiosi moderni sono lontane da un accordo 45 . Ma la necessità di un controllo completo dello Stretto, oltre alla necessità di assicu rarsi terre agricole (cfr. in/ra , nn. 8 8 - 8 9 ) , spiega l'azione violenta contro i " barbari " (D. H. 1 9 , z ) , che s i attua nei p ressi di una località chiamata Pallantion. Altre fonti antiche ri portano la fondazione a Giocasto , figlio di Eolo, resosi signore della costa fino a Reggio (D. S. 5 , 8 ) : essa sarebbe stata condotta per sua opera (Cali . , fr. 6 r 8 Pfeiffer) , oppure si troverebbe presso la sua tom ba (Heraclid . Lemb. , 55 Dilts) 46. Ambedue le notizie rivestono interesse, all'interno della diacronia e dell'ideologia delle ricostruzioni che gli antichi storici ed eruditi elaborarono a proposito delle prime presenze greche in Italia meri dionale. Pallantion è, infatti, oltre che quello poetico e mitico del col-
42. Per le onoranze agli ecisti e il loro significato, cfr. A:'\JTO:\t\CCJO 1 999, pp. 1 20- I . 4 3 · lnventory Poleis 2004, pp. 2 9 1 - 3 n. 68. 44- La documentazione archeologica ad essi riferita è scarsa per quantità, ma in dicativa (cfr. in/ra, n. I Oo): SABUJO:\E 1 9 8 1 , p. 2 7 5 . 45· COSTt\BILE 1 9 9 3 , p p . 4 6 - 7 ; Ct\IV\:'\JDO 2ooo, p p . 2 1 6-7; BTCGJ s . v . Reggio Cala bria, pp. 27-8. 46. t\MPOLO 1 986, p. 65; a Giocasto, ucciso dal veleno di un serpente, si è pro posto di riferire un serpente in bronzo dal "bothros di Eolo" a Lipari: SPJGO 2ooo, pp. 1 7 1 -2 .
122
5 . Zt\:'\!CLE E REG G I O
l e Palatino di Roma, anche i l nome sto rico di u n a citta m Arcadia: regione dalla quale si ricostruì una migrazione in Italia, e in particola re nella zona della futura Roma. Che la notizia sia riportata da Dioni gi di Alicarnasso non è forse casuale: essa potrebbe collocarsi nella generale tendenza di questo scrittore a sottolineare l'azione greca nel la formazione dell'Italia 47 e, quindi, ricostruire una tappa intermedia per la migrazione arcade dal Peloponneso al Lazio rientra nella tesi di questo autore. Il rapporto tra Reggio e le isole Eolie, sede del regno di Eolo pa dre di Giocasto , appare essere verosim ile nella rete di rapporti che unisce ep 'euthesi'as (D. S. 5, 7 ) l'area dello Stretto e quell'arcipelago , prima base d 'appoggio per quanti navigano nel Tirreno verso Nord, anche se della tradizione relativa 48. L'iniziativa da parte di Zancle è assicurata dalla tradizione con il ricordo di uno degli ecisti Antimnesto, appunto zanclea 49; con questi fa coppia Artimede, da Calcide 50: poiché ambedue le metropoleis erano di stirpe calcidese, la n uova polis è pacificamente considerata tale anch 'essa. La fondazione ecistica di Reggio mostra la comparteci pazione di una città di madrepatria e di una apoikia: se ne deduce il comune interesse nella n uova impresa, pur onerosa se si dovettero debellare i "barbari" indigeni per poterla considerare sicura. Il controllo dello Stretto non dev'essere inteso solamente in un'ot tica di " sbarramento " nei confronti di concorrenti sgraditi ai Calcidesi: con " Fenici" ed altre genti greche, come ad esempio i Corinzi, gli Eu boici intrattenevano pacifici rapporti. La conformazione tettonica dello Stretto, ed in particolare del suo fondale con profilo assai mosso, e l'azione delle maree all'incontro dei due bacini marini che lo Stretto mette in comunicazione producono correnti e risalite di acque profon de che debbono aver provocato difficoltà almeno alle più leggere delle imbarcazioni utilizzate nel corso dell 'viii secolo. Anche le tradizioni,
47· LEPORE 1 9 8 1 a, p. 2 1 7 . 13EIV\RD 1963, p. 1 04 discute la notizia; \'t\I.LET 1 9 5 8 , p. 8o n. 2 . .\IEI.E 2 0 1 0 , pp. 3 20-5 propone che il mito di Giocasto e di Liparo sia dovuto alla ricostruzione della tradizione relativa alla fondazione di Reggio compiuta al termine della tirannide di Anassilao e di Micito. 48. LEPORE 1 9 8 1 a , p. 2 3 6 . Cfr. le ipotesi in Vt\LLET 1 9 5 8 , pp. 1 0 1 -4. PER0:\1 1 987, pp. 79-80 sugli stretti contatti tra l ' arcipelago e le coste occidentali della Cala· bria alla fine dell ' età del Bronzo e la loro lettura tramite le fonti antiche. Cfr. anche St\.\IMt\RTt\1"0 1 996. 49· Antioco apd. Str. 6, 1, 6. 50. D. H. 1 9 , 2 . I.ESCHHORI' 1 984, pp. 2 3 - 5 ·
123
FO:\ DAZI0:'\11 G H E C H E
epiche e poetiche, dei gorghi di Scilla e Cariddi trovano riscontro nel la reale dinamica in quelle acque 5 . Ne consegue che basi fisse, attrez zate ad eventuali raddobbi dei natanti, siano state considerate come necessarie: anche per offrire opportunità di sosta, sia confortevole sia proficua per il commercio, a quanti attendevano di percorrere lo Stret to nelle più favorevoli condizioni di correnti e di maree. '
Oracolo di fondazione I Calcidesi partecipanti all'apoikia di Reggio è tramandato costituisse· ro una decima dell'intera popolazione, definita a seguito di un oraco· lo richiesto ad Apollo delfico in conseguenza di una carestia; il dio indicò anche il luogo nel quale lo stanziamento dovesse essere po sto 52 • In questa notizia troviamo, per la prima volta nella storia degli stanziamenti greci in Occidente, due elementi non infrequenti anche in successive apoikiai: il ruolo dell'oracolo di Apollo delfico; la moti· vazione di una carestia per giustificare la spedizione. Per quanto riguarda il primo argomento «bisogna prima di tutto liberarsi dall'immagine del [. .. ] ruolo da parte delle fonti antiche del· l'oracolo di Delfi quale centro di informazione e organizzazione, fin dal periodo più antico, di imprese di colonizzazione>> 5 3 . Nel nostro caso reggino, l' iniziativa sembra essere stata presa da Zancle, come leggiamo in Antioco; a tale esigenza laica, l'oracolo ha aggiunto il prelievo della decima sulla popolazione di Calcide per porre fine alla carestia e l'indicazione di recarsi lì dove, presso I'Apsia, una femmina si unisse ad un maschio. Ma questa indicazione, oscura e indefinita, oltre a poter essere tarda 54, è da ritenersi semplicemente una ritua lizzazione propria dell'ideologia greca arcaica, elaborata per sacraliz-
5 1 . GIACOBBE 2005 , a p. 20 fig. 6 il gorgo di Cariddi. 5 2 . Str. 6, 1, 6; altre fonti in UUV\HD 1 9 6 3 , pp. 1 0 1 -2 . PAHKE, \X'OH.'\II ELL 1 956, 1, pp. 54·5; II, pp. I49·50 n. 3 7 I ; FO,.TE,.HOSE I 976, pp. 279·80 n. Q 3 3 ; SLAHEZ DE !.A TORRE I 994, pp. I 7 · 2 I . 5 3 · I.EPOHE 1 9 8 1 a, p . 2 2 2 ; COHDAI'\'0 1 986, p . 1 8 n. 1 5 ; �IOSCATI Ct\STEI.:'\!UOVO 2009, p. 22 definisce , così che si viene a configurare (p. 24) un «modello elastico, ossia [di] una prassi applicata selettivamente». In generale: SCHMID 1 947, pp. 148-5 3 ; DEFIV\DAS 1 97 2 , pp. 2 3 3 -57; OSI30Il'\!E 1 996, pp. 202-7; �IOHGA:'\1 I 990, pp. I 76·8. 54- VALE:'\JZA ,\IELE 1 977, p. 5 1 6 ritiene che la tradizione relativa risalga al tempo di Anassilao.
124
5 . Zt\:'\!CLE E REG G I O
zare una decisione politica assunta p e r motivazioni di tutt'altra natu ra ", come la tramandata chiamata da parte degli Zanclei. In antico, tuttavia , il ruolo dell'oracolo delfico nel guidare le spe dizioni era ben precisato e tenuto in conto: Plutarco (De Pythiae ora culis, Mor. 407 f-408 a) dettaglia che le indicazioni divine erano utili per riconoscere il luogo più adatto allo stanziamento attraverso lo scioglimento degli enigmi 56• Più laicamente di quanto presumeva Plutarco, si può credere che la sanzione di Delfi sacralizzasse le deci sioni di inviare apoikiai assunte per alleviare difficoltà interne alle ma drepatrie (cfr. in/ra) 57. La categoria oracolare, a quel c h e sembra, si intreccia c o n i l se condo argomento: il tentativo , elaborato in epoche successive al veri ficarsi delle spedizioni stesse, di razionalizzare i motivi delle spedizio ni rivolte ad apoikiai. L'incidenza di carestie ha lasciato abbondanti memorie nella tradizione scritta antica 5 8: di frequente riportate ad offese, talvolta inconsapevoli, arrecate agli dei, così da richiedere poi un 'espiazione, appunto svelata da un oracolo 59• A quanto si può ri costruire, oltre a Reggio, furono motivate con siccità e/o carestia e pestilenza le spedizioni storiche di Cirene 60, Siracusa 6 ' , Eraclea Pon tica 62; e quelle " mitiche" dei Lidi verso l'Etru ria 63 ; dei Peloponne siaci verso Rodi e Cnido 64; dei Greci verso l'Eolide 65 ; dei Troiani verso l'Italia 66; di Scamandro da C reta verso Hamaxitos, dalla quale sorgerà poi Troia 67. Proprio l'applicazione dello stesso modello a fe nomeni del tutto diversi fra loro , come sono le diverse apoikiai per ovvi motivi se non altro geografici e cronologici oltre che di realtà 5 5 · VAI.I.ET 1 9 5 8 , p. 8o ritiene che l ' oracolo sia da riferirsi ai Messeni (cfr. in/ra): avremmo anche in questo caso un compattamento della tradizione giunta fino a noi. La consultazione dell'oracolo da parte di Euboici, ma non di Messeni, già nell ' v111 secolo sembra, tuttavia, sicura: ma questo sarebbe il più antico degli interventi delfici in materia di stanziamenti occidentali: HOLGE.\'101'\'T 1 99 2 , pp. 1 7 5 , 1 7 7 . 5 6 . Cfr. MAI.KI" 1 987, p. 6. Così proprio nel caso di Reggio. 5 7 · >!OHGA:\ 1 990, pp. 1 54·9. 5 8 . VIA:\ 1963, p. So; Pt\1'\'ESSA 1 9 9 1 ; per Reggio: pp. 679-82, T 161 a-b. 5 9 · VALE:'\JZA MELE 1 977, pp. 5 1 7 - 8 sottolineando come, in questo caso, non sia no menzionati i "colpevoli" della carestia, svaluta il valore della notizia nei riguardi delle iniziative di apoikiai. 6o. PA:\ESSA 1 9 9 1 , pp. 5 94-603, T 1 20; pp. 904-5, T 2 5 2 . 6 1 . lvi, p p . 604-8, T 1 2 2 . 62. lvi, p p . 8 3 7 - 9 , T 2 34. 63. lvi, pp. 638-43, T 142 A-B. 64. lvi, pp. 7 5 2 - 5 , T 189 a-d. 6 5 . lvi, pp. 8 1 0- 3 , T 220 a-b. 66. lvi, p. 908, T 253 c. 67. Serv., ad Aen. 3 , 108; SCHMID 1 947, pp. 8 - u ; VIA" 1963, p. 8o.
125
FO:\ Dt\ZI0:'\11 G H E C H E
storica , può far dubitare della validità del modello stesso. Il carattere rituale del modello , inoltre, si evidenzia anche nel caso di Siracusa (cfr. in/ra, CAP. 9 ) : l'unicità della fonte non la invalida, ma appunto la fa collocare all'interno di una categoria di religiosità alto-arcaica che l'erudito Plutarco, sacerdote a Delfi, è molto probabile conoscesse, così da utilizzarla per spiegarsi fatti dei quali non conosceva, o non comprendeva più, le reali, differenti motivazioni. Inoltre, la notizia torna a vantaggio del santuario e del suo ruolo: che sia tramandata da Plutarco ne rivela, una volta di più, la parzialità, ma anche l'autentici tà di informazione utile a conoscere l'ideologia arcaica. Documentazioni archeologiche di siccità e di carestie sono state varie volte invocate 6" ma non sempre universalmente accettate 69: ed infatti, ad esempio, Atene - c h e ne soffrì - non inviò alcuna
apoikia 7 0 .
Interpretazione dei motivi dell 'apoikia Prop rio la tradizione relativa alla fondazione di Reggio sembra con tenga in sé la chiave principale per tentare di decodificarne il signifi cato reale. Sono, infatti, i " Calcidesi " , in ambedue le fonti che cono sciamo, a stabilire l' apoikia: è il corpo dei politai " di quella città ad assumere la decisione, che sarà poi rivestita dalla consueta ritualità. Pertanto, il motivo andrà identificato in un 'esigenza " politica" interna alla dinamica socio-economica propria, in quel dato momento nel quale si manifesta, alle diverse metropoli. Queste ultime, infatti, orga nizzano gli apoikoi, definendo i criteri di scelta; provvedono ai mezzi necessari, in primis le imbarcazioni ed il vettovagliamento 72; indivi duano i responsabili del corpo di spedizione, definendoli ecisti; stabi liscono, eventualmente, accordi con contingenti di differente prove nienza; concordano con eventuali altre prop rie apoikiai il luogo della n uova fondazione 7 3 .
6 8 . Cfr. CA.\IP 1 979; Ct\.\IP 1 98 1 . 69. Cfr. Vt\LLET 1 9 5 8 , p . 70; intervento COLDSTREt\M 1 98 1 . 70. DESCOEUDHES 2008, pp. 3 6 1 -2. 71. Cfr. il commento a Pl. , R. in LOMBARDO 1972, pp. 76-7: LEPORE 2ooo, p. 38. 7 2 . PELAGATTI 1 982a, pp. 170-2 identifica convincentemente le kotylai della clas se di Thapsos come destinate a contenere una razione di cibo. 7 3 · Cfr. S:'\!ODGIV\SS 1 97 1 , pp. 4 1 6-?; CORDt\1"0 1 986, pp. 22-?; ZURI3ACH 2008. Sulle categorie economiche della fase: LEPORE 1 969, anche per la storia degli studi al riguardo.
126
5 . Zt\:'\!CLE E REG G I O
È opposta a questa interpretazione quella c h e intende g l i stanzia menti transmarini come derivanti da iniziative private di singoli indi vidui, postisi in mare per " commerciare " : solo in caso di successivo buon esito e consolidamento essi sarebbero stati rivendicati dalle città di madrepatria, eventualmente con la sollecitata sanzione dell'oracolo di Delfi 74. Abbiamo notizie letterarie di viaggi compiuti per motivi di prexis, oppure su iniziativa individuale 75, dai quali successivamente si svilupparono poleis, come Lampsaco e Massalia: ma in tutti i casi ciò avvenne in quanto le rispettive città alle quali appartenevano i privati naviganti, da questi convinte, organizzano la spedizione 76. Ben detta gliato è il resoconto straboniano relativo a Teocle ed alla sua fonda zione di Nasso di Sicilia, che si riconosce inefficace ad un'iniziativa privata e si rivolge per l'organizzazione alla madrepatria (6, 2, 2 ) . Viaggi " p rivati " del genere rientrano nel modello prexis, approfondi tamente studiato 77, dall'applicazione del quale non discende necessa riamente l'impianto di una polis transmarina , come si documenta ad esempio per i rapporti focei con Tartesso 78. D'altronde, pare arduo ipotizzare che gli individui aristocratici praticanti la prexis non eserci tassero influenza alcuna sulle decisioni " politiche" delle rispettive po leis. La natura " politica " delle apoikiai si dimostra ulteriormente nel l'assegnazione ad ogni apoikos di un lotto di terra agricola e di uno residenziale nella futura fondazione 79. Assegnazione tanto automatica ed inevitabile che si tramanda come, durante il viaggio per andare a fondare Siracusa, uno degli apoikoi, di nome Aithiops, scambiò il lot to che, all'arrivo, gli sarebbe stato assegnato contro un dolce al mie-
74· OSBOR.'\ E 1 998, pp. 267-8, 206-7. 75· Così Phobos a Pityoessa: Plu., Mul. virt. 255 a-c; la Phocaeensium iuventus a Massalia: lustin. 4 3 , 3, 6; forse anche Teocle: Str. 6, 2, 2. In generale: .\IEI.E 1 979, pp. 5 8-78. 76. BRESSO" 2003, pp. 142-3 discute del ruolo dei personaggi " ricchi" nel com mercio (se condotto personalmente oppure per intermediari) e del loro influsso sulle decisioni politiche di condurre apozkiai: l ' argomento è ovvio, in quanto dai compo nenti gli strati sociali superiori appare conseguente attivare influenze sulle decisioni che riguardano l ' intera rispettiva società: come afferma COLDSTHEA.\'1 I 977, pp. 3 I 4-5: «the majority listen and give voice to their opinions, but only a minority are entitled to take decisions». Cfr. anche le argomentazioni opposte da LOMBARDO 2002a, pp. 2 6 3 -+ ,\IORGA:'\J, HALL I 996, p. 2 I I ritengono gli stanziamenti achei piuttosto iniziative individuali, o " private" , che pubbliche ed istituzionali. 77· >IEI.E 1 979. 78. Cfr., da ultimo, Guzzo 2 0 1 0 , con bibl. prec. 79· Cfr. Vt\LI.ET, VIJ.Lt\RD, AL'BER."0:'\1 I 970. A Pithecusa risulta anche la pertinen za familiare dei lotti usati per le sepolture (cfr. supra, CAP. 3, n. 1 6 ) .
127
FO:'\ DAZI0:'\!1 GRECH E
le 80. E il possesso di terra, considerato condizione necessaria per ri tenersi polites, passava per via ereditaria al primogenito: così che in fase di crescita demografica, come si verifica nel corso dell 'viii seco lo 8 ' , aumenta il numero di coloro che ne rimangono sprovvisti, pur possedendone i requisiti per nascita. La motivazione " politica" delle apoikiai non consiste né nelle carestie né in «un numero eccedente di generici abitanti, ma in un numero troppo grande di aventi diritto rispetto alla potenzialità fondiaria>> 82. Un tale squilibrio venne, forse, aggravato dal carattere di " fluidità " che sembrano aver rivestito gli insediamenti greci del periodo, tranne la sola Atene che è l'unica città a possedere fin da allora m u ra di difesa 8 3 . Ciò è da aggiungersi a l concetto di " densità " , elaborato e d uti lizzato dagli studiosi di geografia umana: che gli attribuiscono gli 84. Ma la crescita demografica che consegue da una tale generale condizione di sviluppo fa conseguire l'impossibilità che tutti i potenziali politai vengano dotati del necessario lotto di terra , anche perché, in paralle lo, aumentano le p roprietà fondiarie del ceto socialmente dominante, facendo così ulteriormente ridu rre l'estensione delle terre agricole da Bo. Ath. 4, 1 67 d; BEHARD 1 96 3 , p. 129; VALLET 1 968, p. 95 dubita della notizia; ASHERI 1 974; PELAGATTI 1 982a, pp. 1 7 1 -2 . La notizia, di carattere moraleggiante, è attribuita da Ateneo a Demetrio di Scepsi, che a sua volta l ' avrebbe letta in Archilo co: quest ' ultimo non è privo di accenni (per quanto ci rimane dei suoi scritti) circa l'occidentale Siris, tuttavia più recenti: così LASSERRE 1 9 5 8 , pp. XVII-XVIII che dubita tuttavia di una permanenza del poeta in Occidente, della quale non fa menzione KIVI· LO 2 0 1 0, pp. 1 1 1 - 5 . La escludono SCH.\HD 1 947, pp. 1 1 -3 e RA:'\JKI:'\ 1 977, p. 29; �IAL· Kl" 1 994a, p. 1 lo definisce . Per la cronologia di Archi loco cfr. BLAKE\'\'AY 1 9 36. 81. DESCOEUDRES 2008, pp. 320-3. 82. CORDA!\'0 1 986, p. 20; �IALKI!\' 1 994a, pp. 2 , 4, 6; LEPORE 2ooo, p. 4 3 · Arist. , Poi. 2 , 3 , 7 = 1 265b, 1 2 - 1 6 ricorda l ' arcaico legislatore corinzio Fidane, altrimenti ignoto, il quale aveva teorizzato come il numero di kleroi in una polis dovesse rimane re immutato, anche se il numero degli abitanti fosse aumentato. Ne sarebbe derivata una situazione nella quale gli abitanti in soprannumero rispetto alla disponibilità di kleroi avrebbero costituito una turbativa all ' equilibrio sociale complessivo. GA!\'CI 1 998, pp. 28-9 ritiene che Calcide, vittoriosa nella guerra lelantina e madrepatria di numerose colonie, non avesse necessità di procedere ad una decima della sua popola zione: ma che tale difficoltà si debba invece riferire ad Eretria (p. 34). È tuttavia da osservare che il rapporto supposto dall ' autrice tra madrepatria e apozkia pecca di mo demismo, essendo chiaramente modellato sul rapporto tra madrepatria e colonie mo derne: modello che non trova luogo nel periodo alto-arcaico e nei generali rapporti antichi tra poleis. 8 3 . DESCOEUDRES 2008, pp. 3 5 5 -6. Cfr. anche per l ' edificazione non compatta di Eretria: BERt\RD 1 998, pp. 147-5 2 ; COLDSTREAM 1 977, p. 303; e supra, CAP. 3, n. 50. 84- LEVEQUE, CLAVAL 1 970, p. 1 90.
128
5 . ZA:'-JCLE E REG G I O
assegnare per lotti, i n quanto, a d esempio i n Eubea, esse vengono in vece destinate all'allevamento 85. L'invio di apoikoi è stato interpretato come strumento destinato a mantenere, o ristabilire dopo una stasis, l'ordine sociale preesistente nella madrepatria: l'apoikia, quindi, contribuirebbe a che si consoli dasse la forma istituzionale della polis 86: ma > 22 • Si aggiunga che non è sempre sicuro il rapporto tra reperti orga nici e strato nel quale sono stati rinvenuti: i primi possono essere, ad esempio, più antichi dei materiali fra i quali sono compresi, se lo strato è di formazione secondaria, come ad esempio si verifica in sca richi 2 3 • Ma incertezze del genere sono proprie di qualsiasi ricerca ar cheologica: per quanta attenzione possa essere messa in atto dagli scavatori, è sempre possibile un fraintendimento o un'incertezza a proposito della formazione e della composizione delle attività che si stanno indagando. Così che allo stato attuale delle ricerche si evidenziano discordan ze, non irrilevanti, tra il sistema cronologico tradizionale e quello de rivante dalle nuove indagini: le quali ultime, per i motivi appena ac cennati, non sembra costituiscano ancora un " sistem a " , coerente e completo, come invece risulta sul versante tradizionale archeologico e storico 24. Ma la principale difficoltà sembra consistere nel fatto che l'Italia meridionale e la Sicilia si trovano, geograficamente, nella zona di tangenza fra due sfere: quella orientale (egea e d'Asia minore) e quella occidentale (Italia settentrionale ed Europa centro-settentriona le) , per ognuna delle quali le condizioni della situazione antica, della ricerca moderna e dei risultati delle nuove indagini " scientifiche" sono profondamente differenti fra loro. Da ciò anche deriva che il periodo di maggiore differenza nelle valutazioni derivanti dalle nuove analisi rispetto a quelle del " sistem a " tradizionale è quello dell'viii se colo 2 5 • L'integrazione di conoscenza e critica, necessaria per armo nizzare la nostra generale ricostruzione della storia antica, dev'essere ancora compiuta: e non è possibile, oggi, conoscere quando ciò av verrà , grazie ad ulteriori scoperte archeologiche, ad ulteriori affina menti delle indagini radiometriche e dendrocronologiche, a più sofi sticati metodi di critica storica. Allo stato odierno delle conoscenze acquisite, e per il nostro spe cifico campo d'indagine, sembra solamente giustificato continuare ad
22. lvi, p. 1 68. 23. Vale il caso delle ossa animali dal livello più antico finora noto a Cartagine: DOCTEJ{ et al. 2005 , con la relativa discussione. 24- o ' t\GOSTI:\0 2005 ; per le questioni di metodo: DELPir"'O 2008. 25. TIV\CI ISEL 2004; :\1Jl30ER 2005 : riassuntivamente, p. 528, tab. B; BJV\r"'DI IER..v! 2008a, p. 1 68; BIV\:\DI IEH..'\-1 2008b.
142
6 . :'-lASSO DI S I C I LI A
utilizzare lo strumento tradizionale archeologico-letterario, pur avver titi che la collocazione nel tempo assoluto degli eventi potrebbe mo dificarsi: tanto più che essi cadono proprio nell'intervallo temporale che, per gli accennati motivi, risulta oggi di quasi impossibile deter minazione cronologica assoluta. D' altronde, è ormai acquisito che il prodotto della ricerca storica non è un frutto che si ritrova in natura: esso è squisitamente conse guenza di un processo critico, che si attua in momenti e in condizioni date, ad opera di ricercatori altrettanto determinati nelle rispettive posizioni ideologiche. Così che, mutando condizioni e produttori, in parallelo muta il prodotto: cioè la ricostruzione " storica" di eventi, e moventi di essi, del passato. Anche la documentazione sulla quale si basano le ricostruzioni che si propongono man mano all'attenzione generale si modifica, sia in quantità sia in qualità di apprezzamento: così che si può tranquillamente ritenere che non si riuscirà mai a " scrivere una storia" perfettamente corrispondente al reale svolgimen to di eventi antichi.
Fonti letterarie La primazia cronologica di Nassa fra le fondazioni siceliote ed italia te è contesa con Cuma: l'elemento d'interesse in questa incoerenza risiede nel fatto che, per la città siceliota, Strabone cita espressamente come propria fonte Eforo (6, 2, 2 ) ; parte della critica moderna ritiene che, per quanto riguarda Cuma, altrettanto Strabone ( 5 , 4, 4) abbia ripreso di Eforo 26; altra parte fa risalire la notizia ad una fonte cu mana 27, con argomenti che paiono solidamente fondati. Se ne dedu ce un ulteriore tassello a proposito delle lacunosità e delle contraddi zioni che il " sistema" degli autori antichi presenta a proposito dello sviluppo cronologico delle fondazioni greche in Italia meridionale e in S icilia. Ma, all'interno della coerenza della fonte di Strabone a proposito di Nassa, cioè Eforo, non si osservano incrinature: Teocle, infatti, de finito Ateniese, fu il primo dei Greci ad esplorare le coste della Sici lia, constatando la fertilità delle terre e la debolezza delle popolazioni
26. LASSERHE 1967, p. 2 1 4 n . 4· 2 7 . �IEI.E 1 979, p. 29; BIFFI 1 988,
p.
288
143
n.
4 1 0.
FO:-..: OAZIO:"J I G R E C H E
indigene. Così che, superato il timore che fin'allora avevano ispirato la pirateria tirrenica e la crudeltà di quei " barbari " (Str. 6 , 2, 2 ) , si risolve ad organizzare una spedizione. Queste informazioni sono espressamente attribuite ad Eforo. Non sappiamo se la " strana noti zia " (cfr. supra, CAP. 5, n . 2 8 ) contenuta in Strabone (6, 2, 3) circa una fondazione di Zancle ad opera dei Nassii precedente a quella eci stica derivi anch'essa da Eforo , oppure da fonte diversa. Pur nella sua oscurità, se ne potrebbe ricavare la volontà di riaffermare la primazia temporale di Nassa, rispetto in specie alle poleis a lei più vicine, a costo di mescolare fra loro argomenti differenti. Prova dell 'antichità della fondazione, oltre al valore della tradi zione b asata anche sul culto attribuito all'ecista Teocle (Cali . , Aet. fr. 4 3 Pfeiffer, v. 3 6 ) , era ritenuta l'esistenza di u n altare dedicato , nella prima fase dello stanziamento, ad Apollo Archegete, con ac canto una piccola statua raffigu rante il dio, della quale la menzione più recente scende all'anno 36 (App . , B. C. 5, r o9 , 45 5 ) 28• Su que sto altare sacrificavano tutti gli inviati sicelioti alle festività religiose di madrepatria. Teocle conosceva le regioni della costa orientale dell'isola, così come si è anticipato. A giudicare dalle attuali conoscenze archeologi che, i materiali di p roduzione attica rinvenuti in Occidente prima del l' ultimo quarto dell'viii secolo sono assai scarsi di numero 29, mentre influssi stilistici, e forse anche attività produttiva, sono stati ricono sciuti in maniera diffusa e precisa, dalla fine dell'viii e dall'inizio del vn secolo, nelle produzioni figurate locali dalla Sicilia all'Etru ria 3o ol tre ad un'importazione dalla zona di Locri Epizefiri 3 . Le fonti lette rarie non tramandano alcuna fondazione ateniese in Occidente nel corso dell'viii secolo. Sembra, pertanto, ragionevole proporre che l'etnico di Ateniese attribuito da Eforo a Teocle sia dovuto ad uno dei consueti " appiattimenti" compiuti dagli antichi scrittori: quando Eforo scriveva, l'Eubea era in completo possesso di Atene, e durante la spedizione contro Siracusa gli Ateniesi fu rono ospitati a Nassa e ne ebbero in rincalzo cavalieri 32• '
2 8 . "OGGI 2009, pp. 38-9. 29. Skyphoi à chevrons da Cuma, Capua, Suessula: DEI IL I 984> pp. 82-3. Più ad Occidente: frammento di cratere medio geometrico da Huelva; cfr. supra, CAP. 2 , n. 29. 30. SCI I\'\'EIZER 1955; GJUI.IJ\:'\10 2005 ; .'viARTU.LI 2008, con bibl. prec. 3 1 . LISSI I 9 6 I , pp. I I I -2 n. I 8o; GIULIA�() 2005 , p. 64 figg. I - 3 · 3 2 . Th. 6, 2 0 , 3 ; 6, 5 0 ; 6, 7 2 , I ; 6, 8 8 , 5 ; 6, 9 8 , I ; 7 , I 4 , 2 ; 7 , 5 7 , I 1 . Anche D. S . I 3 , 4· 3 ·
144
6 . :'\!ASSO DI S I C I L I A
Fondazioni miste A giudicare dal poleonimo dato alla nuova fondazione, gli Ioni misti ai Calcidesi che si recarono a Nasso di Sicilia p rovenivano dalle isole egee, a quel tempo dominate in larga misura proprio dalla Nasso ci cladica 3 3 . Si è già visto nel caso della fondazione ecistica di Cuma in Opicia come il poleonimo sia stato ripetuto da quello di una delle metropoli che avevano partecipato alla spedizione. La partecipazione di Ioni isolani, ed in particolare di Nassii cicladici, si deduce inoltre dalle caratteristiche dell'alfabeto utilizzato per tracciare, ancora nel corso del VII secolo, un'iscrizione di dedica alla dea Enyo ritrovata nella Nasso siceliota 34. Ne consegue ulteriormente che l'Apollo vene rato a Nasso era quello di Delo, non quello di Delfi 35. Come g i à p e r l a spedizione mista di Calcidesi e d i Cumani d'Eoli de, organizzata per la fondazione ecistica di Cuma in Opicia, e per quella con i Messeni per Reggio , anche questa, composta da Ioni iso lani e dorici Megaresi, illustra l'ampiezza dei rapporti intrattenuti da Calcide. Più antichi viaggi comuni con i Nassii isolani si deducono dall'appellativo " isole Nassie " 36, non lontane dalla Pithecusa libica; e quelli per fondare la Cuma d'Opicia con gli Eoli, a parte la tradizio ne mitica (cfr. Str. ro, r , 8 ) , indicano la familiarità con le coste del l'Asia Minore. Anche Megara 37, posta sulla costa egea poco a Nord dell'istmo di Corinto, non è estranea a navigazioni nell'Egeo: la sua fondazione di Calcedone, nella Propontide, risale all'inizio del VII secolo. Non sap piamo se la più recente tirannia di Teagene, sostenitore del ceto for mato dai piccoli agricoltori opposto a quello dei ricchi allevatori di bestiame che pascolava su terreni posti in prossimità di un fiume, e quindi con favorevoli condizioni di irrigazione, sia l'esito finale di un contrasto sociale sorto già in p recedenza, analogo a quello tra hippo botai e contadini in Eubea 38.
3 3 · COHDAI"O 2004, p. 1 0 1 sottolinea come St. Byz., s.v. Cha!kis ricordi espressa mente che i Nassii insulari presero parte alla spedizione di Teocle; BERARD 1 9 6 3 , p. 86 ritiene invece che la fonte menzioni i �assii sicelioti. 34· GVARDUCCI 1 985. BAKHUIZE:\ 1 976, p. 14 n. 4 3 non ammette presenza di Nassii cicladici all'apozkia. 3 5 · mu_;Gl'\'0:'\!E 1 980; PUGI.IESE Ct\HIV\TELI.I 1 992, p. 299; contra ,\lt\LKI:'\1 1 986. 36. KO:'\!TOLEOI" 1 967; COHDt\:\0 2004, p. 102. Cfr. anche supra, CAP. 2 , nn. 5 9 -60. 37· KO,.TOI.EOI' 1 967, p. 1 84 per i rapporti di questa con Calcide. 38. Arist., Poi. 5, 4 = 1 305 a. I.EVEQUE, CI.AVAI. 1 970 p. 1 94 n. 27.
145
FO:'\.: D t\ ZJ 0:'\1 1 G R LCJ I L
Che Calcide s i sia awalsa d i rincalzi esterni all'Eubea potrebbe significare che il suo dominio su quest'isola, conseguito a seguito del la conclusione per lei vittoriosa della guerra lelantina, fosse ormai completo in questo momento. Nella stessa direzione potrebbe indica re la già osservata mancanza di presenza eretriese nelle spedizioni dell' ultimo quarto dell'viii secolo: a meno che anche qui si sia di fronte ad " appiattimenti" e silenzi della tradizione letteraria. La compartecipazione a spedizioni transmarine di popoli diversi fra loro è frequente: anche se non sempre lo sviluppo successivo di tali imprese si rivela pacifico. Forse anche riflettendo su tali episo di, Platone rimane in dubbio sulla bontà di spedizioni del genere (Lg. , 707 e-708 d ) : a dimostrazione sia della differenza che in tercor re tra la teoria e la p rassi sia, però, della saggezza del filosofo. In questo passo del dialogo si contrappongono, appunto, opportunità e svantaggi di spedizioni formate da appartenenti a diverse parti. Gli elementi del dilemma sono costituiti, a monte, dal motivo che spinge alla spedizione: la sovrappopolazione rispetto alla disponibi lità di nutrimento; la stenochoria ghes; le guerre civili; un attacco esterno. Questi ultimi due motivi si possono esemplificare con la pa rtecipazione dei Messen i filo-spartani alla spedizione verso Reg gio e, rispettivamente, con la fuga dei Focei e, prima, dei Colofoni dalle prop rie rispettive città conquistate dai Lidi ( Hdt. I, I4, 4 ) e dai Persiani (Hdt. I , I 64 , 3 ) . I primi due motivi, per quanto esp ressi in maniera differente fra loro, si riferiscono all 'argomento più sopra accennato ( cfr. supra, CA P . 5 ) : la difficoltà di assegnare lotti agricoli a tutti coloro che ne avessero diritto , a causa di una stenochoria ghes, cioè di un 'insufficiente estensione della terra colti vabile a disposizione. Tale insufficienza poteva derivare, rispetto al numero dei potenziali assegnatari, da particolarità geomorfologiche, da caratteristiche pedologiche, da vicinanza con territori di città confinanti: o , anche, dalle p retese di espansione dei territori da de stinarsi all' allevamento del bestiame a danno della loro u tilizzazione agricola ( cfr. supra , n . 3 8 ) . L'elencazione proposta d a Platone dei possibili motivi d i una spe dizione non è fine a sé stessa: se questa è motivata da una stenochoria ghes, allora gli apoikoi !AI' 2009, pp. 76-8), indica che il porto setten trionale aveva assunto importanza maggiore rispetto a quello meridionale: ma ciò non documenta necessariamente che sia stato anche il primo ad essere utilizzato dagli apoikoi. 48. BTCGI 1 9 9 3 , S.V. Nassa, pp. 2 8 1 -5 ; PROCEI.LI 1 98 3 , pp. 1 2 - 8 1 ; PEI.AGt\lTI 1 998, pp. 49·5049- PHOCEI.I.I 1983, p. 68; .\IEHTEI'S 2006, p. 18 fig. 4 ]_ 50. PHOCELLI 1 9 8 3 ; Bt\CCI 1 999, p. 250. 5 1 . I.EI'TII'I 2009a, pp. 4 3 · 5 ; planimetria a p. 26 fig. 29. Questo rapporto com pleta il precedente: I.EI'TII'I 2004, pp. 28-34. L ' andamento curvilineo si dimostra, quindi, proprio anche di edifici destinati ad abitazione e non solo di quelli adibiti a culto, come ipotizzato da RIDER 1 964, p. 70.
149
FO:\ Dt\ Z I 0 :'\1 1 G H E C H E
scavi " intorno all'Athenaion " . Qui si tratta di due strutture, ambedue nello "strato siculo " : la prima consiste in un segmento di muro con ciottoli a secco ad andamento curvilineo, per quanto il tratto Nord appare piuttosto rettilineo 5 2 ; la seconda, nello stesso strato, è decisa mente rettilinea 5 3 . A differenza di quanto si è constatato a Nasso , con le strutture di Siracusa non sono stati ritrovati frammenti, o altra documentazione, di fabbrica greca 54. Della " capanna" in Ortigia sono noti i materiali rinvenuti in associazione, ma non la planimetria e la tecnica costruttiva 5 5 • Nel villaggio di Metapiccola a Lentini sono note alcune capanne a pianta rettangolare: ma la loro tecnica costrut tiva sembra impiegare solamente materiale organico, tranne brevi tratti di muretti di pietre nella capanna A e in quella F 56. I materiali, in modesta quantità, rinvenuti in connessione alle strutture di Nasso mostrano 57. A quanto appare da quel c h e è stato reso noto, c o n meritevole sollecitudine dalla conclusione delle ricerche, l'orientamento di queste strutture è difforme da quante compongono l'impianto urbano rego lare alto-arcaico dello stanziamento greco. I frammenti di fabb rica greca rinvenuti nello stesso strato di quelli di produzione indigena appartengono alla fase del Tardo Geometrico II-Protocorinzio Antico: risultando così coevi alla maggioranza di quelli a suo tempo rinvenuti nella necropoli sicula di Cocolonazzo di Mola 5 8 e confermando la cronologia già nota per la più antica attestazione di prodotti greci sulla penisola di Schisò 59. Tuttavia, dalla tomba x di Cocolonazzo di Mola proviene una kotyle corinzia riferibile alla sagoma Aetos 666: attestazioni di essa sono presenti a Pithecusa tra la fine del Tardo Geometrico I e l'inizio del Tardo Geometrico II 60, quindi pertinente ad una fase produttiva un po' più antica di quella finora documentata a Schisò.
52. OJL" 1 9 1 9a, C . 430 figg. 42-43. 53- lvi, cc. 480-482 , tav. 1 0. 54- lvi, c. 4 3 7 5 5 · FIV\SCt\ 1 9 8 3 . 5 6 . FIV\SCt\ 2 0 0 9 , p. 2 8 e p. 29, rispettivamente. 5 7 - I.Er--:T Jr--: 1 2009a, p. 36, figg. 45 -47. 58. PELt\Gt\TTI 1 982a, p. I 18 fig. I . 5 9 · PEI.t\GAITI 1 98 1 , pp. 304- 1 1 : coppe d i Thapsos con e senza pannelli; cfr. anche PELAGt\TTI 1 982a, pp. 1 4 1 -63: per lo più ceramica euboica piuttosto che corinzia. 6o. "IZZO 2007a, p. 1 6 1 : categoria B 4 1 0 (Al-C) A 1 .
150
6 . :'-lASSO DI S I C I LI A
Per tecnica costruttiva i segmenti di muri d e g di Nassa non dif feriscono da quella utilizzata nelle strutture chiaramente pertinenti al l 'impianto u rbano, regolare e strutturato, che nella stessa Schisò è sta to, a ragione, identificato con quello alto-arcaico dello stanziamento ecistico e datato dalla fine dell'viii secolo 6 ' . Le strutture abitative che Io compongono mostrano tutti i muri che le delimitano rettilinei: in almeno un caso si documenta una sovrapposizione (muro e) rispet to ad uno dei segmenti (d) pertinenti a strutture almeno in parte cur vilinee 62 . Si ha, di conseguenza, almeno una prova di una successio ne temporale tra le due diverse forme di abitazione: ma, da quanto finora reso noto, la differenza di tempo (o, meglio : quella di successi ve fasi di produzione ceramica) non è percepibile, in quanto materiali analoghi sono in rapporto sia con strutture sottostanti sia con quelle sop rastanti. In attesa dell'edizione completa dei risultati delle indagini com piute, si può osservare che l'uso di strutture con lati corti cu rvilinei è noto a Mezzania di Ischia 63 , in ambiente sicuramente greco 64; e che nelle " capanne" di Siracusa non sono state ritrovate associazioni tra materiali di fabbrica greca ed altri di produzione indigena. Contesti, invece, di frequentazione contenenti materiali misti, indigeni e greci, sono noti nella zona pianeggiante del futuro Foro di Cuma: e sono stati proposti essere prova di una fase di scambi precedente Io stan ziamento ecistico ( cfr. supra, CAP. 4) Analoga mistione è documentata nella sicuramente greca abitazione di Punta Chiarito, l'alzato della quale, fino alla sua fase più recente di vita, era ancora in materiale organico 65 .
Greci e Siculi Non può escludersi l' ipotesi che nei primi anni dell'impianto dell'a
poikia i Greci abbiano occupato strutture, costruite secondo una pla nimetria ed una tecnica di non esclusiva pertinenza culturale: ma che 6 r . LEr\'Tir\'I 2009a, pp. I 9 - 2 5 . 62. lvi, p. 3 5 fi g . 4463. RIDC\X'AY 1 992, p. 92 fig. 2 5 . 6 4 . DRERUP 1 962; DRERUP 1 964 ricostruisce uno sviluppo della forma delle abita zioni greche, dalla fase elladica all ' viii secolo, da pianta ovale a rettangolare, con fase intermedia absidale. Cfr. anche la successione proposta per Eretria: KAIIII. 1 9 8 1 , pp. 85-6; e in generale per la Grecia: FAGEI�'TRO !v! 1 988, pp. 106- 1 3 ; PESA>JDO 1 989, pp. I 8-22, 40-5 I; �IAZARAKIS AI:-JIA:'-: 1 997; CICALA 2002 , pp. 264-6; GOUI\'ARIS 2007. 65 . Cfr. supra, CAP. 3 , p. 8o; GIAI.A:-JELLA I 994, p. I 8 I fig. I 2 .
151
FO;'\; OAZIO:"J I GRECHE
i ritrovamenti di ceramica sicula permettono di proporre sia stata an che sicula, come d'altronde indicherebbero i resti rinvenuti a Siracusa sotto l' Athenaion. Non sappiamo, finora, se tali strutture fossero preesistenti al primo arrivo stabile degli apoikoi, oppure se fu rono co struite per dar loro un immediato riparo. Né, quindi, sappiamo se esse furono abitate solamente da Siculi, in ovvio rapporto con naviga tori greci; oppure da apoikoi che trassero ad abitarvi anche Siculi, in maggioranza possiamo suppo rre donne, e che si servivano, in attesa di impostare prop rie produzioni, di recipienti utilitari prodotti da fi guli siculi secondo tecniche e stili loro tradizionali. Del reimpiego di strutture preesistenti da parte dei Nassii testimo niano le vicende relative alle mura di difesa verso mare, pertinenti alla media età del Bronzo 66. Circa la presenza, ma non stanziale, di Greci sulle coste orientali della Sicilia prima della fondazione ecistica di Nasso , più ancora che la tradizione circa le esplorazioni compiute da Teocle (Str. 6, 2, 2 ) , valgono sia l a frequentazione stabile di Pithecusa sia l a p resenza di prodotti di fabbrica greca in Sardegna e a Villasmundo: elementi tutti più antichi di quanto sia la documentazione archeologica ad oggi nota nel comprensorio nassio. E a ciò si aggiunga la presenza della base di pirati a Zancle: di certo la conoscenza di quel quadrante della costa orientale siciliana doveva essere posseduta dai naviganti greci già dal corso dell'viii secolo. Ben presto, a giudicare da quanto noto, l'apoikia assume un ordi namento u rbanistico regolare e pianificato: e scompaiono documenta zioni materiali di cultura sicula. Tra la ventina di tombe scavate più a Nord del luogo del futuro arsenale 67, databili tra la fine dell'viii secolo e l'inizio del successivo, ve n'è una (la n. 7 2 ) con deposizione di una giovane donna e di un neonato 68: il suo corredo comprende un aryballos, una fibula in bron zo a lunga staffa e due anelli in bronzo. Se l'aryballos fa parte della cultura materiale greca , la fibula a lunga staffa pertiene a quelle forme " coloniali " , per le quali si è proposta una mescolanza di tradizioni de rivanti da Greci e da Indigeni rispettivamente. Così che, se in mancan za di analisi antropologiche specifiche non è definibile se quella giova ne madre sia da considerarsi una delle poche, eventuali donne greche partecipanti all' apoikia , oppure una sicula portata , o convinta, a vivere
66. 2004, p. 67. 68.
PHOC:ELI.I 1 9 8 3 , p. 68; LE,;Tir-:1 2009a, p. 34 con bibl. prec., in specie LE"TI"' 34 e figg. 2 , 7· PEI.AGATTI 1 980-8 1 , pp. 697-70 1 . DOHO GAHETTO 1 980-8 1 .
152
6 . :'\!ASSO DI S I C I L I A
nell'appena fondato insediamento nassio , d a un punto d i vista cultura le appare che quest'ultima ipotesi possa essere difesa 69. Come anticipato, la t. 72 conteneva un aryballos di fabb rica co rinzia 7 0 , da mettere in serie con la categoria B r o (AI-C) A di Pithecusa 7 ' , attestata nei livelli posti a cavallo tra l'ul timo ventennio dell'viii ed il primo del vn secolo 72 . Questa tomba risulterebbe, pertanto, più tarda della t. x di Cocolonazzo di Mola che comprendeva una kotyle di sagoma Aetos 666, ma in fase con la maggioranza delle altre attestazioni di influsso greco provenienti dalla stessa necropoli sicula. È, tuttavia, da ricordare che una kotyle di sa goma Aetos 666 è stata ritrovata a Siracusa-Prefettura in uno stesso strato insieme ad un frammento protocorinzio 7 3 : non si può pertanto escludere una più lunga durata per recipienti di tale sagoma. Fin dal le ricerche di Paolo Orsi 74 tale evidenza era stata intesa come segno di una pacifica convivenza tra Nassii della prima generazione e Siculi preesistenti 75. Ciò, tuttavia, richiede un approfondimento in rappo rto a quanto tramanda Diodoro Siculo ( r 4 , 8 8 , r ) : > 25 • Ulteriore elemento di recenziorità è da ritenersi la fibula a drago con apofisi a bastoncello compresa nello stesso cor redo 26. A prescindere dalla esatta determinazione del periodo di chiusura di questa sepoltura, rimane sicura la constatazione che i figuli siculi erano a conoscenza, e ne trassero ispirazione, di prodotti ceramici greci della prima metà dell'viii secolo, come quelli ritrovati a Vil lasmundo; e che nell'entroterra della futura Leontinoi giungevano im portazioni euboiche, come a Centuripe. Così che non fa meraviglia che la locale p roduzione ceramica adotti, ed adatti, decorazioni, an che complesse, di derivazione euboica 27, iniziando ad utilizzare il tornio 28, e realizzando un'ampia classe di recipienti 29 in uno svilup po di tempo che sembra ancora incerto definire nel suo termine in feriore 3 0 . 20. BEll'\!t\13() BHEA I 968, pp. I 67-8. 2 I . FIV\SCt\ 2009, p. 46. 2 2 . PELt\Gt\TTI I 9823, p. I 6 3 fig. I8. 23. o ' t\GOSTI:\0 I 974, p. 77, tav. 26; il corredo alle t3VV. 2 5 , 27; PELt\Gt\TTI I 9823, p. I 6 3 n. I 6 I ; FIV\SCt\ 2009, p. 46; t\LBt\:\ESE PROCELLI 2003, p. I 4 I . Sul sito: OHSI 1 928, pp. 79-82; BTCGI, s. v. Monte San Basilio. 24- PELt\Gt\ TTI I 9823, p. I 6 3 . 2 5 . o ' t\GOSTI:\0 I 9 74 , p . 7 7 · 26. lvi, tav. 2 7 , riga superiore al centro. 27. PELt\Gt\TTI I 9823, pp. I 6 I - 3 . 2 8 . o ' t\GOSTI:\0 I 974, p. 7 8 . 2 9 . PELt\Gt\TTI I 9823, pp. I 60- I , con bibl. prec. 30. FHASCA 2009, pp. 8 3 ·9.
164
7 · LEOI"TI :'\J O I E Ct\Tt\ :'\J E
I n quanto l a documentazione archeologica finora resa nota non permette di precisare esattamente nel tempo l'inizio dello stanziamen to calcidese: mentre la tradizione letteraria offre informazioni di det taglio , anche se non sempre concordi, a p roposito delle prime vicen de della ktisis.
Fon ti letterarie Tucidide (6, 3, 3) riporta che i Calcidesi, scacciati i Siculi , fondarono Leontinoi e Catane; e che Lamis di Megara, dopo un primo stanziamento a Trotilon presso il fiume Pantacio, si trasferì con i suoi a Leontinoi dalla quale i Calcidesi, poco tempo dopo, lo scacciarono (Th . 6 , 4, r ) . Polieno (Stra!. , 5 , 5 ) tramanda, invece, che Teocle concluse un patto, siglato da giuramento, con i Siculi così da vivere insieme a Leontinoi: vi accoglie Lamis e i suoi, ai quali propone, ed ottiene, di cacciare i Siculi, non avendo quelli assunto il giuramento. Nonostante il servigio reso, i Megaresi vengono anch 'essi cacciati da Leontinoi. Fonti letterarie e documentazione archeologica 3' sono state intese come concordi fra loro 3\ attribuendo a Tucidide una versione molto sommaria rispetto a quella dettagliata di Polieno. Ma la differenza so stanziale tra i due racconti consiste nell'identificare il momento nel quale i Siculi furono scacciati: se per consentire ai Calcidesi di im piantarsi, come narra Tucidide, oppure dopo che la nuova città si era consolidata, come tramanda Polieno, anche grazie all'impiego del contingente megarese. Dalle antiche notizie non si ricava certezza 3 3 : n é i ritrovamenti archeologici, pertinenti all 'ultimo quarto dell 'viii se colo , sono stati effettuati in contesti tali da permetterne interpretazio ni utili a chiarire la successione e le modalità dei primi anni di vita di Leontinoi 34.
3 1 . HIZZt\ 1 978; HIZZt\ 1 9 8 1 , pp. 3 1 3 -4; BIOI'\'01 2000. 32. DU"BAUI" 1 948, pp. 45-6; BEHAHD 1 9 6 3 , pp. 88-9. 33· >�OGGI 1983, pp. 995-6 a proposito del disinteresse provato da Tucidide nei confronti delle popolazioni indigene a danno delle quali si impiantarono le apozkiai; e (n. 9 3 ) della definizione platonica di polemos contro i Barbari, cioè lo stesso sostanti vo utilizzato da Tucidide per descrivere l 'azione svolta da Teocle per poter fondare Leontinoi e Catane. St\MMt\HTt\:'\JO 1 994 legge queste notizie nell'ottica della spedizio ne ateniese contro Siracusa e dei rapporti che, in quell ' occasione, si ebbero tra Ate niesi e Siculi. 34- FHt\SCt\ 2009, pp. 4 1 -5 : con presentazione e discussione delle ipotesi inter pretative moderne.
165
FO:\ Dt\ZI0:'\11 G H E C H E
Non sembra pertanto giustificato altro se non attendere future scoperte archeologiche e, per l'intanto, ricorrere a " m odelli" d'inter pretazione, ben avvertiti comunque della precarietà e dell 'approssima zione che di necessità ne derivano. L'assegnazione di prodotti siculi, per quanto influenzati dalla conoscenza di quelli greci, alla fase di Fi nocchito ne comporta un excursus cronologico fino alla metà del VII secolo : non è pertanto metodologicamente legittimo riportare la cro nologia di tale evidenza materiale verso uno dei due estremi del pe riodo, seguendo le esigenze dell'interp rete moderno. I ritrovamenti più antichi di ceramiche greche risalgono al Tardo Geometrico 3 5 , ma provengono da terre scivolate dalle sommità delle due alture che sovrastano il tratto di fortificazioni scavato . I ;GELIS 1 994, pp. 96-9) lo aveva valutato tra 240 e 320. Diversa, in quanto maggiore, valuta zione della demografia alla fine dell ' v111 secolo: GRAS, TREZI>JY 1 999, pp. 260- 1 . 2 2 . BER.ARD I 9 6 3 , p . I 1 9 .
175
FO:'\: O A Z I O :'\J I GRECHE
che se l' identificazione della sua sepoltura nella tomba n . 8 del sepol creto siculo, pertinente all'età del Bronzo, identificato e scavato da Paolo Orsi 2 3 , non è da ritenersi. Questo sepolcreto è composto da grotticelle scavate nella roccia, variamente articolate con nicchie nelle pareti: il periodo d'uso è coerentemente riportabile alla fase del Bronzo recente che prende nome da questa stessa località. Successive ricerche hanno identificato un secondo, analogo, complesso sepolcra le, gran parte dell 'abitato e le strutture di fortificazione, con attesta zioni fino al successivo periodo di Cassibile e all'viii secolo 24. La tomba n. 8, della diffusa forma a grotticella, conservava ritrovati coperti da . Sotto i due corpi è stato scavato uno , senza poter giungere al pavimento origina rio della tomba (e quindi alla deposizione effettuata nell'età del Bron zo) , a causa dell 'infiltrazione continua dell'acqua di mare 25. I due " scodelloni" erano già stati intesi da Orsi come pertinenti alla produ zione geometrica greca: si tratta di due skyphoi di produzione corin zia, eponimi della classe, l'uno con pannello, l'altro sp rovvisto 26, as segnabili alla fase tardo geometrica entro la fine dell'viii secolo. La continuità nel corso del tempo dello stanziamento siculo dimostra che la vita in quel sito era possibile. Vista la verificata continuità di frequentazione dell'abitato siculo, è del tutto incerto che il riuso, avvenuto in fase del Tardo Geome trico, della sepoltura n. 8 sia traccia della morte di Lamis 27: per non parlare del secondo co rpo 28, deposto in tempo immediatamente suc cessivo se non sincrono 29. Dalle poche notizie finora pubblicate circa lo scavo delle abitazio ni identificate a Thapsos non è agevole trarre informazioni a proposi to dello stanziamento megarese qui ricordato da Tucidide (6, 4 , r ) , terminato per esserne stati i Megaresi scacciati, come s i è anticipato. ..
2 3 . OROl" 1 976, pp. 263 -70. Cfr. anche GIV\S, TREZI:\Y, BHOISE 2004, p. 570 fig. 478. 65. \'t\I.LET, \'ILI.t\HD, t\LI3EIL">O:'\J 1 976, p. 250 n. I . 66. Cfr. a Nassa: I.Er--:T I:\1 2009a, p . 2 3 ' casa 5 · 67. \'t\I.LET, \'ILI.t\HD, t\LI3EIL">O:'\J 1 976, p . 267, fig. 36: n . 5 8 . 20.
183
FO:'\: O A Z I O :"J I GRECI-l E
cedente 68. Si hanno pozzi, presenti, con qualche eccezione, in ognu no dei lotti finora conosciuti 69. In rapporto con alcune delle abitazio ni sono fosse scavate nel suolo roccioso con sagoma "a bottiglia" 7": la loro funzione era quella di ammassare derrate agricole, probabil mente già nella più antica fase di occupazione del sito, precedente alla costruzione delle abitazioni in pietra 7 ' .
Agora e d edifìci relativi L'elemento pm significativo dell 'attuale conoscenza archeologica di Megara Hyblea consiste nell'identificazione della sua agora 72. Fin dalla più antica fase identificabile, l'estensione della piazza risulta li bera da costruzioni private. I lotti occupati da queste ultime sono or dinati dall'angolo Nord-Ovest della piazza stessa 7 3 : l'insieme delle osservazioni compiute porta a concludere che l'identificazione della piazza come tale è pertinente all'originaria organizzazione u rbana del I'apoz"kia 74. Tre silos sono stati identificati all'angolo Nord-Est della piazza 75 , con l'imboccatura circondata da blocchi, oppure coperta da una lastra forata, e riempiti da ceramiche , che permetto no di porne le chiusure a cavallo della metà del VII secolo. Il periodo di chiusura dei silos è precedente alla data assegnata dagli scavatori ed editori alla costruzione della stoa " e " , che monumentalizza il lato settentrionale dell'agora 76. Il silos n . 4 2 . 2 si trova all'interno di una delle più antiche costruzioni a pianta quad rata 77, la quale costituisce eccezione alla generale mancanza di costruzioni sull'area dell'agora .
68. lvi, p p . 2 7 1 -85. DE ""GEJ.IS 2003a, p p . 40-7, fi g . 24 valuta c h e all ' impianto i Megaresi ascendessero al numero di 225 e di 675 al primo quarto del VII secolo. 69. GRAS, TRLZI:"'JY, BROISE 2004, pp. 5 69-70; pp. 502- r r . 70. VALLET, VI LLARD, AUBER';; ():"'J 1 976, p . 270; GRAS, TREZI:'\:Y, BROISE 2004, pp. 497•502. 7 1 . VALLET, VI LLAHD, ACBERSO:"\J 1 976, p. 2 5 8 n . r ; DE A:"\JGELIS 2002, pp. 3 0 1 -4; G RAS, TREZI:"JY, BROISE 2004, pp. 5 24-6. 72. VALLET, VII.LAHD, ACBEH.._Ol" 1 976, pp. 209 - 1 1 ; GRt\S, TREZII"Y 200 1 , pp. 6 1 - 3 ; GIV\S, THEZI:\Y, BHOISE 2004, pp. 4 1 9-2 1 . 8 5 . GHAS, THEZI,_.Y, UROISE 2004, p . 436. 86. GHA.S, THEZI:'\!Y 200 1 , p. 62. 87. lvi, p. 6 3 . 88. Per quest ' ultima: GRt\S, THEZI:'\JY, BHOISE 2004, p p . 5 5 3 -5 ; per l ' interpretazio ne come heroon la bibl. prec. è: GRt\S, TREZI:'\JY 200 1 , p. 59 n. 37; GHAS, THEZI:'\!Y, BHOISE 2004, p. 419 n. 5 · 8 9 . GHA.S, THEZI:'\!Y 200 1 , p. 6 3 . 90. A Thurii, a l tempo d i Dionisio i l Vecchio d i Siracusa: Aelian. , V . H . 1 2 , 6 1 ; .JACQUE.\H:\ 1 979; D E SEI"SI SESTITO 1 9 9 3 , p. 3 4 3 ·
186
8 . M EG t\ Ht\ 1-! YBI.Et\
Tecniche costruttive Si è anticipato circa la tecnica di costruzione delle abitazioni entro l'vm secolo: si impiegano esclusivamente 9 ' pietre locali non tagliate unite a secco per l'elevato dei muri, che basano su ortostati, ugual mente non tagliati; talvolta a questi ultimi sono framm iste pietre di minori dimensioni. Non si hanno informazioni sulle coperture: in ma teriale deperibile all'inizio, si disponevano molto p robabilmente a pendenza unica 9', mentre solo dal corso del VI secolo sono docu mentate tegole fittili. Si riscontrano lievi differenze rispetto alle abitazioni coeve di Nas so (cfr. supra, CAP. 6 ) : nella mancanza in quest 'ultima dell'uso di or tostati nel basamento delle pareti; nella prevalenza di planimetrie ret tangolari invece che quadrate. Ma la più ridotta conoscenza finora ac quisita a Nasso non permette di spingere oltre il confronto, in specie per quanto riguarda l'ordinamento u rbanistico. Ancor meno si può osservare per quanto noto a Siracusa. Le abitazioni monovano a pianta quadrata si ampliano, nel corso del VII secolo, grazie all'aggiunta di analoghe strutture contigue, così da portare ad una planimetria che comprende fino a tre vani; si ha un' unica ulteriore attestazione di banchina interna 93; i pozzi diventa no numerosi 94. L'attività edilizia si incrementa entro la fine del seco lo, così che si riduce l'estensione degli spazi scoperti, pur mantenen dosi inalterate le caratteristiche distintive, tecniche e planimetriche, dei periodi precedenti 95. L'ampio e rigoroso impianto u rbanistico di Megara, tale fin dal momento più antico che gli scavi archeologici hanno finora evidenzia to e che i loro editori hanno dettagliatamente reso noto, nella sua evidenza materiale appare essere se non una p rova, almeno un forte indizio che l'apoikia lì stanziatasi non era in condizioni " fallimentari " : era, invece, ben guidata, disciplinata, fattiva. Può essere che l a mano valanza necessaria alle opere sia stata fornita dai Siculi: ma la pro gettazione e la conduzione della complessa impresa di costruire una città dal nulla sono da riconoscersi ai Greci 96, così come abbiamo 9 1 . �on è documentato l ' uso di mattone crudo o di simili tecniche: Vt\LLET, VIL Lt\RD, t\LBEH.S0:'\1 1 976, p. 247; ricostruisce, impropriamente, «mud-brick superstructure» DE t\:\GELIS 2002 , p. 3 0 1 . 9 2 . \'t\I.LET, \'ILI.t\HD, t\LI3Eil''ò0:'\J 1 976, p p . 2 5 5 - 7 , fig. 30. 93· lvi, p. 2 84 n. 4· 94· lvi, p. 2 8 5 . 9 5 · lvi, p p . 296-8. 96. GJV\S, TREZI:'\!Y, 13ROISE 2004, pp. 5 60- 1 .
187
FO:'\ DAZI0:'\!1 GRECH E
visto per N asso. In ambedue queste poleis ecistiche, come non è fino ra accaduto né per Cuma né per Zancle, i ritrovamenti archeologici ci hanno permesso di materializzare, con muri e planimetrie, il concetto della polis alto-arcaica.
Selinunte Megara Hyblea scontò la sua vicinanza a Siracusa con l'esilio dei suoi abitanti inflitto dal tiranno Gelone, 245 anni dopo la sua fondazione; 145 anni prima, i Megaresi avevano richiesto alla madrepatria l'invio di un ecista, che fu Pammilo, così da procedere ad una spedizione per fondare Selinunte (Th. 6 , 4 , 2) sul versante occidentale dell 'iso la 97: causata dalla necessità di assegnare lotti agricoli ai politai che ne erano sprowisti a causa p robabilmente della stenochoria conseguente al regime aristocratico che reggeva la città 98. Questi due riferimenti di cronologia relativa sono stati frequentemente utilizzati per aggan ciare una cronologia assoluta alla narrazione delle più antiche fonda zioni greche in Sicilia (cfr. supra, CAP. 6 , p . r 3 8 ) 99.
97· lnventory Poleis 2004, pp. 220-4 n. 44· 98. DE A:'\JGEI.IS 1 994 rifiuta una stratificazione sociale a Megara tale da indurre a difficoltà nel possesso di terre agricole: ma con argomenti che paiono deboli, rap presentati dalla mancanza di un ' analisi approfondita della particolarità evidenziata dal sopra ricordato edificio n. 42.2 al mancato confronto con le situazioni note a Leonti noi (Arist. , Poi. 5 , 8 = 1 3 1 0 b), a Nasso (cfr. COHDA"O 1 998) e a Siracusa (Hdt. 7, 1 5 5 , 2), tutte con rigida stratificazione sociale ed alla sottovalutazione della menzione dei pacheis, e dell ' antagonismo tra questi e il popolo, a Megara, sia pure in periodo più recente (Hdt. 7, 1 5 6, 2 ) . Inoltre, lo stesso DE A"GEI.IS 2003a, p. 5 1 propone, con traddicendosi, che da Megara si svolgesse un commercio di grano, gestito dalle fami glie dominanti. Diversa, e più accettabile, prospettiva nella valutazione dell ' estensione della chora: GHAS, THEZI"Y 1999, p. 2 5 8 . COSTAI'\ZI 2009, p. 443 propone che l ' impian to di Selinunte sia stato voluto da Megara per facilitare il rapporto con i "Fenici" : ma sia qui sia a Siracusa e a Zancle si hanno ritrovamenti di prodotti fenici già ben più antichi della fondazione selinuntina. 99· Cfr. anche DE A"GEI.IS 2oop, p. 1 24.
188
9
Siracusa
Circa 20 km a Sud di Megara Hyblea il fiume Anapo sbocca in un riparato golfo del mare Jonio: all'estremità Nord-Est di questo è con tigua alla terraferma un 'isola, così da conformarsi l'opportunità anche di un secondo approdo sulla sua costa settentrionale. L'insieme di tali caratteristiche geomo rfologiche offriva condizioni più che opportune ad un insediamento umano: sia di articolazione semplice sia più com plessa. E, infatti, la terraferma è conformata da un tavolato rialzato, adatto ad ospitare una piazzaforte, in condizione di difendere l'abita to posto sulla sottostante riva del mare.
Documentazione archeologica Come indica la conoscenza archeologica ad oggi posseduta, sull'isola si ebbe un insediamento di Siculi, che non si limitarono ad essa, ri servando agli usi agricoli e di necropoli la terraferma: anche su que st'ultima impiantarono n uclei abitati. La presenza umana è attestata dalla seconda metà del II millennio, ma si hanno documentazioni anche del periodo Neolitico ', prose guendo con continuità fino all'vm secolo: anche se non possiamo ri costruire in dettaglio l'eventuale dinamica di frequentazione awenuta in questo lungo periodo di tempo. Oltre che sull'isola , se ne ha docu mentazione a monte del teatro, sul colle Temenite 2 ; in viale P. Orsi è stata scavata una tomba a grotticella, non in precedenza disturbata: il suo corredo è ascritto alla fase di Cassibile, all'inizio del 1 m illennio 3 ;
r . Zona d i Tor di Conte: BASILE I 993 -94, pp. I 3 I 6-7; e a piazza Duomo: vozA I 999b, p. I O. 2. BTCGI, s.v. Siracusa, p. r76; necropoli: ivi, p. 1 9 5 . 3 · VOZA I 973b, p. 82, tav. I 8 .
189
FO:-..: OAZIO:"J I GRECHE
sepolture simili sono note anche sull'isola 4; sul versante Nord del pianoro di Epipole è una necropoli presso Casa Agretta, in contrada Targia, mentre frammenti ceramici sono stati ritrovati all'esterno delle m u ra di età dionigiana ' · Non abbiamo informazioni dalle fonti letterarie antiche sui modi att raverso i quali i Greci p resero conoscenza diretta di questo com p rensorio, in funzione di stabilirvi un'apoikia: ci mancano, cioè, gli accenni relativi ai viaggi d'esplorazione compiuti da Teocle, a quelli di Miscello (cfr. in/ra , CAP. I I ), prima delle fondazioni rispettiva mente di Nasso e di C rotone, o alla presenza di lestai prima di quel la di Zancle. Conosciamo, tu ttavia , produzioni greche, per lo più pertinenti alla fase del Tardo Geometrico a Nord e ad Ovest di capo Passero 6. Le più antiche importazioni sono quelle deposte nelle sepolture a grotticella della valle del Marcellino, in territorio dell'odierna Villa smundo, alle quali si è già fatto riferimento, posta a Nord di Siracusa. La continuità di importazioni di produzione greca che si documenta in queste sepolture durante il corso dell'vm secolo indica che quel settore geografico ha ricoperto funzioni " emporiche" in periodo pre cedente all'impianto delle ktiseis siceliote: durante il quale viaggi e scambi si effettuano all'interno di rapporti non conflittuali intrecciati con gli Indigeni da parte di Greci e " Fenici " , forse ormai per lo più da Cartagine 7 • Ma di tale realtà non abbiamo superstite documenta zione letteraria che ci possa far intravedere quali, fra i Greci, siano stati protagonisti di tali primi contatti di conoscenza: e i ritrovamenti archeologici sono, al proposito, muti. Anche se la conformazione del le importazioni può indiziare verso la prexis euboico-cicladica, in sin tonia con quanto si interp reta per l'intero bacino centro-occidentale del Mediterraneo in quest'epoca. Da tombe sicule di Modica provengono una kotyle Aetos 666 e due skyphoi di Thapsos 8; così da Avola si hanno skyphoi di Thapsos di fabbrica corinzia 9 dai corredi deposti nelle grotticelle sicule nn. 3 -4 ; da collezione formatasi a Solarino, posta nella media valle del fiume Anapo, uno skyphos di Thapsos w; da Castelluccio presso Noto 4· 5· 6. 7· 8.
BTCGI s.v. Siracusa, p. 1 5 2 . lvi, pp. 1 8 2 · 3 , p. 1 9 8 . Cfr. ALBA:'\IESE PHOCELLI 1 997, p. 5 1 7, tav. 1 1 . GRAS 2002, pp. 1 96·7. PELAGATTI 1 982a, pp. 1 1 7-8; RIZZO:--: E , SA,\L'viiTO, SIHVGO 2009, pp. 1 8-9, fÌgg.
5 ·6. 9· PELAGATTI 1 978a, p. I I I ; DEl-IL 1 984, p. 1 89 nn. 1 -2 . I O . PELAGATTI 1 982a, p. 1 2 0 fig. 2 .
190
9 · S I RACUSA
si ha una coppa tardo geometrica di produzione euboica ' ' . Infine, da Gela è registrato il ritrovamento di frammenti di skyphoi di Thapsos di produzione corinzia in contesti stratigrafici sull'acropoli " e di altri protocorinzi sulle pendi ci Ovest ' 3 . Questi ultimi ritrovamenti costituiscono, allo stato attuale delle conoscenze archeologiche, il termine estremo ad Ovest da capo Pas sero sulla costa meridionale dell'isola della presenza di materiali di produzione greca ancora riferibile all'vm secolo '4. Com'è noto , la ktisis radio-cretese di Antifemo e di Entimo '5 avvenne qui nel primo quarto del vii secolo; ancora più tardi quella di Selinunte, ad iniziati va dei Megaresi Iblei; all'inizio del VI secolo quelle di Agrigento ' 6, originatasi da Gela, e di Camarina '7 da Siracusa. Sulla costa setten trionale, intorno alla metà del VII secolo, viene fondata Himera ' 8, su iniziativa degli Zanclei e con la partecipazione dei Miletidai da Sira cusa (Th. 6 , 5, r ) . Pertanto, i materiali di produzione greca finora ricordati documentano di viaggi, e non di stanziamenti: tanto più che l'acropoli di Gela era sede di un abitato indigeno '9 nell'epoca alla quale rimontano i frammenti di skyphoi di Thapsos sopra ricordati. La costa meridionale della Sicilia è quella direttamente prospiciente il litorale africano controllato da Cartagine: su ambedue sono stati in attività emporia fino al v secolo 2 0 • Di questi non conosciamo il perio do d'inizio: ma sull' attardamento della prexis fino all'inizio del VII se colo può essere testimonianza la notizia circa la presenza di un pirata fenicio, dal quale Antifemo ed Entimo ebbero a penare gravemen te " . Alcuni moderni mettono in dubbio la realtà della notizia 22: ma, a quel che sembra, troppo frettolosamente. Non sembra ingiustificato ritenere che la costa meridionale della Sicilia sia stata conosciuta dai Greci nel corso dell'viii secolo: ma non considerata favorevole all'im-
I I . COLDSTREA.\1 I 968, p. I92; PEI.AGATTI I 982a, p. I 24. I2. ORLA:--.J D IJ\:1, ADA.\IESTE1\:'\C I 962, p. 405 fig. 88; DE .\l iRO, FIOREJ\:Til'\1 I 978, p. 96; FIORE:"JTI:"JI, DE .\li RO I 9 8 3 , p. 74 fig. 22; DEHI. I 984, p. 208 nn. I -2 . I 3 . PIZZO I 999· I 4 . Cfr. ALBAJ'\LSL PHOCEJ.I.I I 997, p. 5 I 7 , tav. I l . 1 5 . Inventory Poleis 2004, p p . 1 9 2 -4 n. 1 7 . 1 6 . Iv i , p p . 1 8 6 - 9 n. 9· 1 7 . lvi, pp. 202-5 n. 28. 1 8 . lvi, pp. 1 98-201 n. 24. I 9 . ADA�lESTEA:'\L' I957, pp. 24-5; BERAHD I 96 3 , p. 2 I O; FIOH.Er\'Tir\'1, DE ,V1JHO 1 98 3 , pp. 5 7 -60, fig. 7 con i ll ustrazione de lla stratigrafia. 20. GRAS 2000b, pp. 1 30-4. 2 1 . B Ù III.ER I 982, pp. 2 9 I -8 n. 38. 22. DU:"JBABI:'\J I 948, p. 327 n. 3 ; BERARD I 9 6 3 , p. 2 30.
191
FO:\ Dt\ZI0:'\11 G H E C H E
pianto di stanziamenti ecistici, forse anche a causa dell ' inquietante presenza fenicia 23 e delle maggiori facilità che p resentava la costa orientale per lo sviluppo delle fondazioni. Sembra notevole, fra questi ritrovamenti greci dalla costa meridio nale e dal comprensorio di capo Passero , la presenza di prodotti co rinzi: i quali, inoltre, rappresentano la quasi totalità dei materiali di questa fase rinvenuti a Megara Hyblea 24. Appare, pertanto, giustifi cato proporre l' ipotesi che la fondazione di Siracusa 25 sia stata pre ceduta da viaggi esplorativi , giunti almeno fino a Gela dopo doppiato capo Passero: viaggi, comunque, non più antichi dell'awenuta strut turazione di Pithecusa e, per quanto abbiamo più sopra ricostruito, dell' impianto dei lestai allo Stretto.
Gela Si potrebbe anche interpretare che i materiali di produzione greca so pra ricordati siano stati esclusivamente all'interno di rapporti di scambio tra Indigeni, che se ne approwigionavano sulla costa orien tale. Almeno nel caso di Gela , ne sarebbe indizio la scarsità numerica di quanto oggi è noto. Come conseguenza, si dovrebbe ritenere che navigatori greci non abbiano doppiato, fino all'inizio del VII secolo, capo Passero: e fra i motivi di tale limitazione occorrerà ripetere quello di un controllo " fenicio " . M a quest'ultima interpretazione non pare soddisfacente: sia per i motivi già addotti sia per l'aggregarsi in zona di tradizioni mitiche, imperniate sulle figure di Minasse, Dedalo e del " re " locale Koka los 26. L'insieme di tali tradizioni si confà ad un ambiente " empori co" 27, oltre a giustificare ex post l'impianto della ktisis radio-cretese di Gela. Di quest 'ultima sappiamo (Th. 6, 4, 3) che la sua acropoli, sito del primo insediamento, fu chiamata Lindioi, evidenziando l'ori gine radia degli apoikoi. Si è ritenu to che Lindioi costituisse un im-
23. Con i quali, tuttavia, si intrattenevano scambi, come dimostrano i ritrova menti di ceramiche " fenicie" effettuati a Zancle (cfr. supra, Ct\P. 5, n. 34) e a Siracusa e Megara (cfr. in/ra, n. 8 3 ) ; VAI.I.ET 1 968, p. I 17 propone una prima installazione greca nella seconda metà dell ' vili secolo. 24- \'II.Lt\HD 1 9 8 2 , p. 1 8 1 . 2 5 . lnventory Poleis 2004, pp. 225 - 3 1 n. 47· 26. HIZZt\ 1 979; HIZZt\, Pt\I.Eil\10 1 985 -86. 2 7 . RACCUJA 1 99 2 , pp. 280-1 e n. 1 9 ; pp. 2 8 1 -5 sulla affidabilità della notizia, supra, n. 2 1 , in Zenobio (cfr. anche IV\CCUit\ 2ooo, pp. 1 09- 1 2 ) .
192
9 · S I Ht\CUSt\
pianto precedente nel tempo la struttu razione di Gela, anche sulla base dei ritrovamenti databili entro la fine dell 'viii secolo sopra ri cordati 28. Ma Tucidide non parla di un impianto precedente alla kti sis, al quale sarebbe da attribuire il nome Lindioi, ma solamente del fatto che l'acropoli di Gela fu la prima ad essere fortificata, e che essa era detta Lindioi. Quel toponimo non sarà, quindi, da riferirsi all'area " emporica " , per la quale, come già nel caso della fase propo sta come precedente alla fondazione di Cuma, non conosciamo la de nominazione adottata. L'uso, da parte di Tucidide (6, 4 , 3 ) , del ter mine epoikoi per definire il gruppo guidato da Antifemo ed Entimo ha fatto supporre che si trattasse di un " rincalzo " ad un p recedente insediamento, appunto Lindioi: ma il significato del termine non ap pare essere così limitativo 29. Protagonisti di viaggi esplorativi potrebbero essere stati i Calcide si, ampliando il significato della notizia straboniana su Teocle: ai qua li si saranno aggiunti i Corinzi, che si è già p roposto essere stati loro alleati durante la guerra lelantina. Si è ricostruito che gli impianti di apoikiai condotte da queste stirpi siano stati effetto di un unico " p ro getto " , ispirato dall'Apollo delio vista anche la presenza cicladica a Nasso 3 0 • Verso tale ricostruzione dei fatti potrebbe indicare la tradizione, raccolta da Plutarco ( Quaest. Gr. II), relativa alla conquista di Corci ra ed alla cacciata da essa degli Eretriesi che fin' allora la occupavano (cfr. in/ra). È, però, da ricordare fra i ritrovamenti di questo quadrante s i a l a predominanza di prodotti corinzi s i a la recenziorità rispetto a quelli da Villasm undo: e la loro datazione all'interno di un intervallo tem porale che comprende sicuramente il momento della fondazione di Siracusa. Così che è del tutto incerto intenderne il significato " stori co" nel quadro della sicura attività dispiegata dai Greci, e prevalente mente dai Corinzi, a cavallo di tale fondazione.
28. \'\'El"TKEH 1 956; OHI.t\1"01:\1 1 9 6 3 . CATAUDEI.Lt\ 1 996, pp. XV-XVI propone che Lindio i sia stato il nome della parte della città abitata dopo l ' assedio cartaginese del 405. Per il toponimo Gela cfr. Iv\CCVIA 2ooo, pp. I I 6-7. 2 9 . DE WEVEH, VA:'\J COMPEHI"OLI.E 1 967, pp. 478-8 1 , 498-504; t\SHEHI 1 9 80, pp. 1 24-5; Ct\SEVITZ 1 9 8 5 , pp. 1 5 3-7: a p. 153 afferma «sans qu ' il soit aisé de discerner son sens précis»; .\lt\DDOI.I 1 986, pp. 144-5: «intervento di coloni [. .. ] sul sito di una preesistente polis»; Rt\CCUIA 1 992, p. 298 intende il termine con il significato di «colo ni che si installano a spese di o contro qualcuno» con riferimento alla distruzione della città sicana di Omphake ad opera di Antifemo (Paus. 8, 46, 2 ) . 30. COHDAI'O 2006, p p . 466-7.
193
FO:\ Dt\ Z I 0 :'\1 1 G R ECI I L
Fonti letterarie Strabone (6, 2, 4 ) tramanda un racconto ricco di particolari, derivanti da autori a lui precedenti, di chiara impostazione filo-siracusana. Ar chia, l'ecista 3 ' , si recò presso un oracolo, che possiamo presumere sia stato quello di Delfi, nello stesso tempo che lo consultava Miscello, ecista di Crotone, quasi in contemporanea alle fondazioni di Nasso e di Megara Hyblea. Alla domanda del dio, Archia scelse la ricchezza, Miscello la salubrità: così che Siracusa crebbe come la più opulenta fra le città greche. Durante il viaggio verso la Sicilia, Archia lasciò a Corcira parte della propria spedizione, sotto il comando di Chersi crate; approdato a capo Zefirio , vi raccolse alcuni Dori che si erano là recati dopo essersi separati dagli altri Dori che avrebbero poi fon dato Megara Hyblea (cfr. supra, CAP. 8 , n . 9 ) . Infine, fondò Siracusa. Da altri autori apprendiamo ulteriori particolari: Archia apparte neva al ghenos degli Eraclidi (Th. 6, 3, 2 ) , decimo per generazione dal capostipite Temeno (Marmor Parium § 3 r ) ; avendo ucciso il suo amante Atteone, figlio di Melisso, dovette abbandonare Corinto (Plu . , Ama!. narr. 2 , 7 , Mor. 7 7 2 d-773 b ) , colpita d a u n a pestilenza a se guito del suicidio di Melisso, che non aveva ottenuto giustizia dell'o micidio del figlio. Archia, a sua volta, fu ucciso dal suo nuovo aman te, Telefo. Siracusa fu fondata, un anno dopo Nasso , dopo aver scacciato i Siculi dall' isola di Ortigia, secondo la successione delle fondazioni si celiate raccolta da Tucidide (6, 3, 2 ) . L'insieme della tradizione antica giunta fino a noi fa intravedere filoni documentari diversi fra loro. La pertinenza di Archia al ghenos degli Eraclidi è riferita ad una determinazione di cronologia relativa: proprio per questo è stata ritenuta errata, in quanto Temeno era ca postipite degli Eraclidi di Argo (e Fidone, celebre tiranno di quest'ul tima, era posto alla decima generazione di questo stesso ghenos argi vo ) , mentre gli Eraclidi di Corinto vantavano come progen itore Aie te 32 e, in generale, i Bacchiadi ritenevano di discendere da Eracle (Plu . , Ama!. narr. 2, 7, 9 ) . I rapporti tra Argo e Corinto, intercorsi poco dopo la metà dell'viii secolo, sono stati ricostruiti in un conte sto di tentativi da parte della p rima di imporsi su quest'ultima, difesa invece dai Bacchiadi che vi avevano preso il potere: si intende che Archia fu scacciato dai Bacchiadi 3 3 • 3 1 . I.ESCIII!Oil'< 1 984, pp. 1 3 ·6. 3 2 . BE!v\RD 1963, p. 1 2 3 . 3 3 · .\IA:-I:-11 1 974, p. 87.
194
9 · S IH t\ C U S A
Il motivo tramandato p e r i l quale l'oracolo 34 impose ad Archia di fondare Siracusa appare di natura aneddotica: ma il padre dell'ucciso rivendica l'azione a favore dell'indipendenza di Corinto, difesa dalle mire degli Argivi dal di lui padre, Abrone. Se ne ricava una prova a favore della ricostruzione proposta 3 5 : anche se la successione tempo· rale, che si p rolunga per il corso di due generazioni, che così si tra· manda rende incerto il motivo per il quale i Bacchiadi abbiano scac· ciato Archia. Se questi apparteneva, come indicherebbe il capostipite tràdito, ad un ghenos argivo, invece che corinzio, l'esilio appare tardi· vo; essere stato Archia originario di Tenea 36, dalla quale proveniva gran parte degli apoikoi (Str. 8, 6, 2 2 ) , non è documentato. Tuttavia, Tenea si trova lungo un asse di comunicazione tra Corinto ed Argo 37: e, quindi, in posizione strategica in un quadro di rivalità fra le due città. Una razionalizzazione di quanto conservato in Plutarco indu rrebbe a ricostruire che Archia era filo·argivo , e quindi uccise Atteone, membro di un ghenos a lui contrario: ma non sappiamo quanto l'inverso parallelismo tra questo episodio e quello che costò la vita ad Archia per mano del suo nuovo amante sia stato causa della costruzione del racconto moraleggiante plutarcheo. Un indiretto indizio di p resenza culturale e produttiva argiva a Siracusa, più che da notizie lettera rie su Pollis argivo, che sarebbe stato re in epoca imprecisata 38, è costituito da ritrovamenti di re· cipienti ceramici figu rati, p rodotti in loco da vasai argivi immi· grati 39•
34· Delfico, secondo Paus. 5 , 7 , 3 ; cfr. SUAHEZ DE L A TOimE I 994, p p . 9 · I 6. 3 5 · Cfr. MA:-I:-11 I 974· 36. Così ivi, p. 87. 3 7 · Per le tradizioni argoliche, di epoca micenea, a Tenea cfr. ASHEHI I 98o, pp. I I 6·7. 3 8 . DU:-IBABI:-1 I 948, pp. I4·5, 9 3 ·4; CAI.DEHO>IE I 978, p. I 7 . A Pollis è attribuito l'aver per primo portato a Siracusa, dall ' Italia, il ceppo di vite rampicante detto anche biblinos, dal quale i Sicelioti ricavavano un vino dolce dallo stesso nome (Ath. I, 3 I b; Theocr., I4, v. I 5 ) . Biblinos è il nome di un vino di antica tradizione (Hes. , Op. v. 5 89: cfr. DEBIASI 2008, p. 3 5 ) , molto lodato, proprio della Tracia e delle isole settentrionali dell ' Egeo (Ath. , I, 3I a; VA"DE!t'IEIL'CH I 994, pp. 28, 5 I ·2; CORDAI\0 2004, pp. I O I ·2 ) . A Reggio è noto l'oracolo che descrive una vite attorta a d u n leccio (cfr. supra, Ct\P. 5 , p. 1 2 4 ) . Non sappiamo se, i n antico, s i avessero due ceppi d i vite con caratteristiche analoghe fra loro, oppure se se ne avesse uno solo. Un ' eventuale acclimatazione in Ita lia (Reggio) del ceppo egeo settentrionale si può supporre sia stato operato dagli Eu· boici (Eretriesi), attivi in ambedue i settori geografici (cfr. in/ra, n. 46). 3 9 · PELAGt\TTI 1 982b, pp. 1 47-62; DE FIDIO 1 995 , pp. 98-9; TORELI.I 2 0 1 I, p.
195
FO:\ Dt\ZI0:'\11 G H E C H E
Che a Corinto si avessero difficoltà interne nel periodo che vide la presa di potere da parte dei Bacchiadi 4o appare, tuttavia, sicuro, tan to più in presenza di azioni espansionistiche da parte degli Argivi: così da motivare un' apoikia , che rientra in una delle ipotesi poste da Platone (Lg. 4 , 708 b ) come causa di spedizioni transmarine. E alme no nel caso di Reggio si documenta come una fazione, sconfitta poli ticamente, si rivolge ad espatriare: qui si tratta di Messeni filo-sparta ni (Str. 8, 4 , 9 ; Paus. 4 , 4 , r ; cfr. supra, CAP. 5 ) , nel nostro caso di Corinzi filo-argivi, forse. Stante l'informazione di Strabone relativa all'origine da Tenea de gli apoikoi, non sembra giustificato ritenere l'azione di Archia come rientrante nel modello prexis: un'iniziativa, cioè, " individuale " , dalla quale successivamente si sviluppò un'apoikia formale 4 ' , presa poi sotto l'egida di Corinto. Anche se il trasferimento, nel secolo seguen te, di Damarato in Etru ria 42 sembra presentare tratti analoghi a quanto si è proposto per Archia, nella comune opposizione ai Bac chiadi. I prodromi della spedizione di Archia comprendono la consulta zione dell'oracolo: la contemporaneità con la presenza di Miscello è da intendersi ricostruzione ex post, così come la sosta a capo Zefirio.
Eretriesi e Corinzi a Corcira La presa di possesso di Corcira da parte di Chersicrate, ricordato come membro della spedizione di Archia, sembra, invece, ben inqua drabile nel processo di espansione da parte di Corinto verso Occi dente: durante, o subito dopo, la guerra lelantina. Che la cacciata da quest'isola degli Eretriesi sia avvenuta così come ce la narrano Stra hone (6, 2, 4 ) e Plutarco ( Quaest. Gr. II), oppure a seguito di una spedizione organizzata da Corinto ad hoc, poco muta nella ricostru zione delle grandi linee della progressiva p resenza greca in Occiden te. Corin to, nel periodo del p redominio bacchiade 4 3 , non poteva non tentare di impadronirsi di Corcira, in un 'ottica di espansione: e, infat ti, dalla fase del Tardo Geometrico cresce quantitativamente la pre senza della sua ceramica, dal Salento a Pithecusa. 40. Arist., Poi. 1 265 b, 1 2 - 1 6 a proposito della norma, dovuta all ' arcaico legi slatore Fidane, sull ' immutabilità del numero dei kleroi: cfr. supra, CAP. 5, n. 82; DE l'IDIO 1 99 5 , p. 8 3 . 4 1 . OSBOR.'\E 1 998, p p . 25 1 , 267-8. 42. ZEVI 1 9 9 5 · 4 3 · t\:\TO:'\JELI.I 2002 , p p . 1 87-9.
196
9 · SIHt\CUSA
Il passo di Plutarco è stato sottoposto ad approfondita critica, ne gando in sostanza la possibilità che Eretriesi fossero stanziati a Corci ra fino all'arrivo della spedizione corinzia 44. I campi d' indagine ana lizzati sono quelli filologico-letterario , da un lato, e quello archeologi co, dall'altro. Tralasciando posizioni metodologiche che appaiono in giustificate 45 , qui si riafferma, invece, la fiducia da riconoscere alla fonte utilizzata da Plutarco , sicuramente pertinente ad un ben infor mato ambiente eretriese 46. Piuttosto che tentare 47, occorrerà analizzare la prima all'interno della cultura della propria sincronia e del relativo quadro di conoscenza posseduta. Appare quindi molto possibile che Plutarco (e forse già la sua fonte) utilizzi termini, i significati dei qua li si riferiscono ad epoca, e a situazioni, molto più recenti degli eventi che pure ricorda. La presenza di Eretriesi a Corcira è definita con il verbo kataoikeo 48, che lo stesso Plutarco utilizza per descrivere le co lonie romane. Ma avrebbe potuto scrivere diversamente egli, attivo nel n secolo dopo Cristo? E lo stesso verbo katoikein è adoperato almeno da Aristotele (Pol. 7, r o , 3 = 1 3 2 9 b) 49: a dimostrazione che il suo significato di stanzialità non è limitato né alle colonie romane né all'epoca imperiale romana. La ricostruzione di navigazioni, scam bi e presenze che si attuano nel corso dell'viii secolo porta noi oggi a configurare un quadro del tutto diverso da quello messo in atto, non diciamo dalla Repubblica Romana , ma già dalle poleis dall'ultimo quarto dello stesso secolo. All'interno della presenza euboica (eretrie se) nel bacino del Mediterraneo, ed in particolare nello Jonio , occorre ricordare il ritrovamento ad Aetos, com'è noto posta nell'isola di Ira ca non lontana da quella di Corcira, di un sigillo ascritto al gruppo
44- �IOHGA:\ 1 998; Ci\Bt\1'\'ES 2008, pp. 1 6 3 - 5 . 45· Come, a d esempio, i confronti con l a situazione della colonizzazione inglese in Australia nella prima metà del XIX secolo: ,\IORGA" 1 998, p. 287. 46. Cfr. o ' AGOSTI:\0 1 967, p. 26 e n. 3 8 ; BAKHL'IZE:'\J 1 976, p. 1 9 nega una pre senza eretriese a Methone; 1-lt\M,\10:'\JD 1 995 , p. 3 1 5 e n. 36; Pt\HKEH 1 997, pp. 5 5 -7 ; ,\IELE 1 998a; MALKI:-.J 1 998a, p p . 7 5 - 8 . Si può aggiungere il ritrovamento a Torone di brocchette con bocca a fungo di fabbrica cipriota e levantina, databili fra VIli e VII secolo, evidentemente là trasportate da navigatori che frequentavano le due aree e che si può supporre essere stati Euboici (Eretriesi): FLETCHEH 2008. Per la presenza a Pi thecusa e a Cuma di pendenti in bronzo di cultura greco-settentrionale, cfr. supra, CAP. 3, n. 68. 47· Come pure critica MORGAI' 1 998, pp. 286-7. Ritiene la fonte di Plutarco per t inente ad ambiente calcidese A:'\JTO:-.JELI.I 2ooo, p. 26. 48. >!ORGA:\ 1 998, p. 287. 49· 'll.!STI 1 995 , pp. 345-7: rileva come il termine greco corrisponda nel significa to a quello latino di colonia.
197
FO:\ DAZI0:'\11 G H E C H E
del " Leone accovacciato " 50; di una coppa " fenicia " , per di p m co stituita dalla giustapposizione avvenuta in !oca dei resti di due reci pienti del genere, e di uno scaraboide del gruppo del " S uonatore di Lira" a Francavilla Marittima (cfr. supra, CAP. 2, p. 6o): tutti oggetti di p roduzione levantina componenti carichi trasportati sia da Euboici sia da " Fenici " 5 ' . Questi ultim i, testi Erodoto ( 1 , 1 0 5 ) e Pausania ( 1 , 1 4 , 7 ) , avevano eretto u n tempio sull'isola d i Kythera: la notizia , cor rispondente o no alla realtà storica , può essere intesa come memoria di una frequentazione marittima " fenicia " all'estremità meridionale del Peloponneso. Frequentazione che, con minor difficoltà di rico struzione effettiva, sarà stata propria anche degli Euboici (Eretriesi) diretti verso Occidente. Di una rotta Sicilia-Itaca si ha memoria: Odisseo , sotto le mentite spoglie di Eperito, narra al padre di essere arrivato sull'isola appunto dalla Sicilia ( Horn . , Od. 2 4 , vv. 3 04- 3 0 7 ) 5 2 . La stessa menzione di Liburni a Corcira (Str. 6, 2, 4 ) , che Chersicrate scacciò per insediare l a propria apoikia (questa s ì sta b ile e quindi non compatibile con una qualsiasi altra forma di pre senza, forse poco prima addirittura avversaria, se Corinto, collegata come si sa con Samo, era stata alleata di Calcide durante la " guerra lelantina " ) 5 3 , la quale rientra nel quadro ricostruito. I Liburni, con trollando in tempi remoti le rotte ad riatiche ( Plin . , N. H. 3, 14, I I 2 ) , costituivano, si può proporre, i vettori verso l'estremità dell'Ad riatico di oggetti scambiati con gli Euboici (Eretriesi), provenienti dal golfo di Corinto 54 a giudicare dai ritrovamenti archeologici noti, nello sca-
50. HUBEH 1 998, p. 125 n. 62. 5 1 . LEPORE I98Ia, p. 229, considera Eretria come snodo tra Al Mina e Pithecusa. 5 2 . Se Corcira corrispondesse alla Scheria dei Feaci, come alcuni antichi intende vano anche in base all ' identificazione di una roccia con la nave pietrificata da Posei done (cfr. PFISTEH 1 909, p. 3 3 5 con elenco degli autori antichi), le si attaglierebbe quanto dice Alcinoo (Horn . , Od. 8, v. 2 9 ) , il quale ignora se Odisseo sia lì giunto provenendo da Oriente oppure da Occidente. Gli Eretriesi si vantavano di essere di scendenti dei Feaci, come riporta Tucidide ( I , 2 5 , 4); A:\TO:'\JELI.I I 99 5 , p. I 8 . GOMEZ ESPELOSJ:'\1 2 0 I O, pp. I 5 -2 2 ritiene Scheria del tutto immaginaria. 5 3 · Così RIDG\X'AY I 99 2 , p. 20; HA�IMO:\D I 9 9 5 , p. 3 I I n. I8 ritiene invece essere stata la guerra lelantina più recente, e la colonizzazione della Calcidica essere avvenu ta congiuntamente da Calcidesi ed Eretriesi in base a Str. IO, I, 8: in questo passo, tuttavia, gli stanziamenti in Calcidica sono separatamente attribuiti all ' una e all ' altra città euboiche, non congiuntamente. PARKER I 997, p. I43 ritiene l ' alleanza Corinto Calcide e la conquista corinzia di Corcira da datarsi nel 708/6. 54- HUBEH 2003, pp. 1 7 2 - 3 . St. Byz., s.v. Libyrnoi li ricorda come occupanti la parte più interna del golfo adriatico; Str. 7 , 5, 10 come dediti alla pirateria. COLO""A 2003, p. 148 ritiene che la menzione dei Liburni vada respinta a favore di quella che ricorda gli Eretriesi.
198
9 · S I Ht\CUSt\
lo di Corcira 55• Né mancano indizi, sia per la presenza di ceramiche euboiche ad Otranto, sia nella tradizione letteraria superstite di una toponomastica euboica in Puglia 56 nella quale la univoca menzione di Calcide andrà agevolmente spiegata come conseguenza del guada gnato predominio di questa su Eretria, con conseguente perdita della relativa memoria, ed attribuzione al vincitore della stessa , oltre che per la proposta alleanza tra Calcide e Corinto 57. La menzione di Ere tria a proposito del suo insediamento a Corcira, anche per questo motivo, merita attenzione, in quanto l'informazione si può fiduciosa mente ritenere autentica, risalente nel tempo e, per quanto già da al tri argomentato, di ambiente eretriese. Una stazione del genere di quello che qui si propone può non essere stata ancora archeologica mente identificata sul terreno: si può anche aggiungere che ne possia mo fare a meno, anche se saremmo lieti di ampliare le nostre cono scenze al proposito. Ma la situazione generale all'interno della quale può essere stato attivo uno scalo del genere corrisponde pienamente a quanto già conosciamo altrove, come ad esempio a Pithecusa della prima fase della quale ignoriamo le forme e la consistenza di insedia mento: sempre, ovviamente, che si accettino le grandi linee della rico struzione proposta per il corso dell'viii secolo. Evidenza archeologica, anche se oggi lacunosa, e tradizione scritta, se interpretate ognuna al l'interno di se stessa e non forzosamente combinate fra loro, una vol ta di più dimostrano la propria, differente, utilità per intendere la storia antica. È all'interno di questa espansione corinzia che si situano anche i ritrovamenti effettuati, da Villasm undo a Gela, sulle coste orientale e meridionale siciliane, che appaiono essere in fase con i più antichi reperti greci ritrovati a Siracusa 58• Così che, per la già richiamata dif ficoltà di datare con la desiderata precisione prodotti del genere, ri mane incerto stabilire la data di fondazione dell' ap oikia corinzia e si tuare in un tempo precedente, o posteriore, ad essa i ritrovamenti provenienti da insediamenti e necropoli siculi (cfr. supra, CAP. 8 ) .
5 5 · Per esempio: i vaghi d i collana i n pasta d i vetro a forma d i volatile ritrovati ad Este: cfr. HLBER 1 998, p. 1 30 fig. 1 8 : HUBEH 2003, pp. 84-6. Adde: HIZZO 2008·09, p. 1 1 3 , p. 1 1 9 fig. 14, dalla tomba 1 7/xxv1 di Falerii-Montarano; .\IAHTEI.I.I 2008, p. 3' Vulci, t. 6. 9· 1 966 di Vulci-Poggio Maremma. 56. CA.\MSSA 1 984 e Ct\,\lt\SSA 1 986 ne propone l ' identificazione con Brindisi, a causa delle manifatture metallurgiche qui attestate e dalla sua antica identificazione con Temesa; MALKI:'\J 1 998a, p. 7 5 ; GH.AS 1 994, p. 1 3 1 . 5 7 · Sulla quale è cauto I.EPOHE 1 969, p . 1 87 e n . 1 9 . 5 8 . PEI.AGATTI 1 982a, p. 1 40 fig. 7 , n. 9 5 : kotyle Aetos 6 6 6 dalla Prefettura, ta glio 2 , ivi, pp. 1 2 5 -30.
199
F O :'\: O A Z I O :'\J I G R E C H E
Rapporti con i Siculi Solamente Tucidide (6, 3, 2) registra che la fondazione avvenne su un isolotto, dal quale Archia scacciò i Siculi che già l'abitavano. L'iso lotto ha nome Ortigia: fu indicato dall'oracolo di Delfi (Paus. 5, 7, 3) 5 9 come sede della nuova città, il poleonimo della quale si distin gue per il suffisso -oussai, tipico di una numerosa serie di toponimi, molti dei quali di isole 60. Il ritrovamento dei resti di un'anfora di produzione cicladica del periodo medio geometrico, utilizzata come copertura di una più recente sepoltura 6 ' , ha fatto p roporre che un così caratterizzato poleonimo evidenzi che il sito di Siracusa era già stato raggiunto dalle navigazioni, appunto euboico-cicladiche, della prima metà dell 'viii secolo 62: denominazione che i Corinzi non mo dificarono 6 3 . Questa ricostruzione toponomastica rientra convincen temente sia nella distribuzione geografica nota dei toponimi con uguale suffisso sia in quella dei prodotti greci della p rima metà del l'viii secolo: da Huelva appunto a Siracusa, quest' ultima probabil mente da ricollegarsi al litorale africano di Cartagine 64, compresa ov viamente Villasmundo. Che il poleonimo derivi invece dal nome Sirakò della palude Lysi meleia 65, per quanto numerose città, anche siceliote, traggano il pro prio nome da idronimi, non pare probabile. Circa il rapporto con i S iculi, stanziati da secoli ad Ortigia e nella terraferma prospiciente, Tucidide lo tramanda come violento: e sulla sua autorità l'interp retazione degli scavi archeologici compiuti ha pro posto una netta separazione fra strati identificati come pertinenti ad attività sicule e quelli, invece, attribuiti alla presenza greca. In anni recenti, l'evidenza archeologica è stata interpretata in maniera più sfumata: così, ad esempio, per l'edizione dello scavo sotto la Prefettu -
5 9 · Ma Ortigia è documentato anche come nome originario di Delo: CORDA!'\O 2006. 6o. GL'ZZO 2008�09. 6 r . V t\ L LET, V I LI.ARD 1 9 5 2 , p. 352 fig. 7, p. 3 3 1; PELACATTI 1 982a, p. 124 COn bibl. prec. 62. CORDA r\' 0 2006, p. 466. 63. Plu. , Amai. narr. 2 attribuisce alle due figlie di Archia nomi propri uguali ai toponimi di Ortigia e di Siracusa. 64. Cfr. supra, CAP. 2; VEGAS 1 992, pp. r 86-8, fig. ro segnala il ritrovamento di una coppa monoansata riportabile per sagoma alla classe v di Lefkandi. 65. DU"BABI" 1 948, p. 50; A S H ERI 1 980, p. I I 8; L E L L I 2009, pp. 5 8 3 -4. Poleonimi in Sicilia corrispondenti ad idronimi: CORDA:\'O, D I STEFA:'\10 1 998, pp. 289�92. Favore� voli risorse idriche di Siracusa: CO I . I J r\' HOLJITIER 1 987.
200
9 · S I Ht\CUSt\
ra di una capanna sicula, in vita dal periodo tra x ed inizi del IX secolo , che ha portato l'editore a ricostruire una «consistente p resen za indigena sul suolo di Ortigia anche dopo la fondazione>> 66 ; così , nella zona di piazza Duomo, 67 . La comp resenza i n u n o stesso strato di materiali pertinenti ad am bienti p roduttivi e cultu rali diversi fra loro può derivare anche da ac cidenti di varia natura, awenuti in periodi posteriori al depositarsi dei reperti stessi: specie in siti che sono stati u rbanizzati senza solu zione di continuità dall'Antichità ad oggi e nei quali il terreno da sca vare risulta, pertanto, sconvolto ed inoltre di esiguo spessore. Quest'ultimo è il caso dello scavo a piazza Duomo: compiuto in un accumulo di terreno spesso circa 50 cm, con >; nello scavo del tempio ionico non : nonostante che delle trincee scavate . Infatti in rapporto con un 85• Così che lo si interp reta come monumento eretto in rapporto alla p robabile agora della nuova polis 86. Come accennato, a parte le necropoli, nulla si conosce di struttu· re in terraferma: ritrovamenti ceramici qui effettuati risalgono alla fase del Protocorinzio 87.
Eloro Il potenziale espansivo della città la portò verso lo sfruttamento terri toriale del quadrante sud-occidentale, incentrato su capo Passero: già alla fine dell'viii secolo , in fase con quelli più sop ra elencati, sono ritrovamenti effettuati ad Eloro, posta sulla riva sinistra del fiume Tellaro , distante circa 30 km verso Sud. Se ne è p roposta essere la p rova della p recocissima fondazione in quel sito di uno stanziamento dipendente, al quale apparterrebbero > (Arist. , Pol. 5, 2, Io seguito dell'arrivo di successivi contingenti non solo per il naturale incremento demografico che avrebbe interessato anche i Trezeni,
L'apoikia di Sibari
=
=
1 6 . lnventory Poleis 2004, pp. 295-9 n. 70, 1. MOHGt\:\, HALL 1 996 a p. 202 la localizzazione di Sibari è posta «at the mouth of the river Aisaros», e sarebbe dotata di , a seguito di un evidente scam · bio di scheda con Crotone della quale, infatti (pp. 204-5) , non è descritta la !oca· lizzazione. 17. I.ESCHHO!l'< 1984, pp. 25-7: PLGJ.JESE CARRATEI.I.I 1973, pp. 5-6, sulla base della legenda che compare sulle monete di Poseidonia; CHA,.Tiv\II'E 1 999, s.v. Is 1 . 18. t\MPOI.O 1 992, p . 233· 1 9 . lvi, p. 235; MOHGt\:\, HALL 1 996, p. 2 1 1 ritengono gli stanziamenti achei piut tosto iniziative individuali, o "private", che pubbliche ed istituzionali; cfr. anche su· pra, Ct\P. 5, n. 76. Ma gli stessi autori considerano plausibile un intervento diretto dell' Acaia nella fondazione di Caulonia: cfr. in/ra, CAP. 1 1 . 20. Cfr. RIZAKJS 2002, p . 47 fig. 2.
213
I O . S I BAHI
Fondazione di Sibari '6 sembra doversi far risalire ad un deliberato co mune dell'insieme dei cantoni achei: il suo ecista, di nome Oiis, da cui Is '7, era originario di Elice, nella quale si riuniva quel consi glio '". Nella stessa direzione, si nota che, per Sibari come per le altre fondazioni dello stesso popolo, si abbia per definirle '9. Il poleonimo della fondazione, ripetuto nell'idronimo che le scorreva a Nord, ed il secondo idronimo K rathis, posto a Sud, sono rip resi da idronimi attestati in Acaia. Sybaris è una fonte p resso Bura (Str. 8 , 7, 5 ) ; Krathis un fiume p resso Aigai (Hdt. I, 1 4 5 ; Str. 8 , 7 , 4 ) 20• La distribuzione di tali determinativi in diversi cantoni di quella regione fa supporre, ulteriormente, che il corpo di spedizione fosse fo rmato da apoikoi p rovenienti da diverse località, a seguito di un deliberato comune. Insieme a questo gruppo composi to, ma etnicamente e cultu ralmente coeso , era un contingente treze nio (Arist. , Pol. 5 , 2, IO I 3 03 a; Solin. 2, I o ) , p roveniente dal ver sante orientale del Peloponneso. Da quanto si conosce della storia di Trezene non si è in grado di identificare il motivo per il quale essa si associò all'impresa achea: a meno di ipotizzare che la sua rivalità nei confronti di Argo l 'abbia spinta a collegarsi ad un'iniziativa posta nel l 'ambito corinzio. Che, come già di frequente si è p roposto, anche in quella città si avessero p roblemi sociali in rapporto alla disponibilità di assegnare lotti ai potenziali politai è ipotesi legittima, valida anche per gli Achei. Quale sia stato il motivo di tale compartecipazione, gli I 303 a) forse a Achei, «cresciuti di numero>> (Arist. , Pol. 5, 2, Io seguito dell'arrivo di successivi contingenti non solo per il naturale incremento demografico che avrebbe interessato anche i Trezeni,
L'apoikia di Sibari
=
=
1 6 . lnventory Poleis 2004, pp. 295-9 n. 70, 1. MOHGt\:\, HALL 1 996 a p. 202 la localizzazione di Sibari è posta «at the mouth of the river Aisaros», e sarebbe dotata di , a seguito di un evidente scam · bio di scheda con Crotone della quale, infatti (pp. 204-5) , non è descritta la !oca· lizzazione. 17. I.ESCHHO!l'< 1984, pp. 25-7: PLGJ.JESE CARRATEI.I.I 1973, pp. 5-6, sulla base della legenda che compare sulle monete di Poseidonia; CHA,.Tiv\II'E 1 999, s.v. Is 1 . 18. t\MPOI.O 1 992, p . 233· 1 9 . lvi, p. 235; MOHGt\:\, HALL 1 996, p. 2 1 1 ritengono gli stanziamenti achei piut tosto iniziative individuali, o "private", che pubbliche ed istituzionali; cfr. anche su· pra, Ct\P. 5, n. 76. Ma gli stessi autori considerano plausibile un intervento diretto dell' Acaia nella fondazione di Caulonia: cfr. in/ra, CAP. 1 1 . 20. Cfr. RIZAKJS 2002, p . 47 fig. 2.
214
I O . SI BARI
zione dell'originario teichos che dominava il mare, anche per l'odier na mancanza di ritrovamenti archeologici utili alla discussione. Da quanto si conosce archeologicamente nell'area p rogressiva mente u rbanizzata e fortificata di Poseidonia la maggior parte dei ma teriali più antichi risale alla seconda metà avanzata, se non alla fine, del V I I secolo 26. Entro il corso del VII secolo , ma senza possibilità di maggiore precisazione, si situano i più recenti dei p rodotti indigeni ritrovati ad Est della " Basilica" 27 negli scavi compiuti da Vittorio Spinazzola 28 ; ugualmente a frequentazione indigena andranno attri buiti 29. Insieme a questi materiali, tuttavia, sono stati raccolti an che esemplari di p roduzioni greche più recenti Jo, oltre alla stele iscritta, con caratteri dell'alfabeto acheo, a Chirone 3 ' : non è, pertan to, giustificato ritenere i p rodotti indigeni come elementi datanti ante quem la fondazione di Poseidonia. Altrettanto si verifica nel santuario dedicato ad Hera, posto in rapporto ad un guado del fiume Sele distante 5 0 stadi a Nord della città (Str. 6 , r , r ) 3 2 ; ed anche nell'attuale Agropoli, posta ugualmente a circa 8 km a Sud della città e da alcuni moderni ritenuta sede del p rimitivo teichos, sono stati ritrovati i resti coevi di una costruzione decorata da terrecotte architettoniche, p robabilmente destinata al culto 3 3 .
Cronologia d i Sibari Il luogo scelto per la fondazione achea di Sibari è intermedio tra i b racci terminali di due fiumi: il Sybaris, a Nord, il Krathis, a Sud; da qualche secolo , il p rimo, oggi chiamato Coscile, confluisce nel secon do. Ci si trova al centro di un 'ampia e fertile pianura, circondata dal le p ropaggini della Sila e dall'Appennino calab ro-lucano: sulle alture prospicienti erano stanziamenti abitati da nuclei di Enotri, da quasi un secolo in rapporto con navigato ri greci. Il suolo è costituito da 26. G RECO I 9 8 I a ; LO:\IGO I 999, p. 3 70; BUG\1 0 I 999• pp. 20, 48. 2 7 . Tocco SCJARLI.I.I 1 998, pp. 8 1 ·5 . Per il pugnale corso dell'viii.VII secolo: cfr. supra, CAP. 2, n . 92. 28. Cfr. SPI:'\AZZOI .t\ 2007. 29. G RECO 1 992, p. 65. 30. SPI:'\AZZOLA 2007, tav. 3 2 , 5 , 8; tav. 35, I, 8, IO; tav. 36, 26; tav. 3 7 , I 6 , I 8 . 3 L ARDOVI,;o 1 986, pp. 1 7 - 2 2 con bibl. prec. 32. G RECO I 990, p. 66; DE LA GE:'\IEHE, GREC:O 2 0 I O . 3 3 · FIAMML,;GIII 1 9 8 5 , p. 6 5 .
215
FO:-..: O A Z I O :"J I G R E C H E
cordoni sabbiosi, formati da paleo-dune: così da formare rialzi, sui quali fu rono poste le p rime struttu re degli apoikoi, in zona che fì n 'oggi risulta non frequentata dagli Enotri. La costa, più interna allo ra di quanto oggi sia, era sabbiosa e bassa: le opportunità di attracco erano fornite dalle foci dei due fiumi, le valli dei quali costituivano i percorsi per inoltrarsi nella mesogaia. Per la cronologia della ktisis si dispone di due datazioni traman date dagli autori antichi: la più alta è al 720 34, la più bassa al 709/8 35; è stata p roposta anche una datazione al 7 3 4 , correggendo tuttavia il testo tràdito di Diodoro Siculo I I , 90, 2 36. Da uno strato profondo rinvenuto al Parco del Cavallo di Sibari p rovengono frammenti di skyphoi di Thapsos con pannello, insieme ad altri ritrovati agli Stombi 37; dal Parco del Cavallo si hanno fram menti di un grosso vaso di produzione japigia 38 , da assegnarsi alla fase tardo geometrica II salentina riportata, in cronologia assoluta " t radizionale " all'ultimo quarto dell'viii secolo 39 • Gli skyphoi di Tha psos senza pannello sono pertinenti alla fase del Tardo Geometrico II, mentre quelli con pannello sono attestati già in p recedenza, ma si p rolungano nel tempo 4o: secondo la cronologia assoluta " t radiziona le" siamo nell'ultimo trentennio dell'viii secolo. Quanto oggi noto a proposito dei più antichi ritrovamenti effet tuati a Sibari evidenzia una assoluta maggioranza di prodotti greci ri spetto ai ricordati frammenti di produzione, si noti, japigia e non enotria. La cronologia assoluta " t radizionale" di quanto noto archeo logicamente dagli scavi di Sibari non permette di preferire la datazio ne " alta" tramandata dalle fonti letterarie per l'impianto dell'apoikia rispetto a quella " bassa " (cfr. in/ra , CAP. I I , p. 2 3 6 ) . E ciò in quanto i frammenti di skyphoi di Thapsos non sono stati ritrovati in connes sione con strutture di abitazione: così che non si può da essi inferire con sicurezza a riguardo del loro originario contesto d'uso. Tuttavia, l'assoluta mancanza (ad oggi) di resti di strutture che facciano rico struire una frequentazione indigena sia al Parco del Cavallo sia agli
34· BH..t\ C CLSI 1 998, p. I O. 3 5 · DU>JBAlli>J 1 948, p. 4 3 9 ; BERARD 1 9 6 3 , p. 149· 3 6 . "ERA>JTE 1 966. 37· KI.EIBRI>JK 200 1 , pp. 5 9-60, tabella 1; p. 64, tabella 3 : ambedue con indica zioni dei ritrovamenti della classe, dal Parco del Cavallo e dagli Stombi rispettiva mente. 3 8 . VA;'\;ZETTI 2009, pp. 1 86-8. 39· lvi, p. 1 90. 40. >Jtzzo 2007, pp. 1 5 2 - 3 ; tabella a p. 85 fig. 39·
216
I O . S I BARI
Stombi in fase, o subito p rima, con questi reperti può essere propo sta come elemento a favore dell'ipotesi che quegli skyphoi siano stati utilizzati da un gruppo di apoikoi per consumare le p rop rie razioni di cibo 4 ' . I ritrovamenti di kantharoi di tradizione achea effettuati al Timpone della Motta di Francavilla Marittima appartengono ad un tipo databile all'inizio del vn secolo 42 : indizio di presenza continua degli apoikoi, iniziata con la precedente presenza di materiali tardo geometrici 4 3. La dislocazione topografica di ritrovamenti del genere effettuati (ad oggi) sembra tendere a farli interpretare come indizio non di una sosta du rante la navigazione, ma di un primo stanziamento: avvenuto kata komas, com'è p roprio degli insediamenti coevi anche in madre patria. Che questo p rimo stanziamento corrisponda alla fondazione ecistica della polis di Sibari oppure a quello di nuclei formati da " pionieri " non possiamo dire, né a quale momento dello sviluppo in sediativo acheo di Sibari siano da riferire le date, per lo più diffo rmi fra loro, della tradizione letteraria antica. All'interno di questa stessa ipotesi, il recipiente japigio può essere inteso come traccia della rotta percorsa dalla spedizione dalla J a pigia fino al comprensorio fra Sybaris e Krathis nel quale si intendeva stanziarsi.
La tomba 325 di Pithecusa In fase a questi rit rovamenti, sia greci sia japtgto , è un askos dello " stile a frangia" enotrio dalla tomba 32 5 di Pithecusa 44: la sua depo sizione è tuttavia da considerarsi avvenuta dopo, necessariamente, il 7 20, e quindi indirizza verso il termine centrale o, forse meglio , più recente dell'ultimo quarto dell'viii secolo.
4 1 . PELAGATTI 1 982a, pp. 167-72. KLEIBRI:-.JK 200 1 , p. 45 propone che le trincee sterili, evidenziate sotto le strutture abitative di VI secolo ritrovate agli Stombi, abbia· no uno «strongly "native" character». Tali trincee, tunavia, formano la pianta di edifi ci di forma rettangolare, che appare arduo riconoscere come capanne indigene: cfr. "NSc" I 974 suppl. , fig. I f. t. dopo p. I6: saggio 2 ; edificio g; edificio m, p. 3 2 fig. I5. 42. TnVtt\ Y 2002. 43· C:[) ZZO I 9 82b, pp. 245-6, figg. I I , I 4- I 5 . 44· FERRA"TI 2009, p . 6o. U n askos molto simile proviene dalla tomba U I 3 di Francavilla Marittima: ZA:-.JCA:-.11 MO:'-:TLJORO 1 977-79, p. 64 n. 5, tav. 29 a-b; MAASKA:-.JT KLEIBRII\:K 2000, p. 1 7 2 n. 14.
217
FO:\ D A Z I 0 :'\1 1 G H ECH E
Infatti, nel corredo di questa tomba pithecusana 45 era compreso uno scarabeo iscritto del faraone Bocchoris , ultimo rapp resentante saitico della xxv dinastia prima della conquista assira dell'Egitto, e della conseguente attribuzione del regno alla dinastia nubiana: è in certo se egli sia stato faraone dal 720, oppure dagli anni successivi fino al 7 r 7 ; altrettanto è incerto se fu spodestato, ed atrocemente uc ciso, nel 7 r 5 oppure nel 7 r 2 46. Le differenze, comunque, sono mini me: e tali da non poter essere apprezzate oggi. Incertezza , di diversa natura, riguarda la data nella quale lo scara beo fu deposto nella tomba pithecusana: non disponiamo di elementi di conoscenza oggettiva che siano d'aiuto per p roporla in maniera si cura. Anche le tracce d'usura osservate sullo scarabeo 47 nulla aggiun gono, in positivo o in negativo, in quanto appare essere ben arduo (se non impossibile) definire il tempo occorrente affinché il danno os servato si sia p rodotto. Si terrà quindi per fermo che la tomba 3 2 5 di Pithecusa è stata chiusa non p rima del 720: senza tentare di definirne il termine più recente, mancando elementi oggettivi di giudizio. Le proposte finora avanzate, dai diversi studiosi che si sono inte ressati alla tomba pithecusana, ai materiali in essa contenuti ed ai temi collegati, si basano sul calcolo p roposto dagli editori circa la du rata d'uso dello scarabeo iscritto, che li ha portati a p roporne una chiusura tra il 7 I 4 ed il 708. Anche per la definizione cronologica del momento di p roduzione dell'askos enotrio mancano dati oggettivi: così che non possiamo esse re sicu ri circa il momento nel quale esso è stato plasmato, ovviamente p recedente a quello nel quale è stato sepolto. Il fatto che il recipiente risulti ben conservato indica che la sua p roduzione è stata tecnica mente perfetta e che, quindi, la sua vita, in antico, può non essere
45 · BUCJ-1:'\JEH, HJDG\'\'AY 1 9 9 3 , pp. 378-82, n. 4; inoltre: BOSTICCO 1 9 5 7 , p. 2 1 8 n. 102; .JOI-IA:'\Jl'\'0\'\'SKY 1 967, p. 1 6 5 ; IUDG\'\'AY 1 984, p. 82; DE LA GEI"IEHE 1 988, pp. 1 5 6-7, 1 5 9; HIDG\'\'AY 1 992, p. 65; GILL, VICKEH." 1 996; ,\IOHRIS 1 996, p. 5 8 ; IUDGWAY 1 999; KLEIBIU:\K �IAASKA:\T 2003, p. 55; THACHSEL 2004, p. 178; BAHTOI.Ol'\'1, :'\riZZO 2005 , pp. 4 1 2-22, e relativa discussione; FEHIV\:'\JTI 2005a, p. 45 1 ; FEIUV\:\TI 2009, p. 57· 46. Più alte le cronologie ricostruite da Castore di Rodi: MII.I.ER 1 97 1 , p. r 7 r (intorno a l 78o); p . 1 7 3 ( 7 3 2/r ) ; per l a relativa tradizione cfr. ivi, pp. 8?-947· G II.L, VICKEHS 1 996, p. 4 rilevano tracce d'usura; in BUCJ-1:\ EH, HIDGWAY 1 9 9 3 , p. 3 8 2 n . 1 6 ; p p . 779-80 n . 3 2 5 - 1 6 è notata un'«ampia scheggiatura alla base», m a n o n si deduce quando, e per quale dei molti possibili motivi, tale danno è stato infer to. TIV\CHSEL 2008, p. 68 rileva tracce d'uso sullo scarabeo e ritiene la sepoltura chiu sa entro il 7 1 5 , data ritenuta termine del regno di Bocchoris.
218
I O . SI BARI
stata b revissima: l 'estensione dello " stile a frangia" risale al periodo medio geometrico, anche se il nostro recipiente pertiene alla classe di p roduzione tardo geometrica enotria II. Questa è stata riconosciuta come la più recente dell'intero sviluppo p roduttivo geometrico eno trio 48 : con termine cronologico inferiore rapportato a quello della tomba 3 2 5 di Pithecusa 49, considerata chiusa tra il 7 r4 e il 7 o 8 ; op pure intorno al 7 2 0 50. Le due differenti proposte portano con sé an che la cronologia della fondazione di Sibari, in coincidenza della qua le si ritiene sia terminata la p roduzione ceramica enotria dipinta. Le sincronie relative dei p rodotti ceramici greci, enotri e japigi fi nora ricordati si agglutinano all'interno dell'ultimo trentennio dell'viii secolo , che comprende in sé anche l 'ultimo quarto, e corrisponde alla durata media di una " generazione" . In questo intervallo temporale si pone anche il termine post quem costituito dalla p resenza dello scara beo di Bocchoris deposto nella tomba 3 2 5 di Pithecusa. Allo stato odierno della conoscenza archeologica non sembra giu stificato definire con maggiore p recisione la cronologia assoluta dei materiali e delle situazioni in esame.
Rapporti tra Achei ed Enotri Per quanto riguarda i rapporti intercorsi fra apoikoi achei di Sibari ed Enotri del comprensorio interessato al loro stanziamento, la cono scenza archeologica ad oggi posseduta ha permesso l'argomentazione di due interpretazioni differenti fra loro. Quella che p ropone si sia avuta convivenza e collaborazione reci p roca si basa, principalmente, sull'ipotetica continuità di funzione dell ' " edificio v " identificato sul Timpone della Motta a Francavilla Marittima ( cfr. in/ra); sull'asserita continuità d' uso di ceramica eno tria dello " stile a frangia" ancora nei primi decenni del VII secolo ' ' ; e sulla assoluta scarsità di evidenze materiali di fine VIII secolo nell'e stensione successivamente u rbanizzata dalla polis di Sibari.
48. FERIV\:'\/TI 2005a e FERIV\:"TI 2009; QL!O:'\/DA.\1 2009, pp. I 6 2 - 3 . 4 9 · FERIV\:'\/TI 2005 a, p. 45 I . 50. QL!O:'\/Dt\,\1 2009, p. I 62 . 5 1 . KLEIBRI:'\/K 2oo6a; FERRt\:'\/TI 2005a, p. 4 4 9 riporta come frammenti di questo stile siano presenti negli strati di abbandono del sito enotrio di Broglio di Trebisacce: abbandono ritenuto conseguenza della fondazione di Sibari, e quindi prodotti in pe riodo precedente a questa.
219
FO:\ D t\ Z I 0 :'\1 1 G H ECH E
L'interp retazione opposta intende l'accertata «complessiva disarti colazione dei sistemi territoriali locali>> essere stata causata dall' 52: quindi, da un'interruzione dell'organiz zazione socio-produttiva enotria locale 53, testimoniata anche dall'evi denza sepolcrale di Francavilla Marittima e dall'interrompersi delle p roduzioni ceramiche dipinte. Da ricordare che, pur differenziandosi fra loro in cronologia assoluta, ambedue gli studiosi di questa p rodu zione, Francesca Ferranti e Francesco Quondam, ritengono che la stabilizzazione dell'apoikia achea abbia segnato il termine più recente della p roduzione ceramica enotria. A quanto finora reso noto dagli scavi e dagli studi compiuti a Francavilla Marittima, ceramica enotria dipinta, che è stata datata " per contesto " entro la metà del VII secolo , cioè almeno un paio di generazioni dopo la più recente delle datazioni tràdite della fondazio ne di Sibari, si constata essere stata ritrovata solamente in insiemi di scarico 54, e quindi secondari. Pertanto, è solamente il termine di da tazione post quem non, cioè l'avvenuta fondazione di Sibari, a p re scindere dalla sua effettiva cronologia, non esattamente p recisabile né dalle fonti antiche né dai ritrovamenti archeologici ad oggi noti, che assume valore di indicazione cronologica relativa, mentre rimane im p regiudicato il termine più antico, al contrario di quanto si dispone grazie al corredo della tomba 3 2 5 di Pithecusa, in quanto conosciamo la data, sia pure oscillante ma all'interno di una differenza di soli tre anni, dell'inizio del regno di Bocchoris. Nonostante l'accertata interruzione della dinamica p roduttiva ed insediamentale della società enotria che occupava il comp rensorio da Sibari p rogressivamente dominato, è da ritenere che, come in molti altri casi analoghi, gli apoikoi non p rocedettero all'annientamento, quanto piuttosto all'asservimento degli Enotri 55• Oltre ai già ricordati "matrimoni misti " , dei quali possono essere indizio a rcheologico i rocchetti utili alle attività tessili rinvenuti in di-
52. \'t\:\ZETTI 2009, p. 192. KLEIBHI:'\JK 200 1 , p. 5 5 riporta alla violenta conquista dei Sibariti, che data a periodo successivo la metà del VII secolo, l'incendio di ca panne di VIli secolo a Torre Mordillo. La distruzione per fuoco di tali strutture ri· monta al termine della fase del Ferro 1: AHA"CIO et al. 1 9 9 5 , pp. 2 3 2-6; non si ha, quindi, rapporto con la proposta distruzione. 5 3 · QL'0:'\!0/\,\1 2009, p. 1 62 . 54- KLEIBIU:'\!K 2oo6a, p. 1 5 2 menziona solamente «fili a n d dumps» come natura dei «contexts» esaminati. Per una prima analisi: .JACOBSE:'\1, 1-lt\:'\!DBEHG 2010, pp. 379-40 1 . 5 5 · VAI.I.ET 1 968, p. 1 24 n . 1 2 4 ritiene che l a notizia i n Str. 6, 3 , 3 (da Eforo), relativa a lotte tra Achei e Barbari, sia da riferirsi a Sibari. Cfr. anche VIt\Pit\1"0 1 986-87, p. 3 1 4.
220
I O . SI BARI
versi settori della citta greca 56 , si può ricostruire sia stata rilevante l 'attività di carpenteria all' interno della società enotria (cfr. in/ra), così da far supporre che gli apoikoi misero a frutto a p rop rio vantag gio tale abilità tradizionale 5 7 . Inoltre, s i ha notizia di oiketai (Timeo, FGrH 5 6 6 F 48 apd. Ath. 5 r8 d), adibiti a lavori agricoli: nei quali sembra giustificato r 2 , r5 riconoscere i discendenti degli Enotri asserviti. E anche i ritrovamenti di ceramica d'impasto, oltre a qualche frammento di recipienti dipin ti 58 , da ritenersi residuali, inducono a ritenere che alcuni individui siano stati tratti a vivere nella appena stabilizzata apoikia in qualità di servi 5 9 , considerando che della p roduzione di tale classe si ipotizza l'interruzione in connessione con la fase della fondazione di Sibari (cfr. supra). È possibile che i superstiti Enotri fossero gli occupanti di piccoli insediamenti che p roseguono, come a Francavilla Marittima, quelli p recedenti alla ktisis oppure di altri, delocalizzati rispetto agli origina ri, come ad Amendolara 60. «C'est aux dépens de ces populations [sci!.: indigene] et de leu rs terres que !es apoikoi grecques ont conquis et formé leurs chorai» 6 ' : questa constatazione d'ordine generale s i attaglia perfettamente a quanto possiamo ricostruire del progressivo consolidarsi ed accrescer si di Sibari. Come accennato, è implicita nella fo rmula la necessità della sop rawivenza di individui indigeni impegnati nelle attività di p roduzione, agricola ed altre varie, oltre che nella riproduzione: ma questi non costituiscono, come in precedenza, società autonome che seguono le proprie dinamiche economiche e culturali. Di certo sussi ste, per una durata di tempo non più precisabile, una p roduzione uti litaria d'uso quotidiano, di tradizione p recedente, residuale, come si è visto accade in Sicilia orientale (cfr. supra, CAP. 9, nn. 7 2 · 7 3 ) e si con· tinuano ad utilizzare ornamenti ed accessori d'abbigliamento in linea con le forme tradizionali: ma tutto questo non assume significato " politico " , mostrando piuttosto il livello, basso , al quale gli Enotri su· perstiti erano stati schiacciati dalla superiorità culturale ed organizza· =
56. KI.EIBRI"K 200 1 , p. 59, tabella I; p. 64, tabella 3 · 5 7 · "ERTE"s 2006, p . 5 0 : "edificio 1 1 1 " d i Francavilla Marittima. 5 8 . Cfr. KI.EIBRI"K 200 1 , p. 5 9 , tabella r ; p. 64, tabella 3· 59· Il significato di "servo" per il termine oiketes in Timeo, apd. Ath. 1 2 , 1 5 = 5 1 8 d, si ricava dall'aneddoto riportato, nel quale, per un lavoro di scavo un Sibarita ritiene necessario l' intervento di un oiketes. LEPOHE 1 98 1 b, p. 8 1 ; LEPORE 2ooo, p. 68. 60. G RECO 1 992, pp. 27·9. 6 I. LEPORE 2000, p. 6 I.
221
FO:\ D t\ Z I 0 :'\1 1 G R ECI I L
tiva degli apoikoi, nonché probabilmente, almeno all'inizio, da quella militare. D'altronde, le successive fortune di Sibari, che diedero motivo, in sieme alla sua distruzione, ad un'ampia aneddotica moralistica 6 ' , non possono che spiegarsi con la messa a frutto delle opportunità agrico le, e delle altre natu rali sia minerarie sia boschive, presenti nel territo rio da essa dominato, e p rogressivamente allargato. E per giungere a quel grado di benessere era necessario disporre di abbondante mano dopera: che sarà da identificare negli abitanti dei quattro popoli e delle venticinque città sui quali Sibari impose il p rop rio comando (Str. 6 , r , 1 3 ) . I termini tràditi (yparcho; ypekoos) lasciano trasparire la sudditanza politica, conseguente molto p robabilmente ad una sot tom issione militare, oltre che economico-produttiva: p rocesso che non permette di intendere sop ravvivenza alcuna delle tradizion i p ro p rie delle comunità enotrie, se non di quelle che non avrebbero potu to indebolire la supremazia sibarita, rivolta allo sfruttamento econo mico e p roduttivo del territorio sottomesso 6 3 . L'analisi delle evidenze archeologiche note, s e condotta i n un 'otti ca di diacronia territoriale, indica degli Enotri 64. In particola re, sarà stata cura dei Sibariti soppiantare con i p ropri i p recedenti culti indigeni: al chiaro scopo di eliminare un potente elemento di identificazione culturale, potenzialmente pericoloso a livello politico. E, così, 6 5 .
L'edificio
v
Il caso di studio relativo a vicende attraversate dal già del Timpone della Motta a nazione cultuale fin dall'età
d i Francavilla Marittima questo argomento è rappresentato dalle accennato " edificio v " , posto sull'altu ra Francavilla Marittima, e ritenuto a desti del Ferro.
62. MviPOJ.O 1 992, pp. 2 1 3 - 2 2 ; si è ipotizzato che da tale rinomanza sia stato fat to derivare il nome, Sybaris, della favolosa capitale della Colchide, patria di Medea: Lt\CHOIX I 984. 63. GVZZO 1 996a. 64- LEPOHE 2000, p. 72. 65. Ibid.
222
I O . S I BAHI
La continuità di tale funzione è intesa in particolare tra la fase b e quella d, identificate all'interno della vita di esso 66. La prima è asse gnata all'età del Ferro iniziale 67 : consiste in una costruzione a pianta rettangolare absidata su pali in legno, al cui interno si è p roposto funzionassero un telaio ed un focolare. In rapporto al p rimo è stata ritrovata una serie di pesi da telaio di notevoli dimensioni, in impa sto, decorati con motivi di " labirinto " ; in rapporto al secondo, diversi oggetti in b ronzo d'ornamento personale. La fase c dell"' edificio v" mostra una pianta rettangolare, che oc cupa gran parte dell'estensione della fase precedente: è costruito con pali in legno, a giudicare dalle buche nelle quali essi erano impostati. Viene datata 6". Ne rimane ben poco, in quanto è stata ricoperta da una più recente costruzione (fase d) con muri di mattoni in argilla cruda e piano pavimentale di colore giallo, che ha livellato i resti delle fasi p recedenti IA,_.,_. 1 948, p. 40, fig. 9; PACCIARELI.I 20 1 1 , p. 53 n . 45 · 74· Nelle capanne che siano state abitazioni di "capi" possono essersi svolti riti cerim oniali: ,\IAZARAKIS AI:'\IA:'\1 1 997, passim e pp. 290-3 per tale interpretazione dei focolari di dimensioni maggiori della media; MAZARt\KIS AI:'\IA:'\1 1 999, p. 2 5 ; �IAZARA KIS AI:'\JIA!\' 2 00 1 . Non sembra si possa ricostruire con sicurezza la presenza di funzio ni religiose all'interno di capanne coeve: m ETTI SESTI ERI, DE SA!\'TIS 2 00 1 ; GUIDI 1 988; GUIDI et al. 1 996. È diffusa la presenza di capanne dell'età del Ferro sotto costruzio ni templari più recenti ( TORELI.I 1 986, p. 1 67 ; PERO:'\!l 1 994, p. 3 1 4 ) : ma la continuità topografica è categoria differente da quella funzionale di culto: cfr., ad es., H EUHGO" 1 97 2 , p. 58 «queste tradizioni indigene sono in genere indefinibili»; Satricum 2007, pp. 2 3 -4- GUIDI 1 989·90, pp. 4 1 1 - 3 ; GCIDI 2ooo, p. 330 è a favore: ma lo stesso auto re ricorda, in ambedue i contributi, come i segni coevi di offerte votive siano co stituiti da stipi, deposte all'aperto o accanto a sorgenti, anche sulfuree; non trova documentazione archeologica di appoggio alla tesi della continuità MAZARA KIS AI:'\!IA:'\J 1 997, p. 348. Sembra dedursi un culto che si svolgeva in ambito strettamente fami liare, gestito dal capofamiglia, che viene sostituito, dalla seconda metà dell'v111 seco lo, in Grecia, dalla costruzione di templi " politici " : ,\IAZARt\KIS AI:'\IA:'\1 1 997, p. 342; THO.\!AS 1 99 8 : non in tutti i casi di sovrapposizione di templi su megara di fase mice· nea si ha documentazione che in questi ultimi si svolgessero funzioni religiose; così anche PAPI!\'1 20 1 1 , pp. 40- 5 .
224
I O . SI BARI
utilizzazione 75 all'interno complessivo dell'area posta alla sommlta del Timpone della Motta, a culti dell'età del Ferro , durante la qua le non sono finora note così complesse p roduzioni figurate 7"; ed è del tutto incerto riportare tutta la cenere ritrovata a Sud dell'esten sione occupata dalle su ccessive fasi dell"'edificio v " all'unico foco lare della fase b 77. Infine, dal vii secolo il culto, alla greca, si localizza nell"' edificio " " " m e non nel v 78: in specie per quanti p ropugnano una cronologia " bassa" per la completa sop raffazione degli Enotri da parte dei Siba riti ( cfr. in/ra ) un tale spostamento dell'importante funzione dovrebbe far dubitare a p roposito della continuità religiosa dell"' edificio v " . Altro strumento p robabilmente utilizzato da parte dei Greci, e quindi anche dai Sibariti, è stato costituito dal p rocedere a modalità di rapporti differenziati nei confronti dei " capi enotri " rispetto a quelle rivolte al resto della popolazione, così da creare ulteriori fra t ture, di indebolimento, all' interno di quelle società. Un p rocesso di disarticolazione del genere sembra essere iniziato dal momento del primo impianto dell'apoikia: almeno a giudicare dal la lettura qui p roposta delle trasfo rmazioni subite dall"'edificio v " di Francavilla Marittima. E la categoria nella quale esse rientrano ci pare essere storicamente e cultu ralmente ben più significativa per illumina re i rapporti intercorsi tra gli apoikoi e gli Enotri di quanto possa essere, ad oggi, il ridotto numero di evidenze archeologiche riportabi li alla forma materiale della polis achea. Infatti, tale parziale lacuna di conoscenza della p rima generazione della fondazione è sanata, dal punto di vista cronologico, dai già ri cordati ritrovamenti della fase del Tardo Geometrico, provenienti da luoghi che non hanno restituito documentazione indigena p recedente. L'estensione finora rimessa in luce della città greca, al contrario di quanto si verifica a Megara Hyblea e a Nasso ad esempio, è infinitesi ma rispetto a quella originaria: e in gran parte occupata da edifici ed infrastrutture pertinenti alle fasi costruttive più recenti, che giungono fino al VI secolo dopo C risto 79, così che è stata assai limitata l'indagi ne di scavo fino al terreno vergine. 75· JUCKER 1 982. 76. Rappresentazioni umane di significato cultuale e/o religioso sono per lo più costituite da singole figure o, al massimo, da coppie: cfr., da ultimo, DEI.PI,J 82 . L'insieme dei dati archeologici finora resi noti, i n mancanza d i dettagliate e d esau rienti info rmazioni storiografiche antiche, costitui sce il nostro unico possibile appoggio per p rospettare una ricostru zione degli eventi riferibili alla fondazione di Caulonia. Si può, quin di, ipotizzare che la ktisis sia avvenuta entro la fine del VII secolo, mentre la documentazione archeologica cronologicamente p recedente sia da riferire ad uno stanziamento siculo, oppure alla frequentazione da parte di navigatori greci di un approdo nel quale svolgere, anche, scambi con i Siculi dell'entroterra: incentrati sulle risorse minerarie e
78. GIAI"GIULIO 1 989, p. 2 5 7 ne propone una datazione nella seconda metà del VI secolo; M ELE 1 992, p. 2 2 : intorno al 5 60; COSÌ ,\ILSTI 1 977b, p. 109 e n. 4 1 ; MOSCATI Ct\STEI.:'\!LOVO 1 989, pp. 106- 1 5 . 7 9 · CA\'t\ZZUTI 200 1 ; Gt\G L!t\HDI 200480. TREZI"Y 1 989, p. 45 , fig. 28, I . 8 1 . Gt\GI.It\RDI 2004, pp. 5 5 -7 . 82. lvi, p. 8 3 .
243
FO:\ D A Z I 0 :'\1 1 G H ECH E
sulla p resenza di alberature di alto fusto nell'entroterra 8 3 . A suppor· to della data p roposta si ritiene possa testimoniare anche la più antica fase di costruzione delle m u ra di difesa, fatta risalire all'inizio del VI secolo 84.
Cronologia della fondazione di Caulonia Il periodo p roposto rientra nella fase c ronologica du rante la quale an che altre poleis occidentali p rovvedono ad inviare p roprie apoikiai se condarie: da Megara Hyblea a Siracusa, a Sibari circa tre generazioni dopo la rispettiva fondazione si verificano spedizioni del genere. Preferire una fondazione di Caulonia in coincidenza con la data dei più antichi p rodotti greci rinvenuti, ad oggi, nel sito 85 non sem· b ra giustificato, mentre riportarla a circa un secolo più tardi, oltre a rifarsi ad un modello altrove ben documentato anche dalle fonti lette· rarie antiche, permette di porla in relazione di contrasto con l'espan· sionismo lungo la costa jonica in atto da parte di Locri Epizefiri, evi· dentemente interessata allo sfruttamento a p rop rio van taggio delle stesse risorse naturali. In opposizione a Locri è stata interpretata la tradizione a p roposito di Clete, madre di Caulon mitico eponimo (Serv. , ad Aen. 3, 5 5 0 ) , e p rima di una discendenza di regine, infine spodestate dai C rotoniati 86. A Locri Epizefiri, infatti, svolgevano un ruolo > 87. E, nella realtà storica, tra Locri e Crotone si giunse alla già ricordata battaglia sul fiume Sagra. Ma il testo di Lico frone è stato inteso da alcuni dei moderni del tutto p rivo di collega· menti con la realtà di Caulonia , mai ricordata in esso , per quanto non vi si taccia né della S ila né dei C rotoniati: così che il riferimento e l'interp retazione p roposti si p restano a dubbi 88, tanto più che questa 83. Almeno sull'altura di Bavolungi, posta a circa ro km di distanza in linea d'a· ria da punta Stilo, è documentato un importante insediamento indigeno: cfr. FACELLA et al. 2004, p. 2 3 2 UT 05 r, tav. I f. t., fig. 97; FA CELLA 2 o r o . Più a Sud un analogo insediamento sembra essere quello indicato dalla relativa necropoli: CHIARTA:\0 1 9 8 1 . Per l e fonti antiche sulla disponibilità d i legname e sulle risorse m inerarie nel com · prensorio: MERCLRI 2004, pp. 1 92-7; LOMBARDO 2 0 1 0, p. 9· 84. THEZI"Y 1 989, pp. 40· 1 . 8 5 . GARGII'\'1 200 1 , pp. 1 3 -+ 86. Lyc. VV. 993 - 1 0 1 0; DE SA:\CTIS 1 9 14, CC. 685-688; DE LUCA 2006. 87. "EI.E 1 992, p. 22. 88. PE�IBROKE 1 970, pp. 1 268-9 che esprime parere contrario a quanto proposto da CIACEHI r 882, pp. 2 8 3 · 6 ai w. 993 · ! 007. Cfr. anche CO.\IPEH"OJ.J.E 1 976, pp. 3 64·7·
244
I I . CROTO :'\! E
Amazzone sarebbe l'unica della sua stirpe ad essere eponima di u n a città in Occidente 89. Altri, invece, valorizzano quanto trasfigu rato nell'allusivo poetare di Licofrone, forse, in questa sezione del suo poema, risalente a Lico di Reggio 90: intendendolo in chiave di memoria di una fase intreccia ta di rapporti tra navigatori greci ed Indigeni, ai quali ultimi farebbe ro riferimento le Amazzoni 9 ' : fase che può essere p roposta anche in base ai ritrovamenti archeologici ad oggi noti ( cfr. supra ) .
8 9 . �IOSCATI CASTEL:'\JUOVO I 999 con ulteriore documentazione d i supporto. 90. AMIOTTI I 982. 91. DE SE!\'SI SESTITO 2004, pp. 3 2 I -5 ; LOM BARDO 2 0 I O, p. 8.
245
246
!2
Taranto
Taranto è fondazione ' p romossa da Sparta: il sito p rescelto si trova in J a pigia (Str. 6, 3, r ) ed è topograficamente in stretto rapporto con la località nota come Scoglio del Tonno, nella quale era un in sediamento , risalente all'epoca neolitica, p roseguito poi nell'età del B ronzo alla quale sono pertinenti importazioni micenee (cfr. supra, CAP. r ) 2 • L a confo rmazione del luogo p resentava u n a penisola 3 a delimita re un'ampia laguna, utile ad un approdo del tutto riparato. Sulla pe nisola si sono ritrovate evidenti documentazioni di un insediamento japigio , formato da capanne.
Fonti letterarie La documentazione letteraria antica relativa all' ap o ikia spartana è ab bondante: ed è stata discussa dai moderni. Il nucleo essenziale, sul quale si è guadagnato un accordo generale, tramanda che la fondazio ne avvenne al termine della p rima guerra messenica e che fu formata da individui che non godevano dei pieni diritti riconosciuti, invece, agli Spartiati. Questi ultimi formavano il ceto aristocratico dominante
1. Inventory Poleis 2004, pp. 299-302 n . 7 1 . 2 . OSAr\1\A 1 992, p . 3 8 n . 7 4 con bibl. prec. Incerta l'identificazione d i u n fram· mento del Protogeometrico greco: Tt\YLOUR 1 9 5 8 , p. I I 8 n. 1 65 , fig. 14, 1 9 . 3 · Attualmente l a penisola originaria ha assunto la forma di isola, in quanto l'istmo che la univa alla terraferma verso Est è stato tagliato ( 1 88 3 -87) per costitui re un canale navigabile a servizio della base della marina militare italiana, inaugura ta nel 1 88 8 , ampliando il precedente fossato di difesa del castello eretto nel XVI se· colo: cfr. D 1 A:'\GELA, LIPPOLIS 1 98 9 , p. 64 fig. 79; p. I I I fig. 1 4 3 ; LIPPOLIS 20023, p. 1 25 n . 24-
247
FO:\ D t\ Z I 0 :'\1 1 G R ECI I L
s u Sparta e l a Laconia: l a loro p rincipale attività era quella militare, mentre la terra era lavorata da ceti subordinati, p robabilmente di di verso ceppo etnico, conosciuti come Iloti 4. Ma i particolari della vicenda sono discussi. Disponiamo delle versioni di essa date da Antioco di Siracusa, attivo nel corso del v secolo , e da Eforo da Cuma eolica, della prima metà del IV secolo (apd. Str. 6 , 3, 2 - 3 rispettivamente) , oltre a quelle, meno estese, di Pausania ( r o, r o , 6; r o , 1 3 , r o ) e di Diodoro Siculo ( 8 , z r ) . La p rima guerra condotta dagli Spartani contro i Messeni allo scopo di impadronirsi delle fertili terre di questi è di incerta cronolo gia nel corso della seconda metà dell'viii secolo 5 e si tramanda sia durata diciannove anni (Tirteo apd. Str. 6 , 3, 3 ) . Messeni filo-laconici parteciparono, dall'inizio di questa stessa guerra, alla fondazione di Reggio (cfr. supra, CAP. 5 ) : abbiamo quindi la possibilità di tracciare una cronologia relativa fra queste due poleis, anche se, come si è p ro posto e come si p roporrà, le documentazioni al riguardo non sono così perspicue come si desidererebbe per quanto riguarda la cronolo gia assoluta. Il racconto di Antioco (apd. Str. 6 , 3, z ) è il p rimo nel tempo dei due che ci sono conservati. Quanti degli Spartani non p resero parte alla guerra messenica furono ridotti in schiavitù e chiamati Iloti; quanti nacquero da donne spartane durante il corso della guerra fu rono definiti Parteni: ad essi furono ridotti i diritti (in sostanza: il possesso di un lotto agricolo ) . Pertanto , i Parteni ordirono una con giura, della quale giunse notizia agli Spartiati: questi inviarono p ropri emissari ai congiurati, postisi sotto il comando di Falanto, uomo riso luto 6 . La ribellione sarebbe iniziata in occasione delle feste Giacinzie, che si celebravano ad Amide, quando Falanto avrebbe indossato un berretto di pelle di cane. Fu imposto a Falanto di non indossare il berretto , con grande sconcerto dei congiurati che si videro scoperti. Messi in sicu rezza i ribelli, dagli Spartiati Falanto fu inviato a chiede re un oracolo per un'apoikia, che il dio definì dovesse essere diretta a Taranto, così che i Parteni vi si recarono 7 .
4· \X'LII.J.EU,\IIEH 1 9 3 9 , p p . 2 9 · 3 3 ; DC"BABI" 1 948, p p . 2 8 - 3 1 ; BEiv\HD 1 9 6 3 , pp. 1 6 1 -8; DUCt\T 1 990. 5· :'\JAFJSSI 1 9 9 1 , p. 36. 6. J.ESCIIIIOH" 1 984, pp. 3 1 -4 1 . 7 · Che Falanto sia l'effettivo ecista dell'apoikùz è dimostrato dall'essere stati i Ta rantini chiamati anche Falantiadi, come gli Ateniesi Codridi: AJ.ESSA:\DH f 1 9 8 3 .
248
I
2 . TARA:'\JTO
Confronto tra Antioco ed Eforo Differente è la tradizione raccolta da Eforo (apd. Str. 6, 3 , 3 ) : gli Spartani intrap resero la guerra messenica per vendicare il loro re Te ledo , ucciso dai Messeni durante una cerimonia religiosa. Giu rarono di non tornare alle p roprie case finché non avessero distrutto Messe ne, oppure finché non fossero stati tutti uccisi. Ma una tale prolunga ta lontananza incideva sulla possibilità di riproduzione delle donne spartane: nel decimo anno della guerra, fu rono inviati a Sparta quei giovani 8 che non avevano giu rato all'inizio delle ostilità, con il preci so scopo di assicu rare la p rocreazione, unendosi casualmente alle donne. Quanti nacquero da tali casuali unioni fu rono detti Parteni; divenuti adulti, non si vollero loro riconoscere pieni diritti, con la motivazione di essere stati generati fuori dal legittimo matrimonio, nel quale erano noti sia padre sia madre. Così che i Parteni, insoddi sfatti, si accordarono con gli Iloti per raggiungere il p roprio scopo attraverso una rivolta. Il segnale per iniziare la ribellione fu stabilito dovesse essere l'alzare un berretto laconico nell'agora . Ma uno degli Iloti tradì i congiurati: così che gli Spartiati si trovarono in una diffi cile situazione, in quanto i Parteni, oltre ad essere numerosi, erano benvoluti come fratelli. I padri dei Parteni tentarono di riportarli al l'ordine, inducendoli ad o rganizzare un'apoikia e p romettendo, in caso di fallimento della spedizione, di cedere loro un quinto dell'e stensione della Messenia. La p rima differenza fra i due autori consiste, per quanto è il no stro argomento, nell'o rigine dei Parteni. Antioco non tramanda chi ne siano stati i padri; mentre Eforo documenta che essi fu rono quegli Spartiati che, in quanto in quel momento non ancora cresciu ti per sottostare agli impegni militari, non avevano giu rato all' inizio della guerra messenica. Stante la divaricazione fra i due filoni, evidente mente dipendenti da due fonti diverse fra loro, non pare buon meto do combinare le due versioni fra loro a questo p roposito: tanto più che ulteriore elemento di discordanza reciproca è costituito dal fatto che, secondo Antioco, gli Spartani non partecipanti alla guerra fu ro no ridotti in schiavitù e denominati Iloti. Informazione, questa, non raccolta da Eforo: e che si aggiunge a quelle, differenti fra loro, di altri autori antichi che considerano gli Iloti come discendenti delle popolazioni locali sottomesse dai Laconi al tempo della loro presa di possesso della regione.
8. Cfr. Plb. 12, 6 b, 5 ·
249
FO;'\; O A Z I O :"J I G R E C H E
Inoltre, la ribellione è tentata (in ambedue gli autori non si giun ge a violenze, a seguito delle delazioni) dai soli Parteni, secondo An tioco; da questi insieme agli Iloti, secondo Eforo. Anche a questo p roposito vale l'impossibilità di combinare parte della versione eforea con il p recedente argomento di Antioco ci rca l'origine degli Iloti. Terzo elemento di discordanza è rappresentato dal segnale che avrebbe dato inizio alla rivolta: Antioco lo identifica nel calzare un ber retto di pelle di cane da parte di Falanto; Eforo nell'esposizione di un "pilos laconico " . Il berretto di pelle di cane era distintivo degli Iloti 9: Falanto, quindi, avrebbe dovuto equipararsi a questi ultimi, che però non facevano parte della congiura secondo Antioco, al contrario di quanto tramanda Eforo. Non è ben chiaro il significato della specifica zione circa la natu ra del berretto che avrebbe dovuto indossare Falanto. Egli, come Partenio, fruiva di ridotti diritti, ma non era ascritto agli Ilo ti, se Antioco, o la sua fonte, è stato coerente nel suo racconto, tanto da poter indossare il pilos che contraddistingue i Dioscuri, e quindi i guer rieri spartani w È noto che gli Spartiati portavano i capelli lunghi (Anti oco apd. Str. 6, 3, 2 ) : ai Parteni non era stata consentita una tale accon ciatu ra? Gli Iloti, come schiavi, avevano il capo rasato ' ' . Un'ulteriore differenza tra le due tradizioni consiste nel modo di risoluzione della tentata ribellione. Antioco rileva il numero dei Par teni come causa della prudenza messa in atto dagli Spartani nei loro confronti; Eforo aggiunge a ciò che i Parteni erano considerati «come fratelli>>, tanto che i loro padri, da intendersi collettivamente e non nel senso biologico in quanto le unioni che dettero nascita ai Parteni erano awenute casualmente, tentarono di persuaderli ad organizzare un' apoikia. In Antioco una tale indulgente benevolenza è sostituita dall'esortazione, schiettamente laconica, rivolta ai congiu rati ormai p rigionieri di ; e l ' invio di Falanto ad interrogare l'o racolo ha tutta l'aria di un viaggio costretto. Tanto più che, come in vece tramanda Eforo, alla volontà esp ressa dal dio gli Spartani offro no l 'alternativa di assegnare ai Parteni un quinto dell'estensione della Messenia in caso di fallimento della spedizione. Infine, solamente Antioco ricorda Falanto come capo della ribellio ne e, poi, dell'apozkia, designandolo implicitamente come ecista, così che la fondazione della nuova città possa dirsi completa ed onorevole. Secondo questa versione, Falanto, per quanto Partenio, ricopre funzio ni come ci aspetteremmo proprie di uno Spartiata con pieni diritti. .
9· D[)C:AT 1 974b, pp. 1 4 5 5 -7 . I O . BOGII\:0 1 994, p. 1 2 . I I . C()HSA:"-.10 1 979, p. 1 2 5 .
250
I 2 . TARA:'\!TO
L'unico elemento che unisce le due tradizioni consiste nella forma della risoluzione definitiva del conflitto: inviare un'apoikia. Con ogni evidenza una tale iniziativa faceva parte dello "strumentario " politico sociale delle poleis di madrepatria entro la fine dell'viii secolo in analo ghe congiunture. Da questo accertato patrimonio comune Platone ha tratto la sua casistica, discussa nelle Leggi (cfr. supra, CAP. 6 , pp. 146-7 ) . I due filoni di tradizione hanno dato motivo a contrastanti com menti dei moderni " , dall'insieme dei quali si può solamente trarre la convinzione che i due racconti sono stati condizionati dai diversi atteg giamenti ideali, di Antioco e di Eforo, influenzati dalle vicende politi che che si verificavano durante la rispettiva attività. Antioco, secondo questa interpretazione, nobilita le origini dei Tarantini, mentre Eforo argomenta ' ' . Il passo di Diodoro Siculo ( 8 , 2 r ) aggiunge oscu rità a quanto più ampiamente raccolto dai due autori. A Falanto nel promuovere la ri volta si aggiungono gli Epeunaktoi '4; ma Agathiadas, amante di Fa lanto ' 5 , svolge opera di mediazione, così che viene ordinato a Fa lanto di non indossare il berretto di pelle di cane, e i Parteni rinun ciano alla rivolta. Agli Epeunaktoi che avevano inviato messi a Delfi per conoscere la volontà del dio a p roposito della propria intenzione di impossessarsi di Sicione, la Pizia invece assegnò Taranto, con un doppio oracolo ' 6.
Oracoli di fondazione Nel p rimo si esclude Sicione e si vanta Satyrion , la chiara acqua del Taras e il porto sceo , cioè occidentale (cfr. in/ra) , nel quale un tragos bagna nell'onda salata l'estremità della candida barba. Qui sarà co struita Taranto, ben salda sul Satyrion.
1 2 . PE�IBROKE 1 970, pp. 1 2 4 1 -9, 1 2 5 9-67; CORSAI'\'0 1 979; ,\IA DDOI.I 1 98 3 ; MALKI:'\J 1 987, pp. 47 - 5 2 ; ,\IUSTI 1 988a; MOSCATI Ct\STEL:'\!UOVO 1 9 9 1 ; :'\JAFISSI 1 99 1 , passim; 130G!:\0 1 994; CAPPELLETTO 1 994; CORDAI'\'0 1 99 5 ; I.IPPOLIS, GARRAFFO, :\AI-- ISSI 1 995 , pp. 299-302; I.OMI3ARDO 2002a; ,\!OGG I 2002a; M 0• A questo p roposito è da osservare che l'avvenuta conquista della Messenia da parte degli Spartani non semb ra aver risolto favorevol mente la difficoltà di dispo rre di un'estensione agricola sufficiente ad essere distribuita a tutti gli Spartiati potenziali, tanto da costringere ad un' apoikia. Difficoltà analoga si era supposta fosse sorta a Calcide, dopo la sua vittoria nella guerra lelantina, nella fase che vede le apoi kiai condotte da Teocle, da N asso a Ca tane , . . In ambedue i casi il .
I 7 . ARU\'A I 997. p. 2 6 I nota giustamente nei manoscritti la mancanza della vir gola che l'ediz. straboniana di J.ASSJ.RRE 1 967 interpone tra doka e Taranta. I 8. .\IIOSCA TI CASTEI.:'\!U0\'0 I 99 I, p. 77. 1 9 . Ibid. ; ""nss1 1 9 9 1 , p. 4 3 , pp. 49·50 determina nel 1 1 1 secolo l'epoca di origi· ne di questa tradizione. 20. lvi, p. 34 e p. 3 9 rispettivamente; così anche �IAI.KJ:'\1 I 994b, p. I 4 I con n. 148. 2r. Diversamente, ma non convincentemente, interpreta PE�IBHOKE 1 970, p. I 245·
252
I 2 . TARA:"JTO
problema sembra possa essere derivato dalla rigidità del regime ari stocratico che governava tutte e due queste città greche 22 • È pur vero che, secondo Eforo (apd. Str. 6 , 3, 3 ) , ai rivoltosi, peraltro ormai domati, viene proposto un quinto della Messenia 2 3 : ma solo nel caso che l' apoikia non avesse sortito felice esito. Il ritorno in madrepatria degli apoikoi è previsto, nei casi di Cire ne e di Naupatto, dopo un periodo predeterminato, ma solo in caso "di necessità" e con il vincolo di lasciare nell'apoikia un figlio o un fratello in grado di condu rre il lotto assegnato 24 . Ma che si tratti di eventualità non gradite ai cittadini delle madrepatrie può ricavarsi da due notizie: quella relativa agli Eretriesi che, scacciati da Corcira dal la spedizione di Chersicrate, si dirigono verso Eretria dove sono ac colti dal lancio di frombole (Plu . , Quaest. Gr. I I ) ; e da quella della p rima spedizione di Batto e dei Terei che ritorna alla propria isola, nella quale rischia di essere lapidata ed è impedita allo sbarco (Hdt. 4 , I 5 6, 3 ) . Erodoto potrebbe qui adomb rare timori religiosi negli ino spitali Terei: ma la sostanza rimane intatta, e non può non riferirsi alla categoria della distribuzione delle terre agricole che si disvela, con maggio re o minore evidenza, in ognuna delle tradizioni per noi superstiti che tratti di apoikiai 25 che siano state già discusse (cfr. su pra, CAP. 5 , pp. I 2 7 - 8 ) e che abbiamo verificato come attive in tutte le altre apoikiai siceliote ed italiote. Il sito dell'insediamento è descritto, ovviamente post eventum, dall'oracolo riportato da Antioco (apd. Str. 6, 3, 2) e, più ampiamen te, da Diodoro Siculo ( 8 , 2 I ) . Il porto (cfr. in/ra) appare qualificare la località indicata dal dio, che porta il nome di Satyrion 26 ed è conti gua alla chiara corrente del fiume Taras. Il segnale di averla raggiunta è costituito dal tragos che bagna la propria barba nell 'acqua del mare. È da notare che nel dialetto messenico, secondo un oracolo analogo a proposito della durata delle fortune messeniche riportato da Pausania (4, 20, 2 ) , tragos si rivelerà equivalente al sostantivo greco erineon, che distingue la pianta del fico selvatico, o caprifico: il gioco di paro-
2 2 . Per Sparta cfr. Arist. , Poi. 5 , 7 = f 307 a 34·40: > 49. Il più celebre " scarico di pu rificazione " , quello di Rheneia 5 0 conseguente allo svuotamento delle tombe che si trovavano a Delo (Th. r , 8, r ) , è composto quasi esclusivamente da frammenti, che ren -
45 · Yr'.:TEMA I 990, p. I 6 I e n. 2 I 5 ; esemplari dell'Antico Geometrico dell'Italia meridionale: p. 3 I e p. 44 n . 29; del Medio Geometrico Salentino: p. 47 e p. 59 n . 9; del Tardo Geometrico Salentino: p. 8o n. I 7. 46. �lt\YER I 9 I 4, pp. I -2 . 4 7 · lvi, p. I 89. 48. Cfr. la lettera di Paolo Orsi a Quintino Quagliati del I 8 dicembre I 898: > 3; il suo toponimo è al plurale ( Lokroi), ad indicare piut tosto gli abitanti, i quali potevano essere di p rovenienze diverse all'in terno delle due Locridi di madrepatria e quindi i'> 24, motivati dal desiderio di ac cedere ai pieni diritti ( cioè: al possesso di terra agricola) da parte di coloro che, p rogressivamente, siano stati accolti, oppure ambiscano ad entra re, nella 25; e dal fatto che ; in parallelo, l 'evidenza archeologica finora recuperata in quel compren sorio non ha apportato risolutivi elementi di conoscenza e di inter p retazione.
Fonti letterarie Ad una fase mitistorica, nella quale sono attori T roiani, segue quella storica: per sfuggire al dominio che andava imponendo Gige, re dei Lidi, sulla città di Colofone ( Hdt. r , r 4 , 4) ne fuggì una parte degli abitanti, dirigendosi appunto verso la regione del fiume Siris. In realtà, sono i moderni che identificano gli Ioni fondatori di Polieion (Mir. Ausc. r o6 3 ) con i Colofoni in fuga da Gige 4: ma l'identifica 5 2 3 c), riportando zione appare obbligata 5 : infatti Ateneo ( I 2 , 2 5 Timeo ed Aristotele, attesta che Siris fu abitata da p rofughi di Co lofone. =
I. ,\IOSCATI CASTELI"UOVO 1 989. Storia del problema e bibl. prec. : LOMBARDO 1 998, pp. 4 8 - 5 3 con bibl. prec. ; ,\llt\LKI:\ 1 998a, p p . 2 2 6 � 3 1 ; LO�IBARDO, FRISOI"E 2000, p p . 274-8+ 3 · La tradizione manoscritta di questa fonte riporta concordemente Sigeo: Po lieion è correzione moderna (�1 1SCELLA:"EO 1 994; BRAC:CESI 1 9 95 ) . Ritiene Sigeo corru zione antica di un originario Siris PERHET 1 94 1 , pp. 36-7, 88-95 . 4· RO>JCO>JI 1 980, p. 3 8 5 . Dubita del rapporto tra Gige, la presa di Colofone e la fondazione di Siris J.l)RAGHI 1 99ob, pp. 1 5 -7 . 5 · BERARD 1 9 6 3 , p. 1 90; MOSCATI CASTEISUOVO 1 989, p p . 50-73 argomenta che Polieion sia stata fondazione ionica ( più esattamente: dei discendenti di quei Colofoni che in precedenza si erano impossessati di Smirne: pp. 75 -6), mentre Siris, successiva nel tempo, sia stata esplicitamente colofonia. z.
281
FO:'\: O A Z I O :"J I GRECI-l E
Strabone dà un riassunto delle vicende ( 6 , I , 1 4 ) , iniziando dal periodo più recente: i Tarantini fondarono Eraclea 6 (nel 4 3 3 h ) tra sferendovi gli abitanti di Siris, che si intende non più come la polis troike che sorgeva accanto al fiume 7 ma come un epineion, distante da Eraclea 2 4 stadi 8 . Che la polis Siris sia stata un insediamento troiano 9 è p rovato, per il geografo, dal fatto che vi si aveva uno xoa non di Athena Iliaca. Se ne narrava che l'immagine avrebbe chiuso gli occhi per non assistere alla strage compiuta dagli Ioni, che erano lì giunti fuggendo la violenza dei Lidi, a danno dei supplici che vi si erano rifugiati. Questi ultimi non erano più Troiani, ma Choni, ap partenenti al più ampio ethnos degli Enotri; gli Ioni chiamarono Po lieion la nuova loro città ' " . Il Geografo distingue l e vicende s i a nello sviluppo d e l tempo sia nella dimensione dello spazio: ai Troiani seguono i Choni (popolo di verso da quelli, oppure loro discendenti come gli Japigi dai Cretesi? ) come abitanti d i Siris; gli Ioni fondano l a loro nuova città, Polieion, dopo aver decimato sacrilegamente i Choni; Siris, al tempo della fon dazione di Eraclea, rimane toponimo di un epineion, posto alla foce del fiume: se ne deve dedu rre che secondo Strabone Polieion e Siris abbiano avuto localizzazioni diverse fra loro. Dalle fonti lettera rie antiche, in contraddizione fra loro anche se appartenenti allo stesso filone di tradizione come è stato evidenziato per Strabone e le Mir. Ausc. ( cfr. supra, n . 3) a p roposito della loca lizzazione di Siris, non si ricavano informazioni sicure circa la topo grafia della regione nella diacronia e la rispettiva collocazione dei to ponimi. Inoltre, non è stata ancora identificata evidenza archeologica
6. Inventory• Poleù 2004, pp. 2 5 9-6 1 n. 5 2 . 7 · lvi, p p . 2 9 3 · 5 n. 69. 8. Questo epineion è ricordato ancora come riferimento per la distanza intercor rente con Metaponto (Str. 6, I, I 5 ), nonostante che al momento della fondazione di quest'ultima non doveva trattarsi di un epineion, ma ancora della palù troike. 9· Mir. Ausc. r o6 tramanda che sullo stesso luogo si ebbero Eraclea, fondazione tarantina; Polieion, ionica e Siris, troiana, riprendendo da Antioco, così come fa Stra bene ( �IOSCATI Ct\STEU\'U0\'0 1 989, p. 7 1 ) , il quale però localizza diversamente Siris. ro. Cfr. PL'G LIESE CARRATEI.LI 1 999, pp. 1 84-5 . PERRET 1 94 1 , pp. 9 3 - 5 corregge ntw TgtiJùJV di 1\llir. Ausc. 1 06, in nì>v JIQ6>T(t)V: ne fa conseguire l 'assoluta inconsi stenza di una presenza troiana, che ritiene essere stata pura " invenzione" di Strabone, influenzato dalla "leggenda troiana " sulle origini di Roma ideologicamente dominante nel periodo nel quale egli ha composto la sua opera (p. 98). MAI.KI>J I 998a, pp. 2 2 6 - 3 I , ritiene che i Greci identificarono i Choni con i Troiani, ricollegando i primi alle fondazioni che Filottete condusse fra essi (cfr. supra, CAP. I I , n. 66) di Petelia, Crimisa, Chone (Str. 6 , I, 3) e Macalla (schol. Th . I, I 2 , 2 ) .
282
I 4 . SIHIS
c h e possa essere c o n certezza riportata a Siris o a Polieion , oppure a d ambedue. Così c h e n o n rimane c h e attendere future, auspicabili, p ro grammate e fo rtunate ricerche che ci autorizzino a collocare sul terre no le due antiche poleis. È però stato notato che Polieion appaia di valenza " debole" ri spetto a quella di Siris " : idronimo ed anche toponimo che, oltre a denominare tutta la regione tributaria, continua ad essere documenta to almeno fino all'inizio del v secolo " . La sua p roposta valorizzazio ne in un contesto " t roiano " , sia lessicale sia ambientale " , non è esente da dubbi di critica storiografica ' 4 , ai quali si aggiunge che la percezione del " p aesaggio " , così come noi moderni lo intendiamo, era in antico del tutto differente ' ' . Che Troiani siano capostipiti oppure identificati con popolazioni indigene non accade solamente a p roposito di Siris: nella regione del la quale, inoltre, fu rono p resenti anche Rodii (Str. 6, r , q ) , in perio do p recedente l'istituzione delle Olimpiadi (nel 7 7 6 ) non più esatta mente specificato, così che dai moderni è stato ritenuto sia p receden te a quello delle apoikiai storiche ' 6 sia successivo ' 7 . L a frequente identificazione d i capostipiti troiani p e r popoli indi geni è stato p roposto sia originata dall ' azione " d iplomatica " messa in atto da Atene per favorire la p rop ria spedizione m ilitare contro Sira cusa. L'origine mitica di una tale identificazione risiedeva nel ritenersi Atene sia madrepatria degli Ioni che emigrarono in Asia Minore all'i nizio del I m illennio sia erede dei Troiani sconfitti dagli Achei ' 8. La già ricordata mancanza di evidenza archeologica utile a fornire indicazioni che possano indirizzare le nostre incertezze di interpreta zione delle fonti letterarie antiche non sembra tuttavia tale da impedi re di schematizzare una p roposta, pur cauta, di ricostruzione del qua-
I I. LO�IBAHDO I 9 8 3 , pp. 6 I - 3 . I 2 . LO�IBAHDO I 986, p . 741 3 · �IL'STI I 98 I , pp. 5 - I O. I4- LO�IBAHDO I 986, p. 76; PUGI.IESE CAHJV\TEI.LI I 999, p. I 86. I5. LO�IBAHDO 2003, pp. 9 3 -4; GUZZO 2005a. I 6 . Per la talassocrazia rodia: MILLEH I 97 I , pp. I 29-30, riportata al IX secolo; ,\IA DDOI.I I986, p. I 4 3 ; MAHTO:'\J I997, li riporta al IX-VIli secolo; PL'G LIESE CAHJV\TELLI I 999, p. I89 riferisce questa presenza rodia al 1 1 millennio, in coincidenza con i con tatti con la cultura micenea o post-micenea attestati sulla costa jonica (per i quali cfr. supra, CAP. I ) . I 7 . �IOSCATI CASTELI"L'OVO I989, pp. I 3 I A2 l i riporta a i Trezeni partecipanti alla fondazione di Sibari. Cfr. anche I'AI'OI.ITA"O 1 994. I8. BIV\CCESI I 9 9 5 ·
283
FO:-..: O A Z I O :"J I G R E C H E
dro di popolamento nel comprensorio posto Sinni.
m
sinistra del fiume
Conoscenze archeologiche Il complesso archeologico oggi più evidente è rapp resentato dalla cit· tà di epoca classica, ma proseguita fino a tutto il periodo romano, posta sull'attuale collina del Castello di Policoro: vi si riconosce, sen · za difficoltà, Eraclea di Lucania, fondata dai Tarantini nel 4 3 3 h , dopo u n a guerra combattuta contro i Thurini per i l possesso della Siritide, conclusasi con un accordo. La città si trova a circa 7 km in linea d'aria dall'attuale foce del Sinni: in considerazione dell'attuale avanzamento di questa dall'antichità ad oggi, si dovrà ritenere che la distanza registrata da Strabone, corrispondente a circa 4,5 km, tra la città e l' epineion che conservava il toponimo di Siris non dev'essere lontana dalla realtà antica. Nella zona della ricostruita foce antica del Sinni e più a monte '9 le ricerche compiute non hanno dato risultati di conoscenza utili al nostro argomento 20• Nell'area occupata da Eraclea , ben definita gra zie all'identificazione del circuito della sua cinta fortificata, si sono in dividuati alcuni siti con documentazione di età arcaica e nuclei di ne cropoli coeve, attestate dalla fine dell'vm-inizi del VII secolo. Questi ultimi si trovano ad Occidente della città di Eraclea, in località Madonnelle " e Cerchiarito-Schirone 2 2 , esterne alle mura di difesa più tarde. Una tomba, apparentemente isolata, è stata rinvenu ta nel settore occidentale della collina del Castello , sotto gli edifici che compongono la città classica 2 ' ; altri nuclei di sepolture, sempre sotto la città più recente, sono stati indiziati da ritrovamenti di tombe distu rbate dalle attività più recenti 24. I due nuclei occidentali p rinci pali di sepolture sono distanti fra loro circa r km, e si devono quindi considerare pertinenti a due diversi nuclei abitati, ai quali si aggiun gono quello sulla collina e quello a Sud-Est della stessa: in rapporto a quest'ultimo si ha 2 5 • I riti funerari comprendono s i a inumazione s i a incinerazione; ad un aryballos globulare del Protocorinzio Antico, segue documenta zione in contesto del Protocorinzio Medio 26. Le due principali ne cropoli ad oggi note non p resentano differenze tali fra loro 27 da farle intendere come utilizzate da due diversi gruppi cultu rali 2 8 • Alcuni dei siti con resti di strutture abitative sinora noti sono po sti all'estremità opposta, a Sud- Est della città classica 29, databili dalla metà del VII secolo. Delle strutture rimangono per lo più le fosse, in cavate sotto il piano di calpestio delle originarie capanne, nelle quali erano immagazzinate le derrate 30• Altri resti di abitazioni sono stati identificati in diverse zone della città classica: si ricostruiscono, in tut ti i casi, capanne con fossa sottostante, per lo più databili nel corso del VII secolo 3 ' . I materiali rinvenuti i n connessione sia alle tombe sia alle struttu re abitative sono, quasi in assoluto, di p roduzione magno-greca e di derivazione corinzia e greco-orientale; ridotte di numero sono le im portazioni dalla madrepatria o, in generale, dall'Egeo ' \ inoltre «ovunque si è scesi fino alla roccia ci si è imbattuti, come anche sulla punta orientale della collina, in frammenti di vasi d'impasto>> di p ro duzione indigena 3 3 • Risulta evidente l a casualità e l a lacunosità delle informazioni ar cheologiche finora possedute: le quali, quindi, si prestano ad inter p retazioni solamente ipotetiche, mancando l 'evidenza sicu ra dell'inse diamento colofonia. Quest' ultimo è da ritenersi sia stato stanziato al l'interno della cronologia assoluta che è stata ricost ruita, p revalente-
25. LO.\lBARDO I 998, p. 47 · 26. BERLI!"!BAHDO 1 9 8 3 , pp. 7 2 - 3 . Argomenta la localizzazione di Polieion sulla col lina del Castello di Policoro >�OSCATI C\STEJ.,.uovo 1 989, p. 69. 6 r . HA:'\!SEI. 1 9 7 3 , p. 4 3 8 ; ADA�IESTEA:'\L', DILTHEY 1 978, p. 5 2 2 . 6 2 . HA,.SEI. 1 9 7 3 , p. 4 3 8 indica l a prima metà iniziale del VII secolo: m a i m a teriali c h e vengono assunti come termine cronologico ante quem, in quanto ritrovati contro i residui mattoni crudi che compongono la struttura, non possono essere considerati utili a determinare la cronologia di costruzione del muro, in quanto possono essere defluiti in periodo anche di molto successivo ad essa provenendo da strati, situati a monte del muro, formatisi anche alla fine dell'vili secolo, come indi ca il ritrovamento del frammento di skyphos di Thapsos (cfr. supra) ; TAGLIE,.TE 1 99 8 , p. 96 > 5 2 . I motivi p e r i quali si interrompe la frequentazione d i un sito pos sono essere numerosi e diversi fra loro: anche un incendio può gene rarsi per cause accidentali e non necessariamente ad opera di assalito ri 5 3 . Soffriamo, a p roposito della fondazione di Metaponto e del ter mine della vita all'Incoronata, della casualità già lamentata di eviden 48. DE SIE,_.A 1 990, pp. 8 5 - 7 ; BLRGERS 1 998, p. 1 94 le ritiene . 49· DE SIE:\A 1 990, p. 86. 5 0 . .\IERTE:'\JS 1 982, pp. 2 2 - 3 ; rviERTE:'\!S 1 999, p. 2 5 7 · 5 1 . SACCHI 1 990, p. 1 46. 5 2 . .\lt\DDOJ.J 1 986: le citazioni a p. 1 5 5 e a p. 1 5 6 rispettivamente; osservazioni critiche in OSA:'\J:'\!t\ 1 992, pp. 3 9 -40. 5 3 · ORLt\:'\JDH'\'1 1 986, pp. 3 2 - 3 , 37; Y:'\JTEMt\ 2000, p. 1 3 ·
308
1 5 . M ETA PO:'\!TO
za archeologica 54 che potrebbe supplire, dal suo specifico angolo do cumentario, alla mancanza, o all'incerta nostra interp retazione, di fonti letterarie antiche. In queste ultime, tuttavia, si è identificato un nucleo interp retato in maniera convincente come indizio di un rap porto tra apoikoi ed Indigeni (cfr. supra, pp. 3 0 1 - 3 ) ; e dall'Incoronata si ha evidenza di frequentazione successiva alla fine del VII secolo , comp reso un deposito votivo 5 5 • Quanto ritrovato dagli archeologi dell'università del Texas mostra come siano attive nello sviluppo del tempo alcune funzioni svolte in p recedenza nello stesso sito, anche se con forme assai differenti; la delocalizzazione dell'abitato nella dia cronia non può far meraviglia. Le statuette fittili componenti il depo sito votivo testimoniano che si è materializzata una funzione religiosa " alla greca " , di chiara derivazione metapontina sul piano sia ideologi co sia formale. Questa materializzazione delle forme del culto, per quanto finora se ne conosce, appare assai diversa dalle caratteristiche, che sono sta te p roposte essere state rituali, p resenti nelle fosse della metà del VII secolo 5 6. Di queste si ipotizza lo scopo di riapp ropriarsi > 78 . Può p ro porsi un parallelismo tra Metaponto e Poseidonia: e ad opera di una stessa stirpe italica, per quanto nei due episodi essa sia definita con etnonimi differenti, ma comunque compresi all'interno della sua dia cronica gemmazione di ethne. E la stirpe italica è vista in generale come "barbara " , e comunque culturalmente opposta ai Greci 79 : la mancanza di continuità nel celebrare l'enagismos, semeion della mitica
76. Così MUSTI 1 98 8b, p. 1 24; li riportano al periodo della fondazione: MADDOLI 1 974; GHECO 1 986, p. 1 34; MADDOLI 1 986, con bibl. prec. a p. 1 3 9 nn. 3 -4; PLGI.IESE Ct\RRATEI.I.I 1 999, p. 1 9 1 li riporta al VII secolo. 77· I Neleidi partecipano alla migrazione ionica verso l'Asia Minore, divenendo così partecipi della discendenza mitica di Atene: il mito relativo metapontino ha, quindi, significato filo-ateniese ed anti-tarantino. Cfr. "AFISSJ 1 997a, pp. 349-57; GIA· co"ETTI 2005 , p. 175. Per i trattati fra Atene e Metaponto nella seconda metà del v secolo, cfr. supra, CAP. 1 4 , n. 7 3 · 78. FRt\SCHETTI 1 98 1 , p. 1 0 1 , ambedue l e citazioni. Per un'interpretazione più sociologica: AHDOVI:'\JO 1 986, p. 1 2 2 . 79· Pur esistendo, d a l corso del v secolo, un'articolata tradizione di influsso e pratica pitagorici presso i Sanniti, i Lucani e i Brezi: o'AGOSTII"O 1 9 8 1 ; ,\IELE 1 9 8 1 b.
314
I 5 . !v! ET A PO:"JTO
(e per questo profondamente sentita, oltre che politicamente necessa ria) ascendenza, annienta la grecità di Metaponto, elemento impor tante quanto la materialità della città costruita. Diversamente che a Poseidonia so e a Hipponion, i Metapontini non furono costretti ad italicizzare il prop rio poleonimo: anche un mutamento del genere ri· entra nella perdita " degli antichi istituti " . A quale episodio concreto nella lunga serie d i scontri tra Meta ponto e i Lucani si riferisca puntualmente la notizia straboniana è materia, vana, di ipotesi 8 ' , mancando ulteriori documenti di dimo· strazione. Ritornando agli ikria, è notevole come una costruzione del genere rimonti al momento iniziale della nuova città: pur se il regime istitu· zionale di Metaponto non fu certo di stampo democratico, la priori taria esigenza di predisporre le struttu re necessarie all'ordinato svolgi mento da parte dei politai che ne avevano diritto dell'attività istituzio nale della polis indica, una volta di più, che le apoikiai derivano da decisioni fo rmalizzate e che da subito ripetono forme e procedure " politiche " , che materializzano l'identità del gruppo dei nuovi poli fai 82. L'interessamento di Sibari nella fondazione metapontina po trebbe far ipotizzare che questa complessa costruzione in legno, così come quella sotto il sacello C , sia stata opera degli artigiani specia lizzati che è stato ricostruito essere stati attivi nella Sibaritide fin dal l ' viii secolo ( cfr. supra, CAP. r o ) . All'abilità nel costruire in legno ri manda il culto di Epeo, che i Metapontini trasferirono nella propria città da Lagaria 8 3 , p robabilmente dopo la distruzione di Sibari da parte dei Crotoniati.
Bo. Pt;GUESE Ct\RIV\TELI.I I 988a, p. 30: considera «preellenico» il nuovo poleo� n imo. 8 r . G[)ZZO 1 9 8 3 . Cfr. supra, n. 76. 82. �IERTE;\IS 2009, p. 78. 8 3 . OSA>J>JA 1 986·87: con storia del problema e bibl prec.; MAI.KI>; 1 987, pp. 2 I 3 �4; cfr. supra, CAP. I I , n. 5 6 .
315
316
Qualche considerazione, per finire
Con Metaponto, come avvertito all'inizio, si considera terminata la p rima, c ruciale serie di apoikiai greche rivolte all'Italia meridionale ed alla Sicilia dalle rispettive madrepatrie. Nei due secoli che le hanno viste p rogredire di numero, e poi ancora in periodo successivo, le sponde occidentali del Mediterraneo, fino alla Gallia e all'Iberia, ed anche quelle ad riatiche sono state ugualmente meta di stanziamenti greci. Da questi, come nel settore geografico qui esam inato, si sono diffuse attività di scambio che hanno portato alla p rogressiva confor mazione di culture diverse da quelle fin'allora vigenti. Dall'uso dell'al fabeto alle forme materiali, dai comportamenti sociali agli influssi reli giosi i Greci d 'Occidente hanno trasfo rmato la cultura dei differenti popoli indigeni che occupavano i territori divenuti tributari delle loro nuove poleis. E anche in quei settori che, a causa della distanza che li separava dalle coste oppure per la p resenza di autonomi poteri politi ci, non hanno dato spazio ad apoikiai, l 'influsso, di scambio economi co e culturale, emanante dai centri greci si è p rogressivamente reso sempre più avvertibile, anche per noi tanto lontani nel tempo e quasi esclusivamente dipendenti dai documenti materiali, archeologici ed epigrafici. A parte impresti ti " matrimoniali " , che hanno agito nel non più recuperabile ambito della vita quotidiana (ma che sono documentati da recenti ricerche paleoantropologiche ) , e, in qualche caso, tecnici, dalla carpenteria all'allevamento ', i diversi Indigeni hanno contribui to decisamente allo sviluppo della cultura greca occidentale assicu ran do contributi di grande rilevanza economica. Già p rima che gli ecisti fondassero le p rop rie città, le attività p roduttive indigene erano state, per la loro attrattività in fase di prexis, causa non secondaria dell'ac crescimento della conoscenza da parte di navigatori greci (e " fenici " )
I.
RIDG\X' 1\ Y 2009c.
317
FO:-..: O A Z I O :"J I G R E C H E
delle opportunità che i diversi comprensori occidentali erano in gra do di offrire alle economie delle rispettive madrepatrie, e che avreb bero potuto essere sviluppate. Quando, poi, le nuove poleis fu rono impiantate e si raffo rzarono, fu rono gli Indigeni a costituire la forza lavoro necessaria alle p roduzioni agricole, all'allevamento, alla silvi coltu ra, alle attività estrattive: e, quindi, essi assicurarono il benessere nonché la riproduzione biologica degli apoikoi. La radicale modifica del recapito presso i nuovi venuti, e quindi a p revalente se non esclusivo loro vantaggio, del frutto del lavo ro indi geno così come l'utilizzazione agricola di aree in p recedenza libere p rovocarono di certo reazioni nelle popolazioni autoctone: le manife stazioni delle quali fu rono anche sanguinose, forse in risposta ad ap p rocci non in precedenza contrattati da parte dei nuovi venuti, oppu re differenti da quanto concordato. Tensioni del genere non si saran no verificate nella fase che ha preceduto lo stabilirsi delle apoikiai, p roprio per la natura non stanziale dei navigatori che, al contrario, portavano stimoli produttivi e cultu rali nelle comunità indigene, sen za turbare gli equilibri conseguenti alle rispettive forme sociali locali, di frequente assai avanzate, e che quindi vi dovevano essere favore volmente accolti. Protagonisti, quindi, delle più antiche fasi delle apoikiai occiden tali fu rono anche gli Indigeni: ma il loro patrimonio culturale, dal quale erano fin'allora sortite realizzazioni complesse e sapienti, subi sce una quasi completa sterilizzazione di fronte al dominio, economi co e culturale, talvolta militare > , imposto dai Greci. Sotto questo aspetto tra lo sviluppo culturale, sociale e produttivo delle popolazio ni indigene che si è avuto tra XII e IX-VIII secolo ed invece la fine delle rispettive p roduzioni dalla seconda metà e fine dell'viii secolo si osserva una patente differenza: anche se, in ambedue i momenti, è stato il rapporto con i Greci a funzionare da lievito e da veleno, ri spettivamente. Ma, prima, il lievito non ha intaccato l'autonomia eco nomica degli Indigeni, come invece si è verificato poi in specie con lo spossessamento dalle terre 3: a dimostrazione che, fermo restando che le apoikiai alto-arcaiche non possono essere paragonate in alcun modo alle colonie di epoca moderna, l'impatto tra culture difformi fra loro per ampiezza del rispettivo raggio, geografico e tipologico, di attività economica di scambio produce, sempre e comunque, la scom 2. CRIELAARD 2ooo; �lt\SSERIA 2 0 1 1 . Violenza è ricostruita fin dalla mitica migra� zione di Enotro (D. H. I, I2, I) e di Peucezio (D. H. I, I I, 4). 3 · DE A,;GEI.IS 2 0 1 0 argomenta sull'acquisizione delle terre agricole da parte dei Greci sopravvenuti in un quadro ricostruttivo non del tutto convincente.
318
Q U A L C H E COI'\ S I OERAZ I O � E , PER Fl t'\' I R E
parsa, p m o meno rapida, della cultura d e i " colonizzati " . Anche se talvolta questa loro p recedente cultura sopravvive sotto forme p ro fondamente mutate, ad esempio utilizzando, all'interno delle residuali categorie originarie, oggetti importati o imitazioni di essi, così che non sempre la conformazione che in tal modo si raggiunge è con si curezza distinguibile dall 'osservatore contemporaneo 4. Ancorché poco co rretta " politicamente " , un 'interp retazione del genere pare imporsi dall'analisi dell'evidenza disponibile. E non si potrà negare che la rinascita, nella nostra contemporaneità, di manife stazioni culturali distintive, un tempo, dei " colonizzati " e finora semi dimenticate, si attua all'interno di modelli p ropri dei " colonizzatori " : a cominciare dalla rilevanza economica che si attribuisce ad esse, di sicuro categoria non p rop ria alle culture originarie che si vorrebbero, così, rinverdire. È che la storia, come si credeva un tempo facesse la natura, non /acit saltus: il suo p rocedere è quello del tempo assoluto, che non conosce né ritorni né pentimenti. Di certo , l'evidenza disponibile afferente a questo argomento, come a tutti quanti gli altri che compongono il complesso fenomeno
4· BURGERS 1 998, pp. r 8 3 -4 valorizza la parte attiva che ritiene esser stata ricoperta dagli Indigeni nello scegliere fra i prodotti greci, resi disponibili allo scambio dai navigatori ellenici, volutamente solo quelli più confacenti alle proprie esigenze, in primis culturali e ideologiche. Non sappiamo, tuttavia, quanto ampia possa essere stata la gam ma d'offerta che i Greci proponevano agli Indigeni, in specie prima della fondazione delle apozkiai: la generale uniformità delle importazioni, risalenti ai periodi pre-ecistici, sembra appunto indicare che tale gamma di offerta sia stata molto ridotta. Un inte· ressante parallelo etnografico polinesiano del XIX secolo, riportato dal Burgers allo sco po di illustrare più compiutamente la propria argomentazione e non «to figure as a direct parallel to native-Greek exchange in the Salento context>> (p. r 84), documenta come oggetti d ' importazione che svolgano un'utilità immediata e palese (nel caso: fucili) siano stati rapidamente adottati dagli Indigeni, che attribuirono a quanti riuscirono a possedere quegli strumenti di potere un alto prestigio sociale. Ciò pare dimostrare che i modelli culturali e ideologici originari sono suscettibili di modifiche anche profonde (sia pure rivestite di convenzioni e modi tradizionali) ove se ne ravvisi l ' utile: utile che quei Polinesiani non ravvisavano nel vendere, così come richiedevano invece i marinai euro pei, i loro maiali, in quanto necessari a compiere sacrifici in onore di capi e di sciama ni. Infatti, i marinai non offrivano in sostituzione dei richiesti maiali nulla che potesse rimpiazzarli adeguatamente nei sacrifici, ai quali ovviamente i Polinesiani non volevano rinunciare. Così che il ruolo "attivo" degli Indigeni di fronte all'offerta di scambio da parte di navigatori stranieri ci pare sia in rapporto diretto con l ' ampiezza e l'utilità agli occhi degli Indigeni stessi dell ' offerta proposta, fmo a modificare le proprie tradizioni. Se ciò è vero, il supposto ruolo "attivo" si riduce fino a scomparire, anche se di ne� cessità su un differente livello rimane : SMITH 1 999, p. 203, con bibl prec. Segue un modello ana· logo DE A>;GELIS 2003b.
319
FO:\ D t\ Z I 0 :'\1 1 G R ECI I L
delle apoikiai, è parziale e culturalmente condizionata: così che l'in terpretazione che le si addossa è ancor più soggettiva 5 • Inoltre, come già avvertito , ci si appoggia su due p rincipali categorie incommensu rabili fra loro: quella materiale, archeologica, e quella letteraria antica, ideologica. Alla p rima possiamo aggiungere i risultati raggiunti dalle analisi " scientifiche " : i quali ci fanno conoscere meglio gli oggetti, ma non sempre (quasi mai) ci facilitano nel comprenderne i motivi. Come filo d'Arianna per non perdersi tra monumenti e testi, la critica moderna, sperimentata sia sugli uni sia sugli altri, è culturalmente ed ideologicamente condizionata in maniera assai avvertibile: così che talvolta sembra essere più un impaccio che un aiuto a chi vorrebbe costruirsi una prop ria visione del mondo antico. Il tener ferma l'in commensu rabilità tra evidenza archeologica e documentazione lettera ria antica non consiste, anche, nel negare validità documentaria ed eu ristica ad una delle due categorie, così da ridu rsi a confidare sola mente nell'altra. La negazione, o la pesante sottovalutazione, della tradizione letteraria antica sembra essere portato di un determinato filone della pratica archeologica attuale, attento esclusivamente alla tecnicità dell'operazione dello scavo e poco, o affatto, incline a consi derare quest'ultimo come elemento componente di una p rocedura d'indagine rivolta alla comprensione storica dell'attività svolta nel passato dagli uomini e, se e per quanto possibile, anche dei rispettivi moventi ideali. Anche la tradizione letteraria antica ha una sua p rop ria stratigra fia: composta da esigenze ideologiche e non da livelli di terra e di manufatti, ma ricostruibile così come una qualsiasi serie svoltasi nel tempo di attività materiali depositata nel terreno. Pur così decodificate le due categorie, si è constatato nel corso di questo studio come rimangano incommensu rabili fra loro i dati ar cheologici e quelli letterari antichi: una tale reciproca estraneità è, p robabilmente, sia ostacolo insormontabile per chi si rivolge allo stu dio del mondo antico sia origine, insospettabile, di circoli viziosi nel l'interp retazione e nella datazione in assoluto di monumenti e di epi sodi. Come Achille non riuscirà mai a superare la tartaruga, altrettan to i ricercatori non potranno sperare che l'una o l'altra delle categorie 5. Y:\TEMA 2000 ritiene che lo stabilizzarsi delle città greche in Italia meridionale sia tarda: ma l'accumulazione delle risorse necessarie alla monumentalizzazione degli edifici pubblici, in specie religiosi, ha di necessità richiesto tempo dal primo impian tarsi delle apoikiai: cfr., da ultimo, LAI'G 2 0 1 0, per un'analisi delle più antiche terre· cotte architettoniche note, con bibl. prec. Tarda, se ne deduce, è ovunque la disponi· bilità di risorse economiche, non la rispettiva apoikia.
320
QUt\LCI I L COr"S I DE R1\ Z I O :\I E , PER F l r" I R L
documen tarie disponibili potrà portarli ad u n a sicura conoscenza del mondo antico e della sua cronologia assoluta. Altrettanto, almeno oggi, si può dire a p roposito dei risultati delle indagini " scientifiche " : l'approfondita conoscenza della materia e delle particolarità biologi che ed antropologiche degli individui, la p recisione delle scansioni e delle successioni temporali aumenteranno " micro-conoscenze " , che occorrerà pur sempre interp retare per dar loro un significato storico e culturale. Anche tenendo conto di queste limitazioni, si è p referito analizzare le apoikiai caso per caso e non p roporre per le rispettive fondazioni datazioni assolute ad annum. Ciò non significa negare si possa aver avuto, in antico, registrazione del momento assoluto consi derato come " inizio " di una nuova struttu ra politica; né che di tale coscienza possa essere sopravvissuta memoria fino ad essere registrata in qualche testo scritto pervenuto fino a noi. Ma sembra sia solo pos sibile riconoscere l'attuale impossibilità (almeno di chi scrive) a com p rovare, basandosi sull'evidenza disponibile, quelle definizioni tempo rali: sulle articolazioni e sui moventi delle quali molto è noto, quanto a moventi "di campanile" ad esempio, così quindi da richiedere una controprova conseguente alla categoria d'indagine indipendente. Sola mente la documentazione archeologica può fornire tale controp rova: ma le limitazioni p rop rie alla sua categoria documentaria non lo con sentono così compiutamente come sarebbe desiderato. In un futuro, ci si augura, saranno le analisi " scientifiche" ad aiutarci nella p recisa zione della cronologia assoluta: sempre che si sia sicu ri di aver rag giunto il livello più antico in un determinato sito. Si risolverà , così, la questione sulla successione cronologica tra Nasso, Megara Hyblea e Siracusa, che oggi non sembra possibile scandire al p roprio interno, come la distanza nel tempo tra Sibari e Crotone. L'accresciuta documentazione archeologica acquisita, nel co rso dell'ultimo cinquantennio, in Italia meridionale e in Sicilia ha con tribuito ad illuminare, anche se con le p roprie limitazioni come appe na accennato, alcuni aspetti del fenomeno storico che qui si è affron tato: come, ad esempio, n e l farci conoscere l'aspetto materiale, archi tettonico e quindi, forse, anche u rbanistico dei p rimi tempi delle apoikiai di Nasso, di Megara Hyblea e, sia pure in minor misura, di Siracusa, oppure degli ultimi dell'insediamento enotrio di Francavilla Marittima. Se il versante materiale della conoscenza disponibile offre sempre più abbondanti documenti, da questi, è giocoforza, si ricava no informazioni coerenti alla loro categoria di appartenenza: e, quin di, non sempre risolutivi di questioni interpretative. La scoperta e lo scavo, recentemente ripreso, dell'Incoronata non hanno contribuito a chiarire le incertezze relative ai rapporti tra questo sito e Metaponto 321
FO:\ D t\ Z I 0 :'\1 1 G R ECI I L
e Siris/Polieion (per l a quale s i ritiene incerta perfino l a localizzazio ne) : anche se ci si configu rano in maniera più dettagliata alcune altre categorie documentarie, come ad esempio la diffusione su quella co sta delle ceramiche greco-orientali del periodo arcaico e di quelle p rodotte nelle nuove poleis. Altrettanto può dirsi, a p roposito del periodo p recedente, per quella che riteniamo essere stata la fondazione ecistica di Cuma, ma seguente alla stabilizzazione di Pithecusa. Qui, il p rogresso delle re centi indagini archeologiche ha p rodotto nuove evidenze, ma l 'inter p retazione ne rimane ancora ipotetica. E, a p roposito delle modifiche indotte sulle culture indigene dal l'impianto delle apoikiai, l'acquisizione di più ampliate conoscenze verificatasi fino all'inizio degli anni novanta dello scorso secolo sem b ra, nel momento attuale, assai minore: anche se non sappiamo se ciò derivi dalla riduzione delle attività di scavo, dalla lentezza con la qua le si completano gli studi, i restauri e le documentazioni sui materiali scavati e dalle difficoltà di pubblicazione 6 . Quali che siano i motivi, si evidenzia come una tale riduzione nell'acquisizione di nuovi dati derivi dalla sempre più ridotta possibilità di azione della quale stanno soffrendo, a causa dei tagli inflitti sia alle risorse finanziarie sia a quelle professionali, le Soprintendenze Archeologiche, statali nella pe nisola e regionali nell'isola di Sicilia, ed anche le Università. Con l'ul teriore conseguenza che, restringendosi l'azione delle Soprintendenze, anche la tutela dei siti d 'interesse archeologico viene posta in perico lo, se non vanificata: così da perdere, anche in un futuro auspicabil mente migliore, la possibilità di trame elementi di conoscenza grazie a scavi archeologici compiuti in situazioni non compromesse da inter venti distruttivi moderni. Le incertezze relative alla definizione della cronologia 7 , più relati va che assoluta, delle diverse apoikiai rimangono, pertanto, irrisolte (all'interno del computo " t radizionale " ) : nonostante l'approfondimen to degli studi tipologico-formali di diverse p roduzioni, in specie quel le corinzie. Non si posseggono, oggi, strumenti utili a guadagnare la certezza di aver individuato i reperti, o le attività, più antichi nei siti delle fondazion i; né quelli più recenti nei siti indigeni abbandonati in rapporto ad esse. Anche il rapporto tra continuità/interruzione di questi ultimi e l'impianto della più vicina apoikia ha dato materia per studi specifici: le conclusioni dei quali, tuttavia, si p restano ad argo6. Per uno stato delle attività cfr., ad esempio: www .fastionline.org. 7 · Così, saggiamente: IIEURG0:'\1 1 9 9 3 , pp. 3 7 1 -8. Cfr. anche ROUI J.J.t\RD, SOURIS SEAU, IVA:'\JTCHJK 2 0 1 0, pp. 3 1 -4.
322
Q U A L C H E COI" S I D E RA Z I O :'\J E , PER F l l" I R E
mentazioni contrarie fra loro. Ed è da notare c h e le interp retazioni fra loro contrapposte si basano, tutte, sugli identici materiali di evi denza: ne consegue logicamente che la differenza reciproca è dovuta alla diversità dei modelli eu ristici che i diversi ricercatori hanno pre giudizialmente adottato, o costruito ex nova, e che perseguono fedel mente, per non dire ciecamente. Ciò vale per l'analisi sia delle evi denze a rcheologiche sia di quelle letterarie antiche: e non da oggi 8 . L'avanzamento ed il perfezionamento, dal 1 949 quando furono per la p rima volta sperimentati ad oggi, dei sistemi di datazione asso luta con l'ausilio delle scienze naturali, dal radiocarbonio alla dendro cronologia, hanno p rodotto modifiche al sistema di datazione assoluta tradizionale. Per quanto più da vicino interessa l'argomento di questo studio, si è, a quanto sembra, tuttavia ancora lontani dal poter consi derare del tutto sicu ri i risultati così ottenuti che si riferiscono al pe riodo cronologico tra 8oo e 400, compreso nel così detto " Plateau di Hallstatt " . I tentativi noti finora compiuti per p recisare le datazioni all'interno di questo periodo applicano la teoria dell'interpretazione delle p robabilità 9, originariamente proposta da Thomas Bayes, stu dioso francese di statistica attivo nel XVIII secolo ( r 7 o i - r 7 6 r ) : secon do questo metodo, le incertezze si colmano p rogressivamente ricor rendo a quelle p robabilità che paiono le più sicure sulla base della conoscenza già posseduta. Un'operazione del genere appare apriori stica, come la appena ricordata applicazione di un " modello " inter p retativo di evidenze di qualsiasi natura: in quanto la conoscenza già posseduta che dovrebbe ottimizzare le p robabilità è, a sua volta, ba sata su p robabilità, non su certezze. Inoltre, ad oggi le datazioni otte nute con l'ausilio delle scienze naturali relative a situazioni qui d'inte resse in Italia e in Grecia non sembra costituiscano ancora una " mas sa critica " tale da fare sistema. Sarà, quindi, la p rossima generazione di ricercatori (sempre che questa stirpe resista alla nequizia dei tempi, 8. Già Str. 6, I, 4 considera il testo di Antioco troppo semplificato ed arcaico: per Plb. 1 2 , 7 in polemica con Timeo cfr. supra, Ct\P. q; e a Plutarco si attribuisce un trattatello De Herodoti malignitate, Mor. 854-874- Da meditare la considerazione di Di od. Sic. I 3, 90, 7 : > (cfr. supra, p. r 6 ) deve tendere l a ricerca archeologica dello scavo ( e , poi, i n biblioteca), a pena di rimanere solo pretesto per lavorare all'aria aperta. .
1 3 . Cfr. D E A:\G EI.IS 1 988, p. 548: .
325
326
Bibliografia
Le abbreviazioni dei periodici sono quelle della Archiiologische Bibliogra phie.
A New Dawn? 2oo8 = A New Dawn /or the Dark Age? Shi/ting Paradigms in Mediterranean Iran Age, atti convegno Lisbona 2006, a cura di D. Brandherm, M. Trachsel, BAR Int. Series I 87 I , Oxford 2008. AA.vv. 2005 = A A . v v . , Cuma: le fortificazioni r . Lo scavo I 9 9 4 - 2 0 0 2 , Napoli 2005 . AA.vv. 2oo6a = AA. vv. , Cuma: le fortificazioni, in "AnnArchStAnt", quad. I 5 - I 6, 2006. AA. vv. 2oo6b = AA. vv. , Cuma: le fortificazioni 2 . I materiali dai terrapieni arcaici, N a poli 2oo6. Achei 2002 = Gli Achei e l'identità etnica degli Achei d'Occidente, atti con vegno Paestum 20o i , a cura di E. Greco, Paestum 2002. Across Frontiers 2oo6 = Across Frontiers. Etruscans, Greeks, Phoenicians and Cypriots. Studies in Honour o/ David Ridgway and Francesca Romana Ser ra, a cura di E. Herring, I. Lemos, F. Lo Schiavo, L. Vagnetti, R. White house, ]. Wilkins, London 2oo6. ADAMESTEAt\U I 95 7 = D. Adamesteanu, Nouvelles /ouilles à Gela et dans l'arrière-pays, in " RA " , 49-50, I 95 7 , pp. 20-46. ADAMESTEAt\U I 9 7 I = D. Adamesteanu, Greci e Indigeni nell'area di Hera clea (Policoro), in "RendLinc", I 97 I , pp. 643-5 1 . ADAMESTEAt\U I 9 8o = D . Adamesteanu, Una tomba arcaica di Siris, i n For schungen Neutsch I 980, pp. 3 I -6. ADAMESTEAt\U I 98 I = D. Adamesteanu, Siris Il problema topografico, in "CMGr", I 9 8 I , pp. 6 I -9 3 · ADAMESTEAt\U I 986 = D . Adamesteanu, Siris e la sua espansione, in Siris Polieion I 986, pp. r r I -5 · ADAMESTEAt\ U , DILTHEY I 97 8 = D . Adamesteanu, H . Dilthey, Siris. Nuovi contributi archeologici, in " MEFRA" , 90, I 978, pp. 5 I 4-65 . ALBAt\ESE PROCELLI I 996 = R. M. Albanese Procelli, Greeks and Indigenous People in Eastern Sicily: Forms o/ Interaction and Acculturation, in Early Societies in Sicily. New developments in Archaeological researches, a cura di R. Leighton, London I 996, pp. I 67-76. -
327
FO:'\: D A Z I 0 :'\1' 1
GRECHE
1 997 = R. M. Albanese Procelli, Le etnie del/'età del /erro e le prime fondazioni coloniali, in Prima Sicilia. Alle origini della società siciliana, catalogo mostra Palermo 1 997, a cura di S. Tusa, Pa lermo 1 997, pp. 5 1 1 -20. ALBANESE PROCELLI 1 999 = R. M. Albanese Procelli, Identità e confini etni co-culturali: la Sicilia centro-orientale, in "CM Gr", 1 999, pp. 327-59. ALBANESE PROCELLI 2003 = R. M. Albanese Procelli, Sicam� Sicuh Elimi. Forme di identità, modi di contatto, processi di trasformazione, Milano 2003. ALBANESE PROCELLI 2005 = R. M. Albanese Procelli, Fasi e /acies della prima età del ferro in Sicilia: dati e problemi interpretativi, in Oriente Occidente 2005 , pp. 5 ! 7 - 2 5 . ALBANESE PROCELLI, L O SCHIAVO 2 004 = R . M. Albanese Procelli, F . Lo Schiavo, La comunità di Madonna del Piano presso Grammichele (Cata nia): rapporti con l'area calabra, in Atti della 3 7 " riunione dell'Istituto Ita liano di Preistoria e Protostoria, Scalea-Papasidero-Praia a Mare-Tortora 2002 , Firenze 2004, pp. 403 -20. ALBERTI 2 005 = G. Alberti, The Earliest Contacts between Southeastern Sicily and Cyprus in the Late Bronze Age, in Emporia 1 , 2005 , pp. 343-5 1 . ALBORE LIVADIE 2 0 1 0 = C . Albore Livadie, La Campania media e la penisola sorrentino-amalfitana dall'età del Rame all'età del Ferro: alcune situazioni a confronto, in Sorrento 2 0 1 o, pp. 149-7 5 · ALBUQUERQUE 2 0 1 0 = P. Albuquerque, Tartessos: entre mitos e rapresenta çoès, "Cuadernos de Uniarq" 6, 2 0 1 0. ALECU 2004 = D. Alecu, L'insediamento greco arcaico di Punta Chiarito (Iso la d'Ischia). Una nuova interpretazione, in " SeminRom " , 7, 1 , 2004, pp. I 1 7 -50. ALESSA�DR1 1983 = S. Alessandri, I Falantiadi di Taranto, in Studi Adame steanu 1 9 8 3 , pp. 1 65 - 74· Alun 2005 = L'alun de Mediterranée, atti colloquio Napoli-Lipari 2003, a cura di Ph. Borgard, J. -P. Brun, M. Picon, Naples-Aix-en-Provence 2005 . AMADASI 1 999 = M. G. Amadasi, Sulla formazione e dz//usione dell'alfabeto, in Scritture 1 999, pp. 27-5 1 . AMADASI GUZZO 2007 = M . G . Amadasi Guzzo, Carthage, Paris 2007 . AMADASI GUZZO 2009 = M. G. Amadasi Guzzo, Un /ragment de stèle ara méenne de Te!! Afis, in "Orientalia", 78, 2009, pp. 3 3 6-47. AMADASI GUZZO, GUZZO 1 986 = M. G. Amadasi Guzzo, P. G. Guzzo, Di Nora, di Eracle gaditano e della più antica navigazione fenicia, in Las /eni cios en la peninsula iberica, a cura di G. Del Olmo Lete, M. E. Aubet, Sabbadel 1 986, pp. 5 9-7 1 . Ambra per Agamennone 2 0 1 0 = Ambra per Agamennone. Indigeni e Micenei tra Adriatico, Ionio ed Egeo, catalogo mostra Bari 2 0 1 0, a cura di F. Ra dina, G. Recchia, Bari 2 0 1 0. AMIOTTI 1 982 = G. Arnioni, Lico di Reggio e l'Alessandra di Lico/rone, in "Athenaeum" , 6o, 1 982, pp. 452 -60. ALBANESE PROCELLI
328
B I B I. I O G R A FI A
I 986 = C. Ampolo, La funzione dello Stretto nella vicenda politica fino al termine della guerra del Peloponneso, in "CM Gr", I 986, pp. 45·7 1 . AMPOLO I 992 = C. Ampolo, La città dell'eccesso: per la storia di Sibari fino al 5 10 a. C. , in " CMGr", I 992, pp. 2 I 3-54· AMPOLO I 994 = C. Ampolo, Greci d'Occidente, Etruschi, Cartaginesi: circola zione di beni e di uomini, in "CMGr" , I 994, pp. 2 2 3 - 5 2 . Ancient Greeks West and East I 999 = Ancient Greeks West and East, a cura di G. R. Tsetskhladze, Leiden-Boston-Koln I 999· Ancient Italy 2ooo = Ancient Italy in Its Mediterranean Setting. Studies in Honour o/ Ellen Macnamara, a cura di D. Ridgway, F. R. Serra Ridgway, M. Pearce, E. Herring, R. D. Whitehouse, London 2000. Al\:DREIOMEI\:OU I 998 = A. K. Andreiomenou, Eretria in età geometrica; Cal ade e Akraiphia in età sub-protogeometrica, in Euboica I 998, pp. I 5 3 ·66. Al\:TOI\:ACCIO I 999 = C. A. Antonaccio, Colonization and the Orz'g,in o/ Hero Cult, in Hero Cult I 999, pp. r o9-2 r . Al\:TOI\:ELLI I 9 9 5 = L . Antonelli, Sulle navi degli Eu bei (immaginario mitico e traffici di età arcaica), in " Hesperìa " , 5, I 99 5 , pp. r r -24. Al\:TOI\:ELLI I 996 = L. Antonelli, La falce di Crono. Considerazioni sulla pri ma fondazione di Zancle, in " Kokalos" , 42, I 996, pp. 3 I 5 - 2 5 . Al\:TOI\:ELLI I 9 9 7 = L. Antonelli, I Greci oltre Gibilterra. Rappresentazioni mitiche dell'estremo Occidente e navigazioni commerciali nello spazio atlantico fra vm e IV secolo a. C. , in " Hesperìa " , 8, I 997· Al\:TOI\:ELLI I 998 = L. Antonelli, Commento storico a Lico/rone, in " Hespe rìa " , 9, I 998, pp. I 6 3 - 7 5 · Al\:TOI\:ELLI 2ooo = L. Antonelli, Kerkyraikà. Ricerche s u Corcira alto-arcaica tra Ionio e Adriatico, Roma 2ooo. Al\:TOI\:ELLI 2oo i = L. Antonelli, Ancora su Siris "città simile a Troia". Origi ni e sviluppo di un motivo propagandistico, in " Hesperìa", I4, 200 I , pp. 4 I -57· Al\:TOI\:ELLI 2002 = L. Antonelli, Corcira arcaica tra Ionio e Adriatico, in I Greci in Adriatico r, a cura di L. Braccesi, M. Luni, " Hesperìa " , I 5 , 2002 , pp. I 87-97· Al\:TOI\:ELLI 2003 = L. Antonelli, 4· Commento storico a Lico/rone (Alex. 95 1-992), in " Hesperìa " , I 7 , 2003 , pp. 2 5 I - 7 r . Aparchai I 982 = Aparchai. Nuove ricerche e studi sulla Magna Grecia e la Sicilia antica in onore di Paolo Enrico ArùlS, a cura di L. Beschi, G. Pu gliese Carratelli, G. Rizza, S. Settis, Pisa I 982. Apoikia I 994 = AITOIKIA. I più antichi insediamenti greci in Occidente: funzioni e modi dell'organizzazione politica e sociale. Scritti in onore di Giorgio Buchmer, a cura di B. D'Agostino, D. Ridgway, "AnnArch StAnt", n. s., I, I 994ARAI\:CIO, SGUBI�I MORETTI, PELLEGRI:--' 1 2 o r o = M. L. Arancio, A. M. Sgubi ni Moretti, E. Pellegrini, Corredi funerari femminili di rango a Vulci nella prima età del ferro: il caso della Tomba dei Bronzetti sardi, in L'alba delAMPOLO
-
329
FO:'\: D A Z I 0 :'\1' 1
GRECHE
l'Etruria. Fenomeni di continuità e trasformazione nei secoli xn-vm a. C. Ricerche e scavi, atti 9° incontro di studi, Valentano-Pitigliano 2008, a cura di N. Negroni Catacchio, Milano 2 o r o, pp. I 69-92. ARAI'\CIO et al. I 995 = M. L. Arancio, V. Buffa, I. Damiani, A. Tagliacozzo, F. Trucco, L. Vagnetti, L'abitato di Torre Mordi!!o nel quadro dello svi luppo dell'insediamento protostorico nell'alto Ionio (Sibaritide), in Sett!e ment and Economy in Ita!y r5oo BC- r5oo AD, Papers o/ the J[h Con/e rence o/ Ita!ian Archaeo!ogy, ed. by N. Christie, Oxford I 995 . pp. 227-4 1 . ARAI'\EGUI GAsco 2009 = C . Aranegui Gasco, Lixus. Paysage, arquitectura y urbanismo (ss. vm-1 a. C.), in Phonizisches Stà.dtewesen 2009, pp. I 3 3-45· Archeologia Messapi I 990 = Archeologia dei Messapi, catalogo mostra Lecce I 990-9 I , a cura di F. D'Andria, Bari I 990. Archeologia Sicilia I 97 3 = Archeologia della Sicilia sud-orientale, a cura di P. Pelagatti, G. Vallet, G. Voza, Napoli I 97 3 · ARDOVII'\O I 9 8 6 = A. M. Ardovino, I culti di Paestum antica e del suo terri torio, Napoli I 986. ARE:'\A I 997 = E. Arena, ..ran1ptòv rot biinw: il problema storico-topogra/ico di Satyria nelle tradizioni degli oracoli del/ici relativi alla fondazione di Taranto, in " StAnt", r o, I 997, pp. 2 5 5 -89. ARJO:'-:A PEREZ 2007 = M. Arjona Perez, Figurines and Boat Mode!s /rom the Ear!y Iron Age Sett!ement at Oropos, in Oropos Euboea 2007, pp. 309-30. A R O I 992-93 = S. Aro, Keramikfunde a!s Hinweis au/ die Euboer a!s Ku!tur vermitt!er zwischen dem Vorderen Orient und Ita!ien, in Interactions in Iron Age I 992-93 , pp. 2 I 5 - 34· ARRUDA 2oo8 = A. M. Arruda, Estranhos numa terra (quase) estranha: os contactos pré-co!oniais no sul do territorio actua!mente portugues, in Con facto 2oo8, pp. 3 5 5 -70. ARRUDA 2009 = A. M. Arruda, Phoenician Co!onization on the At!antic Coast o/ the Iberian Peninsu!a, in Colonia! Encounters 2009, pp. " 3 -30. ASHERI I 974 = D. Asheri, Il caso di Aithiops: regola o eccezione?, in "PP", 29, I 974· pp. 2 3 2 -6. ASHERI I 98o D. Asheri, La colonizzazione greca, in Sicilia antica I 98o, pp. 89- I 42 · ASHERI I 988 D. Asheri, A propos des sanctuaires extraurbaines e n Sicile et Grande Grèce: théories et témoignages, in Mélanges Pierre Leveque r, a cura di M. M. Mactoux, E. Geny, Paris I 988, pp. I - I 5 . ASHERI I 996a = D . Asheri, Ferecide ateniese e le origini arcadiche degli Eno tri, in Incidenza Antico I 996, pp. I 5 I -6 3 . ASHERI I 996b = D . Asheri, Colonizzazione e de colonizzazione, in I Greci. Storia, cultura, arte, società r. Noi e i Greci, a cura di S. Settis, Torino I 996, pp. 7 3 - " 5 · AUBET I 993 = M . E . Aubet, The Phoenicians and the West. Po!itic, Co!onies and Trade, Cambridge I 9 9 3 (trad. ingl. di Madrid I 978). 330
B I B I. I O G R A FI A
et al. 1 999 = M. E. Aubet, P. Carmona, E. Curià, A. Delgado, A. Fernadez Cantos, M. Parraga, Cerro del Villar 1 . El asentiamento fenicio en la desembocadura del rio Guadalhorce y su interacci6n con el hinter land, Malaga r 999· Avorio 2005 = L'avorio in Italia nell'Età del Bronzo, a cura di L. Vagnetti, M. Bettelli, I. Damiani, Roma 2005 . BABBI 2002 = A. Babbi, Appliques e pendenti nuragici dalla raccolta comunale di Tarquinia, in Etrurta e Sardegna centro-settentrionale tra l'età del Bron zo Finale e l'arcaismo, atti 2 r0 convegno di studi etruschi ed italici, Sas sari 1 998, Pisa-Roma 2002, pp. 4 3 3 - 5 2 . BACCI 1 978 = G. M. Bacci, Ceramica dell'vm e VII secolo a. C. a Messina, in Insedtamenti colomali greci in Sicilia nell'VIli e VII secolo a. C. , atti della 2• riunione scientifica della scuola di perfezionamento in archeologia classica dell'Università di Catania, Siracusa 1 977, a cura di G. Rizza, "CronA", 1 7 , 1 978 ( r 98o), p p . r oo-3. BACCI 1 987 = G. M. Bacci, Aspetti della ceramica arcaica dello Stretto, in "CMGr", 1 987, pp. 247-74BACCI 1 998 = G. M. Bacci, Zancle, Un aggiornamento, in Euboica 1 998, pp. 387-92. BACCI 1 999 = G. M. Bacci, Siti e insedtamenti nell'area peloritana e nella cuspide nord orientale della Sicilta, in Magna Grecia e Sici!ta. Stato degli studi e prospettive di ricerca, atti incontro di studi Messina 1 996, a cura di M. Barra Bagnasco, E. De Miro, A. Pinzone, Messina 1 999, pp. 249· 5 8 . BACCI 2 o o 2 a = G. M. Bacci, La carta archeologica, in Zancle Messina 2002, pp. 9-20. BACCI 2o02b = G. M. Bacci, Ceramica protoarcaica di Zancle: aspetti e pro blemi, in Zancle Messina 2002, pp. 2 1 -30. BACCI 2oo8 = G. M. Bacci, Il deposito votivo di S. Rainieri "verso la punta della Zancle", in Archeologia a Messina. Studi su materiali preistoria� ar caici, ellenistici e romani del museo, a cura di M. A. Mastelloni, Villa San Giovanni 2008, pp. 3 r -86. BACCI SPIGO 1 987 = G. M. Bacci Spiga, Aspetti della ceramica arcaica dello Stretto, in "CMGr", 1987, pp. 247-74. BAG :--/ A sco G I A !'; !'; I 2ooo = G. Bagnasco Gianni, L'etrusco dalla A alla 8 . L'acquisizione della scrittura da parte degli Etruschi, Milano 2ooo. BAILLIE 2 o r o = M. G. Baillie, Volcanoes, Ice-Core and Tree-Rings: One Story or Two?, in "Antiquity " , 84, 2 o r o, pp. 2 02 - 1 5 . BAlLO MODESTI 1 998 = G . Bailo Modesti, Coppe a semicerchi penduli di Pon tecagnano, in Euboica 1 998, pp. 369-75 . BAKHUIZE:--1 1 976 = S. C. Bakhuizen, Chalcis-in-Euboea, Iron and Chalcidians Abroad, in "Chalcidian Studies " , 3 , Leiden r 976. BARBA!';ERA 2oo6 = M. Barbanera, Altre presenze. 'Stranieri' nei luoghi di cul to in Magna Grecta, in Stranieri 2oo6, pp. 3 5 6-95. BARO:--/ 2009 = C. Baron, The Use and Abuse o/ Historians: Polybius' Book Xli and Our Evidence /or Timaios, in "AncSoc" , 3 9 , 2009, pp. r -34. AUBET
331
FO:'\: D A Z I 0 :'\1' 1
GRECHE
I99I = G. Bartoloni, Veio e il Tevere. Considerazioni sul ruolo della comunità tiberina durante la prima età del Ferro, in " DialA " , 3• s., 9. I 9 9 I , pp. 3 5 •48. BARTOLONI I 997 = G. Bartoloni, Bronzetti nuragici importati nell'Italia pe ninsulare, in Dal Bronzo al Ferro. Il II millennio a. C. nella Toscana cen tro-occidentale, catalogo mostra Livorno I 997-98, a cura di A. Zanini, Pisa I 997, pp. 27-3 1 . BARTOLONI, BERARDINETTI, DRAGO 2000 = G. Bartoloni, A . Berardinetti, L. Drago, Le comunità della bassa valle tiberina e il Mediterraneo orientale prima della colonizzazione greca, in Die Aegaet5 2000, pp. 5 2 5 - 3 3 . BARTOLONI, CORDA:'-10 I 97 8 = G. Bartoloni, F . Cardano, Calcz'desi e Eretriesi nell'Italia centrale e in Campania nel secolo VIII a. C. , in "PP", 3 3 , I 978, pp. 3 2 I - 3 0. BARTOLONI, :'>IIZZO 2005 = G. Bartoloni, V. Nizza, Lazio protostorico e mon do greco: considerazioni sulla cronologia relativa e assoluta della terza fase laziale, in Oriente Occidente 2005 , pp. 409-36. BARTONEK, BUCHNER I 995 = A. Bartonek, G. Buchner, Die iiltesten Inschrtf ten von Pithekoussai (2 . Hiilfte des VIII bt5 I . Hiil/te des VII ]hs.), in " Sprache" , 37, I 99 5 , pp. 1 2 9- 2 5 7 . BASILE I 9 9 3 -94 = B. Basile, Indagini nell'ambito delle necropoli siracusane, i n " Kokalos" , 39-40, 1 993 -94, p p . I 3 1 5 -42. BEDINI I 977 = A. Bedini, L'ottavo secolo nel Lazio e l'inizio dell'orientaliz zante antico alla luce di recenti scoperte nella necropoli di Castel di Deci ma, in " PP " , 32 I 977• pp. 274-309. BELARDELLI I 999 = C. Belardelli, Produzioni artigianali tardo-elladiche dall'I talia meridionale in Argolide: la ceramica pseudominia di Tirinto, in Epi ponton I 999, pp. 45 I -6o. BE:'-1:'-IET I 996 = ]. Bennet, Homer and the Bronze Age, in A New Companion to Homer, a cura di I. Morris, B. Powell, London 1 996, pp. 5 1 1 -34· BERARD I957 = ]. Bérard, La colonisation grecque de l'Italie méridionale et de la Sicile dans l'antiquité. L'histoire et la légende, Paris 1 95 7 . BERARD I 963 = ]. Bérard, La Magna Creda. Storia delle colonie greche nell'I talia meridionale, Torino I 963 (trad. it. di Paris 1 95 7 ) . BERARD I 97o = C. Bérard, L'Héroon à la porte de l'Ouest, Berne 1 970. BERARD I 998 = C. Bérard, Erétrie géometrique et archai'que. Délimitation des espaces construits: zones d'habitat et zones religieuses, in Euboica r 998, pp. I 4 7 " 5 2 · BERARD 2 0 1 0 = Avec Jean Bérard, I 9 0 8 - I 9 5 7 · La colonisation grecque. L'Italie sous le /ascisme, a cura di J. P. Brun, M. Gras, Naples-Rome 2 0 1 0. BERLI:'>IG6 I 986 = I. Berlingò, La necropoli arcaica di Policoro in contrada Madonnelle, in Sirt5-Polieion I 986, pp. I I 7 -27. BERLING6 I 99 3 = I. Berlingò, Le necropoli di Siris, in " B A " , 2 2 , 1 99 3 , pp. r - 2 1 . BERLI:'>IG6 I 995 = I . Berlingò, Importazioni corinzie nella Siritide, in "CMGr", 1 99 5 , pp. 4 1 7 - 3 0. BERLI:'>IG6 2004-05 = I. Berlingò, Policoro (Matera). La necropoli arcaica su doccidentale di Siri (in proprietà Schirone), in "NSc", 2004-05, pp. 329-82. BARTOLONI
332
BI BLIOGRAFIA
I 940 = L. Bernabò Brea, Taranto. - Rinvenimenti nella ne crapa/i dal r2 novembre r 9 3 8 al ; r maggio r 9 3 9 - XVII, in "NSc", I 94o, pp. 426-505 . BER�AB6 BREA I 947 = L. Bernabò Brea, Siracusa. - Scavi e rinvenimenti di antichità dal r 9 4 r al I 9 4 7 , in " NSc", I 947, pp. I 9 3 -203. BER�AB6 BREA I 968 = L. Bernabò Brea, Il crepuscolo di re Hyblon. Conside razioni sulla cronologia delle fondazioni di Leontinoi, Megara e Siracusa e sulla topografia della Megaride di Sicilia, in "PP", 2 3 , I 968, pp. I 6 I -86. BER�AB6 BREA I97I = L. Bernabò Brea, Intervento, in "CMGr", I 9 7 I , pp. 39I·5· BER�ARDI:-:1 I 9 8 2 = P . Bernardini, L e aristocrazie nuragiche nei secoli VIII e VII a. C. Proposte di lettura, in "PP", 3 7 , I 982, pp. 8o- r o r . BER�ARDI:-:1 2oo8 = P . Bernardini, Dinamiche della precolonizzazione in Sar degna, in Contacto 2008, pp. I 6 I - 8 r . BER�ARDI:-:1 2009 = P . Bernardini, Dati di cronologia sulla presenza fenicia e punica in Sardegna (Ix-v sec. a.C.), in Sardinia, Corsica et Baleares anti quae, 7, 2009, pp. I 9-69. BERVE, GRUBEI': I96I = H. Berve, G. Gruben, Griechische Tempel und Hei ligtiimer, Mi.inchen I 96 r . BETTELLI I 999 = M . Bettelli, Da Occidente a Oriente: uomini, modelli e ma nufatti dall'Italia all'Egeo nella tarda Età del Bronzo, in Epi ponton I 999· pp. 46 I -72. BETTELLI 2ooi = M. Bettelli, A Supposed Mycenean Spearhead /rom Eretria, in " SMEA " , 42, 2, 2oo i , pp. I 89-93. BETTELLI 2 002 = M. Bettelli, Italia meridionale e mondo miceneo. Ricerche su dinamiche di acculturazione e aspetti archeologici, con particolare riferi mento ai versanti adriatico e ionico della penisola italiana, Firenze 2002. BETTELLI 2oo6 = M. Bettelli, Offerte votive e simboli di culto dall'Italia all'E geo nel secondo millennio a. C. , in Stranieri 2006, pp. I 40-57· BETTELLI et al. 2oio = M. Bettelli, R. E. Jones, S. T. Levi, L. Vagnetti, Cera miche egee e di tipo egeo lungo il versante adriatico pugliese: centri di pro duzione, livelli di circolazione, contesti d'uso, in Ambra per Agamennone 2 0 I O, pp. I 09- I 7 . BIAI':CO I 992 = S. Bianco, Herakleia, necropoli occidentale, in Da Leukania a Lucania. La Lucania centro-orientale fra Pirro e i Giulio-Claudii, catalogo mostra Venosa I 992, a cura di L. De Lachenal, Roma I 992, pp. I 9 3 - 5 · BIAI':CO PER0:-:1 I 978-79 = V. Bianco Peroni, Bronzene Gewasser- und Ho henfunde aus Italien, in "JberlnstitutsVgFrank" , I 978-79, pp. 3 2 I -3 5 · BIETTI SESTI ERI I 98 5 = A . M. B ietti Sestieri, Rapporti di scambio fra le genti indigene fra l'età del bronzo e la prima età del /erro nelle zone della colo nizzazione, in Magna Grecia I 98 5 , pp. 8 5 - I 26. BIETTI SESTIERI I 996 = A. M. Bietti Sestieri, Protostoria. Teoria e pratica, Roma I 996. BIETTI SESTIERI 2 o i o = A. M. Bietti Sestieri, L'Italia nell'età del bronzo e del /erro. Dalle palafitte a Romolo (2 200-700 a. C.), Roma 2 0 1 0. BER�AB6 BREA
333
F O :'\: D A Z I 0 :'\1' 1 G R E C H E
2oo i = A. M. Bietti Sestieri, A. De Santis, L'edifi cio della 1 età del Ferro di Fidene (Roma): posizione nell'abitato, tecnica costruttiva, funzionalità in base alla distribuzione spazza/e dei materiali e degli arredi, in From Huts 2oo i , pp. 2 1 I -2 1 . BIETTI SESTIERI, DE sA:-.:Tis, LA REGI:-.IA I 989-90 = A . M . Bietti Sestieri, A . De Santis, A. La Regina, Elementi di tipo cultuale e doni personali nella ne cropoli lazzale di Osteria dell'Osa, in " ScAnt", 3 -4, I 989-90, pp. 65-88. BIFFI I 988 = N. Biffi, L'Italza di Strabone. Testo, traduzione e commento dei libri v e VI della Geografia, Genova I 988. BILABEL I 92o = F. Bilabel, Die ionische Kolonisation. Untersuchungen iiber die Griindungen der Ionier, deren staatliche und kultliche Organisation un d Beziehungen zu den Mutterstiidten, Leipzig I 920. BIO:-.IDI 2000 = G. Biondi, Ceramiche greche dai saggi stratigrafici nelle fortifi cazioni meridionali di Leontini, in S. Rizza, Studi sulle fortificazioni greche di Leontini, Catania 2ooo, pp. 75 - I I 1 . BIRASCHI I 9 88 = Strabone, Geografia. L'Italza libri v-VI, introduzione, tradu zione e note di A. M. Biraschi, Milano I 988. BIRASCHI I 996 = A. M. Biraschi, L'orizzonte "precoloniale" tra mito e storia, in " CMGr", I 996, pp. I 89-2 I 6 . BIS! I 976 = A. M. Bisi, Fenici o Micenei in Sicilia nella seconda metà del 11 millennio? (in margine al cosidetto Melqart di Sczacca), in Atti e memorie del r0 congresso internazionale di Micenologia, Roma I 976, pro manuscrip tis 2, pp. I I -2 2 . BLACKMA:-.: 2004 = D. Blackman, The Ports o/ the Two Cities o/ Naxos, in Le due città 2004, pp. 5 I -8. BLAKEWAY I 93 6 = A. Blakeway, The Date o/ Archilocus, in Greek Poetry and Li/e, Essays presented to Gilbert Murray an His Seventieth Birthday ]a nuary 2, 1 9 3 6 , Oxford I 9 36, pp. 34-5 5 . BLAI\:CO, LUZOI\: I 969 = A. Bianco, ]. M. Luzon, Pre-Roman Silver Mines at Rio Tinto, in "Antiquity", 4 3 , I 969, pp. I 24-3 1 . BOARDMAI\: I 965 = J . Boardman, Tarsus, A l Mina and Greek Chronology, in "JHS", 85, I 96 5 , pp. 5 - I 5 . BOARDMAI\: I 968 = J. Boardman, Bronze Age Greece and Lybia, i n " BSA", 6 3 , I 968, pp. 4 I •4BOARDMAI\: I 990 = ]. Boardman, The Lyre Player Group o/ Seals. An Encore, in "AA", I 990, pp. I · I 7 . BOARDMAI\: I 994 = J. Boardman, Orientalza and Orientals a n Ischia, i n Apoi kia I 994· pp. 9 5 - I oo. BOARDMAI\: I 999 = J. Boardman, The Greeks Overseas: Their Colonies and Trade, 4• ed. London I 999· BOARDMAI\: 2002 = ]. Boardman, The Archaeology o/ Nostalgza. How the Greeks Re-create Their Mythical Past, London 2002. BOARDMAI\: 2oo6 = J. Boardman, Early Euboean Settlements in the Carthage Area, in " OxfJournA" , 2 5 , 2, pp. I 95 -200. BOARDMAI\: 2 o i o = J. Boardman, Where Is Aiiza?, in " OxfJournA" , 29, 2 0 I O, pp. 3 I 9·2 I . BIETTI SESTIERI, D E sA:-.:TIS
334
BI BLIOGRAFIA
I 998 = G. Boffa, L'insediamento euboico a Pitecusa, in "PP", 5 3 , I 998, pp. I 44·6o. BOGII\:O I 994 = L. Bogino, In margine alla versione e/o rea sulla fondazione di Taranto, in "Miscellanea Greca e Romana " , I 8 , I 994· pp. I - I 3 . BOISSII\:OT 2009 = P. Boissinot, Les vignobles des environs de Mégara Hyblaea et les traces de la viticulture italienne durant l'Antiquité, in " MEFRA", I 2 I , I , 2009, pp. 8 3 - 1 32. BO:-!Dl et al. 2009 = S. F. Bandì, M. Botto, G. Garbati, I. Oggiano, Fenici e Cartaginesi. Una civiltà mediterranea, Roma 2009. BOSCHU�G I 994 = D. Boschung, Die archaischen Nekropolen von Tarent, in Catalogo Taranto I 994· pp. I 77 - 8 3 . BOSTicco I 95 7 = S. Bosticco, Scarabei egiziani dalla necropoli di Pithecusa, in "PP", I 2 , I 95 7 · pp. 2 I 5-29. BOTTI:-!! I 996 = A. Bottini, Il vasellame metallico, in Mostra Policoro I 996, pp. 97- I O I . BOTTI:-!!, SETARI I 996 = A . Bottini, E . Setari, Il mondo enotrio tra Greci ed Etruschi, in Mostra Policoro I 996, pp. 5 7 -67. BOTTO 2005 = M. Botto, Per una riconsiderazione della cronologia degli inizi della colonizzazione fenicia nel Mediterraneo centro-occidentale, in Oriente Occidente 2 005 , pp. 579-628. BOUZEK I 983 = J. Bouzek, Les Cimmériens en Anatolie, in Cortona I 9 8 3 , p p . I45·6 r . BOUZEK 2ooo = J. Bouzek, Makedonische Bronzen in Italien, in Die Aegaeis 2000, pp. 363-9· BRACCESI I 993 = L. Braccesi, Gli Eubei e la geografia dell'Odissea, in " He sperìa" , 3 , I 99 3 · pp. I I - 2 3 . BRACCESI I 993 -94 = L. Braccesi, La Sicilia, l'Africa e il mondo dei Nostoi, in " Kokalos" , 39-40, I, pp. I 93-2 1 0. BRACCESI I 995 L. Braccesi, Troia, Atene e Siri, in " Hesperìa" , 5, I 995 . pp. 6 I ·7 3 · BRACCESI I 998 L. Braccesi, Cronologia e fondazioni coloniarie 2 (Miscello e le tre spedizioni a Crotone), in " Hesperìa" , 9, I 998, pp. 9- I 7. BRACCESI 2004 = L. Braccesi, The Greeks on the Venetian Lagoon, in Greek Identity 2004, pp. 349-6 r . BRAI\:DHER>'vl 2oo8a = D . Brandherm, Greek and Phoenician Potsherds bet ween East and West: A Chronological Dilemma ', in A New Dawn? 2oo8, pp. I49'74· BRAI\:DHER..\A 2 oo8b = D. Brandherm, Vasos a debate. La cronologia del géo metrico griego y las primeras colonizaciones en Occidente, in Contacto 2008, pp. 9 3 · I 06. BRA UI\: 2004 = T. Braun, Hecateus' Knowledge o/ the Western Mediterra nean, in Greek Identity 2004, pp. 287-347. BREGLIA PULCI DORIA I 98 I = L. Breglia Pulci Doria, La Sardegna arcaica tra tradizioni euboiche ed attiche, in Nouvelle contribution I 9 8 I , pp. 6 I -9 5 · BREGLIA PULCI DORIA I 9 8 3 = L. Breglia Pulci Doria, Oracoli sibillini tra ri tuali e propaganda (Studi su Flegonte di Tralles), Napoli I 9 8 3 . BOFFA
335
F O :'\: D A Z I 0 :'\1' 1 G R E C H E
2003 = A. Bresson , Merchants and Politics in Ancient Greece: Social and Economie Aspects, in Mercanti e politica nel mondo antico, a cura di C. Zaccagnini, Roma 2003, pp. I 39-63. BRIESE I 998 = C. Briese, Die Chapelle Cintas das Griindungsdepot Kartha gos oder eine Bestattung der Griindergeneration?, in Kontaktzonen I 998, pp. 4 I 9· 5 2 . BROCATO 2 o o 8 = P. Bracato, Osservazioni sulla tomba delle Anatre a Veio e sulla più antica ideologia etrusca, in " Ocnus", I 6 , 2008, pp. 69- I 0 5 . BRUG�Ol\:E I 98o = A. Brugnone, Annotazioni sull'Apollo Archeghetes di Nas sa, in Philias Charin. Miscellanea di studi classici in onore di Eugenio Manni, Roma I 9 8o, pp. 277-9 1 . BRUI\: et al. 2003 = ]. -P. Brun, L . Stefaniuk, P . Munzi, C . Morhange, L'evo luzione dell'ambiente nei Campi Flegrei e le sue implicazioni storiche: il caso di Cuma e la ricerche del Centre Jean Bérard nella laguna di Licola, in " CMGr", 200 3 , pp. 397-43 5 . BRUI\: e t al. 2009 = ].-P. Brun, H . Duday, P . Munzi, M. Torino, L e recenti indagini del Centre Jean Bérard nella necropoli preellenica, in " CMGr" , 2009, pp. 3 5 5 -82. BRUI\:, MUI\:ZI 2oo i = ].-P. Brun, P. Munzi, Cumes, in "MEFRA " , I I 3 , 2 oo i , pp. 484-7· B R U r-: , MU�ZI 2002 = ].-P. Brun, P. Munzi, Cumes. Recherches sur !es ports, in " MEFRA " , I I 4, 2002, pp. 467-70. BRU r-: , MUI\:ZI 2005 = ]. -P. Brun, P. Munzi, Cumes, in " MEFRA " , I I7, 2005 , pp. 346-59· BRU r-: , MUI\:ZI 2oo6 = ].-P. Brun, P. Munzi, Cumes, in " MEFRA " , I I 8, 2oo6, pp. 342·9· BTCGI = Bibliografia Topografica della Colonizzazione Greca in Italia e nelle isole tirreniche, Pisa-Roma I 977-. BUCHI\:ER I 93 6 - 3 7 = G. Buchner, Nota preliminare sulle ricerche preistoriche nell'isola d'Ischia, in "BPI " , I 9 3 6-37, pp. 6 5 - 9 3 . BUCHI\:ER I 975 = G. Buchner, Nuovi aspetti e problemi posti dagli scavi di Pithecusa con particolari considerazioni sulle oreficerie di stile orientaliz zante antico, in Contribution I 97 5 , pp. 5 9-86. BUCHI\:ER I 977 = G. Buchner, Cuma nell'vm secolo osservata dalla prospetti va di Pithecusa, in I Campi Flegrei nell'archeologia e nella storia, atti con vegno Roma I 976, Roma I 977, pp. I 3 I ·48. BUCHI\:ER, GIALA�ELLA I 994 = G. Buchner, C. Gialanella, Museo Archeologi co di Pithecusa, isola d'Ischia, Roma I 994BUCHI\:ER, RIDGWAY I 993 = G. Buchner, D. Ridgway, Pithekoussai 1. La ne cropoli: tombe r-723 scavate dal r952 al r96 r , in "MonAnt", 5 5 , I 99 3 · BUCHI\:ER, RITTMA�� I 948 = G. Buchner, A. Rittmann, Origine e passato del l'isola d'Ischia, Napoli I 948. BUCK, BLACKWELL 2004 = C. Buck, P. G. Blackwell, Forma! Statistica! Mo dels /or Estimating Radiocarbon Calibration Curves, in "Radiocarbon " , 4 6 , 2004, p p . I 09 3 · I 02 . BRESSO!\:
-
336
BI BLIOGRAFIA
et al. 2 oo6 = C. Buck, D. Gomez Portugal Aguilar, C. Litton, A. O'Hagan, Bayesan Non-Parametric Estimation o/ the Calibration Curve /or Radiocarbon Dating, in " Bayesian Analysis " , I , 2, 2006, pp. 265-88. BUG�O I 999 = M. Bugno, Da Sibari a Thurii. La fine di un impero, Napoli I 999· BùHLER I 982 = Zenobii Athoi, Proverbia vulgari ceteraque memoria aucta edidit et enarravit W. Biihler, 4, Gottingae I 982. BUI\:1\:E:-IS I 979 = G. Bunnens, L'expansion phénicienne en Méditerranée. Es sai d'interprétation fondé sur une analyse des traditions littéraires, Bruxel les-Rome I 979· BURGERS I 998 = G.-]. L. Burgers, Constructing Messapian Landscapes. Set tlement Dynamics, Social Organization and Culture Contacts in the Mar gin o/ Graeco-roman Italy, Amsterdam I 998. BURGERS, CRIELAARD 2009 = G . -]. Burgers, ]. P. Crielaard, Paesaggi del con tatto. Indigeni e Greci nella Murgza tarantina, in Prima delle colonie 2009, pp. 365-82. BURZACHECHI I 97 3 -74 = M. Burzachechi, Nuove epigrafi arcaiche dalla Ma gna Grecia, in "ArchCl" , 25-26, I 97 3 -74, pp. 74-8 3 . CABA�Es 2oo8 = P. Cabanes, Greek Colonisation in the Adriatic, in Tsetskh ladze 2oo8, pp. I 5 5 -8 5 . CABRERA BOI\:ET I 9 86 = P. Cabrera Bonet, Los Griegos e n Huelva. Los mate ria/es griegos, in Homenaje a Luis Siret (r934- I984), Sevilla I 986, pp. 575-83. CABRERA BOI\:ET 2 0 0 3 = P. Cabrera Bonet, Ceramicas griecas y comercio feni cio en el Mediterraneo occidentale, in Contactos en el extremo de la «oiku méne»: los Griegos en Occidente y sus relaciones con los /enicios, atti I 7 • giornata di archeologia fenicio-punica, Ibiza 2002, a cura di B. Costa, ]. H. Fernandez, Formentera 2003 , pp. 6 I -86. CABRERA BO�ET, HASSI:-11 2oro = P. Cabrera Bonet, M. Hassini, Lixus J . Area suroeste del sector monumental [Camaras Montalban] 2 o o 5-2 0 0 9 , in " Saguntum Extra" , 8, 2 o r o, pp. 99- I o6. CADOGAI\: 2005 = G. Cadogan, The Aegean and Cyprus in the Late Bronze Age: It Takes Two at Tango, in Emporia I , 2005 , pp. 3 I 3 -2 r . CALDERO�E I 97 8 = S . Calderone, Problemi storici relativi alle "Apoikiai" si celiate in età protoarcaica, in "CronA" , I 7 , I 978, pp. I I -20. CAMASSA I 984 = G. Camassa, Polis Chalcitis en Messapzai, in "AnnPisa " , 14, 3 , 1 984, pp. 829-43· CAMASSA I 986 = G. Camassa, Una possibile traccia della presenza euboica nella penisola salentina durante l'età arcaica, in " Serta historica antiqua" , 1 5 , Roma I 986, p p . 2 I -3 2 . CAMP 1 979 = ]. M. Camp I I , A Drought in the Late Eighth Century B. C. , i n " Hesperia", 48, I 979, p p . 397-4 I r . CAMP 1 9 8 1 = ] . M . Camp I I , Mia megale xerasza sta tele tou 8°" aiona kai a synepenestes ghza tou apoikismou, in " ASAtene" , 5 9 , n.s. 4 3 , I 9 8 I , pp. 5 5 -62. BUCK
337
F O :'\: D A Z I 0 :'\1' 1 G R E C H E
I 975 = F. Canciani, Due bronzetti della collezione Pansa nel Mu seo Archeologico Nazionale di Chieti, in "PP", 30, I 975 . pp. 2 3 2 -4 1 . cA:-.:FoRA 2oo8 = L . Canfora, Il papiro di Artemidoro, Roma 2008. CAPPELLETTO I 994 = P. Cappelletto, Le tradizioni antiche sulla fondazione di Taranto e la testimonianza di Callimaco (/r. 6 I 7 e 6 I} P/, 240- I SH), in "Sileno" , 20, I 994· pp. I 7 5 -9 r . CARA:-.:Do 2ooo = E . Carando, Topografia di Rhegion, i n Cuore Mediterraneo 2000, pp. 207-2 I . CARDOSA I 998 = M . Cardosa, Nuovi dati sull'età del Ferro nella Calabria meridionale jonica, in Atti del I 3° congresso IUPPS, Forlì I 996, 4, a cura di C. Peretto, C. Giunchi, Bologna I 998, pp. 5 6 3 -70. CARRARA, Guzzo I 9 8 I = M. Ca rrara, P. G. Guzzo, Roggiano Gravina (Co senza). Località Prunetta. Scavo di una necropoli dell'età del /erro, in "NSc", I 9 8 I , pp. 443-90. CARROCCIO 2oo8 = B. Ca rroccio, Sulla valenza simbolica dei trampolieri nelle monetazioni arcaiche, in "MiscStStor" , I 5 , 2008, pp. 7-24. CARTER I 998 = J. C. Carter, The Chora o/ Metaponto. The Necropoleis I - 2 , Austin I 998. CARTER 2004 = J. C. Carter, The Greek Identity at Metaponto, in Greek identity 2 004, pp. 3 6 3 - 79. CARTER 2 oo6 = J. C. Carter, Discovering the Greek Countryside at Metapon to, Ann Arbor 2oo6. CARUSI 2003 = C. Carusi, Isole e peree in Asia Minore. Contributi allo studio dei rapporti tra poleis insulari e territori continentali dipendenti, Pisa 200 3 . Casa Magna Grecia I 996 = Ricerche sulla casa in Magna Grecia e in Sicilia, atti colloquio Lecce I 992, a cura di F. D'Andria, K. Mannino, Galatina I 996. CASEVITZ I 985 = M. Casevitz, Le vocabulaire de la colonisation en grec an cien. Etude lexicologique: !es familles de xril;w et de oÌxÉw-oìxil;m, Paris I 98 5 . CASSOLA GUIDA I 9 9 9 = P. Cassola Guida, Indizi di presenze egeo-orientali nell'alto Adriatico alla fine dell'Età del Bronzo, in Epi ponton I 999· pp. 487-97· CASTELLAI\:A I 998 = G. Castellana, Il santuario castellucciano di Monte Gran de e l'approvvigionamento dello zolfo nel Mediterraneo nell'età del Bron zo, Palermo I 998. CASTELLAI\:A I 999 = G. Castellana, La produzione dello zolfo nel santuario castellucciano di Monte Grande e i contatti con il mondo egeo-levantino, in Epi ponton I 999, pp. 423 -8. CASTOLDI, MAL:-JATI I 984 = M. Castaldi, L. Malnati, Studi e ricerche archeo logiche in Basilicata, Milano I 98+ Catalogo Taranto I 994 = Catalogo del Museo Nazionale Archeologico di Ta ranto. m, I: Taranto la necropoli: aspetti e problemi della documentazione archeologica tra VII e 1 sec. a. C. , a cura di E. Lippolis, Taranto I 994· cA:-.:CIA:-JI
338
BI BLIOGRAFIA
Catania antica I 996 = Catania antica, atti convegno Catania I 99 2 , a cura di B. Gentili, Pisa-Roma I 996. CATAUDELLA I 996 = M. Cataudella, Prefazione, in R. Panvini, Gélas. Storia e archeologia dell'antica Gela, Torino I 996, pp. XV-XVJ . Caulonia 2oio = Caulonia tra Locri e Crotone, atti convegno Firenze 2007, a cura di L. Lepore, P. Turi, Firenze 2 0 1 0. CAVALIER, DEPALMAS 2oo8 = M. Cavalier, A. Depalmas, Materiali sardi nel villaggio di Lipari. I frammenti ceramici e le correlazioni, in "RScPreist" , 68, 2008, p p . 2 8 I -300. CAVAZZUTI 2oo i = I. Cavazzuti, Ceramica arcaica fine dal santuario di Punta Stilo, in Kaulonia 2oo i , pp. 249-78. CAZZELLA I 99 I = A. Cazzella, Vivara, centro commerciale mediterraneo del l'età del Bronzo, 1: gli scavi dal r976 al r982, Roma I 99 I . CAZZELLA 2009 = A . Cazzella, Exchange System and Social Interaction during the Late Bronze Age in the Southern Adriatic, in Egeo Adriatico 2009, pp. I 5 4-69. CAZZELLA, m GE!\1\ARO I 97 8 = A. Cazzella, F. Di Gennaro, L'isola di Viva ra. Nuove ricerche, in "PP", 3 3 , I 978, pp. I 97 - 2 3 7 . CERCHIAI I 984 = L. Cerchiai, Nuova 'tomba principesca ' da Pontecagnano, i n "Opus " , 3 , I 984, p p . 4 I I -2o. CERCHIAI I 995 = L. Cerchiai, I Campani, Milano I 995· CERCHIAI I 996 = L. Cerchiai, Le scimmie, i Giganti e Ti/eo: appunti sui nomi di Ischia, in Incidenza Antico I 996, pp. I 4 I -50. CERCHIAI, !\AVA 2oo8-o9 = L. Cerchiai, M. L. Nava, Uno scarabeo del lyre player group da Monte Vetrana (Salerno), in " AnnArchStAnt", I 6 - I 7 , 2008-09, p p . 97 · I 04CERRI 2oo6 = G. Cerri, L'Oceano di Omero. Un'ipotesi nuova sul percorso di Ulisse, in " Incidenza Antico " , 4, 2oo6, pp. 2 3 -5 7 . CHA:-.:IOTIS 2 o i o = A. Chaniotis, Phaistos Sybritas. An Unpublished Inscri ption /rom the Idaean Cave and Personal Names Deriving /rom Ethnics, in Onomatologos 2 0 i o, pp. I 5 -2 r . CHA:-.:TRAI:--I E I 999 = P . Chantraine, Dictionnaire étymologique de la langue grecque. Histoire des mals, Paris I 999· CHIAPPISI I 9 6 I = S. Chiappisi, Il Melqart di Sciacca e la questione fenicia in Sicilia, Roma I 9 6 r . CHIARTA:--1 0 I 977 = B . Chiartano, La necropoli dell'età del /erro dell'Incorona ta e di 5. Teodoro (scavi I970-I974), in " NSc", I 977. suppl. pp. 9- I 90. CHIARTA :--10 I 9 8 I = B. Chiartano, Roccella fonica (Reggio Calabria). - Ne cropoli preellenica in contrada San Ono/rio, in "NSc", I 9 8 I , pp. 49 I -5 39· CHIARTA:--1 0 I 994 = B. Chiartano, La necropoli dell'età del /erro dell'Incorona ta e di 5. Teodoro (scavi I978- r98J), I -2 , Galatina I 994· CHIESA 2009 = F. Chiesa, Uno scarabeo figurato dal "complesso monumenta le" di Tarquinia, in Studi Camporeale 2009, pp. 2 2 7 - 3 2 . CIACERI I 882 = E. Ciaceri, L a Alessandra di Lico/rone. Testo, traduzione e commento, Napoli I 882 ( rist. Napoli I 98 2 ) . 339
F O :'\: D A Z I 0 :'\1' 1 G R E C H E
1 986 = D. Ciafaloni, Ceramica greca d'importazione, in Greci Ba sento 1 986, pp. 1 2 1 - 3 3 . CIASCA 1 987 = A . Ciasca, Note sul repertorio ceramico fenicio di Occidente, in " DialA " , s. 3•, 5, 2, 1 987, pp. 7 - 1 2 . CICALA 2002 = L. Cicala, L'edilizia domestica tardo arcaica di Elea, Pozzuoli 2002. CIPRIANI 2002 = M. Cipriani, Poseidonia, in Achei 2 002 , pp. 3 6 3 - 88. Città greca 1 999 = La città greca. Istituzioni, società e /orme urbane, a cura di E. Greco, Roma ' 999· "CMGr" 1 962- = Atti del convegno di studi sulla Magna Grecia, Napoli Taranto 1 962-. COARELLI I 988 = F. Coarelli, I santuari, il fiume, gli empori, in Storia di Roma r. Roma in Italia, diretta da A. Momigliano, A. Schiavone, Torino 1 9 8 8 , pp. 1 27-5 I . COLDSTREAM 1 968 = J . N. Coldstream, Greek Geometrie Pottery. A Survey o/ Ten Local Styles and Their Chronology, London 1 968. COLDSTREAM 1 977 = J. N. Coldstream, Geometrie Greece, London ' 977· COLDSTREAM 1 9 8 1 = J. N. Coldstream, Intervento, in " ASAtene", 5 9 , n.s. 4 3 · 1 98 1 , pp. ' 5 9-60. COLDSTREAM 1 98 3 = J. N. Coldstream, Gz/t Exchange in the Eighth Century B. C. , in The Greek Renaissance o/ the Eighth Century B. C. : Tradition and Innovation, atti simposio Atene 1 98 1 , a cura di R. Hagg, Stockholm 1 9 8 3 , pp. 2 0 1 -7 . COLDSTREAM 1 984 = J. N. Coldstream, The Formation o/ the Greek Polis: Aristotle and Archaeology, in "Rheinisch-Westfalische Akademie der Wissenschaften, Vortriige" , 2 7 2 , Opladen 1 9 84. COLDSTREAM 1993 = J. N. Coldstream, Mixed Marriages at the Frontiers o/ the Early Greek World, in "OxfJournA" , 1 2 , 1 99 3 , pp. 89- 1 07. COLDSTREAM 1 994a = J. N. Coldstream, Pithekoussai, Cyprus and the Ce snola Painter, in Apoikia 1 994, pp. 77-86. COLDSTREAM 1 994b = J. N. Coldstream, Prospectors and Pioneers: Pithekous saz� Kyme and Centra! Italy, in Greek Colonisation 1 994, pp. 47-59. COLDSTREAM 1 995 = J. N. Coldstream, Euboean Geometrie Imports /rom the Acropolis o/ Pithekoussai, in "BSA", 90, 1 99 5 , pp. 2 5 1 -67. COLDSTREAM 2oo8 = J. N. Coldstream, Early Greek Exports to Phoenicia and the East Mediterranean, in Networking Patterns o/ the Bronze and Iran Age Levant. The Lebanon and Its Mediterranean Connections, a cura di C. Doumet-Serhal, Beirut 2oo8, pp. 1 68-88. COLDSTREAM, HUXLEY 1 996 = J. N. Coldstream, G. L. Huxley, An Astrono mica! Graffito /rom Pithekoussai, in "PP", 5 ' · 1 996, pp. 2 2 1 -4. COLLIN BOUFFIER 1 987 = S. Collin Bouffier, L'alimentation en eau de la colonie grecque de Syracuse. Réflexions sur la cité et so n territoire, in " MEFRA " , 99, 1 987, pp. 66 1 - 9 1 . Colonia! Encounters 2009 = Colonia! Encounters. Phoenician, Greek, and In digenous Relations, a cura di M. Diet!er, C. Lopez-Ruiz, Chicago 2009. CIAFALONI
340
BI BLIOGRAFIA
Colonie 2009 = Colonie di colonie. Le fondazioni sub-coloniali greche tra co lonizzazione e colonialismo, atti convegno Lecce 2006, a cura di M. Lom bardo, F. Frisone, Galatina 2009. Colonisation grecque I 999 = La colonisation grecque en Méditerranée occi dental, atti convegno in omaggio a Georges Vallet, Roma-Napoli I 99 5 , Rome I 999· COL0:-1:-IA I 9 8 I = G. Colonna, Quali Etruschi a Roma, in Gli Etruschi e Roma, atti incontro di studio in onore di Massimo Pallottino, Roma I 979, Roma I 9 8 I , pp. I 5 9-72. COL0:-1:-IA I99I = G. Colonna, Le civiltà anelleniche, in Storia e civiltà della Campania. L'evo antico, a cura di G. Pugliese Carratelli, Napoli I 99 I , pp. 2 5 -67. COL0:-1:-IA I 995 = G. Colonna, Etruschi a Pitecusa nell'orientalizzante antico, in Incidenza Antico I 99 5 , pp. 3 2 5 -42. COL0:-1:-IA 2003 = G. Colonna, L'Adriatico tra VIII e inizio v secolo a. C. con particolare riguardo al ruolo di Adria, in L'archeologia dell'Adriatico dalla preistoria al medioevo, atti convegno Ravenna 200 I , a cura di F. Lenzi, Firenze 2003, pp. I46-75. COL0:-1:-IA 2005 = G. Colonna, Intervento, in Oriente Occidente 2005 , pp. 478-8 3 . COMPERt-:OLLE I 9 5 9 = R . van Compernolle, Etude de chronologie e t d'histo riographie siciliotes, Bruxelles-Rome I 959· COMPERt-:OLLE I 976 = R. va n Compernolle, Le tradizioni sulla fondazione di Locri Epizefiri e la propaganda politica alla fine del v e IV secolo a v. Cr. , in "AnnPisa" , s. 3•, 6, 2 , I 976, pp. 329-400. COMPERt-:OLLE I 98 5 = Th. van Compernolle, La colonisation rhodienne en Apulie: réalité historique ou légende?, in " MEFRA " , 97, I 98 5 , pp. 3 5 -45· COMPERt-:OLLE I99I = R. van Compernolle, Ré/lexions d'un historien scepti que, in Epeios et Philoctète I 9 9 I , pp. I 37-46. cor-:soLo LAt-:GHER I 993 -94 = S. N. Consolo Langher, Calcidesi e Nassio Egei tra Sicilia e Africa, in " Kokalos" , 39-40, I 993 -94, pp. 2 3 5 -54. cor-:soLo LA:-IGHER I 999 = S. N. Consolo Langher, Zancle-Messana in età greca, in Zancle Messina I 999, pp. 3 I -44. Contacto 2oo8 = Contacto cultura/ entre el Mediterraneo y el Atlantico (siglos XII-VIII ane). La precolonizaci6n a debate, a cura di S. Celestino, N. Rafel, X.-L. Armada, Madrid 2oo8. Contribution I 975 = Contribution à l'étude de la société et de la colonisation eubéennes, Naples I 97 5 · COPA:-;I 2005 = F . Copani, Alle origini di Eloro. L'espansione meridionale di Siracusa arcaica, in "Acme " , 5 8 , 2 , 2005 , pp. 245-63. CORDA:-10 I 97 I = F. Cardano, Fonti greche e latine per la storia dei Lucani e Brettii e di altre genti indigene della Magna Grecia, Potenza. CORDA:-10 I 98o = F. Cardano, I 'Messeni dello Stretto' e Pausania, in "PP", 3 5 , I 980, pp. 43 6-40. 341
F O :'\: D A Z I 0 :'\1' 1 G R E C H E
I 984a = F. Cardano, L'uso della scrittura in Italia meridionale in Sicilia nei secoli VIII e VII a. C. , in "Opus " , 3 , I 984, pp. 2 8 I -309. CORDA:-JO I 9 84b = F. Cardano, Eczsti a banchetto, in "PP", 39, I 9 84, pp. 366-8. CORDA:-JO I 9 8 5 = F. Cardano, La fondazione delle colonie greche, in Magna Grecia I 98 5 , pp. 2 65 - 3 3 5 . CORDA:-JO I 9 8 6 = F . Cardano, Antiche fondazioni greche. Siczlia e Italia meri dionale, Palermo I 986. CORDA:-JO I 992a = F. Cardano, La geografia degli antichi, Roma-Bari I 992. CORDA:-JO I 992b = Antichi viaggi per mare. Peripli greci e fenici, a cura di F. Cardano, Pordenone I 992. CORDA:-JO I 995 = F. Cardano, La /orzata partenza dei fondatori di Taranto nell'attualità del v secolo a. C. , in Coercizione e mobilità umana nel mondo antico, a cura di M. Sordi, Milano I 99 5 , pp. 5 I -9. CORDA:-JO I 998 = F. Cardano, Gruppi gentilizi presso i Nassii di Sicilia, in "BdA", 48, I 998, pp. I 8-22. CORDA:-JO 2004 F. Cardano, Naxos di Sicilia e l'Egeo, in Le due città 2004, pp. 1 0 I ·5 · CORDA:-JO 2oo6 F . Cardano, A Project o/ Greek Colonization /rom Sicily to Etruria?, in " ASAtene", 84, s. 3a, 6, I , 2oo6, pp. 465-80. CORDA:-JO 2009a = F. Cardano, Onomastica personale e geografia nella Sicilia greca, in Onomastica Italza antica 2009, pp. 43-7. CORDA:-JO 20o9b = F. Cardano, I luoghi di culto dei fondatori, in L'Ara della Regina di Tarquinza. Aree sacre, santuari mediterranei, a cura di M. Bon ghi ]ovino, F. Chiesa, Milano 2009, pp. I 99-207. CORDA:-JO 2 o i o = F. Cardano, Nomi femminili dalla Sicilia di lingua ed epo ca greca, in Onomatologos 2 0 1 0, pp. 2 7 2 - 5 . CORDA:-JO, m STEFA�o I 998 = F . Cardano, G. D i Stefano, Il fiume e la città nella Sicilia meridionale: il caso di Camarina, in Uomo, acqua e paesaggio, atti incontro di studio "Irregimentazione delle acque e trasformazione del paesaggio antico", S. Maria Capua Vetere I 996, a cura di S. Quilici Gigli, Roma I 998, pp. 2 89-300. CORDIA�o I 9 9 I = G. Cordiano, Strabone e i Messeni di Reggio, in " He sperìa " , 2, I 99 I , pp. 63-77. CORDIA�o. ISOLA 2009 = G. Cordiano, C. Isola, Metauros: da centro empori co zanclea a sub-colonza locrese?, in Colonie 2009, pp. 49-7 3 . CORSA�o I979 = M. Corsano, Sparte e t Tarente: le mythe de /ondation d'une colonie, in "RHistRel" , 96, I 979, pp. I I 3 ·4o. Cortona I 98 3 = Forme di contatto e processi di trasformazione nelle società antiche, atti convegno Cortona I 98 I , Pisa-Roma I 9 8 3 . cosTABILE I 979 = F . Costabile, Il culto di Apollo quale testimonzanza della tradizione corale e religiosa di Reggio e Messina, in " MEFRA " , 9 I , I 979. pp. 5 2 5 -45· cosTABILE I 992 = F. Costabile, Polis e Olympieion a Locri Epizefiri. Costitu zione, economza e finanze di una città della Magna Grecia. Editio altera e traduzione delle tabelle locresi, Soveria Mannelli I 992. CORDA:-JO
342
BI BLIOGRAFIA
1 993 = F. Costabile, Civiltà greca e presenza romana, in Reggio Calabria. Storia, cultura, economia, a cura di F. Mazza, Soveria Mannelli I 99 3 . pp. 3 1 -6 3 . COSTAMAGI':A 1 987 = L. Costamagna, Il territorio di Rhegion: problemi di topografia, in "CMGr", 1 987, pp. 475-5 1 2 . cosTAMAGi':A 2ooo = L . Costamagna, Il territorio di Reggio, i n Cuore Medi terraneo 2ooo, pp. 2 2 3 -36. cosTAMAGI':A, SABBIO:-:E 1 992 = L. Costamagna, C. Sabbione, Una città in Magna Grecia. Locri Epizefiri, Reggio Calabria I 992. cosTAi':ZI 2009 = M. Costanzi, Les colonies grecques de deuxième dégrée en Italie du Sud et en Sicile: un bouclier con tre !es autres Grecs?, in " REA" , I I I , 2009, p p . 429-5 1 . cosTAi':ZI 2 o r o = M . Costanzi, Les colonies de deuxième degré de l'Italie du Sud et de la Sicile: une analyse lexicologique, in "A WE" , 9, 2 0 I O, pp. 87- ! 07. couBRAY 1 994 = S. Coubray, Etude paléobotanique des macrorestes végétaux provenant d'Ischia, in Apoikia 1 994, pp. 205-9. COVIELLO 2 oo6 = G. Coviello, Commento storico a Lico/rone (Alex. 722-72 5), in " Hesperìa " , 2 1 , 2oo6, pp. 1 5 I -70. CRIELAARD 1 992-93 = ]. P. Crielaard, How the West Was Won: Euboeans vs. Phoenicians, in Interactions in Iran Age I 992-93, pp. 2 3 5 -49. CRIELAARD 2ooo = ]. P. Crielaard, Honour and Valour as Discourse /or Early Greek Colonialism (8th-7th Centuries B. C.), in Die Aegaeis 2ooo, pp. 499·506. CRIELAARD 2007 = ]. P. C rielaard, Eretria's West Cemetery Revisited: Burial Plots, Social Structure and Settlement Organization during the 8th and 7th Centuries BC, in Oropos Euboea 2007, pp. I 69-94· cruscuoLo 2007 = P. Criscuolo, Materiali dalla necropoli preellenica di Cu ma nel Museo Civico di Baranello, in Gasparri, Greco 2007, pp. 2 6 3 · 309. Culture marinare r 999 = Culture marinare nel Mediterraneo centrale e occi dentale fra il xvn e il xv secolo a. C. , a cura di C. Giardino, Roma I 999· Cuma 2009 = Cuma. Indagini archeologiche e nuove scoperte, atti giornata di studi Napoli 2007, a cura di C. Gasparri, G. Greco, Pozzuoli 2009. Cuore Mediterraneo 2ooo = Nel cuore del Mediterraneo antico. Reggio, Mes sina e le colonie calcidesi dello Stretto, a cura di M. Gras, E. Greco, P. G. Guzzo, Corigliano Calabro 2000. cuozzo 2 007 = M. Cuozzo, Ancient Campania. Cultura! Interaction, Politica! Borders and Geographical Boundaries, in Ancient Italy. Regions without Boundaries, a cura di G. Bradley, E. Isayev, C. Riva, Exeter 2007, pp. 224-67. cusuMAi':O 1 994 = N. Cusumano, Una terra splendida e facile da possedere. I Greci e la Sicilia, " Kokalos" , suppl. Io, I 994· ' o ACUI':TO 2009 = M. D'Acunto, L'abitato antico di Cuma tra le Terme del Foro e le mura settentrionali: relazione preliminare della campagna di scacosTABILE
343
F O :'\: D A Z I 0 :'\1' 1 G R E C H E
vo del 73-87.
2007
dell'Università L'Orientale di Napoli, in Cuma 2009, pp.
' D AGOSTI�o
I 967 = B. D'Agostino, Osservazioni a proposito della guerra le fantina, in " DdA " , I , I 967, pp. 20-37. D AGOSTI�o I 97 4 = B. D'Agostino, La civiltà del Ferro nell'Italia meridiona le e nella Sicilia, in Popoli e Civiltà dell'Italia antica 2, Roma I 974, pp. I I -9 I . ' D AGOSTI�o I 977 = B . D'Agostino, Tombe 'principesche' dell'orientalizzante antico da Pontecagnano, in " MonAnt", 49, s. mise. n, I 977· ' D AGOSTI� o I 98 I = B. D'Agostino, Voluptas e virtus. Il mito politico della "ingenuità italica", in " AnnArchStAnt", 3 , I 9 8 I , pp. I I 7-27. ' D AGOSTI�o I 9 82 = B. D'Agostino, La ceramica greca o di tradizione greca nell'viii sec. in Italia meridionale, in La céramique I 98 2 , pp. 5 5 -67. ' D AGOSTI�o I 985 = B. D'Agostino, I paesi greci di provenienza dei coloni e le loro relazioni con il Mediterraneo occidentale, in Magna Grecia I 98 5 , p p . 209-44' D AGOSTI�o I 994 = B. D'Agostino, Pitecusa: una apoikia di tipo particolare, in Apoikia I 994, pp. I 9-27. ' D AGOSTI�o I 994-95 = B. D'Agostino, La stipe dei cavalli di Pithecusa, in " AttiMemMagnaGr", s. 3a, 3 , I 994-9 5 , pp. 9 - I OO. ' D AGOSTI�o I 995 = B. D'Agostino, Eracle e Gerione: la struttura del mito e la storia, in "AnnArchStAnt", n.s. 2, I 99 5 , pp. 7 - I 3 . ' D AGOSTI� o I 999a = B. D'Agostino, La ceramica greca e di tipo greco dalle necropoli della 1 Età del Ferro di Pontecagnano, in Prima di Pithecusa. I più antichi materiali greci del golfo di Salerno, catalogo mostra Ponteca gnano Faiano I 999, a cura di G. Bailo Modesti, P. Gastaldi, Napoli I 999, pp. I 3 -24' D AGOSTI�o I 999b = B. D'Agostino, Euboean Colonization in the Gulf o/ Naples, in Ancient Greeks West and East I 999, pp. 207-27. ' D AGOSTI�O I 999c = B. D'Agostino, Pitecusa e Cuma tra Greci e Indigeni, in Colonisation grecque I 999, pp. 5 I -62. ' D AGOSTI�o 2002 = B. D'Agostino, Cuma. Nuove forme di intervento per lo studio del sito antico, atti giornata di studio Napoli 200 I , a cura di B. D'Agostino, Napoli 2002. ' D AGOSTI� o 2005 = B. D'Agostino, Conclusioni, in Oriente Occidente 2005 , pp. 66 I · 3 · ' D AGOSTI�O 2006 = B. D'Agostino, I primi Greci in Etrurùz, i n Tarquinia 2006, pp. 3 3 5 •46. ' D AGOSTI�o 2009 = B. D'Agostino, Pithecusae e Cuma all'alba della colo nizzazione, in "CM Gr", 2009, pp. I 69-96. ' ' D AGOSTI�o, D Acu�To 2009 = B. D'Agostino, M. D'Acunto, La città e le mura: nuovi dati dall'area nord della città antica, in "CM Gr", 2009, pp. 48 I -5 2 2 . ' D AGOSTI� o , GASTALDI I 988 = B. D'Agostino, P. Gastaldi, Pontecagnano II. La necropoli del Picentino r. Le tombe della Prima Età del Ferro, Napoli I 9 88. '
344
B I B I. I O G R A FI A
' o AGOSTI:-JO, sorrruou
I 998 = B. D'Agostino, A. Soteriou, Campania in the Framework o/ the Earliest Greek Colonization in the West, in Euboica I 998, pp. 3 5 5 ·68. ' o AMICIS, Russo I 9 9 I = A. D'Amicis, G. Russo, Convento di S. Domenico, chiostro, in "Taras" , I I , I 99 I , pp. 3 o i -2 . ' o Al'>DREA I 9 8 9 = M. D'Andrea, Recenti campagne di scavo nella necropoli occidentale di Hipponion, in "AnnPisa" , s. 3", I 9, 2, I 989, pp. 765-86. ' o Ar-:DRJA I 982 = F. D'Andria, Il Salento nell'VIII e VII sec. a. C. : nuovi dati archeologici, in " ASAtene", 6o, I 982, pp. I O I - I 6. ' o Ar-:DRJA I 9 85 = F. D'Andria, Documenti del commercio arcaico tra Ionio e Adriatico, in " CMGr", I 9 8 5 , pp. 3 2 I -78. ' o Ar-:DRJA I 995 = F. D'Andria, Corinto e l'Occidente: la costa adriatica, in "CMGr", I 99 5 , pp. 457-508. ' o Ar-:GELA I 992 = C. D'Angela, Il Museo negato (Taranto I878- I 898), Ta ranto I 992. ' o Ar-:GELA, LIPPOLIS I 989 = C. D'Angela, E. Lippolis, I882 - 1 889: gli scavi dell'arsenale e l'archeologia tarentina, Taranto I 989. D A L VER.;"l E, sAcco 2002 -03 = L. Dal Verme, G. Sacco, Cuma: /rammenti ceramici iscritti dagli scavi dell'Orientale, in " AnnArchStAnt", 9 - 1 0, 2002 -03, pp. 2 5 I -70. DALBY I 992 = A. Dalby, Greeks Abroad: Social Organisation and Food among the Ten Thousand, in "JHS " , I I 2 , I 992, pp. I 6-3o. Damarato 2ooo = Damarato. Studi di antichità classica offerti a Paola Pela gatti, a cura di I. Berlingò, H. Blanck, F. Cardano, P. G. Guzzo, M. C. Lentini, Milano 2ooo. DE Al'>GELIS I 988 = F. De Angelis, Ancient Past, Imperia! Present: The Bri tish Empire in T. ]. Dunbabin's The Western Greeks, in "Antiquity " , 7 2 , I 988, p p . 5 3 9"49· DE Al'>GELIS I 994 = F. De Angelis, The Foundation o/ Selinous: Overpopula tion or Opportunities?, in Greek Colonisation I 994, pp. 87- I I O. DE Al'>GELIS 2oooa = F. De Angelis, Estimating the Agricultural Base o/ Greek Sicily, in " BSR" , 68, 2ooo, pp. I I I -48. DE Al'>GELIS 2ooob = F. De Angelis, The Agricultural Capacity o/ Archaic Syracuse, in Die Aegaeir 2ooo, pp. I 09- I 5 . DE Al'>GELIS 2002 = F . D e Angelis, Trade and Agricolture a t Megara Hyblaia, in "OxfJA " , 2 I , 2002, pp. 299-3 I 0 . D E Al'>GELIS 2 o o p = F . D e Angelis, Megara Hyblaia and Selinous. The Deve lopment o/ Two Greek City-States in Archaic Sicily, Oxford 2003. D E A:-:GELIS 2oo3b = F. De Angelis, Equations o/ Culture: The Meeting o/ Natives and Greeks in Sicily (ca. 750-450), in " AWE" , 2, I , 2003 , pp. I 9·50. D E A:-:GELIS 2oio = F. De Angelis, Re-Assessing the Earliest Social and Eco nomie Developments in Greek Sicily, in " RM " , 1 1 6, 2 0 1 0, pp. 2 1 -5 3 . D E CARO I 994 = S. D e Caro, Appunti per la topografia della chora di Pithe koussai nella prima età coloniale, in Apoikia I 994, pp. 37-45. 345
F O :'\: D A Z I 0 :'\1' 1 G R E C H E
I 995 = P. De Fidia, Corinto e l'Occidente tra vm e VI secolo a. C. , i n " CMGr", I 99 5 , pp. 47- I 4 r . DE JULIIS 2005 = E . M . De Juliis, La prima età del Ferro in Puglia, i n Orien te Occidente 2005 , pp. 45 3 -66. D E LA GE�IERE I 988 = J. De La Genière, Francavilla Marittima, una tappa sulla rotta marittima per Ischia, in "Pact " , 20, I 988, pp. I 5 3 -6o. DE LA GEJ\:IERE 2 ooo = J. De La Genière, Intervento, in Die Aegaeis 2ooo, p. 54 ! . DE LA GE�IERE 2005 = J . De L a Genière, Achéens et sociétés indigènes: le cas de Crotone, in Kroton 2005 , pp. I 4 3 - 8 . D E L A GE�IERE, GRECO 2 o i o = J. D e La Genière, G. Greco, Il santuario di Hera alla foce del Sele. Indagini e studi I987-2oo6, in " AttiMemMagnaGr", 4a S. 2008-2010. DE LA GE:-·II E RE, SABBIO:-I I 979 = A. J. Jacquemin, Boreas o Thourios, in " BCH", I03, 1 979. pp. 1 89 - 9 3 · JAMES, THORPE 1 9 9 I = P. James, I. J. Thorpe, Centuries o/ Darkness. A Challenge to the Conventional Chronology o/ Old World archaeology, London I 9 9 I . JA:'>II'\ELLI 1 999 = L . Jannelli, Ischia e Cuma, i n Città greca I 999· pp. 303-27. 359
F O :'\: D A Z I 0 :'\1' 1 G R E C H E
I 99o = L. H. Jeffery, The Local Script o/ Archaic Greece: A Study o/ the Orzg,in o/ Greek Alphabet and Its Development /rom the Eighth to the Fi/th Centuries B . C. , with a supplement by A. W. Johnston, Oxford I 990. JOHA:--: :--: o wsKY I 967 = W. Johannowsky, Problemi relativi alla "precolonizza zione" in Campania, in " DdA " , I , 2, I 967, pp. I 5 9-85. JOHA:--: :--: o wsKY I 969 = W. Johannowsky, Scambi tra ambiente greco e am biente italico nel periodo precoloniale e prato coloniale e loro conseguenze, in "DdA", 3, I - 2 , I 969, pp. 3 I -4 3 , con Appendice, pp. 2 1 3 -9. JOHA:--: :--: o wsKY I 975 = W. Johannowsky, Problemi relativi a Cuma arcaica, in Contribution I 97 5 , pp. 98- I o5 . JOHA:--: :--: o wsKY I 97 8 = W. Johannowsky, Importazioni greco-orientali in Campania, in Les Céramiques I 978, pp. I 37-9. JOHA:--: :--: o wsKY I 989 = W. Johannowsky, Capua antica, Napoli I 989. JOH:--: S TOI':, J O I': E S I 978 = W. Johnston, R. E. Jones, The 'SOS' Amphora, in "BSA", 73, I 978, pp. r o 3 -4 r . J UCKER I 982 = H . Jucker, Gottin im Gehause und eine neue Vase aus der Gegend von Metapont, in Aparchai I 982, pp. 75 -84. JU:-JG 2005 = R. Jung, nOTE? Wann? Quand? When? Translating Italo-Ae gean Synchronism, in Emporia 2, 2 005 , pp. 473 -84. KAHIL I 9 8 I = L. Kahil, Quartier de maisons géometriques, in "AntK" , 24, I 9 8 I , pp. 85-6. KARAGEORGHIS, LO SCHIAVO I 989 = V. Karageorghis, F. Lo Schiavo, A West Mediterranean Obelos /rom Amathus, in " RStFen " , I 7 , I , I 989, pp. I 5 -29. " " KARO I 9o4 = G. Karo, Tombe arcaiche da Cuma, in BPI , 30, I 904, pp. I -29. Kaulonia 2oo i = Kaulonia, Caulonia, Stilida (ed oltre). Contributi storict� ar cheologici e topografici I , a cura di M. C. Parra, Pisa 2oo r . Kaulonia 2004 = Kaulonia, Caulonia, Stilida (ed oltre). Contributi storict� ar cheologici e topografici II, a cura di M. C. Parra, Pisa 2004. KEARSLEY I 989 = R. Kearsley, The Pendent Semi-Circle Skyphos. A Study o/ Its Development and Chronology and an Examination o/ It as Evidence /or Euboean Activity at Al Mina, in " BICS " , suppl. 44, London I 989. KEARSLEY I 999 = R. A. Kearsley, Greek Overseas in the 8th Century B. C. : Euboeans, Al Mina and Assyrian Imperialism, in Ancient Greeks West and East I 999, pp. I 09-34 · KEI':ZELMA:--: :--: PFYFFER, THEURILLAT, VERDA:-J 2005 = A. KenzeJmann Pfyffer, T. Theurillat, S. Verdan, Graffiti d'époque géometrique provenant du sanctuaire d'Apollon Daphnéphores à Erétrie, in "ZPE", I 5 I , 2005 , pp. 5 I -8 3 . KILIAI': I 966 = K. Kilian, Testimonianze di vita religiosa della prima età del /erro in Italia meridionale, in "RendNap " , 4 I , I 966, pp. 9 I - r o6. KILIAI': I 99o = K. Kilian, Mycenean Colonization: Norm and Variety, in Greek Colonist I 990, pp. 445 -67.
JEFFERY
360
B I B I. I O G R A FI A
1 985 = I. Kilian Dirlmeier, Fremde Weihungen in griechi schen Heiligtiimern vom 8. bis zum Beginn des l· ]ahrhunderts, in "JbZMusMa inz " , 3 2 , 1 98 5 , pp. 2 1 5 -54. KIVILO 2010 = M. Kivilo, Early Greek Poets' Lives. The Shaping o/ the Tra dition, Leiden-Boston 2 0 1 0. KLEIBRII\:K 200 1 = M. Kleibrink, The Search /or Sybaris: An Evaluation o/ Historical and Archaeological Evidence, in " BABesch " , 76, 200 1 , pp. 3 3 -70. KLEIBRII\:K 2004 = M. Kleibrink, Aristocratic Tombs and Dwellings o/ the vmth century BC at Francavilla Marittima, in Atti della 3 7" riunione del l'Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, Scalea-Papasidero-Praia a Mare-Tortora 2002, Firenze 2004, pp. 5 5 7 -86. KLEIBRII\:K 2 005 = M. Kleibrink, The Early Athenaion at Lagarù1 (Francavilla Marittima) near Sybaris: An Overview o/ Its Early-Geometric 11 and Its Mid-7'h Century BC Phases, in Papers Italian Archaeology 2005 , pp. 754-72. KLEIBRII\:K 2oo6a = M. Kleibrink, Athenaion Context A C2 2A. r r . A Use/ul Dating Peg /or the Con/ormation o/ Oenotrian and Corinthian Late and Subgeometric Pottery /rom Francavilla Marittima, in Studi Peroni 2oo6, pp. 146-5 3 · KLEIBRII\:K 2 oo6b = M. Kleibrink, Oenotrians a t Lagaria Near Sybaris. A Na tive Proto-urban Centralised Settlement, London 2006. KLEIBRII':K, BARRESI 2009 = M. Kleibrink, L. Barresi, On the "Ondulating Band" Style in Oinotrian Geometrie Matt-Painted Pottery /rom the "Wea ving House" on the Acropolis o/ the Timpone della Motta, Francavilla Ma rittima, in Prima delle colonie 2009, pp. 2 2 3 - 3 7 . KLEIBRII\:K MAASKAI\:T 2 0 0 3 = M. Kleibrink Maaskant, Dalla lana all'acqua. Culto e identità nell'Athenaion di Lagaria, Francavilla Marittima, Rossano 2003. KOCH 2010 = L. C. Koch, Glas-Zeichen einer neuen Zeit? Gliise rne Vogelper len des /riihen orientalizzante, in Neue Forschungen zu den Etruskern, a cura di A. Kieburg, A. Rieger, BAR nt. series 2 I 6 3 , 2 0 1 0, pp. 3 3 -9. KOKKI�os 2009 = N. Kokkinos, Ancient Chronography, Eratostenes and the Dating o/ the Fall o/ Troy, in "AWE", 8, 2009, pp. 3 7 - 5 9 . K0LLUI\:D 1 992-93 = M. K0llund, Sea and Sardinia, in Interactions in Iran Age 1 99 2 - 9 3 , pp. 20 I - I 4 K0LLUI\:D I 998 = M. K0llund, Sardinian Pottery /rom Carthage, i n Sardinian Stratigraphy 1 998, pp. 3 5 5 -8. Kontaktzonen I 998 = Archà'ologische Studien in Kontaktzonen der antiken Welt, a cura di R. Rolle, K. Schmidt, Hamburg I 998. KOI\:TOLEO� 1 967 = N . M. Kontoleon, Zur Griindung von Naxos und Mega ra au/ Sizilien, in Europa. Studien zur Geschichte und Epigraphik der /rii hen Aegaeis. Festschri/t fiir Ernst Grumach, a cura di W. C. Erice, Berlin I 967, pp. I 80-90. KORKUTI I 985 = M. Korkuti, I rapporti fra le due coste dell'Adriatico meri dionale nell'età del Bronzo e del Ferro, in "CMGr", I 9 8 5 , pp. I 67-79· KILIAI\: DIRLMEIER
361
F O :\ D A Z I 0 :'\1 1 G R E C H E
2oo6 = A. Kourou, Phéniciens, Chypriotes, Eubéens et la fondation de Carthage, in "CahCEC " , 3 2 , pp. 89- I I4. KRAUSE I 979 = C. Krause, Structure et développement urbanistique d'Erétrie archai'que, in "CMGr", I 979· pp. 3 7 - 5 2 . Kroton 2005 = Kroton e il suo territorio tra VI e v secolo a. C. Aggiornamenti e nuove ricerche, atti convegno Crotone 2ooo, a cura di R. Belli Pasqua, R. Spadea, Crotone 2005 . KYRIELEIS, ROLLIG I 988 = H. Kyrieleis, W. Ri:illig, Ein altorientalischer Pfer deschmuck aus dem Heraion von Samos, in "AM", I o 3 , I 988, pp. 37-75. La céramique I 982 = La céramique grecque ou de tradition grecque au vme siècle en Italie centrale et méridionale, Naples I 982. LA ROCCA 2009 = L. La Rocca, La necropoli dell'età del Ferro in località Chiane di Serra Aiello, in Dall'Oliva al Savuto. Studi e ricerche sul terrz'to rio dell'antica Temesa, atti convegno Campora S. Giovanni (Amantea) 2007, a cura di G . F. La Torre, Pisa-Roma 2009, pp. 57-77. La Sardegna I 987 = La Sardegna nel Mediterraneo tra il secondo e il primo millennio a. C. , atti 2° convegno Un millennio di relazioni tra la Sardegna e i Paesi del Mediterraneo, Selargius-Cagliari 1986, Cagliari I 987. LA TORRE 2002 = G . F. La Torre, Un tempio arcaico nel territorio dell'antica Temesa, Roma 2002. LA TORRE 2 o i i = G . F. La Torre, Sicilia e Magna Grecia. Archeologia della colonizzazione greca d'Occidente, Roma- Bari 2 o i 1 . LACROIX I 984 = L . Lacroix, Sybaris, capitale des Colques, i n Hommages à Lucien Lérat, a cura di H. Walter, Paris I 984, pp. 3 7 I -84LAGOr>:A I 996 = S. Lagona, Catania: il problema del porto antico, in Catania antica I 996, pp. 2 2 3 -30. LAr>:G 2oio = M. Lang, Der bunte Himmel.· Untersuchungen zu den Tonda· chern westgriechischer Typologie, BAR Int. Series 2098, Oxford 2 o i o. LASSERRE I 9 5 8 = Archiloque. Fragments, a cura di F. Lasserre, Paris I 9 5 8 . LASSERRE I 967 = Strabon, Géographie, !ome III (livres v e t VI), a cura d i F . Lasserre, Paris I 967. LATTAt-:ZI 2oo8 = Il Museo Nazionale di Reggio Calabria. I tesori della Magna Grecia, a cura di E. Lattanzi, Roma 2oo8. LAZZAR!t-:1 I 999 = M. L. Lazzarini, Questioni relative all'origine dell'alfabeto greco, in Scritture I 999. pp. 5 3 -66. Le due città 2004 = Le due città di Naxos, atti seminario Giardini Naxos 2ooo, a cura di M. C. Lentini, Iolo 2oo4LELLI 2009 = E. Lelli, L'onomastica del mondo ftalico negli Alessandrini. Tra erudizione e letterarietà, in Onomastica Italia antica 2009, pp. 579-89. LEMAIRE 2oio = A. Lemaire, Remarques sur le contexte historique et culture! de la fondation de Carthage, in Carthage et !es autochtones de son empire au temps de Zama, atti colloquio Silana-Tunisi 2004, a cura di A. Fer jaoui, Tunis 2 0 i o, pp. 5 5 ·9LEMOS I 9 9 8 = I. S. Lemos, Euboea and Its Aegean koine, in Euboica I 998, pp. 45•58. KOUROU
362
B I B I. I O G R A FI A
2007 = I. S. Lemos, Recent Archaeological Work on Xeropolis, Lef kandi: A Preliminary Report, in Oropos Euboea 2007, pp. I 2 2 - 3 3 · LEMOS 2009 = I. S. Lemos, Lefkandi in Euboea: ricerche recenti, i n "CMGr", 2009, pp. I I -3 5 · LE�A, BO�GIOVA!';�I 2004 = G. Lena, E . Bongiovanni, Evoluzione mor/ologi ca delle coste siracusane, in Le presenze micenee nel territorio siracusano, atti simposio Siracusa 2003, a cura di V. La Rosa, Padova 2004, pp. 45-7 ! . LE�TI!';I 2002 = M . C . Lentini, Intervento, i n Il guerriero di Castiglione di Ragusa. Greci e Siculi nella Sicilia sud-orientale, atti seminario Milano 2ooo, a cura di F. Cardano, M. Di Salvatore, " Hesperìa " , I6, 2002, pp. I p -6. LE:\111 !';1 2004 = M. C. Lentini, L'abitato prato-arcaico di Naxos di Sicilia (sca vi I998-r999), in Le due città 2004, pp. 2 8 - 34. LE�TI!';I 2009a = M. C. Lentini, Ultime indagini archeologiche nell'area urba na dell'antica Naxos. Scavi 2 o o 3-2006. Rapporto preliminare, in Naxos di Sicilia 2009, pp. 9-37. LE�TI!';I 20o9b = M. C. Lentini, Naxos tra Egeo e Sicilia. Ricerche nel più antico abitato coloniale (scavi 2 0 0 3-2006), in Immagine e immagini Sicilia 2009, pp. 5 I 9-28. LE�TI!'; I, BLACKMA� 2009 = M. C. Lentini, D. ]. Blackman, L'arsenale navale di Naxos di Sicilia: le ricerche 200 3-2006, in Naxos di Sicilia 2009, pp. 4 I -79· LEPORE I 969 = E. Lepore, Osservazioni sul rapporto tra /atti economici e fat ti di colonizzazione in Occidente, in "DdA " , 3, I -2 , I 969, pp. I 7 5 -88. LEPORE I 974 = E. Lepore, Problemi di storia metapontina, in " CMGr", I 974· pp. 307-26. LEPORE I 975 = E. Lepore, Discussione e cronaca dei lavori, in Contribution I 9 7 5 , pp. I I I -40. LEPORE I 976 = E. Lepore, Timeo in Strabone v, 4, 3 C 242-243 e le origini campane, in Mélanges offerts à ]. Heurgon, Rome I 976, pp. 5 7 3 - 8 5 . LEPORE I 97 8 = E. Lepore, Intervento, in Les céramiques I 978, p. 274. LEPORE I 979 = E. Lepore, Dalla comunità america alla polis, in Storia e ci viltà dei Greci r. Origini e sviluppo della città. Il medioevo greco, a cura di R. Bianchi Bandinelli, Milano I 979, pp. I 8 3-25 3 . LEPORE I 98 I a = E . Lepore, I Greci in Italia, in Storia della società italiana 1. Dalla preistoria all'espansione di Roma, Milano I 9 8 I , pp. 2 I 3-68. LEPORE I 9 8 I h = E. Lepore, Geografia del modo di produzione schiavistico e modi residui in Italia meridionale, in Società romana e produzione schiavi stica. L'Italia: insediamenti e forme economiche, a cura di A. Giardina, A. Schiavone, Roma-Bari I 9 8 I , pp. 79-85. LEPORE I 988 = E. Lepore, Greci e Indigeni nell'Italia meridionale antica, in Local Ethno-Political Entities of the Black Sea in the 7th-4th Centuries B. C. , atti 4° simposio sui problemi di storia antica del litorale del Mar Nero, Tsqaltubo-Vani I 9 8 5 , Tblisi I 988, pp. 2 9 5 - 3 04. LEMOS
363
F O :'\: D A Z I 0 :'\1' 1 G R E C H E
2ooo = E. Lepore, La Grande Grèce. Aspects et problèmes d'une 'co lonisation' ancienne, Naples 2ooo. LERIOU 2007 = A. Leriou, Locating Identities in the Eastern Mediterranean during the Late Bronze Age-Early Iran Age: The Case o/ 'Hellenised' Cy prus, in Mediterranean Crossroads 2007 , pp. 5 6 3 -9 r . Les Céramiques 1 97 8 = Les céramiques de la Grèce de l'Est e t leur di/fusion en Occident, atti colloquio Napoli 1 976, Paris-Naples 1 978. LESCHHOR!'; r 984 = W. Leschhorn, "Grunder der Stadt". Studien zu einem politisch-religiosen Phà'nomen der griechischen Geschichte, Stuttgart 1 984. LEVEQUE, CLAVAL 1 970 = P. Leveque, P. Clava!, La signi/ication géographi que de la première colonisation grecque, in " Revue de géographie de Lyon " , 45, 1 970, pp. 1 79-200. LIDDELL-scorr 1 977 = A Greek-English Lexicon, compiled by H. G. Lid dell, R. Scott, Oxford ' 977· LIPPOLIS 1 995 = E. Lippolis, Corinto e l'Occidente: la costa del mar Ionio, in "CMGr" , 1 99 5 , pp. 509-50. LIPPOLIS 2o02a = E. Lippolis, Taranto: /orma e sviluppo della topografia ur bana, in "CMGr", 2002, pp. I I 9-69. LIPPOLIS 20o2b = E. Lippolis, Intervento, in "CMGr", 2002, pp. 305-7. LIPPOLIS, GARRAFFO, 1\:AFISSI 1 995 = E. Lippolis, S. Garraffo, M. Nafissi, Culti greci in Occidente. Fonti scritte e documentazione archeologica 1. Ta ranto, Taranto ' 99 5 · ussi 1 9 6 1 = E. Lissi, L a collezione Scaglione a Locri, in "AttiMemMGr", n.s. 4, 1 9 6 1 , pp. 67 - 1 2 8 . Lixus 1 992 = Lixus, atti colloquio Larache 1 9 8 9 , Rome 1 992. LO PORTO 1 95 9 -60 = F. G. Lo Porto, Ceramica arcaica dalla necropoli di Taranto, in "ASAtene", n.s. 2 1 -2 2 , 1 9 5 9-60, pp. 7-2 30. LO PORTO 1 964 = F. G. Lo Porto, Satyrion (Taranto). - Scavi e ricerche nel luogo del più antico insediamento laconico in Puglia, in " NSc", 1 964, pp. ! 77-279· LO PORTO 1 969 = F. G. Lo Porto, Metaponto. - Tombe a tumulo dell'età del /erro scoperte nel suo entroterra, in " NSc", 1 969, pp. r 2 r -7o. LO PORTO 1 9 7 1 = F. G. Lo Porto, Topografia antica di Taranto, in "CMGr", 1 97 1 , pp. 3 4 3 - 8 3 . L O PORTO 2004 = F. G. L o Porto, Il deposito prelaconico di Borgo Nuovo, i n " MonAnt", 62, mise. 9, 2004. LO SCHIAVO 1 986 = F. Lo Schiavo, Una reinterpretazione: modellino di nave in piombo da Antigori (Sarroch - Cagliari), in Traffici micenei nel Medi terraneo. Problemi storici e documentazione archeologica, atti convegno Palermo 1 9 84, a cura di M. Marazzi, S. Tusa, L. Vagnetti, Taranto 1 9 86, pp. ' 93 - 7 · LO SCHIAVO 1 994 = F . L o Schiavo, Bronzi nuragici nelle tombe della prima età del ferro di Pontecagnano, in La presenza etrusca nella Campania meri dionale, atti giornata di studio Salerno-Pontecagnano 1 990, a cura di P. Castaldi, G. Maetzke, Firenze 1 994, pp. 6 r -82. LEPORE
364
BI BLIOGRAFIA
2 ooo = F. Lo Schiavo, Sea and Sardinia: Nuragic Boats, in An cient Italy 2 ooo, pp. I 4 I - 5 8 . LO SCHIAVO 2 002 = F . L o Schiavo, Osservazioni sul problema dei rapporti tra Sardegna ed Etruria in età nuragica n, in Etruria e Sardegna centro-set tentrionale tra l'età del Bronzo Finale e l'arcaismo, atti convegno Sassari I 998, Pisa-Roma 2002, pp. 5 I -7o. LO SCHIAVO 2oo3 a = F. Lo Schiavo, Sardinia between East and West: Inter connections in the Mediterranean, in Ploes 200 3 , pp. I 5 - 3 3 · L O SCHIAVO 2oo3b = F . L o Schiavo, Sardinia between East and West: Inter connections in the Mediterranean, in Sea Routes 2003 , pp. I 5 2 - 6 L L O SCHIAVO 2005 = F . L o Schiavo, La concia delle pelli nella Sardegna nura gica: un problema aperto, in Alun 2005 , pp. 3 4 3 - 5 2 . LO SCHIAVO 2 o o 6 = F. Lo Schiavo, Pithecusa Gleanings 1 . Fibulae Connec tions, in Across Frontiers 2oo6, pp. 249-65 . LO SCHIAVO 2 009 = F. Lo Schiavo, Importi tra Sicilia e Sardegna nel n mil lennio a. C. , in Immagine e immagini Sicilia 2009, pp. 40I -20. ' LO SCHIAVO, n oRIAr\O I 99D = F. Lo Schiavo, R. D'Oriano, La Sardegna sul le rotte dell'Occidente, in "CMGr", I 990, pp. 99- I 6 I . L O SCHIAVO, MACr\AMARA, VAGr\ETTI I 9 85 = F . Lo Schiavo, E . Macnamara, L. Vagnetti, Late Cypriot Import to Italy and Their In/luence on Local Bronzework, in " BSR", 5 3 , I 98 5 , pp. I -7 I . L O SCHIAVO, RIDGWAY I 987 = F . Lo Schiavo, D . Ridgway, La Sardegna e il Mediterraneo Occidentale allo scorcio del n millennio, in La Sardegna I 9 8 7 . pp. 3 9 I -4 I 8. LOICQ-BERGER I 96o = M.-P. Loicq-Berger, Syracuse. Histoire culture/le d'une cité grecque, Bruxelles I 96o. LOMBARDO I 972 = M. Lombardo, Le concezioni degli antichi sul ruolo degli oracoli nella colonizzazione greca, in "AnnPisa " , s. 3', 2 , I , I 97 2 , pp. 63-89. LOMBARDO I98I = M. Lombardo, Intervento, in " CMGr", I 9 8 I , pp. 250-2. LOMBARDO I 983 = M. Lombardo, Polieion e il Basento: tradizioni etimologi che e scoperte archeologiche, in Studi Adamesteanu I 9 8 3 , pp. 5 9 - 7 5 . LOMBARDO I 986 = M. Lombardo, Siris-Polieion: fonti letterarie, documenta zione archeologica e problemi storici, in Siris-Polieion I 986, pp. 5 5 -86. LOMBARDO I 987 = M. Lombardo, L'organizzazione militare degli Italia ti, in Magna Grecia. Lo sviluppo politico, sociale ed economico, a cura di G. Pugliese Carratelli, Milano I 987, pp. 2 2 5 - 5 8 . LOMBARDO I 992 = M. Lombardo, Greci e Messapi nel v sec. a. C. : fontt; eventi e problemi storici, in Aspetti della storia del Salento nell'antichità, atti convegno Lecce I 97 9· Cavallino-Lecce I 992, pp. 76- I 09. LOMBARDO I 994 = M. Lombardo, Itala in Aristotele e Antioco: problemi di cronologia mitica, in !storie. Studi offerti dagli allievi a Giuseppe Nenci in occasione del suo settantesimo compleanno, a cura di S. Alessandrì, Gala tina I 994· pp. 2 6 I -8 1 . LOMBARDO I 995 = M . Lombardo, Intervento, i n "CMGr" , 1 99 5 , pp. 5 94-6. LO SCHIAVO
-
365
F O :'\: D A Z I 0 :'\1' 1 G R E C H E
I 996 = M. Lombardo, Enotri e Luca n i nella Basilicata meridiona le tra l'vm e il m secolo: aspetti e momenti dei processi storici, in Mostra Policoro I 996, pp. I 5-26. LOMBARDO I 998 = M. Lombardo, Siri e Metaponto: esperienze coloniali e storia sociale, in Siritide I 998, pp. 45-65. LOMBARDO 2oo2a = M. Lombardo, llEMA IA n YrE.L.LI: rapporti con gli ]aptgi e aspetti dell'identità di Taranto, in " CMGr" , 2002, pp. 2 5 3 -79. LOMBARDO 2oo2b = M. Lombardo, Intervento, in " CMGr" , 2002, pp. 32 3-7· LOMBARDO 2003 = M. Lombardo, Intervento, in "CMGr" , 200 3 , pp. 9 3 -4. LOMBARDO 2 o i o = M. Lombardo, Caulonia: tradizioni letterarie e problemi storici, in Caulonia 2 0 i o, pp. 7 - I 6. LOMBARDO, FRISO!';E 2ooo = M. Lombardo, F. Frisone, Profughi e coloni del l'Asia Minore in Magna Grecia (vm-v sec. a. C.), in " CMGr", 2ooo, pp. I 89-277. LO:- I, 2-3: 46 I4, 2 , I : 3 I 2 n. 7 I I 9 , 2 2 , 6 3 : 46
857-858: 2 3 7 n. 5 7 858-86 1 : 2 3 9 n. 63 v. 980: 289 vv. 984-992: 2 8 9 vv. 993 - I o i o: 2 4 4 n. 86 vv.
T. Livius 8, 2 2 , 6: 77, 89, I O I 24, 3> 3' 237
Plutarchus A matorum narrationes 2, 7, Mor. 772 d-773 b: I 94, 200 n. 63 De Herodoti malignitate, Mor. 854-874: 3 2 3 n. 8 Mulierum virtutes, Mor. 2 5 5 a-e: I 2 7 n . 75, I78 n. 3 7 Quaestiones Graecae I I , Mor. 2 9 2 b: 5 9 , 1 06, I 9 3 , I 96, 2 5 3 Quaestiones Grecae, Mor. I 7 : I 8 I n . 45 Praecepta gerendae reipublicae, Mor. 825 c: 207 De Pythiae oraculis, Mor. 407 f-408 a: I 2 5
Macrobius Sat. I, 1 1 , 29: I 32 n. I 02
Marmor Parium § 3 " I 94 Pausanias I, J 4, 7: I 9 8 3 , 3 , I : 2 I o n . 9, 2 6 2 , 2 7 I 3 , J 4, " 2 2 9 n . I 7 4· 4> I : I 96 4, 20, 2: 2 5 3 4· 2 3 , 5 • 7 : I 30 5, 7, 3: I 95 n. 34, 2oo 5, I 5 , 8-9, 1 2 : 223 n. 70 5, 20, 6: 3 I 2 n. 7 I 5 , 2 5 , 2 -4: I 2 n . I 05 6, 3, 1 2 : 242 e n. 72 8, 46, 2 : I93 n . 2 9 I O , I O , 6: 2 4 8 , 2 7 3 n. 2 7 I O, I O, 6 � 8 : 2 60 I O, I 3, I O: 248
Polyaenus Stra t. 5, 5: I 63 n. I 5 , I 6 5 , I 7 I e n. 3 , I 74, I 7 5 , I 7 7 n. 30, 275 6, 2 2 : 269, 274, 279 Polybius 3, 2 2 : 57 n. I I 2 I 2 , 5' 2 7 2 , 2 7 3 , 274, 276 I2, 5�I I: 2 7 I I 2 , 6 : 269, 2 7 2 , 274 I2, 6 b, 5 : 249 n. 8, 277 I2, 7 : 3 2 3 n. 8 I 2 , 8, 2: 2 7 I I 2 , 9: 2 7 I I 2 , I 1 : 2 6 I n. 66
Phlegon B 54: I o4 Plato Crito 5 I d: I 47 Leges 707 e-708 d: 708 c: I46 708 d: I 47 776 a-b: 2 04 Respublica: 1 2 6
n. 3 9 I46, I 96, 289
n. 7 8 n. 7 I
Probus Ad Georg. 2, v. I97: 254 n. 30 393
F O :'\ D A Z I 0 :'\1 1 G R E C H E
Scylax § I I I - I I 2 : 46, 47• 7 8
6 , I , 3 : 24 I , 2 8 2 n . I O 6, I , 4 : 2 9 7 , 3 I 3 , 3 2 3 n . 8 6, I , 6: I I 4, I 2 3 n. 49, I 2 4 n. 5 2 , I 3D n. 93 6, I, 7: 267, 268, 269, 270, 277, 278, 279 6, I , I O: 242 e n. 7 2 , 270 6, I, I2: 2 I I , 228 6, I, I3: 222 6, I, I4: 2I4 n. 2 I , 2 8 2 , 283, 2 89, 292 6, I , I5: 262, 2 8 2 , 297, 299, 3 0 I , 302, 307 n. 47, 308, 3 I 2 6 , 2 , 2 : 66, I I 4, I I 5 , I I 8, I 2 7 e n. 7 5 · I 37 · I43· I 48, I 5 2 , I 5 9 . I 6 I , I 6 2 , I 68, I 7 I , I 7 2 , I 7 3 , 268 6, 2 , 3 : I I 4 n. 6, I 44• I 67 n. 45 6, 2 , 4: 5 9 n. I 2 3 , I 7 2 , I 94· I 96, I 98, 2 2 7 6, 3 . I : 247 6, 3 . 2: 248, 250, 2 5 2 , 2 5 3 . 2 5 9 6, 3 . 2 - 3 : 248 6, 3 , 3 : 220 n. 5 5 , 248, 249, 2 5 3 , 262 6, 3 . 6: 260 6, 4• 5 : I I 8 6 , 97, 2 : I 7 5 n . 20 7 , 5 , 1 0: I98 n. 54 8, 4· 9= I 9 6 8, 6, 2 2 : I 95 8, 7· 4: 2 I 3 8 , 7 · 5= 2 I 3 I O, I , 8 : 1 0 3 n . 44• I 4 5 , I 9 8 n. 53 I O, 2 , 4: 2 I 3 I O, 3 , 6 : 2 3 I I 7 , 3 . 3 = 46
P s . Scymnus vv. 2 3 8- 2 3 9 = I 02 vv. 270-2 8 1 : I 7 2 v . 3 I 9: 2 4 2 n. 7 I M. Servius Honoratus Ad Aen. 3, 108: I 2 5 n. 67 3 . 550: 244 3, 5 5 3 : 242 n. 73 3. 5 5 5 = 2 3 7 C. Iulius Solinus 2, IO: 242 n. 7 I 2, I2: 2 I 3 24, 5 = 46 P. Papinius Statius Sil. 3, 5, vv. 78-8o: I D I Stephanus Byzantinus s. v. Aulon: 242 n. 7 I s.v. Chalkis: I 45 n. 3 3 s.v. Hyblai: I 7 8 n. 3 2 s. v. Katane: I 6 I n. I I s.v. Kybos: 47 s.v. Libyrnoi: I98 n . 54 s.v. Lokroi Epizephyrioi: 268 s.v. Pithekon kolpos: 46 s.v. Pithekoussai: 77 n . 30 s. v. Troizen: 2 I4 Strabo I, 2, I 5 : 298 n. 5 3. 5 . 4: 40 5 , 4• 4: I 02 , I 03 , I I 5 , I I 6 I43 5 , 4• 8: I 67 n. 45 5. 4· 9: n . 79. 90, 1 06 5 . 4· I 3 : 2 I 4 6, I , I : I 8, 2 I 5 6 , I , 2: 3I4
n.
Theocritus I4, v. I 5 : I 95 n . 3 8 Scholl. 4• vv . 3 2 - 3 3 : 2 3 I n. 25
I7,
Thucydides I, 8, I -2 : 4 I , 2 5 7 I , I 3 , 4: 2 0 7 , 2 3 I 394
1 :\ D I C E D E L L E F O :\ T I A :'\J T I C H E
I, 3, 3. 3, 6, 6, 6, 6, 6, 6, 6, 6, 6, 6, 6, 6, 6,
2 5 , 4: 5 9 n. I 2 3 , I 9 8 n. 5 2 8 5 , 2 : 1 08 n. 5 9 8 6 , 2 - 3 : I 62 I I 6: I 4o n. I 2 2 , 6: 4 3 · I I 9, I 20 3. I : I 0 3 , I 3 7 3, 2: I 8o e n. 44• I 94· 205 3, 3: I 3 7 · I 6 I nn. I I e I 2 , I 68, 2 7 4 4· I : I 5 9 . I 6 2 , I 6 5 , I 7 I , I 76, I 77 , I 7 8 n n . 3 2 e 34 4• 2 : I 74• I 80, I88 4• 3 = I I 4 n. 5 . I 9 2 , I93 4• 5 : I 0 3 , I 0 5 , I I 3 , I I 7 , I29, I48, I 62 , I 63 4• 6: I 3 I 5 . I : I 9 I , 207 5. 2: 207 5. 6: I 3 I 20, 3 : I 44 n . 2 9
6 , 2 3 , 2 : 26o n . 62 6, 7 I •7 2 : I 62 6, 7 2 , " I 44 n. 29 6, 88, 5 : I 44 n. 29, I 6 8 n. 49 6, 94, 1 : I 6 8 n. 49, I 7 7 n. 3 2 6, 98, 1 : I 44 n. 29 7 , I4, 2: I 44 n. 29, I 6 8 n. 49 7 · 33. 4•5: 296 7 , 5 7 , I I : I 44 n. 29 Schol. I , I 2 , 2 : 2 8 2 n. I o
2oo, I65, I75·
Timaeus Fr. 27: 45 Fr. 48: 22 I
I I 8,
Velleius Patercolus Ht5t. Rom. I, 4• 1: I O I , I02, I 0 3 Zenobius 3. 42: 2 2 8
395
396
Indice dei luoghi ''
Acaia, 2 r o e nn. 3 e 8, 2 1 3 e n. 1 9, 2 2 7 n. r , 242 n. 76 Acarnania, 2 3 r Acheloo, fiume, 2 3 0 Adriatico, mare, 1 9 8 Aenaria, 77 e n. 3 0 , r o r , r o4 e n . 5 r , r o6, r o8 Aetos, 67, 1 97 Agrigento, r 9 r Agropoli, 2 r 5 Aigai, 2 1 3 Akiris, fiume, 289 n . 5 2 Akrai, 207, 208 e n . 94 Al Mina, 68, 1 9 8 n. 5 r Alàçova de Santarém, 4 3, cfr. anche Santarém Alcantara, fiume, 1 37 Alessandria d'Egitto, r 6 Alghero, 5 0 Aliano, 306 Alice, punta, 2 32 Amatunte, 45, 47 Amendolara, 62, 22 r Amide, 248 Anapo, fiume, r 89, 1 90 Antigori, 5 6 Appennino calabro-lucano, 2 1 5 Apsia, fiume, 1 24 Arcadia, 2 2 , r 2 3 Argo, 23 n. 4, 1 94, 1 9 5 , 2 1 3
Asia minore, 1 4 2 , 1 4 5 , 2 1 2 , 2 8 3 , 287, 2 9 8 , 2 9 9 , 3 1 4 n. 77 Aspromonte, 279 Atene, 1 26, 1 2 8, 1 40, ' 44• r 62 , 1 74, 2 3 4 n. 4 ' · 283, 295 n. 7 1 , 296, 298, 3 1 4 n. 77 Ausonio, mare, 2 2 Australia, 1 97 n. 4 5 Aiiza, 42 n. 34 Avola, 1 90 Aziris, 42 n. 34
Baleari, 3 r, 45, 46, 49, 50, 66 Bari, 2 5 7 Basento, fiume, 2 90, 303 n. 2 2 , 3 r o Basilicata, 2 9 Bavolungi, 244 n. 8 3 Beozia, 48, 49 Bizerta, 46, 47 n. 62 Borgo N uovo, cfr. Taranto Bradano, fiume, 302 n. r 2, 303 n. 22, 3 1 0 Brentesion, 26o Briatico, 29, 33 n. 3 7 Brindisi, 1 9 9 n. 5 6 Broglio di Trebisacce, 3 2 e n. 3 5 , 3 3 n. 3 9 , 3 5 n. r , 36, 2 1 9 n. 5 1 Bura, 2 1 3
'' I toponimi sono stati tradotti in italiano dalle rispettive lingue straniere delle citazioni.
397
F O :" D A Z I O :"J I G R E C H E
Cabila, 7 8 n. 33 Cadice, 39, 46 Calabria, 29, 54 n. 93, 63, 64, 123 n. 48, 2 I I , 224 n. 7 1 , 270 meridionale, r 6 r settentrionale, 3 5 , 3 6 , 2 1 2 Calcedone, 1 45 Calcide, 46, 86, ro2, 1 0 3 , 1 05 n. 54, I 06, I I I, I I 7 , I I 8, 123, I 24, I 2 8 n. 8 2 , 1 30, 1 3 5 e n. 1 1 7, 1 4 5 e n . 3 7 , 146, 147, 148, r 6 r e n. 14, r 62 , r 8o, 198 e n. 53, 1 99, 252 Calcidica, penisola, 8 5 n. 68, r 98 n. 53. Cales, 6 5 Calidone, 2 3 r Camarina, 1 9 1 , 208 e n. 94 Carnico, 263 Campania, 5 3 e n. 8 3 , 54, 5 7 , 62, 65 , 89, 95 Canale, 6 r , 62, 278 Cani, isole, 47 n. 62 Cannatello, 3 3 n. 37 Cantera, torrente, r 7 8 Capo Piccolo presso Crotone, 29 Capua, 5 8 , 88, 96, 97, 98, r r r n. 69, ' 44 n. 29 Cariddi, 1 2 4 e n. 5 r Carlentini, r 6 3 Cartagine, 3 1 , 3 3 n. 3 7 , 3 6 n. I O , 3 8 n. 2 r , 42 e n n . 34 e 36, 4 3 , 44, 45 e n. 5 1 , 46, 47, 48, 49 e n. 69, 50, 52, 57· 66, 76, 77 n. 27, 78, ' 3 5 . 1 4 2 n. 2 3 , 1 7 5 , r 8 3 n. 62, 1 90, I 9 I , 2oo, 273 n. 27 Ca rystos, 46 Castellazzo, punta, r 7 3 Castelluccio di Noto, 1 90, 206 Castiglione d'Ischia, 56, 72, 73, 74, 8o, 88, 90, I 04 n. 49, 224 Catalogna, 44 n. 44 Catane, 1 9 , r r 8, 1 3 7, 1 5 9, r 6o, r 6 r e n . r r , r 62 , r 65 e n . 3 3 , r 67 , r 68, r 69, 2 5 2 Catania, r 68 398
Caulonia, 2 I 2 , 2 1 3 n. I 9 , 2 4 I , 242, 243· 244· 267, 294 Cavallino, 66 Cavane, fiume, 3 r o n. 65 Cefalonia, 39 Centuripe, r 64 Cerchiara di Calabria, 3 6 Cerro del Villar, 4 0 n. 2 8 Cerveteri, 5 2 Chalkis, 2 3 0 Chersoneso Taurica, 1 77 n. 3 2 Chiaromonte, 63 n. 1 4 3 , 2 9 4 n. 6 7 , 3 0 6 n. 4 5 Chone, 24 1 , 2 8 2 n. I O Cicladi, 47 Cilicia, 68 Cipro, 30, 3 6 n. IO, 3 7 , 3 8 , 4 1 , 42, 45, 5 1 , 5 3 e n. 82 Cirenaica, 3 r n. 27, 42 n. 34 Cirene, 40 n. 26, 1 2 5 , 2 3 5 , 253 e n. 25 Cirò, 36, 2 3 8 Cnido, 1 2 5 Cocinto, promontorio, 2 4 1 Cocolonazzo di Mola, 1 5 0, 1 5 3 , 1 5 4 Colline metallifere, 8 3 n. 6o Colofone, 2 8 r e n. 4, 2 86, 287, 289, 295 Conimbriga, 3 9 n. 24 Corcira, 5 9 , 7 5 , I 06, I 08 n. 5 9 , 1 3 5 n. I 1 7 , 1 63 , 1 9 3 , 1 94, 1 96, 1 97, 1 9 8 e nn. 5 2 e 53, 1 99, 207, 209, 2 I O, 2 30, 2 3 I , 2 5 3 Corfù, 5 9 Corinto, 8 I n. 50, 9 0 , I 6 I , I 8o, I 94, 1 9 5 , 1 96, 198 e n. 5 3 , 1 99, 207, 208, 2 I O e n. 8, 270 golfo di, 44 e n. 50, r 98, 2 3 0 istmo d i , 1 45 Corsica, r 8 Coscile, fiume, 5 9 , 2 1 5 Cosenza, 6 3 n . 148 Cotronei, 2 3 7 , 238 Cozzo della Tignusa, r 64 Cozzo Presepe, 300 n. r o, 309 n. 54, 3IO
1 :'\J D I C E D E l l . l! O G H I
C rati, fiume, 5 9 Creta, 2 9 n. 1 5 , 3 0 , 3 1 , 1 2 5 Crimisa, 2 3 1 , 2 3 2 , 2 3 3 , 2 4 1 , 282 n . IO Crotone, 2 6 n. 9, 6 6 , 1 7 2 , 1 90, 1 94, 209, 2 1 0 n. 9, 2 1 1 , 2 1 2 , 2 1 3 n. 1 6, 2 2 7 e n. 1 , 2 2 8 , 229, 2 3 1 , 2 3 2 , 2 3 3 , 2 3 4 , 2 3 5 e n. 4 3 , 2 3 6 , 2 3 7 , 2 3 8 , 24 1 , 2 4 2 e n. 76, 243, 2 5 9 , 262, 2 6 3 , 2 6 7 , 2 6 8 , 2 7 ! , 290, 296, 299, 3 2 I Capo Colonna o Lacinio, 54, 56 e n. I07, 64, 227, 2 3 I , 2 3 7 , 240, 269 Carrara, colline della, 2 3 6 e n. 50, 239 castello d i Carlo v , 2 3 6 via Firenze, 2 3 7 n. 5 1 Crotoniati de, 64, 2 3 8 , 24 r Cuma in Eolide, r o2 , 103 n. 44, r r r , ' 47· 248 Cuma in Eubea, 103 n. 45, r 17 Cuma in Opicia, 3 3 n. 3 7 , 46, 49, 58, 72, n , 8 2 , 85 e n. 68, 86, 89, 90, 94, 96 e n. 12, 97, 98, r o2 e n. 42, r o 3 e n. 47, r o4 e n. 49, 105, r o6, 1 07 e nn. 5 7 e 58, r o8, r ro, I I I , I I 3 1 I I 4, I I 5 , I I 6 e n. I7, I I 7, I I 8, 1 1 9, 1 34, 135, 1 4 3 , 1 44 n. 29, 1 4 5 , 147, 1 48, 1 5 1 , 1 5 5 e n. 8 r , r62, r63, r 67 n. 40, 1 7 7 n. p , r 88, 1 9 3 , 1 97 n. 4 6 , 2 0 2 , 204, 209, 259- 3 2 2
Damasco, 6 7 Dardanelli, stretto dei, 30 Decima, 5 5 Decimoputzu-Monte Sa Idda, 47 n. 65 Delfi, 6 3 , 66 n. 1 5 9 , 1 24, 1 2 5 , 1 26, I 2 7 , I45, I 94, 200, 209, 227, 2 2 9 n. r 6 , 2 3 8 , 2 5 1 , 2 5 8 , 3 1 3 Delo, 1 4 5 , 2oo n . 5 9 , 2 5 7 Derna, 42 n. 34 399
Dicearchia, r 8 Dirillo, fiume, 208
Echinadi, arcipelago, 2 3 0 Efeso, 42 n. 3 4 Egeo, mare, 4 1 , 5 1 , 62, 6 6 , 69 n . I 7o, 78, I I 5 n. I 3 , I 4 I , I 4 5 , I 9 5 n. 3 8 , 2 8 5 Egion, 242 Egitto, 2 1 , 30, 3 3 , 4 1 , 42, 2 r 8 Elba, 82 Elice, 2 1 3 Eloro, 206 Enotria, 2 2 , 35 Eolide, r o4, r o6, 1 2 5 Eolie, arcipelago, r 8 , 2 9 , 37, 5 3 , I I5, I23 Epomeo, monte, 7 1 Eracle, promontorio di, 268 Eraclea di Lucania, 1 7 7 n. 3 2 , 2 8 2 e n. 9, 284, 3 0 1 Eraclea Pontica, 1 2 5 , 1 7 7 n. 3 2 Erbesso, monte, 208 Ercolano, r 6 Eretria, 47, 5 9 , 67 e n. r 6 3 , 68, 8 r e n. 50, 82, 8 3 , 86, 94, r o6, I I 8 n. 26, 128 nn. 82 e 8 3 , 135 e n. I I 7 , ' 5 ' n. 6 4 , r 6 r n. 1 4 , 1 98 n. 5 1 , ' 99- 2 5 3 Erythia, 2 3 7 Esaro, fiume, 2 1 3 n. r 6 , 2 2 7 , 2 3 1 , 2 3 2 , 2 3 3 - 236 Esopis, 2 7 0 , 2 7 5 , 2 7 6 , 2 7 7 , 2 7 8 , 2 7 9 Este, 1 99 n. 55 Etna, 1 3 7, 1 40 n. r2, r 67 , r 68 Etolia, 2 3 0 Etruria, 36, 37, 3 8 , 5 3 , 54 n. 89, 5 6 n. r o8, 62, 6 4 n. 1 5 1 , 6 6 , 6 7 n . r 6 3 , 68 n. r 6 5 , 7 1 , 8 r , 82, 8 3 n . 60, 84, 85 n. 6 6 , 8 9 , 97, 1 1 5 , 1 2 5 , ' 44· 1 96, 240 Eubea, 46, 47, 5 1 , 66 n. 1 5 9 , 67, 69 n. I 70, ! 03 n. 44 • r n , I 29, ' 44• 1 4 5 , 1 46, r 62
F O :" D A Z I O :"J I G R E C H E
Euboia di Libia, 45, 46, 47 n. 6 I , 7 8 n. 3 3 Europa centro-settentrionale, I 4 I , I42
Huelva, 39, 40, 43, 45 , I 44 n. 2 9 , 200 Hybla, I 66 n. 3 7 , I 74. I 77, I 7 8 e n. 32 Hyblea, I 7 7 , I 7 8 n. 3 2
Fenicia, 3 7 n. I4, 4I, 67 n. I 6 3 Fermo, 66 n. I 5 9 Ficana, 5 7 Flegree, isole, 7 I , 77 Focea, 287, 2 9 I Francavilla Marittima, 3 6 , 5 9 , 6o, 6 I n . I 3 2 , 6 2 , 6 4 n . I49· I 9 8, 2 I I , 2 1 7 e n . 44, 2 1 9, 220, 2 2 1 e n . 5 7 , 2 2 2 , 224, 2 2 5 , 2 3 6 , 300, 3 1 2 , 3 2 1 Francia, 3 7 n. I 4
Iberia, 3 8 , 4 0 n. 27, 48, 50, 6 6 , 7 I , 76, 7 7 n . 2 7 , 79, 8 3 , I 06, I I 5 , 260 n. 62, 3 I 7 Incoronata di Metaponto, 5 8 , 5 9 , 2 90, 2 9 3 e n. 65, 2 9 5 , 2 9 9 , 300, 302, 303, 304, 305, 3 0� 308, 309 e n. 54, 3 I O, 3 2 I Ionia, I 62 Ischia, 29, 7 I , 7 2 , 74, 76, 77, 78, 79, 88, 89, 9 3 collina di Mezzavia, località Mazzola, 83 n. 6 I , 84, 9 I , I 5 I località Pastòla, 7 2 , 7 5 , 90 località San Montano, 7 4, 76, So località Sant'Alessandro, 79, So località Sant' Angelo-Cavagrado, So Punta Chiarito, 79, So, 9 I , I 5 I , I55 e n. 8I scarico Gosetti, cfr. Indice dei nomi: Gosetti Della Salda Anna Isodike, 294 n. 69 Itaca, 67, I 97 . I 98, 2 1 0, 2 3 0 Italia, I 7 , 2 I , 2 2 , 2 8 , 2 9 n. 2 I , 30, 3 3 e n. 37, 3 7 , 55, 5 9 , 65, 73, I 2 3 . I 2 5 , 1 2 8 n. S o , I 3 5 n. I I 7 , I 9 5 n. 38, 2 1 0, 229 n. r6, 2 3 1 , 2 3 2 , 2 34, 2 5 4· 262, 276, 288, 290, 3 2 3 centrale, 36, I I 5 meridionale, q, I 6, I l , I 8, 2 I , 2 3 , 2 5 , 27, 28, 29, 3 2 , 3� 3 5 . 3 � 6� 67, 74, 97, I03, I I l, I 2 2 , I 2 9, I 4o, I 4 I , I42, I 4 3 . 257 n. 45. 259. 3 1 7. 320 n. 5 , 3 2 I , 325 settentrionale, I 4 I , I42 Itome, I 30
Gades, 3 9 , 40 Galite, isola di, 47 Gallia, 3 I 7 Ganzirri, I I 3 Gela, 6 I n. I 3 3 · I 9 I , I 9 2 , I 9 3 e n. 28, I99 Gerace, 3 7 e n. I I Stefanelli, 6 I , 269, 278 Giarratana, 208 Gibilterra, 7 8 e n. 35, 79 stretto di, 39, 45, 48, 49, 68 Gioia Tauro, I 2 9 , 28o Gravisca, 54, 5 6 Grecia, 2 1 , 2 5 , 26, 2 8 , 2 9 e n. 1 5 , 3 0 , 3 3 n n . 3 7 e 39, 3 4 , 37, 3 9 e n . 2 3 , 4 I , 62, 8 7 , I 5 I n. 44, I 6 2 , 2 2 4 n. 7 4 , 2 6 3 , 3 I I , 3 2 3 insulare, 29 settentrionale, 8 5 n. 68 Grotteria, Santo Stefano, 278, 279
Hallstatt, 3 2 3 Hamaxitos, I 2 5 Himera, 49, I 9 I , 207 Hipponion, 2 I 2 , 28o, 3 I 5 Hippouakra, 47
Jalysos, 6 I n. I 3 2 Janchina, 6 I , 6 2 , 269, 2 7 8 400
I :"J D I C E D E I L U O G H I
Japigia, 2 I o, 2 I 7, 247, 2 6 3 , 297 Japigio, promontorio, 2 2 , 2 2 7 , 2 3 I Jonio, mare, 1 1 3 , I 34· I 3 7 , I 6 I , I 89, I 97 · 230, 2 3 I , 279
Kallipolis, 30I Kasas, fiume, 3 0 I n. I5 Kasmenai, 207, 208 e n. 94 Kaulonia, cfr. Caulonia Kommos, 29 n. I 5 , 3 I Korkyra Melaina, I 7 7 n . 3 2 Kotinoussa, 40 Kourion, monte, 2 3 0 Krathis, fiume, 2 I 3 , 2 I 5 , 2 I 7 Kybos, 47 Kythera, 4 I , 44, I 9 8
Lacinio, promontorio, cfr. Crotone, Capo Colonna Laconia, 248 Lagaria, 3 I 5 L' Amastuola, 262 n. 67 Lampsaco, I 2 7 , I 66, I 67 , I 7 8, I 79, I 8o e n. 4 I , 287, 2 9 I , 307 Laas, 2 1 2 Larache, 46 Lavinio, 65 Lazio, 28, 29, 54, I 2 3 Lefkandi, 5 I n. 7 6 , 5 6 , 6 5 , 6 7 n . I 64 Lentini, I 5 o, I 6 3 Leontinoi, I 9 , 1 1 5 n. I4, I 37, I 5 9 , I 6o, I 6 I e n. I I , I 62 , I 6 3 e n. I 5 , I 64, I 65 e n. 3 3 , I 66, I 67 , I 68, I 7 I e n. 3 . I 7 3 · I 74• I 77 , I78 n. 34· I 7 9· I 87 n. 98, 269, 274• 275 · 302, cfr. anche Metapiccola, San Mauro, colle di Cava Ruccia, I 6 3 Sant'Aloe, I 63 Leuca, capo, 2 3 I , 2 3 2 Leucade, 2 3 0 , 2 3 I Libia, 30, 42 n. 34, 47
Lindioi, I 9 2 , I 9 3 e n. 2 8 Lipari, I 8, 29, 34, 5 3 n. 8 4 , 54, 5 5 , 6 4 , I 2 2 n. 4 6 Lisbona, 43 Lixus, 46, 48, 49 Locri Epizefiri, 24, 6 I , 1 06 n. 5 5 , I 09 n. 6 5 , I 44• I 66, I 7 2 , I 77 , 202, 2 1 0 n. 9, 2 1 2 , 2 4 2 , 244, 2 6 2 , 267, 2 7 I , 2 7 2 , 2 7 3 · 274· 275 · 2 7 6 , 278, 3 0 I , 3 0 2 Casa Marafioti, 2 7 8 Dromo, 278 Mannella, 278 necropoli Lucifero, 277 e n. 3 7 necropoli Monaci, 2 7 7 e n. 3 7 necropoli Parapezza, 277 e n. 3 7 Locride Epizefiria, 1 1 5 , I 35 , 2 1 1 , 243 · 268, 269, 275 Locride Opunzia (orientale) , 68 n. I 6� 267, 2 7� 2 7 I , 273 Locride Ozolia (occidentale) , 230, 267, 270, 2 7 I , 273 Longola di Poggiomarino, 5 2 n. 82, 53 n. 87 Lucania, 306 Lysimeleia, palude, 2oo
401
Magna Grecia, I 3 , 25, I 7 7 Makalla, 6 o , 24 I Malea, capo, 4 I Malta, 3 0 , 3 8 e n. 2 0 Marcellino, fiume, I 74• I 79, I 90 Marche, 29 n. I 8 Mar Nero, I 9, 3 0 Marocco, 4 6 , 49, 7 8 n. 3 5 Marsa Matruh, 4 2 Massalia, I 09 n. 65, I 2 7 e n. 7 5 , I 67 , I 79, I 8o e nn. 4 I e 42, 287, 29I, 307 Mediterraneo, 2I, 30, 3 8 , 47, 6o n. I 3 I , 67, 68, 76, 88, I 4 I , I 90, I 97· 3I7 centrale, I 9 , 69 Medma, 2 I 2 , 279
F O :" D A Z I O :"J I G R E C H E
Megara Hyblea, 5 2 , r r o, 1 34, 1 3 7 , 1 5 6 e n. 9 0 , 1 5 9 , r 6o, 1 62 , 1 7 1 , 1 7 2 , 1 7 3 , 1 7 8 n. 3 2 , 1 79, r 8o e n. 43, 1 8 1 e n. 49, 1 84, 1 86, 1 87, r 88 e n. 98, 1 89, 1 92 e n. 23, 1 94, 203, 205 e n. 83, 2 2 5 , 2 3 5 , 242, 244· 268, 3 1 2 , 3 2 1 Arenella, depressione, 1 8 2 San Cusumano, vallone, 1 7 8 Megara Nisea, 1 4 5 , 1 62 , 1 6 5 , r 86 Melito di Porto Salvo, 1 3 7 Messapia, 6 7 n. 1 6 1 Messene, 1 3 1 , 1 3 3 n. 1 07 , 147, 249 Messenia, 249, 2 5 0, 252, 2 5 3 , 254 Messina, 66, 1 1 9, 1 20, 1 3 3 , 1 34, !57 Metapiccola, 1 50, 1 6 3 , 1 64, cfr. an che Leontinoi Metapontino, 2 9 3 , 300, 302, 309 n. 54· 3 1 4 Metaponto, 1 8 , 5 9 , 2 1 2 , 2 1 4 n . 2 3 , 2 3 9 , 2 6 2 , 268, 2 8 2 , 2 8 6 n . 3 5 , 288, 2 90, 294· 296, 297· 298, 299. 300, 301, 302, 303, 305 , 306, 307 e n. 47, 308, 309 n. 58, 31 1, 3 1 2 , 3 1 3 , 3 1 4 e n. n . 3 1 5 , 3 1 7 , 3 2 1 proprietà Andrisani, 302 e n. 20, 307 308, 309 n. 54 ' proprietà Lazzazzera, 302 e n. 20, 307 308, 309 n. 54 ' Tavole Palatine, 3 1 2 n. 7 1 Metauros, 1 2 9, 1 30, 1 3 3 , 280 Methone, 1 97 n. 46 Micene, 31 n. 29 Mileto, 1 09 n. 6 5 , 299 Modica, 66, 1 90 Monte Castellaccio di Paternò, 58 n. 113 Monte di Vico, 7 2 , 7 3 , 74, 7 5 , 76, 79, 84, 88, 90, cfr. anche Pithecu sa in Opicia Monte Grande, 29 Monte San Basilio, 1 64 Monte Vetrano, 5 4 n. 9 5 , 56, 240 Morro della Mezquitilla, 39 n. 24 Mozia, 53 n. 84, 76 402
Murgie di Strongoli, 2 3 8 , cfr. anche Strongoli Mylai, 1 2 9 Myrleia, 2 8 7
Napoli, golfo d i , 4 7 , 7 1 , n . 8 9 , 9 3 . I O I , 1 04, 1 05 , 1 06, I 1 5 N asso cicladica, 1 4 5 N asso di Sicilia, 47, 1 0 3 , 1 1 1 , 1 1 6, 1 1 8, 1 1 9, 127, 1 3 7. 143. 1 44· 1 4 5 · 1 47 , 148 e n. 4 4 , 1 49, 1 5 0, 1 5 r , 1 5 2 , 1 5 3 , 1 54, 1 5 6, 1 5 7 , 1 5 9 , r 6o, 1 6 1 , 1 62 , 1 63 n. 1 5 , r 68, 1 7 1 , 1 7 2 , 1 7 3 , 1 8 3 n. 66, 1 87, 1 88 e n. 98, 1 90, 193, 1 94, 204 n. 77, 205, 2 2 5 , 235, 2 5 2 , > n , 3 1 1 , 3 2 1 , cfr. anche Schisò, penisola di Naupatto, 2 5 3 Naxikai nesoi, 45 , 4 6 , 4 7 , 1 45 Neapolis, r o r Neto, fiume, 6o, 2 2 7 , 2 3 7 , 2 3 8 Nimrud, 79 n. 3 6 Nisida, n Nocera Terinese, 37 n. 1 1 , 63 Nora, 5 0
Oinoussai, isole, 1 7 9 n. 4 1 Olbia, 4 6 Olimpia, 3 9 n. 2 3 , 6 3 , 66 n. 1 3 2 , 2 2 3 n. 7 0 , 2 9 4 n. 6 9 Heraion, 3 1 2 n. 7 1 Olimpo, 4 8 Omphake, 1 9 3 n. 2 9 Opicia, 102, 1 0 3 , 1 04, 1 0 5 , 1 06, 1 18 Oropos, 5 6 Ortigia, 1 50, 1 74, 1 7 5 , 1 7 9 , 1 94, 200 e n. 59, 2 0 1 , 202, 2 64 Osteria dell'Osa, 36, 5 5 , 5 7 , 89 Otranto, 44, 5 8 , 5 9 , 7 5 , 1 99, 2 3 1 , 268 canale di, 2 1 2 , 2 3 1
159,
1 17,
r 8o, 205,
2 1 0,
1 :'\J D I C E D E l l . l! O G H I
Palazzolo Acreide, 208 Palestrina, 65 Pallantion, 1 2 2 Palma d i Montechiaro, 2 9 Panionion, 2 8 8 Pantacio, fiume, 1 6 5 , 1 7 1 Pantalica, 34, 5 3 n . 84, r 7 4 Parco del cavallo, cfr. Sibari Parigi, 6o, 6 r n. 1 3 2 Partenope, r o r Passero, capo, 1 9 1 , 1 92 Pellaro, r 3 r Peloponneso, 29 n. 1 5 , 4 1 , 1 2 3 , 1 98, 2 1 3 , 242 Perachora, 3 9 n. 2 3 Petelia, 24 1 , 2 8 2 n. r o Pharsalos, 3 1 2 Phaseloussai, 47 Pherai, 39 n. 2 3 Phoinikoussai, 47 Piceno, 95 Piediluco, 54 Pisticci, 309 n. 54 Pithecusa in Libia, 45 , 46, 47, 78, '45 Pithecusa in Opicia, 3 3 n. 3 7 , 50, 52, 56, 5 7 , 5 8 , 5 9 , 66, 67 n. r 6 r , 77, 79 e n . 3 6 , 8 r , 8 2 , 83 e n . 6o, 84, 85 nn. 66 e 68, 86, 87, 88 n. 77 89, 90, 9 r 96, 97 99. I 02 nn. ' ' ' 40 e 42, I03 n. 47, I 06, I 07, I I I , 1 1 4, I I 5 , I I 6, I I 7 , I I 9, I 2 7 n. 79. ' 34· 1 5 0, ' 5 2 · 1 5 3 . !63, 1 92 , 1 96, 1 97 n. 4 6 , 1 9 8 n. 5 r , 1 99, 204 n. 78, 209, 217, 2 1 8, 2 1 9, 220, 269, 288, 3 2 2 , cfr. anche Monte di Vico Pithecusae, 77, r o r , r o4 e n. 5 1 , r o6, ro8 Pityoessa, 127 n. 75 Pleuron, 2 3 0 Policoro, 2 84, 288, 290 n. 5 9 , 292, 2 9 3 . 29� 299. 30� 305, 307 Castello, 2 84, 290, 292 e n. 6o, 294 località Cerchiarito-Schirone, 2 84, 285 nn. 2 8 e 32, 2 9 3 n. 66
località Madonnelle, 284, 285 n. 2 8 , 2 9 3 n. 66 Polieion, 2 8 r e nn. 3 e 5 , 282 e n. 9, 2 8 3 , 287, 288, 292 e n. 6o, 2 9 3 , 294 n. 6 9 , 299, 3 0 1 n. 1 5 , 3 2 ' Pompei, 1 40 Pontecagnano, 36 e n. 7, 52 e n. 82, 5 3 e n. 84, 54 n. 9 5 , 56, 5 8 , 6o, 6r n. r 32, 63, 65, 67 n. r 6 3 , 82 n. 56, 85 e n. 66, 89, 9 5 , I I r n. 69, 240 Populonia, 54, 65 Porcheria, torrente, ' 7 3 Porto Cesareo, 5 8 , 2 5 9 n. 5 4 Poseidonia, r 8 , 2 5 , 3 7 , 5 3 , 54, r 2 r n . 4 1 , 2 1 2 , 2 1 3 n . 1 7 , 2 1 4, 2 1 5 , 2 3 9. 306, 3 ' 4· 3 ' 5 Pozzo D'Eredità, cfr. Taranto Procida, 77 Propontide, 145, 287 Puglia, 29, 44, 75, 199, 257, 2 5 9 Putignano, 2 5 7
403
Reggio, 1 9 , 24, I I 4, I I 5 , r 22 , 1 2 3 e n. 47, 1 24, 1 2 5 e nn. 56 e 5 8 , 1 2 6 , 1 2 9, 1 30, 1 3 1 , 1 3 2 , 1 3 3 , 1 34, 1 3 5 , '45 · ' 46, ' 47. ' 9 5 n. 3 8 , ' 96, 209, 227, 245. 248, 254. 267, 2 80, 313 Reggio Calabria, 1 3 3 , ' 34 Griso-La boccetta, cfr. Indice dei nomi Reina-San Leonardo, fiume, r 6o Rheneia, 2 5 7 Rio Tinto, 83 n. 6 r Ripe, 2 2 7 , 2 3 0 Rocavecchia, 27 n. I I , 29 e n. r 8, 3 1 e n n . 3 ' e 3 3 , 3 2 , 3 3 n. 3 9 . 3 4 Rodi, 6 o n. 1 3 1 , 1 2 5 Roggiano Gravina, 6 5 Roma, 2 5 , 5 6 , 5 7 , 7 7 , 8 4 n. 64, 1 2 3 , 2 8 2 n. I O colle Pala tino, r 2 3 Rosarno, 280 Rudiae, 1 7 7 n. 3 2
F O :" D A Z I O :"J I G R E C H E
Sagra, fiume, 243, 244, 270, 2 80, 294 n. 69 Sala Consilina, 54 n. 95 Salamina, 295 Saldone, località, 3 r o Salento, 67, 1 96, 2 I I , 3 1 9 n. 4 Salve, i Fan i, 5 8 Samo, 3 9 n. 2 3 , 4 0 e n. 26, 63 n . 1 44, 66 n. 1 5 9, 6 7 e n. r 6 3 , I 3 r , 198 Heraion, 3 r 2 n. 7 r San Biagio alla Venella, 3 1 0 San Mauro, colle di, r 6 3 , r 66, cfr. anche Leontinoi Santa Maria d'Anglona, 2 9 3 , 306 n. 45 Santarém, 3 9 n. 24, cfr. anche Alàçova de Santarém Santa Venera, torrente, 1 3 7, 149 Sant'Eligio, cfr. Leontinoi, Sant'Aloe San Teodoro, 303 Sant'Imbenia, 50, 5 2 e n. 82, 53, 56, 58 Sardegna, 2 8 , 2 9 , 3 0 , 3 1 , 3 4 , 3 5 , 3 6 e n. ro, 3 8 , 45, 4 6 , 4 7 , 4 8 , 4 9 , 50, 5 3 e n. 8 3 , 54, 5 5 e n. r o r , 5 6 n. r o8, 57, 66, 69, 7 1 , 78, 8 3 , I I 5 , ! 5 2 , 2 3 9 · 268 Sarno, fiume, 66, 8 r Saturo, 66, 2 5 9 , 2 64, 265 Satyrion, 2 5 1 , 252, 253, 254, 255 Scalo di Furno, 58 Scheria, 198 n. 52 Schisò, penisola di, 1 3 7 , 1 48, 1 5 0, 15 r, 1 54, 1 5 7 , cfr. anche Nasso di Sicilia Sciacca, 4 3 , 48 Scilla, 1 2 4 Scimmie, golfo delle, 4 6 Scoglio del Tonno, 29 n. r 8, 3 3 nn. 3 7 e 38, 34, 66, 247, 2 5 5 , 2 5 8 , 2 5 9 e n. 54, 262, 2 64, 2 6 5 Sele, fiume, 2 1 2 , 2 1 5 , 240 Selinunte, 43, 48, I I 7 n. 22, r88 e n. 98, I 9 I , 207, 242 Serra Aiello, 3 7 , 63, 64 404
Serra di Vaglio, 306 Sibari, 2 6 n. 9, 59, r 66, 202, 2 r 2 , 2 I 3 e n. I 6 , 2 I 4 e n. 2 I , 2 I 5 , 2 I 6, 2 I 7 e n. 4 I , 2 I 9 e n. 5 I , 220 e n. 55, 2 2 I , 222, 226, 227, 228, 229, 2 3 2 , 233, 2 3 4 e nn. 3 8 e 41, 2 3 5 e n. 4 3 , 2 3 6 , 2 3 7 , 24 1 , 244, 2 6 3 , 267, 268, 2 8 3 n. 1 7 , 286 n. 3 5 , 288, 2 90, 2 9 3 , 2 9 6 , 297 n. 3 , 298, 299, 300 e n. ro, 301, 304, 306, 307, 308, 3 1 5 , J 2 I Sibari sul Teuthras, 2 1 4 n . 2 r Sibaritide, 270, 300, 3 1 5 Sicilia, 1 3 , r 6, 1 7 , r 8, 2 5 , 2 7 , 2 8 , 2 9 , 30, 3 3 n. 3 7 , 3 6 n. ro, 3 8 , 4 3 , 44, 45· 48, 49· 54, 62, 66, 67, 74· 78, I 0 3 1 I 0 5 , I I 3 1 I I 5 , I I 7 , I I 9, I 37 1 142, ' 4 3 · 1 44, 148 n. 44, 149, 159, 1 62 , 1 7 1 , 1 7 7 n. 3 2 , 1 87, I 9 I , I 94, I 98, 200 n. 65 , 208, 239, 2 5 9 . 268, 3 1 7 , 3 2 1 , 322, 325 orientale, 19, 34, 3 7 , 64, r r 5 , 1 5 2 , I72, 22I, 235 Sicione, 2 5 r , 294 n. 6 9 S igeo, 2 8 r n. 3 Sila, 2 1 5 , 2 2 7 , 2 3 7 , 2 3 8 , 244 Simeto, fiume, 1 37 , r 6o, r 67 , 1 7 3 Sinni, fiume, 2 8 r , 2 84, 2 90, 2 9 1 , 306 Siracusa, 24, 3 3 n. 37, 5 9 , 6r e n. ' 3 3 . 1 2 5 , 126, 1 2 7 , ' 34, 1 40, ' 44· 1 49, 1 5 0, 1 5 1 , I J 2 , 1 5 3 , 1 5 6, 1 5 9 , r 6o, r 6 r , r 6 2 , r 65 n. 3 3 , r 68, 172, 1 74, 175, 178, 1 79, r 8o e n. 44, r 8 r , r 8 6 n. 90, 1 87 , r88 e n. 98, 1 90, 1 9 1 , 1 9 2 e n. 23, 1 9 3 , 1 94, 1 95 e n. 3 8 , 1 99, 200 e n. 6 5 , 2 0 2 , 2 0 3 , 204, 207, 2 0 8 , 209, 2 I O, 2 2 8 , 2 3 5 , 240, 244· 248, 264, 268, 269, 2 7 1 , 276, 277. 2 7 8 , 2 8 3 , 296, 32 I Athenaion, 1 50, 1 5 2 Casa Agretta, contrada Targia, 1 90 Duomo, piazza, 2 0 1 , 205 Epipole, 190 Prefettura, 200, 205
1 :'\J D I C E D E l l . l! O G H I
Temenite, colle, 1 90 via Minerva, 1 5 0, 1 5 2 Sirakò, palude, 200 Siris, 1 8 , 1 09 n. 65, 1 2 8 n. 8o, 2 1 2 , 2 1 4 n. 2 3 , 267, 2 7 3 n. 27, 2 8 1 e nn. 3, 4 e 5 , 2 8 2 e n. 9, 2 8 3 , 2 84, 2 8 6 n. 35, 287, 289, 290, 2 9 1 , 2 9 3 , 2 9 4 e n. 6 9 , 2 9 5 e n. 70, 297, 298, 299> 305 , 306, 308, 3 I 3 > 3 1 4 , 32 I Siris, fiume, 2 8 1 , 2 8 8 , 2 8 9 n. 5 2 Siritide, 2 84, 2 8 6 n. 3 5 , 2 8 8 e n. 46, 290, 293, 294 n. 69, 296 e n. 7 2 , 298, 3 0 0 , 30 1 , 302, 307 n. 4 7 , 3 14 Skidros, 2 1 2 Smirne, 2 8 1 n . 5 , 286, 2 8 8 n . 46 Solarino, 1 90 Spagna, 3 1 , 3 7 n. 14, 40, 41 n. 29, 42, 45 , 49, 247, 287 n. 44 Sparta, 2 3 n. 4, 1 30, 1 62 , 2 1 2 , 248, 249, 252, 2 5 3 n. 2 2 , 270, 27 1 , 273 Spartivento, capo, 1 3 7 , 268 Spezzano Albanese, 3 5 n. 1 Stilo, punta, 24 1 , 243, 244 n. 83 Stombi, cfr. Sibari Strimone, fiume, 2 87 Strongoli, 2 3 8 , cfr. anche Murgie di Strongoli Suessula, 1 44 n. 2 9 Sybaris, fiume, 2 1 5 , 2 1 7 Sybaris, fonte, 2 1 3 Sybaris d i Colchide, 2 2 2 n . 62
Tabarka, 46, 47, 7 8 e n. 33 Tago, fiume, 43 Taphiassos, monte, 2 30 Taphios, monte, 2 30, 2 3 1 Taranto, 24, 33 n. 3 7 , 34, 66, 2 1 2 , 2 2 7 , 247· 2 4 8 , 2 5 1 , 2 5 2 , 254> 2 5 5 > 2 5 6 , 2 5 7 e n. 48, 2 5 8 e n. 5 3 , 2 5 9 , 2 6o, 2 6 1 , 262 e n. 67, 264 n. 7 6 , 267, 270, 2 7 2 , 2 7 3 · 277 > 293 > 298,
299, 300, 3 0 1 e n. 12, 302, 304, 306 Taras, fiume, 25 1 , 252 e n. 17, 2 5 3 , 254 Tarquinia, 5 2 n. 8 2 , 5 4 , 6 2 , 84 Tarshish, 39, 40, 45, 53 n. 86 Tarso, '4' n. 1 3 Tartesso, 39, 40 e n . 26, 45 , 46, 1 2 7 , 1 66, 1 7 9 , 1 80 e n n . 4 ' e 42, 2 8 7 , 291 Taso, 4 1 , 4 7 , 289 Tauromenio, 1 40, 153, 154 Tavole Palatine, cfr. Metaponto, Tavole Palatine Tellaro, fiume, 206 Temesa, 55, ' 99 n. 56, 2 1 1 , 2 3 0 Tenea, ' 9 5 e n. 37, 1 9 6 Terias, fiume, 1 6 o Termitito, 3 1 0 n. 6 5 Terni, 63 Teuthras, fiume, 2 ' 4 n. 2 1 Tevere, 54, 5 6 e n . 1 07, 89, 240 Texas, 309 Thapsos, 30, 33 n. 37, 1 09 n. 65, ' 7 ' , ' 7 3 , ' 74, ' 7 5 , ' 76, '77 e n. 30, 178, 1 8 1 n. 46 Thurii, 147, 1 86 n. 90, 286 n. 35 Tiberina, isola, 56 Timpone della Motta, cfr. Francavil la Marittima Tirinto, 3 ' Tiro, 3 7 n . 14, 3 8 n . 2 1 , 40, 42 e nn. 34 e 36, 48, 50, 2 7 3 n. 2 7 Tirreno, mare, 4 4 , 5 2 , 5 3 , 62, 6 6 , 6 9 , 7 1 , 1 1 3 , 1 1 4, 1 1 5 , 1 1 8, 1 2 3 , 1 34, ' 3 7 , 1 6 3 , 2 1 2 , 279 Tolfa, monti della, 54 Torano Castello, 3 7 Torcello, 28 n. 1 3 Torone, 1 97 n . 46 Torre di Satriano, 306 Torre Galli, 35 e n. 2 , 62 e n. 1 3 8, 280 Torre Mordillo, 3 2 e n. 35, 3 5 n. 1, 3 7 n. 1 1 , 5 9 , 62, 63 e n. 148, 64, 220 n. 5 2
405
F O :'\: D A Z I 0 :'\1' 1 G R E C H E
Tracia, I 9 5 n. 3 8 , 287 e n. 40 Tragana, 68 n. I 66 Trebisacce, cfr. Broglio di Trebisacce T rezene, 2 I 3 Trionto, capo, 2 3 2 Troia, 2 1 , 2 2 , 2 3 n. 6, 4 1 , 4 6 , 1 2 5 , 1 3 8 , 24 I , 2 5 5 , 3 I 3 Troilon, I 7 I n . 3 , I 7 7 n . 3 0 Trotilon, I 62 , I 6 5 , I 7 I , I 7 3 , I 74 Tunisi, golfo di, 42, 49
Vibo Valentia, 63 n. I 4 3 , 6 4 , 2 8 o Villasmundo, 5 2 e n. 82, 5 7 , 5 8 , I J 2 , I 64, I 7 9 . I 90, I 9 3 . I 99. 200 Vivara, 29, 30, 5 3 , 73, 77 Vulci, 65 e n. I 5 6
Uria, 263 Utica, 4 3 , 45, 46
Vaste, 44, 59 Veio, 5 2 e n. 82, 54, 56, 6o n. 1 26, 6 3 , 7 5 , 82, 84 n. 64 Velia, I8, 24, I 8o, 2 7 3 n. 27, 2 9 I Vesuvio, I 6 7 n. 4 5 Vetulonia, 54 n. 89, 5 5
406
Xeropoli, 8 3 n. 5 9 Xuthia, I 6 4 , I 66 n. 3 7
Zagora, I 5 6 n. 87 Zancle, I9, 1 03 e n. 47, I05, r o6, 1 07 , 1 1 3 e n. 3 , 1 1 4, 1 1 5 , 1 1 6 e n. 1 8, 1 1 7 , 1 1 8, 1 1 9, 1 20, 1 2 1 , 1 2 2 , 1 2 3 , 1 24, 1 2 9 , 1 30, 1 3 1 , 1 3 2 , 1 3 3 , I 34, I 3 5 e n. 1 1 7, I 44, I 4 7 , I48, I52, I 6o, I 6 I , I 62 , I63, r88 e n. 98, I 90, I 92 n. 23, 202, 209 Zefìrio, capo, I72, I 94, r 96, 209, 2 1 1 , 268, 269, 270, 2 7 1 , 275. 277· 278, 279
Indice dei nomi
Abrone, I 95 Achei, 26 n. 9, 2 I O, 2 I 3 , 220 n. 5 5 , 2 2 7 n. I , 2 4 2 , 2 6 2 , 2 6 3 , 2 B 3 , 2B9, 2 90, 294 e n. 69, 2 9 5 , 299, 300, 30B Achille, 239 n. 63, 3 I O Afrodite, 4 I Agariste, 2 9 4 n. 6 9 Agathiadas, 2 5 I Agatocle, I 3 I n. 9B Aithiops, I 2 7 , 203, 235 Alci d amante, I 30 Alcinoo, I 9B n. 5 2 Alessandro Magno, I 7 7 n. 3 2 , 2 7 I Alete, I 94 Amazzone, 245 Ames, B2 n. 56 Amyris, 294 n. 69 Anassilao, n B n. 27, I 2 3 n. 47, I 2 4 n. 54, I 30, ' 3 I , I 3 2 , I 3 3 n. I O B , I47 Andrisani, cfr. Indice dei luoghi: Metaponto, proprietà Andrisani Antifemo, I 9 I , I 9 3 e n. 29 Antimnesto, I23, I 47 Antioco, 24 n. B, I 2 3 n. 49, I 24· I 3o, I 3 9, I Bo n. 43, 24B, 249, 250, 2 5 I , 252, 2 5 3 , 259, 26o e nn. 5 9 e 6o, 263 n. 72, 2 7 3 , 2B2 n. 9, 2 90, 295 n. 7 I , 30� 323 n. B Apollo, 6 3 , I 3 I , I 4 5 , 2 2 B , 2 3 3 , 2 4 I Aleo, 2 3 2 , 2 4 I Archegete, I I I , I 44, I 49 407
Daphnephoros, 67 delfico, I 24 delio, I 9 3 Arcadi, 2 I Archia, I 7 2 , I 7 5 , I 94, I 95 , I 96, 2oo e n. 63, 202, 209, 2 2 7 , 2 2 8 , 264, 26B Archiloco di Paro, I2B n. Bo, 2BB Argantonio, 29 I Argivi, I 9 5 , I 96 Argonauti, 240 Arianna, 320 Aristodemo, I 3 0 Aristosseno, 3 ' 4 "Aristotele" , 27 I n. I 7 Aristotele Stagirita, 2 3 , 24, 2 5 , 46, 1 3 9, 172, 1 97, 207, 2 7 1 , 272, 2 8 1 , 2B6 Aristoxene, I 09 n. 65 Artemide, I 2 2 Artemidoro, I 7 n. 6 Artiaco, Alfonso canonico, 94, 9 5 , 96, 97, I OB, n o Artimede, I 2 3 , I47 Astarte, 4 I Ateneo d i Naucrati, 1 2 B n . Bo, 203, 2BI Ateniesi, I 0 3 , I 44• I 65 n. 3 3 , I 6B, I4B n. 7, 2 9 5 , 296 Athena Iliaca, 2 B 2 , 2 B9, 3 I 4 Atteone, I 94, I 9 5 Ausoni, 9 3 , I I 5 Pelleni, 2 4 I
F O � D A Z I O :"J I G R E C H E
Ba'al , 43 n. 39 Bacchiadi, 1 6 1 , 1 94, 1 9 5 , 1 96 Batto, 2 5 3 Bayes Thomas, 3 2 3 Bebrici, I 8 o , 307 Beoti, 45, 46, 47, 48 Bérard Jean, 1 3 , 1 4 e n. 2 , 16, 1 8, 324 Boardman John, 6 1 n. 1 3 2 Bocchoris, 2 1 8 e n. 4 7 , 2 1 9, 220 Borriello Mariarosaria, 98 n. 22 Brezi, 24 1 , 3 ' 4 n. 79 Briareo, 45, 46, 48 Buchner Giorgio, 98, 99 Burgers Gert-Jan, 3 I 9 n. 4
Calcante, 289 Calcidesi, 47, 50, 51 n. 76, 56, 77, 78, 8 3 , 88 e n. 79, 90, 97, I O I , I 0 2 , I 0 3 , 1 04, 1 05 , I o6, I o8, I I 5 , I 2 3 1 I 24, I 2 6 , I 3 0, 1 3 5 ll . I I ? , 1 4 5 , 147, 1 6 1 , 1 6 3 n. 1 5 , 1 6 5 , 1 66 n. 3 7 , 1 67 , 1 68, 1 7 1 , 1 7 2 , 1 7 3 , 1 74, 1 7 5 , 1 77, 1 7 8 e n. 3 4 , 1 7 9 , 1 9 3 , 1 9 8 n. 5 3 , 2 5 4 Callimaco, I I 3 e n. 3 , 1 30, 1 3 1 Callistene, 2 7 1 Cartaginesi, 4 9 Castore d i Rodi, 2 1 8 n. 46 Catanesi, 1 6 1 , 168 e n. 47 Caulon, 244 Celti, 307 Cercopi, 79 n. 36 Cesnola, pittore di, 86 e n. 7 3 Chersicrate, 1 94, 1 96, 1 98, 209, 2 5 3 Chioti, 1 7 9 n. 4 ' Chirone, 2 1 5 Choni, 2 I I , 2 8 2 e n. 1 0, 289, 290, 292, 3 ' 3 · 3 ' 4 Ciprioti, ' 7 , 3 8 Cipselo, 207 Ciro, 1 80 n. 4 ' Clete, 244 Clistene, 294 n. 69 Cnidi, 1 8
Codridi, 248 n . 7 Codro, 295 Colofoni, 1 8, 1 46, 2 1 2 , 281 e n. 5, 286 e n. 3 5 , 2 8 7 , 2 8 8 n. 46, 289, 290, 2 9 1 , 2 9 2 , 2 9 3 . 2 9 5 . 308 Cordiano Giuseppe, ' 3 3 n. 108 Corinzi, 5 9 , 1 2 3 , 1 74, 1 78, 1 79, 1 80, ' 9 3 . 1 96, 200, 209 Cratemene, 103, 105, I Il, I 2 0, I 48, 163 Cretesi, 2 5 9 , 2 60, 263 e n. 7 2 , 2 8 2 Crotone, 2 3 7 Crotoniati, 2 3 7 , 2 4 1 , 242, 244, 270, 294 n. 69 Cumani di Eolide, 1 04, 105, 1 06, 1 07 n. 5 7 , '45 Cumani d'Opicia, 1 0 1 , 1 02 Cureti, 2 30, 2 3 1 , 2 3 4
408
Damarato, ' 96 Damaso, 294 n. 69 Dauni, 85 n. 68 Dazimos, 85 n. 68 Dedalo, 1 92 Demetrio di Scepsi, 1 2 8 n. 8o Democrito, 22 n. 3 D'Eredità, 2 5 6 , 2 5 7 , 2 5 8 Diodoro Siculo, 78, 1 4 0 n. I I , 1 5 3 , 2 1 6, 2 34· 2 4 8 , 2 5 1 , 2 5 2 , 2 5 3 Dionigi d i Alicarnasso, 2 2 , 2 3 , 24, 25, 77. 102, 1 06, 1 2 3 , 252, 2 5 4· 260 Dionigi il Piccolo scita, 1 6 Dionisio i l Giovane, 1 7 2 Dionisio i l Vecchio, 1 40, 1 5 3 , 1 7 2 , 1 86 n. 9 0 Dioniso, ' ' 5 Dioscuri, 2 5 0 , 270 Dori, 1 62 , 172, 173, 1 94, 268, 275 Doride, 172 Dorieo, 18 Dunbabin Thomas James, 13, ' 4 e n. 2, 1 6 , 1 8 , 324 Duride di Samo, 2 2 n. [D/Z] ankla, 204, 240
! !'\ D I C E D E I
Ecateo, 268 Eforo, 1 06, I I 5 , I I 7 n. 2 2 , I I 8, I I 9 e n. 30, 1 3 7 , 1 4 3 , 1 44, 2 1 1 , 220 n. 55, 248, 249, 250, 2 5 1 e n. 1 5 , 2 5 3 · 2 6 2 , 2 6 3 , 27 1 , 2 7 3 Enotri, 2 2 , 2 4 , 1 7 9 n. 4 1 , 2 1 r , 2 1 5 , 2 1 6, 2 1 9, 220, 2 2 1 , 2 2 2 , 224, 2 2 5 , 282, 302, 307, 3 ' 3· 3 '4 Enotro, 2 1 , 2 2 , 2 3 , 24, 26, 3 1 8 n. 2 Entimo, 1 9 1 , 1 9 3 Enyo, 1 4 5 Eoli, 1 0 3 n. 4 4 , 1 0 5 , ' 4 5 Eolo, I I 5 n. 1 5 , 1 2 2 e n. 4 6 , 1 2 3 Epeo, 3 1 5 Eperito, 1 9 8 Epeunaktoi, 25 1 , 2 5 2 Eracle, cfr. Ercole Eraclide Lembico, 1 3 3 n. 108 Eraclidi, 1 3 8, 1 94 Eratostene, 2 2 , I I 7 n. 2 2 , 2 9 8 n. 5 Ercole, 40, 45, 46, 47, 48, 78, 79, ' 94> 2 3 1 , 2 3 7 , 240, 2 4 1 Eretriesi, 50, 5 1 n. 76, 5 6 , 5 9 n. 1 2 3 , 6o, 7 5 , 7 7 , 7 8 , 8 3 , 88 e n. 7 9 , 90, 102, 1 04, r o6, ro8, r r r, 1 9 3 , 1 95 n. 3 8 , 1 96, 1 9 7 e n. 46, 1 9 8 e nn. 52, 53 e 54, 2 1 0, 2 3 0, 2 5 3 Erodoto, 2 2 , 2 4 , 40, 4 1 , 1 3 1 , 1 7 9 n . 4 ' · 1 98, 2 5 3 · 2 6 3 , 2 8 7 , 2 9 1 Eropito, 2 8 7 Eschilo, I I 4 Esiodo, 47, I I o, I I 5 Etoli, 2 3 1 Etruschi, 5 6 , 6 2 , 84, 90, 96, 97, 98, 102, r r o, 1 1 4, 1 1 5 , r r 8, 163 Euboia, figlia di Briareo, 46 Euboici, 45 , 46, 47, 48, 49, 5 I, 5 2 , 5 3 e n. 82, 5 7 , 6 o , 6 5 , 6 6 , 68, 6 9 n. 1 70, 78, 7 9 , 88, 89, 9 1 , 1 2 3 , 1 2 5 n. 5 5 , 1 9 5 n. 3 8 , 1 97 n. 46, 1 98, 298 n. 5, 307 Euribiade, 295 Eusebio, 103, r r 6, 1 1 7 , 140 n. r r , 2 5 9 , 267, 277, 297 n. 3, 307 Eustazio, 2 5 9 n. 57
:\' 0 .\lt l
Euxenos, 1 09 n. 65 Evante, 267 Evarco, 1 6 1 , 1 6 8 e n. 47
Falantiadi, 248 n. 7 Falanto, 1 09 n. 6 5 , 248 e n. 7, 250, 2 5 1 , 2 5 9 , 2 60, 2 7 3 n. 27 Feaci, 5 9 n. 1 2 3 , 1 9 8 n. 52 " Fenici " , 1 7 , 3 7 n. 14, 3 8 e n. 2 1 , 39 e n. 24, 4 ' e n. 3 ' · 42, 4 3 , 44· 45 e n. 5 2 , 47. 49 · 5 0 n. 75 . 5 ' · 52, 5 7 , 6o, 6 5 , 69 n. 1 70, 78, 79 n. 36, I I 9, 123, 157, 188 n. 98, 1 90, 1 98, 305 n. 39 Ferranti Francesca, 220 Ficuciello Laura, 1 2 1 n. 4' Fidone di Argo, 1 94 Fidone di Corinto, 1 2 8 n. 8 2 , 1 9 6 n. 40 Filisto, 1 3 9 Filottete, 26 n. 9, 6o, 24 1 , 2 8 2 n. 1 0 Flegonte d i Tralles, 1 04, 1 0 5 , 1 0 6 Focei, 1 8 , 1 09 n. 65, 146, 1 66, 1 78, ' 7 9 e n. 41, 1 80, 287, 291, 295
409
Gabrici Ettore, 98 e n. 2 2 , 99, 1 09 n. 63 Gelone, 1 7 4, 1 8o, 188 Gerione, 45, 237 Gige, 2 1 2, 281 e n. 4, 286 Giocasto, 1 2 2 e n. 46, 123 e n. 47 Girolamo, 1 0 3 , I I 7 , 267, 277 Giustino, 2 89, 290 Gorgia da Leontinoi, 1 09 n. 65 Gosetti Della Salda Anna, 72, 7 3 , 7 5 . 82, 8 3 , 8 4 , 88 Graham Alexander John, 1 09 n. 65, 204 n. 7 8 Greci, 1 5 , 1 7 , 2 1 , 22, 2 5 , 2 6 n. 9, 3 8 , 40 e n. 27, 4 ' e n. 3 1 , 45 n. 5 2 , 4 7 , 48, 49· 50, 5 1 , 5 2 , 5 3 . 57. 62, 66, 7 1 , 79, 80, 9 1 , 97, 1 00, 1 04, 105, 1 14, 1 1 5 , 125, 1 34, 143, 1 5 1 , 1 5 2 ,
F O :" D A Z I O :"J I G R E C H E
153 e n. 69, 155, 1 5 9 , 1 66, 1 67 e n. 43, 1 69, 1 7 S , 1 S7 , 1 90, 1 9 1 , 1 9 3 , 20� 2 1 1 , 225, 24� 25S, 260 � 62, 2 6 2 , 263, 2 6 S , 2 7 5 , 27S, 2S2 n. I O, 290 e n. 59, 2 9 1 , 293, 29S e n. 5 , 299, 300, 3 0 1 , 303, 304, 3 0 5 e n . 37, 306, 307, 3 0 S n. 4 S , 3 1 4, 3 1 7, 3 I S, 3 ' 9 n. 4 Griso-Laboccetta, 1 3 3 Gyptis, 1 09 n. 6 5
Hazael di Damasco, 67 e n. 1 63 Hera, 67, 2 1 5 , 2 3 2 , 3 1 2 n. 7 1 Hoplosmia, 2 3 7 Lacinia, 2 2 7 , 2 3 7 , 2 3 9 e n. 6 3 , 2 4 0 , 24 1 , 269 Hiram di Tiro, 3 7 n. 14, 40 Hyblon, 1 5 9, 1 7 1 , 1 74, 1 77 , 17S n. 34· I SO, I S I Hyppis, 2 2 S , 2 3 3
Ierone, 1 74 Iloti, 24S, 249, 250, 2 5 2 Ioni, 2 6 n. 9, 1 0 5 , 1 3 1 , 1 4 5 , 1 47 , 2 S 1 , 2 S 2 , 2 S6, 2S7, 2 S S e n. 46, 2 S � 295 n. 7 1 , 30� 307 I p pia sofìsta, 1 3 2 Ippocle, 97, 102, 1 06, " 7 • 147 Ippocrate, 174 Is, cfr. Oiis Italioti, 26 n. 9, 1 7 9 n. 4 1 Itala, 2 3 e n. 6, 2 4 , 2 6 Ithobal di Tiro, 42 n. 34
Kokalos, 1 9 2 Kolaios, 40 e n. 26, 2 S 7
Lacinio, 2 3 1 , 2 3 7 Laconi, 2 4 9 , 2 6 2 Lamis, S7 n. 74, 1 09 n. 6 5 , 1 62 , 1 6 5 , 1 7 1 , 1 72 e n. 5 , 1 7 3 , 1 7 5 , 1 7 6 e n. 2 S , 1 77, I S6 Lazzazzera, cfr. Indice dei luoghi: Metaponto, proprietà Lazzazzera Leucippo, 3 0 1 , 307 Leukippos, 3 0 1 Liburni, 5 9 n. 1 2 3 , 1 9 S e n. 54 Licaone, 2 r, 2 2 Lico, 245 Licofrone, 46, 244, 245, 2S9, 290 Lidi, I S, 1 2 5 , 146, 2 1 2 , 2 S I , 2 S 2 , z S6, 2S9 n. 5 2 Ligdami, 1 S Liparo, 1 2 3 n. 47 Livio, 83, 89, r o r , ro2, r o4, r o 5 , 1 06 Locresi, 2 1 0, 2 1 2 , 267, 269, 270, 275, 277, 2 7 S n. 42 Locresi Epizefìrii, 243, 2 7 1 , 272 n. z o, 274, 276, 279, z So, 294 n. 69 Lucani, 2 1 4, 262, 30S, 3 ' 4 e n. 79, 315
Japigi, 2 I I , 252, 2 5 6 , 26o, 2 6 1 , 264, 2 S 2 , 2 9 3 . 299 Japigi Messapi, 263
Kalon di Elide, 1 3 2 e n. 1 06 Kilian Klaus, 54 n. 93 410
Malkin Irad, 1 4 S n . 44, 260 n. 5 9 Mamertini, 1 3 1 n . 9S Mandron, 1 So, 307 Manzi Nicoletta, S 3 n. 6 1 Medea, 2 2 2 n . 62 Medi, 1 05 Megaresi, 1 4 5 , 1 47 , 1 5 9, 1 6 1 , 1 62 , 1 6 5 , ' 7 ' e n. 3 , 1 7 2 , 1 7 3 , 1 74, '75 e n. 19, 1 76, 177, 17S e n. 34, 1 7 9 , I So, 1 S 1 n. 46, 1 S4 n. 6S, I S6, I SS, 1 9 1 , 2 0 3 , 207, 2 6 S Megastene, 9S, 1 02 , 1 06, " 7 • 1 47 Melissa, 1 94 Melkart, 40, 4 3 , 47, 4S
1 1\' D I C E D E l :'\ 0 �11
Menandro di Efeso, 42 n. 34 Mente, 2 I I Messapi, 2 5 8 Messeni, I I 8, 1 2 5 n. 5 5 , 1 30, 1 3 1 , '45 · 1 46, '47 · 1 96, 248, 249· 254· 270 Messeni dello Stretto, r 3 2 Metabos, 2 9 7 Metapontini, 3 1 0, 3 1 4, 3 1 5 Metapontos, 297 Micenei, 3 3 nn. 3 7 e 3 8 , 4' Micito, 123 n. 47 Miletidai, 1 9 1 , 207 Milone, 2 3 7 Minasse, 2 3 n. 6, 4 ' · 1 9 2 , 2 5 4 , 263 Miscello, 1 90, 1 94, 1 96, 209, 2 2 7 , 2 2 8 , 2 2 9 e n. r 6, 230, 2 3 2 , 2 3 3 , 2 3 4· 2 3 5 . 2 5 2
Nanno, 307 Nassii cicladici, 145 e nn. 33 e 34, r6r Nassii d i Sicilia, I I 8, 1 44, 145 n . 3 3 , 152, '53. '57 Neleidi, 297, 3 1 2 , 3 1 3 , 3 1 4 e n . 7 7 Nestore, 86, r 34, 297 Nosside, 274
Odisseo, 1 9 8 e n. 52, 298 n. 5 Oiis, 2 1 3 Omero, 2 1 n . 1 , 1 1 0 e n . 67 Opici, 93 Orsi Paolo, 153, 1 76, 2o r , 2 5 7 n. 48 Ortigia, 2oo n. 6 3 Ottaviano, 148
Peloponnesiaci, r 2 5 Periere, 1 0 3 , 1 0 5 , 1 1 7, 1 1 8, 1 48, 1 6 3 Peroni Renato, 2 3 , 63 Persiani, r 8, 1 3 1 , 146, 295 Petta, r o9 n. 65 Peucezi, 22 Peucezio, 22, 3 1 8 n. 2 Phobos, 1 2 7 Phoinikes, 3 8 Pilii, 3 ' 3 Pitagora, 2 3 3 Pithecusani, So, 90, 9 6 , 9 8 Pizia, 25 r Platone, 1 46, 1 47 e n. 3 9 , 1 96, 289 Plinio il Vecchio, 46, 8 r Plutarco, 1 2 5 , 1 26, 1 9 3 , 1 9 5 , 1 97 e n. 47, 207, 323 n. 8 Polibio, 2 3 4 e n. 4 ' · 2 7 1 , 2 7 2 , 274· 275 · 2 7 6 Polieno, r 6 5 , 1 7 1 , 1 74, 1 7 5 , 274· 275 Polinesiani, 3 r 9 n. 4 Pollis, 195 e n. 3 8 Pompeo Trogo, 2 8 9 , 290 Popoli del Mare, 3 0 Poseidone, 1 9 8 n. 5 2 , 254 Poseidoniati, 3 1 4 Protis, r o9 n . 65 Punici, 57
1 2 0,
25 r ,
1 96, 273, 1 77 ,
Quagliati Quintino, 2 5 7 n. 48 Quondam Francesco, 6 3 n. 148, 220
Pammilo, r 88 Parteni, 248, 249, 2 5 0, 25 1 e n. 1 5 , 2 5 2 , 254, 2 5 9 , 26o e n. 5 9 , 262, 2 6 5 , 272 e n. 20 Pausania, 1 30, 1 3 2 , 1 98, 2 2 3 n. 70, 248, 253. 260, 262, 2 7 1 411
Reggi n i, 2 58 Reshef, 4 3 e n. 3 9 , 48 Rodii, 2 8 3 Romani, 2 1 4
Salomone, 3 7 n . 1 4 , r 82 n . 5 4 Samii, r 8 , 40, 1 0 5 , 1 3 1 , 2 87 Sanniti, 302, 308, 3 1 3 , 3 1 4 e n. 79
F O :" D A Z I O :"J I G R E C H E
Sardi, 56, 1 1 8, 163 Satyria, 2 5 4 Scamandro, 1 2 5 Scilace, 4 6 , 7 8 Scimno, ro2, 1 0 3 1 0 5 , 1 06, 1 7 2 Servio, 242 Sibariti, 2 1 4, 220 n. 52, 221 n. 5 9 , 2 2 2 , 2 2 5 , 294 � 6 9 , 30� 3 0 2 , 307 n. 47 • 308 Sicelioti, r 9 5 n. 3 8 Siculi, 4 3 , 1 0 5 , 1 1 4, 1 5 2 , 1 5 3 e n. 69, 1 54, 159, r 6o, 1 62 , 1 65 e n. 33, r 66 n. 37, 1 67 , r 68, 1 69, 1 7 1 , 1 7 3 , ' 74 • 1 7 5 , 1 7 8 e n . 34, 1 79, I 8o, I 8 I , I 87 , I 89, I 94, 200, 202, 203, 20� 2 1 1 , 243· 269, 2 7 2 , 274· 275. 276, 277, 279 Siracusa, 2oo n. 63 Siracusani, 1 7 5 n. 1 9 , r 8 r n. 46, 2 0 3 , 206, 207, 278 e n. 42 Siriti, 2 6 n. 9, 285 n. 28, 307, 3 1 0 Salino, 46, 47 Sophilos, 3 r 2 Spartani, 2 1 0, 248, 249, 250, 2 5 1 , 2 5 2 , 254, 2 6o, 262, 2 6 3 , 2 64 n. 76, 270, 2 7 1 Spartiati, 247, 248, 249, 2 5 0 , 2 5 2 Spinazzola Vittorio, 5 4 , 2 r 5 Stazio, r o r Stefano d i Bisanzio, 46 Strabone, 40, 46, 59, 66, 79, 8 r , 8 3 , I 0 2 , I 0 3 , I 06, I I I , I I + I I 5 , I I 8 e n. 27, 1 30, 1 4 3 , ' 44 • 148, 1 7 2 , ' 7 3 · ' 94· 1 96, 2 '4· 2 4 2 , 260, 270, 274, 278, 282 e nn. 9 e ro, 2 84, 290, 292, 302, 307 n. 47, 3 1 2 , 3 1 3· 3 14 Suida, r r 3 n. 3, 287 Tafi, 2 1 1 Tarantini, 248 n . 7 , 2 5 1 , 2 5 8 , 2 6 3 , 278 n. 42, 2 8 2 , 2 84, 2 9 3 , 296 n. 7 2 , 3 0 1 , 302 Taras, 2 5 4 Tataie, 204 Teagene, 1 45 412
Teleclo, 249 Telefo, ' 94 Temeno, ' 94 Temistocle, 295 e n. 7 1 Teocle, 1 1 8, 1 2 7 e n . 7 5 , 1 4 3 , ' 44 • '45 n. 3 3 . ' 47. '48, I 5 2 , ' 54 n. 79, 1 5 6, 157, 1 5 9, r 6o, r 6 r , r 62, r 6 3 , r 65 e n. 3 3 , r 6 8 e n. 47, r 7 r , 1 7 2 , ' 7 3 · 1 90, ' 93 . 2 3 5 . 2 5 2 , 275 Terei, 235, 253 Tespiadi, 45, 46 Teuthras, 233 n. 3 7 Thurini, 2 8 4 , 296 n. 7 2 Timeo, 2 3 n. 4, 45, 1 40, 2 2 1 e n. 5 9 , 2 34 e n n . 39 e 4 1 , 2 6 r n. 66, 27 1 , 2 7 2 , 2 7 3 , 2 8 r , 2 90, 295 n . 7 1 , 3 ' 3· 323 n. 8 Tirii, 40, 45, 49 Tirreni, 1 1 4, 1 1 5 e n. ' 3 Tirteo, 248 Tittabo, 204 n. 77 Trezeni, 2 1 3 , 2 1 4 e n. 2 r , 2 8 3 n. 17 Troiani, I 2 5 , 2 8 I , 282 e n. IO, 2 8 3 , 289 Tucidide, 2 3 , 24, 2 5 , 4 ' • 4 3 , 1 0 3 , I 0 5 , I 07 ll , 5 7 , I I 3 , I I 4, I I 5 , I I 6, I I 7 e n. 2 2 , I I 8 e n. 26, I I 9, r 2 o, 1 3 1 , 1 3 7, 1 3 8, 1 3 9, r 4o n. 1 1 , 1 5 9, r 62 , r 65 e n. 33, r 68, 1 7 1 e n. 2 , 1 7 2 n. 5 , 175, 176, 1 77, 178 n. 34, r 8o e n. 4 3 , 1 9 3 , 1 94, 1 9 8 n. 5 2 , 200, 2 6 0 n. 6 2 , 274· 2 7 5 Typhon, 242 Velleio Patercolo, r o r , ro2, r o 3 Viola Luigi, 2 5 7 Wen-Amun, 4 ' Yntema Douwe, 2 6 r Zanclei, 1 2 5 , 1 30, 1 9 1 , 207 Zenobio, 192 n. 27, 287 Zeus, 63, 2 2 3 n. 70, 279