217 54 29MB
Italian Pages 204 Year 1999
allama Po
EDIZIONI BOLIS
me avcura
di
Giannino
Malos
FASHION ENGINEERING UNIT
In tutto il mondo,
in ambito
universitario e all'interno dei
media = ble aziende, gli ultimi anni hanno visto svilupparsi
un forte interesse per una maggiore conoscenza di tutti gli aspetti progettuali e scientifici della moda. Appare sempre più evidente che nell'attuale fase di sviluppo economico del-
l'industria della moda è vitale la capacità di ricavare valore aggiunto dall’elaborazione di design, comunicazione,
e in
generale dalla componente immateriale delle merci. In que-
| Sto senso, l'industria della moda è in transizione verso una nuova industria di tipo "culturale", come lo sono l'industria del ‘cinema,
della musica
leggera, del software, una
nuova
limbrisione più sofisticata dove la capacità di gestire cultura e creatività abbinata alla componente tessile è sempre più
importante. Progettata e diretta da Giannino VETOSSI Gohien Engineering Unit è un gruppo di ricerca interdisciplinare pro-
dotto da Pitti Immagine che agisce come collettore del sapere e dell'analisi ode intorno alla moda, con l'intenzione di creare un discorso interdisciplinare accessibile, spettacolare
e inedito; fare da ponte tra le RCA
sviluppate in ambi-
ti di ricerca e accademici, a livello internazionale, e il mondo produttivo e mediatico della moda italiana e internazionale. Fashion Engineering Unit ha prodotto nel 1997 la mostra e il libro Il Motore della Moda. Spettacolo, Identità, Design, Eco-
nomia: come
l'industria produce ricchezza attraverso la
moda (The Monacelli Press, New York) e ha in programma per il 2000 Il Futuro dell'Uomo, un'analisi sui temi del "gene-
AR L'icona
italiana
nella
cultura
global
VO
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MAFILLLI
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Die schénsten
Kéirven von Maranello bis Palermo:
Maria Grazia Cucinotta
in einem Kleid von Anna
PARRA REST FINA
OSE
ERMNIZIG
VOLARE l'icona italiana nella cultura globale Firenze Stazione Leopolda: 14 gennaio - 7 febbraio 1999
Curatore del libro e della mostra: Giannino Malossi
Supervisione scientifica: Peppino Ortoleva - Cliomedia Officina
Volare, L'icona italiana nella cultura globale è il titolo del libro e della mostra che costituiscono la seconda creazione di FASHION ENGINEERING UNIT, l’unità di ricerca interdisciplinare sulla cultura della moda prodotta da Pitti Immagine.
Mario Boselli Presidente di Pitti Immagine Raffello Napoleone Direttore generale e amministratore
delegato di Pitti Immagine Lapo Cianchi Direttore comunicazione corporate
Progetto dell'allestimento della mostra: Achille Castiglioni, Gianfranco Cavaglià, Italo Lupi
Grafica del libro: Italo lupi con Francesca Turchi Collaborazioni speciali: Paola Antonelli Franco La Gecla
Antony Shugaar
e progetti speciali di Pitti Immagine
Assistente del curatore: Antonella Mazza
Giannino Malossi Curatore di Fashion Engineering Unit
Photo Editing: Giannino Malossi Fotografie a New York: Leslie Fratkin
Hanno partecipato alle ricerche di Fashion Engineering Unit: Garlo Antonelli Andrea Balestri Sybille Bollmann Laird Borelli Nadine Frey Franco La Gecla Thomas Hine Mario Lupano Giannino Malossi Peppino Ortoleva Ted Polnhemus Marco Ricchetti
Antony Shugaar Pierre Sorlin Valerie Steele Ugo Volli
Coordinamento editoriale: Progetto Media, Milano Coordinamento editoriale USA: Antony Shugaar - Paracultur
Traduzioni: Guido Lagomarsino Antony Shugaar Redazione: Rosi Dellavia - Progetto Media
Segreteria di redazione: Garla Mantero - Progetto Media Ricerche iconografiche: Laird Borrelli
Maria Teresa Di Marco Antonella Mazza Ricerche video: Michela Moro Gamilla Pediconi Golonna sonora della mostra: Beatrice "Miss B” Venturini Ufficio Stampa: Cristina Brigidini Pubbliche Relazioni: Sibilla della Gherardesca
Organizzazione generale: Sybille Bollmann Coordinamento dell’allestimento: Anna Pazzagliì Produzione video: Ranuccio Sodi - Showbiz Srl
© 1999 Fashion Engineering Unit © 1999 edizione italiana: Edizioni Bolis, Bergamo
ISBN 88-7827-094-6
Printed in Italy Poligrafiche Bolis, Bergamo, 1998
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na
nella
a cura di: Giannino Malossi
grafica di: Italo Lupi
EDIZIONI BOLIS
CUI
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ra
In copertina:
Maria Grazia Cucinotta Foto di Ferdinando Scianna per il Calendario Lavazza 1996, Agenzia Armando Testa (Contrasto)
Illustrazioni delle pagine precedenti:
Marcello Mastroianni e Anita Ekberg
nella Fontana di Trevi, scena da La dolce vita,
regia di Federico Fellini, 1960 (Fondazione Cineteca Italiana)
Dolce & Gabbana, foto di Ferdinando Scianna dal catalogo Collezione Primavera/Estate 1988 (Contrasto)
Illuminazione scenica del Colosseo, Roma
Foto di Manuela Fugenzi (Grazia Neri)
Italia e Germania, Friedrich Overbeck, 1828 (Neue Pinakothek,
Monaco, Germania)
Venexia, tazzina da caffè,
Illy Collection-Biennale Venezia 1997 Design Luca Trazzi Visitatori stranieri sull'Autostrada Napoli-Pompei, 1940 Foto di Paul Wolff (Touring Club Italiano - Archivi Alinari)
“L'auto, la donna e ciò che lei ama indossare. Quale, chi e che cosa?
Nella Bella Italia esiste soltanto una risposta a questa domanda.” Articolo sullo stile italiano
con Maria Grazia Cucinotta, in GQ - Gentlemen's Quarterly, Germania, agosto 1998 Foto di Antoine Vergal
In questa pagina:
Scontro tra icone: Sophia Loren e Jayne Mansfield (Archivio Infinito)
Volare. L'icona italiana nella cultura globale
Giannino Malossi
Il nuovo iperspazio della socializzazione: Italian Style?
Saskia Sassen
L'identità difficile
Ugo Volli
L'icona e il consumo. Comprare italiano: mode, identità, stereotipi
36
Peppino Ortoleva
Un'Italia immaginata
Ted Polhemus
La via italiana alla modernità
56
Carlo Antonelli — Peppino Ortoleva
Milano 02138
Richard Martin
-The Italian Mile
Giannino Malossi — Photo Leslie Fratkin
Look italiano
Valerie Steele
La moda italiana e l'incubo ad aria condizionata
Franco La Cecla
l’infatuazione italiana
Antony Shugaar
Sentimental Design
Paola Antonelli
0’ paese do’ sole remix. La canzone italiana mondiale
Carlo Antonelli
Italiani di celluloide
Pierre Sorlin
Tre euro nella fontana. L'immagine dell’Italia al cinema
Thomas Hine
Ho scoperto l’Italia in America
Alberto Baccari
Un’americana a Roma
Fiona Morgan
Tiramisushi
Kaoru Tashiro
Cucina italiana & New American Cuisine
David Le Boutillier 150
Alta cultura, bassa inflazione. L'Italia attraverso ilcalcio
Alix Sharkey 156 i
Il best-seller fatto in casa
Fausto Colombo
Vacanze all'italiana. L'immagine italiana attraverso ilsuccesso turistico Ilvalore dell'icona italiana
Biografie Ringraziamenti
SOMMARIO
144
Carlo Tombola
Andrea Balestri — Marco Ricchetti
170
(Jie
Yolare, oh oh. Domenico Modugno,
Cosa ne sarà del made in Italy nell'era dell'economia globale ormai dispiegata? O, accorciando soltanto
| cantautore vincitore |
di un po’ lo sguardo, nell'Europa dell'Euro? Sono convinto che il secondo progetto realizzato dal
lel Festival di Sanremo 1959
Fashion Engineering Unit, la struttura di ricerca interdisciplinare sulla cultura della moda che Pitti
von la canzone Nel blu dipinto di blu
Immagine ha promosso e a cui collaborano esperti di università e di istituzioni culturali e scientifiche
Grazia Neri)
italiane, europee e statunitensi, fornisca spunti molto interessanti soprattutto a chi — per lavoro o per studio - queste domande
se le sta ponendo concretamente
D
da tempo. Affrontare oggi il tema dello
Specifico Italiano - del rapporto cioè tra l’immagine italiana e i prodotti che, fabbricati o meno in Italia,
hanno a che fare con quella immagine - è di per sé indice di un cambiamento in corso e di un'incertezza. Il made in Italy è cresciuto lungo tutti gli anni Cinquanta e Sessanta ed è diventato un caso internazionale tra la fine dei Settanta e i primi Ottanta, quando l'Italia si è alla fine scoperta ricca e famosa grazie soprattutto alla sua moda. Dalla riflessione sulle ragioni di quel successo è emersa la realtà del sistema italiano della moda: la completezza e l'integrazione della sua filiera produttiva, la flessibilità organizzativa delle aziende, le reti economiche e sociali di comunicazione e cooperazione dei suoi distretti industriali, la ricchezza di competenze professionali, l’imprenditorialità diffusa, l'apertura internazionale dei
suoi operatori. Concetti come creatività, talento, stile italiani, hanno trovato qui i loro fondamenti. Il complesso di queste caratteristiche uniche continua a costituire ancora oggi la felice eccezione della moda italiana nel panorama
internazionale.
Ma questi positivi fondamentali sono anche il risultato di
una strategia di adeguamento spontanea che le forze più dinamiche del nostro paese hanno individual
mente elaborato rispetto alle storiche carenze della società italiana. E nel frattempo la competizione si
è fatta ancora più accesa, i mercati più imprevedibili, la domanda sempre più esigente. Come reagirà alle presenti e alle future sfide l'incostante eppure irrinunciabile processo di modernizzazione che si sta
realizzando in Italia? Riuscirà a confrontarsi, dopo aver positivamente affrontato alcuni dei grandi nodi
strutturali, anche con i decisivi temi dell'identità culturale, della coesione sociale, della crescita di una civiltà del vivere molto invidiata ma anche piena di contraddizioni? Ecco perchè è importante parlare oggi dell'Immagine Italiana, farla uscire dagli stereotipi, verificarne continuamente le connessioni con quei suoi fondamentali e con tutte le sue componenti attive e proiettate nel futuro, costruirla in modo
che aderisca a sogni, ambizioni, desideri fortemente sentiti e diffusi ovunque perché ognuno possa interpretarli personalmente, farli suoi. In un mondo dove ormai tutti i luoghi sono in ogni luogo e ogni luogo è in tutti. Questo, nella consapevolezza che la capacità di comunicare senso e identità è un poten-
te moltiplicatore del valore economico che l’Italia continuerà a progettare e a produrre, a patto che la sua industria - quella della moda e non solo - sia in grado di metabolizzare e usare con intelligenza que-
sta risorsa. Solo così ridefiniremo il made in Italy nel XXI secolo. Sono contento - e, perché no? anche orgoglioso - che sia ancora
una volta Pitti Immagine,
attraverso questo progetto della Fashion
Engineering Unit, a porsi e a porre il problema. E a spostare sempre in avanti, anche nel campo della
cultura della moda, quella ricerca del meglio in cui tutti noi siamo da sempre impegnati.
Mario Boselli Presidente di Pitti Immagine 21
Papal City, 1987
Dopo aver tracciato con // motore della moda una prima mappa generale delle “forme di vita
di David McGlynn
intelligente sul pianeta moda” - come ironicamente ci ricordavano il saggio di apertura di quel
ntile concessione di David McGlynn, NY)
libro e il grande pannello posto all'ingresso dell'esposizione - Pitti Immagine e la sua struttura
mobile di ricerca, la Fashion Engineering Unit, concentrano la loro attenzione sul luogo per eccellenza di quel sistema di forme: l'Italia. Forme immaginarie o simboliche e concretissime forme di industria e progettazione avanzata, da affrontare esplicitamente e per la prima volta con un approccio pluridisciplinare. Pitti Immagine ha già affrontato in passato alcuni specifici italiani, ma lo ha sempre fatto scegliendo appunto visuali e interessi parziali: quelli dell’epopea ini-
ziale del made in Italy ne La sala bianca: nascita della moda italiana, un libro e una mostra
allestita da Gae Aulenti e Luca Ronconi in Palazzo Strozzi a Firenze nel 1992 — e l’anno successivo portata anche al Louvre di Parigi e l’anno ancora dopo al Guggenheim di New York; o de La regola estrosa che lo stile italiano ha stabilito lungo cent'anni di eleganza maschile (anche in questo caso un libro e una mostra del 1998); o ancora quelli del fascino, per gran parte made in Italy, del Latin Lover, progetto espositivo ed editoriale del 1996. Mai prima d'ora l’immagine italiana era stata però osservata a tutto tondo e oltre i limiti di ciò che tradi-
zionalmente si intende per moda, con l'intenzione di registrare e mettere in luce la capacità di produrre valore aggiunto da parte dell'icona Italia, nei confronti delle industrie di beni e servizi ad alto contenuto estetico e creativo che operano nel sistema complesso
“persona-moda-
arredo-casa-alimentazione” e nel mercato e nella cultura globalizzati. Anche se vive ormai da cittadino del mondo, lo Specifico Italiano dimostra di conservare solidi legami con quel mix particolarissimo di qualità reali e immaginarie, materiali e immateriali, pre e post-moderne, che oggi non può più essere lasciato alla casualità ma diventare progetto consapevole. La ricerca culturale è ancora una volta in sintonia — e per certi versi
ne è espressione, fatta salva la necessaria autonomia propositiva - con il progetto di marketing
che stiamo ora realizzando attraverso le nostre fiere commerciali e le iniziative di comunicazione che di solito le affiancano. Da qualche tempo infatti le rassegne di.Pitti Immagine cercano di superare dall'interno le barriere rigide che separano fra loro i diversi settori della moda, e la moda nel suo insieme, da tutti gli altri riferimenti della contemporaneità che li attraversano: per stabilire contatti, per aprire prospettive inedite, per trovare nuove opportunità di business per gli operatori e per la nostra stessa attività fieristica. In sostanza, per dare voce e visibilità a quel sistema
“persona-moda-arredo-casa-alimentazione’ in cui l'Italia ha
espresso finora la sua leadership internazionale.
Raffaello Napoleone Direttore generale e amministratore delegato di Pitti Immagine 23
o
bale
E
A RS
nordatlantiche sulle utilizzato rotte Bulgari, da sponsorizzato Alitalia 747 Boeing
Questo libro parla dell’Italia, non com'è ma come
tenda più a eliminare l’altra. Negli ultimi ann
è immaginata.
è successo
L'Italia
immaginata,
l'icona
qualcosa che ha trasformato,
pei
italiana “pop”, non coincide con la sua identità,
esempio, la parte più elegante di Madison Avenue
ma con ciò che rappresenta nella cultura dello
a New York, The Italian Mile, in una copia in grande
spettacolo mondiale. Da Londra a New York fino
di via Montenapoleone a Milano, ma con più ban
a Tokyo e Mosca, il dispiegamento dell’ icona italia-
diere italiane a sventolare sulle facciate delle bou
na a sua volta produce fenomeni che sono insieme
tique di Armani, di Ferré, di Versace. E mentr'
visivi e di superficie, ma anche culturali ed econo-
a Las Vegas una società immobiliare americane
mici. Da un'immagine, da un contenitore di segni
sta ricostruendo una Venezia sui generis che sor
convenzionali si generano fatti reali, ad esempio
gerà nel deserto come un’allucinazione da cattive
flussi di consumi di moda. Questo processo non
digestione, definitivo progetto di sfruttament(
è nuovo: nella geografia dell'immaginario esiste un
della mitologia del paesaggio italiano al di là de
grande American Dream, un Fascino Francese,
limiti della sua collocazione geografica, tra gl
sono esistite le fantasie vittoriane dell'Impero
scaffali dei supermercati nei quartieri “bene” d
Britannico, le utopie del Mondo Socialista, e molte
tutta Europa non manca mai da qualche temp(
altre. Tutti abbiamo
in altre parole,
tutto quello che occorre per fare una cena italia.
a vivere nello spettacolo: la realtà mediata dalle
na, dagli spaghetti al tiramisù. I bar all'italiana
immagini. Nuovo è, semmai, il fatto che sogni
completi di macchina espresso cromata, cornett
differenti
simultaneamente,
sul bancone e la lista deì prezzi in italiano (me
e incrociarsi senza elidersi, che un'immagine non
valuta locale), anche fuori stagione turistica son(
possono
imparato,
esistere
vi
I
È
| > REFER
sù
TA
sua percezione fantastica nell'immaginario media-
Pagina precedente:
tico in cui si collocano alla rinfusa abiti, oggetti,
L'icona italiana nell'epoca
certe automobili, il ristorante italiano all'angolo
della sua riproducibilità tecnica:
della strada, mobili di lusso, articoli sulle riviste
il Campanile di San Marco e il Palazzo Ducale
di divulgazione geografica, memorie di esperienze
nella Venezia del parco a tema Disney World,
i più affollati nelle zone “gentrificate” delle città glo-
turistiche, film in bianco e nero, fotografie, pubbli-
Florida, USA. Foto di Mahanam
bali. Poco importa che siano veri e antichi bar
cità. A questi frammenti
(Grazia Neri)
dove si riunivano gli emigranti, come il Bar Italia
abbiamo fatto riferimento per decostruire i tratti
a Soho, Londra, o nuovi bar-a-tema autenticamente
dell'icona italiana, un tentativo di analisi culturale
finti, credibili ma falsi, dove ogni particolare
degli elementi che compongono
è derivato da un progetto di immagine coordinata.
desiderio di Italia, dove moda, design, cucina
Manifesto del film L'avventura,
Insomma
“What is it that makes today's Italy so
e turismo sono determinanti e si intrecciano con
regia di Michelangelo Antonioni, 1959
different, so appealing?” Cosa rende l'Italia di oggi
altri aspetti della identità italiana nel contesto
(Farabolafoto)
così differente, così desiderabile?
Non si tratta
della cultura e della comunicazione di massa globa-
di una domanda banale, né di uria irrilevante serie
le. Questo libro si basa su due ipotesi. La prima
di coincidenze: in un mondo in cui la comunicazione
è che l'Italia immaginata, la sua icona spettacolare
L'immagine italiana ha un cuore meccanico.
è una delle più importanti risorse economiche, la
abbia raggiunto una tale presenza nella cultura
Moto Ducati MH 900 E, Prototipo, 1998
visibilità di solito si compra molto cara, l’immagi-
di massa globale da consentire la sua riproducibi-
Design Pierre Terblanche, Ducati Design Center
ne è merce altamente pregiata e strategica. Ma nessun paese è un’ azienda. L' Italia, per tradizione e natura politica, meno di altri. Non esiste, e difficilmente potrebbe esistere, un piano coordinato per l'immagine dell'Italia. La visibilità dell’i-
cona italiana non è mai stata una visibilità di “potenza”,
se
non
nel
ventennio
fascista,
e anche allora con risultati non completamente convincenti.
La quantità di investimenti di comu-
nicazione da parte di aziende italiane è complessivamente molto piccola se misurata in termini globali, anche se la si paragona agli investimenti di una sola tra le grandi corporate sovranazionali.
Eppure, trainati dalla popolarità universale della moda, che è l’unico settore industriale
in cui
l'Italia detiene l'egemonia mondiale, tutti i prodotti italiani si vendono bene in tutti i mercati che riescono a raggiungere. Se a generare la popolarità dei prodotti italiani, il loro successo e deside-
rabilità è in definitiva lo stile che fa riferimento alla specificità culturale, il contenuto dello “spet-
tacolo italiano” è descritto sulla superficie degli oggetti. L'icona italiana è il risultato dello scambio
incrociato tra la specificità culturale italiana e la 26
sparsi di immaginario
la geografia del
Pagina a fianco:
JN FILM DI
IAMFS ANDAMS: DORGTHY NE PALIDIA GIOVANNI PETRICDI- FOMERATNA RiCP
Ut. MIR NI
“NATIONAL
sr
AUGUST 19%
NATIONAL
GE@GRAPHIC
GE@GRAPHIC
Cinecittà, Roma
Foto di Gianni Berengo Gardin (Contrasto)
L'attrice Benedetta Buccellato in una versione moderna di un dramma greco Suunnc MORI
in scena in Sicilia. Copertina del National
Geographic, agosto 1995 AItpiiak posarsi sòcdi NATIONAL GEOGRAPHIC KOCIBTY comicane
Yer
iiinidecarii e tedNATIONAL GEDGRAPRIC SOCIETY mummror al
Foto di William Albert Allard
lità tecnica. In altre parole esiste una specificità
soprattutto in una samma di oggetti “italiani” che
culturale di ciò che è italiano, o che viene rappre-
contengono qualità simboliche ma anche qualità
sentato come tale, che va oltre la denominazione
tecnologiche e industriali: cosa ci fa quella moto
d'origine industriale: i prodotti itliani hanno suc-
“rosso corsa”, italiana, posteggiata in modo vistoso
cesso perché incorporano la rappresentazione
davanti alla rinomata galleria d’arte contemporanea?
dell'icona italiana, cioè contengono una qualità
Sembra
emozionale, sono i segni di un desiderio prodotto
mondiali. Perché nelle riviste a circolazione neo-
dall’ immagine dell’Italia che sta nella testa di
elitaria si parla sempre tanto dei nuovi mobili ita-
tutti... La seconda è che la specificità italiana, il
liani? Perché hanno alle spalle la declinazione di
“tasso di desiderio” che essa suscita è una risorsa
una cultura del design industriale che risale agli
di valore aggiunto, una fonte economica: un altro
anni Trenta e appaga le esigenze di rappresentati-
caso in cui una entità immateriale, di natura cul-
vità “colta” degli stati affluenti. Perché 180% dei
turale, interferisce con la natura freddamente
tessuti di qualità usati da tutti gli stilisti del
materiale dei dati economici e del fare industriale.
mondo sono italiani? Perché sono più belli e conse-
Di conseguenza
lavorando sulla specificità cultu-
gnati sempre in tempo. La scommessa per il siste-
rale italiana è possibile progettare “prodotti italia-
ma industriale italiano è di riuscire a far coincide-
ni” che rispondano meglio
alla domanda di “stile”
re non tanto la forma e la funzione, non solo il
italiano mettendo a frutto il valore immateriale
costo di produzione e il prezzo di vendita, ma le
che esso contiene. Il riconoscimento delle qualità
qualità culturali, di “segno” e quelle d'uso dei pro-
culturali del successo dei prodotti italiani compor-
pri prodotti. A sua volta l'icona italiana influenza
ta da un lato una ridefinizione del mantra made in
la percezione che gli italiani hanno di se stessi in
Italy - una definizione ottocentesca che fa riferi-
un gioco di specchi che rivela i nuovi meccanismi
mento
di fabbrica”
in movimento nelle relazioni tra media, mercato,
emanata nel 1887 dall'Impero Britannico - che ha
industria e società e in definitiva, i rapporti tra
accompagnato
realtà e immaginario. Un aspetto che attraversa
tempo
a una “Legge sul marchio
semplicisticamente
le lodi all'esportazione,
e per troppo
dall'altro l’idea
una scultura e però vince campionati
tutte le culture di massa
“nazionali” alle prese
molto radicata e altrettanto ottocentesca che la
con i flussi globali della comunicazione
cultura sia un: elemento separato e incompatibile
mercato e, dunque, non riguarda soltanto l'iden-
con la pratica economica.
Se il successo della
tità italiana. In ogni caso, è certo che l'icona
moda e del design italiano sono determinanti per
italiana conta nel mondo milioni di fan. E come
l'economia del Bel Paese, il futuro dell'economia
diceva
italiana è legato al filo molto sottile della capacità
di fan non sbagliano mai.
il filosofo rock di Graceland,
delle industrie italiane di promuovere e metabolizzare cultura
contemporanea
nei termini e nei
modi in cui essa si esprime sia sul piano “alto” che nel quotidiano e nel banale. Fortunatamente
per l'economia italiana, l'icona italiana si esprime 29
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C'è una sorta di spazio che ospita molti tra noi
persone,
per qualche ora quasi ogni giorno, dovunque
pervaso l'immaginario pubblico. Un’iconografia
ci troviamo:
del desiderio,
a casa
o al lavoro, a New York
di luoghi e di oggetti - ma ha ormai
che stimola
il consumo
di copie
o a Milano, a Sydney o a San Paolo. È uno spa-
meno pregiate e che trasforma la pratica stes-
zio la cui topografia è caratterizzata dalle ver-
sa del consumo, diventata un atto a sé stante.
sioni firmate
La pentola, nella versione
di strumenti
più d'uso comune
non sapevamo pensavamo
diventa
e dall’invenzione di altri che
di poter usare
di averne
cui prendere
bisogno).
(e tanto meno Uno
un caffè o comprare
qualcosa
stupefacente,
e di oggetti per lo
una
di diverso.
spazio
in
una pentola
Un’'architettura
straordinaria
varietà
di
più andante,
firmata o in quella
ha inevitabilmente
un'aspetto
diverso in una cucina normale, rispetto a quel-
Rigatone, contenitore
lo che aveva nel luogo dove è stata comprata.
per spaghetti, Alessi, 1998
Ma questo non sminuisce
Design Stefano Giovannoni
l'esperienza di uno
shopping alla ricerca proprio di quella pentola, del tempo
trascorso
in quel nuovo
iperspazio
lecumi e di suppellettili da cucina descritte nei
o in una
più complicati particolari, un'ambiguità rispet-
punto di vista culturale,
to a ciò che viene effettivamente
venduto.
stile, ha pervaso quasi tutti i mercati, trasfor-
Il fatto che si tratti di pentole e di tegami non
mando così lo shopping in una pratica di diver-
impedisce
sa natura, che si discosta dal fatto puramente
che questo sia uno spazio strategi-
co. Lo è davvero.
La sua influenza economica
e culturale ne travalica ampiamente
le dimen-
sioni e i volumi. Tocca solo una minoranza
30
- di
sua versione
strumentale
meno
costosa.
Da un
l’idea di design, di
e tende alla funzionalità,
a una
forma di socializzazione. Questo della socializzazione
è un nuovo
iperspazio
che doveva
essere
realizzato,
Esistono
che non
era dato a priori.
le più ampie condizioni
economiche
le cose
che rendono
possibile
questo
nuovo
spazio sono il nuovo mondo del lavoro transna-
e tecniche che lo rendono possibile, che posso-
zionale
informatici
a questo
no sostenere
collegati. Le funzioni di management
ai massi-
un'economia
del tutto particola-
e gli strumenti
re: iperprezzi, ipercosti di gestione, operazioni
mi livelli, quelle di servizio e di comando della
di portata mondiale.
nuova
E poi ci sono, più limita-
economia
globale
si concentrano
in
tamente, coloro che hanno prodotto l’iconogra-
modo
fia culturale
poli mondiali. La complessità di queste funzio-
che è il lubrificante/carburante
che fa funzionare tutto il meccanismo funzionare
benissimo,
e lo fa
in ogni angolo della
fin sproporzionato
in una rete di metro-
ni è cresciuta in modo gigantesco con l'avvento
della globalizzazione
e dell’informatizzazione.
terra, con echi in tutto il mondo: il /atte bar di
Di pari passo
Bombay
accanto
potere e i guadagni dei professionisti che ope-
affito anonimo su un muro
sentire
un po’ di più a casa
.ittle Collins Street, Melbourne,
abbiamo
stralia, 1996
dal nuovo palazzo della Deutsche Bank). Tra le
economia
o di Giannino Malossi
maggiori
queste
a saio Ne lava nba
alla boutique
nemmeno
% sa
ci fa
(e magari
non
notato l'ombra
possibilità
"NEL agio , SM
di Prada
economiche
proiettata
e tecniche,
sono
aumentati
rano in questo campo, assunto
il prestigio,
il
perché la loro opera ha
un'importanza
strategica
nella nuova
globale. Il lavoro, lo stile di vita di
persone
hanno
assunto
3,
31
un
carattere
cosmopolita.
dallo
spazio
digitale a quello
real
internazionale,
Merdolino, scopino da bagno,
di questa nuova
Alessi, 1994
genti e di professionisti sì spostano senza diffi-
radici in certe aree delle principali metropo
Design Stefano Giovannoni
coltà da una grande metropoli a un'altra, per-
Ma la crescente
informatizzazione
delle ati
ché restano comunque all’interno di uno spazio
vità economiche
non ha cancellato
l’esigen
topograficamente
di grandi centri internazionali
classe
I rappresentanti
muove
Pagina a fianco:
transnazionale
più limitato,
di diri-
che contiene
secondo
criteri geografici strategici, metten
per le attivi
ambienti di lavoro e residenziali ben riconosci-
commerciali e finanziarie e per tutte le risor
bili, qualunque
materiali
che vi si concentrano,
strutture
telematiche
sia l'angolo del globo in cui si
Pino, imbuto da cucina,
trovano.
Non è più un trasferirsi da un paese
Alessi, 1998
a un altro, quanto uno spostarsi all'interno di
intellettuali.
Design Stefano Giovannoni
uno spazio transnazionale,
stria completamente
e Miriam Mirri
rializzato.
La topografia
in parte deterrito-
del loro operare
si
dalle infr
più avanzate
In effetti, un'azienda
ai taler
o un'ind
dematerializzate
non es
stono. Anche
i settori più avanzati nel cam)
informatico,
come
quello finanziario,
s01
installati solo in parte nello spazio elettronic Lo stesso vale anche per ì produttori “digital come
quelli
che
Probabilmente,
creano
nuovi
softwar
uno degli aspetti più ironic
mente contradditori della nostra epoca sta n
fatto che in un'era di telecomunicazioni globalizzazione,
costituiscono
per i molteplicì
e
circuiti cl
l'economia globale la scelta d
luogo è fondamentale. Uno dei luoghi strategi
in questo senso è la grande metropoli. Con non si cessa mai di rimarcare,
esistono fol
spinte verso la dispersione spaziale delle atl vità economiche sia a livello metropolitano, s
a livello di singolo paese e mondiale. Ma qu sto è solo un aspetto del fenomeno
Sono comparse
in cors
nuove forme di accentramen
territoriale per le attività di gestione e di co)
trollo al vertice. I mercati nazionali e intern: zionali,
come
mondiale, compiere
le attività integrate
impongono
a livel
luoghi centrali
l’opera di globalizzazione.
i settori dell’informazione
in c. Inoltr
esigono un'amp
infrastruttura fisica, che contenga nodi strat
gici con un'iperconcentrazione
di funzio)
e servizi.
Infine, anche
strie nel settore processo ratori,
le più avanzate
dell’informazione
hanno
di lavoro (cioè un complesso
di macchine
e di edifici)
che
legati al luogo e più diversificati input operativi
l'apparato tramento
di quanto
d'immagini
non
un
di opesono
più
nei propri
lascì credere
degli output.
L'accen-
del controllo e della gestione di una
serie di attività economiche disperse quadro
indu-
non
geograficamente
è un fenomeno
di un “sistema
l'erogazione
mondiale”.
di un'ampia
ultraspecialistici,
spontaneo
nel
Richiede
gamma
di servizi
E, in questo senso, si tratta di luoghi strategici di produzione economia.
per i settori guida dell'odierna
La nuova
transnazionali e influente
queste
città. Non
paesaggio urbano.
sommate
è aumentata
delle
ti cruciali
la formazione
mentali è consistito
nel considerare
poli quali luoghi di produzione
attività
di punta
del terziario
le metro-
per le attuali
e quindi
nel
ricchi,
forze
di que-
la sua visibilità, numerica,
che
con l'avvento
della |
e dell'informatizzazione
economici
di industrie del terziario. Sono, questi, elemen-
fonda-
Il potere economico
rapidamente
settori
capitale. Nel mio lavoro, uno degli impegni
il proprio
dei vecchi
alla consistenza
la presenza
del
si tratta
sta classe, la sua influenza,
struttura per le telecomunicazioni,
le componenti/guida
a imporre
che erano e restano una presenza discreta nel
globalizzazione
oggi rappresentano
numerosa
stile di lavoro e di vita sul paesaggio urbano di
di un'’infra-
di quelle che
di professionisti
abbastanza
da riuscire
la realizzazione
per la valorizzazione
è
classe
di punta,
principali
costituiscono
che
di un nuovo
spingono iperspazio
dei una
verso per la
socializzazione. Ma, mentre questa nuova classe
transnazionale
di professionisti
e di dirigenti
è la protagonista economica di questo fenome-
no, lo spazio si è allargato oltre i limiti più ristretti del nucleo centrale del business
ritrovare l'infrastruttura fatta di tante attività,
nazionale.
Più in generale,
di aziende, di mansioni, necessaria a un'econo-
formazione
di ambienti
mia d'impresa
nalizzati,
inter-
assistiamo
alla
Ermenegildo Zegna,
fortemente
internazio-
immagini della campagna
in seguito alla presenza
di aziende
pubblicitaria Collezione
c'è la pratica del controllo globale: quel lavoro
e di personale straniero, alla nascita di merca-
Autunno/Inverno, 1998
che consiste
l'orga-
ti globali in campo artistico e alla circolazione
Foto di Mikael Jansson
nizzazione e la gestione di un sistema mondiale
internazionale della cultura nelle sue massime
(Per gentile concessione di Zegna Spa)
di produzione
espressioni. C'è tutta una serie di nuovi utenti
avanzata.
servizio
del tutto
nel produrre e riprodurre
e di un mercato
bale, entrambi economica.
Al centro
finanziario glo-
in condizioni di concentrazione
Le metropoli globali sono centri di
e di amministrazione
internazionale,
del commercio
delle attività di investimento
della città, oltre alla classe del business internazionale.
Sono
moltissimo alcuni
persone
che chiedono
alla città, ne hanno
spazi
strategici
a propria
spesso
ricostituito immagine:
e di direzione centrale. In altri termini, la mol-
c'è, di fatto, da parte loro, la rivendicazione di
teplicità delle attività specialistiche
presenti
tutta la città. Anche grazie a loro la morfologia
globali è oggi fondamentale
sociale della città si modifica e diventa quella
an7120P8iNvar
nelle metropoli
per la valorizzazione,
anzi per la supervaloriz-
che Martinotti
zazione,
di punta
seconda
dei settori
64
del capitale.
(1998) chiama
generazione”,
la “metropoli di
la città della
tarda
‘Europa di notte vista dallo spazio
modernità.
Chi sono gli attori che producono
l'iconografia nuovo
culturale
che fa sì che questo
iperspazio diventi coerente
bile al di là di ogni confine i designer sono
e gli universi
inseriti.
Si tratta
specifici. Non sono
e riconosci-
e paese? Sono
culturali
in cui essi
di universi
particolari
definiti da qualche concetto
astratto di buon design. Sono universi di cultu-
ra che regolarmente
fanno
esplodere i limiti
stabiliti di quel che si considera Pur essendo
design
spesso sregolati, eccentrici,
nul
vieta che qualcosa
di sregolato
non
la strada agli altri. Quell(
possa
indicare
che più stupisce sempre
è come
più grande
potrebbero
contenuti
essere
specifici
l’Italia
“italiane”
e un numero
alla
offrano
nuova
ch
concreti
iconografia
Questo libro è pieno di esempi
del gusto
iconografia
ed eccentri(
di rappresentazioni
culturali
transnazionale.
(Archivio Infinito)
buon
italianizzante
culturale.
Il nuovo
della
nuova
iperspazio
ha
una topografia che si intreccia continuamente \acchina per caffè espresso Faema, 1998
con
lo spazio
digitale.
‘oto di Leslie Fratkin
lo fa in un'esplosione di spazi culturali concreti, caratterizzati menti
in modo
“italianizzanti”.
topografia
Quando
penetra
tocca
schiacciante
terra,
da ele-
Nel punto in cui questa nello
spazio
digitale,
in quell’intersezione, spesso presenta la stessa caratteristica: non cosa
il cybercaffè
che serve
latte
è che una
di queste
intersezioni.
Ma che
succede
a quella
topografia
quando
si trova
in uno
finalmente
spazio
digitale? Si arrende
all’iconografia
Silicon Valley e Alley?
30
visuale
delle
Wi Esiste davvero un'identità italiana? Nonostante le
intendendo
dispute politiche accese negli ultimi anni dalla
quel cemento storico e antropologico che fa l’iden-
Lega Nord, oggi è difficile negarlo. Che cosa sia
tità nazionale. Dalla parte opposta e non molto
l’Italia, che cosa significhi essere italiano, quali
tempo dopo, al patriota Massimo
siano i confini politici e culturali del paese, appa-
attribuita un'espressione altrettanto proverbiale:
re ben chiaro tanto ai suoi cittadini, quanto agli
“L'Italia è fatta, ora bisogna fare gli Italiani”.
stranieri che si interessino del paese. Esiste una
Intorno al tema della disunità italiana, dello scar-
lingua comune
parlata dalla maggior parte della
so senso collettivo degli italiani, delle differenze
popolazione, non è difficile identificare contenuti
che in questa popolazione superano di gran lunga
di una cultura materiale unitaria (cibi, bevande,
l'omogeneità, vi è una letteratura molto vasta, che
divertimenti, conoscenze,
va dalle lamentele dei poeti nazionali a una ric-
mente
vi è un sistema
abitudini). E naturaleconomico
e politico
sottolineare proprio la mancanza
di LE PROVINCE: Posizione - Superficie - Popolazione
t- 100.000 abitanti
d'Azeglio fu
chissima produzione pubblicistica anche recente.
integrato sul territorio italiano, uno stato, una
In realtà ogni identità, soprattutto quella naziona-
bandiera, un esercito.
le, è sempre il frutto di un progetto storico-politi-
Toscana, Atlante delle Regioni,
A guardar bene questa identità che sembra così
co, non è mai semplicemente
Istituto Geografico De Agostini,
ben stabilita è però piuttosto debole, perché rela-
Che oggi esistano pacificamente in Europa le iden-
tivamente recente. Centocinquanta anni fa circa,
tità austriaca e svizzera, separate da quella ger-
un politico intelligente
di
manica, per esempio, al di là dell’ovvia parentela
Metternich sostenne, con una battuta molto citata,
linguistica e culturale, è un fatto storico assodato,
che “l'Italia è solo un'espressione geografica”,
ma questo deriva da scelte politiche e culturali,
36
come
il principe
un dato di fatto.
Novara, 1956
Enio
SSR
|
TERMINI
[IMERESE
3
(si
i
VIE: CIT i)
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COSTUMI
DELLA
PIANA DEI GRECI
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CALTANISSETTÀ
È n
AUS DC iP1 sumnento dn
pa
Ml
Biel; TS i È pers 1)(a
LÌ
ia, Atlante delle Regioni,
insomma da un lavoro storico di costruzioni iden-
zone, questo oggetto artistico, questo tipo fisico,
Uto Geografico De Agostini,
titarie. Lo stesso per l'identità scozzese distinta
quest’espressione
ara, 1956
da quella inglese, per quella catalana, e natural-
politica, questa forma di criminalità sono “tipica-
la di Vsevolod Niculin
mente anche per quella italiana. L'identità nazio-
mente
nale è un dispositivo semiotico che reinterpreta in.
e via dicendo).
termini differenziali tutti i contenuti della vita economica politica e sociale: questo cibo, questa can-
linguistica, questa struttura
italiani” (piuttosto che francesi, tedeschi In quanto
tale l'identità è una
causa potente di comportamenti, attese, interpretazioni. Ma essa è ancor 37
più un effetto di tali
Bancarella di souvenir a Fontana di Trevi, Roma Foto di Thomas Ernsting (Grazia Neri)
Piemonte,
Atlante delle Regioni, Istituto Geografico VSEVOLOD
NICULIN
De Agostini, Novara, 1956
COSMOGRAPHUS
Tavola di Vsevolod Niculin
comportamenti,
una costruzione che si realizza
i quali a tutt'oggi sono le lingue d'uso normali di
nella storia e in essa può decadere.
più di un terzo degli itali ani. E non sì tratta sem-
In particolare questo è vero per l'aspetto naziona-
plicemente di varianti regionali o di classe senza
le dell'identità, che è un modo di organizzazione in
prestigio o struttura 0 di residui antichi, come
concorrenza con altri più vasti (l'identità europea,
accade per i dialetti fra neesi o inglesi: il veneto
quella cristiana o musulmana,
l'identità occiden-
e il siciliano, il napoletan 0, il romano e il milanese
ecc.) e di livello minore
sono lingue antiche e so lide, dotate di letterature
tale, quella comunista
(l'identità comunale, regionale, professionale ecc.)
ricche, antiche e prestig iose, e che hanno
su cui ha prevalso nettamente
nel secolo fra la
un largo bacino di utenza come prime lingue d'uso.
Rivoluzione francese e quella russa. Anche in que-
Che l'italiano come ling 1a letteraria sia sempre
sto momento
ancora
l'identità italiana deve fare i conti
Stata un fatto artificiale >, tanto da far problema
con la concorrenza di quella europea e soprattutto
anche ai più canonici f ‘a gli scrittori nazionali
con quelle regionali e comunali.
come Alessandro Manzon i (Che a casa sua parlava
La costruzione dell'identità italiana è insieme
francese o milanese), è u n’eredità che pesa ancora
antica e molto recente. Nella Divina Commedia
oggi sulla letteratura
Dante cita undici volte l'Italia, come un fatto geo-
esempio quel certo impaccio a produrre una lin-
grafico ben preciso, cui egli attribuisce anche
gua credibilmente
corazione tradizionale
confini non troppo diversi dagli attuali; ma la
caratteristico di molti scrittori italiani, ma produce
tiliana su un motofurgone
Commedia stessa è esplicitamente il frutto di un
anche l'incomprensibile gergo giuridico e burocra-
Je Piaggio, Catania 1998
progetto culturale dantesco,
tico di tante leggi e regolamenti.
to di Melo Milella
un'identità culturale e linguistica. Il progetto poli-
Un'altra conseguenza decisiva del ritardo nel pro-
tico conseguente,
getto di uno Stato nazionale è dato dal numero di
volto a costruire
quello dell'unità italiana, prese
italiana:
quotidiana
determina
pei
che è un limite
e mezzo dopo e oggi ha
città che sono state più o meno a lungo capitali
meno di un secolo e mezzo di vita. Nel frattempo
di uno stato grande o piccolo e hanno conservato
la costruzione
memoria
corpo solo cinque secoli
di un'identità italiana è stata
un'idea elitaria, prevalentemente
intellettuale,
di questa condizione, non solo nel ricco
patrimonio artistico, ma anche
nel rifiutarsi di
coltivata più da scrittori che da politici e ignorata
attribuire prestigio e lealtà nei confronti di uno
dalla maggior parte della popolazione.
Stato centrale vissuto
Le conseguenze del ritardo secolare della politica
espropriatore
nazionale italiana non sono state solo politiche.
come oppressore. L'identità comunale (l'essere fio-
Per fare un esempio particolarmente significativo,
rentino o senese, romano o napoletano),
la lingua italiana è stata fino alle soglie del
quella regionale (il sentirsi siciliano o pugliese,
Novecento una realtà quasi esclusivamente lette-
piemontese
raria,
forte dell'identità nazionale. La prima è spesso
parlata
solo come
dialetto
toscano;
è dovuto aspettare fino al censimento
si
del 1961
in qualche
delle libertà
o lombardo)
modo
come
locali e dunque
è in genere
o almeno
molto più
vissuta come un fatto concreto, ricco di conseguen-
per poter vedere che la maggioranza degli italiani
ze (per esempio
parlasse la lingua nazionale
del carattere ecc.) e anche come un valore, che di
invece dei dialetti,
sul piano dei gusti alimentari.
39
solito corrisponde
ad altre identità concorrenti
penso male dei modenesi, i fiorentini
di disvalore
rigidamente unitario, con dure repressioni e l’im-
(essendo bolognese
posizione di una burocrazia diffidente verso ogni
all'attribuzione
come
ecc.). La seconda
senese
rischia spesso di
essere astratta e priva di conseguenze È il famoso
municipalismo
detesto
pratiche.
italiano, che spesso
forma di autogoverno, è stata certamente un'aggravante decisiva. Ma anche in un accenno così fuggevole come
il nostro
non si può ignorare
l'ostacolo all'unità nazionale costituito dalla pre-
di una
senza in Italia del Vaticano (e dall'inizio dello stato
ogica familistica o di clan, che molti studi sociolo-
unitario, come forza di opposizione delegittimante).
è stato interpretato come
gici e antropologici
un'estensione
trovano diffusa, soprattutto
Ma soprattutto
la storia ha avuto
un'influenza
linguisti e antropologi
riconoscono
nella parte meridionale del paese.
importante:
] ritardo italiano e le sopravvivenze di altre iden-
nella divisione dei dialetti e della cultura materia-
tità forti che esso determina
non è un fenomeno
del tutto isolato nel panorama europee:
la Germania
delle nazionalità
ha conosciuto
una vicenda
le (per esempio nella contrapposizione
fra una
cucina del burro e una dell'olio, che segue all’incirca la delimitazione
fra Italia continentale
storica
analoga e frammentazioni
e incertezze
e peninsulare, lungo la linea dell'Appennino ligure
ancora
maggiori si sono avute nel caso dei paesi
e tosco-emiliano) divisioni che risalgono ai diversi
balcanici, che hanno subito anche per questo un
insediamenti stabiliti in epoca preromana. Sia che
destino di guerre
Rispetto
il sostrato etnico-linguistico abbia retto agli acci-
all'esempio tedesco è evidente però che l’idea
denti di venti secoli di invasioni e migrazioni; sia
dell'unità
che queste si siano per ragioni storico-geografiche
e attraente
civili endemiche.
nazionale
è risultata
e la differenziazione
meno
forte
antropologica
modellate sulle linee di forza precedenti, resta il
nella popolazione italiana è risultata maggiore.
fatto che le divisioni regionali di oggi, con i diffe-
Non è certamente
rilievo, per il rapporto
renti sistemi fonologici, ma anche con certi com-
degli italiani con lo stato unitario, che l’unità poli-
portamenti elettorali, con la diffusione di fenomeni
tica italiana sia stata realizzata da un'entità peri-
come la cooperazione o la criminalità organizzata,
ferica, priva di prestigio storico e culturale come
rispecchiano antichissime
il Piemonte, governato da una dinastia di origini
esempio la tesi di Robert Putnam
straniere come
civica nelle regioni italiane, Mondadori,
senza
i Savoia; e non è da trascurare il
fatto che questa conquista
(La tradizione
Milano,
Madonna in West Houston Street,
realizzata
1993) che fa risalire il diverso rapporto dei citta-
Manhattan, New York, 1998
molto velocemente, in seguito a un'abile combina-
dini con lo Stato nel sud e nel nord d'Italia alla
Foto di Leslie Fratkin
zione politica internazionale, spodestando sovrani
contrapposizione
legittimi e talvolta benvoluti e senza
Medioevo
partecipazione
popolare,
sia stata
frontiere. È nota per
un'adeguata
invece che in seguito
a una politica secolare del più importante interamente
germanico
com'era
la Prussia
stato nel
che si verificò alla fine del
fra lo stato feudale dei Normanni
nel
meridione e il fiorire della civiltà comunale autogestita in Toscana, Emilia, Lombardia. divisione,
che certamente
è ancora
Ma questa viva, corri-
caso tedesco. Che poi a una conquista così preca-
sponde anche a quella che separava,
ria sia seguita la pretesa di costruire uno stato
secolo prima, le linee di influenza longobarda
42
qualche
Pagine precedenti: Sicilia, cartolina anni Cinquanta (Civica Raccolta delle Stampe A. Bertarelli, Milano)
e bizantina; o altri mille anni prima, al confine che
delimitava
le colonie
greche
nella penisola.
E si potrebbe continuare a lungo, citando
la continuità
comportamento
fra alcune
elettorale
Der esempio differenze
e il territorio
di
della
Repubblica Veneta. Non si vuol dire con questo chi
vi sia un destino che lega
la Magna Grecia
alla
prevalenza della criminalità organizzata, o l’inse-
diamento
dei Galli cisalpini al
è avvenuto
lo sviluppo
triangolo in cui
industriale
italiano
Ma certo quello italiano è un territorio segnato da forti tracce storiche e anche quando l’innovazioni
lo percorre, segue fatalmente queste linee.
Un esempio, inoffensivo
ma pieno di sigi ficato
è quello della cucina. Alcune delle icone della tra dizione culinaria
recenti.
italiana
La pizza come
quanto antichissime
sono
in realtà
noi la conosciamo,
ae che essa
pel
siano le sue radici ultime,
non ha più di cent'anni, come denuncia “Margherita”
moll
della sua
fu dedicata
versione cent'anni
il nom‘
base: è not fa alla regina
ss Margherita, moglie di Umberto I. Ma anche la difi fusione di spaghetti e maccheroni
al pomodoro
non è molto più antica : la cultura del pomodoro nel sud non si diffuse prima dell'Ottocento.
Lo
stesso si può dire di piatti settentrionali come
l
polenta e i vari cibi a base di patate.
(9A)
Il mai
e la patata si affermarono a partire dal Settecent
Dunque la cultura culinaria recente e dipende
fortemente
italiana è piuttosto dall'affermazio
di piante introdotte dal Sudamerica
molto lenta-
mente nei secoli successivi all'apertura delle rotte atlantiche. materiale
Ma anche
tutta questa nuova
non si è diffusa omogeneamente
cultura per il
territorio: si è distribuita in modo da rispecchiare la divisione territoriale storicamente determinata.
È evidente che di fronte a una situazione di questo
italiani da
e non molto amata, che l'occasionale unità intorno
Pagina a fianco:
Cavour in poi (e degli intellettuali che si misero
al tifo per la nazionale di calcio è smentita dalla
Monelli mangiamaccheroni,
al servizio del nuovo Stato) fu quello di stabilire
pratica costante della critica dell'identità naziona-
cartolina inizio secolo
un mito unitario, di riportare dunque a un'unica
le (e dai dati economici),
(Civica Raccolta delle Stampe A. Bertarelli, Milano)
vicenda le storie molto diverse che riguardano
scrisse Giacomo Leopardi centocinquanta anni fa,
Palermo e Torino, Napoli e Venezia. Per stabilire
“gli italiani non hanno costumi, essi hanno usanze.
quest unità orizzontale del territorio era necessa-
Poche usanze e abitudini essi hanno che si possa-
rio innanzitutto cercare di rafforzare l’unità verti-
no dire nazionali, ma quelle poche sono seguite
cale della storia, rimandando
tutte le diverse
piuttosto per assuefazione” . E come certi souvenir
unitario prece-
turistici, l'identità italiana, poco apprezzata dai
tipo il compito di tutti i governanti
vicende locali all'unico momento
dente alla costituzione dello Stato nazionale, cioè al dominio romano.
Ma era perciò necessario
produttori, ha un ottimo mercato all'estero.
in
generale ignorare i conflitti, anche sanguinosissimi, che contrapposero
stati, località, contrade,
famiglie nel corso dei secoli, e dunque occultare il fatto che i cambiamenti epocali sedimentati nel
corpo fisico delle città (l'Antichità, il Medioevo, il Rinascimento,
il Barocco ecc.) erano esattamente
il frutto di questi conflitti. Di qui una certa conce-.
zione della monumentalità, con gesti anche clamorosi come quelli che il fascismo compì a Roma, sconvolgendo
il tessuto urbano
per mettere
in
rilievo i segni della classicità, ma anche a livello meno estremo nel modo in cui si è cercata la convivenza di oggetti storici diversi nel tessuto urbano, introducendo artificialmente i segni mancanti (per esempio il Medioevo ricostruito di Bologna). Di qui, ancora, la selezione di una cultura materiale e ideologica di sintesi, che è proseguita ininterrottamente
fino a oggi (la fusione della cucina
meridionale con quella toscana, la glorificazione
Pulcinella a Napoli,
della canzone napoletana, il mito cinematografico
cartolina inizio secolo
e letterario dell'italiano brava gente”), che si rea-
(Civica Raccolta delle Stampe A. Bertarelli, Milano)
lizza in fenomeni così diversi come i gondolieri veneziani
che cantano
O sole mio per i turisti
e il sacrario neoclassico del Milite ignoto a Roma.
Resta il fatto che quest'identità nazionale è incerta 44
che insomma,
come
|
|| | | |
|
Ù
—0 Ortoleva eppino Questo libro e questa ricerca mirano a cogliere
di assaggi; e scopre poi che, sia pure con piccole
qualcosa che può apparire intuitivo, e insieme
ma non sempre irrilevanti differenze, si tratta di
è impalpabile, o forse è semplicemente molto diffi- ‘ immagini condivise: cile da mettere
a fuoco. Esiste un nesso
tra
luoghi comuni,
appunto.
ITALY IS THAN
A
A volte sembra che alcuni fatti di cronaca, una un mutamento
LESS DAY
AWAY
l’immagine di un paese, tra i modi cioè in cui
pubblicità azzeccata,
del flusso
l'identità di questo paese viene percepita all’ester-
turistico, bastino da soli a modificare, in un tempo
Sabena’s through flights speed you to Milan — Rome — Naples . . . without
no, e la capacità del paese stesso di “fare moda”,
rapidissimo,
change of plane. Fast, convenient con-
cioè di vendere dei prodotti legati alla sua imma-
volte si deve invece constatare quanto siano diffi-
gine, e di imporre nel corso del tempo i suoi pro-
cili da scuotere davvero preconcetti che si sono
dotti come canone, come modello a cui i consumi
radicati nel corso dei decenni,
debbono ispirarsi? Come funziona questo rapporto
Esplorare l'universo delle immagini e degli stereo-
nel caso specifico dell’Italia?
tipi significa quindi muoversi sempre e comunque
Ciò che rende così impalpabile, così difficile da
in un mondo insieme fragile e duraturo, su un ter-
cogliere, il nesso tra l’immagine di un paese e il
reno friabile e denso di fraintendimenti: malintesi
suo ruolo nella moda è certo anche la natura
fra chi dell'immagine è portatore e chi ne è l’'og-
“leggera”, vaga e insieme persistente, dei luoghi
getto; ma anche fra le diverse versioni e sfumatu-
comuni. E le “immagini”, le icone, gli stereotipi,
re di un'immagine apparentemente comune.
le immagini diffuse. E tante altre
o dei secoli.
sono appunto dei luoghi comuni. Giascuno di noi si
forma di ogni paese (incluso il proprio) un'imma-
Parole chiave. Moda e identità
gine fatta di esperienze vissute, di altre riferite, di
Per di più, con il fatto stesso di collegare fra loro
icone acquisite attraverso la pubblicità, di letture,
tre dei termini che abbiamo
46
evocato, l'identità,
nections to the key cities of Europe ... to Africa and the Belgian Congo . . . the Middle East... to 85 destinations on 4 continents. Fly The Royal Sabena (First Class) or
go Tourist Class also by Super DC-6°s. Lady Sabena Club makes feminine travelers “at home” abroad, Stop-over privileges. Consult your Travel Agent or
The Route of the Cathedrals
589 Fifth Avenue,
Los Angeles + Dallas + Detroit »+ Miami +
SR
ei
ha
New York, NY
Philadelphia » Chicago + Washington » San Fri
Moschino. Borsa per la spesa
in rete di plastica, 1997
Pagina a fianco: Inserzione pubblicitaria della compagnia aerea Sabena dalla rivista americana Holiday, aprile 1955
“Isetta, una rivoluzionara nuova auto, non più grande di un carretto per gelati, aperta sul frontale come una portantina, motore posteriore,
un modello così raro che la gente la insegue correndo: qui è parcheggiata accanto alla straordinaria casa di appartamenti con la scala di cristallo dell’architetto Moretti...” Vogue USA, gennaio 1955
lo stereotipo, la moda, andiamo a toccare alcuni
nostri e dell'ambiente. Ma anche varietà all’inter-
dei punti più delicati, e sottilmente contraddittori,
no stesso di una persona.
della percezione di sé delle società contempora-
L'elementare verità sociologica, per cui ciascun
nee. Ed è bene provare a mettere ordine in alcuni
individuo appartiene simultaneamente
di questi concetti, per evitare ancora altri frain-
gruppi, era rimasta in parte (solo in parte) nasco-
tendimenti: quelli che nascono dall'uso vago del
sta nel corso di un secolo dai grandi sistemi ideo-
linguaggio. Per identità intendiamo qualcosa in cui
logici imperniati
sentiamo di poterci identificare, di poterci ricono-
dalla classe alla nazione. Ora sta riprendendosi
scere al di là dei mutamenti che continuamente
i suoi diritti con gli interessi (with a vengeance):
sperimentiamo,
di origine biologica 0 sociale.
oggi il termine identità evoca spesso un'immagine
Negli ultimi decenni, il concetto di identità sembra
di incertezza e di instabilità. Ne è sintomo l’im-
aver subito, nelle diverse lingue occidentali, una
mensa
doppia, e contraddittoria, torsione.
psichico in sé rarissimo,
Da un lato, l'identità si presenta oggi come l’ele-
personality disorder, per cui in una stessa perso-
mento
na convivono
centrale, essenziale,
di ogni aggregato
a diversi
su identità onnicomprensive:
letteratura fiorita attorno a un disturbo il cosiddetto multiple
senza apparentemente
dialogare
sociale. Si tende sempre più spesso a parlare di
identità radicalmente altre. L'interesse attorno
“identità nazionale”,
che
a questo male nasce evidentemente non dalla sua
di “patria”. In questo modo si sottolinea l'adesione
rilevanza statistica ma dalla sua rilevanza simbo-
soggettiva di ciascuno al gruppo a cui appartiene.
lica. Si presenta come una proiezione amplificata
Il termine identità tende a sovrapporsi al termine
ed emblematica di un processo che riguarda tutti.
“cultura”, inteso come patrimonio da salvaguarda-
Tanto più emblematica perché si tratta di un feno-
re e come elemento distintivo tra un gruppo socia-
meno patologico. Anche per i celebratori del post-
le e un altro. E, come la cultura, l'identità intesa
modernismo, la moltiplicazione e l'incertezza delle
in questo senso appare bisognosa di difesa e di
identità cela evidentemente
conservazione. Quando si parla di identità, quindi,
dittorio e di inquietante.
anche senza volerlo si evoca
un
Quando associamo il termine identità con il termi-
bisogno di stabilità, un bisogno che sembra accen-
ne moda, sembra ovvio che ci riferiamo a que-
tuarsi in presenza di una rapidità di mutamenti
sta seconda accezione del concetto di identità.
superiore al passato e di una continua varietà di
È a questo che fa riferimento un antropologo come
incontri e scambi fra culture differenti.
Ted Polhemus quando parla di un supermercato
D'altra parte, soprattutto a partire dagli anni
degli stili, e implicitamente delle immagini di sé,
Settanta, una crescente letteratura sottolinea la
a cui ciascuno continuamente attinge. Instabile
varietà delle identità che ciascuno di noi può
e capricciosa per definizione, la moda sembra
assumere,
il carattere arbitrario delle apparte-
malissimo disposta a confrontarsi con i patrimoni
nenze in una società “postmoderna”. Varietà nel
culturali di lungo periodo, ma perfettamente equi-
tempo, cioè possibilità di “cambiare”
paggiata per guidarci, di momento
ad esempio,
un'esigenza,
nel corso della vita, adattandosi 48
invece
identità
ai mutamenti
qualcosa di contrad-
in momento,
dall'una all'altra delle “multiple personalità”
“Scena: le rovine di Agrigento Notizia: disegno e taglio greco.” Servizio di moda in Sicilia. Foto Henry Clarke, da Vogue USA, gennaio 1955
Ne siamo proprio
spesso a ricomprare ogni volta, con piccole varia-
certi? Non sarà invece vero che la moda è uno dei
zioni (che possono sembrarci enormi ma solo per
terreni di incontro e di scambio
una distorsione
dell'individuo
postmoderno.
fra queste due
ottica dovuta alla vicinanza)
ciò in cui veramente ci identifichiamo.
accezioni dell'identità? Un tratto caratteristico delle società contempora-
nee sta nel fatto che i suoi miti e credenze non si
Icone dell'altro
presentano nella veste perennemente
Anche
del sempre-uguale
ripetitiva
ma in quella, solo apparente-
il rapporto
fra la moda
e gli stereotipi
è tutt'altro che semplice o banale. E non è un
mente opposta, di un mutare incessante dove però
caso, perché il termine
alcuni schemi
restano ricorrenti. I grandi miti
conosciuto una vicenda parallela a quella del con-
novecenteschi, dalla conquista del West ai viaggi
cetto di identità, di cui in fondo è il rovesciamento
fantascientifici nel tempo, dal detective in lotta
speculare.
con il crimine alla pattuglia di eroi soli contro un
senso letterale del termine, una rappresentazione
nemico potentissimo, non assumono
(come i miti
data per acquisita comunque, prima di ogni verifi-
classici) la forma di pochi racconti ripetuti infinite
ca; si esprime però non tanto per mezzo di diretti
volte con variazioni stilistiche e di particolari, ma
giudizi di valore, ma piuttosto nella forma di un
di infiniti racconti sempre “diversi” che ribadisco-
repertorio di racconti e icone.
no però uno schema stabile fino all’incrollabilità.
Troppo spesso, studiosi e giornalisti tendono a leg-
Anche i miti fondanti delle identità personali e di
gere le icone e gli stereotipi come
gruppo (come i preconcetti relativi a ciò che è al-
entità organiche e coerenti da decifrare e inter-
Mr Truex ha scelto questa innovativa lampada da pavimento coni
tro da noi) si affermano, spesso, non nella forma
pretare. È preferibile parlare invece di repertorio,
luci mobili, che userà nel suo ufficio alla Parson School of Design
di una ripetizione stabile di un'icona perfettamen-
perché si tratta di un insieme spesso eterogeneo,
A Roma ha ordinato un abito strettamente convenzionale che indi
te eguale a se stessa, ma in quella di immagini
la cui forza non sta nella coerenza
nella foto, in tessuto grigio di lana leggera, tagliato su misura
sempre diverse ma con un significato sostanzial-
nell'adattabilità alle circostanze. Per essere utiliz-
da Gennaro. Sempre da Roma provengono la camicia di lino grigi
mente
fra
zabile nella vita quotidiana, infatti, lo stereotipo
la cravatta di lana e le scarpe, fatte su misura da Gatto.”
in cui
deve configurarsi come un patrimonio a cui attin-
Foto di Coffin
prevalevano le diverse scene della vita di Cristo
gere in ogni momento, ma un patrimonio flessibile,
Articolo da Vogue USA, dicembre 1949
(fissate istante per istante su modelli canonici)
il che consente di pescarvi di volta in volta gli ele-
e la moderna
menti più utili a illuminare le concrete esperienze,
stabile. È la differenza,
l'iconografia medievale
ad esempio,
o rinascimentale
iconografia fotografica, fatta di im-
magini sempre diverse, e volutamente nee”, di persone
sempre
“sponta-
diverse, dove però si
stesso “stereotipo”
Lo stereotipo è un preconcetto,
ha
nel
testi, come
ma semmai
che sono a loro volta fluide e mutevoli. Quando
la moda
si appropria di uno stereotipo
ripetono fin nei particolari per quanto riguarda le
e ne fa oggetto di acquisizione (abito da indossare,
Pagina precedente
occasioni e ì modelli. Rispetto a questa iconografia
maschera da esibire) non fa che ribadire il senso,
“The best to buy”:
del mondo moderno, così mutevole e insieme così
insieme, di distanza e di riconoscimento di cui gli
una guida per il visitatore
stabile, la moda offre qualcosa di più: la possibi-
stereotipi, tutti, sono fatti; lo consuma certo, ma
alle specialità del paese e dove cercarle.
lità di vivere queste immagini, indossandole lette-
insieme lo conferma.
Foto di Arnold Newman
ralmente. Nel “supermercato delle identità” si va
Nella sua febbrile mutevolezza
la moda è un ele-
da Holiday, aprile 1955
{
|
“Roman contrast” Stazione Termini, costruita
nel 1950, e mura romane, VI secolo a.C. Roma,
da Holiday, aprile 1955
di oscillare da un'Italia tutta “milanese”
abiti, design) a una fortemente
(cibo,
“meridionale”,
e viceversa, coniugando e distendendo nel tempo gli estremi opposti.
Uno dei pochi sociologi che abbiano davvero capi-
to la moda, il francese Gabriel Tarde, diceva che
mento di paradossale stabilità delle società con-
essa è tipica di società che sono più legate al pro-
Sono aspetti diversi di un'unica realtà, ma sot
temporanee:
prio tempo che al proprio paese (per la tradizione
anche differenti modi di coniugare tradiziol
vale il contrario). È un'osservazione preziosa: la
e modernità; e la forte persistenza dell’icon
moda ha nel suo DNA la curiosità variabile, sul
Napoli non sarebbe spiegabile senza la sua ass
La forza della moda e le immagini dell'Italia
filo del tempo, verso paesi e culture differenti con
luta peculiarità da questo punto di vista.
In questo, la sua apparente frivolezza è profonda-
il suo sbocco commerciale, il consumo di stereoti-
delle prime e più antiche città di popolo europ@
mente ingannevole. Possiamo al contrario, forse,
pi. Orienta cioè verso un paese o un altro e (più
è da sempre capitale di una propria indusu
sostenere che si tratta (nel bene e nel male) di
spesso ancora) verso l'uno o l'altro aspetto di
culturale spesso provinciale per contenuti,
uno dei luoghi principali dell'incontro e scontro
un'immagine
modernissima
fra culture e stereotipi che segna
come intimamente “contemporanei”;
paradossale
anche in quanto tiene
insieme aspetti apparentemente inconciliabili.
le società
nazionale, in quanto li fa sentire di una con-
per organizzazione,
Ji
etnocentri
e universalistica insieme.
Quali sono i motivi di questa
temporaneità spesso sorprendente e paradossale,
Questo concentrato di bellezza e di orrore è lega
sorprendente “forza” della moda, di questa sua
perché pescata anche in epoche lontane, ma non
a tradizioni
funzione apparentemente
per questo meno intimamente sentita.
è insieme uno dei luoghi del mondo dove più pi
così essenziale, nel gioco delle identità e delle
Aiuta così a costruire
vale, come strumento essenziale di organizzazil
appartenenze? Un primo elemento di forza sta nel
repertorio duraturo e flessibile, dove tutto può
sociale, il mercato. Una città per molti versi arde
suo carattere ciclico. Se guardiamo con attenzione
essere “dimenticato” da un momento all’altro e poi
ca che è anche una delle più autentiche metropo
i repertori di immagini e luoghi comuni di cui ogni
ricomparire.
d'Europa.
stereotipo (di sé e dell'altro) è fatto, ci rendiamo
dell'Italia è singolarmente adatta a un processo di
mode, culturali come di consumo,
conto che contiene, in generale, delle contraddi-
questo tipo. Più di altri paesi, infatti, il nostro pre-
oltre un secolo a esserne di volta in volta attre
zioni irrisolte e irrisolvibili. Così è per l'intreccio
senta un'identità composita,
e respinto, in un'oscillazione interminabile.
di inesorabile efficienza tecnica e di libertà illimi-
diverse realtà regionali, ma anche di diverse “epo-
tata, quasi anarchica (la “libertà nel senso scemo
che d'oro” (la romanità come il tardo Medioevo di
Scambi culturali
del termine”
Dante e Giotto, il Rinascimento
L'importanza della moda nei giochi delle ident
contemporanee.
interstiziale, eppure
di cui parlò una volta Jean-Luc
nel corso del tempo un
D'altra parte, l’immagine diffusa
fatta non solo di
quattro-cinque-
apparentemente
Anche
immutabili, €
per questo lo sguardo dell
continua l
prevalente
centesco come la Venezia settecentesca di Vivaldi,
e degli stereotipi, negli scontri e negli incontri
degli USA, dentro e fuori il paese. Così è anche
Canaletto e Goldoni), e soprattutto di molteplici
le culture, sta anche in un altro aspetto. La circo
per il tema di questo libro, l'icona dell’Italia
aree urbane dotate di una loro rilevanza non solo
zione delle mode è legata ad attività commercia
all'estero, che sembra
economica ma anche culturale e di costume. Per
Troppo spesso si dimentica, infatti, che in $
di
quanto alto sia il fascino esercitato dalla Francia
società di mercato una delle massime istituzi
bruciante ed esemplare, quella
come paese nel suo insieme, la sola città francese
che presiedono alle relazioni sociali, e qui
del design razionale e degli abiti Armani, e un’im-
al centro delle mode resta, da oltre un secolo
anche agli scambi tra diverse culture, è appu
magine di lunga durata e tradizionale, quella della
e mezzo, Parigi. Nel caso dell'Italia, invece, è faci-
mercato: dove le icone non solo circolano ma v
cucina meridionale e delle attrici anni Cinquanta.
le notare come nel corso dei diversi decenni di
gono acquisite nel modo canonico in cui in Wl
La forza dell'icona, il suo fascino, sta proprio nella
questo secolo, l'attenzione dei media e dell’univer-
società di questo tipo si acquisisce qualuni
convivenza di questi elementi opposti.
so commerciale
cosa. Al “supermercato delle identità”, gli stel |
La moda, nel suo andamento capriccioso (in appa-
volta in volta prima su Napoli e poi su Roma, quin-
tipi circolano nella forma specifica dello scan
renza) ma in realtà implacabile, consente di pas-
di su Milano, per poi tornare forse, ancora una
commerciale,
sare e ripassare dall'uno all’altro di questi aspetti,
volta, a incuriosirsi su Napoli.
di soggetti e di funzioni. Qualcuno che vend
Godard)
che caratterizza
sovrapposizione modernizzazione
l’immagine
presentare
sempre
irrisolta fra un'immagine
92
una
della moda si sia soffermata di
che presuppone
una divers |
CLI
“Italian Fair. Italy's Classic Taste” da Esquire, gennaio 1953 (per gentile concessione di Esquire, New York)
y
ITALYS
CLASSIC qualcuno che compra.
TASTE
L'atto del comprare e del
vendere, in particolare laddove ha a che fare con Table settinga of staiblosa steel, desigoed by craftonan Gio Paoti and importedbyMonniern, NewYork City
prodotti portatori di significato (come gli abiti, ma anche il cibo e la musica, e a loro modo anche gli
oggetti della tecnologia moderna, con il loro disegno), può essere visto come una forma, peculiare
ma essenziale, di dialogo. Un dialogo in cui ciascuna delle parti mette in gioco la propria identità ma
anche un'idea dell'altro. Chi compra
ITALIAN T'able byMiStoger aud Sona, of New York! Cityy wickershack clistr (mm | alteri NIN CoWiemarble monaie fromeni Craft, NYC
un vestito
o un cibo connotati come propri di un’altra cultura, accetta di adottare, di fare propria, parte dì un'immagine altrui. In cambio, pretende general-
mente il rispetto di alcuni valori: tra cui è spesso
do patoRene wine decanter of ariberglass with
a pyramided
top,
at dhe l'ente Gallery, Ne Y €:
fortemente
presente
quello dell’autenticità
ESQUIE :donzary
o “genuinità”, maschere,
un'identità
vera oltre tutte
le
radicata nella natura, nella tradizione
o nella spontaneità sociale. D'altra parte,
chi
vende un prodotto culturalmente connotato, “iden-
titario”, deve evidentemente adattare
dotto a una cultura non sua (adattarlo alment
‘The besutifuly balanced Beretta Crode 100 reni up
2 SEE
a
wlihi band»
His: me:
EVER
+
il suo pro-
“Italian Fair”
nella presentazione,
se non nelle caratteristiche
da Esquire, gennaio 1953
intrinseche), ma in cambio ha il privilegio non solo
(per gentile concessione di Esquire, New York)
di fare indossare la propria identità ad altri, ma di
farsi pregare, e pagare, per farlo. La compraven-
>REATIVE
dita di prodotti “identitari” coinvolge una pluralità
ITALY
di soggetti: le équipes ideative che creano MT]
Di kai withthe olderaft while . typewriter in typical of a coneam whotè very Tlfiakion fambioned asword ora piko with n finonse that factory la a monumant to modernity, The Forcreated a legend in the old world, Today's great rari npeaka for iuell-Tow, alfatoy, and Caat, very,
much tho prodot of nion who think im terma of
“Italian Fair. Ever Creative Italy”
dotti di moda come
da Esquire, gennaio 1953
commercianti
(per gentile concessione di Esquire, New York)
e piccole transazioni,
i pro-
le imprese di import-export,
fast rond mees and tlio shoor pleasura of driving
A showenie
a martino with a porsonality. The Lindum noy=
elty istho ndded touch to Lho economy of the
of what is near to hand in Tralinn shops pri
Lambretta ra
put to cittogother within tho Hmits ofPt
finding dimen to resist; TRomo"t streota nco alive
A Nisigordpreteso that
peculiare lind of prido in their owners, ns H{ seutting through a hofo in traMe while tha big boya
bo a Joyful array, and Faquiro'a scouta wero
a group that would suggest tho
lesopages. In each
gas of them, the hand ne craffaman has givon that littio extra (wixt that changes a mechsnical
device from an impersona! machiuo to a possesof original charm, Every an likes tothink ink apecial.
Tho Berotia ia
special, ‘abeautiful blendof balaneo,
design.
Tho Ollvotti
really lompting
TilaSab Ja ono of the
È una rete di grandi
in cui identità e stereotipi
wait wero na muti fun na a quarterback anonk for along pniu in tho Rose Bowl.
Fivery ano of
th jtoms bas that lite extra quality, the quallty
that makes it ok-world Italian in eenftamanahip and new-world Italian in moctunioni excellonti
vengono continuamente
rinegoziati, sedimentando
——proof that a nation can make tho switch from
art to mechanics and come up with a happy come
hination ef the two. #
connotazioni
continuamente
rinnovate e riadatta-
te. (Una notazione curiosa. In questa fase le scien-
ich
weight
e acquirenti.
ftoms thot Americau tourirts nry
with scootera and the bugs scem to ongender a
with typiog case,
frora Olivetti, New York
ze sociali appaiono
letteralmente
ossessionate
dalla metafora del “negoziato”, e tutto, innovazione tecnologica come
produzione
televisiva, viene
rappresentato come il frutto di processi in genere
motor 50m.ph covers 110miles onome
Eaton frateBaden Senti,NewYork
io
ESQUIRE 1Sannary
si
del tutto immaginari
di contrattazione 08
a distanza
L'architetto milanese Ettore Sottsas, Da Milan: a capital in search of a country Foto di Ugo Mulas per Vogue USA, novembre 1963
di tutti i segmenti industriali che cooperano al pro-
Giorgio Strehler, regista teatrale
dotto con una fluidità altrove sconosciuta.
Da Milan: a capital in search of a country Foto di Ugo Mulas per Vogue USA
Comprare italiano vuol dire anche comprare pro-
novembre 1963
dotti che portano alcuni marchi che si sono venuti
tra figure sociali diverse e che spesso non si incro-
affermando
ciano mai nella realtà concreta.
marchi che sintetizzano le caratteristiche appena
dotto di moda; la stessa tradizione fieristica,che fa circolare l'innovazione sia di processo sia di pro-
Ma i negoziati
Pagina a fianco: Illustrazione tratta dall’ articolo Renaissance in italian design, in Vogue USA, 1954,
che a sua volta cita la rivista italiana Domus
soprattutto negli ultimi trent'anni:
reali che si svolgono, tra culture e identità, nelle
delineate, una tradizione produttiva e un'aura più
boutique e nei grandi magazzini di tutto il pianeta
indefinibile e insieme essenziale; ma che rinviano
non sono quasi mai oggetto di analisi approfondite).
anche a uno “stile”, alle qualità distintive di
di
‘0000000000
I cargratarazzca une | Geoe00so000e
un'équipe creativa, assimilabile in parte alla tra-
CELEELECHEI
dizione di una bottega artigiana, ma in parte vici-
Comprare italiano Ma in fondo, quando si sceglie di comprare
non
na a fenomeni più recenti,
e non meno misteriosi,
solo un prodotto realizzato in un certo paese, ma
come
un prodotto identificabile in un certo paese, che
sperimentatori-creatori di software.
cosa in effetti si compra? Che cosa vuole dire
È infine, aspetto questo non trascurabile, compra-
“comprare italiano”? Forse se proviamo a rispon-
re italiano vuol dire anche inserirsi in una moda,
dere con attenzione a questa domanda solo appa-
seguire il flusso di una corrente che è già in moto.
rentemente banale, potremo avvicinarci ancora di
Una corrente che si è costruita e consolidata nel
qualche passo al tema di questo libro e di questa
corso di decenni, che ha costruito abitudini conso-
ricerca: perché, e in che modo, l’Italia fa moda.
lidate e percorsi noti; che è fatta di movimenti non
Comprare
italiano vuol dire, schematicamente,
solo di merci, ma anche di persone. Farebbe moda
almeno quattro cose distinguibili in linea teori-
altrettanto, l’Italia, se non fosse uno dei paesi del
ca, anche se generalmente
mondo che più attirano il turismo?
compresenti
in un
i gruppi professionali dei designer o degli
unico atto d'acquisto.
Seguendo questo percorso, ci rendiamo conto che
Vuol dire, certo, comprare un'appartenenza: quegli
non solo l’analisi degli stereotipi e delle identità ci
oggetti rimandano
per
permette di capire alcune dinamiche della moda,
un'associazione metonimica, non solo a un modello
ma che è vero anche il contrario. Capire le logiche
produttivo ma a un insieme di icone nazionali,
della moda può aiutarci a capire meglio i modi in
le identità e gli stereotipi di cui si parlava.
cui stereotipi e luoghi comuni circolano, si diffon-
Ma vuol dire anche comprare
dono, si rinnovano e si confermano in una società
automaticamente,
come
degli oggetti che
In dettaglio:
sono stati prodotti non solo in una specifica area. geografica,
ma anche
sulla base di procedure
e modelli produttivi in parte peculiari. L'Italia fa
mercantile. Sono due punti di vista complementari, che questo libro e questa ricerca intendono
fare dialogare fra loro. Come mirano a fare dialo-
3 Pierluigi Nervi, Soffitto con immagine floreale in cemento armato 4 Franco Albini, Base per scultura che ruota, si alza e si abbassa
5 Fulget, Pavimento con mosaico di ciottoli per interni o esterni (particolare) 7 Piero Fornasetti, Paravento smaltato surrealista con leggero trompe-l'oeil 8 Marcello Nizzoli, Macchina da scrivere Olivetti, presentata come una scultufé
moda, se questo è vero, non solo in forza di un’im-
gare la prospettiva di studiosi e operatori italiani,
magine culturale, ma anche di proprie tradizioni
che cercano di capire “dall'interno” come venga
e forme di organizzazione: la persistente capacità
percepita altrove l’immagine del loro paese, con
di integrare sistemi industriali e tecnologie inno-
quella di altri, americani, francesi, inglesi, che
in alluminio stampato 9 Adalberto Libera, Due varietà di marmo utilizzate in modo originale per l'ingresso di un palazzo dell'Esposizione romana
|
11 Achille e Pier Giacomo Castiglioni con Luigi Fratino, Illuminazione per la. "Permanente" di Milano; le aperture circolari fanno passare la luce del sole alternandosi ai grandi rettangoli di luce artificiale fluorescente
È
12 Piero Fornasetti, "che sa stampare dappertutto", tovaglia e piatti stampa
vative con la conservazione di tecniche e competen-
quell'immagine vivono e sperimentano dall’ester-
ze di tipo artigiano;
no: un dialogo nel quale, come si diceva all’inizio,
14 Ernesto Rogers, Tenda in tela viola e rossa, di estrema eleganza, con°
al mondo - della filiera, che permette il coesistere, e
i malintesi sono probabilmente inevitabili, ma che
15 Angelo Mangiarotti, Tavolo allungabile da quattro posti (foto in alto), con bat
il cooperare anche grazie alla vicinanza geografica,
proprio per questo è tanto più indispensabile.
16 Roberto Mango, Sedia-girasole, con ossatura di vimini su base in ferro
la completezza
94
- unica
come quotidiani, centrotavola con rose in carta di giornale
i
scheletro di sostegno pieghevole realizzato in tubi metallici ripiegabili singolarmente all'esterno per avere cinque, sei, sette od otto posti
d
caldi | ‘li meal
LI
Polhemus.| Ted Un paese non è una cosa. È un'idea, una visio-
esempio,
ne, una mitologia. Per meglio dire, è, sempre,
sche sono favorite dal fatto che all’estero si ha
la somma di almeno due mitologie: una interna
l’idea che la Germania sia un luogo di efficien-
e una esterna.
za e di grandi capacità
Patria”,
La prima, intitolata “La nostra
è ciò che (si spera)
unisce e tiene
le esportazioni
in Germania
di automobili
tecniche,
opera nel campo
tede-
mentre
chi
della moda o in
insieme quella che è in realtà una miriade di
quello del turismo è svantaggiato dal fatto che
regioni,
il paese è ben poco considerato
di razze
e religioni,
di stili di vita
diversi, il tutto fuso in un comune
concetto di
stile, alla raffinatezza,
riguardo allo
al gusto per il diverti-
mitologia
mento. Peraltro, un paese come l'Irlanda offre
è la percezione che si ha di un paese dall'esterno,
un'immagine di luogo ospitale, pieno di fascino
che lo caratterizza
e poco
nazionalità,
un “Noi”.
La seconda
e imprime
un cliché
sui
sviluppato,
che favorisce
le vendite
suoi abitanti fondendoli in uno specifico “Loro”.
della Guinness, la diffusione di pub in perfetto
Questo
stile irlandese
mitico
“Loro”,
formatosi
in seguito
in tutto il mondo e il turismo,
a un'azione
militare o politica, a uno sviluppo
ma, nel contempo
economico
0 tecnico,
tecnico e industriale dell’isola.
Roma, 1997
Non c'è dubbio che non è difficile capire come
(Foto di Ted Polhemus)
a tutte
le forme
e configurato
di produzione
in base
culturale,
si
lascia in ombra
lo sviluppo
Turisti stranieri incontrano
riflette poi all’interno del paese, influenzando-
questi miti abbiano poco o niente a che vedere
ne profondamente
con la realtà. Ciò nondimeno,
la vita economica
e cultura-
per quanto fan-
i gladiatori romani al Colosseo,
Pagina a fianco:
le. Le esportazioni e il turismo, in particolare,
tasiose, illogiche e addirittura assurde, queste
Gordon Scott in Il gladiatore di Roma,
dipendono
regia di Mario Costa, 1962
moltissimo
dall'esterno.
da questi
miti imposti
rappresentazioni
Per fare qualche
banalissimo
loro abitanti
06
immaginarie
hanno
dei paesi e dei
ripercussioni
pratiche
(Farabolafoto)
affatto concrete
e di grande
aspetto da considerare in costante
vede,
dei valori
per esempio,
zioni di Cuba e divertente,
L'altr
è che questi miti son(
evoluzione.
borsistico
portata.
Una
sorta
nazionali
di listin(
attualment(
salire alle stelle le quota-
come
luogo alla moda,
mentre
sex
quella che un tempo era
la “gelida Albione” oggi sembra in fase di rapido scongelamento.
E, chissà,
Parade”
farà rivalutare
di Berlino
giovanile
e il piacere
forse la “Love
lo spirito
del divertimento
dei
tedeschi. Gol passare degli anni, invece, rima ne
indiscussa
dell'Italia
l’idea
come
che
centro
nel
mondo
si
di tutto quello
ha
che
è chic e sexy, dello stile più raffinato.
Lo si
vede
della
non
solo dal successo
continuo
moda italiana (e di altri prodotti made in Ital, apprezzati
per il design),
ma
anche
da come
l’Italia e l'italianità sono sfruttati, come agget tivi qualificativi, per favorire la vendita di pro-
dotti che d'italiano
non
hanno
un bel nien
Così la pubblicità inglese di certi prodotti igie nici per signora è ambientata
a Venezia
e una
fabbrica svizzera di profumi sceglie di chiamare “Tuscany”
una delle sue fragranze maschili
(e, significativamente, “Havana”). nostro
Dato
secolo
un'altra
che nella
si chiama
seconda
il mito dell’Italia
metà
del
si è affermato
in tutto il mondo creando un'immagine positiva
e desiderabile, immaginare
oggi per noi è perfino diffici
come
potrebbe
essere
altrimenti.
Eppure, se guardiamo alla storia della penisola, siamo
portati a una
conclusione
che l'Italia abbia conquistato st'immagine
positiva
diversa:
e mantenga
è in realtà
que-
un fatto del
tutto straordinario. In primo luogo bisogna pensare che l'Italia non
Rosignano Solvay, Livorno, 1995 Foto di Massimo Vitali
solo è uscita sconfitta dalla Seconda mondiale,
ma
che
era,
almeno
Guerra
dal punto
di vista degli Alleati, dalla parte “sbagliata”. E, anche
lasciando
di natura
etica
implicazioni
realizzate
perdere
le considerazioni
e politica,
estetiche:
esistono
anche
gran parte delle cose
nel ventennio
da Mussolini
e dal
fascismo (basti pensare alla Stazione Centrale di Milano) meno
esteticamente
obbrobriose
la Germania
erano
solo di poco
di quelle che ci ha lasciato
nazista
(dove sapevano
fare, se
non altro, certe giacche di cuoio che colpivano
la fantasia).
Così, come
è successo
che un
popolo di sconfitti senza stile, solo pochi anni dopo la disfatta, sia considerato di buon gusto,
vincente, degno di essere imitato? Ho il sospetto che la risposta si trovi, almeno
in parte,
proprio
nella disfatta
del paese.
Costretti a voltare le spalle al proprio passato prossimo,
gli italiani non
potevano
far altro
che lanciarsi a testa bassa nella modernità. Così
facendo,
proiettavano
di se
stessi
un'immagine decisamente più progredita e lun-
gimirante di quella che avevano grandi nazioni europee.
tutte le altre
La sconfitta
militare
aveva anche avuto l’effetto di rendere meno minaccioso
il successo
di farlo accettare potrebbe si chiama
italiano in altri campi,
senza ostilità. In effetti, si
dire che l'area geografica Italia sia sempre
giata più dalle sconfitte
stata avvantag-
che dalle vittorie
e che sì sia instancabilmente magine valida e positiva
che oggi
costruita un’im-
su una
realtà fatta
di declino e di decadenza. Non c'è dubbio che quei giovani inglesi (e altri nordeuropei)
di buona
secolo sciamavano
famiglia
che nel XVIII
in Italia per il Grand
Tour
0. Afartar
Discoteca “Duplé Aulla”, 1997 Foto di Massimo Vitali
scoprivano
un particolare
fascino
tra le rovine che simbolicamente
romantico
evidenziava-
no la gloria passata. Con una copia del Declino e caduta dell'impero romano di Gibbon in valigia, mentre
nel loro paese
fioriva l'economia
industriale, questi rampolli dell'Europa settentrionale potevano assaporare
le delizie di una
grande potenza del passato, ora ridotta a svendere l'arte al minuto, trasformandosi nel primo
grande parco tematico: “L'affascinante Firenze”, “Roma
“
romantica”,
e “Venezia
“La Napoli
virtuale”.
Venezia
disordinata”
soprattutto,
il
quanto era la prima grande città del mondo cui economia
dipendeva
dal turismo:
vendendosi
passato
che, con
lo farà
Disneyland
la
quasi esclusivamente
come
lo stesso
un viaggio nel rigore
nel XX secolo,
con
cui
metteva
in ombra la realtà del momento. Un secondo
elemento
vista, parrebbe fermarsi
riguarda
essere
di una
nazionale.
nel Settecento tosi che
ne
immagine
dell'Italia
contraddizione
della sua
Per quelli del Grand
(come per i turisti meno ripercorreranno
nell'Ottocento)
a prima
stato d’'ostacolo all’af-
certa
l'intrinseca
identità
che, almeno
la contraddizione
Tour
facol-
gli itinerari
di principio,
netta, era un fatto morale. Era qui, nella peni-
sola, il cuore
stesso
della Chiesa
cattolica
e, nell'arte e nell’architettura,
la più famosa
raffigurazione
della cristianità.
Ma qui si tro-
vavano
quegli affreschi
sessualmente
anche
espliciti di Pompei
(che le guide per turisti,
con i loro avvertimenti prude, in realtà pubblicizzavano), nevale
il permissivismo
di Venezia,di
Roma,
sfrenato di Napoli,
del carquella
calda sensualità che pervadeva ogni cosa, che tanto
scandalizzava
(e attirava) 61
la sensibilità
nordica,
protestante,
la bellezza
rittura
“primitiva”
delle
“vaga”, addi-
donne
che,
eccessi, delle prostitute mezze nude e bene in
mostra, dei programmi televisivi che solletica-
come
indicavano solertemente i Baedeker dell’epoca,
no le fantasie erotiche,
erano
La dolce vita. Senza
disposte
a posare
pochi soldi. Tuttavia,
Amsterdam visitatore
come
come
modelle
succede
oggi per
(la cui duplice mitologia da una
per
offre al
parte la scelta tra un'arte
zione etica, come
un
un vantaggio
alla prostituzione
e alla
golo del globo che sarebbe
del Novecento
Nascondendosi
tabile e lodevole
morale
anche
offirva
al cinema
dietro la rispet-
non
disposta
di una crescita
strada indicata da Fellini e da altri autori che
essendo
Tour.
o capace
di seguire
rappresentavano
devano il Grand Tour potevano, in realtà, pren-
degli anni Cinquanta,
dere parte a un rito di passaggio in ogni senso
la Roma
del termine. ispirati da Byron e da Shelley, che
Roma
in quanto capitale della cristianità,
erano andati alla ricerca di un antidoto al per-
Hur,
Quo vadis?,
benismo nordico e protestante (e probabilmen-
Croce,
te l'avevano
genere,
i giovani
della borghesia
loro esperienze
potevano
mascherandole
Spirituali e culturali,
aristocratici
fare le
dietro finalità
prima di trasformarsi
in
una
la licenza
Hollywood,
culturale e spirituale, i giovani che intrapren-
e i rampolli
di
un suo
motivazione
trovato),
del
la possibilità
Grand
in
era stata
per i viaggiatori
e dell'Ottocento, essa
dell'Inferno
organizzare
non ne distruggeva il fascino, anzi
lo accresceva.
ambiguità
pratico
Settecento
certamente
felliniano, nella sua
la visione
Se questa
droga), l’immagine contraddittoria di quest'an-
diventato l'Italia
comunque,
terribile desolazione, aveva al fondo un'ispira-
Dante.
accesso
dimenticare,
che la visione del cinema
rispettabile e la nitidezza puritana e dall'altra facile
il sesso disinvolto de
antica.
morale
la posizione
La tunica,
riuscivano
dell'Italia
scelse di sostituirla con
Sfruttando
Spartacus,
la
come
Ben
Il segno della
tanti altri film del
a portare
rappresentazione
di
sullo schermo
epica della
libertà dei
costumi romana/italiana, con tutti i suoi dettagli piccanti e salaci. Mentre
la presenza
di un
rispettabili padri di famiglia nel proprio paese.
messaggio
Col pretesto
religioso
dall'ambientazione in epoca classica) consenti-
e artistico, il Grand Tour riusciva ad assicura-
va di superare l'ostacolo della censura, le sce-
re quella licenza edonistica che oggi, più sco-
ne di orge e di nudo, le allusioni sessuali e le
“Small world”, Pisa, Italy
pertamente,
danzatrici discinte assicuravano la casseta.
Foto di Martin Parr
Non sarà un caso che la passione hollywoodia-
(Contrasto)
di un pellegrinaggio
è messa
in vendita
a Ibiza,
in
Thailandia o a Goa. L'Italia del Novecento
ha continuato
a essere
stoico
cristiano
na per la Roma
antica
apprezzata per questa ambiguità: su una faccia
periodo
(gli anni
della medaglia
l'Italia contemporanea
il Vaticano,
le splendide catte-
storico
(sottolineato
sia nata
proprio
Cinquanta)
acquistava
nel
in cui
la propria
drali e un profluvio di opere d’arte d’ispirazio-
identità di paese moderno e si affermava come
ne religiosa, sull'altra, a perfetto contraltare,
mito positivo, desiderabile,
i piaceri più mondani dei décolletés alla Gina
l'enorme
Lollobrigida, dei night-club famosi
mondo di una Roma antica made in Hollywood
62
per i loro
sexy. Di converso
popolarità e la diffusione
in tutto il
rafforzava con
l’immagine
di duplicità
la giustapposizione
re morale. saggio
dalla
depravazione
la Roma
formidabile
in modo
tra licenziosità
e rigo
Con questo abile e improvviso
cristiana, una
del paese
antica
eredità
inscindibile
pas
pagana
alla virtù
lasciava
ai posteri
d'immagine,
le tentazioni
saldando
della carne
e la salvezza dello spirito. L'epica hollywoodia na
degli
anni
Cinquanta
Sessanta
(com'era
e caduta
dell'impero
un'altra
epoca)
traddizioni
e dei
successo
morali
con
romano
era servita della
primi
ann
il Declino
di Gibbon
a travasare Roma
in
le con
classica
nella
mitologia dell'Italia contemporanea.
Nella
seconda
metà
del nostro
secolo
l’Italia
è riuscita a superare 0 a volgere a suo vantag
gio un'altra mitologia.
contraddizione
Dopo aver rimosso
to più recente, tere
insita
tradizione
l'antichità
con
la propria
sua
il proprio passa
l’Italia postbellica
in contatto
nella
poteva
met-
e il senso
modernità
della
e il suo
appassionato abbraccio dell'effimero e del progressivo:
mondo, nella
una
collisione
che era
scena
sinteticamente
finale di un
dove una schiera
che tute nere
e lucide
Peck
Ma
e Audrey
su una
Con
anche
Vespa
impeccabili degli I
uitimi
DUOITITTAN
con
nelle
lb
vredenziati
VM
romane
(
attraversavati
luccicante
BINARI
far
vetusti moi
itl Vacanze
he
Roma
sfrecciavane
Hepburn
la sicurezza
del
rappresentata
film di Fellini,
di barbari
in moto davanti ai più
città.
di concezioni
sue
veniva ui
Grofn
dalle
UIASSIZII
ARITITI I}
i
II |
|
propi
sato,
poteva
L'altro
proiettarsi
confronto
l'Inghilterra, tremendo
solo
interessante
dove
costo economico)
è
con
grado di cancellare
(ma a un
sentata
rendeva
difficolto-
betta e l'ombrello
dal passato
churchilliano,
l’ostentata contrapposizio-
ne tra tradizione e modernità, così ben rappre-
vinta
la guerra
so l'affrancamento
nel futuro).
in The Avengers dal gioco tra la bom-
di Steed e gli abiti fanta-
scientifici di Mrs Peel.
vittoriano, altezzoso e classista. In Inghilterra,
La giustapposizione di vecchissimo
però, una nuova
mo conquistò una tale popolarità che, verso la
generazione
tari e piccolo-borghesi
impantanata
si rifiutava
in questa
rivolti all'America
di giovani prole-
storia.
di restare
Con gli occhi
per ricevere la sanzione del
concetto di nuovo conio di teen-agers, Boys, con
i loro completi
meditavano
di invadere
i Teddy
in stile edoardiano,
le cittadelle dell'élite
metà
degli
anni
Sessanta,
dell’Italia quale proiezione
sembrava
oramai
Invece,
com'era
Guerra
mondiale,
e nuovissi-
l'immagine
del “mondo
definitivamente successo
dopo
nuovo”
eclissata. la Seconda
la vittoria nello scontro
le diverse culture
pop sarebbe
tra
stata la rovina
alto-borghese. Ma, oltre a diffondere un panico
dell'Inghilterra. Quando la misura stilistica dei
di natura
Mods
squisitamente
morale,
i Teddy Boys
lasciò il passo agli eccessi
della “Swinging
cia per lo status quo.
Settanta, alla sperimentazione sconvolgente ed
di Vacanze romane, 1953
Compito,
estremizzata
(Fondazione Cineteca Italiana)
lasciato a un'altra aggrega-
Glam
e poi, negli anni
Moduli di annunci pubblicitari
non hanno mai rappresentato una vera minac-
questo,
London”
psichedelici
e Punk,
l'Inghilterra
fu
zione giovanile inglese, nata poco tempo dopo,
sospinta in una parabola che, per quanto inte-
quella dei Modernists o Mods. Invece di ispi-
ressante,
rarsi semplicemente
essere
passato,
i Mods
che britannica:
all'America
facevano
una scelta tutt'altro
guardavano
con
a tutto quello che accadeva soprattutto
di progresso,
o al proprio
sul continente,
alle caratteristiche
futuribili, messe
attenzione
di modernità,
in mostra dalla
ne avrebbe
limitato
la capacità
il punto di riferimento
di
internazionale,
in un contesto in cui una modernità aggressiva doveva
essere
equilibrata
e temperata
da
un solido tradizionalismo. Dopo avere atteso pazientemente
mentre
intanto
sì impegnava
fra le quinte,
a rendere
ancor
nuova Italia. Abbigliati alla “romana”, con abiti
più perfetta la miscela di antico e di moderno,
corti e ben
negli anni Ottanta l’Italia faceva la sua riappa-
tagliati,
caffè sorseggiando
s'irradiava
se ne stavano
un cappuccino,
la luce riflessa
della Gaggia, oppure
al
sul quale
dalle cromature
se ne andavano
al mare, dove si scontravano
seduti
in Vespa
con i trogloditici
rizione
sotto
di tutto
il mondo.
A questo punto la giustapposizione
di classi-
cità e di progresso,
popolare,
preceduti,
nuovo
maniere
avevano
del continente.
ancora
imparato
le
Questi Mods, sceglien-
di buono
nome:
e di eccesso,
intelligente, almeno pagana
rono per primi che perfino l'Inghilterra era in
della cristianità.
aveva
e di cattivo,
postmoderno.
do l'Italia come punto di riferimento, dimostra-
64
di misura
di buon gusto e di volgarità, di esclusivo e di
Rockers che, come i Teddy Boys che li avevano non
i riflettori
come
un
Una riconversione
quella che la Roma
fatto trasformandosi Questo
trovava
balzo
che
nella sede faceva
del
per il lancio della versione italiana
modello estremo del moderno il modello defini-
spalancati,
tivo del postmoderno,
cattiva,
trasformava
colpo in valori la contraddizione, ne, la frammentazione.
in un sol
la confusio-
Da un giorno all’altro
la punk repellente,
la segretaria
Multiforme,
compiacente,
è diventata
ca e le casalinghe che facevano lo strip-tease,
Mentre
tra la classicità
sogno - l'American
tra il “buon
efficiente,
il travestito
in paillette, un essere dal sesso indefinibile.
lo spazio che esisteva tra la tradizione cattoli-
e il futurismo,
l'infermiera
qualsiasi
Hollywood
non
adattabile,
cosa
l’Italia
per chiunque.
proietta che un unico
Dream
- l’Italia, come
una
di specchietti
che
gusto” di Armani e gli eccessi di Versace, tra il
gigantesca
Brunello dell’aristocratico e il Merlot del pove-
ruota
raccio,
e rispecchia l’immagine di ogni sogno fatto al
tra lo stile di vita romano
milanese,
tra il minimalismo
cacofonia
di Memphis,
tra il comportamento
di Albini
tra destra
e la
e sinistra,
rispettabile dei giovanot-
ti a pranzo con mamma
e papà e quello sfrena-
to degli stessi giovanotti
Madonna
e quello
in discoteca,
e le passeggiatrici
tra la
di Rimini...
di
sfera ricoperta
sul soffitto di una
mondo.
discoteca,
riflette
E ogni vestito, ogni frigo, ogni Fiat
o pacco di fettuccine che vende al mondo è un pezzetto
questa
concreto,
fantasia.
materiale
Non
dell'Italia
è giusto che sia un paese postmoderno,
(un souvenir)
(che,
di
come
indiscutibilmente
in realtà non esiste), ma di tutte
colpo questa terra di nessuno e di tutti che era
quelle Italie sognate che il mondo ha proiettati
il cuore
su questa
inesplicabile
di questo
paese
si era
chimerica
facciata.
Ha scritto
trasformato nella discarica su cui si sviluppa-
Ray: “La realtà è fatta di desiderio”.
va
è né più né meno
il postmoderno.
Siccome
non
si era
mai
mondo.
ne, non aveva mai trovato una sintesi tra tesì
secoli, l’Italia oggi esiste in quanto
e antitesi, non aveva
un modo
la sogna.
E questa
come
critica, ma
solo una spiegazione
comune
mai affermato
d’agire, l'Italia si presentava
il
perfetto modello della frammentazione che è al centro
stesso
definisce.
della
Con
camaleontiche
postmodernità
e che
la
la più abile delle operazioni (come
aveva
fatto un tempo
Roma) l’Italia si riconfigurava presentando una visione
(divergente
e antitetica)
i nostri possibili domani.
di tutti
Da cortigiana esper-
ta, essa sa adattarsi a ogni fantasia del cliente, sa essere amante
di volta in volta la compiacente
per nuovi
ricchi, l’aristocratica
chic,
la scolaretta innocente, la selvaggia primitiva,
la raffinata intellettuale, la materna l’austera
matrona,
Madonna,
la hippy con gli occhioni
Com'è
Rinascimento
L'Italie
fatta di tutti i desideri
risolta, non era mai uscita dalla contraddizio-
stato
italiano.
per Venezia
non
vuol
Mai
del
per tanti qualcuno
essere
una
del secondo
“Oh! For a Lambretta now,
that summer's on the wayl" Ù Jayne Mansfield su uno scooter
Lambretta Innocenti, 1963 (Farabolafoto) |
Antonelli Carlo Peppino Ortoleva =“ — La moda è il simbolo più evidente di quel moto feb-
Ma leggendo la moda come
brile, interminabile
modernità vediamo solo un aspetto del problema.
degli ultimi due decenni.
Ce n'è un altro, apparentemente opposto, ma in
Anche in altri settori altamente simbolici delli
e senza destinazioni precise
che - lo notava già Alexis de Tocqueville nel 1840 -
segnatempo
della
La moda infatti vive del
vita sociale accade qualcosa di analogo. Così, Ì
fondo, se la moda ci “dice” davvero qualcosa, il suo
ripescaggio continuo di elementi tratti da epoche
tutti i paesi il repertorio della cuisine, pur esser
messaggio è “tutto cambia di continuo”. In questo
differenti. L'osservazione, in sé, è un’ovvietà: dal
do stato generalmente elaborato e codificato
sta il suo legame profondo con la mentalità propria
corpetto di Vivienne Westwood
pieno del secolo dell’industrializzazione
di società che, per la prima volta nella storia, si
anni Sessanta
autodefiniscono come “moderne”, definiscono cioè
l'andamento “ciclico” della moda è sotto gli occhi
da riferimento, e nel quale è nata in vari paesi I
la loro identità sulla base non di un passato ma del
di tutti. Meno evidente è il fatto che spesso, pro-
cucina “nazionale”) non si rifà mai dichiaratamen
tempo contingente in cui si collocano.
prio nei momenti più caldi dei processi di moder-
te a usanze e tradizioni proprie della società indu
nizzazione, a essere ripescati siano tratti dichia-
striale, e preferisce rivendicare radici premoder
La moda, il presente, il passato
ratamente
ne, aristocratiche o contadine, anche a costo dì
La dinamica delle mode quindi agisce da grande
delle diverse società. L'esempio più noto, ma non
mettere in campo tradizioni del tutto inventate
calendario sociale, segnalando il tempo che passa,
meno
sorprendente, a ripensarci, è il riapparire
Con la nouvelle cuisine siamo arrivati al postmo
e soprattutto insegnandoci a distinguere fin nelle
dei pizzi e dei tagli d'abito dell’aristocrazia di età
dernismo “saltando” la modernità vera e propria.
sfumature ciò che è “di oggi”, o meglio ancora
edoardiana (primo decennio del Novecento) negli
Rispetto alla cucina, la moda è però più ecumeni
il futuro prossimo-quasi
abiti dei Teddy Boys negli anni Cinquanta inglesi
ca. Non esclude gli oggetti e gli accessori che sone
è “passé”, anche appena appena: “vecchio come il
in cui nasceva la cultura del rock. Altrettanto
riconoscibilmente propri dell'età industriale,
giornale di ieri”, secondo una frase della cultura
significativi sono i tanti revival! localistici, negli
ama integrarli con oggetti dichiaratamente premo-
be-bop cara a Marshall McLuhan.
abiti come nei dialetti, che hanno accompagnato
derni, e magari con sguardi e allusioni a un futur‘
è tipico delle società democratiche
66
attuali. In . realtà complementare.
presente, da ciò che
al ricupero degli
operato nei primi anni Ottanta,
arcaici, ostentamente
premoderni,
ne
(secolt
a cui risalgono i libri di ricette che ancora fungon
|
immaginato: è dagli anni Trenta almeno, ma forse
già dall'inizio del Novecento, che l'immaginazione fantascientifica condiziona il modo di vestire (oltre che l'arredo e l'architettura, come ci ha ricordato William Gibson) delle società occidentali.
Insomma, la moda sembra sistematicamente flirtare con la varietà dei tempi storici e con il loro
precipitare
insieme, cioè con quella che il filo-
sofo tedesco Ernst Bloch definiva la “sincronia
del non-sincronico”.
Non solo ripropone
un
repertorio di oggetti e tic di epoche differenti, ma gioca insieme
la modernità,
e interprete,
di cui è portatrice
e il suo opposto, o meglio i suoi
diversi opposti, “arcaici” 0 “post”. E questo è tanto più evidente oggi, in un momento in cui il tempo della modernità appare superato,
e forse è invece giunto al suo vero culmine.
“La nuova Fiat 500”, 1957, foto pubblicitaria
crouring clubitaliano - Archivi Alinari
Se è vero che l'era moderna ha ridiscusso in modo radicale i concetti fino
a quel momento
circolanti
di spazio e di tempo tanto da ridurre in aria tutto quello che era solido, allora questa non-sincroni-
cità ci apparirà anche ricca di detriti della smaterializzazione,
di /apsus oltre che di citazioni
e strizzatine d'occhio “post”, di sopravvivenze tenaci oltre che di rimandi ironici. La moda degli ultimi decenni appartiene certamente
al tempo
contingente, ma non al presente tradizionalmente
inteso: appartiene a un tempo e a uno spazio dove “attuale” vuol dire “tutto”, dove l'istante comprende insomma
qualunque tempo e qualunque luogo,
dove questo
e sempre
istante estensibile
individuale,
fino all'infinito
personalissimo
diventa
la sola società possibile.
Modernità precorsa e modernità mancata nell'immagine italiana Se questo è vero, forse tra i segreti del successo 68
Marzal Lamborghini, 1969
(Farabolafoto)
sernazionale della moda
italiana c'è anche
il
culiare rapporto del nostro paese con la moder-
à. Per molti secoli, quanto meno dal XIV al XVII jalia l'ha precorsa. Ha inaugurato prima di altri esi dei modelli di produzione “protoindustriali”,
e incrociavano le pratiche artigiane con l’uso
ecoce di macchinari azionati a volte manualntte, a volte da forza idraulica, nelle manifattufiorentine dei pannilana come in quelle lombar(ma anche liguri) della seta. Si può tuttora ‘onoscere in alcune aree (Toscana, Lombardia,
neto, Marche) una linea di continuità ininterrotdi tradizioni manifatturiere,
in particolare in
‘tori legati all'industria della moda pellame) che vengono
(dal tessile
spesso frettolosament
DI
finite “artigianali”, ma il cui vero punto di forza ì nell'intreccio di mestieri
e competenze proprie
lle botteghe con una antica e radicata pratica sanizzativa di tipo industriale. Sempre al tardo
>dioevo risale un’altra tradizione che l'Italia
Alfa Romeo Giulia Zagato, 1965
ndivide con la Germania
(Farabolafoto)
e in parte con la
FF
ancia, e che si è rivelata strategica proprio nel
store del tessile-abbigliamento: quella delle fiere riodiche, luogo di ricorrente scambio delle idee lelle innovazioni, motore essenziale soprattutto r le industrie a carattere stagionale.
‘Italia “più avanti del suo tempo” è succeduto i un lungo periodo in cui le tendenze prevalenti
ano di segno opposto:
il paese si presentava
Mpre “in ritardo” rispetto all'Europa nord occi-
ntale. Dal XVII al XX.
secolo inoltrato, l'Italia
\pparsa legata soprattutto al passato. Una debo-
za che poteva presentare i suoi vantaggi sul
ino del glamour. L'Italia è apparsa soprattutto
rtatrice di un patrimonio di bellezze di secolare
dizione, rapinate con gli occhi lungo i rituali
Maserati 3500 GT Touring, 1957
rcorsi turistici del Grand Tour e poi degli itine-
Disegni tecnici del motore e del telaio
}
2 Fi
la
a
—_a gp”
SR
-
rari Baedeker o saccheggiate negli acquisti: un
Soft-Porn all'italiana:
Pagina a fianco:
paese il cui bello stava anche, se non soprattutto,
Nino Manfredi e Maria Grazia Buccella
“Autunno: ridiventano donne. Le grandi
nel suo essere rimasta indietro, nel suo essersi
in Vedo nudo, regia di Dino Risi, 1969
sartorie presentano a Roma le loro novità
fermata, in un certo senso, “prima”. È il fascino
per l'alta moda Autunno/Inverno 1966.”
delle città che erano state grandi nel periodo tre-
Da Epoca, agosto 1966
cinquecentesco e il cui sviluppo pareva essersi poi
fermato
come
Toscana come
all'improvviso:
i borghi della
Siena, col suo Duomo gigantesco
e incompiuto. E i segni di un paese inchiodato al
passato, decadente e proprio per questo affascinante, sono apparsi per tutto il secolo spendibili sul mercato: Elizabeth
dalle pubblicità inizio-Novecento di
Arden
Settecento, ai
che alludevano
alla Venezia
del
moderni spot di Wim Wenders che
collocano gli elettrodomestici più aggiornati nelle icone pittoriche del tardo manierismo.
Nell'immagine complessiva
del paese, la moder-
nità precorsa si intreccia ancora oggi alla moder-
nità mancata, e le due non si contraddicono, ma sì alimentano a vicenda.
La modernizzazione bruciante
Con gli anni Sessanta e Settanta del nostro secolo, un terzo elemento è venuto ad aggiungersi al quadro, non sopprimendo loro un senso ancora
gli altri due ma dando differente.
È la modernità
dell'Italia attuale, una modernità diversa da tutte le altre, e insieme
apparentemente
esemplare.
(AI posto della “via italiana al socialismo”, a lungo teorizzata dal leader storico del comunismo italiano, Palmiro Togliatti, il paese ha conosciuto così quella che potremmo chiamare una “via nazionale
alla modernità”.) dell'Occidente
L'Italia è forse tra i paesi
quello che ha vissuto più rapida-
mente e con maggiore traumaticità il salto da una
condizione
preindustriale
condizione
pienamente,
e premoderna
a una
anzi pionieristicamente,
allineata con le caratteristiche attuali della produ10
ne globale. Bastano,
per rendersene
conto,
uni dati elementari. primo censimento del dopoguerra, quello del >1, la percentuale più alta della forza-lavoro iltava ancora occupata in agricoltura; trent'an-
lopo, nel 1981, i dati sull'occupazione per set> erano già quelli tipici di un'economia “postin-
triale”, con una netta prevalenza dei servizi
] loro interno, dei servizi detti “basati sulla cononza”. La fase pienamente “moderna” dell’econia, quella in cui l'industria e la fabbrica erano
i Solo la fonte prevalente di reddito ma anche ì presenza quotidiana nella vita della grande ogioranza della popolazione, una fase che nei
egiori paesi dell'Europa occidentale, e negli \, è durata non meno di ottanta-cento anni, si ispiegata interamente nel nostro paese lungo co di trent'anni: meno di una generazione. ‘ettanto rapida, e più o meno
simultanea
al
gnative, come il divieto del divorzio e dell'aborto:
cesso precedente, è stata la laicizzazione del
lo avrebbero dimostrato negli anni Settanta i due
se. Negli anni Cinquanta ancora la maggioran-
referendum su questi temi, tutti e due vinti dallo
lel paese era costituita di cattolici praticanti,
\ersone cioè che non si limitavano a dichiarare
ropria fede religiosa, ma ne erano condizionati cretamente nello stile di vita e nelle abitudini: ia messa domenicale alla comunione
annuale
LA SFIDA AMERICANA
VINTA DA BERTONE La sfida del
nostrl giorni fra il mondo n
/0 che altacca ed il mondo antico che si difende ico-organizzativi e di capacità creative, Un episodio
) a quel bizzarro, ma a lungo fondamentale,
dedicato all eno in fatto d ‘ela questa 2 pso significato pi
cetto che obbligava a non mangiar carne il
schieramento “laico” con maggioranze indiscutibili. Un esempio impressionante di questo processo di
laicizzazione ed esplosione massiva di una sessualità egotica, per molti sconvolgente anche nella
sua brutale volgarità, è quello rappresentato dalla pornografia. Fino alle soglie del 1968, in Italia vigeva uno dei sistemi più restrittivi di censura,
erdì, che veniva rispettato più di tante altre
e veniva immediatamente sequestrata ogni pubbli-
ole più rilevanti, e che ha per molti decenni
cazione che mostrasse anche un frammento di un
ndito i ritmi alimentari del paese. Vent'anni
capezzolo femminile
o, la maggioranza degli italiani erano ancora
che”proibite”. La televisione di stato evitava accu-
‘olici per fede dichiarata, ma i praticanti erano
ratamente non solo ogni esibizione di nudità ma
’nuti una minoranza, consistente ma comunque
anche i riferimenti all’adulterio e perfino al divor-
riore a un terzo della popolazione; soprattutto,
zio. Nell'arco di un quinquennio, con il 1972-78, la
tissimi cattolici, praticanti
situazione era radicalmente
o meno, non erano
o di altre parti anatomi-
rovesciata:
riviste
disposti a seguire la Chiesa su tutte le sue
Alfa Romeo Montreal, 1967
hard core venivano vendute in tutte le edicole, le
cazioni, anche su quelle eticamente più impe-
Design Bertone
loro copertine generalmente molto esplicite erano 11
esibite pubblicamente, e lo sono tuttora. Quando,
con l'intensità e la rapidità di un cambiamento
Tutto si tiene: i palazzoni popolari convivono co
nel 1975, si ruppe improvvisamente
di pelle.Che negli anni Cinquanta era ancora di là
la campagna
da venire, e negli anni Settanta era già maturato.
a migliaia dentro centri storici
il regime
monopolistico nella radio e nella televisione, com-
e con gli ovili, le auto circolan millenari, le fat
briche sorgono al centro delle città, Lambrett
parvero trasmissioni di una oscenità senza eguali
Icone della modernizzazione: macchine, code,
e Vespe trascinano contadini e nuovi professionis
rello delle casalinghe” di una TV privata torinese,
elettrodomestici negli anni Sessanta
urbani. L'immagine dell'Italia che farà il giro de
un segnale forse ineguagliato del rapidissimo sci-
Possiamo vedere il momento stesso del cambia-
mondo è questa, quella dei contrasti impossibili (
volamento di quello che la legge italiana chiama
mento di pelle, la brevissima stagione dell'avvento
Vacanze romane e La dolce vita, i quartieri-mostr
“il comune senso del pudore”. Meno di vent'anni
moderno,
assediati dalle pecore di Pasolini.
dopo, molti degli albanesi
Antonioni e dei Visconti, quanto in quello comico
paese vede lo sguardo straniero, il benemerit
Italia con mezzi di fortuna nella crisi finale del
della commedia all'italiana, nei film di Dino Risi in
insieme di bellezze e orrori, di eleganza e spore
regime
particolare, che si sforzano di rappresentare la
zia che riempirà per decenni le pagine degli invia
essere stati attratti verso il nostro paese anche,
fase di passaggio, la breve (e incerta) stagione
tedeschi e anglosassoni. Convivono le abitazior
se non soprattutto, dalle trasmissioni televisive
della vita moderna in Italia. In // sorpasso (1960)
preistoriche dei sassi di Matera, scavate nell
piene di donne nude.
Vittorio Gassman
proprio il cama-
grotte, e le eleganti architetture della Olivett
È un'immagine non solo di benessere, ma anche
leonte che sta cambiando le squame, sforzandosi
convivono design avanzato e angoli premodern
di totale permissività, che in parte rovescia gli
però di avvertire
permangono e si perpetuano - anche nella comme
stereotipi
secondo la massima di un best-seller letterario di
dia all'italiana - le differenze locali. Troppi luogt
in parte conferma quello che forse più di altri si
quegli anni, // gattopardo di Tomasi di Lampedusa.
diversi,
è venuto radicando nel XX secolo: la “dolce vita”
Mangia la pastasciutta da mammà, lancia la bat-
imbarazzante
amorale e gradevolmente sensuale.
tuta al benzinaio in romanesco,
frequenta il bel
della comunità, già lamentata da Leopardi almen
I dati forse più significativi della modernizzazione
mondo (il jet set, da considerarsi oggi come pio-
centocinquant’ anni prima. Che razza di modern
italiana sono quelli relativi alla demografia.
niere elegante e feroce insieme della globalizza-
è questo, dove tutti provano a fare - fieri dell
Il nostro paese è passato in meno di quarant'anni
zione in atto), ma soprattutto corre sull'auto lungo
proprie nuove ruote - una vita differente dal vici
dall'essere uno dei più fertili d'Europa all'essere
le superstrade appena costruite, punteggiate di
no? La breve stagione moderna italiana degli ann
il meno fertile del pianeta (circa alla pari con la
pini marittimi, come fosse il padrone del mondo.
Sessanta è in questo momento serbatoio di imma
Germania occidentale): un cambiamento
La modernità durata un secolo in Europa e USA
gini per la produzione estetica globale (si pens
aveva
alle campagne Martini del 1997, alle collezioni d
in altri paesi,
a cominciare dal celebre “spoglia-
comunista
presuppone
che arrivarono
avrebbero
dichiarato
legati al cattolicesimo
in
di
del paese,
che ne
e ne porta con sé molti altri, da un
non tanto nel cinema
rappresenta
il meno
“alto” degli
possibile il trauma,
prodotto col tempo una società uniforme
troppi tempi diversi
Che stran
e una mancanz
di senso pubblico, di sentimenti
mutato atteggiamento verso il futuro a una tra-
(o apparentemente
sformazione profonda dell'istituzione familiare.
massa,
Se l'abbandono delle campagne
e poi la rapida
sempre presentabile. Aveva modificato radical-
conversione a un'economia dei servizi, la laicizza-
mente l’ambiente senza lasciare sistematicamente
zione, il cambio rapidissimo di regime demogra-
traccia visibile del passato, gradualmente rimos-
Icone del dopo. Gli anni Settanta
fico, sono una premessa
e insieme una prova
so. In Italia invece il cambiamento estetico della
Il momento cruciale del “passaggio” italiano son
dell'affermarsi di una Weltanschauung individua-
vita quotidiana avviene tutto quasi in dieci anni,
stati gli anni Settanta, non solo perché è in questi
listica, possiamo affermare che l’individualismo,in
dalla metà degli anni Cinquanta a quella degli anni
decennio che molte delle trasformazioni di cui $
Italia, si è affermato in modo diverso che altrove:
Sessanta: non c'è il tempo di rimuovere niente.
parlava sono effettivamente maturate, ma soprat
72
tale) che consuma
una comunità
irreggimentata
beni di e pulita,
Prada prima maniera), uno strano caso di rivalu tazione del moderno.
Evidentemente si è trattati
di un moderno impuro.
Gio Ponti, modello in scala per una “Finestra ammobiliata”, 1954
In Rassegna, anno XVI, numero 58, 1994
reenive rare men ni
“Italia in Lucania”, 1981 Foto di Francesco Radino
tratta da Rassegna, anno XVI, numero 58, 1994
tutto perché sono divenute davvero e implacabilmente
visibili. La crisi che la società italiana
stava attraversando è divenuta oggetto, forse per la prima volta, di riflessione culturale, violentemente pessimistica e critica nelle parole di Pier
Paolo Pasolini, o viceversa inebriata dalle novità di una modernizzazione
così unica, nella breve
stagione del punk italiano.
Soprattutto, gli anni Settanta italiani sono stati il luogo di un fenomeno socioculturale di massa, il prolungarsi per diversi anni della ribellione giovanile che in Italia, come altrove in Europa, aveva
avuto origine nel 1967-68. Politicamente
forse
inconcludente, la nuova sinistra italiana degli anni Settanta è stata brodo di coltura per una varietà di /ife styles nuovi per il paese, e per un proliferare
di identità multiple, alcune legate alle tradizioni antiche
(il risorgere di movimenti
in diverse aree del paese, dapprima
localistici con segno
“trasgressivo” e vagamente
di sinistra, poi più
decisamente
altre ostentamente
conservatori),
urbane e postmoderniste. Anche rispetto ad altri paesi, l'intelligentsija del periodo ha anticipato di qualche anno, sia pure in modo spesso confuso, la riflessione sulla crisi del
mondo fordista, la crescita dell’intellettualità di massa,
l'abolizione della separazione rigorosa tra
tempo del lavoro e tempo per sè. Mentre il mondo
sembrava un inferno nelle principali città italiane
- erano i cosiddetti “anni di piombo”, gli anni del pericolo e della copertina di Der Spiegel (1977) in cui l'Italia veniva rappresentata da un piatto di spaghetti sovrastati da una pistola - nelle provin-
cie del nord, nei distretti industriali che economisti e sociologi cominciavano appena a riconoscere,
nascevano modelli flessibili e individuali di produzione assolutamente
innovativi. Se i giornalisti 14
NITTI lenire
DI
Rir.IM gi
SHE
faggio di lavatrici allo stabilimento Candy,
tedeschi erano preoccupati che il terrorismo potes-
cuito fra passato e futuro, singolarmente autocon-
herio; Milano 1965
se rovinare le vacanze dei loro connazionali, quelli
sapevole e insieme attraversato da cupe e vaghe
oto Olympia)
americani di 7ime con maggiore intuizione dedica-
linee di disperazione,
rono nel 1982 una copertina a Giorgio Armani.
zione insieme del tutto speciale e intuitivamente
Ed è proprio negli anni Settanta infatti che comin-
facile da condividere.
na a fianco:
ciarono a farsi notare, all’interno di un settore
ibrido, dove non si butta via niente. Se in questi
7, 25 luglio. Il punto più basso
produttivo dalle antiche radici, il tessile-abbiglia-
anni il rimosso
mmagine mediatica italiana:
mento,
i paesi europei più avanzati e gli stessi Stati Uniti
rtina del settimanale tedesco Der Spiegel
caratterizzano lo “stile italiano”. I nessi tra le
con ondate di revisioni e confessioni dolorose, se
gentile concessione di Der Spiegel)
trasformazioni complessive del periodo e le novità
il costo della pulizia moderna sì sta mostrando per
della moda non sono difficili da identificare.
molti troppo alto, si può forse capire da questa
?. Giorgio Armani sulla copertina di Time
La “strana modernizzazione”
analisi come
resenta il definitivo successo della moda italiana
strategica, ma in maniera del tutto non pianifica-
sincronicità ostentata si siano rivelate - a sorpre-
lo mondiale e rilancia il “Sistema Paese”
ta, nell'’immagine del nostro paese, soprattutto
sa e del tutto inconsciamente
per quanto riguarda la moda: luogo di un corto cir-
mente efficace di vivere il tempo contingente.
gentile concessione di Giorgio Armani Spa)
soggetti e stili nuovi, quelli che tuttora
italiana si è rivelata
un modello di modernizza-
Un modello
della modernità
la disarmonia
15
non lineare,
sta scuotendo
italiana,
la sua
- un modo
non-
strana-
sila
Nell'autunno
del 1989,
il GAP
della
moda
sione della nonchalance e del conservatorismo
maschile era 021838: quello di Harvard Square,
dei giovanotti
Cambridge,
particolarmente
tentate
Massachusetts.
rivalutazioni
di taglio americano,
Dopo una serie di
del completo
la sua linea lunga e flo-
scia ha alla fine prevalso,
Alexander
Lobrano
come
tra gli espositori nel corso
di prima
1989): "Il revival
dell'abito dritto all'americana
e a poco a poco,
annunciava
in un’'articolo
pagina su DNR (17 gennaio
Firenze,
sportivo:
è partito da
di Pitti Uomo, delle ultimissime
borghesi.
e conservatori: presidenziali disinvolto
Negli Stati Uniti, era
viva la dialettica
tra liberali
il candidato conservatore del 1960,
nel vestire,
Richard
portava
alle
Nixon,
mai
all’epoca
solo
giacche a tre bottoni e perse il confronto con il completo
a due bottoni,
che modellava
sea gi
la
toriale di John F. Kennedy.
Nell'autunno
1989
Moschino Jeans,
fu annunciato
a tutto
case di produzione, come Reporter”. Al contra-
Armani:
rio di quanto
che
Il nome evocava i campus americani e a prima
pensa che la moda proceda solo a colpi d’inno-
vista lo si sarebbe potuto prendere per un’au-
vazione,
piuttosto all’evoluzio-
torevole orientamento sartoriale spostato negli
ne: è così che l'abito a due bottoni con la vita
Stati Uniti. Le giacche ampie, i risvolti stretti,
Pagina a fianco:
segnala è stato soppiantato dalla ripresa d’in-
le righe molto distanziate, il profilo squadrato
Giorgio Armani, campagna pubblicitaria
teresse
dei completi Armani
Autunno/Inverno 1998/99
essa
propende
per il modello
comune,
floscio a tre bottoni,
il nuovo look lanciato da Giorgio
campagna pubblicitaria
il mercato
l'opinione
era il sack suit, il completo
dell'autunno
dritto.
1989 foto-
Autunno/Inverno 1990/91
Foto di Stefano Pandini (Per gentile concessione di Moschino spa)
pochissimo frequentato dalla moda più attenta
grafati per DNR costituivano l’epitome dell’ab-
Foto di Aldo Fallai
dopo il 1960 e spesso additato come
bigliamento
(Per gentile concessione di Giorgio Armani spa)
16
espres-
de
figura ed evidenziava il carisma sociale e sar-
stagioni, è stato accettato anche dalle grandi
ritiene
>
dei giovani borghesi
americani,
po
con un'unica eccezione importante. ampi
non
League
nella
corrispondevano
storia della sartoria
gli studenti come
ai completi
degli anni Cinquanta,
risalire agli Oxford
e per ritrovarli
da uomo
ma
anche
degli anni Venti. In ogni modo
la moda dell'autunno
americani
resta il dubbio:
1989 si basa sull’immagi-
o si tratta
un'usurpazione,
bisogna
apprezzati
sportivi nei campus
ne americana,
in parte
semplicemente causale,
voluta? C'è stata un'evoluzione
liana del completo del power
maschile
di
in parte
rapida e dina-
mica che l’ha resa un'altra cosa, un'icona
posto
Ivy
Bags, diffusi non solo tra
di Oxford
pantaloni
I pantaloni
ita-
che ha preso
suit degli
anni
il
Ottanta,
anch'esso un'immagine italiana diffusa in tutto il mondo?
maschile
È chiaro,
ormai,
che
dell’autunno-inverno
la sartoria
1989 si è tra-
sferita allo 02188, nelle università americane,
na la moda avanzata riprende immediatamente il proprio indirizzo in Italia, quasi annullando quelle prime
immagini
da campus.
Questa
rasfigurazione in moda italiana è, certo, molto
liversa dalla continua
venerazione
dello stile
tava una classica giacca dritta a tre bottoni,
Gucci, campagna pubblicitaria
Ivy League che persiste in Giappone, dove per-
con
Autunno/Inverno 1998/99
mangono
e pantaloni
menti di questo abbigliamento.
presentava
In Italia, linee più allungate e snelle sostitui-
petto, offrendo una tale molteplicità di mes-
scono
quelle flosce fin dalla primavera-estate
saggi sulla passerella che la figura isolata con
1990.
Perfino stilisti come
la giacca dritta rischiava di perdersi nell’insie-
invariati
l'abito floscio e altri ele-
Romeo
Gigli, che
spalle larghe,
naturali,
maniche
ampie
capaci.
Ma, come
sempre,
Armani
diversi
look, dai gessati al doppio
faceva giacche squadrate da tanti anni, allun-
me. Se c'era un “Harvard
gano la giacca e tengono stretti i calzoni. Nella
nella
primavera
nello spettacolo
giacche
1990
a tre bottoni,
Franco Moschino, modo
prevalgono
molto
ma
i completi
chi le adotta,
e le come
le fa sciancrate e tagliate in
diverso
da quelle
di tipo Ivy
League. In quella stagione solo Armani presen18
sfilata,
man”
alla fine degli anni Ottanta,
coinvolto
maschile
offerto
dopo il Lunedì
Nero e il tramonto del power suit.
Nell'autunno
di casa
nelle sfilate
Pagina a fianco:
Sandro, Alessandro Raho, 1997 olio su tela, 259 X 183
del 1990, alcuni elementi
stile Ivy erano
(Per gentile concessione di Gucci spa)
distinguibile
era semplicemente della moda
Foto di Steven Klein
dello
italiane
(Per gentile concessione della Maureen Paley
Interim Art, London)
come
nelle poltrone di cuoio rosso dello Yale
È un'immagine
dell'America
che non cambierà
Club. Ma la moda maschile italiana stava intel-
mai, riuscendo
a superare
perfino la parodia
ligentemente separandone
e gli adattamenti di classe e di qualità presen-
e disperdendone gli
elementi costitutivi - la giacca a tre bottoni, la
tati da Ralph
giacca
squadrata
con
spalle non
Lauren
negli anni
Settanta
imbottite,
e Ottanta. Non cambierà mai, anche se un’acu-
i pantaloni dritti - e usandoli in modo autonomo.
ta analisi dei suoi elementi costitutivi è servita
Per Dolce & Gabbana, per esempio, i pantaloni
per il nuovo look della moda maschile
sportivi ricreavano l'esempio degli Oxford Bag,
in questo decennio
accentuandone
denti addormentati
addirittura l'effetto con una
vita a “sacchetto di carta” sostenuta cintura
di cuoio.
I completi
di Dolce & Gabbana
avevano
da una
a tre bottoni
ancora
un po’ di
preferiscono ranno
(non destiamo
gli ex-stu-
nelle poltrone
restare all'oscuro,
mai Gucci). Gli elementi
italiana
di cuoio:
non compree gli atteggia-
menti di questo tipo, presi non nel loro insie-
sciancratura e risvolti molto più ampi rispetto
me, ma piuttosto uno a uno, hanno avuto
a un archetipo di modello
destino sorprendente
Ivy League.
corso un processo complessivo
Era in
di assimilazio-
ne: la proposta di Dolce & Gabbana
per l’au-
moda
maschile
La giacca
con
un
una volta trasferiti nella
italiana spalle
degli anni Ottanta. naturali
e allungata
tunno 1990 non è più Ivy League, ma del tutto
è stata usata per ogni possibile variazione, non
originale; ha assorbito lo stile americano
esclusi
componenti,
anche
i compromessi
con giubbe e giacconi,
ibridi
gli eccessi in lunghezza di giacche slanciatissi-
1989. Nel giro di
me a quattro e cinque bottoni, le forme allun-
quelli leggermente
e anacronistici dell'autunno
per
un anno, si sono trasformati in un nuovo stile,
gate dei doppiopetto
del tutto italiano. In effetti, quello che succede
(compreso un revival delle giacche alla Nehru)
allo stile Ivy League negli anni Novanta si può
con allacciatura
considerare, in senso letterale, un oltraggio nei
numero
confronti di Harvard Yard, J. Press e Brooks
sioni delle giacche morbide e dritte favorisco-
Brothers:
no la scelta
il look viene continuamente
tato e reinventato
fino a diventare
riadatitaliano.
gabardine
dei bottoni.
esplorato
a due bottoni, le giacche
Inevitabilmente
di risvolti
senza
che nasconde
stretti,
il
le dimen-
del senere
posa un Italia nel corso
di
L'abito dritto e floscio, nelle sue varianti degli
tutto questo decennio,
anni Venti e degli anni
dente i colli erano larghi e vistosi. I pantaloni
tenuto
Cinquanta
in auge da qualcuno
uno standard gliamento
che lo considera
rigido e immutabile
come
è sempre
per i valori
per l'abbi-
che esprime.
pieni, che nel completo
ricorrenti
versitari
mento
come
questa
Ivy League del 1989
in Italia nei primi anni Novanta;
e non hanno
per vedere
in quello prece-
parevano un elemento anomalo, sono diventati
Basta entrare in uno qualsiasi dei circoli: uniamericani
mentre
conosciuto
declino nell'abbiglia-
sportivo, che ha permesso
l’impiego di
tenuta, con tanto di cravatta a coste e di cami-
materiali
cia Oxford
col colletto
quelli che erano all'inizio degli Oxford
sia rimasta
identica
con
i bottoncini,
per un quarantennio.
diversi e una certa ostentazione
leggermente
ridicoli, ma che la moda 19
di
Bags
italiana
tende
a disciplinare,
trasformandoli
in bei
fare un semplice
paragone,
pen-
di Uomo
Vogue
siamo al contenuto del numero
del luglio-agosto agosto
1998.
1988 e a quello del luglio-
Come
spesso
stretti proprio com'erano
Cinquanta.
pantaloni con la vita a pince.
Se vogliamo
zoni sono
capita quando
si
uomini,
negli anni
La foto è davvero dura, ma questi
dal classico
aspetto
di americani
da Harvard
potuto benissimo
Square
nel
Ma
qui non
sfoglia una rivista di moda maschile, si scopre
siamo
che gran parte del contenuto è rimasto identi-
tra il meglio
co o simile. Le differenze principali riguardano
- giustamente
le proporzioni. Nel 1988 quasi tutte le giacche
serve
si abbottonavano
mento maschile degli anni Novanta non fa che
sulla
vita,
permettendo
dire che questa
ricalcare
quella,
pullover
della moda
femminile
girocolli,
Adesso
- un'immagine
di fare un grande sfoggio di camicie, cravatte, a strati, gilet, panciotti,
di Rembrandt
di Harvard.
tante
volte
italiana del dopoguerra,
ni in certi
americano,
sì stringevano
ma
per lo più
alla caviglia. Ai nostri occhi
perdeva
proprio mentre
fiducia
Non
raccontata,
che si era ispirata all’abbigliamento
dritti,
sportivo
la Seventh Avenue
nel proprio
talento
innato
corte,
e restava asservita a Parigi, sotto l'egemonia
anche se un’articolo sulla moda dandy è corre-
dei Dior e dei Balenciaga negli anni Cinquanta
dato da una giacca lunga e un lungo soprabito
e Sessanta.
oggi molte
di quelle giacche
sembrano
è
dell’abbiglia-
foulard, secondo le scelte degli stilisti. I calzocasi erano
né
questa
italiana.
vicenda
L'Italia produceva
abiti sportivi
Trascorsi dieci anni,
‘ di lusso, che rispondevano alle esigenze di uno
nel 1998, è evidente il risultato della trasfigu-
stile di vita moderno pur utilizzando i materiali
razione Ivy. Completi a tre bottoni, con l’abbot-
più belli, del tipo che l'America aveva inventa-
tonatura
to tra il 1940 e il 1960 ma che esitava a pro-
di lana di Corneliani.
nascosta
e chiusa molto in alto, con
collo anch'esso molto alto, che mette in vista
durre, visto che gli americani
solo in minima
di restare asserviti a Parigi. Dato che la moda
parte la camicia e la cravatta.
Le quali tendono,
come
sappiamo,
ai colori
ha la memoria
corta,
avevano
deciso
le origini americane
complementari
scuri,
che quasi scompaiono
sì persero
sotto la giacca.
Sulle
pagine
sportiva di qualità divenne un tratto distintivo
i pantaloni
cadono
nemmeno
non
flosci,
ma
non
sono
troppo stretti in fondo; certi giubbot-
ti si piegano in due come In effetti, la dozzina
il completo
se fossero giacche.
abbondante
black della copertina sotto
dell’editoriale,
dei men
ha la camicia
scuro,
in
bianca
praticamente
tutti
rapidamente
della produzione ormai quando
delle
noto
nel buio, e la moda
italiana.
si è ripetuto
L'identico in questo
quello che era cominciato
università
riconosciuto
americane
come
(Per gentile concessione di Gianfranco Ferré Spa)
saltar fuori
1955.
più tra i borghesi
pubblicitaria Primavera/Estate 1999
Foto di Don Cunningham
per bene, con un taglio di capelli da benpensanti, avrebbero
Gianfranco Ferré, campagna
schema decennio,
come
ed era
tale al suo
stile
ancora
riemergere
nel 1989, divenne, grazie all'abilità di inven-
hanno il collo alto, che comincia almeno dallo
zione e adattamento
sterno, con tre o più bottoni allacciati o con
la grande
l'ambiguità di un risvolto che li copre, e i cal-
na degli anni Novanta.
icona
dei creatori
della moda
di moda,
maschile
italia-
‘
80
PAUL&SHARK OPENING ALL 1998
vii A )
\ LGAAYNI VERSATE
it ì
Nel tratto che va dalla 50th alla 7Oth Street, sulla 5th Avenue e Madison Avenue, nel cuore di New York, l'identità italiana trova una formidabile fonte di espressione determinata da un
PE
(vu)
)
senza di negozi delle firme italiane della moda. Downtown, tra la West Houston Street e f scena si ripete. La visibilità della moda italiana ha realizzato l'aspirazione lungamente colì York di diventare una capitale mondiale della moda. In senso inverso, la presenza della mc New York proietta l'icona italiana in una luce di alto prestigio in tutto il mondo la sua importanza come veicolo di espressione culturale globale.
SCION
SS
MEER ELITE | Ova
MIELI
15)MILIO PUGGI BOUTNO Qui
)- VESUVIO
@
Ermenegildo Zegna
| Laura Blac
BAKERY:160
tai
— Madison Avenue
i|"D n : :
n=
fc
| DI
Tranne “la pasta e la lirica, agli italiani non si
francese e moda italiana. In America c'è sem-
può dare nessun
pre stata una forte ambivalenza
merito!"
sosteneva
Pierre
di sentimenti
Bergé, il socio in affari di Yves Saint-Laurent.
nei confronti della moda francese: i couturiers
Un giornalista di Time gli aveva chiesto un'opi-
parigini sono geni o presuntuosi
nione sulla moda
confronti della moda
italiana e, in particolare,
Giorgio Armani.
Evidentemente
aveva
su
toccato
menti degli americani sono quasi unanimemen-
indumento,
moda
italiana
come
essa
stilistica
davvero
fatta da
Armani
che abbia
influenzato
il
mondo”,
fu la replica di Bergé. Era un invito
mette
sappia
soprattutto
coniugare
casual dell'abbigliamento
sulla
in evidenza
la disinvoltura
sportivo americano
provocante da rivolgere a un giornalista ame-
con il lusso e le qualità esclusive del vestire
ricano
europeo. Come ha notato una volta Esquire, gli
(che probabilmente
aveva
deciso
di
intervistare Bergé sperando che parlasse male
stilisti
di Armani).
e rilassata”. In effetti, molti americani attenti ai
dente
Nel suo articolo questa fu l’impu-
risposta
di Jay Cocks:
La giacca non strutturata.
“A/ors,
Un'eleganza
Pierre.
disin-
italiani
offrono
una
moda
‘ricca,
fenomeni della moda hanno ritrovato nell'/talian look un'immagine idealizzata di se stessi.
volta... Abiti confezionati in modo impeccabile,
Occorre fare una distinzione tra il look italiano
com'è possibile solo se si fanno a mano... Una
e la moda italiana in sé. Gli abiti effettivamen-
nuova specie di libertà nel vestirsi”.
te confezionati in Italia non hanno mai rappre-
Questo episodio è rivelatore dell’atteggiamento
sentato che una piccolissima percentuale delle
degli americani rispetto al contrasto tra moda
vendite del settore abbigliamento
88
—
Foto di Richard Avedon (Per gentile concessione di Gianni Versace spa)
italiana, invece, i senti-
te positivi. Anzi, la critica americana
scelta
Primavera/Estate 1994
tiranni?” Nei
un nervo sensibile. “Mi faccia vedere un solo
una
Gianni Versace, campagna pubblicitaria
sul mercato
Dolce & Gabbana, campagna pubblicitaria
Primavera/Estate 1988 Foto di Ferdinando Scianna (Per gentile concessione di Dolce & Gabbana spa)
sia e dei modi
sgarbati delle case
di moda
parigine, ai buyers non parve vero di spostarsi
con i propri libri delle ordinazioni
accanto.
alla porta
Gli abiti che venivano da Milano non
erano e non pretendevano di essere haute couamericano. Al di là delle quote e del fatturato,
ture, ma erano
tuttavia, c'è il prestigio e la diffusa influenza
ganti” dichiarava Newsweek. Avevano un taglio
Autunno/Inverno 1998/99
del look italiano, che ha sempre più allontana-
classico senza essere
Foto di Paolo Roversi
to gli anglofili Brooks Brothers dalle loro posi-
vativi ma non teatrali, “Erano
zioni
autentica - anche se di un certo reddito - e si
originali.
Spiega
a questo
proposito
inno-
fatti per gente
portavano in posti autentici”.
Italy, fino a poco tempo
Milano offriva un'alternativa concreta a Parigi.
fa sinonimo
di mateeccellente
I giornali di moda
americani
di Italian look, status symbol di un nuovo pote-
“casual, disinvolti”
re economico,
marsi come una variante del look dell'abbiglia-
delle implicazioni
e con un carattere
decisa-
mente internazionale”. L'immagine
mento
data in parte dal cinema
|
del paese
era
italiano degli anni
produceva
che sembravano
una loro industria
abiti
“confor-
sportivo americano”. Certo,
Uniti hanno
internazionale
Milano
la
“buona
consapevole
novella”:
annunciarono
e di buon gusto [è stato soppiantato] da quello
sociali della moda
Di
troppo seri, erano
ele-
Chiara Giannelli Buss: “Il concetto di made in
riali di qualità, di una lavorazione
N
di classe, estremamente
gli Stati
dell’abbiglia-
mento sportivo, ma dato che in America sì pro-
duce per un mercato
di larghissimo consumo,
Cinquanta, che fungeva spesso anche da vetri-
non si riesce a raggiungere l'eleganza e.la qua-
na della moda italiana. Anche lo stile italiano
lità delle confezioni italiane. “Gli italiani sono
era visto attraverso le lenti del jet set. Celebre
Stati i primi a fare abiti sportivi di una certa
per la qualità dei materiali e della lavorazione,
cura”,
l'abbigliamento
italiano
era
ricercato
dai.
ricorda
Women's
John
Fairchild,
l'editore
di
Wear Daily. “Se un golf è di Krizia
clienti più esigenti e raffinati, come il Duca di
o di Missoni,
Windsor. Negli anni Sessanta c'era anche stata
spendere”. Tanto più che “i migliori tessuti del
una certa
mondo sono quelli italiani, [così] l’Italia parte
influenza
italiana nelle espressioni
“Mod”
della
cultura
Ricorda
David Bowie:
liana...
le giacche
giovanile
a Londra.
“Mi piaceva la roba ita-
squadrate
e i maglioni
di
agli americani
non
interessa
già avvantaggiata”. Inoltre,
come
ha osservato
esperto
di moda
come
acutamente
Woody
un
Hochswender,
mohair”.' Anche altri prodotti italiani, come la
il look italiano “è riuscito a colmare il divario
Vespa,
che esisteva
fungevano
da immagini
classiche
del
tra l'anticonformismo
degli anni
design moderno.”
Sessanta
Questi fenomeni pur importanti, però, rimane-
parte del favore iniziale incontrato dai comple-
vano
in larga parte nel campo
ti di Armani,
made
in Italy. Il look italiano
degli oggetti in quanto
tale
e lo yuppismo
degli Ottanta”.
per esempio,
Gran
era dovuto al fatto
che si trattava di completi non realmente
tali,
non è emerso che negli anni Settanta paralle-
che ne avevano
lamente
senza essere ingessati o “square”. Al posto dei
all'affermazione
del prét-à-porter
le prerogative
milanese. Alla fine di quel decennio “la rimon-
completi rigidamente
la italiana” minacciava
l'egemonia
benismo
e di mascolinità
della moda francese. “Stanchi degli abiti fanta-
italiani
come
seriamente
90
Armani
e il prestigio
tagliati, simbolo di perborghese, gli stilisti
hanno
a poco
a poco
Giorgio Armani, campagna pubblicitaria
(Per gentile concessione di Giorgio Armani Spa)
lotto giacche più morbide, senza imbottiné controfodere
rigide. Le spalle ampie
canti, i risvolti e l'allacciatura che scenverso il basso. I colori si fanno più tenui rogeni, i tessuti più morbidi e pregiati.
ani ha reso eroticamente
disarmati
gli
li e il loro abbigliamento, pur senza svirili", ha scritto la giornalista h Thurman.
americana
“Ha dato loro una
à: quella di essere ammirati
e desiderati
donne (e dagli altri uomini)”. di American
o sessuale
Il protago-
Gigolo vestiva
ni e, secondo Thurman:
nuova
soltanto
“L'autentico con-
del film era offerto dai suoi
Ì shopping”.
Nel mentre
che “femminiz-
ed eroticizzava l'abbigliamento maschile, ni ne reinterpretava
)ànna d'affari,
il look per la moder-
evidenziandone
la forza
\gina. Sapeva abilmente sfruttare l’impietessuti pregiati, morbidi e drappeggiabili,
acevano ‘ezzati,
venire voglia di essere
toccati,
e creava così abiti che non aveva-
ente della durezza “fallica” ed esaltavano a che Freud definiva “la libido tattile”. noto esponente di questo stile di vestire
almente espressivo, destinato agli uomini
alle donne, li Versace.
inutile dirlo, era diventato Particolarmente
incisivo era
da lui fatto della pelle, un materiale che
sé connotati di una radicale sessualità. le camicie mevano
di seta
dai colori
un’esuberanza
barocca
brillanti nel dise-
trasformavano dichiaratamente gli uomioggetti di desiderio lo lo stereotipo
sessuale,
anglosassone
riconferdel Latin
Gli abiti da donna di Versace erano per-
più seduttivi. in: “Versace
Ha osservato ha scelto
come
Richard proprio
llo di donna la prostituta o la passeggia-
", trasfigurandole
e trasformandole
in
lei media.” ‘adigmi
contrastanti
di Armani
e di
Versace
si ritrovano nella generazione
succes-
siva di stilisti italiani. “Il cool arriva a livelli terrificanti”,
annunciava
il New
in un articolo
su Miuccia
Prada.
l'opulenza
York Times Famosa
raffinata delle sue creazioni,
per
Prada
personifica lo stile di lusso contemporaneo
ha
Milano come
capitale.
Sulle
sue austere
capacità artigianali si è concentrato di tante
sartorie
la tradizione
le cui creazioni
dell'Italia
di abiti discretamente
che
Prada, campagna pubblicitaria
Autunno/Inverno 1998 Foto di Norbert Schoerner (Per gentile concessione di Prada Spa)
il culto
riprendono
settentrionale
fatta
eleganti confezionati da
‘J. Gocks, Suiting Up for Easy Street: Giorgio Armani delines the new shape of style, “Time”, 5 aprile 1982, p. 60. © V. Steele, Paris Fashion: A Cultural History, Oxford
sarti e sarte locali. La stessa Prada ha esalta-
Press, New York, 1988.
to l’importanza
si) Pryce-Jones,
dei tessuti
e della creazione
Giorgio Armani” Fine Italian Hand: The Rich,
di abiti che sappiano sfruttare appieno la tra-
Relaxed Style, “Esquire”, 22 maggio
dizione artigianale del paese.
stesso numero
Molto diversa è la femminilità calda, voluttuosa
Clothes Men Like, p. 31.
fatta propria dalla coppia di stilisti Domenico
'V. C. Giannelli
Dolce e Stefano Gabbana.
e A. Mottola
“Questo sodalizio ha
University
1979, p. 37. V. anche, sullo
della rivista: R. Hamilton,
Easy and Elegant New
Buss, Stylism in Men's Fashion,
in G. Butazzi
Molfino (a cura di), /talian Fashion:
From Anti-
_' lJ], «‘’———TT««E«-=-
INI 2
ridato vita al look ‘bomba del sesso’ tipico del
Fashion to Stylism, Electa, Milano, 1987, p. 282.
meridione,
°K. Loder, Stardust Memories:
ispirato alla...
focosa
bellezza
di
The Rolling Stone Interview with
una Sophia Loren o di una Gina Lollobrigida”.
David Bowie, “Rolling Stone”, 23 aprile 1987, p.80.
L'abbigliamento
°D; Hebdidge,
maschile di Dolce & Gabbana
“Object
as Image: The Italian Scooter
si ispira anche alle immagini celebri dei film di .
in Hiding in the Light, Routledge, London and New York,
Rossellini, Visconti, Fellini. Anche qui è impor-
pp. 77-115.
tante il richiamo
‘The Italian Look, *Newsweek”, 22 ottobre 1978, p. 136.
implicitamente come
una
tattile degli indumenti, fa classificare
persona
sensibile
che
Cycle”,
1988,
chi li indossa
"B. Morris, Milan: Italian Designers Turn to Clean Lines, “The New
e vulnerabile
York Times”, 5 ottobre 1982, p. C8.
e, nello stesso tempo, virile e piena di energia.
° J. Fairchild, citato da S. Giacomoni,
Così lo stile italiano è arrivato a essere “consi-
Mazzotta, Milano, 1984, p. 118.
derato
" W. Hochwender, Images of Man, Labeled Armani, “The New York
all'interno
del regno
dei valori”.
The Italian Look Reflected.
Esistono non soltanto bei vestiti made in Italy,
Times”, 21 dicembre 1990, p. C36.
ma
‘J. Thurman, A Cut Above: Giorgio Armani's Cool, Cool Elegance,
anche
chiama mondo
una
categoria
concettuale
/talian style, riconosciuta come
e di modernità
sinonimo
che si
in tutto il
di raffinata
opulenza
lussuosa, di eleganza disinvol-
ta, costosa, sexy. Tuttavia, all’interno di questa categoria
generale,
di stili personali, qualcosa come
c'è spazio
ognuno
per una
di quello che all'estero
la “dolce vita”.
serie
dei quali esprime è avvertito
“Conoisseur”, agosto 1988, p. 92.
" R. Martin, Gianni Versace's Anti-Bourgeois Little Black Dress, “Fashion
Theory: The Journal of Dress, Body & Culture”, vol, 2 n. 1
(1998), p. 96. -R. Martin, ed., Contemporary Fashion, Saint James London, 14
Press,
1996, p. 137.
G. Grignaffini,
e Molfino, cit., p. 24.
A Question
of Performance,
in Butazza
PPS
\@ :"© -°)
pa i —)
°°
(S
ini
4
]al ù
Alle donne di Canton o di Pechino, che possono
. finalmente avere un visto per venire a fare lo
ricchezza. La Nuova Cina (unico paese ancora in
Hong Kong
ascesa
Foto di Michel Setboun
economica nonostante
la crisi asiatica)
shopping a Hong Kong, non sembra vero di poter
vede in Hong Kong non solo una gallina dalle uova
imitare le loro connazionali dell'ex colonia britan-
. d'oro da non uccidere in quanto polo finanziario
n
nica. Assiepate lungo gli enormi corridoi vetrati
fondamentale, ma anche un luogo simbolo del tipo
degli shopping malls multipiani dei quartieri di
di consumo che i nuovi ricchi del continente cine-
Central o di Wan Chai, passano da una vetrina
se cominciano a richiedere come status. Della
all'altra delle grandi marche europee e americane
nuova
e comprano
in mezz'ora quello che le hong-kon-
e italiana in particolare sono una componente
ghesi non comprano in un mese. Decine di abiti
imprescindibile. L'imperatore sembra avere biso-
Versace, Ferré, Prada, Valentino sono lì, sotto
gno di nuovi vestiti e, incurante della favola di
gli occhi delle sofisticate donne di Hong Kong,
Andersen, li cerca il più lontano possibile dal pro-
ma queste si sono ormai
prio palazzo, in Italia.
rivolte a consumi
faccia della ricchezza la moda
europea
i
più raffinati e d'élite e preferiscono il negozio
A Hong Kong la preminenza della moda italiana
con pochi carissimi prodotti alla marca famosa,
è tale che molte marche locali di abbigliamento
ma troppo diffusa.
preferiscono presentarsi con nome, marchio
Nel periodo che ha seguito l'hand-over, il passag-
e campagna
gio di Hong Kong da protettorato britannico a ter-
una Satchi Italy che non ha nulla di italiano ed
ritorio autonomo della Repubbica Popolare Cinese,
esistono Giordano, Bossini, Nora Donna e molte
la moda qui venduta ha cambiato pubblico, ma
altre marche di Hong Kong che hanno nomi fake-
è rimasta una delle immagini più forti della vera
italian. Alcune di queste, come Bossini, ricalcano
94
pubblicitaria “italiani”. Così esiste
(Grazia Neri)
go italiano (il vecchio logo Benetton)
;ono con successo
(a volte maggiore
e si
della
c'è niente che tiri come lo stile italiano ed europeo.
e di facciata e di vestiti e di marchi
Le quarantenni
cool. La moda, chiusa nella asetticità dei gratte
ricche di Hong Kong, immobili
e di glamour
a imitata) alla stessa fascia di pubblico.
come statuine di porcellana — solo apparentemen-
cieli di Hong Kong è tornata a essere la fantasma-
loda rappresenta
a Hong Kong una città
te simili nel fisico alle connazionali di Pechino,
goria delle merci come nei passages parigini di cui
sistema di shopping malls -
“le cugine provinciali” — cambiano un Ferré ogni
parlava Benjamin, con in più il fatto che è dat
\i, scale mobili, ascensori di vetro e fontane
settimana e buttano via due Prada al mese. E pre-
anche aì “poveri” passeggiare
nemmeno
un posto per sedersi !) - lucidati
siedono abbigliate /talian style a tè di beneficienza
boulevard di marmo
cchio e asettici. Si tratta di veri templi ad aria
e a cene di rappresentanza dove un tavolino costa
come Foster o come Pei. L'immagine più sconvol-
zionata ospitati in quattro 0 cinque piani dei
centocinquanta milioni.
gente è quella delle colf filippine che a decine di
icieli delle multinazionali cinesi o delle ban-
Qui la moda è l’anticittà, cioè il posto dove la
migliaia passano la domenica nei
) appartenenti
più ricchi del
gente che ha i soldi compra il diritto di non dovere
cordo dei ma//s e che hanno come mito quello di
o come Jardine o Joyce. Simbolo del nuovo
usare la città fatta di strade, marciapiedi, traffico
passare
ilismo asiatico coo/ e selvaggio. Si può pas-
e caldo bollente. Tutta la città soffre di condiziono-
spettacolo della ricchezza
un'intera giornata tra un mal/ e l’altro, utiliz-
si, cioè di un incubo ad aria condizionata per cui
I poveri passeggiano di fronte a tanto lustro e ne
) come raccordo enormi corridoi sospesi.
fuori è stracaldo (in una città sul mare e con die-
confermano
nne di Hong Kong ricche in maniera inimma-
tro montagne alte, quindi potenzialmente un para-
di un programma
ile, che mai toccano terra perchè passano
diso) e dentro ai ma//s è strafreddo. La moda è la
una star. Certo tutto questo è risaputo, ma il fatto
loro case ad aria condizionata all’'automobile
vetrina di questi interni ed è davvero
è che a Hong Kong
vetri fumé alle scale mobili dei grandi shop-
grido del capitale. Nel senso che questo capitale
vetrine e una città calda, calda e sporca. Come se
centers,
selvaggio qui, di Hong Kong, mai come
questa fosse la nuova faccia del pianeta. La moda
‘te con il suo
sanno
agli uomini
bene che per manifestare
)pria condizione di intangibile privilegio non
l’ultimo
adesso
e più di qualunque altro, ha bisogno di immagini
come
davanti
per questi freddi
e vetro creati da architetti
corridoi di rac-
a certe vetrine e di godersi
lo
e degli abiti firmati.
il glamour, come
l'audience anonima
televisivo conferma
il mito di
non c'è altro se non vetrine,
alternativa alla devastazione 90
del pianeta.
Hong Kong
Foto di Simon Fraser Science Photo Library, London (Grazia Neri)
[CAR
Nel senso che la moda
c'è per raccontare
alla
chi gioca in borsa a Hong Kong e non dorme
la
gente che la bellezza non è più del mondo là fuori,
notte per attendere
fatto di natura e di città, ma del mondo tutto arti-
è costretto a portare scarpe Church e a vestire
ficiale del consumo.
camicia
L'impressione è che il successo
italiano non sia
bianca
immagine
i dati del listino di New York
e cravatta
regimental,
non regge più appena
questa
lasci la Borsa.
veramente qualcosa di antico, ma qualcosa di per-
C'è bisogno di un nuovo linguaggio internazionale
fettamente congeniale a un capitalismo che ha
che è pronto solo nel mondo della moda. Versace,
raggiunto la sua meta estetica di fare dimenticare
Armani, Valentino, Prada, offrono insieme ad altre
il mondo là fuori. In questo senso l’Italia qui non
grandi marche francesi e americane qualcosa che
è solo l’esotismo astratto, è anche il massimo
supplisce a questo vuoto. Questo linguaggio inter-
della “superiorità”.
nazionale diventa allora il volto globalizzante di
Ma che cosa rappresenta
la
moda veramente oggi? E la moda italiana in parti-
una ricchezza che non ha ancora costumi e stili
colare? Sicuramente
di vita propri, e molto spesso è supertradizionale
rappresenta una fascia alta
LI
perchè essa si basa su una distanza.
Hong Kong non sono molto più fortunate delle loro
| da
Qui in Asia la distanza è l'Italia, paese “occidenta-
cugine di Pechino, con le concubine che devono
acquisito,
e conservatrice
BEIGE
(le donne di
della ricchezza, è lo status symbol di un distacco
e fondamentalista
FIRE! EEE
|/|l
Cini
le" quanti altri mai. Ma altrove? Se la ricchezza
sopportare
è una condizione di facciata (oltre che di sostanza),
diritti civili), ma ha almeno modo di mostrarsi.
tenere la facciata significa mostrare
la superfi-
Non è detto che questo duri. Ma si può dire che
più scintillante possibile.
più incerta è la nuova ricchezza, come quella cine-
cie, l'abito nel modo
e la mancanza
pressocché
totale di
La moda è la fine dell’understatement, o della ric-
se che sta appena
chezza
mostrarsi “vestita”, più è necessario adottare
che si nasconde.
Per questo
la moda
affacciandosi
al problema di
ricchezza
la moda come stile. Bisogna aggiungere qui una
non vuole tenersi per sé i luccichii, ma vuole un
breve parentesi sul fatto che la fruizione della
pubblico che li osservi e che in qualche modo
moda
abbia l'impressione di condividerli.
stessa dei luoghi in cui la moda viene prodotta.
è tanto postmoderna
perchè la nuova
nei luoghi della nuova
ricchezza non è la
Lr mi
È probabile mondiale
Laddove lo stile dei ricchi in Asia sta diventando
anglosassoni
una questione vitale per il capitale, che ha biso-
o i tradizionali modelli manager-samurai o mana-
gno di giustificarsi con una cortina di eleganza fir-
ger-mandarino
mata
che in questa
fase del capitalismo
i vechi modelli di abbigliamento
non
funzionino
più. C'è un vuoto
nel passaggio da un mondo coloniale postcoloniale.
La nuova
ricchezza
a un mondo - che nasce
e garantita,
in America
e in Europa
c'è
un velo di ironia (forse una patina falsa, forse un
residuo davvero di umanesimo)
per cui la moda
da luoghi che tradizionalmente
erano “chiusi”
non è direttamente legata a uno status symbol, ma
all'influenza esterna e avevano
elaborato codici
in qualche modo è già un'autocitazione. Puoi dimo-
e costumi
propri, senza alcuna pretesa di univer-
strare di essere ricco comprando moda
italiana,
salità — non riesce più a identificarsi con l’imma-
ma non è l'abito direttamente che descrive la tua
gine del ricco degli anni Venti e Trenta. Anche se
ricchezza e che precisa la tua collocazione sociale
96
Ci
DI Ta LIL al
Insegna di negozio di moda locale
con nome “all'italiana”, Hong Kong Foto di S. Tucci (Grazia Neri)
(anche se è vero che l'/talian fashion è piuttosto moderata,
senza
pazzie e diventa
accettabile
ai nuovi ricchi in cerca di facciata,
siano essi
nigeriani o di Pechino). C'è insomma
una sorta di coolness nella moda
moda
italiana e nella
in generale. Nelle linee dell'abbigliamento
italiano non c'è ma
per questo
solo la sacralità del classicismo,
piuttosto una sottile ironia sul fatto che il
vestito
possa
contare
così tanto.
La moda
in
questo senso è “blasé” in generale, gioca sull’equial
voco di essere apparentemente
senza
significato,
anche se allude a dei privilegi forti.
Questa apparente “apertura ironica e democrati-
ca” della moda sta alla base della sua accessibiità come linguaggio a più strati. Connota certo la
donna ricca di Hong Kong, ma rimane appetibile
alla colf filippina povera. Non è più l’abbigliamento di principi, re e regine, sono abiti che denuncia-
no la loro “fugacità e futilità”. In questo senso si incollano
perfettamente
su una concezione
usa
e getta, in cui l'abito è il luccichio e il travestimento momentaneo da fare baluginare tra i marmi di una multinazionale. Questo è vero a Hong Kong, come
a New York, a Miami, a Parigi o a Sidney. Lo stile italiano sta comunque in quella nuova faccia della ricchezza che ha bisogno di raccontare di sé che c'è una estetica che si può comprare ad alto prez70. E che questa estetica consiste esattamente
in
una questione di stile. Lo “stile italiano” oggi è qualcosa di tanto automatico nella testa di milioni di utenti di tutto il mondo che è difficile darne
una descrizione
se non
modo
che viene adombrato
di vivere
intuitiva. C'è un certo da certi
vesti- ti, ma più ancora, da certe atmosfere legate a campagne
evocativi.
pubblicitarie,
L'Italia
è sempre
a marchi,
a nomi
più la moda,
ma
è soprattutto l'allusione a qualcosa che dovrebbe 98
are immediato a chi ha veramente conoscen-
lite a queste domande, ma è interessante che esse
immagine unificante in un paese come l'Italia che
la “bella vita”.
cadano in un momento
fa fatica ancora ad autorappresentarsi.
) come un'idea elaborata alla fine degli anni
italiana in cui c'è una percezione di certi stereo-
pizza, Venezia, Roma, Milano, ma soprattutto la
inta, intorno a un mondo
poi svanito del
tipi della identità nazionale, ma non una vera
moda. L'Italia del dopo Schengen è una Italia che
l'idea della “dolce vita” italiana abbia viag-
e. propria nostalgia. Qualcuno dovrebbe occuparsi
sa solo ciò che non è. Non è America perché quel-
così tanto fino a oggi. Se il film Vacanze
del perché gli italiani sono così poco capaci di
lo stile di vita per noi è esotico, non è però nem-
ne, con Gregory Peck e Audrey Hepburn
nostalgia nei confronti del “come
meno Europa manageriale e industriale. È allora
ora per i giapponesi la prima immagine da
Probabilmente è un popolo ancora troppo giovane
un paese che si ritrova lo stile come
lare all'Italia e se “l’arte di vivere” continua
perché riesca a guardarsi con la coda dell'occhio.
se lo ritrova senza sapere dov'è. Perchè il paesag-
ere lo stereotipo all'estero della vita quoti-
La nostalgia di come gli italiani erano, al massi-
gio è per buona
in Italia; questo significa che il sogno italiano
mo, arriva dall'estero. Ed è divertente pensare
andata via e se sprazzi rimangono del bel vivere
posto all'estero con una forza straordinaria.
che per un gioco di specchi gli italiani comprano
sono messi a dura prova da una situazione nell’in-
sogno che si è superato e trasformato in ste-
abiti prodotti in Germania o in Asia, che hanno
sieme molto deteriorata. Le nostre città non sono
o a lunga durata. I ricchi più raffinati se ne
uno sguardo nostalgico nei confronti di un passato
meno invivibili delle grandi città inquinate e traffi-
no stancare, certo, perchè non è più un
di cui non sentono la mancanza.
Se il successo
cate di altri mondi, ma la vita quotidiana ha perso
italiana all’estero è soprattutto
“la strada” e molti altri luoghi pubblici come tea-
a nostalgia di uno stile piazza Navona mai
legato all'alea che la moda ha saputo creare intor-
tro del mostrarsi. La moda è forse una opportu-
0?) Anche per noi italiani il sogno sembra un
no a sé, occorre dire che agli italiani non rimane
nità per fermarsi un attimo a pensare
tdated. Ci riconosceremmo ancora negli ste-
che starserne buoni e stare al gioco. Svelare che
l'origine dello stile italiano. E se l'origine fosse
i che vogliono T'Italia come il paese della
la situazione non corrisponde al sogno non sareb-
proprio quella cultura, come sistema di valori e di
vita” e del “dolce far niente”? Ovviamente
be salutare. Ma in che cosa consiste questo sogno
motivazioni per cui la gente dà un senso alla pro-
paese in cui viviamo è ben lungi dall'assomi-
veramente e in che modo condizionerà (e già lo fa)
pria quotidianità, quella cultura che si è espressa
a questo sogno. Quello che però sta acca-
come un boomerang gli italiani di oggi?
in arte, cibo, paesaggio e maniera di relazionarsi?
è che il sogno ci sta tornando addosso come
Il sogno è quello di un paese
dove lo stile è una
Allora il nostro paese potrebbe svegliarsi da un
omerang. Nel senso che lo stile italiano di
concezione “alta” della maniera di presentarsi, ma
lungo sonno e accorgersi che la fonte di tanta ric-
sso all'estero comincia a imporsi come uno
è anche una maniera di “essere” nel senso che gli
chezza che ci torna dall'estero è una struttura fra-
tipo agli stessi italiani. Per la prima volta ci
italiani appaiono all’estero come coloro che sono
gile e deteriorabile, ma ancora salvabile.
piamo che c'è una identità, uno specifico ita-
più padroni del rapporto tra abito e comportamen-
appunto, i cui contorni sono più chiari agli
to. Un “certo qual modo di essere e di apparire”,
ieri” che a noi stessi. Se però negli anni
che sicuramente affascina i nuovi ricchi e ricchis-
nta e Settanta gli italiani sapevano ridere
simi di tutto il mondo. E che affascina anche
ridere di sé con Vittorio de Sica, Alberto
i poveri, visto che la società dello spettacolo non
e Ugo Tognazzi, oggi l'atteggiamento non
esiste senza un pubblico e che il consumismo altro
lo stesso. Oggi, sanno davvero a cosa asso-
non è che la necessità di un pubblico per il grande
no? E questa identità ha qualcosa a che fare
capitale. Quanto di questo discorso della moda sta
| capacità di produrre facciata e status per
ricadendo e ricadrà in Italia? Molto. Intanto per-
\i del mondo? Non ci sono risposte prestabi-
chè la moda si prospetta davvero come
progressivo, ma un paesaggio della nostal-
dell'immagine
di passaggio della storia
eravamo”.
Pasta,
risorsa, ma
parte distrutto, la “dolce vita”
la sola 99
quale sia
e mea Tutto è cominciato con Cristoforo Colombo, quando
Viene da chiedersi, con le parole di una vecchia
Las Vegas, Nevada. Riproduzione
ebbe l'intuizione dell'esistenza dell'America. Non
canzone,
di statua romana come decoro
ci può essere niente di più romantico di questo
Già, da quanto tempo va avanti questa storia?
nelle sale da gioco del Caesar Palace
rimescolio dell'animo, di quell’indefinibile struggi-
In effetti i termini della questione sono rimasti
(Grazia Neri)
mento che chiama verso occidente e .che spinse
quasi immutati nel corso dei secoli. L'Italia fa la
Colombo verso il nuovo continente. È la solita sto-
parte dello spasimante focoso, l'America quella
ria degli eterni innamorati, delle anime gemelle,
della formosa ragazza di campagna, un po’ ritrosa,
destinate prima o poi a incontrarsi.
ma anche lusingata dalla corte (e che porta con
Certo, questo legame indefinibile che unisce
orgoglio il nome che le viene da un cartografo ita-
l'Italia e gli Stati Uniti, e che cercheremo di spie-
liano, un uomo che non dimenticherà mai).
gare qui, non è che uno dei tanti aspetti della sto-
E quel sentimento
ria delle relazioni tra i due paesi. Ce ne sono tanti
Colombo? Era, in realtà, un antico tema poetico di
altri, tutti “concreti”: una tradizione di grande abi-
un italiano ancora più grande di Colombo: Dante
lità artigianale, la capacità tutta italiana di gestire
Alighieri, ben settecento anni fa, immagina
le linee e lo stile della produzione in serie, un
incontro con l’anima eternamente
gigantesco
artistico, un afflusso
Ulisse, che gli racconta di aver navigato a occi-
costante di turisti danarosi, una cucina eccellente,
dente, oltre le Colonne d'Ercole, nell’immensità
apprezzata in tutto il mondo. Nonostante tutto,
dell'Atlantico.
però, esiste anche un aspetto indubbiamente
“O frati - dissi - che per cento milia / perigli siete
romantico nel flirt tra le due culture e nell’inna-
giunti a l'occidente |...] non vogliate negar l’espe-
moramento reciproco dei due paesi.
rienza / diretro al sol, del mondo sanza gente! /
patrimonio
100
How Long Has This Been Going On?
che agitava
il cuore
di
un
dannata di
Così parla Ulisse, in terza rima:
tecnica e della società medievale, cita le capanne
di legno (che nel West erano realizzate con una tecnica costruttiva
diffusa fin dal Medioevo
in Scandinavia), il forte a palizzata (una copia in legno delle città murate medievali), il carro coper-
to (un diretto discendente della caretta longa del Considerate la vostra semenza: / fatti non foste
XII secolo), la diligenza, il filo spinato, il mulino
per questo paese) è antica, radicata e tende conti-
a viver come bruti, / ma per seguir virtute e cano-
a vento con asse orizzontale, il whisky, le carte da
nuamente
scenza.” (Inferno, XXVI, 112-120).
gioco (gli antichi Romani giocavano a dadi ma non
vandosi di generazione in generazione, per gran
Può darsi che solo un incontenibile ottimista come
a carte) e perfino l’impiccagione (che, come forma
parte di questo millennio. “Viaggiare è la rovina di
Dante avrebbe potuto mettere sullo stesso piano
di esecuzione, è un'invenzione medievale, mentre
ogni felicità! Non c'è più un edificio da ammirare
l'America con la “virtute e canoscenza”, ma resta
in età classica era solo un mezzo per suicidarsi,
qui, dopo aver visto l'Italia”, scriveva la romanzie-
il fatto che perfino nella Divina Commedia, l’opera
come ricorda la sorte di Giuda Iscariota). Quando,
ra e diarista inglese Fanny Burney nel 1782.
che sta alla base della cultura italiana, si ritrova
sostiene White, all’interno di una cultura nasce
Più o meno negli stessi anni, Samuel Johnson
un senso
qualcosa di nuovo, questo tende a permanere fin-
sosteneva: “Chi non è mai stato in Italia è consa-
Nuovo Mondo “a l'occidente”. In anni più vicini
ché qualcos'altro, radicato più profondamente,
pevole di una propria inferiorità, perché non ha
a noi gli stereotipi sono diventati di qualità peggio-
non ne prende il posto. C'è da chiedersi quanto
visto quello che si ritiene giusto che ogni uomo
re. Lo si può ben comprendere; sono privi di fon-
profondamente
debba vedere”. Carlo V, che in fondo era il padrone
damento,
a meno che non siano presi per quello
nostra passione per le cose italiane. Un indizio
di un bel pezzo della penisola e di gran parte
che sono: tropi o atteggiamenti di una certa dina-
ancora più ricco d'insegnamenti della continuità
d'Europa,
mica culturale. L'idea della passionalità italica,
culturale (e tecnica) si ritrova nella misura dello
antico dell’Italia: e lo individuava nel carattere
del corteggiamento ardente, per esempio, è una
scartamento (la distanza tra le rotaie) delle ferro-
erotico della lingua e dello stile: “A Dio parlo
stupidaggine se la sì concepisce come una carat-
vie americane:
in spagnolo, alle donne in italiano, agli uomini in
teristica innata, trasmessa geneticamente; lo è un
ben strana. Lo scartamento americano deriva da
francese, al mio cavallo... in tedesco”. Mark
po meno se la si vede come una tattica culturale
quello britannico, adottato sui tramway a cavallo
Twain, che sapeva distinguere una vacca sacra
ed economica che si protrae nel tempo. In questo
prima dell'avvento del vapore; questo a sua volta
quando se la trovava davanti, nel 1869 sbottò sco-
senso possiamo citare la memorabile. distinzione
“deriva dalla distanza delle ruote dei carri di legno.
quasi atavico di aspirazione
verso
il
radicata - e irrazionale - sia la
4 piedi e 8,5 pollici, una misura
a perpetuarsi.
È rimasta viva, rinno-
avvertiva dov'era al fondo il fascino
raggiato: “Ammettiamolo:
per
E ciò per adattarsi ai solchi delle carreggiate delle
l’Italia
dimostrarti di essere bravi ragazzi, ti portano una
antiche strade consolari romane ed evitare così
(The Innocents Abroad).
Coca gelata |...) Ma in Italia non ti portano niente:
che i carri si sfasciassero lungo il viaggio. I solchi
E Truman Capote avrebbe potuto benissimo rife-
sono
E il Nuovo
erano stati formati inizialmente dalle bighe da
rirsi all'Italia intera quando diceva: “Venezia
Mondo, arrossendo lusingato, non resta mai indif-
combattimento romane, che in base a una specifi-
è come mangiare in una botta sola una scatola
ferente. Fermiamoci un attimo a riflettere su que-
ca militare standard avevano un passo di 4 piedi
intera di cioccolatini al liquore”. L'Italia, come
sto aspetto della continuità dei modelli culturali.
e 8,0 pollici. La misura corrisponde allo spazio
tutte le cose che riguardano il gusto, di tanto in
La compianta Lynn T. White ha scritto, in un sag-
occupato da due cavalli appaiati. Così, lo scarta-
tanto passava di moda tra gli americani.
gio sull’eredità del Medioevo nel West americano
mento delle rotaie che oggi servono
un'epoca, dalla svolta del secolo alla fine della
(1965): “Un punto oscuro nello studio della storia
moderni
dalle
Seconda Guerra mondiale, in cui l'Italia era guar-
degli Stati Uniti riguarda l'incapacità di ritrovare
dimensioni fisiche degli animali da traino usati
data con sospetto e timore. Era l'epoca della tru-
la continuità che ci lega nei dettagli e nell'insieme
migliaia di anni fa. Una volta che un modello cul-
culenza italiana e dell’isolazionismo americano.
al Medioevo europeo [...] E invece ci sono molte
turale si è affermato,
Gli italiani che non erano impegnati a fare la fac-
ragioni per ritenere che gli Stati Uniti siano più
E, come i solchi scavati dalle bighe nelle strade
cia feroce
vicini al Medioevo di quanto non lo sia l'Europa”.
consolari, l'opinione comune
che noi americani
America (1880-1980), prima favorendo e alla fine
White, un'importante studiosa della storia della
abbiamo dell'Italia (e l'ammirazione che nutriamo
rompendo l'atteggiamento di chiusura americano
fatta da Gina Lollobrigida:
“A Hollywood,
troppo occupati a baciarti”.
102
per i più
treni superveloci è determinato
è difficile eliminarlo.
sui
disegni
il Creatore ha fatto di
Michelangelo!’
in patria emigravano
C'è stata
in massa
in
degli anni Dieci e Venti del nostro secolo. La cono-
dermico, perché questo era il paese in cui regna-
scenza, si dice, alimenta il disprezzo e, quando
vano il lusso e la pigrizia più vergognosi e che pote-
Sinclair Lewis si faceva beffe della xenofobia dei
va avere un influsso negativo, seminando il disor-
suoi compatrioti
si sapeva oramai
dine, l'anarchia e le agitazioni tra gli operai. Tuttavia
come erano fatti gli italiani, che non erano certo
la censura calvinista che egli applicava alle cose
tenuti in grande considerazione.
Basta leggere
d'Italia nascondeva quella “coscienza della propria
qualche frase del discorso di Babbitt al Consiglio
inferiorità” ricordata da Johnson. Chiacchierando
della Zenith Real Estate, un classico del linguaggio
amabilmente con Lucile McKelvey, la bonne vivan-
propagandistico: “In altri paesi l’arte e la lettera-
te del luogo, Babbitt si arrischia a dire:
tura sono in mano a un pugno di squallidi fannul-
“Suppongo
loni che abitano in soffitte e s'ingozzano di vino
l'Europa, non è vero?”
e spaghetti, mentre in America lo scrittore o il pit-
“Mi piacerebbe
tore di successo non si distingue da un qualsiasi
per qualche settimana.”
dignitoso uomo d'affari. [...] È questa la nuova
“E là vedrà un sacco di quadri, di musica, di cose
generazione di americani: tipi dal torace villoso,
curiose, di tutto...”
dagli occhi ridenti e con la calcolatrice in ufficio
“No, in realtà ci vado solo per una cosa: c'è una
[...] Gerte volte spero che la gente la smetta di
piccola trattoria' in Via della Scrofa dove ti servo-
dare credito a tutta quell'immondizia
no le migliori fettuccine del mondo.”
in Babbitt,
europea,
che lei ripartirà quanto prima per
tantissimo andarmene
a Roma
roba antiquata, ammuffita, logora, sorpassata [...]
“Oh, io... Sì, dev'essere bello assaggiarle. Sì...”
Datemi retta, il mondo si è lasciato incantare fin
Babbitt è come un bambino che vuole leggere un
troppo da questi paesi smidollati, che non produ-
romanzo per adulti, un personaggio presuntuoso,
cono più nient'altro che lustrascarpe,
panorami
per niente incantato dall'Italia, che pure rappre-
a poco prezzo...” Taylorismo, utilitarismo
senta la manna, il principale punto di riferimento,
e puritanesimo: per dirla con Mencken: “La paura
non solo in campo artistico, per gli intellettuali del
ossessiva che qualcuno, in qualche posto, sia feli-
suo paese. Trent'anni dopo che Lewis aveva sorit-
ce”. Se mai è esistitito un uomo di paglia, questo
to Babbitt, l’Italia viveva quello che i suoi abitanti
è Babbitt, e certamente Sinclair Lewis voleva pre-
avrebbero
sentarlo come un esponente del tutto ridicolo di
e riconquistava il proprio rango, antico di secoli,
quella classe di sciocchi benpensanti, della middle
di faro del gusto più aggiornato. Nel numero di
America di Harding e di Coolidge. In effetti non
Holiday dell'aprile 1955, Alan Moorehead lo spie-
è un caso che, proprio quando l'America aveva più
gava elegantemente
paura dei rivoluzionari barbuti e dei dinamitardi
Golden Hour: “Da qualche anno a questa parte,
provenienti dal vecchio continente, il proibizioni-
un'ondata di tutto quello che è italiano sta som-
smo diventava legge: l'America rispettabile, aste-
mergendo il resto del mondo:
‘Italia “indossata” da uno stivale texano.
mia, puritana cercava di dettare le regole a una
i film e la moda italiana, per la cucina, i tessuti,
nmagine pubblicitaria anni Sessanta
nuova America,
per i prodotti industriali, perfino per lo stile di
el Department Store Neiman Marcus, Dallas
levantina. Babbitt disprezzava l’Italia in modo epi-
e alcolici
E NALIATNI
E
E° ENIEE&GH'IS
quella turbolenta, miserabile,
chiamato
“il miracolo
economico”
in un artitolo intitolato Her
è la passione per
vita italiano. Soprattutto sui turisti, che sciamano 108
sviluppato dopo la Seconda Gueîra mondiale non
è più vecchia di quella, per esempio, di Las Vegas. E parliamo di Las Vegas non a caso. Una delle più
recenti costruzioni che andrà ad abbellire quell'’agglomerato di edifici in vetro e cemento circondati da alberi di yucca che forma Las Vegas, si incredibile
chiamerà Venezia: un ben curioso richiamo a una
chiudeva un cerchio: la più antica potenza impe
dall'inizio della primavera alla fine di settembre,
città costruita sull'acqua in una innalzata sulla
riale della terra colonizzava quella più recente
sembra
che il paese eserciti uno strano fascino,
sabbia. Ma forse, invece, sia Las Vegas sia Venezia
Con una colonizzazione culturale ed economica
una sorta di desiderio di fuga: non tanto nello spa-
sono città cresciute sul commercio e sulla vendita
non c'è dubbio. In effetti, tranne i tori alat
zio, quanto nel tempo,
In effetti
ben programmata di immagini e di esperienze raf-
dell'’Assiria,
l'Italia occupa un posto speciale nella formazione
finate. Las Vegas, per molto tempo, si presentava
dei grandi imperi: le Piramidi, Roma, oggi anch
dell'immaginario
con richiami alle sabbie egiziane, alle Sfingi e alle
Venezia e addirittura la Parigi napoleonica e, noi
guerra. Nel suo ruolo di Hollywood sul Tevere,
Piramidi,
lontano, sul Lago Havasu,
Roma era diventata una delle poche succursali
a Cleopatra)
col Caesar's
Londra. In un certo senso, si può fare un parallel
della Mecca del cinema
(con New York e, forse,
Palace. Colonne ioniche ai bordi delle piscine:
con la Grecia antica conquistata militarmente da
Valley). Il ruolo dell'Italia nel
l’immagine dell’Italia è in qualche modo intima-
Romani.
mente
e raffinata, i Greci, per gli occupanti latini, gent
a frotte lungo la penisola in numero
popolare americano
con la Monument cinema
nel passato”.
americano
è un tema
del dopo-
trattato in altra
ma anche
(forse per un riferimento
alla Roma
imperiale,
legata a quella di Las Vegas, il grande
a Las Vegas si ritrovano tutti gli stil
perfino il Ponte d
Un popolo con una cultura più antic:
parte di questo volume; qui basterà dire che l’ico-
monumento
all’ American Dream, eretto da una
rustica al confronto, erano un punto riferimenti
na italiana è formata da un misto di celluloide e di
coppia di gangster ebrei e dai loro finanziatori ita-
con tutta la loro arte, la musica, i libri, lo stile
spaghetti. Tutti i padri fondatori (e le madri fonda-
liani. Come spiega Michael Herr in The Big Room,
a un certo punto a Roma non sarà più socialmenti
trici) del moderno Zeitgeist, quello virtuale, post-
molto deve agli italiani e agli ebrei l’immagine di
ammissibile non saper leggere Omero nella lingu:
privacy, non tradizionale,
tutti, da Hemineway
Las Vegas: questa metamorfosi sovversiva, esube-
originale. Orazio disse: “La Grecia soggiogata res
a Kerouac, Ginsberg e Corso, da Orson Welles
rante, seargiante, anticalvinista di tutti i luoghi
schiavo il suo rozzo conquistatore” e, nello stess
a Gore Vidal e Patricia Highsmith,
comuni
del
modo abile e furbo, l’Italia è diventata l’ultim:
una
lusso. Cosche e Padrini, show business e affari
nazione europea a colonizzare il continente ameri
sorta di diritto di primogenitura sull'Italia. Clara
loschi: non c'è dubbio che l’immagine di Las Vegas
cano. Gli Stati Uniti si comportano come un paesi
Boothe Luce, attrice, commediografa di successo,
sia decisamente poco WASP, ma piuttosto levanti-
colonizzato: si ripetono a pappagallo le frasi all:
arrampicatrice
sociale, amica di Frida Kahlo (fra
na. Jimmy Durante “si esibì davanti al pubblico
moda in italiano, chiacchierando di espresso, d
gli altri), parlamentare del Connecticut e moglie
forse più scarso della sua carriera” la sera di
Toscana, di “latte” e di “piccata di tacchino”
di Henry Luce, l'editore di Time, Life e Fortune,
Santo Stefano del 1946, all'inaugurazione
del
I maschi americani fanno del proprio meglio pe
era stata anche ambasciatrice degli Stati Uniti in
Flamingo; “è molto probabile che abbia accettato
adottare uno stile italianeggiante. Niente di nuovo
Italia (1953-1956). Tutti questi personaggi, che
di dare la sua benedizione all'impresa per fare un
duecento anni fa i dandy inglesi che affettavano li
hanno contribuito alla creazione di una cultura
piacere a Ben Siegel”. Siegel, Lansky, Luciano,
maniere e l'abbigliamento del continente eran(
postmoderna, sono quelli che hanno patrocinato la
sinatra, Martin, Bennett e Lewis... anche Las
chiamati,
nascita di un'idea dell’Italia capace di affascinare
Vegas è uno spasimante bruno, focoso, fantasioso
Macaroni.
e di produrre messaggi forti. E l'Italia è riuscita
della famosa ragazza di campagna
americana.
all'America qualcosa del suo antico atteggiamenti
a elaborare di sé questa immagine squisitamente
Vi viene in mente qualcosa? Versace, non si scap-
fatalista nei confronti della politica mondiale. Pe
mediatica
pa, fa rima con Liberace. Nell’America vincente
citare Comma
e aggressiva degli anni Cinquanta, il richiamo di
tanto a vincere le guerre [mentre] il trucco st
Las Vegas alla Roma
un altro
proprio nel perderle e nel sapere quali si posson(
In un certo senso, si
perdere. L'Italia è stata sconfitta per secoli, eppu
Gapote a David
Bowie,
nel momento
hanno
da Truman
accampato
più giusto: nel periodo
della totale smaterializzazione
e anzi dell'intera economia.
delle imprese
L'Italia in sè è un
paese vecchio, vecchissimo, ma l’immagine che ha 104
importati dalla cultura americana
imperiale aveva
significato: colonizzazione.
anche
per prenderli un po’ in giro
Così, forse, l’Italia sta insegnand
22 di Joseph Heller: “Ci teneti
e guardate come ce la siamo sempre cavata bril-
antemente”.Questo
scambio continuo, questo
ncessante, ossessivo corteggiamento
che unisce
Italia e l'America, vede, in ultima analisi, due
lementi in gioco. Uno è l'immensa credibilità e la polarità di cui gode l'Italia come luogo romantio. In Camera con vista (1908; il film di Ivory
del 1986) E.M. Forster scriveva: “Può succedere he chi è venuto in Italia per studiare i valori tatili di Giotto o la corruzione
del Papato, se ne
ilorni senza avere nient'altro in mente all'infuori el cielo azzurro e degli uomini e delle donne che tanno sotto quel cielo.” L'Italia, in breve, come
aradiso terrestre. L'altro elemento è costituito da n commercio estremamente
redditizio. Versace
Armani sono, per l’Italia di fine millennio, quello he i Beatles sono stati per l'Inghilterra pochi
ecenni fa. I Beatles erano stati fatti baronetti non
er nascita o per le loro maniere, ma per i dischi he avevano venduto. Nessuno può fare Sir Armai, Versace e tutti gli dei dell'Olimpo della moda ‘aliana: in Italia non c'è una regina. Ma, se la teleisione la fa da sovrana, non c'è dubbio che gli sti-
sti italiani, agli occhi dei loro compatrioti, in un
erto senso sono saliti ai fasti della nobiltà. olo il Papa può vantare più apparizioni di loro
ugli schermi televisivi. L'immagine dell'Italia un'immagine romantica, perché è enormemente emunerativo
che lo sia. Scusandosi
con Gina
ollobrigida, Anita Loos ha scritto, in G/i uomini referiscono le bionde: “Sono proprio convinta che
Las Vegas, Nevada.
li uomini americani siano, dopo tutto, i migliori,
Riproduzione del David
@erché un baciamano può farci molto piacere, ma un
di Michelangelo al Caesar Palace
raccialetto di diamanti e zaffiri dura per sempre”.
(Grazia Neri)
In italiano nel testo.
I St l design di ogni paese ha le sue immagini ico-
la Ferrari - qualsiasi modello, basta che sia di
liche, che sono
un colore rosso fiammante
sfruttate ai fini dell’esporta-
zione, e che vengono fatte proprie dal pubblico
degli anni Cinquanta,
internazionale
1980,
menti.
e innalzate
Il design
scoperti
dagli italiani
pria immagine indipendenza ad alcuni
è uno
dei mezzi
una
pro-
le bici da corsa
postmoderni Madonna,
degli
Ginelli,
anni
i folli mobili
Ottanta,
se è possibile
e perfino
considerarla
da un
fatta di libertà e di
lato un “prodotto italiano” e dall'altro di “design.”
dalle mode.
Ma gli italiani, oltre
Tutti
oggetti
durre oggetti belli
che sono
intelligenti
per esportare
perfetti,
che pure esprimono sono
oggetti
come
i romanzi
che
in gran
esportano
sono
capaci
qualdi pro-
e imperfetti, che sono este-
straordinari, realizzati
destinati
leggendari,
di più. Essi, infatti,
ticamente
di monu-
la caffettiera Bialetti del
vincente,
parte a diventare cosa
al livello
- i vetri di Murano
che funzionano
in modo
bene,
impeccabile,
ma
una sorta di vulnerabilità. comunicano
sentimentali,
direttamente,
e in questo senso
questi
e passione,
oggetti mentre
di cui gli italiani in esclusiva, design.
che
di questi ingredienti,
paiono
almeno
Il design
sentimento
in altri paesi sembra
ci sia una grande carenza
essere
per quanto
italiano
i fornitori riguarda
ha successo
il per
ragioni di equilibrio mondiale.
Il raduno che
dei collezionisti
si svolge
Drive
rio. I ferraristi
del pubblico internazionale.
a un mare
di vetture
annualmente
di Los Angeles,
prendono una scorciatoia per arrivare al cuore Citiamone alla rin-
trasudano
è un evento
americani
di vetture
la Rodeo straordina-
navigano
in mezzo
rosse, col proprio monu-
fusa qualcuno fra i più noti: la Vespa del 1945,
mento
la macchina
fare invidia a tutti. I piloti si stringono la mano
da scrivere 106
Valentine
del
1968,
perfettamente
lungo
Ferrari,
allineato
agli altri, per
fettiera Moka Express Bialetti
rina a fianco:
rth Monotipo 1998, realizzato
Gruppo Stola, costruttore
ano di modelli e prototipi per naggiori case automobilistiche
107
Cisitalia Berlinetta tipo 202, 1947.
Pagina a fianco:
Design Pininfarina.
Abarth Bialbero 750 cc.,
Esposta nel 1951 alla mostra Eight
prove di velocità per il record mondiale delle 10.000 migli:
Automobiles curata da Arthur Drexer al Museum of Modern Art di
al circuito di Monza, 196(
New York e subito acquisita nella
(Publifoto Olympia)
collezione permanente del museo, quest'auto rappresenta il punto di
svolta nell'immagine dell'Italia come paese credibile in campo
N)
industriale nel dopoguerra.
1)Ì
i
e si raccontano storie d'amore e dì guerra. Nei
Uno dei segreti dei più celebri designer italiani
tratti di una poltrona, di un abito, di una caf
paesi anglosassoni
negli Stati
sta anche
fettiera
Uniti, le icone italiane sono soffuse da un'aura
il proprio
vaga di trasgressione, che nasce dalla coscien-
personalità
za di quella evidente disinvoltura degli italiani
come
nei confronti
Ogni design
e soprattutto
del sesso,
tutto, dalle copertine
alle pubblicità automobili d'America
eccesso.
dei settimanali
del sapone,
e delle
politici,
per
propria
personaggi
e questo
gli oggetti di una
e facendoli
a una
evoca
lo rende
totale, che comunica
non
solo u
messaggio di stile, ma anche visuale ed evoca
di un
tivo. È così che il grande design italiano s
spettacolo
ancor
un'immagin:
partecipare
scena
uno
comunque
si acquista
film.
italiano
più desiderabile.
è trasformato in leggenda. La sua prima elabo
razione
romantica
è il racconto
della su
nascita. Nei primi anni Cinquanta, alcuni inge
Gli innamorati
late su una Vespa, tacchi a spillo e foulard che
gnosi architetti senza lavoro ebbero la sorte d
a ogni
le tiene i capelli a posto: gli anni Cinquanta;
incontrare degli industriali illuminati in cerc
far esprimere
le signore eleganti in modo perfino esasperato,
di nuovi prodotti e certi ingegneri inventivi co
pettinate
il gusto della sperimentazione.
Gli italiani sanno come
da scrivere,
dotando
Gaggia,
Sophia Loren che siede con le gambe accaval-
così autorizzati
da ogni oggetto,
tempo,
appieno
delle
a quelle
lavatrici.
si sentono
il sentimento macchina
che è visibile dapper-
nella capacità di esprimere
perfino da una non
parlare
di
sedute
da Vergottini
con noncuranza
e con
abiti op-art,
su poltrone
Blow den-
Fu un triplice
reciproco, colpo di fulmine. Sarà utile ricorda
tro un paesaggio di plastica rilucente: gli anni
re qualche antefatto: all’inizio del XIX secolo i
ragioni l'immagine italiana fa nascere passioni
Sessanta;
da
terremoto
smodate.
IU
lla
separato il buon design dalla produzione indu
un'automobile,
e per questa
come
per altre
Le basi per questa valutazione
state poste dalla vaga ni, dall’incertezza
immoralità
sono
degli italia-
Gie
loro paese, che non li rende una minaccia,
dal
mente
li rende
invidiabili.
In effetti, molte
iIeneie
diamo
con
della rivoluzione
industriale
avev
to Arts and Crafts, col suo ispiratore Williar
candela;
insomma,
senive
il prediletto
striale di massa. In Gran Bretagna il movimen
del
da tutto quello che,
Sottsass,
Valentine color rosso-passione alla luce di una
politica ed economica
gusto per il divertimento,
Ettore
gli intellettuali
di sinistra, elegante-
trascurati, che si rilassano dagli impe-
gni rivoluzionari
su poltrone
Sacco:
gli anni
Settanta; Gordon
Gekko che si fuma un sigaro
Morris,
aveva
moralisticamente
tirato un:
linea di demarcazione netta e un po' manichea
che doveva
valere
per tutti. Da una
parte
delle icone del design italiano che sono univer-
alla luce fredda di una lampada Tizio, col suo
quella giusta, stava l’artigiano, colui che con
salmente amate in tutto il mondo appartengono
profilo gelidamente
il suo
cretizzava in modo indipendente le idee, l’'illu
agli anni Cinquanta,
cuore: gli anni Ottanta. Quando si diventa pro-
minato maestro di bellezza e di onestà nei con
prietari
fronti della natura. Dall'altro stava l'industriale
maggiormente
proprio quando l’Italia era
esposta
all'influenza 108
straniera.
di un oggetto
high-tech
made
come
in Italy, che si
Toio, lampada da pavimento, 1962
Design Achille e Pier Giacomo Castiglioni
che
limenti. Al di sopra e al di là degli interessi imme-
manipolava i materiali contro la loro natura. Eppure
diati dell'azienda, egli rese l’Olivetti una protettrice
il migliore design si dimostrava quello che sì trova-
delle arti del presente e del passato. La fabbrica ha
va a mezza
realizzato almeno
semplice
design
realizzatore
via tra questi due estremi.
ricerca
(i materiali (per esempio
del brutto e del cattivo,
un equilibrio
tra i mezzi
e le tecniche di cui si dispone) e i finì
sono
diventate
immagini
da scrivere
iconiche
del paese:
che la
Lettera 22 del 1950 e la Valentine del 1968. Il design della Lettera 22 è di Marcello Nizzoli, che fin dal
una vettura sportiva poco
1940 si era prefisso di dare agli oggetti meccanici
anche quando la manualità
una
veniva ampia-
caratteristiche
mente rimpiazzata dalle tecniche industriali, l'istanza
guerra
etica poteva comunque
nel settore
mantenere
una sua validità
questa
di sensualità
dei mobili
Per gli italiani era impossibile,
per la loro natura,
preesistenti,
attenersi
manicheo:
messe,
meccanismo
da loro
organica.
politica illuminata
degli elettrodomestici,
e spesso era così.
a questo
due macchine
lampada
una sedia ultraleggera,
da pavimento economica, costosa);
perfetto
In fondo il
si diffuse anche
d'arredamento
trasformando
che potevano
Nel dopo-
contare
e in quello
molte aziende su grandi com-
ma che si basavano su banali riproposizioni
Cassina,
in società d’'avan-
regola. Gli esempi più alti di design italiano sono il
guardia nel design, e incidendo
sulle sorti di altre
frutto di una stretta collaborazione e di una profon-
ditte di più recente
da affinità di spirito tra il designer e l'industriale:
s'incrociano
sono queste
piccole o medie, e di architetti di talento che punta-
vennero
molte delle eccezioni
che ribaltavano
le qualità che hanno
dato e danno
la
ai
di stili eclettici, come
formazione.
È l'epoca in cui
i destini di aziende vecchie e nuove,
designer italiani e di tutto il mondo un eccezionale
vano sull’industrial design per concretizzare
supporto
prie idee. Achille e Pier Giacomo Gastiglioni, Marco
psicologico e tecnico che consente
un’am-
pia sperimentazione di materiali e di tecnologie. Fin
Zanuso,
dagli anni Trenta, buono e cattivo erano trasfusi nel
qualcuno,
design attraverso una speciale formula di collabora-
forse non avrebbero
zione che si fondava sulle comuni competenze tecni-
avuto, se non ci fosse stata una particolare ricetti-
che e sulla condivisione
vità dell'industria, soprattutto nell'Italia settentrio-
di un sogno.
Prima
della
Carlo Scarpa,
pur essendo
Franco
le pro-
Albini, per citarne
autentici geni del design,
avuto il successo
Seconda Guerra mondiale questo fortunato connubio
nale e in particolare in Lombardia
si realizzava
qualche
nell'industria
in alcune nicchie isolate, per esempio
alimentare
(il caso Campari
è emble-
enclave
no positivamente
straordinario capo. Adriano Olivetti produceva mac-
e alle innovazioni
chine
senza
nella sua azienda
fondata
nel
e nel Veneto, con
centrale.
Qui molte
aziende di tipo familiare e di larghe vedute reagiro-
matico) o in quella meccanica, con l’Olivetti e il suo
da scrivere
nell'Italia
che hanno
al gusto raffinato degli architetti tecniche,
e seppero
crescere
perdere quella flessibilità che consentiva
la
1908 dal padre Camillo: riuscì a creare una sorta di
sperimentazione attiva degli architetti. Altre aziende
paradiso del design, una forte immagine coordinata,
nascevano ex novo, grazie allo stesso atteggiamento
scegliendo i più capaci designer per i propri prodot-
culturale:
ti, i migliori artisti, pittori e poeti per le campagne
come
pubblicitarie, i migliori architetti per i propri stabi-
Giulio Castelli, per sfruttare
110
alcune
la Kartell,
sulla base di nuove
fondata
tecnologie,
nel 1948 dall'ingegner l'invenzione
del poli-
Moto Aprilia RSV Mille, 1998. Dal successo nelle corse una nuova moto-culto
ropilene. Altre erano direttamente fondate da
gine un'officina
rehitetti e designer
In settantacinque
‘obili firmati ziende
non
che volevano
produrre
solo in pezzi singoli.
italiane di questo
tipo, alcune
uel periodo e altre costituite
delle marche
nate in
più note in tutto il
ne di articoli casalinghi
a man-
sperimentale
anni si è trasformata
in una
mondo per
la
qualità del design ed è passata dalla produzio-
più di recente
»condo lo stesso schema, sono riuscite
;nere una propria vivacità
Le
per la lavorazione dei metalli.
in acciaio
a quella di
oggetti che impiegano praticamente ogni mate-
in un
riale
‘omento in cui mancavano in Italia grandi desi-
e che appartengono
a qualsiasi
(>)
ategoria
di oggetti domestici e di complementi
d'arredo.
Italjet Velocifero, 1993.
In modo
Olivetti,
ell'Italian Design, attirando designer prove-
Il primo scooter con carrozzeria
Alberto Alessi, il volto pubblico dell'azienda,
lenti da ogni parte del mondo.
in alluminio, inizitore della linea
è imposto come
“neo-retrodesign”. Design Centro Stile Italjet
ogni epoca.
ner, e tengono
lle aziende
ancor
italiane
oggi alta la bandiera
Se guardiamo
di oggi, tanto
l'immagine, non si può non
ricordare
attente
non
dissimile
da Adriano
mecenate
Seguendo
di grandi designer di
lo spirito degli anni
Novanta,
comunque,
na società dalle caratteristiche quasi
ha pubblicizzato
inascimentali
immagini
come
l’Olivetti.
In
;mpi più recenti altre aziende, come
Alessi, hanno imparato dalla moda
puntare
sull'immagine
come
lemento di forza per l’espor-
zione, più che sui singoli rodotti,
pur progettati
realizzati alla perfe-
one. La ditta Alessi ra stata Aol
nel
921
da
iovanni
IWe#sssti
nghini d.
era
ll’ori-
fon-
il ‘à
sì
Come
dei
Olivetti,
blica
libri,
Alessi
anche
le
designer. Alessi
pub-
produce
La maggior parte dei produttori della penisola
serie limitate di oggetti firmati e commissiona progetti architettonici. La sua azienda si fonda
non sembra
tuttora sui casalinghi in acciaio, classicamente
di raggiungere il vasto pubblico internazionale.
eterni, che si ritrovano in ogni cucina e in ogni
La leggenda
bar italiano: zuccheriere,
di oggetti da sogno
vassoi e shaker.
ficazione
teiere e caffettiere,
Non manca,
attenta
scere
oggetti oramai
spremiagrumi
assurti
a icone
tidiana.
riconocome
è fatta di una
serie
che per la maggior
parte
scono a entrare concretamente nella vita quo-
del prodotto.
Sotto tutte queste etichette si possono
italiana
della gente restano un desiderio e che non rie-
però una diversi-
e programmata
curarsi o farsi carico del compito
Ciò nonostante,
progettazione
lo
in cui l'Italia raggiunge
effettivamente
di Stark, il bollitore di Graves,
c'è un campo
della
risultati
positivi a tutti i livelli culturali
la caffettiera di Sapper, l'accendigas fallico di
e in tutti i paesi: è quello dell’alimentazione.
Venturini,
Sta qui lo stereotipo più universale dell'/talian
solo per citarne
alcuni.
Si può pro-
prio dire che Alessi è l'Olivetti del postmoder-
Design,
no. La valorizzazione del design italiano a que-
anni fa dall'ufficio del sindaco di New York,
sto livello,
Rudolph
tuttavia,
è limitata
a un’élite ed
nel bene
e nel male.
Giuliani,
Circa quattro
fu spedito
un biglietto
festa italiana:
era decorato
Illy X1, Macchina per Espresso Illy, 1996
d’invito per una
Bretagna, dove alcune pietre miliari della sto-
Design Luca Trazzi.
con immagini di fette di salame e di fiaschi di
ria del design, come
La linea si ispira al cruscotto
vino (mancava
della prima Fiat 500.
quelle di una giacca di Armani o di una Vespa.
è più diffusa
in Europa,
soprattutto
in Gran
la Vespa e la Lambretta,
hanno assunto un ruolo importante nella cultura popolare. aziende
Anche
cercano
se Alessi
e poche
di espandersi
e non
con
La pasta, gli amaretti, i Baci, la pizza, Galliano
altre
commercial-
mente all'estero, molte delle realizzazioni,
solo il mandolino)
e Campari
pur
sono
progettuale,
tutti risultati
un
impegno
di un impegno
che si ferma
per
lo più a livello subliminale.
Il vasto
della penisola restano ai margini del vero mer-
non
intellettuale
cato internazionale o, per meglio dire, lievita-
è per questo ancor più efficace. Nel cibo, nella
no al di sopra di questo mercato,
pasta per esempio, sì ritrova il design anonimo
apprezzate,
del design
d’indifferente lampade
sono
industriale
superiorità. spesso
e d'arredo
con un'aria
Le autovetture
prodotte
in modo
conforme alle normative extraeuropee.
duzione
giungere
non
prezzi
al pubblico. auto,
ha i numeri
dei mobili
d'arredo,
necessari
concorrenziali
La maggior
per rag-
ed
che sta alla base di tutto, il punto d'incontro tra un'elaborazione raffinata e la cultura popo-
lare. Tutto considerato, gli italiani sono stati i più bravi
a disegnare
simboli
evocativi.
E oggi, pur in un paese tanto scombinato quan-
parte delle mitiche
do si tratta di comunicare la propria immagine,
celebri,
dei complementi più noti sono
o sono
troppo costosi a causa
delle dimensioni
che li producono,
di
semplicemente delle
dell'investimento
della distribuzione 112
© ©
l'intento
di vendita
degli apparecchi
nella ricerca,
non
La pro-
difficile manutenzione
aziende
e le
ne riconosce
pubblico
inadeguata.
i migliori esempi
dì design d'arredo
e indu-
striale sono riusciti ad allearsi con l'industria alimentare
e con quella della moda, proiettan-
do un'immagine
di qualità eccezionale
produzione e nella progettazione.
nella
Pezzi classici del desigr industriale italiano:
Black ST 201, televisore In metacrilato, 1969 Marco Zanuso e Richard Sapper, Brionvega
N aenteteteeeteeten “
Par
:
è
di
peasssseseesti bebe 9
P|
Ariante, ventilatore personale, 1974
Marco Zanuso, Vortice
Tizio, lampada in alluminio e resina, 1972
Richard Sapper, Artemide (Illustrazioni tratte da Collezione
per un modello di museo del disegno
industriale italiano, Fabbri Editori, 1990)
DE
i
Nol
i)
1)
Hi") He— 1° di i
122
i i
i
Canzoni con le ali
nare i complicati e bizzarri cammini
Credo che, dovendo parlare di musica italiana dif-
musicali. Le canzoni sono strani oggetti, cose che
fusa nel mondo, occorra allargare la prospettiva
non si riescono a toccare ma che hanno le gambe
(al posto di un pur nutrito elenco di canzoni italia-
lunghe. Viaggiano di bocca in bocca con i pied
ne che hanno conquistato il mondo con la loro
(fischiettate mentre si cammina), con le navi (can-
inconfondibile e a tratti patetica vena sentimenta-
tate tutti insieme per far passare la paura), su
le, al posto di una pur dotta disamina di cosa real-
mezzi pesanti (per stare vicini di fronte ai pericol
mente differenzi la musica italiana dalle altre
della guerra), sugli aerei del presente, e sempre
musiche di questo pianeta) fino a considerare l’esi-
a riconnettere almeno col cuore il posto dove s
guità della definizione di musica legata a una
abita alla propria comunità di provenienza, spess(
nazione, almeno se applicata alle registrazioni dif-
lontanissima o soltanto immaginata. Strani oggetti.
fuse di questo secolo. La musica, diceva Jacques
le canzoni, cose che dovrebbero
Attali, anticipa da sempre le forme di scambio del-
a qualcuno (per questo si registrano con tanto di
Copertina del disco Rome with love
l'economia a venire. È bene immateriale che viag-
nomi e cognomi dei presunti autori presso le varié
(Foto di Andrea Pol)
gia su supporti leggerissimi (fiato, carta, pezzi di
società di autori ed editori) e che poi, una volta
cera, pezzi di plastica, dischetti, files), è soggetta
sentite canticchiate in un bar diventano altro,
Pagina a fianco:
come pochi altri beni a forme di diffusione non del
un’altra canzone, con un titolo diverso, solo in
Manifesto del film
tutto regolarizzabili, al rischio di moltiplicazione
qualche passaggio simile all'originaria, e quindi
Nel blu dipinto di blu - Volare,
incontrollata. I supporti legali istituiti da più di un
nuova, stranamente originale. La canzone tutta
regia di Piero Tellini, 1959
secolo (le società di diritti d'autore, e le leggi sul
intera si riesce ancora a proteggere, i singoli pez-
(Farabolafoto)
diritto d'autore in generale) non sono riusciti a fre-
zettini con difficoltà (come ben sanno gli utilizzatori
the Italian Accordion of do Basile and his orch.
114
dei brani
appartenere
|
|
| A
Musica italiana in versione export: Copertine di dischi anni Cinquanta (Foto di Andrea Pol)
di campionamenti).
Strana economia,
dai francesi del Secondo
no? E’ così
Impero e della Bell
da almeno da almeno cento anni, molto prima del
Epoque, dal tango, dal charleston, dal foxtrot, dall
software, delle reti, della copia digitale che confon-
swing, al jazz leggero, al musical stelle e strisce
de originale e sua riproduzione.
alle influenze sudamericane.
Per non parlare de
rock'n'roll. Quest'ultimo è il linguaggio globali della questione giovanile nella seconda metà de
Guerra nelle orecchie
C'è musica
dappertutto
in questo secolo.
secolo, la cosa che più ha unito il mondo, generi
“La
radio”, scrive Eric J. Hobsbawn ne // secolo breve,
(anche economico,
“non cambiò la musica, ma il ruolo della musica
ingannare dalla immaterialità della canzone) che
nella vita contemporanea,
il ruolo di
anticipa pionieristicamente la diffusione di brant
sonora che avvolge la nostra quotidia-
mondiali a venire. Il rock'n'roll consente ai ragazz
nità, è inconcepibile senza di essa”. Il grammofono,
degli anni Sessanta di ogni parte del pianeta l'ac:
diffuso in precedenza, aveva già riempito l'aria di
quisto di un'identità immediata, e così è anche pei
suoni. È quindi un ricco campo di battaglia estetico
l'Italia, dove la cover, la versione italiana di ur
ed economico
quello che si svolge nelle nostre
brano di successo straniero ovvero la suggestione
orecchie. Una guerra vinta sul fronte della musica
esotica o filmica diventano formidabili strumenti d
popolare, tranne poche battaglie perse in inizio
colonizzazione e ibridazione musicale (dagli esperi
secolo, dagli americani.
menti mediorientali di Renato Carosone alle origi
atmosfera
nazionale
compreso
“Nessun altro modello
o regionale”,
sottolinea
ancora
Sing Along With
JOHNNY
Hobsbawn, “riuscì a imporsi globalmente, anche se alcuni esercitarono
una certa influenza
KAY
sia ben chiaro, non fatev
nali ballate gansta di Fred Buscaglione, dagli urla:
tori Mina e Celentano, a Gianni Morandi e Rite Pavone, ai twist estivi di Edoardo Vianello fin(
in alcune
aree (per esempio, la musica egiziana nel mondo
all'esplosione
islamico) e anche un tocco esotico occasionale
Camaleonti,
entrò a far parte di tanto in tanto della cultura
Corvi, Giganti). Lo stesso acquisto in scatola d
popolare commerciale diffusa nel mondo, come ad
identità è alla base della diffusione delle musiche
esempio i ritmi caraibici e latino-americani nella
etniche del mondo, italiana compresa (anche que:
musica da ballo”. La musica del Novecento, colta
sto è un fenomeno anticipatore della diffusione d
o leggera che sia, si caratterizza per la sua accen-
cultura globale in atto). Nascono così, attravers(
tuata apertura al nuovo, al molteplice, a suoni mai
l'ascolto (ma lo stesso si potrebbe dire della cuci
prima uditi, reietti, lontani, marginali, ma con un atteggiamento che implica però l’idea di un con-
ALYN:AINSWORTH
.AND HIS'ORCHESTRA:
beat
dei gruppi
Equipe
84
Dik Dik, Pooh, New Trolls, Ribelli
na) nel corso di tutto il secolo strane fascinazioni
meticciati
impossibili, innesti inediti e degni
trollo totale del non conosciuto, del perturbante.
di interesse.
C'è insomma una stretta relazione tra il discorso
tocco esotico italiano in musica?
Quale Italia compra
chi vuole ur
economico e quello estetico. L'acquisto e la vendita di prodotti sonori provocano scontri tra culture
Genuino e artificiale: canzone napoletana
dominanti e culture subordinate. La nostra canzo-
e melodramma
ne popolare ha subito benevolmente botte da tutti,
Non sì vogliono certo le versioni locali, pidgin.
116
Copertine di dischi:
Spartito musicale:
On location Italy
Souvenir d'Italie
(Foto di Andrea Pol)
(Per gentile concessione
Bravo Giovanni
ONE... MENO 10,,
(Per gentile concessione di Joance Boaz, NY)
del Gruppo Editoriale Sugar, Milano)
elle canzoni e degli stili nati altrove, non certo
stiero alla straziante O' paese d'o’ sole tutta cen-
unica vera e propria innovazione, l'utilizzo pop
trata sul ritorno a casa, la nostalgia troppo-esage-
>] rumore fatto dai Futuristi. Si vuole da noi qual)sa che non si trova da nessuna
ata-per-essere-vera
altra parte:
E possibile ancora
amente i nostri seri contributi alla cultura popo-
es
A
ranieri
per rendere imbarazzanti le assurdità, le
neri
-
sì distingua ancora
unicolì Funicolà ed è insegnante di bel canto alla
oyal Academy
of Music
di Londra
facevano
per la sua melodiosità,
fre-
schezza e naturalezza? La caratteristica di grande apprezzamento del melodramma
sore di musica napoletana è a cavallo tra il seco-
i pensi a Denza, autore di canzoni tra le quali
come
ligevano alla loro musica, che la nostra musicalità
AMRU-SANI
caratteristiche della casa stessa. Il maggiore dif-
usikverleger di Lipsia, oltre a emigrati eccellenti
pensare,
Rousseau e gli enciclopedisti francesi che la predi-
day
ssd
UNA INDIMENTICABILE CREAZIONE DI
ranezze di casa, anche solo per rendere visibili
scorso e il nostro un editore tedesco, la Polyphon
per
sempre l'espressività italiana in musica.
melodramma e la musica napoletana, gramscia-
re globale. Come sempre ci vogliono gli ospiti
del migrante segnerà
italiano e dell’ope-
ra in genere non è certo la spontaneità, bensì l’as-
ON
LOCATION ©
a
A CANDID PORTRAIT ìn
di fine
soluta artificiosità della formula,
la confluenza
assolutamente originale e fa/sa di elementi patetici con fonti suggestive e pittoresche, spesso bidimensionalmente
esotiche
anticipare il cinema
(uno per tutti, che sembra o i telefilm, La fanciulla del
ttocento). Non è un fatto casuale: per circa un
west di Puccini). Il melodramma
colo fino agli anni Trenta di questo secolo Napoli
proprio questo,
il suo golfo sono i luoghi più cantati del mondo
Macchia: il passaggio dalla sincerità della natura
e canzoni le conoscete, da Santa Lucia a O’ paese
allo sfarzoso artifizio, la necessità di ritrovare una
7’ sole a O° Sole mio) grazie a una fioritura di pro-
propria coscienza vitale dentro la denuncia di una
Izione musicale che non ha eguali nella storia,
crisi radicale, la dichiarazione di un ordine spezza-
yme New Orleans per il jazz, Vienna per il valzer
to, un ritmo perduto, un'unità infranta. È) questo
di Giovanni
apprezza
da noi,
volendo comprare - un po’ per ammirazione, un po
sieme alle navi cariche di italiani che sbarcano eee e] en Music fron the Rrondway Produetion
sposta a New York.
BRAVO GIOVANNI
1 1888, prima ancora della grande emigrazione
«-
aliana dei primi anni del secolo, viene inaugurata
l’analisi
che il pubblico internazionale
Buenos Aires per il tango. Tutto lentamente,
Ellis Island dopo i famosi trenta giorni di vapore,
secondo
del resto segna
LUTHER . HENDERSON AND IIS ORCHESTRA
per gioco - ingenuità e genuinità: la potenza cialtrona del sentimento,
l'assoluta mancanza
di ver-
gogna e di pudore, l’artificioso orrore del dolore, per quanto minimo.
Nulla di più esotico per la
Metropolitan Opera House. Dal 1908 al 19835 la
durezza puritana. L'esagerazione del pathos rende
rige Giulio Gatti Casazza, che porta Toscanini
la fonte della sofferenza
Caruso. Gli immigrati italiani in tutto il mondo
siona, riduce l'esibizione a puro esercizio retorico.
»cenderanno la miccia (la stessa Core ingrato
Sinatra
scritta per Caruso da due italoamericani), oltre
O' sole mio) dovranno fare ricorso all'arma estre-
comporre capolavori di sincretismo quali Chist'e'
ma della grande melodia
ew York, L'americana
per raggiungere le sfere più impossibili del senti-
America.
‘e Napule, E canfuncelle
Da Santa Lucia luntana, a Core fura-
improbabile, la ridimen-
e Presley (/t's now
mentalismo maschile.
or never,
cover
di
italiana e napoletana
musica
incisa? Caruso nel 1897 è al Lirico di
Milano, dopo vengono i trionfi di Montecarlo e di
Parigi, di Londra e di Pietroburgo, di Buenos Aires e di New York; debutta al Metropolitan nel 1908
con Rigoletto e fino al 1920 rimane il beniamino di quel teatro e del pubblico americano. Gira ovunque. I suoi dischi lo precedono in ogni piazza. È la
prima grande stella immateriale
della canzone
registrata (con buona pace della mancanza di arti
ficiosità della nostra canzone).
Sulla sua scia,
quasi nelle stesse sale di concerto sparse per il
pianeta, lo seguono Beniamino Gigli e Tito Schipa, una trinità altissima e intoccabile nel cuore degli emigranti: si fanno fotografare in pellicce compra-
te in Russia, con anelli al dito da capogiro, sullo yacht con il berretto da marina sulla testa. Poi viene Luciano Tajoli, la seconda grande g/obal star della melodia italiana: incide cinquecento canzoni
per la Columbia
americana;
riempe i teatri di
Buenos Aires e di Broadway, in Australia lo pren-
dono d'assalto, a Toronto nel 1964 sfila in pelliccia per le strade con la macchina come un presidente,
a Caracas ha un'accoglienza trionfale; nel ‘65, ad Musica Pop all'italiana:
accompagnare una memorabile tournée giappone-
e arie d'opera con i grandi successi pop americani
Mina, anni Sessanta
se, incide
nelle eccellenti
(Grazia Neri)
all'Eagle Nest dell'Hilton Hotel di Honk Kong con
L'uso attento,
infine, di tradizione
colonne
sonore
napoletana
di Scorsese
(da
7sujoku (Abbracciami forte) e sbanca
Mean Streets a Good Fellas) e nelle tre parti della
una sequenza
saga de // padrino di Coppola ha contribuito a con-
Lucia, Abbracciami forte e |Aldilà scritta con
solidare la leggenda di un certo sentimentalismo
Mogol, che nel 1961 aveva fatto il giro di tutti
weird della razza. È stata proprio questa compo-
i pianobar del mondo, Las Vegas in primis). Pur col-
nente, insieme teatrale e atletica, della nostra can-
pito dalla poliomelite,
zone a portare i cantanti
gli anni Cinquanta e Sessanta venne il Claudio Villa
italiani in buffi trionfi
un po' ovunque nel corso del secolo.
di successi
(O' sole mio, Santa
è ovunque. Poi sempre tra
tenore/non tenore di Vecchia Roma e Luna rossa e della micidiale Granada, care a Pasolini, portate
Souvenir d'Italie: viaggiatori e turisti
dal trasteverino in trionfali tournée in tutto il
Si può separare il mito di Caruso dal fatto che egli
mondo (tra cui la ormai consueta Mosca, fotografa-
sia stato uno dei primi, se non il primo eroe, della
to col colbacco). Lo stesso Renato Carosone gira
118
Adriano Celentano e Claudia Mori, vincitori al Festival di Sanremo nel 1970 (Publifoto Olympia)
me un pazzo per il mondo: alla fine degli anni iquanta è in Spagna, e poi Parigi, Atene, New York,
onto, Londra, Garacas, Buenos Aires, L'Avana,
) è San Paolo. Su tutti svetta il genio inconsueto
Domenico Modugno. “Nella sua invenzione melo-
‘a confluiscono ogni sorta di detriti popolarirdel
sino del Mediterraneo”, scriveva Massimo Mila
i suoi esordi, “Rossini dà il braccio a Duke ington. Modugno è la sola briscola che si possa
porre a fatti come la canzone francese o il blues
‘neri d'America”. Fu così: al festival di Sanremo | 1958, accompagnato
dal maestro Semprini,
dugno trionfa con Ne/ blu dipinto di blu. Volare, ne tutti la chiameranno davvero, vende milioni di
chi in tutto il mondo. Modugno le va dietro. asi trent'anni prima un altro viaggiatore canoro,
oardo Spadaro scriveva, alla fine degli anni nia, La porti un bacione a Firenze a Montevideo,
po tournée di successo a Parigi o a Berlino: ‘ebbe con il tempo diventata, con un'inversione
senso, un hit dell'immagine del turismo straniero ‘so l'Italia, come del resto la produzione infinita
canzonette nostalgiche legate a luoghi classici di \eggiatura degli anni Cinquanta. Nel 1956 arri-
10 in Italia 10 milioni di turisti: nelle canzoni si ’ovano inviti a ricordarsi di Rimini, incontrarsi a pallo o a lasciarsi con un auf wiedersehen
)iano Marina, passeggiare almeno una notte a reggio,
a Capri, trascorrere
faormina, osservare
lunghe estati
lune capresi. / found my
‘e in Portofino, insomma,
di Buscaglione o la
epitosa / sing Ammore di Nicola Arigliano (dal-
tra parte dell'oceano negli stessi anni risponde an Martin con la clamorosa
Thats ammore).
te spicca Souvenir d' Italie presentata ma volta nel 1956 dall’indiana (!) Amru
Su
per la Sari,
ofe in napoletano e ritornello in francese. 119
stito per un gioco musicale pressoché infinito di
Luciano Tajoli, l'archetipo
recupero dello strano beat artificioso italiano degli
del cantante melodico italian
anni Sessanta e Settanta (per non parlare del revi-
di ascendenza lirica
val del nostro classicheggiante progressive rock
(Publifoto Olympia)
operato da tempo in Giappone:
a Ortolani, a Piccioni,
i
da Morricone,
a Umiliani alla infinita serie
di loro cloni compositori di colonne sonore per film
sporcaccioni, il recupero della strana musica moItaliani/non italiani: strane identità moderne
derna italiana è solo all’inizio e non a caso è feno-
improbabili denominazioni inglesi. È un successe
Tuttora, virus melodici a parte (tralasciamo di sot-
meno
prima ancora che interno.
istantaneo. Sotto sotto le caratteristiche rimangon
tolineare come tuttora la melodia nazionale influen-
Non è altrimenti spiegabile senza il riferimento
le stesse: esagerazione passionale, un sentimenti
zi e domini l’area latina del mondo, alla quale tra-
alla Hollywood sul Tevere, alla Cinecittà di quegli
bidimensionale dell'esistenza, una gaiezza idiolk
dizionalmente pertiene il ritmo mondiale), la forza
anni la scelta di un gruppo di raffinati groove-
e non sincera. La dance italiana per cinque ann
spropositata
di questi uomini viaggiatori contro
makers giapponesi di chiamare la propria etichetta
guadagna miliardi, grazie anche alla velocità de
il muro della propria voce è alla base del successo
Trattoria (la cui stella di punta Kahimi Karie pub-
videogioco degli scambi, non assimilabile dall
incontrastato di Luciano Pavarotti e Andrea Bocelli.
blicò nel 1995 un indimenticabile microhit Una
multinazionali del mercato. Di italiani non-italian
All’anonimato
italiana
giapponese a Roma, aperto da una clacsonata trat-
è del resto piena zeppa la canzonetta nazionale
oppone alla fine del secolo - quasi un salto quanti-
ta da // sorpasso di Risi). Del resto le stesse Cibo
dalla Bella Otero, alle chanteuses Yvonne dt
co al rovescio per l’opera lirica, oggi ovunque trion-
Matto non vi dicono niente? È interessante pensa-
Fleuril, Gina de Chamery dei tabarins e dei cafli
fante - individualità titaniche forti, non confondibi-
re che le nuove generazioni non siano più tanto
concerto di inizio secolo, alle soubrettes finto
li, non massificabili, uniche perché non timorose di
portate all'acquisto di identità bidimensionali por-
russe, finto-giapponesi, finto-turche della rivista d
esprimere concetti
tatili (alle quali appartengono
anche i raffinati
Macario della fine degli anni Trenta alle tre sorelli
tali: è il caso del /over boy Eros Ramazzotti, della
cataloghi di wor/d music degli anni Ottanta), al
ne olandesi del trio Lescano (italianissime pe
ragazza della porta accanto dolce ma forte come
“ti compro perché sei te stesso”, ma proprio al
tutti), e ancora i rocker all'amatriciana Bobby Sol
una roccia Laura Pausini. Ancora una volta sono la
contrario, al “ti compro perché cerchi di non essere
e Little Tony, all'urlatrice Betty Curtis al nero dl
predominanza del lato emozionale e la forte voca-
te stesso (e non ci riesci)”, ai buffi fallimenti di
cartone animato Rocky Roberts fino ad arrivari
lità a pagare sul resto. Quasi dei sopravvissuti agli
assimilazione ai canoni estetici del grande capita-
appunto ai cloni della dance. Quale identità nazio
orrori omologanti del moderno.
del
le. Ai tentativi riusciti appartiene invece il terzo
nale esprimono Bocelli, le colonne sonore di sex)
Novecento questo vogliono dalla musica italiana
genere musicale di esportazione per eccellenza da
movies anni Sessanta,
e questo in parte viene restituito, con una accurata
ormai vent'anni a questa parte: la spaghetti dance
Blackbox
costruzione a tavolino di italianità solubili, pronte
italiana. Nata in piccoli studi bolognesi dagli espe-
grande melodia napoletana degli Almamegretta!
per essere
rimenti di Mauro
“L'europeo promiscuo”,
del moderno,
la musica
imbarazzantemente
consumate.
sentimen-
Le masse
Altri e più elitari sono
internazionale
Malavasi
(suoi i Change che
i pianoforti cheesy de
e le commistioni
tra asiandub
€
scriveva Nietzsche né
secolo scorso, “ha assolutamente bisogno di ut
i gusti di una nuova fascia di consumatori musicali,
primi fecero cantare
desiderosa di riscoperte non più etniche ma legate
Valli, da Savage a Dan Harrow degli anni Ottanta,
costume; la storia gli è necessaria quale guardaro
alle espressioni locali del gigantesco processo di
fino all’incredibile esplosione della house italiana
ba di costumi. In verità non manca di accorge
modernizzazione che ha toccato come un ciclone
di Black Box, 49ers, Tipical, Cappella, Corona,
che nessuno gli sta bene addosso - cambia e cam
tutti gli stati del pianeta tra gli anni Cinquanta
Datura e soci dei primi anni Novanta. “È incredibile:
bia. Si riconosca l’Ottocento da queste rapide p
e Sessanta
(vedi su queste stesse pagine l’inter-
è così di cattivo gusto che è esaltante”, commenta-
dilezioni
vento con Peppino Ortoleva). Così come i diparti-
vano i DJ inglesi del periodo. La dance italiana
Solo alla fine del Novecento ci accorgiamo con gra
menti di studi culturali studiano Pasolini e Antonioni
spinge al massimo l’impersonalità del design per
de ritardo che gli stili nazionali non sono che gio
come seri contributi
a una definizione emotiva ed
pista da ballo: riduce il s0u/ a un balbettio isterico,
- a volte divertiti e consapevoli, spesso ingenui - d
estetica originale della (post)modernità, così il
i corpi a fantasmi, priva le voci di soggetto, usa
strategie retoriche, all'interno di un unico ambiti
cinema di serie Z di quegli anni viene preso a pre-
prestanome anonimi al posto degli artisti, utilizza
generale di economia solidamente immateriale.
120
Luther Vandross)
e Celso
e mutazioni nelle mascherate di stili.
. |
dio Villa al Festival
Sotto: Eros Ramazzotti
inremo nel 1967
Foto di Franco Origlia
nto Olympia)
(Grazia Neri)
Sorlin Pierre Esiste l'italiano di celluloide? Un'attrice, un attore
un quinto dei delinquenti sono italiani - una per-
italiani che hanno
centuale che viene superata solo da quella irlan-
una parte in un film italiano
non sono “italiani”, sono solamente
personaggi
dese. Ma la cosa è molto più complicata
nella
Ma
misura in cui, oltre che dei criminali, gli italiani
diventano italiani quando, in una pellicola stranie-
sono anche vittime o poliziotti. C'è, soprattutto nel
ra, devono rappresentare i “tratti specifici” dell’ita-
cinema
lianità. Questi caratteri, evidentemente artificiali,
malavita
dipendono in parte da stereotipi, da modelli con-
degli italiani, anziché trarre profitto dalla crimina-
venzionali
lità, la subiscono
qualunque,
senza
indicazione
di nazionalità.
e ricorrenti di comportamento,
e in
americano,
un legame chiarissimo
e italianità,
ma
una
veramente.
tra
parte importante
E ben prima del
parte dai rapporti, variabili, che gli stranieri man-
tenente Colombo, altri italiani di celluloide lottano
tengono con l'Italia. Nel cinema classico hollywoo-
per far rispettare la legge. Oltre alla delinquenza
diano, dagli anni Trenta agli anni Sessanta, -l'ita-
e ai suoi effetti indiretti, come vengono definiti gli
liano è l’immigrante che fa fatica a inserirsi nella
italiani nel cinema hollywoodiano? Sono cattolici,
D cietà americana;
hanno
=
asiatici
nei decenni successivi, quando
e chicanos arrivano in massa,
l'italiano
un crocefisso
a casa, ma
sullo schermo la religione
regolarmente
è meno importante per
è riuscito e si è sistemato - forse troppo bene: è
loro che per gli irlandesi, non sono mai ripresi alla
questa tutta l'evoluzione cinematografica
messa o mentre pregano. Non sono nemmeno dei
che va
da Piccolo Cesare e Scarface a Il padrino.
pionieri; a differenza degli irlandesi o de /os chica-
I titoli appena
che, sullo
nos non partecipano alla valorizzazione dell'Ovest
l'italiano sia di solito un gangster o un
e la loro presenza nei western è quasi inesistente.
schermo,
citati fanno
pensare
fuorileoge. È vero che nei gialli o nei 122
“film noir”,
Sono cittadini, vivono tra di loro, nei loro quartieri,
Ray Liotta, Robert De Niro, Paul Sorvino, Joe Pesci in Quei bravi ragazzi, regia di Martin Scorsese, 1990. Foto di scena (Farabolafoto
Paul Muni in Scarface, regia di Howard Hawks, 1932 Foto di scena (Farabolafoto)
nata dal timore dei complotti, crea una commis sione, presieduta dal senatore Kefauver, per inda:
gare sulla criminalità organizzata, in particolari
sulla mafia. Gli Stati Uniti della crisì economice
e della guerra fredda vedono il mondo in bianco€ nero, credono che, grazie a Dio, il bene trionferà
se Camonte, il famoso “Scarface”, tenta di reggere Chicago, viene vinto dall’ispettore Trent'anni
Guarino
dopo, l'America del post-Vietnam
not
crede nel trionfo finale della giustizia, il suo unì:
verso è fatto di forze incontrollabili, e formano
una comunità
coesa che ha come
principale
la famiglia.
base
Nell’Ur/o della città il
tenta
di farsi strada
nella polizia.
La serie
=)
Colombo è una parodia che contraffà quello che
D
tenente Candella tenta di rimettere in carreggiata
succede realmente negli Stati Uniti. Gli italiani di
il bandito siciliano Martin Rome poi, visto che not
celluloide sono
e considera i
ale talmente forte che, nella migliore delle ipote:
i, può solamente
essere
frenato.
Le famiglie
afiose del Padrino si combattono
rutta le macchine
mangiasoldi in Casinò si fe
tregua
Nel cinema “classico” simboleggiano “il diverso”;
perché, come gli spiega, il crimine disonora tutti
il pubblico si stupisce e si diverte vedendo madri
giustizia da sé e la polizia preferisce
gli abitanti di Little Italy. L'ideologia “on”, che cono-
che trattano i figli adulti come
come
sce e che frequenta fin dall'infanzia, esige che u
che come
tenente
un'autorità
lo persegue
italiano non esiti
senza
a mandare
in galera
il suddetto assoluta
bambini, o padri
ché
pubblici poteri osino intervenire; la cosca che
unamerican in un modo diverso. f (2)
è riuscito a salvarlo,
senza
procede. La mitologia americana
ignorare degli ann
Gino Monettì esercitano
Ottanta mette agenti di polizia e malviventi sulle
sui loro discendenti,
stesso
ne
piano;
il giovane
italiano
che negli
controllano le attività, ne combinano il matrimo-
Intoccabili è diventato detective e lotta contre
legame organizzativo e morale permette agli ita-
nio. Sullo schermo,
Al Capone, è motivato dalla sua povertà e sarebbe
liani di sbrogliarsi in un ambiente poco favorevole.
e impietosisce un pubblico che valorizza l’indivi-
diventato un criminale
Per disonesto e furbo che sia, Gino, capo della
duo e la sua iniziativa personale.
l'occasione.
famiglia Monetti in La casa degli stranieri,
americani
un compagno
che è finito male.
La saldezza
de
può
la famiglia italiana diverte
tributano un'ovazione
Nel 1955 gli
a una pellicola
se solo ne avesse avuta
I pellerosse fanno anche loro parte
della mitologia
nordamericana:
Hollywood si
contare sulla fedeltà cieca di suo figlio che va in
commovente,
prigione
di suo padre.
un timido, storia di un macellaio di origine italia-
pur dandone
Al contrario, nei Fratelli Rico, il fatto che il figlio
na, Marty Pilletti, che a trentacinque anni vive
Degli italiani, non si vedono quasi mai sullo sche
maggiore sia diventato un importante
business-
sperduto nel Bronx e totalmente sottomesso a sua
mo le tradizioni o il modo di vivere. Nel 1974, ul
man e abbia perso i contatti con la famiglia, crea
madre; Marty diviene un vero americano il giorno
anno dopo Mean Streets, Scorsese gira un corto
un terribile pasticcio che si conclude con la morte
in cui trova il coraggio di ribellarsi e di scegliere
metraggio
dei fratelli più giovani. Filmati da Hollywood, gli
una moglie cha la mamma
American: filmando i suoi genitori dà l’immagini
italiani sono
l'aggettivo
Il caso Marty illustra perfettamente i pregiudizi di
di una famiglia che non è oppressiva, ma pu
è piuttosto difficile; non vuol dire “non americano”,
una società che si proclama tollerante, ma vuole
essendo perfettamente “americanizzata”, manbéi
significa, piuttosto, estraneo alla tradizione ameri-
che tutti si conformino alle sue regole. La coesio-
ne un legame fortissimo con il proprio passato. L
cana.
perché
ne del nucleo italiano non fa solo ridere, fa anche
lezione sull'arte di fare le polpette data dall
fuori uso e non
paura; l'America degli anni Cinquanta è ossessio-
mamma, è un ottimo pezzo di cinema: come spif
per sette anni,
unamerican.
Il tenente Colombo
invece
Tradurre
è unamerican
è vestito male, ha una macchina
124
ma piuttosto brutta, Marty,
vita di
non può accettare.
è sempre
dimostrata attenta ai costumi un'immagine
molto
carino
indiani,
un po’ superficiale
e simpatico,
/talial
Danny Aiello in Fa’ la cosa giusta, regia di Spike Lee, 1989 Foto di scena (Farabolafoto)
‘e che niente di questa ne rappresentata
ricchissima
eredità
nei film italoamericani
-
imche in quelli di Scorsese? Per capirlo bisogna )rdarsi il funzionamento dello Studio System.
o agli anni Ottanta, vale a dire fino allo svilupdegli Indipendenti, i produttori gestiscono i film
ondo il modello fordista, l'intera catena è sotto trollo, un cineasta
non può introdurre
nella
neggiatura elementi non previsti e i soggettist
; non sanno nulla della comunità ;‘ontentano di stereotipi.
italiana, s
Un dato particolar-
nte interessante è la scelta degli attori; il proma non è di trovare una fisionomia italiana,
meDD
ndividuare una faccia conosciuta dagli spetta| e tale da far immediatamente àno e chi il cattivo.
capire chi è il
Il polacco
Paul
Muni,
Kevin Costner, Sean Connery,
Robert De Niro, Andy Garcia
umeno Edward G. Robinson diventano gangster
in Gli intoccabili, regia di Brian De Palma, 1987.
liani, interpretano
Costumi realizzati da Giorgio Armani. Foto di scene
la parte di Scarface,
rimo, del Piccolo Cesare o del bandito Rocco, il
(Farabolafoto)
ondo, perché hanno un aspetto “diverso” e un strano. Un caso tipico è quello di un attore di gine americana,
Lee J. Cobb che, a causa
del
brutto ceffo, incarna sistematicamente un fuoge
italiano, a tal punto che viene impiegato
ne mafioso in alcuni film italiani, per esempio Giorno della civetta dove interpreta la parte
padrone, don Mariano Arena. Un attore polaco americano che vuole impressionare il pubbli-
non si preoccupa
né dell'atmosfera
né dei
nportamenti che potrebbero restituire il quoti-
no di Little Italy; Paul Muni crea in Scarface immagine perfetta di demenza
crudele e per-
sa, e se ne infischia del fatto che il suo perso;gio non abbia niente a che fare con un vero
oamericano. Gli stereotipi vengono stabiliti nel iodo “classico” e, per la forza della rappresenione, diventano dei modelli conosciuti, accettati 125
Gina Lollobrigida, cartoline pubblicitarie anni Cinquanta (Fondazione Cineteca Italiana)
Asia Argento, giovane star del nuovo cinema italiano
e sex symbol “all'antica” per una copertina della rivista
Max, 1998
da tutti. Quando
negli anni Sessanta
arriva
una
nuova generazione assimilata alla società americana e consapevole della ricchezza del suo passa-
to, la generazione della quale Scorsese e Robert De Niro sono
nel cinema gli esponenti più famosi,
è troppo tardi per fare marcia e all ©ori rendono
indietro.
Registi
meno schematica la visione degli
italiani, ci sono in Mean Streets riprese che evocano l'ambiente di Litt/e Italy e la sua fortissima
radizione religiosa con la bella evocazione della esta
di san
Gennaro,
ma
in questo
film o in
Casinò, gli italiani rimangono univocamente
vio-
enti, furbi e pericolosi per gli altri. Un italiano
\ollywoodiano non può sottrarsi al suo destino,
126
J
lhia Loren, cartoline
blicitarie anni Cinquanta lazione Cineteca Italiana)
Sabrina Ferilli, bellisima secondo la tradizione italica.
Copertina della rivista Max, 1998
e se raramente
un attore
italiano ottiene
parte in un film straniero,
è decadente
come
Mastroianni in Leo the Last o disonesto, chiacchierone, astuto e sentimentale come Benigni in Down
by Law. Basandosi su dati accertati che rato e generalizzato,
il cinema
ha esage-
americano,
quello
che vede tutto il mondo, ha creato, per il piacere
del suo pubblico che non amava gli immigrati, personaggio
fittizio
una
internazionale.
portata
ui
e ha dato alla parola mafie Fortunatamente
gli
italiani, a differenza degli irlandesi, degli indiani
o de /os chicanos, hanno potuto rispondere con i loro cinema:
all’estero,
l'italiano di celluloide
è quello di Cinecittà, non quello di Hollywoc d.
Sophia
Lore
Mi trovo a 6.000 metri d'altezza, nel ciel del North Carolina, in volo verso l’aero: porto La Guardia. Sul tavolinetto davant
a me fuma un rettangolo di lasagne aero: nautiche,
fatte di strati di pasta
consistenza
dalle
simile al cuoio, tenuti insie:
me da un formaggio d'imprecisata natura Per disdetta
la Delta Airlines ha decis(
di accompagnare
il pranzo
con la proie:
zione di Big Night, un film per buongu: stai, che fa vedere come l'integrità mora
Hine Thomas
le possa coincidere con la determinazione di preparare un risotto perfetto. La pelli.
cola, girata nel 1996, è ambientata il una località balneare del New Jersey e s svolge negli anni Cinquanta.
I protagoni:
sti sono due fratelli, da poco immigrat dall'Italia, che hanno aperto un ristoran:
te, il Paradise. Il cuoco, Primo, è decis( a servire piatti inequivocabilmente
clas:
sici . Suo fratello Secondo ne ammira ì talento, ma il successo
di Pascal’'s, ul
ristorante
che offre une
cucina
non
lontano
bastardizzata
italoamericane
- progenitrice delle lasagne che mì trov(
sul piatto - lo fa dubitare
sulle possibi
lità di sopravvivenza del Paradise. Il film vuole
che il pubblico
si mett
dalla parte di Primo, pur con le ossessio; ni del suo carattere
permaloso,
menti
mette in ridicolo tutti i clienti che affol; Tony Shalhoub e Stanley Tucci in Big Night, 1996,
lano Pascal’s, dove ogni piatto è condit
regia di Stanley Tucci e Campbell Scott. Foto di scena
con il ketchup. Sul mio aereo, dove quasi
(Farabolafoto)
lutti i passeggeri
sono
persone
anzian
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