Studio sulle Elleniche di Ossirinco. Saggio sulla storiografia della prima metà del IV sec. a. C.


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Italian Pages 202 [220] Year 1973

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Studio sulle Elleniche di Ossirinco. Saggio sulla storiografia della prima metà del IV sec. a. C.

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PUBBLICAZIONI DELLA

FACOLTÀ

DEGLI DI

ISTITUTI

LETTERE

E

DI

STORIA

FILOSOFIA

GIORGIO BONAMENTE

STUDIO SULLE ELLENICHE DI OSSIRINCO

Saggio sulla storiografia della prima metà del IV sec. a.C.

PA 399? i

R233B6J PERUGIA 1973

NUNC COGNOSCO EX PARTE

THOMAS J. BATA LIBRARY TRENT UNIVERSITY

-

ad Alida

PUBBLICAZIONI DELLA

FACOLTÀ

DEGLI DI

ISTITUTI

LETTERE

E

DI

STORIA

FILOSOFIA

GIORGIO BONAMENTE

STUDIO SULLE ELLENICHE DI OSSIRINCO

Saggio sulla storiografia della prima metà del IV sec. a.C.

PERUGIA 1973

M 'z '^3

TIPOGRAFIA PORZIUNCOLA - SANTA

D

MARIA

DEGLI

ANGELI - ASSISI

Il presente saggio dà inizio ad una collana di studi, promossi congiuntamente dall’Istituto di Storia Antica e da quello di Storia Medievale e Moderna dell’Università di Perugia. Quest’ultimo Istituto aveva già pubblicato in passato una serie di contributi, ma con questa nuova iniziativa si intende muoversi in un più ampio orizzonte di lavori i quali, nella varietà delle tecniche, dei metodi, dei postulati, ricettano il fondamento unitario della ricerca storica.

5667941

Massimiliano Pavan Alberto Caracciolo

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https://archive.org/details/studiosulleellenOOOObona

PREMESSA

Dopo il recente commento sistematico del Bruce 1, che ha cer¬ cato di fare il punto sui brani più discussi di tutti i passi perve¬ nutici delle Elleniche di Ossirinco, e soprattutto dopo il validissimo saggio del Breitenbach 2 nella R.E. Pauly-Wissowa, che ha riesa¬ minato con acutezza tutti i maggiori problemi interpretativi, e soprattutto ha sussunto sul piano della metodologia storiografica problemi quali quello della provenienza di P o dei suoi giudizi storico-politici, sottraendoli alla pericolosa tendenza di voler ricer¬ care nella prospettiva politica o addirittura nella provenienza ana¬ grafica, fattori determinanti del giudizio storico, sembra opportuno rilanciare il dibattito su alcuni elementi specifici offerti da questo autore, in particolare la validità oggettiva della sua tradizione, ciò che può essere posto in risalto dal confronto, relativo ad alcuni avvenimenti,

con le altre fonti ; ma soprattutto evidenziare la

sua coerente e lucida intellezione storica, la quale assume essa stessa evidenza non tanto nel tendere ad una presunta, e in fondo falsa, obbiettività, ma nel qualificarsi come senso delle proporzioni e come forza di mascheramento di ogni pretestuosità. Con la dovuta li¬ mitazione legata all’esigua consistenza del materiale a disposizione e con la venia con cui si deve sempre accogliere l’entusiasmo di chi

1 I. A. F. Bruce, An Historical Commentary on thè « Hellenica Oxyrhynchia », Cambridge 1967. 2 H. R. Breitenbach, in Pauly-Wissowa, R.E., s.v. Hellenika Oxyrhynchia, suppl. XII, 1970, coll. 383-426.

nel ricercare finisce col provare simpatia per l’oggetto che esamina, va pure accettata la convinzione che le Elleniche di Ossirinco sono un’opera caratterizzante il permanere, nella prima metà del IV se¬ colo a.C., di un filone storiografico realistico, tendenzialmente an¬ tiretorico, in contrapposizione ad una storiografìa che pur aperta a numerosi nuovi interessi, appare snervata nella sostanza, e che porta in testa il nome di Senofonte e poi quelli degli isocratici Eforo e Teopompo.

Perugia, gennaio 1973.

Aspetti Generali

I

ASPETTI GENERALI La quaestio della paternità delle Elleniche di Ossirinco, dopo i primi tentativi di soluzione successivi alla pubblicazione dei fram¬ menti di Londra (1908), si è progressivamente affievolita, via via che si constatava l’impossibilità di tradurre i tanti indizi offerti dal testo in prove sicure, senza che, corrispettivamente, fosse possibile tuttavia confutare in maniera definitiva una sola delle ipotesi di attribuzione che di tanto in tanto sono affiorate e tuttora riaffiorano. L’attribuzione a Teopompo proposta dagli stessi primi editori1, si basa sostanzialmente sull’analogia di talune caratteristiche del¬ l’opera con le perdute Storie Elleniche, quali le riferiscono fonti antiche 2 ; essa va incontro però ad una duplice serie di difficoltà : innanzi tutto il divario tra lo stile e il metodo storiografici di Teo¬ pompo 3 e quelli riscontrabili nelle Elleniche di Ossirinco, e in secondo luogo la difficoltà, per non dire l’impossibilità, di accordare i dati

1

B. P.

Grenfell -

A. S.

Hunt,

Theopompus (or Cratippus) Hellenica,

in. « Oxyrhynchus Papyri », voi. V, 1908, n. 842, pp. no—242 ; sostenuta quindi con decisione da E.

Meyer,

Theopomps Hellenika, Halle 1909.

2 Da Diodoro (XIII,42,5) risulta che l’arco di tempo in cui si svolge¬ vano le vicende narrate da Teopompo nelle sue Storie Elleniche si estendeva dal 411

al 394 a.C., coincidendo con quelli che sembrano i limiti delle

Elleniche di Ossirinco (cfr. infra, p.

20 ss.) ;

altrettanto significativa è

sembrata la testimonianza dello stesso Diodoro (XIII,42,5 ; XIV,84,7) e di Marcellino (vita Thuc. 45) un continuatore

di

Tucidide

i

quali sottolineano che Teopompo è stato (cfr. F.

Jacoby,

Fr.

Gr.

Et.,

115, T 13;

14 ; 15)3 Lo stile di Teopompo quale risulta dai frammenti e soprattutto dalla testimonianza di Dionigi di Alicarnasso (ad Pomp.

6 = T 2oa) è

colorito, efficace, contrariamente a quello di P ; quanto al metodo storico,

LE

14

ELLENICHE

DI

OSSIRINCO

relativi alla biografia di Teopompo con quelli del periodo di com¬ posizione delle Elleniche di Ossirinco * 1. Quanto a Cratippo, il cui nome fu suggerito anch’esso dai primi editori e fatto proprio dal Pareti 2, a parte la possibilità di conciliare o meno le notizie della tradizione classica sulla sua opera con le caratteristiche delle Elleniche di Ossirinco 3, rimane ancora Teopompo era, da ciò che risulta dai frammenti (in particolare modo F 117 e 62, per non dire di F 236 e 282 ed i notissimi F 20 e 22), ma anche dal giudizio del medesimo Dionigi (T 2oa), indubbiamente incline ad usare tematiche e schemi moralistici, ciò che non pare abbia fatto P.

È vero

che il Laqueur in un esauriente articolo nella Pauly—Wissowa (s.v. Theopompus, voi. V A 2, 1934, coll. 2199-2205), ha postulato la possibilità che l’opera giovanile di Teopompo, le Elleniche, proprio per la maggiore dipen¬ denza dai modelli

(Tucidide)

o

dai

maestri

(Isocrate),

avrebbe potuto

essere più lineare e severa, sia nello stile che nel contenuto, mentre nelle opere

successive,

e

soprattutto

nelle

Filippiche,

ormai padrone

di

sé,

Teopompo avrebbe espresso più liberamente la tendenza alla caratteriz¬ zazione moralista e all’erudizione di tipo ormai ellenistico ; ma un simile postulato, nell’impossibilità del riscontro, vale quanto l’opposto argomento escludente, per la constatata diversità, la paternità in questione. Contro l’ipotesi del Laqueur si è espresso decisamente il Breitenbach (l.c., col. 411 s.) il quale confrontando F 22, appartenente all’ii0 libro delle Storie Elleniche, con F 89, appartenente alle successive Storie Filippiche, contenenti am¬ bedue giudizi su personalità politiche, trova un valido motivo per inficiare l’ipotesi di una differenza stilistica tra le due opere. 1 Per ciò che riguarda P, cfr. infra, p. 22 ss. ; quanto a Teopompo, che era nato presumibilmente intorno al 378/7 (T 2), e l’epoca di compo¬ sizione delle Storie Elleniche, oltre che A. Momigliano, La Storia di Eforo e le Elleniche di Teopompo, in « Riv. Fil. Istr. class. », vedasi anche Breitenbach, 2 L.

Pareti,

1935, pp. 180-204;

Fieli, cit., col. 411.

s.v.

Cratippo e le « Elleniche » di Oxyrhynchos, in « Studi It.

Fil. class. », XIX (1912—13), ora in Studi minori di Storia Antica, voi. II, Roma 1961, pp. 285-401 ; v. anche J. H. Lipsius, Cratippi Hellenicorum fragmenta Oxyrhynchia,

Kleine Texte fiir Vorl. u. tìbung., n. 138, Bonn

1916, pp. 2-5 ; ultimo in ordine di tempo il Breitenbach, il quale dedica ampio spazio nel citato articolo nella Pauly-Wissowa (coll. 414-418) per riproporre, pur nella consapevolezza della mancanza di una prova defi¬ nitiva, la paternità di Cratippo sulla base dei seguenti argomenti :

a) i li¬

miti dell’opera di P e di Cratippo sembrano i medesimi ; b) Cratippo è menzionato

come continuatore

di Tucidide,

ciò

che

P è

chiaramente ;

c) Cratippo criticava l’uso tucidideo di introdurre discorsi nella narrazione, e P non presenta alcun discorso ; d) Cratippo parlava del processo degli Ermocopidi in via di digressione, cosi come P torna spesso, con digressioni, sui fatti già narrati da Tucidide. 3 Se P è stato, come sembra, un continuatore di Tucidide («Tucidide...

ASPETTI

GENERALI

15

insoluta la grave questione se egli debba essere considerato, giusta un’interpretazione di un brano di Marcellino, un tardo autore elle¬ nistico invece che uno storico degli inizi del IV secolo * 1. Di vedere nel Papiro i resti di un’Attide, e in particolare quella di Androzione, è stato proposto fin dall’inizio dal De Sanctis 2, al quale la narrazione dettagliata 3 e la prospettiva da cui l’Autore

lasciò incompiuta l’opera, cosicché Cratippo, suo contemporaneo e racco¬ glitore delle fila dell’opera

sua... » :

Dion.

Hal.,

De

Thucyd.

16),

e

la

sua storia avesse abbracciato i fatti tra il 411 e il 394 (cfr. infra, p. 20 ss.), la notizia di Plutarco [de gloria Athen. I, p. 345 c-e) per la quale Cratip¬ po avrebbe parlato di ..ttjv

ùnò

©Tjpapévoui; T7jx[u818t)q yé zi ve? è-Xsyov: XX,3) e la seconda a proposito del luogo in cui Farnabazo teneva i suoi forzieri (£Xeyov: XXII,3). In questi ultimi due casi pensare ad una fonte scritta sembrerebbe meno plausibile, soprattutto nel caso del¬ l’ammutinamento, che è stato descritto in maniera molto dettagliata ; la notazione aggiuntiva, introdotta dalla formula su riferita, riguardante un particolare non verificabile quale quello delle intenzioni di alcuni marinai ciprioti (ibid.), ha effettivamente il sapore della notizia di prima mano.

2

Gomme,

cit., pp. 5-8.

Wo was Kratippos

cit., p.

54 ;

v.

anche

Bruce,

Comm.

ASPETTI

GENERALI

25

della guerra nell’antichità, per cui la cattiva stagione segnava di norma una pausa delle azioni militari. Questi due problemi sono a loro volta connessi, e talora hanno finito per esserne condizionati, con la definizione della cronologia che si trova impiegata nel Papiro nel computo del ben noto « anno ottavo »; del quale rimane da stabilire non solo l’identificazione con un anno preciso, ma anche la stagione da cui esso prendeva inizio x. Che l’autore del Papiro usasse procedere distinguendo la nar¬ razione per estati e inverni, sembrerebbe evidente dall’uso dei ter¬ mini 5£ei[xg>v e Dipo;; nel collocare cronologicamente i vari avveni¬ menti ; manca però la possibilità di riscontrare una sola volta l’im¬ piego di quei termini nel significato peculiare di semestre estivo o di campagna militare, o di semestre invernale, in quanto è sempre possibile, in tutti i casi presenti nelle Elleniche di Ossirinco, sosti¬ tuire il termine 9-épo? con estate metereologica, e

con inverno.

Il secondo è usato due volte (XXII,2 ; XXII,4), a proposito di alcuni particolari della spedizione di Agesilao in Asia Minore, nell’autunno del 395 ; la prima volta a proposito dei provvedimenti adottati da Agesilao per gli approvvigionamenti della cattiva sta¬ gione, e l’altra per menzionare l’intenzione dello stesso di prepa¬ rare durante l’inverno una spedizione in Cappadocia. A sua volta il termine ttépcx; è usato tre volte (IX, 1 ; XVI, 1 ; XXI,3) in contesti di interpretazione ben più complessa. La prima volta compare pro¬ prio nell’ambito della frase in cui è menzionato anche l’inizio dell’« anno ottavo » : . . . Se tou [O-Jépouf; ttj [xèv . . . etoc, oySoov eveictty)xsi . . . (IX, 1) ; nella quale la complessa problematica connessa alla identificazione dell’epoca in cui iniziò l’anno ivi menzionato, si trasmette sul valore del termine stesso. È noto infatti come si sia tentato di collocare l’inizio dell’«anno ottavo » nella primavera, o nella metà estate, o nell’autunno, a seconda che si propendesse per vedervi un anno secondo l’uso tucidideo, iniziante cioè a primavera, alla riapertura delle operazioni militari : [.àpxofiivoo] Se tou ffspoup 1 2 ; oppure alla metà dell’estate, secondo le scadenze ufficiali attiche : [.(jleapoodSou 8è xoìi Aaxs8ai|j.ov[ou

gnifica « frattanto », ed ha quindi un suo valore cronologico, anche se non è chiaro a che cosa riferirla. 1 Diod.

XIV,79,x.

2 Diod.

XIV,39,4.

3 Per Judeich, Kleinasiatische Studien cit., p. 63, la tregua sarebbe stata valida anche per la flotta. 4 Diod.

XIV.40-78.

5 Diod.

XIV,63,4.

LE

88

vauapxoùvxoi;

t&v

ELLENICHE