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Italian Pages 554 [592] Year 2008
V.I. Nevskij
Storia del Pa bolscevico Dalle origini
al 1917
Eraclito dice in qualche luogo che /u/to scorre ria
Se sottoponiamo alla considerazione del nostro pensiero attività spirituale, ci si offre anzitutto il quadro di un infinito intreccio di nessi, di azioni reciproche, in cui nulla rimane quel che era, dove era e come era, Questa visione primitiva, ingenua, ma sostanzialmente giusta del mondo è quella dell’antica filosofia greca e fu espressa chiaramente per la prima volta da Eraclito:
© Copyright 2008 per la traduzione italiana Edizioni PANTAREI CP 10688 Milano Isola - 20110 Milano
www.edizionipantarei.com
ISBN 978-88-86591-21-8 Titolo originale
Istorija Rossijskeoj eommunistiteseoj partii (bol ievileov) Raboéee Izdatel’stvo “Priboj”, Leningrad 1926 Volume realizzato con il concorso di ISTITUTO DI STUDI SUL CAPITALISMO, GENOVA
www.isc-studisulcapitalismo.org
Per la datazione, quando non diversamente specificato, ci si è attenuti al calendario giuliano (“vecchio stile”) al quale basta aggiungere tredici giorni per ricavare la corrispondente data del calendario gregoriano (“nuovo stile”). Si ricordi che il Si; è adottata la norma scientifica internazionale di traslitterazione dal cirillico, con qualche aggiustamento.
Le note prive di indicazione sono dell’edizione originale, quelle dell’autore sono siglate (N.d.A.), le altre sono redazionali (N.d.R.). Per le note redazionali, il glossario € il repertorio dei giornali e delle riviste è stato anche utilizzato l’apparato delle Opere di Lenin pubblicate dalle Edizioni Lotta Comunista, da cui sono state Le indicazioni bibliografiche, curate dall’autore, sono riprese dall’edizione originale; mentre l’indice biografico dei nomi comprende solo i nomi delle persone
Foto in copertina: Lenin alle officine Putilov.
Vladimir Ivanovié Nevskij
del Partito bolscevico
Nota editoriale
Nota biografica sull'antore STORIA DEL PARTITO BOLSCEVICO
Introduzione
Partito e classe La formazione della classe operaia in Russia
Classi e partiti negli anni Settanta del XIX secolo. 1 populisti
Russia settentrionale. Zaslavskij, Obnorskij e Chalturin Narodnaja Volja e Cctmyj Peredel. La loro evoluzione
Capitolo I — Il primo periodo della socialdemocrazia russa. La fase
La formazione del gruppo Osvebozdentie Truda
la critica di Plechanoy all’utopia blanquistai di Tichemiror Lo sviluppo cconemico della Russia negli anni Ottanta
dei Soctaldemocratici Russi (il gruppo di Blaisocy)
La tormulaizione del programma della sectaldemecra 1a russa di
VI Storia del Partito bolscevico
9. Le organizzazioni socialdemocratiche provinciali nella prima metà
degli anni Novanta IO. L’organizzazione di Brusnév
Capitolo II — Il secondo periodo della socialdemocrazia russa
1894-1898
1. La formazione dell’Unione di lotta per l’emancipazione della classe . Che cosa sono gli “amici del popolo” e come lottano contro | socialdemocratici?
. I preparativi per il 1° Congresso del partito e le organizzazioni socialdemocratiche della seconda metà degli anni Novanta
. L’importanza dell’organizzazione di Kiev per la convocazione del 7- Il convegno preliminare al Congresso del 1898 8. Il 1° Congresso del POSDR e il suo significato Capitolo III — La lotta contro il populismo e il marxismo legale
I. La posizione dei populisti nei confronti della scienza marxista Capitolo IV — La nascita dell’eConomicismo
. Le origini borghesi dell’economicismo . Il rapporto tra economicismo e populismo . Il Credo
. La Raboiaja Mysl’ e ’Organizzazione opetaia
. I rapporti dell’economicismo con il movimento operaio spontaneo
. 1 rapporti dell’economicismo con l’opportunismo dell’Europa occidentale e il Raboiee Delo
Capitolo V — La crisi economica all’inizio del XX secolo
I. Lo sviluppo capitalistico della Russia e l’Europa occidentale 2. 1 contadini e la crisi
Capitolo VI - Il terzo periodo della socialdemocrazia russa.
L’economicismo e la vecchia Isera 1898-1903 La caratteristica del primitivismo La fondazione dell’Iséera
. La riunione di Pskov La riunione in Svizzera
Le organizzazioni socialdemocratiche russe all’estero a fine anni Novanta e nei primi anni del Novecento e la lotta di Plechanov
Capitolo VII — Il periodo della vecchia Isera 1900-1903 (1) I. Il periodo di Monaco 1900-1902
I. La lotta contro l’opportunismo russo e i suoi legami con quello dell’Europa occidentale
L’opportunismo russo, l’economicismo e il Raboiee Delo
Il gruppo Svoboda L’Istera e la democrazia
Il programma del partito
IL. La fase londinese 1902-1903 Rivoluzionari di protessione
La Conferenza di Belostok del 1902 Lo stato delle organizzazioni socialdemocratiche alla vigilia del 2° Congresso. 1 gruppi di Pietroburgo: Rabotee Znamja, Sotsialist,
Le organizzazioni provinciali socialdemocratiche alla NT Iera Il Comitato di organizzazione per la convecazione del 2° Con-
AMOR, SNMtorzu del Partito bolscevico
della socialdemocrazia russa 1903-1905. La nascita del bolscevismo I. [I preparativi del 2° Congresso 2. Il lavoro del Comitato di organizzazione
3. Il 2° Congresso e la formazione di due gruppi all’interno della maggioranza iskrista: bolscevichi e menscevichi
Capitolo X — Il quarto periodo della socialdemocrazia russa 19031905 e la prima fase della storia del bolscevismo
I. Il movimento operaio all’inizio del Novecento 2. La guerra russo-giapponese . L’atteggiamento delle organizzazioni socialdemocratiche nei confronti della scissione e la loro posizione alla vigilia della rivoluzione . La propaganda bolscevica per la convocazione e la preparazione di
. La pubblicazione del Lperéd
Capitolo XI — Il quinto periodo della socialdemocrazia russa 19051907 e la seconda fase della storia del bolscevismo (1) I. Il socialismo poliziesco e Gapon
. Il 3° Congresso del POSDR
7. Le due tattiche della socialdemocrazia russa nella rivoluzione . Trotsky e Parvus sulle forze motrici della rivoluzione - Plechanov sulle forze motrici della rivoluzione
l’estate del 1905
p.298 11. Il grande sciopero politico dell’ottobre 1905 300 I2. I Soviet e l’insurrezione armata di dicembre bip; 13. Le organizzazioni socialdemocratiche all’epoca alias rivoluzione russa
Capitolo XII — Il quinto periodo della socialdemocrazia russa 1905-1907 e la seconda fase della storia del bolscevismo (11) I. La questione agraria alla vigilia della rivoluzione 2. Il ruolo delle diverse categorie operaie nella rivoluzione del 1905 Le conquiste della rivoluzione del 1905 nel campo dell’organizzaIl centralismo democratico La tattica bolscevica nei confronti della Duma di Stato
Il Congresso di unificazione del POSDR di Stoccolma nel 1906 Il programma agrario della socialdemocrazia russa L’atteggiamento delle due correnu socialdemocratiche verso la
La Conterenza dell’organizzazione di Pietroburgo del POSDR nel
gennaio 1907 e le elezioni alla seconda Duma
Due tattiche della socialdemocrazia russa alla Duma. Il colpo di
Stato del 3 giugno 1907
Capitolo XIII — Il sesto periodo della socialdemocrazia russa 19071910 e la terza fase della storia del bolscevismo. L’epoca della rea-
I. La riforma agraria di Stolvpin. Il movimento contadino e e [eTeeTO operato all’epoca della reazione
La seconda e la terza Conterenza di tutta la Russia del kOsSPR La reazione e è suoi riflessi sulla vita sociale e sul parurfo
La scissione nelle file della socialdemocrazia russa SI IRGUETNTTOIE
reazione: gli o/zoristi, gli ultimatisti e 1 liquidatori La quinta Conterenza di tutta la Russia del posnr (dicembre 19058)
p- 375
380 382 386 388
. La lotta contro i “cercatori di Dio” e il revisionismo filosofico . La Conferenza della redazione allargata del Protetarij (giugno 1909) . Le scuole di partito all’estero . Tentativi di accordo. La sessione plenaria del Comitato centrale del POSDR a Parigi (gennaio 1910)
Capitolo XIV - Il settimo periodo della socialdemocrazia russa I910-1914 e la quarta fase della storia del bolscevismo. L’epoca
della Zvezda e della Pravda
. Il movimento operaio negli anni 1910-1914 . Le organizzazioni illegali e legali negli anni 1910-1914 . La pubblicazione della Zzezda . La ripresa del movimento operaio e l’eccidio della Lena. La fondazione della Pravda
. Il ruolo organizzativo della Pravda . La sesta Conferenza dei bolscevichi a Praga (gennaio 1912) . La lotta della Prarda per 1l partito partito . La Prosvestente
curazione operaia Le riunioni del cc del POSDR con i funzionari del partito
Capitolo XV — L’ottavo periodo della socialdemocrazia russa 191 41917 e la quinta fase della storia del bolscevismo. Il patrtito e la . La Seconda Internazionale e la guerra
. La situazione delle organizzazioni socialdemocratiche russe
IT al gruppo bolscevico della Duma di Stato . 1 gruppi della socialdemocrazia russa e la guerra zione industriale e i Consigli assicurativi
PIO De
bolscevismo dal febbraio all’ottobre 1917
3. I tentativi della borghesia e dell’opposizione democratica di trovare un accordo con l’autocrazia
. La Rivoluzione di febbraio. Le classi e 1 partiti. 1 bolscevichi e il
. L’organizzazione del partito a tasca (e oa IONE ate RT telte
i giorni di febbraio e di marzo . L’arrivo di Lenin. Le Tesi di aprile . La Conferenza di Pietrogrado del 14-22 aprile 1917. La cnsi di potere. La settima Conferenza di tutta la Russia dell’apnle 1917 8. La seconda crisi di potere e l’insurrezione di luevlio
9. Il 6° Congresso del PoSDR (b). Il complotto della borghesia alla
Conclusioni
Indice delle ilfustrazioni, delle tabelle e delle cartine
Nota editoriale
Proponiamo al lettore la prima traduzione in italiano della Moria del ALI
bolscevico di V.I. Nevskij. L’autore, rivoluzionario e Na Nagai QI Prefazione alla prima edizione egli indica gli scopi e, con modestia fin ecces-
siva, i limiti dell’opera, un « saggio » che « espone in forma clementare CSO approfondimenti non vedrà mai la luce. La controrivoluzione, la stessa che ricerca marxista sulla storia della Rivoluzione russa e del partito che l’ha sui-
Nelle considerazioni conclusive Nevskij ritiene assolto il proprio scopo se il suo libro avrà indotto il lettore ad avvicinarsi alla «giovane scienza » fondata da Marx ed Engels e sviluppata, tra gli altri, da Lenin. Ad integrazione e documentazione dei testi in cui Lenin fissa i cardini teorici, politici e organizzativi
democrazia, 1 'estrimisnio — la presente opera riteniamo possa rivelarsi di ente
Nota biografica sull’autore
Ladimir Ivanovié Nevskij (pseudonimo di l'eodosij Ipvanovié Krirobokor;
altri pseudonimi: V.N. Viadimiror, Gavrila, Gubernator, Donets, Jack) (Rostov sul Don, 2 maggio 1876 — Mosca, 26 maggio 1937)
Figlio di un ricco commerciante, \.]. Nevskij aderisce al movimento rivoluzionario nel 1895 dopo aver attrontato le letture di “formazione” tipiche di
quel periodo: Cernysevskij, Dobrolju-
bov, Belinskij. Nella sua ‘“biogratia autorizzata” pubblicata nei volumi d’appendice al Dizionario enciclope-
dico Granat, Nevskij ricorda di essere stato introdotto all’attività politica da
due operai che lo invitarono a partecipare alle riunioni di un circolo « semisocialdemocratico e semi-populista ».
Nel 1897 aderisce a un circolo social-
democratico e, dopo la nascita del POSDR nel 1898, è tra 1 tondatori del Comitato del Don del partito. Nell’estate
di quello stesso anno promuove la pub-
blicazione in versione ciclostilata del Manifesto, nel frattempo studia // Capitale e lAntidzibring.
Nel 1899 si iscrive alla facolta di chimica dell’Università di Mosca, città dove viene più volte arrestato a causa dell’attività politica. Dal dicembre 1901
alla metà del 1903 si trasferisce a Voronez per sviluppare l’organizzazione
iskrista, partecipando alla lotta contro l’economicismo. Nel 1903, dopo il 2° Congresso, si avvicina ai bolscevichi. Lo stesso anno organizza una tipografia illegale, ed è autore di molti articoli che compaiono sulla stampa clandestina (fino al 1917) e su organi legali (il Pro/etaris e il V/peréd nel 1905, l’Echo, la Lolnda, la Pravda nel 1912, ecc.). Dopo una permanenza a Ginevra, a cavallo tra il 1904 e il 1905, torna
in Russia facendo tappa a Pietroburgo, Rostov, Brjansk, Orél per preparare il
3° Congresso del epr dSiCep È lalui 1 usi Conferenza del POSDR a PNE ot clandestinità tra Pietroburgo e Mosca. Ancora in clandestinità dalla fine del 1905 all’inizio del 1908, lavora a cato aLe P uao Nevskij, dal quale trae il suo pseudonimo. Ncl 1908 è di nuovo arrestato con l’accusa di essere tra gli organizzatori della
struttura militare del POSDR di Pietroburgo. In seguito si stabilisce a Char'kov
Zrezdà e Prarda. Nel 1912 viene cooptato nel Comitato Centrale del POSDR (b). terinburg. Nei mesi precedenti l’Ottobre svolge unm’intensa attività pubblicistica: è il principale organizzatore e redattore del giornale bolscevico rivolto alle truppe, So/datskaja Prarda, oltre che del Pro/etari. Durante la Rivoluzione di tebbraio si trova a Ekaterinburg; nel marzo viene chiamato a Pietroburgo, dove diventa uno dei capi dell’organizzazione militare. Partecipa alla Rivoluzione d’ottobre, in qualità di dirigente del Comi-
tato Militare Rivoluzionario. Dopo la rivoluzione Nevskij è commissario del popolo ai Trasporti (fino al marzo 1919), alla Difesa e lavora poi in altri ministeri. È membro della presidenza del Comitato Esecutivo Centrale (marzo 1919 e 1920), rettore dell’università Sverdlov, fa parte di diversi enti e commissioni (Commissariato del popolo per l’agricoltura, Gosizdat, Archivio centrale, ecc.), occupandosi anche della scuola di partito. Nella prefazione del 1920 alla seconda edizione di Materialismo ed empioricriticismo, rinviando all’articolo di Nevskij posto in appendice titolato “Materialismo dialettico e filosofia della reazione morta”, « L'articolo del compagno Nevskij ... fornisce i chiarimenti indispensabili sugli
sibilità di convincersi che A.A. Bogdanov diffonde, in veste di “cultura CO concezioni borghesi e reazionarie. » *
Nel 1923 diventa direttore della rivista Krasnaja Letopis’* e l’anno seguente
500 articoli e saggi sulla storia del partito e sul movimento rivoluzionario IL Russia. Si scontra con Ol’minskij sui metodi di ricerca, sostenendo la RIETI
I V.I. Lenin, Opere, Edizioni Lotta Comunista, Milano 2001, o 14, p 17. PL CO I Nevskij, “Dialektiteskij materializm i filosotija NSA INS SR ei PACE SRO zione delle Opere in russo, vol. 13, pp. 317-324. Nelle successive edizioni venne censu-
3 Institut Istorii Partii. (N.d.R.)
Nota biografica sull'antore XVII
di utilizzare tutte le fonti disponibili comprese quelle della polizia e dei menscevichi. Nel 1936 lo storico staliniano Jareslavskij sosterra che nella sua storia del partito bolscevico « Nevskij aveva trascurato il ruolo gigantesco giocato dal compagno Stalin» nella costruzione del partito e durante la rivoluzione. Dal 1924 Nevskij è direttore della biblioteca intitolata a Lenin. Caduto in disgrazia fin dall’inizio degli anni Trenta, Nevskij non riesce a
pubblicare molti dei suoi lavori, come quello sul “gruppo Blagoev” c 1 Saggi per una storia del pensiero sociale russo. Arrestato nella notte del 20 febbraio 1935, viene accusato di « aver parte-
cipato attivamente a organizzazioni terroristiche antisovietiche » e, rinchiuso alla Lubjanka, viene giustiziato il 25 maggio 1937. “Riabilitato” nel 1955. pubblicazioni più significative: 2. Ot gruppy Blagoeva & Sojuz Bor'by (Dal gruppo di Blagoev all’Unione di Lotta), 1921.
3. Juzgno-russkij rabocij sojuz v gorode Nikeolaeve v 1897 go” (L'unione operaia della Russia meridionale nella città di Nikolaev nel 1897), 1922. 4. Rabotee drizente » Char'eove vr 1912 8 (Il movimento operaio a Char'kov nel 1912), due scritti nel volume 2 della raccolta /z pochi Zrezdy i Prardy
period 1885-1895 22. (Materiali per un dizionario biografico dei socialdemocratici che hanno partecipato al movimento nel periodo 1885-1895). Zaslavskij.
Storia del Partito bolscevico
Prefazione alla prima edizione
Tuttavia questi fatti sono stati considerati e interpretati In una nuova ottica alla luce del vasto materiale elaborato e pubblicato negli ultimi sette anni; per al lettore fornito di una conoscenza poco approfondita della nostra storia.
Rivoluzione d’ottobre; quello successivo meriterebbe un secondo e specitico Il libro espone in forma elementare la nostra storia ed è destinato agli studenti; esso presta grande attenzione agli eventi già chiariti e assimilati dai
torio giovanile che considera la storia recente già come passato remoto.
la lotta all’economicismo oppure la scissione al 2° Congresso, questioni che hanno avuto un’enorme importanza nella nostra storia. materia così importante come la storia del Partito bolscevico —, l’autore si
appella all’indulgenza dei lettori e alla loro collaborazione nel segnalargli errori
Introduzione
1. Partito e classe Formalmente il nostro partito, il Partito comunista (bolscevico) della Russia, fu fondato nella primavera del 1918. Tale denominazione, PCR (bj, era
conosciuta in tutto il mondo, venne assunta al 7° Congresso del POSDR ‘b)
tariato. Le origini del partito non risalgono quindi all’inizio ap molto più indietro nel tempo. | nascita, il 1918, ma da molto prima. Anche perché il partito è un complesso
sito ha giustamente scritto Zinov’ev nel libro La formazione del Partito bolscevico che un partito « nasce tra le più aspre difficoltà, conosce riorganizzazioni, scisdata classe». ' Il nostro partito, come scrive Zinov’ev, non è semplicemente un gruppo di persone che professano gli stessi ideali e che difendono lo stesso programma, ma l’avanguardia militante della classe operaia, la parte cosciente di questa classe che dirige la lotta del proletariato per il comunismo. In altre parole esso è l’organizzazione di classe combattente del proletariato, che collauda nella realtà il programma, elaborato sulla base della scienza
Perciò lo studio della storia del partito non può essere disancorato da quello della storia del proletariato, della sua nascita, della sua crescita, della sua organizzazione e della sua lotta. Dato che la tormazione della classe
economico di una data società e quindi, in ultima istanza, dell'aumento delle
forze produttive, la storia del partito va vista in relazione allo sviluppo
dell’economia c di tutta la vita sociale, che a sua volta è determinaia dal-
da: La MILZA ZEANI TNA RASOI a Giraphos, Genova rovoe. DEA
Storia del Partito bolscerto
Nella seguente trattazione procederemo fornendo un panorama generale
dei fattori della vita economica, nel corso della quale si è formato e sviluppato
il PCR (b).
2. La formazione della classe operaia in Russia
Il nostro partito è parte della classe operaia russa; di conseguenza occorre esaminare in che modo e grazie a quali condizioni essa si è sviluppata. Secondo alcune ricerche storiche la classe operaia nel senso stretto della parola, cioè i salamati, iniziò a formarsi in Russia già nel primo quarto del
Nel 1825, cento anni fa, su un totale di 210.568 operai occupati in 5.261
imprese industriali, 114.515 erano salariati, i restanti erano asserviti alla
Dunque l’industria si era formata prima del 1825, e all’inizio del secolo
industriale: vi era un forte ed esteso commetcio interno ed estero e si era formato il capitale commerciale. Grazie a questo capitale, durante il XVIII secolo furono insediate molte fabbriche: nel 1762 se ne contavano 984, alla fine del Chi lavorava in queste fabbriche e a chi appartenevano? I padroni delle imprese, come in ogni altro paese, erano lo Stato, l’erario o i privati: nobili, latifondisti, commercianti e capitalisti. Questi operai-contadini erano 87.253 nel 1741-1743, di cui ben 24.199 private. Come avvenne che il contadino finì vincolato alla fabbrica e quali cambiamenti produsse quel legame nella legislazione? Non possiamo qui approfondirlo; sottolineiamo solo che, durante tutto il XVIII secolo, venne combattuta
classi della società russa: i nobili-feudatari da una parte, i capitalisti c | commercianti dall’altra. In certi periodi questi ultimi acquisivano il diritto di ! La cifre che qui forniamo sono orientative, perché a quel tempo le statistiche in Russia erano poco affidabili. Ma, anche se poco attendibili, tali cifre mostrano correttamente il
1762 furono definitivamente privati di tale diritto.
quanto i contadini dati in affitto alle fabbriche ricevevano un salario da fame accumulava enormi profitti.
estero. Per esempio dal 1758 al 1762 vennero esportate in Inghilterra 77.000
pezze di tela per barche a vela, salite a 251.000 nel 1793-1795; le esporta-
zioni si assestarono a 212.000 dal 1800 al 1813. Ma l’export russo non si
ghisa, saliti a 2.009.667 nel 1793-1795. facendo intascare enormi profitti ai nobili e ai capitalisti russi’ La vita dei contadini in fabbrica era massacrante. Il padrone-nobile e il capitalista-borghese
quello che producevano con il loro duro lavoro. La giornata lavorativa durava 16-18 ore e a volte anche 20 e più. Il padrone
qualche misera elargizione, che costringeva gli operai a una vita di stenti; non Siberia, arruolarli come soldati, immischiarsi nella loro vita familiare, disporre
di tutti i loro beni.
Tutto il XvIII secolo della storia dell’industria russa fu segnato da umn’incessante lotta di classe tra l’operaio-contadino asservito e 1 suoi sfruttatori. Il malcontento operaio spesso erompeva come un vulcano; le rivolte allora coinvolgevano interi governatorati e si concludevano con violenti scontri con le truppe e la deportazione degli insorti." À volte la repressione delle sollevazioni operaie — punite con frustate, pri-
gione, arresti, deportazioni in Siberia e arruolamenti forzati — non riusciva a normalizzare la situazione, così gli operai continuavano l’agitazione contro i loro padroni.
MIE ampie e violente, che coinvolsero gli operai delle possessionny nel 1701, 1722,
1726, 1743, 1761, 1763 e 1764, si diffusero negli Urali, nci governatorati del Volga e
quelli Centrali. È pressoché certo che non un solo governatorato industriale fu immune
dalle mobilitazioni operaie. Queste sollevazioni, che si verificarono anche nella prima quelle dei servi della gleba nei lanfondi, che si battevano per la liberazione dal gioco del servaggio (per esempio l’insurrezione dei contadini guidata da Pugaccv durinte il regno di Caterina).
Con lo sviluppo del capitalismo, la sua estensione e ramificazione, il lavoro nendo un freno allo stesso sviluppo industriale. Alla fine del XVIII secolo ne
erano consapevoli gli stessi latifondisti russi, in particolare nelle regioni dove
nicazione e nei settori dove era vantaggioso lavorare per il mercato interno e internazionale, come quello del grano. Il primo grande movimento rivoluzionario in Russia, conosciuto come “insurrezione dei decabristi’,* fu senza dubbio originato da movivazioni di natura economica, prodotto dalla non corrispondenza tra un sistema basato sulla servitù della gleba e le esigenze imposte dallo sviluppo dell’economia
commerciale, finanziaria e industriale.
Alla fine del XVn1 secolo 1 latifondisti russi iniziarono ad esportare il grano e divenne vantaggioso modernizzare l’economia agricola, cioè mettere a coltura maggiori estensioni di terra e spremere sempre più i contadini. Non potendo sopravvivere con la terra loro concessa, i contadini cercarono una via d’uscita mediante occupazioni ausiliarie. I latifondisti, in cerca di mezzi finan-
ziari sempre maggiori, preferivano riscuotere i tributi feudali sotto forma di denaro piuttosto che di giornate lavorative, in quanto dovevano “provvedere a sfamare” 1 servi della gleba anche nei periodi di carestia. Durante il primo
quarto del xrx secolo, la crisi mondiale scosse la Russia, e la caduta del prezzo del grano bloccò il pagamento dei tributi in denaro: con il grano a basso prezzo non C’erano margini per la modernizzazione e, nell’impossibilità di riscuotere tributi in denaro, i latifondisti furono costretti a tornare alla cormvée
in lavoro dei contadini. Ma in generale tutti iniziarono a rendersi conto che le vestigia feudali frenavano lo sviluppo dell’economia: la crescita dell’industria e del commercio richiedeva forza lavoro salariata. Perciò il pirmo movimento
rivoluzionario nacque dalle fila degli stessi latifondisti-nobili, che chiedevano Ma l’ordine feudale era il fondamento della monarchia autocratica, cioc di
interessi erano difesi dallo zar e dal suo governo. Il lavoro servile risultava ancora sufficiente nella conduzione dei grandi latifondi, ma del tutto inade-
1] decabristi devono il loro nome al mese di dicembre 1825, durante il quale organizza
maggioranza. Perciò una parte della nobiltà parteggiava per l’emancipazione
dei contadini, mentre l’altra difendeva il sistema basato sulla servitù della
lor
Stato russo erano l’espressione di questa divisione. Tuttavia questi progetti mostravano che anche l’ala sinistra dei decabristi, che pure era desiderosa di delimitare il potere dello zar fino alla completa soppressione dell’autocrazia,
in fin dei conti lasciava tutto il potere nelle mani dei nobili e della borghesia. I decabristi dunque propugnavano l’emancipazione dei contadini ma, nella
maggior parte dei casi, si trattava di un’emancipazione senza terra. Malgrado questi limiti, la rivolta dei decabristi costituì il primo movimento
rivoluzionario della società russa contro l’autocrazia, e 1 decabristi mort sul
nati in Siberia furono i primi combattenti rivoluzionari, anche se con obiettivi
L’inconciliabilità del regime feudale con i nuovi rapporti economici era
particolarmente acuta nell’industria. Nella prima metà del X1x secolo la que-
stione dell’abolizione del lavoro servile venne spesso aftrontata nella letteratura. Gli industriali e i commercianti, che nel XVIII secolo avevano ambito allo stesso diritto dei nobili di possedere servi della gleba, cominciavano a discu-
Lo sviluppo dell’industria esigeva ora nuove condizioni economiche, nuov:
individui e nuove forme di vita sociale.
4. L’emancipazione dei contadini
Il governo autoctatico, senza volerlo, preparava il terreno allo sviluppo del capitalismo. Lo zar Nicola 1 con una mano stringeva il cappio attorno al
democratiche, con l’altra autorizzava la costituzione di società per azioni, concedeva agevolazioni agli ‘“spettabili’”’ commercianti russi, iniziava la costru-
zione della prima ferrovia, fondava imprese commerciali e con le armi in
pugno apriva la strada alla penetrazione del capitale russo nell’Estremo e
principale rappresentante era lo stesso zar, e i capitalisti, la cui influenza
aumentava giorno dopo giorno. Pur elargendo a questi ultimi ogni tipo di age-
volazioni, il governo di Nicola non si decideva a emancipare i contadini, per I ledere gli interessi dei latifondisti, che sarebbero stati privati di enormi
Storia del Partito bolscerico
economico. Perciò la questione dell’emancipazione dei contadini in un
modo o nell’altro doveva essere risolta, tanto più che i contadini erano sempre più insofferenti e davano orgine a rivolte sempre più frequenti, nel loro mani.
Tale situazione era ben nota e lo stesso governo discuteva da decenni della riforma agraria in ogni sorta di commissioni e comitati. Il nodo centrale
aftrontato in queste commissioni era quello dell’emancipazione dei contadini. Ma, come è noto, la riforma che ne seguì non contribuì alla formazione né di
della gleba diventarono semi-servi sottoposti al dispotismo dei signori e, non
sotto il giogo dei latifondisti. La terra riscattata dai contadini era poca e “di cattiva qualità” (per decreto il governo zarista “sottrasse loro” anche parte di quella terra di cui disponevano prima della riforma)? e, per di più, venne sedimenti dei latifondisti o frammentati in lotti separati tra loro. I “liberi” contadini finirono per affittare al vecchio latifondista i loro campi, così inadatti a
una coltivazione razionale.
Oltretutto il contadino, che doveva comprare la “libertà” versando un
senza vie d’uscita.
In tali condizioni, prima o poi, i contadini si vedevano costretti a fuggire
dalla campagna alla ricerca di un’occupazione. Per non restare senza forza lavoro a basso costo, 1 latifondisti ostacolarono in mille modi l’‘‘“emancipazione” dei contadini; così questi ultimi furono liberi sulla carta, ma nei fatti rimasero servi della gleba. Tutto ciò diede luogo a raggiri, leggi redatte in modo da rendere i latifondisti giudici e padroni dei contadini, un “sistema di sti che potevano trattenerne il passaporto qualora intendessero abbandonare la campagna), pene corporali, detenzione e deportazioni senza processo, leugii
dini, pagando una somma (due terzi della quale versabili in 49 annualità), potevano risc.t Perciò i contadini, che avevano riscattato le terre, si trovarono a disporre di meno terra di quanta ne coltivavano prima; ciò contribuì a mantenerli in una condizione semi-servile.
necessari alla loro famiglia, per poter eseguire gratuitamente Il lavoro sulle terre dai proprietan fondiari. La riforma del 1861 assegnò questo lotto alla famiglia contadina dopo
draconiane sull’affitto della forza lavoro agricola e ogni altro espediente
contro l’emigrazione. Ma tutti questi impedimenti non fecero che accelerare il e nelle officine delle città, fuggirono in Siberia oppure abbandonarono i vil-
laggi per cercare lavoro nella ricca agricoltura del Sud, trasformandosi in breve cito si metteva in marcia ogni anno verso le grandi città, in particolare verso l’Oriente e il Sud, dove si stavano formando grandi aziende agricole capitalistiche. Contemporaneamente cresceva e si rafforzava una borghesia agricola
contadini poveri, facendo concorrenza ai latifondisti. Non solo a Sud e in
Oriente — nel Caucaso e sul Volga — ma anche nella Russia centrale e settentrionale sorsero industrie agricole: aziende casearie e zootecniche, segherie, ecc. I latifondisti iniziarono a sviluppare le aziende agricole capitalisuche, che
vano del capitale necessario alla loro coltivazione. Quanto più l’onnipotente capitale penetrava nell’agricoltura, tanto più cresceva la disgregazione nelle campagne.
moderna depauperarono le terre coltivabili e resero quasi impossibile la lotta
contro calamità naturali come l’aridità, le cavallette, le trane, la desertifica-
zione, le tempeste, ecc. e l’economia contadina conobbe una decadenza sempre maggiore. Così, dopo la riforma, la situazione era mutata; un’accanita lotta di classe
ria, la piccola borghesia contadina, i semi-contadini, i semi-operai eo
5- Lo sviluppo economico in Russia nella seconda metà
assorbito dalle città e dall’agricoltura capitalistica. L'industria russa si sviluppò cifre sulla produzione e sul commercio in Russia nel XIX secolo.
Prendiamo alcuni dati, a partire dagli anni Sessanta, l'epoca RICER TaRE zione dei contadini. Nel 1863-1865 la Russia esportava 8.708.000 pd di
grano, saliti a 21.080.000 a merà degli anni Settanta. | ’esportazione di lino
milioni. Per giungere ai mercati, il grano doveva essere trasportato fino alle rete ferroviaria: la ferrovia Nikolaevskaja (ora Oktjabrskaja) era lunga Goo
verste, arrivata a 10.946 nel 1872-1874. Ma l’agricoltura orientata all’export, per trasformarsi in capitalistica,
doveva utilizzare macchine e attrezzature agricole perfezionate, concimi, ecc.
valore di 259.400 p#d pari a 787.900 rubli, nel 1877-1880 tali cifre salirono
zione di macchine e attrezzi agricoli, passando da 2.329.000 rubli nel 1876 a
Per produrre gli attrezzi agricoli — così come per la produzione di
locomotive, rotaie e vagoni ferroviari — erano necessari i macchinari, che
a loro volta avevano bisogno di ferro, acciaio, rame, ghisa e altri metalli.
dell’emancipazione dei contadini dai 17.028.000 pud nel 1867 salì a 113.982.000 nel 1897. Ma per trasformare questa ghisa in manufatto idoneo alla costruzione di macchine, attrezzi, torni, ecc., occorreva il carbone e quindi, con l’aumentare della produzione di ghisa, aumentò anche classe operaia. Secondo i dati ufficiali, nel 1863 gli operai salariati erano
358.000; in un trentennio, cioè nel 1893, crebbero a 860.000. In realtà il
numero degli operai era molto superiore a quello dei dati ufficiali, che si riferiscono solo agli operai delle fabbriche e delle officine (fabbriche
lavoratori agricoli, i mastri artigiani, gli edili (carpentieri, muratori, ecc.), |
abbandonato le campagne: erano stati assorbiti dall’industria delle città, dalle aziende agricole capitalistiche e dal commercio.
mediari, sensali, rappresentanti, commessi viaggiatori, ecc. Questi ili commercianti, che nel 1852 erano oltre 47.000, alla fine degli anni Ottanta
erano quasi 90.000 (86.905 nel 1887); i commessi che nel 1852 erano
Tsarskoec Selo; dal 1843 al 1853 venne costruito il tratto fino a Mosca. (N.d.R.)
latroduzione 15
Riassumendo: per far funzionare l’economia capitalistica non servivano solo agenti, commessi e scrivani, ma anche ingegneri, tecnici, avronomi,
insomma tutta quella piccola e media borghesia che riceve l'istruzione nelle Nel 1832, all’epoca di Nicola I, in Russia su 100 mila abitanti solo 177 freNel 1863 il tasso di urbanizzazione era del 10%, alla fine degli anni Novanta era salito al 13 %. Nel 1897 gli abitanti nelle città superavano 1 12
sociali: un piccolo strato di grande borghesia, la media e piccola borghesia, gli artigiani, i raznocdintsy appartenenti alla borghesia democratica, l’intellighenzia e
nivano per lo più da città economicamente e culturalmente sviluppate come Pietroburgo, Mosca, Char’kov, Varsavia, Odessa, Kiev, ecc.
delle campagne e dall’impoverimento degli strati piccolo-borghesi, l’intellighenzia, invece, si era formata per ragioni economiche più complesse: essa infatti non è una classe, ma un suo strato, un prodotto di ogni classe. La no-
della piccola nobiltà decaduta, di piccoli funzionari senza titoli, di commer-
Subito dopo l’emancipazione dei contadini, la Russia era quindi un paese lol) capitalismo si stava sviluppando, una socierà nella quale lottavano
tra loro le classi della società ENIT OA TUTI Sag
else io eol a quelli vecchi dello Staro autocratico: una $OCICÀ Cresciuta
Otero consistenti nelle campagne, nell’agricoltura MO Ae (LAI jesolo CATO Bei monarchia autocratica, cioè il potere
della classe dei latifondisti. Questi ultimi, sotto 1 colpi del nuovo corso, face-
vano sempre maggiori concessioni al capitale che alzava la testa e che non gato quadro della società russa che il ritmo della crescita economica configu-
rava la tendenza di sviluppo della lotta di classe e di conseguenza della lotta
All’inizio del xIx secolo la figura centrale era ancora il nobile-proprietario
quantità del prodotto delle altre classi. La borghesia commerciale e industriale aveva appena iniziato ad alzare la testa e, nel primo quarto del secolo, aumentò il proprio peso e si pose all’opposizione, soprattutto quando la media nobiltà — nel caso dei decabristi — cercò di difendere i propri interessi e di porre un limite al potere dell’autocrazia. Tuttavia i decabristi furono ultimi di prendere coscienza ed esprimere politicamente i propri interessi. ranta dai petraievtsy che tentarono di difendere i loro interessi di classe agendo in nome di tutti gli oppressi: com’è noto Petra$evskij aspirava a rappresentare anche la piccola borghesia. Tutto ciò era il sintomo di dinamiche del tutto nuove, ossia dell’intervento nell’arena politica di classi sociali come la piccola e media borghesia, il cui ideologo-tipo era l’intelligent raznotinets. Così, grazie
allo sviluppo economico e alla crescita della piccola e media borghesia, | ragnotintsy avevano assunto un notevole peso e, agli inizi degli anni Sessanta, Ora i tentativi di intervenire in “nome del” e “per il” popolo coprivano
Contrastanti interessi di classe si celavano così sotto il manto comune cel
logia le diverse tendenze e le sfumature della differenziazione di classe, tutti | militanti rivoluzionari degli anni Sessanta e Settanta sembravano attivisti c sostenitori di un’unica forza rivoluzionaria. Di fatto un fattore economico tinse di un solo colore tutti i gruppi e i gruppetti rivoluzionari dell’epoca: cioè le vecchie forme di economia contadina naturale con il suo sistema
terra dell’obitina, di conseguenza per essi l’animo del musik cera essenzialmente
UE IRON il giogo dell’autocrazia, ma anche entrare direttamente nel regno del comunismo.
basandosi solo sul retaggio ideologico del passato. Da qui i tratti fondamentali e l’affinità di tutte le ideologie rivoluzionarie degli anni Sessanta e Settanta — del socialismo utopistico e piccolo-borghese e del populismo. Fcco perché un anarchico come Bakunin, un semi-socialista e semi-liberale come Herzen, un
borghese democratico radicale e materialista come Cernysevskij, giacobini
come Zaitnevskij e Tkatév, un socialista eclettico come Lavrov, un anarchico
come Nectaev esprimevano una comune natura socialista utopista piccoloborghese. Inoltre essi adeguavano le loro posizioni a quelle delle classi da cui prove-
di loro erano inseriti. Tutte queste tendenze si distinguevano tra loro, avevano
“Apostolo della distruzione mondiale”, Bakunin predicava l’insurrezione avrebbe distrutto dalle fondamenta la società contemporanea, con tanto di Stato, religione e proprietà privata, dalle cui spoglie sarebbe sorto il regno
dell’anarchia. Veicolo delle idee rivoluzionarie anarchiche, secondo Bakunin,
erano i raznoétintsy e i contadini. Questi ultimi per natura possedevano tre
caratteristiche fondamentali del comunismo: l’idea che la terra non avesse
la convinzione che l’autogestione di quest’ultima li avrebbe portati a odiare qualsiasi potere. Per avviare il processo rivoluzionario, bisognava solo risvegliare 1 contadini. Questa doveva essere la missione dell’intellettuale anarchico.
Russia; al contrario, tanto meno forte era la borghesia, tanto più facilmente il popolo avrebbe abbattuto un governo basato solo sulla forza. Per questo era Necessario Organizzare ERI migliato di eroi rivoluzionari, che con il loro impeto NI OS ei SARE preso 1l potere, iniziassero a costruire una società comunista. Dunque anche Tkacéyv si rifaceva a tutte quelle credenze sulla torza vitale dell’absizza russa.
DO ETTORE questa è una caratteristica generale del movimento sociale degli anni Sessanta; con uno studio più SIAE EROTISMO
patriarcale, la fede in Dio e nello zar) ma, TARARE alle suc lotte passate «Pusitev e
18 PETIT
Marx, ma con essi aveva in comune l’illusione sulle basi progressive dell’eco-
scorso, ebbe dei dubbi, e non riuscì a risolvere la questione di quale strada
condivise anche da altri eminenti rappresentanti dell’intellighenzia rivoluzio-
naria, in particolare da Aksel’rod e Plechanov. La fiducia nella vocazione comunista del popolo russo e nelle tendenze
progressive dell’obicina portò i populisti al culto degli “eroi”. Supponendo che la trastormazione economica evolvesse in direzione di forme di vita comunitarie, egualitarie e propizie ai lavoratori e rifiutando la lotta SS politiche, 1 rivoluzionari populisti predicavano il culto dell’eroe, Il ee o
Lavrov sosteneva che la storia viene fatta da “individui dal Soon
tico”, che, se non si fosse costituito un nucleo di eroi 'eJsejol (cir: loo(eoiKala (clelia UE e AE O ER Soa ESS COLTI disponibili al sacrificio — gli “indivi-
dui del pensiero critico” che avrebbero guidato il resto della società —, la società stessa sarebbe andata incontro alla paralisi e al collasso. Tali idee si svilupparono negli anni Sessanta e Settanta, quando gli intellettuali della piccola borghesia vennero alla ribalta, ossia quando lo sviluppo di
viduo, la libertà personale, la coscienza soggetiva, ecc. La persistenza dei rapporti feudali da una parte e lo sviluppo crescente del capitalismo dall’altra spiegano il carattere eclettico dell’ideologia rivoluzionaria populista, cioè la fiducia nella comunità contadina russa, l’illusione di poter
saltare la fase capitalistica, accedendo direttamente al comunismo, il rifiuto della lotta politica e l’ideologia del pensiero critico individuale come demiurgo intellettuale della storia che guida il popolo.
La loro “andata al popolo”, il loro pellegrinaggio tra i contadini per propa-
gandare il socialismo si conclusero in un fallimento non solo perché il
regime esistente, all’autocrazia e alla religione, ma non voleva sentir TORNI
socialismo. Egli bramava la terra e la MS tes eelciote (o) SG eresie
GESTI {eo pico) ole Tei olo AEREO il concetto di “libertà” si tingeva di connotazioni borghesi.
Ma se queste idee circolavano anche negli strati arretrati, o lo MU
nelle teste degli esponenti più coscienti e colti dell’intellighenzia rivoluzionaria. Così accadde. Nel 1878, partendo dal presupposto che la conquista delle
PETIT inni 19
libertà politiche facilitasse la lotta per il socialismo, una parte dei populisti, la libertà politica — in parte sotto il peso della repressione governativa € in Maturava in tal modo la scissione. Essa ebbe luogo nel 1879 al Congresso di Voronez, quando i populisti si divisero in due organizzazioni rivoluzinnaVolja e rifiutava la lotta per le libertà politiche, e la Narodnaja Volja3 che poneva come principale obiettivo la conquista di una costituzione borghesedemocratica per mezzo dell’azione terroristica.
Già negli anni Sessanta, e soprattutto negli anni Settanta, in seno alla società russa emergeva una nuova forza: il proletariato. Abbiamo già visto
sizione della società russa e come, decennio dopo decennio, fosse aumentato Certamente la vita degli operai in generale, le loro condizioni materiali e la
tenso sfruttamento nelle fabbriche, ma anche perché il capitalismo russo si stava sviluppando nelle condizioni peculiari dello Stato autocratico. Nei regimi democratico-borghesi dell’Europa occidentale, gli operai lottavano contro i governi borghesi, ed entro certi limiti potevano utilizzare le libertà dello Stato democratico. In Russia invece, dove non sussisteva alcuna libertà
democratica, il padronato faceva largo uso degli strumenti del potere autocratico per sfruttare gli operai, reprimendone anche la più piccola protesta.
recidere alle radici qualsiasi tentativo di autodifesa. Così la are
SANS ROOT OI PAPATO populista degli anni Settanta non va confusa con l’omonima società segreta degli anni Sessanta (1861-1864) i cui Rate eni A tata tota furono N.P. Ogarév, i fratelli N. e A. Serno-Solov'éviè e altri, le cui posizioni ASSO per ceti secondo A. Serno-Solov’Evic, ecc.ì.
* Ripartizione nera: esprimeva RNRP OE TREES OO IRR
è Volontà del SULA
20 Steria del Partito bolicertco
conteneva la lotta operaia con gli strumenti legislativi. Nel 1845 il governo di Nicola 1 emanò una legge contro gli scioperi operai. L'articolo 1792 del “Codice penale e penitenziario” dell’epoca considerava lo sciopero come un reato perseguibile penalmente e i partecipanti agli scioperi punibili con la
reclusione.
La situazione della classe operaia era molto dura. La giornata lavorativa
durava 14, 16 e perfino 20 ore; gli operai venivano pagati in ritardo c spesso
in luogo del denaro ricevevano generi di consumo. Le condizioni di lavoro erano pessime: locali malsani senza
ventilazione, senza luce, macchinari senza alcun dispositivo di
sicurezza. Mancava l’assistenza medica, il vitto era di qualità scadente e i dormitori erano talmente fatiscenti che molti operai preferivano dormire all’aperto.
Le multe, le trattenute salariali, il b truffaldino conteggio dei salari,
Dormitorio MARTE ETA ato i gli straordinari forzati. le ma-
niere rozze dei capisquadra, i
vituperi, la violenza sulle donne, tutto ciò presto o tardi avrebbe sollevato li
operai contro i loro oppressori.
Gli scioperi erano iniziati da tempo. Già negli anni Quaranta e Cinquanta vi furono ondate di lotte operaie, che purtroppo non sono state ancora sufti-
cientemente studiate; perciò possiamo fare affidamento solo sui dati desli scioperi della fine degli anni Sessanta e dell’inizio degli anni Settanta. Sugli scioperi del decennio 1870-1880 esistono informazioni più precise: in quel periodo vi furono almeno trenta cicli di lotte nelle province e nci capoluoghi. Soffermiamoci su alcune agitazioni. Nel 1872 vi fu uno sciopero alla
manifattura Bol’soj Krengol’mskij. Gli operai avevano avanzato le seguenti rivendicazioni: 1) Prolungamento della pausa-pranzo di mezz'ora; 2) abolizione del lavoro minorile notturno; 3) riduzione delle multe; 4) metodi di valutazione più precisi del lavoro a cottimo; 5) allontanamento di quegli inter mieri che non riscuotevano la fiducia degli operai. Il governatore inizialmente riuscì ad arginare il conflitto in modo pacitico,
ma la direzione della fabbrica, come se niente fosse, ripristino il vecchio
ordine. Gli operai inviarono allora una delegazione a Narva per protestare davanti alla gendarmeria. Il capo della polizia distrettuale, avvertito dalla dire zione, fece arrestare la delegazione operaia. In risposta 1 cinquemila operai
entrarono in sciopero e, quando una parte di essi sì rassegnò a ti rare 1) lavoro, la maggioranza glielo impedì. A questo punto un corteo di circa cin-
quecento lavoratori si diresse verso Narva, dove furono ricevuti dalle autorità
forza. In seguito a questi eventi lo sciopero si concluse con l’arresto dei
Se da una parte lo sciopero della manifattura Bol’soj Krengol’mskij sì svolse
Neto È il caso della lotta nelle fabbrica di Juz nel bacino del Don nel 1875. anni Settanta; la loro presenza è segnalata in alcune di esse, come per esempio
tamente descritti nel libro di Plechanov L’operaio russo nel movimento rivoluzionario.
la folti Seo) parteciparono populisti-socialisti come lo stesso Plechanov
e i membri dell’Unione operaia della Russia settentrionale, tra 1 quali Moi-
Gli scioperi erano economici: aumenti salariali, abolizione delle multe più alte, riduzione della giornata lavorativa, ecc. Nonostante le repressioni del governo, gli operai resistevano eroicamente: solo la fame e la deportazione
riuscivano a piegarli. Una caratteristica di queste lotte era l’invio di una delegazione operaia dall’erede al trono (lo zarevii Alessandro IM) come portavoce delle richieste sindacali discusse e approvate in una riunione dai lavoratori. 1 socialisti, che
rai dall’inviare tali delegazioni, ma essi non volevano sentire ragioni; solo
dei capi socialisti. Le masse operaie verificarono nella pratica la grande importanza dello sciopero: in primo luogo gli operai presero coscienza della loro forza, che poteva essere controllata solo con la forza delle armi e l’impiego della polizia; in secondo luogo tecero esperienza dell’organizzazione e dell’unità necessarie a vincere una battaglia sindacale.
Inoltre lo sciopero aveva un'enorme importanza pratica perché mostrava
scioperanti — così si concludeva la maggior parte degli Seta — facevano Ma il fatto ancor più importante fu che già in quel periodo si misero in luce
operai che, riflettendo sulle cause della difficile situazione della loro classe, si
arrivarono alla conclusione che bisognava costituire un’orvanizzazione rivo-
luzionaria socialista e indipendente del proletariato. 1 più illustri tra questi operai furono Viktor Obnorskij e Stepan Chalturin,
22
Nora al Purtito bolscerico
Abitazioni operaie all’inizio del Novecento
8. L’Unione operaia della Russia meridionale. L’Unione operaia della Russia settentrionale. Zaslavskij, Obnorskij e Chalturin
Viktor Pavlovié Obnorskij era un operaio di origine cittadina. Nato in una
la scuola distrettuale, fu mandato dal padre, privo di mezzi, in fabbrica come
Pietroburgo; qui entrò in contatto con uno dei circoli rivoluzionari Organizzati dai populisti-socialisti. Settanta, dalle fila operaie toccate da questa propaganda, emersero straordina-
rie personalità (Pétr Peterson, Grigorij Krylov, Mitrofanov, Pétr Alekseev e altri). In questo ambiente Obnorskij aderì subito alle posizioni dei #aroduiki e iniziò a propagandare il socialismo. Nel 1873 la polizia operò numerosi arresti
e smantellò il circolo populista (dei iajfeortsy) frequentato da Obnorskij. Datosi alla latitanza, alla fine del 1873 Obnorskij abbandonò Pietroburgo e si trasferi a Odessa, dove entrò in contatto con Evgenij Osipovié Zaslavskij, un dinamico socialista-populista che lavorava in quella città. L’intellettuale Zaslavskij dirigeva l’Unione operaia della Russia meridionale, la prima organizzazione socialista di classe in Russia, presente nelle fabbriche di Odessa e di Rostov.
razione dello statuto dell’Unione operaia meridionale, della quale è necessario illustrare il programma e l’attività, perché a quel tempo questo circolo rivoluzionario era del tutto differente dagli altri. Nel primo paragrafo dello “Statuto dell’Unione operaia della Russia meridionale” venivano così enunciati gli obiettivi dell’organizzazione: «Coscienti che l'ordine esistente non risponde alle esigenze di uguaglianza dei lavoratori; coscienti che gli operai possono ottenere il riconoscimento dei loro
diritti solo con una rivoluzione che elimini ogni privilegio € immunità, e che ponga
il lavoro alle basi del benessere individuale e sociale; coscienti che tale cambia-
Mento può avere luogo solo con la presa di coscienza da parte di tutti gli operai IRC Ol tela Te EMIR piena unità; noi, operai del Sud della Russia ci organizziamo nell’Uinione operaia della Russia meridionale, ponendoci 1 seguenti capitale e delle classi privilegiate; secondo, l'unita di tutti gli operai del Sud della
Russia; terzo, la lotta contro l’ordine RELITTO TEMI Russkie Raboctie Sojuzy), Mosca 1924, p. 1e71.
Bakunin, allora predominante, che prevedeva l’immediata preparazione della
rivoluzione sociale ed economica e che rifiutava la lotta per la libertà politica. Anche i populisti-socialisti escludevano nel loro programma la conquista della libertà politica come condizione preliminare nella lotta per il socialismo; essi democratico avrebbe rafforzato solo la borghesia.
Nel suo programma, tuttavia, Zaslavskij considerava la lotta SES
politica e per l’affrancamento sociale come due facce della lotta rivoluziona-
non per via pacifica ma attraverso la rivoluzione del regime vigente, cioè con
Nell’elaborazione programmatica di Zaslavskij erano già presenti quegli elementi fondamentali che saranno poi ripresi da Obnorskij e Chalturin nel influenzato dalla propaganda di Zaslavskij. Quando emigrò all’estero, aveva della letteratura rivoluzionaria, sull’esempio della propaganda di Zaslavskij. Russia già con l’idea di costituire a Pietroburgo un’organizzazione operaia
simile a quella di Zaslavskij.
Stepan Nikolaevié Chalturin, figlio di un contadino agiato del governatorato di Vjatka, conclusi gli studi distrettuali si era iscritto ai corsi dell’istituto
agrario, che non terminò. Colto, riflessivo e insofferente alla vita in patria, aveva deciso di emigrare in America, ma alcuni sfortunati eventi glielo impe-
dirono. Rimasto a Mosca senza mezzi per vivere, entrò in ferrovia come falegname nel 1875 e, in questo contesto operaio, esordì nell’attività rivoluzionaria. Quando si trasferì a Pietroburgo nel 1875-1876 — a quanto riferisce
Plechanov — era già un capace propagandista. In seguito conobbe Obnorskij,
settentrionale, il cui insediamento organizzativo poteva ritenersi concluso alla
I] programma dell’Unione operaia settentrionale, che Zaslavskij aveva abbozzato a Odessa, fu sviluppato e definito con Obnorskij a Pietroburgo. In esso si afferma: « I compit dell’Unione operaia della Russia settentrionale sono simili a quelli che in Occidente propone il partito socialdemocratico nel suo programma. »
ZII PA
REI Ae Sao oi (o di riunione; 2) l’abolizione della polizia investigativa, ecc. La conquista di questi diritti era necessaria perché «la libertà politica può assicurare la soluzione della questione sociale € creare le condizioni necessarie a ogni uomo per l’indipendenza dei propri convincimenti e
della propria azione ».
tanta —, per la Costituzione, per un regime democratico.
tato la nascita della nuova organizzazione socialista, la rivista populista Zém/a dal catechismo della socialdemocrazia tedesca». Continuava il giornale:
« Il programma dedica sin troppo spazio al problema della libertà politica e tratta la
La risposta di Obnorskij denota una maggior comprensione dei compiti del movimento rivoluzionario, rispetto a tutti } programmi dei populisti. Rispondendo ad essi, Obnorskij e Chalturin scrissero: « Noi sappiamo che la libertà politica può tutelare noi e la nostra organizzazione dagli arbitrii del potere, che può facilitare la diffusione della propaganda della nostra concezione del mondo. Noi siamo quindi disposti a preservare le nostre forze e a rinviare 1 più immediati successi, ma esigiamo queste libertà, esigiamo l’eliminazione delle diverse “norme” e “legislazioni” restrittive ... Tuttavia non penad essa la stessa importanza delle nostre rivendicazioni fondamentali. No, noi
diciamo solamente che questa libertà creerebbe migliori condizioni per un più rapido rivolgimento e per una soluzione più o meno soddisfacente della questione toria della rivoluzione. » !
quell’unica organizzazione rivoluzionaria che poteva avere un futuro. Stimo-
lati dalla propaganda dei rivoluzionari borghesi, essi, grazie ai legami con le
zionaria) n. 5, & febbraio 1879; poi in “Giornalismo rivoluzionario negli anni Seitano”
26 UDITO
nario in Russia. Senza dubbio la spinta veniva dall’esterno e da questo punto di vista Zaslavskij può essere considerato a pieno titolo il capostipite della nostra organizzazione operaia socialista, ma un gradino più in basso troviamo Obnorskij e Chalturin.
Sia l’Unione operaia della Russia meridionale che era e II A
tentrionale ebbero un certo seguito. L’organizzazione di Zaslavskij raggrup-
pava qualche centinaio di membri, aveva una sezione a Rostov sul Don e
forse aveva cercato di costituire delle cooperative in altre città del IRTa AA
organizzato e diretto scioperi, diffuso letteratura ezine propria tipografia e formato qualche decina di tenaci operai socialisti. Uno dei seguaci di Zaslavskij, Naddacéin, lo incontreremo all’inizio degli anni Novanta come organizzatore degli scioperi a Pietroburgo. Anche l’organizzazione di Obnorskij e Chalturin aveva qualche centinaio di
blicare una letteratura socialista, entrambe le Unioni — sia quella di Zaslavskij sia quella di Obnorskij e Chalturin — sono le antesignane di tutte le organiz-
zazioni operaie socialiste in Russia. Le due organizzazioni si disgregarono in breve tempo perché il movimento operaio non era ancora abbastanza forte per dare slancio a un partito operaio, e anche perché le forze rivoluzionarie avevano iniziato a confluire nel più forte e attraente partito del tempo: la Narodnaja Volja.
1877, mentre l’Unione operaia settentrionale fu letteralmente spazzata via nel 1879-1880). Lo stesso Chalturin passò al populismo e fu giustiziato a Odessa
nel 1882. Ciononostante la strada tracciata da Zaslavskij, Obnorskij ce Chal-
! Zinov’ev, nel libro La formazione del Partito bolscevico (cit, pp. 39-40), Mette I USI He
può vedere in questo fenomeno una dimostrazione delle differenze che ci sono sempre
state tra il Nord c il Sud, constatabili anche lungo tutto il corso della nostra rivoluzione.
[] Nord è stato la zona rivoluzionaria per eccellenza, mentre ERA LUCIA
NETTI LOI OS Peredel. La loro evoluzione Nel paragrafo sesto abbiamo detto che sci rZzz alette LE
MM nell’estate del 1879 si scisse in due tronconi: Cérnyj Peredel e Narod-
IO 3 Peredel, cui aderirono celebri militanti della lotta rivoluzionaria La vecchia fede nell’originale sviluppo della Russia — cioè la convinzione
che attraverso l’obsiina i contadini avrebbero avviato la rivoluzione sociale
arrivando al socialismo senza passare per la conquista delle libertà politiche — continuò ad essere un simulacro per 1 cérnoperedel’tsy. Al contrario, il pro-
delle libertà politiche, finalizzate al conseguimento del socialismo. Alla Narodnaja Volja aderirono militanti del movimento populista altrettanto importanti, come Zeljabov, la Perovskaja, Tichomirov, Kibal’éié, Michajlov e altri. La sostanza e il motivo delle divergenze non erano di carattere soggettivo. ] membri della Narodnaja Volja ritenevano che il terrore fosse il principale mezzo di lotta, non perché fossero più decisi o coraggiosi — quanto a questo anche ai cérnoperedel’tsy non mancavano né fermezza né abnegazione — ma perché le radici del movimento rivoluzionario affondavano nelle diverse classi sociali che muovevano l’economia e che si rappresentavano nelle due tendenze.
ghesia radicale; per loro l'idea di un governo costituzionale era una questione paese; questo è quello che percepivano gli strati progressisti della società russa, e soprattutto la parte più decisa e istruita dell’intellighenzia piccoloborghese rivoluzionaria: i uarodoro!"tey. Avendo compreso più di tutti questo aspetto, i membri della Narodnaja
gressisti della società russa; ma va detto che le frazioni della borghesia non si
lasciato un impronta sulle prime due organizzazioni operaie che vi nacquero. Per ail suo LUPA AO NPA AAT più avanzata nella sua cencezione della lata polniea e del
ponevano alcun obbiettivo socialista. In generale queste frazioni (la piccola, la l’autocrazia in una o nell’altra forma, ma non volevano certo abolire la proMettendo in primo piano la conquista delle libertà politiche e relegando nell’ombra la rivoluzione socialista, 1 #arodovol’tsy fraintesero 1 compiti del
momento rivoluzionario. Così, essi godevano di ampi consensi tra tutti gli strati progressisti perché erano disponibili ad accordarsi con i liberali; e aveva ragione Plechanov quando definiva Zeljabov un radicale nel senso Ie) ee, del termine.
attraverso gli atti terroristici di questi eroi. Essa si basò sulla piccola borghesia intellettuale, che sperava di ottenere nel migliore dei casi questa o quella
garanzia politica, vantaggiosa soprattutto per se stessa. oe oO particolare dopo l’omicidio di
Alessandro II, 1 narodorvol'tsy scivolarono su posizioni borghesi. Nel suo inter-
affermò che avrebbe sostenuto gli scioperi operai solo se fossero stati utili Si lotta politica. In seguito Jakuboviè, A.P. Korba e altri narodovol’tsy si espressero pubblicamente per una Costituzione elargita dal potere. Già nel 1881, cioè nel momento di massimo sviluppo della Narodnaja Volja, alcuni documenti riconoscevano che gli scopi dell’organizzazione coincidevano con quelli del radicalismo rivoluzionario borghese. Nella nota lettera alla Vol’noe Slovo, il narodovolets Prisetskij dichiarò inequivocabilmente che la vecchia formula populista «tutto per il popolo e tutto tutto attraverso l’intellighenzia »; e aggiungeva che la Narodnaja Volja avrebbe
vinto la sua ist EA 00) quando 1a Rea eli Gi progressisti delle città e
Con ciò, non si vuole certo sminuire l’eroismo dei narodovol’tsy, che hanno
scolpito il loro nome nella storia a caratteri cubitali. Ma un fatto storico resta pur sempre un fatto storico: oggettivamente la Narodnaja Volja e le sue lotte espressero le aspettative della borghesia russa, che voleva conquistare le libertà politiche e instaurare una forma di Stato
tempo alle vecchie posizioni, subì um’evoluzione simile. Infatti, già nei primi ! Lstoriko-revoljutsionnyj sbornik (Almanacco storico-rivoluzionario), vol. 2, cfr. allegato allo scritto di V.I. Nevskij, Leningrado 1924.
si avvertiva l’influenza delle nuove condizioni sociali, dovuta a due fattori
fondamentali: la pressione della piccola e della media borghesia e quella del
L’influenza dell’ideologia piccolo-borghese era ben visibile nel programma dei cmoperedel’tsy, fedeli al vecchio populismo e condizionati dalla lotta della Narodnaja Volja; ma si rivelava anche nel programma populista comune «Dato che qualunque forma di organizzazione statale basata sulla divisione in classi incarna e difende gli interessi della minoranza sfruttatrice; dato che l’attuale Stato russo è la più franca e rozza interpretazione di questa tendenza, l’associazione Zemlja i Volja considera necessaria una lotta frontale contro i suoi rappresentanu, ovvero giudica fondamentale il ricorso al cosiddetto terrorismo politico. »
Insomma i narodniki, che fino allora avevano rifiutato ogni lotta politica,
praticarono poi il terrorismo come la loro forma di battaglia per le libertà politiche. |
Peredel, nell’editoriale firmato da Plechanov, riconosceva la necessità della lotta per le libertà politiche e per la Costituzione: « Noi non ignoriamo le rivendicazioni e l’azione politica del popolo. Un partito che difende gli interessi del popolo non può sottovalutare l’anomala condizione di un regime statale che ha fatto il suo tempo e non può che mettere all’ordine del giorno
parte però dobbiamo valutare i vantaggi che deriverebbero dalla legittimazione dei
diritti individuali elementari. Per questo consideriamo che la lotta contro il giogo
politico e il dispotismo corrisponda agli interessi del partito e del popolo; sosteniamo e inscriviamo quindi la rivendicazione delle riforme politiche nel novero
Come risulta dal brano citato, la lotta della Narodnaja Volja per le libertà politiche ebbe un’enorme influenza sul STI Peredel. Ma anche un altro fattore esercitò un grande ascendente sulle concezioni
erano attivi. Già negli anni Sessanta avevano iniziato il lavoro di propasanda;
Cernyj Peredel, organo dei NZ TO OI RATTO STO TE RARI UTI RTS RENT
presentazione di V.I. Nevskij e introduzione di ON. Anriekman, n. 240.
negli anni Settanta 1 circoli populisti esistevano ormai in RITI ITC Ieri TA E all’inizio degli anni Ottanta le associazioni rivoluzionarie operate erano presenti in tutte le grandi città. Tali organizzazioni erano tipici circoli populisti, e la creazione delle Unioni operate della Russia meridionale e settentrionale
cempendeltsy nel 1880 fondarono un’organizzazione operaia molto forte a
Ruev, l'Associazione operaia russa del Sud; a loro volta, 1 militanti della
Narodnaja Volja svilupparono delle salde organizzazioni operaie sia a Pietroburgo e a Mosca che in provincia, i cemoperedel'1sy costituirono delle associazioni e svilupparono la propaganda tra 1 lavoratori di Pietroburgo, Mosca, Char'kov e di altri centri.
Famosi rivoluzionari-populisti provenivano dalla classe operaia; gli allievi
a orientare la loro attenzione verso il proletariato; così già negli anni Settanta era evidente l’influenza del movimento operaio sull’ideologia dei populisti. Nel 1879, quando era ancora un populista ortodosso, così scriveva Pletento ci spinge, molto prima di quanto pensassimo, a svolgere quel ruolo che doveva essere degli operai urbani in questa organizzazione. La questione degli ope-
stessa, a dispetto degli apriorismi teorici dei combattenti rivoluzionari. »
In seguito, ricordando quel periodo, Plechanov sostenne che all’inizio del
sta». Inoltre, attirando le attenzioni dei populisti e la loro attività di propa-
ganda, li costrinse a rivedere criticamente le loro stesse teorie.
Se gli operai esercitavano un’influenza così grande nel movimento rivoluzionario, mentre i contadini si mostravano refrattari alla propaganda sociali-
del mondo contadino russo? E se, contro ogni aspettativa, le tesi delle pretese
peculiarità non trovavano alcun riscontro, allora l’obscina — fino allora ritenuta
la culla di quelle tendenze — non era affatto il punto di partenza del futuro svi-
che giunsero a comprendere l’importanza dell’organizzazione rivoluzionaria Operaia.
Accettando, come numerosi seguaci di Bakunin, la teoria di Marx e com-
che egli indicava per l’Europa occidentale, Plechanov era oramai prossimo a considerare il movimento rivoluzionario russo dal punto di vista teorico Nel terzo numero della rivista Zembja i Volja Plechanov accettava la teoria
dottrina fosse inapplicabile in Russia, dove l’obitina non era stata ancora
corrosa dal capitalismo e dove i rivoluzionari avevano ancora di fronte gli
antichi compiti già affrontati dai titani della rivoluzione popolare: Bulavin,
Tre: Mi tetto dopo, sulla rivista 2 Peredel, Plechanov abbandonò
questo punto di vista e abbracciò la teoria marxista secondo cui «i rapporti
economici nella società sono alla base di tutti gli altri»; maturò l’idea che, in certe condizioni, l’obiina avrebbe potuto collassare. Per la Russia, la rovina
dell’obitina poteva avvenire in seguito alla sua collisione col capitalismo, e di conseguenza sia l’economia che il movimento rivoluzionario avrebbero seguito la strada dell’Occidente. Continuava Plechanov: precursore. » !
Ammettere che la società russa avrebbe dovuto passare attraverso lo stadio del capitalismo e solo in seguito arrivare al socialismo, significava anche accet-
tare quelle forme di lotta e di organizzazione che i populisti avevano sempre rifiutato: l’organizzazione di un partito rivoluzionario operaio che lottasse nelle condizioni imposte dalla società borghese.
ueste erano le principali tesi espresse da Plechanov nel secondo numero
Costituzione borghese.
enorme importanza, Plechanov non si illudeva e aveva ben chiaro che tale
libertà conveniva innanzi tutto alla borghesia. Ma, allo stesso tempo, le libertà
politiche avrebbero giovato anche al popolo se solo fosse stato costituito un
e di aspirare al socialismo. Scrive Plechanov: « Noi conosciamo l’importanza della libertà politica e possiamo solo augurarci che
Per questo, secondo Plechanov, il Cérnyj Peredel aveva il compito di costituire quell’organizzazione socialista e rivoluzionaria nel cui programma ' G.V. Plechanov, Opere complete (Sobranie Sotinenija), a cura di D.B. Rjazanov, ed. Institut K. Marksa i F. Engelsa, vol. 1, p. 120.
> Ibidem, p. 125
30 VERO OO
negli anni Settanta i circoli populisti esistevano ormai in molte località e
eroe (E arti e associazioni rivoluzionarie operaie erano presenti in tutte le grandi città. Tali organizzazioni erano aloe ei qe0 oleole iti e ie
contadini, un serbatoio dal quale attingere i propagandisti populisti. Tuttavia la creazione delle Unioni operaie della Russia meridionale e settentrionale
segnalava qualcosa di più. Dopo la scissione della Zemlja i Volja sia 1 cermoperedel’tsy che 1 narodorol’tsy intensificarono il lavoro tra la classe operaia: la Koval’skaja e 1 suoi compagni cernoperedel'tsy nel 1880 fondarono un’organizzazione operaia molto forte a Kiev, l’Associazione operaia russa del Sud; a loro volta, 1 militanti della Narodnaja Volja svilupparono delle salde organizzazioni operaie sia a Pietroburgo e a Mosca che in provincia; i iermoperedel'tsy costituirono delle associazioni e svilupparono la propaganda tra i lavoratori di Pietroburgo, Mosca, Char'kov e di altri centri.
di Obnorskij e di Chalturin lavorarono nel proletariato per lunghi anni dopo la deportazione e la morte dei loro maestri. Alla fine il movimento operaio, in forme già abbastanza chiare benché embrionali, aveva indotto i rivoluzionari
Nel 1879, quando era ancora un populista ortodosso, così scriveva Ple« L’insofterenza degli operai nelle fabbriche continua a crescere e questo malcontento ci spinge, molto prima di quanto pensassimo, a svolgere quel ruolo che doveva essere degli operai urbani in questa organizzazione. La questione degli operai urbani è uno di quei problemi, possiamo dire, posto in primo piano dalla vita stessa, a dispetto degli apriorismi teorici dei combattenti rivoluzionari. »
In seguito, ricordando quel periodo, Plechanov sostenne che all’inizio del 1879 «il movimento operaio aveva ampiamente superato la dottrina populista». Inoltre, attirando le attenzioni dei populisti e la loro attività di propaganda, li costrinse a rivedere criticamente le loro stesse teorie. Se gli operai esercitavano unm’influenza così grande nel movimento rivoluzionario, mentre i contadini si mostravano refrattari alla propaganda socialista, Come si poteva continuare a sostenere la naturale propensione comunista del mondo contadino russo? E se, contro ogni aspettativa, le tesi delle pretese peculiarità non trovavano alcun riscontro, allora l’obicina — fino allora ritenuta la culla di quelle tendenze — non era affatto il punto di partenza del futuro sv1-
che giunsero a comprendere l’importanza dell’organizzazione rivoluzionaria Accettando, come numerosi seguaci di Bakunin, la teoria di Marx e comprendendo l’ineluttabilità anche per la Russia di quelle tendenze di sviluppo
a considerare il movimento rivoluzionario russo dal UTO otto Nel terzo numero della rivista Zemba i l’olja Plechanov accettava la teoria di Marx per quanto riguardava l’Europa occidentale, ma sosteneva che tale
dottrina fosse inapplicabile in Russia, dove l’obi@na non era stata ancora corrosa dal capitalismo e dove 1 rivoluzionari avevano ancora di fronte gli
antichi compiti già affrontati dai titani della rivoluzione popolare: Bulavin, Razin e Pugaceév.
questo punto di vista e abbracciò la teoria marxista secondo cui «i rapporti
economici nella società sono alla base di tutti gli altri»; maturò l’idea che, in certe condizioni, l’obsiizna avrebbe potuto collassare. Per la Russia, la rovina dell’obiiina poteva avvenire in seguito alla sua collisione col capitalismo, e di conseguenza sia l’economia che il movimento rivoluzionario avrebbero seguito la strada dell’Occidente. Continuava Plechanov: precursore. » i
Ammettere che la società russa avrebbe dovuto passare attraverso lo stadio del capitalismo e solo in seguito arrivare al socialismo, significava anche accettare quelle forme di lotta e di organizzazione che i populisti avevano sempre rifiutato: l’organizzazione di un partito rivoluzionario operaio che lottasse nelle condizioni imposte dalla società borghese. ueste erano le principali tesi espresse da Plechanov nel secondo numero
enorme importanza, Plechanov non si illudeva e aveva ben chiaro che tale
libertà conveniva innanzi tutto alla borghesia. Ma, allo stesso tempo, le libertà
e di aspirare al socialismo. Scrive Plechanov:
Per questo, secondo Plechanov, il Cérnyj Peredel aveva il compito di
costituire quell’organizzazione socialista e rivoluzionaria nel cui programma I
i
SR
G.V. Plechanov, Opere complete (Sobranie Sotinenija), a cura di DB. Rjavanov, cd. Insti-
, tut K. Marksa i F. lingelsa, vol. 1, p. 120.
attraverso il raggiungimento delle rivendicazioni economiche indispensabili al popolo, e la costruzione della società socialista come obbiettivo finale
della lotta.
Ancora molto prima della costituzione del gruppo Osvobozdenie Truda, la visione di Plechanov, principale dirigente di questo gruppo, era cambiata,
Plechanov non era il solo ad avere cambiato opinione; anche Aksel’rod, altro teorico di Osvobozdenie Trudd, pur rimanendo ancora sostanzialmente anarchico-bakuninista, già nel 1878 coltivava fondati dubbi sull’eternità del-
Oltretutto, vivendo all’estero e frequentando il movimento operaio dell’Occidente, egli comprese l’enorme importanza della lotta operaia e dell’organizzazione di classe. suo. Sotto l'influenza dell’eroica lotta della Narodnaja Volja nel 1880 e nel
tiche assorbì tutte le forze rivoluzionarie disponibili.
cuzioni del governo, furono costretti a emigrare, l’organizzazione cera ormai: giunta al capolinea. Aksel’rod tentò di riorganizzare le forze rimaste, ma gli arresu c ‘a repre sione poliziesca annullarono i suoi sforzi; fu allora costretto ad cemu'taiur seguendo l’esempio di Plechanov, Dejè, Stefanoviè e della Zasule loro. i:
tempo; nel dicembre del 1881 uscì ancora il quinto numero della rivista € nemmeno 1 tentativi dall’estero dei fuoriusciti che si erano distinti nola > ia tondazione.
poté più essere ignorata da nessun rivoluzionario. La Narodnaja Vola core un accordo con il Cémnyj Peredel sia in Russia che all'estero ma, come vedremo più avanti, il tentativo fallì.
© presto fu arrestato; così furono recisi gli ulumi legami dei fuoriusciti con Li
Restava ancora la speranza nell’emigrazione all'estero, dove, entrando in
forze a quelle della Narodnaja Volja; ma tutto ciò non diede alcun risultato, in uanto i disaccordi tra le due organizzazioni — e precisamente tra Plechanov, Aksel’rod, la Zasuliè, Dejé e Tichomirov e i suoi compagni — erano così profondi, che bastò il minimo pretesto perché le due componenti della Zem]jja i Volja tornassero a dividersi. L'evoluzione successiva le avrebbe viste prendere strade diverse.
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Il primo periodo della socialdemocrazia russa. La fase transitoria dal populismo al marxismo (1883-1894)
1. La formazione del gruppo Osvobozdenie Truda La lotta della Narodnaja Volja contro l’autocrazia finì con la sconfitta della
rivoluzione. Il 1° marzo 1881 la parabola di questa eroica organizzazione raggiunse lo zenith,” la cui storia successiva somiglia più o meno ai giorni gloriosi di un esercito che perde una posizione dopo l’altra. Nonostante la simpatia esi oo tettelete pubblica, l’afflusso di nuovi giovani e di forze fresche e malinferto dall’autocrazia, si indebolivano sempre più. Al suo interno — e fu la
cosa più dolorosa — comparvero traditori e delatori, personaggi oscillanti che provocarono dissidi e spaccature interne. Ma il fallimento dei populisti fu soprattutto determinato dalla mancanza di una forza sociale che sostenesse la
Narodnaja Volja. Dando voce alle tendenze progressiste della società russa, essi combattevano di fatto per gli interessi della borghesia che, in quanto
ghesia piccola e media. Se il cambiamento del sistema politico avesse toccato i loro interessi, 1 grandi borghesi avrebbero ostacolato con ogni mezzo tale mutamento; se poi il vecchio potere, spaventato dalla rivoluzione, si fosse appoggiato al grande capitale, mettendo a disposizione l’intero apparato statale, essi non avrebbero avuto alcun vantaggio a modificare radicalmente l’attuale sovrastruttura. La grande borghesia “si contentava” di poter sfruttare liberamente gli operai e 1 contadini, intascando enormi profitti; era “soddisfatta’’ di poter trovare un compromesso con il governo per tutelare gli affari. Perciò le era del tutto indifferente il nome di questo sistema, bastava che difendesse i suoi interessi nella sostanza.
difendendo a spada tratta gli interessi dei grandi proprietari terrieri e della grande borghesia. Da una parte il governo rafforzava la decadente nobiltà
(mediante la Banca Latifondiaria Nobiliare, l’istituzione di enti direttivi di
distretto, la legge sul lavoro salariato degli operai agricoli e il ratforzamento
SIP ROUET Narodnaja Yolja uccisero in un attentato lo zar Ales.
dei privilegi nobiliari, ecc.); dall’altra veniva incontro alla grande borghesia, tariffe protezionistiche, portò avanti un’aggressiva politica in Estremo e Medio
Oriente per aprire nuovi mercati alle merci russe, ecc. In sostanza, già sotto Alessandro IM, la grande borghesia giunse a un compromesso con i latifondisti godendo di sufficiente libertà per difendere i suoi interessi nelle Dume cittadine e attraverso le associazioni commetciali e industriali. In ogni caso nessuna legge
che toccasse gli interessi della grande borghesia poteva essere approvata senza il favore dei rappresentanti del capitale industriale e commerciale. 1 “rispettagurtuk * dell’epoca di Ostrovskij e calzate le scarpe francesi al posto degli stivali lucidi — divennero il ceto dominante assieme ai latifondisti. È vero che con questi smoRing e con queste scarpe non potevano ancora sfilare nei palazzi e non potevano scegliere né ministri né governatori, secondo i dettami costituzionali che avrebbero auspicato, ma gli eventi andavano in quella direzione, e un
La posizione della media nobiltà e della piccola e media borghesia cittadina era differente; queste classi non erano al potere, ricevevano solo le briciole
quella singolare combinazione tra feudalesimo e capitalismo. Da qui nasceva
degli zemstvo russi, sia a quelle democratiche tipiche della piccola borghesia cittadina. L’opposizione liberale, per sua natura borghese, non poteva però rappresentare gli interessi dei contadini e degli operai così numerosi nelle
metodi di lotta estremi. E questa fu la loro rovina: oggettivamente portatori
dell’idea dell’instaurazione di un sistema democratico-borghese in Russia, con
la loro lotta eroica allarmarono la grande borghesia gettandola tra le braccia
della reazione. Senza l’appoggio di alcuna classe sociale, 1 populisti erano
processo quasi impercettibile al principio degli anni Ottanta, più evidente a
metà del decennio — comunque solo agli osservatori più attenti — e del tutto
chiaro solo verso l’inizio degli anni Novanta. |
All’inizio degli anni Ottanta, quando i più noti eee ee Oi IO
— Plechanov, Aksel’rod, Dejé e la Zasulié — emigrarono in Svizzera, neppure
tutti ritenevano sufficiente sostenere la Narodnaja NET too) la Narodnaja Volja con la loro debolezza, i membri del OSL See
piamo oggi — Plechanov e i suoi seguaci intavolarono trattative nel tentativo di giungere all’unificazione.
luzione delle posizioni di Plechanov e dei suoi compagni.
Il gruppo Cérnyj Peredel all’estero comprendeva Plechanov, Dejé, Ignatov, Stefanovit e la Zasulié. All’inizio questi militanti avevano sviluppato un’attività autonoma, costituendo gruppi populisti a Pietroburgo, Mosca, Kiev,
un largo seguito tra gli operai. La rivista ZI ORO o Stelio
del compositore Zarkov, venne stampata prima all’estero e poi a Minsk in una
nella quale, oltre alla rivista Cernyj Peredel, veniva anche tirato il foglio operato
Zerno.
I membri del gruppo, come abbiamo già visto, modificarono parzialmente il loro programma: non solo si limitavano alla lotta mediante il terrorismo, ma riconoscevano anche la lotta per le libertà politiche, utile per la loro tattica. Da parte loro i membri della Narodnaja Volja atfermarono che non erano affatto disposti a lasciar cadere nell’oblio la lotta per il socialismo. I due gruppi sembravano aver risolto le divergenze ed erano pronti all’unificazione, tanto più che la lotta erotica della Narodnaja Volja attirava ogni attivo e onesto cominciò a lavorare con Lavrov; prima si trasterì a Ginevra poi a Parigi, dove
intensificò la collaborazione con Lavrov e con 1 socialisti francesi. Assieme essi diressero le edizioni della “Biblioteca socialrivoluzionaria russa”. !
Vivendo a Parigi, Plechanov perse quasi del tutto i legami con la Russia, diversamente da Dejèe, Stetanovie e dalla Zasuliè che invece ricevevano regolarmente notizie sul movimento rivoluzionario russo, la cui dinamica aveva
costretto a un'evoluzione sia il Cérnvj Peredel che la Narodnaja Volja, che
si sviluppava all’insegna della lotta contro l’autocrazia. Ma l'attentato del 1° marzo incanalo tutte le simpatie verso la Narodnaja Volja. Influenzati da questi sviluppi, Deje, Stefanovie e la Zasulié accelerarono 1 contatti con | Membri della Narodnaja Volja per arrivare all’uniticazione. Nell’estate del "In questa collana uscirono: 18 s.arso I871 di Lavrov; L'essenza del socialismo di Schiffle, traduzione di larnoyvskip, note di Lavsrov, Ginevra, 18581; 11 Mantfesto del Partiti comunista
di Marx ed DATO TATO ROC AIUTA TTI UA RA PIENA ZO IT
di Marx, trad. e RICAVI di IS ETTI LICATA AE OTT AO 1983; LIO RIZZI i:
40 ZECCA,
Raggiunta un’intesa con entrambe le organizzazioni, Stefanovié informò
Dejè che l'unificazione del Cérny} Peredel con la Narodnaja Volja era cosa
arrivavano dalla Russia sull’unificazione e sui successi dell’attività svolta tra gli operai, strinse i tempi del lavoro congiunto con la Narodnaja Volja. Il Comitato esecutivo della Narodnaja Volja informò Dejè che all’estero si era deciso
di pubblicare una rivista, la cui redazione sarebbe stata formata da Lavrov, Kravtinskij e Plechanov.
Nella sua corrispondenza con Lavrov, Plechanov manifesta i suoi dubbi su
Narodnaja Volja. Così infatti scriveva a Lavrov il 31 ottobre 1881: « La storia ci prende per il collo e spinge sulla via della lotta politica anche coloro
giornale. Pur convergendo in linea di massima con la Narodnaja Volja, egli dissentiva su alcune questioni di fondo. Infatti, a mano a mano che approfondiva lo studio delle opere di Marx ed Engels e la conoscenza diretta del gli errori della Narodnaja Volja e sempre più chiara la strada che il movimento Nel febbraio 1882 il Comitato esecutivo della Narodnaja Volja inviò al
Cérnyj Peredel una lettera nella quale spiccavano in tutta la loro chiarezza gli lusione di poter conquistare il potere con un pugno di eroici rivoluzionari. Quella lettera convinse Plechanov dell’impossibilità di un lavoro comune.
Tuttavia l’esecutivo del Cérnyj Peredel, per mano di Dejèé, rispose in tono
conciliante, condiviso dallo stesso Plechanov, che però non ritenne di entrare nella redazione della rivista L’estnie Narodnoj Voli. A questo proposito scrisse a Lavrov:
conoscete il mio pensiero e posso assicurarvi che non è cambiato da quando ho lasciato Parigi. Se nella risposta non sottolineiamo le divergenze, è perche PIACE (0511): PP CP 3A corrispondenza di G.V. Plechanoyv con
speravamo e speriamo tuttora di convincere la Narodnaja Volja a seguire una
strada più adatta (ripeto, questo lo dico solo a voi). Ma ogni speranza è strettamente legata a un possibile fallimento. In questo caso, ci toccherà nuovamente tornare all’opposizione [della Narodnaja Volja]: come potrei sentirmi allora se fossi
SR Ca OLI ETO LAKE lettera, così parla del terzo redattore « Inoltre, tra me e Sergej Michajlovié esiste, mi sembra, una divergenza di opinioni tutt'altro che secondaria: lui è una specie di proudhonista, mentre io non capisco Proudhon; anche il nostro carattere è differente: lui è tollerante nei confronti di
tutte le gradazioni del pensiero socialista, mentre io sono pronto a fare del Capitale
di Marx il letto di Procuste ! per tutti i collaboratori del T estuik Narodnoj 1 oli. »*
Come si vede Plechanov considerava già allora il Capitale di Marx lo stru-
xista. Effettivamente a quell’epoca egli, oltre agli articoli sulle questioni economiche, + aveva pubblicato la traduzione del Manifesto del Partito comunista con una prefazione, in cui scriveva: «Il Manifesto può mettere in guardia 1 socialisti russi da due estremismi altrettanto ere (Me) (eee ada negativo verso l’attività politica da un lato e l’oblio dei
fini ultimi del partito dall’altro. Le persone, che propendono per il primo dei due estremi, si convinceranno che ogni lotta di classe è una lotta politica, che rifiutare la lotta attiva contro l’assolutismo russo contemporaneo significa, indirettamente, sostenerlo. D'altra parte, il Manifesto mostra che il successo della lotta di ogni classe in generale e di quella operaia in particolare dipende dalla sua coesione e dalla chiara consapevolezza dei propri interessi economici. L’avvenire del nostro
ganizzazione della classe operata e dalla presa di coscienza che gli interessi delle
classi dominanti sono inconciliabili con quelli del proletariato. Le basi di una siffatta organizzazione della classe operaia possono essere poste già nell’epoca
i Personaggio della mitologia greca che, appostato lungo la via da Megara ad Atene, aggre-
NZ ee Tela per incatenarli a un letto di ferro. A quelli di bassa statura stirava a forza tesine SETA UO amputava a chi superava la lunghezza ECCO N. 54, 1903, p. 2.
i SIE O 5ZZIIR Zapiski n. 11, 1881,di"Una nuova direzione RUOTE TR nei nn. e 6, 1882, Va teora economica Karl Rodbertus-Jagetzow”.
42 Storia del Partito bolscevico
Narodnaja Votlja, il cui leader, Tichomirov, propugnava l’idea della presa del
mento dalla Narodnaja Volja, ma sicuramente lo accelerarono.
Nell’estate del 1882 il governo sgominò la Narodnaja MOIS Oi
tra cui Tichomirov, emigrarono all’estero. Le trattative con il OS | aaa a
furono riprese. Plechanov rifiutò nuovamente di entrare nella redazione del
Vestnike Narodnoj Voli, ma promise la sua collaborazione. Anche la questione
a quelli del Cérnyj Peredel di aderire a titolo personale e non come 34 atea
ma questi ultimi rifiutarono, secondo le parole di Plechanov, di « scindersi in atomi». I rapporti già tesi si inasprirono ancor più a causa dei dissapori tra Tichomirov e Dejé; inoltre, la situazione peggiorò a causa di una serie di scontri politici. E quando Plechanov inviò al Iestnik Narodnoj 1 oli il testo annotazioni. Ciò sancì la definitiva rottura. L’ex gruppo Cérnyj Peredel costituì allora una nuova organizzazione autonoma, urn’idea che Dejèé e la Zasuliè avevano già maturato da tempo, poco dopo la lettera del Comitato esecutivo del febbraio 1882. L’annuncio della pubblicazione della “Biblioteca del socialismo contemporaneo” informava la costituzione del nuovo gruppo socialdemocratico Osvobozdenie ‘Trudàd. Questo giorno, il 25 settembre 1883, è la data storica ufficiale della nascita della socialdemocrazia in Russia.
2. La critica di Plechanov all’utopia blanquista di Tichomirov Il lavoro di Plechanov Sodalismo e lotta politica fu pubblicato come volume a
sé stante. Non illustreremo qui quest’opera straordinaria, già ben noia, ne faremo solo alcuni cenni. Eccellente per forma e contenuto, il libro delinea | fondamenti del socialismo scientifico (capitolo secondo) e sulla loro base
(capitolo terzo). L’opera si conclude esponendo la tesi che l’organizzazione del partito operaio socialdemocratico era l’unico mezzo per la vittoria della rivoluzione in Russia.
Nel terzo capitolo Plechanov spiega il concetto di “dittatura del proleta riato”, mettendo bene in luce tutto l’utopismo dell’idea della Narodnaja Volja di conquistare il potere con un pugno di eroici rivoluzionari. Plechanov non cera affatto contrario alla conquista del potere. Considerava però quest’atto
come « l’ultimo, inevitabile risultato della lotta politica che, a un certo livello
di sviluppo sociale, sarebbe stata espressa dalla classe interessata all’emancipazione ». Solo impossessandosi del potere dello Stato, il proletariato avrebbe potuto abbattere la reazione. Prosegue Plechanov: « La dittatura di classe è lontana dalla dittatura di un gruppo di rivoluzionari razzodintsy quanto il cielo dalla terra. Ciò vale soprattutto per la dittatura della classe operaia, il cui compito attuale non è solo quello di annientare il dominio politico delle tiva e di organizzare in modo consapevole la vita economico-sociale. La comprensione di questo compito presuppone una classe operaia istruita, dotata di esperienza e di educazione politica, libera dai pregiudizi borghesi e capace di valutare autonomamente la situazione. La realizzazione di questo compito presuppone invece, oltre
a quanto suddetto, anche la diffusione delle idee socialiste nell’ambito proletario, la consapevolezza da parte della classe operaia della propria forza e della certezza
della vittoria. Ma il proletariato non deve concedere alcuna possibilità di conquistare il
Questi “amici” erano i populisti che, facendo capo a Tichomirov, volevano abbattere il governo con un colpo di mano e, dopo aver conquistato il potere, condurre il popolo al socialismo per mezzo di decreti e risoluzioni del governo rivoluzionario, senza chiedere l’Opinione degli arretrati contadini, borghesi nello spirito e primitivi per natura e costumi. Continua Plechanov: « L'idea che la questione sociale possa essere risolta a prescindere dagli operai indica la totale incomprensione del problema, indipendentemente da chi l’abbia espressa, il ‘cancelliere di terro” ® o l’organizzazione rivoluzionaria. Una volta
comprese le condizioni della propria Toe e divenuto maturo per conse-
1 Membri adulti della società la possibilità di partecipare in modo diretto alla discussione e alla risoluzione degli affari sociali.» è
potere da parte della Narodnaja Volja. Cosa sarebbe successo? La rivoluzione sarebbe fallita perche la Narodnaja Volja non era in grado di portare a termine il fondamentale compito che aveva davanti: l’organizzazione della produzione socialista. [ntatti è possibile organtazare la produzione socialista solo quando
nizzazione sociale. ln Russia questa preparazione Mancava: D ZIA
ACEA LICIA Opere, cit, Sol 1.p. 77
socialista, ma un piccolo proprietario che anelava lo sviluppo dei rapporti borghesi. Perciò, l’‘‘eguaglianza economica” avrebbe dovuto essere introdotta con decreti governativi dall’alto. Ma su quale forza sociale avrebbe potuto contare il governo? La classe operaia era ancora poco sviluppata e preparata a tale compito. La gioventù rivoluzionaria era priva di esperienza. Gli ufficiali e 1 liberali rivoluzionari? Ma gli ufficiali non avevano le competenze economiche necessarie e i liberali non avrebbero certo appoggiato l’attuazione delle riforme, anzi le avrebbero ostacolate.
Supponiamo — diceva Plechanov — che la produzione socialista si possa ottenere col passaggio della terra ai contadini e degli altri mezzi di produzione della Zemlja 1 Volja. In un m:r autosufficiente, con un’ampia autogestione locale, non è possibile realizzare la produzione socialista sulla base dell’eguaglianza economica, perché «i rapporti tra le singole obitiny, la trasformazione del prodotto del lavoro collettivo in merci e il connesso sistema capitalistico renderebbero effimera questa “eguaglianza” ». Anche «l’abrogazione delle
principali leggi dell’impero russo e del sistema commerciale » ' lascerebbe solo sulla carta quest’eguaglianza. Per fortuna — continua Plechanov — disponiamo già in Russia del « mate-
questo partito a condurre la Russia al socialismo, ottenendo prima una Costituzione democratica, basata sulla conquista delle libertà politiche, e avviando dopo, in base ai reali rapporti di forza esistenti nel paese, la produzione
socialista. Plechanov invitava ad organizzare un siffatto partito socialista
Nello scritto Le nostre divergenze del 1884 Plechanov sottoponeva a una minuziosa critica le teorie delle precedenti correnti rivoluzionarie (Herzen,
le idee di Tichomirov sulla presa del potere non rappresentassero che una ver-
sione russa — risalente a Tkaéév — del “blanquismo”.
mazione del mercato interno, la dissoluzione dell’ecConomia naturale, la tra-
rivoluzionari raznotintsy, Plechanov si chiedeva come il governo di siffatti rivoluzionari avrebbe potuto risolvere il compito della socializzazione della produzione. Questi erano i punti fondamentali dell’argomentazione di Plechanov:
Ma queste misure saranno in grado di condurre al comunismo? La maggio-
ranza dei contadini sarà favorevole al comunismo? No, rispondeva Plechanov,
delle terre, avesse introdotto per decreto la “comune”, avrebbe solo rallentato
lo sviluppo del sistema borghese. Ma supponiamo — continuava Plechanoyv — di riuscire a istituire un potere rivoluzionario e a rafforzare il nuovo Stato, che sturbato in buona misura non solo il capitale commerciale, ma anche quello industriale ». Inoltre questo Stato contadino, grazie alle leggi del modo di produzione capitalistico, si sarebbe trasformato in borghese, o meglio in uno Stato della piccola borghesia. E ancora: poteva la rivoluzione russa costituire E, a loro volta, i proletari dell’Europa occidentale, una volta realizzata la loro rivoluzione sociale, avrebbero potuto aiutare quella russa? No, rispondeva Le conclusioni cui giungeva Plechanov, nella sua critica alla Narodnaja Volja, possono essere così sintetizzate: la Russia doveva attraversare uno
stadio di sviluppo capitalistico sulla cui base si sarebbe sviluppata una classe operaia forte e istruita. Questa classe avrebbe costituito il partito socialista lotta per il socialismo.
3- Lo sviluppo economico della Russia negli anni Ottanta
corso dell’attività, si richiuse nel proprio orticello e finì per isolarsi dalla Russia. Fino al 1884 il gruppo aveva ancora legami con il movimento reale, Finché era rimasto in libertà Dejèe, che era un capace organizzatore, il gruppo
mantenere i rapporti; ma questi viaggi erano spesso falliti (ad esempio quello di Grinfest nel 1883). Alla fine, con l'arresto di Dejè nel 1884, anche gli ultimi contatti del gruppo con la Russia furono recisi.
Intanto in Russia lo sviluppo economico procedeva: crescevano i capitali e
del capitale nell’agricoltura accelerava la differenziazione sociale nelle eee o ad Est.
e il movimento socialdemocratico.
RETE ect SOTTO riportare solo le cifre
Per quanto riguarda l’industria pesante, alla fine degli anni Settanta la exe Ottanta (nel 1887) era salita a 37.389.000 e a 56.560.000 all’inizio RSI Telai
Novanta. In modo proporzionale era cresciuta l’estrazione di carbone: nel
1890.
Tabella 1. Import di cotone e ghisa, produzione di grano e valore delle merci alla fiera di Niznij Novgorod
Anni
1880 1885 1890
Importazione di cotone (compresa l'Asia centrale ed esclusa la Finlandia) in migliaia di pud Importazione di filato di cotone (Finlandia esclusa) in migliaia di pud
Importazione di ghisa (compresa Finlandia) in migliaia di pud
CI 180 238
CI Ti 32.206 56.560
Produzione di grano della Russia europea in milioni di tetvert ad e 293
Valore delle merci portate alla fiera di Nianij Novgorod (milioni di rubli) 200 LE a
Fonte: M.l. Tugan-Baranovskij, La fabbrica russa: passato e presente (Russkaja fabrika v proslom | nactojaStem), vol. 1, San Pietroburgo, 1898.
Assieme alla crescita dell’industria pesante, si era sviluppato anche Il com
duzione capitalistica aveva relegato in secondo piano le forme di scambio
499 operai, erano installate 23 macchine a vapore; lE Tie ere
a 999 opetai, le macchine a vapore erano 38 e, nelle 71 miniere da oltre 1.000 operai, erano 49. Inoltre le piccole miniere della prima categoria (“piccole”) Un’analoga tendenza alla concentrazione si registrava anche produzione indu-
striale (tabella 2).
Tabella 2. Le maggiori imprese industriali della Russia europea nel 1890 officine, miniere, cave, ecc. GUT ee ala AE
in
base
al
numero
T_T
degli operai Let con macchine a vapore
100-499 1.369 858 310.906
500-999 256 a 172.160
elio 186 164 Oo Le CIO 1.811 1.243 881.101 Fonte: V.I. Lenin, Opere, cit., vol. 3, p. 520.
In questo periodo anche il commercio interno ed estero era cresciuto in
modo straordinario. Per non tediare i lettori con le cifre, accenneremo solo
che, verso la fine degli anni Ottanta, la rete ferroviaria russa si estendeva per
Dei 43 governatorati della Russia europea, 19 erano interessati da un più sostenuto sviluppo capitalistico, in 7 governatorati coesistevano forme eco-
La crescita dell'industria e del commercio portò con sé lo sviluppo di una nuova forza sociale, il proletariato. Come stimò Lenin, verso la metà degli anni Novanta la popolazione industriale operaia, secondo le stime più prudenti, assommava a 7 milioni e mezzo di unità, cioè quasi la metà della popolazione maschile adulta del paese. ' Alla fine degli anni Ottanta, c'erano quindi alcuni milioni di tamiglie operaie, la cui condizione di vita era davvero spaventosa.
Anche 1 libri degli avversari del proletariato descrivono le condizioni della classe operaia russa come un interno dantesco. In ogni caso essa soffriva teudale che conviveva con le nuove forme sociali, anzi si intrecciava con esse.
La lunga giornata lavorativa, i bassi salari, le trattenute, le multe, i pagamenti in natura, la mancanza dei diritti, le abitazioni malsane e la mancanza di prospetruve (l'impoverimento dell'agricoltura, la sovrappopolazione nelle campagne,
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plessivo degli Uni UAN RENT UU RISE Lo MIA
di classe nelle città, alle emigrazioni e alla mobilità sociale furono 1 fattori che taneità e dalla scarsa organizzazione, si era ormai formato.
Rimandando il lettore che voglia approfondire lo sviluppo del movimento
aspetto, cioè l’evoluzione del movimento di scioperi dalla spontaneità
all’organizzazione, un movimento tinora poco studiato, ma indubbiamente assai più ampio e significativo di quanto venga comunemente illustrato dalla nostra letteratura.
scioperi più importanti ricordiamo la lotta della fabbrica di Chludov’ (vicino la stazione di Jarcevo, sulla linea ferroviaria Mosca-Brest) nel settembre 1880, che coinvolse quasi tremila operai e si concluse con il rinvio al tribunale dei “promotori!” e poi la deportazione di alcune centinaia di lavoratori; lo scio-
pero alla manifattura Krengol’mskaja a Narva nell’agosto 1882, represso dal-
motti e cinque feriti) e infine l’agitazione della fabbrica Morozov nel 1885. 4. Lo sciopeto alla fabbrica Morozov
Lo sciopero alla fabbrica tessile Morozov viene considerato, a TOI
manifestò in modo evidente il ruolo organizzativo degli operai socialisti, che un'influenza organizzativa roi
che non è Tuoi e eee) ooo gli organizzatori dello sciopero dell’arse-
del Sud (Koval’skaja, Sèedrin, ecc.); acero i leali ite ii PPP ra eat Zirardov. Comunque la maggior
eee pl et culminava spesso nella distruzione di
macchinari o nel danneggiamento degli stabilimenti, come accadde nelle
miniere di Juzovka nel 1887.
Lo sciopero della Morozov a Oréchovo-Zuevo nel 1885 terminò con una sconfitta; ciononostante costituì l’evento più straordinario del movimento operaio degli anni Ottanta. Esso trasse origine da motivazioni simili alle altre agitazioni dell’epoca: le insopportabili condizioni di lavoro, particolarmente dure in quella fabbrica dove le multe (cioè una mascherata riduzione del salario ”) avevano ridotto gli operai a servi della gleba, vincolandoli alla fabbrica. Tuttavia questo sciopero
non fu importante solo perché portò alla luce quelle terribili condizioni di lavoro, ma soprattutto perché esso vide protagonisti gli operai guidati da era stato membro dell’Unione operaia della Russia settentrionale. Tornato dalla Siberia, dove era stato deportato per aver partecipato agli scioperi del Cotonificio Nuovo a Pietroburgo, Moiseenko era entrato in una fabbrica a Likino, poi era stato assunto alla manifattura Morozov dove, riuniti attorno a sé gli operai più coscienti (Volkov, Ivanov, ecc.), aveva condotto un’abile propaganda legale. Sfruttando ogni occasione, Moiseenko aveva aperto gli occhi agli operai sulle loro condizioni, rendendoli consapevoli non solo dell’urgenza di un’azione di massa finalizzata alla difesa dei loro interessi immediati, ma
anche della necessità di organizzare una campagna generalizzata, volta a denunciare la condizione operaia di fronte all’intera società e allo stesso
governo.
Lo sciopero fu ben preparato, le rivendicazioni vennero elaborate per tempo, tu tissato il giorno e l’ora dell’inizio dell’agitazione e vennero stabiliti i compiti di ciascuno. Durante la lotta, Moiseenko e i suoi compagni non poterono evitare che gli operai, esasperati dalla direzione aziendale che sabotava con ogni mezzo lo sciopero, danneggiassero gli edifici della fabbrica. L’arresto di Volkov e Moiseenko e l’intervento dell’esercito decretarono la
fine dello sciopero; ma l’alto livello di organizzazione e di compattezza degli tutto ciò indicava un accurato lavoro preparatorio dello sciopero. La chiarezza delle rivendicazioni, la fermezza mostrata al processo, la dedizione alla causa
operaio dell’epoca. Il processo contro gli scioperanti portò alla luce una situazione così terribile dello sfruttamento e del dispotismo di fabbrica, un « Si crede, di Solito, che la multa sta un indennizzo pagato al padrone per un danno arrecato dall’operato. E falso ... La multa è una punizione, non un indennizzo... La ROLE
delle multe non è quello di indennizzare una perdita, bensì quello di ercare la disciplina, CIOÈ di sottomettere gli operai al padrone, di costringere gli operai a eseguire gli ordini del
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vo Ì
alla fabbrica Morozov di Orechovo-Zue
quadro degli orrori della vita di fabbrica comune a tutta la Russia, che neppure il trybunale zarista 0sÒ pronunciare una sentenza di condanna.
Ma la conseguenza più importante dello sciopero fu la rapida approvazione da parte del governo zarista della legge sulle multe (3 luglio 1886) che, in diversi articoli, riprendeva alcune delle molteplici rivendicazioni degli operai
della Morozov.
A differenza delle altre agitazioni, lo sciopero alla Morozov lasciò un scono
sia sul governo che sulle menti pulsanti dei due fronti sociali che si erano con trappost. Plechanov acclamò lo sciopero come un momento di svolta del Movimento operaio, un passaggio dalla fase spontanea a quella organizzata. Katkov mise in guardia il governo dal pericolo rappresentato dal crescente movimento operaio.
5- Le organizzazioni socialdemocratiche degli anni Ottanta.
Il Partito dei Socialdemocratici Russi (il gruppo di Blagoev)
In Russia Il movimento operaio si stava sviluppando spinto dall’espansione
capitalisuca; esso esprimeva Organizzatori come Moiseenko e avrebbe certa-
mente prodotto 1 suoi teorici. E così tu. O Negli anni Ottanta si formarono gruppi operai a Pietroburgo, Mosca, Nicv, Vilnius. Char'kov, Rostov sul Don e Odessa; in altre località vennero fondate
CIME INI periodo della socialdemurazia russa pi
associazioni che risentivano della crisi di transizione dal ere] oo i Lei smo, da cui in seguito sarebbero nate delle vere organizzazioni socialdemocratiche e le associazioni degli anni Novanta. Il processo di formazione di altri si svilupparono in diverse città dai circoli populisti. Talune organizzazioni si formarono dai nuclei della Narodnaja Volja (ad esempio a Char'kov e
Rostov), alcune si costituirono sotto l’influsso della socialdemocrazia tedesca
del movimento operaio e del pensiero marxista in Russia (ad esempio a Kazan”). Ma quasi in nessuna località, tranne rare eccezioni, si avvertì l’influenza organizzativa del gruppo Osvobozdenie Trudi. Il gruppo di Blagoev si formò a Pietroburgo nel 1883. 1 primi attivisti furono Blagoslavov, Latysev, Blagoev e Charitonov che, fatta eccezione per
borarono il programma passato alla storia come manifesto del Partito dei Socialdemocratici Russi, ancora influenzato dal vecchio populismo e da un marxismo poco assimilato, mischiato a una buona dose di lassallismo.
blicato dalla rivista Raboéizj, che pubblicò due numeri nel 1885 contenenti gli articoli “Di cosa hanno bisogno gli operai russi?” e “Critica e conoscenza” che spiegavano come le ingiustizie sociali potessero essere eliminate attra-
verso la dittusione della conoscenza. Le ragioni del permanere delle ingiustizie, determinate dall’assoggettamento degli sfruttati da parte degli sfruttatori, dipendevano dall’ignoranza della maggioranza degli individui, di cui «lo Stato
può e deve ditendere gli interessi senza ‘“‘eccezioni’». Continua l’autore
dell'articolo “Di cosa hanno bisogno gli operai russi?” compito deve essere la diffusione della conoscenza. »
necessaria la libertà di riunione, di parola e di SIR ELL O oO SOTA scenza avrebbe favorito lo sviluppo della capacità di critica, necessaria alla ditesa degli interessi del popolo, come sosteneva Ma OT A eee In tal modo gli ‘individui dal pensiero critico” di Lavrov continuavano a vivere nell’ideologia del gruppo di Blagoev. Il lassallismo era espresso nel “programma dei socialdemocratici russi”
laddove venivano sottolineati il ruolo e l'importanza dello Stato. Lassalle non I
* Comunque l'influenza dei seguaci di Lavrov sul gruppo di Blagoey e indubbia
52 Ntorza del Partito botscertco
aveva elaborato una teoria sullo Stato. Ad esempio, nella “Lettera aperta in risposta al Comitato Centrale Generale degli operai tedeschi’, aveva esposto la sua idea di Stato come una «grande associazione delle classi più povere ». Partendo da questa concezione dello Stato ideale del futuro, Lassalle deduceva che il sostegno statale alle associazioni di produzione costituiva «1l legittimo e naturale mutuo soccorso ai proletari sia come classe che come individui». ! uno Stato basato sul suffragio universale; ma, malgrado questo aggiustamento, la sua concezione restava del tutto ideologica e, non smascherando l’essenza borghese dello Stato, rafforzava le illusioni riguardo a uno Stato e a un diritto astrattamente giusti. La questione veniva così posta sul piano scivoloso della morale e non su quello solido della scienza. In questa ottica i seguaci di Blagoev affrontarono la questione dell’emancipazione operaia. Nel loro programma, essi dichiaravano esplicitamente che «il sistema statale ... è sempre l’incarnazione di un determinato principio morale». È se ciò non avveniva, era solo a causa della concorrenza, tratto
distintivo della produzione capitalistica. Il modo di produzione capitalistico sarebbe inevitabilmente sfociato nel socialismo e, per accelerare questo pro-
cesso, sarebbe stato necessario scoprire fin da subito 1 mezzi per trasformare la proprietà individuale in collettiva. Lo strumento poteva essere l’associazione operaia di produzione. L’errore di Lassalle veniva riproposto dal gruppo
di Blagoev nel 1885, nonostante fosse stato gìà chiarito da Marx nel 1868. Del resto, anche il programma elaborato da Plechanov prevedeva le associazioni di produzione.
Il modello organizzativo della Narodnaja Volja fu ripreso dai militanti del gruppo di Blagoev nel lavoro tra i contadini, gli operai, l’intellighenzia c l’esercito; al tempo stesso, secondo costoro, le organizzazioni di settore e locali dovevano avere un’autonomia molto ampia.
dei futuri socialdemocratici, riassumibile nel concetto « marciare separati © ditesa.
influenze del populismo, della Narodnaja RL slo Stio DITE
gruppo di Blagoev proveniva dal e Peredel e gli estensori del programma, probabilmente gli ex membri del Cérnyj Peredel Latysev e Blagoslavov, stavano passando al marxismo.
ea a seguito tra gli operai, possedeva e
Raboiy, eta collegato alla Narodnaja Volja e ad Osvobozdenie Trudà e, senza dubbio, esercitava una forte influenza sulla gioventù rivoluzionaria. Possiamo distinguere tre periodi della sua attività: quello di Blagoev-Latvsev (1883-1885), quello di Charitonov-Kugusîev (1885-1886) e quello di Andreev (1886-inizio 1887). Abbiamo indicato questi periodi in base al ruolo dei principali dirigenti del gruppo di Blagoev. L’organizzazione sviluppò una mole di lavoro così imponente che il gruppo Narodnaja Volja e quello di Osvobozdenie Trudd, cui si erano legati i socialdemocratici russi, cercarono di
i due gruppi ci fu uno scambio epistolare. Il secondo numero del Rabocij pub-
blicò articoli di Plechanov! e Aksel’tod; i membri di Osvobozdenie Trudà indussero il gruppo di Blagoev a posticipare la pubblicazione del loro pro-
gramma. A causa degli arresti si interruppero i rapporti; e ciò pose fine alla regolare spedizione delle pubblicazioni di Osvobozdenie ai blagoevtsy e alla sua influenza su quest’ultimi.
zionaria risulta evidente dal programma dei circoli militari (l’organizzazione di tari) che avevano invitato i seguaci di Blagoev a partecipare alle loro riunioni. Tuttavia il Partito dei Socialdemocratici Russi non ebbe il tempo di riesaminare il suo programma alla luce dell’influenza di Osvobozdenie Truda,
Il gruppo di Blagoev venne sgominato definitivamente all’inizio del 1889; quanto gli operai attivi non furono coinvolti negli arresti.
Oltre a quella di Blagoev, esisteva un'altra organizzazione socialdemocratica: la “Società per la crescita del livello materiale, intellettuale e morale della
sta organizzazione che, fondata nel 1885, fu dispersa dalla polizia nel 1888.
dubbio un’organizzazione socialdemocratica, 1 cui membri operavano tra gli operai di Pietroburgo. Purtroppo nen abbiamo molti elementi per studiare
dettagliatamente il lavoro e il programma di questa “Società” che e andato perduto. Dai dati disponibili emergono però due aspetti interessanti: 1) Gli intelligenty che guidavano l’organizzazione (Totisskij e Lazarevi livoravano in
fabbrica; 2) Toéisskij lavorava soprattutto sui giovani operai non contaminati dall’ideologia populista; ricorrendo alla vecchia e collaudata ‘andata al popolo”, cercava un nuovo vivaio da cui reclutare e formare dei socialdemo-
Così dice Brejtfus, membro della “Società”, in merito alle posizioni di « Toéisskij considerava il proletariato come l’unica classe rivoluzionaria, dove
bisognava investire tutte le energie rivoluzionarie del paese. Queste forze dovevano sostenere tutte le lotte economiche della classe operaia per costituire in
essa un nucleo rivoluzionario, che bisognava educare e addestrare alla lotta
politica ... Per sviluppare la coscienza del proletariato, eZ o oe Tati olo
SLATER ta gruppo di capi del movimento operaio. Nel circolo di Tocisskij appresero i primi rudimenti di marxismo
Egor Afanas’eviè-Klimanov. Col gruppo di Tocisskij aveva reale real
SA ZE Seta degli anni Ottanta e all’inizio degli anni Novanta (Egor Nikolaevié Lavrov, seguace di Blagoev o in ogni caso legato al suo
gruppo, era subentrato nella direzione del circolo al fratello N.N. Layvron,
membro del Cérnyj Peredel; a sua volta E.N. Lavrov era stato sostituito da
Golubev, seguace di Brusnév); gli operai di Brusnév, come abbiamo visto, erano a loro volta legati all’organizzazione di Toéisskjj. Negli anni Ottanta organizzazioni di stampo socialdemocratico esistevano sia a Pietroburgo che nelle altre province. A Kiev era presente l’organizza zione del dottor Abramovié, a Char'kov e Rostov sul Don quella di Mel’nikoy
idenuticati; a Kazan’ operava l’organizzazione reo AAT
Rjazanov, ecc. n
Non possiamo qui studiare dettagliatamente queste organizzazioni, su
! Sul socialdemocransmo di Toéisskij, cfr. anche la nota a p. 342 di N.A. Rozkos, lu storia russa (Russkaja istorija), volume 11.
alla fine degli anni Ottanta; altre, come quella di Bekarjukov ec Mel’nikov a
Charkov (sempre alla fine degli anni Ottanta), erano instabili e a carattere Teolo A eil oe alora province si delineava una frattura all’interno dell'ideologia rivoluzionaria. Alcuni socialisti russi — Fedoseev, Sanin, Skvortsov — cominciavano ad abbandonare l’utopia populista e, sotto la parziale influenza delle pubblicazioni del gruppo Osvobozdenie Truda o attraverso lo studio
delle opere di Marx ed Engels, approdarono alla teoria marxista. Feto) iscibio Russia, in modo del tutto indipendente da Osvobozdenie TrudaA, era in corso l’evoluzione di una parte dell’intellighenzia rivoluzionaria dal socialismo pi
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utopistico al marxismo.
7- La formulazione del programma della socialdemocrazia russa da parte del gruppo Osvobozdenie Truda
1 membri di Osvobozdenie Truda, perso ogni legame con la Russia, vivevano isolati all’estero. Il gruppo aveva cercato ogni possibile canale di contatto con la patria, ma i collegamenti stabiliti si mostravano labili e potevano interrompersi da un momento all’altro, come avvenne, ad esempio, alla fine degli anni Ottanta con i gruppi di Kiev. Lo stesso accadeva al gruppo di BlaAll’estero Osvobozdenie Trudà ebbe la possibilità di formulare in modo
diretto contatto con la pratica del movimento operaio occidentale.
All’inizio degli anni Ottanta, Plechanov aveva conosciuto alcuni dei più SSIS IO RON e oO Lafargue e Guesde; inoltre era entrato in contatto con i socialdemocratici tedeschi e infine con Engels. Perciò, già negli anni Ottanta, egli fu in grado di formulare le basi del programma della socialdemocrazia russa.
Noi conosciamo due bozze di questo programma: la prima risale al 1883 e
2 Per il testo del Progetto di programma dei socialdemocratici russi elaborato dal gruppo l:rmancipaziono (N.d.R.)
indubbio carattere marxista. Abbozzando il progetto di programma nel 1900, «A nostro avviso, [il programma del gruppo Osvobozdenie Truda] è nel com-
plesso pienamente soddisfacente, risponde allo scopo ed è in tutto e per tutto all’al-
tezza dell'odierna teoria socialdemocratica. In questo progetto viene esattamente
combattente autonomo per il socialismo: la classe operaia, il “proletariato industriale’’; viene indicato lo scopo che questa classe deve porsi: “passaggio di tutti i mezzi e strumenti di produzione in proprietà socializzata”, “eliminazione della produzione mercantile’ e “sua sostituzione con un nuovo sistema di produzione sociale”: “rivoluzione comunista”; viene indicata la “premessa necessaria” della “riorganizzazione dei rapport sociali”: “conquista del potere politico da parte della classe operaia”; viene indicata la solidarietà internazionale del proletariato e la necessità di un “elemento di differenziazione nei programmi dei socialdemocratici indicata la particolarità della Russia, “dove le masse lavoratrici si trovano sotto 1l ha già fatto il suo tempo”; viene indicato il nesso esistente tra il movimento rivoluzionario russo e il processo di formazione (da parte delle forze del capitalismo in via di sviluppo) “della nuova classe del proletariato industriale, più recettiva,
tismo”; vengono indicati i “mezzi della lotta politica” e formulate le sue eee io zioni fondamentali. » ”
due punti: quello sulle associazioni di produzione e quello sulla legislazione
ll primo programma di Osvobozdenie Trudd, pur coerente con la post zione socialdemocratica, era poco dettagliato per quanto riguarda le riven-
dicazioni, analizzava in modo insufficiente la società russa, riconosceva il sostegno statale alle associazioni operaie di produzione e ammetteva ancora
«Il gruppo Osvobozdenie Trudd riconosce la Siria CSO NIeI e contro il governo assolutista e si dissocia dalla Narodnaja Volja solo per quanto riguarda le questioni relative alla ge tele lie eo pts Hi E del ei da parte
RISTORO A OIL dell'attività diretta dei socialisti tra la classe
I liudem, p. 234. 2 GV. Plechanov, Oper, cit.. vol. 2, p. 357.
Nel 1903, nella seconda parte dei materiali per l’elaborazione del programma del Partito, così Rjazanov sottolineva il principale errore del primo progetto di Osvobozdenie Trudi: « Dopo aver indicato che una delle conseguenze più deleterie dei modi di produ-
zione arretrati era e resta ancora oggi la condizione di arretratezza della borghesia, che in Russia non è in grado di prendere l'iniziativa della lotta contro l’assolutismo,
nel progetto si afferma: “Per questa ragione all’intellighenzia socialista é toccato di mettersi a capo dell’attuale movimento di liberazione, il cui compito immediato dev’essere la creazione di libere istituzioni politiche nella nostra patria; inoltre i in modo attivo e fruttuoso alla futura vita politica della Russid’.»”"
Notiamo la supponenza di questa intellighenzia alla quale questo compito
appare come una diminuzione del suo ruolo storico. È ancora:
(queste parole sono in corsivo nel programma) la loro lotta sia contro l’attuale
sistema di governo che quello futuro borghese. Il gruppo Osvobozdenie Trudà era
classe operaia russa e la sua vittoria dipendesse in grande misura dalle summenzionate attività che l’intellighenzia avrebbe dovuto svolgere tra gli operai. Ma essa non rispose all’appello, mostrandosi impari al suo compito. A quanto detto segue un “ma” che all’epoca pochi notarono: “Ma Osvobozdenie Truda ritiene necessario che l’intellighenzia stessa debba fare proprio il punto di vista del moderno socialismo scientifico e attenersi alle tradizioni populiste solo nella misura in cui non contraddicano 1 suoi tondamenti”. Dunque l’intellighenzia rivoluzionaria, che sino allora st era ritenuta in grado di liberare da sola il popolo, fu costretta invece a riconoscere la propria impotenza. La teoria si nivelò insufficiente, così come
l’esperienza pratica; per acquisirle era necessario ancora qualche anno. »”
Queste annotazioni di Rjazanov mettono bene in rilievo l’errore fonda-
mentale del primo progetto di programma del gruppo Osvobozdenie Truda.
di una rinascita della Narodnaja Volja e quando i rivoluzionari più sagaci non riuscivano ancora a vedere, in seno alla classe operaia, gli elementi per
fondare un partito socialista operaio. Qui si poreva avvertire l'isolamento di Osvobozdenie Trudà dalle organizzazioni rivoluzionarie russe. La sopravvalutazione delle possibilità dell’intellighenzia, come vedremo in seguito,
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IO O ZA oi Truda e l’opposizione dei giovani socialdemocratici
Durante gli anni Ottanta Osvobozdenie Trudàa aveva cercato di instaurare dei legami con la Russia, senza riuscirci a causa del lungo isolamento all’estero e alla penuria di mezzi. Dai materiali dell'archivio di Aksel’rod recentemente pubblicati e dalle raccolte redatte da Dejè si apprende che, con l’arresto nel 1884 e con la successiva morte di Ignatov, dal 1885 i membri del gruppo
si ridussero a tre. L’'‘onore” dell’adesione toccò solo alla Kuliscioft, che comunque lasciò ben presto il gruppo per trasferirsi in Italia dove collaborò col movimento operaio italiano, e a Ingerman. Mentre Grinfest (che aveva
accettato nel gruppo, senza riuscirci. Forse questa rigorosa selezione deriva dal fatto che, nella confusione teorica dell’epoca, la compattezza del nucleo originario aveva una grande importanza; ad ogni modo l’esiguità del gruppo ebbe un riflesso negativo sull’attività.
Plechanov si occupava delle questioni teoriche, Aksel’rod di quelle organizzative, mentre la Zasulié gestiva con difficoltà gli aspetti finanziari. A dir 1l vero, quando Dejèé era ancora in libertà, Aksel’rod aveva organizzato un
gruppo di studenti a Zurigo e un gruppo analogo era stato costituito anche a
piano dell’autofinanziamento, tanto che negli anni Novanta a stento > grande difficoltà.
Possiamo farci un’idea delle ristrettezze materiali nelle quali versavaino
e dall’altro il socialismo scientifico della social-
democrazia rivoluzionaria operaia. Solo la fondazione del partito socialista
cratizzazione della società, cui sarebbe seguito il socialismo, perché «questa
Giustamente afferma Lenin nel Che fare? che il traguardo del secondo socialdemocratici russi.
2 Populisti legali. (N.d.R.) 3 VI. Lenin, Opere, cit., vol. 2, p. 327.
democrazia moluzienana operaia. Solo la fondazione del MACAO SPE
cratizzazione della seciera. cui sarcbhbe coguito il socialismo. ML EEE
RE] I ( ATA MII LUI propranma SARE |a ie” basi Ta da AE
La lotta contro il populismo e il marsismo legale
I. La posizione del populisti nei confronti della scienza marxista La diffusione del marxismo in Russia non ha avuto un’andamento lineare,
accanto alla tendenza rivoluzionaria, si manifestarono correnti che cercarono di “acconciare” e revisionare la scienza di Marx ed Engels, altre di travisarla in
modo oppotrtunistico. Marx era noto da tempo in Russia. Già negli anni Quaranta era conosciuto come studioso e rivoluzionario; nel 1845 il critico Belinskij ebbe modo di studiare alcune sue opere. Oggi, grazie a un lavoro di Rjazanov,* abbiamo molte notizie sulla conoscenza del pensiero di Marx nella Russia degli anni Quaranta. I più noti esponenti degli anni Cinquanta e Sessanta — Herzen e Bakunin — conoscevano Marx. Tuttavia, solo a partire dagli anni Settanta, le idee e gli scritti di Marx
furono diffusi in una cerchia più ampia della società russa. Non solo i rivolu-
zionati, ma anche gli studiosi, i professori di economia politica cominciarono
a conoscere e a studiare Marx. Se Cerny$evskij, a quanto pare, ignorava le
opere di Marx, Bakunin e numerosi populisti e studiosi non solo le conoscevano, ma ne scrissero riassunti, recensioni e critiche. Questi riassunti, salvo rare eccezioni, erano imprecisi e pieni di errori, per non parlare delle rabbiose
critiche di tendenza borghese. Sia Lavrov che Bakunin si consideravano persino sostenitori della scienza
di Marx; ma né l’uno né l’altro compresero l’essenza rivoluzionaria di questa
scienza, coniugandola tranquillamente con il socialismo utopistico (nel caso di Lavrov) e con l’anarchismo (nel caso di Bakunin). Il marxismo di Bakunin, eclettismo. Inoltre, mentre il pensiero di Bakunin, nonostante il travisamento di Marx, era rivoluzionario nella sostanza, il marxismo di Lavrov si riduceva
alla pacifica propaganda delle idee socialiste nei circoli dell’intellighenzia
meno aspre alle opere di Marx, cercando di dimostrare l’erroneità della sun teoria e la sua inapplicabilità alla Russia. D.B. Rjazanov, Karl Marx e i russi degli anni Quaranta (Karl Marx i russkie Yudi sorokovyeh
godov).
86 Storia del Partito bolscevico
Nei loro articoli Zukovskij, Ciéerin e Bungc si scagliarono contro il marxi-
smo sostenendo che anche quel poco di valido, se mai c’era, non poteva essere applicato alle condizioni russe. Antonovié, Slonimskij, Georgievskij e Chodskij non introdussero nulla di sostanzialmente nuovo nella loro critica al Capitale.
IR i Cervinskij, Michajlovskij, Nikolaj-on e V.V si impegna-
rono in interessanti e rimarchevoli divulgazioni critiche delle opere di Marx. SIRO pubblicato molto materiale sulla rivista Nedejja negli anni Settanta, negli articoli del 1875, esponendo la teoria dello sviluppo sociale di Marx, giungeva alla seguente conclusione:
« Possiamo affermare che anche le più recondite caratteristiche del presente el Cervinskij concluse che, nonostante la diffusione dei rapporti di produzione
capitalistici, lo sviluppo della Russia avrebbe seguito una strada peculiare e diversa da quella dell’Europa occidentale. Ma quale era questa strada? Michajlovskij, uno dei più importanti leader del
Ia noe narodnitestvo,” nel difendere Marx dall’astiosa critica di Zukovskij e nel
riconoscere l’importanza scientifica del Capitale, cadde nel più sorprendente travisamento della scienza del grande rivoluzionario. Secondo Michajlovskij, l’ideale socialista « consiste, tra l’altro, nella coincidenza tra lavoro e proprietà, nell’appartenenza della terra e dei mezzi di produzione ai lavoratori »; ma, una volta enunciato questo fine ultimo, il marxista «avrebbe dovuto accettare la divisione tra lavoro e proptietà, la separazione tra lavoratore e mezzi di produzione, come primo passo di un processo inevitabile e in definitiva
presenta l’affermazione più rei zinIINTOR in contraddizione. In realtà Michajlovskij attaccava come lato debole del marxismo un
nesso enunciato da Marx che egli non condivideva: l’inevitabile passaggio
Non comprendendo la dialettica del processo storico, voleva modellarlo a immagine della sua ideologia; non capiva la necessità e l’inevitabilità di determinate relazioni sociali come risultato di un precedente sviluppo ceco ’ Lstoriteskij revojutsionnyj sbornike, cit., a cura di V.1. Nevskij, vol. * Populismo legale. (N.d.R.)
IENE ENIT populismo e il marxismo legal e
Secondo Michajlovskij,
« quel processo a doppio taglio, al tempo stesso inevitabile e benefico della “socia lizzazione” del lavoro, o meglio quella forma di socializzazione di cui parla Marx, ero nella santa Russia, si è ben poco realizzato. Il nostro contadino non è così “libero” dalla terra ce dagli surumenti di produzione come sarebbe invece necessario per Il pieno sviluppo della produzione capitalistica ».
occorrerebbe liberarlo con la violenza per passare al socialismo attraverso il
con un atto di violenza, i rivoluzionari russi non potrebbero partecipare a tale azione sanguinosa. Nel migliore dei casi, « assumerebbero soltanto il ruolo di osservatori con l’imparzialità di un Pimen ! che riporta negli annali i fatti di un processo dal duplice volto ... Il lavoro sporco non è affar suo ». riato e dell’intellighenzia rivoluzionaria, scaturivano le certezze di Michajlovsk1)
L’economista populista Nikolaj-on si considerava un marxista ortodosso; aveva tradotto in russo il Capitale di Marx (e su questa traduzione studiarono il Capitale intere generazioni di marxisti russi), era in corrispondenza con Marx cd F.ngels e... al contempo cercava di modificare la dottrina marxista nella sua applicazione alla Russia. Nella corrispondenza con Nikolaj-on, Marx ed Engels scrivevano che, avendo intrapreso la via dello sviluppo capitalistico, la Russia non avrebbe potuto evitarne tutte le conseguenze: lo sviluppo della borghesia e del proletartato, la loca di elasse e la rivoluzione borghese. Nella lettera a Nikolaj-on “Ne dopo la guerra di Crimea la Russia avveruva l'esigenza di una grande industria, peteva ottenerla soltanto in una forma — quella capitalistica — € con essa doveva Accettare le conseguenze che in tutti i pacsi st accompagnano alla grande industria
comprendere questo processo; al contrario ritenevano che la Russia potesse
vedes ano il retaggio del comunismo primitivo, lingels negava questa strada.
rica di M.P. Musorgski che evoca il “periodo der torbidi” della storia russa, | il monaco cronista che narra gli avvenimenti in base a una cronologia imparziale, (NdR)
* Lettera di E. Fingels a NE Dani lsen (Nikolay on), 22 settembre 1892, in Mars ATRU
« Non sarebbe stato possibile, in Russia più che altrove, sviluppare il comunismo In cosa doveva consistere allora, secondo Nikolaj-on, Michajlovskij e V.V., l’applicazione della teoria di Marx alla Russia? Nell’intervento dello Stato per
lenire le doglie del parto durante la nascita del nuovo sistema sociale. Partendo dal corretto assunto di Marx che fosse nell’interesse della stessa borghesia sviluppare una legislazione di fabbrica, i populisti “rettificarono” le
posizioni marxiste, snaturandole del tutto. Se l’intervento statale doveva alle-
rafforzare, e persino sviluppare, la produzione popolare (l’obitina, l’artel' e i
mestieri artigianali) per raggiungere il socialismo saltando lo stadio del capi-
] populisti non volevano vedere che in Russia il sostegno dello Stato non
sarebbe stato altro che l’intervento di uno Stato feudale autocratico, che questo appoggio non poteva certo portare al socialismo. À lato di questa corrente del pensiero populista si collocava il prot. Ziber
tamente scientifico e formalmente fedele la dottrina marxiana. Nei suoi resoconti, tuttavia, mancava quell’impulso rivoluzionario che caratterizza lo
spirito del marxismo.
sformò nella corrente più apertamente reazionaria del pensiero sociale russo.
I populisti, vedendo che passo dopo passo i socialdemocratici li respingevano
iniziarono l’offensiva contro di loro. La posizione dei socialdemocratici era
molto scomoda, perché essi non potevano attaccare 1 populisti in nessun ambito, eccetto i circoli illegali: tutta la stampa legale liberal-progressista era infatti in mano ai populist; Michajlovskij, Nikolaj-on, V.V., Juzov-Kablits,
Juzakov, Krivenko vi dominavano incontrastati. E da lì aprirono le ostilità
contro i socialdemocratici soprattutto all’inizio degli anni Novanta.
contro il marxismo. L’articolo di Kareev “Le fonti dei mutamenti storici”, 1 libro di Obolenskij Temi e critica del neo-marxismo (1893), l’arucolo di kKrivenko
1 Lettera di E. Engels a N.F. Danielson (Nikolaj on), 17 ottobre 1893, in Mars-L.nyels, i MIRI PLUVIALI n. 12, NS
Costretta a ditendersi, la socialdemocrazia mobilitò le sue forze sia sul
fronte illegale che su quello legale. Sul primo, con il suo talento e con lottano contro i socialdemocratici? ,' sul fronte legale i socialdemocratici dovettero zionaria. Tra questi alleati legali c'erano Struve, oggi leader dell’emigrazione bianca, il professor Tugan-Baranovskij, allora un giovane studioso come Struve, studente all’Università di Pietroburgo, frequentava la gioventù Condividendo alcune idee di Marx, Struve riconosceva — come i marxisti —
che lo sviluppo della Russia avrebbe seguito una sola strada, quella del capita-
cabile. Nel 1893 Struve pubblicò in Germania, in tedesco, un articolo contro le posizioni di Nikolaj-on. Ciò provocò ulteriori attacchi di risposta contro | marxisti, i quali valutarono che fosse giunto il momento di replicare in prima stampa legale furono pubblicate una serie di opere sia di marxisti ortodossi che di studiosi borghesi che agivano sotto la bandiera del marxismo. Nel settembre 1894 uscì il libro di Struve Note critiche sulla questione dello
Iniziò il periodo del cosiddetto marxismo legale (1894-1900), durante il
quale, uscito dalla clandestinità, il marxismo portò colpi letali agli avversari
‘Sulla lotta di Lenin contro il populismo, serive A. Cervetto: « Come si NOLA Ato TO
bolscevichi di tronte ar populisui? Condussero, innanzitutto, una spietata lotta sul fronte
teorica, L'attacco contro le concezioni teoriche e politiche del populismo tu il daro
Marsismo in Russia come movimento teoricamente e politicamente autonomo e TOI dal fatto che, per un certo periodo, le correnti populiste furona preponderanti negli strati contadini, dato che la stessa delimitazione teorica impediva varie torme di alleanza tra
RTS TETTO TTI ACT (RITO impediva dt marsisti un'attività in seno al movimento
populista. Ma solo a questo prezzo si poteva costituire un partito marxista in Russia, che potesse, in seguito, come partito autonomo della elasse operaia, porre politicamente un
problema di alleanza con 1 contadini nella lotta contro il sistema zarista, un'alleanza che aveva il chiaro presupposto di rattorzare il proletariato nelle fasi della sua rivoluzione. »
dalle pagine della stampa legale, reso o (iu TOTALI SENT OI I Lenin così caratterizzò l’epoca del marxismo legale: RETE (XU (ele PL OA dove la stampa è completamente asservita, in un'epoca
malcontento e di protesta politica, improvvisamente si fa strada, in una letteratura sottoposta a censura, la teoria del marxismo rivoluzionario, esposta in linguaggio esopico, ma comprensibile a tutti gli ‘interessati’... Si pubblicarono una dopo diventavano marxisti, i marxisti venivano adulati, ai marxisti si faceva la corte,
gli editori erano entusiasti dello smercio straordinariamente rapido dei libri
Questo straordinario e improvviso successo, questa felice diffusione delle idee di Marx, questa autorevolezza del marxismo tra la gioventù rivoluzionanella clandestinità riuscivano a conquistare solo con notevoli storzi, sborsando un esorbitante tributo di vittime, di carcere e di esilio, veniva ora
Il successo della lotta degli operai pietroburghesi, il fatto che la nuova corrente rivoluzionaria venisse riconosciuta dal governo come una torza
SAS alcuni organi di stampa; a Pietroburgo, dal marzo Ro per quasi un anno Struve, Tugan-Baranovskij, la Kkalmykova e Posse LOTO
la rivista Noroe S/o7ro che pubblicò articoli di Lenin, Plechanov, Martov, Struve.
Tugan-Baranovskij, della Zasuliè e di altri. Dopo la chiusura del Norm Moro, ripiegarono sul Naninoe Obogrenie e nel ISTINTI SET II
PALI fondato da Posse.
ATTI OL rie ale nel 1896 i Marsisu riuscirono a consolidarsi (WA AE ICT articoli dei Marxist russi (Sanin, Maslov, l'edosevs,
Inoltre. Mi IR RAIL DIA LIRA legalmente a lingua USS le tradu duszione Por Li critica dell'economia polittca di Marx OUR TATA
Nitazione conomica della campata rnssa di Gurvié con un articolo di Sanin, ecc.ì,
Combinata con il risveglio del movimento eroe II AT el Col ri la fu molto importante: la teoria marxista non era solo una moda, conquistava gli operai d’avanguardia, penetrava sempre più tra la gioventù rivoluzionaria, Tuttavia, allo stesso tempo, dietro i successi del marxismo legale si celava anche un grande pericolo. Al suo interno avanzava una corrente che utilizzava il marxismo per rafforzare la lotta della borghesia liberale, per subordinare attorno ai ceti liberal-democratici tutti i gruppi di orientamento rivoluzionario. L’utopismo piccolo-borghese dei poupulisti ostacolava l’affermazione dei liberal-democratici, gli ideologi dell’alta borghesia. Perciò l’emancipazione della democrazia liberale da questo meschino socialismo piccolo-borghese fu un altro degli obiettivi del marxismo legale e dei suoi maggiori esponenti Struve e Tugan-Baranovskij. Ciò era un bene ma, nella lotta per emancipare se stessi, essi cercarono di schierare al loro fianco anche i marxisti, i socialdemocratici. Così facendo, banalizzarono il marxismo, cercando di annullarne l’essenza rivoluzionaria, offrendo alla gioventù rivoluzionaria un Marxismo deforme; e infine lo revisionarono. Così un’intera generazione di giovani, che in seguito avrebbe avuto un ruolo importante nel movimento operaio, non fu educata sulle opere originali di Marx, Engels, Kautsky, Latargue, Mehring, ma
su testi che alteravano la dottrina del socialismo scientitico. Questa circo-
della socialdemocrazia, tra ortodossi ed economicist.
Già nelle Noi crzziche, ' Struve aveva espresso alcune posizioni che 1 marxi-
Vicinato con il marxismo legale, Plechanov non ritenne di dover intervenire contro Struve, aggravando ancor più il danno eee TIE b atei opportunistica. Rinviare il chiarimento non era più possibile e fu Lenin ad assuniersene la responsabilità. ©
Subito dopo il suo incontro con Struve nel 15895, l'Unione - lotta di
Pictroburgo cercò di pubblicare la raccolta Materiali per la caratterizzazione del nistiche di Struve. Le copie di questa raccolta furono bruciate dalla censura:
Ma 1 pochi esemplari salvati ebbero una grande imporranza per lo sviluppo
SIRIO MAURI agricolo, prese le torme, in alcune sue correnti, del casiddenio ATC ARTO TS AO LIETTA NALE Sa anche come lora al “marxismo legale”,
Uberalismo mascherato, Da concezione maternalisaca della politica applicata da Lenin
alle ideologie e alle forme peluche russe costituisce un esempio vittorioso di letti
92 SY/oria del Partito bolscevico
della socialdemocrazia rivoluzionaria.! MATEPIAJIEI Fondamentale fu la pubblicazione delEh LAPAKTUPUCTHKI
l’articolo di Lenin “Il contenuto econo-
mico del populismo e la sua critica nel
RMDETO XYO9ARCTREHHATO PAGBMTIA, libro del signor Struve”? che si basava
sulla relazione “Il riflesso del marxismo sulla letteratura borghese” tenuta nell’autunno del 1894 ai partecipanti di una riunione clandestina (nell’appartao mento di Potresov). In quest’articolo, mettendo in luce la corretta critica alle
idee e teorie populiste, Lenin aveva
sro indicato anche 1 tentativi di snaturare
E Marx che già emergevano dal lavoro del Materiali per la caratterizzazioni futuro ideologo della borghesia.
del nostro sviluppo economico Innanzitutto Lenin dimostrava l’er-
rata affermazione di Struve, secondo la
quale la teoria di Marx non aveva un fondamento filosofico-scientifico; poi
denunciava la concezione borghese dello Stato da parte di Struve, ne sottolineava l’erronea spiegazione dell’ideologia populista, mostrava gli erron di Struve sulla teoria dei mercati, metteva in luce l’ispirazione malthusiana delle sue idee sulla crescita demografica e infine smascherava la natura liberalborghese delle idee dell’autore delle Note crifiche. L’assenza di un’analisi di classe, l’oblio sul significato rivoluzionario della lotta di classe del proletariato nella società borghese, « l’angusto oggettivismo, che si limita a dimostrare l’inevitabilità e la necessità del processo, e non cerca
di scoprire in ogni fase concreta di questo processo la forma di antagonismo
di classe ad esso inerente»,3 costituivano i principali errori del lavoro di Struve. Né la rivoluzione, né i conflitti sociali, né la lotta di classe, né l’abbattimento rivoluzionario dello Stato da parte della classe operaia avrebbe, secondo Struve, condotto l’umanità a un nuovo assetto sociale, verso il quale
bisognava invece incamminarsi attraverso la pacifica trasformazione dal capi-
talismo in socialismo e la collaborazione tra le classi con l’assoggettamento del
proletariato alla borghesia. Queste idee erano tanto più pericolose quanto più
cerano infarcite di frascologia scientifica € quanto più apparentemente veni.
vano espresse sotto l’egida del marxismo ortodosso. l’espressione con cui si ! Pubblicata con una tiratura di 2.000 copie da una tipografia legale nell'aprile 1895; ne furono salvate solo 100 copie. (N.d.R.) o | ° Scritto a Pietroburgo fra la fine del 1894 e l'inizio del 1895. Ctr. VE Lenin, Opere, cit. vol 1, pp. 341-523. (NDR)
Capitolo III — La lotta contro il populismo e il marxismo legale 93
concludeva il libro di Struve « andiamo a scuola dal capitalismo », solo dopo la critica di Lenin, fu chiarita nel suo vero significato e nella sua reale connotazione opportunistica. Ecco perché il lavoro di Lenin ebbe un’enorme importanza, nonostante fosse accessibile a un numero ristretto di socialdemocratici. Gli altri lavori di Lenin usciti legal-
MARAMIE N. N. DARORAAODOA mente Studi ed articoli di economia, lo
sviluppo del capitalismo in Russia* — così
lu» la
come il lavoro di Plechanov contro |
populisti 17 fondamento del populismo nei lavori di lorontsor — accanto alla critica
PA3RMTIE HANMTANNM3MA delle tesi populiste, definivano e divulgavano i capisaldi della teoria di Marx.
BE POCCIM.
Abbiamo mostrato che, per una
parte dei suoi adept (reclutati negli MI NpsONtie My Tasto aa 105 TO ambienu della classe media), il marxiMOI smo legale rappresentava il tentativo utma 2 p 50 n della borghesia liberale russa di struttare ai propri fini il crescente movimento operaio e rivoluzionario; questo tentaLo sviluppo del capitalismo in Russta tivo si espresse soprattutto nella letteratura russa controllata dalla censura.
Al tempo stesso, l'emancipazione dal socialismo piccolo-borghese populista e utopista si manitestò in un’altra sfera, in quella dell’attività clandestina. Una
parte degli ex populisti rivoluzionari (Tjuttev, Natanson, Nikolaev, ecc.) e
della gioventù simpatizzante (Lezava, Cernov, ecc.) costituirono il Narodnoc Pravo.
Questo partito si proponeva di sostituire l’autocrazia «instaurando delle libere istituzioni rappresentative ». Recita il suo manitesto: « Per il partito il concetto di diritto popolare comprende sia quello di libertà politica che quello di diritto del popolo alla tutela dei propri interessi materiali secondo i principi dell’organiz zazione della produzione popolare. »
Abbiamo visto in cosa consisteva l’essenza di questa produzione popolare,
come era intesa dai sostenitori del Narodnoe Pravo, ovvero da Michajlovskij e compagni.
Pur assumendosi il compito di abbattere l’autocrazia, il partito del Narodnoe Pravo non si allontanava dalle utopie populiste. Ritenendo che una tappa necessaria nella lotta per il socialismo tosse la libertà politica, il partito ' L'opera, iniziata nel gennaio del 1896 nel carcere di Pietroburgo, fu portata a termine nell’agosto 1898 a Susenskoe, in Siberia, dove Lenin scontava una condanna di tre anni. Il volume usci fra il 26 c il 31 marzo con una tiratura di 2.400 copie. (N.d.R.)
94 Morta del Partito bolscevico
NEREO OE gioventù rivoluzionaria, ma della libertà, la gioventù da sola non è in grado di attuare la rivoluzione. Questa è ESSI OTO eee lA Ola (al nel movimento di liberazione entrino forze e unirli e lottare con loro contro il nemico comune, deve vincere o perire con loro.» !
Così scriveva Bogdanoviè, membro del Narodnoe Pravo, in una brossura che esponeva il programma del partito, Questa aspirazione a dirigere il movimento rivoluzionario, a divenire la forza egemone di tutto il movimento appariva chiara anche dal manifesto del
Narodnoe Pravo:
« Il partito si assume il compito di unire tutti gli elementi dell’opposizione per orga-
nizzare una forza attiva che, con ogni mezzo materiale a sua disposizione, ottenga la liberazione dall’attuale giogo politico dell’autocrazia e garantisca a tutti i diritti
AVA OCT ed. del partito Narodnoe Pravo.
Capitolo quarto La nascita dell’economicismo
1. Le origini borghesi dell’ecConomicismo
L’unica forza attiva già nella prima metà degli anni Novanta era quella costituita dalla classe operaia e dall’intellighenzia rivoluzionaria che la guidava; ambito » va visto come uno stratagemma dei socialisti populisti, emancipatisi dal socialismo utopistico, per assoggettare il movimento operaio in crescita. In quanto ideologi della piccola borghesia, i populisti mascheravano questo tentativo con una fraseologia socialista ereditata dai gloriosi anni Settanta. Qui, come nel marxismo legale, i cui rappresentanti borghesi coprivano la volontà di assoggettare il movimento operaio con una fraseologia marxista, si celava un grande pericolo per la socialdemocrazia rivoluzionaria. Ecco perché tivo di autoaffermazione dei democratici del Narodnoe Pravo, mostrava che
il loro unico e proficuo compito non doveva essere tanto l’unificazione di tutti
i gruppi e di tutte le forze di opposizione, ma lo sviluppo e lo stimolo alla
Con queste classi Lenin intendeva la classe della « piccola borghesia, dei
portunismo russo nel movimento operaio, il cosiddetto economicismo. Era un processo di autoatftermazione della borghesia liberal-democratica e della Marxismo c, detormandolo, diffondeva nella gioventù rivoluzionaria — che
ambiva a lavorare tra il proletariato — l'idea opportunistica di andare a scuola
dal capitalismo, cioè di asservire il movimento operaio alla borghesia, un po'
elaborava programmi come il manifesto del Narodnoe Pravo, facendo tutto un minestrone del movimento d'opposizione liberale e piccolo-borghesce e del
Movimento arie PV. Lenin, Oper, cit, vol. 2, p. 355.
Qui, in questo processo di autoaffermazione della ae Lai oo smo legale di Struve; non a caso, sia la Kuskova che Prokopovit, due teorici dell’economicismo, provenivano dalle fila del Narodnoe Pravo. L’affinità tra l'ideologia dell’economicismo e quella piccolo-borghesce, cre-
ditata dal nostro movimento a partire dagli anni Settanta ce Ottanta, si manifestava anche in un’altra direzione: il noto esponente, teorico e pratico dell’economicismo, Teplov proveniva da un circolo socialdemocratico di Penza,
che faceva capo a Blagoslavov, ex membro del Cernvj Peredel e fondatore
2. Il rapporto tra economicismo e populismo
Blagoslavov tu un membro del Cérnvi Peredel e rimase tedele alle idee
populiste tino alla morte. Come abbiamo visto, l'influenza del populismo si manitestò anche nel programma del Partito dei Socialdemorcrratici Russi il cui modello di associazioni di produzione finanziate dallo Stato presentava molte analogie con gli zl populisti per la “produzione popolare” di Michajlov ska e V.\.: inoltre la dottrina idealistica relativa ‘agli individui dal pensiero cr steva nell’elaborazione del seguace di Blagvev. Blagusiavov. e accoestabile alla tesi di scuola economicista secondo la quale la lotta economica degli: e pera
attribuito du populisti alle riforme economiche rispetto alla lerta politica era
Ma non possiamo spiegare l'economicismo solo con queste due radici: ideologia vanno cercati all’interno della stessa classe operaia e del suo moviQuali erano 1 caratten principali dell'economicismo: La negazione dell'autonomia del movimento operaio, che avrebbe dovuto accodarsi al movimento
neomicisti. Nel documento noto come Credo, © nato dalla penna della Kuskova, la rinuncia alla lotta politica da parte della classe operata c formulata in modo
Vangelo secondo Matteo, x, vv 16. (N.d.R) * Liberta. (N.d.R,)
Ncl luglio 1901 i tentativi di accordarsi con Nadezdin non portarono a nulla; sia l’/s&ra che la Zara dovettero ben presto censurare le posizioni soste
non lesinava le critiche più circonstanziate.
6. L’Iskera e la democrazia aste tteito del gruppo Osvobozdenie Trudà — con la democrazia borghese sarebbero poi sviluppate e che avrebbero finito con lo scindere la socialdemo-
Nella prima metà degli anni Novanta la futura guida del liberalismo russo, era anche membro a pieno titolo della stessa socialdemocrazia. Oltre a far stretto contatto con i principali esponenti socialdemocratici; si recava all’estero da Plechanov e riceveva persino delicati incarichi dai socialdemocratici russi. Così, a luglio e inizio agosto del 1896, assieme a Plechanov, Aksel’rod, Potresov e la Zasulié, Struve partecipò al congresso socialista di Londra, e fu l’autore del documento sulla questione agraria presentato al congresso dalla delegazione russa, pubblicato in seguito come opuscolo titolato “La questione
agraria e la socialdemocrazia in Russia”.? Nel 1898, in una fase fondamentale nella storia della socialdemocrazia russa, scrisse il Manifesto del 1° Congresso,
un documento della massima importanza. Pubblicò anche articoli sulla
membro della redazione di pubblicazioni marxiste (come il Novoe S/ovo, dove scrivevano sia Plechanov che Lenin). Infine l’opinione di Struve era tenuta in conto da veterani del movimento rivoluzionario quali Plechanov e Aksel’rod.3 A dir il vero, già nel 1894, Lenin era intervenuto contro Struve nell’o-
chanova i P.B. Aksel’roda), 1925, vol. 1, pp. 141, 155 et seg. 4 Cfr. V.I. Lenin, Opere, cit., vol. 1, pp. 341-523. (N.d.R.)
In quest’opuscolo Lenin aveva mostrato come TI AE OLE
smo russo combatteva il comune nemico. confronti del liberalismo, i membri della redazione dell’/sera sembravano tutt
concordi; tanto più che le posizioni espresse in merito da Lenin nel 1897 ne ] compiti dei socialdemocratici russi etano passate, per così dire, al vaglio di tutto i gruppo Osvobozdenie Trudàd, come conferma Aksel’rod nell’introduzione all’opuscolo. Basandosi sull’impostazione del Manifesto comunista, Lenin parlava non solo di un appoggio ideale, ma anche pratico da parte della socialdemocrazia a «tutti gli elementi d’opposizione politica »: « Questo appoggio significherà che i socialdemocratici russi saranno disposti a concludere alleanze con i rivoluzionari di altre tendenze per raggiungere quesù © quegli scopi parziali; di questa loro disposizione essi hanno già dato concretamente
Anche Aksel’rod si era dichiarato d’accordo con Lenin su tale questione, nell’opuscolo Problemi riguardanti i compiti attuali e la tattica dei socialdemocratici russi
Già in questo lavoro, Aksel’rod parlava di un’« alleanza della socialdemocrazia con le frazioni borghesi rivoluzionarie », nello specifico di un'intesa in cui la socialdemocrazia avrebbe coinvolto «tutti i sinceri amici del progresso della Russia, per quanto negativamente considerino la teoria e il fine ultimo della socialdemocrazia ». 3 A quei tempi (alla fine degli anni Novanta) non venne attribuita una particolare importanza a queste differenze nelle formulazioni di Lenin e di
Aksel’rod; mentre è indubbio che la posizione di Aksel’tod appena citata fosse
un unico partito socialista operaio in Russia, «a cui aderiranno, come accade in
Germania, tutti i veri amici delle classi lavoratrici ».4 E evidente che tra questa posizione di Aksel’rod e quella esposta da Lenin
nell’opuscolo 1 compiti dei socialdemocratici russi C'era un’enorme differenza;
Selo leto tela i taktike russich sots. demokratov), Ginevra, ed. Izd. R-SD (Unione de: ll movimento operaio e la socialdemocrazia (Rabotee dvizenie i sotsial’naja demokratsija), Gine-
Lenin non fa il minimo cenno a un’alleanza con le « frazioni borghesi mot. zi0nanie » è alla costituzione di un partito socialista che comprendesse tulu cli
« amici » delle classi lavoratrici.
quando cioè si posc il peut di un accordo con Struve in qualità di rap. presentante dell'opposizione democratica.
Nonostante sì fosse allontanato dal marxismo rivoluzionario — cosa chiara a tutti 1 membri della redazione dell’Isfra —, Struve aveva comunque parteci-
vato la questione non tanto della sua collaborazione, quanto della stipula di un
vero e proprio accordo con l’“opposizione democratica”. Struve immaginava
sta di politica generale, come allegato della Zara, con la testata Sovremennoe Obozrenie.* Furono tenute diverse riunioni sulla questione e, come emerse in
quelle occasioni, Struve cercò di sfruttare il lavoro della socialdemocrazia ai
fini dell’opposizione democratica.
Il 29 dicembre del 1900 la redazione dell’Is&ra tenne una riunione con
Struve sulla questione dell’accordo. Nella “Nota del 29 dicembre 1900” scritta in quella occasione, Lenin così caratterizzò Struve:
&« «Iunsal“politico” Ma si della è rivelpiùatobell’acqua, sotto unaunlupolitico ce assolnelutamente nuova,della sì è parola, mostratoun senso deteriore politicante, cioè lestofante, meschino calcolatore e sfrontato. È venuto con la com-
pleta persuasione che noi fossimo impotenti: così ha formulato i risultati delle trattative lo stesso Arsen’ev [Potresov], e questa formulazione è perfettamente giusta. Il gemello [Struve] è venuto credendo che noi fossimo impotenti, è venuto a pro-
porci condizioni di resa, e l’ha fatto con consumata abilità, senza proferire una parola aspra, ma facendo nondimeno vedere quale natura grossolana, meschinamente calcolatrice, di liberale da dozzina, si celi sotto l’involucro elegante e cortese
del “criuco” ultimo grido. » *
All’inizio e alla fine del gennaio 1901, si tennero a Monaco altre due riunioni con Struve. Alla seconda Lenin ebbe chiaro il disegno dell’esponente sta Sorremennoe Obozrenie per mettere in secondo piano l’Istera, allo scopo, costui si offrì di vagliare il materiale originariamente destinato all’Isk&ra ed eventualmente pubblicato sullo Sorremennoe Obozrenie che per di più avrebbe
avuto il doppio delle pagine dell’Is&ra. Se gli iskristi avessero accettato questa condizione, si sarebbero ritrovati a portare le borracce dist ola ee come giustamente scriveva Lenin a Plechanov,
denaro c il 99 % del materiale ... Noi correremo, ci daremo da fare, ISU SL2110 Affermando poi che un accordo con i liberali a tali condizioni equivaleva a
redazione pronti a fare concessioni: Potresov, Aksel’rod e la Zasulie.? Plechanov naturalmente aveva colto benissimo la natura liberale della linea di Struve e, a questo proposito, nel gennaio 1901 scriveva alla Zasulié: lui proprio come rappresentante dell’opposizione democratica c 7n0n in quanto sonraldemocratico. Se avesse voluto lavorare con noi in quanto socialdemoucratico, non avremmo accettato, perché adesso è il momento di separarci per chiarire meglio a noi e agli altri le nostre divergenze. Non può offendersi per questo. E se lo capisce, lui stesso eviterà di ricorrere ai vari “noi socialdemocratici’: questo “noi” pesa sul mio cuore come una pietra. Caveant consules!d »”
Tuttavia Plechanov non sollevò “la bandiera della rivolta”, anzi scrisse a
Lenin che «è necessario accettare», perché la rottura con Struve avrebbe
posizione, fu siglato un accordo e vennero persino scritte due dichiarazioni, una della Zara e una dell’ “opposizione democratica”, che avrebbero dovuto essere pubblicate dalla stessa Zara. Ma la realtà diede ben presto ragione a
La tendenza a fare concessioni al liberalismo e la sua sopravvalutazione da parte di tutti i membri della redazione dell’Iséra, a parte Lenin, si manifestò anche a proposito dell’articolo “I persecutori degli zemstvo e gli Annibali del Motivo di questo articolo fu la prefazione di R.N.S., cioè di Struve, alla
pubblicazione della nota L’autocrazia e lo zemstvo del ministro delle Finanze
Stoccarda nel 1901 e costituiva, come ebbe a dire IPF AEM eroe lt eettiz contro lo 2emstvo» del ministro delle Finanze. Già allora, cioè prima della 2
.
.
Nar Lenin, Opere, cit., vol. 34, Ke}
IZ IE DOTE OTO publica capiat: Stiano in guardia i consoli, affinche a repubblica non abbia a subire alcun danno. Iotti Tao Re ITS seta lai Leninskij sbornike, cit. vol. E I
Finanze S.j. Vitte, con prefazione e note di R.N.S., Stoccarda. 19e1
formazione del Partito costituzionale democratico, la prefazione di Struve Mv cliva la natura pusillanime e conciliatoria del liberalismo russo. In sostanza
con un programma moderato e una limitata attività, sarà il risultato inevitabile della
forza distruttiva. Precisando questo aspetto, Struve spiegava al fedele er socialdemocrazia rappresentava l’unica forza pericolosa per il regime autocratuco perché, al contrario dei populisti — la cui “andata al popolo” si era rivelata quanto essi stessi erano il vero popolo, la cui organizzazione e insurrezione avrebbe causato la rovina dell’autocrazia. Da qui, secondo Struve, quest’ultima doveva trarre un’inevitabile conclusione: il governo era ancora in tempo Quanto più il governo avesse schiacciato il movimento operaio, tanto prima quest’ultimo si sarebbe impegnato in una lotta senza quartiere contro abolito gli zemstro e in generale di aver fatto una politica che aveva chiuso alle forze
Per questo motivo, prima che fosse troppo tardi, il governo doveva fare
delle concessioni:
IE sese PI concederà un dito, aio ito pae la mano. uo camente inevitabile della libertà e riveda la sua politica ile lo AbbandoETICO ppi più aprire la porta alla libertà. Forse... anzi sara così. »°
RT LETO A PS e decente descrizione del
RNA ERO eee di Struve in particolare. e
« insorge con tutto l'animo contro l’autocrazia ed e assetato di liberta pri na. XP
la libertà. Di questa contraddizione è permeato tutto l'articolo del sign r LAI
Esaminando le preoccupazioni di Struve per l’abolizione degli zemstt, lo Lenin affermava che, nonostante la formulazione pseudoscienutica, ESSE capolino una
« vecchia e stantia argomentazione: se vi metto in guardia contro la rivoluzione, mi essa. Il riferimento all’obbiettività non è nient'altro che una foglia di fico per
nascondere l’antipatia soggettiva verso la rivoluzione e l’attività rivoluzionana ». i
di lotta per la libertà contro l’autocrazia fu sbugiardato da Lenin: gli zessitvo
erano l’organizzazione «dei rappresentanti delle nostre classi abbienti», che cavano di mantenere il più possibile una linea amichevole e non conflittuale nei confronti dei rivoluzionari. Scrive Lenin:
« Si capisce che non si può vedere né un “grande” fattore, né in generale un fattore stato finora capace soltanto di presentare istanze liberali e di mantenere un’amitore ausiliario. In questo senso siamo disposti perfino, se volete, a riconoscere che lo zemstvo è un pezzetto di Costituzione ... Lo zemstvo è un pezzetto di Costituzione. E sia. Ma è precisamente quel pezzetto di Costituzione mediante il quale la “società” russa veniva distratta dalla Costituzione. »*
Continua Lenin: « Ecco, è precisamente questo aspetto della questione — l’importanza degli zem.ire come strumento per rafforzare l’autocrazia mediante concessioni ambigue, come strumento per far avvicinare all’autocrazia una certa parte della società liberale —
che il signor R.N.S. non ha assolutamente capito. »
Ie ie telo ole elia tia l’aspirazione di Struve si riduceva al desiderio
i V.I. Lenin, Opere, cit., vol. 5, p. 51.
una sfumatura chi casta», Lenin indicava 1 e Sea della socialdemocrazia riso
luzionaria che, nella lotta contro l'autocrazia, avrebbe appoggiato qualsiasi
ineviMento d'opposizione, compreso quello degli zemsfhro, diretto contro las solutismo. Ma questo sostegno avrebbe avuto tanto più successo -- riteneva liberati da dannose illusioni, come quella di ottenere una Costituzione attra verso un pacifico accordo con l'autocrazia, o come quella di considerare lo genrstra un eMbrione della Costituzione, civé una tappa di questo percorso. Dopo essersi dichiarato d'accordo nel complesso con l'articolo di Lenin, Plechanov indicò alcuni punti che, a suo parere, dovevano essere rivisti.
con Lenin nella valutazione dei rapporti tra socialdemocrazia e liberali. Il 14
luglio del 1901 Plechanov scrive a Lenin:
« Nelle prime quantro sezioni, è necessario secondo me modificare alcune espres-
sioni. Non ce il caso ora di criticare i liberali in generale, Non è una buona tattica, dol
ulumi che abbiamo messo in dubbio; si deve dire: speriamo che adesso non si ripeta sono degni di chiamarsi con questo nome; cattivi sono # cosiddetti liberali, mentre il liberaltsmto di per se menta un grande rispetto. In tondo noi dobbiamo guardare ai liberali come a possibili alleau ma, dobbiamo riconoscerlo, abbiamo adottato un tono tutr'altro che conciliante ... Dunque, mio caro, attenuatelo. Ora non dobbiamo prendere il
Ma non era solo Plechanov a dissentire sul tono generale dell’articolo di
Lenin e su alcuni punti; anche altri membri della redazione — Potresov, la Zasuliè e soprattutto Aksel’rod, come diceva Plechanov, «il più sottile dei tattici» del gruppo Osvobozdenie Trudd — volevano annacquare le parti dell’articolo sul ruolo e sull’importanza degli zemstvo. In tal senso, soprattutto Aksel’rod avanzò delle obiezioni che, nel complesso, si riducevano all’espressione formulata da Plechanov «non dobbiamo prendere il liberalismo di con-
perché all’epoca condivideva con Plechanov la valutazione complessiva sul
liberalismo. Fino al momento della scissione al 2° Congresso let niroa
ONE OO do diverse — e ozio IO ale aveva avuto MEETS RO E BL o degli avvenimenti rivoluzionari e
della politica reazionaria del governo.
FARE e Da) SOI ASIA 18, p. 21. (N.-d.R.)
Capitolo VII - EZIO SO)
Alla fine del giugno 1901, si svolse un congresso clandestino degli zramstra
c contemporancamente comparve in ciclostilato la “Lettera ai membri degli zemstra” che illustrava il programma liberale: loro democratizzazione (assai moderata).
2) Revisione e modifica della legislazione sui contadini per equiparare 1 loro diritti a quelli degli altri ceti sociali. dalle imposte determinati redditi minimi. tutte le leggi limitative alle competenze delle Corti d’assise. S) Allargamento della libertà di stampa, climinazione della censura preventiva,
6) Revisione della legislazione e delle disposizioni ministeriali relative alla ricri; il loro crescente malcontento costrinse il governo a prendere provvedi menti per affrontare le cause dell’impoverimento delle campagne. Tuttavia,
l’ “Assemblea straordinaria sulle necessità dell'industria agricola”, costituita allo scopo, non fece altro che registrare la rinnovata opposizione al governo da parte dei liberali degli zemstvo. Nelle assemblee provinciali, i liberali criticavano le iniziative delle autorità e, a Voronez, un loro membro (ex populista), Il medico Martynov presentò la richiesta di una Costituzione. Per tutta risposta il governo, nella persona del ministro degli Interni Pleve, rimosse Molti liberali dai loro incarichi ed esiliò Martynov nel governatorato di
La pressione del movimento dei contadini stimolò una maggiore differenziazione all’interno degli zems/vo: accanto allo spostamento a destra di taluni personaggi, si consolidò l’opposizione liberale. Nel marzo 1902, in occasione
della fiera dell’artigianato, si riunirono a Pietroburgo i membri degli zemstvo e qui la componente liberale decise di pubblicare un proprio organo; pouco tempo dopo un’analoga riunione tenuta a Mosca affrontò nuovamente la
In maggio fu tenuto un nuovo congresso clandestino degli zems/ra che Infine il 1° luglio 1902, a Stoccarda, uscì il primo numero della rivista
i srobozdenie, organo dell’opposizione liberal-democratica. Redattore TRO
nominato Struve.
ERETTA Lenin, Opere, cit., vol. 6, p. 143. (N.d.R.)
Pa bineai cditonale del giornale era assar moderata; la principale rivendica
compatio Li compagine liberale degli zemstvo attorno a Struve, costringendola
gir arima: rifiuto dell'assemblea dei rappresentanu degli zemstro, richiesta della
(Cosutuzione e del suffragio universale; unificazione in un unico partito liberale dei costituzionalisti, ecc. Gli zermsrro si differenziarono così al loro interno: una parte abbandono le file dei liberali per gettarsi tra le braccia del governo; un'altra componente formò 1l nucleo dell’opposizione liberaldemocratica, che includeva non solo 1 proprietari terrieri scontenti, ma anche esponenti della borghesia industriale e dell’intellighenzia democratico-borghese, che avreb-
bero dato vita nel 1905 al “Partito costituzionale democratico della liberta L'evoluzione sia del liberalismo russo che del suo teorico, Struve, era stata Alla questione dei liberali, dei loro rapporti con la socialdemocrazia rivoluzionaria, alla posizione conciliatoria e pusillanime del liberalismo, all’utilizzo delle correnti di opposizione, l’/skra dedicò molti articoli di Plechanov, Lenin, Martov e altri. ] più incisivi, chiari c circostanziati furono quelli di Lenin c Ncl] valutare l’attività delle varie organizzazioni in Russia, compresa quella
dci partiti d’opposizione, l’/sera partì dalla posizione espressa nel Manifesto condizioni sociali e politiche esistenti. »
fondo e serio è il suo impegno niroluzionario ... Per quel che ef: sini |
così come Marx ed Fngels RION NOOO del Maree (Te ge (I Teo (gd anni Quaranta del secolo scorso. » Plechanov ri note Ive OA ere parole universalmente di Marx | sullailotta
borghesia in quanto forza rivoluzionaria che
ET POR LOIZZO comunista, l:dizioni Lotta Comunista, 1998, p. 97. PERU PRO Ze hier ortodossa”, Opere, cit., BM ET
contrapposizione degli interessi della borghesia e del proletariato Nell’articolo "La propaganda politica e il punto di vista clasaista . derini, cogliendo l'occasione dell'intervento di Stachovié, capo della notata dr
mento democratico], ma tenendolo sotro contre Le
Nell’articolo sulla “Lettera ai membri degli zemstvo” 3 Lenin invitava gli
diarne la storia; esponeva inoltre l’idea che la classe operaia duvesse appogcrollo avrebbe avvicinato l’avvento del socialismo.
Ma allo stesso tempo, nel dare queste indicazioni agli operai, Lenin non
liberali c della loro guida, Struve.
Nell’articolo “Il progetto di una nuova legge sugli scinperi”, + parlando de propositi degli industriali liberali di ottenere dal governo una più vantaggiosa gli operai a “moderare” le loro agitazioni contro le sanzioni previste per gli cambiamenti dell’opposizione liberale. Inoltre era particolarmente penicoloso per il movimento operaio, in quanto ex socialdemoncratico e rinnegato della socialdemocrazia che aveva imparato a conoscere. In conseguenza della sua
i Istera n. 16, 1° febbraio 1902. I_eninskij sbornik, vol. 4, p. 89.
> VI. Lenin, Opere, cit., vol. 6, pp. 137-146.
se prattutto quello del 1885 alla fabbrica Morozov, l’autocrazia tu costretta a emanare unu
eta Lenin analizzò nell'articolo “Commento alla legge sulle multe intlitte 10 “Peri nelle fabbriche e nelle officine” dell'autunno del 1895 (cfr. nota a RAI Ro
zione nivoluzionaria, ma cercava di diffondere l'illusione di aver ragione del l'assolutismo non in seguito a una la Jotta diretta, Ma limitandosi alla sola
minaccia della lotta nella trattativa con l’autocrazia. Nell'articolo “Il Signor Struve smascherato da un suo collaboratore”
I xnin denunciava la moderazione, la disponibilità a scendere a compromessi del direttore di Osrvobagzdente. Dopo avere ricordato che nel gennaio 1961 Struve si era limitato a un Moderato programma « sui diritti c sull’autorità deyji richiesta della Costituzione, che nel febbraio 1903 aveva proclamato che entrambi questi programmi presupponevano la rivendicazione del suffragio universale, Lenin richiamava l’attenzione degli operai sulla natura opportunistica e conciliatrice del liberalismo russo e accusava Struve di essere una marionetta sempre pronta a scendere a patti con l’autocrazia. L’/Isfera però non si limitò a polemizzare con le posizioni di Struve; denunciando la vigliaccheria, l’indecisione e la tendenza dei liberali (Sipov, Stachovié) ad accordarsi con cratica contro l’autocrazia.
Così, quando nella primavera del 1901 cominciarono le agitazioni studentesche, Plechanov, Lenin e Martov appoggiarono la gioventù democratica.
dicembre 1901, salutando la lotta degli studenti, Plechanov sottolineava con
Dal canto suo, nell’articolo “Arruolamento forzato di 183 studenti” Lenin invitava gli jose ad appoggiare gli studenti insorti:
col sangue di migliaia e migliaia di rivoluzionari martirizzati eroe oe ELI n nelle file dei socialisti. Ed è indegno del nome di socialista l’operaio che può assi-
stere con indifferenza allo spettacolo di un governo che manda le truppe contro E
fatele studiosa. Lo studente è accorso in aiuto dell’operaio. L’operaio deve
Questo brano mostra con chiarezza che, quando era necessario e quando
] movimento democratico lo richiedeva, l’Iskera sapeva ben distinguere IL lotta
! lskra, 1° aprile 1903, N. 37.
2 G.V. Plechanov, Opere, cit., vol. 12, p. Lea
3 VI. Lenin, Opere, cit, vol. 4, p. 455.
di maggio a Char'eor, Lenin, appoggiando il tentauvo degli opera: della citra di
manifestare il Primo Maggio (1900), indicava la causa del fallimento: della manifestazione nell’assenza di una radicata Organizzazione rivoluzionaria € incitava a costruirla:
« Questa organizzazione dev'essere un organizzazione ri oluzionane: dev'essere fra
mento operaio socialdemocratico e decisi ad una lotta risoluta contro l'odierno rivoluzionaria che le lezioni di molti decenni hanno elaborato fra gli intelietruali rivoluzionari russi e, dall’altra, la conoscenza dell'ambiente uperaso e la capacita,
tuali e gli operai, non a creare un’organizzazione “puramente operaia”, ma precisa
mente ad una tale unione noi dobbiamo prima di tutto e più di tutto pensare. »! Questa posizione dell’/sé&ra va sottolineata perché, oltre ai liberali, era presente un’altra componente della democrazia — i socialisti-rivoluzionari — che individuale, sminuiva il ruolo dell’intellighenzia nella rivoluzione. L’atteggiarivoluzionari, venne chiarito puntualmente sull’/séra. In tal senso occorreva
precisare due questioni: il ruolo dei contadini nella rivoluzione prossima e approfonditi articoli. In essi — ad esempio “La morte di Sipjagin e 1 nostri compiti di agitazione” e “La logica del terrorismo russo” di Plechanov; consistenza del terrorismo come mezzo di lotta contro il sistema dei rapporu
Non ripetiamo qui nel dettaglio tutti gli argomenti contro il terrorismo, facciamo solo presente che, senza sminuire gli atti di eroismo come l’uccisione di Sipjagin da parte di Balmasév,? l’/sk&ra sottolineava che solo un movimento
poteva avere una speranza di vittoria. Da questo punto di vista, le posizioni dei socialisti-rivoluzionari o di Zelenskij sul ruolo di “stimolo”? del terrori-
smo erano frutto di sconsideratezza e di avventurismo. Dopo aver analizzato le radici storiche del terrorismo russo, Plechanov
giungeva alla conclusione che la sua comparsa avveniva sì laddove il giogo del
i ZA EEE
non consentiva ancora di pensare a un'insurrezione di massa». Nel fatto che il terl'energia rivoluzionaria delle masse, al contrario l’attutivano, perché le abituavano a sperare in atti isolati di individui eroici. Indicando la confusione teo-
rica del programma degli S-R, che vedevano la loro forza nella costituzione di un partito basato sul proletariato, l’intellighenzia c 1 contadini, l’Is&ra sotto-
vittoria contro l’assolutismo e che era la natura piccolo-borghese degli S-R a spiegare il loro culto del terrorismo. Martov affermava: « So benissimo che le bestialità degli sbirri dello zar provocano e provocheranno atti di vendetta individuale; ma ciò non ha, né può avere nulla in comune con le azioni di un partito rivoluzionario. Il terrorismo non è un metodo di lotta, ma il sintomo del declino del sistema autocratico. La lotta comincia là dove interviene la massa rivoluzionaria e là verranno indirizzate tutte le forze dei bacilli rivoluzionari. » !
Cosa proponeva l’/s£éra al posto degli atti terroristici? Azioni rivoluzionarie di massa del proletariato: scioperi politici, manifestazioni armate, resistenza
organizzata alla polizia e all’esercito. Nel 1901-1903 la tattica dei socialdemocratici corrispondeva all’effettiva lotta del proletariato: lo sciopero di
massa e la manifestazione a Rostov sul Don nel 1902, lo sciopero generale nella Russia meridionale, le manifestazioni politiche a Niznij Novgorod,
Rostov sul Don, Batumi, Tbilisi e in molte altre città educarono il proletariato
Nell’articolo “Pedanteria ortodossa”, Plechanov rispose a Rjazanov, che
aveva espresso PERSI4 insoddisfazione nei confronti del programma redatto alutandolo molto diverso dal vecchio progetto di
(Isvobozdenie Trudàd. Plechanov chiariva che il nuovo programma non era stato iMposto Pddazione dell’Isera dal “serpente tentatore” Lenin, e che
eo oto (ato) Osvobozdenie Trudà, cui erano state
dei bacilli rivoluzionari (Considerazioni su argomento batteriologico)”’,
bi a IO an (pere cit., vol. 12, p. 373, € PICO ZA elaborazione del programma A dei sociuldemocratici russi (Prockt programmy iskry 1 zadati III P/N ACER ’ i
Capitolo V71 - {I penoda della nati “libra” (li 1285
I documenti recentemente pubblicati, che illustrano il processo di elabora zione del programma, dimostrano che Plechanov aveva razione. Possiamo
affermarlo con certezza almeno per quanto riguarda la parte teorica: come possiamo vedere dai materiali pubblicati nel quarto volume delle (pere di Lenin, nonostante le sue proteste, la parte teorica del programma fu adottata col sostegno degli altri membri di Osvobozdenie Truda ed era quella formu-
lata da Plechanov. Sarebbe tuttavia sbagliato ritenere che Lenin non abbia avuto alcun ruolo nell’elaborazione del programma di partito; nessuno dei membri della redazione era così preparato per un simile lavoro come lui. Quando ancora militava nell’ “Unione di lotta per l’emancipazione della classe operaia” di Pietroburgo, Lenin aveva redatto un progetto di programma, a dir il vero, noto all’epoca solo a pochi compagni; l’anno dopo, in carcere aveva scritto un commento
esplicativo a questo progetto e nel 1899 nell’articolo “Il nostro programma”,
destinato alla Rabocaja Gazeta allora clandestina e sotto attacco del governo,' aveva sviluppato nuovamente i concetti fondamentali che sarebbero stati posti a fondamento del programma del partito; infine, nel 1900, alla vigilia della partenza per l’estero, Lenin aveva scritto un dop paprasonmi gl esteso articolo titolato “Il progetto di SNA GA SOA i programma del nostro Partito. ?
n Pi Bione prio BG pera gg Questi lavori di Lenin hanno due
Sl gent apoita o persiani dn fondamentali elementi comuni; egli condtisioe pe db pela ISU E A siderava il programma di Osvobozdenie ateo abit get, sgirnitna Rs Trudàd come il punto di partenza da n: 9 got pieni BL pian completare con nuove tesi e apggiustaFE Pao hh gni menti relativi alle mutate condizioni di
E sar sviluppo sociali ed economiche della PI E end nisi Russia. Nel progetto del 1900, riferenaa UE O E E e dosi al programma di Osvobozdenie dr £ "7-27 Truda, Lenin riteneva che, « benché
== pubblicato quasi quindici anni fa, esso, LG SIR sù a nostro avviso, è nel complesso
“Progetto di programma del pienamente soddisfacente, risponde allo
nostro partito”, gli appunti di Lenin scopo ed è in tutto e per tutto all’altezza dell’odierna teoria socialdemocratica ».3
LV 1. Lenin, Opere, cit., vol. 4, pp. 211-215. Nel periodo della deportazione Lenin scrisse «li articoli “Il nostro programma”, “[] nostro compito immediato” e “Una questione
urgente”. La Rabociaja Gazeta, alla quale gli articoli erano destinati, era stata riconosciuta
quale organo ufficiale del partito al 1° Congresso del POSDR. Nel 1899 si cercò di riprendere le pubblicazioni del giornale; la redazione si rivolse a Lenin proponendogli pnma i. direzi ne ce poi la collaborazione. Lenin inviò gli articoli che però rimasero allora inedio In quanto il giornale non fu più pubblicato. (N.d.R.)
NL Lenin, Opere, cit, vol. 4, pp. 229-256. idem, p. 234.
jenace Truda IENA LARE SIT en formulati c avrebbero dovuto LT di al conseguimento di questo fine, cioe la conquista del potere politico da parte eva accanto ar residui feudali, il rapporto tra il movimento rivoluzionario AE IP SIAE SEZ oto proletariato, la necessità di costituire un
phi strumenti di lotta e le rivendicazioni del partito. la nin, era stata confermata sia dalla teoria che dalla pratica del movimento AUSONIA possono ce devono, a nostro avviso, Ue Mo NE del programma del POsPk proprio il progetto del gruppo Osvobozdenie Truda, al Carattere redazionale, »!
Quali modifiche e aggiunte bisognava apportare secondo Lenin? Innanzi-
dal 1885, cioc dalla stesura del progetto di Osvobozdenie ‘Trudd. All’epoca il
programma cera stato claborato da una manciata di rivoluzionari socialdemo-
cratici all’estero, quando il movimento operaio era ristretto; ora invece esistevano tuttu gli elementi di un vero partito operaio « fondato da tutta una serie
di organizzazioni socialdemocratiche russe ».
namento economico russo e del suo sviluppo dovrebbe diventare il fulcro
smo: la scissione della società in borghesia e proletariato, l’« aumento della miseria, dell’oppressione, dell’asservimento, della degenerazione, dello sfrut-
Su queste basi Lenin aveva claborato anche il progetto di programma del 1895. Qui, nella parte “A”, ai punti 1, 2 c 3, egli menziona lo sviluppo del
capitalismo russo ce della classe operaia, mentre ai punti 4, 5 e 6 tratta della lotta degli operai contro il capitalismo e indica il principale ostacolo per il proletariato russo nell’autocrazia e il conseguente compito del suo abbatti-
‘Cari nel programma del gruppo di Osyobozdenie Truda: « Il capitalismo ha compiuto in dell'economia naturale cede il posto alla produzione LTL Edie
mancipazione dei contadini: declino dell'economia naturale nelle la emigrazione della manodopera agricola nelle citta, crisi dell’arupgianato leale 1899) le particolarità dello sviluppo economico in Russia negli ultimi quarant’anni del xIx secolo, Lenin sottolincava che queste peculianta non solo non confermavano la validità c costituivano un ulteriore argomento contro la ““entica” di Bernstein. Ad esempio, riprendendo le argomentazioni di Bernstein contro la “teoria dell’immiserimento”,! Lenin mostrava al contrario che lo
neava anche che le uniche modifiche da apportare al programma di Osvo-
socialdemocrazia tedesca, * senza tuttavia cancellarne gli aspetti legati alle particolarità economiche e sociali della Russia. Dopo aver spiegato il concetto di “aumento della miseria” e descritto | caratteri della lotta del proletariato, secondo Lenin, il programma doveva indicare il fine ultimo di questa lotta e gli obiettivi a breve termine, civé la con-
dell’attuale assolutismo russo e la necessità di abbatterlo non solo negli interessi saria sia sotto l’aspetto teorico — poiché, dal punto di vista delle idee fondamentali
inconsistenza di una simile “critica” ... Inoltre Kautsky ha dimostrato che le ZIO
tuarsi del divario esistente tra la situazione del Lr EC Ca A LR O "Il congresso di Hrfurt del Partito socialdemocratico tedesco si tenne dal MEP espresse: « Non abbiamo alcun timore di dire che vogliamo imitare il programma dd:
lirfurt: non c'è nulla di male ad imitare ciò che è buono, ed TE e SAS TER TATO
riteniamo nostro dovere dichiarare apertamente che lo condividiamo. Ma limiurazione
| 86 LU PEA li TATO è PAD POL
interessi di un singolo strato di operai è di singoli momenti del movimento —, sia democrazia, nel campo della propaganda, dell’agitazione e dell’organizzazione. » i
Dopo aver indicato la necessità di dedicare un paragrafo a una componente fondamentale del programma (la questione del sostegno da parte della socialdemocrazia a ogni movimento di opposizione democratica all’autocrazia), Lenin passava alla parte pratica del programma, precisando i punti da eliminare nel progetto di Osvobozdenie Trudà: le indicazioni sulla forma di possesso fondiario contadino, sulle cause dell’ “instabilità” dell’intellighenzia, sulla rivendicazione di una legislazione popolare diretta e il punto sui mezzi della lotta politica, tra cui il terrorismo (e il sostegno statale alle associazioni di produzione). Specificando che il problema del terrore riguardava la tattica, Lenin sosteneva che difficilmente le questioni relative alla tattica possono essere inserite in un programma; esse devono essere discusse sulla stampa di partito e risolte definitivamente nei Congressi. Lenin passava poi ad elencare le rivendicazioni della parte pratica, * soffermandosi in particolare sulla questione contadina. Per Lenin, in Russia essa si
dente si tratta quasi esclusivamente del contadino nella società capitalistica,
fre non meno (se non più) a causa di istituti e di rapporti precapitalistici, a causa
LONATE ec pa lea 10) rivendicazioni di trasformazioni iii democratico generale; 2) rivendicazioni elit Za ei degli gr E) iii
dovrebbe essere bisogno di apportare Jean ggolgglerteetosla al “progetto di aLe pramma” del gruppo Osvobozdenie Trudàd ... Per quanto TA T en IRE le ri sezione ... non meno di 36 ore alla settimana per ogni operato; edotto delle uu ENI Zio
Eta O (Capriate tuale elet io pa die 6) divieto assoluto, senza cccezioni, della retribuzione in natura; rà (IONE pluie [Gio eo lele ftata li infortuni e le mutilazioni RIGO Ia SIE industriali che “e gleol it: 8) obbligo
volta alla settimana; 9) abrogazione di tutte le leggi che violano l’uguaglianza giuridica fra
piccoli padroni nella società capitalistica? e 2) sono i nostri contadini capaci, sia gleba c contro l’assolutismo? »
Iniziando dal secondo punto, Lenin affermava che
« un partito operaio non può, senza violare i dettami fondamentali del marxismo e esistenti anche tra i contadini, non dare il suo appoggio a questi element ». "a
rapporti agrari”), e proponeva questa soluzione:
« Appoggiando ogni movimento rivoluzionario diretto contro l’attuale ordinain cui, quale classe che più soffre per la mancanza di diritti del popolo russo e per lotta rivoluzionaria contro l’autocrazia.
soggetto a tributi.
2) La restituzione al popolo del denaro che il governo e grandi proprietari fondiari
3) L’abolizione della responsabilità collettiva e di tutte le leggi che limitano il diritto
4) L’eliminazione di tutti i residui di dipendenza servile dei contadini dai grandi proprietari fondiari, derivino questi residui da leggi e istituti speciali (per esempio
la condizione dei contadini e degli operai nei distretti minerari degli Urali), oppure
alato (per esempio i residui delle servitù nel Territorio Occidentale), o dal
tadini nella stessa situazione disperata nella quale si trovavano prima i contadini 5) Che ai contadini sia riconosciuto il diritto di richiedere per via giudiziaria la ridu-
T 2
TAO p. 246.
190 Storia del Partito bolscevico
Dobbiamo tenere conto che, già nel 1896, nel primo progetto, Lenin aveva formulato il punto relativo alla confisca delle terre (punto secondo del paragrafo: « Restituzione ai contadini delle terre stralciate nel 1861.»). Quest’idea, come quella sulla nazionalizzazione della terra, era nata in precedenza e già nello scritto del 1894 Cosa sono gli “amici del popolo” e come lottano contro i soctaldemocratici? Lenin, polemizzando con i populisti, sosteneva in proposito:
« Ne ho già lungamente parlato dimostrando come i lamenti che essa suscita siano
prietari, rendendo un servizio a questa enorme forza reazionaria sia direttamente (riprendendo la terra ai contadini), sia indirettamente (con l’artificiosa ripartizione dei nadel). 1 socialdemocratici lotteranno nel modo più energico per l’immediata restituzione ai contadini della terra che è stata loro tolta, per l’espropriazione com-
dali. Quest’ultima rivendicazione, che coincide con la nazionalizzazione della terra, non è affatto socialista, perché la sua attuazione provocherebbe solo uno sviluppo più rapido e più largo del sistema dell’affitto, che ha già cominciato ad introdursi in Russia, ma è molto importante dal punto di vista democratico, poiché è il solo
elaborazione del programma del partito all’interno della redazione dell’Is&ra, il disaccordo tra Plechanov e Lenin emerse anche sulla questione della nazionalizzazione della tetra.
Proponendo i provvedimenti suindicati riguardo ai rapporti agrari, Lenin partiva da due punti fondamentali: 1) l’eliminazione di tutte le istituzioni e di tutti i rapporti precapitalistici nelle campagne; 2) la conduzione della lotta di classe nelle campagne secondo modalità più aperte e consapevoli. lare e talee atea ei KO di tutte le rivendicazioni del programma agrario
provvedimenti favorissero il rafforzamento della piccola proprietà.
Mostrando poi che la stessa realtà richiedeva l’introduzione nel programma
« I) Indicazione delle caratteristiche fondamentali dello sviluppo economico della Russia; 2) indicazione del risultato inevitabile del capitalismo: aumento della mise. ria e del fermento fra gli operai; 3) indicazione della lotta di classe del proletariato
! Ibidem, vol. 1, p. 292.
l'asseluusmo russo, determinando la mancanza di dintn e 1 OSE OSSEI PO
La stessa concretezza è riscontrabile anche nel programma sentito da Lenin nel 1895. Quando Lenin si recò all’estero, aveva gia le idee chiare sulla forbozdenie Trudd, come dimostra il riferimento alla “bozza” di progetto nella lettera di Aksel’rod del 12 luglio 1901, in cui si allude al programma del 1895. Non appena il progetto dell’/skera si consolido, la redazione comunciù a disI] progetto del programma fu scritto alla fine del 1901 da Plechanov, e venne discusso nella redazione di Monaco nel gennaio 1902 (Potresov era assente per malattia). Lenin e Martov obiettarono sulla sua astrattezza e siul-
l’Eccessiva attenzione dedicata alla polemica con Bernstein, obiezioni in parie condivise da Aksel’rod. Plechanov rifiutò di far votare i singoli punti del pre gramma e lasciò Monaco. Allora Lenin lo riscrisse; ma Plechanos lo boccao
nel complesso e il 12 marzo 1902 scrisse ad Aksel’rod:
“Ne verrà fuori qualcosa di simile a una nuova scissione; per preveniria © Lene
eo Pea ANTI EA ES oppose al programma modificato di Pie-
Dcjé nel caso di una sua eventuale partenza). Plechanov propose un din) re
(Car Lutero di PB. Aksel rod e LO. Martor, cit, pp. 43-44
della Lega della sotialdemocrrazia rivoluzionaria russa all’estero. Contrari a que «ta soluzione furono Aksel rod e Lenin che, tuttavia, non si oppose ZIE
scussione delle questioni controverse. A metà aprile 1902, la Zasuliè, AN 0e n
Martov € Plechanoy si riunirono a Zurigo e, dopo una lunga discussione, adot-
tarono 1 secondo progetto di Plechanov, pubblicato sul n. 21 dell’/séra. l'articolo di Lenin “Il programma agrario della socialdemocrazia russa”,
pubblicato sul n. 4 della Zara, suscitò divergenze ancora maggiori. Contro l'articolo intervennero Aksel’tod e soprattutto Plechanov. Le osservazioni sterzanti e polemiche di quest’ultimo raffreddarono i suoi rapporti con Lenin, tanto che nella redazione dell’Isera si riparlò di scissione. Tuttavia ancora una volta l’incidente rientrò grazie alla mediazione di Martov, Aksel’rod e la Zasulié che indussero Plechanov a scrivere a Lenin una lettera di riappacificazione.
Così apparvero i fatti, ma quale era la sostanza di questa appassionata polemica divampata tra Lenin e Osvobozdenie Truda? La differenza tra i due progetti, come rilevò Kamenev, consisteva nel fatto che il progetto di Lenin «si differenzia da quello di Plechanov in primo luogo per l’individuazione più netta e rigorosa delle tendenze fondamentali del capitalismo e della meccanica sociale che porta alla rivoluzione proletaria; in secondo luogo, per la maggior attenzione alle peculiari condizioni dello sviluppo del capitalismo e della lotta proletaria in Russia ».
tadini. Così Lenin riassumeva le sue note al secondo progetto modificato di
‘critici’ e molù altri; n
OI lola Cipe pen tende costantemente a dare la II del processo, senza riuscirci; l’esposizione è OLI Ao to molte ripetizioni e il programma assume
regolarmente la forma di un commento. » mo e il secondo punto di queste note, Lenin
DI
generale, ma del capitalismo russo in particolare, non un'analisi dei rapporr di Ma limitandoci alla divergenza fondamentale sulla questione dei rapport: « 11. La socialdemocrazia internazionale guida il movimento di emancipazione delle masse sfruttate, ne organizza le forze; mette in luce l’inconciliabilita deydi interessi tra le classi, chiarisce l’importanza storica e le condizioni necessarie per la rivoluzione sociale guidata dal proletariato, sostenuto dagli altri ceti sociali che soffrono deilo sfruttamento capitalistico. 12. Il fine ultimo della lotta della socialdemocrazia è l’eliminazione der rappor di
produzione capitalistici, cioè l’espropriazione degli sfruttatori e dei mezzi di produzione, la trasformazione dei prodotti in proprietà sociale e l’organizzazione del processo sociale produttivo in modo da soddisfare sia le necessità della societa nei suo complesso che di ogni singolo componente. » !
Il decimo paragrafo, a cui Lenin si opponeva in particolar modo, era stato
formulato da Plechanov così:
« Man mano che crescono le contraddizioni del modo di produzione capitalistico, aumenta anche il malcontento e si acuiscono le rivolte delle masse e soprattutto s1 intensifica la lotta della loro avanguardia, il proletariato, contro 1 difensori del sistema; allo stesso tempo, la concentrazione industriale, che riunisce i lavoratori nella grande impresa, crea i presupposti per il superamento dei rapporti capitalistici di produzione
Riguardo a questi punti, Lenin ne rilevava la contraddizione con il Manifesto comunista di Marx ed Engels, con gli statuti dell’Internazionale e con i programmi dei partiti socialdemocratici.
Dopo aver mostrato che il progetto di Plechanov accomunava il malcontento del proletariato a quello della piccola borghesia che lottava per difendere
socialdemocrazia internazionale doveva organizzare e guidare solo le forze della classe operaia, Lenin affermava: “Il progetto parla in senso assoluto del carattere rivoluzionario della piccola borc non dice nemmeno una parola del suo carattere conservatore (e persino reazio-
ulicsia, Lenin si differenziava da Plechanoy anche nella valutazione delle con-
dizioni: che la rendevano rivoluzionaria (in particolare i contadini). La diver-
Lenin agli altri membn della redazione dell’/s&ra, emerse durante la discus-
stone sull'articolo “Il programma agrario della socialdemocrazia russa”. Tra le altre osservazioni su questo articolo di Lenin, Plechanov ne fece una fondamentale sulla questione della nazionalizzazione della terra. Lenin riconosceva che questa parola d'ordine in particolari condizioni poteva essere fatta propria dai contadini durante la rivoluzione borghese: lista) effettivamente ‘va oltre" la rivendicazione delle terre stralciate, e in linea di
principio noi l'accettiamo pienamente. In un dato momento rivoluzionario, non ca
rifiuteremo naturalmente di porre questa rivendicazione. »
Sc confrontiamo questo passo con quello dell’articolo di Plechanov “Progetto di programma del partito operaio socialdemocratico” (pubblicato sulla Zara, N. 4), che parla della nazionalizzazione della terra, può sembrare a prima vista che non vi siano divergenze. In realtà, Plechanov sosteneva: “ 1. anche vero che, in rpoca niroluzionaria, l'espropriazione dei grandi latifondisti può
divenire una condiziene necessaria alla vittoria del partito rivoluzionario. Ma tale questione andra posta € nsolta in base ai rapporti di forza quando si porrà. Parlarne ora è prematuro, anche se bisogna riconoscere che in determinate circostanze sara neces-
Sia Lenin che Plechanov riconoscevano che «in determinate circostanze » (Plechanov), «in un dato momento » (Lenin), «sarà necessario porla » (Plechanov). «non ci rifiuteremo naturalmente di porre » (Lenin). Non sembrano esserci divergenze. Tuttavia, correggendo questo punto dell’articolo di Lenin e di Plechanoyv in parucolare, gli altri membn della redazione sottolineavano
Ù carattere reazionario /n generale di questa misura durante la rivoluzione
borghese. Lenin rifiutava di porre la questione in termini generali, ritenendo MESI Ore misura potesse avere un carattere rivoluzionario nella facendoli schierare con il proletariato. Nella sua correzione, Martov scriveva
indispensabile alla socializzazione di tutti 1 mezzi di produzione »; Vera Zasulie, mento sulla nazionalizzazione della terra. Inveee Plechanoy si espresse senza
tutti 1 mezzi di produzione. »
agrario proposto da Lenin, divergevano sulla fondamentale questy:ne in: ruolo dei contadini nella rivoluzione russa. Per Lenin l'unico alleato nei. "14
servatorismo. Plechanov e gli altri componenti della redazione deli l:4su, ci x
Rjazanov nel criticare Lenin, il serpente tentarore’’, per colpa del quae ta
redazione dell’ /s&era non aveva avanzato nel suo programma la rinendicazione
progetti di Plechanov e Lenin per constatare che il progetto di Plechano: siderazioni di Lenin, tra cui la rivendicazione della restituzione delle terre stralciate ai contadini con l’emancipazione. Non solo gli S-R, ma anche 4 resto dei socialdemocratici erano contrari al programma proposto dall’ /s£ra. Mentre alcuni socialdemocratici (Rjazanov, Stekloy} ce gli S-R vi si oppone-
socializzazione della terra), un’altra parte dei socialdemocrauci sì nu pponeva
di partito più stretti. La realtà diede ragione a Lenin. Nell'articolo citato egli aveva indicate la necessità di avanzare la rivendicazione della nazionalizzazione della terra neila rivoluzione borghese: le insurrezioni spontanee scuppiate in que! perivdo
stralciate non bastava ai contadini. Nel 1907, nella pretazione alla raccuità
dei movimento contadino democratico rivoluzionario ... Ma qui è importante son.
(Comunque stessero le cose, già nel 1902 il programma del nostro partito cera stato elaborato; pubblicato sul n. 21 dell’/séra, fece il giro della Russia ec
venne discusso ampiamente.
LVL Lenin. Open, cit, vol 13, p. 96.
Il periodo della vecchia Iskra (1900-1903) (11)
IL LA FASE LONDINESE 1902-1903
I. I piani organizzativi dell’Iskra Oltre a quella mole di lavoro teorico di cui abbiamo già parlato — la lotta contro il revisionismo e la sua forma russa, l’&conomicismo, e quella contro l’ideologia piccolo-borghese rappresentata dagli S-R e l’influenza nefasta dell’opposizione liberale e in particolare quella di Struve —, l’Iskera sviluppò un enorme lavoro pratico sulla questione della costruzione organizzativa del partito secondo il piano di un “giornale per tutta la Russia”, fulcro per la formazione di quadri rivoluzionari di professione. Tali questioni erano state già poste da Lenin, ancora prima di trasferirsi all’estero, negli articoli redatti per il terzo numero della Raboiaja Gazeta, che non vennero pubblicati, “Il nostro programma”, “Il nostro compito imme-
Molti ritengono che le divergenze nel campo organizzativo non abbiano
alcun rapporto con quelle politiche; ma questa visione può essere superata
politica, tutto ciò era connesso all’economicismo, al suo accodarsi al movi-
Mento spontaneo delle masse. È da queste fondamenta che originò quella
SIAT Seti Zia Taio Oa politica tradeunionistica, quale sazione politica di rivoluzionari? Se non è ancora venuto il momento di passa
re alla lotta politica, perché fondare un’organizzazione politica nvoluzionana? La stessa massa nel suo movimento promuoverà e formerà l’organizzazione e IVO MA MARIAE IST Pietroburgo, ‘ alla fine degli anni: Nor aria
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200 Storia del Partito bolscerico
e all’inizio del Novecento, l’organizzazione doveva essere così formata: in di una data fabbrica eleggevano il loro “gruppo centrale”); queste casse confacevano capo a un comitato rionale); a loro volta le casse rionali confluivano nel comitato cittadino (il Comitato dell’organizzazione operaia o il Comitato pietroburghese dell’Unione). Tutti i responsabili (il cassiere, il bibliotecario, il segretario, ecc.) erano eletti in assemblee generali, come i comitati rionali e quelli cittadini. In questo tipo di organizzazioni nascevano inevitabilmente delle divergenze tra gli operai e l’intellighenzia e ciò spiega l’esistenza di due centri: il comitato operaio e quello dell’intelighenzia.* In questo modo veniva costituita una complicata rete di gruppi: i propagandisti, la redazione, la cassa, i corrispondenti con l’estero, ecc. Quindi questa organizzazione presentava aspetti di tradeunionismo, aspetti dell’organizzazione di mestiere e aspetti dell’Organismo di massa, il cui obiettivo era il miglioramento della condizione economica dei suoi
Bisogna aggiungere poi che ogni categoria operaia e ogni città davano la loro particolare impronta a tale organizzazione; inoltre questo criterio elettivo e il suo carattere di massa esponevano l’organizzazione all’infiltrazione
E evidente che tale organizzazione non poteva essere il partito rivoluzionario della classe operaia. La differenza tra questi due tipi di organizzazione è
stata così sintetizzata da Lenin nel Che fare?:
« L’organizzazione degli operai deve anzitutto essere professionale, poi essere la riferisco — è chiaro — solo alla Russia autocratica). Al contrario, l’organizzazione dei
rivoluzionari deve comprendere prima di tutto e principalmente uomini la cui professione sia l’azione rivoluzionaria (ed è per questo che io parlo di un’organizza-
zione di rivoluzionari, riferendomi ai rivoluzionari socialdemocratici). Per questa
caratteristica comune ai membri dell’organizzazione nessuna distinzione dere assolnta-
FAIANO intellettuali, e a maggior ragione nessuna distinzione sulla base del mestiere. Tale organizzazione necessariamente non deve essere molto estesa e
Ljachovskij e Martov che furono a loro volta arrestati l’anno dopo. In quegli anni la polidell’Unione di lotta diretta da Lenin. (N.d.R.)
1 « Questo piano è esposto nello Statuto della cassa operaia del luglio 1897 (l.istoki "Rabotnika”, n. 9-10, p. 46, n. 1 della Raboiaja Mysl”) e nello Statuto dell’organizzazione operaia sindacale dell’ottobre 1900 (foglio volante stampato a Pietroburgo e menzionato nel n 1 dell’Isera. » V.]. Lenin, Opere, cit., vol. 5, p. 422 et seq. (N.d.R.)
* Ibidem, pp. 418-419.
AE RO IT 201
ganizzazione degli economicisti; gli insuccessi e le SITO leelelcelt i: 1e lor continuità organizzativa, una situazione comune a molte organizzazioni socialdemocratiche alla fine degli anni Novanta. Nel marzo 1898 il governo
assestò colpi così pesanti ai socialdemocratici che il tentativo del 1° Congresso di Minsk di fondare un’unica organizzazione si mostrò irrealizzabile. Tutto ciò ci obbligò a riflettere sull’insufficienza dei nostri princìpi organizzativi e a orientarci verso un progetto di organizzazione politica clandestina e centralizzata di rivoluzionari di professione. La pratica rivoluzionaria ai tempi della Zemlja i Volja, in particolare durante l’epoca della Narodnaja Volja, aveva forgiato un tipo di organizzazione di rivoluzionari di professione; essa era un modello di organizzazione centralizzata, clandestina composta da un piccolo gruppo affiatato di rivoluzionari. Ora dovevamo tenere conto della presenza di un movimento operaio di massa nella formazione di un’organizzazione rivoluzionaria; non dovevamo contorderci in un’organizzazione di mestiere, in una larga organizzazione di massa, cui sicuramente avrebbero aderito numerosi operai senza partito. Il piano di Lenin teneva conto dell’esperienza dei populisti e della Narodnaja Volja, della recente pratica del movimento operaio di massa, dell’addestramento clandestino di ogni rivoluzionario, delle dimensioni del movimento
eee Ae (IT ZENO rigorosa specializzazione, della necessità di collegarsi alle ampie masse operaie e di porle sotto la direzione di un’unica volontà organizzativa coniugata alla più ampia libertà di ogni componente. Tale piano quindi era il prodotto storico di molti anni di lotta rivoluzionaria,
officine. La genialità di Lenin consistette nella capacità di trovare la via per
zione stabile di dirigenti che ne assicuri la continuità; 2) che quanto più numerosa lele e tI organizzazione deve essere solida (sarà facile, altrimenti, ai dema-
e LXO Te T TETTI SIE organizzazione quanto più ne zdurremo gli eftettivi, fino ad
202 Storia del Partito bolscevico
Tale piano permetteva di costituire un’organizzazione clandestina e com-
battente di rivoluzionari che non entrasse in contraddizione con la necessità di attrarre all’organizzazione le larghe masse. La segretezza garantiva l’orga-
nizzazione contro le repressioni della polizia; militanti sperimentati, dediti alla causa operaia, aderirono al partito, assicurando i collegamenti e la continuità dell’organizzazione; venne anche perfezionata la specializzazione delle fun-
tezza, altri tenevano i collegamenti, altri ancora curavano la propaganda, ecc.
Quei membri dell’organizzazione che non potevano essere inseriti nel lavoro
veniva svolta dai rivoluzionari di professione: le campagne di sottoscrizione, l’organizzazione di serate di studio, la custodia delle biblioteche, la raccolta dei recapiti di corrispondenza segreta, ecc., venivano affidate a simpatizzanti; mentre un’altra parte di compagni giovani veniva addestrata al lavoro legale
gran parte del lavoro veniva svolto da organizzazioni così /6se, cioè libere, ampie, di carattere legale e semi-legale (per esempio la fondazione di una biblioteca pubblica, le scuole domenicali, ecc., dove i rivoluzionari di professione stringevano legami, trovavano nuovi aderenti all’organizzazione, ecc.); si creavano le condizioni per utilizzare quelle che vengono definite le “possi-
massa operaia dei rivoluzionari di professione. Scrive Lenin: « Per prepararsi completamente ai propri compiti, l’operaio rivoluzionario deve diventare anche lui un rivoluzionario di professione. » *
in passato fonte di attriti, che ora si univano in un'unica organizzazione. Oltretutto, ed è l’aspetto più importante, si creavano le condizioni per tavorire la costruzione e il rafforzamento di gruppi dirigenti locali, l’organizza-
zione di un centro con legami clandestini con tutte le organizzazioni locali.
Tale centro non ostacolava l’iniziativa delle organizzazioni locali, dove ogni
eo ateo tetta diritti in quanto membro attivo di
una cellula, e non tramite un scimmiottesco voto a occhi chiusi, ma per una libera e benvenuta partecipazione all’organizzazione. Queste erano le basi di
quello che è ora conosciuto come “centralismo democratico”; cioè un’orga-
nizzazione rivoluzionaria in cui esiste la massima libertà interna in ogni cellula,
dove tutti i membri accettano e attuano volontariamente le direttive di un’uni-
co centro. Grazie a questo ingranaggio poteva essere impostato un lavoro
’ Ibidem, p. 435.
Quale via propose Lenin per creare un tale centro quando in una Russia
tico per tutta la Russia e l’/s&ra divenne l’incarnazione di tale piano. Oggi potrebbe sembrare strano dilungarsi sulla necessità per il partito di
avere un organo centrale; allora fu però necessario dimostrarla e convincere anche i compagni più consapevoli. Tutto ciò può essere maggiormente compreso, ricordando il tentauvo dei
Raboiaja Gazeta) e di creare un’organizzazione provinciale, tentativo che si concluse con una sconfitta, perché un’organizzazione provinciale senza collaboratori e senza mezzi è condannata all’impotenza: bastò il primo colpo della polizia per sgominare l’organizzazione e chiudere il giornale. Anche altre organizzazioni di una certa dimensione tentarono a più riprese di pubblicare un loro giornale: oltre alla Raboiaja Myst’ e alla Raboiaja Gazeta, per un breve periodo uscì a Nikolaev il Nase Delo, poi fu la volta a Kiev del giornale Vperéd, in seguito le organizzazioni del Sud fondarono lo Juz7y ancora.
Tutti questi tentativi, ad esclusione dello Jaznyj Raboiij, ebbero un carattere effimero — la polizia li liquidò insieme alle organizzazioni che li avevano promossi come nel caso del Nase Delo di ‘Trotsky — oppure il giornale riusciva a
golare, affrontava e discuteva solo questioni del movimento operaio di una singola località o provincia russa.
teoriche e di collaboratori faceva sì che questi giornali mescolassero ristrettezza di visione e provincialismo.
tutta la Russia fu posta da Lenin ancora prima della sua partenza all’estero in
TETTE TOS SOS OE SEZ Gazeta, dal titolo “Il nostro
compito immediato” e “Una questione urgente”.! Affermando che le basi
dal primo articolo Lenin sostenne che occorreva affrontare praticamente la questione della costruzione del partito:
Organizzazioni socialdemocratiche alla fine degli anni Novanta era tale che gli articoli
restarono chiusi negli archivi della prigione per 25 anni.
204 Storia del Partito boltcerico « Si tratta ora della loro soluzione pratica. Una simile soluzione non può essere data la socialdemocrazia può darla. Noi pensiamo che al presente il compito più urgente sia quello di accingerci alla soluzione di questi problemi, e a questo scopo dobbiamo porci come obiettivo immediato quello di dar rita ad un organo di stampa del partito che esca regolarmente e abbia stretti legami con tutti i gruppi locali. »
Lenin tornò su questo problema nel quarto numero dell’/s&éra, nell’articolo
“Da che cosa cominciare?”, e infine dedicò alla questione la parte più signifi-
Come pose e risolse il problema Lenin? Il giornale è innanzi tutto un agigiornale che raccolga i migliori teorici e redattori professionali.
le forze: collegare quest’organo alle organizzazioni locali è il passo organizzativo successivo; la diffusione attraverso il giornale di notizie e articoli sull’attività del movimento locale connessi alla visione generale del partito è un ulteInfine il giornale deve essere un organo politico, il centro da cui proviene l’impulso per risvegliare «in tutti gli strati del popolo più o meno coscienti la pas-
sione delle denunce politiche ».? Il giornale, organo socialdemocratico dell’avanguardia operaia, deve essere «una tribuna da cui tutto il popolo possa denunciare il governo zarista ».? Come il socialdemocratico deve utilizzare il malcontento di tutti gli strati della
popolazione per raggiungere il suo obbiettivo, allo stesso modo il giornale
deve essere la tribuna di tale movimento.
Ma il giornale non è solo un agitatore e un propagandista: è anche 1l centro organizzativo, l’ “organizzatore ella Pete « Sotto questo ultimo aspetto, lo si può paragonare alle impalcature che rivestono un edificio in costruzione, ma ne lasciano indovinare la sagoma, facilitano 1 contatti
Già il solo compito tecnico di custodire, diffondere e consegnare, cce. 1l
tere ri (eee orto sE: Dia ito centrale che garantiscano la corretta impostazione di quest’organo e fiduciari nei comitati locali. nizzativa. ! \/.1. Lenin, Opere, cit., vol. 4, p. 200. 2 Ibidem, vol. 5, p. 13.
2. Rivoluzionari di professione « Questa rete di fiduciari* sarà l’ossatura dell’organizzazione che precisamente ci occorre: abbastanza grande per abbracciare tutto il paese; abbastanza ampia e
multiforme per effettuare una rigorosa e particolareggiata divisione del lavoro; abbastanza temprata per saper compiere inflessibilmente il suo lavoro in tutte le circostanze, in tutte le “svolte” e in tutti gli imprevisti; abbastanza duttile per sapere, da
che ha concentrato le sue forze in un solo punto e, dall’altra, approfittare dell’incapacità di manovra del nemico per piombargli addosso nel luogo e nel momento in cui meno se lo aspetta. Oggi davanti a noi si pone un compito relauvamente soccupati in un determinato rione. Dopodomani dovremo forse trovarci al nostro posto per partecipare in modo rivoluzionario a una sommossa contadina. Oggi dob-
biamo utilizzare l’inasprimento della situazione politica che il governo ha provocato con la crociata contro lo zemstvo. Domani dovremo appoggiare l’indignazione della popolazione contro questo o quello sbirro zarista scatenato e aiutare, mediante il boicottaggio, la denuncia, le manifestazioni, ecc., a impartirgli una lezione tale da
vett, 1 capi politici più capaci che sappiano lanciare al momento giusto la parola
annidavano nell’Unione dei socialdemocratici russi. Do: oe
questa organizzazione, la differenziazione dell’Is&ru proseguì con il rifiuto di
(ATI con la Bor’ba e di accordarsi con Nadezdin. Prevalse poi l’idea di
costituire un’organizzazione all’estero che, secondo Lenin, doveva essere for-
—
Lenin aggiunge in nota: « È ovvio che tali fiduciari potranno lavorare con successo sol-
Lilo Peet Te TCA IT ECO piano da noi tracciato può, in generale, essere realizzato non oggi domani, se non in una forma in un’altra. » (N.d.R.)
*V.I. Lenin, Opere, cit., vol. 5, p. 15.
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206
Storia del Partito boltcerico
ISKRA. ORGANIZZAZIONE DEL GIORNALE E VIE DI PENETRAZIONE IN RUSSIA
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rivoluzionaria Sotsialdemokrat e da coloro che collaboravano con l’Jséra a Ma già prima dell’arrivo di Lenin, Martov e Potresov (e in seguito della Innanzi tutto occorreva impiantare una tipografia o comunque trovarne
una disponibile per la stampa dell’/sk&ra e della Zara. Tale compito fu assolto
da Potresov con l’aiuto dei socialdemocratici tedeschi (Dietz, il dottor Lehman,
Braun, Pinkau, la Zetkin e altri). Un ruolo importante, da questo punto di
vista, fu ricoperto da Bljumenfel’d, che lavorava in tipografia come linotipista. Poi bisognava organizzare il trasporto del giornale in Russia. I primi tentaorganizzare le spedizioni del giornale. Tuttavia, già alla fine del 1901, l’organizzazione del trasporto fu portata a un livello adeguato grazie allo sforzo dell’agente dell’Is&ra Basovskij (pseudonimo di Dement’ev, che si allontanò dalle posizioni rivoluzionarie dopo il 1905).' vani, piano piano vennero formati dei gruppi di sostegno all’Iskra che conducevano un grande lavoro (sottoscrizioni, recapito di missive, passaporti, ecc.).
Inoltre questi gruppi reclutarono elementi eccellenti; ad esempio, a Berlino nel
la Minskaja, la Rubinéik, il dottor Veéeslov, ecc.; nella etere oo vivevano a Londra Andropov e Nogin (quest’ultimo divenne presto un agente
del 1901 lo erano L.N. Radcéenko, che abitò a Char'kov dall’estate del 1901, e L.I. Radtenko; Bauman-Poletaev che soggiornava a Mosca; la Zacharova-
Tsederbaum ad Odessa; Krochmal’ a Kiev, la Ezov-Tsederbaum a Vilnius, e i
gia nominati Basovskij, Andropov e Nogin (quest’ultimo era a Pietroburgo).
«La eee [dove era stampata l’/s&ra] sarà, di seguito, a Monaco, a Londra e a Ginevra; sì pubblicherà anche in tipografie illegali in Russia. Lenin eu IAC TT
mese. Scriveva a Gol’dman, di Kisinév: “Con il vostro pacco ci avere OSTATO una Oo un grande lavoro. Pjatnitskij, che all’epoca del 2° Congresso era incaricato del centro gift di spedizione dell’Is&ra, ricorda: “Nelle città russe le Organizzazioni Let te Ere] TOO IS ARI trasportare da 150 a 400 copie per per-
1a indirizzata ATI deposito si trovava nei tondi giornale eat giorno VI passavo ore a preparare pacchi URTOdiAquesto SNO ANA TO TSe vie di spedizione. » Lotta Comunista n. CORTO PANNO
208 YET
E questi rivoluzionari di professione insieme a quelli già legati all’Iséra (per esempio Lepesinskij) estesero e rafforzarono i collegamenti, infondendo quello spirito di partito e di cooperazione senza il quale l’opera della costru-
zione del partito è impensabile. Questo spirito e questa cooperazione furono necessari in particolare perché, sia all’estero che in Russia, erano ancora presenti l’economicismo e il primitivismo.
3. La Conferenza di Belostok del 1902 alcune organizzazioni russe costituirono il Comitato organizzativo per convocare il 2° Congresso. L’Unione e il Bund presero l’iniziativa della convocaA Belostok, nel marzo del 1902, si riunirono a congresso i rappresentanti dell’Unione dei socialdemocratici russi, Kogan-Grineviè del cc del Bund, Rozen-
tal’ del Comitato di Pietroburgo, il dottor Krasnucha e Zel’dov del Comitato di Ekaterinoslav, Sipulinskij-LuSin e per il giornale Ju2nyj Rabocij ErmanskijKogan. La redazione all’estero dell’Is&ra inviò Dan come suo rappresentante. Dan si recò a Belostok con l’obbiettivo di trasformare il congresso in una
conferenza, limitandone i compiti alla pubblicazione di un appello di tutto il partito per il 1° maggio e all’approvazione di alcune risoluzioni per la convocazione del congresso.
La maggioranza votò l’ordine del giorno di Dan, e costituendosi in confterenza, approvò l’appello proposto dall’Iskra (con marginali emendamenti), elesse una commissione organizzativa e convocò il congresso all’estero.
Pietroburgo) furono arrestati sulla strada del ritorno o appena giunti a casa.
controllare la convocazione del congresso. Scrisse l’/s&ra:
« Noi proponiamo ‘ai nostri” in Russia la seguente tattica: uit TASTO scolo dell’Isera nel quale, a proposito delle questioni organizzative, saranno affrontati i motivi delle divergenze. Convocare il congresso prima della pubblicazione di
TICO) LEI TeOI (OA significherebbe voler risolvere le questioni senza aver sentito
CAINE periodo della vecchia "Istera” (11) pAOe)
Ma alcuni fatti costrinsero a rimandare ancora il congresso: la polizia tedesca finì sulle tracce del nucleo dirigente dell’Is&ra a Monaco, e anche la polizia russa spedì là 1 suoi agenti. Per questi motivi non fu più possibile restare
ancora a Monaco.
Dopo molti dubbi, oscillazioni e contrasti con il gruppo Osvobozdenie Trudd fu deciso che Lenin, Martov, Potresov e la Zasulié si sarebbero trasferiti a Londra, dove giunsero in marzo, per redigere e stamparvi il giornale. All’incirca in questo periodo venne dato alle stampe il Che fare?, dove Lenin impostò il piano organizzativo e trasse un bilancio sia teorico che pratico del lavoro dell’ Is£ra.
Così si concluse il periodo preparatorio di Monaco e iniziò quello di Lon-
dra, la fase precedente al congresso.
4. Lo stato delle organizzazioni socialdemocratiche alla vigilia del 2° Congresso. I gruppi di Pietroburgo: Rabotee Znamja,
Prima di affrontare la questione della preparazione del congresso è necessario esaminare la situazione della socialdemocrazia russa a quel tempo. Nelle organizzazioni socialdemocratiche russe regnava un clima di sbandamento, soprattutto a Pietroburgo dove per un breve periodo, fino all’organizzazione del comitato iskrista nel 1902, esistevano nel contempo diverse organizzazioni.
Nella capitale da tempo operava l’Unione di lotta per l’emancipazione della classe operaia e a fine estate del 1900 si formò l’Organizzazione operaia, si sciolsero e si riformarono i gruppi della Rabotee Znamija e del Sotsialist, quest’ultimo sorto all’inizio dell’estate del 1900. Avendo già descritto le caratteRabotee Znamja e il Sotsialist.
Nella seconda metà del 1897 Romm, Lurie, Sillinger (già assieme a
Char'kov) e altri costituirono il gruppo Raboèéee Znamja che, come il gruppo
pietroburghese del Partito Socialdemocratico Russo, era una filiazione del Gruppo degli Operai Rivoluzionari di Belostok che si contrapponeva al Bund e aveva alcune sezioni anche a Grodno e Kiev.
Il primo collasso della Rabotee Znamja avvenne il 26 luglio del 1898, in organizzato da Andropov. A quel tempo un gran numero di arresti aveva quasi disperso l’Unione di lotta; Lochov, l’insegnante Beren$tam e Andropov ricostituirono in seguito un nuovo nucleo centrale. Andropov, non condividendo la linea economicista adottata dall’Unione di lotta (e non essendogli consentito neppure pubblicare
Radèenko), uscì dall’organizzazione e nell’autunno 1898 organizzò un gruppo
a cui dette il nome di Rabotee Znamja, cui aderirono 1.V. e M.V. Smirnov, la Zvezdotétova, S.O. Tsederbaum, L.O. Tsederbaum e Nogin. Tuttavia tutti i componenti del gruppo furono arrestati nella notte tra il 15 e il 16 dicembre del 1898. L’anno dopo Furman nicostituì la Rabotee Znamja e la Brojdo-Gordon
organizzò il gruppo Sotsialist, cui aderì Savinkov. Nel gennaio del 1901 queste organizzazioni si unificarono, pubblicando un appello congiunto firmato “Comitati del gruppo pietroburghese Rabotee Znamja e organizzazione ope-
Biblioteca Operaia * (ll gruppo di Vilnius) che operava con il Sotsialist.
pare un lavoro comune. Intanto Kantsel’-Tsederbaum, Savinkov, Rutenberg, Zverev e altri formarono un nuovo comitato che ebbe vita breve, in quanto il 18 aprile del 1901, dopo la manifestazione al Duomo di Kazan’ (4 marzo l’Organizzazione operaia, i tre gruppi denominati Rabotee Znamja, il Sotsialist e il gruppo dell’Isé&ra appena costituito. lotta e del’Organizzazione operaia era sempre meno condivisa. La Rabocèee Znamja e il Sotsialist erano sotti in parte come protesta contro la linea tra-
deunionista dell’Unione di lotta. Mentre nere nuvole si addensavano all’oriz-
zonte, questa organizzazione continuava sulla vecchia strada. Alla confusione che regnava a Pietroburgo si sommava la tendenza di alcuni loro attivisti, che
avevano legami con gli operai (ad esempio Savinkov e, nel periodo della rivoluzionari e i terroristi.
Quando arrivò a Pietroburgo l’agente dell’Is&ra Nogin (il 2 settembre
e sì insabbia ... Gli studenti e i corsisti danno gli esami, come nulla fosse. In questi
OASIS EOS IGEA E GR vol. 1, 2, 1923. Lettera di V.P. Nogin e S.V. Andropov in LITI eno) REMO Per 1 gruppi Sotsialist e Biblioteca Operaia, cfr. E. Brojdo (Gordon), Letopis' Revalutsti,
Capitolo VIII — Il periodo della vecchia “Isera” (11) Pao
Secondo Nogin le ansie dell’intellighenzia e in generale le aspettative che si
coltivavano all’estero erano del tutto esagerate. ! Nogin si incontrò con S. Tsederbaum, allora rappresentante dell’/Isk&ra a Pietroburgo, con alcuni funzionari iskristi (la Minskaja e la Rubinéik) e con l’Isera e l’Unione tennero alcune riunioni per giungere a un accordo che fu firmato il 30 settembre 1901 dopo lunghe discussioni. Tuttavia, a leggerne il
testo, il gruppo dell’Is&ra non ottenne granché.
l’Unione di versare il 7,5 % delle entrate all’Isfra, il paragrafo 5 era difficile da
sfatti dell’accordo, come dimostra il tono giustificatorio che traspare nella lettera di Nogin: « Siamo tutti deboli: noi, il Comitato e il Sotsialist. Uniti possiamo costituire qualcosa di solido, a condizione che le “nostre divergenze” non diventino un freno
Tuttavia presto i timori di Nogin si mostrarono fondat: l’accordo da lui firmato con l’Unione di lotta fallì dopo il suo arresto il 2 ottobre 1901 (più o meno nello stesso momento di S. Tsederbaum). Il fallimento fu causato dalla richiesta del gruppo iskrista (in virtù di un paragrafo approvato e non reso (il centro dell’Unione di lotta) e nella redazione della Raboiaja Mysl’. L'Unione rispose picche. Tuttavia il numero dei sostenitori dell’/sfera crebbe persino nel
Stasova passarono dalla parte dell’Is£era, così grazie al loro aiuto e a quello dell’agente dell’/Is&ra 1.1. Radtenko, nel giugno del 1902, fu preparato un nuovo accordo con il quale il Comitato pietroburghese si impegnava a collaborare
denza e all’intesa raggiunta. Tokarev e altri economicisti violarono l’accordo, il Comitato delle Organizzazioni operaie affermò che «al momento attuale
Ju tteet divenne un dato di fatto: alla fine del 1902, accanto all’organizzazione sul economicisti, esisteva ora una forte organizzazione dell’Istrz il Comitato ui Pietroburgo del POSDR che, dopo aver costituito il Comitato di organizzazione per convocare il 2° Congresso, raggiunse una solida posizione in Tee
Cfr. G. Sidlovskij “L'uomo dall’energia rivoluzionaria”, Arasnaja Letopis' n. 2, 1924,
2P.N. 179-180. Lepesinskij, Protocolli del 2° Congresso del POSDR, cit., p. 114.
5. Le organizzazioni provinciali socialdemocratiche alla vigilia del 2° Congresso Se a Pietroburgo, la città dove il movimento rivoluzionario aveva radici antiche, la lotta tra iskristi e tradeunionisti sarebbe durata ancora a lungo, quale era la situazione nelle province? Nogin, che aveva viaggiato come agente fosche la situazione:
« La passività e l’immobilismo non venivano scossi neppure da avvenimenti straordinari. Tutti finivano per rompersi la testa contro questa situazione. Non c’era nessun movimento di massa, la vita era come una palude ristagnante. Fu demoralizzante ciò che osserva! sul Volga: ne rimasi profondamente colpito. Nessun contatto, nessun attivista, nessun autofinanziamento; bisognava cominciare il lavoro dall’inizio e il primo passo da fare era la costituzione di un gruppo.» ”
Nella città di Saratov, sul Volga, lo sfacelo politico e ideale si protrasse per lungo tempo. Se alla fine dell’Ottocento l’attiva socialdemocrazia della città, compreso l’organo socialdemocratico Saratovskij Rabotz, non aveva una chiara e corretta linea marxista, all’inizio del nuovo secolo era in completo disfacimento. Nella locale organizzazione socialdemocratica erano emersi tre rag-
gruppamenti: quello economicista, la cui leader era N.A. Archangelskaja, quello “politico” che avrebbe aderito in seguito all’Isk&ra e un terzo gruppo costituito da socialdemocratici e socialisti-rivoluzionari. La tendenza economicista, che simpatizzava per la Raboizja Mysl', pubblicava il giornale Rabotaja
Gazeta.
ganizzazione economicista dell’ “Unione degli ASit LT Socialdemocratici”’ e unirono all’organizzazione iskrista costituendo il Comitato unitario del POSDR
di Saratov che si schierò, come dimostra la dichiarazione del dicembre 1902
(n. 31 dell’Is&era), con la piattaforma del marxismo MLT
possiamo immaginare che lo doo e le olo a: | faut1 oe OTIS O all’Isera solo alla fine ed SpA Voronez, dove fino all’inizio del congresso, accanto all’organizzazione iskrista, era ancora
attivo il Comitato economicista, oppure a Kursk, dove l’organizzazione
! Cfr. l'articolo “L’uomo dall’energia rivoluzionaria” di G. SIINO PUOI n. 2 (11), 1924; le memorie di P. de ALII IALIA GIO RE SPE
socialdemoctratica, fondata nel 1901, si schierò con l’/sera solo alla fine
del 1902.'
La situazione era ancora peggiore negli Urali, dove tutte le correnti del movimento convivevano in un’organizzazione indifferenziata chiamata “Unione degli Urali dei socialdemocratici e dei socialisti-rivoluzionari”, che ancora avallava il terrorismo, il cui programma uscì sul n. 21 dell’/skera nello
gramma. Le note al quinto punto del programma recitavano: fatto parte o facciano parte dell’Unione) condotti a loro rischio e pericolo. »
Poiché analoghe organizzazioni miste esistevano anche a Saratov e in qualche altra località, la redazione dell’/séra riteneva che tale situazione « fosse il prodotto della mancanza di unità dei socialdemocratici locali » e che una tale confusione potesse essere superata solo quando i socialdemocratici locali avessero smesso di elaborare programmi di « testa propria ». * Giunto in zona alla fine del 1903, Baranskij-Bol’3oj si trovò di fronte al
marasma che aveva sempre caratterizzato l’Unione degli Urali:
« L’“Unione degli Urali dei socialdemocratici e dei socialisti-rivoluzionari”, predi contraddizioni sia nella pratica che nello stesso nome che si era data. Con questo titolo largo, l’Unione degli Urali comprendeva tutto il pubblico “radicale”, non solo i socialdemocratici e gli S-R ma anche i “semi-cadetti” e i “semi-anarchici”. Tutto il lavoro era ridotto a interminabili discussioni, scampagnate e a un inter-
vento sulle scuole serali. Vigeva il più totale democraticismo e la più completa
PS nessuna specializzazione, nessuna segretezza. Il risultato fu il totale sfacelo. »
Parere TOSSINE malgrado l’organizzazione fosse recente, e anche relativamente forte, le vecchie tradizioni resistettero a lungo. Salutando alla fine del
quelle LOTTO egemone: a Tomsk lo stesso Comitato era su poszioni
economiciste, ma esistevano ancora tre organizzazioni socialdemocratiche;
I
.
I
Su Ore] si leggano le memorie di B.S. Peres in Pro/etarskuja Rerolintsija n. 5 (7), 1923;
2
N.N. Baranski}, 1” yadach Sibirsteogo sots.-dem. Sojuza (Nelle file dell’Unione della socialde-
Mmocrazia siberiana), Novonik, PAC -
Solo nel gennaio del 1903 l’Unione siberiana si spostò su posizioni aperta-
A ragione Lenin sintetizzò l’allora situazione del partito con il termine “primitivismo” e definì il partito stesso come ‘un edificio che sta crollando”. Nel periodo dell’Is&ra, nelle file della socialdemocrazia proseguì e accelerò la dinamica degli anni Novanta, nel corso dei quali si perfezionò l’evoluzione di una parte del populismo in liberalismo e l’approdo dell’altra al socialismo scientifico.
Se negli anni Ottanta si era passati dal populismo rivoluzionario al Narodnoe Pravo, da quest’ultimo si era poi giunti all’economicismo di fine secolo. Come passo successivo si ebbe il trapasso dell’economicismo al menscevismo nel primo decennio del nuovo secolo. Ma anche in questo caso l’evoluzione fu complicata, perché tra le correnti democratico-rivoluzionarie, che insieme
ai menscevichi finirono risucchiate nell’alveo della borghesia radicale, vanno nizio del Novecento, quando il nucleo dei socialdemocratici rivoluzionari era mischiato sia con l’economicismo che con la “democrazia rivoluzionaria” degli S-R. Come Pietroburgo, anche Mosca attraversò un periodo di confusione e oscillazione tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.
Sul finire degli anni Novanta, subito dopo la liquidazione dell’Unione operaia di Mosca nel gennaio del 1898, in conformità alla risoluzione della Conferenza di Kiev del 1897, Vannovskij aveva formato l’ “Unione moscovita di lotta per l’emancipazione della classe operaia”; ma la dissoluzione delle organizzazione russe nella primavera di quell’anno aveva quasi azzerato anche
socialismo poliziesco di Zubatov, che minava alle fondamenta l’organizza-
zione socialdemocratica.
II IKo I disgregarono uno dopo l’altro tutti 1 comitati socialdemocra-
e OT MO CO, dirigenti vennero atrestati: Lunactarskij, la Flizarova-
confusione che ne seguì nacque una serie di deboli comitati c di gruppi improvvisati e isolati: nel 1898-1899 il gruppo Kvita-Nevskij, nel 1900-1901
il gruppo Nemèéinova-Nevskij- sio
Ma prosperavano anche le unioni operaie poliziesche di Zubatov, con
l’aiuto delle quali, anche se per poco tempo, egli riuscì a disarticolare il movimento. Tuttavia l’organizzazione di Mosca era politicamente sana; ec anche la sua gestione organizzativa non era certo quella di tipo economicista, non aveva cioè un doppio centro né due comitati distinti per l’intellighenzia e per
loro non attraverso rappresentanti eletti, ma per mezzo di fiduciari, scelu dal Comitato stesso, che dirigevano le lotte economiche e politiche del proletariato, la propaganda e l’agitazione, l’organizzazione degli scioperi, le manife-
stazioni politiche, ecc. La pubblicazione della letteratura di propaganda e di agitazione, la corrispondenza con le altre organizzazioni e con 1 centr all’estero, l’autofinanziamento, la costituzione di specifici organismi, tutto ciò era sotto la responsabilità del Comitato. Benché dunque nell’organizzazione di Mosca non ci fossero residui di economicismo né sul piano teorico né sul terreno dell’organizzazione, lo sbandamento generale, aggravato in particolare dall’attivismo poliziesco di Zubatov, rallentò il lavoro degli iskristi, le cui posizioni riuscirono a rafforzarsi solo Qui lavorarono gli agenti dell’Isera Kantsel’ (sorella di Martov) e Chintuk già allora iskrista. Le difficoltà incontrate dalla Kantsel’ e da Chinéuk (e da molti altri) non fermarono il lavoro. I nuovi agenti Gurvié e la Okulova (Zajtik, il “leprotto”) proseguirono il lavoro della Kantsel’. Arrivarono poi nuovi elementi, come Mesterjakov, e si unirono agli iskristi Teodorovié e molti altri. Su loro pressione il Comitato di Mosca si schierò dalla parte dell’Is&ra, menaveva ormai fondamenta solide, e anche il nuovo insuccesso del 4 novembre
D’altro tipo era il primitivismo e l’opportunismo che esisteva nella Russia occidentale tra i socialdemoctatici ebrei. Lituania, Polonia e Russia (Bund) che, forte di un solido radicamento sociale, aveva contribuito in modo significativo all’organizzazione del 1° Congresso di Minsk dove presentò la celebre dichiarazione in cui si autodetiniva «organizzazione autonoma sulle questioni del proletariato ebreo». Per tutti i
nizzazione, che lavorasse tra i proletari di una determinata nazionalita,
sarebbe stata più competente di qualsiasi altra in tale ambito. Ma presto
emerse che, nella formulazione presentata al congresso, i bundisti riflettavano
le idee del loro ambiente sociale. La maggioranza dei sostenitori del Bund
erano artigiani, una massa piccolo-borghese con tutti 1 suoi pregiudizi e limiti.
L’oppressione nazionale grande-russa sugli ebrei determinò anche una particolare situazione. Alla fine degli anni Novanta il movimento degli artigiani molti tratti tradeunionistici, che si esprimevano per esempio nella politica dei re aloe 1902 il Comitato di organizzazione per il 2° Congresso tu falcidiato dagli
sindacati fondati dal Bund. Questi caratteri erano talmente radicati nei capi del ole ia le e eZ RO Siate degli anni Novanta, questa organizzazione era in piena sintonia con il Roboèee Delo e con gli economicisti, e combatteva insieme a loro contro Ozvobozdenie Truda. L’evoluzione successiva mise in luce quanto
radicato fosse l’opportunismo del Bund sia dal punto di vista politico che
Organizzativo.
Considerando che nessuna organizzazione, tranne il Bund, aveva svolto un nazionalità agli ebrei residenti in Russia andava riconosciuto lo status di mino-
ranza nazionale, il Bund presentò al suo 4° Congresso dell’aprile 1901 una risoluzione aggiuntiva sul diritto degli ebrei all’autonomia nazionale e sulla sua
Di qui la pretesa del Bund di detenere il monopolio dell’organizzazione degli operai ebrei nelle regioni che si estendevano quasi fino al Don e al nel progetto di Statuto: il Bund diventava una sezione federata del POSDR, il
nismo poteva avere rapporti con le organizzazioni bundiste solo attraverso il
CC del Bund, ecc.
Il corso degli eventi spinse i bundisti a sostenere il Raboéee Delo e, mal-
poi verso il nazionalismo.
Il primitivismo e la confusione erano talmenti estesi tra le organizzazioni socialdemocratiche che, oltre all’iniziativa intrapresa dall’Is&ra, presero corpo anche altri tentativi di porvi rimedio, e così alcune organizzazioni locali die-
dero luogo ad aggregazioni su scala regionale. Tra esse citiamo l’Unione settentrionale del POSDR,? l’Operaio del Sud, l’Unione di Donetsk del POSDR e l’Unione delle organizzazioni socialdemocratiche del Caucaso. La zona tessile del Nord alla fine degli anni Novanta era nella stessa situazione del resto della Russia. A Ivanovo-Voznesensk, importante centro del movimento operaio russo, fu Evdokimov a diffondere per primo l’economicismo e il tradeunionismo, che si svilupparono poi durante la prima metà degli anni Novanta, conservando una notevole influenza per parecchio tempo fino alla vigilia della prima rivoluzione russa. 1 socialdemocratici di IvanovoVoznesensk erano da tempo in contatto con il Rabotee Delo, con l’Unione di lotta di Pietroburgo e con l’Unione dei socialdemocratici russi all’estero. ! Cfr. V.I. Lenin, Opere, cit., vol. 6, pp. 306-312. (N.d.R.) ? Poslednie Iavestija n. 105, 15-28 gennaio 1903. 3 L’Unione raggruppava le organizzazioni socialdemocratiche dei governatorati di Vladimir, Jaroslav e Kostroma e in seguito di Tver’, nata nell’estate del 1900, si avvicinò
Un’altra grande regione operaia, Kostroma, pur avendo CINE A fu attirata nell’orbita dell’economicismo e del Raboéee Delo. Solo il vertice del-
l’intellighenzia, i socialdemocratici, aderì quasi subito alle posizioni dell’ /skera. Il disorientamento e il marasma generale costrinsero le organizzazioni del sto del 1901 fu tenuto un congresso a Kineîma cui parteciparono i delegati dei comitati di Jaroslavl’, Ivanovo, Kostroma e del gruppo di Vladimir.
Le risoluzioni approvate confermavano la confusione che regnava nel Nord:
partito, i “nordisti’’ non riconoscevano il giornale come organo dirigente e confermavano il loro rapporto con l’Unione all’estero. I principali esponenu delle regioni del Nord erano la Varentsova, Dolivo-Dobrovolskij, gli operai Bagaev e Noskov, a cui nel 1901 si aggiunsero i sorvegliati di Voronez A.l. Ljubimov, Karpov, Kardasév, Kasterkin e altri (gli “americani”). 1 quattro socialdemocratici citati facevano parte del movimento già da qualche anno (Ljubimov, Karpov e Karda3év dalla fine degli anni Novanta a Mosca, Kasterkin a Riga) ed ebbero un’atteggiamento favorevole verso l’Isera. Questo
gruppo insieme a Noskov fu il centro teorico della nascente Unione setten-
trionale, che tenne il suo il 2° Congresso nel gennaio del 1902 a Voronez. Le questioni all’ordine del giorno erano il programma, lo statuto e l’elezione
del cc. Il programma — spedito all’Isera e duramente criticato da Lenin — cenno alla dittatura del proletariato. Sebbene la struttura organizzativa non
fosse basata sul democraticismo, tuttavia le condizioni locali lasciavano il loro segno sul programma.
L’unificazione subì un duro colpo nella primavera del 1902 quando il provocatore Mensikov, attraverso i contatti carpiti a Bljumenfel’d in prigione,
lazioni e gli sbandamenti, all’inizio del 1903 si formarono nuovi gruppi di agenti dell’Is&era. Nel n. 34 del giornale, l’Unione dichiarava la sua adesione ai
crescita della socialdemocrazia. Il comitato di Tbilisi assunse per primo una
chiara posizione rivoluzionaria, seguito poi dalle altre organizzazioni del Cau-
—
massa. Nel Caucaso, alla fine del 1902, arde IA I enel te: toe ai
e: AA Lenin, Opere, cit., vol. 6, pp. 148-157. (N.d.R.)
2
IP
pa Le Storia del Partito bolscerico
di Baku e altre organizzazioni operavano a Batumi, Chitaurni (EZzEEI stazione di Michajlovo, Il primitivismo qui si manifestò nella mancanza di un
piano organizzativo unitario, di unità tattica e di solidi legami tra le varie organizzazioni. Ogni gruppo agiva per conto proprio. All'inizio del 1903, con l’obbiettivo di unificare tutto il lavoro, queste orga-
nizzazioni si riunirono a congresso nella città di Tbilisi dove fondarono l’Unione delle organizzazioni socialdemocratiche del Caucaso, che approvò Per quanto riguarda la Russia meridionale, a parte Odessa dove le vecchie
tri passarono rapidamente dalla parte dell’Isera: Kiev, Char'kov, Ekaterinoslav, Rostov sul Don, e in generale tutto il bacino del Don all’inizio degli anni Novanta e durante la prima rivoluzione russa furono in prima fila. Qui, già all’inizio del 1901 si formarono due tra le più significative organizzazioni meridionali: ’Operaio del Sud e il Comitato del Don. Quanto a Odessa, dopo la nascita e lo sviluppo di una quantità di gruppi — un fenomeno tipico di questa città alla fine degli anni Novanta —, fu costituito il Comitato unitario di Odessa del POSDR, che tra il 1900 e il 1901 fu un esempio della tipica organizzazione economicista del Sud. Il forte peso del primitivismo nel proletariato di Odessa e l’innegabile influenza del Bund contribuirono al generale disorientamento del movimento operaio locale. Ancora nel 1900 e nel 1901, le organizzazioni di Odessa poggiavano sulle famose “casse” promosse dal Bund, che ricordavano quelle economiciste.
] “princìpi fondamentali” si limitavano a riconoscere la lotta economica degli operai come l’obiettivo principale della socialdemocrazia; in conformità a ciò fu formulato il primo paragrafo dello statuto delle “casse”: .
.
LI
i
I comitati erano soprattutto formati da artigiani e tale composizione iMpreNell’ottobre del 1901 un gruppo di opposizione uscì dal Comitato e costi-
tuì il Gruppo rivoluzionario dei socialdemocratici del Sud; dopo essersi posto
Jersie di iolo dee (LZ uniti in una solida organizzazione, il Gruppo
rivoluzionario aderì ai princìpi del marxismo. In questa città lavorava l'agente ! Cfr. F.E. Macharadze, “Sulla storia del PC nel Caucaso”, p. 202, nell’antologia 25 47 bor'ly
za sots. (Venticinque anni di lotta per il socialismo), Tbilisi, 1923.
l’inconsistenza teorica del Comitato locale, impegnandosi a organizzare una cellula iskrista. Tuttavia Odessa si schierò definitivamente con la piattaforma iskrista solo nella primavera del 1902 quando il comitato di quella città vi aderì. !
Kiev, antica e gloriosa città, rappresentò il centro dell’ortodossia socialdemoctratica negli anni Novanta. Era la città che aveva posto le basi del nostro partito con il 1° Congresso del 1898; ma dopo la disfatta della primavera, quando le migliori forze della socialdemocrazia erano state arrestate e deportate, rifluì su posizioni più arretrate e, negli anni a cavallo del secolo, rappresentava la tipica organizzazione economicista, almeno fino alla primavera del 1901, quando in contrapposizione al Comitato, venne fondata l’organizzazione Raboéaja Volja? che concordava su molti punti con l’/séra. Questo gruppo accusava il Comitato di Kiev di economicismo e, in polemica col suo primitivismo, sosteneva la necessità di organizzare un’ampia agitazione politica, chiamando il proletariato ad una lotta di massa contro la monarchia. Allo stesso tempo crebbe l’influenza degli agenti iskristi di Kiev (Bauman, Krochmal e altri) che riuscirono a conquistare la leadership del Comitato. Il gruppo Rabocaja Volja si unificò così con il Comitato che gradualmente aderì alla piattaforma dell’ /sk&ra. Probabilmente l’unificazione procedeva a passi troppo lenti, così che alla fine del 1901 in città si formò un nuovo gruppo d’opposizione organizzato dalla Kuznetsova che, braccata dalla polizia di Pietroburgo nia, dove aveva aderito all’Is&ra. Una volta rientrata a Kiev, si rese ben presto conto che quel Comitato era senza nerbo e fossilizzato. Insieme ad altri compagni la Kuznetsova fondò il Comitato di Kiev della
Raboèee Znamja,? che partecipò all’organizzazione delle manifestazioni del 2
il 9 febbraio e il 22 aprile del 1902, la polizia la spazzò via. Fu l’ultimo atto della Rabotee Znamja, organizzazione di una certa importanza, attiva dal zata € aveva stretto di volta in volta accordi con i pietroburghesi o con altre
organizzazioni rivoluzionarie. La Raboéee Znamja stampò alcuni numeri del suo organo omonimo, pubblicò una sorta di manitesto e allo stesso tempo si
autonominò POSDR. 4
Nelle altre città del Sud, le organizzazioni più torti legate alla piattaforma
costui il Comitato di Ekaterinoslav del POSDR, i cui dirigenti erano Lalajants. Volontà operaia. (N.d.R.)
MANI Lepesinskij, Protocolli del 2° Congresso del POSDR, cit, p. 126; S. Valk, “Documenti per
possibile tra il proletariato. Perciò, quando Polonskij organizzò un gruppo
economicista, tra le due organizzazioni iniziò lo scontro. Esse rimasero separate fino all’estate del 1901 quando, dopo una dura repressione, nel corso della quale furono arrestati Lalajants e altri, si fusero formando il Comitato unitario del POSDR.
In quel periodo venne fondata l’organizzazione l’Operaio del Sud che pubblicò il giornale omonimo e che cercò di formare un centro a livello provinciale. Prima della disfatta del maggio 1901, il Comitato di Ekaterinoslav controllava la redazione e, in linea di massima, il suo centro teorico era costi-
tuito da Lalajants, Masitskij, Chartenko e Ginzburg-Naumov. Dopo l’arresto di Lalajants e Masitskij, entrarono nella redazione Levin-Egorov e Fajnberg, membri del Comitato di Char'kov, e dopo la disgregazione di questo comitato
All’inizio del 1901 Matrtov risiedeva ancora a Poltava, sorvegliato dalla polizia; ma teneva contatti con Ekaterinoslav e Kiev ed esercitava una grande
influenza sulle posizioni dell’Operaio del Sud.
rapporti con questo giornale e in generale ne approvò tutte le iniziative editoAlla fine del 1902 questo gruppo fu solidale con l’Is&ra sulle questioni del programma, della tattica e dell’Organizzazione, impegnandosi a lavorare con-
giuntamente sul problema della chiamata a raccolta del partito. Un tale ritardo nell’adesione alla piattaforma dell’/sera è spiegabile da molti punti di vista. In primo luogo a Ekaterinoslav, il centro più importante del movimento, resistette a lungo la tendenza economicista (rappresentata dal
Martynov). In secondo luogo, alcuni autorevoli militanti del Comitato avevano pie SS OI I dei eil questioni fondamentali del movimento
BETA (seo la responsabilità della fondazione del pete ESA eo) ooo Lai nelle file dei militanti del Sud, come dimostra il tentativo di Ginzburg-Naumov di convocare il 2° Congresso nella pri-
Se SOI EGIZI Teorie 6 maggio, oltre a Ginzburg e Rozanov (che aveva attrezzato l’appartamento dove tenere il congresso), a $molensk si ritrovarono solo due rappresentanti del Bund — David Kats-Taras
! Giornale edito dall’omonimo gruppo l’Operaio del Sud. (N.d.R.)
Una delle ragioni del ritardo dei gruppi locali nel ENZO SOIT piattaforma dell’/s&ra stava senz’altro nella tradizione di autonomia Sei e
zativa dei socialdemocratici del Sud. Per questo all’inizio del 1902 convocarono una conferenza regionale a Elizavetgrad, cui parteciparono la Gal’berstadt e Krasnostékov (Ekaterinoslav); Sternberg (Nikolaev); Bronstein ' e Zborovskij (Comitato di Odessa), Sif (Gruppo di Odessa), Ermanskij (Char’koy), Tsejtlin
e Ginzburg-Naumov (Operaio del Sud) e Kvjatkovskij (Kisinév). Da Rostov, a causa della repressione, non giunse nessun esponente.
(la natura dell’autocrazia), la lotta economica e politica del proletariato, i rapporti con l’opposizione e il problema dell’organizzazione. Su tutte le questioni fondamentali le risoluzioni approvate concordavano in linea generale con le posizioni dell’Is&ra; sul problema dell’organizzazione 1 partecipanti decisero di costituire un coordinamento provinciale unificato al quale fu affidata la direzione e la gestione della propaganda. Quella conferenza si pose inoltre l’obiettivo di convocare un’assise di partito per tutta la Russia, come abbiamo già visto, a Belostok nel marzo del 1902. Fu eletto un cc dell’Unione — di cui facevano parte Ginzburg, Ermanskij e Tsejtlin — che fu delegato a preparare la convocazione della conferenza. Anche a Rostov resistettero a lungo residui del primitivismo. Dopo l’organizzazione del Comitato del Don alla fine dell’Ottocento (ad opera di Torsueva, Moéalov, Krivobokov-Nevskij, Melesko, ecc.), all’inizio del nuovo secolo la città divenne il centro politico del movimento operaio. Entrarono
a far parte del Comitato nuove forze, che in seguito aderirono alla piatta-
sciopero del 1902, il Comitato di Rostov scese in campo giocando un ruolo
el ste eo oIt: eroe lontra operaie; inoltre prese l’iniziauva di sollevare la
questione dell’unificazione delle organizzazioni del bacino del Don.?
Nell’inverno del 1901-1902 la conferenza di queste organizzazioni fon1902 si nominò Comitato del POSDR del Don, al quale aderirono i gruppi di
oa Taganrog, Mariupol’, Bachmut, Lugansk (che alla fine del 1902 divenne a sua volta Comitato), Serbinov e Almazov-Jurev, con centro a unificazione locale: la fondazione dell’Unione della Crimea che comprendeva le organizzazioni di Kerts, Melitopol’, Jalta, Feodosia e Simteropol’. I Comitati di Ufa, Tula e Niznij-Novgorod si dichiararono simpatizzanti della tendenza iskrista.
i Pétr Abramovièé Garvi. (N.d.R.)
Cfr. V.I. Lenin, Opere, cit., vol. 6, pp. 254-259. (N.d.R.)
Nelle altre città, dove erano state attive nel passato le organizzazioni socialdemocratiche (Perm’, Zlatust, Samara, Kazan’, ecc.), dominava il caos più completo, come negli Urali, oppure le organizzazioni erano state completa-
Vista la situazione dell’organizzazione all’estero e in Russia, visto il perdurante conflitto tra l’Is&ra, gli economicisti e i bundisti, e visti soprattutto i
tadina, cioè il rapporto con la democrazia piccolo-borghese, ai disaccordi sulle questioni organizzative) che dividevano la stessa redazione dell’Isera e ne prefiguravano la scissione, la redazione del giornale venne trasferita a Londra. Questa decisione e la scelta di Londra Teolo NOE: l ooo qua ot oo ae Lenin e 1 membri di Ozvobozdenie Trudd. Plechanov, Aksel’rod e la Zasuliè vedevano nella scelta di Londra la volontà di Lenin di separarsi e di impos-
sessarsi della direzione del giornale estromettendo Plechanov. Ma non erano queste certo le intenzioni di Lenin, né tanto meno di Martov; essi volevano solo una sede dove poter lavorare in condizioni migliori.
lavoro era ormai conclusa — erano state ripulite le stalle d’Augia” dalla confusione teorica: l’Isera aveva delimitato la socialdemocrazia dall’opportunismo, dall’avventurismo degli S-R, dalla tattica pusillanime e reazionaria dell’opposizione democratica, dalla limitatezza nazionalistica del Bund; aveva elaborato
il progetto di programma; inoltre la maggioranza delle organizzazioni russe di
una certa solidità aveva accettato la direzione dell’Isera; soprattutto appariva
chiaro che nessuna organizzazione locale, neppure l’Operaio del Sud, aveva la
tutto il numero dei sostenitori dell’Is&ra cresceva non più di giorno in giorno,
sr consideravano l’Isfera il loro giornale; i democratici mettevano mano alla borsa per poter leggere questa rigorosa, coerente — ma sl L’onda del movimento operaio rivoluzionario cresceva a vista d’occhio.
III
i
corso il tentativo di incanalare il movimento operaio nell’alveo poliziesco da tov; in questa città i rivoluzionari aspettavano il sopraggiungere della crisi e si preparavano alla spallata contro il vecchio ordine. Seguirono poi le manifestazioni e gli scioperi di molte migliaia di operai nell’ottobre del 1902 a Rostov sul Don e l’anno seguente scioperi generali politici senza precedenù
nella Russia meridionale cui parteciparono centinaia di migliaia di lavoraton, le manifestazioni armate del 1° Maggio del 1902 a Tbilisi, Niznij Novgorod e in altre città, e infine la nascita di un movimento spontaneo contadino. Erano
fatti di vasta portata, la Russia era come seduta su un vulcano a causa della crisi economica, della disoccupazione, dell’indigenza, dei patimenti e travagli degli operai e dei contadini. sugli operai in sciopero o sulle manifestazioni (a Pietroburgo nella Nevskaja
Zastava, nella fabbrica Obuchov nel 1900, a Rostov sul Don durante gli scioperi, a Tbilisi, a Niznij, a Char'kov, a Saratov durante le manifestazioni), la persecuzione degli stessi liberali. Tutto ciò arroventava l’atmosfera politica, indignando e mettendo in agitazione tutti gli strati della società, ad eccezione
di quelli che sostenevano il trono. In tali condizioni il grido di battaglia coli dell’!s&ra, fece del giornale la tromba che annunciava il giudizio universale
per la morente autocrazia.
«Bello vivere questi tempi! », affermavano i marxisu rivoluzionari intenti
alla loro critica demolitrice e allo stesso tempo impegnati nella costruzione del partito. La strada era ormai aperta e non restava molto da fare: preparare il
congresso dal punto di vista organizzativo. Nel periodo londinese dell’/Iséera questo compito fu realizzato dai rivoluzionari di professione, soprattutto dal Comitato di organizzazione.
6. Il Comitato di organizzazione per la convocazione Nel novembre del 1902 fu formato un nuovo comitato per convocare il 2° Congresso del partito. Su iniziativa di Lenin, a Pskov fu trasferito Lepesinskij
ali RSI campagna contro la superstizione religiosa. {N.d.R.)
Pietroburgo e intimo amico dello stesso Lenin. Il suo compito era di inviare notizie dalla Russia all’Istera e di curare il trasporto del giornale e della letterastesso Lenin. Dal 1901 al 1902 Lepedinskij svolse con profitto entrambi i
sova, al dottor Krasnucha e a Radéenko lavorava per rafforzare l’Organizzazione iskrista. A Pskov, oltre a LepeSinskij, operarono anche altri iskristi (Krasikov e in seguito Stopani). Dopo il fallimento del Comitato organizzativo costituito nella Conferenza di Belostok, l’Iskera dispose la formazione di un Comitato di organizzazione,
che doveva riprendere i compiti del primo. Dopo un’accurata preparazione, TE tool oO ELETTO Telo nell’appartamento di Lepesinskij a
Pskov, cui parteciparono il dottor Krasnucha (Comitato di Pietroburgo), Radtenko (Is&era) e Levin con voto deliberativo (Operaio del Sud); Lepesinskij e Krasikov con voto consultivo. Per qualche ragione sconosciuta il delegato del Bund non si presentò. La riunione si concluse il giorno seguente con la formazione di un nuovo Comitato di organizzazione composto da Krasnucha, Levin e Radtenko in cui vennero cooptati Lepesinskij-Lapot’, Krasikov (Ignat, Spil’ka), KrZizanovskij, Lengnik-Kurts e un quinto com-
pagno.
La costituzione del Comitato di organizzazione rappresentò di fatto l’unificazione ufficiale dei gruppi dell’Istera, di Pietroburgo, del Sud e dell’Unione settentrionale; esso dichiarò in seguito la propria solidarietà all’/Is&era. Il Comitato venne autorizzato a stampare — sotto sua responsabilità — le pubblicazioni
di questo o di quell’altro gruppo; aveva anche il compito di facilitare i colle-
zia varie organizzazioni e di curare i trasporti.
Il Comitato di organizzazione fu però falcidiato dagli arresti: il 4 novembre del 1902 furono arrestati per citcostanze fortuite (la polizia era all’oscuro
in Siberia), altri vennero posti sotto sorveglianza dalla polizia. Tuttavia il Comitato continuò a funzionare. Nel n. 32 dell’Iséera del gennaio 1903 fu
pubblicata una dichiarazione sulla sua fondazione che sottolineava che esso
non avrebbe preso alcuna iniziativa dall’alto, ma solo con il contributo di tutte
Il Comitato ebbe i maggioti attriti con il Bund perché e LETTI tale bro leto
AAA OI OOO E EI costituzione. Poi si scoprì che solo per caso il Bund
non aveva ricevuto l’invito, così nel febbraio la controversia venne risolta e in marzo fu redatta una dichiarazione congiunta in cui si affermava che né
delegato bundista alla riunione. I P_N. Lepesinskij, Sulla svolta (Na povorote), Pietrogrado 1922, pp. 130 155,
Nell’estate del 1902 aderirono al Comitato di organizzazione 1 comitati di Odessa, Nikolaev, Char'kov, Kiev, Mosca, Kazan’, Ufa, Ekaterinoslav, del Don e dell’Unione settentrionale, a cui venne delegata l’organizzazione del congresso. Solo gli economicisti del Comitato di Voronez lo avversarono, ma eta ormai troppo tardi.
224 Storia del Partito bolscevico
Pietroburgo e intimo amico dello stesso Lenin. Il suo compito era di inviare notizie dalla Russia all’Is&ra e di curare il trasporto del giornale e della letteratura iskrista attraverso la frontiera. A Pskov il terreno era stato preparato dallo stesso Lenin. Dal 1901 al 1902 Lepesinskij svolse con profitto entrambi i compiti; inoltre di tanto in tanto si recava a Pietroburgo dove insieme alla Sta-
zione iskrista. A Pskov, oltre a Lepesinskij, operarono anche altri iskristi (KraDopo il fallimento del Comitato organizzativo costituito nella Conferenza
di Belostok, l’Iskra dispose la formazione di un Comitato di organizzazione,
che doveva riprendere i compiti del primo. Dopo un’accurata preparazione,
Pskov, cui parteciparono il dottor Krasnucha (Comitato di Pietroburgo),
Krasnucha, Levin e Radtenko in cui vennero cooptati Lepesinskij-Lapot’, pagno.
tato venne autorizzato a stampare — sotto sua responsabilità — le pubblicazioni di questo o di quell’altro gruppo; aveva anche il compito di facilitare i collegamenti tra le varie organizzazioni e di curare i trasporti.
Il Comitato di organizzazione fu però falcidiato dagli arresti: il 4 novembre del 1902 furono arrestati per circostanze fortuite (la polizia era all’oscuro della riunione) Lepe3inskij e altri membri; alcuni furono deportati (Lepesinski] in Siberia), altri vennero posti sotto sorveglianza dalla polizia. * Tuttavia il Comitato continuò a funzionare. Nel n. 32 dell’Isera del gennaio 1903 tu pubblicata una dichiarazione sulla sua fondazione che sottolineava che esso
non avrebbe preso alcuna iniziativa dall’alto, ma solo con il contributo di tutte
le organizzazioni locali.
aveva partecipato alla sua costituzione. Poi si scoprì che solo per caso il Bund
non aveva ricevuto l’invito, così nel febbraio la controversia venne risolta e in marzo fu redatta una dichiarazione congiunta in cui si affermava che né il Bund né il Comitato erano responsabili della mancata partecipazione del delegato bundista alla riunione. ! P.N. Lepesinskij, Sulla svolta (Na povorote), Pietrogrado 1922, pp. 130-133.
Nell’estate del 1902 aderirono al Comitato di organizzazione i comitati di Odessa, Nikolaev, Char’kov, Kiev, Mosca, Kazan’, Ufa, Ekaterinoslav, del Don e dell’Unione settentrionale, a cui venne delegata l’organizzazione del congresso. Solo gli economicisti del Comitato di Voronez lo avversarono, ma
Capitolo nono
La fine del terzo periodo e l’inizio della quarta fase della socialdemocrazia russa (1903-1905). La nascita del bolscevismo
I. IL 2° CONGRESSO E LA SCISSIONE
I. ] preparativi del 2° Congresso Il 2° Congresso del partito fu caratterizzato dallo scontro tra le due princi-
pali correnti in cui era divisa la socialdemocrazia anche in Russia: i marxisti
rivoluzionari e gli opportunisti.
Da questo punto di vista, il congresso non fu che la continuazione della lotta contro l’opportunismo e il revisionismo che la socialdemocrazia rivoluzionaria, rappresentata dal gruppo Osvobozdenie Trudd, aveva condotto fin dalla nascita, negli anni Ottanta e Novanta, contro le varie correnti opportuniste interne alla socialdemocrazia, la cui massima espressione fu la battaglia
di Plechanov contro l’economicismo.
D’altra parte il 2° Congresso costituì anche l’inizio di una fase in cui a bozdenie "Trudi, ma Lenin e una nuova leva di marxisti rivoluzionari, i bolscevichi. Dopo il congresso, a scissione avvenuta, gli economicisti attribuirono la spaccatura al fatto che la corrente dell’Isé&ra aveva organizzato il congresso da sola. Su un suo foglio del gennaio 1904, il Comitato economicista di Voronez «I compagni incaricati dalla conferenza del 1902 di convocare il congresso erano
stati arrestati. Così, a organizzarlo furono gli elementi appartenenti a una sola cor-
rente della socialdemocrazia russa, il gruppo dell’/s&ra. »
totalmente falso, poiché l’Isera, che teneva nella massima considerazione il
Le trattative dell’ Is&ra con l’Unione dei socialdemocratici confermano che EA TOS TO ogni possibile accordo sia con il Rabocce Delo che con 1 gruppi Bor'ba e Svoboda. Inoltre essi avevano CIO spe attenzione al Bund.
230 VIETRI ATO)
In passato molti altri gruppi avevano cercato di assumere l'iniziativa della convocazione del congresso: l’Unione e il Bund già nel marzo 1902, e poi anche il gruppo l’Operaio del Sud e naturalmente l’/sk&ra. Il tentativo di orga-
nizzare un congresso a Belostok si era risolto in una conferenza che riuscì solo ad eleggere un comitato organizzativo, i cui membri furono peraltro arrestati, con la sola eccezione del dott. Krasnucha. L'organizzazione dell’!sera sì rendeva conto che lasciare al Bund o all’Unione la convocazione del congresso significava lasciare mano libera all’ala opportunista del partito, mentre la maggioranza della socialdemocrazia russa
da un’assise così importante, anche perché si rendeva conto che nessuna organizzazione era in grado di affrontare questo compito da sola. Ecco perché, quando nel 1900 il gruppo l’Operaio del Sud aveva indetto il congresso, non solo Lenin — che aveva incontrato Lalajants — ma anche organizzazioni come quelle di Char'kov e di Kiev avevano risposto negativamente.
Il Comitato di organizzazione, costituito nell’autunno del 1902, comprendeva tutte le organizzazioni più importanti: il Comitato di Pietroburgo (Krasnucha), l’Operaio del Sud (Levin), l’Isera (Radtenko), il Bund (NoachK. Portnoj), oltre a Krzizanovskijj, Lengnik, Krasikov e Lepe3inskij. Dopo l’arresto di Krasnucha, Lepesinskij e Radtenko, il Comitato fu integrato da
un altro rappresentante dell’Operaio del Sud (Rozanov), dalla Gal’berstadt, dalla Aleksandrova e da un membro dell’Unione settentrionale. Tutte le
organizzazioni più importanti erano quindi rappresentate nel comitato.
Nell’estate del 1902 l’organizzazione dell’Is&ra aveva cercato di trovare un
accordo anche con l’Unione dei socialdemocratici russi, come testimoniano le trattative di Martov con Ol’chin-Lochov (membro di quel gruppo) nel
luglio dello stesso anno.
gioie olor lello letale ita dell’Isera fu dedicato agli adempimenti pratici
relativi alla convocazione del congresso. Sia Lenin che Martov, che avevano
LETO oO iis eta sia nella or set olo ete let tra di loro che in quella Osa eolie TO OI OLI (nre testimoniano con quale serietà affronta-
Temendo che alcune organizzazioni non fossero pronte per il congresso,
Martov aveva studiato verso la fine del 1902 un piano di strutturazione del
ap ieai Corel ooo via non costituzionale », cioè mediante
O ee Role a SORTA pericoloso. Le nostre forze non sono suffiusata tO in cui siano presenti tutti 1 comitati. Se le cose andranno avanti come ora, cioè “girando a vuoto”, l’unica carta resterà quella di un accordo — mediante congresso o conferenza o consultazione di tutti 1 “nostri”
comitati, di Pietroburgo, Mosca, Tver’, Niznij Novgorod, Saratov, Kiev, Char'kov,
oe ei torero settentrionale —, in cui l’/skera sia dichiarata organo
centrale, i suddetti comitati si uniscano in un’unica organizzazione, nominino un
timo. A condizione che nei suddetti comitati la LETO CUTANEA (ZIO scendere a compromessi con l’Unione e con la Bor’ba. »!
Nella lettera del 5 dicembre 1902 Martov illustrò il piano a Lenin, che già in passato non doveva esserne molto convinto, visto che nella lettera Martov
si soffermò nuovamente e dettagliatamente sulla sua proposta. Una cosa comunque è certa: i timori di Martov erano fondati; in Russia il particolarismo e gli interessi di gruppo erano molto forti. Nella stessa lettera, Martov riferì l’opinione dei socialdemoctratici di Ekaterinoslav, così come gli era stata riportata da uno dei membri del Comitato: «A nome di tutta la sua città, costui sostiene che la fondazione di un’unica organizzazione è “prematura”, che per ora bisogna limitarsi al “lavoro locale”, ecc. Convocando un congresso dei “nostri’’ comitati, possiamo — e dobbiamo — organizzare la loro rappresentanza nel modo più democratico possibile, così che le decisioni prese non vengano poi contestate, come avviene attualmente a Pietroburgo e a Kiev. Ciò richiederà un grande lavoro preliminare da parte di quegli iskristi che sanno parlare e persuadere. E se si rimboccheranno le maniche e convinceranno i comitati saremo a cavallo. Se invece ci presentassimo a un congresso con la Bor’ba, con l’ “Unione” e forse anche con il Bund, visto che si parla di un congresso generale, dovremmo investire una parte delle nostre forze per preparare
La mia soluzione di convocare un congresso dei “nostri” comitati è per via non costituzionale, ma può accelerare la battaglia insieme con coloro che hanno voglia meno “federale” di quanto inevitabilmente accadrebbe nel caso si convocasse un
congresso “generale”. »
L’Is&ra non seguì la linea di Martov, ma quella opposta: senza temere né
l’Unione, né il Bund, né la Bor’ba, decise di convocare il congresso secondo
e vecchie regole. Tuttavia per riuscirci, occorreva un grande lavoro di prepa-
razione; cioé, per prima cosa, influenzare ideologicamente il Comitato di organizzazione e in secondo luogo impegnare una battaglia politica all’interno dei
svolta soprattutto da Lenin, Martov e Plechanov, la seconda dagli agenti del-
LIA quei rivoluzionari di professione della cui formazione aveva già scritto IZ Zemljaéka, Zalkind, Mandel’stam-Ljadov, ecc. A
hi . . a e Por Dejèé del 1° dicembre 1902, Archiv . Instituta Lenina. (Archivio del-
p
Po: Storia de! Partito bolscevico
2. Il lavoro del Comitato di organizzazione
L’annuncio della costituzione del Comitato di organizzazione comparve tativo di fondare il partito nel 1898 era fallito e che da allora l’idea dell’unificazione era rimasta il sogno di tutti i socialdemocratici; tuttavia, « per quanto perfette siano le organizzazioni locali, non potranno far fronte a questo com-
pito perché esso per definizione esce dal quadro locale ».? Quindi, dopo aver
esposto la cronistoria della sua formazione, il comunicato ribadiva che il
comitato aveva bisogno della collaborazione di tutte le organizzazioni per
poter assolvere il difficile compito assegnatogli. Poco dopo la pubblicazione di questo comunicato, aderirono al Comitato di organizzazione i comitati di Pietroburgo, Mosca, Kiev, Char'kov, Ekaterinoslav, Comitato del Don, l’Unione settentrionale, l’Unione dei minatori, i comitati di Tbilisi, Baku, Tula, Saratov, Brjansk e l’Unione siberiana. I comitati di Odessa e di Nikolaev, pur avendo aderito al Comitato di organizzazione, annunciarono di essere contrari alla sua trasformazione in CC del partito. Di tutti i comitati, solo quello di Voronez, ultima roccaforte degli econoTuttavia fu proprio la situazione concreta a costringere il Comitato di organizzazione ad assumere le funzioni di CC, dato che in Russia non esisteva
sità era riconosciuta da tutte le organizzazioni che davvero perseguivano la fondazione del partito.
Secondo il progetto di statuto elaborato dal Comitato di organizzazione, che fu inviato a tutte le organizzazioni del POSDR, potevano partecipare al
congresso solo quelle che riconoscevano il programma del partito, che erano
in vita da almeno un anno e che potevano dimostrare di aver svolto lavoro di
propaganda, agitazione e organizzazione Tess Siae elite ate importanza. Le organizzazioni che si erano già unificate non potevano partecipare al congresso singolarmente. Inoltre 10 ela TSO (SOLO o Lee Osvobozdenie Truda, l’organizzazione dell’Is&ra, la Lega dei Socialdemocra-
tici Rivoluzionari, l’Unione dei socialdemoctratici russi all’estero, il gruppo
! Cfr. V.I. Lenin, Opere, cit., vol. 6, pp. 283-287. (N.d.R.)
Capitolo LX — La nascita del bolscevismo 233
Il progetto di statuto sarebbe stato inviato alle organizzazioni €, e gli emendamenti e le note esplicative, approvato definitivamente; in GI |
Comitato di organizzazione avrebbe stilato l’elenco delle organizzazioni affiliate; in caso di contestazione ogni organizzazione avrebbe potuto NATE una commissione arbitrale, composta dai rappresentanti di due organizzazioni affini e da un membro dello stesso comitato. ei il progetto, i membri del Comitato di organizzazione raccolsero osservazioni ed emendamenti e, riunitisi ad Orél nel febbraio
1903, dopo avere esaminato 1 reclami, approvarono definitivamente lo sta-
tuto, l’elenco delle organizzazioni accreditate e indicarono approssimativa-
congresso anche l’Unione di Crimea. Il paragrafo 16 dello statuto recitava: « Il congresso è l’organo supremo del partito; è competente a discutere a nome del partito tutte le questioni e ad approvare qualsiasi delibera ritenga necessaria. »
L’organizzazione dell’Iséra si occupò dei lavori preparatori del congresso
anche all’estero. Martov e Lenin giravano i principali centri dell’emigrazione russa tenendo conferenze e relazioni: nella primavera del 1903, Lenin fu a Parigi. Martov tenne conferenze a Parigi, Berlino, Ginevra, Zurigo. Contemporaneamente, oltre a far uscire l’Isera e la Zara, pubblicò la traduzione de
Î? programma di Erfurt, la Storia dei movimenti rivoluzionari in Russia di Tun, l’opu-
scolo La verità sui fatti di Rostov di Amvrosij, La festa proletaria e Militarismo e classe operaia di Martov, Ai contadini poveri di Lenin e altri lavon. Naturalmente l’organizzazione dell’Isk&ra non si limitava solo all’attività editoriale; grazie alla guida teorica e pratica di Lenin, della Krupskaja e di Martov, all’attività della Zemljaîéka a Odessa, di Lengnik a Kiev, di Gusev a Rostov sul Don e di altri agenti iskristi in varie città, ottenne un notevole successo. Anche il Comitato di organizzazione esigeva molta attenzione, poiché
tra 1 suoi membri c’erano solo cinque veri iskristi — Krzizanovskij, Lengnik,
videvano fino in fondo le posizioni teoriche e le indicazioni di lavoro pratico dell’/s&ra. Noskov poi — come risulta dalle lettere di Lenin — occupava già Nel Bund, che era all’opposizione rispetto all’Iskera, e persino in una organizzazione come l’Operaio del Sud persistevano forti tendenze al particolarismo. Nella lettera ad Aksel’rod del 14 aprile 1903, Martov così tratteggiava i membri del Comitato di organizzazione: « È una buona composizione: un bundista (un rivoluzionario attivo, ma non dob-
biamo dimenticare che, in quanto bundista, fa la fronda), uno dell’Unione settentrionale, due dell’Operaio del Sud e cinque (cioè la maggioranza) membri della
nostra organizzazione, entrati in parte su invito del Comitato di organizzazione
(per cooptazione), in parte come rappresentanti dei comitati. Quello dell’Unione
234 EEC ONTO
Sud lo sonoIa metà: sono ortodossi, purA con qualche riserva ideologica e con un A DE e ee . A |
PO
Gli attriti esistevano, come abbiamo visto, non solo all’interno del Comi-
tato di organizzazione, ma anche nella redazione dell’Is&ra. Da una parte c’era Plechanov, noto anche in Europa come uno tra i migliori interpreti di Russia e conosceva il movimento operaio russo solo dai resoconti dei compagni; dall’altra c’era Lenin, già considerato dai compagni attivi in Russia un eccellente teorico e uomo pratico, passato per la grande scuola della rivolu-
zione e capo della migliore organizzazione operaia di Russia. Da una parte c’erano Aksel’rod, Zasuliè e i loro più stretti amici e seguaci, che subivano
l’autorevolezza di Plechanov; dall’altra C’erano i giovani iskristi, infervorati dalle ultime lotte della classe operaia contro l’autocrazia, che vedevano in Lenin il dirigente in grado di indicare la via per creare una solida organizza-
zione di classe.
Differenti vedute sulle questioni tattiche e programmatiche nella redazione
operaio che si andava sviluppando e le diverse prospettive che queste due generazioni di socialdemocratici russi ne traevano. Ma erano diversità che non trasparivano all’esterno. Alle attività dell’Is&ra prendeva parte anche Dejé, fuggito dalla Siberia e da sempre sostenitore di Plechanov; era un rappresentante della generazione precedente e aveva compiti tecnici. Alla redazione
dinario che Lenin apprezzò fin dal primo giorno e del quale ebbe a scrivere a « Indubbiamente è un uomo di rare qualità, convinto, energico, che farà molta
Tuttavia Plechanov si oppose in modo categorico alla proposta di Lenin di
far entrare Trotsky nella redazione come settimo membro; con la vecchia
ranza, almeno della metà dei redattori; l’entrata di un nuovo membro, per di
più raccomandato da Lenin, avrebbe sestese ripa elio a10)
Erano però scaramucce, che o deleterio Mi lei suoi NEI
in assenza di Lenin era in corso la preparazione di un numero dell’/s&ra, di fronte all’uso della fustigazione da parte delle autorità zariste per reprimere 1 ]ettere di P.B. Aksel'rod e J.O. Martor, cit., p. 82. 2 Lettera del 2 marzo 1903.
Capitolo IX — La nascita del bolscevismo 235
un episodio di lotta operaia a Vilnius, Martov e la Zasulié si espressero a favore del terrorismo, suscitando l’immediata reazione di Lenin e Plechanov.
Ma al di là dell’episodio l’/s&ra era divenuta in Russia il più influente giornale rivoluzionario e una grande forza politica: era Sy OIL alla socialdemocrazia la gioventù studentesca ed elementi della borghesia
radicale, ma era anche riconosciuta come l’organo per eccellenza della denuncia politica, senza per questo cessare di essere un giornale del marxismo rivoluzionario.
In aprile e maggio fu deciso di trasferire la redazione dell’/s&ra in Svizzera, dove, per il congresso, stavano già arrivando 1 delegati: si realizzava così l’antico sogno di Plechanov e di Aksel’rod di avere l’/sféra sotto mano, nella vicina Svizzera. Tra i delegati cominciò il frenetico lavoro di preparazione del conmente, anche gli antiskristi: i rappresentanti del Raboiee Delo, del Bund e gli Terminati i preparativi il congresso fu inaugurato in agosto a Bruxelles; in seguito venne trasferito a Londra, dove i lavori si conclusero.'!
3. Il 2° Congresso e la formazione di due gruppi all’interno della maggioranza iskrista: bolscevichi e menscevichi Al congresso, ® aperto da un eccellente discorso di Plechanov, erano presenti 43 delegati con diritto di voto, per un totale di 51 voti, in rappresentanza delle seguenti organizzazioni: Comitati di Baku e Tbilisi, Unione dei minatori, Unione di Crimea, Comitato di Nikolaev, organizzazione dell’Iskra e della Lega della socialdemocrazia rivoluzionaria russa con due mandati per ciascuno; Comitati di Mosca, Tula, Char'kov, Kiev, Odessa, Ekaterinoslav, Don, Saratov e Ufa, Unione settentrionale e Unione siberiana, Osvobozdenie Trudàd, Unione dei socialdemocratici russi all’estero, Comitato estero del
Bund e gruppo Operaio del Sud con due delegati a testa. Anche da Pietroburgo erano giunti due delegati, uno apparteneva al Comitato di Pietroburgo (l’iskrista Sotman), l’altro era dell’Organizzazione operaia pietroburghese
1 i ST TEO dal 17 (30) luglio al 10 (23) agosto 1903. Le prime tredici sedute si tennero a Bruxelles, le altre, a causa delle persecuzioni della polizia, a Londra. Per gli
atti del 2° Congresso, cfr. P.N. Lepesinskij, Protocolli del 2° Congresso del POSDR, cit.; il libro Second Ordinary Congress of the Russian Social-democratic Labour Party 1903, New Park Publi-
i la 1 NE Strada, Einaudi 1971. (N.d.R.)
(Machnovets). Per Osvobozdenie Trudà erano presenti Plechanov e Dejé, per l’organizzazione dell’Isera Aksel’rod, Potresov e la Zasulià, per la Lega Lenin, Krupskaja, Kol’tsov, Glebov-Noskov (membro del cc), Kostrov-Zordanija, la Strachova, Judin e Varskij (Polonia). Gli antiiskristi inviarono al congresso: Kremer, Kosovskij, Medem, Liber-Gol’dman, Judin-Ejzenstadt e AbramsonPortnoj per il Bund, Piker-Martynov e Akimov-Machnovets per l’Unione. Se si tiene conto che, in qualità di delegati al congresso, cC’erano Krasikov, la Zemljaîka , Ljadov, Bauman, Gusev-Drabkin, Stopani, la Knipovit-Djaden’ka, Gorin-Galkin, Knunjants, tutti dell’/sk&ra, e anche i futuri menscevichi Kroch-
mal’, Lokerman, Levin ecc., si può dire a pieno diritto che al congresso erano convenuti 1 maggiori teorici e militanti sia delle correnti marxiste rivoluzionarie che dell’ala opportunistica della socialdemocrazia russa. Fin dalla prima seduta, il congresso si trasformò, come ebbe a esprimersi Lenin, in un’« arena di lotta per la vittoria della tendenza dell’Isera». 1 delegati del Bund chiesero che venisse modificato l’ordine del giorno del congresso che era il seguente: 1) Costituzione del congresso. Elezioni della presidenza. Stesura del regolamento del congresso e dell’ordine del giorno. Relazione del Comitato di organizzazione ed elezione di una commissione per verificare le componenti del congresso. 2) Posto del Bund nel partito. 3) Programma del
partito. 4) Organo centrale del partito. 5) Relazioni dei delegati. 6) Organizzazione del partito. 7) Organizzazioni regionali e nazionale. 8) Altri gruppi del partito. 9) Questione nazionale. 10) Lotta economica e movimento sindacale. 1I) Primo maggio. 12) Congresso Internazionale Socialista di Amsterdam del 1904. 13) Progetto di risoluzione sulle dimostrazioni. 14) Terrorismo. 15) Questioni interne di lavoro, organizzazione della propaganda e dell'agita-
zione politica, ecc. 16) Posizione del POSDR nei confronti dei socialisti-rivoluzionari. 17) Posizione del POSDR nei confronti dei liberali russi. 18) Elezioni
del Comitato centrale e della redazione dell’Organo centrale. 19) Elezioni del
Consiglio del partito. 20) Procedura della ite egual ao ta i aa cool l’accettazione e l’esercizio delle funzioni dei delegati
eletti e delle organizzazioni mandatarie. vano continuare le sedute. Solo la questione del Bund sembra violare la logica
EPPOI ee lette LE a un partito Nel 2° paragrafo della sua proposta e diete iL ’ SO eNite
Sari cit vincolata nella propria attività da alcuna
UE ET OO 237
grafo, il Bund avrebbe tenuto 1 propri congressi ed eletto il proprio Comitato
centrale e, secondo l’1 1° paragrafo, il CC del POSDR avrebbe avuto diritto di
prendere accordi con singole componenti del Bund solo previo consenso del CC dello stesso Bund. Il congresso respinse a larga maggioranza il principio
federativo e confermò il principio dell’autonomia delle minoranze nazionali limitatamente alle questioni che le riguardavano in quanto tali.
il Bund avesse riconosciuto il principio del centralismo e quella formulazione dell’autonomia delle minoranze nazionali all’interno delle organizzazioni del partito, i suoi delegati si sarebbero uniti a quelli dell’Isfra. Conoscere l’opinione del congresso su questo aspetto significava sapere in anticipo come si sarebbe schierato — se con l’Ist&ra o con gli economicisti, con il Raboiee Delo e gli opportunisti — e avrebbe permesso di prevedere il successivo sviluppo dei lavori. Rifiutando di affrontare la questione all’inizio del congresso, 1 bundisti contavano di discuterla subito dopo il programma. Ma 1l congresso votò in maggioranza contro la proposta del Bund di modificare l’ordine del giorno; a favore della quale, oltre ai bundisti, si pronunciarono i membri del Raboiee Delo e Machov, delegato del Comitato di Nikolaev; le astensioni
furono 11. In tal modo, già all’inizio, si definì un raggruppamento di circa 30 sostenitori dell’Iséra, uno di circa 20 sostenitori della destra (economicisti,
bundisti) e un centro, la “palude”, di circa una decina di delegati. Nei suc-
cessivi dibattiti congressuali, tutte le votazioni ebbero all’incirca lo stesso risultato.
Le votazioni possono essere suddivise in tre categorie. Nella prima rientrano quelle in cui l’Iskra e il centro si uniscono contro gli antiskristi: la votazione sul programma, quella sulla collocazione del Bund all’interno del partito
e quella sull’adozione dell’Isk&ra come organo centrale del partito. Della se-
rare in modo netto chi si schiera con l’Isera e chi contro: lo Teolo el ol tO
dell’Operaio del Sud, due votazioni sul programma agrario e la votazione sulla questione del riconoscimento della Lega come rappresentante del partito Sele Role IT SE sull’uguaglianza giuridica delle lingue,
SIE i paragrafo dello statuto e sull’elezione del cc e dell’or-
ranza iskrista, 9 della minoranza iskrista e 8 di centro, SOI O oe loco due voti del centro e dieci voti degli antiskristi. Questa votazione era
Il secondo gruppo di votazioni diede già un’altra proporzione: tutti gli iskristi (32 voti) votarono compatti contro il centro (8 voti) ce gli antiskristi (8 voti), per csempio sulla questione dello scioglimento del gruppo Operaio del Sud. Nel terzo gruppo di votazioni, ad csempio sull’uguaglianza giuridica delle lingue, una componente della maggioranza (18 voti) e una rimanenti delegati della maggioranza iskrista e 2 dalla minoranza. La votazione sul 1° paragrafo dello statuto diede 19 voti della maggioranza iskrista,
tre voti del centro e uno degli antiskristi; votarono contro cinque dele-
gati della maggioranza iskrista, nove della minoranza, sette del centro e
Sio Gi antiskristi; e infine la votazione sulle elezioni del Comitato di
organizzazione e del Comitato centrale diede 24 voti della maggioranza iskrista contro 9 voti della minoranza, 10 voti del centro e un voto Così al congresso le votazioni sulle questioni organizzative cruciali evidenziarono il graduale consolidamento di un’ampia maggioranza iskrista (18-24 voti), di una fluttuante minoranza iskrista (8-10 voti), del centro (8-10 voti) e degli antiskristi (8 voti).
0, tao iskrista (24 delegati), con a capo Lenin e Plechanov, su tutte le
questione del 2° paragrafo dello statuto. Al congresso, dunque, si manifestò una divisione tra gli stessi membri Fino alla votazione sul 2° paragrafo dello statuto, gli iskristi avevano votato
ele sioriaso Dopo la votazione sulla questione della modifica all’ordine del vano accettato la risoluzione del Comitato di organizzazione che siudicava
inammissibile la presenza al congresso del delegato economicista del Comitato di Voronez, si erano decisamente dichiarati contrari alle tendenze fede-
unanimi. Contro il programma proposto dall’/skra, erano intervenuti i mem-
bri del Rabocee Delo, i bundisti e alcuni iskristi. 1 pochi interventi contrari degli
iskristi non avevano comunque carattere di principio e, nel complesso, si ridu-
espressi a favore di modifiche To ate ETIENNE sini
di asservimento non bastava la sola restituzione ai contadini delle terre stralciate nel 1861, ma che era necessario sradicare tutto il sistema degli obblighi
servili. Nei loro interventi 1 rappresentanti del Raboiee Delo e del Bund, invece, avevano criticato le questioni di principio. Martynov si era opposto al punto del programma in cui, secondo lui, si nascondevano le idee di Lenin sulla spontaneità operaia e sulla coscienza portata dall’esterno, cioè il punto in cui si diceva:
« Ma, mentre si sviluppano queste contraddizioni inevitabili del capitalismo, cresce anche il malcontento della classe operaia per lo stato di cose esistente, aumenta il
mente e rapidamente la coscienza, mentre si inasprisce la loro lotta contro la classe capitalistica. »
Matrtynov proponeva di modificare così le ultime righe di questo passo: « Aumenta il numero, la coesione e la consapevolezza dei proletari e si acuisce la
modifica; durante il congresso Martynov attaccò Lenin e in particolare il Che
dovuto accodarsi al movimento operaio spontaneo.
Martynov si scagliò contro l’idea centrale di Lenin, secondo cui la coscienza
socialista poteva essere portata al movimento operaio solo dall’esterno, e cercò
alla coscienza socialista. In proposito Plechanov così replicò a Martynov: Lenin è d’accordo con Engels, e se non fosse d’accordo con lui, bisognerebbe davvero impiccarlo. Ma le parole di Engels sono una tesi generale ... Lenin non ha scritto un trattato di filosofia della storia, bensi un articolo polemico contro gli
la classe operaia da sola, senza l’aiuto del badillo rivoluzionario.” A quest’ultimo era
ae programma parla precisamente non dell’assegnazione in generale di Ogni pez-
zetto di terra, ma dell’eliminazione di almeno una delle forme di asservimento che Re ste ... Tutti gli asservimenti possono essere eliminati solo dalla rivoluzione SPIRE a {Sl
chiamo alcune misure “allo scopo di eliminare” (non diciamo nemmeno che si possa trattare di un’eliminazione totale) i residui della servitù della gleba. Il proletariato rurale deve
lottare insieme ai contadini ricchi ee Tieniti Ceti el Ra TORO So era terre stralciate: qui è tutta la sostanza del nostro programma agrario. » V.I. Lenin, I
cit., vol. 6, pp. 410-411. (N.d.R.)
perché ha una coscienza teorica. Ma se voi eliminate il bacillo, resta soltanto una
massa inconsapevole, nella quale la coscienza deve essere immessa dall’esterno. » *
L’opportunista Akimov, che si opponeva alla “teoria dell’impoverimento” della classe operaia nella società capitalista e alla dittatura del proletariato, si esprimeva in termini ancora più chiari. Egli affermava che le condizioni del
crescita delle contraddizioni di classe e del malcontento del proletariato,
premesse del movimento rivoluzionario.
un concetto che in sostanza si discostava ben poco dalle argomentazioni dei suoi avversari. Trotsky sosteneva: « Lo spaventa la dittatura del proletariato come atto giacobino. Egli dimentica che questa dittatura sarà possibile soltanto quando il partito socialdemocratico e la classe operaia — la cui contrapposizione lo turba tanto — saranno il più vicino possibile all’identificazione. La dittatura del proletariato non sarà una cospiratoria “presa del potere”, ma il dominio politico della classe operaia organizzata che costituisce la maggioranza della nazione. » ”
Le obiezioni al programma agrario provenivano soprattutto dagli opportunisti e dal centro, ai quali, come abbiamo detto, si affiancarono anche alcuni iskristi. Tra costoro, le riserve riguardavano alcune precisazioni da apportare
stione della ripartizione della terra, proponendo la nazionalizzazione. Kostrov
positivo: l’eliminazione dei residui del vecchio sistema e l’introduzione di un nuovo sistema socialista. »
Economicisti e bundisti sostenevano che era sufficiente attenersi a criteri
di massima, senza scendere troppo nel dettaglio, poiché le condizioni della OPEN oe lette iO: eee otite regioni (Liber); oppure negavano decisamente la necessità di un programma agrario, come il delegato di Niko-
laev, Machov. In tal modo, al congresso risultò che la maggior parte dei socialPORT ET e I OO Pel restituzione delle terre stralciate, come Lenin
contro la posizione di Plechanov; per questo motivo si era arrivati vicini a una I VV, Strada (a cura di), Che fare?, cit., p. 268. Cfr. anche V.I. Lenin, Opere, cit., vol. 5, nota a p. 384. (N.d.R.)
Capitolo IX — La nascita del bolscevismo ID
nisti. Ma sulla questione fondamentale del 1° paragrafo dello statuto, che doveva stabilire chi dovesse considerarsi membro del partito, si divisero. I voti della maggioranza iskrista a favore della formulazione di Lenin furono
19, Cui si aggiunsero tre voti del centro e uno degli oppositori (MachnovetsBruker); i voti contrari degli iskristi furono cinque. A favore votarono Zurabov, Gusev-Drabkin, Lokerman, la Zemljacka, l’operaio Medvedev (Comitato di Char'kov), Krasikov, Stepanov, Bauman, Ljadov, Gorin-Galkan, Murav’év (operaio del Comitato di Ufa), Stopani, Djaden’ka-Knipovie, Orlov-Malkin (Comitato di Ekaterinoslav), Egorov-Levin, Gorskij, Machno-
vets, D.I. Ul’janov, Braun, Plechanov e Lenin. Votarono contro Martov, Dejé
e Aksel’rod, assieme a Martynov, Akimov e i bundisti. In cosa consisteva la controversia? Ecco com’era formulato il 1° paragrafo nel progetto di Lenin: «Si considera membro del partito operaio socialdemocratico russo chiunque ne accetti il programma e sostenga il partito stesso sia con mezzi materiali che partecipando personalmente ad una delle sue organizzazioni. »
La formulazione di Martov, approvata dal congresso, recitava: accetti il programma e sostenga il partito stesso sia con mezzi materiali che lavorando sotto il controllo e la direzione di una delle sue organizzazioni. »
A prima vista sembrava che tra le due formulazioni non vi fosse alcuna differenza; ma dal dibattito congressuale risultò chiara la diversa interpretazione
dei compiti organizzativi del partito che ne derivavano. Lenin e Plechanov concepivano il partito come un’organizzazione di lotta rivoluzionaria che dirigesse la classe operaia. Pertanto dovevano essere ammessi nel partito solo elementi coscienti, fidati, che fossero in grado in ogni momento, in qualsiasi condizione di difficoltà versasse l’organizzazione, di rappresentarla degnamente, senza concessioni alla borghesia a scapito degli interessi del proletariato. Krasikov sostenne che un membro del partito con queste caratteristiche non avrebbe solo condiviso genericamente il programma ma, con la sua partecipazione attiva all’organizzazione, avrebbe dimostrato a tutti i militanti in che cosa consistesse concretamente l’adesione ai princìpi della socialdemocrazia rivoluzionaria. Ciò avrebbe implicato un minor numero di militanti con una base ampia di organizzazioni operaie legali e illegali, professionali e culturali, di Lòse-organisationen, ecc. Il partito sarebbe stato
Martov era per ampliare il partito, i suoi sostenitori, come Aksel’rod, da
parole simpatizzavano con il programma del partito; dall’altro, come Trotsky,
sostenevano che qualunque operaio in sciopero poteva dichiararsi membro una delle organizzazioni del partito non era necessaria." La formulazione di Martov trovò il consenso congiunto di due correnti del
tradeunionista. Dunque la vecchia concezione populista di Aksel’rod si sposava Dapprima non se ne resero conto neppure coloro i quali erano intervenuti il congresso della Lega estera della socialdemocrazia rivoluzionaria russa e dopo che la nuova /s&ra accettò Martynov come collaboratore. Lenin ebbe chiaro già al congresso che i dissensi con Martov e Aksel’rod
erano qualcosa di più di una controversia su una questione organizzativa. Questi dissidi si manifestarono anche sulle risoluzioni tattiche proposte da
Plechanov e da Starover sui rapporti tra socialdemocrazia e liberali. Partendo
dalla stessa posizione del Manifesto comunista sul sostegno della socialdemocra-
zia alle correnti di opposizione, entrambe le risoluzioni affrontavano, ciascuna
sensi già in commissione. Sostenevamo formulazioni diverse. Mentre io proponevo di riconoscere membro del partito chi, accettando il programma e sostenendolo col suo aiuto materiale, entrasse in una qualche organizzazione del partito, Martov riteneva sufficiente, oltre alle due prime condizioni, il lavoro sotto il controllo di una delle organizzazioni del partito. Io sostenevo la mia formulazione e facevo notare che non avremmo potuto dare una definizione diversa di membro del partito, senza allontanarci dal principio del centralismo. Riconoscere membro del partito un compagno che non faccia parte di alcuna organizzazione del partito vuole dire dichiararsi contrari a qualsiasi controllo del partito ... La formulazione di Martov ampliava i limiti del partito. Egli si richiamava al fatto che il nostro partito dev’essere un partito di massa. Egli spalancava le porte ad ogni sorta di opportunisti, ampliava i limiti del partito fino alla completa indeterminatezza. Nelle nostre condizioni questo era un grave pericolo, giacché stabilire un limite tra il rivoluzionario e il parolaio ozioso è molto difficile; perciò avevamo bisogno di restringere 1l
concetto di partito. L’errore di Martov stava nel fatto che egli spalancava le porte del partito a qualsiasi avventuriero, mentre veniva in chiaro che persino al congresso una buona terza parte era composta da intriganti ... La sua formulazione inseriva nello statuto una stonatura: ogni iscritto dev’essere sotto il controllo di un’organizzazione, di modo che il CC possa avere la possibilità di giungere fino all’uluimo compagno. La mia formulazione era uno stimolo ad organizzarsi. Il compagno Martov menomava il concetto di “membro del partito” mentre, a mio avviso, esso deve levarsi in alto, molto in alto.» V.I. Lenin,
a modo suo, la questione del comportamento verso l’opposizione liberale
russa. Così Starover illustrò a quali condizioni il sostegno sarebbe stato
l’autocrazia a fianco dei socialdemoctratici; 2) dovevano escludere dai loro programmi le rivendicazioni contrastanti con gli interessi della classe operaia o dannose alla sua presa di coscienza; 3) dovevano fare del suffragio univerLa risoluzione di Plechanov, pur affermando che i socialdemocratici avevano l’obbligo di appoggiare l’opposizione liberale contro l’autocrazia, sottolineava al tempo stesso la necessità di denunciare i limiti della lotta liberale e di lottare contro il movimento borghese antirivoluzionario e antiproletario guidato da Struve.
La risoluzione di Starover era confusa, non definiva in termini di classe il liberalismo russo, non ne delineava le varie correnti e non incitava a lottare
contro di esse; parlava solo delle condizioni che avrebbero reso possibile un
Esaminando questa risoluzione, Lenin pose a Starover questa domanda: era possibile un accordo con i liberali se costoro avessero annunciato di schie-
rarsi con i socialisti-rivoluzionari?
inconcepibile ogni accordo, che invece sarebbe stato possibile se i Liberali avessero rinunciato a rivendicazioni contrarie agli interessi della classe operaia. Un’intesa coi liberali era ammessa anche nel caso in cui avessero accet-
accordi a una sola condizione, cioè la denuncia spietata dei limiti e delle carenze della lotta liberale. Inoltre è particolarmente significativo il fatto che Plechanov ponesse come pregiudiziale la lotta contro Struve, leader del gruppo più influente dell’opposizione Liberale russa. In tal modo Starover, Martov e Aksel’rod preparavano la strada a un menscevichi), mentre Lenin e Plechanov, mostrando come utilizzare l’oppo-
sizione liberale, mettevano in primo piano la tattica autonoma rivoluzionaria della socialdemocrazia. Una delle questioni fondamentali dell’organizzazione del partito era la Secondo Lenin, gli organi direttivi del partito dovevano essere l’Organo centrale, il Consiglio del partito e il Comitato centrale; inoltre, la redazione dell’Organo centrale, composto dai capi riconosciuti del partito, avrebbe dovuto avere un ruolo decisionale. Perciò tutti e tre gli organi dovevano essere eletti dal congresso. Il Comitato centrale, composto di tre membri eletti, sarebbe stato poi completato per cooptazione. Il Consiglio del partito — composto da due redattori dell’Organo centrale, due del CC e uno nominato dal congresso — sarebbe stato l’organo supremo del partito, senza poteri arbitrali,
244 RYAN LI LT bri della redazione dell’Organo centrale e del cc. All’Organo centrale il congresso elesse Plechanov, Lenin e Martov; al Comi-
tato centrale, Lengnik, KrZizanovskij e Noskov (che era ancora vicino a Lenin). Ciò significava che la maggioranza iskrista aveva l’egemonia negli organi
centrali. La minoranza iskrista, schierata con il centro e con gli antiskristi, si
la redazione da tre a sei membri, includendo Aksel’rod, Zasulié e Potresov; in secondo luogo il Consiglio del partito doveva essere eo/10i roi Coe ot ete ile membn, due dell’Organo centrale, due del CC e un quinto eletto dal congresso. Il congresso bocciò la proposta di Martov e Aksel’rod ed elesse la collau-
data iryyjka composta da Plechanov, Lenin e Martov; ma ee tato oCO sia LE ico II
nomina e minacciò di boicottare gli organi centrali finché nella redazione non anche grazie all’opera di conciliazione di Noskov, Plechanov e Lenin accetta-
rono la cooptazione nella redazione dei quattro vecchi membri (Martov,
Aksel’rod, Potresov e la Zasuliè), a condizione che uno dei membri dell’Or-
gano centrale nominato al Consiglio del partito appartenesse alla maggioranza iskrista. Ma anche stavolta Martov e gli altri tre vecchi redattori si opposero. A fine settembre, dopo il ritorno di Noskov in Russia, Lengnik, il nuovo ché Lenin e Plechanov insistevano sulla rappresentanza della maggioranza iskrista nel Consiglio. Il conflitto si inasprì al tal punto che Martov, Aksel’rod,
la Zasulié, Trotsky e 1 loro sostenitori rifiutarono di collaborare con l’Ist&ra e
Il conflitto si aggravò sempre più e raggiunse l’apice al congresso della
La ragione formale per cui Lenin, Plechanov e Lengnik abbandonarono il congresso fu il rifiuto di Martov e dei suoi seguaci di presentare lo “statuto della Lega”, elaborato dai leninisti qui minoranza, all’approvazione del cc. * ! I} secondo congresso della “Lega estera della socialdemocrazia LO EPATO II tI O o luogo a Ginevra il 1 3-18 (26-31) ottobre pci fautori della ra ranza (che disponevano di cio complessivi), pe Lo della minoranza (con 22 (La cit, vol. 7, pp. 61-85. (N.d.R.) 2 Martov sosteneva che la Lega doveva essere autonoma nell’elaborazione del proprio sta-
tuto. Scrive Lenin: « A mio avviso, ciò è assolutamente sbagliato, in quanto il cc, che in
tutto compilare lo statuto. E finché il CC non convaliderà la statuto della Lega, quest’ul-
|:' ij
Capitolo LX — La nascita del bolscevismo 245
Lengnik portò la questione dinanzi al Consiglio del partito che ne riconobbe il corretto operato, proponendo la nomina di nuovi membri e la riorganizzazione della Lega. Ma questa proposta non placò i menscevichi, così Plechanov
alla fine si decise a cedere.
À questo punto Lenin annunciò le
Mo%eaMy a BAIeNb NL pesanzia dimissioni dalla redazione dell’Iskra (il
»HoKpsI"?) n. 51 del giornale fu l’ultimo in cui comparve la sua firma). Il n. 53 del gior-
ai
nale venne redatto solo da Plechanov; il
26 novembre egli cooptò nella redai l ] ù MFNPUNY EPEDONE FIRE zione Potresov, la Zasulit, Aksel’rod e
nia erro 7a ame a Fsm cptaamali Pumare Moanala, ue a Martov e, a partire dal n. 53, la nuova
ruoceGh spreazenia è pere e MperTegt per- parte della redazione. I Furono questi, formalmente e di fatto, gli eventi che portarono il partito, mon reslananagarone n port ansa fara? appena formatosi, a una scissione in ito O SPeNPACRO MEneTO, TORApEELE. "TA CEN desto MENO Ter ce . 5) . . . rara e aa e e a na bolscevichi” (maggioranza iskrista al Appare inizino congre “menscevichi” (minoranza Lettera di Lenin alla a'camnm sosmm mtann ru .Bcrpy* Nr sso) e mensesi| unì anche redazione dell’Iskra CUI, dOpo il congresso, Plechanov).
Tuttavia questo fu solo l’aspetto formale degli eventi, le ragioni della scissione, come già era emerso durante il congresso, erano più profonde. Di fatto da tempo esistevano due correnti nella socialdemocrazia russa: una rivoluzionaria e una opportunistica. Prevalse la prima, ma al congresso una parte della sinistra passò alla destra, agli opportunisti; dopo la sconfitta nelle elezioni agli organismi centrali, quando la maggior parte degli incarichi furono attribuiti
dal congresso alla sinistra, gli opportunisti decisero la scissione pur di con-
servare almeno una parte degli organi centrali. Questa dinamica dei fatti è
confermata dai documenti sia di parte bolscevica, sia di parte menscevica. Probabilmente uno dei documenti più interessanti su questo argomento è di
fonte menscevica: la risoluzione approvata dai menscevichi subito dopo il
CONQresso, in una riunione straordinaria, cui presero parte i maggiori rappresentanti della corrente opportunistica (Martovr, la Zasuliè, Potresov, Trotsky,
Dejè, Krochmal’ e altri).
La risoluzione mostra che la frazione dei menscevichi si costituì immediatamente dopo il congresso e che fu subito operativa. Innanzittutto la risoluzione bocciava tutte le decisioni del congresso sfavo-
revoli ai menscevichi, nonostante tutti — menscevichi compresi — si tossero
impegnati a considerarle vincolanti (secondo il 18° paragrafo dello statuto del
* Ibidem, pp. 113-119. (N.d.R)
246 ZE IMITA
« Visto che ee IO era PETS congresso delle ten-
er disorganizzative è stata la debolezza dei comitati locali e la scarsa Sie
bastone tra le ruote al CC e ai comitati locali — ad geo Toe EI SES eli late 140) et cloro] oratore per il rifornimento di materiali», ecc. — e persino il boicottaggio totale fino alla «restaurazione della vecchia redazione
La corrispondenza dei menscevichi, recentemente pubblicata all’estero, mostra che fin dall’inizio essi avevano cercato la scissione e non si erano partito. Nella lettera del 13 settembre 1903, Martov scriveva ad Aksel’rod
sia e bombarderemo il Comitato centrale con la richiesta di confermare il nostro gruppo redazionale ».?
Da parte sua Aksel’rod, esperto nel lavoro frazionista, proponeva di incal-
zare Plechanov per ottenere la cooptazione del quartetto nella redazione dell’Isera e, una volta ottenuta la maggioranza in redazione, cominciare a premere sul cc.}3 Perciò la scissione era inevitabile. La posizione dei bolscevichi era molto difficile: oltre alla maggioranza di menscevichi nell’Organo centrale (dopo la cooptazione, la stessa maggioranza si era formata anche al Consiglio: Plechanov, Martov e Aksel’rod contro Lenin e Lengnik), i menscevichi avevano nelle loro mani un’arma potente, la stampa del partito; mentre i bolscevichi restavano in maggioranza nel CC. Avendo i menscevichi fatto ricorso fin dall’inizio alla lotta di frazione, inviando dei militanti in Russia, la scissione si estese alle organizzazioni russe. I dissensi e la sfiducia reciproca crebbero
zione polemiche. La scissione divenne effettiva anche se, formalmente, non
ancora sancita da alcuna risoluzione. Nonostante la scissione fosse avvenuta subito dopo la sua conclusione,
il congresso ebbe ugualmente un’enorme importanza nella storia del movi-
! Lettere di P.B. Aksel'rod e .O. Martor, cit. p. 95.
IA EI DEI 247
Questa importanza risiede nell’approvazione del programma che era stato riconosciuto da tutti i socialdemocratici russi. Già questo fatto alzava il contito e di uno statuto, il 2° Congresso, in un modo o nell’altro, metteva fine alla
fase di primitivismo e delineava i contorni di un’organizzazione socialdemocratica centralizzata. Con le sue risoluzioni il congresso aveva stabilito nel
complesso una cottetta tattica rivoluzionaria, la collocazione del Bund nel partito, i rapporti con i liberali, la questione degli S-R, delle manifestazioni, della lotta economica; nelle risoluzioni sulla questione organizzativa e in una serie di altre risoluzioni erano emerse linee precise, seguendo le quali il partito non sarebbe caduto nella palude dei compromessi e non avrebbe tradito
Infine, persino nelle controversie tra 1 delegati, il congresso aveva messo in luce il volto rivoluzionario dell’ala bolscevica della socialdemocrazia russa. Nonostante la scissione, tutto ciò rappresentava un enorme passo in avanti rispetto al 1° Congresso. Possiamo affermare pertanto senza timori che il 1° Congresso, pur essendosi svolto in un’atmosfera di unanimità e pur non essendo sfociato in una
Congresso, nonostante l’epilogo, fu un vero congresso costituente e rappresentò la nascita del partito nel vero senso della parola. Così Lenin caratterizza il terzo periodo della nostra storia: « Periodo di dispersione, di disgregazione, di oscillazioni. Nell’adolescente la voce cambia. Durante questo periodo anche la voce della socialdemocrazia ha comin-
ciato a cambiare, a stonare, da una parte nelle opere dei signori Struve e Prokopovié, Bulgakov e Berdjaev, dall’altra, in quelle di V. I-n, R. M., Kriéevski e Marty-
nov. Ma mentre i dirigenti vanno avanti a casaccio, senza accordo, o fanno mac-
correnti dal marxismo: « Quando 1l terzo periodo sarà sostituito dal quarto (già annunciato da numerosi
indizi)j° Non sappiamo. Dal campo della storia passiamo qui nel campo del preperiodo ci porterà al consolidamento del marxismo militante, che la socialdemo-
crazia russa uscirà dalla crisi rafforzata e virilizzata, che la retroguardia degli opportunisti “avrà il cambio” da una vera avanguardia della classe più rivoluzionaria. »
PV.I. Lenin, Opere, cit., vol. 5, p. 479. > Ibidem, p. 480.
248 EEE II
e che, nonostante la scissione, l’avanguardia della classe rivoluzionaria entrò davvero nell’arena della storia e diede vita al bolscevismo. inizialmente denominato iskrismo, iniziò con la lotta contro gli economicisti e il marxismo legale, che l’iskrismo era solo il coronamento logico della lotta che già da tempo veniva condotta dal marxismo militante mediante il gruppo di Osvobozdenie Trudd contro gli avversari della dottrina di Marx ed Engels, e che dunque l’iskrismo rappresentava l’erede diretto di questa dottrina, rivisitata in chiave russa da Plechanov.'
Ma abbiamo anche visto che, appena l’eredità della migliore tradizione di Osvobozdenie Truda fu raccolta dall’Is&ra, il processo evolutivo del pensiero rivoluzionario russo (dal populismo al socialismo proletario da una parte e al democratismo liberal-borghese dall’altra) non si arrestò, anzi progredì. E mentre l’economicismo era stato ereditato dai menscevichi, adeguandosi ai mutamenti della situazione, l’ala sinistra era passata da Osvobozdenie Trudi, passando per la vecchia Isera, ai bolscevichi, unici eredi del marxismo rivolu-
zionario, il cui fondatore in Russia era stato Plechanov.
Se le cose stanno così — ed effettivamente stanno così — anche la scissione con cui si concluse il 2° Congresso del partito ha una sua giustificazione storica: non bisognava piangere, ma rallegrarsi perché, nonostante l’alto prezzo politico pagato per la scissione, la storia, con la sua saggezza, aveva posto sulla scena del dramma umano delle classi dei nuovi combattenti, 1 bolscevichi.
L Ne L'imperialismo unitario, cit., p. 837, scrive A. Cervetto: « Dopo la prima grande ondata
compiti politici e organizzativi che, ormai, non erano più SUS SILE e LTTTE smo sconfitto sul piano teorico, ma quelli della creazione di un partito operaio rivoluzio-
nario e della elaborazione di una strategia che stabilisse le fasi della rivoluzione socialista
nella società russa. Dal fronte marxista si staccarono i “marxisti legali”, “gli economisti”,
che costituiranno la democrazia borghese. In questa seconda battaglia, questa volta
tare il partito bolscevico. Oramai il nemico principale non era più il MU ALEC
le correnti, alcune delle quali proclamantesi marnxiste, della democrazia borghese. » (N.d.R)
Capitolo decimo Il quarto periodo della socialdemocrazia russa (1903-1905) e la prima fase della storia del bolscevismo
II. IL PERIODO PRECEDENTE ALLA PRIMA RIVOLUZIONE RUSSA
I. Il movimento opetaio all’inizio del Novecento Per comprendere la scissione del partito e la lotta per il 3° Congresso, è necessario ricordare che esse avvennero alla vigilia e poi nel pieno della prima
rivoluzione russa.
All’inizio del 1901, oltre alla grave crisi industriale, si annunciava anche un’imminente crisi politica. In questo periodo tuttavia le agitazioni nelle fabbriche, innescate dal procedere della crisi economica, non riuscirono a scuotere le fondamenta del regime zarista con quella forza irresistibile che avrebbero espresso l’anno dopo. Il 1901 — noto per alcuni famosi mou operai, ad esempio lo sciopero dell’acciaierie Obuchov del 7 maggio” — fu soprattutto un anno in cui prevalsero le agitazioni della piccola borghesia e dell’intellighenzia radicale, soprattutto della gioventù studentesca. È vero che nei primi giorni di giugno le officine ferroviarie di Saratov e il governatorato
l’attenzione generale venne attratta soprattutto dalle manifestazioni studente-
‘norme provvisorie” emanate dal governo nel 1899, vennero richiamati alle mese, sempre all’Università di Kiev, scoppiarono nuove agitazioni. Alla fine di gennaio il movimento degli studenti, appena ebbe forze sufficienti, manifestò
io, Maggio, nelle acciaierie Obuchov di Aleksandrovsk, dopo la pausa pranzo circa 200 operai cessarono il lavoro senza il preavviso di due settimane e sì incontrarono con il
Veio dello stabilimento, il tenente colonnello Ivanov, che JI UO CO ao dicazioni. BF atea piazza e termarono la rranvia a cavalli; attaccati dalla chiamato d’urgenza, mettendo fine allo SIG EE US TO RUTTO RAI ROTOLO
queste vittorie avvicinerà inevitabilmente la sua detinitiva scontitta ... Non si dovrà, forse.
gli operai, ma anche tutti coloro ... che non si sono conciliari col governo di RIPARA
etere Tei ta paura e non credono ancora nelle proprie forze?» VI Lenin, Open,
nelle piazze di Mosca e Pietroburgo; in autunno le proteste si estesero anche
ad altre città e scuole.
In risposta al richiamo alle armi di 27 studenti pietroburghesi, il 14 febbraio lo studente Karpovié sparò al ministro della Pubblica Istruzione Bogolepov.
In marzo, in piazza Kazanskaja a Pietroburgo, si svolse una manifestazione durante la quale vennero picchiati selvaggiamente studenti, manifestanti e
passanti dalla polizia e dai cosacchi. Questi metodi del governo zarista provocarono non solo in Russia, ma anche all’estero la protesta unanime di tutta la
a Tbilisi il 21 maggio — di dare vita a manifestazioni oramai prettamente ope-
raie. Scrive Plechanov nel gennaio del 1902 sull’Istra: « Le manifestazioni che hanno caratterizzato l’inizio del 1901 si sono ripetute alla fine dell’anno. Tutto lascia pensare che anche il nuovo anno sarà altrettanto tur-
bolento, se non più, dell’anno precedente. La classe operaia partecipa nel modo più
attivo alle manifestazioni di cui, nella maggior parte dei casi, costituisce la forza principale. Ma non illudiamoci. La cdasse operaia alle manifestazioni è rappresentata solo da alcune sue componenti. La massa non si è ancora mossa. »
Considerando la partecipazione degli operai alle manifestazioni studentesche un fatto di enorme importanza, Plechanov sosteneva che solo una loro
più vasta generalizzazione avrebbe potuto dare quella forza necessaria per opporsi alla polizia e all’esercito. Ciò avrebbe avuto un grande significato: « Le manifestazioni devono ora avere un carattere sempre più generale dal punto
di vista della partecipazione. » *
al 1895 operavano già alcuni gruppi di studenti marxisti. Agli inizi del nuovo secolo
l’autocrazia cominciò a reprimere sistematicamente aloe studenti che passarono
in gran parte nelle file dei socialisti-rivoluzionari; dal 1900 al 1905 il termine studente
divenne sinonimo di rivoluzionario. «In quanto movimento organizzato, esso non
riflesso e del quale subiva fortemente TOLTO pate lè LUI oo li che le spirit lo trascurarono in quanto movimento puramente joel i{e(eo o gl non aveva niente a leale
vedere con la lotta economica della classe operaia. Il POSDR affrontò il problema della tat-
lottare contro l’autocrazia ... Gli studenti erano contro lo zarismo, bisognava utilizzarli,
dell’autocrazia. » Cfr. G.E. Zinov’ev, La formazione del Partito bolscerico 1898-1917, cit.
pp. 67-70; cfr. V.I. Lenin, Opere, cit., vol. 6, p. 435. (N.d.R.)
2 G.V. Plechanov, Opere, cit., vol. 12, p. 110
Le previsioni dell’Iséra non solo vennero confermate, ma IE Nati oio
del 1902 in Russia superarono le aspettative.
Nel febbraio del 1902 il movimento, cominciato a Kiev, si diffuse in poco
tempo a Mosca e Pietroburgo: una manifestazione studentesca si svolse il 2 febbraio a Kiev e l’8 a Pietroburgo la polizia manganellò gli studenti e i dimostranti alla Casa del Popolo; l’indomani a Mosca le manifestazioni studentesche, cui si unirono gli operai, ebbero carattere così violento che all’uni-
versità furono erette le battricate.
L’agitazione dell’intellighenzia radicale fu alimentata anche dai primi atti terroristici: nel 1901, dopo l’attentato di Karpoviè, falli un attentato di Lagovskij al procuratore capo del Sinodo Pobedonostev mentre, nel febbraio 1902, la Allart attentò a Mosca alla vita di Trepov. Contro le masse operaie il governo fece ricorso sia al bastone che alle provocazioni. Zubatov, funzionario della polizia segreta e provocatore, organizzò la “Società di mutuo soccorso degli operai dell’industria metalmeccanica”. Per un breve periodo il socialismo poliziesco ebbe successo tra la massa degli operai più arretrati; Zubatov riuscì persino ad organizzare una manifestazione di migliaia di operai (il 22 febbraio 1902) presso il monumento allo “zar liberatore”, con tanto di corona deposta dagli operai. Ma naturalmente tutto ciò non poteva bastare a fermare il movimento rivoluzionario. In marzo si svolse una
manifestazione sulla Propettiva Nevskij a Pietroburgo e, alcuni giorni dopo, ma-
Nel frattempo la crisi economica pesava sulla macchina dello Stato e su
a tutelare gli interessi dei nobili aveva acuito il dissesto delle campagne e
La media nobiltà era insoddisfatta del governo perché riteneva che favorisse
la borghesia; era inoltre scontenta del controllo governativo sugli zemstvo, rite-
nendo che, grazie a questa istituzione di autoamministrazione locale, tutto il potere locale fosse stato messo nelle mani dei governatori, dei grandi proere Co lele lion borghesia e della burocrazia.
(assemblee di governatorato). Ma anche questo provvedimento, così come il
tentativo di Zubatov, si concluse in un fallimento: i rappresentanti liberali
asl zemstvo sì servirono delle assemblee per avanzare le proprie rivendi-
cazioni all’esecutivo. Tuttavia solo alcuni liberali chiesero la Costituzione
(Martynov, un medico di Vorone2); mentre la gran parte, nelle loro risoluIntanto gli avvenimenti rivoluzionari incalzavano. In primavera, nel go-
vernatorato di Poltava, iniziarono le agitazioni rurali EIN KO O)
governatorati della Russia europea, coinvolgendo centinaia di migliaia di conInterni Sipjagin venne ucciso da Balmasév e un anno dopo il suo successore,
Pleve, organizzò un pogrom di incredibile ferocia a Kisinév.
aci, seit a Rostov sul Don, il 19 a Vilnius, il 2r a Baku, il 1° maggio di von Val’, governatore di Vilnius, alla vita del quale attentò l’operaio Lekkert,
a sua volta giustiziato il 28 maggio.
Questi avvenimenti resero incandescente la situazione politica. L’autocra-
vie legali: alla fine di giugno questa opposizione pubblicò il primo numero del suo organo clandestino, Osvobozdenie, diretto dall’ex marxista legale Struve. La sensibilità politica di tutti gli strati sociali, soprattutto operai, era in cre-
scita. L’operaio Zalomov, durante la sua difesa al processo per la manifestazione di maggio a Sormovo, espresse i sentimenti e i pensieri di tutti gli
operai rivoluzionari coscienti:
« L’ordine esistente è vantaggioso solo per una minoranza, per la classe dominante che governa; finché l’autocrazia non verrà sostituita dalla libertà politica, non sarà possibile lo sviluppo culturale del popolo russo. Nella lotta contro il padronato, gli
operai si scontrano a ogni passo con i suoi alleati, con l’autocrazia e le sue leggi. L’autocrazia è un nemico del popolo russo. Ecco perché ho scritto sulla mia ban-
Quest’arringa dell’operaio Zalomov, processato per aver partecipato alla
che, come un fiume in piena, dilagava nel paese. Nel 1902, un anno denso di
Tichoretsk del 9 maggio per l’uccisione dell’operaia Zolotova e quello al
TSE EE asili furono poca cosa in confronto. ?
Nel n. 32 dell’Is&era, Plechanov, parlando dello sciopero di Rostov orga-
nizzato dal Comitato del Don del POSDR, ne sottolineava l’importanza in
quanto primo esempio di manifestazione di massa:
2 Isera n. 29, 1 dicembre 1902.
ciato giovedì 4 novembre ed è terminato solo il giovedì successivo, civé il giorno in cui si è svolto l’ultimo raduno di massa all’aperto. » !
Plechanov sottolineava anche che nel corso delle manifestazioni, in cui erano convenute decine di migliaia di operai di Rostov realizzando di fatto la libertà di riunione, si era manifestata con chierezza la saldatura tra la massa
operaia e i quadri del partito che ne esprimeva gli interessi:
« Gli avvenimenti di Rostov hanno inaugurato una nuova epoca, quella delle manifestazioni di massa. Le gesta degli “eroi”, staccate dalla “folla”, hanno ormai fatto
Nel suo manifestino, il Comitato del Don scriveva che, « per la grande causa della liberazione politica del paese, lo sciopero di Rostov avrà un significato solo se incontrerà la solidarietà di tutti gli elementi insoddisfatu, solo se, in una forma o nell’altra, sarà appoggiato dalle organizzazioni rivoluzionarie del proletariato russo ».
Gli avvenimenti del 1903 dimostrarono che la classe operaia non aveva indugiato a rispondere allo sciopero di Rostov con un movimento politico di massa. Nel corso dell’anno le ondate del movimento operaio si abbatterono con forza irresistibile contro i baluardi dell’autocrazia. Gli scioperi economici, le dimostrazioni studentesche, le manifestazioni
Russia meridionale testimoniavano che il paese si trovava alla vigilia della rivoluzione. Le manifestazioni di Tomsk (quella studentesca fu del 18 febbraio),
di Suvalki in gennaio, di Tbilisi in febbraio, di Rostov sul Don, di Kovno e
Riga in marzo, di Belostok e Kostroma in maggio, di Baku e Nachicevan’ sul Don in settembre, di Tomsk e Saratov in ottobre, accompagnate da scontri sanguinosi con l’esercito, non erano più manifestazioni dell’intellighenzia, diere campeggiava la parola d’ordine “Abbasso l’autocrazia!”.
dionale, che coinvolsero oltre 200 mila Seolo ei a ciotole ola ote li
lav l’esercito aprì il fuoco sugli operai (11 morti e 20 feriti), così come a Elizavetgrad dove 7 scioperanti furono uccisi e 27 feriti.
i
.
UTET OE cittadini’, che recava la data del 6 novembre 1902, tu pubblicato sete a dall’/s&ra, nella rubrica ‘La lotta degli operai di Rostov”. (N.d.R.)
Fo: Storta del Partito bolscevico
NOP tO eee Na scioperi del Sud come fon-
un'influenza enorme sullo sviluppo sociale di tutta l’Europa. Tra questi avvenimenti indubbiamente vanno annoverati anche i recenti ele) a et eroi eco
meridione ... Il proletariato russo sta diventando una delle forze oa ZLI
dell’Europa civilizzata. » !
liquidazione del bastione reazionario d’Europa. Tuttavia, per il momento, eKoo: fato) ateo ele TLOZ E SSIS prendendo gli operai a fucilate, gennaio 1904 venne assaltata la sede dello (ALINA (SET
Intanto si annunciavano all’orizzonte nuovi avvenimenti densi di conseguenze. Già da tempo circolava l’inquietante voce di un’imminente guerra col
Giappone. L’aggressiva politica in Estremo Oriente non era altro che il risultato della secolare politica dell’autocrazia cui si aggiungeva ora la spinta di una nuova forza: la borghesia mercantile e industriale che aspirava alla conquista
politica dei mercati mediorientali e dell’Estremo Oriente. L’ipotesi che l’ispiratore della guerra fosse stato Pleve va, se non del tutto scartata, almeno sostanzialmente rivista: la guerra col Giappone, grazie alla quale si è detto che Pleve contasse di annegare nel fervore patriottico il generale malcontento
politico, fu provocata da cause più profonde, cioè EI lotta tra il capitalismo
A sua volta la guerra non era che l’ulumo stallo di questa (Get il olo Nereo (e ei TOSTI OLA tenia di Manciuria, venne versato il Nessuna guerra fu così impopolare come quella contro il Giappone: tutte
le classi sociali, dai contadini agli operai, ai rappresentanti della grande bor-
loro pagare il tributo di sangue lei Soir Reit eTONal ! G.V. Plechanov, Opere, cit., vol. 12, p. 428.
dallo zar; la democrazia borghese, perché le pallottole che fischiavano in
Perciò, fin dall’inizio del conflitto, cominciò ieri OS
dei partiti rivoluzionari, cui seguirono le manifestazioni di massa e poi gli
uomini perivano sui campi di battaglia, mentre i figli della Russia sembravano non gioivano della morte dei loro fratelli, ma perché ogni nuova sconfitta militare avvicinava la fine della folle politica dell’autocrazia e appressava il giorno della liberazione.
Nel 1904 e anche durante la guerra, il movimento rivoluzionario non subì
del 1903, ma testimoniavano comunque il permanere di una generale situa-
zione esplosiva. In febbraio, a Jakutsk, vi fu la rivolta dei deportati, la co-
della società protestavano contro l’insopportabile regime “costituzionale” introdotto da Bobrikov, fedele tirapiedi di Pleve. In maggio si svolsero manifestazioni di protesta in tutte le grandi città della Finlandia e il 3 giugno Bobrikov cadde colpito da una pallottola. Sotto il tallone di Pleve il paese soffocava. Dopo Bobrikov, il 15 luglio cadde lo stesso Pleve per mano di un socialista-rivoluzionario. Il governo non si fece intimidire e, in risposta all’assassinio del ministro, reagì col tribunale militare alla protesta dei romanortsy di Jakutsk. L’esercito era in fermento.
L’agitazione politica dei socialdemocratici e degli S-R e le decine di migliaia di volantini diffusi tra le unità di riserva fecero il loro effetto. In molte caserme dello sconfinato paese — ad Aleksandrija e a Bychov in settembre, a Dvinsk e
L’autocrazia barcollava. Il principe Svjatopolk-Mirskij, subentrato a Pleve come ministro dell’Interno, inaugurò allora la cosiddetta “epoca della fiducia”,
Eee Ss SESSI politici contro il regime zarista nella città di Jakutsk nel 1904, anche noto come ‘Protesta dei romanovtsy”. A scatenare questa rivolta furono le circolari del governatore P.I. Kutajsov contro gli esiliati politici per ‘assenza non autorizzata” vere una lettera aperta per chiedere l’annullamento delle circolari. La casa venne circon-
data dalla polizia, dai cosacchi e dai soldati, due dei Ue CeO ole ele tO eli to
scontro a fuoco. Il 7 marzo gli assediati si arresero. Il giudice di Jakutsk condannò i 56 partecipanti alla protesta (tra cui 7 donne) a 12 anni di reclusione. La punizione dei matutta la Russia. Dopo il manifesto del 17 ottobre 1905 tutti i romanortsy furono liberati. (N.d.R)
che si riduceva in sostanza a un ammiccamento dell’autocrazia alla lee) e dei risposero con nuove manifestazioni di massa.
In novembre scoppiò una vasta agitazione nella flotta del Mar Nero, a Sebastopoli. Alcune migliaia di marinai si rivoltarono nei loro acquartieraSSL ROIO iI Soi i coloro tel riportare la calma, ma vennero cacciati; lo stato Anche l’opposizione liberale degli zemstvo rialzò la testa: il 6 novembre i suoi! rappresentanti, convenuti a congresso a Pietroburgo, si espressero a organizzarono la “campagna dei banchetti”, ossia cene e pranzi con brindisi e discorsi, per chiedere le libertà politiche. Così fecero, ad esempio, al banchetto della riforma giudiziaria. La “primavera” di Svjatopolk-Mirskij “fiorì” col famigerato u&az dello zar del 12 dicembre che faceva fintamente balenare il miraggio di uno stato di diritto, ma senza intaccare i pilastri fondanti dell’autocrazia. La situazione del proletariato peggiorava di giorno in giorno: i capitalisti, sfruttando la guerra e dando la colpa alla crisi, licenziavano migliaia di operai. vocato una forte contrazione del mercato interno e che l’aveva estromessa dai mercati orientali. ] magazzini erano strapieni di merci e i manufatti russi non trovavano sbocchi. Anche numerosi settori dell’industria meridionale, 1 cui
prodotti venivano esportati in prevalenza in Oriente, risentirono fortemente
della crisi. Diverse industrie cessarono la produzione per il calo delle commesse dello Stato, costretto a dirottare somme ingenti nello sforzo bellico. Anche alcuni comparti dell’industria pesante, soprattutto il carbonifero e il
Salari e orari tornarono ai livelli precedenti alla crisi degli anni 1900-1903, è
le conquiste del 1903 si volatilizzarono: 1 prezzi LIO natio Poe iKe
salari reali diminuivano. Perciò le cause dell’esplosione del 1905 vanno cercate nella crisi dell’industria all’inizio del secolo, nella crisi del 1904 e nella riduzione dei salari ai livelli degli anni Novanta (e a volte anche inferiori); inoltre la fame di terra c la crisi le sconfitte belliche fornirono solo l’innesco che provocò la crisi del vecchio regime autocratico.
Naturalmente la rivoluzione del 1905 aveva origini lontane, a partire dagli
economica e la sovrastruttura politica: lo sviluppo delle forze produttive
spingeva in avanti l’economia del paese, ma le vecchie forme dello Stato —
in ambito giuridico, amministrativo, sociale e politico — conservavano i tratti angusti del regime feudale, la cui massima incarnazione era l’autocrazia. Così le nuove potenti forze produttive trovavano freni e ostacoli nello stesso sistema all’interno del quale maturavano e si erano sviluppate. Sotto la pressione di queste nuove forze si spezzavano le vecchie forme sociali e, prima o poi, questi processi sarebbero sfociati nella disgregazione del vecchio ordine.
La guerra moltiplicava gli effetti della crisi iniziata negli anni Novanta, dando l’ultimo colpo alle vetuste mura dell’edificio del vecchio regime. Un anno dopo l’inizio della guerra, ovunque regnava un’atmosfera di violenza e di sangue.
Ancora una volta la forza motrice degli eventi fu il proletariato. Il 14 di-
battaglie; il 18 ad Ekaterinoslav ebbe luogo un’imponente manifestazione, il 20 cadde Port-Arthur e il 9 gennaio 1905 in Russia iniziò la grande rivoluzione." In questa incandescente situazione che annunciava nuove tempeste sociali, si svolse nell’estate del 1903 il 2° Congresso del partito e si realizzò la scissione, di cui già abbiamo illustrato le prime fasi.
3. L’atteggiamento delle organizzazioni socialdemocratiche nei confronti della scissione e la loro posizione alla vigilia della rivoluzione
Già nell’autunno del 1903 i menscevichi formarono una sorta di cc della
loro frazione, composto da Aksel’tod, Dan, Martov, Potresov e Trotsky,” formalizzando così la scissione che, come dimostra la corrispondenza intercorsa
Ecco, ad esempio, cosa scriveva Martov ad Aksel’rod il 4 novembre 1903, PTT ooo Telo ori cooptazione e sì rifugerà al riparo del guerra (assieme a lui) contro il cc all’interno dell’Is&ru. Comunque stiano le cose,
Psi è oramai fuori gioco. “Robespierre è caduto”, dice Plechanov che ora viene
Teti tere io) rtl p i Coe Tit TO] sergenti di ieri. Plechanov è molto avvilito. So
1 menscevichi avessero conquistato eli organi centrali, il partito rimaneva
! Sulla guerra russo-giapponese e la caduta di Port Arthur, ctr. VI. Lenin, Opere, cit., vol. 8, IP di P.B. Aesel'rod e 1.0. Martor, cit. Eire
BEI
quello della vecchia ls£&ra, restava bolscevico. Infatti, sfogliando i numeri della nuova /séra usciti nei primi mesi dopo il congresso, risulta chiara la reazione L’organizzazione caucasica fu una delle prime a pronunciarsi. In ottobre ebbe luogo un congresso regionale delle organizzazioni socialdemocratiche al del Comitato di Tbilisi, Nanejsvili e Tsereteli; di Kutaisi, Aleksandr Tsulu-
Micha Tschakaja, Micha Botorisvili e Postolovskij-Vadim, e infine due delegati che avevano partecipato al congresso, Zurabov e Topuridze (menscevichi). Dopo la relazione dei delegati, il Comitato del Caucaso attaccò la posizione scissionista dei menscevichi ed elesse un gruppo di bolscevichi al Comitato regionale. Man mano che la scissione si approfondiva e le organizzazioni
nuova sera sì riempirono di articoli in loro difesa. A riprova, riportiamo un elenco incompleto di questi articoli pubblicati sull’Is&ra conquistata dai menscevichi. Nel n. 56 del giornale, Martov pubblica “In coda”; nei nn. 55 e 57, Aksel’rod piazza i suoi corsivi “L’unificazione della socialdemocrazia russa e i suoi compiti”; nello stesso n. 57 viene pubblicato un articolo di Martynov “Una voce dal popolo” e, nel n. 64, “Lenin sui nostri compiti organizzativi’;
nel n. 65 ‘“Centralismo o bonapartismo” di Plechanov; nel n. 66 “Kautsky sui nostri dissensi”, articolo sicuramente influenzato dalla visione unilaterale dei menscevichi sulla questione; nel n. 67 una risposta alla lettera di Ljadov a Plechanov e un allegato al libro di Lenin Un passo avanti e due indietro. A questi
d'assedio di Martov, ecc. -
la voce della maggioranza leninista (bolscevica) sull’Isera fu SIVE
È vero che, ancora in dicembre, era comparsa la lettera di Lenin “Perché sono
uscito dalla redazione dell’Iséra?”, in febbraio la “Lettera ai compagni sul 2°
Tool Pavlovié-Krasikov, i otite ai eretto del 2°
Congresso della Lega estera della socialdemocrazia ue Testato 2 po avanti e due indietro di Lenin; ma naturalmente questi pezzi venivano annegati
RENT etneo) eo} sot) 00) slo (ie VA MOIO cui i menscevichi saturarono il giordato che il Comitato centrale era controllato dai seguaci di Lenin. Certo 1 men-
centrale, Consiglio del partito, Lega); ma per quanto sE LU NIEDe i
maggior parte delle organizzazioni erano dalla parte dei asti pater
durante l’estate, non solo la posizione della piccola colonia bolscevica
all’estero, ma anche quella delle organizzazioni russe peggiorò: alcuni arresti
misero fuori gioco Lengnik, la Zver’-Rozenberg e Gusarov, membri del cc,
Noskov, che estromisero la Zemljatka impugnando la questione della sua pre-
senza sia nel Comitato centrale che nel Comitato locale, vietata dallo statuto. Poiché anche Krzizanovskij era uscito dal CC, quest’organo cadde completamente nelle mani dei conciliatori e i bolscevichi persero così tutti gli organismi centrali: ’Organo centrale, il cc, l’apparato tecnico e dei trasport.
organizzazioni russe, le quali, man mano che venivano a conoscenza di quanto era avvenuto al congresso e via via che leggevano gli articoli dell’ /séra, compresero da che parte stesse la verità e chi stesse disgregando il partito. Così, a partire dai primi mesi del 1904, iniziarono ad arrivare all’Iskéra risoluzioni di protesta e il giornale, seppur con ritardo, fu costretto a pubblicarle. Nel n. 60 (di febbraio) comparvero le risoluzioni dei Comitati di Tver’ e di Baku. Il primo, dichiarando insoddisfacente la formulazione del 1° paragrafo dello statuto, chiedeva l’immediata pubblicazione degli atti del 2° Congresso e di quello della Lega, la sospensione degli articoli polemici dell’Iséra contro i bolscevichi e la pacificazione nel partito. Recitava la risoluzione: « Noi non muteremo la nostra posizione sulla redazione, solo se quest’uluma non muterà l’indirizzo generale del giornale. Per quanto riguarda la dichiarazione della redazione che la sua composizione attuale non è “quasi” mutata, non possiamo essere d’accordo. Il compagno Lenin è una personalità di grande spicco e la sua
Anche il Comitato di Baku chiedeva la cessazione degli articoli polemici sulle pagine dell’/sera. Nel n. 62 di marzo comparvero le risoluzioni dei comi-
tati di Batumi, di Astrachan e di Nikolaev. Il Comitato di Batumi sosteneva il Comitato centrale bolscevico, non
attacchi contro i bolscevichi; le risoluzioni dei comitati di Astrachan e di
NUO Sette To quella di Astrachan si rammaricava che il congresso, dopo il rifiuto di Martov di entrare nella terna redazionale (Ple-
chanov, Lenin, Martov), non avesse eletto al suo posto un altro dirigente e chiedeva:
« 1) L’attuazione delle disposizioni del 2° Congresso con la restaurazione del numero dei membri e il reintegro dei membri eletti dal 2° Congresso alla redazione dell’Organo centrale; 2) le dimissioni dalla redazione dell’Organo centrale di tutti coloro che non si attenevano alle risoluzioni del congresso; 3) la cessazione dell’improduttivo dispendio di energie e di mezzi del partito per il finanziamento della propaganda della minoranza. »
262 Storia del Partito boltcevico
La risoluzione di Nikolaev esprimeva fiducia nel Comitato centrale, biasialla pari dei menscevichi, i bolscevichi potessero chiarire le loro idee sulle pagine della stampa del partito». A dir il vero, i corsivi redazionali dell’Isera cercavano di attenuare l’impatto delle risoluzioni pubblicate; così, nel n. 62,
scriveva che la summenzionata risoluzione del Comitato di Baku era passata con quattro voti contro tre e che il voto decisivo era di un membro del cc.
Tuttavia l’Is&ra era inondata di risoluzioni di protesta.
degli Urali Centrali e di Perm’ alla lettera dell’Organo centrale alle organizzazioni di partito in cui chiedeva di pronunciarsi sui dissensi sorti durante il congresso. La risposta alludeva in modo esplicito al colpo di mano della nuova ls£ra: «Con l’uscita di Lenin l’Is&ra ha subìto un’immediata sterzata. Non sì è ancora asciugato l’inchiostro con cui Lenin scriveva e insegnava quale grande danno atremicisti — che già sull’Isk&ra si sono messi a scrivere di tatticismo, di moderatismo, di
come l’innocente Donna Blanca della Disputa di Heine,* ritiene che politici ed economicisti puzzino entrambi. »
Questa risposta così esplicita era una cannonata contro Plechanov e i suoi compagni della redazione. In giugno sull’Is&ra, nell’allegato al n. 68, venne
pubblicata la risoluzione del Comitato di Riga che criticava la linea dell’Organo centrale e indicava come unica via d’uscita da quella situazione, risultato della tattica opportunista della redazione e di una parte della Lega, l’immediata
convocazione del 3° Congresso del partito. * A favore dell’immediata convocazione del congresso si pronunciarono anche i comitati dell’Unione caucasica (nel n. 74 dell’Isera del 20 settembre
1904), dell’Unione siberiana (nel maggio 1904, nel n. 70, allegato del 25 giu-
gno), di Tula, di Pietroburgo (il 23 luglio 1904) e di Ekaterinoslav (il 1° luglio 1904). Ancora prima, nel marzo del 1904 avevano chiesto l’immediata convocazione del 3° Congresso il Comitato di Odessa e nel mese di aprile quello di Tver’. Va anche detto che vi erano organizzazioni che inviavano i loro auguri alla nuova Iskra, ad esempio il Comitato di Voronez, roccaforte degli economicisti. Ma la redazione dell’ Isera riassumeva le loro risoluzioni con parole pro-
prie o le pubblicava incomplete. La cosa si spiega facilmente: la parte censurata
della risoluzione del Comitato di Voronez criticava l’orientamento neo-iskrista,
affermava che le posizioni dell’Is&ra formulate nel passato da Plechanov e da
1 Cit. da Romanzero, libro III, “Hebraische Melodien” (1851) di H. Heine. Donna Blanca è la consorte del re di Toledo, la quale dopo aver assistito a una disputa tra un monaco e
monaco /mi sembra che puzzino entrambi. » (N.d.R.) 2 Vedi l’allegato al n. 68 dell’Iskra, p. 4.
Lenin erano state abbandonate e che, con l’uscita di Lenin dalla redazione, il featOTo aL: 1A deviato dalla sua rotta. In questo modo il Comitato di Voronez confermava indirettamente il colpo di mano dei menscevichi sul giornale." Questa situazione durò fino a luglio, quando, dopo gli arresti dei membri questo organismo dalla loro parte. Come racconta Lepesinskij, in luglio una riunione del CC ormai conciliatore (composto da Krasin, Noskov e Gal’perin) approvò una risoluzione’ che riconosceva il nuovo organo centrale, che l’elaborazione dei princìpi del programma e della tattica socialdemocratica », che nonostante tutto auspicava il rientro di Lenin nella redazione dell’organo centrale, e che così terminava:
«Il cc esprime la totale contrarietà alla convocazione in questo momento di un congresso straordinario e alla propaganda in suo favore. »
Inoltre, ai punti 11, 12 e 13, non pubblicati sull’Is&ra, la risoluzione diconosceva quanto concordato in precedenza tra Glebov-Noskov e Lenin (cioè
che entrambi fossero membri del Comitato centrale all’estero), incaricava
Lenin delle pubblicazioni del CC, rimproverandogli la “scarsa” partecipazione
a Glebov (rapporti con l’organo centrale, invio di uomini in Russia, tesoreria, spedizioni, tipografia, autorizzazione della pubblicazione del materiale pubDa tempo la posizione di Lenin era assai scomoda: in qualità di membro del Consiglio del partito, era obbligato a presenziare alle riunioni, dove però era sempre in minoranza rispetto alla terna compatta di Martov, Plechanov e Aksel’rod, che portarono all’apice il loro frazionismo; ad esempio, per togliere un’arma a Lenin, il Consiglio decretò di non pubblicare i verbali delle sedute.
bolscevichi divenne insostenibile.
4. La propaganda bolscevica per la convocazione e la preparazione un congresso straordinario
rase e oO ea Tei TO organizzarsi. ] migliori e più
esperti (Ljadov, la Zemljacka, Vorovskij, Krasikov, LepeSinskij, ecc.) organizaLa lotta °per i ’ 2% i I. Sachov, il Congresso (Bor'ba za s"ezd), I Ginevra, 1904, p. 48.
I
La risoluzione del CC venne eee IA pe ie
264 SIETE ILA
Germania, Svizzera e Belgio), allestirono una casa editrice e progettarono
l’uscita di un organo bolscevico. Nell’agosto si svolse a Ginevra la Conferenza dei bolscevichi (Lenin, la Krupskaja, M.I. Ul’janova, Krasikov, Lepesinskij, Ljadov, Ol’minskij, ecc.) in cui venne approvata la risoluzione di 22 bolscevichi con l’appello “Al partito”.'
che la Russia era alla vigilia di una rivoluzione e, per questo, era necessaria « un’organizzazione di partito compatta, un orientamento marxista-rivoluzionario coerente ».* Poi affrontava brevemente la scissione avvenuta, il frazionismo dei menscevichi che non avevano voluto sottomettersi alla volontà del congresso, e chiedeva la convocazione di un nuovo congresso per chiarire le divergenze, liquidare definitivamente il frazionismo e creare un forte partito. La risoluzione indicava anche i compiti che il congresso avrebbe dovuto affrontare: il trasferimento della redazione dell’organo centrale nelle mani della maggioranza bolscevica del 2° Congresso, la sottomissione della Lega (organizzazione locale estera) al CC (organizzazione centrale per tutta la Russia), e «il rispetto delle regole statutarie nella lotta che si svolge in seno al partito ».3 Recitava la risoluzione: « Il congresso è necessario! Sarebbe necessario anche se la vita del partito procedesse normalmente, dato il carattere eccezionale del momento storico, data l’eventualità dei nuovi compiti posti al partito dagli avvenimenti che si verificano nel
mondo. È doppiamente necessario per l’odierna crisi del partito, per trovare
un’onesta e ragionevole via d’uscita, per risparmiare le forze del partito, per salva-
Ma appellandosi alla convocazione del 3° Congresso, i bolscevichi non pensavano alla scissione, bensì al rafforzamento dell’Organizzazione,
nutrendo la speranza che si trattasse solo di una “crisi di crescita” e che al
Oreto Nooo ea tetano ei telo toe il frazionismo, ma il senso di
appartenenza al partito. il
trare i più importanti comitati dell’epoca: Pietroburgo, Mosca, pUSe SALA
Kutaisi, Batumi, Riga, Tula, Tver’, Kiev, Jaroslav’, Voronez. Ma 1 menscevi-
chi non stavano con le mani in mano e anche loro fecero il giro della Russia;
! Alla conferenza parteciparono 19 membri ala: e ee ENO a Tie NO Lara conferenza diedero la loro adesione altri 3 militanti. La risoluzione “Che cosa ci propo-
Nerola te del 3° Congresso, cfr. V.I. Lenin, Opere, cit., vol. 7, pp. 431447. (N.d.R.)
mentre il conciliatore Innokentij-Dubrovinskij batteva il Caucaso. Grazie all’energia, alla tenacia e al talento organizzativo dei militanti dei comitati delle citate città, e soprattutto della Zemljaéka, queste organizzazioni si pronunciarono a favore della convocazione del congresso. À Ginevra, a quanto pare, era stato eletto un Ufficio del Comitato della mag-
gioranza (UCM), che scelse Pietroburgo come sede di riferimento e di azione, composto — stando alle testimonianze di chi vi partecipò — dalla Zemljacka, da Litvinov, Bogdanov, Rumjantsev, Ljadov, Rykov e Vladimirov.' In novembre furono convocate tre conferenze: quella del Sud (comitati di Odessa, Nikolaev e l’organizzazione di Ekaterinoslav), quella del Caucaso (organizzazioni di Baku, di Tbilisi, di Batumi e della Imerezia-Mingrelia) e quella del Nord (organizzazioni di Pietroburgo, Mosca, Niznij Novgorod, Tver’ e Riga). Queste conferenze adottarono le disposizioni della risoluzione dei 22 bolscevichi e tutte le organizzazioni iniziarono ad appoggiare l’UCM. Pietroburgo era il centro della vita politica, lì vi era il proletariato più consapevole, lì si sarebbe giocata la partita cruciale della rivoluzione. Oltre a ciò, in questa città vi erano le condizioni più favorevoli per l’attività illegale. Perciò il Comitato di Pietroburgo aveva un’enorme importanza, qui erano stat concentrati i più validi dirigenti bolscevichi (la Zemljaîka, Gusev, Bogdanov, ecc.). Il Comitato bolscevico all’estero si adoperò per sostenere il Comitato di Pietroburgo, inviandovi i suoi compagni più capaci. Il centro estero dei bolscevichi era stato costituito attorno al lavoro editoriale e organizzativo iniziato subito dopo o, forse, durante la Conferenza di compagni; mentre nella redazione dell’organo bolscevico Lperéd, organizzato poco dopo, entrarono Lenin, Lunaéarskijj, Ol’minskij e Vorovskij. La pubblicazione del l-/peréd fu la logica conseguenza della lotta di frazio-
nione che sempre più prendeva piede: la scissione non fu ideata né dai bolscevichi e neppure dai menscevichi; furono il corso degli eventi, le contraddizioni interne, lo sviluppo della socialdemocrazia russa a portare allo scontro tra la corrente marxista-rivoluzionaria e quella opportunista. I bolsce-
versario che si era accaparrato l’Isgra, che il giorno dopo il congresso aveva nismi centrali e i mezzi finanziari. 1] menscevichi avevano soffocato 1 bolsce-
essi iniziarono il proprio lavoro. Ciò dipese dal fatto che all’inizio 1 bolscevichi
R. Chabas “La creazione di un centro bolscevico (UCM) e del giornale I pertd", p. 26;
R. Chabas nomina tra i membri dell’UcmM anche la Zver’ (M.M. Rozenberg-Essen).
266 PEZZA
non potevano neppure sospettare che la minoranza sarebbe arrivata alla scissione e continuarono a lungo a cercare di riportare la pace nel partito con
Che la nostra esposizione non sia il frutto di un resoconto parziale degli
avere vinto il congresso, ma in conseguenza di un lavoro organizzato a questo
scopo; infine l’appropriazione dei mezzi tecnici e delle risorse finanziarie.
Tutto ciò è dimostrato dai documenti menscevichi, dai quali risulta che essi disponevano dei finanziamenti erogati dalla socialdemocrazia tedesca ai una commissione composta da rappresentanti del’Organo centrale, del cc, — cioè Martov e Aksel’rod — non comunicarono nulla né alla commissione, né naturalmente ai bolscevichi. Scriveva Martov ad Aksel’rod a riguardo: commissione un po’ alla volta ... D’altra parte, poiché disponiamo già di una “riserva” di seimila rubli, possiamo anche non consegnare i soldi tedeschi alla
Va riconosciuto a Martov il rigore con cui gestì i fondi del partito; ma questa gestione era solo a vantaggio della sua frazione. I bolscevichi, invece, non avevano fondi e, poiché sperare che i mensce-
vichi pubblicassero sull’Isera o a spese del Cc le loro risposte agli attacchi prie edizioni.
5. La pubblicazione del Vperéd
In agosto, grazie agli sforzi rele elet Slitta t corato e
avviare l’attività editoriale e a pubblicare l’opuscolo polemico Abbasso il
1 Lettere di P.B. Aksel'rod e ].O. Martor., cit., p. 109.
di Orlovskij-Vorovskij; questi lavori uscirono tra l’agosto e il dicembre del 1904, quando ormai tutta l’/s&ra, nella sezione dedicata al partito (ma non solo in quella), non faceva altro che polemizzare contro i bolscevichi, anche se naturalmente gli opuscoli non potevano sostituire un organo che usciva bile realizzarla solo alla fine di quell’anno, quando un gruppo di bolscevichi « Occorre intraprendere immediatamente la pubblicazione di un giornale, foss’an-
Alla riunione dei redattori bolscevichi ginevrini venne affrontata più detta-
iii la questione dell’edizione di un giornale; venne approvato un cordella campagna abbonamenti.
Tuttavia i fondi disponibili erano pochi, circa mille franchi; potevano bastare a malapena per due numeri; ma il progetto non poteva essere accantonato e così, il 22 dicembre del 1904 secondo il vecchio calendario (ll 4 gen-
vico lperéd.? * Cfr. M.S. Ol’minskij, introduzione (p. 2) ai giornali Vpertd e Proletarij, pubblicati dall’ed.
ISTPART, vol. 1, Mosca 1924; V.D. Bont-Bruevià, La tecnica della cospirazione bolscevica (Technika bol’Sevistskogo podpol’ja), n. 1, p. 248. Solo Boné-Bruevit afferma di essere
*« Il 19 gennaio 1905 [Lenin] scriveva a Bogdanov: “Finalmente abbiamo cominciato il
Iperéd ... dopodomani esce il n. 2. Pensiamo di pubblicarlo settimanalmente. Abbiamo
7;poche OPEpagine forze (4) redazionali. Occorrono per ogni numero 400 franchi (150 rubli) ... è di ed esce spesso ... bisogna porsi lo scopo di aumentare gli abbonament, diffondere l’abitudine di spedire direttamente all’estero il denaro (1 rublo) e il proprio
indirizzo. Se lo si farà con le sarà possibile rivoluzionare il lavoro di diffusione
tramite la posta ... Dal 22 ETNIA II osta (OD TOI Oi Toei lai sug nale .. PES scriveva: “Nel dicembre 1904 il nostro gruppo di Ginevra si riunì e tori ... Conoscevamo bene uno di loro, nelle accese battaglie ROSA
dalle “primedonne” mensceviche ... era Ol’minskij. [Poi] Svarts (Vorovskij), ... Voinoyv
(Lunactarskij), Rjadovoj (Bogdanov) ... Io iniziai come correttore di bozze ... PT
seguiva ogni dettaglio del lavoro ... la chiarezza, la concisione dello stile, la forza e l’esat-
ZZZ) dei titoli, la scelta dei caratteri tipografici, le correzioni, la pubblicazione nei tempi
previsti, tutto era importante per lui ... matita alla mano contava quanti caratteri abbiso-
titoli ... con entusiasmo faceva lo spoglio della corrispondenza ... e talvolta vi aggiungeva
una. breve chesuo [pubblicandola] assumeva carattere dierauna“nel Io alizzazione Primaconclusione di scrivere un articolo Vladimir 1l’iè loil meditava, calamaio”, cellatura. » Lotta Comunista, n. 379, marzo 2002. (N.d.R.)
268 YI IO SDA
cìpi contro la confusione e tutte le esitazioni nelle questioni sia organizzative che
ORE Stazio campi oltre a quello meramente
Organizzativo:
Ue soa Nelo tele (e/oi tool oi O per il congresso, e vogliamo anzi estendere,
dati o ses ON vogliamo aiutare i comitati a risolvere la elio aloe ate oO loro Cerato congresso senzo il Consiglio e il CC — contro Lo O setn del Consiglio e del CC —, questione che richiede una dicussione seria e
approfondita. »
In tal modo Lenin annunciava innanzitutto che l’orientamento del ZI
sarebbe stato quello della vecchia Isera (« solido orientamento rivoluzionario contro il caos e le oscillazioni»); in secondo luogo, che il nuovo organo
russi; in terzo luogo, che la lotta per il congresso sarebbe stata condotta contro gli organismi centrali menscevichi; in quarto luogo, che dall’organizza-
zione i dissensi si erano estesi alla linea politica.
6. La campagna degli zemstvo e il piano menscevico dell’Iskra
In cosa consistevano questi dissensi che ormai andavano oltre le questioni
organizzazioni, raccomandando di gegio Moses della er
Jota ste prio 21) governo IC sue Sete ite AtoroTi senza SEI ce OL ep dovevano spingere gl RE
I! V.]. Lenin, Opere, cit., vol. 7, p. 507-
II
concordare con i liberali ogni intervento degli oratori operai ai banchetti. Nei fatti l’attuazione del piano dell’Is&ra si tradusse in estenuanti trattative sugli oratori socialdemocratici e che gli operai, già raccolti presso i banchetti liberali, li abbandonassero per tornarsene a casa.
proletariato non doveva avanzare le proprie rivendicazioni all’autocrazia per mezzo della borghesia liberale e che un appoggio del proletariato alle istanze degli zemstvo non consisteva nell’accreditare quegli organismi come portavoce del popolo, ma nell’«inferire un colpo ai nemici del popolo». ' Scriveva « In questo momento infatti centro focale dell’attività politica del proletariato deve essere l’organizzazione di un’azione imponente sul governo e non sull’opposizione
liberale. Precisamente ora sono meno che mai opportuni gli accordi degli operai con gli zermtsy sulle manifestazioni pacifiche — accordi che si trasformerebbero inevitabilmente in combinazioni di effetti da vero e proprio vaudeville —, è più che mai necessaria l’unione compatta degli elementi d’avanguardia, rivoluzionari del proletariato al fine di preparare la lotta decisiva per la libertà. Precisamente ora, quando il nostro movimento costituzionale comincia a rilevare con chiarezza i pecca ine-
sviluppo della vuota fraseologia, abuso della parola che diverge dai fatti, credulità —, precisamente ora sono prive di tatto le frasi sull’indesiderabilità dell’intimida-
zione e del panico dei signori zem/sy, sulla leva per la reazione, ecc., ecc. Precisamente ora è più che mai importante rafforzare nel proletamato rivoluzionario la
salda convinzione che anche l’attuale “movimento di liberazione presente nella società” sarà immancabilmente e inevitabilmente una bolla di sapone, come le rezione. » *
La crisi dell’autocrazia, secondo Lenin, era vicina; per questo motivo « compito della classe operaia è di ampliare e rafforzare la propria organizzazione,
diffondendo l’idea dell’insurrezione, spiegandone la necessità sull’esempio di tutti
quei “passi” in partenza itresoluti e destinati all’insuccesso su cui si fa ora tanto
rod e Matrtov, che riduceva il ruolo del proletariato a docile strumento della borghesia; l’altra di Lenin, rivoluzionaria, di lotta autonoma del proletariato, * Ibidem, pp. 499-500. BIZ p. soo.
270 Storia del Parto boltcerica
volta a sfruttare l'atteggiamento di opposizione della borghesia, smascheran-
done la doppiezza.
I dissensi, che già covavano nel partito prima dell’inizio del 2° Congresso
della rivoluzione.
Capitolo undicesimo Il quinto periodo della socialdemocrazia russa (1905-1907) e la seconda fase della storia del bolscevismo (1)
I. LA PRIMA RIVOLUZIONE RUSSA E IL Li CONGRESSO DEL POSDR I. Il socialismo poliziesco e Gapon Spesso accade che grandi avvenimenti storici, come le giornate del gennaio 1905 a Pietroburgo, comincino con un episodio secondario, in questo caso avvenuto in una delle fabbriche della capitale: la Putilov.
Nel dicembre 1904 la direzione dello stabilimento aveva annunciato il
licenziamento di alcuni operai, membri dell’ “Associazione russa degli operai di fabbrica e d’officina” di Pietroburgo, costituita nel corso di quello stesso anno. Uno di questi operai, Sergunin, assieme ad altri tre compagni minacciati dal provvedimento (Ukolov, Subbotin e Fedorov), aveva chiesto aiuto alla sezione dell’Associazione del quartiere Narvskij. Quest’uluma aveva preso a cuore la loro richiesta e, meno di un mese dopo questi licenziamenti che all’epoca si contavano a migliaia, scoppiò la rivoluzione. Ma cosa era l’ “Associazione russa degli operai di fabbrica e d’officina” di Pietroburgo e chi la dirigeva? Il suo organizzatore e capo, nonché guida delle masse operaie nel gennaio 1905, viene considerato Gapon. In realtà non era vero.
Il pope Georgij Gapon, figlio di un contadino ricco della cittadina di
da bambino per inventiva e ambizione. Concluso il seminario a Poltava nel 1893, non proseguì la sua formazione, a causa di un “incidente” con i rettori dell’istituto. Divenuto poi prete a Poltava, entrò nelle grazie dei superiori e così, nel 1898, riuscì a entrare all’Accademia Spirituale di Pietroburgo, i cui corsi terminò nel 1903. Ancora studente dell’Accademia, Gapon ebbe modo di allacciare rapporti con l’alta società e la burocrazia
colpiva l’uditorio con l’appassionata oratoria e gli occhi ardenti; la sua
delle dame dedite alle opere di beneficienza, che lo introdussero nella
cerchia di quegli alti funzionari che sognavano di mettere la museruola al
funzionario di polizia, noto per l’attività di repressione del movimento
274 ZECCA zia segreta, cercò di creare un’analoga società anche a Pietroburgo; così scelse Indubbiamente il legame di Gapon con Zubatov era stretto; altrettanto
bene i provocatori e gli agenti di Zubatov. È altrettanto certo, quindi, che Lal fosse in un certo senso un agente della polizia segreta russa. Solo per una cir-
suo referente, dovette creare una propria Organizzazione.
elaborò lo statuto della sua Associazione, che presentò in novembre al gover-
natore per averne l’approvazione e che fu ratificato dal ministro dell’Interno
nel febbraio 1904. Confrontando lo statuto di Gapon col programma elaborato da Marija Vil’buseviè per il Partito indipendente dei lavoratori ebrei
(PILE), possiamo sicuramente affermare che lo spirito di Zubatov, o comunque quello del dipartimento di polizia, permeava entrambe le associazioni.
Il programma del PILE condannava la dottrina marxista rivoluzionaria e propagandava quella evoluzionista gradualista (come affermava il primo punto
del programma della Vil’busevic) e, oltre a propugnare la « superiorità dell’autocrazia », cercava di incanalare il movimento operaio nell’alveo di un sindacalismo poliziesco. Anche lo statuto dell’Associazione di Gapon, sebbene non parlasse esplicitamente di rafforzamento dell’autocrazia, indicava che il comil sentimento nazionale russo » e di migliorare le condizioni materiali e l’istru-
zione del proletariato. Sia il programma che lo statuto propugnavano l’autonomia della classe operaia; tuttavia entrambi rimettevano quest’autonomia diritti all’autonomia cessano là, dove iniziano quelli delle autorità »; secondo
« Alcuni ministri dell’imperatore erano abbastanza lungimiranti da vedere che la politica
di rispondere alle agitazioni soltanto con la repressione ... avrebbe portato alla catastrofe.
Il principe Svjatopolk-Mirskij, allora vice capo elastan geetu sE ASA TOTO IO 1901, avverti che il problema si poteva eco iri o icteito difetto St SG motivi di protesta dei lavoratori. pete tela Sue I ol Vitte Solto Russia la legapolizia tentò di affrontare seriamente il problema con una bizzarra forma di “socialismo
SOIA deo TOTO To relazione al ste sate NA Zubatov, vice capo della polizia di Mosca dal 1889. Esso venne messo in pratica Eu Mosca nelle zone in cui il Bund aveva maggiore influenza e più tardi venne introdotto a jate rivendicazioni strettamente economiche ... Ad ogni modo Pleve, ministro degli
Interni, ... dopo l’ondata degli scioperi di quell’anno PCI BL SAI
Zubatov dalla sua carica. » Leonard Schapiro, Storia del Partito comunista sovietico, TRANI editore, 1963, pp. 53-54. (N.d.R.)
Capitolo NT — La seconda fase della storia del bolscevismo (1) 275
l’avallo della polizia. La differenza tra le due società consisteva nel fatto che mentre il PILE non era riconosciuto dal governo e quindi agiva semi-legalmente, l’Assemblea operava alla luce del sole con il consenso delle autorità.
Queste organizzazioni ebbero lo stesso destino: il PILE fu cancellato dal
movimento rivoluzionario e si sciolse nel 1903, le organizzazioni zubatoviane
pero politico del luglio, mentre l’Associazione venne di fatto liquidata Io Lo lito tra le due organizzazioni era la seguente: mentre il PILE e le organizzazioni
imbrigliare il movimento operaio rivoluzionario, l’organizzazione i Ezio Pietroburgo era infoltita da una consistente componente opétaia. inc la schiera di persone di cui si circondava Gapon, tra cui anche not agenti segret, care l’azione del proletariato.’
2. Lo “stato maggiore” di Gapon
Karelin e, in particolare, V.M. Karelina. Questo “stato maggiore”, come lo chiamavano i lavoratori e lo stesso Gapon, si riuniva spesso nel suo appartamento. Nel corso di queste riunioni, quasi senza rendersene conto, Gapon faceva proprie le idee e le istanze caldeggiate dagli operai dello “stato maggiore”. A questi ultimi va addebitato il fatto che non potevano non conoscere 1 legami di Gapon con la polizia e che, pur essendone a conoscenza, continuavano a lavorare con lui, fino a diventare il perno insostituibile dell’Associazione. Quanto a Gapon, egli faceva il doppio gioco: serviva il dipartimento di polizia, perseguendo allo stesso tempo 1 suoi piani; davanti agli operai propugnava il progetto di un’organizzazione nazionale russa che si stava diffon-
dendo e rafforzando e che, al momento giusto, avrebbe strappato concessioni al governo. Anche gli operai, lo “stato maggiore” e l’organismo centrale face-
"Cfr. D. Zaslavskij, “Zubatov e Marija Vil’buseviè”, By/or n. 9, 1918; N.A. Buchbinder, “Il partito indipendente dei lavoratori polacchi”, Ar. Les. n. 2-3, 1922; S.8. Ajnzaft, L'epoca di Zubator e Gupon (Zubatovitina i Gaponovéina), Mosca 1924; cfr. anche li
stralci dello statuto della società zubatoviana nell’ottima edizione a cura di A.A. Silov, G. Gapon. Storia della mia vita (G. Gapon. Istorija moej zizni), pp. 141-147.
276 WIE TECO
oe toto ta per creare un’estesa organizzazione operaia legale. Pur con1a ele ieri ear eta na dell’organizzazione di Gapon, i socialdemocratici la denunciavano e vietavano ai loro membri qualsiasi contatto, ma non le davano un gran peso. Intanto, però, l’Assemblea cresceva e la sua influenza SUE a Cota giorno. E questo per tante ragioni: I) l’organizzazione clandestina socialdemocratica era molto debole; 2) il movimento operaio, che già da tempo aveva oltrepassato i confini dell’organizzazione clandestina, era uscito alla luce del sole e necessitava, oltre che di organizzazioni clandestine, anche di nuove organizzazioni legali di massa; 5) la tonaca sacerdotale esercitava un certo fascino sulla massa più arretrata e La debolezza della nostra organizzazione illegale a Pietroburgo, all’inizio del 1905, è confermata dalle testimonianze di contemporanei, sia menscevichi che bolscevichi, dai nostri operai che allora lavoravano clandestinamente.
Anche dopo il 9 gennaio 1905 tutta l’organizzazione socialdemocratica pietroburghese (bolscevichi e menscevichi) contava soltanto da 800 a 1.000 membri; e questo dopo che le fucilate sui manifestanti avevano spento non
Naturalmente la forza di un’organizzazione non si misura solo in base al numero dei suoi membri — l’influenza delle nostre idee tra gli operai era notevole — ma i fatti sono fatti: alla vigilia del 9 gennaio la nostra organizzazione era molto debole; mentre quella di Gapon contava più di quattromila aderenti. Ai primi di dicembre del 1904 erano già attive 11 sezioni dell’Associazione
nei quartieri Vyborgskij, Nevskij, Vasileostrovskij, Moskovskij, Obvodnyj e Kolpinskij; una sezione era stata organizzata anche a Sestroretsk. Mentre la nostra organizzazione di partito — composta da operai socialisti qualificati che, pur limitati dall’illegalità, mettevano in guardia gli operai dalla società di Gapon — profondeva forze e mezzi nella lotta tra frazioni, lo “stato maggiore” di Gapon attirava i proletari più arretrati; ma la polizia, che conduceva la sua lotta contro i rivoluzionari anche con l’aiuto dell’organizzazione di
si trovò comunque impotente a fermarlo. L’aspetto fondamentale era che oli strati Operai più arretrati costituivano la forza portante delle sezioni: la logica
della dialettica trasformò così l’intrigo della polizia nel suo contrario; erano le
’ A tal proposito si veda l’articolo di V.1. Nevskij, ‘*L’organizzazione di MIUEEIA IO
IEP PETIZIONI ZO, 277
Anche la consistente presenza femminile nelle sezioni di Gapon, che non delle donne illuminava di una luce diversa ogni evento e gli conferiva un che di emozionante e drammatico: ogni donna era figlia o una madre di famiglia, Il merito di aver organizzato le donne va attribuito alla Karelina, figura straordinaria del movimento rivoluzionario russo; l’onestà e la dedizione che pro-
fuse nel sostegno alla causa operaia sono fuori discussione e il lavoro di organizzazione delle operaie fino al 9 gennaio compensa l’errore di esser stata troppo condiscendente col servo della polizia Gapon.
3. Gli antefatti degli avvenimenti di gennaio Di solito si ritiene (stando alle affermazioni di Gapon e alle testimonianze
mente a Gapon nel 1904. In realtà questa iniziativa ebbe origine tra le masse operaie. Basti ricordare che, a partire dall’epoca dei disordini degli operai stagionali, i servi russi avevano bussato insistentemente alle porte del potere e allo zar; solo l’ostinato silenzio, le frustate, la deportazione dati in risposta avevano fatto sollevare il popolo. Gli operai del Nuovo Cotonificio di Pietroburgo, protagonisti degli scioperi del 1878-1879, volevano consegnare «allo zar in persona» una petizione per attirare l’attenzione delle autorità, come avevano già fatto nel 1885 secondo la testimonianza resa al tribunale da Moiseenko, organizzatore dello sciopero dei lavoratori della fabbrica Morozov.
la petizione, come si usa dire oggi, erano l’antico, secolare e collaudato sistema russo per risolvere i conflitti sociali: senza l’avallo dell’autorità, non si muo-
veva foglia. Anche negli avvenimenti del 9 gennaio ritroviamo questo metodo antichissimo e semplice.* In effetti la petitsija era stata introdotta molto prima del 1905: anche negli scioperi di minore entità del 1903 e 1904, erano state
che alle autorità (l’ispettorato del lavoro e il SN OI ao tetO) intervenute e avevano costretto gli industriali ad alcune concessioni. È vero-
Zubatov; ma ciò non cambia la sostanza della questione: l'importante è che maggiore, si limitò a raccogliere le diverse rivendicazioni: questo fu il suo Esaminerò questa questione in Modo particolare in un altro lavoro, EDIPO ARNE,
278 Storia del Partito bolscerico
contributo a quel movimento di massa. L’ostinazione di Gapon a voler portare gli operai a corte non ha nulla di sorprendente; quali che fossero le ragioni
che lo spingevano — l’ambizione, l’aspirazione a qualche carica nel governo — si era fatta strada gradualmente nella mente di Gapon, del suo “stato mag,Lo svolgimento degli eventi conferma queste supposizioni. Gli operai licenziati avevano chiesto aiuto alla sezione dell’Associazione del quartiere Narvskij; la sezione aveva deciso di appoggiarli, ma le festività avevano ostacolato un intervento immediato. Solo dopo Natale, il 27 dicembre, alla riunione dei rappresentanti di tutte le sezioni, fu presa una decisione unanime, cioè la richiesta di esonero di Tetjavkin, il dirigente responsabile dei licenzia-
menti. Fu anche deciso di inviare una delegazione dal direttore dello stabi-
limento Smirnov, dall’ispettore del lavoro Cizov e dal governatore Fullon. L’indomani, il 28 dicembre del 1904, le delegazioni si recarono dal governa-
tore e dall’ispettore del lavoro e il 29 dicembre dal direttore delle officine Putilov, senza risultato. Il 30 dicembre Smirnov respinse la petizione dell’Associazione la quale non aveva titolo di intromettersi negli affari della Putilov. Ciò mostrò agli operai la totale inutilità dei soliti mezzi di pressione sulle autorità. Il 2 gennaio la riunione della sezione del quartiere Narvskij, uditi i resoconti delle tre delegazioni, decise di dichiarare uno sciopero di solidarietà alle Putilov per l’indomani. Alcuni giorni dopo entrò in sciopero tutta Pietro-
Allo stesso tempo le sezioni iniziarono l’agitazione politica: 1 quartieri
erano in fermento e le sezioni si trasformarono in centri organizzativi che
davano impulso al movimento. La massa fece propria non solo l’idea della
grato dagli stessi operai. Non è importante chi fosse l’autore di questo progetto.
INTO LZIolI dei partiti rivoluzionari, ma la sostanza era che Li discussione sui
III ECO To SITI 21/: RE poliziesche, avevano reso questa Belo si Ole e Lia parole: «Noi, operai, abitanti di Pietroburgo, siamo venuti da Te. Noi siamo schiavi miserabili c umiliati, oppressi dal dispotismo e dall’arbi-
trio. Quando il calice della pazienza fu colmo, cessammo di lavorare e pregammo i nostri
padroni di darci quel tanto senza RETI un et NF ICOREEI O EEVITE tato, tutto questo sembrò illegittimo ai fabbricanti. Noi che siamo qui in molte LITTA
Aloe Ceo oto oO too abbiamo nessun diritto umano. Grazie ai “Tuoi
Capitolo N] - La seconda fase della storia del bolscevismo (1) 279
Accade sempre così quando qualche idea, nata magari nel chiuso di un ufti-
cio, diventa patrimonio collettivo: la massa sottrae questa idea alla quiete del-
l’ufficio e alla polvere delle scartoffie e la porta dinanzi al rumoroso tribunale della piazza e della lotta, e là per strada dove si misurano le forze in conflitto si decide la vitalità e la giustezza delle rivendicazioni.
4. Le giornate di gennaio a Pietroburgo e nelle province Sulle rivendicazioni contenute nella petizione ci soffermeremo più avanti; ora dedicheremo la nostra attenzione alle cause e al carattere di questi avvenimenti, e nell’esaminare questa questione non ci limiteremo ai soli fatti di Pietroburgo.
Pietroburgo, 9 gennaio 1905: i soldati aprono il fuoco sui manifestanti
Nella capitale circa 200.000 operai il o. gennaiosi diressero verso il Palazzo . . i . .
31
d'Inverno; i soldati caricarono la folla all’arma bianca e spararono contro | manifestanti inermi: si contarono oltre un migliaio tra morti e feriti, e poi funzionari, siamo diventati schiavi, » li si concudeva: « Signore! Non rifiutarTi di aiutare il Tuo popolo! Abbatti il muro che "Ti divide dal Tuo popolo! Ordina e giura che i nostri
vot saranno appagati e Tu renderai felice la Russia. Se nona lo farai, stamo pronti a menire
qui. Noi abbiamo due sole vie: o la libertà e la felicità o la tomba.» V.L Lenin, Open cit, vol. 23, pp- 237-238. (N.d.R.)
ancora sangue, pallottole e atrocità della soldataglia. Si dice che tutto ciò fece
ogni e nello zar, e furono subito chiare le vere ragioni della sua disgraziata situazione. questione è di gran lunga più complessa. È certo che il 9 gennaio migliaia di
vendetta e odio per lo zar. È indubbio che la fede nello “zar-piccolo padre”
data. Ma non è tutto. In questi avvenimenti bisogna sottolineare due aspetti vista l’impotenza degli strumenti pacifici di lotta, gli operai russi fecero un passo avanti verso la comprensione della necessità della lotta rivoluzionaria. Così la socialdemocrazia russa riuscì a conquistare le masse operaie. Il colpo assestato dalla classe operaia di Pietroburgo scosse come un tertremoto tutta la Russia, sollevando con rapidità vertiginosa i proletari in una tita-
nica lotta. Il movimento si diffuse in Polonia, nei Paesi Baltici, nella Russia centrale, al Sud, sul Volga, nel Caucaso; solo gli Urali e la Siberia non risposero all’appello. Gli avvenimenti di gennaio in Polonia, nei Paesi Baltici e nel bacino del Don non furono meno sanguinosi che nella capitale; in Polonia ebbero un carattere così drammatico che molti episodi furono più cruenti che
a Pietroburgo. Anche il Caucaso e il bacino del Don, assieme al governatorato
di Saratov, entrarono subito nel movimento. Ma forse il significato più grande
spinta al movimento degli strati più arretrati della Russia centrale, di Mosca,
di Ivanovo, di Orechovo e di altre località.
«Non è il prete Georgij Gapon che dice queste parole. Le dicono migliaia e le
dizioni, accusare di tutte le infamie, le violenze, l’arbitrio e la rapina solo 1 funzionari
Ogni mese di vita della nuova Russia urbana, industriale, istruita, l’ha minata c
distrutta. Nell’ultimo decennio del movimento operaio sono sorti migliaia di pro-
classe, rafforzatosi nella lotta degli scioperi e nell’agitazione politica, ha scalzato
tutte le basi di questa fede. Ma dietro queste migliaia c decine di migliaia di operai stavano centinaia di migliaia e milioni di lavoratori e di sfruttati, di umiliati e offesi,
non potevano decidersi ad insorgere, erano ZIO ENO (oe ZENO l’importanza storica della funzione adempiuta all’inizio della rivoluzione russa da un uomo sino a ieri ancora sconosciuto e oggi divenuto l’eroe del giorno di
testare contro gli avvenimenti di gennaio; ma nelle riunioni, nei raduni, nei discorsi e nei loro giornali avevano presentato questi avvenimenti come l’ini-
zio della rivoluzione russa e l’avvio di eventi di portata mondiale. È non solo
gli operai, ma anche la borghesia democratica dell’Europa occidentale aveva appoggiato il movimento russo. Quanto forte fosse stata la scossa trasmessa da Pietroburgo all’intero proletariato russo risulta dal fatto che le richieste della petizione di Gapon divennero le rivendicazioni degli operai di tutta la Russia; in alcune province ciò è vano con le richieste della petizione di Gapon. La petizione di Gapon altro non era che il risultato della lotta pluriennale degli operai russi; quindi non c’è da stupirsi se la giornata lavorativa di & ore, l’aumento salariale, la libertà di riunione, di stampa, ecc. — cioè tutto quello che petizione.
Secondo Lenin questo è il motivo per cui le masse operaie, che non avevano seguito i socialdemocratici nelle giornate di gennaio, che anzi li avevano cacciati dalle loro riunioni, si riavvicinarono in seguito alla socialdemocrazia accettandone spontaneamente la direzione.
Ma l’azione delle masse ancora prive di una guida socialdemocratica ren-
restaurazione del partito, disorganizzato all’ennesimo grado e sull’orlo della
scissione. Dopo il 9 gennaio la storia pose all’ordine del giorno questi problemi con ineludibile perentorietà.
Come sempre, anche dopo il 9 gennaio, il governo tentò di soffocare nel sangue le rivendicazioni del popolo o di annegarle nel mare d'inchiostro delle
282 Storta del Partito bolscevico I i j aè _ è
LA PRIMA RIVOLUZIONE RUSSA
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Capitolo XI — La seconda fase della storia del bolscevismo (1) 283
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LEGENDA Numero degli scioperanti nei governatorati (percentuale degli operai delle
fabbriche, dei minatori e dei ferrovieri)
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fino al 25% dal 25% al 50% dal 50% al 100% oltre il 100% NB: 1 dati tengono conto delle partecipazione dei lavoratori a piu scioperi
Numero degli scioperanti nei centri industriali Industria Industrie Industria Industria Altri rami
tessile estrattive carbonifera petrolifera dell'industria a
da 3000a 10000 © A mu ie e
da 10.000 a 25 000 @ À m À ®
più di 100.000 _) @»
N.B.: Ogni scroperante, anche se ha partecipato a più sciopen, viene conteggiato una volta sola
Rotta dell’incrociatore Potemkin . Linee ferroviarie colpite dagli scioperi
Località in cui avvennero msurrezioni armate Località in cui sorsero 1 Soviet e altre organizzazioni rivoluzionane
Sollevazione rivoluzionaria nell'esercito e nella flotta
| movimenti contadini dal
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accanto ad altre notizie, riporta informazioni sul numero delle associazioni operaie legali esistenti in tutto il paese.$
eroe ME Ice) TI a: sciopeti, le associazioni culturali, 1 sindacati, l’attività del gruppo alla Duma; tutto ciò armonicamente connesso alla comples-
Forse l’efficacia dei metodi di lavoro rivoluzionario dei bolscevichi si manifestò soprattutto nella stampa io It atKo AS lungo discusso la que-
! Articolo di M.S. Ol’minskij nella raccolta /z epochi “Srezady” i “Prardy”, cit., p. 17.
2 La risacca. Era la più importante casa editrice bolscevica, costituita all’inizio del 1913 a All’inizio della guerra mondiale, la casa editrice fu costretta a sospendere l’attività, che
rece si Rivoluzione di febbraio nel pop (N.d.R.) 3 Sputnik INUTILI O GI " pedro dell gite il 1914), ed. Priboj; è un libretto interessante, che contiene molte informazioni preziose sul movimento di allora, cd. eco-
Capitolo XIV — La quarta fase della storia del bolscevismo 397
3. La pubblicazione della Zvezdd Nell’agosto 1910, durante il Congresso internazionale socialista di Copenhagen, si tennero alcune riunioni tra Lenin, Zinov’ev, Kamenev e Poletaev (membro del gruppo socialdemocratico alla terza Duma di Stato) in cui venne deciso di organizzare un giornale marxista legale, la Zvezda. Il primo numero
uscì il 16 dicembre 1910.
Al giornale, oltre ai NL = nl === bolscevichi, collabora-
2 È 3 Il A Won taria 5 Aran Ta vano anche i menscevichi
o non liquidatori, partiusù, aa ear liquidatori itisti am minna Cnr team a e n 1 | Testata della Zvezda Plechanov e 1 suoi soste-
nitori. Del giornale uscirono 68 numeri fino al 22 aprile 1912, quando venne soppresso dal governo. La Nevskaja Zvezda proseguì il lavoro della Zrezda. Il primo numero di questo giornale uscì il 26 febbraio 1912 al posto del n. 13 della Ziezdd, il secondo numero il 3 maggio del 1912 e l’ultimo (il 27°) il 5 settembre 1912.
Inoltre nel dicembre del 1910 fu pubblicato a Mosca un organo completamente bolscevico, la rivista Mysl’, diretto dalla direzione estera, cioè da Lenin, Kamenev e Zinov’ev. Scriveva Lenin a Gor’kij il 3 gennaio del 1911: «Come avete trovato la Zrezad e la Mysl? A mio parere, la prima è scialba. La seconda è tutta nostra, e ciò mi rallegra infinitamente. »
L'articolo “Il nostro compito”, pubblicato sul primo numero della Zrezdéd,
recitava:
« Il marxismo, in quanto fondamento di una concezione della vita, e il democrati-
smo sociale e politico coerente, in quanto programma conseguente, costituiscono
le basi sui cui viene costruita la nostra attività. »
A ragione Lenin trovava scialbo tale giornale. Evidentemente la coalizione
con 1 plechanovisti aveva sortito il suo eftetto: in Russia direttori della Ztezda erano Bonè-Bruevié, Iordanskij (plechanovista) e Pokrovskij. E poi al giornale mancava la cosa più importante, un collegamento con la massa operaia. Nek-
l’estate del 1911 Bonè-Brueviè venne arrestato e la Zrezda cessò le pubblica-
zioni come giornale di coalizione, per riprenderle nell’autunno dello stesso anno, ma come giornale bolscevico. A dirigerlo erano Poletaev, Zaks-Gladnev — quest’ultimo ancora oggi direttore di Priboj — e Baturin; altri collaboratori, che
IVI. Lenin, Opere, cit., vol. 34, p. 343.
398 Storia del Partito bolscevico
scrivevano più o meno regolarmente sul giornale, erano Firemeev, Rask: l'nikov, Michajlov-Politikus, la Veliékina, Fabierkiewicz, Nevskij, ecc.
Anche Bednyj-Pridvorov iniziò a collaborare con la stampa di partito. Un grande lavoro fu svolto da Skrjabin-Molotov che, tuggito dalla deportazione, la-
vorava clandestinamente. Editore ufficiale del giornale era Selgunov; capo
redattore di copertura, pronto al carcere se necessario, era l’operato Gritalev;
mentre l’anima del lavoro redazionale era Poletaev. La guida teorica del giornale,
così come della Mysl’, era la direzione estera, cioè Lenin, Kamenev e ZAnov ev. La Zvezda ebbe un’enorme importanza nella crescita del Movimento
operaio russo, messa in luce da due circostanze: innanzitutto, durante gli avvenimenti della Lena, il giornale costituì uno straordinario strumento di
agitazione; in secondo luogo, grazie alla propaganda della Z vesda, tu possibile
fondare la Prarda, un organo unico nel suo genere.
4. La ripresa del movimento operaio e l’eccidio della Lena. La fondazione della Pravda
Lo sciopero della Lena e il successivo eccidio del 4 aprile 1912 Vengono
considerati un punto di svolta del movimento operaio in Russia, come nel 1885 lo era stato lo sciopero alla fabbrica Morozov per il movimento operaio degli anni Ottanta, nel 1896 gli scioperi dei tessili a Pietroburgo che avevano
aperto un ciclo di sette anni del movimento operaio, nel 1902 lo sciopero di
Rostov che aveva sancito l’inizio degli scioperi politici, lo sciopera di ottobre e l’insurrezione del dicembre 1905 che avevano rappresentato un Modello
straordinario di combina zione di serepere senerale e
lotta armata; anche 1 farti
della Lena, anzi più precisa mente eli scioperi pelitier in.
dotti da questi ass CHIMIENTI, segnarono la ripresa del mo vimento Operaio di MASSA dopo la reazione. [eccidio dueeli pe Tal | TEN sO IL lontano fianie Lena in Siberia, nelle miniere aumitere
ccidio dei minatori «
I Compagnia industriale dell'oro della Lena.
Capitolo NI" = La quarta fase della storia del bolscevismo 399
disumane a cui dovevano sottostare e i bassi salari. Il 28 febbraio I912 una
delegazione di minatori avanzò all’amministrazione alcune rivendicazioni
economiche; in risposta venne arrestata dal capitano della gendarmenria Trestenko, sopraggiunto nel bacino minerario con le truppe. Il 4 aprile 1912 i minatori si diressero alla miniera di Nadezdin per
chiedere la liberazione dei compagni arrestati e per ottenere chiarimenti dal
procuratore del tribunale di Irkutsk, ma vennero accolti dalle scariche di
fucileria dei soldati della guarnigione che fecero più 300 vittime tra morti e feriti. La carneficina suscitò un’enorme impressione.
La Zrezda ricoptì in quei giorni un ruolo fondamentale: l’8 aprile il giornale uscì listata a lutto, dedicando tutti gli articoli a questo sanguinoso avvenimento, alcuni dei quali chiamavano alla lotta contro l’autocrazia. Così scriveva
il giornale nell’articolo “Gli strumenti della cultura”:
« Ai morti non servono né canti, né lacrime! Ma un consapevole e paziente lavoro
di organizzazione del proletariato russo, per conquistare condizioni tali da impedire il ripetersi di tali stragi, sarà il miglior monumento alla memoria degli operai
uccisi sulla Lena. » !
Tutti i numeri del giornale di quei giorni erano pieni di comunicati di protesta degli operai della fabbrica Baltijskij, dei tipografi di Jakovlev, della tab-
brica di Bekker, dei fornai del quartiere Ochta, dello stabilimento di Osipov, ecc. Alle proteste degli operai pietroburghesi seguirono quelle di altre città: Char’kov, Ekaterinoslav, Odessa, Rostov sul Don e di decine di altri centri operai. Il gruppo socialdemocratico alla Duma presentò un’interrogazione al governo e l’r1 aprile, durante il dibattito parlamentare, il ministro dell’Interno pronunciò la famosa frase: « Così è e così sarà ».
Queste parole si abbatterono come un fulmine sulla Russia, incendiando il
proletariato. Tutte le città maggiori, a partire da Pietroburgo, videro un’esplo-
sione del movimento: Charkov, Ekaterinoslarv, Kiev, Rostov sul Don, il
>. bacino del Donetsk, Varsavia,
i 4 Pa Belostok, Odessa, Cherson, Baku, ecc. turono teatro di
scioperi e Manitestazioni.
A Pietroburgo si unirono al movimento non solo gli
E
i
N
E
va
operai, Ma anche gli studenti e, Nelle manitestazioni del 15 | aprile i LÌ | anche 1912, riemerse
# Pietroburgo e PE I URI Ta tutto l’odio profondo per
| » gu studenti protestano | ’ i oli nti
i contro l’eccidio della Lena ; i l'autocrazia degli ambic nti
i rivoluzionari della piccola
IArticolo i :di M.S. * 01 xMinsk 3 e fu -pochi . “Sregdi” e“ £"Prardy’, Li cit, : p. 25. nella.raccolta
400 Storia del Partito bolscevico
borghesia. Alcuni paragonano queste proteste all’ondata successiva al 9 gen-
naio 1905.! Ma questo, naturalmente, non è vero, perché dopo la Domenica di sangue il proletariato, che aveva perso la fede nello zar, per qualche tempo non si riprese dal colpo subito e solo gradualmente si avvicinò alla socialde-
mocrazia. Dopo l’eccidio della Lena invece il movimento si pose subito sotto
le manifestazioni di piazza alla cosciente e massiccia protesta dalle pagine di
stesso era nata l’idea di costruire una Casa del Popolo con i fondi raccolti tra i lavoratori. Nel dicembre 1911 cominciarono subito ad arrivare le prime offerte per la sua costruzione. A e LETI KO Bo KO) TOI IONE AL 1 elle or La lettera di L. Germanov titolata “Una casa per gli operai o un giornale degli Nel 1912 Baturin, in un articolo pubblicato sul primo numero della Zrezda, impostava il problema in modo più chiaro e preciso: era necessario un giornale operaio e non un giornale per gli operai, ma soprattutto serviva un resse: gli operai cominciarono a inviare al giornale articoli che trattavano il tema del quotidiano operaio e, successivamente, anche sottoscrizioni. Essi scrivevano che il giornale doveva essere marxista e quindi democratico, il che, nel linguaggio sottoposto a censura di allora, significava bolscevico. Durante
gli avvenimenti della Lena, le sottoscrizioni crebbero sensibilmente c rag-
aprile sarebbe uscito il nuovo quotidiano operaio e il 12 aprì la campagna per
gli abbonamenti alla Pravda il cui primo numero uscì il 22. Per cludere la cenluglio 1914. Chiusa il 5 luglio 1913, dopo 440 slo del eis luglio 1913 uscì come Rabocaja Vo Ae ate gti n «Ieto faire ISO
NCR E IO ALTE ottobre (al
ROSEO elio e peli testo Il 7 dicembre Ei le sue pubblicazioni la Proletarskaja Papa chiusa il agio al 16 PUITeTe op EI peer tale oe In sostituzione del Pu" Prardy comparve
poi il giornale PI ACCO ET OTIS SOA ae
ben presto trasformato in settimanale, mentre il giornale continuò ad essere pubblicato con il titolo Zrudovaja Pravda. Questo giornale venne chiuso alla Da questo elenco risultano chiari gli ostacoli incontrati dal giornale operaio. In due anni e poco più la Pravda cambiò nove volte testata, subendo ogni nito un resoconto della repressione dall’aprile 1912 all’aprile 1913. Di 270 numeri ne erano stati colpiti dalla censura 116, con un ammontare di multe pari a 7.800 rubli, con 36 denunce nei confronti dei redattori che restarono in carcere per un totale di 47 mesi e mezzo. Ma la forza della repressione non
abbonati, i corrispondenti, i collaboratori e i diffusori della Pravda. Il giornale veniva consegnato tra mille difficoltà; ad esempio nelle province periferiche fu necessario costituire apposite organizzazioni che ricevessero e distribuissero il giornale. E nonostante tutto, alla Pravda va riconosciuto il merito di aver connotato un’epoca della storia del movimento operaio russo.
5- Il ruolo organizzativo della Pravda La Prarda in effetti costituì un fattore organizzativo importantissimo dal 1912 al 1914. Innanzitutto questo giornale politico divenne il promotore di tutte le campagne politiche del proletariato rivoluzionario: le elezioni della
quarta Duma, la lotta della frazione bolscevica contro la frazione menscevica,
gli scioperi politici e in generale la lotta della socialdemocrazia rivoluzionaria CONtro | liquidatori.
Senza la Pravda, possiamo dirlo con certezza, i bolscevichi non sarebbero riusciti a far eleggere alla Duma i propri deputati operai. In provincia, ad esempio a Char'kov, Ekaterinoslav, negli Urali, sul Volga, il ruolo del giornale
candidature e le spiegazioni sulla legge elettorale, ecc. Nessun giornale illegale cuore. !
Le elezioni alla Duma furono irte di innumerevoli ostacoli: i delegati eletti
l’Operaio che conveniva loro. In seguito alla forte campagna di informazione
402 Storia del Partito bolscevico
_—— ps a - tera d iure ERE NM 1. Bocepeccase, 2° auphaa 1912 ec. |
OTKPbLITA NOANHCKA
HA EIEAHEDHYIO PABOYUYIO TA3ETY tin fa a Fei eri seal Ma
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Paggnsnie e sseroga Cad fesprnsncnne, A 17 ca i Devon ii pra ia Pa ai bi EL
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Il primo numero della Prarda
© n ww n ro “- 4 HT ee “i i a Da - I -
condotta dalla Pravda, le nostre organizzazioni clandestine riuscirono [es {Iia Co sto facilmente a far passare quasi tutti i loro uomini, cosicché la eee la
maggioranza dei grandi elettori socialdemocratici erano bolscevichi, fedeli alla disciplina di partito; non appena uno di essi veniva scelto come membro della
Duma dai rappresentanti dei proprietari terrieri, ritirava la propria candidatura e faceva passare il grande elettore prescelto dall’organizzazione. In questo A.E. Badaev, per quella di Mosca R.V. Malinovskij, per quella di Char'kov
M.K. Muranov, per quella di Ekaterinoslav G.I. Petrovskij, per quella di
Vladimir F.N. Samojlov e per quella di Kostroma I.R. Sagov. Fu una grande vittoria dei bolscevichi, che dimostrarono a tutti di essere il
Nell’estate del 1911 la direzione estera inviò in Russia un suo membro che
fece il giro delle organizzazioni, invitandole alla conferenza bolscevica. Dopo lo sfortunato tentativo di convocare nel 1910 la sessione plenaria del Comitato centrale, la necessità di una conferenza si fece impellente. La ripresa del movimento operaio indicava la pressante esigenza di sanzionare la scissione
6. La sesta Conferenza dei bolscevichi a Praga La conferenza, che si tenne nel gennaio del 1912 a Praga, come ha osservato Zinov’ev, ebbe «l’audacia di proclamarsi rappresentativa del partito e di
visto da Plechanov, che non volle partecipare alla conferenza, limitandosi a Iaia a n Pietroburgo, Mosca, dalle organizzazioni delle regioni industriali della Russia centrale, da Kiev, Ekaterinoslav, Nikolaev, Baku, Tbilisi, Saratov, INazan’, Vilnius e Dvinsk.
gato dell’organo centrale (il Sotsial-Demoterat), un rappresentante del giornale operaio edito all’estero, un delegato del Comitato delle organizzazioni estere,
i“ G.E. e;Zinov’ev, V.I. Lenin, AIOP RAS La formazione del Partito bolscerico 1898-1917, cit., p. 143.
404 E TI
1 rappresentanti del gruppo del l/pertd, della Pravda di Trotsky e del Dnevnike
Sotsial-Demokrata di Plechanov non giunsero, e nemmeno le organizzazioni socialdemocratiche nazionali inviarono i loro rappresentanti alla conferenza. Ciononostante questa fu la conferenza socialdemocratica più affollata dai tempi del Congresso di Londra; dalla risoluzione sulla “costituzione della conferenza” risulta che parteciparono oltre 20 organizzazioni di partito, provenienti da Pietroburgo, Mosca, Saratov, Kazan’, Samara, Niznij Novgorod, Sormov, Rostov, Ekaterinoslav, Kiev, Nikolaev, Lugansk, Baku, Tbilisi, Vilnius, Dvinsk, Ekaterinburg, Ufa e Tjumen’. I delegati di alcune organizzazioni non arrivarono per «motivi indipendenti dalla loro volontà», ad esempio da
La risoluzione sulle relazioni delle organizzazioni locali indicava che tra gli operai, nelle città citate, la corrente bolscevica prevaleva o stava per avere il sopravvento. Nella risoluzione sul momento politico e i compiti del partito, la conferenza, dopo aver esaminato i risultati della riforma agraria di Stolypin e le condizioni che avevano determinato la ripresa del movimento operaio, le organizzazioni illegali, il lavoro di educazione socialista e di organizzazione della classe operaia e la necessità di impostare e ampliare una sistematica agitazione politica. Nella risoluzione sulle elezioni per la quarta Duma, la conferenza, dopo
torale ’autonomia delle candidature socialdemocratiche; ammise accordi Selo
nei ballottaggi per eleggere i grandi elettori al secondo turno degli elettori
urbani; in alcuni casi, vista l’assenza del pericolo centonero, erano ammiIssi-
fu definito in modo dettagliato al 2° paragrafo della risoluzione). Il 3° para-
eolica toi Poet elettorale (formazione ego
lule socialdemocratiche illegali, consolidamento e ampliamento della stampa
I econ ORO Mosca, Riga, Odessa e Kiev dove venivano effettuate elezioni ITC ballottaggio e l’indicazione era RESISTE ao Liebe ol PARE
lavorativa di 8 ore e della confisca delle terre dei udite Non meno impottanti furono le risoluzioni sul carattere e sulle forme organizzative del lavoro di partito, letto oo oO datori. Se nelle prime due risoluzioni appena menzionate venivano indicate le
MZ 40) gal del partito, nell’ultima venivano date le indicazioni per si erano dichiarati fuori dal partito. La conferenza riconobbe la Raboiaja Gazeta, fondata poco prima all’estero, nizzazioni estere furono riconosciuti come direzioni centrali; le organizzazioni e 1 socialdemocratici che non riconoscevano la loro autorità non erano
considerati aderenti del partito. L’accordo con la Pravda di Trotsky, concluso alla sessione plenaria del Comitato centrale nel gennaio 1910, fu disdetto. Per la seconda volta nella storia della socialdemocrazia, la conferenza del 1912 rappresentò l’inizio della costituzione di un partito autonomo dei bolscevichi. Trotsky e la sua Pravda, il Bund, i socialdemocratici lettoni e i menscevichi
del Caucaso indissero una loro conferenza nell’agosto del pe go oe: te lei etoi gruppo di Martov e di Dan, che avevano posizioni più a sinistra
dei liquidatori, e i liquidatori veri e propri, cioè i pietroburghesi. Senza dubbio il “blocco d’agosto” rappresentava la tendenza liquidatrice. Difatti ben presto
che restarono nella coalizione organizzarono a Pietroburgo il nia liqui-
datore Lui, mentre il gruppo di Trotsky fondò il giornale Bor'ba.
7. La lotta della Pravda per il partito
quando arrivò da Irkutsk; inoltre cooptarono nel gruppo parlamentare il
deputato Jagello, avversario dei socialdemocratici polacchi. Così alla Duma i controversia sulla questione del giornale unico, cioè della tusione della Prarda
colonne del /Lué l’accusa di scissionismo contro i deputati bolscevichi. Così
406 Storia del Partito bolscevico
ebbe inizio una lotta tra le due componenti del gruppo parlamentare socialdemocratico alla Duma, che venne posta al giudizio degli operai e che si con-
stava ora alla Duma. I liquidatori e i sette deputati alla Duma, che avevano
uc ES AR Oz oe partito illegale e per imporre la loro corrente. L’essenza di questa lotta emerge in modo chiaro dall’appello dei sei
deputati eee agli operai. Dopo aver riferito della sconfitta subita ad
« Questa corrente (dei liquidatori, N.d.A.) ha escluso dalla iero deo ie alla quarta Duma tutte le nostre rivendicazioni, sostituendole con arco) leale ve itale generiche, nebulose, come la revisione delle leggi agrarie della terza Duma, la revisottoscrivere qualsiasi liberale ... 1] sette hanno accolto in seno al ate) oO RIS ICON
socialdemocrazia rivoluzionaria, N.d.A.) si combattono già da alcuni anni e naturalmente nessuna pace è possibile con i liquidatori. » !
La questione dunque non stava affatto nel rifiuto dei deputati bolscevichi di unire i due giornali, ma nel fatto che essi erano rappresentanti alla Duma di un partito che combatteva in nome delle parole d’ordine della repubblica democratica, della giornata lavorativa di otto ore e della confisca delle terre, mentre i menscevichi erano rappresentanti di un partito socialista piccolo. zione, accodandosi alla borghesia liberale.”
scevichi, come dimostrano un gran numero di risoluzioni, lettere, appelli e deli-
! Cfr. l’articolo di Ol’minskij nella prima raccolta /z epochi “Srezdy" è "Prardj ", cit. < l'arnpat-
SOA literatury (Monument dell’agitazione politica), Pietrogrado, ISTPART, 1922. associazioni, i sindacati e le assemblee) che da una parte permetteva di organizzare asso-
ciazioni, sindacati, ecc., dall’altra poneva una serie di ostacoli che di fatto svuoravano la
legge. Ad esempio, il ministro degli Interni aveva, secondo la legge, il diritto non solo li SRO Ateo (a suo arbitrio) i sindacati, le associazioni, ma anche di negare la registrazione
di assoggettare non solo tutto il gruppo parlamentare, ma anche la stessa Pravda.
l’organizzazione delle iniziative politiche della classe operaia: il 1° maggio 1912; il 4 aprile 1913, anniversario dell’eccidio della Lena; il 1° maggio dello stesso anno; il 9 gennaio 1914; in marzo, in occasione dell’intossicazione di numerosi operai in alcune fabbriche di Pietroburgo; nel luglio 1914, durante
dimostrò con le multe, i sequestri delle copie e infine con chiusura del giornale. Come spiegare questa grande importanza della Prarda? Innanzitutto 1 redattori del giornale rappresentavano la direzione centrale estera del partito, e quindi Lenin; in secondo luogo gli esecutori delle direttive centrali erano 1 militanti bolscevichi più esperti e fedeli (n primis Ol’minskij) che riunirono attorno al giornale non solo un fidato gruppo di collaboratori (Danilov, Ere-
meev, Skrjabin, IÎl’in e la Samojlova), ma anche quasi tutti i bolscevichi sparsi
ai quattro angoli del paese.?
8. Le caratteristiche della Pravda e la sua importanza nella storia Tutto questo, d’altra parte, non sarebbe stato sufficiente a dare autorevolezza alla Prarda. Furono gli sforzi dei lavoratori a rendere la Prarda così autorevole, fu la stessa massa proletaria a trasformarla in giornale operaio
socialdemocratico. Ciò è contermato dalla provenienza dell’autofinanziamento che ne garantiva l’esistenza rispetto al Lué e tire Oer ie ite loi te Pixo) ot Tabella 4. Numero di gruppi operai che sottoscrivono per la Pravda e per i giornali liquidatori (1913)
Pravda atlete Loco
(edizione di Pietroburgo) (edizione di Mosca)
Pravda Giornali liquidatori
2.181 390 2.571 661 Totale 1912 e 1913
2.801 Lea 3.196 750
ET Pietroburgo ricordarono l’eccidio della Lena con uno sciopero di un giorno Li
: “Pravady” cit.
O
I
i
ae
1)
408 VIE CIECO
i giornali bolscevichi. La Pravda era finanziata e mantenuta dalla classe operaia.'
Inoltre nella Pravda trovavano uno spazio importante le corrispondenze dalle sedi locali. Ecco alcune cifre che illustrano questi aspetti. Nel primo anno di esistenza la Pravda pubblicò le seguenti corrispondenze
sugli sula di Pietroburgo: 450 sui metallurgici, 140 sui tessili, 203 sugli
argentieri, bronzatori e orafi, 115 sui fornai, 79 sui sarti, 142 sugli ebanisti, 427 su altri settori produttivi. Le corrispondenze dalle province furono: 33
dal settentrione, 92 dalla Russia centrale, I fere eri ole otel tolo Coe OE TOA Volga e Polonia, 73 dai Paesi Baltici, 41 dalla Russia occidentale, 43 dagli
Urali e dalla Siberia e 6 dall’Estremo Oriente. La Pravda dedicò 155 corrispondenze alla condizione delle lavoratici, 75 al lavoro minorile, 194 al movimento sindacale e 14 alle cooperative. Su 1.335 elezioni alla Duma, 55 sulla stessa Duma e sul Consiglio di Stato, 11 sul gruppo parlamentare socialdemocratico alla Duma, 136 sulla polemica coni liberali e gli ottobristi e 52 sui liquidatori.
dagli operai, trattavano delle condizioni di fabbrica e degli scioperi; denunciavano 1 soprusi e lo sfruttamento cui erano sottoposti. La Pravda non era solo il giornale legale del partito bolscevico, ma era anche
tito le cui malefatte non venissero denunciate, schernite dalla Prarda.
Non possiamo rese teKo lei M iI ao Pn perché, nonostante la sua fondamen-
tale importanza, l’Isera fu un giornale Tiger totti narla con la Pravda odierna e con qualunque altro giornale in quanto, pur
insite Rosie centrale del nostro partito e 1 esili di riferimento della vita di tutte le nostre organizzazioni; era un organo politico di
eee eZ oo ooo SIE: Ape eio ale l’odore dell’officina, del sudore ope! Cfr. V.1. Lenin, Opere, cit., vol. 20, pp. 346-354. (N.d.R.)
Capitolo XIV — [a quarta fase della storia del bolscevismo 409
Anche quello dello scrittore operaio — poeta, narratore, cronista, cortri-
spondente — fu un fenomeno strettamente connesso alla Pravda. Fin da subito
il giornale operaio dimostrò in modo tangibile di quali forze fresche e di quali L’utilizzo delle possibilità legali non si limitò alla pubblicazione della Zvezda e della Pravda. 1 bolscevichi riuscirono anche a pubblicare le riviste Mysl’ e Prosvescente.
9. La Prosvescenie scevica all’estero. La rivista uscì dal dicembre 1911 al giugno 1914, diretta da Savel’ev. I redattori furono Anna Elizarova, Michajlov e altri; ma, senza dub-
bio, essa era diretta dal centro estero. Alla rivista collaborarono Bucharin,
Vorovskij, la Krupskaja, Rjazanov, Sljapnikov, Sotman, Ol’minskij, ZaksGladnev, Danskij-Komarovskij e numerosi altri bolscevichi. Gli articoli principali furono scritti da Lenin, Zinov’ev e Kamenev. La Prosvestenie era, per così dire, la rivista teorica del partito, un comple-
riato. Pur essendo un mensile teorico, la Prosveiéienie era comprensibile agli operai. Tutti gli articoli, anche quelli più complessi, utilizzavano un linguaggio
alla luce della teoria marxista. Oltre alla Prosvestenie i bolscevichi pubblicavano
governo. Poco dopo la sua chiusura, la polizia arrestò tutta la direzione bolsce-
10. L'importanza della Zvezda e della Pravda nella campagna per l’assicurazione operaia Grande importanza all’epoca della Zrezda e della Prarda ebbe l’agitazione
Questa legge fu approvata solo il 23 giugno 1912, Solo e eo
quista della prima rivoluzione russa; ma risultò così snaturata che gli operai
410 Storia del Partito bolscevico
quanto era finanziata in grandissima parte dagli stessi operai e perché copriva
solo il 20 % del proletariato industriale. Per di più riguardava soltanto l’assicurazione per la malattia e le “piccole” mutilazioni, escludendo l’anzianità, la disoccupazione, ecc. Ciononostante la tattica flessibile e abile della socialdemocrazia rivoluzionaria si servì anche di questa possibilità legale per estendere il lavoro di agitazione e propaganda, per aumentare la consapevolezza degli operai e per sviluppare le loro organizzazioni di classe. La campagna prese le mosse dall’agitazione per la libertà assicurativa, in quanto la legge lasciava il controllo degli istituti di assicurazione nelle mani del padronato, mentre la polizia impediva di tenere assemblee sulla questione. La legge prescriveva che, nei Consigli di governatorato delle assicurazioni e nel Consiglio nazionale delle assicurazioni, i rappresentanti degli operai restassero
secondo meno di un quinto di tutti i membri. Tuttavia i capitalisti temevano anche questa piccola minoranza e nelle elezioni di questi organismi cercavano
arretrate la manovra andò in porto; ben presto però, grazie al lavoro e all’in-
nostra organizzazione. Attraverso la stampa operaia, le assemblee e gli scio-
rativi. Né la repressione nelle assemblee, né gli arresti, né i licenziamenti, né E diritto di tenere assemblee legali sulle questioni relative alle assicurazioni Le
quello di eleggere i loro delegati nei consigli assicurativi, nei quali meno di un anno dopo i socialdemocratici erano saldamente Teolo
malattia di unirsi in Casse generali cittadine, 1 socialdemocratici 1ntraprescro mento dell’assistenza medica nelle mani degli operai. Al governo non servi
sentare nelle casse, infine la modifica RS ESSI ite condizioni al beneficio Ri I può dire che questo RULE Pete ZI sit siti ” militanti ELI Na |
tenacemente il loro obbiettivo. Nonostante gli arresti, le deportazioni che accompagnarono la campagna per le assicurazioni, il movimento crebbe e già
nel settembre 1913, attorno a 1.594 casse di malattia, si erano raccolti 1.177.000 lavoratori, i cui organizzatori e capi erano socialdemocratici. Questo esercito di lavoratori sosteneva la socialdemocrazia rivoluzionaria; così, quando in occasione delle elezioni dei delegati ai consigli assicurativi,
previste per il 22 e il 29 dicembre 1913, le assemblee cominciarono a essere in una protesta di massa. Le elezioni allora vennero rinviate al 2 marzo 1914 ma, ciononostante, la maggioranza dei delegati risultò bolscevica. Il gruppo operaio dei Consigli delle assicurazioni lavorava sotto la guida assicurazioni crebbe e, verso l’estate del 1914, si congiunse al movimento operaio generale dando vita ai grandiosi scioperi di luglio. Come mai, anche in un ambito in cui, almeno in teoria, i menscevichi avrebbero dovuto farla da
Perché anche in questo ambito si esprimevano due tattiche, una rivoluzionaria e una opportunistica. Nella loro risoluzione alla Conferenza di Praga e nelle importantissime delibere successive, i bolscevichi partivano dall’assunto che la lotta per la legge sulle assicurazioni doveva essere legata alla più gene-
collegavano sempre la campagna per le assicurazioni alla generale lotta politica, avanzando rivendicazioni generalizzanti, per esempio le casse di malattia
che soddisfacesse le richieste di tutti i lavoratori.!
rinunciataria, difendendo alcuni emendamenti alla legge del 1912. It
0A TE pretesero l’unione del Li con la Prarda, promossero
del leader dei menscevichi Martov che, scrivendo a un suo amico, così si espri-
ooo roi giornale menscevico Nerskey Golos e alla Zrezdda:
« Anche le notizie che abbiamo avuto noi non sono buone. Sembra che il ANI Golos verrà chiuso e questa fine testimonierà ancora una volta eroe: Lori (ato
alla nostra “casa” menscevica. Il ciornale era riuscito non solo a risollevarsi dai "Cfr. V.I. Lenin, Opere, cit., vol. 17, pp. 446-449. (N.d.R)
difetti iniziali, ma anche a diventare un bellissimo organo del movimento operaio. Ciononostante la Zvezda non chiude, e non solo grazie a fondi di provenienza oscura, invece il nostro giornale va in malora senza ottenere un sostegno attivo, né morale né materiale, fatta eccezione per alcuni circoli particolari. Se sì confrontano i fondi (per il gruppo parlamentare alla Duma) a sostegno degli affamati e delle vittime della Lena, raccolti dal nostro giornale e dalla Zrezda, non possono che sorgere tristi pensieri. Evidentemente i lettori della Zrezda non si limitano a “dare una scorsa” al giornale o ad arrotolarci le sigarette, ma lo sostengono con le sottoscrizioni in fabbrica, ecc. I nostri lettori, evidentemente, leggono sul giornale quello che serve per l’attività individuale nell’ambito operaio, ma non sono interessati al giornale; nel migliore dei casi parlano della necessità di un giornale realmente
potuta pronunciare neppure il loro peggior nemico: fatto sta che il maggior difetto della “casa” menscevica era l’assenza dello spirito rivoluzionario della dottrina di Marx. La guida della campagna per le assicurazioni, come di tutte le altre manifestazioni della vita del partito e della lotta del proletariato, era nelle mani della direzione bolscevica che dal 1912 si era trasferita a Cracovia, più vicina e in
una posizione migliore per dirigere il movimento in Russia. A capo di questa
direzione c’era Lenin.
11. Le riunioni del cc del POSDR con i funzionari del partito
Sage recarti eli polti otte oe oe i funzionari del partito: quella del Alla prima assemblea presenziarono 1g oia delle organizzazioni
clandestine di Pietroburgo, di Mosca, Ire ee io oi (eee degli La riunione si articolò in 11 sedute e promulgò alcune risoluzioni su
Sete RAM genico 2) sull’edificazione dell’organizzazione illegale; 1 lettere di P.B. Aksel’rod e J.O. Martor, cit., p. 243; lettera (22 (ue
comitati, nelle cellule e nei circoli di partito. (N.d.R.)
3) sul gruppo socialdemocratico alla Duma; 4) sulla Sez problema dell’unità; 7) sulle organizzazioni socialdemocratiche “nazionali”.'
clandestini delle nostre organizzazioni illegali di Pietroburgo, Mosca, della regione centrale industriale, del meridione, degli Urali e della Polonia.? Durò nove giorni, con I8 sedute e si espresse: 1) sui compiti della propaganda nel
momento attuale; 2) sulla questione organizzativa e sul congresso del partito; 3) sul movimento di sciopero; 4) sulla stampa di partito; 5) sull’attività dei socialdemocratici alla Duma; 6) sul gruppo socialdemocratico alla Duma; 7) sul lavoro nelle associazioni legali; 8) sulla questione nazionale; 8) sui
Con queste riunioni, che in parte sostituivano in Russia le Conferenze nazionali del partito, si concludeva l’epoca della Zvezda e della Pravda.
i Cfr. V.I. Lenin, Opere, cit. vol. 18, pp. 429-446. (N.d.R.)
ESITO per considerazioni di clandestinità venne chiamata “estiva” o “d’agosto” e si
via dove nei mesi estivi si era trasferito Lenin. Alla riunione erano SRP ciel
siete telo lie organizzazioni: CC, redazione dell’organo centrale e della rivista
LITI gruppo socialdemocratico alla Duma, organizzazioni locali. Con diritto di
Voto consultivo erano PSI CS Peo socialdemocratici polacchi. (N.d.R.)
Capitolo quindicesimo L’ottavo periodo della socialdemocrazia russa (1914-1917) e la quinta fase della storia del bolscevismo.
Non si era ancora placata la bufera degli scioper di luglio che, all’improv-
TOTO o io tosco dti bavaglio al proletariato,
pe tells Rie ade So agitazioni, poi a par-
tire dal gennaio 1915 il movimento di sciopero cominciò a crescere e nel L’andamento degli scioperi e degli scioperanti nel 1914 (suddivisi per mese) fu il seguente: Tabella 1. Scioperi e partecipanti totali (1914) di cui
Numero Numero degli dei
Economici oe
scioperi partecipanti N. N. N N. scioperi partecipanti scioperi partecipanti
Pare Teti le) 24 24.688 pi 22.738 li 1.950 YO IO 4.661 TO PR: - -
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Aa LL 2.646 1 LA 5 21 Dicembre E) LO e Or - Fonte: S. Voznesenskij, La lotta operaia nel periodo 1870-1917 (Stacecnaja bor'ba rabocich v 1870-1917 gg.) p. 172, Archiv istorii truda v Rossii (Archivio storico sul lavoro in Russia), 1923, vol. 8.
Tabella 2. Scioperi e partecipanti totali (1915-1916) N [Tare Numero degli el]
Economici delie Je[e] oli partecipanti scioperi partecipanti
10. 9 928 eg: 715 383.587 va 155.941
AL Lis 572.892 ARL
I Voznesenskij, La lotta operaia nel periodo 1870-1917, cit.
Rod Storza del Partito bolscerico
Meglio di qualsiasi altra considerazione, queste cifre mostrano che, persino
2. La Seconda Internazionale e la guerra Solo l’avanguardia del proletariato non cedette all’ondata sciovinista e, in
strazioni di piazza con le proprie parole d’ordine e bandiere.?
gli operai organizzati. Nonostante tutti fossero contro la guerra, la difficoltà della situazione era più forte della loro consapevolezza. Perciò ognuno esprimeva la propria “opinione personale”. » 4
di mobilitazione, furono chiamati alle armi molti operai, tra cui i capi delle
organizzazioni clandestine. Tuttavia lo scompiglio terminò presto; le organizzazioni bolsceviche clandestine assunsero subito una chiara posizione inter-
nazionalista, senza attendere indicazioni in tal senso dalla nostra direzione
Quest’ultima, nel “Manifesto del cc del POSDR”, subito dopo l’inizio della guerra, definì il suo atteggiamento di principio nei confronti della guerra e
indicò l’unica via rivoluzionaria che avrebbe dovuto seguire la socialdemo« La trasformazione dell’attuale guerra imperialista in guerra civile è l’unica corretta
2 Cfr. A.G. Sljapnikov, la LL Zi I L22 (Kanun o, [genoa LUCENTE OP è | ’oper:
oi dove ricostituì l’ufficio russo cooptando due giovani membri del partito. (N.d.R.) 3
trarsi al giogo dello sciovinismo borghese e, in una forma o nell’altra, in tempi più
Nel libro La formazione del Partito bolscevico, ricordando la pubblicazione di
questo manifesto, Zinov’ev tra l’altro afferma:
« In esso lanciavamo per la prima volta la parola d’ordine della trasformazione della guerra imperialista in guerra civile. Questa parola d’ordine sembra oggi del tutto naturale. Ma allora non era così e nella Seconda Internazionale venivamo guardau
Per il nostro centro all’estero e alcuni capi della Seconda Internazionale che condividevano le nostre idee (ad esempio Liebknecht) la situazione era dittieuropei riprendevano la parola d’ordine della “difesa della patria”; cioè, in parole povere, avevano accettato che i socialisti si accodassero alla loro bor-
1 socialdemocratici tedeschi, i socialisti austriaci e francesi appoggiarono la
mando gli operai alla difesa della patria, entrando nei ministeri borghesi. Per “civiltà” e del socialismo.
anziana e il fondatore della socialdemocrazia russa, che incitava gli operai
Questa tattica dei capi della Seconda Internazionale ebbe lo stesso etfetto
dirompente provocato dalla guerra. I menscevichi e 1 liquidatori russi rial-
3. La situazione delle organizzazioni socialdemocratiche russe Quale era la situazione dell’organizzazione aeree e O Nea
dopo l’inizio della guerra, la nostra organizzazione clandestina tosse stata I
7:
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G.E. Zinov SEP IONE OI ORARI URLS
distrutta quasi del tutto dal governo; nel 1914 infatti essa venne riorganizzata in quasi tutte le grandi città e nei centri minori della Russia, dove non erano
zione, veniva pubblicata e diffusa la stampa socialdemocratica, e tutte le
nostre organizzazioni clandestine, in un modo o nell’altro, si fecero sentire
nell’anniversario del 9 gennaio 1905 e il 1° maggio 1914.' Il nucleo di queste organizzazioni era costituito da operai scampati ai pogrom governativi prima rivoluzione russa.
Erano 1 giovani reclutati dai rivoluzionari di professione che avevano creato il partito ancora all’epoca dell’Isera. Zinov’ev, parlando della Confe« Era presente una nuova leva di operai bolscevichi organizzati che erano maturati politicamente dal 1907 al 1911, durante il periodo della controrivoluzione. »?
Era una gioventù tenace, piena di energia, entusiasmo e fedele alla causa
operaia quella che rilanciò l’organizzazione durante il duro periodo della reazione. Molto spesso, senza l’aiuto dei vecchi bolscevichi di professione, era toccato a loro elaborare la tattica dell’organizzazione, applicarla e occuparsi
dell’agitazione e della propaganda. Come abbiamo già visto, durante la reazione avevano abbandonato l’attività rivoluzionaria non solo i poputtifei di provenienza piccolo-borghese, ma anche diversi operai.3 Tuttavia c’era una grande differenza tra coloro che si erano allontanati dal movimento operaio provenendo dalle altri classi, e
coloro che provenivano dalle file della classe operaia. 1 primi erano tornati nel loro ambiente borghese, rompendo così con il proletariato una volta per tutte. Gli altri, invece, continuavano a lavorare in fabbrica e, in un modo o nell’altro,
rimanevano legati all’organizzazione del partito. Perciò, nei quartieri operai e nelle fabbriche, la continuità organizzativa fu meglio assicurata.
nostra organizzazione clandestina. Senza dubbio il periodo della reazione abbandonato le nostre organizzazioni. Ma un piccolo gruppo di vecchi ed
organizzazione clandestina. Proprio attorno a sti soli bie:tela crescevano GC
giovani forze dei bolscevichi. Del pito il reo Ie che si era formato all’eroica scuola degli anni 1905-1907, era più quello d'inizio
BITTE I PSI ZIA (Pamjatniki agitatsionno;] literatury), Pietrogrado 1922.
secolo. Ecco come Sljapnikov, tornato in Russia dall’estero dopo sette anni, « Balzava subito agli occhi la mancanza di soggezione, che prima era forte nelle
fabbrica, ma anche all’interno dello stesso stabilimento, da reparto a reparto. Il padronato abilmente creava divisioni artificiali tra i lavoratori con la differenziazione dei salari. Gli operai della stessa officina, che svolgevano le medesime man-
sioni, ad esempio di tornitore, lavorando allo stesso banco, con prestazioni della stessa difficoltà e precisione, potevano guadagnare da due a sei rubli al giorno. A volte poi (ma nel periodo bellico era la regola) si riscontrava un fatto curioso: alcuni lavori che richiedevano minor abilità, come la produzione di proiettili, venivano pagati meglio. » !
4. L’organizzazione bolscevica a Pietrogrado all’inizio della guerra
Dopo le giornate di luglio, l’organizzazione di Pietrogrado? subì un duro colpo; ciononostante la continuità del lavoro venne assicurata soprattutto dai giovani operai che si erano formati alla scuola della reazione. Nei vari quartieri sorgevano gruppi clandestini che cercavano di contattare il Comitato di Pie-
trogrado del POSDR (b), stabilivano legami con gli altri quartieri, stampavano 1 materiale di propaganda. Nelle sue memorie Kondrat’ev racconta questa Ben presto, dopo l’inizio della guerra e la crisi delle nostre organizzazioni e tele (Sarete gruppo di operai e intelligenty riuscì a organizzare un circolo di studio per i lavoratori della Casa del popolo del rione Ligovskij. Questo cir-
Questo eee) Oort Tarot Too ooo toe ao pubblicare un numero della
rivista Raboizj Golos. Altri circoli clandestini si costituirono in tutti i rioni, ma il
i A.G. SITE Tee Ti CoA parte 1°, p. 6. Noire e IO scoppio della guerra mondiale, il governo zarista per evitare l’ase {ee Pietrogrado. Dal gennaio 1924 divenne Leningrado fino al settembre 1991, quando
i riprese il vecchio nome di San Pietroburgo. (N.d.R.) Cfr. Krasnaja Letopis' n. 5, 1923, p. 232.
clandestini di rione lo consideravano la loro guida. Ma qual era la tattica del Comitato di Pietrogrado in quel difficile momento? Il proclama, scritto da Sljapnikov e diffuso ancora prima che iniziassero i lavori alla Duma, denunciava le cause di una guerra combattuta nell’interesse ad abbattere sui campi di battaglia gli operai tedeschi, il Comitato pietrogradese chiedeva ai lavoratori russi di rivolgere le armi contro i loro oppressori. Affermava il proclama: « Viva la solidarietà operaia internazionale! Viva l’Assemblea costituente, che darà ai contadini la terra e agli operai la libertà di lottare per un mondo migliore! Abbasso la guerra, abbasso il governo zarista! Evviva la rivoluzione! Amnistia per tutti 1 martiri della libertà! Evviva l’uguaglianza nazionale! » *
Nel bel mezzo del generale frastuono sciovinista, questo manifesto e la dichiarazione del nostro gruppo socialdemocratico alla Duma costituirono l’unica voce operaia contro la guerra. I menscevichi e persino alcuni bolscevichi assunsero una posizione difensivista, soprattutto quando a Pietrogrado fu diffuso il telegramma di Vandervelde, entrato nel governo clericale del re del Belgio, che invitava gli operai russi a sostenere la democrazia europea occidentale nella guerra contro l’imperialismo tedesco.
In risposta al telegramma, i bolscevichi affermarono che, pur tenendo
non potevano chiudere gli occhi dinanzi al controrivoluzionario dispotismo asiatico del governo russo. Riferendosi poi al repressivo regime di guerra con-
avrebbe rafforzato il potere controrivoluzionario del governo russo ici contro la democrazia d’Europa, era nell’interesse della democrazia che il pro-
letariato russo, sfruttando le difficoltà dell’autocrazia, impegnasse in quella «Solo così serviremo la causa della classe operaia, della democrazia mondiale e
le somme di questo sanguinoso esili lieta a siamo ee lateo sarà rico ati
LL
Allo stesso telegramma di Vandervelde i menscevichi rispondevano nello spirito del più spudorato sciovinismo. Dopo aver descritto gli orrori commessi in Russia, i menscevichi dichiaravano:
« Nonostante queste circostanze, tenendo conto del significato internazionale del progrediti, che lascia sperare fondatamente che esso si risolva nell’interesse del socialismo internazionale, noi vi annunciamo che in Russia non ci opponiamo alla
Scriveva in proposito Zinov’ev: « Questa affermazione del gruppo parlamentare del partito socialdemocratico, il credo politico dei liquidatori, getta una particolare infamia su tutta la loro cor-
5. Il processo al gruppo bolscevico della Duma di Stato
Ecco invece cosa accadde al nostro gruppo parlamentare, cioè ai cinque
deputati bolscevichi (Muranov, Petrovskij, Badaev, Samojlov e Sagov) rimasti dopo la scoperta del tradimento di Malinovskij. Nelle vicinanze di Pietrogrado,
il 4 novembre Comitato Centrale del partito convocò una conferenza alla quale, oltre ai cinque deputati, era presente anche Kamenev del cc.? La polizia, che aveva pedinato i deputati, scoprì il luogo e la data della conferenza e arrestò tutti
riferì il ministro della Giustizia alla Duma (8 novembre 1914).
valutò il processo contro il nostro feti ozio Reel «Prima di tutto ha dimostrato l’insufficiente fermezza, al processo, di questo reparto d’avanguardia della socialdemocrazia rivoluzionaria russa. Gli accusati si
centrale in Russia e dei rappresentanti del partito che avevano determinati rapporti
; G.E. Zinov’ev, Contro corrente (Protiv tetenija), Pietrogrado 1918, p. 21. PaÈ VIP conferenza, tenuta a Ozerki presso Pietrogrado dal 2 al 4 (15-17) novembre 1914 Organizzazioni socialdemocratiche di Pietrogrado, Ivanovo-Voznesensk, Riga, Char'kov,
con le organizzazioni operaie. Ci sono riusciti. A questo scopo anche in avvenire bisogna adottare davanti al tribunale il metodo da lungo tempo e ufficialmente rac-
comandato dal partito: il rifiuto di deporre. Ma cercare di dimostrare la propria solidarietà col socialpatriota signor Iordanskij, come ha fatto Rozenfel’d, o il proprio disaccordo col Comitato centrale, è un procedimento sbagliato, inammissibile
la fittizia scusa di solidarizzare con il difensista Iordanskij, dall’altra Lenin elogiò il comportamento di Muranov? che aveva saputo sfidare con coraggio la contro la guerra e il rovesciamento dell’autocrazia. Scriveva Lenin: parola d’ordine che scaturisce dagli esempi di Muranov e di Petrovskij. »3
E indicava come «i giornali pravdisti e il lavoro “di tipo muranoviano” hanno realizzato l’unità dei quattro quinti degli operai coscienti della Russia». *
Lenin sottolineava che le “tesi” del cc e il Sotsial-Demotkrat erano serviti da
materiale per la conferenza e rilevava che nessun'altra corrente della classe «1 fatti dicono che già, nei primi mesi dopo l’inizio della guerra, l’avanguardii cosciente degli operai della Russia si era riunita d/ fatto intorno al Comitato centrale ! Ibidem, p. 151. Il compagno Rozenfel’d è L.B. Kamenev.
“europeo” (leggi: del parlamentarismo servile). » /bidern, p. 153. (N d.R.) AGI)
in uno o più progetti di risoluzione. Il processo non ha rivelato niente di simile, benche
abbia “rivelato”, si può dire, molte cose sul lavoro del gruppo socialdemocratico russo. »
Soste (o IMMOLO toto) sciopero contro l’arresto dei deputici solo 3.498 lavoratori e in marzo poco di più (4.959).! Ciò è spiegabile con i duri colpi subiti durante l’estate dal Comitato pietrogradese, da cui ancora avevano peggiorato la situazione. Scriveva Kondrat’ev nelle sue memorie: tro organizzazioni o gruppi rionali diretti a livello locale. »*
Man mano che aumentavano le contraddizioni e cresceva il malcontento della classe operaia, si sviluppava e si consolidava il Comitato di Pietrogrado, insieme alle altre organizzazioni del partito nel resto del paese.
6. I gruppi della socialdemocrazia russa e la guerra Prima di passare a questo argomento, è necessario soffermarsi sulla linea seguita dalla nostra direzione all’estero. Afferma Zinov’ev: « Nei primi anni sembrò che fossimo condannati a un lungo periodo di solitudine. I membri del Comitato centrale che erano rimasti all’estero iniziarono a lavorare per l’unione degli internazionalisti dei vari paesi. Alla Conferenza di Zimmerwald, nella quale non eravamo che una debole minoranza, organizzammo la corrente di sinistra, embrione della futura Terza Internazionale. Alcuni compagni tedeschi, svedesi e lettoni si unirono a noi. Tutte le altre delegazioni ci furono contro. »?
La Conferenza di Zimmerwald ebbe luogo nel settembre 1915. Vi presero
parte rappresentanti dei partiti socialisti di Russia, Germania, Italia, Francia,
Bulgaria, Paesi Bassi, Romania, Svezia, Svizzera. Dalla Russia ate della socialdemocrazia polacca e lituana, del Bund, del Partito socialista
Nel manifesto diffuso dalla Conferenza di Zimmerwald, gli jesi
Krasnaja Letopis' n. 5, 1923, p. 241.
3 G.E. Zinov’ev, La formazione del Partito bolscevico, cit., p. 156. 4 Nel 1916 il Partito socialista polacco si scisse in um’ala destra (detta frazione rivoluzionaria o fra) e in un’ala sinistra (/ewtra). Durante la Prima Guerra mondiale la frazione di
sinistra prese una posizione internazionalista e si avvicinò al Partito socialdemocratico olacco con cui si fuse nel dicembre 1918, formando il Partito operaio comunista della Polonia. (N.d.R.)
con le organizzazioni operaie. Ci sono riusciti. A questo scopo anche in avvenire bisogna adottare davanti al tribunale il metodo da lungo tempo e ufficialmente raccomandato dal partito: il rifiuto di deporre. Ma cercare di dimostrare la propria solidarietà col socialpatriota signor Iordanskij, come ha fatto Rozenfel’d, o il proprio disaccordo col Comitato centrale, è un procedimento sbagliato, inammissibile dal punto di vista di un socialdemocratico rivoluzionario. » !
Ma se da una parte censurò Kamenev per i suoi tentativi di discolparsi con la fittizia scusa di solidarizzare con il difensista Iordanskij, dall’altra Lenin elogiò il comportamento di Muranov® che aveva saputo sfidare con coraggio la morte (prevista per i deputati condannati per alto tradimento), ribadendo con contro la guerra e il rovesciamento dell’autocrazia. Scriveva Lenin: « Scendere in basso, aiutare a illuminare e a unire gli sfruttati e gli oppressi, ecco la parola d’ordine che scaturisce dagli esempi di Muranov e di Petrovskij. »3
E indicava come «i giornali pravdisti e il lavoro “di tipo muranoviano” hanno realizzato l’unità dei quattro quinti degli operai coscienti della Russia ». 4 Lenin sottolineava che le “tesi” del CC e il Sotsial-Demotkerat erano serviti da materiale per la conferenza e rilevava che nessun’altra corrente della classe «I fatti dicono che già, nei primi mesi dopo l’inizio della guerra, l’avanguardia cosciente degli operai della Russia si era riunita di fatto intorno al Comitato centrale ! Jbidem, p. 151. Il compagno Rozenfel’d è L.B. Kamenev.
DIE Zi Loto LT ce nel socialismo internazionale, dell’utilizzazione del parlamentarismo da parte della socialdemocrazia riro/nzionaria ...
In un’epoca nella quale quasi tutti i deputati “socialisti” (scusate per la profanazione di
Eta ie na SE otel liquidatori si è rivelato sciocca abitudine a una legalità servile, in Russia si è trovato un partito operaio, | deputati del quale non brillavano per la retorica, né per i eco EE (elet oo ip c Sita le masse operaie, per il loro lavoro devoto fra queste masse, per l’adempimento delle funzioni modeste, grigie, penose, ingrate e particolarmente pericolose ao atei ae RI ose AZ O OSLO OR fo sio il titolo di deputato o di ministro influente nella “società”, questo era, di fatto, il senso del parlamentarismo “
2 Ivi. 4 Ibidem, p. 156.
abbia “rivelato”, si può dire, molte cose sul lavoro del gruppo socialdemocratico russo. »
2 comunque che non vi fu alcuno sciopero contro l’arresto dei e(Goiii tici solo 3.498 lavoratori e in marzo poco di più (4.959). Ciò è spiegabile con i duri colpi subiti durante l’estate dal Comitato pietrogradese, da cui ancora non era riuscito riprendersi; le repressioni in occasione dell’anniversario del
avevano peggiorato la situazione. Scriveva Kondrat’ev nelle sue memorie: tro organizzazioni o gruppi rionali diretti a livello locale. »*
Man mano che aumentavano le contraddizioni e cresceva il malcontento della classe operaia, si sviluppava e si consolidava il Comitato di Pietrogrado, insieme alle altre organizzazioni del partito nel resto del paese.
6. I gruppi della socialdemocrazia russa e la guerra Prima di passare a questo argomento, è necessario soffermarsi sulla linea
seguita dalla nostra direzione all’estero. Afferma Zinov’ev:
« Nei primi anni sembrò che fossimo condannati a un lungo periodo di solitudine. I membri del Comitato centrale che erano rimasti all’estero iniziarono a lavorare sinistra, embrione della futura Terza Internazionale. Alcuni compagni tedeschi,
La Conferenza di Zimmerwald ebbe luogo nel settembre 1915. Vi presero
parte rappresentanti dei partiti socialisti di Russia, Germania, Italia, Francia,
Bulgaria, Paesi Bassi, Romania, Svezia, Svizzera. Dalla Russia ISO rio
presentanti del cc (bolscevichi), del Comitato organizzativo (menscevichi),
della socialdemocrazia polacca e lituana, del Bund, del Partito socialista Nel manifesto diffuso dalla Conferenza di Zimmerwald, gli operai erano
i 8, 1923, p. 172. 3 G.E. Zinov’ev, La formazione del Partito bolscevico, cit., p. 156. 4 Nel 1916 il Partito socialista polacco si scisse in un’ala destra (detta frazione rivoluzio-
naria 0 /raki) e in un’ala sinistra (/entca). Durante la Prima Guerra mondiale la frazione di sinistra prese una posizione internazionalista e si avvicinò al Partito socialdemocratico
polacco con cui si fuse nel dicembre 1918, formando il Partito rergetoxe setto tie e tiia
426 WIE TI OTT)
per la liberazione dei popoli oppressi e delle classi soggiogate mediante un’irriducibile lotta di classe ».
Pian piano, tuttavia, le correnti internazionaliste del socialismo internazionale cominciarono a rafforzarsi. La sinistra di Zimmerwald, con a capo Lenin e Zinov’ev, cominciò a pubblicare in Svizzera la rivista l/orbore, a cui, oltre a Lenin, collaboravano Radek, Roland-Holst, ecc.* A fine aprile 1916 si tenne la seconda Conferenza internazionale degli zimmerwaldiani a Kienthal, alla quale parteciparono delegati provenienti da Russia, Germania, Italia, Francia, Serbia e Svizzera. La linea decisa a Zimmerwald venne qui sviluppata.? Nel febbraio del 1915 il Comitato organizzativo dei menscevichi pubblicò l’organo lzvestija; nel gennaio dello stesso anno, uscì a Parigi il Nate Sloro di Trotsky (continuazione del Golos, chiuso dal governo francese), mentre nell’autunno del 1915 gli otzovisty con i seguaci del /peréd ripresero a pubblicare l’organo omonimo. Quale fu l’atteggiamento di tutti questi gruppi nei confronti della guerra? I bolscevichi avevano assunto fin dall’inizio una posizione di inflessibile lotta contro lo sciovinismo. « Guerra alla guerra! In risposta alla guerra, il proletariato deve iniziare la guerra civile», ecco quale era la parola d’ordine dei
proletariato e di quello russo in particolare. Era la corrente internazionalista
della socialdemocrazia (Lenin, Zinov’ev, Radek, Bucharin, Pjatakov, Rosa
Luxemburg, Liebknecht, Mehring, ecc.).
Su posizioni vicine era anche Trotsky, che condivideva il punto di vista
della risoluzione del Congresso di Stoccarda.? Così scriveva sul Nase S/oro: « Il compito dei marxisti rivoluzionari consiste — attraverso il lavoro teorico, organizzativo e di propaganda — nel limitare le sofferenze prodotte dal futuro assalto
tendo dalla risoluzione del Congresso di Stoccarda.
I seguaci del Vperéd, sulla base della loro piattaforma, avanzarono l’idea
I La conferenza elesse l’Organo esecutivo “Commissione internazionalista socialista”. L'ala
sinistra degli internazionalisti, stretta attorno a Lenin, elesse l’Ufficio politico, Organizzò organizzazione. (N.d.R.)
2 La conferenza si tenne dal 24 al 30 aprile 1916 a Kienthal (Svizzera). Cfr. V.I. Lenin,
Opere, cit., vol. 22, pp. 125-127, I PCN)
3 11 Congresso internazionale socialista di Stoccarda si tenne dal 18 al 23 agosto 1907. democratici nazionali, dal Bund, dai socialisti-rivoluzionari, dai sindacati, ecc. Cfr. V.1.
possibile, in quanto abbiamo rinvenuto tracce di pensiero e di lotta borghesi in
tutta la socialdemocrazia internazionale; l’opportunismo aveva profonde radici e un importante ruolo in tutti i partiti europei. Sperando di guarire il movimento operaio da questa malattia e temendo che potesse condurre a un asservimento del proletariato alla borghesia, come possiamo constatare oggi, abbiamo posto in primo piano l’idea dell’educazione socialista scientifica ... Riteniamo indispensabile promuovere i germogli della cultura proletaria, dar loro la possibilità di crescere e
di eliminare le erbacce dell’opportunismo all’interno della nuova Internazionale. »
I seguaci del lperéd sì definivano internazionalisti e si ponevano il compito di « unire tutti gli elementi internazionalisti rivoluzionari ».
Sul fronte di destra c’era Plechanov che, assieme ai socialisti tedeschi, francesi e ad altri (Guesde, Scheidemann, ecc.), predicava la difesa della patria in
all’estero erano Larin-Lur’e e Levin-Dalin, in Russia i rappresentanti del Comitati di mobilitazione industriale guidati dall’operaio Gvozdev. Abbiamo già detto che Martov e i suoi seguaci partivano dalla risoluzione del Congresso di Stoccarda. Il punto principale di questa risoluzione, sulla questione della guerra, recitava che i socialisti dovevano utilizzare la crisi creata dal conflitto per sollevare il proletariato contro la borghesia al fine di accelerare la caduta del sistema borghese. Si potrebbe pensare che quella risoluzione contenesse indicazioni univoche sulla condotta da tenere durante il conflitto. Ma vi furono correnti socialiste
che, non avendo il coraggio di dichiarare apertamente (come avevano fatto i sta: il disfattismo dei marxisti rivoluzionari e il difensismo dei socialsciovini€ 1 menscevichi russi. Accettando a parole la risoluzione di Stoccarda, di fatto
di mobilitazione industriale e i Consigli assicurativi
nato in seno alla principale associazione di capitalisti (il “Consiglio dei con-
di centralizzare e distribuire le commesse militari tra le varie imprese.
In sostanza si trattava della conquista di una delle leve di comando da parte della borghesia, convinta che il governo non fosse in grado di condurre la guerra e governare l’economia. Già nel 1915 la grande borghesia aveva iniziato a muoversi, lentamente ma inesorabilmente, per impossessarsi del potere; così verso la fine del 1916, quasi tutte le leve di comando erano nelle sue mani: la grande borghesia urbana, mercantile e industriale fondò la
potente Sojuz Gorodov;* mentre la borghesia liberale degli zemstvo costituì la
Sojuz Zemstv.*
Queste associazioni costituivano nella sostanza un’unica forte ELIA
zione e, insieme al Comitato di mobilitazione industriale, avevano nelle loro
mani l’intera economia del paese.
delle munizioni e delle divise militari, la produzione e la distribuzione delle vettovaglie, le risorse finanziarie, l’intera amministrazione. Tuttavia, già dal
trioti; decisero così di far entrare nei Comitati di mobilitazione industriale i
rappresentanti degli operai per porre sotto la loro influenza il proletariato e infondervi lo spirito difensivista. In agosto, dopo il Congresso dei rappresentanti dei Comitati locali di mobilitazione industriale, la Duma di Stato ratificò la legge sulla sua istituzione.
realizzare il suo piano, Guèékov, presidente del Comitato di mobilitazione industriale, chiese il sostegno del gruppo operaio del Consiglio Assicurativo e delle Casse sanitarie, che gli risposero di rivolgersi direttamente alle masse
tare menscevico (Ccheidze mantenne una posizione defilata, ma di fatto Comitati.
boicottaggio dei Comitati. Quando i rappresentanti si riunirono per le elezioni
definitive, l’assemblea approvò con novanta voti una risoluzione che annun-
ciava il rifiuto degli operai di entrare nei Comitati. La parte conclusiva della risoluzione affermava:
! Unione delle città. (N.d.R.)
2 Unione degli zemstvo. (N.d.R.)
« Nei paesi capitalistici avanzati sono già maturate le condizioni oggettive della rivoluzione socialista. In Russia il proletariato deve ancora ottenere la democrauzzazione dell’ordinamento statale, cioè la repubblica democratica. La rivoluzione spazzerà via tutti i residui dell’epoca feudale e, liberando lo sviluppo delle forze produttive dalle vestigia del passato, accelererà le condizioni della rivoluzione socialista in Russia. Tuttavia, all’abbattimento della monarchia zarista e della sua base sociale (il sistema del latifondo) è interessato non solo il proletariato, ma
anche i contadini e gli altri strati della democrazia borghese. Perciò il proletariato rivolge alla democrazia borghese rivoluzionaria l’appello a sostenere la lotta contro
timento dell’autocrazia, convochi l’Assemblea costituente sulla base del suffragio
universale, egualitario, diretto e segreto, senza distinzione di sesso, nazionalità e
sto (il 21 novembre) ne vennero indette altre e, grazie a brogli, violenze e minacce, la borghesia riuscì ad avere la meglio: nel cc del Comitato di mobilitazione industriale entrarono gli operai difensisti delle fabbriche Promet, Truboényj, Lessner, Obuchovo, Lebedev, Porochovoj, Putilov ed Ericsson. Questo CC era composto da dieci membri e quello regionale da sei. I rappresentanti bolscevichi che avevano votato una mozione di protesta abbandonarono l’assemblea e, nel proclama del 1° dicembre 1915, il Comitato pietrogradese del POSDR (b), sottolineando il comportamento dei difensist, resse dell’imperialismo rapace e della guerra di conquista, la classe operaia cercherà instancabilmente di trasformare questo conflitto in guerra civile e di acuire le contraddizioni di classe; il nemico di ogni popolo è all’interno del proprio paese: è il suo governo, la sua borghesia. »
L’appello si concludeva con la parola d’ordine: « Evviva la guerra civile!»
mo delle masse operaie: i partecipanti allo sciopero politico del gennaio 1916 (nell’anniversario della Domenica di sangue) furono 53.489; nel marzo parteciparono agli scioperi politici 50.643 manifestanti, in aprile 16.147. Nel gennaio 19 16 le elezioni al Consiglio assicurativo si conclusero con una maggioranza schiacciante di bolscevichi: su 70 voti, 39 rappresentanti si espressero a favore della lista bolscevica contro 26 voti dei liquidatori, dei populisti e degli indipendenti.
1 A.G. $ljapnikov, cit., PUT
430 Storza del Partito bolscevico
8. L'organizzazione bolscevica nelle province all’epoca della guerra Tuttavia, se questo era lo stato d’animo degli operai a Pietrogrado, come
stavano le cose in provincia?
A Mosca l’organizzazione del partito era molto più debole che a Pietrogrado, nonostante qui vivessero numerosi vecchi bolscevichi (Smidoviè, Nogin, la Jakovleva, ecc.). Ciò si spiega innanzitutto con il grado inferiore di
maturità politica del proletariato moscovita e con la forte attività repressiva
della polizia — che allora imperversava in quella città — ed anche col fatto che Tuttavia, anche qui il lavoro rivoluzionario dei bolscevichi non venne
rionali che, fin quasi allo scoppio della rivoluzione, non riuscirono ad unirsi. All’inizio del 1916 Sljapnikov organizzò a Mosca un ufficio regionale del
Comitato centrale, attorno al quale si raggrupparono tutti i vecchi bolscevichi ben not alla polizia. Come sostiene Smidovià, questo gruppo di vecchi membri del partito «resistette a lungo, fino alla Rivoluzione di febbraio ... Non
A Mosca l’attività dei singoli gruppi comunque continuava e, grazie al
ANNA ASIA del gruppo dell’Istituto del Commercio e del
ricostituito più d’una volta; si riuscì a pubblicare della letteratura clandestina ec
scioglimento della Duma di Stato, alla quale saette eresia lite
eKoo St earn een data, gli scioperi « INI
tarono di numero e ampiezza a causa del crescente fermento dovuto alla fame, all’aumento dei prezzi dei generi alimentari e ai bassi salari ». 4
! PC. Smidovié, ‘“L’uscita dalla clandestinità a Mosca”, Proletarskaja Rerojntsija n. 1 (13), 1923, p. 171. I | a
2 Cfr. T.V. Sapronov, Dalla storia del movimento operato (17 1Storn rabotego dvizenija), Mosca, 1925; B.A. Ter-Vaganjan, Alla rigilta ZERI AP OA EU TITO SOT ANT
3 K. Vojnova, “Il movimento operaio a Mosca negli anni 1914-17”, Proletarskaja Revoljut4 Ibidem, p. 478.
EI DENARO 431 zioOnaria; ma tutti questi sforzi sono falliti a causa degli arresti. »'
Ciononostante «tutte le organizzazioni operaie bolsceviche si attenevano
alle direttive del Comitato centrale ».?
Nel gennaio 1917, anche a Mosca, il movimento operaio assunse una connotazione politica: 1 partecipanti allo sciopero per la commemorazione del aveva collegamenti solo con Mosca: nel 1915, Tver’, Suja, Kochma, la regione del Volga (Niznij-Novgorod, Sormovo, Kazan”, la regione centrale (Tula, Vorone3z), il Sud (Char'kov, Ekaterinoslav, il bacino del Don), gli Urali (Perm’, Ekaterinburg), cioè tutti i maggiori centri industriali, erano in mano ai bolscevichi. La polizia imperversava, i membri dei comitati e dei gruppi finivano in carcere; ciononostante le organizzazioni rivoluzionarie risorgevano subito: pubblicavano volantini e proclami, diffondevano la letteratura bolscevica, guidavano gli scioperi. Dappertutto, accanto alla corrente rivoluzionaria che diffondeva tra le masse la parola d’ordine della guerra civile contro la guerra imperialista, si gruppi sociali, dall’alta borghesia ai liquidatori, attorno al grido: «Combattere fino alla vittoria! » 4
9. La socialdemocrazia russa e la crisi alimentare del 1916 Senza dubbio il centro del movimento era Iper i et altrove, ribolliva la lotta di classe, qui era la sede del governo, qui erano attive TAO Tieni een qui più forte era anche l’organizzazione bolscevica. Nell’autunno del 1915 tra i reparti militari cominciarono a strutturarsi degli organismi che si stesero presto ai marinai di tutte le basi navali; mentre
nell’autunno del 1916 prese vita un’organizzazione dell’intellighenzia degli
socialdemocratici degli istituti superiori di Pietrogrado”. Non servono parole SET) irene l’importanza di queste forme organizzative, ma anche la
12
Suu tie Tore elite Prol. Revofjutsija n. 1 (13), 1923, pp. 267-269 e Nakuanune reltkn
À Pietrogrado, oltre al partito bolscevico, esistevano altre due eZ zioni operaie: il Gruppo pietrogradese dei socialdemocratici menscevichi e il
Comitato interrionale * dei socialdemocratici internazionalisti. Esistevano oro]
altri gruppi, che non si erano fusi con l’organizzazione bolscevica cittadina, zioni internazionaliste e unitariste, cioè cercava di conciliare tutte le tendenze.
quanto, propagandando l’unità, il Comitato interrionale 0) ia ia Ko
liquidatori del partito operaio e i socialsciovinisti che avevano trasformato la
loro organizzazione in un “partito operaio liberale” o piuttosto in un’appen-
dice della borghesia liberale.
Queste due politiche della socialdemocrazia russa si manifestarono in
CIO ZII E o) {ae e efter questa emergenza fu adottata dalle classi
Il governo dapprima scelse la strada della regolamentazione del prezzo del vano il grano e i capitalisti, che, interessati al contenimento dei Pi Rise ola prietari terrieri e la grande borghesia capitalista ebbe inizio uno scontro il cui
esito avrebbe assegnato il bastone del comando della Russia a uno dei due
Durante questa lotta si produsse un’ulteriore ondata speculativa. Mediante editti straordinari i governatori vietavano l’esportazione di grano e di altre derrate alimentari dal governatorato, provocando un innalzamento dei prezzi.
Così, nonostante l’abbondanza di grano, ciò innescò una crisi alimentare che si aggravò anche per le folli misure del governo, che ora emanava disposizioni, ora le ritirava, ora ne promulgava altre ancora in totale contraddizione con le
precedenti. La gravità della crisi ricadde interamente sulle spalle degli operai e degli strati più poveri. A Pietrogrado, ad esempio, un pd di farina di segale prima della guerra costava 1 rublo e 61 copechi; nell’inverno del 1915 il prezzo salì a 3 rubli e 20 copechi. Nell’inverno del 1916 il libero commercio della farina di frumento era completamente bloccato e la Russia — il granaio d'Europa — passo al sistema delle tessere alimentari! Ma il salario degli operai non teneva il passo dell’aumento dei prezzi, come si può ben vedere considerando che il livello salariale giornaliero di un metallurgico della regione di Mosca era cratici unificati nata a Pietroburgo nel 1913, formata dal gruppo di Trotsky e un gruppo di bolscevichi che avevano lasciato il partito. (N.d.R.)
mediamente di 2 rubli e 31 copechi, ma c’erano operai il cui salario giornaliero non superava gli 80 copechi,! il che significava 25-30 rubli al mese: un reddito ben al di sotto del limite di sopravvivenza anche nelle cittadine di
provincia.
Il governo si strozzava con lo stesso cappio che aveva preparato per la
l’entourage dello zar, l’arretratezza tecnologica, gli intrighi, il potere del dissoluto e favorito Rasputin, le sconfitte al fronte costrinsero anche la borghesia a una riflessione. Così il blocco progressista, cioè la coalizione di tutti 1 partiti borghesi, tramite i propri rappresentanti alla Duma, fece pervenire le sue
istanze al governo. Criticando il governo, la borghesia non intendeva però sollevare la questione di porre fine alla guerra e di rimuovere l’autocrazia; al contrario, essa era favorevole a proseguire il conflitto e a trovare un accordo con lo zar.
Da parte loro, per bocca del socialdemocratico Tuljakov, i menscevichi
alimentare »; ma né il suo discorso, né la dichiarazione dei deputati menscevichi alla Duma accennavano al fatto che l’unico modo per superare la crisi ali-
tocrazia e di proclamare la repubblica democratica, obiettivi che i bolscevichi fecero approvare nelle risoluzioni discusse all’interno delle fabbriche.
Il periodo del bolscevismo dal febbraio all’ottobre 1917
1. Il legame dell’imperialismo russo con quello europeo occidentale
finanziari internazionali che avevano voluto la guerra.
inglesi: i primi, ad esempio, possedevano il 60,7 % delle fonderie di ghisa e il settore petrolifero apparteneva agli inglesi. Le grandi banche russe, operanti nel paese prima della Rivoluzione d’ottofrancesi: l’Union Parisienne, la Société Parisienne et Hollandaise e la Société
È nota l’importanza del capitale finanziario nella fase imperialista: una parte sempre più consistente del capitale investito nell’industria e centralizstriali rafforzando così il crescente potere del capitale finanziario nella moderna società di classe. Alla vigilia della guerra imperialista, il sistema del capitale finanziario si era esteso anche alla Russia, dove nelle maggiori banche si concentrava anche il russe: la Banca Commerciale Siberiana, quella Russa, quella Internazionale e
la Banca di Sconto possedevano un capitale di 1.272,8 milioni di rubli; la Banca Russo-asiatica, quella Privata di Pietrogrado, la Banca d’Azov e del Don, l’Union, la Banca di Mosca e il Banco Commerciale Franco-russo, ave-
vano un capitale di 1.373 milioni di rubli; la Banca Commerciale Industriale e quella Anglo-russa controllavano un capitale di 408,4 milioni di rubli; la
Banca Mercantile di Mosca, quella di Volga-Kama, la Junker & Co., la Banca Commerciale di Pietrogrado, quella di Vavel’berg, quella di Mosca (la ex Rjabusinskij), la Banca di Sconto cli Mosca, quella Commerciale di Mosca e
quella Privata di Mosca possedevano un capitale di 895,3 milioni di rubli.
Prima della rivoluzione le grandi banche di Pietrogrado (russe e straniere)
capitale straniero, era così ripartito: 55 % alle banche francesi, 10 % alle ban-
che inglesi e 35 % alle banche tedesche. Di tutto il capitale di questi istituti (8.235 milioni di rubli) 3.687 milioni di rubli, cioè più del 40 %, erano investiti nei gruppi Produgol’ e Prodameta,' e nell’indutria petrolifera, metallurgica e cementiera. Ma queste società (Produgol’, Prodameta, Confpetrolio,
All’inizio della guerra imperialista l’industria russa era in mano della finanza
europea occidentale tanto quanto di quella russa, se non di più; per questo, di fronte alla lotta tra due raggruppamenti imperialisti — capeggiati rispettivamente dagli anglo-francesi e dagli austro-tedeschi — che aveva portato al
conflitto mondiale, l’imperialismo russo non poteva restare neutrale. Da una parte il capo coronato dell’imperialismo russo, Nicola Romanov,
petrolio e dell’elettricità, avevano messo da tempo sul piatto della bilancia capitale anglo-francese. I ministri dello zar e la borghesia mascheravano questi interessi — che
sostanziavano la politica delle classi dominanti russe — con un fiume di
Con ciò intendevano celare le vere cause dell’imminente guerra, che tutta
via furono dichiarate con brutale cinismo dal governo francese il quale, al
bio l’immediata costruzione di nuove linee ferroviarie strategiche, secondo 1
piani dello stato eee O Cole (IA il potenziamento eo IN tempo
talisti e 1 proprietari fondiari russi (compresi | cadetti) MSG 1 loro appoggio, è testimoniato dalle memorie di Rodzjanko, presidente della quarta Duma:
« Nella sessione primaverile del 1914 della Duma NICOLO RIETI
getto di legge riguardante un grande piano militare che, realizzato in due anni, cioe
LTS ACTOR OSO root del bacino del Don. Produne ta: società TUA IU ONE A capitalismo, Opere, cit., vol. 22, p. 233 et seq.
entro il 1917, avrebbe reso il nostro esercito Eee IZ o potere supremo, a noi, membri della Duma di Stato, fu chiara l’inevitabilità di un
nostro rafforzamento militare. » !
Scoppiata la guetra, si mossero in soccorso dei capitalisti e del governo non solo i Rodzjanko e i Miljukov, ma anche coloro che si definivano socialist.
nazionali, anche la Russia divenne uguale ai paesi imperialisti: anche da noi, come in Occidente, il dominio del capitale mostrò la sua influenza sui partiti socialisti; anche qui i socialisti, i menscevichi e gli S-R abbracciarono 1 nemici e della cultura.
l’inizio del contlitto. Le cifre degli scioperi dicono il contrario. Persino nel si interruppero, come mostra la tabella: Tabella 1. Scioperi e partecipanti (1914) Agosto
24
24.688
Settembre Lo Ra Dicembre
o
Lori
Fonte: $. Voznesenskij, Lotte operaie nel periodo 1870-1917 (Statecnaja bor'ba
rabocéich v 1870-1917), Archiv istorii truda v Rossii, 8, 1923.
La diminuzione degli scioperi e degli scioperanti rispetto alle calde giornate
Mobilitazione e infine l'invio al fronte provocarono una certa stasi del movi-
mento di sciopero. Tuttavia già l’anno seguente le agitazioni coinvolsero M.V. Rodzjanko, La Rivotuzione di febbraio. Atemoric (l'evralskaja revoljutsija. Memuani),
440 Storia del Partito bolscet'ico
Tabella 2. Scioperi e partecipanti (1914-1916)
Numero Tra cui % NOTA to LT: p
1914 EI Palo La 1.337.458 ELA tto 73% 1915 Ne Pa 24% id IAA PSI 1916 LR 797 10) 1.299.248 726.356 o
Fonte: S. Voznesenskij, Lotte operaie nel periodo 1870-1917, cit.
Na pio gli scioperi politici superarono in percentuale quelli del 1905 sul
totale degli scioperi.' Non poteva essere diversamente, dato che gli operai furono messi in movimento da fattori oggettivi. Man mano che procedeva la guerra, l’industria si convertiva in industria bellica. I capitalisti, i proprietari fondiari e 1 loro dirigenti, 1 rappresentanti della piccola borghesia rurale e urbana « consacravano tutto sull’altare della patria», per incassare giganteschi utili. Nel primo anno di guetra i profitti si spinsero a livelli altissimi. Ad esem-
pio la manifattura di Demidov li incrementò dell’88 %; la Società Petrolifera
del Caucaso Settentrionale del 99 %; il dividendo delle azioni crebbe quasi del
50%; nel 1915 la Banca Commerciale Industriale Russa distribuì un dividendo di 20 rubli, nel 1916 di 30 rubli; la Banca d’Azov e del Don di 30 nel
Producendo profitti così ingenti, sotto l’influenza della forza distruttiva effetti rovinosi sia sul volume della produzione che sulla produttività del lavoro.
diminuì e, allo stesso tempo, crebbe la forza lavoro impiegata; cosicché la produttività crollò.
prodotto dell’industria capitalistica: 1913 ai LE 1916 Lai
ITA no 264.250.000 225.291.000 231.865.000 190.548.000 I Cfr. V. Vasil’evskaja, “Movimento degli scioperi a Pietroburgo nei dati della polizia”, LIENS EE DICI IA sviluppo (Oktjabrskaja revo MR OSSA chod), Mosca, 1923, pp. 14-15.
estratti 2.200.000.000 pud di carbone e nel 1917 solo 174.000.000;' la produttività per singolo operaio precipitò da 9.185 pud del 1913 a 5.393
del 1917. Queste cifre dimostrano la falsità delle accuse dei nemici del sistema dei
Soviet operai, quando gli addebitano il tracollo della produzione industriale: già molto prima della Rivoluzione d’ottobre, la guerra aveva causato una tale disorganizzazione dell’economia che solo la rivoluzione poteva rimettere le cose a posto.
La guerra provocò disastri ancora maggiori nell’agricoltura: tralasciando il calo della produzione di macchine e strumenti agricoli, che ad esempio nel forza lavoro contadina, che in dosi massicce fu spedita al fronte. L’arruo-
lamento dei contadini provocò una riduzione delle terre coltivate e la diminuzione della produzione cerealicola, mentre la requisizione dei cavalli e l’asservimento dell’economia agricola alle esigenze militari (ad esempio gli Urali dovevano fornire carri e legname all’esercito) aggravarono la miseria dei contadini. In definitiva un paese immenso come la Russia, il granaio d’Europa, cominciò ad avere difficoltà nella Kore IVA Oo (Mele CO) roi
alle sconsiderate speculazioni sul grano e sugli altri generi di prima necessità. nicazione, prive di manutenzione per tutta la durata della guerra, ecc. provo-
crebbero del 128 % rispetto al 1913; nell'aprile dello stesso anno addirittura
PZ negli stessi mesi il prezzo del pane, sempre rispetto al 1913, aumentò del 141% e del 182 %.?
Ieri ai motivi che in genere spingono le masse operaie alla lotta nella
società capitalistica, si aggiunsero anche le sofferenze e le privazioni provo-
cate dalla guerra.
provocato dall’incapacità delle autorità russe. In realtà il dissesto dell’esercito e
dell’autocrazia, l’incapacità dei capitalisti e dei proprietari terrieri di sorreggere
i Probabile refuso. (N.d.R.)
442 IZ ICT OS
il potere che stava crollando non erano che la conseguenza della non cottispondenza tra lo sviluppo economico del paese e il sistema autocratico, la cui
putrefazione fu ancor più accentuata dalle forze distruttive evocate dalla guerra.
3. I tentativi della borghesia e dell’opposizione democratica di trovare un accordo con l’autocrazia
Il tentativo di trovare un accordo con il vecchio potere durante la guerra Alla quarta Duma di Stato tutti i partiti, esclusi 1 socialdemocratici e i trudorifei, cioè tutto l’arco politico dai progressisti agli ottobristi, formarono il
cosiddetto “blocco progressista” che fin dalla dichiarazione di guerra aveva
giurato solennemente di sostenere lo zar nello sforzo bellico.
In effetti la borghesia fece tutto il possibile per organizzarsi e appoggiare il
governo, ma l’opposizione degli ambienti centoneri e il loro timore di dover
cedere il potere indussero lo zar a non fidarsi di questo blocco: i e teen i ita sostenitori del feudalesimo non vollero cedere neppure un’unghia del loro potere sperando di vincere la guerra anche senza l’aiuto del blocco progressista,
o, nel caso, erano disposti anche a stipulare una pace separata con la Germania, ingannando e tradendo l’imperialismo anglo-francese. Tuttavia, già nel 1915, la burocrazia mostrò di non essere in grado di sostenere il peso della guerra; dopo
alcune brillanti offensive iniziò una serie di catastrofiche sconfitte al fronte; circa
due milioni di soldati furono fatti prigionieri, un altro milione e mezzo disertò, scarseggiavano le munizioni, le vettovaglie, le uniformi, gli aeroplani, le cartucce, i fucili. Il governo, pressato dal blocco progressista e incalzato dalle circostanze, alla fine decise di scendere a compromessi riconoscendo ufficialmente organizzazioni come il Sojuz Gorodov e il Sojuz Zemstv, potenti associazioni borghesi
la cui crescita in tempo di guerra era già un segnale che l’autocrazia zarista stava perdendo terreno nei confronti delle nuove forze. Alla superficie della vita politica, questa lotta tra lo zarismo e la borghesia si manifestò, da un lato,
nell’ “altalena ministeriale”, cioè nella sostituzione di ministri incapaci, nomMI-
nati e licenziati da quel furfante di Grigorij Rasputin e, dall’altro, nelle dichia-
razioni e nei discorsi tenuti alla Duma dai deputati del blocco progressista.
Per tutto il 1915 il blocco progressista cercò inutilmente di accordarsi con lo zar; nell’autunno del 1916, all’inaugurazione della Duma, tece l’ultimo,
vano tentativo, dopo il quale il blocco si risolse alle misure estreme. Due dui
Capitolo X 17 — Il periodo del bolscevismo dal febbraio all'ottobre 1917 443
impedire la rivoluzione.
ottobristi Gutkov, Savié, Krupenskij, Bobrinskij, il generale MONZA Un altro includeva ottobristi, nazionalisti e cadetti (Miljukov, Singarev, Sul’-
gin, Guékov, L’vov, Sidlovskij e Stepkin). Probabilmente esistevano anche tutte sognavano un colpo di Stato che scongiurasse la rivoluzione senza sparniva socialista, era coinvolto nei complott. Che lo scopo di queste trame e dei loro promotori fosse di mettere in salvo la monarchia e di evitare la rivoluzione è accettato da tutti, a partire da Rodz-
Rodzjanko, soffermandosi sugli interventi dei deputati del blocco progressista alla Duma dopo il fallito tentativo di accordarsi con lo zar nell’autunno I916, così valuta le intenzioni della sua cerchia: « Non volevano abbattere il potere, ma cambiare gli uomini e il sistema di potere; non desideravano un colpo di Stato né trascinare il paese negli orrori che ogni rivo-
nobiltà, ebbe il coraggio di ordire una vera congiura; l’unica cosa che erano in grado di fare, afferma II SCEGLI Ia (oe IE tolo Tei E Sto essi riuscirono a organizzare ai danni dello zar o della zarina, così se la pre-
Comunque sia, l’uccisione di Rete Oa Tate OTT Tale
segnale del degrado raggiunto dalle cerchie dominanti e dei minacciosi eventi
O IE Rivoluzione di febbraio. Le classi e i partiti. I bolscevichi
M.V. Rodzjanko, Lu ROERO RDZ ARIE
444 VIZIO LIT ao
in scena così tempestiva e determinante della classe operaia. Descrivendo il corso degli avvenimenti di febbraio, Sljapnikov scrive: « Naturalmente non eravamo sicuri che quello fosse “lo scontro ultimo e decisivo” con il regime zarista; quando parlavamo della necessità di tendere al massimo le
IAU Eee campo del proletariato più rivoluzionario del mondo, neppure un navigato rivoluzionario di professione, membro del cc
un cadetto o un ottobrista? Essi guardavano all’intervento degli operai come
a una semplice “sommossa”, da sfruttare come leva nei confronti dello zar e da sedare poi con la forza.
Intanto, fin da gennaio, quel «movimento spontaneo » di cui IONI
fu indetto nell’anniversario della Domenica di sangue. Questa manifestazione era stata preparata dalle organizzazioni socialdemocratiche e in primis dal Comitato pietrogradese del POSDR (b). Nonostante il Comitato non fosse
di Vyborg, raduni e assemblee in altri quartieri. Anche i volantini del Comitato interrionale dei socialdemocratici internazionalisti e del gruppo d’iniziativa menscevico contribuirono alla dimostrazione. Così scioperarono circa 200.000 operai nella capitale. ?
temi delle successive mobilitazioni, il gruppo operaio del cc del Comitato di
mobilitazione industriale convocò un corteo da tenersi il giorno dell’inaugurazione della Duma di fronte al Palazzo di Tauride. L’appello si concludeva con queste parole: «Solo la costituzione di un governo provvisorio, sostenuto dal popolo in lotta,
? Una lettera della Commissione Esecutiva del Comitato pietrogradese all’Ufficio de CO
politica e concludere una pace accettabile sia per la classe Operaia russa che per il Il Comitato bolscevico pietrogradese criticò questo appello, sostenendo qualcosa facendo sfilare un corteo davanti alla Duma, sotto le finestre dei
palazzi dello zar e delle classi dominanti»," e chiamava invece gli operai a uno Dal canto suo, il Comitato interrionale dei socialdemocratici internaziona-
protesta; mentre il volantino del gruppo d’iniziativa menscevico, illustrando le posizioni che avrebbe sostenuto all’interno della Duma, nella sostanza non offriva nessuno sbocco alla mobilitazione in corso. Insomma. I menscevichi dimostravano di non avere il polso della situazione, mentre il Comitato interrionale, pur dando una valutazione corretta sulla Duma, era troppo prudente. Indicazioni così contraddittorie non erano la migliore premessa per la mobilitazione del 10 febbraio; infatti le manifestazioni fallirono, e anche lo sciopero risultò minoritario. Ma il movimento non si fermò; scioperi parziali vennero indetti ovunque: l’8 febbraio scioperò lo stabilimento Kolpinskij, il
davano le agitazioni: scioperi parziali ebbero luogo il 13 e il 14 febbraio a Mosca; scioperarono anche gli operai di Niznij Novgorod, Voronez e Lugansk. Il movimento cresceva. Si avvicinava la giornata internazionale della donna
La polizia, come sempre in queste circostanze, si preparava con cura; ma 810rno la rivoluzione avrebbe rovesciato il trono e spazzato via le basi del vec-
chio ordinamento. Come spesso accade nelle OTO Bio rAtole rio etto lea fu accesa da un intreccio di cause. Non possiamo sostenere, come fanno SITA che all’origine del movimento di febbraio vi fosse l’organizzazione del
Partito; ma neppure possiamo affermare che il movimento fosse del tutto
importanza; ma una maggiore la ebbero le condizioni oggettive che avevano
—
ES prezzo, le code ai negozi, la situazione senza via Secondo SIETE Pietrogrado convocò una manifestazione sulla ProSspettiva Nevskij, Pro/. Rer. n. 1 (13), 1923, Aol Oa e TI ea RT testo del volantino (pp. 241-273).
446 Storia del Partito bolscevico d’uscita delle famiglie, delle mogli e dei figli degli operai ormai ridotti alla fame.
La spontaneità della protesta è bene illustrata da Kajurov che partecipò al movimento di febbraio. Essa divampò nonostante le organizzazioni politiche
tentassero di dissuadere gli operai da interventi prematuri. In riferimento al
quartiere Vyborg afferma:
« L’eccitazione delle masse costrinse il Comitato di quartiere a interrompere la propaganda a favore dello sciopero, per concentrare l’attenzione sul mantenimento della disciplina nelle imminenti manifestazioni ... Alla vigilia della giornata internazionale
della donna, la notte tra il 22 e il 23 febbraio, ero stato inviato a tenere l’assemblea delle operaie dello stabilimento Lesnoj; dopo aver illustrato il significato della
“giornata” e del movimento femminile in generale, ritenni necessario spiegare la situazione contingente e invitare i lavoratori ad astenersi da scioperi parziali, esor-
tandoli ad aderire alle direttive del Comitato del partito. Ero convinto che fosse
possibile far rispettare nelle singole sedi le indicazioni del Comitato di quartiere. Quale fu il mio stupore e il mio imbarazzo quando, il giorno dopo, il 23 febbraio, alla riunione di cellula dei cinque compagni della Ericsson, Nikifor Il'in annuncio che alcune fabbriche tessili erano già scese in sciopero e che erano arrivate alcune delegate a chiedere sostegno a noi
metalmeccanici! Ero indignato dal
PE EEE comportamento delle scioperanti: RETE i Fi O non avevano solo i&gnorato le direttiLi ve del Comitato di quartiere, Ma an-
che il preciso appello alla disciplina che, proprio quella notte, 10 stesso
avevo rivolto alle operaie; e adesso
di colpo scioperavano! Sembrava
non esserci alcun nuovo MOtvo,
salvo le code sempre più lunghe per
il pane, a farle scioperare. »
Come nel 1905, anche nel
febbraio 1917 le operaie chbero
un ruolo fondamentale nel mo-
mento in cui era all’ordine del giorno non una “Prova cenerale” ma la vittoria della rivoluzione: il
23 febbraio 1917 sarebbe ba-
stata la protesta di una sola operaia per1917, far scenderecin in piazza Pietrogrado, febbraio tutta la classe operaia di Pictro-
manifestazione di operaie
E = e N | = grado. — — ——
! Pra Ren n. 1 (13), 1923, p. 158.
Capitolo ATTI — Il periodo del bolscevismo dal febbraio all'ottobre 1917 447
Il governo riteneva che le manifestazioni in corso fossero dei semplici scioperi; ma già l’indomani fu chiaro che non si trattava della solita protesta,
ma dell’inizio della fine.
Il movimento cresceva a valanga: secondo i dati ufficiali, il 23 febbraio scioperarono 90.000 lavoratori; il 24 erano già 200.000 e il 25 superavano 1 240.000, lo sciopero si era così esteso all’intero proletariato della capitale. Il 24 febbraio i quartieri erano in fermento. Non solo gli operai abbandonavano il lavoro coinvolgendo i loro compagni, ma si dirigevano verso il centro cittadino in folle compatte, che 1 reparti della polizia non riuscivano più ad arginare, mentre tutte le strade del centro di Pietrogrado traboccavano ormai di manifestanti. Già il 23 febbraio si erano avuti alcuni scontri con la polizia, e l’indomani il compito di soffocare il movimento sarebbe toccato all’esercito, agli ordini del generale Chabalov, ma i soldati ormai tentennavano e si avvicinava l’ora in cui sarebbero passati dalla parte del popolo. Sabato 25 febbraio il primo
Poccilicxas COnanb-Aemonpatw4eckKaa Pafgyan sanguinoso scontro tra la folla e le forze dell’ordine avvenne sulla Qapria.
ESS = piazza Znamen’skaja, dove, in
Aiporemapiù CRIE cCMPANS. COSQUMAUMECE. risposta al tentativo della polizia
di attaccare i manitestanti, venne
ucciso il commissario Krylov, MEXHCH Kb pabsounmb Ha ctopony mapona nepemax
tero a guardare senza alzare un
HOC Viblantino dei bolscevichi: «Compagni! sus dito. reggimenti Preobrazenskij, Volynskij e Domenica 26 febbraio il goPavlovskij si sono uniti agli opetai...» verno mandò in strada l’esercito:
npnc/ì Pietrogrado rivoluzione! I soldati dei, no- - - o
sulla piazza Znamen’skaja, sulla
Sadovaja, sulla Prospettiva Nevskij, sul corso Ligovskij tu aperto il fuoco e ci furono morti e feriti.
Quel giorno le masse furono fermate alla periteria; ma una parte del reggimento Pavlovskij rifiutò di marciare contro il popolo e anzi, quando contro la
folla intervennero i reggimenti Preobrazenskij e Keksgel’mskij, iniziò a spa-
rare contro di essi.
Gli uomini del Pavlovskij vennero disarmati; ma il mattino seguente 1 sol-
dati del reggimento Volynskij, guidati dal sottufficiale Kirdiénikov, uccisero l’ufficiale Laskeviè e il suo attendente, si impossessarono delle armi, si preciPitarono verso le caserme dei reggimenti Preobrazenskij e Litovskij e, trasci-
nati dalla loro parte 1 soldati, proseguirono verso il reggimento Moskovskij, unendosi per strada ad altri reparti e saccheggiando l’arsenale. Ali soldati si unirono eli operai, gli studenti, la gente comune. Anche tutto il reggimento Pavlovskij si unì agli insorti. Era una rivoluzione vera e propria.
448 Storia del Partito bolscevico
A
4 Pietrogrado, 27 febbraio 1917, il reggimento Volynskij insorge I
ma
-
Verso le quattro del pomeriggio l’intera città, ad eccezione dell’ammira-
gliato, del Palazzo d’Inverno e della fortezza di Pietro e Paolo, era nclle mani
degli operai e dei contadini in divisa. Per tutto il giorno proseguì la lotta delle
truppe insorte e dei lavoratori contro la polizia, le gorodoroj e gli o£eolotuiny/ che
mitragliavano il popolo dai tetti, dai campanili, dai loro comandi. La que-
stura, il tribunale, il Castello Lituano, la sede dell’Ochranta e la gendarmoenria erano avvolte dalle fiamme; le carceri vennero aperte e liberati 1 prigionieri politici.
Di fatto il governo non esisteva più. Tutti i tentativi del blocco progressi.
sta di convincere lo zar della gravità della situazione, di persuaderlo ad accet-
tare alcune rivendicazioni e di concedere una Costituzione fallirono, mentre |
ministri e tutti i rappresentanti del vecchio potere si nascondevano, fuggivano
O venivano arrestati. I cadetti e gli ottobristi persero ogni speranza di un accordo con lo zar e 1l
suo governo; di fatto non c’era più un potere; dovevano agire, prima che la
situazione precipitasse, prima che il popolo decidesse di prendere il potere.
La sera, quando folle di operai, soldati e gente comune si diressero verso la Duma, gli ottobristi fecero un ultimo tentativo di mettersi alla testa del movi
mento, di accordarsi con il fratello dello zat, Michail, per nominarlo dittatore
e soffocare la rivoluzione. Dopo il rifiuto di Michail Romanov, il blocco
Capitolo X 1/7 - I! periodo del bolscevismo dal febbraio all'ottobre 1917 449
i
I
ii a EI del 27 febbraio progressista fu costretto ad assumersi il compito di organizzare il potere,
costituendo un comitato provvisorio presso la Duma guidato da Rodzjanko. Nacque così il governo provvisorio della borghesia, mentre parallelamente sorgeva un nuovo potere, il Soviet dei deputati operai di Pietrogrado. Com’era nato questo primo Soviet? Chi lo aveva organizzato? In realtà, dopo l’esperienza del 1905, l’idea della costituzione di un Soviet appariva
naturale e ovvia e, secondo la testimonianza di Sljapnikov, durante la guerra,
a Ogni grande sciopero questa idea tornava nelle teste degli operai di Pietro-
grado, tanto più ora, nelle ore di fuoco della rivoluzione, quando erano tor-
nati a combattere per le strade assieme ar loro capi, liberati dal popolo insorto. Ad essi non mancò il sosteorno del Comitato pietrogradese che, immediata-
mente riorganizzatosi, spese tutte le suc energie per estendere questo Hume
rivoluzionario e dislocò i suoi membri notte e giorno net diversi quartieri a
orientare il movimento.
A sera, riuniti presso il Palazzo di Tauride, è difensisti assunsero l'iniziativa
e, guidati dal presidente del gruppo operato del € del Comitato di mobilitazione industriale Gvozdev, indissero un'assemblea dalla quale sarebbe nato il Soviet. Nel Comitato esecutivo entrarono Cceheidze, Kerenskij, Skobelev
(presidenza), Gvozdev, Grineviè-Sechter, Pankov, Sokolov, Aleksandrovie-
Dmitrevskij, Sljapnikov-Belenin, Zalutskij-Petrov e Suchanov-Gimmer.
450 Storia del Partito bolscerico
Seduta del Soviet di Pietrogrado
ai
Su proposta di Sljapnikov, nel Comitato esecutivo entrarono Molotov e
Stalin per i bolscevichi, Bogdanov e Baturskij-Tsejtlin per 1 menscevichi,
Erlich e Rafes per il Bund, Bramson e “Cajkovskij per i trudorifei, Rusanov e
Zenzinov per gli S-R, Pesechonov e Carnolusski per 1 socialisti popolari,
Jurenev per il Comitato socialdemocratico interrionale, Stucka e Kozlovski per 1 socialdemocratici lettoni, ecc. Il 27 febbraio Avilov, Boné-Bruevié e Steklov furono incaricati di organiz. zare la pubblicazione delle Ievestija Soveta Rabotich Deputator. Lo stesso giorno
uscì il primo numero. L’indomani venne convocato il primo plenum del
Soviet dei deputati operai di Pietrogrado. Afferma Sljapnikov:
«Il primo plenum del Soviet di Pietrogrado lasciò ricordi abbastanza contusi, La festa della rivoluzione, la vittoria del popolo, come si diceva allora, distracva dal
compito di dirigere gli eventi che si verificavano nel paesc. Ii il lavoro etfettivo si spostava automaticamente dal Soviet al Comitato esecutivo. » !
Come possiamo vedere dalla composizione del Comitato esecutivo, il Soviet era a maggioranza difensista e 1 bolscevichi risultavano tortemente "Prod Ret n. 1 (13), 1923, p. 121.
minoritari. Perciò, fin dai suoi primi passi, il Soviet costituì un’arena di scontro tra due tendenze, quella difensista e quella bolscevica rivoluzionaria.
operai rivoluzionari. Secondo i bolscevichi, anche i soldati dovevano eleggere i loro delegati nel Soviet; ma i difensisti argomentarono che, poiché i soldati della guarnigione di Pietrogrado venivano spesso avvicendati, non potevano
essere rappresentati da una delegazione stabile; inoltre, essendo contadini, la
cito, perché la politica li avrebbe distolti dal loro compito principale.
Era evidente che si trattava di pretesti che nascondevano l’intenzione dei difensisti di conservare il controllo sull’esercito, mentre i bolscevichi si attivarono immediatamente proprio per sottrarre ai difensisti come Bogdanov o Steklov l’influenza sull’esercito. Alla fine prevalse la posizione dei bolscevichi e fu deciso di accettare nel Soviet i rappresentanti dei soldati, in ragione di uno per compagnia. Questo criterio di rappresentanza, deciso in modo affrettato, ebbe in seguito conse-
infatti sovrarappresentava i soldati rispetto agli operai, che eleggevano un delegato ogni mille di loro. Tuttavia, per il momento, la questione del controllo sull’esercito, seppure
Come valutava la questione la nostra organizzazione di Pietrogrado che era
loro: oet leo) oroIi te IFTS che all’epoca — con Molotov e « Tra di noi non c'erano dissensi sulla aio eat eo polo Lao
riguardavano il fine ultimo della rivoluzione: la realizzazione del socialismo, a cui
sapevamo che loro si sarebbero opposti. Non era questo il problema, noi bolsceNereo Ss ZONA divergenza stava nel fatto che OE
della Maggioranza dei socialisti-rivoluzionari di mettere nelle mani della borghesia le rivendicazioni rivoluzionarie degli operai e dei contadini. Per lo SMIL
RP. Storia del Partito bolscevico ottenere (nei limiti dei rapporti “borghesi”) la massima frattura rivoluzionaria per mezzo di una ‘pressione continua e incessante sulla borghesia per spingerla a sinistra”, noi consideravamo questa tattica sbagliata e dimostravamo, prendendo esempi dal passato del nostro paese, quanto fosse illusoria la speranza di ottenere qualcosa attraverso una “pressione” sulla borghesia. » !
del Comitato interrionale e socialdemocratici lettoni. Sostenendo l’idea di un governo provvisorio rivoluzionario come unione
di tutti i rappresentanti dei partiti nel Soviet, la nostra organizzazione era di
fatto favorevole a una coalizione rivoluzionaria tra socialdemocrazia e Jeez
borghesia rivoluzionaria, nella piena {010 (LZ Re 2471111171 SMI
Ciò che differenziava i bolscevichi dagli altri partiti socialisti era il rifiuto della loro tattica rinunciataria, il rifiuto cioè di conferire alla borghesia il ruolo di classe egemone nella rivoluzione democratica e della loro disponibilità alla formazione di un governo provvisorio a immagine e somiglianza degli Dopo varie trattative tra il Comitato esecutivo del Soviet e il Comitato della
Duma di Stato, il governo fu così formato: per i nazionalisti, Rodzjanko e
Sul’gin; per il centro, L’vov; per gli ottobristi, Dmitrjukov e Sidlovskij; per i COSTIERE LION Celere cadetti, Miljlukov e Nekra-
sov; per i irudoviki, Kerenskij; per i menscevichi, Ccheidze.
listi furono membri del governo provvisorio borghese e, secondo l’ottima
« Kerenskij sarebbe dovuto entrare nel gabinetto in rappresentanza degli elementi
See controrivoluzione. Anche dopo il fallito tenta-
tivo di salvare la monarchia — il rifiuto di Michail Romanov, fratello dello zar
Nicola, di salire al trono —, la borghesia non aveva abbandonato la speranza
di soffocare la rivoluzione. Ma per farlo, doveva conquistare il potere. Nella discussione all’interno del Soviet sulla composizione e sul carattere del
OP EI PLC Memorie, cit., “Memorie di Rodzjanko”.
IDEE TT TOO PT febbraio all'ottobre 1917 453 decine di voti. La maggioranza era favorevole a una coalizione formata dai socialisti e dalla borghesia; il centro era orientato alla formazione di un
governo borghese, senza i socialisti, che avrebbero svolto solo un ruolo di
nuovo governo l’istituzione della giornata lavorativa di otto ore, della confisca
membri del Soviet considerava queste posizioni estremamente pericolose.
Così, fin dall’inizio della rivoluzione, si manifestarono le due tendenze della
socialdemocrazia russa: quella rivoluzionaria e quella opportunista, quella proletaria e quella piccolo-borghese, che durante tutta la storia del bolscevismo si
erano combattute allontanandosi sempre più una dall’altra. La borghesia era letteralmente entusiasta dell’ala destra conciliatrice dei socialisti. Senza i socialisti, che avevano un seguito tra gli operai e i contadini, non avrebbe potuto conquistare il potere; ma, una volta conquistato, avrebbe potuto cacciarli a pedate: questo era più o meno il piano degli ottobristi e dei nazionalisti.
« Le strade possibili sono due: o tutto si sistema, e allora il sovrano nomina il governo e noi gli affidiamo il potere; o tutto va male, e allora noi lasciamo il potere nelle
mani di altri, cioè di quelli che hanno eletto qualche mestatore nelle fabbriche. »
Questo era il pensiero della borghesia durante le trattative con Nicola Romanov. Ma l’ultimo dei Romanov non fu neppure in grado di venire incontro alla borghesia, che fu così costretta ad accordarsi coi socialisti. « La loro parola d’ordine è la “Duma di Stato” ... Che pensino pure che la Duma ha preso il potere ... Finché non verrà decisa la questione del sovrano. »”
OE (elogi ETA tea così ragionava tutta la borghesia accettando la coali-
zione coi socialisti-rivoluzionari e coi menscevichi. Ben presto la notizia del colpo di Stato arrivò in provincia: i telegrammi di
parte delle città, sotto la spinta degli operai e dei soldati, il vecchio potere
abbandonò le proprie posizioni e lasciò il posto alle associazioni industriali, ai
comitati borghesi per la sicurezza e la difesa dei cittadini, ai Soviet dei depu-
governo. Così fu a Mosca, Niznij Novgorod, Penza, Kostroma, Kazam’, Kursk, Jaroslav’, Tsaritsyn, Vladimir, Ivanovo-Voznesensk, Perm’, ecc.
In alcune località, a dimostrazione del carattere borghese della rivoluzione, il (oe otlo potere accoglieva spontaneamente il nuovo governo: a ROIO II
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7A, rivoluzione di febbraio. Memorie, cit., “Memorie di Sulgin”.
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454 Starza del Partito bolscevico
INSURREZIONE DI PIETROGRADO, FEBBRAIO 1917 PARTECIPANTI AGLI 385 5 393,8 394,1
SCIOPERI (migliaia) e PI 305,0 306,5 214,1 128,4
23 febb. 24 febb. 25 febb. 26 febb. 27 febb. 28 febb. 1-2 mar. SOLDATI PASSATI DALLA PARTE DEGLI INSORTI (migliaia)
oN
70
Y C'E
26 febb. 27 febb. 28 febb. 1 mar.
OU
Ti nortico della Duma è ingombro di sacchi di grano i
I E soviet di Pietrogrado distribuisce alla popolazione affamata Sb
Don il sindaco, a Ufa e Poltava 1 governatori collaborarono alla formazione
delle nuove organizzazioni. Nel Caucaso perfino il principe Nikolaj Nikolaevié
riconobbe ufficialmente la rivoluzione.” Questa circostanza avrebbe dovuto fare riflettere sulla natura del rivolgimento politico avvenuto nel paese, e sulle
opporre una debole resistenza, ma furono eccezioni; in generale un entusiasmo alle stelle accompagnò la grande rivoluzione pacifica.
5. L’organizzazione del partito a Pietrogrado e nelle province durante i giorni di febbraio e di marzo Durante la guerra, nonostante i continui colpi inferti dalla polizia, il Comitato di Pietrogrado tenne alta la bandiera della rivoluzione, senza mai farsela strappare di mano: al posto dei vecchi combattenti ne arrivarono di nuovi e il lavoro proseguì senza soste. Nel dicembre 1915 furono imprigionati Bogdat’er, S$midt, Orlov-Kirill, Lutovinov, Zalezskij-Vladimir e molti altri.
Ciononostante, nel 1916 tornò operativo a Pietrogrado sia il nuovo Comi-
ire MOI sto TO E Comitato centrale IE Zalutskij; Molotov, ecc.).
dese vennero arrestati; ma l’indomani la rivoluzione aprì i cancelli delle prigioni e il Comitato tornò ad operare alla luce del sole, in prima fila a guidare la lotta Tra le centinaia di caduti sui selciati di Pietrogrado nelle giornate di febcome mai l’iniziativa della costituzione del Soviet vedesse i difensisti in
vantaggio.
Nel Comitato pietroburghese, costituitosi come organizzazione legale il 2
marzo 1917, entrarono tutti i vecchi membri che ne avevano fatto parte in
precedenza (S$midt, Kalinin, Sutko, LT MACAO OTO
Verso la metà di marzo, vennero cooptati Stuèka, Avilov IO TOI
LT Nevskij (chiamato dalla provincia) e altri; vi entrò anche SIN
zione, cioè in marzo, è ben illustrata dal suo atteggiamento verso il governo provvisotio: pa
PV tempo stesso Nikolaj N. Romanov scriveva a L'vov che era necessario schiacciare al
456 Storia del Partito bolscevico «Il Comitato di Pietrogrado del POSDR, vista la risoluzione sul governo provvisorio del Soviet dei deputati degli operai e dei soldati, dichiara di non opporsi al potere del governo provvisorio in quanto le sue azioni corrispondono agli interessi del proletariato e delle ampie masse popolari democratiche; allo stesso tempo dichiara che condurrà una guerra senza quartiere contro qualunque tentativo del
governo provvisorio di restaurare in qualsiasi forma l’ordinamento governativo monarchico. » *
Questa linea, definita dal Comitato pietrogradese nel marzo 1917, viene così spiegata da Zalezskijj, membro del cc fin dal primo momento della rivoluzione:
« Per ora non dobbiamo chiamare gli operai a un’opposizione diretta al governo provvisorio che si basa sul Soviet; occorre occuparsi in primis delle conquiste delle masse operaie e dei soldati, organizzare subito la guardia operaia e rafforzarla, difendere gli interessi economici degli operai, diffondere la parola d’ordine dei comitati contadini per attuare fin da subito la confisca delle terre. » ?
Questa tattica venne valutata con grande attenzione soprattutto dalla borghesia, e fin dai primi giorni della rivoluzione, contro i bolscevichi e contro il Comitato pietrogradese in particolare, cominciò una campagna diftfamatoria Quanto ai menscevichi e agli S-R, essi si comportarono da leali portaborracce della borghesia fin dai primi giorni della rivoluzione; il Comitato esecutivo del Soviet votò una risoluzione che impediva agli oratori di intervenire senza la sua autorizzazione, riservandosi quindi la facoltà di privare del diritto di parola
gli oratori del Comitato di Pietrogrado. L’atteggiamento ostile di tutti 1 partiti
nei confronti dei bolscevichi si manifestò in mille modi; ogni minima occa-
sione venne sfruttata per mettere il bastone tra le ruote al Comitato picitro-
gradese: nell’assegnazione dei locali, nella rappresentanza al Soviet, negli
interventi ai raduni o alle assemblee, ma il Comitato non arretrò e continuò
Già il 3 marzo il Comitato propose al CC di riprendere assieme la pubblicazione dell’organo centrale del partito, la Pravda, il 4 marzo la proposta tu
nale. Allora il Comitato decise di convocare una conferenza nazionale e INca-
ricò ZaleZskij di organizzare una commissione allo scopo. Poi, su richiesta del Comitato di Pietrogrado, la redazione della Pravda cooptò un suo membro,
Inoltre, poiché l’esito della rivoluzione dipendeva dalla massa di milioni di contadini che avrebbe seguito il proletariato o accodarsi alla borghesia, il Comitato prestò particolare attenzione al lavoro tra i soldati. Il suo lavoro su Il Comitato si accinse dunque a questa opera fin dai primi giorni della rivoluzione; ma fino alla metà di marzo la scarsità delle forze non consenti un’azione ad ampio raggio; solo con l’arrivo di nuovi funzionari la propaganda, l’agitazione e l’organizzazione dei soldati furono sviluppate adeguatamente: il 22 marzo Nevskij e Podvojskij costituirono l’organizzazione militare del Comitato pietrogradese, che avrebbe avuto un ruolo decisivo nella storia del 1917, soprattutto nei giorni dell’Ottobre, e che in aprile si dotò del suo organo, la So/dats/eaja Pravda." A Mosca, negli anni della reazione, l’organizzazione del partito aveva attraversato giorni ancora più difficili che a Pietrogrado. Il gruppo dei vecchi bolscevichi (Skvortsov, P.G. Smidoviè, Losev, Jachontov, Ol’minskij, Nogin, Miljutin, S.N. Smidovié, Obuch, Golenko,
Jakovleva e la Zemljaéka), che operavano in questa città, era costretto a un lavoro ristretto e discontinuo. Nel 1916 Sljapnikov, membro del CC, organizzò anche a Mosca un’Ufficio regionale del cC; ma il lavoro non progredì, il gruppo dei bolscevichi, noti alla polizia e tenuti sotto sorveglianza, non riuscì
così 1l lavoro nei rioni veniva condotto da singoli compagni o da piccoli
Perciò non dobbiamo stupirci se a Mosca, a differenza di Pietrogrado, dove
la nostra organizzazione agiva in totale autonomia, solo con l’arrivo delle
prime notizie della rivoluzione si riuscì a creare un Comitato rivoluzionario
CON 1 « primi compagni eletti alla Duma cittadina» e con i « vecchi attivisti del
Si può forse indicare come particolarità di Mosca il fatto che l’iniziativa per la formazione del Soviet fu presa dal gruppo degli s-R e dall’Ufficio regionale
del CC del POSDR (b) che ne firmarono insieme il proclama, titolato “Lotta per L’idea di organizzare un Soviet nella città venne Sera ei ore
I 27 febbraio, lanciarono un appello agli operai per organizzare il Soviet, e insieme ai deputati eletti al Soviet, si diressero alla Duma cittadina. Il Soviet fu
i Oltre a V.I. Nevskij, nella redazione entrarono anche i soldati,
Cfr. E.N. Ignatov, // Soviet moscorita dei deputati operai nel 1917 (Moskovskij Sovet rabotich
458 IE ROTTA
quindi costituito e i bolscevichi, come a Pietrogrado, affrontarono in primo
luogo il problema dell’elezione dei delegati dei soldati. Anche qui i bolscevichi assieme ai socialisti-rivoluzionari e ai menscevichi riuscirono a eleggere il Soviet dei deputati dei soldati solo dopo una lotta piuttosto aspra contro la borghesia, organizzata nel Comitato delle associazioni dei datori di lavoro che per qualche tempo ebbe una vita parallela al Soviet. Comunque, neppure a Mosca, come a Pietrogrado, i bolscevichi ottennero
la maggioranza; anche dopo le rielezioni e l’organizzazione dei Soviet di quar-
tiere, i bolscevichi si ritrovarono in minoranza sia nel Soviet che nel Comitato
esecutivo, dove dominavano le tendenze difensiste.!
In ogni caso, anche a Mosca i bolscevichi condussero un’agitazione rivoluzionaria su tutte le più importanti questioni: la pace, il governo provvisorio, la
giornata lavorativa di otto ore, ecc. Qui l’organizzazione locale del partito portare avanti un lavoro esteso.
La situazione di Mosca nei mesi di marzo e aprile viene illustrata chiara-
mente, anche se in modo sintetico, dalla Zemljaéka nella sua relazione alla Conferenza nazionale di aprile del partito: « Nei primi giorni della rivoluzione l’organizzazione di Mosca attraversò lo stesso disorientamento che si è potuto osservare anche altrove; essa non era affatto adeguata a quell’ampio lavoro politico che era possibile ora svolgere. ] metodi e le abitudini di un tempo si rivelarono inadeguati alle nuove condizioni. »
Ciononostante il Comitato di Mosca riuscì rapidamente ad ampliare e approfondire il lavoro: venne pubblicato un giornale bolscevico, fu creata un’organizzazione militare, nei quartieri il lavoro di massa non conobbe soste. La tattica dell’organizzazione di Mosca è ben illustrara dalla relazione della
stessa ZemljaÈtka:
« La risoluzione sull’atteggiamento verso il governo provvisorio esprime in modo rigoroso il punto di vista della socialdemocrazia rivoluzionaria: nessuna fiducia, nessun sostegno a un governo controrivoluzionario. »
Anche nelle province più arretrate, la lotta per l’influenza sulle massc
caratterizzò la vita delle nostre organizzazioni politiche.
Negli Urali, dove prima della rivoluzione, esistevano in condizioni di
! Cfr. E.N. Ignatov, cit., p. 68. Il Comitato esecutivo era così formato: 24 socialisti-rivoluzionari, 21 menscevichi, 23 bolscevichi, 2 unificatori, 1 bundista, 1 socialdemocratico lettone, 1 socialdemocratico polacco, 1 sindacalista e 1 senza partito.
2 La Conferenza Cittadina di Pietrogrado e la Conferenza nazionale del POSDR dei bolscerichi dell'ap 7a
aprile erano diventate quarantatre. Come possiamo leggere nella relazione tenuta alla Conferenza dal compianto compagno Sverdlov, solo nelle nove località, nelle quali prima della rivoluzione esistevano le nostre organizzazioni,
i Soviet furono organizzati dai bolscevichi e assunsero una natura rivoluzionaria; altrove questi organismi avevano « un carattere assai indefinito e un’indistinta fisionomia politica ... Il carattere generale del lavoro, la linea precisa di queste organizzazioni sono difficili da definire, poiché erano tutte giovani e costituite di recente. I compagni inviati negliDI Urali neppure sapevano dove finiva un’organizzazione e dove iniziava un’altra. »
La situazione non era migliore nella zona del Volga. Là, sebbene non esistessero organizzazioni apertamente difensiste, secondo Sverdlov la tendenza
difensista comunque si scontrò ovunque con quella internazionalista; a Saratov, ad esempio, cC’erano 1.000 membri del partito, non molt di più dei 700
difensisti che aderivano a organizzazioni miste. Nei Soviet però dominava la tendenza difensista; così, a Saratov, su 120 delegati i bolscevichi erano solo 40; a Kazan’ su 200, i bolscevichi erano 35. L’organizzazione della regione centrale industriale contava circa 12-13.000 membri del partito. Nelle organizzazioni di Sormovo e Tula, tra le organizzazioni bolsceviche e quelle mensceviche, secondo la relazione, della piattaforma di Zimmerwald-Kienthal, ma al momento della rivoluzione i sostenitori zimmernwaldiani sparirono ... Analogo il quadro dell’organizzazione di Tula, dove i bolscevichi erano ancora mescolati ai menscevichi, con tutto il loro
Il comitato della zona di Brjansk non si era ancora costituito, cioè là in pratica non esisteva ancora un’organizzazione; tuttavia, stando alla relazione, « il quadro era diverso da Pietrogrado ... Qui ci si poneva la domanda se si
zione di Lugansk come dell’unica completamente bolscevica; a Fkaterinoslav, dopo la rivoluzione subì un declino. « Di intellighenzia là non ce n'era; adesso è arrivata, ma non è bolscevica ... Tra i socialisti-rivoluzionari e i socialdemocratici prevalgono numericamente | liquidatori e, sebbene in precedenza costoro fossero del tutto privi di una base organiz-
direzione e ci hanno reso difficile esercitare la nostra influenza. »3
quindi costituito e i bolscevichi, come a Pietrogrado, attrontarono in primo
luogo il problema dell’elezione dei delegati dei soldati. Anche qui i bolscevichi assieme ai socialisti-rivoluzionari e ai menscevichi riuscirono a eleggere il Soviet dei deputati dei soldati solo dopo una lotta piuttosto aspra contro la borghesia, organizzata nel Comitato delle associazioni dei datori di lavoro che
Comunque, neppure a Mosca, come a Pietrogrado, i bolscevichi ottennero
la maggioranza; anche dopo le rielezioni e l’organizzazione dei Soviet di quar-
tiere, i bolscevichi si ritrovarono in minoranza sia nel Soviet che nel Comitato
esecutivo, dove dominavano le tendenze difensiste.!
In ogni caso, anche a Mosca i bolscevichi condussero un’agitazione rivolu-
giornata lavorativa di otto ore, ecc. Qui l’organizzazione locale del partito portare avanti un lavoro esteso.
La situazione di Mosca nei mesi di marzo e aprile viene illustrata chiara-
mente, anche se in modo sintetico, dalla Zemljaéka nella sua relazione alla Conferenza nazionale di aprile del partito: « Nei primi giorni della rivoluzione l’organizzazione di Mosca attraversò lo stesso disorientamento che si è potuto osservare anche altrove; essa non era affatto adeguata a quell’ampio lavoro politico che era possibile ora svolgere. 1 metodi e le abitudini di un tempo si rivelarono inadeguati alle nuove condizioni. » ”
Ciononostante il Comitato di Mosca riuscì rapidamente ad ampliare e approfondire il lavoro: venne pubblicato un giornale bolscevico, fu creata un’organizzazione militare, nei quartieri il lavoro di massa non conobbe soste. La tattica dell’organizzazione di Mosca è ben illustrara dalla relazione della
stessa Zemljaèka:
« La risoluzione sull’atteggiamento verso il governo provvisorio esprime in modo rigoroso il punto di vista della socialdemocrazia rivoluzionaria: nessuna fiducia, nessun sostegno a un governo controrivoluzionario. »
caratterizzò la vita delle nostre organizzazioni politiche.
Negli Urali, dove prima della rivoluzione, esistevano in condizioni di illegalità solo nove organizzazioni bolsceviche, all’epoca della Conferenza di I Cfr. E.N. Ignatov, cit., p. 68. Il Comitato esecutivo era così formato: 24 soctalisu-rivoluzionari, 21 menscevichi, 23 bolscevichi, 2 unificatori, 1 bundista, 1 socialdemocratico lettone, 1 socialdemocratico polacco, 1 sindacalista e 1 senza partito.
2 La Conferenza Cittadina di Pietrogrado e la Conferenza nazionale del POSDR dei bolscevichi dell PIL 1917 g.), Mosca 1925, p. 91.
tenuta alla Conferenza dal compianto compagno Sverdlov, solo nelle nove località, nelle quali prima della rivoluzione esistevano le nostre organizzazioni,
i Soviet furono organizzati dai bolscevichi e assunsero una natura rivoluzionaria; altrove questi organismi avevano « un carattere assai indefinito e un’indistinta fisionomia politica ... Il carattere gene-
rale del lavoro, la linea precisa di queste organizzazioni sono difficili da definire,
neppure sapevano dove finiva un’organizzazione e dove iniziava un’altra. »I
La situazione non era migliore nella zona del Volga. Là, sebbene non esistessero organizzazioni apertamente difensiste, secondo Sverdlov la tendenza difensista comunque si scontrò ovunque con quella internazionalista; a Sara-
difensisti che aderivano a organizzazioni miste. Nei Soviet però dominava la tendenza difensista; così, a Saratov, su 120
delegati i bolscevichi erano solo 40; a Kazan’ su 200, i bolscevichi erano 35. L’organizzazione della regione centrale industriale contava circa 12-13.000 membri del partito. Nelle organizzazioni di Sormovo e Tula, tra le organizza-
zioni bolsceviche e quelle mensceviche, secondo la relazione,
della piattaforma di Zimmernwald-Kienthal, ma al momento della rivoluzione i sostenitori zimmernwaldiani sparirono ... Analogo il quadro dell’organizzazione di Tula, dove i bolscevichi erano ancora mescolati ai menscevichi, con tutto il loro
tica non esisteva ancora un’organizzazione;, tuttavia, stando alla relazione, «1l quadro era diverso da Pietrogrado ... Qui ci si poneva la domanda se si dovesse o no prendere il potere ». La relazione dei rappresentanti del bacino del Don riferisce dell’organizzaleer di Lugansk come dell’unica completamente bolscevica; a Ekaterinoslav, Invece, l’organizzazione, che prima della rivoluzione contava 400 membri, « Di intellighenzia là non ce n'era; adesso è arrivata, ma non è bolscevica ... Tra i
socialisti-rivoluzionari e i socialdemocratici prevalgono numericamente i liquida-
zativa, al momento della rivoluzione essi sono riusciti a impadronirsi dei posti di
Persino all’epoca della Conferenza di aprile, la situazione nel Caucaso non
era affatto buona, dato che, stando alla relazione, « nel Caucaso siamo disor-
ganizzati». Su 2.000 membri del partito si contano solo 500 bolscevichi, «i Soviet hanno un enorme ruolo, ma sono presieduti da elementi difensisti e filo-borghesi».' Per non parlare di città non operaie come Ekaterinodar, dove
prevaleva la corrente all’unificazione; a Baku il Soviet, sebbene presieduto dai Questa era la situazione della nostra organizzazione nei mesi successivi alla
rivoluzione (marzo-aprile).
Non va comunque dimenticato che l’organizzazione era davvero Ie al tempo stesso di massa; infatti alla Conferenza di aprile si parlò di circa 80.000 membri del partito (79.204); oltre a Mosca e Pietrogrado, in molte
sindacati appena sorti, ed era in corso la nostra penetrazione nell’esercito, per Della massima importanza fu l’adozione della democrazia rivoluzionaria
nel funzionamento dell’organizzazione dei bolscevichi. Appena uscito dalla clandestinità e nelle nuove condizioni del regime borghese, il partito fece propri 1 princìpi del centralismo democratico e applicò il più rigoroso principio Lo “Statuto dell’organizzazione di Pietrogrado del POSDR”, approvato alla Conferenza cittadina di aprile, al 5° paragrafo sanciva che « fondamentale
organo regionale del partito è l’Assemblea regionale» e che i membri del Comitato di Pietrogrado erano eletti dall’Assemblea regionale (par. 8). Agli stessi princìpi si ispirava anche l’organizzazione di Mosca e quelle che si costi-
Il libero dibattito, il vivace confronto di opinioni, la discussione non solo
delle questioni locali, ma anche di quelle generali del paese, il vivo interesse
L’organizzazione era vitale e flessibile, mobile, Joi ine IL singolo membro del partito. n
membro del partito; e così vi entrava solo chi era profondamente convinto seguire un gretto interesse personale. I Ibidem, p. 97.
Capitolo N17 ll periodo del bolscevismo dal febbraio all'ottobre 1917 461
6. L’arrivo di Lenin. Le Tesi di aprile
Il 3 aprile (1l 16 secondo il nuovo calendario) arrivò a Pietrogrado Lenin. Nonostante il cumulo di calunnie e di menzogne che la stampa borghese aveva profuso sul suo arrivo e su quello di altri esuli, gli operai e i soldati si radunarono sulla piazza antistante la stazione per accogliere il loro capo. Lenin fu accolto letteralmente da tutta la Pietrogrado operaia e dalla mag-
gioranza dei soldati della guarnigione cittadina. Apparve chiaro a tutt chi avrebbero seguito gli operai e le masse contadine, chi consideravano come guida.
Pietrogrado, la folla accoglie Lenin
La sera stessa di quel 3 aprile, al quartiere generale del partito, Lenin, rispondendo al saluto dei compagni, sviluppò quelle linee che, pubblicate
dalla Pravda, costituirono l'argomento delle più accese discussioni all’interno
del partito e degli attacchi più velenosi da parte dei nemici. Le Tesi, articolate in dieci punti, furono presentate da Lenin in due riunioni: dapprima in un'assemblea di bolscevichi, poi in un'assemblea
comune di bolscevichi e di menscevichi delegati alla conferenza nazionale dei
Soviet, convocata in quer eterni dar menscevichi e dagli S-R.' Cfr. V.I. Lenin, Opere, cit., vol. 24, pp. 9-15. (N.d.R.)
Nella prima tesi Lenin, definendo il conflitto in corso una «guerra impe-
ribadendo la sua posizione di inconciliabile opposizione ad essa, sostencva
rivoluzionaria, a condizione che il potere passasse nelle mani del proletariato una totale rottura con gli interessi del capitale. assieme all’idea della fraternizzazione.
« L’originalità dell’attuale momento in Russia consiste nel passaggio dalla prima fase della rivoluzione, che ha dato il potere alla borghesia a causa dell’insufficiente grado di coscienza e di organizzazione del proletariato, a/la sua seconda fase, che Questo passaggio è caratterizzato, anzitutto, dal massimo di possibilità legali (fra l’assenza di violenza contro le masse, infine, dall’inconsapevole fiducia delle masse nel governo dei capitalisti, che sono i peggiori nemici della pace e del socialismo.
Questa situazione originale ci impone di saperci adattare alle condizioni particolari del lavoro di partito tra le grandi masse proletarie, che si sono appena ridestate alla
Nella quarta tesi, riconosciuto che i bolscevichi erano in minoranza nei
Soviet e che le masse seguivano i difensisti, Lenin affermò:
« Spiegare alle masse che i Soviet dei deputati operai sono l’unica forma possibile di governo rivoluzionario e che, pertanto, fino a che questo governo sarà sottomesso all’influenza della borghesia, il nostro compito potrà consistere soltanto nello spze-
RN BO modo paziente, sistematico, perseverante, ole Tola OTO RITO Fino a che saremo in minoranza, svolgeremo un’opera di critica e di spiegazione
sulla base dell’esperienza. » *
La quinta tesi recitava: dei salariati agricoli e dei contadini in tutto il paese, dal basso in alto. Sopprimere la polizia, l’esercito e il corpo dei funzionari.
2 vi.
Capitolo XVI — Il periodo del bolscevismo dal febbraio all'uttobre 1917 463
Lo stipendio dei funzionari — tutti eleggibili e revocabili in qualsiasi momento — non deve superare il salario medio di un buon operaio.» !
La sesta tesi indicava il compito urgente e improrogabile della confisca delle grandi proprietà fondiarie e della nazionalizzazione di tutte le terre, che dovevano essere messe a disposizione dei Soviet locali dei deputati dei salariati agricoli e dei contadini. Nella settima tesi Lenin sosteneva:
« Fusione immediata di tutte le banche del paese in un’unica banca nazionale, posta
sotto il controllo dei Soviet dei deputati operai. » L’ottava tesi affermava: « Il nostro compito immediato non è l’ “instaurazione” del socialismo, ma, per ora, soltanto il passaggio al controllo della produzione sociale e della ripartizione dei prodotti da parte dei Soviet dei deputati operai. »3
La nona e la decima tesi riguardavano questioni legate al partito: l’immediata convocazione di un congresso, la revisione del programma nei punti
concernenti l’imperialismo e lo Stato — avanzando la richiesta di uno “Stato-
Comune” 4 —, la modifica e l’integrazione del programma minimo, il cambiamento del nome del partito” — PCR (b) invece di POSDR — e la creazione dell’Internazionale rivoluzionaria.
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4
"Lenin espone le Tesi di aprile I fn,
3 Ibidem, p. 13. : “ .
4
. . a . a - . i . po « Cioè di uno Stato:di cui la Comune di Parigi ha tornito il primo modello.» Ihnen p. 1g.
; (N.d.R.)
i «Invece di socialdemocrazia «1ilcuiMondo, capi ufficiali (ditensisti” e ’kautskiani” tentennanti) anno tradito il socialismo in tutto passando alla borghesia, dobbiamo chiamarci
Partito comunista.» Li. (N.d.R.)
Questa è la sostanza delle dieci Tesi, che in taluni suscitarono stupore, in
altri entusiasmo, che provocarono la furibonda opposizione degli ambienti
partito all’inizio recepì in modo sbagliato queste tesi, intendendole, nonostante i precisi chiarimenti, come un appello all’immediata realizzazione del
socialismo.
La posizione sulla dittatura democratica del proletariato e dei contadini costituiva lo sviluppo naturale dell’elaborazione eritrea
luppato da tempo, fin da prima della rivoluzione del 1905; questa elaborazione comportava delle scelte conseguenti che il partito, ben presto convinto della necessità e dell’inevitabilità della dittatura del proletariato e dei contadini, In cosa consistevano 1 dissensi sorti all’interno del partito dopo la pubbli-
cazione delle Tesi di Lenin?
terminata la rivoluzione borghese e che si basava sulla sua immediata trasformazione in una rivoluzione socialista. Lenin esaminò in dettaglio questi dissensi nelle sue “Lettere sulla tattica”, cui rimandiamo il lettore."
Lenin, consisteva nel dualismo del potere, che si manifestava nell’esistenza di
eo (eolie linee olio quello borghese, che disponeva dell'intero
della rivoluzione russa che, abbattuta la monarchia e trasferito il potere nelle
AA ROIO: LLO, volontariamente il potere alla borghesia e ENEL TE
DEE IA gie della tattica dettata dalla situazione spect-
fica in cui si trovava la rivoluzione russa: conquista delle masse proletarie
cevico e socialista-rivoluzionario che gode-
I Cfr. ibidem, pp. 33-49.
IP AITINA E OI 465 concludere il conflitto né con una decisione unilaterale, né “piantando in terra
7- La Conferenza di Pietrogrado del 14-22 aprile 1917. La crisi di potere. La settima Conferenza di tutta la Russia dell’aprile 1917 In queste particolari condizioni si riunì la Conferenza cittadina di Pietrogrado il 14-22 aprile; erano presenti 57 delegati (assieme ai rappresentanti delle organizzazioni nazionali). L’ordine del giorno elencava le seguenti questioni: valutazione del momento attuale, atteggiamento nei confronti del Soviet, posizione verso i socialdemocratici degli altri partiti, elezioni cittadine, campagna diffamatoria contro la Pravda e questioni organizzative. I lavori della conferenza di Pietrogrado e quelli di un’altra assemblea locale, la 1° Conferenza regionale di Mosca del 17 aprile, erano preliminari alla Conferenza di tutta la Russia, convocata per il 24-29 aprile; non ci soffermeremo sulle decisioni delle prime due conferenze perché la posizione del partito
venne espressa in modo chiaro e definito nelle risoluzioni approvate alla Con-
terenze di Pietrogrado e Mosca. I lavori della Conferenza di Pietrogrado furono interrotti dagli avvenimenti
con gli alleati dal governo zarista ed esaltava «l’anelito di tutto il popolo a
diffuso un proclama firmato dal cc e dal Comitato di Pietrogrado che chiamasse scesero in piazza e, in risposta a questa manitestazione tenuta nei
ei rdaa oo Si I borghesia organizzò dei raduni di sostegno al e Seo
centro città, nei quartieri residenziali dei borghesi e degli alti funzionari; così
ricordava quella di febbraio, con la differenza che allora il proletariato non si
era armato.
Sotto la pressione di questo movimento, l’Esecutivo del Soviet dei depu-
tati degli operai e dei soldati organizzò un’assemblea congiunta assieme
all’Esecutivo della Duma di Stato e al governo provvisorio. Il 21 aprile venne mutava la sostanza; allora le manifestazioni e gli scioperi raggiunsero l’acme,
con scontri che provocarono morti e feriti.
Il generale Kornilov diede ordine agli allievi ufficiali, gli junker della Scuola di Artiglieria Michajlov, di attaccare armi in pugno i manifestanti; ma quelli si rifiutarono di obbedire; l’Esecutivo del Soviet emanò un proclama che chie-
deva il mantenimento dell’ordine pubblico; a Kron$tadt, Gattina, Oranienbaum e in altre località, su invito dell’Organizzazione militare del pattito, i lavoratori erano pronti a muovere su Pietrogrado; l’Esecutivo chiese di fermare il movimento e, al tempo stesso, con una maggioranza di 34 voti contro 19, approvò una mozione che auspicava il ritorno a una politica di intesa con la borghesia e dichiarò chiuso l’incidente della nota di Miljukov. Così, in sintesi, si svolsero gli avvenimenti. La grave crisi politica indicava che la grande massa seguiva ancora i difensisti, ma oscillava e protestava d’istinto; sotto il peso della guerra, nelle loro file, anche se in modo contuso, cresceva una consapevolezza sempre più matura. L’essenza della politica del governo provvisorio si riduceva al proseguimento della guerra imperialista e, di conseguenza, al rafforzamento del capitale anglo-francese, al cui servizio
Come valutava questi avvenimenti il nostro partitor Esprimendo l’opi-
nione di tutti i bolscevichi, il 23 aprile Lenin scriveva:
« La lezione è chiara, compagni operai! Il tempo non aspetta. Alla prima crisi altre cinarvi in massa, da compagni, attraverso contatti diretti (e non solo nei comizi), a
ogni reggimento, a ogni gruppo della popolazione lavoratrice che non eee eo Eta o oi compatti intorno ai vostri Soviet e, in seno ad essi, con
Nella risoluzione sulla guerra, dopo averne definito la natura impcerialistica e annessionistica, veniva precisata la posizione nei confronti del ‘““difensismo
della piccola borghesia, dei piccoli proprietari e dei contadini ricchi, interessati capitalisti a danno dei lavoratoti.
di volere una pace separata con la Germania — la risoluzione indicava l’unica 2 Cfr. ibidem, pp. 225-323. (N.d.R.)
Nella risoluzione sul momento attuale era definita l’essenza imperialistica, che l’unica via d’uscita dalla particolare situazione di dualismo di potere consisteva in un lungo lavoro di chiarificazione per illuminare la coscienza della classe operaia, e che solo questo lavoro paziente avrebbe facilitato il passaggio alla dittatura del proletariato. attacchi armati finalizzati a soffocare la rivoluzione, la risoluzione indicava la necessità di organizzare e rafforzare le iniziative volte a garantire la libertà e a
combattere la controrivoluzione.
In connessione con questa risoluzione ne venne approvata un’altra sul problema del governo di coalizione: una questione di estrema attualità, perché scongiurare una nuova crisi di potere. La risoluzione indicava che la borghesia sosteneva la formazione di un
governo di coalizione perché, solo mascherandosi con frasi socialiste, avrebbe potuto trovare un seguito tra le masse; sottolineava che qualunque partito avesse accettato la proposta della borghesia sarebbe stato complice della politica imperialistica dei capitalisti, e si pronunciava contro l’entrata di
rappresentanti del Soviet nel governo di coalizione.
intervenuto a nome dei partiti scandinavi, di partecipare al congresso dei partiti socialisti, organizzato a Stoccolma dalla Seconda Internazionale. La risoluzione sottolineava che il partito del proletariato russo avrebbe accettato di incontrarsi e di concordare azioni comuni soltanto con quei partiti degli altri paesi che durante la guerra avessero una posizione contraria al conflitto e con-
Respinta la proposta di Borgbjerg, in un’apposita risoluzione la conferenza
luzionari) che, appoggiando il governo imperialista, avevano rivelato la loro coalizione con le sole correnti internazionaliste.
Nella risoluzione sulla questione agraria, la conferenza partiva dal presup-
posto che, nonostante la loro natura piccolo-borghese, 1 contadini di fatto
lottavano per la terra in modo rivoluzionario; che, pur essendo la nazionalizzazione della terra un provvedimento borghese, rappresentava tuttavia un narsi dietro 1 contadini oppure questa massa avrebbe seguito la borghesia: da questa alternativa dipendeva l’esito della rivoluzione. Perciò il partito era tavo-
corona, e al loro passaggio immediato nelle mani dei contadini organizzati in
468 OE LIDO)
Soviet, alla creazione di comitati contadini che requisissero immediatamente
la terra e trasformassero le grandi tenute in aziende modello, ecc.
Veniva anche sottolineata la necessità di un’organizzazione separata del
Altra importante risoluzione adottata dalla conferenza fu quella che criti-
necessari alla fondazione della Terza Internazionale ». La stese sul momento attuale, partendo dalla considerazione che le
condizioni oggettive della rivoluzione socialista continuavano a permanere
serate let- europea, stabiliva che «il proletariato di Russia, operando in trasformazione socialista ».
ciò la necessità di appoggiare la borghesia e di abdicare « alla funzione di guida misure la cui adozione è imposta dai fatti, e che avvicinano al socialismo ». Indicando successivamente alcuni di questi provvedimenti (l’instaurazione del controllo statale sulle tutte le banche e loro fusione in un’unica banca
centrale, la nazionalizzazione della terra, il servizio obbligatorio generale del lavoro, ecc.) la conferenza sottolineava come, qualora il potere fosse passato
con la massima cautela, dovessero essere realizzati.
Nel complesso la conferenza registrò un orientamento unanime, mentre le sfumature emerse nel corso della discussione sul momento attuale non erano
tali da richiedere una nuova formulazione della risoluzione. Solo riguardo alla
stante dalla formula approvata alla conferenza. In sostanza i dissensi riguardato Stato. Partendo dall’assunto che nell’epoca della rivoluzione proletaria 1l
gnato dalla borghesia sciovinista per esteta eri atea Pjatakov piccole entità nazionali ». - |
Sete IE O OSSIA LO io anche a una nuova stesura «del ! V.I. Lenin, Opere, cit., vol. 24, p. 310.
Capitolo XVI — I! perioda del bolscevismo dal VOLSE OIL 469
teristiche della società borghese. La conferenza approvò anche le risoluzioni che sarebbero state prese a fondamento del nuovo programma, della cui redazione incaricò il CC per il successivo congresso di partito. Esso doveva contenere la valutazione dell’imperialismo e dell’epoca delle guerre imperialiste, la
soppressione o l’emendamento delle parti politicamente anacronistiche, la
più importanti questioni, può essere considerata a pieno diritto un congresso La conferenza elesse anche il CC, composto da Lenin, Zinov’ev, Stalin, Kamenev, Miljutin, Nogin, Sverdlov, Smilga e Fedorov. Fu il primo Comitato centrale eletto pubblicamente da una conferenza svoltasi legalmente.
8. La seconda crisi di potere e l’insurrezione di luglio Poco dopo la Conferenza di aprile il nostro partito dovette affrontare una né con i Soviet, né con coloro che li sostenevano. In luglio sì ebbe una nuova crisi di potere e una nuova ancor più imponente manifestazione di massa che
La crisi di aprile si concluse con un accordo tra la grande borghesia (rappresentata dai cadetti) e la piccola borghesia (rappresentata dai menscevichi e dai socialisti-rivoluzionari) che si ritrovarono così schierati in un fronte unico
Il 2 maggio si dimisero Miljukov e Guèkov, il quale, da ministro della
In marzo, grazie all’insurrezione popolare, il Soviet di Pietrogrado aveva emanato 1l famoso ordine n. 1 che introduceva nell’esercito i comitati elettivi e
che l’ordine avrebbe distrutto l’esercito, non comprendendo che esso era
oramai condannato dagli imminenti sviluppi del processo rivoluzionatio.
À Of era liale prevedeva inoltre: l'elezione al Soviet di rappresentanti dei soldati, l’accettazione in tutte le manitestazioni politiche della disciplina del Soviet e dei suoi comitati,
in nessun caso la consegna agli utficiali, la protbizione dell’obbligo del saluto militare e di porsi sull’attenti, e la proibizione agli utficiali di trattare grossolanamente i soldati e in particolare di dar loro del tu. Cfr. AA.VV., Cronache e dispacci dalla Rivoluzione d'ottobre, ed. Pantarei, pp. 441-442. (N.d.R.)
Quanto a questo, va rivendicato a merito dei bolscevichi l’avere introdotto,
persino in questo processo di dissoluzione spontanea, quegli elementi di orga-
regime zarista, un nuovo esercito. E vero che nell’esercito il processo sponta-
neo di disgregazione fu più rapido che altrove: ma i bolscevichi, nei limiti delle
loro forze, introdussero ovunque capacità organizzativa e fu solo grazie al
loro intervento se il malcontento dei soldati, che era anche sfociato nell’ucci-
sione di ufficiali, si attenuò.
di fantasie paranoiche: sia a Kron$tadt che in ogni altro luogo, l’organizza-
zione militare dei bolscevichi apportò ordine e disciplina. È vero invece che,
proprio questo che Guèkov non poteva assolutamente permettere.
reintrodurre nell’esercito le vecchie norme. Tuttavia il conflitto di aprile aveva Il 5 maggio fu costituito un governo di coalizione: ostaggi socialisti al
governo furono Tsereteli, Cernov e Skobelev, senza contare Kerenskij; quindi due menscevichi, un socialista-rivoluzionario e un #udovi&.
Gli eventi successivi non tardarono a mostrare che il governo di coalizione non avrebbe cambiato nulla, in ordine alle due questioni di vitale importanza
che il paese continuava ad aveva di fronte irrisolte: come mettere fine alla guerra e come risolvere la questione agraria. 1 bolscevichi avevano la loro risposta a questi quesiti e il proletariato la
conosceva. Anche la borghesia aveva dato le sue ricette: continuare la guerra «sino alla vittoria» e rimandare la questione agraria fino alla convocazione
forza d’inerzia, che continua ad agire anche quando le condizioni oggettive ne
TDI E TI TI febbraio all'ottobre 1917 Ra La lotta per l’influenza sull’esercito e sui contadini proseguì. governo, si accinse a preparare l’offensiva militare.
diata offensiva; furono creati i cosiddetti battaglioni della morte, il cui scopo era quello di dare l’esempio e al tempo stesso di reprimere a suon di fucilate i levarono i miasmi della calunnia, secondo cui i bolscevichi, guidati da Lenin, skij girava personalmente il fronte di guerra e incitava all’offensiva. Ma né i soldati, né gli operai, né i contadini volevano più combattere. Nelle
mettere fine alla guerra era la conquista del potere. La cosa fu chiara fin dal mese di giugno, quando all’epoca del 1° Congresso panrusso dei Soviet (iniziato il 3 giugno) si verificarono avvenimenti che mostrarono da che parte
stessero le masse.
Al congresso i menscevichi e i socialisti-rivoluzionari giunsero in maggioranza; l’8 giugno, con 543 voti a favore, 126 contro e 52 astenuti, venne approvata la coalizione governativa. La vittoria dei conciliatori sembrava dunque completa, ma nell’aria si sentiva già l’odore della tempesta, con tutti i segni premonitori dello scontro imminente: il giorno successivo all’apertura del congresso, giunsero a Pietrogrado i marinai di Krons5tadt per protestare contro la campagna diffamatoria antibolscevica. Il 4 giugno, il giorno stesso in cui gli anarchici occuparono la villa di Durnovo
che inviava al fronte il reggimento ucraino Chmel’nitskij. In Ucraina scoppiarono le proteste e a Sebastopoli i marinai destituirono dal comando Koléak e tro lo sfratto degli anarchici e la protesta del Congresso nazionale militare ucraino contro la politica di Kerenskij; infine si svolsero manifestazioni gene-
gire l’imminente tempesta. La manifestazione indetta dal nostro partito per il IO giugno fu revocata dalla segreteria dell’Esecutivo del Soviet in mano ai con-
un complotto « per abbattere il governo e prendere il potere ». Naturalmente non era vero; quel momento non era ancora giunto — ben-
18 giugno sulle tombe dei caduti per la rivoluzione, anche se indetta dall’Ese-
cutivo, era stata dominata dai bolscevichi, le cui parole d'ordine erano sven-
tolate sulle bandiere TORTe INI IMI PIERO dai manitestanti; ma in sostanza | Po IeolO dell’organizzazione militare bolscevica avevano mobilitato le proprie
truppe sotto la copertura del Soviet, senza SILENT
472 Storia del Partito bolscevico
L’arrivo dei marinai di Krons$tadt a Pietrogrado | Pa Li» n LL Al tempo stesso l’offensiva al fronte, dopo alcuni successi temporanei, fallì in un mare di morti; la causa dell’insuccesso, contrariamente a quanto strilla-
vano istericamente la grande e la piccola borghesia, non erano i bolscevichi, ma la mancanza di munizioni, di vettovaglie e di uniformi, la sfiducia negli ufficiali e soprattutto la consapevolezza dei soldati che quella folle guerra era inutile e criminosa. Fortunatamente per la rivoluzione, i bolscevichi venivano ascoltati nelle trincee; senza la loro presenza, la guerra civile intrapresa da Kerensk1], che aveva ordinato di fucilare i soldati ammutinati, avrebbe causato
molte più vittime. La guerra civile fu iniziata dai menscevichi e dai socialisti-rivoluzionari anche sul fronte interno: dovunque, a Mosca, a Pietrogrado, nelle città e nelle campagne risuonava contro i bolscevichi una sola parola: “traditori!” E 1 bolscevichi vennero perseguitati, arrestati e uccisi. Questa situazione non poteva durare a lungo. Un episodio secondario spinse nuovamente le masse a scendere in piazza e la controrivoluzione a preparare il colpo di Stato. I] 16 giugno ebbe inizio la Conferenza delle organizzazioni militari bolseeviche in cui fu dichiarato che più di centomila soldati, nelle retrovie e al fronte,
Capitolo XVI — Il periodo del bolscevismo dal febbraio alPottobre 1917 473
aderivano all’organizzazione: dovunque, soprattutto a Pietrogrado, queste organizzazioni reclutavano migliaia di soldati senza partito. E inoltre, attraverso di esse, il nostro partito manteneva un collegamento con le campagne,
perché i soldati delle nostre cellule, tornando a casa in licenza, portavano le notizie degli avvenimenti di cui erano stati testimoni o protagonisti. Se per il
momento i contadini credevano ancora ai difensisti, i racconti che udivano dai loro parenti e dai loro cari li costringevano a domandarsi se quei discorsi dei rappresentanti delle classi dominanti nei villaggi, sostenitori dei cadetti e degli S-R, non fossero tutto un imbroglio. Il conflitto tra il governo rivoluzionario e gli ucraini si trasformò in una nuova ctisi di potere, perché l’uscita dal governo dei ministri cadetti Singarév, Manujlov, Sachovskij e Nekrasov pose nuovamente menscevichi e socialistirivoluzionari dinanzi alla necessità di fare ulteriori concessioni alla borghesia. Le masse reagirono alla nuova crisi con manifestazioni più imponenti di quelle di aprile. Una semplice manifestazione di soldati e operai il 3 luglio a Pietrogrado e in alcune altre località si trasformò in un vero e proprio scontro tra la massa che appoggiava i bolscevichi e i soldati ancora fedeli al governo. Senza dubbio anche allora sarebbe già stato possibile prendere il potere; ma i bolscevichi, come dimostrano le risoluzioni della Conferenza di aprile, consideravano il passaggio del potere ai Soviet non una questione che riguardasse un ristretto gruppo di disperati pronti al sacrificio, ma il risultato di una consapevole decisione maturata dalla maggioranza schiacciante dei lavoratori. E questa consapevolezza nel luglio
1917 ancora non c’era.
Invano i bolscevichi cercarono di
dimostrare che tra i loro piani non rientrava l’immediato abbattimento del governo nel mese di luglio; all’ostilità dei nemici di classe non c’era limite. Tutte le forze dei bolscevichi furono impiegate per frenare le masse insorte, a mai non essendo all’ordine del giorno né
©gmGlilajasede rkeo dopo er ELA wiE. lPalazzo ’attacco dial Tauride; Palazzo quando d'Invernoil moviné al della Pravda
e" Ga) e mento di massa tifluì, 1 menscevichi e
«Quattro ministri cadetti lasciavano il governo ... Come pretesto scelsero il compro. messo che i loro colleghi conciliatori avevano negoziato con l'Ucraina, compromesso per essi inaccettabile, date le loro pretese ad un ruolo di grande potenza. La vera causa di questa ostentata rottura consisteva nel fatto che i conciliatori tardavano a tenere a freno le masse. » L. Trotsky, Storia della rivoluzione russa, Sugar, ed., 1964, p. 545. (N.d.R.)
i socialisti-rivoluzionari repressero violentemente i soldati, gli operai e il partito: la Prarda, la Sol/datskaja Pravda (organo dell’organizzazione militare) e molti altri giornali vennero chiusi, la redazione della Pravda venne saccheggiata, interi reggimenti e battaglioni furono ricostituiti e spediti al
arresti di massa, soprattutto al fronte, e infine il 7 luglio fu emesso il mandato di arresto contro Lenin, Zinov’ev e Kamenev, mentre il segretario
dell’organizzazione militare Podvojskij venne condannato subito dopo
carskij, la Kollontaj, Krylenko, Raskolnikov, Mechonos%in e numerosi
del 3 luglio e la pretesa attività spionistica di Lenin, Zinov’ev e di altri bolscevichi.
Per il partito iniziò un nuovo periodo di clandestinità, e l’organizzazione militare bolscevica divenne illegale. Per grande fortuna del proletariato, anche
Lenin riuscì a rifugiarsi in clandestinità.
9. Il 6° Congresso del POSDR (b). Il complotto della borghesia In queste condizioni, alla fine di luglio, si riunì il 6° Congresso del partito. Erano assenti Lenin, Kamenev, Zinov’ev e molti altri vecchi dirigenti: alcuni erano in galera, altri in clandestinità. Perciò il 6° Congresso non poté chiarire
in modo esauriente la situazione e offrire una risposta soddisfacente alle pressanti questioni all’ordine del giorno. La reazione seguita alle giornate di luglio si riflesse nelle risoluzioni. Sulla guerra, il congresso confermò le decisioni
prese dal partito in aprile; sulle elezioni per l’Assemblea costituente la risoluzione si espresse categoricamente contro ogni possibile accordo con i partiti che non condividevano la piattaforma internazionalista; sulla questione dei
sindacati, confermò che si trattava di organizzazioni di lotta del proletariato;
sull’alleanza con altri partiti venne approvata la linea contraria a qualsiasi Riguardo al programma, il 6° Congresso confermò le risoluzioni della Con-
ferenza di aprile e rinviò la questione a un apposito congresso.
In ambito organizzativo, nonostante le condizioni difficili in cui versava il
partito, il congresso confermò il centralismo democratico come norma statutaria; l’autonomia delle organizzazioni locali e la più ampia applicazione del
Il congresso prese atto che il potere era nelle mani della borghesia contro-
rivoluzionaria, a causa dell’impotenza dell’organo centrale dei Soviet, ovvero
del Comitato esecutivo centrale eletto al Congresso nazionale dei Soviet:
sto non hanno preso il potere, »
La parola d’ordine “tutto il potere ai Soviet” indicava il passaggio uit
del potere nelle mani del proletariato e dei contadini, ma era valsa per il primo,
pacifico periodo della rivoluzione; ora la rivoluzione era entrata in una nuova, più burrascosa fase di sviluppo, e il proletariato avrebbe potuto assumere il potere sotto la guida della socialdemocrazia rivoluzionaria.
Soviet”, ma imponeva una lotta ancor più tenace al loro interno per conquistarli alle loro posizioni. Questo veniva sottolineato nella risoluzione. Benché costretto alla semiclandestinità, il partito rappresentava ormai un’enorme forza: in aprile aveva circa 78 organizzazioni con 80.000 membri, mentre in agosto le organizzazioni erano aumentate a 162 con circa 200.000 aderenti. E questo, dopo gli insuccessi di luglio, dopo i colpi inferti dalla reazione! Non solo: ora nel partito entravano solo i rivoluzionari di carattere, personali; era il fior fiore della classe operaia russa e dell’intellighenzia rivoluzionaria marxista. Era stato creato il partito della rivoluzione, erano nate le colonne combattenti dell’Ottobre. rivoluzionari.
All’inizio di agosto era già chiara la direzione degli avvenimenti: il 3 agosto
morte, già introdotta al fronte; il governo stabilì di rinviare alla fine di ottobre
le elezioni per l’Assemblea costituente; il 12 agosto si aprì a Mosca la Confequi si scoprirono le file di un complotto controrivoluzionario, l’accordo di
ultimatum a Kerenskij, di sciogliere il governo di coalizione e di consegnargli pagina di storia, poiché solo grazie alla sua organizzazione, al suo spirito di sacrificio e alla sua tempestività fu neutralizzato il complotto del generale reazionario. E davvero straordinario il fatto che, nel momento di maggior pericolo, i
menscevichi e 1 socialisti-rivoluzionari chiedessero aiuto ai bolscevichi: questi
TEA eo legami stretti con l’esercito che i primi non avevano, a parte la sezione militare del Soviet. Nel settembre del 1917 persino la temuta
476 UE IT OS
organizzazione militare clandestina dei bolscevichi fu riconosciuta dai socialiMa ormai si avvicinava l’Ottobre. Non solo tra le masse, ma anche nei
scevichi erano ora in maggioranza; si arrivò al punto che, Soto el co (00 6 settembre, Ccheidze, Anisimov, Dan, Gots, Skobelev, passare una risoluzione che condannava la politica della presidenza. Intanto, nelle lontane province del paese, nelle campagne e nei villaggi, continuava un’accanita lotta di classe: i contadini non volevano più rinviare la questione della terra all’Assemblea costituente e, armi in pugno, requisirono 1] governatorati di Tambov, Voronez, Otrlov, Ufa, Samara, Saratov furono contadini, incarcerarono i membri dei loro comitati. Anche l’esercito era ovunque in subbuglio, a Taskent, Tambov, Kiev, al fronte.
Il governo dei menscevichi e dei socialisti-rivoluzionari non lo voleva più
nessuno. L’Ottobre era vicino.
La storia del nostro partito dopo l’Ottobre non rientra nel piano di questo libro: si tratta ormai del nuovo periodo comunista della nostra storia. Il fatto che solo al 7° Congresso il partito abbia adottato il nome di “comunista” non ha una grande importanza: in fondo, già nelle Tesi di aprile, Lenin aveva proposto di cambiarne il nome e, alla Conferenza di aprile e al 6° Congresso del 1917, solo per una serie di circostanze e ostacoli, continuò a sopravvivere, con contenuti nuovi, la vecchia gloriosa bandiera, che ormai aveva fatto il suo tempo. Perciò concludiamo la storia del POSDR con il 6° Congresso. Il 7°, svoltosi tariato, tirò le conclusioni del breve periodo di transizione del nostro partito che va dal febbraio 1917 al marzo 1918; approvò il mutamento del nome del POSDR dei bolscevichi in Partito Comunista (bolscevico) della Russia, mettendo termine a quella lunga fase che aveva visto la nascita e lo sviluppo del bolscevismo, i suoi anni di lotta, di vittorie e di sconfitte. Il 7° Congresso rappresentò il punto d’arrivo del periodo precedente e allo stesso tempo il punto di partenza di una nuova fase: quella comunista. Persino dal nostro excursus sulla storia del bolscevismo, mettendo in conto tutte le lacune espositive, persino nell’ambito di un saggio rivolto agli studenti è possibile vedere quanto sia stata complessa, articolata e drammatica la
formazione del partito operaio.
guinosa tra le classi; il suo sviluppo non è avvenuto nel chiuso delle cancelleofficine; il suo collaudo e la sua trasformazione in forza invincibile sono avvenuti nelle lotte di classe, tra i fischi delle pallottole, gli arresti e le deportazioni. La bellezza e la drammaticità del movimento rivoluzionario di classe dell’asservita umanità lavoratrice sono anche la bellezza e la drammaticità della
Se non si conosce la storia del proletariato non è possibile comprendere quella del partito; se non si conosce la storia dell’economia, e dunque quella
dello sviluppo delle forze produttive, non è possibile capire la storia della la storia del partito attraverso quella del movimento operaio.
Il cammino delle idee è solo il riflesso del cammino delle cose; chiunque
avvenimenti; lo studio del socialismo scientifico deve accompagnare quello
della storia del partito. L’assimilazione del materialismo dialettico costituisce la premessa per evitare gli errori e individuare le tendenze. Le fondamenta della nuova scienza sociale furono gettate da Marx ed Engels; questa giovane scienza è stata conservata e sviluppata dai loro allievi, smetta ai lettori il desiderio di rivolgersi a queste fonti del sapere. Se avremo ottenuto questo obiettivo, il nostro compito sarà assolto.
Indicazioni bibliografiche dell’autore
Oltre alla bibliografia indicata, segnalo le opere di M.N. Pokrovskij perché, a parte contenere un ricco materiale, rappresentano un brillante esempio di applicazione del
metodo di Marx allo studio della storia della Russia. Inoltre vi si trova anche un
saggio sul movimento rivoluzionario del xxx secolo. Lo scritto di Plechanov sul movi-
anche le sue opere degli anni Ottanta e Novanta scritte in polemica con i membr della Narodnaja Volja sono un utile contributo allo studio della storia di questo peniodo. Tra le ricerche sull’evoluzione di Plechanov dal populismo al marxismo, segnalo il lavoro di B.A. Ter-Vaganjan G. I. Plechanorv, pubblicato a Mosca nel 1924. Introduzione
I. M.N. Pokrovskij, La storia russa dai tempi antichi (Russkaja istorija s drevnejsich vremen), Gosizdat, voll. 1-5. Questo libro è tra i migliori sulla storia della Russia, e fornisce un’interpretazione complessiva dello sviluppo del nostro paese. Per la
storia del movimento sociale e rivoluzionario vedi i voll. 4 e 5.
— La storia russa nel compendio più sintetico (Russkaja istorija v samom sZzatom oterke), parte prima e seconda, Gosizdat. — Saggi sulla storia della cultura russa (Oèerki istorli russkoj kul’tury), parte prima e
— Saggi sulla storia del movimento rivoluzionario in Russia nel XIX e Xx secolo (Oterki po istorii revoljutsionnogo dvizenija v Rossii v XIX i XX v.v.), Mosca 1924. - G.V. Plechanov, L’operaio russo nel movimento rivoluzionario (Russkij raboéij v
: A proposito dei disaccordi con la Narodnaja Volja, cfr. G.V. Plechanov, Socialismo e lotta politica (Sotsialism i politiéeskaja bor’ba) e Le nostre divergenze (Nasi rasnoglas1ja); l’articolo in appendice all’opera di A. Tun Storia del movimento rivoluzionario in Russia (Istor. revoljut. dviz. v Rossii), varie edizioni; D. Kol’tsov La fine della Narodnaja Volja (Konets Narodnoj Voli) e L'inizio della socialdemocrazia (Naèalo sotsial’noj demokratii); infine l’articolo di Plechanov sull’Is&ra n. 54.
- E anche utile consultare gli articoli di Plechanov del primo periodo, ristampati [Oterki po istorii PCR (b)] di V.I. Nevskij, Priboj, Leningrado1924.
I. D.B. Rjazanov, G.L. Plechanor e il gruppo Osvobosdenie Trudi (G.V. Plechanov i gruppa Osvobozdenie Truda), Pietrogrado 1918.
2. G.V. Plechanov, Opere, cit., voll. 1, 4; vol. 2, Il socialismo e la lotta politica, cit., e
482
Il Gruppo Osvobozdenie Truda (Gruppa Osvobozdenie Truda), dagli archivi di
Plechanov, Vera Zasuliè e Dejè, Gosizdat, voll. 1-3, Mosca 1923 € 1925.
Istorikeo-revoljut. sbornike, cit., a cura di V.I. Nevskij, Pietrogrado 1923.
. VI MATE NL sulla storia del PCR (b), cit., 2° ed., ed. Priboj, Leningrado.
. B. Nikolaevskij, “Il programma del primo circolo socialdemocratico in Russia”, dai materiali sulla storia del movimento socialdemocratico in Russia, By/0e, n. 13,
. L.L. Brejtfus, “Todcisskij e il suo circolo”, Krasnaja Letopis' n. 7, 1923. . V.S. Golubev, “Una breve storia del movimento operaio (1890)”, By/oe n. 12, 1906. M.S. Aleksandrov, “Il gruppo Narodnaja Volja”, By/oe n. 11, 1906. . “Dal gruppo di Blagoev all’Unione di lotta”, Sb. Rostov-na-Donu (Raccolta Rostov . B.A. Ter-Vaganjan, G. I. Plechanov, Mosca 1924.
Capitolo secondo I. N.K. Krupskaja, “L’Unione di lotta per l’emancipazione della classe operaia”, Tvoriestvo (Opera) n. 7-10, 1920. 2.
Ne ILE Dai ricordi. (Ilz vospominanij). Raccolta di ricordi su Lenin (Sb. vosp. o Lenine), a cura di L.B. Kamenev, Istituto Lenin del cc del PCR (b),
. J.O. Martov, Appunti di un socialdemocratico (Zapiski sotsial-demokrata), vol. 1, ed. Z.I. Grzebin, Berlino 1922.
P.N. Lepesinskij, S#/la svolta, dalla fine degli anni Ottanta al 1905 (Na povorote, Ot kontsa 80-x godov k 1905 g.), Pietrogrado 1922, impressioni di un contemporaneo partecipe alla lotta rivoluzionaria.
v Peterburge v 1890-x g.g.), Krasnaja Nov’, vol. 11, 1921.
V.I Lenin, Opere, cit., voll. 1, 2. Di
8. Per il 25° anniversario del 1° le)
Proletarskaja Revoljutsija n. 1, 1922, articolo di B.L. Ejdel’man sul 1° Congresso.
1. P. Orlovskij (V.V. Vorovskij), “Sulla storia del marxismo in Russia”, raccolta
In memoria di Marx (Pamjati Marxa), ed. Petrosovet, Pietrogrado 1918 e singole
edizioni di questa elle elite: LA(olete del Gosizdat. N. Anéarskij, 77 marxismo legale im
AAT O AR voll. 1, 2, 5. kom K voprosu o monistites | I
i i I/O RUI della Russia, cit., San
1. V.I. Lenin, Che fare?, Opere, cit., vol. 5.
2. V. Astrov, Gli “economicisti” precursori dei menscevichi (“Ekonomisty” predteéi rabotego dvizenija), ed. Priboj, Leningrado 1924. 4. G.V. Plechanov, Opere, cit., vol. 12. 5. B.A. Ter-Vaganjan, G. 1. Plechanov, cit.
Oltre alle opere menzionate nel testo e nelle note la crisi è bene illustrata: 1. Nel lavoro di J.O. Martov, Lo sviluppo della grande industria e il movimento operato in Russia (Razvitie krupnoj promyslennosti 1 rabotee dvizenie v Rossi), ed. Kniga, Pietrogrado 1923, cap. 5 “La crisi economica degli ultimi anni del XIx secolo e la svolta del movimento operaio”, pp. 175-199. - Breve ma esaustivo saggio di P.N. Lepesinskij “Dallo spirito del piccolo gruppo al partito (Ot kruzkov$tiny k partii)”, periodo della vecchia Is&ra, introduzione a
Protokoly Il s”ezda Parti, cit., ed. Priboj, Leningrado 1924; cap. 4 “Il movimento operaio e lo slancio rivoluzionario del proletariato (1900-1903)”: “Le condizioni generali in Russia all’inizio del xx secolo”, pp. 66-86 e “La disoccupazione”, pp.
I. V.I. Lenin, Che fare?, cit. 2. V. Astrov, Gli “economicisti” NAZARIO INA 3. V.I. Lenin, Opere, cit., voll. 4, 5.
- V.I. Lenin, Che fare?, cit. - V.l. Lenin, Opere, cit., voll. 1, 2, 3, 4,5, 6, 34. Leninskij sbornike (Miscellanea di ISTRIA AE . Lettere di P.B. -Aksel’rod e ].O. Martor, cit.
- G.V. Plechanov, Critica dei nostri critici (Kritika nadich kritikov).
V.I. Lenin, “Lettera a un compagno sui nostri compiti organizzativi”, Opere, cit., AAT Opere, cit., vol. 6.
- G.V. Plechanov, ZA
2. V.I. |Sito Un passo avanti e due indietro, Opere, cit., vol. 7.
3. V.I. Lenin, Opere, cit., voll. 5, 6, 7. k tovaristam o Il s”ezde POSDR). I. P.N Lepesinskij, Sulla svolta, cit.
— “Dallo spirito del piccolo gruppo al partito”, ci
2. V.I. Lenin, Opere, cit., voll. 6, 7. 3. G.V. Plechanov, Opere, vol. 12.
4. J-O. Martov, Sviluppo della grande industria e movimento operaio in Russia, cit. I. V.I. Lenin, Opere, cit., voll. 8, 9, 10. 2. Protocolli del 3° congresso del POSDR (Protokoly IM sS’ezda POSDR), Mosca 1924. . V.I Nevskij, Giornate di gennaio a Pietroburgo (Janvarskie dni v Peterburge), ed.
Krasnaja letopis’, n. 1, 1922. i
i Pai Storia della socialdemocrazia russa (Istorija ross. sots.-dem.), ed. Kniga, . K. Selavin, Partito e classe operata (Partija i rab. klass), Ed. Priboj, Leningrado 1924.
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. P. Gorin, 11 Soviet dei deputati operai nel 1905 (Sovet rabotich deputatov v 1905 &.), Mosca 1925. Capitolo dodicesimo
. V.I. Lenin, Opere, voll. 10, 11, 12, Ie
OA RE CR US Mosca 1924. EEE ja (elet dume), Mosca 1924.
Xx (Otèerki po istorii revoljutsionnogo dvizenija v Rossii XIX i XX v.v.), Mosca RE EI Ae revoljutsijami), Mosca 1922.
| L.B. Kamenev, Z7a due rivoluzioni, cit.
| LB. Kamenev, Due partiti (Dve parti), Leningrado 1924. | V.I. Lenin, Opere, cit., voll. 13, 15, 16, 35.
VASO IZ UA Opere, cit., vol. 14.
Capitolo quattordicesimo
Iz epochi “Svezdy” i “Pravdy” (L’epoca della “Zvezda” e della “Pravda”), Pietrogrado
PA
1923, raccolte 1-3. V.I. Lenin, Opere, cit., voll. 11, 18, 19, 20, 34.
2.
A.G. Sljapnikov, La vigilia del 1917 (Kanun 17-go goda), parte I, 2, 3, Mosca
V.I. Lenin, Opere, cit., vol. 24. 2. V.I. Lenin, L'imperialismo, fase suprema del capitalismo, Opere, cit., vol. 22. V.I. Lenin, “La rivoluzione proletaria e il rinnegato Kautsky”, Opere, cit., vol. 28. 4. S. Piontkovskij, La Rivoluzione d'Ottobre e i suoi presupposti (Oktjabr’skaja revoljut. La Conferenza cittadina pietrogradese e la Conferenza di tutta la Russia del POSDR (b)
1917 £), Gosizdat 1925.
. V. Vladimirova, La rivoluzione del 1917 (Revoljutsija 1917 goda), parte prima, seconda e terza.
Glossario
I) Organizzazione economica volontaria, di tipo corporativo-cooperativistico, della Russia zarista, costituita anche allo scopo di migliorare le condizioni di ingaggio degli associati come salariati; aveva breve durata (anche
Blagoevtsy
2) Cooperativa artigiana di produzione. Lavoro obbligatorio gratuito che il contadino eseguiva sulle terre signorili al tempo della servitù della gleba (corvee).
Seguaci di Dimitar Blagoev, marxista di origini bulgare, fondatore di una delle prime organizzazioni socialdemocratiche in Russia, il Partito dei Socialdemocratici Russi, nel 1883. Seguaci del Bogoiskatel'stvo, letteralmente “cercatori di Dio”.
dell’ aio grilli gnava un’organizzazione sociale basata su un crisuanesimo rinnovato.
Bogostroiteli Seguaci del Bogostroitel’stro, letteralmente “costruttori di Dio”. Bogostroitel'stro Corrente filosofica fondata da Lunacarskij, che mirava a costruire un
Cajkovtsy
nel 1869-74 anche a Mosca, Kiev e Odessa e au uri da N.V. Cajkovskij.
Ng ROS I (Ripartizione Nera), società clandestina popu-
lista sorta in Russia nel 1879 dalla scissione della Zemlja i Volja. Guidata
Gorodoroj
da studenti di ingegneria mineraria, quali Plechanov e Aksel’rod, essa — a differenza della Narodnaja Volja — respinse il terrorismo come metodo di lotta politica. Vedi a pp. 19, 27 et seg. Agente di polizia municipale di grado più basso, nella Russia imperiale dal
1862 al 1917.
Intellighenzia: nella Russia prerivoluzionania il termine indicava il ceto
riformista, dapprima espressione della nobiltà terriera più “illuminata” Contadino agiato che impiegava lavoratori a salario e li sfruttava con 1) Comunità di villaggio, lo stesso che obicina. venne introdotto nelle lingue occidentali per il suo largo uso nella letteraNadel
all’epoca teudale, destinato a fornirle la sussistenza necessaria in modo che essa potesse eseguire gratuitamente il lavoro sulle terre dell’azienda signo-
rile. La riforma del 1861 assegnò questo lotto alla famiglia stessa, dopo
Narodnifei
luzionari, per lo più intellettuali e studenti russi attivi negli anni 1860-70.
490
Sostenitori dell’abbattimento dell’autocrazia zarista c dell'emancipazione
Membri della Narodnaja Volja (Volontà del popolo); organizzazione terroristica clandestina sorta in Russia nel 1879 dalla scissione della Zemlja i Volja, con lo scopo di unificare tutti i gruppi cospirativi contro l’autocrazia zarista, che aveva come obiettivo la conquista delle libertà politiche e la repubblica democratica. Vedi a pp. 19, 27 et seq. Letteralmente: comunità. Organizzazione contadina di villaggio a carattere amministrativo e di ceto, per i cui membri vigeva, per ciò che concerneva il fisco, il principio della responsabilità collettiva; i membri dell’obsézna, inoltre, possedevano la terra in comune, senza alcun diritto di proprietà Polizia segreta russa dal 1881 al 1917. O&olototnyj Nadzratel funzionario di polizia municipale, nella Russia im-
Membn dell’Unione del 17 ottobre (ottobristi), fondata dopo la pubblicazione del manifesto dello zar del 30 (17) ottobre 1905 per difendere gli interessi della grande borghesia e dei grandi agrari. Ebbe come dirigenti l’industriale Guékov e il proprietario fondiario Rodzjanko. Liberali legati alla rivista illegale Osvobozdenie (Liberazione). Esponent della frazione otzovista all’interno della corrente bolscevica; Petitsija
Petizione (dal lat. pefitio). In Russia esistevano tre forme di appello al
petitsija deriva da quest’ultima forma. Mentre le prime due esprimevano l’interesse individuale, la terza aveva un carattere collettivo.
nica organizzazione radicale sorta durante il regno di Nicola 1. Nel 1849 i
membri del circolo (tra cui spiccava lo scrittore Dostoevskij), furono processati, condannati a morte e condott alla fucilazione; vennero graziati all’ultimo minuto con la commutazione della pena ai lavori forzati. Raznoimtsy
borghesi che lottavano contro lo zarismo, ma con posizioni politiche ditMembri della Trudovaja Partija (Partito del Lavoro); raggruppamento di tendenza democratico-borghese costituito nell’aprile 1906 dai deputati
prescrivere. Nella Russia imperiale era un dettame dello zar, del governo Nella Russia del XVI e XVII secolo, assemblea dei rappresentanti dei proZemstt'o
Sistema delle istituzioni di autoamministrazione locale cui potevano accce-
Zemtsy
Membri dello zersstr'o.
Cronologia
Regno di Alessandro I.
1825-1855
Regno di Nicola I.
Attività a Pietroburgo del Partito dei
repressione.
1849
Repressione del “Circolo Petrasevskij”.
1855-1881 Febbraio. Lo zar emana lo “Statuto dei
1864
Istituzione letali (ALINA
gruppo Osvobozdenie Trudi.
1884-1885
Tentativi di ricostituzione della Narodnaja Volja.
1885-1888 dei maestri promossa da Tocisskij.
1885 Orechovo-Zuevo.
“Andata al popolo”.
1875
Attività dell’Unione jr ELI
8 maggio. Esecuzione degli attentatori, fra cui A.I. Ul’janov, fratello di Lenin.
Costituzione della Zemlja i Volja.
1879
1888-1889
Pubblicazione del JSotrial-Demotkrat a
Ginevra e a Londra per iniziauva ala gruppo Osvobozdenie Trudà. Attività a Kazan del circolo marxista di Fedoseev. Attività a Pietroburgo RISO gr
(Plechanov, Aksel’rod, la Zasulié, ecc.)
1891-1895 1892
Nascita di circoli socialdemacratici in diverse città: Pietroburgo, Char'kov, Kiev, Odessa, ecc.
494 RIETI O
I° maggio. Primo sciopero generale nell’impero russo, promosso a Lodz dall’Unione degli operai polacchi.
Primavera. Lenin forma il primo circolo marxista di Samara. Nell’agosto si trasfe-
Autunno. Costituzione a Mosca dell’Unione dei socialisti-rivoluzionari.
Agosto. Costituzione a Voronez del Par-
tito dei socialisti-rivoluzionari. Settembre. Congresso della socialdemocrazia ebraica a Vilnius e fondazione del Bund. 1°-3 marzo (13-15). Si tiene a Minsk il 1°
Regno di Nicola II.
Settembre o novembre. 1° Congresso, a Zurussi all’estero e formazione di una ten-
À Ginevra, per iniziativa del gruppo
Osvobozdenie Trudd, si costituisce PU-
nione dei socialdemocratici russi all’e-
stero.
denza revisionistica.
1899
Febbraio. Sciopero generale studentesco degli istituti superiori di Pietroburgo, Mosca, Kiev e altre città. Estate. Diffusione del Credo, manitesto
della corrente economicista.
Settembre. Riunione di “17° marxisti de18 o 19 febbraio (2 o 3 marzo). Riunione a Pietroburgo di socialdemocratici di varie
portau che approva la “Protesta dei socia-
Lenin: Lo 7074171) 210 Poldi IL/LA LORI all’agitazione politica e la pubblicazione Autunno. Fondazione a Pietroburgo dell’Unione di lotta per l’emancipazione
Norembre-dicembre. Lenin prepara la pubblicazione del giornale Raboiee Delo, or-
gano dell’Unione di lotta di Pietroburgo.
Dicembre. Lenin scrive il progetto di pro-
1900-1903 Crisi economica in Russia.
2-6 aprile (15-19). Scissione al 2° Congresso dell’Unione dei socialdemocratici
russi all’estero. Plechanov costituisce 1]
gruppo Sotsial-DNemokrat. Maggio. Tentativo degli cconomicistri «di convocare il 2° Congresso del POSPR a
necessari allo scopo e in luglio parte per l’estero; a Zurigo ne discute con Disordini nelle università di kiev, Mosca
Aksel’rod e Plechanov.
e Pietroburgo.
Pietroburgo che apre un ciclo di lotte
Gennaio. Dimostrazioni studentesche a
Pietroburgo, Mosca, Odessa, Vilnius c in
altre città. Il 14 febbraio uno studente zione Bogolepov. Gennaio-marzo. Sviluppo dell’attività degli nizzazioni socialdemocratiche all’estero che confluiscono nel Comitato Estero del POSDR. 24 giugno-17 luglio (7-30 luglio). Diver-
minatori di Zalotust: decine di mort c del massacro, viene ucciso in un attenAprile. Progrom a Kisinév, durante la
genze fra Lenin e Plechanov sull’atteggia-
17-30 luglio (10-23 agosto). 2° Con-
21-22 settembre (4-5 ottobre). Rottura al
Londra. Scissione fra “bolscevichi” e
Congresso di Zurigo delle organizzazioni
socialdemocratiche russe. Gli iskristi di
Lenin e i seguaci di Plechanov creano la Lega della socialdemocrazia rivoluziona-
ria russa all’estero in contrapposizione -lutunno. 3° Congresso dell’Unione dei socialdemocratici russi all’estero.
Novembre. Unificazione delle organizza-
13-18 ottobre (26-31). 2° Congresso, a Ginevra, della Lega della socialdemocrazia russa all’estero. Plechanov passa ai menscevichi, Lenin abbandona la reda-
zione dell’ Isera. 1904
27 gennato (9 febbraio). Inizia la guerra russo-giapponese. Aprile. Inizio dell’attività dell’associa-
zione operaia creata a Pietroburgo dal
Dicembre. Primo esperimento a Minsk di
Fine di iuglio-primi di agosto. La conferenza dei 22 bolscevichi a Ginevra approva il
del partito. Norembre. 1° Congresso generale degli semstro a Pietroburgo. Dicembre. Sciopero generale a Baku;
23-28 marzo (5-10). Secondo tentativo
di convocazione del 2° Congresso del
contratto collettivo di lavoro in Russia. Esce a Ginevra il giornale bolscevico
I pertd. Ad opera dei bolscevichi si costituisce l’Utficio det Comirau della Mag-
o/e TOTTI Organizzazione
per convocare il 2° Congresso del POSDR.
officine ferroviarie di Rostov sul Don EL Te TNT degli scioperi politici.
Ze Che fare?
A
9 gennato (22). Prima rivoluzione russa, “Domenica di sangue” a Pietroburgo: la manifestazione degli operai è repressa dalle truppe zariste.
2-27 aprile (25 aprile-10 maggio). Londra, 3° Congresso del POSDR che adotta
496 Storia del Partito bolscevico risoluzioni sull’insurrezione, sul governo rivoluzionario e sul movimento contadino.
Luglio-agosto. Insurrezione dei soldati ce marinai a Krons$tadt e Vyborg.
dei menscevichi.
3-7 novembre (16-20). "Tammertors, prima
Proletarij. Maggio-agosto. Sciopero di 70.000 lavora-
nesensk, costituzione del primo Soviet. Giugno-luglio. Ammutinamento della co-
razzata Potémlkin nel Mar Nero. Insurre-
zioni a Irkutsk e a Lodz. Agosto. Pace di Portsmouth: la Russia cede al Giappone Port-Arthur, la fertrodell’isola Sachalin.
Ottobre. Sciopero politico nei maggiori
centri industriali e rivolte contadine. Dalla fusione dell’Unione per la liberasionalisty sì forma il Partito costituzionale
Conferenza di tutta la Russia del POSDR.
Gennaio. Elezioni alla seconda DTT
sciolta in giugno.
30 aprile-19 maggio (13 maggio-1° giugno). Londra, 5° Congresso del POSDR. 21-23 luglio (3-5 agosto). Kotka (Finlan-
favore del boicottaggio. Russia del POSDR. Norembre. ‘Terza Duma.
democratico (cadetti). 13 ottobre (26). Formazione del Soviet dei (16) dicembre. 17 ottobre (30). Manifesto d’ottobre: concessioni liberali dello zar. Ottobre-novembre. Insurrezione dei marinai a Kronstadt, Vladivostok e Sebastopoli. Novembre. Formazione dell’Unione del 17 ottobre (partito degli ottobrisù). Dicembre. Diffusione dei Soviet. 6-17 dicembre (19-30). Sciopero generale e insurrezione a Mosca.
Conferenza (della “maggioranza”) del
LOI: CON convocazione del Con-
gresso di unificazione.
ferenza di partito per contrastare le posizioni liquidatoriste, otzoviste e ulti-
Settembre. Quarta conterenza di tutta la Russia del POSDR.
21-27 dicembre (3-9 gennaio 1909). Parigi, quinta Conferenza di tutta la Russia
8-17 giugno (21-30). Parigi, conferenza della redazione allargata del Pro turi, vengono espulsi Bogdanov e Lunacarskij. 17 agosto (30). Lenin risponde agli allievi
tere frazionista dell’iniziativa e invitandoli a Parigi.
rivoluzione democratica 10-25 aprile (23 aprile-8 maggio). ia ficazione’””).
2-23 gennaio (15 gennaio-s febbraio). Riunione plenaria del cc del POSDR: ultimo tentativo d’unità tra bolscevichi e
Rabotaja Gazeta.
Dicembre. Escono la Zrezda, cui collabo-
rano i bolscevichi, 1 menscevichi non liquidatori e Plechanov, e la rivista bolscevica Mys/.
chi e dei membri dell’ufficio russo del cc.
14-19 febbraio (27 febbraio-4 marzo). La
sta Prosvesitenie.
5-17 gennaio (18-30). A Praga la sesta Conferenza del POSDR decide di chiamare il partito POSDR (b).
della Lena. Inizia la ripresa del movimento operaio.
22 aprile (5). 1 bolscevichi pubblicano la
litazione industriale.
rire lo spirito di unità nazionale e poten-
ziare lo sforzo bellico, il “blocco progressista” della Duma.
23-26 agosto (5-8 settembre). Conferenza socialista internazionale di Zimmerwald.
Lenin: // fallimento della Seconda Internazionale
€ Il socialismo e la guerra
sulle assicurazioni sociali, approvata il 23.
1916
--1gosto. Vienna, conferenza del “blocco
Norembre. Quarta Duma.
Ottobre. Ammutnamenu a Pietrogrado e
1913). Cracovia, riunione di ‘““tebbraio”
del cc del POSDR (b) con i funzionari. E
gruppo di aristocratici elimina Rasputin.
23 settembre-1° ottobre (6-14 ottobre).
Poronin, riunione “estiva” o “d'agosto” 27 febbraio (8 marzo). Rivoluzione di feb-
Luglio. Scioperi a Pietroburgo e in altre -:1gosto. Inizia la prima guerra mondiale. 24-26 agosto (6-8 settembre). Lenin espone le tesi sul carattere imperialista
rio alla conferenza dei bolscevichi resi19 ottobre (1° novembre). Dopo un anno
riprende la pubblicazione del Sotstu/-
Soviet degli operai, contadini e soldati. 2 marzo (15). Si costituisce il governo provvisorio, che decide di continuare la delegati bolscevichi al 1° Congresso dei
3 aprile (16). Ritorno di Lenin in Russia. 3-24 aprile (16 aprile-7 maggio). Discus-
498 Storia del Partito bolscevico 24-29 aprile (7-12 maggio). Pietrogrado,
3-24 giugno (16 giugno-7 luglio). Pietrogrado, 1° Congresso dei Soviet. 3-5 luglio (20-22). Giornate di luglio. Repressione del movimento operaio da
26 luglio-3 agosto (8-16 agosto). 6° Con-
gresso del POSDR (b).
Settembre. L’esercito tedesco sfonda il
25-30 agosto (6-12 settembre). Fallisce il putsch di Kornilov per l’energica resistenza del Soviet di Pietrogrado e delle organizzazioni operaie trascinate dai bolscevichi.
12-14 settembre (25-29). Appelli di Lenin all’insurrezione. 10 ottobre (23). Il cc decide l’insurrezione. 25 ottobre (7 novembre). Insurrezione e
5-13 agosto (23-31). Stoccolma, terza
Conferenza socialista internazionale di
Zimmerwald.
Lenin: Stato e rivoluzione
Allgemeiner deutscher Arbeiterverein (Associazione generale degli operai tedeschi)
AIL Associazione Internazionale dei Lavoratori
o Comitato Centrale Ro Commissione Centrale di Controllo CE Comitato Esecutivo CEC Comitato Esecutivo Centrale (dei Soviet)
"ni Comitato Militare Rivoluzionario IC Istituto Agrario Internazionale
Ie Internazionale Comunista KPD Kommunistische Partei Deutschlands (Partito comunista di Germania)
IAS Partito Indipendente dei eil Dio | Partito Socialista Italiano
S-R S$ocialisti-rivoluzionari
set Ufficio del Comitato della maggioranza
A nike) (1864-1922), responsabile di un circolo socialdemocratico a Kiev negli anni
cennio. 54, 55, 60, 76 (1880-1963), membro del Bund dal 1901,
in seguito entra nel CC. 339
Afanas'ev Egor Afanas’evié (Klimanor, Bubnov) (1866-1919), fabbro, negli anni Ottanta è tra gli organizzatori del Comitato operaio di Pietroburgo, collegato all’organizzazione di Brusnév; alla fine del decen-
nio, è membro del gruppo di Toèisskij.
18, 27, 29, 32, 33, 38, 53, 57, 58, 61, 75, 113, 141-143, 145, 153, 160, 164, 165, 169-173, 175, 178, 191, 192, 222, 233236, 241-246, 259, 260, 263, 266, 269, 295, 319, 320, 387
Alabyiev Vasiliy Jakovlevii (1865-2), negli anni Novanta dirige, con Masitskij, una delle prime organizzazioni di ispirazione marxiAleksandror, vedi Ol’minskij M.S.
Aleksandrova Ekaterina Michajlovna (Stejn, Narodnaja Volja; membro del Comitato
di organizzazione del 2° Congresso del
nel 1910-12 collabora alla Prarda di
Afanas'evr Fédor Afanas'eriì (Otets, Osetskij, Trotsky. 230, 233 lranor) (1859-1905), operaio, fratello di Aletesandrorié VA., vedi Dmitrievskij P.A. Egor, tra gli organizzatori del Comitato Alekséer Pètr Alekseerii (1849-1891), operaio tessile, populista. Negli anni Set-
del testo L tpoca di Zubator e Gapon, pubAeimor, vedi Machnovets V.P.
la guerra Mondiale. 430 -Ak&sel’rod 1 jubor' Isaakorna (Ortodokes) (18681946), Menscevica, critica letteraria e studiosa di filosotia; esule in Svizzera
dleksinskij Grigorij .Aleleseeriè (1879-1967), 1917 si lega al gruppo Edinstvo (Unità)
di Plechanov. 371. 384, 385, 387
(1818-1881), zar dal 1855 al 1881, ucciso in un attentato dai populisti della
dal 1887 al 1906, dal 1898 nel POSDR.
Narodanaja Volja. 28 Alessandro IM (Aleksandr Aleksandroriè Rond-
pulista, tra i fondatori di Osvobozdenie
al 1891. 21, 37, 38 Alek&sandrorna (1880-?), partecipa a un attentato a Trepov nel feb-
Trudd, poi menscevico. Interventista durante la guerra mondiale, è presente a Zimmenvald e Kienthal. Dopo il teb-
braio 1917 è nel CE del Soviet di Pietro-
Rubociaja Aysl’; nel 1905 aderisce al
per Storza del Partito bolscertco
Kostroma al 2° Congresso del POSDR.
ratore, amico di Gor’kij. 369
inizio 1887. 53 Rabotee Znamja. Nel 1901 aderisce
agenti. Nel 1910 si allontana dalla poli-
tica. 207, 209, 210
socialdemocratico dal 1902, menscevico, deputato alla Il Duma. Nel 1917 è membro del CE del Soviet di Pietrogrado. 476 Antipov Nikolaj Kirillovii (1894-1938), bolscevico dal 1912; nel 1917 è membro del Comitato di Pietrogrado del POSDR (b).
pubblicista e critico letterario. Dirige il Apteeman Osip L’asil’evii (1849-1926), po-
pulista, poi con Plechanov nel gruppo Cérnyj Peredel. A metà degli anni No-
vanta si avvicina alla socialdemocrazia.
Partecipa alla rivoluzione del 1905, poi
emigra. 27, 29
1932?), all’inizio del Novecento è attiva nella socialdemocrazia, economicista.
Nel 1905 partecipa all’insurrezione del quartiere Presnja di Mosca. 212 gin, Bogrov) (1875-1942), bolscevico, dal -Arsen'er, vedi Potresov A.N. ratore, autore del romanzo Sanin (1907).
369
Atot, bolscevico, membro del comitato di Baku del POSDR. 260
1896), filosofo tedesco, docente a Lipsia
e Zurigo; massimo esponente dell’empiAvilov Boris 1 asil'erié (Tigro) (1874-1938),
del gruppo Vperéd; nel marzo 1917 POSDR (b). 2174, 450, 455
B Babuskin Iran | asil'eriè (1873-1906), ope-
di lotta di Pietroburgo. Nel 1900 divie-
dell’Isera. Nella rivoluzione del 1905 è
alla testa dell’insurrezione a Irkutsk e a
Cita. Il 31 gennaio 1906 viene catturato
raio bolscevico, membro del partito dal 1904, eletto alla Iv Duma nel 1912. Collaboratore della Prarda, dopo la Rivoluzione di febbraio ricopre diversi incarichi sindacali; nel 1922-25 membro del Cc; dal 1938 vicepresidente del Soviet Supremo. 403, 405, 423
operaio socialdemocratico, attivista RE
l’Unione settentrionale del pOSDR all'inizio del Xx secolo; nel 1905 È tra sli
organizzatori del Soviet di Ivanovo Bafennin Michail Alelesandroviè (1814-1870),
rivoluzionario russo, teorico dell’anairehi
smo. 17, 18, 24, 27, 30, 44. 85 Balmastèv Stepan | alerianoriè (1882 1902),
per lo sciopero del 1901. l’anno succes-
degli Interni Sipjagin. Giustiziato. 18 3, 25
Baramzin F:gor 1 asil'eriè (Fmbrion) GET
1920), bolscevico, nel 1899 è tra 1 firma-
economicisti. Nel 1902 lavora come
Indice biografico dei nomi 503
dove nel 1905 organizza il sindacato Baranskaja, vedi Radéenko L.N. Baranskij Nikolaj Nikolaevii (Bol'ioj) (18811963), geografo; membro del PosDR dal
gruppo socialdemocratico. Partecipa alle
rivoluzioni del 1905 e del 1917. Dal 1921
dell’Accademia delle Scienze. 213, 214 1935), socialdemocratico di Odessa. Dal
1901 è tra gli organizzatori del trasporto illegale dell’Iséera. Dopo il 2° Congresso del POSDR si avvicina ai menscevichi e
lavora a Char'kov e Ekaterinoslav. 207
1901; collabora con la Zrezda e la Prarda
1826), decabrista, membro della Società segrete russe e quelle polacche. Giusti-
ziato. 11 Blagoev Dimitar (1856-1924), socialista bul-
garo. A Pietroburgo fonda il Partito dei Socialdemocratici Russi (1883) e pubblica il Raboci, arrestato, è espulso dalla Russia (1885); in Bulgaria costituisce il Zimmerwaldiano, sotto la sua guida il PC
98
Blagoslavor l'assilij Efimorii (1859-1918), tanta a Pietroburgo, del quale stende pro-
collabora con Osvobozdenie Truda, poi
Batman Nikolaj Emestorii (Poletaev) (1873-
1905), nel 1896-97 milita nell’Unione
di lotta di Pietroburgo; nel 1900 lavora per la pubblicazione e il trasporto illegale
schiera con i bolscevichi; muore per Mano delle Centurie Nere. 145, 162, 207. 219, 236, 241
gestendo la upografia e la sezione del trasporto. Dopo il 2° Congresso del POSDR
si avvicina ai menscevichi. Si allontana
dalla poliuica dopo l’Ottobre. 142, 207, 217, 266 Alessandro II. Dal 1898 governatore
PIO ITeO presso la tabbrica dei Bazilerskij, vedi Jakovlev N.N. monarchico. Membro del Consiglio di
dirige un’organizzazione PSA critico letterario, collaboratore del Sor mennik e di Ofecivsti DIANA ILA ED)
Bocorisvili Michu (Bocoridze) (1873-1913), sione tra menscevichi e bolscevichi. 260 Bogdanor Me&sandr Aleksandrorii (Mafstror,
247
della socialdemocrazia tedesca e teorico
socialdemocratico dal 1896, al 2° Can-
gresso del POSDR si schiera con i bolsce-
SI filosofiche che Lenin Bogdanor Nikolaj Dement'evii (1870-1929),
Brojdo Eva L’vopna (nata Gordon) (18761941) dal 1899 membro del PosDR; dal 1905 è attiva nelle organizzazioni menziata. 210
Bogdanovié Angel Iranovii (1860-1807), Mmembro del Narodnoe Pravo. 94 Bogdat'ev Sergej Jakovlevit (1887-1949), dal suo Comitato di Pietroburgo. 455
Bronttein (Jurij) (pseud. di Pétr Abramonrii Bruker, vedi Machnovets V.P.
rista, ministro dell’Istruzione (1898-
po marxista e interviene nelle fabbriche;
Boguciarsteij, vedi Jakovlev V.J. Boldyreva Anna Gavrilovna (1868-ca 1933), operaia, rivoluzionaria di professione; fonda il primo circolo socialdemocratico di lavoratrici affiliato all’Oorganizzazione
diventa l’esponente principale. Trasferi-
di Brusnév. Nel 1905 è nel CE del Soviet
di Pietroburgo, poi è deportata. Nel 1917 è dirigente del Soviet del quartiere Nevskij. 66 Bont-Bruévii Viadimir Dmitrieviè (18731955), bolscevico, rivoluzionario di professione; dopo il 2° Congresso del POSDR a Ginevra organizza la biblioteca e gli
tosi a Mosca, lavora alle ferrovie e organizza circoli socialdemocratici. Arrestato nel 1892, è confinato in Siberia; nel 1907 è eletto alla Duma. Ammalatosi, lascia l’attività politica. 54, 64-66, 69, 75, 77 1941), ingegnere, deputato del blocco progressista alla Iv Duma; nell’agosto del 453,» 475
Bucharin Nikolaj Ivanovié (1888-1938), diri-
popolo (1917-20). 266, 267, 397, 450 della socialdemocrazia danese, dirige l’or-
gano del partito Social-Demokraten (1911-
mondiale. 467
anni Trenta, viene ucciso. 409, 426
Buchbinder Nanm Abramovii (1895-ca 1930),
internazionale. 275
Bramson Leontij Moiseevié (1869-1941),
Buchholz Wilhelm (1866-ca 1933), socialde-
il febbraio 1917 è membro del cE del
stero (1900); al 2° Congresso del Meo
RSI ODE Dopo
si schiera coi menscevichi. Allo scoppio
contro la guerra; dopo l’Ottobre SI
145, 161 |
ORD E Ludwig E)
(1864-1950) membro della Nero la crescita del livello materiale, Mex di
PSI PURI Ae Ottanta adeNel 1905 è membro del Soviet i lia nel 1917 è vicino MENA ]
Bulavin Kondratij Afanas’evié (ca 1660-1708), cosacco, nel 1707 capeggia un’insurrezione contadina dal Dnepr al Volga,
Bulgakov Sergej Nikeolaevii (1871-1944), filosofo e teologo cristiano, si avvicina al marxismo legale. Nel 1905 aderisce al partito dei cadetti. Tornato alla fede cristiana, diviene sacerdote. 89, 98, 156, Buljgin Aleksandr Grigorevii (1851-1919), ministro degli Interni nel 1905, autore di una legge elettorale che favorisce la rapborghesia alla Duma. 297, 298, 324, 338, 350, 365 Bunge Nikolaj Christianovié (1823-1895),
Cerevanin N.E., vedi Lipkin F.A. fondatori degli S-R. Dopo la Rivoluzione governo provvisorio. Dopo l’Ottobre é antibolsceviche. Nel 1920 emigra. 93,
_ 160, 470, 476
Cèémyj Konstantin, operaio, è fra i firmatari
_ della piattaforma degli ofzovisti. 385
economista, ministro delle Finanze
scrittore, populista; collabora alle riviste Oteiestvennye Zapiski e Sorremennik, arrestato (1862), viene deportato in Sibena
ministeriale (1887-95). 86
romanzo Che fare?, titolo che sarà ripreso
(1881-86) e presidente del Gabinetto
e
85, 178
Cajkorskij Nikolaj V’asil'evié (1850-1926), ‘Grande circolo di propaganda”, che
Chabalor Sergej Semenorié (1858-1924), gene-
guarnigione di Pietrogrado. 447
Chabas R., autore degli arucoli “La creazione di un centro bolscevico (UCM) e
Camolusskij | ladimir tranoriè (1865-1941),
del giornale Vperéd”, pubblicau su Pro/e-
l'istruzione del popolo. Nel 1921 lavora
Chalturin Stepan Nikolaeriè (1858-1882), falegname, fonda con Obnorskij l’U-
zione. 450
Anbalt-Zerbst-Dornbure (1729-1796), dal
1880 prepara un attentato allo zar «Ales-
stiziato. 21, 24-26, 30, 64
ee oe ai l’opposizione social-
democratica nella 11 e IV Duma: primo Cchikvitvili Benja, socialdemocratico, mem-
bro del cc dei menscevichi, dopo l’Otto-
del gruppo Operaio del Sud agli inizi del Novecento, nel 1901 entra nel Comitato
1936), tra i primi militanti del gruppo
gente (1885-86). 51, 53
Chinink Lev AMichajloriè (1868-1944), social-
democratico dal 1890; agente dell’/s&ra
(1903), aderisce poi ai menscevichi; nella
prima rivoluzione russa è membro del CE del Soviet di Pietroburgo; nel 1920 entra nel PCR (b). Dal 1919 è membro del collegio per gli Approvvigionamenti; dal
1934 ambasciatore. 215
1919), economista, pubblicista liberale; re-
dattore dei giornali Naia Zisn’ e Narodnoe rale, docente all’università di Mosca. &6
Cizor, nel 1904 ispettore del lavoro a Pietroburgo. 278
Corba Ivan Ivanoviè (dott.), socialdemocratico attivo a Kiev. 77
socialdemocratico, nel 1883 è fra gli organizzatori del gruppo Osvobozdenie Trudd; nel 1903, al 2° Congresso del sizioni difensiste. È ostile alla Rivoluzione
d’ottobre. 27, 32, 33, 38-40, 42, 45, 46, 58, 59, 191, 230, 231, 234, 236, 241, 245.
Dembo (psend. di Isaak V’ulfoviè Brinttein) (1865-1889), populista, membro della Narodnaja Volja. Muore per l’esplosione accidentale di una bomba in un bosco presso Zurigo. 60
Dement’er, vedi Basovskij I.B.
D
Dement’ev Evstafij Michajlovié (1850-1918), medico, autore del testo Situazione sanita-
Danielson Nikolaj Frantsevit (Nikolaj-on)
Desnitskij Vasilij Alekseevié (Stroev) (18781958), socialdemocratico dal 1897; dopo
negli anni Ottanta e Novanta teorico del
gruppo bolscevico che abbandona nel
Marx. 86-89
nale menscevico Noraja Zia. 385
(1844-1918), economista e scrittore;
populismo. Traduce in russo il Capitale di Danilov Stepan Stepanovié (1877-1939), bolscevico dal 1904, collaboratore dei giornali del partito (1911-17). Dopo giore. Negli anni 1929-30 lavora all’Istituto Marx-Engels; espulso per ‘attività
trotskista”. 407
Dargol’ts M.G. (1874-1930), falegname, aderisce all’Unione operaia del Meri-
ri0-economica degli operai (1893). 106
il 2° Congresso del POSDR entra nel
1909; nel 1917 è tra i fondatori del gior-
Deutsch L.G., vedi Dejé L.G.
editore tedesco, socialdemocratico. Fondatore a Stoccarda della casa editrice Dietz. 142, 207
Dmitrievskij Pétr Alekseevié (Alefesandrovii VA.) (1884-1918), S-R di sinistra; dal 1918 vicepresidente della CCC. g40 Dmitrjukov Ivan Ivanovii (1871-1917), pro-
prietario terriero, ottobrista; membro
dione russo; partecipa al trasporto ille-
della 111 e IV Duma per il governatorato
si rifugia all’estero. Dal 1904 membro
Dobroljubov Nikolaj Aleksandroriè (1836-
del POSDR. 78
Danrvin Charles Robert (1809-1882), natura-
lista inglese, autore dell’opera Sull’oragrne
PDT I 7 AIA (1866-1942),
radicale dell’epoca. Discepolo di Cernysevskij, collabora al Sorremenni&. 63 Dolivo-Dobrorvolskeij A.P. (1876-1904), iskri-
attivo a Jaroslav. 217
pubblica Cos'è il materialismo economicot, sul quale Lenin fa una serie di osservazioni. Dopo l’Ottobre lavora a Pietrolare. 214
Drabkein, membro del comitato cconomicista di Vorone7. 221
partito a Pietroburgo e Odessa (1904-
guerra civile, poi seguace di Stalin. 102,
233, 236, 241, 265, 284
Drobnyj, ingegnere della società Brjansk di
Bezets. 127
Dubasov Fédor Vasil'evit (1845-1912), ammi-
l’organizzazione di Brusnév a Mosca. 66
Ejdel'man Bons L'’rovié (1867-1939), tra i principali esponenti dell’organizzazione
anni Novanta. 76, 77, 79-81 zarova A.I.
generale di Mosca reprime l’insurrezione operaia della città. 323, 330
Baltico; nel 1906 guida la prima insurre-
Congresso del POSDR è con i bolscevichi. Nel 1905 è tra i capi dell’insurrezione a Mosca; dopo il 5° Congresso del POSDR
Engherg Oskar Aleksandrovii (1874-1955),
Proletarij. Negli anni della reazione si avvicina ai liquidatori. Muore in esilio.
Engels Friedrich (1820-1895), fondatore,
entra nel CC e lavora nella redazione del
265, 312, 387 Dubrovskij Sergej Pu CpI storico, autore di testi sulla questione
della “Protesta dei socialdemocratici rus-
comunismo scientifico; dirigente del movimento operaio internazionale negli anni Ottanta e Novanta dell’Ottocento.
152, 180, 193, 239, 248, 295, 312, 319,
socialdemocratici, membri del circolo
380, 478
socialdemocratico dal 1896. Nell’Ottobre fa parte del CMR di Pietrogrado. Nel 1919-22 è incaricato dal cc del PCR (b)
della mobilitazione dell’armata rossa.
06). 472
socialdemocratico, menscevico. Membro
del Comitato di Tbilisi e del Comitato
Nel 1924-25 è membro della CCC. 398,
407
Erlich Henryk (1882-1941), entra nel Bund
dirigenti nel 1910. Membro del Soviet di 1917. 450
Meerortò) (1866-1941), protessore, dopo
il febbraio 1917 Si avvicina ai mensce-
vichi internazionalisti; dal 1918 insegna
all’Università di Mosca. 163, 208, 220,
del gruppo fondatore della NOAA
TOI
Egoror, seat capi della seconda
Be ce7Z0 di Orechovo Zuevo. 125
(1884-1919), menscevico liquidatore. 1 'rorna, Sokol, Zrerer, Zrer) (1872-1956),
iskrista, bolscevica dopo il 2° Congresso.
Nel 1906 è membro del Comitato di
Mosca, durante la reazione si allontana dall’attività politica. Dopo il tebbraio 1917 si avvicina agli internazionalisti. Nel 1920 entra nel PCR (b). 210, 2671, 265 Erdokimor Andrej Andreevii (1872-1941), dirigente sindacale a Ivanovo Voznesensk, 202, 216
po di Blagoev e dalla fine del decennio
Ezor, vedi Tsederbaum S.O.
F Fabierkiewicz Zbigniew (Gnevii) (1882-1919), socialdemocratico, membro del Partito
socialdemocratico di Polonia e Lituania, già collaboratore della Zrezda e di altri giornali bolscevichi. 398
democratico, medico; dal 1903 al 1921
Mar Nero. 296
Filippova L.V., membro delle prime organizzazioni socialdemocratiche di Mosca nei primi anni del XX secolo. 274 1943), Membro del POSDR; bolscevico
dal 1903, esce dal partito nel 1914.
Autore di scritti di economia. 327
del POSDR; nel 1905 è attivo a Rostov,
Saratov e Mosca. 221 Frumkin Moisej 1l’iè (Germanov L.) (1878-
1939), bolscevico, membro del POSDR
dal 1898. Dopo l’Ottobre è vicecommissario del popolo per gli Approvvigionamenti e per il Commercio estero. 400
zionario statale, governatore di Pietro-
burgo (1904-05). 278
Furman M.K, nel 1899 organizza a Pietroburgo il gruppo Raboètee Znamja, che nel sialist. 210
Mmenscevico. 220
zio del Novecento. 273
Fédorov Grigorii Fedorovii (1891-1936), dal
1907 bolscevico. Nel 1917 è membro
del CE del Soviet di Pietrogrado, e nei
giorni dell’Ottobre membro del CMR
e G., vedi Kopel’zon T.M.
(1877-1940), socialdemocratica, al 2° Congresso del POSDR di Londra si schiera con i menscevichi. Durante la reazione sostiene le posizioni dei liquidatori, inter-
reintegrato l’anno dopo. 457, 469 Fedoseerv Nikolaj Evgrafovit (1871-1898), tra)
Fedotov .Alekesandr, dirigente della fabbrica
vichi, in seguito è cooptato nel cc.
Fel'dman A.. lavora allo stabilimento IZzo-
scevichi, è contrario alla convocazione del 3° Congresso. 261, 263
Morozov a Orechovo. 126
IE LIO 509 di fabbrica e d’officina di Pietroburgo. Il
governo menscevico della Georgia. Nel
Pietroburgo repressa dall’esercito (“Domenica di sangue”). 273-278, 280, 281,
Gorin-Galkin N.N. (psend. di Sirotinin Nikolaj
284
Morozov di Orechovo. 125
socialdemocrazia a metà anni Novanta, al
2° Congresso del POSDR si schiera con
Grorgievskij, populista russo. 86
ratore del Kzevs/ie Vesti. 379 Getsov losif Notovié (1860-ca 1923), populista, lavora nella tipografia clandestina Ginzburg Abram Moiseeviè (G. Nanumov) (1878-1937), socialdemocratico, dal I903 aderisce alla frazione menscevica; all’inizio degli anni Venti abbandona la politica attiva. 220, 221 socialdemocratico, membro di Osvoboz-
denie Truda, partecipa al 2° Congresso dell’Unione dei socialdemocratici russi
all’estero. Nel 1902 viene eletto nel cc Gladner 1., vedi Zaks S.M. Glebor B.N., vedi Noskorv V.A.
Gol denberg losif Petroriè (Metkorskij, 1 Hner-
zione dell’Ottobre. Nel 1918-20 è com-
missario politico nell’armata rossa. 236, 238, 240, 241
Scienze e imprigionato, si avvicina ai bolscevichi; organizza una “scuola di partito per opera!’ a Capri. Tornato in
Russia, prende parte all’Ottobre. 382,
385, 386, 397 gente S-R del Soviet di Pietrogrado. Oppositore dell’Ottobre, combatte il imprigionato, muore nelle carcen stali-
Grinevié-Sechter Konstantin Sergeerié, (1879-2) Soviet di Pietrogrado. 449
del POSDR si schiera con i bolscevichi, Grinfest Saul Leiborii (Notorié) (1850-1906),
Nel 1917 prende posizione contro Lenin,
una tipografia a Minsk, collabora con
1937), dirigente del Bund c dei mensce-
Gnitaler P.G., operaio, nel 1911 è redattore capo “di copertura” della Zrezdd. 398
236, 240
la socialdemocrazia svizzera. 39, 46, 58
prietario fondiario e industriale, capo del
3231 393, 428, 443. 469, 470
anni Ottanta a Pietroburgo aderisce al CGuesde Jules (1845-1922), esponente del centrale nell’Organizzazione. 54, 64. 65
Gomarteli Ivan Gedevanoriè (1875-1938),
medico, membro menscevico della 1
fonda con Latargue il Partito operaio francese. Socialpatriota, nel 1914 aderti-
costituisce, con Kozevnikov e Popov, il Gruppo per l’autoemancipazione della
I Ignator E.N., storico russo. 457, 458 Ignator l’assilti Nikolaeviè (1854-1885), socialdemocratico, negli anni ’80 membro del gruppo Osvobozdenie Truda. 39, 58 Îl’in, vedi Raskol’nikov F.F.
gruppo Bor’ba, al 2° Congresso del POSDR si schiera con i menscevichi. Durante la guerra mondiale socialsciovinista, nell’agosto 1917 esce dal partito gente menscevico, nel CE del Soviet di
Pietrogrado dopo la Rivoluzione di febbraio; si oppone all’Ottobre, poi emigra. 69, 113, 167, 168, 191, 207,
anni Ottanta membro di Osvobozdenie
fronte sud-occidentale. 326, 397, 424q
205, 215, 259, 319, 326, 374, 387, 405,
I Duma per il governatorato di Akmo-
1924), economista emigrato in America,
menscevico liquidatore. 376
47
Gusarov Fèdor Vasil’evii (il dottore - Mitrofan) (1875-1920), bolscevico, membro del CC del POSDR, nell’estate del 1903 è arrestato, nel 1906 a capo dell’insurrezione di Kronstadt. 261 Gusev Sergej Ivanovii, vedi Drabkin J.D.
stabilimento Morozov di Orechovo negli anni Ottanta, tra gli organizzatori dello sciopero del 1885. 49 Ivanor M., impiegato presso una fabbrica di Kolpino, è fra 1 fondatori della Raboia/a Mysl’. 101 Ivansin V.P. (VV. l-n) (1869-1904), menscevico; collabora alla redazione del Raboce
menscevico-liquidatore; social-sciovinista
litazione industriale. Dopo il febbraio |
1917 è membro del cE del Soviet di Pie-
Lavoro nel governo provvisorio borghese. 427, 429, 449
Jachontor V’alerian Ivanovii (1877-1926), bolscevico, durante gli anni della guerra mondiale fa parte del gruppo di militanti
SJagello Eugenij losifovié (187 3-2), deputato alla gruppo parlamentare socialdemocratico.
maturgo e sapgista tedesco. 262 Herzen Aleksandr lvanovié (1812-1870), scrittore e rivoluzionario. Dapprima
Hofjman S.A. (1871-?), studente, alla fine degli anni Novanta è membro dell’Unione di lotta di Pietroburgo. 69, 70
(1870-1966), bolscevico, fa parte della
direzione del giornale Nas Put". Arrestato
dopo la chiusura del giornale. 409
parte del gruppo Ozvobozdenie guidato da Struve. Nel 1905 ne esce e pubblica la rivista Bez Zaglavja. 25, 141, 142 bolscevica dal 1904, sposa in seconde nozze I.N. Smirnov. Sul trattato di BrestLitovsk appoggia 1 “comunisti di sinidibattito sui sindacati. Commissario alle
Finanze dal r929 fino al suo arresto
Liroika, Strachora) (1870-1917), moglie di K.M. Tachtarév, membro dell’Unione
di lotta di Pietroburgo. Al 2° Congresso del POSDR si schiera con i menscevichi.
69, 70, 74, 103, 144, 146, 161, 236 Takeubovié Petr Filippovii (Grinevié P.F.) (1860-
I9II), poeta, membro della Narodnaja Volja. 28
anni Ottanta è tra i pionieri della ditffu-
Jogiches Leo, vedi Tvszka Jan.
dapprima populista della Narodnaja Volja, in seguito dirigente del Bund. 236
CECA partito bolscevico. Dirigente delle guardie rosse durante l’Ottobre e membro del CE del
Kajurov Vasilij Nikeolaevié (1876-1936), opeNiznij Novgorod; dal 1912 al 1917
febbraio 1917 è membro del Comitato luglio nasconde Lenin nel suo appartamento. Espulso dal partito (1932), arrestato (1936), muore in prigione. 446 Kalinin Fedor Iranovié (Arkadi, l'operaio Ar.) (1882-1920), operaio, tra i firmatari Kalinin Michaj! Ivanorié (1875-1946), bolsceKalmykora Aleksandra Michajlovna (Tetka) (1849-1926), promuove l’edizione di opere marxiste e di divulgazione scientifica. Dopo il 1890 è attiva nel campo dell’istruzione popolare ed è in relazione con Osvobozdenie Truda e con l’Unione di lotta di Pietroburgo. go Kamenev Lev Borisovii (psend. di Lev Bortisorié Rozenfel'd) (1883-1936), dirigente bolscevico. Nel 1917, insieme a Zinov’ev, si dente del Soviet di Mosca e membro del Politburo, durante la malattia di Lenin è vicepresidente del Consiglio. Vittima
delle purghe staliniane, viene tucilato.
Rant Inpuantiel (1724-1804), tilosoto capo-
scuola dell'illuminismo tedesco. 159
Rantsel' Lidija Osiporna, vedi Tsederbaum LO.
Aurantor Michail Aleksandrori (1878-1917),
K
Kardaser Nikolaj Nikolacriè (1873-1920), vanta, nel 1901 è uno degli atuvisu delle organizzazioni del POSDR nel Nord. Bol-
sta, nel 1893 scrive sulla rivista Russkoe Karelin Aleksej Egorovii, operaio, alla metà
degli anni Ottanta milita nell’Organizza-
zione di Brusnév; all’inizio del Nove-
cento è tra i dirigenti dell’Associazione
Kantsky Karl (1854-1938), dirigente della socialdemocrazia tedesca e della Seconda Nene Zeit, che dirige fino al 1917; con lo scoppio della guerra mondiale sostiene posizioni centriste, appoggiando di fatto
i socialsciovinisti. 60, 62, 90, 91, 152,
di Gapon. 65, 275
colo socialdemocratico femminile negli anni Novanta. Nel 1903-04 è fra i prin-
cipali organizzatori dell’Associazione russa degli operai di fabbrica e d’officina,
Rejzer 1.1, negli anni Ottanta è l’organizzatore di un circolo socialdemocratico al quale appartenevano alcuni dei fondatori
Kerenskij Aleksandr Fedorovit (1881-1970), capo dei trudovikei, con la Rivoluzione di
1921), attivo a Mosca alla fine degli anni
il comando dell’esercito. Dopo l’Ottobre
tiche del Nord. Dopo la rivoluzione del 1905, si allontana dalla politica. Dopo
si rifugia in Occidente. 443, 449, 452, 470-472, 475, 476 Kibalcii Nikolaj Ivanovié (1853-1881), stu-
Karpov N., autore de La politica agraria di Stotypin (1925). 358
burgo, aderisce al movimento populista. Arrestato, è condannato alla pena capi-
dente di Pietroburgo, il 14 febbraio 1901 spara al ministro della pubblica istruzione Bogolepov. 163, 252, 253 Kaisinskij Petr Moiseevii, studente populista, negli anni Novanta milita nell’organizza-
Kirpitnikeor, sottufficiale del reggimento Volynskij di stanza a Pietrogrado. Il 27
l’Ottobre è bolscevico. 217
zione di Brusnév. 66 Kasterlein D.U. (1872-1906), socialdemo-
colo; nel 1901 milita nelle organizzazioni del PosDpR al Nord. Menscevico dopo il
dente della facoltà di medicina a Pietro-
tale. 27
agli ufficiali. 447 socialdemocratica, membro dell’Unione di lotta di Pietroburgo. 209
Kistjakovskij Bogdan Aletesandrorii (1868zio del Novecento critica il marxismo e 1l materialismo storico in una serie di articoli. 156, 159
Katkov Michail Nikiforovié (1818-1857),
(1856-1920), bolscevica, rivoluzionaria
tore della politica degli zar Alessandro I
e Alessandro III. 50 NERO et ria) membro del
Pietroburgo e Odessa. 236, 241
Knunjants Bogdan Mirzadzanoviè (Bakinets,
del Novecento attivo a Baku e nel Caucare il 2° Congresso del POSDR. 220
caso; dopo il 2° Congresso del POSDR
POSDR (1898). 79
Pietroburgo. 236, 260
PENALI (187 5-1928), je OA membro
naja Volja. 28
insurrezione dei marinai del luglio 1906 a Sveaborg. Soffocata la rivolta, è fuci-
raio bolscevico, membro del Comitato
ETC E 1
Kogan-Grineviì Michail Grigor'evii (Kruglov) (1874-1918), membro del cc del Bund,
al 2° Congresso dell’Unione dei socialdemocratici russi all’estero. 144, 161, 208
ministro delle Finanze nel 1905 e nel I9I3, primo ministro nel 1911. Dopo l’Ottobre opera nei circoli dell’emigra-
zione controrivoluzionaria. 284
ammiraglio, comandante della flotta del Mar Nero. Dopo la rivoluzione organizza le forze controrivoluzionarie in Siberia. Dopo alcuni successi, viene battuto e inseguito fino a Irkutsk dove è fatto prigioniero, fucilato. 471
Don. 443, 466, 475 Korolev-Batyiev Ivan Grigorevii (Julij) (1885operai” di Capri, fa parte del gruppo
organizza le guardie rosse. 385
Kollontaj (nata Domontovii) Aleksandra Michajzione rivoluzionaria russa, vicina ai menscevichi. Rimpatriata dopo la Rivolu-
attivista sindacale a Mosca; in seguito, a Capri, partecipa alla “scuola” di Gorkij. Nel febbraio del 1917 è a capo del Soviet
vichi. Commissario del popolo all’Assicurazione sociale dopo l’Ottobre, dal 1923 è vice ambasciatore. 387, 474
sariato del popolo per l’Industria leggera.
Komarov Nikolaj Parloviì (Sobinor) (1886-
Kosorskij Uladimir (pseud. di M. Ja. Levinson) (1870-1941), membro del Bund, nel
B.G.) (1883-193 7). bolscevico, collabora alla rivista Mysl’. g09
NIDI socialdemocratico, autore di
in Russia. 427, 425 Konovalov Aleksandr Iranovié (1882-1921),
il febbraio io SO Kopel’zon Timofej Markovii (CREATI
(1869-1930), tra i fondatori del Bund,
PCR (b). 145, 161, 220
Kostror n, vedi Zordanija N.N.
della corazzata Georgij Pobedonosets.
296
a Kiev, tra 1 fondatori dell’Associazione
socialdemocratico dal 1900, nel 1917 è membro del CE del Soviet di Pietrogrado e del Comitato del partito bolscevico della città; nel 1919 è commissario del
principali esponenti della corrente eco-
nomicista, è membro della redazione del Raboiee Delo dalla fondazione (1899). 60,
103, IIO, III, 112, 144, 154, 161, 165,
Krasikor Peétr Anan’evié (Pavlovi) (18701939), rivoluzionario di professione, membro dell’organizzazione dell’/s&era, partecipa al 2° Congresso del POSDR
Krochmal' Viktor Nikolaevié (Vtorov, Fomin,
all’estero. Nel 1918 è vicecommissario
Kiev, nel 1903 partecipa al 2° Congresso
dente della Corte suprema dell’URSS.
presentanti della corrente menscevica.
schierandosi con Lenin; dal 1904 lavora
224, 230, 233, 236, 241, 260, 263, 264
Krirenko Sergej Nikeolaevit (1847-1906), pub-
Nel 1906 partecipa a Stoccolma al Con-
gresso di unificazione del POSDR. 207,
Krasin Leonid Borisoviè (Nikiti) (18701926), socialdemocratico negli anni Novanta, bolscevico dopo il 2° Congresso (1903). Commissario del popolo per il
261, 263, 286, 326 (1880-1937), socialdemocratico attivo a Ekaterinoslav, nel 1902 emigra negli
USA. Tornato in Russia nel 1917 è attivo
219, 236, 245, 326
nobile, geografo e caposcuola anarchico russo. Educato nel Corpo dei Paggi dello zar, nel 1862 presta servizio tra i cosacchi. Nel 1872 aderisce all’AIL, dove subisce l’influenza di Bakunin. Interventista durante la guerra mondiale, nel 1917 declina l’invito di Kerenskij di entrare nel
bolscevichi. 319
nel movimento rivoluzionario dell’Estremo Oriente. In seguito ricopre vari inca-
Krupenskij Pavel Nikeolaeviè (1863-1927), nobile, capo dei Centoneri di Cota in
I913), membro dell’Unione di lotta di
(1869-1939), socialdemocratica dal 1891, sposa Lenin nel 1898. Nei primi anni del Novecento organizza la rete
richi nel PCR (b). 227
stessa città. Nel 1902 fa parte del Comi-
zione del 2° Congresso del POSDR, come rappresentante del Comitato di Pietroburgo. 208, 211, 224, 230 Kraviinskij Sergej Michajlovié (1851-1895), all’inizio degli anni ’80 è redattore, con naja Volja, il L’estnikk Narodnoj Voli. 40, 41 dell’Unione di lotta di Pietroburgo, scrive con Martov l’opuscolo Sau/l'agitazzone.
Nel 1898 partecipa al 1° Congresso del
Bessarabia. 443
clandestina dell’/s&ra e nel 1905-07 tiene
i contatti tra Pietroburgo e la Finlandia. Dopo l’Ottobre lavora al Commissariato
del popolo per l’Educazione. 69, 70,
74, 113, 139, 207, 222, 233, 236, 264, 265, 409
Knrylenko Nikolaj l'asil'erié (1885-1938), stuPOSDR nel 1904; esponente del movi-
1905. Nel 1917 commissario alla Guer-
ra. Commissario alla Giustizia nel 1936;
Krylor, commissario di polizia ucciso du-
Krylova Marija Kostantinovna (1842-1916), populista, milita nella Zemlja i Volja; alla scissione di questa aderisce al Cérny)
Krzazanorvskaja, vedi Nevzorova-KrzZizanov-
Comitato di Kiev della Rabotee Znamija 99 dirige un circolo socialdemocratico a
Kyjatkovskij Aleksandr Aleksandrovii (Andrey)
1959), tra i fondatori dell’Unione di lotta di Pietroburgo, deportato in Siberia (1897). Al 2° Congresso del POSDR è eletto nel cc ed è tra i dirigenti della rivoluzione a Kiev (1905-06). Dirige la Com- Lafargue Paul (1842-1911), socialista francese, membro del Consiglio generale delmissione per l’elettrificazione (1920), ze (1929-39). 69, 70, 74, 113, 224, 230,
l’AIL e fondatore delle sue sezioni in Fran-
233, 244, 261 Kuguier, nel 1885-86 dirigente del gruppo
Kuklin Georgij Arkraderié (1880-1907), edi-
nel 1901 compie un attentato a Pobedo-
Kuliscioff Anna (Knlisora-Makrarevit Anna MarParigi e in Italia. Fonda con Turati la rivista Critica sociale (1891), ha un ruolo di
Osvobozdenie Trudd negli anni Ottanta;
sce alla frazione dei /esjaki di Blagoev. pi
1933), a fine anni Ottanta è membro di un circolo marxista a Kazan’. Arrestato
ed esiliato a Samara all’inizio degli anni Novanta, conosce Lenin. In seguito è attivo nell’organizzazione socialdemocratica di Ekaterinoslav. Bolscevico nel
1903, nel 1906 partecipa al Congresso
unificatore del POSDR a Stoccolma. 62,
70, 78, 219, 220, 230, 326
Kurnatovskij | iktor Kostantinoriè (1868-
viene deportato; o Tg
del POSDPR alla fine degli anni Novanta; POSDR. 220
socialdemocratica, proveniente dalle file del Narodnoe Pravo, negli anni Novanta rente economicista. Nel 17899 pubblica il Credo, manifesto dell’economicismo. 98-
1932), nel 1905 è membro del comitato
legato al 4° e al 5° Congresso del POSDR. Dopo il febbraio 1917 è a capo del gruppo dei menscevichi internazionalisti. Nell’agosto 1917 entra nel partito
Re Storia del Partito bolscevico bolscevico. Dopo l’Ottobre svolge diversi incarichi per il partito. 69, 379, Laikevii, ufficiale del reggimento Volynskij. 447
tedesco, nel 1863 fonda l’ADAV. 39, 51, Latysev Pétr Alekseevié (ca. 1850-1891), socialdemocratico, medico; membro del
Cérnyj Peredel, poi aderisce al gruppo di
anni Ottanta subentra al fratello nella
guida di un circolo del gruppo di Blag0€v. 54
Lavrov Nikolaj Nikeolaevii, fratello del prece24 Lavrov Pétr Lavromii (1823-1900), teorico
del populismo; dopo aver conosciuto
Cerny3evskij, si avvicina al socialismo.
aiuta, con altri membri della spp, Potredell’Iskera e della Zarjd. 207
Lekkert (Leknch) Gir} D. (1879-1902), operaio, membro del Bund, nel 1902 attenta
Val’. 257
Lengnike Fridrich Vil'gel'movit (Kurts) (1873lotta di Pietroburgo, partecipa all’Organizzazione dell’Is&erz e al 2° Congresso del POSDR, dove viene eletto nel cc. Durante e dopo la rivoluzione del 1905 è Dopo l’Ottobre fa parte del Consiglio superiore dell’economia, del commissa-
II 3, 224, 230, 233, 244-246, 261
Lenin (Ul’janov Vladimir Iii) (1870-1924), teorico e capo rivoluzionario del Partito
marxista nell’epoca dell’imperialismo. Dirige la Rivoluzione d’ottobre e fonda la Terza Internazionale. 47, 56, 62, 60-
76). Aderisce all’AIL e partecipa alla Comune di Parigi. Nel 1871 conosce a Londra Marx ed Engels, del cui pensiero è uno dei primi divulgatori in Russia. 17, I8, 39, 40, 51, 59, 85
75, 78, 81, 82, 89-93, 97, 106, 107, 110II 3, 120, 133-137, 139, 141-146, 149, 150, 153-156, 158-165, 167, 169-178. I80-196, 199-205, 207, 209, 214, 217. 222-224, 229-231, 233-236, 238-247, 259-265, 267-269, 280, 281, 287-290,
crescita del livello materiale, intellettuale e morale della classe operaia, fondata a Pietroburgo nel 1885. 53
353, 363-365, 368, 371-373, 376, 382,
membro del POSDR dal 1898, attivo a
Trenta ricopre alcuni incarichi nel PCR (b). 212
(1874-1919), partecipa al movimento rivoluzionario dagli anni ’90 a Ekaterinoslav. Milita nelle organizzazioni di partito sia. Collabora con l’Istra e la Zarja. Dopo
commissario politico dell’armata rossa, è socialdemocratico tedesco, nel 1901
325-331, 333» 337, 339-342, 349-351
385-387, 397, 398, 407, 409, 412, 423. 424, 426, 461-464, 466, 468, 469, 471,
Lepesinskeaja-Protopopova Ol ga Borisorna (1871 1963), socialdemocratica, nel 1897-
1900 vive in deportazione in Siberia con il marito, lavorando come medico in un villaggio. Nel 1903 emigra a Ginevra c
milita nel gruppo dei bolscevichi emi-
arte al movimento rivoluzionario. Mem-
bro dell’Accademia delle scienze. 113
Lepesinskij Pantelejmon Nikolaeriè (lapot) (1868-1944), socialdemocratico, a fine anni Novanta è deportato in Siberia. Scontata la condanna, organizza la diftu-
Îndice biografico dei nomi 517
Comitato di organizzazione del 2° Congresso del POSDR e nel 1905 partecipa alla rivoluzione a Pietroburgo. Dopo l’Ot-
polo per la Pubblica istruzione. 113, 208,
2II, 218, 218, 223, 224, 230, 263, 264 Levaja, vedi Vladimirov M.kK. Levin Efrem Jakovlevii (Egorov-Jurij-Jur'ev) gruppo Operaio del Sud; nel 1900 è arrestato e confinato a Poltava. Al 2° Condel Sud, si schiera con il centro e dopo il
congresso aderisce ai menscevichi. Nel
tana dall’attività politica. 220, 224, 230, 236, 241 Levin-Dalin David Jul’eviè (1889-1962), liquidatori, collaboratore della Raboiaja Gazeta. Dopo l’Ottobre avversa i bolsceLevitskeij Vladimir Osipovii (1Tsederbauni) (18831938), menscevico, fratello minore di Martov. Difensista durante la guerra
mondiale. 378
Ottanta milita nel Cérnyj Peredel a
Minsk. 39
fondatori del Narodnoe Pravo. 93
Liber, vedi Gol’dman M.1.
licbknecht Karl (1871-1919), dirigente internazionalista, SPD nel 1900. Fondaclasse operaia berlinese all’insurrezione; arrestato il 15 gennaio e assassinato il
missario agli Esteri. 265 Liviits S., autore di pubblicazioni sul movi-
mento socialdemocratco di Kazan’. 307,
308
anni. Abbandonata la lotta rivoluzionaria, emigra negli USA. 69, 70
(1872-1947), esponente dell’Unione operaia di Mosca negli anni Novanta; gresso del POSDR sostenendo Lenin. Partecipa alla Conferenza bolscevica di Ginevra (1904), dove si pronuncia per la convocazione del 3° Congresso, eletto nell’UucM. Aderisce alle posizioni degli empiriomonisti (1909). 75, 78, 231,
236, 241, 260, 263-265, 327, 370, 371,
Mark) (1879-1919), membro del POSDR, nel 1904 cooptato nel CC, mantiene una
sta. 217, 286, 387 Lochor-Ol’chin Nikolaj Nikolaevié (18721948), economicista, collaboratore della
la politica. 144, 161, 209, 230 Lokerman Aleksandr Samojlovié (Bazilenkor) (1880-1937), dirigente politico e sindacale menscevico, attivo a Rostov sul Don; dopo il 1920 lavora al commissa-
Lindor, vedi Lejtejzen G.D.
Liprkin Fedor Andreerviè (Cerevanin N.E.)
(1868-1938), menscevico, partecipa alla
prima rivoluzione russa. Delegato al 4° e
Comitato di Mosca del POSDR. 457
al 5° congresso del POSDR. Negli anni
durante la guerra mondiale è difensista.
tcorici della nuova cultura socialista, si
21ato. 375, 377, 387, 427 Litvinov Matesim Matksimoriè (Maks 1 alluch) (Harrison, Kusnetsov, Labyier) (1876-1951),
è commissario all’Istruzione (1917-29).
214, 265, 267, 319, 371, 381-387, Lur'e, vedi Larin J.
Lur'e Aaron Pavlovii (A. Lidskij) (18671921), pubblicista, tra i fondatori del Raboire Znanmja, aderisce agli S-R. 74 Lurie Cbh., nella seconda metà del 1897 fonda a Pietroburgo con altri il gruppo Rabotee Znamja. 209
Lutovinov Juryj Chrisanfovic (Osnovopoloznik) (1887-1924), membro del Comitato di Pietroburgo del POSDR, arrestato nel
dicembre 1915. 455
Dopo un tentativo insurrezionale a Berlino, è assassinata con K. Liebknecht.
autore, con Nevskij, del testo Le anioni
della direzione del giornale Nat Put’,
pubblicato a Mosca dall’agosto al settem-
sura del giornale. 409
(1870-1930), ingegnere, partecipa alla fondazione dell’Unione di lotta di Pietroburgo. Arrestato nel dicembre 1895, è deportato nel gennaio 1897 per tre anni
60, 426
cratico, tra 1 fondatori del Partito costitu-
governo provvisorio dopo la Rivoluzione di febbraio. Dopo l’Ottobre emi-
Malinovskij Aleksandr Alekesandrovii, vedi
collaboratore della polizia di Mosca; bro del suo cc; deputato della Iv Duma. 403, 423
Man’kov Ivan Nikolaevii (ca 1880-?), men-
M Mach Emst (1838-1916), fisico e filosofo austriaco, capofila dell’empiriocriticismo.
Macharadze Filipp Evseeviè (1868-1938), presidente del cc bolscevico georgiano, in
conflitto con Stalin nel 1922-23. Autore Caucaso (1923). 218
tato di Voronez del POSDR. 237, 241
Duma; socialsciovinista. 405 Manujlov Aleksandr Apollonovii (1861-1929), esponente del partito cadetto, nel 1917 È
membro del governo provvisorio. 473 1925), rivoluzionario polacco, operaio tintore. In Svizzera (1892), si lega alla
Luxemburg e a Jogiches. Durante la guerra mondiale fa parte del gruppo Dic Internationale, membro del centro del KPD (1919). Compie missioni per l’IC, nel 1923 cade gravemente malato. 60
(1873-1923), con Lenin fonda l'Unione di lotta di Pietroburgo nel 1895; tra 1
sce all’Unione dei socialdemocratici russi
all’estero. Nel 1903, al 2° Congresso del
Congresso del 1903 rompe con Lenin.
POT OB (ERBA LOT I6I, 165,
durante la guerra mondiale, zimmernwal-
Leader dei menscevichi internazionalisti
167, 236, 237. 240, 241
diano. Critico col governo provvisorio e
tato di Nikolaev al 2° Congresso del
90, 107, 113, 139, 141-143, 153, 162, 165, 167, 169, 180, 182-184, 191, 192.
PE PNT CIO LZ) (187 i anti-iskrista. 237, 240
194, 207, 209, 215, 220, 222, 230, 231.
Indice biografico dei nomi 519
233, 235, 241-246, 259-261, 263, 266,
ilurtynon Aleksandr Samojloviè (Aleksandr attivo fin dal 1884, verso la fine del secolo aderisce al POSDR, poi diviene uno dei teorici e dei dirigenti della corrente economicista. Durante la guerra mon1923 entra nel PCR (b) e sostiene Stalin.
167, 196, 220, 236, 237, 239, 241, 242, 247, 260, 319
LOZIONE AU ED) dei suoi delegati al 2° Congresso del Medvedev (1866-?), operaio socialdemocraPOSDR, dopo il 2° Congresso del partito bro del comitato operaio collegato all’organizzazione di Brusnév. 65
dello zemsivo di Voronez, nel giugno
1901 avanza la rivendicazione della
Costituzione; arrestato, è esiliato nel
Marx: storia della sua vita. Dall’agosto
Marx Karl (1818-1883), capo rivoluzionario del movimento operaio, fondatore del materialismo storico e del comunismo scientitico. 178, 31, 39-41, 52, 55,
60-62, 69, 72, 85-93, 98, 110, 152, 157, 158. 160, 180. I81, 193, 194, 234, 248, 295, 312, 319, 347. 380-382, 384, 385.
412. 478
di Ekarterinoslav del POSDR a fine anni aruetieMS TOO parte del nucleo teorico, con Lalajants e altri, del aglio ero Operato del Sud. 76, 220
Mastor Parel Petroriè (John, Z UA
Rostov sul Don; arrestato, dopo aver operai rivoluzionari. 54, 55, 76,77 Melesleo S_-1., membro del Comitato del
lista, in seguito agente di polizia. 217
SNamarets) (1867-1946), economista, esperto di questioni agrarie, collabora
menscevichi, Liquidatore e socialpatriota.
Mosca come agente dell’Iséra, poi membro del Comitato di Mosca del POSDR.
90, 120, 254, 327-329, 331, 377, 367
organizzatore dell’insurrezione dei mari-
nai della corazzata Potéemkin nel giugno
del 1905. lei. re O TNA
Svizzera, torna in Russia clandestinamente. Arrestato (1907), viene uiusti-
ziato. 296
Michajlicenko Mitrofan Iranorié (ca 1872-5),
I Duma. 325
Alichaglor Lee Mikajloriè (Polttikus) (1872-
1928), bolscevico, nel 1911 collabora
PI Storia del Partito bolscevico
alla redazione della Zrezda. Nel 1911-14
fa parte della redazione della rivista Prosreitenze. Nel marzo 1917 è cooptato nel
clandestinamente nel POSDR in diverse
Comitato pietrogradese del POSDR (b). 398, 409. 455
città, collaborando ai giornali bolscevichi. Nel 1905 e nel 1917 prende parte alle due rivoluzioni. 75, 78
cato nel 1925 su KArasnaja Letopis’, sul
bro del Comitato del Don del PospR alla
Gruppo per l’autoemancipazione della Michajlorskij Nikolaj Kostantinoviè (Gron'jar, Postoronnij, Profan) (1842-1904), tra i teorici del populismo russo, fondatore e
capo redattore della rivista Russkoje
spiratore dell’organizzazione degli S-R. 86-88, 93, 98
fessore di storia, capo dei cadetti, nel 1917 ministro degli Esteri del governo provvisotio, costretto alle dimissioni in maggio. Nel 1918 emigra. 335, 439, 443, 452, 465, 466, 469 scevico, membro del Comitato di Mosca
del POSDR nel 1916. Alla Conferenza eletto nel CC. 457, 469
M:P losel’ Slema Chaimovii (1870-?), esponente del Bund, partecipa alla conferenza Millerand Alexandre (1859-1943), politico francese, favorevole all’Union Sacrée nel I9I4, nel 1920 diviene primo ministro e
quindi presidente della Repubblica. 110,
Milor, membro del Bund, partecipa in sua
rappresentanza al 2° Congresso dell’Unione dei socialdemocratici russi all’estero, nell’aprile 1900 a Ginevra. 745
fine degli anni Novanta. 221, 233
Muoiseenko Pétr Anisimoriè (Sterbakeov) (1852-
1923), negli anni Settanta è membro del-
nale; nel 1878-79 è l’animatore degli
scioperi tessili a Pietroburgo. Arrestato ed esiliato in Siberia, al suo ritorno a Pietroburgo entra allo stabilimento Moro-
quali guida uno sciopero, in seguito al quale viene arrestato. 21, 49, 50, 277 risce al POSDR nel 1906; stretto collaboratore di Stalin, membro del Politbjuro
dal 1926 al 1952. Firma il patto di non aggressione con la Germania nazista.
398, 407, 450, 451, 455
Morozor, famiglia d’industriali tessili, pro125
Morozov Savva (1862-1905), industriale russo. 126
Morozov Zachar Savvii, industriale russo. 125
negli anni Ottanta organizza con Mel’nikov un circolo socialdemocratico a
Rostov sul Don. 54, 76 Mozzuchin, autore russo, esperto di que-
Muranov Matvej Konstantinorié (1873-1959), bolscevico dal 1904, deputato alla Duma
seguito è membro del cc bolscevico.
reggimento Semeénovskij, nel 1905 re-
prime l’insurrezione di Mosca. 338
Minskaja Avgusta (ca 1880-?), nel 1901 entra
Mitrofanor, operaio, attivista rivoluzionario negli anni Settanta a Pietroburgo. 23
partecipa al 2° Congresso del POSDR. 241
Murav’èv-Apostol Sergej Ivanorié (1795-1826), dicembre 1825 a Pietroburgo, giustiziato
poco dopo assieme a K. Rileev, MEI
rormtser Sergej Andreevii (1850-1910), pre-
dente della Duma nel 1910. 335
ANutintk Abram Jakovlevi (Gleb) (1868-1930), membro del Bund, nel 1898 partecipa come suo rappresentante al 1° Conpresso del POSDR. 79 NMfysLin, operaio edile attivo a Mosca. 430
\addaiin Nieolaj Borisovié (185 2-?), operaio socialista, negli anni Settanta è membro dell’Unione operaia della Russia meridionale. Negli anni Novanta è fra gli organizzatori degli scioperi nelle fabbriche di Pietroburgo. 26 Nadezdin, vedi Zelenskij E.O. scevico, membro del Comitato di Tbilisi del POSDR agli inizi del Novecento. Polemizza con Stalin sulla questione nazionale. Giustiziato. 260 Natanson Mark Andreevii (1849-1919), negli
zione del partito Narodnoe Pravo. Nel 1902 aderisce agli S-R, membro del loro CC. Internazionalista durante la guerra mondiale, partecipa alle Conferenze di
Zimmerwald e Kienthal. 93
chico, nel 1869 fonda a Mosca l’organizzazione "Tribunale del popolo, poi esule
in Svizzera. Nel 1869-71 è in contatto
con Bakunin, con il quale pubblica il
Catechismo rivoluzionario. Nel 1872 viene
consegnato dalle autorità svizzere al governo russo. Incarcerato, muore nella for-
221, 276, 305, 342, 370, 398, 401, 404,
455: 457
Nevzorova-Krzizanovskaja Zinajda Pavlovna (1869-1948), tra le prime militanti
lita nell’organizzazione dell’Iskra. Svolge
partito bolscevico. 69, 70, 113 1943), sorella di Z.P. Nevzorova; alla
dell’Unione di lotta di Pietroburgo. Nel 1855), dal 1825 al 1855 zar di Russia. Nicola Il (Nikolaj Aleksandrovié Romanor) sie (1894-1917). 152, 438, 452, 453 sta, negli anni Novanta è tra i fondatori del gruppo Narodnoe Pravo. 93
Nikeolaer L. 17, vedi Medvedev S.P. Nikolaj-on, vedi Daniel’son N.F. Nogin liktor Parlorié (1878-1924), tessile,
agenti dell’/sk&ra. Bolscevico nel 1903, è in seguito deportato ed emigra clandestinamente. Tornato in Russia, è arrestato nel 1912. Nel 1917 è fra gli organizzatori del Soviet di Mosca, eletto al cc.
governo di coalizione con menscevichi e S-R. 207, 210-212, 430, 457, 469
tezza di Pietro e Paolo a Pietroburgo. 17
Noskor [Tadimir Aleksandroriè (Glebor, Ma,
politico, esponente del Partito costituzio-
dell’Unione di lotta di Pietroburgo,
nale democratico. Nel febbraio 1917 fa
esce nel mese di giugno assieme agli altri ministri del suo partito. 452, 473 N\eméiinova, nel 1900-1901 dirige un gruppo
organizzatori dell’Unione settentrionale del POSDR, organizza la diffusione della
socialdemocratico a Mosca. 214y
Nevskij IZadimir Ivanovià (1876-1937), vedi a pp. XV-XVII. 3, 23, 28, 29, 61, 86, 214,
politica negli anni della reazione. 277, 233, 236, 244, 261, 263
522
Storia del Partito bolscevico
e
Ostrovskeij Alelesandr Nikeolaevit (1823-1886),
senta il mondo della borghesia russa. 38
raio, pioniere del movimento operaio Obolenskj Leonid Egorovit (1845-1906), filo|
(1887-1938), nobile di nascita, aderisce ai bolscevichi all’università di Mosca (1907), più volte arrestato. Presidente
della Banca centrale (1918), membro del CC (1925, 1927 e 1930), direttore dell’Ufficio centrale di statistica. Arrestato bolscevico, membro del Comitato di
Mosca del POSDR nel 1916. Nel suo
appartamento, la notte del 27 febbraio 1917, viene decisa la costituzione del
Ogarèv Nikolaj Platonovié (1813-1877), democratico radicale, fra gli organizzatori della società segreta Zemlja i Volja
Okulova Glafira Ivanovna (Zajiike, “il leprotto”) (1878-1957), nel 1902 agente dell’Isk&ra
a Mosca. 215
Ol'minskij (Galera) Michail Stepanovit (pseud. di M.S. Aleksandrov) (1863-1933), dal
1898 milita nel PosDR. Nel dicembre
1917 è membro del collegio del Com-
I918-1920 fa parte del comitato di redazione della Pravda, nel 1920-24 diri-
264-267, 396, 399, 406, 407, 409,
POSDR di Ekaterinoslav, come suo dele-
(1903), schierandosi con Lenin. Membro
del Comitato di Pietroburgo del POSDR (b), è arrestato (1915). Nel marzo 1917
dese. 241, 455
l’estate del 1899 firma, con altri sedici socialdemocratici in esilio all’estero, la
protesta scritta da Lenin contro il Credo
della Kuskova. 113
Pankov Aleksandr Ivanovié (Kuiin Georgij Drmitrievii, Oranskij K.) (1889-1938), mensce-
vico difensista, nel febbraio 1917 fa parte del CE del Soviet di Pietrogrado. 449
risce alla socialdemocrazia tedesca nel
1891. Dall’iniziale militanza internazio-
nalista passa a posizioni socialimperialiste. 59, 60, 152, 294
Pavlovii M., vedi Vel’tman M.L. Perazii Vladimir Davidovit (Zité-Dvig) (1868ca 1933), socialdemocratico attivo a
Char’kov a fine anni Ottanta e primi anni democratico dal 1898; nel 1903 opera
partecipa all’Ottobre a Mosca. 213 Perovskaja Sofja L’vovna (1853-1881), popu-
lista, aderisce alla Narodnaja Volja al
zione populista Zemlja i Volja (1879). 27 Pesechonov Aleksej Vasil'eviè (1867-1933),
esponente dei socialisti popolari, nel feb-
braio 1917 è membro del cE del Soviet sta, giustiziato assieme Rileev, Murav’ev, Peterson Pétr Nikolaeviì (1851-2), populista,
tra gli operai negli anni Settanta a Pietro-
burgo. 23
Petrafevskeij Michail l’asilerié (1821-1886), favorì la diffusione delle teorie socialiste
di Fourier e Owen; condannato all’ergastolo. 16
319, 326-329, 331, 332, 351, 368, 376,
raio, socialdemocratico (1897), bolscevico (1903). Deputato alla Iv Duma, condivide una linea conciliatrice verso i menscevichi. È commissario del popolo
agli Interni (1918-19); presidente del CE del Soviet ucraino (1919-38). Arrestato durante le purghe staliniane. 403, 405, 423, 424
Petruseviè Kazimir Adamoviè (1872-1949), membro dell’organizzazione socialdemocratica di Kiev, è attivo a Ekaterinoslav negli anni Novanta. Partecipa al 1° Congresso del POSDR nel 1898, in rappresentanza dell’Unione di Ekaterinos-
lav. 78, 79 Pietro 1 il Grande (Pètr Alekséeviì Romanov)
giurista e politico, dal 1880 procuratore
del Santo Sinodo. 253
nel POSDR nel 1901, bolscevico dal 1905, alla pubblicazione della Pravda e della
Zvezda. Commissario alla Difesa in Ucrai-
na (1919), membro della CCC (1924-27),
storia per la sua opera di modernizzazione e occidentalizzazione della Russia. & Pinkeau, socialdemocratico tedesco, nel I9OI aiuta Potresov a organizzare una
bolscevico dal 1905. Emigra nel 1908, si
Piontkeovskij S., storico russo. 440, 441 Pisarè&v Dnritrij Iranovié (1840-1868), critico
torna nel partito bolscevico e dopo l’Ottobre presiede il Soviet di Mosca; storico
sovietico dell’Ucraina (dic. 1918). Co-
partito nel 1927, ucciso dieci anni ere) ero) 426, 468
direttori della Zvezda di coalizione, depu-
Poletaer Nikolaj Gur'eriè (1872-1930), negli anni Novanta è un importante esponente
III Duma. Nel 1911 è membro della redazione della Zrezdu bolscevica. 65,
Marxismo in Russia. Fra i fondatori del (1903), si avvicina ai menscevichi, appoggia la guerra e si oppone all’Otto-
bre. pf 21, 24, 27-32, ELL IPA? 55: 56, 58-61, 74, 78, 85, 89-91, 93. 90,
156, 157, 159-162, LEALI 229, 231, 234-236, 238-246, 248, 2
254-256, 259-263, 286, ko
zione. 443 visti dell’organizzazione socialdemocratica di Kiev. Poi è attivo a Odessa. 76, 78 Polonskij losif Matreerié, esponente della corNovanta organizza a Ekaterinoslav un sizione al locale Comitato del POSDR. 220
seguito fonda con la Kuskova il gruppo
xista creato a Pietroburgo da Brusnév.
Dal 1895 fa parte dell’Unione di lotta di
Pietroburgo. 60, 70
Gruppo per l’autoemancipazione della corrente economicista. 112 Portnoj K Ja. (Abramson, il bundista, Noach)
Congresso del POSDR. 220, 230, 236 giornalista liberale, nel 1897-1901 è
Bez Zaglavija (“Senza titolo”) e l’omonimo giornale. 98, 100, 103, I1I1O, 112,
PULITI ARTI IU CO OT operaio socialdemocratico, Membro dell’organizzazione
di Brusnév. 65
francese, teorico dell’anarchismo e del
mutualismo. 41 ISEE PR 775), cosacco del Don. Autoproclamatosi zar,
mossa contadina tra il Don e gli Urali,
decretando l’abolizione della servitù della
gleba. Catturato, viene squartato a Mo-
(1902). Nel 1903 cura una traduzione
proprietario fondiario, monarchico cen-
l’Ottobre si occupa di letteratura. 90, 195
rabia. 443
1948), membro del Comitato regionale I
cratici del Caucaso. 260, 285
Potresov Aleksandr Nikeolaevii (Starover, Arsen'ev)
(1869-1934), membro nel 1890 di Osvobozdenie Trudd, arrestato e deportato. Nel 1900 emigra all’estero e collabora con Lenin e Plechanov all’organiz-
zazione dell’Isfera e della Zara. Al 2°
Congresso del POSDR aderisce al gruppo menscevico. Esponente di spicco dei
sohn) (1885-1939), nato nella Galizia austriaca, da studente aderisce alla sini-
stra socialista polacca. Zimmernwaldiano,
alle vicende rivoluzionarie tedesche fino
liquidatori, socialsciovinista durante la
Radienko Ivan Ivanorii (1874-1942), agente
167, 172, 174, 175, 178, 191, 207, 209, 236, 242-245, 259, 269, 290, 375-377.
gruppo dell’Iskra, del Comitato di orga-
Pridvoror Efim Alekseevii (Bednyj Dem’ jan)
398
Prisetskij Ivan Nikeolaevii (1858-1911), populista della Narodnaja Volja, poi deputato alla 1 Duma. 28 Prokoporii Sergej Nikeolaevié (1871-1955), negli anni Novanta è il principale ideo-
dell’Is&ra dal 1901, nel novembre del 1902 fa parte, in rappresentanza del
nizzazione incaricato di preparare il 2° Congresso del POSDR. 207, 211, 224, 230
Ljuba, Orsa, Pata) (1871-1962), attivista
socialdemocratica a Pskov, agente dell’Isera dal 1901; dopo il 2° Congresso
del POSDR si avvicina ai Menscevichi. 60, socialdemocratico, negli anni Novanta è
Membro dell’Unione di lotta di Pietroburgo, partecipa al 1° Congresso del POSDR (1898) e alla riunione di Pskov (1900). In seguito è nell’organizzazione dell’Is&ra fino al suo arresto (1902). Tornato dal confino (1905), abbandona la politica. 66, 69, 70, 79, 80, 141,
Rileev K (1795-1826), decabrista, partecipa
210, 2II
Rjabinin, autore russo. 102
bro del CE del Soviet di Pietrogrado dopo Entrato nel PCR (b) nel 1919, è agente
squartato a Mosca. La sua figura idealiz-
all’insurrezione del dicembre 1825 a Pic-
troburgo, giustiziato assieme a Murav’év, Rjabuiinskij Pavel Pavlovié (1871-1924), multuzionale democratico, deputato alla Duma. Nell’agosto del 1917 sostiene il tentativo di colpo di Stato del generale
le purghe staliniane. 450
Kornilov. 393
rivoluzionario bulgaro-rumeno. Zimmerwaldiano, aderisce al partito bolscevico (1917). Capo del governo sovietico
1938), da studente organizza un circolo marxista a Odessa. Al momento della
gressi dell’IC, poi ambasciatore. Espulso dal partito (1927) e deportato, reinte-
nel 1903 non prende posizione. Internazionalista durante la guerra mondiale, nel 1917 aderisce al partito bolscevico. Pre-
Ranmitvili Noj Vissarionovii (Pétr, Siménov) (1881-1930), leader menscevico geor-
1924 fonda l’Istituto Marx-Engels di Mosca che dirige fino al 1931, quando viene espulso dal partito e se ne perdono le tracce. 31, 54, 57, 63, 76, 85,
grato e ancora espulso nel 1938, muore
giano, nel PosSDR dal 1902. Avversario
dei bolscevichi, primo ministro (1918) e degli Interni (1918-20) del governo menscevico della Georgia. 260, 325
100, 143, 145, 161, 165, 168, 169, 184,
Raskol’nikor Fédor Fédorovié (Il'in) (18921939), bolscevico, nel 1910-12 colla-
bora alla Zrezda e alla Prarda. Il 4 luglio
R.N.S., vedi Struve P.B.
1794), rivoluzionario francese, capo del
delle azioni militari contro il generale Krasnov. In seguito ricopre incarichi
c influenza sugli orientamenti di Nicola
corte. lisercita un ascendente sulla zarina
bro della Duma, di cui è JI (Soia (1912-17). Dopo il febbraio Ep
palazzo. 433, 442, 443
SIATE OUT guerra. Dopo l’Ot-
Razin Stepan (Stén'ka) Timofeevii (ca 1630-
glia vicino a Simbirsk, nel 1671 viene
ENT ENTO AE 439, 443,
sta olandese, esponente della sinistra, Da
rante la guerra mondiale è su posizioni
526 Storia del Partito bolscevico Terza Internazionale. Dopo il 1923 (1907-09). Vicino ai bolscevichi (1904-
07), in seguito sostiene le teorie di NET oo
Rolan Emest Christoforovié (Nikeolaj, Emst) in Russia, arrestato nel giugno 1901. 207
Roman, vedi Ermolaev K.M.
Romanov Michail Aleksandrorii, principe, fratello dello zar Nicola II. 448, 452 Romanor Nikolaj Nikolaerit granduca (1856-
Rumjantser Pétr Petrorii (Smidt) (1870-1925), socialdemocratico, dopo il 2° Congresso
1907 passa ai menscevichi; nel 1917 emigra in Germania. 74, 90, 265, 327, 455
1939), S-R, membro del Soviet di Pietro-
per unificare i vari gruppi socialdemocrarato in Francia dopo la Rivoluzione d’ot-
tobre, è leader dei monarchici in esilio.
455
Romm ll'ja Maksimorii (?-1929), nel 1897 è Znamija, menscevico dopo il 2° Congresso del POSDR. 209
tato. 270
Rjbakor, operaio socialdemocratico, ER al POSDR nel 1900 e nel 1901 fa parte
gresso del 1903 è bolscevico, eletto i gruppo Operaio del Sud, dopo il 2° Congresso del POSDR aderisce alle posizioni
bro del Soviet di Pietrogrado; si oppone
staliniane, è fucilato. 220, 230
CC nel 1905. Più volte incarcerato. Mem-
nel 1922 è nel Politburo. Rimosso dalle stiziato. 265 bro del governo provvisorio une 1917. 452
mocratici russi e del Bund per tentare la convocazione del 2° Congresso del POSDR. 208
Rogkor Nikolaj Aleksandrovié (1868-1927), membro del cc del POSDR, nel 1908 arre1933), membro del gruppo iskrista a Ber-
liniane. 473
Sagor Nikolaj Romuanorii (1 8282-1918), bol-
Nel novembre 1914 è arrestato con altri (1874-1939), socialdemocratico dal
Sammer Ivan Adamoviè (1870-1921), bolsce-
l’Unione di lotta di Pietroburgo. Nel razione del congresso di unificazione del POSDR a Stoccolma. 74, 326
Samojlov Fedor Niteitti (1882-1952), bolscevico dal 1903, deputato alla Duma. Nel
tato della III e IV Duma, ottobrista. Nel
Savinkov Boris Viketorovic {Viktor Ropiin) (1879-1925), S-R, nel 1905 partecipa all’organizzazione degli attentati a Pleve e al granduca Sergej. Dopo il febbraio
novembre 1914 è arrestato con altri
quattro deputati bolscevichi, processato e deportato in Siberia. 403, 405, 423 Samojlova-Gromova Kontkordija Nikolderna (1876-1921), bolscevica dal 1903, deleprile 1917, membro del comitato di
redazione della Rabotnitsa, partecipa all’insurrezione armata dell’Ottobre a
chi nel partito. Muore di colera. 407 anni Ottanta, a Kazan’, è fra coloro che
vità dei circoli marxisti. Nel 1896-97
collabora al giornale Samarsk&ij lestnife. 55,
Santser 1 irgilij Leonorié (Marat) (1867-1911), socialdemocratico moscovita, dal 1903 aderisce ai bolscevichi, nel 1906 eletto
membro del cc del POSDR (b). 214
Sanzur (Sasin) 1-1. (1878-1910), socialde-
nilov, è espulso dagli s-R. Dal 1918 al
stro degli Esteri (1910-16), genero del primo ministro Stolypin, dopo l’Ottobre ripara all’estero. 438
Séedrin Nikolaj Pavlovit (1858-1919), populi-
Peredel. Nel 1880 è tra gli organizzatori dell’Associazione operaia russa del Sud. Nel 1881 è condannato all’ergastolo. 48
Sceprin Nikolaj Nikolaeriè (1854-1919), diri-
II e IV Duma. 443 1903), professore austriaco, marxista
Scheidemann Philipp (1865-1939), dirigente socialdemocratico tedesco, il primo cancelliere della repubblica. Si dimette
mocratico, attivo a Ekaterinoslav, Niznij
Novgorod e nel nord del Caucaso. Nel
220
427
filosofo tedesco. Socialdemoctratico, poi
tra i firmatari della “Protesta dei social-
Kuskova. 70, 113 Sapronor Tinmofej | adimirorié (1887-1939), l’Ottobre a Mosca. Si schiera poi con i “comunisti di sinistra”, partecipa al’Opposizione unificata da cui sì separa
rato, tra 1 dirigenti dell’organizzazione di Brusnév, poi bolscevico. Nel 1917 mem-
bro del CE del Soviet di Pietrogrado. 53, Seasko N._-1., autore russo. 387
Nemtencikor Roman Matveerviè (Gromobo, Zacha-
Savel’ev Matesimilian -Iek&sandroviè (1 etror)
(1884-1939), bolscevico dal 1903, redattore della Pravda e direttore della
del Novecento. 102
Seminar AS. (1877-ca 1908), operaio social-
democratico, economicista. 102, Le;
528 Storia del Partito bolscevico membro del Comitato del Don del POSDR agli inizi del Novecento. Nell’Ottubre attivo a Pietrogrado e in Ucraina; dal 1927 ricopre vari incarichi in ambito
troburgo all’inizio del Novecento. 273
1869), principale organizzatore, con il Zemlja i Volja (1861-64). 19 Serno-Solov'èvié Nikeolaj Alekessandrovit (183 3-
1866), principale organizzatore, con il fratello Aleksandr, della società segreta
_ della Zemlja i Volja (1861-64). 19
tico, agli inizi del 1905 presiede la Commissione sulla questione operaia, istituita dal governo zarista. 284, 300, 443,
SkeJjarenko Alelesej Parloriè (Dottor) (1870rivoluzionario a Samara, arrestato, sSCONtA
un anno di carcere. Partecipa al 5° Con-
deportato. Nel 19 10 collabora alla Prarda
e alla Zrezda. 70
tato menscevico della IV Duma. Vicepresidente del Soviet di Pietrogrado ce del primo CEC; ministro del Lavoro nell’e-
state del 1917. Dopo l’Ottobre si occupa delle cooperative. 449, 470, 476 SErjabin, vedi Molotov V.M. Skubik Eduard P. (1874-1944), studente, si avvicina al movimento rivoluzionario agli inizi del Novecento; a Zurigo entra
sporto dell’Is&ra e di altri giornali illegali
in Russia. Nel 1913 si allontana dalla socialdemocrazia. 207
Sevortsor Parel Nikeolacviè (1854-1931), tra i
Sif Jacob, socialdemocratico di Odessa; nel
1902 partecipa alla conferenza dei social-
_ democratici del Sud a Elizavetgrad. 221 éaja Znamja (1897). 209
Silov A_A., storico russo. 275
Sil'vin Michail Alelesandrovié (Bem, Brodjaga) (1874-1955), membro dell’Unione di lotta di Pietroburgo, dal 1901 fa parte dell’organizzazione dell’Iskera, occupan-
dell’organizzazione di una tipografia clandestina. Più volte arrestato, è depor-
seij lestnike. 55, 62
nel 1917 lavora nella redazione di diversi
quotidiani bolscevichi ed è commissario del popolo alle Finanze. 90, 214. 457
fine del decennio si oppone, assieme al
denie Truda. 59 Sjjapnikov Aleksandr Garvrilurii (PBelenin)
l’attività politica. 69, 70, 113
cratico dal 1899, bolscevico dal 1903. Partecipa alla rivoluzione del 1905 ce
stro cadetto del governo provvisorio.
all’estero. Dopo l’Ottobre e commissario
tato in Siberia. Nel 1908 si allontana dal-
Singarev Andrej Iranovié (1869-1918), mini443» 473
pe (io O Ne] 1933 è espulso
183, 254
Spor Dmitrij Nikolaevié (1851-1920), liberale, ottobrista. 180, 182
1942), socialdemocratico, nel 1902 par-
Comitato di Ekaterinoslav dell’Unione dei socialdemocratici russi. 208
Slonimskeij Ljudmwig Zinor'eviì (1850-19 18), marxismo. 86
Smidorvié-Lemann Inna Germogenurna (1870-
coli di J.O. Martov, arrestata nel RTS
segretaria della redazione dell’Is&era, al 2°
Sidoriè Pètr Germogenorii (1874-1935), boldurre in Russia materiale di petti o n scevico, attivo a Mosca negli anni della marxista. 59, 60 guerra mondiale. 430, 457 Sonkin Abram Moiseerié (1872-ca 1923), Smidovié Sofja Nikolaevna (1872-1934), adeintorno alla fine degli anni Novanta, risce al POSDR nel 1898, conduce un’amilita nell’organizzazione socialdemozione di propaganda e di agitazione a cratica di Mel’nikov a Kiev. Nel 1905 Mosca e in altre città. Più volte arrestata partecipa alla rivoluzione nella stessa e deportata, dirige la sezione delle operaie del Comitato di Mosca del PCR (b) Sonkin Solomon Moiseevii (?-ca 1923), intorno (1919-22) e la sezione delle operaie e il fratello Abram, nell’organizzazione _ contadine del CC (1922-24). 457 scevico, membro del Comitato del POSDR
(b) di Pietrogrado. 455 Smilga Ivar Tenisovié (1892-1938), bolscevico dal 1907, responsabile delle organizzazioni di partito nella flotta del Baltico (1917). Membro del cc (1917-25), commissario politico nell’armata rossa
zione di sinistra; espulso dal partito, viene deportato (1927). Scompare duPietroburgo all’inizio del Novecento. 27 (1877-1938), bolscevico, attivo a Mosca
negli anni della guerra mondiale. 457
Morozov di Orechovo nei primi anni del Novecento. 125, 210
socialdemocratica di Mel’nikov a Kiev,
dove nel 1905 partecipa alla rivoluzio-
ne. 76
Sotman Aleksandr l'asil'erié (Gorskij, Berg, Nikolaj Petrorii) (1880-1937), bolscevico
dal 1903, iskrista; collaboratore della
Mysl. 235, 241, 409 Stachorié Michail Alelesandrotit (1861-1923),
all’inizio del Novecento. 180-182 URSS e del capitalismo di Stato russo. 450, 468, 469 Stanéinskij Anton Petrorti (1880-dopo 1933), socialdemocratico dal 1898, arrestato
Comitato del Don del POSDR, nel 1902 è Stankérià, TT laaimir Benediktorii (1 ladas
Stanka) (1884-1968), giurista, ministro di
Keresnkij, dopo la Rivoluzione d'ottobre
SNSmrrnor- Danerit, socialdemocratico, emigrato a Parigi agli inizi del Novecento.
pena, si dedica alla professione. Dopo
viet di Pietrogrado. 449 1927) poeta e scrittore. 369
Pi socialdemocratico, alla fine del
di lotta di Pietroburgo a fine anni
“Protesta dei socialdemocratici russi”,
stesa da Lenin contro il Credo degli ecoStasora Elena Dmitrieena (1873-1966), si avvicina alla socialdemocrazia da studen-
tessa nel 1898. Bolscevica nel 1903, è
delegata al Congresso del 1912. Segreta-
ria del CC e suo membro (1917-19). Nel
al 2° Congresso del POSDR. 224, 236,
del gruppo marxista organizzato a Pietroburgo da Brusnev. 65, 66 Stremer Nikolaj Nifeolaeric (1875-?), socialdemocratico, nel 1902 membro del CoStruve Pètr Berngardovii (1870-1944), tra i
Stejanenkov Michail Ja, membro dell’organizzazione di Brusnév a Pietroburgo negli
maggiori esponenti del marxismo legale, nei primi anni del Novecento è redattore
anni Ottanta. 65
e uno dei fondatori del Partito costitu-
populista dal 1873, membro del circolo
no controrivoluzionario di Denikin e
di Cajkovskij a Kiev. Nel 1881 è nel CE della Narodnaja Volja. 32, 39, 40
Stekelor fuirij Michajlovié (Nachamkis, Nevzorov)
(1873-1941), fonda nel 1892 a Odessa l’Unione per la Liberazione. Nel POSDR
bro del gruppo di Rjazanov. Difensista, dopo il febbraio 1917 è nel CEC e direttore delle prime /zvestia. Dopo l’Ottobre
ritorna al bolscevismo, contribuisce alla
stesura della Costituzione del 1918 e
zionale democratico. Membro del gover-
poi all’estero. 80, 89-93, 98, 100, 141.
142, 150, 156-159, 172-177, 179-182,
Stuika Pétr Ivanovii (1865-1932), avvocato socialdemocratico a Riga, deportato nel
1897-1902, bolscevico nel 1903. Mem-
bro del cc del Partito socialdemocratico lettone dal 1903. Dopo l’Ottobre è commissario del popolo alla Giustizia (1917-
del popolo della Lettonia (1918-19). 450, 455
I61I, 162, 165, 167-171, 195, 450, 451
Stepanor Sergej Ivanovii (Braun) (1876-1935), socialdemocratico dal 1895, delegato al 2° Congresso del POSDR (1903), si schiera con Lenin. Arrestato, viene libe-
rato nel febbraio 1917 e si trasferisce a
Subbotin, operaio delle officine Putilov agli
inizi del Novecento. 273
Suchanov Nikolaj Nikolaerii (Ginmmer) (18821940), S-R, dopo il 1905 si avvicina alla sinistra menscevica guidata da Martov.
alla Novaja Zion’ di Gor'kij. Nel 1917 è
eletto nel CE del Soviet di Pietrogrado. Condannato e deportato (1931), SCOM-
prietario fondiario, capo del governo e ministro degli Interni dal 1906 al 1911,
narchico, tra gli organizzatori delle armate
controrivoluzionarie durante la guerra
civile. 443, 452, 453
346, 347, 358, 360-363, 365, 366, 368, 374: 380, 393, 404
bolscevico, membro dell’organizzazione
dee Delo, nell’aprile del 1900 partecipa,
Sutko Kirill Ivanovié (1884-1941), nel 1914 e trogrado del POSDR (b). 455
I9I18), negli anni Novanta è membro della Narodnaja Volja, aderisce al POSDR (1900). Dopo il 2° Congresso milita nei bolscevichi, partecipa al 4° Congresso del POSDR (1906), intervenendo sulla questione agraria. [In seguito aderisce è con i menscevichi internazionalisti.
Sverdlov Jakeov Michajlovié (1885-1919), bolscevico della prima ora, condannato per la prima volta all’età di 17 anni. Nel I913 dirige la Pravda, poi è ancora deportato. Liberato nel 1917, nel cc assume le funzioni di segretario responsabile, presiede i cc del 10 (23) e 16 (29) ottobre, è membro del Centro militare
del partito e del cMR di Pietrogrado,
capogruppo bolscevico al 2° Congresso
dei Soviet. Presidente del CEC, svolge poi alla preparazione del 1° Congresso dell’IC. 459, 469
(1857-1914), ministro degli Interni dall’agosto 1904 al gennaio 1905. Tenta una politica di distensione verso la bor-
ghesia liberale (la “primavera di Svjatopolk”). 257, 258, 268, 298
Tatarinkov A.N., storico russo. 102 Teodorovié Ivan Adol’fovit (1875-1940),
posizione conciliatrice con i menscevichi. Dopo l’Ottobre è commissario al(1925), segretario dell’Internazionale contadina (1928). Giustiziato durante le
purghe staliniane. 215, 368
Prokopovié e alla Kuskova. Membro
della redazione del Raboite Delo, nel 1900
l’Unione dei socialdemocratici russi all’e-
stero, in rappresentanza della destra. 98, Ter-l’aganjan Bagariak Arutjunovii (1893-
1936), nel 1917 segretario del Comitato di Mosca del POSDR (b). Propagandista del PCR (b) e redattore di pubblicazioni di partito. 430
inizi del Novecento. 278 Volja, ne diviene il leader. Nel 1882 emigra all’estero, dopo la distruzione della sua organizzazione sotto i colpi del go-
verno zarista. 27, 33, 42-44
Tichrvinskij dMichatl Michajlovié (Bre) (1868-
vruppo del Raboiee Delo, delegato per la
gi
Tachtarèv Konstantin Michajloriè (Peterburzets,
sua ala sinistra al 2° Congresso dell’Unione dei socialdemocratici russi all’estero
AYA ertinskij) (1871-1925), ca-
in seguito entra nel gruppo del Raboiee
Delo, partecipando come suo rappresen-
tante al 2° Congresso dell’Unione dci socialdemocratici russi all’estero (1900).
69, IOI, 103, 104, 144-146, I61
trale unificato del pospR che ha il
compito di organizzare il congresso di
unificazione di Stoccolma nel 1906. 326
sta della Zemlja i Volja, svolge propa-
ganda rivoluzionaria tra gli operai. Più volte arrestato e deportato, dopo il 1890 è un dirigente del Narodnoe Pravo. Nel 1904 aderisce agli S-R. Dal 1916 lavora agli Archivi di storia rivoluzionaria di Pietrogrado. 93
Settanta è un importante esponente del
532 Storia ael Partito bolscevico 1885 fonda a Pietroburgo la Società per la crescita del livello materiale, intellettuale e morale della classe operaia. L’organizzazione, sgominata dalla polizia nel
nazionalista e dirigente bolscevico, principale organizzatore e capo dell’armata rossa. 78, 203, 234, 236, 240, 241, 244,
245, 259, 260, 293, 294, 319, 348, 376, 386-389, 404, 405, 426, 473, 474
Tschaleaja Michail (Micha) Grigorjerii (18651950), nel 1903 è nel Comitato regionale del Caucaso del POSDR. 220, 260
Tsederbaum /.O, vedi Martov L. Tsederbaum Lidija Osipovna (Kantsel') (1878-
di lotta, contrario alla dichiarazione del Comitato di Pietroburgo che riconosceva
l’Isgera e la Zaria Organi dirigenti della
socialdemocrazia russa. 211
Témskij Michail Pavlovii (Efrémov) (18801904, poi bolscevico, presidente del Soviet di Tallin nel 1905. Dopo l’Ottobre è a capo dei sindacati di Mosca e nel 1919 presidente del Consiglio centrale dei sindacati. Nello stesso anno entra
si schiera con Bucharin e Rvkov. Si sui-
cida durante il primo processo di Mosca.
1963), sorella di Martov, socialdemocra-
unificazione delle organizzazioni socialdemocratiche di Pietroburgo. Nel 1902 è agente dell’Iséra. 210, 215 Tsederbaum Sergej Osipoviè (Ezor, Augustorskij) (1879-1939), fratello di Martov, membro del gruppo Rabotee Znamja, agente iskrista. 207, 210, 2II (1879-1920), nel 1905 si avvicina ai menscevichi e alle posizioni liquidatrici; dopo il febbraio 1917 è membro del CE del Soviet di Pietrogrado, schierandosi
contro i bolscevichi. 221. 450
scevico, deputato alla Duma nel 1907,
Topuridze Diomid Alekseevié (Isari, Karskij)
deportato in Siberia, nel 1917 è nel CE di
tecipa al congresso regionale dei social-
visorio, prima alle Poste, poi agli Interni. Dopo l’Ottobre presiede il governo menscevico georgiano fino al dicembre 1920.
democratici del Caucaso. 260
operaia in una manifattura di tabacchi, Novanta. 221
Trenjuchin 1/.M., studente, membro dell’U-
Novanta. 69, 70 stro degli Interni nel 1905. Ispiratore dei pogrom delle Centurie Nere. 253, 330, 335
gendarmeria nel distretto minerario della
Lena. 399
Brusneév. 65 iten) (1879-1940), rivoluzionario inter-
Pietrogrado, in maggio nel governo prov-
347; 349, 470, 472, 475, 476 1908) studente, membro dell’organizzazione di Brusnév. 64, 65 Comitato di Kutaisi del POSPR. 260
Tsyperovié Grigorij l-ladimiroriè (1871-1932), Novanta è attivo ad Odessa nel circolo marxista organizzato da Rjazanov; nel 1921 appoggia la piattaforma di Lenin
sulla funzione e sui compiti dei sindacati. 63, 76 commissione Sidlovskij nella primavera
del 1905. 284
Tuiapskij (Lukateviéò) Pavel Lukit (18691922), intellipent socialdemocratico di Kiev, attivo nel gruppo di Mel’nikov; partecipa al 1° Congresso del POSDR (1898) di Minsk. Dopo il 2° Congresso si avvicina ai bolscevichi, poi passa ai
1935), sorella di Lenin. Membro del
1900 lavora nell’organizzazione dell’ /sfera, fa parte delle redazioni del LPered,
menscevichi. Nel 1910 abbandona la
sleaja Revoljutsja. Arrestata più volte, dopo l’Ottobre dirige i servizi per la protezione dell’infanzia dei Commissariati del popolo alla Sicurezza sociale e all’Istruzione (1918-21). 214, 409
politica. 74, 76, 77, 79
I919), economista, marxista legale. 46, scevico, deputato alla IV Duma per la
rella di Lenin, aderisce ancora studen-
tessa al movimento rivoluzionario e dal 1899 diventa rivoluzionaria di professione. Iskrista, dopo la scissione al 2° Congresso nel 1903, si schiera con |
Tun A., autore del testo Storia dei movimenti
rivoluzionari in Russia. 233
mista, nel 1892 è tra i fondatori del PSI;
nel 1891 fonda la rivista Cri/ica Sociale.
Deputato dal 1896, capo della mino-
ranza riformista che nel 1922 fonda il
Iyszka Jan (Jogiches Leo) (1867-1919), lituano, aderisce prima al populismo russo e
bolscevichi. Nel 1910-12 milita nelle
organizzazioni di partito a Mosca e a Saratov. Dopo la Rivoluzione di febbraio è nel comitato di redazione della Pravda.
264
N
Emigrato a Zurigo, si lega, politicamente
ec personalmente, a Rosa Luxemburg.
russa. Dal 1914 si occupa dell’organizzazione del gruppo Spartacus, poi partecipa
alla fondazione del KPD. Arrestato dopo il tentativo insurrezionale del gennaio
LO troburgo agli inizi del Novecento. 27 Ul'ianor Aleksandr 1l'iè (1866-1887), fratello maggiore di Lenin. Arrestato dopo il fal-
lito attentato allo zar Alessandro 11,
Vilnius (1901-02), capo della polizia della stessa città e viceministro degli
I alle Stetzmund Natanorti, storico del moviMento operaio russo. 210, 219 andervelde Emile (1866-1938), socialista belga, riformista, più volte ministro durante e dopo la Prima Guerra mondiale. 322, 323 aneev Anatolij Aleksandrorii (1872-1899),
costituirà il nucleo dirigente dell’Unione di lotta di Pietrogrado. Nel 1897 è
mento rivoluzionario tra gli operai di
Mosca. Nel 1900 aderisce all’organizzazione dell’Isera. Al 2° Congresso nel
1903, Si schiera con i bolscevichi. In
seguito ricopre vari incarichi nel campo sanitario. 241
attivo nell’Unione di lotta di Pietroburreo;
in seguito fa parte del gruppo operaio fondatore della Raboiaja Alysl'. 101, 113 | annovrskij Aleksandr Alekseeriè (18741967), socialdemocratico, promotore
di Mosca, partecipa in sua rappresentan-
socialdemocratico, membro dell’Unione
L'arentsova Olga Afanas'erna (1862-1950), dapprima populista poi socialdemocratica; iskrista, attiva a Astrachan, Vologda e Jaroslav; dopo l’Ottobre ricopre vari
incarichi nel PCR (b); autrice di lavori sulla storia del movimento rivoluzionario
lVarskij (pseud. di l’ariarvskesj Adolf) (1868-
fianco della Luxemburg fino alla Prima Guerra mondiale. Partecipa alla confe-
renza di Zimmerwald, tra 1 fondaton del
1940), economista e statistico, autore di lavori sull’industria e sul movimento
operaio russo, citato da Lenin ne Lo sviInppo del capitalismo in Russia. 107, 129 Lasil'evskaja |/., autrice russa. 440
OSSEE AO AC e RIT
1934), socialdemocratico, medico, nel
1900 tra i dirigenti del gruppo iskrista di
scevichi internazionalisti; nel 1918 entra nel PCR (b). 207
lovna) (1868-1918), membro del POSDR dal 1903, medico, traduce opere di Marx ed Engels; nel 1905-07 è nella redazione
del lpertd, poi alla Zrezda e alla Pravda.
Letts Kristof Angust Korolovit (1866-?), falegname di Kolpino, tra 1 ele CO la e IE 1954), negli anni Novanta è il teorico dell’organizzazione socialdemocratica di Kiev Rabocee Delo, partecipa al 1° Conpresso del POSDR a Minsk (1898), e ne viene nominato segretario. 76-79
sposata II Manja) (1879-1961), ope-
raia, agli inizi del Novecento redige 1l programma del PILE. 274 L 7/onov Nifeifor Efremovit (1883-1910), operaio, si dedica alla realizzazione di una scuola di partito (1908). 386
luzione del 1905 è capo del governo.
158, 175, 253, 334 M.K, Levaja) (1879-1925), bolscevico dal 1903, nei giorni dell’Ottobre e negli anni successivi si occupa degli approvvi-
gionamenti. Negli anni Venti è nel Cc del
Mosca; nel 1898 è membro del primo Comitato di Mosca del POSDR. kEmigrato
nel 1899, partecipa all’estero all’organiz-
zazione dell’Isera. Nel dic. 1905 è tra |
dirigenti dell’insurrezione di Mosca. negli organismi statali. 207
LVasov, operaio di Kolpino, fra | IERI
della Raboiaja Mysl’. 101 I/ojnova K., autrice russa. 430, 433
bolscevico nel 1905, dopo la Rivoluzione
EL)
Nell’Ottobre si schiera con INerenskij.
socialdemocratico, allievo di Rjazanov nei circoli marxisti da questi organizzati a Odessa negli anni Ottanta. In seguito
emigra all’estero. 49, 347
raio allo stabilimento Morozov di Pietro-
rato, storico cd economista. 121
stato. 49
menscevico. 63, 76, 387
LI OA SO UAC ER CI) membro del POSDR, attivo prima a
1898-99. 220 Congresso del POSDR aderisce ai bolscevichi; nel 1906 lavora nel Comitato del piattaforma degli empiriomonisti (1909) e capo della corrente otzovista. Durante Soviet di Pietrogrado. 371, 384, 385 L/orontsov Vasilij Pavlovié (VV...) (1847-
Vororskij Vatslav Vatslavovié (P. Orlovskij,
Sachor) (1871-1923), nell’Unione operaia
di Mosca dal 1894, collabora all’/Is£ra, al Lberéd e al Proletari,. Nel 1907 dirige
(b) di Pietrogrado. Dopo l’Ottobre
scevico, agente dell’Iskra. 231
raio, arrestato per aver partecipato alle manifestazioni del maggio 1902 a SorZalutskij Petr Antonovié (Petrov) (1888-1937), bolscevico dal 1907, attivo a Pietro-
Zrezda e alla Pravda. Nel febbraio 1917 è,
con Sljapnikov e Molotov, a capo dell’Ufficio politico del cc del POSDR (b);
entra nel CE del Soviet di Pietrogrado,
nell’Ottobre è nel CMR e nel 1923-25 è
l’organizzazione bolscevica di Odessa.
eletto nel cc del PCR (b). Cade vittima
Italia. 173, 263, 265-267, 312, 369, 409
1905), socialdemocratico dal 1893. Nel
Dopo l’Ottobre è plenipotenziario nei paesi scandinavi, poi diplomatico in Vimento operaio russo. 477, 418, 425, 439, 440
dic. 1895 è arrestato con Lenin e altri membri dell’Unione di lotta di Pietro-
bro del Ceérnyj Peredel, arrestato nel
1879 a Mosca. 39
Zaslarskeij Dartd losiforiè (1880-1965), gior-
(-Apollinarija, Korka, Tod) (1879-1938), nalista e letterato, membro del Bund. membro dell’Unione di lotta di Pietroburgo nel 1896, aderisce al POSDR, Zaslarskij Evgenij Osiporiè (1844-1878),
agente dell’Zs&ra nel 1901. Nel 1917 è
data in esilio, Vittima delle purghe staliNiane. 277, 218
luzionario democratico-borghese radicale. 17 Zaks Samnil Markrorii (Gladner) (1884chi e lavora a Pietroburgo. Collaboratore Dal 1925 è nell’Opposizione di sinistra, espulso dal partito nel 1935. 397, 409 (1880-1957), membro del PospR dal
socialista-populista di Odessa, nel 1875
sia Meridionale. 23, 24, 26, 75
Zasiuiltè | era franorna (1849-1919), parte-
suocialdemocratico. Autrice dell’attentato
denje Trudi in Svizzera e quindi al
schiera a fianco dei menscevichi. Nel
1917 prende posizione contro l’Ottobre. 27, 32, 33. 36, 39, 42, 568, 90, III, I60, 162, 172, 175, 176. Zhorovskij Alichatl Solomonorii (RKostti) (1879-
536 RIZZI TICA
Comitato di Odessa del POSDR. Nel 1902
Ge Sr dei socialdemocratici del Sud a Elizavetgrad. 221
un importante ruolo nell’organizzazione
Zel'dov A.M. (Bundisi) (1873-1924), esponente di spicco del Bund; nel 1902 fa convocazione del 2° Congresso del POSDR. 208
Zelenskij Engenyj Osipovii (Nadezdin) (1877-
Russia agli inizi degli anni Novanta; poi
lavora nell’organizzazione socialdemocratica di Saratov. All’inizio del Novecento emigra all’estero, dove fonda il gruppo Svoboda. Dopo il 2° Congresso
164, 171, 172, 183, 205 lista, importante esponente della Narodnaja Volja. 27, 28 Zembacika (nata Zalkind) Rosalija Samojlovna (1876-1947), bolscevica, rivoluzionaria di professione; dopo il 2° Congresso è
Zinov'ev Grigorij Evsceviè (psend. di G.E. Radoryysl'skeij) (1883-1936), aderisce al POSDR nel 1901; dal 1907 segue Lenin
sinistra di Zimmerwald, rimpatria dopo il febbraio 1917. Capo del partito a Pietro-
grado, presidente dell’IC nel 1919-26. Due volte espulso, è condannato a
morte. 7, 342, 373» 3867, 397, 398,
403, 409, 419, 420, 423, 425, 426,
469, 474 Zydnev Péètr Alelesandroviè (ca 1878-1913), operaio dell’otficina Obuchov a Pietrosione Sidlovskijj, membro del cE del
movimento sindacale. 284
Zolotova, operaia uccisa nel corso delle manifestazioni del maggio 1902. 254
Zordanija Noj Nikolaevii (Kostrov -1n) (1868-
marxista georgiano, emigra nel 1893.
All’estero aderisce ai menscevichi, eletto
nel cc al 5° Congresso del 1907. Dopo pubblica democratica georgiana (1918),
Congresso per il Comitato di Pietroburgo, nel 1917 è attiva a Mosca. In
gra in Francia. 236, 240, 324 Zubatov Sergej Vasilevii (1864-1917), funzionario della polizia zarista. Agente del-
nelle istituzioni. 231, 233, 236, 241, 261, 263-265, 457, 458
l’Ochranea di Mosca, in accordo con |
dirigente degli S-R, nel febbrario 1917 è
luzione di febbraio. 169, 214, 215. 223,
membro del CE del Soviet di Pietrogrado. Dal 1920 vive a Parigi, dove partecipa all’attività dell’emigrazione “bianca”. 450 Zetkin Clara (nata Eissen) (1857-1933),
rivoluzionaria tedesca, spartachista, ade-
Delegata al 3° Congresso dell’IC, sostiene le posizioni di Levi. Muore a Mosca pochi mesi dopo l’avvento del nazismo. 207
Ziber Nikolaj Ivanovié (1844-1888), docente, la Le]
Zinorv’ev Boris lvanovié (1874-1900), operaio delle officine Putilovr di Pietroburgo, membro dell’Unione di lotta. 70, 73
suoi superiori organizza dei sindacati 253, 273» 274» 277
Zukovskij Vi 5 Galaktionoviè (1822-1907),
economista e pubblicista, autore di articoli apparsi sul Sovremennik. 86 Zurabov Ariak Georgieviè (1873-1920), socialdemocratico, partecipa nel 1903 al frazione menscevica. Nell’ottobre dello stesso anno è presente al Congresso regionale dei socialdemocratici del Cau-
caso. 241, 260
Zver’, vedi Essen M.M. Zverev, vedi Essen M.M. Zvezdotetova O._A., socialdemocrauca, milita
nel gruppo Rabotéee Znamja di Pietro-
burgo alla fine del XIX secolo. 210
Indice delle illustrazioni, delle tabelle e delle cartine
VII PI V.I. Nevskij
ppie,
50 70
Abitazioni operaie all’inizio del Novecento Sciopero alla fabbrica Morozov di Orechovo-Zuevo Pietroburgo 1897
71 Volantino dell’Unione di lotta con le richieste alla Thornton
Frontespizio di Che cosa sono gli “amici del popolo” ? Manifesto del Congresso di Minsk, 1898 92 Frontespizio di Materiali per la caratterizzazione del nostro sviluppo economico 93 Frontespizio de Lo sviluppo del capitalismo in Russia Frontespizio de // programma agrario della socialdemocrazia nella prima rivoluzione russa
del 1905-1907
Interni di fabbriche russe agli inizi del Novecento
138 Il primo numero dell’Iséra
“Progetto di programma del nostro partito”, gli appunti di Lenin
Manifestazione a Mosca dell’autunno 1905
Annuncio di una conferenza tenuta a Parigi da Lenin: “Stolypin e la rivolu-
zione”
Frontespizio di Matertalismo ed empiriocritivismo Pietroburgo, gli studenti protestano contro l’eccidio della Lena
Pietrogrado, febbraio 191 pen Are rita Volantino diffuso dai bolscevichi che incita alla rivoluzione Pietrogrado, 27 febbraio 1917, il reggimento Volynskij insorge Seduta del Soviet di Pietrogrado
L’arrivo dei marinai di Kronstadt a Pietrogrado
540 Storia del Partito bolscevico
Niznij Novgorod
Le maggiori imprese industriali della Russia europea nel 1890 Estrazione di carbone
FE:strazione ed esportazione di petrolio
Addetti e scioperanti, 1895-1908 Numero degli scioperanti, 1905-1907 Numero degli scioperanti (metallurgici e tessili), 1905 Addetti e scioperanti per distretto, 1895-1908 Risultati degli scioperi in percentuale, 1895-1908 Raccolto di segale in percentuale rispetto al 1901-1905 Aumento medio del prezzo dei cereali Aumento dei depositi nelle banche e nelle casse cooperative Numero delle case coloniche divise per gruppi Confronto tra le cifre del riscatto delle terre e quelle del divario sociale nelle
Riflesso della riforma Stolypin sulle lotte contadine Scioperi politici e partecipanti, 1905-1911 Scioperi e partecipanti, 1906-1911 Sentenze di morte e condanne eseguite, 1907-1909
Salario medio (annuale) per distretto, 1904-1906
Numero di gruppi operai che sottoscrivono per EZIO RASO NSOE Scioperi e partecipanti, 1914
PPS PIPA TZ Aaa lese di penetrazione in Russia
282-283 La prima rivoluzione russa I
Sistema elettorale della seconda Dum i
in tedesco. Ginevra-Londra, 1897-1905 e 1917-1918.
Bez Zaglavija (Senza Titolo) — Settimanale pubblicato dal gruppo dei bez zaglartsy (S.M. Prokopovié, L.D. Kuskova), che sostenevano posizioni revisioniste e appoggiavano menscevichi e liberali. Pietroburgo, gennaio-maggio 1906. Bor'ba (La Lotta) — Rivista legale bolscevica stampata a Mosca all’epoca della prima rivoluzione russa.
Bor’ba (La Lotta) — Rivista diretta da Trotsky. Pietroburgo, febbraio-giugno 1914. Bor'ba Proletariata (La Lotta del Proletariato) — Giornale illegale bolscevico del Caucaso. Pubblicato in georgiano, armeno e russo. Tbilisi, 1903-1905. Byloe (Il Passato) — Rivista storica. Londra, Parigi, Pietrogrado, 1900-1904, 1906-1907,
Cérmmyj Peredel (La Ripartizione Nera) — Rivista pubblicata dall’omonimo gruppo, 1880-1881. C2zenvony Sztandar (Bandiera Rossa) — Giornale illegale, organo del cc della socialdemocrazia polacca e lituana. Zurigo, Cracovia, Varsavia, Berlino, 1902-1918.
Deenas Lapa (Foglio del Giorno) — Giornale diretto dai marxisti a Riga. Delo Zizni (La Causa della Vita) — Rivista legale dei menscevichi liquidatori. Pietrogrado, gennaio-ottobre 19171 (9 numeri).
Dnevnik Sotsial-Demoterata (Diario del Socialdemocratico) — Pubblicazione aperiodica di Plechanov. Ginevra, marzo 1905-aprile 1912 (16 numeri). Pietrogrado, 1916 (un fascicolo).
dal settembre 1914 al gennaio 1915, quando fu chiuso dal governo. 1 primi cinque
E ANI ZI ODI I (La Voce del Socialdemocratico) — Organo dei menscevichi liquidatori; vi scrissero Plechanov, Aksel’rod, Dan, Martov, Martvnov. Ginevra e Parigi, febbraio 1908-dicembre 1911 (26 numeri). Iskera (La Scintilla) — Primo giornale marxista illegale, fondato da Lenin nel 1900. Diffuso clandestinamente in Russia, era stampato a Lipsia, poi a Monaco, dall’aprile del 1902 a Londra, e dal 1903 a Ginevra. Nel novembre 1903, dopo il 2° Congresso del POSDR, ! menscevichi ne presero il controllo. Per distinguerla dalla “vecchia” ls&ra, della quale erano usciti SI numeri, i bolscevichi chiamarono “nuova” l’/s&ru menscerica (61 numeri fino al 1905).
kratiteskoj Raboéej Partii — Notizie della Segreteria Estera del Comitato d'Orga-
nizzazione del POSDR) — Giornale menscevico. Ginevra, febbraio Roio Cp
ECO ANTI AIR Deputato (Notizie del Soviet dei Deputati Operai) — Organo del VIII IEZIOIO Messaggero giuridico) — Quindicinale di orientamento liberale pubblicato dalla Società dei giuristi di Mosca. Mosca 1867-1892.
pen Storia del Partito bolscevico
Lisiok “Rabotnika” (11 Foglio del “Lavoratore” — Pubblicazione aperiodica della Lega estera della socialdemocrazia russa. Ginevra 1896-1898 (8 numeri).
Lui (Il Raggio) — Quotidiano legale menscevico liquidatore. Pietroburgo, 1912-1913 (237 numeri).
Ainurire God (Gli Anni Passati) — Rivista. Pietroburgo, 1908. Moskorskaja Gazeta (Il Giornale Moscovita) — Giornale legale menscevico di Mosca (1905). Moskorskse 1 'edomosti (Notizie di Mosca) — Quotidiano pubblicato all’Università di Mosca strumenti centoneri.
Afysl” (Il Pensiero) — Rivista legale bolscevica di filosofia ed economia. Mosca, dicembre
Nadcialo (L’Inizio) — Quotidiano menscevico legale, pubblicato a Pietroburgo dal 26 novembre al 15 dicembre del 1905, quando fu soppresso dal governo zarista. Ne uscirono Nacialo (L’Inizio) — Giornale fondato dai marxisti legali nel 1899. Naî Put' (La Nostra Via) — Quotidiano legale bolscevico. Mosca, 25 agosto (7 settembre)da A.N. Potresov. Pietroburgo, 1910-1914. Naie Delo (La Nostra Causa) — Settimanale legale menscevico. Mosca, settembre-novembre 1906 (10 numeti). Nase Delo (La Nostra Causa) — Giornale illegale pubblicato a Nikolaev da Trotsky. Naie Slovo (La Nostra Parola) — Quotidiano menscevico. Uscì a Parigi dal gennaio 1915 al settembre 1916 in sostituzione del Go/os. Vi collaborò Trotsky. Nauinoe Obozrenie (Rassegna Scientifica) — Rivista dei marxisti legali. Pietroburgo, gennaio I894-maggio 1908.
Pg Die (La Nuova Epoca) — Rivista teorica della socialdemocrazia tedesca, fondata nale. Stoccarda, 1883-1923.
Nevskaja Zvezda (La Stella della Neva) — Giornale legale bolscevico pubblicato contempo-
Nevskij Golos (La Voce della Neva) — Settimanale legale dei See ee T Ie LTT Micol LEE Lea blicato a Pietroburgo dal 20 maggio (2 giugno) al 31 agosto CESSO (9 numeri) da D.S. Kostrov, in sostituzione dello Zzvoe Delo.
Novaja Zia’ (La Nuova Vita) — Primo giornale ui tate io iso
dal 9 novembre al 16 dicembre 1905 sotto la direzione di MIELI IATA dei
dalla polizia, l’ultimo uscì clandestinamente. - DD
Novoe Stovo (La Parola Nuova) — Rivista di scienza, letteratura e OTTO i” io POL lo iTeoe lite articoli: “Le caratteristiche del romanticismo economico
AIEaa Rivista pae ilitinucleo i edelpo2. ola laire slo — Struve. Attorno allaPEA rivista si costituì partito
(teiestvennye Zapiski (Note Patrie) — Rivista politico-letteraria fondata nel 1820 e pubblicata con alterne vicende sino al 1884, quando fu soppressa dal governo. Diede voce alla democrazia rivoluzionaria e, in seguito, ai populisti. Vi collaborarono Belinskij, Nekra-
sov, Herzen, Ogarév, Stedrin. Posiednie Izvestija (Le Ultime Notizie) — Periodico del Comitato estero del Bund. Ginevra, 1901-1906 (156 numeri).
menscevica. Mosca, 1904-1906.
Pravda (La Verità) — Quotidiano legale bolscevico. Pietrogrado dal 22 aprile (5 maggio; 1912. Da allora fino all’8 (21) luglio 1914, quando venne soppresso, fu sospeso otto volte, ma riapparve sotto altre testate (Raboiaja Pravda, Servernaja Pravda, Pravda Îruda,
Za Pravdu, Proletarseaja Pravda, Put Pravdy, Raboit, Trudovaja Pravda). Riprese le pubblicazioni dopo la Rivoluzione di febbraio. Dal 5 (18) marzo uscì come organo del cc del Pravdy, Proletarij, Raboij, Rabotj Put). Dal 9 novembre 1917 riprese regolarmente le
pubblicazioni con la vecchia testata.
Pravda “di Vienna” (La Verità) — Giornale in lingua russa diretto da Trotsky. Vienna, 1908Pravda Truda (La Verità del Lavoro) — Vedi Pravda (quotidiano bolscevico). Professional’nyj Vesinie (Il Messaggero dei Mestieri) — Rivista del Consiglio centrale dei sindacati. Pietrogrado, settembre 1917-marzo 1919. 1907.
Proletarij (11 Proletario) — Giornale illegale, di fatto organo centrale bolscevico, pubblicato dopo il 4° Congresso del POSDR, dal 21 agosto (3 settembre) 1906 al 28 novembre (11 dicembre) 1909. Ne uscirono 50 numeri, i e DIECI Lae Ginevra (21-40) e a Parigi (41-50). Proletarskaja Prarda (La Verità Proletaria) — Testata sotto la INS ZO e
OOO Pravda) — Testata sotto la quale usciva la Prarda durante il divieto
LIZ AE LIRE Operaia) — Giornale illegale popolare aperiodico bolscevico. DeL Praga (gennaio 1912), orvano ufficiale del cc. Parigi, dal 30 EER NNO 30 luglio (12 agosto) 1912 (9 numeri).
PO 115251 OSO O Operaio) — Giornale degli economicisti. Pietroburgo, Berlino, III O UO Operaia) — Testata sotto la quale usciva la Prarda durante il EIZO et Operaia) — Progettato giornale dell’Unione di lotta di Pietroburgo dell’organizzazione.
Rabotee Delo (La Causa Operaia) — Rivista aperiodica degli economicisti. Organo della Lega
Rabotee Znamja (La Bandiera Operaia) — Pubblicazione redatta da S.V. Andropov, V.P.
Raboizj (L’Operaio) — Giornale illegale socialdemocratico, diretto da A.A. Bogdanov. Mosca, agosto-ottobre 1905.
Td i Soldat (L’Operaio e il Soldato) — Quotidiano della sera, organo del Soviet di
ai i elet — Pubblicazione aperiodica fondata da Lenin e Plechanov, organo
dell Unione dei socialdemocratici russi all’estero (organismo del gruppo Osvobozdenie
Truda). Ginevra, 1896-1899.
luglio 1914 € Maggio I917-gennaio 1918. Revoijutsionnaja Tdi (La Russia Rivoluzionaria) — Giornale socialista-rivoluzionario illegale, pubblicato in Russia (dalla fine del 1900) dall’unione s-r, poi a Ginevra, (gennaio
Protopopov. Pietrogrado, dicembre 1916-ottobre 1917. i
Russkoe Bogatstvo (La Ricchezza Russa) — Rivista mensile. Dall’inizio degli anni Novanta diede voce ai populisti liberali di N.K. Michajlovskij, dal 1906 organo di stampa del Partito del lavoro popolar-socialista. Pietroburgo, 1876-1918.
Samarskij Vestnite (Il Messaggero di Samara) — 1883-1904. Saratovskeij Rabotj (L’Operaio di Saratov) — Organo dei socialdemocratici di Saratov a fine Ottocento.
Severnaja Pravda (La Verità del Nord) — Una delle testate con cui uscì la Prarda bolscevica dal 1° (14) agosto al 7 (20) settembre del 1913 (31 numeri). Soldatskaja Pravda (La Verità del Soldato) — Quotidiano bolscevico, da aprile a giugno 1917
dell’organizzazione militare del cc. Soppresso nel luglio 1917, RATIO CI ACI
Soldat). Dopo la rivoluzione riprese il vecchio nome. acetato (0N olo Pr ele Londra (n. 1, 1890) e a Ginevra (nn. 2-4, 1890 e 1892). ’ ottobre 1904-ottobre 1905. ,
S. Peterburgskij Raboéj Listok (Foglio operato SI (esule O Eni illegale, organo dell’Unione di lotta per l’emancipazione della classe operaia. Ne uscirono due numceri,
Spilla (Unione) — Organo menscevico dell’Unione socialdemocratica eri fe OI TEO CTe el a o ORI reazione successiva alla prima rivoluzione russa.
PREF OOO atto giugno) all’8 (21) luglio 1914 (35 nume Di ,
N.S. Rusanov (K. Tarasov), fu edito dai vecchi narodovol'fsy, con il n. 2 la rivista divenne l’organo teorico del partito socialista-rivoluzionario.
L-o/na (L’Onda) — Quotidiano legale bolscevico, di fatto diretto da Lenin dopo il n. 9. Sop-
presso dalla polizia, fu rimpiazzato dal l/peréd. Pietroburgo, 1906 (25 numeri).
L’o/noe Slorvo (La Libera Parola) — Settimanale fondato per iniziativa di ambienti governativi, L’oprosy Strachovanija (Problemi delle Assicurazioni Sociali) — Rivista legale bolscevica, edita a intervalli. Pietroburgo, ottobre 1913-marzo 1918. I orbote, Der (Il Precursore) — Rivista teorica della sinistra di Zimmerwald, in lingua tedesca. Berna, gennaio e aprile 1916 (due numeri). L’aozrozdenie (La Rinascita) — Rivista dei menscevichi liquidatori. Mosca, dicembre 1908l'deréd (Avanti) — Giornale di orientamento economicista. Kiev, 1896-1900 (4 numeti).
sostituì con il Pro/etarij. Ginevra, dal 22 dicembre 1904 (4 gennaio 1905) al 5 (18) mag-
NE Organo dell’omonimo gruppo di ofzoristi, ultimatisti, “costruttori di Dio” ed empiriomonisti che si organizzò nel dicembre 1909, per iniziativa di A. Bogdanov e
L'pertd (Avanti) — Periodico del gruppo omonimo, pubblicato a Ginevra dal 25 agosto
1915 (n. 1) al 1° febbraio 1917 (n. 6). Vi collaborarono A. Lunaciarskij, P. Lebedev, V. Manvil’skij.
bre al 5 dicembre 1913 (52 numeri, di cui 21 sequestrati). Zarja (L'Aurora) — Rivista teorica diretta da Lenin e Plechanov. Stoccarda, 1901-1902 (4
riti Raboctego (L'Aurora dell’Operaio) — Giornale dell’Unione operaia della Russia settenPel (Il Grano) — Foglio operaio chiuso dalle autorità zariste nel 18871.
socialdemocratico fino alla chiusura, nel dicembre dello stesso anno. NS
ALsettembre IAN UTET liquidatori pubblicata1910. a Mosca dall’agosto al i ALESSI EE legale, cui collaboravano boscevichi, menscevichi, partitisti e
Lt RUTTO riprende le pubblicazioni come giornale legale bolsce-
vico. let eKO leo ERI O (29) dicembre 1910 al 22 aprile (5 RAT TI Be eleieet
Tavola dei congressi, delle conferenze e delle riunioni
Congressi e Conferenze internazionali, sessioni dell’Ufficio socialista internazionale Congressi del POSDR/PCR(b) Conferenze del POSDR/PCR(b) Riunioni plenarie e allargate e Conferenze del cc del POSDR/PCR(b) Riunioni delle organizzazioni del POSDR all’estero Riunioni delle organizzazioni locali e di settore del POSDR/PCR(b)
1 Congresso dell’ “Unione dei SD russi all’estero”
Lo) Il Congresso dell’ “Unione dei SD russi all’estero” Conferenza delle organizzazioni SD all’estero Congresso delle organizzazioni del POSDR all’estero
Zurigo, 21-22 set. (4-5 ott.) 1901 autunno 1901
Conferenza dei comitati e delle organizzazioni del POSDR Belostok, 23-28 marzo (5-10 aprile) 1902 Bruxelles e Londra, 17 (30) luglio - 10 (23) agosto 1903
è II Congresso della lega estera della SD russa
Ginevra, 14 (27) novembre 1903
Ginevra, 15-17 (28-30) gennaio 1904
Ginevra, 31 maggio (13 giugno) e 5 (18) giugno 1904
Conferenza dei 22 bolscevichi Ginevra, fine luglio - primi di agosto (prima metà di agosto) 1904 Conterenza dei comitati bolscevichi del Sud Odessa, non dopo il 13 (26) sett. 1904
Conterenza dei comitati bolscevichi del Caucaso ORE IOT Riunione dei bolscevichi
Ginevra, 29 novembre (12 dicembre ) 1904
è Conterenza dei comitati bolscevichi del Nord Kolpino. non dopo il 12 (25) dic. 1904
Ill Congresso aereo Londra, 12 (25) aprile - 27 aprile (10 mag.) 1905 rei ENNA OLI Ginevra, fine di aprile - primi di maggio 1905 Conterenza delle organizzazioni del POSDR all’estero SCCI
Conterenza delle organizzazioni SD di Russia Riga, 7-9 (20-22) settembre 1905 Riunione plenaria del CC ZI
Conterenza del POSDR (“della muggroranza”) Tammertors, 12-17 (25-30) dicembre 1905 Riunione del CC e dei delegati di Tammertors zio) Conterenza cittadina di Pietroburgo ZE 0 Conterenza cittadina di Pietroburgo (11) duc ue reo
IV Congresso (di unificazione”) del POSDR Stoccolma, 10-25 aprile (23 apnle - 8 maggio) 1906 Conterenza interrionale dell’org. di Pietroburgo Terioki, 11-12 (24-25) giugno 1906 Conterenza regionale di Mosca (comitati del Nord) prima del 19 giugno (2 lug.) 1906 I Conferenza di tutta la Russia del POSDR Tammerfors, 3-7 (16-20) novembre 1906
è 1 Conferenza delle org. militari bolseeviche Tammertfors, 16-22 nov. (29 nov. - 5 dic ) 1906
Congressi e Conferenze internazionali, sessioni dell’Ufficio socialista internazionale Congressi del POSDR/PCR(b) Conferenze del POSDR/PCR(b) Riunioni plenarie e allargate e Conferenze del cc del POSDR/PCR(b) Riunioni delle organizzazioni del POSDR all’estero
Riunioni delle organizzazioni locali e di settore del POSDR/PCR(b)
Conferenza dell’organizzazione di Pietroburgo OE EE Conferenza della redazione del Proletarij ecc. Kuokkala, 15-18 febbraio (28 feb. - 3 mar) 1907
| Conferenza dell’“Unione della regione estone” tere Moie all | Il Congresso della socialdemocrazia let one Londra, 21-25 maggio (3-7 giugno) 1907 Conferenza cittadina di Pietroburgo LAZ 2 CETO RL
Conferenza cittadina di Pietroburgo Terioki, 8 e 14 (21 e 27) luglio 1907
i Conferenza dell’organizzazione di Pietroburgo Terioki, 27 ottobre (9 nov.) 1907
III Conferenza di tutta la Russia del POSDR Helsingfors, 5-12 (18-25) novembre 1907
d Conferenza cittadina di Mosca fine maggio (primi di giugno) 1908
Riunione plenaria del CC Ginevra, 11-13 (24-26) agosto 1908 IV Conferenza di tutta la Russia del POSDR LICEO: V Conferenza di tutta la Russia del POSDR Parigi, 21-27 dicembre 1908 (3-9 gennaio 1909}
| Conferenza dell’organizzazione del circondario di Mosca primavera 1909
Conferenza della redazione allargata del Proletarij Parigi, 8-17 (21-30) giugno 1909
è Conferenza della regione industriale del Centro 1909 Riunione dei membri del CC del POSDR all’estero Parigi, 28 maggio - 4 (10-17) giugno 1911
Riunione del II gruppo di Parigi del POSDR Parigi, 18 giugno (1° luglio) 1911
” Riunione dei gruppi bolscevichi all’estero Parigi, 14-17 (27-30) dicembre 1911 Praga, 5-17 (18-30) gennaio 1912 Vienna, agosto 1912 Conferenza del “blocco d’agosto”’ Riunione “di febbraio” del CC con i funzionari TER ARIE CPP) AA ATO Cracovia, 10-13 (23-26) marzo 1913
| IT Conferenza delle org. del POSDR all’estero Berna, 20-21 luglio (2-3 agosto) 1913
TTT teo a eo Poronin, 27 luglio (9 agosto) 1913
Riunione “estiva” (““d’agosto”) del CC coi funzionari Poronin, 23 settembre - 1° (6-14) ottobre LE
I IV Congr. della socialdemocrazia lettone Bruxelles, 13-26 gen. (26 gen - 8 feb.) 1914
Riunione del CC PANEL ETRE Riunione PPT aero Poronin, 29 giugno - 6 (12-19) eo, “Conferenza di unificazione” (per iniziativa dell’Ufficio SI) Bruxelles, 3-5 (16-18) luglio 1914
è Riunione dei gruppi socialdemocratici del POSDR PESCO RE
WET,
Congressi e Conferenze internazionali, sessioni dell’Ufficio socialista internazionale Congressi del POSDR/PCR(b)
Conferenze del POSDR/PCR(b)
Riunioni plenarie e allargate e Conferenze del cc del POSDR/PCR(b) Riunioni delle organizzazioni del POSDR all’estero
Riunioni delle organizzazioni locali e di settore del POSDR/PCR(b)
1915
Conferenza delle sezioni del POSDR all’estero
Zimmenwald, 23-26 agosto (5-8 settembre) 1915 I Conferenza socialista internazionale (Zimmenvald) 1916 è Sessione allargata della Commissione socialista (Zimmenvald) Berna, 23-27 gennaio (5-9) febbraio1916 Kienthal, 11-17 (24-30) apnle 1916 II Conferenza socialista internazionale (Zimmenvald)
Conferenza cittadina pietrogradese del POSDR 14 (27) - 22 aprile (5 maggio) 1917 I Conferenza del circondario di Mosca |ReTtTel (ole eli Molo 19 apnile (2 maggio) 1917
Riunione del CC 21 aprile (4 maggio) 1917
Riunione del CC 22 aprile (5 maggio) 1917
Pietrogrado, 3-24 giugno (16 giugno - 7 luglio) 1917 Conferenza delle org. militari bolsceviche Pietrogr. 16-23 giugno (29 giu. - 6 lug.) 1917
Riunione allargata del CC EST: ALI
I Conferenza socialista internazionale (Zimmenratld) Stoccolma, 23-31 agosto (5-13 settembre) 1917
Riunione del CC TE
i IL Conferenza cittadina dei bolscevichi di Mita eta lo 7-11 (20-24) ottobre 1917
Riunione del CC Riunione allargata del CC
16 (29) ottobre 1917
TTT i Risi e (Uto notte tra il 1° e il 2 (14-15) novembre 1917
Aa ce ao soviet contadini a ARI ASPRE
Riunione del CC
è CEC panrusso SESTOLA
Riunione del CC
29 novembre (12 dicembre) 1917
pr Storia del Partito bolscevico
Pesi, misure e monete
Versta = km. 1,067
Desiatina = ha 1,092
Cetvert = circa mezza desiatina
Misura = per lo più a 1 tetverik = 1. 26,21 Vedro =]. 12,29
Berkovets = Io pud = kg. 163,8 Zolotnik = g. 4,27
Grivennik = 10 copechi
Pubblicazioni delle edizioni Pantarei
Paul Fròolich
Dalla burocrazia dell'assolutismo al parlamento della rivoluzione Prefazione di Michel Vovelle
John Reed
La guerra nell’Europa orientale 1915. Balcani e Russia Le carte della rivoluzione
nascita e sviluppo dal 1935 al 1947
Paul Fròlich, Rudolf Lindau, Albert Schreiner, Jacob Walcher
Rivoluzione e controrivoluzione in Germania 1918-1920
L’editore Luigi Mongini e la diffusione del marxismo in Italia Catalogo storico I899-I1911 Friedrich Adolph Sorge Karl Obermann
Joseph Weydemerver. Pioniere del socialismo in America Diffusione, popolarizzazione e volgarizzazione del marxismo
in Italia
AA.VV.
Origini e sconfitta dell’internazionalismo in Cina 1919-1927 Antologia di scritti raccolti e presentati da A. Alotsi
Liberali e democratici alle origini del movimento operaio
italiano
1 Congressi delle Società Operaie Italiane (1853-1893) Angus Maddison Rodolto Badarello
Storia particolare delle officine Scarpa & Magnano
e delle loro maestranze
AA. VV.
Cronache e dispacci dalla Rivoluzione d’Ottobre
Raffaele De Cicco
Organizzazione e lavoro nel porto di Savona
AA.VV.
Lotte operaie negli Stati Uniti America 1890-1910
Angus Maddison
L'economia mondiale dall’anno 1 al 2030
Giorgio Doria
della Prima Guerra Mondiale
L/olume primo (1815-1882), volume secondo (1883-1915)
FEmilio Gianni
L’Internazionale italiana fra libertari ed ZI , III AE ZOO CERCARE Federazione Alta Italia dell Associazione Internazionale dei lavoratori 1872-1880 Storia del Partito bolscevico
Finito di stampare nel novembre 2008
Composizione e fotolito l'otolito Galli e Thierry s.a.s. — Milano Stampa Galli Thierry — Milano
Proponiamo al lettore la prima traduzione in italiano della Storia del Partito bolscevico di V./. Nevskij. L'autore, rivoluzionario e bolscevico della prima ora, al momento in cui scrive (1925) dirige l’Istituto per la Storia del Partito. Nella Prefazione alla prima edizione egli indica gli scopi e, con modestia fin eccessiva, i limiti dell’opera, un «saggio» che «espone in forma elementare la nostra storia ed è destinato agli studenti». Il «valido libro su una materia così importante come la storia del Partito bolscevico» atteso
da Nevskij per i necessari approfondimenti non vedrà mai la luce. La controrivoluzione, la stessa che nella sua veste
staliniana lo giustizierà nel 1937, spezzò anche il filo della
ricerca marxista sulla storia della Rivoluzione russa e del partito che l’ha guidata alla vittoria.
Nelle considerazioni conclusive Nevskij ritiene assolto
il proprio scopo se il suo libro avrà indotto il lettore ad avvicinarsi alla «giovane scienza» fondata da Marx ed Engels e sviluppata, tra gli altri, da Lenin. Ad integrazione e documentazione dei testi in cui Lenin fissa i cardini teorici,
politici e organizzativi del bolscevismo — il Che fare?, Un
passo avanti e due indietro, Due tattiche della socialdemocrazia, L’estremismo — /a presente opera riteniamo possa rive-
larsi di grande utilità.
ISBN 978-88-86591-21-8