Ordine dei minimi di San Francesco di Paola. Libri e biblioteche degli ordini religiosi in Italia alla fine del secolo XVI 8821010503, 9788821010507


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Ordine dei minimi di San Francesco di Paola. Libri e biblioteche degli ordini religiosi in Italia alla fine del secolo XVI
 8821010503, 9788821010507

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LIBRI E BIBLIOTECHE DEGLI ORDINI RELIGIOSI IN ITALIA ALLA FINE DEL SECOLO XVI 7

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La pubblicazione delle liste dei titoli dei libri posseduti dagli Ordini religiosi in Italia alla fine del secolo XVI è frutto della Ricerca sull’Inchiesta della Congregazione dell’Indice dei libri proibiti, originariamente patrocinata dall’Associazione don Giuseppe De Luca, finanziata con fondi COFIN e PRIN, e con il sostegno dei seguenti ordini religiosi: Carmelitani della B.V. Maria Immacolata, Chierici Regolari di Somasca, Chierici Regolari di S. Paolo, Congregazione Benedettina Olivetana, Congregazione Benedettina Vallombrosana, Congregazione Camaldolese dell’Ordine di S. Benedetto, Ordine dei Minimi, Ordine di S. Agostino, Ordine Francescano Frati Minori (Conferenza dei Ministri Provinciali), Ordine Francescano Frati Minori Cappuccini (Provincia Umbra), Ordine Francescano Frati Minori Conventuali (Centro Studi Antoniani), Servi di Maria. La pubblicazione dei volumi è curata da Roberto Rusconi (Università Roma Tre), con la consulenza scientifica di Agostino Borromeo (Sapienza – Università di Roma) Rosa Marisa Borraccini  (Università di Macerata) Gianna Del Bono (Università di Roma – Tor Vergata) Giovanna Granata (Università di Cagliari) Maria Pia Paoli (Scuola Normale Superiore di Pisa) Luigi Pellegrini (Università di Chieti) Danilo Zardin (Università cattolica del S.C. – Milano) Gabriella Zarri (Università di Firenze)

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STUDI E TESTI

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LIBRI  E  BIBLIOTECHE  DEGLI  ORDINI  RELIGIOSI IN  ITALIA  ALLA  FINE  DEL  SECOLO  XVI

7

ORDINE DEI MINIMI  DI SAN FRANCESCO DI PAOLA a cura di Rocco Benvenuto OM (†) – Roberto Rusconi con la collaborazione di Carmela Compare, Lucia Marinelli, Rosario Quaranta, Alessandro Serra

CITTÀ DEL VATICANO

B iblioteca A postolica Vaticana 2020

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Pubblicazione curata dalla Commissione per l’editoria della Biblioteca Apostolica Vaticana: Maria Gabriella Critelli (Segretario f. f.) Eleonora Giampiccolo Timothy Janz (Presidente) Antonio Manfredi Claudia Montuschi Cesare Pasini Ambrogio M. Piazzoni Delio V. Proverbio

Descrizione bibliografica all’indirizzo http://www.vaticanlibrary.va/

Gli indici dei volumi della serie “LIBRI E BIBLIOTECHE DEGLI ORDINI RELIGIOSI IN ITALIA ALLA FINE DEL SECOLO XVI” sono in formato elettronico, consultabili all’indirizzo http://rici.vatlib.it

Proprietà letteraria riservata © Biblioteca Apostolica Vaticana, 2020 ISBN 978-88-210-1050-7 Edizione digitale: ISBN 978-88-210-1051-4 TIPOGRAFIA  VATICANA

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SOMMARIO

Premessa di Roberto Rusconi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 Criteri di trascrizione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 Criteri di indicizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 Rosario Quaranta, L’Ordine dei Minimi tra fine ’400 e inizi ’600 . . . . . . . . 15 Roberto Rusconi, L’inchiesta della Congregazione dell’Indice alla fine del secolo XVI e l’Ordine dei Minimi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75

Rocco Benvenuto, La biblioteca di S. Luigi a Palazzo di Napoli (XVII secolo) . 97 Distribuzione geografica dei conventi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 108 Il codice Paris, Archives Nationales, LL 1563 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 111 Index librorum fratrum Minimorum sancti Francisci de Paula. Edizione del testo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 147 Indice dei Nomi e dei Luoghi a cura di Rosario Quaranta . . . . . . . . .

743

Tavole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

763

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ROBERTO RUSCONI

PREMESSA

In memoria di p. Rocco Benvenuto O.M. († 28 novembre 2018) Alcuni anni or sono con grande acume p. Rocco Benvenuto si rese conto che nel codice LL 1563 delle Archives Nationales di Parigi, occultato da una rilegatura ottocentesca foriera di confusione, in quanto recava sul dorso un’intestazione riferita al loro convento parigino, era in verità contenuto il manoscritto che conservava tutte le liste librarie che l’Ordine dei Minimi di san Francesco di Paola aveva inviato a Roma alla S. Congregazione dell’Indice dei libri proibiti in ottemperanza alle ingiunzioni seguite alla pubblicazione dell’Index librorum prohibitorum da parte di papa Clemente VIII nel 1596. La scoperta fu resa pubblica nel 2002 con la pubblicazione della lista dei titoli dei libri posseduti alla fine del secolo XVI dal convento calabrese di Bisignano, sulle pagine del Bollettino Ufficiale dell’Ordine dei Minimi1. In occasione di un convegno organizzato a Napoli nel 2007, nella ricorrenza del quinto centenario della scomparsa di san Francesco di Paola, p. Rocco presentò un intervento sulla libraria del convento partenopeo di S. Luigi a Palazzo, che purtroppo non fu incluso negli atti e dunque è rimasto inedito2. In un altro convegno, tenuto a Roma nel 2014, egli intervenne anche in merito alla biblioteca del convento capitolino della SS. Trinità dei Monti3. Ci incontrammo a Roma e decidemmo di inserire la lavorazione di quel manoscritto parigino all’interno della Ricerca sull’Inchiesta della Congregazione dell’Indice, da me promossa e coordinata. Con grande disponibilità p. Rocco ci consentì di ricavare una copia elettronica del microfilm in suo possesso e si adoperò a ritrovare i fondi con cui compensare i collaboratori che avrebbero contribuito a trascrivere le liste dei titoli di libri, 1  R. Benvenuto, I Minimi nella diocesi di Bisignano alla vigilia della soppressione innocenziana, in Bollettino ufficiale dell’Ordine dei Minimi 48 (2002), pp. 474-538. 2   Si veda F. Senatore (a cura di), S. Francesco di Paola e l’Ordine dei Minimi nel Regno di Napoli (secoli XV-XVII). Atti del primo Convegno per la celebrazione del quinto centenario della morte di s. Francesco di Paola (1507-2007), Napoli, 2008 (Momenti della storia di Napoli e del Mezzogiorno d’Italia, 7). 3   R. Benvenuto, Governo e cultura. La metamorfosi di Trinità dei Monti nella Roma rinascimentale e barocca, in C. Di Matteo – S. Roberto (a cura di), La chiesa e il convento della Trinità dei Monti. Ricerche, nuove letture, restauri, Roma 2016, pp. 37-43.

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PREMESSA

a identificare le edizioni corrispondenti a quei titoli (qualora possibile), a inserire liste e identificazioni nella banca dati on line – attualmente ospitata nel sito della Biblioteca Apostolica Vaticana4: e infine a predisporre tutto quel materiale per la pubblicazione a stampa. Proponendosi come obiettivo la consegna per l’anno 2017 in diversa misura si misero a trascrivere le liste Serena Ammirati, Chiara Maragoni e Alessandro Serra. Provvidero alle identificazioni ancora Chiara Maragoni e soprattutto Lucia Marinelli. Nell’inserimento in banca dati si impegnarono di nuovo Lucia Marinelli e in particolare Carmela Compare. Purtroppo si frapposero altri impegni di p. Rocco, in particolare la pubblicazione delle Vite del fondatore dell’Ordine: la prima è uscita appunto nel 20175, mentre dell’altra egli non ha potuto vedere la stampa – malgrado ad essa abbia lavorato nel corso del 20186. Negli ultimi mesi del 2018 ci eravamo accordati per mettere mano alla predisposizione di questo volume per la stampa, iniziando a partire dai primi mesi del 2019. Dopo l’improvvisa scomparsa di p. Rocco è stato possibile riprendere le fila all’impresa grazie alla disponibilità dell’Ordine dei Minimi, nella persona di p. Giuseppe Fiorini Morosini, e soprattutto con l’aiuto di Rosario Quaranta, oltre alle segnalazioni di Maria Rosaria Sangineto. In precedenza p. Rocco aveva fornito preziose indicazioni per la identificazione delle località, dove si trovavano i conventi dei Minimi alla fine del secolo XVI, e delle rispettive intitolazioni, oltre che informazioni bio-bibliografiche su singoli religiosi: anche dove non aveva indicato le proprie fonti, è stata comunque conservata l’informazione, facendola seguire dall’indicazione [RB]. Alcuni passaggi a Parigi, in occasione di convegni e di altri impegni accademici, hanno consentito di condurre alcune verifiche direttamente sul manoscritto, grazie alla disponibilità del personale delle Archives Nationales, e in particolare di Brunel Ghislain. In un paio di occasioni sono stato ospite del convento parigino dei Cappuccini, in rue Boissonade, grazie all’interessamento del bibliotecario, Pierre Moracchini. In questo volume, a colmare l’assenza di una preziosa collaborazione, si pubblica il testo di p. Rocco Benvenuto, relativo alla biblioteca del convento napoletano di S. Luigi a Palazzo, rimasto inedito7.

  All’indirizzo http://rici.vatlib.it/   Anonimo Calabrese, Vita del glorioso Padre San Francesco di Paola. La prima biografia sull’Eremita scritta in Calabria. Introduzione ed edizione critica a cura di Rocco Benvenuto, Soveria Mannelli (Catanzaro), 2017. 6   Si veda ora La vita di san Francesco di Paola, raccontata dall’Anonimo discepolo contemporaneo nel testo originale francese ritrovato dal p. Rocco Benvenuto O.M., a cura di G. Fiorini Morosini e R. Quaranta, Soveria Mannelli (CZ) 2019. 7   Alle pp. 97-109. 4 5

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CRITERI DI TRASCRIZIONE

La trascrizione per la pubblicazione è stata approntata in maniera conservativa. È stato adottato di conseguenza un metodo diplomatico-interpretativo, secondo i criteri che seguono: a)

si è mantenuto, per quanto possibile, l’usus scribendi dei copisti, ivi compresi gli errori nella grafia (anche evidenti, dunque non segnalati con “sic” o con “!” e “?”), l’uso diversificato delle lettere u/v e i/j, e i troncamenti; sono stati invece effettuati gli scioglimenti delle abbreviazioni, uniformandosi per quanto possibile alle scelte linguistiche dell’estensore di una lista; nel caso di palesi manipolazioni dell’ortografia di nomi di persone e di luoghi da parte degli estensori degli elenchi, il nome non è stato riportato alla forma non manipolata, per la quale si rimanda agli indici elettronici del volume; eventuali casi di scriptio continua sono stati sciolti; è stata conservata la distinzione nell’uso di un copista tra la e caudata e i dittonghi1; l’uso di maiuscole e minuscole è stato normalizzato secondo le attuali consuetudini e il loro valore diacritico. Si è usata la maiuscola: per la prima parola del titolo; per i nomi di istituzioni; i nomi geografici, e per i loro derivati solo se in latino; il termine santo quando associato a una denominazione di luogo o di istituto ecclesiastico, ma non per i personaggi; gli aggettivi, specie nei titoli, derivati da nomi propri; i nomi degli Ordini religiosi, sia in latino che in italiano, tranne quando usati come attributi di singoli religiosi; i titoli delle opere, quando riportati all’interno di altri titoli, come avviene nel caso dei commenti, in particolare alle Sentenze e alle opere di Aristotele; i nomi liturgici (come Avvento e Quaresima) e i titoli di libri liturgici (Breviario, Graduale, Antifonario, e anche Epistole ed Evangeli), sia in latino sia in italiano; la seconda parte dell’intestazione delle aziende tipografiche, sia in latino che in italiano (p.es. “ad signum Spei”, “al segno della Speranza”, ma “Officina” o “Tipografia” soltanto quando non indichi semplicemente l’azienda di un editore/stampatore); « fra » (= frate), in quanto troncamento, quando in sequenza narrativa in volgare è seguito da apostrofo (« fra’ »); si indica la distinzione fra « de » (per “di”) e « de’ » (per “dei”);

b)

c) d) e)

f)

1

  Nella banca dati on line le e caudate sono state sostituite con il dittongo corrispondente.

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g)

h) i) j)

k) l) m) n) o) p) q) r)

CRITERI DI TRASCRIZIONE 

le lacune nel manoscritto e le eventuali integrazioni al loro interno sono state indicate con le parentesi graffe. Nel caso di lacuna per cui non fosse possibile proporre una integrazione sono stati inseriti tre asterischi {***}. Se la lacuna riguarda l’indicazione degli anni di stampa, tra parentesi graffe è stato inserito un asterisco per ogni cifra mancante (p.es. “15{*}6” oppure “15{**}”). il nome dell’autore è seguito da una virgola, che lo separa dal titolo, tranne nel caso in cui l’autore sia indicato al genitivo in latino; prima dell’indicazione dei dati tipografici, e in particolare del luogo di stampa, si usa il punto fermo: le successive indicazioni sono separate da virgola. Prima di espressioni come “Ceteris caret”, e simili, si usa un punto fermo; l’eventuale indicazione del numero dei volumi, se inserita dopo il titolo viene separata da virgola, mentre se si trova dopo le indicazioni di stampa è separata da un punto. Nel caso si tratti dei “libri” in cui è suddivisa un’opera, di norma non si mette la virgola; nei casi in cui l’estensore di una lista abbia fornito le indicazioni bibliografiche in forma discorsiva, sarà conservata, adattandola per quanto possibile alle indicazioni precedenti; quando siano indicati i possessori di singoli volumi, all’interno di una lista cumulativa, i loro nominativi sono separati da un punto fermo; alla fine di ogni item è stato posto il punto fermo; i numerali sono stati sciolti soltanto qualora comparisse in apice una desinenza, che li assimilasse ad abbreviazioni; altrimenti, è stata lasciata la forma come appariva sul manoscritto (numeri arabi o numeri romani); l’eventuale indicazione del formato al termine dell’item è posta dopo un punto fermo; se all’interno dell’item, se ne mantiene l’andamento discorsivo. Se indicato con numerali, non si sciolgono (quindi anche « 16° »); gli item costituenti una lista di libri sono stati numerati progressivamente. La numerazione seriale, fra parentesi quadre, precede ogni singolo item, indipendentemente dal numero dei volumi eventualmente indicato; negli item che contengano l’indicazione di più di una edizione la numerazione è cumulativa (p.es. [152-153]), mentre negli indici elettronici le corrispondenti edizioni sono indicate separatamente; le indicazioni relative ai fogli del manoscritto vengono indicate fra parentesi tonde. Si fa riferimento alla numerazione attuale; l’eventuale presenza di una precedente numerazione è segnalata nella descrizione del manoscritto2.

2  Nella banca dati il cambio di foglio all’interno di un singolo item della lista è stato indicato con uno slash (“/”).

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CRITERI DI INDICIZZAZIONE

La consultazione della banca dati presente nel sito della Biblioteca Apostolica Vaticana prevede i seguenti percorsi di ricerca: I – Ricerca sulle biblioteche, ovvero sui diversi livelli di aggregazione della documentazione; II – Ricerca bibliografica, ovvero sulle notizie bibliografiche riportate negli elenchi; III – Ricerca combinata, che cioè consente di incrociare la ricerca sulle biblioteche e la ricerca bibliografica. I – La Ricerca sulle biblioteche permette di interrogare la banca dati a cominciare dalle unità archivistiche contenenti le liste dei titoli di libri (Codici) oppure direttamente dalle liste stesse (Elenchi). È inoltre possibile scorrere l’elenco delle località in cui hanno sede i conventi e i monasteri cui sono riferibili le liste (Indice delle località) e l’elenco dei nomi di singoli possessori dei libri ovvero di altri personaggi che in essi siano nominati a vario titolo, perché implicati nella redazione, nel controllo inquisitoriale, etc. (Indice dei personaggi). La ricerca per Codici consente di interrogare la banca dati: –  in base all’identificativo che nella banca dati è stato assegnato a ciascuno dei manoscritti contenenti le liste (campo Num. Sistema COD), se è noto; –  in base al numero assegnato a ciascuno dei manoscritti del fondo Vaticano latino della BAV (campo Vat. Lat.)3. La ricerca per Elenchi consente di interrogare la banca dati per selezionare uno o più liste: –  in base all’identificativo che nella banca dati è stato assegnato a ciascuno (campo Num. sistema ELE); –  in base all’Ordine religioso che ha prodotto le liste (campo Ordine); ogni Ordine è indicato da una sigla per individuare la quale si può consultare la lista del menu a tendina; –  in base alla provincia religiosa (campo Provincia) o in base al convento o monastero (campo Convento/Monastero) di cui si vogliono esaminare liste; ognuno è identificato dal nome della città in cui è situato seguito dall’intitolazione; –  in base alla provincia attuale in cui si trova la località sede del convento/monastero (campo Provincia geografica); 3   Provvisoriamente attraverso questo campo si possono interrogare anche i codici non conservati nella Biblioteca Apostolica Vaticana: inserendo il numero 22, il codice Index, XXII, dell’Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede; il numero 214, il codice AB 214 dell’Archivio Generale dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini; il numero 1563, il manoscritto Paris, Archives Nationales, LL 1563.

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CRITERI DI INDICIZZAZIONE

–  in base al nome del singolo possessore dei libri (campo Possessore); –  in base ai nomi di altri personaggi, diversi dai possessori, che siano citati nelle liste in relazione alla redazione; –  in base alla posizione della lista nel corpus documentario (campo Vat. Lat. e campo Fogli). Una volta ottenuta, come risultato della ricerca, l’elenco delle liste corrispondenti ai criteri di ricerca, “cliccando” sul numero di sistema è possibile esaminare nel dettaglio le caratteristiche generali di ciascuna lista ed ottenere l’elenco dei titoli in essa contenuti: usando il bottone Titoli è possibile esaminare le voci della lista così come trascritte, usando il bottone Edizioni è possibile esaminare le medesime voci con riferimento alle corrispondenti edizioni. È inoltre possibile attivare la navigazione su ognuno degli elementi che descrivono ciascuna lista, attivando i legami ipertestuali disponibili ed estendendo la ricerca alle liste dello stesso Ordine, provincia, convento, etc. II – La Ricerca bibliografica consente di interrogare la banca dati in base agli autori, agli editori e stampatori, ai luoghi di pubblicazione oppure alle edizioni cui sono riferibili le notizie bibliografiche descritte nelle liste. La ricerca per Autori consente di selezionare gli autori le cui opere/edizioni sono descritte nelle liste: –  in base al nome, normalizzato secondo le convenzioni bibliografiche moderne, con rinvii dalle forme alternative (nomi latinizzati, etc.); –  in base alla sigla dell’Ordine religioso di appartenenza; –  in base alle qualificazioni cronologiche. Una volta ottenuto, come risultato della ricerca, l’elenco degli autori corrispondenti ai criteri di ricerca, “cliccando” sul numero di sistema di ciascuno è possibile esaminare l’elenco delle edizioni corrispondenti. La ricerca per Editori consente di selezionare gli editori e stampatori le cui edizioni sono descritte nelle liste: –  in base al nome, normalizzato secondo le convenzioni bibliografiche moderne, con rinvii dalle forme alternative (nomi latinizzati, etc.). Una volta ottenuto, come risultato della ricerca, l’elenco degli autori corrispondenti ai criteri di ricerca, “cliccando” sul numero di sistema di ciascuno è possibile esaminare l’elenco delle edizioni corrispondenti. La ricerca per Luoghi di pubblicazione consente di selezionare i luoghi di stampa delle edizioni descritte nelle liste: –  in base al nome moderno delle località di stampa. Una volta ottenuto, come risultato della ricerca, il luogo corrispondente ai criteri di ricerca, “cliccando” sul numero di sistema è possibile esaminare l’elenco delle edizioni corrispondenti. La ricerca per Edizioni consente di selezionare le edizioni descritte nelle liste: –  in base all’identificativo che nella banca dati è stato assegnato a ciascuna (campo Num. Sistema: BIB);

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CRITERI DI INDICIZZAZIONE

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–  in base allo stato di identificazione (campo Stato), con la possibilità di scegliere dal menu a tendina se limitare la ricerca a quelle identificate su repertori bibliografici (Verificate) oppure soltanto quelle non identificate (Non verificate); –  in base al tipo di pubblicazione, con la possibilità di scegliere dal menu a tendina tra manoscritti o libri a stampa (campo Tipo) oppure in base alla lingua prevalentemente usata nel testo (campo Lingua), con la possibilità di scegliere dal menu a tendina le lingue considerate; –  in base ai dati bibliografici (campi Autore, Titolo, Luogo, Editore, Data); –  in base alla fonte utilizzata per l’identificazione (campo Identificativo fonte). Le fonti utilizzate sono prevalentemente cataloghi e repertori bibliografici on line, elencati nella introduzione on line all’uso della banca dati. Una volta ottenuti i risultati della ricerca, “cliccando” sul numero di sistema assegnato a ciascuna edizione è possibile iniziare la navigazione nella banca dati, esaminando altre edizioni del medesimo autore, stampatore, luogo di stampa nonché l’elenco delle liste in cui l’edizione è presente. III – La Ricerca combinata consente di selezionare e di combinare tra loro tramite gli operatori logici i campi utilizzati per la Ricerca sulle biblioteche e i campi utilizzati per la Ricerca bibliografica. I risultati della ricerca possono essere visualizzati scegliendo le seguenti opzioni: a) in riferimento alle edizioni cui sono riconducibili le voci delle liste l’opzione Edizioni dal menu a tendina; b) in riferimento alle citazioni bibliografiche come sono indicate nelle liste l’opzione Titoli dal menu a tendina; c) in riferimento alle liste che le contengono l’opzione Elenchi dal menu a tendina.

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ORDINE DEI MINIMI DI SAN FRANCESCO DI PAOLA

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ROSARIO QUARANTA

L’ORDINE DEI MINIMI TRA FINE ’400 E INIZI ’600

Francesco di Paola e l’Ordine dei Minimi L’Ordine dei Minimi ha avuto origine nella prima metà del secolo XV dall’eremita calabrese Francesco di Paola. Due secoli dopo la fondazione, nel 1635 il Lanovio, massimo storico di questo istituto religioso, nella prima pagina del suo Chronicon generale1 dichiarava con un pizzico di orgoglio e con una certa solennità che l’Ordine dei Minimi cominciò a sbocciare nel suo germe nell’anno dell’era cristiana 1416, e cioè quando venne alla luce Francesco di Paola: « Ordo Minimorum in suo germine coepit exoriri, cum scilicet in lucem editus est suus ille Institutor, Gratiae filius, Miraculorum parens, qui per totum quod superest Saeculi huius curriculum et aliquantum alterius ineuntis spatium, divinitatis splendore   Lanovius, Chronicon, p. 5. ABBREVIAZIONI: Acta Capitulorum ACTA= Acta Capitulorum Generalium Ordinis Minimorum, voll. I-II, Roma 1916; Isnard, Codex = S. Isnard, Codex Minimus S. Ordinis Minimorum S. Francisci de Paula, Statuta omnia, etiam Capitulorvm Generalium, non reuocata comprehendens. Lugduni, du Plessier, 1631; Isnard, Series Conventuum = S. Isnard, Codicis Minimi S. Ordinis Minimorum S. Francisci de Paula […] pars altera, Lugduni, Cayne, 1632 (con nuova numerazione di pagine dopo p. 324 è riportata la Series Conventuum Ordinis Minimorum S. Francisci de Paula); Lanovius, Chronicon = F. Lanovius, Chronicon Generale Ordinis Minimorum […], Parigi, Cramoisy, 1635; Manipulus Minimorum = B. d’Avila, Manipulus Minimorum ex regulari Summorum Pontificum sacrarum Congregationum et ipsius Ordinis agro collectus […], Lilla, de Rahe, 1667 (alle pp. 63-68 viene riportata la « Series conventuum, in qua 1. ponitur conventus. 2. provincia. 3. annus erectionis »); Montoya, Corónica = L. de Montoya, Corónica general de la Orden de los Mínimos de S. Francisco de Paula, Madrid, Bernardino de Guzmán, 1619; Roberti, Disegno storico = G. Roberti, Disegno storico dell’Ordine de’ Minimi, I (15071600), Roma 1902; II (1600-1700), Roma 1908; III (1700-1800), Roma 1922. SIGLE: CNCE = EDIT 16. Censimento nazionale delle edizioni italiane del XVI secolo (http:// edit16.iccu.sbn.it/web_iccu/ihome.htm) FRBNF = OPAC della Bibliothèque Nationale de France (https://data.bnf.fr/ontology/ bnf-onto/FRBNF) IT/ICCU = OPAC SBN. Catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale. (https://opac.sbn. it/opacsbn/opac/iccu/free.jsp) RVC = F. Russo, Regesto vaticano per la Calabria, Roma 1974-1977. 1

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ROSARIO QUARANTA

ad salutem hominibus affulsit »2. Aggiungeva inoltre che nell’anno 1435 Francesco, uscito dalla solitudine del deserto all’interno del territorio di Paola, in un fondo paterno fissò la sede per sé e per i suoi primi compagni3. Nel suo originale aspetto penitenziale, con la fondazione del nuovo Ordine religioso, che volle chiamare dei Minimi, egli si inseriva nell’ampio tentativo di riforma religiosa fatto nella Chiesa alla metà del secolo XV. Francesco nasce il 27 marzo 1416 a Paola, in Calabria, da Giacomo Martolilla e da Vienna di Fuscaldo. A dodici anni, accompagnato dai genitori, si porta al convento dei Minori Conventuali in San Marco Argentano (Cosenza), allo scopo di indossare per un anno l’abito votivo di san Francesco d’Assisi. Con loro intraprende poi un lungo pellegrinaggio a Roma, Assisi, Loreto e Montecassino. Di ritorno a Paola si ritira nella solitudine del deserto. Tra i rigori del­la mortificazione, nella preghiera, nella contemplazione e a contatto con la natura, trascorre diversi anni. Alla metà del secolo XV si colloca l’inizio della sua missione religiosa. Nel 1471, con la bolla Decet nos l’arcivescovo di Cosenza, Pirro Caracciolo, approva il movimento eremitico da lui fondato col titolo di Congregazione degli Eremiti di S. Francesco d’Assisi, ponendolo alle dirette dipendenze della Santa Sede. L’approvazione pontificia giunge con Sisto IV nel 1474 e poi con Innocenzo VIII nel 1486. Fonda intanto i primi conventi in Calabria e Sicilia. Un periodo nuovo nella vita del Paolano si apre nel 1483, quando il re Luigi XI di Francia, gravemente infermo, con la mediazione del papa Sisto IV riesce ad averlo al suo capezzale. Pur sapendo che il suo sarebbe stato un viaggio senza ritorno, Francesco ubbidisce e si reca in Francia, dove svolge, tra le altre cose, anche una vera e propria attività diplomatica tra Francia, Santa Sede e Regno di Napoli. Con la sua parola ispirata e con la sua vita santa egli dispone il re a pentirsi, a riparare i disordini del suo governo, ad accettare con cristiana rassegnazione la morte. Grazie anche alla protezione della corte di Francia, Francesco di Paola si dedica al proprio Ordine, che abbandona gradualmente il tratto eremitico per abbracciare quello cenobitico. Non senza influssi di altri Ordini religiosi, allo scopo redige una Regola che, perfezionata in quattro stesure

2   Lanovius, Chronicon, p. 5. François de la Noüe (Parigi 1595-1670), teologo, filosofo, storico e scienziato di valore. Fu amico e confratello del celebre p. Marin Mersenne, che difese dalle critiche di Robert Fludd. Scrisse molte altre opere, tra le quali De sanctis Franciae cancellariis syntagma historicum, Parigi, Cramoisy, 1634. Moltissime altre, rimaste manoscritte, si conservavano nell’importante biblioteca parigina dei Minimi di Place Royale. Un suo lungo elogio in R. Thuillier, Diarium Patrum, Fratrum et Sororum ordinis Minimorum provinciae Franciae sive Parisiensis qui religiose obierunt ab anno 1506 ad annum 1700, tomus secundus, Parigi, Giffart, 1709, pp. 7-16. Cfr. pure Roberti, Disegno storico, II, pp. 543-552. 3   Ibidem.

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L’ORDINE DEI MINIMI TRA FINE ’400 E INIZI ’600

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successive, verrà approvata da Alessandro VI a tre riprese, nel 1493, 1501 e 1502, e definitivamente da Giulio II nel 1505 con la bolla Inter ceteros 4. Il 2 aprile 1507, venerdì santo, l’eremita calabrese chiude in Francia, a Tours, la sua lunga e laboriosa vita terrena, alla veneranda età di 91 anni. Il l° maggio 1519 viene annoverato nell’albo dei santi da papa Leone X. A partire dal 1502, anno in cui un attento discepolo “anonimo” ne tracciò, lui vivente, un prezioso profilo biografico5, sulla sua figura e sulla sua opera, hanno scritto molti autori: storici, oratori sacri, letterati, poeti, scrittori di pietà e di devozione6. In ordine di tempo, tra le biografie del secolo XVI si segnalano quelle pubblicate quasi contemporanea4   Per questi aspetti si vedano in particolare gli studi di A. Galuzzi, Origini dell’Ordine dei Minimi, Roma 1967, e Id., Studi sulle origini dell’Ordine dei Minimi, a cura di M. Sensi, Roma 2009; cfr. inoltre G. Caridi, Francesco di Paola. Un santo europeo degli umili e dei potenti, Roma 2016. 5   Vita di san Francesco di Paola scritta da un discepolo anonimo suo contemporaneo, a cura di N. Lusito, Paola (Cosenza) 1967. Su questa importante fonte si vedano ora Anonimo Calabrese, Vita del gloriosissimo San Francesco di Paola. La prima biografia sull’eremita scritta in Calabria, Introduzione critica a cura di R. Benvenuto, Soveria Mannelli (Catanzaro) 2016, nonché La vita di S. Francesco di Paola raccontata dall’Anonimo discepolo contemporaneo nel testo originale francese ritrovato dal P. Rocco Benvenuto O. M., a cura di G. Morosini, R. Quaranta, Soveria Mannelli (Catanzaro) 2019. 6  Copiosa la bibliografia che si arricchisce costantemente: F. Russo, Bibliografia di S. Francesco di Paola, in Bollettino Ufficiale dell’Ordine dei Minimi 3 (1957), n. 1, pp. 1-137, e Bibliografia di San Francesco di Paola (aggiornamento: 1967-1990), in Fede, pietà, religiosità popolare e San Francesco di Paola. Atti del II Convegno internazionale di studio, Paola 7-9 dicembre 1990, Roma 1992, pp. 283-298; Si vedano in particolare G. Roberti, San Francesco di Paola fondatore dell’Ordine dei Minimi (1416-1507). Storia della sua vita, Roma 19632 [Roma 1915]; F. Russo, Francesco di Paola, santo, in Bibliotheca Sanctorum V, 1964, coll.1163-1182; Galuzzi, Origini dell’Ordine dei Minimi cit.; Id., San Francesco di Paola, in Dizionario degli Istituti di Perfezione IV (1977), coll. 527-530; S. Francesco di Paola. Chiesa e società del suo tempo. Atti del convegno internazionale di studio, Paola 20-24 maggio 1983, Roma 1984; Fede, pietà, religiosità popolare e San Francesco di Paola, Atti del II convegno internazionale di studio. Paola, 7-9 dicembre 1990, Roma 1992; G. Fiorini Morosini, Il carisma penitenziale di S. Francesco di Paola e dell’Ordine dei Minimi, Roma 2000; Luce che illumina i penitenti. Atti sul convegno di studi sulla IV regola dei Minimi nel V centenario della sua approvazione, 15052006, a cura di M. Sensi, Roma 2001; L’eremita Francesco di Paola viandante e penitente. Atti del Convegno Internazionale di Studio, Paola 14-16 settembre 2000, Roma 2006; G. Fiorini Morosini, S. Francesco di Paola. Vita, personalità, opera, Roma 2006; S. Francesco di Paola e l’Ordine dei Minimi nel regno di Napoli (secoli XV-XVII), a cura di F. Senatore, Napoli 2008; A. Galuzzi, Studi sulle origini dell’Ordine dei Minimi, a cura di M. Sensi, Roma 2009; B. Pierre – A. Vauchez (a cura di), Saint François de Paule, les Minimes en France de la fin du XVIe au XVIIIe siécle, Tours 2010 (Collection «  Perspectives historiques  »); D. Macris - G. Tallarico, La canonizzazione di san Francesco di Paola, San Giovanni in Fiore (Cosenza) 2012; Prima e dopo san Francesco di Paola, continuità e discontinuità, a cura di B. Clausi, P. Piatti, A. B. Sangineto, Caraffa di Catanzaro 2012; Commende, osservanza e riforma tra Italia, Francia e Spagna. Atti del Convegno di Studi Roma, 22-24 novembre 2007, a cura di M. Sensi, Roma, 2014; D. De Rosa, San Francesco di Paola: mistico e riformatore del suo tempo (XV secolo), Milano 2013; G. Cozzolino, San Francesco di Paola e il miracoloso passaggio dello Stretto di Messina, Cosenza 2014; Caridi, Francesco di Paola cit.

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mente a Napoli da Davide Romeo da Filogaso nel 15717 e nel 1573 dal p. Gaspare Passarello da Monopoli, dell’Ordine dei Minimi8. Nel 1577 Paolo Regio consegna alle stampe la prima vera biografia completa del Paolano, non priva di pregi, specie per l’utilizzazione esclusiva delle fonti canoniche. Dopo due decenni l’opera, riccamente illustrata e particolarmente fortunata dal punto di vista editoriale9, conobbe anche una trasposizione 7   Dauidis Romaei Septem sancti custodes ac Praesides urbis Neapolis his adscripsimus Thomam Aquinum. et Franciscum Paul. Neapoli, apud Iosephum Cacchium, 1571 [CNCE 23446]. La vita del santo è alle pagine 185-224. L’opera fu riedita pochi anni dopo: Davidis Romaei Septem Divi custodes ac Praesides urbis Neapolis his adscripti sunt Thomas Aquinus Franciscus Paulanus et quinque diui custodes urbis Surrenti. Neapoli, apud Iosephum Cacchium, 1577, [CNCE 23526]. La vita del santo, cui segue il poemetto in esametri latini Incerti Poetae in laudem Francisci Paulani, si ritrova alle pp.185-232. Il poeta incerto in realtà è il dotto umanista Francesco Franchino. 8   G. Passarello, La Vita del glorioso Confessore San Francesco di Paola. Con un sermone [...] in lode del Santo. In Napoli, appresso Horatio Saluiani, 1573. Fu ripubblicata due anni dopo: La vita del glorioso confessore santo Francesco di Paola, fondatore dell’Ordine de’ Minimi. Distinta in due parti, & nuouamente composta, per il reuerendiss. p.f. Gaspare Passarello di Monopoli, Generale del medesmo ordine. In Ferrara, per gli heredi di Francesco de i Rossi, 1575 [IT\ICCU\TO0E\049575]. La redazione in latino, Vita B. Francisci de Paula religionis Minimorum Authoris, fu inserita in Priuilegia sacri Ordinis minimorum sancti Francisci de Paula, per complures summos pontifices concessa, & communicata. Cum alijs, quæ versa pagella indicabit; vniuersos ordines tangentibus. Studio & opera r.p.f. Gasparis Passarelli à Monopoli, eiusdem ordinis generalis, transumpta, & impressa. In ciuitate Neapolitana, in officina viri Horatij Saluiani, 1573 mense Nouembri die 9., ff. 243r - 267v [CNCE 46990]. Dopo un paio di decenni la Vita B. Francisci de Paula [...] Nunc denuo, à reuer. p.f. Nicolao de Christianis, Venetæ prouinciæ vicario prouinciali, accurata locubratione reuisa, correcta, & in suum pristinum candorem restituta, fu nuovamente allegata ai Priuilegia sacri Ordinis minimorum sancti Francisci de Paula, per complures summos pontifices concessa, & communicata. Cum alijs, quæ versa pagella indicabit; vniuersos ordines tangentibus. Studio & opera r.p.f. Gasparis Passarelli à Monopoli, eiusdem ordinis tunc generalis, transumpta, & impressa. Nunc denuo, à reuer. p.f. Nicolao de Christianis, Venetæ prouinciæ vicario prouinciali, accurata locubratione reuisa, correcta, & in suum pristinum candorem restituta. Venetiis, ex typographia Bonifacij Cierae, 1596, alle pp. 489-538 [CNCE 60712]. 9   P. Regio, Vita, miracoli et morte di San Francesco di Paola descritta dal reverendo sacerdote Paolo Regio Dottor Teologo Napolitano. Napoli, Horatio Saluiano, 1577 (da Russo, Bibliografia cit., p.78); Vita e miracoli di s. Francesco di Paola. Descritta dal Regio. In Napoli, Horatio Saluiano, 1578 [IT\ICCU\RMLE\040761]; La miracolosa vita di Santo Francesco di Paola. Descritta dal R. S. Paolo Regio dottor teologo napolitano. Di nuovo ampliata dall’istesso, & di figure adornata. Ad instantia del R. P. fra Valentino di Massa olim generale dell’ordine de’ Minimi, In Neapoli, appresso Gio. Battista Cappelli, 1581 [FRBNF39369518]; La miracolosa vita di san Francesco da Paola. Descritta, e di figure ornata, & ampliata dal s. Paolo Regio ... Ad istantia del r.p. fra Valentino da Massa ... Et di nuouo corretta, e ristampata in Perugia. In Perugia, apresso Pietroiacomo Petrucci, 1582 [CNCE 34352]. Altre edizioni sono segnalate da Russo, Bibliografia cit., p. 78: « Vita e miracoli etc. In Napoli, MDLXXX; in Venetia, appresso Gio. Battista Somasco, MDLXXXVII, in-8°, pp. viii-302; in Napoli, 1591; in Venetia, 1591, in-i2°, pp. 304; in Venetia, presso Domenico Imberti, MDXCIII, in-12°, pp. 304; in Venetia, 1597, Vita, miracoli et morte di S. Francesco di Paola, descritta da Mons. P. Regio, Vescovo di Vico. Nella quale oltre i miracoli fatti in vita, si descri­vono anco quelli

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latina nel lungo poema eroico Sacri Fasti, scritto dal p. Egidio Scalione da Grottaminarda10. Nel Seicento comparvero diversi testi, specie in Francia, che sollevarono varie questioni di critica storica su alcuni aspetti della vita del santo (sulla famiglia11, sulla cronologia della vita di Francesco e dell’Ordine…). Nel 1655 fu stampata, a cura del p. Francesco Preste da Longobardi, una Centuria di lettere del santo, che poneva svariate questioni intorno alla formazione culturale dell’eremita calabrese, relative in particolare a un presunto rapporto con Girolamo Savonarola e con la letteratura apocaoperati dopo la sua morte; et la sua canonizatione. Nuovamente ristampata et di bellissime figure adornata. In Venetia, MDCV, appresso gli Heredi di Domenico Fani, in-12°, pp. 304 (da pag. 234 a 298 le lettere inviate al Papa per la canonizzazione, la bolla di Leone X del 1° maggio 1519 ecc.); in Venetia, 1618; in Venetia 1625; in Napoli 1637; in Venetia, per il Brigna, MDLXII, in-16°, pp. 278, Venezia, 1701 ». Una traduzione spagnola della biografia del Regio venne fatta dal religioso minimo p. Francisco de las Cuevas: Vida y milagros de Sant Francisco de Paula, Escripta por el muy Reverendo Señor Paulo Regio, sacada del processo de su Canonizatión. Traduzida de Toscano [...]. En Seuilla, en la Imprenta de Andrea Pescioni y Iuan de Leon, 1585. Una rielaborazione con aggiunte morali fu curata dal correttore generale dei Minimi p. Pedro de Mena, Chrónica de nacimiento vida y milagros y Canonización del Beatíssimo Patriarca San Francisco de Paula, Fundador de la Sagrada Orden de los Mínimos. Compuesto nuevamente en estilo moral y devoto, por el Reuerendíssimo Padre Fray Pedro de Mena. Madrid, emprenta del Licenciado Castro, 1596. 10   F. Aegidii Scalioni Ordinis Minimorum Sacri fasti. Perusiae, apud Petrum Paulum Orlandum, 1596 [CNCE 27511]. Sull’autore e sul Regio si vedano: R. Quaranta, P. Egidio Scalione dei Minimi e i Sacri Fasti (1596) in onore di San Francesco di Paola, in Bollettino Ufficiale dell’Ordine dei Minimi 51, 2 (2005), pp. 235-276, e Utilizzazione storico-letteraria dei processi canonici di San Francesco di Paola nelle biografie di Paolo Regio e di Egidio Scalione (sec. XVI), in S. Francesco di Paola e l’Ordine dei Minimi nel regno di Napoli (secoli XV-XVII) cit., pp. 71-123; G. Luongo, Due agiografi napoletani per san Francesco di Paola: Davide Romeo e Paolo Regio, in Prima e dopo san Francesco di Paola cit., pp. 649-694; S. Ferraro, L’attività pastorale, letteraria e tipografica di Paolo Regio (1541- 1607), vescovo di Vico Equense, nel Cinquecento meridionale, in Paolo Regio. Sirenide. Edizione, introduzione e note di A. Cerbo, Napoli 2014, pp. 747-760. 11   Particolarmente accesa fu la questione relativa alla figliolanza unica del santo, propugnata dal p. Claude Du Vivier in Vie et miracles de Sainct François de Paule [...]. Paris, chez Cramoisy, 1609; e nella Epistola apologetica R. P. Claudii du Vivier […]. Quod S. Franciscus de Paula [...] sit unicus parentibus suis nec habuerit fratrem nec sororem […]. Duaci, apud Antonium d’Oby, 1626. Una posizione aspramente combattuta e alla fine superata grazie all’opposizione dei discendenti in terra di Francia, ascesi al rango nobiliare ed ecclesiastico: cfr. J. Chappot, Defensio contra epistolam apologeticam Patris Claudii Du Vivier. Lutetiae, typis Roberti Stephani, 1628; id., Vie et miracles du bienheureux S. François de Paule, fondateur de l’Ordre des Minimes. A Nancy, chez Sebastien Philippe et C. Loys, 1621; F. Victon, Vita et miracula s. p. Francisci a Paula [...] ordinis minimorum institutoris. Romae, typis Guilelmi Facciotti, 1625 (riedita a Lutetiae Parisiorum, apud Michaelem Sonnium, 1627); H. De Coste, Le Portrait en petit de s. Francois de Paule […]. A Paris, chez Sebastien Cramoisy et Gabriel Cramoisy, 1655. Per un approfondimento della questione cfr. R. Benvenuto, Un’inchiesta poco conosciuta sulla famiglia di S. Francesco di Paola, in Rivista Storica Calabrese, n.s., 36 (2015), pp. 189-216.

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littica, al cui interno anch’egli veniva inserito12 (fu poi messa all’Indice al tempo di Innocenzo XI)13. Tre anni dopo fu data alle stampe la biografia del p. Isidoro Toscano che, al pari di quella del Regio, ebbe grande diffusione14. Nel 1675 vide la luce, all’interno degli Acta Sanctorum Aprilis, l’opera importante e particolarmente critica del Bollandista Daniel Papebroch: il quale ha avuto il merito di vagliare e riproporre fonti di primaria importanza come la Vita dell’Anonimo e i processi canonici15. Una biografia, che assommava vari pregi anche artistici per le molte raffinate incisioni, fu pubblicata sempre in questo periodo in Francia16. In Italia apparve inoltre la fortunatissima Vita di S. Francesco di Paola di Giuseppe Perrimezzi17. 12   Centuria di lettere del glorioso patriarca S.  Francesco di Paola fondatore dell’ordine  de’ minimi.  Raccolte, e date in luce con alcune annotationi dal padre Fr. Francesco di Longobardi teologo, e predicatore dell’istesso ordine. All’eminentissimo e reverendissimo Sig. Card. Fachenetti. In Roma, appresso Ignatio de’ Lazzeri, 1655. 13  « Cum multa, apochrypha, falsa, et ficta contineat »: Index librorum prohibitorum Alexandri Septimi Pontificis Maximi jussu editus. Romae, ex Typ. Rev. Cam. Apostolicae 1667, p. 271; Index librorum prohibitorum, Innocentii XI. pontificis maximi jussu editus. Romae, ex Typ. Rev. Cam. Apostolicae, 1683, p. 44. Il decreto di condanna risaliva al 10 giugno 1659 e fu reiterato il 20 marzo 1702: J.M. De Bujanda, Index librorum prohibitorum, 1600-1966, Montréal-Genève 2002, p. 357. L’opera compare in tutte le edizioni dell’Index. 14   Della vita virtu, miracoli e dell’istituto di S. Francesco di Paola fondatore dell’Ordine de’ Minimi libri cinque del P. F. Isidoro Toscano di Paola del medesimo Ordine. In Roma, nella stamperia d’Ignazio de’ Lazari, 1658. A questa seguirono molte altre edizioni: cfr. Russo, Bibliografia cit., p. 80. Nell’OPAC SBN (catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale) sono attualmente attestate: Roma 1658, 1710, 1731; Napoli 1675, 1703, 1720, 1860; Venezia 1691, 1704, 1712; Milano 1681, 1712; Lodi 1696. Fu anche tradotta in spagnolo da Juan de Prado y Ugarte (Málaga 1669). 15   Acta Sanctorum Aprilis collecta, digesta, illustrata a Godefrido Henschenio et Daniele Papebrochio e Societate Jesu, I, Antuerpiae, apud Michaelem Cnobarum, 1675, pp. 103-234. Un’altra polemica, sempre in Francia, scoppiò dopo la redazione del lungo saggio critico del gesuita, in cui si fissava l’anno natale del santo paolano non nel tradizionale 1416, bensì molti anni dopo, ossia nel 1437: una posizione cui si oppose, con buone ragioni, il Minimo p. Francesco Giry con la sua Dissertatio chronologica qua communis & antiqua sententia de anno natali & aetate Sancti Francisci de Paula deffenditur & confirmatur & nova, quam Daniel Papebrochius S. I. Theologus et Actorum Sanctorum post Jo. Bollanduum eruditissimus collector proposuit refellitur et evertitur. Parisiis, apud F. Muguet, 1680. 16   A. Dondé, Les figures et l’abbregé de la vie, de la mort, et des miracles de Saint François de Paule, Instituteur et Fondateur de l’Ordre des Minimes, recueilliés de la bulle de Leon X et des enquestes faites pour proceder à sa canonization. A Paris, chez François Muguet, 1671. 17   G. Perrimezzi, De la vita di S. Francesco di Paola, fondatore dell’ordine de’ Minimi scritta da monsignor Giuseppe-Maria Perrimezzi […], parte prima [-seconda]. In Nap[oli], nella stampa di Michele-Luigi Muzio, 1713. Fra le tante edizioni susseguitesi (cfr. Russo, Bibliografia cit., pp. 76-77) si distingue per le eleganti e ricche illustrazioni l’edizione napoletana del 1845 con 125 incisioni in rame, riproposte recentemente in un’edizione artistica a cura dell’ex generale dei Minimi p. Antonio Castiglione, autore anche di una incisiva Vita illustrata, con presentazione del p. Alessandro Galuzzi. Cfr. San Francesco di Paola. Vita e prodigi in 125

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Bisognava attendere, comunque, gli anni del primo Novecento per disporre di un testo in linea con le esigenze critiche più avvertite, e cioè la biografia del p. Giuseppe Maria Roberti, che inserì efficacemente figura e opera del fondatore dei Minimi nel preciso contesto della storia civile, sociale e religiosa del suo tempo18. Una svolta negli studi sul santo è sopraggiunta con la pubblicazione dei codici del Processo Cosentino e del Processo Turonense, resa possibile grazie al ritrovamento nel 1957 dei manoscritti originali19. La preziosa fonte è stata ed è ancora al centro dell’attenzione di molti studiosi20. Altra fonte privilegiata è la ricordata Vita dell’Anonimo. Si assiste in questi ultimi anni a una notevole ripresa di studi sul santo e sull’Ordine da lui fondato21, grazie anche a tre importanti ricorrenze centenarie relative all’eremita calabrese, e cioè il V centenario della morte (1507-2007), il VI centenario della nascita (1416-2016) e il V centenario della canonizzazione (1519-2019). Queste occasioni hanno favorito una fioritura di contributi sulla figura del santo e sulla storia dell’Ordine, di cui si evidenziano originalità e importanza nella storia della Chiesa, collocato tra esperienza eremitica, cenobitica e mendicante. Esse richiamano pure l’originale progetto di vita penitenziale di un Ordine che per le aspettative del tempo rappresentava il segno di una riforma, da Francesco di Paola e dai suoi frati vissuta e proposta con la semplicità e con l’austerità della loro vita.

tavole a colori riprodotte da antiche incisioni miniate, a cura di A. Castiglione, Paola (Cosenza) 1982; A. Castiglione, S. Francesco di Paola, vita illustrata, Paola (Cosenza) 1993. Sulla ricca iconografia del santo attraverso le incisioni cfr. P. Amato, Imago Ordinis Minimorum. La magia delle incisioni 1525-1870, antiche stampe su rame e su legno dei Conventi dei Padri Minimi, Paola (Cosenza) 2007, 3 voll. 18   G. M. Roberti, S. Francesco di Paola, fondatore dell’Ordine dei Minimi (1416-1507). Storia della sua vita, Roma 1915 (Seconda ed. riv. e migliorata, Roma 1963). 19   I codici autografi dei processi Cosentino e Turonense per la canonizzazione di S. Francesco di Paola, 1512-1513, Roma 1964. 20   P. Addante, Il processo cosentino e turonense a Francesco di Paola. Ricerche storico-critiche, Bari 1979. Si veda anche Id., I fioretti di S. Francesco di Paola: dai testimoni contemporanei, Bari 19852, e San Francesco di Paola, Cinisello Balsamo, 1988. 21  Cfr. P. Dalena, La storiografia su Francesco di Paola negli ultimi trent’anni, in Prima e dopo San Francesco di Paola. Continuità e discontinuità cit., pp. 23-34; P. De Leo, La figura di San Francesco di Paola nel corso dei secoli, in BUOM 63, 3-4 (2017), pp. 301-340.

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Sviluppo dell’Ordine dei Minimi nel secolo XVI22 La situazione dell’Ordine dei Minimi alla morte del fondatore, avvenuta il 2 aprile 1507, si può rilevare chiaramente dagli Atti del primo capitolo generale riunito a Roma, nel convento di Trinità dei Monti, il 28 dicembre dello stesso anno23. Francesco di Paola, infatti, poco prima di morire, aveva convocato i suoi religiosi nel convento di Plessis-lèz-Tours per nominare come suo successore, fino alla celebrazione del detto capitolo, il p. Bernardino da Cropalati. Vi presero parte dall’Italia, dalla Francia, dalla Spagna e dalla Germania i rappresentanti di quasi tutti i conventi dell’Ordine. Già in questo consesso si parla chiaramente di quattro province corrispondenti alle quattro nazioni, nonché di tutti i conventi fondati ed eretti fino a quella data24: 1. Paola (Paulanus o Paulitanus), detto di S. Francesco, nella diocesi di Co-

senza, la cui prima chiesa era intitolata alla Madonna degli Angeli e a S. Francesco d’Assisi. 2. Paterno Calabro (Paternensis), dedicato alla SS. Vergine Annunziata, nella diocesi di Cosenza. 3. Spezzano della sila (Spetianensis), dedicato alla SS. Tri­nità, nella diocesi di Cosenza. 4. Corigliano calabro (Coryolanensis), dal ti­tolo della SS. Trinità, nella diocesi di Rossano. 5. Crotone (Cotronensis), dal titolo di Gesù e Maria. 6. Milazzo (Milaytanus), sotto il titolo di Gesù e Maria, nella diocesi di Messina. 7. Maida (Maydae), dal titolo di Gesù e Maria, nella diocesi di Nicastro. 22  Per la storia dell’Ordine cfr. Acta Capitulorum; P. J. Tristañ Burges, Enchyrídion o Breue crónica de varones illustres en santidad de la Sagrada Religión de los Padres Mínimos fundada por el Bienauenturado y nuevo Seráfico S. Francisco de Paula. Barcelona, por Esteuan Liberòs, 1618; L. de Montoya, Corónica general de la Orden de los Mínimos de S. Francisco de Paula […]. Madrid, Bernardino de Guzman, 1619 (nel terzo libro dell’opera, 229 pagine con numerazione autonoma, si può leggere un’articolata « Descripción de todas las Provincias y conventos que la Religión tiene en Europa »); L. Doni d’Attichy, Histoire Generale de l’Ordre sacré des Minimes. Divisée en huict livres […] Dediée a Nostre S. Pere Urban VIII. Parigi, Cramoisy, 1624 (nelle pagine finali dell’opera, non numerate, viene riportato il « Catalogue des provinces et convents de l’Ordre sacré des Minimes »); S. Isnard, Codicis Minimi pars altera. Lione, Claudio Cayne, 1632 (qui dopo la pag. 324 si riporta in 119 pagine una precisa « Series conventuum S. Ordinis Minimorum S. Francisci de Paula »); Lanovius, Chronicon, pp. 601-642 (riporta l’importante « Appendix tertia qua continetur notitia provinciarum »: in cui si enumerano i conventi, mentre la trattazione relativa a ciascuno di essi viene riportata in successione cronologica all’interno dei singoli anni); Manipulus Minimorum (alle pp. 63-68 viene riportata la « Series conventuum, in qua 1. ponitur conventus. 2. provincia. 3. annus erectionis »); Roberti, Disegno storico, I, II e III; P. J. S. Whitmore, The Order of Minims in seventeenth-century France, The Hague 1967 (Archives Internationales d’Histoire des Idées, 20). 23   Acta Capitulorum, I, pp. 9-33. 24   Roberti, Disegno storico, I, pp. 26-53.

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8. Plessiz-lèz-Tours (Plessiaci o Turonensis), sotto la denominazione di Gesù e Maria. 9. Napoli (Neapolitanus), dedicato a S. Luigi, re di Francia. 10. Amboise (Ambianensis), dedicato alla SS.ma Vergine ed a Tutti i Santi, nella diocesi di Tours. 11. Toulouse (Tholosanus), dedicato a S. Rocco. 12. Malaga (Malachitanus), dal titolo di S. Maria della Vittoria, 13. Nigeon-le-Paris (Nigeonensis vel Parisiensis), dedicato a S. Maria delle Grazie. 14. Châtelliers (Castellarium), dedicato a Nostra Signora detta des Châteliers, nella diocesi di Le Mans. 15. Genova (Genuensis), dal titolo di Gesù e Maria. 16. Della SS. Trinità al Monte Pincio in Roma (Romanus I vel SS. Trinitatis). 17. Châtellerault (Castrum Heraldi), dal titolo di Gesù e Maria, nella diocesi di Poitiers. 18. Andujar (Illiturgitanus vel Anduxarensis), dal titolo di S. Elena, in Andalusia. 19. Bracancour (Bracancuriensis), dal titolo della SS.ma Trinità, nella diocesi di Châlons. 20. Gien (Giemi vel Giemensis), dedicato alla SS.ma Trinità. 21. Amiens (Ambianensis), dal titolo della SS.ma Annunciata. 22. Grenoble (Gratianopolitanus), sotto il nome di Gesù e Maria de-la-Plaine o anche di S. Biagio. 23. Abbeville (Abbatisvillae o Abevvilensis), sotto il titolo dell’Assunzione, nella diocesi di Amiens. 24. Montgauger (Montis Gaugerii), sotto il titolo di S. Giacomo, nella diocesi di Tours. 25. Puerto de santa maria (Portus S. Mariae), dedicato a S. Maria della Vittoria, nella diocesi di Siviglia. 26. Messina (Messanensis), dal titolo del S. Se­polcro. 27. Ecija (Astygiensis), sotto il nome di S. Ma­ria della Vittoria, nella diocesi di Siviglia. 28. Castellammare di Stabia (Castrimaris Stabiensis), dal titolo di S. Maria di Pozzano. 29. Bommiers (Bomeriensis), dedicato alla SS. Vergine Annunziata, nella diocesi di Bourges, 30. Theinnovicht, dal titolo di S. Anna, nell’antica provincia di Germania25, nella diocesi di Passau. 25   Su questo e sugli altri due conventi, facenti parte dell’antica provincia di Germania, le notizie sono scarne; l’Isnard scrive: « 1507. Hi Conuentus acceptati fuere a B. Francisco de Paula, & de illorum Correctoribus fit mentio in c. 1. Rom. 4. Verum grassante in Germania Haereticorum peste fuerant deperditi; Fratribus crudeli manu necatis, aut in exilium amandatis. Recuperati autem sunt duo priores, & de novo acceptati. c. 3. Barch. 49. [1629] de tertio, ibi nihil dicitur » (Isnard, Series Conventuum, pp. 45-46). Qualche notizia in più nel Lanovio (Chronicon, pp. 619-620), così riassunto dal Roberti (Disegno storico, I, p. 41): « Dietro richiesta dell’Imperatore Massimiliano I, San Francesco nel 1497 mandò in Germania alcuni religiosi, con a capo il P. Dionigi Barbier, il quale fondò tre conventi. L’uno di essi nel

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31. Xukulkysit, dal titolo di S. Andrea, nell’antica provincia di Germania, nella diocesi di Passau. 32. Fistritz, dal titolo della Santissima Trinità nell’antica provincia di Germania, nella diocesi di Olmütz.

L’Ordine dei Minimi poteva così contare 32 insediamenti in Italia, Francia, Spagna e Germania. Col trascorrere del tempo iniziava l’espansione nelle suddette nazioni, raggiungendo alla fine del secolo XVI, nell’anno 1599, il numero di circa duecento conventi ripartiti in venti province. Pochi anni dopo, nel 1623, il p. Louis Doni d’Attichy concludeva la propria importante opera storiografica con queste parole: « En toute l’estendouë de l’Ordre sacré del Minimes se sont retrouvez ceste Année 1623, en laquelle j’escris cecy, six mil quatre cent trente Religieuz, trois cent soixante Religieuses, trente Provinces, troiscent cinquante-neuf Convents de Religieux, et unze de Religieuses »26. In quell’anno i Minimi contavano dunque 6.430 religiosi, 360 religiose (monache minime), trenta province, 359 conventi di frati e 11 monasteri di monache: uno sviluppo notevole, specie se si tiene conto della grande austerità della regola e della difficoltà oggettiva che l’osservanza del voto di vita quaresimale rappresentava per le varie comunità insediatesi non di rado in località lontane dal mare. Alla base di tutto ciò si collocava sempre la grande devozione e il culto che la figura del fondatore e taumaturgo Francesco di Paola suscitava, a cominciare dalle corti reali d’Europa e dalle tante città più o meno importanti, come pure dai numerosi piccoli centri, che si mostrarono desiderosi di accogliere i suoi seguaci. Il richiamo taumaturgico, cultuale e devozionale costituì la motivazione principale per l’irradiazione e l’affermazione dell’Ordine nel secolo XVI e nei successivi. A questa si accompagnava evidentemente anche il buon nome e la reputazione che i religiosi godevano per il servizio spirituale che assicuravano27. La normativa relativa al governo dell’istituzione non differiva molto da quella degli altri Ordini mendicanti, tra i quali i Minimi erano stati Xukulkysit era dedicato all’apostolo S. Andrea; l’altro nel Theinnovicht dedicato a S. Anna; ed il terzo era consacrato alla SS. Trinità. I due primi erano nella Boemia, stando al Lanovio, il quale scrive che tanto appunto ex antiquioribus monumentis colligi posse videtur ». 26   Histoire Generale cit., pp. finali n.n. 27   Utili riflessioni sullo sviluppo e sulla strategia insediativa dell’Ordine in questo periodo, corredate da molti dati, nei saggi di R. Benvenuto, I Minimi nella diocesi di Bisignano alla vigilia della soppressione innocenziana, in Bollettino Ufficiale dell’Ordine dei Minimi 47, n. 3 (2002), pp. 474-538; e di M. Campanelli, Gli insediamenti dei Minimi nel regno di Napoli fra XV e XVII secolo, in S. Francesco di Paola e l’Ordine dei Minimi nel regno di Napoli (secoli XV-XVII) cit., pp. 143-184.

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inseriti per decisione pontificia al tempo di Pio V nel 156728. Essi peraltro adottarono un lessico particolare per indicare i diversi ruoli che i religiosi assumevano all’interno dell’Ordine. Ai diversi livelli il superiore veniva denominato con il termine di « correptor »: quindi “correttore generale” per l’intero Ordine, “correttore provinciale” e “correttore locale” per i singoli insediamenti. Alcuni religiosi, indicati come « collega » oppure « socius » assistevano e accompagnavano vuoi il generale vuoi un provinciale. Un « socius » assisteva anche il procuratore generale dell’Ordine, denominato « zelosus ». I religiosi eletti per prendere parte a un capitolo, vuoi generale vuoi provinciale, erano indicati come « commissi ». Quanto a coloro i quali risiedessero in un determinato insediamento, erano detti « locales »29. 28   I Minimi costituiscono, infatti, l’ultimo Ordine mendicante riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa con la Costituzione di Papa Pio V del 9 novembre 1567: PIVS PAPA V. Ad perpetuam rei memoriam. Apostolicae Sedis benignitas, sicut ex debito pastoralis officij erga omnes fideles generaliter affectum charitatis ostendit, sic eos, quos sub regularis observantiae iugo divino cultui emancipatos esse cognoscit, speciali tenetur patrocinio confovere. §. i. Exponi sane nobis nuper fecerunt dilecti filij Fratres Ordinis Minimorum S. Francisci de Paula, iamdudum Apostolica auctoritate approbati, quod licet inter alia eis concessa privilegia, et indulta, omnia, et singula quatuor Mendicantium Ordinum privilegia ad Ordinem Minimorum huiusmodi, ac illius professores, et domos, eorumque Ecclesias per Sedem Apostolicam extensa, et ampliata fuerint, et propterea Fratres Ordinum huiusmodi etiam sub Mendicantium nomine comprehendi debeant, nec super praemissis a quoquam molestari possint. Cum tamen, sicut eadem expositio subiungebat, ex eo quod nos nuper in quadam declaratione per nos sub Mendicantium Fratrum Ordinibus, certis tunc expressis de causis, facta, praeter S. Dominici, S. Francisci, ac Eremitarum S. Augustini, necnon Carmelitarum Mendicantium Ordines, etiam in illis B. Mariae Servorum inseri voluerimus, ac proptcrea facile a quibusdam dubitari merito posset, quod, si Ordinis Minimorum Fratres huiusmodi sub illis comprehendi voluerimus, nos specialem etiam de illis mentionem omnino fecissemus. Quare, ne super praemissis umquam dubitari contingat, iidem Fratres nobis humiliter supplicari fecerunt, ut sibi in praemissis opportune providere de benignitate Apostolica dignaremur. Nos attendentes […] huiusmodi supplicationibus inclinati, omnia, et singula privilegia, immunitates, exemptiones, facultates, gratias, libertates, indulta, et alias gratias, tam per nos nuper, quam per quoscumque Romanos Pontifices praedecessores nostros, et Sedem eamdem quomodolibet Mendicantibus Ordinibus concessa, ad praefatum Minimorum Ordinem de novo extendimus, et ampliamus: ipsosque vere Mendicantes esse et sub Mendicantium Ordinibus esse, et comprehendi debere; necnon omnia, et singula Concilij Trid. decreta pro Mendicantibus Ordinibus declarata, et modificata, etiam pro Ordine Minimorum huiusmodi declaramus, et modificamus […]. Datum Romae apud S. Petrum, sub annulo Piscat. Die 9. Novemb. 1567. Pontif. nostri anno 2. (Lanovius, Chronicon, Bullarium, pp. 131-133). 29   Tutti questi termini, che ricorrono in particolare nella Regola, nel Correttorio e negli Acta Capitulorum Generalium dei Minimi, vengono ampiamente trattati e spiegati sub vocibus nel Manipulus Minimorum sia nella citata edizione del d’Avila (1667), sia in quella curata dieci anni dopo dal Pizzurno: Manipulus Minimorum canonum omnium regularium ex summis pontifcibus olim per R. P. Balthasarem d’Avila eiusdem Instituti Generalem; modo in hac 7 editione per R. P. Gervasium Pizzurnum […] collectus […] et auctus. Genuae, typis Io. Baptistae Franchelli, 1677.

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I Minimi potevano accettare la fondazione dei vari conventi tenendo conto di alcune precise condizioni. L’Isnard, sulla scorta della legislazione propria dell’Ordine, fissata per lo più negli Acta dei capitoli generali del sec. XVI, ne presentava un quadro dettagliato alla voce Conventus del suo Codex Minimus. Conventus30. A quibus potest acceptari.

Acceptari potest a Provinciali, eiusque Collegis, una cum Capitulo Provinciali, inconsulto Generali cum abest, modo requisitas habeat conditiones. c. Grationop. 13. Antiquus tamem usus requirit, ut postmodum in proximo Capitulo Generali acceptetur: ut constabit infra in Conventuum totius ordinis serie.

1529.

Ubi acceptandus.

Non nisi in bonis Urbibus, recipi debet. Quod si aliqui Domini, vellent conferre aliquem Conventum in loco campestri, vel remoto ab Vrbe: ad minus dotetur talis Conventus sufficienter; et competenter: ita ut, Fratres iuxta vitam Quadragesimalem, ibi commode vivere possint. c. Turon. 38. c. Tholos. 65. c. 2. Rom. 2 6. c. 1. Genu. 22. c. Paulit. 40. c 1 Ave. II.

1511. 1514. 1517. 1532. 1535. 1578.

Qui regendi per Correctores annuos.

Conventus omnes, debent regi per annuos Correctores: iis exceptis, in quibus, propter insufficientem vivendi commoditatem, vix quinque aut sex, ad summum, Fratres, commode vivere possunt. c. 2. Genu. 12.

1553.

In quibus eligendi Correctores.

In Conventibus autem, qui reguntur per annuos Vicarios, non debet fieri electio Correctorum : quousque per Capitula determinetur, eosdem Conventus regendos esse per annuos Correctores. c. 4. Genu.19.

Primogenitura.

Primogenitura Conventuum, sumenda est, ex acceptatione eorum a Capitulo Generali, vel Provinciali c. 2. Avenionensi. I2.

Sanctiss. Tinitatis cui subdatur.

Conventus Sanctissimae Trinitatis, ditioni Generalis, et eius oculati Visitatoris, est subiectus : ut suis propriis literis, declaravit B. Franciscus. c. 3. Rom. 14. c. Genu. 25. cap. 1. Bonon. 43. Unde, Locales ipsius, non debent irritare, aut reprobare, quod per Generalem eiusque Collegas, de bonis et negotiis dicti Conventus, est determinatum. Nec illo inconsulto et inscio, dum adest, ardua Conventus negotia peragere. c. 1. Bonon. 43.

1574.

1523. 1532. 1538.

30   Nella colonna a destra l’anno del capitolo generale richiamato. Le abbreviazioni corrispondono a: Aven. = Avignone; Bonon. = Bologna; Genu. = Genova; Gratianop. = Grenoble; Paulit. = Paola; Tholos. = Tolosa; Valentin. = Valenza.

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Dimissio Foroiuliensis.

Transaltio bonorum.

Quia ex parte Provinciæ Lugdunensis, productæ fuerunt literae: quibus a Patribus humiliter postulabatur, ut dimitteretur Conventus Foroiuliensis, propter aëris intemperiem: concesserunt Patres praedictam gratiam. Ita ut, praehabito prius assensu Capituli Provincialis eiusdem Provinciæ Lugdunensis, celebrandi in proximo mense Septembris, consulto etiam Romano Pontifice, non aliter nec alio modo, dictus Conventus dimitti possit. Cum translatione etiam cunctorum bonorum illius, si quæ sint. c. 4. Valent. 13.

Translatio bonorum Civit. Campaniae ab Haereticis destructi.

Quoniam vigore privilegiorum Maris magni, possunt superiores Prælati, cum de prioribus locis suis, ad alia loca se transferunt, secum deferre omnia bona priorum locorum: ac illa vendere si opus esset: dummodo pretium eorum, in utilitatem aliorum Conventuum convertatur. Attendentes propterea Patres, Conventum Campaniæ de Bracancour, Provinciae Franciæ, fuisse ab Hæreticis demolitum: velintque Fratres illius Provinciae, bona illius Conventus, transferre in aliam opulentam Urbem (si quam repererint) ubi commode Deo inservire possint. Definierunt, hoc libere fieri posse: consulto tamen prius, Capitulo Provinciali dictae Provinciae. Ibid. 16.

Dimissio aliorum

Aliqui Conventus, e Religione sunt eiecti, tanquam mali: pro beneficio Religionis, salute Fratrum, et observantia regulari. Praecipitur etiam Provinciali Neapolis, ut Conventum Campaniae, intra civitatem reducat: ut ibi, observantia Religionis possit vigere. c. 5. Valent. 27. Ex quibus colligamt R. Patres Provinciales, eorumque capitula, non deberi acceptari in conuentus, tuguriola, maxime campestria; cum, ut dicitur in praecedemti statuto, sint adeo mala, ut non sint pro beneficio Religionis: sed vertant, in salutis Fratrum, et regularis observamtiae detrimentum. Sintque potius exilia, quam Conventus. Conventus ergo acceptent in bonis urbibus: aut si in campestribus locis, sufficientibus redditibus dotatos, ut saepe fuit ordinatum, sicut patet ex antedictis. Non sint in acceptandis faciles, ne in dimittendis cogantur esse faciliores: aut peculio detestabili, necessarium locum subministrent.

1538. 1571.

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Neve illorum Religiosi, cogantur ita frequenter mendicare, per pagos et castella vicina, ut videantur continui cursores: et potius in illis commorari ad victum quærendum, quam ad serviendum Deo: facti secularibus importuni et odiosi, iuxta illud D. Bonaventurae tomo I opusculorum, Epistola ad Provinciales sui ordinis, pag. 487. Frequentia discursus, et importunitas gustus, viles nos efficiunt, et graves. Et in Expositione Regulae S. Francisci q. 6. ait : Quando nimis urgemus homines ad dandum, perdunt devotionem prius ad nos habitam : ita quod, neque prædicatione, neque exemplis, nec aliis quæ facimus ædificentur. Unde, cum vident nos accedere, terrentur, et timent quod aliquid velimus ab eis expetere, quod grave sit eis dare, et erubescunt negare : et si dederint non libenter, minus merentur, et sic rebus et devotionibus privantur. Nec valet dicere, illa Conventicula pro hospitiis deservire. Ut enim notat optime Peirinis, de Subdito q. 2. c. 2.§ 2. minus malum est, per unam noctem pernoctare in diversorio, seu in alia devotorum domo :, quam permittere ut duo, vel tres, vel quatuor Religiosi habitent in istis tuguriis, absque disciplina, absque timore, absque obedientia, absque sui ordinis ordinariis exercitiis. Sic enim assueti, si reducantur ad Conventus, in quibus viget regularis disciplina, iam fracto iugo, ruptis vinculis, eis subiici ultra vix poterunt. Nec valet etiam dicere, hos pauperes Conventus, futuros aliquando bonos. Respondet enim idem Peirinis, ibid., erunt boni, quando Religio erit mala, et relaxata. Replicant: Sumimus hos Conventus, ut proximos adiuvemus. At, cum bene ordinata charitas, a seipso incipiat, non est adiuvandus proximus cum propriæ salutis dispendio. Adiuvare sane proximum tenemur, sed post nos ipsos, non ante nos. Erat in animo, hic Conventuum ommium Religionis Seriem apponere, cum summariis illorum descriptionibus : ut illorum, sicut et Fundatorum et Fundatricum acceptationes in Capit. Gener. agnoscerentur. Iustis tamem de causis, hanc ad operis huius finem, vel ad secundam editionem remitto31.

L’Ordine continuò a svilupparsi nelle medesime nazioni in cui si era insediato fino alla morte del fondatore, e cioè Italia, Francia, Spagna e Germania. Il p. Juan de Morales, sulla scorta di notizie avute da p. Francisco Cathena, che aveva partecipato al capitolo generale tenuto a Roma nel 1617, annotava: « Son de presente las Provincias que tiene nuestra Religión 26. Son los Conventos 301. Son los Religiosos 5509. No contando los de la provincia Bélgica. Ni dando a las Provincias cuyas listas me faltaron más nu-

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  Isnard, Codex, pp. 102-107.

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mero de Religiosos que le señalava el Catálogo impresso. Son tambien onze los Conventos de religiosas Monjas, cuyo numero tambien falta aquí »32. A sua volta il p. François Victon, all’indomani del capitolo generale tenuto a Roma nel 1623, presentava questa situazione: Estenduë de l’Ordre, le nombre de ses Provinces et Convents. 1.  L’Ordre des Minimes est estendu principalement en Ita­lie, France, Espagne, et Flandres, et eust bien plus loin ietté ses racines, n’eust esté la difficulté de la vie quadragesimale, qui ne se peut accommoder en toutes les contrées du monde. Neantmoins la charité (qui selon S. Paul souffre tout) a fait oublier les propres commoditez du particulier et general, en sor­te que 2.  Il y a bien pres de 400 Convents en tout l’Ordre, tant de Religieux que de Religieuses. Lesquels tous en l’observance de mesme Reigle et Statuts obeïssent à un seul General, qui s’eslit de toutes les nations qui le reduisent à trois, sçauoir l’Italienne, Françoise, et Espagnolle. 3.  En toutes ces trois nations, il n’y a que 28. ou 29. Provinces gouvernées par leurs propres, qui relevent toutesfois du R. Pere General. En vojcy le denombrement avec l’Ordre selon l’ordonnance du dernier Chapitre General tenu à Rome33. Occorre riconoscere che all’incerta fase iniziale seguì uno sviluppo notevole, al punto che, a partire dai primi anni del Seicento l’Ordine dei Minimi conosce una crescita costante. Secondo il p. Lorenzo De Peyrinis, verso la metà del sec. XVII l’Ordine dei Minimi contava circa dodicimila religiosi34; ma sicuramente si tratta di una cifra eccessiva. Più realisticamente il Lanovio nel suo Chronicon registrava 415 conventi35 e il p. Francesco Giry nel 1681 annotava 440 conventi e sei-settemila religiosi:

32   Epítome de la fundación de la prouincia del Andaluzía de la orden de los Mínimos del glorioso patriarcha San Francisco de Paula. Illustrado por el padre fr. Ioan de Morales. Malaga, Ioan Rene, 1619, p. 621. 33   Vie admirable du Glorieux Père et Thaumaturge S. François de Paule Instituteur de l’Ordre des Minimes, dict de IHS. Maria. Paris, Cramoisy, 1623, pp. 377-380. 34   Commentaria ascetica in Regulam F.F. Minimorum s. Francisci de Paula […] opus posthumum per P. F. Theodorum. Solarium digestum, et ordinatum, Genova. G. Maria Farroni, 1645, p. 81: « 4. Not. III. Quod Regula nostra est omnino nova, seu innovata, à Beato Patre nostro tradita. Quod fatentur Barbos. De iur. Eccles. Univers. Lib. 1. cap. 41. nu. 188. Azor. To. 1. instit. Mo. Lib. 13. cap. II. Q. 13 (qui tamen corrigendi sunt in eo, quod dicunt nostrum ordinem non habere plusquam 16. Provincias, 144. Conventus & 3000. Fratres; habet enim Provincias 32, Conventus 447. & Fratrum duodecim millia circiter ». 35   Lanovius, Chronicon generale, Index generalis, pp. finali n. n.

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Il est maintenant divisé en trente-trois Provinces, dix desquelles sont sous l’obéissance du Roi de France, & les autres dans les Etats de l’Empereur, du Roi d’Espagne, et des Princes d’Italie. Elles ne reconnoissent toutes qu’un même General, qui s’élit de six ans en six ans de toutes les Nations, sans nulle prérogative des unes sur les autres. L’on y compte environ quatre cens quarante Couvens, en y conprenant ceux de Rome, de Portugal, et de l’Amerique, qui ne sont de nulle Province, et quelques Monasteres de Religieuses, dont il y en a deux en France, à sçavoir à Abbeville et à Soissons, et le reste en Espagne, en Italie et en Sicile. Le nombre des Religieux y est fort grand, et peut bien monter a six ou sept mille36.

A metà del secolo XVII l’Ordine fu coinvolto nell’inchiesta e nella soppressione innocenziana dei piccoli conventi37. Nel secolo XVIII, annotava il Roberti, « quel vasto e rapido sviluppo esterno, che la nostra religiosa famiglia aveva avuto nel secolo antecedente, parve, in questo, generalmente arrestarsi [...]. Di conventi nuovi non ne sorsero che pochissimi: mentre invece sono parecchi quelli che andaron perduti, e non pochi di quelli rimasti, vuoi per deficienza di religiosi, vuoi per ristret­tezza di mezzi, da conventi correttoriali si dovettero ridurre a semplici vicariati »38. Inoltre lo stesso autore riconosceva che « le vicende della rivoluzione francese lo ridussero all’estremo. Con un decreto napoleonico del 25 aprile 1800, l’Ordine fu soppresso in Francia ed in gran parte dell’Italia; i religiosi dispersi, i beni incamerati »39. Col ritorno di Pio VII a Roma nel 1814 l’Ordine fu ripristinato40, ma ciò non poté evitare un suo drastico ridimensionamento e la quasi totale estinzione, specialmente dopo l’Unità d’Italia, quando « ob tristissimorum temporum circumstantias » la Congregazione dei Vescovi e Regolari sospese ad nutum S. Sedis la convocazione dei capitoli generali41. Vita intellettuale e culturale L’attenzione dei Minimi rivolta al versante intellettuale e culturale, e conseguentemente verso il mondo dei libri in uso o stampati da membri dell’Ordine, si fece strada gradualmente, e ciò non senza motivo. Nella seconda metà del secolo XV e per parte del XVI, infatti, l’istituzione non

36   La vie de Saint François de Paule, Fondateur de l’Ordre des Minimes. Paris, le Cointe, 1681, p. 224-226 37   Per quanto riguarda la soppressione innocenziana nell’Ordine dei Minimi cfr. Campanelli, Gli insediamenti cit.; E. Boaga, La soppressione innocenziana dei piccoli conventi in Italia, Roma 1971; M. Campanelli, Geografia conventuale in Italia nel XVII secolo. Soppressioni e reintegrazioni innocenziane, Roma 2016. 38   Roberti, Disegno storico, III, p. 66. 39   Roberti, S. Francesco di Paola cit., pp. 645-646. 40   Acta Capitulorum, II, pp. 306-307. 41   Ibid., p. 473.

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aveva ancora delineato, per così dire, una linea d’azione ben definita all’interno della Chiesa. Inizialmente il giovane Francesco di Paola non aveva alcuna ambizione di fondare un Ordine mendicante, attratto com’era dal suo ideale eremitico. Aveva solo consentito che alcuni compagni, richiamati dalla sua vita penitente e austera, si associassero a lui in quella fitta boscaglia di Paola e negli altri eremi sorti in località non troppo distanti della Calabria. È possibile che il travagliato passaggio dall’impostazione eremitica a quella cenobitica, come pure l’assenza di una tradizione consolidata e la provenienza di diversi membri da altri Ordini religiosi (ad esempio benedettini e francescani), fossero alla base di una certa disorganicità e disorientamento relativamente al ruolo e alla linea da seguire all’interno della Chiesa e della società del tempo. Si trattava di una testimonianza di vita evangelica e cristiana, radicata certamente nei valori della penitenza, austerità, umiltà, che non avrebbe escluso poi nelle Regole, nel Correttorio e nella successiva legislazione degli Acta Capitulorum, un impegno nell’attività pastorale, circoscritta quasi esclusivamente all’amministrazione dei sacramenti, la celebrazione delle messe, l’ascolto delle confessioni e la predicazione. È probabile che la situazione di incertezza ravvisata, oltre a influire negativamente sull’impostazione di una linea culturale da seguire, abbia anche frenato i continui e pressanti richiami fatti nei capitoli generali al fine di promuovere gli studi nell’Ordine. Richiami che non sempre vennero accolti con entusiasmo, se non in casi limitati. È da notare pure che gli studenti venivano talvolta mandati a studiare fuori dell’Ordine. Pertanto è comprensibile la difficoltà a creare una propria consolidata e peculiare tradizione culturale. Ciò non consentì di produrre quei frutti che, invece, arrivarono in seguito, a partire specialmente dai primi anni del Seicento, quando nelle singole nazioni emersero personalità di indubbio spessore in molti i campi della cultura42. 42   In relazione alla situazione culturale dei Minimi in questo primo periodo scriveva il p. Giuseppe Roberti: « Questo primo secolo non ci offre scrittori, i quali nel numero e nel valore possano gareggiare con quelli del secolo successivo. Ma ciò non deve recar meraviglia a chiun­que abbia presente al suo pensiero le condizioni peculiari, in mezzo alle quali si svolgeva la vita intellettuale e morale della nostra nascente famiglia religiosa, nel secolo XVI. Anzitutto è da notare come quei primi Religiosi, informati dallo spirito del nostro Santo Fondatore, non aspiravano a progredire unicamente nelle lettere e nelle scienze umane, per sillogizzare nuovi veri nelle Accademie e nelle Università […]. Da ciò ognuno intende, come in questo primo periodo la coltura dello spirito dovesse prevalere su quella della mente, e conseguentemente, i Religiosi di santa vita dovessero supe­rare nel numero quelli illustri nelle scienze. Ciò si conferma anche meglio dal fatto, che gli stessi nostri cronisti, mentre si sono mostrati abbastanza diligenti nel raccogliere le notizie relative ai primi, non si sono dati invece nessuna cura di tramandarci notizie sui lavori letterari e scientifici dei secondi, molti dei quali ci restano perciò affatto sconosciuti » (Roberti, Disegno storico, I, pp. 337-338).

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In terra di Francia i Minimi scrissero pagine significative in quanto essi, alla ripresa cattolica dopo le guerre di religione, vennero associati ai polemisti che, nel Cinquecento e nel Seicento, affrontarono con dispute gli Ugonotti e i Libertini, mettendosi in evidenza per la loro mentalità illuminata e scientifica, pur vivendo nell’ascetismo e nel rigore di una vita quaresimale perpetua. I Minimi possedevano ricche biblioteche che favorirono gli studi scientifici di diversi suoi membri: come il p. Mersenne, che è la personalità più conosciuta, o come i padri Jean-François Niceron e Charles Plumier, che hanno lasciato studi importanti in materia di fisica sperimentale, ottica e botanica43. Codificazione della normativa nel sec. XVI Intanto, in pieno Cinquecento, quando i Minimi avevano ottenuto il ricordato riconoscimento di Ordine mendicante al pari degli altri grandi Ordini (Domenicani, Francescani, Eremitani di S. Agostino, Carmelitani e Serviti) e avevano ormai messo a punto il proprio ruolo, si cominciò a fare ordine nella documentazione che nel tempo si era accumulata, al fine di preservarne la memoria. I testi fondamentali – la Regola, il Correttorio e le Cerimonie, nonché le principali bolle – trovarono un veicolo efficace di divulgazione in Francia, subito dopo la canonizzazione di san Francesco di Paola nel 1519: stampati, come vedremo, nella tipografia impiantata dai Minimi nel convento di Nigeon, presso Parigi. Questi stessi testi, unitamente agli altri atti giuridici e documenti di rilievo istituzionale, trovarono successivamente una sistemazione grazie all’opera attenta di un giurista e canonista di valore come il p. Gaspare Passarello da Monopoli, già provinciale di Puglia e generale dello stesso Ordine, che diede alle stampe varie opere, rimaste fondamentali per la storia e per l’organizzazione del medesimo44. 43   Cfr. Whitmore, The Order of Minims cit. Si segnala anche la serie di saggi riportati nel volume degli atti dei convegni tenuti in Francia, a Tours e a Beauregard-l’Évêque, in occasione del quinto centenario della morte di san Francesco di Paola: Pierre – Vauchez (a cura di), Saint François de Paule, les Minimes en France de la fin du XVIe au XVIIIe siécle cit., e in particolare: D. Dinet, L’installation et la diffusion des Minimes en France (pp. 13-22); R. Sauzet, Les Minimes et les réformes en France, de François de Paule aux premières guerres de Religion (pp. 61-65); B. Pierre, Servir Dieu et le Roi: les Minimes et le pouvoir royal des guerres de Religion à la guerre de Trente Ans (pp. 67-86); P. Moracchini, Mineurs, Minimes et religieux réformés dans la France moderne (pp. 92-107); V. Malabirade, Les Minimes dans la province d’Aquitaine sous l’Ancién Régime (pp. 159- 176); M.-H. Froeschlé-Chopard, La bibliothèque des Minimes de Marseille au XVIIIe siècle reflet d’un parcours intellectuel (pp. 291-311); F. Henryot, Les Minimes de Lorraine et les réseaux du livre aux XVIIe et XVIIIe siécles (pp. 313-327). 44   Sul Passarello: Roberti, Disegno storico, I, pp. 341-342; Quaranta, P. Egidio Scalione e i Sacri Fasti (1596) cit., pp. 249-252; id., Storia della Provincia pugliese dei Minimi nel manoscritto Historialia Monumenta chronotopographica provinciae Apuliae del P. Antonio Serio

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Il ruolo importante del Passarello si può accertare sulla base degli Acta Capitulorum Generalium. Nel capitolo di Genova del 1559 egli, definito doctissimus, venne eletto vicario provinciale di Puglia col compito di riformare la sua provincia45. Nel 1562 prese parte al capitolo di Valenza in qualità di provinciale di Puglia46. Nel 1568, nel capitolo di Roma, ove figurava ancora provinciale di quella provincia, per poco non fu eletto generale (ebbe venti voti, mentre l’eletto, p. Marcello Palmieri, ne ebbe 25)47. Nel capitolo di Valenza del 1571 svolse il compito di scriba e venne eletto generale col voto di tutti i capitolari (eccetto uno, andato al p. Valentino da Massa), a segno della più viva e grata considerazione di cui egli godeva per le sue spiccate doti umane e intellettuali; in quell’assise fu ricordato pure come lo stesso papa Pio V avesse lodato gli atti dei capitoli generali da lui editi48. Nel capitolo seguente, tenuto a Genova nel 1574, i padri poterono comunicare all’intero Ordine l’approvazione dell’ufficio divino del santo fondatore, composto dal p. Passarello e approvato a viva voce dal papa Gregorio XIII. Nello stesso capitolo venne eletto Zeloso, cioè procuratore dell’Ordine49. Non poté partecipare al capitolo di Roma del 1587 per la morte, avvenuta il 12 marzo di quell’anno. Giustamente nel catalogo dei padri generali dell’Ordine viene qualificato come « S. Ordinis nostri lumen et decus; in sacrorum Canonum scientia valde peritus ». La sua figura, perciò, fu importante non soltanto per l’apporto culturale, ma anche per il ruolo storico-istituzionale svolto con una instancabile attività di governo e di giurista a favore dell’Ordine, in momenti piuttosto difficili. Un attestato di stima e gratitudine da parte dell’Ordine nei confronti della sua opera fu rappresentato dai ventidue distici latini a lui dedicati dal poeta dei Minimi, p. Egidio Scalione, inseriti nel volume degli Acta dei capitoli generali tenuti ad Avignone, Barcellona e Genova, pubblicato nel 158550. (I metà del sec. XVIII), Roma 2005, pp. 53-57; id., Utilizzazione storico-letteraria dei Processi Canonici di S. Francesco di Paola cit.; R. Rusconi, L’Inchiesta della Congregazione dell’Indice alla fine del secolo XVI e l’Ordine dei Minimi di san Francesco di Paola: libri, biblioteche, cultura, in Prima e dopo san Francesco di Paola cit., pp. 257-260; Anonimo Calabrese, Vita del Gloriosissimo San Francesco di Paola. La prima biografia sull’eremita scritta in Calabria cit., pp. 25, 28. 45   Acta Capitulorum, I, p. 162. 46   Ibid., p. 171. 47   Ibid., p. 176. 48   Ibid., pp. 202 e 205. 49   Ibid., pp. 214-216. 50   Ad universos Minimos Professores, de R. P. Gaspare Passarello Minimi Instituti apud Salentinos Correctore Provinciali etc. Fratris Aegidij Scalioni a Cryp. Min. Eiusdem ord. Elogium, in Haec sunt Acta et decreta trium Capitulorum Generalium Ordinis Minimorum Avin. Barchin. et Jan. celebratorum in unum col1ecta, et repurgata per R. P. F. Gasparem Passarellum. Cupertini, apud Jo. Bernardinum Desa, 1585 [CNCE 30621]. Su questi capitoli cfr. Acta Capitulorum, I, pp. 219-246; inoltre Quaranta, P. Egidio Scalione dei Minimi e i Sacri Fasti

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Studi, libri e biblioteche dei Minimi nel secolo XVI51 Omnes insuper Lectores ita suas forment lectiones, quod eorum Auditores ad edificatorie predicandum, et confessiones audiendum idoneos, et aptos efficiant. Ubique tamen observetur, quod nullus ad magisterii, seu alium gradum assumatur. Preterea Praedicatores et saecularium Confessores in suis officiis non ordinentur et confirmentur nisi per huius Ordinis Generalem Correctorem, aut Vigiles, vel Provinciales, aut illorum Vecegerentes (idoneitate, ac sufficientia provide consideratis)52.

Questo è quanto si leggeva nel capitolo IX della Regola. È abbastanza chiaro che vi si prevedesse per i religiosi una formazione culturale finalizzata all’apostolato, esigendo persone « idonee ed adatte » a un ministero di predicazione e di ascolto delle confessioni, vietando il conseguimento dei gradi accademici, nel segno dell’umiltà che era uno dei tratti distintivi dell’Ordine. Con questa premessa non si può non concordare col p. Josep M. Prunés che il tema del posto degli studi nell’Ordine dei Minimi risulta sempre « difficile, spinoso e un po’ confuso »53, anche se l’argomento è stato discusso in diversi contributi54. Non è difficile notare che, sebbene sia stata ritenuta necessaria una formazione sufficiente per formare futuri confessori e predicatori, questa appariva tuttavia limitata, escludendo l’ottenimento di titoli. L’Ordine, perciò, salvo qualche eccezione, assicurava la formazione dei religiosi nei propri insediamenti. Il convento designato allo scopo speciale costituiva il Collegio, la cui direzione e organizzazione

(1596) cit., pp. 249-252; G. Vincenti, Una nuova scheda per gli annali tipografici di Giovan Bernardino Desa da Copertino, in Libri parole biblioteche. Studi in onore di Lorenzo Carlino, a cura di R. Jurlaro - A. Laporta, Lecce 2016, pp. 244-246. 51   Preziose indicazioni su questo argomento nel saggio di Rusconi, L’Inchiesta della Congregazione cit. pp. 257-289. 52   Hugo de Varenna, Liber vite fratrum ordinis Minimorum sancti Francisci de paula. Sequuntur ea que in ipso continentur. In primis. Regula fratrum Minimorum [….], penes conventum totius gracie vulgariter de Niyion prope Parisios, 1533, f. 7r. 53   « Considerar cual era en estos conventos españoles la consideración y la realidad de la cultura en general y en particular de la teología, nos conduce necesariamente a tener que abordar previamente el tema siempre difícil, espinoso y un tanto con­fuso del lugar que ocupaban los estudios en la Orden de los Minimos  »: J. M. Prunés, Los Mínimos en la cultura y en la teología de los siglos XVI y XVII en España, in BUOM 57, n. 3 (luglio-settembre 2011), p. 261. 54   Cfr. Whitmore, The Order of Minims cit., pp. 111-118; L. Messinese, II posto degli studi nell’Ordine dei Minimi. Le prescrizioni delle Regole e del Correttorio, in BUOM 59 (2003), pp. 263-280; O. Krakovitch, La vie intellectuelle dans les trois couvents minimes de la Place Royale, de Nigeon et de Vincennes, in Bulletin de la Société de l’histoire de Paris et de l’Ile de France 109 (1982), p. 29 ; P. D. Glatigny – A. Romano, La Trinité-des-Monts dans la « République Romaine des Sciences et des Arts », in Mélanges de l’École Française de Rome. Italie et Méditerranée 117 (2005), pp. 12-24; Quaranta, P. Egidio Scalione dei Minimi e i Sacri Fasti cit., pp. 235-241.

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erano affidate alla responsabilità di uno dei lettori (il Praeceptor studiorum ovvero studentium, comunemente chiamato Reggente degli studi)55. Si deve ricordare, poi, che già pochi anni dopo la morte del fondatore nel 1507 i padri riuniti nel capitolo generale di Parigi del 152056 e in quello di Roma del 152357 raccomandarono a tutti i « moderni » provinciali di istituire e mantenere uno « studium » in un convento della propria provincia. Tre anni dopo, nel 1526, a Malaga si stabilì che in ogni provincia vi fosse almeno uno « studium », che il capitolo provinciale si preoccupasse di destinarvi i necessari lettori e che gli studenti si dedicassero con impegno agli studi, prevedendo, in caso contrario, le pene (pane ed acqua, privazione della voce attiva e passiva, assegnazione alla cucina). Naturalmente anche i correttori dei conventi che ospitavano lo studio venivano ammoniti, sotto pena di sospensione dall’ufficio, perché non ardissero « distruggerlo »58. Nel Capitolo Generale del 1529, tenuto a Grenoble, i padri sinodali precisarono che bisognava attivare le scuole e gli esercizi letterari in tutte le province, secondo quanto stabilito nei capitoli precedenti59. In quello di   Ibidem, pp. 253-255.   Capitolo generale V (Parigi,1520): « n. 10. De studiis promovendis: Ad supplicationem etiam Patrum Hispaniae ordinat Capitulum Gene­rale, quod studium ipsius Provinciae per Patrem Provincialem modernum hactenus observatum, per eius successores sub poena suspensionis sit continuatum » (Acta Capitulorum, I, p. 73). 57   Capitolo generale VI (Roma, 1523): « n. 12. De studiis promevendis in singulis Provinciis. – Deinde determinaverunt, quod quolibet Provincialis in sua Provincia teneatur in aliquo suorum conventuum studium manutenere, ita ut nullus contrarium facere audeat, sub poena ad arbitrium Reverendissimi Patris Generalis, et suorum Collegarum imponenda » (Ibid., p. 79). 58   Capitolo generale VII (Malaga, 1526): « n. 6. De studiorum incremento; deque poenis sive in studentes, sive in Praelatos hac in re negligentes. – Deinde ad iugem studiorum continuationem ordinarunt Patres, quod ad minus in uno cuiuslibet Provinciae Conventu fiat studium ad quod iuxta Provinciae qualitatem mittantur Fratres, plures aut pauciores prius in Capitulo Provinciali mature electi, qui legitimo cessante impe­dimento, lecturas omnino frequentare, et Lectores ipsis legere tenebuntur. Si aliquando autem desises fuerint a Correctore poenitentia panis et aquae pro prima vice corripiantur, et ad illud frequentandum benigne admoneantur; si autem dicti Correctoris trinam admonitionem, intervallis temporum debite factam, contempserint, tales ad studium assignati priventur voce activa et passiva per annum, et si ita expedire videbitur faciant coquinam caeteris fratribus per mensem. Si vero Praelati huiusmodi studium destruxerint, si talis Corrector localis fuerit, in absentia Provincialis a suis Senioribus trina vice in Capitulo ad ipsius studii redintegrationem diligenter admoneatur, qui contemnens ipsos audire, ab officio per mensem suspendatur. Si autem Provincialis extiterit eodem modo a Sociis suis ad huiusmodi studii ordinationis observantiam admoneatur, quo renitente, dicti ipsius Socii declarabunt eum suspensum ab officio per mensem, quo tempore quivis Fratres ab eius oboediantia eximentur » (Ibid., pp. 85-86). 59   Capitolo generale VIII (Grenoble, 1529): « n. 13. – De studiis promovendis. Iuvenum studentium praeterea utilitati, et disciplinae consulere cupientes statuerunt scholas, ac litterarum exercitia per singulas debere fieri Provincias secundum ordinem ultimi Generalis Capituli; aliter contravenientes castigentur » (Ibid., p. 92). 55 56

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ROSARIO QUARANTA

Paola del 1535 ci si preoccupò di richiamare l’attenzione sui lettori, che dovevano essere idonei e capaci di impartire le lezioni, in modo tale che gli uditori divenissero atti a ben predicare e ad ascoltare le confessioni, avvertendo i correttori provinciali di non ammettere agli studi chiunque, bensì soltanto i religiosi « bonae indolis »60. Nel 1538 i padri capitolari, riuniti a Bologna, nel ribadire la necessaria istituzione degli studi in tutte le province, stabilirono che i correttori provinciali fossero particolarmente cauti nell’inviare gli studenti a studiare fuori dai propri conventi, a meno che non fossero ben fidati: ciò per evitare che essi, invece di acquisire dottrina autentica, non riportassero « irreligiosità », come era purtroppo accaduto61. Nel capitolo di Valencia del 1571 si diedero pure indicazioni sulle biblioteche e sull’obbligo di non stampare nessuna pubblicazione senza l’approvazione del correttore generale e senza la revisione da parte di teologi deputati62. E ancora, nel 60   Capitolo generale X (Paola, 1535): « n. 13. – De studiis efficaciter promovendis. – Insuper perpendentes ignorantiam cunctorum errorum novercam, ordinaverunt, quod quilibet Provincialis in sua Provincia, secundum uniuscuiusque ingenii capacitatem, de Fratre idoneo, aut de pluribus provideat; qui ita suas forment lectiones, quod eorum auditores ad aedificatorie praedicandum, et confessiones audiendum, idoneos et aptos efficiant; ipsique Patres Provinciales, non omnes ad huiusmodi litterarum studium passim et indifferenter admittant: verum eos solum, quos bonae indolis esse deprehendent. Si qui autem contrarium fecerint, Patris Generalis disciplinae, subiacebunt, tamquam Religionis nostrae decori non satagentes » (Ibid., p. 108). 61   Capitolo generale XI (Bologna, 1538): « n. 14. – De studentibus caute mittendis extra conventum ad stu­dia. – Cautiores sint Superiores ne permittant Fratres studentes ire extra coenobium ad saecularium studia, nisi viri sint probati ipsi studentes; exploratum nempe est plurimos, plus inde irreligiositatis, quam doctrinae reportasse. Quod si quid mali perpetraverint propter talem licentiam ipsi studentes, de manu Superioris incaute permittentis, requiretur » (Ibid., p. 120). 62   Capitolo generale XXII (Valencia, 1571): « 7. – De studiis efficaciter promovendis in qualibet Provincia. – Voluerunt insuper Patres secundum multorum Generalium Capitulorum determinationem, studium in qualibet Provincia erigi, et observari sub poena in statutiis eiusdem Ordinis contenta: decernentes ad Capitulum Provinciale cuiuslibet Provinciae spe­ctare, quis studentium adscribatur numero: ob hoc tamen Patres non intendunt ligare manus Patrum Generalis, et Provincialis, nunc et pro tempore existentium; quin secundum determinationem Capituli Bononiae primo anno 1538 celebrati, num. 15, possit alios assignare, et assignatos iusta ex causa amovere, secundum determinationem Capituli Generalis Valentiae primo a. 1541 celebrati, num. 15. 8. De bibliothecis extruendis. – Pro studiorum igitur manutentione, praecipiunt Patres omnibus Superioribus, ac eorum Vicariis, ne libros qui per mortem decedentium Fratrum, vel titulo donationis, aut legati, seu quocumque alio modo ad conventum pervenerint, vendere, detrahere, pignori obligare, donare, vel con­cedere alicui simpliciter, vel ad vitam nullo modo praesumant: sed ad librariam communem, quam ad minus in principaliori conventu cuiuslibet Provinciae erigendam strictissime curent Superiores Praelati, reponantur; nisi forsitan conventus tales libros duplicatos haberent, vel iudicio eorundem Superiorum, pro com­muni studentium commodo minus utiles viderentur. In quibus casibus poterunt quidem vendi; sed eadem districtione praecepti teneantur, eorum praetium in alios libros meliores, et magis necessarios commutare. Verum si essent aliqui libri non magnae reputationis, vel

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1574, i padri riuniti a Genova, trattando delle qualità morali, fisiche e letterarie dei giovani studenti, ordinarono di non ammettere in religione nessuno che fosse cieco, zoppo o deforme, bensì giovani ben disposti, privi di qualsiasi sospetto, di sana costituzion: giovani preparati in grammatica o almeno idonei a ben apprendere63. Infine, nel capitolo tenuto ad Avignone allo scadere del secolo, nel 1599, i padri ribadirono tutte le indicazioni precedenti64. Al secolo successivo appartengono poche altre determinazioni che non aggiungono molto a quanto già stabilito in precedenza65. Com’è facile arguire da tanti interventi, la preoccupazione dell’Ordine per l’aspetto formativo non poteva dirsi assente, anche se l’insistenza continua sui medesimi problemi indicava che non sempre gli statuti venissero osservati. Ma è facile pure dedurre che la cultura e gli studi, in linea con le indicazioni postridentine, erano condizionati esclusivamente da una pre-

praetii, poterit Superior Praelatus aliquibus Fratribus magis indigentibus illos ad usum dumtaxat concedere. 9. De non imprimendis libris nisi de Correctoris Generalis approbatione. – Inhaerentes Patres dispositioni Sacri Concilii Tridentini strictissime inhibent in virtute sanctae obedientiae; ne scripta, tractatus, compilationes, ac alia quaecumque a Patribus nostris edita et edenda, in lucem prodeant, nisi de licentia Patris Generalis (recognitis tamen prius per eum libris, vel per alios, quibus commiserit) diligenter examinata fuerint, ac correcta. Quod si quis contrarium fecerit privatus ab utraque voce per annum maneat, seu gravius puniatur secundum arbitrium R. P. Generalis » (Ibid., pp. 182-183). 63   Capitolo generale XXIII (Genova, 1574): « N. 8. De qualitatibus moralibus, physicis, et litteraris recipiendorum. – Cum Religio nostra membrum sit Ecclesiae Catholicae, quam Dominus noster lesus Christus suo pretiosissimo sanguine mundam, et sine ulla macula fundavit, hinc voluerunt Patres ut futuris temporibus nullus in Ordine nostro recipiatur, caecus, claudus, aut deformis, sed iuvenes bene dispositi, catholici, et de nullo errore suspecti; corpore sani, debitis expediti; quod sint conditione liberi; nulla infamia vulgari maculati, nec homicidae; competenter ad minus in grammatica versati, sive alias ad eam discendam idonei. Quibus omnibus servatis conditionibus, praecipiunt Praelatis, tam inferioribus, quam superioribus, quod ante receptionem habitus cuiuscumque Novitii, vel saltem ante professionem, deputetur aliquis Frater idoneus a Provinciali et Capitulo locali eligendus, qui expensis dicti Novitii, vel Ordinis eat ad lares paternos, et sine acceptione personarum de requisitis omnibus superius positis informationem capiat. Quod si bonum testimonium attulerit, poterit professionem emittere, sin autem a Religione reiici, praesertim si post eius professionem, contrarium fuerit inventum » (Ibid., pp. 210-211). 64   Capitolo generale XXX (Avignone, 1599): « n. 33. De studiis efficaciter promovendis. – Perpendentes ulterius Patres ignorantiam cunctorum errorum esse novercam, ordinaverunt a quolibet Provinciali in sua Provincia secundum uniuscuiusque ingenii capacitatem de Lectore idoneo, aut pluribus, providendum esse, sub poena privationis officii; ipsi vero Provinciales ad huiusmodi studium litterarum, non omnes pas­sim et indifferenter admittant; verum solum eos, qui bonae in­dolis esse noscuntur, et a Capitulo Provinciali seu Intermedio delecti fuerint » (Ibid., p. 285). 65   Capitolo generale intermedio (Roma, 1643): « n. 25. De studiis efficaciter promovendis et in quibus diebus legendum » (Acta Capitulorum, I, pp. 406-407); Capitolo generale XLIII (Milano, 1679): « n. 42. Manuscripta a viris nostris conspicuis elaborata, auctoribus decedentibus bibliothecae conventus incorporentur » (Ibid., p. 527).

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occupazione religiosa e pastorale, finalizzata segnatamente alla celebrazione della messa, alla predicazione e all’ascolto delle confessioni66. L’Ordine dei Minimi, per i motivi appena esposti, nella fase delle origini e degli inizi non poteva assegnare alla cultura che un’importanza riferita esclusivamente a un’attività pastorale, esercitata da quei religiosi, legati ancora sostanzialmente a una visione e a un’impostazione di vita eremitica, in maniera per lo più sporadica: predicazione e ascolto delle confessioni. Un cammino che, comunque, essi cominciarono a intraprendere indirizzandosi verso un modello più aperto e attento alle nuove istanze culturali, al fine di corrispondere adeguatamente, come gli altri Ordini mendicanti, alle nuove esigenze riformatrici della Chiesa. Gradualmente si cominciò a parlare di questi temi fissando appunto disposizioni sugli Studia da promuovere e mantenere, sugli studentes, sui lectores, sulla formazione non soltanto filosofica e teologica, ma anche letteraria, sugli esami da svolgere al termine delle lezioni, sul calendario scolastico, sulle tesi eventualmente da pubblicare, sugli impegni da mantenere da parte dei correttori provinciali, sulle pene da irrogare per le inadempienze. Una sintesi di tutte queste disposizioni ufficiali e di altre indicazioni, provenienti dalla tradizione propria dell’Ordine in materia di studi, si ritrova nel Codex Minimus e nel Manipulus Minimorum, corredata sempre dai vari riferimenti agli Acta Capitulorum tenuti quasi esclusivamente nel sec. XVI. Dal Codex Minimus Studentes. Studium67. Subiectio et privilegia illorum.

Studentes Correctori subdantur. Cap. Malach. 6. Va- 1526. 1571. lent. 6. c. 5. A Correctore tamen in Conventus negotiis ita discrete occupentur, quod lecturas sine magna et urgenti necessitate non omittant. 1587. c. Malach. 6.

66   Cfr. G. Fiorini Morosini, Il carisma penitenziale di S. Francesco di Paola e dell’Ordine dei Minimi. Storia e Spiritualità, Roma 2000, specie il capitolo XV: « La missione dell’Ordine dei Minimi nella Chiesa », e in particolare alle pp. 736-742. 67   Isnard, Codex, II, pp. 275-280. Nella colonna a destra l’anno del capitolo generale richiamato: Aven. = Avignone; Bonon. = Bologna; Gratianop. = Grenoble; Malach. = Malaga; Paulit. = Paola; Rom. = Roma; Tholos. = Tolosa; Val. o Valent. = Valenza.

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Exemptio a choro.

Diebus Dominicis et Festivis duplicibus debent om- 1538.1541. nes adesse Diuinis Officiis: aliis autem,Vesperis. Item, diebus Dominicis, Missae maiori. c. 1. Bonon. 19. c. 1. Val. 26.

Universitatum frequentatio

Licet autem illis permittatur, ut petita benedictione, ad actus Universitatum ire possint: hoc tamen intelligatur de capacibus, et citra abusum: quod Superiori iudicandum relinquitur. Qui si sub hoc praetextu discurrentes inveniat, puniat illos acriter, ad aliorum exemplum. Poteritque, sicut ingratos suis beneficiis priuare: ita et benemeritis ampliora conferre. c. 1. Val. 26 1541.

Negligentes Studium

Fratres Studio destinati illud negligentes puniantur poenitentia panis et aquae, pro prima vice: et ad illud frequentandum benigne moneantur. Post trinam autem monitionem, intervallis temporum debite factam, si contempserint, utraque voce per annum priuentur: et faciant coquinam cæteris Fratribus per mensem.Si vero Corrector Studium destruxerit, trina vice in Capitulo ad ipsius Studij reintegrationem diligenter admoneatur. Quod si contempserit, ab Officio per mensem suspendatur. Malach. 6 1616.

Corrector studium destruens.

Abutentes privilegiis Studentium. Assignandi. Amovendi.

Qui sibi concessis priuilegiis abutuntur, a Provinciali de suorum Collegarum consilio acriter puniantur. Poteruntque, nisi emendentur, Studendi commoditate penitus privari. c. Valen. 22. 1541. Generalis quos voluerit potest Studio Assignare: et a Capitulo Prouinciali, vel a se assignatos, iusta de cau1571. sa ab eo amovere. c. 4. Valent. 7.

Ineligibiles.

Studentes non possunt in Superiores eligi; ne studium interrumpatur. cap. 2. Aven.16.

1599.

Provinciales.

Prouinciales negligentes iuvenum Studia, suis Officiis priventur. c. 3. Rom. 16. c. Malach. 6. c. Gratianop. 2. 1. c. 1 Valent. 7. c. 2. Aven. 16. Ad Studia admitti solum debent qui sunt bonae indolis, a Capitulo Prouinciali deligendi. cap. Paulit. 18 cap. Valent. 7. c. 2. Aven. 16.

1523.1526. 1529.1641. 1599 1535.1571. 1599.

Pensio.

Qui voluerint studere Parisiis, Salmanticæ, vel alibi, cum obedientia Generalis, pensionem solvant: ne Conuentus ubi sunt Studia, graventur: & ut Studentium immunitatibus possint uti. c. Paulit. 18. c. 1. Bonon. 17. c.2 Aven. 30. 1535.1538. Haec autem pensio, est pro singulis annis viginti au1599. reorum. cap. 2. Aven. Vide Praedicator.

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ROSARIO QUARANTA

Haec pensio, saltem in Gallia, non solvitur, nequidem a Religiosis aliarum Nationum, quos in nostro Avenionensis Collegio Charitatis, in Provincia etiam Lugdunensi, Parisiensi, et aliis, non paucos vidi. Communibus enim conventus bonis, absque delectu, omnibus providetur Studentibus, quo ad victum, vestitum, medicamenta, candela seu similia. Su vero studentes praedicent, ipsorum praedicationum eleaemosinis confunduntur. Non sunt etiam in usu in eadem Gallia, praedictae exemptiones a choro; sicut nec Studentium assignationes a capitulis Provincialibus; illos enim solus Provincialis cum Collegis assignat. Matutinae Horae.

Cum Matutinis Horis interesse non debebunt, illas in 1514. aliquo loco deputato cum ipsorum Lectore persolvant. C. Tholos. 42. quod autem ibi additur, quod Studentium lector, seu Praeceptor, in Correctorem nullatnus assumi valeat, est iuri valde dissonum. Neque enim Lectores, qui plus aliis laborant, debent esse deterioris conditionis, nisi ipsi consentiant : dicente Apostolo 1. ad Timot.. 5. ver. 17. Qui bene praesunt Presbyteri, duplici honore digni habeantur : maxime qui laborant in verbo, et doctrina : dicit enim Scriptura, Non infrenabis os bovi trituranti. Ideo hoc Statutum quod Lectores arcet a correctoriatu, per totam Galliam exolevit.

De quibus sibi providebunt

Providebunt autem sibi Studentes de Vestimentis, et 1538. libris, armisque scholasticis : de caetero vero, providebit eis Conventus in quo studebunt, sicut et cæteris Fratribus Localibus; tam incolumitatis, quam infirmitatis tempore, etiam de medicamentis. Dabuntur etiam eis tot candelae, quot solent cæteris dari. Cap. 1. Bonon. 18.

Pecuniae ad illos missae, ut dispensandae.

Studium Conventus Paulae.

Nullatenus permittatur Studentibus, pecunias habere in alterius cuiusvis dispositione, praeterquam Correctoris: ita ut, ad ipsum Correctorem pecuniæ mittantur, pro Scholasticorum necessitatibus: ut sciat in quibus expenduntur: sicut fieri solet de aliis Conventus pecuniis. Quod si quis inventus fuerit habere pecunias alibi, et alio modo qua hic scribitur : tanquam proprietarius puniatur. c. 1. Valent. 23. 1541. Studium in Conuentu Paula debet observari : et pecuniae ab Illustrissima D. Isbella deToledo Ducissa Castrovillarum, pro studio datae, in solam Studentium utilitate sunt convertendae. c. 4. Val. 5. 1571.

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Hispaniarum.

Pecuniæ quæ Granatæ habentur, arbitrio Provincialium expendendae: et hortus qui a Patre Castro Religioni est dicatus, non nisi in sumptus Scholasticoum Theologorum expendantur : sub privationis poena ipso facto incurrenda, si in alios usus, Prouinciæ Granatensis Provincialis, converterit: et Scholasticis, alimenta necessaria ab ipsa Bethica Prouincia colligenda, non præstiterit.

Salmanticense. Complutense.

In Collegio autem Salmanticensi, vel Complutensi, Scholastici Theologi praedictæ Provinciæ habitent; et Theologiæ, per quadriennium, vel triennium ad minus, incumbant. Mandantes in meritum Sanctae Obedientiæ, & sub poena privationis, Provinciali, et Patribus Provinciae Castellæ, nunc, et pro tempore existentibus; ut in nullo aliquam inferant molestiam, seu gravamen Scholasticis; sed in omnibus eos habeant immunes.

Studentes Provinciae Calabriae.

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Tres iuvenes Provinciæ Calabriæ, a Capit. Prouinciali eiusdem Provinciæ deligendi, et a R. P. Generali confirmandi, admittendi sunt ad studia, quæ in Conventu Paulitano fient. c. 5. Rom. 5. 1587.

Dal Manipulus Minimorum Studium68. Assignatio.

Omni diligentia utantur Superiores, ut studia Hu- 1255. manitatis, aut Philosophiae, vel Theologiae in omnibus Provincijs erigantur, secundum locorum capacitatem. Clemens VIII, const. 2. § 10. Ad minus in uno Provinciae Conventu. Cap. Mal. 6. Gratian. 13. Cap. 3. Gen. 15. Sub poenis statutis. Cap. 4. Val. 7. Nempe Depositionis. Cap. 3. Val. 20. Spectat Studentium assignatio ad Capitulum provin- 1256. ciale, Cap. 4 Val. 7. Mal. 6. et ad Generalem Cap. 1. Bon. 15. Cap, 4. Val. 7, Vel ad Provinciales, Cap. Paul. 13. Cap. 1. Bon. 15. Cap.3 Val. 3. Cap 2. Avin. 33. Cap. 3. Gen. 16 Cum Collegis. Cap. 1. Bon. 15.

68   Manipulus Minimorum, pp. 217-219. Nella colonna a destra il numero progressivo dei commi. Le località dei capitoli generali richiamati sono: Aven. = Avignone; Bonon. = Bologna; Barch. = Barcellona; Genu. = Genova; Gratianop. = Grenoble; Paulit. = Paola; Malach. = Malaga; Massil. = Marsiglia; Rom. = Roma; Rom. inter. = Romano intermedio; Tholos. = Tolosa; Valentin. = Valenza.

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ROSARIO QUARANTA

Charitas.

Praecipitur Provincialibus, & Superioribus localibus, 1257. quantum in Domino fieri potest, ut foveant Lectores & Scholares, eosque diligant qua decet Charitate. Cap. Ro. inter. 25.

Coactio.

Cogantur Studentes impigre bonis litteris vacare, Cap. 1258. 3. Val. 20. Cap, Cap. 2. Mass. 6. Urgeantur poenis, et praemiis. Cap. Mal. 6. Cap. I. Val. 15. Gratian. 13. Ro. Interm. 25. Negligentes puniantur inedia panis, & aquae pro prima vice, & ad studium frequentandum moneantur. Et si ter moniti cum de­bito intervallo, contempserint; priventur per annum utraque voce, et per mensem faciant coquinam. Cap. Mal. 6.

Continuatio

Praecipimur Provincialibus studij continuatio. Sub 1259. poena suspensionis Officij. Cap. Paris. 10. Imo & formidabili a Generali, et eius Collegis infligenda. Cap. 3. Ro. 12.

Destructio.

Corrector Studij destructor, ter monitus, per mensem suspendatur. Cap. Mal. 6. Et Provinciales illud negligentes, priventur Officio, Cap. 2. Ro. 12* Cap. Mal. 6. Cap. 2. Avin. 20. 1260.

Extra.

Uniuersitatis Scholas, seu alterius Praeceptoris extra Ordinem, accedere nulli nostrum permittitur, studendi causa Humanitati, Philosophiae, Theologiae, vel cuicumque alteri Disciplinae. Exceptis Uniuersitatibus Salmaticensi, & Complutensi, ad quas cum honore accedere solent Religiosi ex omnibus Religionibus. Sub poena Praelatis facultatem concedentibus, privationis Officiorum ipso facto. Cap. 8. Gen. 33.

Lectores.

Ita forment suas lectiones omnes Lectores, quod eo- 1261. rum Auditores ad edificatorie predicandum, et Confessiones audiendum, idoneos, & aptos efficiant. R. F. 41. Cap. Paul. 14. Provideat quilibet Provincialis in sua Provincia, de 1262. idoneo, aut pluribus Lectoribus, secundum uniuscuiusque Spiritus capacitatem. Cap. Paul. 14. Cap. 2. Avin. 33. Legere Lectores debent a Festo omnium Sanctorum, usque ad Nativitatem S. Joannis Bapt. Messanae vero, a S. Luca, usque ad S. Jacobum. Cap. Ro. Interm. 5. Non gaudent priuilegijs nisi actu legant. Clemens VIII, in: const. 10. Urbani VIII. §. 33. Vel sint de brevi lecturi. Peyrinis. Ad const. Iulii II. Num 21.

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L’ORDINE DEI MINIMI TRA FINE ’400 E INIZI ’600

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Ad Gradum Lectoris Studentes nullatenus assumantur, vel ad Scholasticorum Magisterium, ante sexennium studii. Nisi a generali dispensentur. Cap. 4. Barch. 49. Lingua.

Studium linguarum Hebraicae, Graecae, & Latinae, 1263. per se, vel per alios in suis Scholis Regulares instituant. Et in celebrioribus, etiam Arabicae. Paulus V. apud Peyrin. ad const. Julii II. N. 19. Quod inculcat Sub grauissimis poenis. S. C. de propag. Fide, coram Vrbano VIII. apud eund. Addit. c. 3.

Magister.

Ad Gradum Magisterij, seu alium, nullus assumatur. 1264. R. F. 41. Sub perpetua privatione Praelationis, & Primogeniturae. Cor. 76.

Obedientia.

Studentes suo Correctori humiliter obediant. Corrector vero eos non occupet in negotiis Conventus, sine magna, et urgenti necessitate. Cap. Mal. 6.

Pecunia.

In alterius quam Correctoris dispositione, nullus 1265. Studentium pecunias habeat. Sub poena proprietariorum. Et cum alicui quaedam mittuntur pro suis necessitatibus, consignentur, ut sciat quibus expendantur. Cap. 1. Val. 6.

Privilegia.

Abutentes Studiosi priuilegijs sibi concessis, acriter 1266. puniantur. Et si non se emendant, priuentur studio a Provinciali, et eius Collegis. Cap. 1. Val. 15.

Qualitas.

Nulli, nisi bonae indolis, admittantur ad studium. Cap. Paul. 14. Cap. 2. Aven. 33.

Regens.

Nullus sit Regens studiorum, nisi actu legat, vel sal- 1267. tem per integrum triennium docuerit totum Philosophiae cursus, et per quatuor annos Theologiam. Cap. Ro. Inter. 25.

Theses.

Octo theses Theologiae PP. Lectoribus, sub suis Prae- 1268. sidentibus defendendae in singulis Capitulis generalibus habeantur. Nempe quatuor ex Natione apud quam celebratur Capitulum, & duae ex qualibet aliarum duarum, a Generali dcsignandae. Et tot Conciones similiter ordinandae. Cap. 8. Gen. 29. Revisores Conclusionum nominentur in singulis Pro- 1269. vinciis, nec praelo dentur ante earum approbationem. Cap. 4. Barch. 48. Quotannis teneantur Lectores, (ubi habiles reperiuntur Scholares) publicarum disputationum alea, suae annualis doctrinae (Religionis expensis imprimendae) periculum facere. Cap. Rom. interm. 25.

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ROSARIO QUARANTA

S. Thomas.

Sequantur Lectores nostri Angelicam D. Thomae 1270. doctrinam, quantum fieri potest. Et cohortantur, studio ut ab scopo tanti Doctoris nunquam discedant. Cap. 4. Barch. 48.

Additio

Vide Extra. 617. Libraria. 872. Praedicator. 1089. Provincia. 1155. Sacerdos. 2012.

Libri e biblioteche Anche per quanto riguarda i libri e le biblioteche dei Minimi, alle incertezze e alle limitazioni iniziali subentrarono gradualmente una consapevolezza e una cura più attenta e convinta, tanto che in Francia, per divulgare rapidamente all’interno dell’Ordine – ma anche fuori di esso – la Regola dei frati, delle monache e dei terziari, come pure il Correttorio, le cerimonie, i privilegi pontifici, il Maremagnum, la bolla di canonizzazione e l’Ufficio del Fondatore, il p. Hugues de Varennes (o Hugo de Varenna) impiantò e diresse nel convento di Nigeon, presso Parigi, una vera e propria Officina o Palaestra calcographica69. Negli anni 1525-1538 egli riuscì a stampare, con soddisfazione e legittimo orgoglio, un piccolo corpus documentale70.

69   « En 1493, la reine Anne de Bretagne, ayant acheté de Jean de Cerisi sa propriété de Nygeon près Paris, en fit don, avec la chapelle voisine de Notre-Dame-de-toutes-Grâces, aux religieux Minimes que François de Paule avait amenés d’Italie, les mêmes que le peuple baptisa du nom de « Bons-Hommes », que prit aussi leur couvent et qu’il donna à la barrière, dite depuis de Passy. Une imprimerie dirigée par l’un des frères, nommé Hugues de Varennes, paraît avoir existé dans ce couvent dans la première moitié du xvie siècle. On en connaît quatre productions: 1° Regula fratrum minimorum,1528 in-16; 2° Liber vitae fratrum ordinis minimorum, 1535, in-16; 3° La vie du glorieux amy de Dieu, Monsieur Sainct François de Paule, 1538, petit in-8°; 4° Martyrologium minimorum, 1540, in-8°. Ces quatre volumes sont imprimés en caractères gothiques; le Manuel du Libraire et M. P. Deschamps (Dict. de Géographie à l’usage de l’amateur de livres) ne citent que les deux premiers. Communiqué par M. J. C. Wiggishoff, Président de la Société du Vieux-Montmartre ». Da L’Imprimerie des Bons-Hommes. (1528-1540), in Bulletin de la Société Historique d’Auteuil et de Passy, 30 juin 1895, p. 34. 70   Importante, in particolare, la pubblicazione del l533, sul cui frontespizio si legge: Liber vitae fratrum ordinis Minimorum sancti Francisci de Paula. Sequuntur ea quae in ipso continentur. In primis. Regula fratrum Minimorum. Regula sororum eiusdem ordinis. Regula utriusque sexus fidelium. Correctorium. Cerimonie. Privilegia. Mare magnum. Et Canonizatio eiusdem sancti francisci de paula: prefati ordinis institutoris. Cuius hic collucet venerationis plena effigies. Anno domini M.cccccxxxiii. xix decembris, e a fol. 184r: « penes conventum nostre domine totius gracie vulgariter de Niyon prope parisios consummatum seu impressum. Anno domini Millesimo Quingentesimo Tricesimo Quinto, die vero mensis Novem-

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L’Ordine, impegnato nella ricerca del proprio ruolo, abbandonò gradualmente la connotazione eremitica per abbracciare quella cenobitica. In tal modo indubbiamente si favoriva la formazione culturale e religiosa, al punto che, a partire dalla seconda metà del Cinquecento e per i due secoli successivi, poté vantare ovunque biblioteche di tutto rispetto. Dal Codex Minimus dell’Isnard (1631) e dal successivo Manipulus Minimorum (1666) si apprendono non soltanto le norme, ma anche diverse notizie e alcune curiosità relative ai libri e alle biblioteche conventuali. Nel Codex si accennava innanzitutto a un Liber Constitutionum – ossia delle deliberazioni e delle spese della comunità –, da conservare in una cassa a quattro chiavi e da tenere a disposizione per le visite canoniche, ai fini della loro approvazione da parte dei superiori. Poi si trattava dei libri proibiti e delle pene severissime previste per chi li deteneva senza alcuna licenza: oltre alle pene previste dal diritto comune e dall’Inquisizione, per i religiosi Minimi era prevista la privazione dell’insegnamento, della predicazione e dell’ascolto delle confessioni, e oltre a ciò l’inabilità a ogni ufficio ovvero carica, con la perdita della voce attiva e passiva. Si ricordavano poi le norme previste per poter pubblicare oppure stampare dei libri e le pene da irrogare agli inadempienti: era richiesta la preventiva licenza dei superiori maggiori o dei loro delegati. Nel caso di pubblicazione di libri che attentassero alla buona fama di altri, gli autori che venissero riconosciuti colpevoli, anche se anonimi, erano soggetti a pene severissime. La loro rehabilitatio, ossia la remissione delle censure e delle pene, poteva essere disposta soltanto dal capitolo generale. Si disponeva poi dei libri personali, ma anche della libraria del convento, che doveva essere fondata appunto nei conventi più importanti e doveva essere adeguatamente tutelata, al fine di evitare depauperamenti e dispersioni. Si mettevano in guardia i correttori dal rischio insito nel prestito ovvero nella facile concessione temporanea agli estranei o agli stessi frati i quali talvolta – così è scritto – li tenevano nelle loro celle più per metterli in bella mostra che per leggerli, studiarli, usandoli addirittura come cuscini o guanciali. Venne ribadita la prassi di incorporare nella biblioteca comune i libri dei religiosi defunti e, per le librerie più importanti (si accennava espressamente alle biblioteche del convento di Genova e del protoconvento paolano), si richiamava il privilegio di papa Clemente VIII in base al quale erano scomunicati quanti – religiosi, laici o anche prelati – osassero

bris XXV ». Sono noti e disponibili in linea gli esemplari della Bibliothéque Nationale de France (https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k313402n.image) e della Biblioteca Nazionale di Napoli (https://books.google.it/books?id=PhNSFeKNYCYC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false).

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asportare libri dalle suddette biblioteche71. Infine, si ribadiva per quelle due biblioteche il divieto di applicare i propri redditi per altri scopi o finalità. A tutti i padri provinciali era data comunque facoltà di poter stampare la Regola, il Correttorio, le Cerimonie e la Messa del santo fondatore. Dal Codex Minimus Libri et Libraria72. Liber Constitu- Liber Constitutionum haberi debet, in singulis Conventibus: qui in capsa quatuor clavium reponatur. tionum In quo, tenentur Superiores, scribere ordinationes, quas, post peractam visitationem, relinquunt cuilibet respective Provinciae: ut, iuxta constitutionem. c. 1. Foroiul. 18. cum alius successerit Generalis, vel Pro- 1547. vincialis, agnoscat constitutiones sui praedecessoris: et an sint, pro tempore, necessariae: an confirmandae, vel abrogandae, aut in melius commutandæ. Ordinationes etiam Capitulorum Provincialium, quae quotannis celebrantur, in singulis Provinciis; scribantur speciali ordine, in aliquo libro qui custodiatur in capsa Conventus principalioris Provinciæ: ut a Superioribus videatur, quid bene vel non, ordinatum sit. c. 4. Valemt. 6o. vide. Statuta. 1571. Libri prohib.

Libros prohibitos qui habuerit, absque speciali licentia Sedis Apostolicae, ultra poenas Iuris communis et Inquisitionis, perpetuo munere legendi, praedicandi et confessiones audiendi, privatus sit: et ad omnia officia inhabilis, utraque voce carens. ibid. 46.

71  Ricordiamo che anche alla biblioteca del convento di S. Luigi a Palazzo di Napoli venne successivamente accordato il medesimo privilegio: « Di certo, al 19 dicembre 1595, doveva possedere già un notevole patrimonio librario se, per salvaguardarlo, il correttore provinciale di Napoli, P. Felice de Martino, chiese ed ottenne da Clemente VIII un breve col quale irrogava la scomunica a chi portava i libri fuori del perimetro claustrale » (ASV, Secr. Brev. 234, f. 201-204). Cfr. il saggio di R. Benvenuto, La biblioteca di san Luigi a Palazzo di Napoli (XVII secolo), infra, pp. 97-109. 72   Isnard, Codex, pp. 292-297. Nella colonna a destra l’anno del Capitolo Generale richiamato (Aven. = Avignone; Barch. = Barcellona; Foroiul. = Frejus; Genu. = Genova; Valentin. = Valenza).

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Librorum impressio

Inhaerentes Patres dispositioni sacri Concilij Tridentini, strictissime inhibent in virtute sanctae Obedientiæ, ne scripta, tractatus, compilationes, nec alia quaecumque a Fratribus nostris edita et edenda, in lucem prodeant; nisi de licentia Reverend. Patris Generalis, (recognitis tamen prius per eum libris, vel per alios quibus commiserit) diligenter examinata, fuerint, et correcta. Quod si quis contrarium fecerit, privatus utraque voce, per annum, maneat: seu grauius puniatur, secundum arbitrium Patris 1571. Generalis. ibid. 9.

Libri famosi

Nullus audeat in posterum, quidquam typis mandare, sine licentia Reverendissmi Patris Generalis. Et si aliquis id attentaverit, aut etiam, cum praefata licentia, aliquid in suis operibus, famam Fratris alicuius, aut etiam aliquorum in communi, attingens et deturpans apposuerit: ipso facto, absque alia declaratione, praeter alias poenas, privatus sit Officiis quibuscumque, si aliqua forsan obtinet: et utraque voce, in perpetuum privetur: nec possit a quoquam rehabilitari, nisi a Capitulo generali. Si vero sub alieno nomine, libellos huiusmodi diffamatorios quispiam ediderit: si legitime super his convinctus fuerit, ea typis mandari iussisse, eisdem poenis subiaceat: vel fiat inquisitio de auctoribus illorum, si qui inter Fratres circumferantur. c. 3. Barch. 71. Ius sic statuit 5. q. 1. c., 1. Qui in alterius famam, 1629. publice scripturam aut verba contumeliosa confinxerit, et scripta non probaverit, flagelletur. Ioan. A. ibi ait: Est hoc, cum innocens infamatur, secus si reus accusatur: quia expedit peccata nocentium esse nota, ff. de iniur. eum qui.

Librorum translatio Aliennatio etc.

Librorum translatio. vide Obedientia. Libros vendens, ad suum usum concessos, a quocumque habuerit, ut proprietarius puniatur. c. 1. Valent. 24. 1541.

Libraria

Praecipitur Superioribus eorumque Vicariis, ut libros qui per mortem decedentium Fratrum, vel titulo donationis aut legati, seu quocumque alio modo, ad Conventum pervenerint; non vendant, distrahant, pignori obligent, donent vel concedant alicui, simpliciter, vel ad vitam: Sed in Libraria communi, (quam, ad minus in principaliori Conventu cuiusque Provinciae, erigendam, strictissime curent Superiores Prælati) reponantur.

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ROSARIO QUARANTA

Nisi forte Conventus haberet tales libros reduplicatos: vel iudicio eorundem Superiorum, minus utiles viderentur. In quibus casibus poterunt vendi. Sed, eadem districtione praecepti, teneantur Superiores, illorum pretium in alios libros meliores convertere. Verum, si essent aliqui Libri parvi pretij, poterit Superior Praelatus, Fratribus magis indigentibus, illos, ad usum duntaxat, concedere. c. 4. Valent. 8. 1571. Libri libraria Genuens.

Iuxta Breve S. D. N. Clementis VIII. Datum Romae apud Sanctum Petrum 19. Decembris 1595. prohibetur sub poena excommunicationis latæ sententiae, tam Superioribus quam subditis huius Ordinis: Item, aliis tam Religiosis, quam cuiuscumque nominis Ecclesiasticis personis, vel saecularibus: quacumque, etiam Episcopali, Cardinalitia, aut alia mundana dignitate et authoritate fulgentibus, ne libros aliquos, tam in Libraria Genuensis Conventus, nunc existentes, quam in posterum ibidem locandos, quacumque causa, vel praetextu, amovere, extrahere, vel etiam mutuare audeant. Nec aliquis Superior, super hoc quidquam concedere valeat. c. 6. Genu.32. 1596.

Librariae huius redditus. Libraria Paulitana

Prohibetur insuper sub iisdem censuris, ne annui redditus, quos eadem Bibliotheca habet, aliter, quam in emptione Librorum, vel alios usus Bibliothecae, impendantur. Idemque praecipitur observari pro libraria Paulitana73, ibid. 33.

73   Si riporta il breve del 3 luglio 1595, con cui Papa Clemente VIII proibisce, sotto pena di scomunica, l’asportazione di reliquie dalla chiesa e di libri dalla biblioteca del convento di Paola: Clemens Papa VIII – Ad perpetuam rei memoriam. Quaecumque ad sanctorum venerationem et sacrarum Reliquiarum custodiam nec non ad rerum ecclesiarum et librorum ad eas pertinentium conservationem, ea ijs a quibus petitur libenter concedimus. Exhibita siquidem nobis nuper pro parte dilecti filij Petri Samblasij, Provincialis Provinciae Calabriae, Ordinis Minimorum sancti Francisci De Paula, in ecclesia et conventu eiusdem Ordinis terrae de Paula, Cusentinae diocesis, unum Reliquiarium satis decenter ornatum, ac multis sacris sanctorum reliquijs refertum, necnon Bibliotheca diversorum librorum sacrae theologiae, et divinarum scripturarum ac rerum variarum ad perpetuum Religiosorum eiusdem Ordinis sacris litteris incumbentium comodum et usum copia instructam reperiri. Verum, quia, ut experientia compertum est, sive Superiorum incuria sive ob frequentem Prelatorum et Baronum visitationem, Reliquiae et libri quandoque inde extracti et ablati fuerint, et nisi de opportuno aliquo remedio provideatur alij etiam de cetero extrahi, et auferri, seu inde amoveri poterunt in eiusdem ecclesie damnum et detrimentum. Propterea nobis fuit humiliter supplicatum quatenus in praemissis opportune provideri de benignitate apostolica dignaremur. Nos igitur venerationi dictarum Reliquiarum, ac Bibliothecae predictae conservationi consulere volentes, huiusmodi supplicationibus inclinati, omnibus et quibuscumque personis tam ecclesiasticis quam saecularibus cuiuscumque status, gradus, ordinis, conditionis, et dignitatis existentibus et eiusdem Ordinis Fratribus et eorum Superioribus, ne ex dicta ecclesia Reliquias, neve ex dicta Bibliotheca libros aliquos ullo modo extrahi, asportari

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L’ORDINE DEI MINIMI TRA FINE ’400 E INIZI ’600

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Eadem statuta fieri deberent, pro quorumcumque Conventuum Librariis vel saltem statui, ut non extraherentur libri ex biblioteca sine Superioris licentia, et relicto, in loco designando, in scriptis, nomine extractorum librorum et Fratrum extrahentium. Amitti namque possumt libri, vel quia mutuo, vel quia dolo, saecularibus dari possunt. De facto pereumt aliqui, quia, proh dolor, aliquando sub cervicali [!] collocantur. Qui fit, ut sæpe accidat, ut libri aliqui a studiosis querantur; qui, absque prophetiæ dono, vix reperiri possunt. Item, cum Libraria sit unum ex precipuis Conventus ormamemtis, illud deperit, si ad nutum singulorum Fratrum, ex illa Libri extrahantur. Singuli enim aliquos accipiunt, quos in suis Cameris collocant, ad ormatum dumtaxat: forte enim, illos, aut raro aut nunquam evolvumt: sicque Libraria denudatur, et depereunt libri: in quibus Praedicatorum, Doctiorum & precipuorum Patrum ordinis thesauri, consistunt: quique, monita facile comparantur, sed cum impensis maximis. Facultas imprimendi Regulam, Correctorium, Cæremonias et Missas B. P. N. Francisci de Paula, 1599. omnibus Provincialibus conceditur. c. 2. Aven. 25.

Nel Manipulus Minimorum alle voci Impressio, Liber e Libraria venne riportata, in maniera meno discorsiva e con qualche altra aggiunta, la normativa che abbiamo visto nel Codex. Ad esempio, per quanto riguardava la stampa dei libri, si faceva cenno alla necessità di avere, oltre alla licenza dei superiori dell’Ordine, l’Approbatio scritta dell’ordinario del luogo, da apporsi sul frontespizio del libro insieme al nome dell’autore. Inoltre si richiamava l’obbligo, nel caso di opere rientranti nel De Auxiliis74, di ottenere la licenza anche dalla S. Inquisizione, con relativo invio dell’opera alla stessa. Nel caso di stampa in una località all’interno degli stati eccle-

vel alio transferri possint, vel quovis pretextu, aut quovis titulo colore vel in­genio presumant, sub excommunicationis poena auctoritate apostolica tenore praesentium interdicimus et prohibemus. Non obstantibus quibusvis constitutionibus et ordinationibus apostolicis ac dicti Conventus, et Ordinis et iuramento confirmatione apostolica vel quavis firmitate alia roboratis statutis, et consuetudinibus ceterisque contrarijs quibuscumque. Datum Romae apud S. Marcum die IIJ Julij 1595 anno 4°. (Archivio Apostolico Vaticano, Secr. Brev., vol. 229, ff. 77r-77v, in F. Russo, Il Santuario Basilica di Paola. Monografia storica e guida illustrata, Paola 1966, pp. 124-125). 74   Rientranti cioè nella celebre controversia teologica sulla grazia e sul libero arbitrio (detta appunto « de Auxiliis ») tra gesuiti e domenicani, sviluppatasi tra fine XVI e XVII secolo. Cfr. P. Broggio, Ordini religiosi tra cattedra e dispute teologiche: note per una lettura socio-politica della controversia de Auxiliis (1582-1614), Roma 2005, e La teologia e la politica: controversie dottrinali, Curia romana e monarchia spagnola tra Cinque e Seicento, Firenze 2009.

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ROSARIO QUARANTA

siastici era necessario anche averne la facoltà da parte del Maestro del Sacro Palazzo. Per quanto riguardava i libri proibiti, si richiamava la possibilità per i religiosi Minimi di ottenere, da parte del generale dell’Ordine e dei suoi colleghi, licenza di poterli leggere al fine di poter combattere l’eresia, in virtù dei privilegi di Pio V, Gregorio XIII e Paolo V. Dal Manipulus Minimorum Impressio75. Approbatio.

Ordinarij requiritur approbatio in scriptis, ad impri- 785. mendum libros tractantes de rebus sacris, & illa apponi debet in fronte libri, cum Authoris nomine, sub poena anathematis. Trid. Sess. 4. de edit; & usu sacr. libr. Superioris insuper tenentur Regulares licentiam impetrare, recognitis prius per eum libris, ad formam Ordinationum Ordinis. Ibid. A Generali facienda est hæc approbatio, vel ab eo Deputatis. Cap. 3. Barch. 56. & cap. 4. Valent. 9. Extenditur hæc approbatio ad quosvis tractatus, compilationes, 786. & alia quæcumque scripta a nostris edita, vel edenda. Quod præcipitur in virtute S. Obedientiae, & sub poena privationis utriusque vocis per annum, & gravioris, arbitrio eiusdem Generalis. Ibid.

Infamia.

Si quis deturpaverit (habita dicta licentia imprimendi) 787. famam alicuius Fratris particularis, vel aliquorum in communi, in suis operibus; ipso facto, absque alia declaratione, privatur perpetuo suis Officijs, & utraque voce. Nec potest rehabilitari, nisi a Capitulo gen. Et idem est de convincto edidisse librum famosum, sub alieno nomine. Et si Author libri est ignotus, facienda est inquisitio. Cap 3. Barch. 36.

S. Inquisitio.

Licentia expressa, & specialis S. Inquisitionis requiritur ad 788. imprimendum opus de Auxilijs, cum transmissione operis Romam. Sub poena ipso facto, & absque alia declaratione privationis Officiorum, & Dignitatum utriusque vocis facultatis publice praedicandi, legendi, interpretandi, & alijs arbitrarijs, & quoad impressores, amissionis librorum, & alijs pecuniarijs, & corporalibus poenis Paulus V. & Vrbanus VIII. apud Peyrin. ad const. II Iulij, n. 20.

75   Manipulus Minimorum, pp. 133-134. Nella colonna di destra il numero progressivo dei commi nel volume. Capitoli richiamati: Aven. = Avignone; Barch. = Barcellona; Genu. = Genova; Valentin. = Valenza.

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L’ORDINE DEI MINIMI TRA FINE ’400 E INIZI ’600

Permissio.

Possumus imprimi facere Regulas nostras Fratrum, so- 789. rorum, & tertij Ordinis, Missas, & Litanias S. P. N. et pia exercitia. cap. 2. Aven. 27

Status Ecclesiast.

Prohibetur habitantibus statum Ecclesiast. libros extra 790. illum ubicumque compositos imprimi facere, absque facultate Vicarij summi Pontificis, Magistri S. Palatij sub poenis &c. Urbanus VIII. apud Peyrin. Addit. C. 10. n. 64.

Additio

Vide Sancti, 1214, Theses 1269.

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Dal Manipulus Minimorum Liber76. Alienatio.

Vendens libros ad usum sibi concessos, a quocumque 871. illos habuerit, puniatur ut Proprietarius. Cap 1. Val. 17.

Prohibiti.

Habens libros prohibitos, sine S. Sedis speciali licentia, ultra poenas iuris communis & S. Inquisitionis, privatur perpetuo omni munere legendi, Prædicandi, Confessiones audiendi, & insuper utraque voce, & habilitate ad omnia Officia. Cap. 4. Val. 45. Potest Generalis, cum consilio Collegarum, concedere facultatem nostris Fratribus legendi libros hæreticos, ad impugnandum. Gregorius XIII. post Pium V apud Peyrinis ad const. 9. Pauli. V. n. 9. Et Provincialis emendandi suspensos, & faciendi omnia quæ in catalogo, & decreto S. R. Inquisitionis præcipiuntur ad effectum ut illi retineri possint. Ijdem Pius, & Gregorius. Ibid. n. 10. Nec obstat const. Gregorij XV. quæ revocat licentias legendi & habendi libros hæreticos: quia non loquitur, nec derogat privilegijs Regularium, nec de suspensis donec corrigantur. Ibid.

Additio.

Vide Episcopus, 577. Expensae. 66. Impressio. 785. Libraria. 37. Professio. 1128. Sancti. 1214. Statuta. 1248. Translatio. 75.

76   Manipulus Minimorum, p. 148-149. Nella colonna a destra il numero progressivo dei commi. Capitoli generali richiamati: Mediol. = Milano; Valentin. = Valenza.

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52

ROSARIO QUARANTA

Dal Manipulus Minimorum Libraria77. Emptio.

Mors.

Poena.

Possunt Correctores libros emere pro libraria, de Seniorum consilio, & Capituli sui consensu. Et inutiles vel duplices vendere. Peyrinis Prael. q. 1. c. 4. n. 126. Non alienentur libri Morientium, nec cuiquam concedantur ad vitam: sed reponantur in libraria principalis Conventus Provinciae. Nisi fint duplices, vel minus utiles studentibus, Superiorum iudicio. In quibus casibus, possunt vendi, sub præcepto pretium convertendi in meliores, & magis necessarios. cap 4. Val. 8. Et alij parvi pretij, aut reputationis a Prælatis magis aegentibus Fratribus, ad usum concedi. Ibid. Non alienentur manuscripta a viris nostræ Religionis conspicuis elaborata & dum vivis decedunt relicta, nec cuiquam concedantur ad vitam : sed Bibliothecis incorporentur. Cap. Mediol. 42. Excommunicationem incurrunt extrahentes libros, sive manuscripta ex bibliotheca Genuensis Conventus Iesu Mariæ. Urbanus VIII. Const. 44. apud Bullar.78

872.

873.

Oltre a queste disposizioni e indicazioni generali non deve passare inosservato il tentativo fatto in Francia nella prima metà del Seicento dal p. Nicola Lesguillier, vale a dire di dotare l’Ordine di una propria Ratio studiorum. Nonostante un’esposizione chiara, ci si fermava a una concezione della cultura e degli studi ancorata sostanzialmente al tardo medioevo e rapportata strettamente alle esigenze della Regola dei Minimi; una visione della cultura che, proprio in quegli anni, altri religiosi cercheranno di superare, riuscendovi in buona parte. Si pensi in particolare ai vari Mersenne, Maignan, Niceron, Plumier, che operarono con grande apertura nei confronti della cultura scientifica. Insomma, nonostante sia stata pubblicata nel 1639, la Ratio studiorum del Lesguillier appare un documento antico, stilato in rigida consonanza con la Regola dei Minimi e strettamente ancorato a una limitata visione, risalente ai primordi dell’Ordine. Si trattava dunque di un documento che non poteva ottenere reale

  Manipulus Minimorum, pp. 149.   Viene riportata in L. De Peyrinis, Opera omnia, De officio Praelati regularis, tomus secundus, editio novissima. Lugduni, sumptibus Ioann. Antonii Huguetan et G. Barbier, 1668, pp. 375-376. 77 78

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rispondenza, privo com’era di quella prospettiva che la storia moderna del pensiero esigeva79. Per quanto riguarda i libri e le biblioteche, almeno dalla metà del Cinquecento in poi, si registrava per i Minimi, non solo di Francia ma anche d’Italia e di Spagna80, un notevole progresso, che portò l’austero istituto fondato da san Francesco di Paola a un ragguardevole livello tra gli Ordini religiosi dei secoli XVII-XVIII. Per l’Italia, oltre alle richiamate biblioteche di Genova, di Paola e del convento napoletano di S. Luigi a Palazzo, si devono ricordate anche quelle dei due conventi romani, di Trinità dei Monti81 e del Collegio di San Francesco di Paola ai Monti82. L’Ordine dei Minimi in Italia nell’Index librorum fratrum Minimorum La denominazione e il numero delle province e dei conventi d’Italia dell’Ordine dei Minimi che appaiono nell’Index librorum fratrum Minimorum sancti Francisci de Paula corrispondono, nella quasi totalità, ai dati degli Acta Capitulorum Generalium Ordinis Minimorum relativi al periodo, nonché alle notizie che sono state tramandate nelle cronache e nei repertori storici dell’Ordine. Sul finire del secolo XVI, come abbiamo già visto, questo era presente in Italia, Francia, Spagna e Germania con circa duecento conventi ed era 79   L’opera è stata di recente ripubblicata: cfr. L. Messinese, Nicolas Lesguillier, Ratio Studiorum. De speciali ac propria Religionis nostrae virtute, in Bollettino Ufficiale dell’Ordine dei Minimi 50, 4 (Ottobre – Dicembre 2004), pp. 671-675; M. De Mico, Alcune considerazioni sullo stile della Ratio studiorum di Nicolas Lesguillier, Ibid., pp. 680-779). 80   Manca uno studio completo sulle biblioteche dei Minimi. Un’idea della loro consistenza e importanza è rilevabile da vari saggi riferiti a diverse realtà territoriali. Oltre agli studi già segnalati si vedano per la Francia: Whitmore, The Order of Minims cit., pp. 120-131 («  The libraries of the Order  »); Krakovitch, La vie intellectuelle dans les trois couvents minimes de la Place -Royale, de Nigeon et de Vincennes cit.; Henryot, Les Minimes de Lorraine cit.; Froeschlé-Chopard, La bibliothèque des Minimes de Marseille cit. 81   Veniva ritenuta a fine Seicento « la più nobile, ariosa, commmoda, ornata, luminosa, e allegra, che per avventura sia, senza invidiosa Iperbole, di tutte le Librerie di Roma […]. Ascende fino al tempo, che scriviamo il numero de buoni, e scelti Libri in ogni genere di Scienza, alla quantità di ottomila ben custoditi e maneggiati da quelli dotti, et esemplari Religiosi che con grande cortesia communicano il commodo benefìzio alle Persone letterate, e Virtuose »: C. B. Piazza, Evsevologio Romano; overo delle opere pie di roma, Accresciuto, et ampliato secondo lo stato presente. Con due Trattati delle Accademie e Librerie celebri di Roma. Roma, Domenico Antonio Ercole alla Strada di Parione, 1698, pp. CXXXIX- CXL. Su questa biblioteca cfr. A. L. de Varax, La gloire de Saint François de Paule à la Trinité des Monts, in Bollettino Ufficialie dell’Ordine dei Minimi 55, n. 4 (ottobre-dicembre 2009), pp. 399-421; M. G. Canzanella, Gli scritti del padre Martin sulla Trinità dei Monti da due archivi romani. La chiesa e il convento della Trinità dei Monti. Ricerche, nuove letture, restauri, Roma, De Luca, 2016. 82   Viene parimenti lodata dal Piazza (Ibidem, pp. CXLV-CXLVI). Cfr. inoltre A. Giustini, Il Fondo S. Francesco di Paola, in I manoscritti dei fondi S. Andrea della Valle e S. Francesco di Paola della Biblioteca nazionale centrale di Roma, a cura di L. Martinoli, Roma 2016.

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ROSARIO QUARANTA

strutturato in venti province (più il vicariato di Venezia), che nel frattempo si erano formate « conforme a ciò che nel I Capitolo Generale (n. 9) aveva già disposto il Cardinal Vigerio, ossia che, succedente tempore et Religione cum Dei adiutorio multiplicata, Provinciae possint dividi in plures, singula singulis referendo, prout ge­nerali Capitulo videbitur expedire »83. Le province dell’intero Ordine alla fine del Cinquecento erano le seguenti: I. Provincia di S. Francesco (Provincia S. Francisci) II. Provincia di Tours (Provincia Turoniae) III. Provincia di Messina (Provincia Messanae) IV. Provincia di Francia (Provincia Franciae seu Parisiensis) V. Provincia di Genova o Lombardia (Provincia Genuae seu Lombardiae); VI. Provincia di Guascogna (Provincia Aquitaniae) VII. Provincia di Granata (Provincia Granatae) VIII. Provincia di Germania (Provincia Germaniae) IX. Provincia di Napoli o di Terra di Lavoro (Provincia Neapolis seu Terrae Laboris) X. Provincia di Puglia (Provincia Apuliae) XI. Provincia di Castiglia (Provincia Castellae) XII. Provincia di Calabria (Provincia Calabriae) XIII. Provincia di Lione (Provincia Lugdunensis) XIV. Provincia di Valenza (Provincia Valentinensis seu Aragoniae) XV. Provincia di Toscana (Provincia Etruriae seu Tusciae) XVI. Provincia di Catalogna (Provincia Cathaloniae) XVII. Provincia di Provenza (Provincia Provencae) XVIII. Provincia di Champagne (Provincia Campaniae Gallicae) XIX. Provincia di Palermo (Provincia Panormi) XX. Provincia di Siviglia (Provincia Hispalis) Vicariato di Venezia (Vicariatus seu Provincia Venetiarum)84.   Roberti, Disegno storico, I, p. 147.   La costituzione della provincia di Venezia incontrò qualche difficoltà, infatti più che vera e propria provincia, rimase per lunghi anni un vicariato. Nel capitolo generale tenuto a Genova nel 1596 venne sì accolta la supplica dei frati di Venezia affinché fosse riconosciuta come provincia (Acta Capitulorum, I, p. 272), ma vi fu opposizione da parte della Serenissima Repubblica Veneta per le nomine del provinciale, tanto che in seguito risulta ancora retta da vicari provinciali nominati dal padre generale. Tanto emerge dal capitolo generale di Genova del 1605 (Ibid., p. 301) e dal capitolo generale di Roma del 1617 (« De Provincia Veneta dixerunt et declaraverunt Patres, quod quando in illa Provincia erit libertas eligendi Superiores ex universo ordine, uti fit in aliis Religionis Provinciis, et secundum nostras constitutiones omnes Fratres ibi gaudebunt voce activa, et passiva; tunc his conditionibus adimpletis, concesserunt facultatem Reverendissimo P. Generali, et eius Collegis, ut erigant illam in Provinciam, sicut sunt caeterae nostrae religionis » (Ibid., p. 328). Anche l’Isnard conferma queste difficoltà: « Venetiarvm, erecta fuit, c. 6. Genu. 12. Pri83 84

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Per quanto riguarda le province d’Italia si rileva una corrispondenza esatta tra l’Index e la situazione reale del tempo. La stessa cosa non può dirsi per i conventi, dal momento che il numero delle sedi riportate nell’Index non corrisponde del tutto a quello riportato dagli storici dell’Ordine. Nell’Index, infatti, sono annoverati in totale 92 conventi, compresi i due conventi romani. In realtà l’Ordine contava alla fine del secolo XVI, con le due sedi romane, 98 conventi suddivisi in 9 province85: I. Provincia Sancti Francisci (eretta vivente S. Francesco di Paola). Contava in Calabria sedici conventi, così designati: Paulitanus (Paola), Paternensis (Paterno Calabro), Spezanensis (Spezzano della Sila), Coriolanensis (Corigliano Calabro), Cosentinus (Cosenza), de Regina (Terra della Regina), Montaltensis (Montalto Uffugo), Pulchrivisus (Belvedere Marittimo), Bisignanensis (Bisignano), de Bonifato (Bonifati), de Ciro (Cirò), Cirelensis (Cirella), Rossanensis (Rossano), Casalisnovi (Casalnuovo), S. Agathae (Sant’Agata di Esaro) e Castrovillensis (Castrovillari). II. Provincia Messanae o Siciliae (eretta nel 1507). Abbracciava tutta la parte orientale della Sicilia. Aveva dieci Conventi, cioè: Milaytanus (Milazzo), Messanensis (Messina), Catanensis (Catania), Syracusanus (Siracusa), Castanensis (Castell’Umberto), Leontinensis (Lentini), Linguae grossae (Linguaglossa), Scaletensis (Scaletta Zanclea) e Caltagironensis (Caltagirone), S. Angeli (Sant’Angelo di Brolo)86. III. Provincia Genuae o Lombardiae (eretta nel 1507). Comprendeva, da Roma in su, tutta l’Italia su­periore fino a Frejus, onde talvolta negli atti più antichi la troviamo anche detta di Lombardia. In seguito venne ristretta nei confini che ha la Liguria. Contava nove Conventi, cioè: Genuensis (Genova), Bononiensis (Bologna), Ferrariensis (Ferrara), Mediolanensis (Milano I), Papiensis (Pavia), Parmensis (Parma), Placentinus (Piacenza), Mutinensis (Modena), Cotigoricensis (Codigoro). IV. Provincia Neapolis o Terrae Laboris (eretta nel 1535). Possedeva 16 conventi e cioé: Neapolitanus I (Napoli, S. Luigi), Castrimaris (Castellammare di Stabia), Campaniae (Campagna), Salernensis (Salerno), Neapolitamus eius Provincialis fuit R. P. Nicolaus de Christianis, Ibid. 26. cuius opera et studio habemus acta Capitulorum Generalium, quae a diebus Passarelli ad sua usque tempora fuere celebrata. Verum huius erectionis privilegiis, saltem quo ad primogenituram, non utitur hac Provincia, cum 27 locum inter Provincias ei tribuatur. Capit. 6. Rom. 16 ubi, non Provincia, sed Vicariatus dicitur. Hoc ideo, ut arbitror, quia Provinciales Venetias Missi a Generalibus, ex aliis Provinciis oriundi, non fuerunt recepti [...] » (Isnard, Codex, II, p. 216). La provincia, secondo il Roberti fu ripristinata stabilmente nel 1620, estendendosi nel Mantovano e nel Polesine (Disegno storico, II, p. 52). 85   Si veda infra in Appendice il prospetto « delle Province e conventi dell’Ordine dei Minimi in Italia alla fine del Cinquecento », nonché la serie dei « Partecipanti ai capitoli generali del 1596 e del 1599 dell’Ordine dei Minimi ». 86   Cfr. Roberti, Disegno storico, I, p. 197.

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ROSARIO QUARANTA

nus II (Napoli, S. Maria della Stella), Aversensis (Aversa), Ebolitanus (Eboli), Neapolitanus III (Napoli, S. Maria degli Angeli), Cavensis (Cava dei Tirreni), Massensis (Massa Lubrense), Nucerinus (Nocera dei Pagani), S. Georgii (San Giorgio la Molara), Nolanus (Nola), S. Arpini (Sant’Arpino), Gefunensis (Giffoni), Neapolitanus IV (Napoli, San Francesco di Paola). V. Provincia Apuliae (eretta nel 1535). Aveva sei conventi: Aletinus (Lecce), Monopolitanus (Monopoli), Tarentinus (Taranto), Criptaliarum (Grottaglie), Hydruntinensis (Otranto) e Brunduzinus (Brindisi). VI. Provincia Calabriae (eretta nel 1571). Era costituita da quindici conventi: Cotronensis (Crotone), de Mayda (Maida), S. Blasii (Sambiase), Tropiensis (Tropea), Rupis Bernardae (Roccabernarda), Briaticensis (Briatico), Rhegiensis (Reggio), Burrelensis (Laureana di Borrello), Piziensis (Pizzo Calabro), Catanzarensis (Catanzaro), Roccellensis (Roccella Ionica), Hieracensis (Gerace), Nicoterensis (Nicotera), Synopolitanus (Sinopoli), Anoyae (Anoia). VII. Provincia Tusciae (eretta nel 1581). Comprendeva i se­guenti dodici conventi: Insulae Marthanae (Isola Martana, nel lago di Bolsena), Martanus (Marta, sul lago di Bolsena), Vulsinus (Bolsena), Gallesianus (Gallese), Viterbiensis (Viterbo), Perusinus (Perugia), Pisanus (Pisa), Orbetellensis (Orbetello), Florentinus I (Firenze, S. Giuseppe), Florentinus II (Firenze, S. Francesco di Paola), Pisauriensis (Pesaro), Anconitanus (Ancona). VIII. Provincia Panormi (eretta nel 1596). Comprendeva quasi tutta la parte occidentale della Sicilia e aveva sette conventi: Panormitanus I (Palermo, Gesù e Maria ovvero S. Oliva), Salemensis (Salemi), Agrigentinus (Agrigento), Trepanensis (Trapani), Terminensis (Termini Imerese), Marsalensis (Marsala), e Panormitanus II (Palermo, S. Maria della Vittoria). IX. Provincia seu Vicariatus Venetiarum, con cinque conventi: Venetiarum I (Venezia, S. Bartolomeo), Brixiensis (Brescia), Mantuanus (Mantova), Veronensis (Verona), Bergomensis (Bergamo). Non compaiono, pertanto, nell’Index librorum fratrum Minimorum sei conventi87, e cioè il convento di Sant’Angelo di Brolo, nella provincia di Messina, fondato, nel 158288; il convento di Codi87   Per Benvenuto, I Minimi nella diocesi di Bisignano cit., p. 503, le comunità non censite nell’Index dei libri posseduti nel 1600 sarebbero sette: « Su 99 conventi presenti in Italia, furono in 92 a trasmettere gli inventari. Per le sette comunità non censite occorre osservare che si tratta di inediamenti aperti di recente – Pesaro fu fondato nel 1598 ed Ancona nel 1599 – il che giustifica il mancato inoltro delll’inventario ». 88   « Convento di S. Angelo (S. Angeli Prov. Messanensis), dedicato a S. Francesco di Paola. In questa piccola città della provincia di Messina, nella diocesi di Patti, i nostri Religiosi fissarono la loro sede, il giorno 7 Ottobre dell’anno 1582, per opera del nobile signor Paolo Ciraolo, il quale, come scrive il Lanovio (loc. cit.), Fundatorem se praebuit satis liberalem. Detto Convento è fabbricato nel centro della città, a non molta distanza dal mare, e non può

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goro, nella provincia di Lombardia (o di Genova), fondato nel 158889; il convento di Giffoni, nella provincia di Terra di Lavoro, fondato nello stesso anno 158890; i conventi di Bolsena91, di Pesaro92

contenere più di una dozzina di Religiosi » (Roberti, Disegno storico, I, p. 197). Bibliografia: Montoya Corónica, 37; Isnard, Codex, 22; Lanovius Chronicon, 1582. 6. ». 89   « Convento di Codigoro (Cotigoricensis Prov. Genuensis) sacro alla SS. Vergine del Rosario. Sulla sinistra del Po di Volano, in mezzo ad un territorio basso e tutto seminato di paludi e di stagni, ora però bonificato, è sita Codigoro, pic­cola città della provincia di Ferrara. Questo convento comodo, sebbene non molto vasto, ci fu edificato dal nobile D. Camillo Solegate. La chiesa è una splendida opera d’arte a tre navate, ed i fedeli vi accorrono in gran numero per rendersi propizio il Signore coll’intercessione della SS. Vergine, della quale sono devotissimi. I nostri ne presero possesso ai 2 d’Aprile dell’an­no 1588 » (Roberti, Disegno storico, I, pp. 208). Bibliografia: Montoya Corónica, 197; Isnard, Codex, 102; Lanovius Chronicon, 1588. 1. ». 90   « Convento di Giffoni (Gefunensis Prov. Neapolitanae). In questo borgo della diocesi di Salerno, posto in un territorio ubertoso ed irrigato da varii fiumi, sorge il nostro Convento ab oppidanis et accolis pro sua in B. P. N. devotione constructum (Chronicon ibid.). Ma la scarsezza dei mezzi, per recarlo a compimento, dette motivo a far decretare ai nostri Padri capitolari, riuniti in Valenza, d’abbandonare questa casa, e di non accettarne in avvenire nessun’altra, che non fosse sita in cospicue e doviziose città. Però, rebus tamen postea in melius dispositis (ibid.), esso fu ritenuto, e nel VI Capit. Gener. di Roma ne fu affidato il governo, in qualità di Cor­rettore, al P. Lodovico da Grottaglie » (Roberti, Disegno storico, I, p. 217). Bibliografia: Montoya, Corónica, 85; Isnard, Codex, 53; Lanovius, Chronicon, 1593.6. ». 91   Di questo convento di Bolsena si parla già in Acta Capitulorum, I, p. 209: « 5. De acceptatione quorundam conventuum. – Reverendissimus P. Generalis retulit Capitulo, se visitasse conventum Insulae Marthanae olim a suis Praedecessoribus acceptatum: iuxta determinationem factam in Capitulo Genuensi tertio celebrato, et illum satis commodum reperisse, tam in aedificiorum compositione, quam in debita victus Fratrum subventione: retulit quoque se acceptasse alios duos conventus, alterum in oppido Vulsinii, quem illius cives iam aedificare coeperunt, et vestimenta Fratribus promiserunt; alterum in praeclarissima civitate Parrnae, ubi Illustrissimus Dux dictae civitatis de omnibus necessariis, tam ad fabricam pertinentibus, quam ad debitum, et necessariam Fratrum subventionem curam habet. Quare P. Generalis supplici affatu, a Patribus Capitulantibus postulavit quatenus dictos con­ventus approbare, et de novo incorporare dignarentur ». Cfr. pure Isnard, Codex, II, p. 77: « Vulsinus. tit. S. Crucifixi Dioecesis Urbeuetanæ. Acceptatus, ibid. Fundatoribus Ciuibus oppidi Vulsini ibi. ad eumdem lacum ». 92  « Convento di Pesaro (Pisaurensis pro tempore Prov. Etruriae), sacro a S. Francesco di Paola. Questa bella città delle Marche giace sul fiume Foglia, a poco più di due chilo­metri dalla spiaggia dell’Adriatico, al quale è unita da un largo canale, e vi è attivissima l’industria ed il commercio, nonché il traffico dei prodotti locali e della provincia. Quivi i nostri Religiosi fissarono la loro dimora verso l’anno 1598, per beneficio del Reverendissimo D. Cesare Benedetto, vescovo di questa diocesi, e per cooperazione del nostro P. Ignazio da Capua, il quale, cattivatesi l’animo di quei cittadini col me­rito della sua dottrina e della sua eloquenza, domum et praedium a D. loanne Baptista Antonello Doctore comparavit, nostrisque tradidit, ut Coenobium inaedificaretur (Lanovio ib.). Questo Comento fu dedicato al nostro S. Padre, in memoria del voto fatto, nell’anno 1604, da tutta la cittadinanza “pro suo Duce (hoc est Urbinate) obtinendae prolis gratia” (ibid.). Esaudito il voto, fu spedita un’effigie del Duca in argento, con i seguenti versi che ricordano la promessa […].E di fatti, nell’anno 1606, il Duca Francesco Maria della Rovere ebbe un vezzoso bambino, che fu il principe Federico; ma la morte presto lo rapì ai vivi quod solet votivis pueris saepius contingere ». (Roberti, Disegno

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nella provincia di Tuscia (Etruria), fondati rispettivamente nel 1574, nel 1594-1595 e nel 1598 e di Ancona93. L’assenza nell’Index di questi conventi è verosimilmente ascrivibile a diverse cause: dalla momentanea difficoltà o ritardi nell’insediamento, ai lavori non ancora conclusi che non consentivano la residenza ai religiosi, a un cambiamento di sede all’interno dello stesso territorio. Per quanto riguarda il convento di Bergamo, riportato dall’Index nel vicariato o provincia di Venezia, occorrerà retrodatare a prima del 1600 l’anno della sua fondazione, che il Manipulus Minimorum nella settima edizione94 e il Roberti95 riportano rispettivamente al 1645 e al 1655. Un altro caso interessante è quello riguardante alcuni conventi della Provincia di Tuscia. Infatti l’Index distingue nell’area del lago di Bolsena il convento dell’Isola Martana (conventus Insulae Marthanae) da quello sito sulla costa nel piccolo centro di Marta (conventus Marthanus)96, anche se, non sappiamo per quale motivo, ignora il convento di Bolsena, che pure esisteva (conventus Vulsinii)97. Il Montoya e quasi tutti gli altri storici, pur storico, I, p. 224). Bibliografia: Montoya, Corónica, 174-175; Isnard, Codex, 103; Lanovius, Chronicon, 1598. 3. ». 93  « Convento di Ancona (Anconae pro tempore Prov. Etruriae), dedicato a S. Primiano. Questa città delle Marche, di sede vescovile, trovasi fabbricata a forma di anfiteatro sul pendio di una collina, e veduta dal mare presenta 1’aspetto di una città bella e grande, sebbene la realtà non corrisponda perfettamente all’apparenza. Gli Anconitani, affascinati dalla dotta ed eloquente parola del nostro P. Ignazio da Capua, teologo illustre e famoso oratore, nell’anno 1594 donarono ai nostri Religiosi un’antica chiesetta in vicinanza del porto, dal titolo di S. Maria della Misericordia. Nell’anno poi seguente, per mera beneficenza e liberalità di quei cittadini, essi passarono ad officiare la chiesa parrocchiale, dedicata a S. Primiano, Patrono della città, cui fu d’uopo ricostruire dalle fondamenta. Quivi, con solenne pompa, ai 10 Maggio dell’anno 1609, fu trasferito il corpo del santo martire e fu collocato sotto l'altare maggiore » (Roberti, Disegno storico, I, p.219). Bibliografia: cfr. inoltre: Montoya, Corónica, 172-174; Isnard, Codex, 103; Lanovius, Chronicon, 194. 2. 94   Manipulus Minimorum canonum omnium Regularium ex Summis Pontificibus […] in hac septima editione, per R. P. Gervasium Pizzurnum […] digestus, recognitus et auctus. Genova, Franchelli, 1677, p. 60. 95   Roberti, Disegno storico, II, p. 168. 96   Si veda infra, a f. 4r (Conventus Sanctae Mariae de Monte Terrae Marthanae) e f. 509r (lista de libri del convento della Madonna del Monte della terra di Marta). 97   Di questo convento si parla già in Acta Capitulorum, I, p. 209: « 5. De acceptatione quorundam conventuum. - Reverendissimus P. Generalis retulit Capitulo, se visitasse conventum Insulae Marthanae olim a suis Praedecessoribus acceptatum: iuxta determinationem factam in Capitulo Genuensi tertio celebrato, et illum satis commodum reperisse, tam in aedificiorum compositione, quam in debita victus Fratrum subventione: retulit quoque se acceptasse alios duos conventus, alterum in oppido Vulsinii, quem illius cives iam aedificare coeperunt, et vestimenta Fratribus promiserunt; alterum in praeclarissima civitate Parrnae, ubi Illustrissimus Dux dictae civitatis de omnibus necessariis, tam ad fabricam pertinentibus, quam ad debitum, et necessariam Fratrum subventionem curam habet. Quare P. Generalis supplici affatu, a Patribus Capitulantibus postulavit quatenus dictos con­ventus approbare, et de novo incorporare dignarentur ». Cfr. pure Isnard, Codex Minimus, II, p. 77: « Vulsinus. tit.

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rilevando il convento di Bolsena unificano i conventi di Marta e dell’Isola Martana in quello di Insula Martana. L’Index, comunque, è chiaro e distingue il Conuentus Sanctae Mariae de Monte terrae Marthanae dal Conuentus Sanctae Mariae Magdalenae in insula Marthana. E infatti nella tabella proposta a conclusione della propria opera dal D’Attichy (Histoire générale, ultime pp. n. n.) vengono riportati correttamente tre conventi: « de Marta », de « l’Isle Marte » e « de Bolsena ». Una discordanza si osserva nell’Index librorum per quanto riguarda la provincia di Palermo. Nell’elenco iniziale delle province e dei conventi viene annotato (f. 4r) il convento di Mazzara (Conventus Iesu Mariae civitatis et diecesis Mazzarensis) e si rinvia al f. 535, dove invece troviano il convento di Marsala (Lista delli libri del Convento di Marsala detto Giesù Maria da leggersi in reffitorio). Evidentemente chi ha redatto l’elenco iniziale è incorso in errore, nonostante avesse cominciato a scrivere correttamente e poi a barrare terrae Marssa. (cioè terrae Marssalensis). Nelle liste, perciò, figura il convento di Marsala e non quello di Mazzara98. L’Index riveste grande importanza in quanto consente di conoscere, attraverso i libri di comunità e personali, qualcosa in più anche sui religiosi Minimi che risiedevano nei vari conventi e sulla loro formazione religiosa e intellettuale. Sono notizie che contribuiscono sicuramente a gettare un po’ di luce sulla situazione culturale dei Minimi d’Italia nel secolo XVI: un periodo che, in verità, merita il dovuto approfondimento, non avendo trovato, al contrario del secolo successivo, adeguata attenzione nella storiografia99.

S. Crucifixi Dioecesis Urbeuetanæ. Acceptatus, ibid. Fundatoribus Ciuibus oppidi Vulsini. ibi. ad eumdem lacum ». 98   Per quanto riguarda questo convento risulta che i Minimi vi entrarono sul finire del secolo XVIII. Gli antichi storici, infatti, non lo riportano, e il Roberti scrive: « Questo convento come sappiamo dal capitolo generale di Napoli del 1782, era l’antico collegio dei PP. Gesuiti, abbandonato dopo la loro espulsione, e a noi concesso gratuitamente dal vescovo, il quale ritenne gli stessi onori e gli stessi privilegi quibus ante enunciatam donationem potiebatur » (Roberti, Disegno storico, III, p. 208). 99   Cenni sulla cultura e letteratura nell’Ordine dei Minimi nel sec. XVI in Quaranta, P. Egidio Scalione dei Minimi e i Sacri Fasti (1596) cit., e in Prunés, Los Mínimos en la cultura y en la teología de los siglos XVI y XVII cit.

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APPENDICE

PROVINCE E CONVENTI DELL’ORDINE DEI MINIMI IN ITALIA ALLA FINE DEL CINQUECENTO1 « È a partire dagli anni ’80 del XVI secolo che si assiste ad un incremento, con una vera e propria vivacità insediativa che raggiungerà la sua massima espressione nel corso del XVII secolo. Ventotto nuove sedi nel primo ventennio, di cui quattro nel solo 1604, ne sono la prova. La tendenza positiva sarebbe continuata fino al 1650 investendo l’Ordine nella sua globalità, quasi riflesso di una scelta voluta o, probabilmente, legata a contingenze particolari della vita dei Minimi. Infatti un analogo andamento emerge se spostiamo il nostro punto di osservazione sulle fondazioni dal Mezzogiorno al resto della penisola. Ancora una volta una stasi negli anni ’20 del Cinquecento, dove alla sede di Lecce si aggiungono soltanto quelle di Catania e di Bologna, ed un’altra negli anni ’60 quando, oltre che a Briatico, i nostri si insediano soltanto a Marta, nel Lazio. Negli anni ’80 sorgono, invece, ben 28 conventi e, così come verificatosi nel Mezzogiorno, la prima metà del XVII secolo avrebbe visto la loro piena affermazione. Più di cento nuovi insediamenti in mezzo secolo, di cui più di venti nel periodo in cui la crisi seicentesca con la sua pressione fiscale e sociale investì maggiormente le plebi rurali, ne sono la testimonianza tangibile »2: alla luce di queste perspicue osservazioni di Marcella Campanelli si prendano in considerazione i dati forniti dalla seguente tabella.

Abbreviazioni: Mon. = Montoya, Corónica; Lan. = Lanovius, Chronicon; Cod. = Isnard, Series Conventuum; Man. = Manipulus Minimorum, alla voce Conventus, pp. 59-64; Ben. = Benvenuto, I Minimi nella diocesi di Bisignano cit.; Cam. = Campanelli, Gli insediamenti dei Minimi cit. 1   A sinistra le province e i conventi riportati nell’Index del 1600; a destra le province e i conventi con la loro denominazione, titolo e anno di fondazione. Per quanto riguarda il titolo dei conventi si è mantenuto quello che appare nell’Index. Quando non vi fosse indicato, viene ripreso dalla storiografia dell’Ordine. L’anno di fondazione è di preferenza quello proposto dal Chronicon del Lanovio e raccolto quasi sempre nel Disegno storico dal Roberti. Si segnalano comunque in nota eventuali discordanze rilevate tra gli storici, relative sia al titolo e sia all’anno di fondazione/accettazione del convento. I conventi sono stati riordinati secondo l’ordine cronologico di fondazione. 2   Campanelli, Gli insediamenti cit., pp. 144-145.

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62

APPENDICE

A Nullius prouinciae

Conventi dipendenti dal P. Generale

N.

DENOMINAZIONE E TITOLO DEL CONVENTO NELL’INDEX

DENOMINAZIONE DEL TITOLO DEL FONDAZIONE CONVENTO CONVENTO

1.

Conuentus Sanctissimae Trinitatis de Urbe

Roma I (Sanctissimae SS. Trinitatis Trinitatis)

14953

2.

Conuentus Sancti Andreae de Urbe

Roma II (S. Andreae de Frattis)

15874

S. Andreae

B Provincia di S. Francesco (Provincia Sancti Francisci de Paula) N.

DENOMINAZIONE E TITOLO DEL CONVENTO NELL’INDEX

DENOMINAZIONE DEL TITOLO DEL FONDAZIONE CONVENTO CONVENTO

1.

Conuentus Paulitanus

Paola (Paulanus)

S. Mariae Angelorum5

1435

2,

Conuentus terrae Paternae

Paterno Calabro (Paternensis)

SS. Virginis Annunciatae

1444

3.

Conuentus terrae Spezani

Spezzano della Sila (Spetianensis)

SS. Trinitatis

1453

4.

Conuentus Corriglani

Corigliano Calabro (Corilianensis)

SS. Trinitatis

14586

5.

Conuentus Cosentinus

Cosenza (Cosentinus)

S. Mariae Lauretanae

1510

6.

Conuentus terrae Reginae

Terra della Regina (Terrae Reginae) 7

(sconosciuto)8

1515

  Cam. 1494.   Cam. 1582. 5   Lan. [1635]. 6   Cam. 1488. 7   Ora frazione di Lattarico, in provincia di Cosenza, diocesi di Bisignano. 8   Non si ritrova nell’antica storiografia dell’Ordine e neppure in Benvenuto (I Minimi nella diocesi di Bisignano cit., p. 491). 3 4

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63

PROVINCE E CONVENTI DELL’ORDINE DEI MINIMI

7.

Conuentus terrae Montis Alti

Montalto Uffugo (Montaltensis)

SS. Virginis Annunciatae

1516

8.

Conuentus Beluedere

Belvedere Marittimo (Belvederii seu Pulchrivisus)

Iesu Mariae

1518

9.

Conventus Besignani

Bisignano (Besidianensis)

S. Mariae Lauretanae9

151810

10.

Conuentus Bonifati

Bonifati (Bonifacii)

S. Mariae Lauretanae11

151812

11.

Conuentus terrae del Ciro

Cirò (Cyroensis)

SS. Annunciatae13

154514

12.

Conuentus de Cirella

Cirella (Cirellensis)

S. Mariae a Gratia

1545

13.

Conuentus Rossani

Rossano (Rossanensis)

Iesu Mariae

158015

14.

Conuentus Casalis Noui

Casalnuovo (Casalisnovi)

SS. Annunciatae16

158117

15.

Conuentus terrae Sanctae Agatae

Sant’Agata di Esaro (S. Agathae)

S. Michaelis

159318

16.

Conuentus Castrauilarum

Castrovillari (Castrovillensis)

S. Francisci de 1595 Paula

 Ben. S. Maria di Corica.   Ben. e Cam. 1535. 11   Ben. omette il titolo. 12   Ben. e Cam. 1536. 13   Riportato solo da Ben. 14   Ben. 1518; Man. 1578; Cod. 1581. 15   Man. 1581. 16   Riportato da Ben. 17   Mon. e Man. 1586; Ben. 1589; Cam. 1590. 18   Ben. e Cam. 1543. 9

10

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64

APPENDICE

C Prouincia Messanensis

Provincia di Messina (Prov. Messanae) eretta nel 1507.

N.

DENOMINAZIONE E TITOLO DEL CONVENTO NELL’INDEX

DENOMINAZIONE DEL TITOLO DEL FONDAZIONE CONVENTO CONVENTO

1.

Conuentus Iesu Mariae terrae Mellassae

Milazzo (Mylarum)

Iesu Mariae

1464

2.

Conuentus Sancti Sepulcri Messanensis

Messina (Messanensis)

S. Sepulchri

150319

3.

Conuentus Sancti Francisci de Paula ciuitatis Cattanensis et diocesis Cattanensis

Catania (Catanensis)

S. Onophrii20

152321

4.

Conuentus Sancti Anthonij Siracusarum

Siracusa (Syracusanus)

S. Antonii 22

157923

5.

Conuentus Sancti Nicolai terrae Castaniensis

Castell’Umberto già Castania (Castaniae)

S. Nicolai

157924

6.

Conuentus Sancti Andree terrae Leontinae

Lentini (Leontinensis)

S. Andreae

158425

7.

Conuentus Linguae Linguaglossa (Linguae Grossae sub titulo Grossae) Sactae Mariae de Loreta

S. Mariae de Loreto

158426

8.

Conuentus Sanctorum Philipi et Jacobi terrae Scalettae

Scaletta Zanclea (Scaletensis)

SS. Philippi et Iacobi

158427

9.

Conuentus Sancti Anthonij terrae Callatageronenae

Caltagirone (Calatajeronensis)

S. Antonii

158528

  Cam. 1509.   Mon. Cod. S. Onofrii. 21   Man. Cam. Cod. 1526. 22   Mon. S. Antonio Ab. 23  Man. 1581. 24   Man. e Cam. 1578. 25   Cam. 1582. 26   Man. 1587. 27   Man. 1587. 28   Cam. 1582; Cod. e Man. 1593. 19 20

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65

PROVINCE E CONVENTI DELL’ORDINE DEI MINIMI

D Prouincia Lombardiae

Provincia di Genova (Prov. Genuensis seu Lombardiae) eretta nel 1507.

N.

DENOMINAZIONE E TITOLO DEL CONVENTO NELL’INDEX

D E N O M I N A Z I O N E TITOLO DEL FONDAZIONE DELCONVENTO CONVENTO

1.

Conuentus Iesu Mariae ciuitatis et dioecesis Gianuensis

Genova (Genuae)

Iesu Mariae

149429

2.

Conuentus Sancti Benedicti ciuitatis Bononiae

Bologna (Bononiensis)

S. Benedicti

1529

3.

Conuentus Sanctae Crucis ciuitatis et Dioecesis Ferrariensis

Ferrara (Ferrariensis)

S. Crucis

153230

4.

Conuentus Sanctae Mariae de Fonte ciuitatis et dioecesis Mediolanensis

Milano (I) (Mediolanensis)

S. Mariae de Fonte

154731

5..

Conuentus Sancti Marci ciuitatis et dioecesis Papiensis

Pavia (Papiensis)

S. Marci

157232

6.

Conuentus Sancti Joanis ciuitatis et dioecesis Parmensis

Parma(Parmensis)

S. Ioannis Baptistae

157433

7.

Conuentus Sanctae Trinitatis ciuitatis et dioecesis Plasensis

Piacenza (Placentinus)

SS. Trinitatis

158134

8.

Conuentus Sancti Barnabe ciuitatis et diocesis Mutinensis

Modena (Mutinensis)

S. Barnabae

1588

  Cam. 1483.   Man. e Mon. 1535. 31   Cam. 1548; Man. 1593. 32   Cam. 1574; Man. 1578. 33   Cam. 1580. 34   Man. e Cod. 1584. 29 30

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66

APPENDICE

E Prouincia Terrae Laboris

Provincia di Napoli (Prov. Neapolitana seu Terrae Laboris) eretta nel 1535.

N.

DENOMINAZIONE E TITOLO DEL CONVENTO NELL’INDEX

D E N O M I N A Z I O N E TITOLO DEL FONDAZIONE DELCONVENTO CONVENTO

1.

Conuentus Sancti Ludouici

Napoli (I) (Divi Ludovici)

S. Ludovici

148735

2.

Conuentus Sanctae Mariae Pussanae ciuitatis et dioecesis Castrimaris

Castellamare di Stabia (Castrimaris)

S. Mariae Pussanae (= di Pozzano)

150636

3.

Conuentus Sanctae Campagna (Campaniae) Mariae Nouae ciuitatis et dioecesis Campaniae

S. Mariae Novae

1513

4.

Conuentus Sancti Francisci de Paula ciuitatis Salernitanae

Salerno (Salernitani)

S. Francisci de Paula

151637

5.

Conuentus Sanctae Mariae de Stella

Napoli (II) (S. Maria de Stellis)

S. Mariae a Stella

157138

6.

Conuentus Sancti Francisci de Paula ciuitatis et dioecesis Auersanae

Aversa (Aversanus)

S. Francisci de Paula

157439

7.

Conuentus Sancti Petri terrae Eboli

Eboli (Ebolitanus)

S. Petri

157840

8.

Conuentus Sanctae Mariae Angelorum

Napoli (III) (Villae Vomeris)

S.Mariae Angelorum

158441

  Man. Cod. e Cam. 1478   Cod. Man. Lan. Mon. Cam. 1506 (accettato). 37   Mon. 1517. 38   Man. 1574; Cam. 1576. 39   Man. 1516; Cam: 1557. 40   Cod. e Man. 1577; Cam. e Mon. 1587. 41   Mon: 1583; Can. Cam.: 1587. 35 36

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67

PROVINCE E CONVENTI DELL’ORDINE DEI MINIMI

9.

Conuentus Sancti Processi ciuitatis et dioecesis Massae Conuentus

Massalubrense (Massensis)

SS. Processi et Martiniani

158642

10.

Sanctae Mariae de Vlmo ciuitatis et dioecesis Cauae

Cava dei Tirreni (Cavensis)

S. Mariae de Ulmo

158743

11.

Conuentus Sanctae Mariae Sanitatis ciuitatis et dioecesis Nuceriae Paganorum

Nocera dei Pagani (Nuceriae)

S. Mariae Sanitatis

158844 .

12.

Conuentus Anuntiationis in Casali Sancti Georgi

San Giorgio la Molara (S. Georgii)

SS. Annunciationis

1588

13.

Conuentus Sancti Francisci de Paula ciuitatis et dioecesis Nolanae

Nola (Nolanus)

S. Francisci de Paula

1593

14.

Conuentus Santae Mariae de Attolla in casali Sancti Arpini

Sant’Arpino (S. Elpidii)45

S.Mariae de Stella

159346

15.

Conuentus Sancti Francisci

Napoli (IV) (Portae Capuanae)

S. Francisci de Paula

159547

F Prouincia Apuliae

Provincia Pugliese (Prov. Apuliae) eretta nel 1535.

N.

DENOMINAZIONE E TI- DENOMINAZIONE TITOLO DEL FONDAZIONE TOLO DEL CONVENTO DELCONVENTO CONVENTO NELL’INDEX

1.

Conuentus Sanctae Mariae Angelorum ciuitatis et dioecesis Litiensis

Lecce (Aletii o Lytiensis)

S. Mariae Angelorum48

1524

  Cam. 1587; Man. 1593.   Cam. Mon. 1583; Man. 1584. 44   Cod. 1584; Cam. 1586. 45   Montoya, Corónica, p. 53. Anche Isnard, Codex. p. 53, tit. S. Maria de Stella. 46   Cam. 1558. 47   Man. 1596. 48   S. Michaelis: Montoya, Corónica, parte III, p. 87; Lanovius, Chronicon, p. 193, Isnard, 42 43

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68

APPENDICE

2.

Conuentus Sancti Francisci de Paula ciuitatis et dioecesis Monopolitanorum

Monopoli (Monopolitanus)

SS. Nominis Iesu

1530

3.

Conuentus Tarrantinorum

Taranto (Tarentinus)

S. Mariae de Gratia

1530

4.

Conuentus Griptaliarum

Grottaglie (Cryptaliarum)

S. Mariae de Gratia

1538

5.

Conuentus Hydruntinensis ciuitatis et dioecesis Hydruntinensis

Otranto (Hydruntinus)

S. Mariae ad Martyres49

154250

6.

Conuentus Brundusinensis ciuitatis et dioecesis Brundusinensis

Brindisi (Brundusinus)

SS. Virginis Annunciatae

157951

G Prouincia Calabriae

Provincia di Calabria (Prov. Ulterioris Calabriae) eretta nel 1571.

N.

DENOMINAZIONE E TI- DENOMINAZIONE TITOLO DEL F O N D A Z I O TOLO DEL CONVENTO DELCONVENTO CONVENTO NE E/O NELL’INDEX ACCETTAZIONE

1.

Conuento di Cotrone

Crotrone (Cotronenis)

Iesu Mariae

146052

2.

Conuento de Maida

Maida (Maydanus)

Iesu Mariae

146953

3.

Conuento della terra di San Biasio

Sambiase (SanctiBlasii)

S. Mariae de Infirmis

1508

Series conventuum, p. 54. Ma per il p. Serio: Sanctae Mariae Angelorum (in Quaranta, Storia della Provincia pugliese cit., p. 35 e 36). 49   Mon. e Lan. S. Francisci de Paula. Per il p. A. Serio, Historialia Monumenta: S. Maria ad Martyres (Cfr. Quaranta, Storia della Provincia pugliese cit., p. 73). 50   Cam. 1508; Man. Cod. e Mon. 1540. 51  Mon. e Lan. 1578; Cam. 1579; Cod. e Man. 1584. Il Serio, Historialia Monumenta, precisa: « hoc accidit sub die 13 mensis octobris 1579 » (Cfr. Quaranta, Storia della provincia pugliese cit., p. 87). 52   Man. 1465. 53   Cod. Man. Cam. e Mon. 1496.

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69

PROVINCE E CONVENTI DELL’ORDINE DEI MINIMI

4.

Conuentus Tropiensis ciuitatis et dioecesis eiusdem

Tropea (Tropeensis)

S. Mariae Auxiliatricis54

153555

5.

Conuento della Rocca Bernarda

Roccabernarda (Rupis Bernardae)

S. Francisci de Paula

1539

6.

Conuentus terrae de Briatico

Briatico (Briaticensis)

S. Nicolai

155056

7.

Conuentus Sancti Francisci de Paula ciuitatis et dioecesis Reginae

Reggio (Rheginus)

S. Francisci de Paula

155257

8.

Conuentus Sancti Francisci de Paula terrae Borrelae

Laureana di Borrello (Burellensis)

S. Francisci de Paula

1555

9.

Conuentus terrae del Pizzo

Pizzo (Pitiensis vel Napitinus)

S. Rochi

157958

10.

Conuento di Cattanzaro

Catanzaro (Catacensis)

S. Francisci de Paula P. N.

158159

11.

Conuento della Rocella

Roccella Ionica (Roccellensis)

S. Victoris

158160

12.

Conuento di Girace

Gerace (Hyeracensis)

SS. Trinitis

158561

13.

Conuento di Nicotteri

Nicotera (Nicoterensis)

S. Francisci de Paula

159062

14.

Conuentus terrae Sinopolae

Sinopoli (Synopolitanus)

S. Francisci P. N.

159163

15.

Conuentus terrae Annoie

Anoia (Anoyarum)

S. Mariae Gratiarum

159364

  Mon. Lan. e Cod. S. Maria del Soccorso, o Ausiliatrice, e non degli Angeli.   Cod. Mon. e Man. 1534; Cam. 1536. 56   Cam. 1560. 57   Cam. 1535; Mon. 1566. 58   Cam. 1576; Man. 1581. 59   Mon. 1577. 60   Cam. e Mon.1580. 61   Man. 1605. 62   Man. e Mon. 1593. 63   Cam. e Mon. 1595. 64   Cam. e Mon. 1582; Man. 1594. 54 55

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70

APPENDICE

H Prouincia Tusciae

Provincia Toscana (Prov. Tusciae, seu Etruriae vel Florentina) eretta nel 1581.

N.

DENOMINZIONE E TI- DENOMINAZIONE TITOLO DEL FONDAZIONE TOLO DEL CONVENTO DELCONVENTO CONVENTO NELL’INDEX

1.

Conuentus Sanctae Mariae Magdalenae in insula Marthana

Isola Martana (insulae Marthanae)65

S. Mariae Magdalenae66

ante 157467

2.

Conuentus Sanctae Mariae de Monte terrae Marthanae

Marta (Marthanus)

S. Maria de Monte

ante 157468

3.

Conuentus Sancti Spiritus

Perugia (Perusinus)

S. Spiritus

157669

4.

Conventus Sanctae MaViterbo (Viterbiensis) riae delle Fortesse civitatis et dioecesis Viterbiensia

S. Mariae de le Fortezze70

1577

5.

Conuentus Sanctae Mariae del Reposo terrae Galesiae

Gallese (Gallesianus)

S. Mariae del Reposo

1578 71

6.

Conuentus Sancti Tropei

Pisa. (Pisanus)

S. Torpetis

158172

7.

Conuentus Sancti Leonardi terrae Orbetellae

Orbetello (Orbitellensis)

S. Leonardi

8.

Conuentus Sancti Josep ciuitatis et dioecesis Florentinensis

Firenze (I) (Florentinus)

S. Ioseph

1583

9.

Conuentus Sancti Francisci de Paula

Firenze II

S. Francisci de Paula

158974

73

1582

  Convento sconosciuto al Lanovio.  Lan. B. Virginis a Monte. 67   Cam. 1570. 68   Cam. 1569. 69   Cam. e Mon. 1576. 70   Cfr. Index, f. 526r: Lista delli libri del conuento della Madonna delle Fortezze della città di Viterbo. 71  Cam. 1576. 72   Cam. 1584. 73   Lan. S. Francisci P. N. 74   Cam. 1582; Lan. Man. e Cod. 1605. 65 66

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71

PROVINCE E CONVENTI DELL’ORDINE DEI MINIMI

I Prouincia Panormitana

Provincia di Palermo (Prov. Panormitana) eretta nel 1596.

N.

DENOMINAZIONE E TI- DENOMINAZIONE TITOLO DEL FONDAZIONE TOLO DEL CONVENTO DEL CONVENTO CONVENTO NELL’INDEX

1.

Conuentus Sanctae Olliuae

Palermo (I) (S. Olivae)

S. Olivae

1518

2.

Conuentus Jesu Mariae terrae Salemme

Salemi (Salemensis)

Iesu Mariae75

152376

3.

Conuentus Sanctae Crucis ciuitatis et dioecesis Agrigentinensis

Agrigento (Agrigentinus)

S. Crucis77

1534

4.

Conuentus Sancti Blasij terrae Trapanensis

Trapani (Drepanensis)

S. Blasii78

157479

5.

Conuentus Jesu Mariae ciuitatis et dioecesis Mazzarensis80

Marsala (Marsalensis)

Jesu Mariae

158581

6.

Conuentus Sanctae Mariae Gratiarum terrae Termarum dioecesis

Termini Imerese (Thermensis)

S. Mariae Gratiarum

158582

7.

Conuentus Sanctae Mariae de Victoria ciuitatis et dioecesis Panormitanensis

Palermo (II) (S. Mariae de Victoria)

S. Mariae de Victoria

159983

  Cod. S. Luciae.   Cam. 1531; Mon. 1563. 77  Lan. S. Francisci P. N. 78   Cod. S. Mariae a Consolatione. 79   Mon. 1572; Cam. 1578. 80   Cfr. infra, p. 59 e nota. 81   Man. 1587. 82   Mon. 1584. 83   Mon. 1600. 75 76

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72

APPENDICE

L Prouincia Uenetiarum

Vicariato di Venezia (vicariatus Venetiarum seu Prov. Veneta) Da vicariato venne eretta definitivamente in provincia nel 1620

N.

DENOMINAZIONE E TITOLO DEL CONVENTO

DENOMINAZIONE TITOLO DEL FONDAZIONE DELCONVENTO CONVENTO

1.

Conuentus ciuitatis et dioecesis Uenetiarum

Venezia (Venetiarum S. Batholomaei)

S. Bartholomaei

157884

2.

Conuentus ciuitatis et dioecesis Brixiensis

Brescia (Brixiensis)

S. Ioannis Baptistae

158885

3.

Conuentus ciuitatis et dioecesis Mantuanensis

Mantova (Mantuanus)

S. Francisci P. N.

159186

4.

Conuentus ciuitatis et dioecesis Veronensis

Verona (Veronensis)

S. Francisci P. N.

1593

5

Conuentus ciuitatis et dioecesis Bergomensis

Bergamo (Bergomensis)

Omnium Sanctorum

15987

  Cam. 1585; Cod. e Man. 1587.   Cod. e Man. 1593. 86   Mon. 1561; Man. 1595; Cam. 1590. 87   Cam. 1649; Lan. 1602; Man. 1645. 84 85

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73

PARTECIPANTI AI CAPITOLI GENERALI DEL 1596 E DEL 1599 DELL’ORDINE DEI MINIMI88 CAPITULUM GENERALE XXIX GENUAE SEXTO IN CONVENTU IESU MARIAE, ANNO DOMINI 1596 CELEBRATUM.89

CAPITULUM GENERALE XXX AVENIONI PRIMO IN CONVENTU S. MARIAE A MIRACULIS, ANNO DOMINI 1599 CELEBRATUM.90

Fr. Petrus de Mena, Generalis ex Provinciali Castellae. Fr. Isidorus Samblasius, Generalis praeteritus et Zelosus electus. Fr. Petrus Samblasius, Provincialis Sancti Francisci. Fr. Sebastianus Sommarius, Provincialis Turoniae. Fr. Hieronymus Perillus a Neapoli, vice-Provincialis Siciliae. Fr. loannes Baptista Possentus, Provincialis Genuae. Fr. Antonius Stephanus, Provincialis Franciae. Fr. Petrus Hebert, Provincialis Aquitaniae. Fr. Felix a Neapoli, Provincialis Neapolis. Fr. loannes Antonius a Bonatis, Provincialis Apuliae. Fr. Hieronymus Rheginus, Provincialis Calabriae. Fr. Qeorgius Ondinus, Provincialis Lugdunensis. Fr. loannes de la Barreda, Provincialis Aragoniae. Fr. Anselmus Stocchus, Provincialis Tusciae. Fr. Joseph Tellerius, electus Provincialis Campaniae ex Commisso Franciae. Fr. Michael a Messana, Commissus Siciliae in Vicarium Provincialem Panormi electus. Fr. loannes de Lebera, Provincialis Valentinus ex Commisso Aragoniae electus. Fr. Horatius de Reatis, Collega Italus. Fr. Dominicus a Macchia, Collega Italus praeteritus.

Fr. Hieronymus Durandus, Generalis ex Provinciali Provencae. Fr. Petrus de Mena, Generalis praeteritus. Fr. loannes Baptista a Coriolano, Provincialis Sancti Francisci. Fr. lacobus Masselinus, Provincialis Turoniae. Fr. Sebastianus a Castanea, Provincialis Messanensis. Fr. Guillelmus le Ber, Provincialis Franciae. Fr. loannes Signoret, Provincialis Aquitaniae. Fr. Caesarius Samblasius, Provincialis Apuliae. Fr. loannes Romero, Provincialis Castellae. Fr. Franciscus Lorigus, vice-Provincialis Calabriae in Collegam Italum assumptus. Fr. Gaspar Dinet, Provincialis Lugdunensis. Fr. Franciscus de Rodriguez, Provincialis Valentinus. Fr. Joseph le Tellier, Provincialis Campaniae. Fr. Michael a Messana, Provincialis Panormi. Fr. Nicolaus de Christianis a Renda, Provincialis Venetiarum Fr. Stephanus Augerius, Collega Gallus praeteritus, et Zelosus electus. Fr. Emmanuel de los Cobos, Collega Hispanus. Fr. Horatius de Reatis, Collega Italus praeteritus.

  Da Acta Capitulorum, I, pp. 275-276, 286.   L’editore degli Acta Capitulorum annota: « Tria tantum nomina deficiunt ». 90   L’editore degli Acta Capitulorum annota: « Nomina quae non leguntur novem numerantur ». 88 89

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APPENDICE

Fr. Gaspar Dinet, Collega Gallus praeteritus. Fr. Michael Quenault, Commissus Turoniae. Fr. Andreas Rheginus, Commissus Calabriae. Fr. loseph Castellettus, Commissus Tusciae. Fr. Marcus de Consentia, Commissus S. Francisci. Fr. Martinus Mazettus, Commissus Aquitaniae. Fr. Ignatius a Neapoli, Commissus Neapolis. Fr. Caesarius Samblasius, Commissus Apuliae. Fr. loannes Franciscus, Commissus Lugdunensis. Fr. Petrus de Moraga, Commissus Castellae. Fr. Franciscus Cortesius, Commissus Bethicae. Fr. Franciscus Tamayo, vice-Provincialis Bethicus, Collega Italus assumptus et Scriba Capituli.

Fr. Franciscus Tamayo, Collega Hispanus praeteritus. Fr. Sebastianus Sommarius, Commissus Turonensis. Fr. Adrianus Thierry, Commissus Campaniae. Fr. Lucas de Montoya, Commissus Valentinus. Fr. Dionysius Cortesius, Commissus Neapolitanus. Fr. Gregorius Rheginus, Commissus Calabriae. Fr. Petrus Samblasius, Commissus S. Francisci. Fr. Petrus Hebert, Collega Gallus, et Capituli Scriba.

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ROBERTO RUSCONI

L’INCHIESTA DELLA CONGREGAZIONE DELL’INDICE ALLA FINE DEL SECOLO XVI E L’ORDINE DEI MINIMI DI SAN FRANCESCO DI PAOLA1

De studiis efficaciter promovendis e De bibliothecis extruendis Nell’ambito della riorganizzazione degli Ordini regolari, intrapresa nei decenni successivi alla conclusione del Concilio di Trento, il correttore generale dell’Ordine dei Minimi di san Francesco di Paola, Gaspare Passarello, nel 1570 aveva fatto stampare a Napoli da Giovanni De Boy una raccolta normativa divisa in tre parti: nella prima erano editi gli Statuta fratrum Minimorum sancti Francisci de Paula (da lui postillati a margine); nella seconda gli Acta omnium capitulorum generalium che si erano celebrati ogni tre anni sino ad allora; nella terza le Bullae Summorum Pontificum che riguardavano l’Ordine2. Nel 1571 si tenne a Valencia il XXII capitolo generale dei Minimi, sotto la sua presidenza. Tra le disposizioni allora approvate un paragrafo era intitolato De studiis efficaciter promovendis in qualibet Provincia3: con un significativo cambiamento nell’avverbio si riprendeva un’esortazione che era stata ripetuta nei capitoli generali a partire dal 15204. Il significato del provvedimento era stato ampiamente illustrato durante il capitolo generale celebrato a Paola nel 1535, e rimandava a un preciso impegno pastorale da parte dei religiosi dell’Ordine (anche se soltanto nelle disposizioni del capitolo generale del 1599 si menzionarono in maniera esplicita « fratres parochi »5):

1   Una precedente versione è stata pubblicata in R. Rusconi, L’Inchiesta della Congregazione dell’Indice alla fine del secolo XVI e l’Ordine dei Minimi di san Francesco di Paola: libri, biblioteche, cultura, in Prima e dopo san Francesco di Paola. Continuità e discontinuità. Raccolta di studi a cura di B. Clausi – P. Piatti – A. Sangineto, Caraffa di Catanzaro 2012, pp. 257-289. 2   Per una descrizione si veda la scheda CNCE 27259 in Censimento nazionale delle edizioni italiane del XVI secolo (http://edit16.iccu.sbn.it/web_iccu/ihome.htm). 3   Acta capitulorum generalium Ordinis Minimorum, I: Ab anno 1507 usque ad annum 1697, Romae 1916, pp. 182-183 (§ 7). 4   Nel capitolo di Valencia del 1562 si deliberò De studiis alacriter promovendis: ibid., p. 170 (§ 20). 5   Ibid., p. 283 (§ 22).

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ROBERTO RUSCONI

insuper perpendentes ignorantiam cunctorum errorum novercam, ordinaverunt, quod quilibet Provincialis in sua Provincia, secundum uniuscuiusque ingenii capacitatem, de Fratre idoneo, aut de pluribus provideat: qui ita suas forment lectiones, quod eorum auditores ad aedificatorie praedicandum, et confessiones audiendum, idoneos et aptos efficiant, ipsique Patres Provinciales, non omnes ad huiusmodi litterarum studium passim et indifferenter admittant, verum eos solum, quos bonae indolis esse deprehendant6.

A differenza di quanto accadde in quel medesimo periodo presso altri Ordini, ciò non diede avvio a una vera e propria organizzazione di un preciso curriculum studiorum per i Minimi. La disposizione dovette essere ripetuta nel capitolo generale del 15997. Un’innovazione rispetto alla tradizionale normativa capitolare fu rappresentata nel 1571 da una lunga disposizione De bibliothecis extruendis, con la quale si propugnava una minimale costituzione di raccolte librarie: Pro studiorum igitur manutentione, praecipiunt Patres omnibus Superioribus, ac eorum Vicariis, ne libros qui per mortem decedentium Fratrum, vel titulo donationis, aut legati, seu quocumque alio modo ad conventum perveniant, vendere, detrahere, pignori obligare, donare, vel concedere alicui simpliciter, vel ad vitam nullo modo praesumant: sed ad librariam communem, quam ad minus in principaliori conventu cuiuslibet Provinciae erigendum strictissime curent Superiores Praelati reponantur; nisi forsitan conventus tales libros duplicatos haberent, vel iudicio eorundem Superiorum, pro communi studentium commodo minus utiles videantur; sed de eadem districtione praecepti teneantur, eorum pretium in alios libros meliores, et magis necessarios commutare. Verum si essent aliqui libri non magnae reputationis vel pretii, poterit Superior Praelatus aliquibus Fratribus magis indigentibus illos ad usum dumtaxat concedere8.

Malgrado l’approccio al possesso e all’uso dei libri fosse nella sostanza di carattere patrimoniale (come era stato ricordato già nel capitolo generale di Valencia del 15419), non si faceva in ogni caso menzione di una redazione di liste dei volumi posseduti dalle biblioteche nemmeno nelle disposizioni relative alla tenuta di inventari annuali, dettate in quella occasione10. Inoltre, nel corso del medesimo capitolo generale si approvarono disposizioni assai severe nei confronti dei frati che detenessero libri proibiti: Ordinaverunt quod si qui praedicatores, lectores, aut alii fratres libros prohibitos habere, sine speciali Sedis Apostolicae licentia deprehendantur, ultra poe-

  De studiis efficaciter promovendis: ibid., p. 108 (§ 13).   Ibid., p. 285 (§ 33). 8   Ibid., p. 183 (§ 8). 9   Ibid., p. 128: De libris non vendendis, et quomodo transferendis (§ 17). 10   Ibid., p. 194: De rerum inventario conficiendo (§ 32). 6 7

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L’INCHIESTA DELLA CONGREGAZIONE DELL’INDICE

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nas iuris communis, et quae a Sancto Officio Inquisitionis hareticae pravitatis talibus imponuntur, perpetuo munere legendi, praedicandi, et confessiones audiendi privati existant. Item ad omnia officia inhabiles activa voce et passiva careant11.

Gaspare Passarello fece mettere a stampa anche gli atti del capitolo di Valencia, che apparvero a Napoli nel 1573, a opera di Andrea Bax12. Nel 1575 a Napoli, presso Orazio Salviani, si stamparono gli atti del capitolo generale di Genova del 157413. Sempre a cura di Gaspare Passarello nel 1585 furono pubblicati a Copertino, a opera di Giovanni Bernadino Desa, gli atti e i decreti dei capitoli generali di Avignone, Barcellona e Genova, rispettivamente del 1578, 1581 e 158414. Se ancora nel 1596 il correttore generale Pedro de Mena faceva pubblicare a Napoli, da Giovanni Giacomo Carlino e Antonio Pace, gli atti del capitolo generale tenutosi a Genova15, in quello stesso anno usciva a Venezia, per i tipi di Bonifacio Ciera, una raccolta in quattro parti, che aggiornava e completava l’opera di Gaspare Passarello: con le Regulae dei tre ordini dei Minimi; le bolle papali relative all’Ordine; un formulario; gli atti di tutti i capitoli generali16. Nell’ultimo quarto del secolo XVI il susseguirsi di queste edizioni a stampa aveva consentito che la normativa relativa ai libri, alle biblioteche e alla cultura dei frati potesse agevolmente diffondersi all’interno dell’Ordine dei Minimi. Index librorum prohibitorum Il procuratore generale dell’Ordine dei Minimi di san Francesco di Paola, Étienne Auger, consegnava il 28 giugno 1600 al cardinale Agostino Valier l’« inventario » di tutti i libri esistenti nei loro conventi italiani, eseguito per ordine del correttore generale, Jérôme Durand, al fine di adempiere a quanto disposto dalla S. Congregazione dell’Indice dei libri proibiti, dopo la pubblicazione dell’Index librorum prohibitorum da parte di Clemente VIII nel 159617.   Ibid., pp. 198-199: De poenis contra eos qui libros prohibitos sine licentia habeant (§ 45).   Cfr. CNCE 50447. 13   Cfr. CNCE 30792. 14   Cfr. CNCE 30621. 15   Cfr. CNCE 23765. 16   Cfr.CNCE 24183. 17   Il manoscritto è stato individuato dal p. Rocco Benvenuto nelle Archives Nationales di Parigi, dove era giunto in seguito alla depredazione napoleonica degli archivi vaticani e dove fu dimenticato, quando vennero riportati a Roma gli altri codici, frutto dell’inchiesta promossa dalla Congregazione dell’Indice: cfr. R. Benvenuto, I Minimi nella diocesi di Bisignano alla vigilia della soppressione innocenziana, in Bollettino ufficiale dell’Ordine dei Minimi 48 (2002), pp. 474-538. 11

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ROBERTO RUSCONI

Mentre in un primo tempo da parte della Congregazione si era fatto conto su una spontanea iniziativa di segnalazione dei libri « prohibiti vel suspecti vel corrigendi » da parte dei loro possessori, ben presto ci si accorse che all’aspettativa non corrispondevano risultati adeguati: anche perché, al di fuori delle indicazioni tassative relative a titoli, autori ed editori condannati, le indicazioni stesse dell’Index potevano ingenerare un rilevante numero di dubbi18. Anche al correttore generale dei Minimi in effetti era stata inviata la lettera, sottoscritta il 25 novembre 1596, con cui si esortavano i superiori di Ordini e Congregazioni regolari a dare esecuzione alle disposizioni dell’Index clementino: Essendosi per ordine di n.s. già publicato l’Indice de’ libri prohibiti per tutto il Christianesimo, v.r. come bon pastore con ogni sollicitudine e zelo, sì per debbito dell’officio, come di ordine della nostra Congregatione dell’Indice, farà essequire et osseruare detto Indice in tutti li monasterij soggetti a la sua giurisditione19.

Il 25 agosto1599 il cardinale Simone Tagliavia d’Aragona indirizzava una lettera dal tono perentorio ai superiori degli Ordini regolari, tra cui il correttore generale dei Minimi. In essa si ricordava che la Congregazione dell’Indice dei libri proibiti aveva consentito che l’esecuzione dei dettami dell’Index librorum prohibitorum promulgato da Clemente VIII nel 1596, per quanto riguardava i libri posseduti da frati, monaci e chierici regolari, fosse affidata ai superiori degli Ordini e delle Congregationi, « uisitando le librarie publiche de’ monasteri e li libri che sono a uso di qualsiuoglia loro religioso », ai fini della loro espurgazione. Però, « non essendo in tre anni comparso essecutione alcuna », si imponeva fra il spatio di quattro mesi, da computarsi dalla presente data, habbiate effetualmente mandato in mano del uostro procuratore in Roma la nota distinta di sopradetti libri, esprimendo li monasterii o luoghi doue sono e le persone de chi sono, con la quantità de’ uolumi e qualità de’ libri, con il nome del stampatore, luogo et anno della stampa, e prima della festa prossima della Natività di n. S. sia presentata alla nostra Congregatione20.

18  Per una documentazione particolarmente significativa, concernente i frati Minori dell’Osservanza di Sicilia, si veda R. Laudadio, La provincia dei frati Minori dell’Osservanza di Trinacria e i suoi libri alla fine del Cinquecento, in Franciscana 7 (2005), pp. 209-299. 19   Doc. 4, in A. Serra (a cura di), La Congregazione dell’Indice, l’esecuzione dell’Index del 1596 e gli Ordini regolari in Italia, Città del Vaticano 2018 (Libri e biblioteche degli Ordini religiosi in Italia alla fine del secolo XVI, 5 = Studi e testi, 525), p. 30. 20   Doc. 51, in Serra (a cura di), La Congregazione dell’Indice cit., p. 92.

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L’INCHIESTA DELLA CONGREGAZIONE DELL’INDICE

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I rispettivi procuratori generali accusavano ricevuta della lettera, e tra i primi si sottoscriveva il rappresentante dei Minimi (in una data addirittura anteriore a quella apposta sulla lettera): Io, fra’ Stephano Augerio, procuratore general de l’Ordine de’ Minimi di s. Francesco de Paula, ho riceuuto vna lettera che va al nostro reuerendissimo padre generale, per ordine delle Sacra Congregatione dell’Indice, hoggi, 23 del mese d’agosto 1599. Et in fede ho sottoscritto de mia propria mano. Frate Stephano Augerio, procuratore generale21.

A fronte di queste perentorie richieste il procuratore dell’Ordine, lo zeloso Étienne Auger, indirizzava una lunga lettera ai cardinali della Congregazione, in cui si ricostruiva l’attività svolta e si facevano presenti le difficoltà insorte, per le diversificate modalità di acquisizione delle informazioni adottate da parte dei superiori provinciali22. In effetti, alla sua richiesta che i correttori provinciali dell’Ordine visitassero i conventi loro sottoposti e verificassero tanto nelle librarie comuni quanto nelle « camere » dei singoli frati » l’eventuale possesso di « libri prohibiti per l’Indice », inviandone dentro due mesi la lista dettagliata, e bibliograficamente completa, al procuratore generale, alcuni avevano inviato liste di libri proibiti e altri l’« inventario » di tutti i libri presenti in una provincia. Taluni dichiaravano addirittura di non avere ricevuto alcuna comunicazione in merito. A questo punto si domandava una dilazione di quattro mesi, per consentire lo svolgimento della visita dei superiori nelle loro province e la redazione delle liste « di detti libri prohibiti ». La richiesta fu evidentemente accolta, dal momento che un’annotazione tracciata sul dorso registrava: « 1600. Concessum usque ad festum sancti Joannis Baptiste ». Di fronte alla lentezza, riluttanza e resistenza ad adempiere alla richiesta della Congregazione dell’Indice dei libri proibiti, a partire dal 3 dicembre 1599 il cardinale Agostino Valier indirizzava un’ulteriore serie di lettere ai diversi superiori degli Ordini regolari, in una ulteriore lettera del 17 gennaio 1600 prorogando il termine per l’invio delle liste al 24 giugno 1600, festa liturgica della nascita di san Giovanni Battista: Non essendosi eseguito da molti superiori l’ordine dato di mandar la nota de’ libri sospesi o prohibiti nella manera che si ricercaua e mouendo altri difficoltà in non saper la qualità de molti libri non espressi ne l’Indice, ma si bene come perniciosi contenuti nelle Regole, et hauendo notitia questi miei illustrissimi signori delle Congregatione dell’Indice che in molti luoghi di diuerse Religioni ui sono uarii libri prohibiti e sospesi, non conosciuti forse, né stimati per tali,

  Doc. 48, ibid., p. 85.   Doc. 89, ibid., p. 141. La lettera recava il seguente indirizzo: « All’illustrissimi et reuerendissimj signorj, lj signorj cardinalj della Sacra Congregatione de l’Indice, per il zeloso de l’Ordine dj Minimi dj s. Francesco di Paola ». 21 22

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ROBERTO RUSCONI

e perciò non dati in nota conforme all’ordine fatto, per questi et altri rispetti si è risoluto prolungar il termine insino alla natiuità di s. Gio. Battista senza speranza d’altra dilatione23.

La nuova intimazione veniva ricevuta anche dallo zeloso dell’Ordine dei Minimi: « Io, frate Stephano Augerio, procuratore generale di frati Minimi, fo’ fede d’hauer riceuuta una lettera della Sacra Congregatione de l’Indice diretta al nostro p. generale, hoggi, che sono 24 gennaro 1600 »24. A fronte delle difficoltà esposte da alcuni Ordini e Congregazioni, e malgrado la concessione di diverse proroghe, a un certo punto la Congregazione decise di intimare a tutti gli ordini regolari maschili di inviare la lista completa dei titoli dei libri posseduti, a stampa e manoscritti, in comune ovvero ad uso, da tutti i conventi, monasteri e case religiose d’Italia25: che si debba mandar in nota , non solo quelli dell’Indice nouo, ma tutti i libri di tutti li luoghi della sua Provincia, descrivendoli con ordine alfabetico, o siano greci, o latini, o uolgari, stampati o scritti a mano, esprimendo il nome dell’auttore, del luogo et tempo della stampa, ancorché non ui fusse il nome dell’auttore26.

Alla metà del mese di ottobre 1600 la S. Congregazione dell’Indice dei libri proibiti indirizzava una lettera ai superiori di numerosi Ordini religiosi, tra cui il « Generale di Minimi », ringraziandoli per l’invio della « nota de’ libri della sua Religione, presentata conforme all’ordine già dato »27. Ancora nel 1602, il 4 febbraio, il cardinale di Verona, Agostino Valier, indirizzava una lettera a un nutrito gruppo di superiori degli Ordini religiosi, chiedendone collaborazione nel verificare che al loro interno circolasse una ristampa corretta del Candelabrum aureum del domenicano Martín Alfonso Vivaldo, oltre che ad assicurare l’osservanza delle disposizioni dell’Index librorum prohibitorum. Tra i destinatari era incluso anche il « Generale de’ Minimi »28.

  Doc. 95, ibid., pp. 147-150.   Doc. 98, ibid., p. 156. 25   Per tutto questo si veda G. Fragnito, L’Indice clementino e le biblioteche degli Ordini religiosi, in R. M. Borraccini – R. Rusconi (a cura di), Libri, biblioteche e cultura degli ordini regolari nell’Italia moderna attraverso la documentazione della Congregazione dell’Indice. Atti del Convegno Internazionale, Macerata. 30 maggio - 1 giugno 2006, Città del Vaticano 2006 (Studi e testi, 434), pp. 37-59. 26   In M. Dykmans, Les bibliothèques des religieux d’Italie en l’an 1600, in Archivum Historiae Pontificiae 24 (1986), pp. 385-404: p. 392. Da una lettera di Francesco da Lugnano, procuratore generale dell’Ordine dei frati Minori dell’Osservanza, in data 25 gennaio 1600 (Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. lat. 11296, ff. 123r-124v). 27   Doc. 117, in Serra (a cura di), La Congregazione dell’Indice cit., pp. 178-179. 28   ACDF, Index, V.1, Registrum litterarum, f. 154v. 23 24

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L’INCHIESTA DELLA CONGREGAZIONE DELL’INDICE

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Nell’inventario di consegna al nuovo segretario della Congregazione dell’Indice, Tommaso Pallavicini, da parte del suo predecessore, Paolo Pico, in data 2 settembre 1613, erano compresi anche gli « Indices librorum omnium, impressorum et manu scriptorum, qui in monasteris quorumcumque Ordinum per Italiam, tum in publicis bibliotecis reperiuntur, tum apud priuatas personas, a procuratoribus generalibus eorundem Ordinum Sacrae Congregationi Indicis consignati, qui apud secretarium eiusdem Congregationis seruantur ». Tra i volumi in 4° e in 8° all’inizio era registrato: « Ordinis Minimorum, vol. vnum »29. Index librorum fratrum Minimorum sancti Francisci de Paula Con l’evidente l’intenzione di individuare con esattezza le specifiche edizioni proibite ovvero da correggersi, e non soltanto le indicazioni di titoli e di autori, la Congregazione dell’Indice aveva fatto pervenire ai superiori generali, che a loro volta le avrebbero dovuto trasmettere agli altri superiori, indicazioni piuttosto precise dal punto di vista bibliografico: richiedendo che per ogni volume posseduto fossero indicati autore, titolo, luogo di stampa, editore/stampatore e anno (e invitando anche a indicare i formati), suddividendoli inoltre in base alla lingua del testo. Le modalità con cui si diede attuazione a tali richieste costituiscono un interessante documento sia della funzionalità organizzativa di un Ordine sia dell’articolazione culturale al suo interno. Le liste inviate inoltre forniscono, sia pure in maniera indiretta, anche informazioni sui religiosi presenti e attivi in un determinato insediamento e l’area geografica del loro reclutamento rispetto al convento di residenza30. Il materiale inviato dai Minimi fu raccolto in un unico faldone, in seguito rilegato apponendovi la dicitura: « Index librorum fratrum Minimorum sancti Francisci de Paula ». All’inizio fu inserito un Index prouinciarum et conuentuum, che rifletteva l’organizzazione dell’Ordine e riportava anche l’indicazione delle diocesi di appartenenza dei singoli insediamenti (all’evidente scopo di mettere in evidenza la competenza giurisdizionale dei vescovi e dell’Inquisizione). Se i due conventi romani erano indicati all’inizio come « nullius », si susseguivano nell’ordine la Provincia di san Francesco di Paola, e poi le province di Messina, di Lombardia, di Terra

  Doc. 121, in Serra (a cura di), La Congregazione dell’Indice cit., pp. 184-186.   Un ulteriore approfondimento in tale direzione potrebbe essere consentito da un confronto con i materiali dell’inchiesta sui monasteri e conventi italiani promossa da Innocenzo X alla metà del secolo XVII: cfr. E. Boaga, La soppressione innocenziana dei piccoli conventi in Italia, Roma 1971, e più in particolare M. Campanelli, Gli insediamenti dei Minimi nel Regno di Napoli fra XV e XVII secolo, in F. Senatore (a cura di), S. Francesco di Paola e l’Ordine dei Minimi nel Regno di Napoli (secoli XV-XVII), Napoli 2008, pp. 143-184. 29

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ROBERTO RUSCONI

di Lavoro, di Puglia, di Calabria, di Toscana, di Palermo e delle Venezie: osservando dunque l’ordine di precedenza « per antichità » stabilito dai decreti capitolari. Chi a suo tempo predispose tutto il materiale per la consegna definitiva aveva provveduto a cartulare l’intera raccolta, annotando sull’ultimo recto che si era arrivati alla fine31. Da parte dei 95 insediamenti dei Minimi, annoverati all’anno 159732, l’adesione fu di fatto quasi totale, in una misura non riscontrabile presso altri Ordini o Congregazioni. Differenti furono però le modalità con cui si rispose alle intimazioni ricevute. Nullius Prouinciae I due conventi romani furono indicati all’inizio appunto come « nullius provinciae ». Per il convento della SS. Trinità fu fornito un duplice elenco, redatto in ordine alfabetico, che nella seconda parte includeva i « libri humanitatis », mentre per S. Andrea delle Fratte non furono elencati in ordine alfabetico né la lista dei titoli dei « libri conuentus », né le liste di otto frati che la accompagnavano33. Libri della Prouincia di San Francesco di Paola Le liste dei titoli dei libri erano precedute dai « nomi delli conuenti », con l’indicazione della diocesi nella cui giurisdizione ciascuno di essi ricadeva. In fondo si aggiungeva un’annotazione, che precisava in maniera eloquente: « Questi detti conuenti, con le infrascritte, liste si uede alcuni hauer libri, alcuni non, et quelli che non ne hanno uiene dalla pouertà che tengono » (f. 73r). Il superiore provinciale aveva evidentemente fatto trascrivere tutte le liste da un’unica mano, che aveva anche provveduto alla relativa foliazione. Si cominciava con la cospicua lista non alfabetica dei Libri latini del studio del conuento di Paola, cioè del convento di S. Maria degli Angeli, cui facevano seguito titoli di pochi libri volgari. Poi si proseguiva con i Libri delli frati del conuento di Paola, vale a dire le liste individuali di sei religiosi. La lista dei titoli dei Libri del conuento di Cosenza, cioè del convento di S. Maria di Loreto, iniziava con i libri del provinciale, divisi in un numero   Si veda la descrizione del manoscritto alle pp. 111-145.   Si vedano le tabelle delle fondazioni dei conventi di Minimi negli antichi stati italiani tra XV e XVIII secolo e nel Regno di Napoli compilate da Campanelli Gli insediamenti dei Minimi nel Regno di Napoli cit., pp. 177-184, e ora l’appendice a R. Quaranta, L’Ordine dei Minimi tra fine ’400 e inizi ’600, alle pp. 62-72. 33   Per le successive indicazioni si rimanda alla descrizione del manoscritto. 31 32

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L’INCHIESTA DELLA CONGREGAZIONE DELL’INDICE

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cospicui di testi latini e pochi in volgare, ma non ordinata alfabeticamente, seguita dalle brevi liste del correttore conventuale, Silvestro da Rossano, e di altri quattro religiosi, Senza nemmeno cambiare pagina si succedevano i titoli dei Libri delli frati del conuento di Paterno, vale a dire del correttore, Paolo da Paterno, e di un altro frate, pochi volumi suddivisi tra latini e volgari. Quanto ai Libri del conuento di Spezano, a una lista comune seguivano i pochi titoli del correttore conventuale e di altri cinque frati. Immediatamente dopo i pochi Libri delli frati del conuento di Montalto iniziavano con il « patre correttore », Pietro da Montalto Uffugo, cui si aggiungevano i titoli di tre frati. Per i Libri del conuento di Corigliano si indicava una manciata di titoli: prima dei libri del correttore, Leonardo da Paterno Calabro, che precedevano altre quattro liste individuali. I pochi Libri del conuento di Rossano erano stati distinti tra latini e volgari. Analogamente era stato fatto per gli scarsi titoli di Libri de’ frati del conuento di Bisignano, vale a dire il correttore, Giovanni Battista da Bisignano, e un altro frate34. La Lista delli libri de’ frati del conuento della Regina (cioè Lattarico) corrispondeva agli elenchi dei pochi libri del correttore, Antonino da Lattarico, e di tre frati. Pochi erano anche i titoli dei libri del correttore, Giuseppe da Paola, tra i Libri del conuento di Beluedere, e in discreto numero invece i volumi di Dionisio Caldora, divisi in latini e volgari, cui si aggiungevano due brevi liste di altri frati. Anche la lista dei titoli dei Libri del conuento di Bonofato (cioè Bonifati) iniziava con il correttore, Giovanni da Fiumefreddo Bruzio, seguito da un discreto elenco di Benedetto D’Amico, e i pochi titoli di altri due frati. Nel caso dei Libri delli frati del conuento di Cirella (cioè Diamante), dopo i titoli del correttore, Francesco da Paola, si registrarono gli scarsi « Libri della comunità », i non pochi libri di Clemente da Belvedere Marittimo, divisi tra latini e volgari, e alcuni volumi di un altro religioso. I pochi titoli dei Libri del conuento di S. Agata precedono i volumi del vicario, fra’ Isidoro. Quanto ai Libri de’ frati del conuento di Casalnuouo, si trattava dei titoli dei volumi del correttore, Antonio da Belvedere Marittimo, e di un altro frate. Corrispondevano soltanto ai titoli dei libri di un singolo religioso i Libri delli frati del conuento di Castrouillari. I Libri del conuento del Cirò erano accompagnati dai titoli dei volumi del vicario conventuale. Alla fine fu redatta la Lista delli nomi delli frati di questa Prouincia, i quali hanno libri, sì come appare nelle liste, con in testa il provinciale, Pietro Sambiase, per un totale di 49 nomi35. Il fascicolo si chiudeva con le

34 35

  Sono le liste esaminate in Benvenuto, I Minimi nella diocesi di Bisignano cit., p. 524.   Ff. 124v-125r.

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sottoscrizioni autografe del provinciale e dei suoi tre colleghi e con l’apposizione di un sigillo cartaceo36. Libri Prouinciae Messanensis Aveva una propria numerazione originaria anche la lista dei titoli dei libri della Provincia di Messina. Si iniziava con la Lista delli libri della comunità del conuento di Messina, suddivisi tra latini e volgari, disposti in ordine alfabetico e scanditi da lettere maiuscole. Immediatamente dopo la Lista delli libri del conuento di Catania, S. Francesco de Paula. Per seruiggio della comunità da leggersi in reffittorio, di soli quattro titoli, recava in calce una scritta davvero esplicita: « Et per esser conuento pouero non ha più »37, allo stesso modo della successiva Lista delli libri del conuento di Siracusa, S. Antonio, da leggersi in reffittorio, che comprendeva soli tre titoli. Del tutto analoghe le intestazioni e l’annotazione in calce per i conventi di S. Nicola a Castell’Umberto, di S. Andrea a Lentini, del convento di Linguaglossa, di S. Antonio a Caltagirone, dei SS. Filippo e Giacomo di Scaletta Zanclea38. In queste modestissime liste si ritrovavano volumi come una Bibbia latina, il Flos sanctorum di Alonso de Villegas e le opere di Luis de Granada oppure di Alonso de Orozco. In quella provincia era stato adottato un criterio piuttosto particolare, in quanto fu redatta una Lista delli libri concessi ad uso a ciascheduno frate dalli superiori per la sua cella39, riportando per ognuno dei 51 frati nominati anche la qualifica: erano indicati come sacerdote e confessore oppure come sacerdote soltanto, e anche come chierico, e persino come suddiacono. Sia pure con qualche eccezione, rilevante per frate Isidoro da Messina, indicato come compagno del provinciale, in genere si trattava di assai pochi titoli, a volte distinti in latini e volgari, riconducibili peraltro alle mansioni liturgiche e pastorali verosimilmente espletate dai singoli frati. Evidentemente frutto di una dimenticanza, nella parte inferiore del verso dell’ultima carta fu aggiunta la lista dei tre titoli dei Libri del conuento di Iesù Maria della terra di Mellase (Milazzo), che si chiudeva con una sconfortata annotazione: « Al tempo della pesta di Scicilia tutti gli libri di questo conuento furono persi »40. Al termine del fascicolo originario un’attestazione in latino, datata Messina, 12 maggio 1600, era stata sottoscritta dal provinciale, Giovanni Maria da Palermo, e dai suoi tre colleghi, Giovanni Battista da Scaletta   F. 125r.   F. 133v. 38   Ff. 134r-136v. 39   Ff. 137r-154v. 40   F 154v. 36 37

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Zanclea, Isidoro da Messina e Arcangelo da Palermo, e vi era stato apposto un sigillo cartaceo. Vi si indicavano puntualmente le modalità seguite nel redigere le liste di quella provincia: « Nos, frater Ioannes Maria a Panormo, Ordinis Minimorum humilis prouincialis, in hac Messane Prouintia fidem facimus, quatenus facta diligenti inquisitione de numero librorum tam in unoquoque huius nostrae Prouintiae conuentu existentium, quam pro uniuscuiusque fratris im.particulari comoditate ad usum concessorum, non reperimus nisi subscriptos libros, quos omnes numerare ac numeratos adnotare fecimus, cum nomina authoris etc., sicut a reuerendissimo patre nostro generali, patre fratre Hyeronimo Durant, mandatum accepimus »41. Libri Prouinciae Lombardiae Anche in quella provincia in un fascicolo, dalle carte peraltro non numerate in origine, le liste dei titoli di libri furono ricopiate da un’unica mano. Per il convento di S. Benedetto a Bologna si iniziava con i titoli dei libri della « libraria comune », non ordinati alfabeticamente e divisi tra latini e volgari, allo stesso modo di una discreta lista di titoli di « Libri ad uso particolare » del provinciale, frate Marcello da Lodi, e dei « Libri concessi ad uso » del correttore conventuale, Girolamo Augustano, e del frate Giovanni Battista Possente, mentre decisamente più brevi erano le liste dei libri concessi in uso ad altri otto frati. Con lo stesso metodo, ad eccezione di qualche lista assai breve, era stata redatta la Nota delli libri che si trouano nella libraria comune del conuento di Gesù Maria di Genoa, come pure la « Nota delli libri concessi ad uso » al correttore conventuale, Giovanni Crisostomo Malaspina, e ad altri undici religiosi Si presentava unitaria la Nota delli libri della libraria comune del conuento della Croce di Ferrara, mentre erano divise tra latini e volgari, di nuovo ad eccezione di qualche elenco alquanto breve, le liste di libri « concessi ad uso » del correttore conventuale, Girolamo Brutturi, e ad altri cinque frati. Per il convento di S. Barnaba a Modena si registrarono soltanto i « Libri concessi ad uso » del vicario, Giacomo de’ Gaspari, e di tre frati, ripartiti fra titoli latini e volgari. Lo stesso accadde per il convento di S. Giovanni Battista a Parma, con i « Libri concessi ad uso » del correttore, Girolamo Secchi, e di altri tre religiosi. Ripartita tra « libri antiqui » e libri in volgare era anche la lista dei titoli dei Libri della libraria del conuento di Santa Maria della Fontana in Milano, 41

  F. 155r.

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come quella del correttore, Clemente Rubino, e di dieci frati (sempre con qualche eccezione per le liste più ridotte). Per il convento di S. Marco a Pavia furono redatte soltanto le liste dei titoli dei libri ad uso del correttore conventuale, e di tre religiosi, divisi tra latini e volgari. Parimenti suddivisi fra libri in latino e libri in volgare erano i titoli della Nota delli libri che si ritrouano nella libraria comune del conuento della Santissima Trinità di Piacenza, come pure i « libri concessi ad uso » del correttore, Angelo Costa, e di altri cinque frati. Al termine di questa sorta di volumetto, in una lunga annotazione in volgare, sottoscritta dal correttore provinciale di Lombardia, Marcello Orlandini, da un definitore e da altri due “colleghi”, con apposizione del relativo un sigillo cartaceo, furono puntualizzate le modalità di svolgimento dell’indagine condotta: « Non ui sono notati libri né greci né hebrei [corr. su latini] né d’altre lingue per non ue n’essere. Nelli conuenti di Modena, Parma e Pauia non ui sono né librarie né libri comuni per la pouertà de’ lochi. Si fa fede per noi infrascritti come in esecuzione de l’ordine dell’illustrissimi signori cardinali della Sacra Congregatione dell’Indice, intimatoci per il nostro reverendissimo generale, si è notato fedelmente in questo uolumetto tutti li libri sì comuni de’ conuenti come particolari de’ frati, et in fede delle uerità questo dì 26 aprile 1600, nel conuento di S. Benedetto di Bologna habiamo fatta la presente, sottoscritta di nostra mano, agiontoui il sigillo della Prouincia »42. Prouincia Terrae Laboris Nelle Provincia di Terra di Lavoro ci si limitò invece a raccogliere, senza neppure unificarle con un’apposita foliazione, le liste inviate dai conventi e dai frati. Nemmeno si trovava alla fine di questa sezione una dichiarazione sottoscritta dai superiori e corredata dell’apposito sigillo43. Si cominciava con la Lista delli libri che sono nella libraria de Santo Loyse in Napoli, vale a dire un invero ragguardevole elenco di titoli, peraltro né ordinati né ripartiti. Al medesimo convento si riconducevano le liste dei titoli dei libri ad uso di singoli frati, alcune peraltro cospicue benché prive di ordinamento alfabetico, cominciando con il provinciale, Marcello Mollo, poi con lo speziale, Crisostomo da Napoli, e proseguendo con le   F. 225r.   L’ordinatore della raccolta a volte dovette indicare nel margine superiore sinistro delle carte a quale convento appartenesse una determinata lista, rilevandone inoltre a margine numerose, che erano state omesse nell’Index iniziale e che per tale motivo vi dovettero essere ricollocate. 42 43

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liste di altri 27 frati. In almeno tre casi i religiosi vi apposero la propria sottoscrizione autografa. A parte era stata annotata la Lista delli libri delli frati del conuento di San Francesco fuori Porta Capuana, vale a dire del correttore, Angelo Mandini, e di altri quattro frati, seguita dalla « Lista delli libri » del convento di Aversa, cioè del correttore, Francesco Casale, e di altri sei religiosi. Quanto ai Libri della libraria del conuento di Santa Maria de la Stella di S. Francesco di Paola, elencati senza ordine, precedevano la lista di un religioso defunto, del correttore conventuale, e di altri 14 frati. Ad un’unica mano di scrittura, che aveva annotato anche le rubriche, si dovette la Lista delli libri che sono nel monasterio di Santa Maria degli Angeli, in cui si trascrisse in primo luogo la Lista delli libri che sono nella cella del padre frate Arcangelo Ginuese, correttore di detto monasterio, cui facevano seguito le liste di altri tre frati. Precedevano la Lista delli libri delli frati del conuento di Castell’a Mare, dove si elencarono all’inizio i titoli di Libri del padre fra’ Cola de Pisciotta, correttore di detto conuento, e di altri cinque frati, e la Lista delli libri delli frati del conuento di Nola, con i titoli dei libri del correttore e di tre religiosi. La Lista delli libri delli frati del conuento di Nocera riportava soltanto gli elenchi di quattro frati, così come nella Lista delli libri del conuento della Caua, dopo i Libri del padre fra’ Michele, correttore di detto conuento, si trovano unicamente i titoli ad uso di due religiosi. All’enumerazione dei pochi Libri che sono del monasterio di Salerno, di propria mano furono aggiunti i Libri di fra’ Sesto di Leo, e parimente autografe erano la Lista delli libri de frat’Andrea de Napoli, che tiene, i Libri di fra’ Bonauentura di Napoli, i Libri che sono in cella di fr. Antonino di Salerno, cui si aggiungevano un paio di Libri di fra’ Paolo di Mont’Alto. Seguivano i libri ad uso di altri quattro religiosi. Nella Lista delli libri delli frati del conuento di Eboli furono compresi soltanto i titoli dei libri di tre frati. Nell’unica Lista delli libri che sono nella libraria del nostro conuento di Campagna, spiccavano alla fine due facciate di « Libri scritti a mano in pergamena »44. Un numero ridotto di titoli comprendeva anche la Lista di libri del conuento di San Giorgio, Beneuento. Alla fine un’altra mano annotava: « Nelli conuenti di San Arpino e de Massa non ui sono libri né in communi né in particolare, perché stanno in fabbrica, et per essere inperfetti ui ci stanno pocchi frati »45.

44 45

  Ff. 332v-333r.   F. 335r.

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Libri Prouinciae Apuliae Anche in quella provincia furono raccolte direttamente le liste pervenute, senza nemmeno provvedere a una foliazione, né fu inserita alla fine una dichiarazione dei superiori corredata da sottoscrizioni autografe e da sigillo cartaceo: al punto che la mano di un ordinatore, che ha inserito nel verso dei fogli finali di ogni sezione l’indizione della provincia successiva (in questo caso: « Sequntur libri Prouinciae Apuliae »46), intervenne apponendo diverse rubriche nel margine47. Aveva una numerazione originaria la Lista delli libri del conuento di Lecce, ordinata alfabeticamente e scandita da lettere maiuscole, in genere con le richieste indicazioni bibliografiche. All’interno di un altro fascicolo, privo di foliazione, la Lista del studio del conuento di Monopoli era anch’essa ordinata alfabeticamente, con i prescritti dati bibliografici e con l’indicazione nel margine degli autori: all’inizio furono riportati, peraltro in traslitterazione latina, i titoli di una decina di volumi stampati in lingua greca. A sua volta la nutrita Lista delli libri della libraria del conuento di Santa Maria della Gratia di Taranto, i cui preponderanti titoli latini furono ordinati alfabeticamente e ripartiti da lettere maiuscole, in genere con le richieste indicazioni bibliografiche, fu redatta in un fascicolo appositamente cartulato. Un’unica mano ha trascritto in un altro fascicolo, con foliazione originaria, La lista delli libri delli frati del conuento di Lecce: compreso il provinciale si trattava di sette religiosi.Una pagina vuota recava l’indicazione: « Lista delli libri del conuento di Monopoli se li manda particolare inzieme con quella delli frati »48. Quanto ai titoli della Lista delli libri delli frati del conuento di Taranto, era relativa a quattro religiosi. In calce all’ultimo foglio si annotava: « La lista delli libri del conuento delle Grottaglie se li manda particolare con quella delli frati »49. Per la Lista delli libri del conuento di Otranto, cioè quelle di frati, erano indicati solamente tre titoli. Quasi desolante fu l’indicazione per la Lista delli libri delli frati che stanno nel conuento di Brindisi locali, per non essercine al conuento, con la precisazione che il correttore, Felice da Brindisi, « non n’haue nisciuno », come anche frate Angelo da Lecce « non n’haue

  F. 335v.   Essendo i fascicoli delle liste pervenuti separatamente, nel ridistribuire il materiale lo si dovette rinumerare sino alla fine del manoscritto a partire dall’attuale carta 381 (in origine f. 340). 48   F. 388r. 49   F. 390v. 46 47

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nisciuno », mentre per altri due frati ne registrarono da uno a tre, salvo annotare alla fine un unico titolo per quel convento: « quali serueno per leggere in refectorio »50. Da Grottaglie, come indica in margine una rubrica della mano ordinatrice, provenivano la discreta Lista di tutti li libri del padre fra’ Camillo dalle Grottaglie dell’Ordine de’ Minimi di S. Francesco di Paula, quali al presente se ritrouano nel conuento della città delle Grottaglie nella prouincia di Puglia, fatta dal padre fra’ Gio. Battista di Brindisi prouinciale per mandare al padre zeloso di detto Ordine, e anche le modestissime liste di altri tre frati. Nel complesso si trattava soprattutto di sparute liste di titoli di libri ad uso di singoli frati, con una prevalenza dei volumi in lingua volgare e dei testi connessi con l’ascolto delle confessioni (mentre non sembravano avere particolare rilevanza i volumi connessi con l’esercizio della predicazione). Index librorum Prouinciae Calabriae Per quanto riguarda quella provincia, furono raccolte liste di mani diverse, cominciando con la Lista di libri communi della libraria del conuento di S. Francesco di Paola nella città di Reggio, chiusa dalla sottoscrizione di quattro religiosi, con relativo sigillo cartaceo. Gli stessi sottoscrissero anche La lista di libri delle libraria del conuento di S. Francesco di Paola della terra di Borrello, diocesi di Milito, e la Lista di libri della libraria del conuento di Tropea (dove una rubrica annotava « Libri spagnoli »); la Lista di libri della libraria del conuento della terra di Briatico dell’Ordine di S. Francesco di Paola, sotto la diocesa di Melito; la Lista di libri del conuento del Pizzo, sotto la diocesa di Milito; la Lista di libri del conuento di Maida sotto la diocesa di Nicastro. Nel caso della Lista di libri della libraria di detto conuento [San Biase casale et diocesa di Nicastro], dati dal p. Francesco Longo a detto conuento, era sottoscritta soltanto da tre religiosi. Sul verso dell’ultima carta è stata cancellata un’intestazione: « Lista delli libri delle librarie di conuenti di Calabria »51. Malgrado si parlasse di libraria, i titoli elencati erano davvero assai pochi. Seguivano i titoli dei Libri qui repperiuntur in biblioteca monasterij S. Francisci de Paula Roccę Bernardę, sub diocesi archiepiscopatus Sancte Seuerinę, un discreto numero di volumi latini, non ordinati alfabeticamente, con una manciata di « Libri volgari » alla fine.

50 51

  Ff. 393r e 393v.   F. 429v.

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Particolarmente significative risultavano, dal canto loro, le successive indicazioni, trascritte in sequenza, prima della sottoscrizione finale e del relativo sigillo cartaceo52: « Nel conuento di Cutrone non ui sono libri in communità, perchè li superiori non li hanno mai comprato, né ci ne son stati dati altri che questi », seguito da un unico titolo. « Il conuento della Roccella non ha libri in commune, per non essercene lassati, né anco ne ha possuto comprare, per essere conuento pouero et sta in fabrica. Sta sotto la diocesa di Geraci ». « Il conuento di Anoia non tiene libri in commune, per non hauercene dato niuno, né anco ne ha possuto comprare per essere conuento pouero et sta in fabrica. Sta sotto la diocesa di Melito ». « Il conuento di Geraci non ha libri in commune, per essere conuento pouero et sta fabbricando ». « Il conuento di Nicotara non ha libri, per essere conuento nouo et sta in fabrica, altro che questo », seguito da un unico titolo. « Il loco di Sinopoli sta sotto la diocesa di Melito. Non ha libri per essere nouo conuento et sta in fabrica et è pouero »53. A questo punto seguiva La lista di libri ad usu[m] del padre fra’ Gregorio di Regio, prouinciale di Minimi in questa Prouncia di Calabria54, anch’essa corredata da quattro sottoscrizioni (due delle quali peraltro diverse dalle precedenti). Ad usu[m] di una quindicina di frati, appartenenti a diversi conventi (Gerace, Rocella Ionica, Anoia, Laureana di Borrello, Nicotera, Sinopoli), erano anche le liste successive, raggruppate in diverse serie, corredate dalle sottoscrizioni autografe e in genere da un sigillo cartaceo. Ad un certo punto il raccoglitore di tale documentazione annotava: « Nel conuento di Catanzaro non ci son libri, né in comune né in particolare di frati, che si trouano hogi in Catanzaro, et son questi li frati che stanno là, videlicet: fra’ Michele di Regio, correttore, fra’ Vicenzo di Petramala, fra’ Dauid di Nicastro, et fra’ Vicenzo di Regio, et questo è per quanto loro mi auisano »55. In un momento successivo furono inserite ulteriori liste, relative ad altri conventi della provincia calabrese (Tropea, Briatico, Maida, Pizzo, Sambiase, Crotone, Roccabernarda), redatti con i medesimi criteri delle precedenti, e concernenti oltre una trentina di frati. Tra queste singolarmente cospicua risulta la Lista di libri ad usu[m] di fra’ Gioanne di Maida, predicatore, nella diocesa di Nicastro. La presenza di una Lista delli libri   Ff. 436r-436v.   F. 436v. 54   Ff. 437r-438r. 55   F. 451r. 52 53

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ad usu[m] di fra’ Geronimo della Roccella, quale al presente si retroua nella Toscana, documenta che nel corso dell’indagine si mirò ad acquisire le informazioni più complete al proposito di tutti i religiosi dell’Ordine dei Minimi. Index librorum Prouinciae Tusciae Quanto alla Provincia di Toscana, con particolare cura da un’unica mano fu redatto l’Index librorum omnium, qui asseru[a]ntur in bibliotheca conuentus Sancti Ioseph de Florentia Ordinis Minimorum sancti Francisci de Paula. All’inizio erano registrati i « Libri hebraici », seguiti dai pochi « Libri greci » e successivamente dai « Libri latini »: i cui titoli, completi di dati bibliografici, erano disposti in ordine alfabetico (anche se, a dire il vero, molti autori era elencati alla “d” di « divus » e alla “f” di « frater »). Chiudeva tale Index la lista dei titoli dei « Libri volgari », anch’essi disposti in un ordine albetico. Ad esso facevano seguito i Libri admodum reuerendi patris prouincialis Tuscię, fr. Isidori Samblasij Ordinis Minimorum, iniziando con i titoli dei « Libri latini » disposti in ordine alfabetico, così come i « Libri volgari » e un significativo numero di « Libri spagnuoli ». Criteri analoghi furono adottati da un’altra mano per i « Libri ad uso particolare » di dieci frati. Alla fine si trovavano i titoli dei libri del vicario, Simon Bidaire, dove risultavano più numerosi i volumi in volgare. Un’ulteriore mano redigeva la Lista de’ libri del conuento della Madonna del Monte della Terra di Marta, dove i libri latini e volgari sono preceduti da un unico titolo greco, associandovi i Libri concessi ad uso particolare di cinque frati. Tra i Libri concessi ad uso particolare di f. Girolamo Cremona della Roccella de’ Minimi si trovava una singolare indicazione di libri « scritti a mano »: « La Summa del Gaetano tradotta in volgare dal sudetto fra’ Girolamo Cremona della Roccella »56. Con criteri analoghi furono redatte le liste di un altro convento umbro: la Lista delli libri del conuento di Santo Spirito di Perugia de’ Minimi, e le liste dei libri « concessi ad uso particolare » a sei frati, e anche la Lista delli libri del conuento di San Turpè della città di Pisa de’ Minimi, come le liste di « libri ad uso » di cinque religiosi. Allo stesso modo si procedette con i Libri concessi ad uso particolare di f. Dionisio di Paula, correttore dello conuento di San Leonardo della terra di Orbetello e di altri otto frati: tra i Libri concessi ad uso di f. Nicolò di Lorena, alla fine furono elencati i « Libri scritti a mano di detto frate »57.

  F. 510r.   Ff. 523r-523v. Si trattava di « Tractatus de fide, spe et charitate; Tractatus de sacramentis; Tractatus de censuris ecclesiasticis et Tractatus de de contractibus, in schola Iesuitarum desumptis sub pp. Zelasio Neapolitano et Nicolao Bononiense, Romę ». 56 57

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Non diversamente si riscontrava per la Lista delli libri del conuento della Madonna delle Fortezze della città di Viterbo, come per i Libri concessi ad uso particolare di f. Antonio inglese, correttore del predetto conuento, e di altri tre frati. Gli stessi criteri si adottarono per i Libri concessi ad uso particolare di f. Francesco Romano, correttore della Madonna del reposo di Gallese, e di un altro religioso. Senza alcuna dichiarazione particolare, e senza nemmeno indicare una datazione, alla fine apponevano, oltre a un sigillo cartaceo, la propria sottoscrizioner autografa il provinciale, Isidoro Sambiase, e un suo collega58. Libri conventuum Panormitanae Provinciae Un’unica mano aveva trascritto la documentazione relativa alla seconda provincia siciliana, provvedendo alla relativa foliazione. Anche in mancanza di apposite rubriche la Lista delli libri della comunità del conuento di Palermo fu suddivisa fra i titoli in latino, elencati in ordine alfabetico, e i titoli in volgare. Subentravano poi diverse liste di modesta entità, che pure mantenevano la suddivisione tra latini e volgari. La loro scarsa consistenza venne giustificata da un’annotazione ripetuta in calce: per la Lista delli libri del conuento di Salemo Iesu Maria, per seruiggio della comunità da legersi in refitorrio: « Et per esser conuento pouero non ui sono più »59; per la Lista delli libri del conuento di Giurgenti, detto Sancta Croce, da leggersi in refitorio: « E per essere conuento pouero non ha più »60; per la Lista delli libri del conuento di Trapani, detto Sambiasi, da leggersi in refitorio: « Et per esser pouero non ha più »61; per la Lista dei libri del conuento di Termine, detto Santa Maria della Grazia, da leggersi in refitorio: « E per esser im.principio di fabrica non ha più »62; per la Lista delli libri del conuento di Marsala, detto Giesù Maria, da leggersi in reffitorio: « Et per esser moderno non ha più »63; per la Lista dei libri del conuento del nouitiato di Palermo, detto Santa Maria della Victoria, da leggersi in reffitorio: « Et per esser conuento che si fa nouamente non ha altre libri »64. Alla stregua di quanto era stato fatto per la provincia messinese, le carte successive furono dedicate alla Lista delli libri concessi ad uso di ciaschedun frate dalli superiori per la sua cella65, con quarantadue nominativi

  F. 529v.   F. 533r. 60   F. 533v. 61   F. 534r. 62   F. 534v. 63   F. 535r. 64   F. 535v. 65   Ff. 536r-554r. 58 59

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L’INCHIESTA DELLA CONGREGAZIONE DELL’INDICE

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elencati in ordine alfabetico, indicando per ogni religioso la sua qualifica (in particolare sacerdote e confessore). Al termine fu inserita una lunga dichiarazione redatta in latino: Nos, fr. Gabriel de Alcamo, Ordinis Minimorum humilis prouintialis in hac Panormi Prouintia, fidem facimus quatenus facta diligenti inquisitione de numero librorum tam in unoquoque huius nostrę Prouincię conuentu existentium quam pro uniuscuiusque fratris im.particulari comoditate ad usum concessorum non reperimus nisi suprascriptos libros, quos omnes numerare ac numeratos adnotare fecimus com nomine authoris etc., sicut a reuerendissimo patre nostro generali, patre fratre Hieronimo Durant, mandatum accepimus et cum ita nostra manu ac venerabilium nostrorum collegarum subscripsimus ac offitij maiori siggillo muniuimus. Dat. Panor., die 23 aprilis 160066.

Vi furono apposte la sottoscrizione autografa del provinciale, Gabriele da Alcamo, e dei suoi tre colleghi, oltre a un sigillo cartaceo. Index librorum Prouinciae Venetiarum Infine un’unica mano ha redatto le liste della Provincia delle Venezie, senza peraltro provvedere a una foliazione. Nemmeno si riscontrava al termine una dichiarazione corredata da sottoscrizioni autografe e da un sigillo cartaceo. All’interno di tale sezione si trovavano le liste conventuali, accompagnate dalle liste di un ridotto numero di religiosi. Si cominciava con la lunga Lista de’ libri latini del conuento di Venetia, che non rispettava l’ordine alfabetico dei titoli, e proseguiva con i « Libri volgari del conuento » e una lista individuale. Parimenti ai Libri latini del conuento di Brescia facevano seguito i « Libri volgari del conuento di Brescia » (e una lista individuale) e i Libri latini del conuento di Verona, con i « Libri volgari del conuento di Verona ». Nelle carte successive erano le liste dei titoli dei libri di una decina di frati dei conventi di Verona e Venezia. Alla fine si annotava: Nel conuento di Bergamo non ui sono libri perché non è stabilito ancora, né anco n. signore ci ha concesso le bullŽ. Nel conuento di Mantua non ui sono libri perché conuento nouello et si fabrica, ma speramo che ci ne saranno, perché il conuento ua innanzi per gratia del signor Dio. Non ui sono libri hebrei né greci, perciò non ui sono posti67.

66 67

  F. 554r.   F. 594v.

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Alcune librarie, molti titoli ad usum Con notevole impegno da parte dei propri superiori, l’Ordine dei Minimi fu in grado di inviare a Roma liste provenienti in pratica da tutti i suoi insediamenti esistenti sulla penisola italiana e in Sicilia. Le sottoscrizioni autografe dei provinciali e dei loro colleghi, accompagnate dall’apposizione del sigillo della provincia, ne fornivano una significativa attestazione (non si riscontravano peraltro per le province di Terra di Lavoro e di Puglia, mentre nella provincia calabrese sono apposte a quasi tutte le liste, convento per convento). Nelle dichiarazioni che le accompagnavano, a f. 155r per la Provincia di Messina e a f. 554r per la Provincia di Palermo, si indicavano puntualmente le procedure messe in atto per raccogliere le liste. Prima di consegnare un faldone contenente tutto il materiale, si era provveduto a ordinarlo e a numerarne i fogli. In taluni casi erano stati numerati in precedenza anche i singoli invii ai correttori provinciali e allo zeloso. La rilevazione delle librarie comuni rimandava alle disposizioni capitolari, approvate nel corso dei decenni antecedenti all’indagine di fine secolo, e sovente rispondeva a esigenze invero assai modeste. Per converso è estremamente indicativo che venisse segnalata la mancanza di libri dovuta alla povertà di un insediamento, a volte connessa con la sua recente creazione: in molti casi di questo genere si segnalarono i titoli dei libri utilizzati per la lettura in refettorio (in particolare nella Provincia di Messina). Quanto ai libri posseduti dai singoli frati, si precisava puntigliosamente che essi erano soltanto «ad usum», con l’ulteriore preoccupazione di redigere un elenco nominativo dei possessori all’interno della provincia di appartenenza, magari indicando le relative qualifiche dei singoli (nella Provincia sancti Francisci e nella Provincia di Palermo). Inoltre a un’unica mano è stata affidata la trascrizione di tutte le liste di una provincia: a Paola, a Messina e in Lombardia. Nella redazione delle liste ci si attenne in maniera abbastanza costante alle richieste della Congregazione dell’Indice, indicando i cinque elementi bibliografici dell’autore, del titolo, del luogo di stampa, del nome dell’editore/stampatore, dell’anno. Si suddivisero in molti casi i titoli a seconda delle rispettive lingue delle edizioni (segnalando talora lo spagnolo, oltre al latino e al volgare). Irrilevante fu la segnalazione di libri manoscritti, con due singolari eccezioni: nel convento di Campagna un lungo elenco di «libri scritti a mano in pergameno» (f. 332v) e gli otto manoscritti elencati da Giovanni da Maida, «predicatore nella diocesa di Nicastro», evidentemente connessi con lo svolgimento del suo ministero (ff. 467v-468r). In numerose liste si riscontrava anche la segnalazione dei tomi posseduti di una specifica opera.

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L’INCHIESTA DELLA CONGREGAZIONE DELL’INDICE

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Aderendo a grandi linee alle richieste della Congregazione, i Minimi procurarono generalmente di inviare le proprie liste redigendole in un ordine alfabetico, sia pure misto di titoli e di autori, e in una sequenza che a volte era alterata dall’indicazione di «divus» ovvero di «frater». La modesta consistenza di svariate liste a volte esonerava da tale rigore, anche se si prestò particolare attenzione alla distinzione basilare tra volumi in latino e volumi in volgare. Dalla documentazione inviata alla S. Congregazione dell’Indice dei libri proibiti da parte dei superiori dei Minimi di san Francesco di Paola, se si prescinde dai fini censori che avevano motivato la richiesta dell’invio delle liste dei titoli dei libri posseduti dai frati, sia in comune sia a uso individuale, emergono elementi di riguardevole interesse sulla circolazione libraria all’interno dell’Ordine, e di riflesso indicazioni alquanto significative in merito agli orientamenti spirituali e dottrinali e al livello culturale dei religiosi. L’indicazione della qualifica religiosa di singoli frati (sacerdote, chierico, suddiacono), della loro carica istituzionale (provinciale, correttore, collega, vicario) e delle mansioni pastorali (predicatore, confessore) si ricollegava a volte a un novero di titoli di libri tale da consentire di meglio delinearne il profilo culturale.

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ROCCO BENVENUTO

LA BIBLIOTECA DI SAN LUIGI A PALAZZO DI NAPOLI (XVII SECOLO)1

Questo contributo rientra in una più vasta indagine finalizzata a conoscere com’è stata veicolata, attraverso la carta stampata, la figura di S. Francesco di Paola nel periodo del disciplinamento postridentino. Unitamente alla predicazione, alla diffusione di alcune devozioni – in particolare i Tredici Venerdì – e ai progetti iconografici predisposti per i chiostri – utilizzando, quindi, il canale visivo –, i Minimi hanno cercato di far conoscere la figura del Fondatore attraverso le biografie. Ma, mentre quest’ultimo registro risultava ampiamente utilizzato nel XVII sec., per il Cinquecento, epoca in cui erano viventi i testimoni oculari e la prima generazione di coloro che ne avevano sentito parlare, stranamente dalle fonti emergeva un imbarazzante silenzio, timidamente infranto solo all’indomani della chiusura dei lavori conciliari a Trento. Nel ricercare le cause di tale situazione è andata, contestualmente, affiorando l’esigenza di verificare quale diffusione avevano avuto all’interno dei conventi le biografie del Santo e i testi relativi all’Ordine dati alla stampe dal 1570 in poi – si pensi alla raccolta dei Privilegia e degli Acta Capitulorum del Passarello – e, problema ancor più vasto, attraverso quali passaggi era maturata all’interno dell’Ordine quella scelta culturale che, nei primi decenni del Seicento, aveva portato uomini della levatura del P. Mersenne e P. Maignan a lasciare la loro nazione di origine per venire a studiare e lavorare in Italia. In tale contesto, dopo essermi occupato delle biblioteche di Trinità dei Monti a Roma e di alcuni conventi calabresi, ho avviato il presente sondaggio sulla biblioteca di S. Luigi a Palazzo, che molto sommessamente vuole inserirsi nell’indagine coordinata dal prof. Rusconi sulle biblioteche degli Ordini regolari in Italia alla fine del sec. XVI, ben conscio di muovermi su di un terreno per me assolutamente 1   Relazione tenuta al convegno che si tenne a Napoli il 27 e 28 aprile 2007, presso l’Istituto italiano per gli studi filosofici, la cui stesura definitiva l’Autore non fece in tempo a consegnare per la pubblicazione. Cfr. F. Senatore (a cura di), S. Francesco di Paola e l’Ordine dei Minimi nel regno di Napoli (secolo XV-XVII). Atti del primo Convegno per la celebrazione del quinto centenario della morte di s. Francesco di Paola (1507-2007), Napoli 2008 (Momenti della storia di Napoli e del Mezzogiorno d’Italia, 7). Si ringrazia p. Giuseppe Fiorini Morosini per avere messo a disposizione questo testo.

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nuovo e, dopo l’intervento di Sodano2, foriero di non poche piacevoli sorprese sotto il profilo della documentazione inedita. Il 2 aprile 1507, verso le ore 10 del mattino, si spegneva nella sua cella a Tours, circondato dai suoi religiosi, l’anziano fondatore dei Minimi, Francesco Martolilla. Poche ore prima, aveva convocato i frati e, dopo averli nuovamente richiamati all’osservanza, designò, a sorpresa, come suo successore uno dei compagni della prim’ora, il calabrese P. Bernardino Otranto da Cropalati, smentendo così le previsioni della vigilia secondo cui, alla sua morte, gli sarebbe dovuto subentrare P. Francesco Binet, l’ex priore benedettino di Marmoutier che più di ogni altro aveva contribuito alla trasformazione della congregazione eremitica in ordine cenobitico. Dinanzi alle resistenze del P. Bernardino, che si riteneva indegno per quell’ufficio perché, a suo avviso, vi erano confratelli « più preparati » di lui, il Fondatore replicò invitandolo ad accettare ben volentieri l’incarico in quanto « la sapienza di questo mondo è stoltezza presso Dio » (1Cor 3,19). In questa risposta, dal netto sapore paolino e che si potrebbe ritenere la parte finale del suo testamento spirituale, traspare chiaramente l’amarezza di Francesco per gli ultimi sviluppi canonici della sua « piccola famiglia » che, per avere un futuro, aveva dovuto sacrificare la vita eremitica. Se il romitorio di Paola aveva dato origine alla Congregazione dei Poveri Eremiti e se, per una serie di eventi contingenti che avevano agito in direzione contraria a quella da lui voluta, i cenobi avevano favorito la nascita dell’Ordine dei Minimi, Francesco, viceversa, fino all’ultimo istante della sua esistenza, era rimasto fedele alla sua vocazione anacoretica ed ora, affidando al P. Bernardino il compito di guidare la transizione sino alla celebrazione del capitolo generale elettivo, non faceva altro che ribadire qual era il suo progetto originario. D’altro canto la citazione di S. Paolo non fa altro che esplicitare, ulteriormente, qual era la sua posizione in riferimento alla cultura del tempo. Già nel 1501, quando fu approvata la seconda stesura della regola, che sanciva la metamorfosi dall’eremitismo al cenobitismo, aveva dato questa precisa indicazione circa l’insegnamento: « Coloro che saranno destinati come lettori ordinari si guardino dalla smania di novità badando piuttosto all’utilità che alla ricercatezza » (2Reg VI, 36). Cinque anni dopo, quando era ormai divenuto irreversibile l’approdo tra le famiglie mendicanti, da una parte fu stralciato il giudizio negativo sulla nuova temperie culturale, ma, dall’altra, al fine di salvaguardare l’identità dell’Ordine, furono posti alcuni paletti invalicabili. Difatti, i lettori, ossia i religiosi incaricati di in2   Si alludeva a G. Sodano, Ipotesi politiche sull’elezione di san Francesco di Paola a patrono di Napoli (1625-1629), ivi, pp. 125-141 [N.d.c.].

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segnare le discipline filosofico-teologiche ai confratelli candidati al presbiterato, dovevano preparare « le loro lezioni in maniera tale da rendere i loro uditori capaci e abili a predicare e a confessare con edificazione ». Se la predicazione e la confessione dei secolari, a livello pastorale, costituiscono gli impegni precipui dei Minimi, si intuisce perché il Legislatore nella Regola abbia contestualmente proibito l’accesso ai gradi accademici. A tal riguardo, in considerazione del passaggio nell’Ordine di alcuni frati con alle spalle altre esperienze religiose, il Fondatore, quasi a voler rimarcare lo stile proprio della sua famiglia, nel Correttorio ribadisce che posto e ruolo devono rivestire all’interno della comunità: « Detti Lettori ordinari, memori del loro naturale nome di Minimi, non si insuperbiscano ma occupino umilmente il posto della loro umile professione ». Tant’è che, nonostante il loro curriculum vitae et studiorum, « una volta accolti in quest’Ordine e già professi, occuperanno semplicemente il posto della loro accettazione ». Se questa era la mens del Fondatore, dagli atti dei primi capitoli generali, emerge sin da subito che l’Ordine si mosse in tutt’altra direzione conferendo, almeno a livello di principio, carattere di priorità alla formazione culturale. Difatti, già nel 1514, quando il capitolo di Tolosa ratificò la nascita dello « Studium » di Tours per i conventi della Gallia, ai correttori provinciali venne dato mandato di aprire un collegio di studio nelle rispettive province. I vincoli posti dalla regola, però, condizionavano pesantemente il reperimento dei docenti e dei reggenti dei collegi, con la conseguenza che, durante il capitolo del 1523, preso atto delle difficoltà sino ad allora incontrate negli Stati italiani, ai provinciali fu temporaneamente concesso di soprassedere all’erezione degli « Studia », previa autorizzazione del correttore generale. Tre anni dopo, nel 1526, a Malaga, preso atto che la Francia e la Spagna si erano ormai dotate di uno « studium », mentre all’appello mancavano solo le province d’Italia, i capitolari vararono una serie di norme, con relative sanzioni, finalizzate ad uscire dalla situazione di stallo. Purtroppo, anche con queste deliberazioni non si ottenne l’auspicato cambiamento, anche se nelle more, « per il bene dei giovani studenti », si approva l’apertura delle scuole, sempre su base provinciale, dove si tengono dei corsi propedeutici a quelli teologici. A partire dal 1535, con grande realismo, il governo dell’Ordine imprime una nuova direzione al problema. L’erezione dei collegi non è più una priorità, in quanto esiste e funziona lo « Studium Generale », aperto tre anni prima a Parigi. Tra l’altro, non doveva essere il solo, in quanto il capitolo generale concesse ai chierici la possibilità di andare a studiare fuori della propria provincia d’appartenenza anche in altri collegi dell’Ordine, a

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condizione, però, di pagare la relativa retta, vexata quaestio che non poco graverà sul mancato decollo dei seminari diocesani voluti da Trento. Potendo ora frequentare non solo gli « Studia generalia » dell’Ordine, ma pure quelli dei secolari, ovvero le università di Parigi, Bologna, Salamanca ed Alcalà, e partecipare persino alle dispute accademiche, consentì un salto di qualità all’interno dell’Ordine, che fece sprigionare tutte quelle energie culturali sino ad allora frenate dal dettato della Regola. Alla luce di quanto stava succedendo in Germania ed in Francia, i vincoli sugli studi, ultimo retaggio del periodo eremitico, furono ritenuti ormai anacronistici e, conseguentemente, anziché restare ancorati ad un giudizio negativo sulla cultura, il Capitolo individuò proprio in tale settore un ambito privilegiato per l’azione pastorale dell’Ordine. Con l’impostazione data agli studi, ancora non del tutto stabilizzata e, soprattutto, all’indomani della chiusura del Concilio di Trento, la svolta culturale dell’Ordine assunse connotati sempre più netti. In tale ottica va inquadrata la decisione adottata nel 1571, durante il capitolo generale celebrato a Valenza, in base alla quale nei principali insediamenti dell’Ordine si doveva erigere la biblioteca conventuale. Dalle relative prescrizioni si può ricostruire la situazione antecedente. Difatti, i libri lasciati dai confratelli defunti, oppure donati o ereditati – significativamente nel dettato capitolare non compare il verbo acquistare –, era proibito venderli, toglierli, darli in pegno, donarli o prestarli. I doppioni, se non servivano agli studenti, potevano essere venduti, così come si potevano vendere altri testi a condizione che servissero all’acquisto di nuovi testi (« alios libros meliores, et magis necessarios »). Ai Superiori Prelati era, inoltre, data la facoltà di concedere ai frati più indigenti i libri meno preziosi ed importanti (« non magnae reputationis, vel pretii »). Allo stato attuale delle ricerche non ancora è possibile stabilire se la fondazione della biblioteca di S. Luigi a Palazzo sia anteriore o successiva al dispositivo capitolare. Di certo, al 19 dicembre 1595, doveva possedere già un notevole patrimonio librario se, per salvaguardarlo, il correttore provinciale di Napoli, P. Felice de Martino, chiese ed ottenne da Clemente VIII un breve col quale irrorava la scomunica a chi portava i libri fuori del perimetro claustrale3. A conferma che il provvedimento pontificio, già peraltro noto4, sia successivo alla fondazione basti dire che su 422 testi catalogati nel 1600, solo 15 furono stampati tra il 1596-1599. Il complesso conventuale di S. Luigi, tra l’aprile e l’ottobre del 1810, fu abbattuto essendo al governo Gioacchino Murat, che personalmente diede  AAV, Secr. Brev. 234, ff. 201-204.  L. Montoya, Corónica de la Orden de los Minimos, lib. III, Madrid 1619, pp. 79-80; A. Bellantonio, La provincia napoletana dei Minimi, Roma 1964, p. 37. 3 4

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il via alla demolizione. Dalla relazione inviata nell’ambito dell’inchiesta innocenziana nel 1650 sappiamo che vi era « una delle più magnifiche librarie d’Italia sì per la grandezza e guarnimento della stanza, sì ancor per la moltitudine, e diversità de libri »5. Anni prima, e precisamente nel 1619, il cronista spagnolo P. Luca Montoya ne aveva anch’esso esaltato le caratteristiche paragonandola addirittura a quella medicea di Firenze e a quella posseduta ad Urbino da Federico da Montefeltro6, poi confluita in quella Vaticana. Ovviamente, questo giudizio, oltre che esagerato non è immune da una certa parzialità – non dimentichiamoci che il convento era ubicato dirimpetto al palazzo occupato dal Vicerè spagnolo –, specie se tiene conto che il patrimonio librario presente nella biblioteca romana di Trinità dei Monti ed in quella dei confratelli di Venezia era di gran lunga superiore sia per numero e sia per valore dei testi. Il poter oggi fare questo raffronto tra le dotazioni di queste biblioteche, significativamente distribuite lungo tutto la Penisola, è una delle positive conseguenze della progressiva apertura dell’archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede, avvenuta tra il 1996 ed il 2000, grazie alla quale, dopo il pionieristico studio di Romeo De Maio, hanno ricevuto nuovo impulso le indagini per ricostruire il patrimonio librario custodito in Italia, alla fine del Cinquecento, nelle biblioteche conventuali, base indispensabile per giungere ad individuare gli interessi culturali coltivati dai religiosi lungo il ’500 e, conseguentemente, di non poca importanza quale rilievo veniva dato dai Minimi all’attività intellettuale. A tal riguardo giova ricordare che Clemente VIII, in vista del capitolo generale da celebrare nel 1596 a Genova, aveva inviato un apposito questionario sullo « stato di tutta la Religione », ove una delle domande era finalizzata a conoscere « quali e quanti luoghi di studij » vi erano nelle singole province. Prima di presentare l’elenco dei libri della biblioteca di S. Luigi, redatto nel 16007, è doveroso tracciare rapidamente le vicissitudini del codice che raccoglie gli elenchi delle biblioteche italiane dei Minimi. Con l’uscita nel maggio del 1596 dell’Index librorum prohibitorum, dopo una lunga e laboriosa gestazione, i compiti della Congregazione dell’Indice sembravano ormai precisati ed il suo lavoro notevolmente snellito. Mentre sui libri inseriti nella prima classe la competenza era del dicastero pontificio, su quelli della seconda, costituita dai libri da espurgare, avevano facoltà ad intervenire gli ordinari diocesani e gli inquisitori locali, i  AAV, Congr. Stato Regolari I, Relationes 33, f. 360r.   Montoya, Corónica cit., p. 79. 7   Nell’Archivio di S. Luigi si trova l’elenco dei libri donati il 2 gennaio 1600 alla comunità religiosa dal sacerdote Eliseo de Pizzolione, del clero di Cremona, cappellano della chiesa di S. Rocco: Roma, Archivio degli Stabilimenti Francesi, Trinità dei Monti, Liasse 238, n. 8. 5 6

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quali, tra l’altro, avevano pure la potestà di autorizzare la lettura di questi libri ancor prima che fosse avvenuta la loro espurgazione. Come si legge nella bolla istitutiva della Congregazione, il suo compito consisteva nel proibire, espurgare o permettere i libri, segnalando contestualmente gli scritti eretici. Dal momento che l’eresia era di competenza del S. Uffizio, si venne a creare un ennesimo conflitto di competenze risolto assegnando i libri eretici al S. Uffizio e quelli espurgabili alla Congregazione dell’Indice. Con un’immagine potremmo dire che l’Inquisizione bruciava e l’Indice espurgava, il primo usava il fuoco e la seconda la penna. Con l’entrata in vigore nel 1597 dell’Index, diversi Ordini e Congregazioni iniziarono a chiedere alla Congregazione il permesso per trattenere, in casse o in armadi riservati, i libri della seconda classe, quelli proibiti o sospesi donec corrigantur. Temendo che attraverso questi privilegi gli istituti religiosi si volessero sottrarre all’obbligo di inviare la lista completa dei libri da loro trattenuti, sfuggendo così al controllo del dicastero romano, il 17 luglio 1599 i cardinali della Congregazione dell’Indice ordinarono a tutti i procuratori degli Ordini religiosi l’elenco completo di tutti i libri espurgabili conservati nei conventi italiani. A distanza di un mese, il 25 agosto, dalla Congregazione partì una nuova istruzione, diretta anche al correttore generale dei Minimi, nella quale, constatato che nessuno aveva ancora trasmesso gli elenchi dei libri, si ordinava perentoriamente di consegnare entro quattro mesi i suddetti elenchi8. Nonostante la minaccia delle pene, le disposizioni della Congregazione furono disattese. Per evitare questa che a loro parere era una pericolosa intrusione, i vari procuratori motivarono la mancata presentazione degli elenchi col fatto che non tutti i conventi possedevano l’Index e, di conseguenza, i confratelli non avevano saputo individuare quali erano i libri proibiti. A tale pretestuoso diniego la Congregazione dell’Indice rispose secondo il suo stile. Il 17 gennaio 1600 diramò una nuova circolare nella quale si imponeva di inviare non più l’elenco dei libri espurgabili, bensì l’elenco completo di tutti i libri posseduti, di modo che il controllo sulla presenza di libri proibiti sarebbe stato fatto direttamente dai membri della Congregazione dell’Indice. Attraverso continue proroghe, il censimento si protrasse sino al 1603. I cataloghi, riuniti insieme in base all’ordine monastico o conventuale di appartenenza, rimasero nell’Archivio della Congregazione del Sant’Uffizio sino al 1917 quando, su richiesta del prefetto della Biblioteca Vaticana, Achille Ratti, furono trasferiti nella Biblioteca e divennero gli odierni co8  V. Frajese, La Congregazione dell’Indice negli anni della concorrenza con il Sant’Uffizio (1593-1603), in Archivio italiano per la storia della pietà 14 (2001), p. 228.

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dici Vaticani Latini 11266-113269. Mentre era stata rilevata l’assenza in questi codici degli elenchi delle biblioteche dei Domenicani e Gesuiti10, era sfuggito che all’appello mancavano pure i cataloghi delle biblioteche dei Minimi. Un aiuto determinante per individuare dove si trovava il codice con gli elenchi delle biblioteche minime è venuto dall’apertura dell’archivio della Congregazione della Dottrina della Fede. Grazie, infatti, ai registri della corrispondenza e dei verbali della Congregazione dell’Indice, è emerso che i Minimi avevano non solo partecipato al censimento, ma avevano pure trasmesso i loro elenchi. Partendo da questo dato, ho voluto verificare se, così come è avvenuto per altri documenti vaticani, anche questo codice fosse rimasto a Parigi, tra il materiale vaticano fatto trasportare da Napoleone I nel 1810. A spingermi verso questa ipotesi era la strana coincidenza tra la segnalazione fatta già nel 1967 dal Whitmore di un catalogo di tutti i libri conservati nei conventi dell’Ordine dei Minimi nel 1600 e l’epoca in cui si svolse il censimento delle biblioteche conventuali11. Verificando questa indicazioni è emerso che il codice con gli elenchi delle biblioteche italiane dei Minimi, un tempo custodito presso la Congregazione dell’Indice, si trova adesso presso gli Archivi Nazionali di Parigi. Dal manoscritto apprendiamo che gli elenchi furono esibiti in Congregazione il 28 giugno 1600 dal procuratore generale, P. Stefano Auger12. Su 99 conventi presenti in Italia, furono in 92 a trasmettere gli elenchi. Per le sette comunità non censite occorre osservare che si tratta di insediamenti aperti di recente – Pesaro fu fondato nel 1598 ed Ancona nel 1599 – il che giustifica il mancato inoltro dell’inventario. A ciò si aggiunga che nonostante il deliberato del capitolo valenziano del 1571 sull’istituzione della « librariam communem »13, oltre la metà delle comunità italiane non aveva dato seguito al dettato capitolare e, di conseguenza, a Roma furono inviati gli elenchi dei libri che si trovavano nelle stanze dei singoli frati. 9   Su questi codici si vedano M.-M. Lebreton – L. Fiorani (a cura di), Codices Vaticani Latini. Codices 11266-11326, Città del Vaticano 1985, e M. Dykmans, Les bibliothèques des religieux d’Italie en l’an 1600, in Archivum Historiae Pontificiae 24 (1986), p. 385-404. In precedenza si era occupato di questo fondo R. De Maio, I modelli culturali della Controriforma: le biblioteche dei conventi italiani alla fine del Cinquecento, in Id., Riforme e miti nella Chiesa del Cinquecento, Napoli 1973, p. 365-381. 10  G. Fragnito, La Bibbia al rogo. La censura ecclesiastica e i volgarizzamenti della Scrittura (1471-1605), Bologna 1997, pp. 244-245; C. Compare, Biblioteche monastiche femminili aquilane alla fine del XVI secolo, in Rivista di Storia della Chiesa in Italia 54 (2000), p. 470. 11   P.J.S. Whitmore, The Order of Minims in seventeenth-century France, S-Gravenhage 1967 (Archives internationals d’histoire des idées, 20), pp. 129-130 e 310. Il Whitmore, ignorando le disposizioni della Congregazione dell’Indice, attribuisce al P. Durand l’iniziativa di redigere questi cataloghi (p. 129). 12   Acta Capitulorum Generalium Ordinis Minimorum, I, Roma 1964, pp. 297 e 304. 13   Ibid., p. 183.

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Al dicastero pontificio, per quanto riguarda il convento di S. Luigi, oltre all’elenco della biblioteca, furono trasmessi quelli dei libri del correttore provinciale, P. Marcello Mollo; quelli ad uso di fra Crisostomo de Napoli, che ricopriva l’ufficio di spetiale, notizia questa di particolare interesse, perché attesta già in quest’epoca il funzionamento della farmacia, rinomata nel settecento per le sue porcellane cinesi che venivano esposte in occasione della festa di S. Francesco. Seguono poi gli elenchi dei libri usati da 27 religiosi (fra Tommaso De Ruggero, fr. Gennaro Perillo, fr. Benedetto della Campora, fr. Ippolito di Napoli, fr. Giovanni Deus Viglegro di Napoli, Fr. Teodoro Moro, Fr. Camillo da Napoli, Fr. Cipriano di Napoli; fr. Dionysio Cortese, Fr. Filippo de Castello di Napoli, Fr. Eugenio di Napoli, fr. Valentino Romanello, Fr. Ernando Salgano, Gio. Battista Giglio, Fr. Bernardo Capua; fr. Virgilio a Capua; Fr. Giovanni Antonio di Napoli; Fr. Anselmo di Napoli; fr. Gregorio di Napoli; Fr. Stefano di Napoli; Fr. Silvio de Salerno; Fr. Innocenzo di Napoli; Fr. Guglielmo di Napoli; Fr. Adriano Sars.no; Fr. Macario de Satolla; Fr. Lupi Hispani; Fr. Egidio di Napoli). Per esigenze di tempo non posso entrare nel merito di questi elenchi, ma, a puro titolo esemplificativo, rilevo che vi sono elencati i libri di Fr. Virgilio Qualiero da Capua, che di lì a poco, ossia nel 1602, sarà eletto correttore provinciale. Ad ogni modo, da una lettura sommaria emerge che tra la biblioteca e le stanze dei singoli frati, nel convento di S. Luigi vi era non meno di 2.500 unità bibliografiche, di cui i tre quarti erano quelle utilizzate dai religiosi. Altra caratteristica, sulla quale ritornerò successivamente, è costituita dal fatto che, mentre nell’elenco della biblioteca conventuale non figurano libri riguardanti l’Ordine e il Fondatore, in quella dello speziale c’era, invece, una copia del Passarello, significativamente registrata « Regula et privilegia nostri Ordinis, Venezia, per Bonifacium Cierae, 1596 ». Gettando fugacemente lo sguardo sugli altri insediamenti della Provincia, dalle risposte al questionario vaticano emerge la seguente situazione: dai conventi di S. Francesco fuori Porta Capuana e S. Maria degli Angeli furono trasmessi solo gli elenchi dei libri posseduti dai frati, segno che la biblioteca conventuale ancora non era funzionante, mentre dal convento della Stella furono inviati sia i cataloghi della biblioteca, di poco inferiore a quella di S. Luigi, che dei religiosi. Fuori della Capitale vicerale, troviamo tre bibliotechine conventuali a Campagna, Salerno e S. Giorgio del Sannio. Per contro a Castellammare, Cava, Eboli, Nocera e Nola i libri sono tutti custoditi dai frati nelle rispettive celle. Per quanto riguardo i libri di S. Arpino, manca l’elenco in quanto il revisore ha scritto che l’edificio era ancora in costruzione, mentre per Massa, l’assenza del catalogo, molto verosimilmente si deve attribuire al fatto che la fondazione era pur’essa recente.

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Entrando nel merito del catalogo della biblioteca di S. Luigi, va subito detto che il patrimonio librario era costituito da 41 incunaboli, 381 cinquecentine, per complessive 593 unità bibliografiche. Non possedendo il registro d’ingresso, ovviamente non è possibile determinare come è avvenuto l’incremento bibliografico e se essi siano frutto di acquisti, donazioni o di lasciti da parte di religiosi. Tuttavia, non è certo privo di significato il fatto che su 381 volumi stampati nel sec. XVI, 223 sono anteriori alla fine del Concilio di Trento (1563), mentre 158 furono editi tra il 1564 ed il 1599. Prendendo come punto di riferimento i luoghi di stampa, anche da questo elenco emerge che il maggior numero dei volumi era stato edito a Venezia, seguito abbondantemente a distanza da Roma, Napoli e Pavia. Per i libri usciti dai torchi esteri il primato spetta a Parigi, seguita da Colonia, Lione, Anversa, Basilea. Significativamente, alla fine del ‘500 nella biblioteca di fronte al palazzo vicereale non c’era un solo volume dato alle stampe in Spagna. Per quanto riguarda i volumi stampati a Napoli, abbiamo Roberti Caraccioli (predicatore francescano XV), Sermones de laudibus sanctorum. Neapolim, per Matthiam Moranum, 1489 Petris Tartareti (Pierre Tartaret, scotista) In 4m lib. sententiarum, tom. 3s ad questionibus colibetelibus, tom. 1. Neapoli, apud Horatium Salvianum, 1579. Opus de anima Antonij Marapha (Antonio Maraffa domenicano). Neapoli, per Matthiam Cancrem, 1550. Nicolaij Anelli (?) Quesita logicaliae. Neapoli, per Raimundum Amatum, 1562. Francisci Antonij Vivoli (filosofo e letterato napoletano Francesco Antonio Vivoli) Expositio in quinque Porphirij voces. Neapoli, apud Horatium Salvianum, 1575. Opuscula Simonis Portij Neapolitani (filosofo napoletano Simone Porzio) cum Iacobi Antonij Martae apologia des immortalitate animae. Neapoli, apud Horatium Salcianum, 1578. Institutiones et decreta sinodi Probis Neaperni. Neapoli, ex officina (?) Salviani, 1580. Vol. 1. Prediche de Cornelio Infra anno. Napoli, appresso Horatio Salviani, 1580 Don. Geronimo Meloro (Giacomo Meloro pugliese) Prediche vulgare. In Napoli, 1596, per Serio, Iacovo Carlino Dalla lettura dell’elenco appare evidente che i libri erano raggruppati in biblioteca secondo certo ordine, il che ci fa supporre com’era collocati al suo interno.

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ROCCO BENVENUTO

Un primo ambito, molto contenuto, complessivamente 6 opere, era costituito dai volumi col testo della S. Scrittura. I frati possedevano una sola Bibbia col testo in ebraico e latino per l’Antico Testamento e greco e latino per il Nuovo Testamento. Le altre opere erano costituite da una concordanza, dal Thesaurus lingue sacre dell’ebraista domenicano Sante Pagnini e da altre edizioni in latino del testo sacro. Seguiva in maniera più preponderante, invece, la serie dei volumi dedicati ai padri, ove troviamo l’opera omnia di S. Agostino, S. Ambrogio, Basilio, Origene, Ilario, Eusebio di Cesarea, Gregorio Nazianzeno, Gregorio di Nissa, Gregorio Magno, Giovanni Crisostomo, S. Anselmo. Strettamente congiunto con questo settore erano poi i numerosi commenti alla S. Scrittura, sia da parte di autori della patristica che della scolastica, dove il primo posto, per numero di presenze, è occupato dal monaco certosino Dionigi. Altro ambito, indubbiamente quello più consistente, curato nella biblioteca di S. Luigi, era quello della omiletica, soprattutto quella inerente il periodo quaresimale, più congeniale alla spiritualità dei Minimi. Vi erano ben 19 volumi di Sermones quadragesimales. Tra i testi omiletici che meritano un particolare accenno quelli di Cornelio Musso, vescovo bitontino, una copia delle prediche di Girolamo Seripando sul simbolo e quelli del vescovo Francesco Panigarola. In questo settore figuravano, pure, altri volumi che potevano servire alla predicazione, ma non composti direttamente per questo fine come possono [essere] la Catena aurea di S. Tommaso o il commento all’apocalisse di Gioacchino da Fiore, a cura dell’agostiniano Filippo da Mantova (Venezia 1527). Il settore della dogmatica, anche se meno consistente, aveva ricevuto una certa attenzione. Infatti, oltre all’opera omnia dell’Aquinate, vi sono numerosi commenti a Liber Sententiarum, cui bisogna aggiungere il saggio De predestinatione et gratia di Giovanni Antonio Pantusa, futuro vescovo di Lettere, ma soprattutto uno dei padri conciliari che molto ha contribuito alla stesura dei primi decreti tridentini sui sacramenti. Tra i commenti alle sentenze, vi erano, tra l’altro, quelli di S. Bonaventura e di Duns Scoto. Nello stesso settore vi erano pure i commenti alla Summa di S. Tommaso e, quasi frammischiati con essi, i testi contro i Luterani, complessivamente 5 volumi, fra cui spiccano il manuale Controversie contra hereticos di S. Roberto Bellarmino. Proseguendo la nostra perlustrazione in Biblioteca ci imbattiamo nei testi di filosofia, dove le opere di Agostino Nifo la fanno da padrone. Scorrendo i titoli, mentre non troviamo quasi nulla sulla produzione dei singoli filosofi, emerge invece una particolare attenzione per la filosofia naturale, un interesse che trapela anche da due testi insoliti in una biblioteca

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LA BIBLIOTECA DI SAN LUIGI A PALAZZO DI NAPOLI (XVII SECOLO)

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conventuale, come il De terremotu, del filosofo bolognese Agostino Galesi (Bologna 1571) ed il Libro della prima navigatione per lo oceano, edito a Venezia nel 1507. Ad ogni modo troviamo diversi testi di Boezio, del Ficino e di Euclide. Altra disciplina, sempre nell’ambito filosofico, cui la comunità aveva prestato attenzione era la logica. Al settore filosofia, seguiva quello della storia della Chiesa, ove insieme alle vite dei Santi del Lippomano, troviamo la celebre storia dei papi del Platina, nonché i due volumi dell’Opere spirituali di Monsignor Paolo Regio, usciti a Vico Equense nel 1593. In questo ambito vi era pure qualche testo agiografico, il De viris illustribus Ordinis Praedicatorum di Leandro Alberti e il De origine religionis francischana del francescano Francesco Gonzaga. Se tiene presente che un nucleo consistente era costituito dai testi di omiletica, non desta meraviglia che nei classici latini veniva data particolare attenzione alla retorica, per cui spiccano il De istitutione di Quintiliano, ma troviamo pure testi di Cicerone, Virgilio, Ovidio, Giovenale, Orazio, Tibullo. Mentre la parte canonista era pochissimo curata, vi erano numerosissimi testi destinati alla confessione. Fra di essi troviamo un’edizione del concilio di Trento (Roma 1564) ed una sola copia del catechismo tridentino. Un ultimo settore di questa biblioteca era costituito dalla consultazione generale, ovvero da una serie di manuali (la Summa Angelica di Angelo da Chivasso, Silvestrina, Navarro), mentre le ultime acquisizioni catalogate sono costituite dal sinodo diocesano del 1580 e dall’opera di S. Girolamo. Alla luce di quanto ascoltato ieri sera nella relazione di Quaranta14, se si tiene presente che proprio qui a Napoli erano state edite le prime opere sull’Ordine, mentre una delle primissime vite del Santo uscì per le mani di Paolo Regio, di cui in biblioteca era presente un’altra opera, suscita non poca meraviglia che in tutto il catalogo nessuna di queste opere sia stata menzionata. A parere del prof. Rusconi, che qui ringrazio per la sua disponibilità, analogamente a quanto avvenuto per altre istituzioni, es. i Benedettini, questi volumi non furono catalogati perché non erano conservati in Biblioteca. Dove? Forse, in coro, a refettorio? È un’altra domanda alla quale si dovrà dare una risposta fondata.

14  Si allude a R. Quaranta, Utilizzazione storico-letteraria dei Processi Canonici di san Francesco di Paola nelle biografe di Paolo Regio e di Egidio Scalione (sec. XVI), ivi, pp. 71-123 [N.d.c.]

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DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DEI CONVENTI

1. Roma, SS. Trinità 2. Roma, S. Andrea delle Fratte 3. Paola (Cosenza), S. Maria degli Angeli 4. Cosenza, S. Maria di Loreto 5. Paterno Calabro (Cosenza), SS. Annunziata

6. Spezzano della Sila (Cosenza), SS. Trinità 7. Montalto Uffugo (Cosenza), SS. Annunziata

8. Corigliano Calabro (Cosenza), SS. Annunziata 9. Rossano (Cosenza), Gesù e Maria 10. Bisignano (Cosenza), S. Maria di Loreto 11. Terra della Regina (Lattarico, Cosenza), *** 12. Belvedere Marittimo (Cosenza), Gesù e Maria 13. Bonifati (Cosenza), S. Maria di Loreto

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DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DEI CONVENTI

14. Cirella (Diamante, Cosenza), Madonna delle Grazie 15. Sant’Agata di Esaro (Cosenza), S. Michele Arcangelo 16. Casalnuovo (Cosenza), SS. Annunziata

17. Castrovillari (Cosenza), S. Francesco di Paola 18. Cirò (Crotone), SS. Annunziata 19. Messina, S. Sepolcro 20. Catania, S. Onofrio 21. Siracusa, S. Antonio abate 22. Castell’Umberto (Messina), S. Nicola

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23. Lentini (Siracusa), S. Andrea 24. Linguaglossa (Catania), S. Maria di Loreto 25. Caltagirone (Catania), S. Antonio abate

26. Scaletta Zanclea (Messina), SS. Filippo e Giacomo 27. Milazzo (Messina), Gesù e Maria 28. Bologna, S. Benedetto 29. Genova, Gesù e Maria 30. Ferrara, S. Croce 31. Modena, S. Barnaba 32. Parma, S. Giovanni Battista 33. Milano, S. Maria della Fontana

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DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DEI CONVENTI

34. Pavia, S. Marco 35. Piacenza, SS. Trinità 36. Napoli, S. Luigi 37. Napoli, S. Francesco di Paola fuori Porta Capuana 38. Aversa (Caserta), S. Francesco di Paola 39. Napoli, S. Maria della Stella 40. Napoli, S. Maria degli Angeli 41. Castellammare di Stabia (Napoli), S. Maria di Pozzano 42. Nola (Napoli), S. Francesco di Paola

43. Nocera dei Pagani (Salerno), S. Maria della Sanità 44. Cava de’ Tirreni (Salerno), S. Maria dell’Olmo 45. Salerno, S. Francesco di Paola 46. Eboli (Salerno), S. Pietro apostolo 47. Campagna (Salerno), S. Maria Nuova

48. San Giorgio La Molara (Benevento), SS. Annunziata 49. Sant’Arpino (Caserta), S. Francesco di Paola 50. Massa Lubrense (Napoli), S. Francesco di Paola 51. Lecce, Regina degli Angeli 52. Monopoli (Bari), SS. Nome di Gesù 53. Taranto, S. Maria delle Grazie 54. Otranto (Lecce), S. Maria dei Martiri 55. Brindisi, SS. Annunziata 56. Grottaglie (Taranto), S. Maria delle Grazie 57. Reggio Calabria, S. Francesco di Paola 58. Laureana di Borrello (Reggio Calabria), S. Francesco di Paola 59. Tropea (Vibo Valentia), S. Maria del Soccorso

60. Briatico (Vibo Valentia), S. Nicola 61. Pizzo (Vibo Valentia), S. Rocco 62. Maida (Catanzaro), Gesù e Maria 63. Sambiase (Lamezia Terme, Catanzaro), S. Maria degli Infermi 64. Roccabernarda (Crotone), S. Francesco di Paola 65. Crotone, Gesù e Maria 66. Roccella Ionica (Reggio Calabria), S. Vittore 67. Anoia (Reggio Calabria), S. Maria delle Grazie 68. Nicotera (Vibo Valentia), S. Francesco di Paola 69. Sinopoli (Reggio Calabria), S. Francesco di Paola 70. Gerace (Reggio Calabria), SS. Trinità

71. Catanzaro, S. Francesco di Paola 72. Firenze, S. Giuseppe 73. Marta (Viterbo), Madonna del Monte 74. Perugia, S. Spirito 75. Pisa, S. Torpete 76. Orbetello (Grosseto), S. Leonardo 77. Viterbo, Madonna delle Fortezze 78. Gallese (Viterbo), Madonna del Riposo 79. Palermo, S. Oliva 80. Salemi (Trapani), Gesù e Maria 81. Agrigento, S. Croce 82. Trapani, S. Biagio 83. Termini Imerese (Palermo), S. Maria delle Grazie 84. Marsala (Trapani), Gesù e Maria 85. Palermo, S. Maria della Scala 86. Venezia, S. Bartolomeo 87. Brescia, S. Giovanni Battista 88. Verona, S. Francesco di Paola 89. Bergamo, Ognissanti 90. Mantova, S. Francesco di Paola

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IL CODICE PARIS, ARCHIVES NATIONALES, LL 1563 Il codice raccoglie le liste dei titoli di libri, sia delle biblioteche comuni sia dei singoli religiosi, pervenute alla S. Congregazione dei libri proibiti dai vari insediamenti italiani dell’Ordine dei Minimi di san Francesco di Paola, per il tramite del procuratore generale (“zeloso”), Étienne Auger, incaricato dal correttore generale, Jérôme Durand, il 28 giugno 1600. 1600 aprile 26 (espressa a f. 225r) – 1600 giugno 28 (espressa a f. 1r); cart.; I-II, 594, I-II; priva di foliazione a timbro meccanico; foliazione coeva sull’angolo superiore destro del recto di ogni foglio, che a partire da f. 381r sino a f. 594r ne sostituisce una anteriore da f. 340r a f. 553r, depennata (foliazioni precedenti, anch’esse nell’angolo superiore destro del recto, da f. 73r a f. 125r [da 1 a 54]; da f. 336r a f. 351r [da 1 a 16]; da f. 367r a f. 360r [da 1 a 14]; da f. 381r a f. 388r [da 1 a 8]; e cartulazione sull’angolo superiore esterno del recto e del verso da f. 126r a f. 154v [da 3 a 60] e da f. 531 a f. 554 [da 1 a 45]). Per errore è ripetuto il numero 60. Fattizio su base archivistica; gruppi di liste copiate da un’unica mano: da f. 68v a f. 72r; da f. 73r a f. 125r; da f. 126r a f. 154v; da f. 156v a f. 225v; da f. 226r a f. 248v; da f. 284r a f. 293v; da f. 294r a f. 312r; da f. 313r a f. 314v; da f. 315r a f. 329v; da f. 336r a f. 351r e da f. 381r a f. 387v; da f. 388v a f. 394v; da f. 395r a f. 396r; da f. 397r a f. 408r; da f. 409r a f. 477v; da f. 478r a f. 530v; da f. 531r a f. 554r; da f. 555r a f. 594v. Altrimenti si riscontrano scritture di diverse mani, a piena pagina, una per lista. La legatura troppo stretta impedisce di ricostruire i fascicoli e di determinare con esattezza le dimensioni dei fogli. La mano di un ordinatore ha redatto i fogli iniziali (ff. 1v-4r) e l’explicit a f. 594v, mentre un’altra mano ha inserito le intestazioni delle singole province sul verso bianco dell’ultimo foglio delle liste della provincia precedente ai ff. 4v, 64v, 72v, 125v, 155v, 225v, 335v, 408v, 477v, 530v, 554v, e aggiunto sul margine delle liste della Provincia sancti Francisci e della Provincia Lombardiae il toponimo corrispondente al singolo convento. Una mano diversa dall’estensore delle liste ha aggiunto l’intitolazione dei singoli conventi da f. 319r a f. 329r, e per la Provincia Calabriae (ff. 439r, 440r, 441r, 442r, 444r, 452r). Richiami delle diverse mani degli estensori delle liste (in corsivo se apposti invece da un ordinatore): 4v; 14v, 26v, 38v; 48v; 60v; 76v, 80v, 84v, 88v, 92v, 96v, 100v, 104v, 108v, 112v, 116v, 120v, 125v; 138v, 141v; 146v; 147v, 148v, 150v; 155v; 162v, 170v, 178v, 186v, 194v, 202v, 210v, 218v; 225v, 238v; 244v, 254v, 260v; 262v; 268v, 272v, 293v, 309v, 312v, 314v, 323v; 335v, 339v, 343v, 347v, 351v, 366v, 370v, 374v, 378v, 380v; 384v, 388v, 392v, 396v, 400v; 408v; 411v, 413v, 423v; 427v, 432v, 433v, 434v;

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IL CODICE PARIS, ARCHIVES NATIONALES, LL 1563

435v, 451v, 453v, 457v, 460v; 461v, 462v, 468v; 470v, 476v; 477v; 485v, 493v, 501v, 504r; 508v; 510v, 516v, 524v; 530v; 538v, 546v; 554v, 578v. Richiami con lettere maiuscole, da A a K, nell’angolo inferiore destro dei fogli 73r, 77r, 81r, 85r, 89r, 93r, 97r, 101r, 105r, 109r, 113r, 117r, 121r. Sono bianchi i fogli 73v, n.n. (tra f. 88 e f. 89, f. 92 e f. 93, f. 96 e f. 97), 252v, 257v, 263v, 264v, 276v, 283v, n.n. (tra 351 e 352), 426v, 438v, 443v, 446v, 447v, 448rv, 449v, 450v, 454v, 530rv (e due fogli non numerati alla fine). Sottoscrizioni autografe e apposizione di sigillo cartaceo ai ff. 125r, 155r, 225rv, 411v, 413v, 422v-423r, 424v, 425v, 426r, 429r, 435v, 436v, 438r, 441v, 445v, 446r, 447r, 449r, 450r, 451r, 453v, 454r, 462v, 468v, 469v, 471v, 529v, 554r. Il codice presenta macchie di inchiostro e lacune del supporto dovute all’acidità dell’inchiostro. Legatura ottocentesca. Piatti in cartone ricoperti con una carta marmorizzata: mm. 207 x 235. Dorso in pelle rossa con nervature orizzontali: mm. **x**. Impresso con caratteri dorati: Minimes de la Place Royale. Catalogue de la bibliothèque. In basso etichetta frammentaria illeggibile. A f. 188r e f. 478r timbro ovale con la dicitura: Archives du Royaume. Sect. Hist. All’interno della legatura è stata conservata la coperta della legatura effettuata presso la Congregazione dell’Indice e il relativo foglio di guardia. Nell’angolo superiore interno sul recto del primo foglio n.n.: LL 1563 e L 15421. (nn. r) Index librorum fratrum Minimorum sancti Francisci de Paula. Numerus LVI{I}. (nn. v) Index librorum fratrum {Minimorum} sancti Francisci de Paula. N°. 57. (ff. 1r-4v) (f. 1r) Nomina et numerus prouinciarum ed conuentuum Italiae Ordinis fratrum Minimorum sancti Francisci de Paula et inuentarium omnium librorum in dictis prouincijs et conuentibus existentium, factum et ordinatum a r. p. Hieronimo Durando, dicti Ordinis correctore generali, de mandato illustrissimorum et reuerendissimorum dominorum cardinalium Sacrae Congregationis Indicis librorum, presentatum illustrissimo et 1  Numerazione assegnata dopo l’arrivo del codice a Parigi: cfr. R. Ritzler, Die Verschleppung der päpstlichen Archive nach Paris unter Napoleon I. und deren Rückführung nach Rom in den Jahren 1815 bis 1817, in Römische Historische Mitteilungen 6-7 (1962-1964), pp. 151-152 e 173-174.

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IL CODICE PARIS, ARCHIVES NATIONALES, LL 1563

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reuerendissimo d. cardinali Ueronensi a reuerendo p. Stephano Augerio, dicti Ordinis zeloso procuratore generali. Die 28 Junij anno 1600. (f. 1v) Index prouinciarum et conuentuum. [A] (ff. 4v-72v) (f. 4v) Index omnium librorum conuentus Sanctissimae Trinitatis de Urbe. A.I.1. (ff. 5r-64v) (f. 48v) Sequuntur libri humanitatis eiusdem conuentus Sanctissimae Trinitatis. (f. 64v) Index librorum conuentus Sancti Andreae de Frattis de Vrbe. A.II. (ff. 65r-72v) A.II.1. (ff. 65r-68r) Libri conuentus Sancti Andreę de Frattis Ordinis sancti Francisci de Paula Vrbis. A.II.2. (ff. 68v-69v) Lista delli libri del p. fra’ Francesco di Borrello. A.II.3. (f. 69v) Libri del padre fra’ Gioseppe Castiletti. A.II.4. (f. 70r-70v) Libri del p. Bonifacio di Casalnouo, sacerdote e parroco. A.II.5. (f. 71r) Libri di fra’ Antonio Luchese, sacerdote de’ Minimi. A.II.6. (ff. 71r-71v) Libri del padre fra’ Gioseppe di Montalto, sacerdote. A.II.7. (f. 71v) Libri del p. f. Francesco di Caltagirone, sacerdote. A.II.8. (f. 72r) Libri del p. f. Angelo da Cosenza, sacerdote. A.II.9. Libri di fra’ Francesco di Castello Franco, laico. (f. 72v) Sequntur libri Prouinciae Sancti Francis[c]i. [B] (ff. 73r-125r) (f. 73r) Libri della Prouintia di San Francesco di Paola, allistati dal p. prouinciale. Nomi delli conuenti di questa Prouincia di S. Francesco di Paola, et in che diocesi si retroua ciaschun d’essi. Quali detti conuenti, con le infrascritte liste, si uede alcuni hauer libri, alcuni non, et quelli che non ne hanno uiene dalla pouertà che tengono. B.I. (ff. 74r-96v) B.I.1. (ff. 74r-91v) Libri latini del studio del conuento di Paola. (f. 90v) Libri volgari del studio del detto conuento di Paola. (f. 91v) Libri delli frati del conuento di Paola. B.I.2. (ff. 91v-93r) In primis del patre fra’ Cornelio di Rogiano. (f. 93r) Libri volgari del detto padre B.I.3. (ff.93r-94v) Libri del patre frat’Antonio di Foscaldo, nel detto conuento. (f. 94r) Libri volgari del medesmo patre.

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IL CODICE PARIS, ARCHIVES NATIONALES, LL 1563

B.I.4. (ff. 95r-95v) Libri de fra’ Michele di Paola, sacerdote. Libri uolgari de l’istesso. B.I.5. (ff. 95v-96r) Libri del patre fra’ Matteo della Machia, nell’istesso conuento di Paola. B.I.6. (ff. 96r-96v) Libri di fra’ Marcello di Paola, ne l’istesso conuento di Paola. B.I.7. (f. 96v) Libri del p. fra’ Geronimo de Maluito. B.II. (ff. 97r-106r) Cosenza B.II.1. (ff. 97r-104v) Libri del conuento di Cosenza et prima del r.p. prouintiale. (f. 104r) Libri uolgari del detto r. p. B.II.2. (ff. 104v-105r) Libri del patre correttore di Cosensa, fra’ Siluestro di Rossano. B.II.3. (f. 105r) Libri del p. fra’ Cesare di Torano, nel detto conuento. B.II.4. (f. 105v) Libri del p. fra’ Giulio di Cosensa. B.II.5. (f. 106r) Libri di fra’ Michel’Angelo d’Acri, sacerdote. B.II.6. Libri di fra’ Francesco De Santis, clerico. B.III. (ff. 106r-107r) Peterna. B.III.1. (ff. 106r-107r) Libri delli frati del conuento di Paterno. In primis del padre corr., p. fra’ Paolo di Paterno. B.III.2. (f. 107r) Libri del p. fra’Gio. Battista di Paterno, nel detto conuento. Volgari B.IV. (ff. 107v-110r) B.IV.1. (ff. 107v-108r) Libri del conuento di Spezano. B.IV.2. (f. 108r) Libri del p. correttore del conuento detto, patre fra’ Paolo di Spezano. B.IV.3. (ff. 108r-108v) Libri del p. fra’ Domenico de la Machia. B.IV.4. (f. 108v) Libri di fra’ Domenico di Bisignano, nel conuento detto. B.IV.5. (f. 109r) Libri di fra’ Francesco di Maluito. B.IV.6. Libri di fra’ Lorenzo di Celico. B.IV.7. (ff. 109r-110r) Libri di fra’ Atanasio di Spezano Grande. (f. 109v) Libri volgari del detto padre. B.V. (ff. 110r-111v) Mont’Alto. B.V.1. (ff. 110r-111r) Libri delli frati del conuento di Montalto. In primis del patre correttore, fra’ Pietro di Montalto.

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IL CODICE PARIS, ARCHIVES NATIONALES, LL 1563

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(f. 110v) Libri uolgari del detto. B.V.2. (f. 111r) Libri di frat’Andrea di Corigliano. Volgari. B.V.3. (f. 111v) Libri di fra’ Thomaso di Cosenza B.V.4. Libri di fra’ Gio. di Spezano. B.VI. (ff. 111v-113r) Coregliano. B.VI.1. (f. 111v) Libri del conuento di Corigliano. B.VI.2. (ff. 111v-112v) Libri del p. correttore del detto conuento, p. fra’ Leonardo di Paterno. (f. 112r) Volgari. B.VI.3. (f. 112v) Libri del p. fra’ Gio. Battista di Corigliano. B.VI.4. Libri di fra’ Gioseppe da Circhiaro. B.VI.5. (ff. 112v-113r) Libri di fra’ Gio. di S. Agata. B.VI.6. (f. 113r) Libri di fra’ Gio. Battista del Cirò. B.VII. (ff. 113r-113v) Rossano. B.VII.1. (ff. 113r-113v) Libri del conuento di Rossano. (f. 113v) Volgari. B.VIII. (ff. 113v-114r) Besignano. B.VIII.1. (ff. 113v-114r) Libri de’ frati del conuento di Bisignano. Prima del p. fra’ Gio. Battista di Bisignano, correttore. Volgari. B.VIII.2. (f. 114r) Libri di fra’ Marco de Maluito. Volgari. B.IX. (ff. 114r-115r)