Nuova grammatica italiana. Compilata sulle opere dei migliori filologi e ordinata all'insegnamento secondario classico [Fifteenth ed.]


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Nuova grammatica italiana. Compilata sulle opere dei migliori filologi e ordinata all'insegnamento secondario classico [Fifteenth ed.]

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NUOVA

CO:\lP:ILATA

SU LE OPEREDEI nIIGLIORIFILOLOGI E ORDINATA

ALL'INSEGNAMENTOSECONDARIOCLASSICO D.\

SOCIO DELLA R. CO)DIISSIO;o;E PER I TESTI DI LI;-;GUA

APPROVATA

r--------in

cl.al Consiglio Superiore di Pubblica Istruzione e scelta a libro di testo parecchi ginnasii del I.legno

QUINDICESil\IAEDIZIOl\E

NAPOLI IPOGRAFIA E STEREOTIPIA

1888

PROPRI ETÀ LETTERARIA

te ereM DeH' llidnrcildrHDmro go~er, ~ihitHi hrHH dtctoroctrrnr~~t{8t~t~~~i in 11igu1te sa i.et1n~nttrirht trH~rctrict, aveH~e abrmJtifa a qua1d n t\ss~prcscrivnnn.

ffrou GRA~BIATICA ITALu1u, compiJata~u le opere dei migliori

filologi, ordinata all'insegnamento secondario cl:lssico, ed appro...-atadal Consiglio Superiore di PuLb. Istruzione L. 2,00 l'iroH GRAMMATICA nu U.NA,ordinata alla istruzione primaria superiore rd alla speciale o tecnica inferiore . . . » 1,00 l'iuon Gnurn.lTICA ITALIAH, ordinata alla istruzione primaria inferiore . . . . . . . . . . . . . . . . D 0,50 TAVOLE 01 No~ucun:RA o YeroEsercitazionipratiche di lingua » i,50

Le opere sono vendibili in Napoli. A. MELO A, Via Quercia.N. 24, à"Italia.

nella Libreria Scolastica e presso i principali librai

PREFAZIONE

Le prime tre rnlte elle è venuta fuori questa mia opericciuola, io non le ho messo innanzi nè pur un rigo di prefazione, salvo una brevissima avvertenza che comparì innanzi alla seconda edizione, nella quale io non feci altro che ringraziare gli amici, e segnatamente due, che mi erano stati larghi de' loro consigli. E la ragione che a così fare m' indu8se fu, oltre al numero assai scarso di l~ttori che sogliono avere le prefazioni ai libri scolastici, quella, eh' io voleva che del metodo per me seguito nel libro, gl' insegnanti stessi si fossero accorti aprendolo, e qua e là scorren1 dolo, senza eh' io lo avessi 1oro altramente additato; il che, oYe mi fosse venuto,.fatto di ottenere, mi pareva che della più o meno bontà del mio lavoro mi sarebbe stato prova. E così fu veramente. La mia grammatica, dunque, Yiclela luce per ben tre volte senza il cappello della pr"efazione; e chi ebbe la cortesia di guardarla (e sì che è cortesia squisita quella di gettar l'occhio sopra una nuova grammatica di nostra lingua ora che ne sbucan tante da ogni parte!) mi disse queste parole: Confesso che queste parole, le quali mi erano spesso ripetute da' parecchi insegnanti che Ja vcniano guardando, parte per amorevolezza a me, p.arte spinti dalla nuova cosa, mi consolarono non poco, perchè, nel compilarla, appunto a q nesto io

l'IIU

.\ZIU~E

aveva sprrialnwnte guardato. Il mio prni;;iPrO, co1111· ho drtto, fu inteso s()nza elle io lo a,essi altrimenti d1 tto a nt ssu110 con un 1. prefazioni•; nt'.·solo fu iutrso. ma piacrprn altresi u11iversalrnente, ::ie qu,•stu m,· lo ha a dir,~ lo ::-paccio che lto avuto rE tiene le veci del sostantivo. Es. La glorirr cli COLUIC...4-Stu.tto muove. l'a l'1rni1..·erso penetra

e r-is)lle,1de.

9

ETIMOLOGIA

33 - Il VÉRBO esprime sempre un' affermazione. Es. Giulia È buona - Il gatto FUGGE- Teresa LEGGEbuoni libri-Eugenio STUDIA.fortemente le matematiche. 34- L'AVVERBIOmodifica il verbo, l'aggettivo od un altro avverbio. Es. Paolo corre VELOCEMENTE-Egli è ASSAI dotto - Tu dici MOLTObene. 35 - La PREPOSIZIONE significa le relazioni o attinenze che possono avere fra ]oro le parole: Es. Egli va A RomaIo vengo DANapoli-Pietrn è assiduo ALLAchiesa- Voi siete sollecito DELLOstudio. 36 - La CONGIUNZIONE lega i pensieri fra loro. Es. Amate la vfrtù E odiate ii vizio, SE volete piacere a Dio. 37 - La INTERJEZIONEesprime i subitanei movimenti dell'animo. Es. OH! DEHI PoH! Am! 38 - La Grammatica considera le parole in due modi, o separatamente l'una dall'altra, esaminandone le proprietà che esse hanno in sè; o unite fra loro, esaminandone le dipendenze che esse hanno fra sè. 39 - La Grammatica ha dunque due parti; la ETIMOLOGIA,che tratta delle parole separatamente considerate; • e la SINTASSI, che tratta delle parole insieme congiunte.

CAPITOLO DEL Definizione

I.

SOSTANTIVO e diwisione

de' sostanth·i

40 - Il SOSTANTIVO, che dicesi anche NOME,è la parola che serve a significare un objetto qualunque; il quale objetto, o è veramente in natura, come Achille 1 Napoli, regina, cielo, atia, fuoco, o solamente nel nostro intelletto, come memo1·ia, bontà, virtù, ainore. odio. 41 - Ma il sostantivo può esser d' objetto animato e d'objetto inanimato; nell'uno e nell'altro cato si suddivide in COl\IU~Ee PROPRIO:- CO;.\IU~E, quello che si dà a tutti gli objetti simili, come uomo, leone, libro, nave :-PROPRIO, quello che si l'1artirai ammae-

E sono INVAlllADILI gli aggetti\'i numerali cardinali, come QUATTI\O caCINQUE soldati, ecc.; ma quando stanno assolutamente, a modo di ( CESAllt.)

altresi i•alli,

sostantivi, secondo i più dc' grammatici, possono prendere la forma plurale, come Egli s'avea 71ostodue QUATTIII e tre SETTI nella manica del 1•estito. - Novecento1101·anlasi rap11rese1ltacon due NOYI e un .ero.

·183-REGOLE PARTICOLARI. 13 • Gli aggettivi terminanti in IO o IA, nel formare il plurale, seguono la. regola de'sostantivi in IO o IA, dittonghi distesi o raccolti, come egregio, EGREGII;savio, SA\'II: eg1·cgia, EGREGIE j savia, SAVIE. - Acconcio, ACCO~CI;fradicio, FRADICI:acconcia, ACCO~CE;fradicia, FRADICE,ecc. 18.t.- A VYERTIMENTO. Anche gli aggettivi in IO, dittongo disteso, si pluralizzano da parecchi come i sostanth·i della medesima natura, cioe colla j; onde e_gregj,saij, ecc. ( N. f.16.) 0

1. La parola rio, oltre ad essere sostantivo ne' due significali ,·cduti sotto il N. • 90 n. 2, è anche aggetth·o1 cd è lo stesso che cattivo, mali•agio.

ETIMOLOGlA

39

185 - 2R. Gli aggettivi, che terminano in co e GO, fanno in cm e GHI, se sono dissillabi, come ricco, RICCHI; pw·co, PARCHI; pago, PAGHI; vago, VAGHI, ecc.; eccetto g1·eco, che fa GRECI. ~Ia quando sono polisil1abi, possono, come i sostantivi, terminare non ~olamente in cr e GI, o in cm e GHI, ma qualche volta nell'uno e nell'altro modo insieme, come geografico amico antico sacrilego aprico dimestico rustico analogo

geografici amici antichi sacrjl~ghi aprici aprichi dimestici di mestichi rustici rustichi analogi analoghi

filologico nemico opaco presago mendico salvatico magnifico pratico

"filologici nemici opachi wesaghi mendici mendichi salvatici salvalichi magnifici mcignifichi pratici pratichi, ecc.

186-L'avvertenza fatta pe'sostantivi in co e GO (N. 0 104) rnlga anche per questi aggettivi; onde dirò piuttosto magnifici che magnifichi ; piuttosto analoghi che analogi, ecc., secondo l'uso più comune. 187 - 3a. Quanto agli aggettivi composti, formano regolarmente il plurale solo nella seconda parte, (pel quarto modo, cioè quando sono formati da una preposizione e da un avverbio, allora nella prima parte sono invariabili per natura), come fededegni, armipotenti, verdebruni, biancovestiti, sopi·ubondanti, contradicenti, ecc. 188 - EccEzIOXE. Dabbene e dappoco possono variarsi , e restare Es. Egli è un de' buo11ie DABBENtasini, che sieno in su questo mercato. ( FIHENZUOLA.) - Noi semo stati Troppo D.\PPOCIII, e voi troppo DABBENE.(BERNI.} invariabili.

·189 - AGGETTIVI IRREGOLARI diconsi quelli che, nel formare il plurale, non seguono 10 esposte regole. Irregolari sono: '190-1 °. L'aggettivo qualificante bello, che fa regolarmante belli, ma qualche volta anche BEGLI, BEI o BE'. -191- 2°. L'aggettivo indicativo quello, che fa regolarmente quelli, ma qualche volta anche QUEGLI, QUEI o QUE';

40

PAl\"I J: l'lllllA

i due nggrc.- CoNG. J>rcs. o F?ll. Sieda, !-C(lga,seggi a; ccc.: ~etliamo. seggiamo; sediate, seggiatl>t;HHE.Addurcrc. PAnT1c. J>rcs. Addt1l'l'11!r•. Po$$_ Acld11llo.- INn. l'rcs. ,\dd11ro; ndd11r.i;ndcl11r.r,adtlwia1n11;add11cPlc; :idd11cono.J>ass.dci; LcYc, Lcc: Bc\'inmo; t,cYctr, ltrctc; licrnno, Ll'0110.Jmp. llcYcrn; l1cYcYi;ccc. l'ass. dc{. Hrni, !JcYci, hc\'Clli; bcbbi; bc\'Csti; Lene, hc,·è, l,c,·c11c,bcbbc: BcHmmo, hcr·1111110, lic\'rslc, hccstc; Lencro, licYcro110,LeYcllcro. bcbbero. Fui. ll,·\'Crù, Lcrò; l>crrrni, berai; ere. - Co:sG. Prcs. o F11t. BcYa, Lea: cce.: Bc\'iamo; hc,intc, Lente; hc\'i1110,Lc:1110.-Co:-.o.Jlrcs. o F1tl. Bcvcrci, Lerci; hc\'crcstL Lcrcsli; ccc. - b1P. llc,i, Lei; hcrn, ùca: nc,·iamo; LcYctc, Lcclc; hcYano, Lenno. 398-A VYERTlllENTO. Queste sono le \'Oci principali, e più comuni, di questo ,·erlio; delle quali alcune scendono dall' in lcro bet'ere, altre,

E'l'l)IULUulA

91

dall'accorci:lto here. Il compostoimbere o imbe,·ere segue la stessa no1·ma; comechè io creda che in questo, cominciando dal\' lnlinito, sia meglio usare le voci intere

399 - COGLIERE.Ccirrc. PARTIC.Pass. Collo. - lNn. Pres. Col90, coglio; COf!li;coglie: Cogliamo; cogliete; colgono, cogliono. Pass. de{. Colsi; coolicsli; ecc. F'llt. Coglierò; corrò; coulicrai, corrai; ccc. - CoNG.Pres. o Put. Colga, coglia; ecc.: Cogliamo; cofJlialc; colnano, eogliano. - CoNo. Pres. o F'11l. Coulierci, correi; coylicre$li, rofresti; ccc. - h1P. Cogli, co·; colga: Cogliamo; coyliete; colgano, cogliano. ~00-AVVEIITI~IF:XTO. I composti, ed i verbi di simile desinenza, come accogliere, raccnr,liere, ricogliere, sciogliere, togliere, ecc. seguono quasi in tullo e per tnlto la stessa norma. -La voce co' per cogli in r6rre, e to' per logli in torre, seconda singoìare del!' Imperativo, può~lar hcne, specialmente nello stile familiare. Es. Eco' la rosa, e lascia .~larlei spina. (PRov. FIORENnxo.)- Nel composto. Es. E dolcemente, sì che parli, ACCOLO. (DANTE.)

401- NUOCERE.lNF. GER. Nocendo. - PAn11c. Pres. Nocente. Pass. Nociulo. - INn. Pres. Nuoco, noccio; nuoci; nuoce: Nociamo; 11ocete;nuocono, nocciono. Imp. Noccva; noccYi; ccc. Pass. de{. Nocqui; noccsti; nocque: Nocemmo; 11ot·eslc; nocquero. Fut. Nocerò; nocerni; ecc.-CoNG. Pres. o Fut. l.\"uoca, noccia; ccc.: l\ociamo; nociate; nuocano, nocciano. Iinp. Nocessi; nocessi; ccc. - CoNn.Pres. o Fut. Nocerei; noceresti; ccc. - IMP.Nuoci; nuoca: Nociamo; nocete; nuocano. 402-PORRE. Ponere. lNF. GER. Ponendo.-PARTic. Pres. Ponente. Pass. Posto.-lxo.Pres. Pongo; poni; pone: Poniamot po~namo; poncie; pong,rno. Imp. Po'ncva; ponevi; ecc. Pass. de{. Posi; ponesti; pose: Ponemmo; ponesle; posero. P.ul. Porrù; porrai; ecc.-Coxa. Prcs. o Fut. Pon!fil, ecc.: Poniumo, pc,gnamo; poniale; po11çin110. Jmp. Ponessi; ponessi; ecc. - Co.N11. Prcs. o Fut. Porrei; porresti; ecc.-b1P. Poni; ponga: Poniamo, pognamo; ponete; pongano. 403-AYYEP.TI~iExTo. Questo Ycrbo, nel Participio passato, ha un'altra uscita in osilo; la quale è caduta in disuso come participio in compagnia dell'ausiliario, ma, come aggettivo ,·erbalc in compagnia di un sostantivo, si usa ancora oggi nella maggior parte de'suoi composti, che sono apporre, com710rre,c!Pporre,disporre, frapporre, imporre, i11ter 71orre: come ordi11eCO~IPOSITO, rayiune APPOSITA, imagi11e APPOSIT\ 11ersonamTEI\POSITA, ecc.

404.- SCEGLIERE.Scene. lNF. GEH. Sceçilirndo. - PAnTJC, Pres. Scegliente. Pass. Sccllo. - INn. Prcs. Scel!Jo, sceglioì scegli; sceglie: Scegliamo; scegliete; scel!]o110,~crulio110.Imp.

l',\ll'fE

l'llDIA

SccgliC'\'a; scc!jliC\'i; rr,·. l'ass. cliili, cn1111• artc/ìcc, c11stode, e1·,·il,·, s11cc1•ssorl". 7J1"1•c11,·sm·e, 7n·o{l'ssore, testimone o tcsti1nonio, mallcv,Hlurc, Hccisote. istrione, i qunli non li:111110 la voce fe1ninil,·, e fH·r,'1, occo1·re11J\, con l',! chiusa, p:111r:1, è f1•1ninilc. Es. Di QUESTA TE:'>1\ flCCioccl,è tu ti solL'l', /Jirnlli l" ,·c/1'i'i·c1111i. ( D.\0n:. )-Con I' e rqwrta, 111all'riao i::-1,µ-;.!dto di co111J")~iimcnto o di ragiona111,,11to,i• 1;wscllilc. E~. .'--1mi cncrirt 11. LU~GO TE:'>I.\ U,e ,,iolle t'ullc al folto il di,· vfrn rnc110. (DANTE.); s,,hhenc si troYi tal\'olta anche ft!111inile. 111a 11Onè da i111itnrc.Es. Ad AI.THA 7iiù co1,1·c;1c1·()lTL~IA gli ornamenti della farellu 1·olc. (S.\LYJ..\TI.) Del

1111n1cro

e lu ùdk::a

in alcuui

lw,cianJo

delle pa-

l'tostauthi

564- Parecchi sostanti\'Ì proprii, del so~ta11tiro prcceùente 1 qunnto a co11sidernr gl'irnli\'id11i di eia• q111•llosi cornpo11e, i-1adopera al plurale, cu111eJfultc leste VI uu~11:-.1. - Pa1·cccl1ie leste n1 A~DL\LI.-J/ulti co1117wgnia di !>IASN.\DIEHI, t'CC.

nomi di

S.\:-:1'1. -

Una

'571-Alcuni sostautiYi, adoperati al singolare, espriquello stesso che e~prillìereLbero se fos:-:eroadoperati al plurale, come quelli clie acce1rnano quantità colletti, a. Es. Non solrw1cnle nell'acq11u si vedeva, il fundo 1·i1110110

[/llardu.11ùo, T:\:-=To PF:SCE in qua e in lù a11dm· discorrendo, che, olt1·e al diletto, erci wia rnaraviglia. (Bocc. )Fece wi bel vii:ajo e chiaro, e •HctlllCtdt,

CCC.

G77- Qua11du1111 n~g'lol'iscono lode e benevolen:iu insieme. (CAno.) 579-L' nggettirn talvolta è seguito da un sostantivo, "1ua$i come il verbo trnnsiti,·o è seguito dall'oggetto: in ciuesto caso in11n11zinl sostnnti\'o si sottintende una preposizione. Es. Ve1·gine 1mu:,;-A i begli occhi e le cliiome. (PETfi.\HC.L), cioè b1·111w drgli occhi e delle cl1iome.-SPAnSA il crin, DIEC.\ gli occhi, ACCF:SA il volto. (TASSO.), cioè s1w1·sa col ai11e, bieca 11egli occhi, accesa nel t'olto. Vcl'gine BIAXCA il bel volto, e le gote Yrm::\IIGLI.\, è quivi J)l'f.sso un cll'll[IO avvinta. (Io.)-Succ1:,.TE i fìw,clii, ecoSTI.\ 1/uo~1,

TUrt~Arn

i piedi.

(CmAnrtERA.)

580-Qu~ndo si ha a nominare di nuovo una persona, che è soggètto del nostro discorso, usiamo talvolta indicarla con un semplice nggettirn, iì quale rappresenti alcuna di quelle piit distinte qunlit.'1, che abbiamo in essa già fatto av,·ertire. Questi aggctti,·i possono - Jla q11a11do11011 è .1clopèrato assol11ta111e11te.cio~ qu:111do::::lacu11 la cu1np.1g11ia i111111ediatadi 1111 ~ostn11tivo, p11t,, i11 a111beduè i 11u11wri,~tar con ~tf!gdtiro e senza.

Ls. /,11 cvsu Jell'uv1110 i11{,.,.111vslalo, o 11w1·tu Ji tale i11,,.,·,11illi, tocca da u~ ALTllO a11im11le fuori deliri sp,,:ie dl?/l' uomo ... 1111cllo iìl{1·a IJ1·,·vi.-;si111() s1w:iu Hccidcsse. < ltncc. )-A1:rno w;wr,· . .\LT111-:fro11di e ALTIIO /H111e, AL·rno ~;ali,·c ul ciel 1ie1•.\LTIII ,,ng,r;i Cerco, cl1è H é ben tem110, ,. ,\LTIII ,·ami. (P1-:TH.\H('\.) 0

G8U-lJ11esto aggettirn lia Hariati sig11ifìcnti, tutti de;.!'ttidi osserrnzio11c. Sta p1•r correlativu del primo termine di?! discorso. Es. Dal t·eccliio 7,011le g1rnrdm•wn la lracci,,. Clie venia 1.'el'SO ,1oi dall' ALTH.\ ba11da. (DA~TE.)1\:r mollo maggiore. Es. Grndasso ... 7rnre a chi 'l do1;1r111da narrn ... Ed è p11r J'ALTIL\ fama che Ruggiero. 1 (~\r-uosTo.)-Per 111wi·o. Es. Comai1dò a coloro ... che, ~r,1:' ALTRO comai1da111e,1to del Re, non dm·cssero più amnli fare clic fallo fosse. (Docc.)-Per 1·ima11e11t,,.1·e~laeseTUTTO; TUTTAla casa o fo casa TUTTA,ccc.; TUTTlgli uomini o gli uomini TUTTI; TUTTEle na:ioni o le na:ioni TUTTE,ecc. 697- AHEllTJ~IE~TO. Qnalclie volta in ,·ece di tutto trovasi adoperato ogni. Es. o·oi;~1 sua passala l'ila lo esaminò. (Bocc.)- E, per contrario, in vccc cli oyni trovasi tullu. Es. Perchè non sali il dilettoso monte, Ch'è p1'incipio e cagio11tf i TUTTA gioja? (DANTE.)

698-Scguito da un numerale cardinale, vi s'interpone la congiunzione e; onde tutti E t1·e,- tutti E quattro, ecc. Es. Che ctndale voi cercando a q1testa ora TUTTIE TRE? (Bocc.)- Vinto dal sonno in su l'erba inchinai, La' i•~ già TUTTI E CIXQUE sedevaino. (DANTE.)-Ma dagli antichi vi s'interpose talvolta la preposizione a, incorporata poi anche in una parola con tutto. Es. I Catalani con TUTTE A rrnE le cocche si dii·izzar contro all'annata de' Genovesi. (11. VrLL.-\x1.)-Assalgono TUTTADUE la vettovaglia. (Gozzi.); comechè, per altro, si trovi senza l'una e l'altra: Es. Roma 09nora Con gli occhi di dolo1· bagnati e molli Ti chie1· (chiede) me1·cè da TUTTISETTEi colli. {PETRARCA.)

G99-Seguito dall'aggettivo ALTRO, vale mutato, diverso. Es. Tornavano a casa TUTT' ALTm uomini che non erano in prima. (CAVALC.L) - Seguito dall'aggettivo UNO,vale

1:.;13

l'AI\TE SCCO:'>DA

cosa stessa, e· tnlora si acconla, tal' nltnt resta inYnriata. Es. fo q1uwtu a mc ella torna TUTT' u:-:A. (lh:t.Ll:i-.1.)-L'cminrn cli amcndune era TUTT' m:o. (Gt·wo Gn;JJ1CE.)-Seg11ito renùe l'nrticolo 11clln frnse Essere IL TUTTO di w1 luogo o in un lllogo, che Ynle Àl'ervi 7iiena aut01·itiot·a (pio!.!::ia), è /'Il si TAST.\ km,lici1w

clic 11011!';t J1Ul1'.• sutl,·1-rcu·,:. ( (' \, .\LC.\. )-l'cr s1 r·//ir·,n·,,. E:-. /:' clice,i c/11• i! -r,.:.10 q11P:,to ,·i))lediu, che,,,, giclo. ?iÌ.! m1i>J111l,:ulc 1 11,,·. W! ne&bia ,,1wle rnwc,·re. ( l 1.\1.1. \1110 YULG.\H! .. )- Per s11([,cieule. 1•:s.lJisor;11aelJiJe la :ecm 1111.wrno; e 07,711•11r1 , /,e lu (1tsse T \:-;TA u' nostri imbro9li. (C1.C'C111.)-Pe1 11frciclissimo. E-,. Io q111•slu be11 s,111t'll, c/1' era T.\~T1:s:o, E il rnw1e1·0 dicert tldle 1wrcalu. (F'11 1:T1Gl'l•:1,H1.)Per r111r':Jl0,neutro. Es. Per lui di{dli, e ,,on J>Craltro rio, St:1110z1ertlllli, e ~ol di T.\:-;n~ o/fesi, Clie sen:.i _._,,eme1·iL'1!1ilO rn disio. (O.\~TE. )-E, per altro. dn usare con qualc!te risguardo 111:::;t(l(le711?1't1·c uior1ti.

i11alcuno dc'detri ".asi. 708- Si adCiJera P'.!utral1nentc, seguito da un compimento indiretto ccl J1, tah·olta anche accordato col sostantivo cui modifica. Es. 1Ycllu q11ale... TA:-.TO n1 PI.\CE\'OLEZz \ ali dimosll'aste, elle se e9li prinia v· amuva. in ben 111illP-doppi i (uceste l'm,iv1· raddoppiare. (Bocc. )- Quella ,·ud ice e (Jllel nwcd1io di terra ... in c1ti si scorge co1 T.\!\TO D ,\HTE e DI ~l.\G!::iTEnlO. (P.\LL.\\'ICI:-;o.)-1\'è é donna, in c11; T..\~T.\ nr \'.\SIT.\ /'osse, che qHella di colei, di c1ti zwrliamo, di gr,rndis-,inw. lunga non 7wssasse. ( Bocc.)-- J!n talora, adoperato a quP~to modo, di nota anche la grossezza o la grandezza di alèu11a co~~: nel qual caso si accompagna, nel parlare, con un atto ùellc mani che accenni n quèlln grossezzn o grandezza. Es. E, spalancando poi T.\~To DI GOL.\, Urla, bestemmia, ecc. (LIP1'1.)-Si ?·in.gallu::a e fu. n:-.To 01 cuoni::. (Io.) 700-Si adopera pure a indicare, 5enza. propriamente tlctcrminarla, unn certa quantità: nel qual caso è preceduto il più delle ,·oltc da un aggetti\'O indicativo. Es. QuEHO n~To abbiamo detto con tre intendimenti. pion.\LI n1 S. GnEGonro.)-Scrisse a Ffren-:c a messel' Benedetto l'qrchi che ALLE T.\:-:T' ore di notte essi m' at'C(oio i·edulé,

mo1·fre. (CEu ..rn1.)-Così diciamo: Accattare o vrender derwro Cl TANTOpel' c-2nto.-QUEL T.-\NTOe .non più mi basta, eca. 710-Adoperato assolutamente al plurale in arnbo i generi appresso ai numeri cardinali, raddoppia il significato di quelli, come Questo mi costa DUET..\:'.\TI. -Me ne rende QUATTRO COTA:s;TI. Es. Pe1· venclicm·si della suo. ava.1 izia dava spesso DUECOTANTI di elemosina che gli P.ra acldorn.andata. (BELC..\m.)- Vide .... Che le navi niniiche emn DUET.\:-;n:. (Amosrn.)-E-ciò, mise TALIgrida la 2JOvera do11na, cm: tutto il vicinato ·vi trasse.

lii()

7 l;i-Pn--rcd11t11 il.dia Jll"t'l"'"iziorw a,,, con i~po'-lo ,Jn)b co11gi1111zi1111e cli,:. ~otti11tende, no11:tltri111e11ti l'l1e tm,to, il ~o:-:tanti,·ol1·1·1,1i,1r, 7111nto, 1'rc.; per lo pii1 nud11~i11111ala parte. Es. So1w io, 11c1·q11cllu che i1,fi1w H 'Jll.t /io fatto,.\ TAL i·r.1111ln, c111-:io 1wn 71osso, ccc. (Bocc.)-Costoro 1·,•1·an1e11t1~ l"l'Cll/1{) fo Jll'l'S0/11~ ,\ TALE, CIIF. 110/L Ù elci gli. 7,0.c;.r;ri JJClli1· ili t•rtl1•rc. (CAS.\.) 71 G-(~11:ilclir• \'olla tro\'nsi adoperalo tn I · Poco rilen ne qualche rnlta, ma oggi non sarebbe da imitare, anche nel foniinile~ l'aggettivo determinante al mascliile. Es. Preghiamoli, Mado1111a, che ci facci dare UN POCA o' ACQUA. (CAYALCA.)-1"011 Cl'edereche alcuni di questi delicati ... possa sofl'erire UN POCA Dl PENA.

(SENECA

VOLGARE.)

72'2-Molto e poco, aggiunti a certi nomi, hanno alcuni significati che meritano consiLlerazione. Es. Già MOLTA notte andata n'era. (Bocc.), cioè grnn pm·te.- Quell~altì'O che ne' fiancl1i è così Poco. (DANTE.), cioè così sottile, tanto magro. - Pri1na che il POCOsole amai s'annidi. (Io.), cioè JJl'inw che tl'amonti. -Seguite ·i POCHI,e non la volgar gente. (PETP..rn.),cioè i sa vii, cle'quali è sempl'e piccolo il numel'o, 1·ispetto agli altri.

1. Così scrissero molte volle gli anticlii, e spe:-soanche i moùerni, in,•ece ùi di molti, solamente, per altro, al plurale. È la preposizione di. lasciala in un corpo col suo aggettivo, come per avventura si tro,~arn ne' manoscritti. Il Paria· tlicc clic questo modo adoperato con giudizio, può piaecre ancl1eoggidì. (GnAmlATICA, pag. 54.) MELGA -

Cremi. !tal

7'2:t-1I

s ◄•colo

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1'spri1n ◄ >

co11I' ortli11ativo fino a mille

•.-,·lt1..;o; onde il Pllrno. il :--Ec·o:-:1HJ s,,colo tln110 Cri-do. Sel IHTDIU, 11dl' u~1t1•:rrno scculo dcll' e,·u vul9a1·,~.ccc.Da H1ill,·. che si 11m q11n:,;isc1nprc col cardi11alc, in i-ii, si j>IIÒ w-nr,• l'uno e l' nitro; a,·,·,•rtf'ndo cl11' quando si '-i fotto, si u-;i', 1~i-i 11:--a piì1 011:1~u10 11ello:-1ili! f:1111ilLrn•. E~. Gu ,~[Jl'lllt lem11n d,e 11ol 1·edo. -IJic1•~i cumu1wuwnt1• lJP111• u. t:11q11al0. il dativo di is, e, i:1;r npocupc, t•:'. ('oll'af!f!i1111tapoi dPlb sillnLn 1w ad ,·gli, ~i 1•l,b1! il pl11rnl1'1-:c1.1:--o; 111n,co111cpl11rnli, si po~sono 11~nrocoA poco, AD ora AD ora, ecc. Es. Che, t•c11e11domi incontro, A 7Joco .\ poco, ccc. ( DANTE.) -Trow·andosi co' denti A brano A bra110. (ID.)Q11alche volta si suppri111e del tutto, come passo passo, che vale a russo a passo. 1OI i - AHF.l"ITDIE:'iTO. Si eviti r errore, comune o;;gi rn Italia, di supprimrre b prep. a nel)a prima parie o in amendue, in parecchie delle sopra,lrllc maniere, come poco a poco, mano mano, ecc. - Si noli, t.!'altr.1parte, che il supprimcrc la prep. in alcuno di questi modi, ne carnLiPreliheaffatto il significato, come chi dicesse poco poco, che non vale pili a poco a 7,oco,ma pochissimo.

1015-D&.. Operazione; ed in questo caso è usato nella propo'-izionc passiva. come Egli è amato DA mc. - Quel lat'ùro {u (atto DA Pietro. -O separazione; ed in questo caso è u~ato co'verbi di moto, come Giunsi DA Ffrenze.Vengo DA lù1110li. 101G -f'o' pronomi assoluti, esclude la compagnia di altri nell'azione espressa dal Yerbo, come Feci questo D.-\ J.IE. - Egli vil'c DA SÈ. Es. DA ME non venni. (DA:-.TE.)E spc.;so ,·i si frappone il pet. Es. DA PER ME non l'av1·ei potuto tir, ,·e imwn:i. (CELLIXI.) 1017 -A

ni-:n1rnE:-.to.

Qualche volta, in questo caso, si replicò. Es.

J/'era deliberato, o cui 110n mangiar 11icnte, o col gittarmi qualche /Jal7.a,tònni dal mondo DA AIE D.\ !IE. (Bocc.)

giu per

1018-Si adopera in luogo di a, ad esprimere il rapporto che i Latini esprimono col dativo, come lo mi confesso nA lui. -O la relaiione che i Latini co' verbi di moto esprim')no coli' ad, ma solo quando il termine è nome o pronome personale, come Vado DA Piet,·o-Giunsi DA lui. 1019 - Significa attitudine, convenevolezza, abilità o

SINTASSI

229

simile, come Età DA mat·ito. - Gioje DA donna. - Vin DA fmniglia. -Botti DA olio. Es. Materia DA c,·ude_li·ragionamenti e DA fm·vi pianger v'imposi. (Bocc.)-Dio per adoniarne il cielo, La si ritolse; e cosa era DA lui. (PETRAR. )Maniera ellittica: Materia atta a f m·vi piangere; Cosa der,na di lui, ecc. '1020-Co'sostantivi impersonali di luogo, ma so~oquando il luogo è circoscritto, significa patria, e sta per di, come Raffaello DA Urbino. -Santa Caterina DA Siena. Ma non si direbbe Luigi DA Francia. - Drmte DA Italia, ecc. -Maniera ellittica forse anche questa: Raffaello che nasce da Urbino; Santa Caterina proveniente da Siena, ecc. 1021-In luogo di pe1·, ad esprimere cagione. Es. Discendeva in una valle omb1·osaDA molti m·ùod. (Bocc.)DALL' interna angoscia il bambinello disperatamente piangeva. (BOTTA.) 1022-In ]uogo di avanti, ma solo col nome casa e col verbo di moto. Es. La donna, veggendol DA casa sua molto spesso passare, disse. (Bocc.) 1023-In luogo di circa, cogli aggettivi numerali cardinali, e co' sostantivi mane, mattina, sera e notte. Es. In così fatti mgionamenti fu tenuto Ferondo DA dieci niesi. (Bocc.)-DA mezza notte tacito si pm·te. (ARIOSTO.) 1024-Dr. Appartenenza, come Libro DI Piefro.-Figliuolo DI Francesco.-Patria, come Giusep11eDI Napoli, Andrea DI Aversa. -Materia, come Tavola DI rna1·1no, Statua DI bronzo. -Pienezza, cioè objetto contenuto, come Una scatola DI confetti, Due casse DI libri. - Cosa fatta di fresco, come Un lenzuolo DI bucalo. 1O25-AVVERTDIENTO. Talvolta si tace nel corso di più parole che la richic!!:gono.Es. Da.. ompagni DI Lisimaco e Cimone feriti. (Bocc.)Ma più spesso e meglio innanzi a' nomi di tempo, come Il dì 4 luglio.Calendi maggio1 • Es. Di Firenr.e il dì 15 Febbrajo. (GELLI.) Di casa questa mattina 21 Dicembre. (SEGNERI.)

1026-Si adopera per da a significar termine donde altri si parte, purchè il termine sia sostantivo impersonale, come Si partì DI Napoli; Usci DI vita. - Ed origine, t. « Calendige1111ajo, febbrajoecc., si disse colla ellissi del segnacaso, e non come alcuni pensano con l'accorciamento di Calendi in Calen; leggendo Calen di gennaio ecr,. ». Così il FANFANI, l'ocabolario,a Ca• lendi.

230

l'AIITC

!U:CO~DA

come Dr (a11w~i 11111·,•1,ti disceso; o in altro rnorlo, con rarii aggctti,·i, rn111e l1llun1illtu IJI sci mo11tug11clte; Accompag11ato 111 molta gente. Es. Tutti questi tesOi·i, e ciò che tcco JJHOÌ ]J0l'la1·e, fu 1,1ellere in twllc nul'i, e, ùene accompagnala IJI b!lona gente ... mettiti alla t•c11l1u·a , e valli via. (Gurno DA P1sA.) 1027 -Per cfrca, intorno: il DE dc' Latini, come IJ1 questo 7JU1'lcre1110altra i·olla. - Mi disse g,·un bene 1,r lui, ccc. - In luogo licro,dm,m·o e de11w·o, garofani e glu~tofa11i, gm·a11tirc e gu>'mttirc, r.cc.-Frequente è pure lo ~can1Lio tra l' a e l' i, coine a111basciutae imbasciata, anwdi11ç e i1tct1dine. 11 i fJ-A HEnTDIF.~TO Gli antichi la usavano ~rr~~i-~imo in cambio di o, e diccano astrolagn, 71rnlago,filosafo. ecc. per astrolugu, 7,ro/og11, filosofo, ecc., come Jit:iamo og-1:i,conformemente alla greca orii;ine Ji queste parole. - E, per contrari(), talora si pose l'o in cambio dell' a. Così da satisfare, mutato in wtlisfure, si fece sodisfare, J:i cui, cun maggior i;uastamento, suddisfure. Cosi alcuni, in,·ecc di Anatomia, come, secondo la greca origine, doHebbe scrhersi, scrirnno tuttora l\'otomia, togliendone I' a da principio, e mutando in o l'altra a. 1

1-176-Si

aggiunge tnlorn in principio di parola, come

ausare, aomb>'arc, amnilim·e, awwre, e, per maggior liscezza di pronunzin, frappostovi un d, adusm·e, adombtare, adwnilim·e, adHnco·e, ccc.-Anche oggi comunemente diciamo acciu(fa>'e per dH/fa>'e, accennal'c per ccnnarc, addomanda>'e per domalldare, assapcl'e per sapere, ccc., ratltloppiantlo la consonnntc 'e e decembre, diserto e deserto, rio e reo, impeto etl empito, biltà e beltà, vfrtit e t'ertù, nicissità e necessità, quistione equestione, opinione e openione, ecc.; delle qunli nlcune si usano anche oggi nella doppia forma, altre in una soltanto. Quali sieno e le une e le altre, non nccade altrimenti additarle: bastn consultare l'uso, etl ognuno dirà necessità 1. For.:sAc1.u11, Repertorio, ecc. in A, in fine debli Esempii di bella scrivere i11poesia. Lucca, 1850.

SINTASSI

253

e non piil nicissità, e per contrario, opinione e non l'iù openione, ecc. 1178 -A rvrnn~IENTO. Si scambiaspesso coll'o, tanto in corpo quanto in fine di parola. Così collora e collera, volontieri e volentieri, dovria e devria, leggiero e leggiere, cavaliero e cavaliere, degiro e desire, alpestro e alpestre, vaso evase, stilo e stile, malo e 1nale, fino e fì11e,ecc. -Si muta talora anche in u, come uguale, ubriaco per eguale, rbriaco.

H 70-L' I si mette spesso, come vocale eufonica, in capo a parola da s impura incominciante, massime quando fosse preceduta da' monosillabi in, con, per, non, che sono, insieme con l'articolo o pronome il, le sole quattro parole nella nostra lingua terminanti di loro natura in consonante. Così: in istile, con istudio, per istrada, non istare, ecc. -Oggi, quando non precedessero le dette voci, si yorrebbe andar con risguardo ad usarne, salvo nell'aggettivo stesso, che anche, fuor di questo caso, si usa bene istesso. (N. 0 647.) 1180-AYYEP.TDIENTO. Negli antichi si trova scambiato con l'o e con ]' u, come dehile per debole, rnbello per ribello; ma questo scambiooggi non mi pare si possa concedere a' prosatori.

1181-L'O si scambia spesso con u. Così sustan:a, fa .. cultà ed altri, che, così scritti, ritraggono più della loro origine. Ma la vocale o si scambia anclie con a, e, i, come già abbiamo veduto a queste lettere. H82-L' U si scambia non solo colle vocali i ed o, come abbiam veduto, ma talvolta anche colla consonante l. Così esaldfre per esaudire; e, per contrario, aufro per altro: il che si nota solo per la storia della lingua. 1 t83-AVYERT1n1ENTO. Talvolta, e felicemente, da alcuni scrittori anche moderni, si usa in quei nomi forestieri che si scrivono con W. Onde Crornuelo per Cromwel; Suembaldo per Swentbald; Neuton per Newton, e qualche altro. Il Giordani di Washi11gtonfece Uasingtun.

1184-DELLE CONSONANTl. Alcune consonanti, massime la b e la m, si addoppiano o si scemano, in parecchie parole, a ritroso della loro origine. Così abate, sabato, femmina, To1nniaso, ecc., in cambio di abbate, sabbato, {emina, Tornaso, ecc. Ma non essendo ancora l'ortografia di nostra lingua irrevocabilmente fermata (e irrevocabilmente fermarla può solo un supremo tribunale de'più dotti italiani) ci terremo in queste cose all'uso più comune.

PAllTE

si-;co~o...

118!:I- A\'\'f.nTDlf.NTO, Sara hcnc, per altro, mJssim" con quelle ,·oci, la cui orloi;ralia la Crusca lasda ad arliitrio, lcnrrsi a quella una delle due o Ire o quallro, talrnll:i cinque, 11a11iereclic r,sa addita, che sola o pilÌ si anicina alla sua etimologia. Co~i w dico ~rnipre più ,·olcnlicri, piulloslo clic oubeclire, 11'1!,edire,ulibidire, 11Mic/1rP,ecc., !-ulo onrnrnr., e perciò anche solo onEDu::-;zA. Cosi1ul,l1eci1 anti (:'\. 0 -!~), scrh 1 ndo l'apa, /ie, l'esro11o,/>ri11cip", ere., c11mL' I',111z .-\I s.,undro, /IP \'ilturiu Emma11ucle. uc.; 111aa noi parr che stia lwnc il farlù sol 11u:i'l,lo1p1estinomi sono a,t pcrati a~solutamrnlc, cioi• quan,lo si i11dicacon cc.si un iodi,·id110determinato, come Alla b111tayliadi S . .Jlarlino il HE {" con uoi dalla mat1

1

1

tina alla sera.

·J208-DtLLE SILLABE. Quando una parola no11 cape tutta intera 11el,·erso o nella riga, le si fa appresso questo ~eg110 (-), che potremmo chiamare ui-:10:sE, e se ne tra-;porta una o piì1 sillaLc al verso o alla riga seguente. ~el che fare sarà bene osserrnr qua11to segue: 1200-1. 0 La consonante posta tra due vocali, fa sillaba colla vocale seguente, e però scriveremo: a-mo,· e-rano; o-no-re-vo-le; de-si-de-1·0-so, ecc. 1210-2. 0 Se tra due vocali si troveranno due consonanti simili; o se tre, tali che le due prime sieno le medesime, la di\'isione si farà tra le due prime; e però scri,·eremo: ap-pcl-lo; ab-brnc-cio, ecc. 1211-3. 0 Se due consonanti fra 1Ht1•am, aHHll'mi prr ama''lllllO, 1ll11n1•a1zo ,· 11ma1·on per amal'ono; a mrr,·m. am,·0 1·(m per an11:1·1~1110, tl1111•rr1111w(i'. l:!j8); rw1in 1wr 1mi110,· U)}}l/.~s,•1· per (ll)la.',~l!l'O,' (ll)lP,?'CUÙf'I' 1wr (llilt'rculJl'!ro; 111ano11 11J>1U1ll per ll111m,rnw,· amassin, pc>rarnllS'5illlo; (11/lCl'Clrl per Clll1Ci'elilrnO. 1

1~:'JO-Av,·r.nrrnr.\TO. La prrnw 1,crsona drl Pres,'nle dcll'ln licatho si trova tronca I solo 11cl,·r•rl,oe,ççpre: on1lc io SO:'{per io s1,110; ma si lrnnr,ù ( r 'luesto si dice per semplice erudizione) in perdu11, ,ço.~11ir, r',irr ( cl1irdo ), trrm c•1laltre: delle quali soln 11ertl,m, in grazia ciel Ta"~o, e prr le ragioni clic ad usarne clihe il Tasso, forsP si polrelibc :rncli'og~i lullrrarc in verso.

·I2;jl -J.' U 11011si tronca. anzi, SPcondo i gra111mntici, qursta vocale si usa solo 11c>lle parole tro11che, cht.• tali es!-i crPdono i 110111i fì11illiclre C'ssi credono gl'interi. no11s0110altro che l'ablntiro, o tal quale. come vil't11te 1. Diciamopi11t1ostoche, ,çi troi•a trn11ca.non che. çj tronca, la prima sin:::ol:lrc di es~ere, prrcliè. propriamente p:trlando, son è ,·oce inlcr:1: le :,i ;1g~i1111-e, per uniftlrmita di cadcn1a con gli allri rcrhi, la ,·ocale u, e si t.li:;~csu11•. Clic s011 poi sia voce intera, e non accorciala, la ra~ ~ioni' r. qur,la; c,s;1 ~ccnilc clal .rn111 ile' Latini, cl,e ne' primordii della lin;:11:1si usu p11rr lai quale. Es. Si cu111,·go su~, 111dei e,çsere. {Isc1111.10:--~: :-;r.1.Crmrrno P1--.1.~o.)Appresso si cominciò a pronunziar e a iCri,crc s1111 per 1·aflinit:'1delle t.luc lettere. Finalmenle. prr la parentela anche dcli' 11 roll'o, si dis:;e, e rimase son. \'edi il :'\A:'i:'H'CCI, Analisi critica Je' 1•erbi,pa~. ~~?

SI~TASSI

2G5

u\ poco mutato per l'affinità del d col t, virtude (~. 0 5',2 nota). ·1252-SrLLAilE TRONCATE. Troncasi una sillaba intera, supplendola ta1vo1ta con l'apostrofo impropriamente detto. -o troncativo, purchè non le segua parola per vocale incorni nciante; ma VE', stroncatura di vedi (N. 0 391), ancl1e innanzi a vocale non is) - JJarc1,tesi, che sono queste ùuc semilunc ( ), tra cui ablJia111ciiiu, quando dà principio ad una proposizio11e i11cide11tcdicltiaratirn (~ .0 525). Onde son ben punteggiate, nell'edizione del Fraticelli, '}Ueste parole di DANTE: « Quel colo,· che viltà di fuor mi pinse, Veggendo, ecc. :» - Ma ben vi si segna quando dà principio ad una determinativa (i\'i.)-Esse (donne) dentro a' dilicati 7wtti tengono l' amorose fiamme nascose, le quali quanto più di (01·:a hanno clte le 71alesi, coloro il sanno che l'hanno p,·ovatc. 12GG- Il Punto e t'Ù'gola separa generalmente le prorosizioni subordinate coordinate. Es. La mattina ti déi dal'e al pensiero delle cose che da fm·e sono,· la sera al ,·icordame11to delle falle.

SlNTASSl

1267 - I Due punti si segnano, quando si comincia a riferir le parole di alcuno. Es. Queste parole di colo;·c oscuto Vid' io sc1'itte al sommo d'una porta, Per eh' io: Maestro, il senso lo1· m'è duro. - O quando, compiuto perfettamente un periodo, se ne aggiunge un altro, il quale o renda ragione del già detto, o cosa simile. Es. Ecuba trista, misera e captiva ... Forsennata latrò sì come cane: Tanto dolo1· le fe' la mente torta. 1268-Il Punto fenno si c:;egnaalla fine di ciascun periodo, quando cioè un pensiero, un concetto è pienamente significato, e ciò che seguita, è principio di un'altro. Es. Non si domanda a' c1·istiani lo 'ncMnincim·e, ma, 'l finil'e. Paolo mal cominciò, ma bene finio. Di Juda si loda lo cominciamento , e biasimasi la fine del suo tradire. 1269-Il Punto d'intel'rogazione si segna appresso alle proposizioni con le quali si domanda. Es. Dunque clte è ? perchè, perchè ristai? Perchè tanta viltà nel core allette'! Perchè ardire e franchezza non hai? 1270-II Punto,d' ammirazione si segna appresso alle interjezioni, e si tralascia appresso alla proposizione intera, o viceversa. Es. Ahi quanto, a dfr qual era, è cosa dura, Questa selva selvaggia ed asp1·a e forte, Che nel pensier rinnova la paura! 1271-I Punti ellittici, i quali, generalmente, non sono più che tre, si segnano quando si supprimono, per ragioni speciali di chi scrive, alcune parole che facilmente si posson sopperire dalla mente di chi legge. Es. Voi, voi, senza me, Nel regno mio la terra e 'l ciel confondere, R far nel mare un sì gran moto osate? Io vi farò ... Ma di mestiero è prima Abbonazzar quest' onde. 1272-La Lineetta, la quale non è da tutti usata, ma molto adopera a chiarezza, si segna per dividere più distintamente un concetto da un altro, in luogo del punto fermo, o insieme con esso. Es. Tieni a mente quel che dice Salomone ne' suoi Proverbii: « La casa si edificherà colla sapienza, e pe1· la prudenza renderassi stabile. -Mediante la scienza saran ripiene le guardarobe di ogni specie di cose p1•eziose e più belle ». 1273-Le Virgolette si segnano, al principio ed alla fine, quando si riferisce alcun passo di qualche autore, di qualche legge, ecc.; conforme si vede nell'esempio citato a proposito della Lineetta.

2G8

I'ARTE SECO!'\DA

I27,'i--Nclla Pm·e11(esi, finalmente, si chi11,lono ']llll'Altrr:11.inne Accidenti dA \'erbi § 1. lle'Te111pi. S 2. IJe' Numeri ~ 3. llelle Persone. § .i, Ue' Mùtli . . . . . . Conj11gazionedel \'erbo Essrn~; O.,sena1.ioni intorno al ,•. Essere. Conjugazione del \'erbo An:11E Osservazioni intorno al ,·erho A1•ere 1. • Conjugazione. ~Jodr.llo:Amare . Verbi da conjug:irsi per esercizio. Osser\'azioni intorno ai verbi della t: conjugazione ~.- Conjngazionc. Modello: Temere \'erbi da conju:::arsi prr esercizio. Osserrazioni intorno ai \'erhi drlla 2. • conj,1gazione :-i: Conjugazione. Modello: Obedire. Verbi da conju;;arsi per esercizio. Osservazioni in torno ai \"Crbidella 3. • conjugaziune Osser\'azioni intorno ai verhi in generale \'erhi irregolari I.• Conjugazione 1.• Conj11gazionc Classe I.· Classe ~-• 3: Conjngazionc Verbi difcllid. CAPITOLO V. Dcll'A\'\'erhio CAPITOLO VI. Della Preposizione CAPITOLO \'II. Della Congiunzione LAPITOLO \'I 11. Della lnterjezionc

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PARTE SECOi\DA Sinlassi

I HRODUZIO:',E

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Esempii di Analisi logica l..\PJTOLO I. Del Sostanti\'O . Ufficiodel sostanli\'O in generale. Uso di alcuni soslanli\'i in particolare Del genere in alcuni soslanli\'i Del numero in alcuni sostantivi C\PITOLO Il. Dell'Aggelli\'i . Ufficiodell'aggclli\'O in generale Uso di alcuni aggeui\•i in particolur Degli aggetti,·i qualificanti . § I. Della Collocazione

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IND!CE

B. 2. Della Comparazione . Degli aggettivi determinanti ~ 1. Degli Indicativi ~ 2. De'Possessivi . ~ 3. Degli Indefiniti ~ 4. Dc' Numerali . CAPITOLO I I I. Del Pronome . Ufficiodel pronome in generale ~ 1. De' Pronomi assoluti . ~ 2. De' Pronomi indicativi . ~ 3. De' Pronomi congiuntivi. ~ 4. De' Pronomi indefiniti . CAPITOLO IV. Del Verbo . . Del Soggetto . Dell'Attributo. De' Compimenti Uso degli Ausiliarii . Uso degli affissi . Dell' uso de' Tempi ne' quattro Modi Del!' Infinito semplice Del!' Infinito gerundivo. Del Participio presente . Del Participio passato CAPITOLO V. Dell'Avverbio . ~ 1. Avverbii di modo. , ~ 2. Avverbii di luogo. ~ 3. Avverbii di tempo CAPITOLO VI. Della Preposizione ~ 1. Preposizioni assolute ~ 2. Preposizioni dipendenti . CAPITOLO VII. Della Congiunzione. Legamento assoluto. Legamento relativo . CAPITOLO VIII. Della lnterjezione. APPENDICE

~ ~



.

1. Della Ortofonia . 2. Della Ortografia .

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pag. 133 « 137 • « ivi



11 144 • 146 a 162 « 163

e ivi « 164 « 167 « u « « « « 11

175 179 186

ivi 190 191 196

« 1!)8

(( 201 « 206 « 209 « 211 • 212 « 213 « 2U « 219 « 222 « 225 « 226 « 234 « 239 « 2,W « 243 (C. 246 • 2-i9 a

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ivi 252