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Italian Pages [173] Year 2019
BAR IN TERNATIONAL SE RIE S 2919
Alessandro Guidi è stato Professore Associato di Metodologia e Tecnica della Ricerca Archeologica all’Università di Verona dal 1992 al 2003 e Ordinario della stessa materia dal 2003 al 2008. E’ professore di Preistoria all’Università di Roma Tre dal 2008; ha insegnato alle università di Roma-La Sapienza, Macerata e Napoli-Federico II. Lucia Rosini è un’archeologa “freelance”. Ha ottenuto la laurea in Lettere all’Università di Roma-La Sapienza nel 2016. Dal 1984 al 1998 ha partecipato a numerosi scavi in Italia, anche con funzioni direttive nel 2002 ha collaborato all’allestimento della sezione pre- e protostorica del Museo della Città e del Territorio di Cori (Latina). Dal 2002 al 2005 ha allestito la sezione pre- e protostorica del Museo di Sezze. Dal 2000 a oggi si occupa di archeologia preventiva nelle province di Roma e Latina (comuni di Cori, Priverno, Lanuvio, Velletri, Roma).
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
This book presents the results of field research campaigns led by the authors, and consists in a publication of the results of their 1988–1989 excavations in a cave in Central Italy, the Grotta Vittorio Vecchi (Sezze, LT). The cave, discovered by speleologists, turned out to have been used as the burial site for more than 40 members of a community living in the area, and to contain archaeological material of both cultural and chronological relevance. Study of the pottery and metal objects found (which form the focus of this volume) allowed the authors to date the utilisation of the cave to between the Early and Middle Bronze Age (that is, around the first half of the second millennium BC): a datum that agrees with the broader framework of the funerary and cultural use of caves in protohistoric central Italy.
GUIDI & ROSINI
Il libro presenta i risultati delle campagne di ricerca dirette dagli autori e consiste nella pubblicazione dei risultati dei loro scavi del 1988 e 1989 una grotta dell’Italia centrale, la Grotta Vittorio Vecchi (Sezze, LT). La grotta fu scoperta dagli speleologi e risultò essere stata utilizzata come necropoli per più di 40 membri di una comunità insediata nell’area e contenere materiale archeologico di rilevanza culturale e cronologica. Lo studio della ceramica e degli oggetti in bronzo (il “focus” del volume) ha permesso agli autori di datare l’utilizzazione della grotta tra l’antica e la media età del bronzo (all’incirca la prima metà del secondo millennio a.C.), un dato che va d’accordo con il più ampio contesto dell’utilizzazione funeraria e cultuale delle grotte.
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‘The quantity of ceramic material presented makes this book an invaluable tool for the typology and relative chronology of Middle Bronze Age material.’ Dr Vincenzo d’Ercole, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
BAR S2919
‘The majority of the potsherds are previously unpublished, as are the profile descriptions and the other finds from the excavations. These data are extremely valuable, both from a cultural point of view and for the light that they shed on cave use in Italy.’ Dr Luca Alessandri, University of Groningen
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) Alessandro Guidi e Lucia Rosini
B A R I N T E R NAT I O NA L S E R I E S 2 9 1 9
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Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) Alessandro Guidi e Lucia Rosini
B A R I N T E R NAT I O NA L S E R I E S 2 9 1 9
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Published in by BAR Publishing, Oxford BAR International Series Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) © Alessandro Guidi and Lucia Rosini Grotta Vittorio Vecchi 1988, parti interne: cranio di bambino inglobato nelle concrezioni stalagmitiche. The Authors’ moral rights under the UK Copyright, Designs and Patents Act are hereby expressly asserted. All rights reser ved. No par t of this work may be copied, reproduced, stored, sold, distributed, scanned, saved in any for m of digital for mat or transmitted in any for m digitally, without the written per mission of the Publisher.
ISBN 9781407316680 paperback ISBN 9781407355429 e-format DOI https://doi.org/10.30861/9781407316680 A catalogue record for this book is available from the British Library
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Questo volume è dedicato dagli autori, suoi allievi, alla memoria di Renato Peroni che purtroppo non ha potuto vederlo stampato
Ringraziamenti Il primo e più importante ringraziamento va agli speleologi della ASR 86 responsabili della scoperta della grotta, della segnalazione alla Soprintendenza e dei primi rilevamenti e senza la cui continua e preziosa collaborazione lo scavo non sarebbe stato possibile. Fra loro, un ricordo particolare va a Federico Donati, prematuramente scomparso, che nei suoi rapporti descrisse con arguzia le fasi della scoperta e a Giorgio Pintus, ancora oggi pronto a rispondere alle nostre domande. Un secondo gruppo di persone che vorremmo ringraziare è costituito da tutti coloro che ci hanno dato un costante supporto a Sezze, in particolare tutto il personale dell’Antiquarium Comunale coordinato dal prof. Luigi Zaccheo che lo aveva fondato all’inizio degli anni ’70 del secolo scorso e che per tanti anni è stato il punto di riferimento per l’archeologia dei Monti Lepini, in particolare il custode Luigi di Norma, Franco Vitelli, Pino, ed Elisabeth Bruckner, per i rilievi del saggio centrale nel 1988 e per l’aiuto nelle fasi di scavo. Un terzo gruppo è costituito dai tecnici dell’ex Soprintendenza Archeologica per il Lazio (disegnatori, fotografi e restauratori), in particolare Antonio Dalla Pietra. Molti fra amici e colleghi si sono adoperati ora per confrontare materiali, ora per dar consigli. Fra questi, rigorosamente in ordine alfabetico: Luca Alessandri, Carmela Anastasia, Jeph Anelli (succeduto al prof. Zaccheo nella direzione dell’attuale Museo di Sezze), Paolo Bellintani, Rosa Campanella, Tiziana Fratini, Viviana Merlino, Gianfranco Mieli (che pazientemente seguì le prime fasi della documentazione grafica dei reperti), Alessandro Vanzetti. A tutti i nostri ringraziamenti.
Indice Elenco delle figure ............................................................................................................................................................. vi Elenco delle fotografie...................................................................................................................................................... vii Elenco delle tavole ........................................................................................................................................................... viii Presentazione (Alessandro Vanzetti)................................................................................................................................. xi Summary.......................................................................................................................................................................... xvi 1 Scoperta e scavo .............................................................................................................................................................. 1 1.1. I Monti Lepini in eta’ protostorica: storia degli studi .............................................................................................. 1 1.2. La grotta: scoperta e scavi ........................................................................................................................................ 3 2 Tipologia e catalogo .......................................................................................................................................................11 2.1. Premessa................................................................................................................................................................. 11 2.1.1. Schema dell’ordinamento tipologico.............................................................................................................. 11 2.2. Classificazione dei materiali .................................................................................................................................. 13 Coperchi ................................................................................................................................................................... 13 Scodelle .................................................................................................................................................................... 13 Vasi su piede ............................................................................................................................................................. 15 Sostegni .................................................................................................................................................................... 15 Colini ........................................................................................................................................................................ 16 Ciotole ...................................................................................................................................................................... 16 Ciotole con vasca troncoconica ................................................................................................................................ 16 Ciotole a calotta ........................................................................................................................................................ 16 Ciotole a vasca arrotondata ...................................................................................................................................... 16 Ciotole con accenno di carena .................................................................................................................................. 17 Ciotole carenate ........................................................................................................................................................ 18 Ciotole a colletto ...................................................................................................................................................... 30 Tazze ......................................................................................................................................................................... 31 Boccali ...................................................................................................................................................................... 32 Vasi a collo ............................................................................................................................................................... 33 Vasi biconici ............................................................................................................................................................. 36 Vasi a listello interno ................................................................................................................................................ 37 Olle ........................................................................................................................................................................... 37 Dolii .......................................................................................................................................................................... 42 Vasi miniaturistici ..................................................................................................................................................... 44 Maniglie ................................................................................................................................................................... 44 Anse orizzontali........................................................................................................................................................ 45 Anse verticali............................................................................................................................................................ 45 Anse verticali con sopraelevazione .......................................................................................................................... 45 Manici a nastro soprelevato...................................................................................................................................... 47 Prese ......................................................................................................................................................................... 48 Fuseruole .................................................................................................................................................................. 49 Bronzi ....................................................................................................................................................................... 50 Spilloni ..................................................................................................................................................................... 50 Glassy faïence........................................................................................................................................................... 50 Varia.......................................................................................................................................................................... 50 Industria su osso e corno .......................................................................................................................................... 51 Decorazioni .............................................................................................................................................................. 51 3 Cronologia.....................................................................................................................................................................111 4 Conclusioni .................................................................................................................................................................. 139 Bibliografia ..................................................................................................................................................................... 143 Appendice ....................................................................................................................................................................... 153 v
Elenco delle figure Fig. 1. Ubicazione della Grotta Vittorio Vecchi (1) e del sito di Longara (2)...................................................................... 4 Fig. 2. Materiali dal sito di Longara .................................................................................................................................... 4 Fig. 3. Grotta Vittorio Vecchi: pianta ................................................................................................................................... 4 Fig. 4. Grotta Vittorio Vecchi, sezione S/SE delle parti interne........................................................................................... 5 Fig. 5. Pianta Grotta Vittorio Vecchi con localizzazione saggi e ambienti interni............................................................... 5 Fig. 6. Pianta con posizionamento dei reperti raccolti in superficie .................................................................................... 6 Fig. 7. Sezione E-F del saggio A2 lungo la frana ................................................................................................................ 7 Fig. 7a. Sezione G- H del saggio A1.................................................................................................................................... 7 Fig. 8. Planimetria del saggio A1, US 3, primo livello ........................................................................................................ 8 Fig. 9. Planimetria del saggio A1, US3, secondo livello. Particolare del quadrato D12 con la scodella capovolta ............ 9 Fig. 10. Carta di distribuzione delle cavità naturali dell’Italia centrale utilizzate nell’età del Bronzo (da Ricciardi 2015). 1: Grotta/Riparo del Peschio Tornera; 2: Grotta Polesini; 3: Caverna del Piluccio; 4: Cavernetta di Terra Rossa; 5: Grotta di Val de’ Varri; 6: Grotta di Don Simone; 7: Grotta del Costone di Battifratta; 8: Grotta di Battifratta; 9: Grotta Vittorio Vecchi; 10: Grotta del Felcetone; 11: Grotta Regina Margherita; 12: Grotta Misa; 13: Grotta della Paternale; 14: Grotta di Carli; 15: Grotta Morritana; 16: Grotta Nuova; 17: Grotta dello Sventatoio: 18: Cavernetta della Stipe; 19: Grotta Scura; 20: Crepaccio di Pian Sultano; 21: Caverna dell’Acqua; 22: Grotte di Pastena; 23: Grotta di Valle Oliva; 24: Grotta dell’Infernetto; 25: Grotta delle Venelle; 26: Grotta dello Sbirro; 27: Grotta del Lago; 28: Riparo di Ponte dell’Abbadia; 29: Grotta Mora di Cavorso; 30: Grotta delle Settecannelle; 31: Grotta del Cane; 32: Cavernetta Terza; 33: Cavernetta di Sant’Egidio; 34: Grotta Madonna delle Cese; 35: Grotta Baragliu; 36: Grotta Alta di Piazza Castello; 37: Grotta del Beato Benincasa; 38: Antro del Poggetto; 39: Antro della Noce; 40:Tombetta della Strada; 41: Grotta Le Tre tombe; 42: Grotta di San Francesco (Cetona); 43: Grotta Lattaia; 44: Grotta della Carbonaia; 45: Grotta Poggio La Sassaiola; 46: Grotta dell’Orso; 47: Tecchia della Gabellaccia; 48: Grotta dei Sassi Neri; 49: Grotta di Settefinestre; 50: Grotta di Ansedonia; 51: Grotta di Cala dei Santi; 52: Grotta della Cava di Monte Cavallo; 53: Grotta dello Scoglietto; 54: Grotta Prato; 55: Grotta del Somaro; 56: Grotta del Fontino; 57: Grotta di Punta degli Stretti; 58: Grotta della Spinosa di Perolla; 59: Grotta di Spaccasasso; 60: Grotta Giulia; 61: Grotta del Pesce; 62: Grotta dell’Artofago; 63: Tana della Volpe; 64: Tana del Cerro; 65: Grotta del Borghetto; 66: Tane del Diavolo; 67: Grotta Bella di Santa Restituta; 68: Grotta di San Francesco (Titignano); 69: Grotta sul Torrente Romealla; 70: Grotta Beatrice Cenci; 71: Grotta La Punta; 72: Grotta dei Piccioni; 73: Grotta Salomone; 74: Grotta Continenza; 75: Grotta Maritza; 76: Grotta Sant’Angelo; 77: Grotta di Ciccio Felice; 78: Grotta a Male; 79: Grotta Cola I di Petrella; 80: Grotta Cola II di Petrella; 81: Grotta La Dama; 82: Grotta dei Porci; 83: Grotta San Nicola; 84: Grotta La Cava; 85: Grotta di Cicco; 86; Grotta delle Marmitte; 87: Grotta del Colle; 88: Grotta del Mezzogiorno; 89: Grotta dei Baffoni; 90: Grotta di Frasassi; 91: Grotta del Grano; 92: Grotta delle Nottole; 93: Grotta del Carbone. .............................................................................. 140
vi
Elenco delle fotografie Foto 1. Grotta Vittorio Vecchi 1988, Strettoia degli scheletri: cranio di bambino inglobato nelle concrezioni stalagmitiche .................................................................................................................................................................... 137 Foto 2. Cranio di bambino, particolare ............................................................................................................................ 137 Foto 3. Grotta Vittorio Vecchi 1988 Sala Appenninica, vaso a collo............................................................................... 137 Foto 4. Grotta Vittorio Vecchi 1988, Sala dei Sette, Ambiente A, vaso a collo ............................................................... 137 Foto 5. Grotta Vittorio Vecchi 1988, Sala dei Sette, Ambiente A, pugnaletto di bronzo ................................................. 137 Foto 6. Grotta Vittorio Vecchi 1989, Sala dei Sette, saggio A3, spillone con capocchia ad anello ................................. 137 Foto 7. Grotta Vittorio Vecchi 1988, Sala dei Sette, parti interne, ghiera di bronzo (A) ................................................. 138 Foto 8. Grotta Vittorio Vecchi 1988, Sala dei Sette, parti interne, ghiera di bronzo (B) ................................................. 138 Foto 9. Grotta Vittorio Vecchi 1989, Sala dei Sette, bottone di “Glassy faïence” (A) .................................................... 138 Foto 10. Grotta Vittorio Vecchi 1989, Sala dei Sette, bottone di “Glassy faïence” (B)................................................... 138 Foto 11. Grotta Vittorio Vecchi 1988, Sala dei Sette, fuseruola di osso .......................................................................... 138
vii
Elenco delle tavole Tav. I. 1: tipo 1; 2-3: tipo 2A; 4: tipo 2B; 5: tipo 3; 6-7: tipo 4A; 8-9: incerta attribuzione al tipo; 10-12: tipo 4B; 13: tipo 4Bv. (scala 1: 3) .................................................................................................................................................... 55 Tav. II. 1: tipo 5; 2: tipo 6; 3-5: tipo 7A; 6: 7Av1; 7: 7Av2; 8: tipo 7B; 9: incerta attribuzione; 10-11: tipo 7C; 12: tipo 8. (scala 1: 4; 7 scala 1: 3) .......................................................................................................................................... 56 Tav. III. 1-3: tipo 9A; 4: tipo 9B; 5: tipo 10A; 6: tipo 10B; 7: tipo 11; 8-9: tipo 12A; 10: tipo 12Av (1-2, 6-10 scala 1: 3; 3-5 scala 1: 4)............................................................................................................................................................. 57 Tav. IV. 1: tipo 12B; 2: tipo 12C; 3-4: tipo 13A; 5: incerta attribuzione; 6-7: tipo 13B (scala 1: 3) ................................ 58 Tav. V. 1: tipo 14; 2-3: tipo 15; 4: tipo 16; 5: tipo 17; 6: tipo 17v: 7: tipo 18A; 8: tipo 18B; 9: tipo 19A; 10: tipo 19Av1; 11: tipo 19Av2; 12: tipo 19B; 13: tipo 20A; 14: tipo 20B (scala 1: 3).................................................................. 59 Tav. VI. 1: tipo 21A; 2: tipo 218; 3: tipo 22; 4: tipo 23; 5: tipo 24A; 6: tipo 24B; 7: tipo 25; 8-9: tipo 26A; 10: tipo 26B (scala 1: 3) .................................................................................................................................................................. 60 Tav. VII. 1-2: tipo 27; 3: tipo 28; 4-7: tipo 29A; 8-10: tipo 29B; 11: tipo 29Bv (scala 1: 3)............................................. 61 Tav. VIII. 1: tipo 30; 2: tipo 31; 3: tipo 31v; 4-5: tipo 32A; 6-8: tipo 32B; 9-15: tipo 33 (scala 1: 3) .............................. 62 Tav. IX. 1-3: tipo 34A; 4: tipo 34Av; 5-8: tipo 34B; 9: tipo 34Bv2; 10-14: tipo 34C; 15-18: tipo 35 (scala 1: 3)............ 63 Tav. X. 1-2: tipo 36A; 3: tipo 36B; 4-8: tipo 37A; 9-11: tipo 37B; 12: tipo 37Bv (scala 1: 3; 2: 1: 4) ............................. 64 Tav. XI. 1: tipo 38; 2: incerta attribuzione; 3-5: tipo 39; 6-8: tipo 40A; 9-10: tipo 40B; 11-13: tipo 40C (scala 1: 3) .... 65 Tav. XII. 1-2: tipo 41A; 3: tipo 41Av; 4: tipo 418; 5-6: tipo 42; 7: tipo 43A: 8: tipo 43B; 9: tipo 43Bv; 10-12; tipo 44; 13: tipo 44v; 14: tipo 45 (scala l: 3; 2: scala 1: 4) ........................................................................................................ 66 Tav. XIII. 1-7: tipo 46; 8-12 tipo 47; 13: tipo 47v1; 14: tipo 47v2; 15: tipo 48 (scala 1: 3; 3 e 13 scala 1: 4) .................. 67 Tav. XIV. 1-3: tipo 49; 4-6: tipo 50A; 7-9: tipo 50B; 10-11: tipo 51; 12: tipo 51v (1-3: scala 1: 3; 4-9 e 12 scala 1: 4; 10-11 scala 1: 5) ............................................................................................................................................................. 68 Tav. XV. 1-3: tipo 52A; 4: tipo 52B; 5-7: tipo 53 (scala 1: 3) ........................................................................................... 69 Tav. XVI. 1-3: tipo 54A; 4: tipo 54Av; 5-7: tipo 54B; 8: tipo 54Bv1; 9: tipo 54Bv2; 10: incerta attribuzione; 1114: tipo 54C (scala 1: 3) ..................................................................................................................................................... 70 Tav. XVII. 1-2: tipo 55A; 3-6: tipo 55B; 7: tipo 56A; 8: tipo 56B; 9-11: tipo 56C; 12: tipo 56D; 13-14: tipo 57; 15: tipo 57v1; 16: tipo 57v2 (scala 1: 3)................................................................................................................................... 71 Tav. XVIII. 1-2: tipo 58A; 3: tipo 58B; 4-7: tipo 59; 8-9: tipo 60; 10: tipo 60v (scala 1: 3) ............................................. 72 Tav. XIX. 1: tipo 61; 2-3: tipo 62A; 4: tipo 62B; 5: tipo 62Bv; 6-7: tipo 63A; 8-9: tipo 63B (scala 1: 3) ........................ 73 Tav. XX. 1-5: tipo 64A; 6: tipo 64Av; 7-8: tipo 64B; 9-10: tipo 64C; 11: tipo 64Cv: 12-13: tipo 65A; 14-15: tipo 65B; 16: tipo 65Bv (scala 1: 3) .......................................................................................................................................... 74 Tav. XXI. 1-2: tipo 66; 3: tipo 66v; 4-5: tipo 67A; 6: tipo 67Av; 7-8: tipo 67B; 9: tipo 68A; 10: tipo 68B; 11: tipo 68Bv (scala 1: 3; 11 scala 1: 4) .......................................................................................................................................... 75 Tav. XXII. 1-2: tipo 69; 3: incerta attribuzione; 4: tipo 69v; 5: tipo 70; 6-7: tipo 71A; 8-9: tipo 71B; 10: tipo 72; 11: tipo 73; 12: tipo 74; 13-14: tipo 75; 15: tipo 75v (scala 1: 3; 12; 1: 4) ........................................................................ 76 Tav. XXIII. 1: tipo 76A; 2: tipo 76B; 3: tipo 77; 4: tipo 77v; 5-6: tipo 78A; 7: tipo 78B; 8-9: tipo 78C; 10: tipo 79; 11: tipo 80; 12: tipo 81 (scala 1: 3) .................................................................................................................................... 77 Tav. XXIV. 1-2: tipo 82; 3: tipo 82v; 4: tipo 83; 5: tipo 84; 6: tipo 85A; 7: tipo 85B; 8-9: tipo 86 (scala 1: 4; 5: 1: 3) ... 78 Tav. XXV. 1: tipo 87; 2: tipo 88; 3: tipo 89; 4: tipo 90 (scala 1: 3) ................................................................................... 79
viii
Elenco delle tavole Tav. XXVI. 1: tipo 91; 2: tipo 92A; 3-5: tipo 92B; 6: tipo Bv; 7-9: tipo 93A; 10: tipo 93Av; 11-13: tipo 93B; 14: incerta attribuzione; 15: tipo 93C (scala 1: 4; 2: scala 1: 5) ............................................................................................. 80 Tav. XXVII. 1-2: tipo 94; 3: tipo 94v (scala 1: 3) .............................................................................................................. 81 Tav. XXVIII. 1-3: tipo 95A; 4: tipo 95Av; 5-7: tipo 95B (scala 1: 3) ............................................................................... 82 Tav. XXIX. 1: tipo 96; 2: tipo 96v; 3-5: tipo 97 (scala 1: 3) .............................................................................................. 83 Tav. XXX. 1-5: tipo 98; 6: tipo 98v1; 7: tipo 98v2; 8: incerta atribuzione; 9-10: tipo 99 (scala 1: 4).............................. 84 Tav. XXXI. 1-2: tipo 100A; 3: tipo 100B; 4: tipo 101A; 5-6: tipo 1018; 7: tipo 101Bv. (scala 1: 3) ............................... 85 Tav. XXXII. 1-2: tipo 102; 3-4: tipo 103; 5: tipo 103v; 6: tipo 104 (scala 1: 3)................................................................ 86 Tav. XXXIII. 1: tipo 105; 2-3: tipo 106; 4: tipo 107; 5: tipo 108; 6: tipo 109; 7: tipo 109v (scala 1: 3) ........................... 87 Tav. XXXIV. 1: tipo 110; 2: tipo 110v; 3: tipo 111; 4: tipo 112; 5: tipo 113; 6: tipo 114; 7: tipo 115 (scala 1: 3) ............ 88 Tav. XXXV. 1-3: tipo 116; 4: tipo 116v; 5: tipo 117; 6-7; tipo 118 (scala 1: 3)................................................................. 89 Tav. XXXVI. 1-3: tipo 119; 4: tipo 119v; 5: tipo 120; 6: tipo 121; 7: tipo 122 (scala 1: 3) .............................................. 90 Tav. XXXVII. 1-4: tipo 123A; 5: tipo 123B; 6: tipo 123C; 7: tipo 123D; 8: tipo 124; 9: tipo 125 (scala 1: 4) ................ 91 Tav. XXXVIII. 1-3: tipo 126; 4: tipo 126v1; 5: tipo 126 v 2; 6: tipo 126 v 3; 7-8: tipo 127; 9-10: tipo 128; 11: tipo 128v (scala 1: 3) ................................................................................................................................................................. 92 Tav. XXXIX. 1: tipo 129A; 2: tipo 129Av; 3-5: tipo 129B; 6: tipo 129Bv; 7-9: tipo 129C; 10: tipo 129D; 11: tipo 129Dv (scala 1: 3) .............................................................................................................................................................. 93 Tav. XL. 1-3: tipo 130A; 4: tipo 130Av; 5-6: tipo 130B (scala 1: 3)................................................................................. 94 Tav. XLI. 1-4: tipo 130C; 5: tipo 130Cv; 6-8: tipo 130D (scala 1: 3)................................................................................ 95 Tav. XLII. 1-5: tipo 131; 6: tipo 131v; 7-8: tipo 132A; 9-10: tipo 132B (scala 1: 3) ........................................................ 96 Tav. XLIII. 1-2: tipo 133A; 3: tipo 133Av; 4-5: tipo 133B; 6: incerta atribuzione (scala 1: 3) ........................................ 97 Tav. XLIV. 1-2: tipo 134A; 3: tipo 134Av; 4: tipo 134B; 5-6: tipo 135 (scala 1: 3) ......................................................... 98 Tav. XLV. 1: tipo 136A; 2: tipo 136B; 3: tipo 136C; 4: tipo 137A; 5: tipo 137B; 6-7: tipo 138; 8: tipo 138v; 9-10: tipo 139A; 11: tipo 139B (scala 1: 8 ca.) ........................................................................................................................... 99 Tav. XLVI. 1-7: tipo 140A; 8-9: tipo 140B; 10-11: tipo 141A; 12-13: tipo 141B; 14-15: tipo 141C; 16-17: tipo 142 (scala 1: 8 ca.; 4: 1: 6; 8: 1: 11 ca.) .................................................................................................................................. 100 Tav. XLVII. 1: tipo 143; 2: tipo 144; 3: tipo 145A; 4: tipo 145B; 5-6: tipo 146; 7: tipo 147; 8: tipo 148; 9: incerta attribuzione; 10: tipo 149A; 11: tipo 149B; 12: tipo 150 (scala 1: 3) ............................................................................. 101 Tav. XLVIII. 1: tipo 151; 2: tipo 152A; 3-4: tipo 152B; 5: tipo 152Bv; 6-7: tipo 153A; 8-10: tipo 153B; 11: tipo 153Bv1; 12: tipo 153Bv2; 13: tipo 154 (scala 1: 3) ......................................................................................................... 102 Tav. XLIX. 1-3: tipo 155; 4: tipo 155v; 5: tipo 156; 6: tipo 157A; 7: tipo 157B; 8: tipo 157Bv; 9: tipo 158; 10: tipo 159; 11: tipo 160; 12-14: tipo 161A; 15: tipo 161Av; 16-18: tipo 161B; 19: incerta attribuzione; 20-21: tipo 162; 22: incerta attribuzione (scala 1: 3) ................................................................................................................................. 103 Tav. L. 1: tipo 163; 2-6: tipo 164A; 7: incerta attribuzione; 8-9: tipo 164B; 10-11: incerta attribuzione; 12-13: tipo 164C; 14-15: incerta attribuzione (scala 1: 3) .......................................................................................................... 104 Tav. LI. 1: tipo 165; 2-3: tipo 166; 4: incerta attribuzione; 5-6: tipo 167; 7: tipo 168; 8: tipo 168v; 9: tipo 169A; 10: tipo 169Av; 11: tipo 169B (scala 1: 3) ....................................................................................................................... 105 Tav. LII. 1-2: tipo 170; 3: tipo 171; 4: tipo 172A; 5: tipo 172B; 6: tipo 172C; 7: tipo 173; 8: tipo 174; 9: tipo 175A; 10-11: tipo 175B; 12: tipo 175Bv; 13: tipo 176; 14: tipo 177A; 15: tipo 177v; 16-17: tipo 177B; 18: tipo 178; 19: tipo 179A; 20: tipo 179B (scala 1: 3) ................................................................................................................ 106 Tav. LIII. 1: tipo 180; 2: tipo 181; 3: tipo 182; 4: tipo 183; 5: tipo 184; 6: tipo 185; 7: tipo 186; 8: tipo 187; 9-10: tipo 188; 11: tipo 189; 12: tipo 190; 13: tipo 191 (scala 1: 3) ......................................................................................... 107 Tav. LIV. 1: tipo 192; 2: tipo 193; 3: tipo 194; 4: tipo 195 (scala 1: 3) ........................................................................... 108 ix
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) Tav. LV. 1: tipo 196; 2: tipo 197A; 3: tipo 197B; 4: tipo 198; 5: tipo 199; 6: tipo 200; 7: tipo 201; 8: tipo 202; 9: tipo 203; 10: tipo 204; 11: tipo 205; 12: tipo 206; 13: tipo 207; 14-15: tipo 208; 16: tipo 209; 17: tipo 210; 18: tipo 211; 19: tipo 212; 20: tipo 213; 21: tipo 214; 22: tipo 215; 23: tipo 216; 24: tipo 217; 25: tipo 218; 26: tipo 219; 27: tipo 220 (scala 1: 3) ................................................................................................................................................... 109 Tav. LVI. 1: tipo 221; 2: tipo 222; 3: tipo 223; 4: tipo 223v; 5: tipo 224; 6-7: tipo 225A; 8: tipo 225B; 9: tipo 226; 10: tipo 226v; 11-12: tipo 227 (scala 1: 3) ....................................................................................................................... 110 Tav. LVII. A: Eneolitico; B: Eneolitico-Bronzo Antico; C: Bronzo Antico fase 1A; D: Bronzo Antico fase 1B; E: Bronzo Antico fase 1B-Bronzo Antico fase 2 (1/2 ca. della scala indicata in tipologia) ................................................. 120 Tav. LVIII. A: Bronzo Antico fase 2; B: Bronzo Antico (non sudd.in fasi) (1/2 ca. della scala indicata in tipologia) .... 121 Tav. LIX. A: BA 18-BM 1-2; B: BA 2-BM 1; C: BA 2-BM 1-2; D: BA (non suddiviso in fasi)-BM 1; E: BA (non suddiviso in fasi) BM 1-2; F: BA-BM (non suddivisi in fasi) (1/2 ca. della scala indicata in tipologia) ........................ 122 Tav. LX. A: Bronzo Medio fase 1A; B: Bronzo Medio fase 1B (1/2 ca. della scala indicata in tipologia) ..................... 123 Tav. LXI. BM 1 (1/2 ca. della scala indicata in tipologia) ............................................................................................... 124 Tav. LXII. BM 1 (1/2 ca. della scala indicata in tipologia).............................................................................................. 125 Tav. LXIII. A: Bronzo Medio fasi 1A-2; B: Bronzo Medio fasi 1B-2A; C: Bronzo Medio fasi 1B-2; D: BM 1-2A (1/2 ca. della scala indicata in tipologia) ......................................................................................................................... 126 Tav. LXIV. Materiali atribuiti al Bronzo Medio 1-2 (1/2 ca. della scala indicata in tipologia) ....................................... 127 Tav. LXV. Bronzo Medio fasi 1-2 (1/2 ca. della seal indicata in tipologia)..................................................................... 128 Tav. LXVI. Bronzo Medio fase 2 (1/2 ca. della scala indicata in tipologia).................................................................... 129 Tav. LXVII. Bronzo Medio fase 2A (1/2 ca. della scala indicata in tipologia)................................................................ 130 Tav. LXVIII. Bronzo Medio fase 2A (1/2 ca. della scala indicata in tipologia) .............................................................. 131 Tav. LXIX. A: Bronzo Medio fase 2B; B: Bronzo Medio fasi 2B-3 (1/2 ca. della scala indicata in tipologia) .............. 132 Tav. LXX. Bronzo Medio fasi 2-3 (1/2 ca. della scala indicata in tipologia) .................................................................. 133 Tav. LXXI. Bronzo Medio fasi 2-3 (1/2 ca. della scala indicata in tipologia) ................................................................. 134 Tav. LXXII. Bronzo medio 3 (1/2 ca. della scala indicata in tipologia) .................................................................. 135 Tav. LXXIII. A: Bronzo Medio fase 3; Bronzo medio fase 3B (1/2 ca. della scala indicata in tipologia) ...................... 136
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Presentazione Alessandro Vanzetti È sempre un piacere vedere apparire un volume da tempo atteso, e lungamente seguito nel suo farsi, come la presente pubblicazione, sugli scavi della Grotta Vittorio Vecchi, presso Sezze (LT, Lazio, Italia); a trent’anni circa dalla scoperta e scavo del contesto (1987-1989) i dati conservano un’importante attualità, inserendosi in un quadro di ricerche in significativa evoluzione.
che era invece prevalsa negli anni precedenti, seguenti alla pubblicazione del volume su La civiltà appenninica di Salvatore M. Puglisi (1959). S.M. Puglisi, in rottura rispetto alla letteratura precedente, che puntava sugli aspetti cultuali/rituali, aveva affrontato in modo deciso la questione nel capitolo V del suo volume (pp. 5559), sull’acqua come esigenza vitale e come culto carattere degli stanziamenti, dove egli sottolineava sì il “determinarsi di un atteggiamento cultuale nei confronti dell’acqua” e di un “generico culto dell’acqua”, ma riteneva al tempo stesso che le frequentazioni in grotta, e in particolare di quelle caratterizzate dalla presenza di sorgenti o torrenti carsici, non avessero carattere di ricerca consapevole e di venerazione di acque salutari o del luogo stesso quale “caverna sacra”, bensì di semplice insediamento pastorale, volto allo sfruttamento delle risorse idriche per il gregge. Egli quindi affermava (p. 58): “gli insediamenti in grotta, che sono la maggioranza, costituiscono di per se stessi, per la loro posizione geografica e per la natura dei giacimenti, una indicazione significativa per la configurazione etnologica della civiltà appenninica [in senso pastorale]”. Per esempio, R. Peroni, nelle sue Osservazioni sul significato della serie stratigrafica di Grotta a Male (Peroni 1969), mostra di risentire profondamente dell’interpretazione di Puglisi, sottolineando, per le fasi dell’età del bronzo, l’importanza del contesto in chiave economica ed abitativa, senza accenni a possibili altre interpretazioni simboliche o rituali. Nel 1971, nel suo volume su L’antica età del bronzo, lo stesso Peroni non sottolinea le possibili tracce di atti di culto provenienti dalle diverse grotte della penisola, pur se restituisce un’interpretazione cultuale di un contesto non in grotta, quale la fonte della Panighina di Bertinoro, in Romagna (i cui reperti sono oggi attribuiti prevalentemente all’età del rame), in ciò distaccandosi dalla visione di Puglisi sul contesto, che questi leggeva invece come stimolato dalla ricerca di acque a contenuto salino nel contesto dell’economia pastorale. La nuova trasformazione della prospettiva dominante nell’interpretazione delle grotte, da funzionale a rituale, avvenne nei 18 anni che intercorrono tra questo studio del 1971 e il congresso di Viareggio del 1989 sulla media età del bronzo, già citato. Ciò peraltro avveniva contemporaneamente a un durissimo colpo alla prospettiva rituale nell’uso delle grotte nel Neolitico, con l’edizione dello studio di dettaglio delle stratigrafie residue sui testimoni di scavo della Caverna delle Arene Candide in Liguria (Maggi, a cura di, 1997); ma questa discussione ci farebbe deviare troppo dal presente compito.
Proviamo a descrivere la situazione. La Grotta Vittorio Vecchi è un contesto che è stato inserito immediatamente dopo la sua scoperta nel dibattito sull’utilizzo delle grotte da parte delle comunità dell’età del bronzo del Lazio e dell’Italia protostorica (Guidi 1991-92, edizione di un intervento presentato nel 1989 al Congresso di Viareggio sulla media età del bronzo) e quindi in parte reso noto da alcune pubblicazioni preliminari (in particolare Rosini 2007). Da subito, Lucia Rosini ne ebbe da Alessandro Guidi, all’epoca funzionario di zona, in studio i reperti, per una tesi di laurea di vecchio ordinamento quadriennale presso l’Università di Roma “La Sapienza”, con Renato Peroni come relatore, compito che passò a me con il suo pensionamento, nel 2006. Nell’ambito dei seminari dei laureandi tenuti da R. Peroni presso la Cattedra di Protostoria europea dell’Università di Roma “La Sapienza” la tesi diveniva l’occasione per approfondire i problemi di metodo degli scavi in grotta, di interpretazione di tali contesti, e di relazione tra le facies archeologiche nell’ambito del Lazio meridionale. La tesi fu infine discussa il 27 gennaio 2016, con A. Guidi come correlatore; nonostante i ritardi, la tenacia di L. Rosini rese possibile il riordino integrale dei dati. Soprattutto gli ultimi due aspetti citati, ovvero l’interpretazione dei contesti in grotta e la relazione tra facies, costituiscono tuttora gli elementi di maggior rilievo sui quali la documentazione totale del record archeologico di Grotta Vittorio Vecchi permetterà di ragionare. Quanto poi al rapporto tra facies archeologiche, o cronotipologiche, e comunità e società umane, il dibattito è aperto, e materia per altre discussioni (cfr. Danckers et al., a cura di, in stampa). L’uso delle grotte nell’età del bronzo: dall’interpretazione funzionale a quella simbolica Nel corso degli anni 1980 erano infatti andate decisamente mutando le prospettive di interpretazione dei contesti in grotta dell’età del bronzo, evolvendo verso una dominante lettura di uso rituale, rispetto alla lettura quale luogo di utilizzo come sosta o residenza pastorale, xi
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) Tale lasso di tempo ha visto da un lato maturare la definizione delle facies archeologiche della Protostoria italiana, e il perfezionamento della scansione della loro cronologia relativa, dall’altro ha visto il superamento sostanziale della visione generalizzante pastorale nell’interpretazione della civiltà appenninica di Puglisi, evidente per esempio nel volume di Graeme Barker su Ambiente e società nella preistoria dell’Italia centrale (Barker 1981 per la prima edizione inglese; 1984 per l’edizione italiana). Inoltre, a distanza dalla reazione funzionalista successiva alla seconda guerra mondiale, che aveva portato alla demolizione o all’abbandono delle tesi spiritualiste (e razziste e fasciste) in voga nel mainstream archeologico tra le due guerre, nonché alla rimozione degli argomenti sulla religione e l’irrazionale, tornano in quegli anni ad assumere legittimità scientifica le interpretazioni dei fenomeni spirituali e di culto. La trasformazione è evidente nel volume di R. Peroni sulla Protostoria dell’Italia continentale (Peroni 1989), su cui torneremo.
alcuni problemi relativi al Protoappenninico B (Damiani et al. 1984). Il Bronzo medio dell’Italia meridionale veniva allora ad essere definito come un lungo periodo, suddiviso in tre fasi almeno, delle quali le prime due protoappenniniche e la terza appenninica, come si usa tuttora. Di questa trasformazione chi scrive fu testimone, per così dire, in diretta, prendendo parte al seminario degli studenti del corso di Protostoria europea di R. Peroni, che nel 1983-84 trattò della sequenza del Bronzo medio in Italia meridionale, con la circolazione del prétirage di quest’ultimo articolo. Venivano in tal modo valorizzate le intuizioni di F.G. Lo Porto e si restituiva prospettiva alla media età del bronzo dell’Italia meridionale, aprendo la possibilità di allineare opportunamente le sequenze dell’Italia centrale e meridionale tra loro, e con l’Italia settentrionale. Allineamento questo oggi compiuto nelle grandi linee, anche se ancora passibile di affinamento, soprattutto per l’inizio delle facies attribuite al Bronzo medio iniziale al Nord, Centro e Sud, giacché appare chiara un’anteriorità del Sud rispetto al Nord e forse un ritardo del Centro, nonché per il sincronismo della fine del BM3, che sembra leggermente più recente al Sud.
Accettazione del Protoappenninico B come facies a sé stante Come detto, il cambio di prospettiva nello studio e nell’interpretazione delle grotte coincide con l’acquisizione di una maggiore consapevolezza delle facies archeologiche e della loro sequenza di cronologia relativa. Il fatto principale è rappresentato dalla comprensione della durata e della complessità della sequenza della media età del bronzo in Italia centro-meridionale. Infatti, la confusione tra materiali protoappenninici (BM1-2) e subappenninici (BR) operata dallo studio fondante di R. Peroni Per una definizione dell’aspetto culturale “subappenninico” come fase cronologica a se stante (Peroni 1959) aveva impedito un apprezzamento puntuale delle modalità e della cronologia di uso delle grotte, nonché della sostanziale contrazione, o dell’abbandono, del loro uso, avvenuti con la tarda età del bronzo: in virtù di tale confusione, un contesto con materiali protoappenninici poteva essere ritenuto erroneamente essere ancora in uso nel Bronzo recente (subappenninico) e magari arrivare a lambire l’età del ferro, falsando l’interpretazione storica. Il superamento di tale fraintendimento cronologico maturò nel corso degli anni 1970, grazie alle evidenze fornite da alcuni contesti chiave, tra i quali la sequenza di Lipari (per es. Bernabò Brea 1977), lo scavo di Tufariello di Buccino (Holloway et al. 1975), oltre agli scavi già eseguiti in precedenza da F.G. Lo Porto presso S. Vito dei Normanni, Porto Perone/Satyrion e il dolmen di Giovinazzo (Lo Porto 1963, 1964a, 1964b, 1967). Mentre nel volume di M.A. Fugazzola [Delpino] (1976) sulle Testimonianze di cultura appenninica nel Lazio ancora non appare acquisita questa consapevolezza sulla media età del bronzo, l’inizio degli scavi a Vivara nel 1976 e a Broglio di Trebisacce nel 1979 (Bergonzi, Cardarelli 1982) portò alla definitiva trasformazione di prospettiva, che può dirsi acquisita in modo generale nel 1984, con l’articolo di Isabella Damiani, Marco Pacciarelli e Annachiara Saltini su Le facies archeologiche dell’isola di Vivara e
Definizione della facies di Grotta Nuova In immediata successione rispetto al definirsi del Protoappenninico B come facies a sé stante, prendeva forma la definizione della facies di Grotta Nuova, che trae il nome dal contesto omonimo, scavato nel 1949 nella valle del Fiora, il quale non è molto consistente sul piano della quantità dei reperti, ma appariva sostanzialmente esclusivo della facies in discorso (anche se N. Negroni Catacchio [1991-92], in seguito a nuovi rinvenimenti in terreno rimosso da clandestini, ha successivamente inquadrato il contesto di Grotta Nuova in un periodo dal Bronzo antico 2 al Bronzo medio 3; cfr. anche A. Guidi, presente volume, cap. 4). Il contesto fu reso utilizzabile grazie all’edizione dei reperti da parte di Raffaella Poggiani [Keller] (1978), che li presentò attribuendoli al Bronzo antico, soprattutto sulla scorta di confronti piuttosto labili con la ceramica minia mesoelladica; era comunque acquisita l’anteriorità rispetto al Bronzo medio appenninico. L’anno successivo, Andrea Cardarelli (1979) proponeva di individuare nel Lazio alcuni siti da parallelizzare al Protoappenninico B dell’Italia meridionale, che, come visto, si era andata affermando come importante e autonoma facies archeologica, attribuendoli a un “periodo a cavallo tra la fine dell’antica età del bronzo e le prime manifestazioni del Bronzo Medio”, e in particolare citando un “orizzonte del Farneto, M. Castellaccio d’Imola, grotte del Sentino” come riferimento; il suo contributo non utilizzava ancora la pubblicazione di Grotta Nuova, datata 1978 ma uscita a novembre 1979. Alessandro Guidi si ricollegava all’articolo di Cardarelli nel 1981, con un contributo su Nuovi rinvenimenti in siti del passaggio alla media età del bronzo (Guidi 1981), in cui i dati da Grotta Nuova erano ora pienamente inseriti. Sia Cardarelli che Guidi notavano la sostanziale contrapposizione tra le facies a Nord e a Sud del Tevere, aprendo la strada per uno dei caratteri che qui ci interessano, ovvero la rilevanza del Lazio meridionale xii
Presentazione come fascia di confine tra gli aspetti più caratteristici della facies di Grotta Nuova (a Nord) e del Protoappenninico B (a Sud).
1991-92) vi si distinguevano le facies di Grotta Nuova (a Nord) e del Protoappenninico B (a Sud), inserendo il Lazio meridionale, dove si trova Grotta Vittorio Vecchi, nella facies di Grotta Nuova. Al tempo stesso, la definizione adottata per questa facies, estesa dalla Versilia al Lazio meridionale e dall’Appennino emiliano e dalla Romagna alle Marche meridionali, faceva ricorso a una sua suddivisione in gruppi interni piuttosto definiti: sul Tirreno, da Nord a Sud, gruppi di Candalla, Grotta Nuova e Laziale (quest’ultimo fino al M. Circeo e alla fine della Pianura Pontina); sull’Adriatico, da Nord a Sud, gruppi di Farneto/M.Castellaccio e del Sentino; nell’interno della Toscana, gruppo di Belverde. Risultava così acquisita la nozione della facies di Grotta Nuova come un’entità cronotipologica internamente differenziata, ma al tempo stesso legata da sufficienti analogie per considerarla una facies unitaria, giustapposta al Protoappenninico B, al cui interno ugualmente venivano rintracciate scansioni definite come gruppi.
Alle ricerche di Alberto Cazzella e Maurizio Moscoloni nell’Etruria meridionale (oggi Lazio settentrionale) e di Daniela Cocchi [Genick] in Versilia si devono quindi importanti avanzamenti per la definizione organica della facies, avvenuta infine in piena coerenza a partire dal più volte citato congresso sul Bronzo medio del 1989. Infatti, A. Cazzella e M. Moscoloni nel 1982 consegnavano alle stampe il contributo sull’insediamento di Colle della Capriola, sul lago di Bolsena (VT), dattiloscritto aggiornato nel 1985 e infine pubblicato solo nel 1992 (Cazzella, Moscoloni 1992), introducendo la definizione canonica di facies di Grotta Nuova e riprendendo l’articolo di Cardarelli (1979), ma collocando la facies, come già Poggiani [Keller] (1978), nel Bronzo antico. Si può pensare che abbiano contribuito a suggerire tale collocazione da un lato l’acquisita anteriorità della facies rispetto alla ceramica appenninica classica di Puglisi (1959), già ritenuto carattere tipico del Bronzo medio tout court, dall’altro l’ancora inadeguata definizione del Bronzo antico dell’Italia centrale, per il quale la nozione di facies di Asciano, proposta da R. Peroni nel 1971 (e dell’orizzonte di Norchia, considerato da Cazzella e Moscoloni nel loro articolo alla stregua di Asciano), andava stretta, collocandosi quella tradizione in prossimità dell’orizzonte campaniforme, ovvero, come oggi sappiamo nel Bronzo antico 1 (se non 1A): vi era molto spazio di cronologia relativa da occupare (e, quando si acquisì la piena profondità temporale del Bronzo antico, anche di cronologia assoluta).
Limiti tra la facies di Grotta Nuova e quella del Protoappenninico B
Daniela Cocchi [Genick] dava alla luce gli importanti contributi sui contesti apparentemente marginali del Riparo dell’Ambra (Cocchi [Genick] 1986) e del Riparo del Lauro (Cocchi [Genick], a cura di, 1987) entrambi presso Candalla (LU), inquadrando la facies, da lei ivi definita “di Candalla”, nell’ambito del “Bronzo medio iniziale nel medio versante tirrenico”, ovvero accettando la prospettiva ormai adottata in Italia meridionale, che attribuiva lunga durata al Bronzo medio, includendovi entrambe le fasi del Protoappenninico B + Appenninico (cfr. Damiani et al. 1984). All’interno della zona mediotirrenica preappenninica, l’Autrice (in Cocchi [Genick] 1987) individuava tre entità definite come facies, da Nord a Sud: Candalla, Grotta Nuova e una “facies del Lazio meridionale”, quest’ultima maggiormente legata al Protoappenninico B (o senz’altro parte del Protoappenninico B), e per la quale si rinviava ai citati articoli di Cardarelli (1979) e Guidi (1981).
La definizione di gruppi sopra descritta, proposta negli atti del Congresso del 1989 (Cocchi [Genick] et al. 199192) fu ripresa, e modificata, nel volume sugli Aspetti culturali della media età del bronzo nell’Italia centromeridionale, che corrisponde alla versione estesa dello studio cronotipologico condotto ai fini del Congresso stesso (Cocchi [Genick] et al. 1995), ulteriormente sviluppato e con evidenti ripensamenti. Infatti, nel 1995 il gruppo laziale della facies di Grotta Nuova del 1989 fu inserito invece nella facies protoappenninica, definendone il limite con Grotta Nuova proprio immediatamente a Nord della Grotta Vittorio Vecchi. Contribuirono a questa nuova suddivisione la più puntuale definizione del gruppo abruzzese della facies protoappenninica, e più in generale un’accentuazione della suddivisione in gruppi della facies protoappenninica, con incremento degli stessi (da 5 gruppi nel 1989 a 9 nel 1995): si deve ritenere che la scansione fosse passata da una definizione più aprioristica e geografico-territoriale a una maggiore aderenza al record tipologico di ciascun sito. Tale processo è per esempio evidente nelle molteplici divisioni operate in Puglia. In ogni modo, l’adozione dell’approccio per gruppi anche nell’area più meridionale d’Italia, dove si era partiti da una definizione di facies maggiormente coprente, appare in qualche modo derivato dalla prospettiva originaria impiegata nella definizione stessa della facies di Grotta Nuova, la quale, come sopra descritto, prese le mosse da una molteplicità di gruppi, fatti confluire nella macrofacies.
Il Congresso su L’età del Bronzo in Italia nei secoli del XVI al XIV a.C., tenutosi a Viareggio in ottobre 1989 (stampato nel 1992: AA.VV. 1991-92), sotto il coordinamento di Daniela Cocchi [Genick], sanciva, come già detto più volte, le grandi linee della suddivisione del Bronzo medio italiano, e soprattutto la scansione in facies della penisola. Per l’Italia centro-meridionale (Cocchi [Genick] et al.
L’elemento di lettura che risultò definito con il lavoro del 1995 è la collocazione di un limite tra le facies maggiori (Grotta Nuova e Protoappenninico B) all’interno del Lazio storico (Lazio meridionale attuale), con apparente prevalenza di influenze meridionali agli inizi del Bronzo medio (BM1) e una crescita di importanza degli elementi Grotta Nuova nella fase centrale del periodo (BM2). xiii
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) Questa lettura non è esente da intrecci con la dimensione cronologica, vista l’apparente anteriorità dell’inizio della facies protoappenninica e la difficoltà di individuare la cesura tra facies di Grotta Nuova e il momento precedente del Bronzo antico (aspetto di Belverde-Beato Benincasa di Carancini et al. 1996).
riconoscibili deposizioni di vasi interi, e i casi prevalenti di grotte invece con sepolture, con vasi integri riempiti di derrate e anche con accesso difficile, per le quali l’interpretazione rituale gli appariva la più probabile; inoltre, una rapida quantificazione basata sui depositi tirrenici e adriatici coevi gli permetteva di sottolineare la marcata diminuzione dell’uso delle grotte con il Bronzo recente, pur con differenze tra i due versanti della penisola (l’area adriatica appariva maggiormente conservativa). Egli collegava questa diminuzione al mutare della società e dei suoi modi di produzione, che si rifletteva nell’ideologia religiosa e nelle strategie di occupazione del territorio.
In ogni modo, questa lettura domina tuttora la letteratura, e restituisce una notevole importanza alla pubblicazione integrale del record archeologico dalla Grotta Vittorio Vecchi. Anche lo studio rinnovato della facies di Grotta Nuova, operato da Daniela Cocchi [Genick] in due poderosi volumi (Cocchi [Genick] 2001, 2002), non mutava infatti la prospettiva assunta nel 1995.
Nel medesimo volume, diversi contributi proponevano una revisione di dati emersi da recuperi e scavi in grotta (per es. Trucco 1991-92; Mieli 1991-92), in relazione con la frequente presenza di materiali del Bronzo medio iniziale; l’interpretazione cultuale prevaleva generalmente. A livello internazionale, l’assunzione esplicita di prospettive fenomenologiche nella ricerca archeologica ha contribuito alla sottolineatura dell’aspetto cultuale e rituale delle grotte (Whitehouse 1992).
Le grotte come punto focale delle espressioni rituali (e collettive?) Come già detto, l’attenzione per le grotte come luogo di svolgimento di attività cultuali nel corso della protostoria era andato crescendo nel corso degli anni Ottanta del secolo scorso, ed emblematico di questa tendenza appare quanto scritto nel volume di Renato Peroni sulla Protostoria dell’Italia continentale (Peroni 1989, pp. 313-315). Sostiene l’autore che le grotte attestino una componente conservatrice delle manifestazioni del culto, in certo modo in continuità con il Neolitico e l’Eneolitico, per la compresenza di sepolture e di atti rituali. Sono incluse tra questi ultimi la deposizione di parti scheletriche singole, di offerte rituali di vasi interi ricolmi di semi carbonizzati, o di resti particolarmente frequenti di animali selvatici, o anche la rara deposizione di oggetti metallici. Tutto ciò indizierebbe da un lato il culto complessivo rivolto alla cavità naturale, quale passaggio verso il mondo sotterraneo delle divinità ctonie, legate alla fertilità e fecondità; dall’altro il sussistere di atti di offerta di tipo magico-propiziatorio come aspetto prevalente del culto ivi praticato. Veniva inoltre sottolineata la frequente ricorrenza nell’età del bronzo di forme di culto legate all’acqua, e tanto più in contesto di grotta. Peroni opponeva infine le offerte in grotta, con il loro carattere magico, alle deposizioni cultuali in specchio d’acqua o sulla sommità di alture, in incremento nel Bronzo medio e recente, in coincidenza con il diffondersi del rituale incineratorio e di un’attitudine -per così dire- di tipo sacrificale nei confronti della divinità. L’uso delle grotte si contrapporrebbe pertanto alle espressioni religiose in espansione, con il sole come elemento primario.
Nel 1997 si tenne a Imola la mostra su acque, grotte e dei (Pacciarelli, a cura di, 1997), che ribadiva tale interpretazione rituale, ora assolutamente prevalente. In seguito, fu D. Cocchi [Genick] (per es. Cocchi [Genick] 2002; si veda anche il recente Cazzella, Guidi 2017) a sottolineare ancor più l’aspetto rituale delle grotte, ipotizzando che alcune di esse, preferibilmente in aree caratterizzate da concentrazioni (come alla gola dei Frasassi e a Belverde di Cetona) costituissero una sorta di santuario collettivo, aperto a genti provenienti anche da altre regioni e gruppi della facies, o anche oltre i suoi limiti, tali da spiegare l’apparente compresenza di manufatti -soprattutto ceramici- tipologicamente affini a grandi distanze. Le grotte sarebbero state quindi magari frequentate all’interno da gruppi ristretti di persone, o destinate a specifici fini, per esempio in rituali di passaggio di età, ma avrebbero accolto all’intorno pellegrini o segmenti di comunità provenienti da aree anche molto distanti. Recenti tendenze della ricerca in grotta nel Lazio meridionale Dopo la felice stagione degli anni Ottanta del secolo scorso, immediatamente successiva all’immissione nei ruoli del Ministero dei Beni Culturali di archeologi specialisti in Preistoria (cfr. oltre, A. Guidi, cap. 1) e dei giovani della legge 285/1977, le ricerche sul Lazio meridionale videro un rallentamento, ma proseguirono con continuità soprattutto a cura dei colleghi olandesi dell’Università di Groningen, con un approccio diacronico esteso dalla preistoria almeno all’età romana (cfr. da ultimo il sito web , ultimo accesso 16.8.2018). A partire dagli anni 2000 si è assistito a una ripresa delle ricerche in grotta, sia -di recente- ad opera degli stessi colleghi olandesi, sia da parte dell’Università di Perugia, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Paleontologia
Alessandro Guidi, nella sua Presentazione di recenti ritrovamenti in grotta nel Lazio, effettuata al Congresso del 1989 (Guidi 1991-92; cfr. inoltre il recente Guidi 2014), oltre a illustrare preliminarmente, come già detto, il recentissimo intervento nella Grotta Vittorio Vecchi, presentava un abbozzo di sintesi sulle grotte dell’Italia centrale, distinguendo tra i casi non prevalenti di grotte facilmente accessibili e con sporadiche frequentazioni non chiaramente a fini rituali, in assenza di sepolture e di xiv
Presentazione Umana (2000-2001), sia in seguito direttamente della Soprintendenza competente, dell’Università di Roma Tor Vergata e dell’Università di Durham (si vedano ad es.: Biddittu et al. 2006; Angle et al. 2010, 2014; Rolfo et al. 2009, 2013, 2016; Bergsvik, Skeates, a cura di, 2012; Alessandri, Rolfo 2015; Silvestri et al. 2017, 2018). I gruppi di lavoro interagiscono variamente tra loro e le prospettive di ricerca stanno modificandosi rapidamente, soprattutto in relazione con le ricerche isotopiche e di biologia molecolare, nonché con l’accresciuto numero di datazioni assolute che si ottengono e con l’utilizzo ormai invalso della statistica bayesiana, come parte della terza rivoluzione scientifica in archeologia (Kristiansen 2014). Queste tendenze della ricerca andranno a integrare le ipotesi già sviluppate, aprendo nuovi orizzonti, che rischiano di far accantonare la rilevanza delle passate ricerche, mentre, come siamo andati dicendo, contesti come la Grotta Vittorio Vecchi hanno assunto una notevole importanza, sia per gli studi di cronotipologia (il “paradigma perduto” di Marie Louise Stig Sørensen [Stig Sørensen 2015] e la distinzione tra ambiti legati al centro-Italia (facies di Grotta Nuova) e all’Italia meridionale (facies del Protoappennico B) nel corso della media età del bronzo, sia per le proposte interpretative sull’uso delle grotte. Per questi motivi, avere l’edizione di questo importante contesto, che renda pienamente conto di una stagione di ricerche recente, per quanto trascorsa, mi sembra ora particolarmente opportuno.
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Summary The history of archaeological research in the Monti Lepini area (southern Latium, between Rome and Latina province territories) began in the late 1800s with Michele Stefano De Rossi’s discoveries. He was one of the pioneers of Italian prehistory. Finds from some of his sites have recently arrived in the Rome National Museum created by Luigi Pigorini.
There were two archaeological campaigns (4-17/7/1988 and 3-16/7/1989).
These investigations continued after the Second World War. In the Sixties the first modern territorial research began in the Sezze (L. Zaccheo) territory.
A long section along the ancient entrance (A2, fig. 7) meant that the stratigraphical sequence could be reconstructed from top to bottom. The cave opening had been filled by a landslide in Roman Republican times (Stratigraphic Unit 1). Beneath it there were levels of muddy silts (SU 9, 14), recent stalagmitic concretions (SU 5,7,16), black strata with traces of human protohistoric occupation between a late phase of the Early Bronze Age and the Middle Bronze Age (2000-1300 BC) with sherds, animal and plant remains, charcoal (SU 2,6,8,12,15), stalagmitic concretions preceding the human occupation (SU 4,10,11,13), sterile red earth (US 3) and an ancient landslide (SU 17, not present in the section).
Only in the late Seventies, in part thanks to a big exhibition in Rome, Civiltà del Lazio Primitivo in 1976, did the interest of scholars focus on the protohistory of this area.
One human skull fragment was found along with many complete or nearly complete vases, a layer of carbonised emmer wheat seeds and a small deer bone sickle.
This situation was also encouraged by new surveys by the Latium Archaeological Superintendance and, above all, the Dutch Institute.
The A1 test pit in the center of the “Sala dei Sette” provided the following sequence: muddy silt (SU 2 = SU 9 and 14 of A2), recent stalagmitic concretions (SU 1, 4, 7 = A2, SU 9 and 14), black strata (SU 3) with a composition and a chronology similar to SU 2,6,8,12,15 of the A2 test pit, but with a considerable amount of human bones, stalagmitic concretions preceding the human occupation (SU 5 and 8 = A 2, SU 4,10,11,13), sterile red earth (SU 6 = A2, SU 3).
In the early 20th century the Iron Age necropolis of Caracupa-Valvisciolo was excavated. In the 1930s Gian Alberto and Carlo Alberto Blanc carried out research into Palaeolithic settlement patterns on the Pontine Plains.
The Vittorio Vecchi cave (Grotta Vittorio Vecchi, fig. 1.1) lies on the southern slopes of Monte Fulcino (505 m). It’s a limestone peak, near Sezze (Latina). Not far away a concentration of sherds (fig. 1.2), probably from a Middle Bronze Age settlement, was discovered in 1987 by two speleological associations (Associazione Romana 86 and Latina CAI sport group [for a map see at fig. 3]).
Two levels were identified during the stratigraphic excavation of SU 3. The upper one (plan on fig. 8) had remains of burials disturbed in historical periods and a hearth probably connected with rituals. The lower one (see plan of D12 square on fig. 9) had far more archaeological finds and human bones, though very rarely in anatomical connection. Among them there was a child’s skull covered by a bowl. In another test pit (A3) there were bronze objects (including the only dagger found).
Today’s entrance to the cave is a long, steep and narrow tunnel. It was here that the speleologists began to discover sherds and fragments of human bone. Most came from the uppermost part leading to a second section of the cave. This consisted of wide and flat rooms (see the section drawing fig. 4) with niches of various sizes. These rooms (in sequence) are the Sala appenninica, the Strettoia degli scheletri (the “skeleton bottleneck” where a 6-7 year old child’s skull was found) and the largest one, the Sala dei sette. The richest selection of archaeological finds and human bone came from the latter. The cave ended with what had originally been the entrance, now blocked by a landslide (for a detailed plan see fig. 5).
The general impression was that the cave was used as a burial place between the Early and Middle Bronze Age (the earliest sherds date to the Copper age); anthropological analysis has identified at least 40 individuals (13 males, 16 females, 11 children, a strong presence of 3-5 years individuals, a valued average death age of 30-35 years for men, 20-35 for women).
In 1988, after a site inspection with speleologists, Alessandro Guidi, then an official of the Latium Archaeological Superintendance, decided to re-open the original entrance and map all the finds (as shown in fig. 5).
It’s possible to piece together a deposition pattern in the less disturbed niches and of periodical cleaning and redeposition in the center of the room to make way for new xvi
Summary burials. The area corresponding to the old entrance was probably used for rituals.
propitiatory type, linked to the difficulties of agricultural practices due to the arid climate of the first half of the II millennium BC.
Most of the book (chapters 2-3) is reserved for a typological and chronological analysis of the archaeological finds. Among the open forms (tavv. I-VIII) it has been possible to distinguish lids (coperchi), bowls (scodelle), bowls with an articulated profile (ciotole), cups (tazze) and stands (sostegni) , among the closed ones (tavv. IX-XVII) mugs (boccali), necked vases (vasi a collo), biconical vases (vasi biconici), jars (olle), small jars (ollette) and dolia (dolii).
At the same time, the average number of burials (never more than 30 or 40) demonstrate that only a certain portion of the communities was buried in these caves. After the period between the late phase of the early Bronze Age and the Middle Bronze Age there was a drastic decrease in cave use (in the Recent Bronze Age on the Tyrrhenian side, in the Final Bronze Age in the Adriatic side) coinciding with the spread of the new incineration ritual.
Following a typology of handles not attributable to recognisable forms (tavv. XVIII-XXI), the list comprises spindle-whorls, a few bronze objects, two “glass paste faïence” beads, worked bone and deer bone (tav. XXI) and the decorative motifs (tavv. XXII-XXIII). From a chronological point of view, apart from a few pieces attributable to the Copper Age (3500-2300/2200 BC), some types from the Early Bronze Age (2300/2200-1700 BC) and a group of types and decorations of an advanced phase of the Middle Bronze Age (1500-1350 BC), the majority of types are well datable to the beginning of the Middle Bronze Age (1700-1500 BC). From a cultural point of view, also thanks to the geographical position of the cave, it’s possible to detect close relationships with the archaeological facies of Grotta Nuova, typical of Central Italy, as well as the Protoappennine and Punta del Mezzogiorno horizons of Southern Italy. In the last years it has been possible to detect nearly 100 caves used during the Bronze Age in Central Italy. We can hypothesize four main functions for these caves: 1. caves used exclusively for ritual activity (Grotta della Paternale, Grotta Nuova, Cavernetta della Stipe, Grotta Scura, Grotta Lattaia [Cetona], Grotta dell’Orso on the Tyrrhenian side, Grotta del Colle and Grotta del Mezzogiorno on the Adriatic side); 2. caves used for ritual activity with some burials or sacifice (Grotta dello Sventatoio, Caverna di Pastena, Le Tre Tombe [Cetona] on the Tyrrhenian side); 3. caves used exclusively for burials (Grotta Regina Margherita, Grotta della Carbonaia [Cetona], Grotta Don Simone, Grotta Rocco di Prospero on the Tyrrhenian side, Caverna di Frasassi on the Adriatic side); 4. cave used for burials with an area reserved for ritual activity (Grotta Vittorio Vecchi, Grotta di Carli, Grotta Misa, Grotta di San Francesco [Cetona], Antro del Poggetto [Cetona]). We can suppose, in conclusion, that the caves were the centre of the Bronze Age “ritual landscape”, especially in areas like Cetona, the Fiora valley and the Sentino gorge. We also know that the rituals performed were of a xvii
1 Scoperta e scavo 1.1. I Monti Lepini in eta’ protostorica: storia degli studi
occidentali dei Lepini fra Norma (LT) e Sermoneta (LT), cronologicamente attribuibili alla prima età del ferro e di parte dell’abitato di Monte Carbolino (Sermoneta) la cui frequentazione è attestata fra l’VIII e il VI sec a.C.3
I Monti Lepini, compresi fra la Pianura Pontina ad ovest e la Valle Latina ad est, sono una catena montuosa del Lazio appartenente all’Antiappennino laziale, contenuta interamente nel Lazio, sita a cavallo fra le province di Latina e di Roma e con una piccola estensione nella provincia di Frosinone.
Negli anni Trenta del secolo scorso Gian Alberto e Carlo Alberto Blanc condussero numerose indagini sulla fascia costiera pontina. Nel corso di queste ricerche, oltre a diversi siti “pontiniani” di superficie, nel 1939 fu scoperta nel territorio lepino. nel riparo dell’Arnalo dei Bufali a Sezze4, sulla via che conduce a Priverno, la pittura in ocra rossa nota come dell’Uomo a “PHI”, in seguito purtroppo asportata per poterla esporre nel Museo romano, dove si trova ancora oggi.
Confinano a nord con i Colli Albani, ad est con la valle del Sacco, a sud con i Colli Seiani (dorsale collinare che li collega ai Monti Ausoni), a sud-est con la valle dell’Amaseno e ad ovest con l’Agro pontino. La vetta più alta è il Monte Semprevisa con i suoi 1536 metri.
Nel 1936 vennero alla luce alcune sepolture eneolitiche a Valvisciolo (Sermoneta) in località Vaccareccia o Ravarossa, ai piedi di M. Carbolino, in occasione dell’apertura di una cava di pietra: una tomba a fossa con due scheletri e tombe a grotticella con più sepolture avvenute in momenti diversi; in ambedue i casi si raccolsero “pochi frustoli” di materiale5.
La storia degli studi archeologici in generale e particolarmente pre- protostorici sui Monti Lepini inizia nel 1879. In quell’anno, nei travertini che si sviluppano ai piedi dei Lepini verso Anagni nel comune di Sgurgola (FR)1, fu scoperta una tomba a grotticella contenente un solo inumato deposto in posizione rannicchiata con il cranio colorato in rosso con il cinabro; il corredo era composto da un vaso a fiasco di tipo rinaldoniano e numerose armi in pietra (ascia a martello e 16 punte di freccia) e in metallo (pugnale tipo “Guardistallo”).
Fra il 1950 e il 1960 il Paleolitico e il Mesolitico del Lazio meridionale furono al centro degli interessi di studiosi facenti capo all’Istituto Italiano di Paleontologia Umana; furono di quegli anni le notizie relative al Paleolitico Medio musteriano di grotta Jolanda, sul versante occidentale di Sezze6 e delle pitture parietali di Riparo Roberto7, dovuti soprattutto all’attività di Marcello Zei.
Altre scoperte si devono a uno dei pionieri della paletnologia italiana, Michele Stefano De Rossi. Alcuni dei materiali della sua collezione privata furono acquistati per il Museo Nazionale Preistorico ed Etnografico di Roma da Luigi Pigorini alla fine dell’800; tra di essi si segnalano degli strumenti su ciottolo calcareo datati al Paleolitico medio, raccolti in Contrada Andreola nel territorio di Cori e un’ascia di bronzo ad alette datata all’inizio della media età del bronzo, genericamente indicata come proveniente da Sezze ( al Museo L.Pigorini è conservata un’altra ascia di bronzo a margini rialzati indicata come proveniente da Sezze, ma inventariata con il n. 70628 con provenienza Roma, donata insieme ad altri materiali da Scipione Borghese nel 1904)2.
Nel 1968 P. Brandizzi Vittucci pubblicava per la Forma Italiae il volume su Cora, in cui l’Autrice individuò, sulla base di cartografia aerea, l’agger dell’abitato su pianoro della prima età del ferro di Colle della Coedra a Giulianello (Cori, LT), al confine con il territorio dei Lepini8. Durante tutto questo periodo, continuò l’opera dell’Istituto Italiano di Paleontologia, con indagini condotte da studiosi e cultori a esso variamente legati, come Italo Biddittu, Luigi Zaccheo a Sezze (a quest’ultimo si deve l’istituzione, nel 1970, dell’Antiquarium comunale di Sezze, che in quegli anni funse da centro di raccolta dati e di divulgazione di notizie a carattere storico archeologico
Fra il 1902 e il 1904 R. Mengarelli e L. Savignoni condussero scavi sistematici recuperando circa cento tombe nella necropoli di Caracupa, sulle propaggini
Savignoni, Mengarelli 1903; Savignoni, Mengarelli 1904. Blanc 1936. 5 Barocelli 1939; v. per i materiali di queste sepolture Guidi, Pascucci 1993. 6 Zei 1953. 7 Zei 1953; Priuli, Sgarbussi,1992. 8 Brandizzi Vitucci 1968; per una migliore definizione cronologica dei materiali, anche a seguito di ulteriori ricognizioni, si veda Angle 2004. 3 4
1 Colini 1898, BPI 24. pp. 209 e ss.; G. Pinza, Monumenti primitivi di Roma e Lazio antico, in Monumenti Antichi dei Lincei XV, 1905. 2 Carancini 1979, fig. 2, 1 con provenienza Sezze; Peroni 1971, fig. 49,6 con provenienza Roma.
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Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) L’area qui presa in esame faceva inoltre parte di un progetto ideato alla metà degli anni Ottanta dai funzionari della Soprintendenza e dai loro collaboratori, diretto all’accertamento dell’esistenza di siti nella fascia costiera del Lazio, mediante diverse campagne di ricognizione, con la realizzazione di un modello probabilistico dell’occupazione del territorio nella preistoria recente e nella protostoria17.
per buona parte del comprensorio dei Lepini). Una prima sintesi sulle conoscenze pre – protostoriche fino ad allora accumulate, fu pubblicata alla metà degli anni Settanta da I. Biddittu e A. G. Segre9. Di questi anni è inoltre il rinvenimento di materiale d’impasto non tornito datato alla media età del bronzo, dall’altopiano di Longara10 situato sulle pendici sud – orientali di Monte Fulcino, nel comune di Sezze a breve distanza dalla grotta V. Vecchi.
Il secondo fenomeno fu certamente la creazione, nel 1977, del Comitato per l’Archeologia Laziale da parte di Massimo Pallottino; a quest’organismo si deve l’inizio di pubblicazioni periodiche sulle scoperte archeologiche nel territorio laziale18.
La mostra Civiltà del Lazio Primitivo, svoltasi a Roma nel 1976, sancì in qualche modo l’avvenuto risveglio della ricerca pre- protostorica in queste zone. Una prima revisione di alcuni dei corredi delle tombe di Caracupa11, fu pubblicata in questa sede. Un altro momento che fornì l’opportunità di una prima valutazione dei dati riguardanti la frequentazione dell’area lepina, fu il seminario di studi sul territorio tenuto a Carpineto (RM) nel 197912, nel quale confluirono i dati raccolti da vari studiosi e dai gruppi di archeologi dilettanti di Ceccano (FR) e Roccagorga (LT), molto attivi in quel periodo; al lavoro di quest’ultimo gruppo si deve il ritrovamento nel territorio di Roccagorga di materiali protostorici dai siti di Fosso della Cavatella, dalla Selva, Monte Nero, Monte della Difesa13, databili alle età del bronzo e del ferro14.
Il comitato serviva soprattutto da coordinamento tra tutti gli Istituti, italiani e stranieri, che conducevano ricerche nel territorio del Lazio meridionale e della Sabina; in quest’ambito si segnalarono soprattutto le attività dell’Istituto Olandese, soprattutto gli scavi di Satricum. Nel 1979 prese il via il progetto dell’Università di Amsterdam, l’ Agro Pontino Survey Project, coordinato da A. Voorrips19, a compendio dello studio geo–pedologico dei suoli del Lazio meridionale e della Campania diretto da Sevink 20.
Altri due importanti fenomeni si verificarono a partire dalla metà degli anni Settanta.
Il lavoro di Voorrips, relativo all’area compresa fra S. Felice Circeo a Sud, il fiume Astura Nord e le propaggini dei Lepini ad Est, fu svolto mediante alcuni transetti che dalla linea di costa si dirigevano quasi perpendicolarmente verso i Lepini. Numerose campagne di ricognizione permisero di individuare moltissimi punti di concentrazione di materiale archeologico e all’identificazione di 14 zone di reperimento con materiali genericamente attribuiti alle fasi protostoriche.
Il primo fu l’immissione nei ruoli delle Soprintendenze, nell’ambito del fervore legato alla nascita del Ministero per i Beni Culturali (1976), di un certo numero di ispettori archeologi specialisti di preistoria e protostoria: ne derivò un sempre maggior interesse per le ricognizioni di superficie finalizzate alla redazione di carte archeologiche che presto si tradusse nell’intervento attivo delle Soprintendenze nelle attività di ricerca sul territorio.
Intorno alla metà degli stessi anni ebbero inizio le indagini topografiche di M. Cancellieri volte alla ricostruzione del paesaggio antico, condotte fra la Pianura Pontina e la zona di Priverno, che portarono la studiosa a individuare alcuni siti datati genericamente all’età del bronzo come Colle Pistasale, situato a destra del fiume Amaseno, lungo il tratto pedemontano che si conforma alla morfologia delle propaggini sud – occidentali dei Lepini21.
Non a caso, il primo lavoro di sintesi sullo stato delle conoscenze della protostoria del Lazio al sud del Tevere fu pubblicato nel 1979 dallo scrivente, allora ispettore per la protostoria della Soprintendenza Archeologica per il Lazio15. Negli stessi anni fu effettuato il recupero di quella parte dei materiali della già citata necropoli di Caracupa depositati presso il Museo L. Pigorini e in parte presso l’Abbazia di Valvisciolo, che permise un esame complessivo delle sepolture e dei corredi16.
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Al 1987 risale la scoperta della grotta V. Vecchi, avvenuta ad opera di alcuni speleologi dell’Associazione Speleologica Romana 86 che vi rinvennero reperti ceramici e metallici frammisti ad ossa umane. Due campagne di scavo condotte nel 1988, e 1989 coordinate dallo scrivente con la collaborazione dell’équipe dell’Antiquarium Comunale di Sezze coordinata dal prof. L. Zaccheo, permisero di
Biddittu, Segre 1976-77. Zaccheo, Pasquali 1972. Bartoloni, Bergonzi 1976. Si veda la sintesi in Biddittu, Segre 1982. Ciotti 1978, Ciotti, Cantarano 1979, Cantarano 197. Biddittu 1980. Per una revisione cronologica di questi contesti v. Anastasia 2003. Guidi 1979. Angle, Gianni 1985a.
Angle et al. 1988. Si tratta dei Quaderni per l’Archeologia etrusco-italica, pubblicati fino al 1993, poi sostituiti a partire dal 2002 dai volumi a cadenza annuale di Lazio&Sabina. 19 Voorrips et al. 1991. 20 Sevink et al. 1984. 21 Cancellieri 1986. 17 18
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Scoperta e scavo Nella letteratura recente è difficile trovare lavori di sintesi sul comprensorio dei Monti Lepini in età protostorica; un’eccezione è certamente costituita da un articolo pubblicato nel 2002 dallo scrivente assieme a P. Petitti e A. Zarattini in cui si sottolineano le affinità del Lazio meridionale, fin dalla media età del bronzo, con la Campania settentrionale, un comprensorio denominato, fino all’unità d’Italia, “Terra di Lavoro”30. In un altro contributo, presentato in una giornata di studi all’Università di Cassino del 2004, ho affrontato il problema dei centri protourbani sorti attorno ai Lepini, come Colle della Coedra e quello relativo alla necropoli di Caracupa, identificato da alcuni studiosi con la Sulmo delle fonti letterarie31.
recuperare materiali in gran parte databili tra l’antica e la media età del bronzo (oggetto del presente volume), insieme ai resti di ca. 43 individui22 e ad una gran quantità di resti vegetali carbonizzati23. Una prima sintesi dei risultati di queste ricerche fu presentata in occasione del congresso “L’età del bronzo in Italia dal XVI al XIV a.C.”, tenutosi a Viareggio nel 198924. Alla fine degli anni ‘80 del secolo scorso dal territorio di Sezze arrivano ulteriori importanti scoperte: si tratta dei ritrovamenti di Tratturo Caniò a Sezze scalo, nell’area del santuario di Giunone25; qui, al di sotto dei resti del tempio furono rinvenuti materiali databili dal Bronzo antico al Bronzo recente e a breve distanza un dolio integro datato all’età del ferro26.
Un importante appuntamento per la messa a punto delle conoscenze sulla preistoria e sulla protostoria di quest’area è stata la Riunione Scientifica dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria del 2005; in quell’occasione, oltre a una revisione di insieme dei dati relativi al territorio laziale tra Bronzo Antico e Bronzo Medio, a cura dello scrivente e di Micaela Angle32, si segnalano una prima notizia sui materiali ceramici della grotta Vittorio Vecchi a cura di L.Rosini33 e una sintesi delle ricerche compiute per la sua tesi di laurea di C. Anastasia34.
Nell’ambito di una politica che iniziava allora ad identificare la salvaguardia e la valorizzazione dei beni archeologici e paesaggistici, la Regione Lazio sostenne, nel 1996, la pubblicazione del primo fascicolo del Repertorio dei siti protostorici del Lazio, relativo alle province di Rieti e di Latina27. In quell’occasione furono censiti tutti i dati allora disponibili per quei territori, incluso l’areale dei Monti Lepini28.
Altri dati, relativi ai settori dei Monti Lepini che ricadono nelle province di Roma e Frosinone, sono stati pubblicati nel secondo volume del Repertorio dei siti protostorici della Regione nel 201035.
Nel 1997 la Regione Lazio disciplinò la materia di sistemi museali dando il via alla nascita dei Sistemi Museali Regionali. Sulla base di queste premesse vide la luce Sistema Museale dei Monti Lepini alla fine degli anni ‘90 del secolo scorso, con l’istituzione intorno al 2000 di Musei del Territorio, fra tutti quelli di Cori e di Priverno o con la risistemazione degli Antiquaria già esistenti, come quello di Sezze.
Nel 2013, infine, L. Alessandri ha pubblicato un esaustivo lavoro sul Latium Vetus36 in cui i dati conosciuti per l’età del bronzo e del ferro del vasto territorio compreso fra i Colli Albani e S. Felice Circeo sono stati meticolosamente registrati e sottoposti ad una attenta analisi, confluendo poi nella ricostruzione delle dinamiche insediative di quei periodi in rapporto alla morfologia dei siti; ad esempio il rapporto fra ubicazione delle necropoli rispetto ai centri abitati valutato sulla stima dei tempi di percorrenza. Nell’analisi funzionale dei siti, questi sono stati messi in rapporto alle risorse naturali, quali possono essere, ad esempio, le caratteristiche della costa favorevoli per l’approdo.
Gli Istituti Universitari olandesi e, specificatamente, l’Università di Groningen e di Amsterdam, hanno continuato in tutti questi anni a lavorare sul territorio lepino con molti progetti. In particolare il GIA (Groningen Institute of Archaeology), con numerose campagne di ricognizione e scavi nella regione pontina all’interno del Pontine Region Project ha costituito l’occasione per mettere insieme una banca dati in cui sono riunite le notizie sulle presenze protostoriche della regione e i land systems (suddivisione di aree con caratteristiche geomorfologiche simili), tracciando un quadro complessivo del popolamento di queste aree nelle età del bronzo e del ferro, in relazione alle possibilità di sfruttamento delle risorse del territorio29.
1.2. La grotta: scoperta e scavi La grotta Vittorio Vecchi37, così chiamata in ricordo di uno speleologo romano autore di numerose esplorazioni di cavità (Feiken et al.2011-12; Cassieri et al 2013.). 30 Guidi et al. 2002. 31 Guidi 2007; sullo stesso argomento v. anche di Gennaro, Guidi 2009. 32 Angle, Guidi 2007. 33 Rosini 2007. 34 Anastasia 2007. 35 Angle et al. 2010. 36 Alessandri 2013. 37 Dati catastali: 1016 La – comune Sezze (LT) – località Longara, quota 505 m. Carta IGM 1:25000 IV SE Roccagorga – coordinate 0’’38’21’’8’ (13’’05’30’’2’) – 41’’31’57’’6’ / Carta CTR 1:10000 401 060 Roccagorga – coordinate 2.360.800 – 4.599.730. Dislivello +8/6 – sviluppo planimetrico 180 m. Per questi e altri dati si fa riferimento a Mecchia et alii 2013, pp. 159-160.
Rubini et al. 1990. Costantini, Costantini Biasini 2007. 24 Guidi 1991-92. 25 Angle et al. 1991-92. 26 Anastasia 2003. 27 Belardelli, Pascucci 1996. 28 Si veda, ad esempio, la scheda sui già citati materiali della Longara (Rosini 1996). 29 Attema et al. 2005; da segnalare anche la breve ma importante campagna di scavi e prospezioni effettuata a Tratturò Caniò nel 2009 22 23
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Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Fig. 1. Ubicazione della Grotta Vittorio Vecchi (1) e del sito di Longara (2) (rid. dall’ IGM 1: 25.000, F. 159 IV SE, Roccagorga).
Fig. 3. Grotta Vittorio Vecchi: pianta (da Mecchia et alii 2013).
La grotta, oggetto nel 1987 di una serie di esplorazioni da parte degli speleologi dell’Associazione Romana ‘86 e di quelli del gruppo sportivo CAI di Latina, si sviluppa attorno a due fratture orientate NE/SW che si incuneano parallelamente nel calcare antico per poi entrare in comunicazione con una terza frattura orientata NNW/SSE (v. pianta speleologica a fig. 3).
naturali dell’Italia centrale, si apre sul fianco meridionale del Monte Fulcino (505 slm), a nord di Sezze Romano, alla base di una parete calcarea in un’area dominata dai terrazzamenti agricoli (fig. 1.1), sita ca. 550 m a nord-est di una concentrazione di frammenti fittili, individuata negli anni Sessanta del secolo scorso da Luigi Zaccheo (fig, 1,2)38, riferibili alla media età del bronzo (fig, 2)39.
Ben presto gli speleologi, superato l’ingresso, percorrendo da S in direzione NE (v. sezione a fig. 4) il lungo e ripido cunicolo, caratterizzato da diverse strettoie, si accorsero della presenza di reperti archeologici e resti scheletrici, soprattutto nella parte più alta e poi nella serie di sale dall’andamento quasi piano e di assai più agevole percorrenza che si aprivano dopo il suo superamento, caratterizzate dalla presenza di più o meno ampie nicchie (v, pianta a fig.5, ambienti A-C), denominate in sequenza Sala appenninica, Strettoia degli scheletri e Sala dei sette (v, pianta a fig.5, con 21 concentrazioni di materiali indicate), quest’ultima, la più spaziosa, terminante con un ampio fronte di frana che ostruiva l’ingresso antico.
Zaccheo, Pasquali 1972. Rosini 1996. Il vaso a collo (fig. 2/1), in particolare, è ben inquadrabile nel tipo 99A (nn. 467 e 800), databile a un momento avanzato della media
età del bronzo (v. capp. 2 e 3, infra).
Fig. 2. Materiali dal sito di Longara (da Rosini 1997).
38 39
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Scoperta e scavo
Fig. 4. Grotta Vittorio Vecchi, sezione S/SE delle parti interne.
Fig. 5. Pianta Grotta Vittorio Vecchi con localizzazione saggi e ambienti interni (Guidi 1991-92).
L’attenzione degli speleologi si concentrava in particolare sul cranio di un bambino di 6-7anni40 inserito nelle concrezioni calcaree (si veda, per la posizione, la concentrazione di puntini rossi nella "strettoia degli scheletri"); parti dello scheletro dello stesso individuo venivano trovate nelle vicinanze41.
Consci dell’importanza del rinvenimento gli speleologi dell’Associazione Romana ‘86 alla fine del 1987 mi segnalavano la scoperta. Nel corso di un sopralluogo congiunto si decideva dunque, in previsione di un’esplorazione stratigrafica del deposito nella parte più agevole, la già menzionata Sala dei sette, di riaprire l’ingresso antico.
Per tutte le determinazioni antropologiche v. Rubini et alii 1990. Sugli aspetti più legati alla speleologia v. Donati 1988a e b; Donati, Pintus 1988; Pintus 2000.
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Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Fig. 6. Pianta con posizionamento dei reperti raccolti in superficie ((riel. da Donati ASR 86).
• USS 9, 14: Livelli di limo fangoso dovuti a infiltrazioni d’acqua. • US 5, 7, 16: Concrezioni stalagmitiche recenti. • USS 2,6,8, 12, 15: Strato antropico nerastro relativo alla frequentazione protostorica della grotta con materiali archeologici databili tra la fase recente dell’antica età del bronzo e la media età del bronzo, resti scheletrici, resti paleobotanici, faune e carboni. • USS 4, 10, 11, 13: Concrezioni stalagmitiche precedenti la frequentazione protostorica. • US 3: Terreno rossiccio sterile. • US 17: frana antica (non riportata in sezione).
In seguito, con la collaborazione degli speleologi e dello staff dell’Antiquarium Comunale di Sezze, dopo la mappatura di tutti i reperti trovati in superficie (si veda come esempio a fig. 6 la pianta dell’ambiente A) e la quadrettatura della Sala dei Sette, venivano svolte due campagne di scavo, la prima dal 4 al 17 luglio del 1988, la seconda dal 3 al 16 luglio 198942. Nella grotta venivano effettuati diversi saggi (evidenziati in pianta a fig. 5); in particolare, il saggio A2, una lunga sezione praticata lungo l’ingresso antico, permetteva di individuare la seguente successione stratigrafica (v. sezione a fig. 7):
In questa parte della grotta l’unico reperto scheletrico era costituito da un frammento di osso temporale; diversi vasi, inoltre, erano quasi integri, in un caso veniva individuato in sezione un gran numero di semi di farro carbonizzati43.
• US 1: Frana recente che deve aver ostruito l’entrata della grotta in età medio-repubblicana, in base alla datazione dei frammenti ceramici trovati frammisti a terra e pietrame di diverse pezzature.
Da rilevare anche la presenza di un elemento di falcetto in corno di cervo44. 42 Riguardo a queste campagne esistono solo alcune brevi notizie (Guidi 1988; Zaccheo 1989), due articoli di sintesi sulle ricerche effettuate in cui la grotta veniva posta a confronto con altre cavità dell’Italia centrale della media età del bronzo (Guidi 1989, 1991-92) e un contributo più ampio dedicato sia alla grotta che ai materiali rinvenuti al suo interno (Rosini 2007).
Dei 3811 reperti paleobotanici rinvenuti nella grotta più della metà appartenevano a fave, in molti casi tonchiate, il 39.15% a farro. Erano presenti anche spighette di farro e farricello, orzo, corniolo e ghiande (per un’analisi esaustiva v. Costantini, Costantini Biasini 2007). 44 V. infra, industria su osso e corno, n. 2. 43
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Scoperta e scavo
Fig. 7. Sezione E-F del saggio A2 lungo la frana (da Guidi 1991-92).
Fig. 7a. Sezione G- H del saggio A1 (Archivio Soprintendenza Archeolohica per il Lazio).
Nel saggio A1, praticato al centro della sala, a forma di L (quadrati G12-13, H12, I 12, L12, M12) venivano individuati (v. sezione GH a fig. 7a):
• USS 5 e 8: Concrezioni stalagmitiche precedenti la frequentazione protostorica, corrispondenti alle US 4,10,11 e 13 del saggio A2. • US 6: Terra rossiccia sterile corrispondente all’US 3 del saggio A2.
• US 2: Limo fangoso corrispondente alle USS 9 e 14 del saggio A2. • USS 1, 4, 7: Concrezioni stalagmitiche recenti corrispondenti alle USS 5, 7 e 16 del saggio A2. • US 3: Strato antropico di terra nerastra con materiali archeologici databili tra la fase recente dell’antica età del bronzo e la media età del bronzo, ceramiche, resti scheletrici, resti paleobotanici, faune e carboni, corrispondente alle US 2, 6, 8, 12, 15 del saggio A2.
Lo scavo stratigrafico dell’US 3, spesso ca. 30 cm, veniva effettuato suddividendolo in due livelli artificiali. Nel primo (pianta a fig. 8), oltre a pietrame di diverse pezzature e a materiale di età protostorica era presente una fibbia in bronzo di età arcaica45, indizio di frequentazioni 45
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V. infra, bronzo, n. 48.
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Fig. 8. Planimetria del saggio A1, US 3, primo livello (Archivio SAL).
e/o disturbi posteriori alla fine dell’utilizzazione della grotta come luogo di seppellimento, ma antecedenti la frana più recente. In corrispondenza di un’area in cui i materiali erano meno frequenti, inoltre, fu rinvenuto un focolare, probabilmente relativo ai riti compiuti nel corso dei seppellimenti.
sicuramente tra la fase recente dell’antica età del bronzo e la media età del bronzo. Le analisi antropologiche50 hanno finora consentito di ricostruire la presenza di almeno 40 deposizioni relative a 13 maschi, 16 femmine e 11 infanti, con una maggiore presenza di infanti 1 (tra 3 e 5 anni) e adulti, con età media alla morte stimata intorno ai 30-35 anni per gli uomini e 20-35 anni per le donne.
Nel secondo aumentava sensibilmente la quantità di reperti archeologici e scheletrici; nei quadrati G12 e H12, in particolare (pianta a fig. 9), venivano trovate una scodella capovolta che copriva i resti del cranio di un bambino e diverse concentrazioni di ossa umane appartenenti ad individui adulti in alcuni casi in apparente connessione anatomica.
Sebbene gran parte del materiale scheletrico sia stato trovato disperso e non in connessione anatomica, probabilmente anche a causa dei disturbi postdeposizionali51 (non sappiamo se la situazione sia diversa dove alcune concrezioni avrebbero potuto conservare meglio i resti), si ha l’impressione che le deposizioni venissero effettuate soprattutto negli ambienti/nicchie e più in generale lungo le pareti e nelle parti più nascoste della grotta, anche in considerazione del più alto grado di integrità dei materiali archeologici e scheletrici trovati in queste parti della cavità, mentre invece la situazione riscontrata nella sala più grande (si veda il saggio A1) fa pensare che periodicamente i resti degli individui venissero spostati verso il centro degli ambienti per fare posto alle nuove deposizioni.
Un ulteriore saggio, A 3 (per la posizione v. pianta a fig. 5), praticato tra la base della frana che ostruiva l’ingresso antico e l’ambiente A (qui venne rinvenuto un frammento di olla di età arcaica), consentiva di individuare uno strato ricco di materiali ceramici caratterizzati da un alto grado di conservazione (prevalenti le forme chiuse) e da alcuni oggetti di bronzo, come uno scalpello46 e uno spillone47; da sottolineare la presenza nell’ambiente A, oltre che delle ceramiche, di ossa umane in situ e dell’unico pugnaletto in bronzo rinvenuto48. Due altri saggi, G 16 e A4, caratterizzati dalla presenza dello strato nero ricco di materiali, vennero effettuati nelle vicinanze di A1 (per la posizione v. pianta a fig. 8).
L’evidenza archeologica porta inoltre a ipotizzare che in questa parte della grotta venissero accesi dei focolari, un fatto riscontrato recentemente nella grotta Regina Margherita di Collepardo, anch’essa utilizzata come necropoli nello stesso periodo52.
L’impressione generale è che la grotta Vittorio Vecchi venisse utilizzata come luogo di sepoltura della vicina località stanziata alla Longara già forse nell’Eneolitico49,
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V. infra, bronzo, n. 47. V. infra, bronzo, n. 53. V. infra, bronzo, n. 50. V. infra, cap. 2.
Rubini et al. 1990. Una situazione piuttosto comune nelle grotte utilizzate in questo periodo. 52 Angle et al. 2010. 50 51
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Scoperta e scavo
Fig. 9. Planimetria del saggio A1, US3, secondo livello. Particolare del quadrato D12 con la scodella capovolta (Archivio SAL).
Che poi nella grotta venissero praticati degli specifici rituali sembra confermato, ad esempio, dalla quasi completa assenza di materiale scheletrico nella parte dell’ingresso (saggio A2) e, al contempo, dai numerosi materiali paleobotanici ivi recuperati53.
53 Un problema è costituito dall’analisi dei reperti archeozoologici; dei pochi di cui è rimasta l’indicazione di provenienza si dà conto nell’appendice al testo che qui si presenta, a cura di Massimo Ruffo.
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2 Tipologia e catalogo 2.1. Premessa
2.1.1. Schema dell’ordinamento tipologico
L’analisi della gran massa di materiali archeologici, recuperati nel corso delle due campagne di scavo condotte nel 1988 e nel 1989 all’interno della grotta Vittorio Vecchi, ha permesso di individuare circa 800 reperti significativi; di questi, per definire le fasi di occupazione della cavità e le modalità del suo utilizzo, si è proceduto a produrre una documentazione grafica, un’analisi tipologica sistematica e una loro attribuzione cronologica tramite il confronto formale con esemplari di cronologia accertata.
Coperchi Scodelle Scodelle emisferiche o a calotta Scodelle a vasca troncoconica Scodelle ad orlo rientrante a) Profilo angolare b) Profilo continuo Vasi su piede
Per l’inquadramento cronologico dei materiali eneolitici, ci si è avvalsi del confronto con singoli esemplari di cronologia accertata, per quelli del Bronzo Antico e Medio si è fatto ricorso,inoltre, ai grandi lavori di sintesi ad essi relativi per l’Italia centro- meridionale1. In particolare si farà riferimento alle tipologie Cocchi Genick 1998, 1995 e 2001, per il Bronzo Antico e Medio e Macchiarola 1987 per l’aspetto appenninico.
Sostegni Colini Ciotole con vasca troncoconica Ciotole a calotta Ciotole a vasca arrotondata I) Vasca emisferica II) A profilo sinuoso a) Massima espansione alla vasca b) Massima espansione all’orlo
I manufatti sono stati ordinati per categorie di forme, all’interno delle quali si sono distinte delle classi in base alla crescente complessità di costruzione. Considerando la frammentarietà di molti dei reperti, in generale si va dalle forme più aperte alle più chiuse, tenendo conto tuttavia delle somiglianze fra gli esemplari.
Ciotole con accenno di carena Dalla classificazione sono stati esclusi le anse a nastro verticale e le prese a lingua, elementi poco diagnostici essendo diffusi in diversi ambiti cronologici.
Ciotole carenate I) Con diametro massimo alla carena a) Parete convessa al di sopra della carena b) Forme poco articolate II) Con diametro da quasi uguale all’orlo e alla carena a maggiore all’orlo Ciotole a colletto I) Corpo lenticolare a) Colletto non distinto b) Colletto distinto II) Corpo “situliforme” Tazze A Profilo sinuoso Carenate A colletto Boccali Con corpo “a botte” a) Con ansa a nastro sopraelevata sull’orlo b) Con ansa a nastro impostata sul corpo c) Carenati
1 Guidi 1979; Damiani et al. 1984; Macchiarola 1987; Cocchi Genick 1995, 1998, 2001, 2002.
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Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) Vasi a collo I) Collo non distinto II) Collo distinto A) Orlo non distinto B) Orlo distinto a) Collo troncoconico b) Collo cilindrico c) Collo inclinato verso l’esterno
Fuseruole A corpo discoidale A corpo piano convesso A corpo lenticolare Biconiche Bronzi Pugnale Punta di freccia
Vasi Biconici a) Tronchi di cono a profilo convesso b) Tronchi di cono a profilo da pressoché rettilineo a debolmente convesso c) Tronco di cono superiore a profilo rettilineo
Spilloni Con capocchia a riccio Con capocchia ad anello Lesina Ghiere Elemento di gancio
Vasi a listello interno Olle I) Olle con corpo tendente al biconico II) Olle con corpo “a botte” III) Olle e ollette con corpo globulare o ovoide IV) A colletto a) Corpo espanso, spalla prominente con profilo da convesso a pressoché rettilineo b) Corpo presumibilmente meno espanso, spalla da rientrante a molto rientrante, sfuggente, con profilo da leggermente convesso a rettilineo c) Orlo non distinto da breve ad appena pronunciato, colletto da inclinato verso l’interno a verticale d) Colletto distinto mediante una risega
Glassy faïence Bottoni a base piatta e perforazione a “V” Varia Pendaglio litico Placchetta su zanna di sus Fuseruola d’osso Industria su osso e corno Decorazioni Motivi impressi, incisi e/o intagliati a) Motivi a spirale b) Motivi a cerchielli c) Motivi rettilinei d) Motivi a meandro retto e) Motivi a losanghe f) Motivi a scacchiera g) Motivi a zig-zag h) Intagli triangolari Decorazioni ed elementi plastici a) A “Squame” b) Cordoni e segmenti di cordone c) Bugne
Dolii I) Con orlo svasato II) A colletto a) Corpo da globulare a ovoide. Forma complessiva molto espansa b) Forma complessiva meno espansa Vasi miniaturistici Maniglie A contorno semicircolare A contorno triangolare A contorno quadrangolare Anse orizzontali Anse verticali A gomito Anse ad “orecchio” Anse verticali con sopraelevazione I) Anse con sopraelevazione ad anello II) Con breve appendice III) Con sopraelevazione a nastro IV) Sopraelevazione piatta con terminazione sagomata Manici a nastro soprelevato Prese 12
Tipologia e catalogo 2.2. Classificazione dei materiali
Grotta Nuova e ai gruppi del versante tirrenico della facies protoappenninica, attribuito genericamente al BM 1-2. Grotte del Pertuso, Pastena (FR), Guidi 1991-1992, fig. 3B: 9, BM 1-2. Ceccano (FR), Borgo S. Angelo, Biddittu, Segre Naldini 1981, fig. 7: 6, BM 1-2.
Coperchi 1-T.1 Presumibilmente a calotta, con battente interno. Prov.: GVV ’89, saggio A1, US3. L12 (Tav. I, fig. 1). Scodelle
Incerta attribuzione. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3, con elemento di presa frammentaria, presumibilmente una maniglia (Tav. I, fig. 8). GVV ’89, sporadico, con presa a lingua (Tav. I, fig. 9).
Scodelle emisferiche o a calotta 2-T.1 Orlo in continuità con la vasca, che è a calotta. Dimensioni da piccole a grandi. A. Labbro appiattito o arrotondato. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. I, fig. 2); GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. I, fig. 3). Cfr. Valle Felici (RA), Bermond Montanari 1991 – 92, fig. 1: 1; l’esemplare è classificato come Tipo 431 2001 BM 1A, diffuso all’interno dei gruppi del Farneto – Monte Castellaccio e del Sentino.
B. Orlo da mediamente a fortemente rientrante. Labbro arrotondato o leggermente assottigliato. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. I, fig. 10); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. I, fig. 11); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. I, fig. 12). Cfr. Morricone, Toffia (RI), Filippi, Pacciarelli 1991, fig. 7 B. 7. Grotta dell’Orso, Sarteano, Cremonesi 1968, fig. 11: 5. Tipo 381 “scodelloni ad orlo rientrante” della tipologia Cocchi Genick 2001, ritenuto esclusivo del gruppo di Grotta Nuova, all’interno delle fasi 1-2.
B. Labbro assottigliato. Prov.: GVV ’89, saggio A1 G12, US3 (Tav. I, fig. 4). Cfr. Percile (RM), Guidi 1979 b, fig. 3:2, BA 2. Scodelle a vasca troncoconica
Cavallino (LE), capanna 2, Pancrazzi 1979, fig. 112: 9. Per la n. 268. Fase 1 della facies protoappenninica.
3-T.1 Orlo poco sviluppato e svasato, con profilo piuttosto teso, formante un accenno di gola con la vasca sottostante; nel tratto conservato, la parete di quest’ultima si presenta lievemente convessa subito al di sotto dell’orlo e appena rastremata verso il basso. Prov.: GVV ’88, superficie (Tav. I, fig. 5). Cfr. Grotta Cardini, Praia a Mare (CS), str. inferiore, Bernabò Brea et al. 1989, fig. 29: g, con vasca a pareti concave. L’esemplare rientra nel Tipo 27C et al. 1995, riferito dagli autori alla prima fase della facies protoappenninica e diffuso all’interno del Gruppo campano meridionale.
v. Labbro appiattito. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. I, fig. 13). 5-T.2 Decorazione plastica a segmenti verticali di cordone liscio che si dipartono dall’orlo. Di grandi dimensioni. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. II, fig. 1). Cfr. Tipo 61A Cocchi Genick et al. 1995, tipo diffuso all’interno dei gruppi: campano settentrionale, dell’Ofanto, delle Murge settentrionali e dell’Alto Bradano, delle Murge meridionali e del Golfo di Taranto e del Salento; la datazione proposta dagli A., colloca questo tipo nell’ambito della facies protoappenninica, sottofasi 1-2A.
Scodelle a orlo rientrante
6-T.3 Orlo mediamente sviluppato, a profilo pressoché rettilineo, rastremato verso il labbro non determinabile. Vasca con pareti esterne leggermente convesse, non distinta all’interno. Grandi dimensioni. Prov.: GVV ’89, saggio A4 (Tav. II, fig. 2). Cfr. Grotta dei Piccioni, Bolognano (PE), G. Cremonesi 1976, fig. 68: 10. Cocchi Genick 1996, fig. 9: 3; l’esemplare, di dimensioni inferiori, è stato inserito fra le forme vascolari comuni al gruppo senese e a quello abruzzese nell’ambito del BA.
a) Profilo angolare 4-T.1 Orlo poco sviluppato, a profilo da rettilineo ad appena convesso. Forma complessiva più profonda. A. Orlo meno rientrante, labbro arrotondato o assottigliato; uno degli esemplari conserva l’attacco di un elemento di presa e del fondo. Prov.: GVV ’89, saggio A1, US3, G12 e I12 (Tav. I, fig. 6); GVV ’89, saggio A2, US15 (Tav. I, fig. 7). Cfr. Caterattino, Sabaudia (LT), Guidi 1981a, fig. 2:1; tipo 46 D. 1995, definito come foggia comune alla facies di
7-T.4 Orlo da mediamente a poco rientrante, leggermente più sviluppato, a profilo convesso, labbro arrotondato o leggermente assottigliato. Vasca a pareti lievemente
13
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) convesse. Forma complessiva piuttosto profonda, ma meno che nei tipi precedenti.
esemplare conserva una presa semicircolare con due fori passanti, impostata alla carena. Prov.: GVV ’89, saggio A1, US3 (Tav. III, fig. 1); GVV ’89, saggio A1 G12, US3 (Tav. III, fig. 2); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. III, fig. 3). Cfr. Grotta dei Piccioni, Bolognano (PE), Fratini 1997, Tav. VIII: 7, datato dall’A. alla fase 2A del Bronzo Medio.
A. Orlo più rientranti che nella varietà successiva. Prov.: GVV ’89, saggio A1 G12, US3 (Tav. II, fig. 3); GVV ’89, saggio A1 H12, US (Tav. II, fig. 4); GVV ’89, saggio G16 (Tav. II, fig. 5). Cfr. Tipo 407 della tipologia Cocchi Genick 2001, esemplare da Candalla Rip. Castiglioni, US4 con presa canaliculata; l’A. riferisce il tipo alla sottofase 1B della facies di Grotta Nuova, con diffusione all’interno dei gruppi di Candalla e del Farneto – Monte Castellaccio.
B. Labbro appiattito e obliquo verso l’interno. L’ esemplare conserva una maniglia triangolare a contorno sinuoso e apice leggermente rilevato; attacchi laterali non rilevati con fori verticali. Dimensione grande. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica, p. 11 (Tav. III, fig. 4). Cfr. Tipo 384A Cocchi Genick 2001, con presa semiellissoidale o bugnette. Il tipo è diffuso all’interno dei gruppi di Candalla e Farneto – Monte Castellaccio nell’ambito della fase 2A. La maniglia triangolare è confrontabile con il tipo 469 Cocchi Genick 2001, datato alle fasi 2- 3 del Bronzo Medio, diffuso nell’ambiente di Grotta Nuova.
v 1. Parete più sviluppata. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. II, fig. 6). v 2. Dimensioni ridotte. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. II, fig. 7). B. Orlo da poco rientrante a pressoché verticale. Prov.: GVV ’89, saggio A1, US3 G12 (Tav. II, fig. 8).
10-T.7 Orlo piuttosto breve, a profilo concavo e fortemente rientrante. Vasca a profilo da convesso a quasi rettilineo.
Incerta attribuzione. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. II, fig. 9).
A. Vasca più profonda. Prov.: GVV ’89, saggio A3 IRosini 2007, fig. 2B: 7) (Tav. III, fig. 5). Cfr. Candalla, Camaiore(LU), Riparo del Lauro, strato 3, Cocchi Genick 1987, fig. 19: 5; l’esemplare è stato inserito nella tipologia Cocchi Genick 2001 nel tipo 341 dei “bacili”, datato alla fase 1B.
C. Di grandi dimensioni e presumibilmente di forma più bassa. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. II, fig. 10); GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. II, fig. 11). Cfr. Le varietà B e C sono avvicinabili ad un esemplare proveniente da Malpasso, Civitavecchia (RM), Buffa V. et. al. 1991 – 1992, pag. 701: 4. Facies appenninica.
B. Vasca meno profonda. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. III, fig. 6).
8-T.5 Orlo poco sviluppato, ma fortemente rientrante. Vasca piuttosto bassa. Forma complessiva alquanto schiacciata. L’esemplare conserva l’attacco di una maniglia impostata sulla carena. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Rosini 2007, fig. 2B: 6) (Tav. II, fig. 12). Cfr. Dicomano (FI), Sarti 1980, fig. 18: 5; BM 1B, Pacciarelli 2001, fig. 10: A: 1. BM 1B. Belverde di Cetona (SI), strato 1C, Cuda, Sarti, 1991 – 1992, fig. 2: 1. Spiagge di S. Lorenzo, Ardea (RM), Morandini 1999, Tav. 2: 8. Tipo 417 della tipologia Cocchi Genick 2001, diffuso all’interno dei gruppi di Dicomano, Farneto- Monte Castellaccio, Grotta Nuova e Sentino, fase 1B della facies di Grotta Nuova.
11-T.8 Orlo fortemente rientrante con tesa verso l’interno e ingrossato verso l’esterno. Vasca verosimilmente molto profonda, con pareti pressoché rettilinee, almeno nel tratto più alto. Prov.: GVV ’88, saggio A1, US3, Liv. 1, n° 159 (Tav. III, fig. 7). Cfr. Pian Sultano, Tolfa (RM), Fugazzola Delpino 1976, fig. 13: 6. Grotta di Capel Venere, S. Caterina di Nardò (LE), Borzatti Von Lӧwestern 1961, fig. 4: 2, con presa impervia. Le Pazze, Tor S. Giovanni di Ugento (LE), Bianco 1980, Tav. 7: 7. I due esemplari citati sono considerati varianti “a e b” del tipo 54 Cocchi Genick et al. 1995, datato alla sottofase 2B del Protoappenninico.
9-T.6 Orlo poco sviluppato e a profilo concavo. Vasca piuttosto profonda a profilo convesso.
b) Profilo continuo
A. Labbro arrotondato o leggermente assottigliato; forma complessiva più profonda che nelle varietà successive. Un
12-T.1 Orlo poco sviluppato, a profilo leggermente convesso, poco rientrante. Vasca a profilo leggermente convesso. 14
Tipologia e catalogo A. Labbro arrotondato o leggermente appiattito; forma complessiva più piccola e profonda. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. III, fig. 8); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. III, fig. 9). Cfr. Canterno, Fiuggi (FR), Angle, Gianni 1986, fig. 4: 3. Borgo S. Angelo, Ceccano (FR), ceramica dal focolare, Biddittu, Segre Naldini 1981, fig. 7: 6. Gli Autori inquadrano cronologicamente il contesto nel Protoappenninico. Villaggio delle Macine, Albano (RM), Chiarucci 1985, fig. 3: 2. I nostri esemplari sono avvicinabili al tipo 355 Cocchi Genick 2001, diffuso all’interno dei gruppi di Candalla e Grotta Nuova.BM 1B.
Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. IV, fig.3); GVV ’89, saggio A1 H12, US3 (Tav. IV, fig. 4). Cfr. Ventotene (LT), Punta Eolo, Area IV, Della Ratta Rinaldi 1992., fig. 9: 50; l’A. ritiene che il contesto debba essere inquadrato cronologicamente nella parte centrale del BM, a ridosso della fase appenninica. Grotta Cardini, Praia a Mare (CS) (CS), strato superiore, Bernabò Brea et al.1989, fig. 99: e. Colle dell’Asino, Grottaferrata (RM), Angle, Guidi 1977, fig. 2: 2. Gli ultimi due esemplari citati rientrano nel tipo 36 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, il primo come varietà B, comune alla Facies di Grotta Nuova e ai gruppi del versante tirrenico della Facies protoappenninica e datato al BM 2; il secondo come Incerta attribuzione.
v. Orlo presumibilmente più rientrante, presa a contorno quadrangolare bifora. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. III, fig. 10). Cfr. Nel complesso, il nostro esemplare è confrontabile con il tipo 416A Cocchi Genick 2001, diffuso negli ambienti di Farneto- Monte Castellaccio e Grotta Nuova durante la fase 2A. La presa è confrontabile in generale, con il tipo 527 della tipologia Cocchi Genick 2001. BM 2A.
Incerta attribuzione. Prov.: GVV ’88, trincea A2, con maniglia a contorno trapezoidale (Tav. IV, fig. 5). B. Diensioni grandi. Prov.: GVV ’88, saggio A2 (Tav. IV, fig. 6); GVV ’88, saggio A1, US3, Liv. 1, nn. 398-426490-513, con maniglia triangolare (Tav. IV, fig.7). Cfr. Grotta Scura, Castelnuovo di Farfa (RI), Filippi, Pacciarelli 1991, fig. 11: 1, con maniglia triangolare. L’esemplare è inserito dagli Autori nel tipo 5B delle scodelle e datato al BM 1-2. Tipo 370A Cocchi Genick 2001, ritenuto tipo esclusivo del gruppo di grotta Nuova e datato al 2A. Per la maniglia vale quanto detto più sopra per il tipo 9B. BM 2-3.
B. Labbro arrotondato o assottigliato. Fondo piatto a spigolo. Maniglia triangolare con contorno sinuoso ai lati, apice rilevato, attacchi laterali a lobo piuttosto rilevati conservata. Prov.: GVV ’89, saggio A1, US3 (Tav. IV, fig. 1). Cfr. Monte Castellaccio, Imola (BO), Pacciarelli 1996, Tav. 4, B6: 1840, l’esemplare si avvicina al tipo 383 Cocchi Genick 2001 (con presa bifora), diffuso all’interno dei gruppi di Candalla e Farneto- Monte Castellaccio ed è datato alla fase 2A della facies di Grotta Nuova. La maniglia (tipo 149A della nostra tipologia) rientra nel campo di variabilità del tipo 469 Cocchi Genick 2001 datato dall’A. alle fasi 2-3.
Vasi su piede 14-T.1 Orlo mediamente sviluppato e svasato a profilo teso, carena a spigolo e vasca leggermente convessa. Ansa ad anello impostata dalla vasca in giù. Prov.: GVV ’89, saggio A1 G12, US3 (Tav. V, fig. 1). Cfr. Cavallino (LE), capanna 2, Pancrazzi 1979, fig. 115: 3, 4, 6. Generico. Gli esemplari citati rientrano nel tipo 64 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, ritenuto esclusivo dell’insediamento di Cavallino. BM 1.
C. Orlo pressoché verticale, labbro assottigliato. Vasca con pareti da convesse nella parte più alta a leggermente concave verso il fondo piatto. Prov.: GVV ’88, saggio A1, US 3 Liv. 1, nn. 170-171191-477-478 (Guidi et al. 2002, fig. 11: 9) (Tav. IV, fig. 2). Cfr. Tipo 418A Cocchi Genick 2001, diffuso all’interno dei gruppi di Candalla e Farneto Monte Castellaccio durante la fase 1B.
Sostegni 15-T.1 Corpo troncoconico a profilo più o meno concavo. Orlo svasato o fortemente svasato, labbro arrotondato. Dimensioni da piccole a grandi. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. V, fig. 2); GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Rosini 2007, fig. 2B: 5) (Tav. V, fig. 3). Cfr. Tipo 68 Della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, attribuito dagli Autori alla fase 1 della facies protoappenninica, esclusivo del gruppo campano settentrionale.
13-T.2 Orlo in continuità, fortemente rientrante. Labbro leggermente assottigliato o appiattito e obliquo verso l’interno. Vasca a profilo convesso nel tratto al di sotto della massima espansione. Maniglia triangolare con contorno lineare ai lati, apice non rilevato come pure gli attacchi laterali. A. Dimensioni medio – piccole.
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Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) Colini
Ciotole a vasca arrotondata
16-T.1 Probabile colino. Prov.: GVV ’89, saggio A1, L12, US3 (Tav. V, fig. 4). Cfr. Tipo 464A e B Cocchi Genick 2001, presumibilmente il nostro pezzo rientrerebbe nel campo di variabilità del tipo citato come variante con fori a partire da subito sotto l’orlo. L’A. riferisce i suoi esemplari al BM 1-2.
I) Vasca emisferica 19-T.1 Orlo mediamente sviluppato e fortemente svasato. Vasca con profilo leggermente convesso. A. Orlo leggermente ingrossato e svasato con profilo ricurvo. Vasca con pareti quasi verticali, forma complessiva verosimilmente meno aperta che nella varietà successiva. Prov.: GVV ’88, parte interna punto D (Tav. V, fig. 9). Cfr. L’esemplare sembra trovare confronto per la forma complessiva con il tipo 88 Cocchi Genick et al. 1995, decorato con motivi incisi, inserito fra i tipi comuni ai gruppi del medio – adriatico e medio – tirrenico e attribuito alla facies appenninica. BM 3B.
Ciotole Ciotole con vasca troncoconica 17-T.1 Orlo ingrossato, poco sviluppato e svasato, a profilo piuttosto teso, con spigolo interno. Vasca presumibilmente poco profonda, con parete superiore leggermente inclinata all’esterno e convessa. Prov.: GVV ’89, saggio A1, US3 (Tav. V, fig. 5). Cfr. Il nostro pezzo sembra avvicinabile a quello proveniente da Rosa Russa (CS) inserito nel tipo 79B Cocchi Genick et al. 1995, pp. 73-74, 411, individuato fra quelli esclusivi del gruppo dell’Alto Jonio nella facies proto appenninica, sottofase 2B.
v 1. Dimensioni ridotte. Prov.: GVV ’89, saggio A1 G12 e I12, US3 (Rosini 2007, fig. 3A: 12) (Tav. V, fig. 10). Cfr. Tipo 370 Cocchi Genick et al.1995, diffuso fra i gruppi della Campania settentrionale, delle Murge meridionali e del Golfo di Taranto. BM 2. v 2. Orlo più sviluppato e svasato, vasca più bassa. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. V, fig. 11).
v. Orlo appena prominente, labbro tagliato obliquamente verso l’interno, porzione superiore della vasca a profilo pressoché rettilineo, piuttosto sviluppata in altezza e lievemente inclinata all’esterno. Vasca leggermente convessa. Prov.: GVV ’89, saggio A1, US3, G12 (Tav. V, fig. 6). Cfr. Madonna degli Angeli (PE), cap. 1, sett. E, Fratini 1997, Tav. XIV: 12. BM 1-2.
B. Orlo svasato ad imbuto, decorato sulla faccia interna da una doppia fila di triangolini intagliati, delimitanti un nastro risparmiato. Prov.: GVV ’89, saggio A1 (Tav. V, fig. 12). Cfr. Tipo 91 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, esclusivo del gruppo campano settentrionale datato al BM 3B. Grotta a Male, str. 4b, Pannuti 1969, fig. 13: 5. Il pezzo è considerato nel tipo 88A in Cocchi Genick et al. 1995, comune ai gruppi medio – adriatico e dell’Ofanto durante la fase avanzata dell’Apenninico ( fase B).
Ciotole a calotta 18-T.1 Orlo svasato e leggermente ricurvo, con profilo esterno tendenzialmente teso. Vasca poco profonda. A. Orlo più sviluppato e svasato, dimensioni leggermente più grandi. Prov.: GVV ’88, trincea A2 (Tav. V, fig. 7). Cfr. Grotta-riparo del Peschio Tornera, Collepardo (FR), Guidi, ’91- ’92, fig. 3:3, inserito nel tipo 85 Cocchi Genick et al. 1995, nell’ambito delle fogge comuni alla facies protoappenninica e quella appenninica databili alle fasi 2B-3.
II) A profilo sinuoso a) Massima espansione alla vasca 20-T.1 Orlo poco sviluppato o appena accennato, pressoché verticale, parete al di sopra della massima espansione leggermente rientrante, vasca presumibilmente poco profonda a pareti convesse.
B. Orlo meno sviluppato e svasato, vasca più profonda che nella varietà precedente. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. V, fig. 8). Cfr. Monte Fiore, Pitigliano (GR), Persiani 1986, Tav. 2: 12; esemplare classificato come u. p. 40, nella tipologia Cocchi Genick 1998. BA
A. Orlo appena pronunciato. Prov.: GVV ’88, saggio A1, US3, Liv. 1, n°101 (Tav. V, fig. 13). Cfr. Tipo 250 Cocchi Genick2001; diffuso all’interno dei gruppi di Candalla, Farneto- Monte Castellaccio e Grotta Nuova nella sottofase 1B. Candalla, Camaiore (LU), str. 7, Cocchi Genick 1986, fig. 35: 1.
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Tipologia e catalogo A. Vasca presumibilmente meno profonda che nelle varietà successiva. L’esemplare conserva l’attacco di un’ansa a nastro verticale largo, impostata dalla carena in su. Prov.: GVV ’88, saggio A2, US1 (Tav. VI, fig. 5). Cfr. Grotta del Farneto, tipo 153 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995 l’esemplare è stato successivamente inserito nel tipo 366B Cocchi Genick 2001, attribuito alla sottofase 1 A e diffuso all’interno dei gruppi di FarnetoMonte Castellaccio e Sentino.
B. Orlo più sviluppato e assottigliato rispetto alla parete sottostante. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. V, fig. 14). 21-T.2 Orlo poco sviluppato da pressoché verticale ad appena svasato, parete sottostante poco sviluppata in altezza, appena rientrante e con profilo leggermente convesso. Vasca presumibilmente poco profonda, con profilo convesso nel tratto superiore. A. Parete superiore alla massima espansione meno rientrante e convessa. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. VI, fig. 1). Cfr. Grotta dei Piccioni (PE) Cremonesi 1976, fig. 64: 2; questo esemplare fa parte del tipo 105 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, definito come foggia comune alla facies di Grotta Nuova e ai gruppi del versante adriatico della facies protoappenninica. BM 1.
B. Orlo leggermente più sviluppato. Parete al di sopra della vasca più sviluppata in altezza e meno concava che nella varietà A. Cordone liscio, poco rilevato e orizzontale sulla parete al di sopra della vasca. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. VI, fig. 6). Cfr. Grotta a Male, Assergi (AQ), str. 4b, Pannuti 1969, fig. 9: 5; l’esemplare, inornato, è stato inserito nel tipo 88A della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, datato al BM 3B.
B. Orlo leggermente ingrossato e svasato. Parete superiore alla massima espansione più rientrante, vasca a profilo tendenzialmente angolare. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Rosini 2007, fig. 2B: 2) (Tav. VI, fig. 2). Cfr. Torre de’ Passeri, Fratini 1997, t. IX: 3. BM 1. Torre de’ Passeri, probabile. fondo di capanna, Fratini 1997, T. IX: 4. BM 1.
25-T.2 Orlo mediamente sviluppato e fortemente svasato e ricurvo. Profilo ad “S” Cordone orizzontale piuttosto rilevato, a sezione triangolare con vertice rivolto verso l’alto, impostato al di sopra dell’attacco della vasca. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, Ambiente A (Tav. VI, fig. 7). Cfr. Generico, per la forma complessiva, Pian Sultano (RM), di Gennaro 1991 -1992, p. 705: 7; inserito nel tipo 318 Cocchi Genick 2001. Grotta Nuova 1-2.
22-T.3 Orlo sviluppato, leggermente svasato con profilo tendenzialmente teso. Parete al di sopra della massima espansione leggermente convessa, vasca presumibilmente piuttosto profonda. Prov.: GVV ’89, saggio A1 H12, US3 (Tav. VI, fig. 3). Cfr. Tratturo Caniò, Sezze (LT), Anastasia 2003, T. 4:2. BM 3. Paterno (PZ), Bianco – Cataldo 1991- 1992, 745:3. BM 3.
Ciotole con accenno di carena 26-T.1 Breve orlo appena distinto, pressoché verticale, parete sottostante altrettanto breve da verticale a leggermente rientrante, con profilo concavo. Massima espansione alta. Vasca profonda e leggermente convessa. A. Orlo pressoché verticale; dimensioni medie o piccole. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. VI, fig. 8); GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. VI, fig. 9). Cfr. Candalla, Camaiore (LU), Riparo dei Castiglioni, US 4, Cocchi Genick 1989-’90, fig. 1:1, inserito nel tipo 186A Cocchi Genick 2001. Fase 1B della facies di Grotta Nuova.
23-T.4 Orlo molto sviluppato e fortemente svasato a profilo ricurvo, formante una gola profonda con la parete sottostante, molto rientrante e convessa. Profilo a “S”. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. VI, fig. 4). Cfr. Torricelle, Teano (CE), deposito votivo, Albore Livadie 1981, fig. 9A: a; l’esemplare rientra nel tipo 112A della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, considerato comune ai gruppi campano settentrionale e tirrenico meridionale nell’ambito della facies appenninica. BM 3
B. Orlo appena svasato. Dimensioni maggiori. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. VI, fig. 10). Cfr. Candalla, Camaiore (LU), Riparo della Roberta, Cocchi Genick 1984, fig. 1:1, inserito nel tipo 187 Cocchi Genick 2001. Fase 1B della facies di Grotta Nuova.
b) Massima espansione all’orlo
27-T.2 Breve orlo distinto, lievemente svasato, ingrossato, con labbro piatto e prominente verso l’esterno; collo a profilo concavo leggermente rientrante, con accenno di distinzione alla base; spalla poco prominente, vasca a profilo abbastanza convesso. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. VII, fig. 1);
24-T.1 Orlo poco sviluppato da leggermente a mediamente svasato; parete al di sopra della vasca inclinata all’esterno e a profilo leggermente concavo. Vasca a profilo leggermente convesso.
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Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) GVV ’89 US6/ Trincea A2 (Tav. VII, fig. 2). Cfr. Paduletto di Coltano (PI), Bagnoli, Betti 1986, fig. 17: 6; l’esemplare rientra nel tipo 329 Cocchi Genick et al. 1995, inserito fra le fogge comuni ai gruppi di Grotta Nuova, di Candalla, in un momento avanzato. BM 2.
esemplare rientra nel tipo 179 Cocchi Genick et al. 1995, considerato comune a entrambi i versanti della penisola nel BM 2A. Gola del Sentino, Grotta dei Baffoni, Radmilli 1953, tv. IV: 3; considerato nel tipo 209 della tipologia Cocchi Genick 2001, riferito alla fase 2A della facies di Grotta Nuova.
28-T.3 Labbro arrotondato, orlo non distinto. Basso collo a profilo leggermente concavo, distinto con una risega appena accennata dalla spalla quasi verticale e lievemente convessa. Vasca piuttosto profonda con profilo da convesso nel tratto più alto, a rettilineo verso il fondo. Conservati gli attacchi di una maniglia sulla massima espansione. Prov.: GVV ’89, saggio A4 (Tav. VII, fig. 3). Cfr. Pescina le Coste (AQ), LIV Appenninico, Ialongo 2007, fig. 101: 6. BM 3.
30-T.2 Parete al di sopra della carena poco sviluppata in altezza, a profilo lievemente convesso e formate una gola poco accentuata con il soprastante orlo breve e pressoché verticale. Labbro arrotondato. Carena alta a spigolo leggermente smussato. Vasca piuttosto profonda a profilo convesso. Fondo piatto. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. VIII, fig. 1). Cfr. Monte Castellaccio (BO), Pacciarelli 1996, fig. 7, B 11:1846. BM 1-2. Ortucchio (AQ) strada 28, Ialongo 2007, fig. 30: 7. L’ A. confronta il pezzo con il tipo 52B Cocchi Genick 1998 e lo assegna alla fase 1B del BA.
Ciotole carenate I) Con diametro massimo alla carena a) Parete convessa al di sopra della carena
b) Forme poco articolate 31-T.1 Brevissima parete rientrante al di sopra della carena con profilo da quasi rettilineo ad appena convesso. Orlo poco pronunciato in continuità. Labbro arrotondato o assottigliato. Carena alta a spigolo e vasca a pareti convesse. L’esemplare conserva l’ansa con sopraelevazione. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Rosini 2007, fig. 3A: 3) (Tav. VIII, fig. 2). Cfr. Grotta a Male (AQ), str. 3, tgl. 1, Pannuti 1979, fig. 31: 6; Paludi di Celano (AQ), Ialongo 2007, fig. 85: 29. BM 1-2A.
29-T.1 Parete al di sopra della carena di sopra della carena da leggermente convesso a pressoché rettilineo. A. Orlo breve quasi verticale o appena svasato, carena a spigolo più o meno accentuato. Forma complessiva piuttosto larga. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. VII, fig. 4); GVV ’89, saggio G16 (Tav. VII, fig. 5); GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. VII, fig. 6); GVV ’89, saggio G16 (Tav. VII, fig. 7). Cfr. Montagna Spaccata (NA), Albore Livadie ’85, Tv. XI. 8:2; l’esemplare rientra nel tipo 168 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, attribuito al BM 3 generico nell’ambito dei “tipi esclusivi del gruppo campano settentrionale. Ortucchio (AQ), strada 29, Ialongo 2007, fig. 48: 2. BM 2B.
v. Labbro tagliato obliquamente verso l’interno. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. VIII, fig. 3). Cfr. Paludi di Celano (AQ), d’Ercole 1986, tgl. 2, Tav. IX: 30773, incluso nel tipo 187A Cocchi Genick et al. 1995e riferito alla fase 1 -2A della facies protoappenninica. 32-T.2 Brevissima parete al di sopra della carena, più o meno rientrante, da pressoché rettilinea a leggermente concava. Orlo appena pronunciato in continuità, labbro arrotondato o leggermente assottigliato. Vasca piuttosto profonda a pareti più o meno convesse.
B. Orlo più sviluppato e svasato, formante gola con la sottostante parete. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. VII, fig. 8); GVV ’89, saggio A1, US3, L12 (Tav. VII, fig. 9); GVV ’89, saggio A1 (Tav. VII, fig. 10). Cfr. Coppa Nevigata (FG), Belardelli 1991–’92, fig. a pag. 737: 1 e 2004, fig. 13: 66. L’A. attribuisce il pezzo al Protoappenninico, fasi 1 e 2. Lago di Mezzano, Valentano (VT), M2- 36, Franco 1982, Tav. VI: M2- 36. BM 2.
A. Varietà di dimensioni ridotte, con vasca convessa e fondo umbilicato in un caso, lo stesso esemplare conserva l’ansa verticale con sopraelevazione cornuta e apici a lobo schiacciato. Prov.: GVV ’89 Superficie (Rosini 2007, fig.3A: 4) (Tav. VIII, fig. 4); GVV ’89, saggio A3 (Guidi et al. 2002, fig. 11: 6; Rosini 2007, fig. 3A: 6)) (Tav. VIII, fig. 5). Cfr. Celano- Paludi (AQ) d’Ercole 1986, t. VII: 30799, l’esemplare rientra nel tipo 187B Cocchi Genick et al. 1995 datato al BM 1-2.
v. Orlo fortemente svasato a profilo ricurvo. Forma complessiva verosimilmente più schiacciata. Prov.: GVV ’89, saggio G16 (Tav. VII, fig. 11). Cfr. Vivara, Punta d’Alaca, sett. E, piano di abitazione sud – orientale, Damiani et al. 1984, fig. 5A: 3. v.s. Questo 18
Tipologia e catalogo Cfr. generico con il tipo 187 B Cocchi Genick et al. 1995, attribuito dagli Autori alle fasi 1-2 A del Bronzo Medio, inserito in un gruppo di tipi provenienti da contesti in cui è presente esclusivamente la fase 1. Madonna delle Cese (FR), Guidi, Pascucci 1996, fig. 2:17, BA avanzato; Trasacco (AQ), S. Rufino, Ialongo 2007, fig. 56: 6. Tipo 29B delle ciotole carenate, BM 1-2. Riparo della Roberta, Candalla (LU) 1984, fig. 1: 1; considerato nel tipo 187 della tipologia Cocchi Genick 2001, comune negli insediamenti dei gruppi di Candalla, Dicomano, Farneto – Monte Castellaccio durante la fase 1B della facies di Grotta Nuova. Villaggio delle Macine, Castel Gandolfo (RM), materiali provenienti dallo scavo del 2001 US 6, Franco 2007, fig. 56: 7 facies protoappenninica BM 2.
Celano Paludi (AQ), d’Ercole 1986, Tav. VIII, inv. 30782; il pezzo è stato inserito nel tipo 30 A della tipologia Ialongo 2007, fig.84: 16, riferito al BM 2A. B. Forma complessivamente più grande; vasca con pareti leggermente convesse. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. VIII, fig. 6); GVV ’89, saggio A1 G12, US3 (Tav. VIII, fig. 7); GVV ’89, saggio A1 M12, US3 (Tav. VIII, fig. 8). Cfr. Mulino Rossi, Pitigliano (GR), str. V, Aranguren et al. 1985, Tav. 3: 14; l’esemplare è classificato come tipo 274B nella tipologia Cocchi Genick 2001, cronologicamente riferito alla fase 2. A della facies di Grotta Nuova; Gragnano (AR), Moroni Lanfredini 1999, fig. 2: 1; lo stesso esemplare è inserito nel tipo 288 Cocchi Genick 2001, riferito dall’A. alla fase 2 A di Grotta Nuova.
v. Parete al di sopra della carena più rientrante. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. IX, fig. 4). Cfr. Gola del Sentino, Grotta dei Baffoni, Radmilli 1953, tv. III: 1, inserito nel tipo 208 Cocchi Genick 2001 e riferito alla fase 1A.
33-T.3 Parete al di sopra della carena molto breve da quasi verticale a leggermente rientrante, più o meno concava. Orlo non distinto poco sviluppato e appena svasato, a volte distinto all’interno da un accenno di spigolo. Carena a spigolo e vasca a profilo convesso. Un esemplare conserva l’ansa verticale con sopraelevazione nastriforme di foggia verosimilmente asciforme. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. VIII, fig. 9); GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. VIII, fig. 10); GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. VIII fig. 11); GVV ’89, saggio A1 H12, US3 (Tav. VIII, fig.12); GVV ’89, saggio G16 (Tav. VIII, fig. 13); GVV ’88, Sala appenninica, punto C (Tav. VIII, fig. 14); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. VIII, fig. 15). Cfr. Grotta del Pertuso (FR), Guidi 1991-’92, pag.434: B4, BM 1-2. Spiagge di S. Agostino (LT), Morandini 1999, tipo 8: 1 BM 1-2; Tratturo Caniò, Sezze (LT), Anastasia 2003, Tav. 11: 1, BM 1-2. Valle Fredda, Priverno (LT), Anastasia 2003, Tav. 11: 2, BM 1-2. Valle Felici (RE), Bermond Montanari 1991 – ’92, fig. 1: 15; Mulino Rossi, Pitigliano (GR), str. VI, 1987, fig. 40A: 1, BM 1. La Starza, Ariano Irpino (AV), livv. più antichi strati 2C6 a/b, Albore Livadie 1991 – ’92, fig. a p. 486: 5, BM 1.
B. Parete al di sopra della carena molto breve con profilo concavo accentuato formante gola con l’orlo verticale o leggermente svasato, con accenno di spigolo interno in un caso Carena verosimilmente alta a spigolo e vasca con pareti a profilo leggermente convesso. Prov.: GVV ’89, saggio G16 (Tav. IX, fig. 5); GVV ’89, saggio A2 US6 (Tav. IX, fig. 6); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. IX, fig. 7) GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. IX, fig. 8). Cfr. Cavallino (LE), capanna 1a, Pancrazzi. 1979, fig. 114: 3; l’esemplare viene incluso nel tipo 195 Cocchi Genick et al. 1995, testimoniato oltre che a Cavallino anche Candalla. Attribuito al BM 1. Trasacco (AQ), S. Rufino, Ialongo 2007, fig. 143: 4. BM 2B. Grotte di Pastena (FR), Androne, dall’area della struttura W3, Biddittu et al.2005, fig.1B: 7, BM 1-2. v. Dimensioni maggiori. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US15 (Tav. IX, fig. 9). C. Parete rientrante al di sopra della carena, mediamente sviluppata in altezza e a profilo concavo accentuato. Orlo breve e appena svasato, labbro arrotondato o leggermente assottigliato. Carena pronunciata. vasca con pareti a profilo da lievemente convesso a quasi rettilineo. Fondo piatto conservato su un esemplare. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. IX, fig. 10); GVV ’89, saggio A3 (Tav. IX, fig. 11); GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. IX, fig. 12); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. IX, fig. 13); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. IX, fig. 14).
34-T.4 Parete al di sopra della carena molto breve, rientrante e a profilo concavo. Orlo poco sviluppato pressoché verticale. Labbro arrotondato o leggermente assottigliato. Carena alta a spigolo, vasca a profilo convesso. A. Parete al di sopra della carena con concavità meno accentuata rispetto alle varietà successive. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. IX, fig. 1); GVV ’89, saggio A1 H12, US3 (Tav. IX, fig. 2); GVV ’89, saggio A4 (Tav. IX, fig. 3). 19
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) B. Parete da più rientrante a fortemente rientrante e concava al di sopra della carena formante gola con l’orlo più sviluppato e svasato. Carena molto alta e vasca a profilo convesso. Prov.: GVV ’89, saggio A1, US3, L12 (Tav. X, fig. 3). Cfr. Grotte di Pastena (FR), Biddittu et al. 2005, fig. 1: 7. BM 1-2. Candalla, Camaiore (LU), Riparo dell’Ambra, str. 7, Cocchi Genick 1986, fig. 34: 1; inserito nel tipo 214 Cocchi Genick 2001 e datato alla fase 1B della facies di Grotta Nuova.
Cfr. Cavallino (LE), capanna 2, Pancrazzi 1979, fig. 114: 7 l’esemplare costituisce la variante del tipo 224 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, comune ai gruppi di Grotta Nuova e del versante adriatico della facies protoappenninica. BM 1. Grotta Bella (TR), Guerreschi et al. 1992, Tav. XXIV: 3361/71; questo esemplare rientra nel tipo 172A Cocchi Genick 2001e riferito dall’A. alla fase 2A di Grotta Nuova. 35-T.5 Breve parete al di sopra della carena con concavità abbastanza accentuata. orlo poco sviluppato, svasato a profilo piuttosto teso, distinto all’interno da uno spigolo più o meno pronunciato. Carena a spigolo, vasca fortemente convessa. Forma complessiva piuttosto schiacciata. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. IX, fig. 15); GVV ’89, saggio G16 (Tav. IX, fig. 16); GVV ’88, sala dei Sette, superficie (Tav. IX, fig. 17); GVV ’88, saggio A2, US2 (Rosini 2007, fig. 3A: 11) (Tav. IX, fig. 18). Cfr. Pian Sultano, Tolfa (RM), di Gennaro 1991 -’92, fig. a p. 705: 1 BM 2. Giovinazzo (BA), dolmen, anticella str. b, Lo Porto 1967, fig 28:3 BM 2.
37-T.7 Parete al di sopra della carena da breve a poco sviluppata a profilo concavo, poco rientrante o quasi verticale; orlo non distinto, labbro assottigliato. Carena a spigolo più o meno pronunciato e vasca con pareti a profilo convesso. Forma complessiva piuttosto larga e schiacciata. A. Parete più rientrante che nella varietà successiva. Un esemplare conserva l’ansa verticale con sopraelevazione ad apici lobati, su altre due è impostata un’ansa con sopraelevazione nastriforme. Prov.: GVV ’88, parte interna, punto D, (Tav. X, fig. 4); GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. X, fig. 5); GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. X., fig. 6); GVV ’89, saggio A1 H12, US3 (Tav. X, fig. 7); GVV ’88, Sala appenninica C, punto 10 (Tav. X, fig. 8). Cfr. Torre de’ Passeri(Pe), l’esemplare rientra nel tipo 187 Cvb della tipologia Cocchi Genick et al. 1995. BM, 1-2. Sarteano, Grotta dell’Orso (Si), Cremonesi 1968, fig. 14: 5, considerato variante a del tipo 187 C Cocchi Genick et al. 1995. BM 1-2A. Vivara, Punta d’Alaca, Buchner et al. 1978, f. 2: 15. BM 2A.
36-T.6 Parete rientrante al di sopra della carena a profilo concavo; orlo da breve a mediamente sviluppato e svasato, labbro arrotondato o leggermente assottigliato. Carena a spigolo più o meno pronunciata. Vasca a pareti convesse; forma complessiva piuttosto profonda. dimensioni medio – grandi. A. Parete al di sopra della carena meno rientrante rispetto alla verità successiva e meno concava; orlo breve da quasi verticale a leggermente svasato, labbro arrotondato. Forma complessiva verosimilmente più larga. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. X, fig. 1); GVV ’89, saggio A1 G12, US3 (Rosini 2007,fig. 3: 8) (Tav. X, fig. 2). Cfr. Scarceta (GR) crepaccio di Gennaro 1991 – ’92, fig. a p. 710: 1, inserito nel tipo 326 della tipologia Cocchi Genick 2001 diffuso nella fase 2 A della facies di Grotta Nuova. Marangone (RM), Buffa et al. 1991 – ’92, f. a p. 703: 1, l’esemplare è considerato all’interno della varietà B del tipo 336 Cocchi Genick 2001, che l’A. data alla fase 2B della facies di Grotta Nuova. Grotta dell’Orso, Sarteano (SI), Cremonesi 1968, fig. 14: 11; l’esemplare rientra nel tipo 231 Cocchi Genick 2001, comune ai gruppi di Farneto- Monte Castellaccio e Grotta Nuova durante la fase 1. Giovinazzo(BA), Piazza S. Salvatore, saggio A, liv. III, taglio 8, Cataldo et al. 1989- ’90, f. 10:3(considerato di passaggio alla facies appenninica). BM 2.
B. Parete meno rientrante e leggermente più sviluppata; orlo distinto all’interno da un accenno di spigolo. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. X, fig. 9); GVV ’89, saggio A1 G12, US3 (Tav. X, fig. 10); GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. X, fig. 11). Cfr. Candalla, Camaiore (LU), Riparo dell’Ambra, str. 6, Cocchi Genick 1986, fig. 38: 4; l’esemplare, inserito nel tipo 271della tipologia 2001, è inquadrato nella fase 2 A di Grotta Nuova. v. Parete più sviluppata, forma complessiva verosimilmente più profonda. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. X, fig. 12). Cfr. Spiagge di S. Agostino, Gaeta (LT), Guidi 1980, fig. 1: 5. rientra nel tipo 224B Cocchi Genick et al. 1995, diffuso sia all’interno dei gruppi di Grotta Nuova, che in
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Tipologia e catalogo GVV ’89, saggio G16 (Tav. XI, fig.7); GVV ’89, saggio G16 (Tav. XI, fig. 8). Cfr. Avezzano (AQ) strada 6, Ialongo 2007, fig. 145: 8. BM 1. Ortucchio (AQ) strada 29, Ialongo 2007, fig. 145:7. BM 1. S. Pietro in Isola di Torre Maina, Maranello (MO), Bernabò Brea et al. 1987, fig. 3: 2 e Cardarelli 1997, fig. 163: 4. BM 1.
quelli del versante tirrenico della facies protoappenninica. BM 1-2. 38-T.8 Parete rientrante al di sopra della carena, da breve a poco sviluppata e a profilo concavo; orlo poco da pressoché verticale a mediamente svasato, labbro arrotondato. Carena più o meno pronunciata. Vasca con pareti a profilo convesso. Un esemplare conserva l’attacco di un elemento di presa impostato alla carena. Prov.: GVV ’88, saggio A1, US3, Liv. 1, n° 49(Tav. XI, fig. 1). Cfr. Trasacco- S. Rufino 1 (AQ), Ialongo 2007, fig. 56: 4. BM 2B. Assergi (AQ), Grotta a Male. Materiali dallo strato 4e, Pannuti 1969, fig. 5: 7; BM 2. Candalla, Camaiore (LU), Riparo dell’Ambra strato 6, D. 1986, fig. 39: 2; l’A. attribuisce il pezzo alla fase 2 A della facies di Grotta Nuova. Pian Sultano, Tolfa (RM), crepaccio, di Gennaro 1991 – 1992, fig. a pag. 704: 5; inserito nel tipo 270A Cocchi Genick 2001 e riferito cronologicamente alla fase 2 A della facies di Grotta Nuova. Tecchia della Gabellaccia, Carrara (MS), D. 1987, fig. 33: 1; rientra nel tipo 277 Cocchi Genick 2001, riferito alla fase 2 A della facies di Grotta Nuova.
B. Orlo leggermente più sviluppato e svasato con profilo ricurvo. Ansa verticale a nastro impostata dalla carena all’orlo con sopraelevazione ad anello conservata su di un esemplare. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XI, fig. 9); GVV ’89, saggio G16 (Tav. XI, fig. 10). Cfr. Praia a Mare (CS), Grotta Cardini, Str. sup., Bernabò Brea et al. 1989, fig 104: d. Latronico(PZ), Grotta 2, Ingravallo 1984, fig. 4: 5, 6; considerato nel tipo 199 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, datato alle fasi 2B-3. Spiagge di S. Agostino, Gaeta (LT), Morandini 1999, T. 8: 3, fasi avanzate del BM iniziale. C. Orlo poco sviluppato da pressoché verticale a mediamente svasato con profilo teso. Vasca emisferica conservata su un esemplare. Piccole dimensioni.
Incerta attribuzione. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XI, fig. 2).
Prov.: GVV ’89, saggi A3 (Tav. XI, fig. 11); GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XI, fig. 12); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XI, fig. 13). Cfr. Pertosa (SA), scavi Carucci, Trucco 91-92, fig. 3: 2. Corrisponde al tipo 346 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, datato alle fasi 1-2 A della facies protoappenninica, considerato comune ad entrambi i versanti della penisola, all’interno dei gruppi, abruzzese, campano settentrionale, gruppo campano meridionale, gruppo delle Murge meridionali e del Golfo di Taranto.
39-T.9 Parete al di sopra della carena di sopra della carena poco sviluppata e rientrante con profilo concavo accentuato; orlo non distinto pressoché verticale o lievemente svasato, labbro arrotondato. Carena pronunciata a spigolo, vasca con pareti a profilo più o meno convesso. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XI, fig. 3); GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XI, fig. 4); GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XI, fig. 5).
41-T.11 Parete rientrante al di sopra della carena, non molto alta, con profilo pressoché rettilineo. Orlo non molto sviluppato, da pressoché verticale a leggermente svasato. Carena a spigolo più o meno pronunciato. Vasca a pareti da quasi rettilinee a lievemente convesse.
Cfr. Palombaio, Taurano (AV), area v, Esposito, Mollo, 1999, fig. 4:4. Facies Palma Campania. Candalla, Camaiore (LU), Riparo Grande, US4, Cocchi Genick 1990 – ’91, fig. 1: 2, rientra nel tipo 201 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, attribuito in quella sede alla fase 1B della facies protoappenninica.
A. Orlo pressoché verticale; forma verosimilmente più stretta. Un esemplare conserva l’ansa verticale frammentaria impostata dalla carena in su. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XII, fig. 1); GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. XII, fig. 2).
40-T.10 Parete al di sopra della carena poco sviluppata in altezza a profilo rettilineo o leggermente concavo. Orlo poco sviluppato e mediamente svasato, labbro arrotondato. Carena a spigolo da pronunciato a lievemente smussato. Vasca a pareti convesse.
Cfr. Valle Felici, Cervia (RA), Bermond, Montanari 1991 – ’92, fig. 1: 12 BM 1-2; rientra nel tipo 231 della tipologia Cocchi Genick 2001, diffuso nella fase 1 A della facies di Grotta Nuova all’interno dell’omonimo gruppo e di quello del Farneto – Monte Castellaccio.
A. Orlo poco sviluppato e leggermente svasato a profilo tendenzialmente teso. Dimensioni ridotte rispetto alla varietà successiva. Ansa verticale impostata fra orlo e carena con sopraelevazione di foggia non determinabile. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XI, fig. 6);
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Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) Prov.: GVV ’89, saggio G16 (Tav. XII, fig. 8). Cfr. Spigolizzi, Salve (LE), Ingravallo, Piccinno 1983, f. 36: 1; l’esemplare corrisponde all’unicum dopo il tipo 206 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, BM 1-2.
Grotta Cardini, Praia a Mare (CS), Strato medio, Bernabò Brea et al. 1989, fig. 51: k; considerato nel tipo 173 Cocchi Genick et al. 1995, esclusivo, secondo gli Autori, dei gruppi delle Murge settentrionali e dell’Alto Bradano nella sottofase 2B.
v. Orlo meno sviluppato e appena svasato. Piccole dimensioni. L’esemplare conserva l’ansa verticale a nastro stretto, con sopraelevazione lacunosa, presumibilmente della foggia cornuta. Prov.: GVV ’89, saggio A1 M12, US3 (Tav. XII, fig. 9). Cfr. Villaggio delle Macine, Castel Gandolfo (RM), materiali recuperati dall’area sommersa, Angle 2007, fig. 63: 4, BM 1-2.
v. orlo svasato a profilo teso distinto all’interno da uno spigolo appena accennato. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XII, fig. 3). Cfr. Casale Carcarello, Tuscania (VT), Persiani 2007, fig. 190: 5; l’A. confronta con il tipo 219 B Cocchi Genick 2001, datato alla fase 2 B della facies di Grotta Nuova e con il tipo 181 Cocchi Genick et al. 1995, datato al BM 3.
44-T.14 Parete rientrante fra orlo e carena, da mediamente a piuttosto sviluppata, profilo da quasi rettilineo a leggermente concavo. Orlo breve e lievemente svasato; labbro arrotondato o leggermente assottigliato. Carena pronunciata a spigolo, in posizione media o bassa. Vasca a profilo appena convesso e verosimilmente poco profonda. Prov.: GVV ’89, A3 (Tav. XII, fig. 10);
B. Orlo appena svasato a profilo ricurvo, distinto all’interno da un accenno di spigolo; labbro arrotondato, leggermente prominente. Grandi dimensioni. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XII, fig. 4). Cfr. Grotta Misa, Ischia di Castro (VT), Cocchi Genick, Poggiani Keller 1984, fig. 2: 4; incluso nel tipo 230 Cocchi Genick 2001 e datato alla fase 2A della facies di Grotta Nuova.
GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. XII, fig. 11); GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XII, fig. 12). Cfr. Candalla (LU), Riparo dell’Ambra, strato 6, Cocchi Genick 1986, fig. 38: 5. Paduletto di Coltano (PI), Bagnoli, Betti 1986, fig. 16: 6. Gli esemplari citati sono confluiti nei tipi 290B e 291B della tipologia Cocchi Genick 2001, entrambi datati alla fase 2 A della facies di Grotta Nuova. Grotta Maritza, da Ialongo 2007, fig. 141: 1, BM 2.
42-T.12 Parete al di sopra della carena più o meno sviluppata in altezza con profilo lievemente convesso; orlo mediamente sviluppato e svasato a profilo teso, distinto internamente da uno spigolo. Prov.: GVV ’89, saggio G16 (Tav. XII, fig. 5); GVV ’88, saggio A2, US6 (Tav. XII, fig 6). Cfr. Tipo 174B, Cocchi Genick. et al. 1995, comune ai gruppi dell’Alto Jonio e del Salento. BM 2B. Palidoro (RM) sett. E superficie, Fugazzola Delpino 1976, fig. 14:1. Grotta Bella (TR), Guerreschi et al. ‘92, Tav. XXIV: 3360/71. Gli esemplari da Palidoro e da Grotta Bella costituiscono la varietà B del tipo 181 Cocchi Genick et al. 1995, considerato comune nell’ambito del gruppo medio – tirrenico nel BM 3.
v. Piccole dimensioni. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XII, fig. 13). Cfr. S. Salvatore (TR), Filippi, Pacciarelli 1991, fig 2:5, di dimensioni maggiori, corrisponde alla variante del tipo 206 Cocchi Genick et al. 1995, datato al BM 2. 45-T.15 Parete al di sopra della carena di sopra della carena più sviluppata e rientrante, concavità accentuata, formante gola con l’orlo mediamente sviluppato e svasato. Carena molto bassa e pronunciata a spigolo. Fondo non distinto, convesso. Prov.: GVV ’88, saggio A2, US1 (Tav. XII, fig. 14). Cfr. Giovinazzo (BA), P.za S. Salvatore, saggio A, Liv. IV, tgl. 4, Cataldo et al. 1989 -1990. F. 12:11. BM 3. S. Clemente in Casauria (PE), Fratini 1997, con manico, Tav. XV: 1; l’A. lo colloca in un momento di poco precedente al BM 3 in base al cfr. del manico.
43-T.13 Orlo mediamente sviluppato e piuttosto svasato con profilo teso formante gola con la breve parete sottostante, fortemente rientrante al di sopra della carena. Carena prominente a spigolo. Vasca a pareti convesse. Forma complessiva larga e schiacciata. A. Orlo svasato con profilo piuttosto teso, distinto all’interno da uno spigolo appena accennato. Prov.: GVV ’89, saggio G16 (Tav. XII, fig. 7). Cfr. Grotta Bella (TN), Guerreschi et al. 1992, Tav. XVI: 3877/72; rientra nel tipo 292 Cocchi Genick 2001, cronologicamente inquadrato nella fase 2 A della facies di Grotta Nuova.
46-T.16 Parete al di sopra della carena da rientrante a fortemente rientrante, con profilo concavo più o meno accentuato, formante gola con l’orlo mediamente sviluppato, da svasato a molto svasato; labbro arrotondato o leggermente assottigliato. Carena pronunciata a spigolo. Vasca con pareti più o meno convesse. Forma complessiva verosimilmente piuttosto larga. Un esemplare conserva
B. Parete leggermente più sviluppata in altezza, orlo non distinto. 22
Tipologia e catalogo l’ansa a nastro stretto impostata fra orlo e carena e sopraelevazione non determinabile. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Rosini 2007, fig. 3A: 9) (Tav. XIII, fig. 1); GVV ’89, saggio A1, US3 (Tav. XIII, fig. 2); GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XIII, fig.3); GVV ’89, saggio A1 G12, US3 (Tav. XIII, fig. 4); GVV ’89, saggio A1 M12, US3 (Tav. XIII, fig. 5); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Rosini 2007, fig. 3A: 10) (Tav. XIII, fig. 6); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XIII, fig. 7). Cfr. Valle della Vibrata, Arancio et al. 1991 – ’92, p. 725: 2, con manico; gli Autori datano l’esemplare al BM iniziale, il manico corrisponde al tipo 569B della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, datato al BM 3; Rocca Respampani (VT), questo esemplare rientra nel tipo 210 della tipologia di Cocchi Genick et al. 1995, datato al BM 3.
Cfr. Tipo 38 Macchiarola 1987, in particolare con l’esemplare a Tav. 6: 2 da Tane del Diavolo, Parrano (TN), Tana A. v 2. forma verosimilmente meno profonda. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XIII, fig. 13). Cfr. Vivara, Procida (NA), Punta d’Alaca, S. E, strutt. V, Damiani et al. 1984, fig. 3B: 12. BM 2A. 48-T.18 Parete meno sviluppata e rientrante, orlo poco sviluppato e svasato. Carena alta e smussata; vasca troncovoide. Forma complessiva più larga rispetto al tipo. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. XIII, fig. 14). Cfr. Rientra nel tipo 55 Cocchi Genick 1998, insieme ad esemplari provenienti da Crostoletto di Lamone, Ischia di Castro (VT), Monte Fiore, Pitigliano (GR), Castellina del Formiconcino, Tuscania(VT). BA 2. 49-T.19 Parete mediamente rientrante al di sopra della carena con profilo pressoché rettilineo o leggermente concavo, poco sviluppata in altezza. Orlo appena accennato, quasi verticale e distinto all’interno da uno spigolo più o meno accentuato. Labbro tagliato obliquamente verso l’interno. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US6 (Tav. XIV, fig. 1); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XIV, fig. 2); GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XIV, fig. 3). Cfr. Scarceta (GR), cap. 87, Poggiani Keller 1999, fig.21: 11, 13. Rientra nel tipo 230 Cocchi Genick 2001 insieme con un pezzo da Grotta Misa datato alla fase 2A.
47-T.17 Parete al di sopra della carena da appena rientrante a rientrante, mediamente sviluppata in altezza, con profilo pressoché rettilineo. Breve orlo da appena a poco svasato; labbro arrotondato o lievemente assottigliato. Carena a spigolo poco pronunciata. Vasca con pareti più o meno convesse. Un esemplare coserva l’ansa verticale a bastoncello con appendice apicata sopraelevata, un altro l’ansa con sopraelevazione ad anello. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XIII, fig. 8); GVV ’89, saggio G16 (Tav. XIII, fig. 9); GVV ’89, saggio A3 (Tav. XIII, fig. 10); GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XIII, fig. 11); GVV ’89, saggio A2, US2. (Tav. XIII: 12). Cfr. Celano Paludi (AQ), da Ialongo 2007, fig. 84: 1. BM 2A; Ortucchio (AQ) – strada 28, da Ialongo 2007, fig. 35: 46. Questi due esemplari costituiscono la varietà B del tipo 33B Ialongo 2007, che l’A. avvicina al tipo 322 della tipologia Cocchi Genick 2001. BM 2A. Grotta Cardini, Praia a Mare (CS), strato medio, fig. 70: a. BM 2A. S. Clemente a Casauria (PE), Fratini 1997, Unicum 38 delle Ciotole carenate, pag. 39, Tav. X: 3; il frammento da S. Clemente a Casauria, insediamento che ha restituito solo deboli tracce di frequentazione precedente al BM 3 e al BR, viene confrontato dall’ A. con un esemplare dal sett. D, strato 1A taglio II di Broglio di Trebisacce (CS). Palidoro (RM), Settore A, taglio 5, Fugazzola Delpino 1976, fig. 27: 1. BM 3
50-T.20 Parete rientrante al di sopra della carena con profilo da rettilineo a concavo, alquanto sviluppata in altezza, formante gola con l’orlo, da appena accennato a poco sviluppato. Carena a spigolo vivo o smussato. Vasca a profilo rettilineo o appena convesso. A. Orlo fortemente svasato con profilo tendenzialmente teso, distinto all’interno da uno spigolo più o meno accentuato; labbro assottigliato. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XIV, fig. 4); GVV ’89, saggio A1 G12, US3 (Tav. XIV, fig.5); GVV ’89, saggio A1 G12, US3 (Tav. XIV, fig 6). Cfr. Mezzano (RM), M2- 23, 37, 21; Franco 1982, Tav. VI. L’esemplare M2- 21 è inserito nel tipo 321 Cocchi Genick 2001 e riferito dall’A. alla fase 2A. B. Orlo mediamente svasato a profilo tendenzialmente teso, con accenno di spigolo interno. Labbro arrotondato o leggermente assottigliato. Prov.: GVV ’89, saggio A1 G12, US3 (Tav. XIV, fig. 7); GVV ’89, saggio A2, US6 (Tav. XIV, fig. 8); GVV ’89, saggio A2, US6 (Tav. XIV, fig. 9). Cfr. Vivara, Punta Capitello, Damiani, Pacciarelli, Saltini 1984, f. 5B:1; l’esemplare citatosi avvicina al tipo 168
v 1. Orlo mediamente sviluppato e svasato, con profilo ricurvo, formante una gola piuttosto accentuata con la parete sottostante fortemente rientrante. Carena presumibilmente media Decorazione incisa ed intagliata all’interno dell’orlo e sulla parete. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XIII, fig. 12). 23
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. XV, fig. 4). Cfr. Pontone della Noce, Blera (VT), antro 3, di Gennaro 1991 – ’92, fig. a p. 696, A3, primo es. con fondo.; l’esemplare è compreso nel tipo 319 Cocchi Genick 2001 e datato dall’A. alle fasi 2A – 2B della facies di Grotta Nuova.
della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, considerato come esclusivo del gruppo medio – tirrenico nel BM 3 Generico per il profilo della parete, Grotta Cardini, Praia a Mare (CS), str. sup., decorato, Bernabò Brea et al. 1989, fig. 137: 19. BM 3. 51-T.21 Parete rientrante al di sopra della carena con profilo leggermente concavo, mediamente sviluppata in altezza. Orlo poco sviluppato o appena accennato, con spigolo interno, svasato a profilo teso; labbro assottigliato. Carena media o spostata verso l’alto, vasca a profilo rettilineo o leggermente convesso. Maniglia semicircolare impostata subito al di sopra della carena conservata su due esemplari. Dimensioni medio – grandi. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 + M12 (Tav.XIV, fig.10); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 + M12 (Tav. XIV, fig. 11). Cfr. Tenuta Radicicoli Maffei (RM), Area 86, terra di risulta sbancamento, di Gennaro, Barbaro 2008, fig. 26: 518249. BM 3. Avvicinabile al tipo 327 della tipologia Cocchi Genick 2001 per l’andamento delle pareti e, più in generale, per le proporzioni; in particolare con l’esemplare dal Lago di Mezzano, Valentano (VT), Mezzano 2 (Petitti, Mitchell 1993, Tav. 9: 5). L’A. propone una datazione nell’ambito della fase 2A.
53-T.23 Parete al di sopra della carena mediamente sviluppata, con profilo concavo. Breve orlo leggermente svasato conservato integro su un solo esemplare. Carena a spigolo non molto pronunciato. Vasca a profilo convesso. Forma complessiva più stretta che negli altri tipi. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XV, fig. 5); GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XV, fig. 6); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XV, fig. 7). Cfr. Ortucchio– Balzone 1(AQ), Ialongo 2007 Incerta attribuzione. al tipo 23 delle Ciotole carenate, datato al BM 3. Costone di Battifratta (RI), Segre Naldini, Biddittu1985, fig. 2: 1; rientra nel tipo 194 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995 e viene riferito alla facies di Grotta Nuova. BM 1-2. Contrada Saldone (MT), Bianco 1991–’92, fig. 4: 1. L’esemplare è inserito nel tipo 169 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, riferito alla prima fase del Protoappenninico e testimoniato in contesti problematici la cui datazione non è omogenea.
v. Forma complessiva verosimilmente più bassa. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 + L12 (Tav. XIV, fig. 12). Cfr. Torre del Mordillo, Spezzano (CS), Trucco et al. 1987- 1990, tipo 98 (fig. 86A), BR 1 e tipo 114 (fig. 88A) BR2. BM 3B/ BR1- 2
54-T.24 Parete inclinata verso l’interno al di sopra della carena, con profilo da quasi rettilineo a leggermente concavo; orlo da breve a mediamente sviluppato, svasato, tendenzialmente teso. Carena media o bassa a spigolo. Vasca a profilo pressoché rettilineo o leggermente concavo.
52-T.22 Parete al di sopra della carena piuttosto sviluppata in altezza, leggermente inclinata verso l’interno e a profilo concavo. Orlo integralmente conservato su un solo esemplare, verosimilmente poco sviluppato e svasato. Carena a spigolo, più o meno accentuato, in posizione tendenzialmente mediana. Vasca a profilo tendente al rettilineo o appena convesso. Un esemplare conserva l’attacco di maniglia sotto la carena. Dimensioni da medie a grandi.
A. Parete fra orlo e carena piuttosto sviluppata in altezza, con profilo pressoché rettilineo. Orlo distinto all’interno da uno spigolo, più o meno accentuato. Carena a spigolo. Vasca a profilo rettilineo o leggermente convesso. La forma nel complesso risulta alquanto rigida. Un esemplare conserva la decorazione incisa sulla parete al di sopra della carena; un altro conserva l’ansa a nastro stretto piuttosto aderente alla parete, impostata dalla carena all’orlo, con breve sopraelevazione a linguetta trapezoidale. Prov.: GVV ’89, saggio A1, US3 + saggio A1 L12, US3 (Tav. XVI, fig. 1); GVV ’88, parte interna, punto D (Tav. XVI, fig. 2); GVV ’89, saggio A3 (Tav. XVI, fig. 3). Cfr. Torre del Padiglione, Aprilia (LT), Angle 1996, fig. 2: 1 BM 3. L’A. confronta il pezzo sia con Grotta Nuova che con i tipi B3 e J Macchiarola 1991 – 1992, datati al BM 3. Il contesto viene comunque inquadrato cronologicamente nell’ambito del BM 3 avanzato. Ortucchio (AQ), strada 28, Ialongo 2007, fig. 34: 41. L’esemplare è inserito nel Tipo 23 Ialongo 2007; l’A. fa
A. Carena a spigolo vivo. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XV, fig. 1); GVV ’89, saggio A3 (Tav. XV, fig. 2); GVV ’89, saggio A3 (Tav. XV, fig. 3). Cfr. Tancia (RI), Filippi, Pacciarelli 1991, fig. 13: 4, BM 3. Il nostro tipo sembra avvicinabile per la forma, al tipo 211 Cocchi Genick et al. 1995, composto da tre varietà decorate a incisione, datato al BM 3; B. Carena smussata.
24
Tipologia e catalogo C. Parete meno sviluppata e a profilo concavo. Carena media o bassa. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. XVI, fig. 11); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XVI, fig.12); GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XVI, fig. 13); GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XVI, fig. 14). Cfr. Luni (VT), trincea 12, strato 3, Fugazzola Delpino 1976, fig. 39: 4. L’esemplare viene considerato insieme ad un altro proveniente da Pian Sultano (RM) nel tipo 218 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, datato al BM 3. Praia a Mare (CS), Grotta Cardini, str. superiore, Bernabò Brea et al. 1989, fig. 107: b; rientra nel tipo 252 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, datato dagli Autori al BM 2B-3.
riferimento al Tipo 222 A e B di Cocchi Genick et al. 1995 che comprende anche tipi decorati. BM 3. Tipo 12 delle ciotole nella tipologia Filippi, Pacciarelli 1991, che gli Autori datano all’Appenninico II. v. Parete al di sopra della carena pressoché verticale. Carena in posizione bassa. Diametro da quasi uguale a leggermente maggiore all’orlo. Decorazione incisa sulla parete superiore. Si conserva anche l’ansa verticale a nastro stretto impostata dalla carena all’orlo, piuttosto aderente alla parete, con sopraelevazione ad anello. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica, punto C (Guidi et al. 2002, fig. 11: 3) (Tav. XVI, fig.4; nuova versione grafica). Cfr. Ortucchio (AQ) strada 28, Ialongo 2007, fig. 139. 3. Trasacco (AQ) 1, Superficie. Ialongo 2007, fig. 139: 4; questi due esemplari compongono il tipo 20 Ialongo 2007. BM 3.
55-T.25 Parete al di sopra della carena rientrante, più o meno sviluppata in altezza, a profilo concavo. Orlo, integro su tre esemplari, breve o appena accennato, svasato, con accenno di spigolo interno. Carena a spigolo poco pronunciato, media o bassa. Vasca a profilo convesso, fondo non distinto conservato su un esemplare.
B. Parete al di sopra della carena meno sviluppata in altezza, carena prominente, a spigolo vivo, in posizione tendenzialmente bassa. Orlo breve e piuttosto svasato, labbro assottigliato. Prov.: GVV ’88, saggio A1, US3, Liv. 1, n° 136 (Tav. XVI, fig. 5); GVV ’89, saggio A1 M12, US3 (Tav. XVI, fig. 6); GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XVI, fig. 7). Cfr. Tipo 346 delle tazze carenate della tipologia Cocchi Genick e al. 1995 et al. 1995, considerato fra i tipi comuni ad entrambi i versanti della penisola nelle fasi 1-2A del Protoappenninico.
A. Decorazione incisa sulla parete al di sopra della carena. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XVII, fig.1); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XVII, fig.2). Cfr. Moje di Castellano, Magliano sabina (RI), Filippi, Pacciarelli 1991, fig. 3: 10. BM 3. Le Caprine, Guidonia (RM), Guidi., Zarattini 1993, fig. 7: 20. BM 3. Coccioli, Campli (TE), Macchiarola 1987, Tav. 27: 6; l’esemplare rientra nel tipo 211C della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, definito come esclusivo del gruppo medio – adriatico nelle fasi A e B dell’Appenninico.
v 1. Decorazione incisa subito al di sopra della carena. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XVI, fig. 8). Cfr. La decorazione incisa subito al di sopra della carena, trova confronto con quella incisa su una ciotola da Torre Crognola, Canino (VT), Pennacchioni 1977, tav 4: 40, classificata come incerta attribuzione dopo il tipo 66B della tipologia Cocchi Genick 1998, cronologicamente inquadrata nell’ambito del BA. Si propone di datare il nostro esemplare al BM 1.
B. Varietà inornata. Prov.: GVV ’89, saggio A3(Tav. XVII, fig. 3); GVV ’88, A2, superficie (Tav. XVII, fig. 4); GVV ’88, saggio A2, US6 (Tav. XVII, fig. 5); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XVII, fig. 6). Cfr. Grotta del Costone di Battifratta (RI), Segre Naldini, Biddittu 1985, fig. 2: 7. Il pezzo è incluso nel tipo 216 della tipologia Cocchi Genick 2001, datato alle fasi 1B-2. Belverde, Cetona (SI) grotte, Calzoni 1962, Tav. XII; generico incluso nel tipo 174 Cocchi Genick 2001, datato dall’A. alla fase 2A.
v 2. Presumibilmente con diametro da pressoché uguale a leggermente più grande all’orlo. Prov.: GVV ’89, saggio A1 M12, US3 (Tav. XVI, fig. 9). Cfr. Avvicinabile al tipo 368A della tipologia Cocchi Genick e al. 1995, comprendente esemplari provenienti da Pian Sultano, Morricone, La Starza e Pertosa. BM 3.
II) Con diametro da quasi uguale all’orlo e alla carena a maggiore all’orlo
Incerta attribuzione. Frammento decorato sulla vasca con nastri paralleli campiti da un fitto punteggio inciso, alternati a fasce risparmiate. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XVI, fig. 10).
56-T.1 Brevissima parete al di sopra della carena, con profilo più o meno concavo. Orlo poco sviluppato e lievemente svasato; labbro arrotondato o leggermente assottigliato. Carena a spigolo più o meno accentuato. Vasca a profilo convesso. Dimensioni medio – piccole.
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Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) Cfr. Grotta Regina Margherita, Collepardo (FR), Guidi 1981, fig. 5: 1; rientra nel tipo 229 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, considerato come foggia comune ai gruppi di Grotta Nuova e del versante tirrenico della facies protoappenninica, fase iniziale. BM 1. Spiagge di S. Lorenzo, Ardea (RM), Morandini 1999, T. 1: 2, BM 1.
A. Parete al di sopra della carena pressoché verticale. Carena alta Vasca a profilo meno convesso che nelle varietà successive. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XVII, fig. 7). Cfr. Le Cese, Calvi dell’Umbria (TR), Filippi, Pacciarelli 1991, fig. 2:3. BM 1-2. Pian Sultano, Tolfa (RM), di Gennaro 1991 -’92, fig. a pag. 705: 2; rientra nel Tipo 280 2001, datato dall’A. alla fase 1°.
v 1. Dimensioni ridotte. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XVII, fig. 15). Cfr. Ceprano (FR), contrada Cavone, Biddittu et al. 2007, fig 1D: 1, BA – BM 1.
B. Orlo più sviluppato e svasato, parete sottostante concava. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XVII, fig. 8). Cfr. Tipo 300 della tipologia Cocchi Genick 2001.Fasi 12 della facies di Grotta Nuova.
v 2. Parete al di sopra della carena più sviluppata, fortemente rientrante, a profilo concavo accentuato, formante una gola con l’orlo piuttosto breve, svasato e leggermente ingrossato. Carena alta a spigolo vivo, vasca a profilo tronco-ovoide. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XVII, fig. 16). Cfr. Mulino Dabbasso (FG), Gravina 2002, fig. 6:5; l’A. inquadra l’esemplare genericamente nel Protoappenninico. Cavallino (LE), capanna 1, Pancrazzi 1979, fig. 114: 11. BM 1.
C. Vasca a pareti leggermente convesse. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XVII, fig. 9); GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XVII, fig. 10); GVV ’89, saggio A1 L12, US3(Tav. XVII, fig. 11). Cfr. Grotta dell’Orso, Sarteano (SI), Cremonesi 1968, fig. 14: 13; l’esemplare rientra nel tipo 294B della tipologia Cocchi Genick 2001, riferito alla fase 2 A della facies di Grotta Nuova. Giovinazzo (BA), Piazza S. Salvatore, saggio A, liv. II, taglio 14, Cataldo et al. 1989 -’90, fig. 8: 5, inv. 33612. Protoappenninico avanzato. Grotta dello Sventatoio, S. Angelo Romano (RM), Angle et al. 1991 – ’92, fig. a pag. 721: 5, l’esemplare è considerato nel tipo 214 della tipologia Cocchi Genick 2001 e datato alla fase 1B della facies di Grotta Nuova. Monte Castellaccio, Imola (BO), Pacciarelli 1996, C4 1883. BM 2.
58-T.3 Breve parete al di sopra della carena, rientrante e a profilo concavo piuttosto accentuato, formante gola con l’orlo. Carena a spigolo in posizione verosimilmente alta. Vasca a profilo presumibilmente convesso. A. Orlo poco sviluppato e leggermente svasato, labbro arrotondato. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XVIII, fig. 1); GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. XVIII, fig. 2). Cfr. Tratturo Caniò, Sezze (LT), Anastasia 2003, Tav. 12: 1. BM 2B. B. Orlo più sviluppato e svasato; forma complessiva verosimilmente più aperta rispetto alla precedente varietà. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XVIII, fig. 3). Cfr. Spiagge di S. Lorenzo, Ardea (RM), Morandini 1999, T. 1: 2. BM 1. Grotta Bella (TR), Guerreschi 1992, T. XVI: 3338/72; questo esemplare rientra nel tipo 368B della tipologia Cocchi Genick 2001 ed è riferito alla fase 1A della facies di Grotta Nuova.
D. Dimensioni maggiori. Prov.: GVV ’88, saggio A2, US8 (Tav. XVII, fig. 12). Cfr. Tipo 291 B della tipologia Cocchi Genick 2001, con pareti leggermente concave al di sopra della carena. Fase 2A della facies di Grotta Nuova. Avvicinabile all’U. 2 prima del tipo 266 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, esemplare da S. Paolina, Filottrano (AN), con orlo decorato all’interno. BM 3. 57-T.2 Parete al di sopra della carena breve o poco sviluppata, rientrante, a profilo lievemente concavo; orlo poco sviluppato e svasato. Carena sfuggente piuttosto alta. Vasca abbastanza profonda con pareti leggermente convesse. Un esemplare conserva l’attacco di un elemento di presa. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XVII, fig. 13); GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XVII, fig. 14).
59-T.4 Breve parete rientrante fra orlo e carena a profilo concavo accentuato. Orlo più sviluppato e svasato che nel tipo precedente, con profilo quasi teso. Carena a spigolo abbastanza pronunciata. Prov.: GVV ’89, saggio A1 G12, US3 (Tav. XVIII, fig. 4); GVV ’89, saggio A1 M12, US3 (Tav. XVIII, fig. 5); GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XVIII, fig. 6); 26
Tipologia e catalogo Cavallino (LE), capanna 1a, Pancrazzi 1979, fig. 114: 9.
GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. XVIII, fig. 7). Cfr. Valle Fredda, Priverno (LT), Anastasia 2003 T. 13: 6, BM 1. Tratturo Caniò, Sezze (LT), Anastasia 2003, Tav. 13: 2. BM 1. Grotta Madonna delle Cese, Collepardo (FR), Guidi, Pascucci 1996, fig. 2: 20. BA avanzato. S. Maria in Belverde, Cetona (SI), Strato 3. Cuda, Sarti 1996, fig. 1: 2. BA – BM iniziale. Tipo 366A Cocchi Genick 2001, p. 267, fig. 66: 366A, diffuso all’interno dei gruppi di Candalla e Farneto MonteCastellaccio. Fase 1A della facies di Grotta Nuova.
B. Forma complessivamente più bassa ed aperta. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XIX, fig. 4); v. Orlo leggermente ingrossato Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XIX, fig. 5). Cfr. Porto Perone, Leporano (TA), Capanna v, Lo Porto 1963, Fig. 20: 23. BM 3. Avvicinabile al tipo 232 A della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, datato alla fase 2 A del BM.
60-T.5 Parete fra orlo e carena orlo e carena piuttosto breve e rientrante con profilo da concavo a molto concavo. Orlo più sviluppato che nei tipi precedenti, fortemente svasato, quasi a imbuto con un accenno di spigolo interno. Carena a spigolo, alta più o meno pronunciata. Vasca verosimilmente profonda, con pareti a profilo quasi rettilineo o leggermente convesso.
63-T.8 Parete al di sopra della carena non molto sviluppata, ma più che nel tipo precedente, da leggermente rientrante a pressoché verticale, con profilo concavo più o meno accentuato. Carena verosimilmente alta o mediana. Vasca a profilo convesso. Forma complessiva piuttosto profonda.
Prov.: GVV ’89, saggio A1 M12, US3 (Rosini 2007, fig. 2A: 8) (Tav. XVIII, fig. 8); GVV ’88, Sala dei Sette, superficie 8Rosini 2007, fig. 2A: 9) (Tav. XVIII, fig. 9). Cfr. Capo Piccolo (CZ), Marino 1996, fig. 5: 10 (nuova versione grafica). Fase avanzata del BA.
A. Orlo più sviluppato che nella varietà successiva. Parete al di sopra della carena con concavità accentuata. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XIX, fig. 6); GVV ’89, saggio A3 (Tav. XIX, fig. 7). Cfr. S. Maria di Ripalta (FG), str. inferiore, l’esemplare è classificato come variante b del tipo 279 di Cocchi Genick et al. 1995. Il tipo è datato al BM 3. Luni sul Mignone, Blera (VT), trincea 11, strato 2, Fugazzola Delpino 1976, fig. 36: 9; l’esemplare rappresenta l’unicum prima del tipo 174 delle “tazze fonde carenate” in Cocchi Genick 2001, inquadrato all’interno delle fasi avanzate della facies di Grotta Nuova, BM 2A e B. Giovinazzo (BA), Piazza S. Salvatore, saggio A, liv. II, Cataldo et al. 1989 – 1990, fig. 8: 9. Fasi avanzate del Protoappenninico. BM 2.
v. Orlo non distinto, meno sviluppato e svasato, con profilo leggermente ricurvo, vasca profonda con profilo appena convesso. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XVIII, fig. 10). Cfr. Madonna delle Cese, Collepardo (FR), grotta, Guidi, Pascucci 1996, fig. 2: 19. BA 2 61-T.6 Parete al di sopra della carena molto breve, rientrante e a profilo concavo, orlo altrettanto breve appena svasato; carena alta a spigolo e vasca tronco- ovoide. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US6 (Tav. XIX, fig. 1). Cfr. Cavallino (LE), capanna 1a, Pancrazzi 1979 fig. 114: 9. Esemplare inserito nel tipo 277 Cocchi Genick et al. 1995 e datato al BM 1. L’esemplare può essere avvicinato al tipo 395 “scodelle a profilo leggermente articolato” della tipologia Cocchi Genick 2001, diffuso all’interno dei gruppi di Farneto – Monte Castellaccio e del Sentino nella fase 1A del BM.
B. Orlo meno sviluppato, parete sottostante leggermente concava. Carena non accentuata e vasca con pareti meno convesse. Forma complessiva più stretta. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XIX, fig. 8); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Rosini 2007, fig. 3A: 1) (Tav. XIX, fig. 9). Cfr. Grotta dell’Orso, Sarteano (SI), Cremonesi 1968, fig. 12: 16; rientra nel tipo 284 della tipologia Cocchi Genick 2001 ed è datato alle fasi 1-2 della facies di Grotta Nuova. Lo stesso esemplare, nella tipologia Cocchi Genick et al. 1995, è considerato come variante a del tipo 277 e datato al BM 1. Spiagge di S. Agostino, Gaeta (LT), Guidi 1980, fig. 1: 3.BM 1-2.
62-T.7 Breve parete al di sopra della carena con profilo concavo accentuato; orlo da poco a mediamente sviluppato e svasato, profilo ricurvo o piuttosto teso. Carena alta o mediana, vasca a profilo convesso. A. Forma più stretta e profonda. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XIX, fig.2); GVV ’88, saggio A2, US6 (Tav. XIX, fig. 3). Cfr. Colle Palumba (RM), Bietti Sestieri et al. 1991- ’92, fig. 2: 3, BM 1.
64-T.9. Orlo da breve a poco sviluppato e svasato. Labbro arrotondato. Parete fra orlo e carena non molto sviluppata in altezza, pressoché verticale o leggermente rientrante, a
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Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) Cfr. I nostri esemplari sono avvicinabili al tipo 236 dalla tipologia Cocchi Genick et al. 1995 ritenuto comune ai gruppi di Grotta Nuova e di Belverde in un momento avanzato della facies di Grotta Nuova.
profilo concavo. Carena a spigolo poco pronunciato, vasca a profilo convesso. Dimensioni medio – piccole. A. Orlo svasato con profilo tendenzialmente teso, distinto all’interno da uno spigolo più o meno evidente. Prov.: GVV ’88, saggio A1, US3, Liv. 1, n° 151 (Tav. XX, fig. 1); GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XX, fig. 2); GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XX, fig. 3); GVV ’89, saggio A1 H12, US3 (Tav. XX, fig. 4); GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XX, fig. 5). Cfr. Pian Sultano, Tolfa (RM), di Gennaro 1991 – 1992, fig. a pag. 705: 5. Il tipo 261 della tipologia Cocchi Genick 2001 in cui confluisce il pezzo citato, viene inquadrato nell’ambito del BM 2B. Giovinazzo (BA), Piazza S. Salvatore, saggio A, liv. IV, tagli 7 e 6, Cataldo et al. 1989 – ’90, inv. 37495, fig. 11: 2; gli autori considerano il IV livello Appenninico pieno. Luni sul Mignone, Blera (VT), tr. 14 strato 5, Fugazzola Delpino 1976, fig. 43: 8; l’esemplare rientra nel tipo 181 Cocchi Genick 2001. BM 2-3.
v. Labbro appiattito. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XX, fig. 11). 65-T.10 Parete al di sopra della carena piuttosto breve, a profilo rettilineo o concavo, da pressoché verticale ad appena inclinata verso l’intero. Carena bassa a spigolo e vasca a profilo rettilineo o leggermente convesso. A. Labbro arrotondato, orlo poco sviluppato, svasato a profilo tendenzialmente curvo. Un esemplare conserva l’ansa verticale a nastro stretto, impostata dalla carena all’orlo, con sopraelevazione nastriforme di foggia non determinabile. Prov.: GVV ’88, saggio A1, US3, Liv. 1, n°161 (Guidi et al. 2002, fig. 11: 8) (Tav. XX, fig. 12); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XX, fig. 13). B. Labbro tagliato obliquamente verso l’interno; orlo breve, svasato con profilo teso. Un esemplare conserva l’ansa verticale di nastro stretto, impostata dalla carena all’orlo, con sopraelevazione di foggia cornuta. Prov.: GVV ’88, Sala Appenninica, punto 10 (Tav. XX, fig. 14); GVV ’89, saggio A1, US3 (Tav. XX, fig. 15).
v. Orlo svasato con profilo teso, decorato sulla faccia superiore da una doppia fila di triangolini intagliati, delimitanti un nastro risparmiato. Prov.: GVV ’88, saggio A1, US3, Liv. 1, n°104 (Tav. XX, fig. 6).
v. Carena verosimilmente meno bassa; l’esemplare conserva il fondo umbilicato e l’ansa verticale a nastro impostata dalla carena all’orlo, con sopraelevazione di foggia cornuta a sezione quadrangolare. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica, punto 22 (Tav. XX, fig. 16). Cfr. Vivara, Procida (NA), Punta d’Alaca, scavi 1976 – ’82, sett. E, Buchner et al. 1978, fig.15: 7; il pezzo fa parte del tipo 284 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, che accomuna i gruppi della Campania settentrionale e dell’Ofanto; gli Autori lo riferiscono alla fase 2A del BM. Paduletto di Coltano (PI), Bagnoli, Betti 1986, fig. 16: 10; considerato all’interno del tipo 265 della tipologia Cocchi Genick 2001, datato alla fase 2A della facies di Grotta Nuova. Ponte S. Pietro Valle (VT), A3 sul pavimento, Tesi De Camillis L. BM 2.
B. Labbro arrotondato o leggermente assottigliato; orlo leggermente svasato, a profilo tendenzialmente curvo. Carena a spigolo poco accentuato. Forma complessiva piuttosto larga. Dimensioni medio – grandi. Prov.: GVV ’88, saggio A1, US3, Liv. 1, n° 100(105) (Tav. XX, fig. 7); GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XX, fig. 8). Cfr. Candalla (LU), Riparo dell’Ambra, strato 6, Cocchi Genick 1986, fig. 38: 3; corrisponde al tipo 232 Cocchi Genick 2001 ed è attribuito alla fase 2°. Giovinazzo (BA), Piazza S. Salvatore, liv. IV, tagli 2 – 5. Cataldo et al. 1989 – ’90, fig. 12:1. Praia a Mare (CS), Grotta Cardini, strato superiore, Bernabò Brea et al. 1989, fig. 107: h. Questo esemplare rientra nel tipo 279 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, classificato fra i tipi comuni ai gruppi della Campania settentrionale e del Tirreno meridionale nel BM 3.
66-T.11 Parete al di sopra della carena appena inclinata verso l’interno, a profilo da quasi rettilineo a leggermente concavo, lievemente ingrossata nel punto di raccordo con il breve orlo svasato, distinto all’interno da uno spigolo accennato. Labbro arrotondato o leggermente assottigliato. Carena molto bassa a spigolo vivo; vasca a profilo convesso. Ansa verticale a nastro piuttosto stretto, impostata dalla carena all’orlo, con breve sopraelevazione nastriforme conservata su un esemplare.
C. Parete al di sopra della carena poco più sviluppata in altezza e a profilo quasi sinuoso; carena smussata. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3, con labbro prominente (Tav. XX, fig. 9); GVV ’88, Sala dei Sette, superficie, con orlo leggermente ingrossato (Tav. XX, fig. 10).
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Tipologia e catalogo Cfr. Grotta Misa, Ischia di Castro (VT), Cocchi Genick, Poggiani Keller 1984, fig. 1: 4, rientra nel tipo 265 della tipologia Cocchi Genick 2001, datato alla fase 2 A della facies di Grotta Nuova. Grotta Misa, Ischia di Castro (VT), Cocchi Genick, Poggiani Keller 1984, fig. 2: 3; l’esemplare è considerato nel tipo 274 B Cocchi Genick 2001, 2A. Tipo 247 Cocchi Genick et al. 1995, in particolare sembra avvicinabile all’esemplare da Rissiedi (BR), Coppola 1973, fig. 5: i. BM 1-2.
Prov.: GVV ’88, saggio A1, US3, Liv. 1, n°168 (Guidi et al. 2002, fig. 11: 7) (Tav. XXI, fig. 1); GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XXI, fig. 2). Cfr. Tipo 303 della tipologia Cocchi Genick 2001, diffuso nell’ambiente di Grotta Nuova durante la fase 2A dell’omonima facies. Avvicinabile al tipo 252 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, in particolare agli esemplari da S. Maria d’Anglona (MT) e da Rissiedi (BR), considerati comuni alla facies protoappenninica e appenninica, fasi 2B–3.
68-T.13 Parete fra orlo e carena piuttosto sviluppata in altezza, da pressoché verticale a leggermente inclinata verso l’esterno, con profilo rettilineo o concavo. Carena a spigolo, verosimilmente in posizione alquanto bassa. Vasca verosimilmente a profilo quasi rettilineo o appena convesso. Diametro maggiore all’orlo.
v. Piccole dimensioni. Prov.: GVV ’89, saggio A1, US3 (Tav. XXI, fig. 3). 67-T.12 Parete al di sopra della carena mediamente sviluppata in altezza, leggermente rientrante, a profilo pressoché rettilineo. Labbro arrotondato, orlo da appena pronunciato a poco sviluppato. Vasca convessa e fondo non distinto conservato in due esemplari.
A. Orlo breve, fortemente svasato, con profilo curvilineo. Parete superiore alla carena pressoché verticale e rettilinea. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XXI, fig. 9). Cfr. Grotta Misa, Ischia di Castro (VT), Cocchi Genick, Poggiani Keller 1984, fig. 3: 6. Grotta Cardini, Praia a Mare (CS) (CS), strato superiore, Bernabò Brea et al. 1989, fig. 107: g. Nella tipologia Cocchi Genick et al. 1995, questi pezzi sono classificati nel tipo 269, esclusivo del gruppo tirrenico meridionale, il primo dei due ne costituisce la variante. BM 3.
A. Orlo breve, svasato, con spigolo interno accennato. Carena a spigolo, vasca molto bassa a profilo convesso. Il primo esemplare conserva l’attacco di un’ansa impostata dalla carena all’orlo; il secondo conserva il manico e il fondo convesso. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XXI, fig. 4); GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. XXI, fig. 5). Cfr. Vivara, Procida (NA), Punta d’Alaca, sett. E, piano di abitazione sud – orientale; l’esemplare citato è considerato come variante a del tipo 260 Cocchi Genick et al. 1995. BM 2B. Castione Marchesi (PR), Gabbioni, decorato, Mutti, Rossi 1992-1991, fig. a pag. 649 A: 6, gli Autori riferiscono questo esemplare alla fase piena del BM. Grotta dell’Ausino, Castelcivita (SA), decorato, Mieli 1991-1992, fig. a p. 733 A, sesto esemplare. BM 3.
B. Orlo non conservato integro su nessuno dei due esemplari, verosimilmente da svasato a fortemente svasato. Parete superiore alla carena molto sviluppata in altezza, leggermente inclinata verso l’esterno, con profilo concavo. Prov.: GVV ’89, GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XXI, fig. 10). Cfr. Tipo 301 Cocchi Genick et al. 1995, datato al BM 1-2A. Il nostro sembra anche vicino ad un esemplare da Grotta a Male, Assergi (AQ), str. 4b, Pannuti 1969, fig. 9: 9. BM 3.
v. Con orlo più sviluppato e svasato, a profilo teso. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXI, fig. 6). Cfr. Praia a Mare (CS), Grotta Cardini, strato superiore, Bernabò Brea et al. 1989, fig. 107: b; l’esemplare rientra nel tipo 252 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, datato alle fasi 2B-3 del BM. Broglio di Trebisacce (CS), settori E- B, Capoferri, Trucco 1991 – 1992, fig. a p. 749: 16; classificato come variante del tipo 161A nella tipologia Cocchi Genick et al. 1995, ritenuto esclusivo del gruppo dell’Alto Jonio nella fase 3 del BM.
v. Orlo parzialmente conservato, fortemente svasato con andamento ricurvo, parete sottostante molto sviluppata in altezza. Carena a spigolo, molto bassa. Forma complessivamente molto più stretta rispetto al tipo. Prov.: GVV ’89, saggio A1 M12, US3 (Tav. XXI, fig. 11). Cfr. Avvicinabile ad un esemplare da Frattaminore (NA), fossa di scarico, Marzocchella, Calderoni, Nisbet 1999, fig. 21: 11. BA2.
B. Carena in posizione alta o mediana, vasca convessa; forma complessiva più profonda. Prov.: GVV ’89, saggio A1 M12, US3 (Tav. XXI, fig. 7); GVV ’89, saggio A1 G12, US3 + I12, US3 (Tav. XXI, fig. 8). 29
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) Ciotole a colletto
Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXII, fig. 6); GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXII, fig. 7). Cfr. Tratturo Caniò, Sezze (LT), Anastasia 2003, Tav. 16: 9, 13. BM 2B.
I) A corpo lenticolare a) Colletto non distinto
B. Parete al di sopra della massima espansione poco più sviluppata che nella precedente varietà, orlo verticale o appena svasato. Massima espansione piuttosto alta e vasca alquanto profonda con pareti convesse. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXII, fig. 8); GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXII, fig. 9). Cfr. Spiagge di S. Agostino, Gaeta (LT), Guidi 1980, fig. 1: 1; il frammento è classificato nel tipo 196 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995. BM 1-2.
69-T.1 Parete ben sviluppata al di sopra della carena, piuttosto rientrante, con profilo da leggermente convesso a pressoché rettilineo. La porzione conservata dell’orlo mostra un profilo tendenzialmente ricurvo e svasato. Carena pronunciata; vasca presumibilmente piuttosto profonda con profilo rettilineo o appena concavo. Prov.: GVV ’89, saggio A3, US2 (Rosini 2007, fig. 2B: 4) (Tav. XXII, fig. 1); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XXII, fig. 2). Cfr. Grotta dell’Infernetto, Ischia di Castro (VT), con Negroni Catacchio 1981, pp. 375 – 376 Tav. 101, A:2 e Cocchi Genick 1987, fig. 43: 5. L’ esemplare è stato classificato in Cocchi Genick 2001 come tipo 20 e datato alla fase 2A della facies di Grotta Nuova.
72-T.4 Orlo poco sviluppato verticale, parete sottostante brevissima e concava, carena a “doppio spigolo”, attacco della vasca rastremato. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XXII, fig. 10). b) Colletto distinto
Incerta attribuzione. Prov.: GVV ’89, saggio A3 + saggio A3, US2 (Tav. XXII, fig. 3).
73-T.1 Colletto distinto dalla parete sottostante mediante una risega. Orlo non conservato per intero, verosimilmente svasato con profilo curvilineo. Parete sottostante ben sviluppata e rientrante con profilo convesso. Massima espansione verosimilmente piuttosto bassa. Presa a nastro lacunosa, piuttosto aderente impostata sulla carena, con apici a bugna conica. Prov.: GVV ’89, saggio A3 + GVV ’89, saggio A3, US2 (Rosini 2007, fig. 3A: 7) (Tav. XXII, fig. 11). Cfr. Belverde, grotte (SI), Calzoni 1962, Tav. XXVI, h, per la forma complessiva e per la presenza in analoga posizione di un manico a nastro con doppia perforazione e bugne coniche oblique. Per la presa: tipo 505 della tipologia Cocchi Genick 2001, attribuito alla sottofase 2 A e circoscritto al gruppo di Grotta Nuova.
v. Parete al di sopra della carena di sopra della massima espansione fortemente rientrante con profilo leggermente convesso. Orlo lacunoso. Massima espansione verosimilmente piuttosto alta. L’esemplare conserva una bozza semiellittica sul punto di massima espansione. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXII, fig. 4). Cfr. Grotta- riparo del Peschio Tornera, Guidi 1991-1992, fig. 3, A: 2. BM 1-2. Madonna degli Angeli (PE), Fratini 1997, p. 37 u. 30, Tav. IX: 9; il frammento si avvicina per l’andamento quasi orizzontale della parete superiore e per la presenza di una bugna nella stessa posizione della bozza. BM 1-2. 70-T.2 Parete fra orlo e massima espansione meno rientrante e sviluppata che nel tipo precedente, profilo leggermente convesso; orlo appena accennato, pressoché verticale, con margine tagliato obliquamente verso l’interno. Carena più alta e vasca con pareti a profilo lievemente convesso. Prov.: GVV ’89, saggio A1 M12, US3 (Tav. XXII, fig. 5). Cfr. Avvicinabile al tipo 335 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, diffuso nell’ambito dei gruppi della Campania meridionale, delle Murge meridionali e del Golfo di Taranto durante la prima fase della facies protoappenninica. BM 1.
74-T.2 Colletto poco sviluppato leggermente inclinato verso l’interno, distinto dalla breve spalla rettilinea mediante un accenno di risega. Massima espansione verosimilmente piuttosto alta, parete sottostante a profilo leggermente convesso. Grandi dimensioni. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XXII, fig. 12). Cfr. Grotta Romealla, Castel Giorgio (TR), l’esemplare è inserito nel tipo 313A della tipologia Cocchi Genick 2001, datato alla fase 2 A della facies di Grotta Nuova. II) Corpo “situliforme”
71-T.3 Brevissima parete fra orlo e massima espansione, fortemente rientrante a profilo da convesso a leggermente concavo. Orlo non distinto, labbro arrotondato o leggermente assottigliato. Massima espansione piuttosto alta, vasca presumibilmente profonda, con profilo più o meno convesso.
75-T.1 Orlo mediamente sviluppato da quasi verticale a leggermente inclinato all’interno, breve parete rientrante al di sopra della carena con profilo rettilineo o appena concavo. Massima espansione verosimilmente piuttosto alta; vasca con porzione superiore a profilo leggermente convesso o pressoché rettilineo.
A. Orlo appena pronunciato pressoché verticale.
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Tipologia e catalogo Prov.: GVV ’89, saggio A1 M12, US3 (Tav. XXII, fig. 13); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XXII, fig. 14). Cfr. Tratturo Caniò, Sezze(LT), Anastasia 2003, Tav. 16: 8, 9. Valle Fredda, Priverno (LT), Anastasia 2003, Tav. 16: 10, 13; questi due esemplari citati vengono datati dall’A. genericamente al BM 2.
78-T.2 Parete rientrante al di sopra della carena, mediamente sviluppata in altezza, con profilo da quasi rettilineo a leggermente concavo. Carena posta piuttosto in basso, vasca a profilo convesso. A. Orlo breve, piuttosto svasato, con accenno di spigolo interno. Prov.: GVV ’89, saggio A1 G12, US3 (Tav. XXIII, fig. 5); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XXIII, fig. 6). Cfr. Vivara (Procida, NA), Punta di Mezzogiorno, scavi 1976 – 1982, sett. A, Struttura superiore Damiani et al. 1984, fig. 3A: 7. L’esemplare è stato inserito nel tipo 347 nella tipologia Cocchi Genick 1995 e riferito alla prima fase del Protoappenninico.
v. Orlo appena pronunciato e labbro leggermente prominente verso l’esterno. Prov.: GVV ’89, saggio A1 M12, US3 (Tav. XXII, fig. 15). Cfr. Tipo 221A della tipologia Cocchi Genick 2001, attribuito dall’A. alla fase 1B della facies di Grotta Nuova, con diffusione all’interno dei gruppi di Candalla, Dicomano, Farneto- Monte Castellaccio e Sentino.
B. Orlo non distinto. Prov.: GVV ’89, saggio A1 G12, US3 (Tav. XXIII, fig. 7). Cfr. Cavallino (LE), capanna 1a, Pancrazzi 1979, fig. 114: 13; l’esemplare citato rientra nel tipo 355 ella tipologia Cocchi Genick et al. 1995, comune a gruppi contigui del versante occidentale (Alto Jonio, Murge settentrionali e Golfo di Taranto). BM 1.
Tazze Profilo sinuoso 76-T.1 Orlo poco sviluppato, lievemente svasato; labbro appena prominente. Massima espansione presumibilmente mediana. Profilo sinuoso, corpo piuttosto espanso.
C. Orlo presumibilmente ancor meno sviluppato. Uno degli esemplari conserva l’attacco di un manico. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XXIII, fig. 8); GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XXIII, fig. 9). Cfr. Spallette di Santa Margherita, Mentana (RM), Cardarelli 1979, fig. 3: 7 e fig. 4: 5; gli esemplari compongono il tipo 212 Cocchi Genick 2001, riferito dall’A. alla fase 2B della facies di Grotta Nuova, con diffusione esclusiva all’interno dell’omonimo gruppo.
A. Orlo più sviluppato e leggermente ingrossato. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XXIII, fig. 1); Cfr. Tipo 164 Cocchi Genick 2001, generico per il profilo, datato alla fase 2 A della facies di Grotta Nuova. B. Orlo più svasato. Massima espansione verosimilmente più alta, vasca presumibilmente di forma piuttosto globosa. Ansa verticale a nastro impostata da sopra la massima espansione a sotto l’orlo, con breve sopraelevazione asciforme. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica, superficie (Tav. XXIII, fig. 2). Cfr. Ortucchio (AQ), strada 28, tipo 42 Ialongo 2007, brocche e boccali, BM 1
79-T.3 Labbro arrotondato. Orlo piuttosto breve e fortemente svasato, distinto all’interno da uno spigolo. Brevissima parete al di sopra della carena, con profilo concavo accentuato. Carena spigolo vivo, alta e pronunciata; vasca fortemente convessa. Fondo umbilicato. Ansa a stretto nastro con sottile perforazione orizzontale, impostata dalla vasca all’orlo, con sopraelevazione a sezione sub ellittica di forma indeterminabile. Prov.: GVV 89’, saggio A3 (Tav. XXIII, fig. 10). Cfr. Ventotene (LT), materiali rinvenuti nel 1945, della Ratta Rinaldi, 1992, fig. 4: 1, inquadrato nel momento più recente dl Protoappenninico. BM 2.
Carenate 77-T.1 Orlo indistinto conservato in maniera lacunosa, pressoché verticale o svasato. Parete al di sopra della carena piuttosto sviluppata, rientrante, con profilo da rettilineo a leggermente convesso. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXIII, fig. 3). Cfr. Trinitapoli (FG), Tunzi Sisto 1999, p. 234, n. 661, Tav. I a p. 235; generico per la forma. BM 3.
A colletto 80-T.1 Colletto distinto, appena svasato e con accenno di spigolo interno. Vasca di forma globosa; ansa ad anello impostata sulla massima espansione. Fondo piatto con spigolo smussato. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Guidi et al. 2002, fig. 11: 4) (Tav. XXIII, fig.11, nuova versione grafica).
v. Orlo verosimilmente meno sviluppato, pressoché verticale. Ansa a nastro largo, con ampia luce sub triangolare, impostata da sotto l’orlo alla carena, conservata su un esemplare. Prov.: GVV ’89, saggio A1 H12, US3 (Tav. XXIII, fig. 4). 31
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) Cfr. Prato di Frabulino, Farnese (VT), tomba, camera, Casi et al. 1995, fig. 8: 4, con motivo decorativo a festoni. Inglobato nel tipo 159 Cocchi Genick 2001 e datato dall’A. alla fase 1A della facies di Grotta Nuova.
verticale a nastro con sezione quadrangolare, impostata dalla spalla all’orlo e leggermente sopraelevata su questo. Piccole dimensioni. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XXIV, fig. 4). Cfr. Tipo 394 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, attestato all’interno del gruppo di Grotta Nuova e di quelli più settentrionali della facies protoappenninica, generico per la forma complessiva. BM 1- 2.
81-T.2 Colletto cilindrico non distinto, piuttosto sviluppato in altezza, appena svasato; labbro assottigliato. Massima espansione mediana. Maniglia lacunosa, verosimilmente di forma triangolare, impostata sulla massima espansione. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXIII, fig. 12). Cfr. Palidoro (RM), Fugazzola Delpino 1976, fig. 24: 3, considerato nel tipo 156A della tipologia Cocchi Genick 2001 e datato alla fase 2 A di Grotta Nuova. Candalla, Camaiore (LU), Riparo dei Castiglioni, US 4, Cocchi Genick 1989 – ’90, fig. 1: 6; l’esemplare citato rientra nel tipo 156B Cocchi Genick 2001, datato dall’A. alla fase 1B di Grotta Nuova.
84-T.3 Breve orlo verticale, labbro assottigliato, spalla poco sviluppata e fortemente rientrante; corpo a pareti leggermente convesse, piuttosto profondo. Presa orizzontale bifora, impostata sulla spalla. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Rosini 2007, fig. 1: 1) (Tav. XXIV, fig. 5). Cfr. La forma complessiva del nostro esemplare, ricorda il tipo 66A della tipologia Cocchi Genick 1998 che l’A. attribuisce alla fase 1B del BA. Per la presa, Grotta dell’Inferno di Vecchiano (PI), Grifoni Cremonesi 1988, fig.5: 2. Eneolitico, pertinente ad una ciotola datata alla fase iniziale della facies di Vecchiano.
Boccali Con corpo “a botte” a) Con ansa a nastro sopraelevata sull’orlo
85-T.4 Orlo indistinto, da pressoché verticale a leggermente svasato. Ansa a nastro impostata dalla massima espansione all’orlo e sopraelevata su questo. Corpo verosimilmente poco espanso.
82-T.1 Orlo a colletto, da pressoché verticale a leggermente rientrante, non distinto; breve parete a profilo concavo al di sopra della massima espansione a cui si raccorda a spigolo. Ansa a nastro impostata dalla massima espansione all’orlo e leggermente sopraelevata su questo. Fondo con accenno di spigolo, non conservato integralmente su un solo esemplare. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXIV, fig. 1); GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XXIV, fig. 2). Cfr. I nostri esemplari ricordano gli esemplari inseriti nei tipi 396 e 397 diffusi, il primo all’interno dei gruppi abruzzese, dell’Ofanto e del Salento durante le fasi 1-2A della facies protoappenninica; il secondo è considerato dagli Autori come esclusivo delle Murge meridionali e del Golfo di Taranto (sottogruppo orientale) e datato al BM 2B.
A. Ansa a nastro con sezione insellata. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. XXIV, fig. 6). Cfr. Ortucchio (AQ) – strada 29, esemplari confluiti rispettivamente nei tipi 35 e 38 della tipologia Ialongo 2007, fig. 49: 8, 9 e datati ambedue al BM 2. B. Ansa a nastro con sezione convessa. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XXIV, fig. 7). Cfr. Generico con il tipo 390A della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, classificato dagli Autori fra i tipi comuni a gruppi contigui del versante occidentale nell’ambito delle fasi 1 e 2A della facies protoappenninica. 86-T.5 Orlo non distinto, poco sviluppato, da quasi verticale a leggermente svasato, labbro arrotondato o appiattito verso l’esterno, decorato con tacche che in un caso arrivano all’inizio dell’ansa. Spalla sfuggente. Massima espansione al corpo. Fondo piatto a spigolo. Prov.: GVV’88, Sala appenninica + GVV ’88, Sala appenninica p. 11 (Tav. XXIV, fig. 8); GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XXIV, fig. 9). Cfr. Torre de’ Passeri (PE), capanna B, Fratini 1997, Tav. XVII: 4. L’A. confronta il pezzo con un esemplare da Latronico 2. BM 1. Il secondo dei nostri esemplari sembra avvicinabile all’unicum dopo 131 della tipologia Cocchi Genick 2001
v. Con diametro all’orlo di poco inferiore di quello al corpo. Ansa a nastro, impostata dalla massima espansione all’orlo e leggermente sopraelevato su questo. Fondo piatto. Dimensioni maggiori. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie + GVV ’88, Sala appenninica (Tav. XXIV, fig.3). Cfr. Avvicinabile per la forma complessiva, al tipo 384B Cocchi Genick et al. 1995, con cordone sotto l’orlo, composto da fogge comuni alla facies di Grotta Nuova e ai gruppi del versante adriatico, documentate in siti nei quali son presenti sia la fase 1 che la 2 del BM. 83-T.2 Labbro assottigliato, colletto cilindrico, distinto dal corpo mediante una risega; orlo in continuità. Labbro leggermente assottigliato. Corpo troncoconico con pareti leggermente convesse. Fondo a spigolo smussato. Ansa 32
Tipologia e catalogo Vasi a collo
rappresentato da un boccale proveniente da Gola del Sentino (AN), Grotta di Frasassi. BM 1-2.
I) Collo non distinto b) con ansa a nastro impostata sul corpo 91-T.1 Collo mediamente sviluppato in altezza pressoché cilindrico, orlo in continuità, labbro non conservato, verosimilmente arrotondato. Breve spalla piuttosto prominente, a profilo appena convesso. Massima espansione verosimilmente al corpo, di forma presumibilmente tronco – ovoide. L’esemplare conserva una bugna troncoconica impostata sulla spalla sopra una larga ansa a nastro. Prov.: GVV ’88, Parte interna, punto D (Tav. XXVI, fig. 1). Cfr. Torre de’ Passeri (PE), capanna B, De Pompeis, Di Fraia 1981, f. 4: 6. Torre de’ Passeri (PE), capanna B + grotticella, De Pompeis, Di Fraia 1981, f. 4: 1. Il primo dei due esemplari citati è stato inserito nella tipologia Cocchi Genick et al. 1995 come tipo 427, comune al gruppo abruzzese e del Salento e attribuito alla prima fase della facies protoappenninica. Il secondo rientra nel tipo 430A della stessa tipologia, riferito comunque alla fase 1.
87-T.1 Brevissimo orlo leggermente svasato. Corpo tronco-ovoide, con massima espansione all’orlo. Decorazione plastica subito sotto l’orlo, consistente in un cordone orizzontale con impressioni digitali regolarmente distanziate, raccordate all’attacco superiore dell’ansa. Ansa a sezione pentagonale con spigolo mediano, impostata dal cordone in giù. Diametro maggiore all’orlo. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. XXV, fig. 1). Cfr. Generico con il tipo 147 della tipologia Cocchi Genick 2001, diffuso all’interno dei gruppi di Candalla e Farneto- Monte Castellaccio durante le fasi 1A e 1B della facies di Grotta Nuova. 88-T.2 Orlo breve, non distinto, leggermente svasato; spalla prominente, poco sviluppata e a profilo convesso. Corpo piuttosto espanso. Ansa a nastro impostata sulla massima espansione. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXV fig. 2). 89-T.3 Orlo di forma non determinabile, con andamento leggermente svasato. Ansa a nastro impostata sul corpo a botte e poco espanso. Fondo piatto a spigolo. Prov.: GVV ’88, superficie (Tav. XXV, fig. 3). Cfr. Monte Castellaccio, Imola (BO), Pacciarelli 1996, Tav. 25 G8: 5621; l’esemplare è classificato come tipo 144B nella tipologia Cocchi Genick 2001, comune ai gruppi di Farneto – Monte Castellaccio e di Grotta Nuova nell’ambito delle fasi 1A e 1B della facies di Grotta Nuova.
92-T.2 Collo piuttosto basso, a profilo concavo, orlo in continuità, breve spalla piuttosto prominente conservata su un esemplare, a profilo leggermente convesso. Corpo presumibilmente ovoide, piuttosto espanso. A. Labbro leggermente assottigliato, orlo appena svasato. Dimensioni maggiori. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXVI, fig. 2). Cfr. Ragnatoro, Gradoli (VT), Zona A, Fioravanti 1988, Tav. III: 4° esemplare. Nella tipologia Cocchi Genick 2001, il pezzo è classificato come unicum 3 dopo il tipo 11. BM 1B–2A.
c) Carenati 90-T.1 Breve orlo svasato, parete sottostante leggermente ingrossata nel tratto mediano, molto sviluppata in altezza, rientrante e a profilo leggermente concavo. Carena presumibilmente bassa. Ansa a gomito con appendice lacunosa e verosimilmente poco sviluppata, impostata dalla carena alla parete soprastante. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica (Rosini 2007, fig. 2: 2) (Tav. XXV, fig. 4). Cfr. La forma complessiva ricorda esemplari diffusi nell’antica età del bronzo nell’Italia centrale, Cocchi Genick (a cura di) 1996, fig. 5: 9. In particolare l’ingrossamento del tratto mediano della parete superiore e la presenza di un’ansa in analoga posizione, sembrano avvicinare il nostro boccale ad esemplari tipo Laterza, ad esempio quello da Grotta Pacelli, Castellana Grotte (BA), Livv. IIe – IIA a facies Laterza, Striccoli R. 1996, fig. 2: 6.
B. Labbro arrotondato leggermente prominente, orlo più svasato, distinto a volte all’interno da uno spigolo. Spalla verosimilmente a profilo più teso che nella varietà A. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XXVI, fig. 3); GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXVI, fig. 4); GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. XXVI, fig. 5). Cfr. Grotta Misa, Ischia di Castro (VT), Cocchi Genick, Poggiani Keller 1984, fig. 9: 2. Corrisponde al tipo 431 nella tipologia Cocchi Genick et al. 1995, comune ai gruppi di Grotta Nuova e del versante tirrenico. BM 2A. v. Spalla fortemente rientrante a profilo rettilineo. Prov.: GVV ’88, saggio A2, US2 (Tav. XXVI, fig. 6). 93-T.3 Collo piuttosto basso e largo a profilo concavo, orlo non distinto, mediamente svasato; spalla sfuggente conservata su due esemplari, corpo presumibilmente piuttosto compresso. 33
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XXVII, fig. 3). Cfr. Generico con il tipo 428 Cocchi Genick et al. 1995, diffuso fra i gruppi di Grotta Nuova, Candalla e di Belverde e inquadrato nella fase più tarda. BM 2A.
A. Labbro arrotondato o leggermente assottigliato, imboccatura verosimilmente piuttosto ampia. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XXVI, fig. 7); GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. XXVI, fig. 8); GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XXVI, fig. 9). Cfr. Tratturo Caniò, Sezze (LT), Anastasia 2003, decorato a rotella o a pettine, T. 2: 1. BA.
II) Collo distinto. A. Orlo non distinto. 95-T.1 Collo da poco sviluppato a piuttosto basso, con profilo appena concavo, da quasi verticale a leggermente inclinato verso l’esterno, distinto dalla spalla mediante una risega più o meno marcata; spalla conservata nel tratto superiore, verosimilmente da piuttosto prominente a rientrante, a profilo leggermente convesso o pressoché rettilineo.
v – Orlo leggermente ingrossato Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XXVI, fig. 10). Β. Collo leggermente più sviluppato, a profilo più concavo che nella varietà precedente, orlo svasato a profilo ricurvo. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. XXVI, fig. 11); GVV ’88 saggio A2 (Tav. XXVI, fig. 12); GVV’89, saggio A1 G12, US3 (Tav. XXVI, fig. 13). Cfr. Giovinazzo(Ba), P.za S. Salvatore, saggio A, tagli 5 – 2, Cataldo et al., 1989 – ‘90, fig. 16: 1; Ib. liv. IV tagli 7 – 6, fig. 11: 7; ib. liv. II tagli 16 – 18, fig. 7: 5. BM 2-3. Tancia (RI), Filippi, Pacciarelli 1991, fig. 13: 24, dolio con orlo distinto e svasato. Gli Autori confrontano il pezzo con un esemplare da Grotta equivalente al tipo 42 dei dolii nella tipologia Cocchi Genick 2001. BM 2.
A. Orlo in continuità, labbro arrotondato o leggermente assottigliato. Spalla prominente a profilo piuttosto teso. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXVIII, fig. 1); GVV ’89, saggio A1 M12, US3 (Tav. XXVIII, fig. 2); GVV ’89, saggio A2, US6 (Tav. XXVIII, fig. 3). Cfr. Grotta Scura (RI), Filippi, Pacciarelli 1991, fig. 12: 1; l’esemplare citato rientra nel tipo 7B Cocchi Genick 2001, BM 1 A – 1B. Grotta dello Sventatoio, S. Angelo Romano (RM), Angle et al. 1991 – ’92, fig. a p. 721, in basso: 6, classificato nel tipo 7A Cocchi Genick 2001 e datato alla fase 1A.
Incerta attribuzione. Prov.: GVV ’89, saggio A1 G12, US3 (Tav. XXVI, fig. 14).
v. Risega appena accennata, collo più basso. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXVIII, fig. 4).
C. Dimensioni ridotte. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XXVI, fig. 15). Cfr. Borgo Ermada (LT), Belardelli, Pascucci (a cura di) 1996, f. 2: 5; BM iniziale. V. Felici (RA), Bermond Montanari 1991 – 1992, f. 3: 7, BM 1.
B. Collo di forma non determinabile, presumibilmente piuttosto sviluppato in altezza, con profilo concavo nel tratto conservato, spalla rientrante a profilo convesso. Prov.: GVV ’89, sporadico (Tav. XXVIII fig. 5); GVV ’89, saggio A3, US2 (Tav. XXVIII, fig. 6); GVV ’89, saggio A2, US15 (Tav. XXVIII, fig. 7). Cfr. Praia a Mare (CS), Grotta Cardini, strato superiore, Bernabò Brea et al. 1989, fig. 94: c. Inserito come variante del tipo 435A nella tipologia Cocchi Genick et al. 1995, riferito sia alle fasi preappenniniche che appenniniche nelle regioni centrali e meridionali della penisola. BM 2 – 3.
94-T.4 Collo poco sviluppato in altezza, da verticale a leggermente inclinato verso l’esterno; spalla prominente a profilo convesso. Massima espansione molto alta, corpo a profilo troncoconico. Un esemplare conserva l’ansa a verticale impostata dalla massima espansione in giù e l’attacco del fondo indistinto. Prov.: GVV ’89, saggio A3, US2 (Tav. XXVII, fig. 1); GVV ’89, saggio A1 I12, US, attribuito al tipo (Tav. XXVII, fig. 2). Cfr. Lago di Mezzano, Valentano (VT), M2, Franco 1982, T. XXIV: M2 8; l’esemplare fa parte del tipo 78 Cocchi Genick 2001, riferito alla fase 2A della facies di Grotta Nuova.
96-T.2 Basso collo inclinato verso l’esterno a profilo da concavo a tendenzialmente teso; labbro arrotondato o leggermente assottigliato orlo in continuità. Corpo di forma non determinabile, presumibilmente piuttosto espanso. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XXIX, fig. 1).
v. Collo poco sviluppato, spalla più rientrante. Presa a linguetta, impostata sulla massima espansione. 34
Tipologia e catalogo Trasacco (AQ) 2, Ialongo 2007, fig. 104: 2. BA 2.
Cfr. Grotta Manaccora (FG), da A 68, asporto lastricato, AIII Annesso. Primi livelli. Recchia 1993, fig. 14: 4, riferito al Protoappenninico recente. BM 2
v 2. Collo meno sviluppato in altezza, a profilo concavo. Corpo di forma presumibilmente più espansa; attacco di un elemento di presa alla base del collo. Prov.: GVV ’89, saggio A1 H12, US3 (Tav. XXX, fig. 7).
v. Collo meno sviluppato a profilo più teso, dimensioni ridotte. Prov.: GVV ’89, Sala dei Sette, superficie (Tav. XXIX, fig. 2). Cfr. Palidoro (RM), strato 7, Fugazzola Delpino 1976, fig. 23: 7. BM 3.
Incerta attribuzione. Breve orlo svasato, ispessito in corrispondenza dello spigolo interno, a sezione triangolare. Parete sottostante a profilo rettilineo [Incerta attribuzione.]. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXX, fig. 8).
97-T.3 Collo di foggia solo parzialmente determinabile, alquanto sviluppato in altezza, inclinato verso l’esterno, con profilo rettilineo o leggermente concavo, presumibilmente a tromba. Labbro arrotondato o leggermente assottigliato, orlo in continuità. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XXIX, fig. 3); GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XXIX, fig. 4); GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XXIX, fig. 5).
99-T.2 Labbro appiattito all’esterno, orlo breve e svasato con accenno di spigolo interno. Collo largo a profilo leggermente concavo, presumibilmente piuttosto sviluppato in altezza. Prov.: GVV ’89, saggio A1, US3 (Tav. XXX, fig. 9); GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XXX, fig.10). Cfr. Grotta Misa, Ischia di Castro (VT), Casi, di Gennaro 1991 – ‘92, fig. a pag.691B: 1. BM 2A.
Cfr. Latronico (PZ), Grotta 2, Ingravallo 1985 – ’86, fig. 7: 1; rientra nel tipo 436 Cocchi Genick et al. 1995 e viene assegnato al BM 2. Giovinazzo (Ba), P.za S. Salvatore, saggio A, liv IV tagli 5 – 2, Cataldo et al. 1989 – ’90, fig. 16: 2. BM 3.
b) Collo cilindrico 100-T.1 Collo cilindrico a profilo rettilineo o leggermente concavo, da verticale a appena inclinato all’interno. Spalla ben sviluppata leggermente convessa. Corpo presumibilmente piuttosto espanso con la massima espansione alta. Decorazione incisa e impressa sul collo; su un solo esemplare la decorazione impressa si conserva parzialmente anche base della spalla, su un altro è presente sul labbro.
B. Orlo distinto. a) Collo troncoconico 98-T.1 Largo collo a pareti rettilinee o leggermente concave. Labbro arrotondato, orlo breve o appena pronunciato, leggermente svasato. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XXX, fig., 1); GVV ’89, saggio A1 H12, US3 (Tav. XXX, fig. 2); GVV ’89, saggio A1 M12, US3 (Tav. XXX, fig. 3); GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XXX, fig. 4); GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XXX, fig. 5). Cfr. Lago di Mezzano, Valentano (VT), Mezzano 2, Franco 1982, Tav. XXVIII: M2 – 36 e fig. 73, vaso biconico; l’esemplare citato rientra nel tipo 18A dei vasi biconici nella tipologia Cocchi Genick 2001. BM 2A. Grotta del Beato Benincasa, Pienza (SI), Radi 1981, fig. 24: 4; l’esemplare citato costituisce la varietà A del tipo 2 Cocchi Genick 2001, datato alla fase 2A della facies di Grotta Nuova.
A. Collo più stretto che nella varietà successiva. Labbro assottigliato, orlo poco sviluppato, svasato quasi a tesa, con accenno di spigolo interno. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Rosini 2007, fig. 3B: 2) (Tav. XXXI, fig.1); GVV ’88, Sala appenninica (rosini 2007, fig. 3B: 3) (Tav. XXXI, fig. 2). Cfr. Grotta Cardini (CS), str. sup. Bernabò Brea 1989, fig. 94: a (corrisponde al tipo 442 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995). BM 2- 3, non decorato. Farleta, Tarquinia (VT), di Gennaro 1991- 1992, fig. a p. 710: 64. B. Collo più largo. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica, superficie (Tav. XXXI, fig. 3). Cfr. Valle Ottara (RI), Fugazzola Delpino 1976, fig. 56: 2.
v 1. Orlo accennato con margine tagliato obliquamente verso l’interno, collo con pareti ancora più inclinate verso l’interno. Prov.: Sporadico dalla superficie (Tav. XXX, fig. 6). Cfr. Cavallino (LE), capanna1, Pancrazzi 1979, p 247, fig. 110: 1. BA 2.
101-T.2 Orlo da poco sviluppato ad appena pronunciato, più o meno svasato, con accenno di spigolo interno. Collo cilindrico a profilo rettilineo o leggermente concavo. Corpo globulare con massima espansione mediana e fondo piatto conservati in un solo esemplare.
35
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) A. Decorazione incisa sul collo e sul corpo. Ansa orizzontale tubolare, impostata sulla spalla sopra la massima espansione. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica, punto 18 (Zaccheo 1990, fig. a pag. 60) (Tav. XXXI, fig. 4). Cfr. Castiglione, Lacco Ameno, Ischia (NA), rientra nel tipo 437B della tipologia Cocchi Genick et al. 1995. BM 3.
Bradano, viene attribuito dagli Autori alla fase 1 della facies protoappenninica. v. Orlo leggermente svasato, con profilo più teso. Listello orizzontale poco rilevato sulla parte esterna dell’orlo. Forma complessiva presumibilmente più espansa. Prov.: GVV ’89, saggio A1 G12, US3 (Tav. XXXII, fig. 5).
B. Labbro arrotondato, orlo poco sviluppato e svasato con spigolo poco evidente; collo cilindrico a profilo rettilineo o leggermente concavo, da verticale a leggermente inclinato verso l’esterno. Non decorato. Prov.: GVV ’89, saggio A1 M12, US3 (Tav. XXXI, fig. 5); GVV ’88, saggio A1, US3. Liv. 1, n.218 (Tav. XXXI, fig. 6). Cfr. Valle Fredda, Priverno (LT), Anastasia 2003, T. 33: 1. BM 2A. Tipo 5 della tipologia Cocchi Genick 2001, diffuso nell’ambiente di Grotta Nuova e datato alle fasi 1B-2A.
104-T.2 Parete sopra la massima espansione molto rientrante a profilo appena convesso parzialmente conservata, parete inferiore leggermente più convessa. Forma complessiva verosimilmente bassa e schiacciata. Presa quadrangolare con due fori passanti verticali in parte integra impostata sulla massima espansione. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XXXII, fig. 6). Cfr. Il nostro esemplare si avvicina al tipo 20 della tipologia Cocchi Genick 2001, attestato all’interno dei gruppi di Candalla e Grotta Nuova durante la fase 2A dell’omonima facies.
Ventotene (LT), Area II, Della Ratta Rinaldi. 1992, fig. 8: 37.
II) Tronchi di cono a profilo da pressoché rettilineo a debolmente convesso
v. Ispessimento subito sotto all’orlo. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica, superficie (Tav. XXXI, fig. 7).
105-T.1 Tronco di cono superiore a profilo pressoché rettilineo. Labbro arrotondato, orlo mediamente sviluppato e svasato, leggermente ingrossato, con profilo curvilineo; non si conserva la parete al di sotto della massima espansione. Decorazione plastica, parzialmente ricostruibile, costituita da due cordoni semilunati lisci. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica, punto 18 (Tav. XXXIII, fig. 1). Cfr. Il nostro vaso è avvicinabile nell’insieme ad uno proveniente dalla Grotta dello Sventatoio, S. Angelo Romano (RM), decorato con una borchia rotonda, Angle et al. 1991- 1992, p. 721 in basso: 2 incluso nel tipo 72 Cocchi Genick 2001 assegnato dall’Autrice alla fase 2A di Grotta Nuova.
c) Collo inclinato verso l’esterno 102-T.1 Labbro arrotondato, orlo svasato; collo a profilo rettilineo o leggermente concavo, inclinato verso l’esterno. Prov.: GVV ’89, saggio A1 M12, US3 (Tav. XXXII, fig. 1); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XXXII, fig. 2). Cfr. Praia a Mare (CS), Grotta Cardini, strato superiore, fig. 95: d; probabile variante a del tipo 446 Cocchi Genick et al. 1995, riferito alle fasi 1-3 del BM.
106-T.2 Orlo poco sviluppato e svasato a profilo teso conservato su un solo esemplare; tronco di cono superiore a profilo pressoché rettilineo, verosimilmente più sviluppato di quello inferiore. Presa a linguetta impostata sulla massima espansione piuttosto bassa, conservata su un esemplare. Prov.: GVV ’89, saggio A1 H12, US3 (Tav. XXXIII, fig. 2); GVV ’89, saggio A1, US3 (Rosini 2007, fig. 2B: 3) (Tav. XXXIII, fig. 3). Cfr. Grotta delle Felci, Capri (NA), Marzocchella 1985, T. II: 3.3, olla con presa a rocchetto, la presa è inclusa nel tipo 601A della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, inquadrata cronologicamente nella fase tarda della facies protoappenninica. BM 2.
Vasi biconici I) Tronchi di cono a profilo convesso 103-T.1 Orlo svasato a profilo leggermente ricurvo, labbro arrotondato. Tronchi di cono a profilo convesso, d’altezza pari o con quello superiore leggermente più sviluppato, raccordati a spigolo. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica, punto 20 (Tav. XXXII, fig. 3); GVV ’88, Sala appenninica, superficie (Tav. XXXII, fig. 4). Cfr. I nostri esemplari sembrano avvicinabili ad uno proveniente da La Starza (AV) inserito nel tipo 157 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, diffuso all’interno dei gruppi dell’Ofanto, delle Murge settentrionali e dell’Alto
107-T.3 Collo basso a profilo leggermente concavo, labbro assottigliato orlo non distinto e mediamente svasato, con 36
Tipologia e catalogo profilo tendenzialmente teso. Una risega separa il collo dalla parete sottostante. Tronchi di cono verosimilmente sviluppati in maniera analoga e a profilo convesso. Bugna conica con apice acuminato, impostata al di sopra della massima espansione. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica, punto 17 (Rosini 2007, fig. 2B: 3) (Tav. XXXIII, fig. 4). Cfr. La forma complessiva del vaso ricorda quella del tipo 334 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, di dimensioni inferiori. Fase 1 della facies protoappenninica.
Cfr. Il nostro esemplare rientra nel tipo 32 della tipologia Cocchi Genick 2001, riferito dall’A. alle fasi 2-3. v. Orlo meno sviluppato e rientrante che nel tipo precedente. Prov.: GVV ’89, saggio A1 M12, US3 (Tav. XXXIV, fig. 2). Cfr. Torre de’Passeri (PE), Scuola media S, Battista, Fratini 1997, Tav. XV: 6. 111-T.3 Labbro tagliato obliquamente verso l’interno, brevissimo orlo appena svasato, parete sottostante piuttosto alta e leggermente inclinata all’esterno. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 + M12, US3 (Tav. XXXIV, fig. 3). Cfr. Tipo 34 della tipologia Cocchi Genick 2001. BM 2 -3.
108-T.4 Orlo poco sviluppato e fortemente svasato. Parete sopra la massima espansione con profilo da rettilineo subito sotto l’orlo a leggermente convesso; forma complessiva piuttosto larga. Di grandi dimensioni. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XXXIII, fig. 5). Cfr. Tipo 21B, Cocchi Genick 2001, attribuito alle fasi tarde della facies di Grotta Nuova, BM 2-3.
Olle I) Olle con corpo tendente al biconico 112-T.1 Orlo poco sviluppato, in continuità con la sottostante parete fortemente rientrante. Massima espansione alta, corpo troncoconico con pareti leggermente convesse. Ansa a gomito di nastro stretto, impostata dalla massima espansione in giù. Fondo a tacco, verosimilmente piatto. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Rosini 2007, fig. 2A: 4) (Tav. XXXIV, fig. 4). Cfr. Avvicinabile ad un esemplare da Grotta Prato, Massa Marittima (GR), con cordone orizzontale sotto l’orlo rientrato nel tipo 130 della tipologia Cocchi Genick 1998. BA. Tipo 148A della tipologia Cocchi Genick 2001, diffuso all’interno dei gruppi di Candalla, Farneto – Monte Castellaccio e Grotta Nuova e datato dall’A. alle fasi 1 A e 1 B della facies di Grotta Nuova.
III) Tronco di cono superiore a profilo rettilineo 109-T.1 Orlo poco sviluppato, svasato quasi ad imbuto. Collo troncoconico a profilo rettilineo. Spalla sfuggente, corpo di forma ovoide con massima espansione tendenzialmente mediana. Un esemplare reca una decorazione incisa sul collo e sulla spalla. Due anse verticali a nastro impostate sulla massima espansione conservate sull’altro esemplare. A. Varietà inornata. Prov.: GVV ’88 Sala dei Sette, superficie + Sala appenninica punto 5 (Tav. XXXIII, fig. 6). Cfr. Tipo 1 Cocchi Genick 2001, in particolare il confronto sembra calzante con l’esemplare da Belverde, Grotte, Calzoni 1962, Tav. XV: a, b, per la presenza di due anse. BM 2-3. Longara, Sezze (LT), Rosini 1996, pp. 63- 64, fig. 2:1, non decorato. Tipo 4, Cocchi Genick 2001, datato alla fase 2A della facies di Grotta Nuova. Tenuta Radicicoli Maffei (RM), Area 86, di Gennaro, Barbaro 2008, fig. 28: 518303. BM 3. Lago di Mezzano, Valentano (VT) Franco 1982, Tav. XXVIII, M2-39, fig. 71.
II) Olle con corpo “a botte” 113-T.1 Labbro assottigliato, orlo in continuità con la parete sottostante che è rientrante, a profilo leggermente convesso, imboccatura ristretta, corpo presumibilmente a barilotto. [Superficie esterna irregolare, con i giunti del cercine rilevati.] Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XXXIV, fig. 5).
B. Varietà decorata. Collo decorato ad incisione (Guidi 2001, pag. 11:1) Prov.: GVV ’88 Ambiente A (Tav. XXXIII, fig. 7).
114-T.2 Labbro decorato con tacche, orlo leggermente assottigliato in continuità con la parete sottostante, lievemente inclinata verso l’interno a profilo pressoché rettilineo. Presa arcuata impostata sul corpo. Corpo verosimilmente cilindro – ovoide. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXXIV, fig. 6). Cfr. Grotta Misa, Ischia di Castro (VT); l’esemplare citato rientra nel tipo 103 della tipologia Cocchi Genick 2001. BM 2A.
Vasi a listello interno 110-T.1 Orlo leggermente rientrante. Superficie esterna “striata”. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXXIV, fig. 1).
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Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) 115-T.3 Orlo appena prominente, verticale, distinto dalla parete sottostante tramite una leggera concavità. Labbro leggermente appiattito e decorato a impressioni. Corpo ovoide, poco espanso. Massima espansione piuttosto bassa. Presa arcuata impostata sul corpo al di sopra della massima espansione. Prov.: GVV ’89, A3 (Tav. XXXIV, fig. 7). Cfr. Avvicinabile al tipo 84 della tipologia Cocchi Genick 2001, diffuso nell’ambito dei gruppi di Candalla e FarnetoMonte Castellaccio, in particolare il nostro esemplare trova confronto con quello da Pisa, via Buonarroti, Bagnoli, Panicucci 1993, fig 2: 6. BM 1B.
GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXXVI, fig. 2); GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXXVI, fig. 3). Cfr. Grotta Madonna delle Cese (FR), Guidi, Pascucci 1996, fig. 3: 15. BA avanzato. Ortucchio (AQ)- Strada 28, Ialongo 2007, fig. 150:6, BM 1-2. v. Labbro di forma non determinabile verosimilmente assottigliato, orlo poco sviluppato. Forma complessiva presumibilmente più espansa rispetto al tipo. Bugna discoidale appiattita. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica, superficie (Tav. XXXVI, fig. 4). Cfr. Selva dei Muli (FR), Biddittu et al. 1981, fig. 3-. 19, per la decorazione plastica; rientra nel tipo 229 della tipologia Cocchi Genick 1998 BA 2. Trasacco (AQ) – il Mulino, fig. 71: 2, su olla tipo 37 Ialongo 2007, BA 2.
116-T.4 Orlo appena pronunciato, verticale, labbro arrotondato. Corpo verosimilmente poco espanso. Massima espansione presumibilmente mediana o bassa. Dimensioni da medie a piccole. Prov.: GVV ’89, saggio A1 G12, US3 (Tav. XXXV, fig.1); GVV ’89, saggio G16 (Tav. XXXV, fig. 2); GVV ’89, sporadico (Tav. XXXV, fig. 3).
120-T.3 Labbro decorato con impressioni digitali e tacche; breve orlo leggermente ingrossato e svasato a profilo ricurvo, formante gola con il corpo sottostante. Diametro all’imboccatura verosimilmente uguale che al corpo, presumibilmente tronco- ovoide. Prov.: GVV ’89, saggio G16 (Tav. XXVI, fig. 5).
v. Labbro digitato. Prov.: GVV ’89, saggio A1 H12, US3 (Tav. XXXV, fig. 4). 117-T.5 Orlo a imbuto, con faccia interna a profilo concavo, ispessito all’interno nel punto di raccordo con il corpo. Corpo ovoide, forma complessiva stretta e profonda. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXXV, fig. 5). Cfr. Generico con il tipo 116 Cocchi Genick 2001, diffuso nei territori di Candalla, Farneto- Monte Castellaccio, Grotta Nuova e cronologicamente inquadrato nella fase 1B dell’omonima facies. Mulino Dabbasso (FG), Gravina 2003, BM, fig.12: 2, 3. BM 2.
121-T.4 Labbro appiattito decorato con impressioni, orlo poco sviluppato e leggermente svasato. Corpo pressoché cilindrico, fondo piatto. Decorato con 4 bugne coniche poste sotto l’orlo. piccole dimensioni. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXXVI, fig. 6). 122-T.5 Orlo poco sviluppato, mediamente svasato con profilo piuttosto teso impostato su una spalla poco sviluppata e rientrante, a profilo rettilineo. Corpo troncoconico leggermente convesso, poco profondo. Presa a ferro di cavallo sul corpo. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XXXVI, fig. 7).
III) Olle e ollette con corpo globulare o ovoide 118-T.1 Orlo svasato e leggermente ricurvo, labbro arrotondato, spalla sfuggente e a profilo lievemente convesso; forma complessiva presumibilmente più espansa rispetto ai tipi successivi. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXXV, fig. 6); GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXXV, fig. 7). Cfr. Sesto Fiorentino (FI), Termini Est 2, str. 3 B, Zanini 2000, fig. 54: 2 corrisponde al tipo 73 della tipologia Cocchi Genick 2001, datato dall’A. alla fase 2A della facies di Grotta Nuova.
IV) A colletto a) Corpo espanso, spalla prominente con profilo da convesso a pressoché rettilineo 123-T.1 Colletto non distinto, poco sviluppato, verticale o appena svasato con profilo da rettilineo a leggermente concavo, massima espansione presumibilmente alta. A. Labbro arrotondato o leggermente assottigliato, colletto leggermente più sviluppato. Prov.: GVV ’89, saggio A1 M12, US3 (Tav. XXXVII, fig. 1); GVV ’89, saggio G16 (Tav. XXXVII, fig. 2); GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. XXXVII, fig. 3);
119-T.2 Labbro arrotondato, orlo da poco sviluppato e svasato a profilo tendenzialmente teso. Spalla molto rientrante, da rettilinea a lievemente convessa. Presa a linguetta conservata in un caso. Massima espansione verosimilmente da mediana a piuttosto bassa. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXXVI, fig. 1);
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Tipologia e catalogo GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XXXVII, fig. 4). Cfr. Cavallino (LE), Capanna 2, Pancrazzi 1979, fig. 110: 7: questo esemplare è classificato nel tipo 416A della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, foggia attestata in quasi tutti i contesti protoappenninici datati al BM 1 e al BM 2. BM 1-2.
a lingua sulla spalla, uno l’attacco di un elemento di presa. Forma complessiva meno espansa del tipo precedente. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXXVIII, fig. 1); GVV ’88 Sala dei Sette, superficie (Tav. XXXVIII, fig. 2); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XXXVIII, fig. 3). Cfr. Le Pazze (LE), Cocchi Genick et al. 1995, fig. 127: 415; l’esemplare è stato inserito dagli Autori nel tipo 415 delle “Olle e ollette a colletto” e datato al BM 1-2. Grotta Cardini (Praia a Mare, CS) str. superiore, L. Bernabò Brea et al.1989, fig. 92: c. BM 3A.
B. Colletto molto breve, margine tagliato obliquamente verso l’interno. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XXXVII, fig. 5). Cfr. Pontone della Noce, Blera (VT), di Gennaro 19911992, p. 697: BA5. L’esemplare rientra nel tipo 64 della tipologia Cocchi Genick 2001, riferito alla fase1B della facies di Grotta Nuova. Spiagge di S. Agostino, Gaeta (LT), Guidi 1980, fig. 1: 2. BM 1-2.
v 1. Orlo presumibilmente più svasato. Bugna cava conservata all’altezza della spalla. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXXVIII, fig. 4). Cfr. Grotta dei Piccioni, Cremonesi 1976 a, fig. 67: 1; questo esemplare è stato considerato all’interno del tipo 418 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, datato al BM 1.
C. Labbro arrotondato, breve colletto verticale. Spalla prominente a profilo fortemente convesso. Forma complessiva meno espansa. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. XXXVII, fig. 6).
v 2. Breve orlo svasato a profilo teso. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. XXXVIII, fig. 5).
D. Labbro arrotondato, Spalla sfuggente a profilo pressoché rettilineo. Forma complessiva meno espansa. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXXVII, fig. 7).
v 3. Labbro tagliato obliquamente verso l’interno. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XXXVIII, fig. 6).
124-T.2 Orlo di forma non determinabile. Spalla poco sviluppata, rientrante a profilo leggermente convesso. Massima espansione piuttosto alta, forma complessiva poco profonda. Presa trapezoidale con due fori passanti verticali e margini laterali espansi verticalmente e paralleli, a profilo quadrangolare sul punto di massima espansione. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XXXVII, fig. 8). Cfr. Caterattino, Sabaudia(LT), Guidi 1981, fig. 2: 2; la presa presente su questo esemplare, come sul nostro, rientra nel tipo 601A Cocchi Genick et al. 1995, considerata quale foggia comune alle facies di Grotta Nuova e protoappenninica. BM 2.
b) Corpo presumibilmente meno espanso, spalla da rientrante a molto rientrante, sfuggente, con profilo da leggermente convesso a rettilineo 127-T.1 Colletto non distinto piuttosto sviluppato in altezza, da leggermente rientrante a quasi verticale, spalla poco sviluppata, rientrante e a profilo convesso. Corpo di forma globulare piuttosto schiacciato. Prov.: GVV ’88, saggio A2, US8 (Tav. XXXVIII, fig. 7); GVV ’88, superficie (Tav. XXXVIII, fig. 8). Cfr. Grotta dei Piccioni, Cremonesi 1976, fig. 65: 6; l’esemplare citato rientra nel tipo 417 Cocchi Genick et al. 1995. BM 1.
125-T.3 Orlo appena pronunciato, leggermente svasato e distinto all’interno da uno spigolo, labbro non determinabile. Spalla sviluppata, sfuggente, corpo ovoide. Decorazione incisa e intagliata sulla Massima espansione mediana. Prov.: GVV ’89, saggio A1 M12, US3 + L12 (Rosini 2007, fig. 3B: 1) (Tav. XXXVII, fig. 9). Cfr. Grotta delle Felci, Capri (NA), Marzocchella 1985, T. III 3: 13, per la forma complessiva e per la decorazione. BM 3.
128-T.2 Colletto distinto da verticale a leggermente inclinato verso l’esterno, spalla sfuggente a profilo rettilineo o leggermente convesso. Corpo presumibilmente di forma ovoide, poco espanso. Dimensioni da medie a piuttosto piccole. Prov.: GVV ’89, saggio A1 M12, US3 (Tav. XXXVIII, fig.9); GVV ’88, Sala appenninica, superficie (Tav. XXXVIII, fig. 10). Cfr. Valle Fredda, Priverno (LT), Anastasia 2003, T. 25: 2, BM 1.
126-T.4 Colletto da breve a sviluppato, verticale o leggermente svasato, spalla rientrante a profilo appena convesso o rettilineo. Due esemplari conservano una presa
v. colletto leggermente ingrossato, più sviluppato e svasato che nel resto del tipo. 39
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXXIX, fig. 7); GVV ’89, saggio A1, US3 I12, (Tav. XXXIX, fig. 8); GVV ’89, saggio A1, US3 L12 (Tav. XXXIX, fig. 9). Cfr. Spiagge di S. Agostino (LT), Morandini 1999, T. 14: 36, BM 1-2. Candalla, Camaiore (LU), Riparo della Roberta, str. C, rientra nel tipo 421B Cocchi Genick et al. 1995. BM 1. Lago di Canterno, Trivigliano (FR), Angle 2007, fig. 212: 4. BM 1-2.
Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. XXXVIII, fig. 11). Cfr. Tratturo Caniò, Sezze (LT), Anastasia 2003, Tav. 26: 1. BM 1A. Roncina (RE), Capelli, Tirabassi 1991- 1992, p. 657:12. BM 2. 129-T.3 Colletto da breve a poco sviluppato. Spalla verosimilmente poco sviluppata, piuttosto rientrante a profilo leggermente convesso. Corpo di forma presumibilmente piuttosto stretta, massima espansione posta verosimilmente piuttosto in alto. Un esemplare conserva l’attacco di un elemento di presa sulla massima espansione; su di un altro rimane l’attacco di un elemento plastico in analoga posizione. Dimensioni da medie a piccole.
D. Labbro decorato con impressioni o tacche. Spalla ancor meno sviluppata e più sfuggente. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XXXIX, fig. 10). Cfr. Torre de’ Passeri (PE), de Pompeis, di Fraia 1981, fig. 4: 5. BM 1-2.
A. Colletto verticale. Labbro arrotondato. Prov.: GVV ’89, saggio A1, US3, H12 (Tav. XXXIX, fig. 1). Cfr. Valle Fredda, Priverno (LT), Anastasia 2003, Tav. 28: 2, 3, BM 1-2. Fosso Foligno, Nettuno (RM), Alessandri 2007, fig. 129: 3, BM 1.
v. Labbro piatto, colletto distinto da uno spigolo interno. Prov.: GVV ’89, saggio A1, US3 (Tav. XXXIX, fig. 11). Cfr. Valcanneto, Cerveteri (RM), Cerasuolo 2007, fig. 27: 9, BA-BM 1.
v. Colletto distinto dalla spalla mediante un collarino appena accennato. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XXXIX, fig. 2).
c) Orlo non distinto da breve ad appena pronunciato, colletto da inclinato verso l’interno a verticale 130-T.1 Breve colletto non distinto, da leggermente rientrante a pressoché verticale, con profilo rettilineo; labbro arrotondato o leggermente appiattito. Spalla sfuggente a profilo lievemente convessa. Massima espansione presumibilmente posta piuttosto in alto. Corpo verosimilmente di forma ovoide.
B. Colletto distinto, leggermente svasato, a profilo curvo. Labbro assottigliato. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXXIX, fig. 3); GVV ’88, Ambiente A (Tav. XXXIX, fig. 4); GVV ’88, saggio A2, US2 (Tav. XXXIX, fig. 5). Cfr. Morricone (RI), Filippi, Pacciarelli 1991, fig. 9: 3, BM 1-2. Candalla (LU), Riparo del Lauro, str. 3, Cocchi Genick 1987, fig. 21: 1; l’esemplare rientra nel tipo 117A Cocchi Genick 2001, datato alla fase 1A della facies di Grotta Nuova.
A. Labbro decorato con tacche; cordone orizzontale sulla spalla ugualmente decorato conservato su un esemplare, presa a lingua impostata sulla massima espansione. Prov.: GVV ’89, saggio A3, con cordone (Tav. XL, fig. 1); GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XL, fig. 2); GVV ’89, saggio A1, US3 L12 (Tav. XL, fig. 3). Cfr. Tratturo Caniò, Sezze (LT), Anastasia 2003, Tav. 29: 1, 2. Torre de’ Passeri (PE), Fratini 1996, Tav. XVIII: 6. BM 1-2. Grotta Riparo del Peschio Tornera (FR), Guidi 19911992, fig. 3 A 7. BM 1-2.
v. Orlo più sviluppato e svasato a profilo più o meno ricurvo. Due prese semicircolari a “ferro di cavallo” sulla spalla. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XXXIX, fig. 6); Cfr. Tipo 67B Cocchi Genick 2001, diffuso nell’ambito dei gruppi di Candalla, Dicomano e Farneto- Monte Castellaccio, durante la fase 1A della facies di Grotta Nuova.
v. Colletto più rientrante, con profilo appena convesso, quasi in continuità con la spalla. Prov.: GVV ’89, saggio A1, US3 G12 (Tav. XL, fig. 4). Cfr. Tenuta Radicicoli Del Bene (RM), area 85, Barbaro, di Gennaro 2007, fig. 2: 6° es. in basso a dx. BA.
C. Labbro arrotondato, colletto da pressoché verticale ad appena inclinato verso l’esterno. Corpo con pareti a profilo più convesso che nella varietà precedente, su un esemplare resta l’attacco di un probabile elemento di presa impostato al di sotto della spalla.
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Tipologia e catalogo 132-T.3 Colletto non distinto poco sviluppato da leggermente rientrante a pressoché verticale, orlo in continuità o leggermente svasato. Forma complessiva presumibilmente poco espansa; dimensione medio – piccola.
B. Colletto meno sviluppato, corpo presumibilmente piuttosto compresso. Dimensioni ridotte. Prov.: GVV ’89, saggio A1, US3 I12 (Tav. XL, fig. 5); GVV ’89, saggio A1, US3 I12 (Tav. XL, fig. 6). Cfr. Spiagge di S. Agostino, Gaeta (LT), Guidi 1980, fig. 1: 6; BM 1-2. Cavallino (LE), capanna 1 a, Pancrazzi 1979, fig. 109: 12; l’esemplare citato rientra nel tipo 423Cocchi Genick et al. 1995, datato dagli Autori alla fase 1 Protoappenninico. Torre de’ Passeri, Fratini 1997, t. XVIII: 9. BM 1-2.
A. Colletto non decorato. Prov.: GVV ’89, saggio G16 (Tav. XLII, fig; 7); GVV ’89, saggio G16 (Tav. XLII, fig. 8). B. Colletto decorato con motivi incisi. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XLII, fig. 9); GVV ’89, saggio A1 G12, US3 (Tav. XLII, fig. 10). Cfr. Tane del Diavolo (TN), provenienza ind., Macchiarola 1987, T. 11: 3. BM 3.
C. Orlo leggermente più sviluppato verticale o appena inclinato verso l’esterno, labbro arrotondato o leggermente appiattito, non decorato. Presa a lingua semicircolare impostata sulla spalla conservata in un caso. Prov.: GVV ’88, saggio A1, US3 Liv. 1, nn. 450, 505 (Tav. XLI, fig. 1); GVV ’89, saggio A3, US2 (Tav. XLI, fig. 2); GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XLI, fig. 3); GVV ’88, sporadico (Tav. XLI, fig. 4). Cfr. Torre de’ Passeri (PE), capanna B, Fratini 1997, Tav. XVIII: 7. BM 1. Tipo 77 Cocchi Genick 2001, fig. 22: 77, BM 1A.
d) Colletto distinto mediante una risega 133-T.1 Colletto poco sviluppato, verticale o leggermente svasato, distinto esternamente dalla spalla da una risega più marcata che nei tipi successivi. Orlo in continuità, poco sviluppato; labbro arrotondato o assottigliato. Corpo da globulare a tronco – ovoide. A. Spalla poco prominente, ma più che nella varietà successiva, con profilo leggermente convesso. Forma complessiva più espansa. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XLIII, fig. 1); GVV ’89, sporadico (Tav. XLIII, fig. 2). Cfr. Borgo S. Angelo, Ceccano (FR), focolare, Biddittu et al. 1981, fig. 7: 1. BM 1-2.
v. Orlo più sviluppato e svasato. Prov.: GVV ’89, saggio A1, US3 (Tav. XLI, fig. 5). D. Orlo appena pronunciato, labbro tagliato obliquamente verso l’interno. Collo troncoconico a profilo rettilineo. Prov.: GVV ’89, saggio A1, US3 (Tav. XLI, fig. 6); GVV ’89, saggio A1, US3 L12 (Tav. XLI, fig. 7); GVV ’89, saggio A1, US3 L12 (Tav. XLI, fig. 8). Cfr. Cavallino (LE), capanna 2, Pancrazzi 1979, fig. 111: 5. BM 1.
v. Labbro arrotondato, colletto poco sviluppato, verticale e leggermente ingrossato. Prov.: GVV ’89 saggio A3 (Tav. XLIII, fig. 3). Cfr. Valle Felici (RA), Bermond Montanari 1991 – 1992, f. 2: 21. BM 1-2. Valle Fredda, Priverno (LT), Anastasia 2003, classificata fra le tazze, t. 20: 2. BM 1-2.
131-T.2 Colletto non distinto inclinato verso l’interno o pressoché verticale; orlo appena pronunciato, in continuità o lievemente svasato, distinto a volte all’interno da un accenno di spigolo. Labbro decorato con tacche. Prov.: GVV ’89, saggio A1, US3 M12 (Tav. XLII, fig. 1); GVV ’89, saggio A3 (Tav. XLII, fig. 2); GVV ’89, saggio A1, US3 L12 (Tav. XLII, fig. 3); GVV ’89, saggio A1, US3 L12 (Tav. XLII, fig. 4); GVV ’89, saggio A1, US3 L12 (Tav. XLII, fig. 5). Cfr. Torre de’ Passeri (PE), Fratini 1997, T. XVIII: 3. BM 1-2. Tipo 425 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, BM 1-2.
B. Corpo di forma poco espansa, profilo da convesso nel tratto più alto a leggermente concavo verso il fondo. Superficie esterna striata. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica, Punto 18 (Tav. XLIII, fig. 4); GVV ’88, Sala appenninica, Punto 18 (Tav. XLIII, fig. 5). Cfr. Piano del Casalone (VT), Cardarelli 1979, fig. 1. 1, BM 1. Incerta attribuzione. Forma non determinabile, presa a linguetta quadrangolare impostata sul punto di max. Espansione. Prov.: GVV ’89, saggio A3, US2 (Tav. XLIII, fig. 6).
v. Colletto rientrante decorato all’esterno da tratti di linee oblique incise. Labbro arrotondato, non decorato. Prov.: GVV ’89, saggio A1, US3 I12 (Tav. XLII, fig. 6).
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Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) 134-T.2 – Breve colletto rientrante con profilo concavo, distinto alla base da una risega. Labbro assottigliato, orlo poco sviluppato, pressoché verticale. Corpo presumibilmente tronco-ovoide. Dimensioni medio – piccole. Presa a lingua semicircolare impostata al di sopra della massima espansione. Colletto sviluppato pressappoco come nel tipo precedente, leggermente rientrante o verticale; spalla poco sviluppata, rientrante a profilo convesso.
A. Labbro assottigliato. Orlo poco sviluppato e svasato. Cordone liscio. Prov.: GVV ’89, saggio A4 (Tav. XLV, fig. 1). Cfr. Avvicinabile all’esemplare dalla Grotta dello Sventatoio, S. Angelo Romano (RM) equivalente al tipo 42 Cocchi Genick 2001, diffuso all’interno dei gruppi di Candalla, Grotta Nuova e del Sentino. Fase 2 A della facies di Gotta Nuova. B. Labbro e cordone decorati con tacche. Prov.: GVV ’88, Ambiente B (Tav. XLV, fig. 2). Cfr. Grotta del Beato Benincasa (SI), Radi 1981, f. 24: 2. Questo esemplare con cordone liscio orizzontale sul corpo, richiama il nostro per la forma complessiva ed è classificato come tipo 127B nella tipologia Cocchi Genick 1998; l’A. lo considera nell’ambito delle fogge diffuse nel Bronzo Antico dell’Italia centrale.
A. Labbro assottigliato. Dimensioni medie. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica, punto 18 (Tav. XLIV, fig. 1); GVV ’89, saggio A3 (Rosini 2007, fig. 2A: 6) (Tav. XLIV, fig. 2). v. Colletto verosimilmente più sviluppato e presumibilmente svasato. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Rosini 2007, fig. 2A: 3) (Tav. XLIV, fig. 3).
C. Orlo poco sviluppato e leggermente svasato, a profilo ricurvo. Varietà inornata. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. XLV, fig. 3). Cfr. Grotta di Carli (VT), Casi, Mieli 1995, f. 3: 4; rientra nel tipo 42 Cocchi Genick 2001, diffuso nell’ambito dei gruppi di Candalla, Grotta Nuova e Sentino, nella fase 2A.
Cfr. La forma complessiva dei campioni che compongono questa varietà, ricorda quella di esemplari provenienti da Casale di Torre Spaccata (RM), L’Ardino (Percile, RM) Guidi 1979, fig. 2: 9 e fig. 3: 1 e da Torre Crognola (Canino, VT) Pennacchioni 1977, Tav. 11: 104; tutti i pezzi citati, di dimensioni inferiori, sono stati classificati come tipo 66A e B delle “ciotole a collo distinto” nella tipologia Cocchi Genick 1998, datati dall’A. alla fase 1B del Bronzo Antico.
137-T.2 Orlo più sviluppato e svasato. Cordone orizzontale ugualmente decorato applicato sulla spalla molto sfuggente. Forma complessiva più aperta che nel resto del tipo.
B. Labbro arrotondato, orlo leggermente ingrossato. Dimensioni maggiori. Prov.: GVV ’89, saggio A1 M12, US3(Tav. XLIV, fig. 4). Cfr. Morricone (RI), Filippi, Pacciarelli 1991, fig. 9: 39: BM 1-2.
A. Cordone liscio. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XLV, fig. 4). B. Cordone orizzontale digitato sulla spalla molto sfuggente, labbro ugualmente decorato. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XLV, fig. 5). Cfr. Torre de’ Passeri (PE), Prov. inc., Fratini 1997, T. XV: 10. BM 1.
135-T.4 Colletto da breve a poco sviluppato, pressoché verticale, distinto da uno spigolo accennato. Corpo non molto espanso, con pareti da quasi rettilinee ad appena convesse. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XLIV, fig. 5); GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. XLIV, fig. 6). Cfr. Grotta Madonna delle Cese (FR), Guidi, Pascucci 1996, fig. 3: 12. BA 2. Borgo S. Angelo, Ceccano (FR), focolare, Biddittu, Segre Naldini 1981, fig. 7: 9. BM 1-2.
II) A colletto a) Corpo da globulare a ovoide. Forma complessiva molto espansa 138-T.1 Colletto non distinto, da verticale a leggermente rientrante, orlo poco sviluppato, ingrossato, rientrante, labbro tagliato obliquamente. Spalla rientrante a profilo più o meno convesso. Corpo presumibilmente di forma ovoide piuttosto espanso. Cordone orizzontale liscio alla base del colletto. Prov.: GVV ’88, parte interna, punto 21 (Tav. XLV, fig. 6); GVV ’89, saggio A3 (Tav. XLV, fig. 7). Cfr. Grotta dei Piccioni, Cremonesi 1976, fig. 67: 5. BM 2A.
Dolii I) Con orlo svasato 136-T.1 Orlo poco sviluppato, da leggermente a mediamente svasato, spalla sfuggente. Punto di massima espansione posto verosimilmente in alto. Corpo presumibilmente poco espanso.
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Tipologia e catalogo GVV ’89, Sala dei Sette, superficie (Tav. XLVI, fig. 6); GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XLVI, fig. 7). Cfr. Tipo 39 della tipologia Cocchi Genick 2001; include esemplari da Grotta del Farneto (BO), Dicomano (FI), Candalla (LU), Grotta del Beato Benincasa (PI). BM 1-2. Cavallino (LE), Pancrazzi 1979, fig. 110: 5. BM 1. Grotta Cardini, Praia a Mare (CS), str. inf., Bernabò Brea et al. 1988, f. 25: h.
Grotta del Beato Benincasa, Radi 1981, fig. 25: 3, questo esemplare, rientra nel tipo 39 di Cocchi Genick 2001 ed è considerato dall’A. fra le fogge diffuse all’interno dei gruppi di Candalla, Dicomano, Farneto – Monte Castellaccio e Grotta Nuova. BM 1-2. v. Colletto più sviluppato. Orlo prominente e leggermente ingrossato, labbro appiattito e digitato. Cordone orizzontale alla base dell’orlo decorato allo stesso modo. Prov.: GVV ’89, saggio A1 H12, US3 (Tav. XLV, fig. 8). Cfr. Avvicinabile a un esemplare dalla Grotta del Beato Benincasa, Radi 1981, fig. 25: 1, privo di cordone. Il pezzo rientra nel tipo 38 Cocchi Genick 2001, datato alle fasi 1-2 della facies di Grotta Nuova.
B. Labbro digitato o decorato con tacche. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3, con tacche (Tav. XLVI, fig. 8); GVV ’89, saggio A1 I12, US3, digitato (Tav. XLVI, fig. 9). Cfr. Paludi, Celano (AQ), d’Ercole 1986, f. X: 30808, BM 1-2.
139-T.2 Colletto non distinto, da verticale a leggermente rientrante. Spalla sfuggente a profilo leggermente convesso. Cordone orizzontale sotto l’orlo presente su due esemplari. Forma complessiva espansa. A. Labbro arrotondato e decorato con tacche in un caso. Orlo breve, verticale. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. XLV, fig. 9); GVV ’89, saggio A3 (Tav. XLV, fig. 10). Cfr. Il nostro pezzo ricorda nella forma complessiva ricorda un esemplare da Candalla, Camaiore (LU), Riparo della Roberta, di dimensioni inferiori, Cocchi Genick 1984, fig. 10: 1; classificato come tipo 66 nella tipologia Cocchi Genick 2001. Fasi 1A – 1B della facies di Grotta Nuova.
141-T.2 Labbro arrotondato, colletto non distinto poco sviluppato, talvolta leggermente ingrossato, da verticale a leggermente svasato. Breve spalla poco prominente o sfuggente. Cordone orizzontale posto sulla spalla. Corpo presumibilmente poco espanso. A. Cordone ritorto più o meno rilevato. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XLVI, fig. 10); GVV ’89, saggio A3 (Tav. XLVI, fig. 11). Cfr. Ventotene (LT), mat. Bruchner ’45, della Ratta Rinaldi 1992, f. 5: 19, BM 1-2.
B. Labbro assottigliato, orlo poco più sviluppato; cordone orizzontale liscio al di sotto dell’orlo Prov. GVV ’89, saggio A3 (Tav. XLV, fig. 11). Cfr. Cavallino (LE), Cap. 1, Pancrazzi 1979, fig. 110: 5, BM 1.
B. Cordone liscio rivolto verso l’alto. Prov.: GVV ’89, saggio A4 (Tav. XLVI, fig. 12); GVV ’88, sporadico (Tav. XLVI, fig. 13). Cfr. Casetta Massucci, Guidonia di Montecelio (RM), Mari, Sperandio 2007, fig. 98:25. BA, BM 1-2.
b) Forma complessiva meno espansa
C. Priva di cordone; ansa verticale a gomito in un caso, ad anello nell’altro, impostata dalla spalla in giù. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. XLVI, fig. 14); GVV ’88, sporadico (Tav. XLVI, fig. 15).
140-T.1 Colletto non distinto, alquanto sviluppato, da verticale a leggermente svasato, a profilo rettilineo o leggermente concavo. Spalla rientrante a profilo da appena convesso a rettilineo. Corpo presumibilmente ovoide; massima espansione, laddove riconoscibile, piuttosto alta.
142-T.3 Orlo prominente con margine tagliato obliquamente all’interno, labbro leggermente ingrossato verso l’esterno. Cordone orizzontale applicato alla base dell’orlo, liscio e a sezione triangolare rivolto in su. Spalla molto rientrante, profilo pressoché rettilineo. Corpo di forma presumibilmente ovoide piuttosto schiacciato. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. XLVI, fig. 16); GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. XLVI, fig. 17). Cfr. Candalla, Camaiore (LU), Riparo dell’Ambra, str. 9, Cocchi Genick 1986, fig. 25: 3. Con cordone digitato. BA 1B.
A. Labbro arrotondato, appiattito o leggermente assottigliato, colletto non distinto a volte leggermente ingrossato all’esterno. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. XLVI, fig. 1); GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. XLVI, fig. 2); GVV ’88, saggio A1, US3 Liv. 1, n. 70 (Tav. XLVI, fig. 3); GVV ’88, saggio A2, US6 (Tav. XLVI, fig. 4); GVV ’88, saggio A1, US3, Liv. 1, n. 454 (Tav. XLVI, fig. 5);
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Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) S. Paolo Belsito (NA), La Vigna, 1995- S. III, US5. Albore Livadie 1999, fig. 17.A: 2. Con labbro digitato. BA facies Palma Campania.
b) A contorno triangolare 147-T.1 Apice appuntito non rilevato, contorno rettilineo ai lati, attacchi laterali non rilevati e leggermente divergenti verso la parete. Sezione quadrangolare. Foro circolare mediano. Impostata alla massima espansione. Forma complessiva piuttosto rigida. Su scodella tipo 13B. Prov.: GVV ’88, saggio A1, US3 Liv. 1, nn. 490, 513, 426, 398 (Tav. XLVII, fig. 7). Cfr. Morricone, Toffia (RI), Filippi, Pacciarelli 1991, fig. 7B: 4. Genericamente avvicinabile al tipo 469 della tipologia Cocchi Genick 2001. BM 2-3.
Vasi miniaturistici 143-T.1 Vasca a calotta con contorno subovale, poco profonda, asimmetrica e a profilo convesso. Orlo in continuità. Maniglia semicircolare con sezione circolare, impostata sulla vasca, subito al di sotto dell’orlo. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. XLVII, fig. 1). 144-T.2 Fondo piatto non distinto, con breve porzione di parete conservate, appartenente presumibilmente ad un vasetto di forma poco sviluppata in altezza e poco espansa. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica, superficie (Tav. XLVII, fig. 2).
148-T.2 Apice appuntito, contorno concavo ai lati. Attacchi laterali poco rilevati, pressoché ortogonali, a contorno leggermente concavo. Sezione sub ellittica. Foro circolare mediano. Prov.: GVV ’89, saggio A1 G12, US3 (Tav. XLVII, fig. 8).
Maniglie a) A contorno semicircolare
Incerta attribuzione. Apici rilevati, margine esterno appiattito. Impostata sulla massima espansione e rivolta verso l’alto. Su tazza tipo 81. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XLVII, fig. 9). Cfr. Tratturo Caniò, Sezze (LT), Anastasia 2003, p. 87, tv. 38: 1. BM 3. Grotta Scura, Castelnuovo di Farfa (RI), Filippi, Pacciarelli 1991, fig. 11: 1, l’esemplare rientra nel tipo 469 della tipologia Cocchi Genick 2001, diffuso all’interno del gruppo di Grotta Nuova. BM 2-3.
145-T.1 Faccia esterna con insellature mediana, formante due cordoni simmetrici a margini lisci o decorati con tacche. A. Margini lisci. Prov.: GVV ’89, saggio A1 M12, US3 (Tav. XLVII, fig. 3). B. Margini decorati con tacche. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XLVII, fig. 4). Cfr. Tratturo Caniò, Sezze (LT), Anastasia 2003, tavv. 23:1, 39: 1, 3. BM 3. Morricone, Toffia (RI), Filippi, Pacciarelli 1991, fig. 9: 43. Palidoro (RM), taglio 7, Fugazzola Delpino 1976, fig. 31: 3.BM 3.
149-T.3 Apice appuntito e rivolto verso l’alto, contorno leggermente sinuoso, sezione sub ellittica rastremata verso l’esterno. Foro mediano di forma ovale piuttosto ampia. A. Con attacchi laterali rilevati. Su scodella tipo 12B. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XLIII: 10).
146-T.2 Maniglia semicircolare, a sezione rettangolare o sub ellittica, con faccia esterna piana o leggermente convessa, attacchi laterali poco o affatto rilevati. Foro mediano ellittico. Impostata sulla parete al di sopra della carena. Su ciotola tipo 51. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 + M12 (Tav. XLVII, fig. 5); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 + M12 (Tav. XLVII, fig. 6). Cfr. Moje di Castellano, Magliano Sabina (RI), Filippi, Pacciarelli 1991, fig. 5: 32. Su olla e con sezione circolare. Praia a Mare (CS) Grotta Cardini, str. superiore Bernabò Brea et al. 1989, fig. 99: g. Generico con il tipo 468 Cocchi Genick 2001, con espansioni laterali rilevate, riferito dall’A. al BM 2-3.
B. Con attacchi laterali poco rilevati e forati verticalmente. Su scodella tipo 9B. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica, punto 11 (Tav. XLVII, fig. 11). Cfr. I nostri tipi 147, 148 e 149 possono essere genericamente confrontati con il tipo 469 Cocchi Genick 2001, considerato esclusivo del gruppo di Grotta Nuova e attributo genericamente al BM 2-3. c) A contorno quadrangolare 150-T.1 Contorno trapezoidale, margini laterali a contorno convesso e margine superiore insellato; apici a punta poco rilevati. Sezione rettangolare piuttosto stretta. Foro mediano ellittico. Prov.: GVV ’88. Sala dei Sette, superficie (Tav. XLVII, fig. 12).
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Tipologia e catalogo Cfr. L’ esemplare può essere avvicinato, per la sua forma, al manico impostato sull’orlo di una ciotola carenata proveniente dalla Grotta dei Piccioni, Fratini 1997, p. 40, Tav. XI: 6 BM 1-2A. Celano – Paludi (AQ), D1, Ialongo 2007, fig. 83: 5. BM 2 A.
GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. XLVIII, fig. 9); GVV ’89, saggio A2, US6 (Tav. XLVIII, fig. 10). Cfr. Gli esemplari che compongono questa varietà sembrano avvicinabili ad uno proveniente da Grotta Bella (TR), Guerreschi et al. 1992, Tav. XVI: 0522/73, classificato come variante a del tipo 153 Cocchi Genick 1998, datato dall’A. alla fase 2 del BA.
Anse orizzontali
v. 1 Piuttosto aderente alla parete. Luce non molto ampia. Impostata al di sotto della massima espansione. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US6 (Tav. XLVIII, fig. 11).
151-T.1 Ansa orizzontale, tubolare, a largo nastro con sezione sub ellittica, impostata sulla massima espansione. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica, punto 18. Su vaso a collo tipo 101A (Tav. XLVIII, fig. 1).
v. 2 Con foro circolare. Nastro piuttosto stretto a sezione subrettangolare. Tratto superiore orizzontale, leggermente convesso, punto di volta arrotondato. Luce poco ampia. Su tazza tipo 80. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XLVIII, fig. 12).
Anse verticali A gomito 152-T.1 Impostata dalla carena alla parete superiore.
Anse ad “orecchio”
A. Tratto verticale a nastro leggermente rastremato verso l’alto, a sezione sub rettangolare, con faccia esterna leggermente convessa. Tratto orizzontale di raccordo con la parete a sezione subcircolare. Breve appendice di forma non determinabile. Luce ellittica, piuttosto aderente alla parete. Su boccale tipo 90. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica, superficie (Tav. XLVIII, fig. 2).
154-T.1 Largo nastro a sezione sub ellittica. Tratto superiore leggermente inclinato verso l’esterno, punto di volta arrotondato; tratto inferiore leggermente convesso. Impostata poco al di sotto del punto di massima espansione. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XLVIII, fig. 13). Cfr. Rientra nel tipo 151 della tipologia Cocchi Genick 1998, datato dall’A. al BA.
B. Nastro largo e tendenzialmente tabulare. Luce sub triangolare ampia. Su tazza tipo 77v. Prov.: GVV ’89, saggio A3, US2 (Tav. XLVIII, fig. 3); GVV ’89, saggio A1 H12, US3(Tav. XLVIII, fig. 4). Cfr. Ortucchio (AQ) scavi Cremonesi, Ialongo 2007, fig. 26: 10. BA 1A. Grotta del Fontino (GR), Vigliardi 1996, fig. 2: 7; l’esemplare corrisponde all’U. d. 63 di Cocchi Genick 1998 e viene datato dall’A. alla fase 1 A del BA.
Anse verticali con sopraelevazione I) Anse con sopraelevazione ad anello 155-T.1. Anello superiore di nastro piuttosto largo, piatto o insellato, di dimensioni quasi uguali a quelle dell’anello inferiore; dimensioni dell’anello superiore quasi uguali a quelle dell’anello inferiore. Prov.: GVV ’89, saggio G16 Su ciotola tipo 40B (Tav. XLIX, fig. 1); GVV ’88, saggio A1, US3 Liv. 1, n. 419 (Tav. XLIX, fig. 2); GVV ’89, saggio A1 H12, US3 (Tav. XLIX, fig. 3). Cfr. Rientra nel tipo 475 della tipologia Cocchi Genick 2001, datato al BM 2- 3 Gli Autori riferiscono la foggia alle fasi preappenniniche e appenniniche delle regioni centrali e meridionali della penisola. Trasacco (AQ), Trasacco I, superficie, Ialongo 2007, fig. 146: 3. BM 2-3. Morrone, Monte S. Giovanni (RI), Filippi, Pacciarelli 1991, fig. 12B: 4. BM 2-3.
v. Nastro insellato. Prov.: GVV ’88, saggio A1, US3 Liv. 1, n. 105 (Tav. XLVIII, fig. 5). 153-T.2 Nastro piuttosto largo, a sezione sub ellittica; foro subcircolare, triangolare o subtriangolare, a luce più o meno ampia. A. Impostata sul corpo. Nastro leggermente insellato. Prov.: GVV ’89, saggio A3, US2 (Tav. XLVIII, fig. 6); GVV sporadico (Tav. XLVIII, fig. 7). B. Nastro piuttosto largo. Tratto superiore da quasi piatto a leggermente convesso; volta con spigolo poco accentuato. Tratto inferiore convesso. Luce triangolare piuttosto ampia. Impostata sul corpo. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US6 (Tav. XLVIII, fig. 8);
v. Anello superiore a bastoncello schiacciato, dimensioni ridotte. BM 3. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica, superficie. Su ciotole tipo 54Av. (Tav. XLIX, fig. 4).
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Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) 161-T.3 Sopraelevazione a linguetta, da molto breve a poco sviluppata in altezza, impostata sull’orlo; margini laterali convergenti verso l’alto, leggermente concavi, estremità superiore rettilinea o appena convessa, con apici arrotondati.
156-T.2 Anello superiore a bastoncello, più sviluppato in altezza rispetto al tipo precedente. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2. Su ciotola tipo 47 (Tav. XLIX, fig. 5). Cfr. Il nostro tipo rientra nel campo di variabilità del tipo 476 Cocchi Genick 2001, diffuso all’interno del gruppo di Grotta Nuova e riferito genericamente al BM 2-3.
A. Ansa a nastro. Linguetta a contorno quadrangolare. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. XLIX, fig. 12); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XLIX, fig. 13); GVV’89, saggio A3. Su ciotola tipo 29B (Tav. XLIX, fig: 14).
II) Con breve appendice 157-T.1 Ansa verticale con breve appendice apicata. A. Ansa a nastro stretto con sezione ellittica. Sopraelevazione con faccia anteriore a contorno triangolare. Prov.: GVV ’88, Parte interna, punto D (Tav. XLIX, fig. 6). Cfr. Trinitapoli (FG), Tunzi Sisto 1999, Tav. IV: 719. BM 3.
v. Margini laterali ed estremità convessi. Prov.: GVV’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XLIX, fig. 15). Cfr. I nostri esemplari rientrano nel campo di variabilità del tipo 479B e C della tipologia Cocchi Genick 2001, diffuso all’interno dei gruppi di Grotta Nuova e del Sentino nell’ambito della fase 1A della facies di Grotta Nuova.
B. Ansa a bastoncello, sopraelevazione a contorno sub triangolare, quasi ad aculeo. Prov.: GVV ’89, saggio A1 G12, US3 (Tav. XLIX, fig. 7).
B. Ansa a nastro stretto o a bastoncello schiacciato. Appendice più stretta che nella varietà precedente, margini laterali rastremati verso l’alto, a contorno da leggermente concavo a quasi rettilineo, conservata integra su un solo esemplare. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12 US3 + saggio A1, US3. Su ciotola tipo 54A (Tav. XLIX, fig. 16); GVV ’88, saggio A1, US3 Liv.1, n.151. Su ciotola tipo 64A (Tav. XLIX, fig. 17); GVV ’88, saggio A1, US3 Liv.1, n.161. Su ciotola tipo 65A (Tav. XLIX, fig. 18). Per la sua costante presenza su ciotole datate alle fasi 2 e 3 del BM, si attribuisce a questa varietà un’analoga datazione.
v. Con costolatura mediana sulla faccia esterna. Prov.: GVV ’89, saggio G16 (Tav. XLIX, fig.8). Cfr. Palidoro (RM), taglio 5, Fugazzola Delpino 1976, fig. 27: 1. BM 2-3. 158-T.2 Bassa appendice quadrangolare, non distinta dall’ansa nella veduta esterna, quasi un breve prolungamento. Su ciotola tipo 66. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. XLIX, fig. 9) III) Con sopraelevazione a nastro
Incerta attribuzione. Margini laterali appena divergenti verso l’alto. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XLIX, fig. 19). Cfr. Percile, Guidi 1979, fig. 3:4.
159-T.1 Ansa a nastro. Sopraelevazione a nastro piatto a contorno quadrangolare, breve e larga, leggermente inclinata all’indietro. Su tazza tipo 76B. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica, superficie (Tav. XLIX, fig. 10). Cfr. Ortucchio (AQ) – strada 28, Ialongo 2007, fig. 35: 49. BM 1A. Il nostro esemplare sembra avvicinabile al tipo 479 della Tipologia cocchi Genick 2001, diffuso all’interno dei gruppi di Grotta Nuova e del Sentino. BM 1A.
162-T.4 Sopraelevazione a nastro con sezione sub ovale o sub quadrangolare, sviluppata in altezza, margini laterali rettilinei o leggermente concavi e divergenti verso l’alto. Terminazione non determinabile, presumibilmente ad ascia. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. XLIX, fig. 20); GVV ’89, saggio A1 H12, US3. Su ciotola tipo 37A. (Tav. XLIX, fig. 21). Cfr. I nostri esemplari, benché privi della terminazione, sembrano avvicinabili alle fogge con sopraelevazione nastriforme ad estremità espansa “ad ascia”, della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, tipi 483 e 484, diffusi nelle aree del versante orientale della penisola durante la prima fase del Protoappenninico. Allo stesso modo sembrano poter essere avvicinati al tipo 482 Cocchi Genick 2001, comune
160-T.2 Ansetta a bastoncello con stretto foro, impostata dalla sopraelevazione alla carena. Sopraelevazione a nastro piatto, con margini rettilinei e con estremità superiore lacunosa, ripiegata verso l’esterno. Prov.: GVV ’89, saggio A1 M12, US3 (Guidi et al. 2002, fig. 11: 6) (Tav. XLIX, fig. 11). Cfr. Grotta dell’Orso di Sarteano (SI), Cremonesi 1968, fig. 6: 2. Rientra nel tipo 492 di Cocchi Genick 2001, riferito alle fasi 2 A e 2 B di Grotta Nuova. 46
Tipologia e catalogo Prov.: GVV ’88, Sala appenninica, punto 10. Su ciotola tipo 37A. (Tav. L, fig. 8); GVV ’89, saggio A3. Su ciotola tipo 32A. (Tav. L, fig. 9).
all’interno dei gruppi del Farneto – Monte Castellaccio e del Sentino nella fase 1 A. Incerta attribuzione. Ansa a bastoncello schiacciato, con luce molto ristretta, impostata dalla vasca all’orlo, con sopraelevazione a sezione sub ellittica di forma indeterminabile. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. XLIX, fig. 22). Cfr. Il nostro pezzo sembra avvicinabile al tipo 472A e B della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, costituito da esemplari provenienti esclusivamente dalla Capanna 2 di Cavallino (LE) e attribuito alla prima fase della facies protoappenninica.
Incerta attribuzione. - Sopraelevazione a sezione sub ellittica, piuttosto spessa e sviluppata in altezza, con terminazione cornuta di forma non determinabile; sommità insellata con andamento presumibilmente semilunato. Ansa a bastoncello schiacciato impostata dalla carena e sopraelevata sull’orlo. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. L, fig. 10). - Sopraelevazione a sezione quadrangolare, verosimilmente poco espansa, con apici di forma non determinabile. Ansa a nastro impostata da subito sopra l’orlo a sotto la carena. Prov.: GVV ’88, parte interna, punto 22. Su ciotola tipo 65Bv. (Tav. L, fig. 11). Cfr. Il nostro ricorda l’esemplare da Villa Cassarini (BO), inserito nel tipo 506 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995 .BM 3.
IV) Sopraelevazione piatta con terminazione sagomata 163-T.1 Breve sopraelevazione nastriforme impostata sull’orlo, nastro a sezione sub ovale rastremata verso l’alto, margini laterali concavi. Terminazione con lobi ampi e a profilo esterno leggermente concavo, ampia insellatura. Ansetta a bastoncello con sezione circolare, impostata dall’orlo alla carena. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. L, fig. 1). Cfr. Tratturo Caniò, Sezze (LT), Anastasia 2003, Tav. 40: 1. BM 2.
C. Sopraelevazione con margini laterali a profilo concavo ed estremità fortemente insellata. Apici laterali a lobi schiacciati più o meno espansi. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. L, fig. 12); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. L, fig. 13). I nostri tipi 163, 164 confrontano genericamente con il tipo 489 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, considerato fra le fogge comuni alla facies di Grotta Nuova e ai gruppi del versante tirrenico della facies protoappenninica nell’ambito del BM 2.
164-T.2 Sopraelevazione nastriforme, con margini laterali tendenzialmente paralleli, contorno da pressoché rettilineo a concavo. Estremità insellata a contorno angolato o semilunato; apici laterali espansi, a lobi schiacciati più o meno sviluppati, da leggermente convessi ad appena concavi. Ansetta a bastoncello, impostata dall’orlo a sotto la carena, conservata su tre esemplari; altri due ne conservano l’attacco superiore.
Incerta attribuzione.
A. Sopraelevazione piuttosto larga e bassa. Lobi piccoli e con profilo esterno pressoché rettilineo o appena convesso. Prov.: GVV ’89, saggio A1, US3 (Tav. L, fig.2); GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. L, fig. 3); GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. L, fig. 4); GVV ’89, saggio A4 (Tav. L, fig. 5); GVV ’88, Sala appenninica, punto 10. Su ciotola tipo 65B. (Tav. L, fig. 6).
- Appendice conica. Prov.: GVV ’89, saggio G16 (Tav. L, fig. 14). - Apice a bottone. Prov.: GVV ’89, saggio A1 H12, US3 (Tav. L, fig. 15). Cfr. Apici a bottone sono attestati nell’Italia meridionale, in contesti come Porto Perone, Leporano (TA), tr. 1, str. i, Lo Porto 1963, fig. 34:11 e str. k li. sup., ib. fig. 34: 17. Il primo esemplare citato, rientra nel tipo 490 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995. BM 1-2A.
Incerta attribuzione. Ansa a stretto nastro impostata da sotto la carena all’orlo, con brevissima sopraelevazione verosimilmente di foggia cornuta. Prov.: GVV ’89, saggio A1 M12, US3. Su ciotola tipo 43Bv. (Tav. L, fig. 7).
Manici a nastro soprelevato 165-T.1 Nastro a contorno trapezoidale, con margini laterali a profilo concavo ed estremità quasi piana. Profilo rettilineo in veduta laterale. Apici verosimilmente non rilevati. Poco sviluppato in altezza, inclinato verso l’esterno. Foro mediano ellittico. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. LI, fig. 1). Cfr. Grotta dei Piccioni, Bolognano (PE), Fratini 1997, unicum 79, Tav. XIII: 7; l’A. confronta il pezzo con un
B. Sopraelevazione più sviluppata in altezza e più stretta, a sezione ellittica. Lobi più piccoli con convessità ancor meno evidente. Ansetta a bastoncello schiacciato su due esemplari.
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Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) esemplare da Grotta S. Angelo (Civitella del Tronto, TE), taglio 4. Di Fraia 1991 -’92, fig. 3: 4, BM 1. Morricone, Toffia (RI), Filippi, Pacciarelli 1991, fig. 9: 28, 29. Gli Autori attribuiscono questi esemplari alle sottofasi 1-2 del BM.
A. Profilo rettilineo in veduta laterale, estremità leggermente convessa. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. LI, fig. 9). Cfr. Trasacco S. Rufino (AQ), Ialongo 2007, fig. 155: 10, 11, 12; i due esemplari compongono il tipo 66 che l’A. data al BM 2A. Tratturo Caniò, Sezze (LT), Anastasia 2003, T. 38: 3, BM 2A.
166-T.2 Nastro a contorno rettangolare, con margini laterali lievemente concavi, pressoché paralleli, affatto o poco rilevati, estremità leggermente ripiegata all’esterno. Foro mediano circolare. Su tazza tipo 78C. Prov.: GVV ’89, saggio A1 G12, US3 (Tav. LI, fig. 2); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. LI, fig. 3). Cfr. Ventotene (LT), area II, della Ratta Rinaldi 1992, fig. 7: 33. Tipo 498A Cocchi Genick 2001, diffuso all’interno dei gruppi di Candalla e di Grotta Nuova nell’ambito della fase 2A della facies di Grotta Nuova.
v. Contorno verosimilmente quadrangolare, estremità convessa, profilo rettilineo in veduta laterale, leggermente inclinato verso l’esterno. Apici presumibilmente divergenti. Ampio foro ellittico. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. LI, fig. 10). Cfr. Grotta dei Piccioni, trincea 3, Fratini 1997, Tav. VII: 11, U. 12 su scodella ad orlo rientrante.BM 2-3. B. A profilo leggermente ricurvo in veduta laterale. Estremità verosimilmente piana o leggermente concava, apici divergenti con sviluppo non determinabile. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. LI, fig. 11). Cfr. Trasacco S. Rufino (AQ), Ialongo 2007, fig. 155: 10. BM 2A.
Incerta attribuzione. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. LI, fig. 4). 167-T.3 Nastro di forma trapezoidale con margini rilevati, con andamento ricurvo in veduta laterale; estremità superiore con concavità accentuata e apici lievemente divaricati, ripiegati all’esterno. Foro circolare mediano. Forma complessiva piuttosto larga. Un esemplare conserva tracce di decorazione incisa esternamente alla base. Prov.: GVV ’88, Sala dei sette, superficie (Tav. LI, fig. 5); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. LI, fig. 6). Cfr. Rientra nel tipo 546 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, comprende esemplari da S. Clemente a Casauria (PE) e da Manaccora (FG) grotta. BM 3. Tratturo Caniò, Sezze(LT), Anastasia 2003, Tav. 43: 2, BM 3B.
Prese 170-T.1 Prese a “ferro di cavallo”. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica, superficie (Tav. LII, fig. 1); GVV ’88, Sala dei sette, superficie (Tav. LII, fig. 2). 171-T.2 Presa bilobata bifora, impostata sulla spalla di un’olletta a colletto verticale. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. LII, fig. 3). Cfr. Per la presa, Grotta dell’Inferno di Vecchiano (PI), Cocchi Genick, Grifoni Cremonesi 1988, fig.5: 2, pertinente ad una ciotola datata alla fase iniziale della facies eneolitica di Vecchiano. Eneo- BA.
168-T.4 Breve nastro a sezione concava e ripresa poco al di sopra del foro. Margini laterali appena rilevati. Estremità superiore leggermente concava e apici verosimilmente poco sviluppati. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica, superficie (Tav. LI, fig. 7).
172-T.3 Presa a linguetta con due fori verticali passanti. Impostata sulla massima espansione.
v. Estremità fortemente concava ed apici verosimilmente appuntiti, sporgenti verso l’esterno. Esemplare incompleto. Prov.: GVV ’89, saggio A1 M12, US3 (Tav. LI, fig. 8). Cfr. Montefrancolo, Pollenza (MC); l’esemplare costituisce la variante del tipo 569 della tipologia Cocchi Genick 1995, considerato esclusivo del gruppo medio – adriatico, dove compare nell’Appenninico iniziale e si diffonde nella fase successiva. Su ciotola decorata. BM 3.
A. Linguetta semiellittica, impostata dalla massima espansione in giù di una scodella ad orlo rientrante. Prov.: GVV ’89, saggio A1, US3 (Tav. LII, fig. 4). Cfr. Vicina al tipo 524 Cocchi Genick 2001, diffuso nei contesti riferibili ai gruppi di Candalla, Dicomano, Farneto – Monte Castellaccio, Grotta Nuova e del Sentino, cronologicamente attribuito alle fasi 1-2 della facies di Grotta Nuova.
169-T.5 A contorno quadrangolare, con apici piuttosto sviluppati e divaricati. Ampia luce sub rettangolare al centro.
B. Breve linguetta trapezoidale, margini concavi; impostata sulla massima espansione. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. LII, fig. 5).
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Tipologia e catalogo Cfr. L’esemplare si avvicina al tipo 530C della tipologia Cocchi Genick 2001, diffuso all’interno dei contesti dei gruppi di Dicomano, Farneto – Monte Castellaccio, Candalla e Grotta Nuova, durante la fase 1B della facies di Grotta Nuova.
B. Spessore maggiore con faccia esterna appiattita. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. LII, fig. 10); GVV ’89, saggio A3 (Tav. LII, fig. 11). Cfr. Scarceta di Manciano (GR), capanna del BM, US 88, Poggiani Keller 1999, fig. 22: 15, facies di Grotta Nuova. BM 1-2.
C. Piccola linguetta di forma subrettangolare, margini leggermente convessi; impostata dalla massima espansione a sotto l’orlo. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. LII, fig. 6). Cfr. La presa è confrontabile in generale, con il tipo 527 della tipologia Cocchi Genick 2001. BM 2°. Tipo 527 Cocchi Genick 2001, l’esemplare è attestato nei contesti riferibili ai Gruppi del Farneto – Monte Castellaccio e di Grotta Nuova, datato alla fase 2Bdella facies di Grotta Nuova.
v. Faccia superiore decorata con una solcatura concentrica. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. LII, fig. 12). Cfr. Grotta Bella (TR), Guareschi et al. 1992, Tav. XX: 3498/72, BM 1-3. b) A corpo piano convesso 176-T.1 Forma discoidale con faccia superiore convessa, faccia esterna appiattita. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. LII, fig. 13). Cfr. Torre de’ Passeri (PE), Fratini 1997, tipo 1 delle fusaiole i- discoidali, p. 60, Tav. XVI: 20, BM 1-2.
173-T.4 Presa “a rocchetto” con due fori passanti verticali; margini laterali paralleli, espansi in verticale, a contorno quadrangolare in veduta laterale. Prov.: GVV ’88, saggio A2, US2 (Tav. LII, fig. 7). Cfr. L’esemplare trova confronto quasi puntuale con quello proveniente da Caterattino di Sabaudia(LT) Guidi 1981, fig. 2: 2, inserito nel tipo 601 Cocchi Genick 1995 e riferito ad un momento avanzato del Protoappenninico.
c) A corpo lenticolare 177-T.1 Forma lenticolare biconvessa, facce superiore ed inferiore con leggera depressione centrale. A. Forma più schiacciata, facce simmetriche con leggera depressione centrale. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. LII, fig. 14).
174-T.5 Presa non molto sviluppata in larghezza, con apici laterali conformati a bugna conica. Prov.: GVV ’89, saggio A3, US2 + GVV ’89, saggio A3 (Tav. LII, fig. 8). Cfr. Belverde, grotte, U. Calzoni 1962, Tav. XVI: h, per la forma complessiva del vaso e per la presenza di bugne simili a quella del nostro pezzo sugli apici del manico. Inserita nel tipo 239 Cocchi Genick 2001 diffuso nei gruppi Farneto – Monte Castellaccio e Grotta Nuova, cronologicamente riferito al 2A.
v. Forma “passante” a biconica, facce pressoché simmetriche: superiore convessa, inferiore leggermente concava al centro. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. LII, fig. 15). B. Facce asimmetriche, inferiore pressoché piana. Prov.: GVV ’88, saggio A1, US3 Liv. 1, n. 523 (Tav. LII, fig. 16); GVV ’88, saggio A1, US3 Liv. 1, n. 213 (Tav. LII, fig. 17).
Fuseruole a) A corpo discoidale
178-T.2 Forma globulare schiacciata. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. LII, fig. 18). Cfr. Grotta dello Sventatoio, S. Angelo Romano (RM), Cocchi Genick 2002, fig. 12: C9.
175-T.1 Con facce tendenzialmente piatte. A. Piuttosto sottile, con facce superiore ed esterna leggermente convesse, inferiore tendenzialmente piana. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. LII, fig. 9). Cfr. Grotta Bella (TR) Guerreschi et al. 1992, Tav. XX: 1671/71, 0242/ 72. BM 1-3. Territorio di Roma, Bietti Sestieri et al. 1991 – 1992, fig. 3:9, 10. BM 3. Borgo S. Angelo, Ceccano (FR), dal rimaneggiato, Biddittu, Segre Naldini 1981, fig. 7: 13. BM 1-3. Grotta dei Piccioni (PE), Fratini 1997, Tav. XVI: 19. Cavallino (LE), capanna 1, Pancrazzi 1979, fig. 120: 29, 30.
d) Biconiche 179-T.1 Facce simmetriche A. A profilo convesso. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. LII, fig. 19). Cfr. Grotta dei Piccioni (PE), Cremonesi 1976, fig. 78: 3. BM 2°. B. Facce a profilo leggermente concavo Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. LII, fig. 20). 49
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) Cfr. Borgo S. Angelo, Ceccano (FR), ceramica dal focolare, Biddittu, Segre Naldini 1981, pp. 35 – 46. BM 1-2.
Cfr. Grotta del Morto (SV), Del Lucchese, Odetti. 1996, fig. 2: 7. Ghiere
Bronzi 185-T.1 Coppia di fascette di lamina, avvolte su loro stesse; estremità rettilinee, quella esterna è munita di due fori passanti sovrapposti verticalmente. Uno dei due esemplari conserva tracce di filo metallico infilato nei fori per. Decorate all’esterno con costolature orizzontali poco rilevate parallele, regolari e molto ravvicinate. Prov.: GVV ’88, parte interna (Tav. LIII, fig. 6)
Pugnale 180-T.1 Pugnale a base piuttosto stretta, con due chiodini simmetrici all’asse e poco distanziati fra loro. Lama piuttosto slanciata con margini concavi, sezione lenticolare con le facce quasi piatte. Prov.: GVV ’88, Ambiente A (Guidi et al. 2002, fig. 12: 2) (Tav. LIII, fig. 1). Cfr. L’esemplare sembra avvicinabile (per la forma complessiva) al Tipo Frasassi, il quale però ha i chiodi fortemente distanziati, Bianco Peroni 1994, T. 18, nn. 273281.
Rondella 186-T.1 Rondella di bronzo su lamina. Foro circolare al centro con incavo. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. LIII, fig. 7).
Punta di freccia
Elemento di gancio
181-T.1 Freccia a peduncolo ed alette sviluppate, con costolatura mediana. Margini pressoché rettilinei. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Guidi et al. 2002, fig. 12: 1) (Tav. LIII, fig. 2). Cfr. Il nostro esemplare è avvicinabile a due provenienti da Petrosa, Sesto Fiorentino (FI) e da Gragnano, Sansepolcro (AR), Cocchi Genick 2002, p. 99.e ss., fig. 9: 1, 3. BM 2A.
187-T.1 Arco a sezione esagonale, conserva sul dorso sei borchiette distanziate fra loro regolarmente e sulle facce laterali una decorazione incisa a puntini regolari che seguono l’andamento dell’arco stesso. Una lamina quadrangolare forata al centro, è posta sotto una delle estremità, nell’altra un peduncolo frammentario. Prov.: GVV’89, saggio A1, I2, US3. (Tav. LIII, fig. 8).
Spilloni
Glassy faïence
Con capocchia a riccio
188-T.1 Bottoni a base piatta e perforazione a” V”, contorno circolare o sub circolare, con ampi fori di forma semiellittica. Faccia superiore conica, a profilo concavo. Prov.: GVV ’89, saggio A1, US3, inv. Museo di Sezze, 1111 (Bellintani et al. 2005, fig. 1: 12) (Tav. LIII, fig. 9); GVV ’89, saggio G16 (Bellintani et al. 2005, fig. 1: 12) (Tav. LIII, fig. 10). Cfr. Muraccio di Pieve Fosciana (LU), sporadici, Ciampoltrini, Notini 1995, fig. 8: 2, con faccia superiore rettilinea. BM non iniziale.
182-T.1 Spillone di filo a riccio accostato, collo e gambo a sezione circolare, rastremato verso l’estremità. Prov.: GVV ’88, sporadico (Tav. LIII, fig. 3). Cfr. Carancini 1975, pp. 116 – 119, nn. 369-423. Con capocchia ad anello 183-T.1 Capocchia ad anello fuso a sezione circolare, nella porzione che attacca con il gambo la sezione è subellittica; collo a sezione circolare e gambo con leggera strozzatura nel tratto mediano: Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. LIII, fig. 4). Cfr. Trinitapoli (FG), Tunzi Sisto 1999 (a cura di), spillone nr. 189; inv. 33112; sett. C,p. 271 n. 827. Collalbo, Bolzano, Carancini 1975, pp.138– 139, n. 679, T. 22: 679, l’esemplare proveniente da un insediamento “palafitticolo” è datato all’antica età del bronzo.
Varia Pendaglio litico
Lesina
189-T.1 Forma piatta, contorno a goccia foro sommitale di sospensione con depressione concoidale su di una faccia. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. LIII, fig. 11). Cfr. Grotta G. Perin (VI), Miari 1996, fig. 1B: Eneolitico – BA.
184-T.1 Lesina a sezione quadrata, con estremità forgiata a scalpello. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. LIII, fig. 5).
Placchetta su zanna di sus 190-T.1 Placchetta a contorno sub trapezoidale, con base maggiore a profilo convesso e base minore a profilo
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Tipologia e catalogo Cfr. Grotticella di Battifratta (RI), Segre Naldini, Biddittu 1985, fig. 3: 3-4. Motivo 31 A, Macchiarola 1987, diffuso all’interno dei gruppi Medio- adriatico e Tirrenico- Meridionale, nell’ambito dell’Appenninico 1.
concavo; dei due cateti quello più piccolo è rettilineo, l’altro convesso. Due fori passanti alle estremità. Prov.: GVV ’88, saggio A2, US6 (Rosini 2007, fig. 2A:5) (Tav. LIII, fig. 12). Cfr. Nola (NA), Croce del Papa, capanna – struttura 2, copricapo formato da placchette tagliate dalle zanne di giovani suini, Albore Livadie et al. 2006, fig. 1: 7, 8. BA 2.
B. Nastri lisci. Motivo delimitato in alto e in basso da due linee orizzontali. Due cuppelle negli spazi di risulta inferiori. Incisioni riempite con pasta bianca. Su olla tipo 125. Prov.: GVV ’89, saggio A1 L12, US3 + GVV ’89, saggio A1 M12, US3 (Tav. LV, fig. 3) Cfr. Motivo 30, Macchiarola 1987, classificato dall’A. come motivo caratteristico dell’Appenninico 1-2, diffuso all’interno dei gruppi Medio adriatico, Medio tirrenico, Tirrenico Meridionale e Apulo- lucano.
Fuseruola d’osso 191-T.1 Forma troncoconica con facce piatte. Prov.: GVV ’89, saggio A1 M12, US3 (Tav. LIII, fig. 13). Industria su osso e corno 192-T.1 Strumento a tagliente su tibia. Prov.: GVV ’88, sporadico (Tav. LIV, fig. 1). Cfr. Grotta Cardini, Praia a Mare (CS), str. medio, Bernabò Brea et al. 1989, fig. 177: d, “tranchet” da porzione distale di radio sx. di cervo. BM 2.
b) Motivi a cerchielli 198-T.1. Una fila di cerchielli con punto centrale, impressi nella parte interna dell’orlo. Su vaso a collo tipo 100A. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica, superficie (Tav. LV, fig. 4).
193-T.2 Elemento a forma di falcetto su corno di cervo, presumibilmente appartenente ad uno strumento a ganasce. Codolo con sezione circolare. Tagliente convesso sulla faccia superiore e piano in quella inferiore, sezione rastremata verso l’interno. Foro passante quadrangolare subito al di sopra dell’immanicatura. Prov.: GVV ’89, saggio A2, US2 (Tav. LIV, fig. 2).
199-T.2. Due file parallele di cerchielli impressi racchiuse fra due linee orizzontali incise, alternati con un nastro risparmiato e disposte a cornice del motivo centrale tipo 211. Riempimento di pasta bianca. Su vaso a collo tipo 101A. Prov.: GVV ’88, strettoia fra Sala appenninica e parte interna, punto 18 (Tav. LV, fig. 5). Cfr. Piano della Selva, Tuscania (VT), Conti 2007, fig. 194: 2. Motivi 46b e 47 della classificazione Macchiarola 1987, diffusi nell’area di pertinenza dei gruppi di Grotta Nuova. Appenninico I.
194-T.4 Punteruolo su osso lungo. Prov.: GVV sporadico (Tav. LIV, fig. 3). 195-T.5 Punteruolo su diafisi. Prov.: GVV sporadico (Tav. LIV, fig. 4). Cfr. Grotta Cardini, Praia a Mare (CS), str. inferiore, Bernabò Brea et al. 1989, fig. 175: k, d. Eneolitico- BA.
200-T.3. Più file sovrapposte di cerchielli collegati far loro da segmenti di linea incisi orizzontalmente. Su vaso a collo tipo 100B. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica, superficie (Tav. LV, fig. 6).
Decorazioni Motivi impressi, incisi e/o intagliati 196-T.1 Decorazione a striature irregolari. Su parete di forma non determinabile: Prov.: GVV’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. LV, fig. 1). Eneolitico.
c) Motivi rettilinei 201-T.1 Tratteggio fitto obliquo: segmenti di diversa lunghezza disposti su diversi registri. Su olla tipo 131v. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. LV, fig. 7).
a) Motivi a spirale 197-T.1 Spirale a doppio avvolgimento, formato da due nastri distinti.
202-T.2 Brevi segmenti incisi obliquamente al di sopra della carena. Su ciotola carenata tipo 54Bv1. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. LV, fig. 8). Cfr. Il nostro motivo ricorda la decorazione incisa su una ciotola da Torre Crognola, Canino (VT), Pennacchioni 1977, tav 4: 40, classificata come incerta attribuzione dopo il tipo 66B della tipologia Cocchi Genick 1998 e inquadrato nell’ambito del BA.
A. Nastri campiti a punteggio fitto alternati a nastri risparmiati; triangoli incisi negli spazi di risulta nella parte superiore del motivo, qui delimitato da una linea orizzontale. Su vaso biconico tipo 109. Prov.: GVV ’88, Ambiente A (Tav. LV, fig. 2).
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Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) 210-T.4 Falso meandro obliquo continuo ad elementi doppi e contrapposti, a nastro campito a punteggio fitto, con due linee esterne parallele a contorno del motivo centrale, triangoli campiti a punteggio fitto negli spazi di risulta. Delimitato in alto dal motivo 208. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. LV, fig. 17). Cfr. Motivo 92B Macchiarola 1987, l’A lo reputa. comune ai gruppi Medio – adriatico, Medio tirrenico, Biferno – Ofanto, Apulo – lucano e Calabrese nell’ambito dall’Appenninico 1.
203-T.3 Due segmenti di linea incisi uno sull’altro subito sotto l’orlo, di diversa lunghezza: il primo più lungo inclinato di ca. 30° verso sx, il secondo molto breve e quasi orizzontale. Forma di appartenenza non determinabile. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. LV, fig. 9). Cfr. Narce, Calcata (VT), str.9 I e II taglio, Fugazzola Delpino 1976, fig. 33: 10-11. 204-T.4 Linea obliqua posta sotto l’orlo, inclinata verso destra. Su olla tipo 132B. Prov.: GVV ’89, saggio A1 G12, US3 (Tav. LV, fig. 10).
e) Motivi a losanghe
205-T.4 Due linee parallele orizzontali che si fermano, senza incrociarle, contro tre linee parallele verticali, a mo’ di cornice. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. LV, fig. 11). Cfr. Tipo 67 della tipologia Ialongo 2007, fig. 26:8. BA 1.
211-T.1 Graticcio ad intervalli regolari, formante losanghe alternativamente risparmiate e campite a punteggio fitto, delimitato in alto e in basso dal motivo 215. Sul collo del vaso tipo 99A. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. LV, fig. 18). Cfr. Motivo 131, Macchiarola 1987, comune ai gruppi Medio- Adriatico, Medio- tirrenico e Tosco- umbro, Appenninico 1. Motivo 172, zig-zag piuttosto regolare fra due linee orizzontali, Macchiarola 1987, comune all’area settentrionale ai gruppi Medio – adriatico, Medio tirrenico, Biferno – Ofanto, Apulo – lucano e Calabrese nell’ambito dall’Appenninico 1 e/o 2.
206-T.5 Nastri orizzontali sovrapposti, alternativamente risparmiati e campiti a punteggio fitto. Su ciotola carenata tipo 54B (Incerta attribuzione. al tipo). Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. LV, fig. 12). Cfr. Motivo 53A, Macchiarola 1987, il motivo è definito come esclusivo del gruppo tosco- umbro nell’ambito dell’Appenninico 1. S. Giovenale, Blera (VT), mat. provenienti dagli scavi dell’Acc. Svedese di Roma, Fugazzola Delpino 1976, fig. 35: 10.
212-T.2 Fila di losanghe opposte ai vertici, ma non collegate fra loro, racchiuse fra due linee orizzontali a zigzag, incorniciata da una linea incisa. Su ciotola carenata tipo 54Av. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica (Tav. LV, fig. 19). Cfr. Motivo 139, Macchiarola 1987, diffuso all’interno dei gruppi Medio – adriatico, Tirrenico meridionale nell’ambito dell’Appenninico.
d) Motivi a meandro retto 207-T.1 Serie di elementi stanti e pendenti, a nastro campito a punteggio fitto. Su ciotola carenata tipo 54A. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. LV, fig. 13). Cfr. Motivo 66 A Macchiarola 1987 ritenuto dall’A. esclusivo del gruppo Medio- adriatico nell’ambito della fase 1 dell’Appenninico.
213-T.3 Doppia fila di losanghe opposte ai vertici, ma non collegate fra loro, con punto impresso al centro, racchiuse fra due linee orizzontali a zig-zag; gli spazi di risulta sono campiti a punteggio fitto. Il motivo è delimitato in alto e in basso da due linee orizzontali. Su vaso a collo tipo 100A. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica (Tav. LV, fig. 20). Cfr. Gli elementi decorativi descritti trovano riscontro nei Motivi 139, 140, 142 Macchiarola 1987: Motivo 139, diffuso all’interno dei gruppi Medio – adriatico, Tirrenico meridionale nell’ambito dell’Appenninico. Motivo 140, definito dall’A. come esclusivo del gruppo Medio – adriatico nell’ambito delle due fasi dell’Appenninico. Motivo 142, inserito nei tipi comuni al Medio – tirrenico e Tirrenico meridionale, presente a Valle Ottara, str. D, sito inquadrato dall’A. nell’Appenninico 1.
208-T.2 Fila di elementi a meandro retto verticale, a nastro, fra due nastri lisci orizzontali. Prov.: GVV ’89, saggio A3, su parete (Tav. LV, fig. 14); GVV ’89, saggio A3, su ciotola tipo 47v (Tav. LV, fig. 15). Cfr. Motivo 80 A Macchiarola 1987, ritenuto dall’A. esclusivo del gruppo Medio- adriatico nell’ambito delle due fasi dell’Appenninico. 209-T.3 Meandro retto interrotto di tipo complesso, a scaletta, sul collo e sul corpo del vaso, incorniciato dal motivo a cerchielli 199. Su vaso a collo tipo 101A. Prov.: GVV ’88, strettoia fra Sala appenninica e parte interna, punto 18 (Tav. LV, fig. 16). Cfr. Motivi 82 Macchiarola 1987; per quel che concerne la distribuzione e la durata, l’A. lo colloca all’interno dei gruppi Medio – adriatico, Medio – tirrenico e Biferno – Ofanto nell’ambito dell’Appenninico 1-2. 52
Tipologia e catalogo GVV ’88, strettoia fra Sala appenninica e parte interna, punto 18(Tav. XXXI, fig. 4); GVV ’88, Sala Appenninica, su vaso a collo tipo 100A (Tav. XXXI, fig. 4). Cfr. Motivo 198, Macchiarola 1987, di lunga durata, diffuso all’interno dei gruppi Medio – adriatico e Medio – tirrenico.
f) Motivi a scacchiera 214-T.1 Fasci di linee verticali disposti ad intervalli, delimitati da due linee, in più serie sovrapposte, con fasci di linee a disposizione alterna, a mo’ di scacchiera. Su ciotola carenata tipo 55A. Prov.: GVV ’88, saggio A1, US3 Liv.1, n. 189; GVV ’88 saggio A1, US3. (Tav. LV, fig.21). Cfr. Motivo 161, Macchiarola 1987, diffuso all’interno dei gruppi Medio- adriatico, Tosco – umbro e Tirrenico meridionale, nell’ambito delle due fasi dell’Appenninico. Tenuta Radicicoli Maffei (RM), Area 86, di Gennaro, Barbaro 2008, Tav. 20: 518226.
Tenuta Radicicoli Maffei (RM), Area 86, di Gennaro, Barbaro2008, Tav. 22: 518171. 220-T.2 Intagli triangolari in due file continue ed opposte, con vertici alternati, in più serie sovrapposte separate da nastri lisci. Su ciotola tipo 55A. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3 (Tav. LV, fig. 27). Cfr. Motivo 199, Macchiarola 1987, di lunga durata, diffuso all’interno dei gruppi Medio – adriatico, Medio – tirrenico, Tirrenico meridionale.
g) Motivi a zig-zag 215-T.1 Linea a zig-zag ad andamento irregolare, fra due linee orizzontali. Su vaso a collo tipo 100A. Prov.: GVV ’88, Sala dei Sette, superficie (Tav. LV, fig. 22). Cfr. Avvicinabile al motivo 169A Macchiarola 1987: zig-zag irregolare viene riferito dall’A. alla prima fase dell’Appenninico.
Decorazioni ed elementi plastici a) A “Squame” 221-T.1 Sintassi decorativa non definibile, le squame sembrano disposte su linea orizzontale, limitatamente alla zona al di sopra della spalla. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. LVI, fig. 1). Cfr. Venere- La Coste, Pescina (AQ), Irti 1990, fig. 3: 2. Eneolitico.
216-T.2 Linea a zig-zag più regolare delimitato in alto da un nastro orizzontali liscio e in basso da una linea pure orizzontale. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. LV, fig. 23). Cfr. avvicinabile al motivo 172, Macchiarola 1987, diffuso nell’Area settentrionale e fra i gruppi: Medio – adriatico, Medio tirrenico, Biferno – Ofanto, Apulo – lucano e Calabrese nell’ambito dall’Appenninico 1 e/o 2.
b) Cordoni e segmenti di cordone 222-T.1 Segmenti di cordone liscio e appiattito con andamento semicircolare. Su vaso biconico tipo 105. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica, punto 18 (Tav. LVI, fig. 2).
217-T.3 Fascio di linee a zig-zag. Su parete. Prov.: GVV ’89, saggio A1 M12, US3 (Tav. LV, fig. 24). Cfr. Motivo 185, Macchiarola 1987, caratteristico, secondo l’A., della prima fase dell’Appenninico e diffuso all’interno dei gruppi Medio – adriatico, medio – tirrenico e apulo – lucano.
223-T.2 Segmento verticale di cordone, disposto dall’orlo alla massima espansione. Su scodella tipo 5. Prov.: GVV ’89, saggio A1 I12, US3, (Tav. LVI, fig. 3). Cfr. Tipo 61A scodelle ad orlo rientrante della tipologia Cocchi Genick 1995, attribuito cronologicamente alle fasi 1 e 2A della facies protoappenninica e diffuso all’interno dei gruppi Campano settentrionale, dell’Ofanto, delle Murge settentrionali e dell’Alto Bradano, delle Murge meridionali e del Golfo di Taranto, del Salento.
218-T.4 Motivo subangolare non determinabile. Sul colletto di un‘olla tipo 132B. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. LV, fig. 25). h) Intagli triangolari
v. A “mostacciolo”, impostato dall’orlo in giù. Su ciotola tipo 40B. Prov.: GVV ’89, saggio G16 (Tav. LVI, fig. 4).
219-T.1 Intagli triangolari in due file continue ed opposte, con vertici alternati, fra due linee orizzontali. (Tav. LV, fig. 26) Prov.: GVV ’88, saggio A1, US3 Liv. 1, n. 104, su ciotole tipo 64Av. (Tav. XX, fig. 6); GVV ’89, saggio A3 (Tav. XIII, fig. 12); GVV ’89 saggio A1, US3su ciotola tipo 19B (Tav. V, fig. 12); GVV ’88, Sala appenninica (Tav. XXXI, fig. 3);
c) Bugne 224-T.1 Bugna a calotta, in un solo caso se ne conservano quattro sulla spalla e distanziate fra loro (olla tipo 121). Prov.: GVV ’89, saggio A2, US15 (Tav. LVI, fig.5); GVV ’89, saggio A3 (Tav. XXXVI, fig. 6).
53
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) 225-T.2 Bugna conica. A. Sul corpo al dalla massima espansione in su. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica, punto 17. Su biconici tipo 107. (Tav. LVI, fig. 6); GVV ’89, saggio A1 L12, US3 (Tav. LVI, fig. 7). B. Bugna conica impostata sulla spalla di una probabile olla, al di sopra dell’attacco di un’ansa verticale. Prov.: GVV ’89, saggio A1, G12, US3 (Tav. LVI, fig. 8). 226-T.3 Bugna troncoconica impostata su spalla. Prov.: GVV ’88, parte interna, punto D. Su Vaso a collo tipo 91. (Tav. LVI, fig.9). Cfr. Moje di Castellano Magliano Sabina (RI), Filippi, Pacciarelli 1991, fig. 6: 45, assegnato alle sottofasi 1 e 2 del BM. v. Piuttosto schiacciata, a” pasticca”, sul corpo. Prov.: GVV ’88, Sala appenninica (Tav. LVI, fig.10). Cfr. Selva dei Muli (FR), Biddittu, Segre Naldini 1981, pag. 35 – 46, fig. 3:19; il sito è stato riferito a un momento iniziale del BA (Guidi, Pascucci 1995, pp. 459, 474); considerato nel tipo 229 della tipologia Cocchi Genick 1998. BA2. 227-T.4 Bugna cava sulla spalla o sul corpo, di forma conica o emisferica. Su olla tipo 126v 1. Prov.: GVV ’89, saggio A3 (Tav. LVI, fig. 11); GVV ’89, saggio A3 (Tav. LVI, fig.12). Cfr. Grotta dei Piccioni (PE), Cremonesi 1976, fig. 67: 11; su olla del Tipo 418A della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, attribuito quest’ultimo al BM 1 e diffuso all’interno della facies di Grotta Nuova e ai gruppi del versante adriatico della facies protoappenninica.
54
Tipologia e catalogo
Tav. I. 1: tipo 1; 2-3: tipo 2A; 4: tipo 2B; 5: tipo 3; 6-7: tipo 4A; 8-9: incerta attribuzione al tipo; 10-12: tipo 4B; 13: tipo 4Bv (scala 1: 3).
55
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. II. 1: tipo 5; 2: tipo 6; 3-5: tipo 7A; 6: 7Av1; 7: 7Av2; 8: tipo 7B; 9: incerta attribuzione; 10-11: tipo 7C; 12: tipo 8 (scala 1: 4; 7 scala 1: 3).
56
Tipologia e catalogo
Tav. III. 1-3: tipo 9A; 4: tipo 9B; 5: tipo 10A; 6: tipo 10B; 7: tipo 11; 8-9: tipo 12A; 10: tipo 12Av (1-2, 6-10 scala 1: 3; 3-5 scala 1: 4).
57
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. IV. 1: tipo 12B; 2: tipo 12C; 3-4: tipo 13A; 5: incerta attribuzione; 6-7: tipo 13B (scala 1: 3).
58
Tipologia e catalogo
Tav. V. 1: tipo 14; 2-3: tipo 15; 4: tipo 16; 5: tipo 17; 6: tipo 17v: 7: tipo 18A; 8: tipo 18B; 9: tipo 19A; 10: tipo 19Av1; 11: tipo 19Av2; 12: tipo 19B; 13: tipo 20A; 14: tipo 20B (scala 1: 3).
59
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. VI. 1: tipo 21A; 2: tipo 218; 3: tipo 22; 4: tipo 23; 5: tipo 24A; 6: tipo 24B; 7: tipo 25; 8-9: tipo 26A; 10: tipo 26B (scala 1: 3).
60
Tipologia e catalogo
Tav. VII. 1-2: tipo 27; 3: tipo 28; 4-7: tipo 29A; 8-10: tipo 29B; 11: tipo 29Bv (scala 1: 3).
61
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. VIII. 1: tipo 30; 2: tipo 31; 3: tipo 31v; 4-5: tipo 32A; 6-8: tipo 32B; 9-15: tipo 33 (scala 1: 3).
62
Tipologia e catalogo
Tav. IX. 1-3: tipo 34A; 4: tipo 34Av; 5-8: tipo 34B; 9: tipo 34Bv; 10-14: tipo 34C; 15-18: tipo 35 (scala 1: 3).
63
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. X. 1-2: tipo 36A; 3: tipo 36B; 4-8: tipo 37A; 9-11: tipo 37B; 12: tipo 37Bv (scala 1: 3; 2: 1: 4).
64
Tipologia e catalogo
Tav. XI. 1: tipo 38; 2: incerta attribuzione; 3-5: tipo 39; 6-8: tipo 40A; 9-10: tipo 40B; 11-13: tipo 40C (scala 1: 3).
65
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. XII. 1-2: tipo 41A; 3: tipo 41Av; 4: tipo 418; 5-6: tipo 42; 7: tipo 43A: 8: tipo 43B; 9: tipo 43Bv; 10-12; tipo 44; 13: tipo 44v; 14: tipo 45 (scala l: 3; 2: scala 1: 4).
66
Tipologia e catalogo
Tav. XIII. 1-7: tipo 46; 8-12 tipo 47; 13: tipo 47v1; 14: tipo 47v2; 15: tipo 48 (scala 1: 3; 3 e 13 scala 1: 4).
67
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. XIV. 1-3: tipo 49; 4-6: tipo 50A; 7-9: tipo 50B; 10-11: tipo 51; 12: tipo 51v (1-3: scala 1: 3; 4-9 e 12 scala 1: 4; 10-11 scala 1: 5).
68
Tipologia e catalogo
Tav. XV. 1-3: tipo 52A; 4: tipo 52B; 5-7: tipo 53 (scala 1: 3).
69
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. XVI. 1-3: tipo 54A; 4: tipo 54Av; 5-7: tipo 54B; 8: tipo 54Bv1; 9: tipo 54Bv2; 10: incerta attribuzione; 11-14: tipo 54C (scala 1: 3).
70
Tipologia e catalogo
Tav. XVII. 1-2: tipo 55A; 3-6: tipo 55B; 7: tipo 56A; 8: tipo 56B; 9-11: tipo 56C; 12: tipo 56D; 13-14: tipo 57; 15: tipo 57v1; 16: tipo 57v2 (scala 1: 3).
71
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. XVIII. 1-2: tipo 58A; 3: tipo 58B; 4-7: tipo 59; 8-9: tipo 60; 10: tipo 60v (scala 1: 3).
72
Tipologia e catalogo
Tav. XIX. 1: tipo 61; 2-3: tipo 62A; 4: tipo 62B; 5: tipo 62Bv; 6-7: tipo 63A; 8-9: tipo 63B (scala 1: 3).
73
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. XX. 1-5: tipo 64A; 6: tipo 64Av; 7-8: tipo 64B; 9-10: tipo 64C; 11: tipo 64Cv: 12-13: tipo 65A; 14-15: tipo 65B; 16: tipo 65Bv (scala 1: 3).
74
Tipologia e catalogo
Tav. XXI. 1-2: tipo 66; 3: tipo 66v; 4-5: tipo 67A; 6: tipo 67Av; 7-8: tipo 67B; 9: tipo 68A; 10: tipo 68B; 11: tipo 68Bv (scala 1: 3; 11 scala 1: 4).
75
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. XXII. 1-2: tipo 69; 3: incerta attribuzione; 4: tipo 69v; 5: tipo 70; 6-7: tipo 71A; 8-9: tipo 71B; 10: tipo 72; 11: tipo 73; 12: tipo 74; 13-14: tipo 75; 15: tipo 75v (scala 1: 3; 12; 1: 4).
76
Tipologia e catalogo
Tav. XXIII. 1: tipo 76A; 2: tipo 76B; 3: tipo 77; 4: tipo 77v; 5-6: tipo 78A; 7: tipo 78B; 8-9: tipo 78C; 10: tipo 79; 11: tipo 80; 12: tipo 81 (scala 1: 3).
77
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. XXIV. 1-2: tipo 82; 3: tipo 82v; 4: tipo 83; 5: tipo 84; 6: tipo 85A; 7: tipo 85B; 8-9: tipo 86 (scala 1: 4; 5: 1: 3).
78
Tipologia e catalogo
Tav. XXV. 1: tipo 87; 2: tipo 88; 3: tipo 89; 4: tipo 90 (scala 1: 3).
79
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. XXVI. 1: tipo 91; 2: tipo 92A; 3-5: tipo 92B; 6: tipo Bv; 7-9: tipo 93A; 10: tipo 93Av; 11-13: tipo 93B; 14: incerta attribuzione; 15: tipo 93C (scala 1: 4; 2: scala 1: 5).
80
Tipologia e catalogo
Tav. XXVII. 1-2: tipo 94; 3: tipo 94v (scala 1: 3).
81
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. XXVIII. 1-3: tipo 95A; 4: tipo 95Av; 5-7: tipo 95B (scala 1: 3).
82
Tipologia e catalogo
Tav. XXIX. 1: tipo 96; 2: tipo 96v; 3-5: tipo 97 (scala 1: 3).
83
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. XXX. 1-5: tipo 98; 6: tipo 98v1; 7: tipo 98v2; 8: incerta atribuzione; 9-10: tipo 99 (scala 1: 4).
84
Tipologia e catalogo
Tav. XXXI. 1-2: tipo 100A; 3: tipo 100B; 4: tipo 101A; 5-6: tipo 1018; 7: tipo 101Bv. (scala 1: 3).
85
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. XXXII. 1-2: tipo 102; 3-4: tipo 103; 5: tipo 103v; 6: tipo 104 (scala 1: 3).
86
Tipologia e catalogo
Tav. XXXIII. 1: tipo 105; 2-3: tipo 106; 4: tipo 107; 5: tipo 108; 6: tipo 109; 7: tipo 109v (scala 1: 3).
87
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. XXXIV. 1: tipo 110; 2: tipo 110v; 3: tipo 111; 4: tipo 112; 5: tipo 113; 6: tipo 114; 7: tipo 115 (scala 1: 3).
88
Tipologia e catalogo
Tav. XXXV. 1-3: tipo 116; 4: tipo 116v; 5: tipo 117; 6-7; tipo 118 (scala 1: 3).
89
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. XXXVI. 1-3: tipo 119; 4: tipo 119v; 5: tipo 120; 6: tipo 121; 7: tipo 122 (scala 1: 3).
90
Tipologia e catalogo
Tav. XXXVII. 1-4: tipo 123A; 5: tipo 123B; 6: tipo 123C; 7: tipo 123D; 8: tipo 124; 9: tipo 125 (scala 1: 4).
91
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. XXXVIII. 1-3: tipo 126; 4: tipo 126v1; 5: tipo 126 v 2; 6: tipo 126 v 3; 7-8: tipo 127; 9-10: tipo 128; 11: tipo 128v (scala 1: 3).
92
Tipologia e catalogo
Tav. XXXIX. 1: tipo 129A; 2: tipo 129Av; 3-5: tipo 129B; 6: tipo 129Bv; 7-9: tipo 129C; 10: tipo 129D; 11: tipo 129Dv (scala 1: 3).
93
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. XL. 1-3: tipo 130A; 4: tipo 130Av; 5-6: tipo 130B (scala 1: 3).
94
Tipologia e catalogo
Tav. XLI. 1-4: tipo 130C; 5: tipo 130Cv; 6-8: tipo 130D (scala 1: 3).
95
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. XLII. 1-5: tipo 131; 6: tipo 131v; 7-8: tipo 132A; 9-10: tipo 132B (scala 1: 3).
96
Tipologia e catalogo
Tav. XLIII. 1-2: tipo 133A; 3: tipo 133Av; 4-5: tipo 133B; 6: incerta atribuzione (scala 1: 3).
97
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. XLIV. 1-2: tipo 134A; 3: tipo 134Av; 4: tipo 134B; 5-6: tipo 135 (scala 1: 3).
98
Tipologia e catalogo
Tav. XLV. 1: tipo 136A; 2: tipo 136B; 3: tipo 136C; 4: tipo 137A; 5: tipo 137B; 6-7: tipo 138; 8: tipo 138v; 9-10: tipo 139A; 11: tipo 139B (scala 1: 8 ca.).
99
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. XLVI. 1-7: tipo 140A; 8-9: tipo 140B; 10-11: tipo 141A; 12-13: tipo 141B; 14-15: tipo 141C; 16-17: tipo 142 (scala 1: 8 ca.; 4: 1: 6; 8: 1: 11 ca.).
100
Tipologia e catalogo
Tav. XLVII. 1: tipo 143; 2: tipo 144; 3: tipo 145A; 4: tipo 145B; 5-6: tipo 146; 7: tipo 147; 8: tipo 148; 9: incerta attribuzione; 10: tipo 149A; 11: tipo 149B; 12: tipo 150 (scala 1: 3).
101
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. XLVIII. 1: tipo 151; 2: tipo 152A; 3-4: tipo 152B; 5: tipo I 52Bv; 6-7: tipo 153A; 8-10: tipo 153B; 11: tipo 153Bv1; 12: tipo 153Bv2; 13: tipo 154 (scala 1: 3).
102
Tipologia e catalogo
Tav. XLIX. 1-3: tipo 155; 4: tipo 155v; 5: tipo 156; 6: tipo 157A; 7: tipo 157B; 8: tipo 157Bv; 9: tipo 158; 10: tipo 159; 11: tipo 160; 12-14: tipo 161A; 15: tipo 161Av; 16-18: tipo 161B; 19: incerta attribuzione; 20-21: tipo 162; 22: incerta attribuzione (scala 1: 3).
103
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. L. 1: tipo 163; 2-6: tipo 164A; 7: incerta attribuzione; 8-9: tipo 164B; 10-11: incerta attribuzione; 12-13: tipo 164C; 14-15: incerta attribuzione (scala 1: 3).
104
Tipologia e catalogo
Tav. LI. 1: tipo 165; 2-3: tipo 166; 4: incerta attribuzione; 5-6: tipo 167; 7: tipo 168; 8: tipo 168v; 9: tipo 169A; 10: tipo 169Av; 11: tipo 169B (scala 1: 3).
105
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. LII. 1-2: tipo 170; 3: tipo 171; 4: tipo 172A; 5: tipo 172B; 6: tipo 172C; 7: tipo 173; 8: tipo 174; 9: tipo 175A; 10-11: tipo 175B; 12: tipo 175Bv; 13: tipo 176; 14: tipo 177A; 15: tipo 177v; 16-17: tipo 177B; 18: tipo 178; 19: tipo 179A; 20: tipo 179B (scala 1: 3).
106
Tipologia e catalogo
Tav. LIII. 1: tipo 180; 2: tipo 181; 3: tipo 182; 4: tipo 183; 5: tipo 184; 6: tipo 185; 7: tipo 186; 8: tipo 187; 9-10: tipo 188; 11: tipo 189; 12: tipo 190; 13: tipo 191 (scala 1: 3).
107
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. LIV. 1: tipo 192; 2: tipo 193; 3: tipo 194; 4: tipo 195 (scala 1: 3).
108
Tipologia e catalogo
Tav. LV. 1: tipo 196; 2: tipo 197A; 3: tipo 197B; 4: tipo 198; 5: tipo 199; 6: tipo 200; 7: tipo 201; 8: tipo 202; 9: tipo 203; 10: tipo 204; 11: tipo 205; 12: tipo 206; 13: tipo 207; 14-15: tipo 208; 16: tipo 209; 17: tipo 210; 18: tipo 211; 19: tipo 212; 20: tipo 213; 21: tipo 214; 22: tipo 215; 23: tipo 216; 24: tipo 217; 25: tipo 218; 26: tipo 219; 27: tipo 220 (scala 1: 3).
109
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. LVI. 1: tipo 221; 2: tipo 222; 3: tipo 223; 4: tipo 223v; 5: tipo 224; 6-7: tipo 225A; 8: tipo 225B; 9: tipo 226; 10: tipo 226v; 11-12: tipo 227 (scala 1: 3).
110
3 Cronologia La grotta Vittorio Vecchi fu utilizzata a partire almeno dall’Eneolitico e per un lungo periodo, come dimostrano i materiali di epoca repubblicana rinvenuti nello strato di frana dell’ingresso (US 1) e alcuni reperti bronzei di cui non è stato possibile stabilire un’esatta cronologia (185187), ma che rimandano quasi sicuramente a periodi storici piuttosto tardi (Tav. LIII: 7-8).
stesso (Tav. LVII: E), si possono riferire i dolî tipo 142 confrontabili con uno rinvenuto nello strato 9 del Riparo dell’Ambra (Lucca) ed inserito nel tipo 123A Cocchi Genick 1998 e con uno dal sondaggio III US5 di San Paolo Belsito (Napoli)5. Un gruppetto di tipi trova collocazione all’interno della fase 2 dell’antica età del bronzo (Tav. LVIII: A). Il tipo 48 delle ciotole somiglia ad alcuni esemplari diffusi nel grossetano e nel viterbese classificati nel tipo 55 Cocchi Genick 1998, in particolare a quello proveniente da Crostoletto di Lamone (Viterbo)6 che ne costituisce la variante; i campioni che compongono il nostro tipo 60 e la sua variante, trovano precisi riscontri con materiali provenienti da grotta Madonna delle Cese (Frosinone)7, ma ricordano anche forme diffuse nella facies calabrese di Cessaniti- Capo Piccolo, riferiti ad un momento avanzato del BA8. Fra i vasi a collo, la variante 1 del tipo 98 può essere avvicinata ad esemplari dalla capanna 1 di Cavallino (Lecce)9 e a ad un esemplare da Trasacco (Aquila)10 inserito nel tipo 46 Ialongo 2007, ambedue riferiti alla fase 2 del BA. A questa stessa fase sono stati attribuiti i tipi: 2B (scodelle), 119 (olle), 153B, 153Bv (anse). La placchetta forata su zanna di sus trova puntuale confronto con gli elementi che compongono il copricapo rinvenuto a Nola (Napoli), Croce del Tufo, nella capannastruttura 211. La bugna a “pasticca” variante del tipo 226 è presente fra i materiali recuperati dalla sezione di Selva dei Muli (Frosinone)12 dove è attestato anche l’Eneolitico; Guidi e Pascucci nel 1996 riferirono questo contesto alla fase iniziale dell’antica età del bronzo13, mentre la Cocchi Genick nel 1998 inserì il nostro confronto nel tipo 229 nella sua tipologia datandolo alla seconda fase.
Le più antiche testimonianze relative alla frequentazione della nostra cavità, così come risulta dallo studio esposto nel precedente capitolo, si collocano quindi nell’Eneolitico (Tav. LVII: A), a questo periodo si attribuiscono un frammento “striato” 196 recuperato nell’Ambiente A e uno decorato con la tecnica “a squame” 221 dal saggio A3. Il tipo 84 (boccali) (Tav. LVII: B), pur richiamando nella forma esemplari del BA iniziale, reca una presa bifora che ben si confronta con un esemplare presente su una ciotola datata alla facies di Vecchiano dalla grotta dell’Inferno (Pisa). Pendagli litici di forma ovale come il nostro189, sono diffusi su tutto il territorio italiano fra l’Eneolitico e il BA, sono attestati ad esempio fra i materiali di superficie di Torre Crognola o nelle grotte eneolitiche del Veneto e della Liguria1. Discorso analogo vale per il punteruolo su diafisi 195 che trova riscontro con esemplari rinvenuti nello strato inferiore di grotta Cardini (Cosenza) associati a materiali datati all’Eneolitico e al BA2. Fra le presenze riconducibili al BA è stato possibile assegnare solo tre tipi alla fase 1A (Tav. LVII: C). Il tipo 90 dei boccali carenato richiama – per la forma complessiva del corpo, massima espansione piuttosto bassa ansa analogamente impostata al di sopra di questa e ingrossamento mediano della parete superiore – esemplari provenienti dai livelli IIe – IIa della Grotta Pacelli (Castellana Grotte, BA) riferiti per lo più alla facies Laterza3; dall’altro, ricorda anche esemplari diffusi nel BA dell’Italia centrale4. Alla stessa fase si possono attribuire le anse a gomito tipo 152A e B avvicinabili al tipo 47 Ialongo 2007.
Più cospicue sono le presenze ascrivibili genericamente al BA (Tav. LVIII: B). Il tipo 6 delle scodelle, per il quale si son riscontrate somiglianze con un esemplare dalla grotta dei Piccioni, considerato all’interno del tipo 11 nella tipologia Cocchi Genick 1998. Fra le ciotole, il tipo 18B trova confronto fra i materiali del BA da Monte Fiore (Grosseto)14. Si attribuisce al BA senza distinzione di fasi il tipo 93A dei vasi a collo che, nella forma complessiva, trova analogie con un esemplare con un esemplare da
Alla fase 1B (Tav. LVII: D) sono stati attribuiti il tipo 134A e la sua variante; la risega posta a distinguere il corpo dal colletto rientrante, il labbro tendenzialmente assottigliato, trovano analogie nella struttura delle ciotole tipo 66A e B Cocchi Genick 1998 in cui confluiscono esemplari provenienti da Casale di Torre Spaccata, da L’Ardino (Roma) e da Torre Crognola (Viterbo). Ad un momento compreso fra la fase 1B del BA e la fase 2 dello
5 6 7 8 9 10
1 2 3 4
Miari 1996. Bernabò Brea et al. 1989. Striccoli 1996, p. 498, fig. 2: 6. Cocchi Genick 1996, fig. 5: 9.
11 12 13 14
111
Albore Livadie 1999, fig. 17. A: 2. Cocchi Genick 1998, fig. 26: 55v. Guidi, Pascucci 1996, fig. 2: 19. Marino 1996, fig. 5: 10. Pancrazzi 1979. Ialongo 2007, fig. 104: 2. Albore Livadie et al. 2006, fig. 1: 7, 8. Biddittu et al. 1981, fig. 3: 19. Guidi, Pascucci 1996, p. 464. Persiani 1986, tav. II: 12.
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) Tratturo Caniò (Sezze, Latina)15 decorato a pettine. Tale elemento, è diffuso nei siti laziali del BA di tradizione campaniforme come Torre Crognola, Quadrato di Torre Spaccata e Fosso della Mola. La variante del tipo 130A puntualmente confrontabile con un esemplare dall’ area 85 della Tenuta Radicicoli Del Bene (Roma)16. Sempre nell’ambito di questa fase si possono considerare il tipo 136B dei dolî, avvicinabile al tipo 127B della tipologia Cocchi Genick 1998 e l’ansa tipo 154 “ad orecchio” riconducibile al tipo 151 Cocchi Genick 1998. La decorazione lineare tipo 205 incisa verosimilmente a pettine, a comporre una sorta di cornice, ricorda gli schemi metopali tipici dell’orizzonte di passaggio fra l’Eneolitico e il BA come Torre Crognola. Fra gli oggetti di bronzo, una lesina con estremità forgiata a scalpello è comparabile ad un esemplare analogo rinvenuto nella Grotta del Morto (SV)17.
si propone per i tipi 112, 129Dv (olle), diffusi nell’ambito del BA non suddiviso in fasi e della prima fase del BM; il tipo 141B dei dolî è attribuito ad un momento compreso fra il BA e il BM 1- 2. Fra i bronzi (Tav. LIX: F), lo spillone con capocchia ad anello trova riscontro in contesti del BA dell’Italia settentrionale26, ma è attestato anche in contesti del BM nell’Italia meridionale come Trinitapoli27. Alla media età del bronzo appartiene sicuramente la parte più cospicua dei materiali esaminati. Nove tipi sono stati attribuiti alla fase iniziale 1A (Tav. LX: A): 2A (scodelle), 24A, 34Av (ciotole), 80 (tazze), 128, 129Bv, 130C (olle), 161A, 161Av, 162 (anse). Dai confronti istituiti in fase di studio per questi tipi, si è osservato come quasi tutti ci riportino nell’areale di diffusione dell’influenza di Grotta Nuove e, particolarmente, ai contesti riferibili ai gruppi del Farneto- Monte Castellaccio e del Sentino; ad esempio, la varietà A del tipo 2 (scodelle) è avvicinabile al tipo 431 di Cocchi Genick 2001. All’interno degli stessi gruppi, nello stesso periodo, è considerato il tipo 366 B Cocchi Genick 2001, che mostra forti somiglianze con il nostro tipo 24A. La variante del tipo 34A trova riscontro fra i materiali della Grotta dei Baffoni nella Gola del Sentino, in particolare con l’esemplare incluso nel tipo 208 della tipologia Cocchi Genick 2001, per il quale l’A. riscostruisce un’analoga diffusione territoriale. La nostra tazza 80 ricorda, nella forma, un’esemplare decorato dalla tomba a camera di Prato di Frabulino (Farnese, Viterbo), inserito insieme ad un altro esemplare dalla Grotta Beato Benincasa (Siena) nel tipo 159 Cocchi Genick 2001. Stesse considerazioni valgono per l’olla con prese a ferro di cavallo 129Bv. Per quanto concerne i tipi di anse con sopraelevazione attribuiti a questa fase, lo stato frammentario dei nostri campioni non consente molto più che un generico accostamento del 161 al tipo 479B e C della tipologia Cocchi Genick 2001, diffuso all’interno dei gruppi di Grotta Nuova e del Sentino nell’ambito della fase 1A della facies di Grotta Nuova; il tipo 162, ugualmente composto da esemplari incompleti, ricorda le fogge con sopraelevazione nastriforme ad estremità espansa “ad ascia” della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, tipi 483 e 484, diffusi nelle aree del versante orientale della penisola durante la prima fase del Protoappenninico, oppure al tipo 482 Cocchi Genick 2001, comune all’interno dei gruppi del Farneto – Monte Castellaccio e del Sentino nella fase 1 A.
Un discreto numero di tipi è stato cronologicamente inquadrabile fra l’antica età del bronzo e il BM. Il tipo 30 delle ciotole (Tav. LIX: A), pur trovando confronto con esemplari datati al BM 1- 2 provenienti da Monte Castellaccio ( Imola, Bologna)18, richiama forme datate nell’ambito della prima fase dell’antica età del bronzo, come ad esempio un esemplare dalla superficie di Ortucchio, strada 28 (L’Aquila), datato al BA 1B19. Fra il BA 2 e il BM 1 (Tav. LIX:B), si colloca il tipo 59 delle ciotole, vicino sia a forme datate al BA2, come una ciotola dalla già citata da Madonna delle Cese20, che a tipi inquadrati nel BM 1, per esempio gli esemplari da Valle Fredda ( Priverno, Latina) e da Tratturo Caniò, nella pianura occidentale di Sezze21, ma anche a quelli che compongono il tipo 366A della tipologia Cocchi Genick 2001 diffuso all’interno dei gruppi di Candalla e FarnetoMonte Castellaccio nella 1 A della facies di Grotta Nuova22. Le ciotole inserite nella varietà A del nostro tipo 34 (Tav. LIX: C), sono confrontabili con un esemplare del BA 2 sempre dalla grotta Madonna delle Cese, con il tipo 29B Ialongo 2007, in particolare con un pezzo da Trasacco- S. Rufino (L’Aquila)23, datato al BM 1- 2, ma anche ad un esemplare dall’US 6 degli scavi 2001 del Villaggio delle Macine (Castel Gandolfo, Roma)24, datato al BM 2. Stessa datazione si attribuisce ai tipi 119 e 135 delle olle. La variante 1 del tipo 57 (Tav. LIX: D) è confrontabile con un reperto da Ceprano (FR) Contrada Cavone25, avvicinabile, secondo gli Autori, sia a fogge tipiche della facies di Palma Campania che a quelle proprie del Protoappenninico. Un analogo inquadramento cronologico 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25
Al Bronzo Medio di fase 1B (Tav. LX: B), si riferiscono undici tipi: 7A, 8, 10A, 12A, 12C (scodelle), 20A, 26A, 26B, 75v (ciotole), 115 (olle), 172B (prese); anche in questo orizzonte sembrano predominanti i confronti con i contesti riconducibili all’ambiente di Grotta Nuova e i collegamenti con l’area dei Colli Albani e il frusinate. Il tipo 12A, ad esempio, pur richiamando esemplari da
Anastasia 2003, tesi di laurea (inedito). Barbaro, di Gennaro 2007. Del Lucchese, Odetti 1996, fig. 2: 7. Pacciarelli 1996. Ialongo 2007. Guidi, Pascucci 1996, fig. 2: 20. Anastasia 2003, tesi di laurea (inedito). Cocchi Genick 2001, t. 366A, p. 267, fig. 66. Ialongo 2007, fig. 56: 6. Franco 2007, fig. 56: 7. Biddittu et al. 2007, fig. 1D: 1.
26 27
112
Carancini 1975, pp. 138-139, n. 679, T. 22: 679. Tunzi Sisto 1999, spillone n. 189, inv. 33112; sett. C. p. 271, n. 827.
Cronologia Candalla (LU) e Grotta Nuova28, trova riscontro nei materiali dal Villaggio delle Macine di Albano29 (Roma) e fra le ceramiche recuperate dal focolare di Borgo S. Angelo30 (Ceccano, Frosinone). La scodella 8 ugualmente, mostra analogie con un esemplare da Dicomano31, ma anche con un frammento dalla superficie di Spiagge di S. Lorenzo Spiagge di S. Lorenzo32 (Ardea, Roma). La presa a linguetta 172B, richiama immancabilmente quelle attestate nei contesti di Dicomano, Farneto- Monte Castellaccio, Candalla e Grotta Nuova33.
del Protoappenninico, come pure ricorda un pezzo dalla capanna 1 di Cavallino43 (Lecce). In questa stessa fase sono stati inquadrati i tipi 61, 62A, 70 delle ciotole. Il tipo 76B (tazze) è comparabile, sia per la forma dell’ansa con sopraelevazione a linguetta asciforme, che per l’analoga impostazione di quest’ultima, con un pezzo da Ortucchio, strada 2844, Ialongo nel 2007 inserisce questo nel suo tipo 4245 (brocche e boccali) confrontandolo con il tipo 390A Cocchi Genick et al. 1995 datato, appunto, al BM 1. Le tazze del tipo 78A, hanno confronto pressoché puntuale con Vivara Punta di Mezzogiorno (Procida, Napoli), settore A- struttura superiore46; la varietà B dello stesso tipo può essere avvicinata ad un esemplare dalla capanna 1a di Cavallino classificato nel tipo 355 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995 datato al BM 1. Per il boccale 87 è stato possibile istituire solo generici confronti con il tipo 148 della tipologia Cocchi Genick 2001, diffuso all’interno dei gruppi di Candalla e Farneto- Monte Castellaccio, con il quale ha in comune l’ansa sul corpo e il cordone che parte dall’attacco superiore dell’ansa che è a sezione pentagonale; ancora, il tipo 89 sempre dei boccali. Fra i vasi a collo (Tav. LXII), il tipo 91 con bugna troncoconica sulla spalla, rivela forti analogie con due esemplari da Torre de’ Passeri ugualmente muniti di spalla prominente uno con ansa e bugne, inserito nel tipo 427 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995 comune al gruppo abruzzese e, il secondo con bugne47 rientra nel tipo 430A della stessa tipologia, ambedue i vasi sono stati inquadrati nella prima fase del Protoappenninico. All’ambiente di Grotta Nuova riporta il tipo 95A con spalla prominente a profilo teso e risega alla base del collo confrontabile con il tipo 7B Cocchi Genick 2001 e precisamente con l’esemplare da Grotta Scura48 (Rieti). Il tipo 103 dei vasi biconici è stato avvicinato al tipo 157 della tipologia Cocchi Genick et al. 1995, in particolare al pezzo con manico proveniente da La Starza (Avellino), diffuso all’interno dei gruppi dell’Ofanto, delle Murge settentrionali e dell’Alto Bradano, attribuito dagli Autori alla fase 1 della facies protoappenninica. Alla fase 1 viene attribuito il tipo 107, avvicinabile agli esemplari da S. Francesco della Scarpa (Bari) e da Tufariello che compongono il tipo 334 Cocchi Genick et al. 1995. La variante 1 del tipo 126 con bugna cava sulla spalla, mostra analogie con un esemplare da Grotta dei Piccioni49, inserito nel tipo 418A della stessa tipologia, considerato comune alla facies di Grotta Nuova e ai gruppi del versante adriatico del Protoappenninico. Alla Grotta dei Piccioni in questa prima fase del BM, ci riportano i confronti per il tipo 127. Altri tipi riferiti a questa fase sono: 130D, 133B (olle), 139A e B (dolî) e, fra le decorazioni plastiche, il tipo 202.
Un gruppo ben più cospicuo di tipi ha trovato collocazione genericamente nella prima fase del Bronzo Medio (Tav. LXI). La scodella troncoconica con orlo svasato in continuità con la vasca tipo 3, trova confronto con due esemplari provenienti dagli strati inferiore e medio di Grotta Cardini34 (Praia a Mare, Cosenza), il primo di questi è stato inserito nel tipo 27C della tipologia Cocchi Genick et al. 1995 e riferito dagli Autori alla prima fase della facies protoappenninica. Il nostro tipo 14, vaso su piede, viene confrontato con esemplari dalla capanna 2 di Cavallino35, contesto in cui è stata riconosciuta la prima fase e con la grotta dello Sventatoio (S. Angelo Romano, Roma), che ha restituito materiali ascrivibili all’antica e media età del bronzo36. Allo stesso orizzonte si data il tipo 15 (sostegni) che richiama analoghi esemplari diffusi all’interno del gruppo campano settentrionale37. Le ciotole a corpo arrotondato 21A e B, si confrontano con esemplari dall’abitato di Torre de’ Passeri38 (Pescara), contesto in cui la fase 1 è ben rappresentata e dalla Grotta dei Piccioni39, da cui proviene un esemplare considerato all’interno del tipo 105 nella tipologia Cocchi Genick et al. 1995, definito dagli Autori come foggia comune alla facies di Grotta Nuova e ai gruppi del versante adriatico nella prima fase della facies protoappenninica. La variante 1 del tipo 54B, che nella forma si avvicina a esemplari classificati nell’ambito del BM iniziale, reca subito al di sopra della carena una decorazione incisa costituita da piccoli tratti obliqui su un’unica fila che ricorda quella attestata su una ciotola da Torre Crognola. Ugualmente il tipo 57 (ciotole), si ritrova in contesti come Grotta Regina Margherita (Collepardo, Frosinone)40, Paduletto di Coltano (Pisa)41, dove la fase 1 del BM è ben attestata; la variante 2, con parete superiore alla carena fortemente rientrante e orlo svasato, sembra avvicinabile ad un esemplare Mulino Dabbasso42 (Foggia), inquadrato dall’A. nell’ambito Cocchi Genick 2001, tipo 355. Chiarucci 1985, fig. 3: 2. 30 Biddittu, Segre Naldini 1981, fig. 7: 6. 31 Sarti 1980, fig. 18: 5. 32 Morandini 2000, tav. 2: 8. 33 Cocchi Genick 2001, tipo 530C. 34 Bernabò Brea et al. 1989, fig. 29: g e fig. 58: e. 35 Pancrazzi 1979, fig. 115: 3, 4, 6. 36 Per la grotta dello Sventatoio, ringrazio Claudia Corsello che mi ha permesso di vedere i materiali. 37 Cocchi Genick et al. 1995 t. 68. 38 Fratini 1997, tav IX: 4. 39 Cremonesi 1976, fig. 64: 2. 40 Guidi 1981, fig. 5: 1. 41 Bagnoli, Betti 1986, fig. 16: 9. 42 Gravina 2002, fig. 6: 5. 28 29
Un solo tipo è stato attribuito All’arco di tempo compreso fra la fase 1A del BM e la fase 2 dello stesso (Tav. LXIII: A), 43 44 45 46 47 48 49
113
Pancrazzi 1979, fig. 114: 11. Ialongo 2007, Tipo 42 brocche e boccali. Ialongo 2007, p. 207: 42. Damiani et al. 1984, fig. 3A: 7. De Pompeis, Di Fraia 1981, fig. 4: 1, 6. Filippi, Pacciarelli 1991, fig. 12: 1. Cremonesi 1976 a, fig. 67: 1.
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) confronti nell’ambito di Grotta Nuova e nel Fucino; nei casi in cui si conserva l’ansa, questa ha sempre una sopraelevazione di foggia cornuta, ritenuta emanazione degli ambienti settentrionali della penisola64, con apici a lobo schiacciato presente sia in contesti riconducibili a Grotta Nuova come Palidoro (Roma) che in quelli protoappenninici come Canterno (Fiuggi). Sempre alle fasi 1-2A sono stati attribuiti i tipi 67B (ciotole), 85B (boccali), 138 (dolî), 150 (maniglie), l’apice I.a. 2 d. 164 e, fra le decorazioni plastiche il tipo 223.
si tratta della variante del tipo 128 (olle) che presenta un colletto leggermente ingrossato, caratteristica questa che si ritrova fra i materiali da Tratturo Caniò50 datato dall’A. al BM 1 e a Roncina (Reggio Emilia)51 nel BM 2. Ad un periodo limitato alle fasi 1B e 2A del BM (Tav. LXIII: B), si riferiscono quattro tipi: il 55B avvicinabile ad esemplari da Grotta del Costone di Battifratta (Rieti)52 e da Belverde grotte (Cetona, Siena)53, inseriti nei tipi 216 e 174 della tipologia Cocchi Genick 2001. Anche nel caso della ciotole 56C, i confronti trovati indicano la loro presenza nel periodo su indicato: quello dalla Grotta dello Sventatoio viene inquadrato nella fase 1B, gli esemplari da Monte Castellaccio54 e dalla Grotta dell’Orso (Sarteano, Siena)55 alla fase 2A56. Infine il confronto proveniente dal saggio A li. II di Piazza S. Salvatore (Giovinazzo, Bari)57 rimanda ad una fase avanzata del Protoappenninico. Sempre in questo intervallo di tempo sono stati inquadrati il tipo 81 (tazze), vicino esemplari dal Riparo dei Castiglioni (Candalla, Lucca)58 e da Palidoro (Roma)59. Il tipo 92A dei vasi a collo trova confronto fra i materiali datati al BA e al BM dal sito sommerso di Ragnatoro (Gradoli, Viterbo)60, ma sembra anche avvicinabile al tipo 431 Cocchi Genick et al. 1995 datato dagli Autori al BM 2A. I confronti istituiti per il tipo 117 lo collocano all’interno delle fasi 1B e 2 del BM (Tav. LXIII: C).
Un gruppo di tipi è stato genericamente attribuito alle fasi 1-2 (Tav. LXIV- LXV): 4A (scodelle), 6 (colini), 17v, 25, 33, 34B, 36A e B, 37Bv, 41A, 43B, 56A e B, 63B, 69v, 71B (ciotole), 82, 82v, 83, 86 (boccali), 123A e B, 129A- D, 130A e B, 131, 133A, 133Av, 134B (olle), 138v, 140A,141A (dolî), 165 (manici), 170 (prese), 175B, 176, 179B (fuseruole). Fra i manufatti di bronzo il tipo 180 (pugnale) e i bottoni di glassy faïence 188. L’inquadramento in questa fase della ciotola 25 rimane piuttosto dubbio: si basa su un generico confronto con il profilo di esemplare da Pian Sultano (Tolfa, Roma)65 che nella tipologia Cocchi Genick 2001 è inserito nel tipo 318, il nostro frammento mostra un profilo alquanto sinuoso con orlo svasato e cordone molto rilevato impostato dalla massima espansione in su, almeno apparentemente distante dalle forme predominati.
Un cospicuo gruppo di tipi viene attribuito ad un periodo compreso fra il BM 1 (non suddiviso in fasi) e il BM 2A (Tav. LXIII: D). Le influenze culturali rilevabili dai confronti, parlano di un’ampia circolazione di modelli sia dall’ambiente di Grotta Nuova che da quello protoappenninico. Così è, ad esempio, per il nostro tipo 4B delle scodelle, avvicinabile al tipo 381 della tipologia Cocchi Genick 2001 e ritenuto esclusivo del gruppo di Grotta Nuova nell’ambito di queste fasi, ma che in qualche maniera trova analogie con un esemplare dalla capanna 2 di Cavallino, oppure per il tipo 29B (ciotole), confrontato con esemplari da Coppa Nevigata (Foggia)61 e da Mezzano (Viterbo)62. Ugual discorso vale per le ciotole 40C e 54B. D’altro canto alcune fogge, mostrano invece una diffusione limitata. Il nostro tipo 5 (scodelle) rientra nel campo di variabilità del tipo 61 Cocchi Genick et al. 199563 comune ai gruppi protoappenninici dell’Italia meridionale, all’interno dei quali è attestato in contesti in cui è sicuramente rappresentata la fase 1, ma anche in quelli in cui prevalgono le fasi successive. Una menzione particolare va fatta per i tipi 31, 31v, 32A, 37A che trovano 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63
Fra gli oggetti di bronzo l’attribuzione cronologica al BM 1-2 del pugnaletto 180 risulta problematica. In assenza di analisi mirate che permettano una precisa ricostruzione della base, il nostro esemplare si avvicina ai pugnali a base semplice e due chiodini ravvicinati tipo Cetona66 o al tipo Frasassi (il quale mostra però i chiodini distanziati); questi, secondo Bianco Peroni67, sarebbero da riferire ad un momento avanzato del BA; Carancini68 aveva precedentemente attribuito il tipo Frasassi alle prime fasi del BM, la stessa datazione viene proposta da Lucentini69 nella revisione dei materiali dello scavo di Frasassi. D’altro canto, il nostro pugnale ricorda anche quelli a base semplice diffusi nel BM sia iniziale che piena (tipo Gualdo Tadino)70. A questa fase sono stati assegnati i due bottoni conici 188 in glassy faïence in accordo con le più recenti teorie sulla produzione di questi materiali71. Nell’età del Bronzo compaiono materiali vetrosi di diverso tipo, faïence, glassy faïence e vetri distinti fra loro in base al diverso rapporto fra la porzione di vetro (fase vetrosa) e minerali residui delle materie prime (fase cristallina), nel caso delle glassy faïence queste sono distribuite su tutto l’oggetto in quantità confrontabili. La presenza di bottoni conici ad alcali misti (LMHK) e perforazione diametrale, è accertata in strati del
Anastasia 2003, tesi di laurea (inedito), tav. 26: 1. Capelli, Tirabassi 1991- 1992, p. 657:12. Biddittu, Segre Naldini 1985, fig. 2: 7. Calzoni 1962, tav. XII. Pacciarelli 1996, C4 1883. Cremonesi 1968, fig. 14: 13. Cocchi Genick 2001, tipi 214, 294B. Cataldo et al. 1989 -’90, fig. 8: 5, inv. 33612. Cocchi Genick 1989- 1990, fig. 1: 6. Fugazzola Delpino 1976, fig. 24: 3. Fioravanti 1988, tav. III: 4° esemplare. Belardelli 1991–’92, fig. a pag. 737: 1 e 2004, fig. 13: 66. Franco 1982, tav. VI: M2- 36. Cocchi Genick et al. 1995, p. 407.
64 65 66 67 68 69 70 71
114
Cocchi Genick et al. 1995, pp. 434-436. di Gennaro 1991 -1992, p. 705: 7. Bianco Peroni 1994, Tav. 19: 309. Bianco Peroni 1994, T. 18, nn. 274-275. Carancini 1979, pp. 177-184. Lucentini 1997, pp. 34-49. Peroni 1996. Bellintani 2005, con bibliografia precedente.
Cronologia BM 2 nei contesti terramaricoli di Poviglio, Vicofertile e Parma72, il suo inizio è probabilmente da collocare nel BM 1 considerando l’aspetto tipologico e quello tecnologico (bottoni conici in altro materiale e perline in faïence sono conosciuti già nell'antica età del Bronzo).
Per la punta di freccia 181 di bronzo si propone un’analoga posizione cronologica in base al confronto con esemplari provenienti da Coriano (FO), insediamento che ha restituito materiali, non distinti stratigraficamente, riferibili in gran parte a Grotta Nuova e alla facies terramaricola di Tabina di Magreta insieme con altri datati al BR; da Gragnano (AR) e da Grotta Misa (VT), contesti che hanno fornito reperti inquadrabili per la maggior parte al BM 2 A, provengono altre due punte di freccia con alette confrontabili con il nostro esemplare76.
Nell’Italia centrale la testimonianza più antica di questa tecnologia è rappresentata dal ritrovamento di vaghi con un distanziatore di collana fra gli oggetti del corredo della tomba a camera di Prato di Frabulino73, contesto datato al BM 1A. Per quanto riguarda i bottoni conici, se ne conoscono da Pieve Fosciana (LU), dalla Grotta di Frasassi (AN), dalla Grotta dello Sventatoio (RM) e dalla nostra grotta. Dal punto di vista della composizione i bottoni ad alcali misti della Vittorio Vecchi sono comparabili ai coevi bottoni conici dell’Italia settentrionale, dai quali si differenziano formalmente, come del resto gli altri esemplari del centro Italia, per la presenza della perforazione a “V”. Questa produzione viene collocata nelle fasi iniziali del BM74, o nelle fasi recenti del BA75, in base all’associazioni con altri materiali diagnostici reperiti nei contesti; in verità i dati di scavo disponibili per l’Italia centrale sembrano insufficienti per stabilire limiti cronologici certi, almeno tre dei contesti citati hanno restituito testimonianze relative sia al BA che a tutta la media età del Bronzo e anche al BR. Nella nostra grotta, ad esempio, i bottoni provengono dalla zona centrale dello scavo (A1 US3 e G16) dalla quale sono stati recuperati attribuibili a tutte le fasi del BA e del BM.
Solo cinque tipi sono stati assegnati alla fase 2B (Tav. LXVIII: A): 11 (scodelle), 17, 58A, 71A (ciotole), 78C (tazze carenate). Più nutrito il gruppo di tipi attribuito alle fasi 2B- 3 (Tav. LXVIII: B): 18A, 29A, 40B, 41Av, 42, 45, 54C, 64A, 67A. Alle fasi 2- 3 del BM (Tav. LXIX- LXX) sono attribuiti i tipi 9B, 12B e 13B delle scodelle, tutte e tre comprendono esemplari di grandi dimensioni muniti di maniglia triangolare alla massima espansione; richiama gli esemplari del tipo 469 della tipologia Cocchi Genick 2001 ritenuto esclusivo del gruppo di Grotta Nuova. Inoltre sono stati cronologicamente inquadrati allo stesso modo i tipi 47, 51, 56D, 62B, 62Bv, 63A, 64B, 66, 66v (ciotole), 93B, 95B, 97(vasi a collo), 108, 109A (biconici), 110, 110v, 111 (vasi a listello interno), 146, 147, 148, 149A e B (maniglie), 155, 156, 157Bv (anse con sopraelevazione), 169Av (manici). Le ciotole 51 trovano riscontro, per la forma complessiva, ad esemplari dal Lago di Mezzano 277, muniti però di ansa verticale, inseriti nel tipo 327 della tipologia Cocchi Genick 2001 e datati alla fase 2A della facies di Grotta Nuova, d’altro canto sembrano avvicinabili ad un esemplare da Tenuta Radicicoli Maffei (Roma) Area 8678, con maniglia lacunosa impostata sulla carena come nel nostro caso, attribuito dagli Autori al BM 3. È stato riferito a queste fasi anche il tipo 157Bv delle anse in quanto, pur essendo confrontabile con un frammento proveniente dal taglio 5 di Palidoro (Roma)79 riferito al BM 3, è presente su una ciotola tipo 47 a sua volta avvicinabile ad esemplari datati sia al BM 2A che al BM 3. Discorso analogo per il tipo 158.
Alla fase 2A del Bronzo Medio (Tavv. LXVI- LXVII), è stato assegnato un cospicuo gruppo di tipi: 9A, 12Av (scodelle), 27, 29Bv, 32B, 35, 37B, 41B, 43A, 47v2, 49, 50A, 65A e B, 65Bv, 69, 73, 74 (ciotole), 76A (tazze); far i 92B, 94, 94v, 98, 99, 101B (vasi a collo), 104, 105 (biconici), 114, 118 (olle), 136A e C (dolï). Fra le anse con sopraelevazione, ritroviamo quelle a linguetta (verosimilmente sulla ciotola tipo 65A) e le terminazioni sagomate con apici schiacciati (65B), questa volta su ciotole carenate basse che per la forama complessiva, pur trovando analogie nell’ambito di contesti afferenti al gruppo di Grotta Nuova, confrontano pressoché puntualmente con un esemplare da Vivara (Procida, Napoli) Punta d’Alaca classificato nella tipologia Cocchi Genick et al. 1995 come tipo 284 comune ai gruppi della Campania settentrionale e dell’Ofanto. Una testimonianza importante degli intensi scambi con l’ambiente di Grotta Nuova è rappresentata dalla ciotola 73 che si avvicina molto ad un esemplare da Belverde grotte (Cetona, Siena) oltre che per la forma complessiva, anche per la presenza di una presa nastriforme, nel nostro caso molto breve, con apici laterali a bugna conica. Alla fase 2A sono stati attribuiti anche i manici 166, 169A e B.
72 73 74 75
Al BM 2 non distinto in fasi sono stati attribuiti i seguenti tipi: 13A (scodelle), 19Av1, 38, 44v, 52B, 64C e 64Cv, 75 (ciotole), 79 (tazze), 85A (boccali), 96 (vasi a collo), 106 (biconici), 124 (olle), 160, 163, 164A- C (anse), 172C, 173 (prese). Il BM 3 (Tav. LXXI – LXXII: A) è rappresentato da un folto numero di tipi decorati e non: 7B e C (scodelle), 22, 23, 28, 46, 47v1, 50B, 52A, 53, 54A, 54Av, 54Bv2, 55A, 64Av, 68A e B(ciotole), 77 (tazze), 96v, 100A e B, 101A (vasi a collo), 109B (biconici), 125, 132B (olle). Fra gli
Bellintani 2001. Casi et al. 1993. Bellintani et. al. 2005. Cocchi Genick 2002.
76 77 78 79
115
Cocchi Genick 2002, p. 99, fig. 9: 1, 3. Petitti, Mitchell 1993, tav. 9: 5. Barbaro, di Gennaro 2008, fig. 26: 518249. Fugazzola Delpino 1976, fig. 27: 1.
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) elementi di presa: 145A e B (maniglie), 155v, 157A e B (anse), 168, 168v (manici). Alla sottofase 3B sono stati assegnati solo tre tipi 19A e B, 24B (ciotole), 167 (manici) (Tav. LXXII: B). Per l’analisi dei motivi decorativi (Tav. LV), si è fatto riferimento alla classificazione di Ida Macchiarola80, la quale ha definito due orizzonti (Appenninico I e II) all’interno della facies appenninica tramite la tipologia dei materiali di 146 siti ad essa riferibili. Dalla comparazione dei nostri campioni con i motivi del repertorio elaborato dalla Macchiarola risultano 23 tipi di decorazione 197- 200, 203, 204, 206- 220. Possono essere attribuiti all’Appenninico I i tipi 197A (spirale), 198, 199, 200 (cerchielli impressi), 206 (nastri a punteggio), 207, 210 (meandro retto e falso meandro obliquo), 211 (losanghe), 215, 217 (zig-zag). Il resto dei tipi sono riconducibili ai motivi classificati come Appenninico I o II: 197B (spirale), 208, 209 (meandro retto), 214 (scacchiera), 216 (zig- zag), 219, 220 (triangoli intagliati opposti al vertice). Interessante notare, ad esempio, che motivi ritenuti esclusivi dell’ambiente di Grotta Nuova come quello a cerchielli impressi (46b e il 47 Macchiarola 1987), dei quali il nostro tipo 199 rappresenta una varietà, siano presenti nella nostra grotta sul vaso a collo tipo 101A che ha confronto pressoché puntuale con Castiglione (Ischia, Napoli)81. I tipi 206 nastri a punteggio fitto e 214 motivo a scacchiera, rientrano nel campo di variabilità del motivo 53A e 161 Macchiarola 1987 definiti dall’A. esclusivi del gruppo Tosco – Umbro. Per il resto, i nostri vasi attingono al repertorio decorativo comune alle aree meridionali della penisola, con una minima predominanza di elementi provenienti dal versante meridionale dell’Adriatico, presumibilmente mutuati tramite gli ambienti della Campania settentrionale.
80 81
Macchiarola 1987. Cocchi Genick et al. 1995, tipo 437B.
116
Cronologia TIPO
CRONOLOGIA
TIPO
CRONOLOGIA
TIPO
CRONOLOGIA
1
nd
29B
BM 1- 2A
54A
BM 3B
2A
BM 1A
29Bv
BM 2A
54Av
BM 3
2B
BA 2
30
BA 1B- BM 1- 2
54B
BM 1- 2A
3
BM 1
31
BM 1- 2A
54Bv 1
BM 1
4A
BM 1- 2
31v
BM 1- 2A
54Bv 2
BM 3
4B
BM 1- 2A
32A
BM 1- 2A
54C
BM 2B- 3
5
BM 1- 2A
32B
BM 2A
55A
BM 3
6
BA 2
33
BM 1- 2
55B
BM 1B- 2A
7A
BM 1B
34A
BA 2- BM 1- 2
56A
BM 1- 2
7B
BM 3
34Av
BM 1A
56B
BM 1- 2
7C
BM 3
34B
BM 1- 2
56C
BM 1B- 2A
8
BM 1B
34Bv1
Nd
56D
BM 2- 3
9A
BM 2A
34Bv2
Nd
57
BM 1
9B
BM 2- 3
34C
BM 1- 2A
57v 1
BA-BM1
10A
BM 1B
35
BM 2A
57v2
BM 1
10B
nd
36A
BM 1- 2
58A
BM 2B
11
BM 2B
36B
BM 1- 2
58B
BM 1
12A
BM 1B
37A
BM 1- 2A
59
BA 2- BM1
12Av
BM 2A
37B
BM 2A
60
BA2
12B
BM 2- 3
37Bv
BM 1- 2
60v
BA2
12C
BM 1B
38
BM 2
61
BM 1
13A
BM 2
39
BM1B
62A
BM 1
13B
BM 2- 3
40A
BM 1
62B
BM 2- 3
14
BM 1
40B
BM 2B- 3
62Bv
BM 2- 3
15
BM 1
40C
BM 1- 2A
63A
BM 2- 3
16
BM 1- 2
41A
BM 1- 2
63B
BM 1- 2
17
BM 2B
41Av
BM 2B- 3
64A
BM 2B- 3
17v
BM 1- 2
41B
BM 2A
64Av
BM 3
18A
BM 2B- 3
42
BM 2B- 3
64B
BM 2- 3
18B
BA
43A
BM 2A
64C
BM 2
19A
BM 3B
43B
BM 1- 2
64Cv
BM 2
19A v 1
BM 2
43Bv
BM 1- 2
65A
BM 2
19A v 2
nd
44
BM 2A
65B
BM 2
19B
BM 3B
44v
BM 2
65Bv
BM 2A
20A
BM 1B
45
BM 2B- 3
66
BM 2- 3
20B
nd
46
BM 3
66v
BM 2- 3
21A
BM 1
47
BM 2- 3
67A
BM 2B- 3
21B
BM 1
47v 1
BM 3
67Av
BM 2B- 3
22
BM 3
47v 2
BM 2A
67B
BM 1- 2A
23
BM 3
48
BA 2
68 A
BM 3
24A
BM 1A
49
BM 2A
68B
BM 1- 3
24B
BM 3 B
50A
BM 2A
68Bv
BA 2
25
BM 1- 2
50B
BM 3
69
BM 2A
26A
BM 1B
51
BM 2- 3
69v
BM 1- 2
26B
BM 1B
51v
BM 3B
70
BM 1
27
BM 2A
52A
BM 3
71A
BM 2B
28
BM 3
52B
BM 2
71B
BM 1- 2
29A
BM 2B- 3
53
BM 3
72
nd
117
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) TIPO
CRONOLOGIA
TIPO
CRONOLOGIA
TIPO
CRONOLOGIA
73
BM 2A
101A
BM 3
129Dv
BA- BM 1
74
BM 2A
101B
BM 2A
130A
BM 1- 2
75
BM 2
101Bv
nd
130Av
BA
75v
BM 1B
102
BM 1- 3
130B
BM 1- 2
76A
BM 2A
103
BM 1
130C
BM 1A
76B
BM 1
103v
nd
130Cv
nd
77
BM 3
104
BM 2A
130D
BM 1
77v
nd
105
BM 2A
131
BM 1- 2
78A
BM 1
106
BM 2
131v
nd
78B
BM 1
107
BM 1
132A
nd
78C
BM 2B
108
BM 2- 3
132B
BM 3
79
BM 2
109A
BM 2- 3
132B
BM 3
80
BM 1A
109B
BM 3
133A
BM 1- 2
81
BM 1B- 2A
110
BM 2- 3
133Av
BM 1- 2
82
BM 1- 2
110v
BM 2- 3
133B
BM 1
82
BM 1- 2
111
BM 2- 3
134A
BA 1B
82v
BM 1- 2
112
BA- BM 1
134Av
BA 1B
83
BM 1- 2
113
nd
134B
BM 1- 2
84
Eneolitico- BA 1B
114
BM 2A
135
BA 2- BM 1- 2
85A
BM 2
115
BM 1B
136A
BM 2A
85B
BM 1- 2A
116
nd
136B
BA
86
BM 1- 2
116v
nd
136C
BM 2A
87
BM 1
117
BM 1B - 2
137A
nd
88
nd
118
BM 2A
137B
BM1
89
BM 1
119
BA 2- BM 1- 2
138
BM 1- 2A
90
BA 1A
119v
BA 2
138v
BM 1- 2
91
BM 1
120
nd
139A
BM 1
92A
BM 1B- 2A
121
nd
139B
BM 1
92B
BM 2A
122
nd
140A
BM 1- 2
92Bv
nd
123A
BM 1- 2
140B
BM 1- 2
93A
BA
123B
BM 1- 2
141A
BM 1- 2
93Av
nd
123C
nd
141B
BA- BM 1- 2
93B
BM 2- 3
123D
nd
141C
nd
93C
BM 1
124
BM 2
142
BA 1B- BA 2
94
BM 2A
125
BM 3
143
nd
94v
BM 2A
126
BM 1- 3
145A
BM 3
95A
BM 1
126v 1
BM 1
145B
BM 3
95Av
nd
126v 2
nd
146
BM 2- 3
95B
BM 2- 3
126v 3
nd
147
BM 2- 3
96
BM 2
127
BM 1
148
BM 2- 3
96v
BM 3
128
BM 1A
149A
BM 2- 3
97
BM 2- 3
128v
BM 1A- 2
149B
BM 2- 3
98
BM 2A
129A
BM 1- 2
150
BM 1- 2A
98v 1
BA 2
129Av
nd
151
BM 3
98v 2
nd
129B
BM 1- 2
152A
BA 1A
99
BM 2A
129Bv
BM 1A
152B
BA 1A
100A
BM 3
129C
BM 1- 2
152Bv
nd
100B
BM 3
129D
BM 1- 2
153A
nd
118
Cronologia TIPO
CRONOLOGIA
TIPO
CRONOLOGIA
153B
BA 2
182
nd
153Bv 1
BA 2
183
BA- BM
153v 2
nd
184
BA
154
BA
185
nd
155
BM 2- 3
186
nd
155v
BM 3
187
nd
156
BM 2- 3
188
BM 1- 2
157A
BM 3
189
Eneolitico- BA
157B
BM 3
190
BA 2
157Bv
BM 3
191
nd
158
BM 2- 3
192
BM2
160
BM 2
193
nd
161A
BM 1A
194
nd
161Av
BM 1A
195
Eneolitico- BA
161B
BM 2- 3
196
Eneolitico
162
BM 1A
197A
BM 3
163
BM 2
197B
BM 3
164A
BM 2
198
Nd
164B
BM 2
199
BM 3
164C
BM 2
200
BM 3
i. a. 2
BM 1- 2A
201
BM 3
165
BM 1- 2
202
BM 1
166
BM 2A
203
BM 3
167
BM 3B
204
BM 3
168
BM 3
205
BA
168v
BM 3
206
BM 3
169A
BM 2A
207
BM 3
169Av
BM 2- 3
208
BM 3
169B
BM 2A
209
BM 3
170
BM1- 2
210
BM 3
171
Eneo- BA
211
BM 3
172A
BM 1- 2
212
BM 3
172B
BM 1B
213
BM 3
172C
BM 2
214
BM 3
173
BM 2
215
BM 3
174
BM 2A
216
BM 3
175A
BM 1- 3
217
BM 3
175B
BM 1- 2
219
BM 3
175Bv
BM 1- 3
220
BM 3
176
BM 1- 2
221
Eneolitico
177A
BM 1- 3
222
BM 2A
177Av
BM 1- 3
223
BM 1- 2A
177B
BM 1- 3
224
nd
178
BM 1- 3
225A
nd
179A
BM 1- 3
225B
nd
179B
BM 1- 2
226
BM 1- 2
180
BM 1- 2
226v
BA 2
181
BM 2A
227
BM 1
119
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. LVII. A: Eneolitico; B: Eneolitico-Bronzo Antico; C: Bronzo Antico fase 1A; D: Bronzo Antico fase 1B; E: Bronzo Antico fase 1B-Bronzo Antico fase 2 (1/2 ca. della scala indicata in tipologia).
120
Cronologia
Tav. LVIII. A: Bronzo Antico fase 2; B: Bronzo Antico (non sudd.in fasi) (1/2 ca. della scala indicata in tipologia).
121
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. LIX. A: BA 18-BM 1-2; B: BA 2-BM 1; C: BA 2-BM 1-2; D: BA (non suddiviso in fasi)-BM 1; E: BA (non suddiviso in fasi) BM 1-2; F: BA-BM (non suddivisi in fasi) (1/2 ca. della scala indicata in tipologia).
122
Cronologia
Tav. LX. A: Bronzo Medio fase 1A; B: Bronzo Medio fase 1B (1/2 ca. della scala indicata in tipologia).
123
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. LXI. BM 1 (1/2 ca. della scala indicata in tipologia).
124
Cronologia
Tav. LXII. BM 1 (1/2 ca. della scala indicata in tipologia).
125
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. LXIII. A: Bronzo Medio fasi 1A-2; B: Bronzo Medio fasi 1B-2A; C: Bronzo Medio fasi 1B-2; D: BM 1-2A (1/2 ca. della scala indicata in tipologia).
126
Cronologia
Tav. LXIV. Materiali atribuiti al Bronzo Medio 1-2 (1/2 ca. della scala indicata in tipologia).
127
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. LXV. Bronzo Medio fasi 1-2 (1/2 ca. della seal indicata in tipologia).
128
Cronologia
Tav. LXVI. Bronzo Medio fase 2 (1/2 ca. della scala indicata in tipologia).
129
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. LXVII. Bronzo Medio fase 2A (1/2 ca. della scala indicata in tipologia).
130
Cronologia
Tav. LXVIII. Bronzo Medio fase 2A (1/2 ca. della scala indicata in tipologia).
131
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. LXIX. A: Bronzo Medio fase 2B; B: Bronzo Medio fasi 2B-3 (1/2 ca. della scala indicata in tipologia).
132
Cronologia
Tav. LXX. Bronzo Medio fasi 2-3 (1/2 ca. della scala indicata in tipologia).
133
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. LXXI. Bronzo Medio fasi 2-3 (1/2 ca. della scala indicata in tipologia).
134
Cronologia
Tav. LXXII. Bronzo medio 3 (1/2 ca. della scala indicata in tipologia).
135
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Tav. LXXIII. A: Bronzo Medio fase 3; Bronzo medio fase 3B (1/2 ca. della scala indicata in tipologia).
136
Cronologia
Foto 1. Grotta Vittorio Vecchi 1988, Strettoia degli scheletri: cranio di bambino inglobato nelle concrezioni stalagmitiche.
Foto 2. Cranio di bambino, particolare.
Foto 3. Grotta Vittorio Vecchi 1988 Sala Appenninica, vaso a collo (Tipo 101A, Tav. XXXI, fig. 4).
Foto 4. Grotta Vittorio Vecchi 1988, Sala dei Sette, Ambiente A, vaso a collo (Tipo 109B, Tav. XXXIII, fig. 7).
Foto 5. Grotta Vittorio Vecchi 1988, Sala dei Sette, Ambiente A, pugnaletto di bronzo (Tipo 180, Tav. LIII, fig. 1).
Foto 6. Grotta Vittorio Vecchi 1989, Sala dei Sette, saggio A3, spillone con capocchia ad anello (Tipo 183, Tav. LIII, fig. 4).
137
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Foto 7. Grotta Vittorio Vecchi 1988, Sala dei Sette, parti interne, ghiera di bronzo (A) (Tipo 185, Tav. LIII, fig. 6).
Foto 8. Grotta Vittorio Vecchi 1988, Sala dei Sette, parti interne, ghiera di bronzo (B) (Tipo 185, Tav. LIII, fig. 6).
Foto 9. Grotta Vittorio Vecchi 1989, Sala dei Sette, bottone di “Glassy faïence” (A) (Tipo 188, Tav. LIII, fig. 9).
Foto 10. Grotta Vittorio Vecchi 1989, Sala dei Sette, bottone di “Glassy faïence” (B) (Tipo 188, Tav. LIII, fig. 9).
Foto 11. Grotta Vittorio Vecchi 1988, Sala dei Sette, fuseruola di osso (Tipo 191, Tav. LIII, fig. 13).
138
4 Conclusioni Negli ultimi venticinque anni c’è stato un grande dibattito tra chi pensa che l’utilizzazione delle grotte in età protostorica possa essere interpretata in vari modi, a seconda della funzione (frequentazione saltuaria, sepolcreto, luogo di culto, etc.)1, e chi invece ritiene che l’elemento rituale, spesso legato a culti delle acque2, sia quello predominante, se non esclusivo3.
• Grotta Nuova , nella valle della Fiora – BA/ fase avanzata della media età del bronzo (da qui in poi BM 3) • Cavernetta della Stipe, nell’Agro Falisco – presenta vasi anche integri e nello strato superiore è stata recuperata una stipe di età romana – BM • Grotta Scura, presso Castelnuovo di Farfa (RI) – classificata come tale per la presenza di vasi anche integri in ambienti interni e presenza di corso d’acqua – BM • Grotta Lattaia, presso Cetona, caratterizzata dalla presenza di fenomeni di stillicidio analoghi a quelli analizzati per il periodo Neolitico9 – BA-BM 3 • Grotta del Colle di Rapino (CH)10, dove la pratica delle deposizioni rituali inizia già nell’Eneolitico e dura fino all’età romana • Grotta dell’Orso, presso Sarteano, con diversi vasi interi in alcuni casi ripieni di semi carbonizzati11– BA età del bronzo recente, da qui in poi BR • Grotta del Mezzogiorno, nella gola del Sentino, con fossette contenenti semi carbonizzati12 – BA-BM 3
Per fortuna la mole di dati su cui lavoriamo e la quantità di scavi fatti in modo più rigoroso, nel frattempo, sono enormemente aumentati; basti pensare al fatto che le 70 grotte dell’Italia centrale frequentate nell’età del bronzo da me censite alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso nel frattempo sono divenute 93, come risulta dall’accurato articolo di sintesi pubblicato recentemente da B.A.Ricciardi4 (v. carta di distribuzione a fig. 10). Anche la funzione delle cavità appare oggi assai più articolata e non è raro trovare grotte che hanno mutato la loro utilizzazione nel corso dell’età del bronzo (si pensi ad esempio all’Antro della Noce, a Cetona, usato soprattutto come sepolcreto nella media età del bronzo e poi come luogo di deposizione di offerte votive nell’età del bronzo recente5 o alla Grotta del Beato Benincasa utilizzata dal Neolitico all’antica età del bronzo come sepolcreto e nella media età del bronzo iniziale come luogo di culto6).
Grotte utilizzate per attività cultuale con presenza di qualche deposizione o sacrificio • Grotta dello Sventatoio presso S.Angelo RomanoBA-BM 3. Va sottolineata la caratteristica di grotta “termale”, con vapori che fuoriescono nella stagione invernale. Tra i materiali raccolti, oltre ai resti di una focaccia di grano, orzo e miele, va segnalata la presenza di resti umani parzialmente combusti di individui immaturi, un dato che pare in continuità con quello attestato in diverse grotte occupate in età neolitica • Caverna di Pastena, nel territorio dell’omonimo paese, in provincia di Frosinone, soprattutto nella piccola grotticella che si apre nell’ingresso, dove scavi accurati hanno permesso di individuare veri e propri “strati” di semi -BM 1-213 • Le Tre Tombe, presso Cetona, con diverse deposizioni di vasi e resti di animali e poche ossa umane – BABM 314
Oggi in particolare, se si eccettuano i pochi casi di cavità impiegate nelle attività di transumanza e stabulazione, possiamo individuare diverse tipologie di grotte7; di seguito si citano gli esempi più significativi8. Grotte utilizzate per attività esclusivamente cultuale • Grotta della Paternale, nella valle della Fiora, – classificata come tale per la presenza di vasi forse anche integri e carboni – antica età del bronzo (da qui in poi BA)/ media età del bronzo, fase iniziale (da qui BM 1/2)
Guidi 1989, 1991-92, Mieli, Trucco 1999, Angle et alii 2010. Bernabei, Grifoni Cremonesi 1995-96. 3 Peroni 1994, pp. 310-312; 1996, p. 227; Cocchi Genick 1996, 1999, 2002, pp. 125-155. 4 Ricciardi 2015. L’articolo è il frutto di una Tesi di laurea triennale discussa con lo scrivente nel 2013; nel frattempo altre scoperte hanno ulteriormente aumentato il numero di grotte con evidenza di frequentazione umana nell’età del bronzo. 5 Guidi 1989. 6 Cocchi Genick 2002 (con bibliografia precedente), p. 137. 7 Si veda ora sull’uso delle grotte dell’Italia centromeridionale tra Neolitico ed età del bronzo Cazzella, Guidi 2017. 8 Per la bibliografia delle grotte site nelle province di Roma, Viterbo e Frosinone anteriore al 2010 v. Angle et alii 2007. 1 2
9 10 11 12 13 14
139
Cocchi Genick 2002 (con bibliografia precedente), p. 136. D’Ercole et alii 1997. Cocchi Genick 2002 (con bibliografia precedente), pp. 136-137. Lucentini 1997. Angle et alii 2010, 2014. Cocchi Genick 2002 (con bibliografia precedente), pp.129-130.
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT)
Fig. 10. Carta di distribuzione delle cavità naturali dell’Italia centrale utilizzate nell’età del Bronzo (da Ricciardi 2015). 1: Grotta/Riparo del Peschio Tornera; 2: Grotta Polesini; 3: Caverna del Piluccio; 4: Cavernetta di Terra Rossa; 5: Grotta di Val de’ Varri; 6: Grotta di Don Simone; 7: Grotta del Costone di Battifratta; 8: Grotta di Battifratta; 9: Grotta Vittorio Vecchi; 10: Grotta del Felcetone; 11: Grotta Regina Margherita; 12: Grotta Misa; 13: Grotta della Paternale; 14: Grotta di Carli; 15: Grotta Morritana; 16: Grotta Nuova; 17: Grotta dello Sventatoio: 18: Cavernetta della Stipe; 19: Grotta Scura; 20: Crepaccio di Pian Sultano; 21: Caverna dell’Acqua; 22: Grotte di Pastena; 23: Grotta di Valle Oliva; 24: Grotta dell’Infernetto; 25: Grotta delle Venelle; 26: Grotta dello Sbirro; 27: Grotta del Lago; 28: Riparo di Ponte dell’Abbadia; 29: Grotta Mora di Cavorso; 30: Grotta delle Settecannelle; 31: Grotta del Cane; 32: Cavernetta Terza; 33: Cavernetta di Sant’Egidio; 34: Grotta Madonna delle Cese; 35: Grotta Baragliu; 36: Grotta Alta di Piazza Castello; 37: Grotta del Beato Benincasa; 38: Antro del Poggetto; 39: Antro della Noce; 40:Tombetta della Strada; 41: Grotta Le Tre tombe; 42: Grotta di San Francesco (Cetona); 43: Grotta Lattaia; 44: Grotta della Carbonaia; 45: Grotta Poggio La Sassaiola; 46: Grotta dell’Orso; 47: Tecchia della Gabellaccia; 48: Grotta dei Sassi Neri; 49: Grotta di Settefinestre; 50: Grotta di Ansedonia; 51: Grotta di Cala dei Santi; 52: Grotta della Cava di Monte Cavallo; 53: Grotta dello Scoglietto; 54: Grotta Prato; 55: Grotta del Somaro; 56: Grotta del Fontino; 57: Grotta di Punta degli Stretti; 58: Grotta della Spinosa di Perolla; 59: Grotta di Spaccasasso; 60: Grotta Giulia; 61: Grotta del Pesce; 62: Grotta dell’Artofago; 63: Tana della Volpe; 64: Tana del Cerro; 65: Grotta del Borghetto; 66: Tane del Diavolo; 67: Grotta Bella di Santa Restituta; 68: Grotta di San Francesco (Titignano); 69: Grotta sul Torrente Romealla; 70: Grotta Beatrice Cenci; 71: Grotta La Punta; 72: Grotta dei Piccioni; 73: Grotta Salomone; 74: Grotta Continenza; 75: Grotta Maritza; 76: Grotta Sant’Angelo; 77: Grotta di Ciccio Felice; 78: Grotta a Male; 79: Grotta Cola I di Petrella; 80: Grotta Cola II di Petrella; 81: Grotta La Dama; 82: Grotta dei Porci; 83: Grotta San Nicola; 84: Grotta La Cava; 85: Grotta di Cicco; 86; Grotta delle Marmitte; 87: Grotta del Colle; 88: Grotta del Mezzogiorno; 89: Grotta dei Baffoni; 90: Grotta di Frasassi; 91: Grotta del Grano; 92: Grotta delle Nottole; 93: Grotta del Carbone.
140
Conclusioni Grotte utilizzate esclusivamente come sepolcreti
di contesti, come la zona di Belverde di Cetona, la media valle della Fiora o la gola del Sentino. Le offerte deposte sia nelle grotte con funzione più strettamente connessa al culto, sia in quelle con sepolture sono di tipo propiziatorio, forse legate a difficoltà delle pratiche agricole determinata dal clima arido tipico della prima metà del II millennio a.C.21 2. La quasi totale mancanza di sepolture isolate o necropoli dello stesso periodo al di fuori delle grotte, se si eccettuano alcuni esempi di tombe a camera posti in corrispondenza di importanti abitati dell’Etruria meridionale, testimonianza di un rito con tutta probabilità riservato all’élite22. Il numero assai esiguo di sepolture (mai più di 40/50) fa ritenere che anche coloro che venivano deposti nelle grotte fossero un segmento particolare della comunità.
• Grotta Regina Margherita, presso Collepardo (FR)15 – BM 1/2 • Grotta della Carbonaia, presso Cetona16 – BM • Grotta Don Simone, presso Vulci, nella valle della Fiora – BA-BM 1/2 • Grotta Rocco di Prospero di Battifratta (RI)17 – BM • Caverna di Frasassi, nella gola del Sentino18 – BM 1/2 età del bronzo finale Grotte utilizzate come sepolcreti e con aree specifiche riservate alle attività rituali (focolari, offerte di primizie, etc.) • Grotta Vittorio Vecchi, Sezze, LT – necropoli con i resti di più di 40 individui – BA-BM 3 • Grotta Di Carli, nella valle della Fiora – resti di almeno quattro individui (ma si parla anche di ossa incorporate nei depositi limosi non recuperate) – BA/BM 1/2 • Grotta Misa nella valle della Fiora, ben nota per il rinvenimento al suo interno di un focolare circolare con semi carbonizzati di almeno quattro specie di cereali ben distinti l’una dall’altra – BM/BR • Grotta di San Francesco, presso Cetona, con aree caratterizzate da offerte e altre con diversi resti di deposizioni19 – BM • Antro del Poggetto, presso Cetona, con offerte varie e focolari in zone della grotta diverse da quelle in cui vennero trovati i resti scheletrici20 – BA-BM 3
L’importanza delle cavità naturali termina quasi bruscamente all’inizio della tarda età del bronzo nel versante medio-tirrenico, nel corso del Bronzo finale in quello medio-adriatico, in significativa coincidenza con diversi cambiamenti della struttura sociale e dell’ideologia, primo fra tutti il diffondersi del rito della cremazione e la comparsa dei primi sepolcreti databili agli inizi dell’età del bronzo recente23. L’evidenza archeologica della grotta Vittorio Vecchi, pur nella sua parzialità (i saggi praticati hanno interessato solo una piccola parte del deposito) costituisce comunque un’importante conferma di questo quadro e può servire come base di partenza per future, ulteriori ricerche.
Nonostante l’indubbio aumento di evidenze archeologiche legate al culto e il già citato cambiamento di funzione di alcune cavità da esclusivamente funerario a cultuale, dobbiamo rilevare come due delle più importanti cavità, la Grotta Lattaia di Cetona e quella del Colle di Rapino, vengono utilizzate come luoghi di culto fin dall’Eneolitico (la Lattaia ancora prima), mentre al contrario nessuna delle grotte utilizzate a scopo funerario hanno testimonianze anteriori all’età del bronzo. Anche la maggior parte delle grotte utilizzate come sepolcreti e con aree specifiche riservate alle attività rituali (e tra loro anche la grotta Vittorio Vecchi), infine, sono frequentate fin dall’Eneolitico. L’intrecciarsi delle evidenze archeologiche funerarie cultuali dell’Italia centrale ci consente comunque di stabilire almeno due punti fermi: 1. la centralità delle grotte nel paesaggio rituale di un lungo periodo posto tra un momento recente dell’antica età del bronzo e la media età del bronzo, al punto di poter riscontrare la valenza “sacra” di alcuni territori caratterizzati da una certa ricchezza di questo genere Sul clima prevalentemente arico della prima metà del II millennio a.C. v. Sadori et alii 2004; Mercuri, Sadori 2014. 22 di Gennaro 1999 a e b. 23 Alla ben nota necropoli laziale di Cavallo Morto (Angle et alii 2004) si sono aggiunte in anni recenti quella marchigiana di Esanatoglia (Sabbatini 2006) e, soprattutto, la necropoli di Lucus Feroniae, caratterizzata dalla presenza di alcuni corredi “ricchi” ( Trucco et alii 2006). 21 15 16 17 18 19 20
Angle et alii 2010. Cocchi Genick 2002 (con bibliografia precedente), pp.133-134. Segre Naldini, Biddittu 1985. Lucentini 1997. Cocchi Genick 2002 (con bibliografia precedente), pp.130-132. Cocchi Genick 2002 (con bibliografia precedente), pp. 132-133.
141
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151
Appendice Grotta Vittorio Vecchi - Alcune osservazioni sui resti animali prima sospetta quando si ha a che fare con rinvenimenti di resti ossei, animali e non. Le altre specie, annoverate nell’elenco, di certo non hanno l’abitudine d’ introdursi, spontaneamente, nei meandri più reconditi di grotte, in particolar modo allo stato di carcasse. Certo! I flussi d’acqua possono anche aver avuto le loro responsabilità, ma abbiamo la prova, inconfutabile, che a frequentare la G.V. in un periodo non meglio precisato del Pleistocene, sia stato il solito Homo, non meglio ancora identificato al livello di specie. Uno spezzone di palco di cervo, saldato ancora a un frammento cranico, e tracce di combustione su altri resti cervini, è la” firma” del suo passaggio.
L’esigua consistenza del complesso faunistico, proveniente da un piccolo saggio e da raccolte di superfice nei cunicoli della Grotta V. Vecchi, non consente di rilevare dati oggettivi: sia di carattere statistico che comparativo per l’assenza di rilievi metrici (1). In questa sede quindi, ci si limita ad elencare le regioni anatomiche attribuibili alle diverse Specie. Per i resti più frammentari, la determinazione è circoscritta al solo Genere. Il materiale è stato distinto in due gruppi: Olocenico (Sala Appenninica, strettoia degli scheletri, cunicolo e dal saggio D 12 us. 3), consistente di soli 10 elementi; Pleistocenico, raccolto nei cunicoli e nelle sale interne, per un totale di 34 elementi. Questo contesto si caratterizza per rappresentare ben otto diverse specie: Bos primigenius; Cervus elaphus; Dama dama; Hippopotamus sp.; Equus sp.; Rhinocéros sp.; Ursus sp.; Hyaena sp.. L’ anomalo rapporto: specie-elementi, e alcune dinamiche deposizionali, di questi resti, potrebbero far sorgere degli interrogativi; l’etologia, propria di questi animali, ci può fornire una valida chiave interpretativa. L’orso (forse due) può essersi introdotto di sua sponte nella grotta nei mesi invernali e, come avvolte accade, può non aver superato il letargo. La iena, assidua frequentatrice di ambienti ipogei, è la
Poco c’è da dire sui “miseri” resti dei domestici (Bue, Pecora\Capra, Maiale, Cane) se non appartenere a probabili rappresentanze di offerte votive, associabili agli ambienti funerari protostorici di questa grotta. Si ricorda, che i due gruppi osteologici furono sottoposti solo a una preliminare analisi, avvenuta durante le fasi esecutive di un saggio (D 12), e a seguito delle ricognizioni interne alla grotta. Date le oggettive difficoltà di queste operazioni, che richiedevano un impegno costante per tutta la giornata, ci si era proposti d’approfondire lo studio faunistico più tardi e in altra sede.
Tabella 1. Grotta Vittorio Vecchi: faune oloceniche PROVENIENZA
SPECIE
NF
REGIONE ANATOMICA
Cunicolo
Ovis/ Capra
2
Tibia, metatarso
D12/ US3
Ovis/ Capra
2
Tibie
D12/ US3
Sus scrofa
2
Omero, tibia
D12/ US3
Canis fam.
1
Mandibola
Strettoia degli scheletri
Bos taurus
2
Falangi (II) (I)
Strettoia degli scheletri
Bos taurus
1
Astragalo
Sala appenninica, punto 1
Bos taurus
1
Femore
153
Materiali protostorici dalla grotta Vittorio Vecchi (Sezze Romano, LT) Tabella 2. Faune pleistoceniche (**: Reperti con tracce di combustione) PROVENIENZA
SPECIE
NF
REGIONE ANATOMICA
Sale interne
Bos primigenius
1
Astragalo
““
““
1
Calcagno
““
““
1
Radio
““
““
1
Metacarpo
““
““
1+2
Mandibola+ Molari
““
““
2
Molari
““
““
1
Falange
““
““
1
Omero
““
Cervus elaphus
1+1
““
““
1
Metacarpo framm.
““
““
1
Tarso porz. dis.*
““
““
1
Metacarpo porz. dis.*
““
““
1
Molare
““
Hippopotamus Sp.
1
Canino framm.
““
Dama dama
1
Mandibola Dx
““
““
1
Mascella Dx
““
““
1
Omero
““
““
1
Radio
““
Ursus sp.
1
Ulna
““
““
1
Radio
““
““
1
Mandibola Dx
““
““
2
Canini
““
““
2
Molari
““
Rhinoceros Sp.
1
Mascella + molare
““
““
1
Falange (II)
““
Equus Sp.
4
Molari
““
““
2
Incisivi
““
Hyaena Sp.
1
Mascellare sin. framm.
““
““
1
Coproliti
154