La «Collezione di tutti i disegni originali che hanno servito per intagliare le tavole della Storia della scultura di Leopoldo Cicognara». Vat. lat. 13748 8821009726, 9788821009723


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La «Collezione di tutti i disegni originali che hanno servito per intagliare le tavole della Storia della scultura di Leopoldo Cicognara». Vat. lat. 13748
 8821009726, 9788821009723

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LA  « COLLEZIONE  DI  TUTTI  I  DISEGNI  ORIGINALI » (Vat.  Lat.  13748)

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STUDI E TESTI 509

Elisabetta  G. Rizzioli LA « COLLEZIONE  DI  TUTTI  I  DISEGNI  ORIGINALI CHE  HANNO  SERVITO  PER  INTAGLIARE LE  TAVOLE  DELLA  STORIA  DELLA  SCULTURA DI  LEOPOLDO  CICOGNARA » (Vat.  Lat.  13748)

CITTÀ  DEL  VATICANO B i b l i o t e c a A p o s t o l i c a V at i c a n a 2016

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Pubblicazione curata dalla Commissione per l’editoria della Biblioteca Apostolica Vaticana: Marco Buonocore (Segretario) Eleonora Giampiccolo Timothy Janz Antonio Manfredi Claudia Montuschi Cesare Pasini Ambrogio M. Piazzoni (Presidente) Delio V. Proverbio Adalbert Roth Paolo Vian

Descrizione bibliografica in www.vaticanlibrary.va

Proprietà letteraria riservata © Biblioteca Apostolica Vaticana, 2016 ISBN 978-88-210-0972-3

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SOMMARIO Sigle e abbreviazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

11

Penne e matite in viaggio. L’officina, i fogli del corpus grafico e altri modi per raccontare la Storia della scultura. Disegni riferiti e riferibili del Vat. lat. 13748 . . . . . . . . . . . . . . . . .

29

L’organizzazione dell’atelier di Cicognara. Il Vat. lat. 13748: accademia, studio, rilievo, laboratorio . . . . . . . . . . . . 29 Maestranze talora “invisibili” . . . . . . . . . . . . . . . . 59 Compiti dei disegnatori. Selezione, veduta possibile, inquadratura, controllo dello spazio . . . . . . . . . . . . . 67 Metodi e strategie di reclutamento. Geografia delle riprese . . . . 80 Catalogo dei disegni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

117

Vat. lat. 13748. Collezione di tutti i disegni originali che hanno servito per intagliare le tavole della Storia della scultura di Leopoldo Cicognara . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

121

Indice onomastico dei disegnatori e incisori della Storia della scultura e dei disegnatori (e incisori) del Vat. lat. 13748 . . . . . . . . . 441 I disegni del Vat. lat. 13748 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 447

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SIGLE  E  ABBREVIAZIONI AAADFi

Archivio dell’Accademia delle Arti del Disegno – Firenze

AABAB

Archivio dell’Accademia di Belle Arti di Brera – Milano

AABABo

Archivio dell’Accademia di Belle Arti – Bologna

AABAFi

Archivio dell’Accademia di Belle Arti – Firenze

AABANa

Archivio dell’Accademia di Belle Arti – Napoli

AABAP

Archivio dell’Accademia di Belle Arti – Parma

AABAVe

Archivio dell’Accademia di Belle Arti – Venezia

AAFi

Archivio Arcivescovile – Firenze

AAL

Archivio Arcivescovile – Lucca

AAPAr

Archivio Storico dell’Accademia Petrarca – Arezzo

AARA

Archivio Storico dell’Accademia Roveretana degli Agiati – Rovereto

AASL

Archivio Storico dell’Accademia di San Luca – Roma

ACAA

Archivio Comunale Antico – Adria

ACC

Archivio Comunale – Cittadella

ACRR

Archivio Storico di Casa Rosmini – Rovereto

ACT

Archivio Storico Comunale – Trento

ACVe

Archivio Comunale – Venezia

ADT

Archivio Diocesano Tridentino – Trento

AIBASi

Archivio dell’Istituto di Belle Arti – Siena (ora in ASSi)

AOSCFi

Archivio dell’Opera di Santa Croce – Firenze

AOSMFFi

Archivio dell’Opera di Santa Maria del Fiore – Firenze

APC

Archivio Parrocchiale – Cittadella

APCFe

Archivio Parrocchiale della Cattedrale – Ferrara

APSA

Archivio Parrocchiale di Sant’Anna – Lucca

APSMF

Archivio Parrocchiale di Santa Maria Forisportam – Lucca

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8

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

ASAr

Archivio di Stato – Arezzo

ASBLFi

Archivio Storico della Biblioteca laurenziana – Firenze

ASCFe

Archivio Storico Comunale – Ferrara

ASCFi

Archivio Storico Comunale – Firenze

ASCL

Archivio Storico Comunale – Lucca

ASCR

Archivio Storico Comunale – Rovereto (ora in BCR)

ASCSM

Archivio Storico Capitolare – San Miniato

ASDAr

Archivio Storico Diocesano e Capitolare – Arezzo

ASDCr

Archivio Storico Diocesano – Cremona

ASDFe

Archivio Storico Diocesano – Ferrara

ASDL

Archivio Storico Diocesano – Lucca

ASDM

Archivio Storico Diocesano – Massa Carrara-Pontremoli

ASFa

Sezione di Archivio di Stato – Faenza

ASFdL

Archivio Storico della Fraternita dei Laici – Arezzo

ASFi

Archivio di Stato – Firenze

ASGFi

Archivio Storico delle Gallerie Fiorentine – Firenze

ASL

Archivio di Stato – Lucca

ASM

Archivio di Stato – Massa

ASMCR

Archivio Storico del Museo Civico – Rovereto

ASMo

Archivio di Stato – Modena

ASNa

Archivio di Stato – Napoli

ASPd

Archivio di Stato – Padova

ASPg

Archivio di Stato – Perugia

ASPi

Archivio di Stato – Pisa

ASPr

Archivio di Stato – Prato

ASPVe

Archivio Storico del Patriarcato – Venezia

ASRo

Archivio di Stato – Rovigo

ASSi

Archivio di Stato – Siena

ASVe

Archivio di Stato – Venezia

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9

SIGLE  E  ABBREVIAZIONI

AUSi

Archivio dell’Università – Siena

BAPg

Biblioteca Augusta – Perugia

BCABo, GDS; MR Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe; Sezione dei manoscritti e dei rari – Bologna

BCAFe

Biblioteca Comunale Ariostea – Ferrara

BCBC

Biblioteca Civica, Fondo (Epistolario) Canova – Bassano del Grappa

BCFo

Biblioteca Comunale «  A. Saffi  », Fondi Manoscritti e Raccolte Piancastelli – Forlì

BCFPt

Biblioteca Comunale Forteguerriana – Pistoia

BCISi

Biblioteca Comunale degli Intronati, Settore Manoscritti e Rari – Siena

BCM

Biblioteca Civica « S. Giampaoli » – Massa

BCR

Biblioteca Civica « G. Tartarotti » – Rovereto

BCRm

Biblioteca Casanatense – Roma

BCT

Biblioteca Comunale – Trento

BEMo

Biblioteca Estense Universitaria, Autografoteca Campori – Modena

BIM

Biblioteca Comunale – Imola

BLLi

Biblioteca Comunale Labronica Autografoteca Bastogi – Livorno

BMCVe, GDS

Biblioteca del Museo Correr (Fondazione Musei Civici di Venezia), Gabinetto dei Disegni e delle Stampe – Venezia

BMFi

Biblioteca Marucelliana – Firenze

BMLFi

Biblioteca Medicea Laurenziana, Settore Manoscritti, Rari e Tutela – Firenze

BNBMi

Biblioteca Nazionale Braidense – Milano

BNCFi, GS; MR

Biblioteca Nazionale Centrale, Gabinetto delle Stampe; Settore Manoscritti e Rari – Firenze

BNMVe

Biblioteca Nazionale Marciana – Venezia

BNNa

Biblioteca Nazionale « Vittorio Emanuele III », Sezione Manoscritti e Rari – Napoli

«  F. D.

Antichi,

Guerrazzi  »,

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10

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

BSCP

Biblioteca di Storia e Cultura del Piemonte « G. Grosso » – Torino

BSGPBo

Biblioteca d’Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale – Bologna

BSL BT

Biblioteca Statale – Lucca

Cicognara, Storia

Cicognara, Storia della scultura, 3 voll., Venezia 1813-1818; II ediz., 7 voll., Prato 1823-1825

CSMi, GS

Castello Sforzesco, Civica Raccolta delle Stampe « Achille Bertarelli » – Milano

DBI DEB

Dizionario Biografico degli Italiani, Roma 1960 ss.

FABAPg

Fondazione Accademia di Belle Arti « P. Vannucci » – Perugia

FCVe GDSU MT

Fondazione Giorgio Cini – Venezia

NSUB

Niedersächsische Staats- und Universitätsbibliothek Göttingen

TB

TLMFB

[Kaiserlich Königlich privilegirter] Bothe [von und] für Tirol und Vorarlberg, s.n., Innsbruck 1815 ss.

Dizionario Enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani dall’XI al XX secolo, 11 voll., Torino 1972-1976

Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi – Firenze [Il] Messagg[i]ere Tirolese, Innsbruck 1814-1816; Rovereto 1817-1863

U. Thieme – F. Becker, Allgemeines Lexikon der Bildenden Künstler von der Antike bis zur Gegenwart, 37 voll., Leipzig 1907-1950 (dal XVI a cura di H. Vollmer) Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum, Bibliothek – Innsbruck

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INTRODUZIONE L’occasione al presente volume scaturisce dalla ricerca, non poco travagliata, iniziata oltre una decina d’anni fa, dei disegni originali di Domenico Udine Nani (Rovereto 1784 – Firenze 1850) che compaiono incisi in numerose tavole della Storia della scultura1 di Francesco Leopoldo Cicognara (Ferrara 1767 – Venezia 1834) subito dopo aver pubblicato la monografia sull’artista trentino. Venuta a conoscenza della loro afferenza alla Collezione di tutti / i disegni originali che hanno servito / per intagliare le tavole della / Storia della Scultura / di Leopoldo Cico / gnara (d’ora in poi citata sempli1  Stampata a Venezia dalla tipografia di Giuseppe Picotti fra il 1813 e il 1818 in tre volumi – il I col titolo Storia della Scultura dal suo Risorgimento in Italia sino al secolo di Napoleone del conte Leopoldo Cicognara per servire di continuazione alle opere di Winkelmann e di d’Agincourt, il II e il III col titolo Storia della scultura dal suo Risorgimento in Italia sino al secolo XIX. Per servire di continuazione alle opere di Winkelmann [sic] e di d’Agincourt – ciascuno corredato di tavole, rispettivamente 43, 90, 48; la seconda edizione, riveduta ed ampliata dall’autore, viene edita presso i Fratelli Giachetti di Prato in sette volumi fra il 1823 e il 1824, più un ottavo, del 1823, contenente solo le tavole – rispettivamente 43, 90, 52 (sono state accresciute le sole tavole del terzo, riguardante Antonio Canova); il quinto pubblicato nel 1824 e nel 1825. In quest’opera, divisa in cinque parti corrispondenti ad epoche e maniere artistiche – Risorgimento (Nicola Pisano), Progresso (Donatello), Perfezione (Michelangelo), Corruzione (Bernini), Stato attuale (Canova) – il Ferrarese intende continuare la presentazione dell’evoluzione successiva all’età medioevale esposta sino ad allora in modo frammentario, e rivela la sua disponibilità ad affrontare su basi non solo erudite ma storiografiche il problema di una storia della scultura con un’impostazione volta a ricostruire la storia dell’arte nazionale (con un’interessante digressione francese) che apre forse più di molta contemporanea produzione la ricerca alle successive indagini romantiche e moderne quali la rivalutazione del Quattrocento e il gusto per i primitivi. Se ancora la linea di sviluppo della Storia ripete la tradizionale ripartizione vasariana, sull’esempio winckelmanniano, anche se su posizioni divergenti, Cicognara compie la prima storia della scultura e non degli scultori. Non mancano i residui di un’impostazione retorica e tradizionale; l’idea della bellezza ideale è in sostanza quella di Giovan Pietro Bellori la cui idea dell’identità romana in chiave classicista risulta ancora vincente, e molte pagine rivelano il gusto per la notizia erudita o per la curiosità antiquaria. Al di là di questi motivi legati al clima e all’esigenza del tempo si tratta di un critico che opera in diretto rapporto con la scultura e, anzitutto, con lo scultore del tempo, Antonio Canova, e che dalla stretta interazione fra attività storiografica, critica e fare artistico non crea solo una teoria dell’arte, ma postula un modo di agire nell’arte con il recupero nel presente della storia e dell’antico. Cfr. N. Ivanoff, Leopoldo Cicognara e il gusto dei primitivi, in Critica d’Arte 4/19 (1957), pp. 32-46; M. Colacino, Storia della cultura. Leopoldo Cicognara e la nascita dell’estetica nel Settecento, in Il Veltro. Rivista della civiltà italiana 51/1-2 (2007), pp. 143-168: 148-154; M. di Macco, Cicognara e Canova, in Studi Canoviani. 1. Le fonti. 2. Canova e Venezia, a cura di E. Debenedetti – [G. Piantoni – S. Rossi], Roma 1973 (Quaderni sul Neoclassico, 1-2), pp. 89-107; B. Steindl, Leopoldo Cicognara, Canova e la Storia della scultura, in Canova. L’ideale classico tra scultura e pittura, cat. a cura di S. Androsov – F. Mazzocca – A. Paolucci, Cinisello Balsamo 2009, pp. 105-111.

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

cemente Collezione di tutti i disegni), oggi conservata presso la Biblioteca Apostolica Vaticana (Vat. lat. 13748) assieme all’intero Fondo Cicognara, ho esaminato il cospicuo apparato disegnativo fornito da quest’ultimo, estendendo l’analisi all’intero corpus grafico, in concomitanza al lavoro di ricerca dottorale all’Università di Pisa (L’officina di Leopoldo Cicognara. La creazione delle immagini per la Storia della scultura, tesi di dottorato, Università di Pisa, ciclo XXIII, a. a. 2011-2012, disponibile all’indirizzo ), avente per oggetto lo studio dell’officina cicognaresca per la Storia. Ho nel mentre focalizzato il lavoro sull’osservazione delle tavole incise a corredo, dedicandomi contestualmente a numerose ricognizioni documentarie su fonti manoscritte e a stampa relative all’autore e alla sua produzione letteraria storico-artistica. Solo dopo l’analisi del corpus grafico manoscritto – del quale questo libro è anzitutto una trascrizione, con un corredo critico di note, commenti e attribuzioni – ho potuto considerare ed esaminare la vera e propria consistenza pratica dell’officina e la complessità sottesa alla creazione delle immagini illustrative dell’opera predisposta dal suo autore, con l’obiettivo primario di individuare l’idea di fondo su cui si basano le condizioni percettive e intuitive che hanno portato alla sua realizzazione. Leopoldo Cicognara è un intellettuale e un operatore culturale che agisce fra due ambiti profondamente diversi; storico dell’arte, segnatamente della scultura, bibliofilo, critico, esteta, ricercatore sui documenti e sul campo, organizzatore di eventi artistici, uomo degli apparati e, insieme, contestatore e provocatore, egli è sempre e comunque persona al servizio delle istituzioni pubbliche. Nativo di Ferrara e di nobili origini2, presto conquistato dai moti politici che segnano, nell’Europa intera, la fine dell’ancien régime, dopo una giovinezza avventurosa, Cicognara abbraccia gli studi e partecipa alla vita politica negli anni della Repubblica Cisalpina e, poi, del Regno d’Italia sino a essere eletto membro del Corpo legislativo della Cisalpina e nominato Consigliere di Stato. L’irruzione di Cicognara sulla scena culturale veneziana si ha definitivamente nel 1808 allorché viene designato presidente dell’Accademia di Belle Arti3; nel 1812 è eletto presidente dell’Ateneo Veneto. « Fui nominato 2  BMCVe/Fondo Mss. P[rovenienze] D[iverse], c 712/LXXXIV, 2. Estratto dell’Atto di Nascita di Leopoldo Cicognara (26 novembre 1767). 3   Cicognara viene nominato presidente dell’Accademia di Belle Arti di Venezia l’11 aprile del 1808, come si legge nel necrologio di Paolo Zannini uscito il 15 marzo sul Gondoliere, giornale fondato nel 1833 e stampato da Paolo Lampato, presiedendo la sua prima seduta accademica alla data del 4 luglio; cfr. P. Zannini, Necrologia. Leopoldo Cicognara, in Il Gondoliere. Giornale di Scienze, Lettere, Arti, Mode e Teatri 2 (1834), pp. 85-87; A. Zanetti, Necrologia. Leopoldo Cicognara. Cenni puramente biografici, in Giornale di Belle Arti 2/11 (1834), pp. 95-130; id., Leopoldo Cicognara. Cenni puramente biografici. Estratti dal Volume II. del

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INTRODUZIONE

13

presidente della Reale Accademia di Belle Arti di Venezia », egli stesso annota – come Giandomenico Romanelli riporta –, « e non mi ricusai dall’accettar quest’impegno che poteva combinarsi col desiderio di rimanermi

Giornale di Belle Arti, Venezia 1834; AABAVe, Atti dell’Accademia, 1808, Busta 2, 89. Sulla sua vicenda professionale, politica ed artistica cfr. un’anonima scheda biografica priva di data conservata nell’Autografoteca Bastogi della Biblioteca Labronica F. D. Guerrazzi di Livorno che così recita: « 126 / 13 / Leopoldo Cicognara / Storico di belle Arti / Il cav: Conte Leopoldo Cicognara nacque a Ferrara li 26 / Novembre 1767. Egli fece dapprima i corsi di diritto civile e pub / blico poi si diede alla pittura nella quale mostrò qualche talen / to; studiò poscia le belle arti, come pure le antichità di ogni / sorta. Dopo aver visitato l’Italia nelle sue diverse parti si fis / sò nel 1795 a Modena e divenne membro del comitato di ornamen / to generale di quella città poi Ministro Plenipotenziario a To / rino e Consigliere di Stato. Nel 1808 fu nominato Presidente / dell’Accademia delle belle Arti di Venezia, in cui operò utili / riforme e fece la sua casa il ritrovo dei sapienti e degli arti / sti. Viaggiò poscia in Francia in Inghilterra in Allemagna / e profittò del suo soggiorno in questi paesi per formarsi / una ricca e preziosa biblioteca, la quale poi per rovescio di fortu / na dové a vil prezzo vendere. Morì in Venezia ai 5 Marzo 1834 / per le conseguenze di una tise polmonare. / La più celebre fra le sue opere è l’Istoria della scultura dal / la nascita di quest’arte fino al secolo di Canova. Non si / dee però passar sotto silenzio la sua opera architettonica in 2 vol / Le fabbriche più cospicue di Venezia, che ottenne meritata e / splendida rinomanza. Scrisse inoltre delle memorie per servire alla / storia della calcografia ed altri numerosi articoli relativi alla ar / te e agli artisti. Scrisse anche versi fra cui ebbe lode le Ore del / giorno » (BLLi/Autografoteca Bastogi, Cass. 28, Ins. 1699, 126/13). Si consideri altresì l’autografo codicillo testamentario, conservato nella medesima autografoteca, ove Cicognara dichiara e precisa come segue il significato di alcune proposizioni contenute nella Storia: « Benché infermo di corpo, ma però sano di mente, per atto di mia libera / volontà, e per intimo mio convincimento dichiaro a chi mi amministrò i / religiosi conforti in questa mia malattia, adempiendo i doveri che mi ingiun / ge la S. Religione in cui nacqui, crebbi, e fui allevato, qualmente per / alcune proposizioni che trovansi per incidenza indicate nel primo Volume / della mia Storia della Scultura, io non abbia inteso mai di portare / onta alcuna ai principi della S. Religione Catolica, Apostolica, Romana / cui mi dichiaro e mi dichiarai sempre sommesso. La qual cosa sempre / mirarono a provare le spontanee mie adesioni che dalla Censura Furono / richieste all’occasione di più recente edizione di quest’Opera Fatta a Firenze. / Desidero che questo cenno elimini dall’anima di Chiunque / ogni erronea idea sulla mia maniera di pensare, e che sia pur anche / reso estensibile all’Eminentissimo Pastore di questo Ovile, acciò tenga sopra di / me le Sante Sue mani, e mi benedica. / Data li 5. Gennaro 1834. in Venezia dal mio letto / Leopoldo Cicognara » (Cass. 28, Ins. 1702). Cfr. inoltre AABAVe, Atti dell’Accademia, 1831-1840, 4. Personale, Busta 44, 7. Statistiche e variazioni, 1833 e 1834, 152; AABAFi/I. e R. Accademia delle BB. AA. Catalogo degli Affari esistenti nelle Filze dell’Archivio dall’Anno 1611. al 1850. inclusive, 1811-1812, Ins. 70, Cicognara [Leopoldo], Cav. Accademico Onorario in Prima Classe; ivi, 1840, Ins. 70, Vedova Luisa nata Foscarini; Medaglia coniata per il fù Leopoldo suo Consorte; AABAFi/Filza 29. A. dal N. 1. al N. 65. [ma 1-74] di Documenti, Lettere e Carte diverse dell’Accademia delle Belle Arti di Firenze dell’Anno 1840. Presidente Illmo: Sig: Cav: Commend Antonio Ramirez di Montalvo, Lettera del 12 settembre 1840 di Lucia Foscarini Cicognara.

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

nella mia piena e tranquilla securità, dopo di essermi dimesso dal posto eminente di Consigliere di Stato »4. Il disegno di starsene tranquillo si rivela un’utopia: trasformata e praticamente rifondata dai napoleonici, l’Accademia acquista (Scuola e Gallerie) quel ruolo strategico nella cultura artistica veneziana destinato a crescere e consolidarsi negli anni. Cicognara, collezionista e mecenate, appare appunto proteso a conseguire siffatto risultato: pianifica gli studi chiamando o allontanando docenti, organizza i riconoscimenti agli allievi con i concorsi annuali, la distribuzione dei premi e avviandoli – predisponendo i materiali e le dotazioni per poter espletare al meglio la trasferta – al pensionato a Roma, stage di perfezionamento per completare o terminare il loro corso di studi e la propria formazione artistica, a diretto contatto con la spettacolare sequenza di rovine e di antichità, con l’arte rinascimentale e barocca (diffusa ovunque in basiliche, chiese e palazzi), con le grandi raccolte di quadri e di statue che sono state le prime a essere aperte regolarmente al pubblico. Disegna altresì la fisionomia della Galleria ordinando, scegliendo, escludendo, scambiando in un vorticoso attivismo in cui egli non risparmia energie, critiche, polemiche anche assai aspre, occupandosi frattanto della pertinenza delle opere alla loro sede originaria, già consapevole che il museo rappresenta la sede terminale in assenza di alternative. Nel frattempo Cicognara si lega in indissolubile amicizia con Antonio Canova, cioè l’artista di maggior fama e autorità nell’Europa fra i due secoli che, da Roma, sembra quasi dispensare i termini e i parametri del bello; diviene il biografo, il divulgatore, quasi il sacerdote del culto di Canova – considerando le sue opere non come soggetto di elogio per l’autore, ma come d’insegnamento per gli artisti, e di onore per l’arte, lode tanto più efficace quanto indiretta, e lontana da ambizione oratoria –, sapendo profittare intelligentemente e spregiudicatamente – ma sempre a vantaggio dell’Accademia di Venezia e dei più meritevoli allievi – di un tale ruolo e della visibilità che esso garantisce5. Il vaglio delle ipotesi originariamente formulate in merito all’organizzazione del lavoro di ricerca intesa a dar conto della genesi e del contenuto 4  G. D. Romanelli, Il manoscritto di Leopoldo Cicognara donato alla Biblioteca del Correr, in Venice Foundation. Acquisizioni e Mostre Espositive. Newsletter 18 (2006), pp. 21-30: 22. 5   Leopoldo Cicognara e la politica delle Belle Arti, in G. C. Argan – G. Romanelli – G. Scarabello, Canova Cicognara Foscolo, Venezia 1979, pp. 35-47; id., Cicognara Leopoldo, in DBI XXV, pp. 421-428; G. Venturi, Leopoldo Cicognara: tracce di un intellettuale tra antico regime, impero e restaurazione, in L’Europa delle corti alla fine dell’antico regime, a cura di C. Mozzarelli – G. Venturi, Roma 1991, pp. 171-190; Costamagna, Leopoldo Cicognara. L’estetica, in Studi Canoviani cit., pp. 71-88; C. Maltese, Storia dell’arte in Italia 1785-1943, Torino 1960, pp. 52-53; R. Assunto, Leopoldo Cicognara: teorico e storico dell’estetica, in Ateneo Veneto n.s. 10 (1972), pp. 3-17; D. La Rocca, Materiali per Cicognara, in Annali dell’Università di Ferrara. Sezione Lettere n.s. 2 (2001), pp. 311-350.

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INTRODUZIONE

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dell’opera6, in rapporto alla tradizione storiografica immediatamente precedente e coeva, e della rete di relazioni dirette e indirette stabilite dal Ferrarese per la commissione – avvenuta per la maggior parte per corrispondenza – dei disegni a contorno, divenuti poi, per il tramite di vari incisori (per la maggior parte allievi e professori dell’Accademia da lui presieduta), stampe di traduzione di corredo all’opera, pur non tutte perseguite con la medesima intensità di approfondimento, ha complessivamente contribuito a configurare in linea generale la costruzione sociale dell’opera, prezioso soggettario iconografico e repertorio di lessico artistico, e a mettere in luce il rilievo avuto da Cicognara all’interno delle istituzioni del tempo, così come il significato storico-politico dell’opera (un elogio alla nazionalità italiana e al primato delle arti) quale argomento di identità artistica nazionale – educare il gusto sugli esempi della natura e dell’antico (impiegando sapientemente la grazia moderatrice della terribilità del bello

6   Indagata e attentamente esaminata da Francesca Fedi alla quale rimando: F. Fedi, L’Ideologia del Bello. Leopoldo Cicognara e il classicismo fra Settecento e Ottocento, Milano 1990, pp. 133-229. Nella Biblioteca Ariostea di Ferrara, nel Fondo Classe I, si trova il manoscritto della Storia della scultura – Cl I, 518 –, ma soprattutto sono conservati i materiali preparatori alla stesura della medesima e segnatamente il Ms. Cl I, 515, fasc. IV; quest’ultimo, di assai difficile lettura – Cicognara non sempre indica con precisione da quale testo stia desumendo estratti e compilando, o se invece stia piuttosto trascrivendo o traducendo – induce a considerazioni di grande interesse, e risulta difficile pensare che il testo definitivo della Storia sia il prodotto esclusivo e originale del suo autore. A prescindere dagli interventi di Pietro Giordani, prosegretario dell’Accademia di Belle Arti di Bologna dall’aprile 1808 all’ottobre del 1815 e suo consulente letterario, il capolavoro del Ferrarese appare costruito attraverso una sorta di sutura degli excerpta appartenenti alla sua biblioteca manoscritta (per usare un termine già impiegato da Élisabeth Décultot per la Geschichte di Winckelmann). Sarebbe importante riuscire a identificare con precisione gli estratti che sono serviti per la realizzazione dell’opera, per poter comprendere la natura del testo, sperimentando le tecniche della genetica testuale e conoscere i piani di scrittura e le attribuzioni dei singoli interventi. Si vedano poi le seguenti unità inventariali BCAFe/Classe I, 513; 514; 516; 517; 519; 520; 521; 642; 658; 707; 755; inoltre É. Décultot, Untersuchungen zu Winckelmanns Exzerptheften. Ein Beitrag zur Genealogie der Kunstgeschichte im 18. Jahrhundert, Stendal-Ruhpolding [2004?] (Stendaler Winckelmann-Forschungen, 2); ead., Johann Joachim Winckelmann. Enquête sur la genèse de l’histoire de l’art, Paris 2000; G. Antonelli, Indice dei Manoscritti della Civica Biblioteca di Ferrara del canonico Giuseppe Antonelli, Ferrara 1884; L. Pagnoni, Guida ai fondi storici della Biblioteca Ariostea, Ferrara 1996; L’Archivio di Casa Giglioli, a cura di A. Ghinato, Ferrara 2001, pp. 266-271; E. Russo, La raccolta di stampe dei Musei Civici d’Arte Antica di Ferrara presso il Museo di Schifanoia, in L’Arti per Via. Percorsi nella Catalogazione delle Opere Grafiche, a cura di G. Benassati, Bologna 2000, pp. 216-224. Segnalo che l’Archivio Giglioli attualmente conservato presso l’Istituto di Studi Rinascimentali ferrarese e composto di fondi provenienti da diverse famiglie legate a quella di Giglioli, contiene documenti riguardanti quasi sei secoli di storia prevalentemente ferrarese, una sezione del quale conserva, come risulta dal regesto-repertorio, nel fondo dedicato alla famiglia Cicognara per gli anni 1752-1851, significative tracce della figura del grande intellettuale ferrarese; oltre a uno stralcio dell’archivio privato di Carolina, nipote di Leopoldo, sono conservate in quest’ultimo fondo le carte dei fratelli Enrico e Rinaldo per i quali Carolina è stata per un certo periodo amministratrice.

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ideale), riconducendo l’arte italiana ai suoi severi principi, alla « sua vera indole », e facendola garante dell’universalità del gusto contro il pericolo della varietà convenzionale, diventa modello di comportamento morale – nonché teoria dell’evoluzione storica che va comunque al di là della contingenza storica; l’ideale degli antichi deve servire come base all’artista moderno, il quale deve « studiarsi di ricomporlo, e adattarlo alle circostanze in cui trovasi il mondo attuale »7. Se Cicognara fosse semplicemente e propriamente un connaisseur mediocre – come Niccolò Tommaseo (Sebenico 1802 – Firenze 1874) afferma in uno « scrittarello giovanile » redatto poco dopo il 18348 – mancherebbe alla Storia della scultura quella capacità   Cicognara, Storia 18242, VII, III, p. 91.   Accolta la sua produzione critica, lui vivente, forse anche per le sue appassionate battaglie politiche e vicende personali, in termini controversi, la morte di Cicognara è salutata, vista la notorietà europea del personaggio, da un gran numero di celebrazioni encomiastiche. Fatto salvo qualche estimatore, però, la sua immagine viene presto offuscata, specie a causa delle fortune del pensiero romantico, dal giudizio (attribuito a Cicognara come a Canova) di accademismo e di freddezza; tanto che Tommaseo taccia Cicognara di essere stato nient’altro che un “intenditore” e, quindi, “un demi-artiste, un demi-historien, un demi-auteur”: « Quant au sentiment du beau qui l’inspire, j’aurai tout dit quand je dirai que c’est un connaisseur. Un connaisseur est autre chose qu’un amateur, autre chose qu’un critique: il a un peu de la légéreté de l’un, de la froideur de l’autre. Le connaisseur est un demi-artiste, un demi-historien, un demi-auteur; il ne fait ni de la théorie, ni de la pratique, ni de l’histoire pure, ni de l’esthétique pure; un connaisseur fait tantôt de l’enthousiasme à froid, tantôt de la discussion à la température de l’eau bouillante: un connaisseur n’a pas le temps d’admirer, ni de censurer, ni de recevoir l’impression véritable des choses; il va d’objet en objet, il court là où il fallait s’arrêter, il s’arrête là où il fallait courir, il dissèque la vie, il galvanise la mort. [...] Voulez-vous une preuve bien claire que Cicognara ne sentait pas profondément la beauté? C’est qu’il a fait un livre de théorie sur le beau, qui n’est ni philosophique ni artistique: il y parle de l’idéal comme un homme qui n’en a pas l’idée. Et cependant c’était l’ami de Canova » (N. Tommaseo, Bellezza e Civiltà o delle arti del bello sensibile. Studii di Niccolò Tommaséo, Firenze 1857, pp. 328-335: 331, 333). Per lo più in consonanza di idealità e di atteggiamento metodologico-critico con Antonio Rosmini (Rovereto 1797 – Stresa 1855) – che asserisce conoscitore chi « è perito a notare e gustare la bellezza, mediante ripetute osservazioni », sa riconoscere autenticità, originalità, stile e qualità estetica dell’opera, e giudica le cose d’arte perfezionando lo studio, l’osservazione e un proprio gusto naturale – Tommaseo contraddice le affermazioni rosminiane a proposito della figura del conoscitore, identificata e stigmatizzata in Cicognara, rapportandola invece provocatoriamente alla grandezza dello stile e alla qualità dell’indagine storico-estetica di Winckelmann, Lanzi e d’Agincourt. Non si può certo sostenere che Cicognara sia un connaisseur nel senso inteso da Tommaseo, la critica del quale, aspramente polemica sul conto del Ferrarese, uomo e scrittore, intervenendo sul tessuto della cronaca culturale e politica, investe nel suo pettegolo andamento non solo il metodo, la concezione storiografica, il problema estetico del bello e l’ammirazione per il classicismo, ma anche l’aspetto più serio della sua opera; l’iniquità del giudizio è grave proprio là ove Tommaseo a sua volta indica nell’« impression véritable des choses » il metodo più consentaneo alla critica d’arte. Più di vent’anni dopo, in calce allo scritto, l’autore quasi giustificandosi specifica: « che il tenore di questo scrittarello giovanile potesse essere altro, io non negherò: ma affermo che l’intenzione non è punto passionata, dacché io mai non conobbi il Cicognara, né avevo da dolermi di lui né d’alcuno de’ suoi amici e attenenti. Aggiungo che un’intenzione più alta di quella che apparisce ai più mi moveva a parlare; le tracce di servilità che il regno 7 8

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di rendere l’articolazione dei momenti storici entro le grandi figure che li hanno illustrati e il gusto più o meno estrinseco e avveduto di mettere in relazione storia della scultura e storia della civiltà. Per lo studioso ferrarese, la natura e l’antichità sono i modelli cui la grande scultura deve rifarsi; occorre poi idealizzare la natura e porla al confronto con l’antico storicizzato per poter ottenere quanto serve all’ispirazione ultima dello scultore. Cicognara prefigura e consolida il gusto per un’estetica neoclassica non interamente legata al precetto winckelmanniano della bellezza ideale – l’imitazione degli antichi e di Raffaello va corretta con lo studio della natura e del vero – poiché l’antichità non è tanto il modello di una perfezione assoluta quanto il possibile ricorso alla storia collegata al fatto estetico e alla contemporaneità del presente. Tale importante concezione critico-estetica è alla base del suo rapporto con Canova e dei temi più significativi di quest’amicizia, dal primitivismo alla « bella natura », familiarità che risolve argutamente il nesso fra il critico e l’artista sul piano della nuova concezione estetica neoclassica nonché della storicizzazione del mito dello Scultore. Con i Ragionamenti del Bello e la Storia della scultura, ma anche con gli interventi eruditi sull’« Antologia » intende infatti proporre un modello estetico che sia insieme la realizzazione dei propri principi ideologici che allargano l’analisi a temi centrali della cultura neoclassica, come la discussione sul concetto di misura e di sublime, il valore politico del collezionismo e l’importanza della storiografia artistica per la formazione di una cultura nazionale unitaria9. di Napoleone aveva lasciate in Italia e in Francia e in altre parti del mondo, servilità tanto più pericolosa che si mascherava di sembianze liberali e si palliava della maestà della gloria. Quel ch’era men chiaro nel 1834, è dolorosamente spiegato dal 1857: e non dico di più » (ibid., p. 335). Cfr. N. Tommaseo, Bellezza e Civiltà, in P. Barocchi, Storia moderna dell’arte in Italia. Manifesti polemiche documenti, I: Dai neoclassici ai puristi 1780-1861, Torino 1998, pp. 291-295; A. Bonfatti, La dottrina dell’arte in Niccolò Tommaseo con una premessa di M. Apollonio, Arona 1950, pp. 13-33: 16; pp. 79-93: 84; E. Pommier, La nascita della storia dell’arte da Winckelmann a Séroux d’Agincourt, in Fabio di Maniago e la storiografia artistica in Italia e in Europa tra Sette e Ottocento, a cura di C. Furlan – M. Grattoni d’Arcano, Udine 2001, pp. 275-288. Meno sbrigativi saranno i giudizi espressi successivamente, con un progressivo recupero a partire da Schlosser nel 1924, confermato da alcuni studi successivi (B. Croce, S. Samek Ludovici, L. Grassi, N. Ivanoff, G. Previtali, L. Venturi, G. Venturi, F. Haskell); cfr. G. D. Romanelli, Cicognara Leopoldo, in DBI XXV, p. 425. 9  L. Cicognara, Le Belle Arti, Ferrara 1790; id., Del Bello. Ragionamenti, Pisa-Firenze 1808; [id.], Estratto dell’opera intitolata Il Giove Olimpico ossia L’Arte della Scultura Antica considerata sotto un nuovo punto di vista. Opera che comprende un saggio sul gusto della scultura Policroma, la spiegazione analitica della Toreutica, e la storia della Statuaria in oro e in avorio presso i Greci e i Romani, con la restituzione dei principali Monumenti di quest’Arte, e la dimostrazione pratica, o la rinnovazione de’ suoi processi meccanici del signor Quatremère di Quincy Membro dell’Instituto, dedicato al Re. (Parigi presso Firmino Didot 1815. in foglio.), Venezia 1817; id., Saggio sulla natura, lo scopo e i mezzi dell’imitazione nelle belle arti, del sig. Quatremère de Quincy, segretario perpetuo dell’Accademia Reale di belle arti a Parigi, in Anto-

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

Il binomio officina e immagini evocato dal titolo della tesi dottorale e sul quale si fonda la struttura concettuale dell’intera ricerca rinvia poi all’idea che la visualizzazione dell’opera creata dai disegnatori (il Vat. lat. 13748 è già, nella sua approntata complessità di raffronti comparativi e sineddotici, autonomamente il corredo figurativo dell’opera), poi tradotta per pubblicizzarne l’efficacia didattica, attivi un efficace dialogo tra una componente propriamente narrativa – il testo – e una puramente visiva – la forma – risolvendo il contrasto fra una percezione che si concentra maggiormente sul chi e sul che cosa di un’opera d’arte ed un’altra che invece preferisce soffermarsi sul come. Nell’ambito degli studi sull’enciclopedismo e sulla storiografia artistica fra Settecento e Ottocento, nella pur generale attenta e fruttuosa rilettura critica della figura e dell’opera di Leopoldo Cicognara da parte degli studiosi10, non si è dedicata particolare attenzione a quel campo privilegiato logia. Giornale di Scienze, Lettere ed Arti 4/38 (1824), pp. 1-20; id., Del Bello. Ragionamenti del conte Leopoldo Cicognara, Pavia 18252; id., Belle Arti. Memorie originali. Della fallacia de’ giudizj nelle opere di gusto, in Giornale di Belle Arti 1 (1833), pp. 5-13; id., Del Bello. Ragionamenti del conte Leopoldo Cicognara con le notizie su la vita e le opere dell’autore compilate dal signor Defendente Sacchi, Milano 18343; Fedi, L’Ideologia del Bello cit., pp. 55-132, che riproducono in forma molto modificata un articolo apparso con il titolo Ideologia della misura e ideologia del sublime nei Ragionamenti del Bello di Leopoldo Cicognara in Rivista di Letteratura Italiana 6/1 (1988), pp. 35-70; ead., Leopoldo Cicognara e il problema del collezionismo, in L’Europa delle corti cit., pp. 191-199; ead., Leopoldo Cicognara, letterato e uomo di Stato, in L’affaire Ceroni. Ordine militare e cospirazione politica nella Milano di Bonaparte, a cura di S. Levati, Milano 2005, pp. 203-218; P. Barocchi, Testimonianze e polemiche figurative in Italia. L’Ottocento. Dal Bello ideale al Preraffaellismo, Messina-Firenze 1972; R. Assunto, Verità e bellezza nelle estetiche e nelle poetiche dell’Italia neoclassica e primoromantica, Roma 1984; R. Pappalardo, Le idee estetiche di Leopoldo Cicognara, in Sicvlorvm Gymnasivm n.s. 7 (1954), pp. 256-263. 10  Quanto agli studi riguardanti la Storia della scultura e il corredo illustrativo ricordo i contributi di Philipp e Maria Raina Fehl, Daniela Gallo, Christine M. Grafinger, Ilaria Miarelli Mariani, Barbara Steindl; cfr. M. R. e Ph. P. Fehl, The Dedication Copy of Leopoldo Cicognara’s Catalogo ragionato of 1821 (BAV: Riserva IV.169) and the Fondo Cicognara at the Vatican Library. Toughts on a Legacy, in Miscellanea Bibliothecae Apostolicae Vaticanae VI. Collectanea in honorem Rev.mi Patris Leonardi E. Boyle, O.P. septuagesimum quintum annum feliciter complentis, Città del Vaticano 1998 (Studi e testi, 385), pp. 173-209; Ph. [P.] Fehl, Kunstgeschichte und die Sehnsucht nach der hohen Kunst: Winckelmann, Fiorillo und Leopoldo Cicognara, in Johann Dominicus Fiorillo. Kunstgeschichte und die romantische Bewegung um 1800, a cura di A. Middeldorf Kosegarten, Göttingen 1997, pp. 450-476; B. Steindl, Zwischen Kennerschaft und Kunsthistoriographie. Zu den Werkbeschreibungen bei Winckelmann und Cicognara, in ibid., pp. 96-113; Ph. [P.] Fehl, Begegnung mit dem Ursprung: Leopoldo Cicognara und die Erfindung der modernen Kunstgeschichte, in Kunstgeschichte interdisziplinär. Berührungspunkte – Berührungsängste, Wien 1992, pp. 22-29, già in Kunsthistoriker. Mitteilungen d. Österreichischen Kunsthistorikerverbandes 8 (1991); id., The Fondo Cicognara in the Vatican Library: inventing the art library of the future, in Memory & oblivion. Proceedings of the XXIXth International Congress of the History of Art held in Amsterdam (1-7 September 1996), a cura di W. Reinink – J. Stumpel Dordrecht, Kluwer 1999, pp. 43-56; D. Gallo, La Storia della scultura de Cicognara: une polémique franco-italienne sous l’Empire et la Restauration, in Curiosité. Études d’histoire de l’art en l’honneur d’Antoine Schnapper, a cura di O. Bonfait – V.

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di indagine costituito dal Vat. lat. 13748, che raccoglie i disegni in gran parte occorsi alla traduzione, in prima e in seconda edizione, delle tavole di corredo alla Storia – come indicato attraverso le attinenti concordanze – corpus grafico composito al quale il Ferrarese ha dedicato attenzione, virtuosa passione e risorse finanziarie non trascurabili. Da tempo affascinata dalla cultura primoottocentesca per precedenti studi, mi sono accinta al compito di ricostruire, attraverso l’indagine sulla modalità di creazione delle immagini per la Storia, anche l’individuazione dei profili dei vari operatori (almeno 64), nonché alcune significative sfaccettature della singolare personalità che ha concepito l’opera, sovrintendendone e coordinandone l’officina in senso intellettuale e Gérard Powell – Ph. Sénéchal, Paris 1998, pp. 229-237; Ch. [M.] Grafinger, Die Erwerbung der Büchersammlung des Grafen Leopoldo Cicognara durch die Biblioteca Apostolica Vaticana, in Miscellanea Bibliothecae Apostolicae Vaticanae IV, Città del Vaticano 1990 (Studi e testi, 338), pp. 41-77; I. Miarelli Mariani, Seroux d’Agincourt e Cicognara: la storia dell’arte per immagini, in Enciclopedismo e storiografia artistica tra Sette e Ottocento, a cura di D. Caracciolo – F. Conte – A. M. Monaco, Galatina 2008, pp. 129-150: 142-150 e nt. 56; ead., I disegni per la Storia della scultura di Leopoldo Cicognara: riproduzione e sperimentazione artistica (con Appendice documentaria), in 1810-2010. Luigi Lanzi: archeologo e storico dell’arte, a cura di M. E. Micheli – G. Perini Folesani – A. Santucci, Treia-Corridonia-Camerano 2012, pp. 285-[327]; B. Steindl, Francesco Leopoldo Cicognara: kritische Edition de “Storia della Scultura” und The Cicognara Project: Microfiche-Publikation der Bibliothek Francesco Leopoldo Cicognaras in der Biblioteca Apostolica Vaticana, in Forschungsbericht Herbst 2002 – Herbst 2004, Firenze 2004, p. 66; Leopoldo Cicognaras Storia della scultura und die Lettres à Miranda von Quatremère de Quincy, in Pratum Romanum. Richard Krautheimer zum 100. Geburtstag, a cura di R. L. Colella – M. J. Gill, Wiesbaden 1997, pp. 325-339. Cfr. inoltre D. Mondini, Mittelalter im Bild. Séroux d’Agincourt und die Kunsthistoriographie um 1800, Zürich 2005 (Zürcher Schriften zur Kunst-, Architektur- und Kulturgeschichte, 4); I. R. Vermeulen, Picturing Art History. The Rise of the Illustrated History of Art in the Eighteenth Century, Amsterdam 2006, pp. 78-85; 95-100; 127-133; ead., Picturing Art History. The Rise of the Illustrated History of Art in the Eighteenth Century, Amsterdam 2010; S. Potts, Modern Perceptions of Sculture. The Contingencies of Viewing, the Fixity of Form, in Th. Fischer-Seidel – S. Peters – A. Potts, Perception and the Senses Sinneswahrnehmung, Tübingen-Basel 2004 (Kultur und Erkenntis, 30), pp. 143-161; M. F. Schmid, Der Einsatz von Abbildungen in frühen kunsthistorischen Werken. Die Visualisierung mittelalterlicher Kunst in der zweiten Hälfte des 18. Jahrhunderts und ihre Funktion. Dissertation zur Erlangung des Grades eines Magister Artium an der Fakultät für Geschichts- und Kunstwissenschaften der Ludwig-Maximilians-Universität München 2007, München 2007 (Geschichts- und Kunstwissenschaften, 23), pp. 7-84; K. Krause, Leopoldo Cicognara. Storia della scultura, in Bilderlust und Lesefrüchte. Das illustrierte Kunstbuch von 1750 bis 1920, cat. a cura di K. Krause – E.-M. Hanebutt-Benz, Leipzig 2005, pp. 95-97, n. 6. Il Laboratorio di Arti Visive della Scuola Normale Superiore di Pisa ha predisposto a partire dal 2004 un sistema informativo che ha consentito di catalogare via web in modalità partecipata il patrimonio culturale, prevalentemente di area toscana, e di accedere ai dati numerici, iconografici e cartografici raccolti nel sito con la schedatura digitalizzata in rete. Vi compare riprodotto anche l’archivio delle incisioni ad acquaforte a puro contorno della prima edizione della Storia della scultura (Archivio delle stampe di traduzione) che consente la visualizzazione dei monumenti illustrati nelle 181 tavole ().

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pratico, non senza avvalersi talora della consulenza richiesta ad alcuni di loro. La presenza di Cicognara nell’Accademia di Belle Arti veneziana è quasi pervasiva; dal suo ingresso nel 1808 (anno in cui Canova entra nella Romana Accademia di San Luca), pur desiderando rimanere estraneo alle polemiche della vita accademica, diventa immediatamente il referente privilegiato per ogni interlocutore; la sua partecipazione alle questioni più quotidiane ne fa avvertire l’importanza del contributo per la Scuola e per quello studio del Bello che la tradizione accademica chiede costituisca il rinnovato fondamento della contemporaneità. Il lavoro di indagine complessivamente affrontato nella tesi dottorale è nella sua organizzazione accompagnato da appendici, piuttosto apparati – mappe che possono essere tenute presenti sia per quanto riguarda i disegni sia per le tavole incise –, che costituiscono la cornice essenziale dei dati e che, nella loro completezza, consentono di comprendere l’articolazione e la corrispondenza, non sempre univoca nella dichiarazione dell’autore, intercorrente fra disegno e stampa di traduzione; ciò che più conta è l’aver ricondotto a un’unità interpretativa il fenomeno imponente della presenza del disegno – delle arti del disegno – la cui primazia si estende nello spazio della Storia incisa. Attraverso tali appendici mi sono proposta di fornire gli strumenti, ove possibile le fonti e i dati oggettivi – le microbiografie degli allievi dell’Accademia veneziana (in dialogo ininterrotto con quelle romana, bolognese, fiorentina, milanese, napoletana) cui si accompagnano, per i pochi operatori più noti dell’officina per la Storia, le biografie redatte anche attraverso ricerche d’archivio e intese a fornire un aggiornamento sullo stato degli studi –, o gli indiziari riscontri documentari, per farli comunque emergere, restituendo direttamente, anche attraverso l’apparente aridità di cifre e conti quel fervore di idee e di prassi che hanno animato la creazione delle immagini preordinata dallo storico ferrarese, per ulteriori indagini e riletture che auguro contribuiscano a una sempre più efficace visibilità del manoscritto vaticano, documento per un atlante della produzione artistica accademica intorno al secondo decennio dell’Ottocento, strumento imprescindibile per un’analisi dialettica fra testo e immagini. Microbiografie e biografie di illustratori e copisti configurano l’officina di Cicognara (ferrarese ed emiliana, veneta, toscana e fiorentina, romana, napoletana), la quale dal punto di vista storico-critico dell’educazione estetica e della civiltà figurativa esprime sia un gusto neo-mediceo – che sta a indicare un fenomeno diffuso e raro di cultura alta, non provinciale e che vale soprattutto per i minori – attraverso gli artisti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze e con i giovani toscani perfezionandi nell’atelier romano di Canova, sia un gusto neo-estense – una categoria dello spirito più che un fatto di stile –, annoverando artisti legati al mito della Ferrara estense i quali fra collezionismo e mercato, quello nato dalle soppressioni

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INTRODUZIONE

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napoleoniche e quello più rivolto all’arte moderna, si legano agli ambienti culturali di Venezia, Firenze e Roma11. La mia ricerca si precisa anche nell’identificazione (attributiva e anagrafica) dei 64 operatori dell’officina che crea – disegnatori che riprendono e incisori che traducono – le immagini che illustrano la Storia in stretto rapporto con l’enunciato testuale del suo autore, la partecipazione dei quali è parte integrante e attuativa del suo progetto storico-artistico divulgativo, didattico e documentario, articolandosi nell’indagine dei metodi paradigmatici attraverso i quali sono state loro indicate e assegnate le opere da delineare « a contorni purgati » e da riprodurre in stampe per visualizzare la descrizione testuale attraverso immagini esemplificative. Quanto all’individuazione della paternità, all’attribuzione dei molti disegni anonimi ai rispettivi esecutori ciò permette di collocare i singoli percorsi all’interno di un certo gruppo operativo, di formare un parallelo utile all’ordine cronologico e di stabilire un collegamento fra alcuni insiemi di fogli sciolti della raccolta e il testo. Si tratta della riproposizione grafica per la conoscenza del bello in scultura, incentivante l’acquisizione critica del passato attraverso lo studio e l’analisi delle sue manifestazioni artistiche, fornendo agli operatori uno strumento di guida e di supporto per la prassi operativa fondato non su un insieme di regole astratte ma sulla base della presentazione di più esemplificazioni – significative per il disegno dei dettagli o per la composizione d’insieme – che si propongono come modelli ideali per l’esecuzione. Ciò significa aver indagato la realizzazione dell’opera illustrata in relazione all’ampia ricerca storiografica, bibliografica e geografica svolta dall’autore, i viaggi di informazione, ricognizione, documentazione, facendo riferimento, anche per reperire notizie e indicazioni utili allo svolgimento della propria ricerca artistica in corso d’opera12, alla rete di relazioni – un vero e proprio network – stabilite dal Ferrarese attraverso i 11  L’invenzione del neologismo « neo-mediceo », che molte informazioni ulteriori promette, è di G. L. Mellini, Prefazione, in A. P. Torresi, Neo-medicei. Pittori, restauratori e copisti dell’Ottocento in Toscana. Dizionario biografico, Ferrara 1996, p. 1; A. C. Tommasi, La « scuola veneta » degli emiliani nell’Ottocento, in La pittura emiliana nel Veneto, a cura di S. Marinelli – A. Mazza, Verona 1999, pp. 309-324; E. Ceccon, Leopoldo Cicognara: alcuni rapporti culturali tra Ferrara e Venezia, in Neo-estense. Pittura e Restauro a Ferrara nel XIX secolo, a cura di L. Scardino – A. P. Torresi, Ferrara 1995, pp. 253-276; L. Scardino, Neo-estense in Scultura. Falsi, autentici, “omaggi” e mercato delle statue a Ferrara tra Otto e Novecento. 4 capitoli, Ferrara 2006. 12  Valga ad esempio la richiesta della corretta trascrizione delle iscrizioni sul quarto capitello in piazza San Marco inoltrata all’amico Giannantonio Moschini che ne ha già effettuato il diretto rilievo: Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 19 Xbre 1812) a [Giannantonio] Moschini « Professore nel Collegio di / Murano » (BMCVe/Fondo Moschini, Epistolario, fasc. Leopoldo Cicognara, 8), e la precedente redatta l’11 giugno (ibid. 7); cfr. Vat. lat. 13748, 126 e Tav. XXVIII (1813).

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suoi corrispondenti a Roma, primo fra tutti Canova, come pure Giuseppe Tambroni13 e Francesco Cancellieri14 e dunque con l’Accademia d’Italia, e in aggiunta a quella di Venezia, con le due altre Accademie del Regno (Milano e Bologna), e con diverse Accademie e Istituti di Belle Arti (Firenze, Siena, Roma, Napoli), i loro professori (Giovanni degli Alessandri, Pietro Benvenuti, Luigi Sabatelli) e allievi (Francesco Nenci, Giuseppe Nadi, Giovanni De Min, Luigi Durantini, Francesco Hayez, Rinaldo Rinaldi, Domenico Udine Nani, Giovanni Tognoli) al fine di affidare loro, suggerendo coordinate metodologiche e bibliografiche, criteri e dimensioni delle opere da riprodurre, l’esecuzione diligente dei disegnini a contorni purgati – modalità rappresentativa astraente, deindividualizzante e funzionale alla successiva traduzione calcografica – divenuti poi, per il tramite di vari incisori di riproduzione, le tavole di corredo all’opera, incisioni a puro contorno, depositarie dell’eredità tipologica del testo – sintesi visive assimilabili alle sequenze narrative – che riproducono vari monumenti architettonici, funerari, equestri, gruppi statuari, bassorilievi, ornamenti, medaglie-ritratto e monete. L’officina per la Storia disegnata e incisa si compone, fra disegnatori e incisori che talora si alternano o svolgono entrambi i ruoli, di 50 artisti dichiarati mentre l’officina per la Collezione di tutti i disegni, di (almeno) 51 disegnatori, non tutti dichiarati, per un totale di 64 artefici. L’identificazione di qualche componente presenta, allo stato attuale delle indagini, ancora qualche incertezza, nonostante le ricerche archivistiche effettuate sfogliando filze accademiche, registri anagrafici, atti accademici, volumi dei verbali delle congregazioni accademiche, cercando utili rinvii nelle 13   Giuseppe Tambroni (Bologna 1773 – Roma 1824), archeologo, critico d’arte e diplomatico, è fautore assieme ad Antonio Canova degli studi dell’alunnato romano dell’Accademia d’Italia in ordine all’esigenza di offrire agli alunni delle accademie italiane gli stessi vantaggi e la stessa assistenza che da secoli godevano quelli francesi grazie all’Accademia di Francia; nel suo prezioso Rapporto sullo stato delle Belle Arti in Roma nel 1814, vera miniera di notizie sull’industria dell’antico e del souvenir, esprime fra altro tutta la propria convinta passione per l’antico. Il suo nome è legato soprattutto alla scoperta e alla prima pubblicazione del Trattato della Pittura di Cennino Cennini e di una biografia di Antonio Canova. Cfr. AABAVe, Atti dell’Accademia, 1813, Busta 6, 28/1-3 (Roma 6 marzo 1813); S. Rudolph, Giuseppe Tambroni e lo stato delle Belle Arti in Roma nel 1814, Roma 1982; G. Tambroni, Intorno la vita di Antonio Canova Comentario del cavalier Giuseppe Tambroni, Roma–Venezia 1823, ripr. fot. Intorno alla vita di Antonio Canova. Comentario del cavalier Giuseppe Tambroni. Commento, nota biografica e regesto, a cura di R. Varese, Bassano del Grappa 2010; A. Pinelli, Souvenir. L’industria dell’Antico e il Grand Tour a Roma, Roma-Bari 2010, pp. 120, 124. 14   La loro conoscenza risale al 1788, quando Cancellieri, storico, bibliotecario, bibliografo, erudito e poligrafo, ricopre la carica di agente di Ferrara in Roma; su Francesco Girolamo Cancellieri (Roma 1751-1826) cfr. [G. Baraldi], Notizia biografica sull’abate Francesco Cancellieri, Modena 1828, pp. 15, 18; V. Malamani, Memorie del conte Leopoldo Cicognara tratte dai documenti originali, I, Venezia 1888, p. 33; A. Petrucci, Cancellieri Francesco, in DBI XVII, pp. 736-742.

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strutture didattiche, nella corrispondenza, nelle ricevute economiche, nei numerosi registri delle matricole e libri degli studenti per ricomporre la biografia di ciascuno, segnatamente in relazione all’iter o ai vari itinera formativi intrapresi e perseguiti. L’équipe di disegnatori, alcuni dei quali (parimenti incisori) di origine veneta (bellunese, mestrina, muranese, padovana, veneziana, veronese), registra componenti di provenienza eterogenea – aretina, bolognese, castelguelfese, corfiotta, faentina, ferrarese, fiorentina, friulana, genovese, imolese, lucchese, massese, milanese, modenese, napoletana, olandese, parigina, pavese, perugina, pisana, pistoiese, reggiana, romana, senese, ticinese, tirolese, varesotta – e solo alcuni di loro svolgono il proprio percorso formativo – iterandolo talora lungo un arco temporale anche ventennale – e la loro carriera presso l’Accademia veneziana, essendo per lo più, fatti salvi i vari aggreganti alunnati e pensionati, primo fra tutti quello romano, iscritti, allievi o docenti, presso le varie Accademie e gli Istituti di Belle Arti distribuiti sul territorio italiano. Quanto all’équipe di incisori, invece, per la maggior parte di origine veneta – veneziana per Giovanni Girolamo Cipelli, Benedetto Musitelli e Zuliani (quasi certamente Felice e non Giannantonio), mirese ma padovana per Luigi Martens, muranese per Giambattista Torcellan, veronese ma veneziana per Gaspare Zorzi (che svolge il proprio breve iter formativo dapprima a Padova presso Vincenzo Giac(c)oni poi a Firenze alla Scuola di Incisione di Raffaello Morghen), bassanese per Antonio Bernatti, dalmata ma veneta per Giuseppe Dala – o di diversa provenienza – friulana per Giuseppe Borsato e Giacomo Gleria, ferrarese per Antonio Baruffaldi, Ferdinando Dalla Valle e Ignazio Dolcetti, romana per Domenico Marchetti e Tommaso Piroli, fermana per Giovanni Ruggieri, corfiotta per Dionisio Moretti, senese per Galgano Cipriani – essa afferisce complessivamente per formazione all’Accademia veneziana ed è composta prevalentemente da coetanei. In relazione a ciò segnalo quanto Cicognara osserva in una missiva indirizzata al marchese rodigino Federico Manfredini: « Io veggo ben chiaramente tutti gli imbarazzi che derivano a lei dalla lettera di / [Raffaello] Morghen, e capisco che l’anima Sua egregia, attiva, bollente d’impazienza generosa / dopo di aver immaginato un così nobile progetto, e per così dire superate anche le prime / difficoltà di massima, deve trovarsi scontento del timore di vederlo progredire con tanta / lentezza che equivale a un Cronicismo. D’altronde la vita e breve, e preziosa, e gli / anni degli incisori loro non accordano vecchiezza troppo felice, che se le lenti ajutano / gli occhi, non vi sono sostegni al polso, e nervo alle dita per guidare con giro energico / di tagli il bulino sulle lamine. Io vedo tutto questo: e mi figuro che la Stampa dell’Assunta [di Tiziano] / finita – secondo il piano

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di Morghen – non sarebbe da sperarsi che fra dieci anni. Cosa / che sgomenta – Il mettergli poi al fianco uno sprone che è sempre cosa buona / in chi abbia fina la Cute e sensibile, non sò quanto vaglia in questo caso con lui – / Null’ostante se ella credesse con quella desterità con cui si dà peso a dubbi, fargli capire / che ella terrebbe in gran pregio che l’opera oltre esser unica per merito, fosse anche prima, / lo può pur tentare, e scrivergli che erano in movimento due progetti, l’uno che / venisse incisa da questo [Gaetano] Zancon, il quale non è al caso di far cosa in alcun modo distinta / di quella mole, e di quell’impegno, e l’altro che ne facesse disegno e intaglio il Sigr. / [Natale] Schiavoni, che sebbene avesse fatto cosa immensamente al di sotto di quanto può escire / dal bulino di Morghen, null’ostante non l’avrebbe prodotta priva di merito. D’altronde / il quadro essendo al pubblico, e facendo di se voglia ad artisti, ad amatori, a speculatori / non può prevedersi quanto allettamento, e quante conseguenze possano venirne dall’ / essere di continuo visto e ammirato dopo esser deterso dal fumo oscuro che lo cuopriva »15. L’indagine avviata e ampliata su questo argomento lascia emergere una complessa gerarchia di artisti coinvolti; dagli allievi, poi artisti di grido, a ignoti, forse modesti, disegnatori dei quali risulta in qualche caso pressoché impossibile l’identificazione, rintracciarne le coordinate biografiche e ricostruirne la vicenda artistica. Il Catalogo che conta 686 disegni, immagini di carta di formato e dimensioni diversi, raccolti e assemblati dal Ferrarese, esibisce – per intero, porzioni, protomi (a significare come il valore semantico espresso dal documento artistico si conclude, sufficientemente circostanziato, nella sola parte anteriore del corpo) e dettagli – riproduzioni di prospetti di fabbriche, monumenti sepolcrali ed equestri, gruppi statuari e sculture isolate, bassorilievi, che, tracciati con penne e matite, rappresentano per la maggior parte una sorta di rifornimento di riprese dal vero, girando (non solo) per l’Italia, in edifici chiesastici, collezioni museali pubbliche e private, italiane e francesi, delineate dai disegnatori della bottega, nonché dallo stesso Cicognara, attraverso vari sopralluoghi, nel corso dei quali gli operatori si trasformano anche in cronisti del patrimonio storico-artistico; una volta in calcografia i disegni (la gran parte di essi) vengono tradotti nelle tavole illustrative di corredo didattico e visivo. I disegnini non sono dunque semplici disegni, ma veri e propri appunti scultorei parlanti, in dialogo comparativo in grado di fornire numerose informazioni storiche, artistiche e di stile. Di grande importanza, in ordine all’osservazione

15   Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 14 Settembre 1817) al marchese rodigino [Federico] Manfredini a Dolo per Campo Verardo (Campoverardo di Camponogara) (BMCVe/ Fondo Moschini, Epistolario, fasc. Leopoldo Cicognara, 2).

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della realtà e alla riproduzione del vero, sono le annotazioni concernenti l’ubicazione o la proprietà di alcune sculture – iscritte dai disegnatori, poi sovrascritte, riviste e integrate, da Cicognara o apposte unicamente da quest’ultimo – e la riproduzione delle titolazioni e indicazioni presenti su cornicioni statuari, insegne, fastigi. Si tratta infatti di una Storia della scultura e non degli scultori che si manifesta anche e soprattutto attraverso la visualizzazione fornita dalle tavole, redatte a modo di delucidazione dei vari libri e capitoli e che illustrano memorie funerarie – per le quali la monumentalità del riferimento classico si sposa alla tradizionale autorevolezza nel comporre i difficili temi dell’allegoria – statue, rilievi, ritratti, effigi, antiche iscrizioni. Esse danno conto del tema-soggetto e, non sempre, del relativo inventore (talora dichiarato all’inizio o in chiusura d’iscrizione, e indicizzato nel volume terzo assieme alle varie materie e ai monumenti raffigurati); artefice che non figura comunque sottoscritto al monumento come avviene invece nelle tavole dei Monumenti Sepolcrali della Toscana16, ove compaiono rispettivamente dichiarati inventore/i dell’opera, disegnatore e incisore. Gli illustratori della Storia, giovani artisti all’epoca generalmente allievi o già, a vario titolo di docenza, impiegati presso diverse Accademie, ne rendono possibile, riproducendo concretamente e visivamente gli assunti teorici dell’autore – fissati ed esemplificati attraverso alcuni monumenti significativi e nei loro elementi più rappresentativi – un’efficace visualizzazione “fotografica”. Le illustrazioni, stampe di traduzione talora ottenute da disegni calcati sugli originali, riproducono fedelmente in proporzioni inferiori al vero e in scala ridotta (talora anche a grandezza naturale), frontalmente e generalmente dal basso verso l’alto, prospetti architettonici e monumenti, segnatamente sepolcrali, riservando ad altorilievi e bassorilievi, gruppi scultorei e sculture isolate la possibilità della visione ravvicinata – ancora frontale, di profilo o di tre quarti –, con scorci dal sotto in su funzionali alla resa plastica della visione. Il tracciato dell’opera è rivolto alla storia della scultura, ma l’autore è consapevole che scultura e architettura sono comprese all’interno di un medesimo ambito di interessi, per evidenti situazioni di interscambio, riscontrabili segnatamente nella funzione di testimonianza del succedersi delle vicende da lui individuata nei momenti artistici, che assegna alla scultura quasi sorella della storia il compito di tramandare « a’ posteri la memoria d’ogni progresso dell’umano ingegno », pur persuaso che il livello artistico dell’attività ar16   Monumenti Sepolcrali della Toscana Disegnati da Vincenzo Gozzini, e Incisi da Giovan Paolo Lasinio Sotto la direzione dei Signori Cav. P. Benvenuti, e L. de Cambray Digny. Con Illustrazioni, Firenze 1819; Stampe pisane. Gli interni dei complessi monumentali. Dal Camposanto alla Chiesa di San Francesco. La Raccolta di Valentino Cai, a cura di L. Tosi, Pisa 2005, pp. 61-74, nrr. 39-52.

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

chitettonica e figurativa non si sviluppa seguendo un ordine progressivo (« Non credasi qui di trovare un ordine pro / gressivo nelle opere dei primi scultori, il quale / costantemente colle date dei lavori dimostri / un segno di avanzamento nell’arte. Accadrà di sovente che opere di un mezzo secolo e più / posteriori le troveremo di una esecuzione di / gran lunga inferiore alle più antiche, e la pre / cisione delle epoche sarebbe una norma incerta / di troppo per guidare un giudizio in simili og / getti »)17. Lo stringente rapporto intercorrente fra testo e immagine e che si esprime parimenti fra disegno e traduzione incisoria, lascia in quest’ultimo caso l’indagine in corso, ciò che rappresenta al contempo una sorta di conclusione non esaustiva della ricerca, riguardante anche l’identificazione dei singoli operatori dell’officina, nonché le attribuzioni proposte ai numerosi disegni anonimi. Dei 630 disegni alcuni compaiono incisi in più di una tavola sinottica, come si vedrà più avanti, ma è vero che i disegni replicati possono afferire a tavole diverse18. Conseguente argomento è la relazione intercorrente fra i disegni del Vat. lat. 13748 e le stampe di traduzione della Storia che talora presentano considerevolmente ridotte le dimensioni dei disegni. Si considerino i due disegni a matita rossa di Giuseppe Bossi (109, 110) nella Tav. XVIII, 1813: è verosimile che siano questi i disegni effettivamente pervenuti in calcografia, ma non si può escludere l’esistenza di analogo repertorio in copia allo scopo; quanto invece al fatto che qualora una tavola riporti il cognome (raramente anche il nome – o l’iniziale –, come in ciascuna delle medaglie incise nei tre frontespizi) del disegnatore dell’intero o (di parte) dei disegnatori di ciascuna sezione (cfr. Tav. III, 1816: « Pietro Carrarini dis. » / « Michel[e] Ridolfi dis. »), il disegno scelto – anonimo o firmato col nome del disegnatore da Cicognara (le cui autografe elaborazioni segniche per lo più isolate si combinano talora con quelle del disegnatore) – può riportare a volte (anche correttamente) il cognome di un diverso disegnatore rispetto a quello dichiarato nella tavola. Escluse le tavole che dichiarano il disegnatore (o due disegnatori, eccezionalmente tre) in base ai disegni del Vat. lat. 13748 che recano tutti o per la maggior parte tale nome, le altre riportano il cognome del disegnatore il cui disegno (o disegni) sono stati incisi nella sezione inferiore di ogni tavola (o in quella superiore; si vedano le Tavv. XXIII, XXIV, 1816). Segnalo che talora il disegnatore dichiarato nella stampa di traduzione non corrisponde (in parte o interamente) ai cognomi degli autori dei disegni che Cicognara di tanto in tanto ha apposto, come attesta l’analisi anche solo di alcuni esempi. 17 18

  Cicognara, Storia 1813, I, p. 5; id. Storia 18232, III, II, p. 103.  Cfr. infra, pp. 40-43.

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INTRODUZIONE

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Assieme alle comprensibili lamentele espresse da Cicognara nel marzo del 1814 in un poscritto a una missiva indirizzata a Canova (« Prima di passare al sig. d’Agincourt la mia risposta, la prego di leggere il luogo citato dell’opera mia per mia giustificazione. Per Dio quella bestia di editore [Giuseppe Picotti], oltre i troppi errori che lascia trascorrere senza avvedutezza lascia anche nelle spiegazioni delle tavole positivamente credere che d’Agincourt pensi essere Nicola autore delle sculture d’Orvieto, mentre poi nelle dissertazioni muta opinione. Bisogna che nelle tavole si dica positivamente ciò che è, e che siano consentanee al testo »)19 ricordo quanto un ventennio più tardi Giannantonio Moschini pacatamente asserisce redigendo un breve profilo biografico dell’editore-tipografo-calcografo, che pare aver preso parte attiva in alcune delle imprese editoriali che dirigeva, distribuendone i lavori fra vari artisti; menzionando l’edizione della Storia Naturale del Buffon fatta dal Missiaglia scrive: « E nemmeno in questa terza sua impresa stava ozioso il Picotti: chè ci lavorava ne’ contorni delle Tavole e nelle Lettere majuscole greche e romane. La quale ultima impresa conducendo si procurò un nuovo diritto alla nostra gratitudine; giacché dovuto per quell’opera istituire sua tipografia, appresso ne diede e ne dà tali edizioni che se non introdussero, certamente perfezionarono il buon gusto tipografico della nostra città »20.

Nel corso dell’indagine ho incontrato persone competenti e disponibili che hanno in vario modo facilitato le mie ricerche d’archivio, o che mi sono state di incoraggiamento e sostegno. Vorrei anzitutto ringraziare: la Biblioteca Apostolica Vaticana – il cardinale Raffaele Farina, il prefetto mons. Cesare Pasini, il vice prefetto Ambrogio M. Piazzoni e Davide Borgonovo, Marco Buonocore, Jacinta Coscia, Massimo Ceresa, Angela Nuñez Gaitan, Christine Marie Grafinger, Marta Grimaccia, Paolo Vian – che ha reso possibile la prolungata fase dell’analisi dei disegni e la consultazione dei mss. del Fondo Cicognara (Biblioteca e Corrispondenza Cicognara); e inoltre mons. Luigi Bressan dell’Arcidiocesi Tridentina; la Niedersächsische Staats- und Universitätsbibliothek di Göttingen – Cornelia Pfordt, Helmut Rohlfing – e l’Archäologisches Institut der Universität Göttingen – Marianne Bergmann, Daniel Graepler – per la fase iniziale dell’indagine relativa alle stampe di traduzione. 19   Lettera di Leopoldo Cicognara (Ferrara 19 marzo 1814) ad Antonio Canova a Roma, in L. Cicognara, Lettere ad Antonio Canova, a cura di G. Venturi, Urbino 1973, pp. 66-69 (lettera XVIII): 69. 20  G. Moschini, Dell’Incisione in Venezia. Memoria di Giannantonio Moschini, Venezia 1924, pp. 160-161: 161; A. Giacomello, Un tipografo friulano a Venezia: Giuseppe Picotti primo stampatore di Fabio di Maniago, in Fabio di Maniago cit., pp. 81-94; M. C[allegari], in Editori italiani dell’Ottocento. Repertorio, a cura di A. Gigli Marchetti – M. Infelise – L. Mascilli Migliorini – M. I. Palazzolo – G. Turi, II, Milano 2004, p. 842, s.v.

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Ricordo poi: Roberto Adami, Antonia Alpi, Monica Maria Angeli, Clementina Antonellini, Donatella Ascoli, Donato Avogaro, Roberta Barbis, Alessandra Baroni, Annalisa Battini, Luca Bellingeri, Duccio Benocci, Adolfo Bernardello, Carla Bernardini, Fabio Bertolissi, Fedora Boco, Wolfgang Böker, Maria Grazia Bollini, Mirna Bonazza, Cinzia Boscolo, Marina Brogi, Adriana Camarlinghi, Gian Piero Cammarota, Carlo Cannelli, Valentina Cappellini, Andreina Cardiota, Maurizio Carnasciali, Marta Carnovale, Claudio Casini, Maria Cassola, Paola Cervia, Angela Cipriani, Luigi Contegiacomo, Claudia Cravini, Antonella D’Agostino, Rosanna De Benedictis, Teresa Dolfi, Isabella Droandi, Donata Falchetti, Rinaldo Filosi, Sotera Fornaro, Mirko Francioni, Maria Gerardi, Giangiorgio Giorgini, Roberto Giovannelli, Orsola Gori, Tommaso Gramigni, Rossella Granziero, Orfea Granzotto, Silvano Groff, Mario Guderzo, Diego Guidi, Maria Teresa Gulinelli, Andreas Henning, Antonella Imolesi, Elisabetta Insabato, Alessandro Leoncini, Piero Lucchi, Elisabetta Lugato, Cristina Luschi, Clara Maldini, Manuela Mantani, Cristina Marinari, Giorgio Marini, Corinna Mezzetti, Ermanno Michetti, Daniela Mondini, Carmine Napoli, Serena Nocentini, Roberta Perinetti, Francesca Petrucci, Enrico Peverada, Simonetta Prosperi Valenti Rodinò, Ida Giovanna Rao, Giandomenico Romanelli, Aldo Rondina, Tommaso Maria Rossi, Renato Ruotolo, Isabella Salvagni, Silvia Saccorotti, Maria Serena Sampaolo, Claudio Saviotti, Piero Scapecchi, Daniela Schiavina, Barbara Secci, Alessandra Stoppa, Maria Grazia Vaglietti, Luciano Vannucci, Cecilia Venturi, Ingrid R. Vermeulen, Gilberto Zacchè, Evelina Piera Zanon, scusandomi con le persone che per involontaria dimenticanza non sono state menzionate.

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PENNE  E  MATITE  IN  VIAGGIO

PENNE E MATITE IN VIAGGIO L’OFFICINA, I FOGLI DEL CORPUS GRAFICO E ALTRI MODI PER RACCONTARE LA STORIA DELLA SCULTURA DISEGNI RIFERITI E RIFERIBILI DEL VAT. LAT. 13748 * Il lavoro dà conto, attraverso lo studio compiuto sulla Storia della scultura disegnata, raccolta e selezionata da Cicognara, e conservata nel manoscritto vaticano, dell’organizzazione dell’officina in senso intellettuale e pratico, fra accademia, studio, rilievo, laboratorio, composta da maestranze talora invisibili – vari disegni sono anonimi e molti disegnatori presenti nel codice non compaiono menzionati nelle tavole incise1 – per le quali, basandomi anzitutto sui rapporti epistolari editi e inediti intercorsi fra il Ferrarese e alcuni corrispondenti e agenti, primo fra tutti Antonio Canova, su quelli direttamente o indirettamente stabiliti con qualche disegnatore e incisore dell’officina o ancora riferendomi al registro di cassa personale, ove è possibile seguire ogni oggetto che abbia comportato per Cicognara un qualche impegno economico, ho cercato di accertare le modalità da lui impiegate per la commissione dei disegni a contorno, i luoghi scelti e assegnati per la geografia delle riprese, i contenuti e i soggetti relativi alla documentazione di opere d’arte, architetture e sculture, gli incarichi accordati e le competenze richieste ai disegnatori – veridicità, selezione, veduta possibile, inquadratura e prospettiva, controllo dello spazio –, indagando altresì il problema della produzione copistica, i compiti conferiti in vista della traduzione incisa fra seriazione e variazione.

L’organizzazione dell’atelier di Cicognara. Il Vat. lat. 13748: accademia, studio, rilievo, laboratorio La Collezione di tutti i disegni, indicizzata e identificata come Vat. lat. 13748 e custodita presso la Biblioteca Apostolica Vaticana ove il possessore, per il tramite dei suoi eredi, ha desiderato fosse conservata, raccoglie *  Dopo aver schedato le tavole delle due edizioni della Storia, essendo la Biblioteca Apostolica Vaticana chiusa per lavori dal luglio 2007 per un triennio, ottenuta da quest’ultima una riproduzione su supporto informatico, dal febbraio 2009 all’agosto 2010 ho visionato il Vat. lat. 13748 attraverso copia digitale. Dal 20 settembre 2010 a metà luglio 2011 e, successivamente, a varie riprese, nel corso del 2012 e oltre, ho analizzato direttamente il codice vaticano, svolgendo su di esso un’indagine autoptica. 1   In assenza dell’indicazione del nome è risultato per qualche caso difficile appurarne con certezza l’identità; qualora dichiarato, indicarne le coordinate anagrafiche e la vicenda artistica.

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i disegni per la maggior parte editi nella Storia della scultura di Leopoldo Cicognara2. Conoscitore e collezionista ha infatti analizzato per primo la storia della scultura italiana, con un’interessante digressione francese3 e un costante e vivo confronto critico nei riguardi degli autori che già hanno tentato di attuarne un significativo progetto di diffusione, Winckelmann e soprattutto Seroux d’Agincourt, inserendosi pertanto nell’impresa principiata sotto lo stimolo illuministico del neoclassicismo enciclopedico. Il codice vaticano fa conoscere la bottega della Storia disegnata che diviene poi, tradotta, Storia incisa nella realizzazione dell’apparato iconografico della prima e seconda edizione. A tali maestranze che lavorano sotto la supervisione diretta o indiretta di Cicognara in forza di particolari metodi e strategie di reclutamento gestite direttamente dal Ferrarese o attraverso corrispondenti, agenti e colleghi accademici – professori e/o allievi – operatori d’arte in area italiana, e non solo, viene richiesta la ripresa in disegno di gran parte delle opere presentate nel testo della Storia per la successiva traduzione incisoria, rendendone più efficaci le finalità didattico-didascaliche. L’officina, operante per aree territoriali secondo classificazioni descrittive di carattere geografico-cronologico o iconografico, si definisce sulle direttive e le analisi storico-artistiche di Cicognara che sovrintende a disegnatori (e incisori) nel lavoro, indirizzandoli con elementi di indagine e di giudizio a un particolare modo di tradurre la scultura (dalle fabbriche, alle statue, ai bassorilievi) in un sistema di relazioni formali che privilegia i 2   Lasciato il paterno ambiente ferrarese e quello modenese della sua prima formazione scientifica, Cicognara cerca attraverso l’esperienza dei viaggi di studio di esercitare ed affinare la propria capacità analitica. Massone e giacobino, ministro plenipotenziario e poi membro del consiglio legislativo della Repubblica Cisalpina, abbandona l’attività politica quando il bonapartismo si risolve in impero, conservando un ruolo pubblico importante come presidente dell’Accademia di Belle Arti di Venezia. Grande bibliografo d’arte e regista della politica culturale della città lagunare nei primi trent’anni dell’Ottocento, lo studioso figurativo con interessi molteplici legati ad una cultura complessa si mostra nel corso della propria vicenda biografica ed artistica sempre meno incline ad astrazioni sublimi e più disponibile ad istanze storiche, scientifiche e sociali, raffinato interprete aggiornato alla cultura figurativa europea di più ampio respiro, ed estimatore della disciplina della grafica da proporre più volte l’importanza della lezione di disegno; cfr. P. Barocchi, Una lettera giovanile di Leopoldo Cicognara, in Itinerari. Contributi alla Storia dell’Arte in memoria di Maria Luisa Ferrari, a cura di A. Boschetto, I, Firenze 1979, pp. 209-214; G. Venturi, Leopoldo Cicognara da giovane: un intellettuale in cerca d’identità, in Due francesi a Napoli. Atti del Colloquio Internazionale di apertura delle celebrazioni del Bicentenario del Decennio francese (1806-1815), a cura di R. Cioffi – R. De Lorenzo – A. Di Biasio et al., Napoli 2008, pp. 101-110; G. Romano, Studi sul paesaggio, Torino 1978, pp. 93-127; Fedi, L’Ideologia del Bello cit., pp. 55-98; ead., Leopoldo Cicognara e il problema del collezionismo cit., pp. 191-199; G. Venturi, Leopoldo Cicognara: tracce di un intellettuale cit., pp. 171-190. 3   Roma Triumphans? L’attualità dell’antico nella Francia del Settecento. Atti del Convegno internazionale di studi, Roma 9-11 marzo 2006, a cura di L. Norci Cagiano, Roma 2007 (Quaderni di Cultura Francese, 41).

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valori disegnativi e plastici a quelli pittorici, basato su inquadratura e prospettiva, rappresentazione del movimento e formule impiegate per esprimerlo, controllo dello spazio e della forma che si realizza nello spazio, lo misura e lo qualifica. È tuttavia vero che il pensiero direttivo di Cicognara si iscrive nella tradizione accademica neoclassica italiana della quale sono parte costitutiva disegnatori e incisori a prescindere dal loro supervisore. I nessi formali fra i documenti raffigurati sono settecenteschi, come lo richiede la naturale storicità del metodo adottato nel rappresentarli, ma inediti e moderni risultano in merito al sotteso bilancio storiografico e critico per organizzare lo studio della scultura italiana, e rimettere in ordine la ripresa degli studi sull’Ottocento, indispensabile per circuiti accademici, antiquari, collezionisti. La Collezione di tutti i disegni ascrive (almeno) 51 disegnatori, dei quali non tutti dichiarati (non compaiono ad esempio Comirato, Niccolini; qualche altro rimane anonimo), mentre la Storia, fra disegnatori (per la maggior già impiegati per approntare la Collezione) e incisori, annovera 50 artisti dichiarati (erroneamente la Tav. LXII del 1816 indica come disegnatore Nemi [idest Nenci]). Le rappresentazioni grafiche sono state ‘diligentemente’ eseguite da disegnatori (Baruffaldi, Bernatti, Dalla Valle, Martens anche incisori) i cognomi della maggior parte dei quali sono dichiarati nelle 185 stampe di traduzione; non compaiono invece in esse notificati i cognomi di 14 disegnatori italiani (un paio dei quali ricorrenti anche nel testo della Storia): Emanuele Ascione, Cincinnato Baruzzi (non dichiarato neppure nella Collezione, e incluso su base documentaria nonché stilistica)4, Giuseppe Bossi, Giovanni Cammarano, Pietro Chevalier, lo 4   E. Rizzioli, L’officina di Leopoldo Cicognara. La creazione delle immagini per la Storia della scultura, tesi di dottorato (cfr. supra, p. 12), Appendice IV. Cincinnato Baruzzi (Imola 1796 – Bologna 1878), giunto a Roma nella primavera del 1817, documentato a partire dall’inizio del settembre nello studio romano di Canova in via delle Colonnette (oggi di proprietà privata) e scelto per rilevarlo e gestire, in accordo con l’abate Giovan Battista Sartori, unico erede di Canova – BMCVe/Fondo Mss. P[rovenienze] D[iverse], c 710/IV. Testamento olografo di Antonio Canova (20 settembre 1809) –, la delicata fase di completamento di alcune opere ancora in lavorazione, sin dal marzo 1823 ne dirige l’attività, contendendo questo ambito ruolo ad altri amici o valenti allievi di Canova quali Alessandro e Antonio D’Este o Adamo Tadolini, che finisce per soppiantare. Anche Cicognara partecipa indirettamente, come persona di fiducia, all’andamento dello studio, essendo ascoltato con deferenza sia dall’abate Sartori sia da Baruzzi in ogni questione di critica d’arte. La ricognizione effettuata sul corpus grafico dell’Imolese conservato nella Biblioteca dell’Archiginnasio consente, pur non essendo presente alcun disegno relativo alla Pietà, di riconoscere significative tangenze stilistiche con il tratto con cui sono stati delineati la seconda versione della Pietà e i tre studi di dettagli che compaiono nel codice vaticano, e di identificarne l’autografia. Cfr. Appendice IV. Disegni provenienti dall’archivio di Cincinnato Baruzzi ed ora conservati nella Raccolta Disegni Autori Vari dell’Archiginnasio, a cura di C. Bersani – A. Mampieri, in Uno scultore neoclassico a Bologna fra Restaurazione e Risorgimento. Il fondo Cincinnato Baruzzi nella Biblioteca dell’Archiginnasio, a cura di C. Maldini, Bologna 2007, pp. 269-298; L. Sighinolfi, La vita e le opere di Cincinnato Baruzzi, ibid., pp. 299-354: 312-314, 317; C. Bersani, In cerca di Cincinnato Baruzzi. Sculture nella Biblioteca comunale dell’Archiginnasio, ibid., pp. 395-437: 409-410.

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

stesso Leopoldo Cicognara, Domenico Del Pino, Biagio Magnanini (« disegnatore dei bassi rilievi modanesi », come Cicognara testualmente precisa), Francesco Mazzuoli, Eusebio Puccioni, Luigi Sabatelli – che esegue solo il disegno per il « Frontispizio del primo volume » della Storia –, Gennaro Trolli, Raimondo Zaballi (Zabagli), e di 2 disegnatori francesi, Joseph Albrier e Jean George Tessier5, il primo, allievo dal 1805 dell’École Académique di Parigi (dal 1811, École Nationale Supérieure des Beaux-Arts), il secondo, invece, di Benjamin Samuel Bolomey (Losanna 1739-1819); altri eventuali disegnatori francesi rimangono anonimi. L’incisore Galgano Cipriani intaglia il rame del disegno per il frontespizio del primo volume, come riporta anche il Vat. lat. 13748 (inciderà anche il secondo, di mano di Hayez, e il terzo, di mano di Baruffaldi). L’officina cicognaresca complessivamente approntata per la Storia della scultura ascrive dunque almeno 64 operatori, fra disegnatori e incisori – che talora si alternano o svolgono entrambi i ruoli, lavorando per il codice e le tavole o solo per il primo o solo per le seconde –, l’attività dei quali serve in un certo senso anche a far circolare il “marchio di fabbrica della ditta”, configurandosi come specifico e dettagliato campionario di opere degne di ammirata considerazione. Relativamente ai disegnatori, si tratta di linguaggi artistici – in alcuni casi alla ricerca di un mimetismo grafico – semplificati nella resa formale, ma attenti ai valori plastici e compositivi – elementi indispensabili per il controllo delle proporzioni equilibrate e armoniose –, e di stilemi propri dell’entourage delle Accademie del Regno Italico (Venezia, Milano, Bologna) e della cultura degli Istituti di Belle Arti dei vari stati italiani (Modena, Firenze, Siena, Carrara, Lucca, Perugia, Roma, Napoli). Quanto ai disegni – funzionali (architettonici, con segni di estrema precisione e nitidezza per la leggibilità dei dettagli), modelli (exempla, studi al tratto da riprodurre in copia attraverso la fedele reiterazione di moduli), accademici e dall’antico – essi hanno il ruolo di strumento essenziale nella loro valenza didattica, già codificata dalla letteratura teorica nelle accademie, e nella traduzione calcografica intesa a fissare il repertorio iconografico e stilistico di scuole, periodi e movimenti artistici che interessano il testo della Storia; ripresi dal vero e talora copiati o delineati da model5   I nomi di questi due disegnatori vengono rispettivamente riportati da Cicognara su un solo disegno, tuttavia per il primo, il tratto peculiare del segno a grafite che abbina nitida precisione e vellutata morbidezza, dosato attentamente nei ripassi e nella diversa pressione dello strumento, con eleganti linee segmentate, insistite ed evidenziate a profilare pieghe e panneggi, consente di assegnare alla sua mano un considerevole numero di disegni anonimi; una certa assonanza stilistica è ravvisabile tuttavia col tratto impiegato da Giovanni Antonio Baruffaldi segnatamente nel disegno 404; quanto a Tessier è indubbio attribuire su base tipologica anche un secondo disegno attiguo a quello che ne riporta il cognome.

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li – secondo coordinate metodologiche, criteri e dimensioni riproduttive preordinate – essi nascono con una funzione di visualizzazione didattica concorrente al processo di ideazione e preparazione dell’opera. L’atelier di Cicognara, organizzato secondo i criteri dell’accademia, dello studio, del rilievo, del laboratorio, è dunque un’officina con « oltre quaranta / due [leggi 64] Artisti valenti, molti de’ quali od insegnarono come professori / nelle pubbliche scuole, come l’Albertolli, il Zandomeneghi, il Borsa / to, il Santi, il Puccini [ma Puccioni] ecc:, o diffondono tuttavia nelle varie Accademie / il tesoro di loro artistica sapienza, quali l’Hayes, il Rinaldo, il / Garavaglia, lo Sgualdi, il Demin, per tacer d’altri parecchi di / non minor fama. / Una raccolta cotanto preziosa, che costò all’autore per adunarla / lunghi viaggi e oro in copia, potea il Cicognara in vita alienar / la unendola appunto alla Biblioteca[6] offerta a Papa Leone; ma / non gli resse l’animo per sostenere la privazione di quella cara / sua figlia, come egli chiamavala, e quindi, dopo morte di quell’e / gregio, passava in potere dei di lui eredi »7, come si legge nella missiva redatta a Venezia dagli eredi 6   Si tratta del materiale librario di cui dà conto il Catalogo Ragionato dei Libri d’Arte e d’Antichità posseduti dal conte Cicognara, pubblicato in due volumi a Pisa presso Capurro nel 1821, che, fondamentale repertorio di bibliografia di belle arti, rubrica tutti i volumi afferenti alla biblioteca personale di Cicognara, comprendente circa cinquemila titoli puntualmente catalogati, descritti ed accuratamente giudicati sia nel testo che nella qualità editoriale, contributo di grande rilevanza del Ferrarese, quale bibliofilo e bibliografo d’arte, steso allorché con la vendita dei libri tentava di restaurare le proprie finanze dissestate dalla pubblicazione della Storia della scultura e delle Fabbriche di Venezia. La biblioteca d’arte di Cicognara, rifiutata dal governo per le biblioteche di Venezia o di Padova, per interessamento di Francesco Cancellieri e di Angelo Mai – cfr. Lettera di Angelo Mai (Roma 29 Maggio 1824) a papa Leone XII (Arch. Bibl. 13, 151r-v) – viene interamente acquistata da Leone XII nell’estate del 1824 e inventariata nel Fondo Cicognara della Biblioteca Apostolica Vaticana. Il manoscritto autografo della Storia con le aggiunte e le varie integrazioni è invece conservato presso la Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara (BCAFe/Classe I, 518; per i materiali preparatori alla stesura della medesima cfr. Ms. Cl I, 515, fasc. IV). Di quanto ceduto alla Biblioteca Apostolica Vaticana, informa una dettagliata comunicazione epistolare redatta da Cicognara a Venezia il primo luglio 1824 all’attenzione di Tiberio Troni, rappresentante e delegato di mons. Cristaldi, tesoriere generale della Camera Apostolica di Roma, pubblicata come Dokument 4 in Grafinger, Die Erwerbung cit., pp. 41-77: 54-57, e da me visionata anche nell’originale. Nel documento si citano « due Esemplari della Storia della Scultura, nominati all’art. 18 del Catalogo […] L’uno in carta velina bianca, simile a cui ne furono tirati soltanto 20, e 19 stanno deposti nelle principali Biblioteche d’Europa in omaggio a diverse Corti. L’altro esemplare unico in carta velina rosea [Cicognara IX.18 (1-4), coperta di mm 470 x 305] » sui quali si veda ibid p. 54, nt. 45. 7  Così si legge nella missiva, da me visionata anche nell’originale (Arch. Bibl. 13, 392r-393v), pubblicata come Dokument 14, in Grafinger, Die Erwerbung cit., pp. 67-69: 68. Preciso che in L. Cicognara, Catalogo ragionato dei Libri d’Arte e d’Antichità posseduti dal conte Cicognara, I, Pisa 1821, pp. III-XII (Proemio): III, anziché « quella cara compagna de’ suoi studj » si legge « compagni della miglior parte della mia vita ». Cfr. poi G. Capitelli, Mecenatismo pontificio e borbonico alla vigilia dell’Unità, Roma 2011, pp. 18-103; ead., L’arte della religione. Cultura figurativa a Roma al tempo di Pio IX (in corso di pubblicazione).

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

di Cicognara, Elena Bentivoglio Contarini e Nicolò Bentivoglio d’Aragona, alla data del 25 luglio 1855, per presentare e offrire a papa Pio IX il volume contenente i disegni8.

8   Quanto alle informazioni sull’arrivo del Vat. lat. 13748 alla Biblioteca Apostolica Vaticana, esso non risulta citato nel materiale documentario che contiene una sorta di abbozzo di protocollo per le acquisizioni (acquisti e doni) dei manoscritti e che precede un protocollo sistematico redatto soltanto più tardi. Pur essendo sicuramente pervenuto entro la seconda metà del secolo XIX, dal Diario della Biblioteca redatto dal prefetto Giovanni Mercati, poi cardinale bibliotecario (1936-1957), durante il pontificato di papa Pio XII (1922-1939) è possibile avere solo indicazione circa il fatto che i manoscritti che si trovano menzionati con numerazione prossima ad esso sono pervenuti alla BAV rispettivamente nel novembre del 1931 e nel maggio dell’anno successivo; nel diario di Giovanni Mercati, secondo le informazioni fornitemi da Christine Grafinger, che recentissimamente ha redatto l’inventario della serie principale dell’Archivio della Prefettura – Arch. Bibl. 115, 47r-48r (fogli ove compaiono indicati i Mss. dal n. 13731 al n. 13756) –, risulta infatti che le segnature Vat. lat. 13738 e 13739 sono relative ad arrivi in data 9 marzo 1932 e l’elenco continua con la segnatura 13752 alla data 17 maggio del medesimo anno. È possibile che il codice abbia ricevuto la propria segnatura in questi mesi, ma non è detto che esso sia pervenuto in tale occasione. Non si può escludere che esso sia giunto molto tempo dopo l’arrivo, nel 1824, della Biblioteca di Cicognara – le cui trattative si concludono solo entro il 1832 con l’espletamento dell’ultimo pagamento – come lasciano intendere le dichiarazioni finanziarie espresse dal medesimo conte ferrarese (BMCVe/Mss. P. D. c 2833, [L. Cicognara], 1808 / 1809. / Cassa. / Secondo Libro della mia Amministrazione, che / comincia dopo il secondo mio Matrimonio in Venezia, un consistente quaderno di annotazioni manoscritte che riguardano un lungo periodo di spese e ricerche condotte da Cicognara, Cassa. 1808-1832, di proprietà della Fondazione Musei Civici di Venezia). Si veda inoltre il seguente materiale documentario: Arch. Bibl. 13, 141r; 142r; 151r-v; 152r; 148r; 149r-v, 150r-v, 151r-v, 152r, 153r; 155r-v, 156r-v; 157r; 158r-162r, 163v; 164v; 165r-166v; 167r; 169r; 174r-207v, 208 r; 146r; 147r-v; 143r, 392r-393v; Arch. Bibl. 106, 213r-v; 214r-v, 215r; 216r-v, 217r-v; 218r; 220r, 223r, 222r-v). I. Carini in La Biblioteca Vaticana proprietà della Sede Apostolica. Memoria storica del Can. Isidoro Carini Prefetto della Bibl. medesima, Roma 18932, non riporta indicazione alcuna circa l’ingresso del Vat. lat. 13748. In Arch. Bibl. 14 (Doni / e / Acquisti / Dall’anno 1851 / all’anno 188[…] / DB., ovvero Doni e acquisti Dall’anno 1851 / al 1889 – ed alcune carte senza data), 97r-99r, 100v, si parla invece, trascorsi alcuni anni dal suo acquisto, della Biblioteca Cicognara e, segnatamente, del trattato redatto dall’umanista salernitano Pomponio Gaurico, il De sculptura, edito a Firenze coi tipi di Filippo Giunta nel 1504, posseduto dal conte ferrarese in tre esemplari acquistati da Leone XII, ma dei quali nel 1867 ne rimanevano solo due, dettagliatamente descritti nelle « Memorie sull’edizione / di Pomponio Gaurico / ed istanza del Sacerdote / Gaetano Zaccaria Anto / nucci di Porto S. Giorgio / nelle Marche. / Consegnate al Sig. Arci / prete Cappello / li 10 Ottobre 1867 », di cui dà conto anche il citato inventario dell’Archivio della Prefettura. Per Seroux d’Agincourt cfr. A. Cipriani, Una proposta per Seroux d’Agincourt. La storia dell’architettura, in Storia dell'arte 11 (1971), pp. 211-261: 227-261 [con indicazione dei monumenti le cui descrizioni si trovano nei Mss. Vat. lat. 9839-9849, 13479-13480, 13489] (BAV, 538. Varia I); inoltre D. Mondini, Mittelalter im Bild. Séroux d’Agincourt und die Kunsthistoriographie um 1800, cit. I disegni di d’Agincourt arrivavano il 5 dicembre 1814, come riporta l’elenco manoscritto di Giuseppe Baldi (Registro degl’Oggetti trasmessi alla Biblioteca del Vaticano dal dì 24. Maggio 1814–Arch. Bibl. 65) Biblioteca / Musei / 2), 51r-v: « 1814. Decembre Adì 5. / JV. Ricevuti in Biblioteca Vaticana cinque / Mazzi di disegni, tre de’ quali di Architettura, uno di / Pittura, ed uno di Scultura, di pertinenza del fu Sig.r / Cav. d’Agincourt, trasmessi dal Sig.r Aprosi Esecutore / Testamentario, il quale disse, che era mente del Cav. / med.o, che fossero

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Il fatto che il manoscritto sia rimasto nelle mani di Cicognara (« non gli resse l’animo per sostenere la privazione di quella cara sua figlia, come egli la chiamava ») consente – alla luce delle circostanze per le quali è stato compilato – una serie di deduzioni sulla sua importanza e le sue finalità. La considerazione di tale Collezione di tutti i disegni come “figlia d’anima” lascia adito a una serie di suggestioni interpretative che trovano riscontro nel Libro cassa di Cicognara, un consistente quaderno di annotazioni che riguardano le varie spese da lui sostenute e le ricerche condotte lungo un arco temporale compreso fra il 1808 e il 18329. La detta missiva correda, assieme ad altre 13, l’appendice documentaria del contributo redatto da Christine Marie Grafinger nel quale la studiosa presenta sinteticamente la struttura del codice che raccoglie i disegni10. Questo unico esemplare impreziosisce il Fondo Cicognara, posseduto a partire dalla prima metà del terzo decennio dell’Ottocento dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, legittimando, poco conosciuto e indagato, l’opportunità di una pubblicazione che presenti i disegni a contorno, eseguiti come modelli in piccole o grandi dimensioni, secondo una fedele e omogenea riduzione in scala, con le iscrizioni originali, che possa rendere manifesto il valore propedeutico della Collezione la quale supporta la creazione e il divenire della Storia. Autografe scritture di Cicognara compaiono sulla maggior parte dei disegni, soprattutto per apporvi il cognome del disegnatore, per correggere o integrare la titolazione o effettuare precisazioni attributive e/o ubicative, talora varie volte reiterate, come dimostra l’impiego di un diverso mezzo scrittorio – matita prima, penna dopo o viceversa, o ancora un diverso tratto di penna, più o meno spesso, più o meno scuro –, ciò che dimostra

donati alla Vaticana, ed uniti / agli altri di Lui Disegni lasciati alla med.a per Testamento. / Nel giorno stesso furono uniti, e collocati nel Gabinetto / delle Stampe. / V. / Conprato nel dì sudd.o un Bassorilievo di terra cotta / esprimente due Uomini che raccolgono, e spremono / uva entro due Vasi, pagato all’Eredità dello stesso Cav.e / nella Somma di due Scudi. È stato unito alle Terre cotte / dal med.o Cav. lassciato per Testamento alla Biblioteca; / e Le quali non sono ancora mentovate nel presente / Registro, dovendosi dare Le rispettive Ricevute dall’ / una parte; e dall’altra »; inoltre Arch. Bibl. 65, 103r-112v (18 ottobre 1814). Si veda altresì J. Bignami Odier, La Bibliothèque Vaticane de Sixte IV à Pie XI. Recherches sur l’histoire des collections de manuscrits avec la collaboration de José Ruysschaert, Città del Vaticano 1973 (Studi e testi, 272), pp. 209, 220, nt. 24. Cfr. Carini, La Biblioteca Vaticana proprietà cit., pp. 133, 139. Cfr. inoltre Cipriani, Una proposta cit., pp. 211-261: 227-261, con indicazione dei monumenti le cui descrizioni si trovano nei Vat. lat. 9839-9849, 13479-13480, 13489 (BAV, 538. Varia I); H. Loyrette, Séroux d’Agincourt et les origines de l’histoire de l’art médiéval, in Revue de l’Art 48 (1980), pp. 40-56. 9  Cfr. Rizzioli, L’officina di Leopoldo Cicognara cit., Appendice A. 10  Grafinger, Die Erwerbung cit., p. 46, ntt. 21-22; inoltre ead., Beiträge zur Geschichte der Biblioteca Vaticana, Città del Vaticano 1997 (Studi e testi, 373), pp. 13, nt. 61; 17-18, nt. 4; 27-28, nt. 19.

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

un costante lavoro di ragionamento organizzativo e un’iterata revisione operata sul materiale disegnativo a lui pervenuto. Lo stesso Cicognara, nel menzionato libro contabile, alla pagina 214, che riporta per l’anno 1824 la voce Debbo Dare, annota: « Da vendita mia Biblioteca al Papa in due pagamenti a conto £ 96390 (Valuta Veneta) »; alla pagina 215, nelle Osservazioni relative al medesimo anno ma alla voce Debbo Avere, registra: « Ho in questo anno fatti gli ultimi sforzi per procurare / alla mia Famiglia qualche risorsa riproducendo tutti li / titoli per li quali io credeva poter meritare una pensione / se non a titolo di giustizia, almeno a titolo di grazia e di / equità. Ma dopo che il Governo Veneto ebbe opinato favore / volmente in apparenza vi fù per contro alcuno che mi tirò / segretamente alle spalle, e mi ruinò presso l’Imperatore / Poiché oltre al Governo, venne favorita l’istanza mia dal / Consiglio Aulico, e nondimeno finì la cosa per venirmi il rescritto / non volersi accordare a me né giustizia né grazia. / E con ciò ebbe fine ogni mia Istanza / Anche l’affare da quattro anni pendente della mia / Biblioteca che pareva volersi acquistare dallo Stato, dopo / tante trattative, e consulti, e perizie, per centoventicinque / mille Franchi, svanì con un Decreto che mi accordava il / permesso di estrarla dallo Stato. / Scrissi al Papa Leone X e gliela offersi. Mandò egli / subito il Conte Troni suo assistente, e fù venduta per / cento mille Franchi, venendo posta nel Vaticano. Mi / risolsi a questa perdita, perché non voleva contrattare col / Papa, e perché la mia ambizione era lusingata da un tale / collocamento. Fù fissato il pagamento in tre anni --- / Passai nel mese di Giugno a Padova per attendervi il », e ancora qualche anno dopo, nelle osservazioni del 1827, alla pagina 221 si legge: « 1827 /Nel presente e nel venturo anno si troveranno un / poco eccedenti le spese per nielli e stampe. Ma io farò / considerazione che avendo incassati degli arretrati considerabili / di vendita, avendo venduta la mia Biblioteca, e avendo / venduto come si vedrà nel venturo anno il quadro della Laura / Eustocchia Dianti dipinto da Tiziano, ho voluto avere / nella mia casa qualche preziosità che mi divertisse negli / anni senili, e di cui io potessi disporre morendo / in modo da lasciar conforto a chi la troverà, giacché / la mia biblioteca è passata al Vaticano, e io non / ho che poco mobiliare, e nessuna casa abitabile né di / Città, né di campagna ». Nel 1832 alla pagina 230 e sotto la voce Debbo Dare si legge: « 1832 Valuta Veneta / […] Stampe Vendute 420 / Argenti venduti [Valuta Veneta] 1940 / Libri venduti alla Vaticana, compimento d’associazioni – [Valuta Veneta] 539 ». Se la Biblioteca di Cicognara può dunque considerarsi compiutamente acquisita dalla Biblioteca Apostolica Vaticana entro il dicembre del 1832 è invece difficile certificare – per l’assenza di indizi forniti in merito dal conte ferrarese così come di ulteriori dati notificati ed esibiti dagli eredi, e che non sono emersi neppure dalle ricerche documentarie effettuate

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nell’inventario della serie principale dell’Archivio della Prefettura vaticana (recentissimamente compilato dalla Grafinger) – quando sia avvenuto l’ingresso della Collezione di tutti i disegni, rimasta in possesso degli eredi almeno sino alla fine del mese di luglio del 1855. I disegni calcati da opere originali riproducono fedelmente, fra studi dall’antico ed esercizi dal vero (in scala ridotta e in qualche caso a grandezza naturale, frontalmente e dal basso all’alto o generalmente ad altezza d’occhio, utilizzando diverse angolazioni) prospetti architettonici di edifici sacri, numerosi monumenti, anzitutto sepolcrali – quasi sempre corredati dell’iscrizione (integralmente riportata o cursoriamente trascritta e adattata, ciò che lascia pensare che il testo ripreso nell’osservazione diretta venga separatamente esibito per la stampa di traduzione) garante, con gli stemmi familiari, dell’identità del personaggio al quale è dedicato il cenotafio –, medaglie (versatili espressioni di epoche, ritratti, costumi, identità culturale), riservando a rilievi e gruppi scultorei (che « visti da più lati producono un effetto bastantemente vario, e sempre pittorico »), sculture isolate, monograficamente (o sinotticamente) impaginate e comparate, una visione ravvicinata – frontale, di profilo, da tergo o di tre quarti – funzionale alla resa plastica11. A riprova del metodo di confronto comparativo che informa nella sua preparazione e programmazione la ricognizione grafica cicognaresca segnalo che, a differenza di quanto compare nelle tavole incise, ricorrono frequenti nel manoscritto di disegni sia la ripresa e l’ingrandimento di particolari di alcune opere – di volta in volta accostati ad esempi scultorei di altri artisti afferenti a scuole diverse – sia la ripetizione di alcune immagini (di mano del medesimo o di altro disegnatore). L’intendimento di Cicognara a sperimentare nuove direzioni di ricerca per la creazione delle immagini della Storia si sviluppa avvalendosi di un laboratorio di disegnatori impiegati a utilizzare il medium grafico per afferrare l’idea della forma e rendere evidenti l’analisi delle opere, le relazioni fra stili diversi, il vario gusto degli inventori, i legami della pratica con la teoria della scultura dal suo “rinascere” in Italia sino a Canova, nelle cui opere « si contiene un corso d’importantissimi documenti per la perfezione dell’arte ». Si tratta di disegni e di modelli concepiti per la trascrizione incisoria in ordine alla finalità didattica di una storia dell’arte illustrata ove, a differenza di quella di d’Agincourt, i monumenti non sono solo dimostrativamente parlanti quanto piuttosto in dialogo comparativo. Attraverso una semplificata tessitura grafica essi giungono a una funzionale 11  G. Dalli Regoli, Al centro del disegno. Ricerche ed esperienze in fogli fiorentini del secondo Quattrocento, Pisa 2010, pp. 11-22.

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resa dell’immagine, talora anche con l’impiego di un essenziale e misurato chiaroscuro (ombreggiature accennate in alcune parti mediante un tratteggio a penna minutissimo e intrecciato, ottenuto a volte con due tipi di inchiostro, o a matita); qualora relativi ad alcuni alzati (prospetti) esterni o porzioni perimetrali, pensati come superfici piane o sezioni e rappresentati in proiezioni ortogonali, essi fanno astrazione dal modo in cui avviene realmente la visione. Di questa Storia della scultura disegnata, concepita, predisposta e strutturata da Cicognara, che costituisce il Vat. lat. 13748, autonoma e al contempo propedeutica a quella tradotta in incisione, ho indagato la dimensione progettuale e l’autonomia lessicale dei vari disegni a solo contorno nelle declinazioni tecniche e nell’architettura dello stile. L’analisi della Collezione fa conoscere il processo di produzione dell’apparato iconografico fornito dalla bottega dei disegnatori, consentendo di argomentare anche in quale modo e con quale intensità l’esperienza delle riprese – promozione dell’esercizio di imitazione, fulcro dell’insegnamento delle arti del disegno (secondo ragione), appropriazione tematica mediante la trasposizione di modelli plastici – abbia sortito esito nella coeva e successiva produzione artistica di ciascun disegnatore. Si tratta di riflessioni sull’importanza della storia dell’arte ragionata per immagini, sul diffondersi del collezionismo grafico e, segnatamente, sul processo di costruzione dell’apparato iconografico della Storia, con i problemi riguardanti la riproduzione artistica, l’indicizzazione complessiva degli artefici dell’officina cicognaresca, ovvero la ricognizione sistematica sull’apparato iconografico, disegnativo e incisorio da loro esibito nella prima edizione, e accresciuto nella seconda. La presente ricerca intende contribuire – senza pretesa di esaustività – a un aggiornamento dello stato degli studi sull’argomento e a dare altresì conto, secondo una sorta di indagine quantitativa, di quella diffusa officina che, coordinata dalla supervisione diretta dell’autore – autografe scritture di Cicognara compaiono infatti su quasi tutti i disegni, soprattutto su quelli ove manchi la firma del disegnatore – ha effettuato la geografia delle riprese, centro dei pensieri e delle azioni degli artisti, per un rapporto diretto, (ri)disegnato, con le opere12. 12   A. Dorigato, Venezia nell’età di Canova 1780-1830, cat. a cura di E. Bassi – A. Dorigato – G. Mariacher et al., Venezia 1978, p. 246, nr. 331, informa che Cicognara, « per la documentazione […] dovette percorrere in lungo e in largo la penisola, accompagnato dall’architetto bolognese Giuseppe Nardi [leggi Nadi], che già altre volte aveva collaborato con lui, al fine di scegliere i monumenti più idonei allo scopo. Per l’illustrazione di essi si servì della collaborazione di una vasta schiera di disegnatori, commissionando alcuni disegni, anche a Parigi e a Strasburgo »; Cfr. anche G. Zanetti, Studii Architettonico-Ornamentali nei quali si comprendono riduzioni di Fabbricati di ogni maniera variamente modificati, parti architettoniche, decorazioni, grandi suppellettili, ec., secondo richiedono i bisogni del secolo di Giuseppe Zanetti

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La generica e riassuntiva descrizione, fornita da chi in precedenza si è occupato del manoscritto, viene ora riconsiderata e considerevolmente integrata. Il codice vaticano si compone di 151 fogli in carta spessa 1 (« Papier 28 ») di color grigio-blu, numerati da 1 a 111 – altri 40, non numerati, non recano disegni apposti – e di due fogli di guardia anteriore e posteriore, in carta resistente vergata di color avorio. Si tratta di 34 quaternioni (4 [8-4] x 34 = 136) cui si alternano 3 quinterni (5 [10-5] x 3 = 15) – e non di quaternioni « 4 [8-4] x 12 = 112 [leggi 48] » cui seguono altri nove quaternioni incompleti « 4 [8-4] x 9 = 36 » come è stato invece scritto13 – ovvero fascicoli rispettivamente formati da quattro (o cinque) bifoli uno dentro l’altro, privati ciascuno degli ultimi quattro (o cinque) fogli, ritagliati direttamente lungo il filo centrale lasciando cm 1 ½ di margine di legatura e asportati prima della numerazione; un quinterno segue i ff. 53-57 (fra il f. 57v e 58r), i due rimanenti si trovano fra quelli non numerati e vuoti e seguono i ff. [114-118] (fra il f. [118v] e [119r]), e i ff. [123-127] (fra il f. [127v] e [128r]). Su ciascuna pagina, recto e verso (i fogli di supporto numerati « 1 » e « 2 » recano disegni solo sul ritto), sono stati incollati dei disegni numerati, a matita o a inchiostro, da 1 a 682, l’annotazione dei quali, generalmente presente entro il margine superiore destro, limitatamente alla numerazione, o lungo il margine inferiore, quanto all’inventore dell’opera, al soggetto, all’ubicazione del monumento e talvolta all’autore del disegno, è di mano di Cicognara. I disegni vengono infatti per la maggior parte attribuiti e titolati da Cicognara, ma talora sono invece autografati e titolati dagli esecutori – a tale proposito si considerino ad esempio quelli di Domenico Udine e di Francesco Nenci (che quasi sempre titolano i soggetti, lasciando a Cicognara l’annotazione del proprio cognome) –, e capita che le annotazioni cicognaresche sostituiscano, correggano, si uniscano e completino quelle dei disegnatori, dichiarandone egli stesso la mano. La coperta è in cartone rivestito da una carta sovraincollata di colore bruno screziato di camoscio e un’etichetta ovale adesiva di color avorio reca, vergata a penna con inchiostro bruno da Cicognara, la seguente titolazione: Collezione di tutti / i disegni originali che hanno servito / per intagliare le tavole della / Storia della Scultura / di Leopoldo Cico / gnara; sul verso del foglio di guardia anteriore, il disegno che riporta l’iscrizione disegnatore [...] da lui stesso anche incisi, Venezia 1843, p. 32. Giuseppe Nadi, architetto, pensionato dell’Accademia bolognese, segue Cicognara nel corso delle ispezioni militari del Basso Po; protetto da Pietro Giordani accompagna il Ferrarese anche nel viaggio romano del luglio 1810. Cfr. L. Cicognara, Lettere ad Antonio Canova, a cura di G. Venturi, Urbino 1973, pp. 4, nt. 4, 6, 74, 173. 13  Grafinger, Die Erwerbung cit., p. 46, nt. 22.

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« Frontispizio del primo volume / disegnato e inventato dal Sabatelli / lo incise il Cipriani ». Si tratta di 686 disegni e, specificamente, 681, numerati da 1 a 682 omettendo il 589 (la disposizione dell’impaginato non mostra lacuna in coincidenza del disegno corrispondente al 589, trattandosi verosimilmente di un lapsus nella numerazione che passa dal 588 al 590), più altri 5 disegni non numerati, ovvero 3 fogli rispettivamente riproducenti uno le iscrizioni relative alle opere delineate nei disegni 145 e 143 – quest’ultimo riproposto, per venir inciso, a penna con inchiostro rosso e con minori dimensioni nel 146 (1, 2) – [145 bis; 143 bis], gli altri, quelle dei disegni 158 [158 bis] e 159 [159 bis], e 2 fogli, il primo dei quali presenta un particolare del 603 [603 bis] mentre il secondo ripropone il disegno 651 [651 bis], incollati recto-verso (sui primi due, solo sul ritto) su fogli in carta rigida di supporto di color grigio-blu a loro volta numerati dall’1 al 111, seguendo generalmente un ordine numerico crescente dal primo al terzo volume della Storia della scultura nella sua prima edizione; dall’1 al 170 per il primo volume, dal 171 al 504 per il secondo e dal 505 al 640 per il terzo; il 641 riguarda – come qualche altro – sia il primo che il terzo, mentre il 642, relativo al terzo, non viene inciso venendogli preferito il 619; tuttavia la disposizione dei disegni nel codice solo in alcuni casi viene conformemente riproposta nell’impaginato inciso. Infatti per i disegni 642-668 si legge: « Tutti li seguenti disegni / O sono ripetuti, ovvero non sono stati pubblicati nella Storia », mentre relativamente ai disegni 669-675 Cicognara dichiara: « Sette Bassi rilievi destinati a formare le Metope dell’ordine Dorico / nel pronao del Tempio edificato da Canova a Possagno. Furono da lui modellati / e poi Scolpiti in Venezia da artisti Veneziani. Il Sigr Servi alunno dell’ / accademia fece questi disegni e il Bernatti li incise. Servirono per / la Seconda edizione della Storia della Scultura »; i disegni 676-682 riguardano parimenti le tavole della seconda edizione (Tavv. XLIX-LII, segnatamente la XLIX e la LII). Quanto ancora alla numerazione dei disegni, indicata da Cicognara generalmente a penna con inchiostro bruno, quella che interessa i disegni 669-682, è apposta da una stessa mano, ma sicuramente diversa da quella di Cicognara, con grafia e strumento scrittorio posteriori (moderni) – penna a sfera (roller) a inchiostro liquido nero –; sui disegni di Giovanni Servi con i bassorilievi canoviani per le metope del tempio di Possagno 669-675, Cicognara ha solo indicato su ciascuno la sequenza in ordine progressivo (« 1 »-« 7 »). Qualche dubbio può essere sollevato sull’originaria consistenza della Collezione di tutti i disegni, ovvero che il pervenuto realmente destinato alla stampa di traduzione copra l’effettivo ammontare dell’eseguito, come autorizza a pensare il fatto che l’atlante del 1823, che raccoglie tutte le 181 tavole uscite a corredo della prima edizione della Storia e le 4 aggiunte al

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terzo volume in seconda edizione, presenta incisi 630 disegni – rispettivamente, inclusi i 3 frontespizi, 165 nelle 43 tavole (1813); 317 nelle 90 tavole (1816); 138 nelle 48 tavole (1818); 10 nelle 4 tavole (1823) –, 8 dei quali non presenti però nel Vat. lat. 13748 (pari al 91,84% in relazione ai 686 presenti nel codice – ma non tutti pubblicati –, pari invece al 90,78% in relazione ai 694, includendo i detti 8), come di seguito riscontrato: la Tav. XIX (1813) riproduce rispettivamente i disegni 123, 111, e quelli con Bonifacio VIII di Manno Bolognese e la mezza figura di Bonafuto Veneziano, questi ultimi due assenti; la Tav. XLII (1813) con i disegni 162, 160, 161 presenta il Ritratto muliebre in Casa Pandolfini, quest’ultimo assente; la Tav. XLI (1816) presenta l’« Altare in Bronzo della Madonna della Scarpa in San Marco di Venezia » per il quale manca il disegno corrispondente; la Tav. XLIV (1818) con l’Autoritratto di Antonio Canova « Preso dal Busto Colossale scolpito da se med.o l’anno 1812 » pure non trova il disegno corrispondente; la Tav. XLVIII (1818) che presenta la comparazione del Giove Olimpico di Fidia con due monumenti moderni vede il disegno corrispondente solo per l’« Altare con bronzi di Girolamo Campagna in S. Giorgio Maggiore a Venezia » (640) e non i due relativi alla Cattedra di San Pietro e al Trono del Giove Olimpico; la Tav. XLIX (1823) mostra il « Monumento modellato pel Marchese Berio di Napoli » corrispondente al disegno 676 e riproduce nella sezione inferiore anche il particolare del fronte del basamento, ingrandito, altro disegno mancante. Ove manchi il disegno corrispondente, in un passaggio di consegne non necessariamente diretto e così ipotizzabile: disegnatore – Cicognara – tipografia – Cicognara, è possibile per congettura solo pensare che la calcografia non abbia restituito il disegno a Cicognara, o che quest’ultimo lo abbia altrimenti destinato; rimane remota l’ipotesi che inserito nel Vat. lat. sia andato perso: nel codice manca il disegno corrispondente al 589 senza che la disposizione dell’impaginato ne accusi l’assenza – la numerazione passa dal 588 al 590 e non vi sono tracce di un originario incollaggio lasciate da questo o da eventuali altri disegni espunti –; i 40 fogli che seguono i 111 sino al foglio di guardia posteriore sono intonsi (in assenza di ulteriori indizi, non posso escludere l’esistenza di un’eventuale copia conforme all’originale, completa, rimasta in tipografia). Alcuni dei 630 disegni compaiono incisi in più di una tavola sinottica, come ad esempio il 505, presente nelle Tavv. III e XLVII (1818) – ma è anche vero che i disegni replicati possono afferire a tavole diverse –, così come dai 686 disegni componenti attualmente il codice andrebbero sottratti dal computo destinato alla stampa 45 disegni (pari a 641), ovvero rispettivamente: 7 disegni (148, 149, 150, 451, 455, 457, 458) sui quali Cicognara appone l’iscrizione non pubblicato o non pubblicata; 26 disegni, dal 642 al 668, che, come si legge sul foglio di supporto 100r, « O sono ri-

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petuti, ovvero non sono stati pubblicati nella Storia »; 2 “ripetuti” – lemma che talora vale per “non incisi” –, dei quali ancora Cicognara rende nota la replica, ovvero il 115 e il 177 – il secondo dei disegni eseguiti rispettivamente da Hayez e da Baruffaldi per il frontespizio calcografico del secondo volume della Storia, nonostante l’enunciato cicognaresco « Il primo [176] fù fatto dal Sigr Hayes, ma per / meglio precisare le estremità agli incisori / fù ripetuto [177] con più diligenza dal Sigr Barufaldi » lascerebbe altrimenti intendere –; almeno altri 10 (13, 28, 77, n.n. [145 bis; 143 bis], 224, 236, 433, 628, 629, 630) che ho riscontrato non incisi nelle tavole, facendone così pubblicare, sottraendone 45, il 98,28%. È da rilevare inoltre il caso dei “disegni francesi” (497-500) che diventano “disegni tradotti dal francese in italiano” (496, 495, 493, 376), e che da ultimo viene certamente inciso il 677, replicato da altra mano nel 679 – nel quale oltre alla tecnica esecutiva è variata, fra altri minimi dettagli, solo la disposizione del dito indice della mano destra di Cristo, unico significativo indizio per riconoscere quale delle due versioni sia stata incisa –, e pertanto non il 678 (con tre particolari del 677), né i fogli 680-682, tre studi di dettagli pittorici distinti e variati dei particolari presenti nel 678, ciò che incrementa di 9 il numero di disegni da espungere fra quelli destinati a essere incisi (pari sinora a 632, con un valore percentuale del 99,68 in relazione ai 630 incisi, o pari a 640 includendo gli 8 mancanti, ma incisi, con un valore del 99,44%, comunque eccedente). A riprova che i disegni sono serviti pertanto di per sé a scopo di studio comparativo (alcuni dei quali non utilizzati), iterato nelle tavole, indico che nel codice che crea le illustrazioni delle tavole, sinottiche o monografiche (attraverso la ripresa, per la maggior parte isolando alcuni particolari di monumenti e rilievi figurati comparati fra loro) che altri disegni, per una sorta di “variazione differente”, compaiono replicati (talora “tradendo”, limitatamente alle dimensioni o a ulteriori definizioni, la prima versione), dal medesimo o da altro disegnatore, per precisare e isolare determinati elementi o rendere più evidente la comparazione. Si considerino ad esempio almeno i seguenti: 57 e 61; 163 e 169; 164 e 168; 165 e 170; 172 e 173 (quest’ultimo ripetuto e inciso); 186 e 188 (quest’ultimo ripetuto e inciso); 187 e 189 (quest’ultimo ripetuto e inciso); 605 e 606, 607 e 608: il primo di essi, inciso nella Tav. XXXI (1818), eseguito a grafite da Rinaldi vede attiguo l’analogo esemplare (606) di dimensioni minori (alt. di mm 180 e alt. di mm 145), a matita nera con ombreggiature, di mano di Hayez, e ugualmente il 607, inciso nella Tav. XXVIII (1818), eseguito a grafite da Tognoli vede attiguo l’analogo esemplare (608) di dimensioni minori (alt. di mm 158 e alt. di mm 131), a matita nera con ombreggiature, di Hayez; 612 e 613, disegni questi, con numerosi altri, per i quali la possibile accezione di “ripetuto” va certamente intesa

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diversamente rispetto a quella impiegata da Cicognara per circoscrivere l’insieme distinto dei menzionati 26. Si tratta di repliche variate – e/o per tecnica, dimensione, autore, punto di vista – finalizzate a rilevare (all’interno dei limiti del tratto a contorno) visioni particolari e dettagli (consegue da ciò che altri disegni non sono stati “tradotti”). Dettagli che talora sostituiscono la visione dell’insieme in ordine a un procedimento sineddotico ove una parte vale per l’intero, come, fra altri, nel caso dei fogli 442444, 447-449, 451 e 452 (quest’ultimo, ripetuto e inciso, come precisato da Cicognara), disegni a grandezza naturale riproducenti alcuni particolari e ornamenti – nella stessa dimensione intagliati in rame alle Tavv. LXXVII-LXXVIII (1816) – del Monumento a Gastone di Foix di Agostino Busti ora conservato al Castello Sforzesco di Milano14. La presenza di alcune repliche per uno stesso soggetto, non può comunque essere esclusivamente interpretata in ordine alla considerazione delle varianti visuali o all’esemplificazione di confronti stilistici fra una scultura e l’altra o fra differenti inventori: si consideri, ad esempio, il 305, delineato da Francesco Hayez con pochi tratti idonei a fissare l’idea delle figure – così tradotto nella Tav. LIV (1816) – particolare che mostra una trascrizione corsiva e alcune varianti figurative rispetto all’analogo che compare nella versione fornita da Gennaro Trolli nel 668 (incompleto e non inciso), tratteggiata con maggiore verosimiglianza, e quasi pittorica. Per la datazione dei disegni – la cui commissione risalirebbe secondo Barbara Steindl al 1810 (nell’account book Cicognara alla voce Spese Straordinarie del 1810 registra: « Disegni fatti in Napoli di alcuni monumenti per L’opera mia [£] 297 »15), e che, distinguendo i tempi di assegnazione e di effettiva consegna (le date delle reiterate sollecitazioni di recapito inoltrate dal committente), deve essere invece estesa, sulla base della corrispondenza esaminata16 e includendo la seconda edizione dell’opera, nonché la commissione baruzziana, sino al 1823 – ho ovviamente impiegato, in assenza di ulteriori basi documentarie (un solo esemplare reca infatti la data) le concordanze esistenti fra il manoscritto vaticano e le tavole della Storia, indicando quale termine ante quem di esecuzione di ogni singolo 14  G. Bossi, Descrizione del monumento di Gastone di Foix scolpito da Agostino Busti detto il Bambaja di Giuseppe Bossi pittore. Pubblicata per cura di F. L., Milano 1852, ove alle pp. 4955 compare la « Notizia storico-artistica intorno ad Agostino Busti Tratta dal vol. V pag. 316 e seg. della Storia della Scultura del Conte L. Cicognara. Prato, per i Fratelli Giachetti, 1825 »; cfr. Cicognara, Storia 1816, V, V, pp. 353-357 e nt. 1, pp. 357-360. 15   BMCVe/Mss. P. D. c 2833, Cassa. 1808-1832 cit., p. 12. 16   Ammettendo concluso l’affidamento della geografia delle riprese se non entro il 1810, verosimilmente entro il 1812, è noto che nel gennaio 1817, e ancora nel mese successivo, Cicognara reclama ad Hayez per il tramite di Canova la consegna di quattro disegni afferenti al terzo volume (1818).

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disegno la data di stampa del volume cui la tavola o le tavole che traducono il disegno afferiscono. La Collezione è uniformemente percorsa da un’idea del disegno – imitazione letterale che assume un rilievo fondamentalmente conoscitivo del dato visibile, fissando le proporzioni negli oggetti considerati in se stessi o in relazione con altri – come soggetto e oggetto di fedeltà di rappresentazione mimetica, attuata attraverso procedimenti grafici di meccanica dell’imitazione degli oggetti (dalla stesura di un volto al profilo di una cattedrale), e basata sulle linee di contorno (ovvero vasarianamente contrapposta a quella fondata sul tono), nonché da una visione del disegno come concetto, con la messa in evidenza di nessi dichiarati, assonanze, tangenze, diversità, varietà di scelte tecniche, di potenzialità linguistiche come riflesso della declinazione stilistica di aree, scuole o singoli artisti, in un itinerario cadenzato dal riferimento a fonti italiane e francesi e dall’orizzonte conoscitivo che tali metodi svelano nell’interpretazione delle tecniche esecutive. Da un punto di vista tecnico, il codice vaticano è caratterizzato da una limitata ma significativa varietà di tipologie disegnative – ciò che determina alcuni problemi di codificazione descrittiva – che si presentano negli schemi di una casistica che investe sia la natura dei supporti che il tipo e l’aspetto dei materiali che su di essi vanno a depositarsi, nonché le potenzialità specifiche degli strumenti di cui ogni disegnatore si serve per depositarveli. Parlare infatti di disegni a penna (o a matita) implica l’impiego di un’articolata serie di corollari e specificazioni. Come rilevato da Annamaria Petrioli Tofani, « il termine “disegni a penna” infatti sta a indicare soltanto una categoria astratta, mentre ciò che realmente esiste è di volta in volta quel particolare disegno a penna, per il quale l’artista si è servito: a) di un tipo particolare di carta, b) di un tipo particolare di penna (o di più tipi contemporaneamente), c) di una qualità particolare di inchiostro (o di più qualità mescolate assieme), d) della penna associata ad altri strumenti come pennelli, gessetti, matite, in una gamma vastissima di combinazioni. […] Resta ferma comunque, nell’approccio a un disegno […] la necessità di una presa di coscienza, in prospettiva storica, della sua fisicità la quale, […] non è mai disgiunta dalla natura e dai caratteri del messaggio ideale di cui esso è portatore »17. A fronte delle difficoltà di decifrazione delle differenze di materia che si riscontrano, importa poi considerare la peculiarità dei materiali impiegati, che non presentano la stessa omogeneità di aspetto e di composizione che oggi si ottiene con la produzione su scala industriale, così come il fatto che le descrizioni tecni17   A. Petrioli Tofani, I materiali e le tecniche, in Il Disegno, I: Forme, tecniche, significati, a cura di [G. C. Sciolla], Torino 1991, pp. 187-189.

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che di disegni registrate in cataloghi e testi specialistici risultano talvolta approssimative, essendo difficile definire materiali e strumenti per i quali non esiste una precisa terminologia, con situazioni diverse nelle diverse lingue, e nella bibliografia specialistica i vocaboli di cui si dispone nelle lingue moderne tendono a portare l’attenzione sull’effetto che un oggetto produce piuttosto che sulla materia di cui tale oggetto è costituito. « Un esempio molto chiaro in proposito è quello offertoci dal termine italiano “matita”: indifferentemente usato per alludere a strumenti di natura non omogenea, esso, anche in presenza di un aggettivo che ne qualifichi il colore, resta comunque elusivo su alternative che oscillano – ed è un’oscillazione che poi si riflette sui risultati a livello espressivo – dalla pietra naturale al carbone, dal pastello fabbricato artificialmente alla grafite »18. Procedendo alla schedatura di ciascuno dei disegni raccolti nel codice vaticano, consapevole delle molte insidie presenti, ho impiegato per la descrizione tecnica un criterio di approssimazione possibile, astenendomi dal voler precisare a ogni costo ciò che nella realtà è ambiguo. Secondo le indicazioni fornite da Prosperi Valenti Rodinò, Petrioli Tofani e Jatta, ho dunque preferito – in un sistema analogico di confronti – eccedere nell’uso di un termine generico, ma presumibilmente esatto, come quello di “matita nera” piuttosto che fornire un’indicazione fuorviante definendo, al di fuori di una ragionevole certezza, più puntualmente come “carboncino”19 quello che potrebbe anche essere una pietra naturale particolarmente morbida. La scelta che un disegnatore opera di servirsi di un tipo di superficie piuttosto che di un altro è un fattore che incide da un punto di vista sia funzionale che stilistico sul risultato finale; una stessa penna o una stessa matita producono effetti diversi a seconda che scorrano su un foglio di carta granulosa o liscia, e a seconda che il colore delle tracce lasciate vada a contrastare – prescindendo dallo specifico dei disegni raccolti nella Collezione – con la luminosità di un bianco, con le tonalità di un bruno o col cromatismo di certi azzurri; la scelta di un supporto può essere determinata da esigenze funzionali, come nel caso di un disegno di architettura, – ove l’autore ha bisogno di raggiungere la massima leggibilità di ogni dettaglio con segni di precisione e nitidezza – o di studio e di traduzione per un prontuario scultoreo, quando la struttura del linguaggio disegnativo fa emergere anche l’opportunità di servirsi per lo più di un colore. Quanto al termine “matita” (“black chalk”, “schwarze Kreide”, “pierre noire”), da non confondere con la grafite o piombaggine, esso ha  Ibid., p. 189.   Esso si ottiene dalla lenta combustione di bastoncini di legno; a causa della sua instabilità e della facilità a cancellarlo è impiegato prevalentemente per schizzi didattici o per gli abbozzi; per prolungarne la durata può essere fissato spruzzandolo con gomma arabica o, dall’Ottocento, con resine ed alcool. 18 19

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un significato vasto e talora improprio che ascrive prodotti naturali e manufatti di diversa costituzione, da una parte la pietra tagliata in bastoncini e usata direttamente, dall’altra il gesso artificiale, oppure il “lapis” di legno con anima di grafite che diventa di uso corrente a partire dall’Ottocento. Si tratta di un materiale duttile, dal quale anche solo variando la pressione della mano si possono ricavare segni più o meno sottili o di più o meno intensa pigmentazione, in una vasta possibilità di alternative; già in natura poteva trovarsi a differenti gradi di compattezza consentendo pertanto di moltiplicare le tonalità luministiche, di condurre il modellato a una pienezza di effetto nel campo della grafica, dalla sintesi naturalistica di un’impressione dal vero, all’astrazione di una figura sulle cui superfici venivano registrati anche i passaggi di luce e ombra. L’impiego del termine “matita” in un significato più esteso rispetto a quello etimologico risalirebbe al Borghini (1584), che fornisce fra l’altro precisazioni attendibili dal punto di vista tecnico, a differenza della casistica baldinucciana (1681) che presenta la delucidazione di altri termini; il bolognese Malvasia (1678) utilizza il termine “lapis” accompagnato da entrambi gli aggettivi rosso e nero, sembrando limitare il significato di matita alla sola qualità rossa. In origine i due termini “matita” e “lapis” indicavano pietre naturali di colore rosso (più morbida la prima, più dura la seconda) e solo nel secolo XVI il significato si generalizza estendendosi alle pietre nere, e a materiali da disegno fabbricati artificialmente; il sostantivo “sanguigna”, oggi comunemente usato al posto di “matita rossa”, era praticamente sconosciuto nella bibliografia artistica prima dell’Ottocento. L’ultima categoria di matite a trovare affermazione nella storia del disegno (nota però già dal secolo XVI quando veniva impiegata per scopi sussidiari) è quella basata sulla grafite, un minerale morbido e di grana omogenea che produce tratti nitidi e compatti, resistenti anche se facilmente cancellabili, di un grigio scuro simile al colore del piombo, che lo rende adatto a sostituire le più difficili e laboriose punte metalliche. « Con la denominazione di “piombino” esso compare del resto più volte citato nella letteratura artistica, tra gli altri dal Borghini (1584) e dal Baldinucci (1681) che descrive un “Lapis piombino” come “Una spezie d’amatita fatta artificiosamente, che tigne di color di piombo, e serve per disegnare”. È evidente che in questo caso la dizione “fatta artificiosamente” non allude alla materia scrivente, quanto piuttosto al fatto che quest’ultima doveva essere racchiusa in cilindretti o di metallo o di legno per evitare che, a causa della sua particolare natura, sporcasse la mano che la impugnava con conseguenze deturpanti per lo stesso disegno; tali involucri inoltre, dai quali fuoriusciva soltanto una punta, servivano a impedire rotture troppo frequenti dei fragilissimi bastoncini

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di grafite »20. Sino a tutto il Seicento esso viene impiegato quasi esclusivamente nei disegni di architettura per la chiarezza dei particolari e per l’esattezza delle misurazioni dei suoi tratti nitidi e sottili o per abbozzare composizioni e figure successivamente riprese a penna o in altre tecniche indelebili; in tal caso spesso lo schizzo a grafite, a disegno finito, veniva cancellato con mollica di pane. Come tecnica autonoma la grafite si afferma in Europa solo nell’Ottocento, quando essendo il suo impiego favorito da precise motivazioni stilistiche che vanno dall’intellettuale compiutezza dei disegni di Jean-Auguste-Dominique Ingres alle semplificazioni puriste dei preraffaelliti, gli artisti possono disporre di un’ampia gamma di manufatti di differente durezza ottenuti con metodi di fabbricazione già molto sofisticati. Quanto alla penna, uno dei principali strumenti da disegno oltre che da scrittura, mezzo grafico per eccellenza, essa può contare su una gamma molto ristretta di elementi espressivi che si riassumono nella qualità e nell’economia dei tratti, e nel contrasto cromatico fra gli inchiostri e il colore dei supporti, ciò che, considerate le difficoltà derivanti da un mezzo che non consente cancellature, presuppone una consumata perizia frutto di prolungata esercitazione. Veicolo privilegiato dei contenuti e delle istanze stilistiche più diverse – dall’astratto formalismo al naturalismo composto e idealizzato, dal pittoricismo alle fredde suggestioni incisorie – essa si adatta inoltre con pari credibilità allo studio di singole figure delle quali si presta a indagare sia l’aspetto formale che le tensioni dinamiche, alla narrazione di episodi come alla presentazione di monumentali scenografie architettoniche. Quanto al tipo di penna usata si tratta nel tempo di esperimenti operati con penne di legno (sambuco) e di metallo (ottone), come già in epoca classica con la penna di canna (nel Medioevo soppiantata da quella d’oca) che consente effetti di drammatizzazione figurativa, o con penne diverse per uno stesso disegno, rinforzando con la penna di canna i contorni di figure già disegnate a penna d’oca. Già dal Medioevo si trovano inchiostri di qualità differenti in quanto fabbricati dagli artisti con metodi artigianali che non garantivano l’omogeneità del prodotto; non sempre il tipo è identificabile alla vista, senza l’ausilio dell’analisi chimica. Il tipo di inchiostro acido descritto da Baldinucci (composto da galluzza, vetriolo, e altri ingredienti propri dei tintori di seta, ovvero da una sospensione di ossido di ferro in acido gallico, che risulta il più comunemente usato), presenta, quali caratteristiche più evidenti – che consentono spesso di riconoscerlo a prima vista –, che da nero o comunque molto scuro qual è all’origine diventi con il tempo di un bruno sempre più chiaro, e una forte tendenza a ossidarsi a contatto con l’umidità atmosferica sino al punto 20

  Petrioli Tofani, I materiali e le tecniche cit., pp. 227-228, fig. 267.

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di corrodere le fibre della carta su cui poggia anche per aree molto estese. Un secondo tipo di inchiostro di colore fra il nero e il grigio, a seconda che venga usato più o meno diluito, è quello che si ottiene mescolando il nero-fumo ricavato dalla combustione di una candela o di una qualsiasi lampada, con una soluzione di acqua e gomma arabica; dato che il liquido in tal modo ottenuto si secca molto rapidamente, lasciando un deposito nero sul fondo del recipiente, risulta più conveniente conservarlo allo stato solido, in piccoli pani compressi, per diluirlo soltanto al momento del bisogno; già in uso agli inizi del Quattrocento viene definito inchiostro di china. Un terzo tipo di inchiostro che ha avuto una larghissima diffusione soprattutto in Italia è quello oggi noto col nome di bistro, a differenza dei precedenti, di color bruno sin dalla sua origine. Esso si otteneva mescolando con acqua e gomma arabica il prodotto della combustione del legno in camini e stufe (la fuliggine). Diversamente dall’inchiostro acido, il bistro non si ossida, ma può ugualmente penetrare attraverso le fibre della carta sino a passare sul verso del foglio; esso è molto sensibile all’azione della luce che, pur non alterandone il colore, provoca tuttavia un effetto di spandimento che può talvolta compromettere la lettura dell’opera. Raro fra i disegnatori italiani è l’uso degli inchiostri colorati, e rari sono i disegni a inchiostro di seppia che, pur noto come materiale di scrittura sin dall’età classica, comincia a essere usato per scopi artistici con una certa regolarità solo a partire dalla fine del Settecento. Gli inchiostri possono venir mescolati con altri materiali (frequente è ad esempio l’aggiunta al bistro di gesso rosso finemente tritato, allo scopo di ottenere tonalità cromatiche più morbide) e, su uno stesso disegno, possono incontrarsi inchiostri di più tipi e colori21. Nell’impossibilità, per limiti di competenza e strumentazione, di enucleare con sicurezza delle emergenze tecniche significative – sia a causa della varietà e della vastità del materiale, sia perché quasi tutti gli artisti presenti nel codice vaticano si sono serviti di più tecniche –, la natura degli inchiostri presenti nei disegni del codice viene definita unicamente in base al colore del pigmento. I disegni a penna22 sono in diversa proporzione e con varie gradazioni eseguiti precipuamente a inchiostro di china (nerofumo, in sospensione di olio, gomma e agglutinanti, di colore nero brillante; non si altera alla luce) e a inchiostro di noce di galla (ferro-gallico, di colore bruno-ruggine, addizionato con gomma arabica e vetriolo; la presenza di acido tannico, di ferro e di vetriolo provoca talora la corrosione della carta); fra altri inchiostri di diverso colore compare quello rosso  Ibid.: 231-233, fig. 267.   Penne originariamente ricavate dalla canna, successivamente da piume d’oca, poi anche di tacchino, corvo, cigno; il segno nitido facilmente modulabile della penna d’oca ne ha garantito il successo sino all’Ottocento, quando viene per lo più sostituita con la matita. 21 22

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(usato raramente e di solito su carte preparate). Quanto al bistro (fuliggine di legno di faggio in sospensione acquosa in varie concentrazioni, a seconda della tonalità da ottenere) e alla seppia (derivante dalla sostanza contenuta in una sua ghiandola, diluita in acqua in varie concentrazioni e addizionata con gomma arabica) essi sono acquerelli piuttosto che inchiostri e sono usati più spesso per ombreggiare il disegno che per tracciare le linee di contorno, ragione per la quale non compaiono nel codice; con ricorrenti diverse tonalità di grigio, le tracce segniche solforano oppure ossidano, virando talora al bruno e al nero, in diverse gradazioni, e dialogano percettivamente e in maniera articolata con le preparazioni acrome o pigmentate23. I 686 disegni sono eseguiti su carta granulosa o liscia e di color avorio24, talora vergata, con filigrana o semplice25; a penna – con inchiostri (metallo- o ferro-gallici, o meno probabilmente di seppia) nero, bruno, grigio, grigio-bruno, rosso –, a matita (forse anche di sintesi26) rispettivamente nera (matita più scura e morbida) e talora con sottotracce di grafite, rossa (o sanguigna), e a grafite come veicolo principe e tracciato primario (matita più dura o chiara, nero-grigia [lapis]). Quest’ultima, segnatamente argentea e un po’ lucida, segna con le proprie peculiarità strutturali (duttilità, compattezza, durezza graduata, varietà tonale, basso grado di polverizzazione e regolarizzazione della granulometria) tracciati di diversa matrice stilistica, caratterizzando la specificità delle scelte lessicali singolarmente interpretate27. Sovente il segno steso a grafite appare consolidato 23  E. Parma Armani, Disegno, in Le tecniche artistiche, a cura di C. Maltese, Milano 1973, pp. 237-255: 244-245; C. James, Deacidificazione e riserva alcalina, in C. James – C. Corrigan – M. Ch. Enshaian – M. R. Greca, Manuale per la conservazione e il restauro di disegni e stampe antichi, Firenze 1991, pp. 203-207; C. Corrigan, Le tecniche del disegno, pp. 51-63. 24   La definizione del colore di una carta è elemento non trascurabile nella valutazione stilistica ed estetica di un disegno, ma non va tuttavia trascurata l’alterazione cromatica che di frequente subisce nel corso del tempo; mantenuto alla luce, un foglio bianco vira infatti gradatamente e con rapidità, nella parte esposta, verso un giallo-bruno, mentre un foglio azzurro sbiadisce sino ad assumere tonalità slavate ed indefinibili nelle quali non resta traccia dell’originaria pigmentazione; l’entità del danno può essere valutata esaminando la parte non esposta, ove il colore può risultare intatto o comunque alterato in misura molto minore. 25   La diffusione ad ampio raggio dei supporti cerulei nella prassi incisoria e tipografica si è all’epoca da tempo inverata attraverso il repertorio veneto. Cfr. P. F. Munafò – V. Nicoletti, Un’esperienza di descrizione delle carte filigranate: metodi e strumenti, in Le tecniche del disegno rinascimentale. Dai materiali allo stile. Atti del convegno internazionale [Firenze, Kunsthistorischen Institut, 22-23 settembre 2008], a cura di M. Faietti – L. Melli – A. Nova, Firenze 2008 (Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, 52, 2/3), pp. 253-259. 26  Cfr. P. G. Tordella, La linea del disegno. Teoria e tecnica dal Trecento al Seicento, Milano 2009, p. 112. 27   La grafite naturale – forma allotropica cristallina del carbonio, di colore nero-grigio che presenta una struttura laminare –, ampiamente utilizzata nel corso del Seicento nei disegni architettonici (per esempio da Francesco Borromini) è altro rispetto alla matita Conté.

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con ripassi a matita nera per ottenere, sempre misurata e contenuta, una valorizzazione chiaroscurale e pertanto volumetrica delle forme28. I disegni mettono in risalto la nettezza del segno nella sua identità elementare; nei loro aspetti teorici (l’evidenza percettiva delle strutture segniche), tipologici e materici, connessi alla destinazione strumentale, evocano più o meno timidamente la tridimensionalità, interpretando con minore o maggiore acutezza le potenzialità dinamiche e volumetriche della linea. Come in un’immagine fotografica in positivo o in negativo, l’esiguo partito chiaroscurale è dato infatti con tratteggio o con linea continua, rafforzando il volume della figura che, al fine della resa volumetrica, si modula accostando e diradando i segni che possono avere un andamento unidirezionale o a incroci. Sul supporto cartaceo scorrono alcune variabili tecnico-esecutive di differente colore e varia tonalità, coinvolgendo tecniche secche (matite di sintesi, piuttosto che pietre naturali o ricostituite) e Varietà di carbonio quasi puro, detto anche carburo di ferro, essa venne in larga misura utilizzata pura sino al secolo XVIII. Nel Seicento, per eliminarne le impurità, dunque la granulometria variata e le conseguenti irregolarità e microscansioni della traccia segnica, e per consentirne l’adozione anche quando di qualità non eccellente, il materiale veniva talora polverizzato per essere poi ricomposto per il tramite di un legante. Dopo vari esperimenti tesi ad ottenere strumenti meno costosi che implicano la combinazione con altri elementi, quali il solfuro d’antimonio, la matita di grafite brevettata da Nicolas-Jacques Conté nel tardo Settecento è l’archetipo delle attuali matite. La regolarizzazione della granulometria orientava anche i procedimenti di ricostruzione delle pietre naturali; giungendo a rilasciare tracce segniche meno scandite o microframmentate, le pietre ricostruite potevano meglio dialogare con il lato-forma di carte sempre più perfezionate, derivate da moduli filtranti in costante evoluzione. Le linee percettivamente continue, così indotte, rinnovavano costantemente la simbiosi fra formulazione mentale dell’immagine, preconizzazione materica e selezione stilistica dello strumento. Varianti ulteriori, le matite (nere, rosse, bianche) di sintesi associavano, come le pietre ricostituite e i pastelli, materia agglutinante e pigmentante. Più omogenee nel rilascio della traccia e meno soggette grazie al legante a processi di polverizzazione, le matite di sintesi si distinguono difficilmente, senza intervento diagnostico, dalle pietre naturali ricostituite che, per qualità materica e visiva del segno non sempre appaiono discriminabili dalla punta di piombo (in traccia o in sottotraccia su carta non preparata) o dal lapis piombino. Nel campo delle materie ferrose, indelebili sulla carta, la modulazione tonale, più variegata rispetto a quella delle pietre carboniose, poteva essere arricchita e ampliata; per azione dell’acido nitrico, che la rende più tenera, la pietra rossa diviene infatti violacea, assumendo una connotazione cromatica particolarmente apprezzata e, per taluni aspetti, emblematica della dimensione disegnativa settecentesca, segnatamente francese. Cfr. ibid., pp. 111-112, 131, nt. 127. 28   Per la grafite inglese o mina di piombo conosciuta alla fine del Settecento, impiegata in Fiandra e in Olanda – la sua friabilità ne limitò a lungo la diffusione – Conté pensò di formare un conglomerato di polvere di grafite e argilla tuttora in uso per fabbricare le comuni matite; il grado di cottura e la percentuale delle componenti permettono di variarne la durezza. Nell’Ottocento la matita Conté è il mezzo preferito per i disegni di studio e didattici, anche se si usano quasi tutte le altre tecniche conosciute e talvolta se ne inventano di nuove. Cfr. Parma Armani, Disegno, in Le tecniche artistiche cit., pp. 245, 246; T. Miotti, Il collezionista di disegni, Venezia 1962, pp. 45-46; Corrigan, Le tecniche del disegno cit., pp. 51-63: 51-56.

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liquide (inchiostri metallo-gallici, piuttosto che al carbonio o al nerofumo, o il bistro). Le variazioni tonali ottenute con la penna e l’inchiostro possono poi venire ampliate combinandovi insieme l’inchiostro diluito; l’inchiostro metallo-gallico, non stabile chimicamente quanto l’inchiostro al carbonio (fuliggine mischiata con acqua e legante glucidico) può implicare che i disegni a penna e inchiostro bruno fossero invece originariamente a penna e inchiostro nero. Nella schedatura dei disegni ho distinto ove possibile, quanto a materia/tecnica e nelle iscrizioni in grafia ottocentesca, l’impiego della grafite da quello della matita nera; non essendo in grado di operare esami chimico-fisici, preciso che matita nera è un termine sufficientemente generico per evitare errori sulla natura del pigmento – minerale o vegetale che sia –, e che diversa è invece la grafite, usata a partire dal tardo Settecento, la quale lascia un’inconfondibile traccia lucente che non può essere impiegata in sostituzione di alcun’altra materia; con il termine grafite indico quindi solo la matita in accezione moderna, e che Cicognara designa “lapis”29. Sono dunque disegni dal tratto lineare marcato o sottile a solo contorno, a tecnica secca o liquida, nei quali la rappresentazione si risolve in un segno fino e incisivo, per quanto individuale, assolutamente deindividualizzato, controllato, sintetico e deferente l’immutabilità della forma neoclassica. Diligentemente tracciati con linee percettivamente continue, che rinnovano la simbiosi fra formulazione mentale dell’immagine e selezione stilistica dello strumento impiegato, assecondano codici omologabili in ordine a un processo astrattivo per linee e parti di contorno; è evidente che il disegno sottomette la materia al rigore di un procedimento astratto (cfr. 176-177, « Disegno per la medaglia nel Frontespizio del / Secondo Volume della Storia / Il primo fù fatto dal Sigr Hayes, ma per / meglio precisare le estremità agli incisori / fù ripetuto con più diligenza dal Sigr Barufaldi »). In ogni singola figurazione il tocco (attacco della materia da parte dello strumento) è struttura – peso, densità, movimento – per nulla caratterizzata da inclinazioni pittoriche o tensioni delineate con un segno non controllato. Sono restituzioni grafiche di modelli che interpretano l’elemento lineare come contorno geometrico e connotano un registro narrativo, un codice lessicale e una prospettiva teoretica complessivamente incompatibili con la resa dei volumi per valori di luce e ombra. Questa tendenza stilistica (gusto classico della plasticità e realismo estetico) connaturata agli intendimenti di Cicognara (dichiara infatti bello un aggregato di parti 29   Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 15 febbraio 1817) ad Antonio Canova a Roma (BCBC, III.274.2706), in A. Canova, Epistolario (1816-1817), a cura di H. Honour – P. Mariuz, II, Roma 2003 (Edizione Nazionale delle Opere di Antonio Canova, 18), pp. 686-690, nr. 625.

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ridotte all’unità di un tutto mediante il nesso di un comune elemento; l’artista è tenuto a valorizzare, combinare e armonizzare i valori estetici della realtà, e pertanto abbisogna di scelta, di confronti, di proporzioni) si armonizza contestualmente alle esigenze pragmatiche del processo formativo dei giovani allievi d’accademia che, intesi allo studio dell’antico e alla scienza del disegno, costituiscono anche la sua bottega. I disegni derivano da tecniche esecutive diverse che ricercano e attuano attraverso materie disegnative strutturalmente differenti – tecniche solide secche (matite) e tecniche liquide (inchiostri)30 – una diversa enunciazione di valori lineari, volumetrici, chiaroscurali, singolarmente elaborati, parzialmente o complessivamente coniugati, ma differenziando cromaticamente i diversi livelli della traccia, tendono in maniera discontinua o programmatica al rinnovamento di una delle primarie connotazioni ottico-estetiche dell’immagine, ovvero il colore31. La capacità del supporto cartaceo di accogliere la materia disegnativa è uno dei fattori essenziali per consentire al disegno di mantenere connotati estetici prossimi o corrispondenti alla condizione originaria. Nel Vat. lat. 13748 il rapporto fra le materie esecutive e i supporti di volta in volta impiegati dai disegnatori riveste un certo interesse, e la selezione della carta con la quale dialogano gli strumenti disegnativi (grammatura, grado di colatura, peculiarità superficiali e strutturali) ha, oltre le circostanze di disponibilità pratica, un significato culturale, dato che la scelta di specifici strumenti esecutivi, pur condizionata dalle esigenze del richiedente, segue e riflette gli orientamenti stilistici e i fondamenti concettuali delle diverse sintassi espressive. Le carte impiegate assumono dunque un valore stilistico, integrandosi negli orizzonti operativi che riflettono orientamenti, correnti culturali e incidenze di natura economica. Lo studio dei disegni nei loro contenuti tecnici, – a volte di insolubile decifrazione visiva – coinvolge pertanto più prospettive e vari livelli interpretativi, pur avendo i disegnatori operato con metodi e sistemi poco personalizzati e con strumenti tendenzialmente predisposti dalla bottega cicognaresca. Lo stato di conservazione della Collezione è complessivamente buono, e completa risulta la leggibilità critica nel connubio supporto-tecnica di 30   Petrioli Tofani, I materiali e le tecniche cit., pp. 220-228, figg. 253-263 e pp. 228-233, figg. 264-272. 31   P. G. Tordella, Forme dell’idea e dialettica invenzione-esecuzione nel disegno tra Quattro e Cinquecento. Il ruolo delle punte acrome, in Le tecniche del disegno rinascimentale cit., pp. 109-130: 111; ead., Declinazioni tecnico-linguistiche del disegno italiano dal secondo Settecento al primo Novecento. Sul corpus grafico della GAM di Torino, in Disegni del XIX secolo della Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Fogli scelti dal Gabinetto Disegni e Stampe, a cura di V. Bertone, I, Firenze 2009, pp. LXXI-LXXXIV.

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cui ciascun disegno è tramite espressivo; ciascuno di essi presenta le condizioni materiche (quasi) originali pur registrando frequenti alterazioni cromatiche (diffuse per lo più lungo contorni e sfondi, interessando meno il disegno vero e proprio), le quali non compromettono però la leggibilità della traccia segnica; il codice pare aver subito nei supporti qualche alterazione endogena, cromatica e strutturale, e in misura irrilevante nei materiali disegnativi, avendo forse risentito in tal caso di fattori esogeni (situazione conservativa e microclimatica)32. I singoli supporti cartacei infatti, per lo più regolari nel microrilievo geometrico, hanno, nella parabola fisiologica dell’invecchiamento, alterato l’assetto tonale o cromatico; tutti i fissativi a base di resine naturali determinano, attraverso processi di acidificazione, un’accentuata fotosensibilità e un conseguente progressivo ingiallimento della carta, così come l’evoluzione degenerativa dei collanti adottati per il montaggio di ciascun disegno sul foglio di supporto ha determinato un’alterazione cromatica delle loro superfici, in origine bianco-avorio, interferenze o combinazioni materiche che, complessivamente, non pregiudicano comunque la qualità visiva dei disegni. Ancora a proposito dei supporti cartacei e dell’uso stilistico delle carte a mano, generalmente di grana fine e a superficie liscia per i disegni a penna, di grana grossa e ruvide per il disegno a matita, non ho invece ulteriormente approfondito l’analisi (caratteri della vergatura, tipologia filigranologica, posizione della filigrana, eventuale contromarca, raddoppiamento delle linee di catenella, svelabili solo a introspezioni attuabili mediante microscopio elettronico a scansione). Come rilevato da Piera Giovanna Tordella, « L’assenza, sino al tardo Settecento, di carta propria al disegno, assegna una valenza specifica alla selezione, che talora governava e talora era invece regolata dalla scelta degli strumenti esecutivi, di supporti cartacei che la storia legava anche a destinazioni d’uso apparentemente inconciliabili. Per questo la carta assume un valore linguistico integrandosi in prospettive operative che riflettono orientamenti culturali ma anche incidenze di natura storica ed economica »33. Le carte dei disegni esaminati, risalenti tutte a un periodo compreso fra la fine del secolo XVIII e l’inizio del XIX sono di area geografica abbastanza diversificata; ciò non corrisponde necessariamente a una diversa provenienza delle opere ma al tipo di distribuzione di carte in area italiana (e francese); la maggior parte dei fogli del codice vaticano proviene da cartiere italiane, la restante da francesi; segnalo comunque che non mi è stato possibile esaminare le carte, per la maggior parte di provenienza 32   M. R. Greca, I problemi tecnici della conservazione, in James – Corrigan – Enshaian – Greca, Manuale cit., pp. 133-140. 33   Tordella, La linea del disegno cit., pp. 118-119.

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artigianale, dei 686 disegni presenti nel volume di collezione, risultando infatti incollate lungo i bordi al relativo foglio di supporto. L’indagine sui caratteri strutturali e cromatici delle carte usate dai diversi disegnatori evidenzia nelle esecuzioni grafiche una condotta ponderata razionalmente e coerentemente perseguita da ciascuno di essi, pur condizionata dalla matrice stilistica della scelta operata dal committente ferrarese. I disegni di Hayez (eseguiti per la gran parte a matita nera grassa), come quelli di Minardi (per la maggior parte a grafite) possono essere tecnicamente indagati privilegiando il lato-forma che, nelle immagini a tecnica secca, si integra con la materia disegnativa (come al partito chiaroscurale) che viene scandita dalle microcavità determinate dall’impatto meccanico delle vergelle, il cui andamento naturalmente orizzontale è in grado di regolarizzare geometricamente la sedimentazione della traccia, nonché dei fili di catenella del modulo filtrante sull’impasto fibroso, alternate ai microrilievi che agiscono come la superficie risparmiata di una matrice incisoria. Quanto al Faentino e alla sua naturale disposizione per il disegno – come ricorda Hayez nelle sue tarde Memorie: « si distingueva per la fantasia e la facilità immensa di tracciare su un dato soggetto molte composizioni, e tutte variate: era famoso disegnatore, ma aveva la negativa del colore » – aggiungo a queste indicazioni, per il rapporto spazio-figure, la frequentazione del repertorio incisorio, prassi corrente e continuata, di cui Minardi in particolare ha fatto sempre uso larghissimo. Rievocando la propria formazione nell’Autobiografia manoscritta e non datata (l’ultimo anno menzionato è il 1821, quando diviene Accademico di San Luca) che si conserva nelle Raccolte Piancastelli della Biblioteca Comunale di Forlì, dopo aver ricordato che « I mezzi di studio in Faenza erano scarsi », Minardi fa riferimento quasi solo alle stampe (« stampe qualche testa antica in gesso; ma nepur una statua »), quale filtro essenziale alla sua conoscenza disegnativa (e pittorica), testimonianza pienamente attendibile, essendo stato rintracciato presso la Sezione di Archivio di Stato di Faenza un atto manoscritto datato al 30 ottobre 1797, che consta di due pagine (dalla p. 75 alla p. 76) e ha accluso un allegato di 30 pagine non numerate, contenente un inventario di acquisizioni, con cui il Comune di Faenza acquistava dal cittadino Giuseppe Zauli disegni, stampe e altro, fra cui l’elenco delle incisioni (oltre mille, per la gran parte seicentesche) che costituivano il materiale di conoscenza e di studio alla scuola tenuta dal suo maestro negli anni giovanili a Faenza34. 34  F. Hayez, Le mie memorie. Dettate da Francesco Hayez, Milano 1890, p. 24 e Le mie memorie, a cura di F. Mazzocca, Vicenza 1995, p. 70; Cenni autografi della vita di Tomm. Minardi, ff. 1-8, spec. 1v (BCFo, Raccolte Piancastelli, Sezione Carte Romagna, Busta 288/194); Catalogo delle stampe, elenco della collezione privata dello Zauli venduta alla Municipalità di

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I fogli a penna rispecchiano sicuramente lo stile delle stampe di traduzione realizzate ad acquaforte a solo contorno; ciascun’opera – sia essa disegno o stampa – potrebbe pertanto essere intesa come un’incisione su carta o su metallo, incisione simulativa, nel caso del supporto cartaceo, reale nel caso della lastra di rame; si tratta di un vocabolario di linee che presenta analoga valenza di un alfabeto prismatico che, attraverso l’impiego alternato di colori diversi (nero, bruno, grigio), più chiari e più scuri, suggerisce la tridimensionalità delle immagini; l’adozione di una linea sottile esalta, attraverso vibrazioni luministiche, l’aspetto scultoreo delle immagini. Con l’uso, pur sempre contenuto, del tratteggio parallelo (per descrivere effetti bidimensionali) e del tratteggio incrociato (per rendere una visione volumetrica e tridimensionale della figura e dell’oggetto, destinata in primo luogo a condurre alla riscoperta del valore fondamentale della statuaria), corrispondenti a linguaggi segnici di due diverse visioni artistiche, rispettivamente relative all’arte simulativa e all’arte imitativo-emulativa, si esprimono dunque a loro volta due visioni della storia dell’arte e dell’antico, legate a differenti contesti culturali e a diverse sopravvivenze materiali35. I disegni di registrazione documentaria sono riuniti in numero, dimensione e tecnica variabili all’interno del medesimo foglio di supporto (quasi mai anticipando l’impaginazione della tavola che li riproduce incisi) o incollati singolarmente a occupare l’intero foglio (in due soli casi invece Faenza nel 1797 (ASFa, Comune di Faenza, Archivio della Magistratura, vol. LXXIV, Anno 1797). Cfr. inoltre A. Ottani Cavina, in L’età neoclassica a Faenza. 1780-1820, cat. a cura di A. Ottani Cavina – F. Bertoni – A. M. Matteucci et al., Bologna 1979 (L’Arte del Settecento in Emilia e in Romagna, [4]), pp. 99-100, nr. 210; L. Capon Piperno, Disegni giovanili di Tommaso Minardi, in Miscellanea, a cura di E. Debenedetti, Roma 1978 (Quaderni sul Neoclassico, 4), pp. 173-210; A. Ottani Cavina, Tommaso Minardi (Faenza 1787 – Roma 1871), in Tommaso Minardi. Disegni taccuini lettere nelle collezioni pubbliche di Forlì e Faenza, cat. a cura di M. Manfrini Orlandi – A. Scarlini, Bologna 1981, pp. IX-X; A. Scarlini, ibid. p. 3, nr. 1; p. 7, nr. 15; Documenti, Lettere, ibid. pp. 97-157, I-CCLXXVIII. È il caso di ricordare quanto rilevato da Pietro Giordani in una missiva inviata a Canova il 9 agosto 1812: « Vedi quanto sono addietro dai veneziani gli alunni della nostra Accademia. Vidi quest’Aprile in Venezia quattro quadri del bravissimo e modestissimo e gentilissimo Hayez stupendi. Io sono innamorato di lui; così è Giani, così Cicognara. Ma i nostri che fanno? Mi duole che non li tocchi l’esempio sì prossimo e vivo » (P. Giordani – A. Canova – G. B. Sartori, Carteggio con la riproduzione di 85 incisioni canoviane. Edizione critica, a cura di M. Ceppi – C. Giambonini, con intr. di I. Botta e la collaborazione di O. Besomi et al., Piacenza 2004 (Biblioteca Storica Piacentina. Testi, n.s. 15), pp. 104-105, nr. 65. Tuttavia otto mesi più tardi (come del resto successivamente) Giordani deve richiedere l’intervento dell’amico per porre rimedio alla deludente condotta del giovane faentino (ibid. pp. 124-125, nr. 78: 125). 35   M. Faietti, Disegni italiani a penna del Quattrocento. Forme e significati, in Le tecniche del disegno rinascimentale cit., pp. 45-72: 57, 58; S. Prosperi Valenti Rodinò, Forme, funzioni, tipologie, in Il Disegno, I: Forme, tecniche, significati cit., pp. 91-183: 93-114, 127-143, 150-175.

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contigui – 151, 168 –, ovvero incollati e ripiegati in due sul dritto di un foglio ma che aperti occupano il verso del foglio precedente). Sono, come detto, alle volte titolati dagli esecutori – a tale proposito si considerino ad esempio quelli di mano di Domenico Udine, Francesco Nenci, Giovanni Cammarano, Francesco Hayez, Eusebio Puccioni – e capita che le annotazioni cicognaresche, fissate in diversi momenti e con varia grafia, si uniscano a quelle dei disegnatori o le integrino o le sostituiscano, dichiarandone, come per la maggior parte dei disegni, egli stesso l’artefice. Con le registrazioni onomastiche dei vari disegnatori scritte a penna, con caratteri rapidi e veloci, coesistono quelle date a grafite (meno ricorrenti quelle invece a matita nera) con una calligrafia precisa e curata, al punto da far avanzare qualche perplessità sull’effettiva autografia della stesura (di Cicognara o del disegnatore, come nel caso di Hayez, Durantini, Tognoli). Quanto ad alcuni disegni di Brignoli (216, 330, 441, 445, 446, 450, 452), la grafia impiegata nella titolazione di un foglio, pur compatibile con una delle varie e diversificate utilizzate di volta in volta da Cicognara nelle annotazioni di corredo apposte sui disegni, può tuttavia venire ascritta al detto disegnatore, in forza del fatto che se non tutti i suoi disegni, almeno alcuni presentano nella titolazione (tenuto conto dei parametri scrittori ottocenteschi) analoga grafia e tonalità di inchiostro, complessivamente diverse da quelle solitamente usate da Cicognara. Ciò vale anche per alcuni disegni di Guizzardi (101, 102, 171, 429), che titola e firma a grafite i fogli sui quali compare poi, di mano di Cicognara, riproposto a penna il cognome. I caratteri grafici impiegati nella stesura della firma « Pietro Carrarini deline. » o « Pietro Carrarini deli. » (nel 266 « Pietro Carrarini dis: gnò ») – nome e cognome del disegnatore che compaiono anche nei disegni 172, 174, 175, 184, 185 – risultano essere complessivamente analoghi a quelli con cui annotano la propria autografia rispettivamente Michele Ridolfi (180) ed Eusebio Puccioni (183, 397-399), ciò che potrebbe in un primo momento lasciar pensare che autore di tali iscrizioni onomastiche sia uno (solo) di essi o lo stesso Cicognara. Potendo escludere con certezza solo quest’ultima ipotesi, ricordo che i disegnatori, e segnatamente Udine, Nenci, Hayez, Guizzardi, Del Pino, Zandomeneghi fissano frequentemente di propria mano le titolazioni dei disegni – di volta in volta integrate, riviste, corrette o semplicemente ripassate da Cicognara – e raramente, o quasi mai, firmano manu propria il disegno, indicandone l’autografia. Preferisco, allo stato attuale dell’indagine, pensare per ipotesi a un imprescindibile ricorso obbligato a modelli calligrafici ottocenteschi d’accademia, preordinati e stabiliti – una sorta di arte del bello scrivere cui dover uniformare il

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proprio tratto scrittorio – ai quali di volta in volta i vari disegnatori hanno fatto riferimento. In relazione alla storia degli interventi di organizzazione, ordinamento del materiale disegnativo raccolto, sua funzionale sistemazione nel codice, e varie revisioni su di esso operate, alcuni disegni compresi fra il 507 e il 642 (507, 508, 509, 511, 516, 517, 518, 519, 532, 534, 538, 571, 572, 575, 576, 578, 579, 582, 584, 586, 587, 588, 592, 593, 594, 595, 596, 598, 599, 600, 602, 603, 604, 610, 612, 613, 615, 616, 617, 618, 631, 632, 634, 642) pongono infatti diversi problemi in merito alla possibilità di stabilire, sulla base di un’analisi grafica, se la firma (le registrazioni onomastiche cicognaresche dei vari disegnatori scritte a penna, con grafia rapida e veloce, e alcune varianti onomastiche, coesistono assieme a quelle generalmente fissate, entro il margine inferiore destro del foglio, a grafite e con una calligrafia in corsivo precisa e curata – Baruf(f)aldi, De Min o Demin, Durantini, Hayez, Rinaldi, Tognoli o Tonioli, Toniolo –) sia di mano del singolo disegnatore o di Cicognara, come nel caso del 517, ove quest’ultimo ha sovrascritto la propria, data a penna con inchiostro bruno (« Hayes ») all’ipotetica originaria firma del disegnatore, data a grafite e leggibile in sottotraccia (« Hayez »); firma che compare analoga anche nel disegno che lo precede, e nel 538; quanto invece ai fogli 570, 571, nel primo la firma « Durantini », a penna con inchiostro bruno, è riconoscibilmente di Cicognara ma, nel secondo, la stessa iscrizione, apposta a grafite, presenta leggermente mutati alcuni tratti grafici. Analogamente per i disegni di De Min (572, 604) o Demin (573, 574, 640)36, ove i disegni 572 e 604 titolati da Cicognara a penna con inchiostro bruno, e firmati a grafite rispettivamente « Gio: de Min » e « de Min disegnò », nonostante lascino pensare trattarsi – per la collocazione e la sorprendente analogia dei caratteri scrittori – di firme autografe del disegnatore, sollevano invero le sopra enunciate perplessità, presentando analoga la calligrafia di altre apposte a grafite, anche se le firme di Cicognara in calce al disegno 574 « Demin », a grafite, o a penna con inchiostro bruno, « Demin dis. » al 640, registrano diversamente il cognome dell’artista, come accade parimenti nei disegni di Tognoli. Baruf(f)aldi è sempre registrato « Barufaldi » anche se nel 631 compare « Baruffaldi ». Quanto ai disegni di Durantini con la 36  Si tratta rispettivamente del disegno 572, « Canova / Modello di Basso rilievo presso l’autore », firmato « Gio: de Min », a matita nera e di dimensioni maggiori (mm 220 x 235) rispetto all’analogo 574, a penna con inchiostro nero, che è inciso con uguali dimensioni (mm 100 x 110) nella Tav. XXXVIII (1818); il 573 rimanda invece alla Tav. XXXVII: non è firmato, ma deve essere suo, come pure il 574, nonostante rechi, rispettivamente al margine sinistro e destro del foglio, l’iscrizione a grafite apposta da Cicognara con entrambi i cognomi « Sgualdi » e « Demin »; il 604, « Le tre grazie per Malmaison », anch’esso firmato « de Min disegnò » inciso alla Tav. XXXII (1818); e il 640, « Altare con Bronzi di Girolamo Campagna / In S. Giorgio Maggiore a Venezia », firmato da Cicognara « Demin dis. », inciso alla Tav. XLVIII (1818).

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firma a grafite, ovvero 571, 576: « Luigi Durantini Romano disegnò », 584, 596, 616: « Durantini » e « Dura[ntini] », essa è complessivamente riferibile alla medesima mano; qualche variante è registrabile solo circa la grafia dell’iniziale del cognome. Quanto ai disegni di Giovanni Tognoli firmati a grafite – 575 (« Tonioli disn » e « Tognoli »), 577 (« Tonioli dis »), 582 (« Toniolo »), 586 (« Toniolo »), 587 (« Toniolo »), 588 (« Toniolo »), 592 (« Toniolo »), 593 (« Toniolo »), 594 (« Toniolo »), 595 (« Toniolo »), 598 (« Toniolo »), 599 (« Toniolo »), 600 (« Toniolo »), 602 (« Toniolo »), 612 (« Toniolo »), 613 (« Toniolo »), 615 (« Toniolo »), 642 (« Toniolo ») – essi presentano analoga calligrafia e la variazione della vocale finale; quando la firma è apposta da Cicognara, a penna con inchiostro bruno, compare preferibilmente « Tonioli ». Per i disegni dello stesso (575, 577, 582, 586, 587, 588, 592, 593, 594, 595, 598, 599, 600, 601, 602, 607, 609, 612, 613, 615, 642) che – fatti salvi il 575, firmato due volte, la prima di Cicognara, e il 577, 601, 609, firmati da Cicognara – registrano di volta in volta una firma corsiva con varianti onomastiche, basandomi sui riscontri forniti da un codice conservato alla Biblioteca Comunale degli Intronati a Siena dal titolo Mazzuoli Francesco. Disegni Originali (Ms. S.II.6), ove Tognoli firma tre disegni, rispettivamente « Giov: Tognoli disegnò » e « Gio: Tognoli disegnò », escludo con certezza che possa essere autografa del disegnatore l’iscrizione onomastica apposta su ciascuno dei suoi disegni nel codice vaticano, impiegando in tal caso la dicitura « di Cicognara? » a indicare chi altro, per quest’ultimo, possa aver vergato l’iscrizione. Ricorrendo in questi ultimi casi per lo più analoghi caratteri scrittori (consonanti, vocali, altezza, inclinazione) è lecito ipotizzare che queste firme (per le quali sicuramente è trascurabile, nella resa dei caratteri grafici, lo strumento scrittorio impiegato, dato che altre iscrizioni fissate da Cicognara a grafite palesano un tratto del tutto cursorio) siano state vergate da ciascun disegnatore (o da Cicognara) nel corso di una delle prime revisioni o rettifiche da lui operate sul codice – alcune iscrizioni, segnatamente le firme, appaiono infatti ripassate a penna con inchiostro bruno, e consentono di riconoscere con evidenza i tratti ricorrenti della grafia cicognaresca consuetudinalmente impiegata, con la quale peraltro firma o sigla anche i disegni da lui eseguiti – o invece ritenerle, per ipotesi, redatte da uno dei disegnatori della bottega, nonché del codice, di cui Cicognara si è servito per un (primo) ordinamento del materiale grafico. Nelle schede del Catalogo ove le iscrizioni onomastiche non mi consentano di riconoscere con certezza l’autografia del singolo disegnatore o la mano di Cicognara (o di chi per esso) – che pare aver imitato una determinata calligrafia o eseguito una bella grafia – ho impiegato la dicitura « di Cicognara? » piuttosto che « del disegnatore? », comparendo peraltro nella maggior parte dei disegni, apposta di sua mano, la firma del disegnatore.

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Maestranze talora “invisibili” Per l’impresa della Storia e il relativo apparato disegnativo da far incidere quale corredo didattico-illustrativo, Cicognara si serve di una vasta schiera di collaboratori, molti dei quali afferenti all’Accademia di Belle Arti veneziana, commissionando in Italia e in Francia numerosi disegni per le tavole dei volumi in folio dell’opera, che riproducono graficamente le opere, oggetto di studio e ricognizione stilistica, le quali, « messe sott’occhio dei lettori » devono essere « giovevoli alle riflessioni » in essa contenute. Ho pertanto intrapreso, ove possibile completato, il percorso identificativo riguardante alcuni dei protagonisti della bottega cicognaresca, segnatamente in ambito accademico veneziano, attraverso la ricognizione e la comparazione delle fonti documentarie, ciò che ha fornito numerose informazioni sull’area geografica di provenienza degli alunni, età, professione paterna e dunque ragione e stato sociale, domicilio, data di immatricolazione, corsi frequentati ed eventualmente iterati, durata del complessivo percorso formativo – taluni di essi figurano infatti iscritti più volte alla frequenza di alcuni corsi (ornato, architettura, prospettiva, figura, incisione) –, e consentito di ricostruire l’iter di alcuni allievi dell’Accademia (in tal caso riguardante per la maggior parte incisori e solo alcuni disegnatori), pur considerata qualche analogia di cognomi fra gli studenti iscritti in età e contesto formativo idonei all’eventuale espletamento della commissione cicognaresca. Tali microbiografie forniscono talora dati equivocabili, non tanto per la frequenza dei singoli corsi o la partecipazione annuale o altrimenti periodica ai vari concorsi di indirizzo, funzionali alla ricostruzione del percorso formativo dei singoli allievi, quanto piuttosto per la determinazione della loro esatta data di nascita, registrata anno per anno non sempre coerentemente. L’entourage degli incisori espleta per la maggior parte, con omogenea frequenza, il proprio curriculum formativo all’interno dell’Accademia veneziana diretta dal Ferrarese – taluni esercitano poi il ruolo professionale (talora documentato nella Rubrica delle Matricole 1818-1851) rivestendo diversi incarichi (anche altrove, presso istituti ginnasiali e liceali o di altro ordine e grado), come risulta dagli Almanacchi per le Provincie del Regno Lombardo-Veneto (si vedano almeno gli anni 1824, 1826, 1827, 1838, 1845, 1847, 1856, 1864); all’analisi dei Registri delle Matricole lungo un arco temporale compreso fra gli anni 1785-1807 e 1807-182337 intrapresa 37  AABAVe, Fondo Veneta [Pubblica] Accademia di Pittura, Scultura [e Architettura], Libro Stvdenti 1785 13 Giugno. [- 1807 6 Marzo]. Vincenzo Dottor Nodari Cancellier, Busta 4; AABAVe, Accademia di Belle Arti in Venezia. Matricola degli Alunni Inscritti. Dall’Anno Scolastico 1807- al 1822-23.

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come percorso identificativo ho affiancato la ricognizione compiuta sugli Atti d’Ufficio dell’Imperiale e Reale Accademia di Belle Arti in Venezia dal 1806 al 182338, e sui Discorsi letti nella I. R. Accademia di Belle Arti in Venezia in occasione della distribuzione de’ Premj dal 1808 al 1826 e oltre39, ciascuno contenente in calce l’elenco annuale dei giovani alunni giudicati meritevoli di premio per le varie cattedre di insegnamento del piano accademico (scuola di architettura, d’elementi, del nudo, per i plasticatori, per la sala delle statue, per la scuola dell’ornato, cattedre che assumono di anno in anno ulteriori specializzazioni; nella classe concorsuale di architettura si distinguono i disegnatori dagli ordini, i disegnatori dal nudo e i modellatori dal nudo, i disegnatori dal busto e i modellatori dalla statua; quanto all’incisione, essa è distinta in incisione dalla figura e dal paesaggio); l’esame del manoscritto contenente l’Elenco dei Giovani che si sono più segnalati nel corso di questi ultimi anni. 1808-14, ove per ciascuno di essi sono indicate provenienza ed età anagrafica40, ha consentito di raccordare in modo sistematico – attraverso la frequenza dei corsi, i saggi accademici, la partecipazione concorsuale all’iter di formazione e l’assegnazione dei premi (iscritti e non iscritti « all’elenco della scuola ») – le informazioni talora lacunose ricavate dai Registri delle Matricole; nulla è stato invece possibile ricavare dallo Schedario dei Testamenti e dai 38  AABAVe, Atti dell’Accademia, 1806-1807, Busta 1; 1808-1809, Busta 2; 1810, Busta 3; 1811, Busta 4; 1812, Busta 5; 1813, Busta 6; 1814, Busta 7; 1815, Busta 8; 1816, Busta 9; 1817, Busta 10; 1818, Busta 11; 1819, Buste 12-13; 1820, Buste 14-15; 1821, Buste 16-17; 1822, Buste 18-19; 1823, Buste 20-21. 39  AABAVe, Discorsi letti in occasione della pubblica apertura tenuta dalla R. Veneta Accademia di Belle Arti essendosi per la prima volta solennemente distribuiti I Premj alle rispettive Classi de’ Giovani Alunni in presenza delle Primarie Autorità residenti in questa Comune [21. Agosto 1808], Venezia 1808, pp. 45-46; cfr. Discorsi letti nella R. Veneta Accademia di Belle Arti per la distribuzione de’ Premii […] pubblicati a Venezia rispettivamente relativi agli anni 1809, pp. 61-62; 1810, pp. 73-75; 1811, pp. 93-95, 96; 1812, pp. 81-83, 1813, pp. 94-96; 1814, pp. 65-68; 1815, pp. 77-80; 1817, pp. 97-99 (per quest’anno cfr. anche Discorsi letti nella grande aula dell’I. R. Accademia di Belle Arti In occasione della solenne apertura di una delle sue nuove Gallerie, e della pubblica distribuzione dei Premii fattasi da S. E. il Signor Conte di Göess Governatore di Venezia, nel dì 10 Agosto 1817, Venezia 1817, pp. 79-82); 1818, pp. 31-35; 1819, pp. 75-79; 1820, pp. 111-116 (relativamente a quest’anno, l’elenco degli alunni premiati informa che la distribuzione dei premi ha interessato le seguenti classi: « Scuola di Architettura / Per l’Invenzione / Per il Disegno dagli Ordini »; « Scuola di Pittura / Per l’Invenzione / Per il Colorito / Per il Disegno dal Nudo Aggruppato / Per il Disegno dal Nudo Semplice / Per la Copia della Statua dal Rilievo / Per la Copia della Statua dalla Stampa / Per la Copia della Testa dalla Stampa »; « Scuola di Scultura / Per l’Invenzione / Per il Nudo Aggruppato / Per il Nudo Semplice / Per il Modello dalla Statua / Per il Modello dalla Testa »; « Scuola di Prospettiva »; « Scuola dell’Ornato / Per l’Invenzione / Per la Copia dal Rilievo in Disegno / Per la Copia dalla Stampa / Per la Copia dal Rilievo in Plastica »); 1821, pp. 87-91; 1822, pp. 93-97; 1823, pp. 71-75; 1824, pp. 65-70; 1825, pp. 55-59; 1826, pp. 53-59; 1827, pp. 53-57; 1828, pp. 61-65. 40  AABAVe, Atti dell’Accademia, 1814, Busta 7, Elenco dei Giovani che si sono più segnalati nel corso di questi ultimi anni. 1808-14.

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Necrologi per la città di Venezia conservati nel locale Archivio di Stato e afferenti al Fondo della Magistratura dei Provveditori alla Sanità, ove le registrazioni dei defunti sono riportate sino al 1805 e non compaiono incluse in altri fondi per gli anni successivi, come pure dagli atti di morte dello stato civile napoleonico per la Comunità di Venezia censiti dal 1806 al 1817 nonché da quelli registrati nell’indice decennale (1871-1881) dello stato civile italiano della Città di Venezia; qualche notizia anagrafica (riferita anche a un paio di disegnatori) è invece emersa dagli indici e dai registri parrocchiali per gli anni 1816-1871 conservati nell’Archivio Storico del Patriarcato di Venezia e, in merito ai nuclei familiari, dai Ruoli della Popolazione custoditi nel locale Archivio Comunale – consultando i censimenti del 1805, 1811, 1857 – e nell’Archivio di Stato di Padova. Segnalo che presso l’Accademia di Belle Arti fiorentina, ove analogamente ho ripreso, ampliato e approfondito le ricerche, l’impiego di tali Registri entra in vigore solo a partire dal 1813: i Ruoli degli Scolari dell’Accademia delle Belle Arti degli Anni 1813. 1814. e 1815.; 1816. 1817. e 1818.; 1819. 1820. 1821.; 1822. 1823. 1824.; 1825. 1826. 1827. rubricano l’iscrizione degli studenti nelle diverse Scuole (Pittura; Elementi di / del Disegno di Figura; Scultura; Architettura; Prospettiva; Ornato; Incisione in Rame; Incisione / Intaglio in Gemme, Scagliola; Composizione Musicale; Meccanica ed Idraulica, e altre; la sequenza annuale delle materie compare non sempre uniformemente scandita data la casualità della rilegatura dei fascicoli) e di ciascuno solitamente riportano, anno per anno e scuola per scuola, sulla pagina di sinistra: « Numero Progressivo degli studenti. / epoca / della loro ammissione. – cognome. – nome. – nome / e Professione del Padre. – luogo / di nascita. – età. – abitazione. / strada. – N.° della / Comune. » e su quella di destra: « tempo in cui hanno conseguito / dei premi tanto ai concorsi triennali / che semestrali. – annue osservazioni / sulla loro disposizione allo studio, condotta / applicazione e profitto. – tempo e motivo / della loro assenza / dalla scuola. ». Importa precisare che la normativa regolamentare dell’Accademia di Belle Arti veneziana seguita dai membri componenti le commissioni accademiche permanenti, prevedeva due modalità di accesso concorsuale, la prima riguardante i Concorsi di Prima Classe alla quale potevano aver accesso i soli artisti iscritti per l’iter formativo all’Accademia, la seconda pertinente invece i Concorsi di Seconda Classe cui potevano prendere parte gli artisti afferenti ai cosiddetti Stati Austriaci41, 41   Per le origini, le prime vicende dell’Accademia veneziana e le varie modalità di accesso concorsuale si rimanda a E. Bassi, La R. Accademia di Belle Arti di Venezia, Firenze 1941; L’Accademia di Belle Arti di Venezia nel suo bicentenario 1750-1950, cat. a cura di E. Bassi, Venezia 1950; cfr. inoltre M. Zerbi, Ottocento. Venezia, Arcipelago Accademia. Cenni e accenti per raccontare un’identità in movimento, in Ottocento Veneziano, cat. a cura di M. Zerbi, Torino-Londra-Venezia-New York 2010, pp. 9-13: 13; S. Salvagnini, Premi all’Accademia di

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noti per merito artistico diversificato, per le specificità nella frequenza delle varie classi di materie disciplinari, incisione, scultura e altre, o per « avversa fortuna ». Dagli Atti dell’Accademia emerge costante da parte di Cicognara una sorta di preoccupazione per gli attestati di buona condotta e il riconoscimento (« merito ») professionale degli allievi, direttamente coinvolti nella vita accademica veneziana anche durante il loro soggiorno romano (« Si rende noto dei saggi degli alunni [Filippo] An / tolini, e [Giovanni] deMin, si attesta in vantaggio della loro condotta, e s’implora una gratificazione / per il secondo atteso il suo merito, e le sue de / plorabili circostanze »42); quest’ultimo elemento di apprensione per gli allievi è riscontrabile anche all’interno della prassi formativa dell’Accademia di Belle Arti fiorentina, nella persona dell’allora suo presidente, il senatore Giovanni degli Alessandri, col quale Cicognara mantiene periodica corrispondenza; a lui si rivolge ad esempio il 12 maggio del 1813 per poter ricevere « i getti delle Porte del Ghiberti già vicine al lor termine »43. Fra le maestranze afferenti all’Accademia veneziana – con percorso documentato dalle fonti d’archivio – che ascrive disegnatori e incisori, segnalo ad esempio tre giovani allievi ferraresi, molto legati a Cicognara: Giovanni Antonio Baruffaldi, Ferdinando Dalla Valle e Ignazio Dolcetti, nei confronti dei quali, come per vari altri, il conte ferrarese molto investe affettivamente ed economicamente, come risulta anche dal Libro cassa; seguono Marco Bernardi (« Bernardi »: Vat. lat. 13748, 268, 269; « Bernardo »: Tav. XXXIV, 1816), Ferdinando Albertolli, Antonio Bernatti, Giuseppe Borsato, Pietro Chevalier, lo stesso Leopoldo Cicognara, Giovanni Cipelli, Galgano Cipriani, Marco Comirato, Giuseppe Dala, Giovanni Demin, Giacomo Gleria, Francesco Hayez, Antonio Lazzari, Luigi Martens, Dionisio Moretti, Benedetto Musitelli, Rinaldo Rinaldi, Giovanni Ruggieri, Sebastiano Santi, Giovanni Servi, Vincenzo Sgualdi, Giuseppe Terrazzoni, Luigi Zandomeneghi, Felice Zuliani (piuttosto che il fratello Giannantonio); inoltre appartenenti, per formazione o professione, ad altre Accademie e Istituti di Belle Arti, Joseph Albrier, Vincenzio Ansidei, Emanuele Ascione, Cincinnato Baruzzi, Antonio Basoli, Giuseppe Bossi, Giovanni Brignoli, Giovanni Cammarano, Pietro Carrarini, Domenico Del Pino, Luigi Durantini, Giovita Garavaglia, Giuseppe Guizzardi, Biagio Magnanini, Domenico Marchetti, Francesco Mazzuoli, Tommaso Minardi, Niccola Monti, Giuseppe Nadi, Francesco Nenci, Antonio Niccolini, Tommaso Piroli, Eusebio Puccioni, Michele Ridolfi, Romanelli, quasi certamente da Venezia dal Settecento all’Ottocento, ibid., pp. 17-20; E. P. Zanon, La memoria svelata dell’Accademia in 600 buste e 260 registri, in Ottocento Veneziano, ibid., pp. 21-24. 42  AABAVe, Atti dell’Accademia, 1813, Busta 6, 21 (Venezia 27 febbraio 1813); ibid., Busta 6, 28 (Venezia 17 marzo 1813). 43  AABAVe, Atti dell’Accademia, 1813, Busta 6, 47 (Venezia 12 maggio 1813).

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identificare con Martino, Luigi Sabatelli, Jean George Tessier, Giovanni Tognoli, Giambattista Torcellan (afferente all’équipe incisoria veneziana ma di formazione autodidatta), Gennaro Trolli, Domenico Udine, Pietro Leopoldo Uguccioni, Michele Van Lint, Geminiano Vincenzi, Raimondo Zaballi, Gaspare Zorzi. Dei 64 operatori dell’officina cicognaresca, che talora si alternano o svolgono entrambi i ruoli, ripartiti in disegnatori (almeno 51) e incisori (50) – rispettivamente indicizzati nelle Appendici II e IV della mia tesi dottorale, cui rimando, della quale è prevista un’edizione rivista e aggiornata –, per alcuni dei quali è ancora poco nota la vicenda artistica, pare risolta l’individuazione onomastica dell’esecutore di una decina di riprese aretine (il Romanelli, probabilmente Martino, nato a Quarata presso Arezzo nel 1770, allievo di Guglielmo Wanowich pittore e di Giuseppe Montissori miniatore, secondo quanto è emerso dalle ricerche condotte presso l’Archivio di Stato e l’Archivio Storico Diocesano aretini, nonché l’Archivio di Stato di Firenze, nello Stato Civile di Toscana)44; quanto invece a due autori di alcune riprese napoletane – disegnate forse entro il 181045 –, Giovanni Cammarano e Gennaro Trolli, del primo ho reperito le coordinate anagrafiche e varie notizie in merito alla vicenda umana e artistica, mentre per il secondo è ancora in corso la ricognizione anagrafico-artistica; ho altresì rintracciato nella serie Registri parrocchiali del Comune di Perugia, conservati presso il locale Archivio di Stato, la vicenda biografica di Vincenzio Ansidei che effettua due versioni di una medesima ripresa perugina, e del quale nell’Archivio Storico della Fondazione Vannucci è documentato il curriculum accademico dal 1807 al 1827, mentre la letteratura specialistica informa di quello universitario. La casistica che si presenta nell’analisi del processo artistico e creativo articolato nella rete di immagini del Vat. lat. 13748 – figure elegantemente delineate a penna o a matita, leggere linee pensate e nitidamente eseguite con le quali i singoli disegnatori fissano i concetti « pel gusto dell’esecuzione e per l’adempimento dei precetti dell’arte » – mi ha permesso in vari casi di individuare attraverso i tratti distintivi alcuni protagonisti dell’officina, non altrimenti dichiarati, nomi di artisti noti e meno noti, e anche qualche ignoto collaboratore che la critica non ha identificato, e di cui 44   Segnatamente per Martino? Romanelli (Romanolli) ricordo che per un breve torno di tempo sul sito il cognome Romanelli è apparso completato dal nome Francesco ad identificare rispettivamente il disegnatore di alcuni particolari di monumenti funebri incisi nella Tav. XXIII (1813) [1-3], segnatamente [2, 3] per il monumento di Guido Tarlati (1330), collocato nella chiesa aretina dei Santi Donato e Pietro e, nella stessa, per il monumento funebre di Gregorio X, Tav. XXIII (1813) [1]. Cfr. altresì Tav. XIII (1813) – Vat. lat. 13748, 84, 85, (663, ripetuto); Tav. XVIII (1813) – 48, 83. Nel medesimo sito Van Lint è erroneamente identificato con Enrico (Pisa 1808-1884). 45  Cfr. supra, nt. 15.

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

non mi è stato possibile reperire notizie, o la ricerca d’archivio non ha ancora restituito con certezza il nome. Una fitta trama di affinità informa e contraddistingue il lavoro dell’atelier cicognaresco; progettazione, affollarsi di riscontri, sovrapposizione di interventi, dialettica fra impegno intellettuale e necessità pratica, fra originalità della ricerca e urgenza del compimento e della consegna del resoconto grafico in una o più versioni – in qualche caso repliche analoghe – affidate al medesimo o ad altro esecutore. Ho pertanto proposto l’attribuzione di numerosi disegni anonimi basandomi anzitutto sul confronto morfologico del tratto – il segno (portato grafico identificativo e tipologia rappresentativa) che, pur nella generale omogeneità derivante dall’acquisita formazione accademica, lascia distinguere e identificare la mano – e, in secondo luogo, sulla tipologia cartacea impiegata dal disegnatore (disponibile o preferita), considerando altresì in ordine a una sorta di attribuzione “geostilistica” (geografica)46, la provenienza e la dimora abituale dei giovani artisti abbinata alla collocazione delle opere già documentate e da documentare, la praticata geografia delle riprese, sui gruppi omogenei di opere (per luogo e/o per autore). In assenza di altre autografie indicate su specifica e diretta base documentaria – la commissione a Cincinnato Baruzzi di un secondo disegno del Gruppo della Pietà di Canova in aggiunta a quello già approntato da Giovanni Tognoli; i disegnini affidati a Nenci; le assegnazioni (ovvero le richieste di consegna corredate di note che hanno fissato il soggetto da trattare), talora anche precisamente indicate, di cui dà conto la corrispondenza intercorsa fra Cicognara e Canova distribuita negli anni di stesura della Storia e dell’alunnato romano di alcuni significativi protagonisti dell’officina – ho dunque attribuito i numerosi disegni anonimi rispettivamente su base stilistica – alcuni disegnatori, come ad esempio Rinaldi e Sgualdi, palesano un tratto simile nella conduzione della linea e nell’insistere rafforzando il profilo dei volumi –; su base calligrafica per le autografe titolazioni delle opere, segnatamente per Nenci e Udine ma anche per Hayez, del quale peraltro sono palesemente riconoscibili non solo i tratti segnici disegnativi, ma anche quelli ortografici, le ombreggiature, il tipo di carta impiegata (in quella per una serie di riprese napoletane 46  B. Toscano, Scritti brevi sulla storia dell’arte e sulla conservazione, a cura di G. Sapori – P. Di Benedetti con la collaborazione di G. Capitelli, San Casciano in Val di Pesa 2006, pp. 49-71. Attribuzione geostilistica nel senso figurato di arrivare ai confini dell’attribuzione ove confini equivale anzitutto a fines, i territori, ma rimanda anche ad un finis et modus che occorre non trascendere. Se l’esercizio dell’attribuzione è normalmente indotto a misurarsi anche con questioni di ordine geografico (maniere individuali e delle scuole), mi sono invece chiesta contestualmente se non potessero essere anche e proprio i fines, cioè una concezione equilibrata dell’accordata e praticata geografia delle riprese, a potermi servire per mettere in risalto i confini dell’attribuzione ovvero a consentirmi un ordinamento regionale dei protagonisti per proporre, ove mancante, l’assegnazione dei disegni rispettivamente delineati.

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la foratura ospitata lungo il margine laterale sinistro informa trattarsi di fogli originariamente rilegati in un taccuino da disegno) –; sulla base delle riprese, generalmente derivanti dalla diretta osservazione, preparate fra studi dall’antico ed esercizi dal vero, o effettuate su modelli.47 In taluni casi poi, segnatamente Udine versus Nenci, nel corso della reiterata analisi del codice, ho riscontrato e avanzato – pur in presenza della firma del disegnatore apposta da Cicognara – una differente assegnazione. A tale proposito, prescindendo dal caso specifico di alcuni disegni fiorentini, verosimilmente prelevati direttamente o per il tramite di Giovanni degli Alessandri48, segnalo, considerando l’assegnazione dell’esecuzione dei disegni nonché la loro consegna avvenute per la maggior parte per 47   Giuseppe Bossi (Busto Arsizio 1777 – Milano 1815), segretario dell’Accademia di Brera, nella Relazione redatta in occasione dell’approvazione degli Statuti del 1803 aveva sottolineato come i costi e le fatiche che comportavano i viaggi per recarsi sui luoghi in cui si trovavano gli antichi monumenti potessero essere evitati con l’uso dei modelli atti a sostituirne la diretta osservazione; cfr. G. Bossi, Relazione di Giuseppe Bossi che accompagna il Piano per le Accademie Nazionali di Milano e di Bologna / (1803), in G. Bossi, Scritti sulle arti, a cura di R. P. Ciardi, I, Firenze 1982, pp. 253-268: 259; F. Valli, Giuseppe Bossi, segretario di Brera, in Giuseppe Bossi. Il Gabinetto dei ritratti dei pittori (1806), cat. a cura di S. Coppa – M. Olivari, Milano 2009, pp. 13-21. I motivi per preferire questi strumenti ai disegni erano secondo Bossi legati alle caratteristiche stesse dei modelli che differivano dalle fabbriche reali soltanto per dimensioni; i disegni a suo dire potevano risultare fuorvianti in quanto mostravano ad esempio il monumento da un unico punto di vista e con un solo tipo di illuminazione (cfr. ibid., pp. 259-260). In sostanza, secondo il segretario di Brera, i modelli potevano « più che qualunque altro mezzo, risvegliare qualche ascosa scintilla di genio in chi li osserva ignaro dell’arte » (ibid. p. 260). Per quanto riguarda questo aspetto, la diversa condotta seguita ad esempio dall’Accademia Romana di San Luca può trovare un’indiretta conferma nelle note di spesa per le scuole; fra gli oggetti acquistati, trasportati o riparati per la cattedra di teoria dell’arte non sembrano infatti comparire i modelli di cui si faceva ampio impiego nell’Accademia milanese; cfr. P. Picardi, Spazi e strumenti didattici dell’Accademia di San Luca negli anni della Restaurazione, in Le “scuole mute” e le “scuole parlanti”. Studi e documenti sull’Accademia di San Luca nell’Ottocento, a cura di P. Picardi – P. P. Racioppi con la collaborazione di A. Cipriani – M. Dalai Emiliani, Roma 2002, pp. 169-214: 196; A. Cesareo, Antonio Canova e l’Accademia di San Luca, Perugia 2012. Si consideri altresì il « Piano Disciplinare » degli Statuti per le Accademie di Milano e Bologna del 1803; cfr. G. Lipparini, La R. Accademia di Belle Arti di Bologna, Firenze 1941, ripr. fot. L’Accademia di Belle Arti [e l’Accademia Clementina] di Bologna. Nel secondo centenario dell’Accademia di Belle Arti di Bologna 1803-2003, Bologna 2003, p. 109; Mostra dei Maestri di Brera (1776-1814), cat. a cura di [E. Bairati – G. Bora – A. M. Brizio et al.], Milano 1975, p. 313 (Appendice); Bossi, Scritti sulle arti cit., I, pp. 239-252; id., Discorso del Professore Giuseppe Bossi Segretario dell’Accademia, in Discorsi letti nella Reale Accademia di Milano in occasione della Pubblica Distribuzione de’ Premj L’Anno 1806, Milano 1806, pp. 3-18; Catalogo della Libreria del Fu Cavaliere Giuseppe Bossi […], Milano 1817 [ripr. fot. Firenze 1974]; S. Samek Ludovici, I disegni di Giuseppe Bossi nell’Accademia di Belle Arti di Brera in Milano, Milano 1948; Milano, Brera e Giuseppe Bossi nella Repubblica Cisalpina, Milano 1999. 48   BMCVe, Mss. P. D. c 2833, Cassa. 1808-1832, cit., p. [191]: « [1812] / Ho fatto diversi viaggi, fra quali sono stato a Forlì / a trovare i miei congiunti, e a Firenze per farvi / studi, estrarre disegni, e manoscritti per avanzare / l’opera mia ».

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corrispondenza e attraverso vari intermediari, quanto lo stesso Cicognara in una missiva del 15 febbraio 1817 richiede a Canova, in merito ai disegni da incidere nel terzo volume della Storia, ciò che torna a giustificazione di alcune anomalie riscontrate nell’indagine sul manoscritto vaticano: « Vi riscontro la ricevuta del cilindro ultimo speditomi colla carissima vostra 8 febbraio che se anche mi è costato qualche cosa mi è riescito assai caro, e mi è giunto prima di quello proveniente da Napoli che inoltraste a Cornelia, e per quante lettere abbia scritte a chi ella mi scrisse d’averlo consegnato, non sono per anche pervenuto a poter ricuperare. Cornelia è malata anche non lievemente. Ho riscontrati i disegni che mi pare vadano per la maggior parte a dovere. Vi prego dirmi se quello del gruppo di Le Gros alla capella di Sant’Ignazio nella chiesa del Gesù [Vat. lat. 13748, 538] è fatto da Hayez o da Baruffaldi. Il nome scrittovi di lapis, è del primo, ma io lo commisi al secondo. Comunque sia è benissimo fatto »49. L’identificazione dell’autografia rimane ancora in corso rispettivamente per i disegni relativi ad alcune sculture gotiche afferenti alla decorazione esterna con un particolare del pulpito della cattedrale alsaziana di Nôtre-Dame a Strasburgo (152-157)50, verosimilmente calcate dagli originali da un anonimo disegnatore francese, e per un paio di disegni tradotti in italiano dagli originali fatti eseguire da anonimi disegnatori francesi51, in particolare Diana nel giardino del Museo dei Monumenti Francesi a Parigi, forse di mano di Domenico Udine, ripresa frontalmente e da tergo (495-496), e incisa da due punti di vista alla Tav. LXXXIV (1816), come per alcuni disegni orvietani 645-647 – i primi due verosimilmente di mano di Ferdinando Dalla Valle (o di Francesco Hayez), il terzo di Francesco Hayez –, per il 648, dubitativamente riferibile a Ferdinando Dalla Valle, e il 657, riproducente alcune monete bizantine che ricordano quelle presenti nel 152, disegni, questi ultimi cinque, non pubblicati. Ancora in merito ai disegni del duomo di Strasburgo tradotti da Benedetto Musitelli nella Tav. XXXVIII (1813) cui segue, per confronto comparativo, quella che illustra alcune sculture di maestranze italiane nel pergamo di San Giovanni Fuorcivitas a Pistoia, segnalo che nel disegno 154, il San Giovanni (5), opera di Sabina di Steinbach, stilisticamente assimilabile ai modi di Properzia de’ Rossi, è « tratto da una copia autentica »52, come Cicognara precisa nel testo della Storia.

49   Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 15 febbraio 1817) ad Antonio Canova a Roma (BCBC, III.274.2706), in Canova, Epistolario (1816-1817) cit., II, pp. 686-690, nr. 625. 50  O. Schmitt, Gotische Skulpturen des Strassburger Münsters, 2 voll., Frankfurt am Main 1924. 51   Vat. lat. 13748, 497-500. 52   Cicognara, Storia, 1813, III, VIII, pp. 472, 473.

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Si verifica anche che le maestranze “invisibili” divengano erroneamente “visibili”: riscontro infatti che alcuni disegni sui quali Cicognara ha registrato l’esecutore figurano riprodotti a nome di altro disegnatore dichiarato nella tavola a essi relativa o in una sezione di essa.

Compiti dei disegnatori. Selezione, veduta possibile, inquadratura, controllo dello spazio Il Catalogo dei disegni collezionati dal Ferrarese esibisce una sorta di rifornimento di riprese dal vero, in edifici chiesastici, collezioni museali pubbliche o private, italiane e francesi, delineate dai disegnatori della bottega, nonché dallo stesso Cicognara, attraverso vari sopralluoghi nel corso dei quali gli operatori si trasformano anche in cronisti del patrimonio storico-artistico. Cicognara in numerose missive inviate a Canova – tramite per gli alunni pensionati a Roma – sollecita incalzante l’ottenimento del richiesto materiale grafico assunto in onere dagli allievi, reiterando l’istanza d’aver sott’occhio almeno il contorno disegnato sul quale sente l’occorrenza di ragionare: « Io non so come fare a scrivere senza materiali sott’occhio. È vero che se non avessi prima già tutto veduto, poco mi servirebbero i disegni: ma avendo veduto basta un cenno per ricordar tutto »53. Come appaiono disposti nel codice i disegnini non sono dunque semplici rappresentazioni grafiche ma veri e propri appunti scultorei in grado di fornire numerose informazioni artistiche, storiche e di stile. Di grande importanza, in ordine all’osservazione della realtà e alla riproduzione del vero, sono le annotazioni relative all’ubicazione o alla proprietà di alcune sculture (iscritte dai disegnatori, poi sovrascritte, riviste e integrate da Cicognara o apposte unicamente da quest’ultimo), la riproduzione delle titolazioni, e delle indicazioni presenti su cornicioni statuari, insegne, fastigi. Il disegno di traduzione, nel quale la resa di un’opera finita è funzionale a determinarne il senso dell’interpretazione, non si apre ad annotazioni duttili che spezzino la referenzialità puramente descrittiva dell’immagine e promuove una specifica convenzionalità linguistica; esso – tutt’altro che disegno di invenzione o di suggestione delle facoltà emotive – dà conto di riferimenti attenti alla tecnica di elaborazione della composizione strutturale, descrive il movimento e lo spazio occupato da elementi architettonici, monumenti, statue. Il contorno purgato rimane lo strumento su cui appoggiare la memoria, essendo riproduzione e sintesi dell’oggetto scultoreo da tramandare, breve e fedele trascrizione a penna o a matita che raffigura i tratti essenziali del testo scolpito e soprattutto le dinamiche dominanti, 53  Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 15 gennaio 1817) a Giambattista Sartori a [Roma], in Canova, Epistolario (1816-1817) cit., II, p. 634, nr. 569; cfr. infra, nt. 112.

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le linee che strutturano l’immagine. Si tratta di una forma di preciso e completo appunto visivo, di una traccia che sintetizza i movimenti, i ritmi e l’intero senso di un testo scultoreo, che indugia in momenti di descrizione, storicizzazione, identificando in un unico tratto i momenti peculiari dello stile e del sistema significante di ogni singolo autore. Il Catalogo esprime il modus operandi di Cicognara, mostra la concreta efficacia della fase preliminare di costruzione grafica, stabilendo il ruolo svolto dal disegno di traduzione nell’ideazione e realizzazione della Storia. Esso si compone di fogli in origine sciolti – per 26, come anticipato, di mano di Hayez, la foratura ospitata lungo il margine laterale sinistro informa trattarsi di fogli rilegati in un quaderno da disegno (portatile, di piccole dimensioni, per le esercitazioni raccolte sul campo, tra chiese e monumenti, finalizzate a riunire idee figurative per le immagini di traduzione) –, copie dal vero realizzate probabilmente in un breve torno di tempo e più volte riviste dallo storico ferrarese nella stesura della Storia; le annotazioni sulle opere, sui materiali e sui monumenti ripresi, le correzioni e le abrasioni, i cambi di inchiostro e di penna, lo sporadico uso del righello e l’impiego delle diverse riduzioni in scala raccontano il processo ideativo del lavoro, scandendone le tappe, dal diario delle riprese effettuate in loco e attestate dai disegni alla trasposizione nelle stampe di traduzione. Tuttavia alcune precisazioni di Cicognara apposte in calce ai disegni (« Questo Altare è demolito ») per dar conto di un monumento o di parti di esso non più esistenti, lasciano intendere che i disegnatori oltre che cavare i disegni sopra gli stessi originali – esercizio metodologicamente e culturalmente qualificante, utile sul versante della documentazione figurativa (come il Monumento sepolcrale di Guglielmo di Ciliano ripreso da Mazzuoli nel disegno 112) – possano anche aver attinto a repertori di immagini correntemente impiegati per ragioni didattiche negli esercizi accademici fra pratica artistica e modelli antiquari, per fornire agli allievi la possibilità di esercitarsi nello studio del disegno e in quello delle arti plastiche (i rilievi effettuati di fronte all’opera, allo spazio scolpito, colti grazie all’accordo metodico del volume e del piano, e restituiti con precisione documentaria si alternano a quelli tratti da copie e modelli). In merito a ciò segnalo quanto Cicognara scrive a Canova nell’aprile del 1812 per le riprese in Orvieto: « Ho scritto l’acclusa ad Hayez, che la prego passargli unitamente alle stampe del Duomo d’Orvieto del padre della Valle, avendolo pregato di segnarmi alcuna cosarella. Questi nostri alunni in Roma si distinguono: e molto mi piace anche Demin, confortandomi assai quanto ella di lui mi scrisse: e stiano pur certi che io sono tutto per loro. Siamo ai nuovi concorsi per Roma: e quest’anno le speranze sono per i [sic] scultori, due da’ quali io spero inviarle: che sono due angeli » ove

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il riferimento è alle Stampe del duomo di Orvieto dedicate alla Santità di Nostro Signore Pio VI. Pontefice Massimo, volume edito a Roma nel 1791 da Guglielmo Della Valle (1746-1796), composto da un breve testo e da 32 fogli con tavole calcografiche, di cui 8 ripiegate (le tavole contengono più illustrazioni in numero di 38 ma numerate solo dalla I alla XXXVI), disegnate da Giuseppe Barberi, Francesco Panini, Carlo Cencioni, Domenico Montefiori, Giuseppe Cades, Pietro Castellucci e incise da Domenico Pronti, Girolamo Frezza, Giovanni Battista Leonetti, Giuseppe Pozzi, Giovanni Ottaviani, Pietro Leone Bombelli, Luigi Cunego, Alessandro Mochetti, Francesco Morelli e Hubert Vincent54. Ai primi di ottobre dello stesso 1812 Cicognara ribadisce a Canova la premura per i disegni dei bassorilievi nella facciata del duomo di Orvieto: « Intanto vi prego di ricordare ad Hayez di tenermi la promessa dell’Inferno, che non so se abbia spedito al zio, e salutatelo per me ». I disegni di Hayez con due formelle rappresentanti rispettivamente l’Inferno ove « Un certo carattere di esilità e di emacciamento si scorge tanto nei corpi dei dannati come in quello dei demonj, e non resta chiaramente deciso quali sieno i più brutti, e quali i più ispiranti ribrezzo. Tutta la composizione in luogo di essere distribuita in quattro ordini, è distesa sopra due file, stando nel mezzo Lucifero, ma con meno filosofia dell’arte, poiché rappresenta più un paziente, che un imperatore del regno tenebroso », e la Risurrezione dei morti, privo di varietà di caratteri e dalle forme monotone, ove « le urne sepolcrali si schiudono in un secondo piano più elevato con debole intelligenza di prospettiva e come se fossero erette sulle spalle di coloro che stanno nel primo piano » compaiono nel disegno 73 Nicola da Pisa nel Duomo d’Orvieto e 75 e alla Tav. XVII (1813) incisa da Giacomo Gleria e titolata Sculture dei Pisani e di quella scuola sulla facciata del Duomo di Orvieto. Nel marzo del 1814, tornando sull’argomento in un poscritto a una missiva, così scrive da Ferrara: « Prima di passare al sig. d’Agincourt la mia risposta, la prego di leggere il luogo citato dell’opera mia per mia giustificazione. Per Dio quella bestia di editore, oltre i troppi errori che lascia trascorrere senza avvedutezza lascia anche nelle spiegazioni delle tavole positivamente credere che d’Agincourt pensi essere Nicola autore delle sculture d’Orvieto, mentre poi nelle dissertazioni muta opinione. Bisogna 54   Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 2 aprile [1812]) ad Antonio Canova a Roma, in Cicognara, Lettere ad Antonio Canova cit., pp. 173-174 (Appendice I, lettera 2); G. Della Valle, Stampe del duomo di Orvieto dedicate alla Santità di Nostro Signore Pio VI. Pontefice Massimo, Roma 1791; [id.], Storia del Duomo di Orvieto dedicata alla Santità di Nostro Signore Pio Papa Sesto Pontefice Massimo, Roma 1791. Cfr. inoltre Lettera di Leopoldo Cicognara (Ferrara 8 ottobre 1812) ad Antonio Canova a Roma, in Cicognara, Lettere ad Antonio Canova cit., pp. 25-28 (lettera V): 27, nt. 3.

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

che nelle tavole si dica positivamente ciò che è, e che siano consentanee al testo. Tutti gli scrittori precedenti sono caduti in questo sbaglio, e non è strano ch’io pensassi esservi caduto anche d’Agincourt. Ma quando io avessi pubblicato le tavole disgiunte dal mio testo, io non avrei dato luogo a questo dubbio, poiché io ho assegnate le sculture d’Orvieto così – Sculture dei Pisani e di quella Scuola nel Duomo d’Orvieto Tav. XVII – e non già di Nicola – come nella tavola di d’Agincourt. Io prendeva di molte di queste rappresaglie, e perciò mi sono messo al coperto con avvedutezza ». Il rimando è alla Pl. XXXIII (foglio di mm 315 x 452; matrice di mm 244 x 363; riquadro figurato di mm 225 x 348) incisa all’acquaforte con il Seguito delle Opere di Niccola da Pisa e de Suoi Scolari bassirilievi della facciata principale della Cattedrale d’Orvieto. XIV e XIV [sic] Secolo dell’Histoire de l’Art par Les Monumens di Seroux d’Agincourt, scandita in dieci riquadri figurati ove quello contrassegnato « 8 » (di mm 72 x 109) riprende una sezione del primo riquadro della tavola pubblicata da Cicognara, più fedele rispetto all’estrapolazione fatta dal Francese, anche se il fondo con ombreggiature ravvicinate fa risaltare le figure ed è più pittorico rispetto a quello più disegnativo di Cicognara55. La parafrasi linguistica che connota i vari disegni è governata da una rigida tensione lineare talora geometrizzante e assai rigorosa e misurata nelle modulazioni chiaroscurali. La discriminazione fra definizione geometrica e linea artistica dichiara infatti il senso percettivo e il significato figurativo dello sfumato e in senso stretto dell’ombreggiatura a tratto incrociato, veicolo quest’ultimo di una scelta linguistica che nel disegno investe il rapporto fra scienza ed arte. Essa affonda coerentemente le radici nella sua funzionalità e va decodificata nell’essenzialità elementare della linea di contorno che unifica l’immagine, differenziata anche con l’aggiunta di specificazioni analitiche interne, caratterizzando i modi rappresentativi di ciascun disegnatore. In realtà la potenza evocativa di valori plastici e la tensione dinamica della linea trascendono il carattere geometrico del contorno e preconizzano esiti sostanziali nelle riflessioni e teorizzazioni sul disegno cicognaresco e la sua sperimentazione grafica. Le singole im55   Lettera di Leopoldo Cicognara (Ferrara 19 marzo 1814) ad Antonio Canova a Roma, ibid, pp. 66-69 (lettera XVIII): 69. Cfr. J.-B.-L.-G. Seroux d’Agincourt, Histoire de l’Art par Les Monumens, trad. Storia dell’arte dimostrata coi monumenti dalla sua decadenza nel IV secolo fino al suo risorgimento nel XVI di G. B. L. G. Seroux d’Agincourt Tradotta ed illustrata da Stefano Ticozzi [III-VI Prima traduzione italiana], 8 voll., Prato 1826-1829, VII, Tav. XXXIII e V, pp. 380-382; per il riferimento ad alcune parti della tavola d’insieme cfr. ibid, 119, 196, 237, 286. Si veda anche quanto rilevato – scrivendo sul metodo storico oggettivo di d’Agincourt – da C. L. Raggianti, Profilo della critica d’arte in Italia, Firenze 19732, pp. 133-134; cfr. inoltre T. Patetta, L’architettura nella “Storia della scultura” di Leopoldo Cicognara, in Architettura nella storia. Scritti in onore di Alfonso Gambardella, a cura di G. Cantone – L. Marcucci – E. Manzo, II, Milano 2007, pp. 630-638: 631, 636, nt. 16.

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magini presentate all’interno di un coerente sistema di sintassi, comparativo di misure e di rapporti, imposte dal materiale impiegato per fissarle e dal modo di delinearle, lasciano intendere una sorta di subordinazione delle varie tecniche alla volontà elaboratrice della richiesta artistica, idonea al piano istruttivo e divulgativo dell’opera, in ordine a un’evoluzione preordinata e unitaria, propria dello spirito del committente; ogni tecnica segue infatti proprie leggi che non si definiscono solo attraverso l’uso di una specifica strumentazione quanto piuttosto attraverso la linea di un determinato sviluppo. I disegni rappresentano una manifestazione particolarmente significativa del linguaggio visivo connaturato alla Storia, quale componente privilegiata del lavoro che si svolge nelle botteghe e nelle accademie; si presentano come studio per ovvero come traccia delle opzioni che precedono l’elaborazione più o meno definitiva della traduzione calcografica, costituendo il segno di una riflessione sul passato, di un’attenzione e di una lettura che non vanno comunque oltre la definizione di copia da (il lemma copia – i termini aemulatio e imitatio si riferiscono invece non tanto alla precisione della copia, ma alla capacità del copista di accostarsi alle caratteristiche di stile di un maestro – non va necessariamente inteso nell’accezione invalsa in epoca moderna, specie dopo l’invenzione di procedimenti volti alla riproduzione fedele di testi figurativi); proponendosi con la sottigliezza e la fragilità dei mezzi e dei materiali che sono loro propri, rimangono assolutamente esaurienti in se stessi e riassuntivi di una stratificata sequenza di elaborazione dell’immagine – manifestandosi la forma attraverso l’incisività dei profili –, come emerge dal confronto della definizione grafica con la corrispondente risoluzione incisoria56. Calcati da opere originali, riproducono fedelmente in scala ridotta, talora da copie autentiche o a grandezza naturale, frontalmente e generalmente dal basso all’alto o meglio ad “altezza d’occhio” (l’allontanamento, rimpicciolendo sempre più gli oggetti, tende a ridurre le tre dimensioni al dato d’una superficie, con rapporti calcolati con precisione matematica), utilizzando diverse angolazioni, prospetti architettonici, edifici sacri e profani, monumenti, anzitutto sepolcrali, predisponendo per altorilievi e bassorilievi, per sculture isolate e particolari (nelle immagini singole e soprattutto nelle statue a tutto tondo, il corpo umano nudo, è elaborato recto-verso; nondimeno la visione frontale o prevalentemente frontale è in genere privilegiata) la possibilità della visione ravvicinata, funzionale alla resa plastica della visione; la forma della scultura è tale per cui le impres56   C. Mazzarelli, La copia. Per un « diagramma parallelo », in La Copia. Connoisseurship, storia del gusto e della conservazione. Giornate di Studio del 17-18 maggio 2007 Museo Nazionale Romano – Palazzo Massimo alle Terme, a cura di C. Mazzarelli, San Casciano in Val di Pesa 2010, pp. 15-33; [G. Calcani], Alle origini della copia, ibid., pp. 41-64 e figg. 1-8.

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sioni mutevoli che si hanno osservandola da diversi aspetti si integrano bene con l’impressione della sua interezza, grazie al senso di movimento che essa trasmette. Le raffigurazioni vengono affrontate a livello visivo in molteplici varianti (frontale, da tergo, di profilo o di tre quarti, di spalle, multiprospettica), in rapporto alle tipologie, agli atteggiamenti, alle forme di inquadratura ed è impossibile escludere da queste riflessioni un richiamo ai collegamenti fra la cultura figurativa antica e quella dell’età moderna. Guardando ancora alla figura isolata, la visione da tergo, con il personaggio collocato in primo piano per una precisa scelta di ordine stilistico, risulta a tratti protagonista, riservata al coinvolgimento di osservatori inclini alla riflessione sull’immagine; quanto alla scelta della visuale, il bilancio fra personaggi raffigurati di fronte o di schiena, nudi o ammantati rimane favorevole all’approccio frontale, dato che sia nella statua/figura singola sia nelle composizioni tende a prevalere l’esigenza di riconoscibilità ed essa si giova della presentazione del lato anteriore, per l’apporto del volto e la possibilità di sottolineare meglio le ragioni del corpo (misure e proporzioni), dettagli dell’abbigliamento o del panneggio e gli oggetti che tiene presso di sé, come già peraltro testimoniato dagli orientamenti di Cennini, ribaditi da Ghiberti e Alberti nel De pictura e nel De statua. Quanto alla scelta ragionata della raffigurazione di spalle è opportuno sottolineare anzitutto il fatto che in genere in tale opzione il personaggio raffigurato di schiena non mostra il volto, o può rivelare la linea del profilo, e quindi la fisionomia non toglie spazio alla concentrazione sull’anatomia; anche l’acconciatura è poco caratterizzata vista da dietro, e ciò si allinea talora all’assenza del volto, assenza che indipendentemente dalla visione recto o verso, risulta prescelta. Si consideri ad esempio la soluzione adottata due volte nella Cappella Medici in San Lorenzo da Michelangelo che lascia appena abbozzati i volti del Giorno e del Crepuscolo e assegna ampio rilievo ai corpi poderosi e alla loro articolazione57 (cfr. Vat. lat. 13748, 342, 343; 1816, Tav. LVIII). Come rilevato da Gigetta Dalli Regoli « se si guarda al corpo umano come struttura tendenzialmente statica oppure animata da interne tensioni, la visuale si concentra non solo sul volto ma anche sul tronco e sulle membra; e gli stati d’animo e gli affetti, specie ove il volto non sia visibile, si manifestano attraverso la contrazione più o meno accentuata di muscoli e tendini »58. 57  Dalli Regoli, Al centro del disegno cit., pp. 11-22; R. P. Ciardi, Firenze di fronte a Roma. Difesa del primato e fiducia nella tradizione, in Il Cinquecento, a cura di R. P. Ciardi – A. Natali, Firenze 2000, pp. 9-52: 30-34. 58  Dalli Regoli, Al centro del disegno cit., pp. 13-14.

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Sorprende l’assenza nel codice vaticano del David mediceo in bronzo di Donatello59 – il David marmoreo di Buonarroti ostende tuttavia la propria tipologia virile irrobustita, e chiara è l’impronta vittoriosa del giovane atleta, immobile e stabile in una situazione di equilibrio attentamente soppesata (337; 1816, Tav. LVII; 1818, Tav. XLVI) –, opera che rappresenta un punto nodale della vicenda complessiva della rappresentazione del nudo virile, sapida di varianti e articolazioni; l’immagine a tutto tondo dell’eroe, che elevato su una colonna impone all’osservatore un percorso circolare dal basso, con il corpo intatto e levigato in posa trionfante pare respingere una visione preferenziale; nell’approccio frontale l’immagine risulta orientata in senso narrativo per l’evidenza della testa di Golia e della giustapposizione del sasso e della spada, mentre sui lati e da dietro si impongono all’attenzione soprattutto elementi formali, le linee e il modellato, e la lunga elaborata ala dell’elmo di Golia aderente alla coscia del giovane, componente insolita e audace della soluzione donatelliana60. La generale visione ad altezza d’occhio opera talora anche un compromesso fra visione naturale e visione mentale ovvero senza distorsioni prospettiche, come appare limitando il confronto fra il disegno 499, di anonimo disegnatore francese, Disegno originale Francese / tradotto al numero 493 in Ital. e il 493, verosimilmente di Hayez: in quello francese la parte superiore della statua è vista da sotto mentre quella inferiore del basamento è vista da sopra, in una visione naturale deformata secondo la prospettiva; nella sua traduzione italiana la parte superiore è ancora vista da sotto mentre quella inferiore è vista ad altezza d’occhio. L’immagine della cariatide è dunque ripresa secondo una visione ad altezza d’occhio tripartita (sezione superiore, mediana, inferiore). La sezione dedicata ai disegni francesi tradotti in italiano palesa come in questi ultimi lo spessore dell’impianto naturalistico sovrasti il richiamo arcaizzante. Ciò induce anche alla riflessione sul passaggio da un codice figurativo all’altro fra le due culture, a un’indagine sul transfert culturale, che è una traduzione, poiché corrisponde al passaggio da un codice (figurativo) all’altro, come rilevato da Michel Espagne in un ormai canonico studio61.   Cicognara, Storia 1816, IV, III, p. 73.  E. Lazzarini, Nudo, arte e decoro. Oscillazioni estetiche negli scritti d’arte del Cinquecento, Pisa 2010, pp. 79-99; F. Ames-Lewis, La rappresentazione del nudo nell’arte fiorentina del primo Rinascimento, in La Primavera del Rinascimento. La scultura e le arti a Firenze 14401460, cat. a cura di B. Paolozzi Strozzi-M. Bormand, Firenze 2013, pp. 61-67: 66, fig. 45; O. Schiavone, Michelangelo Buonarroti. Forme del sapere tra letteratura e arte nel Rinascimento, Firenze 2013, pp. 21-43: 27-31. 61   M. Espagne, Il ruolo della traduzione nella genesi del Neoclassicismo (trad. di S. Ferrari), in Traduzioni e Traduttori del Neoclassicismo, a cura di G. Cantarutti – S. Ferrari – P. M. Filippi, Milano 2010, pp. 13-21; Traduzione e Transfert nel XVIII Secolo tra Francia, Italia e Germania, a cura di G. Cantarutti – S. Ferrari, Milano 2013. 59 60

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Alla visione da molteplici punti di vista richiesta dalle immagini tridimensionali – il Mercurio volante di Giambologna (di cui si conoscono tre versioni, sintesi di ritmi alternati, equilibrati nella guizzante torsione del dio alato nelle quali trova magistrale espressione la pluralità di visione, svincolata da qualsiasi norma geometrica, prima fra tutte la prospettiva di tipo brunelleschiano, razionale e commensurabile) disegnato da Domenico Udine, rispettivamente di profilo, di tre quarti, di fronte (Vat. lat. 13748, 394, 395, 396; 1816, Tav. LXXIII) – si affianca nel codice vaticano l’impiego della rappresentazione di spalle, di tre quarti, da destra e da sinistra (una sorta di variante della triade di fronte, di profilo e di spalle e della giustapposizione di una figura di fronte e una di spalle), impiegata per i pugilatori Creugante e Damosseno disegnati da Tognoli e Hayez (612, 613, 614, 615; 1818, Tav. XXXVI). A proposito di tre statue « Di Baccio Bandinelli. Nel circondario dell’Altar maggiore in S. Maria del Fiore » (349, 350, 351; 1816, Tavv. LXIV, LXV), disegnate da Udine – impossibile separare il valore iconografico da quello stilistico per il debito col maestro –, la sperimentazione o il confronto si giocano invece sulla giustapposizione di una visione a contrasto, due di profilo, una terza di spalle: « Nelle Tavole LXIV. e LXV. veggonsi alcune opere sue, e primieramente la nostra attenzione è richiamata da tre di quelle figure scolpite sui piedestalli fra i balaustri che racchiudono il Presbiterio nel duomo di Firenze, ove fu ajutato da parecchj altri scultori, ma i quali lavorarono sotto la sua direzione in quest’opera che venne a lui solo allogata. Queste figure scolpite in stiacciato rilievo sono fra le opere più stimate di Baccio, e le mosse non tanto quanto le bellissime pieghe vi si debbono ammirare, e talmente larghe, e facili, e distinte, che dai moderni non furono superate, giacché nessun avviluppamento e molta scioltezza si scorge che lasciando senza affettazione vedere le forme del nudo sottoposto, segnano nondimeno grandi linee e bellissimi partiti. La figura volta da tergo è da se sola una prova delle più distinte di quanto abbiamo finora asserito. Questi marmi vennero modellati, e fra le opere della scultura moderna sono fra le più sicure da proporsi allo studio di chi si dedica a un’arte piena di tante difficoltà, e non è meraviglia se a tale perfezione giunse nello studio di panneggiare avendo nella prima età fatto grande esercizio sulle opere di Filippo Lippi, e avendo succhiato il buon latte degli insegnamenti di Lionardo da Vinci che conviveva moltissimo con Gio. Francesco Rustici maestro del Bandinelli. Il basso rilievo che da noi si presenta è parimente fra le più celebrate produzioni del Bandinelli: questo si vede in Firenze sulla piazza di s. Lorenzo, e orna una delle fronti del basamento grandioso sul quale doveva esser posta la statua sedente scolpita dallo stesso artefice rappresentante Giovanni de Medici

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detto dalle bande nere, la quale non venne terminata, e rimase soltanto alla pubblica vista esposta questa gran base »62. Le modalità di ripresa esaminate (lo studio dal vero e dall’antico, il tipo di posa e la connessa visuale) si identificano in un buon numero di disegni dal modello e raffigurazioni dal vero, studi che secondo molteplici visuali e varietà di pose rispondono all’esigenza di comporre la struttura illustrativa della Storia, indispensabile supporto mnemonico-visivo di un ragionamento artistico mediato dal riferimento all’immagine. Per la statuaria e la ritrattistica (studi di teste e varia geometrizzazione dello schema facciale che non attenua tuttavia la vivacità del modello) il repertorio di posture e la raffigurazione di situazioni animate da contrasti e tensioni, accentuazione o alterazione dei lineamenti e peculiarità della fisionomia – con torsioni e risalto del modellato – rivelano un intenso lavoro di preparazione all’interno dell’atelier cicognaresco, con qualche traccia di autorevoli soluzioni quattrocentesche, ed episodici e personali riepiloghi delle invenzioni dei maestri più noti. Coesiste e ha un peso significativo a diversi livelli, primo fra tutti quello della funzionalità didascalico-didattica, una sorta di inerzia iconografica: con equilibrio e abilità Cicognara usa lo strumento della selezione, dell’induzione e della citazione dal vero esemplificativa, introducendo negli schemi compositivi – nuovi o rinnovati dal loro dialogo (comparativo e induttivo) – quegli exempla che l’osservatore possiede nella memoria come componente consolidata del proprio sapere culturale o impara a conoscere. Materiali eterogenei vengono studiati, copiati e interpretati dai disegnatori, con tracciati sicuri, pur nella netta diversità delle stesure, ma con analoghe scelte di approccio all’elaborazione visiva, sfiorando velocemente il piano del foglio, in dipendenza dalla loro specifica qualità e dalla loro pertinenza cronologica e stilistica; gli accostamenti operati da Cicognara nella disposizione dei singoli disegni si presentano come forme di collegamento dirette ed esclusive, indizi di assonanze derivanti dalla combinazione di riflessioni e comparazioni diverse. In relazione agli aspetti della creazione della rappresentazione – tecniche, strumenti, materie, forme –, segnatamente ove risulta più evidente l’avvenuto compromesso fra visione naturale e visione mentale, interessante è l’analisi di alcune asserzioni cicognaresche affidate a iscrizioni fissate all’interno di un disegno o sul foglio di supporto. Peculiare ambito di analisi richiedono infatti i disegni francesi e i disegni tradotti dal francese in italiano, come Cicognara informa in una nota di corredo vergata a penna con inchiostro bruno entro il margine inferiore destro del disegno 62   Cicognara, Storia 1816, V, III, pp. 305-306. Cfr. D. Heikamp, Repertorio. Opere autografe non in mostra, in Baccio Bandinelli scultore e maestro (1493-1560), cat. a cura di D. Heikamp – B. Paolozzi Strozzi, Firenze-Milano 2014, pp. 583-585, nr. XII.

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497: « Disegno eseguito in Francia / che si è poi tradotto in Italiano » e, ancora, in calce al disegno 500: « Questi disegni [497-500] fatti eseguire in Francia fù d’uopo farli tradurre, malgrado che / mi sia servito di quanto di meglio esisteva in quella Capitale in punto disegnatori ». Per la rassegna relativa alla scultura francese, si tratta di un nucleo di opere – di Jean Goujon, Germain Pilon, Jean Cousin, Pierre Bontemps – che, come sottolinea lo storico ferrarese, onorano maggiormente lo scarpello francese, come quelle che si attribuiscono a Goujon e che ricordano lo stile toscano per la grazia della composizione, la gentilezza delle forme, il tocco vivace dello scarpello; ma peccano generalmente nel disegno, vi sono difetti d’insieme che saltano agli occhi con troppa evidenza, e sovente la grazia degenera in maniera63. Parlando delle Tavv. LXXXII e LXXXIII che con le Tavv. LXXXI e LXXXIV (1816) – cui si aggiungono le Tavv. XVI e XVII (1818) – sono dedicate in parte o interamente al Musée des Monuments Français, Cicognara scrive: « I due bassirilievi che da noi sono stati posti l’uno a fianco della / figura alata e l’altro al disopra della Cariatide enunciata che appartengono / allo stesso scarpello di Jean Goujon, dimostrano con più evidenza le scor / rettezze del suo disegno, il poco insieme delle parti, e lo stile manierato / congiunto però sempre a una certa grazia che si può meglio riconoscere nel / basso rilievo delle Nereidi della Fontana degli innocenti alla Tav. LXXXIII. / in cui disconvengono meno che in ogni altra più grave composizione certi / vezzi un po’ ricercati. Direbbesi che lo stile di questo scultore della Fon / tana si avvicinasse a quello del Leopardi in Venezia che non manca di tal / genere di vaghezza, sebbene più castigata, come abbiamo veduto nei pili / di bronzo alla piazza di san Marco, e nel monumento Vendramin »64. Vanno dunque esaminati i disegni di opere francesi (488-504) e i disegni rifatti (fatti tradurre) (497-500) che appaiono riprodotti nelle Tavv.   Ibid., V, VI, pp. 377-378.  Ibid.,p. 380; inoltre Cicognara, Storia 1816, IV, VII, pp. 198-199, ove osserva che il museo è troppo buio, umido e freddo per permettere una seria attività di studio. Sull’esposizione del passato al Musée des Monuments Français (1795-1816) – la cui collezione da un lato racconta attraverso i monumenti una fra le svariate storie nazionali della Francia e, dall’altro, costituisce il momento fondante della storiografia romantica francese – e la sua influenza sulla nouvelle école historique, cfr. L. Regazzoni, Il Musée des Monuments français. Un caso di costruzione della memoria nazionale francese, in Storicamente 3 (2007), (), contributo che individua ed esamina il mutamento della rappresentazione e della definizione della storia avvenuto fra la fondazione del museo e la sua ricezione, approfondendo i criteri di selezione e di esposizione dei monumenti adottati dal suo fondatore Alexandre Lenoir de Sellier (Scellier), così come analizza il significato ambivalente dell’attributo storico, riferito tanto al museo quanto ai monumenti esposti, il cui status oscilla fra quello di testimonianze del passato e quello di opere d’arte; inoltre Gallo, La Storia della scultura de Cicognara cit.; F. Haskell, Le immagini della storia. L’arte e l’interpretazione del passato, Torino 1997, pp. 209-224: 217-218; pp. 117-141: 118-127. 63 64

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LXXXII, LXXXIV (1816) – pertinenti, con le Tavv. LXXXI e LXXXIII, i Monumenti Francesi –, come già nella LXVII (1816) dedicata ai « Bronzi di Benvenuto Cellini »: Tavv. LXXXI – LXXXIV (1816) Vat. lat. 13748, 488-504 Vat. lat. 13748, 497-500

Monumenti Francesi disegni di opere francesi disegni rifatti (fatti tradurre)

disegni tradotti dal francese in italiano disegni francesi 497: Tav. LXXXIV 496: Tav. LXXXIV 498: Tav. LXXXIV 495: Tav. LXXXIV 499: Tav. LXXXII 493: Tav. LXXXII 500: Tav. LXVII 376: Tav. LXVII Quanto ai disegni francesi e ai disegni tradotti dal francese in italiano – resi, i primi, con sottrazione di linee, dettagli e particolari espressivi –, segnalati dalla nota apposta da Cicognara entro il margine inferiore del foglio 500, limitando il confronto fra il « disegno originale Francese » 499 e il disegno « tradotto al numero 493 in Ital[iano] » osservo che nel primo la parte superiore della statua è vista da sotto mentre quella inferiore è vista da sopra, in una visione naturale deformata secondo la prospettiva, e che nella sua traduzione italiana la parte superiore è ancora vista da sotto mentre quella inferiore del basamento, è vista ad altezza d’occhio, operando un compromesso fra visione naturale e visione mentale, ovvero senza distorsioni prospettiche; l’immagine della cariatide è ripresa secondo una visione ad altezza d’occhio tripartita, in ordine a una rappresentazione che è anche conforme alla dimensione ottico-percettiva del fruitore, come già il Monumento sepolcrale per il cardinale Consalvo vescovo di Albano realizzato nel 1299 da Giovanni Cosmate in Santa Maria Maggiore a Roma, delineato dallo stesso Leopoldo Cicognara nel disegno 116 e tradotto da Giacomo Gleria alla Tav. XX (1813); altra appare invece la visione del monumento pubblicata nella Tav. XXV dal d’Agincourt (« Scul. »; « T. XXIV » / « Mausoleo del Cardinale Consalvo in S. Maria Maggiore a Roma. XIII° Secolo. »)65. 65  Rizzioli, L’officina di Leopoldo Cicognara cit., Appendice III, nt. 16. La numerazione delle tavole nell’edizione Giachetti curata da Ticozzi corrisponde fedelmente a quella dell’edizione francese; solo l’edizione Fanfani ne aggiunge tre nella sezione della Scultura dedicate al Paliotto di Sant’Ambrogio a Milano, numerate XXVI.A, B, C; cfr. Storia dell’arte col mezzo dei monumenti dalla sua decadenza nel IV secolo fino al suo risorgimento nel XVI di G. B. L. G. Séroux d’Agincourt con aggiunte italiane. – Milano, Ranieri Fanfani, contrada de’ Borsinari, in foglio. / La stessa tradotta ed illustrata da Stefano Ticozzi. Prato, pei fratelli Giachetti, colle tavole in foglio, e col testo in foglio ed in 8.°, in Biblioteca Italiana o sia Giornale di Letteratura,

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Analogamente, comparando il disegno 500 alla sua traduzione italiana (376), di mano di Udine, l’immagine celliniana nella versione francese, vista da sotto, manifesta una resa rigida e compressa, una sorta di improprietà di linguaggio e di mancanza di fluidità; la versione italiana appare invece interpretata con delicata e armoniosa naturalezza. La linea risulta dunque intesa come valore espressivo autonomo, sintesi di componenti dinamiche e volumetriche, cifra simbolica e geometrica di delimitazione dei corpi in grado di evocare tensioni linguistiche polivalenti e di comporre prospettive stilistiche e pragmatiche diversificate. La disamina sull’apprezzamento critico delle due antitetiche tipologie rappresentative esprime il predicato estetico della qualità del disegno. Se al riguardante interessa l’opera com’è uscita dalla mente dell’artista – non come potrebbe essere invece vista e ammirata dal fruitore – Cicognara ha inteso probabilmente assecondare questa esigenza in ordine allo scopo, alla prassi didattica dell’opera (conformemente all’accezione di Milizia), ovvero modelli da copiare e replicare, supervisionando nondimeno tecniche esecutive, varietà, singolarità, autonomia del modus operandi di ogni disegnatore in relazione allo studio e alla stampa – campo interferente con quello del disegno – e alla diversità di esecuzione richiesta rispettivamente dalla traduzione e dalla copia66. Scienze ed Arti 12/45 (Marzo 1827), vol. XLV, pp. 326-338; D. Mondini, Mittelalter im Bild. Séroux d’Agincourt und die Kunsthistoriographie um 1800 cit., pp. 320-324; K. Niehr, Jean-Baptiste-Louis-Georges Seroux d’Agincourt. Histoire de l’art par les monumens, in Bilderlust und Lesefrüchte. Das illustrierte Kunstbuch von 1750 bis 1920, cat. a cura di K. Krause- E.-M. Hanebutt-Benz, Leipzig 2005, pp. 87-91, nr. 4. 66   Distinzione fra traduzione e copia che avrà modo di esprimere alcuni anni più tardi in una missiva indirizzata ad Antonio Fab(b)ris (Udine 1790 – Venezia 1865), orafo e calcografo noto per lavori di cesello in argento e di incisione su metallo e su gemme, il 6 luglio del 1831 (BCISi/Autografi Porri 36.39. Cicognara Leopoldo, 5, non descritta nel catalogo Bastianoni-De Gregorio): « Ho ricevuta la bella medaglia che mi avete mandata col mezzo della Bruna / e ve ne ringrazio distintamente. Essa è del genere largo e grandioso […] / Da voi non si poteva fare di più per ingentilire il gesto che è visibile di / troppo nell’esecuzione dello scultore, e per quanto si poteva la trivialità di / quell’artista scompare nella Medaglia. Voi ne avete condotte con garbo e / con quanto questo si poteva tutte le estremità, le pieghe, e sopra tutto / sempre bellissime le incisioni. La testa del Dante è grandiosa e ben / modellata. Io avrei voluto in essa un po’ più di bile Ghibellina. In / conclusione io credo che chi vedrà prima la Medaglia del Monumento / farà assai più onore allo scultore, che dopo aver visitato il marmo / Ma questo è il dovere delle Arti quando si può. Voi dovevate fare / una traduzione, e non una Copia [corsivi miei], ed è permesso al traduttore di / vestire delle grazie dell’Arte sua l’oggetto imitato, il che non sarebbe / dato a un copista, che debbe eseguire al mod. di un formatore ». Quanto all’indicazione della collocazione archivistica di quest’ultima missiva, non sarebbe incongrua l’indicazione col numero romano XXXVI.39 (come si trova sul frontespizio dell’inserto in oggetto afferente al faldone Autografi Porri XXXVI. 1-43); tuttavia quella in numeri arabi è stata utilizzata nei due volumi del catalogo Gli Autografi Porri della Biblioteca Comunale di Siena. Catalogo, a cura di C. Bastianoni – M. De Gregori, I: (1.1-10.53), Firenze 1982; II: (11.1-30.28), [Firenze]-Milano 1989, repertorio incompleto, che arriva a coprire solo le prime

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I singoli disegni che registrano le riprese effettuate da un certo punto di vista – nella prospettiva della verosimiglianza basata sull’estensione ridotta all’intelligibilità geometrica per definire il rapporto variabile fra valori aerei e figure – e che ritagliano i profili fra il mondo del reale e lo spazio astratto, una volta incisi si presentano singolarmente impaginati o composti per confronto comparativo in una stessa tavola, separando negli elementi scultorei le parti componenti, considerate talora distintamente anche nei rapporti: nella differenza o somiglianza delle parti e dei rilievi, e nella molteplicità dei rapporti in ordine ai quali la bellezza della scultura, ovvero quel particolare modo di essere delle parti capace di produrre aggradevole concetto, può essere considerata (« il Bello, il quale produce un’impressione sugli organi dei nostri sensi […] [nasce] dalla forma e dal colore delle cose […]. La forma esterna e il colore sono i due fonti d’ogni genere di bellezza, che spira dai corpi per l’impression della luce; e gli oggetti che hanno forma e colore appartengono al disegno »67). Non è tuttavia una semplice impressione che produce l’effetto di ricavare da ciò 30 scatole (o filze) delle 146 che costituiscono la collezione di autografi di Giuseppe Porri (il numero 5 che Porri ha apposto sul ritto alla missiva qui trascritta, non è ancora a tutti gli effetti parte integrante della collocazione, anche se può essere un ulteriore elemento di individuazione). Cfr. BMCVe, Mss. P. D. c 711/III (Prov. Malamani), Lettera di Antonio Fabris (Udine 21 dicembre 1826) a Leopoldo Cicognara a [Venezia], 103; L. Cicognara, Notizie intorno ad Antonio Fabbris udinese orefice, intagliatore, coniatore ec. A Francesco Nenci pittore [Firenze 20 Dicembre 1831 (Estr. dall’Antologia N.° 131.)], in Lettere, s.l., s.n. [1833?], pp. 1-7 (BMFi/AJ C XII 245); id., Della Calcografia ossia l’Arte d’incidere. Ragionamenti di Giuseppe Longhi. Milano 1830, Stamperia Reale. Volume Primo. Epistola al Chiarissimo Ab. Melchiorre Missirini, in Antologia. Giornale di Scienze, Lettere ed Arti 11/125 ([N.° 5. del Secondo Decennio] Maggio 1831), vol. XLII, pp. 117-142, anche in Lettere cit., pp. 1-26 (BMFi/AJ C XII 245); C. Johnson – C. Donazzolo Cristante, Fabris Antonio, in DBI XLIII, pp. 775-776. Per alcuni rimandi tematici inclusi nella lettera del luglio 1831 cfr. E. Querci, Il culto di Dante nell’Ottocento e le arti, in Dante vittorioso. Il mito di Dante nell’Ottocento, cat. a cura di E. Querci, Torino-Londra-Venezia-New York 2011, pp. 35-52; G. C. F. Villa, L’identità scolpita: appunti per la monumentalistica dantesca, ibid pp. 135-147. Cfr. Rizzioli, L’officina di Leopoldo Cicognara cit., La funzione delle immagini nella Storia della scultura, nt. 109. 67  L. Cicognara, Del Bello. Ragionamenti del conte Leopoldo Cicognara, Pavia 18252, pp. 29-55: 29, 31. Come è noto il bello in quanto derivato dall’idea di rapporto è la concezione elaborata da Diderot nella voce Beau dell’Enciclopedia, ricorrendo qui forse anche altri elementi ricavati dal Trattato delle sensazioni di Condillac. Cfr. L’estetica dell’Encyclopédie. Guida alla lettura, a cura di M. Modica, Roma 1988, p. 100; E. Migliorini, Studi sul pensiero estetico del Settecento. Crousaz, Du Bos, André, Batteux, Diderot, Firenze 1966; F. Bollino, Teoria e sistema delle belle arti. Charles Batteux e gli esthéticiens del sec. XVIII, in Studi di estetica. Bollettino annuale della sezione di estetica dell’istituto di filosofia dell’Università di Bologna 3 (1976), [ser. I, IV], pp. 1-261; id., Ragione e Sentimento. Idee estetiche nel Settecento francese, Bologna 1991; M. Delfico, Nuove Ricerche sul Bello, Napoli 1818, ripr. fot. a cura di A. Marroni, Pescara 1999; M. Sgattoni, Cinque lettere di Melchiorre Delfico a Leopoldo Cicognara, in Notizie dalla Delfico 1 (1995), pp. 5-25; C. Lenza, Monumento e tipo nell’architettura neoclassica. L’opera di Pietro Valente nella cultura napoletana dell’800, Napoli 1997, pp. 9-96: 47-60, 89-94, ntt. 197-293, in particolare pp. 50, 90-91, ntt. 220-221.

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un’idea del bello, quanto piuttosto, come prova il metodo dello storico ferrarese, considerare il paragone dei rapporti che un elemento scultoreo può eccitare e la combinazione dei rimandi alle varie scuole e maniere, i giudizi che derivano da idee di relazioni o legami esistenti fra le parti e la disposizione delle medesime, e alcune problematiche appartenenti alla storia dello stile e all’iconografia (la raffigurazione del nudo, i modelli, le pose, la visione da tergo, tendenzialmente trascurata rispetto alla visione frontale, l’immagine che si attribuisce a personaggi reali o ideali).

Metodi e strategie di reclutamento. Geografia delle riprese Dalle ricognizioni effettuate sul materiale documentario esaminato attraverso fonti manoscritte e a stampa – atti accademici, registri di verbali, libri e filze di riduzioni e atti d’ufficio, fondi accademici e fondi speciali, familiari e individuali, filze di acquisti e doni, cataloghi e raccolte di autografi, epistolari, corrispondenze, carteggi –, materiale visionato direttamente (in alcuni casi per il tramite di archivisti bibliotecari) presso fondi conservati in archivi statali, comunali e diocesani, o di fondazioni private, accademie e biblioteche (menzionati nel siglario) nonostante varie note informative in merito a singole opere compiute, poco ho recuperato nell’ambito della diretta commissione dei disegni in aggiunta a una serie di lettere inedite – rintracciate nell’Autografoteca Bastogi di Livorno, nella Biblioteca del Museo Correr nonché alla Marciana di Venezia, alla Biblioteca degli Intronati a Siena, all’Accademia Petrarca e alla Fraternita dei Laici in Arezzo –, alle indicazioni rilevate nel Libro cassa di Cicognara e a quanto si ricava da varie corrispondenze edite: carteggi intercorsi fra Cicognara e Canova conservati fra i Manoscritti Canoviani della Biblioteca Civica di Bassano e afferenti all’Epistolario; le Lettere scelte dell’inedito epistolario di Antonio Canova, edite a Vicenza da Longo nel 1854 per la cura di Valmarana, le Lettere di lui [Canova] al Conte Leopoldo Cicognara raccolte e pubblicate a cura di Vittorio Malamani nel 1890 in Un’amicizia di Antonio Canova; le Memorie del conte Leopoldo Cicognara tratte dai documenti originali e Canova entrambi dello stesso Malamani; le Lettere inedite del Cicognara a Francesco Nenci, pubblicate in forma compendiata nel 1964 da Francesco Abbate Paragone. Arte – gli originali autografi risultano irreperibili –; le Lettere di pittori e scrittori italiani contemporanei tratte dalla raccolta di autografi della contessa Cicognara e pubblicate in occasione delle doppie nozze Treves-Todros da Lodovico Lipparini con i tipi di Giacomo Passeri Bragadin a Venezia nel 1844, e molte altre edite per analoghe circostanze. Del Fondo Canova segnalo le 58 missive di Cicognara pubblicate da Gianni Venturi nel 1973, selezionate fra gli autografi

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conservati nella Biblioteca bassanese e suddivisi in due gruppi68: il primo, I.44 (1423-1437), di 15 lettere, copre un arco temporale che va dal 1788 al 1817; il secondo, III.274 (2643-2852), di 184 lettere più altre 10 di mittenti diversi, 5 minute, una ricevuta, un disegno e una carta da visita (le missive dalla 2808 all’ultima sono classificate per mese, mancando l’indicazione autografa dell’anno), interessa il decennio 1812-1822, nonché fra alcune Lettere familiari di Canova, quindici responsive a Cicognara, stilate lungo un arco temporale compreso fra il 14 settembre 1812 e il 2 ottobre 1822 nelle quali in aggiunta alle partecipate premure per gli allievi (Baruffaldi, Demin, Durantini, Hayez, Rinaldi, Tognoli) e alla gratificazione per i meriti del profitto curricolare, gli avanzamenti professionali, la buona condotta, vengono condivise alcune questioni riguardanti le opere da pubblicare nell’Omaggio e alcune considerazioni su vari capitoli della Storia (si veda quello relativo a Michelangelo) 69. Se la scelta dei giovani disegnatori cui affidare le riprese – parallelo itinerario di studio e approfondimento, ricerca formale fondata sulla copia e sul rispetto dei canoni, utile in occasione di altri lavori, a guisa di repertorio mentale, e non trascurabile integrazione delle loro entrate negli anni giovanili inteso a consolidare abilità, contenuti e stilemi di cui rimane evidente incidenza nel prosieguo della vicenda artistica – si verifica sulla base delle meritorie attitudini dimostrate nell’espletamento dell’iter formativo e concorsuale accademico, documentato presso le varie accademie di appartenenza, nonché dal pensionato romano all’Accademia Italiana, è proprio nella rete di relazioni, un vero e proprio network, stabilite dal Ferrarese attraverso i suoi corrispondenti (segnatamente Antonio Canova, Giovan Battista Sartori – nato dal secondo matrimonio della madre dello scultore, Angela Zardo, con Francesco Sartori –, Francesco Cancellieri – come ricorda Vittorio Malamani a proposito di Hayez –, Giuseppe Tambroni, Antonio D’Este, Pietro Benvenuti, Giovanni degli Alessandri, Tommaso Puccini70), che va individuato il canale privilegiato attraverso cui si attua l’affidamento dei disegni a contorno – sulla base di riprese e soggetti talora scelti, a quanto risulta dalla corrispondenza, dagli stessi disegnatori – e si verifica parimenti l’incalzante richiesta, in caso di ritardi, della consegna dei medesimi, a volte recapitati dagli stessi colleghi dell’of68   Inventari dei manoscritti delle Biblioteche d’Italia, LVIII. Bassano del Grappa, Firenze 1934, pp. 17, 33. 69  L. Cicognara, Biografia di Antonio Canova scritta dal Cav. Leopoldo Cicognara Aggiuntivi I. Il catalogo completo delle opere del Canova. II. Un saggio delle sue lettere familiari. III. La storia della sua ultima malattia scritta dal Dott. Paolo Zannini, Venezia 1823, pp. [75]-142: 102-119, 120-123, 125-127, 129-138, 141-142. 70   Per i tre ultimi cfr. Rizzioli, L’officina di Leopoldo Cicognara cit., Domenico Udine Nani per la Storia della Scultura, spec. ntt. 22-24; per Puccini cfr. anche infra, nt. 98.

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ficina (« Col ritorno di Rinaldi vi si manderanno già fatti »). Differimenti nella consegna che talvolta danno luogo anche a dispense e revoche della commissione che, originariamente assegnata a un disegnatore, a causa del ritardo nel recapito, viene su indicazione di Cicognara e per il tramite di Canova direttamente trasmessa ad altro disegnatore (« Ditemi quindi a chi volete che io gli commetta? »). Anche quest’ultimo mantiene tuttavia significativi contatti con l’ambiente artistico fiorentino come appare chiaro da un consistente nucleo di lettere rimaste a lungo inedite e che documentano i rapporti intercorsi con destinatari quali Giovanni degli Alessandri, i granduchi di Toscana, Carlo Fea, Giuseppe Tambroni, Isabella Teotochi Albrizzi, Alessandro D’Este; ampio spazio è altresì riservato ai rapporti dello scultore con gli artisti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze e con i giovani toscani perfezionandi nel suo atelier romano71. Uno dei pochi casi di committenza rintracciata in documenti autografi, per la maggior parte inediti, è quello riguardante l’imolese Cincinnato Baruzzi per il disegno da incidersi nell’ultima tavola della seconda edizione accresciuta della Storia, richiesta emersa dall’analisi di un carteggio afferente al Fondo speciale Cincinnato Baruzzi conservato nella Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna, nella Sezione dei manoscritti e dei rari72. In 71  Antonio Canova. Alcune lettere a Firenze (1801-1821). Inediti dall’Accademia di Belle Arti, dagli Uffizi, dalla Biblioteca Nazionale Centrale e dall’Archivio di Stato, a cura di A. P. Torresi, Ferrara 1999; cfr. l’attestato riportato a p. 19, nt. 6, relativo a Baruffaldi. 72   La Busta 64, del Fondo speciale Cincinnato Baruzzi, che contiene il fascicolo o, più correttamente, il sottofascicolo, è così composta: fasc. 64.5, sottofasc. 64.5.5, nr. 64.5.5.116: comprende 13 lettere (1823-1827) di Giovan Battista Sartori a Cincinnato Baruzzi e in allegato appunti di mano di Lino Sighinolfi sulla realizzazione del gruppo della Pietà – è presente fra le lettere e appunti vari quella del 31 agosto 1823 ove si parla del « disegnino » (64.5.5.9) e la successiva che riporta per il tramite dello scrivente la sollecitazione di Cicognara (64.5.5.10) e nello stesso sottofasc. vanno visti anche i nrr. 64.5.5.7, 64.5.5.9, 64.5.5.12, 64.5.5.13 (Pietà); 64.5.5.8 (« Bassorilievo Berio » [Compianto del marchese Berio]; studio romano di Canova); ibid, fasc. 64.5, sottofasc. 64.5.5, nr. 64.5.5.17, riproduzione fotografica dell’attestato di merito di Cincinnato Baruzzi rilasciato da Antonio Canova (4 marzo 1818). Le intestazioni del fascicolo 64.5 e del sottofascicolo 64.5.5, riportate nel testo di Clara Maldini recentemente pubblicato nel Bollettino della Biblioteca Comunale di Bologna – Carte Baruzzi dall’archivio di lavoro di Lino Sighinolfi: la busta 64 aggiunta al fondo speciale Cincinnato Baruzzi, in L’Archiginnasio 104 (2009), pp. 467-507 – sono le seguenti (fra virgolette le intestazioni attribuite da Sighinolfi): 64.5 « Caps. 67/3-14. Cincinnato Baruzzi » / 1815-1893, 1935-1939 (p. 480; per la descrizione del fasc. 64.5: pp. 480-488); 64.5.5 « Caps. 67/8a, b, c, d, e ». Attestati di merito / 1821-1834, 1935, [1940-1943] (p. 483; per la descrizione del sottofasc. 64.5.5: pp. 483-485). Di interesse in relazione alla presente ricerca, nella medesima Busta 64, vanno visti anche i seguenti materiali: un documento contenuto in un diverso sottofasc., il 64.5.1 (« Caps. 67/3 ». Varie / 1827-1949, descritto alle pp. 480-482), identificato come 64.5.1.13, è costituito da un appunto di mano di Sighinolfi con la ricostruzione della vicenda della vendita del gruppo della Pietà (ibid. p. 481); il fasc. 64.6 (« Caps. 67/15a-h. 1834. Vendita dello studio in Roma » / 1823-1828, composto da sei sottofascc., nr 64.6.1-64.6.6, descritto alla p. 489); il documento 64.7.5, contenuto in un diverso fasc., il 64.7 (« Caps. 67/16b-h ».

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un poscritto a una missiva inviata da Bassano il 31 agosto del 1823 l’abate Giovan Battista Sartori raccomanda a Baruzzi quanto segue: « P.S. Deggio pregarvi di fare un disegnino a contorni / purgati, del disegno del Gruppo della Pietà, disegno fatto dal / Toniolo, e che voi ritroverete a casa mia domandandone alla / Felice. Procurate che / sia eseguito presto, e bene, e nella dimensione d’una Tavola del 3o. Volume della Storia della / Scultura del Co. Cicognara, per cui serve il detto disegnino. Fate che il foglio sia di quella grandezza, perché deve aggiungersi / agli altri contorni delle opere di Canova, tirate in quella Storia, e / far serie a’ monumenti della stessa opera. »73. Un richiamo interno contenuto nella missiva redatta dall’abate a Possagno dieci giorni più tardi esprime le sollecitazioni di Cicognara: « P.S. Mi raccomando per il disegno / a contorno del Gruppo della Pietà. / Il Co. Cicognara me ne fa infinita / sollecitudine. »74. È verosimile pensare che il disegnino a contorno del gruppo richiesto da Cicognara per il tramite di Sartori con indicazioni riguardanti ductus e formato – fedelmente eseguite tanto che nella Collezione di disegni si lasciano distinguere sia nella versione a grafite relativa all’intero sia soprattutto nei tre studi di dettagli a matita nera, con Cristo, la Vergine e Maddalena, particolarmente ombreggiati – alla fine dell’agosto 1823 e sollecitato vivamente ai primi del mese entrante non sia pervenuto in tempo per essere tradotto calcograficamente; infatti alla Tav. LII (1823) compare inciso il disegno 677, di mano di Giovanni Tognoli, che, rispetto alla versione fornita da Baruzzi nel disegno 679 presenta variata – oltre alla tecnica e altri minimi dettagli – solo la disposizione del dito indice della mano di Cristo, unico significativo indizio per riconoscere quale delle due versioni sia stata incisa (disteso nella prima versione poi tradotta, piegato nella seconda versione, come nelle due traduzioni scultoree derivate dal modello in gesso, rispettivamente di mano di Bartolomeo Ferrari, in bronzo, e di Cincinnato Baruzzi, in marmo). Dalla ricognizione effettuata nell’Inventario a stampa del Fondo speciale Cincinnato Baruzzi, edito nel volume Uno Gestione e vendita dello studio romano di Antonio Canova / 1826-1834, descritto alle pp. 489491), costituito dall’accordo stipulato da Sartori e Baruzzi in merito alla realizzazione della Pietà (11 lug. 1829), con allegati (ibid p. 490); il documento 64.10.13 anch’esso contenuto in un diverso fasc., il 64.10 (« Caps. 67/19. Opere di Cincinnato Baruzzi » / Secc. XIX-XX, descritto alle pp. 493-495), costituito da una fotografia dei Fratelli Alinari (gelatina a sviluppo, mm 200 x 250) raffigurante l’opera realizzata nella chiesa del Salvatore a Terracina, nella prima cappella a destra (ibid p. 494). 73  BCABo/Fondo speciale Cincinnato Baruzzi, 1823-1827, Busta 64.5.5.9. Lettera di Giovan Battista Sartori (Bassano 31 Agosto 1823) a Cincinnato Baruzzi « Scultore / Studio Canòva » a Roma. 74   BCABo/Fondo speciale Cincinnato Baruzzi, 1823-1827, Busta 64.5.5.10. Lettera di Giovan Battista Sartori (Possagno 10 Settembre 1823) a Cincinnato Baruzzi « Scultore / Studio di Canòva » a Roma.

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scultore neoclassico a Bologna fra Restaurazione e Risorgimento, risulta che nella corrispondenza di Baruzzi non sono presenti lettere a lui inviate da Giovan Battista Sartori o da Cicognara; non è da escludere che in altre serie documentarie del fondo (minute di lettere inviate, contabilità) siano presenti puntuali riferimenti al gruppo della Pietà. Nel Profilo biografico [di C. Baruzzi] redatto da Clara Maldini si legge (p. 14, nt. 6) « Sul celebre gruppo della Pietà si veda il fasc. ms. Documenti in parte autografi e in parte in minute intorno al gruppo della Pietà ideato dal celeberrimo scultore Antonio Canova, ed eseguito in marmo da Cincinnato Baruzzi conservato nella Raccolta Ambrosini delle Collezioni d’Arte e Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna (cfr. Inventari dei manoscritti delle Biblioteche d’Italia, vol. XIV, Forlì, Bordandini, 1909, p. 30, nr. 151) »; si tratta di un fascicolo manoscritto non omogeneo – afferente alla Raccolta Ambrosini (1828-1831) conservata presso la Biblioteca d’Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale (di proprietà della Fondazione Carisbo), così come tutto il Fondo Ambrosini dal quale proviene – che, relativo alla traduzione in marmo del gruppo della Pietà si compone di 16 carte sciolte, alcune riempite anche sul verso, non compilate dalla medesima mano, e al quale non è accluso alcun disegno75. Solo pochi degli artisti che costituiscono l’entourage dei disegnatori e degli incisori della Storia – alcuni dei quali, veneti o attivi sul territorio, collaborano successivamente anche all’Omaggio alla Maestà di Carolina Augusta Imperatrice d’Austria fatto dalle Provincie Venete76, « uno dei più ricchi complessi di  BSGPBo/Fondo Ambrosini, Ms. C. II, 39, 1-16.   [F. Cicognara], Omaggio alla Maestà di Carolina Augusta Imperatrice d’Austria fatto dalle Provincie Venete. Edizione Seconda, a cura di B. Gamba, Venezia 18182, pp. [72], tavv. 17; Bartolomeo Gamba collabora alla redazione del volume uscito in due edizioni nello stesso 1818, trattandosi di uno dei più ricchi complessi di opere d’arte di quest’epoca a Venezia, unitario per la tematica e i principi ispiratori; cfr. F. Mazzocca, in Hayez, cat. a cura di M. C. Gozzoli – F. Mazzocca, Milano 1983, pp. 38-40: 40, nr. 8. Vengono anche coinvolti, per il tramite di Canova, i migliori allievi dell’Accademia veneziana a Roma, come Hayez e Demin, che nel 1817 – plausibilmente all’inizio del mese di giugno (cfr. BLLi/Autografoteca Bastogi, Cass. 28, Ins. 1704, contenente due missive di Leopoldo Cicognara, firmate da Venezia il 3 e il 14 giugno 1817 e indirizzate al conte Augusto Agosti, membro della Congregazione Centrale del [Regno Lombardo-] Veneto) – si portano a Venezia per la messa in opera dei dipinti loro assegnati. L’Omaggio consta di 17 tavole incise, riproducenti pitture di genere storico, vedute, due gruppi in marmo, bassorilievi, are, lavori di oreficeria, con i ritratti dell’imperatore e dell’imperatrice incisi da Vincenzo Giaconi su disegno di Francesco Cicognara, figlio del conte Leopoldo. Fra i disegnatori e gli incisori figurano i nomi di Giovanni (Battista) Balestra (Bassano 1774 – Roma 1842), Antonio [non Giuseppe] Bernatti, Giuseppe Borsato, Antonio Canova, Francesco Cicognara, Giovanni Girolamo Cipelli, Giuseppe Dala, Giovanni Demin, Pietro Fontana (Bassano 1762 – Roma 1837), Vincenzo Giaconi (Giacconi) (Tremignon 1760 – Venezia 1829), Francesco Hayez, Luigi Martens, Rinaldo Rinaldi, Giovanni Tognoli, Felice Zuliani. Cfr. G. Pavanello, in Venezia nell’età di Canova 1780-1830, catalogo della mostra, a cura di E. Bassi – A. Dorigato – G. Mariacher – G. Pavanello – G. 75 76

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opere d’arte di quest’epoca a Venezia, fra l’altro molto unitario per la tematica e per i principi ispiratori »77, e all’Album Cicognara78 –, Francesco Nenci79, Romanelli, Venezia 1978, pp. 247-251, nr. 334-337; R. De Feo, The ‘Omaggio delle Provincie Venete’: A Venetian table made for the Empress of Austria rediscovered, in The Bvrlington Magazine 143/1179 (2001), pp. 345-350; Malamani, Memorie del conte Leopoldo Cicognara tratte dai documenti originali cit., II, pp. 169-173, 187 ss.; Canova, Un’amicizia di Antonio Canova cit., pp. 87-107 (lettere 48-54): 87-99, 102-105: si tratta di 7 missive redatte a Roma da Canova fra l’aprile e il giugno del 1817 e dirette a Cicognara a Venezia, ove si accenna a quadri, statue e vasi relativi all’Omaggio a Carolina Augusta, intorno a cui danno ampi e minuti particolari le citate Memorie; Mazzocca, in Hayez cit., pp. 40-42, nr. 9 e p. 44, nr. 12; id., Joséphine de Beauharnais ammiratrice e collezionista di Canova, in Committenti e Collezionisti di Canova, III, a cura di G. Ericani – F. Mazzocca, in Studi Neoclassici. Rivista Internazionale 1 (2013), pp. 19-25; Cicognara, Lettere ad Antonio Canova cit., pp. XXVII, XXIX, 79, nt. 4; Canova, Epistolario (1816-1817) cit. II. Cfr. Rizzioli, L’officina di Leopoldo Cicognara cit., Appendice B. 77   Pavanello, in Venezia nell’età di Canova 1780-1830 cit., pp. 247-249, nr. 334: 249. Le opere d’arte dell’Omaggio delle Provincie Venete, a Carolina Augusta, figlia di Massimiliano Giuseppe, re di Baviera, che si era unita in matrimonio nel 1817 con Francesco I d’Austria, prima di essere spedite a Vienna, accompagnate da Cicognara nell’estate del 1818, sono state esposte nelle sale dell’Accademia veneziana di Belle Arti nel maggio di quell’anno; Cicognara era riuscito a fare in modo che i diecimila zecchini, somma richiesta alle Province venete come tributo alla nuova imperatrice, venissero impiegati nell’acquisto di opere d’arte. Cfr. P. Mariuz, Leopoldo Cicognara ad Antonio Canova. Lettere inedite della Fondazione Canova di Possagno, Cittadella 2000, pp. 66-74 (lettere XII e XIII). 78   Conservato presso il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe del Museo Correr a Venezia, l’Album Cicognara [BMCVe/GDS, inv. A 77 (Cl. III, 6045)] comprende disegni di varie tecniche (acquerello, matita, olio, penna, tempera policromi) e dimensioni eseguiti per la maggior parte su carte da disegno spesse e porose, pervenuti incollati su un primo foglio di controfondatura originale sul quale compare indicato a matita il numero progressivo di inventario e talora anche l’iscrizione con la titolazione e la firma dell’autore (solo pochi ne sono privi). Esso fu donato dal conte alla seconda moglie Lucia Fantinati, passando poi alla contessa Elena Contarini nata Bentivoglio e quindi – per acquisto – nel 1904 al Museo Correr. Originariamente rilegato in marocchino rosso (la coperta, di mm 270 x 350, è firmata dal rilegatore E. Obigini) con eleganti fregi in bronzo dorato che raffigurano delfini, cavalli marini e altre forme capricciose, arricchito di cammei di varie epoche e di una miniatura del Palazzo Ducale di Venezia, conteneva 80 fogli (controllata la consistenza dell’album in data 20 settembre 1986 risultano mancanti i disegni 19, 76, 77) che, dopo il restauro conservativo, sono stati supportati da un ulteriore foglio di controfondatura, lasciati slegati e inseriti ciascuno in una cartella di conservazione in cartoncino spesso di color avorio e raccolti in due contenitori; in alcuni di essi nel verso della controfondatura originale è presente l’impronta del soggetto del foglio successivo, così da far sembrare che quest’ultimo sia disegnato sul ritto e sul verso. 79   F. Abbate, Lettere inedite del Cicognara a Francesco Nenci, in Paragone. Arte 15/177 (1964), pp. 60-71. Tale carteggio dovrebbe ora trovarsi – secondo quanto riferitomi dall’attuale comproprietario Marco Manetti ma che non trova alcun riscontro documentario, mancando qualsiasi documento che attesti il passaggio di proprietà delle missive – presso l’Archivio di Stato di Firenze ove Aldo Gonnelli a titolo personale o a nome della libreria, sotto forma di donazione o vendita, avrebbe ceduto il carteggio – assieme ad altri documenti archivistici di varia natura – fra il 1964 e il 2 novembre 1966, quando l’archivio storico della libreria è andato distrutto a causa dell’alluvione. Tuttavia non sono riuscita a individuare il carteggio, nonostante accurate ricerche da me condotte personalmente e talvolta per il tramite delle varie istituzioni, alcune delle quali conservano corrispondenza di Nenci o di Cicognara, e precisamente: a Firenze, Archivio di Stato, Soprintendenza Archivistica (Eli-

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Domenico Udine Nani80, Francesco Mazzuoli81 e Francesco Hayez, sono già stati menzionati in relazione all’apporto da loro fornito al Ferrarese per la Storia e alla produzione copistica esibita, assoggettandosi ai criteri stilistici dettati da quest’ultimo. Quanto ad Hayez – in merito al quale Cicognara nella corrispondenza intercorsa con Canova più volte si esprime, manifestando considerazione e stima (« Li nostri veneti pensionati danno lusinghe di aver qualche artista, ma specialmente quel ragazzino Hajes che le raccomando caldamente. Un altro pure [Giovanni Demin] riescirebbe bene ma si è ammalato e non è potuto ancora partire »82) –, si ha notizia sabetta Insabato e Orsola Gori), Biblioteca Riccardiana (Guglielmo Bartoletti), Biblioteca Medicea Laurenziana (Giovanna Rao), Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, Biblioteca Marucelliana; ad Arezzo, Accademia Petrarca; a Siena, Biblioteca Comunale degli Intronati; a Venezia, Biblioteca Marciana. 80  Del quale importa segnalare l’attività di copista. Antecedente, contemporaneo e di qualche anno successivo al curriculum accademico di Domenico Udine si delinea un parallelo itinerario di studio e approfondimento, una ricerca formale fondata sulla copia e sul rispetto dei canoni – utile in occasione di altri lavori, a guisa di repertorio mentale, all’epoca ampiamente condiviso, cui fare riferimento, e non trascurabile integrazione delle sue entrate negli anni giovanili – consistente nel « copiar Quadri », a confronto con le più note scuole rappresentate alla Reale Galleria di Firenze e con l’opera raffaellesca allora più oggetto di repliche conservata nei Reali Palazzi, inteso a consolidare riflessioni, abilità, contenuti e stilemi di cui rimane evidente incidenza nella sua pittura. La produzione di una quarantina di copie tratte dai grandi maestri (o da quelli meno noti, ma non per questo meno significativi stilisticamente) delle scuole bolognese, francese, toscana e soprattutto veneziana – ritratti, studi di figura, bozzetti, soggetti mutuati da episodi mitologici, storici o letterari, scenari naturali – emerge infatti da un rilevante materiale documentario inedito e mai indagato – solo le due copie udiniane ricavate rispettivamente dal San Giovanni e dalla Madonna della Seggiola di Raffaello vengono elencate da Gabriella Incerpi fra le numerose altre eseguite da autori diversi e sono oggetto di un breve cenno da parte di Antonio Torresi –, conservato presso l’Archivio Storico delle Gallerie Fiorentine e qui integralmente trascritto; cfr. E. Rizzioli, Domenico Udine Nani 1784-1850, Rovereto 2003, Appendice I; ead., Domenico Udine Nani 1784-1850. Aggiunte al catalogo delle opere, Rovereto 2004; ead., Domenico Udine Nani disegnatore, in Studi Trentini di Scienze Storiche 87 (2008), sez. II, pp. 155-179. 81   P. Agnorelli, Il monumento di Guglielmo di Ciliano nell’Ottocento, in Annali di storia delle università italiane 10 (2006), pp. 153-162; BCISi/Mazzuoli Francesco. Disegni Originali (Ms. S.II.6.), n.n., f. 51r a; Vat. lat. 13748, 112, 168; Tavv. XXXV, XLIII (1813). 82   Circa il concorso per l’alunnato romano di Hayez e successivamente di Demin, il relativo tema, l’accessit per Hayez al premio di prima classe in Milano e la scelta del perfezionamento nella città pontificia, nonché i vari rispettivi saggi periodicamente inviati all’Accademia di pertinenza, cfr. Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 11 dicembre 1809) ad Antonio Canova a Roma, in Mariuz, Leopoldo Cicognara ad Antonio Canova cit., pp. 26-36 (lettera III): 35-36, nt. 12; inoltre, Lettera di Antonio Canova (Roma 23 dicembre 1809) a Leopoldo Cicognara a Venezia, in Canova, Un’amicizia di Antonio Canova cit., pp. 3-4 (lettera 3), e Lettera di Antonio Canova (Roma 17 febbraio 1813) a Leopoldo Cicognara a Venezia, ibid., pp. 19-20 (lettera 12); G. Nicodemi, Francesco Hayez, I, Milano 1962, p. 54; F. Mazzocca, in Venezia nell’età di Canova 1780-1830 cit., p. 266, nr. 367; id., in Hayez cit., pp. 19, 57, nr. 19; Hayez, Le mie memorie cit., p. 10; G. Nicodemi, Il “Rapporto”, del Cicognara sulle Belle Arti in Italia durante il Regno Italico, in Archivio Storico Lombardo 48/1-2 (1921), ser. V, pp. 211-233: 223; F. Mazzocca, Francesco Hayez. Catalogo ragionato, Milano 1994, pp. 117, nrr.

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circa il proposito di affidargli nei giorni di Pasqua del 1811 l’esecuzione dei rilievi per alcuni disegni relativi all’area partenopea – dopo quelli già eseguiti a Orvieto e a Roma per il primo volume della Storia; altri rilievi romani di sua mano compaiono, fra altri, di corredo al secondo e al terzo volume – da una missiva inviata dal conte ferrarese a Canova il 14 marzo 181183. Si tratta dei seguenti disegni contenuti nel Vat. lat. 13748: 206-208, 241, 243, 246, 251, 305-311, 425-428, 435-440, 457 (disegno quest’ultimo non pubblicato), poi incisi nelle Tavv. VIII, XVI, XXVI, LIV, LIII, LV, LI, che corredano il secondo volume della Storia. Cicognara affida l’esecuzione di alcuni rilievi di monumenti napoletani riguardanti il primo volume anche a Antonio Niccolini, i cui disegni 143-150 non tutti pubblicati, compaiono tradotti nella Tav. XL (1813). All’inizio del febbraio del 1812 Cicognara in una missiva indirizzata a Canova nella quale si dichiarava immerso nei propri studi per la « grand’opera », ovvero la Storia, essendo parimenti inteso a far avanzare « il piano per l’edizione delle Fabbriche Venete », e determinato a « dare una dissertazione in questa anche sulla pratica meccanica dell’arte della scultura fra i moderni » (« Chi ne ha meglio scritto? Quali sono le migliori memorie? Come verificherò bene i metodi; i primi a usare il modello; i punti; il pendolo; a formare a forma buona; a fare gli studi in grande come la statua; in somma a conoscere i progressi dell’ingegno umano in quella che si dice parte meccanica dell’arte? »84), esprimeva il desiderio, già manifestato nell’estate del 1811, « che i saggi dei giovani comparissero in agosto 8-9; 118, nrr. 10; 119, nrr. 13: 122-123, nrr. 15; 124, nr. 17; S. Moschini Marconi, Gallerie dell’Accademia di Venezia, III. Opere d’arte dei secoli XVII, XVIII, XIX, Roma 1970, pp. 198199; Pavanello, in Venezia nell’età di Canova 1780-1830 cit., pp. 265-266, nrr. 364-365; inoltre AABAVe, Atti dell’Accademia, 1817, Busta 10 e Discorsi letti nella grande aula dell’I. R. Accademia di Belle Arti […] nel dì 10 Agosto 1817 cit.; inoltre Cicognara, Lettere ad Antonio Canova cit., pp. XXVII, 13, 14, 22, 27, 30-31, 32, 35, 51, 56, 64, 66-67, 73, 75, 84, 90, 100, 107, 109, 113, 114, 118-119, 136-137, 166, 174, 175, 176, 178, 179. Circa l’apporto fornito dal giovane Hayez alla Storia cfr. Mazzocca, Hayez cit., pp. 58-59, nr. 20; cfr. anche Malamani, Memorie del conte Leopoldo Cicognara tratte dai documenti originali cit., II, pp. 38-39; Hayez, Le mie memorie cit., pp. 20-21, 113 (XIII) e G. Carotti, Appendice, ibid., p. 35; F. Mazzocca, Invito a Francesco Hayez, Milano 1982, pp. 26-27. Cfr. Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 4 [gennaio] 1817) ad Antonio Canova a Roma, in Canova, Epistolario (1816-1817) cit., II, pp. 601-603, nr. 542; Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 15 gennaio 1817) a Giambattista Sartori a [Roma], ibid., p. 634, nr. 569; inoltre Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 15 febbraio 1817) ad Antonio Canova a Roma, ibid., pp. 686-690, nr. 625. 83   Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 14 marzo 1811) ad Antonio Canova a Roma, in Mariuz, Leopoldo Cicognara ad Antonio Canova cit., pp. 41-42 (lettera V): 42, ntt. 3-4; inoltre, Lettera di Antonio Canova (Roma 27 febbraio 1811) a Leopoldo Cicognara a Venezia, in Canova, Un’amicizia di Antonio Canova cit., pp. 6-7 (lettera 5); Mazzocca, in Hayez cit., p. 58. 84   Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 2 febbraio 1812) ad Antonio Canova a Roma, in Mariuz, Leopoldo Cicognara ad Antonio Canova cit., pp. 46-51 (lettera VIII).

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piuttosto che in ottobre », giudicando « più sicuro ed ingenuo il parere del pubblico, di quello che il vostro stitico di alcuni vecchi saccenti nell’Accademia […] Oltre di ciò io avrei allora anche presieduti questi giudizii, e senza pretendere a influire sull’altrui opinione, mi lusingo che l’avrei diretta al meglio, all’indulgenza, all’incoraggiamento, e non avrei lasciato estendere un voto pedantesco »85; accludeva alla medesima « una letterina […] [da far tenere] al nostro bravo Hajes ». Sollecitato da Cicognara e da Canova, Hayez nel 1812 aveva infatti partecipato al concorso indetto dall’Accademia di Brera di Milano – per il quale era stato assegnato come soggetto il Laocoonte che « non doveva ricordare in alcun modo il famoso gruppo greco » (si veda quello in Vat. lat. 13748, 627) –, vincendo il primo premio ex-aequo con Antonio de Antoni86. Nella stessa missiva Cicognara menzionava anche l’amico Giuseppe Nadi (« Io ho del mio comprati per l’Accademia i gessi che Nadi fece formare sui monumenti: e non so quando mi si rimborseranno: è stato un utile acquisto, e un bene intanto procurato all’amico »87), autore per il primo volume della Storia dei seguenti disegni di fabbriche e monumenti sepolcrali: Vat. lat. 13748, 2-7, 9-12, 111, 113 (su quest’ultimo non è apposta da Cicognara la firma di Nadi, ma lo ritengo di sua mano) che compaiono tradotti rispettivamente nelle Tavv. II, III, I, IV, V, VI, XIX, XXXV (1813). I nomi di alcuni disegnatori e incisori dell’officina – Antonio Baruf(f)aldi, Giuseppe Borsato, Giuseppe Bossi, Galgano Cipriani, Ferdinando Dalla Valle, Giovanni Demin, Francesco Hayez, Giuseppe Nadi, Tommaso Piroli, Rinaldo Rinaldi, Luigi Sabatelli, Luigi Zandomeneghi – ricorrono dunque frequenti nella corrispondenza intercorsa fra Cicognara e Canova indicativa – nell’arco di un’accorata e partecipata amicizia ventennale – di uno specimen cronologicamente coerente nell’indissolubile rapporto di un 85   È noto il giudizio negativo espresso da Cicognara nei confronti delle Accademie pubblicato nel gennaio 1826 – L. Cicognara, Della istituzione delle Accademie di Belle-Arti in Europa, in Antologia. Giornale di Scienze, Lettere ed Arti 6/61 (1826), vol. XXI, pp. 92-118: 116 –. Lo Statuto napoleonico del primo settembre 1803 aveva stabilito che il corpo accademico fosse composto « da trenta Membri con voto propriamente denominato Accademici, e di un numero indeterminato di Membri senza voto col titolo di Socj Onorarj », precisando che gli « Accademici sono i Professori dell’Accademia, e i più distinti Artisti e coltivatori di Belle Arti domiciliati nella Città, in cui risiede l’Accademia alla quale appartengono »: cfr. Bassi, La R. Accademia di Belle Arti di Venezia cit., p. [168]. 86   Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 2 febbraio 1812) ad Antonio Canova a Roma, in Mariuz, Leopoldo Cicognara ad Antonio Canova cit., pp. 46-51 (lettera VIII): 48, nt. 1; inoltre Hayez, Le mie memorie cit., p. 20; Nicodemi, Francesco Hayez, I, cit., p. 55; Mazzocca, in Hayez cit., pp. 59-61, nr. 21; id., Francesco Hayez cit., pp. 119-121, nr. 14. L’Elenco di opere di F. Hayez composto da Giulio Carotti e pubblicato alle pp. [273]-283, in appendice a Le mie memorie del 1890 informa che durante il 1812 Hayez stava lavorando a cinque opere; cfr. Hayez, Le mie memorie cit., p. [273]. 87   Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 2 febbraio 1812) cit., p. 47 e nt. 10.

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gusto e di una poetica, e dalla quale è altresì possibile evincere alcuni elementi indiziari in merito alla geografia delle riprese affidata ai disegnatori del manoscritto vaticano. Rigorosamente connessi al momento neoclassico nelle sue complesse articolazioni, che coinvolge prospettive e temi orditi nell’urgenza del quotidiano – dal rinnovo dell’annualità del pensionato triennale romano e la proroga a un quarto anno alla riscossione del relativo denaro per il sostentamento, dai saggi dei concorsi annuali alla richiesta di essere costantemente informato e aggiornato in merito ai progressi professionali degli allievi e del riscontro ottenuto dalle loro opere –, gli argomenti epistolari palesano nei confronti degli alunni pensionati un paterno, premuroso e benevolo senso di responsabilità, in ragione del quale il Ferrarese si è già più volte fatto carico del loro mantenimento ai fini del corrispondente perfezionamento curricolare. Dal gruppo di lettere incentrate sulla vita d’Accademia emergono puntuali scambi di giudizi sulle doti umane e sull’impegno artistico di alcuni alunni, risultando inoltre come in filigrana le strutture dei corsi, l’organizzazione delle discipline, le modalità delle prove e dei saggi che gli studenti sono tenuti a superare, informazioni queste di rilievo anche per una storia dell’istituzione artistica del tempo. Tale consueto modo di corrispondere riguarda anche il colloquio epistolare fra Giordani e i fratelli Canova e Sartori, un carteggio disperso in diverse pubblicazioni di difficile reperimento e in manoscritti non debitamente censiti e ricostruito a cura di Matteo Ceppi e Claudio Giambonini in un’unica edizione critica, apparsa nel 2004 nella sezione Testi della nuova serie della « Biblioteca Storica Piacentina », di cui restano 239 missive, intrecciatesi durante oltre un trentennio (2 agosto 1810 – 31 ottobre 1844), corredato altresì di una documentazione iconografica strettamente con esso legata. Sono infatti recentemente riemersi presso la Galleria Ricci Oddi di Piacenza tre Album di incisioni di opere di Canova, fatte eseguire dall’artista stesso e donate a Giordani man mano che venivano tirate, traduzioni a bulino di opere già ultimate o ancora in fase di elaborazione o di progettazione, al fine di farle conoscere presso una molteplice schiera di amici, estimatori, collezionisti, critici e studiosi d’arte (principali beneficiari degli omaggi sono, oltre a Giordani, Cicognara e Quatremère de Quincy); l’invio delle singole incisioni era in genere preannunciato da una lettera di Canova o di Sartori, e avveniva per lo più grazie a qualche latore amico in viaggio da Roma alla volta del Nord. La corrispondenza, composta per lo più di lettere giordaniane, è prevalentemente indirizzata al fratello dello scultore, ma di fatto essa è sempre rivolta a entrambi e il fulcro degli interessi ruota incessantemente attorno al divino fratello; rilevante è l’aspetto culturale del colloquio artistico in merito alle opere modellate, e scolpite in marmo da Canova, diversamente ma non disugualmente belle, e al suo preferir le regole dell’arte o

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l’espression degli affetti, alle stampe che al loro sopraggiungere nelle mani del destinatario piacentino ispirano ammirazione, sollevano discussioni, proposte e risposte, entusiasmi o dubbi; vivace e costante è poi l’intreccio di informazioni e pareri intorno alle disposizioni del nuovo regolamento disciplinare dell’Accademia per il piano dell’alunnato triennale (un quarto anno accordato solo per meriti singolari), alla Storia della scultura (specie il capitolo su Michelangelo, ultimato alla fine di gennaio del 1815), alla Biblioteca Italiana, a episodi, fatti inerenti alla vastissima cerchia di amici e conoscenti comuni sparsi in Italia e fuori, e anche a presenze femminili, figure di spicco legate a salotti e cenacoli, oppure comparse passate con discrezione fra gli eventi. Anche in questo rapporto epistolare compaiono – fra numerosi altri – più volte menzionati Bossi, Cicognara, Dalla Valle, Hayez, Minardi, Nadi, Rinaldi e Zandomeneghi (Monti è occasionalmente citato in nota). Il nome di Udine – come quello di altri colleghi afferenti all’Accademia fiorentina, fatto salvo il caso di Nenci, al quale Cicognara indirizza alcune missive aventi per oggetto i disegnini – non ricorre nella corrispondenza intercorsa con Canova, non avendo infatti il Roveretano beneficiato del pensionato romano. È tuttavia certo, come si evince dalla corrispondenza, che il Ferrarese deve aver gestito gran parte dei contatti per la commissione delle riprese fiorentine con la locale Accademia di Belle Arti di Firenze attraverso il suo presidente, il senatore Giovanni degli Alessandri (« Anche il mio riscuotitore Alessandri in Firenze è depositario di tutto l’introito di Toscana erogandolo a questi oggetti »88). Non escludo che un ruolo significativo sia stato svolto anche da Nenci, suo collega di studi all’Accademia fiorentina, data la funzione avuta nella Storia non solo quale fornitore di disegnini per l’illustrazione dell’opera, ma di collaboratore vero e proprio, come attestano le missive pubblicate da Abbate, di seguito citate. È invece certo che per l’invio di alcuni disegni di Udine abbia fatto da tramite fra il pittore di Anghiari e Cicognara la comune, talora incognita, « Amica E. B. » oppure « Eugenia » – come qualche altra volta la colta signora più scopertamente si firma – ovvero la contessa fiorentina Eugenia Bellini delle Stelle nata Cocchi, animatrice di un salotto culturale e virtuosa d’arpa, come si evince in particolare da due lettere inviate da Firenze l’8 giugno e il 20 luglio 1812 a Nenci in Roma, afferenti a un inedito fascicoletto che consta di una decina di fogli autografi indirizzati da quest’ultima all’amico nel corso di sei anni, dall’8 giugno 1812 al 4 settembre 1818. Il nome di questa amica, familiare anche a Cicognara, ricorre molto spesso 88   Lettera di Leopoldo Cicognara (Ferrara 19 marzo 1814) ad Antonio Canova a Roma, in Cicognara, Lettere ad Antonio Canova cit., pp. 66-69: 68.

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nel carteggio intercorso fra Cicognara e Nenci di cui dà conto Abbate anche in parti non riportate89. Il disegno 236, relativo al secondo volume della storia ma non inciso, « Ornato, che sta in un pilastrino laterale al Tabernacolo del Sacramento », non firmato però di mano di Udine, e corredato da una sua nota autografa che recita: « Quello, che fa pandà dei bassirilievi d’ornato all’altare del Sacramento di S. Lorenzo è simile nello spartito a quello, che ha già / avuto, meno che gli ornati di dettaglio, e anche non tutti, sono un poco variati: Sicché ho creduto, che Lei abbia inteso per il / secondo quest’altro ornato, che sta in un pilastrino laterale al Tabernacolo del Sacramento, non essendovene altri », fa intendere che la richiesta di documentazione grafica inoltrata da Cicognara deve essere stata assolutamente precisa e circostanziata, lasciando supporre sia intercorso, diretto o mediato per il tramite di un interposto corrispondente, anche uno scambio epistolare fra Cicognara e il pittore roveretano. Il problema circa le modalità di reclutamento delle maestranze e delle consegne loro affidate da Cicognara non è stato interamente risolto per ciascun disegnatore, anche se le informazioni emerse dalle testimonianze epistolari rintracciate, riguardanti alcuni dei disegnatori più prossimi a Cicognara e Canova, possono fornire un confronto a campione per conoscere la caratteristica delle procedure. Importa esaminare, pur nella parte compendiaria pubblicata, il menzionato carteggio intercorso fra Cicognara e Nenci, originariamente composto di 18 lettere, che consta delle missive inviate dal conte ferrarese all’artista di Anghiari dal 1810 al 1833 – datate rispettivamente 17 aprile e 25 ottobre 1810; 2 e 13 febbraio, 5 aprile, 1 giugno 1811; 22 [o 12] febbraio [1812]; 28 febbraio 1827; 10 gennaio, 1 febbraio, 10 ottobre 1832; 10 gennaio e 16 febbraio 1833 –, lettere rinvenute da Francesco Abbate nel 1964 presso l’Archivio Storico della Libreria Antiquaria Gonnelli di Firenze e in parte da lui pubblicate per concessione dell’allora proprietario Aldo Gonnelli. La prima parte delle missive, alcune delle quali non portano nella 89   Il carteggio amoroso giovanile è stato brevemente illustrato da U. Viviani, Identificazione della scrittrice di dieci lettere d’amore non firmate, indirizzate al pittore Francesco Nenci di Anghiari, in Polimnia 2/4-6 (1925), pp. 7-9: 7, 8; nessuna delle dieci missive che lo compongono è corredata dalla completa indicazione onomastica della scrivente: tre non portano alcuna sigla, quattro sono firmate « L’Eugenia vostra amica », due « La vostra aff: ma amica E. B. », una « La vostra E. Bel… », consentendo di accedere ad un’identificazione precisa della Bellini attraverso fonti documentarie coeve, così lo studioso ne traccia un significativo profilo; N. Vian, La giovinezza di Giulio Salvadori. Dalla stagione bizantina al rinnovamento, Roma 1962, p. 5, nt. 12. Di queste e altre lettere della Bellini a Nenci è in corso la pubblicazione a cura di Roberto Giovannelli. Per l’indicazione del casato della nobildonna fiorentina, morta nel 1818 (quando scrive la prima lettera a Nenci ha 43 anni), rimando a Viviani e a R. Giovannelli, Il nudo in scena. Due passi con Pietro Benvenuti nella fiorentina Accademia delle Belle Arti, Firenze 2008, p. 225, nt. 1; per altri riferimenti pp. 23-29, 79-85. Cfr. infra, nt. 99.

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data indicazione dell’anno ma si possono con sufficiente sicurezza riunire in un arco temporale compreso fra il 1810, il 1811 e i primi mesi dell’anno successivo, è in relazione a tutto il lavoro di ricerca, sistemazione e illustrazione riguardante la Storia, con notizia di disegni originali di Nenci e di altri artisti; la seconda ha invece per argomenti temi più privati, trattati specialmente nelle ultime lettere, rivolte alla strenua ricerca di opere, disegni, ricordi degli amici pittori, ciò che pone in una particolare luce affettiva la peculiare attitudine al collezionismo di Cicognara. Le missive pubblicate da Abbate sono solo una parte di un più vasto carteggio d’affari intercorso fra il critico e il pittore; a fornire attestazione di ciò è lo stesso Cicognara, quando, nella lettera datata 2 febbraio 1811, si scusa di quel suo barbaro tempestare Nenci di lettere, e di implorarne con tanta sollecitudine lo zelo, mentre in quella del 13 febbraio afferma di avere iterati i messi per fargli giungere le sue premure; una continua e affannosa richiesta epistolare di disegnini, tale da rendere spesso superflua una più precisa specificazione di data, che ne rimane pertanto sottintesa. Come si evince da una biografia di Nenci lasciata anonima ma di Antonio Pantanelli, edita a Siena nel 1850 poco tempo dopo la morte90, i rapporti fra Cicognara e l’amico pittore iniziano dopo l’agosto 1809, in seguito alla vittoria riportata da quest’ultimo al concorso del 1809 all’Accademia di Milano con il dipinto Zenobia tratta dal fiume Arasse (un olio su tela di cm 231 x 170, Milano, Accademia di Brera, 365 A, D, NS, NP); il volume degli Atti dell’Accademia di Brera riporta nel frontespizio tipografico quale data della distribuzione dei premi dei grandi concorsi il 13 agosto 180991. Secondo Francesco Abbate la più antica missiva del gruppo è quella del 17 aprile 1810, ove si parla appunto dei primi disegnini ricevuti, e Cicognara si affretta a rassicurare Nenci che vanno a perfezione; segue quella del 25 ottobre, in cui l’anno va integrato con 1810; in quest’ultima Cicognara espone chiaramente il proprio metodo di lavoro che consiste nel procedere per comparazioni ed induzioni. L’importanza della prima 90   [A. Pantanelli], Della vita e delle opere del Cav. Prof. Francesco Nenci Direttore nell’I. e R. Accademia delle Belle Arti in Siena, Siena 1850, poi Vita di Francesco Nenci, in G. L. Mellini, Anonimo. Della vita e delle opere di Francesco Nenci, in Labyrinthos 2/3-4 (1983), pp. 91-127: 97-127. Agnolucci, La vita e le opere, in Francesco Nenci cit., p. 9; cfr. G. [B.] Sezanne, Biografia del pittore Francesco Nenci, Firenze 1855: 15, ove sono pubblicati i frammenti dell’autobiografia (BCISi/Miscellanea di Belle Arti, ser. I, vol. XXIX, nr. 25); la biografia viene edita la prima volta a puntate su « Le Arti del Disegno », giornale all’epoca pubblicato ogni mercoledì, nel corso del 1855, dal 7 marzo all’11 aprile nella rubrica « Biografie artistiche contemporanee », nrr. 10-15 (BCISi/Per. Con. 1176) e sotto il semplice titolo Il cav. Francesco Nenci, pittore; tanto nell’opuscolo che sulla rivista Sezanne si firma « G. Sezanne ». 91   Discorsi letti nella Grande Aula del Palazzo Reale delle Scienze e delle Arti in Milano, in occasione della Solenne Distribuzione de’ Premj della R. Accademia delle Belle Arti, il giorno XIII Agosto MDCCCIX, Milano 1809, pp. 60, 61, ove il quadro di Nenci è indicato come vincitore del Grande Concorso di Pittura.

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parte del carteggio risiede segnatamente in tali affermazioni che palesano da un lato i metodi e le conoscenze di Cicognara e dall’altro il ruolo che Nenci ha nella Storia della scultura come collaboratore, che ricerca notizie e subentra con fino discernimento allo stesso Cicognara, a compensare cioè alcune deficienze e omissioni; i ripetuti inviti rivolti al giovane perché consulti gli eruditi o prenda voce su qualche argomento non sufficientemente chiaro si coniugano ad alcune affermazioni del Ferrarese espresse in tono naturale e spigliato (« molte cose debbonmi essere forse sfuggite fra le principali »). Fra una richiesta e l’altra di disegnini, Cicognara trova modo di parlare in seguito anche di argomenti non più strettamente attinenti la Storia della scultura, come l’invito a Francesco Nnci a venire come professore all’Accademia di Venezia92. Contestuale è una missiva inviata da Venezia a Luisa (Massimiliana Carolina) principessa di Stolberg contessa d’Albany (Mons 1752 – Firenze 1824), datata solo 13 dicembre e da porsi certamente alla fine del 1812, ove si legge il seguente riferimento al primo volume della Storia: « Io le ho infinite obbligazioni per la memoria ch’ella si è degnata avere di me, e per il modo cortese ed esuberante con cui il sig. Baldelli dottamente ha soddisfatto alle mie ricerche; egli mi ha confermato nelle mie opinioni con argomenti convincentissimi. Il primo volume dell’opera mio è sotto il torchio; ma non credo di poterlo vedere alla luce che in primavera avanzata. Il numero delle stampe e la diligenza che vorrei porre nella correzione ne fanno progredire assai lentamente l’edizione »93. Come anticipato, nella lettera redatta a Venezia il 17 aprile 1810, Cicognara nomina alcuni primi disegnini ricevuti, affrettandosi a rassicurare Nenci che vanno a perfezione: « Ho ricevuto i primi disegnini che ella mi ha mandati i quali vanno a perfezione, perché appunto hanno quel gusto di penna, e quei tratti sicuri, e pieni d’intelligenza, i quali mi mettono a portata di poter bene dimostrare alcune applicazioni importantissime in materia d’arti [corsivi miei]. Non mi sovviene di averle indicate nella mia noticina le cose di Niccolò da Pisa che stanno al Bigallo [41, 60, 89 (quest’ultimo di Domenico Udine)], ma già le ritengo anche quelle per buone […] Capisco che alcune delle cose da me richieste sono in situazioni alte ed incomode, ma la stagione ora favorisce per la facilità di stare allo scoperto, e per la luce brillante che domina su tutti gli oggetti »94.   Abbate, Lettere inedite del Cicognara a Francesco Nenci cit., pp. 65-66.  Ibid., pp. 62, 69, nt. 7. Il 30 giugno del 1813 è notificato l’arrivo, con altri volumi da Cicognara rimessi recentemente all’Accademia veneziana, del primo volume della Storia – AABAVe, Atti dell’Accademia, 1813, Busta 6, 66 (Venezia 30 giugno 1813) –. 94   Abbate, Lettere inedite del Cicognara a Francesco Nenci cit., p. 63. 92 93

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Segue quella del 25 ottobre [1810], ove Cicognara espone chiaramente il suo metodo di lavoro: « Io mi trovo finalmente riprendendo il mio studio incessante, ed avendo messo tutti gli incisori in azione. Nella lusinga di poter produrre qualche cosa nel 1811 io non so occultarle la molta premura che avrei di aver sott’occhio li disegnini dei quali ella ha la nota, non tanto per farne molti incidere, quanto per poter procedere a quelle comparazioni e induzioni necessarie pel mio lavoro [corsivi miei] »95. Nenci ha dunque nella Storia il ruolo di coadiutore, che ricerca notizie e subentra talora allo stesso Cicognara. Le successive missive, rispettivamente datate 2 febbraio 1811 e 13 febbraio [1811], 5 aprile [1811] e 1° giugno 1811, solo in alcuni casi contengono riferimenti precisi e circostanziati tali da poter consentire di identificare il disegno o il nucleo di disegni cui fanno riferimento, e stabilirne l’avvenuta esecuzione. Nella lettera inviata sempre da Venezia il 2 febbraio del 1811 si legge: « Io la vado tempestando barbaramente di lettere per […] ottenere dalla sua cortesia i sospiratissimi disegni In somma io non so più come mi fare perché le giungano le mie premure, dolentissimo che gli incisori non possano progredire sui bellissimi cartoni che mi avrà preparati, e che attendo con estrema impazienza. Se le stanno a cuore le arti, se le stà a cuore la mia quiete, e quella buona fede in cui mi pose la gentile di lei annuenza, io la prego voler riscontrarmi, ed inviarmi il frutto delle sue fatiche. […] Io mi affatico, ed imploro zelo nei miei collaboratori. Ella si è il principale: e questo le tenga luogo d’ogni altro maggiore eccitamento »96. E nella seguente, scritta da Venezia il 13 febbraio [1811]: « Io le chieggo scusa se ho iterati i messi per ricordarmi alla di lei amicizia. Ho ricevuto i disegni di recente inviatimi ed ho trovato in questi lo spirito veramente reso con intelligenza e magistero assai grande di tutti quegli oggetti dai quali son tratti. Attendo con impazienza anche gli altri che completar possano gli antichi, onde porre in corso una serie di lavori corrispondenti a’ bisogni, e agli assunti che mi sono propposti. La prego di prender voce se quella bellissima figura tolta dall’altare d’argento di s. Giovanni che si liscia la barba [88], e il basso rilievo pure di detto altare siano dello stesso autore che non sembra. Il s. Giovanni che predica nel deserto [250], parmi possa essere del Pollajolo, e la figura sente un poco delle bellezze del Ghiberti. Tre lavorarono in quell’altare Cione Orcagna, il Verrocchio, e il Pollajolo. Consulti su questo gli eruditi, e soddisfi in quanto potrà il mio desiderio. Me le raccomando i due bassi rilievi delle porte di s. Giovanni di Andrea Pisano. […] Procuri di mandarmi anche due segni del basso rilievo nel Campanile ove è la barchetta coi remiganti [95] che farà il compagno 95 96

 Ibid.  Ibid., p. 64.

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al cavallo [94]. Oh come bellino! Ora mi stanno a cuore le testine in grande come si notarono. Poi dopo tutto questo, ho bisogno esaurir Donatello »97. Reca la medesima data un’inedita missiva autografa di Cicognara indirizzata a Tommaso Puccini, direttore delle Reali Gallerie di Firenze, rintracciata – assieme a un’altra indirizzata al medesimo e datata da Mod[ena] il 26 aprile del 1796 – presso la Biblioteca Forteguerriana di Pistoia nel Fondo Tommaso Puccini, nella quale il Ferrarese richiede « alcuni consigli e dilu / cidazioni […] sul proseguimento di un importante lavoro […] e per condurre il quale verso il suo scopo, mi / abbisogna di trovare in tutti i dotti nelle arti dei generosi collaboratori », e segnatamente ancora in merito all’Altare d’argento del Tesoro di San Giovanni a Firenze: « Sig[nor] Cavaliere Venerat[issimo] / Venezia li 13. feb[braio] 1811 / Io farei torto alla gentile di lei presenza e alle profonde sue cognizioni / se io non avessi ricorso alla sua ornatissima persona per alcuni consigli e dilu / cidazioni che mi occorrono sul proseguimento d’un importante lavoro, fatto al / di sopra delle mie forze; e per condurre il quale verso il suo scopo, mi / abbisogna di trovare in tutti i dotti nelle arti dei generosi collaboratori. / Tre sono a mia cognizione che lavorarono distintamente nell’altare / d’argento di S. Giovanni. Cione Orcagna, Il Pollajolo, il Verocchio. / Oltre che bramerei di essere accertato del di lei avviso sui pezzi di oreficeria / più classici che si trovino in detto altare; vorrei sentire di qual mano preci / samente ella reputi il basso rilievo ove il S. Giovanni stà ritto fra le turbe / spiegando un rotolo di carta ed ha vicino l’altra figura che tiene il libro. / Egualmente vorrei che mi dicesse il suo parere sulla bellissima statua / d’argento che si liscia la barba, opera per me d’ammirabile beltà. / Non vorrei che si ignorasse il nome di quest’ultima, o che mal fosse / attribuita a uno dei tre sopradetti, e realmente v’entrasse, come ebbi / sospetto il Ghiberti –- Crede ella che la danza d’Erodiade sia preferibile al / Basso rilievo indicatole del S. Giovanni? Abbia la generosità Sig[nor] Cavaliere / di darmi questi riscontri che io preferisco a un esame che io potessi / far sopra luogo. / Avrei voluto anche chiederle un elenco delle più insigni sculture / che meritar possono illustrazione in Firenze da Gio. Pisano a Donatello per / conoscere / se gli illustratori Toscani abbiano ommessa in Firenze qualche opera / di rango che fosse opportuno di collocar fra le più classiche in un / nuovo e diligente esame. / Io le manderò un manifesto, o un piano per meglio dir d’un lavoro / di cui mi sto occupando, e anche su questo consulterò la di lei maturità / di giudizio; mentre il consultare dopo la stampa, mi pare inutile, / e ridicolo persino. / Sarò felicissimo se ella vorrà degnarsi di comandarmi una / qualche cosa e darmi notizie sue, e delle fatiche onorevoli sue / dalle quali trarremo sempre buon frutto. / Ho 97

 Ibid., pp. 64, 69-70, ntt. 10-11.

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il bene di rassegnarle la mia distinta Stima, e / Servitù vera. / Suo Obb[edientissim]o Dev[otissim]o Ser[vitor]e / Leopoldo Cicognara »98. Il 5 aprile dello stesso anno [1811] Cicognara si rivolge nuovamente all’amico Nenci, menzionando la comune amica Eugenia e il suo importante ruolo, ricordata molto spesso nel carteggio, come Abbate precisa, in parti non riportate: « Le sono grato del pensiere di rintracciar le notizie sull’argenteria di s. Giovanni. È veramente insigne cosa: ed anch’io sono del suo avviso in quanto mi ha scritto. Se crederà di aggiungere qualche cosa ai disegnini già fissati per gli scultori dell’epoca posteriore a Donatello, lo potrà sempre fare a piacer suo, giacché molte cose debbonmi forse essere sfuggite fra le principali. Il suo fino discernimento non mi manderà che capi d’opera di qualche buon autore. […] Mi creda bene che io sarei beato d’averla quì: ma che nessuna considerazione potrà per me opporsi all’esecuzione di quell’idea; che soltanto amerei enunciata da altri; e in vece che proporre, vorrei essere consultato, onde influir meglio alla riescita. Se questo fosse un Enigma la penetrantissima signora Eugenia potrebbe interpretarlo »99. Nella missiva del 1° giugno 1811, che conclude il nucleo pertinente le annotazioni circa i disegnini, si legge: « Io non posso altro spiegarle sul senso enigmatico dell’ultima mia, dopo la quale ho taciuto sempre in attenzione dei disegnini ulteriori per ispedirle a sua richiesta le lettere di cui mi faceva cenno. Se non chè il mio bisogno quì sarebbe di un professore di disegno buono, sicuro, valente: che quello che abbiamo sign. [Teodoro] Matteini fà piuttosto retrocedere, che progredire la gioventù, che io nei gran luminari dell’arte non posso più sperarlo, poiché son tutti collocati, e che nei giovani di fama nascente, e di tante speranze non voglio io chiederlo per ragioni di delicatezza; ma però se venissi io interpellato dal Governo, per esempio sul di lei conto, io risponderei amen con tutto il 98   Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 13 febbraio 1811) a Tommaso Puccini a Firenze (BCFPt/Raccolta Puccini, Cass. IV, Ins. 4); Vat. lat. 13748, 88, disegnato da Francesco Nenci e inciso da Antonio Bernatti alla Tav. X (1813), Orcagna nell’altare d’argento / a S. Giovanni in Firenze; Vat. lat. 13748, 250, disegnato sempre da Nenci e inciso da Benedetto Musitelli nel primo riquadro figurato della Tav. XXVII (1816), Nell’altare d’argento di S. Giovanni in Firenze. Cfr. inoltre Raccolta Puccini. Aggiunte alla Raccolta e bibliografia pucciniana, a cura di M. Solleciti – A. Giovannini – F. Savi, Firenze 2002, p. 45; [T. Puccini], Dello stato delle Belle Arti in Toscana. Lettera del Cavaliere Tommaso Puccini Segretario della R. Accademia di Fiorenza al Signore Prince Hoare Segretario della R. Accademia di Londra, s.n., Firenze 1807; M. Fileti Mazza, Storia di una collezione. Dai libri di disegni e stampe di Leopoldo de’ Medici all’Età moderna, Firenze 2009, pp. 78-87, 393-394, 397-400; C. Pasquinelli, La Galleria in esilio. Il trasferimento delle opere d’arte da Firenze a Palermo a cura del Cavalier Tommaso Puccini (1800-1803), Pisa 2008; Cultura dell’Ottocento a Pistoia. La collezione Puccini, Catalogo del Museo Civico 1, a cura di [C. Mazzi – C. Sisi], Firenze 1977. 99   Abbate, Lettere inedite del Cicognara a Francesco Nenci cit., pp. 64-65, e nt. 12. Cfr. supra, nt. 89.

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cuore. Tutto questo importa che se io dovessi proppor lei si cercherebbero le informazioni dal Governo, Dio sà da chi, e dove, che se il Governo al contrario le cercasse da me, la cosa sarebbe bella e fatta. Il modo per riuscire in questo sogno sarebbe facile e semplice, ma senza che i di lei uffici fossero accompagnati da un buon quadro, mi sembrarebbero inutili. E se ella mandasse un quadro suo all’Accademia di Milano, o al Ministero dell’Interno accompagnato dal desiderio di venir qui professore, e a questo unisse un buon pajo di accademie disegnate da par suo, e anche una riga del signor Benvenuti, mi pare che il tentativo potrebbe essere di qualche utilità, e sempre nulla vi sarebbe da perdere, poiché qui non vi è concorrenza, né ella correbbe il rischio d’esser posposto ad alcuno » 100. I ferraresi Giovanni Antonio Baruffaldi e Ferdinando Dalla Valle vengono inviati a Roma come alunni dell’Accademia di Venezia nel novembre del 1815, anche se vincitore del concorso per la classe di pittura è risultato il solo Della Valle; per non mortificare il primo, che nella prima valutazione ha ricevuto gli stessi voti del secondo, Cicognara lo manda a proprie spese a Roma chiedendo a Canova di accordargli « unicamente l’ospizio e il comodo di profittare della direzione, poiché al resto vi sarà chi ci penserà »101. A causa di un problema burocratico, l’approvazione della nomina a Vienna, Cicognara è costretto a sostenere le spese anche di Dalla Valle, che in seguito a una febbre non curata muore nella prima metà di giugno del 1816102. In una lettera indirizzata a Canova il 3 gennaio 1816 Cicognara cosi scrive a proposito di Baruffaldi: « è un santo e più che santo, criterio buono, costume angelico, dolce, ottimo, ma concentrato, e abusa della salute per studiare, capace persino di tiranneggiarsi. Io ve li raccomando [Baruffaldi e Dalla Valle]. Questi io mi sono allevati da me con  Ibid., p. 65   Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 19 aprile 1815) ad Antonio Canova a Roma (BCBC, III-274/2665), in Cicognara, Lettere ad Antonio Canova cit., pp. 111-113 (lettera XXXI). 102  Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 27 Giugno 1814) ad Antonio Canova a [Roma], in Lettere scelte dell’inedito epistolario di Antonio Canova cit., pp. [101]-104 (lettera 28); cfr. inoltre Lettera di Antonio Canova (Roma 15 giugno 1816) a Leopoldo Cicognara a Venezia – BMCVe/Mss. Cicogna 3015/VII (già Cat. Civ. [Raccolta Cicogna] 3353), 304 –; Malamani, Memorie del conte Leopoldo Cicognara tratte dai documenti originali cit., II, pp. 96-97; su Dalla Valle cfr. [F. De Boni], Biografia degli Artisti, Venezia 1840, p. 1043, s.v.; A. Corna, Dizionario della Storia dell’Arte in Italia, I, Piacenza 1930, p. 541, s.v.; Cicognara, Lettere ad Antonio Canova cit., pp. 112, 135, 136, 141, 151, 161, 163. Per l’unica opera dipinta da Dalla Valle resa nota dalle fonti oltre alle tavole per la Storia della scultura, una copia della Strage degli innocenti di Bonifacio de’ Pitati, realizzata per Cicognara e pervenuta nel 1927 alla Collezione Nonato di Ferrara, cfr. Antichi e moderni. Quadri e collezionisti ferraresi del XX secolo, a cura di L. Scardino – A. P. Torresi, Ferrara 1999, p. 31; cfr. anche Pinacoteca Municipale di Ferrara. Catalogo dei quadri componenti la Pinacoteca Municipale di Ferrara ampliato di notizie storiche e bibliografiche per Giovanni Fei, Artista e Pubblico Pinacotecario, a cura di G. Fei, Ferrara 18877, pp. 68, 87. 100 101

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amore paterno, e vorrei donare in questi due buoni artisti alla mia patria. Fate voi il resto. Per questo della Valle io vado mandando 20 scudi al mese, ma mi duole che non sta ancora alloggiato: unico favore che credo poter domandare, giacché io penso al suo mantenimento. Mi servo di [Domenico] Selva vostro amico e procuratore, finché altrimenti sia combinato. Ad ogni modo egli dovrà sempre ricevere il denaro o da voi o da Antonio d’Este, perché così avrà un ritegno. E vi raccomando assai di vegliare a questi importanti oggetti di gioventù che riceve da noi forma »103. Nella responsiva alla lettera di Cicognara inviata l’8 novembre 1816 da Padova, Canova a proposito dei contorni per alcune illustrazioni del terzo volume, menzionando Tognoli – che considera molto esperto nell’esecuzione di disegni a contorno (lavorerà molto per le stampe delle opere canoviane) – e Durantini – che dal 1814 beneficia della pensione triennale da lui finanziata –, così scrive: « Piacemi che l’imperator delle Russie vi abbia retribuito nobilmente del dono fattogli della vostra opera. Io non dubito che anche il Santo Padre non voglia riconoscervene degnamente, se pure a quest’ora non l’avrà fatto. Prenderò lume, e saprò darvene riscontro. Tognoli, e Durantini hanno fatti li contorni da voi comandati, ma da Demin non si è potuto cavarne più che uno solo. Ditemi quindi a chi volete che io gli commetta? [corsivi miei] A me parebbe migliore il Tognoli; giacché per il prezzo vedo ch’ambedue vanno quasi del pari. Col ritorno di Rinaldi vi si manderanno già fatti [corsivi miei]. Le casse sono pronte, meno quella del quadro di Hayez, che non può incassarlo per essere ancora fresco. La cornice è fatta e pagata. Nella cassa del quadro del Della Valle troverete dei panni, come a dire un vestito, dei calzoni, camicie, calzette, ecc. fattivi porre sopra al rotolo del quadro da mio fratello abate il quale salutandovi caramente vi prega di volerne fare comporre un fagotto colla tela ordinaria che copre quegli oggetti, e mandarlo a casa Nasari calle de’ Bottèri, San Cassan colla direzione al signor Sebastian Guadagnini »104. Sempre in merito ad altre illustrazioni per il terzo volume della Storia, Cicognara il 4 gennaio del 1817 con gli auguri per il nuovo anno e discorrendo di una serie di questioni, si rimette come segue all’intervento di Canova per l’ottenimento di alcuni contorni: « Voi avete senza dubbio 103   Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 3 gennaio 1816) ad Antonio Canova a Roma, in Cicognara, Lettere ad Antonio Canova cit., pp. 132-137 (lettera XXXVII): 136. Cinque giorni più tardi il conte ferrarese scrive di nuovo all’amico a Roma: Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 8 gennaio 1816) ad Antonio Canova a [Roma], in Lettere scelte dell’inedito epistolario di Antonio Canova cit., pp. [107]-110 (lettera 30): 109-110. Si veda anche la premurosa responsiva di Canova inviata Cicognara a Milano il 17 gennaio 1816, in Canova, Un’amicizia di Antonio Canova cit., pp. 61-63 (lettera 34). 104   Lettera di Antonio Canova (Roma 16 novembre 1816) a Leopoldo Cicognara a Venezia, in Canova, Epistolario (1816-1817) cit., I, pp. 512-513, nr. 461, e in Canova, Un’amicizia di Antonio Canova cit., pp. 69-71 (lettera 40).

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ricevuto il pagamento per Baruffaldi […]. Ciò che molto raccomando a voi carissimo amico si è l’inoltrarmi al più presto che vi sia possibile li disegni de’ vari giovani, poiché mi sono già passati due mesi in Venezia senza ch’io possa far intagliare una tavola per difetto dei disegni che mancano tutti. Per carità raccogliete da Barufaldi, da Rinaldi, da Demin, da Tognoli, da Durantini, e anche da Hayez quanto hanno assunto: non aspettate altri ritardi, fatene un cilindro e mandatemelo: Hayez voleva egli intagliare [corsivi miei] il gran basso rilievo di Attila [Vat. lat. 13748, 516; Tav. V (1818)], ma se io l’aspetto da lui non l’avrò mai. Abbisogno d’averlo sott’occhio. Mi mandi almeno il contorno disegnato sul quale mi occorre di ragionare; e gli altri hanno tutti una nota in cui sta indicato ciò che impresero a fare [corsivi miei]. Questa faccenda è di assoluto arenamento al mio lavoro, onde non ho parole che bastino a raccomandarmi ». E così prosegue partecipandogli alcune possibilità per agevolare il pittore veneziano: « Hayez mi scrive di cercare che venga chiamato per le pitture della nuova chiesa [di San Francesco di Paola] a Napoli. Ma io di qui pochissimo posso sperare; e non posso scrivere al Ministero con cui ho un minor contatto che non avete voi stesso. Altr’è esservi, altr’è scrivere. Ditegli su di ciò qualche cosa, non perch’io non brami il suo meglio, che lo vorrei a costo de’ miei sagrifici, ma perché assolutamente non veggo così astrattamente di potergli esser utile. Sentirò volentieri come finisca il pagamento del suo denaro che pure ho sollecitato direttamente presso il nostro ministro. Io penso di fare una cosa, ed è di scrivere a un amico del principe Leopoldo e tentare se in questo modo si potesse muovere a qualche cosa »105. La nota in cui sta indicato ciò che impresero a fare – un promemoria di Cicognara non datato, afferente a un’originaria commissione di riprese per il terzo volume ove è stato fissato il soggetto da trattare e delle quali indica le rimanenti – interessa i seguenti disegni (quasi certamente pervenuti a Cicognara entro l’8 febbraio dello stesso anno106): « Stato de’ residui lavori che mi occorrono per le incisioni. Da Baruffaldi: alcuni putti ordinatigli dall’Algardi [ma da François Duquesnoy, detto Francesco Fiammingo: Baruf(f)aldi, Vat. lat. 13748, 518; Tav. VI (1818)]; Santa Teresa alla Vittoria [Baruf(f)aldi, Vat. lat. 13748, 511; Tav. IV (1818)], Gruppo Le Gros all’altare Sant’Ignazio [La Religione che flagella l’Eresia è tuttavia di Hayez (come recita l’autografa firma « Hayez »[107]): Vat. lat. 13748, 538; Tav. XIV (1818)]. Da Rinaldi: Ratto Proserpina [Rinaldi, Vat. lat. 13748, 509; Tav. II (1818)]; Perseo [Rinaldi, Vat. lat. 13748, 605; Tav. XXXI (1818), replicato 105   Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 4 [gennaio] 1817) ad Antonio Canova a Roma (BCBC, III.274.2700), in Canova, Epistolario (1816-1817) cit., II, pp. 601-603, nr. 542. 106   Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 15 febbraio 1817) ad Antonio Canova a Roma (BCBC, III.274.2706), in Canova, Epistolario (1816-1817) cit., II, p. 686, nr. 625. 107  Ibid.

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anche da Hayez ma non inciso (Vat. lat. 13748, 606]; Venere [Rinaldi, Vat. lat. 13748, 603; Tav. XXXI (1818)]; Letizia [Anonimo, ma Hayez: Vat. lat. 13748, 597; Tav. XXXV (1818)]; Leoni [Rinaldi, Vat. lat. 13748, 578, 579; Tav. XXVII (1818)]. Da Tognoli, Demin, Durantini: la Paolina Giacente [Tognoli, Vat. lat. 13748, 601; Tav. XXXI (1818)]; il Monumento Rezzonico (per la composizione) [Tognoli, Vat. lat. 13748, 577; Tav. XXVI (1818)]; la figura del Genio [Anonimo, ma Tognoli: Vat. lat. 13748, 581; Tav. XXVII (1818)] due bassi rilievi di Socrate [Durantini, Socrate beve la cicuta, Vat. lat. 13748, 576; Tav. XXXIX (1818); Tognoli, Critone chiude gli occhi a Socrate, Vat. lat. 13748, 575; Tav. XXV (1818)]; uno Opere buone [Demin, Insegnare agli ignoranti, Vat. lat. 13748, 574; Tav. XXXVIII (1818)], poiché ne ho avuto un altro [Anonimo, ma Demin, Dar da mangiare agli affamati, Vat. lat. 13748, 573; Tav. XXXVII (1818)]. Vorrei anche un cenno, la composizione di quello di Maria Cristina [Durantini, Vat. lat. 13748, 584; Tav. XXXIV (1818)]. Hayez aveva assunto di fare: il gran basso rilievo dell’Algardi [Hayez, Vat. lat. 13748, 516; Tav. V (1818)], il Sant’Andrea [Hayez, Vat. lat. 13748, 517; Tav. VI (1818)] e il Pio VI (a San Pietro) [Hayez, Vat. lat. 13748, 537; Tav. II (1818)] » 108. Indicato nella nota, il Monumento sepolcrale di Clemente XIII ripreso « (per la composizione) » – Vat. lat. 13748, 577 – è di mano di [Giovanni] Tognoli, come Cicognara notifica sul margine inferiore destro del foglio (« Tonioli dis »), e viene inciso da [Benedetto] Musitelli nella Tav. XXVI (1818), che correttamente lo attesta disegnatore (« Tognoli dis. »); i particolari del medesimo monumento, incisi da [Ignazio] Dolcetti nella Tav. XXVII, che dichiara disegnatore Rinaldi (« Rinaldi dis. »), corrispondono ai seguenti disegni: Vat. lat. 13748, 578, 579, 581, 580. I primi due, raffiguranti i Leoni, recano apposta la firma che li asserisce di « Rinaldi »; il terzo, con il Genio funebre, è anonimo e, se per legittimare il disegnatore dichiarato della tavola dovrebbe essere di Rinaldi109, su base documen108   Canova, Epistolario (1816-1817) cit., II, p. 602, nt. 5; cfr. Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 4 [gennaio] 1817) ad Antonio Canova a Roma, ibid., pp. 601-603, nr. 542. La datazione dei disegni individuati figura pertanto indicata « entro l’8 febbraio 1817 »; uno dei due disegni riguardati le Opere buone – per ipotesi il primo (573) – figura invece datato « prima dell’8 febbraio 1817 » avendolo Cicognara già ricevuto in un precedente invio. Anche per il S. Brunone di Michele Slodtz, di Rinaldi, Vat. lat. 13748, 533; Tav. VII (1818), vale il riferimento « prima dell’8 febbraio 1817 » – Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 15 gennaio 1817) a Giambattista Sartori a [Roma] (BCBC, III.274.2702), in Canova, Epistolario (1816-1817) cit., II, p. 634, nr. 569 –. 109   La Tav. XXVII (1818) che dichiara « Rinaldi dis. » è composta dai seguenti disegni: 578 di « Rinaldi »; 583, anonimo ma di [Francesco Hayez]; 579 di « Rinaldi »; 581 anonimo ma di [Giovanni Tognoli]; 580, anonimo ma di [Francesco Hayez], solo due dei quali di mano del Rinaldi dichiarato, ragione per la quale il disegno 581 dovrebbe più verosimilmente essere di Rinaldi, giustificando il fatto che in numerosi casi le tavole (sinottiche) registrano generalmente l’iscrizione del disegnatore, non necessariamente perché autore di tutti o di parte dei

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taria va invece verosimilmente assegnato a Tognoli; il quarto, anch’esso anonimo, con l’effigie a mezzo busto di tre quarti di papa Clemente, va inequivocabilmente ascritto ad Hayez. Il disegno 583, anonimo, ma certamente di mano di Hayez, che pure compare inciso nel registro superiore destro della medesima tavola, è invece relativo al Monumento sepolcrale di Giovanni Falier nella chiesa di Santo Stefano a Venezia110. Una decina di giorni più tardi Cicognara partecipa a Giovan Battista Sartori l’incresciosa urgenza di ottenere i quattro seguenti contorni, non ancora recapitati alla data del 15 gennaio 1817 e, quasi certamente, ricevuti l’8 febbraio: « Osservate bene mio caro se avete lavori rimasti addietro di quei disegnini di cui inviai a voi gli elenchi. Mi stanno assai a cuore, e sono urgentissimi. Già avete fondo per retribuire sulle esazioni che siete pur andato facendo per me – mi vi raccomando assai. Pregate Hayez a non ritardarmi li 4 disegni – il Basso rilievo dell’Algardi – il Sant’Andrea del Fiammingo – il Pio VI – la statua di San Brunone di Le Gros [ma « S. Brunone di Michele Slodtz in S. Pietro », di « Rinaldi »: Vat. lat. 13748, 533; Tav. VII (1818)] – tutte cose comode a San Pietro. Io non so come fare a scrivere senza materiali sott’occhio. È vero che se non avessi prima già tutto veduto, poco mi servirebbero i disegni: ma avendo veduto basta un cenno per ricordar tutto; e poi se non lavorano in inverno gli incisori come si fa? Io mi vi raccomando, e vi prego tener caldi i giovani, e ricordarmi a tutti lor caramente, e anche alle nostre comuni conoscenze tutte, in particolare in casa di Fiano [il duca e la duchessa di Fiano, Marco Ottoboni Boncompagni (1738-1818) e Giustiniana Campana Sambiasi] »111. Alla medesima data Cicognara si rivolge in merito ai residui lavori anche a Canova, lamentando quanto segue: « Appena potei ricevere l’assicurazione dal governatore [Peter conte di Goëss] delle vostre pensioni dell’Instituto che mi feci un dovere dei più cari, e un piacere infinito di accludervela ancorché non avessi un minuto per accompagnarla d’una disegni ivi tradotti, ma segnatamente di quello (quelli) inciso nel registro inferiore. Cfr. F. Leone, Monumento funerario a Clemente XIII Rezzonico (1784-92), in Canova. Il segno della gloria. Disegni, dipinti e sculture, cat. a cura di G. Ericani – F. Leone, Roma 2012, pp. 174-180, nrr. e figg. III. 2 – A; III. 2 – B; III. 2 – C; III. 2 – D; inoltre, in Canova. La bellezza e la memoria, cat. a cura di G. Ericani – F. Leone, Roma 2013, pp. 42-56: 53, fig. 7. 110  Cfr. Leone, Figura femminile assisa, in attitudine dolente, accanto a un busto, 1806, in Canova. Il segno della gloria cit., pp. 136-137; id., Figure femminili drappeggiate sedute in attitudine dolente, in Canova. La bellezza e la memoria cit., pp. 126-130. 111   Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 15 gennaio 1817) a Giambattista Sartori a [Roma], in Canova, Epistolario (1816-1817) cit., II, p. 634, nr. 569. Nella nt. 5 che correda con altre la missiva, la trascrittrice Paola Cavicchi erroneamente commenta: « La stampa per il terzo volume della Storia della scultura venne incisa da Martinelli [!] su disegno di Baruffaldi (Venezia 1818, tav. VII) » (ibid., p. 634, nt. 5). In realtà l’iscrizione relativa all’incisore che si legge nella Tav. VII che dichiara disegnatore Baruf(f)aldi (« Barufaldi dis. ») è invece la seguente: « Musitelli inc. ».

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riga, che partiva la posta. Ma amico colla vostra penetrazione l’avete fatta grossa a spedire li disegnini a Cornelia. Dieci volte me li avrebbe potuti inviare per la corriera d’acqua, e per la posta di terra, io non ho avuto nulla, e Dio sa quando li manderà, e non vadano perduti. Io sono dolentissimo, e ho scritto a lei dicendole Cornelia Barona. Quando ne abbiate altri pronti, mandateli per la posta, come quelli che saranno a voi già a quest’ora recapitati da Napoli per inoltrarmi. Pazienza un poco di spesa, ma non penarli. Io ho già passate al Viero tutte le stampe e vi accludo la sua ricevuta, dietro la quale io scrivo letterina per l’abbate a miglior economia di posta »112. Baruffaldi, Dalla Valle e Rinaldi, cari fra vari altri a non solo a Cicognara ma anche a Canova, vengono più volte ricordati anche dopo la pubblicazione della Storia, come risulta dalle corrispondenze epistolari intercorse. In una missiva redatta a Parigi il 23 gennaio 1819 il conte ferrarese così si esprime: « Sento che Rinaldi vada recuperandosi, del che mi felicito, e pregovi farglielo sentire col più sincero affetto. Barufaldi avrà in quest’anno l’ultima assistenza ch’io sono pur stato condannato a dargli per non disonorare in Roma l’Imperatore, e per non amazzare di dolore il secondo, dopo aver perso il primo de’ miei figli [Ferdinando Dalla Valle]. L’imperatore dovrebbe pur di coscienza restituirmi li 7 mille franchi che mi costa questo ragazzo, che non mi darebbe nulla del suo, e potrei prenderli sopra un altare; ma non me ne fa nulla certamente, ed in vece mi dona una fetuccina della Corona di Ferro, che mi deve esser cara »113. 112   Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 15 gennaio 1817) ad Antonio Canova a Roma (BCBC, III.274.2704), in Canova, Epistolario (1816-1817) cit., II, pp. 630-633, nr. 568: 630. Correda la missiva il seguente allegato, datato da Venezia il 7 gennaio 1817 e firmato da Antonio Viero (BCBC, III.274.2703) ove si legge: « Dal signor conte Cicognara ho ricevuto io sottoscritto le seguenti stampe e queste di ragione del signor cavaliere Canova di Roma per rendere conto allo stesso, e sono: / numero 2: rapresentanti la Fede / 2: Creugante / 2: Ritratto di Canova / 1: Deposito della principessa Cristina / 1: detto di Nelson / 1: Perseo di facia / 1: detto in schiena / 2: Damosseno / 1: Alcide di facia / 1: detto in schiena / 1: Venere in facia / 1: detta in schiena / 1: Amore e Psiche sul scoglio / 2: Venere vincitrici in facia / 2: dette in schiena / 1: Mercato di Amori in 9 tavole / 1: Racolta di numero 37: contorni di statue, depositi, bassirilievi, et / altro. / 1: Racolta di numero 10 Danzatrici / 1: detta dianzi di Ninfe numero 10 tavole / 10: Ritrati di Pio VII inciso da Folo / Teodoro Viero. » (ibid., pp. 632-633). Cfr. Canova e l’incisione, cat. a cura di G. Pezzini Bernini – F. Fiorani, Bassano del Grappa 1993, pp. 143-146; 163-165; 276-286; 287-297; 304-314; inoltre Giordani – Canova – Sartori, Carteggio con la riproduzione di 85 incisioni canoviane cit., pp. 405-417; pp. 419-441; Tavole I. I-XII; II. XIII-XXIX; III. XXX-XCIII). 113   Lettera di Leopoldo Cicognara (Parigi 23 gennaio 1819) ad Antonio Canova a Roma, in Mariuz, Leopoldo Cicognara ad Antonio Canova cit., pp. 94-101 (lettera XV): 96, 100-101, ntt. 11, 12; cfr. anche ibid., Lettera di Leopoldo Cicognara (Heidelberg 15 ottobre 1818) ad Antonio Canova a Roma, ibid., pp. 75-83 (lettera XIV): 78, 83, nt. 22. Di qualche anno successiva è una missiva in cui Cicognara raccomanda Rinaldi a Federico Manfredini, esprimendosi come segue: « Viene da lei uno de’ migliori giovani ch’io m’abbia conosciuto / da che ho

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In un’altra di poco successiva, stilata sempre a Parigi il 5 febbraio 1819 (dall’Hotel Bristol rue des Moulins al civico 21), Cicognara aggiunge alla comunicazione della morte dell’architetto Giannantonio Selva – che aveva ricoperto la carica di professore di architettura all’Accademia veneziana dal 1807 sino alla morte, essendo intimo amico di Canova e Cicognara –, avvenuta il 22 gennaio di quell’anno, la richiesta al sodale di non dimenticarlo e di procurare a Roma « di dare possibilmente rilievo alla circostanza dei due alunni [Ferdinando Dalla Valle e Giovanni Antonio Baruffaldi] tenuti a mie spese, avendo una fortuna troppo modica, l’uno de’ quali perì, e l’altro ha consumato il suo alunnato medianti 7000 franchi da me spesi senza che nessun li compensi, e che l’Imperatore, si confessasse, dovrebbe farmi rimborsare a vista. […] Fate pure che Barufaldi esponga in occasione che viene l’Imperatore tutto ciò che ha fatto per me, e che possa farsi onore, e giustificare la scelta che l’Accademia aveva fatta, e che dicasi pure esser egli un mio pensionato: chi sa che la coscienza non rimordesse, e che la Pasqua mi facesse restituire li miei denari che mi gloriarei molto di accettare »114. Il 27 febbraio 1819, ancora durante il soggiorno parigino e in le mani fra gli allievi delle Arti. Le assicuro che / se non fosse grandissimo a parer mio il suo merito come Scultore / lo terrei in gran conto pel suo Carattere, e il suo Costume / Quindi le sarà meno incredibile che sia poco avventurato, quantunque / non sarà, io spero sempre così – Glielo raccomando – Questi è il / nostro buon Rinaldi, lo riguardi come un altro me stesso, si / compiaccia di avere in lui un Amico Vero del Nostro Canova, / e mi creda sempre pieno per lei della più sincera devozione / e dell’Attaccamento il più rispettoso » – Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 18 Luglio 1823) al marchese rodigino [Federico] Manfredini a Campo Verardo (Campoverardo di Camponogara) (BMCVe/Fondo Moschini, Epistolario, fasc. Leopoldo Cicognara, 4). 114   Lettera di Leopoldo Cicognara (Parigi 5 febbraio 1819) ad Antonio Canova a Roma, in Mariuz, Leopoldo Cicognara ad Antonio Canova cit., pp. 102-104 (lettera XVII): 103, 105, ntt. 10, 13; Bassi, La R. Accademia di Belle Arti di Venezia cit., p. 77. Baruffaldi dipinge Tancredi che battezza Clorinda morente – un olio su tela di cm 163 x 190 –, conservato alle Gallerie dell’Accademia di Venezia (inv. 651), in deposito all’Intendenza di Finanza; il bozzetto – un olio su tela di cm 83 x 71 – già esposto al Museo dell’Ottocento (inv. 78) di Palazzo Massari a Ferrara (attualmente inagibile a seguito dei danni post-sisma del 2012), si trova ora nel Deposito Arte Moderna delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea del Comune ferrarese. In quest’opera, eseguita nel 1822 per i marchesi Fiaschi e non per Leopoldo Cicognara come si legge nella breve nota biografica che gli dedica Gianni Venturi nel 1973 – Cicognara, Lettere ad Antonio Canova cit., pp. 135-136, nt. 8 –, Baruffaldi mostra di essersi prontamente orientato sulle più recenti novità dell’ambiente romano rappresentate dalla produzione dei nazareni; sedotto dal loro esempio l’artista blocca la composizione entro forme levigate e la intride di sentimento cristiano, rivelando anche nella scelta del soggetto l’affinità con il contesto romano. Di lui si conservano ancora una Vergine che legge una pergamena di gusto overbeckiano – un olio su tela di cm 80 x 60 –, eseguita non per un committente privato ferrarese – come riporta ancora Venturi – ma acquisita dal Comune di Ferrara che la vende, assieme ad altri dipinti, in una famosa asta pubblica nel 1827, venendo acquistata da Mario Dotti, presso i cui eredi (Collezione Dotti-Miraglia) ancora oggi si trova. Quest’ultima tela conferma la vocazione purista e quasi nazarena del pittore; essa presenta un’immagine della Vergine molto soave, corretta, tersa, giocata su impeccabili accordi cromatici rosso-blu, che

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occasione dell’imminente visita dell’imperatore Francesco I a Roma, egli ribadiva all’amico che « L’occasione di presentare il mio Barufaldi può essere opportunissima, e se mi facessero almeno pagare li miei 7000 franchi riceverei un ajuto molto conveniente alle mie circostanze. Ma la sola cosa che potrebbe determinarmi a restare a Venezia sarebbe quella di ottenere il rango di consigliere aulico, che mi appartiene di diritto; poiché tolto da questo sono passato alla presidenza, e anche il presidente di Vienna ha lo stesso rango; e attribuendomi il trattamento che vi va annesso, mi venisse poi sborsata la somma aretratta dal giorno che sotto il regime austriaco cominciò il mio servizio gratuito »115. L’8 aprile dello stesso anno, prossimo a recarsi a Londra, palesando le proprie inquietudini sull’opinione dell’imperatore in merito all’opportunità dell’esperienza formativa dell’alunnato romano – per il quale l’Accademia veneziana aveva indetto l’ultimo concorso nel 1815 –, e ritenendo che comunque ogni anno sarebbe stato opportuno spendere « una somma fissa in opere d’arte », Cicognara, facendo cenno al commercio di stampe, segnatamente canoviane, da lui gestito assieme a Quatremère de Quincy con Frédéric Boudin, delineava altresì come segue il profilo di Luigi Zandomeneghi, auspicandone la successione nella cattedra di scultura: « Pizzi è morto un mese dopo Selva. Ecco un professore da fare anche per la Scultura[116]. Zandomeneghi non è un classico, ma riunisce qualità bastanti per meritare che si rivolgano gli occhi sopra di lui. Ferrari ha quasi pari merito, ma poca o nessuna comunicativa. Per le scuole vi vuol dottrina, pazienza, espansione, gusto, maniere. Tutto mi pare in passabile grado si riunisca in Zandomeneghi onde se mai poteste voi qualche cosa, venendo interpellato, o se credeste di far qualche cosa acciò accadesse evoca al contempo Perugino e Garofalo, incentrata sull’invenzione della pergamena scritta in ebraico, ma rovesciata, che Maria sta leggendo; in quest’esercizio di evocazione dei primitivi doveva altresì inserirsi il Compianto su Cristo morto che pare abbia acquistato direttamente da Baruffaldi il marchese collezionista Massimiliano Strozzi. Claudio Savonuzzi nel 1971 gli attribuisce anche l’affresco con Scene di storia romana in Casa Paolucci a Ferrara. Cfr. L. Scardino, Solitari e predatori. Pittori a Ferrara nel diciannovesimo secolo, in Neo-estense cit., pp. 145-237: 148, 234, ntt. 17, 19, e fig. a p. 163; Inventari d’arte. Documenti su dieci quadrerie ferraresi del XIX secolo, a cura di G. Agostini – L. Scardino, Ferrara 1997, p. 269; Antichi e moderni cit., p. 222; A. C. Tommasi, La « scuola veneta » degli emiliani nell’Ottocento, in La pittura emiliana nel Veneto cit., pp. 309-324 (L’‘officina ferrarese’ di Cicognara): 315, 323, ntt. 15-20; Antonio Canova. Alcune lettere a Firenze (1801-1821). Inediti dall’Accademia di Belle Arti, dagli Uffizi, dalla Biblioteca Nazionale Centrale e dall’Archivio di Stato cit., pp. 57-58, nt. 6; C. Savonuzzi, Ottocento ferrarese, Ferrara 1971, pp. 49-50, nrr. 165-167, figg. 62, 63, 61; Pavanello, in Venezia nell’età di Canova 1780-1830 cit., p. 265, nt. 362; Cicognara, Lettere ad Antonio Canova cit., pp. 139, 141, 159, 166; inoltre Lettere familiari inedite di Antonio Canova e di Giannantonio Selva. Per le Nozze Persico-Papadopoli, a cura di D. Selva, Venezia 1835. 115   Lettera di Leopoldo Cicognara (Parigi 27 febbraio 1819) ad Antonio Canova a Roma, in Mariuz, Leopoldo Cicognara ad Antonio Canova cit., pp. 108-110 (lettera XIX): 108. 116   Angelo Pizzi era infatti deceduto il 13 marzo.

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questa scelta, quando vi sia la vostra persuasione, sarei obbligato a voi se la appoggiaste »117. Quanto al bellunese Giovanni Demin (De Min) che per la Storia fornisce cinque disegni, quattro di soggetto canoviano un quinto raffigurante l’Altare con Bronzi di Girolamo Campagna / In S. Giorgio Maggiore a Venezia (Vat. lat. 13748, 572-574; 604, 640), e che vince assieme ad Hayez l’alunnato romano, secondo quanto risulta dalla corrispondenza di Cicognara – ove il nome del giovane bellunese ricorre più volte menzionato fra gli argomenti di maggior interesse e preoccupazione – e dalle Memorie dell’amico e collega veneziano, ha rischiato più volte di perdere la pensione per la propria indolenza, causata anche dalla cagionevole salute e altri incidenti a lui capitati. In una missiva del 1° dicembre 1812 Cicognara, dopo i pareri favorevoli espressi in merito alla condotta di Hayez (« Trovo intanto qui luogo a consolazioni pel nostro Hayez. Come vi scrissi mi sono adoprato pel suo 4° anno ed eccolo ottenuto. La base sulla quale può contare i suoi assegni non è di 1300 franchi finché non venga superior approvazione. Ma comunque sia intanto questo è buono ed egli deve farsi onore, e concorrere al gran premio anche quest’anno in Milano. Cercate di persuaderlo acciò non manchi a questo mio desiderio, e si faccia onore. Io affido in lui l’onor tutto della scuola nostra »), così esprime a Canova 117   Lettera di Leopoldo Cicognara (Parigi 8 aprile [1819]) ad Antonio Canova a Roma, in Mariuz, Leopoldo Cicognara ad Antonio Canova cit., pp. 113-114 (lettera XXI). Luigi Zandomeneghi scolpisce una serie di opere destinate alla celebrazione di Canova, in particolare Il Genio delle Belle Arti incorona il busto di Canova, opera dispersa ma nota da un’incisione di Marco Comirato, il gruppo raffigurante l’Omaggio a Canova (Bassano, Museo Civico), e il Busto di Canova (Treviso, Biblioteca Comunale); esegue inoltre, in collaborazione con altri artisti fra i quali Bartolom(m)eo Ferrari (Marostica 1780 – Venezia 1844), il Mausoleo di Canova (Venezia, chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari); nel 1819 succede ad Angelo Pizzi come professore di Scultura all’Accademia veneziana. Cfr. Cicognara, Lettere ad Antonio Canova cit., p. 113, nt. 5 (« maestro di scultura all’Accademia veneta. Scolpì a Venezia la statua di Goldoni nel vestibolo della Fenice, alcune statue nella facciata di San Maurizio, il Mausoleo Canova in Santa Maria dei Frari, il busto di Canova nell’Ateneo veneto di Treviso, le decorazioni statuarie degli Evangelisti nel Duomo di Castelfranco, le statue e i bassorilievi della facciata del teatro di Belluno ed i rilievi della facciata del palazzo Papafava di Padova »), p. 179. Quanto a Ferrari, iniziato alla scultura nella bottega veneziana dello zio Giovanni Ferrari – ove anche il giovane Canova ha lavorato per un breve periodo –, eletto nel gennaio 1805 accademico di merito e nel 1807 consigliere ordinario della riformata Accademia di Belle Arti di Venezia, nel 1830, su commissione di Giovan Battista Sartori, realizza la fusione in bronzo del Gruppo della Pietà modellato da Canova (Possagno, Tempio). Sul nuovo metodo impiegato da Ferrari per l’esecuzione dell’opera cfr. L. Cicognara, Della fusione in bronzo del Gruppo della Pietà modellata da Antonio Canova eseguita in Venezia dallo scultore Bartolommeo Ferrari (Estratto dall’Antologia N.° 114 [vol. XXXVIII]) Al Chiarissimo Ab. Melchiorre Missirini […] Venezia 10 Giugno 1830, in Lettere, s.l., s.n. [1833?], pp. 1-9 (BMFi/AJ C XII 245). Cfr. inoltre BLLi/Autografoteca Bastogi, Cass. 28, Ins. 1699: Lettera di Leopoldo Cicognara (Roma 7 Agosto s.a.) « al Sigr Bortolo Ferrari Scultore » a Venezia; A. Coccioli Mastroviti, Ferrari Bartolomeo, in DBI XLVI, pp. 520-521.

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la propria preoccupazione in merito al modo di comportarsi di Demin: « Io poi seriamente sono imbarazzato per Demin che mai ha mandato una pennellata di suo all’Accademia veneziana. I suoi saggi dell’anno decorso, e quelli dell’anno presente non si sono veduti, e questo va così male, che io sono obbligato a darne rapporto: e sono responsale in faccia al governo di questa condotta, oltre di che non ha dimostrato alcuna buona volontà di prodursi, e non è concorso ad alcuno de’ grandi premi, né per il disegno, in cui pure sembra avrebbe potuto distinguersi, né per il quadro. Come si fa? Qui bisogna pensare a qualche cosa, e voi padre delle arti e degli artisti pur dovreste tirarmi di questo affare; giacché in tutto ciò che mi riguarda avete plenipotenza di pienissimo diritto »118. Alle motivate lamentele di Cicognara Canova risponde cercando di giustificare il prediletto Demin e di procurargli il quarto anno d’alunnato come aveva frattanto ottenuto Hayez: « Ho veduto un quadro che Demin ha terminato in questi giorni, e posso assicurarvi che l’ha condotto assai bene; e se non fosse stato un eccesso di timidità, l’avrebbe ancor migliorato coi consigli altrui, che non ha osato d’interrogare. Ma ben vi giuro che io lo giudico e tengo capace di fare assai più di quello che mostra: solo ha 118   Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 1 dicembre 1812) ad Antonio Canova a Roma, in Cicognara, Lettere ad Antonio Canova cit., pp. 32-33, nt. 3 (lettera VII); cfr. inoltre ibid., pp. XXVII, nt. 28, 13-14, nt. 13, 38, nt. 1, 41, 44, 102, nt. 5, 161, 166, 174, nt. 4. Giovanni Demin lavora con Hayez agli affreschi del Museo Chiaramonti, collabora all’Omaggio alla Maestà di Carolina Augusta Imperatrice d’Austria fatto dalle Provincie Venete, dipingendo Salomone e la regina di Saba, e disegnando Polinnia, ripresa da quattro punti di vista diversi, e incisa da Pietro Fontana (Omaggio, Tav. II), ed opera in Veneto come frescante trattando soggetti di argomento mitologico, storico e religioso in edifici sacri e profani. Polinnia ripresa dalla « statua di grandezza naturale » – vista di tre quarti a sinistra rispetto al basamento (il volto è di profilo) – viene invece disegnata da Giovanni Tognoli, fra il 19 e il 30 aprile 1817, e incisa da Giovanni Balestra (Omaggio, Tav. I). Cfr. supra, nt. 76; inoltre Lettera di Antonio Canova (Roma 30 aprile 1817) a [Leopoldo Cicognara a Venezia], in Lettere di pittori e scrittori italiani contemporanei finora inedite. Per auspicatissime doppie nozze Treves-Todros, a cura di [L. Lipparini], Venezia 1844, pp. n.n., nt. 6, spec. nt. 1. Il codice vaticano contiene, disegnata da Giovanni Tognoli, quasi certamente nel medesimo torno di tempo, Polinnia diversamente inquadrata – vista di tre quarti a sinistra rispetto al basamento (Vat. lat. 13748, 600) – e che fa parte della Tav. XXXV (1818) incisa da Ignazio Dolcetti. Cfr. Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 19 aprile [1817]) ad Antonio Canova a Roma (BCBC, III.274.2816), in Canova, Epistolario (1816-1817) cit., II, pp. 776-777, nr. 694. Cfr. anche Lettere di pittori e scrittori italiani cit., pp. 788-791, nr. 706. Ma le ricerche condotte presso l’Archivio di Possagno per il tramite di Mario Guderzo danno al momento unicamente conto di una nota spese datata al 1817 che così recita: « Adi 16 9mbre. Per tanti pagati al Sig.r Toniolo per diversi contorni fatti su varie opere del Sig.r Canova-----30 ». Nel codice vaticano compaiono infatti, disegnati da Tognoli, rispettivamente il Monumento Sepolcrale della figlia / della Contessa S. Cruz [disegno 582]; la Ninfa giacente [602]; Creugante, visto da tergo [612, 613]; Creugante, visto da destra [615]; le tre Danzatrici [592, 593, 595]; Ebe per Lord Cawdor a Londra [594]; le Tre Grazie [604] sono invece di mano di Giovanni Demin (« de Min disegnò »), così come Damosseno, visto da sinistra [614] è di mano di Francesco Hayez.

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bisogno di essere incoraggiato ed animato; e a ciò mi studio con quanti mezzi ed informazioni che posso. Il talento suo per l’arte è fuor di dubbio grande e positivo. Le sue accademie del nudo nel palazzo di Venezia non hanno invidia ad alcuno, e non temono forse rivali, o almeno io penso che niuno di questi giovani gli vada innanzi. E questo è pur molto. Così potesse ottenere di rimaner qui per un altro anno! »119. Nella responsiva a quest’ultima Cicognara così replica: « Mi conforta che abbiate veduto un quadro di Demin che sia molto ragionevole. Da due anni siamo senza opere sue, poiché non mandò la mezza figura l’anno scorso, né la figura intera, ossia il quadro, che speriamo verrà quest’anno[120]. Io vorrei aver mezzi per incoraggirlo, ed assisterlo: ma come si fa egli? Io avrei creduto di fare un gran torto ad Hayez, se avendo perduto le speranze di poter assisterne tre, non avessi fatto il possibile di salvarne uno, e quello che ha dato il più di saggi, che ha ottenuti i gran premi, che è della più grande aspettazione. Se avessi fatto un’insistenza sulla massima, io non otteneva nulla: e fra il niente, e il poco, bisogna sempre attenersi al poco. […] Ma io non posso eccedere dalle discrete beneficenze che mi permette la mia mediocrità: che se il potessi non avrei due soli alunni in casa mia, ma ne avrei un reggimento »121. Non potendo dunque concedergli il quarto anno d’alunnato, Canova pagava la pensione del giovane e, nel febbraio del 1815, chiedeva a Cicognara l’appoggio per far ottenere a Demin un altro anno di pensionato a Roma; ancora nell’agosto del 1816 Cicognara invitava con affetto l’amico a sollecitare Demin, nonché Hayez, Baruffaldi, Rinaldi e Tadolini, affinché continuassero ad assecondare le premure avute per loro, mostrandosi meritevoli da poterne ottenere la continuazione122. Costoro beneficiavano a Roma della protezione di Canova il quale specialmente ad Hayez aveva procurato nuove commissioni, come già lo aveva appoggiato e supportato nelle vittorie del grande premio di pittura all’Accademia di Belle Arti di Milano nel 1812 e di quello bandi119   Lettera di Antonio Canova (Roma 23 dicembre 1812) a Leopoldo Cicognara a Venezia, in Canova, Un’amicizia di Antonio Canova cit., pp. 17-18 (lettera 11). 120   Cfr. Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 27 febbraio 1813) ad Antonio Canova a Roma, in Cicognara, Lettere ad Antonio Canova cit., pp. 41-42 (lettera X) (« Sono arrivati i saggi da’ giovani alunni, e ho particolarmente esaminati quelli di Demin. Io non ho esitato un momento a invocare un sussidio del Governo in conseguenza delle vostre premure. E vi ragguaglierò su di quello che mi verrà scritto. Ho esposte le sue calamità con colori vivaci »). 121   Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 10 gennaio 1813) ad Antonio Canova a Roma, in Cicognara, Lettere ad Antonio Canova cit., pp. 35-37 (lettera VIII): 35. 122   Lettera di Leopoldo Cicognara ([Napoli] 13 agosto 1816) ad Antonio Canova a Roma, in Cicognara, Lettere ad Antonio Canova cit., pp. 165-167 (lettera LI). Si consideri al riguardo una più tarda lettera autografa inedita di Cicognara redatta il 10 settembre 1828 a Venezia e indirizzata ad Enrico Dubois, rinvenuta – assieme a un’altra diretta a Bartolommeo Bongiovanni, Maestro di Disegno a Vicenza, datata 9 agosto 1833 – presso la Biblioteca Comunale di Trento, nel manoscritto BCT1-2145, nr. 31br (e BCT1-2145, nr. 31a).

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to dall’Accademia Romana di San Luca nel 1813 ove, come ricorda Hayez nelle sue Memorie, gareggiava lo stesso Ingres123. Cicognara fa studiare a proprie spese sino all’alunnato romano anche il padovano Rinaldo Rinaldi – distintosi per essere uno fra i giovani più premiati ai concorsi annuali dell’Accademia veneziana –, amato come un figlio, il quale, divenuto allievo di Canova, ne rileverà per qualche tempo – subentrando nella direzione decennale a Cincinnato Baruzzi dopo varie vicende per l’acquisto – lo studio romano di via delle Colonnette, un atelier aperto a tutti gli artisti – è noto l’interessamento dello scultore per la formazione e l’inserimento di giovani nell’ambiente artistico romano – e che, meta preferita dal mondo del collezionismo che freneticamente si spostava dal nord d’Europa alla città eterna per ammirare l’arte antica, teneva conto sia della tradizione degli studi d’artista settecenteschi sia di quella delle botteghe antiquariali romane ove si raccoglievano, si restauravano o si copiavano i reperti emersi dagli scavi archeologici (scultorei e non) del mondo classico, già testimonianza concreta delle predilezioni collezionistiche dell’artista in ordine ai reperti (eterogenei e diacronici, antichi e classici) e immagine del gusto di un’epoca che del frammento ha fatto un modo espressivo124. 123  Hayez, Le mie memorie (1995), cit., pp. 67-68; Le mie memorie (1890), cit., pp. 22-30 (1813) : 24-25. 124   Lo studio d’arte era allora anche un luogo di libero mercato ospitando abitualmente esposizioni delle opere terminate senza commissione, rispondendo così anche alle richieste che provenivano da acquirenti sempre più colti. Un mercato quest’ultimo sempre più fiorente anche grazie al gran numero di scavi che venivano condotti fuori e dentro le mura urbane; lo stesso Canova è stato un collezionista e un certo numero di queste testimonianze antiquarie è stato utilizzato per la decorazione del proprio studio. Opportunamente il gusto collezionista di Canova è stato accostato a quello di Giovanni Battista Piranesi e, segnatamente, a quello di Bartolomeo Cavaceppi, il restauratore-scultore che è stato il braccio esecutore di Winckelmann, e anche compagno di viaggi, in ordine all’abilità esecutiva e l’adesione al rigore filologico dell’archeologo con esiti integrativi mimetici, nonché alle anticipazioni metodologiche relative alla distinguibilità, certamente intenzionale, delle reintegrazioni ottenuta tramite l’ovalizzazione delle connessioni; pur condividendo l’amore per il collezionismo antiquario, Canova non è stato un restauratore, sebbene in molte occasioni abbia espresso pareri in merito – valga per tutti la vicenda del Laocoonte; per tale ragione il posizionamento esterno allo studio di scultura dei frammenti non ha il valore di vetrina della propria attività quanto piuttosto di ricerca formale e compositiva, e di una modalità espressiva. Sull’atelier romano aperto da Canova nel 1781, che nel 1783 trasferisce nel vicolo degli Orti di Napoli e da questo in quello di via delle Colonnette, ove si sono raccolte le più importanti trasformazioni socio-artistiche della seconda metà del Settecento e del primo ventennio dell’Ottocento, non solo romano ma internazionale, rielaborate però dalla sensibilità con cui Canova concepiva l’arte, l’antico, la società ed il ruolo dell’artista in essa, cfr. S. Mangiasciutto, Antonio Canova e il clima culturale romano, in Lo studio di Antonio Canova. Storia e restauro, a cura di L. Donadono, Roma 2007, pp. 9-18; A. Ippoliti, Il sito e le vicende edilizie dello studio di Antonio Canova, ibid., pp. 19-30; id., Le fasi storiche e i documenti d’archivio, ibid., pp. 31-34; D. Candilio, La collezione archeologica dello studio di Antonio Canova, ibid., pp. 57-66; G. De Tommaso,

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Scrivendo da Venezia nell’aprile del 1812 per presentarlo all’amico ne ritaglia un benevolo profilo125. Le premure per Rinaldi, che « ha una grande attitudine a disegnar bene » e nel quale il conte ferrarese ripone le proprie speranze, si esprimono concretamente sollecitando anzitutto l’invio di alcuni disegni padovani per la Storia: « Fate […] che Rinaldi rimandi ultimati i disegnini di Padova », e in una serie di commissioni procurate al giovane padovano in ragione dei suoi progressi curricolari. Quanto ai menzionati disegni si tratta di quelli contrassegnati dai numeri 203, 204, 205, 210, 211, 215, 285, 286, 374, 375, 402, 405, 412-416, 474, che compaiono rispettivamente tradotti nel secondo volume della Storia alle Tavv. VIII; IX; XII; XXXVI; LIX; LX; LXXIV; LXXV; LI; pertinente ai rilievi padovani è anche il disegno 558, che compare però pubblicato nella Tav. XXI del terzo volume. In questa stessa missiva Cicognara richiedeva, per il tramite di Canova, il quadro di Hayez raffigurante Rinaldo e Armida (un olio su tela di cm 198 x 295), eseguito nel 1814, per poter ottenere la concessione del quarto anno d’alunnato romano126. Nel settembre del 1815 comunicava all’amico scultore quanto segue: « Abbiamo avuto qui l’esposizione, la distribuzione dei premi, e giunse l’ultimo giorno anche il saggio di Rinaldi che per la parte espressione e composizione mi è molto piaciuto, e queste sono le principali doti d’un artista giovane, poiché qualche diversa scelta nelle Appendice documentaria, ibid., pp. 67-77 : 74-75. Nel tomo II dell’Epistolario (1816-1817) canoviano, nella missiva inviata a Cicognara il 29 marzo 1817, in risposta a quella ricevuta datata al giorno 8 dello stesso mese, Canova fornisce una serie di delucidazioni interessanti su conoscitori e negozianti di vari generi di antichità e su questioni di metodo e tecniche di lavorazione (« Porfido / A fresco / Ritratto »), e ricorda quali erano gli artisti (scultori, pittori, letterati) più noti attorno alla data del suo arrivo a Roma, fra i quali menziona Agostino Penna e Gaspare Sibilla, Vincenzo Pacetti, Niccolò La Piccola e Gavin Hamilton – Lettera di Antonio Canova (Roma 29 marzo 1817) a Leopoldo Cicognara a Venezia (« Originale non reperito. Si pubblica la trascrizione edita in Lipparini 1844, n. 5 »), in Canova, Epistolario (18161817) cit., II, pp. 745-750, nr. 669: 746, 747-749; Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 8 marzo [1817]) ad Antonio Canova a Roma (BCBC, III.274.2709), ibid., pp. 723-728, nr. 654; inoltre Lettere di pittori e scrittori italiani contemporanei finora inedite cit., pp. n.n., nr. 5; A. González-Palacios, Il serraglio di pietra. La Sala degli Animali in Vaticano, Città del Vaticano 2013, pp. 27-31 (Caput mundi): 29, nt. 24; M. Guderzo, Antonio Canova “Il viaggio è stato felice: io sono giunto a casa”, in Antonio Canova. Sculture, dipinti e incisioni dal Museo e dalla Gipsoteca di Possagno presentati ad Assisi, cat. a cura di M. Guderzo, Crocetta del Montello 2013, pp. 37-53: 37-38, figg. 3-4, 52, ntt. 4-5. 125   Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 28 aprile 1812) ad Antonio Canova a [Roma], in Canova, Lettere scelte dell’inedito epistolario di Antonio Canova, cit., pp. [79]–81 (lettera 22), poi in Cicognara, Lettere ad Antonio Canova, cit., pp. 8-15 (lettera 11): 12-13; Lettera di Leopoldo Cicognara (Ferrara 8 ottobre 1812) ad Antonio Canova a Roma, in Cicognara, Lettere ad Antonio Canova cit., pp. 25-28 (lettera V): 26-27, e pp. 29-31 (lettera VI, Ferrara 9 novembre 1812): 30, e pp. 66-69 (lettera XVIII, Ferrara 19 marzo 1814): 67-68, nt. 11. 126  Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 21 febbraio [1814]) ad Antonio Canova a Roma, in Cicognara, Lettere ad Antonio Canova cit., p. 176 (Appendice I, lettera 4).

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forme si acquista col tempo e lo studio, ma chi non sente non impara mai a sentire: almeno così la penso a fronte di tutti quegli aristarchi i quali trovano il pelo nell’uovo, e non sanno parlare che d’un braccio, d’un dito, d’un’unghia, e non sviluppano una bellezza classica che emerge dal totale e dalla felicità del concepimento »127. Fra Cicognara e gli operatori dell’officina per della Storia, allievi o docenti, esistono altre forme di collaborazione in ordine a complementari affinità di interessi legati alle pratiche e ai saperi dell’estetico e dell’artistico che si protraggono nel tempo, oltre la realizzazione delle Fabbriche e dell’Omaggio, come attestano, almeno sino agli anni intorno al 1832, numerose corrispondenze epistolari128. Si consideri ad esempio il caso di Giuseppe Borsato che frequenta l’Accademia veneziana a partire dal 1791, quando risulta iscritto alla classe di prospettiva, e, concluso il curriculum formativo – fornendo frattanto due disegni per la Storia l’uno di ambito veronese, l’altro veneziano (Vat. lat. 13748, 117, 297) che compaiono rispettivamente nella Tav. XXIV (1813) e nella Tav. XLII (1816) –, diviene, presso la medesima istituzione, professore d’Ornato, incarico che ricopre dal 1812 sino alla morte. In concomitanza all’impegno accademico prosegue la propria esperienza artistica come pittore, ornatista e scenografo e, occupandosi di restauro, opera anche nell’ambito del rinnovamento della città lagunare. 127  Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 1 settembre 1815) ad Antonio Canova a Roma, ibid., pp. 128-131 (lettera XXXVI): 129. 128   Si vedano le lettere indirizzarte a Leopoldo Cicognara a Venezia da Rinaldo Rinaldi, BMCVe/Mss. P. D. c 595/XII, 885, 886; BMCVe/Mss. P. D. c 711/III (Prov. Malamani), Roma 20 aprile 1832: 248; 248 bis; Roma 9 marzo 1833: 277; Roma 9 maggio 1833; 291; da Francesco Hayez, BMCVe/Mss. Cicogna 3015/VII, Milano 12 giugno 1823, 284; BMCVe/Mss. P. D. c 711/III, Milano 12 maggio 1828, 153; Milano 13 maggio 1829, 170; Milano 4 dicembre 1829, 186; BMCVe/Mss. P. D. c 712/XL; BMCVe/Mss. P. D. c 595/VIII, 418; da Vincenzo Camuccini, BMCVe/Mss. P. D. c 711/III (Prov. Malamani), Roma 20 novembre 1826, 97; da Giuseppe Bezzuoli, BMCVe/Mss. P. D. c 711/III (Prov. Malamani), Firenze 25 marzo 1827, 114; da Luigi Zandomeneghi, BMCVe/Mss. P. D. c 711/III (Prov. Malamani), Venezia 13 giugno 1827, 137; da Giovanni Demin, BMCVe/Mss. P. D. c 711/III, Venezia 3 Dicembre 1830, 209. Dalla ricerca effettuata invece presso l’Autografoteca Bastogi della Biblioteca Labronica di Livorno risultano ivi conservate sette lettere autografe di Rinaldo Rinaldi firmate a Roma negli anni 1825-1833 ed indirizzate a Leopoldo Cicognara a Venezia (BLLi/Autografoteca Bastogi, Cass. 97, Ins. 644). Recanti il medesimo destinatario – di rado dichiarato a tergo e per lo più vergato solo sull’acclusa busta – vi sono altresì conservate le seguenti: una lettera di Niccola Monti firmata da Pescia il 25 marzo 1828 (Cass. 79, Ins. 2351); una lettera di Francesco Nenci firmata da Siena il 27 gennaio 1832 (Cass. 82, Ins. 146); due lettere di Giuseppe Nadi firmate da Bologna rispettivamente il 20 e il 29 gennaio 1813 (Cass. 82, Ins. 3); una lettera di Giovanni Servi priva di data (Cass. 104, Ins. 887), in calce alla quale si legge: « Benedissi la causa che conobbi la S. V. / come benedico il momento di essere stato uno dè suoi figli [corsivi miei] »; mancanti di direzione sono invece una lettera di Giovanni De Min firmata a Bassano in data 3 agosto 1845 (Cass. 39, Ins. 990) e un’altra sua lettera redatta a Torreselle in data 3 maggio 1853 (Cass. 39, Ins. 991).

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In relazione alla pratica di documentare con disegni, dipinti e stampe i monumenti e le opere più significative, segnatamente quelle che vengono disperse in epoca napoleonica a causa della soppressione degli ordini religiosi e in seguito alle conseguenti nuove destinazioni d’uso di chiese e conventi, si consideri la Tomba Barbarigo di Santa Maria della Carità a Venezia – un olio su tela di cm 51,5 x 66,5 – dipinta da Borsato entro il 1807, poco prima della distruzione del monumento, raffigurante la tomba dei dogi Marco e Agostino Barbarigo, già nella chiesa di Santa Maria della Carità che, assieme alla Scuola e al monastero dei Canonici Lateranensi della Carità, costituiva uno fra i più insigni insediamenti conventuali della città in epoca medioevale, ma che, a partire dal Seicento ha conosciuto un graduale declino e abbandono, conclusosi in età napoleonica quando, in seguito alla soppressione degli ordini religiosi, la chiesa viene svuotata e destinata a ospitare alcuni locali dell’Accademia di Belle Arti. La tomba rinascimentale (già attribuita a Mario Codussi, nuove ricerche dimostrano che fu appaltata dallo stesso Agostino nel 1492 a Buora e Bartolomeo di Domenico Duca; il progetto generale della grande parete incrostata di marmi rivela affinità con lo stile architettonico di Antonio Rizzo piuttosto che di Pietro Lombardo), collocata sulla parete sinistra della navata, fra il primo altare e l’ingresso laterale, figurava fra le più importanti nella città lagunare sia perché celebrava i due dogi che maggiormente avevano segnato la vita della Serenissima, sia per l’importanza artistica messa in rilievo da Vincenzo Maria Coronelli nella sua Guida del 1700 e in varie altre fonti successive, che consentono di conoscere le modifiche subite dal monumento sino alla sua definitiva distruzione. Il monumento è ripreso con dovizia di dettagli in tutta la sua ricchezza di marmi e decori; su un’importante zoccolatura poggiano otto colonne binate che reggono un cornicione che suddivide orizzontalmente i piani; le tre arcate di coronamento poggiano su quattro pilastri, e al centro è collocato l’altare sul quale si mostrano tre piccoli dipinti rettangolari raffiguranti rispettivamente l’Assunzione della Vergine, l’Assunta e gli Apostoli – inscritti in quella che le fonti definiscono la grata – mentre ai suoi lati sono riprodotte le statue dei dogi Barbarigo inginocchiati: a destra il sarcofago con Agostino giacente e a sinistra quello di Marco; in corrispondenza, nel registro inferiore, compare un’iscrizione con testi riferiti alla vita dei due dogi. Nel corso degli anni il monumento ha subito interventi ricostruibili dalle descrizioni che evidenziano come il dipinto sia un importante documento che ne testimonia lo stato prima dello smembramento avvenuto nel 1807, presentando ancora collocati sull’altare i tre bassorilievi bronzei e la grata descritti dalle fonti settecentesche e da un’incisione del 1692 che lo raffigura così come si osserva nel dipinto di Borsato; i bassorilievi avevano sostituito una scultura raffigurante la Vergine, riprodotta in una medaglia di Agostino Barbarigo,

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

presumibilmente afferente alla prima versione della tomba, raffigurando gli stessi soggetti dei dipinti che figurano sull’altare nella tela di Borsato129. È soprattutto Cicognara, coadiuvato da Canova, a impegnarsi nella tutela e salvaguardia del patrimonio artistico – come attesta la documentazione conservata negli atti accademici, nei volumi dei verbali, la corrispondenza, le ricevute –, in quel difficile momento storico in cui Venezia avrebbe subito altrimenti irrimediabili saccheggi. Insieme agli architetti Antonio Diedo e Giannantonio Selva il conte ferrarese pubblicava infatti nel 1815 il grande repertorio delle Fabbriche più cospicue di Venezia con il preciso intento di documentare la ricchezza dei monumenti della città, palazzi e chiese destinati a rimanere immutati come a essere distrutti o destinati ad altro utilizzo. La collaborazione intercorsa fra Cicognara e Borsato anche in alcuni progetti di conservazione, ricollocazione e valorizzazione del patrimonio artistico veneziano in ambito accademico lascia pensare a un legame fra i due pure per quanto concerne la genesi di questo dipinto. Quando fra il 1811 e l’anno successivo si decideva di accorpare l’edificio sansoviniano della Libreria Marciana al Palazzo Reale il nucleo dei volumi della Marciana – e la raccolta archeologica – non veniva disperso ma per interessamento di Cicognara ricollocato in alcune sale del Palazzo Ducale, in librerie e scaffalature ideate da Borsato, come mostrano alcuni suoi disegni conservati al Museo Correr di Venezia. Borsato frequenta anche i generi della veduta, della rappresentazione urbana e della pittura d’interni; meticoloso e scientifico, segnatamente in quest’ultima specializzazione, affronta con spirito documentaristico episodi di storia contemporanea, come la cerimonia svoltasi nelle sale dell’Accademia il 13 ottobre 1822, quando Cicognara fa trasportare la bara di Canova nelle sale dell’Accademia e legge un memorabile discorso davanti al feretro del maestro – Leopoldo Cicognara pronuncia l’Orazione funebre in onore di Antonio Canova nell’Accademia delle Belle Arti di Venezia, alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro (cl. I, n. 2152) – in dialogo ideale con il Tiziano dell’Assunta, opera che Cicognara aveva voluto trasferire dalla chiesa dei Frari alla nuova sede dell’Accademia in Santa Maria della Carità il 20 maggio 1815130. 129   A. Augusti Ruggeri, Aspetti diversi del monumento Barbarigo nella chiesa della Carità a Venezia, in Per l’arte. Da Venezia all’Europa. Studi in onore di Giuseppe Maria Pilo, a cura di M. Piantoni – L. De Rossi, I: Dall’antichità al Caravaggio, Monfalcone 2001, pp. 131-135: 132; B. Cesaro, in Quadreria 2009. Dalla bizzarria al canone: dipinti tra Seicento e Ottocento, cat. a cura di G. Capitelli, Roma 2009, pp. 44-45, nr. 15; E. Catra, Giuseppe Borsato, in Paesaggi d’Acqua. Luci e riflessi nella pittura veneziana dell’Ottocento, cat. a cura di I. Reale – M. Zerbi, Torino-Londra-Venezia-New York 2011, pp. 108-109, s.v.; anche L. Resciniti, ibid., p. 40, nr. 3; N. Ivanoff, Borsato (Borsatto) Giuseppe, in DBI XIII, pp. 117-118. 130   Segnalo il discorso elogiativo pronunciato da Cicognara il 10 agosto 1817 all’Accademia veneziana in occasione della presentazione e dell’esposizione permanente della pala

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Oltre alle onoranze in morte del Canova, sei anni più tardi, nel 1828, con lo stesso interesse per la ripresa dei particolari Borsato dipinge La visita del conte Leopoldo Cicognara al mausoleo del Canova ai Frari, al Musée Marmottan di Parigi, in cui rappresenta Cicognara intento a illustrare a un gruppo di astanti il Monumento a Canova eretto in Santa Maria Gloriosa dei Frari mentre alcuni fedeli pregano davanti alla pala di Tiziano in fondo all’abside131. Riguardo al Monumento segnalo infine quanto emerge dalla citata corrispondenza intercorsa fra Cicognara e Nenci. Con il nome di Canova e il progetto di Cicognara di innalzare un monumento al principe degli scultori della sua età, di cui si è reso appassionato animatore e sostenitore, rammentati nella missiva del 28 febbraio 1827, si apre la seconda parte del carteggio. Quest’ultima presenterebbe un interessante profilo del pubblico canoviano se Cicognara avesse specificato con maggiore precisione i sottoscrittori del monumento; dalle sue parole pare di capire che i ricchi e gli aristocratici abbiano risposto senza troppo entusiasmo all’iniziativa, e che complessivamente plebiscitario sia risultato il concorso degli attomi, ovvero della gente comune e degli artisti poveri: « Che io avessi cercato fra i più distinti artisti della Toscana alcuni nomi onde onorare l’elenco ancora aperto per la sottoscrizione al Monumento che sorge a Canova, e non vi fosse il suo, distintissimo certamente fra gli Italiani, Ella avrebbe un diritto di accusarmi di ommissione. I primi amatori di Europa in fatto d’arti, i primi stabilimenti, gli artisti più rinomati, e tutti i monarchi sono assieme concorsi per innalzare a questo Uomo eminente dell’Assunta nella pinacoteca (ove rimane sino al 1918, anno in cui fa ritorno alla sede originaria) aperta in quell’anno per un breve torno di tempo anche al pubblico, con grande concorso di visitatori; cfr. Prolusione del conte Cicognara Presidente dell’Accademia, in Discorsi letti nella grande aula dell’I. R. Accademia di Belle Arti In occasione della solenne apertura di una delle sue nuove Gallerie, e della pubblica distribuzione dei Premii fattasi da S. E. il Signor Conte di Göess Governatore di Venezia, nel dì 10 Agosto 1817 cit., pp. 7-20. Il 30 maggio dello stesso anno Cicognara preannuncia con entusiasmo l’evento a Canova: Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 30 maggio 1817) ad Antonio Canova a Roma, in Canova, Un’amicizia di Antonio Canova cit., p. 106, nt. 1; Lettera di Antonio Canova (Roma 7 giugno 1817) a Leopoldo Cicognara a Venezia, ibid., pp. 105-107 (lettera 54): 106; anche Lettera di Leopoldo Cicognara (Londra 6 maggio 1819) ad Antonio Canova a Roma, in Mariuz, Leopoldo Cicognara ad Antonio Canova cit., pp. 117-120 (lettera XXIII): 119, nt. 5. Cfr. inoltre G. Barbieri, Il mito di Tiziano nel XIX secolo e il valore della critica “anagrafica”, in Fabio di Maniago e la storiografia artistica in Italia e in Europa tra Sette e Ottocento cit., pp. 179-185. 131  L. Cicognara, Orazione in morte del marchese Antonio Canova letta il giorno delle sue esequie nella Sala dell’Acca. Di Belle Arti in Venezia dal presidente della medesima ed il canto funebre del Prof. Giovanni Rosini, Roma 1823, pp. 1-44 (BAV/Miscellanea R.G. Arte Arch. IV.317); Pavanello, in Venezia nell’età di Canova 1780-1830 cit., pp. 157-161, 166, 179-182, 250, 258-263, 281-300; Cesaro, in Quadreria 2009 cit., pp. 44-45, nr. 15. Nel registro di cassa familiare Cicognara annota: « 1829 / […] Quadro dell’interno di S. M. de’ Frari di Borsato [Lire Venete] 1050 » (BMCVe/Mss. P. D. c 2833, Cassa. 1808-1832 cit., p. 64).

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

un tal monumento che attesti alla posterità la stima che ebbero di lui i contemporanei, ammirando non tanto il sommo ingegno, quanto le rare virtù. Sorge infatti per opera di sette insigni scultori un tal monumento di numerose statue colossali a Canova, che contende lo splendore dei Mausolei Vaticani, ed è la prima volta che mediante una colletta si è potuto operare altrettanto nella nostra povera Italia. […] Anche con tenuti soccorsi ricevuti in gran numero si possono condurre a termine imprese vastissime: e bisogna convincersi che di attomi anche il mondo fu fatto. Pochi hanno potuto o voluto dare per quest’oggetto lì ducento, lì cento, lì cinquanta Luigi, ma molti hanno dato lì cinque, lì quattro, ed anche la semplice unità. Li nomi degli estimatori di Canova debbono conoscersi, e il di lei nome io vorrei fosse in questo numero »132. Tuttavia tale impressione viene contraddetta dall’elenco dei sottoscrittori pubblicato in appendice a un opuscolo ufficiale nel quale viene descritto il monumento e la storia della sua origine133. « L’elenco ridimensiona alquanto la consistenza di questo “pubblico” canoviano. Ci si proponeva, attraverso il monumento in questione, di “aprire un adito al compianto universale dell’intera Europa e del culto mondo”, ma per i paesi stranieri i sottoscrittori sono pochi e spesso non vanno al di là dei principi e dei funzionari di corte. In Italia il successo fu molto maggiore, ed alla sottoscrizione parteciparono anche professionisti e borghesi. Il numero degli artisti e degli intellettuali raggiunge, però, le venti unità appena, e non vi compare il nome di Nenci. Si può dire che solo Venezia rispose adeguatamente all’appello dell’Accademia e del suo presidente. »134. L’opuscolo così informa in merito agli scultori impiegati per l’esecuzione del Monumento canoviano, due dei quali già afferenti all’officina per la Storia – Ferrari traduce in bronzo il modello in gesso di Canova del Gruppo della Pietà –: « Gli Artisti delle Venete Provincie impiegati per le Sculture furono i seguenti / Il Sig. Giuseppe Fabbris Bassanese dimorante 132   Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 28 febbraio 1827) a Francesco Nenci a [Siena], in Abbate, Lettere inedite del Cicognara a Francesco Nenci cit., pp. 62, 66. 133  [L. Cicognara], Il Monumento a Canova eretto in Venezia, Venezia 1827, pp. 1-30 (BCISi/Autografi Porri 36.33. Canova Antonio). Antip. calcogr. con disegno di G. Borsato e incisione di A. Lazzari. Contiene l’elenco delle sottoscrizioni al monumento (pp. 22-30: 26 ove si legge « Venezia / Azioni Cicognara, Co. Leopoldo 30 / Oltre a ciò il Co. Cicognara ha ricusato il rimborso per tutta la corrispondenza tenuta in Europa per quattro anni, ascendente a più di 100 Azioni »). Cfr. inoltre L. Cicognara, Sul Monumento da erigersi in Venezia alla memoria di Canova Lettera del Co. Cicognara Presidente della I. R. Accademia di Belle Arti all’Egregio Sig. Abate Gio. Battista Canova Venezia li 25 Dicembre 1822, Venezia [1822?], pp. 1-10 (BAV/ Miscellanea R.G. Arte Arch. IV.317); Offerta a Leopoldo Cicognara Conte Cavaliere Dell’Imp. Aust. Ordine della Corona Ferrea e di quello di Dannebrog Commendatore dell’Ordine Reale della Stella Polare ec. Per la Inaugurazione del Monumento eretto ad Antonio Canova in Venezia, Padova 1827. 134   Abbate, Lettere inedite del Cicognara a Francesco Nenci cit., pp. 62-63, 69, ntt. 8-9.

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in Roma, che prese a scolpire il Genio sedente sul davanti della gradinata pel prezzo di 350 Luigi. Al Sig. Rinaldo Rinaldi Padovano, domiciliato pure a Roma, fu dato a eseguire il Leone, e il Genio seguace della Scultura pel prezzo di 480 Luigi. Il Sig. Antonio Bosa Bassanese fu incaricato del gran basso rilievo sulla fronte della Piramide, rappresentante il Medaglione coll’effigie di Canova sorretta da due Fame, e gli venne accordato il prezzo di Luigi 260. Il Sig. Luigi Zandomeneghi Veronese, Professore di Scultura nell’Accademia Veneta, scolpì le due figure aggruppate della Pittura e dell’Architettura pel prezzo di 600 Luigi. Il Sig. Bartolommeo Ferrari Vicentino scolpì la donna che rappresenta la Scultura pel prezzo di 350 Luigi. E per la medesima somma il Sig. Giacomo de Martini Veneziano eseguì li due Genietti, che all’estremo del Monumento vengono seguendo le due Statue della Pittura e dell’Architettura. Né tutti gli Scultori Veneziani vogliasi // credere impiegati a questo lavoro, mentre con doglia fu mestieri escluderne qualcuno che non privo di mezzi anelava di segnalarsi in sì bella occasione. Ne sursero anzi di sì valenti ne’ soli pochi anni che s’impiegarono alla costruzione del Monumento, che avrebbero disputato forse con gloria le prime palme: tanto produce in questo Veneto suolo il buon germe dell’arte lasciato dal sommo Maestro! È da notarsi che gli Scultori domiciliati in Roma ebbero (siccome conveniva) un compenso sì pe’ loro viaggi di andata e ritorno, sì per la costruzione dei modelli, e che tutte le ingenti spese di creta, gesso, ferramenta, legname, e quant’occorse nelle opere d’ogni Scultore vennero supplite dalla Cassa del Monumento, non che la spedizione costosissima dei Modelli fino a Roma per le opere che vennero lavorate nelle officine dei due Scultori colà domiciliati. A queste spese preceduta era la più considerabile, quella cioè dell’acquisto dei marmi in Carrara »135. Dopo una lacuna di cinque anni Cicognara si avvale ancora per varie questioni dell’aiuto dell’amico, essendosi i loro vincoli di amicizia fatti più stretti e i registri colloquiali passati dal lei al voi in un tono molto naturale e confidenziale, come risulta dalle missive rispettivamente inviate da Firenze il 10 gennaio, il 1° febbraio e il 10 ottobre del 1832; alla fine dello stesso anno Cicognara si ammala e le due lettere inoltrate da Venezia il 10 gennaio e il 16 febbraio del 1833 risultano permeate di revenants e da un’insistita ricerca di consolazione136. Nell’ultima si legge: « Voi non avete paura dei revenants: ma se l’aveste, e mi lasciaste morire senza avermi mandata una linea di vostra 135  [Cicognara], Il Monumento a Canova eretto in Venezia cit., pp. 12-13. Cfr. supra, nt. 117. Sullo scultore bassanese « Giuseppe Fabbris » o « Giuseppe Fabris » (Nove 1790 – Roma 1860); N. Stringa, Giuseppe De Fabris. Uno scultore dell’Ottocento, Milano 1994; L. Alberton Vinco Da Sesso, De Fabris Giuseppe, in DBI XXXIII, pp. 665-669. 136   Abbate, Lettere inedite del Cicognara a Francesco Nenci cit., pp. 63, 66-68.

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

mano, per certo io verrei a farvi spiritare la notte con rumori e fantasmi, e tirarvi giù le coperte dal letto, e farvi rabbrividire di paura. Sentite amico mio, se mai per avventura vi foste messo in capo di lasciarmi scrivere e sospirare quattro segni della vostra amica e maestra mano, e con ciò stancarmi, vi assicuro che la mia insistenza sarà maggiore della vostra ritrosia. Compie un mese dalla quasi intera riunione dei disegni de’ miei amici e contemporanei, il vostro posto d’onore è fissato, e compie un anno da che voi mi avete promesso questo ricordo. Torno, e tornerò le mille volte a scongiurarvi, e nella mia insistenza sarò invincibile »137.

137  Ibid., p. 68, ove la « quasi intera riunione dei disegni de’ miei amici e contemporanei » designa l’Album Cicognara.

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CATALOGO  DEI  DISEGNI Le schede tecnico-scientifiche, redatte in trascrizione diplomatica, sono relative a ciascuno dei disegni che compongono il Vat. lat. 13748, ovvero la « Collezione di tutti / i disegni originali che hanno servito / per intagliare le tavole della / Storia della Scultura / di Leopoldo Cico / gnara »1, 1   Come si legge nell’iscrizione apposta da Cicognara a penna con inchiostro bruno, su sei righe, leggibile sull’etichetta ovale in carta avorio incollata sopra il centro della coperta del Vat. lat. 13748. La coperta del codice misura mm 525 x 385 (ciascun foglio di supporto, sul quale sono incollati uno o più disegni, è in cartoncino resistente grigio-blu e misura mm 515 x 375) e reca sul dorso un’etichetta ove si legge: « bibliot. ap. / vaticana / Vat. lat. 13748 ». La descrizione del codice redatta da Grafinger, Die Erwerbung cit., p. 46, nt. 22; inoltre ibid., Dokument 14, pp. 67-69: 68 (Arch. Bibl. 13, 392r-393v) in merito a composizione, dimensioni (« Gröβe: 52,6 x 38,5 cm »), numerazione (« von 1 bis 111 foliierte Blätter »), tecnica, viene ora di seguito riconsiderata nel dettaglio ed integrata. Il codice si compone di 151 fogli in carta spessa 1 (« Papier 28 ») di color grigio-blu, numerati da 1 a 111 – altri 40, non numerati, non recano disegni apposti – e di due fogli di guardia anteriore e posteriore, in carta resistente vergata avorio. Si tratta di 34 quaternioni (4 [8-4] x 34 = 136) cui si alternano 3 quinterni (5 [10-5] x 3 = 15) – e non di quaternioni « 4 [8-4] x 12 = 112 [leggi 48] » cui seguono altri nove quaternioni incompleti « 4 [8-4] x 9 = 36 » come è stato invece scritto – ovvero fascicoli rispettivamente formati da quattro (o cinque) bifoli uno dentro l’altro, privati ciascuno degli ultimi quattro (o cinque) fogli, ritagliati direttamente lungo il filo centrale lasciando cm 1½ di margine di legatura ed asportati prima della numerazione; un quinterno segue i ff. 53-57 (fra il f. 57v e 58r), i due rimanenti si trovano fra quelli non numerati e vuoti e seguono i ff. [114-118] (fra il f. [118v] e [119r]), e i ff. [123-127] (fra il f. [127v] e [128r]). Su ciascuna pagina recto e verso – i fogli numerati « 1 » e « 2 » recano disegni solo sul ritto – sono stati incollati dei disegni numerati, a matita o ad inchiostro, da 1 a 682 – per una svista saltando il 589 – più altri 5, non numerati, intercalati agli altri, l’annotazione dei quali, di mano di Cicognara, compare generalmente entro il margine superiore destro, limitatamente alla numerazione, o lungo il margine inferiore, quanto all’inventore dell’opera, al soggetto, all’ubicazione del monumento e talvolta all’autore del disegno. I disegni vengono per la maggior parte attribuiti e titolati da Cicognara; talora sono invece autografati e titolati dagli esecutori – a tale proposito si considerino ad esempio quelli di Domenico Udine e di Francesco Nenci (che quasi sempre titolano i soggetti, lasciando a Cicognara l’annotazione del proprio cognome) – e capita che le annotazioni cicognaresche sostituiscano, correggano, si uniscano e completino quelle dei disegnatori, dichiarandone egli stesso la mano. La coperta è in cartone ricoperto da una carta incollata di colore bruno screziato di camoscio ed un’etichetta ovale adesiva di color avorio reca la titolazione stesa da Cicognara a penna con inchiostro bruno: « Collezione di tutti / i disegni originali che hanno servito / per intagliare le tavole della / Storia della Scultura / di Leopoldo Cico / gnara ». Sul verso del foglio di guardia anteriore si trova un disegno che riporta l’iscrizione « Frontispizio del primo volume ». Si tratta di disegni di diversa grandezza che compaiono all’interno di un medesimo foglio di supporto (raramente di repertorio e per la maggior parte di progetto, di ripresa visiva e soprattutto di registrazione documentaria) eseguiti a penna con inchiostri nero, bruno, rosso di diverse gradazioni, o a matita (nera, bruna, sanguigna) su carta avorio di diverse gradazioni, nei quali la rappresentazione di prospetti architettonici, monumenti sepolcrali, statue, bassorilievi, ritratti, medaglie si risolve in

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

oggi conservata presso la Biblioteca Apostolica Vaticana2, disegni occorsi in gran parte alla traduzione, in prima e in seconda edizione, delle tavole di corredo alla Storia della scultura come indicato nei relativi apparati di concordanza3. Si tratta specificamente di 686 disegni, numerati da 1 a 682 – saltando il 589 – più 5, non numerati, intercalati agli altri. Non compare il disegno corrispondente al 589 ma, non mostrandone mancanza la disposizione dell’impaginato, è verosimilmente un lapsus nella numerazione che passa dal 588 al 590; quanto ai 5 disegni non numerati, sono 3 fogli rispettivamente riproducenti uno le iscrizioni relative alle opere delineate nei disegni 145 e 143 – quest’ultimo riproposto, per venir inciso, a penna con inchiostro rosso e con minori dimensioni al 146 (1, 2) – n.n. [145 bis; 143 bis], gli altri, quelle dei disegni 158 [158 bis] e 159 [159 bis], e 2 fogli, il primo dei quali presenta un particolare del disegno 603 [603 bis] mentre il secondo ripropone il disegno 651 [651 bis]. I disegni sono incollati su fogli in carta rigida di supporto di color grigio-blu (sui primi due, solo sul ritto, su tutti gli altri recto-verso), a loro volta numerati da 1 a 111 (altri 40, non numerati, non recano disegni apposti), seguendo generalmente un ordine numerico crescente dal primo al terzo volume della Storia della scultura nella sua prima edizione; dall’1 al 170 per il primo volume, dal 171 al 504 per il secondo e dal 505 al 640 per il terzo; il 641 riguarda – assieme a qualche altro – sia il primo che il terzo, e il 642, relativo al terzo, non viene inciso essendogli preferito il 619; tuttavia la disposizione dei disegni nel codice solo in alcuni casi viene conformemente riproposta nell’impaginato inciso. Infatti per i disegni 642-668 si legge: « Tutti li seguenti disegni / O sono ripetuti, ovvero non sono stati pubblicati nella Storia », mentre relativamente a quelli compresi fra il 669 e 675 Cicognara dichiara « Sette Bassi rilievi destinati a formare le Metope dell’ordine Dorico / nel pronao del Tempio edificato da Canova a Possagno – Furono da lui modellati / e poi Scolpiti in Venezia da artisti Veneziani – Il Sigr Servi alunno dell’ / accademia fece questi disegni e il Bernatti li incise – Servirono per / la Seconda edizione della Storia della Scultura »; i disegni 676-682 riguardano ovviamente le tavole della seconda edizione (Tavv. XLIX-LII, segnatamente la XLIX e la LII). Sui disegni 148, 149, 150, 451, 455, 457, 458, Cicognara appone l’iscrizione non pubblicato o non pubbliun segno – per quanto individuale esso risulta sempre assolutamente controllato – sintetico e deferente all’immutabilità della forma neoclassica, rappresentazione comunque priva di tocchi plasmati da inquietudini preromantiche o da tensioni eroiche narrate con segno meno controllato. 2  Dokument 14, in Grafinger, Die Erwerbung cit., pp. 41-77: 67-69 (Arch. Bibl. 13, 392r-393v). Quanto alle informazioni sull’arrivo del Vat. lat. 13748 alla Biblioteca Apostolica Vaticana, si veda p. 34, nt. 8. 3  Rizzioli, L’officina di Leopoldo Cicognara cit., Appendice III.

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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cata. Del materiale pervenuto, quello realmente destinato alla stampa di traduzione non copre pertanto l’effettivo ammontare dell’eseguito. A riprova che i disegni servivano di per sé a scopo di studio, preciso che nel codice che raccoglie le illustrazioni a disegno per le tavole sinottiche o monografiche (attraverso la ripresa, per la maggior parte isolando alcuni particolari di monumenti e bassorilievi e comparandoli fra loro), numerosi disegni, per una sorta di variazione differente, compaiono replicati, dal medesimo o da altro disegnatore, in formato e tecnica analoghi o variati, e talora affiancati, per meglio indicare e focalizzare determinati principi, ciò da cui deriva che vari altri non sono stati per scelta tradotti – valga l’esempio dei disegni francesi (497-500) che diventano disegni tradotti dal francese in italiano (496, 495, 493, 376) – venendone destinati all’incisione, con un’approssimazione per eccesso, intorno ai 630. Le riprese danno conto dello svolgersi di un percorso storico e critico condotto da Cicognara attraverso un’officina che opera sotto la sua supervisione, fra lettura stilistica e analisi tecnica, fondato su erudizione e divulgazione di modelli, studio dei monumenti, utilità dell’esempio e della buona imitazione, un esteso resoconto, corredato di svolgimenti e intersezioni, di un significativo episodio di collezionismo grafico primoottocentesco funzionale alla stesura della prima Storia della scultura italiana. I supporti cartacei, talora fotodeteriorati, palesano sul ritto, nonostante il processo di collatura superficiale, esiti marcati di trasmigrazione dell’inchiostro a base metallica (metallo-gallico); sistematicamente adottato da Cicognara per attuare, al ritto, la numerazione e la notazione del soggetto raffigurato, tale inchiostro manifesta a volte condizioni di lieve degenerazione conservativa e alterazione fotochimica. Microdiffusioni laterali della traccia si associano in rari casi alla formazione di lacune di piccola entità dimensionale; qualora il viraggio cromatico della carta (in soli due casi estremamente marcato [290, 291]) sia rimasto attenuato, i disegni conservano la qualità (poli)cromatica nei rapporti con la stratigrafia segnica e nelle valenze tonali del supporto.

Il titolo di ciascuna scheda compare in corsivo qualora derivi dalla titolazione del disegno o dei disegni in ogni singolo foglio apposta da Cicognara e/o dai disegnatori, in tondo qualora (assente) sia stato in parte o per intero da me assegnato o riveduto. Per le generalità dei disegnatori ho adottato i seguenti criteri grafici: disegno firmato [Rinaldo] Rinaldi disegno non firmato ma dichiarato da Cicognara [Rinaldo Rinaldi] disegno non firmato e attribuito Anonimo [Rinaldo Rinaldi] attribuzione incerta [Rinaldo Rinaldi?]

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

La fincatura tavole corrispondenti, relativa alle concordanze, vede generalmente seguire all’indicazione della tavola o delle tavole corrispondenti – ove l’anno fra parentesi indica rispettivamente il primo, il secondo e il terzo volume della prima edizione della Storia o l’atlante della seconda –, i riferimenti testuali – anno di edizione del volume della Storia (1813; 1816; 1818; 18242), libro, capitolo, pagina/e (talora parimenti indicati nelle note di corredo a piè di pagina, p. es.: Cicognara, Storia 1816, V, III, pp.) ed eventuali confronti – nonché i disegni a vario titolo (replica, integrale o parziale, conforme o variata; disegno tradotto; particolare) correlati, nel manoscritto o nella stampa di traduzione. Nelle schede di catalogo ove le iscrizioni onomastiche non mi consentano di riconoscere con certezza l’autografia del singolo disegnatore o la mano di Cicognara (o di chi per esso) – che pare aver imitato una determinata calligrafia o eseguito una bella grafia – ho impiegato la dicitura « di Cicognara? » piuttosto che « del disegnatore? », comparendo peraltro nella maggior parte dei disegni, apposta di sua mano, la firma del disegnatore. Per i disegni di Giovanni Tognoli (575, 577, 582, 586, 587, 588, 592, 593, 594, 595, 598, 599, 600, 601, 602, 607, 609, 612, 613, 615, 642) i quali – fatti salvi il 575, firmato due volte (la prima di mano di Cicognara), e i disegni 577, 601, 609, firmati ancora da Cicognara – registrano di volta in volta una firma corsiva e con varianti onomastiche, basandomi sui riscontri forniti da un codice conservato alla Biblioteca Comunale degli Intronati a Siena dal titolo Mazzuoli Francesco. Disegni Originali (Ms. S.II.6) – ove Tognoli firma tre disegni rispettivamente « Giov: Tognoli disegnò » e « Gio: Tognoli disegnò » –, escludo con certezza possa essere autografa del disegnatore l’iscrizione onomastica apposta su ciascuno dei suoi disegni nel codice vaticano, impiegando in tal caso ancora la dicitura « di Cicognara? » a indicare chi altro, per quest’ultimo, possa aver vergato l’iscrizione. Le note (o note), che corredano a vario titolo alcune schede, danno generalmente conto di fonti o, per la maggior parte, di contributi critici relativi all’opera, che è possibile trattare singolarmente considerandone il disegno, ciò che risulta invece meno evidente e più complesso analizzando la traduzione calcografica nella tavola – unica, sinottica, particolare – ove esso compare.

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VAT. LAT. 13748 COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI CHE HANNO SERVITO PER INTAGLIARE LE TAVOLE DELLA STORIA DELLA SCULTURA DI LEOPOLDO CICOGNARA 1 (foglio di guardia anteriore) – Frontispizio del primo volume della Storia. Dedalo adatta le penne al figlio disegnatore datazione tecnica dimensioni stato di conservazione

[Luigi] Sabatelli entro il 1813 4 disegno a contorno a penna con inchiostro bruno su carta vergata avorio, con ombreggiature foglio di supporto in carta vergata avorio, di mm 515 x 375; foglio del disegno di mm 130 x 115; ovale di mm 80 x 65 buono; imbrunimento generalizzato, lievi tensioni agli angoli causate dall’adesivo sul supporto4

4   In assenza di informazioni precise circa la data di esecuzione dei vari disegni, fatto salvo quello di Francesco Mazzuoli firmato e datato 1812 (168), e considerando alcuni riferimenti testuali relativi ad opere pubblicate nel secondo e nel terzo volume della Storia, contenuti già nel primo, impiego generalmente e per congettura le espressioni « entro il 1813 », « entro il 1816 », « entro il 1818 » che danno unicamente conto dell’anno di edizione di ciascun volume e della loro avvenuta traduzione incisoria nelle rispettive tavole di corredo, avvalendomi altrimenti delle indicazioni temporali circa le commissioni presenti dalla corrispondenza autografa rintracciata, nonché di elementi relativi alla vicenda biografica e alla geografia delle riprese dei disegnatori – Hayez e Demin lasciano Roma nel 1817 (presumibilmente all’inizio del mese di giugno, come inducono a credere due missive di Leopoldo Cicognara, firmate da Venezia il 3 e il 14 giugno 1817 e indirizzate al conte Augusto Agosti, membro della Congregazione Centrale del [Regno Lombardo-] Veneto: cfr. BLLi/Autografoteca Bastogi, Cass. 28, Ins. 1704); Ferdinando Dalla Valle muore a Roma nella prima metà del giugno del 1816. Pur situandosi forse intorno al 1809 l’esecuzione di alcuni disegni forniti da Tommaso Minardi per il primo volume della Storia, è verosimile collocare la redazione del corpus grafico in un arco temporale compreso fra il biennio 1810-1811 e l’anno successivo o poco oltre, considerando la lettera inviata da Cicognara a Francesco Nenci che porta la data 17 aprile 1810, e quella indirizzata a Michele Van Lint il 12 settembre 1811. Sulla base invece della più ampia corrispondenza esaminata, distinguendo i tempi di assegnazione dei disegni e la loro effettiva consegna (ovvero le date delle reiterate sollecitazioni di recapito dei medesimi), ed includendo la seconda edizione dell’opera – Vat. lat. 13748, 669, 670, 671, 672, 673, 674, 675, 676, 677, 678, 679, 680, 681, 682; Tavv. XLIX-LII (1823) – estendo la stesura, considerata la commissione baruzziana e facendo comunque salvi alcuni casi altrimenti databili su base documentaria, entro il 1823. La datazione « entro il 1813 » correntemente impiegata per i disegni del primo volume va riferita – sulla base della documentazione rinvenuta – alla prima metà dell’anno, ovvero « entro il 7 giugno 1813 »: « Cicognara ha messo fuori il primo volume della sua grande opera. Prego voi due angeli a dargli ogni possibil favore: e se il divino ne scrivesse due righe a Quatremere de Quinci credo che gioverebbe molto ad accreditarlo in Francia, dove egli presto si recherà » – Giordani – Canova – Sartori, Carteggio cit., pp. 137-141, nr. 86: 138. Quatremère de Quincy recensirà la Storia della scultura in sette articoli apparsi nel Journal des Savants a partire dal settembre 1816. Il parere espresso da Giordani dopo la lettura del manoscritto del terzo volume – iniziata il 21 settembre 1817 e conclusa una quarantina di giorni più tardi, il primo novembre – fa sì che il tomo appaia a Venezia all’inizio dell’anno successivo; la datazione « entro il 1818 » generalmente assunta per i disegni dell’ultimo volume va pertanto intesa come « entro l’inizio del 1818 »: cfr. Giordani – Canova – Sartori, Carteggio cit., pp. 279-281, nr. 159: 279 (Giordani a Sartori, 21 settembre 1817); pp. 280-281, nr. 160 (Giordani a Sartori, 1 novembre 1817).

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

iscrizioni «  1. » (entro il margine

tavole corrispondenti

superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Frontispizio del primo volume / disegnato e inventato dal Sabatelli / lo incise il Cipriani » (centrata entro il margine inferiore del foglio, su tre righe, a penna con inchiostro bruno sotto l’ovale, di Cicognara) Frontespizio (1813) 5

2 (f. 1r) – Fabbriche di Pisa disegnatore

[Giuseppe] Nadi entro il 1813 tecnica disegno a contorno [1; 2; 3 (numerazione mia)] a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 318 x 213 stato di conservazione buono; diffuso imbrunimento che lascia schiarita la parte di contatto col foglio 1 iscrizioni «  2. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « La Torre di Pisa » / « Il S. Giovanni di Pisa » / « Il Duomo di Pisa » (centrate rispettivamente sotto il basamento delle tre fabbriche, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Palmi ----10 20 30 40 50 60 Romani » (centrata entro il margine inferiore del foglio, con le cifre indicative delle distanze sul rapportatore e l’indicazione dell’unità di misura usata [palmo romano: cm 22,34 c.], a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Fabbriche di Pisa » (più sotto, centrata sul margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Nadi disegnò » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. II (1813) (1813, II, III, p. 174) datazione

3 (f. 1r) – Duomo di Siena disegnatore datazione

[Giuseppe] Nadi entro il 1813

5   « Io lodo altamente il tuo progetto, ma è grande ed esige gran tempo, e per quanto tu sia preparato e forte, sarebbe peso da Ercole e da Atlante. Quindi non pensare al presto, ma al bene; e nel piano tuo immenso, col corredo di rami, il bene e il presto sono in lite più che altrove. Io ti farò volentieri il Prometeo, ma vorrei mi dicesti come, con quali altre figure, ec. Lo preferisco al Dedalo, perché è men comune(3) » – Lettera di Giuseppe Bossi (Milano 4 aprile 1810) a [Leopoldo Cicognara a Venezia], in Lettere di pittori e scrittori italiani contemporanei finora inedite cit, pp. n.n., nr. 2 –; l’acclusa nota 3 redatta da Lodovico Lipparini specifica: « Trattavasi della vignetta pel frontispizio del primo volume della Storia della Scultura. Venne però preferito il soggetto di Dedalo che adatta le penne al figlio, e fu disegnato da Luigi Sabbatelli [sic] ». In tono confidenziale alludendo al progetto di scrivere la Storia della scultura dal suo risorgimento circa il quale Cicognara consultava i più distinti fra i suoi amici, Giuseppe Bossi così prosegue: « Per la facciata del duomo [8; Tav. V (1813)] io ti consiglierei di farla incidere qui dall’architetto Amati, che l’ha già incisa più volte e che la farà a dovere. Se approvi il mio consiglio mandami la esatta grandezza del rame, ed indica quanto vuoi spendere. […] Pel monumento di Gastone [cfr. 448] avrò in pronto quanto prima la totale illustrazione: quando l’avrò finita ne manderò una copia anche a te, e ne farai quell’uso che vorrai ».

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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tecnica

disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro bruno, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 151 x 150 (di cui 10 coperti dal foglio 2) stato di conservazione buono; tracce da adesivo e tensioni agli angoli; qualche alone e qualche macchia ingialliti iscrizioni «  3. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Duomo di Siena » (sotto il basamento della fabbrica, in basso a destra, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Piedi 10 20 30 40 60 di Bologna -- ossiano Metri 22, 806 » / « Palmi 10 20 30 40 60 70 80 90 100 Romani -- ossiano Metri 22, 34 » (cifre indicative delle distanze su ciascun rapportatore e indicazione delle unità di misura usate, poste su due righe, centrate entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Nadi dis. » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. III (1813) (1813, II, VI, pp. 196-197)

4 (f. 1r) – S. Marco di Venezia disegnatore

[Giuseppe] Nadi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 210 (di cui 20 coperti dal foglio 2) x 190 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, qualche macchia schiarita e una bruna, alcuni fori di spillo iscrizioni «  4 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « S. Marco di Venezia » (centrata sotto il monumento, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Scala ----10 20 30 40 50 60 di Piedi Veneziani » / « La medesima Scala ha servito altresì per la Chiesa di Padova » (cifre indicative delle distanze sul rapportatore e indicazione dell’unità di misura usata, al centro, su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Nadi dis. » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. I (1813) (1813, II, II, pp. 156-157, 166) datazione

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

5 (f. 1r) – S. Antonio di Padova disegnatore

[Giuseppe] Nadi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 233 x 178 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli inferiori e superiore destro, qualche macchia schiarita e una piccola bruna tondeggiante sul margine inferiore iscrizioni «  5. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « S. Antonio di Padova » (centrata sotto il monumento, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Scala di –10 20 30 40 50 60 Piedi Veneziani » (cifre indicative delle distanze sul rapportatore e indicazione dell’unità di misura usata, al centro, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Nadi dis. » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. I (1813) (1813, II, V, pp. 214-216) datazione

6 (f. 2r) – Fabbriche di Firenze disegnatore

[Giuseppe] Nadi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 315 x 210 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, tensioni agli angoli superiori causate dall’adesivo sul supporto iscrizioni «  6. » (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / « Campanile di Giotto » / « S. Giovanni » (centrate rispettivamente sotto il basamento delle due fabbriche, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « S. M.a del Fiore di Arnolfo » (a destra, sopra la terza fabbrica a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Fabbriche di Firenze » (centrata sul margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Braccia –10 20 30 40 50 60 Fiorentine » (cifre indicative delle distanze sul rapportatore e indicazione dell’unità di misura usata, al centro, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Nadi dis. » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. IV (1813) (1813, II, V, pp. 204-205) datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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7 (f. 2r) – Tempio di Giove Olimpico in Atene disegnatore

[Giuseppe] Nadi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 189 x 123 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato – meno evidente lungo il margine laterale sinistro –, tensioni agli angoli causate dall’adesivo sul supporto, qualche piccola macchia bruna tondeggiante iscrizioni «  7. » (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / « Tempio di Giove Olimpico in Atene » (più sotto, centrata lungo il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore); / « Scala ---- 10 20 30 40 di Metri » (cifre indicative delle distanze sul rapportatore e indicazione dell’unità di misura usata, al centro, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Nadi dis. » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. V (1813) (1813, II, VIII, pp. 257, 258, 261) note incredibilmente Tobia Patetta afferma che « Alla tavola V l’indicazione Tempio di Giove Olimpico in Atene si deve ritenere erronea, e da intendere: Tempio di Giove Olimpico ad Olimpia » (T. Patetta, L’architettura nella “Storia della scultura” di Leopoldo Cicognara, in Architettura nella storia. Scritti in onore di Alfonso Gambardella, a cura di G. Cantone – L. Marcucci – E. Manzo, Milano 2007, pp. 630-638, spec. pp. 635, 638, nota 35); cfr. Rizzioli, L’officina di Leopoldo Cicognara cit., Appendice III, ntt. 9, 67 datazione

8 (f. 2r) – Duomo di Milano disegnatore

[Luigi] Martens entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro rosso, sottotraccia di grafite, e quadrettatura a inchiostro rosso, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 150 x 120 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento generalizzato, macchie brune da adesivo agli angoli inferiori e tensioni in quelli superiori causate dall’adesivo sul supporto, alcuni fori di spillo iscrizioni «  8. » (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / « Duomo di Milano » (entro il margine superiore destro del foglio a penna con inchiodatazione

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tavole corrispondenti

stro bruno) / « 40 ---- 50 » (entro il margine laterale sinistro a metà del foglio, cifre indicative delle distanze a penna con inchiostro rosso, del disegnatore) / « Martens disegnò » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. V (1813) (1813, II, VI, p. 218; II, VIII, p. 261)

9 (f. 2r) – Duomo d’Orvieto disegnatore

[Giuseppe] Nadi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 217 x 191 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato disomogeneo, tensioni agli angoli inferiori causate dall’adesivo sul supporto, alcuni fori di spillo iscrizioni «  Duomo d’Orvieto » (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 9. » (sotto, a penna con inchiostro bruno) / « Palmi --10 20 30 40 50 60 Romani » (cifre indicative delle distanze sul rapportatore e indicazione dell’unità di misura usata, al centro, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Nadi dis » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. VI (1813) (1813, II, VI, pp. 199-200) datazione

10 (f. 3r) – Facciata progettata dal Terribilia per S. Petronio di Bologna disegnatore

[Giuseppe] Nadi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 203 x 310 stato di conservazione buono; alcune piccole macchie e aloni ingialliti entro i margini laterali, tensione all’angolo superiore destro causata dall’adesivo sul supporto iscrizioni «  10 » (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / « Del Terribilia » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Facciata progettata dal Terribilia per S. Petronio di Bologna » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

tavole corrispondenti

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« Nadi dis. » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. III (1813) (1813, II, VII, pp. 242-243)

11 (f. 3r) – S. Pietro di Roma disegnatore

[Giuseppe] Nadi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 317 (di cui 27 coperti dal foglio 10) x 223 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento generalizzato, fori di spillo, una piccola macchia bruna tondeggiante iscrizioni «  Duomo di Milano » / « Tempio di Giove Olimpico » (rispettivamente al margine superiore sinistro e destro del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « 11. » (più sotto, entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / « S. Pietro di Roma » (centrata sotto il basamento della fabbrica, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Misura di –----10–--20--–-30-–-40 Metri » / « La medma scala ha servito ancora per il Duomo di Milano, e per il Tempio di Giove Olimpico » (cifre indicative delle distanze sul rapportatore e indicazione dell’unità di misura usata, al centro, su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Nadi dis. » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. V (1813) (1813, II, VIII, p. 255) datazione

12 (f. 3r) – La Madonna di Loreto disegnatore

[Giuseppe] Nadi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 167 x 153 (di cui 23 coperti dal foglio 11) stato di conservazione buono; leggero ingiallimento generalizzato, qualche alone e fori di spillo iscrizioni «  12 » (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / « La Madonna di Loreto » (centrata sotto il basamento della fabbrica, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Palmi –-10---20---30---40---50---60 Romani » / « Scala medesima ha servito ancora per la facciata del Duomo di Orvieto » (cifre indicative delle distanze sul rappordatazione

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tavole corrispondenti

tatore e indicazione dell’unità di misura usata, al centro, su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Nadi dis » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. VI (1813) (1813, II, IX, pp. 263-266)

13 (f. 3v) – Nella palla d’oro di S. Marco disegnatore

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 130 x 104 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato e qualche alone schiarito, qualche ondulazione lungo il margine laterale superiore sinistro e meno lungo quello destro iscrizioni «  13 » (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / « a Venezia / Nella palla d’oro ---- di S. Marco » (centrata su due righe, sotto la statua, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Della Valle dis. » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti non inciso; cfr. Tav. VII (1813), X, XI (1813, III, II, p. 330) datazione

14 (f. 3v) – Profeta sull’altare d’argento di San Giovanni a Firenze disegnatore datazione tecnica

[Francesco] Nenci 66 entro il 1813 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] 7 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, grafite, su carta avorio7

6   I rapporti fra Cicognara e l’amico pittore iniziano dopo la vittoria riportata da quest’ultimo al concorso del 1809 all’Accademia di Milano con il dipinto Zenobia raccolta dal fiume Arasse. Sulla significativa corrispondenza intercorsa fra i due, cfr. nt. infra. 7  Cfr. Abbate, Lettere inedite del Cicognara a Francesco Nenci cit., pp. 60-71: 63-65, il quale riporta in modo compendiario parte di un carteggio intercorso fra Cicognara e Nenci, con alcune missive inviate dal conte ferrarese all’artista fra il 1810 ed il 1833 – datate rispettivamente 17 aprile 1810 e 25 ottobre [1810]; 2 febbraio 1811, 13 febbraio [1811], 5 aprile [1811], 1° giugno 1811; 22 [o 12] febbraio [1812] (nella presentazione della lettera Abbate indica come giorno il 12 ma la trascrizione è preceduta da « Venezia lì 22 febbraio »); 28 febbraio 1827; 10 gennaio, 1° febbraio e 10 ottobre 1832; 10 gennaio e 16 febbraio 1833 – missive rinvenute dallo studioso nel 1964 presso l’Archivio Storico della Libreria Antiquaria Gonnelli di Firenze. La prima parte delle lettere – alcune non portano nella data la specificazione dell’anno ma si possono con sufficiente sicurezza riunire in un arco temporale compreso fra il 1810, il 1811 ed i primi mesi dell’anno successivo – è in relazione a tutto il lavoro di ricerca, sistemazione e illustrazione riguardante la Storia della scultura, con disegni originali di Nenci (su tale base documentaria devono dunque essere stati eseguiti prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811) e di numerosi altri artisti; la seconda parte

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 120 x 189 stato di conservazione buono; varie e diffuse macchie brune tondeggianti, piega all’angolo inferiore destro causata dall’adesivo sul supporto iscrizioni «  14. » (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / « A Firenze sull’altare d’argento / a S. Giovanni » (sopra il margine inferiore destro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Nenci dis. » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « dietro il med.o Altare » (lungo il margine laterale destro del foglio, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XVIII (1813) (1813, II, V, p. 213)

15 (f. 3v) – Sculture di Viligelmo nel Duomo di Modena. Creazione di Adamo, Creazione di Eva e Peccato originale disegnatore

[Biagio] Magnanini entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 168 x 304; riquadro della parte figurata di mm 110 x 250 stato di conservazione buono; tensioni e pieghe agli angoli e lungo i margini laterali causate dall’adesivo sul supporto iscrizioni «  15 » (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / « Sculture di Viligelmo nel Duomo di Modena » (entro il margine superiore destro del foglio a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « lvx / ego / svm / ndi // viave / rax / vaper / ennis » (nella parte figurata, sul libro aperto, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « ada » / « eva » / « adam » (in corrispondenza dei progenitori raffigurati nelle varie scene) / « Magnanini dis. » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti cfr. Tav. VII (1813), XIV (1813, III, II, p. 312, nt. 3) datazione

16 (f. 4r) – Sculture antiche che si incidono senza le nicchie nella chiesa di S. Marco disegnatore datazione

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1813

ha invece per argomenti temi più privati e specialmente le ultime lettere informano della strenua ricerca cicognaresca di opere, disegni, ricordi degli amici pittori.

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tecnica

disegno a contorno [1; 2] a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 107 x 162 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento, lievi aloni bruni da adesivo ai margini iscrizioni «  16 » (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / « 1. » (in alto a sinistra sopra la prima figura a penna con inchiostro bruno) / « ΜΡ » « ΘV » (ai lati della prima figura, a penna con inchiostro nero, del disegnatore); « 2 » (in alto a sinistra sopra la seconda figura a penna con inchiostro bruno) / « ΜΡ » « ΘV » (ai lati della prima figura, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Rinaldi / dis » (al margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Sculture antiche che si incidono senza le nicchie nella chiesa di S. Marco. » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. VII (1813), I, II (1813, III, II, pp. 329, 331)

17 (f. 4r) – Nel battistero di S. Giovanni a Pisa disegnatore

Anonimo [Michele Van Lint?] entro il 1813 [prima del settembre 1811?] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 96 x 125 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento, lievi aloni bruni da adesivo ai margini iscrizioni «  nel battistero di S. Giovanni a Pisa » (lungo il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 3 » (centrata entro il margine superiore del foglio) / « 17 » (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) datazione

tavole corrispondenti

Tav. VII (1813), III (1813, III, II, pp. 315, 329, 331)

18 (f. 4r) – Nella palla d’oro di S. Marco disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1813 disegno a contorno [4; 5] a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 99 x 108

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stato di conservazione

buono; leggero ingiallimento, lievi aloni bruni da adesivo ai margini iscrizioni «  18 » (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / « nella palla d’oro » / « 4 » (centrata sopra il primo riquadro figurato a penna con inchiostro bruno) / « [titolazioni bizantine non riproducibili] »; « 5. » (centrata sopra il secondo riquadro figurato a penna con inchiostro bruno) /« [titolazioni non riproducibili] » / « Dalla Valle / dis. » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. VII (1813), IV, V (1813, III, II, p. 330)

19 (f. 4r) – Nella Palla d’oro di S. Marco disegnatore

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 135 x 125; lunetta figurata di mm 78 x 98 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento, lievi aloni bruni da adesivo ai margini, qualche piccola macchia bruna iscrizioni «  19. » (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / « nella Palla d’oro di S. Marco a Venezia » (centrata lungo il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 6. » (più sotto, centrata sopra la parte figurata a penna con inchiostro bruno) / « Hanactacio » (entro la lunetta figurata, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Dalla Valle dis. » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. VII (1813), VI (1813, III, II, p. 330)

20 (f. 4r) – Nella palla d’oro di S. Marco disegnatore

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 107 x 65 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento, tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  20 » (centrata entro il margine superiore del foglio a penna con inchiostro bruno) / « 7. » (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / « OAΡ » (sopra la figura, a penna con inchiostro nero, del disegnadatazione

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tore) / « nella palla d’oro -- / di S. Marco » (centrata su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « dalla Valle » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. VII (1813), VII (1813, III, II, p. 330)

21 (f. 4r) – Opera Greca sulla porta piccola della chiesa di S. Marco disegnatore

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1813 tecnica disegno a contorno [8; 9] a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 110 x 103 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato e qualche piccola macchia iscrizioni «  21. » (centrata entro il margine superiore del foglio a penna con inchiostro bruno) / « 8. » (in alto a sinistra della prima figura, a penna con inchiostro bruno) / « [titolazioni greche a penna con inchiostro grigio difficilmente trascrivibili] »; « 9. » (in alto a sinistra della prima figura, a penna con inchiostro bruno) / « [titolazioni a penna con inchiostro grigio difficilmente trascrivibili] » / « Opera Greca Sulla porta piccola della chiesa di S. Marco » (centrata sotto le figure, a penna con inchiostro grigio, di Cicognara) / « Dalla Valle dis. » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. VII (1813), VIII, IX (1813, III, II, p. 330) datazione

22 (f. 4r) – Nella porta grande di S. Marco disegnatore

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 100 x 46 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento generalizzato iscrizioni «  22. » (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / « 10. » (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / « nella porta grande di / S. Marco » (centrata su due righe, sul margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Dalla Valle » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. VII (1813), X (1813, III, II, p. 330)

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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23 (f. 4r) – Opere Italiane sulla porta grande di S. Marco disegnatore

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 108 x 60 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento generalizzato e qualche piccola macchia iscrizioni «  23. » (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / « 11- » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Sulla porta Grande di S. Ma[rco] » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, di Cicognara) / « opere Italiane » (centrata sul margine, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « dalla Valle » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. VII (1813), XI (1813, III, II, p. 330)

24 (f. 4r) – Nella palla d’oro disegnatore

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro bruno, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 97 x 62 stato di conservazione buono; tensione all’angolo superiore destro iscrizioni «  24 » (centrata entro il margine superiore del foglio a penna con inchiostro bruno) / « 12- » (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / « or ∙ fale di gra / trvs venece dvx » (rispettivamente a destra e a sinistra della testa della statua, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « nella palla d’oro » (centrata, al margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « dalla Valle » (al margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. VII (1813), XII (1813, III, II, p. 330)

25 (f. 4r) – Nella Palla d’oro disegnatore datazione tecnica

Anonimo [Ferdinando Dalla Valle] entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro bruno, su carta avorio

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 96 x 47 stato di conservazione buono; una piccola macchia bruna iscrizioni «  25 » (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / « 13. » (entro il margine superiore destro del foglio a penna con inchiostro bruno) / « [titolazioni riportate a penna con inchiostro nero, difficilmente riproducibili] » / « nella Palla d’oro » (centrata al margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. VII (1813), XIII (1813, III, II, p. 330)

26 (f. 4r) – Viligelmo nel duomo di Modena. Creazione di Eva e Peccato originale, particolare del nr. 15 disegnatore

[Biagio] Magnanini entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 105 x 165 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato e qualche piccola macchia, ondulazioni lungo i margini laterali, qualche foro di spillo iscrizioni «  26 » (centrata entro il margine superiore del foglio a penna con inchiostro bruno) / « 14 » (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / « eva » / « adam » (in corrispondenza dei progenitori raffigurati nella scena, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Magnanini dis. » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Viligelmo nel duomo di Modena » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. VII (1813), XIV (1813, III, II, p. 331) datazione

27 (f. 4r) – In Milano a porta Romana. Ritorno trionfale disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

Anonimo [Giuseppe Bossi?] entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro nero-grigio, inchiostro bruno, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 84 x 142 (di cui 15 coperti dal foglio 26) buono; una leggera impronta di inchiostro bruno

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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iscrizioni «  In Milano a porta

tavole corrispondenti

Romana » (centrata entro il margine superiore del foglio a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 27. » (entro il margine superiore destro del foglio a penna con inchiostro bruno) / « cremona » (entro la parte figurata, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Agincourt » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara); sul margine laterale superiore sinistro del foglio, coperto dal 26, una precedente numerazione assegnata al disegno da Cicognara, a penna con inchiostro bruno, riporta invece 15 Tav. VII (1813), XV (1813, III, I, p. 285 e nota 1; III, II, pp. 316-317 e nota 1, 331) 8; cfr. Séroux d’Agincourt, Histoire de l’Art par Les Monumens cit., IV, Pl. XXVI (1823); VII, Tav. XXVI (1826): « Scul:  »; « T. XXVI. »; « 1 »-« 38 » / « Riunione di diverse opere di Scultura eseguite in Italia dal V.° al XIII.° Secolo. », spec. « 25 », e III (1826), pp. 191-2058

28 (f. 4r) – In rilievo nella Palla d’oro disegnatore

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 54 x 104 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, qualche alone schiarito e alcuni scarabocchi vergati a penna entro il margine laterale destro iscrizioni «  28 » (centrata entro il margine superiore del foglio a penna con inchiostro bruno) / « In rilievo nella Palla d’oro » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro grigio, di Cicognara) / « dalla Valle » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

non inciso; cfr. Tav. VII (1813), X, XI (1813, III, II, p. 330)

8   Non escludo, basandomi sulla geografia delle riprese, che Giuseppe Bossi possa aver eseguito anche il disegno 27 al foglio 4r; Tav. VII (XV), 1813, che riproduce un bassorilievo della fine del secolo XII rappresentante un ritorno trionfale sull’antica Porta Romana a Milano, disegno nel quale Cicognara annota, oltre alla titolazione « In Milano a porta Romana », l’iscrizione « Agincourt » – come talora ugualmente ricorrono quelle indicanti l’autore moderno o contemporaneo dell’opera da cui è tratto il disegno (« Canova »). La modalità dell’iscrizione onomastica – analoga peraltro a quella con cui Cicognara appone il cognome degli autori nei disegni anonimi – vale qui per quanto si legge nel disegno 150: « Monumenti du‛ Ré di Napoli non pubblicati da me, ma dal d’Agincourt », anche se in questo caso, l’opera è ripresa (e incisa) analoga a quella di d’Agincourt. Non ho indizi per pensare che il disegno anonimo provenga dal Francese (eseguito da quest’ultimo o da un suo disegnatore). Nel Discorso preliminare alla prima edizione Cicognara, riflettendo « sul modo nuovo e singolare con cui viene publicato un lavoro cotanto desiderato [la grand’opera del Sig. d’Agincourt] », così scrive: « ma io abuserei della confidenza di cui mi ha onorato questo dottissimo letterato, se volessi erigermi a giudice della sua opera dopo avermi egli comunicate alcune dissertazioni qua e là sparse nella medesima, a seconda di mie richieste » (Cicognara, Storia 1813, pp. 5-17: 10, 11).

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

29 (f. 4v) – Sul muro esterno di S. Polo a Venezia disegnatore

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, inchiostro grigio-bruno, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 172 x 233 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato e vari aloni imbruniti lungo i margini, lievi tensioni lungo il margine laterale destro iscrizioni «  29. » (entro il margine superiore destro del foglio a penna con inchiostro bruno) / « Sul muro esterno di S. Polo a Venezia » (centrata lungo il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « + O O[leggi Θ] ЄOC ΤOУAΓIOУ ΔHMHΤPIOУ » (più sotto, centrata sopra il rilievo incastrato nel muro esterno, a penna con inchiostro bruno) / « Barufaldi dis. » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXV (1813) (1813, III, VI, pp. 416-417)

30 (f. 4v) – Sulle Colonne scolpite della Confessione di S. Marco disegnatore

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, inchiostro grigio-bruno, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 170 x 233 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato e vari aloni imbruniti lungo i margini iscrizioni «  30 » (entro il margine superiore destro del foglio a penna con inchiostro bruno) / « Sulle Colonne Scolpite della Confessione di S. Marco » (centrata lungo il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Dalla Valle dis. » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXV (1813) (1813, III, VI, p. 417) note la figura disposta in orizzontale entro il margine inferiore del disegno, viene riprodotta in piedi, delle medesime dimensioni (alt. di mm 80), nella terz’ultima sezione figurata della tavola, in basso a sinistra datazione

31 (f. 4v) – Sulle Colonne Scolpite della Confessione di S. Marco disegnatore datazione

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1813

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

137

tecnica

disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite (figura a sinistra guardando); a penna con inchiostro grigio-bruno, tracce di grafite (gruppo centrale); a penna con inchiostro grigio-bruno, tracce di grafite (figura a destra guardando), su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 137 x 233 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato e vari aloni imbruniti lungo i margini, e lievi tensioni all’angolo inferiore sinistro iscrizioni «  31 » (entro il margine superiore destro del foglio a penna con inchiostro bruno) / « Sulle Colonne Scolpite della Confessione di S. Marco » (centrata lungo il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « dalla Valle dis » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. XXV (1813) (1813, III, VI, p. 417)

32 (f. 5r) – Sovra la porticella a sinistra nella facciata di S. Marco disegnatore

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 127 x 75; riquadro figurato di mm 97 x 52 stato di conservazione buono; tracce da adesivo e tensioni agli angoli inferiori e qualche ondulazione; alcuni fori di spillo iscrizioni «  32 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Sovra la porticella a sinistra nella / facciata di S. Marco » (centrata su due righe, sotto il riquadro figurato entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « dalla Valle » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXVI (1813) (1813, III, II, pp. 328-329) 9

33 (f. 5r) – Sulla porticella a sinistra della facciata di S. Marco disegnatore datazione tecnica

9

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio

  Cicognara, Storia 1813, III, II, pp. 331-341.

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 133 x 119; nicchia figurata di mm 90 x 70 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato e vari aloni imbruniti lungo i margini e agli angoli inferiore destro e superiore sinistro; alcuni fori di spillo iscrizioni «  33 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 2 » (centrata sotto la nicchia figurata, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Sulla porticella a sinistra della facciata / di S. Marco » (centrata su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « dalla Valle » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. XXVI (1813) (1813, III, II, pp. 328-329)

34 (f. 5r) – Sul fianco esterno di S. Marco alla piazzetta dei Leoni disegnatore

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 136 x 80; riquadro figurato di mm 103 x 50 stato di conservazione buono; tensioni agli angoli superiori causate dall’adesivo sul supporto; alcuni fori di spillo iscrizioni «  34 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 3 » (centrata sotto il riquadro figurato entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Sul fianco esterno di S. Marco / alla piazzetta dei Leoni » (più sotto, centrata su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « dalla Valle » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXVI (1813) (1813, III, VI, p. 422)

35 (f. 5r) – Negli archivolti della porta maggiore di S. Marco disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifi-

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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lato lungo i quattro lati, di mm 140 x 88; riquadro figurato di mm 115 x 60 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato e qualche alone lungo i quattro margini; alcuni fori di spillo iscrizioni «  35 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 4 » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro figurato); « Negli archivolti della porta / maggiore di S. Marco » (entro il margine inferiore destro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « dalla Valle » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. XXVI (1813) (1813, III, II, p. 331; III, VI, pp. 421-422)

36 (f. 5r) – Negli archivolti della porta maggiore di S. Marco disegnatore

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 120 x 97; riquadro figurato di mm 95 x 70 stato di conservazione buono; tensioni agli angoli, ondulazioni lungo i margini laterali, alcuni fori di spillo iscrizioni «  36 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 5 » (centrata sotto il riquadro figurato entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « idem » (più in basso) / « dalla Valle » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXVI (1813) (1813, III, VI, pp. 421-422)

37 (f. 5r) – Negli archivolti della porta maggiore di S. Marco disegnatore

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta vergata avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 139 x 82; riquadro figurato di mm 113 x 60 stato di conservazione buono; tensioni agli angoli con aloni maculosi, e alcuni fori di spillo iscrizioni «  37 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 6 » (centrata sotto il riquadro figurato entro il margine inferiore del foglio, datazione

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « idem » (più in basso) / « dalla Valle » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. XXVI (1813) (1813, III, VI, pp. 421-422)

38 (f. 5r) – Negli archivolti della porta maggiore di S. Marco disegnatore

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 136 x 100; riquadro figurato di mm 113 x 85 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, tensioni agli angoli inferiore e superiore destro, qualche alterazione maculosa lungo i margini laterali e all’interno nella parte figurata, alcuni fori di spillo iscrizioni « 38 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 7 » (centrata entro il margine inferiore del foglio) « idem » (di seguito, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « dalla Valle » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXVI (1813) (1813, III, VI, pp. 421-422)

39 (f. 5r) – Negli archivolti della porta maggiore di S. Marco disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione iscrizioni

tavole corrispondenti

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 110 x 90; riquadro figurato di mm 100 x 80 buono; ingiallimento generalizzato, tensioni agli angoli, alcuni fori di spillo « 39. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « idem » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 8 » (centrata entro il margine inferiore del foglio) / « dalla Valle » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XXVI (1813) (1813, III, VI, pp. 421-422)

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

141

40 (f. 5r) – Negli archivolti della porta maggiore di S. Marco disegnatore

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 124 x 101 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, tensioni agli angoli (escluso quello inferiore sinistro), e alcuni fori di spillo iscrizioni «  40. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « idem » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 9 » (centrata entro il margine inferiore del foglio); « dalla Valle » (di seguito, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXVI (1813) (1813, III, VI, pp. 421-422) datazione

41 (f. 5v) – Madonna col Bambino e due angeli reggicandelabro di Alberto Arnoldi sull’altare dell’oratorio di Santa Maria del Bigallo a Firenze (ora Museo del Bigallo, Sala dell’Altare, parete di fondo) disegnatore

[Francesco] Nenci entro il 1813 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 118 x 166 stato di conservazione discreto; imbrunimento generalizzato (meno evidente entro i due margini laterali), alcune piccole macchie brune tondeggianti, tracce da adesivo e tensioni agli angoli iscrizioni «  41 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Nenci » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a grafite, di Cicognara) « Attribuita » (premessa all’iscrizione del disegnatore, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) « Sculture di Niccola Pisano esistenti nel Bigallo » (centrata sotto il gruppo scultoreo a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Andrea » (sottoscritta a correzione del nome di Pisano, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) /« ma dell’Arnoldi » (centrata entro il margine inferiore del foglio a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XI (1813) (1813, III, VII, pp. 452-453) datazione

42 (f. 5v) – Nell’arca di S. Domenico a Bologna di Nicola da Pisa disegnatore datazione

Anonimo [Tommaso Minardi] entro il 1813 [intorno al 1809?]

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tecnica

disegno a contorno a matita nera, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 113 x 70 stato di conservazione buono; tensioni lungo i margini superiori laterali causate dall’adesivo sul supporto iscrizioni «  42 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 3 » (entro il margine laterale sinistro, in basso, a matita nera) / « [a]l centro dell’arca di S. Domeni[co] » (ritagliata al margine inferiore del foglio, a grafite, di Cicognara) / « Nell’arca di S. Domenico a Bologna / di Nicola da Pisa » (centrata sotto la statua, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. XI (1813) (1813, III, III, p. 349)

43 (f. 5v) – Dottore della Chiesa, statua trasformata in figura virile laureata, nello stradone del Poggio Imperiale, scolpita da Niccolò di Pietro Lamberti per la facciata di Santa Maria del Fiore (ora Firenze, Museo dell’Opera del Duomo) disegnatore

[Francesco] Nenci [ma Domenico Udine] entro il 1813 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro grigio-nero su carta vergata avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 196 x 109 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento, e tensioni agli angoli causate dall’adesivo sul supporto iscrizioni «  43. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Nenci dis. » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXXII (1813) (1813, III, VII, p. 448)

44 (f. 5v) – Dottore della Chiesa, statua trasformata in figura virile laureata, nello stradone del Poggio Imperiale, scolpita da Piero di Giovanni Tedesco per la facciata di Santa Maria del Fiore (ora Firenze, Museo dell’Opera del Duomo) disegnatore datazione tecnica

Anonimo [Domenico Udine] entro il 1813 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] disegno a contorno a penna con inchiostro grigio-nero su carta avorio, con ombreggiature

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

143

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 198 x 99 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento, tensioni agli angoli causate dall’adesivo sul supporto iscrizioni «  44. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Due Statue poste presso a Firenze al Giardino di / poggio imperiale Sono di Andrea Pisano » (centrata su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXII (1813) (1813, III, VII, p. 448)

45 (f. 5v) – Statua di Bonifacio VIII sedente, nel giardino del marchese Giuseppe Stiozzi Ridolfi già Riccardi di Valfonda a Firenze, scolpita da Arnolfo di Cambio per la facciata di Santa Maria del Fiore (ora Firenze, Museo dell’Opera del Duomo) disegnatore

[Francesco] Nenci [ma Domenico Udine] entro il 1813 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro grigio-nero su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 196 x 98 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato, tensioni e pieghe da adesivo agli angoli inferiori, traccia di una ripiegatura in diagonale entro il margine inferiore iscrizioni «  45. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Bonifazio VIII. »10 (centrata sotto il basamento della statua, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore; il numero romano è ripassato a penna con inchiostro bruno da Cicognara) « ora nel giardino / del m[arche]se Stiozzi » (a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Nenci » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXII (1813) (1813, III, VII, p. 448)10 datazione

10  M. Preti, Il Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, Milano 1989, pp. 20-22; id., Il Museo dell’Opera del Duomo a Firenze, Firenze 2000, pp. 26-27; E. Neri Lusanna, « Etruria Scultrice ». Tracce e materiali per il collezionismo dei Primitivi in Toscana, in La fortuna dei Primitivi. Tesori d’arte dalle collezioni italiane fra Sette e Ottocento, cat. a cura di A. Tartuferi – G. Tormen, Firenze-Milano 2014, pp. 79-95: 82-83, fig. 5, ove si legge: « quattro gigantesche figure coronate d’alloro, ritenute i Dottori della Chiesa, da sempre posizionate [fino agli inizi del Novecento, prima di essere nuovamente acquisite dall’Opera del Duomo] nelle pertinenze della villa del Poggio Imperiale, anche se erroneamente il Cicognara le catalogava come arredo del giardino Stiozzi Ridolfi, ovvero gli Orti Oricellari [cat. 51] »; l’errore compare assegnato dalla didascalia nel registro superiore dell’incisione (« Nel giardino di Valfonda ora di casa Stiozzi in Firenze Statue che furono scolpite per la facciata di S. M / del fiore [sic] da Andrea Pisano »), ma correttamente

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144

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

46 (f. 5v) – San Marco Evangelista sulla facciata di San Marco a Venezia disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro grigio-nero, tracce di grafite, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 151 x 88 stato di conservazione buono; tensioni agli angoli e qualche alterazione maculosa ingiallita; qualche alone di matita nera derivante dal contatto – e trasferimento di colore – con il foglio 55 iscrizioni «  46 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 5 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Rinaldi dis. » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXXII (1813) (1813, III, VII, p. 448)

47 (f. 5v) – San Giovanni Evangelista sulla facciata di San Marco a Venezia disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro grigio-nero, tracce di grafite, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 151 x 88 stato di conservazione buono; tensioni agli angoli e qualche alterazione maculosa ingiallita; qualche alone di matita nera derivante dal contatto – e trasferimento di colore – con il foglio 55 iscrizioni «  47 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 4 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Rinaldi. » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Due Statue sulla facciata / di S. Marco a Venezia » (centrata sotto il basamento della statua, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXXII (1813) (1813, III, VII, p. 448)

48 (f. 5v) – Dietro l’altar maggiore del duomo d’Arezzo di Gio. da Pisa disegnatore datazione

[Martino?] Romanelli entro il 1813

Cicognara dichiara in calce a uno dei due disegni: « Due Statue [43, 44] poste presso a Firenze al Giardino di / poggio imperiale »; cfr. inoltre ead., ibid., pp. 316-319, fig. 1, nr. 51.

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

145

tecnica

disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 107 x 153; riquadro della parte figurata di mm 80 x 124 stato di conservazione buono; tensioni all’angolo inferiore sinistro e qualche alterazione maculosa ingiallita iscrizioni «  48 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « dietro l’altar maggiore del duomo d’Arezzo di Gio. da Pisa » (centrata sotto il margine inferiore del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Romanelli dis. » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. XVIII (1813) (1813, III, III, p. 362)

49 (f. 6r) – Nell’arca di S. Domenico a Bologna scultura Laterale di Nicola Pisano disegnatore

[Tommaso] Minardi entro il 1813 [intorno al 1809?] tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 155 x 194; riquadro della parte figurata di mm 127 x 160 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento generalizzato, tensioni all’angolo inferiore e superiore destro iscrizioni «  49 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 2 » (in basso, entro margine laterale sinistro) / « [M]inardi disegnò – » (a grafite, di Cicognara; il cognome è ripassato a penna con inchiostro bruno e l’iniziale è scritta sul supporto) / « nell’arca di S. Domenico a Bologna » (centrata entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / Scultura Laterale di Nicola Pisano » (di seguito, lungo il margine inferiore destro, a grafite, ripassata e riveduta a penna con inchiostro bruno; l’iscrizione a grafite proseguiva, interrompendosi al margine del foglio ritagliato, con « dell’ ») datazione

tavole corrispondenti

Tav. IX (1813) (1813, III, III, pp. 347-348)

50 (f. 6r) – Nell’arca di S. Domenico disegnatore datazione tecnica

[Tommaso] Minardi entro il 1813 [intorno al 1809?] disegno a contorno a matita nera, tracce di grafite, su carta avorio

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

dimensioni

stato di conservazione iscrizioni

tavole corrispondenti

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 135 x 135 buono; tensioni all’angolo inferiore e superiore sinistro, ingiallimento lungo i margini e qualche piccolo alone « 50 » (sul margine superiore laterale sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « nell’arca / di S. Domenico » (sul margine inferiore laterale destro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara; analoga iscrizione a grafite si scorge, solo parzialmente, apposta sul margine inferiore del foglio, ritagliato) / « Minardi » (entro il margine inferiore laterale sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. X (1813) (1813, III, III, pp. 348-349)

51 (f. 6r) – Parte d’uno de’ Bassorilievi grandi nell’Arca di S. Domenico in Bologna di Nicolò da Pisa disegnatore

[Tommaso] Minardi entro il 1813 [intorno al 1809?] tecnica disegno a contorno a matita nera, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 183 x 199; riquadro della parte figurata di mm 134 x 176 stato di conservazione buono; tensioni all’angolo inferiore e superiore destro, qualche ondulazione lungo il margine laterale sinistro, qualche alone ingiallito nella sezione inferiore iscrizioni « 51. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Minardi dis. » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Parte d’uno de’ Bassorilievi grandi, nell’Arca di S. Domenico in Bologna » (centrata sopra il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « di Nicolò da Pisa » (integrazione sottostante, a penna con inchiostro bruno più scuro, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. VIII (1813) (1813, III, III, pp. 346, 353)

52 (f. 6r) – Nel battistero di Pisa. Natività disegnatore datazione tecnica

[Michele] Van Lint entro il 1813 [prima del settembre 1811] disegno a contorno a grafite su carta avorio, con ombreggiature

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

147

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 117 x 166; riquadro della parte figurata di mm 108 x 160 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli, alcuni fori di spillo iscrizioni «  52 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « nel battistero di Pisa » (lungo il margine inferiore sinistro del riquadro, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « nel pergamo del Battistero di Pisa » (altra titolazione coperta dal margine inferiore del disegno 54) / « disegni » (all’angolo inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara, coperta dal margine inferiore del disegno 54) / « Vanlint » (lungo il margine inferiore destro del riquadro, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. XIV (1813) (1813, III, III, pp. 349, 351)

53 (f. 6r) – Di Nicola Pisano nel Pergamo del Duomo di Siena. Giudizio universale, Dannati disegnatore

[Tommaso] Minardi entro il 1813 [intorno al 1809?] tecnica disegno a contorno a matita nera, tracce di grafite, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 162 x 182 c.; riquadro della parte figurata di mm (alt. non rilevabile; ritagliato entro il margine laterale sinistro) x 133 stato di conservazione buono; macchie e tensioni da adesivo agli angoli e lungo il margine laterale destro, segni di una precedente piegatura in quattro, al centro lungo l’altezza e in basso lungo la base; alcuni fori di spillo iscrizioni «  53 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Di Nicola Pisano nel Pergamo del Duomo di Siena » (centrata sotto il margine inferiore del riquadro, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Minardi dis. » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. VIII (1813) (1813, III, III, pp. 346, 353)

54 (f. 6r) – Di Giovanni [leggi Nicola] Pisano nel pergamo del battistero a Pisa. Adorazione dei Magi disegnatore datazione tecnica

[Michele] Van Lint entro il 1813 [prima del settembre 1811] disegno a contorno a grafite su carta avorio, con ombreggiature

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 120 x 174; riquadro della parte figurata di mm 109 x 160 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli, alcuni fori di spillo iscrizioni «  54. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « [V]anlint dis. » (all’angolo inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara); « di Giovanni » (sotto il margine inferiore destro del riquadro, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « nel pergamo del Battistero a Pisa » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro, semicoperta dal margine superiore del disegno 55, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XII (1813) (1813, III, III, p. 349)

55 (f. 6r) – Nel pergamo di Siena. Natività disegnatore

[Tommaso] Minardi entro il 1813 [intorno al 1809?] tecnica disegno a contorno a matita nera, tracce di grafite, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 143 x 183; riquadro della parte figurata di mm 135 x 177 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli, segni di una precedente piegatura in quattro, al centro lungo l’altezza e in alto lungo la base iscrizioni «  55. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Minardi di:  » (entro il margine inferiore destro del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Nel pergamo di Siena » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « I difetti nel assieme di queste figure sono manifesti egualmente nel originale » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a matita nera, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. XIV (1813) (1813, III, III, p. 351) datazione

56 (f. 6v) – Nino Pisano nella chiesa della Spina a Pisa. Madonna del Latte (a mezza figura)11 disegnatore datazione

[Michele] Van Lint entro il 1813 [prima del settembre 1811]

11  Cfr. C. Bay, in Una guida d’eccezione. Vasari al Museo Nazionale di San Matteo, cat. a cura di [A. Caleca], Pisa [2011] [poi Pisa 2012]; M. Burresi, Santa Maria della Spina in Pisa, Cinisello Balsamo 1990, pp. 9-31: 30.

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

149

tecnica

disegno a contorno a grafite su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 180 x 128 stato di conservazione buono; tensioni agli angoli superiori, ingiallimento lungo i margini laterali, e alcuni fori di spillo iscrizioni «  56. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nino Pisano » (in basso a destra del gruppo figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Nella chiesa della / Spina --- a Pisa » (più sotto, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Vanlint disegno [sic] » (sotto il basamento del gruppo figurato, entro il margine inferiore sinistro, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XII (1813) (1813, III, III, p. 349; III, VII, p. 455)

57 (f. 6v) – Nino Pisano nella chiesa della Spina a Pisa. Madonna col Bambino (a figura intera) disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

iscrizioni

tavole corrispondenti

[Michele] Van Lint entro il 1813 [prima del settembre 1811] disegno a contorno a grafite su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 181 x 121 buono; tensioni agli angoli superiori, ingiallimento lungo i margini laterali, e alcuni fori di spillo, e un alone ingiallito concentrato entro la parte figurata « 57. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nino Pisano » (in basso a sinistra del gruppo figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Nella chiesa della Spina / a Pisa » (più sotto, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Vanlint disegnò » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XII (1813) (1813, III, III, p. 349) (cfr. nr. 61)

58 (f. 6v) – Di Giovanni Pisano sopra la porta del Duomo nel fianco destro a Firenze. Madonna col Bambino (a figura intera) disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Francesco] Nenci entro il 1813 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con ombreggiature foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 158 x 96

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150

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

stato di conservazione

buono; leggero imbrunimento generalizzato, una piccola macchia, tensioni agli angoli causate dall’adesivo sul supporto iscrizioni «  58 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Di Giovanni Pisano sopra la / porta del Duomo nel fianco destro a Firenze » (centrata su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara; rimane decifrabile la prima parte della titolazione « Di Giovanni Pisano sopra la / porta del Duomo », a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Nenci dis. » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tavv. X (1813), XXXI (1813), XLVI (1818) (1813, III, VII, p. 455)

59 (f. 6v) – Di Nicolò Pisano nell’Arca di S. Domenico a Bologna. Madonna col Bambino (a figura intera) disegnatore

[Tommaso] Minardi entro il 1813 [intorno al 1809?] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 144 x 95 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato, tensioni all’angolo superiore sinistro causate dall’adesivo sul supporto iscrizioni «  59 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 6 » (in basso, al margine laterale sinistro, a penna con inchiostro bruno) / « Di Nicolò Pisano nell’Arca di S. Domenico a Bologna » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Minardi dis. » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tavv. XI (1813), XXXI (1813) (1813, III, III, p. 349)

60 (f. 6v) – Nel Bigallo a Firenze. Madonna col Bambino (a figura intera) di Alberto Arnoldi, particolare del nr. 41 disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Francesco] Nenci entro il 1813 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 150 x 84

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

151

stato di conservazione

buono; leggero imbrunimento generalizzato, tensione all’angolo superiore destro iscrizioni «  60. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 7 » (in basso, al margine laterale sinistro, a penna con inchiostro bruno) / « nel Bigallo a Firenze » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Nenci dis. » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tavv. XI (1813), XXXI (1813) (1813, III, VII, pp. 453-454 e nt. 1)

61 (f. 6v) – Di Nino Pisano nella chiesa della Spina in Pisa. Madonna col Bambino (a figura intera) disegnatore

Anonimo [Michele Van Lint] entro il 1813 [prima del settembre 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 159 x 88 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, tensione all’angolo superiore sinistro iscrizioni «  61. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 5 » (in basso, al margine laterale sinistro, a penna con inchiostro bruno) / « Di Nino Pisano nella chiesa della Spina in Pisa » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tavv. XII (1813), XXXI (1813), XLVI (1818) (1813, III, III, p. 349) (cfr. nr. 57) datazione

62 (f. 6v) – Madonna detta dei Mascoli in S. Marco di Venezia disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 150 x 83 stato di conservazione buono; tensioni agli angoli causate dall’adesivo sul supporto iscrizioni «  62 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Madonna detta dei Mascoli in S. Marco / di Venezia » (centrata su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di datazione

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152

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

Cicognara) / « Rinaldi dis. » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. XXXI (1813) (1813, III, VI, pp. 432-434)

63 (f. 6v) – Ai Frari in Venezia. Madonna col Bambino (a figura intera) disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 137 x 82 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento generalizzato e un alone maculoso, tensioni agli angoli inferiori causate dall’adesivo sul supporto iscrizioni «  63. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Rinaldi » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « ai Frari – in Venezia » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXXI (1813) (1813, III, VI, p. 432)

64 (f. 6v) – In S. Marco sopra il Pergamo a destra. Madonna col Bambino (a figura intera) disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 134 x 83 stato di conservazione buono; un piccolo alone ingiallito iscrizioni «  64. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Rinaldi » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « In S. Marco sopra il Pergamo a destra » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXXI (1813) (1813, III, VI, p. 432)

65 (f. 6v) – Sull’architrave della Capella Minore in S. Marco. Madonna col Bambino (a figura intera) disegnatore datazione

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1813

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

153

tecnica

disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 140 x 87 stato di conservazione buono; tensioni agli angoli superiori causate dall’adesivo sul supporto, un piccolo alone ingiallito iscrizioni «  65. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Rinaldo » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Sull’architrave / della Capella Minore / In S. Marco » (entro il margine inferiore destro del foglio, su tre righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. XXXI (1813) (1813, III, VI, p. 432)

66 (f. 7r) – Sotto il pergamo del Duomo di Pisa di Giovanni. La Temperanza disegnatore

[Michele] Van Lint entro il 1813 [prima del settembre 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio, con lieve ombreggiatura dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 186 x 123 stato di conservazione buono; tensioni e imbrunimento agli angoli superiore e inferiore destro causati dall’adesivo sul supporto, qualche piccolo alone maculoso e qualche foro di spillo iscrizioni «  66. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Sotto il pergamo del / Duomo di Pisa / di Giovanni – »8 (in basso a sinistra della statua, su tre righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Vanlint disegnò » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XVI (1813) (1813, III, III, p. 361)12

67 (f. 7r) – Nel Pergamo del Battistero a Pisa di Nicolò. Profeta (Daniele) sorretto da un fanciullo nella lastra con la Presentazione al Tempio, particolare disegnatore datazione

[Michele] Van Lint entro il 1813 [prima del settembre 1811]

12  P. Titi, Guida per il passeggiere dilettante di pittura, scultura, ed architettura Nella città di Pisa Fatta dal Cavaliere Pandolfo Titi Nobile della Città di San Sepolcro […], Lucca 1751, ripr. fot., Sala Bolognese 1973, pp. 36-37. Rimane incerta la diversa identificazione della Temperanza che si legge in Dalli Regoli, Pisa medievale e le arti cit., p. 64, fig. 61.

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154

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tecnica

disegno a contorno a grafite su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 180 x 119 stato di conservazione buono; tensioni e imbrunimento agli angoli superiori causati dall’adesivo sul supporto, qualche alone maculoso e qualche foro di spillo iscrizioni «  67. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « nel Pergamo del Battistero / a Pisa -- di Nicolò » 13 (entro il margine inferiore sinistro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Vanlint disegnò » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. XV (1813) (1813, III, III, pp. 355-356)

68 (f. 7r) – Sopra un Vaso Antico Greco nel Cimitero di Pisa. Bacco barbato, rilievo di un cratere con scene dionisiache, particolare disegnatore

[Michele] Van Lint entro il 1813 [prima del settembre 1811] tecnica disegno a contorno a matita nera, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 183 x 119 stato di conservazione buono; tensioni e imbrunimento agli angoli superiori causati dall’adesivo sul supporto, qualche alone maculoso e qualche foro di spillo iscrizioni «  68 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Sopra un Vaso Antico Greco / nel Cimitero di Pisa » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Vanlint disegnò » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XV (1813) (1813, III, III, pp. 355-356)

13  Cfr. Cicognara, Storia 1813, pp. 355-356). Cfr. G. Spinola, Il Museo Pio-Clementino, I, Città del Vaticano 1996, PE 10, PE 30, PE 36, PS 3, PS 14, LAO 1, LAO 5, PO 30, PO 39, HER 3, PN 6, PN 37, COR 20, COR 24, COR 28, SA 62a, SA 82, SA 89, SA 145, SA 152; cfr. anche PE 30; inoltre PS 14, LAO 1, LAO 5, HER 3, COR 20, COR 28, SA 62a, fig. 18, 215. Il profeta sorretto da un fanciullo, all’estrema destra della lastra, deriva – omaggio all’arte degli antichi – da un Dioniso raffigurato in un vaso greco marmoreo neoattico di età traianea (cfr. 68) ora al Camposanto pisano, e al mondo classico riconducono le due architetture della metà destra della lastra, un primo edificio con un timpano dentellato ma che include un moderno rosone ed un secondo a pianta circolare, anch’esso con i dentelli che ne ornano la cornice.

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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69 (f. 7r) – Sotto il pergamo del Duomo di Pisa di Giovanni. La Prudenza come Venus pudica disegnatore

[Michele] Van Lint entro il 1813 [prima del settembre 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, sottotraccia di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 185 x 122 stato di conservazione buono; tensioni all’angolo superiore destro causato dall’adesivo sul supporto, qualche alone maculoso e qualche foro di spillo iscrizioni «  69. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Sotto il pergamo / del Duomo di Pisa / di Giovanni » (in basso a destra della statua, su tre righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Vanlint disegnò » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XVI (1813) (1813, III, III, p. 361)

70 (f. 7r) – Nel pergamo del Battistero a Pisa. La Fortezza (Ercole) di Nicola Pisano sul capitello, e una figura mostruosa antropofaga in basso a destra nel bassorilievo col Giudizio universale, Inferno disegnatore

[Michele] Van Lint entro il 1813 [prima del settembre 1811] tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 120 x 182 stato di conservazione buono; tensioni agli angoli superiori, ingiallimento e qualche alone lungo i margini e qualche foro di spillo iscrizioni «  70 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nel pergamo del Battistero a Pisa » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Vanlint disegnò » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XV (1813) (1813, III, III, p. 355)

71 (f. 7r) – Nel Giudizio Universale del Pergamo del Battistero di Pisa di Nicolò. Due torsi virili disegnatore datazione tecnica

[Michele] Van Lint entro il 1813 [prima del settembre 1811] disegno a contorno a matita nera su carta avorio

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156

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 120 x 180 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli inferiore destro e superiore sinistro, qualche leggera macchia bruna e qualche foro di spillo iscrizioni «  71 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « nel Giudizio Universale del Pergamo del Battistero / di Pisa di Nicolò » (centrata su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Vanlint disegnò » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XVI (1813) (1813, III, III, p. 356)

72 (f. 7r) – Nel pergamo del Duomo di Siena. Leone stiloforo disegnatore

[Tommaso] Minardi entro il 1813 [intorno al 1809?] tecnica disegno a contorno a matita nera, tracce di grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 123 x 146 stato di conservazione buono; qualche leggero alone ingiallito, traccia di una ripiegatura al centro lungo l’altezza e una piccolissima macchia di inchiostro rosso al margine inferiore destro iscrizioni «  72. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « nel pergamo del Duomo di Siena » (entro il margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara) / « Minardi dis. » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « [Min]ardi » (la parte finale del cognome compare più sopra, a grafite, sul margine laterale sinistro del foglio) tavole corrispondenti Tav. XIII (1813) (1813, III, III, pp. 350-351) datazione

73 (f. 7v) – Bassorilievo nella facciata del duomo di Orvieto. Giudizio universale, Inferno disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Francesco] Hayez entro il 1813 [fra l’aprile e l’ottobre 1812] disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio, con ombreggiature foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio di supporto in carta vergata avorio, di mm 305 x 250; impronta di 282 x 223; foglio del disegno, rifilato lungo i quattro lati, di mm 125 x 223; il disegno a penna è incollato – assieme al sottostante 75 – su un se-

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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condo foglio di supporto avorio ove è visibile la matrice, in modo da simulare la tavola calcografica XVII stato di conservazione buono (per il foglio di supporto in carta vergata avorio: tracce da adesivo agli angoli, piccole pieghe lungo i margini; qualche piccola macchia in quello laterale destro) iscrizioni «  73 » (entro il margine superiore sinistro del foglio di supporto avorio, a penna con inchiostro bruno) / « Tav. XVII » (in alto sopra il margine superiore destro della parte figurata, a penna con inchiostro bruno) / « Hayes dis. » (sotto il margine inferiore sinistro esterno della parte figurata, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara); « Nicola da Pisa nel Duomo d’Orvieto » (centrata sotto il margine inferiore esterno della parte figurata, sul foglio di supporto avorio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XVII (1813) (1813, II, IV, pp. 196-203; III, III, p. 359); cfr. Seroux d’Agincourt, Histoire de l’Art par Les Monumens cit., VII, Pl. XXXIII (1826): « Scul. » (entro il margine superiore sinistro dell’impronta); « T. XXXIII. » (entro il margine superiore destro dell’impronta); « 1 »-« 10 » (entro il margine superiore destro di ciascun riquadro figurato) / « Seguito delle Opere di Niccola da Pisa e de Suoi Scolari bassirilievi della facciata principale della Cattedrale d’Orvieto. XIV.° e XIV.° [sic] Secolo », e V (1828), pp. 380-382; per i riferimenti ad alcune sezioni della tavola d’insieme, pp. 119, 196, 237, 286

74 (f. 7v) – Nell’Arca di S. Domenico in Bologna di Nicola da Pisa. Miracolo del fuoco, figura entro il margine destro del lato lungo del sarcofago disegnatore

[Giuseppe] Guizzardi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a matita nera, tacce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 125 x 74 stato di conservazione buono; tensioni agli angoli inferiori causate dall’adesivo sul supporto, qualche piega lungo i margini laterali iscrizioni «  74 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nell’Arca di S. Dome.co / in Bologna di Nicola da Pisa » (centrata su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara; la prima riga dell’iscrizione mostra in sottotraccia la precedente titolazione a grafite, ripassata a penna) / « Guizzardi dis. » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XIII (1813) (1813, II, VII, pp. 249-250; III, III, p. 356) datazione

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

75 (f. 7v) – Bassorilievo nella facciata del duomo di Orvieto. Giudizio universale, Risurrezione dei morti disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1813 [fra l’aprile e l’ottobre 1812] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio di supporto in carta vergata avorio, di mm 305 x 250; impronta di 282 x 223; foglio del disegno, rifilato lungo i quattro lati, di mm 113 x 210; il disegno a penna è incollato – assieme al « 73 » – su un secondo foglio di supporto avorio ove è visibile la matrice, in modo da simulare la tavola calcografica XVII stato di conservazione buono (per il foglio di supporto in carta vergata avorio: tracce da adesivo agli angoli, piccole pieghe lungo i margini; qualche piccola macchia in quello laterale destro) iscrizioni «  75. » (a penna con inchiostro bruno, entro il margine superiore sinistro della parte figurata) / « Bassi rilievi nella facciata del Duomo di Orvieto attribuiti a Nicola Pisano / ma di Giovanni suo figlio e d’altri scolari. » (sotto il margine inferiore esterno della seconda parte figurata, centrata su due righe, entro il margine inferiore del foglio avorio, impronta che contiene le due raffigurazioni al modo delle incisioni, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayes disegnò » (entro il margine inferiore sinistro dell’impronta, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XVII (1813) (1813, II, IV, pp. 196-203; III, III, p. 360); cfr. Séroux d’Agincourt, Histoire de l’Art par Les Monumens cit., VI, Pl. XXXIII (1823); VII, Tav. XXXIII (1826): « Scul. » (entro il margine superiore sinistro dell’impronta); « T. XXXIII. » (entro il margine superiore destro dell’impronta); « 1 »-« 10 » (entro il margine superiore destro di ciascun riquadro figurato) / « Seguito delle Opere di Niccola da Pisa e de Suoi Scolari bassirilievi della facciata principale della Cattedrale d’Orvieto. XIV.° e XIV.° [sic] Secolo », e V (1828), pp. 380-382; per i riferimenti ad alcune sezioni della tavola d’insieme, pp. 119, 196, 237, 286 datazione

76 (f. 7v) – Statua antica di schiavo in Campidoglio disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

[Giuseppe] Guizzardi entro il 1813 disegno a contorno a matita nera, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 140 x 74 buono; tensioni agli angoli inferiori causate dall’adesivo sul supporto, ondulazioni e pieghe entro il margine inferiore

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

159

iscrizioni «  76. » (entro il margine

superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « In Campidoglio » (centrata sotto la statua, a grafite, di Cicognara) / « Guizzardi dis » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara)

tavole corrispondenti

Tav. XIII (1813) (1813, III, III, p. 356)

77 (f. 7v) – Bassorilievo nella facciata del duomo di Orvieto. Inferno, particolare del nr. 73 disegnatore

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1813 [fra l’aprile e l’ottobre 1812] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 270; riquadro della parte figurata di mm 135 x 205 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, aloni di inchiostro bruno nella parte figurata e, meno evidenti, anche entro il margine inferiore del foglio, e qualche foro di spillo iscrizioni «  77. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Dalla Valle dis » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « - ma non fù inciso - » (di seguito, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

non inciso; cfr. nr. 73 (1813, III, III, p. 359)

78 (f. 8r) – Monumento dei Tarlati nel duomo d’Arezzo disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione iscrizioni

[Martino?] Romanelli entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 280 x 185; riquadro della parte figurata di mm 271 x 180 buono; tracce da adesivo agli angoli, leggero ingiallimento lungo il margine inferiore « 78. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Monumento dei Tarlati / nel duomo d’Arezzo. » (entro il margine inferiore destro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Fatto Vescovo », « Chiamato signore », « […] » / « Lucignano », « Chiusi », « Fronzola » / « Castel Focognano », « Rondine », « Buccine », « Caprese » / « Laterina »,

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160

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tavole corrispondenti

« M: e S. Sovino », « La Coronazione », « […] »14 (centrate sul margine inferiore di ciascuno dei 16 riquadri, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Ronanelli [leggi Romanelli] d. » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « -----|---|----|-----|-----|-------|------|-/ scala di sette braccia fiorentine antiche » (centrata, sotto il rapportatore, privo delle cifre indicative delle distanze, al margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) Tav. XXIV (1813) (1813, III, V, pp. 390-392)

79 (f. 8r) – Nel Monumento dei Tarlati (particolare del nr. 78) disegnatore

[Martino?] Romanelli entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, inchiostro bruno, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 130 x 175; riquadro della parte figurata di mm 95 x 130 stato di conservazione buono; qualche leggero diffuso alone imbrunito, ingiallimento lungo il margine superiore iscrizioni «  79. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « nel monumento dei tarlati » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Romanelli » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXIII (1813) (1813, III, V, p. 393; III, VII, p. 457)

80 (f. 8r) – Nel Monumento dei Tarlati (particolare del nr. 78) disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Martino?] Romanelli entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro bruno, sottotraccia di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 143 x 167; riquadro della parte figurata di mm 110 x 135

14   « Ma le parole […] denotano su altrettante storie scolpite la presa di tutti questi castelli in Toscana per le armi del vescovo, e giugnesi finalmente alla decimaquinta ove sta scritto incoronazione, non già quella del vescovo, come scrisse Vasari, ma quella di Ludovico il Bavaro imperatore, fatta dal vescovo che sta genuflesso avanti l’altare di s. Ambrogio a Milano » (Cicognara, Storia 1813, III, V, p. 392). Cfr. M. M. Donato, Arte civica a Firenze, dal primo Popolo al primo Umanesimo, in Dal Giglio al David. Arte civica a Firenze fra Medioevo e Rinascimento, cat. a cura di M. M. Donato – D. Parenti, Firenze-Milano 2013, pp. 18-33: 23 e figg. 4, 5.

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

161

stato di conservazione

buono; imbrunimento uniforme, tracce da adesivo schiarite agli angoli, e una piccola macchia bruna tondeggiante iscrizioni «  80 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nel Monumento dei Tarlati » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Romanelli - » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXIII (1813) (1813, III, V, p. 393; III, VII, p. 457)

81 (f. 8r) – Nel Monumento di papa Gregorio in Arezzo. Due mezze figure, particolare disegnatore

[Martino?] Romanelli entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 78 x 122 stato di conservazione buono; imbrunimento uniforme, tracce da adesivo schiarite agli angoli inferiore e superiore destro iscrizioni «  81 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nel Monumento di papa Gregorio in Arezzo di margaritone- » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Romanelli » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXIII (1813) (1813, III, IV, p. 387) datazione

82 (f. 8r) – Nel duomo di Firenze nella Tribuna. San Luca Evangelista disegnatore

[Francesco] Nenci [ma Domenico Udine] entro il 1813 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro grigio-nero su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 188 x 123 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli inferiore e superiore destro iscrizioni «  82. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nel duomo di Firenze nella Tribuna » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Nenci dis » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXII (1813) (1813, III, V, pp. 400-401) (cfr. nr. 653) datazione

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162

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

83 (f. 8r) – Sulla porta della Misericordia di Nicola da Arezzo. Bassorilievo scolpito per l’Opera della Fraternita di Santa Maria della Misericordia in Arezzo disegnatore

[Martino?] Romanelli entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 130 x 205; riquadro mistilineo di mm 108 x 172 stato di conservazione buono; qualche piccola macchia bruna tondeggiante, ingiallimento lungo i margini iscrizioni «  83. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Sulla porta della Misericordia di Nicola da Arezzo » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Romanelli : » (a penna con inchiostro bruno); « Sulla porta [quasi illeggibile] della Fraternita » (lungo l’altezza, al margine laterale destro del foglio, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XVIII (1813) (1813, III, V, p. 401) datazione

84 (f. 8v) – Capitello di pilastro composito modellato da Marchionne Aretino per la pieve di Santa Maria in Arezzo15 disegnatore

Anonimo [Martino? Romanelli] entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro bruno, sottotraccia di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 130 x 157 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, ondulazioni entro il margine inferiore, segni di una precedente piegatura in due, al centro lungo l’altezza iscrizioni «  84 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti Tav. XIII (1813) (1813, III, II, p. 325) datazione

85 (f. 8v) – Capitello di pilastro composito modellato da Marchionne Aretino per la pieve di Santa Maria in Arezzo disegnatore datazione

[Martino?] Romanelli entro il 1813

15  G. Curzi, Gli scultori della Pieve, in Arte in terra d’Arezzo. Il Medioevo, a cura di M. Collareta – P. Refice, Firenze 2010, pp. 127-137: 130, figg. 136-138; inoltre L. Fornasari, La fortuna del Medioevo aretino da Pasqui a Salmi, ibid., pp. 15-26; M. Collareta, Dalle “diverse arti” alle “arti del disegno”: un tracciato, ibid., pp. 233-240.

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

163

tecnica

disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro bruno, sottotraccia di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 126 x 158 stato di conservazione buono; tensioni all’angolo superiore sinistro e increspature lungo il margine causate dall’adesivo sul supporto, segni di una precedente piegatura in due, al centro lungo l’altezza iscrizioni «  85 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Capitelli delle colonne modellate da Marchione per la Pieve » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « In Arezzo - » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Romanelli » (di seguito, entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XIII (1813) (1813, III, II, p. 325); cfr. nr. 662

86 (f. 8v) – Dell’Orcagna nell’Altare d’Or S. Michele. Presentazione e offerta al Tempio disegnatore

[Francesco] Nenci entro il 1813 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 184 x 120; riquadro ottagonale figurato, di mm 143 x 93 stato di conservazione buono; imbrunimento uniforme, tracce da adesivo schiarite agli angoli, piccole ondulazioni lungo il margine laterale destro iscrizioni «  86 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Dell’Orgagna [sic] nell’Altare / d’Or S. Michele » (centrata su due righe, sotto il riquadro ottagonale figurato, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Dell’Orcagna dietro l’altare dell’OrSan Michele in Firenze » (sotto, centrata entro il margine inferiore e foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Nenci » (al margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXII (1813) (1813, III, VII, pp. 462-463) datazione

87 (f. 8v) – Dell’Orcagna nel rilievo marmoreo col Transito e l’Assunzione della Vergine sulla parte posteriore del tabernacolo della Madonna delle Grazie nella chiesa di Orsanmichele. Morte della Vergine, particolare disegnatore datazione

[Francesco] Nenci entro il 1813 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811]

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164

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tecnica

disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 124 x 198 stato di conservazione buono; imbrunimento uniforme, tensioni agli angoli e ondulazioni lungo i margini laterali causate dall’adesivo sul supporto, e una piccola macchia bruna tondeggiante iscrizioni «  87 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Dell’Orgagna [sic]. Nella morte della Madonna / esistente in Or S. Michele » (centrata su due righe, entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Nenci » (al margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. XXXIV (1813) (1813, III, VII, pp. 462-463)

88 (f. 8v) – Dell’Orcagna nell’altare d’Argento di S. Giovanni. Profeta disegnatore

[Francesco] Nenci entro il 1813 [prima del febbraio 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro bruno, inchiostro grigio, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 182 x 124 stato di conservazione buono; imbrunimento uniforme, tracce da adesivo schiarite agli angoli, piccole ondulazioni entro il margine inferiore iscrizioni «  88 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Dell’Orgagna [sic] nell’altare / d’Argento di S. Giovanni » (centrata su due righe, sotto la statua, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Nenci » (all’altezza della titolazione, entro il margine laterale sinistro del foglio, a grafite, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. X (1813) (1813, III, VII, pp. 460-461)

89 (f. 9r) – Madonna col Bambino (a mezza figura), bassorilievo di Alberto Arnoldi sulla facciata del Bigallo nel timpano sopra la porta disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Domenico] Udine entro il 1813 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 180 x 104; lunetta figurata di mm 87 x 87

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

165

stato di conservazione

buono; imbrunimento uniforme, tracce da adesivo agli angoli ed entro il margine superiore, piccole macchie brune e fori di spillo iscrizioni «  89. » (centrata verso destra entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Imagine che sta nella facciata del Bigallo » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « udine dis. » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XI (1813) (1813, III, VII, p. 443)

90 (f. 9r) – Di Andrea Pisano nella Porta di S. Giovanni. Allegoria della Speranza disegnatore

[Francesco] Nenci entro il 1813 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 179 x 125 stato di conservazione buono; imbrunimento uniforme, ondulazioni entro il margine inferiore e una piega in quello laterale superiore destro, qualche macchia bruna, e fori di spillo iscrizioni «  90. » (centrata verso sinistra entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « :SP » « ES: » / « Di Andrea Pisano nella Porta di / S. Giovanni » (centrata sotto l’immagine, su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Nenci dis » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXIV [XXXIIII] (1813) (1813, III, VII, pp. 445-446) datazione

91 (f. 9r) – Di Andrea Pisano nella Porta di S. Giovanni. Allegoria della Prudenza disegnatore

[Francesco] Nenci entro il 1813 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 180 x 124 stato di conservazione buono; imbrunimento uniforme, tracce da adesivo agli angoli, qualche ondulazione entro quello superiore iscrizioni «  91. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « :PRUD » « ENTIA: » / « Di datazione

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166

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tavole corrispondenti

Andrea Pisano nella Porta di / S. Giovanni » (centrata sotto l’immagine, su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Nenci dis. » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XXXIV (1813) (1813, III, VII, pp. 445-446)

92 (f. 9r) – Di Andrea Pisano Nella Porta di S. Giovanni. Presentazione disegnatore

[Francesco] Nenci entro il 1813 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 180 x 140; riquadro mistilineo della parte figurata, di mm 134 x 114 stato di conservazione buono; imbrunimento uniforme, tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  92. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Di Andrea Pisano Nella Porta di S. Giovanni. » (centrata sotto il riquadro mistilineo, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Nenci dis. » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXIII (1813) (1813, III, VII, p. 444) datazione

93 (f. 9r) – Di Andrea Pisano Nella Porta di S. Giovanni. Visitazione disegnatore

[Francesco] Nenci entro il 1813 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 180 x 141; riquadro mistilineo della parte figurata, di mm 131 x 111 stato di conservazione buono; imbrunimento uniforme, tracce da adesivo agli angoli e qualche piega entro il margine laterale sinistro iscrizioni «  93. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Di Andrea Pisano Nella Porta di S. Giovanni. » (centrata sotto il riquadro mistilineo, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Nenci dis. » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXIII (1813) (1813, III, VII, p. 444) datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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94 (f. 9r) – Di Andrea Pisano nel Campanile del Duomo. Venatio disegnatore

[Francesco] Nenci entro il 1813 [fra il febbraio e il giugno 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, inchiostro bruno, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 116 x 164; riquadro esagonale della parte figurata di mm 103 x 95 stato di conservazione buono; imbrunimento uniforme, tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  94. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Di Andrea Pisano nel Campanile del Duomo. » (centrata sotto il riquadro esagonale, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Nenci » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXXIII (1813) (1813, III, VII, p. 443)

95 (f. 9r) Di Andrea Pisano nel Campanile. Navigatio disegnatore

[Francesco] Nenci entro il 1813 [fra il febbraio e il giugno 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 121 x 185; riquadro esagonale della parte figurata, di mm 103 x 94 stato di conservazione buono; imbrunimento uniforme, tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  95. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Di Andrea Pisano Nel Campanile » (centrata sotto il riquadro esagonale, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Nenci » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXXIII (1813) (1813, III, VII, p. 443)

96 (f. 9v) – Apostolo sull’architrave del presbiterio in San Marco di Pierpaolo e Jacobello dalle Masegne, particolare dell’iconostasi disegnatore datazione tecnica

[Luigi] Zandomeneghi entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio

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168

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 164 x 127; riquadro della parte figurata di mm 150 x 115 stato di conservazione buono; imbrunimento uniforme e diffuse piccole macchie schiarite iscrizioni «  96 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Zandomeneghi » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a grafite, di Cicognara) / « dis » (al rigo sotto, a penna con inchiostro bruno, ritagliata) / « di P. Paolo e Jacobello in S. Marco » (centrata, entro il margine inferiore del foglio, a grafite, di Cicognara) « Sull’architrave interno » (di seguito, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. X (1813) (1813, III, VI, p. 435)

97 (f. 9v) – Apostolo sull’architrave del presbiterio in San Marco di Pierpaolo e Jacobello dalle Masegne, particolare dell’iconostasi disegnatore

[Luigi] Zandomeneghi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 174 (di cui 5 coperti in parte dal foglio 98) x 127; riquadro della parte figurata di mm 152 x 106 stato di conservazione buono; imbrunimento uniforme e diffuse piccole macchie schiarite iscrizioni «  97 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Zandomenighi [sic] dis » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, il cognome a matita nera, il verbo a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « In S. Marco Venezia di P. Paolo e Jacobello » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a grafite, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tavv. X (1813) (1813, III, VI, p. 435)

98 (f. 9v) – Sepolcro di Taddeo Pepoli in San Domenico a Bologna disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Tommaso] Minardi entro il 1813 disegno a contorno a matita nera, sottotraccia di grafite, su carta vergata avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 197 x 245; riquadro di contorno della parte figurata di mm 129 x 204; riquadro della parte figurata di mm 59 x 204

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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stato di conservazione

buono; tracce da adesivo, ingiallimento lungo i margini inferiore e laterale destro iscrizioni «  98 » (al centro verso sinistra, entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « minardi dis. » (sotto il margine esterno inferiore sinistro della parte figurata, a grafite il cognome e a penna con inchiostro bruno il verbo abbreviato, di Cicognara) / « In Bologna » (entro il margine inferiore destro del contorno che fa da cornice alla sezione figurata, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Jac. Lanfrani in S. Dom. Sepolcro di Tadeo [sic] Pepoli » (sotto il margine inferiore destro del contorno che fa da cornice alla sezione figurata, a grafite, di Cicognara; la parte iniziale della titolazione è in parte leggermente ritoccata a penna con inchiostro bruno) / « 13 » (centrata, subito sotto, a grafite) / « 2 meglio […] » (lettere a grafite illeggibili sul margine inferiore sinistro del foglio) tavole corrispondenti

Tav. XIII (1813) (1813, II, VII, p. 250)

99 (f. 9v) – Memoria a Bonifacio VIII vivente di Arnolfo di Cambio nelle Grotte Vaticane disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 184 x 86; riquadro della parte figurata di mm 130 x 86 stato di conservazione buono; leggeri increspamenti ai margini laterali, segni di una precedente piegatura in quattro, in orizzontale al centro e in verticale verso il margine laterale destro, qualche alone ingiallito iscrizioni «  99 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « effigies ^ bonifacii ^ viii ^ hvivs / basii ^ ante ^ pontificatvm / canonici ^ ex ^ svo ^ sacello / hic ^ reposita ^ an ^ mdcv / eidem ^ basil ^ canonicos viii / beneficiatos ^ iii ^ avxit ^ / clericos ^ vero ^ benefic / xx ^ de novo ^ institvit / an mcccl » (centrata su nove righe, sotto l’effigie a mezzo busto di Bonifacio VIII, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Arnolfo nelle grotte Vaticane » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) /« Hayes » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXII (1813) (1813, III, IV, p. 383) datazione

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

100 (f. 9v) – Monumento funebre a Bonifacio VIII di Arnolfo di Cambio nelle Grotte Vaticane disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta vergata avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 105 x 183 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli e leggeri aloni ingialliti lungo i margini laterali; segni di una precedente piegatura in due, in orizzontale iscrizioni «  100. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « bonifacivs / papa VIII » / « di Arnolfo / nelle Grotte / Vaticane / Roma » (al centro del margine laterale destro del foglio, su quattro righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayes dis. » (entro il margine laterale inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXII (1813) (1813, III, IV, p. 383) datazione

101 (f. 10r) – Bassorilievo nel primo scomparto della predella dell’ancona marmorea di Pierpaolo e Jacobello dalle Masegne in San Francesco a Bologna. Morte del cavaliere di Celano. disegnatore

[Giuseppe] Guizzardi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 205 x 159; riquadro della parte figurata di mm 165 x 125 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  101. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Bassorilievo di Giaccomo [sic], e Pietro Paolo, fratelli Veneziani / nell’Altare in S. Fran.co » (centrata su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a grafite, del disegnatore) / « Guizzardi dis. » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXVI (1813) (1813, III, V, pp. 395-396; III, VI, p. 435) datazione

102 (f. 10r) – Bassorilievo nella nicchia centrale del primo ordine dell’ancona marmorea di Pierpaolo e Jacobello dalle Masegne nell’altare (demolito) in San Francesco a Bologna. Incoronazione della Vergine disegnatore datazione

G[iusepp]e Guizzardi entro il 1813

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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tecnica

disegno a contorno a grafite su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 250 x 183 stato di conservazione buono; leggere ondulazioni lungo il margine laterale sinistro, tracce da adesivo agli angoli, e qualche alone ingiallito iscrizioni «  102 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Bassorilievo di Giaccomo [sic], e Pietro Paolo fratelli Veneziani / nell’Altare in S. Franco in Bologna » (centrata su due righe, sotto il gruppo figurato, a grafite, del disegnatore) / « Ge Guizzardi » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a grafite, del disegnatore) / « Questo Altare è demolito » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXVI (1813) (1813, III, V, pp. 395-396; III, VI, p. 435) dimensioni

103 (f. 10r) – Bassorilievo nella terza nicchia dal margine destro guardando del secondo ordine dell’ancona marmorea di Pierpaolo e Jacobello dalle Masegne nell’altare (demolito) in San Francesco a Bologna. Santa Chiara (a mezza figura) disegnatore

[Giuseppe] Guizzardi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 140 x 95 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli superiore e inferiore destro iscrizioni «  103. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Guizzardi » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « nell’altare di S. Fran.co a Bol. » (centrata sul margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXXVI (1813) (1813, III, V, pp. 395-396; III, VI, p. 435)

104 (f. 10v) – Sculture nel Pergamo di S. Gio. Fuor Civitas in Pistoja. Annunciazione e Visitazione; Adorazione dei pastori disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Niccola] Monti entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio, con ombreggiature sullo sfondo foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 335 x 245; riquadro della pri-

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172

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

ma parte figurata di mm 103 x 173; riquadro della seconda parte figurata di mm 109 x 175 stato di conservazione buono; tracce da adesivo e tensioni agli angoli, ondulazioni e pieghe lungo i margini laterali e varie macchie ingiallite; sulla sezione inferiore tracce di matita rossa per contatto – e trasferimento di colore – con i fogli 109, 110 iscrizioni «  104 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Monti dis. » (sotto il margine inferiore sinistro della seconda parte figurata, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Sculture nel Pergamo di S. Gio. Fuor Civitas in Pistoja » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXIX (1813) (1813, III, III, pp. 366-367: « Nota intorno ad un pergamo di Pistoja / e ad alcuni scultori tedeschi »)

105 (f. 10v) – Due teste, particolari del pergamo di San Giovanni Fuorcivitas in Pistoia disegnatore

[Niccola] Monti entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 109 x 169 stato di conservazione buono; leggere tracce da adesivo agli angoli inferiore e superiore destro iscrizioni «  105 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « nel Pergamo sud.o » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Monti dis. » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXIX (1813) (1813, III, III, pp. 366-367: « Nota intorno ad un pergamo di Pistoja / e ad alcuni scultori tedeschi »); cfr. nr. 104 datazione

106 (f. 10v) – Due teste, particolari del pergamo di San Giovanni Fuorcivitas in Pistoia disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Niccola] Monti entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro bruno su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 108 x 167

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

173

stato di conservazione

buono; leggere tracce da adesivo agli angoli inferiore e superiore sinistro iscrizioni «  106 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « nel Pergamo sud.o » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Monti dis. » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti Tav. XXXIX (1813) (1813, III, III, pp. 366-367: « Nota intorno ad un pergamo di Pistoja / e ad alcuni scultori tedeschi »); cfr. nr. 105 [1] e nr. 104

107 (f. 11r) – Statue di Gio Balduccio da Pisa sulla demolita facciata della chiesa di Brera. Annunciazione e San Giovanni Battista disegnatore

Anonimo [Giuseppe Bossi] entro il 1813 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 253 x 350; riquadro della parte figurata di mm 165 x 307 stato di conservazione buono; leggere tracce da adesivo agli angoli inferiori, vari e diffusi aloni ingialliti iscrizioni «  107 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Statue di Gio Balduccio da Pisa / Sulla demolita facciata della chiesa di Brera » (sotto il margine inferiore del riquadro figurato, su due righe, a grafite, di Cicognara) / « in Milano » (di seguito, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXXVI (1813) (1813, III, VII, p. 458)

108 (f. 11r) – Nel deposito di S. Eustorgio in Milano del Balduccio. Arca di San Pietro Martire, particolare disegnatore

[Giuseppe] Bossi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 95 x 124; riquadro della parte figurata di mm 85 x 120 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento uniforme, due piccole macchie di inchiostro bruno nel margine laterale inferiore sinistro iscrizioni «  108 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « nel deposito di S. Eustorgio in Milano del Balduccio » (centrata sul margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / datazione

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174

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

« Bossi » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. XVIII (1813) (1813, III, VII, p. 457)

109 (f. 11r) – Nel deposito di S. Eustorgio di Balduccio. Arca di San Pietro Martire, particolare disegnatore

Gius[epp]e Bossi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a matita rossa (sanguigna) su carta vergata avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 250 x 125 stato di conservazione buono; leggere tracce e tensioni da adesivo agli angoli, due segni in orizzontale di una precedente piegatura in tre iscrizioni «  109. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « nel deposito / di S. Eustorgio di Balduccio » (sul margine laterale inferiore sinistro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Bossi Giuse dis » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XVIII (1813) (1813, III, VII, p. 457)

110 (f. 11r) – Nel deposito di S. Eustorgio di Balduccio. Arca di San Pietro Martire, particolare disegnatore

Anonimo [Giuseppe Bossi] entro il 1813 tecnica disegno a contorno a matita rossa (sanguigna) su carta vergata avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 250 x 116 stato di conservazione buono; leggere tracce e tensioni da adesivo agli angoli superiori, due piccole macchie brune, due segni in orizzontale di una precedente piegatura in tre iscrizioni «  110. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XVIII (1813) (1813, III, VII, p. 457)

111 (f. 11v) – Sepolcro della Regina di Cipro, in Assisi disegnatore datazione tecnica

[Giuseppe] Nadi entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con ombreggiature

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

dimensioni

stato di conservazione iscrizioni

tavole corrispondenti

175

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 290 x 192 buono; leggere tracce da adesivo agli angoli, qualche alone e qualche foro di spillo « 111. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Sepolcro della Regina di Cipro, in Assisi » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « di Fuccio Fior. »16 (di seguito, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Nadi dis. » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XIX (1813) (1813, III, IV, pp. 380-381)

112 (f. 11v) – In S. Domenico a Siena. Monumento sepolcrale di Guglielmo di Ciliano disegnatore

Anonimo [Francesco Mazzuoli] entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 206 x 115 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento generalizzato, evidente soprattutto lungo i margini, una piccola macchia bruna, e una screpolatura entro l’angolo superiore destro iscrizioni « 112. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « ·s[epulcrum] · d[omi]ni · nicholai · d[omi]ni · aringhierii de aringhieriis · de · chasvlis · » (nella cornice sotto gli stemmi, a penna con inchiostro nero, del disegnatore, trascrizione cursoria che compare invece precisamente registrata nella stampa di traduzione) / « In S. Domenico / a Siena » (entro la parte figurata, in basso a destra, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « ----- ------ 5 10 15 20 / Scala di Braccia tre Fiorentine » (cifre indicative delle distanze sul rapportatore e indicazione dell’unità di misura usata, al centro, su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « I Capitelli sono tutti e tre di diverso intaglio come si vede »17 (più sotto, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXXV (1813) (1813, III, VII, p. 451)

16  H. Thode, Francesco d’Assisi e le origini del Rinascimento in Italia (trad. di R. Zeni), a cura di L. Bellosi, Roma 1993, p. 231. 17   Riferendosi per quest’ultima indicazione alla parte sottostante la cassa del defunto, la parte del monumento dell’Aringhieri. Cfr. Agnorelli, Il monumento cit., pp. 157, fig. 4, 161, 162; inoltre R. Bartalini, Goro di Gregorio e la tomba del giurista Guglielmo di Ciliano, in Prospettiva 41 (1985), pp. 21-38; id., Scultura gotica in Toscana cit., pp. 88-115.

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176

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

113 (f. 11v) – Sepolcro di Cino da Pistoja disegnatore

Anonimo [Giuseppe Nadi] entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 221 x 153 stato di conservazione buono iscrizioni «  113. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Sepolcro di Cino da Pistoja » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXXV (1813) (1813, III, VII, p. 449)

114 (f. 12r) – Monumento di Benedetto XI in S. Domenico a Perugia di Gio. da Pisa disegnatore

[Vincenzio] Ansidei entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 300 x 202; riquadro della parte figurata di mm 257 x 160 stato di conservazione buono; ingiallimento disomogeneo, evidente lungo il margine inferiore, ondulazioni lungo quello laterale destro, in basso, alcune piccole macchie brune e alcuni fori di spillo iscrizioni «  114. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Ansidei dis. » (sotto il riquadro figurato, entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Monumento di Benedetto XI in S. Domenico a Perugia / di Gio. da Pisa » (centrata lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXI (1813) (1813, III, III, p. 362; III, IV, pp. 381-382) (cfr. nr. 115) datazione

115 (f. 12v) – Monumento sepolcrale di Benedetto XI in San Domenico a Perugia di Giovanni Pisano. Questo disegno fù reso a miglior esecuzione qui dietro disegnatore datazione tecnica

Vincenzio Ansidei entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio

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177

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 300 x 217; riquadro della parte figurata di mm 274 x 188 stato di conservazione buono; imbrunimento uniforme, segni di una precedente piegatura in quattro, al centro del foglio lungo l’altezza e la base, varie piccole ondulazioni lungo i margini laterali iscrizioni «  115. » (entro il margine superiore sinistro del riquadro che incornicia la parte figurata, a penna con inchiostro bruno) / « Piede di Parigi / 0----1---------5---------10 » (cifre indicative delle distanze e unità di misura usata, sopra il rapportatore, in basso al centro entro il riquadro figurato, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Vincenzio Ansidei disegnò. » (sopra il margine inferiore destro del riquadro a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Questo disegno fù reso a miglior esecuzione qui dietro » (lungo il margine inferiore sinistro del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti ripetuto (non inciso); cfr. Tav. XXI (1813) e n. 114 (1813, III, III, p. 362)

116 (f. 13r) – Mausoleo del Cardinal Consalvo a S. Maria Maggiore in Roma. Monumento funebre di Consalvo Rodriguez disegnatore

[Leopoldo] Cicognara entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, sottotraccia di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 335 x 245; primo riquadro della parte figurata di mm 312 x 225; secondo riquadro di mm 265 x 162 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, più evidente lungo il margine laterale sinistro con qualche ondulazione da adesivo all’angolo superiore, e alcune macchie brune lungo il margine inferiore iscrizioni «  116. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « s. / mathi / as » / « mє / tєnєt / ara / prior » (nel piano superiore a mosaico ove il cardinale è genuflesso dinanzi alla Vergine col Bambino, a lato di San Matteo e nell’iscrizione sul cartiglio); « s. / iєro / nimi » / « recuso / psєpis / ad / antro » (a lato di San Girolamo e nell’iscrizione sul cartiglio) / « + hic dєpositvs fvit qvondā dńs gvnsalvvs єps albanela [ma albaneń] anń dńi / m.cc.lxxxxviiii ~ hoc op’ fєć iohєs magrī cosmє civis romanvs - » (centrata su due righe, sul basamento del monumento, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Cicognara dis- » (sotto l’angolo inferiore sinistro del riquadro, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Mausoleo del Cardinal Consalvo a S.a Maria Maggiore in Roma » (centrata sotto il datazione

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178

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tavole corrispondenti

margine inferiore del riquadro figurato, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) Tav. XX (1813) (1813, III, IV, pp. 381, 383); cfr. Séroux d’Agincourt, Histoire de l’Art par Les Monumens cit., IV, Pl. XXIV (1823); VII, Tav. XXIV (1826): « Scul. » « T. XXIV » / « Mausoleo del Cardinale Consalvo in S. Maria Maggiore a Roma. XIII° Secolo. »; e III (1826), pp. 187-188; V (1828), pp. 348-349

117 (f. 13v) – Monumento di Can Signorio della Scala a Verona disegnatore

[Giuseppe] Borsato entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 340 x 230 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento generalizzato, tracce da adesivo all’angolo inferiore destro con una macchia bruna – altre piccolissime sono variamente distribuite iscrizioni «  117 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Borsato dis. » (sotto il monumento, in basso a destra, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Monumento di Can Signorio della Scala a Verona » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXIV (1813) (1813, III, III, p. 371)

118 (f. 13v) – Monumento di Cansignorio della Scala a Verona, particolare del nr. 117 disegnatore

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1813 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 153 x 124 stato di conservazione buono; alcuni aloni ingialliti, varie pieghe e segni di una precedente piegatura in 6 parti, al centro in orizzontale ed entro i due margini laterali iscrizioni «  118 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Dettagli » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara; inizio della titolazione che continua sul foglio accanto) / « della Valle dis » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tavv. XXIV (1813), XXXV (1813) (1813, III, III, p. 371) datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

179

119 (f. 13v) – Monumento di Cansignorio della Scala a Verona, particolare del nr. 117 disegnatore

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1813 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 151 x 110 stato di conservazione buono; alcuni aloni ingialliti, qualche leggera ondulazione e segni di una precedente piegatura irregolare in due o più parti, al centro in orizzontale ed entro il margine laterale destro iscrizioni «  119. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « del monumento » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara; fine della titolazione) / « della Valle dis. » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXIV (1813) (1813, III, III, p. 371) datazione

120 (f. 13v) – Monumento di Cansignorio della Scala a Verona, particolare del nr. 117 disegnatore

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1813 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 102 x 124 stato di conservazione buono; alcuni aloni ingialliti, varie pieghe e segni di una precedente piegatura irregolare in due o più parti, al centro lungo l’altezza e in orizzontale entro i margini inferiore e superiore; qualche piccola macchia bruna tondeggiante, alcuni piccoli foro di spillo iscrizioni «  120. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « della Valle dis. » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXV (1813) (1813, III, III, p. 371) datazione

121 (f. 14r) – Sulla porta d’ingresso all’Accademia di belle Arti in Venezia. Madonna della Misericordia e angeli di Marco Zulian disegnatore datazione tecnica

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio

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180

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 185; riquadro che incornicia la parte figurata, di mm 170 x 170 stato di conservazione buono; leggere ondulazioni lungo i margini laterali, qualche alone e qualche foro di spillo iscrizioni «  121 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « M·C·C·C·XLV· īlo tempo de mīs marco zvlīa fo fatto questo lavorier » (centrata lungo il basamento del rilievo marmoreo, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Rinaldi dis. » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Sulla porta d’ingresso all’Accademia di belle Arti in Venezia » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXVII (1813) (1813, III, V, p. 401; III, VI, p. 424)

122 (f. 14r) – Nell’ingresso del Convento dei Carmini a Venezia. Madonna col Bambino di Arduino Veneziano disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 142 x 115; riquadro della parte figurata di mm 75 x 110 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, un alone di inchiostro bruno entro la parte figurata, e qualche foro di spillo iscrizioni «  122. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « M CCC XL mensis octvbriis » / « arduin taja petra fecit » (rispettivamente sopra e sotto il bassorilievo) / « Rinaldi dis. » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « nell’ingresso del Convento dei Carmini a Venezia » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXVII (1813) (1813, III, VI, p. 425; III, II, p. 321) datazione

123 (f. 14r) – Sulla porta della Scuola dei Mureri a S. Samuel in Venezia. Pietà disegnatore datazione tecnica

Anonimo [Rinaldo Rinaldi] entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, tracce di grafite, su carta avorio

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

181

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 120 x 155 stato di conservazione buono; due fori di spillo iscrizioni «  123. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Sulla porta della Scuola dei Mureri a S. Samuel. in Venezia » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XIX (1813) (1813, III, VI, p. 429)

[124-141] 124 (f. 14r) – Capitelli delle Colonne del palazzo Ducale di S. Marco. Sesto capitello sulla riva disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione iscrizioni

tavole corrispondenti

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta vergata avorio, con filigrana foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 138 x 120 buono; qualche ondulazione lungo i margini laterali, tracce da adesivo agli angoli « Capitelli delle Colonne del palazzo Ducale di S. Marco. / in Venezia » (centrata su due righe, entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 3 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a grafite) « 124. » (di seguito, a penna con inchiostro bruno) / « Sulla riva il 6. » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Rinaldi » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XXVIII (1813) (1813, III, II, p. 321; III, VI, pp. 427-428)18

125 (f. 14r) – Capitelli delle grandi colonne esterne del palazzo Ducale in Venezia. Capitello undicesimo disegnatore datazione tecnica dimensioni

18

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con lievi ombreggiature foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 145 x 130

  Le iscrizioni compaiono alle Tavv. XXVIII, XXIX, XXX, non sui disegni.

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182

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

stato di conservazione

buono; macchie da adesivo agli angoli e qualche leggero alone ingiallito iscrizioni «  125. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 2 » (sotto, a grafite) / « Capitelli delle grandi colonne esterne / del palazzo Ducale in Venezia » (centrata su due righe, entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « il capitello -11- » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Rinaldi » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. XXVIII (1813) (1813, III, VI, pp. 427-428)

126 (14r) – Quarto capitello sulla piazza19 disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

iscrizioni

tavole corrispondenti

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con lievi ombreggiature foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 145 x 121 buono; tracce da adesivo agli angoli superiori e tracce di matita nera per contatto – e trasferimento di colore – col foglio 118 « 126. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 1 » (sotto, a grafite) / « il 4.° sulla piazza » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Rinaldi » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XXVIII (1813) (1813, III, VI, pp. 427-428)

127 (f. 14v) – Nel quinto capitello sulla piazza disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con lievi ombreggiature foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 118 x 84 buono; un espanso alone rossastro derivante dal contatto – e trasferimento di colore – con il foglio 141

19   Cfr. Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 19 Xbre 1812) a [Giannantonio] Moschini « Professore nel Collegio di / Murano » (BMCVe/Fondo Moschini, Epistolario, fasc. Leopoldo Cicognara, 8), e la precedente redatta l’11 giugno (BMCVe/Fondo Moschini, Epistolario, fasc. Leopoldo Cicognara, 7).

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

183

iscrizioni «  127 » (entro il margine

superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 6 » (più a sinistra, a grafite) / « Rinaldi » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « nel 5. » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno)

tavole corrispondenti

Tav. XXVIII (1813) (1813, III, VI, pp. 427-428)

128 (f. 14v) – Nel quinto capitello disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con lievi ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 118 x 82 stato di conservazione buono; lungo il margine laterale destro un lievissimo alone rossastro derivante dal contatto e – trasferimento di colore – con il foglio 140 e qualche alone ingiallito iscrizioni «  128 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 4 » (più a sinistra, a grafite) / « Rinaldi » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « nel 5. » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXVIII (1813) (1813, III, VI, pp. 427-428)

129 (f. 14v) – Nel settimo capitello disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con lievi ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 120 x 84 stato di conservazione buono; lungo il margine laterale sinistro un lievissimo alone rossastro derivante dal contatto – e trasferimento di colore – con il foglio 140; alcuni fori di spillo, e qualche alone ingiallito iscrizioni «  129 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 5 » (più a sinistra, a grafite) / « Rinaldi » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « nel 7.mo » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXVIII (1813) (1813, III, VI, pp. 427-428)

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184

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

130 (f. 14v) – Nel quarto capitello disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta vergata avorio, con lievi ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 120 x 98 stato di conservazione buono; aloni ingialliti derivanti dal contatto – e trasferimento di colore – con l’inchiostro dell’iscrizione di Cicognara sul foglio di supporto 15r iscrizioni «  130 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Rinaldi » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « nel 4.o » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXX (1813) (1813, III, VI, pp. 427-428)

131 (f. 14v) – Nel quarto capitello disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con lievi ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 116 x 88 stato di conservazione buono; aloni ingialliti derivanti dal contatto – e trasferimento di colore – con l’inchiostro dell’iscrizione di Cicognara sul foglio di supporto 15r iscrizioni «  131 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Rinaldi » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « nel 4.o » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXX (1813) (1813, III, VI, pp. 427-428)

132 (f. 14v) – Nel quarto capitello disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con lievi ombreggiature foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 125 x 89 buono; tracce da adesivo agli angoli

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

185

iscrizioni «  132 » (entro il margine

superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Rinaldi » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 4o » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno)

tavole corrispondenti

Tav. XXIX (1813) (1813, III, VI, pp. 427-428)

133 (f. 14v) – Nel quarto capitello disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con lievi ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 120 x 88 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  133. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Rinaldi » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « nel 4. » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXIX (1813) (1813, III, VI, pp. 427-428)

134 (f. 14v) – Nel quarto capitello disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con lievi ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 120 x 85 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  134 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Rinaldi » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 4o » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXIX (1813) (1813, III, VI, pp. 427-428)

135 (f. 14v) – Nel quarto capitello disegnatore datazione tecnica

[Rinaldo Rinaldi] entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio, con lievi ombreggiature

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 120 x 86 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  135. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « nel 4o » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti

Tav. XXIX (1813) (1813, III, VI, pp. 427-428)

136 (f. 14v) – Nel quarto capitello disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio, con lievi ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 122 x 90 stato di conservazione buono iscrizioni «  136. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Rinaldi » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 4o » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXIX (1813) (1813, III, VI, pp. 427-428)

137 (f. 14v) – Nel primo capitello sulla piazza disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio, con lievi ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 137 x 105 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento lungo i margini laterali iscrizioni «  137. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Rinaldi » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXX (1813) (1813, III, VI, pp. 427-428)

138 (f. 14v) – Nel quarto capitello disegnatore datazione tecnica

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con lievi ombreggiature

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 125 x 88 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli superiori iscrizioni «  138. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Rinaldi » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 4o » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti

Tav. XXIX (1813) (1813, III, VI, pp. 427-428)

139 (f. 15r) – Nel nono capitello disegnatore

[Rinaldo Rinaldi] entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con lievi ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 119 x 85 stato di conservazione buono iscrizioni «  139 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « nel 9 » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXX (1813) (1813, III, VI, pp. 427-428)

140 (f. 15r) – Nel quarto capitello esterno sopra la piazza disegnatore

[Rinaldo Rinaldi] entro il 1813 tecnica disegno a contorno a matita rossa (sanguigna) su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 123 x 112 stato di conservazione buono; leggeri aloni di ingiallimento lungo i margini laterali iscrizioni «  140 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXX (1813) (1813, III, VI, pp. 427-428)

141 (f. 15r) – Nel quarto capitello esterno sopra la piazza disegnatore datazione tecnica

[Rinaldo Rinaldi] entro il 1813 disegno a contorno a matita rossa (sanguigna) su carta avorio, con ombreggiature

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 123 x 112 stato di conservazione buono; leggeri aloni di ingiallimento lungo i margini laterali iscrizioni «  141. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti Tav. XXX (1813) (1813, III, VI, pp. 427-428) « Questi 18 [124-141] desegni sono tolti tutti / dai Capitelli delle Colonne del palazzo Ducale / disegnati dal Rinaldi » (in alto sulla destra del f. 15r, fra i disegni 141 e 142, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara)

142 (f. 15r) – Nel quarto pilastro superiore disegnatore

Anonimo [Rinaldo Rinaldi] entro il 1813 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 116 x 163 stato di conservazione buono; leggero alone bruno lungo il margine laterale destro e una macchia al centro di quello superiore iscrizioni «  142. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 4o pilastro superiore » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti Tav. XXX (1813) (1813, III, VI, pp. 427-428) datazione

143 (f. 15r) – Deposito d’Innocenzo IV MCCLIIII in Napoli in Santa Maria Assunta disegnatore

Anonimo [Antonio Niccolini] entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, inchiostro grigio, su carta vergata avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 245 x 190 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, alcuni aloni e due piccole macchie brune tondeggianti iscrizioni «  143. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Tavola XL » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « N 2 » (a sinistra, sotto la base della lunetta, a penna datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Scultura di Pietro de’ Stefani / Deposito d’Innocenzo IV MCCLIIII in Napoli » (centrata su due righe, entro il margine inferiore sinistro del foglio, sotto la seconda parte figurata, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Episcopio » (entro il margine inferiore destro del foglio, a grafite, ripassata a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. XL (1813) (1813, III, VII, p. 466) (cfr. nr. 146 [1, 2])

144 (f. 15r) – Monumento di Maria figlia di Carlo III. 1371 in S. Lorenzo disegnatore

Anonimo [Antonio Niccolini] entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, inchiostro grigio, tracce di grafite, su carta vergata avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 246 x 146 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli e tensioni in quello inferiore destro, e piccole macchie brune tondeggianti iscrizioni «  144- » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Monumento di Maria figlia di Carlo III. 1371. / in S. Lorenzo – Napoli » (centrata su due righe, lungo il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara); « S[an] L[orenzo] » (a grafite, sul margine laterale destro del foglio) tavole corrispondenti Tav. XL (1813) (1813, III, VII, p. 468) (cfr. nr. 146 [3]) datazione

145 (f. 15v) – Sepolcro della Regina Maria madre di Roberto Scolpito da Masuccio II. Monumento funebre di Maria d’Ungheria in Santa Maria Donnaregina a Napoli disegnatore

Anonimo [Antonio Niccolini] entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta vergata avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 250 x 190 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, leggere increspature lungo i margini superiore e inferiore iscrizioni «  145 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « N 1. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « D. Regina / S Chiara » (al centro del margine laterale destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara; cancellata la precedente titolazione a grafite, ripassata a penna) / « Sepolcro della Regina Maria madatazione

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tavole corrispondenti

dre di Roberto Scolpito da Masuccio II – MCCCXXIII / in S. M.a Donna Regina Napoli. » (centrata su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XL (1813) (1813, III, VII, p. 468)

146 (f. 15v) – Sculture napoletane in Santa Maria Assunta e in San Lorenzo Maggiore. Monumento funebre di Innocenzo IV Fieschi, particolari; Monumento funebre di Maria Durazzo, particolare disegnatore

Anonimo [Antonio Niccolini] entro il 1813 tecnica disegno a contorno [1; 2; 3 (numerazione mia)] a penna con inchiostro rosso, sottotraccia di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 130 x 250 stato di conservazione buono; due piccole macchie brune agli angoli superiori iscrizioni «  146 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « nel deposito d’Innocenzo IV 1254 di pietro de Stefani a Napoli nel Piscopio » (centrata, sotto il margine inferiore della lunetta, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « In S. Lorenzo Maria figlia di Carlo III 1374 » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara, sotto il basamento del monumento muliebre, terza parte figurata del foglio) tavole corrispondenti ripetuti; cfr. Tav. XL (1813) (1813, III, VII, pp. 466, 468) (cfr. nrr. 143, 144) datazione

147 (f. 16r) – Sepolcro di Carlo Illustre Duca di Calabria in S. Chiara, nel presbiterio disegnatore

Anonimo [Antonio Niccolini] entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, inchiostro grigio, tracce di grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 245 x 190 stato di conservazione buono; leggere tracce da adesivo agli angoli; una macchia bruna derivata dalla sbavatura dell’inchiostro in corrispondenza dell’iscrizione « N 3 »; alcuni fori di spillo iscrizioni «  147 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « N 3 » (sul margine laterale superiore sinistro, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « donna /Regina S Chiara » (sotto il centro del margine laterale destro del foglio, a grafite, ripassata e corretta a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Sepoldatazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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cro di Carlo Illustre dùca di Calabria in S. Chiara, scolpito da Masuccio II / MCCC.XXVIII in Napoli » (centrata su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. XL (1813) (1813, III, VII, p. 468)

148 (f. 16r) – Monumento sepolcrale della principessa Caterina d’Austria di Tino di Camaino in San Lorenzo Maggiore a Napoli disegnatore

Anonimo [Antonio Niccolini] entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, inchiostro grigio, su carta vergata avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 245 x 190 stato di conservazione buono; leggere tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  148 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « non pubblicato -- » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « In / S Lorenzo / a Napoli. » (sotto il centro del margine laterale destro del foglio, a grafite, ripassata e integrata a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

non pubblicato; cfr. 1813, III, VII, p. 468

149 (f. 16v) – Nell’Episcopio a Napoli. Crocifissione con la Vergine e San Giovanni di Pietro degli Stefani in Santa Maria Assunta a Napoli disegnatore

Anonimo [Antonio Niccolini] entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, inchiostro grigio, sottotraccia di grafite, su carta avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 235 x 175 stato di conservazione buono; leggere tracce da adesivo agli angoli e qualche piccola macchia bruna tondeggiante iscrizioni «  149 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « INRI » (titulus crucis a penna con inchiostro nero) / « nell’ / Episcopio / a Napoli » (sotto il centro del margine laterale destro del foglio, a grafite, ripassata e integrata a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « non pubblicato » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

non pubblicato; cfr. 1813, III, VII, p. 466

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

[145 bis; 143 bis] (f. 16v) – Iscrizioni rispettivamente pertinenti il Monumento funebre di Maria d’Ungheria in Santa Maria Donnaregina e quello di Innocenzo IV in Santa Maria Assunta a Napoli disegnatore

Anonimo [Antonio Niccolini] entro il 1813 tecnica a penna con inchiostro bruno su carta vergata avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio con le iscrizioni, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 250 x 193 stato di conservazione buono; leggere tracce da adesivo agli angoli e qualche tensione lungo il margine superiore iscrizioni «  N. 1 » [cfr. nr. 145] « D O M / Corvs Mariæ Hiervsalem Siciliæ Vncariæ Regina / Stephani iv Pannonici filiæ et Caroli II Andecavensis vxoris ^ / Qvæ hvic cœnobio iam tvm ab exevnte octavo sæcvlo ^ / Costantino et Irene imperantibvs extrvtto ^ plissimis / ac datazione

sacrarvm virginvme familys antiqvitate opibvs gloriaqvæ am

/ perpetva freqventia celebrato ^ / instavrando amplificando qve Regalem mvnificentia contvlit / cvm in Ecclesia abusque anno mcccxxiii pene latitans iacvisset / inavgvstiorem patentioria qvehanc locvm ^ / promvnificentissimæ ac Religiosissimæ Principis Maiestate / pro qve animis svi amplitvdine ^ / Eleonora Consaga Abbatissa Monialesqve trasferendvm cvrarvnt / Anno Domini mdccxxvii ^ » (centrata su quattordici righe, nella prima parte del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) «  N. 2 » [cfr. nr. 143 e nr. 146 (1, 2)] Innocentio iiii ^ Pont ^ Max ^ / Ac omni Cristiana regio «  optime meriti / qvi natali ^ Solo Babtistæ ann ^ m^ccxliii Pontifex renũtiatvs / die Apostolorvm Principe sacra coronatvs / cvvm pvrpvreo primvs pilio cardd ^ exornasset Neapolima ^ / corrado evesam S^P^ restitvendam cvrasset invmerisq ^ / aliis preclare et prope divine gestis Pontificatvm svvm ^ / qvam maxime illvstrem redidisset / An ^ m^ ccliiii^ biatæ lvciæ virginis cve cessit cve ^ / Annibal de capva Archiep ^ Neap ^ / In santis viri memoriam abolet vm vetvstate epigramma / R^ » (centrata su undici righe, nella seconda parte del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) tavole corrispondenti non pubblicato

150 (f. 17r) – Monumenti du‛ Ré di Napoli non pubblicati da me, ma dal d’Agincourt disegnatore datazione tecnica

Anonimo [Antonio Niccolini] entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro rosso, sottotraccia di grafite (prima e seconda sezione figurata); dise-

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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gno a contorno a grafite (terza sezione figurata), su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 325 x 235; riquadro a grafite della parte figurata di mm 290 x 205 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento generalizzato, tracce schiarite da adesivo agli angoli iscrizioni «  150 » (centrata, entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « CEI » (entro il basamento del trono del re nella prima sezione figurata, a penna con inchiostro rosso, del disegnatore) / « Monumenti du‛ Ré di Napoli non pubblicati da me, ma dal d’Agincourt » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti non pubblicato; cfr. Séroux d’Agincourt, Histoire de l’Art par Les Monumens cit., IV, Pl. XXX (1823); VII, Tav. XXX (1826): « Scul. » « T. XXX. »; « 1 »-« 11 » / « Mausoleo del Re Roberto in Napoli, e altri monumenti della Casa d’Angiò XIII. e XIV. Secolo: », e V (1828), pp. 371-374

151 (ff. 17v-18r) – Tabula Scole Baeatorum Trium Regum Magorum. Polittico marmoreo nella cappella dei Magi nel transetto destro in Sant’Eustorgio a Milano disegnatore

[Giuseppe] Bossi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, sottotraccia di grafite, su carta vergata avorio, con filigrana dimensioni due fogli di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), ciascuno di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 490 x 720 stato di conservazione buono; vari aloni ingialliti e piccole macchie brune; segni di una precedente ripiegatura in più parti, in orizzontale e in verticale iscrizioni «  151- » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Il marmo originale dal quale fu tolto / questo disegno esiste in Milano nella Cappella / de’ Magi nella Chiesa di S. Eustorgio. / L’esecuzione dell’opera non è inferiore alla / maniera di Giovanni di Balduccio. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, su cinque righe, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Bossi » (più sotto verso destra, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « [non riproducibile la titolazione incisa a lettere maiuscole gotiche sul basamento del bassorilievo e riportata dal disegnatore a matita nera] » / « in Milano a S. Eustorgio » (entro il margine inferiore destro del foglio, subito sotto il basamento della Tabula, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Tabula Scole Baeatorum Trium datazione

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194

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tavole corrispondenti

Regum Magorum Facta in Honorem Domini Nostri Jesu Christi et Pie Virginis Marie et ipsorum Sanctorum Regum. M. CCC. XLVII » (sotto la parte figurata, centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) Tav. XXXVII (1813), ove è riprodotto il solo comparto centrale (1813, III, VII, pp. 459-460)

152 (f. 18v) – Nel piano delle Campane alla torre della Cattedrale a Strasburgo disegnatore datazione tecnica stato di conservazione dimensioni

iscrizioni

tavole corrispondenti

Anonimo francese entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio discreto; imbrunimento generalizzato, evidenti macchie da adesivo agli angoli, diffuse alterazioni maculose schiarite foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 235 x 195 « N ° 1. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 152 » (più sotto, a penna con inchiostro bruno) / « 7. » (sotto la parte figurata verso sinistra) / « Arsace XII Phraate / Phraate III » (sul dritto della moneta a sinistra, a penna con inchiostro bruno in corrispondenza dell’effigie sul dritto; il rovescio non riporta l’immagine); « Arsace VII Phraate II. » (sul dritto della moneta a destra, a penna con inchiostro bruno in corrispondenza dell’effigie sul dritto; il rovescio non riporta l’immagine) / « Nel piano delle Campane alla torre della Cattedrale » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « a Strasburgo » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) Tav. XXXVIII (1813), VII (1813, II, VI, pp. 225-226; III, III, p. 368; III, VIII, pp. 470-475: 473 20); 1813, III, VIII, p. 479: cfr. Séroux d’Agincourt, Histoire de l’Art par Les Monumens cit., IV, Pl. XLI (1823); VII, Tav. XLI (1826): « Archit. »; « Tav. XLI. » / « Principali monumenti dell’architettura detta Gotica, eretti in diverse parti d’Europa, nella più bella epoca di questo sistema. Sec. XIV. eXV. », « 1 »-« 21 », spec. « 10 » e V (1828), pp. 114-117: 115, n. 10; e II (1826), pp. 227-229 e nt. 1; E. Q. Visconti, Iconographie Grecque, III (1826), rispettivamente T. Ic. Gr. Vol. 3., n.n. (fra la T. III e la T. IV), « 6 », T. IV, « 7 »-« 8 »; T. III, « 8 »-« 12 »

20   Cfr. anche Schmitt, Gotische Skulpturen cit.; Das Strassburger Münster und seine Bildwerke, a cura di R. Hamann – H. Weigert, Berlin 1942; Cipriani, Una proposta cit., pp. 211-261: 231. Si veda Vat. lat. 13480 [« Numerate nel Febbraio 1889 »] (Seroux D’Agincourt, Disegni di Architetture cit., vol. II), 601.

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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153 (f. 18v) – Antica Statua di Marte nel Duomo a Strasburgo disegnatore

Anonimo francese entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 235 x 195 stato di conservazione discreto; imbrunimento generalizzato, evidenti macchie da adesivo agli angoli, diffuse alterazioni maculose schiarite iscrizioni « N ° II. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 153. » (più sotto, verso sinistra a penna con inchiostro bruno) / « 1a » (centrata sotto la parte figurata) / « Antica Statua di Marte nel Duomo »  (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) /« a Strasburgo » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti Tav. XXXVIII (1813), I (1813, III, VIII, p. 471) 21 datazione

154 (f. 19r) – Statue nel Duomo a Strasburgo. Ercole bellicoso e San Giovanni (per quest’ultima statua il disegno è « tratto da una copia autentica », opera di Sabina di Steinbach) disegnatore

Anonimo francese entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 235 x 195 stato di conservazione discreto; imbrunimento generalizzato, evidenti macchie da adesivo agli angoli, diffuse alterazioni maculose schiarite iscrizioni «  N ° III. » (entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 154. » (entro il margine superiore sinistro del foglio) / « 2.a »; « 5. » (centrate rispettivamente sotto la prima e la seconda figura) / « Statue nel Duomo di » (più in basso centrata, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « a Strasburgo » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti Tav. XXXVIII (1813), II, V (1813, III, VIII, pp. 471, 472, 473; III, III, p. 368) datazione

21   J. D. Schoepflin, Alsatia illustrata Celtica Romana Francica auctor Jo. Daniel Schoepflinus, 2 voll., Colmariae 1751-1761.

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

155 (f. 19r) – Statue nel Duomo a Strasburgo, nella facciata disegnatore

Anonimo francese entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 235 x 195 stato di conservazione discreto; imbrunimento generalizzato, evidenti macchie da adesivo agli angoli, diffuse alterazioni maculose schiarite, una piccola lacerazione all’angolo inferiore destro; qualche foro di spillo iscrizioni «  N ° IIII. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 155. » (entro il margine superiore sinistro del foglio) / « a Strasburgo » (all’altezza della base dei due gruppi figurati sul margine laterale destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 3.a »; « 4.o » (centrate rispettivamente sotto il primo e il secondo gruppo figurato) / « Statue nel Duomo di » (più in basso centrata, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / tavole corrispondenti Tav. XXXVIII (1813), III, IV (1813, III, III, p. 368; III, VIII, p. 472) datazione

156 (f. 19v) – Nella Cattedra del Duomo a Strasburgo. Pergamo, particolare disegnatore

Anonimo francese entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 237 x 196 stato di conservazione buono; tensioni agli angoli causate dall’adesivo sul supporto, vari aloni schiariti iscrizioni «  N ° V. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 156 » (più sotto verso sinistra) / « 8 - » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « nella Cattedra del Duomo a Strasburgo » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXVIII (1813), VIII (1813, III, VIII, pp. 474-475; III, III, p. 368) datazione

157 (f. 19v) – Sovra una porta. Morte della Madonna disegnatore datazione

Anonimo francese entro il 1813

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

197

tecnica

disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 235 x 195 stato di conservazione mediocre; imbrunimento generalizzato, evidenti macchie da adesivo agli angoli e altre varie diffuse alterazioni maculose schiarite (foxing?) iscrizioni «  N ° VI. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 157 » (più sotto verso sinistra) / « Sovra una porta » (centrata sotto la base della lunetta, a penna con inchiostro bruno) / « 6. » (centrata, più in basso) / « Sculture tutte tolte dal Duomo e Torre di » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « A Strasburgo » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti Tav. XXXVIII (1813), VI (1813, III, VIII, p. 473; III, III, p. 368)

158 (f. 20r) – Ritratto di tre quarti di Laura. Antico marmo esistente in Casa Peruzzi a Siena disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione iscrizioni

tavole corrispondenti

Anonimo [Domenico Udine] entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, su carta avorio, con lievi ombreggiature foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 193 x 123; riquadro della parte figurata di mm 148 x 106 buono; ingiallimento generalizzato « 158 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « DIVA LAVRA » 22 (centrata sotto il margine inferiore del riquadro che incornicia l’effigie, a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, del disegnatore) Tav. XLI (1813) (1813, III, V, p. 407: « Nota intorno Simone Memmi », pp. 403-414)

159 (f. 20r) – Ritratto di profilo di Petrarca. Antico marmo esistente in Casa Peruzzi a Siena disegnatore datazione

22

Anonimo [Domenico Udine] entro il 1813

  Cfr. M. Pierini, Simone Martini, Cinisello Balsamo 2000, pp. 22-50, 320, ntt. 84-86.

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198

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tecnica dimensioni

stato di conservazione iscrizioni

tavole corrispondenti

disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, su carta avorio, con lievi ombreggiature foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 196 x 123; riquadro della parte figurata di mm 147 x 100 buono; ingiallimento generalizzato « 159. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « f: petrarca » 23 (centrata sotto il margine inferiore del riquadro che incornicia l’effigie, a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, del disegnatore) Tav. XLI (1813) (1813, III, V, p. 407: « Nota intorno Simone Memmi », pp. 403-414)

n.n. [159 bis] (f. 20r) – Iscrizione incisa sul verso del Ritratto di Petrarca disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione iscrizioni

tavole corrispondenti

Anonimo [Domenico Udine] entro il 1813 a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, su carta velina avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio con l’iscrizione, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 185 x 122 buono; leggere tracce da adesivo agli angoli e qualche tensione lungo il margine laterale destro « simion de senis / me fecit · svb / anno domini / m · ccc · xliiii » (centrata su quattro righe, a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, del disegnatore) / « Dietro al ritratto di F: Petrarca » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) Tav. XLI (1813) (1813, III, V, pp. 407-408)

n.n. [158 bis] (f. 20r) – Iscrizione incisa sul verso del Ritratto di Laura disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

23

Anonimo [Domenico Udine] entro il 1813 a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, su carta velina avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio con l’iscrizione, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 120 x 185 buono; leggere tracce da adesivo agli angoli e qualche ondulazione lungo i margini laterali

  Ibid.

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

iscrizioni « SpLendida

Lvce

199

/ qveL bē che pvo mo/ overo exempLo deL soprā vaLore / ed ogni meravegLia intiera fede / et · C · » (centrata su cinque righe, a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, del disegnatore) / « Antichi marmi esistenti in Casa Peruzzi a Siena » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Dietro al ritratto di Diva Laura. » (centrata, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) in cvi chiaro si vede

strar neL mōdo amore

tavole corrispondenti

Tav. XLI (1813) (1813, III, V, p. 407)

160 (f. 20v) – Ritratto di Madonna Laura tratto da un codice quattrocentesco della Libreria Laurenziana disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione iscrizioni

tavole corrispondenti

Anonimo [Pietro Leopoldo Uguccioni] entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con ombreggiature foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 243 x 178 buono; leggere tracce da adesivo agli angoli, qualche piccola macchia bruna tondeggiante e qualche foro di spillo « 160 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Ritratto di Madonna Laura, tratto da un Codice del Secolo XV. esistente nella Libreria / Laurenziana » (centrata su due righe, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) Tav. XLII (1813) (1813, III, V, pp. 412, 414) 24

161 (f. 20v) – Ritratto di Messer Francesco Petrarca tratto da un codice quattrocentesco della Libreria Laurenziana disegnatore datazione tecnica

Anonimo [Pietro Leopoldo Uguccioni] entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con ombreggiature

24   La Tav. XLII (1813) divisa in due parti è inserita anche nella terza edizione del libretto di Niccolò Palmerini, Opere d’intaglio del cav. Raffaello Morghen, uscito a Firenze presso Niccolò Pagni nel 1824. L’acquaforte, eseguita a solo contorno, riproduce le seguenti opere: in alto a sinistra una medaglia con il profilo di Giovanna degli Albizzi, moglie di Lorenzo Tornabuoni, conservata alla Galleria degli Uffizi di Firenze; in alto a destra un ritratto sempre di Giovanna degli Albizzi, conservato in collezione Thyssen-Bornemisza a Lugano ed eseguito da Domenico Ghirlandaio nel 1488, che un tempo si credeva raffigurasse la Laura petrarchesca, opinione smentita dallo stesso Cicognara; in basso a destra sono riprodotte le due effigi miniate di Petrarca e Laura esistenti nel Ms. Pluteo 41.1 della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze.

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200

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 243 x 178 stato di conservazione buono; leggere tracce da adesivo agli angoli e qualche piccola macchia bruna tondeggiante; un alone rettangolare ingiallito sopra l’angolo inferiore sinistro derivante dal contatto – e trasferimento di colore – con il foglio 167; qualche foro di spillo iscrizioni «  161 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Ritratto di Messer Francesco Petrarca, tratto da un Codice esistente nella Libreria / Laurenziana del Sec. XV. » (centrata su due righe, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) tavole corrispondenti

Tav. XLII (1813) (1813, III, V, p. 412)

162 (f. 21r) – Medaglia di Giovanna degli Albizzi poi Tornabuoni di Niccolò Fiorentino VXOR LAVRENTII DETORNABONIS IOANNA ALBIZA disegnatore

[Niccola] Monti entro il 1813 tecnica disegno a contorno a grafite, matita nera, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 235 x 193; diametro della medaglia di mm 77 stato di conservazione buono; leggere macchie schiarite da adesivo agli angoli superiori e qualche ondulazione lungo i margini laterali iscrizioni «  162 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « vxor ^ lavrentii ^ detornabonis ^ ioanna ^ albiza » (nel giro della medaglia, in senso orario, a matita nera, del disegnatore) / « Tratta da una medaglia in Galleria di firenze » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Monti dis » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLII (1813) (1813, III, V, p. 411) datazione

163 (f. 21r) – Nel Capellone di S. M. Novella a Firenze. Presunto ritratto di Laura disegnatore datazione tecnica dimensioni

Anonimo [Ferdinando Dalla Valle] entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 145 x 157

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

201

stato di conservazione buono iscrizioni «  163 » (entro il margine

tavole corrispondenti

superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « nel Capellone di S. M. Novella a Firenze » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XLIII (1813) (1813, III, V, pp. 410, 411 e nota 1) (cfr. nr. 169); cfr. Séroux d’Agincourt, Histoire de l’Art par Les Monumens cit., VI, Pl. CXXII (1823); VIII, Tav. CXXII (1826): « Pitt. »; « T. CXXII. »; « 2 » / « Affreschi di Simon Memmi da Siena, nel Capitolo di S. Maria Novella in Firenze. XIV. Secolo. » e IV (1827), pp. 385-387

164 (f. 21r) – Lucido di una Tavola dipinta di Simone disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

iscrizioni

tavole corrispondenti

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 242 x 198; riquadro della parte figurata di mm 182 x 138 buono; aloni ingialliti concentrati lungo i margini laterali sinistro e destro e su quest’ultimo alcune pieghe e increspature « 164. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Lucido di una Tavola dipinta di Simone » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Della Valle » 25 (sotto l’angolo inferiore esterno del riquadro che incornicia l’effigie, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XLIII (1813) (1813, III, V, p. 413, e pp. 325-327) (cfr. nr. 168)

165 (f. 21r) – Nel Cappellone degli Spagnoli in Santa Maria Novella a Firenze. Presunto ritratto di Petrarca disegnatore datazione tecnica dimensioni

Anonimo [Ferdinando Dalla Valle] entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifi-

25   Si tratta del ritratto di Laura amata da Petrarca riprodotto in formato più grande nel disegno 168; le iscrizioni presenti nel disegno di Ferdinando Dalla Valle segnalano che l’opera è ripresa dal « Lucido di una Tavola dipinta di Simone »; l’opera dei Bellanti Piccolomini non era di Simone Martini, trattandosi in realtà del dipinto di Girolamo di Benvenuto oggi conservato alla Fondazione Samuel H. Kress della National Gallery of Art di Washington; cfr. Agnorelli, Il monumento cit., pp. 153-162: 161, ntt. 46, 47, 48; Pierini, Simone Martini cit. pp. 22-50 (Sena tulit Symonem. Vita e fortuna), fig. a p. 43.

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202

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

lato lungo i quattro lati, di mm 131 x 127 (5 mm della base sono coperti dal margine laterale destro del disegno 164) stato di conservazione buono; lievi tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  165. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « ivi. » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « in S. M. Novella a Firenze » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLIII (1813) (1813, III, V, pp. 410, 411) (cfr. nr. 170)

166 (f. 21r) – Niello del Marchese Malaspina a Pavia. LAVRA disegnatore

Anonimo [Ferdinando Dalla Valle] entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 86 x 101; riquadro della parte figurata di mm 51 x 74 stato di conservazione buono iscrizioni «  Niello del Marchese Malaspina a Pavia » (centrata lungo il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 166. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « ^ LAVRA^ » (entro il riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. XLIII (1813) (1813, III, V, pp. 413-414 e pp. 327-329) (cfr. nr. 167) datazione

167 (f. 21r) – Niello al naturale. LAVRA disegnatore

Anonimo [Ferdinando Dalla Valle] entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 45 x 78; niello di mm 15 x 24 stato di conservazione buono; qualche piccola macchia bruna in prossimità della parte inchiostrata, qualche piega e ondulazione iscrizioni «  167 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Niello al naturale » (centrata sopra la parte figurata, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara); « ^LAVRA^ » (entro il riquadro figurato, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. XLIII (1813) (1813, III, V, pp. 413-414 e pp. 327-329) (cfr. nr. 166) datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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168 (ff. 21v.-22r) – Lucido di una Tavola in Siena appartenente al sigr Bellanti disegnatore

Francesco Mazzuoli

datazione 1812 tecnica

disegno a contorno a grafite, matita nera, su carta vergata avorio, con filigrana dimensioni due fogli di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), ciascuno di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 622 x 470; riquadro della parte figurata di mm 580 x 435; il disegno delle dette dimensioni presenta due aggiunte, l’una corrispondente a una fascia rettangolare alla base alta c. 90 mm, l’altra, a una fascia rettangolare, all’altezza dal lato destro, larga c. 85 mm stato di conservazione buono; leggero ingiallimento, increspature lungo i margini, qualche macchia bruna tondeggiante, due piccolissime lacerazioni al centro del margine superiore e altrove alcuni fori di spillo; evidenti le due aggiunte ovvero le due congiunzioni originariamente operate in lunghezza e in altezza; traccia di una precedente piegatura (o congiunzione) in due parti, al centro dell’effigie, in orizzontale iscrizioni «  168- » (entro il margine superiore sinistro del foglio, nel riquadro che incornicia l’effigie, a penna con inchiostro bruno, nella direzione di lettura del volume entro il margine laterale sinistro del foglio) / « Lucido di una / Tavola in Siena / appartenente al / sigr Bellanti » (subito sotto, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Io Antonio Piccolomini Bellanti affermo per la verità che il presente disegno è esattissimo al Quadro che possiedo » (entro il margine inferiore sinistro del foglio sotto il riquadro della parte figurata, a penna con inchiostro bruno, del possessore); « Francesco Mazzuoli disegno in Siena 1812 » (entro il margine inferiore destro del foglio sotto il riquadro, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. XLIII (1813) (1813, III, V, pp. 412-413, 414 e pp. 325327) (cfr. nr. 164)

169 (f. 22v) – Lucido di Madonna Laura del Cappellone di S. Maria Novella di Firenze disegnatore datazione tecnica dimensioni

Anonimo [Ferdinando Dalla Valle] entro il 1813 disegno a contorno a matita nera, grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 440 x 325

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204

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

stato di conservazione

buono; leggero ingiallimento lungo i margini ed evidenti tensioni e ondulazioni irregolari; una piccola macchia bruna nella parte inferiore del foglio iscrizioni «  169. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Lucido di Madonna Laura del Cappellone di S. Maria Novella di Firenze, / secondo La volgare opinione » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. XLIII (1813) (1813, III, V, pp. 410, 411) (cfr. nr. 163); cfr. Séroux d’Agincourt, Histoire de l’Art par Les Monumens cit., VI, Pl. CXXII (1823); VIII, Tav. CXXII (1826): « Pitt. »; « T. CXXII. »; « 2 » / « Affreschi di Simon Memmi da Siena, nel Capitolo di S. Maria Novella in Firenze. XIV. Secolo. », e IV (1827), pp. 385-387

170 (f. 23r) – Lucido del Petrarca del Cappellone di S. Maria Novella disegnatore

Anonimo [Ferdinando Dalla Valle] entro il 1813 tecnica disegno a contorno a matita nera, grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 445 x 320 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento lungo i margini ed evidenti tensioni e ondulazioni irregolari; due piccole macchie brune nella parte inferiore del foglio iscrizioni «  170 » (entro il margine superiore sinistro, a penna con inchiostro bruno) / « Lucido del Petrarca del Cappellone di S. Maria Novella, secondo La volgare opinione » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XLIII (1813) (1813, III, V, p. 411) (cfr. nr. 165)

171 (f. 23 v) – Sepolcro di Bartolomeo Saliceti. Monumento del Saliceti Scolpito da Andrea Ferrucci da Fiesole in San Domenico a Bologna disegnatore datazione tecnica dimensioni

G[iusepp]e Guizzardi entro il 1816 26 disegno a contorno a grafite su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifi-

26   Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 17 giugno 1815) ad Antonio Canova a Roma, in Cicognara, Lettere ad Antonio Canova cit., pp. 114-117 (lettera XXXII): 116, ove si legge: « Ho finito di scrivere tutto il mio secondo volume. Le stampe sono tutte incise in numero di 90: e spero ve ne siano di gradite a tutti gli artisti, e gli amatori de’ nostri studi. Ne avrò fatte di già tirare oltre 38.000. Il testo avvanza egli pure sotto del torchio ».

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lato lungo i quattro lati, di mm 201 x 275; riquadro della parte figurata di mm 73 x 220 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, qualche piccolissima macchia di inchiostro e qualche foro di spillo iscrizioni «  171 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno); « Sepolcro di Bartol: meo Saliceti, opera di Andrea / da Fiesole, nel Chiostro di S. Domenico in Bologa » (centrata su due righe, sotto la parte figurata tripartita, a grafite, del disegnatore); « Ge Guizzardi » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a grafite, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. IV (1816) (1816, IV, V, p. 128)

172 (f. 23v) – Madonna col Bambino, particolare del dossale della tavola marmorea dell’altare della cappella Trenta in San Frediano a Lucca disegnatore

Pietro Carrarini entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 227 x 152; riquadro della parte figurata di mm 191 x 115 stato di conservazione buono; leggeri aloni di ingiallimento iscrizioni «  172 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Pietro Carrarini deline. » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro della parte figurata a penna con inchiostro nero, del disegnatore); « Tratta dal Marmo » (centrata più sotto, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara); « No 10. » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. III (1816) (1816, IV, II, p. 39) (cfr. nr. 173) datazione

173 (f. 23v) – Madonna col Bambino, particolare del dossale della tavola marmorea dell’altare della cappella Trenta in San Frediano a Lucca disegnatore

Anonimo [Pietro Carrarini] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 147 x 94 stato di conservazione buono iscrizioni «  173. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nella Palla di Marmo in S. Frediano. / a Lucca » (centrata su due righe, sotto il gruppo figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / datazione

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tavole corrispondenti

« Jacopo della quercia » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. III (1816) (1816, IV, II, p. 39) (cfr. nr. 172)

174 (f. 24r) – Lapide sepolcrale di Jacopo della Quercia in San Frediano a Lucca. Lastra tombale di Lisabetta Onesti disegnatore

Pietro Carrarini entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 230 x 153; riquadro della parte figurata di mm 167 x 75 stato di conservazione buono; qualche piccola macchia bruna tondeggiante e fori di spillo iscrizioni «  Pietro Carrarini deline. » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro figurato, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « della Famiglia Trenta » (centrata, più in basso a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « No 12. » (sul margine inferiore destro del foglio) / « 174 » (centrata sul margine laterale destro del foglio – nella direzione di lettura del codice, centrata entro il margine superiore -) / « in Lucca Le due Lapidi di Jacopo della quercia » (lungo il margine laterale sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno, di Cicognara, nella direzione di lettura del codice, centrata lungo il margine inferiore) tavole corrispondenti Tav. III (1816) (1816, IV, II, p. 39) datazione

175 (f. 24r) – Lapide sepolcrale di Jacopo della Quercia in San Frediano a Lucca. Lastra tombale di Lorenzo Trenta disegnatore

Pietro Carrarini entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 230 x 153; riquadro della parte figurata di mm 168 x 75 stato di conservazione buono; lieve ingiallimento lungo il margine che si sovrappone ai fogli 176 e 177 iscrizioni «  Pietro Carrarini deline. » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro figurato, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Due lapidi in S. Frediano » (più in basso, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « No 11- » (sul margine inferiore destro del foglio) / « 175. » (centrata sul margine laterale destro del foglio – nella direzione di lettudatazione

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ra del codice, centrata entro il margine superiore – a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. III (1816) (1816, IV, II, p. 39)

[176-177] « Disegno per la medaglia nel Frontespizio del / Secondo Volume della Storia / Il primo fù fatto dal Sigr Hayes, ma per / meglio precisare le estremità agli incisori / fù ripetuto con più diligenza dal Sigr Barufaldi- » (in basso sulla destra del f. 24r, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) 176 (f. 24r) – Frontespizio del secondo volume della Storia (Clio e Prometeo? Pigmalione contempla la sua statua vivente?) disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1816 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 107 (di cui 5 coperti dal foglio 175) x 83; ovale della parte figurata di mm 88 x 63 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento lungo i margini laterali iscrizioni «  176 » (al margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Hayes » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Frontespizio (1816) (cfr. nr. 177) note si può presumere che il soggetto della rappresentazione, non direttamente riconducibile a un prontuario iconografico, sia anzitutto da identificare con la figura della Storia che suggerisce la vittoria della fama scultorea, iconizzata dal titano seduto su un blocco di marmo, che regge nelle mani rispettivamente una mazzetta e uno scalpello, sulla caducità del tempo. Pur non essendo Clio riconoscibile come musa della Storia secondo gli attributi canonizzati da Cesare Ripa (la corona d’alloro, la tromba e il libro chiuso) l’intonazione elitaria della silhouette femminile – rappresentata a figura intera, leggermente di tre quarti, abbigliata con una veste che lascia scoperto un seno, con il braccio sinistro posato su una colonna, l’indice della mano puntato alla fronte e lo sguardo rivolto nella medesima direzione, recante nella destra uno stilo o una lima – concorre a una formula espressiva verosimilmente destinata a esprimere tale significato figurativo; un’altra possibilità interpretativa fa riferimento alla metafora della creazione artistica (scultorea) e alla fruizione estetica, ovvero al mito di Pigmalione – re di Cipro o semplicemente cittadino cipriota – famoso per la sua abilità di scultore, il quale, secondo la versione ovidiana (Metamorfosi, X, 243-297), datazione

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

modella una statua della quale si innamora considerandola il proprio ideale femminile, sperando che un giorno si animi; non si può forse escludere che la figura muliebre sia invece identificabile con un’Atena pensosa (priva di elmo corinzio e di altri attributi connotativi), sul tipo di quella proveniente dal lato sud del Partenone oggi conservata al Museo dell’Acropoli di Atene (inv. 695)

177 (f. 24r) – Frontespizio del secondo volume della Storia (Clio e Prometeo? Pigmalione contempla la sua statua vivente?) disegnatore

[Giovanni Antonio Baruf(f)aldi] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 110 (di cui 8 coperti dal foglio 175) x 79; ovale della parte figurata di mm 89 x 60 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli, e una bruna al centro del margine laterale destro iscrizioni «  177 » (sul margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti non inciso; cfr. Frontespizio (1816) e nr. 176 datazione

178 (f. 24v) – Profeta nella facciata del duomo di Bologna di Jacopo della Quercia disegnatore

Anonimo [Tommaso Minardi] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 199 x 125; riquadro della parte figurata di mm 89 x 64 stato di conservazione buono iscrizioni «  178 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Due profeti nella Facciata del Duomo di Bologna / di Jacopo della Quercia » (centrata entro il margine inferiore del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. II (1816) (1816, IV, II, p. 39) datazione

179 (f. 24v) – Profeta nella facciata del duomo di Bologna di Jacopo della Quercia disegnatore datazione tecnica

[Tommaso] Minardi entro il 1816 disegno a contorno a grafite su carta avorio

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dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 199 x 125; primo riquadro della parte figurata di mm 100 x 75; secondo di mm 90 x 65 stato di conservazione buono iscrizioni «  179 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Minardi dis. » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. II (1816) (1816, IV, II, p. 39)

180 (f. 24v) – Sepolcro d’Ilaria del Carretto nell’Oratorio dei Canonici della Cattedrale disegnatore

Michele Ridolfi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 180 x 269; riquadro della parte figurata di mm 150 x 239 stato di conservazione buono iscrizioni «  180 » (centrata sul margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Michele Ridolfi deli. » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro della parte figurata a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Sepolcro d’Ilaria del Carretto nell’Oratorio dei Canonici della Cattedrale --- di Jacopo della quercia / in Lucca » (centrata su due righe, sotto il riquadro inferiore della parte figurata, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « No2. » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti Tav. III (1816) (1816, IV, II, p. 39) datazione

181 (f. 25r) – Bassorilievo di Jacopo della Quercia nella facciata di San Petronio a Bologna. Adamo ed Eva disegnatore

[Tommaso] Minardi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 225 x 150; riquadro della parte figurata di mm 165 x 125 stato di conservazione buono iscrizioni «  181 » (centrata sul margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Minardi » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Due bassi rilievi nella Facciata del datazione

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

Duomo di Bologna di Jacopo della Quercia » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. I (1816) (1816, IV, II, p. 39)

182 (f. 25r) – Bassorilievo di Jacopo della Quercia nella facciata di San Petronio a Bologna. Cacciata dal Paradiso terrestre disegnatore

[Tommaso] Minardi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 225 x 150; riquadro della parte figurata di mm 160 x 125 stato di conservazione buono; macchie da adesivo all’angolo inferiore sinistro e superiore destro iscrizioni «  182. » (centrata sul margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Minardi » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. I (1816) (1816, IV, II, p. 39)

183 (f. 25v) – Bassorilievo di Matteo Civitali nell’altare di San Regolo nel duomo di Lucca27 disegnatore

Eusebio Puccioni entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 170 x 280; riquadro della parte figurata di mm 122 x 246 stato di conservazione buono; ingiallimento entro i margini; macchia da adesivo all’angolo inferiore sinistro iscrizioni «  183 » (centrata sul margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Eusebio Puccioni deli. » (sotto il datazione

27  [G. Donati], Arca-altare di San Regolo, in Matteo Civitali nella Cattedrale di Lucca. Studi e restauri, a cura di A. d’Aniello – M. T. Filieri, Lucca 2011, pp. 247-290, nr. VI; D’Aniello – Donati – Filieri, Da Castruccio alla rinascita della Repubblica e delle arti cit., pp. 103-161: 149; M. Ferretti, Matteo Civitali, Lucca, l’Ottocento, in Matteo Civitali e il suo tempo. Pittori, scultori e orafi a Lucca nel tardo Quattrocento, cat. a cura di C. Baracchini – F. Caglioti – M. Collareta – M. Ferretti et al., Cinisello Balsamo 2004, pp. 15-27; id., Leopoldo Cicognara, ibid., pp. 278-279; 280-282, nr. 1.1; V. Fosella, Le opere di Matteo Civitali nella Cattedrale di San Martino in Lucca, Lucca, Cattedrale di San Martino, 2005; F. Petrucci, Matteo Civitali e Roma, Firenze 1980), figg. 8-9; [Donati], Matteo Civitali nella Cattedrale di Lucca. Studi e restauri cit.; C. Bozzoli – A. Ducci, Lucca città comunale, in Arte a Lucca. Un percorso nell’arte lucchese dall’Alto Medioevo al Novecento cit., pp. 42-101.

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margine inferiore sinistro del riquadro figurato, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Nell’altare di S. Regolo / Tre bassi rilievi del Civitali / nel Duomo di Lucca » (sotto il margine inferiore destro del riquadro figurato, su tre righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « No 9. » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. XIX (1816) (1816, IV, III, p. 79)

184 (f. 25v) – Bassorilievo di Matteo Civitali nell’altare di San Regolo nel duomo di Lucca disegnatore

Pietro Carrarini entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 160 x 266; riquadro della parte figurata di mm 115 x 230 stato di conservazione buono; ingiallimento ai margini e qualche alterazione maculosa bruna lungo quello inferiore e superiore iscrizioni «  184 » (centrata sul margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Pietro Carrarini deli. » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro figurato, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « No8. » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXIV (1816) (1816, IV, III, p. 79)

185 (f. 25v) – Bassorilievo di Matteo Civitali nell’altare di San Regolo nel duomo di Lucca disegnatore

Pietro Carrarini entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 155 x 245; riquadro della parte figurata di mm 103 x 194 stato di conservazione buono; qualche alterazione maculosa bruna lungo il margine inferiore ed entro quello superiore con un lieve alone ingiallito iscrizioni «  185 » (centrata sul margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Pietro Carrarini deli. » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro figurato, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « No 7. » (sul margine datazione

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. XIX (1816) (1816, IV, III, p. 79)

186 (f. 26r) – Nel Duomo di Lucca S. Regolo del Civitali disegnatore

Pietro Carrarini entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 226 x 148; riquadro della parte figurata di mm 180 x 120 stato di conservazione buono; alcune pieghe lungo il margine laterale sinistro e superiore iscrizioni «  186 » (centrata sul margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Pietro Carrarini deline. » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro figurato, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « nel Duomo di Lucca / S. Regolo del Civitali » (centrata su due righe, sotto il riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « No 4. » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XIX (1816) (1816, IV, III, p. 79) (cfr. nr. 188)

187 (f. 26r) – Del Civitali. Statua nella Capella del Volto Santo a Lucca disegnatore

Michele Ridolfi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 232 x 166; riquadro della parte figurata di mm 195 x 125 stato di conservazione buono; qualche piccolissima macchia bruna (foxing?) entro il riquadro figurato iscrizioni «  187 » (centrata sul margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Michele Ridolfi deline. » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro figurato, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « del Civitali. Statua nella Capella del Volto Santo a Lucca » (centrata sotto il riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « No 6. » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XIX (1816) (1816, IV, III, p. 79) (cfr. nr. 189)

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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188 (f. 26r) – San Regolo di Matteo Civitali nel duomo di Lucca disegnatore

Anonimo [Pietro Carrarini] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 158 x 55 (al netto del foglio; 10 mm della base sono coperti dal margine laterale destro e sinistro di due disegni fra cui è incollato); riquadro a grafite (parzialmente visibile) della parte figurata di mm 140 x 55 stato di conservazione buono; imbrunimento omogeneo; piccola abrasione tondeggiante in basso a sinistra iscrizioni «  188 » (centrata sul margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti Tav. XIX (1816) (1816, IV, III, p. 79) (cfr. nr. 186) datazione

189 (f. 26r) – San Sebastiano di Matteo Civitali disegnatore

Anonimo [Pietro Carrarini] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 203 x 130; riquadro della parte figurata di mm 120 x 70 stato di conservazione buono; imbrunimento omogeneo, più accentuato lungo il margine inferiore destro del foglio; macchia da adesivo all’angolo superiore destro iscrizioni «  189 » (centrata sul margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « del Cividali [sic] » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XIX (1816) (1816, IV, III, p. 79) (cfr. nr. 187) datazione

190 (f. 26r) – San Sebastiano di Pietro Perugino disegnatore datazione tecnica dimensioni

Anonimo [Pietro Carrarini] entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 203 x 55 (al netto del foglio; 10 mm della base sono coperti dal margine laterale destro e sinistro di due disegni fra cui è incollato); riqua-

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

dro a grafite (parzialmente visibile) della parte figurata di mm 115 x 50 stato di conservazione buono; imbrunimento omogeneo; qualche piccola macchia bruna entro la parte figurata iscrizioni «  190 » (centrata sul margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Di Pietro Perugino / in Galleria a Firenze » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro figurato, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. XIX (1816) (1816, IV, III, p. 79)

191 (f. 26r) – Abramo e Elisabetta di Matteo Civitali nel duomo di Genova disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione iscrizioni

tavole corrispondenti

[Domenico] Del Pino (Delpino) entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con ombreggiature foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 203 x 175; riquadro della parte figurata di mm 170 x 145 buono; tracce da adesivo all’angolo inferiore sinistro « 191- » (centrata sul margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Abramo Elisabetta » / Statue in marmo di Matteo Civitali alte palmi 7. oncie 8. Genovesi » (entro il margine inferiore del riquadro figurato, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Del Pino disegnò » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro figurato, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « in Genova al Duomo » 28 (centrata sotto il margine inferiore del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XIX (1816) (1816, IV, III, p. 79)

192 (f. 26v) – Il Sepolcro fatto da Donatello, che è in S: Giovanni di Firenze. Monumento di Giovanni XXIII disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Domenico] Udine entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, sottotraccia di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 360 x 250

28   Cfr. D. Bertolotti, Viaggio nella Liguria Marittima di Davide Bertolotti, II, Torino 1834, pp. 278, 279, nt. 2; Ferretti, Leopoldo Cicognara, in Matteo Civitali e il suo tempo cit., pp. 278-279; 280-282.

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215

stato di conservazione

buono; ingiallimento disomogeneo, più evidente entro i margini laterali iscrizioni «  192. » (sul margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Ioanes qvodam papa / xxiii’ obiit florentie a / no dni mccccxviiiixi / kalendas ianvari » (sotto il deposito del defunto, centrata su quattro righe, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Il Sepolcro fatto da Donatello, che è in S: Giovanni di Firenze » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Udine dis. » (sul margine inferiore destro, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. X (1816) (1816, IV, II, p. 57)

193 (f. 27r) – Di Donatello nel Pergamo in S. Lorenzo. Deposizione di Cristo dalla croce disegnatore

[Francesco] Nenci entro il 1816 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 170 x 225; riquadro della parte figurata di mm 140 x 192 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli, alcune pieghe ai margini iscrizioni «  193 » (sul margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nenci dis. » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro figurato a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Di Donatello / Nel Pergamo in S. Lorenzo. » (centrata su due righe, sotto il margine inferiore del riquadro figurato, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore); « a Firenze in bronzo » (poco più a destra con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. VII (1816) (1816, IV, II, pp. 54-55)

194 (f. 27r) – S. Giorgio di Donatello nell’Or S. Michele disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

[Francesco] Nenci entro il 1816 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 183 x 93 buono; ingiallimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

iscrizioni «  194. » (sul margine

tavole corrispondenti

superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « S. Giorgio » (centrata sotto il basamento della statua, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Di Donatello / nell’Or S. Michele » (subito sotto, centrata su due righe, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Nenci dis. » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tavv. VI (1816), XLVI (1818) (1816, VI, II, pp. 46, 48, 49 nt. 1)

195 (f. 27r) – Di Donatello in S. Croce a Firenze. Bassorilievo dell’Annunziata disegnatore

[Francesco] Nenci entro il 1816 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 180 x 125; riquadro della parte figurata di mm 134 x 112 stato di conservazione buono; imbrunimento lungo i margini e due aloni nella parte superiore laterale sinistra e destra; alcune lievi alterazioni maculose ingiallite entro la parte figurata iscrizioni «  195. » (centrata sul margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nenci dis. » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « in S.a Croce Firenze » (centrata sotto la parte figurata, a grafite, di Cicognara) / « Di Donatello in S.a Croce a Firenze » (più in basso, centrata, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. V (1816) (1816, IV, II, pp. 42-43, 56) datazione

196 (f. 27r) – Profeta Abacuc di Donatello. Statua-ritratto di Giovanni di Barduccio Cherichini disegnatore

[Francesco] Nenci entro il 1816 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 184 x 93 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  196. » (sul margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Lo Zuccone / di Donatello » (cendatazione

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tavole corrispondenti

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trata sotto il basamento della figura, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « nel Campanile di S. M. del Fiore » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Nenci dis » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. VI (1816) (1816, VI, II, pp. 46, 48)

197 (f. 27v) – Di Donatello nelle Gallerie dell’Accademia a Venezia in bronzo. Porticella in bronzo di un ciborio disegnatore

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 380 x 260; primo riquadro della parte figurata di mm 345 x 245, secondo riquadro di mm 299 x 151 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli e piccole macchie imbrunite tondeggianti, di diversa gradazione, concentrate soprattutto entro il margine inferiore del foglio iscrizioni «  197. » (centrata entro il margine superiore del riquadro, al centro verso sinistra, a penna con inchiostro bruno) / « 6---5---4---3---2---1---0------------------│----------------J [leggi 1] » (centrata entro il margine inferiore interno del riquadro, a penna con inchiostro nero, del disegnatore; le cifre indicative delle distanze sul rapportatore decrescono da 6 a 1; manca l’indicazione dell’unità di misura usata) / « Di Donatello nelle Gallerie dell’Accademia a Venezia in bronzo » (centrata sotto il margine inferiore destro del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Della Valle dis. » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XI (1816) (1816, IV, II, p. 59) datazione

198 (f. 28r) – Rilievo in creta dorata (pietra di Nanto) di Donatello già nella cappella delle Reliquie e ora dietro l’altare del Sacramento a Sant’Antonio in Padova. Deposizione di Cristo nel sepolcro disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Luigi] Zandomeneghi entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 128 x 183; primo riquadro della parte figurata di mm 113 x 168

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

stato di conservazione

buono; ingiallimento disomogeneo e sparse alterazioni maculose leggermente imbrunite entro la parte figurata iscrizioni «  198 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Zandomeneghi / dis. » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Creta dorata di Donatello nella Capella delle Reliquie a S. Antonio in Padova. » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, subito sotto il riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. VI (1816) (1816, IV, II, p. 54)

199 (f. 28r) – S. Giovanni (Battista) di Donatello, che è in casa Martelli in Firenze disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

iscrizioni

tavole corrispondenti

[Domenico] Udine entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 215 x 115 buono; leggero ingiallimento, tensioni all’angolo superiore destro in corrispondenza dell’adesivo; qualche piega lungo il margine laterale inferiore sinistro, e qualche piccola diffusa macchia tondeggiante imbrunita « 199 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Udine dis. » (sul margine laterale inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « S: Giovanni di Donatello, che è in casa Martelli in Firenze » 29 (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) Tav. V (1816) (1816, IV, II, pp. 44-45 e nt. 1)

200 (f. 28r) – Donatello nell’Altare del Sacramento a S. Antonio in Padova. Imago Pietatis con due angeli disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Luigi] Zandom[eneghi] entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 125 x 125; riquadro della parte figurata di mm 90 x 90

29  A. Civai, Dipinti e sculture in casa Martelli. Storia di una collezione patrizia fiorentina dal Quattrocento all’Ottocento, Firenze 1990, pp. 17-49, 73-109, 111-118, 125.

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stato di conservazione

buono; leggero imbrunimento lungo i margini laterali, segnatamente in quello inferiore destro iscrizioni «  200 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Zandom -. » (sul margine laterale inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Donatello nell’Altare del Sacramento a S. Ant. in Padova Bronzo » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. VIII (1816) (1816, IV, II, p. 56)

201 (f. 28r) – S. Giovanni (Battista) del Donatello in Galleria di Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero-grigio su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 185 x 105 stato di conservazione buono; piccole diffuse alterazioni maculose ingiallite e imbrunite, tondeggianti e non, concentrate soprattutto nella sezione destra del foglio iscrizioni «  201 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « S: Giovan[ni] / del Donatello. » (ritagliata, entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « In Galleria di Firenze » (entro il margine laterale inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine dis. » (più sotto, entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. V (1816) (1816, IV, II, pp. 44-45 e nt. 1)

202 (f. 28r) – La patera di Bronzo di Donato che è in casa Martelli disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 184 x 122; diametro della patera di mm 93 stato di conservazione buono; piccolissime macchie, leggere pieghettature agli angoli in corrispondenza dell’adesivo iscrizioni «  202 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « natvra fovet / qvae necessitas vrget » (inscritto nella patera, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Udine dis. » (entro il margine laterale inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro datazione

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220

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tavole corrispondenti

bruno, di Cicognara) / « La patera di Bronzo di Donato che è in casa Martelli. / In Firenze. » (centrata su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) Tav. V (1816) (1816, IV, II, p. 58)

203 (f. 28v) – Putti in bronzo di Donatello all’altare maggiore in Sant’Antonio di Padova disegnatore

Anonimo [Rinaldo Rinaldi] entro il 1816 [prima del febbraio 1814] 30 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 155 x 225; primo riquadro di mm 128 x 50; secondo di mm 128 x 50; terzo di mm 128 x 50 stato di conservazione buono; leggere ondulazioni lungo il margine superiore; in quello laterale destro esigue tracce di ingiallimento iscrizioni «  203 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti Tav. IX (1816) (1816, IV, II, p. 56) datazione

204 (f. 28v) – Bronzo di Donatello in Padova già sotto le cantorie nella chiesa del Santo e ora sull’altare maggiore. Formella quadrata con il simbolo dell’Evangelista Matteo disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1816 [prima del febbraio 1814] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 148 x 107; riquadro figurato di mm 85 x 82 stato di conservazione buono; leggere ondulazioni da adesivo agli angoli superiori e inferiore destro iscrizioni «  204 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Bronzo di Donatello in Padova sotto le Cantorie / nella Chiesa del Santo » (centrata su due righe, sotto il riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Rinaldi dis. » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. VIII (1816) (1816, IV, II, p. 60; IV, III, p. 65) datazione

  Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 21 febbraio [1814]) ad Antonio Canova a Roma, in CicoLettere ad Antonio Canova cit., p. 176 (Appendice I, lettera 4), nella quale sollecita l’invio di alcuni disegni padovani per la Storia. 30

gnara,

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

221

205 (f. 28v) – Putti in bronzo di Donatello all’altare maggiore in Sant’Antonio di Padova disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1816 [prima del febbraio 1814] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 153 x 223; primo riquadro di mm 126 x 50; secondo di mm 126 x 50; terzo di mm 126 x 50 stato di conservazione buono; leggere ondulazioni lungo il margine superiore del foglio iscrizioni «  205 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 6. Bronzi di Donatello agli altari del Sacramento, e al Maggiore in S. Antonio di Padova » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, sotto i tre riquadri rettangolari figurati, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Rinaldi dis. » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. IX (1816) (1816, IV, II, p. 56)

206 (f. 28v) – Testa di cariatide di Donatello nel Monumento sepolcrale del cardinale R(a)inaldo Brancacci(o) in Sant’Angelo a Nido (Nilo) a Napoli disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 151 x 106 stato di conservazione discreto; diffuso ingiallimento del foglio, e leggere alterazioni maculose imbrunite; la foratura ospitata lungo il margine laterale sinistro informa trattarsi di un foglio originariamente rilegato in un taccuino da disegno iscrizioni «  206 » (centrata entro il margine superiore del foglio a penna con inchiostro bruno) / « Donatello- » (centrata sotto la figura, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « A S. Angelo in Nido » (al rigo sotto, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) « a Napoli / nel deposito Brancaccio » (di seguito e al rigo sotto, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayes. » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. VIII (1816) (1816, IV, II, p. 57)

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222

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

207 (f. 28v) – Bassorilievo con l’Assunzione della Vergine di Donatello sul fronte del sarcofago nel Monumento sepolcrale del cardinale R(a)inaldo Brancacci(o) disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 151 x 106 stato di conservazione discreto; diffuso ingiallimento del foglio, e leggere alterazioni imbrunite; la foratura ospitata lungo il margine laterale sinistro, ripiegato, informa trattarsi di un foglio originariamente rilegato in un taccuino da disegno iscrizioni «  208 » (centrata entro il margine superiore del foglio a penna con inchiostro bruno) / « A S. Angelo in Nido » (centrata sotto l’effigie a mezzo busto di tre quarti, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore); « Donatello » (di seguito, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayes » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. VIII (1816) (1816, IV, II, p. 57)

208 (f. 28v) – Testa di cariatide di Donatello nel Monumento sepolcrale del cardinale R(a)inaldo Brancacci(o) disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 106 x 151 stato di conservazione discreto; diffuso ingiallimento del foglio, e leggere alterazioni imbrunite; la foratura ospitata lungo il margine superiore (la direzione di lettura è in orizzontale) informa trattarsi di un foglio originariamente rilegato in un taccuino da disegno iscrizioni «  207. » (centrata entro il margine superiore del foglio a penna con inchiostro bruno) / « In Napoli » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara); « A S. Angelo in Nido del Donatello » (di seguito, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Hayes » (al margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. VIII (1816) (1816, IV, II, p. 57) datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

223

209 (f. 29r) – Il piccolo Busto di Donatello che è in Casa Martelli in Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 175 x 123 stato di conservazione buono; lieve uniforme ingiallimento iscrizioni «  209. » (centrata entro il margine superiore del foglio a penna con inchiostro bruno) / « Il piccolo Busto di Donatello che è in Casa Martelli / in Firenze. » (centrata su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Udine » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXIII (1816) (1816, IV, III, p. 70)

210 (f. 29r) – Bronzo di Donatello sul dossale dell’altare maggiore in Sant’Antonio a Padova, particolare del nr. 211 disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1816 [prima del febbraio 1814] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 148 x 116 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento lungo i margini e fori di spillo lungo il margine superiore e all’angolo inferiore sinistro iscrizioni «  210 » (entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / « 20 » (centrata entro il margine superiore del foglio a penna con inchiostro bruno chiaro) / « Bronzo » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Rinaldi dis » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. VIII (1816) (1816, IV, II, pp. 55-56)

211 (f. 29r) – Bronzo di Donatello sul dossale dell’altare maggiore in Sant’Antonio a Padova. Miracolo del cuore dell’avaro trovato nello scrigno disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Luigi] Zandomeneghi entro il 1816 [prima del febbraio 1814] disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifi-

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224

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

lato lungo i quattro lati, di mm 103 x 205; riquadro della parte figurata di mm 87 x 190 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato e alterazioni maculose schiarite da adesivo in corrispondenza degli angoli iscrizioni «  211. » (centrata entro il margine superiore del foglio a penna con inchiostro bruno) / « Bronzo » (entro il margine superiore destro del foglio a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Del Riccio Di Donatello » (la correzione dell’iscrizione « Del Riccio », a penna con inchiostro grigio, del disegnatore, con « Di Donatello » viene sovrapposta da Cicognara a inchiostro bruno) « Sull’Ara dell’Altare magiore [sic] all’Epistola. » (centrata, subito sotto il margine inferiore del riquadro figurato, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « In S. Antonio di Padova » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Zandomeneghi » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. VII (1816) (1816, IV, II, pp. 55-56)

212 (f. 29r) – Cristo in Legno di Donato in S. Croce a Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 194 x 124 stato di conservazione buono; lieve imbrunimento generalizzato; tracce da adesivo all’angolo superiore destro; vari fori di spillo iscrizioni «  udine » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 212. » (di seguito, entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / « Cristo in Legno di Donato / in Sa Croce a Firenze » (entro il margine superiore destro, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Donatello » (leggibile a fatica, lungo il margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. V (1816) (1816, IV, II, pp. 43-44) datazione

213 (f. 29r) – Donatello in S. Giovanni a Firenze. Maddalena disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Francesco] Nenci entro il 1816 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] disegno a contorno a penna con inchiostro bruno su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifila-

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

225

to lungo i quattro lati, di mm 165 x 92 (al netto del foglio; 20 mm della base sono coperti dal margine laterale destro e sinistro di due disegni fra cui è incollato) stato di conservazione buono; lieve imbrunimento generalizzato iscrizioni «  213 » (entro il margine superiore sinistro del foglio) / « Scultura di Donatello esistente in / S. Giovanni » (sotto il basamento della figura, su due righe, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore, cancellata da un rigo bruno, di Cicognara) / « Donatello In S. Giovanni a Firenze In legno » / « Nenci Diso: » (subito sotto, centrata entro il margine inferiore del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. VI (1816) (1816, IV, II, p. 44)

214 (f. 29r) – Cristo del Brunellesco a S. Ma Novella disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero-grigio su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 188 x 136 stato di conservazione buono; leggere macchie da adesivo agli angoli superiori iscrizioni «  Udine dis » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 214. » (di seguito, entro il margine superiore sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno) / « Cristo del Brunellesco a / S. Ma Novella » (entro il margine superiore destro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Di Bru nelleschi. » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. V (1816) (1816, IV, II, pp. 43-44) datazione

215 (f. 29v) – Terra cotta in Padova nella Capella del Mantegna agli Eremitani. Sacra conversazione, bassorilievo di Nicolò Piz(z)olo e Giovanni Pisano nella cappella Ovetari disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1816 [prima del febbraio 1814] disegno a contorno a penna con inchiostro nero-grigio su carta avorio, con ombreggiature foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 146 x 226; riquadro della parte figurata di mm 117 x 215 buono; leggero ingiallimento generalizzato lungo i margini e due piccole macchie di inchiostro bruno lungo quello superiore

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226

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

iscrizioni «  1° » (centrata entro

tavole corrispondenti

il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 215 » (di seguito, verso destra) / « Terra cotta in Padova nella Capella del Mantegna agli Eremitani / di un Gio. da Pisa scolare di / Donatello » (centrata sotto il margine inferiore del riquadro, su tre righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Rinaldi dis. » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XII (1816) (1816, IV, III, pp. 63-64, nt. 1)

216 (f. 29v) – Due figure di donna scolpite sulla Porta di Michelozzo Michelozzi disegnatore

[Giovanni] Brignoli entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 267 x 260 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato e varie alterazioni maculose, concentrate entro il margine inferiore sinistro; qualche foro di spillo iscrizioni «  216 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Due delle Figure scolpite sulla Porta di Michelozzo Michelozzi, esistente nella Contrada dei Bossi, in Milano » (entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Brignole dis. » (lungo il margine inferiore sinistro, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. X (1816) (1816, IV, III, p. 67) datazione

217 (f. 30r) – Uno dei Bassirilievi di Bronzo di Luca della Robbia sulla porta della Sagrestia del Duomo di Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 125; riquadro della parte figurata di mm 108 x 115 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato e macchie schiarite da adesivo agli angoli; qualche ondulazione lungo i margini laterali iscrizioni «  217 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Uno dei Bassirilievi di Bronzo di Luca della Robbia sulla porta / della Sagrestia del datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

227

Duomo di Firenze. » (centrata su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Udine » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. XXIV (1816) (1816, IV, V, p. 115)

218 (f. 30r) – Uno dei Bassirilievi di Luca della Robbia sulla porta della Sagrestia del Duomo di Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 125; riquadro della parte figurata di mm 108 x 112 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato e macchie schiarite da adesivo agli angoli; qualche ondulazione lungo i margini laterali inferiori iscrizioni «  218 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Uno dei Bassirilievi di Luca della Robbia sulla porta della Sagrestia / del Duomo di Firenze. » (centrata su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Udine » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXIV (1816) (1816, IV, V, p. 115)

219 (f. 30r) – Uno dei Bassirilievi di Luca della Robbia sulla porta della Sagrestia del Duomo di Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 125; riquadro della parte figurata di mm 108 x 113 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato fatta salva una sezione laterale lungo l’altezza sinistra del foglio e macchie schiarite da adesivo agli angoli iscrizioni «  219. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Uno dei Bassirilievi di Luca della Robbia sulla porta /della Sagrestia del Duomo di Firenze. » (centrata su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / datazione

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228

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tavole corrispondenti

« Udine dis. » (entro il margine inferiore sinistro, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XXIV (1816) (1816, IV, V, p. 115)

220 (f. 30r) – Bassorilievo di Luca della Robbia, sulla porta di Sagrestia del Duomo di Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 125; riquadro della parte figurata di mm 108 x 115 stato di conservazione discreto; imbrunimento generalizzato e macchie schiarite da adesivo agli angoli, e diffuse altre piccole alterazioni maculose schiarite e imbrunite iscrizioni «  220. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Bassorilievo di Luca della Robbia, sulla porta di Sagre / stia del Duomo di Firenze. » (centrata su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Udine » (entro il margine inferiore destro, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXIV (1816) (1816, IV, V, p. 115) datazione

221 (f. 30v) – Luca dalla Robbia nell’Opera del Duomo di Firenze. Bassorilievo in marmo bianco disegnatore

[Francesco] Nenci entro il 1816 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 220 x 165; riquadro della parte figurata di mm 170 x 117 stato di conservazione discreto; tracce da adesivo agli angoli e varie e diffuse alterazioni maculose imbrunite, concentrate soprattutto lungo il margine inferiore iscrizioni «  221 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Di Donatello nell’Opera del Duomo » (centrata sotto il margine inferiore della parte figurata, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Luca dalla Robbia » (correzione a penna con inchiostro bruno giustapposta al nome dell’inventore indicato da Nenci, di Cicognara) / « di Firenze » (di seguito, integraziodatazione

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229

ne a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Marmo » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Nenci » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. XXII (1816) (1816, IV, V, pp. 113-114)

223 (f. 30v) – Di Luca della Robbia esistente nell’Accademia delle Belle Arti. Vergine genuflessa che adora il Bambino disegnatore

[Francesco] Nenci entro il 1816 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 180 x 138; diametro del tondo figurato di mm 120 stato di conservazione buono; lieve imbrunimento generalizzato iscrizioni «  223. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Di Luca della Robbia / esistente nell’Accademia delle Belle Arti. » (centrata su due righe, sotto il tondo figurato, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Terra Vetriata » / (centrata più sotto, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Nenci » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXIII (1816) (1816, IV, V, p. 115)

224 (f. 30v) – Di Luca della Robbia esistente nell’Accademia delle Belle Arti disegnatore

[Francesco] Nenci entro il 1816 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro nero-grigio su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 180 x 123; parte figurata di mm 134 x 90 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli superiori, alcuni fori di spillo, piccole alterazioni imbrunite agli angoli inferiori iscrizioni «  224. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Di Luca della Robbia esistente nell’ / Accademia delle belle Arti. » (centrata su due righe, sotto il tondo figurato, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Terra Vetriata » (centrata, più sotto a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Nenci » (sul datazione

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230

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tavole corrispondenti

margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) non inciso

222 (f. 31r) – Luca dalla Robbia nell’Opera del Duomo in Firenze. Bassorilievo in marmo bianco disegnatore

[Francesco] Nenci entro il 1816 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 220 x 165; riquadro della parte figurata di mm 180 x 114 stato di conservazione buono; leggere alterazioni maculose imbrunite concentrate entro i margini laterali del foglio; qualche foro di spillo iscrizioni «  222. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Di Donatello nell’Opera del Duomo » (centrata sotto il margine inferiore della parte figurata, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Luca dalla Robbia » (correzione a penna con inchiostro bruno giustapposta al nome dell’inventore indicato da Nenci, di Cicognara) / « in Firenze. » (di seguito, integrazione a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Marmo » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Nenci - » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXII (1816) (1816, IV, V, pp. 113-114) datazione

225 (f. 31r) – Di Luca della Robbia, esistente nell’Accademia delle Belle Arti in Firenze disegnatore

[Francesco] Nenci entro il 1816 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, inchiostro bruno, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 158 x 240; parte figurata di mm 103 x 221 stato di conservazione buono; fori di spillo concentrati nella sezione mediana del margine superiore del foglio; lieve ingiallimento lungo il margine inferiore iscrizioni «  225- » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Di Luca della Robbia, esidatazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

tavole corrispondenti

231

stente nell’Accademia / delle Belle Arti. » (centrata su due righe, sotto il tondo figurato, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Terra vetriata » (centrata, più sotto a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Nenci » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XXII (1816) (1816, IV, V, p. 214)

226 (f. 31v) – Basso rilievo in Bronzo del Brunelleschi pel concorso è in Galleria di Firenze. Il sacrificio di Isacco disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 148; parte figurata entro una cornice mistilinea, di mm 138 x 133 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato, qualche tensione lungo i margini laterali causate dall’adesivo sul supporto e alcune alterazioni maculose; un foro di spillo iscrizioni «  226 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Basso rilievo in Bronzo del Brunelleschi. » (centrata sotto la formella mistilinea figurata, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore); « pel concorso » (di seguito, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) « è in Galleria / di Firenze » (di seguito, entro il margine inferiore destro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XX (1816) (1816, IV, IV, pp. 87-88) datazione

227 (f. 31v) – Pel concorso alle porte del S. Gio. in Firenze il bronzo del Ghiberti è in Galleria. Il sacrificio di Isacco disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

[Domenico] Udine entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 125; parte figurata entro una cornice mistilinea, di mm 138 x 112 buono; leggero imbrunimento generalizzato, qualche tensione lungo i margini laterali causate dall’adesivo sul supporto; un foro di spillo

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232

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

iscrizioni «  227 » (centrata entro

tavole corrispondenti

il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « pel concorso alle porte del S. Gio. in Firenze / il bronzo è in Galleria » (centrata su due righe, sotto la formella mistilinea figurata, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Del Ghiberti » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) « nella port » (di seguito a penna con inchiostro bruno, di Cicognara, incompleta e ricoperta da una sbavatura di inchiostro) / « Udine » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XX (1816) (1816, IV, IV, pp. 87-88)

228 (f. 31v) – Di Lorenzo Ghiberti nella porta di mezzo di S. Giovanni. Porta del Paradiso, Adamo ed Eva (Creazione di Adamo, Creazione di Eva, Peccato originale, Cacciata dal Paradiso terrestre) disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 180 x 200; riquadro della parte figurata di mm 139 x 139 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato, qualche tensione lungo i margini laterali causate dall’adesivo sul supporto, qualche alterazione maculosa imbrunita entro il margine superiore laterale destro del foglio iscrizioni «  228 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Di Lorenzo Ghiberti / nella porta di mezzo di / S. Giovanni. » (centrata su tre righe, sotto il margine inferiore del riquadro figurato, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Udine » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXI (1816) (1816, IV, IV, p. 91) datazione

229 (f. 31v) – S. Matteo di Lorenzo Ghiberti disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

[Domenico] Udine entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 183 x 115 buono; leggero imbrunimento segnatamente concentrato in una sezione a forma quadrata che riguarda la parte late-

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

233

rale inferiore sinistra del foglio (ove per contatto compare l’impronta schiarita dei profili lineari del foglio 232); piccolissime alterazioni maculose imbrunite, tracce da adesivo agli angoli inferiori, un’altra alterazione schiarita nella sezione inferiore destra iscrizioni «  229 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « S. Matteo / Di Lorenzo Ghiberti / nell’Or S. Michele » (centrata su tre righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Udine » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tavv. XXI (1816), XLVI (1816) (1816, IV, IV, p. 94)

230 (f. 32r) – Parte del Bassorilievo di Lorenzo Ghiberti nella cassa di S. Zanobi disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 195 x 290; riquadro della parte figurata di mm 115 x 275 stato di conservazione discreto; imbrunimento disomogeneo lungo i margini con varie e diffuse alterazioni maculose (evidenti quelle entro il margine superiore destro) iscrizioni «  230 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Parte del Bassorilievo di Lorenzo Ghiberti nella cassa di S. Zanobi » (centrata sotto il margine inferiore del riquadro figurato, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore); « in Duomo a Firenze » (di seguito, a destra, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine » (sotto l’angolo inferiore sinistro del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XX (1816), ove la sezione disegnata compare a firma di Nenci (1816, IV, IV, p. 93) datazione

231 (f. 32r) – Dietro l’altare di S. Zanobi in Firenze. Sei angeli (o sei fame) che reggono la corona nel bassorilievo retrostante l’altare disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Domenico] Udine entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero-grigio, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 128 x 250; riquadro della parte figurata di mm 58 x 216

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234

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

stato di conservazione

discreto; imbrunimento generalizzato, e varie e diffuse alterazioni maculose imbrunite e schiarite; alcuni fori di spillo iscrizioni «  231 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « capvt / beatizenobii fl / orentini episcopi / in cvivs honorem / hec arca insigni or / natv fabricata / fvit · » (nel tondo della parte figurata, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Dietro l’altare di S. Zanobi in Firenze » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Di Lorenzo Ghiberti. » (in basso verso destra, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Udine » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. XX (1816) (1816, IV, IV, p. 93)

232 (f. 32r) – Del Ghiberti nella Porta in faccia all’Opera. Risurrezione di Lazzaro disegnatore

[Francesco] Nenci entro il 1816 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 120 x 165; parte figurata entro una cornice mistilinea, di mm 111 x 111 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli superiori e un lieve alone imbrunito entro la parte figurata iscrizioni «  232. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Del Ghiberti nella Porta in faccia all’Opera » (centrata sul margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Nenci » (all’angolo inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXI (1816) (1816, IV, IV, pp. 88-90)

233 (f. 32v) – L’arca, e il feretro del Sepolcro del Marsuppini, scolpito da Desiderio da Settignano (particolare del nr. 237) disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Domenico] Udine entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 263 x 320; parte figurata di mm 210 x 278

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

235

stato di conservazione

buono; pieghettature irregolari lungo i margini laterali (più consistenti in quello sinistro), e varie diffuse piccole macchie e alterazioni maculose imbrunite iscrizioni «  233 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « siste vides magnvm qvae servant marmora vatem / i ingenio cvivs non satis orbis erat / qvae natvra polvs qvae mos ferat omnia novit · / karolvs aetatis gloria magna svae · / avsoniae 7 grazie [sic] crines nvnc solvite mvsae · / occidit hec [sic] vestri fama decvs qve chori · » (sulla cassa del sarcofago curvilineo, centrata su sei righe, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « L’arca, e il feretro del Sepolcro del Marsuppini, scolpito da Desiderio da Settignano. Esiste in Santa Croce di Firenze. » (centrata sotto il basamento del monumento, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro nero-grigio, del disegnatore) / « Udine » (al margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XIII (1816) (1816, IV, III, pp. 70-71) note uno dei Genietti in piedi, che rimane a destra del riguardante è somigliantissimo al piccolo busto in Casa Alessandri a Firenze, a sua volta simile a quello di Gio. di Donato in Casa Martelli (cfr. nr. 209 e Tav. XXIII)

234 (f. 32v) – L’Ara del Ghiberti disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 132; parte figurata di mm 185 x 105 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato e leggere tracce da adesivo agli angoli inferiori; alcuni fori di spillo iscrizioni «  234. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Bronzo in Galleria di Firenze » (centrata sotto il monumento, sul margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « L’Ara del Ghiberti. - » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro nero-grigio, del disegnatore) / « attribuita » (giustapposta, a precisazione di quest’ultima iscrizione, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) /« Udine » (al margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XV (1816) (1816, IV, III, p. 72; IV, IV, p. 93; IV, V, p. 125) datazione

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236

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

235 (f. 32v) – Uno dei due Bassirilievi d’ornato, che sono dietro all’altare del Sacramento in S. Lorenzo di Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 210 x 140; riquadro della parte figurata di mm 180 x 35 (il margine laterale destro è per 67 mm coperto dal disegno 236) stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato e qualche macchia bruna entro il margine inferiore destro iscrizioni «  235 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Uno dei due Bassirilievi d’ornato, che sono dietro all’ / altare del Sacramento in S. Lorenzo di Firenze. » (centrata su due righe, sotto la sezione figurata, entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « Udine » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XV (1816) (1816, IV, III, p. 70) datazione

236 (f. 32v) – Ornato, che sta in un pilastrino laterale al Tabernacolo del Sacramento disegnatore

[Domenico Udine] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 211 x 102; riquadro della parte figurata di mm 187 x 25 stato di conservazione discreto; ingiallimento generalizzato, macchie da adesivo agli angoli e varie altre diffuse alterazioni maculose tondeggianti imbrunite iscrizioni «  236 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Quello, che fa pandà dei bassirilievi d’ornato all’altare del Sacramento di S. Lorenzo è simile nello spartito a quello, che ha già / avuto, meno che gli ornati di dettaglio, e anche non tutti, sono un poco variati: Sicchè ho creduto, che Lei abbia inteso per il / secondo quest’altro ornato, che sta in un pilastrino laterale al Tabernacolo del Sacramento, non essendovene altri.- » (su tre righe, lungo il margine laterale destro del foglio, parallela alla sezione figurata, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) tavole corrispondenti non inciso (1816, IV, III, p. 70) datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

237

237 (f. 33r) – Il Sepolcro del Marsuppini Scolpito da Desiderio da Settignano, che esiste in Santa Croce di Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 355 x 245; parte figurata di mm 300 x 145 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento lungo i margini e qualche piccola alterazione maculosa; alcuni fori di spillo iscrizioni «  237 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « siste vides magnvm qvae servant marmora vatem / i ingenio cvivs non satis orbis erat / qvae natvra polvs qvae mos ferat omnia novit. / karolvs aetatis gloria magna svae. / avsoniae 7 graiae crines nvnc solvite mvsae. / occidit hev vestri fama decvs qve chori. » (sulla cassa del sarcofago curvilineo, allineata a sinistra su sei righe, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Tav XIV » (entro il margine superiore destro del foglio, a grafite) / « Il Sepolcro del Marsuppini Scolpito da Desiderio da Settignano, che esiste in Santa Croce di Firenze. » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Udine dis. » (all’angolo inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XIV (1816) (1816, IV, III, pp. 70-71)

238 (f. 33r) – Puttino di Desiderio da Settignano sull’altare del Sacramento in San Lorenzo disegnatore

Anonimo [Domenico Udine] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 144 x 95 stato di conservazione buono; qualche piccola macchia bruna entro il margine laterale sinistro e, più in alto, verso il centro, un leggero alone ingiallito; qualche foro di spillo iscrizioni «  238 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « di Desiderio all’altare del Sacramento in S. Lorenzo » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. LX (1816) (1816, IV, III, p. 70)

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238

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

239 (f. 33r) – Dietro l’Altare del Sacramento. Bassorilievo con Cristo sorretto da Maria e Giovanni disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 125 x 200; riquadro della parte figurata di mm 100 x 135 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento omogeneo e varie diffuse macchie; qualche foro di spillo iscrizioni «  239 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « In San Lorenzo di Firenze. Dietro l’Altare del Sacramento. » (centrata sotto il margine inferiore del riquadro, a penna con inchiostro nero, del disegnatore); « Di Desiderio » (preposta a quest’ultima, sotto il margine inferiore sinistro del riquadro, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. LXVIII (1816) (1816, IV, III, p. 70)

240 (f. 33v) – Basso rilievo in marmo di Bened: da Majano. Compartimento nel pergamo di Santa Croce disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 180 x 190; riquadro della parte figurata di mm 131 x 131 stato di conservazione buono; qualche foro di spillo al margine superiore sinistro e destro del foglio e al centro, e una macchia bruna entro il margine inferiore iscrizioni «  240 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Basso rilievo in marmo di Bened: da Majano. Nel Pergamo di S: Croce di Firenze. » (centrata sotto il margine inferiore del riquadro figurato, a penna con inchiostro nero, del disegnatore); « Udine » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXVI (1816) (1816, IV, V, p. 121) datazione

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239

241 (f. 33v) – A S. Barbara in Piazza d’Armi del Castello di Giuliano da Majano. Madonna col Bambino disegnatore

[Francesco] Hayez datazione entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 151 x 106 stato di conservazione buono; diffuso ingiallimento non omogeneo del foglio e imbrunimento lungo i margini; la foratura ospitata lungo il margine laterale sinistro informa trattarsi di un foglio originariamente rilegato in un taccuino da disegno iscrizioni «  241 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « A S. Barbara in Piazza d’Armi del Castello / di Giuliano da Majano. » (centrata su due righe, sotto il gruppo statuario, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) « in Napoli » (di seguito, a destra, di Cicognara) / « Hayes » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. XVI (1816) (1816, IV, V, p. 121)

242 (f. 33v) – Basso rilievo in marmo di Bened: da Majano. Compartimento nel pergamo di Santa Croce disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 180 x 190; riquadro della parte figurata di mm 134 x 134 stato di conservazione buono; qualche foro di spillo entro i margini superiore e laterale sinistro; qualche lieve alone ingiallito entro il margine inferiore iscrizioni «  242. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Basso rilievo in marmo di Bened: da Majano. Nel Pergamo di S. Croce di Firenze. » (centrata sotto il margine inferiore del riquadro figurato, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Udine » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXVI (1816) (1816, IV, V, p. 121)

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240

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

243 (f. 33v) – A Monte Oliveto in Napoli di Benedetto da Majano. Annunciazione disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno-nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 151 x 106 stato di conservazione buono; diffuso ingiallimento del foglio e leggere alterazioni maculose imbrunite in basso a destra; la foratura ospitata lungo il margine laterale sinistro informa trattarsi di un foglio originariamente rilegato in un taccuino da disegno iscrizioni «  243. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « A Monte Oliveto / di Benedetto da Majano. » (centrata entro il margine superiore del foglio su due righe, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) « in Napoli » (di seguito, a destra, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayes dis. » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XVI (1816) (1816, IV, V, p. 122)

244 (f. 33v) – Di Benedetto da Majano in S. M. Novella a Firenze. Medaglione in bassorilievo nel sepolcro di Filippo Strozzi disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro grigio su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 115 x 125; diametro del tondo di mm 70 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento disomogeneo, meno concentrato nella sezione laterale prossima al margine destro, tracce da adesivo agli angoli, e alcune piccolissime macchie entro il margine superiore del foglio iscrizioni «  244. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Di Ben. da Majano in S. M. / Novella a Firenze » (entro il margine inferiore destro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXIII (1816), ove come disegnatore è indicato Nenci (1816, IV, V, p. 122) datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

241

245 (f. 34r) – Sull’arco di Trionfo al Castel Nuovo in Napoli. Bassorilievo con l’ingresso trionfale del re Alfonso al centro della trabeazione che corona l’attico disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione iscrizioni

tavole corrispondenti

Emanuele Ascione entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 185 x 280; riquadro della parte figurata di mm 110 x 200 buono; leggero ingiallimento generalizzato, più evidente lungo i margini; tracce da adesivo agli angoli « 245. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « alfonsvs rex hispanvs sicvlvs italicvs / pivs clemens invictvs » (centrata su due righe, sotto il margine inferiore della parte figurata, a grafite, del disegnatore) / « Sull’arco di Trionfo al Castel Nuovo in Napoli / di Benedetto da Majano. » 31 (lungo il margine inferiore destro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « D[on]. Emanuele Ascione » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XXV (1816) (1816, IV, V, pp. 119, 120; 1813, III, VII, p. 468) (cfr. nr. 665)

246 (f. 34r) – Sulla Porta del Castel Nuovo. Bassorilievo con armature e vestimenti militari nel pilastro sinistro dell’arcata disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

[Francesco] Hayez entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro bruno-nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 106 x 151 buono; ingiallimento generalizzato e varie alterazioni imbrunite; tensione da adesivo all’angolo inferiore destro; la foratura ospitata lungo il margine superiore (la direzione di lettura è in orizzontale) informa trattarsi di un foglio originariamente rilegato in un taccuino da disegno

31   R. Di Battista, La porta e l’arco di Castelnuovo a Napoli, in Annali di architettura. Rivista del Centro internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza 10-11 (1998-1999), pp. 7-21; C. Lenza, L’architettura napoletana del classicismo nell’editoria artistica tra Sette e Ottocento, in Architettura del classicismo tra Quattrocento e Cinquecento. Campania. Saggi, a cura di A. Gambardella – D. Jacazzi, Roma 2007, pp. 237-265: 238-248, 248-254 e figg. alle pp. 240-247, in particolare pp. 242, 264; 260-265; ead., Una testimonianza perduta della cultura neoclassica: l’opera inedita di Emanuele Ascione sui monumenti napoletani, in Architettura nella storia cit., pp. 405-417.

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242

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

iscrizioni «  246. » (centrata

tavole corrispondenti

entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Sulla Porta del Castel Nuovo » (centrata sotto la parte figurata, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) « a napoli » (di seguito a destra, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayes » (al margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XXVI (1816) (1816, IV, V, p. 120; 1813, III, VII, p. 468)

247 (f. 34r) – Madonna col Bambino di Benedetto da Majano all’Arciconfraternita della Misericordia in Firenze disegnatore

[Francesco] Nenci entro il 1816 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 165 x 103 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, meno concentrato lungo i margini laterali, e alcune piccole macchie schiarite e aloni nella parte superiore iscrizioni «  247 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Scultura di Niccola Pisano esistente nella / Misericordia » (centrata su due righe, sotto il gruppo scultoreo, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Andrea » (a penna con inchiostro bruno, di Cicognara; il nome è posto sotto quello di Niccola, cancellato nell’iscrizione) / « Del Majano alla Misericordia in Firenze » (più sotto, centrata entro il margine inferiore, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Nenci » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XVI (1816) (1816, IV, V, pp. 121-122) datazione

248 (f. 34r) – Madonna col Bambino di Benedetto da Majano all’Arciconfraternita della Misericordia in Firenze, particolare del nr. 247 disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

Anonimo [Francesco Nenci] entro il 1816 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 175 x 115 buono; imbrunimento generalizzato più evidente nella sezione superiore; macchie schiarite da adesivo agli angoli superiori e inferiore destro; un lieve alone imbrunito sul margine laterale destro

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

243

iscrizioni «  248. » (centrata

tavole corrispondenti

entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « di Andrea Pisano » (sotto l’effigie, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore, sovrascritta e corretta con « del Majano », a penna con inchiostro bruno, da Cicognara) Tav. XVI (1816), ove quale disegnatore è indicato il solo Hayez (1816, IV, V, pp. 121-122)

249 (f. 34v) – La Mandorla della porta di fianco del Duomo di Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 300 x 235 stato di conservazione buono; leggerissime alterazioni maculose ingiallite lungo i margini; una piccola lacuna della parte figurata all’angolo inferiore sinistro iscrizioni «  249 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « La Mandorla della porta di fianco del Duomo di Firenze. » (centrata, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) « di Nani di Baccio » (di seguito, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine » (all’angolo inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. L (1816) (1816, IV, III, pp. 68-69)

250 (f. 34v) – Nell’Altare d’Argento di S. Giovanni. San Giovanni indica Cristo ai discepoli disegnatore

[Francesco] Nenci entro il 1816 [prima del febbraio 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero-grigio, inchiostro bruno, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 160 x 190; riquadro della parte figurata di mm 120 x 132 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato e tracce da adesivo agli angoli inferiori e superiore destro iscrizioni «  250 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nell’Al[t]are d’argento di S. Giovanni » (centrata, sotto il margine inferiore del riquadro figurato, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore); « In Firenze […] del Verocchio » (rispettivamente preposta e posposta alla titolazione data dal disegnatore, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Nenci - » (all’angolo indatazione

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244

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tavole corrispondenti

feriore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XXVII (1816) (1816, IV, V, p. 123)

251 (f. 34v) – Presepio, bassorilievo marmoreo nella chiesa di Santa Maria di Monte Oliveto, ora di Sant’Anna dei Lombardi, a Napoli disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 151 x 106 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato e alcuni aloni imbruniti; la foratura ospitata lungo il margine laterale sinistro informa trattarsi di un foglio originariamente rilegato in un taccuino da disegno iscrizioni «  251 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « A Monte Oliveto » (centrata, sotto la parte figurata, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore); « A Napoli […] del Rossellino » (rispettivamente preposta e posposta alla titolazione data dal disegnatore, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayes » (all’angolo inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XVI (1816) (1816, IV, V, p. 122)

252 (f. 35r) – L’arca e il feretro di Leonardo Bruni del Deposito che è in S. Croce di Firenze (particolare) disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 250 x 315; parte figurata di mm 180 x 195 stato di conservazione buono; uniforme imbrunimento della parte figurata fatti salvi i margini laterali del foglio, piccole macchie schiarite tondeggianti nella sezione inferiore e alcune pieghe nel centro del margine inferiore iscrizioni «  252 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « posqvam leonardvs evita migravit / historia lvget. Eloqventia mvta est. / fertarqve mvsas tvm graecas tvm / lanas lacrimas tenere no[n] potv[i] sse. » (centrata su quattro righe, entro il basamento del monumento, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

tavole corrispondenti

245

« L’arca e il feretro di Leonardo Bruni del Deposito che è in S. Croce di Firenze. » (centrata, sotto la parte figurata, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Udine » (al margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XXV (1816) (1816, IV, III, p. 75)

253 (f. 35r) – Madonna cogli angeli laterali di Andrea da Verocchio collocata superiormente nel Sepolcro di Leonardo Bruni (particolare) disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 130 (12 mm coperti dal sovrastante disegno 252) x 215; lunetta figurata di mm 75 x 150 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato; vari aloni e diffuse piccole macchie imbrunite iscrizioni «  253 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « La madonna cogli angeli laterali di Bernardo Rossellini collocata superior / mente nel Sepolcro di Leonardo Bruni. In S: Croce di Firenze. » (centrata, sotto la lunetta, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Andrea da Verocchio » (correzione sovrapposta, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine » (all’angolo inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXIII (1816) (1816, IV, V, p. 125) datazione

254 (f. 35r ) – Del Rossellino in S. M. Novella in Firenze. Monumento sepolcrale della Beata Villana delle Botti disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 120 x 197 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli e varie macchie schiarite nella sezione superiore iscrizioni «  254- » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « ossa. villane. mvlieris. sanctissime. / in. hoc. celebri. tvmulo. reqviescvnt. » (nel cartiglio della parte figurata, su due righe, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Del Rossellino in S. M. Novella datazione

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246

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tavole corrispondenti

in Firenze » (centrata, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine » (al margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. LXI (1816) (1816, IV, III, p. 75)

255 (f. 35v) – Altarino nel Duomo di Fiesole Scolpito da Mino per ordine di Leonardo Salutato disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 303 x 250; parte figurata di mm 230 x 190 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, imbrunimento lungo i margini laterali, e tracce da adesivo agli angoli superiori; qualche leggero alone imbrunito entro la parte figurata; alcuni fori di spillo iscrizioni «  255 » (centrata verso destra entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « opvs mini » (in alto, entro la parte figurata, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « leonardvs de salvtatis seps fesolanvs ivris cosvltvs » (lungo il basamento dell’altarino, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Altarino nel Duomo di Fiesole Scolpito da Mino per ordine di Leonardo Salutato » (centrata, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine dis. » (al margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXI (1816) (1816, IV, V, p. 128) datazione

256 (f. 35v) – Nella Chiesa della Villa Ricasoli a Fiesole disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 160 x 170; riquadro della parte figurata di mm 94 x 155 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento generalizzato, imbrunimento lungo i margini laterali e qualche alone; alcuni fori di spillo iscrizioni «  256 » (centrata verso destra entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nella Chiesa della Villa Ricasoli a Fiesole. » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

247

« di Andrea Ferrucci » (di seguito, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara); « Del Ferrucci. » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Udine » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. XXXII (1816) (1816, IV, V, p. 129)

257 (f. 35v) – La testa di Leonardo Salutato di Mino da Fiesole, che è al suo deposito nel Duomo di Fiesole disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 180 x 123 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento generalizzato, imbrunimento lungo i margini laterali con qualche piccolissima macchia tondeggiante bruna; alcuni fori di spillo iscrizioni «  257 » (centrata verso destra entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « La testa di Leonardo Salutato di Mino da Fiesole, / che è al suo deposito nel Duomo di Fiesole. » (centrata su due righe, sotto l’effigie del ritrattato entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Udine » (al margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXX (1816) (1816, IV, V, p. 129)

258 (f. 36r) – In una Capellina interna nel convento di Badia in Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 250 x 245; parte figurata di mm 165 x 217 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento generalizzato, imbrunimento lungo i margini; alcuni fori di spillo e qualche piccolissima macchia bruna tondeggiante iscrizioni «  258 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « In una Capellina interna nel convento di Badia in Firenze – Scultura di Mino da Fiesole » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine » (al margine indatazione

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248

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

feriore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. IV (1816) (1816, IV, V, p. 128)

259 (f. 36r) – I due Angioletti volanti laterali al Cristo nella Chiesa della Villa Ricasoli a Fiesole disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 142 x 215 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento generalizzato, qualche alone schiarito iscrizioni «  259 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « I due Angioletti volanti laterali al Cristo nella Chiesa della Villa Ricasoli a Fiesole. » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Del Ferrucci » (di seguito, a destra, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Udine » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXXII (1816) (1816, IV, V, p. 129)

260 (f. 36r) – Bassorilievo in marmo che è all’altare della chiesa, una volta appartenente a Frati Gerolimitani ora annessa alla villa del Sig. Ricasoli disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 111 (di cui 10 rimangono coperti al margine dal disegno 259) x 177; riquadro della parte figurata di mm 90 x 155 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento generalizzato e qualche macchia imbrunita iscrizioni «  260 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Bassorilievo in marmo che è all’altare della chiesa, una volta appartenente a Frati Gerolimitani ora / annessa alla villa del Sig. Ricasoli a Fiesole. » (centrata su due righe, sotto il margine inferiore del riquadro figurato, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Udine » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXII (1816) (1816, IV, V, p. 129) datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

249

261 (f. 36v) – Il Sepolcro del Marchese Ugo che è in chiesa della Badia di Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 355 x 230; parte figurata di mm 322 x 165 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento entro i margini, tracce da adesivo agli angoli; alcuni fori di spillo iscrizioni «  261 » (entro il margine superiore del foglio, al centro, verso destra, a penna con inchiostro bruno) / « Tav. XXIX » (entro il margine superiore destro, a grafite) / « obiit āno salvtis millesimo p°xii° sał ianvarias » (nel deposito, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « vgoni othonis iii imper affini ac / comiti marchioni andebvrgensi / hae˙rvriaeq prefecto q divo benedicto / hoc oli[m] et sex alia coenobia codidit / pii hvivs loci monachi dese benemerito / sepvlchrvm vetvstate at tritvm / istavrarūt ·ano salvtis mcccclxxxi / h m h n s » (centrata su otto righe, nel cartellone del deposito, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Il Sepolcro di Ottone III, che è in chiesa della Badia di Firenze. » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « del Marchese Ugo » (correzione sovrapposta a penna con inchiostro bruno, di Cicognara); « Scolpito da Mino da Fiesole » (di seguito, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXIX (1816) (1816, IV, V, pp. 128-129)

262 (f. 37r) – La carità del Sepolcro del marchese Ugo, che è nella chiesa della Badia di Firenze (particolare del nr. 261) disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

[Domenico] Udine entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 210 x 138; parte figurata di mm 157 x 82 buono; leggero ingiallimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli, alcune piccole macchie imbrunite e fori di spillo

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250

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

iscrizioni «  262 » (centrata entro

tavole corrispondenti

il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « La carità del Sepolcro di Ottone III, che è nella chiesa della Badia di Firenze. » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « [de]l Mse Ugo » (correzione sovrapposta a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XXXIII (1816) (1816, IV, V, p. 129)

263 (f. 37r) – La Madonna che è collocata superiormente nel deposito del marchese Ugo, che è in chiesa della Badia di Firenze (particolare del nr. 261) disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 205 x 120; diametro del tondo figurato di mm 95 stato di conservazione buono; qualche piccolissima macchia bruna e qualche piega nella sezione superiore; alcuni fori di spillo iscrizioni «  263 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « La Madonna che è collocata superiormente nel deposito di / Ottone III, che è in chiesa della Badia di Firenze. » (centrata su due righe, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « [de]l Mse Ugo » (correzione sovrapposta a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXIII (1816) (1816, IV, V, p. 129) datazione

264 (f. 37r) – Cartellone del sepolcro del marchese Ugo di Toscana nella Badia Fiorentina, particolare del nr. 261 disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 120 x 185, riquadro della parte figurata di mm 60 x 180 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, macchie da adesivo agli angoli inferiori e superiore destro; qualche piccola macchia schiarita alcuni fori di spillo datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

251

iscrizioni «  264. » (centrata

tavole corrispondenti

entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « vgoni othonis III imper affini ac / comiti marchioni andebvrgensi / hae˙rvriaeq prefecto q divo benedicto / hoc oli[m] et sex alia coenobia codidit / pii hvivs loci monachi dese benemerito / sepvlchrvm vetvstate at tritvm / istavrarūt ·ano salvtis mcccclxxxi / h m h n s » (centrata su otto righe, nel cartellone del deposito, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Il cartello con i due angeli volanti sul basamento del Sepolcro di / Ottone III., nella Badia di Firenze. » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « [de]l Mse Ugo » (correzione sovrapposta a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tavv. XXIX (1816), XXXI (1816) (1816, IV, V, pp. 128-129)

265 (f. 37v) – Monumento della Moglie di Pino Ordelaffi in Forlì ai Zoccolanti. Sepolcro di Barbara Manfredi, tomba ad arcosolio scolpita da Francesco di Simone Ferrucci da Fiesole, già nella chiesa di San Biagio in San Girolamo e ora nella parete all’inizio della navata destra in San Mercuriale disegnatore

Anonimo [Leopoldo Cicognara] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta vergata avorio filigranata, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 305 x 190; parte figurata di mm 266 x 153 stato di conservazione buono; vari aloni imbruniti entro i margini con alcune piccole ondulazioni e qualche macchia bruna; segni di una precedente piegatura in quattro, al centro lungo l’altezza e la base; alcuni fori di spillo iscrizioni «  265. » (centrata entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « barbarae: astorgii: manf: f: / pinvs: ordel: an: f. vx: dvlciss / ob ∙ divina ∙ virtvtvm ∙ merita / ponendvm ∙ ivssit / . vixit: an: xxii: m: vi: diiii: / b m / an. sal. mcccclxvi. » (entro il cartellone del sarcofago, centrata su sette righe, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Monumento della Moglie di Pino Ordelaffi in Forlì – ai Zoccolanti » (centrata sotto il basamento del monumento, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XVII (1816) (1816, IV, V, p. 127; IV, VII, p. 203) datazione

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252

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

266 (f. 38r) – Monumento funebre di Pietro da Noceto scolpito dal Cividali nel transetto destro della cattedrale di San Martino in Lucca disegnatore

Pietro Carrarini entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 430 x 280; parte figurata di mm 350 x 200 stato di conservazione buono; qualche alone ingiallito e varie piccole macchie brune; evidente quella tondeggiante al margine superiore destro; alcuni fori di spillo iscrizioni «  266. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « petro noceto^a multis regie^ / et a nicolao^q^ponf^max^multis / honor^dignitatum^q^insignib sua / […] » (centrata su sei righe, entro il cartellone del sarcofago, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore; leggermente dissimile da quella incisa nella tavola corrispondente) / « opus ^ matthæi ^ civital » (centrata sotto il cartellone) / « Pietro Carrarini dis: gnò » (sotto il margine inferiore sinistro del basamento del monumento, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Monumento del Noceti – Scolpito dal Cividali in Lucca » (centrata sotto il basamento del monumento, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Braccia 6: ------1-------2–---3------4------5------6 di Lucca » (sotto la titolazione, centrata entro il margine inferiore del foglio, con le cifre indicative delle distanze sul rapportatore e l’unità di misura usata, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. XVIII (1816) (1816, IV, III, p. 77; IV, VII, p. 203) datazione

267 (f. 38v) – Monumento del Tartagni Scolpito da Simone fiorentino in S. Domenico a Bologna disegnatore

Anonimo [Antonio Basoli] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 350 x 227; parte figurata di mm 285 x 150 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, varie e diffuse macchie tondeggianti schiarite soprattutto nella sezione laterale destra, e alcune piccole brune; alcuni fori di spillo iscrizioni «  267. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Monumento del Tartagni Scolpito da Simone fiorentino / in S. Domenico a Bologna » datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

253

(centrata su due righe, sotto il basamento del monumento, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti

Tav. XXVIII (1816) (1816, IV, V, p. 126)

268 (f. 39r) – Bassorilievo nel dossale di un altare in San Trovaso a Venezia disegnatore

[Marco] Bernardi (Bernardo) entro il 1816 tecnica disegno a contorno a grafite, matita nera, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 182 x 230; primo e secondo riquadro a grafite delle parti figurate di mm di mm 150 x 60 ciascuno stato di conservazione buono; leggero ingiallimento entro i margini e alcuni fori di spillo iscrizioni «  268. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Bernardi » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXIV (1816) (1816, IV, VI, pp. 131-132) datazione

269 (f. 39r) – Nel dossale di un altare in S. Trovaso a Venezia disegnatore

[Marco] Bernardi (Bernardo) entro il 1816 tecnica disegno a contorno a grafite, matita nera, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 160 x 210; riquadro a grafite della parte figurata di mm 122 x 130 stato di conservazione buono; qualche alone ingiallito e alcune piccolissime macchie brune tondeggianti; vari fori di spillo iscrizioni «  269 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nel dossale di un altare in S. Trovaso a Venezia » (entro il margine inferiore del foglio, sotto il riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Bernardi dis[e]g. » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXXIV (1816) (1816, IV, VI, pp. 131-132)

270 (f. 39v) – Bronzo di Bartolomeo Bellano sotto le cantorie di Sant’Antonio a Padova. Giona gettato in mare disegnatore datazione tecnica

[Luigi] Zandomeneghi entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, tracce di grafite, su carta avorio

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254

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 150 x 196; riquadro figurato di mm 120 x 168 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato; vari fori di spillo iscrizioni «  2 » / « 270 » (rispettivamente centrata entro il margine superiore del foglio e poco più a destra, a penna con inchiostro bruno) / « Bronzi del Vellano Padovano » (centrata lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Zandomeneghi » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XII (1816) (1816, IV, III, pp. 64-65; IV, VI, pp. 135-136)

271 (f. 39v) – Bronzo di Bartolomeo Bellano sotto le cantorie di Sant’Antonio a Padova. Abramo sulla vetta del monte sacrifica Isacco disegnatore

[Luigi] Zandomeneghi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 142 x 190; riquadro figurato di mm 118 x 166 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato iscrizioni «  3 » / « 271 » (rispettivamente centrata entro il margine superiore del foglio e poco più a destra, a penna con inchiostro bruno) / « Del Vellano sotto le cantorie di S. Antonio a Padova » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) « Zandomeneghi » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XII (1816) (1816, IV, III, pp. 64-65; IV, VI, pp. 135-136) datazione

272 (f. 39v) – Bassorilievo esterno sulla porta di fianco nella chiesa dei Frari a Venezia disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 170 x 180; parte figurata di mm 110 x 130 buono; tracce da adesivo agli angoli e alcune piccole macchie imbrunite

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

255

iscrizioni «  272 » (entro il margine

tavole corrispondenti

superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Bassorilievo / Esterno Sulla porta di fianco nella chiesa dei Frari a Venezia » (centrata su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Barufaldi dis » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XXXIX (1816) (1816, IV, VI, p. 158)

273 (f. 40r) – Sulla porta della Scuola della Misericordia a Venezia di Bartolomeo disegnatore

[Vincenzo] Sgualdi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro bruno, matita nera, grafite, su carta avorio, con lievi ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 227 x 310 stato di conservazione discreto; ingiallimento generalizzato, macchie imbrunite da adesivo agli angoli, ondulazioni e pieghe lungo i margini superiore e inferiore, e varie alterazioni maculose iscrizioni «  273 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Sulla porta della Scuola della Misericordia a Venezia di Bartolomeo. » (centrata sotto la parte figurata, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Sgualdi dis. » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXIX (1816) (1816, IV, VI, pp. 169, 171) datazione

274 (f. 40r) – Di Maestro Buono Sull’Altare della chiesa di S. Rocco a Venezia. San Rocco disegnatore

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta velina avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 150 x 95 stato di conservazione buono; leggere tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  274 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « di Maestro Buono / Sull’Altare della chiesa di S. Roco [sic] a Venezia » (centrata su due righe, sotto la figura, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Barufaldi dno [dis] » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXIX (1816) (1816, IV, VI, pp. 169, 171) datazione

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256

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

275 (f. 40r) – Di Pirgotele Veneziano Sulla porta della chiesa dei Miracoli a Venezia disegnatore

[Vincenzo] Sgualdi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 130 x 100 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento omogeneo, qualche piccola macchia bruna e di inchiostro nero iscrizioni «  275. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « di Pirgotele Veneziano Sulla porta della chiesa dei / Miracoli a Venezia » (centrata su due righe, sotto la parte figurata, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Sgualdi » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXXIX (1816) (1816, IV, VI, p. 157)

276 (f. 40r) – Di Antonio Dentone sulla porta di S. Elena in isola a Venezia disegnatore

[Vincenzo] Sgualdi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 145 x 115; riquadro della parte figurata di mm 126 x 96 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento omogeneo, aloni da adesivo agli angoli; qualche macchia di inchiostro iscrizioni «  276. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Sgualdi » (all’angolo inferiore destro entro il riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « di Antonio Dentone Sulla porta di S. Elena in isola a Venezia » (centrata sotto il margine inferiore del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XXXIX (1816) (1816, IV, VI, p. 174)

277 (f. 40r) – Sulla porta d’una Casa a S. Stin in rio Terrà a Venezia disegnatore datazione tecnica

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta velina avorio

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

257

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 90 x 130; riquadro della parte figurata di mm 50 x 105 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, due piccole macchie tondeggianti, alcuni fori di spillo iscrizioni «  277. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Rinaldi » (a destra, sotto l’angolo inferiore del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Sulla porta d’una Casa a S. Stin in rio Terrà a Venezia » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXIV (1816) (1816, IV, VI, p. 160)

278 (f. 40v) – Di Tullio Lombardo a S. Antonio in Padova. Sant’Antonio riattacca il piede a un giovane nel settimo altorilievo della cappella del Santo disegnatore

[Luigi] Zandomeneghi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 185 x 188; riquadro della parte figurata di mm 170 x 173 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato e qualche foro di spillo iscrizioni «  278 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Zandomeneghi » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, sotto il riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Tulii Lombardi [… lettere illeggibili] » (titolazione originaria a grafite, ripassata e integrata) « Di Tullio Lombardo a S. Antonio in Padova » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXVII (1816) (1816, IV, VI, p. 162) datazione

279 (f. 40v) – Di Antonio Lombardo a S. Antonio in Padova. Sant’Antonio fa parlare un neonato nel nono altorilievo della cappella del Santo disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Luigi] Zandomeneghi entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 175 x 203; riquadro della parte figurata di mm 156 x 186

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258

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

stato di conservazione

buono; imbrunimento generalizzato e qualche foro di spillo iscrizioni «  279 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Zandomeneghi » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, sotto il riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Antonio Lombardo » (titolazione originaria a grafite, ripassata e integrata) « di Antonio Lombardo a S. Antonio in Padova » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XL (1816) (1816, IV, VI, pp. 162-163)

280 (f. 40v) – Di Antonio Lombardo a S. Gio. e Paolo a Venezia nei Monumenti Mocenigo disegnatore

[Luigi] Zandomeneghi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 127 (altri 30 sono coperti dal foglio 279) x 110; riquadro della parte figurata di mm 115 (altri 20 sono coperti dal foglio 279) x 85 stato di conservazione Buono iscrizioni «  280 » (entro il margine laterale destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Di Antonio Lombardo a S. Gio. e Paolo » (entro il riquadro figurato, sotto la statua, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore); « a Venezia / nei Monumenti Mocenigo » (di seguito e al rigo sotto, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Zandomeneghi » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXIX (1816) (1816, IV, VI, pp. 161-162) datazione

281 (f. 41r) – Bronzo di Vittore Camelio a Venezia nelle Gallerie dell’Accademia disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 185 x 295; riquadro della parte figurata di mm 110 x 225 buono; ingiallimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli; qualche piccola macchia bruna entro la parte figurata

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

259

iscrizioni «  281 » (centrata entro

tavole corrispondenti

il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Bronzo Di Vittore Camelio – a Venezia nelle Gallerie dell’Accad.a » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Della Valle dis. » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XXXVIII (1816) (1816, IV, VI, pp. 149-150)

282 (f. 41r) – Bronzi nelle Gallerie dell’Accademia in Venezia disegnatore

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 148 x 286; riquadro della parte figurata di mm 93 x 237 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli; vari aloni imbruniti e qualche ondulazione lungo il margine laterale sinistro iscrizioni «  282 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Bronzi nelle Gallerie dell’Accad.a in Venezia » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Barufaldi dis. » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXVIII (1816) (1816, IV, VI, pp. 149-150) datazione

283 (f. 41r) – Bronzi nelle Gallerie dell’Accademia in Venezia disegnatore

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro bruno, inchiostro grigio, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 125 x 295; riquadro della parte figurata di mm 70 x 238 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, e vari diffusi aloni imbruniti iscrizioni «  283. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Bronzi nelle Gallerie dell’Accad.a in Venezia » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Barufaldi dis. » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXVIII (1816) (1816, IV, VI, pp. 149-150) datazione

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260

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

284 (f. 41v) – Candelabro di bronzo a S. Antonio di Padova di Andrea Riccio disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione iscrizioni

tavole corrispondenti

[Luigi] Zandomeneghi entro il 1816 [prima del febbraio 1814] disegno a contorno a penna con inchiostro nero, sottotraccia di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 235 x 167; riquadro della parte figurata di mm 225 x 154; parte figurata di mm 220 x 68 buono; ingiallimento generalizzato, varie alterazioni maculose e un alone imbrunito all’angolo inferiore destro « 284 » (in alto, sotto il margine superiore destro del riquadro, a penna con inchiostro bruno) / « Candelabro di bronzo a S. Antonio di Padova di Andrea Riccio »32 (in basso, sotto il margine inferiore sinistro del riquadro, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara); « Zandomeneghi » (sotto il margine inferiore destro del riquadro, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XXXV (1816) (1816, IV, VI, pp. 133-134)

285 (f. 41v) – Bassi rilievi del Candelabro (di Andrea Riccio in Sant’Antonio di Padova, particolare del nr. 284) disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1816 [prima del febbraio 1814] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, sottotraccia di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 145 x 200; parte figurata di mm 102 x 157 stato di conservazione buono iscrizioni «  285. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Bassi rilievi del Candelabro » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Rinaldi » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXVI (1816) (1816, IV, VI, p. 134 e nt. 1; IV, VI, p. 148) datazione

32   L’interesse per i motivi pagani – satiri, ninfe, giovani atleti, floridi putti, ippogrifi, chimere e imperatori coronati d’alloro – rintracciabili nella scultura religiosa decorativa della basilica del Santo a Padova e nella Certosa di Pavia (323) offre l’opportunità di confrontare le scelte iconografiche e la produzione, con presupposti e in contesti diversi, di altri disegnatori e copisti di capolavori dell’Italia medioevale e rinascimentale, sia nelle spiccate diversità di orientamento personale e operativo, che negli aspetti comuni; cfr. PH. Ward-Jackson, I viaggi in Italia e in Svizzera, in Henry de Triqueti (1803-1874) scultore dei Principi, cat. a cura di G. A. Mina, Berna 2008, pp. 45-65: 54-57, figg. 39-40.

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

261

286 (f. 41v) – Bassi rilievi del Candelabro (di Andrea Riccio in Sant’Antonio a Padova, particolare del nr. 284) disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1816 [prima del febbraio 1814] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, trecce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 115 x 244; parte figurata di mm 67 x 227 stato di conservazione buono; piccolissime macchie brune tondeggianti e una più evidente all’angolo inferiore destro; qualche alone ingiallito e alcuni fori di spillo iscrizioni «  286. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Bassi rilievi del Candelabro » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Rinaldi dis. » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXVI (1816) (1816, IV, VI, p. 148) datazione

287 (f. 42r) – Basso rilievo nel monumento dei Torriani (particolare) disegnatore

Anonimo [Ferdinando Dalla Valle] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 213 x 263; riquadro della parte figurata di mm 155 x 212 stato di conservazione discreto; imbrunimento generalizzato, vari aloni, alcune macchie schiarite e imbrunite iscrizioni «  287 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Basso rilievo nel monumento dei Turriani [leggi Torriani] » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara); « del Riccio » (più a destra) /« A Verona una volta in S. Fermo / ora in Parigi » (all’angolo inferiore destro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXVII (1816) (1816, IV, VI, p. 136) datazione

288 (f. 42r) – Bronzo alla Galleria dell’Accademia di belle Arti in Venezia disegnatore datazione tecnica

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, inchiostro nero, sottotraccia di grafite, su carta avorio

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262

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 209 x 263; riquadro della parte figurata di mm 175 x 235 stato di conservazione più che discreto; leggero imbrunimento generalizzato, vari aloni, macchie e qualche piega iscrizioni «  288 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Bronzo alla Galleria dell’Accad.a di belle Arti in Venezia » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Della Valle dis. » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXVII (1816) (1816, IV, VI, p. 148)

289 (f. 42v) – Disegno d’avviso di uno dei Stendardi in bronzo, nella Piazza di San Marco disegnatore

Ferd[inando] Albertolli entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 270 x 165; parte figurata di mm 215 x 136 stato di conservazione molto buono; leggero imbrunimento omogeneo iscrizioni «  289 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Ferd. Albertolli dis. » (lungo il margine inferiore destro della parte figurata, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Disegno d’avviso di uno dei Stendardi in bronzo, nella Piazza di San Marco in Venezia / Opera di Alessandro Leopardo cinquecentista » (centrata su due righe, sotto la sezione figurata, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. XXXV (1816) (1816, IV, VI, p. 168) datazione

290 (f. 42v) – Del Riccio nel monumento dei Torriani a Parigi (particolare) disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

Anonimo [Jean George Tessier] entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta da lucido semitrasparente vergata foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 127 x 160; riquadro della parte figurata di mm 90 x 124 mediocre; consistente imbrunimento generalizzato, increspature, tagli e lacune agli angoli esterni del riquadro figurato

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

263

iscrizioni «  290 » (entro il margine

tavole corrispondenti

superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Del Riccio nel monumento / dei Turriani [leggi Torriani] a Parigi » (centrata su due righe, sotto il riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XXXVI (1816) (1816, IV, VI, pp. 136, 174)

291 (f. 42v) – Del Riccio nel monumento dei Torriani a Parigi, particolare disegnatore

[Jean George] Tessier entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta da lucido semitrasparente vergata dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 125 x 174; riquadro della parte figurata di mm 90 x 123 stato di conservazione mediocre; consistente imbrunimento generalizzato, increspature, tagli e lacune agli angoli esterni del riquadro figurato, e una piccola lacerazione lungo il margine laterale sinistro iscrizioni «  291 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Tessier. dis. » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXVI (1816) (1816, IV, VI, pp. 136, 174) datazione

292 (f. 42v) – Bronzo del Riccio sotto le Cantorie in Padova al Santo. Trasporto dell’Arca di Jahvè disegnatore

[Luigi] Zandomeneghi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 137 x 186; riquadro della parte figurata di mm 118 x 167 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento omogeneo, qualche piccola macchia ai margini laterale destro e superiore; alcuni fori di spillo iscrizioni «  292 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Bronzo Del Riccio sotto le Cantorie in Padova al Santo. » (sotto il margine inferiore esterno del riquadro, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Zandomeneghi » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXV (1816) (1816, IV, II, p. 60; IV, VI, p. 136 e nt. 1) datazione

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264

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

293 (f. 43r) – Bassorilievo laterale al corpo di mezzo sul basamento del Monumento Vendramin, particolare del nr. 297 disegnatore

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi entro il 1816 [fra il 1813 e il 1814?] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 170 x 146; riquadro della parte figurata di mm 130 x 112 stato di conservazione discreto; piccole e diffuse macchie brune nella parte inferiore e superiore del foglio derivanti dal contatto – e trasferimento dell’imbrunimento generalizzato – con i fogli 290, 291; qualche foro di spillo iscrizioni «  293 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Barufaldi dis. » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLIV (1816) (1816, IV, VI, pp. 164-165, 167) datazione

294 (f. 43r) – Bassorilievo laterale al corpo di mezzo sul basamento del Monumento Vendramin, particolare del nr. 297 disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

iscrizioni

tavole corrispondenti

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi entro il 1816 [fra il 1813 e il 1814?] disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 185 x 150; riquadro della parte figurata di mm 127 x 113 buono; ingiallimento lungo il margine laterale sinistro del foglio derivante dal contatto – e trasferimento dell’imbrunimento generalizzato – con i fogli 290, 291; alcuni fori di spillo « 294- » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « del Leopardi Nel monumento Vendramin che era ai Servi ora a S. Gio. e Paolo »33 (centrata sopra il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Barufaldi dis » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XLIV (1816) (1816, IV, VI, pp. 164-165 e nt. 1, 167)

33  Cfr. Cicognara, Storia 1816, IV, VI, pp. 165, 167. Inoltre cfr. A. Markham Schulz, in La Basilica dei Santi Giovanni e Paolo. Pantheon della Serenissima, a cura di G. Pavanello, Venezia 2012, pp. 160-171, nr. 31, figg. 31a-31l; E. Bassi, Tracce di chiese veneziane distrutte. Ricostruzione dai disegni di Antonio Visentini. Memoria presentata nell’adunanza ordinaria del 28 ottobre 1995, Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti, 1997, pp. 164-170; S. Romano, Tullio Lombardo. Il Monumento al doge Andrea Vendramin, Venezia 1985, pp. 4-7; Il Convento e la Chiesa di S. Maria de’ Servi in Venezia. Alcuni cenni, Venezia 1892, pp. 3-12.

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

265

295 (f. 43r) – Statuetta intorno al sarcofago nel Monumento Vendramin, particolare del nr. 297 disegnatore

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi entro il 1816 [fra il 1813 e il 1814?] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, sottotraccia di grafite, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 165 x 85 stato di conservazione buono; imbrunimento disomogeneo nella parte superiore del foglio derivante dal contatto – e trasferimento di colore – con il foglio 291 iscrizioni «  295. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Barufaldi » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLIV (1816) (1816, IV, VI, pp. 164-165, 167) datazione

296 (f. 43r) – Statuetta intorno al sarcofago nel Monumento Vendramin, particolare del nr. 297 disegnatore

Anonimo [Giovanni Antonio Baruf(f)aldi] entro il 1816 [fra il 1813 e il 1814?] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, sottotraccia di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 180 x 100 stato di conservazione buono; qualche piccolissima macchia bruna tondeggiante; qualche foro di spillo iscrizioni «  296. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « nello Stesso monumento » (centrata sopra il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLIV (1816) (1816, IV, VI, pp. 164-165, 167) datazione

297 (f. 43v) – Monumento Vendramin già nella chiesa di Santa Maria dei Servi e ora nel coro della basilica dei Santi Giovanni e Paolo disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Giuseppe] Borsato entro il 1816 [fra il 1813 e il 1814?] disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 358 x 265; riquadro della parte figurata di mm 320 x 250

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266

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

stato di conservazione

buono; leggero ingiallimento generalizzato e qualche piccola alterazione maculosa; alcuni fori di spillo iscrizioni «  297. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « [… lettere illeggibili] » (nel cartellone del basamento, cursoriamente trascritta e adattata su nove righe, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Piedi ------0------1------2------3------4------5------6------7------8------9------10- Veneti » (centrata, sotto il basamento del monumento, entro il riquadro, con le cifre indicative delle distanze sul rapportatore e l’indicazione dell’unità di misura usata, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Borsato dis. » (sotto il margine inferiore destro del riquadro, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Monumento Vendramin era ai Servi – ora a S. Gio. Paolo. » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLII (1816) (1816, IV, VI, pp. 164-165 e nota 1, 167) note « Mentre era questo Capitolo sotto il tor / chio furono date dall’Eccelso Governo e / dai nobilissimi proprietarj del monumen / to alcune disposizioni per le quali giova / sperare di vederlo in breve ricollocato de / gnamente nella ricchissima chiesa dei ss. / Gio. e Paolo. »

298 (f. 44r) – Parte di mezzo del Monumento Vendramin (particolare del nr. 297) disegnatore

[Sebastiano] Santi entro il 1816 [fra il 1813 e il 1814?] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, sottotraccia di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 365 x 265; riquadro della parte figurata di mm 310 x 230 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento generalizzato e alcune piccole alterazioni maculose; qualche foro di spillo iscrizioni «  298- » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « andreae vendrameno dvci / […] » (nel cartellone del basamento, giustificata su dodici righe, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Santi dis. » (sotto l’angolo inferiore sinistro del riquadro, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Parte di mezzo del Monumento Vendramin » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLIII (1816) (1816, IV, VI, pp. 164-165, 167) datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

267

299 (f. 44v) – Bassorilievo nella cappella Giustiniani a San Francesco della Vigna in Venezia disegnatore

Anonimo [Luigi Zandomeneghi] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero-bruno, inchiostro grigio, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 270; primo riquadro della parte figurata di mm 120 x 200; secondo riquadro di mm 77 x 160 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento omogeneo, evidente nella sezione mediana per contatto col disegno 302; qualche piega nel margine superiore iscrizioni «  299 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti Tav. XLV (1816) (1816, IV, VI, pp. 172-173) datazione

300 (f. 44 v) – Evangelisti nella cappella Giustiniani a San Francesco della Vigna in Venezia disegnatore

Anonimo [Luigi Zandomeneghi] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero-bruno, inchiostro grigio, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 150 x 270; primo e secondo riquadro figurato di mm 100 x 90 ciascuno stato di conservazione buono; leggero ingiallimento omogeneo, evidente nella sezione di contatto col disegno 302; qualche foro di spillo iscrizioni «  300 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti Tav. XLV (1816) (1816, IV, VI, pp. 172-173) datazione

301 (f. 44v) – Evangelisti nella cappella Giustiniani a San Francesco della Vigna in Venezia disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

[Luigi] Zandomeneghi entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero-bruno, inchiostro grigio, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 155 x 270; primo e secondo riquadro figurato di mm 100 x 90 ciascuno buono; leggero ingiallimento omogeneo evidente nella sezione di contatto col disegno 302; qualche foro di spillo

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268

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

iscrizioni «  301 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a pen-

tavole corrispondenti

na con inchiostro bruno) / « Questi tre disegni seguenti [299301] / sono Sculture nella Capella Giustiniani a S. Francesco della Vigna in Venezia » (centrata su due righe, sotto i due riquadri figurati del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Zandomeneghi » (sull’angolo inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XLV (1816) (1816, IV, VI, pp. 172-173)

302 (f. 45r) – San Sigismondo in viaggio verso Agauno, bassorilievo di Agostino di Duccio, già nel Tempio Malatestiano di Rimini e dal 1812 a Brera (ora Milano, Raccolte d’Arte Antica, Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco, inv. 1089) disegnatore

Anonimo [Giovanni Brignoli?] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 228 x 366; riquadro della parte figurata di mm 165 x 360 stato di conservazione buono; leggeri aloni ingialliti, qualche piccola macchia, ondulazioni e qualche piega nei margini inferiore e superiore; tracce da adesivo agli angoli e qualche foro di spillo iscrizioni « 302- » (all’angolo superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « piedi 2. poll: i 6 ½ » (centrata lungo il margine laterale sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Piedi 5 poll: 8 ½ » (centrata sotto il margine inferiore del riquadro, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara); « il massimo rilievo è mezzo pollice » (sotto il margine inferiore destro del riquadro, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXXIX (1816) (1816, V, VII, p. 394, e nota « relativa a un sacro basso rilievo / del secolo XV. Proveniente da Rimini » alle pp. 452-459) 34 datazione

« Basso rilievo / Scoperto in Rimino / esistente nella Galleria / dell’Accademia di Milano. » (in basso a destra, sul f. 45r, accanto alla base nella direzione di lettura del disegno – rovesciato in verticale –, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) 34  V. Follini, Sopra un Basso rilievo di marmo appartenente alla Città di Rimini, Lezione di Vincenzo Follini, detta nel dì 14 Aprile 1818, in Nuovo Giornale de’ Letterati [9?]/49 (Gennajo, e Febbrajo 1830), XX, pp. 22-25; cfr. Bellandi, in La Primavera del Rinascimento cit., pp. 414-415, nr. VII.8; inoltre Per un nuovo Agostino di Duccio. Studi e documenti, a cura di A. Calzona – M. Ceriana, Mantova-Verona 2012.

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

269

303 (f. 45v) – Statua del Monumento Carelli nel duomo di Milano disegnatore

[Giovanni] Brignoli entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 205 x 125; parte figurata di mm 130 x 45 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento derivante dal contatto col foglio 308; tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  303 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Brignoli » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. X (1816) (1816, IV, VII, p. 176) datazione

304 (f. 45v) – Statua del Monumento Carelli nel duomo di Milano disegnatore

Anonimo [Giovanni Brignoli] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 205 x 125; parte figurata di mm 135 x 45 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento derivante dal contatto col foglio 307; tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  304. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Statue nel Monumento Carelli posto nel Duomo di Milano » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. X (1816) (1816, IV, VII, p. 176) datazione

305 (f. 45v) – Nel Sepolcro di Mariano Alaneo [d’Alagno] Conte di Buchianigo. Bassorilievo con la Vergine e il Bambino fra due angeli nella lunetta superiore del monumento nel cappellone del Crocifisso, particolare (variato) del nr. 668 disegnatore datazione tecnica

[Francesco] Hayez entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio

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270

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 106 x 151 stato di conservazione buono; ingiallimento disomogeneo del foglio e qualche alterazione imbrunita; alcuni fori di spillo; la foratura ospitata lungo il margine superiore (la direzione di lettura è in orizzontale) informa trattarsi di un foglio originariamente rilegato in un taccuino da disegno iscrizioni «  305. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Hayes » (sotto il margine inferiore sinistro della parte figurata, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « A Napoli » (centrata sotto la parte figurata, di Cicognara) / « A S. Domenico Maggiore » (al rigo sotto, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore); « di Aniello Fiore » (di seguito, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « nel Sepolcro di Mariano Alaneo Conte di Buchianigo – 1447 » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LIV (1816) (1816, IV, VII, p. 192)

306 (f. 45v) – A S. Domenico Maggiore d’Angelo d’Aniello Fiore. Bassorilievo con l’Annunciazione nella lunetta superiore del Monumento funebre di Diomede Carafa nel cappellone del Crocifisso, particolare (variato) del nr. 667 disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 106 x 151 stato di conservazione buono; ingiallimento disomogeneo del foglio, e qualche alterazione imbrunita; alcuni fori di spillo; la foratura ospitata lungo il margine superiore (la direzione di lettura è in orizzontale) informa trattarsi di un foglio originariamente rilegato in un taccuino da disegno iscrizioni «  306. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Hayes » (sotto il margine inferiore sinistro della parte figurata, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « A Napoli » (centrata sotto la parte figurata, di Cicognara) / « A S. Domenico Maggiore d’Angelo [d’]Aniello » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore, con la consonante « [d’] » aggiunta da Cicognara); « Fiore 1470 » (di seguito, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LIV (1816) (1816, IV, VII, p. 192) datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

271

307 (f. 46r) – A San Domenico Maggiore sotto l’Annunziata. La Prudenza, nella nicchia del primo ordine a sinistra guardando nel primo monumento funebre di Diomede Carafa, particolare (variato) del nr. 667 disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio, con lievi ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 151 x 106 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato e qualche alterazione maculosa imbrunita; tensione da adesivo all’angolo inferiore destro; la foratura ospitata lungo il margine laterale sinistro informa trattarsi di un foglio originariamente rilegato in un taccuino da disegno iscrizioni «  307 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « A Napoli » (in basso a destra, sotto la statua, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « S. Domenico Maggiore Sotto l’Anunziata » (al rigo sotto, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Hayes » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LIII (1816) (1816, IV, VII, p. 192) datazione

308 (f. 46r) – A S. Giovanni a Carbonara, di [Andrea] Ciccione nel deposito di Ladislao disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, leggere tracce di grafite, su carta vergata avorio, con lievi ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 151 x 106 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato e qualche alterazione maculosa imbrunita; la foratura ospitata lungo il margine laterale sinistro informa trattarsi di un foglio originariamente rilegato in un taccuino da disegno iscrizioni «  308 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « A Napoli » (in basso a destra, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara); « A S. Giovanni a Carbonata [leggi Carbonara], di Ciccione » (centrata sotto la statua, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « nel deposito di Ladislao » (al rigo sotto, di Cicognara) / « Hayes » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LIII (1816) (1816, IV, VII, pp. 189-190) datazione

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272

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

309 (f. 46r) – A S. Giovanni a Carbonara, di [Andrea] Ciccione nel deposito di Ladislao disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio, con lievissime ombreggiature stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato e qualche alterazione maculosa imbrunita; tensione da adesivo all’angolo inferiore destro; la foratura ospitata lungo il margine laterale sinistro informa trattarsi di un foglio originariamente rilegato in un taccuino da disegno iscrizioni «  309 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « A Napoli » (in basso a destra, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara); « A S. Giovanni a Carbonata [leggi Carbonara], di Ciccione » (centrata sotto la statua, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « nel deposito di Ladislao. » (al rigo sotto, di Cicognara) / « Hayes » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LIII (1816) (1816, IV, VII, pp. 189-190) datazione

310 (f. 46r) – A S. Giovanni a Carbonara terra cotta all’esterno (non più esistente) disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio, con lievi ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 150 x 106 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato e qualche alterazione maculosa imbrunita; la foratura ospitata lungo il margine laterale sinistro informa trattarsi di un foglio originariamente rilegato in un taccuino da disegno iscrizioni «  310 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « A Napoli » (in basso a destra, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara); « A S. Giovanni a Carbonata [leggi Carbonara] » (centrata sotto la statua, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « terra cotta all’esterno » (al rigo sotto, verosimilmente di Cicognara) / « Hayes » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LIII (1816) (1816, IV, VII, pp. 189-190) datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

273

311 (f. 46r) – Nel Chiostro di S. Lorenzo (ora fra la prima e la seconda cappella a destra entrando nella chiesa). Bassorilievo nel Monumento di Lodovico Aldemaresco, particolare del nr. 666 disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 105 x 151 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato e qualche alterazione imbrunita soprattutto lungo il margine inferiore; tracce da adesivo agli angoli; la foratura ospitata lungo il margine superiore (la direzione di lettura è in orizzontale) informa trattarsi di un foglio originariamente rilegato in un taccuino da disegno iscrizioni «  311. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nel Chiostro di S. Lorenzo » (centrata sotto la parte figurata, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore); « a Napoli » (di seguito, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayes » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LV (1816) (1816, IV, VII, p. 191) datazione

312 (f. 46v) – Nella Certosa di Pavia lateralmente alla porta maggiore all’esterno disegnatore

[Giovita] Garavaglia entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro bruno, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 225 x 275; riquadro figurato di mm 135 x 175 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato disomogeneo, qualche alone maculoso; varie pieghe lungo i margini inferiore, superiore e laterale sinistro iscrizioni «  5° » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 312 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Garavaglia » (sotto l’angolo inferiore destro del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Nella Certosa di Pavia lateralmente alla porta maggiore all’esterno » (lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLVII (1816), V (1816, IV, VII, pp. 178-179) datazione

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274

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

313 (f. 46v) – Terra cotta in un piccolo claustro nella Certosa di Pavia disegnatore

[Giovita] Garavaglia entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, matita nera, su carta avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 205 x 255 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento generalizzato e ondulazioni lungo i margini superiore e laterale destro; alcuni fori di spillo iscrizioni «  12° » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 3 » (più sotto a grafite) / « 13° » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 313 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Garavaglia » (in basso a destra sotto i tre putti musicanti, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Terra cotta in un piccolo claustro / nella Certosa di Pavia » (centrata su due righe, sotto le due parti figurate, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLVIII (1816), XIII, XII (1816, IV, VII, p. 181) datazione

314 (f. 47r) – Nella Certosa di Pavia all’Esterno della porta maggiore disegnatore

[Giovita] Garavaglia entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 175; riquadro della parte figurata di mm 115 x 115 stato di conservazione più che discreto; leggero imbrunimento disomogeneo, varie macchie brune tondeggianti, aloni schiariti, pieghe e ondulazioni entro e lungo i margini; tracce da adesivo agli angoli segni di una precedente piegatura in più parti, in verticale iscrizioni «  4° » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 314. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nella Certosa di Pavia / all’Esterno della porta mag: re » (centrata su due righe, sotto il riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Garavaglia » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLVII (1816), IV (1816, IV, VII, pp. 178-179) datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

275

315 (f. 47r) – Nella Certosa di Pavia nell’interno al coro disegnatore

[Giovita] Garavaglia entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 180 x 150; riquadro della parte figurata di mm 112 x 116 stato di conservazione buono; qualche leggero alone ingiallito e qualche foro di spillo iscrizioni «  11° » [leggi « 10° »] (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 2 » (più sotto, a grafite) / « 315. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nella Certosa di Pavia / nell’interno al coro » (centrata su due righe, sotto il riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Garavaglia » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLVIII (1816), X (1816, IV, VII, p. 181) datazione

316 (f. 47r) – All’esterno della porta Maggiore nella Certosa di Pavia disegnatore

[Giovita] Garavaglia entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 197 x 173; riquadro della parte figurata di mm 108 x 110 stato di conservazione più che discreto; leggero imbrunimento disomogeneo, varie macchie brune tondeggianti, aloni schiariti e ondulazioni entro e lungo i margini; tracce da adesivo agli angoli; segni di una precedente piegatura in più parti, in verticale iscrizioni «  4° » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 316. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « All’esterno della porta Mag.re / Nella Certosa di Pavia » (centrata su due righe, sotto il riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Garavaglia » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLVII (1816), IV (1816, IV, VII, pp. 178-179) datazione

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276

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

317 (f. 47r) – Sopra una porta nell’interno della chiesa nella Certosa di Pavia disegnatore

[Giovita] Garavaglia entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 205 x 146 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli inferiori e tensioni lungo il margine superiore; qualche foro di spillo iscrizioni «  317. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Sopra una porta nell’interno della chiesa / nella Certosa di Pavia » (centrata su due righe, sotto i tre angeli, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Garavaglia » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLVIII (1816), IX (1816, IV, VII, pp. 180-181) datazione

318 (f. 47v) – Nella Certosa di Pavia sopra una porta interna in chiesa disegnatore

[Giovita] Garavaglia entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 202 x 125 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento generalizzato, ondulazioni nel margine superiore; alcuni fori di spillo iscrizioni «  7° » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 6 » (più sotto, a grafite) / « 318 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nella Certosa di Pavia / sopra una porta interna in chiesa » (lungo il margine inferiore del foglio, centrata su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Garavaglia » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLVIII (1816), VII (1816, IV, VII, p. 180) datazione

319 (f. 47v) – Nella Certosa di Pavia nel coro disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Giovita] Garavaglia entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 197 x 127; riquadro figurato di mm 110 x 100

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

277

stato di conservazione

buono; leggero ingiallimento generalizzato, alcuni fori di spillo iscrizioni «  10° » [leggi « 11° »] (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 4 » (all’angolo superiore sinistro del riquadro, a grafite) / « 319 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nella Certosa di Pavia / nel coro » (lungo il margine inferiore del foglio, centrata su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Garavaglia » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLVIII (1816), XI (1816, IV, VII, p. 181)

320 (f. 47v) – Nella Certosa di Pavia nell’esterno disegnatore

[Giovita] Garavaglia entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 205 x 125; riquadro figurato di mm 130 x 90 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento generalizzato, ondulazioni al margine inferiore iscrizioni «  3° » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 320 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nella Certosa di Pavia nell’esterno » (lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Garavaglia » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLVI (1816), II (1816, IV, VII, p. 178) datazione

321 (f. 47v) – Nella Certosa di Pavia nell’esterno disegnatore

[Giovita] Garavaglia entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 185 x 150 stato di conservazione più che discreto; leggero ingiallimento, varie macchie brune tondeggianti, pieghe e ondulazioni diffuse; segni di una precedente piegatura irregolare in più parti, entro il margine laterale sinistro e in orizzontale entro i margini superiore e inferiore iscrizioni «  2° » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 321 » (entro il margine superiore datazione

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278

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tavole corrispondenti

destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nella Certosa di Pavia / nell’esterno » (lungo il margine inferiore del foglio, centrata su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Garavaglia » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XLVI (1816), III (1816, IV, VII, p. 178)

322 (f. 48r) – Nella Certosa di Pavia monumento di Gio Galeazzo visconte disegnatore

[Giovita] Garavaglia entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 255 x 160 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento, varie alterazioni maculose; alcuni fori di spillo; segni di una precedente piegatura in più parti, entro i margini laterali iscrizioni «  322. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nella Certosa di Pavia / monumento di Gio Galeazzo visconte » (lungo il margine inferiore del foglio, centrata su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Garavaglia » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLVI (1816), VI (1816, IV, VII, p. 180) datazione

323 (f. 48r) – Nelle finestre nella Certosa di Pavia. Colonnetta fra le arcate a sesto acuto nei finestroni della facciata disegnatore

[Giovita] Garavaglia entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta vergata avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 205 x 110 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento, qualche alone schiarito, varie macchie brune tondeggianti (foxing?), alcune ondulazioni; qualche foro di spillo e un’esigua lacuna sul margine superiore del foglio iscrizioni «  323 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nelle finestre nella Certosa di Pavia » (lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Garavaglia » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLVI (1816), I (1816, IV, VII, p. 178) datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

279

324 (f. 48r) – Lapide sepolcrale di Beatrice d’Este, moglie di Ludovico il Moro (dal 1891 collocata nel pavimento al centro del braccio settentrionale del transetto) disegnatore

[Giovita] Garavaglia entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 130 x 205 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento; nella direzione di lettura del disegno, in orizzontale, traccia da adesivo al margine superiore destro e ondulazioni al margine inferiore; alcuni fori di spillo iscrizioni «  324. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 5- » (all’angolo superiore sinistro del foglio, a grafite) / « 8° » (all’angolo inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Lapide incrostata al muro / nella Certosa di Pavia / La moglie di Ludovico il Moro » (lungo il margine inferiore del foglio, sul lato sinistro del disegno rovesciato in orizzontale, su tre righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Garavaglia » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLVIII (1816), VIII (1816, IV, VII, p. 180) datazione

325 (f. 48v) – Sculture dell’Amadeo nel Deposito Colleoni in Bergamo (particolari) disegnatore datazione tecnica

dimensioni

stato di conservazione

Anonimo [Giovanni Brignoli?] 35 entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite (sezione sinistra); a penna con inchiostro nero, inchiostro bruno (riquadro figurato centrale); a penna con inchiostro nero, inchiostro bruno, tracce di grafite (sezione destra), su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 155 x 340; riquadro centrale figurato, di mm 106 x 193 buono; tensioni da adesivo agli angoli superiore e inferiore del lato sinistro

35   Propendo per ascrivere l’autografia a Brignoli, dati i rilievi da lui effettuati segnatamente in territorio milanese; limitatamente alle affinità segniche – un tratto simile nella conduzione della linea e dell’insistere rafforzando il profilo dei volumi – potrebbe essere invece assegnato a Giovita Garavaglia, autore dei soli rilievi relativi alla Certosa di Pavia, o a Zandomeneghi, la cui geografia delle riprese si snoda però fra Venezia, Padova e Loreto.

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280

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

iscrizioni «  325. » (al centro del

tavole corrispondenti

margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Sculture dell’Omodeo [leggi Amadeo] nel Deposito Colleoni in Bergamo » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. L (1816) (1816, IV, VII, pp. 183-184)

326 (f. 48v) – Nel Duomo di Milano. San Bartolomeo scorticato di Marco d’Agrate disegnatore

Anonimo [Giovanni Brignoli?] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 157 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, una piccola macchia bruna tondeggiante e alcune schiarite; qualche foro di spillo iscrizioni «  326 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « non me praxiteles / sed marc[us] finxit agrat[es] » (sul basamento della statua, a penna con inchiostro nero) / « nel Duomo di Milano » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXX (1816) (1816, IV, VII, p. 183) datazione

327 (f. 48v) – Statua della Prudenza di Guglielmo della Porta nel Deposito Farnese in San Pietro a Roma disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1816 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 125 x 190 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli e varie ondulazioni ai margini laterali; alcuni fori di spillo iscrizioni «  327 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Guglielmo dalla Porta / In S. Pietro a Roma Deposito Farnese » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, centrata su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayes » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXX (1816) (1816, V, V, pp. 361-362) datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

281

328 (f. 48v) – Statua della Giustizia di Guglielmo della Porta nel Deposito Farnese in San Pietro a Roma disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1816 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 125 x 190 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli e qualche ondulazione lungo i margini laterali iscrizioni «  328 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « In Roma Gul. dalla Porta » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayes » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXX (1816) (1816, V, V, pp. 361-362) datazione

329 (f. 48v) – Statua di Paolo III benedicente di Guglielmo della Porta nel Deposito Farnese in San Pietro a Roma disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1816 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 137 x 123 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli, qualche ondulazione lungo i margini laterali; una piccola lacerazione entro il margine inferiore destro e segni di una precedente piegatura in più parti, entro il margine laterale sinistro lungo l’altezza e al centro del foglio lungo la base iscrizioni «  329 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « dalla Porta / in S. Pietro. » (al margine inferiore destro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayes » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXX (1816) (1816, V, V, pp. 361-362) datazione

330 (f. 49r) – Monumento del Birago eseguito in marmo Statuario da Andrea Fusina, esistente nella Chiesa della Passione, in Milano disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Giovanni] Brignoli entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifi-

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

lato lungo i quattro lati, di mm 445 x 285; parte figurata di mm 275 x 210 stato di conservazione discreto; imbrunimento generalizzato, aloni schiariti, diffuse macchie brune, tensioni e pieghe lungo i margini, soprattutto laterali e inferiore; alcuni fori di spillo iscrizioni «  330. » (al centro del margine laterale destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « danieli ∙ birago∙ / archi ∙ mityli∙ / pre ∙ hospitalis∙ / ex ∙ testo ∙ posve∙ » / « fr ∙ birago ∙ trib ∙ ped ∙ aer ∙ ar ∙ lb ∙ xii ∙ svper ∙ lacr ∙ dd∙ » / « andreae ∙ fvsine opvs ∙ mcccclxxxxv∙ » (rispettivamente nei tre registri del monumento, a penna con inchiostro bruno) / « Scala di Braccia -----------1.------2.------ 3. di Milano. » (sotto il basamento del monumento, con le cifre indicative delle distanze sul rapportatore e l’indicazione dell’unità di misura usata, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Monumento del Birago eseguito in marmo Statuario da Andrea Fusina, esistente nella Chiesa della Passione, / in Milano » (centrata su due righe, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Brignoli » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLIX (1816) (1816, IV, VII, p. 182)

331 (f. 49v) – Sull’altare di S. Domenico a Bologna di Nicolò dell’Arca disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

iscrizioni

[Tommaso] Minardi entro il 1816 disegno a contorno a grafite su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 175 x 130 buono; imbrunimento generalizzato e tracce da adesivo agli angoli superiore e inferiore del lato sinistro; vari aloni di matita nera derivati dal contatto – e trasferimento di colore – con il foglio 335 « 331 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Minardi » (in basso, sul margine laterale sinistro del foglio, a grafite, di Cicognara) / « Sull’altare di S. Domenico a Bologna di Nicolò dell’Arca » 36

36   Sulla vicenda attributiva cfr. C. C. Malvasia, Le Pittvre di Bologna [...], Bologna 1686 (ripr. fot. Le pitture di Bologna 1686 Ristampa anastatica corredata da indici di ricerca, da un commentario di orientamento bibliografico e informativo e da un repertorio illustrato, a cura di A. Emiliani, Bologna 1969, pp. 147149, nt. 223/13); Memorie Storico-Artistiche intorno all’Arca di San Domenico del Marchese Virgilio Davia Membro con voto della Pontificia Accademia di Belle Arti in Bologna, Bologna 1838, pp. 34-36, 52, 83-93 (e seconda edizione, Bologna 1842); V. Vannini, L’angelo del Bonarotti che adorna il celebre monumento dell’arca di S. Domenico in Bologna […], Bologna 1840; A. Emiliani, Michelangelo a Bologna, in Giovinezza di Michelangelo, cat. a cura di K. Weil-Garris Brandt – C. Acidini Luchinat – J. D. Draper, N. Penny, Firenze-Milano 1999, pp. 127-137; G. Bonsanti, ibid., pp. 292-297, nt. 37, spec. fig. a p. 295 (Statue dell’Arca di San Domenico); K. Weil-Garris Brandt, E. Capretti, ibid., pp. 298-299, nr. 38 (Vincenzo Vannini / L’Angelo del Buonarotti [sic] che adorna il celebre monumento dell’Arca di San Domenico in Bologna); A. M. Matteucci, Scultura e architettura. Alcuni appunti per Niccolò dell’Arca e Jacopo della Quercia, in Napoli, l’Europa. Ricerche di Storia dell’Arte in onore di Ferdinando Bologna, a cura di F. Abbate – F. Sricchia Santoro, Catanzaro 1995, pp. 113-116.

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

tavole corrispondenti

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(centrata sotto la figura, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. LII (1816) (1816, V, II, p. 266)

332 (f. 49v) – Sul medesimo altare, del Bonarroti in Gioventù disegnatore

[Tommaso] Minardi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a matita nera, tracce di grafite, su carta vergata avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 165 x 128 stato di conservazione buono iscrizioni « 332 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « minardi » (in basso, sul margine laterale sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Sul med.o altare del Bonarroti in Gioventù » 37 (centrata sotto la figura, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LII (1816) (1816, V, II, p. 266) datazione

333 (f. 49 v) – Basso rilievo in marmo di Michelangelo, che è nell’antica casa de’ Buonarroti in Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio, con ombreggiature sullo sfondo dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 160 x 255; riquadro figurato di mm 148 x 180 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento omogeneo, alcuni fori di spillo lungo i margini superiore e inferiore e qualche piccola macchia iscrizioni « 333 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Basso rilievo in marmo / di Michelangelo, / che è nell’antica casa / de’ Buonarroti in Firenze. » 38 (su quattro righe, sul lato superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Udine » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LIX (1816) (1816, V, II, p. 264; V, III, p. 319) datazione

  Cfr. nt. supra.  S. Rolfi Ožvald, Espressione e bello ideale. Onofrio Boni e la Riflessione sopra Michelangelo Buonarroti del 1809, in La pittura di storia in Italia. 1785-1870. Ricerche, quesiti, proposte, a cura di G. Capitelli – C. Mazzarelli, Cinisello Balsamo 2008, pp. 101-111: 102-104, 107-111. 37

38

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

334 (f. 50r) – Pietà del Bonarroti in S. Pietro disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1816 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio filigranata, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 123 stato di conservazione buono; tracce da adesivo e ondulazioni agli angoli iscrizioni «  334 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Pietà del Bonarroti in S. Pietro. » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayes » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LVII (1816) (1816, V, II, p. 265) datazione

335 (f. 50r) – Mosè del Bonarroti in S. Pietro in Vincula disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1816 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio filigranata, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 123 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  335 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Mosè del Bonarroti in S. Pietro in Vincula » / « Hayes » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LVII (1816) (1816, V, II, pp. 269-270) datazione

336 (f. 50r) – Bacco disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro bruno, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 184 x 120 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento disomogeneo, tracce da adesivo agli angoli e varie piccole macchie brune; qualche foro di spillo iscrizioni «  336 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Bacco del Buonarotti. [sic] » (centrata sotto il basamento della statua, a penna con indatazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

tavole corrispondenti

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chiostro bruno, del disegnatore); « in Galleria a Firenze » (di seguito, lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. LVI (1816) (1816, V, II, p. 265)

337 (f. 50r) – Davide del Bonarroti dinanzi al Palazzo della Signoria di Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 120 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato, e qualche piccola macchia bruna; qualche foro di spillo iscrizioni «  337. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Davide del Bonarroti dinanzi al Palazzo / della Signoria di Firenze » (centrata su due righe, sotto il basamento della statua, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tavv. LVII (1816), XLVI (1818) (1816, V, II, pp. 266, 267 e nt. 1) datazione

338 (f. 50v) – Nella Capella dei depositi in Firenze in S. Lorenzo disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero-bruno, inchiostro nero, su carta avorio, con lievi ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 180 x 110 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento omogeneo iscrizioni «  338 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Udine » (a destra del basamento della statua, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Del Bonarroti. » (centrata sotto la statua, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Nella Capella dei depositi in Firenze in S. Lorenzo » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LVI (1816) (1816, V, II, pp. 267-268) datazione

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

339 (f. 50v) – Statua abozzata del Bonarroti nell’Opera di S. M. del Fiore, ora nella Galleria dei Prigioni dell’Accademia. San Matteo disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero-bruno, inchiostro nero, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 185 x 97 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento omogeneo iscrizioni «  339 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Udine » (a destra del basamento della statua, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Statua abozzata del Bonarroti nell’Opera di S. M. / del Fiore » (centrata su due righe, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LVI (1816) (1816, V, II, p. 278) datazione

340 (f. 50v) – Nel Salone di Palazzo Vecchio attribuita al Bonarroti. Statua della Vittoria disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero-bruno, inchiostro nero, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 105 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento omogeneo; una piegatura entro il margine laterale destro iscrizioni «  340 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Udine » (a destra del basamento della statua, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Nel Salone di Palazzo Vecchio attribuita al Bonarroti » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LVII (1816) (1816, V, II, p. 268) datazione

341 (f. 50v) – Bronzo attribuito falsamente a M. Angelo in Galleria a Firenze. Trono della Pace a forma di sarcofago, cartigli incorniciati da ignudi, particolare dello Sportello di Vincenzo Danti per la cassaforte di Cosimo I (ora Firenze, Museo Nazionale del Bargello, inv. 440 B) disegnatore datazione tecnica

[Domenico] Udine entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, su carta avorio, con ombreggiature

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 125 x 200; ellisse figurata di mm 100 x 170 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, qualche leggero alone schiarito e macchie da adesivo agli angoli iscrizioni «  341. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Udine » (a destra dell’ovale, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Bronzo attribuito falsamente a M. Angelo – in Galleria a Firenze » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Michelangelo. » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. LVI (1816) (1816, V, II, p. 278)

342 (f. 51r) – Statue dei Sepolcri Medicei a San Lorenzo del Buonarroti disegnatore

Anonimo [Domenico Udine] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero-bruno, inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 160 x 190 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato, e macchie da adesivo agli angoli superiori iscrizioni «  342 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti Tav. LVIII (1816) (1816, V, II, pp. 274-275) datazione

343 (f. 51r) – Statue dei Sepolcri Medicei a S. Lorenzo del Bonarroti disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero-bruno, inchiostro nero, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 158 x 190 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento generalizzato, qualche alterazione maculosa all’angolo inferiore sinistro; impronta di una cannuccia di penna iscrizioni «  343. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Statue dei Sepolcri Medicei a S. Lorenzo / del Bonarroti » (centrata su due righe, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LVIII (1816) (1816, V, II, pp. 274-275) datazione

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

344 (f. 51v) – L’Architettura. Statua al Deposito del Buonarroti disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro grigio, inchiostro bruno, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 178 x 96 stato di conservazione buono; ingiallimento disomogeneo, tracce da adesivo agli angoli e qualche alterazione maculosa imbrunita iscrizioni «  344 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Udine » (in basso al margine laterale sinistro del foglio a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « L’Architettura. / Statua al Deposito del Buonarroti. » (centrata su due righe, sotto il basamento della statua, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « di Gio. dall’O[pera] » (entro il margine inferiore destro del foglio, ritagliata, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXV (1816) (1816, V, III, pp. 309-310) datazione

345 (f. 51v) – La Scultura disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro grigio-bruno, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 170 x 90 stato di conservazione buono; ingiallimento disomogeneo, tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  345 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « La Scultura. Statua al deposito del Buonarroti » (centrata sotto il basamento della statua, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « di Valerio Cioli » (più in basso, entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « udine » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXV (1816) (1816, V, III, pp. 309-310) datazione

346 (f. 51v) – La Pittura disegnatore datazione tecnica

[Domenico] Udine entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro grigio-bruno, su carta avorio, con ombreggiature

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

289

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 160 x 100 stato di conservazione buono; ingiallimento disomogeneo, una macchia bruna lungo il margine inferiore del foglio e varie piccole alterazioni maculose iscrizioni «  346 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Udine » (in basso al margine laterale destro del foglio a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « La Pittura Statua al deposito del Buonarrotti » (centrata su due righe, sotto il basamento della statua, a penna con inchiostro grigio-bruno, del disegnatore) / « di Battista Lorenzi » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXV (1816) (1816, V, III, pp. 309-310)

347 (f. 51v) – S. Cosimo del Montorsoli nella capella dei Depositi a S. Lorenzo a Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 180 x 120 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento uniforme e lievi tensioni lungo il margine laterale destro iscrizioni «  347 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Udine » (in basso al margine laterale destro del foglio a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « S. Cosimo del Montorsoli / nella capella dei Depositi a S. Lorenzo a Firenze » (sotto il basamento della statua, su due righe, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXV (1816) (1816, V, III, pp. 307-308) datazione

348 (f. 51v) – S. Damiano di Rafaello da Monte Lupo disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 180 x 120 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento uniforme iscrizioni «  348 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Udine » (in basso al margine datazione

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tavole corrispondenti

laterale destro del foglio a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « S. Damiano di Rafaello da Monte Lupo » (sotto il basamento della statua, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. LXV (1816) (1816, V, III, p. 308)

349 (f. 52r) – Di Baccio Bandinelli. Nel circondario dell’Altar maggiore in S. Maria del Fiore. Apostolo, particolare della transenna disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione iscrizioni

tavole corrispondenti

[Domenico] Udine entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero-grigio, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 185 x 93 buono; leggero imbrunimento; tracce da adesivo agli angoli del lato sinistro « 349 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « udine » (in basso al margine laterale destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Di Baccio Bandinelli. / Nel circondario dell’Altar maggiore / in S. Maria del Fiore. » 39 (centrata su tre righe, sotto la statua, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) Tav. LXIV (1816) (1816, V, III, p. 306)

350 (f. 52r) – Di Baccio Bandinelli. Nel circondario dell’Altar maggiore in S. Maria del Fiore. Apostolo, particolare della transenna disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione iscrizioni

tavole corrispondenti

39 40

[Domenico] Udine entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero-grigio su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 175 x 93 buono; imbrunimento disomogeneo « 350 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « udine » (in basso al margine laterale destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Di Baccio Bandinelli. / Nel circondario dell’Altar maggiore / in S. Maria del Fiore. » 40 (centrata su tre righe, sotto la statua, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) Tav. LXIV (1816) (1816, V, III, p. 306)

 Cfr. Rizzioli, L’officina di Leopoldo Cicognara cit., Domenico Udine Nani per la Storia della Scultura.  Cfr. Ead., Domenico Udine Nani 1784-1850 cit., pp. 93-95, nr. 10 ter; pp. 84-88, nr. 10.

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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351 (f. 52r) – Di Baccio Bandinelli. Nel circondario dell’Altar maggiore in S. Maria del Fiore. Apostolo, particolare della transenna disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero-grigio, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 185 x 100 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento, qualche piccola macchia tondeggiante iscrizioni «  351 » / « Udine » (in basso al margine laterale sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Di Baccio Bandinelli. / Nel circondario dell’Altar maggiore / in S. Maria del Fiore. » (centrata su tre righe, sotto la statua, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) tavole corrispondenti Tavv. LXV (1816), XLVII (1818) (1816, V, III, p. 306) datazione

352 (f. 52r) – Bassorilievo che orna il fronte del basamento del Monumento di Giovanni de’ Medici (o dalle Bande Nere) nella piazza di San Lorenzo a Firenze, particolare disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 160 x 190; riquadro della parte figurata di mm 120 x 165 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento disomogeneo, tracce da adesivo e alcune pieghe all’angolo superiore sinistro e lungo il margine superiore; qualche foro di spillo iscrizioni «  352. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Di Baccio Bandinelli. / nella base posta sulla piazza / di S. Lorenzo. » (centrata su tre righe, sotto il margine inferiore del riquadro, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Udine » (sull’angolo inferiore destro del riquadro, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXIV (1816) (1816, V, III, p. 306) datazione

353 (f. 52v) – Angelo di Maso Boscoli scolpito nel sepolcro di Antino Strozzi in Santa Maria Novella a Firenze disegnatore datazione

[Domenico] Udine entro il 1816

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tecnica

disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 120; riquadro della parte figurata di mm 150 x 75 stato di conservazione buono; lieve ingiallimento, tensioni e pieghe agli angoli in corrispondenza dell’adesivo; una piccola macchia bruna tondeggiante iscrizioni «  353 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « In S. Ma Novella a Firenze » (centrata sotto il margine inferiore del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Maso Boscoli. » (al margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Udine » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXIII (1816) (1816, V, III, p. 302)

354 (f. 52v) – Angelo di Maso Boscoli scolpito nel sepolcro di Antino Strozzi in Santa Maria Novella a Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 210 x 125; riquadro della parte figurata di mm 150 x 75 stato di conservazione buono; lieve ingiallimento disomogeneo, tensioni e pieghe agli angoli in corrispondenza dell’adesivo iscrizioni «  354 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Maso Boscoli » (centrata sotto il margine inferiore del riquadro figurato, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « In S. M.a Novella a Firenze » (sotto, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXIII (1816) (1816, V, III, p. 302) datazione

355 (f. 52v) – S. Jacopo minore Apostolo in Santa Maria Novella a Firenze disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Domenico] Udine entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 203 x 125

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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stato di conservazione

buono; lieve ingiallimento disomogeneo, tracce da adesivo agli angoli e qualche alterazione maculosa iscrizioni «  355 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « S. Jacopo minore Apostolo. » (centrata nel basamento della statua, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Di Gio: dell’Opera. » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore); « nel Duomo di Firenze » (di seguito, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXI (1816) (1816, V, III, p. 310)

356 (f. 52v) – Bassorilievo di Giovanni dell’Opera nella cappella Gaddi in Santa Maria Novella a Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 160 x 115; riquadro della parte figurata di mm 139 x 95 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato; tracce da adesivo agli angoli e lievi ondulazioni lungo i margini laterali iscrizioni «  356 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « In S. M. Novella a Firenze » (centrata sotto il margine inferiore del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Giovanni dell’Opera » (al margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Udine » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LX (1816) (1816, V, III, p. 310) datazione

357 (f. 53r) – Di Vincenzo Danti nel Salone di palazzo Vecchio a Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 122 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato e lievi ondulazioni all’angolo inferiore destro e lungo il margine laterale iscrizioni «  357 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Di Vincenzo Danti nel Salone datazione

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tavole corrispondenti

di palazzo Vecchio a Firenze » (centrata sotto il basamento della statua lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. LXVIII (1816) (1816, V, III, p. 315)

358 (f. 53r) – Sulla porta di S. Giovanni in faccia al Duomo di Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 183 x 89 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato iscrizioni «  358 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Del Danti. » (centrata sotto la statua, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Sulla porta di S. Giovanni in faccia al Duomo / di Firenze » (centrata su due righe, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXVIII (1816) (1816, V, III, p. 315); cfr. nr. 354 datazione

359 (f. 53r) – Monumento a Giulio III a Perugia sul lato sud del sagrato della cattedrale disegnatore

[Leopoldo] Cicognara entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 180 x 103 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento disomogeneo, qualche ondulazione all’angolo superiore sinistro e al centro del margine superiore; una piccola sbavatura di inchiostro iscrizioni «  359 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Sisto [leggi Giulio III] » « Di Vincenzo Danti a Perugia / Statua di Bronzo » (centrata su due righe, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Cicognara » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. LXVIII (1816) (1816, V, III, p. 315) (cfr. nr. 654) datazione

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360 (f. 53r) – Di Daniele da Volterra nel Museo de Monumenti Francesi a Parigi disegnatore

Anonimo [Joseph Albrier] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 185 x 235; riquadro della parte figurata di mm 160 x 220 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli inferiore sinistro e superiore destro, varie piccole macchie brune tondeggianti iscrizioni «  360 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Di Daniele da Volterra nel Museo de Monumenti Francesi a Parigi » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXXI (1816) (1816, V, VI, pp. 378-379 e nt. 1, 383); cfr. nr. 488 datazione

361 (f. 53v) – S. Filippo Apostolo in Santa Maria Novella a Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro bruno, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 210 x 125 stato di conservazione più che discreto; ampie e diffuse alterazioni maculose imbrunite, tracce schiarite da adesivo agli angoli iscrizioni «  361 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « S. Filippo Apostolo. » (centrata nel basamento della statua, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Nel Duomo di Firenze » (sotto il basamento della statua, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Di Gio: dell’Opera. » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Udine » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXI (1816) (1816, V, III, p. 310) datazione

362 (f. 53v) – S. Giovanni di Benedetto da Rovezzano in Duomo di Firenze disegnatore datazione tecnica

[Domenico] Udine entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 210 x 128 stato di conservazione più che discreto; ampie e diffuse alterazioni maculose imbrunite e più piccole tondeggianti iscrizioni «  362 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nel Duomo di Firenze » (sotto il basamento della statua, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « S: Giovanni di Bened:o da Rovezzano. »; « In Duomo. di Firenze. » (rispettivamente centrata lungo il margine inferiore sinistro del foglio, e lungo il margine inferiore destro, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Udine » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXI (1816) (1816, V, III, p. 310)

363 (f. 53v) – Sacerdote (fariseo) nella Predica del Battista di Giovan Francesco Rustici disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 120 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  363 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Bronzi » (sul margine inferiore laterale sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine » (sul margine inferiore laterale destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Del Rustici. » (centrata nel basamento della statua, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Sulla porta di fianco del S. Giovanni a Firenze » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXII (1816) (1816, V, III, p. 303) datazione

364 (f. 53v) – Levita nella Predica del Battista di Giovan Francesco Rustici disegnatore datazione tecnica

[Domenico] Udine entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio

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dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 185 x 122 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato, qualche piccola alterazione maculosa e foro di spillo; traccia da adesivo agli angoli inferiore sinistro e superiore destro iscrizioni «  364. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Bronzi » (sul margine inferiore laterale sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine » (più sotto, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Del Rustici. » (centrata sotto il basamento della statua, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « nello stesso luogo » (più sotto, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXII (1816) (1816, V, III, p. 303)

365 (f. 54r) – Del Tribolo nella facciata di S. Petronio a Bologna disegnatore

[Tommaso] Minardi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 125 stato di conservazione buono iscrizioni «  365 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Del Tribolo nella facciata di S. Petronio a Bologna » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Minardi » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. II (1816) (1816, V, III, p. 309) datazione

366 (f. 54r) – Del Tribolo nella facciata di San Petronio a Bologna disegnatore

[Tommaso] Minardi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 125 stato di conservazione buono iscrizioni «  366 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Minardi » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara); « Ivi dello stesso » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. II (1816) (1816, V, III, p. 309) datazione

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

367 (f. 54r) – Del Tribolo nella facciata di San Petronio a Bologna disegnatore

Anonimo [Tommaso Minardi] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 242 x 168 stato di conservazione buono; macchia da adesivo all’angolo inferiore destro iscrizioni «  367 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « S. Petronio intorno alla [porta] / piccola a sinistra – del » (sul lato inferiore destro del foglio, a grafite, su due righe, interrotta dalla rifilatura del foglio) / « Ivi dello stesso » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXVI (1816) (1816, V, III, p. 309) datazione

368 (f. 54r) – Del Tribolo nella facciata di San Petronio a Bologna disegnatore

Anonimo [Tommaso Minardi] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 243 x 158; riquadro della parte figurata di mm 145 x 125 stato di conservazione buono iscrizioni «  368. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « S. Petronio Porta pi[…] / alla sinistra il […] » (sul lato inferiore destro del foglio, a grafite, su due righe, interrotta dalla rifilatura del foglio) / « Ivi dello stesso » (verso sinistra, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXVI (1816) (1816, V, III, p. 309) datazione

369 (f. 54v) – Del Sansovino sulla porta di fronte del S. Giovanni a Firenze. Battesimo di Cristo disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 185 x 120 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli superiori iscrizioni «  369 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « del Sansovino » (in basso al centro, fra i basamenti delle due statue, a penna con indatazione

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tavole corrispondenti

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chiostro nero, del disegnatore) / « Sulla porta di fronte del S. Giovanni a Firenze » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. LXII (1816) (1816, V, III, p. 301)

370 (f. 54v) – Del Sansovino a S. Agostino in Roma. Madonna col Bambino e Sant’Anna nella nicchia ricavata nel terzo pilastro a sinistra della navata mediana disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1816 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio filigranata, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 180 x 120 stato di conservazione più che discreto; leggero ingiallimento, alcune macchie brune e aloni, tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  370 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Del Sansovino a S. Agostino in Roma » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayes » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXII (1816) (1816, V, III, p. 301) datazione

371 (f. 54v) – Di Baccio da Montelupo a Or S. Michele di Firenze. San Giovanni Apostolo ed Evangelista disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 180 x 123 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento, piccole macchie di inchiostro bruno e vari aloni iscrizioni «  371 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « scs.ioanes.apostolvs.et.evan » (sul basamento della statua, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « A Or S. Michele / di Firenze. » (a destra del basamento, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Di Baccio da Montelupo. » (sotto il basamento, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Udine » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LX (1816) (1816, V, III, p. 297) datazione

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300

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

372 (f. 54v) – All’Altare Maggiore in S. Lorenzo di Firenze. Cristo crocifisso disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 195 x 140 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento, piccole macchie di inchiostro bruno e vari aloni, tracce da adesivo agli angoli, qualche foro di spillo iscrizioni «  372 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « All’ Altare Maggiore / in S. Lorenzo di Firenze. » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Di Benvenuto Cellini. » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Falsamente attribuito / a [Benvenuto Cellini] / ma di B. da M. Lupo » (giustapposta a integrare e correggere l’iscrizione precedente del disegnatore, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LX (1816) (1816, V, III, p. 297) datazione

373 (f. 55r) – Dell’Ammanati in Piazza di Firenze. Nettuno disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 120 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, qualche foro di spillo, tracce da adesivo agli angoli superiori iscrizioni «  373 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « dell’Ammanati in Piazza di / Firenze » (sul margine inferiore destro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LIX (1816) (1816, V, III, pp. 319-320) datazione

374 (f. 55r) – Ercole in Casa Mantova Benavides a Padova disegnatore datazione tecnica

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1816 [prima del febbraio 1814] disegno a contorno a penna con inchiostro nero-bruno, inchiostro grigio, su carta avorio, con ombreggiature

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

301

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 215 x 130 stato di conservazione buono; qualche foro di spillo lungo i margini inferiori e superiore iscrizioni «  374 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Rinaldi » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Colosso / In casa Venezze a Padova - » (centrata su due righe, sotto il basamento della statua, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Ammanati » (più a destra, a penna con inchiostro bruno-nero) tavole corrispondenti Tav. LIX (1816) (1816, V, III, p. 319)

375 (f. 55r) – Figura allegorica nel Monumento di Marco Mantova Benavides dell’Ammannati nella chiesa degli Eremitani a Padova, e Apollo in Casa Venezze disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1816 [prima del febbraio 1814] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 155 x 220 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli inferiore e superiore sinistro, alcuni aloni ingialliti iscrizioni «  375. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « barth: aman / nat.floren / tin.facieba / t » (centrata su tre righe, entro il basamento della statua, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Negli Eremitani a Padova » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, sotto il basamento della statua); « - dell’Ammanato - » (di seguito, centrata lungo il margine inferiore); « in casa Veneze [leggi Venezze] Padova » (lungo il margine inferiore destro del foglio, sotto il basamento dell’altra statua, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Rinaldi » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LX (1816) (1816, V, III, p. 319) datazione

376 (f. 55v) – Bronzo al Museo del Louvre fuso dal Cellini per Fontainebleau, disegno tradotto in italiano 41 disegnatore datazione tecnica

41

Anonimo [Domenico Udine] entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, inchiostro grigio-bruno, tracce di grafite, su carta avorio

  Si veda infra il disegno francese originale (500).

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302

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 125 x 200; lunetta figurata di mm 90 x 180 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli inferiori, una piccola macchia bruna tondeggiante nel margine inferiore sinistro, leggero ingiallimento generalizzato iscrizioni «  376 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Bronzo al Museo del Louvre a Parigi fuso dal Cellini per Fontannibleu [leggi Fontainebleau] » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXVII (1816) (cfr. nr. 500) (1816, V, III, p. 312)

377 (f. 55v) – Bassorilievo nello scudo del Cellini, particolare disegnatore

Anonimo [Domenico Udine] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 155 x 95; ovale figurato di mm 75 x 37 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato, più evidente nel margine superiore e laterale destro iscrizioni «  377 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nello Scudo del Cellin[i] » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. LXVII (1816) (1816, V, III, p. 314) datazione

378 (f. 55v) – Bassorilievo nello scudo del Cellini, particolare disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 155 x 100; ovale figurato di mm 70 x 41 stato di conservazione buono leggero imbrunimento omogeneo concentrato nella sezione sinistra iscrizioni «  378 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Sei bassi rilievi in firenze / Sopra uno Scudo in Galleria » (sopra il margine inferiore sinistro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine » (più sotto, a penna con inchiostro datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

tavole corrispondenti

303

bruno, di Cicognara) / « Nello Scudo del Cellini » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) Tav. LXVII (1816) (1816, V, III, p. 312)

379 (f. 55v) – Bassorilievo nello scudo del Cellini, particolare disegnatore

Anonimo [Domenico Udine] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 153 x 98; ovale figurato di mm 75 x 40 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato più evidente nella sezione laterale destra, leggere tracce schiarite da adesivo agli angoli iscrizioni «  379 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nello Scudo del Cellini … » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. LXVII (1816) (1816, V, III, p. 312) datazione

380 (f. 55v) – Bassorilievo nello scudo del Cellini, particolare disegnatore

Anonimo [Domenico Udine] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 155 x 95; ovale figurato di mm 75 x 39 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli, vari aloni schiariti; una piccolissima lacerazione nel margine inferiore sinistro iscrizioni «  380 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nello Scudo del Cellini. » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. LXVII (1816) (1816, V, III, p. 312) datazione

381 (f. 55v) – Bassorilievo nello scudo del Cellini, particolare disegnatore datazione tecnica

Anonimo [Domenico Udine] entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio

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304

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 135 x 95; ovale figurato di mm 75 x 40 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli, vari aloni schiariti iscrizioni «  381 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nello Scudo del C[ellini] » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. LXVII (1816) (1816, V, III, p. 312)

382 (f. 55v) – Bassorilievo nello scudo del Cellini, particolare disegnatore

Anonimo [Domenico Udine] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 155 x 98; ovale figurato di mm 74 x 42 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli con qualche tensione, vari piccoli aloni schiariti iscrizioni «  382. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nello Scudo del Ce[llini] » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. LXVII (1816) (1816, V, III, p. 312) datazione

383 (f. 55v) – Di Benvenuto Cellini sotto le loggie de Lanzi a Firenze. Perseo disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 124 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato e tensioni lungo il margine laterale destro; qualche foro di spillo iscrizioni «  383 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Udine » sopra il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « di Benvenuto Cellini sotto le loggie de Lanzi a Firenze » (centrata sotto il gruppo, sul margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXVII (1816) (1816, V, III, p. 312) datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

305

384 (f. 56r) – Il camino di Casa del Turco di Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 330 x 250; parte figurata di mm 264 x 201 stato di conservazione buono; diffuso imbrunimento disomogeneo, concentrato nella sezione mediana del foglio, qualche foro di spillo, varie alterazioni maculose e piccolissime macchie iscrizioni «  384. » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Udine » (in basso a destra sotto la parte figurata, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Il camino di Casa del Turco di Firenze. » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore); « del Rovezzano » (di seguito, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXX (1816) (1816, V, III, p. 299) datazione

385 (f. 56r) – Basso rilievo in pietra del Camino di Casa del Turco di Firenze (particolare del nr. 384) disegnatore

Anonimo [Domenico Udine] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 113 x 275; riquadro della parte figurata di mm 55 x 223 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento e qualche macchia lungo i margini, tracce da adesivo agli angoli superiori iscrizioni «  385- » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Basso rilievo in pietra del Camino di Casa del Turco di Firenze. » (centrata sotto il riquadro figurato, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. XXX (1816) (1816, V, III, p. 299) datazione

386 (f. 56v) – La Verginità di Pietro Francavilla Fiammingo nella cappella Niccolini in Santa Croce a Firenze disegnatore datazione tecnica

[Domenico] Udine entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio

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306

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 105 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento nella sezione laterale sinistra e nel margine superiore, tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  386 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 2 » (più a destra, a penna con inchiostro bruno) / « Del Francavilla » (centrata sul margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Udine » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXIX (1816) (1816, V, III, p. 325)

387 (f. 56v) – Mosè di Pietro Francavilla Fiammingo nella cappella Niccolini in Santa Croce a Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 145 x 85 stato di conservazione buono, qualche foro di spillo iscrizioni «  387 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Mosè » (centrata sotto il basamento della statua, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Francavilla. Esistente nella Capella Niccolini in S. Croce » (più sotto, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Tutti cinque nel medesimo luogo - » (entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXIX (1816) (1816, V, III, p. 325) datazione

388 (f. 56v) – L’Umiltà di Pietro Francavilla Fiammingo nella cappella Niccolini in Santa Croce a Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 185 x 95 stato di conservazione buono; qualche alone ingiallito e piccolissime macchie brune tondeggianti, qualche foro di spillo, tracce da adesivo agli angoli superiori datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

307

iscrizioni «  388 » (entro il margine

tavole corrispondenti

superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « L’Umiltà » (sul basamento della statua, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Del Francavilla. » (sotto il basamento della medesima, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Udine » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. LXIX (1816) (1816, V, III, p. 325)

389 (f. 56v) – Aronne di Pietro Francavilla Fiammingo nella cappella Niccolini in Santa Croce a Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 145 x 85 stato di conservazione buono iscrizioni «  389 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Aronne » (centrata sotto il basamento della statua, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « [Fra]ncavilla. Esistente nella Cappella Niccolini in S. Croce di [Firenze] » (più sotto, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Udine » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXIX (1816) (1816, V, III, p. 325) datazione

390 (f. 56v) – La Prudenza di Pietro Francavilla Fiammingo nella cappella Niccolini in Santa Croce a Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 185 x 120 stato di conservazione buono; qualche alone ingiallito, alcune macchie di inchiostro bruno nella sezione inferiore sinistra, tracce da adesivo agli angoli, qualche foro di spillo iscrizioni «  390- » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno); « 3 » (più a destra, a penna con inchiostro bruno) / « La Prudenza. » (sul basamento della statua, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Del Francavilla » (sotto il basamento della medesima, a datazione

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308

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tavole corrispondenti

penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Udine » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. LXIX (1816) (1816, V, III, p. 325)

391 (f. 56v) – Statua di Leone Leoni nel Monumento sepolcrale di Gian Giacomo Medici nel duomo di Milano disegnatore

[Giovanni] Brignoli entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 150 x 100 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli superiori, qualche foro di spillo iscrizioni «  391- » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Brignoli » (entro il margine laterale inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Di Leone Leone [leggi Leoni] Aretino nel Duomo di Milano » (lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXIX (1816) (1816, V, III, p. 321; V, VII, p. 410) datazione

392 (f. 57r) – Uno dei fusi del camino di Casa Gondi di Firenze (particolare del nr. 393) disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 113 (60 mm in alt. occupano il foglio di supporto e il rimanente è incollato sul foglio 393) stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato, macchie da adesivo agli angoli inferiori, tensioni lungo il margine laterale destro, qualche piccolissima macchia bruna tondeggiante iscrizioni «  392 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Uno dei fusi del camino di Casa Gondi di Firenze. » (centrata sotto la base, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Udine » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XV (1816) (1816, V, III, p. 299) datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

309

393 (f. 57r) – Il camino di Casa Gondi di Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 362 x 250 stato di conservazione quasi buono; imbrunimento generalizzato, qualche macchia bruna tondeggiante e altri aloni schiariti; tracce da adesivo e qualche tensione agli angoli iscrizioni «  393 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Udine » (sotto la sezione figurata al margine laterale destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Il camino di Casa Gondi di Firenze. » (centrata sul margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore); « del San Gallo » (di seguito, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XV (1816) (1816, V, III, p. 299) datazione

394 (f. 57v) – Mercurio di Gio: Bologna, visto di profilo disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro bruno, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 183 x 120 stato di conservazione buono; qualche macchia, qualche alone ingiallito e foro di spillo, tracce da adesivo agli angoli e qualche ondulazione al margine superiore sinistro iscrizioni «  394 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 1 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a grafite) / « Mercurio / di Gio: Bologna. » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « in Galleria / di Firenze. » (di seguito, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Bronzo » (centrata sotto il basamento della statua, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Udine » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXIII (1816) (1816, V, III, p. 323) datazione

395 (f. 57v) – Mercurio di Gio: Bologna, visto di tre quarti disegnatore datazione tecnica

Anonimo [Domenico Udine] entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio

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310

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm di mm 183 x 120 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli e qualche piega, vari aloni ingialliti e qualche piccola macchia bruna iscrizioni «  395. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 2 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a grafite) / « Mercurio di / Gio: Bologna. » (entro il margine inferiore destro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. LXIII (1816) (1816, V, III, p. 323)

396 (f. 57v) – Mercurio di Gio: Bologna, visto di fronte disegnatore

Anonimo [Domenico Udine] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 183 x 117 stato di conservazione quasi buono; tracce da adesivo agli angoli, vari e diffusi aloni imbruniti, qualche foro di spillo iscrizioni «  396 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 3 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a grafite) / « Mercurio / di Gīo: Bologna. » (entro il margine inferiore destro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. LXIII (1816) (1816, V, III, p. 323) datazione

397 (f. 58r) – Altare della Libertà di Giambologna nel duomo di Lucca, particolare disegnatore

Eusebio Puccioni entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 215 x 155; riquadro della parte figurata di mm 178 x 117 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento generalizzato, tracce da adesivo e qualche ondulazione agli angoli, vari aloni iscrizioni «  397 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Eusebio Puccioni deline. » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro figurato, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « di Gio Bologna nel Duomo di Lucca » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

tavole corrispondenti

311

« No 3. » (al margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. LXIII (1816) (1816, V, III, p. 323)

398 (f. 58r) – Altare della Libertà di Giambologna nel duomo di Lucca, particolare disegnatore

Eusebio Puccioni entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 230 x 170, riquadro della parte figurata di mm 200 x 140 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento generalizzato e qualche alone bruno, tracce da adesivo agli angoli superiori iscrizioni «  398 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Eusebio Puccioni deli. » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro figurato, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Ivi dello Stesso » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « No 1. » (al margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXIII (1816) (1816, V, III, p. 323) datazione

399 (f. 58r) – Altare della Libertà di Giambologna nel duomo di Lucca, particolare disegnatore

Eusebio Puccioni entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 220 x 162; riquadro della parte figurata di mm 183 x 124 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento generalizzato, qualche alone e piccole macchie brune iscrizioni «  399. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Eusebio Puccioni deline. » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro figurato, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Ivi dello Stesso » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « No 5. » (al margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXIII (1816) (1816, V, III, p. 323) datazione

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312

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

400 (f. 58v) – Girolamo Campagna a S. Antonio in Padova. Il giovane risuscitato dal santo nel terzo altorilievo della cappella del Santo a Padova cominciato da Danese Cattaneo e finito da Girolamo Campagna disegnatore

[Luigi] Zandomeneghi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 197; riquadro della parte figurata di mm 175 x 181 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, alcuni fori di spillo iscrizioni «  400 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Zandomeneghi » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Girolamo Campagna a S. Antonio in Padova » (centrata sotto il margine inferiore del riquadro figurato, a grafite, ripassata e integrata a penna con inchiostro bruno di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXIII (1816) (1816, V, IV, p. 339) datazione

401 (f. 58v) – Di Gerolamo Campagna in S. Giuliano in Venezia disegnatore

[Luigi] Zandomeneghi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 150 x 124; riquadro della parte figurata di mm 125 x 98 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  401 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Di Gerolamo Campagna in S. Giuliano » (entro il riquadro figurato, centrata sotto il gruppo scultoreo, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore); « in Venezia » (di seguito, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Zandomeneghi » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXIV (1816) (1816, V, IV, pp. 339-340) datazione

402 (f. 58v) – Il bambino risuscitato nel quinto altorilievo della cappella del Santo a Padova cominciato da Antonio Minello e ultimato da Jacopo Sansovino disegnatore datazione

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1816 [prima del febbraio 1814]

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

313

tecnica

disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 160 x 230; riquadro della parte figurata di mm 142 x 221 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, vari aloni ingialliti e piccole macchie lungo i margini, qualche ondulazione in quello laterale destro, fori di spillo iscrizioni «  402 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Rinaldi » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « II » (sul bordo inferiore del riquadro, al centro verso destra, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Cominciato da Danese Cattaneo e finito da Girolamo Campagna a S. Antonio / in Padova » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a grafite, ripassata a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXIV (1816) (1816, V, IV, pp. 339, 350 note « Antonio Mi / nello de Bardi padovano che scolpì il primo de’ bassi rilievi entrando a si / nistra nella cappella del Santo, opera da porsi nell’ordine delle mediocri, / e parimente fece la statua della santa Giustina posta in una delle cinque / nicchie dell’attico superiore nella parte esterna della stessa cappella » (p. 350)

403 (f. 58v) – In S. Salvatore a Venezia di Tommaso Lombardo. San Girolamo disegnatore

[Luigi] Zand[omeneghi] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 144 x 100 stato di conservazione quasi buono; tracce da adesivo all’angolo superiore sinistro, qualche alone e una macchia bruno-verde a metà del margine laterale sinistro iscrizioni «  403 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « A Venezia » / « In S. Salvatore di Tommaso Lombardo » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Zand. » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXI (1816) (1816, V, IV, pp. 333-334) datazione

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314

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

404 (f. 59r) – Presso il Conte Costanzo Taverna [milanese, dimorante in Venezia]. Avorio della Stessa grandezza. Gesù spirante sostenuto da due angeli disegnatore

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a matita nera, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 285 x 215; riquadro della parte figurata di mm 202 x 152 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento, più evidente in una sezione rettangolare entro la metà superiore del margine laterale sinistro, tracce da adesivo agli angoli superiori e qualche alterazione maculosa lungo i bordi del foglio iscrizioni «  404. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Presso il Conte / Costanzo / Taverna Avorio della Stessa grandezza » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Barufaldi » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXXVIII (1816) (1816, V, VII, p. 441) datazione

405 (f. 59r) – Nel secondo e nell’ottavo altorilievo della cappella del Santo a Padova, particolari da Il marito geloso cominciato da Giovanni Rubino e ultimato da Silvio Cosini, e Il bicchiere rimasto intatto di Zuan Maria Padovano (Giammaria Mosca) e Pietro Paolo Stella disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1816 [prima del febbraio 1814] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 145 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, alcune macchie brune e aloni ingialliti, vari fori di spillo iscrizioni «  405. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « I. » (più in basso verso sinistra in corrispondenza del gruppo femminile, a destra guardando, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « nel Secondo Basso rilievo alla Capella del Santo / a Padova » (sotto il gruppo femminile a destra guardando, centrato su due righe, a grafite, di Cicognara) / « Zuan Ma da Padova nell’8° basso rilievo » (sotto la figura femminile a sinistra, a grafite, di Cicognara) / « Rinaldi » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXIV (1816) (1816, V, IV, pp. 337-338; V, III, p. 302: « Silvio Cosini […] Fiesolano ») datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

315

406 (f. 59v) – Giacomo Sansovino a S. Antonio in Padova. La giovane risuscitata nel quarto altorilievo della cappella del Santo a Padova disegnatore

[Luigi] Zandomeneghi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 173 x 188; parte figurata di mm 155 x 172 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato e una piccola macchia bruna tondeggiante sul margine superiore sinistro, qualche foro di spillo iscrizioni «  406 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Giacomo Sansovino a S. Antonio in Padova » (centrata sotto il margine inferiore della parte figurata, a grafite, rivista e ripassata a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Zandomeneghi » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXIII (1816) (1816, V, IV, p. 333) datazione

407 (f. 59v) – Sansovino sulla Scala del Palazzo Ducale di Venezia. Marte disegnatore

[Rinaldo] Rinald[i] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 156 x 97 stato di conservazione buono; alterazioni maculose in corrispondenza dell’adesivo all’angolo superiore sinistro iscrizioni «  407 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Sansovino » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Rinald[i] » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Sulla Scala del Palazzo Ducale di Venezia » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXI (1816) (1816, V, IV, p. 331) datazione

408 (f. 59v) – In Venezia sulla Facciata di S. Giuliano del Sansovino. Statua sedente di Tommaso Rangone ravennate disegnatore datazione tecnica

[Luigi] Zand[omeneghi] entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, su carta avorio

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316

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 150 x 95 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli inferiori, qualche piccolissima macchia tondeggiante ingiallita iscrizioni «  Bronzo » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 408 » (subito sotto, a penna con inchiostro bruno) / « Zand. » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « In Venezia / [Sans]ovino sulla Facciata di S. Giuliano del Sansovino » (centrata su due righe, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXI (1816) (1816, V, IV, p. 332)

409 (f. 59v) – Nella Chiesa dei Frari in Venezia del Sansovino. San Giovanni Battista disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a matita nera, tracce di grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 160 x 100 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato e varie macchie bruno-verde e aloni da adesivo agli angoli superiori iscrizioni «  409 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Rinaldi » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « nella Chiesa dei Frari in Venezia del Sansovino » (centrata, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXI (1816) (1816, V, IV, p. 331) datazione

410 (f. 59v) – Nella loggietta del Campanile di S. Marco. Apollo disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 153 x 78 stato di conservazione buono; qualche alone agli angoli inferiori iscrizioni «  Bronzo » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 410 » (subito sotto, a penna con inchiostro bruno) / « nella loggietta del Campanile di S. Marco » (centrata, lungo il margine inferiore del foglio, a datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

tavole corrispondenti

317

penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Rinaldi » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. LXXI (1816) (1816, V, IV, p. 332)

411 (f. 60r) – Nella Chiesa di S. Marco porta di bronzo del Sansovino. Porta della Sacrestia di San Marco a Venezia disegnatore

[Luigi] Zandomeneghi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 405 x 265; cornice del riquadro della parte figurata di mm 385 x 240; riquadro figurato di mm 320 x 175 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato e varie macchie brune concentrate lungo i margini inferiore e superiore iscrizioni «  411- » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nella Chiesa di S. Marco porta di bronzo del Sansovino » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Zandomeneghi » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXII (1816) (1816, V, IV, p. 332) datazione

412 (f. 60v) – Alessandro Vittoria nel Mausoleo Contarini a S. Antonio di Padova (particolare) disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1816 [prima del febbraio 1814] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, inchiostro nero, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 220 x 170; parte figurata di mm 135 x 105 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli, varie macchie, più evidenti entro il margine laterale destro iscrizioni «  412 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Alessandro Vittoria nel Mausoleo Contarini a S. Antonio / di Padova » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a grafite, di Cicognara) / « Rinaldi » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXV (1816) (1816, V, IV, p. 342) datazione

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318

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

413 (f. 60v) – Giulio del Moro Veronese in S. Salvatore disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1816 [prima del febbraio 1814] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 185 x 117 stato di conservazione buono; qualche piccolissima macchia e qualche alone ingiallito entro il margine inferiore iscrizioni «  413 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Giulio del Moro Veronese in S. Salvatore Venezia » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a grafite, di Cicognara) / « Rinaldi » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXV (1816) (1816, V, IV, p. 343) datazione

414 (f. 60v) – Cariatide di Alessandro Vittoria all’ingresso della Biblioteca di San Marco a Venezia disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1816 [prima del febbraio 1814] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 170 x 113 stato di conservazione buono; vari aloni ingialliti entro il margine inferiore iscrizioni «  414 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Rinaldi » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) « Aless Vittoria all’ingresso della Biblioteca di S. Marco » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXV (1816) (1816, V, IV, p. 342) datazione

415 (f. 60v) – Alessandro Vittoria in S. Salvatore. San Sebastiano disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1816 [prima del febbraio 1814] disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio, con ombreggiature foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 155 x 95 buono; vari aloni ingialliti entro i margini inferiore e superiore

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

319

iscrizioni «  415 » (entro il margine

tavole corrispondenti

superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Alessandro Vittoria in S. Salvatore » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a grafite, di Cicognara) / « Rinaldi » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. LXXV (1816) (1816, V, IV, p. 342)

416 (f. 60v) – Alessandro Vittoria nel Mausoleo Contarini in S. Antonio (particolare) disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1816 [prima del febbraio 1814] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 160 x 110 stato di conservazione buono; vari aloni ingialliti entro il margine inferiore e laterale sinistro iscrizioni «  416 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Alessandro Vittoria nel Mausoleo Contarini / in S. Antonio » (centrata su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a grafite, di Cicognara) / « Rinaldi » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXV (1816) (1816, V, IV, p. 342) datazione

417 (f. 61r) – Di Tiziano Aspetti nella facciata di S. Francesco alle Vigne. Mosè disegnatore

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 195 x 120 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, meno evidente ai margini laterale destro e superiore, tracce da adesivo agli angoli, ondulazioni nel margine superiore; qualche piccolissima macchia bruna tondeggiante e un foro di spillo iscrizioni «  417 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Di Tiziano Aspetti nella facciata di / S. Francesco alle Vigne Venezia / Bronzo » (entro il margine inferiore destro del foglio, su tre righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Barufaldi » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXX (1816) (1816, V, IV, p. 345) datazione

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320

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

418 (f. 61r) – Di Danese Cattaneo alla Zecca di Venezia, nel cortile. Apollo disegnatore

[Luigi] Zandomeneghi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio filigranata, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 192 x 101 stato di conservazione buono; qualche alone maculoso nel margine laterale destro iscrizioni «  418 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Di Danese Cattaneo alla Zecca di Venezia / nel cortile » (centrata su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Zandomeneghi » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXI (1816) (1816, V, IV, p. 337) datazione

419 (f. 61r) – Nella loggietta del Campanile di S. Marco disegnatore

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 100 x 126; riquadro della parte figurata di mm 66 x 96 stato di conservazione buono; macchie e tensioni da adesivo agli angoli, ondulazioni e qualche alone imbrunito lungo i margini iscrizioni «  419 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « nella loggietta del Campanile di S. Marco- » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Barufaldi » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXX (1816) (1816, V, IV, p. 347) datazione

420 (f. 61r) – Nella loggetta del Campanile di San Marco disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta vergata avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 100 x 126; riquadro della parte figurata di mm 66 x 96 buono; macchie da adesivo agli angoli, fori di spillo

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

321

iscrizioni «  420 » (entro il margine

tavole corrispondenti

superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Barufaldi dis. » (centrata sul margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara); « ivi- » (di seguito, verso destra, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. LXX (1816) (1816, V, IV, p. 347)

421 (f. 61v) – Candelabro di bronzo alla Salute in Venezia disegnatore

[Vincenzo] Sgualdi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro grigio, inchiostro nero, grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 340 x 200 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato evidente nella sezione laterale destra, qualche piccola macchia bruna, qualche foro di spillo iscrizioni «  421 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Sgualdi » (sul margine laterale destro del foglio, sotto la parte figurata, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Candelabro di bronzo alla Salute in Venezia- » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXX (1816) (1816, V, IV, pp. 348-349) datazione

422 (f. 62r) – Candelabro di Bronzo a S. Stefano in Venezia disegnatore

[Vincenzo] Sgualdi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro grigio, inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 261 x 124 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, qualche piccolissima macchia bruna, alcuni fori di spillo iscrizioni «  422 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Candelabro di Bronzo a S. Stefano in Venezia » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Sgualdi dis. » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXX (1816) (1816, V, IV, p. 349) datazione

423 (f. 62r) – Candelabro di bronzo a S. Marco in Venezia disegnatore datazione

[Vincenzo] Sgualdi entro il 1816

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tecnica

disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 311 x 132 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, qualche piccolissima macchia bruna, qualche alone ingiallito e foro di spillo iscrizioni «  423 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Salute p 6. on. 3 » / « S[tefa]no p 3. on. 9 » (sulla parte centrale laterale sinistra del foglio, a grafite, di Cicognara) / « Alto piedi 5 oncie 2 » (centrata sotto la parte figurata, a grafite, di Cicognara; accanto, a grafite e cancellata, pare di poter leggere « Sansovino ») / « Candelabro di bronzo a S. Marco in Venezia » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Sgualdi » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXX (1816) (1816, V, IV, p. 349)

424 (f. 62v) – Properzia de Rossi nell’opera di S. Petronio disegnatore

[Tommaso] Minardi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 294 x 205; riquadro della parte figurata di mm 140 x 125 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, ingiallimento lungo i margini laterale sinistro e superiore, qualche piccolissima macchia bruna tondeggiante iscrizioni «  424 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Minardi » (sotto l’angolo inferiore sinistro del riquadro figurato, a grafite, di Cicognara) / « Properzia de Rossi nell’opera di S. Petronio Bol - » (centrata sotto il margine inferiore del riquadro figurato, a grafite, di Cicognara) / « t-1 / 9-1 » (in basso, sul margine laterale sinistro del foglio, a grafite) tavole corrispondenti Tav. LII (1816) (1816, IV, VII, p. 188) datazione

425 (f. 62v) – A Monte Oliveto nel Sepolcro del Mazzoni disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Francesco] Hayez entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio, con ombreggiature foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 151 x 106

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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stato di conservazione

discreto; diffuso ingiallimento del foglio, qualche alterazione maculosa imbrunita, fori di spillo; la foratura ospitata lungo il margine laterale sinistro informa trattarsi di un foglio originariamente rilegato in un taccuino da disegno iscrizioni «  425 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « x » (più sotto) / « Plastica » (centrata sotto la figura a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « In Napoli » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara); « A Monte Oliveto nel Sepolcro » (verso destra, centrata, a penna con inchiostro bruno scuro, del disegnatore) / « del Mazzoni Modanese [sic] » (al rigo sotto, di Cicognara) / « Hayes » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LI (1816) (1816, IV, VII, p. 187)

426 (f. 62v) – A Monte Oliveto nel Sepolcro disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 151 x 106 stato di conservazione discreto; diffuso ingiallimento del foglio, qualche alterazione maculosa imbrunita, fori di spillo; la foratura ospitata lungo il margine laterale sinistro informa trattarsi di un foglio originariamente rilegato in un taccuino da disegno iscrizioni «  426 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « x » (più sotto) / « Plastica » (centrata sotto la figura a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « A Monte Oliveto nel Sepolcro » (al rigo sotto, centrata, a penna con inchiostro bruno scuro, del disegnatore) / « dello Stesso » (al rigo sotto, di Cicognara) / « Hayes » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LI (1816) (1816, IV, VII, p. 187) datazione

427 (f. 62v) – A Monte Oliveto nel Sepolcro disegnatore datazione tecnica dimensioni

Anonimo [Francesco Hayez] entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 151 x 106

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

stato di conservazione

discreto; diffuso ingiallimento del foglio, e qualche alterazione maculosa imbrunita; la foratura ospitata lungo il margine laterale sinistro informa trattarsi di un foglio originariamente rilegato in un taccuino da disegno iscrizioni «  427 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 3. in mezzo 6 al disopra al 6. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a grafite, di Cicognara) / « x » (più sotto) / « A Monte Oliveto nel Sepolcro » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. LI (1816) (1816, IV, VII, p. 187)

428 (f. 62v) – A Monte Oliveto nel Sepolcro disegnatore

Anonimo [Francesco Hayez] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 151 x 106 stato di conservazione discreto; diffuso ingiallimento del foglio, e qualche alterazione maculosa imbrunita; la foratura ospitata lungo il margine laterale sinistro informa trattarsi di un foglio originariamente rilegato in un taccuino da disegno iscrizioni «  428 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / «  6 in mezzo al disotto b » (centrata entro il margine superiore del foglio, a grafite, di Cicognara) / « x » (più sotto) / « A Monte Oliveto nel Sepolcro » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. LI (1816) (1816, IV, VII, p. 187) datazione

429 (f. 63r) – Scultura di tutto rilievo, di Alfonso Lombardi nell’Oratorio della Vita in Bologna disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione iscrizioni

G[iusepp]e Guizzardi entro il 1816 disegno a contorno a grafite su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 210 x 309; parte figurata di mm 145 x 243 buono; tracce da adesivo agli angoli, qualche alone ingiallito « 429 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Plastica » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) « Scultura di tutto rilievo, di Alfonso Lombardi / nell’Oratorio della Vita in Bolog.a » (di seguito, la prima riga in sottotraccia a grafite, del disegnatore, è ripassata a

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

tavole corrispondenti

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penna con inchiostro bruno da Cicognara; la seconda riga rimane a grafite, del disegnatore) / « Ge Guizzardi » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a grafite, del disegnatore) 42 / « Minardi »; « Guizzardi » (entrambe sul margine del foglio, la prima cancellata, la seconda a penna con inchiostro bruno, di Cicognara Tav. LV (1816) (1816, V, V, pp. 366-367)

430 (f. 63r) – Di Alfonso Lombardi sulle porte di S. Petronio a Bologna disegnatore

[Tommaso] Minardi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 300; lunetta figurata di mm 126 x 220 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, qualche alone ingiallito lungo i margini inferiore e laterali, qualche ondulazione, fori di spillo iscrizioni «  430. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Minardi » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Di Alfonso Lombardi sulle porte di S. Petronio a Bologna » (centrata sotto la lunetta figurata, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Sopra la porta Minore di S. Petronio Alfo. Lombardi » (sotto, spostata verso destra, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XL (1816) (1816, V, V, p. 367) datazione

431 (f. 63v) – Basamento dell’Arca di S. Domenico in Bologna disegnatore

[Tommaso] Minardi entro il 1813 tecnica disegno a contorno a matita nera, tracce di grafite, su carta vergata avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 199 x 240 (di cui 50 coperti dal foglio 432); riquadro figurato di mm 128 x 115 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento lungo i margini e vari diffusi aloni, tracce da adesivo agli angoli – una piccola lacerazione in quello inferiore destro – iscrizioni «  431 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Alfonso Lombardo. » (centrata sotto il margine inferiore del riquadro figurato, a penna datazione

42   La firma del disegnatore compare riscritta a penna da Cicognara dopo l’erronea annotazione del cognome Minardi.

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tavole corrispondenti

con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Minardi disegnò – » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro figurato, a grafite, di Cicognara) / « Basamento dell’Arca di S. Do[menico] » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a grafite, in parte coperta dal foglio del disegno 432, di Cicognara) / « di S. Domenico in Bologna. » (al rigo sotto, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. IX (1813) (1816, III, III, p. 348)

432 (f. 63v) – Una delle Sibille nella Chiesa di Loreto di Guglielmo [leggi Giovan Battista] della Porta. Sibilla Eritrea disegnatore

[Luigi] Zandomeneghi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, inchiostro grigio, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 180 x 110; riquadro della parte figurata di mm 156 x 92; testa e spalle della Sibilla sono riprodotte di tre quarti e incollate in un ritaglio di mm 45 x 63 applicato sul foglio stato di conservazione buono; leggero ingiallimento uniforme e qualche alone imbrunito nel margine inferiore iscrizioni «  432 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Una delle Sibille nella Chiesa di Loreto / di Gugl[ielmo] della Porta » (centrata su due righe, sotto il margine inferiore del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Zandomeneghi » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXX (1816) (1816, V, V, p. 363) datazione

433 (f. 63v) – Nel Cimitero monumentale della Certosa di Ferrara opera forse dei Lombardi. Madonna in trono col Bambino, San Giorgio e Alfonso I d’Este orante (poi nella Sala delle Imprese della Palazzina Marfisa d’Este, ora in deposito presso Palazzo Schifanoia)43 disegnatore datazione tecnica

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi entro il 1816 disegno a contorno a matita nera su carta avorio

43   L’altorilievo in marmo bianco e pavonazzetto rosso (di cm 95 x 105) è assegnato ad Antonio Lombardo e bottega e variamente riferito agli inizi del secolo XVI; trasferito nel 1938 nella Sala delle Imprese (o Sala Rossa) della Palazzina Marfisa d’Este a restauro ultimato dell’immobile (cfr. Ferrara. Palazzina Marfisa, a cura di R. Varese, Bologna 1980, p. 34; Palazzina di Marfisa d’Este a Ferrara. Studi e catalogo, a cura di A. M. Visser Travagli, Ferrara-Roma 1996, p. 214) vi rimane fino al 2007, quando viene spostato in Palazzo Schifanoia, ove si trova attualmente depositato – messo in sicurezza e pertanto non visibile – in una delle sale del piano nobile, chiuse a seguito del sisma del 2012, in attesa dell’inizio dei lavori di ripristino e messa a norma di tutto il palazzo.

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dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 150 x 150; riquadro della parte figurata di mm 120 x 140 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli, vari diffusi aloni ingialliti e piccolissime macchie brune iscrizioni «  433 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nel Cimitero di Ferrara opera forse dei Lombardi » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Barufaldi. » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti non inciso

434 (f. 63v) – Uno dei Profeti nella S. Casa di Loreto. Mosè disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione iscrizioni

tavole corrispondenti

[Luigi] Zandomeneghi entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, inchiostro grigio, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 164 x 143; riquadro della parte figurata di mm 143 x 130 buono; leggero ingiallimento uniforme e alcuni fori di spillo entro il margine superiore « 434 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Uno dei Profeti nella S. Casa di Loreto del Lombardo – » 44 (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Zandomeneghi » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. LXXX (1816) (1816, V, V, p. 368)

435 (f. 64r) – A S. Giacomo degli Spagnoli nel Sepolcro di Pietro da Toledo disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

[Francesco] Hayez entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 106 x 151 discreto; diffuso ingiallimento del foglio, varie alterazioni imbrunite, qualche macchia; la foratura ospitata lungo il

44   Ritenuta dapprima di Federico Brandani, poi del Tribolo, quindi di Girolamo Lombardo è stata da ultimo assegnata al comasco Giovan Battista della Porta; cfr. P. Dal Poggetto, La Galleria Nazionale delle Marche e le altre Collezioni nel Palazzo Ducale di Urbino, Urbino-Roma 2003, p. 206, fig. 243.

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

margine superiore (la direzione di lettura è in orizzontale) informa trattarsi di un foglio originariamente rilegato in un taccuino da disegno iscrizioni «  435 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « x » (più sotto) / « Napoli » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « a S. Giacomo degli Spagnoli nel Sepolcro / di Pietro da Toledo, del Nola » (centrata su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore). / « Hayes » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LV (1816) (1816, V, V, pp. 371-372)

436 (f. 64r) – A S. Giovanni a Carbonara nella Capella di Pietro Plata disegnatore

Anonimo [Francesco Hayez] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 151 x 106 stato di conservazione discreto; diffuso ingiallimento del foglio, e varie alterazioni imbrunite; la foratura ospitata lungo il margine laterale sinistro informa trattarsi di un foglio originariamente rilegato in un taccuino da disegno iscrizioni «  A S. Giovanni a Carbonata [leggi Carbonara] / Nel Sepolcro di Zanazare [leggi Sannazzaro] » (centrata su due righe, entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore); « nella Capella / di pietro Plata spagnuolo » (giustapposta a correggere la precedente titolazione, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara); « 1557 circa » (al margine superiore del foglio, di Cicognara) / « Napoli » (a capo, al margine superiore sinistro del foglio, di Cicognara) / « 436 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti Tav. LIV (1816) (1816, V, V, p. 372) datazione

437 (f. 64r) – A Monte Oliveto del Santa Croce disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

[Francesco] Hayez entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio, con ombreggiature foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 151 x 106 discreto; diffuso ingiallimento del foglio, varie alterazioni imbrunite, qualche macchia; la foratura ospitata lungo il

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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margine laterale sinistro informa trattarsi di un foglio originariamente rilegato in un taccuino da disegno iscrizioni «  437 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Napoli – » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore); « A Monte Oliveto / del Santa croce » (centrata su due righe, sotto il gruppo figurato, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore); « A Napoli » (di seguito, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayes » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LV (1816) (1816, V, V, p. 372)

438 (f. 64r) – A Monte Oliveto del Nola disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta vergata avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 151 x 106 stato di conservazione discreto; diffuso ingiallimento del foglio, e consistenti alterazioni imbrunite; la foratura ospitata lungo il margine laterale sinistro informa trattarsi di un foglio originariamente rilegato in un taccuino da disegno iscrizioni «  438 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Napoli– » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore); « A Monte Oliveto / del Nola » (centrata su due righe, sotto il gruppo figurato, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Hayes » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LV (1816) (1816, V, V, p. 372) datazione

439 (f. 64r) – A S. Giovanni a Carbonara nella Capella Caracciolo disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

[Francesco] Hayez entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 151 x 106 discreto; diffuso ingiallimento del foglio, varie alterazioni imbrunite, e alcuni fori di spillo; la foratura ospitata lungo il margine laterale sinistro informa trattarsi di un foglio originariamente rilegato in un taccuino da disegno

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330

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

iscrizioni «  439 » (entro il margine

tavole corrispondenti

superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « x » (più sotto) / « Hayes » (sopra il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Napoli » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara); « A S. Giovanni a Carbonata [leggi Carbonara] / Nel Sepolcro di Zanazare [leggi Sannazzaro] dello Scilla Milanese » (centrata su due righe, sotto la statua, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore); « nella Capella Caracciolo » (preposta a correggere la precedente titolazione, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. LIV (1816) (1816, IV, VII, pp. 190-191)

440 (f. 64r) – A S. Giovanni a Carbonara nella capella Caracciolo disegnatore

Anonimo [Francesco Hayez] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 151 x 106 stato di conservazione discreto; diffuso ingiallimento del foglio, varie alterazioni imbrunite, e alcuni fori di spillo; la foratura ospitata lungo il margine laterale sinistro informa trattarsi di un foglio originariamente rilegato in un taccuino da disegno iscrizioni «  440. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « x » (più sotto) / « Napoli » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara); « A S. Giovanni a Carbonata [leggi Carbonara] / Nel Sepolcro di Zanazare [leggi Sannazzaro] dello Scilla Milanese » (centrata su due righe, sotto la statua, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore); « nella capella Caracciolo » (giustapposta a correggere la precedente titolazione, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LIV (1816) (1816, IV, VII, pp. 190-191) datazione

441 (f. 64v) – Pala di marmo della Capella della Presentazione, nel Duomo di Milano del Bambaja disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Giovanni] Brignoli entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 440 x 285; parte figurata di mm 345 x 185

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

stato di conservazione

iscrizioni

tavole corrispondenti

331

discreto; leggero imbrunimento generalizzato, tensioni e ondulazioni lungo i margini, diffuse macchie brune tondeggianti (foxing?) e varie macchie schiarite; tracce da adesivo all’angolo superiore sinistro, e alcuni fori di spillo « 441 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Pala di marmo della Capella della Presentazione, nel Duomo di Milano del Bambaja » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore; l’ultima parola della titolazione, è ripassata con inchiostro più scuro) / « Brignoli » 45 (al margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. LXXVI (1816) (1816, V, V, pp. 353-354)

442 (f. 65r) – Ornati in rame della stessa grandezza dei marmi che si vedevano nel Monumento di Gastone di Foix scolpiti dal Bambaja in Milano (particolare) disegnatore

[Giovanni] Brignoli entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 435 x 280; riquadro della parte figurata di mm 265 x 42 stato di conservazione discreto; imbrunimento generalizzato, ondulazioni e pieghe lungo i margini inferiore, superiore e laterale sinistro, diffuse macchie brune tondeggianti (foxing?) e altre macchie schiarite; tracce da adesivo agli angoli e qualche foro di spillo iscrizioni «  442 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Ornati della stessa grandezza dei marmi che si vedevano / nel Monumento di Gastone di Foix scolpiti dal Bambaja in Milano » (centrata su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Brignoli » (al margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara); non più visibile la scala metrica tracciata a grafite, centrata entro il margine inferiore del foglio; di essa rimane il solo segmento iniziale, a sinistra guardando, con una prima cifra indicativa delle distanze tavole corrispondenti Tav. LXXVII (1816) (1816, V, V, pp. 355, 356) datazione

45   L’iscrizione apposta da Cicognara « Brignoli » mancante quasi sempre del punto sopra l’ultima vocale, parrebbe di dover essere letta « Brignole »; nelle tavole il cognome è comunque correttamente riportato – cfr. parimenti l’iscrizione onomastica « della Valle, Dalla Valle, Della Valle », sempre inciso « Dalla Valle » –.

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

443 (f. 65v) – Metà d’uno dei piccoli pilastrini (particolare) disegnatore

[Giovanni] Brignoli entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 450 x 290; riquadro della parte figurata di mm 270 x 80 stato di conservazione discreto; leggero imbrunimento generalizzato, ondulazioni e pieghe lungo i margini – piccole lacerazioni lungo quello superiore –, varie e diffuse macchie brune e schiarite; tracce da adesivo agli angoli, alcuni fori di spillo iscrizioni «  443 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Brignoli » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Metà d’uno dei piccoli pilastrini in larg. / del monumento sud. » (più in basso, su due righe, entro il margine laterale destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXVII (1816) (1816, V, V, pp. 355-356) datazione

444 (f. 66r) – Metà d’uno dei pilastri per il lungo dello stesso monumento (particolare) disegnatore

[Giovanni] Brignoli entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 440 x 290; riquadro della parte figurata di mm 271 x 110 stato di conservazione discreto; imbrunimento generalizzato, evidente lungo i margini, ondulazioni e pieghe lungo i margini, diffuse macchie brune tondeggianti (foxing?), aloni e piccole macchie schiarite, qualche foro di spillo iscrizioni «  444 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Brignoli » (sotto il margine inferiore destro del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Metà d’uno dei pilastri per il lungo dello stesso monumento » (centrata sotto il margine inferiore del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXVII (1816) (1816, V, V, p. 355) datazione

445 (f. 66v) – Dottore della chiesa di Francesco Brambilla nel pergamo a cornu epistolae nel duomo di Milano disegnatore datazione

Anonimo [Giovanni Brignoli] entro il 1816

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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tecnica

disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 296 x 111 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli, alcuni fori di spillo iscrizioni «  445 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Due Dottori del Pergamo / eseguiti in bron[zo] » (centrata su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno), sola titolazione leggibile essendovi in parte sovrapposto il foglio 447; originariamente si trattava di un unico foglio – diviso nel 445 e nel 446 (dopo la parola e / pistole) – ove la titolazione completa, del disegnatore, recitava invece « Due Dottori del Pergamo in cornu epistole [sic] nel Duomo di Milano / eseguiti in bronzo dal Brambilla » tavole corrispondenti Tav. LXXIX (1816) (1816, V, V, p. 361)

446 (f. 66v) – Dottore della chiesa di Francesco Brambilla nel pergamo a cornu epistolae nel duomo di Milano disegnatore

[Giovanni] Brignoli entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 296 x 107 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli, alcuni fori di spillo, ondulazioni e due piccole lacerazioni lungo il margine inferiore laterale destro, qualche piccola macchia bruna iscrizioni «  446 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Bronzi / del Brambilla » (entro il margine inferiore laterale destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Duomo di Milano » (entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno), sola titolazione leggibile essendovi in parte sovrapposto il foglio 447; originariamente si trattava di un unico foglio – diviso nel 445 e nel 446 (dopo la parola e / pistole) – ove la titolazione completa, del disegnatore, recitava invece « Due Dottori del Pergamo in cornu epistole [sic] nel Duomo di Milano / eseguiti in bronzo dal Brambilla » / « Brignoli » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXIX (1816) (1816, V, V, p. 361) datazione

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

447 (f. 66v) – Testa di Gastone di Foix giacente, particolare del nr. 448 disegnatore

Anonimo [Giovanni Brignoli] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 125 x 92 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, traccia da adesivo nel margine superiore, qualche macchia imbrunita e schiarita iscrizioni «  447 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti Tav. LXXVIII (1816) (1816, V, V, p. 356) datazione

448 (f. 66v) – Statua del Monumento di Gastone ora nella Galleria dell’Accademia in Milano (particolare) disegnatore

Anonimo [Giovanni Brignoli] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 133 x 250; parte figurata di mm 87 x 230 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, alcuni fori di spillo e aloni ingialliti entro i margini superiore e inferiore (secondo la direzione di lettura del disegno) [laterale sinistro] iscrizioni «  448 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Statua del Monumento / di Gastone / ora nella Galleria dell / Accademia in Milano » (sul margine superiore destro del foglio, in quattro righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Busto » (sul margine inferiore destro del foglio, a grafite, in verticale – il disegno è rovesciato in orizzontale –) tavole corrispondenti Tav. LXXVII (1816) (1816, V, V, p. 356) datazione

449 (f. 67r) – Impugnatura della spada di Gastone della stessa grandezza del marmo (particolare del nr. 448) disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Giovanni] Brignoli entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 278 x 200 (base superiore); 278 x 145 (base inferiore); il foglio è stato infatti decurtato

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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sul lato destro di una sezione rettangolare, di mm 190 x 55, che avrebbe coperto l’immagine del foglio 450 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, qualche alone ingiallito, fori di spillo, tensioni lungo il margine laterale sinistro iscrizioni «  449 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Brignoli » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Impugnatura della spada di Gastone / della stessa grandezza del marmo » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXVIII (1816) (1816, V, V, p. 357)

450 (f. 67r) – Monumento di Lancino Curti, del Bambaja, esistente nel Museo I. R. di Brera a Milano. Lapide sepolcrale di Lancino Curzio disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

iscrizioni

tavole corrispondenti

46

[Giovanni] Brignoli entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 445 x 290; la sezione mediana laterale sinistra porta sovraincollato il foglio 449 quasi discreto; imbrunimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli, ondulazioni lungo i margini – qualche lacerazione in quello laterale destro –, diffuse macchie brune tondeggianti (foxing?) e macchie schiarite (anche all’interno della parte figurata), alcuni fori di spillo « 450 » (in alto lungo il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « En virtvtem mortis nesciam. / vivet Lancinvs cvrtivs / saecvla per omnia, / qvascvnqve lvstrans oras / tantvm possvnt camoenae. » (centrata nella lapide sul basamento del monumento, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « ---------------Ba 4 Mil.si » (sotto il basamento del monumento, con solo le linee indicative delle distanze sul rapportatore e l’indicazione dell’unità di misura usata, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Monumento di Lancino Curti [leggi Curzio], del Bambaja, esistente nel Museo I. R. di Brera a Milano » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) 46 / « Brignoli » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. LXXIX (1816) (1816, V, V, p. 354)

  Si vedano anche i disegni 216, 330, 441, 445, 446, 452.

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

451 (f. 67v) – Profeta Isaia, statua ornamentale appartenente al Monumento di Gastone di Foix disegnatore

Anonimo [Giovanni Brignoli] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 250 x 185 stato di conservazione buono; ondulazioni lungo i margini laterale sinistro e inferiore, macchie da adesivo agli angoli inferiori, alcuni aloni ingialliti iscrizioni «  451 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « lavam » (sul cartiglio retto dalla mano destra di Isaia) / « isa^ pro^ » (nel basamento della statua) / « appartenente allo stesso monumento » (centrata sotto il basamento della statua, a grafite, di Cicognara) « di Gastone » (di seguito, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « non pubblicato » (al rigo sotto, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Opera di A[gostino Busti] » (sul margine inferiore destro del foglio, a grafite) tavole corrispondenti non pubblicato; cfr. Tav. LXXVIII (1816) e n. 452 (1816, V, V, p. 355) datazione

452 (f. 67v) – Profeta Isaia, statua ornamentale appartenente al Monumento di Gastone di Foix disegnatore

[Giovanni] Brignoli entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 240 x 145 stato di conservazione più che discreto; imbrunimento generalizzato, macchie da adesivo agli angoli, alcune macchie brune tondeggianti (foxing?), qualche foro di spillo; segni schiariti sul foglio derivati dal contatto con l’inchiostro bruno del disegno 455 iscrizioni « 452 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « lavam » (sul cartiglio retto dalla mano destra di Isaia) / « Profeta Isaia, del Bambaja, esistente nel Museo di Brera » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore 47) / « Brignole » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXVIII (1816) (1816, V, V, p. 355) (cfr. nr. 451) datazione

47

  Si vedano i disegni 216, 330, 441, 445, 446, 450.

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453 (f. 67v) – Del Begarelli, plastica esistente nell’Accademia di Modena disegnatore

[Geminiano] Vincenzi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 204 x 122 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli, qualche leggero alone imbrunito iscrizioni «  453 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Del Begarelli plastica esistente nell’Accademia / di Modena » (centrata su due righe, sotto il basamento della statua, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Vincenzi dis » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XC (1816) (1816, V, V, p. 365) datazione

454 (f. 67v) – Plastiche del Begarelli disegnatore

[Geminiano] Vincenzi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 207 x 169 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, vari diffusi aloni ingialliti, qualche foro di spillo iscrizioni «  454 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Plastica del Begarelli » (centrata sotto la statua posta a sinistra guardando) / « Teste nella deposizione / del Begarelli » (centrata sotto la seconda testa femminile posta in basso, a destra guardando, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Vincenzi » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XC (1816) (1816, V, V, pp. 364-365) datazione

455 (f. 68r) – Nel Duomo di Pistoja al Battistero di Andrea Ferrucci da Fiesole disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Niccola] Monti entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 245 x 182; parte figurata di mm 134 x 147

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

stato di conservazione

buono; tracce da adesivo agli angoli, qualche piccolo alone ingiallito e piccolissime diffuse macchie di inchiostro iscrizioni «  455 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Monti dis. » (sotto l’angolo inferiore destro della parte figurata, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « ecce agnus dei » (nella veste del Battista, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « nel Duomo di Pistoja al Battistero / di Andrea Ferrucci da Fiesole » (centrata su due righe, sotto il margine inferiore del riquadro di base della parte figurata, a grafite, di Cicognara) / « non pubblicata » (in basso a destra entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti non pubblicato

456 (f. 68r) – Teste di Guido Mazzoni in casa del marchese Agostino Livizzani disegnatore

Anonimo [Geminiano Vincenzi] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 88 x 133 (ma 170; altri 37 mm sono coperti dal 455) stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli superiore e inferiore destro, aloni schiariti, qualche foro di spillo iscrizioni «  456 » (centrata, verso destra, entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Plastica »; « Teste di Guido Mazzoni Modonese in casa Livizzani » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XC (1816) (1816, V, V, p. 365) datazione

457 (f. 68r) – Nella chiesa di San Giovanni a Carbonara a Napoli, nel sepolcro di Sannazzaro disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

[Francesco] Hayez entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 106 x 148 buono; ingiallimento generalizzato, qualche piccola macchia bruna e aloni; la foratura ospitata lungo il margine superiore (la direzione di lettura è in orizzontale) informa

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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trattarsi di un foglio originariamente rilegato in un taccuino da disegno iscrizioni «  457 » (centrata, entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « A S. Giovanni a Carbonata [leggi Carbonara] / Nel Sepolcro di Zanazaro [leggi Sannazzaro] » (centrata su due righe, sotto i due angioletti, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) « a Napoli » (a fianco, di Cicognara) / « non pubblicato » (centrata sul margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayes » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti non pubblicato

458 (f. 68r) – Agostino della Robbia nella facciata esterna del duomo di Modena disegnatore

[Biagio] Magnanini entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 240 (ma 155; altri 15 mm sono coperti dal 459); riquadro della parte figurata di mm 95 x 220 stato di conservazione buono; ondulazioni e pieghe lungo i margini, qualche alone ingiallito, qualche macchia bruna iscrizioni «  458 » (centrata, entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Magnanini » (sotto l’angolo inferiore sinistro del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Di Agostino della Robbia nel duomo di Modena Facciata esterna » (centrata sotto il margine inferiore del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « non pubblicata » (centrata più sotto, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti non pubblicato; cfr. 1816, IV, V, p. 115 datazione

459 (f. 68r) – San Girolamo nella Deposizione di Antonio Begarelli in San Francesco a Modena disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

[Geminiano] Vincenzi entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 235 x 100 buono; imbrunimento lungo il margine laterale destro e qualche altro alone, tracce da adesivo agli angoli

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

iscrizioni «  459 » (centrata,

tavole corrispondenti

entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Plastica del Begarelli in modena / nella deposizione » (centrata su due righe, sotto la statua, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Vincenzi » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XC (1816) (1816, V, V, p. 365)

[460-468] 460 (f. 68v) – Cassettina intagliata in Cristallo di Rocca da Valerio Vicentino. Natività disegnatore

[Domenico Udine] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 125 x 100; riquadro figurato di mm 58 x 57 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, macchie schiarite all’angolo superiore destro, una ripiegatura lungo il margine laterale destro, qualche alone iscrizioni «  460 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 1 » (più in basso, centrata entro il margine superiore del foglio, a matita rossa) / « valerivs vicentinvs. fec » (nel compartimento, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Galleria di Firenze. » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. LXXXVII (1816), I (1816, V, VII, pp. 423, 424); cfr. Séroux d’Agincourt, Histoire de l’Art par Les Monumens cit., IV, Pl. XLIII (1823); VII, Tav. XLIII (1826): « Scul: » « T. XLIII. »; « 1 »-« 9 » (compartimenti dei coperchi dell’urnetta) / « Incisioni a incavo eseguite sopra un cofanetto di cristallo di monte da Valerio Belli di Vicenza XVI. Secolo. », e III (1826), pp. 301-305, V (1828), pp. 406-407 datazione

461 (f. 68v) – Adorazione dei Magi disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

[Domenico Udine] entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 125 x 100; riquadro figurato di mm 58 x 60 buono; ingiallimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

341

iscrizioni «  461 » (entro il margine

tavole corrispondenti

superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 2 » (più in basso, centrata entro il margine superiore del foglio, a matita rossa) / « valerivs. vicentinvs. fec. » (nel compartimento, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Galleria di Firenze. » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) Tav. LXXXVII (1816), II (1816, V, VII, pp. 423-424)

462 (f. 68v) – Presentazione al Tempio disegnatore

[Domenico Udine] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 125 x 100; riquadro figurato di mm 58 x 60 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  462 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 3 » (più in basso, centrata entro il margine superiore del foglio, a matita rossa) / « valerius vicentinus. » (nel compartimento, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Galleria di Firenze. » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. LXXXVII (1816), III (1816, V, VII, pp. 423-424) datazione

463 (f. 68v) – Battesimo disegnatore

[Domenico Udine] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 125 x 125; riquadro figurato di mm 60 x 60 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, macchie da adesivo agli angoli inferiori iscrizioni «  463 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 4 » (più in basso, centrata entro il margine superiore del foglio, a matita rossa) / « Casettina [sic] di Cristallo di Valerio Vicentino - » (centrata sotto il margine inferiore esterno del riquadro figurato, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Galleria di Firenze » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. LXXXVII (1816), IV (1816, V, VII, pp. 423-424) datazione

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342

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

464 (f. 68v) – Profanatori allontanati dal Tempio disegnatore

[Domenico Udine] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 130 x 125; riquadro figurato di mm 60 x 60 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, macchie da adesivo agli angoli iscrizioni «  464 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 6 » (accanto, a penna con inchiostro bruno, poi sostituito da quello indicato a matita rossa) / « 5 » (più in basso, centrata entro il margine superiore del foglio, a matita rossa) / « valerius. vic. f. » (nel compartimento, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Galleria di Firenze » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. LXXXVII (1816), VI (1816, V, VII, pp. 423-424) datazione

465 (f. 68v) – L’adultera disegnatore

[Domenico Udine] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 125 x 125; riquadro figurato di mm 58 x 60 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, macchie da adesivo agli angoli iscrizioni «  465 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 5 » (accanto, a penna con inchiostro bruno, poi sostituito da quello indicato a matita rossa) / « 6 » (più in basso, centrata entro il margine superiore del foglio, a matita rossa) / « valerivs. vi. f. » (nel compartimento, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Galleria di Firenze » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. LXXXVII (1816), V (1816, V, VII, pp. 423-424) datazione

466 (f. 68v) – Disputa fra i dottori disegnatore datazione tecnica

[Domenico Udine] entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

343

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 120 x 200; riquadro figurato di mm 60 x 111 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, macchie da adesivo agli angoli e qualche ondulazione in quelli superiori iscrizioni «  466 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 7. » (più in basso, centrata entro il margine superiore del foglio, a matita rossa) / « vale. v. / fe. » (nel compartimento, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Galleria di Firenze. » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. LXXXVII (1816), VII (1816, V, VII, pp. 423-424)

467 (f. 69r) – Risurrezione di Lazzaro disegnatore

[Domenico Udine] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 125 x 200; riquadro figurato di mm 58 x 105 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli, una ripiegatura lungo il margine laterale destro, qualche alone e una piccola macchia imbruniti iscrizioni «  467 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 8. » (più in basso, centrata entro il margine superiore del foglio, a matita rossa) / « valerivs / debellis / vi. fec. » (nel compartimento, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Galleria di Firenze. » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. LXXXVII (1816), VIII (1816, V, VII, pp. 423-424) datazione

468 (f. 69r) – Gesù posto nel sepolcro disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

[Domenico Udine] entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 125 x 200; riquadro esagonale figurato di mm 86 x 105 buono; ingiallimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli e una piccola macchia

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344

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

iscrizioni «  468 » (entro il margine

tavole corrispondenti

superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 9. » (più in basso, centrata entro il margine superiore del foglio, a matita rossa) / « valerivs de bellis vicentinvs fecit » (nel compartimento, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Galleria di Firenze. » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) Tav. LXXXVII (1816), IX (1816, V, VII, pp. 423-424)

« questi 9 compartimenti [460-468] / Sono disegnati dai cristalli di / rocca Scolpiti da Valerio Belli / Vicentino nella Cassettina / celebre di Clemente VII. / disegnati dal Sigr Udine » (centrata, entro il margine laterale destro del f. 69r, all’angolo inferiore del disegno 468, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara)

469 (f. 69r) – Di Giovanni Bernardi da Castel Bolognese disegnatore

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro grigio-nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 115 x 90; ovale figurato di mm 50 x 43 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli e qualche alone lungo il margine laterale destro iscrizioni «  469. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « VΕΓ KEΓRΠ / IΓΓ [?]Π » (entro il margine superiore dell’ovale, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « di Gio Bernardi da / Castel Bolognese » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Barufaldi » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXXV (1816), XVI (1816, V, VII, p. 422) note l’incisione riporta, entro il margine inferiore dell’ovale, il nome abbreviato dell’artefice [io. ber.]; « il ca / rattere di questo artista […] si riconosce infinitamente meglio nella stes / sa tavola da uno dei piombi tratto da suoi cristalli intagliati, che figura / Rebecca al pozzo, n. XVI; ivi si vede unita all’eleganza della composi / zione e del disegno (che potrebbe essere un merito non interamente di / Giovanni) tutta quella traccia di tocco, che ad imitazione dei lavori dell’ / alta antichità pare conseguita senza mutazione di ruota e senza tor / mento di meccanismo » datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

345

470 (f. 69v) – Medaglia di Nicolò Palmieri di Andrea Guacialotti disegnatore

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a matita nera, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 180 x 124; diametro dei due tondi figurati, di mm 60 ciascuno stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  470 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « nvdvs egresvs · sic · redibvs / nicolavs palmerivs sicvlvs eps ortan » (sul dritto, in senso orario nel giro della medaglia, su due righe parallele, a matita nera, del disegnatore) / « andreas · gvacialotvs · contvb ernalis · b · f · / ·vix · an · lxv / ·obiit a·d·m· / ·cccclxvii· » (sul rovescio, del disegnatore) / « Barufaldi » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. IV (1816) (1816, V, VII, p. 401) datazione

471 (f. 69v) – Medaglia di Paola Gonzaga disegnatore

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a matita nera, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 117; diametro dei due tondi figurati, di mm 60 ciascuno stato di conservazione buono; leggero ingiallimento, macchie da adesivo agli angoli e vari aloni lungo i margini iscrizioni «  471 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « pavla gonzaga comit » (sul dritto, in senso orario nel giro della medaglia, a matita nera, del disegnatore) / « Barufaldi » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXXI (1816) (1816, V, VII, p. 401) datazione

472 (f. 69v) – Medaglia di Andrea Riccio disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro grigio-nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 136 x 105; diametro dei due tondi figurati, di mm 50 ciascuno

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346

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

stato di conservazione

buono; macchie da adesivo agli angoli e varie ondulazioni lungo i margini laterali iscrizioni «  472 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « anreas· crispvs·patavinvs·aerevm·d·ant·candelabrvm·f· » (sul dritto, nel giro della medaglia, su due righe parallele, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « ·obstante· genio· » (sul rovescio, del disegnatore) / « Barufaldi » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXV (1816) (1816, IV, VI, p. 133)

473 (f. 69v) – Medaglia di Bramante disegnatore

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 110 x 170; diametro dei due tondi figurati, di mm 43 ciascuno stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, una piccola macchia bruna iscrizioni «  473 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « bramantesasdrv valdinvs » (sul dritto, in senso antiorario nel giro della medaglia, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « fidelitas labor » (sul rovescio, del disegnatore) / « della Valle » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XV (1816) (1816, V, VII, p. 403) datazione

474 (f. 69v) – Bronzi grandi del Cavino in Padova disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione iscrizioni

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1816 [prima del febbraio 1814] disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 175 x 300; diametro dei due tondi figurati, di mm 110 ciascuno buono; ingiallimento generalizzato, alcuni fori di spillo e qualche alone bruno; tracce da adesivo agli angoli « 474 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 1 » (a grafite sopra il tondo figurato a sinistra) / « 2 » (a grafite sopra il tondo figurato a destra) / « Navagero » (centrata sotto il tondo figurato a sinistra guardando, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara);

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

tavole corrispondenti

347

« Bronzi grandi del Cavino / in Padova » 48 (centrata su due righe, sotto i due medaglioni-ritratto tondi, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara); « Fracastoro » (centrata sotto il tondo figurato a destra guardando, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Rinaldi » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. LI (1816) (1816, V, VII, p. 429)

48   Si consideri un inedito carteggio conservato presso l’Autografoteca Bastogi della Biblioteca Labronica di Livorno che consta di tre missive – datate rispettivamente 2 e 9 maggio 1812 e 1° giugno [1812] – inviate da Cicognara a Girolamo Da Rio (1769-1827), allora podestà di Padova, presso il quale il conte ferrarese oltre a richiedere agevolazioni in favore di Rinaldo Rinaldi, informa in merito a quanto segue: « 26 / Ornatissimo Signore / Venezia li 2. Maggio 1812 – / Latore di questa è il giovine Rinaldi Padovano che valorosa / mente si è meritato di poter essere il primo degli alunni della / nostra Scuola Veneziana in Roma – Egli con stento, e coll’ / assistenza di chi gli vuol bene (benché non abbia il conforto / di poter dirla assistenza Patria) si è guadagnata questa / importante distinzione. Resta ora che nel proprio paese / almeno ottenga di che poter mettersi in qualche passabile / arnese per non andare a Roma cencioso, e viaggiare a piedi, / essendo tenuissima la pensione del Governo. Al quale / Oggetto io non posso a meno di non raccomandarlo alla / di lei Cura Amorosa, come Padre della Patria cui / spetta di far qualche cosa per assistere i figli più / distinti e più meritevoli, che hanno anche il bisogno maggiore. / Colgo quest’occasione per avvisarla che i due bellissimi / busti del Navagero e del Fracastoro, che sono al ponte / di S. Benetto [sic] stanno per esser rubbati. Io ho inteso a / parlarne da chi medita il furto, ma siccome io non fò la / spia / ma unicamente fò il presidente degli Studi, così credo di / poter ovviare a questo inconveniente, avvisandola in precauzione / e dicendole che quei due medaglioni sono opere insigni / del Cavino di Padova, il più insigne coniator di meda / glie e contrafattore di antichità del XVI secolo. / Stanno con scandalo in luogo di nessuna riverenza / e bisogna trasportarli non tanto per il pericolo che corrono / dando loro luogo più degno o nel palazzo pubblico, o nell’ / Università, ma anche all’oggetto di conservare le / iscrizioni che si vanno perdendo, e cadendo per ingiuria di / tempo. Quest’oggetto di sue cure onorerà la di lei memo / ria infinitamente, poiché ha pari diritto alla publica bene / merenza un edificatore, come un conservatore di memorie. / Io me le raccomando caldamente in nome delle arti / e dell’onor Padovano: e portandole la distinta e / devota mia stima ho l’onore di dirmele / Obb Dev Servitore / Leopoldo Cicognara »; a tergo: « Al Sig. C. del Rio Podestà / di / Padova »; « Ornatissimo Signore / Venezia li 9. Maggio 1812 / Io non posso se non che ringraziarla sinceramente in nome delle Arti, / e dell’umanità per le consolanti notizie datemi nella Sua gentilissima / lettera del Sei Corrente – Degnamente collocati i due medaglioni / del loro Celebre Cavino Padovano saranno al coperto della rapina, / e formeranno uno de’ più belli e singolari patrii ornamenti. / La pensione che ella mi assicura sarà passata sul corrente / dell’anno al giovine Rinaldi non può essere più opportunamente, / e più onorevolmente impiegata. La straordinaria sua abilità, che io / oso di garantirle domanda providenze straordinarie. Intanto per quest’anno, / li 500 franchi gli sono necessari per riparare a primi bisogni: ed io / penserei che durante i tre anni del suo alunnato in Roma venissero / accumulati annualmente fino a formare la somma di 1500 franchi / coi quali la Comune gli ordinasse l’esecuzione di un piccolo monumento, / o di un busto alla memoria del nostro insigne Cesarotti, da porsi ove / meglio si giudicasse. Questo sarebbe per conseguenza consigliato e diretto dal / nostro Canova, e nello stesso tempo si provederebbe con una sola misura a / incoraggiare un artista distinto, ottenere un monumento Patrio, e rendere un / tributo al merito d’un Uomo Sommo. Sottopongo a di Lei voti questi miei cenni / e intanto le confermo i sentimenti della mia devozione e servitù. / Suo Obb Dev S.e / Leopoldo Cicognara »; a tergo: « All’Ornatissimo Sig. Cav.e del Rio / Podestà di / Padova »; « Ornat[issimo] Sig[no]re / Venezia li 1. Giugno. [1812] / Ritenendo le di lei felici disposizioni per giovare al Giovane Rinaldi, onde / toglierlo possibilmente dal bisogno, e dal prestarsi per pane all’avidità / di abusa de suoi talenti impiegandolo nella meccanica più servile, / io non posso che avvalorarle caldamente coi miei più vivi eccitamenti. / Se però si potesse ottenere da alcuni suoi concittadini o una sovvenzione / anticipata da rimborsarsi loro sull’incasso di quanto fosse per essergli / stabilito dal Comune, o qualunque altro mezzo onde poter far fronte / alle necessità di quest’anno, io sarei felice di torlo dallo stato in / cui si trova, e darei fin da quest’ora una direzione a suoi studi. / Ho combinato a stento, e usando di qualche arbitrio che possa concorrere / al Premio di Scultura nel modello dalla statua, e mi lusingo che / riuscirà anche ad ottenerlo. / Ella procuri per quanto influir possono i di lei mezzi autorevoli, il di Lei / patrio Zelo di combinare qualche sussidio per questo bravissimo figliolo. / Possibile che una dozzina di Sig.ri Padovani non si trovi che per / sei mesi che rimangono o poco più al fine dell’anno non contribuiscano / uno scudo al mese per assegnare un mantenimento a un loro concittadino? / Verrà poi l’anno nuovo, e allora avrà quanto la di Lei influenza su / fondi comunali avrà potuto procurargli. Intanto il tempo è prezioso, e / io non posso a meno d’importunarla, rassegnandole la più distinta / mia Considerazione. / Suo Obb Dev Ser.e / Leopoldo Cicognara »; a tergo: « All’Ornatissimo Sig.re / Il Sig.e Gir[olam]o da Rio Podestà di / Padova » (BLLi/Autografoteca Bastogi, Cass. 28, Ins. 1703).

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348

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

475 (f. 70r) – Gabinetto delle Medaglie nella Galleria di Firenze. Medaglia di Federico da Montefeltro disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 155 x 210; diametro dei due tondi figurati, di mm 90 ciascuno stato di conservazione buono; ingiallimento disomogeneo, tracce da adesivo agli angoli, vari aloni e qualche macchia lungo i margini laterali, e segni di una precedente piegatura in due, al centro del foglio lungo l’altezza iscrizioni «  475 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 1 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a matita rossa) / « alter·adest·cesar·scipio roman et alter : sev·pacem·popvlis·sev·fera·bella·dedit » (sul dritto attorno all’effigie, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « mars·fervs·et·svmhvm· […] / invictvs·federicvs·cubini· / ·anno·d·m·cccclxviii· / opvs·clementis·vbinatis· [sic]  » (sul rovescio, lungo la circonferenza e nel tondo, fra geroglifici ed emblemi e sotto un’aquila, del disegnatore) / « Banco II. / Tav: H. No: 23. / Di Clemente Urbinate. » (centrata su tre righe, sotto il dritto e il verso della medaglia, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Gabinetto delle Medaglie nella Galleria / di Firenze. » (più sotto, centrata su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Udine » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXXVI (1816), I (1816, V, VII, p. 398) datazione

476 (f. 70r) – Gabinetto delle Medaglie nella Galleria di Firenze. Medaglia di Alessandro de’ Medici, primo duca di Firenze disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

[Domenico] Udine entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 150 x 210; diametro dei due tondi figurati, di mm 83 ciascuno buono; ingiallimento disomogeneo, tracce da adesivo agli angoli, vari aloni e qualche macchia lungo i margini laterali, qualche foro di spillo

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

349

iscrizioni «  476 » (centrata entro

tavole corrispondenti note

il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 2 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a matita rossa) / « non·bvelvo·sin·vencer· » (sul rovescio, sopra il rinoceronte, epigrafe a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « alex·med· flor·dux·I· » (sul dritto, attorno all’effigie del duca Alessandro de’ Medici, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Banco I. / Tav: S. No: 48. » (centrata su due righe, sotto il dritto e il verso della medaglia, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Gabinetto delle Medaglie nella Galleria di Firenze. » (più sotto, centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Udine » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. LXXXVI (1816), II (1816, V, VII, p. 410 e nt. 1) « [conio] attribuito falsamente al Selvi [Antonio Selvi (Venezia? 1679 – Firenze 1753)] (artista che non appartiene a quell’ / epoca e riprodusse questa medaglia come fece di molte altre non da lui in / ventate), ma probabilmente questa è opera di quel Francesco di Girolamo / da Prato [Francesco dal Prato] servendosi per fare il conio della bellissima incisione che d’Ales / sandro aveva fatta in pietra dura allora appunto Domenico di Polo(1). » / (1) « Il Selvi è un mediocre coniatore citato e riconosciuto nella metà del secolo XVIII. Anche dal Mazzucchelli: si osserva però che Domenico di Polo fece anche conii d’acciajo per Alessandro come nota il Vasari. »; cfr. poi D. Fratini, in Pregio e bellezza. Cammei e intagli dei Medici, cat. a cura di R. Gennaioli, Livorno 2010, pp. 168-169, nr. 64; P. Luciani, ibid., p. 171, nr. 66; p. 208, nr. 89

477 (f. 70r) – Gabinetto delle Medaglie nella Galleria di Firenze. Medaglia di Giovanni de’ Medici (o dalle Bande Nere) disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 150 x 210; diametro dei due tondi figurati, di mm 90 ciascuno stato di conservazione buono; ingiallimento disomogeneo, tracce da adesivo agli angoli, vari aloni diffusi, lievi ondulazioni lungo i margini inferiore e laterale sinistro, e qualche foro di spillo iscrizioni «  477 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 3 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a matita rossa) / « franc·sangallivs·facieb » (sotto l’effigie figurata a mezzo busto di tre quarti, a penna con inchiostro nero su fondo grigio acquerellato, datazione

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350

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tavole corrispondenti

del disegnatore) / « ioannes medices dvx fortiss · MDXXII » (sul dritto, nel giro della medaglia, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « ·n i h i l h o c f o r t i v s· » (sul rovescio, del disegnatore) / « Banco I. / Tav. T. No: 72. » (centrata su due righe, sotto il dritto e il verso della medaglia, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Gabinetto delle Medaglie nella Galleria di Firenze. » (più sotto, centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Udine » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. LXXXVI (1816), III (1816, V, VII, p. 410)

478 (f. 70v) – Gabinetto delle Medaglie. Galleria di Firenze (di Jacopo Nizzola da Trezzo) disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

iscrizioni

tavole corrispondenti

[Domenico] Udine entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 130 x 190 (due fogli congiunti); diametro dei due tondi figurati, di mm 65 ciascuno buono; ingiallimento disomogeneo, vari aloni e qualche macchia lungo i margini laterali, e segni di una precedente piegatura in due, al centro del foglio lungo l’altezza « 478 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 1 » 49 (centrata entro il margine superiore del foglio, a matita rossa) / « philippvs· rex· princ· hisp· æt· s· an· xxviii· » (sul dritto, nel giro della medaglia, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « iac· trezzo· f » (sotto l’effigie del ritrattato a mezzo busto e di profilo, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « maria· I· reg· angl· franc· et· hib· fidei· defensatrix· » (sul rovescio, nel giro della medaglia, a destra guardando, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « iac· trez· » (sotto l’effigie di Maria, prima moglie di Filippo II, a mezza figura e di profilo, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « Banco II. / Tav P. Coniato / da Jac: da Trezzo. » (centrata su tre righe, sotto il tondo a sinistra, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Gabinetto delle Medaglie. Galleria di Firenze. » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Udine » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. LXXXV (1816), I (1816, V, VII, p. 411)

49   Segnalo che i numeri apposti in rosso ai margini dei disegni non sempre corrispondono a quelli romani, da I a XVI, che compaiono nella Tav. LXXXV, correttamente indicati invece nel libro V, al cap. VII, del secondo volume della Storia.

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

351

479 (f. 70v) – Gabinetto delle Medaglie nella Galleria di Firenze. Medaglia di Carlo giovinetto figlio del re Filippo non maggiore di 12 anni disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 135 x 175; diametro dei due tondi figurati, di mm 65 ciascuno stato di conservazione buono; ingiallimento disomogeneo, tracce da adesivo agli angoli, vari aloni e qualche macchia lungo i margini laterali, segni di una precedente piegatura in due, al centro del foglio lungo l’altezza iscrizioni «  479 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 2 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a matita rossa) / « carolvs p· f hispp· princeps· æt· an· XII· 1557· » (sul dritto, nel giro della medaglia, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « ·p· pomp· [Pompeo Leoni, figlio di Leone] » (sotto l’effigie di Carlo, a mezza figura e di profilo, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « ·in benignitatem promptior » (sul rovescio, attorno ad Apollo, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « Banco II. / Tav: P. / Coniato da T. [sic] Pomp. » (centrata su tre righe, sotto il dritto e il rovescio della medaglia, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Gabinetto delle Medaglie nella Galleria di / Firenze. » (più sotto, centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Udine » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXXV (1816), III (1816, V, VII, p. 410) datazione

480 (f. 70v) – Gabinetto delle Medaglie nella Galleria di Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 125 x 200; diametro dei due tondi figurati, di mm 50 ciascuno stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli e una piccola lacerazione in quello inferiore destro iscrizioni «  480 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 3 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a matita rossa) / « pavlvs· iii· pont· max· an· XII » (sul dritto, nel giro della medaglia, a penna con indatazione

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352

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tavole corrispondenti

chiostro nero-bruno, del disegnatore) / « ·AΛΕΧΑΝΔPΟΣ· / ΕΠOIEI· » (dietro l’immagine di Paolo III, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « omnes reges serviens ei· » (sul rovescio, con Alessandro prostrato davanti al pontefice di Gerosolima, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « Banco I. / Tav: H. No: 2. / Del Grechetto. » (centrata su tre righe, sotto il dritto e il rovescio della medaglia, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Gabinetto delle Medaglie nella Galleria di Firenze. » (centrata sul margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Udine » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. LXXXV (1816), V (1816, V, VII, p. 427) (cfr. nrr. 482, XI e 485, XV)

481 (f. 71r) – Gabinetto delle Medaglie nella Galleria di Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 125; diametro dei quattro tondi figurati di mm 40 ciascuno stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  481 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 5 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a matita rossa, sopra i primi due tondi) / « pilippvs· II· hispan· et noviorbis· occidvirex· » (sul dritto, nel giro della medaglia, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « ·i·pavl·pog·f· » (in basso, sotto l’immagine di Filippo ii, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « ·isabell regina philippi·II· hispan·regis » (sul rovescio, nel giro della medaglia, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « Banco II. / Tav: P. No: 16. / Di Paolo Poggi. » (centrata su tre righe, sotto il dritto e il rovescio della medaglia, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « 6. » (centrata, a matita rossa, sopra gli altri due tondi) / « pivs·iiii·pont·max » (sul dritto, nel giro della medaglia, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « io·ant·rvb·m·f· » (sotto l’effigie a mezza figura di profilo, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « instavratio collegi / ·ic·mediol· » (sul rovescio, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « Banco I. / Tav: H. No: 12. / Jo: Ant: Rub: M. F. » (centrata su tre righe, sotto il dritto e il rovescio della medaglia, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Gabinetto delle datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

tavole corrispondenti

353

Medaglie nella Galleria di Firenze. » (centrata sul margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Udine » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. LXXXV (1816), IV, VI, II (1816, V, VII, pp. 408, 412)

482 (f. 71r) – Gabinetto delle Medaglie nella Galleria di Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 125; diametro dei due tondi figurati, di mm 40 ciascuno stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, qualche alone schiarito, tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  482 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 11. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a matita rossa, sopra il primo tondo) / « EPNH·ZHNOΣ· / ΕYPAINEI » (su un secondo rovescio della medaglia appartenente a Paolo III, lungo la circonferenza, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « Tav: H. No: 3. / Banco I. » (centrata su due righe, sotto il rovescio della medaglia, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « 12 » (centrata, a matita rossa, sopra l’altro tondo) / « cosmvs· med· r· pofloren· dvx· II » (sul dritto, nel giro della medaglia, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « Banco I. / Tav: V. No: 94. / di Pietro Paolo Galeotti. » (centrata su tre righe, sotto il dritto dell’altra medaglia, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Gabinetto delle Medaglie nella Galleria di Firenze. » (centrata sul margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Udine » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXXV (1816), XI, XII (1816, V, VII, p. 427) (cfr. nr. 480) datazione

483 (f. 71r) – Gabinetto delle Medaglie nella Galleria di Firenze disegnatore datazione tecnica dimensioni

Anonimo [Domenico Udine] entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 110 x 125; diametro del tondo figurato di mm 60

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354

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

stato di conservazione

buono; imbrunimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli, qualche foro di spillo iscrizioni «  483 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 10 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a matita rossa) / « propvgnatori italiae » (sul rovescio della medaglia coniata a Giovanni de’ Medici, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « Tav: T. No: 74. / Banco. I. » (centrata su due righe, sotto il tondo, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Gabinetto delle Medaglie nella Galleria di Firenze. » (centrata sul margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. LXXXV (1816), X (1816, V, VII, p. 420) note « È singolare la bella medaglia […], / in cui si vede una specie di contraffazione dalle meda / glie di Nerone e d’altri Imperatori, riconosciute sotto il titolo decursio ove / si trova questa precisa composizione »

484 (f. 71r) – Gabinetto delle Medaglie nella Galleria di Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 195 x 125; diametro dei primi due tondi figurati di mm 40 ciascuno; dei secondi due di mm 35 ciascuno; degli ultimi due di mm 30 ciascuno stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli superiori, qualche foro di spillo iscrizioni «  484 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 7. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a matita rossa, in corrispondenza di dritto e rovescio della prima medaglia) / « clemens· vii· pont· max· an· xi·m·dxxxiiii· » (sul dritto, nel giro della medaglia, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « clavdvnivr· belli· portæ » (sul verso, ove « la pace o l’abbondanza, incatenato il furore, bruciano le armi, soggetto che in quel secolo fu ripetuto in molti rovescj ad onore di buoni principi di genio pacifico », a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « Banco. I. / Tav. G. No. 4. / Di Benvenuto Cellini » (centrata su tre righe, sotto il dritto e il rovescio della prima medaglia, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « 8 » (centrata, a matita rossa, in corrispondenza di dritto e rovescio della seconda medaglia) / « ivlivs· ii· ligvr· p· m· » (sul dritto, nel giro della medaglia, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « contra· stimvlvm / ne· calcitres » (sul rovescio, raffigurante la Caduta di Saulo, centrata in basso su due righe, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « Banco I. / datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

tavole corrispondenti

355

Tav: G. No. 7. » (centrata su due righe, sotto il dritto e il rovescio della seconda medaglia, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « 9 » (centrata, a matita rossa, in corrispondenza di dritto e rovescio della terza medaglia) / « ·cosmus· med· ii· reip· flor· dux » (sul dritto, nel giro della medaglia, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « i: conscientia: et: fidvcia: fata: anim » (sul rovescio, nel giro della medaglia, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « Banco I. / Tav: T. No 81. / Di Domenico di Pola [leggi Polo] » (centrata su tre righe, sotto il dritto e il rovescio della terza medaglia, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Gabinetto delle Medaglie nella Galleria di Firenze. » (centrata sul margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Udine » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. LXXXV (1816), VII, IX, VIII (1816, V, VII, pp. 404, 422, 408)

485 (f. 71r) – Gabinetto delle Medaglie nella Galleria di Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 92 x 125; diametro del tondo figurato di mm 30 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli inferiori, qualche foro di spillo iscrizioni «  485 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 15 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a matita rossa) / « ·secvritas· p· r· » (nel giro della medaglia, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « Banco I. / Tav: H. No. 7. » (centrata su due righe, sotto il rovescio della medaglia, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Gabinetto delle Medaglie nella Galleria di Firenze. » (centrata sul margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Udine » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXXV (1816), XV (1816, V, VII, pp. 420, 427) (cfr. nr. 480) note « probabilmente co / niata dal Grechetto [Alessandro Cesari (Cesati)], in un rovescio di Paolo III. Quest’è tolta (come ri / flette anche il Venuti) da’ medaglioni di Ottone, di Vespasiano, di Geta, / di Tito, congiungendo assieme varj simboli relativi al medesimo soggetto » (p. 420) datazione

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356

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

486 (f. 71v) – Gabinetto delle Medaglie della Galleria di Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 100 x 190; diametro dei due tondi figurati, di mm 35 ciascuno stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, qualche alone, tracce e pieghe da adesivo agli angoli inferiore destro e superiore sinistro iscrizioni «  486 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 13 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a matita rossa, in corrispondenza del primo tondo); « 14 » (entro il margine superiore destro del foglio, a matita rossa, in corrispondenza del secondo tondo) « clem· VII· pont· max· » (sul dritto, nel giro della medaglia, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « ego· svm· iosefh· / frater· vester· » (sul rovescio, centrata in alto su due righe, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « Banco I. / Tav: G. No: 3. / Di Gio: Bernardi di Castel Bolognese » (centrata su tre righe, sotto il dritto e il rovescio della medaglia, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Gabinetto delle Medaglie della Galleria di Firenze. » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Tav: G. n. 7. » (più sotto, sul margine del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Udine » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXXV (1816), XIII, XIV (1816, V, VII, p. 422) datazione

487 (f. 71v) – Gabinetto delle Medaglie nella Galleria di Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 103 x 125; diametro dei due tondi figurati, di mm 40 ciascuno stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli superiori, qualche alone entro il margine inferiore iscrizioni «  487 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 4 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a matita rossa) / « philippus·II hispan·et noviorbis occidvi rex· » (sul dritto, nel giro della datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

tavole corrispondenti

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medaglia, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « IIΛVL » (sotto l’effigiato, in basso a destra guardando) / « pace· terra· mariq· composita· » (sul rovescio, a penna con inchiostro nero-bruno, del disegnatore) / « Banco II. / Tav: P. / Coniato da Paolo Poggi. / 1559 » (centrata su quattro righe, sotto il dritto e il rovescio della medaglia, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Udine » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. LXXXV (1816), II (1816, V, VII, p. 422)

488 (f. 72r) – Di Jean Goujon al Museo delle Antichità francesi a Parigi disegnatore

Anonimo [Joseph Albrier] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 183 x 310; riquadro della parte figurata di mm 225 x 80 stato di conservazione buono; imbrunimento disomogeneo – più chiara la parte interessata dal contatto col foglio 486 –, tracce da adesivo agli angoli, qualche piccola macchia bruna iscrizioni «  488. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « di Jean Goujon al Museo delle Antichità francesi a Parigi » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXXI (1816) (1816, V, VI, pp. 378-379, 383-384) (cfr. nr. 360) datazione

489 (f. 72r) – Jean Goujon a Parigi nel Museo. Bassorilievo disegnatore

Anonimo [Joseph Albrier] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 170; riquadro della parte figurata di mm 148 x 138 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento generalizzato, qualche piccola macchia bruna, tracce da adesivo agli angoli e fori di spillo lungo il margine superiore iscrizioni «  489. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Jean Goujon a Parigi nel Museo » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Jean Goujon » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXXIII (1816) (1816, V, VI, p. 380) datazione

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358

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

490 (f. 72r) – Jean Goujon nel Cortile del Louvre disegnatore

Anonimo [Joseph Albrier] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 140 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli superiori, un piccolo alone e fori di spillo lungo il margine superiore iscrizioni «  490. » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Jean Goujon nel Cortile del Louvre » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Jean Goujon » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXXIII (1816) (1816, V, VI, p. 380) datazione

491 (f. 72v) – Jean Goujon nella Fontana degli Innocenti a Parigi. Bassorilievo delle Nereidi della Fontana degli Innocenti disegnatore

Anonimo [Joseph Albrier] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 132 x 227; riquadro della parte figurata di mm 70 x 182 stato di conservazione buono; imbrunimento disomogeneo – più chiara la parte interessata dal contatto col foglio 494 –, e alcuni fori di spillo lungo il margine superiore iscrizioni «  491 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Jean Goujon nella Fontana degli Innocenti a Parigi » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXXIII (1816) (1816, V, VI, pp. 377, 380) datazione

492 (f. 72v) – Nel Museo a Parigi Jean Goujon. Bassorilievo con Apollo e Marsia (ora Parigi, Musée du Louvre, Département des Sculptures, inv. RF 3103) disegnatore datazione tecnica

50

Anonimo [Joseph Albrier]? 50 entro il 1816 disegno a contorno a grafite su carta avorio

 Sui disegni francesi cfr. p. 77.

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

359

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 152 x 165 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato – meno concentrato nella sottile sezione orizzontale di contatto col foglio di supporto 73r –, tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  492 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 2° » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a grafite) / « Nel Museo a Parigi Jean Goujon » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXXII (1816) (1816, V, VI, p. 380)

493 (f. 72v) – Jean Goujon nel Museo del Louvre. Cariatide, disegno tradotto in italiano disegnatore

Anonimo [Francesco Hayez?] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 120 stato di conservazione buono; qualche piccola macchia bruna iscrizioni «  493 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 4 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a grafite) / « Jean Goujon / nel Museo del Louvre » tavole corrispondenti Tav. LXXXII (1816) (cfr. nr. 499) (1816, V, VI, pp. 379-380) datazione

494 (f. 73r) – Chez Mr Le Noir aux Augustins. Piccolo bassorilievo della Diana di Poitiers presso il museo privato di Alexandre Lenoir disegnatore

Anonimo [Joseph Albrier?] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 117 x 178; riquadro della parte figurata di mm 96 x 162 stato di conservazione buono; sezione orizzontale di imbrunimento (c. 24 mm) lungo il margine superiore in corrispondenza del contatto col foglio di supporto 72v, qualche alone, alcuni fori di spillo iscrizioni «  494 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 3 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a grafite) / « Chez Mr Le Noir aux Augustins » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXXII (1816) (1816, IV, VII, p. 198; V, VI, p. 381, nt. 1) datazione

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

495 (f. 73r) – Aux Augustins. Nel giardino del Museo a Parigi. Diana, vista di fronte, disegno tradotto in italiano disegnatore

Anonimo [Domenico Udine?] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 124 x 193; riquadro della parte figurata di mm 107 x 175 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato e qualche ondulazione lungo il margine laterale sinistro, tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  495 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Aux Augustins » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara); « Nel giardino del Museo a Parigi » (di seguito, centrata, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXXIV (1816) (cfr. nr. 498) (1816, V, VI, p. 380) datazione

496 (f. 73r) – Aux Augustins. Nel giardino del Museo a Parigi. Diana, vista da tergo, disegno tradotto in italiano disegnatore

Anonimo [Domenico Udine?] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 126 x 194; riquadro della parte figurata di mm 107 x 175 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli, qualche foro di spillo iscrizioni «  496 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti Tav. LXXXIV (1816) (cfr. nr. 497) (1816, V, VI, p. 380) datazione

497 (f. 73v) – Aux Augustins. Nel giardino del Museo a Parigi. Diana, vista da tergo, disegno originale francese disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

Anonimo francese entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio, con lievi ombreggiature foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 206 x 260 buono; leggere ondulazioni lungo il margine inferiore

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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iscrizioni «  497 » (entro il margine

tavole corrispondenti

superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Disegno eseguito in Francia / che si è poi tradotto in Italiano » (sul margine inferiore destro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. LXXXIV (1816) (cfr. nr. 496) (1816, V, VI, p. 380)

498 (f. 73v) – Aux Augustins. Nel giardino del Museo a Parigi. Diana, vista di fronte, disegno originale francese disegnatore

Anonimo francese entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio, con lievi ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 206 x 247 stato di conservazione buono iscrizioni «  498 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti Tav. LXXXIV (1816) (cfr. nr. 495) (1816, V, VI, p. 380) datazione

499 (f. 74r) – Jean Goujon nel Museo del Louvre. Cariatide, disegno originale francese disegnatore

Anonimo francese entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 260 x 210 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli, alcune piccolissime macchie iscrizioni «  499 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Disegno originale Francese / tradotto al numero 493 in Ital. » (all’altezza del basamento della statua, entro il margine inferiore laterale destro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Jean Goujon » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXXII (1816) (cfr. nr. 493) (1816, V, VI, pp. 379-380) datazione

500 (f. 74r) – Bronzo al Museo del Louvre fuso dal Cellini per Fontainebleau, disegno originale francese 51 disegnatore datazione

51

Anonimo francese entro il 1816

  Si veda la traduzione italiana nel disegno 376, di mano di Udine.

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tecnica

disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 180 x 247; lunetta figurata di mm 105 x 217 stato di conservazione Buono iscrizioni «  500- » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Questi disegni [497-500] fatti eseguire in Francia fù d’uopo farli tradurre, malgrado che / mi sia servito di quanto di meglio esisteva in quella Capitale in punto disegnatori » (sotto la lunetta, centrata su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Benvenuto Cellini » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXVII (1816) (1816, V, III, p. 312) (cfr. nr. 376)

501 (f. 74v) – Nel Museo dei Monumenti Francesi di Germain Pilon. Le Tre Grazie disegnatore

Anonimo [Joseph Albrier] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 295 x 186 stato di conservazione buono; ingiallimento disomogeneo – concentrato nelle sezioni orizzontale superiore e mediana –, una piccolissima macchia bruna, e vari fori di spillo lungo il margine superiore iscrizioni «  501 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 1°- » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a grafite) / « 1500 » (sotto il gruppo statuario, in basso a destra, a grafite) / « Nel Museo dei Monumenti Francesi di Germain Pilon » (centrata, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXXII (1816) (1816, V, VI, p. 381) datazione

502 (f. 74v) – Bassorilievo di Germain Pilon raffigurante Valentine Balbiani morta sul fronte del sarcofago del monumento (già nella cappella del cancelliere René de Birague in Sainte-Catherine-du-Val-des-Écoliers, ora al Louvre) disegnatore datazione tecnica

Anonimo [Joseph Albrier] entro il 1816 disegno a contorno a grafite su carta avorio

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363

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 106 x 218; primo riquadro della parte figurata di mm 54 x 200; secondo di mm 40 x 187 stato di conservazione discreto; imbrunimento nella metà inferiore del foglio e lungo la sezione verticale del margine laterale sinistro per contatto col foglio di supporto 75r, qualche macchia bruna iscrizioni «  502 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Monument du Chancelier / Birague » (sotto il margine inferiore sinistro del riquadro figurato a grafite, su due righe) / « Germain Pilon » (di seguito, a grafite, di Cicognara) / « Germain Pilon » (sotto il margine inferiore destro del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « ivi » (sotto, più in basso) tavole corrispondenti Tav. LXXXIV (1816) (1816, V, VI, p. 381)

503 (f. 75r) – Pierre Bontemps nel Museo aux Augustins. Francesco I giacente disegnatore

Anonimo [Joseph Albrier] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 105 x 215 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato e tracce da adesivo agli angoli inferiori iscrizioni «  503 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « (P)ierre Bontemps. » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a grafite, ripassata a penna – non la prima consonante – con inchiostro bruno, di Cicognara); « Nel Museo aux Augustins » (di seguito, entro il margine inferiore destro, a grafite, ripassata a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LXXXIII (1816) (1816, V, VI, pp. 382-383) datazione

504 (f. 75r) – Statua giacente dell’ammiraglio Philippe de Chabot di Jean Cousin nel Museo dei Monumenti Francesi disegnatore

Anonimo [Joseph Albrier?] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 120 x 170 stato di conservazione discreto; imbrunimento generalizzato nella metà superiore del foglio; una macchia bruna all’angolo inferiore sinistro iscrizioni «  504 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 5 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a grafite) / « L’amirail [leggi Amiral] Chaban [leggi Chabot] » (centrata, sotto il basamento della datazione

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364

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tavole corrispondenti

statua, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « di Jean Cousin nel Museo de / Monumenti Francesi » (più in basso, entro il margine inferiore sinistro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno); « Jean Cousin 1505 » (di seguito, verso sinistra, a grafite, di Cicognara) Tav. LXXXII (1816) (1816, V, VI, pp. 384-385)

505 (f. 75v) – San Longino di Gian Lorenzo Bernini nella grande nicchia ricavata in uno dei pilastri (quello a destra dell’altare papale guardando) che circondano l’invaso della cupola di San Pietro a Roma disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1817 52 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 175 x 120 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli, una lacuna al margine superiore sinistro del foglio, qualche alone ingiallito iscrizioni «  505 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 4 » (più sotto, a grafite) / « del Bernini a S. Pietro in Roma – / Statua di Longino ai Piloni della Cupola » (centrata su due righe, sotto la statua, lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayes disn– » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tavv. III (1818), XLVII (1818) (1816, VI, III, p. 63) datazione

506 (f. 75v) – Frontespizio del terzo volume della Storia. Minerva infonde l’anima a Prometeo accanto al primo uomo da lui creato disegnatore

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi prima del 30 aprile 1817 tecnica disegno a contorno a grafite su carta vergata avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 139 x 100; ovale figurato di mm 90 x 67 stato di conservazione buono; qualche alone ingiallito, tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  506 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Frontispizio del 3.°Vol. della Storia – Minerva infonde / l’anima a Prometeo » (centrata su datazione

52   Hayez rimane a Roma sino al 1817, presumibilmente sino all’inizio del mese di giugno, quando assieme a Demin ritorna a Venezia; ovvio comunque pensare che abbia potuto anni prima eseguire le riprese, databili a non più tardi della fine del mese di maggio.

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

tavole corrispondenti

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due righe, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Inventò il Barufaldi » (di seguito, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Frontespizio (1818)

507 (f. 75v) – S. Bibiana del Bernini in Roma disegnatore

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro bruno, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 165 x 85 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli iscrizioni « 507. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « S.a Bibiana del Bernini in Roma » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Barufaldi disegnò » (al margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) 53 tavole corrispondenti Tav. I (1818) (1818, VI, III, p. 58; VI, IV, p. 85) datazione

508 (f. 75v) – Apollo e Dafne in Villa Borghese in Roma. Gruppo del Bernini disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 210 x 122 stato di conservazione buono; macchia da adesivo all’angolo superiore destro e una piccola macchia bruna iscrizioni «  508 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Apollo e Dafne in Villa Borghese in Roma / Gruppo del Bernini– » (centrata su due righe, sotto il gruppo statuario, lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Rinaldi » (al margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. I (1818) (1818, VI, III, p. 57) datazione

53   Vari disegni, a cominciare dal 507, pongono non pochi problemi in merito alla possibilità di stabilire sulla base di un’analisi calligrafica se la firma (in questo caso, come nel disegno 534 « Barufaldi disegnò ») – generalmente apposta entro il margine inferiore destro del foglio, a grafite, con bella grafia in corsivo – sia di mano del singolo disegnatore o di Cicognara. Ricorrendo per lo più analoghi alcuni caratteri scrittori (consonanti, vocali, altezza, inclinazione) è lecito ipotizzare per congettura che queste firme siano state vergate da Cicognara nel corso di una delle varie revisioni da lui operate sul codice: alcune iscrizioni, segnatamente le firme, appaiono infatti ripassate a penna con inchiostro bruno e consentono di riconoscere con evidenza i tratti ricorrenti della grafia cicognaresca consuetudinalmente impiegata.

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366

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

509 (f. 75v) – Ratto di Proserpina in Villa Ludovisi in Roma. Gruppo del Bernini disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro l’8 febbraio 1817 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero-bruno su carta vergata avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 212 x 163 stato di conservazione buono; diffusi aloni ingialliti e qualche piccola macchia bruna, tensioni lungo i margini laterali sinistro e superiore, traccia di una ripiegatura entro il margine inferiore iscrizioni «  509 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Ratto di Proserpina in Villa Ludovisi in Roma / Gruppo del Bernini » (centrata su due righe, sotto il gruppo statuario, lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Rinaldi » (al margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. II (1818) (1818, VI, III, p. 57) datazione

510 (f. 76r) – Sul ponte S. Angelo in Roma invenzione del Bernini disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio filigranata, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 175 x 124 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, qualche leggero alone ingiallito iscrizioni «  510 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Sul ponte S. Angelo in Roma Invenzione del Bernini » (sotto la statua, lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayes dis. » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. III (1818) (1818, VI, I, p. 22 ma cfr. VI, IV, p. 87) datazione

511 (f. 76r) – Santa Teresa di Bernini nella chiesa di Santa Maria della Vittoria a Roma disegnatore datazione tecnica

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi entro l’8 febbraio 1817 disegno a contorno a grafite su carta avorio, con ombreggiature

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

367

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 240 x 172 stato di conservazione discreto; ingiallimento generalizzato, varie alterazioni maculose imbrunite e schiarite, tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  511 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « S.a Teresa nella chiesa della Vittoria in Roma / Gruppo del Bernini » (su due righe, sotto il gruppo statuario, lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Barufaldi » (sul margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. IV (1818) (1818, VI, III, p. 65)

512 (f. 76r) – La Verità nel monumento di Alessandro VII in San Pietro in Roma 54 disegnatore

Anonimo [Francesco Hayez] entro il 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 175 x 125 stato di conservazione buono; qualche leggero alone ingiallito, segni di ripiegature iscrizioni «  512 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 2 » (di seguito, verso sinistra, a grafite) tavole corrispondenti Tav. III (1818) (1818, VI, III, p. 63) datazione

513 (f. 76r) – La Carità nel monumento di Alessandro VII in San Pietro in Roma 55 disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio filigranata, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 183 x 123 stato di conservazione buono; qualche leggero alone imbrunito, traccia di una ripiegatura al centro in orizzontale iscrizioni «  513 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Due Statue nel monumento di datazione

54 55

  Cfr. V. Golzio, Documenti artistici sul Seicento nell’Archivio Chigi, Roma 1939, pp. 107-147.  Ibid., pp. 108-109, 115-116.

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368

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tavole corrispondenti

Alessandro VII in S. Pietro in Roma / del Bernini » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayes disn » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. III (1818) (1818, VI, III, p. 63)

514 (f. 76v) – Santa Susanna di François Duquesnoy in Santa Maria di Loreto al Foro Traiano a Roma disegnatore

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 165 x 108 stato di conservazione buono; vari aloni ingialliti, qualche piccola macchia bruna, traccia di una ripiegatura lungo il margine laterale destro iscrizioni «  514 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Del Fiammingo Sa Susanna in S. M. di Loreto / al Foro Trajano in Roma » (sotto il basamento della statua, lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Barufaldi dis. » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. VII (1818) (1818, VI, III, pp. 78-79) datazione

515 (f. 76v) – Santa Cecilia di Stefano Maderno nell’omonima chiesa in Trastevere a Roma disegnatore

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta vergata avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 108 x 165 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  515 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « S.a Cecilia in Trastevere in Roma Scolpita da Stefano Maderno » (centrata sotto il basamento della statua, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Barufaldi » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. I (1818) (1818, VI, II, pp. 37-38) datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

369

516 (f. 76v) – Fuga di Attila di Alessandro Algardi, pala marmorea dell’altare dedicato a Leone Magno, nella cappella della Vergine della Colonna in San Pietro a Roma disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione iscrizioni

tavole corrispondenti

[Francesco] Hayez entro l’8 febbraio 1817 disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta spessa avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 350 x 240; parte figurata di mm 285 x 190 discreto; imbrunimento disomogeneo, diffusi aloni scuriti, pieghe lungo il margine inferiore laterale destro « 516 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Basso rilievo di Leone Papa e Atila [sic] / Scolpito dall’Algardi in S. Pietro a Roma » (centrata su due righe, sotto il margine inferiore sinistro della base della parte figurata, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayez » 56 (sul margine inferiore destro del foglio, a grafite, del disegnatore) Tav. V (1818) (1818, VI, III, pp. 73-75) 57

517 (f. 77r) – Sant’Andrea di François Duquesnoy nella grande nicchia ricavata in uno dei pilastri (quello a sinistra dell’altare papale guardando) che circondano l’invaso della cupola di San Pietro a Roma disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

[Francesco] Hayez entro l’8 febbraio 1817 disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, grafite, su carta avorio, con una lieve ombreggiatura foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 215 x 150 buono; imbrunimento disomogeneo, varie e diffuse macchie brune soprattutto entro il margine superiore, alcuni fori di spillo, e una ripiegatura nel margine laterale destro

56   La firma « Hayez » vergata a grafite sul margine inferiore destro del disegno 516 – come altresì nei disegni 517 (« Hayez » a grafite, ripassata poi a penna con inchiostro bruno « Hayes ») e 538 (« Hayez » a grafite, del disegnatore, su base documentaria – è sorprendentemente analoga a quella autografa dell’artista « Hayez al mio amico Maffei » che compare a penna con inchiostro bruno centrata verso destra entro il margine inferiore di un bozzetto eseguito intorno al 1840 per la Sala delle cariatidi in Palazzo Reale a Milano, disegno a grisaille acquerellato a bistro e seppia su carta – ovale di cm 37 x 56 -, incollato su un foglio di supporto rettangolare in carta ciano chiaro più spessa a passe-partout, di collezione privata, esposto in occasione della mostra Non ancora Italia. Temi risorgimentali dell’arte in Trentino, tenutasi presso le sale espositive di Torre Vanga dal 28 maggio al 9 ottobre 2011. Cfr. M. Botteri, Non ancora Italia, in Non ancora Italia. Temi risorgimentali dell’arte in Trentino, cat. a cura di L. Dal Prà, Trento 2011, pp. 15-33: 30. 57   Cfr. anche Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 4 [gennaio] 1817) ad Antonio Canova a Roma, in Canova, Epistolario (1816-1817) cit., pp. 601-603, nr. 542.

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370

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

iscrizioni «  517 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna

tavole corrispondenti

con inchiostro bruno) / « S. Andrea Statua del Fiammingo ai piloni della Cupola di S. Pietro in Roma » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayes » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara; appare in sottotraccia « Hayez », precedente iscrizione, a grafite, del disegnatore) Tav. VI (1818) (1818, VI, III, pp. 78-79)

518 (f. 77r) – Putti del Fiammingo nella Capella Filomarino a S. Apostoli in Napoli disegnatore

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi entro l’8 febbraio 1817 tecnica disegno a contorno a grafite su carta vergata avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 150 x 285; riquadro figurato di mm 85 x 260; l’attuale base del disegno deriva da due sezioni del medesimo sovrapposte e fatte combaciare oltre la sezione mediana, a destra guardando; base originaria, di mm 230 stato di conservazione buono; imbrunimento disomogeneo, macchie da adesivo agli angoli, vari aloni iscrizioni «  518 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Putti del Fiammingo nella Capella Filomarino / a S. Apostoli in Napoli » (sotto il margine inferiore destro del riquadro figurato, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Barufaldi dis » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara); la base originaria, di mm 230, reca, al margine inferiore destro del foglio, visibile sollevando la sezione di esso non completamente sovraincollata, la firma « Barufaldi », a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. VI (1818) (1818, VI, III, p. 78) datazione

519 (f. 77r) – Monumento Sepolcrale nella chiesa dell’Anima in Roma Scolpito dal Fiammingo. Due putti reggicortina disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi entro il 1817 disegno a contorno a grafite su carta vergata avorio, con ombreggiature foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 175 x 105

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

371

stato di conservazione

buono; macchie da adesivo agli angoli, vari aloni ingialliti, qualche lacuna al margine laterale sinistro, segni di ripiegature in più parti in orizzontale, qualche foro di spillo iscrizioni «  519 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Monumento Sepolcrale / nella chiesa dell’Anima in Roma / Scolpito dal Fiammingo - » (centrata su tre righe, entro il basamento, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Barufaldi » (sul margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. IV (1818) (1818, VI, III, p. 78)

520 (f. 77v) – Due Statue Scolpite dal Mocchi in Orvieto al Duomo. Annunciazione disegnatore

[Vincenzo] Sgualdi entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 205 x 265 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, qualche ondulazione entro i margini, e alcuni fori di spillo lungo il margine superiore iscrizioni «  520 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Due Statue Scolpite dal Mocchi / in Orvieto al Duomo » (su due righe, in basso a destra del basamento dell’Angelo annunciante, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Sgualdi dis » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. II (1818) (1818, VI, IV, pp. 88-89) datazione

521 (f. 77v) – Monumento di Galileo Galilei dei Foggini nella chiesa di Santa Croce a Firenze disegnatore

Raimondo Zaballi entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 305 (altri 40 sono coperti dal foglio 520) x 235 stato di conservazione buono; ingiallimento entro il margine inferiore del foglio, tracce da adesivo agli angoli, e alcuni fori di spillo iscrizioni «  521 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Sculture dei Foggini / in Sa Croce a / Firenze » (centrata su tre righe, in basso a destra del datazione

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372

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tavole corrispondenti

basamento del monumento, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « galilaeius galileius patric: flor. / geometriae astronomiae phlosopphiae [sic] maximus restitutor / nulli aetatis sue comparandus / hic bene quiescat / vix a LXXVIII a. CIC. IC. C .XXXI. / curantibus aeternum patrie decus / X. Viris patriciis sacrae huius aedis praefectis / munimentum a vincentio vivianio magistri cineri sibique simul / testamento f. i. / heres io. bapt. Clemens nellius io. bapt. Senatoris f. / libenti animo absoluit / an. CIC. IC. CC XXXVII. » (centrata sul basamento del monumento, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « In S: Croce di Firenze » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « Raimondo Zaballi dis: » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) Tav. X (1818) (1818, VI, I, p. 21; VI, IV, p. 100)

522 (f. 78r) – Bassorilievo d’argento brunito di Giovan Battista Foggini che decora l’urna di Sant’Andrea Corsini sull’altare della cappella Corsini nella chiesa di Santa Maria del Carmine a Firenze disegnatore

Raimondo Zaballi entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 305 x 265; parte figurata di mm 207 x 214 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato, qualche alone e foro di spillo, una piccola macchia bruna, qualche tensione lungo il margine laterale destro iscrizioni «  522 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « veniam / et appa / rebo // ante / faciem / domini » (entro la parte figurata, a penna con inchiostro nero, rispettivamente sulla pagina sinistra e destra del libro aperto retto da un angioletto, del disegnatore) / « magna est gloria eivs » (nel cartiglio retto dall’angioletto in basso al centro, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « In Firenze nella Cappella di S: Andrea Corsini al Carmine » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore); « Scultura del Foggini » (di seguito, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Raimondo Zaballi disegno » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. IX (1818) (1818, VI, I, p. 21; VI, III, pp. 77-78) datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

373

523 (f. 78r) – Sibilla di Giovanni Marchiori nel presbiterio della chiesa degli Scalzi (Santa Maria di Nazaret) a Venezia disegnatore

Anonimo [Vincenzo Sgualdi] entro il 1818 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 205 x 133 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli e qualche alone ingiallito iscrizioni «  523 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti Tav. XIII (1818) (1818, VI, IV, p. 108) datazione

524 (f. 78r) – Sibilla di Giovanni Marchiori nel presbiterio della chiesa degli Scalzi a Venezia disegnatore

[Vincenzo] Sgualdi entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 205 x 130 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli e qualche piccolissima macchia bruna iscrizioni «  524 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Due Statue del Marchiori in Venezia agli Scalzi » (sotto il basamento della statua, centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Sgualdi dis. » (al margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XIII (1818) (1818, VI, IV, p. 108) datazione

525 (f. 78v) – Sacra Famiglia assisa sulle nubi di Giuseppe Torretto nella chiesa degli Scalzi a Venezia disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

Anonimo [Vincenzo Sgualdi] entro il 1818 disegno a contorno a grafite su carta avorio, con ombreggiature foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 205 x 264 buono; leggere ondulazioni lungo i margini laterali, qualche piccolo alone ingiallito; una piccola attaccatura di ceralacca all’angolo superiore sinistro, resti del sigillo

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374

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

iscrizioni «  525 » (entro il margine

tavole corrispondenti

superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « di Gius. Toretto / Basso rilievo del Bonada / agli Scalzi in Venezia » (sul margine laterale inferiore destro del foglio, su tre righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XIII (1818) (1818, VI, IV, p. 108)

526 (f. 78v) – Basso rilievo di Giovanni Bonazza nella Capella del Rosario a S. Gio. e Paolo in Venezia. Presepio disegnatore

[Vincenzo] Sgualdi entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 225 x 305; riquadro della parte figurata di mm 125 x 245 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, una piccola macchia di inchiostro bruno, piccoli aloni ingialliti, qualche foro di spillo iscrizioni «  526 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Basso rilievo di Giovanni Bonazza nella Capella del Rosario / a S. Gio – e Paolo in Venezia » (sotto il margine inferiore destro del riquadro figurato, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Sgualdi dis. » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XIV (1818) (1818, VI, IV, p. 109)

527 (f. 79r) – Statua del Corradini Veneziano nella Capella Sansevero a Napoli. La Pudicizia disegnatore

Giov[ann]i Cammarano entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio, con lievi ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 310 x 240; riquadro della parte figurata di mm 247 x 180 stato di conservazione buono; piccoli aloni e macchie di ingiallimento, tracce da adesivo e pieghe agli angoli inferiori iscrizioni «  527 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Giov:i Cammarano » (entro il margine inferiore destro interno del riquadro figurato, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Statua del Corradini Veneziano nella Capella S. Severo [leggi Sansevero] / a Napoli. » (centrata su due righe, sotto il margine datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

tavole corrispondenti

375

inferiore destro esterno del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. VIII (1818) (1818, VI, IV, pp. 95-96)

528 (f. 79v) – San Paolo di Giuliano Finelli nella cappella del Tesoro di San Gennaro a Napoli disegnatore

Giov[ann]i Cammarano entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 315 x 239; riquadro della parte figurata di mm 247 x 180 stato di conservazione buono; piccoli aloni e macchie di ingiallimento, tracce da adesivo e pieghe agli angoli inferiori e lungo il margine in orizzontale iscrizioni «  528 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « di Giuliano Finelli in bronzo nella Capella di S. Gennaro – a Napoli » (centrata sotto il basamento della statua, entro il riquadro figurato, a grafite, di Cicognara) / « Giov:i Cammarano » (entro il margine inferiore destro interno del riquadro figurato, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. VIII (1818) (1818, VI, IV, p. 85) datazione

529 (f. 80r) – Del Sanmartino nella Capella Sansevero a Napoli. Cristo velato disegnatore

Giov[ann]i Cammarano entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 237 x 312; riquadro della parte figurata di mm 177 x 248 stato di conservazione buono; piccole macchie di ingiallimento, una lacuna all’angolo superiore sinistro del foglio, qualche piega lungo i margini laterali iscrizioni «  529 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Giov:i Cammarano » (entro il margine inferiore destro interno del riquadro figurato, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Del Sanmartino nella Capella Sansevero a Napoli » (centrata sotto margine inferiore esterno del riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. VIII (1818) (1818, VI, IV, p. 95) datazione

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376

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

530 (f. 80v) – Deposito del Doge Pesaro nella chiesa dei Frari a Venezia di Andrea Tirali disegnatore

[Pietro] Chevalier entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 370 x 270; parte figurata di mm 330 x 185 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, piccola fessurazione entro il margine inferiore sinistro del foglio, qualche foro di spillo iscrizioni «  530 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « hic revixit / anno / mdcl xit » (nella sezione superiore del monumento, nel basamento del sepolcro, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « ioannem / venetvm » / « vixit / annos / lxx » (nella sezione inferiore del monumento a sinistra guardando, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « pisavrvm / dvcem » / « devixit / anno / mdclix » (nella sezione inferiore del monumento a destra guardando, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « mdclxix » (centrata entro il margine laterale destro del foglio, a grafite) / « Chevalier dis » (leggibile a fatica sotto l’angolo inferiore sinistro del basamento del monumento, a grafite, di Cicognara) / « Musitelli incise » (leggibile a fatica sotto l’angolo inferiore destro del basamento del monumento, a grafite, di Cicognara) / « Deposito del Cav Pesaro nella chiesa dei Frari in Venezia di Badiss da Longhena » poi « Deposito del Doge Pesaro nella chiesa dei Frari a Venezia arche del Tirali » (centrata sotto il basamento del monumento, a grafite, ripassata e in parte variata a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « ---2---4–6–8–10 / Scala di Piedi 10. Veneti » (centrata, entro il margine inferiore del foglio, sul rapportatore, a penna con inchiostro nero, con le cifre indicative delle distanze e l’unità di misura usata a grafite, del disegnatore) / « Chevalier dis » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XI (1818) (1818, VI, IV, pp. 104-106) datazione

531 (f. 81r) – Deposito del Doge Valier nella chiesa di S Gio- e Paolo in Venezia di Baldassarre Longhena disegnatore datazione tecnica

[Pietro] Chevalier entro il 1818 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

377

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 385 x 260; parte figurata di mm 305 x 205 stato di conservazione buono; vari aloni ingialliti e qualche piccola macchia bruna iscrizioni «  531 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) « Chevalier Disegnò » (leggibile a fatica sotto l’angolo inferiore sinistro del basamento del monumento, a grafite, di Cicognara) / « Musitelli incise » (leggibile a fatica sotto l’angolo inferiore destro del basamento del monumento, a grafite, di Cicognara) / « Deposito del Doge Valier nella chiesa di S Gio- e Paolo in Venezia archit di Baldassarre Longhena » (centrata sotto il basamento del monumento, a grafite, ripassata a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Scala di Piedi 13. Veneti » (centrata, a grafite, leggibile a fatica sotto il rapportatore a penna con inchiostro nero, del disegnatore; non più visibili le cifre a grafite indicative delle distanze, del disegnatore) / « Chevalier dis. » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XII (1818) (1818, VI, IV, pp. 104-106 e nt. 1)

532 (f. 81v) – San Giacomo Minore di Angelo de’ Rossi in San Giovanni in Laterano a Roma disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 183 x 123 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, qualche alone ingiallito iscrizioni «  532 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 4 » (più in alto, a grafite) / « S. Giacomo minore di Angelo Rossi a S. Gio. Laterano in Roma » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Rinaldi » (più in basso, entro il margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tavv. VII (1818), XLVII (1818) (1818, VI, V, p. 146) datazione

533 (f. 81v) – San Bruno che rifiuta la mitra offertagli da un angioletto di René-Michel Slodtz, nella nicchia ricavata nel registro inferiore di uno dei pilastri nel transetto destro in San Pietro a Roma disegnatore datazione

[Rinaldo] Rinaldi entro l’8 febbraio 1817

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378

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tecnica

disegno a contorno a penna con inchiostro nero, grafite, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 187 x 120 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, alcune macchie e aloni imbruniti iscrizioni «  533. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 3 » (più in basso, a grafite) / « S. Brunone di Michele Slodtz in S. Pietro » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Rinaldi » (più in basso, entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. VII (1818) (1818, VI, V, p. 146)

534 (f. 81v) – San Bruno con le braccia conserte e la testa reclinata in atteggiamento riflessivo di Jean-Antoine Houdon, nella nicchia aperta nella parete destra del passaggio voltato verso la crociera in Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma disegnatore

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 170 x 84 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  534 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 2 » (più in basso, a grafite) / « Di M. Hudon alla Certosa in Roma » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Barufaldi disegnò » (più in basso, entro il margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?; il cognome del disegnatore è riscritto a penna con inchiostro bruno da Cicognara, lasciando il verbo a grafite « disegnò ») tavole corrispondenti Tav. VII (1818) (1818, VI, V, p. 146) datazione

535 (f. 81v) – Di Andrea Le Brun [leggi Pietro Pacilli] a S. Carlo al Corso in Roma. Giuditta disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi entro il 1818 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio, con rade ombreggiature foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 170 x 108

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

379

stato di conservazione

buono; tracce da adesivo agli angoli con alcune pieghe in quello superiore destro, qualche alone ingiallito lungo il margine laterale sinistro iscrizioni «  535 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 5 » (di seguito verso destra, a grafite) / « Di Andrea Le Brun a S. Carlo al Corso in Roma » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Baruf. » (al margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. VII (1818) (1818, VII, II, p. 233)

536 (f. 81v) – Di Pietro Pacilli [leggi André-Jean Lebrun] a S. Carlo al Corso in Roma. David disegnatore

Anonimo [Giovanni Antonio Baruf(f)aldi] entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 160 x 108 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, qualche alone ingiallito iscrizioni «  536 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 6 » (di seguito verso destra, a grafite) / « Di Pietro Pacilli a S. Carlo al Corso in Roma » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tavv. VII (1818), XLVII (1818) (1818, VI, V, p. 146; VII, II, p. 233) datazione

537 (f. 81v) – Pio VI di Agostino Penna alla Sagrestia Vaticana in Roma disegnatore

[Francesco] Hayez entro l’8 febbraio 1817 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 195 x 125 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, macchie da adesivo agli angoli, due fori di spillo iscrizioni «  537 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Pio VI di Agostino Penna alla Sagrestia Vaticana in Roma » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayes » (al margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. II (1818) (1818, VII, II, p. 233) datazione

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380

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

538 (f. 82r) – La Religione che flagella l’Eresia, gruppo statuario di Pierre Legros a fianco dell’altare della cappella di Sant’Ignazio nella chiesa del Gesù a Roma, a cornu epistolae disegnatore

[Francesco] Hayez entro l’8 febbraio 1817 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 225 x 190 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, qualche macchia ingiallita, fori di spillo entro il margine superiore iscrizioni «  537 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « iovann: / calvin: » / « mart: / lvther » (in corrispondenza di quelle nel monumento, a penna con inchiostro nero del disegnatore) / « Di Le Gros al Gesù in Roma / nella Capella di S. Ignazio » (centrata su due righe, lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayez » (entro il margine inferiore destro del foglio, a grafite, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. XIV (1818) (1818, VI, V, pp. 136-137) datazione

539 (f. 82r) – Bassorilievo di Simon Guillain nel Monumento a Luigi XIII e ad Anna d’Austria innalzato alla testata del Pont-au-Change di Parigi disegnatore

Joseph Albrier entro il 1818 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 170 x 285; parte figurata di mm 115 x 255 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, imbrunimento generalizzato – le linee schiarite visibili nella sezione laterale sinistra derivano dal contatto con l’inchiostro del foglio 537 che ha protetto dall’imbrunimento determinato dal contatto con i fogli 536 e 537 –; le linee brune visibili nella sezione laterale destra derivano invece dal contatto con l’inchiostro del foglio 535 iscrizioni «  539 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « S P Q R » (in alto a destra a grafite, come nel bassorilievo, del disegnatore) / « Di Simon Guillain 1600 al Museo de’ Monumenti Francesi a Parigi » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a grafite, ripassata a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Joseph Albrier dis. » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XV (1818) (1818, VI, V, p. 134) datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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540 (f. 82v) – Due cariatidi di Giacomo Sarazin al secondo piano dei Cortili interni del Louvre disegnatore

Anonimo [Vincenzo Sgualdi] entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 265 x 135 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, qualche alone ingiallito e qualche foro di spillo iscrizioni «  540 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti Tav. XVII (1818) (1818, VI, V, p. 135) datazione

541 (f. 82v) – Due cariatidi di Giacomo Sarazin al secondo piano dei Cortili interni del Louvre disegnatore

Anonimo [Vincenzo Sgualdi] entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 283 x 140 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, qualche foro di spillo iscrizioni «  541 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Quattro Cariatidi di Sarazien [leggi Sarazin] al Secondo / piano dei Cortili interni del Louvre » (centrata su due righe, entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XVII (1818) (1818, VI, V, p. 135) datazione

542 (f. 82v) – Bassorilievo del Monumento di Enrico di Bourbon-Condé che lo raffigura accompagnato da Gastone d’Orleans, Solone, Platone, Marco Aurelio e seguito da Dante, Petrarca, Michelangelo, Letellier, Bernini e Sarazin disegnatore datazione tecnica dimensioni

Anonimo [Joseph Albrier] entro il 1818 disegno a contorno a grafite su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 126 x 146; riquadro figurato di mm 100 x 120

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382

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

stato di conservazione

più che discreto; imbrunimento omogeneo concentrato oltre la metà sinistra del foglio, una piccola macchia bruna a metà del margine laterale destro, tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  542 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti Tav. XVII (1818) (1818, VI, V, p. 135)

543 (f. 82v) – Bassorilievo del Monumento di Enrico di Bourbon-Condé con un seguito d’armata, ossia bagagli e donne d’una marcia disegnatore

Anonimo [Joseph Albrier] entro il 1818 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 126 x 146; riquadro figurato di mm 100 x 120 stato di conservazione più che discreto; imbrunimento omogeneo concentrato nella sezione destra del foglio, qualche foro di spillo iscrizioni «  543 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Bassi rilievi al Museo dei Monumenti Francesi di Sarazin » (centrata, sotto il riquadro figurato, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara); « 1600 » (di seguito, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XVII (1818) (1818, VI, V, pp. 135-136) datazione

544 (f. 83r) – Gruppo del Milone di Crotone di Pierre Puget a Versailles disegnatore

Anonimo [Vincenzo Sgualdi] entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 260 x 210 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, qualche piccola macchia bruna, una sbavatura di inchiostro al margine inferiore sinistro; segni di ripiegature sopra l’angolo inferiore destro iscrizioni «  544 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Di Poujet [leggi Puget] a Versailles – Gruppo del Milone » (centrata sotto il basamento del gruppo, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XV (1818) (1818, VI, V, p. 141) datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

383

545 (f. 83r) – Leone che sbrana un cinghiale, bassorilievo di Michel Anguier nel Museo dei Monumenti Francesi disegnatore

Anonimo [Joseph Albrier] entro il 1818 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 171 x 132; riquadro della parte figurata di mm 130 x 95 stato di conservazione più che discreto; tracce da adesivo agli angoli, imbrunimento – per contatto col foglio di supporto 82v – concentrato entro i margini superiore e inferiore e lungo una striscia verticale parallela al margine destro del foglio, alcuni fori di spillo iscrizioni «  545. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 1600 » (sotto l’angolo inferiore destro della parte figurata, a grafite) / « Nel Museo de Monumenti Francesi » (centrata sotto il margine inferiore esterno della parte figurata, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara); « Germain Pilon » / « d’Anguier » (entro il margine inferiore destro, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XVI (1818) (1818, VI, V, pp. 134-135) datazione

546 (f. 83v) – Ratto di Proserpina di François Girardon nel Parco di Versailles disegnatore

Anonimo [Vincenzo Sgualdi] entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 262 x 210 stato di conservazione buono; qualche piccola macchia bruna, e alcuni fori di spillo iscrizioni «  546 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Gruppo di Bouchardon [leggi Girardon] a Versailles nel parco » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XV (1818) (1818, VI, V, p. 143) datazione

547 (f. 83v) – Statua di Voltaire nudo di Jean-Baptiste Pigalle al Louvre disegnatore datazione tecnica

Anonimo [Joseph Albrier] entro il 1818 disegno a contorno a grafite su carta avorio

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384

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 202 x 150 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli, piccolissime macchie di inchiostro bruno al centro iscrizioni «  547 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Statua di Voltaire di Pigal nel Louvre » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 1700 » (entro il margine inferiore destro, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XVI (1818) (1818, VI, V, p. 147)

548 (f. 84r) – Statua equestre di Guillaume Coustou con domatore americano. Uno dei Cavalli di Marly ora esposto nell’omonima corte del Louvre disegnatore

Anonimo [Vincenzo Sgualdi] entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 290 x 215 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli inferiori, una piccola macchia ingiallita iscrizioni «  548 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Gruppo Colossale Di Guglielmo Coustou a Parigi all’ingresso degli Elisi » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 1700 » (entro il margine inferiore destro, a grafite, di Cicognara); « Coustou » (di seguito, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XVI (1818) (1818, VI, V, p. 138) datazione

549 (f. 84v) – Quattro medagliette greche e una gemma equestri in Collezione Jacob Linckh disegnatore

Anonimo [Vincenzo Sgualdi] entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 142 x 174 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli (una piccola lacuna in quello inferiore sinistro) iscrizioni «  549 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 1 »; « 2 » / « 3 »; « 4 » (in senso datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

tavole corrispondenti

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orario, sopra ciascuna delle quattro medagline, a grafite) / « ΛAP[I] / ΣAIA » (nella prima medaglia d’argento di Larissa improntata con i cavalli tessali nazionali) / « AIΩN » (nella seconda medaglia d’argento di Larissa improntata con i cavalli tessali nazionali) / « ΣY » (nella terza medaglia tarentina che presenta il cavallo che si accinge al movimento) / (nessuna iscrizione nella quarta che mostra il posarsi sull’anca di un cavallo che arretra e volge a mezzo il suo corso, né sulla quinta) / « Medaglie antiche presso il Sigr Link [leggi Linckh] » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XVIII (1818), 1, 2, 3, 4, 5 (1818, VI, VI, pp. 157-158)

550 (f. 84v) – Tre protomi equine dai fregi del Partenone disegnatore

Anonimo [Vincenzo Sgualdi] entro il 1818 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 235 x 340 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato lungo il perimetro, fori di spillo lungo il margine superiore, tracce da adesivo agli angoli (una piccola lacuna in quello inferiore destro) iscrizioni «  550 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Dai Bassi rilievi del Partenone » (sul lato destro del foglio, poco più in basso della metà, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XVIII (1818) (1818, VI, VI, p. 158) datazione

551 (f. 85r) – Dalla Villa Albani. Frammento di un bassorilievo disegnatore

Anonimo [Vincenzo Sgualdi] entro il 1818 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 170 x 233 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, qualche piccola macchia bruna, qualche foro di spillo iscrizioni «  551 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Dalla Villa Albani – » (centrata sotto la parte figurata, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XVIII (1818) (1818, VI, VI, p. 158) non integralmente riprodotto datazione

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386

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

552 (f. 85r) – Dal Monumento di Filopapo presso l’arco di Adriano in Atene. Gruppo equestre disegnatore

Anonimo [Vincenzo Sgualdi] entro il 1818 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio, con lievi ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 125 x 200 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli, increspature nel margine superiore, qualche piccola macchia bruna, alcuni fori di spillo iscrizioni «  552 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Dal Monumento di Filopapo presso l’arco di Adriano in Atene » (sotto la parte figurata, lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XVIII (1818) (1818, VI, VI, pp. 158-159) datazione

553 (f. 85v) – Protome Carafa di Donatello, per l’incompiuto Monumento equestre ad Alfonso V d’Aragona (Napoli, Museo Archeologico Nazionale, inv. 4887) disegnatore

L[eopoldo] C[icognara] entro il 1818 tecnica disegno a contorno a matita nera, tracce di grafite, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 275 x 220 stato di conservazione discreto; imbrunimento disomogeneo, vari e diffusi aloni, macchie da adesivo agli angoli e tensioni in quelli superiori iscrizioni «  553 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « In alto 1 » (al centro, entro il margine superiore del foglio, a grafite, del disegnatore) / « Dal Bronzo Colossale / nel Reale Museo di Napoli » (centrata su due righe, in basso a destra, sotto la testa di profilo del cavallo, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « L. C » (al margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. XIX (1818) (1818, VI, VI, p. 159) (cfr. nr. 663; e nr. 569) datazione

554 (f. 85v) – Dal Cavallo di Nonio Balbo nel R. Museo di Napoli. Protome vista di profilo disegnatore datazione tecnica

L[eopoldo] C[icognara] entro il 1818 disegno a contorno a matita nera su carta avorio, con lievi ombreggiature

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

387

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 240 (di cui 20 coperti dal foglio 553) x 190 stato di conservazione buono; tracce da adesivo e tensioni all’angolo inferiore destro, qualche alone ingiallito e una piccola macchia bruna tondeggiante iscrizioni «  554. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « In alto 1 » (al centro, entro il margine superiore del foglio, a grafite, ricoperta dal margine inferiore del foglio 553) / « Dal Cavallo di Nonio Balbo / nel R. Museo di Napoli » (centrata su due righe, in basso a destra, sotto la testa del cavallo di profilo, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « L C » (al margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) tavole corrispondenti Tav. XX (1818) (1818, VI, VI, pp. 162-164)

555 (f. 86r) – Protome Medici (Testa Medici Riccardi) nella Galleria dei Bronzi a Firenze, vista di profilo e di fronte (ora Firenze, Museo Archeologico Nazionale, inv. 1639) disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 120 x 185 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, qualche piccola macchia bruna e qualche alone iscrizioni «  555 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 2 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a grafite) / « In Galleria dei Bronzi a Firenze » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a grafite, ricalcata a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Rinaldi » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) datazione

tavole corrispondenti

Tav. XIX (1818) (1818, VI, VI, p. 164)

556 (f. 86r) – Uno dei Cavalli di S. Marco a Venezia. Protome vista di profilo e di fronte disegnatore datazione tecnica

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1818 disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta vergata avorio

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388

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 124 x 184 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli e qualche alone ingiallito iscrizioni «  556 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 2 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a grafite) / « Uno dei Cavalli di S. Marco a Venezia » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Rinaldi » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XX (1818) (1818, VI, VI, p. 164)

557 (f. 86r) – Cavallo di Marco Aurelio in Roma. Protome vista di profilo e di fronte disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta vergata avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 125 x 190 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli e qualche piccola macchia bruna iscrizioni «  557. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 3 » (centrata entro il margine superiore del foglio, a grafite) / « Cavallo di Marco Aurelio in Roma » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Rinaldi » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XX (1818) (1818, VI, VI, p. 165) datazione

558 (f. 86v) – Statua equestre di Erasmo da Narni (il Gattamelata) di Donatello sulla piazza del Santo a Padova disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1818 [prima del febbraio 1814] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 153 x 170; riquadro della parte figurata di mm 135 x 153 stato di conservazione buono; un piccolo alone ingiallito, qualche foro di spillo iscrizioni «  558. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Cavallo di Bronzo di Donatello a S. Antonio in Padova Sulla piazza – » (lungo il margine datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

tavole corrispondenti

389

inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Rinaldi » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XXI (1818) (1818, VI, VI, pp. 176-177)

559 (f. 86v) – Statua equestre di Andrea Verrocchio sulla piazza dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 207 x 162 stato di conservazione buono; qualche foro di spillo iscrizioni «  559 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Cavallo di Bronzo a Venezia Sulla piazza di S. Gio. e Paolo di Andrea Verocchio » (centrata, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Rinaldi » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXI (1818) (1818, VI, VI, p. 178) (cfr. nr. 644) datazione

560 (f. 87r) – Statua equestre di Daniele Ricciarelli da Volterra, già nel cortile di Palazzo Rucellai a Roma, poi a Parigi (non più esistente) disegnatore

[Vincenzo] Sgualdi entro il 1818 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 205 x 168 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  560 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Di Daniele da Volterra, era in Parigi » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, verso il centro, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Sgualdi » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXII (1818) (1818, VI, VI, pp. 178-179) datazione

561 (f. 87r) – Statua equestre di Cosimo de’ Medici. Bronzo di Giambologna sulla piazza del Granduca a Firenze disegnatore datazione

[Francesco] Nenci entro il 1818 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811]

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390

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tecnica

disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 179 x 169 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato non omogeneo iscrizioni «  561 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Cosimo de Medici Bronzo di Gio. Bologna sulla Piazza del Granduca a Firenze » (centrata, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Nenci dis. » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXIII (1818) (1818, VI, VI, p. 180)

562 (f. 87v) – Statua equestre di Luigi XIV di François Girardon in Parigi disegnatore

Anonimo [Joseph Albrier] entro il 1818 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 165 x 145 stato di conservazione più che discreto; imbrunimento diffuso concentrato nella sezione laterale sinistra, tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  562 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Luigi XIV di Girardon era in Parigi » (centrata, lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 1600 » (entro il margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXII (1818) (1818, VI, VI, p. 188) datazione

563 (f. 87v) – Statua equestre di Luigi XV di Edmé Bouchardon in Parigi disegnatore

Anonimo [Vincenzo Sgualdi?] entro il 1818 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 165 x 143 stato di conservazione buono; qualche foro di spillo iscrizioni «  563 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Luigi XV di Bouchardon era in Parigi » (centrata, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXII (1818) (1818, VI, VI, pp. 189-190) datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

391

564 (f. 87v) – Statua equestre di Ranuccio Farnese a Piacenza disegnatore

Anonimo [Francesco Hayez?] entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta vergata avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 180 x 144 stato di conservazione discreto; ingiallimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli, aloni e piccole diffuse macchie brune iscrizioni «  564 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 4 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a grafite) / « Ranuccio » (in basso a sinistra, sotto la parte figurata, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXIV (1818) (1818, VI, VI, p. 182) datazione

565 (f. 87v) – Statua equestre di Alessandro Farnese a Piacenza disegnatore

Anonimo [Francesco Hayez?] entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta vergata avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 180 x 143 stato di conservazione discreto; ingiallimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli, aloni e piccole diffuse macchie brune iscrizioni «  565 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 2 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a grafite) / « Alessandro » (in basso a destra, sotto la parte figurata, a grafite, di Cicognara) / « Statue equestri di Alessandro e Ranuccio Farnesi [sic] in Piacenza / Bronzi del Mocchi » (centrata su due righe, lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXIV (1818) (1818, VI, VI, p. 182) datazione

566 (f. 88r) – Statua di Pietro il Grande di Falconet a Pietroburgo disegnatore datazione tecnica dimensioni

58

[Ferdinando] Dalla Valle entro il 1816 58 disegno a contorno a grafite, matita nera, su carta vergata avorio, con filigrana foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 195 x 195

  L’artista muore in quell’anno a Roma.

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392

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

stato di conservazione buono iscrizioni «  566 » (entro il margine

tavole corrispondenti

superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 3 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a grafite) / « Statua di Pietro il Grande di Falconet a Pietroburgo – » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Della Valle » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XXIV (1818) (1818, VI, VI, pp. 190-191)

567 (f. 88r) – Statua di Costantino al Vaticano del Bernini disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio filigranata, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 124 x 190 (di cui 30 coperti dal disegno 566) stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, qualche lieve ondulazione lungo il margine laterale destro e qualche foro di spillo iscrizioni «  567 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 1 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a grafite) / « Statua di Costantino al Vaticano del Bernini » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayes » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXIV (1818) (1818, VI, VI, pp. 187-188) datazione

568 (f. 88r) – Marco Aurelio in Campidoglio disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio filigranata, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 124 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli e qualche piccola macchia bruna tondeggiante iscrizioni «  568 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Marco Aurelio in Campidoglio – » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayes » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXIII (1818) (1818, VI, VI, pp. 170-171) datazione

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393

569 (f. 88r) – Napoleone modello di Canova. Monumento equestre a Napoleone Bonaparte imperatore disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio filigranata, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 125 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, vari aloni ingialliti iscrizioni «  569 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Napoleone modello di Canova » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayes » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXIII (1818) (1818, VI, VI, p. 178, nota 1) (cfr. nrr. 553, 663) datazione

570 (f. 88v) – Canova. Icaro e Dedalo in casa Pisani a Venezia disegnatore

[Luigi] Durantini entro il 1818 tecnica disegno a contorno a grafite, matita nera, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 240 x 220 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento; tracce da adesivo agli angoli, qualche piccola macchia bruna; ondulazioni lungo il margine laterale sinistro iscrizioni «  570 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Canova Icaro e Dedalo in casa Pisani / a Venezia » / « Durantini » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXV (1818) (1818, VII, III, p. 305) datazione

571 (f. 88v) – Canova. Adone e Venere presso il Marchese Berio in Napoli disegnatore

[Luigi] Durantini entro il 1818 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 250 x 210 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  571 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Canova / « Adone e Venere datazione

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394

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tavole corrispondenti

presso il / Marchese Berio in Napoli » (centrata su tre righe, entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Durantini » (sul margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) Tav. XXV (1818) (1818, VII, III, p. 239)

572 (f. 89r) – Canova. Modello di Basso rilievo presso l’autore 59. Le Opere di Misericordia, Insegnare agli ignoranti 60 disegnatore

Gio[vanni] de Min entro il 1817 61 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 235 x 250; riquadro della parte figurata di mm 220 x 235 stato di conservazione buono iscrizioni «  572 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Canova Modello di Basso rilievo presso l’autore » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Gio: de Min » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. XXXVIII (1818) (1818, VII, III, p. 290) (cfr. nr. 574) datazione

573 (f. 89r) – Canova. Modello di bassorilievo presso l’autore. Le Opere di Misericordia, Dar da mangiare agli affamati (o la Carità o le Opere buone) 62 disegnatore datazione tecnica dimensioni

Anonimo [Giovanni Demin (De Min)] prima dell’8 febbraio 1817 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 175 x 155 riquadro della parte figurata di mm 100 x 105

  Cfr. anche Cicognara, Storia 1818, VII, III, pp. 288-289.  « Insegnare agli ignoranti, 1795 / Gesso, 117 x 135 cm [Collezione Fondazione Cariplo] »; cfr. F. Mazzocca, Il genio di Canova nei bassorilievi Rezzonico. Tra epica omerica ed etica socratica, tra virtù cristiane e filantropia illuminata, in Da Canova a Boccioni. Le collezioni della Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo, cat. a cura di F. Mazzocca, Milano 2011, pp. 22-33: 33, fig. 13; E. Lissoni, ibid., p. 181, nr. I.12-13. 61   Demin rimane a Roma presumibilmente sino all’inizio del mese di giugno del 1817 quando, assieme ad Hayez, ritorna a Venezia; è ovvio comunque pensare che abbia potuto anni prima recarsi nell’atelier canoviano ad eseguire le riprese, databili a non più tardi della fine del mese di maggio. 62  « Dare da mangiare agli affamati, 1795 / Gesso, 120 x 133 cm [Collezione Fondazione Cariplo] »; cfr. Mazzocca, Il genio di Canova nei bassorilievi Rezzonico cit., pp. 22-33: 33, fig. 12; E. Lissoni, ibid., p. 181, nr. I.12-13. La figura del vecchio viene poi impiegata per la statua del Monumento funerario di Maria Cristina d’Austria (584). 59 60

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

395

stato di conservazione buono iscrizioni «  573 » (entro il margine tavole corrispondenti

superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) Tav. XXXVII (1818) (1818, VII, III, p. 290)

574 (f. 89r) – Canova. Modello di bassorilievo presso l’autore. Le Opere di Misericordia, Insegnare agli ignoranti (o la Buona Madre o la Scuola dei fanciulli) disegnatore

[Giovanni] Demin entro l’8 febbraio 1817 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 175 x 175; riquadro della parte figurata di mm 100 x 110 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli iscrizioni « 574 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Sgualdi » 63 (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a grafite, di Cicognara) / « Demin » (entro il margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXVIII (1818) (1818, VII, III, p. 290) (cfr. nr. 572) datazione

575 (f. 89v) – Canova. Modello di bassorilievo presso l’autore. Fasti di Socrate, Critone chiude gli occhi a Socrate 64 disegnatore

[Giovanni] Tognoli entro l’8 febbraio 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 240 x 355; riquadro della parte figurata di mm 120 x 275 stato di conservazione buono; leggeri aloni ingialliti e tracce da adesivo agli angoli; increspature entro i margini laterali iscrizioni «  575 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Modelli di bassi rilievi / presso l’autore » (sotto il margine inferiore destro del riquadro figurato, a grafite, su due righe, di Cicognara) / « Tonioli datazione

63   Autore è certamente Demin, nonostante rechi inspiegabilmente al margine sinistro e destro del foglio l’iscrizione a grafite apposta da Cicognara con i cognomi « Sgualdi » e « Demin ». 64   « Critone chiude gli occhi a Socrate, 1790-1792 / Gesso, 123 x 263 cm [Collezione Fondazione Cariplo] »; cfr. Mazzocca, Il genio di Canova nei bassorilievi Rezzonico cit., pp. 22-33: 32, fig. 11; E. Lissoni, ibid., pp. 180-181, nr. I.9-11, con bibliografia precedente; O. Stefani, I rilievi del Canova. Una nuova concezione del tempo e dello spazio, Milano 1990, cit., pp. 50-67, figg. 41-56.

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396

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tavole corrispondenti

disn » (al rigo sotto, a grafite, di Cicognara) / « Tognoli » (al margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) Tav. XXV (1818) (1818, VII, III, p. 289; 18242, VII, III, p. 207)

576 (f. 89v) – Canova. Modello di bassorilievo presso l’autore. Fasti di Socrate, Socrate beve la cicuta 65 disegnatore

Luigi Durantini entro l’8 febbraio 1817 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 165 x 275; riquadro della parte figurata di mm 75 x 185 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli e qualche alone di matita nera per contatto e trasferimento di colore con il foglio 580 iscrizioni «  576 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Luigi Durantini Romano disegnò » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. XXXIX (1818) (1818, VII, III, p. 290) datazione

577 (f. 90r) – Monumento sepolcrale di Clemente XIII in San Pietro a Roma disegnatore

[Giovanni] Tognoli entro l’8 febbraio 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 285 x 220 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli, una piccola lacuna al margine superiore destro e una piccola lacerazione all’angolo inferiore destro; qualche piega sul margine laterale destro e qualche foro di spillo iscrizioni «  577 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Monumento e dettagli in S. Pietro per Papa Rezzonico » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Tonioli dis » (al margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXVI (1818) (1818, VII, III, pp. 244-245) datazione

65   « Socrate beve la cicuta, 1787-1790 / Gesso, 123 x 263 cm [Collezione Fondazione Cariplo] »; cfr. Mazzocca, Il genio di Canova nei bassorilievi Rezzonico cit., pp. 22-33: 32, fig. 10; E. Lissoni, ibid., pp. 180181, nr. I.9-11, con bibliografia precedente; Stefani, I rilievi del Canova cit., pp. 50-67, figg. 41-56.

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397

578 (f. 90r) – Monumento sepolcrale di Clemente XIII, particolare del nr. 577 disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro l’8 febbraio 1817 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 120 x 145 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento, qualche foro di spillo iscrizioni «  578 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Rinaldi » (al margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. XXVII (1818) (1818, VII, III, pp. 244-245) datazione

579 (f. 90r) – Monumento sepolcrale di Clemente XIII, particolare del nr. 577 disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro l’8 febbraio 1817 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 115 x 141 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento, qualche foro di spillo iscrizioni «  579 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Rinaldi » (al margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. XXVII (1818) (1818, VII, III, pp. 244-245) datazione

580 (f. 90r) – Monumento sepolcrale di Clemente XIII, particolare del nr. 577 disegnatore

Anonimo [Francesco Hayez] entro l’8 febbraio 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio filigranata, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 125 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli, qualche alone entro i margini laterale sinistro e superiore, alcuni fori di spillo iscrizioni «  580 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti Tav. XXVII (1818) (1818, VII, III, pp. 244-245) datazione

581 (f. 90r) – Monumento sepolcrale di Clemente XIII, particolare del nr. 577 disegnatore datazione

Anonimo [Giovanni Tognoli] entro l’8 febbraio 1817

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398

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tecnica

disegno a contorno a grafite su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 205 x 140 stato di conservazione buono; qualche alone ingiallito e qualche foro di spillo iscrizioni «  581 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti Tav. XXVII (1818) (1818, VII, III, pp. 244-245) note il Genio della morte, alato e recante nella mano destra la fiaccola rovesciata, simbolo dello spegnersi della vita terrena, tocca uno dei momenti iconografici più inventivi di Canova, che crea una figura intermedia fra l’angelo cristiano e il genio classico dimensioni

582 (f. 90v) – Bassorilievo sepolcrale di María Ana de Silva-Bazán y Waldstein, contessa de Haro, figlia di Maria Anna von Waldstein-Wartenberg, IX marchesa di Santa Cruz disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

iscrizioni

tavole corrispondenti

[Giovanni] Tognoli entro il 1817 disegno a contorno a matita nera su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 257 x 225; parte figurata di mm 137 x 150 buono; leggero ingiallimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli, increspature entro i margini, qualche piccola macchia bruna tondeggiante « 582 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Monumento Sepolcrale della figlia / della Contessa S. Cruz. è ancora nello / Studio di Canova » (centrata su tre righe, entro il margine inferiore destro del foglio, sotto la parte figurata, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Toniolo » (al margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) Tav. XXIX (1818) (1818, VII, III, pp. 287-288) 66

583 (f. 90v) – Bassorilievo sepolcrale di Giovanni Falier nella chiesa di Santo Stefano a Venezia disegnatore datazione tecnica

Anonimo [Francesco Hayez] entro il 1818 disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio filigranata, con ombreggiature

66   Cfr. anche Malamani, Memorie del conte Leopoldo Cicognara tratte dai documenti originali cit., I, pp. 306-307; G. Ericani, Una nuova mostra per Antonio Canova. Il segno e la gloria, in Canova. Il segno della gloria cit., pp. 17-23: 20-23 e figg. 4-8.

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

399

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 183 x 120 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli e pieghe in quello superiore sinistro, un piccolo alone maculoso, qualche foro di spillo iscrizioni «  583 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Monumento / Falier – » (entro il margine inferiore destro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXVII (1818) (1818, VII, III, p. 286)

584 (f. 91r) – Monumento di Maria Cristina agli Agostiniani in Vienna disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione iscrizioni

tavole corrispondenti

[Luigi] Durantini entro l’8 febbraio 1817 disegno a contorno a grafite su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 262 x 240; riquadro della parte figurata di mm 255 x 233 buono; macchie da adesivo agli angoli, qualche piccolo alone ingiallito « 584 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « vxori. optimae / albertvs. » (centrata sullo stipite superiore dell’ingresso del mausoleo, su due righe, a grafite, del disegnatore) / « Monumento di Maria Cristina agli Agostiniani in Vienna » (centrata lungo il margine inferiore sinistro del foglio, sotto il riquadro figurato, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Durantini » (al margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) 67 Tav. XXXIV (1818) (1818, VII, III, pp. 281-284 e nt. 1)

585 (f. 91r) – Monumento di Maria Cristina agli Agostiniani in Vienna, particolare del nr. 584. Gruppo del cieco (o la Beneficenza) disegnatore datazione tecnica dimensioni

Anonimo [Vincenzo Sgualdi] entro l’8 febbraio 1817 disegno a contorno a grafite su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 262 (di cui 20 coperti dal foglio 584) x 205

67   Cfr. Lettere di Leopoldo Cicognara (Venezia 10 Giugno 1812 e 27 giugno 1814) ad Antonio Canova, in Lettere scelte dell’inedito epistolario di Antonio Canova cit., pp. [82]-85 (lettera 23), [101]-104 (lettera 28). Cfr. G. Pavanello, Dentro l’urne confortate di pianto. Antonio Canova e il Monumento funerario di Maria Cristina d’Austria, Verona 2012.

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400

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

stato di conservazione

iscrizioni tavole corrispondenti

buono; leggere tracce da adesivo all’angolo inferiore destro e qualche ondulazione entro il margine, qualche piccola macchia bruna « 585 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) Tav. XXXIX (1818) (1818, VII, III, pp. 281-282, 283-284, spec. 284; cfr. anche pp. 81-83, nt. 1) 68

586 (f. 91v) – Psiche presso la Corte di Baviera disegnatore

[Giovanni] Tognoli entro il 1818 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 126 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento, più evidente lungo il margine laterale sinistro, tracce da adesivo agli angoli con qualche piccola macchia iscrizioni «  586 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Psiche presso la Corte di Baviera » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Toniolo » (più sotto, sul margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. XXVIII (1818) (1818, VII, III, pp. 249-251) datazione

587 (f. 91v) – Amore e Psiche stanti per l’imperatrice Giuseppina disegnatore

[Giovanni] Tognoli entro il 1818 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 125 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento, più evidente lungo il margine laterale sinistro, tracce da adesivo agli angoli con qualche macchia e vari aloni schiariti; piccole macchie di inchiostro iscrizioni «  587 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Amore e Psiche per la Imp.ce Giuseppina » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Toniolo » (più sotto, sul margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. XXVIII (1818) (1818, VII, III, pp. 306-307) datazione

68   L’attribuzione a Sgualdi – più verosimilmente riferibile anche per la tecnica a Durantini (584) – deriva dal fatto che la tavola ove nella sezione superiore il disegno è inciso lo dichiara inequivocabilmente disegnatore (« Sguldi [leggi Sgualdi] dis. »).

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

401

588 (f. 91v) – Amore e Psiche giacenti (Psiche rianimata dal bacio di Amore), gruppo commissionato dal colonnello John Campbell, acquistato poi da Murat e posto nel Palazzo Reale di Compiègne disegnatore

[Giovanni] Tognoli entro il 1818 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 250 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento, tracce da adesivo agli angoli, una piccola lacerazione al margine laterale inferiore destro, piccole ondulazioni e pieghe lungo i margini; alcune piccole macchie tondeggianti schiarite iscrizioni «  588 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Amore e Psiche per Compiegne » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Toniolo » (più sotto, sul margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. XXIX (1818) (1818, VII, III, p. 306) datazione

[589 omesso] 590 (f. 92r) – Danzatrice con il dito al mento per Domenico Manzoni forlivese 69 disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

iscrizioni

tavole corrispondenti

[Francesco] Hayez entro il 1817 disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio, con ombreggiature (tratteggio a chiaroscuro) foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 182 x 122 buono; leggero imbrunimento, tracce da adesivo agli angoli, qualche piccola macchia bruna tondeggiante; leggera traccia di una ripiegatura in due parti, al centro del foglio in orizzontale « 590 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Danzatrice per Manzoni »  (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayes » (al margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XXX (1818) (1818, VII, III, pp. 297, 308) (cfr. nr. 592)

69   Il banchiere Domenico Manzoni di Forlì, amico di Pietro Giordani, si accordava nel 1811 per l’acquisto della Danzatrice col dito al mento che Canova aveva modellato nel 1809 e portato a termine nel 1814 – incisa nella Tav. XXX (1818) –, opera data per dispersa almeno sino al 2000; cfr. Lettera di Leopoldo Cicognara (Venezia 3 dicembre 1816) ad Antonio D’Este a Roma, in Mariuz, Leopoldo Cicognara ad Antonio Canova cit., pp. 52-56 (lettera IX): 53, 54, nt. 4, e pp. 54-56, ove in calce è riportata la risposta di Antonio D’Este cfr. G. Pavanello, Al servizio della “Corte di Moscovia”, in Capolavori nascosti dell’Ermitage. Dipinti veneti del Sei e Settecento da Pietroburgo, cat. a cura di I. Artemieva – G. Bergamini – G. Pavanello, Milano 1998, pp. 59-71: 71, nt. 21; E. Borsellino, Una ‘Danzatrice’ di Antonio Canova dispersa in Russia, in Paragone. Arte 49/19 [579] (1998), ser. III, pp. 3-29.

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402

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

591 (f. 92r) – Danzatrice con le mani sui fianchi commissionata da Joséphine de Beauharnais per la sua residenza alla Malmaison disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio, con ombreggiature (tratteggio a chiaroscuro) dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 183 x 123 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento, tracce da adesivo agli angoli, qualche piccola macchia bruna tondeggiante; leggera traccia di una ripiegatura in due parti, al centro del foglio in orizzontale iscrizioni «  591 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Danzatrice per Malmaison » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayes » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXX (1818) (1818, VII, III, p. 260) (cfr. nr. 593) datazione

592 (f. 92r) – Danzatrice che pone il dito al mento disegnatore

[Giovanni] Tognoli entro il 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 126 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento, tracce da adesivo agli angoli, e qualche piccolissima macchia bruna tondeggiante, qualche foro di spillo iscrizioni «  592 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 2 » (di seguito verso sinistra, a grafite) / « Toniolo » (sul margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. XXX (1818) (1818, VII, III, p. 297) (cfr. nr. 590) datazione

593 (f. 92r) – Danzatrice con le mani sui fianchi disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Giovanni] Tognoli entro il 1817 disegno a contorno a matita nera, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 125

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

403

stato di conservazione

buono; leggero imbrunimento, tracce da adesivo agli angoli, una piccola macchia bruna tondeggiante iscrizioni «  593 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 1 » (di seguito verso sinistra, a grafite) / « Toniolo » (sul margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. XXX (1818) (1818, VII, III, p. 254) (cfr. nr. 591)

594 (f. 92v) – Ebe per Lord Cawdor a Londra disegnatore

[Giovanni] Tognoli entro il 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 123 stato di conservazione discreto; imbrunimento generalizzato, macchie schiarite da adesivo agli angoli; qualche foro di spillo iscrizioni «  594 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 4 » (più in alto, a grafite) / « Ebe per Lord Cawdor a Londra » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Toniolo » (al margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. XXX (1818) (1818, VII, III, pp. 297, 309) datazione

595 (f. 92v) – Danzatrice con i cembali disegnatore

[Giovanni] Tognoli entro il 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera, grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 124 stato di conservazione buono; ingiallimento disomogeneo, tracce da adesivo agli angoli, qualche piccola macchia bruna tondeggiante, qualche foro di spillo iscrizioni «  595 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 3 » (più in alto a matita nera) / « Toniolo » (al margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. XXX (1818) (1818, VII, III, p. 254) datazione

596 (f. 92v) – Tersicore per Sommariva, Paride per Malmaison, Pace per Pietroburgo disegnatore datazione tecnica

[Luigi] Durantini entro il 1818 disegno a contorno a grafite su carta avorio

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404

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 222 x 325 (si tratta di due fogli congiunti, con base rispettivamente di mm 128 e 197) stato di conservazione discreto; tracce da adesivo agli angoli superiore e inferiore destro, aloni lungo i margini inferiore e superiore, qualche piccola macchia bruna di inchiostro, e alcuni fori di spillo iscrizioni «  596 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) « 1 » (centrata entro il margine superiore del foglio a sinistra guardando, a grafite) / « Tersicore per Sommariva » / « Paride per Malmaison » / « Pace per Pietroburgo » (centrate rispettivamente sotto il basamento di ciascuna delle tre statue, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Durantini » (al margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tavv. XXVIII (1818), XXXIV (1818), XLVII (1818) (1818, VII, III, pp. 260, 284, 297)

597 (f. 93r) – Ritratto di Letizia Ramolino Bonaparte in veste di Agrippina disegnatore

Anonimo [Francesco Hayez] entro l’8 febbraio 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio filigranata, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 122 x 183 stato di conservazione buono; vari e diffusi aloni ingialliti, alcuni fori di spillo, segni di una precedente ripiegatura entro il margine laterale sinistro iscrizioni «  597 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 4 » (più in alto a grafite) / « Mad.e Letizia Bonaparte » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXV (1818) (1818, VII, III, pp. 258, 297) datazione

598 (f. 93r) – Ritratto di Maria Luigia d’Asburgo-Lorena in veste di Concordia disegnatore

[Giovanni] Tognoli entro il 1818 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 126 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento, tracce da adesivo agli angoli e qualche macchia; qualche foro di spillo iscrizioni «  598 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 3 » (più in alto a grafite) / « La Concordia Rappresentante M.a Luigia Napoleone » (centrata lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

tavole corrispondenti

405

inchiostro bruno, di Cicognara) / « Toniolo » (al margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) Tav. XXXV (1818) (1818, VII, III, pp. 258, 263)

599 (f. 93r) – Ritratto sedente della principessa Leopoldina Esterházy Lichtenstein disegnatore

[Giovanni] Tognoli entro il 1818 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 125 stato di conservazione buono; imbrunimento disomogeneo, tracce da adesivo agli angoli, e qualche macchia schiarita iscrizioni «  599 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 2 » (più in alto, centrata, a grafite) / « La Contessa Esterasi [leggi Esterházy] » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Toniolo » (al margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. XXXV (1818) (1818, VII, III, pp. 262, 307) datazione

600 (f. 93r) – La Polinnia (Polimnia) per le Provincie Venete disegnatore

[Giovanni] Tognoli entro il 30 aprile 1817? tecnica disegno a contorno a matita nera su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 125 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento, tracce da adesivo agli angoli, qualche alone al margine inferiore iscrizioni «  600 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 1 » / « La Polinnia per le Provincie Venete » (centrata lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Toniolo » (al margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. XXXV (1818) (1818, VII, III, p. 308); cfr. [L. Cicognara], Omaggio delle Provincie Venete alla Maestà di Carolina Augusta Imperatrice d’Austria, a cura di B. Gamba, Venezia 1818, Tavv. I, II datazione

601 (f. 93v) – La Principessa Paolina Borghese disegnatore datazione tecnica

[Giovanni] Tognoli entro l’8 febbraio 1817 disegno a contorno a grafite su carta avorio

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 285 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, qualche foro di spillo, qualche piccola macchia bruna tondeggiante iscrizioni «  601 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « La Principessa Paolina Borghese » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Toniolo » (al margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXI (1818), ove tuttavia il disegno compare a firma di Durantini (1818, VII, III, p. 307)

602 (f. 93v) – La Ninfa pel Principe Reggente d’Inghilterra disegnatore

[Giovanni] Tognoli entro il 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 123 x 200 stato di conservazione discreto; imbrunimento generalizzato, macchie schiarite agli angoli in corrispondenza dell’adesivo, alcuni aloni, qualche foro di spillo iscrizioni «  602 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « La Ninfa pel Principe Reggente d’Inghilterra » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Toniolo » (al margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. XXXIII (1818) (1818, VII, III, p. 309) datazione

603 (f. 93v) – La Venere di Firenze (Venere Italica) disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro l’8 febbraio 1817 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 185 x 103 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, qualche piega lungo il margine laterale sinistro, qualche piccola macchia bruna, qualche foro di spillo iscrizioni «  603 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « La Venere di Firenze » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Rinaldi » (al margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. XXXI (1818) (1818, VII, III, pp. 254-255) datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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n.n. [603 bis] (f. 93v) – Testa della Venere Italica, particolare del nr. 603 disegnatore

Anonimo [Francesco Hayez] entro l’8 febbraio 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 80 (mm 125 di cui 45 coperti dal foglio 603) x 72 stato di conservazione buono; tracce da adesivo lungo il margine inferiore, un foro di spillo iscrizioni nessuna tavole corrispondenti Tav. XXXI (1818) (1818, VII, III, p. 254) datazione

604 (f. 94r) – Le Tre Grazie per Malmaison, viste di fronte (versione Beauharnais) disegnatore

[Giovanni] de Min entro il 1817 tecnica disegno a contorno a grafite, matita nera, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 355 x 245 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento, piccolissime diffuse macchie brune tondeggianti (foxing?), qualche piega e lieve ondulazione lungo i margini laterali iscrizioni «  604 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Le tre grazie per Malmaison » (centrata lungo il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « de Min disegnò » (centrata sotto il basamento del gruppo statuario, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. XXXII (1818) (1818, VII, III, p. 255) datazione

605 (f. 94v) – Perseo di Canova al Vaticano disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro l’8 febbraio 1817 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 207 x 160 stato di conservazione buono; qualche piccola macchia bruna, e alcuni fori di spillo iscrizioni «  605 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Rinaldi » (al margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXI (1818) (1818, VII, III, pp. 273, 307) (cfr. nr. 606) datazione

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408

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

606 (f. 94v) – Perseo di Canova al Vaticano disegnatore

[Francesco] Hayez entro l’8 febbraio 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio filigranata, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 183 x 120 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento, qualche piccola macchia bruna, tracce da adesivo agli angoli, pieghe e increspature lungo il margine laterale sinistro, qualche foro di spillo iscrizioni «  606 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Hayes » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a grafite, di Cicognara) / « Perseo di Canova al Vaticano » (lungo il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXI (1818) (1818, VII, III, pp. 273, 307) (cfr. nr. 605) datazione

607 (f. 94v) – Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore disegnatore

[Giovanni] Tognoli entro il 1817 tecnica disegno a contorno a grafite, matita nera, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 210 x 142 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli, alcune macchie schiarite iscrizioni «  607 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Tonioli » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXVIII (1818) (1818, VII, III, p. 269) (cfr. nr. 608) datazione

608 (f. 94v) – Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio filigranata, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 124 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli, qualche leggera increspatura lungo i margini laterali e qualche piccola macchia bruna; traccia di una precedente ripiegatura al centro in orizzontale iscrizioni «  608 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Napoleone » (centrata sotto la datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

tavole corrispondenti

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statua, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Hayes » (al margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) Tav. XXVIII (1818) (1818, VII, III, p. 269) (cfr. nr. 607)

609 (f. 95r) – Gruppo di Marte e Venere pel Principe Reggente d’Inghilterra, visto da tergo disegnatore

[Giovanni] Tognoli entro il 1818 tecnica disegno a contorno a matita nera, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 152 x 145 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, qualche piccola macchia ingiallita, alcuni fori di spillo iscrizioni «  609 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Gruppo di Marte e Venere pel Principe Reggente / d’Inghilterra » (centrata su due righe, sotto il gruppo statuario, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Tonioli » (al margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXIII (1818) (1818, VII, III, pp. 271-272) datazione

610 (f. 95r) – Gruppo di Marte e Venere pel Principe Reggente d’Inghilterra, visto di fronte disegnatore

[Giovanni] To[gnoli] entro il 1818 tecnica disegno a contorno a matita nera, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 252 x 153 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, diffuse piccole macchie di inchiostro bruno, alcuni fori di spillo iscrizioni «  610 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « To[niolo] » (all’angolo inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. XXXIII (1818) (1818, VII, III, pp. 271-272) datazione

611 (f. 95r) – Teseo per La Città di Milano. Teseo che ammazza il centauro disegnatore datazione tecnica

[Luigi] Durantini entro il 1818 disegno a contorno a grafite, matita nera, su carta avorio, con filigrana

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 240 x 240 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento lungo i margini laterali, e qualche piccolissima macchia bruna iscrizioni «  611 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Teseo per La Città di Milano » (sotto il gruppo statuario, entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Durantini » (al margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXVIII (1818) (1818, VII, III, p. 273)

612 (f. 95v) – Il pugilatore Creugante nel Museo Vaticano, visto da tergo disegnatore

[Giovanni] Tognoli entro il 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 125 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, alcune macchie brune, qualche foro di spillo iscrizioni «  612 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Toniolo » (entro il margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. XXXVI (1818) (1818, VII, III, pp. 275-276 e nt. 1, 278 e nt. 1 – Roma 1° maggio 1802 –; Pausania, Arcadia, p. 346) (cfr. nr. 613) datazione

613 (f. 95v) – Il pugilatore Creugante nel Museo Vaticano, visto da tergo disegnatore

[Giovanni] Tognoli entro il 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 125 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, leggero imbrunimento, qualche piccolissima macchia bruna tondeggiante e alcune increspature a metà del margine laterale destro iscrizioni «  613 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Pugillatori [sic] in / Vaticano » (sotto il basamento della statua, entro il margine inferiore destro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Toniolo » (più in basso, verso il centro, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. XXXVI (1818) (1818, VII, III, pp. 275-276 e nt. 1, 278 e nt. 1 – Roma 1° maggio 1802 –) (cfr. nr. 612) datazione

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614 (f. 95v) – Il pugilatore Damosseno nel Museo Vaticano, visto da sinistra disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio filigranata, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 192 x 122 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli, lievi increspature lungo il margine inferiore, qualche foro di spillo, leggera traccia di una precedente ripiegatura al centro in orizzontale iscrizioni «  614 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 2 » (in basso a sinistra in corrispondenza del polpaccio del pugilatore) / « Hayes » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XXXVI (1818) (1818, VII, III, pp. 275-276 e nt. 1) datazione

615 (f. 95v) – Il pugilatore Creugante nel Museo Vaticano, visto da destra disegnatore

[Giovanni] Tognoli entro il 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 134 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli con lievi increspature, qualche foro di spillo iscrizioni «  615 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Toniolo » (entro il margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. XXXVI (1818) (1818, VII, III, pp. 275-276 e nt. 1) datazione

616 (f. 96r) – Gruppo colossale con Ercole che scaglia Lica nel mare, in Casa Torlonia a Roma (ora alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna) disegnatore

[Luigi] Durantini entro il 1818 tecnica disegno a contorno a grafite, matita nera, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 281 x 214 stato di conservazione buono; qualche piccola macchia bruna tondeggiante e qualche foro di spillo iscrizioni «  616 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Ercole e Lica in Casa Turlonia datazione

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412

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tavole corrispondenti

[sic] a Roma » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Durantini » (centrata, al margine inferiore del foglio, a grafite, di Cicognara) / « Dura[ntini] » (tagliata al margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) Tav. XXXVII (1818) (1818, VII, III, pp. 277-278)

617 (f. 96r) – Ettore disegnatore

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi entro il 1818 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 100 stato di conservazione buono; tracce da adesivo all’angolo inferiore sinistro e superiore destro iscrizioni «  617 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Ettore » (a sinistra, sotto il basamento della statua, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Barufaldi » (sul margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. XXXVI (1818) (1818, VII, III, pp. 264, 273, 280) datazione

618 (f. 96r) – Ajace disegnatore

[Giovanni Antonio] Baruf(f)aldi entro il 1818 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 204 x 113 stato di conservazione buono; un alone bruno all’angolo inferiore sinistro del foglio, tracce di grafite entro il margine laterale destro superiore per contatto col foglio 614; un foro di spillo iscrizioni «  618 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Ajace » (centrata sotto il basamento della statua, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Barufaldi » (sul margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. XXXVI (1818) (1818, VII, III, pp. 264, 273, 280) datazione

619 (f. 96v) – Modello Colossale della Religione disegnatore datazione tecnica

[Vincenzo] Sgualdi entro il 1818 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio, con ombreggiature

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413

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 311 x 208 stato di conservazione buono; ingiallimento non omogeneo iscrizioni «  619 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Modello Colossale della Religione » (sotto il basamento della statua in basso a destra, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Sgualdi dis. » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tavv. XLV (1818), XXVI (1818) (1818, VII, III, pp. 299, 309) (cfr. nr. 642)

620 (f. 97r) – Testa dell’Apollo Vaticano disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio filigranata, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 187 x 124 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli iscrizioni «  620 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Hayes » (sopra l’angolo inferiore sinistro del foglio, a grafite, di Cicognara) / « 3 » (subito sotto, a grafite) / « Apollo Vaticano » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XL (1818) (1818, VII, III, pp. 268, 307) datazione

621 (f. 97r) – Testa del Perseo di Canova disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio filigranata, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 123 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli e qualche increspatura iscrizioni «  621 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Hayes » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a grafite, di Cicognara) / « Perseo Canova » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XL (1818) (1818, VII, III, p. 268) datazione

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414

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

622 (f. 97r) – Testa della Venere di Canova disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio filigranata, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 189 x 124 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli, alcuni aloni ingialliti e qualche piega; leggerissima traccia di una precedente ripiegatura al centro in orizzontale iscrizioni «  622 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Hayes » (sopra l’angolo inferiore sinistro del foglio, a grafite, di Cicognara) / « 2 » (subito sotto, a grafite) / « 3 » (sotto, a grafite) / « Venere Canova » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XL (1818) (1818, VII, III, p. 284) datazione

623 (f. 97r) – Testa della Venere Medicea disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio filigranata, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 123 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli; leggerissima traccia di una precedente ripiegatura al centro in orizzontale iscrizioni «  623 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Hayes » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a grafite, di Cicognara) / « 4 » (subito sotto, a matita nera) / « Venere deMedici [sic] » (entro il margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XL (1818) (1818, VII, III, p. 240) datazione

624 (f. 97v) – Testa del pugilatore Creugante disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

[Francesco] Hayez entro il 1817 disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio, con ombreggiature foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 125 buono; macchie da adesivo agli angoli; leggerissima traccia di una precedente ripiegatura al centro in orizzontale;

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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aloni di matita nera entro il margine laterale destro per contatto e trasferimento di colore col disegno 629 iscrizioni «  624 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 2 » (in basso a sinistra, a grafite) / « Hayes » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a grafite, di Cicognara) / « Pugillatore [sic] Canova » (entro il margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLI (1818) (1818, VII, III, p. 276)

625 (f. 97v) – Testa del Gladiatore Combattente di Villa Borghese disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio filigranata, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 125 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli, increspature lungo la parte superiore del margine laterale sinistro; alcune ripiegature entro il margine laterale sinistro; aloni di matita nera entro il margine laterale destro per contatto e trasferimento di colore col disegno 628 iscrizioni «  625 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 1 » (in basso a sinistra, a grafite) / « Hayes » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a grafite, di Cicognara) / « Gladiatore Combattente » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLI (1818) (1818, VII, III, pp. 275, 294) datazione

626 (f. 97v) – Testa del Centauro morente di Canova disegnatore

Anonimo [Francesco Hayez] entro il 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 124 x 150 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, qualche increspatura e ondulazione lungo i margini inferiore e superiore, una piccola macchia bruna tondeggiante iscrizioni «  626 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 4 » (sotto la testa, a grafite) / « Centauro del Teseo » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a grafite, di Cicognara) / « Centauro Canova » (entro il margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLI (1818) (1818, VII, III, pp. 273, 280) datazione

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416

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

627 (f. 97v) – Testa del Laocoonte disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 122 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli e una piccola lacuna in quello inferiore sinistro iscrizioni «  627 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 3 » (sotto la testa, a grafite) / « Hayes » (centrata, entro il margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara) / « Laocoonte » (entro il margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLI (1818) (1818, VII, III, p. 280) datazione

628 (f. 98r) – Germanico disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio filigranata, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 184 x 121 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli, qualche piccola macchia bruna tondeggiante, e qualche alone di matita nera per contatto con il foglio 625 e conseguente trasferimento di colore iscrizioni «  628 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Germanico » (centrata entro il margine inferiore sinistro del foglio, a grafite, di Cicognara) / « Hayes » (entro il margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti non inciso (1818, VII, III, p. 262) datazione

629 (f. 98r) – Gladiatore Combattente disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

[Francesco] Hayez entro il 1817 disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio filigranata, con ombreggiature foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 184 x 124 buono; macchia da adesivo all’angolo inferiore destro, alcune pieghe lungo la metà superiore del margine laterale

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

417

sinistro, qualche alone di matita nera per contatto con il foglio 624 e conseguente trasferimento di colore iscrizioni «  629 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Hayes » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a grafite, di Cicognara) / « Gladiatore Combattente » (entro il margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti non inciso (1818, VII, III, pp. 275, 294)

630 (f. 98r) – Gruppo nell’atrio di fianco alla Minerva in Roma. Ercole che combatte con il leone nemeo sul fronte di una copia romana di sarcofago attico, particolare del Monumento sepolcrale di Giovanni Arberini nella cappella Frangipane e Maddaleni-Capiferro in Santa Maria sopra Minerva disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

iscrizioni

tavole corrispondenti

Anonimo [Francesco Hayez] entro il 1817 disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 125 x 187 buono; tracce da adesivo agli angoli, ingiallimento lungo il margine inferiore, diffusi aloni di matita nera per contatto con i fogli 626, 627 e conseguente trasferimento di colore « 630 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Gruppo nell’atrio di fianco alla Minerva in Roma » 70 (centrata, entro il margine inferiore del foglio, a grafite, di Cicognara) non inciso

631 (f. 98r) – Agrippina di Campidoglio disegnatore datazione tecnica

[Giovanni Antonio] Baruffaldi entro il 1818 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con lievi ombreggiature

70   Nella parete sinistra della cappella Frangipane e Maddaleni-Capiferro (già cappella di San Tommaso d’Aquino, poi Rustici e Cenci), posta fra il vestibolo e la sacrestia della basilica romana di Santa Maria sopra Minerva, la seconda a sinistra guardando l’altare maggiore, si trova il Monumento sepolcrale di Giovanni Arberini con la figura del defunto giacente (cfr. 648) sopra una copia romana di sarcofago attico raffigurante Ercole che combatte il leone nemeo. Il disegno, titolato da Cicognara ma privo di firma è, su base stilistica, certamente di mano di Hayez; non inciso nell’atlante illustrativo della Storia e in assenza di ulteriori indizi documentari risulta databile entro il 1817, prima della fine del mese di maggio. Cfr. La Basilica di Santa Maria sopra Minerva, Roma-Genova 2001, p. 29, fig. 53; M. A. Levi, Ercole e Roma, Roma 1997; P. Zander, L’immagine di Ercole nella basilica di San Pietro in Vaticano, in Ercole il fondatore dall’antichità al Rinascimento, cat. a cura di M. Bona Castellotti – A. Giuliano, Milano 2011, pp. 68-77: 75, fig. 5; C. Kryza-Gersch, ibid., pp. 112-113, nr. 11; P. Panazza, ibid., pp. 120-121, nrr. 13-14.

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 162 x 205 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, qualche piccolissima macchia bruna tondeggiante e alcune schiarite, alcuni fori di spillo iscrizioni «  631 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Agrippina di Campidoglio » (centrata, entro il margine inferiore del foglio, a grafite, di Cicognara) / « Baruffaldi » (al margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. XLIII (1818) (1818, VII, III, p. 262) (cfr. nr. 636)

632 (f. 98v) – Venere Medicea disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 182 x 111 stato di conservazione buono, macchie da adesivo agli angoli e qualche piccolissima macchia bruna tondeggiante iscrizioni «  632 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Venere Medicea » (entro il margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara) / « Rinaldi » (sul margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tav. XLIII (1818) (1818, VII, III, p. 240) datazione

633 (f. 98v) – Atleta in Galleria di Firenze disegnatore

[Domenico] Udine entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 193 x 123 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento disomogeneo e vari aloni schiariti, tracce da adesivo agli angoli, qualche foro di spillo iscrizioni «  633 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « In Galleria / di Firenze » (entro il margine inferiore destro del foglio, su due righe, a grafite, di Cicognara) / « Atleta » (centrata sotto il basamento della statua, sul margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio, del disegnatore) / « Udine » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLIII (1818) (1818, VII, III, p. 269) datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

419

634 (f. 98v) – Apollo Vaticano disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1817 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con leggere ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 187 x 125 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli superiori, qualche alone ingiallito, soprattutto lungo il margine laterale destro, e qualche foro di spillo; qualche alone di matita nera derivante dal contatto con il foglio 639 iscrizioni «  634 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Apollo Vaticano » (entro il margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara) / « Rinaldi » (sul margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti Tavv. XLII (1818), XL (1818) (1818, VII, III, pp. 268, 307) (cfr. nr. 639) datazione

635 (f. 98v) – Bassorilievo sepolcrale allusivo al culto di Cerere posto nella parte sotto lo scalone quadrato di Palazzo Barberini disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione

iscrizioni

tavole corrispondenti

[Francesco] Hayez entro il 1817 disegno a contorno a matita nera, tracce di grafite, su carta vergata avorio, con filigrana foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 125 discreto; macchie da adesivo agli angoli, qualche piccola macchia ingiallita e qualche foro di spillo; leggerissimo alone di matita nera derivante dal contatto con il foglio 638 « 635 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Basso rilievo / per le scale Barberi / ni » (entro la parte figurata, in basso al centro, su due righe, a grafite, di Cicognara) / « Hayes » (sul margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara) Tav. XLII (1818) (1818, VII, III, p. 287) 71

636 (f. 99r) – Agrippina di Campidoglio disegnatore datazione

[Francesco] Hayez entro il 1817

71   Cfr. anche O. G[erhard], in Annali dell’Instituto di corrispondenza archeologica per l’anno 1829. Fascicoli II. III. Annales de l’Institut de corrispondance archéologique […], Roma 1829, pp. 138-139.

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420

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tecnica

disegno a contorno a matita nera, tracce di grafite, su carta vergata avorio filigranata, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 122 x 183 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, ingiallimento lungo il margine inferiore, alcune macchie e aloni ingialliti iscrizioni «  636 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Agrippina di / Campidoglio » (entro il margine inferiore destro del foglio, su due righe, a grafite, di Cicognara) / « Hayes » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLIII (1818) (1818, VII, III, p. 262) (cfr. nr. 631)

637 (f. 99r) – Leone di Barberini. Bassorilievo nel ripiano d’ingresso dell’appartamento di Anna Barberini, nella parte inferiore della muraglia d’ambito della loggia ad arco trionfale disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio filigranata, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 122 x 190 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, qualche piccolissima macchia ingiallita tondeggiante; traccia di una precedente ripiegatura al centro lungo l’altezza iscrizioni «  637 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Leone di Barberini » (entro il margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara) / « Hayes » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLII (1818) (1818, VII, III, p. 245) datazione

638 (f. 99r) – Testa dell’Apollo Vaticano, particolare del nr. 634 e (variato) del nr. 639 disegnatore

Anonimo [Francesco Hayez] entro il 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta vergata avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 140 x 108 stato di conservazione buono; traccia da adesivo all’angolo inferiore sinistro iscrizioni «  638 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti Tav. XL (1818) (1818, VII, III, pp. 268, 307) datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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639 (f. 99r) – Apollo Vaticano disegnatore

[Francesco] Hayez entro il 1817 tecnica disegno a contorno a matita nera, tracce di grafite, su carta vergata avorio filigranata, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 184 x 122 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli e qualche increspatura; leggero ingiallimento iscrizioni «  639 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 3 » (in basso entro il margine laterale sinistro del foglio, a grafite, di Cicognara) « Hayes » (sopra il margine inferiore sinistro del foglio, a grafite, di Cicognara) / « Apollo Vaticano » (sopra il margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLII (1818) (1818, VII, III, pp. 268, 307) (cfr. nr. 634) datazione

640 (f. 99v) – Altare con bronzi di Girolamo Campagna in S. Giorgio Maggiore a Venezia disegnatore

[Giovanni] Demin entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, sottotraccia di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 315 x 244 stato di conservazione buono; alcuni aloni ingialliti concentrati nel basamento della parte figurata e lungo il margine inferiore, qualche foro di spillo e alcune pieghe lungo il margine laterale destro iscrizioni «  640 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « …...1 2 3 4 5 10 15 20 » (sotto il basamento dell’altare, con solo le cifre indicative delle distanze sul rapportatore, a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Altare con Bronzi di Girolamo Campagna / in S. Giorgio Maggiore a Venezia » (entro il margine inferiore destro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Demin dis. » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLVIII (1818) (1818, VI, III, p. 67) datazione

641 (f. 100r) – Apostolo sull’architrave del presbiterio in San Marco di Pierpaolo e Jacobello dalle Masegne, particolare dell’iconostasi disegnatore datazione

[Vincenzo] Sgualdi entro il 1813, poi 1818

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tecnica

disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 190 x 130 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, qualche piccolissima macchia di inchiostro iscrizioni «  641 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 3 » (centrata sotto la base della statua, a matita rossa) / « Uno degli Apostoli di Pietro Paolo e Jacobello Veneziani / in S. Marco a Venezia » (centrata su due righe, entro il margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Sgualdi – » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti Tavv. XLVI (1818) (1813, III, VI, p. 435)

642 (f. 100r) – Modello Colossale della Religione di Canova disegnatore

[Giovanni] Tognoli entro il 1818 tecnica disegno a contorno a matita nera, sottotraccia di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 200 x 125 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli inferiore sinistro e superiore destro iscrizioni «  642 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Canova » (sul margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Toniolo » (sul margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara?) tavole corrispondenti ripetuto (non inciso); cfr. Tav. XLV (1818) e nr. 619 – che, come peraltro la tavola, non riporta invece le iscrizioni sulla colonna – (1818, VII, III, pp. 299, 309) datazione

[642-668] « Tutti li seguenti disegni / O sono ripetuti, ovvero non sono stati pubblicati nella Storia » (centrata su due righe, fra i primi due e i secondi due disegni incollati sul f. 100r, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara)

643 (f. 100r) – Statua femminile con cornucopia (Abundantia) nella nicchia sul pianerottolo a metà della seconda scala del Collegio del Palazzo Ducale a Venezia disegnatore datazione

Anonimo [Luigi Zandomeneghi] entro il 1818

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

423

tecnica

disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 160 x 110 stato di conservazione buono; tracce da adesivo all’angolo superiore sinistro, e una macchia di inchiostro bruno in basso, al margine laterale destro iscrizioni «  643 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « .D.G. » (centrata nel basamento della statua a penna con inchiostro nero) / « .F.S.P.F. » (centrata sotto il basamento della statua a penna con inchiostro nero, del disegnatore) / « Il moschini [sic] pretende voglia dire Francesco Segalino Padre fece / Ma di Domenico Guidi scolaro / dell’Algardi nato nel 1628 / morto nel 1700. » (sotto il basamento della statua, su quattro righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « In Palazzo al secondo ramo di scala » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti non inciso (1818, VI, III, p. 133)

644 (f. 100r) – Bronzo del Verocchio a Venezia disegnatore

[Luigi] Zandome[ne]ghi entro il 1818 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 152 x 167 stato di conservazione buono; imbrunimento generalizzato, qualche piccolo alone imbrunito iscrizioni «  644- » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Bronzo del Verocchio a Venezia » « vedi n.o 559. » (lungo il margine inferiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Zandome[ne]ghi dis. » (sul margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti non inciso; cfr. Tav. XXI (1818) e nr. 559 (1818, VI, VI, p. 178) datazione

645 (f. 100v) – Pietà di Ippolito Scalza nel duomo di Orvieto disegnatore datazione tecnica dimensioni

Anonimo [Ferdinando Dalla Valle? Francesco Hayez?] entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio, con ombreggiature foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifi-

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

lato lungo i quattro lati, di mm 228 x 195; riquadro della parte figurata di mm 159 x 126 stato di conservazione buono; qualche alone ingiallito iscrizioni «  645 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Deposizne scolpita dallo / Scalza in Orvieto » (entro il margine inferiore destro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti non inciso (1813, II, IV, p. 203; 1816, V, III, p. 326)

646 (f. 100v) – San Matteo di Ippolito Scalza (ma di Pietro Francavilla su modello di Giambologna) 72 nel duomo di Orvieto (ora Orvieto, Museo dell’Opera del Duomo, chiesa di Sant’Agostino) disegnatore

Anonimo [Ferdinando Dalla Valle? Francesco Hayez?] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 172 x 117; riquadro della parte figurata di mm 145 x 86 stato di conservazione buono; qualche alone ingiallito iscrizioni «  646 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Dello Scalza / in Orvieto » (entro il margine inferiore destro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti non inciso (1813, II, IV, p. 203; 1816, V, III, p. 326) datazione

647 (f. 100v) – San Tommaso di Ippolito Scalza nel duomo di Orvieto (ora Orvieto, Museo dell’Opera del Duomo, chiesa di Sant’Agostino) disegnatore

Anonimo [Francesco Hayez?] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, matita nera, tracce di grafite, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 170 x 115 stato di conservazione buono; qualche alone ingiallito iscrizioni «  647 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Dello Scalza / in Orvieto- » (entro il margine inferiore destro del foglio, su due righe, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti non inciso (1813, II, IV, p. 203; 1816, V, III, p. 326) datazione

72   L’opera è una variazione del San Luca in bronzo che Giambologna fuse per una nicchia esterna di Orsanmichele a Firenze. La differenza più evidente è l’aggiunta dell’angelo, attributo iconografico di San Matteo, inserito su richiesta dei Soprastanti dell’Opera; compiuta non a Orvieto ma a Firenze, l’opera vide la realizzazione affidata a Giambologna per il solo bozzetto mentre la statua in marmo fu scolpita da Pietro Francavilla, come peraltro dichiarato dalla firma.

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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648 (f. 101r) – Lastra tombale 73 disegnatore

Anonimo [Ferdinando Dalla Valle?] entro il 1816 [non più tardi della prima metà del mese di giugno] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 182 x 112 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli, qualche piccola macchia tondeggiante iscrizioni «  648 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti non inciso datazione

649 (f. 101r) – Dottore della chiesa, statua trasformata in figura virile laureata, nello stradone del Poggio Imperiale, scolpita da Niccolò di Pietro Lamberti per la facciata di Santa Maria del Fiore (ora Firenze, Museo dell’Opera del Duomo) disegnatore

Anonimo [Domenico Udine] entro il 1813 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con leggere ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 150 x 85 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  649 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 2 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Andrea Pisano » (entro il margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti ripetuto; cfr. Tav. XXXII (1813) e nr. 43 (1813, III, VII, p. 448) datazione

73   Qualora di mano di Ferdinando Dalla Valle verosimilmente delineata (ma non utilizzata) entro la prima metà del giugno 1816, l’effigie giacente sinteticamente abbozzata non corrisponde, come lascerebbe ipotizzare la geografia delle riprese, alla figura di Giovanni Arberini che, nel sepolcro quattrocentesco della cappella Frangipane e Maddaleni-Capiferro in Santa Maria sopra Minerva riposa su una copia romana di sarcofago greco nel quale è scolpita una delle fatiche di Ercole (cfr. 630), lasciando piuttosto intravedere i lineamenti scolpiti nella lastra tombale del pavimento a destra entrando nella medesima cappella; cfr. R. Montel, Le « Casale » de Boccea, d’après les archives du Chapitre de Saint-Pierre (fin XIVe-fin XVIe siècle), in Mélanges de l’Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes 97/2 (1985), pp. 605726: 686-687, nt. 170.

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

650 (f. 101r) – Dottore della chiesa, statua trasformata in figura virile laureata, nello stradone del Poggio Imperiale, scolpita da Piero di Giovanni Tedesco per la facciata di Santa Maria del Fiore (ora Firenze, Museo dell’Opera del Duomo) disegnatore

Anonimo [Domenico Udine] entro il 1813 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio, con leggere ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 150 x 85 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, qualche foro di spillo iscrizioni «  650 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 1 » (entro il margine superiore sinistro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Andrea Pisano » (entro il margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti ripetuto; cfr. Tav. XXXII (1813) e nr. 44 (1813, III, VII, p. 448) datazione

651 (f. 101r) – Niello del marchese Malaspina a Pavia disegnatore

Anonimo [Ferdinando Dalla Valle?] entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 86 x 111; riquadro figurato di mm 50 x 80 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli inferiori iscrizioni «  651 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « LAV / RA » (entro la parte figurata, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) / « F. Francia » (entro il margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti ripetuto; cfr. Tav. XLIII (1813) e nr. 166 (1813, III, V, pp. 413-414) datazione

652 (f. 101r) – Statua sedente di Bonifacio VIII, nel giardino del marchese Giuseppe Stiozzi Ridolfi già Riccardi di Valfonda a Firenze, scolpita da Arnolfo di Cambio per la facciata di Santa Maria del Fiore (ora Firenze, Museo dell’Opera del Duomo) 74 disegnatore datazione

74

Anonimo [Domenico Udine] entro il 1813 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811]

  Vedi disegno 45.

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

427

tecnica

disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 125 x 90 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, una macchia bruna tondeggiante iscrizioni «  652 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Andrea Pisano » (entro il margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti ripetuto; cfr. Tav. XXXII (1813) e nr. 45 (1813, III, VII, p. 448)

n.n. [651 bis] (f. 101r) – Niello del marchese Malaspina a Pavia disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione iscrizioni tavole corrispondenti

Anonimo [Ferdinando Dalla Valle?] entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro bruno-grigio, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 86 x 111; riquadro figurato di mm 51 x 75 buono; macchie da adesivo agli angoli e qualche alone ingiallito « LAV / RA » (entro la parte figurata, a penna con inchiostro bruno-grigio, del disegnatore) ripetuto; cfr. Tav. XLIII (1813) e nr. 166 (1813, III, V, pp. 413-414)

653 (f. 101r) – Nella tribuna del duomo di Firenze. San Luca Evangelista disegnatore

Anonimo [Francesco Nenci? 75]

datazione

entro il 1813 [prima dell’aprile 1810 ed entro il giugno 1811] disegno a contorno a penna con inchiostro bruno su carta vergata avorio filigranata, con ombreggiature foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 130 x 82 buono; traccia di una precedente ripiegatura sotto il centro in orizzontale

tecnica dimensioni

stato di conservazione

75   Francesco Nenci – ma invero Domenico Udine – è autore dichiarato del San Luca Evangelista che compare nel disegno 82; il disegno 653, anonimo e probabilmente di mano di Nenci, presenta nel tratto notevoli affinità stilistiche con i disegni 104, 105 e 106, di mano invece di Niccola Monti. Per congettura ho inizialmente ritenuto che il 653, replica a penna con inchiostro bruno del San Giovanni Evangelista, non pubblicato, potesse essere di mano di Rinaldi, sulla base della geografia delle riprese effettuate da quest’ultimo nella capitale toscana (cfr. 555, 603 e 632), in aggiunta a quelle condotte in ambito veneziano, padovano e romano.

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

iscrizioni «  653 » (entro il margine tavole corrispondenti

superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) ripetuto; cfr. Tav. XXXII (1813) e n. 82 (1813, III, V, pp. 400-401)

654 (f. 101r) – Fianco della Sedia del bronzo di Vincenzo Danti in Perugia (particolare del nr. 359) disegnatore

Anonimo [Leopoldo Cicognara] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a grafite su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 155 x 113 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli, qualche foro di spillo iscrizioni «  654 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Fianco della Sedia del bronzo / di Vincenzo Danti in Perugia / Vedi disegno 359- » (centrata su tre righe, entro il margine superiore del foglio, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti non inciso; cfr. Tav. LXVIII (1816) e nr. 359 (1816, V, III, p. 315) datazione

655 (f. 101r) – San Cristoforo disegnatore

Anonimo [Ferdinando Dalla Valle?] entro il 1816 [non più tardi della prima metà del mese di giugno] tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 170 x 105 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato iscrizioni «  655. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti non inciso; cfr. Tav. XII (1816) e nr. 215 (1816, IV, III, pp. 63-65; IV, VI, pp. 135-136) datazione

656 (f. 101v) – Nella porta di bronzo di Castel Novo a Napoli disegnatore datazione tecnica dimensioni

Anonimo [Emanuele Ascione?] entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 260 x 255; riquadro della parte figurata di mm 196 x 196

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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stato di conservazione

buono; tracce da adesivo agli angoli, qualche ondulazione lungo i margini laterali, piccole macchie brune tondeggianti e una più evidente di inchiostro; segni di una precedente ripiegatura in più parti lungo l’altezza dei margini laterali iscrizioni «  656 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nella porta di bronzo / di Castel Novo a / Napoli » (entro il margine inferiore destro del foglio, su tre righe, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti non inciso

657 (f. 101v) – Monete bizantine disegnatore Anonimo datazione

entro il 1813 disegno a contorno a penna con inchiostro bruno su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 120 x 180 stato di conservazione buono; leggero ingiallimento soprattutto nella sezione sinistra – per contatto con il foglio 660 – tracce da adesivo agli angoli e qualche piccolo alone maculoso; increspature entro il margine superiore iscrizioni «  657 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno); di difficile riporto le iscrizioni che compaiono a penna con inchiostro bruno, del disegnatore, rispettivamente sul dritto e sul rovescio delle quattro monete bizantine tavole corrispondenti non inciso tecnica

658 (f. 102r) – Nella porta di Castel Novo a Napoli disegnatore

Anonimo [Emanuele Ascione?] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 265 x 262; riquadro della parte figurata di mm 196 x 196 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli, vari aloni ingialliti, increspature e ondulazioni lungo il margine laterale sinistro; segni di una precedente ripiegatura in più parti lungo l’altezza dei margini laterali iscrizioni «  658 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nella porta di Castel Novo / a Napoli » (entro il margine inferiore destro del foglio, su due righe, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti non inciso datazione

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

659 (f. 102r) – Ritratto di Carlo Andrea Caracciolo di Giuliano Finelli disegnatore

Anonimo [Francesco Hayez] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 151 x 106 stato di conservazione buono; ingiallimento generalizzato, tracce da adesivo agli angoli e qualche alone maculoso; la foratura ospitata lungo il margine laterale sinistro informa trattarsi di un foglio originariamente rilegato in un taccuino da disegno iscrizioni «  659 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « A S. Giovanni a Carbonata [leggi Carbonara] / nel Sepolcro di Zanazano [leggi Sannazzaro] » (centrata su due righe, sotto l’effigie a mezzo busto, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore; la parola è cancellata a grafite da Cicognara) « a Napoli » (a fianco, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti non inciso datazione

660 (f. 102r) – Busto del Bembo Scolpito dal Vittoria disegnatore

[Rinaldo] Rinaldi entro il 1816 tecnica disegno a contorno a matita nera, tracce di grafite, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 136 x 120; riquadro che incornicia l’effigie di mm 115 x 100 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, una piccola macchia bruna tondeggiante iscrizioni «  660 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Busto del Bembo Scolpito dal Vittoria » (centrata entro il margine inferiore del foglio, a grafite, di Cicognara) / « Rinaldi » (al margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara) / « In S. Antonio a Padova » (centrata sotto il margine inferiore del disegno, sul foglio di supporto, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti non inciso datazione

661 (f. 102v) – Busto di Tad[d]eo Pepoli Scolpito da Properzia de Rossi disegnatore datazione tecnica dimensioni

Anonimo [Tommaso Minardi?] entro il 1816 disegno a contorno a grafite su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente

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rifilato lungo i quattro lati, di mm 292 x 203; riquadro che incornicia il busto di mm 200 x 125 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, leggero ingiallimento omogeneo iscrizioni «  661 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Busto di Tadeo [sic] Pepoli / Scolpito da Properzia de Rossi / S. Petronio in Bologna » (entro il margine inferiore destro del foglio, su tre righe, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti non inciso

662 (f. 102v) – Capitello di pilastro composito modellato da Marchionne Aretino per la pieve di Santa Maria in Arezzo disegnatore

Anonimo [Martino? Romanelli] entro il 1813 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro grigio-bruno, sottotraccia di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 146 x 180 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli iscrizioni «  662 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) tavole corrispondenti ripetuto; cfr. Tav. XIII (1813) e nr. 85 (1813, III, II, p. 325) datazione

663 (f. 103r) – Protome Carafa di Donatello disegnatore

Anonimo [Leopoldo Cicognara] entro il 1818 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 328 x 220 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, leggero ingiallimento generalizzato, qualche alone ai margini e due piccole macchie brune tondeggianti iscrizioni «  663 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « Cavallo Colossale di / Bronzo in Napoli » (su due righe, a grafite, entro il margine inferiore destro del foglio, di Cicognara) tavole corrispondenti ripetuto; cfr. Tav. XIX (1818) e nr. 553 (1818, VI, VI, p. 159) (cfr. nr. 569) datazione

664 (f. 103r) – Capitello di pilastro composito modellato da Marchionne Aretino per la pieve di Santa Maria in Arezzo disegnatore datazione

Anonimo [Martino? Romanelli] entro il 1813

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

tecnica

disegno a contorno a penna con inchiostro grigio-bruno, sottotraccia di grafite, su carta avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 134 x 180 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli superiori, qualche ondulazione entro il margine laterale sinistro iscrizioni «  664- » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « Nella pieve / d’Arezzo – » (entro il margine inferiore destro del foglio, su due righe, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti non inciso (1813, III, II, p. 325)

665 (f. 103v) – Bassorilievo con l’ingresso trionfale del re Alfonso al centro della trabeazione che corona l’attico nell’Arco di Trionfo al Castel Nuovo in Napoli disegnatore

Anonimo [Emanuele Ascione] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, inchiostro grigio, tracce di grafite, su carta vergata bruna, incollata – e incorniciata da una banda a penna con inchiostro turchese profilata a inchiostro nero – su carta vergata avorio a passe-partout (forse una versione precedente del disegno) dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 247 x 300; finta cornice azzurra di mm 180 x 240; parte figurata (foglio in carta bruna) di mm 175 x 235 stato di conservazione buono; ingiallimento lungo i margini, qualche macchia in quello inferiore sinistro, alcuni fori di spillo, segni di ripiegature in più parti in orizzontale e qualche ondulazione entro il margine inferiore iscrizioni «  665 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « ALFONSVS REX HISPANVS SICVLVS ITALICVS / PIVS CLEMENS INVICTVS » (centrata sotto il margine inferiore del riquadro figurato, su due righe, a penna con inchiostro bruno, del disegnatore) tavole corrispondenti ripetuto; cfr. Tav. XXV (1816) e nr. 245 (1816, IV, V, pp. 119-120) datazione

666 (f. 104r) – Monumento funebre di Lodovico Aldemaresco già nel chiostro di San Lorenzo a Napoli, ora fra la prima e la seconda cappella a destra entrando nella chiesa disegnatore datazione tecnica

Gennaro Trolli entro il 1816 disegno a contorno a penna con inchiostro grigio-bruno, inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta vergata avorio, con filigrana

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 510 c. x 350; al margine superiore del foglio, nella sezione riproducente la sommità centinata del monumento, una sutura di mm 87 rinforzata con un tassello applicato sul ritto avvicina due lembi lacerati della carta stato di conservazione discreto; macchie da adesivo agli angoli, ingiallimento omogeneo nella sezione mediana della parte figurata per contatto e trasferimento di colore con il foglio 665, diffuse macchie di inchiostro e aloni soprattutto lungo i margini (foxing?) e qualche piega iscrizioni «  666 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « 12……6……1……2..[…]..8 » (al margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio-bruno, del disegnatore; assente, sottintesa in metri, l’indicazione dell’unità di misura usata; le cifre indicative delle distanze sul rapportatore procedono con intervalli uguali da 1 a 8) / « aloisivs »; « antonivs »; « perottvs »; « galeottvs » (centrate sotto il basamento delle quattro statue che sostengono il sarcofago, a penna con inchiostro grigio-bruno, del disegnatore) / « viri sortissimi [sic] germaniq fratres ex alde moriscor familia nobilivm nidi / svb caroli iii regis avspiciis mervere .anno d. m. ccc. lxxx. » (centrata nella sezione inferiore del monumento, su due righe, a penna con inchiostro grigio-bruno, del disegnatore) / « Gennaro Trolli » (al margine inferiore destro del foglio – ripiegata –, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) tavole corrispondenti non inciso; cfr. Tav. LV (1816) e nr. 311 (1816, IV, VII, p. 191; 1813, III, VII, p. 468)

667 (f. 104v) – Monumento funebre di Diomede Carafa conte di Maddaloni nel cappellone del Crocifisso in San Domenico Maggiore a Napoli disegnatore

Anonimo [Gennaro Trolli] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro grigio-bruno, inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 492 x 335 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli, imbrunimento generalizzato, increspature entro il margine inferiore, qualche piccola macchia iscrizioni «  667 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « n…6…1……2..[…]..10 » (al margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio-bruno, del disegnatore; assente, sottintesa in metri, l’indicazione dell’unità di misura usata; le cifre indicative delle distanze sul rapportatore procedono con intervalli uguali da 1 a 10) / « hvic / virtvs gloriam / gloria immortalitatem / comdatazione

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

paravit »

tavole corrispondenti

(centrata su quattro righe, nel sepolcro, a penna con inchiostro grigio-bruno, del disegnatore, incompleta) / « fine in » (nella sezione inferiore del monumento) non inciso; cfr. Tav. LIV (1816) e nr. 306 (1816, IV, VII, p. 192)

668 (f. 105r) – Monumento funebre di Mariano d’Alagno conte di Buchianigo nel cappellone del Crocifisso in San Domenico Maggiore a Napoli disegnatore

Anonimo [Gennaro Trolli] entro il 1816 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro grigio-bruno, inchiostro bruno, tracce di grafite, su carta vergata avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 500 x 335 stato di conservazione buono; macchie da adesivo agli angoli, imbrunimento generalizzato, increspature entro il margine inferiore, qualche piccola macchia bruna iscrizioni «  668 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno) / « n…6…1……2..[…]..8 » (al margine inferiore del foglio, a penna con inchiostro grigio-bruno, del disegnatore; assente, sottintesa in metri, l’indicazione dell’unità di misura usata; le cifre indicative delle distanze sul rapportatore procedono con intervalli uguali da 1 a 8) / « marianvm alanevm / bvcclanici comitem domi / militæq. clarissimvm / et katarinellam [sic] vrsinam / pvdicitia insignem coniuges / in vita concordissimos ne / mors qvidem ibsa / disivnxit » (centrata su otto righe, nella parte inferiore del monumento, a penna con inchiostro grigio-bruno, del disegnatore, incompleta) tavole corrispondenti non inciso; cfr. Tav. LIV (1816) e nr. 305 (1816, IV, VII, p. 192) datazione

[669-675] 669 (f. 105v) – Bassorilievo per la prima metopa. Creazione disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione iscrizioni

[Giovanni Servi] fra il 1818 e il 1823 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 270 x 208; riquadro figurato di mm 96 x 96 buono; qualche piccolissima macchia, tracce da adesivo all’angolo inferiore destro « 1. » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 669 » (più sotto, entro il margine superiore destro del foglio, a penna a sfera a

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

tavole corrispondenti

435

inchiostro nero, di altra mano 76, sovrascritta in sostituzione di una precedente di cui rimane debole traccia, data da Cicognara a grafite) Tav. L (1823) (18242, VII, III, pp. 214-217)

670 (f. 106r) – Bassorilievo per la seconda metopa. Dio infonde l’anima ad Adamo disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione iscrizioni

tavole corrispondenti

[Giovanni Servi] fra il 1818 e il 1823 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 270 x 208; riquadro figurato di mm 96 x 96 buono; ingiallimento lungo i margini, alcune piccolissime macchie brune « 2 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) « 670 » (più sotto, entro il margine superiore destro del foglio, a penna a sfera a inchiostro nero, di altra mano, sovrascritta in sostituzione di una precedente di cui rimane debole traccia, data da Cicognara a grafite) / « Sette Bassi rilievi [669-675] destinati a formare le Metope dell’ordine Dorico / nel pronao del Tempio edificato da Canova a Possagno -- Furono da lui modellati / e poi Scolpiti in Venezia da artisti Veneziani – Il Sigr Servi alunno dell’ / accademia fece questi disegni e il Bernatti li incise – Servirono per / la Seconda edizione della Storia della Scultura » 77 (centrata su cinque righe, entro il margine inferiore del foglio, a grafite, di Cicognara) Tav. L (1823) (18242, VII, III, pp. 214-217)

671 (f. 106v) – Bassorilievo per la terza metopa. Primo fratricidio disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Giovanni Servi] fra il 1818 e il 1823 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 272 x 206; riquadro figurato di mm 96 x 96

76   La numerazione apposta a questo foglio e a quelli seguenti [670-682], con calligrafia e strumento scrittorio posteriori (penna a sfera ad inchiostro liquido nero) appartiene ad una stessa mano, ovviamente diversa da quella di Cicognara. 77  I. Teotochi Albrizzi, Opere di scultura e di plastica di Antonio Canova descritte da Isabella Albrizzi nata Teotochi, IV, Pisa 1824, pp. 53-54; Cicognara, Biografia di Antonio Canova cit., pp. 37, 68; Stefani, I rilievi del Canova cit., pp. 137-156, e figg. 130-146.

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436

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

stato di conservazione

buono; tracce da adesivo agli angoli e al centro del margine superiore, ingiallimento lungo i margini, alcune piccolissime macchie brune iscrizioni «  3 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 671. » (più sotto, entro il margine superiore destro del foglio, a penna a sfera a inchiostro nero, di altra mano, sovrascritta in sostituzione di una precedente di cui rimane debole traccia, data da Cicognara a grafite) tavole corrispondenti Tav. L (1823) (18242, VII, III, pp. 214-217)

672 (f. 107r) – Bassorilievo per la quarta metopa. Sacrificio di Isacco disegnatore

[Giovanni Servi] fra il 1818 e il 1823 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 273 x 204; riquadro figurato di mm 96 x 96 stato di conservazione buono; ingiallimento lungo i margini, alcune piccolissime macchie brune iscrizioni «  4 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 672 » (più sotto, entro il margine superiore destro del foglio, a penna a sfera a inchiostro nero, di altra mano, sovrascritta in sostituzione di una precedente di cui rimane debole traccia, data da Cicognara a grafite) tavole corrispondenti Tav. L (1823) (18242, VII, III, pp. 214-217) datazione

673 (f. 107v) – Bassorilievo per la quinta metopa. Annunciazione disegnatore

[Giovanni Servi] fra il 1818 e il 1823 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 272 x 206; riquadro figurato di mm 96 x 96 stato di conservazione buono; tracce da adesivo agli angoli, ingiallimento lungo i margini, alcune piccolissime macchie brune iscrizioni «  5 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 673 » (più sotto, entro il margine superiore destro del foglio, a penna a sfera a inchiostro nero, di altra mano, sovrascritta in sostituzione di una precedente di cui rimane debole traccia, data da Cicognara a grafite) tavole corrispondenti Tav. LI (1823) (18242, VII, III, pp. 217-219) datazione

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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674 (f. 108r) – Bassorilievo per la sesta metopa. Visitazione disegnatore

[Giovanni Servi] fra il 1818 e il 1823 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio, con filigrana dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 270 x 210; riquadro figurato di mm 96 x 96 stato di conservazione buono; ingiallimento lungo i margini, alcune piccolissime macchie brune iscrizioni «  6 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 674 » (più sotto, entro il margine superiore destro del foglio, a penna a sfera a inchiostro nero, di altra mano, sovrascritta in sostituzione di una precedente di cui rimane debole traccia, data da Cicognara a grafite) tavole corrispondenti Tav. LI (1823) (18242, VII, III, pp. 217-219) datazione

675 (f. 108v) – Bassorilievo per la settima metopa. Presentazione al Tempio disegnatore datazione tecnica dimensioni

stato di conservazione iscrizioni

tavole corrispondenti

[Giovanni Servi] fra il 1818 e il 1823 disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 272 x 204; riquadro figurato di mm 96 x 96 buono; ingiallimento lungo i margini, alcune piccolissime macchie brune « 7 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna con inchiostro bruno, di Cicognara) / « 675 »  (più sotto, entro il margine superiore destro del foglio, a penna a sfera a inchiostro nero, di altra mano, sovrascritta in sostituzione di una precedente di cui rimane debole traccia, data da Cicognara a grafite) Tav. LI (1823) (18242, VII, III, pp. 217-219)

676 (f. 109r) – Monumento Modellato da Canova per il Marchese Berio di Napoli disegnatore datazione tecnica dimensioni

[Antonio] Bernati fra il 1818 e il 1823 disegno a contorno a grafite su carta vergata avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 336 x 234

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

stato di conservazione

buono; leggero ingiallimento generalizzato della parte figurata per contatto con il foglio 675, e qualche piccola macchia bruna tondeggiante iscrizioni «  676 » (entro il margine superiore destro del foglio, a penna a sfera a inchiostro nero, di altra mano, sovrascritta in sostituzione di una precedente di cui rimane debole traccia, data da Cicognara a grafite) / « pietati et memoriae. s. / francisco. dom. f. berio. marchioni. salsiae. dom. neap. / […] » (sulla parte superiore del monumento, centrata su cinque righe, a grafite, del disegnatore) / « Monumento Modellato da Canova per il M[arche]se Berio di Napoli / Venne scolpito dopo la morte dell’Artefice » (entro il margine inferiore destro del foglio, su due righe, a grafite, di Cicognara) / « Bernati dis » (entro il margine inferiore sinistro del foglio, a grafite, di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. XLIX (1823) (18242, VII, III, pp. 203-205)

677 (f. 109v) – Gruppo della Pietà modellato da Antonio Canova 78, visto dal davanti, di tre quarti a sinistra rispetto al basamento disegnatore

Anonimo [Giovanni Tognoli] fra il 1818 e l’agosto 1823 tecnica disegno a contorno a penna con inchiostro nero, tracce di grafite, su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 420 x 315 stato di conservazione buono; ondulazioni lungo il margine laterale destro, qualche leggero alone ingiallito e piccolissime macchie brune iscrizioni «  677 » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna a sfera a inchiostro nero, di altra mano, sovrascritta in sostituzione di una precedente di cui rimane debole traccia, data da Cicognara a grafite) tavole corrispondenti Tav. LII (1823) (18242, VII, III, pp. 235-239) (cfr. nr. 679) datazione

678 (f. 109v) – Gruppo della Pietà, particolari del n. 677 disegnatore datazione tecnica dimensioni

Anonimo [Giovanni Tognoli] fra il 1818 e l’agosto 1823 disegno a contorno a penna con inchiostro nero su carta avorio foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 253 x 78

78   Per questo disegno eseguito da Tognoli e inciso, e i cinque seguenti anch’essi relativi al Gruppo della Pietà: un’altra versione quasi identica per l’intero – a grafite (679), di mano di Baruzzi, non pubblicata – e quattro per particolari e studi di dettagli – il primo a penna (678), di mano del disegnatore di Bieno, gli altri tre a matita nera (680, 681, 682), di mano di Baruzzi, nessuno dei quali pubblicato –, cfr. infra, nt. 79.

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CATALOGO  DEI  DISEGNI

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stato di conservazione

buono; segni di una precedente ripiegatura in tre parti lungo l’altezza entro i margini laterali iscrizioni «  678 » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna con inchiostro nero, di altra mano, sovrascritta in sostituzione di una precedente di cui rimane debole traccia, data da Cicognara a grafite) tavole corrispondenti Tav. LII (1823) (18242, VII, III, pp. 235-239)

679 (f. 110r) – Gruppo della Pietà modellato da Antonio Canova, visto dal davanti, di tre quarti a sinistra rispetto al basamento disegnatore

Anonimo [Cincinnato Baruzzi] 79 datazione fra il settembre e il dicembre 1823 tecnica disegno a contorno a grafite su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 425 x 297 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato, aloni schiariti, piccole macchie brune tondeggianti, tracce e tensioni da adesivo agli angoli inferiori iscrizioni «  Ultima opera di Canova di cui non / compì che il solo modello » (centrata su due righe, entro il margine inferiore destro del foglio, a grafite, di Cicognara) / « 679 » (di seguito, entro il margine inferiore destro del foglio, a penna a sfera a inchiostro nero, di altra mano, sovrascritta in sostituzione di una precedente di cui rimane debole traccia, data da Cicognara a grafite) tavole corrispondenti ripetuto (non inciso); cfr. Tav. LII (1823) e nr. 677 (18242, VII, III, pp. 235-239)

680 (f. 110v) – Gruppo della Pietà, studio di dettaglio (variato) del nr. 679. Testa della Vergine vista di profilo disegnatore datazione tecnica

Anonimo [Cincinnato Baruzzi] fra il settembre e il dicembre 1823 disegno a contorno a matita nera su carta avorio, con ombreggiature

79   L’imolese Cincinnato Baruzzi, non dichiarato fra i disegnatori, è autore degli ultimi quattro disegni del codice vaticano, non pubblicati, relativi all’Ultimo gruppo modellato da Canova, inciso su disegno di Giovanni Tognoli da Antonio Bernatti alla Tav. LII (1823): Vat. lat. 13748, 679-682, autografia emersa su base documentaria e riscontrata su base stilistica dalla ricognizione effettuata sulla raccolta grafica conservata presso il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe della Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio di Bologna, ove peraltro non è presente alcun disegno relativo alla Pietà. Cfr. L. Sighinolfi, La vita e le opere di Cincinnato Baruzzi, in Uno scultore neoclassico a Bologna fra Restaurazione e Risorgimento. Il fondo Cincinnato Baruzzi nella Biblioteca dell’Archiginnasio, a cura di C. Maldini, Bologna 2007, pp. 299-354: 314, 315-316; A. Mampieri, Cincinnato Baruzzi (1796-1878), Bologna 2014, pp. 93-96:95, nr. 14, tav. 14a.

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

dimensioni

foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 254 x 206 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato, tensioni e pieghe entro i margini, qualche piccola macchia bruna tondeggiante iscrizioni «  680 » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna a sfera a inchiostro nero, non autografa di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LII (1823) (18242, VII, III, pp. 235-239)

681 (f. 110v) – Gruppo della Pietà, studio di dettaglio (variato) del nr. 679 disegnatore

Anonimo [Cincinnato Baruzzi] fra il settembre e il dicembre 1823 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 253 x 206 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato, tensioni e pieghe entro i margini, qualche piccola macchia bruna tondeggiante iscrizioni «  681 » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna a sfera a inchiostro nero, non autografa di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LII (1823) (18242, VII, III, pp. 235-239) datazione

682 (f. 111r) – Gruppo della Pietà, studio di dettaglio (variato) del nr. 679 disegnatore

Anonimo [Cincinnato Baruzzi] fra il settembre e il dicembre 1823 tecnica disegno a contorno a matita nera su carta avorio, con ombreggiature dimensioni foglio di supporto in carta spessa grigio-blu (ciano chiaro), di mm 515 x 375; foglio del disegno, non ugualmente rifilato lungo i quattro lati, di mm 255 x 205 stato di conservazione buono; leggero imbrunimento generalizzato, tracce da adesivo, tensioni e ondulazioni entro i margini; qualche piccola macchia bruna tondeggiante iscrizioni «  682 » (entro il margine inferiore destro del foglio, a penna a sfera a inchiostro nero, non autografa di Cicognara) tavole corrispondenti Tav. LII (1823) (18242, VII, III, pp. 235-239) datazione

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INDICE ONOMASTICO dei disegnatori e incisori della Storia della scultura e dei disegnatori (e incisori) del Vat. lat. 13748

Albertolli, Ferdinando (Bedano 1781 - Milano 1844), disegnatore: 33, 62, 262. Albrier, Gilles Marie Joseph (Parigi 1791-1863), disegnatore: 32, 62, 295, 357, 358, 359, 362, 363, 380, 381, 382, 383, 390. Ansidei, Vincenzio (Perugia 1782-1845), disegnatore: 62, 63, 176, 177. Ascione, Em(m)anuele (Napoli 1726-1817), disegnatore: 31, 62, 241, 428, 429, 432. Baruffaldi (Barufaldi), Giovanni Antonio (Ferrara 1795 - Roma 1832), disegnatore e incisore: 23, 31, 32, 42, 51, 57, 62, 67, 81, 82, 88, 97, 99, 101, 102, 103, 104, 136, 207, 208, 254, 255, 259, 264, 265, 314, 319, 320, 321, 326, 327, 344, 345, 346, 364, 365, 366, 367, 368, 370, 371, 378, 379, 412, 417, 418. Baruzzi, Cincinnato (Imola 1796 - Bologna 1878), disegnatore: 31, 32, 43, 62, 64, 82, 83, 84, 108, 121, 438, 439, 440. Basoli, Antonio (Castel Guelfo 1774 - Bologna 1848), disegnatore: 62, 252. Bernardi (Bernardo), Marco Alvise (Venezia 1789-1868), disegnatore: 62, 253. Bernatti (Bernati), Antonio (Bassano [del Grappa] 1792 - Padova 1873), incisore e disegnatore: 23, 31, 40, 62, 84, 96, 118, 435, 437, 438, 439. Borsato, Giuseppe (Toppo di Travesio 1770 - Venezia 1849), disegnatore: 23, 62, 84, 88, 110, 111, 112, 113, 114, 178, 265, 266. Bossi, Giuseppe (Busto Arsizio 1777 - Milano 1815), disegnatore: 26, 31, 43, 62, 65, 88, 90, 122, 134, 135, 173, 174, 193. Brignoli di Brunhoff, Giovanni (Gradisca [d’Isonzo] 1774 - Modena 1857), disegnatore: 56, 62, 266, 268, 269, 279, 280, 281, 282, 308, 330, 331, 332, 333, 334, 335, 336. Cammarano, Giovanni (Napoli fra il 1798 e il 1800 - dopo il 1865), disegnatore: 31, 56, 62, 63, 374, 375. Carrarini, Pietro (Massa 1788 - Livorno 1862), disegnatore: 26, 56, 62, 205, 206, 211, 212, 213, 252. Chevalier, Pietro (Corfù 1795 - Padova 1864), disegnatore: 31, 62, 376, 377.

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442

LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (Vat. Lat. 13748)

Cicognara, Francesco Leopoldo (L. C.) (Ferrara 1767 - Venezia 1834), disegnatore 1: 31, 177, 251, 294, 386, 387, 428, 431. Cipelli, Giovanni Girolamo (Venezia 1785 - Feltre 1868), incisore: 23, 62, 84. Cipriani, Galgano (Siena 1775 - Venezia 1853), incisore: 23, 32, 40, 62, 88, 122. Comirato, Marco (Venezia 1799-1869), disegnatore: 31, 62, 105. Dala (Dalla), Giuseppe (Cattaro 1788 - Venezia 1860), incisore: 23, 62, 84. Dalla Valle, Ferdinando Sebastiano Baldassarre (Ferrara 1798 - Roma 1816), disegnatore e incisore: 23, 31, 62, 66, 68, 69, 88, 90, 97, 98, 102, 103, 121, 128, 130, 131, 132, 133, 135, 136, 137, 138, 139, 140, 141, 159, 178, 179, 200, 201, 202, 203, 204, 217, 258, 259, 261, 262, 331, 346, 391, 392, 423, 424, 425, 426, 427, 428. Del Pino (Delpino), Domenico (Genova 1793-1851), disegnatore: 31, 56, 62, 214. Demin (De Min, de Min), Giovanni (Belluno 1786 - Tarzo di Treviso 1859), disegnatore: 22, 33, 57, 62, 68, 81, 84, 86, 88, 98, 100, 105, 106, 107, 110, 121, 364, 394, 395, 407, 421. Dolcetti, Ignazio Girolamo Giuseppe (Ferrara 1789-1827), incisore: 23, 62, 100, 106. Durantini, Luigi (Roma 1792-1857), disegnatore: 22, 56, 57, 58, 62, 81, 98, 99, 100, 393, 394, 396, 399, 400, 403, 404, 406, 409, 410, 411, 412. Garavaglia, Giovita (Pavia 1790 - Firenze 1835), disegnatore: 33, 62, 273, 274, 275, 276, 277, 278, 279. Gleria, Giacomo Luigi Fulgenzio (Povolaro di Comeglians 1788 - Monaco di Baviera 1832), incisore: 23, 62, 69, 77. Guizzardi, Giuseppe (Bologna 1779-1861), disegnatore: 56, 62, 157, 158, 159, 170, 171, 204, 205, 324, 325. Hayez, Francesco (Venezia 1791 - Milano 1882), disegnatore: 22, 32, 33, 42, 43, 51, 54, 55, 56, 57, 62, 64, 66, 68, 69, 73, 74, 81, 84, 85, 86, 87, 88, 90, 98, 99, 100, 101, 105, 106, 107, 108, 109, 110, 121, 156, 157, 158, 169, 170, 207, 221, 222, 239, 240, 241, 242, 243, 244, 269, 270, 271, 272, 273, 280, 281, 284, 299, 322, 323, 324, 327, 328, 329, 330, 338, 339, 359, 364, 366, 367, 368, 369, 370, 379, 380, 391, 392, 393, 394, 397, 398, 401, 402, 404, 407, 408, 409, 411, 413, 414, 415, 416, 417, 419, 420, 421, 423, 424, 430. 1   I numeri rinviano alle sole schede del catalogo, ricorrendo per solito il suo nome in ogni pagina (testo e note) del volume.

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INDICE ONOMASTICO

443

Lazzari, Antonio (Mestre 1798-1834), disegnatore: 62, 114. Magnanini, Biagio (Fabbrico 1776 - Modena 1841), disegnatore: 31, 62, 129, 134, 339. Marchetti (Merchetti), Domenico (Roma 1780-1844), incisore: 23, 62. Martens, Luigi (Mira 1789 - Venezia entro il 1857), incisore e disegnatore: 23, 31, 62, 84, 125, 126. Mazzuoli, Francesco (Siena 1763-1839), disegnatore: 32, 58, 62, 68, 86, 120, 121, 175, 203. Minardi, Tommaso (Faenza 1787 - Roma 1871), disegnatore: 54, 55, 62, 90, 121, 141, 145, 146, 147, 148, 150, 156, 168, 169, 208, 209, 210, 282, 283, 297, 298, 322, 325, 326, 430. Monti, Niccola (Pistoia 1781 - Cortona 1864), disegnatore: 62, 90, 110, 171, 172, 173, 200, 337, 338, 427. Moretti, Dionisio (Corfù 1790 - Venezia 1832), incisore: 23, 62. Musitelli, Benedetto (Venezia 1786 - ?), incisore: 23, 62, 66, 96, 100, 101, 376, 377. Nadi, Giuseppe (Casalecchio di Reno 1779 - Bologna 1814), disegnatore: 22, 38, 39, 62, 88, 89, 90, 110, 122, 123, 124, 125, 126, 127, 128, 174, 175, 176. Nemi: vedi Nenci Francesco. Nenci, Francesco (Anghiari 1782 - Siena 1850), disegnatore: 22, 31, 39, 56, 62, 64, 65, 79, 80, 85, 90, 91, 92, 93, 94, 96, 110, 113, 114, 116, 117, 121, 128, 129, 141, 142, 143, 149, 150, 151, 161, 163, 164, 165, 166, 167, 215, 216, 217, 224, 225, 228, 229, 230, 231, 233, 234, 240, 242, 243, 389, 390, 427. Niccolini, Antonio (San Miniato [Sanminiato, Samminiato al Tedesco] 1772 - Napoli 1850), disegnatore: 31, 62, 87, 188, 189, 190, 191, 192. Piroli, Tommaso (Roma 1750-1824), incisore: 23, 62, 88. Puccioni, Eusebio (Sant’Anna di Sant’Angelo in Campo 1790 - Lucca 1868), disegnatore: 32, 33, 56, 62, 210, 310, 311. Ridolfi Michele Angelo (Gragnano di Capannori 1793 - Lucca 1854), disegnatore: 26, 56, 62, 209, 212. Rinaldi Rinaldo (Padova 1793 - Roma 1873), disegnatore: 22, 33, 42, 57, 62, 64, 81, 82, 84, 88, 90, 98, 99, 100, 101, 102, 103, 107, 108, 109, 110, 115, 119, 129, 130, 144, 151, 152, 153, 179, 180, 181, 182, 183, 184, 185, 186, 187, 188, 220, 221, 223, 225, 226, 256, 257, 260, 261, 300, 301, 312,

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313, 314, 315, 316, 317, 318, 319, 346, 347, 365, 366, 377, 378, 387, 388, 389, 397, 406, 407, 418, 419, 427, 430. Romanelli (Romanolli), Martino? (Quarata di Arezzo 1770 - Arezzo 1846?), disegnatore: 62, 63, 144, 145, 159, 160, 161, 162, 163, 431. Ruggeri (Ruggieri), Giovann i Giusepp e (Porto di Fermo [Porto San Giorgio] 1782 - ?), incisore: 23, 62. Sabatelli, Luigi Maria Gaspero Baldassarre (Firenze 1772 - Milano 1850), disegnatore: 22, 32, 40, 63, 88, 121, 122. Santi, Sebastiano (Murano 1789 - Venezia 1866), disegnatore: 33, 62, 266. Servi, Giovanni (Venezia 1800 - Milano 1885), disegnatore: 40, 62, 110, 118, 434, 435, 436, 437. Sgualdi, Vincenzo (Venezia 1794 - Bergamo 1854), disegnatore: 33, 57, 62, 64, 255, 256, 321, 322, 371, 373, 374, 381, 382, 383, 384, 385, 386, 389, 390, 395, 399, 400, 412, 413, 421, 422. Terrazzoni, Giuseppe (Venezia 1794 - ?), incisore: 62. Tessier (Teisier, Teissier), Jean George (l’Aia 1750-1821), disegnatore: 32, 63, 262, 263. Tognoli (Tognolli [Toniolo, Togniolo, Tonioli]), Giovanni (Bieno di Valsugana 1786 Roma 1862), disegnatore: 22, 42, 56, 57, 58, 63, 64, 74, 81, 83, 84, 98, 99, 100, 101, 106, 120, 395, 396, 397, 398, 400, 401, 402, 403, 404, 405, 406, 408, 409, 410, 411, 422, 438, 439. Torcellan, Giambattista (Murano 1775 - Venezia [San Servilio] 1824), incisore: 23, 63. Trolli, Gennaro (documentato a Napoli dal 1830 al 1833), disegnatore: 32, 43, 63, 432, 433, 434. Udine Nani, Domenico Antonio (Rovereto 1784 - Firenze 1850), disegnatore: 11, 22, 39, 56, 63, 64, 65, 66, 74, 78, 81, 86, 90, 91, 93, 117, 142, 143, 161, 164, 165, 197, 198, 214, 215, 218, 219, 223, 224, 225, 226, 227, 228, 231, 232, 233, 234, 235, 236, 237, 238, 239, 240, 243, 244, 245, 246, 247, 248, 249, 250, 251, 283, 284, 285, 286, 287, 288, 289, 290, 291, 292, 293, 294, 295, 296, 297, 298, 299, 300, 301, 302, 303, 304, 305, 306, 307, 308, 309, 310, 340, 341, 342, 343, 344, 348, 349, 350, 351, 352, 353, 354, 355, 356, 357, 360, 361, 418, 425, 426, 427. Uguccioni, Pietro Leopoldo Giovanni Domenico Pasquale (Firenze 1776-1822), 63, 199.

disegnatore:

Van Lint (Vanlint), Michele (Roma 1767 - Pisa 1828), disegnatore: 63, 121, 130, 146, 147, 148, 149, 151, 153, 154, 155, 156. Vincenzi, Geminiano (Modena 1770-1831), disegnatore: 63, 337, 338, 339, 340.

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INDICE ONOMASTICO

445

Zaballi (Zabagli), Raimondo (Arezzo 1794-1842), disegnatore: 32, 63, 371, 372. Zandomeneghi, Luigi Antonio (Colognola ai Colli 1779 - Venezia 1850), disegnatore: 33, 56, 62, 88, 90, 104, 105, 110, 115, 167, 168, 217, 218, 219, 223, 224, 253, 254, 257, 258, 260, 263, 267, 268, 279, 312, 313, 315, 316, 317, 320, 326, 327, 422, 423. Zorzi, Gaspare (Legnago 1783 - Adria 1868), incisore: 23, 63. Zuliani, Felice? (Venezia 1777-1834), incisore: 23, 62, 84.

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COLLEZIONE  DI  TUTTI  I  DISEGNI  ORIGINALI

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169 (f. 22v)

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170 (f. 23r)

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197 (f. 27v)

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198-202 (f. 28r)

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203-208 (f. 28v)

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209-214 (f. 29r)

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215-216 (f. 29v)

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217-220 (f. 30r)

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221-224 (f. 30v)

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507

222, 225 (f. 31r)

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (VAT. LAT. 13748)

226-229 (f. 31v)

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230-232 (f. 32r)

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LA « COLLEZIONE DI TUTTI I DISEGNI ORIGINALI » (VAT. LAT. 13748)

233-236 (f. 32v)

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237-239 (f. 33r)

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240-244 (f. 33v)

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245-248 (f. 34r)

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