Dizionario della terminologia filologica 8897523544, 9788897523543

Questo dizionario raccoglie e studia, sotto diversi aspetti (soprattutto quello storico, quello etimologico e quello sem

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Italian Pages 420 [416] Year 2020

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Premessa
Introduzione
Bibliografia
Abbreviazioni
Segni convenzionali
Dizionario della terminologia filologica
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Dizionario della terminologia filologica
 8897523544, 9788897523543

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Dizionario della terminologia filologica

Yorick Gomez Gane è dottore di ricerca in Filologia classica e in Linguistica storica e storia della lingua italiana e Honorary Research Fellow in materie umanistiche presso la University of Queensland. Ha collaborato con le università di Roma «La Sapienza» e Roma Tre, la Treccani e il MIUR. Tra le pubblicazioni, accanto agli articoli su riviste specializzate, i volumi Euro. Storia di un neologismo (Roma, Semar, 2003), Pretiosus thesaurus. La lingua latina nella Chiesa oggi (Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2009) e Gli italianismi nel catalano. Dizionario storico-etimologico (Roma, Aracne, 2012). In preparazione l’edizione del più ampio tra i carteggi di Giorgio Pasquali, da lui scoperto.

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aAccademia University Press

€ 28,00

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788897 523543

Yorick Gomez Gane

ISBN 978-88-97523-54-3

Dizionario della terminologia filologica

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ccademia university press

Yorick Gomez Gane premessa di Leopoldo Gamberale

Questo dizionario raccoglie e studia, sotto diversi aspetti (soprattutto quello storico, quello etimologico e quello semantico), tutte le parole italiane relative alla filologia, la disciplina che ripercorre la trasmissione dei testi (manoscritta, a stampa, ecc.) e si occupa della loro ricostruzione e comprensione, nelle forme e nei contenuti. È opera innovativa nel campo della lessicografia italiana, trattandosi di un ‘dizionario storico’ (in cui si forniscono, cioè, le attestazioni più significative delle parole lungo tutto l’arco della loro storia) relativo a un linguaggio settoriale. Contraddistinguono inoltre l’opera l’arricchimento dei materiali attualmente presenti in ambito lessicografico, le puntualizzazioni grammaticali, le numerose retrodatazioni dei termini, gli approfondimenti etimologici e di storia delle parole.

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Dizionario della terminologia filologica

Yorick Gomez Gane

Dizionario della terminologia filologica

Yorick Gomez Gane è dottore di ricerca in Filologia classica e in Linguistica storica e storia della lingua italiana e Honorary Research Fellow in materie umanistiche presso la University of Queensland. Ha collaborato con le università di Roma «La Sapienza» e Roma Tre, la Treccani e il MIUR. Tra le pubblicazioni, accanto agli articoli su riviste specializzate, i volumi Euro. Storia di un neologismo (Roma, Semar, 2003), Pretiosus thesaurus. La lingua latina nella Chiesa oggi (Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 2009) e Gli italianismi nel catalano. Dizionario storico-etimologico (Roma, Aracne, 2012). In preparazione l’edizione del più ampio tra i carteggi di Giorgio Pasquali, da lui scoperto.

premessa di Leopoldo Gamberale

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Yorick Gomez Gane

ISBN 978-88-97523-54-3

Questo dizionario raccoglie e studia, sotto diversi aspetti (soprattutto quello storico, quello etimologico e quello semantico), tutte le parole italiane relative alla filologia, la disciplina che ripercorre la trasmissione dei testi (manoscritta, a stampa, ecc.) e si occupa della loro ricostruzione e comprensione, nelle forme e nei contenuti. È opera innovativa nel campo della lessicografia italiana, trattandosi di un ‘dizionario storico’ (in cui si forniscono, cioè, le attestazioni più significative delle parole lungo tutto l’arco della loro storia) relativo a un linguaggio settoriale. Contraddistinguono inoltre l’opera l’arricchimento dei materiali attualmente presenti in ambito lessicografico, le puntualizzazioni grammaticali, le numerose retrodatazioni dei termini, gli approfondimenti etimologici e di storia delle parole.

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Dizionario della terminologia filologica

Yorick Gomez Gane premessa di Leopoldo Gamberale

Dizionario della terminologia filologica

© 2013 aAccademia University Press via Carlo Alberto 55 I-10123 Torino Pubblicazione resa disponibile nei termini della licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 3.0

Possono applicarsi condizioni ulteriori contattando [email protected] prima edizione ottobre 2013 isbn 978-88-97523-55-0 ebook www.aAccademia.it/gomez book design boffetta.com

Indice

Premessa Introduzione

Leopoldo Gamberale

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Yorick Gomez Gane

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Bibliografia xxvi Abbreviazioni xlii Segni convenzionali xliv

Dizionario della terminologia filologica

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Dizionario della terminologia filologica

Premessa Leopoldo Gamberale

Fra il 1927 e il 1934 fu pubblicata la prima edizione di due libri che hanno segnato un’epoca della filologia: rispettivamente la Textkritik di Paul Maas e la Storia della tradizione e critica del testo di Giorgio Pasquali (nata, come si sa, da una recensione allo smilzo volumetto di Maas). Quasi matematico il primo, e come tale ricco di definizioni e di formule; programmaticamente di impostazione storica il secondo. Sull’uno e sull’altro, con la loro radicale diversità (accresciuta nelle edizioni successive), filologi classici, romanzi, moderni, si sono formati per generazioni; da entrambi i libri hanno attinto la terminologia, anche quando essa in effetti preesisteva oppure non era di significato immediatamente chiaro. Per il primo caso basti pensare al termine «archetipo», al fatto che, già alla metà dell’Ottocento, nella prima pagina della memorabile prefazione a Lucrezio, Lachmann aveva scritto: «exemplar ceterorum archetypon (ita appellare soleo)», mentre in realtà non era stato lui né a definire il concetto né ad applicarvi il nome. Per la seconda situazione si può rimandare alla tipica terminologia pasqualiana di «recensione chiusa» e «recensione aperta»: espressioni che non di rado sono state trasformate in «tradizione chiusa» e «tradizione aperta» con evidente, ma spesso non percepito, cambiamento di significato. Particolar-

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Leopoldo Gamberale

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mente insidioso per le differenze d’uso è «antigrafo»: specialmente se impiegato come sostantivo può indicare due cose opposte, ovvero sia il modello che la copia. Ho portato tre soli esempi fra i tanti possibili; pochi ma sufficienti perché si possa riconoscere la condizione di una terminologia meno omogenea di quanto si potrebbe superficialmente immaginare. A questo va aggiunto un dato che, soprattutto dopo la metà e verso la fine del xx secolo, è diventato sempre più macroscopico e che si potrebbe definire come una specie di “Babele delle lingue”, tanto più accentuata da quando non solo gli studi filologici e critico-testuali, ma anche le prefazioni ad edizioni critiche di testi classici si sono sempre più spesso scritte in lingue moderne, lasciando da parte la “nobile” tradizione del latino, che era comunque un riferimento comune; ma l’esigenza, in ogni modo, di tradurre da e in lingue con caratteristiche differenti genera di necessità scarti, sia pur piccoli, di significato: mi basterà qui fare un solo esempio, senza che l’ordine delle lingue sia il reale ordine cronologico della terminologia e senza che siano osservati gli scarti fra una lingua e l’altra: ted. «Leitfehler», it. «errori guida», lat. «errores coniunctivi», che propriamente nella terminologia maasiana suona «Bindefehler»; ma non è facile distinguere, dato che lo stesso Maas scrive che gli «errori guida», così come i «fossili guida» sono utili per le conseguenze stemmatiche, e dunque comprendono anche gli «errores separativi» («Trennfehler»), che sono molto più difficili da individuare concretamente. Non è d’altra parte possibile, se pure si volesse, limitarsi a prendere in esame la terminologia di una unica lingua, anche solo per il motivo appena esposto, delle interferenze, commistioni, traduzioni. Ma indipendentemente dal dato per così dire linguistico si è verificata, ancora una volta soprattutto nel secolo xx, una progressiva separazione e divaricazione tra le filologie, non soltanto in senso diacronico. Non soltanto cioè si sono separate dalla filologia classica la filologia medievale e umanistica, la filologia romanza, la filologia moderna (è peraltro evidente che ognuna di queste richiede competenze differenti e, con esse, metodologie in parte differenti di approccio al testo); si sono pure moltiplicati i “tipi” di filologia. Anche per questo è necessario limitarsi a qualche esempio, tutt’altro che esauriente. Non solo hanno rivendicato una loro autonomia la “filologia biblica”, o la “filologia

Premessa

dantesca” – e si potrebbe continuare a lungo –; ma si parla di “filologia dei testi a stampa”, diversa evidentemente dalla “filologia dei manoscritti”, di “filologia d’autore” ecc., e per ognuna di queste pare che sia necessaria una terminologia apposita: basterà pensare alla continiana «diffrazione», «in presenza» o «in assenza». Il lessico si amplia, ma si comincia anche a non capirsi nella larga e non più omogenea res publica philologorum. Negli ultimi anni, con l’affermarsi anche in ambito umanistico delle cosiddette “nuove tecnologie” (che ormai contano un’anzianità ben maggiore di quella di una generazione) si comincia a parlare e a scrivere anche di una “e-filologia”, termine in sé alquanto impreciso e secondo me improprio (ma non voglio sostituirmi all’autore del Dizionario, proponendo già integrazioni di nuovi lemmi, né esprimere giudizi di natura lessicografica). Quel che tuttavia rischia di cambiare notevolmente è il concetto e per così dire la natura stessa del “testo” da sottoporre alle cure della filologia. Parto per qualche piccola osservazione dai fenomeni più recenti, che rischiano di modificare forse radicalmente la plurimillenaria civiltà del libro. Si vanno infatti diffondendo, per interessi forse più commerciali che non di reale utilità, i libri elettronici, ossia i libri da leggere su Pc portatili, tablet o addirittura smartphone (altri fenomeni, come quello degli “audiolibri” che sembravano alcuni anni fa destinati a un qualche successo, appaiono in definitivo declino). L’ascesa di questi libri pare inarrestabile se addirittura per l’uso scolastico, almeno in Italia, una politica miope dal punto di vista culturale ne ha previsto (forse perfino per legge!) la sostituzione integrale rispetto ai libri a stampa, e qualunque studioso, o anche solo cultore, di storia del libro sa quale importanza abbia rivestito l’istituzione scolastica relativamente alla diffusione e alla conservazione delle opere letterarie ma anche, più in generale, delle testimonianze dell’ingegno umano attraverso il mezzo librario. Ebbene, le stesse grandi opere letterarie vedono spesso, nella presentazione in forma di libro elettronico (e nonostante l’uso dell’informatica, una tecnologia di potenza enorme), un impressionante calo di qualità. Ancora una volta basti limitarsi a due esempi: opere di poesia come la Divina Commedia e l’Orlando furioso perdono alcune importanti caratteristiche della loro natura poetica – anche se le parole sono le stesse che si leggono nelle recenti edizioni critiche – in due fra le

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Leopoldo Gamberale

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più diffuse realizzazioni in formato elettronico. In una per la Commedia esistono, sì, le divisioni in terzine, ma ogni terzina è presentata come se si trattasse di prosa; analogamente per il Furioso non è rispettata la divisione dei versi per ogni ottava. Certo, è semplicissimo ricercare una stringa di testo (o addirittura la ricorrenza di una rima) semplicemente digitandola e toccando poi il pulsante «cerca» presente sul display; però il risultato che rapidamente compare rimanda solo a un numero di canto e di pagina. Nell’altra sono rispettati i versi, ma la ricerca di parole o frasi o sequenze di caratteri dà come risultato non un canto e un verso (o un’ottava), bensì un incomprensibile numero di “posizione”. Così, se da una parte si hanno a disposizione strumenti di lettura moderni e raffinati, dall’altra la presentazione del testo è di una rozzezza forse mai conosciuta da opere di poesia, per le quali, fin da età arcaica, la colometria è stata oggetto di cure particolari. Rispetto agli innovativi raffinati progetti di “edizioni critiche digitali”, è l’altra faccia, quella “oscura”, dei libri elettronici. Sarà necessario in questi casi ripartire da elementari attenzioni filologiche? Ma per quali lettori? Mi permetto a questo punto una breve divagazione. Le tecnologie informatiche sono soggette, mediamente, a una piuttosto rapida obsolescenza: si pensi che sono bastati un ­paio di rinnovamenti dei sistemi operativi nei Personal computer – sì e no un decennio – per rendere inutilizzabili opere di grande impegno come la LIZ (Letteratura Italiana Zanichelli). Il formato per ora più longevo per la conservazione di documenti è probabilmente il PDF, ma esso limita grandemente le possibilità di “lavorare” informaticamente sui testi, mentre consente di conservare in piccolo spazio una gran quantità di libri. Di libri, appunto: i quali, soltanto nella loro forma attuale, quella del “codice”, hanno una vita di quasi due millenni e si può dire che segnino in modo insostituibile la civiltà in cui viviamo. Non si è ancora trovato uno strumento che conservi come il libro, con la stessa durata e qualità, le testimonianze dell’ingegno e della mente umana. Pretendere di sostituirlo con la tecnologia è forse da interpretare come il tentativo dei Giganti di dare la scalata all’Olimpo. Ma torniamo alle riflessioni più pertinenti al Dizionario. Va detto che, anche a prescindere dalla “e-filologia”, per la quale esistono ormai, se non manuali, studi rispettabili e in misura di anno in anno crescente, il concetto di testo, soprattutto

Premessa

letterario e di autore, è diventato meno chiaro di quanto non fosse agli studiosi con i cui nomi ho aperto queste brevi riflessioni. Se la crisi del testo sia un fenomeno temporaneo, dovuto più alle metodologie che vengono applicate ai fenomeni letterari che non ai testi in sé, non sta a me dirlo, specie in questa sede, anche perché sono cresciuto alla scuola di un grande studioso, Scevola Mariotti, che amava ripetere, non senza civetteria, l’aforisma di Gottfried Hermann, «Wer nichts über die Sache versteht, spricht über die Methode» («chi non capisce niente della cosa parla del metodo»). Ma quel che credo di poter dire è che l’allargamento della terminologia è in parte privo di particolare utilità; che fenomeni anche complessi possono essere definiti e spiegati in modo semplice; che, soprattutto, è utile che i filologi, studiosi che esaminano i testi principalmente dai punti di vista della costituzione, della trasmissione, dell’esegesi, possano comprendersi al di là di specifiche differenze, perché anche nel campo della terminologia è tuttora valido il detto attribuito a Guglielmo di Ockham, Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem. Anche per questo è prezioso il Dizionario di Yorick Gomez Gane, perché indaga, oltre le “parole della filologia” in sé, anche le loro intersezioni e la loro storia. L’autore ha unito a una originaria formazione filologica classica una spiccata sensibilità lessicografica, dovuta in primo luogo a studi di storia della lingua italiana. L’unione dei due campi di studio ha prodotto, a partire da una tesi di dottorato di ricerca, questo lavoro che per così dire rimette in comunicazione le varie filologie, trova o ritrova spesso il terreno comune, chiarisce le differenze, fa storia di parole e locuzioni della filologia, in misura particolare per quanto riguarda la critica del testo, ma anche, largamente, per ciò che attiene all’esegesi dei testi. Naturalmente la base di indagine ha i suoi limiti, correttamente dichiarati: studi, volumi, manuali da spogliare e analizzare, se l’autore si fosse posto il fine dell’esaustività, avrebbero costituito una mole difficilmente governabile e probabilmente sproporzionata rispetto ai risultati. I quali sono comunque notevoli non solo per quanto riguarda singole voci. Lasciando a chi vorrà consultare il volume il piacere della lettura e della scoperta, do qualche indicazione che può servire come molto parziale linea di guida.

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Il Dizionario riguarda la terminologia filologica italiana: eppure risulta evidente, anche a una scorsa superficiale, l’internazionalizzazione delle parole e locuzioni della filologia. Non è solo massicciamente presente il latino, come è logico aspettarsi – basti pensare al pasqualiano «recentiores, non deteriores», a espressioni come «codex descriptus» ecc. –, ma anche altre lingue filologiche hanno la loro parte per termini spesso non tradotti: mi limito a citare il fenomeno del «saut du même au même» che, nella probabile prima formulazione dovuta a Louis Havet, come si apprende dalla voce del dizionario, suonava «saut de même à même» ed ha assunto la forma corrente grazie a un altro studioso francese, Alphonse Dain. Un altro elemento che si può rintracciare come una costante nel volume è l’interesse etimologico, giusto in un lessicografo e ancora più significativo quando si faccia lessicografia riguardante una “lingua speciale” qual è, almeno in parte, quella della filologia. Mi basta per questo rimandare alla già citata voce «antigrafo» e al suo correlativo «apografo». Ancora, non manca – e naturalmente non poteva mancare – una specifica attenzione alla storia dei singoli termini e delle locuzioni. Molte volte, come ho scritto all’inizio di questa premessa, è possibile per una parola o una iunctura risalire ben più indietro di quanto anche uno studioso di filologia comunemente creda. In quest’ultimo caso, come l’autore del libro sa e dichiara, sarà spesso possibile andare oltre, cioè più indietro di quanto abbia fatto lui; ma è comunque importante aver aperto una strada, ricca di risultati e produttiva di acquisizioni ulteriori. Altri suggerimenti di lettura si potrebbero dare. Ma soprattutto, a me pare, il Dizionario parla di filologia e di storia della filologia, senza aggettivi che stabiliscano divisioni a volte pretestuose. Non vuol essere neutro, nel senso che fa scelte decise accogliendo o rifiutando parole o locuzioni all’interno dell’ambito “tecnico” prescelto; ma anche nelle singole voci, al di là dei dati che fornisce, discute e non di rado offre materia di discussione. Anche quando non si sia d’accordo con le impostazioni o le spiegazioni dell’autore, non si potrà fare a meno di essergli grati per l’intelligente, puntigliosa ricerca da lui condotta e per le scoperte che consente di fare ad ogni attento o semplicemente curioso lettore.

Dizionario della terminologia filologica

Introduzione Yorick Gomez Gane

1. Ragioni e scopo del presente lavoro Questo Dizionario intende raccogliere e studiare, sotto diversi aspetti (soprattutto storico, etimologico e semantico), tutte le parole italiane relative alla filologia, intesa sostanzialmente come quella disciplina che ripercorre la trasmissione dei testi (manoscritta, a stampa, ecc.) e si occupa della loro ricostruzione (previa, ovviamente, la loro comprensione, nelle forme e nei contenuti)1. Nella storia della cultura italiana la filologia occupa, giustamente, un posto di rilievo. Ma un vero e proprio dizionario dedicato alle parole di questa disciplina sino ad oggi mancava. Vi sono, sì, titoli che possono essere considerati dei precedenti. Solo in parte, però, trattandosi di opere di natura trattatistica e non lessicografica. Abbiamo innanzitutto l’ottimo Dizionario di linguistica e di filologia, metrica, retorica diretto da Gian Luigi Beccaria (= Beccaria, cit. in Bibliografia, alla quale si rinvia anche per le successive abbreviazioni): avendo però nella linguistica, e non nella filologia, il proprio oggetto principale, è inevitabile che al suo

1. Precisazioni ulteriori e motivazioni sul valore dato in questa sede al concetto di terminologia filologica sono fornite oltre, nel par. 2.

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interno le voci di ambito filologico (tutte eccellenti, curate da Concetto Del Popolo, salvo filologia a firma di Cesare Segre e avantesto e paratesto firmati da Aldo Ruffinatto) non coprano in maniera esaustiva, dal punto di vista del lemmario, la terminologia del settore (la sproporzione tra lemmi linguistici e lemmi filologici si sente ancor di più nel Lexicon linguisticae et philologiae di Springhetti; = Springhetti). E neanche uno strumento più specifico come il pregevole Glossario filologico curato da Enrico Malato in seno alla Storia della letteratura italiana da lui diretta (= Malato), oggi reso accessibile a un pubblico più vasto nella rielaborazione in volume Lessico filologico. Un approccio alla filologia (= Malato2), arriva ad abbracciare tutta la terminologia filologica, dal momento che “si propone come ausilio al lettore meno esperto” (Malato, p. xiii). Più in generale, un vero e proprio dizionario della terminologia filologica manca anche oltre i confini italiani: l’unico precedente, anch’esso però da considerarsi solo parziale (opera trattatistica e non lessicografica), è per il castigliano il dizionario di Lázaro Carreter (cf. la Bibliografia). Un dizionario della terminologia filologica italiana che aspiri con taglio sincronico all’esaustività del lemmario sarebbe, dunque, già una buona acquisizione (parlo, con piena coscienza, di “aspirazione”: chiunque ha pratica di lessicografia sa bene che l’esaustività è qualcosa di oggettivamente irraggiungibile). Uno strumento utile per gli studiosi non meno che per studenti o persone colte in generale. E non solo per il fatto di colmare una lacuna. Nei diversi campi di applicazione della filologia (filologia classica, italiana, romanza, ecc.) si comincia infatti ad avvertire una differenziazione nell’uso di alcuni termini, potremmo dire una “deriva terminologica” (segnalava il fenomeno in generale già Armando Balduino, Manuale di filologia italiana, Firenze 19893, p. 180 n. 124: «né mancano differenze d’uso tra specialisti di diversi settori della disciplina»; uno dei casi più lampanti è antigrafo, di cui i principali strumenti lessicografici e manualistici presentano significati opposti per le filologie classica e romanza: Malato, p. xiii parla addirittura di «incertezza anche tra gli specialisti»). Mentre sarebbe bene che la filologia, con i suoi principi sostanzialmente invariabili, rimanesse una e immanente (sulla universalità della critica del testo sono ormai un classico le parole di Giorgio Pasquali nella presentazione alla versione italiana della Textkritik di Paul Maas, p. v; = Maas Critica).

Introduzione

Tanto più utile, allora, potrà risultare un dizionario della terminologia filologica che offra anche un taglio diacronico, che si presenti cioè come un dizionario “storico”. A prescindere dal grado di precisione o completezza storica raggiunta, inevitabilmente legato alle forze di lavoro coinvolte nello spoglio dei testi (nella piena coscienza dei limiti umani di un lavoro del genere, specie se condotto da una persona sola, mi piace ricordare le parole di Vincenzio Borghini, Lettera intorno a’ manoscritti antichi, p. 45 dell’ediz. Belloni, Roma 1995: «Non voglio anchor promettere che noi habbiamo veduto ogni cosa; ché, come a huomini, ci possono esser molte cose fuggite, che saranno un dí vedute da altri»). Tale taglio diacronico si rivelerà utile innanzitutto per gli interessanti risvolti relativi alla storia della cultura: nonostante la presenza del latino, diretta o indiretta, la storia della filologia in Italia passa anche, e per i tempi più recenti passa soprattutto, attraverso la storia dei termini filologici italiani. Ma soprattutto perché, come ho avuto modo di segnalare in altra sede («Studi Linguistici Italiani», 31, 2005, pp. 293 sg.), dopo la conclusione del GDLI, vocabolario storico sostanzialmente completo e affidabile, la nostra lessicografia storica può, anzi deve tentare di percorrere strade nuove. I tempi sono ormai maturi per un approccio meno dispersivo di quanto non siano quei contributi generali, pur ottimi e comunque utilissimi, su retrodatazioni lessicali o integrazioni lessicografiche a GDLI, GDIU o LEI che vedono la luce in tempi e sedi non definiti e dunque non facilmente individuabili (qualche titolo citavo, a puro scopo esemplificativo, ibid.). Scrivevo in quella sede: Sarebbe auspicabile che un gruppo di linguisti esperti dei diversi linguaggi settoriali unisse le forze per produrre non dico già una serie di vocabolari storici dei diversi linguaggi (personalmente, coltivo l’idea di curarne uno della terminologia filologica), ma almeno uno studio preliminare da offrire agli studiosi come strumento di lavoro per le loro ricerche più specifiche. Un volume del tipo Per la storia dei linguaggi settoriali italiani: tanti capitoli quanti i linguaggi stessi, nei quali si tracci una breve storia della disciplina in Italia, si indichino i testi specifici sulla disciplina (dizionari specialistici, riviste specializzate, trattazioni storiche, ecc.) nonché le opere della disciplina più significative o più ricche di terminologia tecnica, eventualmente con un glossario

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minimamente ragionato della disciplina in appendice (oggi facilmente costruibile grazie anche all’aiuto dei cd-rom di VLI e GDIU; le discipline sarebbero per convenzione quelle presenti alle pp. ix sg. dell’Indice [del GDLI]; si potranno utilmente aggiungere anche dei capitoli sulla produzione enciclopedica generale italiana e sulle lingue straniere). In discipline non padroneggiate qualsiasi studioso si muoverebbe allora se non bene, almeno senza «impazzire» a lungo prima di individuare tutte le coordinate (se mai riesca a individuarle).

Quello che qui si presenta, dunque, è un dizionario storico di una disciplina tecnica italiana. Non il solo del genere, ma probabilmente il primo aspirante a completezza: penso a lavori come K. Schröter, Die Terminologie der italienischen Buchdrucker im 15. und 16. Jahrhundert, Tübingen 1998, pregevolissimo ma purtroppo cronologicamente limitato. Ci si augura che l’esempio possa stimolare altri studiosi, e che questo possa soltanto essere il primo di una felice serie di lavori dello stesso tipo. Anche se, nell’attesa che un’idea così composita e ambiziosa possa trovare compimento, non sembrerà inopportuno tornare a formulare l’auspicio che si realizzi presto un lavoro Per la storia dei linguaggi settoriali italiani, progetto meno lungo e ambizioso, ma non per questo meno utile. 2. Delimitazione dell’ambito di ricerca e criteri di preparazione Il punto di partenza del lavoro è stata la costituzione di un lemmario di base. Si è fatto innanzitutto ricorso al cd-rom del GDIU, ed. 2003, dal quale tramite una specifica ricerca (“ricerca avanzata tra mono e polirematiche” con la stringa “filol.” nel campo “etichetta”) si sono ottenuti 349 lemmi relativi alla, o anche alla, filologia2. Sulle quali è stato però necessario un lavoro di scrematura. Si sono infatti esclusi 2. Nella versione del GDIU in formato elettronico del 2007 (penna usb), la stessa ricerca ha fornito 352 occorrenze, dunque 3 in più rispetto al cd rom della versione 2003. Nonostante una accurata e difficoltosa collazione tra i risultati delle due ricerche, ripetuta per ben due volte, mi è stato possibile ricavare solo 2 dei 3 ulteriori lemmi, nessuno dei quali tuttavia è stato accolto nel Dizionario: commentatorio agg. “relativo ai commenti, spec. all’apparato critico di un testo” (datato av. 1937), e trobadoristico “che si ispira agli antichi trovatori” (datato 1986). Della penna usb del 2007, risultatami accessibile solo a lavoro praticamente concluso (grazie alla cortesia di Renzo Ambrogio, responsabile delle redazioni lessicografiche Utet), mi sono potuto giovare solo desultoriamente per alcune retrodatazioni rispetto al cd-rom del 2003 (cf. ad esempio le voci appendix o prearchetipo, datate xx secolo nel cd-rom 2003 ma 1967 nella penna usb 2007).

Introduzione

dal lemmario i seguenti lemmi, la maggior parte dei quali è apparso corretto considerare più precipuamente pertinenti ad altre discipline che non alla filologia: assiriologia sost. f., assiriologico agg., assiriologo sost. m., bodleiano agg., collazionato agg., cronachistica sost. f., dicolico agg., distrazione omerica loc. sost. f., divisione sost. f., dorismo sost. m., eolico sost. m., eolismo sost. m., epigrafia sost. f., epigrafista sost. m., episema sost. m., esordio sost. m., exordium sost. m., formario sost. m., glossografia sost. f., glossografico agg., glossografo sost. m., ibridismo sintattico loc. sost. m., index sost. m., index locorum loc. sost. m., index nominum loc. sost. m., index rerum loc. sost. m., index verborum loc. sost. m., indice sost. m., indice dei lemmi loc. sost. m., indice dei luoghi loc. sost. m., indice dei nomi loc. sost. m., indice delle cose notevoli loc. sost. m., indice delle forme loc. sost. m., indice inverso loc. sost. m., innologia sost. f., innologico agg., innologo sost. m., inno orfico loc. sost. m., ipolemnisco sost. m., lemnisco sost. m., lettera con valore diacritico loc. sost. f., lingua volgare loc. sost. f., metrica sost. f., metricista sost. m., metrico agg., metricologia sost. f., metricologo sost. m., metrologia sost. f., neoromano agg., panciatichiano agg., papirologia sost. f., papirologia giuridica loc. sost. f., papirologista sost. m. e f., papirologo sost. m., rappezzo sost. m., realia sost. m. pl., ritmica sost. f., romanistica sost. f., runico agg., runo sost. m., runologia sost. f., runologo sost. m., scrittura leonardesca loc. sost. f., segno d’interpunzione loc. sost. m., sinonimista agg., sost. m. e f., sovrainterpretazione sost. f., spoglio integrale loc. sost. m., spoglio meccanico loc. sost. m., spoglio selettivo loc. sost. m., stico-, -stico prefisso e suffisso, sticometria sost. f., sticometrico agg., sumerologia sost. f., sumerologo sost. m., veda sost. m. inv., vedico agg., ventisettana sost. f., verba sost. m. pl., volgare agg. e sost. m., volgarismo sost. m., volgarmente avv. (i lemmi schedatura meccanica, loc. sost. f., e schedatura selettiva, loc. sost. f., sono stati riportati come fraseologia s.v. schedatura, come pure curare, v. tr., s.v. edizione).

Paragonando i materiali esclusi con quelli invece accolti nel dizionario si può capire bene cosa si sia inteso in questo Dizionario per “filologia”. Come accennato in apertura, fondamentalmente “critica del testo”, con una identificazione semantica non infrequente (cf. ad esempio il saggio di Gianfranco Contini Rapporti fra la filologia (come critica testuale) e la linguistica romanza, in Contini Breviario 149-173; oppure A. Balduino, Manuale di filologia italiana, Firenze 1979, p. 3:

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«perché, nel suo significato più ristretto e specialistico, il termine filologia sia impiegato ad indicare la restitutio textus e le operazioni che ad essa conducono»). Tutti quei termini cioè che riguardano o in passato hanno riguardato la trasmissione di un testo (ivi comprese le questioni relative alla paternità) e la sua ricostruzione; passando attraverso, naturalmente, la sua comprensione, dal momento che “filologia” ha anche il valore di “corretta interpretazione di un testo” o “complesso degli studi fondati sull’esame critico di fonti, documenti e testimonianze che si propone di fornire un’esatta interpretazione di fenomeni storici, artistici, ecc.” (cf. la voce nel Dizionario). Proprio tali ultime accezioni, però, costituiscono la zona di frontiera nella selezione dei materiali lessicali di questo Dizionario, in quanto rispecchiano attività troppo generiche o varie per legarle all’etichetta di una sola disciplina specifica (la prima accezione riguarda la critica letteraria o la storia della letteratura, nonché la linguistica, la metrica, ecc.; la seconda chiama in causa le più svariate discipline specifiche: “complesso degli studi”...). Nella convinzione, però, che fosse meglio abbondare che non rischiare l’incompletezza, si è scelto di non escludere numerosi lemmi di pertinenza plurima (o, talvolta, ambigua): quelli cioè usati anche in critica testuale ma relativi principalmente ad altri ambiti d’uso (ambiti sempre segnalati nelle voci del Dizionario: archeologia, bibliologia, biblioteconomia, codicologia, diritto, editoria, filosofia, letteratura, linguistica, paleografia, storia, termine biblico). Sono lemmi che rientrano nell’ambito della critica testuale per via indiretta, potremmo dire “per ricaduta” (nel Dizionario sono preceduti da un asterisco; per una discreta parte di essi una sorta di “autoesclusione” è avvenuta in maniera per così dire “naturale” in un secondo tempo, dato che nei testi filologici consultati essi appaiono piuttosto di rado). Si è ritenuto, inoltre, di segnare con l’asterisco (di far rientrare cioè solo indirettamente nell’ambito della critica testuale) anche taluni lemmi indicati dal GDIU con la sola etichetta “filologia” (dando però sempre ragione di scelte del genere). Ma perché, allora, non approntare direttamente un dizionario che riguardasse soltanto la terminologia critico-testuale? Perché tutte quelle parole che più frequentemente gravitano attorno ad essa, quella zona grigia lessicale che mostra la tendenza ad insinuarsi nel suo ambito, costituisce rispetto alla sfera di pertinenza vera e propria un arricchi-

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mento, in qualche modo una integrazione: farla volutamente venire meno è parso inopportuno. Per questo, nonostante lo specifico valore assunto in questa sede per la parola “filologia”, ovvero la particolare attenzione riservata alla critica testuale, appare appropriato parlare più in generale di “terminologia filologica”. Del resto anche Malato (p. XIII) sembra aver ragionato in modo analogo, presentando il suo glossario “filologico” come un “ausilio [...] nella selva della terminologia tecnico-scientifica relativa – direttamente o indirettamente – alla critica del testo”. Come stabilire, però, in maniera oggettiva il novero dei termini che rientrano per ricaduta nell’ambito della critica testuale? Per evitare inclusioni ed esclusioni arbitrarie, e sicuramente insoddisfacenti (in fondo molte parole della paleografia, della linguistica, ecc. hanno in innumerevoli casi ricadute sulla critica testuale), mi sono attenuto a un criterio (per non dire espediente) convenzionale, accogliendo solo i materiali presenti nei due repertori più ricchi a nostra disposizione, GDIU e Malato3. Ovviamente, anche per i lemmi provenienti da Malato è stata necessaria un’opera di scrematura quando il livello di pertinenza con la critica testuale è risultato a mio avviso troppo indiretto. Si sono esclusi i seguenti lemmi: anopistografo agg., bibliografia sost. f., bibliologia sost. f., bifolio sost. m., capolettera sost. m., carta sost. f., cinquecentina sost. f., codicologia sost. f., commento sost. m., coperta/copertina sost. f., cursus sost. m., datazione sost. f., duerno sost. m., epigrafe sost. f. [‘citazione premessa a un testo’], ex.[eunte] agg., fascicolo sost. m., foglio sost. m., formato sost. m., frontespizio sost. m., grafia sost. f., guida (lettera) sost. f., incunabolo sost. m., in.[eunte] agg., in-folio loc. sost. m., infrarigo sost. m., intercolumnio sost. m., interfolio sost. m., interlinea sost. f., intertitolo sost. m., legatura sost. f., libro sost. m., manufatto sost. m., margine sost. m., opistografo agg., paleografia sost. f., papiro sost. m., pergamena sost. f., quaterno/quaternione/ 3. Come già segnalato sopra, del Glossario filologico di Malato è uscita in seguito una ristampa migliorata (Id., Lessico filologico, Roma 2008, pp. 19-103), che per ragioni logistiche non ho potuto collazionare minuziosamente (a quanto ho potuto vedere, però, mi pare che i cambi rispetto al 2001 siano minimi, in linea di massima trascurabili; cf. p. 12: «Le voci di questo Lessico filologico sono riprodotte sostanzialmente nella forma in cui sono state inizialmente pubblicate nel volume della Storia, con poche addizioni e qualche integrazione, dove sia parsa opportuna in ragione della nuova destinazione»).

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quaderno sost. m., quinterno sost. m., r.[ecto] sost. m., recentior non deterior proposiz.4, ristampa sost. f., rotolo sost. m., rubrica sost. f., rubricata (littera) sost. f., scriptorium sost. m., scrittura sost. f., segnatura sost. f., seicentina sost. f., seriore agg., sesserno sost. m., settecentina sost. f., terno/ternione sost. m., tiratura sost. f., travisamento grafico loc. sost. m., vergatura/vergella sost. f., v.[erso] sost. m., volume sost. m., work in progress loc. sost. m.

Il secondo momento del lavoro è consistito in un ampliamento del lemmario di base, con un criterio di accoglimento dei nuovi lemmi molto preciso: solo tecnicismi della critica testuale (ora più ora meno evidenti; talvolta anche desueti; di rado, invece, termini pertinenti alla critica testuale solo per ricaduta). Le integrazioni ai materiali ricavati da GDIU e Malato sono state diverse, in gran parte derivate dallo spoglio di alcuni importanti manuali o testi di riferimento filologici (Beccaria, Lázaro Carreter, Springhetti e gli indici di alcuni dei testi citati in Bibliografia, come Pasquali Storia, Montanari Critica, Avalle Manoscritti, Contini Breviario, Timpanaro Genesi, La critica del testo (Atti), Balduino Manuale e Chiesa Elementi; in conformità con i criteri di selezione dei materiali in GDIU e Malato, si sono anche da questi altri testi scartate alcune voci non precipuamente pertinenti alla critica testuale, come a puro titolo di esempio da Beccaria i lemmi glossario o guida, lettera). Non è qui necessario citare esempi: nel Dizionario l’assenza di un lemma o di un’accezione in GDIU, GDLI o Malato è sempre segnalata, dunque le aggiunte sono riconoscibili. La terza fase del lavoro, condotta in parte in parallelo alla seconda, è consistita in un impegnativo approfondimento etimologico e storico-linguistico, spesso fondato sulla consultazione di prima mano di testi di argomento filologico (per l’elenco dei quali cf. la Bibliografia), che ha permesso di arricchire ulteriormente il lemmario e di corredare le singole voci di dati molto spesso inediti. La consultazione dei testi (quelli elencati in Bibliografia) è stata di tipo mirato: in base cioè alle particolari esigenze si sono consultati quegli specifici testi in cui si è ritenuto di poter trovare risposta a 4. Lemma escluso in quanto costituito, a differenza di tutti gli altri, non da una delle nove categorie grammaticali, ma da una proposizione (ellittica). Allo stesso modo si sono esclusi come lemmi del Dizionario il pasqualiano recentiores, non deteriores, o il pur importante principio ecdotico utrum in alterum abire poterat?

Introduzione

tali esigenze (con un criterio, dunque, sostanzialmente soggettivo, sia pure basato su una discreta conoscenza di quei testi). Quanto all’ordine di consultazione dei titoli, si sono di solito seguite le date di pubblicazione in ordine crescente, per evitare ad esempio di dover aggiornare continuamente i dati relativi alle prime attestazioni, oppure di trascrivere un numero eccessivo di esempi là dove non fosse in realtà necessario. Questa scelta ha permesso di adottare un criterio selettivo nel trarre materiali per gli esempi dai testi consultati (non si sono, dunque, citate tutte le attestazioni rinvenute; vi è inoltre qualche caso di estrema stringatezza, in cui l’ordinarietà del termine nell’arco della storia linguistica italiana ha suggerito, pena l’inutile sovrabbondanza, di fornire unicamente l’attestazione più antica e qualcuna dei giorni nostri, come ad esempio per il lemma codice; a una particolare abbondanza esemplificativa, invece, si è ritenuto opportuno di ricorrere nei particolari casi che lo richiedessero). Nella fase finale del lavoro, per le prime attestazioni GoogleRL si è spesso rivelato uno strumento di ricerca di grandissima efficacia (per i lemmi di questo Dizionario che non sono passati per il vaglio di GoogleRL è possibile che in futuro proprio grazie ad esso possano ottenersi delle retrodatazioni rispetto alle prime attestazioni qui fornite5). 3. Caratteristiche redazionali dei lemmi I lemmi del Dizionario possono essere singoli o multipli (in questo secondo caso, per i lemmi successivi al primo si sono creati dei lemmi di rimando nella giusta posizione alfabetica, salvo i casi in cui i lemmi successivi comprendano in sé il primo lemma, tanto da rendere superfluo un lemma di rimando, come ad esempio nel caso di * colorito / – linguistico). I lemmi costituiti da parole sdrucciole recano l’accento grafico. I lemmi sono talvolta accompagnati da varianti grafiche, poste tra parentesi tonde (per tali varianti si è creato un lemma di rimando solo se non desuete). Nei casi di incertezza sull’attendibilità dei lemmi (di sospetto cioè che ci si trovi 5. Su pregi e difetti di questo importante Arbeitsmittel mi sia lecito rinviare al mio contributo Google Ricerca Libri e la linguistica italiana: vademecum per l’uso di un nuovo strumento di lavoro, in «Studi Linguistici Italiani», 34, 2008, pp. 260-278.

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di fronte a “lemmi fantasma”), essi sono seguiti dall’indicazione ‘(?)’. Sul valore dell’asterisco, cf. sopra nel par. 2. Ai lemmi seguono la specificazione della categoria grammaticale e la definizione. La fonte della definizione e gli eventuali commenti o precisazioni sulla definizione sono riportati tra parentesi tonde subito dopo la definizione (di norma la fonte è GDIU, che benché fornisca definizioni più succinte rispetto a GDLI, offre maggiore uniformità, essendo un bacino di lemmi più ricco rispetto a GDLI; le definizioni di GDLI sono riportate solo là dove divergano considerevolmente da quelle di GDIU, altrimenti ci si è limitati a un rinvio; in non pochi casi le definizioni sono formulate in base ai dati presenti in Malato o nelle Attestazioni). Trattandosi di un lavoro di natura lessicografica e non trattatistica, si è scelto di non appesantire le voci con definizioni troppo dettagliate, rinviando invece, in un successivo apposito paragrafo, alle trattazioni specifiche di cui si ha notizia (sempre segnalata la presenza o l’assenza in Beccaria, Springhetti, Lázaro Carreter e Malato; i rinvii ai titoli riportati in Bibliografia, qualora presenti, non sono invece né sistematici né esaustivi, ma sostanzialmente indicativi). Seguono poi le attestazioni, tutte datate (quanto alle attestazioni riportate da GDLI, i testi non sono stati sempre riprodotti in maniera identica, ma talvolta accorciati in base alle esigenze; l’indicazione ‘(?)’ dopo una data significa che su di essa, ovvero sulla stessa attestazione, grava un’incertezza). Tra le fonti delle attestazioni sono compresi, specie quando ritenuti significativi, anche i manuali e i lessici. Le numerose attestazioni tratte dal GDLI non si limitano all’indicazione della data e dell’autore, ma seguono gli stessi criteri di citazione di quel lessico (la finalità è pratica: rendere in tal modo possibile per il lettore del presente Dizionario, qualora voglia conoscere l’edizione esatta da cui si cita un autore, avere tra le mani solo il volume dell’Indice degli autori citati, del 2004, e non gli oltre venti volumi del GDLI; agevolandogli, inoltre, l’eventuale individuazione del brano citato, poco agevole se priva degli estremi del brano, visto anche che in uno stesso lemma possono essere compresi diversi brani da uno stesso autore, specie se maggiore)6. 6. Un’ulteriore agevolazione per il lettore sarebbe stata l’inclusione in questo stesso volume di un Indice dei brani citati dal GDLI, che gli avrebbe evitato di dover consultare, quando

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Nelle Attestazioni le prime attestazioni costituiscono nella maggior parte dei casi una retrodatazione rispetto ai dati presenti nei lessici storici ed etimologici di cui disponiamo7. Dopo le attestazioni è riassunta, se ritenuto utile, la fraseologia che in esse si rinviene (con indicazione delle prime attestazioni). Viene poi trattata l’etimologia e la storia linguistica del termine (con cenni, se necessario, alla storia della pratica o della teoria filologica in questione). A questa sezione, come è possibile vedere, è concesso sempre un certo spazio, che arriva ad essere talvolta anche considerevole. L’approfondimento etimologico e storico-linguistico, del resto, costituisce uno degli oggetti principali di questo Dizionario. Chiudono il lemma eventuali osservazioni aggiuntive. 4. Considerazioni conclusive Il presente lavoro, a fronte di quelle mancanze purtroppo inevitabili in un’opera di natura lessicografica di così ampio respiro8, può però annoverare diversi raggiungimenti, come l’arricchimento dei materiali attualmente presenti in ambito lessicografico, le retrodatazioni, gli specifici approfondimenti etimologici e di storia delle parole, le puntualizzazioni grammaticali. Contributi che ci si augura possano rivelarsi oltre che utili, anche di ulteriore stimolo per gli studi storicolinguistici e lessicografici italiani. Sarebbe interessante, ad esempio, uno studio d’insieme (che, come gli altri di cui subito appresso, non è potuto rientrare tra gli obiettivi del presente lavoro, di natura strettamente lessicografica) sugli apporti alla terminologia filolonecessario, l’indice del GDLI. A un lavoro del genere, di notevole impegno (in quanto fondato sulla schedatura di tutti i lemmi), non è stato possibile provvedere. 7. Come si è detto poco sopra, è probabile che diverse prime attestazioni di questo Dizionario possano essere retrodatate, specie con ricerche che si servano di strumenti quali GoogleRL. Il fatto, tuttavia, che il presente lavoro già consegni agli studiosi un numero molto alto di retrodatazioni, pur non essendo esse tout court il suo oggetto principale (cf. appena sotto, in relazione alla sezione etimologica e storico-linguistica), credo che allevi notevolmente l’entità dell’eventuale “pecca”. 8. Non escluse le possibili imprecisioni dovute all’utilizzo di un programma di elaborazione dati non specifico per la costituzione di un dizionario, ma di semplice videoscrittura (con un paio di passaggi, tra l’altro, a versioni tanto più “aggiornate”, quanto più restie a mantenere identici i dati di partenza).

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gica italiana da parte delle altre lingue (penso soprattutto al latino e al tedesco). Meriterebbe particolare attenzione, poi, uno studio storico di taluni campi semantici particolarmente frequenti nella terminologia filologica (penso ad esempio a quello, insieme botanico e genealogico-familiare, dell’albero genealogico, con i suoi rami, capostipiti, genitori, antenati, parentele, ecc.). Degna di essere rilevata, infine, sarebbe la questione della “coscienza onomaturgica” in ambito filologico. Le rivendicazioni terminologiche sono indice di una solida conoscenza teorica fondata su consumata prassi, ma soprattutto rivelano un momento di crescita nella storia di una determinata disciplina, di maggiore autocoscienza rispetto al passato: una panoramica di tali rivendicazioni (in cui spiccherebbero i nomi di Pasquali, Maas, Caretti o Contini) potrebbe aiutare a ripercorre utilmente la storia non solo di alcuni processi ecdotici, ma più in generale della critica testuale. Nel chiudere questa introduzione non posso non esprimere la mia gratitudine verso tutti coloro che hanno reso possibile il presente lavoro. In questo Dizionario ho raccolto i frutti di un dottorato di ricerca in Linguistica storica e Storia linguistica italiana svolto presso l’Università di Roma “La Sapienza” (2009). Ai professori Ugo Vignuzzi e Paolo Di Giovine di Roma, e al professor Rosario Coluccia di Lecce sono grato per aver reso l’ambiente in cui ho condotto le mie ricerche umanamente positivo e scientificamente proficuo (penso soprattutto agli input delle settimane seminariali). Alla professoressa Rosa Casapullo debbo una serie di importanti osservazioni in sede di discussione finale della tesi dottorale. Alla School of History, Philosophy, Religion and Classics della University of Queensland (Australia), presso la quale sono attualmente Honorary Research Fellow, va il mio riconoscimento per le facilitazioni di ricerca riservatemi in questi anni. Ma il mio debito più grande è con coloro che hanno seguito scientificamente più da vicino questo lavoro, Luca Serianni e Leopoldo Gamberale. Al primo debbo soprattutto la cura e l’attenzione prestata alle sue componenti storico-linguistiche e lessicografiche. Al secondo sono in particolar modo debi-

Introduzione

tore per la discussione degli aspetti più prettamente criticotestuali. A entrambi il mio più sentito ringraziamento. Tutti coloro, però, che in futuro dovessero eventualmente giovarsi di questo Dizionario, dovranno essere grati soprattutto alla persona che più di tutte ne ha accompagnato e favorito la realizzazione, nella vita concreta degli anni di lavoro dedicatogli: mia moglie Paola.

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Bibliografia

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1. Lessici storici, etimologici, dell’uso, enciclopedici (lingua italiana) 1 Crusca1 Vocabolario degli Accademici della Crusca, Venezia 1612 (una versione in formato elettronico è consultabile, a tutto testo e con pluralità di funzioni di ricerca, nel sito curato dall’Accademia della Crusca ) Crusca2 Vocabolario degli Accademici della Crusca, Venezia 1623 (una versione in formato elettronico è consultabile, a tutto testo e con pluralità di funzioni di ricerca, nel sito curato dall’Accademia della Crusca ) Crusca3 Vocabolario degli Accademici della Crusca, Firenze 1691 (una versione in formato elettronico è consultabile, a tutto testo e con pluralità di funzioni di ricerca, nel sito curato dall’Accademia della Crusca )

1. Salvo GDIU (cf. Introduzione), titoli non spogliati per intero, ma consultati miratamente in base alle esigenze specifiche dei singoli lemmi.

Bibliografia

Crusca4 Vocabolario degli Accademici della Crusca, 6 voll., Firenze 172938 (una versione in formato elettronico è consultabile, a tutto testo e con pluralità di funzioni di ricerca, nel sito curato dall’Accademia della Crusca ) Crusca5 Vocabolario degli Accademici della Crusca, 11 voll., Firenze 18631923 (rimasto interrotto alla lettera O; la riproduzione fotografica dei lemmi interi, ottenibile tramite consultazione in formato elettronico del lemmario, è accessibile nel sito curato dall’Accademia della Crusca ) Tramater Vocabolario universale della lingua italiana, Milano 18783 (Napoli 1829-401; Mantova 1845-562) Tommaseo-Bellini N. Tommaseo - B. Bellini, Dizionario della lingua italiana, 4 voll. in 8 tomi, Torino 1861/1865-1879 (cito dai frontespizi collazionati alla BAM [Biblioteca “Angelo Monteverdi” di Roma], benché una datazione più sicura di fascicoli e volumi xxvii del Dizionario resti ancora da stabilire [nutro il forte sospetto che rispetto ai frontespizi dei volumi, alle volte doppi e con date diverse, molti dei fascicoli siano stati pubblicati in tempi diversi]: vol. I/1 A, 1861/1865; vol. I/2 B-C, 1865; vol. II/1 D-F, 1865/1869; vol. II/2 G-L, 1869; vol. III/1 M-O, 1869; vol. III/2 P-Q, 1871; vol. IV/1 R-S, 1872; vol. IV/2 T-Z, 1879; ristampato più volte, anche in ed. economica, Milano 1977, in 20 voll.; consultabile a tutto testo nella versione in formato elettronico Il Tommaseo prefazione e abbreviature con il Dizionario della lingua italiana in CD-ROM per Windows, Bologna 2004; nonché nella versione in formato elettronico di Zingarelli 2013, su cui si veda oltre) EI Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti, 35 voll., Roma 1929-1937 (I appendice: 1939; Indici 1929-1939: 1939; II appendice: 2 voll., 1948; III appendice: 2 voll., 1961; IV appendice: 3 voll., 1978-1981; V appendice: 5 voll., 1991-1995; VI appendice: 2 voll., 2000; Indici 1929-2000: 2000) DEI C. Battisti - G. Alessio, Dizionario etimologico italiano, 5 voll., Firenze 1950-1957 (I A-CA 1950, II CA-FA 1951, III FA-ME 1952, IV ME-RA 1954, V RA-ZU 1957)

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DizEnc Dizionario enciclopedico italiano, 12 voll., Roma 1955-1961 (vol. I: 1955; vol. II: 1955; vol. III: 1956; vol. IV: 1956; vol. V: 1956; vol. VI: 1957; vol. VII: 1957; vol. VIII: 1958; vol. IX: 1958; vol. X: 1959; vol. XI: 1960; vol. XII: 1961; Appendice: 1963; I supplemento: 1969; II supplemento: 1984; III supplemento: 2006) GDLI S. Battaglia, Grande dizionario della lingua italiana, Torino 1961-2002 (Supplemento 2004: 2004; Indice degli autori citati: 2004; Supplemento 2009: 2008) LUI Lessico universale italiano, 24 voll., Roma 1968-81 (I supplemento: 2 voll., 1985-1986; II supplemento: 1998; Supplemento enciclopedico: 2002) LEI M. Pfister, Lessico etimologico italiano, Wiesbaden 1979VLI A. Duro, Vocabolario della lingua italiana, 4 voll. in 5 tomi, Roma 1986-94 (Addenda: 1997; rist. con inserimento degli addenda in ordine alfabetico e col nuovo titolo Il Vocabolario Treccani, fornito di cd-rom con versione in formato elettronico consultabile a tutto testo: 1997) DELI M. Cortelazzo - P. Zolli, DELI - Dizionario Etimologico della Lingua Italiana, 2a ed. a cura di M. Cortelazzo - M. A. Cortelazzo, Bologna 19992 (1a ed. in 5 voll.: I A-C 1979, II D-H 1980, III I-N 1983, IV O-R 1985, V S-Z 1988) GDIU Grande dizionario italiano dell’uso, dir. da T. De Mauro, 6 voll., con cd-rom allegato, Torino 1999 (Supplementi: vol. VII, Nuove parole italiane dell’uso, 2003, con cd-rom allegato, comprendente i testi di tutti i volumi consultabili con diverse modalità di ricerca; vol. VIII, Nuove parole italiane dell’uso, 2, 2007, con penna usb allegata, comprendente i testi di tutti i volumi consultabili con diverse modalità di ricerca; la versione contenuta nel cd-rom allegato al vol. VII contiene delle modifiche migliorative, sicché va considerata una «seconda edizione»: cf. le pagine introduttive del vol. VII; allo stesso modo la penna usb allegata al vol. VIII contiene delle modifiche migliorative, sicché va considerata una «terza edizione»: cf. i dati nell’Introduzione, nota 2)

Bibliografia

2. Corpora di testi (compresi repertori o cataloghi bibliografici utilizzati in tal senso) 2 LIZ LIZ 4.0. Letteratura italiana Zanichelli. Cd-rom dei testi della letteratura italiana, a cura di P. Stoppelli - E. Picchi, Bologna 2001 Engelmann-Preuss Bibliotheca scriptorum classicorum, hrsgg. von W. Engelmann, Achte Auflage, umfassend die Literatur von 1700 bis 1878, neu bearbeitet von Dr. E. Preuss, 2 voll., Leipzig 1880-1882 Klussmann Bibliotheca scriptorum classicorum et Graecorum et Latinorum. Die literatur von 1878 bis 1896 einshliesslich umfassend, hrsgg. von Prof. Dr. R. Klussmann, 2 voll. in 4 tomi, Leipzig 1909-1913 Lambrino Bibliographie de l’antiquité classique. 1896-1914. Première partie. Auteurs et textes, par S. Lambrino, Paris 1951 Marouzeau Dix années de bibliographie classique. Bibliographie critique et analytique de l’antiquité greco-latine pour la période 1914-1924, publ. par J. Marouzeau, 2 tomi, Paris 1927-1928 APh «L’année philologique. Bibliographie critique et analytique de l’antiquité gréco-latine», voll. I (anni bibliografici 19241926) - LXXXI (anno bibliografico 2010), Paris 1928-2012 (la versione in formato elettronico delle annate 1/1924-82/2011 è consultabile a tutto testo nel sito L’Année philologique on the Internet all’indirizzo internet ) GBD Gnomon bibliographische Datenbank (CD-ROM). Internationales Informationssystem für die klassische Altertumswissenschaft, München 2006 (raccolta in formato elettronico, consultabile a tutto testo, di autori e titoli degli articoli usciti nelle annate 1925-2005 della rivista “Gnomon. Kritische Zeitschrift für die gesamte klassische Altertumswissenschaft”, München) Hall I-III Robert A. Hall Jr., Bibliografia della linguistica italiana. Seconda edizione riveduta e aggiornata, 3 voll., Firenze 1958 Hall IV Robert A. Hall Jr., Bibliografia della linguistica italiana. Primo supplemento decennale (1956-1966), Firenze 1969 2. Non spogliati per intero, ma consultati miratamente in base alle specifiche esigenze dei singoli lemmi.

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Hall V Robert A. Hall Jr., Bibliografia della linguistica italiana. Secondo supplemento decennale (1966-1976), Pisa 1980 Hall VI Robert A. Hall Jr., Bibliografia della linguistica italiana. Terzo supplemento decennale (1976-1986), Pisa 1988 Muljacˇic´ Ž. Muljacˇic´, Scaffale italiano. Avviamento bibliografico allo studio della lingua italiana, Firenze 1991 Lavinio La linguistica italiana alle soglie del 2000 (1987-1997 e oltre), a cura di C. Lavinio, Roma 2002 BiGLLI Bibliografia generale della lingua e della letteratura italiana (BiGLLI), direttore E. Malato, voll. I (anno bibliografico 1991) - XVIII (anno bibliografico 2008), Roma 1993-2010 SBN catalogo telematico di tutte le biblioteche pubbliche italiane aderenti al Sistema bibliotecario nazionale, curato dall’Istituto centrale per il catalogo unico (ICCU), consultabile all’indirizzo internet con funzioni di ricerca quali la parola col tema asteriscato, per le forme flesse o i derivati, o la possibilità di indicare l’anno o il ventaglio di anni di pubblicazione) BAM catalogo telematico della “Biblioteca Angelo Monteverdi”, Università degli studi di Roma “La Sapienza” (dipartimenti di italianistica e filologia romanza), consultabile all’indirizzo internet BAV catalogo telematico della “Biblioteca Apostolica Vaticana”, consultabile procedendo dall’indirizzo internet URBS catalogo telematico della Unione romana biblioteche scientifiche, consultabile all’indirizzo internet URBE cataloghi telematici della Unione romana biblioteche ecclesiastiche, consultabili partendo dall’indirizzo internet GoogleRL ,

Bibliografia

motore di ricerca a tutto testo sui testi di numerosi volumi o articoli, anche filologici, inseriti nella base dati (costituita nel 2007, in continua crescita) senza un preciso criterio, per intero o in parte (le locuzioni senza foto, con foto (parziale) o simili dopo il n. di pag. indicano se del testo viene fornita dal sistema solo la trascrizione da lettura ottica oppure anche una riproduzione fotografica, la quale ultima soltanto può attestare in maniera del tutto certa i contenuti del testo originale)

3. Lessici o studi relativi alla terminologia filologica 3 Lázaro Carreter F. Lázaro Carreter, Diccionario de términos filológicos, Madrid 19683 (19632; 19531) Springhetti Ae. Springhetti, Lexicon linguisticae et philologiae, Romae 1962 (l’opera è scritta in latino, ma i lemmi sono principalmente in italiano) Nash R. Nash, Multilingual Lexicon of Linguistics and Philology: English, Russian, German, French, Coral Gables (Florida, USA), 1968 (opera rivelatasi, ai fini del presente lavoro, di nessuna utilità, non tanto per l’assenza di traducenti italiani, quanto per la scarsità di lemmi di pertinenza filologica, a conferma di quanto riportato nella Preface in merito ai contenuti del lessico, ma a dispetto del titolo) ◊ Beccaria Dizionario di linguistica e di filologia, metrica, retorica, Diretto da G.L. Beccaria,Torino 20042 (19941) Malato E. Malato, Glossario filologico, in Storia della letteratura italiana, Diretta da E. Malato, vol. X, La tradizione dei testi, Coordinato da C. Ciociola, Roma 2001, pp. xiii-lvi (sulla ristampa migliorata di questo testo, ovvero Id., Lessico filologico, Roma 2008, pp. 19-103, cf. quanto detto nell’Introduzione) Malato2 E. Malato, Lessico filologico. Un approccio alla filologia, Roma 2008 ◊ Rizzo S. Rizzo, Il lessico filologico degli umanisti, Roma 1973 ◊ 3. Spogliati per intero (i titoli seguiti dal segno ◊ sono invece stati consultati miratamente, in base alle specifiche esigenze dei singoli lemmi).

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Alberti Problemi 1-17 (cf. oltre) ◊ Trovato Un campo P. Trovato, Un campo metaforico del linguaggio filologico: “colorito”, “patina”, “strato” e simili, in «Lingua e stile», 37, 2002, pp. 287316

4. Manuali di filologia (o studi complessivi) 4 4.1. Filologia classica Valmaggi Manuale L. Valmaggi, Manuale storico-bibliografico di filologia classica, Torino 1894 Inama Filologia V. Inama, Filologia classica greca e latina, Milano 19112 (18941) Sabbadini Scoperte R. Sabbadini, Le scoperte dei codici latini e greci ne’ secoli 14° e 15°, Firenze 1905 (1967 edizione anastatica a cura di E. Garin con nuove aggiunte e correzioni dell’autore) xxxii

Sabbadini Storia R. Sabbadini, Storia e critica di testi latini: Cicerone, Donato, Tacito, Celso, Plauto, Plinio, Quintiliano, Livio e Sallustio, commedia ignota, Catania 1914 (Padova 19712, con indice dei nomi e dei manoscritti, e bibliografia dell’autore a cura di E. e M. Billanovich) Vitelli Filologia G. Vitelli, Filologia classica ... e romantica: scritto inedito (1917). A cura di T. Lodi. Con una premessa di U.E. Paoli, Firenze 1962 Pasquali Filologia G. Pasquali, Filologia e storia, Firenze 1920 (ristampa 1964, premessa di A. Ronconi; ristampa 1998, introduzione di F. Giordano) Pasquali Storia [1934/1952] G. Pasquali, Storia della tradizione e critica del testo, Firenze 19522 (19341; la Prefazione è databile al 1934 per le pp. ix-xx(prima metà), al 1952 per le pp. xx(seconda metà)-xxiv; si tenga presente, inoltre, che esiste una edizione pre-originale parziale (pp. 1-304) del 1932: Storia della tradizione e critica dei testi (cf. Pieraccioni in Pasquali Storia V e n. 9) 4. Non spogliati per intero, ma consultati miratamente in base alle specifiche esigenze dei singoli lemmi.

Bibliografia

Cantarella Introduzione R. Cantarella, Introduzione allo studio della filologia classica, Napoli 1938 Introduzione 1951 Introduzione alla filologia classica, Milano 1951 Maas Critica P. Maas, Critica del testo. Traduzione di N. Martinelli. Presentazione di G. Pasquali. Con lo «Sguardo retrospettivo 1956» e una nota di L. Canfora, Firenze 19723 (19521; 19582 [ma 19521 secondo L. Canfora in Maas 1972: 69]; traduzione, con aggiunte redazionali, dell’edizione tedesca: Textkritik, Leipzig 19502 [19271; 19573; 19604]; nelle edizioni tedesche, il Rückblick 1956 compare in 19573 e, con una leggera modifica, 19604; lo Sguardo retrospettivo, che occupa le pp. 63-68, è uscito per la prima volta nel 1968 su «Belfagor», tradotto da L. Canfora) Pascucci Fondamenti G. Pascucci, I fondamenti della filologia classica. Seconda edizione corretta e accresciuta, Firenze 1962 (19571) Alberti Problemi G.B. Alberti, Problemi di critica testuale, Firenze 1979 Timpanaro Genesi S. Timpanaro, La genesi del metodo del Lachmann, Padova 19853 (19812, con correzioni e aggiunte minime; Firenze 19631; una prima, ridotta stesura dello studio fu pubblicata negli «Studi italiani di filologia classica», n.s., 31, 1959, pp. 182 sgg. e 32, 1960, pp. 38 sgg.) Fränkel Testo critico H. Fränkel, Testo critico e critica del testo. A cura di C. F. Russo. Traduzione di L. Canfora. Seconda edizione ampliata, Firenze 1983 (19691) Reynolds - Wilson Copisti L.D. Reynolds - N.G. Wilson, Copisti e filologi. La tradizione dei classici dall’antichità ai tempi moderni. Traduzione di M. Ferrari con una Premessa di G. Billanovich. Terza edizione riveduta e ampliata, Padova 1987 (19691, 19732; traduzione riveduta e ampliata dell’edizione inglese: Scribes and Scholars, Oxford 19681 [19742; 19913]) Traina Propedeutica A. Traina - G. Bernardi Perini, Propedeutica al latino universitario, Bologna 19986 (19955; 19924; 19823; 19772; 19721; si veda specialm. il cap. “La critica del testo”, pp. 301-368)

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Introduzione 1973 Introduzione allo studio della cultura classica, 3 voll. Milano 197274 (vol. II: Linguistica e filologia, 1973) Boeckh Filologia A. Boeckh, La filologia come scienza storica. Enciclopedia e metodologia delle scienze filologiche. A cura di A. Garzya. Traduzione di R. Masullo, Napoli 1987 (traduzione dell’edizione tedesca: Encyclopädie und Methodenlehre der philologischen Wissenschaften. Hrgb. E. Bratuschek, Leipzig 1886) West Critica M.L. West, Critica del testo e tecnica dell’edizione. Traduzione di Giorgio Di Maria, Palermo 1991 (traduzione, con qualche piccola correzione, dell’edizione inglese: Textual Criticism and Editorial Technique, Stuttgart 1973) Kenney Testo E.J. Kenney, Testo e metodo. Aspetti dell’edizione dei classici latini e greci nell’età del libro a stampa. Edizione italiana riveduta a cura di A. Lunelli, Roma 1995 (traduzione riveduta dell’edizione inglese: The classical text. Aspects of editing in the age of the printed book, Berkeley - Los Angeles - London 1974) Fahy Saggi C. Fahy, Saggi di bibliografia testuale (trad. it.), Padova 1988 Montanari Critica E. Montanari, La critica del testo secondo Paul Maas: testo e commento, Firenze 2003 Scialuga Introduzione M. Scialuga, Introduzione allo studio della filologia classica, Alessandria 2003 Delz Critica J. Delz, Critica del testo, in Introduzione alla filologia latina. Direttore F. Graf. Edizione italiana a cura di M. Molin Pradel. Traduzione di S. Palermo. Presentazione di M. Geymonat, Roma 2003, pp. 81-109 (traduzione riveduta dell’edizione tedesca: Einleitung in die lateinische Philologie. Herausgegeben von F. Graf, Stuttgart - Leipzig 1997) Dover Critica K. Dover, Critica del testo, in Introduzione alla filologia greca. Direttore H.-G. Nesselrath. Edizione italiana a cura di S. Fornaro. Presentazione di L. Canfora, Roma 2004, pp. 65-81 (traduzione riveduta dell’edizione tedesca: Einleitung in die griechische Philologie. Herausgegeben von H.-G. Nesselrath, Stuttgart - Leip­zig 1997)

Bibliografia

4.2. Filologia italiana e romanza Borghini Lettera V. Borghini, Lettera intorno a’ manoscritti antichi, a cura di G. Belloni, Roma 1995 [opera composta negli anni 1562-1573: cf. sulla datazione le argomentazioni di G. Belloni in Borghini Lettera lii-lxv, specialmente lxi e lxiv; titolo segnalatomi da Matteo Motolese] (testo spogliato per intero) Barbi Nuova filologia M. Barbi, La nuova filologia e l’edizione dei nostri scrittori da Dante a Manzoni, Firenze 1938 (ristampa 1994, con la bibliografia degli scritti di Michele Barbi a cura di S.A. Barbi [1943], e introduzione di V. Branca; gli anni di pubblicazione dei singoli contributi di questa raccolta sono specificati negli stessi, e indicati direttamente nel presente Dizionario) Caretti Filologia L. Caretti, Filologia e critica (prolusione del 1952), in Filologia e critica, Milano-Napoli 1955, pp. 1-25 Brambilla Ageno Edizione F. Brambilla Ageno, L’edizione critica dei testi volgari, Parma 19842 (19751) Avalle Manoscritti xxxv D’A. S. Avalle, La letteratura medievale in lingua d’oc nella sua tradizione manoscritta. Problemi di critica testuale, Torino 1961 (nuova ed. a cura di L. Leonardi, I manoscritti della letteratura in lingua d’oc, ibid. 1993; si cita sempre la paginazione di questa seconda ed., anche quando si tratti della 1a ed.) Avalle Introduzione D’A. S. Avalle, Introduzione alla critica del testo, Torino 1970 Avalle Principi D’A. S. Avalle, Principî di critica testuale, Padova 19782 (19721) Roncaglia Principi A. Roncaglia, Principi ed applicazioni di critica testuale, Roma 1975 Balduino Manuale A. Balduino, Manuale di filologia italiana, Firenze 19893 (19791) Stussi Avviamento A. Stussi, Avviamento agli studi di filologia italiana, Bologna 1984 (© 1983) Bessi-Martelli Guida R. Bessi - M. Martelli, Guida alla filologia italiana, Firenze 1984 Stoppelli Filologia Filologia dei testi a stampa, a cura di P. Stoppelli, Cagliari 20082

Dizionario della terminologia filologica

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(prima ed., Bologna 1987, parzialmente accessibile con GoogleRL) Renzi Nuova introduzione L. Renzi, Nuova introduzione alla filologia romanza, Con la collaborazione di G. Salvi, Bologna 19942 (19851; spogliato il cap. xiii, “L’edizione dei testi antichi”, pp. 283-304) Contini Breviario G. Contini, Breviario di ecdotica, Milano-Napoli 1986 (rist., e non 2a ed., Torino 1992; gli anni di pubblicazione dei singoli contributi di questa raccolta sono specificati in calce agli stessi, e indicati direttamente nel presente Dizionario) Stussi Introduzione A. Stussi, Introduzione agli studi di filologia italiana, Bologna 1994 Stussi Fondamenti A. Stussi, Fondamenti di critica testuale, Bologna 1998 Stussi Breve avviamento A. Stussi, Breve avviamento alla filologia italiana, Bologna 2002 Inglese Edizione G. Inglese, Come si legge un’edizione critica. Elementi di filologia italiana, Roma 20062 (19991) Malato Storia Storia della letteratura italiana, Diretta da E. Malato, vol. X: La tradizione dei testi, Coordinato da C. Ciociola, Roma 2001 (cf. sopra n. 3, Malato)

4.3. Filologia in generale Chiesa Elementi P. Chiesa, Elementi di critica testuale, Bologna 2002 Mari Armario P. Mari, L’armario del filologo, Roma 2005

5. Scritti filologici (raccolte o studi specifici) 5 5.1. Singoli studiosi Leopardi Scritti filologici G. Leopardi, Scritti filologici (1817-1832), a cura di G. Pacella e S. Timpanaro, Firenze 1969 (da leggere assieme a Timpanaro Leopardi = S. Timpanaro, La filologia di Giacomo Leopardi, RomaBari 19973) 5. Non spogliati per intero, ma consultati miratamente in base alle specifiche esigenze dei singoli lemmi.

Bibliografia

Pasquali Orazio G. Pasquali, Orazio lirico. Studi (1920), Con introduzione, indici ed appendice di aggiornamento bibliografico a cura di A. La Penna, Firenze 1964 Pasquali Scritti G. Pasquali, Scritti filologici, 2 voll., Firenze 1986 Mariotti Scritti S. Mariotti, Scritti di filologia classica, Roma 2000 (elenco dei termini filologici più significativi nell’Indice analitico, s.v. filologia, p. 771) Timpanaro Contributi S. Timpanaro, Contributi di filologia e di storia della lingua latina, Roma 1978 (gli anni di pubblicazione dei singoli contributi di questa raccolta sono specificati in calce agli stessi, e indicati direttamente nel presente Dizionario) Timpanaro Nuovi contributi S. Timpanaro, Nuovi contributi di filologia e storia della lingua latina, Bologna 1994 (gli anni di pubblicazione dei singoli contributi di questa raccolta sono specificati in calce agli stessi, e indicati direttamente nel presente Dizionario)

5.2. Atti di convegni e miscellanee Cfr. gli abbondanti dati in Chiesa: 199 sg. (i titoli che compaiono anche in Malato XIII sg. sono Studi e problemi di critica testuale 1961, La critica del testo. Problemi di metodo ed esperienze di lavoro 1985 [citato come La critica del testo (Atti)], Filologia dei testi a stampa 1987, I moderni ausili dell’ecdotica 1994); e si aggiungano, da Malato XIII, Bibliografia testuale o filologia dei testi a stampa? Definizioni metodologiche e prospettive future. Convegno di studi in onore di Conor Fahy, Udine 1999, e Il libro e il testo. Atti del Convegno internaz. (Urbino, 20-23 sett. 1982), a cura di C. Questa e R. Raffaelli, Urbino 1984

6. Scritti in latino sulla filologia 6 Cfr. almeno i dati in Boeckh: 213; Timpanaro 1985: passim

7. Manuali e studi di storia della filologia 7 Cfr. i dati in Inama: 221 sg.; cui si aggiungano per l’italiano almeno: 6. Non spogliati per intero, ma consultati miratamente in base alle specifiche esigenze dei singoli lemmi. 7. Non spogliati per intero, ma consultati miratamente in base alle specifiche esigenze dei singoli lemmi.

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Dizionario della terminologia filologica

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Pfeiffer R. Pfeiffer, Storia della filologia classica dalle origini all’età ellenistica. Introduzione di M. Gigante [traduzione di M. Gigante e S. Cerasuolo], Napoli 1973 (traduzione dell’edizione inglese: History of Classical Scholarship from the Beginnings to the End of the Hellenistic Age, Oxford 1968) Wilamowitz Storia U. von Wilamowitz-Moellendorff, Storia della filologia classica. Introduzione di F. Codino, Torino 1967 (traduzione dell’edizione tedesca: Geschichte der Philologie, Leipzig 19273) Grana Critici I critici. Storia monografica della filologia e della critica moderna in Italia. Diretta da G. Grana, 5 voll., Milano 1969 Timpanaro Leopardi S. Timpanaro, La filologia di Giacomo Leopardi, Roma - Bari 19973 Timpanaro Filol. virgil. S. Timpanaro, Per la storia della filologia virgiliana antica, Roma 1986 Caianiello Vico Vico nella storia della filologia: atti del Seminario internazionale, Napoli, 21 novembre 2003. A cura di S. Caianiello e A. Viana, Napoli 2004

8. Studi relativi ai paragrafi precedenti, ma in lingua straniera 8 Collomp Critique [par. 4.1] P. Collomp, La critique des textes, Paris 1931 Dain Manuscrits [par. 4.1] A. Dain, Les Manuscrits, Paris 19753 (19642; 19491) Grafenhan Geschichte [par. 7] A. Grafenhan, Geschichte der klassischen Philologie im Alterthum, 4 voll., Bonn 1843-1850 GTAML [par. 4.1] Geschichte der Textüberlieferung der Antiken und mittelalterlichen Literatur, Zürich 1961-64 Gudeman Gundriss [par. 7] A. Gudeman, Gundriss der Geschichte der klassischen Philologie, Leipzig 19092 (19071) 8. Non spogliati per intero, ma consultati miratamente in base alle specifiche esigenze dei singoli lemmi.

Bibliografia

Havet Manuel [par. 4.1] L. Havet, Manuel de critique verbale appliquée aux textes latins, Paris 1911 PH [par. 7] Philologie und Hermeneutik im 19. Jahrhundert, 2 voll., Göttingen 1979-83 Reynolds Texts [par. 4.1] Texts and transmission: a survey of the Latin Classics. Edited by L.D. Reynolds, Oxford 1983 Stahlin Editionstechnik [par. 4.1] O. Stahlin, Editionstechnik, Leipzig 19142 (19091) Willis Criticism [par. 4.1] J.A. Willis, Latin Textual Criticism, Urbana - Chicago - London 1972 Cf. anche i dati in Chiesa: 197 sg. (Blecua 1990, Clark 1918, Dearing 1959, Froger 1968, Greg 1927, Kantorowicz 1921, Quentin 1926)

9. Studi vari 9 Cf. i dati in Chiesa: 200-2; cui se ne aggiungano alcuni da Beccaria xxxix 813-63 (Collinge 1975, Compagnon 1979, Contini 1961 e 1970, Del Popolo 2001, Dionisotti 1964, Segre 1991 e 1998) e da Malato XIII sg. (Caretti 1955, Contini 1992, Malato 1991; coincidono con i titoli in Chiesa La Penna 1959, Segre 1991, Timpanaro 1974 e 19812, Varvaro 1970)

10. Altri strumenti storico-linguistici (lingue varie; in ordine alfabetico) 10 BNF Catalogo telematico della “Bibliothèque Nationale de France”, di Parigi (“Catalogue Bn-Opale Plus”), consultabile all’indirizzo internet Google , motore di ricerca a tutto testo sui testi delle pagine internet italiane e mondiali; talvolta si sono utilizzate le versioni inglese , francese , tedesca o spagnola ) 9. Non spogliati per intero, ma consultati miratamente in base alle specifiche esigenze dei singoli lemmi. 10. Strumenti non utilizzati per intero, ma miratamente in base alle specifiche esigenze dei singoli lemmi.

Dizionario della terminologia filologica

xl

JSTOR JSTOR. The Scholarly Journal Archive, raccolta on-line () di articoli pubblicati in periodici scientifici di vario genere, alcuni di ambito filologico; è possibile effettuare ricerche lessicali, che indicano gli articoli in cui l’oggetto della ricerca compare: solo a pagamento, però, si possono visionare tali articoli per intero Kluge Etymologisches F. Kluge, Kluge. Etymologisches Wörterbuch der deutschen Sprache, Bearbeitet von E. Seebold, Berlin - New York 200224 Liddell-Scott H. G. Liddell - R. Scott, A Greek-English Lexicon, a cura di H. Stuart Jones e R. McKenzie, Oxford 19409 Marouzeau Lexique J. Marouzeau, Lexique de la terminologie linguistique. Français, allemand, anglais, italien, Paris 19513 (i traducenti italiani sono curati da B. Migliorini e A. Camilli: cf. p. XII) Meyers Meyers Großes Konversations-Lexicon. Ein Nachschlagewerk des allgemeinen Wissens, 10 voll., Leipzig-Wien, 1888-1892 (dati basati su SBN; una versione con un motore di ricerca sul lemmario e riproduzione fotografica del lemma è consultabile all’indirizzo internet ) Nuevo Tesoro Real Academia Española, NTLLE. Nuevo Tesoro Lexicográfico de la Lengua Española, motore di ricerca sul lemmario, con riproduzione fotografica del lemma, di tutti i lessici editi dalla Academia tra il 1726 e il 1992, all’indirizzo internet OED The Oxford English Dictionary, dir. da J.A. Simpson - E.S.C. Weiner, 20 voll., Oxford 19892 (riproduzione micrografica in un solo volume, 1991; 1a ed. 1888-1928; l’edizione on-line, con aggiornamenti, è a pagamento) OLD Oxford Latin Dictionary, Oxford 1968-1982 Pfeifer Etymologisches Etymologisches Wörterbuch des Deutschen, Erarbeitet unter der Leitung von W. Pfeifer, München 20047 Picc. enc. Hoepli Piccola enciclopedia Hoepli, dir. da G. Garollo, 2 voll., Milano 1892-1895 (2a ed., 3 voll., ibid. 1913-[1917-]1930)

Bibliografia

Rey Dictionnaire Dictionnaire historique de la langue française, Sous la direction de A. Rey, Paris 20042 StaBiKat Catalogo telematico della Biblioteca di Stato di Berlino (“Online-Katalog der Staatsbibliothek zu Berlin. StaBiKat”), consultabile all’indirizzo internet Thesaurus l. Lat. Thesaurus linguae Latinae, Lipsiae 1900TLF Trésor de la langue française. Dictionnaire de la langue du XIXe et du XXe siècle (1789-1960), dir. da P. Imbs, 16 voll., Paris 1971-1994 (una versione in formato elettronico è consultabile, a tutto testo, all’indirizzo internet ) Zingarelli 2013 Lo Zingarelli 2013. Vocabolario della lingua italiana di Nicola Zingarelli, Bologna 2012.

xli

Dizionario della terminologia filologica

Abbreviazioni

xlii

accez(z). agg.

accezione (-i) aggettivo (-i), aggettivale (-i) (a seconda del contesto) assol. assoluto attestaz(z). attestazione (-i) (con l’iniziale maiuscola indica un esplicito riferimento alla sezione “Attestaz.”) av. avanti avv. avverbio cf(r). confronta cit(t). citato/a (-i/e) dataz(z). datazione (-i) definiz(z). definizione (-i) ed(d). edizione (-i) es(s). esempio (-i) f. femminile (-i) fr. francese ingl. inglese intr. intransitivo inv. invariabile

Abbreviazioni

locuz(z). m. n(n). p(p). pag(g). par. pl. pron. rist(t). s.v. sec(c). sg(g). sing. sost.

locuzione (-i) maschile (-i) numero (-i), nota (-e) (a seconda del contesto) pagina (-e) pagina (-e) paragrafo plurale (-i) pronominale; pronuncia ristampa (-e), ristampato sub voce secolo (-i) seguente (-i) singolare (-i) sostantivo (-i), sostantivale (-i) (a seconda del contesto) sp. spagnolo ted. tedesco tr. transitivo (-i) traduc(c). traducente (-i) trattaz(z). trattazione (-i) v(v). verbo (-i), voce (-i) (a seconda del contesto) vd. vedi vol(l). volume (-i)

xliii

Dizionario della terminologia filologica

Segni convenzionali

xliv

*

anteposto a un lemma (sempre e solo il primo, nel caso di lemmi multipli) indica che si tratta di un lemma filologico non di piena pertinenza della critica testuale (cf. sopra, par. 2) † postposto a un lemma o a una categoria grammaticale in seno a una definizione, indica desuetudine – nel caso di lemmi multipli, nei lemmi successivi al primo (sempre separati tra loro dal segno “/”), indica ripetizione della prima parola del primo lemma (possono trovarsi ripetute anche più di una parola del primo lemma); nei sottolemmi, indica ripetizione del lemma principale (ed è preceduto da una rientranza) (?) postposto a un lemma, a una categoria grammaticale in seno a una definizione o a una datazione in seno alle attestazioni, indica che la loro esistenza è incerta > nelle definizioni dei lemmi, indica un rimando al lemma indicato (), indicante una possibile postdatazione [...] in una attestazione, indica una lacuna intenzionale (se le

Segni convenzionali



|

parentesi contengono invece parole, si tratta di una integrazione da parte dell’autore del Dizionario o della fonte dell’attestazione) in alcuni casi di lemma multiplo con attestazioni particolarmente numerose, indica la prima attestazione di ciascuna delle diverse forme nelle Attestazioni, indica il cambio di pagina

xlv

Dizionario della terminologia filologica

A

Dizionario della terminologia filologica

a stampa loc. agg. (pl. inv.) 1. prodotto, realizzato mediante la stampa  2. detto di tradizione, rappresentata da soli testimoni stampati (per l’accez. 1 cf. GDIU s.v. a stampa, che riporta l’etichetta “vocaboli comuni”, nonché GDLI s.v. stampa n. 27; per l’accez. 2 cf. invece GDLI s.v. tradizione, n. 3 e Malato s.v. tradizione) Trattaz.: Per la sola accez. 2, cf. Malato s.v. tradizione (la locuz. sembra mancare in Beccaria, almeno s.vv. stampa e tradizione, Springhetti e Lázaro Carreter) – Cf. i dati alle vv. bibliografia testuale e filologia dei testi a stampa. Attestaz.: 1. av. 1498 Bisticci 1-I-398 (GDLI s.v. stampa): libri [...] tutti iscritti a penna, e non ve n’è ignuno a stampa  av. 1536 Sanudo LVII-494 (GDLI s.v. stampa): cartello a stampa  1915 (titolo volume) M. Barbi, Studi sul Canzoniere di Dante, con nuove indagini sulle raccolte manoscritte e a stampa di antiche rime italiane, Firenze 1915 (Barbi Nuova filologia 274)  1943 B. Croce IV-4-4 (GDLI s.v. stampa)  1973 Rizzo 71: quando gli umanisti avvertono l’esigenza di distinguere i libri a stampa dai manoscritti, ricorrono

a specificazioni  1985a G. Aquilecchia, in La critica del testo (Atti) 69-70: [69] studio dei testi cinquecenteschi italiani trasmessi a stampa [... 70] studio e descrizione del libro a stampa  1985b V. De Maldé, in La critica del testo (Atti) 568: l’antigrafo plurimo, misto di redazioni a stampa e manoscritte della più diversa provenienza  1987 (titolo libro) Filologia dei testi a stampa, a cura di P. Stoppelli, Bologna 1987 (SBN)  2003 (GDIU s.v. testo): testo a stampa  2. 1979 Balduino Manuale 285 (1a ed.): tradizione [...] a stampa  1985 La critica del testo (Atti) 648 (= Indice tematicoanalitico): tradizione a stampa  2001 Malato s.v. tradizione: tradizione a stampa  2002 GDLI s.v. tradizione, n. 3 (senza esempi): Tradizione a stampa 

Fra­seol.: libro a stampa (av. 1498), testo a stampa (1987, ma verosimilmente già 1985: cf. Osserv. aggiunt.), redazione a stampa (1985); tradizione a stampa (1985) Etimol. e st.: Dalla preposizione a con valore strumentale e stampa ‘particolare tecnica che permette di riprodurre uno scritto, un disegno e simili in un numero illimitato di copie uguali partendo da un’unica matrice’ (dalla precedente accez. ‘impronta’, datata av. 1321 in DELI; nell’accez. tipografica stanpa a fine XV sec., stampa nel

3

a testimone unico

4

1583 e av. 1595 secondo DELI; ma Kirsten Schröter, Die Terminologie der italienischen Buchdrucker im 15. und 16. Jahrhundert. Eine wortgeschichtiliche Untersuchung mit besonderer Berücksichtigung von Venedig, Tübingen 1998, pp. 207-25 retrodata il sostantivo al 1474 ca.; è possibile un ulteriore ritocco cronologico grazie a un documento latino del 7 dicembre 1474 custodito nell’Archivio Notarile Bolognese, il Rogito di Nicolò Beroaldi, pubblicato in L. Sighinolfi, Francesco Puteolano e le origini della stampa in Bologna e in Parma, in “La Bibliofilia” 15, 1913-14, pp. 457 sg., che riporta “imprimere libros ad stampam illosque stampare”, in cui i due tecnicismi latini, che in un atto relativo alla prima introduzione della stampa in quella città hanno tutto il sapore di neologismi, si spiegano sulla scorta dei volgari stampa e stampare; sulla presenza del volgare alle spalle del latino stampa, -ae in un inventario di libri degli anni 1474-1478, cf. Rizzo 78). Osserv. aggiunt.: L’espressione “testi [...] trasmessi a stampa” (Attestaz. 1985a) fa di a stampa un avv. (funzione grammaticale non registrata né in GDIU né in GDLI). Alla base, comunque, dovrebbe esserci il nesso testo a stampa.

a testimone unico cf. tradizione a testimone unico abbellimento sost. m. intervento congetturale con cui il copista o l’editore mira, secondo il proprio punto di vista e le proprie capacità, a rendere linguisticamente o stilisticamente migliore un testo già criticamente accettabile  (definiz. basata sui dati presenti in Pasquali Storia XVII, 138, 140, 145; accez. mancante in GDIU e GDLI) Trattaz.: (manca in Beccaria, Malato, Springhetti, Lázaro Carreter) Attestaz.: 1934 Pasquali Storia 138, 140: [138] Il Lachmann [...] non avrà avuto idea delle mutazioni semiconscie [...] e tanto meno delle rielaborazioni perfettamente consapevoli, degli «abbellimenti» dei quali parla qui lo Schwartz [... 140] rielaborazioni conscie e, forse più spesso, semiconscie, correzioni errate di errori presunti, abbellimenti possono venir trasmessi per collazione  1953 Timpanaro Contributi 675: Le sue [scil. di Girolamo Vitelli]

innumerevoli congetture [...] non toccano quasi mai passi corrotti, ma sono per lo più «abbellimenti» di passi sani  1978 Timpanaro Contributi 675 (cf. Attestaz. 1953) Fra­seol.: Etimol. e st.: Tecnicizzazione di abbellimento ‘l’abbellire, l’adornare’ (1304-08: DELI e GDLI). Potrebbe trattarsi di una onomaturgia pasqualiana (al pari di, e verosimilmente contestualmente ad abbellire: vd. la voce), visti gli esempi in Pasquali Storia, ora virgolettati ora no (cf. sopra le Attestazz.), e visto (cf. Attestaz. 1934, p. 138) lo specifico riferimento alla terminologia usata da E. Schwartz (in una non meglio specificata pagina dei Prolegomena di Eusebii Historia Ecclesiastica, a c. di E. Schwartz, vol. III, Lipsia 1909: cf. Pasquali Storia 135 sgg.). Non appare da escludere (specie nell’ipotesi di un’onomaturgia di Giorgio Pasquali, amante ed esperto di discipline musicali, come si evince da alcuni suoi scritti) un’influsso dell’accezione musicale di abbellimento ‘nota o gruppo di note musicali che in una melodia sono ornamentali rispetto a un’altra nota’ (1829: DELI; trasportando il traslato, in critica testuale si tratterebbe di un ‘dato testuale che in un brano è “ornamentale” rispetto a un altro dato testuale’).  Osserv. aggiunt.: Il sostantivo abbellimento, come pure il verbo abbellire (vd. la voce), sono di norma usati in relazione all’attività del copista, ma non appare fuori luogo riferire sostantivo e verbo anche all’attività dell’editore critico, là dove operi interventi non necessari su un testo già criticamente accettabile (si tratta di congetture virtuose: cf. il nesso alla voce congettura, Fra­seol.; congetture migliorative non di fatto ma solo nell’ottica del critico: cf. in questo Dizionario anche la voce pruritus emendandi e le espressioni analoghe a cui in essa si rinvia). A differenza di abbellimento e del verbo abbellire (vd. la voce), il più generico verbo migliorare (assieme ai derivati, ad esempio miglioramento o migliorativo), seppure usato per definire interventi sul testo non necessari, dunque inaccettabili (cf. Pasquali Storia 7 n. 2 “una «vulgata» migliorata arbitrariamente per avvicinarla all’uso classico”, 145 “la volontà di migliorare, di «abbellire» il testo”, e in parte anche 86 “egli comunica già «migliorate» quelle lezioni dello Spirense che sono o gli paiono senza senso”), si utilizza anche, se non soprattutto, per definire interventi testuali con cui di fatto si migliora il testo tradito (dunque accettabili): si comprende perciò come verbo e derivati non siano riusciti a tecnicizzarsi.

abbellire v. tr. operare un abbellimento (definiz. basata sui dati presenti in Pasquali Storia XVII, 138, 140, 145; accez. mancante in GDIU e GDLI) Trattaz.: (manca in Beccaria, Malato, Springhetti, Lázaro Carreter) Attestaz.: 1932 Pasquali EI 260: Testi non troppo difficili non sono stati copiati meccanicamente, ma abbelliti nel copiare  1934 Pasquali Storia XVII, 145: [XVII] Numerose età e numerose cerchie non si sono rassegnate a lasciare il testo quale lo avevano ricevuto, ma lo hanno reso più chiaro, adattato al proprio gusto, abbellito [... 145] la maggior parte delle varianti che si formano successivamente e indipendentemente nei diversi stadi della tradizione, esprimono la volontà di migliorare, di «abbellire» il testo  Fra­seol.: Etimol. e st.: Tecnicizzazione di abbellire ‘rendere più bello’ (1268: DELI). Potrebbe trattarsi di una onomaturgia pasqualiana: cf. i dati alla voce abbellimento, Etimol. e st. Osserv. aggiunt.: Cf. abbellimento, Osserv. aggiunt.

* abbreviazione sost. f. riduzione grafica di una parola, nella scrittura, per guadagnare tempo e spazio (Malato; cf. GDIU e GDLI) Trattaz.: Beccaria, Malato (manca in Springhetti, Lázaro Carreter) - Cf. Trattaz. s.v. abbreviatura. Attestaz.: 1606-1638(?) Galileo 4-3-31 (GDLI): Sono le definizioni dei matematici una imposizione di nomi, o vogliam dire abbreviazioni di parlare  av. 1854 Pellico II-61 (GDLI): Io scriveva in gergo, cioè con trasposizioni di lettere ed abbreviazioni, alle quali io era avvezzatissimo  18571863 Boccardo I-10 (GDLI)  19231939 Ojetti I-552 (GDLI)  1955 (DizEnc)  1986 (VLI)  Fra­seol.: Etimol. e st.: Della prima Attestaz. (16061638(?)) non risulta chiaro se si tratti dell’accezione in esame o di quella gene-

rica di ‘accorciamento’. DELI attesta abbreviazione al 1363 (al 1301 il veneziano abreviacion), senza però specificarne l’accezione: occorrerebbe verificare direttamente sulle fonti ivi citate se si tratti dell’accezione in questione o meno. Da abbreviare (GDLI, come pare, e DELI, implicitamente).

abrasione

Osserv. aggiunt.: Cf. anche abbreviatura.

* abbreviatura sost. f. > abbreviazione (Beccaria s.v. abbreviazione; cf. GDIU e GDLI) Trattaz.: Beccaria s.v. abbreviazione (manca in Springhetti, Lázaro Carreter, Malato) - Cf. anche A. Cappelli, Lexicon abbreviaturarum. Dizionario di abbreviature latine ed italiane, Milano 19545 (con numerose successive ristampe). Attestaz.: av. 1304 Plutarco volgar. 29 (GDLI): Che in poco scritto mettesson significazione di molte parole, perché in quel tempo ancora non s’usavan l’abbreviature  1562-1573 Borghini Lettera 13: certe abbreviature che hoggi, male intese, son cagioni di molti errori  1721 Magalotti 20-290 (GDLI): Dico abbreviatura per la mancanza della M  av. 1861 Rajberti 2-39 (GDLI): fr [...] Potrebbe essere un’abbreviatura; per esempio, di frate, di francese  av. 1873 Manzoni 403 (GDLI): Non v’ha ombra di dubbio che p è abbreviatura di per  1857-1863 Boccardo I-10 (GDLI)  1955 (DizEnc)  1986 (VLI) 

Fra­seol.: Etimol. e st.: Anche DELI data av. 1304. Da abbreviare secondo GDLI, ma più verosimilmente voce dotta costruita sul latino abbreviatu ¯ ra(m) (cf. DELI s.v. abbreviare). Osserv. aggiunt.: -

* abrasione sost. f. > rasura (Malato; ‘raschiatura, cancellatura’ in GDIU, con l’etichetta “vocaboli comuni”; ‘id.’ in GDLI, senza specifiche etichette) Trattaz.: Beccaria, Malato (manca in Springhetti, Lázaro Carreter) Attestaz.: 1923-1939 Ojetti II-203 (GDLI): Alla prima lacuna del testo, alla prima abrasione o lacerazione del foglio

5

accessus

consunto egli supplisce sicuro, che si direbbe séguiti la lettura  2001 (Malato)  2004( concordare (accezione mancante in GDIU e GDLI) Trattaz.: (manca in Beccaria, Springhetti, Lázaro Carreter, Malato) -

Attestaz.: 1934 Pasquali Storia 72, 270, 310: Egli si accorda spesso «in lezioni originarie e in corruttele» [...] con l’antica versione latina [... 270] finché le scoperte dei papiri non mostrarono che anche lezioni in cui le altre famiglie si accordano contro S, appartengono all’antichità [... 310] Almeno un papiro [...] non si accorda con α contro β o con β contro α se non in lezioni genuine  1952 Maas Critica 8: Se si accordano A J contro E, oppure A E contro J  1985 D. Isella, in La critica del testo (Atti) 52: l’Ambr. II i h si accorda coi mss. Trivulzio e con la stampa romana, solidali tra loro, nelle lezioni primo pelo (v. 3), Felici (v. 10) e novello (v. 14) 

accordo

Fra­seol.:

Etimol. e st.: Verosimilmente estensione semantica di accordarsi ‘concordare’ nell’accezione grammaticale (av. 1294, in B. Latini: GDLI; l’accezione generica ‘mettersi d’accordo, essere d’accordo’ è del 1219: DELI): cf. le voci accordo e concordanza. Osserv. aggiunt.: Cf. accordo.

accordo sost. m. > concordanza (accez. mancante in GDIU e GDLI) Trattaz.: (l’accezione filologica manca in Beccaria s.v. accordo e Springhetti s.v. accordo, il lemma manca in Lázaro Carreter e Malato) Attestaz.: 1934 Pasquali Storia 181[-182]: Il Knoche ha trovato modo di rispondere in primo luogo alla seconda domanda. Egli ricorre a tre criteri: [...] «L’accordo di un ms. con П o con ω in una lezione genuina [...] L’accordo di un ms. con П o con ω in un errore [...] | [...]»  1952 Maas Critica 6: l’accordo di G e H  1985 M. Martelli, in La critica del testo (Atti) 142: le concordanze tra M1 e CP non possono essere spiegate, di fronte ad accordo di R1R2B, se non come relitti dell’archetipo 

Fra­seol.: accordo in lezione genuina (1934), accordo in errore (1934)

Etimol. e st.: Estensione semantica di accordo ‘concordanza (grammaticale)’ (1865: DELI), sulla traccia di concordanza (vd. la voce). Si rilevi però che nella prima attestazione rinvenuta (cf. Attestaz. 1934) accordo è una traduzione da un testo tedesco (e dal tedesco deriva anche l’Attestaz. 1952).

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acefalia

Osserv. aggiunt.: Cf. anche concordanza e coincidenza.

ad antiquum codicem cf. correzione (1), Osserv. aggiunt.

acefalia

ad fidem vulgatae cf. correzione (1), Osserv. aggiunt.

sost. f. riferito a libro o manoscritto, mancanza di uno o più fogli all’inizio (definiz. basata sui dati in Malato s.v. acefalo e Attestaz. 1932; accezione mancante in VLI, GDIU e GDLI) Trattaz.: Cf. i dati s.v. acefalo. Attestaz.: 1932 Pasquali EI 258: acefalia (cioè mancanza, nel codice, delle prime pagine che per lo più portano il nome dell’autore e il titolo) 

Fra­seol.: -

Etimol. e st.: Da acefalo (vd. la voce), sul preesistente acefalia (nell’accezione medica di ‘mancanza congenita del capo’, dal 1827: DELI). Osserv. aggiunt.: -

acefalo 8

agg. riferito a libro o manoscritto, mancante di uno o più fogli all’inizio (definiz. basata sui dati in Malato; cf. GDLI, senza specifiche etichette, e GDIU, che riporta l’etichetta “codicologia”) Trattaz.: Beccaria, Malato (manca in Springhetti, Lázaro Carreter) Attestaz.: 1934 Pasquali Storia 406 n. 1: La lettera 19 [...] è acefala in tutti i nostri manoscritti medievali  1955 libro, codice a.[cefalo], privo delle prime pagine (DizEnc)  1961 Manoscritto, libro acefalo: mancante del titolo e del principio (GDLI)  1986 (VLI) 

addizione sost. f. metodo della recensio che consiste nel ricostruire un testimone perduto sommando le lezioni di due testimoni ad esso legati da rapporti di contaminazione (definiz. basata sui dati presenti nelle Attestazz.; manca in GDIU e GDLI) Trattaz.: (manca in Beccaria, Springhetti, Lázaro Carreter, Malato) - Cf. Pasquali Storia 151, nonché 86-87. Attestaz.: 1934 Pasquali Storia 151: cercando d’isolare dalla tradizione di ξ le varianti che negl’interpolati possono o debbono derivare da τ, con quel metodo che in quel capitolo (p. 87) abbiamo chiamato di sottrazione. E anche qui un capostipite, τ, si ottiene, come in Carisio, per «addizione», sommando le correzioni di V con le lezioni che per «sottrazione» assegniamo a τ 

Fra­seol.: Etimol. e st.: Estensione semantica di addizione ‘aggiunta’ (1304-08: DELI; nel senso di ‘operazione aritmetica contraria alla sottrazione’, 1534: ibid.). L’onomaturgo potrebbe essere Giorgio Pasquali, come sembra indicare l’uso delle virgolette (cf. l’Attestaz. sopra). Cf. anche sottrazione, Etimol. e st. Osserv. aggiunt.: -

adeguamento linguistico cf. pàtina, Osserv. aggiunt.

Fra­seol.: -

adespoto (adespota†)

Etimol. e st.: Da acefalo, in senso proprio o figurato, ‘privo di capo’ (XIV sec.: DELI e GDLI; voce dotta, dal latino tardo acepha˘lu(m), derivato dal greco aképhalos ‘id.’: GDIU). Forse per un’esigenza di maggiore specificità rispetto a mutilo (vd. la voce). Sempre G. Pasquali (cf. Attestaz. 1934) usa l’astratto acefalia nel 1932 (vd. la voce).

agg. che non riporta il nome dell’autore, anonimo (GDIU; cf. GDLI; sulla variante del pl. masch. adespota† cf. le Osserv. aggiunt.) Trattaz.: Beccaria s.v. codice2, Malato (manca in Springhetti, Lázaro Carreter) -

Osserv. aggiunt.: -

Attestaz.: 1751 G. Targioni Tozzetti, Relazioni d’alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana [...], vol. I, Firenze 1751 (GDLI cita

dalla 2a ed., 1768-1779): Egli [un passo appena citato] è in un Codice adespoto antigrafo intitolato: De Aere, & potissimum de Aere & locis Etruriae  av. 1775 Bottari 3-1-163 (GDLI): Pietro Bel [...] tratta degli scritti adespoti, o senza padrone  1950 adèspota (adèspoto) agg., XVIII sec. (DEI)  1961 Adèspoto (raro adèspota), agg. (GDLI)  1964 GDLI s.v. codice: Codice anonimo o adèspota: senza l’indicazione del nome dell’autore  1999 testo, codice a.[despoto] (GDIU)

Fra­seol.: adespoto (1768 / av. 1775), adespota (1950) Etimol. e st.: DELI (come poi GDIU) data av. 1775, essendo il 1775 l’anno di morte di G. G. Bottari, le cui Lezioni sopra il Decamerone, da cui è tratta la citazione in GDLI, furono pubblicate postume nel 1818 (2 voll., Firenze: cf. GDLI). La prima attestazione però va abbassata innanzitutto al 1768, anno di pubblicazione del vol. I dell’opera di Targioni Tozzetti (Relazioni d’alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana per osservare le produzioni naturali, e gli antichi monumenti di essa dal dottor Gio. Targioni Tozzetti, 12 voll., Firenze 1768-1779: cf. SBN), e in secondo luogo al 1751, anno di pubblicazione del vol. I della prima edizione dell’opera di Targioni Tozzetti (Relazioni d’alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana, per osservare le produzioni naturali, e gli antichi monumenti di essa dal dottor Giovanni Targioni Tozzetti, Firenze 1751-1754). Secondo DELI e GDIU è voce dotta, dal latino tardo ade˘spo˘tu(m), dal greco adéspotos ‘senza padrone’, composto di a- con valore privativo e despótēs ‘padrone’. L’aggettivo non è presente nel lessico filologico degli umanisti (cf. Rizzo), e nell’accezione qui studiata per il latino antico il Thesaurus l. Lat. (cf. poi DEI e GDLI) ci fornisce s.v. adespotos, -on un passo di Servio (più precisamente nel Servio Danielino o Servius auctus, un testo di larghissima diffusione a partire dalla sua pubblicazione nel 1600: cf. Enciclopedia virgiliana, vol. IV, Roma 1988, p. 807; il passo è Serv. auct. georg. 1, 227 in quodam adespoto Graeco sic positum est:; sul Servio Danielino), a cui va aggiunto (si tratta in verità di voce greca, ma concordata con una parola latina, dunque di ‘greco latinizzato’) un brano di San Girolamo (Hier. epist. 73, 1 misisti mihi uolumen ἀδέσποτον et nescio, utrum tu de titulo nomen subtraxeris an ille, qui scripsit, ut periculum fugeret disputandi, auctorem noluerit confiteri). Appare verosimile supporre che uno dei due brani citati possa

essere la fonte del cultismo italiano (forse Servio, vista la sua maggiore diffusione). La variante adespota, segnalata come rara ma assente dagli esempi in GDLI s.v. adespoto (cf. poi la voce codice, del 1964, citata sopra tra le Attestazz.), sembra apparire per la prima volta in DEI, e potrebbe essere una retroformazione (erronea, ma spiegabile bene col sost. despota) dall’adespoti di Bottari (l’esempio che potrebbe essere alla base della datazione “XVIII sec.” di DEI: vd. sopra le attestaz. di Bottari e DEI). Osserv. aggiunt.: Rientra nella critica del testo in quanto riguarda la critica dell’autenticità di un testo. GDLI cita Targioni Tozzetti dalla sola ed. contemplata, la 2a del 1768-1779 (“Targioni Tozzetti, 12-1-288: [...] un codice adespoto, antigrafo, intitolato [...]”). In APhN troviamo l’articolo di D. del Corno, I frammenti papiracei adespota della commedia nuova, editi nei Proceedings of the twelfth international congress of papyrology, Ann Arbor, Michigan, 12-17 August 1968, Toronto - Amsterdam 1970, dove però è presumibile che l’agg. pl. masch. adespota sia frutto di una correzione (adespoti sentito come erroneo) dei curatori inglesi del volume (cf. in ingl. adespota agg. pl., nel 1973 in APhN 42-01307, e adespota sost. m. pl. ‘scritti adespoti’, dal 1897 in base a OED s.v. adespota; nonché il riassunto ingl. in APhN ibid.: “Brief discussion and analysis of contents of adespota fragments of new comedy”). Il sinonimo anonimo è più vicino alla lingua dell’uso che alla terminologia tecnica filologica (cf. anche il tecnico anepigrafo).

adiaforia sost. f. l’essere adiaforo (accezione mancante in VLI, GDIU e GDLI) Trattaz.: Cf. i dati s.v. variante adiafora. Attestaz.: 1979 Balduino Manuale (1a ed.) [97-]98 (cf. anche l’Indice delle materie... s.v. adiaforia): altre volte infine, tanto la lezione di B quanto quella di y appariranno di per sé accettabili benché diverse, avranno cioè carattere di adiaforia  1985 T. Zanato, in La critica del testo (Atti) 481 n. 49: Le situazioni di adiaforia vengono risolte a favore di M2; le scelte editoriali meno pacifiche sono regolarmente discusse in apparato  2005 Mari Armario 98: situazioni di insuperabile adiaforia 

Fra­seol.: -

adiaforia

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adiaforo

Etimol. e st.: Il sost. manca in Beccaria s.v. adiafora e Malato s.v. adiafora (variante) (nonché in Springhetti e Lázaro Carreter). In un testo come Balduino Manuale, inoltre, l’uso del sost. rispetto all’agg. è percentualmente irrilevante. Segno probabile della seriorità del sost. rispetto all’agg.: adiaforia dunque deriva verosimilmente da adiaforo (nel valore già tecnico di ‘relativo a lezioni o varianti di pari autorità’: vd. la v. variante adiafora), e non il contrario, con sovrapposizione al preesistente adiaforia, di ambito filosofico (già, ad es., in DizEnc, vol. I, 1955). Osserv. aggiunt.: -

adiaforo cf. lezione adiafora e variante adiafora adottare cf. lezione, Fra­seol. e testo, Fra­seol. adulterato cf. corrotto, Osserv. aggiunt. 10

affine cf. codice, Fra­seol. e parentela, Osserv. aggiunt. affinità cf. parentela, Osserv. aggiunt. aggiunta cf. interpolazione, Osserv. aggiunt. aggruppamento cf. gruppo, Osserv. aggiunt. albero / – genealogico sost. m. / loc. sost. m. > stemma codicum (GDIU, che riporta solo la forma polirematica, sulla quale cf. VLI s.v. albero; entrambe le forme mancano in GDLI) Trattaz.: Cf. trattaz. s.v. stemma. Attestaz.: 1904 D. Battaini, Manuale di metodologia storica: ad uso degli studiosi di storia e particolarmente per licei, istituti tecnici, seminari, ecc., Firenze 1904, p. 110 (GoogleRL,

senza foto, integrato per i dati bibliografici con SBN): Essa permette generalmente di innalzare senza troppa fatica un albero genealogico completo (stemma codicum) degli esemplari conservati  1911(