Diatessaron Persiano


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Diatessaron Persiano

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B I B LI CA E T

O R I E N T A L I A ,. N. I4

(SACRA SCRIPTURA AN1'1QUITATIRUS ORIENTALIBUS ILLUSTRATA)

GIUSEPPE MESSINA S.

J.

DIATESSARON PERSIANO I. INTRODUZIONE Il. TESTO E TRADUZIONE

ROMA PONTIFICIO ISTITUTO BIBLICO

1951

BIBLICA ET ORIENTALIA SACRA 5CRIPTl:l{A ANTIQUlTATIBUS Ol,UEXTALIBUS ILLUSTRATA

1. -

W.

PAULC"S,

Jt1arduk Urtyp Christi? in 4°, p. 66. Romae 1928. L. it. 600, Doli. 1.-

2. -- FR. E. BuRROWS S. p. 34. Romae 1928.

J,

Tilmun, Baf!.rain, Paradùe, in-4°, L. it. 300, Doli. 0,50

'.i.

-- G. ;.\1EsSINA S. J., I Jfagi a Betlemme e una predizione di Zoroastro, p. 104. Romae 1933. L. it. 600, Doll. 1.-

4.

FR. BLOl\IE, Die Op/ermaterie Ùz Bab_y!oJLiell unti lsrae!, I. Teil p. 469. Romae 1934. L. it. 1800, Doli. 3.-

5.

A . DEIMEL S. ].. Emmza .éìz's 1md Hè:xaimenm, p. 92. Romae 1904. L. it. 600, Doll. 1.--

6.

A . DEIMEL S. J, Die altba/;J1lonisclte /(òmgs!iste und z/zre B ed~utung fur die C.nronologie. p. 66. Romat'. 1935. L. it. :-100. Doli. 0,50

7.

G. MESSINA S. J., Inizi di Hrùa asceil"ca e mislica Per• siana, p. 53. Romae 1938. L. it. 6001 Doll. 1.-

8.

I. Di IVIATTEO, La divz'nità dz' Cn:s/é) e la dottrùia della Tr·1,"m:tà z·n .t1aometto e nei po!emistt· mnsulman·i, p. 86. Romae 1938. L. it. 600, Doll. 1.G. MESSIXA S. J, libro apocalittico Persiano: A; a!kar--i L. it. 1200, Doli. ~-Zamaspik, p. 156. Romae 1939.

9.

1

10.

G. MESSINA S. J., l\/{lt/zùi su un Diatessaron Persùmo tradotto dal ,C.,ì"riaro, ~- 128 (Tav. I-II). Romae 1943. f ~- it. 900, Doli. 1.50.

11. -

T. O' SHAUGHNESSY S. J., The /(oranic lòncept of the I,Vovd of (;od, p. 72. Romae 1948. L. it. 900, Doli. 1,50.

•9

E. S. DROWEH, ,S'ar/J, d Qnbin ti Szs!am Rba, p. 112. Romae 1950. L. it. 2700. Doll. 4,50.

-

· 3.

S. LvoNNET S. J., Les or·igùtes de la Versi.on Arménienne et le Diatessaron, p. 302. Romae 1950. L. it. 5700, Doli. 9.bO.

_....

G.

-

S. J., Diatessaron Persiano. I. Introduzione. II. Testo e Traduzione. Romae 1951. MESSINA

.?i:o!gersi: Pontificio Istituto Biblico, Amministrazione PubAZ oni, Piazza della Pilotta 35, Roma 2/4.

BIBLICA (SACRA

SCRIPTUR/\

ET

ORIENTA LIA

l\>-iTJQU!TATIBUS

ORIENTALinUS

14

ROMA PONTIFICIO ISTITUTO

1951

BIBLICO

ILLUSTRATA)

GIUSEPPE MESSINA S.

J.

DIATESSARON PERSIANO I. INTRODUZIONE II. TESTO E TRADUZIONE

ROMA PONTIFICIO ISTITUTO BIBLICO

1951

IMPRIMI POTEST /?0111ae, 8 Februarii 1951

E. VoGT S. I. Rector Poni. Imt. Biblid

I MPR IMATUR Ex Vie. Urbis, 8 Febrnarii 1951

t

I ura

editionis

et

versionis

A . TRAGLIA, Arch. Caesar. Vie. Ger.

reservantur

PRINTED [N ITAL Y TIPOGRAFIA PIO X • VIA DEGLI ETRUSCHI 7 • ROMA

PIO XII PONTIFICI · MAXIMO PERSICAM · EVANGELIORVM · HARMONIAM VETVSTISSIMI · LITTERARVM · CHRISTIANARVM MONVMENTI · IAMDIV · DEPERDITI NON · IGNOBILEM · PROPAGINEM IN · FILIALIS · OBSERVANTIAE PIGNVS

PREFAZIONE

Ciò che promisi in una mia pubblicazione del 19431, lo compio adesso, dando alle stampe il testo persiano del Codice Mediceo Laurenziano XVII (81) con relativa versione italiana. Durante gli anni di guerra e il periodo immediatamente successivo, poco tempo potei dedicare a questo lavoro per ragioni di varia natura. Solo negli ultimi due anni mi diedi a rivedere la traduzione, che già prima ne avevo fatta, per prepararla alla stampa insieme con il testo. La Notizia, che ne scrissi nel 1943, aveva tra l'altro anche lo scopo di conoscere il parere degli studiosi sul valore del testo, da me scoperto; appunto per questo pubblicai allora in versione italiana il primo dei quattro grandi capitoli, di cui si compone l'Armonia persiana. Il giudizio dei competenti nelle questioni riguardanti il Diatessaron di Taziano fu tale che m'invogliò alla presente pubblicazione. Mi si permetta

  • > 2 • In una prima parte introduttoria, esposte le notizie indispensabili stù Codice persiano, passo a discutere le fonti di cui si servi il compositore dell'Armonia, e certe peculiarità caratteristiche del1' Armonia, soprattutto stilistiche, e le relazioni di questa con Taziano. 1

    Notizia su un Diatessaron Persia,1io tradotto dal siriaco, Roma 1943,

    p. 74. 2

    Cf. anche sotto p. xxx1n.

    Prefazione

    VIII

    A questa prima parte aggiungo un'Appendice, composta su uno schedario inedito del Prof. Baumstark. Nella seconda parte dò il testo e la versione, corredata da note. Nel licenziare alle stampe questo volume compio il gradito dovere di ringraziare il Rev. P. Alberto Vaccari, il quale m'indicò una traccia, che mi pose sulla via per la scoperta del Diatessaron persiano 1 • Alla sua vastissima erudizione e alla sua rara e squisita cortesia non feci mai ricorso, durante questo lavoro, senza grande vantaggio. Il Prof. Al. Bausani ebbe la grande gentilezza di trascrivermi il c. III e IV del testo persiano; rileggendo insieme il testo e la mia traduzione, diede talvolta suggerimenti, che mi furono di aiuto in vari punti oscuri o corrotti del Codice, e si prestò gentilmente a rivedere le ultime bozze del testo persiano. Di tutto questo gli esprimo qui la più profonda riconoscenza; tanto più che il suo aiuto mi giunse in un tempo, in cui le mie forze fisiche erano prostrate, ed io a momenti non credevo di poter portare a termine il lavoro. Ringrazio anche coloro i quali mi aiutarono nella correzione delle bozze del testo italiano e nella verifica dei vari versetti, e sopratutto i miei discepoli: i RR. PP. Stefano Ponibcan, Lucie:n Dozois, Nicolò Barbosio e il caro amico Melina Pillitteri Un sincero ringraziamento infine alla Direzione della Tipografia Pio X e ai compositori, specialmente al Signor Mario Barile.

    Natale del 1950.

    1

    Cf. Notizia, p. 5.

    ABBRirVIAZIONI DEI TESTI CITATI

    Ta"r

    = Taziano arabo: A. Ci a se a , Tatiani Evangeliorum harmoniae arabice, Romae 1888; riproduzione anastatica, Romae 1930; A. S. :dar mar r1 j i, Diatessaron de Tatien. Texte arabe établi, traduit en français, collationné avec les anciennes versions syriaques, sitivi d'un évangéliaire diatessarique syriaque, Beyrouth 1935.

    Ta:>1ul = .A.lthochdcutscher Tatian: Eduard Si e ve r s, Tatian . Lateinisch une/ altdeutsch, Paderborn 1892.

    Ta 0

    = Taziano secondo il commentario di Efrem: J. B . A u eh e r (~. 1\'I o es in g e r, E vangelii concordantis expositio /acta a Sancta Ephraen-w Doctore Syro , in Latinum translata, Venetiis 1876; J. H a m 1 y n H i 11 , The Earliest Li/e of Christ, Edinburgh 1894,

    p. 334-377. Tar = Taziano latino del C. Fuldense: Ernestus Ra n k e, Codex ful-

    densis. 1V ovum Testamentum Latine interprete H ieronymo ex manuscripta Victoris Capuan·i, Marbnrg und Leipzig 1868. T al

    = Taziano in vecchio fiammingo del Codice di Liège: D. P 1 o o i j with the Assistence of C. A. P h i 11 i p s , The Liège Diatessaron, edited with a Textual Apparatus. English Translation of the Dutch Text by A . J. Bar no u ,v, Part I-V Amsterdam 1929-1939.

    Tat

    = Taziano toscano: Venanzio T od es e o, Alberto V a e e ari, :Marco V a t t a s s o , Il Diatessaron in volgare italiano, Testi inediti dei secoli XIII-XIV. Stu.di e Testi 81, Città del Vaticano 1930, p. 173-368. Taziano veneto, ib. p. 1-171.

    Ta'·

    PH.

    =

    Margery Go a t es, T he Pepysian Gospel H armony, London 1922.

    Carl H . K r a e 1 in g, A Greek Fragment of Tatian's Diatessaron /rom Dura, Studies and Doct-trnents, III, London 1936.

    Intr. ad loc.: nelle note al testo significa che il passo è discusso nella Introduzione. Cf. Indice dei passi biblici citati o discussi p. CXII ss. Evangelisti: Seguo le sigle del Codice Mediceo sia nel testo persiano, sia nella relativa versione: M = Matteo, S = Marco, L = Luca, J = Giovanni. Nell'Introduzione però e nelle note al testo scrivo rispettivamente Mt, Mc, Le, Joh.

    Abbreviazioni dei testi citati

    X

    M = Mediceo: cioè, il testo persiano qui pubblicato. Notizia = Il mio libro: Notizia s·u un Diatessaron Persiano tradotto dal si-riaco, Biblica et Orientalia, N . I O, Roma 1943.

    Syc = Codex Syrns Curetonianns: F. C r a w f or d B u r kit t, Evangelion Da-lvlepharreshe, vol. I et II, Cambridge 1904. Nelle note alla traduzione talvolta uso solamente C.

    Sy• ,= Codex Syrus Sinaiticus, A . S m i t h L e w i s , T he Old Syriac Gospels, London 1910. Nelle note alla traduzione talvolta solamente S. SyP

    = G. Henricus G

    Vg. -

    Vulgata.

    Vl.

    Vetus Latina.

    w i 11 i a m, Tetraeitangeli-um Sanctum, Oxonii 190 L

    - "\Valton. E il codice persiano degli Evangeli separati del Ms. Poc(ocke) 241 della Bodleian Library . Seguo il testo di Brianus Waltonus, S. S. Biblia Polyglotta, vol. VI, anno 1657.

    \V

    le parole tra parentesi rotonde nella versione non si trovano nel testo, ma sono richieste dallo stile italiano. (

    ) le parole incluse fra parentesi acute nel testo e nella versione sono da aggiungere.

    [ J

    le parole tra parentesi quadre sono da eliminare .

    . . . lacuna. I numeri in grassetto al margine sinistro del testo persiano e della traduzione indicano i fogli del Codice Mediceo.

    ~

    ['o

    N

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    .·ri : ..,.

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    ::i c;l

    ~ I

    o C)

    ·>. Ebbene in questa parabola (cf. III 16, p. 219) non v'è alcuna sigla che indichi l'appartenenza dei vari versi ai diversi Evangelisti. L'ultima volta che si trova una sigla (M = Matteo} è al principio del § precedente III 15, p. 217 dove sì ha Mt 13, 24. Per il traduttore quindi anche la parabola seguente del grano di senapa in tutte le sue parti è di Matteo. Talvolta si ha il caso che si attribuisce ad un Evangelista ciò che è invece proprio di un altro. Ora per uno, che compone l'Armonia, estraendo i singoli passi dai vari Evangelisti, ciò non si spiega. Oltre tutto poi il traduttore non mostra di avere conoscenza dei non pochi tratti apocrifi, che si riscontrano nell'Armonia. Si veda quel che si dice nel prossimo capitolo dell'influsso del Protevangelo di Giacomo sulla narrazione dell'infanzia di Gesù. È poi credibile che, quando i crìstiani mostravano tanto urgente bisogno di una traduzione dei libri sacri, il traduttore si sia messo alla composizione di un'Armonia, che in molti punti si presenta molto complessa, ritardando così di molto il compimento e la soddisfazione dei loro desideri ? Per queste ragioni penso che le parole del traduttore non debbono prendersi alla lettera, ma debbono interpretarsi in altro modo. Egli, cioè, si è servito di un'Armonia già esistente, modificandone però l'ordine (e avrà aggiunto le sigle degli Evangelisti); ma

    G. l\-1essina S.

    XXII

    J.

    nel riordinare la materia evangelica, come vedremo, non fu felice; ed è molto incompleto e talvolta erroneo nell'attribuire i vari passi ai singoli Evangelisti. Attiro l'attenzione su un altro fatto. Si trovano nell'Armonia in punti differenti talvolta gli stessi versi di un Evangelista, ma con tenore differente. Dò un esempio: MI 63

    M III 59

    Le 12, 45 s.

    E se il servo dicesse nel suo cuore : Il mio signore tirerà a lungo, e cominciasse a percuotere e molestare i servi del suo signore, e cominciasse a mangiare e bere e inebriarsi; verrà il signore di quel servo nell'ora, che non ha conosciuta e non pensata, lo scaccerà e priverà della parte.

    E ".'e quel servo pensasse in St.' 1 che il signore prolungherà l'assenza, e si occupasse in mangiare e in bere e in frivolezze e piaceri, e pereo tessc e tormentasse quelli ch e gli ha affidati, quando il signore di lui v errà nel giorno che egli non h a conosciu to, lo licenzierà e lo getterà lontano e affiderà il suo stipendio ai peccatori.

    Si veda anche lo stesso testo armonizzato ma in qualche punto divergente che si trova in II 1, p. 95 e in III 7, p. 203, dove si tratta dell'invio dei discepoli. Sulla fede, che Gesù inculca ai discepoli, si t ratta in M II 30, p. 139, IV 5, p. 289, IV 19, p. :i07. Gli esempi potrebbero moltiplicarsi; del resto cf. l'Indice p. 382 ss. Come si spiegano queste ripetizioni talvolta degli stessi passi evangelici e talvolta delle stesse narrazioni con notevoli discrepanze ? Una soluzione soddisfacente a questo quesito sarebbe quella di ammettere che il traduttore persiano aveva dinnanzi a sè non una sola copia àell' Armonia siriaca ma due, le quali avevano avuto una storia differente, con conseguenti correzioni e modifiche del testo, e ch'egli scegliesse il suo materiale da entrambe. Può essere invece che si sia servito di un solo Diatessaron, ma abbia fatto anche ricorso talvolta ad un lezionario armonizzato del genere di quelli, segnalati da A. S. M a r m a r d j i 2 e da altri. Abbiamo visto che il nome di quello che ci ha trasmesso in persiano il documento è probabilmente ivannis 'Izz al-Din. Diversi indizi ci dànno qualche notizia sulla sua persona e sul suo modo di tradurre il documento siriaco, di cui si serviva.

    1 2

    A parola 6 ~ ~ ~ ~ , tcttç E:rtta BXXt,l). Per e< genitori l> il persiano traduce 0 I>~ Le 2, 27 in M I 6, p. 20; Mc 9, 21 in l\tI II 29, p. 138; Joh 9, 22 s., p. 146 ecc.; ma tale parola persiana significa « padri n, cioè, e( antenati 1). Essa è un semplice ricalco del termine siriaco ... o,00t,::,J •,, i padri di lui». Invece di battesimo in Le 12, 50 l'Armonia M I 64, p. 84 ha «battistero», perchè il siriaco j.b-,.. ?"."' ,..., significa tanto e( battesimo >) quanto « piscina, battistero )) 3 • J..iJ .LJ viene tradotto macchinalmente in vari passi « io, io» invece di « io sono >1 per es. Mc 6, 50

    t"'""~ .

    vt ~;

    1

    1,.rotizia, p. 47-52.

    Cf. Mar ma r d j i, Diatessaron arabe, p. xvr. Cod. Ambr. 313 Hexapl. syr. Is 7, 3. 22; 8, 11; 36, 2. S mi t h , Thes. syr. sub v. 2

    3

    P a y ne

    XXVIII

    G. Messina S.

    J.

    m ::VI II 4, p. 102; I,c 22, 70 in :YI IV :,9, p. 340; Le 24, 36. :,9 in M IV 54, p. 370. Dagli esempi ora addotti e da quelli ancora più numerosi che riportai nella mia pubblicazione del 194~, 1isulta chiaramente che il testo base, di cui si servì il traduttore persiano, doveva essere siriaco. Su ciò c'è stato il consenso unanime di t utti quelli che si occuparono in riviste di quella pubblicazione. Il titolo del testo siriaco sarà stato quello che egli riproduce in grandi lettere all'jnizio del Codice 1 • Sulla data della composizione dell'Armonia siriaca, che servì di base al traduttore persiano, è difficile dire qualche cosa di preciso. Non c 'è dubbio che essa fu composta in un tempo in cui la traduzione della Peshitta o ancora non esisteva o almeno 11011 dominava completamente. Le numerose lezio1ù, che concordano con l'antica versione siriaca confermano ciò; e le divergenze del testo persiano paragonato a quello della Peshitta sono profonde. Inoltre al tempo della composizione dell'Armonia dovevano essere diffusi E vangeli apocrifi; mostrerò difatti che l'autore dell'Armonia si servì nella narrazione dell'infanzia di Gesù anche del Protevangelo di Giacomo. ~Ia oltre ciò, vi sono non poche altre lezioni apocrife, di cui non sono riuscito ad identificare la fonte. Un indizio sull'età della composizione del documento siriaco potrebbe essere il passaggio che si nota nel nostro testo di Joh 18, 16 a Joh 18, 19 in IV ~,8, p. 339, il quale si deve al fatto che l'autore tratta della negazione di Pietro solo in seguito nel seguente ~ 40, p. 343. Tale p assaggio non si riscontra nè nel Diatessaron arabo, nè nell'Armonia latina del Codice Fuldense; ma si ha però nel Sinaitico con una lieve discrepa117,a: questi infatti passa da Joh 18, 15 a Joh 18, 19. Si può quindi supporre che questa inversione sia stata introdotta nel Sinaitico da un'Armonia siriaca del genere di quella che servì di base al testo persiano. L'inversione difatti si capisce e sta bene nell'Armonia persiana, ma non negli Evangeli separati. La conseguenza quindi che l'Armonia siriaca è anteriore alla versione del Sinaitico potrebbe sembrare evidente. Del resto oltre le lezioni comuni al Sinaitico e al Diatessaron persiano, ho notato in entrambi due caratteristiche identiche lacune: in Joh 1, 21 manca "HHaç Et au; xaì. ÀÉyet · ovx Ei~tt. tanto nel Sinaitico quanto nel Persiano I 17, p. 36;

    1

    Cf. sotto, p . 2.

    Armonia persiana e Taziano

    XXIX

    inoltre in r~c 10, 16 manca sµè a-OEtEL · o bÈ sµÈ a0ETOO'V sia nel Sinaitico sia nel Persiano III 7, p. 205. Data quindi l'antichità del documento siriaco, non possiamo non aspettarci l'introduzione di correzioni posteriori o di glosse nel testo, come suole avvenire in tali manoscritti. Ma per fortuna, tali correzioni non sono state molto profonde, e spesso esse, pur penetrando nel testo, si sono solo aggiunte alle antiche lezioni senza eliminarle. Ci sono in tal modo non poche lezioni doppie. Cosicchè ci resta un documento, che in numerosi punti non è molto lontano dalla composizione primitiva. Armonia persiana e Taziano

    Sorge ora la domanda: quale è il suo rapporto con l'opera di Taziano. La risposta a tale quesito può essere data anche con certezza. Però bisogna distinguere due questioni: la prima riguarda l'ordinamento dell'Armonia persiana; l'altra il tenore del testo, in essa tramandatoci. Ora l'ordinamento non ha molto in comune con quello che finora si conosceva. Tra i rappresentanti orientali dell'opera di Taziano e quelli occidentali ci sono indubbiamente notevoli discrepanze nell'ordinamento dell'Armonia. Ma ci sono anche molti punti caratteristici di convergenza, i quali lasciano intravedere una linea di composizione, che li riattacca ad una fonte unica, a tutti comune 1 . Ciò non si può affermare dell'Armonia persiana. Certo essa non ci è pervenuta nel suo stato primitivo; perchè, anche a non volere spingere troppo le proprie esigenze verso l'ordinatore delle singole narrazioni evangeliche, non si può credere ch'egli dopo il colloquio di Gesù con Nicodemo Joh 3, 1-21, passi, senza alcun nesso anche solo verbale, ad un nuovo paragrafo che comincia con lVIc 4, 36: 2 mentre nei due altri passi evangelici, dove ricorre la stessa frase: Le 4, 34 e Mc 5, 7 il persiano traduce letteralmente. J\ìi accorgo ora che anche Burkitt 3 a suo tempo aveva dato questa stessa spiegazione; e aveva fatto notare l'uso popolare che tende a ridurre « spirito, fantasma, demonio)), alla denominazione comune di « ghost », intendendola come spirito più o meno visibile ma incorporeo. Del resto come sia facile il passaggio da una denominazione al1' altra in questo soggetto si può vedere dal fatto che lo stesso testo di Efrem Mt 14, 26 viene tramandato da due diversi autori in due modi differenti: Bar-Salibi afferma che Efrem aveva: .

    Al posto di questa frase il Protevangelo greco c. XII, 2 ha un'altra lezione xul EÙÀoyqaév os, riferita quindi a Maria (eccetto il codice R, Dresda A. 181 in cui è omessa; cod. K di Parigi ha µs). Il

    Cf. p. XCVII ss. Notizia, p. 56. 3 Constant. T ì se h endo rf, Evangelia apocrypha, Lipsiae 1876. 4 Agnes Smith Lewis, Apocryphà syriaca, in Studia Sinaitica, nr. XI, London 1902; Protoevangelium Jacobi, vers. 1-12. 5 Marius C hai ne, in Corp. Scr. CJwist. Orientalium, Scripto-res Aethiopici, Ser. I, t. VII, Romae Parisiis 1909; Liber Nativitatis }Jariae, t. p. 10, vers. p. 9. 1 2

    G. l\1essina S. J.

    XL

    s1naco ha ugualmente: cc e ti benedisse,> (t. p. 10, vers. p. 5). Peraltro il fatto che l'edizione de] Tischendorf non abbia la lezione dell'Armonia persiana e dell'apocrifo etiopico non prova in alcun modo che essa sia stata estranea alla redazione greca; dato che l'edizione del Tischendorf si appoggia su 17 manoscritti, ed egli computava allora a più di 50 quelli che si trovavano nelle varie biblioteche 1 • Tanto più che non poche altre lezioni apocrife del testo persiano, che si trovano nella narrazione evangelica di JVIt e Le concordano esattamente e spesso a parola con la recensione greca. Prima di trattarne, premetto un breve accenno sull'origine del Protevangelo di Giacomo e sull'epoca della sua composizione. In esso si possono distinguere tre parti, ora connesse tra loro non però in origine: la prima comprende i cc. 1-16 che trattano della nascita di lVIaria; la seconda va da c. 18, 2-19, 1: in essa Giuseppe narra in prima persona la nascita di Gesù; la terza abbraccia i cc, 21-24, e va dall'adorazione dei magi alla strage degli innocenti e all' uccisione di Zaccaria, padre di Giovanni Battista. Abbiamo così nella stessa opera un apocrifo di ìvfaria, inoltre quelli che Harnack chiama apocrifo di Giuseppe, e apocrifo di Zaccaria 2 • Il titolo cli questo apocrifo varia secondo i codici: Narrazione dell'apostolo Giacomo ... , Natività cli n-·Iaria, ecc. Quanto all'epoca della composizione, lo stesso autore, seguito poi anche da altri, assegna la prima parte al secolo II, non vede alcun impedimento ad assegnare alla stessa epoca anche la seconda parte; la terza invece, nella forma, in cui ci è pervenuta, deve essere posteriore a quella data 3 • La lingua originale dell'apocrifo fu la greca; ma la composizione ebbe traduzioni in varie lingue orientali: in siriaco, in etiopico, copto, saidico, arabo e in armeno 4 • 1..-e numerose traduzioni in lingue orientali provano quanto diffusa fosse la lettura dell'apocrifo in Oriente. Una traduzione vera e propria in latino non si ha; bensì una nuova composizione, che si presenta come una traduzione dell'Evangelo ebraico di S. Matteo, donde il nome sotto cui è conosciuta: Evangelo dello Pseudo-MatCf. l. c., p. XIV, XVII. CMonologie der altcJw. Literatur, I, Leipzig 1897, p. 600. 3 :Essa fu composta in epoca non posteriore alla fine del III o inizio del IV secolo. Cf. G. Bonaccorsi, Vangeli Apocrifi, Firenze 1948, p. XXIII. 4 Cf. Charlcs Miche 1, J~vangi!es apocrvphes, I, Paris 1911, p. VII-XVIII. Su traduzioni e rimaneggiamenti armeni, cf. Conybeare, in Anierican J ourn. o/ Theology 1 ( 1897) 440, il quale, riferendo sulla recensione armena, la caratterizza come « di tediosa prolissità )). 1

    2

    Lezioni apocrife nel Diatessaron Persiano

    XLI

    teo 1 • La somiglianza di questa composizione latina col Protev. gr. prova che il compositore dell'apocrifo si è servito di documenti simili. La sua data di composizione è posteriore al secolo quarto. L'edizione critica del testo greco si ha in Tischendorf 2 , che piglia per base un codice della Vaticana (= A), con la collazione di altri tre codici, uno laurenziano (= B) e due parigini (= CD). Ci serviremo dell'edizione del Tischendorf, seguendone i capitoli nelle nostre citazioni; e per le lezioni nelle lingue orientali delle opere già citate. Ed ora ecco alcune altre lezioni dell'Armonia persiana, desunte indubbiamente dal Protevangelo. Darò la traduzione del testo persiano. Con M intendo il codice Mediceo. Mt 2, 9h : ,ml rnoù 6 11.crn79, ov EHìov èv tij àvatoA:fj, :rc(_)ofjyEv (tlJtOÙç scoç èH}wv forcHh1 è:rcavro où ~V -rò muMov.

    li.i I 17, p. 25:

    E la stella, che avevano vista in Oriente, un'altra volta andava di fronte a loro, fino a che giunsero nel luogo dove era il piccolo )). 1/èt&wv dell'Evangelista, riferito alla stella, è sostituito nel persiano da ..>J~), «giunsero)), riferito ai magi; conseguentemente non si trova traccia di Ècrrci{h1 èmiv{l). Sinùle lezione non trova alcun appoggio nelle versioni siriache dell'Evangelo, ma ha perfetta corrispondenza con le maggior parte dei cocld. del Protev. gr. XXI 3: Eo)i; dafiH}o\'; FbIS ~;l,{lov . Solo D ba elofiÀitev, ACFaGH sAftwv. Nello Ps.-:VIatteo XVI 2 si ha: quousque pervenirent ubi puer erat senza alcuna variante. Protev. sir., t. 19, vers. 10: cc Ed ecco la stella, che avevano vista in Oriente, apparve loro, andò davanti a loro, fino a che essi vennero alla grotta )>. Il Protev. etiop., t. 16, vers. 13 ha invece una lezione sua propria: Et ecce stella qi1,ani viderant in Oriente praeivit eis itsquedum perduxerit eos et stetit ~upra puerum. ol)cp &:n:ò

    tO'll 'U1tVO'\J 8'J't0Ll\OE\'

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    u:Ùt> 1, ma cf. sotto p . XLVI. 1 ':

    Le I, 32 xul u1òç; u'lj!lorou xÀ11-81'jaBtm: sy segue il greco. M I 3, p. 11: « E sarà chiamato figlio di Dio eccelso JJ; uguale lezione in \Valton. L'aggiunta Dio si ritrova nel Protev. greco nei codici ABFbHR; in Fa si ha 0rnD ~wvroç. Ta1 e Tav concorda col persiano. I.e 1, 3 l8·: xcù ì.~011 O'UAÌ•;~ µ'ljJU EV yaatQt : syr come il greco, syv manca; Taar manca ~v yus.-lVIa.tteo X\i 2 si ha un' espressione, che può avere influito su di essa: vir De-i perfectus el iuslus, annoruni centwn duodecini. Una bella età indubbiamente. Inoltre lo stesso apocrifo ha la medesima lacur1a dell'Armonia. E conviene anche col pe1siano in un altro passo dello stesso capitolo: Le 1, 29, p. 21: « Ora, o ~ignore, libera il tuo servo in pace)); in entrambi manca: « secondo la tua parola >>.

    11':

    Uio'Ù 1.uiyoi &nò àvmoÀwv nugEyÉvovto etç ,h:goa. Che i magi siano venuti dalla Persia, come si afferm a nella glossa, l'autore siriaco dell'Armonia l'avrà appreso dal Prot. XXI l , dove il cod. Fb ha Èx lleQo(~oç. Mt 2, 4": xaì. OlJVuyayoov :i:civraç roùç ÙQ;(lf(?EÌ:ç xul nmµµatEtç tO'Ù ÀUO'U.

    M I 7, p. 23: « Riunì i grandi e sacerdoti dei figli d'Israele n. :Manca >. Per > della «fanciulla>> di cui scrive Isaia 7, 14; Celso accumulava esempi dalla religione greca di vergini feconde per mettere in ludibrio la narrazione evangelica, e portava testimonianze di giudei, affermanti che Gesù fosse nato in seguito ad un adulterio di 1\Iaria con un soldato Panthera; e si parlava apertamente di fratelli carnali di Gesù 1 • Per rispondere a tutte queste insinuazioni, l'autore dell'apocrifo afferma esplicitamente che Maria concepisce dalla parola di Dio XI 2; i dubbi di Giuseppe vengono dissipati non solo dall'angelo in sogno XIV 2, ma anche dalle autorità del tempio; difatti la verginità della sua gravidanza è provata e constatata ufficialmente dai sacerdoti, per mezzo di una cc prova di Dio >i allora in uso XVI; l'episodio, di cattivo gusto per noi, delle levatrici che vengono chiamate e arrivano in ritardo, quando Gest1 era già nato, e constatano allora la verginità di Maria XIX-XX, ha lo scopo di mettere fuor di qualsiasi dubbio quello che ci racconta l'Evangelista. In tutta la narrazione dell'apocrifo 11011 si riscontra mai il titolo di ((padre>) attribuito a Giuseppe, e neanche quello di cc sposo>> di 1\faria. Manca ugualmente la parola «genitori>>. Anzi in XIX 1 si fa dire esplicitamente a Giuseppe: « essa non è mia sposa, ma essa concepisce dallo Spirito Santo». Ora identica è la tendenza che si rileva nell'Armonia persiana: dove nell'Evangelo a Giuseppe si dà il titolo di «padre>> di Gesù, o « sposo » di Maria, e dove l'Evangelista parla dei « genitori n di Gesù, tali parole scompaiono o vengono sostituite da altre. Ho

    1

    Cf. Edg. Henneckc, Neutest. Apokryphen, II, Tiibingen-Leipzig 1904, p. 49 s.

    G. Messina S.

    XLVT

    J.

    trattato di tali passi diffusamente altrove 1, qui mi limito ad un breve riassunto: Le 2, 41, p. 31: « e la gente (invece di cc genitori))) di Gesù ogni anno andavano)>. Le 3, 43, p. 31: « La madre di lui e Giuseppe (invece di ) invece di e< Giuseppe, suo sposo, era giusto n; :ìvlt 1, 20, p. 17: J si ha in syc•P; in Le I, 3ta cc in utero)) manca nel persiano, come in 'l'a"'; e in Le 2 , 2P sy" si avvicina più al persiano che al greco, e anche 'faar ha e< fanciullo » invece di cc lui)). E in Le 1, 32" .38h il persiano e il Diat. di Liège concordano esattamente. Difficilmente poi la lezione cc tua sorella J) per ovyyEvfç di Le 1, 36 in Efrem armeno (cf. p. XLIII) sarà stata tramandata esattamente, data la notevole differenza di età tra Maria ed Elisabetta, che risulta anche dai , 1angelo. Penso piuttosto ch e la lezione di Efrem doveva essere identica a quella del persiano: « sorella di tua madre, zia materna)) o a quella del Protev. etiop. invece di si ritrova nel Protev. gr. XXI 4: 'Ca{h FxEi... xal Oif}yEv ÈxEt; inoltre in Taziano ar (2 cod: Vat. 14, Borgiano 250) nel cod. di Liège, ecc. 1 • Non sono riuscito peraltro a trovare un parallelo della lezione di Le 1, 24h su Elisabetta M I 2, p. Il: invece del greco: « e nascondeva se stessa)); e così pure Mt I, 20": « Non temere a causa della gravidanza di 1vfaria, tua compagna )), invece del greco: «non temere di prendere Maria, tua moglie». Da quanto ho esposto appare chiaro che l'autore dell'Armonia siriaca, tradotta in persiano, si servì anche di altre fonti, oltre i quattro Evangeli. Una di queste fonti è indubbiamente il Protevangelo di Giacomo; la lezione di Le 24, 27 sta invece nella linea dell'Evangelo degli ebrei. Come si spiegano tali concordanze ? Abbiamo visto nel capo precedente che l'autore della nostra Armonia rimaneggiò p rofondamente l'ordine del Diatessaron di Taziano; le concordanze peraltro tra numerose lezioni del testo persiano e quelle di altri testi armonizzati orientali ed occidentali, le quali appariranno più chiaramente nei capi seguenti, provano che il rifacitore del Diatessaron, di cui ci è pervenut o solo la traduzione persiana, si servì abbondantemente dell'opera di Taziano. Le lezioni, in cui sia il testo persiano sia altri testi analoghi concordano col Protevangelo di Giacomo, devono avere come comune origine intermediaria l'Armonia di 'l'aziano. Il tenore di t ali testi è troppo letterale in alcuni casi, per essere dovute ad un puro caso; le tendenze, che si rivelano nella modificazione dei testi, riguardanti sopratutto la nascita verginale di Gesù, sono comuni all'apocrifo, a varie Armonie e al test o persiano. Tutto ciò ci induce a pensare che Taziano si servi realmente anche del Protevangelo di Giacomo. Ma allora anche quelle lezioni del testo persiano, desunte da questo scritto apocrifo, delle quali non troviamo ora alcun parallelo tazianeo nelle fonti a noi pervenute, devono attribuirsi ugualmente a Taziano. La mancanza di concordanza in questi casi può trovare la sua spiegazione nel lavorio,

    1

    Cf. C:. Peters, Das Diatessaron Tatians, p. 55. tv

    G, Messina S.

    L

    J.

    esercitato sulle varie Armonie, per conformare il testo di esse con il testo ufficiale greco, siriaco o latino. L'aggiunta difatti al testo di Le 1, 44 e le modifiche del testo di :Mt 2, 9 e 2, 11 erano troppo stridenti per sfuggire agli ocdù dei revisori. 11 documento nostro invece ha subito minori ritocchi, pur non essendone rimasto completamente immune. È difficile credere che tali lezioni apocrife del testo persiano siano da considerarsi come aggiunte fatte dal rimaneggiatore dell'Armonia. Questi visse dopo Taziano, poichè ne segue il testo. Ma più tempo passava, e più si eliminavano dalla Chiesa e dall'uso dei fedeli gli scritti apocrifi., per dare esclusivo dominio ai quattro Evangeli, che noi oggi possediamo. Di Taziano invece sappiamo ch'egli si servi di fonti apocrife, vivendo in un tempo in cui esse pullulavano. Se ciò che siam venuti dicendo corrisponde a verità, è da ritenersi che il Protcvangelo di Giacomo, anche in quella parte in cui si narra la venuta di Magi, doveva già esistere nella prima metà del secolo secondo; e allora non è esclusa la possibilità che anche S. Giustin o l'abbia conosciuto e se ne sia servito, come sostengono Zahn e Amann. I problemi però che offre l'Armonia persiana sull'argomento delle lezioni apocrife non si esauriscono facendo ricorso semplicemente all'Evangelo degli Ebrei e al Prot evangelo di Giacomo. Quest'ultimo riguarda solo la 11arrazione sull'infanzia di Gesù. Ma nel testo persiano ci sono lezioni apocrife anche in parti che riguardano la vita pubblica di Gestì. Eccone per ora un solo esempio: 1VI 12, Sb-6 ha nel greco: e< o non leggeste nella legge che di sabato i sacerdoti nel tempio violano i] sabato e sono incolpevoli ? Ma dico a voi che (qualche cosa) maggiore del tempio è qui)>. È la risposta di Gesù ai farisei che rimpro veravano i discepoli di violare il sabato cogliendo spighe. Il testo dell'Armonia persiana ha invece: 1 }1 I 29, p. 55 (< Voi sciogliete e dissacrate il sabato e non· è peccato su di voi. Ora dico a voi: Ecco, è qui colui che è più nobile del sabato, quegli che signore del sabato è lui 1>. Il termine, che traduco «sciogliete» è il verbo ~>Ll:S , ed è lo stesso che il persiano usa per Mt 18, 1s1i, gr. Avcù: può significare tanto sciogliere un legame, quanto violare un precetto, per es. J.VIt 5, 19; in entrambi i casi il sy"s ha il verbo J.,... ; J)h. del persiano corrisponde al , ~... del sir. Mt. 12, 5 e ebr. che

    ,,n

    1

    Rinunzio alle modifiche del testo, proposte in Notizia p. 103, n. 1.

    Lezioni apocrife nel Diatessarou Persiano

    Ll

    significa nell'uso ebraico e siriaco «violare)), ma nell'uso aramaico e arabo (e il persiano si serve del termine arabo) vale anche « sciogliere, dichiarare permesso, lecito )). Il persiano quindi usa due termini per indicare lo stesso concetto, ciò c~e non è infrequente in 1ui; e il testo può essere inteso o nel senso che i farisei tolgono in certi casi l'obbligo di osservare il sabato per giusta ragione 1, oppure che essi stessi non l'osservano ugualmente per giusta ragione. Non si tratta q1~i dei n sacerdoti n, che violano il sabato e la parola « tempio n non si trova ne] testo persiano; ma Gesù parla del modo d'agire dei «farisei >i. La risposta eh' egli dà ad essi a proposito del loro rimprovero ai suoi discepoli è chiara: se potete dispensare voi farisei dall' osservanza del sabato o potete permettere di violarlo, tanto più lo posso fare io, che sono più nobile, anzi signore del sabato. Ora ciò non si trova nel Vangelo; nel greco e nel siriaco sono i sacerdoti che violano il sabato nel tempio; non si ha in entrambi la frase: « Ecco, è qui colui che è più nobile del sabato, quegli che signore del sabato è lui ))_ Nè si può pensare per questa aggiunta a Mt 12, 8, perchè questo verso si trova riportato nello stesso paragrafo del Codice l\:Ied. in fine. Il lettore troverà non pochi esempi del genere nell'Armonia persian a, in vari passi, che dànno un senso ragionevole, ma non sono però tratti dagli Evangeli canonici. Si veda Le 2, 13 in M I 5, p . 19; inoltre Le 11, 5-7, che nell'Armonia persiana M I 54, p. 78 s. è narrata in modo diverso da quello del testo canonico; Le 2, 41-52 in M I 13, p, 31, ecc. La questione non si esaurisce col ricorso all'Evangelo degli ebrei quale quinta fonte, escludendo ogni altra fonte, come fa il Peters; ma bisogna far appello al Protevangelo di Giacomo nella storia dell'infanzia di Gesù, e ad altre fonti non ancora identificate per il resto della narrazione evangelica. Dall'esame dell'Armonia persiana, come si vede, la composizione del Diatessaron risulta molto più complicata cli quanto si pensasse. Che l'autorè di questa, quale si presenta nel documento persiano che qui pubblichiamo, si sia abbondantemente servito anche di un Evangelo apocrifo ebraico è mia ferma convin;;:1one; e procurerò nel seguente capo di dare sufficienti argomenti per provarlo. Basta solo pensare alla prolissa e minuta casistica rabbinica sui tempi e le circostanze, in cui non è obbligatoria l'osservanza del sabato, per intendere ciò che dice questo testo. 1

    Capo III.

    Peculiarità stilistiche, citazioni dcli' Antico Testamento e modificazioni tendenziose

    Saltano all'occhio nell'Armonia persiana certe peculiarità di stile, che possono fornire dati per individuare in qualche modo l'ultima fonte dell'Armonia, di cui ci resta solamente la versione persiana. Di tale fonte, della sua natura e delle sue caratteristiche si può però dire qualche cosa esaminando il documento persiano; tanto più che il traduttore ha la tendenza di tradurre molto servilmente l'originale s1naco. Anzitutto tratterò di alcuni caratteristici parallelismi, che si riscontrano nella versione persiana. Si sa che i parallelismi abbondano nei quattro Vangeli; che essi quindi si ritrovino anche nel persiano è normale, e tale fatto non può portarci ad alcuna conclusione sull'originale. Ma quello che è caratteristico nel persiano è il seguente rilievo: dove i paraHeìismi talvolta sono appena accennati da qualche breve frase nei nostri Vangeli greci e nelle versioni siriache, nel persiano invece sono completamente svolti; e talvolta anzi troviamo spiccati parallelismi là dove nel testo greco non c'è alcun accenno di essi, nè alcuna parola che possa rappresentare anche solo un embrione cli parallelismo. Connessa con questa tendenza se ne riscontra un'altra: cioè l'uso frequente di semitismi. Anche questi non mancano nel testo greco. D'altra parte, traducendo il persiano dal siriaco ~ volendosi mantenere servilmente fedele all'originale, non farà meraviglia di trovare frasi e locuzioni estranee alla natur>. Il preterito, invece del presente e< voglio>>, si spiega con la natura dei verbi stativi, la cui forma pur essendo di preterito ha significato di presente; e< volli i> corrisponde (e come preterito lo traduce il persiano), ma equivale quindi a 'r-'l:!:~n : - -. peraltro a e, voglio>> cf. Dt 25, 8; Is 1, 11; 55, 11; 56, 4. Strano peraltro che una forma verbale del greco, che ricorre identica nei due passi citati di Mt e Le xu.ilap(cr{hrn, venga tradotta dal persiano una volta con il presente « sii mondo >i e una volta con il preterito: « divenist i mondo )). Ciò prova che il traduttore non segue costantemente una norma fissa. Ad ogni modo l'uso del preterito è attestato in ebraico per il significato di ottativo 2 • Il preterito del verbo hvà con un aggettivo verbale in simili casi è frequente anche in siriaco 3 • Un esempio analogo di preterito invece del presente, è la traduzione di Joh 9, 38b in M II 35, p. 149: mentre gr. ha mate1Jw, i. Sovente il persiano usa la frase fin dall'inizio non nel significato di numquam. l:n'analogia si ha in Is 64, 8: N'J o~iV~, e più ancora .. in Is 48, 16: tV~i~ N':ii. Mt 8, 41i: . Infine se in M II 47, p. 165 il persiano non dà la traduzione del termine greco t~Qcùcrr( Joh 5, 2 ciò si capisce se l'originale, da cui il siriaco compose l'Armonia, era ebraico. In tale caso tale parola era superflua. P asso ora a mostrare che nell'Armonia si trovano tracce indubbie di una conoscenza non superficiale ma profonda sia dei libri dell'Antico Testamento sia anche del 'l'argum.

    Alh1sioni ali' Antico Testamento e citazioni

    Una peculiarità spiccata dell'autore dell'Armonia persiana consiste nella sua straordinaria conoscenza dei libri dell'Antico Testamento. È già stata notat a da vari autori nel Diatessaron la tendenza a verificare le citazioni dall'Antico Testamento, che si trovano negli Evangeli, e a modificarne t alvolta il tenore secondo il testo dei libri sacri dell'antica Legge. Ciò avviene nel Diatessaron l)ersiano in misura più ampia e profonda che in altri documenti similari. E non accade solamente quando si trovano nei Vangeli citazioni esplicite, ma anche in altri casi, nei quali si hanno solamente allusioni o semplici paralleli a narrazioni dell'Antico Testamento. Tratterò anzitutto di queste ultime, le quali provano maggiormente la familiarità dell'autore con i libri dell'antica Legge; faccio notare peraltro che gli esempi che porterò non esauriscono la ricerca. Non si tratta, cioè, di uno studio sistematico di tutte le allusioni im1

    Das E vangelium nach M atthaus, p. 253 s.

    Allusioni all'Antico Testamento e citazioni

    LXIX

    plicite, ma solamente di alcuni casi, che hanno fermato la mia attenzione, nella lettura del documento persiano. Gli esempi, che riferirò, saranno quindi relativamente pochi, ma essi basteranno, spero, per individuare una tendenza, e questo è ciò che mi preme. Chi s'accingesse a fare uno studio sistematico, raccoglierebbe indubbiamente una messe più abbondante. Joh I, 2: o'Ùi:oç 1ìv Èv ÙQì(U JCQÒç tòv 0s6v. MI 1, p. 5: « Questo era il priniordiale presso Dio )). L'autore consapevole dell'affinità tra il Prologo e c. 8 dei Proverbi, ha modificato il verso giovanneo secondo Prov 8, 22: e< Dio mi possedette qual principio della sua opera)> 1 • Nell'episodio di Davide e dei suoi compagni affamati, si narra in Mc 2, 26 che essi entrarono nella casa di Dio sotto' A~tcHtap sommo sacerdote. M I 29, p. 55 invece pone come pontefice Abimelech, seguendo I Re 21, 2-9, dove peraltro si trova Al;iimelech. Se si assume una forma siriaca ~oJ si può facilmente spiegare l'errore del traduttore che lesse ~~J . ]\fa nel siriaco della Peshitta sta -,'>:a .... J . Ad ogni modo tla tendenza del traduttore a correggere il testo secondo l'Antico Testamento è evidente. Nella tradizione tazianea non si trova mai ÈJÙ 'Af>w{}do e neanche nel Siro-sinaitico; parecchi codici dell'antica versione latina ab d ff2 i r1 t non l'hanno. Trovando nel testo che traducevano, il nome di Al;iimelech, il quale non aveva rispondenza nei Codici greci, avranno fatto una correzione troppo radicale del testo, omettendo tanto Abiathar, quanto Al;tinielech. Joh 3, 14": {hpwcrEV ròv oqnv EV tti €()17µ

    ½ « il taglione corre su di lui », cioè, gli tocca la pena del taglione. Un esempio di applicazione pratica si trova nella traduzione di l\H 5, 33 in l\I I 39, p. 65. cc Non fate giuramento falso; e non cavillare sul tuo giuramento e non cercare la fatva ». Si noti il passaggio dalla seconda persona plurale nella prima parte alla seconda persona singolare nella seconda, la quale tradisce già da se stessa una inserzione da un testo diverso dal primo che l'au-

    Allusioni ali' .'\ntico Testamento e citazioni

    LXXIII

    tore dell'Armonia 11011 si curò di mettere in relazione logica con la frase precedente. Il significato dell'aggiunta è chiaro; si raccomanda di non cercare pretesti per esimersi dall'obbligo risultante dal giuramento fatto (cf. Eccle 5, 5 e Num 15, 27-31), e si aggiunge ancora un'altra raccomandazione; quella, cioè, di non ricorrere ad una decisione o dispensa da parte del rabbino. Poichè il traduttore persiano fa abbondante uso di termini musulmani, la / atvii, cioè, la decisione del niufti 1 , deve intendersi come la decisione del rabbino. Quindi non ricorrere a sotterfugi nè ad un'interpretazione benevole da parte dell'autorità legittima nell'intenzione di non osservare il giuramento fatto. Quest'aggiunta rivela ottima conoscenza delle condizioni e dei costumi giudaici del tempo di Cristo. Il Rev. P. Bonsirven scrive: « Il est commandé d'accomplir le vwu en temps voulu, à peine de péché grave et de punition divine: pour échapper à ces conséquences, deux recours étaient offerts: tourner par des subterfuges les obligations qu'on s'était imposées; demander à un rabbin, autorisé pour cela, soit une interprétation plus bénigne de son vceu, soit une dispense>> 2 • Proprio quello che si dice in forma compendiosa nel nostro testo. Che del resto l'autore dell'Armonia nostra doveva avere familiarità non solo con il testo ebraico, ma anche con la tradizione targumica dell'Antico Testamento, si può scorgere anche dal fatto ch'egli in due punti del testo persiano aggiunge la parola ...;:,.,.,.~ sunna « tradizione>>; così in Mt 22, 35 M III 49, p. 265, dove in greco si ha solamente Èv tO.) v6~tq,); in Le 4, 19 poi, dove si ha èvu:rntov, l'autore invece, modificando tendenziosamente il testo 3 M III 2, p. 192 h a iòç 'A~Qudit M III 49, p. 262: ((ÌO sono Dio, il Dio d'Abramo». Cf. Es 3, 6: "anokì 'elohé ... "elohé 'Abràham. Mc 10, 6: agoisv 'X.f.,(t -8i\À.v È:;cof.11crsv a1,t0'Ùç o {}eoç M III 11, p. 211: « Dio creò insieme maschio · e femina l). Il tennine in corsivo si ritrova anche in Ta1 : tesamen; in Mt 19, 4: ssc ha: , e specialmente Targum: dte' zegawwek « venit intra te >>. J oh 2, 17: o (~ À.oç; to'i:1 o'Cx01., oou xarncpayetaf pE M III 37: « lo zelo della tua casa mi mangiò; il preterito invece del presente è dal Salmo 68 (69) 10, e delle relative versioni. l\k 12, 19: x.al 1u'1 a.cpi7 tÉ-xvov M III 49, p. 263: >. Cf. Zac 11, 13: zoà e4~"!za «presi>>, nel NT: S", Pes, Taar, \V; wà'aslfk (( e (li) gettai)), in prima persona come il persiano; « avevano convenuto con me J> potrebbe essere una parafrasi riassuntiva delle trattative di cui parla Zaccaria 11, 12-13. Mt 5, 4~-3'': àyum10H i-,'>v nÀ1icr(ov crou MI 41, p. 67: > senza cancellare i termini precedenti. Altre volte invece l'introduzione nel testo della correzione marginale ebbe per effetto la scomparsa della lezione primitiva. Dopo quanto siam venuti dicendo, non ci meraviglieremo se la pericope di J,,c 19, 11-27 11011 si ritrova nell'Armonia persiana: quel nobile che parte in regione lontana per essere investito di signo1

    LXXX

    G. i\-Tessina S.

    J.

    ria sulla prop ria terra, quei suoi concittadini ribelli che non vogliono riconoscerlo come signore e la loro conseguente uccisione, alla mentalità dell'autore dell'Armonia, già a noi nota, doveva far l'impressione di cosa troppo politica e mondana. L'autore scelse quindi la narrazione di l\It 25, 14-30, dove tali elementi sono assenti, e di I,c inserì solo una parte di v. 22 e di v . 24. In certi passi traspare l'importanza che il compositore dell'Armonia dà alla sottomissione dell'intelligenza e ad una prassi conforme nella vita spirituale. Per Mt 5, 6: µu-xaQl (H OL 3tEWCÌ)v-t:Eç ,mì. '5L1i1wvtEç rr1v 01xa1.oouv·qv. si ha M I 32, p. 59: 1, senza che ci sia bisogno di ricorrere all'Evangdo degli ebrei.

    1

    Cf. sùpra p.

    XXX\T(

    s.

    Capo IV.

    Codice Mediceo e Manoscritto Pococke 241 della Bodician Library

    Per un'edizione critica sarebbe stato vantaggioso di avere Manoscritti affini al ::\1ediceo; ma come già scrissi nel 1943 1 si trova nella Biblioteca Mediceo-Laurenziana di Firenze un Manoscritto simile di formato più piccolo (a cui l'Assemani diede il nr. XXXIII, e che oggi ha il nr. 399), il quale non è altro se non una copia di questo, che qui pubblichiamo. Non ci è quindi di alcun aiuto per restituire le;,:ioni o passi dubbi, nè per indicare eventuali varianti. L'unica differenza è che nel Codice qui pubblicato si ha all'inizio una lunga introduzione, e nel corso del testo evangelico sono intercalati commenti, in fine poi si trovano diversi colofoni; ed interessanti dipinti ma di carattere rozzo e primitivo; mentre tutto questo manca nella copia. Il traduttore persiano ci tramanda ch'egli scrisse quattro copie della sua opera (sopra p. xrx); ma è molto dubbio che esista ancora qualcuna di esse. Tra i Manoscritti persiani della Biblioteca Vaticana, di cui recentemente Ettore Rossi pubblicò il Catalogo, ci sono anche Evangeli separati, ma non hanno somiglianze caratteristiche con il nostro testo, a voler giudicare dal confronto che ho fatto fra il testo, gentilmente offertomi dal Rossi, delle Beatitudini nei vari Manoscritti con il nostro testo. Nulla ho trovato ugualmente nei Catalogi stampati di Codici Orientali delle varie Biblioteche di Europa, che sia affine al nostro testo. Qaindi ogni tentativo di restituzione di parti pervenuteci lacunose non avrebbe che valore congetturale; ed ho preferito di lasciare il testo così come ci è pervenuto, e di tradurlo fedelmente. Peraltro affinità evidenti si riscontrano tra il nostro testo e quello di un Manoscritto persiano della Biblioteca Bodleiana di Oxford

    1

    Notizia, p. 13.

    LXXXVI

    G. Messina S.

    J.

    (Ms Poc(ocke) 241), stampato con una versione latina a lato, non sempre esatta, nella Poliglotta di \Valton. Sebbene il carattere di questo testo sia differente dal nostro (si tratta di Evangeli separati, mentre nel nostro si ha un'Armonia), pure numerose lezioni tipiche, differenti dal greco e dal siriaco, sono comuni ad entrambi e tradiscono una comune origine. Anche a volere prescindere dai titoli delle singole pericopi, che talvolta sono singolarmente ~omigliauti, come per es. M I 7: la quale è impropria e per se significa « nella mano di lui )), si trova in entrambi. - 4: ,w.ì, fi t;ro-ì1 iJv ,;Ò ç M: e la vita è la luce. vV: e le vite sono la luce. 5: ,mt -r;Ò cp&ç iv •'U axo.(a .th,v Y.-.?._r- ;-' invece dì ~~ > avremmo la stessa formulazione. - 15: ,,t 11.yyeì,ot M I 5 e vV: l'angelo (singolare). - 19: cruvE-Ctl(.)Et... ol'µ~étì..?,u11Ò •O'Ù cruU11wpOfjvm n{n:òv lv cù xotì..(~ M I 5 e \V: prima che scendesse nel seno. - 23: ~mvoi:yov !t'Y)•Qc.t.V :\1 I 6: che primo esce dal seno della tnadre. \V: che al p11i-ncipio n asce dal seno della mad·r e. 25 : xat :n:veuµn -rjv uytov in' u{n:ov l\f I 6 e W: omittunt. M addit: (< molto vecchio >> che si trova in W Le 2, 26. -- 30: on... ot Ò[o,· l']U°;(wcv 'l.Ct.Ì È:ltQCL•O.LOtri:o M I 1O: il piccolo poi cresceva nella forza dello Spirito Santo. W: e dopo ciò il piccolo cresceva e riceveva forza nello Spirito Santo. Pes. ed altri codici hanno solo ). 44: voµlcra.vtEç òÈ cdrr:òv Ehm iv •Ù 01Jvo(Ìi'.ç: ::\1 I l 3: supponevano che fosse con i f anàulli e i congiunti e i vicini d1: loro. \V: supponevano che fosse con i figli del quartiere ~ di loro. Ùn,~{p:01,v o.ùt6v M: lo cercarono in tutti i luoghi che sospettavano. \V: in diversa connessione dopo µri cUQ6v-rnç aggiunge: in quel luogo che sospettavano. - 45: 1ivutrJtO'DVtEç o.u-c6v MI 13: alla ricerca di lui. "\i\': alla rùerca di Gesù. 48: -c( faoit1cmç f}µi:v o{hmç M I 13: perchè tni r e ndesti preoccupata? W: perchè mi facesti questo così? - 49: Èv -i:oi:i; -cov ,i:rno6ç µ,ou }.[ I 13 e \V: nella casa del Padre.

    Do ora altri esempi di lezioni tipiche, comuni ai due Codici, le quali non trovano riscontro nè nel greco nè nel siriaco. Mi astengo peraltro dal discutere se esse siano dovute a inesattezze di traduzioni o ad amplificazioni, oppure a modificazioni tendenziose dell'autore dell'Armonia siriaca, o, come in alcuni casi sembrerebbe probabile, a lezioni apocrife. Di alcune di esse del resto ho trattato nel corso di questa Introduzione. Mt 4, 25: rlnò ... ~i::xa:;ro1,swç M I 25: dal villaggio e dalla città. \V: dalla città e dal uillaggio. (Cf. p. 48, 11. 1). ì\1t 10, 29: òùo o"Qov(H(). M III 9: due passeri in u,n filo. vV: due passeri legati (O..:.:.......~). Mt 12, 34: n:ovrwoì. ovi:eç M III 5: quando la vostra natura è cattiva. \V: quando il fondamento e la radice vostra è cattiva. (Cf. p. LXXX). Mt 13, 41: à.noo.i,ì.si: o utòç to'li ùvi'lQwrcou M III 19: Il figlio carnale ( = , umano) manderà. W: Il figlio della carne manderà. Tanto in l\l quanto in "\V si ha negli altri passi sempre: te il figlio dell'uomo}), Mt 21, 25: 'tÒ ~ci:n:w,µ,a. -i:ou 'Iwu.wov M III 43 addit: ,< cioè, il lavacro con cui lavava Giovanni }) \V: (( cioè, il battistero (l. battesimo: d. sopra p. xxvu) di Giovanni )), Mt 23, 15: nou,ì:rn o.vi:òv viòv ysÉvv11ç M III 52 e W: ne fate un (essere) infernale. Mt 26, 53: n:>..siouç ii bwSExa 1,Eytù'iva.ç à.yyÉÀt'ov cpaydv M III 4 e W: cosi che non trovavano pane per mangiare. Mc 7, 13: •fi :rtaQa.Mcret uµ&v f1 nuQE&chxcn;e M II 9; a causa del comando che (da) un simile a voi fu comandato. W: a . causa del comando che un simile a voi comandò a voi.

    xc

    G. Messina S.

    J.

    Mc 7 , 34: icn:Évusr:·v 1\.1 IJ 15 e \V: si riposò. :\k 10, 6: ù:rcò ÒP ci.v;c~ç X'tl>, certe espressioni come (e questo chi è)> nel senso di quid de hoc ? Cf. Joh 21, 22 s. in MIV 57 e \Valton in Mt 27, 4. Una lezione, falsamente armonizzata, si trova tanto nel Mediceo che in \Valton: Le 3, 19 (cf. p. 43, n. 3). Ma per concludere che gli Evangeli siriaci, da cui venne fatta la traduzione in persiano, che si

    XCII

    G. Messina ~.

    J.

    trova in \Valton, si basi anche su un'Armonia, bisognerebbe fare un esame minuzioso delle varie parti del testo. Del testo di \Valton, Richard Simon nel 1690 e< complained that he could not see the utility of the Persian version in the London Polyglott, for, among other reasons, the translator from Syriac had permitted himself considerable license >J 1 • Indubbiamente le parafrasi abbondano nel testo persiano di \Valton; ma esso contiene numerose e interessanti lezioni, che lo riattaccano all'antica versione siriaca e a Taziano. Nell'Appendice, che ~-egue alla fine cli questa Introduzione, in cui si tratta delle lezioni tazianee, avrei potuto aggiungere in molti casi anche la sigla \V per indicare proprio il testo persiano della Poliglotta. 1

    Citato in Neto Testarnent lVIanuscript Studies, edited by .Merrill M. Parvis and Allen P. Wikgren, The University of Chicago Prcss 1950, p. 178.

    Capo V.

    Norme seguite nell'edizione del testo e nella traduzione

    Le norme seguite nell'edizione del testo partono dal principio di lasciarlo, per quanto è possibile, com'è nell'originale, anche quando in esso si trovino delle forme evidentemente errate come per es. ~~~l.1.:.,1 in luogo di is~-ol1:., 1 (( bevitore >> Le 7, 34 (M I 71). La forma corretta sarà data in nota. Per quel che riguarda la grafia, la riproduciamo anch'essa tale e quale, sebbene non rare volte, nello stesso . .,>..;.:~ e V.:;.......,.i, cf Le 2,2.7. I)aragrafo si alternino forme come v.. ~.:-:1:i.,s e ò . . ~ cfr. Le 2, 3. 5 e così via. Peraltro, per non rendere troppo difficile l'intelligenza del testo agli studiosi che non hanno piena padronanza della lingua persiana abbiamo derogato alla regola di cui sopra nei seguenti casi: a) Mentre il testo per b e p scrive sempre ~; per g e e scrive sempre r; per d e , per k e g scrive sempre 6, noi distinguiamo ~ b da~ p, r. g da "' e, > d da > çf; 6 k da.§ g. " ._ Nelle note al testo riportiamo invece la forma come si trova nel testo e ugualmente facciamo nel titolo dei capitoli e dei paragrafi, stampati in corpo più grande, nrnncando in tipografia i caratteri necessan. b) Per quanto riguarda la ,._s, y, finale dopo vocale lunga a, li, come ...si_;-?, -.5\~ ecc., il testo scrive talvolta 0 e talvolta ~. In questi casi abbiamo uniformato e scritto sempre ,._s. e) In casi come J..:;ll_;=I isra'il, il testo ha talvolta due ...s di cui una sola punteggiata, es. ~ \r"' \ e più spesso punteggia entrambe le ,._s ; rarissimamente si ha la ~ . li1 questi casi ci siamo permessi di uniformare e di scrivere due 1.5 entrambe punteggiate, come si trova più frequentemente nel nostro testo e sempre nel testo persiano dei Vangeli della Poliglotta di \:Valton, il quale ha, come abbiamo visto, comune origine col nostro testo. Il traduttore nei temi del presente che terminano in a o u, nella seconda pers. del pl., invece di mettere una doppia -....s ne pone una sola. Ad es., ..>.?,Ll:S invece di ½, Ll:S, cosicchè si ha piuttosto la forma della terza persona singolare che quella della seconda plurale. Dove dal contesto risulta ~

    XCIV

    G. l\·t essina S.

    J.

    indubbiamente che si tratta della seconda plurale scnviamo doppia ...5: quindi ->-~.L.tS « aprite >i, ½..,S « dite >i ecc. I,a ...5 finale nel testo è sempre punteggiata '-?., noi scriviamo 0 . d) Xei ca::;i, in cui la 0 o la " dell't.,?(i /at o del relativo manca, non correggiamo il testo. · e) Come feci notare in Notizia, p . 44-46 nel nostro testo abbondano i sinonimi. Talvolta per un termine se ne hanno due, ttno persiano e uno arabo, e talvolta anche tre. La nonna, che seguii uel1a traduzione del I capitolo, apparsa in quella pubblicazione, in cli sceglierne uno per il testo, quello, cioè, che corrispondeva meglio al greco o al siriaco e di relegare gli altri sinonimi in nota. In questa pubblicazione segue un altro criterio; cioè, lascio tutti i ::;inonimi nel testo e, ove essi risultino intraducibili con due diverse parole, aggiungo senz'altro al termine italiano in parentesi (bis) o (ter). Può essere che in questi casi si tratti di correzioni marginali

    entrate nel testo; ma poichè non posso conoscere con sicurezza quale dei due sia stato il termine preferito dal traduttore persiano e quale sia quello aggiunto, lascio la cosa al giudizio del lettore. Può darsi inoltre che, come non di rado avviene in autori orientali, tendenti in generale alla ridondanza, i sinonimi siano giù stati nel testo originale. 11 caso non sarebbe unico, e già S asse in Proleg. in Aphraatis senri. p. 20 faceva notare, parlando del traduttore armeno di Afraate: « Solet enù·n verbum archaetypi du,ob-us verbis synonimis reddere. /) Le sigle degli Evangelisti nell'Armonia sono scarse, nonostante l'intenzione espressamente dichiarata dal traduttore di indicare l'appartenenza delle singole frasi

  • ecc., e in t ali sensi è usato dal nostro traduttore. Sarebbe esagerare in maniera poco ragionevole la fedele aderenza al testo il tradurlo sempre con uno stesso termine italiano. Viceversa il traduttore persiano per « Spirito Santo », usa 6½ 0 ~ ,

    G. :\1essina S.

    XCVJ

    6~• ,..~✓/ .. , ,

    __,..,..w1

    J.

    r"', e sarebbe ozioso aspettare traduzioni differenti ~✓/

    per ciascuna di queste espressioni. L 'agget tivo dimostrativo tin « quello >> ecc. viene spesso usato dal traduttore in funzione di articolo determinato, il quale manca nella li11gua persiana (cf. p. :xx1v s.). In t ali casi traduco an con l'articolo determinato. Le note alla versione non si propongono di dare un apparato critico quale per es. si vede n ell'edizione del di D. P 1 o o i j e C. A. P h i 11 i p s o nel « Diatessaron de T atien )> di A. S. lVI armar cl j i , O. P. Esse vogiiono semplicemente elucidare la t raduzione, indicare gli cmendamenb di un testo t alvolta scorretto, che eventualmente proporrei, e la possibilità di una diversa traduzione di certe frasi. Il mio scopo iu breve è stato quello di fare l'edizione del testo così come ci è pervenut o (nè c'era del resto possibilità di fare diversamente, mancando altri simili documenti) e di dare una versione, qnauto più fedele possibile di esso. Se quindi nelle note faccio talvolta ricorso a lezioni dell'antica versione siriaca o di t esti armonizzati, ciò non avviene nell'intenzione cli dare un apparato critico, ma soio per chiarire qualche p unto del testo persiano. Come già si è detto sopra (p. xvi) intercalati col testo per::;iano ci sono anche commenti. Io non li ho tradotti, perchè ciò a vrebhe troppo ingrandito la mole di questo volume. Solamente viene indicato nel test o il luogo dove si trovano tali commenti, e nella tradu zione oltre al foglio indico anche le linee relative. Infine nel Codice persiano non si t rova alcuna .interpunzione, eccetto in qualche titolo, il quale viene incluso in due cerchietti. Anche in questo ho seguito l'originale. Per le abbreviazioni e i segni usati nel testo e nella traduzione, si veda p. JX s.

    APPENDICE

    Le>tioni tazianee nel c. I dell'Armonia Persiana (da uno schedario di Anton Baumstark) Sapendo da una lettera del compianto Prof. Baumstark ch'egli aveva fatto una collazione delle lezioni del c. 1 della nostra Armonia, a lui nota solo nella traduzione italiana che io ne avevo data nel 1943, ebbi desiderio di conoscerla. Poichè lo schedario ùell'illustre Professore, per sua volontà testamentaria, passò ai RR. Pl'. Benedettini della Erzabtei di Henron, mi rivolsi al Rev. P. D. Bonifacio Fischer, OSB., esponendogli il mio dsidcrio di conoscere la parte di esso, che riguardava l'Armonia persiana e di pubblicarla. Con squisita gentilezza egli cercò le schede che mi interessavano e me le mandò qui a Roma; nello stesso tempo si manifestò lieto che il lavoro del compianto Professore fosse conosciuto. Rsprimo a nche qui la mia riconoscenza profonda p er tanto favore; e pubblico qui questa Appendice, nella certezza che ciò sarà gradito a quanti conoscono ed apprezzano la rara competenza dell'illustre estinto nelle questioni riguardanti il Diatessaron e la storia del testo evangelico. Di al cune parti del c. I non si trovano le schede corrispondenti, e questo lo faccio notare nel corso di questa Appendice. Le lezioni collazionate sono tutte div erg enti da 1 test o de 11 a P es h i t t a ; e il confronto viene fatto tra il testo persiano e le lezioni di altre Armonie, orientali ed occidentali. ic Ich habe, così scrive il Baumstark in un manoscritto inedito (v. p. XXXIII s.), alle von Pes. abweichende Tex.telemente... verzettelt und mit den mir dabei zur Verfiigung stehenden Zeugen anderweitiger l'l- L·:berlieferung verglichen ». Mie aggiunte sono rinchiuse tra asterischi. Le abbreviazioni, usate dal Baumstark, sono le seguenti:

    PH Ss Se Ta Tahd Td(l) Td(m); Td(u) Td(z)

    Th

    Pepysian Gospel Harmony. Codice siro-sinaitico; Ss(c) lo stesso, se manca il Siro-curetoniano. Codice siro-curetoniano; Sc(s) lo stesso, se manca il Siro-sinaitico. Taziano arabo. Althochdeutscher Tatian, Ms. N 56, St. Gallen. deutscher Tatian, Ms. 34 M. S. Leipzig. ,, " Ms. Cgm 532, Miinchen. >> » aus Uffenbach. » » Ms. C. 170 App. Zftrich. Himmelgartener Bruchstiicke. vu

    XCVIII

    G. Messina S. J.

    Tk

    Commento di Ephrem in armeno. Tl Taziano latino: Codex Fuldensis. 1'n niederlandischer Tatian. 'l'n(!) n iederlandischer Tatian. Ms. 437 della Bibl. dell'Università di Liège. Tn(s) niederla.ndischer Tatian , Ms. Cod. theol. 8° 140 Stuttgart. Taziano persian o: i numeri aggiunti indicano i §~ del c. 1, dove TP si trova la lezione. Ttos Taziano toscano. 'l'ven Taziano veneto. Vg. Vulgata. Vl. : Vetus latina. Add. : Addit, a ddunt. Om. : Omittit, omittunt. Per altre collazioni di lezioni del persiano cf. anche B r u e e M. M e t z g e r, Tatians D iatessaron and a Pers'ian J1 armony of the Gospels, in Journal of Bibl-ical Literature 69 (1950) 269-280; p er le concordanze con l'armeno e il giorgiano cf. 8. I.yonnet , Les origines de la '!Jersion arménienne et le Diatessaron, in Biblica et 01,il'ntalitt, Nr. 13, Rotna 1950.

    p. 225-256. S. :SIATTP,O Mt 1, 19: 11 à.vìJQ u-l'.rt"ì1c;, oixmoc; ,uv TP 4: era u omo timorato e piwo. Se, Tk, Vl. abcfg1 , Tn(IJ: wai1t hi en gherecht mensche was, Tahd; mit thiu her ,,eht man uuas, Ibn Qutaiba (Or. Chr. 3 Serie IX S. 171), Ttos: u omo g -i u s t o . V gl. Tven: cu,m ello / osse i u sto et bono. Mt I , 20: ,;ò yù.Q iv uù-i:fì yev,'1)ttév TP 4: p erchè quel bambino, eh e verrà da ess a . Vgl. Ta Ms: B E ~ ,__,J-'1-ll, Se, Syr-Pal, Georg: is qui de i sta nascetu1'. Vl. ab f g 1 : q·uod enim ex ea nascetu,r, e: quod enim ex ea na s citur. Mt 1, 21 : xaÀioetç i;ò ovoµa a.-ù"oii TP 4: il su.o nome sa rà= Se, Syr-Pal Ms. B C, I bn Qut aiba, Georg (Adysh e Opidza) : v o e a n t nomen eius. Mt l, 22: futò KuQlou TP4: da Dio. Cf. Ttos: che disse Di o. -~ui TP4: per la lingua. Cf. Se f ~ (durch d en Mund) - to\1 rcgo1p{1tou TP 4: del profeta Isa i a -,, Tk, Ssc, D: 'Hcro.iou ,;oii ttQOov TP 4 om. = Tn(l), Tn(sl, Td(m), 'fven, Ttos, - Mt ], 23: xc,J.fooum:v 'tÒ òvo~w. a.moti TP 4: il s1,1,o nome sarà chiamato, Ttos: sarà chiamato il nome suo, gleich einem schon von Iren. bezeugten XA'YJ-Bftoei-m. Vgl. Tn(l): syn name sal syn = Tn\s) = Td(m); sein name sol sein. Tven: aveva nome.

    • Non disponendo la tipografia di certi caratteri in uso per l'antico inglese, scrivo the, thai ecc.

    Appendice

    XCTX

    Mt 1, 24: Kuo/.ou TP 4: di Dio. Ttos: di Dio. Om. Tn(l), Tn(s), Td(m}, Tvcn. l\ft 1, 25 : ,mì. Èxù.ÀEOSV 'tÒ ovoµa. ri'Ùt0G 'l'P 4: om. = Ta; Tn(l) om. den ganzen V. 25 = Tven, Mt 2, 1: oÉ TP 7 otn. = Tn(l), Tn(s), Tven, Ttos. Mt 2,3: haQ6.x,{h1 TP7: temette. Vgl.Tven: havè gran turbation e paura,

    Mt Mt

    Mt

    Mt :Wt

    Mt

    Mi

    Mt

    d. h. Korrektion nach Vulg. turbatus est, neben altem timuit. - no.on 'IEQOO'o.tuµu. TP 7: tutii quelli che •erano a Gerusalemme. Wesentlich gleich PH: ende all that weren in that cite. Vgl. Tn(IJ: en al de stat van ihrl'm; Tven et la çitade tuta cum ello. 2, 6: ìw miç 11rEµomv TP 7: nel regno. V gl. Se: ,ìel regno. 2,8: x,1.l (,i:ɵ'l,uç) TP7: Q·uando (lo)seppe, Tven: saputo çiò da li Magi. - cbtQL~cr€t CiOL ( + Èv -.ép cpa.VEQ't)) TP 46: ti ricompenserà pubblicamente = Georg: reddet tibi pala.m. Vl. ab e g1 h: reddet vobis in palam. 6, 19 und 20: vµ.tv 'fr-r1onuQouç Tt> 4 7: il vostro tesoro '-""' Tn(l): -u w e n schat, Tù(u), Tn(s), Tvcn in 19: lo v ostro thesauro, 'ftos: i tesauri v o s t r i , Georg in 19: tltesauros ve s t r o s, in 20 nur thesauros a ber ohne vobis.

    u;; (

    Appendice

    Mt 6, 26: ,ou OÙQrtvoù TP 51: dell'aria der t oc h t. Mt 6, 27: M TP S 1: Olll. ·.= Tn(I), Tn(s),

    =

    CIII

    Tven:

    Td(m),

    del aere,

    Tn(l):

    die vliegen in

    Ta.

    M t 6, 28: ,uit 7tEQt Èvy, \ ~ ~

    tL.¼_, >Y.

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    i Il titolo di que sto paragrafo è omesso forse percbè conteneva le stesse parole iniziali del testo; si trova però nell'indice generale a f. t3r, 14. 2 IL testo siriaco ha tradotto Ù(.l:,::~ e non e.v e non « in principio ». In Notizia, p. 77 tradussi , perchè pensavo ad un az qad1m, con omissione di az per svista del copista. Ma ciò non è necessario, tanto più che il versetto viene citato n ello stesso tenore nell'Introduzione f. 2v, I. 8; Ò.Q)tll si trova in un commento a questo passo di un frammento di papiro del sec. li, ma, essendo esso lacunoso, la lezione non è fuori dì ogni dubbio: cf. H. Idris Rell and T. C. Skeat, Frng·menls o/ an Unkuoum Gospel, London 1935, p. 47. La lezione del persiano

    IN NOME DEL PADRE E DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO DIO UNO

    EVANGELO VENERANDO Capo 1. - Paragrafi 71

    1. (Inizio dell' Evangelo)

    1

    S 1, 1 Inizio dell'Evangelo di Gesù Cristo, figlio di Dio. J 1, 1 Nel principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e Dio è il Verbo. 2. Questo era il primordiale 2 presso Dio. 3. Tutto ciò che fu per mano di lui fu, e senza di lui non fu alcunchè di ciò che fu. 4. La vita era in lui, e la vita è la luce degli uomini, 5. e la luce splendette nell'oscurità, e l'oscurità non estinse 3 la luce. 6. Fu un uomo, inviato da presso Dio, il suo nome fu Gio~ vanni (yuf;,anna, cioè, ya!Jyéi) 4 • 7. Questi venne per la testimonianza, perchè desse la testimonianza per la luce, affinchè per mano di lui tutti gli uomini credessero. 8. Ed egli non era la luce, ma il datore della testimonianza sulla luce. qad11n « primordiale, senza principio e senza fine» riflette non poco l'idea di Origene, Comm. inJoh 1, 22, che il Verbo figlio di Dio è il principio di

    tutte le cose. Cf. ib. p. 51. La ragione ultima di tale modificazione del testo però è da ricercarsi, come mi suggerisce il collega Rev. R. Dyson, in Prov. 8, 22: « Dio mi possedette qual principio della sua opera prima delle sue azioni>. Faccio notare una volta per tutte che l'autore dell'armonia siriaca, quando trova nel testo dell' Evangelo qualche riferimento ali' Antico Testamento, anche solo implicito come nel nostro caso, non di rado si permette di conformarlo a questo. 3 A parola < non fece dormire » : idiotismo persiano che equivale a < estinse ». 4 Il traduttore dà il nome di Giovanni nella forma yu!Janna, aggiungendo la glossa, « cioè, yaftya )> di uso più comune nella regione in cui scriveva. \V ha: < in persiano era chiamato yal;yd ». Questa seconda forma prevale in seguito.

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    f li traduttore siriaco ha riferito ii"v... {Qxoµsvov a cp&ç; il persiano traduce quindi «venne». Così anche \V, Un testo analogo in Eusebio, 7'l1eoph. sJW., cf. I'I.Jerk. :Vfano posterio re avrà aggiunto dopo per indicare il caso istrnmentale o l'ablativo; traduce quindi servilmente sir. o+.,.J:,; e « in

    Persiano I 1-2

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    7

    9. Venne 1 la luce vera, affinchè illuminasse ogni uomo, che viene nel mondo. 101i E il mondo fu fatto per mano di lui, e il mondo non lo conobbe. 11. Egli venne per i suoi propri, e i suoi propri non lo ricevettero. 12. Ma quelli che lo ricevettero, in mano ad essi 2 diede l'autorità che divenissero figli di Dio, quelli che ere- 5 dettero in lui, 13. quelli che non sono dal sangue e non da desiderio di carne e non da concupiscenza 3 di uomo, ma nacquero da Dio. 14. E il Verbo s'incarnò 4, e abitò in noi, e vedemmo la sua gloria, come la gloria dell'Unico che è da Dio, affinchè facesse giun- 10 gere a compimento 5 i beni e la verità. L 1, 1 Poichè molti vollero scrivere la narrazione delle meraviglie, di cui fummo informati, 2. come ci fu tramandato da coloro, i quali da principio fecero il servizio della parola e videro, 3. e (= allora) parve anche a me, poichè fui a tutti 8 più vicino, 15 che scrivessi io ogni cosa a suo posto, j o eletto Teofilo, 4. affinchè conosca la verità di quelle parole, di cui divenisti discepolo e uditore.

    2. Annunzio dell'angelo a Zaccaria riguardo a Giovanni

    L 1, 5 Nei giorni di Erode, re di Giuda, fu un sacerdote, il suo nome Zaccaria, della famiglia 7 di Abia, e la moglie sua del casato 8 di Aronne, il suo nome Elisabetta. 6. Ambedue erano giusti e puri dinanzi a Dio, e camminavano in tutte le leggi e su11a via di mano a lui}> per il dativo, come in ebraico Gen. 27, 17; « in mano ad essi> equivale quindi « ad essi ». a Sulla tendenziosità di questa versione I

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    « Sulla via di Dio e nella giustizia del Signore >, due frasi sinonime, la prima d'indole ebraica. 2 Per « Dio » il traduttore usa qui e in pochi altri passi Le 2, 28 (M 1, 6), Mt 6, 24 (l\-1· 1, 50) il termine izad, mentre comunemente ha !Jndii. 3 Per incenso il persiano ha due sinonimi : bafpir e kandarw. Questo t

    Persiano I 2

    9

    Dio e nella giustizia del Signore 1 senza difetto. 7. lt ad essi non era figlio, perchè Elisabetta era sterile e non partoriva alcun :figlio, e ambedue erano divenuti vecchi nei loro giorni. 8. D'impruvviso un giorno, quando vestì l'abito del rito dei sacerdoti e stava nel tempio nel servizio di Dio 2 Altissimo, 9. se- s condo il tempo del compimento del ministero, giunse il tempo di gettare incenso (bis) 8 sul fuoco; entrò nell'interno del tempio di Dio, 10. e nel tempo del gettare l'incenso tutto il popolo pregava fuori. 11. D'improvviso apparve di fronte a Zaccaria l'angelo di Dio, stante alla mano destra dell'altare dell'incenso. 12. Zac- 10 caria temette, e terrore cadde su di lui. 13. L'angelo di Dio disse a Zaccaria: Non temere, o Zaccaria, perchè la tua preghiera fu udita presso Dio, e Elisabetta, tua moglie, concepirà e ti partorirà un figlio, e chiamerai il suo nome Giovanni (yu!J,annà, cioè, yalJ,yà). 14. E a te sarà gaudio e allegrezza, e molti si rallegreranno nel suo 15 nascimento. 15. E sarà grande davanti a Dio, e non berrà vino e sicera, e riceverà lo Spirito Santo (sin) dal seno della madre, 16. e farà ritornare molti dei figli d'Israele presso il loro Dio. 17. Ed egli andrà davanti al cospetto di Dio nello spirito e nella forza e nel mistero di Elia profeta, e renderà buono il cuore dei padri sopra i 20 figli e quelli ancora, che (non) 4 piegano la testa alla giustizia, e renderà preparato a Dio un popolo giusto. 18. Zaccaria disse all'angelo: Questo come avverrà? e (=mentre) io sono vecchio, e mia moglie anche è vecchia di vecchi giorni. 19. L 'angelo rispose e disse: Io sono, io sono 5 Gabriele, quegli che sto davanti a Dio; fui man- 25 dato per parlarti e comunicarti ciò. 20. Da quest'ora la tua lingua 17v sarà legata e non potrai dir parola, I fino a quel giorno che queste cose avverranno, perchè non credesti a queste mie parole, che saranno dette a suo tempo. 21 . E tutto il popolo stava all'impiedi nell'attesa di Zaccaria, e si stupivano per la lunghezza della sua 30 dimora nel tempio. 22. Quando Zaccaria uscì dal tempio, la sua secondo termine, che ricorre anche in Mt 2, 11 cf. sotto § 7, non l'ho trovato nei lessici ; vi si trova invece kandar, vocalizzato talvolta kundur. 4 Testo manca « non »: restituito da \V. 5 Il traduttore ha avuto difficoltà nel tradurre sir. J., J J., J; talvolta traduce come qui così anche in qualche commento, p. es. f. 60r, I. 9, ciò che mostra essere tali commenti tradotti ugualmente dal siriaco; qualche volta O"° O"° « io io», p. e. Mc 6, 50 (IVI 2 , 4), altre volte O"° ~ « io sono io i, Joh 8, 12 (M 2,55), e alcune volte bene « io sono», p. es. Joh 6, 35. 48. 51 (M 2, 6).

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    2

    Persiano I 2-3

    11

    lingua era stata legata 1, e non poteva parlare ad essi; allora conobbero che egli vide qualche cosa nel tempio. Ed egli parlava loro con cenni e rimase muto. 23. E quando il suo turno nel servizio della casa di Dio fu compiuto, andò a casa sua. 24. Alquanti giorni dopo ciò Elisa- s betta, sua moglie, concepi ed occultava la sua gravidanza 2 fino a cinque mesi e diceva: 25. Questa è azione di Dio con me nei giorni che fece misericordia e guardò su me con benevolenza per togliere l'ignominia da me in mezzo agli uomini.

    3. L'angelo parla a Maria

    L 1, 26 E nel sesto mese fu inviato da presso Dio l'angelo Gabriele fino 3 in Galilea, in una città, il cui nome N azaret, 27. presso una fanciulla vergine\ il cui dono nuziale avevano tagliato (= contrattato) su un uomo 5 , il suo nome Giuseppe, del casato di Davide, e il nome della 6 vergine era Maria. 28. L 'angelo entrò dav anti a Maria e le disse: Parola dell'angelo: Pace su di te, o piena di grazia, Dio è in te, benedetta sei nelle donne. 29. Ma Maria temette per la parola dell'angelo, e nel suo cuore rifletteva che cosa fosse questo saluto. Parola dell'angelo : 30. L'angelo disse: O Maria, non temere, trovasti grazia da presso Dio; 31. ecco concepirai e partorirai un figlio, chiamerai il suo nome Gesù. 32. Questi sarà grande e sarà chiamato figlio di Dio Eccelso, e il Signore Dio gli darà il seggio del regno di Davide, suo padre, 83. e regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno fino all'eternità sarà perpetuo senza fine. 7 Parola di Maria: 34. Maria disse all'angelo:

    ha ugualmente e fanciulla vergine», riu ne ndo insieme v~Ù'\'lç di Aquila, Simmaco e Teodozione e naQ-0-Évoç d ei LXX. 5 Su questa lunga perifrasi per dire « sposata » cL Notizia, p . 60 s . 6 T esto « di quella vergine i>; ma il traduttore o rdinariamente usa iin, che significa normalmente «quella}> , come articolo determinativo. Lo stesso uso si riscontra nella versione persiana del Pentateuco del Cod. Pers. Vat. 61, cf. Ign. Guidi, Di una versione persiana del Pentateuco, in Rendic. R. A. f,incei, Classe di scienze mor. star. e filai., s. IV, vol. 1 (1885) 350; Ett ore Rossi, Elenco dei 1lian. Pers. della Bibl. Vaticana, Città del Vaticano 1948, p. 87. 7 L 'accumulamento dei termini per indicare «eterno» probabillllente si deve a un riferimento a l testo di Dan 7, 14.

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    i Al semitismo che si trova nel testo greco il nostro ne sostituisce un altro dall'identico significato, cf. Gen. 6, 4; 16, 2; 30, 3 ecc. 2 Traduco kanizak parastar «serva», essendo i due termini pressochè sinonimi. 3 Letter. < comandasti ,., , termine rispettoso usato parlando a un superiore ad indicare semplicemente « dicesti l>. Sulla formulazione delle parole di Maria cf. Intr. ad loc.

    Persiano I 3

    13

    Ouest o come avverrà e (= mentre) uomo a me non giunse ? 1 35. L'angelo le rispose e disse: Lo Spirito Santo verrà, e la forza dell'Eccelso scenderà su di te; a causa di ciò, ecco, quello che nascerà da te è santo e sarà chiamato figlio di Dio. 36. Ed ecco 18' Elisabetta, tua zia materna, anche è incinta d' un figlio I nella sua vecchiaia, questo è il sesto mese di essa che l'hanno chiamata sterile, 37. perchè niente è difficile a Dio. 38. Maria disse: Io sono la serva 2 di Dio, avvenga a me ciò che dicesti 3 • E l'angelo partì da presso Maria. 39. E in quei giorni Maria concepì e si levò, andò incinta 4 alla montagna alla città di Giuda 5 • 40. Entrò nella casa di Zaccaria e salutò Elisabetta. 41. Quando Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino nel seno di Elisabetta esultò; e fu piena di Spirito Santo, 42. e gridò con alta voce e disse a Maria: Benedetta sei nelle donne, e benedetto è il frutto, che è nel tuo seno. 43. Donde ho questa grazia che la madre del mio Dio venga presso di me? 44. Ecco nello stesso istante che la voce del tuo saluto cadde nel mio orecchio, divenne molto esultante questo bambino, che è nel mio seno, e adorò quel bambino, che è nel tuo seno 6 • 45. Felice chi credette 7 , che verrà compimento 8 a quello, di cui alcuno le parla da presso Dio. Lode che J.11aria disse: 46. E Maria disse: I.,.'anima mia loda il mio Dio, 47. e l'anima mia si allieta in Dio, mio vivificatore; 48. chè guardò sulla bassezza (bis) della sua serva; adesso da questa ora tutte le generazioni rni loderanno. 49.. . . 50. In eterno demenza a coloro che lo temono 9 • 51. Col suo braccio fece vittoria e disperse i potenti nel desiderio del loro cuore. 52. I forti gettò giù 4

    Il testo ha V- ~ .\ abislan, «incinta», probabile svista del copista, forse per influsso della parola precedente. Jn \V manca: suggerirei di emendare ~~ bi-siHi,b, che significa « con fretta». 5 • Potrebbe intendersi anche « alla montagna della città di Giuda >. r, « E adorò ..• nel tuo seno» lezione apocrifa tratta dal Protevangelo etiopico di Giacomo, lVI ari u s Ch a in e, Liber Nativitatis llfaYiae in Corp. Scr. Clwist. Orientalium, .Sèript. Aethiopici Ser. I, t. VII, Romae Parisii 1909, t. p. 10, vers. p. 9. Devo tale indicazione al Dott. A. Bausani. Cf. Intr. ad !oc. 7 11 termine può essere letto bi-y-avurd oppure bi-y-avarad. Nel primo caso significa «credette>>, ed è la versione che preferiamo. Nel sec. caso equivale a « crederà>. 8 Sa!iim nel senso di ~ . \.,;w .. .i, ~\JJI ~~j I _•::J \ ~ ~

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    Persiano I 3-4

    dai troni e elevò gli umili. 53. Saziò di beni gli affamati e rese vuoti gli opulenti. 54. Diede aiuto ad Israele, suo servo, e si ricordò della sua misericordia, 55. come aveva parlato ai padri nostri, ad Abramo e al suo seme in eterno. 56. E Maria rimase presso Elisabetta tre mesi e ritornò nella sua casa.

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    .f.. Nascita di Giovanni

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    L I, 57 Giunse il tempo di partorire di Elisabetta, e partorì un figlio. 58. Quando i suoi vicini e i suoi parenti sentirono che Dio riversò la misericordia su di essi, e ( = allora) con essa si allietarono. 59. E avvenne, l'ottavo giorno, quando circoncidono il piccolo, gli posero nome Zaccaria, nel (=secondo il) nome del padre. 60. La madre disse loro: No, ma gli pongano nome Giovanni. 61. Le dissero: Nella tribù vostra non è alcuno, che ebbe nome Giovanni. 62. Con cenni di nuovo interrogarono il padre: Che vuoi che gli poniamo nome? 63. Egli prese una tavoletta e scrisse e disse: Chiamate Giovanni il suo nome. Tutti si stupirono. 64. E nella stessa ora si aperse la lingua di Zaccaria, e venne a parlare e lodò Dio. 65. E timore cadde su tutti i vicini, e su tutta la montagna di Giuda venivano dette queste parole. 66. E tutti quelli che udirono dicevano nel loro interno: Che cosa sarà questo fanciullo? E la mano di Dio era su di lui. 67. E l'interno del padre suo Zaccaria si riempì di Spirito Santo, e profetò e disse: 68. Sia benedetto il Signore, Dio d'Israele, (che) guardò su lui e a lui fece redenzione, 69. ed eresse il corno della salvezza nella casa del suo servo Davide, 70. come disse per la bocca dei santi profeti suoi (fin) da principio, 71. che ci libererebbe dai nostri nemici e dalla mano di tutti gli invidiosi di noi. 72. Coi padri nostri fece la sua clemenza, e (si ricordò) del santo libro del patto, 73. e dei giuramenti, che fece ad Abramo nostro padre: 74. Ti libererò dai tuoi nemici, e senza oppressione servirai 1 75. dinanzi a lui, tutti i giorni in giustizia e rettitudine. 76. E tu, o figlio, sarai chiamato profeta di Dio, e andrai davanti al cospetto di - --

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    l'unica volta in tutto il codice, in cui al luogo della solita. sigla M, si ùà il nome intero dell'evangelista: !\latteo. 2 Su questa espressione e sposalizio legale» cf. Notizia; p. 62 . :i Si può tradurre ) giungesse». Nel primo t È

    Persiano I 4

    19r

    17

    Dio, perchè tu spiani la sua via, 77. e dia la scienza della vita al popolo con la remissione dei loro peccati, 78. per la misericordia e clemenza di Dio, che si elevò luce dall'alto, 79. affinchè dia luce a coloro che siedono nell'oscurità e coloro che siedono nel luogo di oppressione della morte, affinchè tu irrobustisca i nostri piedi nella via. 80. E il fanciullo cresceva nello spirito e nella forza divina, ed era nel deserto fino al giorno che apparve davanti ad Israele. Matteo 1 1, 18 La nascita di Gesù Cristo era così: Quando ebbero affidata in sposalizio legale 2 a Giuseppe Maria, sua madre, prima che a lei 3 giungesse, fu trovata eh'era divenuta incinta dallo Spirito Santo. 19. E Giuseppe era uomo timorato e puro, e non voleva manifestare la gravidanza di Maria, e voleva ripudiarla in segretezza. 20. Quando così gli cadde in mente, venne di fronte a Giuseppe in sogno l'angelo di Dio e gli disse: O Giuseppe, o figlio di Davide, 11011 temere a causa della gravidanza di Maria, tua compagna 4, perchè quel bambino, che verrà da essa, è dallo Spirito Santo. 21. E partorirà un figlio, il suo nome sarà Gesù; ed egli è colui che vivificherà la sua gente dai loro peccati. ~2. E questo ... affinchè compiuto ... fn da Dio per la lingua del profeta Isaia: profezia: 23. La fanciulla vergine concepirà e partorirà un figlio, e il suo nome sarà chiamato Emmanuele, la cui interpretazione: Il nostro Dio con noi. I 24. Quando Giuseppe si svegliò dal suo sonno fece come gli aveva ordinato l'angelo di Dio e custodì 6 Maria. 25a. E non posò la mano su cli essa, fino a che partorì il suo figlio primogenito. I~ 2, 1 E fu ( = avvenne), in quei giorni uscì un comando di Augusto Cesare, affinchè numerassero tutti i sudditi del regno di lui. 2. E questa fu la prima numerazione 6 durante il governatorato di Cirino in Siria, cioè, Sam. 3. E ognuno andava affinchè fosse iscritto nella propria città. 4. E Giuseppe era da Nazaret, città della Galilea, ascese nella Giudea, nella città di Davide, H cui nome caso il senso sarebbe che Maria non era ancora andata nella casa di Giuseppe e ciò sarebbe conforme a Efrem, Mt 1, 18 « before she was given to a husband >, H1LL, p. 335. Preferisco tradurre « prima che a lei giungesse» che ha, oltre che in ebraico cf. p. 12, n . 1, anche in persiano il significato di convivenza coniugale. 4 « Compagna » invece di « sposa » cf. Notizia, p. 62. 5 Su « custodì l\faria » cf. Intr. ad !oc. 6 Può anche interpretarsi: « e questa prima numerazione fu durante ... ~2

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    i L a stessa lezione e culla» ha anche \V. Sulla probabile ragione dell'equivoco cf. Nott'zia, p. 50 s. 2 Invece di « salvatore, salvare, salvezza» il persiano usa generalmente « vivificatore, vivificare, vivificazione» p. es. sopra Mt 1, 21, che sono termini preferiti da Taziano, cf. Baumstark, Or. Cltrist. 3 Ser. 11 (1936) 240. Qui però sta eccezionalmente «salvatore». a Della strana traduzione del v. 13 non trovo corrispondenze in altri codd. Il v. 15 ha « quando l'angelo (gr. gli angeli) da presso loro andò in cielo», il che prova che gli altri angeli ancora 11011 erano apparsi ai pastori;

    Persiano I 4-5

    19

    Betlemme, perchè era del casato di Davide e della sua tribù, 5. con Maria, sua sposa legale gravida, affinchè fosse ivi iscritto. 6. E quando erano là, si compì il tempo di partorire, è

    5. Natività di Cristo

    L 2, 7 partorì il figlio primo e lo avvolse in panni e lo gettò in una mangiatoia (bis), perchè non avevano culla 1 nel luogo, dove erano discesi. 8. E fu ( = avvenne), in quel luogo vicino a quella regione i pastori eran discesi e tenevano il turno della custodia delle proprie pecore. 9. I/angelo cli Dio venne davanti a loro, e la gloria di Dio splendette sopra di loro, e grande terrore cadde su di essi. 10. I/angelo di Dio disse loM: Non temete, ecco vi dò la lieta novella (che) molta gioia sarà a tutto il popolo: 11. oggi nacque a voi il salvatore 2 , che è lui il Cristo Signore, nella città di Davide. 12. B questo sarà per voi il segno: Troverete un bimbo, ravvolto in panni, posto in una mangiatoia. 13. E subito lo vedrete con molti angeli e schiere celesti che loderanno Dio e diranno 3 : 14. Gloria a Dio nell'alto e pace (bis) sulla terra, e la lieta novella di buona speranza 4 agli uomini. 15. n quando l'angelo da presso loro andò in cielo, i pastori dicevano l'un all'altro: Andiamo fino a Betlemme, e vediamo questa parola, che ci fu detta, come Dio ci comunicò. 16. E in fretta vennero, trovarono :\Ilaria e Giuseppe e il bambino posto nella «angelo» e non «angeli» ha ugualmente vV. Quindi secondo il testo l'angelo annunzia loro che vedraDnO altri angeli presso la culla di Gesù. « Schiere celesti», il pers. ha gurulil,ii az barii__v-i asma11ì; dove az baray parrebbe da considerarsi come izafat, un uso stranissimo. Nel codice Med. baray e az baray veng-ono adoperati per i significati più diversi : per indicare il genitivo, il dativo, la finalità ecc. Alcuni di questi usi non sono conformi all'indole del persiano. 4 Qui si hanno due diverse lezioni riunite insieme: muzdah « lieta novella l> e n'ik umidvari « buona speranza>. li traduttore persiano ha probabilmente tradotto muzdah scambiando il sir. J~ «speranza» con Jl;.:i.m < lieta novella>, scambio che si riscontra anche in vari passi dei Kephalaia (cf. Or. Chr. 3 Ser., 12 (1937) 17i, n. 1, e 178, n. 2). Mano posteriore avrà corretto ponendo in margine la lezione nfk umidvari. ll copista l'ha introdotta nel testo senza cancellare la prima, mettendo la seconda in rapporto di dipendenza -~ JJI is~.> IJ_,I 0 _,~., 17 21>t~ ~I)>~,

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    Lo stesso termine in \V.

    fwtiil corrisponde preci:-amente a gr. xcn:oi'.xricri,ç: qt1indi !mLul kat'd >. È l'unico passo in cui si parla di genitori di Gesù, quando narra l'evangelista e non riporta le parole di altri; \V l'omette. Cf. [ntr. ad !oc. 6 « Due a vambraccia » v. 28, qui « due occhi>, una traduzione quindi cli una forma originale duale. Cf. Intr. ad loc.

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    La traduzione del v. 31 può essere o (< prepa rasti per tutti i morti di corpo e figura» oppure « per il corpo e la figura cli tutti i morti >> ; ma questo non corrisponde nè al testo greco nè alla versione siriaca. W ha « che preparasti al cospetto di tutti i popoli». Una spiegazione del testo IVI potrebbe e ssere che Simeone pensi allo Sheol, in cui lui vecchio presto dit

    Persiano 6-7

    23

    e figura 1 , 32. e luce per la vista del mondo, e lode per il tuo popolo Israele. 33. E la madre di lui e Giuseppe sentivano tutto quello che era detto su di lui. .34. E Simeone pregava su di essi e disse a Maria, la madre del piccolo: Ecco, questo fu posto per la rottura 5 di molti e la risurrezione di molti d'Israele, e causa di perturbazione. 35. E una lancia di dubbio 2 penetrerà nel tuo cuore, affinchè sia manifesto il pensiero di molti. 36. Ed Anna la profetessa, figlia di Fanuele, della tribù Asèr, anche essa era molto vecchia nei suoi giorni; era rimasta sette anni 1o vergine a con suo ma rito, 37. e 84 anni rimase vedova, e non usciva mai dal tempio, e in preghiera lasciava passare i giorni e le notti sue. 38. Essa pure era alzata in quell'ora, e si confessava a Dio, e parlava sul piccolo con ognuno, che era nella speranza della consolazione di Gerusalemme. 15

    7. Venuta del re di Persia

    20"

    M 2, 1 Quando Gesù nacque in Betlemme di Giuda nei giorni del re Erode, i re :Magi vennero daJl'Oriente, cioè la terra di Persia, da Ava e Sa.va ·1 , fino alla Città Santa 2. e domandavano: Dov'è il re dei giudei, che nacque ? Perchè avevamo visto la sua stella in I Oriente e venimmo per adorarlo. 3. Quando il re Erode sentì, temette egli e tutti quelli che erano a Gerusalemme. 4. Riunì i grandi e sacerdoti 5 dei figli d'Israele, e domandò ad essi, in che luogo nascerebbe il Cristo. 5. Essi dissero· In Betlemme di Giuda,

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    scenderà e dove potrà sperimentare la misericordia del Salvatore. Per quanto a bbia cercato non ho trovato in altri codici lezione a naloga . 2 S u « lancia di dubbio» cfr. Notizia, p. 46, n. 1 ; p. 86, n. 1. 3 Lezione tendenziosa di carattere encratistico, cf. Notizia, p. 59. 86, 11. 2 e Intr. ad loc. 4 La glossa e terra di Persia, da Ava e Sava » si riferisce alla credenza , d i cui si fa eco anche Marco Polo nei suoi viaggi in Pers ia: « Uno dei t re Magi era di Sava, l'altro d i Ava, il terzo di Casan i.> cf. L. F. B en ed etto, il libro di messer Marco Poto, p. 36. 5 li nostro per « sommi sacerdoti » traduce talvolta « grandi e sacerdoti>>, talvolta « grandi dei sacerdoti» . Sull'omissione di « gli scribi del popolo> che, come fa notare il JoOoN, L'Evangile de N. -S. Jésus-Christ, s1 trova nel N. T. solo in questo passo, cf. Intr. ad loc.

    20

    Diatessaron

    24

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    Persiano I 9-11

    27

    la misura dì quello che aveva saputo dai Magi. 17. E si compì ciò che il profeta Geremia disse: profezia: 18. Sentii una voce nelle vie e nei villaggi 1 • piangere e lamentarsi molto duro; Rachele fa lamento sui suoi figli e non accetta consola;done per l' uccisione. 19. Quando Erode mori, l'angelo di Dio venne presso Giuseppe in sogno in Egitto 20. e gli disse: Sorgi, prendi il piccolo e la madre di lui e ritorna nella terra d'Israele; perchè perì colui che cercava l'anima del piccolo.

    5

    10. Ritorno di Cristo dall'Egitto

    M 2, 21 Allora Giuseppe sorse e tolse il piccolo e la madre di lui e venne nella terra d 'Israele, cioè, nella regione della Città Santa. 22. Quando sentì che il re Archelao sedeva re nella terra di Giuda al posto di :Erode, suo padre, temette di andar lì; vide in sogno che venisse nella terra di Galilea. 28. Venne, risiedette nella città, il cui nome Nazaret, affinchè si compisse ciò che disse per la lingua del profeta: profezia: I,o chiamera nno Nazareno. L 2, 39 E quando compirono tutto quello che (sta) nella legge di Dio ritornarono in Galilea, in N azaret, loro città. 40. Il piccolo poi cresceva nella forza dello Spirito Santo, e si riempiva della saggezza e della gra7,ia di Dio ed era su di lui 2 • L 3, 23h E il nome suo fu conosciuto (come) figlio di Giuseppe.

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    Il. Oeoealogia corporale dai lombi 3

    L 3, 28" Jfisuf, figlio di Hàli, 24. figlio di Matat, figlio di Lcwi, figlio di Malak, figlio di JanI, figlio di J usuf, 25. figlio di Matat (sic), figlio di '.ii.mo!,,, figlio di Nal;n1m, figlio di l:Jesli, figlio di Nagi, 26. figlio di Ma.t, .figlio di Matat, figlio di Sam i, figlio di Jusuf, figlio di Jahiida, 27. figlio di Jubannà, figlio di Resa, figlio di Zorobabel, figlio di Salatayel, figlio di Tadi, 28. figlio di Malak, figlio di Adi, figlio di Qosam, figlio di Elmodad, figlio di 'Er, 29. figlio di Josà, figlio di Eli' azar, figlio di Joram, figlio di Matita, 0

    Nelle vie e nei villaggi»: su questa strana ve rsione cf. Notizia, p. 49 s. 2 Con un leggero spostamento dei termini, cioè az !zikmat piw mt:sud, wa ni'mat- i IJ,u.dà bar vey bild si sarebbe più vicini al testo greco « si riempiva della saggezza e la g razia di Dio era su di lui». 3 Nelle genealogie di § 11 e 12, nomi identici ven!{Ono, talvolta nt>llo stesso verso, scritti differenteme nte. Li riporto come so no nel testo , senza modificarli. 1 «

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    Diatessaron

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    Persiano I 11-12

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    29

    figlio di I.ewi, 80. figlio di Sam'ftn, figlio di Jahùda, figlio di Jiisuf, figlio di Jotam, figlio cli Eliaqim, 31. figlio di Maliya, figlio di Mani, figlio di ìHatatà, figlio di Katan, I figlio di Dawiid, 32. figlio di Jesi, figlio di 'Obèd, figlio di Ba'àz, figlio di Salmon, figlio di Nal)son, 38. figlio di 'Aminaç].àb, figlio di Aram, figlio di Ha;;ròn, figlio s di Pare~, figlio di Jahuda, 34. figlio cli Jacqub, figlio cli Isl;iaq, figlio di Ibrahim, figlio di 1'arel:i, figlio di Na lJor, 351,. figlio di 'Hber, figlio di Saleb, 36. figlio di Qainan, figlio di Arfabsar, figlio di Sam, figlio di No}), figlio di Lamek, 37. figlio di Matiisalal:i, figlio di El.mo!], figlio di J ared, figlio di Mahlayel, figlio 10 di Qainan, 38. figlio di Anos, figlio cli Set, figlio di Adam, quegli che fu creato da Dio.

    12. Genealogia splrituale, 1 cominciò da lbrahìm e venne a. Jiisuf

    M 1, 1 Questo (è) il libro della generazione di Gesù Cristo, figlio di D:hviid, figlio di Ibrahim. 2. Ibrahim generò Is}:iaq, Isl)aq generò Ja"qub, Ja qub ge- 15 nerò J ah uda e i suoi fratelli. 3. J aln"'ida generò Fare!? e Zaral:i da 'l'amar. Fare~ generò I-ja~rLo_,

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    1 Su Mt I, 16 cf. Notizia, p. 6::L z Leggo il termine persiano «jasta~{;i>>, traduco quindi con «affanno»; p erò potrebbe leggersi 1 ( gr. TJ µì:v) e in luogo di « con affanno> ha « con molto dolore». Rinunzio alle modificazioni del testo che proposi in Notizia, p . 57-58. È l'unico passo del codice in c ui Giuseppe viene chiamato « padre » . a È lo st esso termine che si trova in Le 2, 19. Tutto questo § 13 si distacca assai in vari punti dal testo greco e dal siriaco, ciò che indurrebbe a pensare che l'autore dell'armonia siriaca tradotta in persiano si sia servito a nche d i ùna fonte differente dalla nostrn narra;d one evangelica.

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    Diatessaron

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    Diatessaron

    34

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    Persiano I 14-15

    35

    strò la via di fuggire dall'ira di Dio, che viene su di voi, se non 22, fate penitenza ? 8. Fruttificate frutto buono, I che sia degno di penitenza, 9. e non pensate nel vostro cuore, e non dite 1 che abbiamo Abramo nostro padre. In verità vi dico, che Dio da queste pietre è capace (bis) di dare figli ad Abramo. 10. Ecco, la scure s fu posta sulla radice degli alberi e dei rami: qualsiasi albero, che non dà buon frutto, sarà tagliato e cadrà nella fornace 2 del fuoco.

    15. Consigli che Oiovanni dà al popolo

    L 3, 10 I,,e folle lo interrogavano e dicevano: Ora che faremo ? 11. Rispose loro e disse: C.hiunque ha da mangiare dia a chi non ha, e chiunque ha due vesti dia una veste a colui che non (ne) 10 ha 3 • 12. E venivano pubblicani per essere battezzati, gli dicevano: O maestro, che faremo? 13. Egli diceva loro: Non domandate alctrnchè di più di quello che vi fu comandato di chiedere 4 • 14. I soldati lo interrogavano: Noi pure che faremo? Disse loro: Non litigate con alcuno e non ponete pretesto e molestia su akuno: 1s il salario vostro giunge r;, in esso siate contenti. Gù>Vanni annunzia al popolo eh'egli non è il Cristo. 15. E poichè la gente pensava e stimava su Giovanni nel proprio segreto 6 (= interno): Che non sia questi il Cristo? 16a. Giovanni disse loro: Io vi purifico nell'acqua e viene J 1, 151> dopo di me colui che è 20 anteriore I. 3, 16'' ed è più forte di me, colui che non son degno di slegare la correggia del suo sandalo dal suo piede 7 ; egli vi purificherà nello Spirito Santo e nel fuoco. 17. Ed egli è colui che tiene il ventilabro in mano e purga i raccolti suoi; tutto quello che è frumento conserva nei suoi depositi, e fa bruciare la paglia 25 nel fuoco, (che) non si estingue. 18. E molte cose insegnava alla gente e dava la lieta novella. L 3, 21 a E quando Giovanni battezzava tutta la gente, Il persiano ha: «pensate .. . e dite ». «Fornace» non si trova nè in greco nè in smaco; sarà forse una reminiscenza dell'espressione e del termine di Dan 3, 6. 11. 15. 17 ecc. j~r-1~. 3 Su Le 3, 11 cf. Intr. ad loc. i Le 3, 13: uguale lezione in W. a \V ha: < il vostro stipendio è a voi sufficiente ». 6 Una delle tante maniere con cui il traduttore esprime "in se». 7 La stessa espressione « dal suo piede)> anche in Joh l, 27 (M 1, 17). .i

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    Persiano I 16-17



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    16. Battesimo di Cristo nel Giordano per mano di Giovanni

    M 3, 13 anche Gesù venne dalla Galilea fino al Giordano presso Giovamù Battista, affinchè fosse battezzato dalla mano di lui. 14. Giovanni fece cortesia e diceva: Sono io il bisognoso che sia battezzato dalla mano tua, e tu venisti per esser battezzato da me? 15. Gesù rispose e disse: Smetti da ciò, così è a noi con- s veniente che compiamo le vie 1 della giustizia. Allora Giovanni tacque, e Gesù S 1, 91, fu battezzato nel Giordano dalla mano di Giovanni. Discesa dello Spirito Santo in forma di colomba. S 1, 10... E quando Gesù uscì dall'acqua, I,. 3, 21° e quando pregava, I M 3, 16° 10 si aperse per lui il cielo e lo Spirito di Dio I,. 3, 22;, dal cielo discese su di lui, simile a colomba, M 3, 17 e una voce venne dal cielo e disse: Questo è il figlio e 2 il diletto mio, quello in cui mi compiacqui. L 3, 23" E Gesù era trentenne.

    17. Nessuno vide mai Dio

    J 1, 15 Su questo diede (Giovanni) testimonianza con voce alta e disse: Questi è colui di cui dissi, che verrà dopo di me ed è anteriore a me. 16. E noi prendemmo dall'abbondanza e liberalità di lui beni per beni; 17. perchè la legge fu data per mano di Mosè, ora la verità e la grazia avvenne per Gesù Cristo. 18. Dio alcuno non vide mai, ma il Figlio unico, quegli che fu nel seno del Padre, egli a noi (lo) disse. 19. Questa è la testimonianza di Giovanni, al tempo che i giudei mandarono presso lui da Gerusalemme i capi e i maestri. 3 Domandavano: Tu chi sei? 20. Egli riconobbe e 11011 negò e disse: Io non sono il Cristo. 21. Dissero 4 : Sei il profeta? Disse: Non son il profeta. 22. Di nuovo dissero: Chi sei, affinchè portiam messaggio presso coloro che ci mandarono ? Che dici di te stesso ?

    Probabilmente UllO scambio del siriacù ~ «tutta-;, per ~ Q.::> «via». 2 « Il figlio e il diletto» si ritrova anche in rvrt 12, 18 (l\-1 2, 16); non però in 1\H 17,5 (M 2,:!8) dove manca la congiunzione. 3 Forse dopo « capi •> bisogna sottintendere « dei sacerdoti » come ha C; « maestri » per « leviti » è molto improprio. 1 Nel v. 21 manca « sei tlf Elia ecc.». Identica lacuna nel C. l

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    Persiano I 17-19

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    23. Egli disse: profezia: Io sono la voce, che grida 1 nel deserto: Spianate le vie di Dio, come fu detto in Isaia profeta. 24. Quelli che furono mandati dei farisei e grandi 25. gli domandarono e dissero: Poichè non sei il Cristo e non Elia e non il profeta, perchè battezzi la gente ? 26. Giovanni rispose ad essi e disse: Io battezzo con l'acqua, in mezzo a voi sta colui, che voi non conoscete. 27. Questi è colui che viene dopo di me, e fu prima di me, colui che non son degno di toglier la correggia del suo sandalo dal suo piede 2 • 28. Questo fu in Betania dall'altra parte del Giordano, nel luogo in cui Giovanni battezzava.

    5

    10

    18. Testimonianza di Giovanni su Cristo

    J 1, 29 E l'altro giorno Giovanni vide Gesù, (che) veniva

    23v

    presso di lui, disse: Ecco l'agnello di Dio, quegli che toglie i peccati del mondo. 30. Questi è colui di cui dissi: Verrà dopo di me ed egli è anteriore a me. 31. Ed io non lo conoscevo, ma affinchè sia conosciuto ad Israele, per questo venni (e) battezzo nell'acqua. a2. E Giovanni diede testimonianza e disse: Vidi lo Spirito Santo, (che) qual colomba veniva giù dal cielo e su· lui stette. 33. E io non lo conoscevo, ma colui che mi mandò, affìnchè battezzi nel1'acqua, disse: Quegli, che vedrai venire lo Spirito su di lui, egli battezza nello Spirito Santo. 34. Ed io vidi e testimonianza i diedi, che questi è il Figlio di Dio. 35. L'altro giorno Giovanni stava, e due suoi discepoli 36... 37;, ascoltarono la sua parola e andarono dietro a Gesù.

    15

    20

    19. Il diavolo tenta Cristo, suo digiuno di 40 giorni e 40 notti

    L 4, 1" Quando Gesù fu pieno di Spirito Santo ritornò dal Giordano. S 1, 12 Allora lo Spirito Santo portò Gesù nel deserto, M 4, Jb affinchè il diavolo lo tentasse. L 4, 2" Quaranta giorni M 4, 2" e quaranta notti L 4, 2" fu tentato dal diavolo, e in que-

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    Cf. p. 32, 11. 4. Cf. p. 35, n. 7.

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    Persiano I 19-20

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    sti giorni non mangiò alcunchè, M 4, 2" digiunò. L 4, zc E quando questi giorni si compirono, Gesù ebbe fame. 3. Il diavolo disse a Gesù: Se tu sei il Figlio di Dio, M 4, 3h dì che queste pietre divengano pane. 4. Rispose Gesù e disse: È scritto che la vita dell'uomo non è solamente nel pane, ma nella parola di ;; Dio, che esce dalla sua bocca. 8. Il diavolo portò Gesù suila cima di un monte alto e L 4, 5 1, gli mostrò tutto il regno del mondo in poco tempo. 6. E disse il diavolo: Questo potere del mondo e la sua gloria, che tu vedi, tutto fu consegnato in mia mano, e lodò a chiunque voglio. M 4, 9h Tut- 10 to dò a te, se una volta mi adorerai. L 4, 8 Gesù rispose e disse : È scritto : Adora solamente Dio e servi solamente a lui. 9_ Di nuovo portò Gesù in Gerusalemme e lo sollevò sul pinnacolo del tempio (bis) e gli disse: Se tu sei il Figlio di Dio, get- 15 tati giù di qui, 10. perchè è scritto nei Salmi: M -4, 6h Agli angeli suoi comandò su di te, che ti sollevino sulle loro avambraccia L 4, 10b e ti custodiscano, M 4, 6c affinchè il tuo piede non sia percosso nella pietra. L 4, 12 Gesù rispose e disse: Fu detto: Non tentare il Signore Dio tuo. 13. E quando il diavolo compi 20 tutte le sue tentazioni, alla stessa ora 1 si separò da presso lui, M 4, 11 h e gli angeli servivano Gesù.

    20. Anche Cristo battezzava

    J 3, 22 Dopo ciò venne Gesù e i suoi discepoli nella terra di Giudea e ivi girava con loro e battezzava. 23. E Giovam1i pure battezzava nella sorgente di Niin, al limite di Salem, perchè l'acqua ivi era abbondante; e molti venivano ed erano battezzati. 24. E Giovanni non era ancora caduto in prigione. 25. E avvenne contesa tra uno dei discepoli di Giovanni e uno dei giudei a riguardo del battesimo. 26. Quel discepolo venne presso Giovanni e disse: O grande 2 , ecco, colui che era con te 14 r dall'altro I lato del Giordano, e tu di lui desti testimonianza, an-

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    Erronea versione del siriaco 4:-1 ~? o mutamento intenzionale? Il persiano traduce spesso rabban del siriaco con «grande"·

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    Diatessaron

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    « Dal potere di se stesso» equivale « da se stesso». Invece « che Dio è vero » si può tradurre (( che Dio è verità»,

    Persiano I 20-21

    43

    ch'egli battezza, e molte genti vengono a lui. 27. Giovanni rispose e disse: Non può l'uomo dal potere di se stesso 1 prendere alcunchè, fino a che non sia dato dal cielo. 28. Voi date testimonianza su di me che dissi: Io non sono il -::Cristo\, ma sono un apostolo davanti a lui. 29. Chiunque ha la sposa, egli è lo sposo, e l'amico dello sposo è quello che sta e si rallegra grandemente, quando oda la voce dello sposo; ecco la mia gioia si compì. 30. Conviene a lui che cresca, e io diminuisca. 31. Colui che viene dall'alto è piL1 alto di tutti, e colui che è

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    Persiano I 21-22

    45

    16. la gente, che sono seduti nell'oscurità, nell'ombra della morte, videro una gran luce. 17. Allora Gesù cominciò e diceva: Fate penitenza, perchè il regno del cielo si avvicinò. 18" E quando camminava sul lido ~m~,

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    22. Venuta di Simone Cefa e dei discepoli presso il Cristo

    24"

    J 1, 38a si voltò 1 e vide due 35b. dei discepoli di Giovanni, 381, (che) andavano dietro a lui; disse loro: Che volete? Gli dissero: O grande, dove I sei? 39. E disse: Venite e vedete. Essi vennero e videro dove era e rimasero presso di lui quel giorno; era come l'ora decima. 40. Uno di questi, che avevano udito la parola di Giovanni e vennero dietro a lui, era Andrea, fratello di Simone. 41. Questi vide prima Simone, suo fratello. Gli disse: Trovammo il Crist o. 42. E vennero presso Gesù. Gesù guardò Simone e disse: O Simone, figlio di Jona, il tuo nome sarà chiamato Cefa. M... 5 • J I, 43. L'altro giorno Gesù voleva uscire verso la Galilea, trovò Filippo e disse: Vieni dietro a me ! 44. E Filippo era della città di Saida, della città di Andrea e Simone. 45. Filippo trovò Natanaele e gli disse: Trovammo il Cristo 8 , quello di cui scrisse Mosè nella legge, egli è Gesù, figlio di Giuseppe, della città di Nazaret. 46. Natanaele rispose: :E mai possibile che da Nazaret esca alcuno, in cui sia bene? Filippo disse: Vieni e vedi. 47a Gesù vide Natanaele... 481i ... disse: Donde mi conosci? Gesù disse: Prima che Filippo ti chiamasse, quando eri sotto l'albero di fico, ti vidi. 49. Rispose Natanaele e disse: O grande, tu sei il figlio del Dio d'Israele 4 ; 50. Gesù gli disse: Perchè ti dissi: Ti vidi sotto l'albero di fico, credesti? Vedrai meraviglie maggiori di questa. 51. E disse: In verità, in verità vi dico: Da quest'ora vedrete le porte del cielo aperte e angeli (che) ascendono e discendono presso il Figlio dell'uomo.

    Ripiglia quello che si era interrotto a § 18 in fine Nel codice dopo la sigla 1\-I c'è mezzo rigo grattato. a L ' unico luogo in tutto il codice in cui il Cristo viene scritto L-..w~ mentre generalmente è scritto ~ - Su ciò cfr. Intr. ad loc. 4 Sulla risposta di Natanaele di v. 49 cf. Intr. ad loc. i

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    M 9, 9 E quando Gesù passava vide un uomo sedente in mezzo ai pubblicani, il suo nome Matteo. Gli disse: Vieni dietro a me ! Andò dietro.

    23. Quando mutò l'acqua in vino in Cana di OaUlea

    J 2, l E nel terzo giorno avvennero nozze 1 in Cana di Galilea, e la madre di Gesù era ivi. 2. E Gesù e i suoi discepoli fu-

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    ron chiamati alle nozze. 3. Il vino era divenuto poco; la madre di Gesù disse: Non hanno vino. 4. Egli disse: Perchè (lo) dici, o madre? 2 Ancora non giunse il tempo. 5. La madre disse ai servi: Quello che comanderà (= dirà) così fate. 6. Ed erano ivi sei anfore di pietra, (che) avevano posto per l'abluzione dei giudei, e ciascuna conteneva due o tre misure, e la gente eran seduti nella sala del banchetto. 7. Gesù disse loro: Riempite I queste anfore di acqua. E (le) riempirono fino all'orlo. 8., E date al capo clel1'adunanza; portarono e diedero al capo dell'adunanza. 9. Quegli gustò l'acqua, che divenne vino, e non sapeva donde fosse; i mescitori (lo) sapevano, perchè essi avevan riempito di acqua. Il capo -..:.;.:;) él..l.:,;..

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    1 Per renden· > il traduttore ha avuto difficoltà tanto in questo passo quanto in JV!c 7, 31 (M 2, 15). Qui egli traduce az deh wa az sahr

    49

    Persiano I 24-25

    ralitici (bis) e i demoniaci e gli epilettici (bis), tutti (li) guarì (bis). 25. E molta gente anelarono dietro a lui da Gerusalemme e dalla Galilea e dalle dieci città I e dalla Giudea e dall'altra parte del Giordano.

    25. Siede in una nave con i pescatori e sceglie Giacomo e Giovanni

    25 v

    11

    I~ 5, I Quando una gente molto numerosa si radunarono presso s di 1ui, aflìnchè udissero la parola di Dio, egli stava in piedi sulla riva del mare di Qcnestarin (= Genesaret). 2. Vide due navi legate sulla riva del mare; e i pescatori, usciti di là, aggiustavano le loro reti. 8. Una nave era di Simone Cefa. Gesù sedette in quella nave e comandò ( = disse) che andassero poco poco lontano dalla 10 terra nel mare. E si fermò nel mare e insegnava alle folle dalla nave. 4. Quando tacque dalle sue parole, disse a Simone e ai pescatori, che portassero nel profondo la nave e ivi gettassero la rete. S. Simone rispose e disse: O Signore, tutta la notte gettammo la rete e non pigliammo nulla. Nella tua parola gettiamo la rete. 15 61,. Quando fecero così, moltissimi pesci caddero nella Joro rete. 7. Domandarono aiuto ai loro compagni, che erano nell'altra nave, perchè venissero e li aiutassero a tirare. Quando vennero, riempirono t utte e due le navi, I fino al punto che affondavano nell'acqua. 8. Quando Simone Cefa vide, cadde ai piedi di Gesù e disse: 20 Sii lontano da me, perchè sono uomo peccatore. 9. Chè stupore li aveva colti per la moltitudine di pesce, che avevan presa quei pescatori ; 10. e similmente Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano nella società di Simone. Gesù disse a Simone: Non temere, da quest'ora sarai pescatore di uomini per la vita. 11. E ti- 2s raron le navi vicino alla terra e abbandonarono ivi tutto quello che avevano e subito vennero dietro a Gesù. ~ dal villaggio e dalla città l>. P uò trattarsi anche d i errore del copista, che invece dì leggere dah «dieci» lesse deh . Restituisco az da/1 saln' . An che \V in questo passo ha un'espressione che non corrisponde a « Decapoli » : sahr u diii significa « città e villaggio», mentre in Mc 7, 31 traduce esattamente dah sahr « dieci città». 2 Il titolo non corrisponr ~- Jvcl >_,~

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    Sul preterito invece del prt;se11te in questo passo e in altri analog·hi cf. Intr. ad loc. i

    Persiano I 26-27

    51

    26. Quando mondò un lebbroso

    I , 5, 12 E quando Gesù era in una delle città, vetme un uomo, che era pieno di lebbra (bis); vide Gesù e cadde sulla faccia e lo sollecitò e disse: O Signore, se vuoi, puoi rendermi mondo. 13. Gesù sollevò la sua mano e gli disse: Volli 1, sii mondo. Alla stessa ora la lebbra partì da lui e diventò mondo. 14. E gli comandò: Non dire ad alcuno; ma va, mostrati ai sacerdoti e fa l'offerta per esser divenuto mondo, come Mosè comandò, per testimonianza di loro. 15. E molte cose 2 di Gesù divennero manifeste nel mondo, e molta gente si facevano atton10, aflìnchè lo vedessero e sentissero la sua voce e fossero mondati dalle loro infermità. 16. Ed egli andava lontano e pregava nel de~erto.

    5

    10

    27. Oesù sana un paralitico cioè uno che aveva le due mani e i due piedi paralitici

    I , 5, 17 Fu un giorno che Gesù insegnava. I farisei eran seduti, ed egli insegnava la legge 3 ; e venivano da tutti i villaggi,della Galilea e della Giudea e di Gerusalemme, e la forza di Dio veniva per guarigione di loro. 18. E alcuni portavano uno dalle due mani e dai due piedi paralitici (b1s) giacente su un letto, e volevano portarlo davanti a Gesù dentro la casa. 19. Poichè era molta folla, e non potevaùo introdurlo dalla porta, ascesero sul tetto della casa e legarono i quattro lati del letto con quattro corde e da una finestra (lo) sospesero git't con il letto, e (lo) posero davanti a Gesù. 20. Quando Gest'1 vide la loro fede, disse al paralitico: O 1101110, i tuoi peccati furono rimessi 4 • 21. I farisei e gli scribi cominciarono e dicevano: 5 Chi è q110sti che mentisce? Chi può perdonare i peccati, eccetto Dio solamente ? 22. Gesù conobbe il ! Se si punteggia \;b~ abbiamo allora « e molto le notizie di Gesù divennero manifeste». 3 La forma del verbo è causativa e poichè il verbo nella sua forma semplice può significare «insegnare» e «imparare)> qui possiamo tradurre « faceva imparare, cioè ~...>J\ u""' ~ ~ , >\> ~\~ ù ~ - ~ ...:,:..........J\>

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    Persiano I 27-28

    53

    loro pensiero, rispose loro e disse: Che cosa pensate nel vostro cuore ? 2~;_ Che cosa è piì.1 facile, (che) io dica: I tuoi peccati I 26r furono rimessi, o che io dica: Sorgi e va? 24. Affinchè sappiate che il Figlio dell'uomo è autorizzato sulla terra a perdonare i peccati, e (= allora) disse al paralitico: Dico a te, sorgi e solleva il tuo letto e va nella casa tua. 25. Allo stesso momento il paralitico sorse davanti ai loro occhi e sollevò il suo letto e andò nella sua casa e lodò Dio. 26. Stupore cadde su ognuno, che era là, e lodavano Dio, e furono pieni di timore e dissero: Oggi vedemmo prodigio. 27. Dopo ciò Gesù uscì, vide un pubblicano, il suo nome Levi, sedente in mezzo ai pubblicani. Gli disse: Vieni dietro a me! 28. Quando udì, lasciò tutto quello che aveva e andò dietro a Gesù. 29. E Levi nella sua casa fece un banchetto a Gesù, ed eran in mezzo a quella adunanza molto numerosi pubblicani e altri, che eran seduti con lui. 30 a. E dicevano cose futili 1

    5

    10

    15

    28. I farisei dicono:

    Perchè il vostro maestro mangia coi peccatori ? 1

    L 5, 30 gli scribi e i farisei. J\I 9, 11 Dicevano ai discepoli cli lui: Perchè il vostrò grande mangia e beve con i pubblicani e i peccatori ? L 5, ~H Gesù rispose loro e disse: I sani non sono bisognosi di medico, ma quelli che sono nella sofferenza e nella difficoltà. 32. Non venni perchè chiami i puri, ma per i peccatori, affinchè facciano penitenza. 3~-3a. Essi dissero a lui: M 9, 14i. Perchè I, 5, 33h i discepoli di Giovanni sempre digiunano e pregano e M 9, 14" i farisei L 5, :-33c anche, e i tuoi discepoli mangiano e bevono? 34. Egli disse loro: Parabola del signore delle nozze e del ram,nendo di una veste. S 2, 19 1i X on conviene agli uomini delle no;,;ze che digiunino, M 9, 15;, fino a che lo sposo sia con loro. S 2, 20. Verranno i giorni, che lo sposo sarà preso via da loro, allora digiuneranno. I.. 5, 36" E loro disse una parabola: Non è conveniente che prendano S 2,211, pezze nuove L 5,361, da un vestito nuovo, e S 2, 21 e rattoppino un vestimento vecchio, '

    1

    Strana questa divisione : il predicato in questo § e il soggetto nel seguente.

    20

    25

    30

    54

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    Persiano l 28-30

    26v

    55

    perchè il vestito nuovo colla sua forza tira il vecchio, e presto lo lacera; e non il vecchio sul nuovo 1 • L 5, 37 E alcuno non pone il vino nuovo in otri fradici, affinchè il vino nuovo non laceri gli otri e il vino si versi e gli otri vadano in rovina. 38". Ma gli otri siano nuovi M 9, 17" e il vino nuovo pongono in otri nuovi, s chè entrambi si conservano l'un l'altro. L 5, 39 E nessuno beve vino vecchio e domanda vino nuovo, ma dice: Il vecchio è migliore. I Commento 26•, 1-8. 29. Andata di Oesù e dei discepoli in un cam1>0 seminato

    L 6, 1 Quando fu giorno di sabato, Gesù girava in mezzo ai seminati. I suoi discepoli fregavano colla mano spighe di grano e (le) pulivano e mangiavano. 2. Alcuni dei farisei dissero loro: Perchè fate una cosa non lecita in giorno di sabato? 3" Gesù rispose e disse loro: Non avete letto ciò che fece Davide? 4" Entrò ne11a casa di Dio, S 2, 26 1' la casa di Abimelech, grande dei sacerdoti, e mangiò il pane della tav ola di Dio, che non è lecito che alcun altro mangi, se non i sacerdoti ? Davide mangiò e diede a coloro che eran con lui? 2T'. E disse ad essi: M 12, 51i Voi sciogliete (= violate) e dissacrate il sabato 2 e non è peccato su di voi. 6. Ora dico a voi: Ecco, è qui colui che è più nobile del sabato, quegli che signore del sabato è lui. 7. E se aveste saputo che cosa è [la casa della preghieraJ: 3 Io voglio salute e misericordia, non voglio ohlazione uccisa, se aveste saputo non avreste incolpato l' incolpevole. S 2, 27 E disse loro: Il sabato fu creato per gli uomini, e non l'uomo fu creato per il sabato; M 12, 8 e signore del sabato è ìl Figlio dell'uomo. 30. Guarigione dell'uomo dalla mano arida

    S 3, 1a E un'altra volta Gesù ritornò dentro la smagoga, L 6, 6 1' insegnava. Ed era ivi uno, la cui mano destra era arida, 7" e gli scribi e i farisei lo sorvegliavano con cura, S 3, 2a se in 1

    Su questa interessante aggiunta cf. Intr. ad loc.

    ~ Tutto questo passo differisce non poco ùal testo canonico, cf. Intr.

    ad !oc. :i « La casa della prcg-hiera >> secondo l'uso del traduttore persiano è la sinagoga ;tQOCTeuzri cf. Le 7, 5 (ì\l l, 67); ma non sì vede in che nesso stia qui col contesto. Forse sarà stata una glossa marginale inserita a falso posto.

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    Persiano I 30-32

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    giorno di sabato lo guarisse, L 6, 7u per prendere un pretesto contro di lui. M 12, 101i Cominciarono e gli dicevano 1 : È lecito 27 r che guariscano I in giorno di sabato o no ? e volevano tentarlo. L 6, 8 Egli conobbe il segreto dei loro pensieri; a colui dalla mano arida disse: Sorgi, vieni in mezzo alla sinagoga. Quando venne, s stette. 9. Gesù disse ad essi: Domando a voi, qual azione è lecita, che nel sabato facciano male o bene, vivifichino un'anima o (la) perdano ? M 12, I 11i Chi è di voi colui, il quale, una pecora di lui cade in giorno di sabato nella fossa, e non pone mano e fa porta fuori dalla fossa? 12. Quanto è più nobile l'uomo della 10 pecora ? Poichè è così, quanto bella è l'opera buona nel giorno di sabato! s 3, 41i Essi tacquero. L 6, 10a I>, ma il contesto esige il singolare. 3 Questo paragrafo non viene dato nell'introduzione, e il § 32 viene divis9 in due: 31. Nomi dei discepoli; 32. Insegnamento di Cristo ai discepoli. 1

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    Persiano I 32 -33

    59

    M 5, 1 E quando si sedette, gli apostoli vennero davanti a lui; L 6, 20a pose gli occhi sugli apostoli, M 5, 2 e aperse la bocca e dava ad essi insegnamento e consiglio e disse: 3. Beati 1 i poveri in ispirito, perchè il regno del cielo è di essi. 4'' Beati i doloranti L 6, 211i di ora, M 5, 41, perchè conse- 5 guiranno consolazione (bis) . 5. Beati gli umili (ter), perchè l'eredità della terra giungerà ad essi. 6. Beati i famelici e sitibondi della ubbidienza e della pietà,! perchè conseguiranno sazietà e felicità. 1o 7. Beati i misericordiosi di cuore, perchè conseguiranno perdono. 8. Beati i mondi di cuore, perchè vedranno chiaramente Dio. 9. Beati coloro, che mettono pace (bis) tra gli uomini, perchè saranno chiamati figli di Dio. 15 10. Beati coloro, che sono dispersi ed oppressi a causa della giustizia, perchè la grazia celeste 2 è di essi. i,

    27'

    ;33. Guai ai superbi

    1.., 6, 24 Guai a voi, o ricchi, che avete presa la vostra ricompensa. 25. Guai a voi, o sazi, che sarete famelici. Guai a voi, o ridenti, che piangerete e vi lamenterete. 26. Guai a voi, quando gli uomini dicono cose buone riguardo a voi; così facevano i padri vostri per i falsi profeti. lVI 5, 11 Ileati voi, quando vi biasimano e vi calunniano (bis) e lanciano contro di voi parole sconvenienti, con menzogna, a causa di me. L 6, 22 Beatitudine a voi, quando gli uomini vi odiano e vi disperdono e vi invidiano e manifestano il nome vostro come di peccatori ed impuri a causa del Figlio dell'uomo,

    Invece e.li « beati )) in questo verso e nei seguenti si può tradurre anche « beatitudine dei poveri» ecc.; Le 6 1 22 (l\I 1, 33) si ha « beatitudine a voi». 2 «Grazia celeste)> invece di «regno del cielo» cf..Mt6,33 (M 1,51); l\H 6, 10 {l\1 1, 45) Mt 19, 12 (M 3, 12). Cf. lntr. alt,_,

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    Persiano I 33-35

    61

    M 5, 11 b con menzogna. L 6, 23a E in quel giorno siate gioiosi e lieti, M 5, 12 1, perchè la ricompensa vostra nel cielo è grande; e così cacciarono i profeti, che furono prima di vot.

    34. Suo detto: Voi siete li sale deUa terra

    M 5, 13 Voi siete il sale della terra; quando il sale si corrompe (bis), con che cosa miglioreranno il sale? Ad alcunchè non sarà adatto, se non che sia gettato fuori e sia calpestato dagli uomini. 14. Voi siete la luce del mondo e lo splendore di esso. Non è possibile tener nascosta una città, il cui fondamento sia posto sulla cima di un monte; 15. e non accendono 1 una lampada, che pongono sotto la coppa, ma su una prominenza, afiìnchè dia luce a tutta la casa. 16. Così splenda la vostra luce sugli uomini, e ( = affinchè) vedano la bontà della vostra opera e diano lode (bis) al Padre vostro celeste.

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    35. Suo detto: Non pensiate che venni ad annullare la legge e i profeti

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    1\I 5, 17a Non pensiate che venni, perchè annulli la legge (bis). No. Non venni perchè (la) abolisca 2 • 18. In verità dico a voi, che cielo e terra svaniranno e una parola della legge e dei profeti non svanirà, fino a che tutto giunga a compimento. 19. Chiunque annulla una piccola lettera e agli uomini I insegna il contrario di essa, egli sarà spregevole nel regno celeste; e quegli che insegna e opera, come comandò(= insegnò), egli sarà grande nel regno celeste. 20. A voi dico, se la vostra bontà non sarà maggiore degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno celeste.

    «Non accendono)> : il testo ba « e non accende>, ma il contesto vuole il plurale. 2 « La abolisca » : manca la traduzione di Ò.ÀÀ

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    2 Invece di t:Q{!i::frq i;oi:ç ÙQX/Liou; il persiano traduce qui come anche in

    l'l1t 5, 33. 43 « dissero gli antichi » ; così W in Mt 5, 27. Un a simile lezione dùtm11 est ab antiquis in due codici a e e della vecchia latina. ln .Nohzia,

    Persiano I 36-38

    63

    36. Sul taglione e le liti 1

    M 5, 21 Udiste ciò che dissero gli antichi 2 : Non uccidere! E chiunque uccida, a lui tocca la punizione. 22. E io dico a voi: Chiunque per futilità si adira contro il proprio fratello, a lui tocca la punizione. E chiunque dica« stolto,, al proprio compagno, la censura del popolo avrà corso su di lui. E chiunque dica al proprio compagno « nullo >), il fuoco dell'inferno avrà corso su di lui. Sulla pace. 23. Se vuoi andare in chiesa 3 , affinchè faccia un'offerta per te, e ti vien rimembranza che il tuo compagno è nell'ira con te, 24. lascia sul posto la tua offerta e va, fa pace (bis} con il tuo compagno e tienilo contento; allora vieni e fa la tua offerta.

    5

    10

    37. Sii pronto verso il tuo creditore

    M 5, 25 Sii retto con il tuo creditore e sta in guardia da lui, finchè siete compagni nella via, prima che il tuo avversario (ti) faccia querela e ti porti al giudice, e il giudice ti dia in mano al capo della polizia 4, e ti gettino in prigione. 26. In verità dico, che non ti libererai di lì, fìnchè non darai l'ultimo debito, che stt te sia rimasto.

    15

    38. Ogni parte delle tue membra che ti tradisce separala da te e gettala

    M 5, 27 Udiste ciò che dissero gli antichi: Non far adulte-

    rio (bis) 5 • 28. E io dico a voi: Chiunque guarda verso una donna con frode e in cuore (la) desidera, ha fatto adulterio. 29. E se il tuo occhio destro ti tradisce, strappa(lo) e .getta(Io) da te. M 18, 9b A te è meglio che vada alla vita con un occhio, piuttosto che con due occhi all'inferno, S 9, 48 dove il verme loro non muore e il fuoco loro non si spegne 6 • M 5, 30 E se la mano destra ti tra- - - - -- - -p. 106, n. 4 ho dato una spiegazione grammaticale; credo però che si tratti di modificazione tendenziosa. Cf. Intr. ad loc. :i È notevole questa parola « chiesa -i> in questo punto ; essa ricorre nei 4 Evangeli solo due volte e sempre in Matteo: Mt 16, 18 ; 18, 17. 4 Il termine mongolo si!zna designava il comandante militare nei distretti e nelle città, ma anche il -.>bi-~ 6J:> ~ .;.~5,31'-''

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    41. Amate i vostri nemici

    M 5, 43 Udiste ciò che dissero gli antichi: Ama il tuo compagno 2 e detesta il nemico. 44a. E io dico a voi: Amate i vostri nemici I; 6, zga e benedite coloro che vi maledicono e fate bene a coloro che vi fanno male e fate cose buone e convenienti a coloro che non vi possono vedere e siate contenti di coloro che vi molestarono~'[ 5, 44 e vi allontanarono e vi oppressero, 45. affinchè siate come il Padre vostro, quegli che è nel cielo, perchè / fa splendere il suo sole sui buoni e puri e sui cattivi, e fa piovere la sua pioggia sui buoni e sui cattivi. 46.,. Quando amate ognuno che vi ama, T; G, B21' che boutà avete fatta? M 5,461, Non fanno così anche gli ipocriti I; G, ~">2'' e i peccatori ? J'vI 5, 47 E se salutate i vostri fratelli solamente, quale bontà avete fatta? Non fanno così tutti gli nomini ? J; G, a~, E se fate del bene a coloro, che vi hanno fatto bene, quale è la vostra eccellenza ? Non fanno questo così anche i peccatori ? 34. E se date prestito a colui che vi darà frutto in cambio di quello, quale è la vostra virtù? Non dànno prestiti anche i peccatori gli uni agli altri, e ( affinchè) pigliano? 35. Ora amate i vostri nemici e fate loro bene e aumentate e non guardate nel segreto di alcuno 3, affinchè la vostra ricompensa sia molta e siate figli dell'Altissimo, colui che è misericordioso verso i buoni e verso i cattivi 4 •

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    42. Non giudicate

    M 7, 1 Non giudicate, affinchè non vi giudichino. L 6, 3?' Non incolpate alcuno, affinchè non vi incolpino. Liberate, affinchè liberino voi. 38. Donate, affinchè donino a voi; date agli uomini una misura giusta, affinchè sia anche a voi 1 misurato in quella misura.

    43. Sul far elemosina

    ìVI 5, 48 Siate perfetti come il vostro Padre celeste, perchè :) egli è perfetto.

    M 6, 1 Abbiate cura nella vostra elemosina, non (la) manifestate di fronte agli uomini: sarebbe ipocrisia 2, e la vostra ricompensa sarebbe perduta. 2. Ma quando date elemosina, non lanciate voci e non (la) divulgate, come fanno gli ipocriti nei mercati e nelle vie e nel mezzo delle sinagoghe, affinchè gli uomini li lodino. In verità dico a voi, dfe hanno preso la loro ricompensa. 3. Ma tu, quando dài elemosina, è d'uopo che la mano destra non sappia della sinist ra, 4. affinchè la tua elemosina sia occulta (bis), e il Padre tuo celeste ti veda e ti ricompensi pubblicamente.

    10

    15

    44. Sulla preghiera: non la ostentino

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    M 6, 5 E quando preghi, non essere come gli ipocriti, che fanno pubblica la loro preghiera nei mercati e negli angoli della strada (bis) e nel mezzo delle sinagoghe, affinchè gli uomini li lodino. In verità dico a voi, che hanno preso la loro ricompensa. 6. Tu, quando vuoi compiere la tua preghiera, entra nell'interno della tua casa [ e chiudi la porta su di te e prega nel segreto il tuo Padre celeste, ed egli ti darà la ricompensa di essa pubblicamente. 7. Quando pregate (non siate) come coloro che fanno lunga e pubblica la loro preghiera e stimano che, per la moltitudine delle chiacchiere e la 1unghezza della preghiera, la loro preghiera sarà

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    < A voi » nel testo è ripetuto due volte. Il Diatessaron ar. ha: « per loro ipocrisia».

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    Diatessaron

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    Persiano I 44-47

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    accolta. 8. Voi non siate simili ad essi; perchè il Padre vostro celeste conosce ciò che a voi è necessario, prima che voi chiediate a lui.

    45. Insegnamento di preghiera compendiosa

    L 11, 21, E pregando, dite M 6, 9a così: O Padre nostro celeste, il tuo nome sia santificato (bis), 10. la grazia 1 e il regno tuo viene, la volontà tua è da farsi, come hai in cielo e sulla terra. I 1. Dacci il nostro nutrimento sufficiente al nostro giorno, L 11, 31, giorno per gion10, e perdona i nostri peccati, 11 6, J2h come noi rimettiamo il peccato degli altri, che a noi hanno fatto, 13. e non gettarci nella rete della prova (bis) e liberaci (bis) dal male (bis); perchè il regno e il potere e la lode è tua, ora nei secoli dei secoli. Amen. 14. Se rimettete il peccato. che gli altri hanno fatto contro di voi, il vostro Padre celeste rimetterà i vostri peccati. 15. E se voi non rimettete il peccato degli altri, [e] Dio non rimetterà i vostri peccati.

    5

    10

    4-6. Divieto del digiuno, come (lo fanno) gli ipocriti

    1\.1 6, 16 E quando digiunate, non siate come gli uomini del- 15

    1'apparenza (= ipocriti), quelli che nel digiuno tengono la loro faccia melancolica e arc.i gna, affinchè appaiano agli uomini che essi hanno digiunato. In verità dico a voi, che hanno preso la loro ricompensa. 17. Ma tu, quando digiuni, lava la tua faccia e ungi con olio la testa e le membra e sii di faccia aperta, 18. affinchè gli nomini non sappiano che hai digiunato; agli uomini non manifestare il digiuno, ma solo al Padre tuo nascosto, e il Padre che vede il tuo interno, ti ricompenserà pubblicamente.

    20

    47. Divieto di ammassare proprietà

    M 6, 19 Non ponete nella terra il vostro tesoro e il vostro deposit o, nel luogo dove il verme e la ruggine li distrugge, e il ladro fora e porta via. 20. Ma depositate il vostro tesoro nel cielo, nel

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    75

    50, Non si può servire a due signori

    M 6, 24 Nessuno può fare il servizio di due signori; ma o odia l'uno e ama l'altro, o onora l'uno e disprezza l'altro. Così voi non potete fare il servizio di Dio e dell'ammassamento di proprietà. 25a. E così dico a voi: Non datevi pensiero per la vostra anima,

    5

    51. Non vi preoccupate del mangiare e bere

    M 6, 25" che cosa mangeremo, che cosa berremo; e 11011 per il vostro corpo, che cosa vestirete. r~ 12, 23 Perchè l'anima è migliore del cibo e il corpo è più nobile del vestimento. M 6, 26 Guardate gli uccelli dell'aria, che non seminano e non mietono e non hanno alcuna cosa che pongano nel magazzino, e il Padre vostro celeste dà ad 10 essi il nutrimento. Non siete voi forse migliori e più nobili L 12, 24° degli uccelli? M 6, 27 Chi è di voi che con il suo sforzo può aumentare alla sua statura un cubito (bis) o meno di questo ? 28. Perchè siete solleciti di accumulare vestimento (bis) ? Guar.lov date i fiori di giglio I del giardino, come crescono e non si affannano 15 e non filano e non tessono. 29. Dico a voi, che Salomone in tutta la sua gloria non potè vestirsi del ·colore cli uno di questi fiori. :30. Poichè l'erba della terra, che oggi è, appassisce e secca e (la) bruciano nel forno, Dio la veste con tale bellezza, non (siete da più di essa} 1 voi, o di poca fede ? 2 :n. Non dite: Che cosa mangeremo, 20 che cosa berremo, di che cosa ci vestiremo. 32. Tutte le genti fanno così e cercano. Perchè il Padre vostro celeste conosce quello che vi è necessario. 33. Ma cercate la grazia celeste 3 , e anche quello vi darà in soprappiù. 34. E non abbiate preoccupazione del domani, perchè il domani si preoccupa di sè: e il giorno fa passare il pro- 25 prio male.

    Siete da più di essa)> : queste parole tra parentesi sono prese da W. Dopo «fede)> segue : « il Padre vostro celeste conosce ciò che vi è necessario », parole che sono a falso posto e vengono ripetute nel verso 32. 3 « Grazia celeste» invece di i-11v Bw:nì,dav ,w.ì. i-iìv OtXCl.lO(J'UVl]V r,,;trc:oii cf. Intr. ad loc. t «

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    Persiano I 51-5,J

    77

    I, 12, 32 Non temere, o piccolo gregge, perchè il Padre vostro vuole darvi il regno. 33. Tutto quello che avete, vendete e date in elemosina. Fate per voi borse, che 11011 s'infradiciano, e tesori senza fine nel cielo. M 7, 1 Non giudicate (bis), aflìnchè non vi giudichino (bis); s nello stesso modo che voi giudicate, vi giudicheranno. 2. E in quella misura, in cui misurerete, a voi misureranno, S 4, 241, e aumenteranno 1 • 52. Su colui che non osserva il suo dlfette) e vede li difetto dell'altro

    M 7, 3 Perchè guardi il pezzetto di paglia che è nell'occhio dell'altro, e non vedi la trave (bis), che è nel tuo occhio ? 4. E come dici al tuo fratello: Vieni, affinchè tolga il frammento di paglia, che è nel tuo occhio, e non estrai ciò che tu tieni nell'occhio ? 5. O stolto, bisogna che prima estragga il legno, che è nel tuo occhio, allora dirai al tuo fratello: \"ieni, perchè estragga ciò che è nel tuo occhio.

    10

    15

    53, Sugli iniziati alla sapienza e conoscenza perché non la dicano agli stolti 2

    M 7, 6 Non date i1 vostro santo 3 ai cani, e non gettate le margherite vostre davanti ai porci, perchè non (le) calpestino coi loro piedi e si volgano di nuovo contro di voi e vi lacerino.

    54, Quegli che venne durante la notte e domandò pani al suo amico

    L 11, 5 E disse ad essi: Chi

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    di voi, che ha un amico, e alla mezzanotte vada presso quell'amico e dica: 6. O mio amico, venni da una via , lontana e non ho alcuna cosa da mangiare. E poichè tu sei mio amico, venni presso di te, che mi dia in prestito tre pani. 7. L'amico gli risponderà dall'interno della casa e dirà: Non mi 1

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    Un luogo parallelo a Mt 7, 1 s sopra § 42. Nell'introduzione JH, f. 13• questo§ ha il nr. 54-, e il seguente il nr. 53. A p,i rola: « la vostra sa!ltità ».

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    78

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    Persiano I 58-61

    81

    vanno per essa. 14. E quanto stretta e difficile è 1a via, che mena alla vita e alla bontà, e quanto pochi sono quelli che vanno per essa 1 • 59. State in guardia dai falsi profeti

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    M 7, 15 State in guardia dai falsi profeti, che vengono presso di voi in veste cli agnelli, e l'interno di essi come lupi sbrananti. 16. Dal frutto loro Ji conoscerete. Non si può mai raccogliere fico dal rovo o uva dalla spina. 17. Così ogni albero, la cui radice è buona, rlarà buon frutto, e ogni albero, la cui radice è cattiva, darà frutto cattivo l 18. Non può l'albero buono dare frutto cattivo, e non l'albero cattivo dare frutto buono: al buono dà buon frutto e al cattivo cattivo e al perverso perverso. L 6, 45 L'uomo buono dai buoni tesori, che ha nel cuore, estrae il bene; e l'uomo cattivo dai cattivi tesori, che ha nel cuore, estrae il male. Dall'abbondanza del cuore parla la lingua 2 • M 7, 20 Li conoscerete dal loro frutto. 19. Ogni albero, che non dà buon frutto, sarà tagliato e brucerà nel fuoco.

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    60. Molta preghiera senza opera non ha vantaggio

    I, (), 46 Che vantaggio è che mi diciate: O Signore, o Signore, e non ascoltate il mio comando? M 7, 21 Non ognuno che dice: O Signore, o Signore, andrà nel regno del cielo, ma colui che fa

    la volontà del mio Padre celeste. 22. Perchè in quel giorno molti mi diranno: O Signore, o Signore, non profetizzammo nel nome tuo, e cacciammo i demoni nel nome tuo, e operammo miracoli nel nome tuo ? 28. In quel tempo io li rinnegherò e dirò: Non vi conosco, allontanatevi da me, o operatori del male.

    20

    61. Parabola della casa fondata sulla pietra

    M 7, 24 Ognuno che ascolta questa mia parola e opera conforme ad essa, è simile ad un uomo saggio, che abbia posto il fondamento della sua casa sulla pietra solida. 25. Quando piovve Su questo parag-rafo la cui formulazione differisce altpianto dal testo canonico cf. Intr. ad !oc. 2 Dopo «lingua,, segue Le 6, 46 che appartiene piuttosto al§ seguente, dove io l'ho messo. 1

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    82

    Diatessaron

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    Persiano I 61-63

    83

    la pioggia, e venne l'alluvione, e il vento forte si agitò e avvolse quella casa, non cadde, perchè il suo fondamento, cresciuto sulla pietra, era solido. 26. E ognuno che ascolta questa mia parola e in essa non opera, è simile ad un uomo stolto, che abbia posto il fondamento della sua casa sulla sabbia. 27. Quando piovve la pioggia, e venne l'alluvione, e il vento si agitò e avvolse quella casa, cadde, e la sua caduta fu molto dura.

    5

    62. Sulla vlgllanza nelle opere

    L 12, 35& Cingete i vostri fianchi e accendete la vostra lampada; 36. e siate di quei, che sono nell'attesa del loro signore, (affinchè) quando ritorni dalle nozze e bussi alla porta, gli aprano. 37. Beati quei servi che, quando viene il loro signore, 1i vede 1 vigilanti. In verità ·a voi dico, che cingerà i suoi fianchi e li farà sedere e li servirà. 38. E se viene alla seconda ora di notte o a mezzanotte e li vede vigilanti, beati quei servi. 39. Anche questo sappiate: 32• Se I il signore della casa sapesse, in quale tempo della notte il ladro viene, terrebbe in orecchio quell'ora e vigilerebbe lui stesso e non lascerebbe che il ladro forasse la sua casa. 40. Voi anche siate similmente vigilanti e siate preparati, perchè il Figlio dell'uomo verrà in quell'ora, che voi non avete conosciuta.

    15

    20

    25

    63. Parabola del servo cui il suo si~nore prepose alla sua casa

    L 12, 41 Cefa disse: O Signore, dici questa paraboJa per noi o per qualche altro? 42. Gesù disse: Quale è il maggiordomo, fedele e saggio, M 24, 451i che il suo signore lo prepone (bis) sulla sua casa, perchè dia loro continuamente ogni cosa a suo tempo? 46. Beato quel servo, il cui signore viene e lo vede che ha fatto così. 47. In verità vi dico, che preporrà quel servo su tutto quello

    J. «Vede-i. invece di «trova», nei versi 37. 38, e ugualmente nel paragrafo seguente Mt 24, 46. Cf. sopra, p. 24, n. 1.

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    Diatessaron

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    Persiano I 63-65

    85

    che possiede. L 12, 45 E se il servo dicesse nel suo cuore: Il mio signore tirerà a lungo, e cominciasse a percuotere e molestare i servi del suo signore, e cominciasse a mangiare e bere e inebriarsi; 46. verrà il signore di quel servo nell'ora, che non ha conosciuta e non pensata, lo scaccerà e lo priverà della parte (bis). 47. Il servo, che non abhia fatto il beneplacito del suo signore e (abbia) passato il tempo contro il comando di lui, vedrà molta pena (bis); 48. e quegli che non conosce e fa ciò che non è giusto di fare, avrà poche percosse (bis) . Ognuno, a cui fu dato molto, da lui molto sarà domandato; ognuno a cui fu dato poco, da lui poco sarà domandato; e quegli che abbia custodito molto, in sua mano sarà dato molto 1 •

    5

    10

    64. Non venni a mettere pace

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    L 12, 49 Venni, affì nchè getti fuoco nella terra, e volevo che dal principio serpeggiasse. 50. E ho un battistero 2 ( = battesimo) in cui mi battezzi, e però molto paziento nel dolore, finchè si compia. 51. Pensate voi, che venni per porre pace sulla terra? A voi dico: No, ma divisione. 52. Da quest'ora cinque saranno in una casa, saranno divisi, e due contro tre e tre contro due. 53. Il figlio sarà separato dal paclre e il padre dal figlio, e la madre dalla figlia e la figlia dalla madre, e la suocera I dalla sposa e la sposa dalla suocera. M 7, 28 Quando Gesù compì queste parole, e (= allora) la gente erano ammirate per la sua parola. 29. Perchè insegnava a loro come uno che ha autorità 3 , non come i loro maestri e i loro grandi. 65. Discesa di lui dal monte

    M 8, 1 Quando discese dal monte, molta gente andarono dietro a luj. Su Le J 2, 48 d. Tntr. ad loc La parola siriaca signi fica tanto , battesimo» quanto . \.V ha ug ualmente «battistero ». :-: A parole ,1-

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    Persiano I 66-67

    87

    66. Ouarisce Simone il lebbroso

    M 8, 2 Venne un uomo lebbroso (bis) e fece adorazione davanti a Gesù e disse: O Signore, se vuoi, puoi liberarmi da questa infermità. ~~- Gesù pose la mano verso il lebbroso e disse: Volli, divenisti mondo 1 • Alla stessa ora divenne mondo. 4. Gesù gli disse: Sta attento e non dar notizia ad alcuno, ma va presso i vostri (sic!) sacerdoti e mostrati ad essi e fa l'offerta, come comandò Mosè, perchè ciò sia ad essi testimonianza.

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    67. Vivifica il figlio del centurione

    M 8, 5 a E quando Gesù entrò in Cafarnao, L 7, 2a il figlio di

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    un comandante, J 4, 461, il suo nome Abdu ·1 Malik a, L 7, 21, era caduto in molto grave infermità e l'infermità in lui divenne grave, cosicchè era caduto in stato di morte. 3. E sentì notizia di Gesù e mandò avanti i grandi ( =-= anziani) dei giudei, affinchè domandassero a Gesù, che andasse presso di lui e vivificasse il figlio suo. 4. Essi, quando vennero presso Gesù, e (= allora) lo pregarono con sollecitudine e dicevano: Conviene che gli faccia del bene, 5. perchè ama il nostro popolo ed edificò per noi la casa della preghiera 3 • 6. Andò con essi. Il comandante mandò presso Gesù una folla di suoi amici 1\1 8, 81> e disse: O Signore, non son degno che tu entri sotto il tetto della mia casa, ma comanda con comando, affinchè il mio figlio guarisca. 9. Giacchè dal mio interno conosco per analogia che, se comandi, avverrà. Perchè io sono un uomo dell'emiro, e sotto la mia mano 4 sono molti servi, e a chiunque comando: Va! va; e se dico: Vieni! viene; operano conforme al comando. 10. Gesù udì questa parola da quell'uomo, si meravigliò e disse a coloro che eran presenti: In verità a voi dico, non trovai simile fede in mezzo ai figli d'Israele. 11. Ecco, dico a voi, che molti verranno dall'Oriente e dall'Occidente, e con Abramo, Isacco e Giacobbe I sederanno nel regno del cielo, 12. e i figH del regno saranno lontano, dovunque è oscurità esteriore, nel luogo dove è pianto e digrignare di denti. 1

    Sul preterito invece del presente in questo passo cf. Intr. ad !oc. Il ~aotì,txoç del greco, tradotto in siriaco « servo del re », fu preso dal traduttore come nome proprio. Cf. Notizia, p. 48. ~ Raramente il traduttore dtsigna la sinagoga con tale termine, che corrisponde a ,'l{>OOE'IJX.fl· 4 Semitismo per significare « potestà ». 2

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    P,:,rsiano I 67-68

    89

    J 4, 48 Gesù disse a lui: Fino a che non vediate segni e miracoli, non credete. 49. Abdu'l Malik gli disse: Comanda al più presto, affìnchè il mio figlio non muoia. 50". Gesù disse: Va, ecco il tuo figlio guarì. M 8, 13·~ Ancora una volta comandò Gesù al comandante e disse: Avvenga così, come credesti, va. J 4,501, An- s dò; M 8, 13'' alla stessa ora L 7, 101' vide il suo figlio guarito (bis) in quel giorno. J 4, 51 Quando giunse al suo domicilio, gli vennero davanti i suoi servi e gli annunziarono: Il tuo figlio guarì. 52. Egli domandò loro, in che tempo guarì. Dissero: Nella settima ora si liberò dalla malattia. 53. E l'uomo conobbe che in quell'ora 10 :era} quando Gesù disse: Il tuo figlio guarì; e credette in lui l'uomo e tutta la sua famiglia. 54. E questo di nuovo (è) il secondo miracolo, che fece Gesù, quando venne dalla Giudea fino 1 nella Galilea.

    68. Guarigione della suocera di Simone

    L 4, 38;, Allora Gest'1 entrò nella casa di Simone, e la suocera di Simone aveva presa febbre molto forte; e gli domandarono che guarisse (bis) la suocera cli Simone. 39a_ Egli andò sopra quella donna e intimò ... lVI 8, 15" e (la) prese per mano. L 4, 39 1' Immediatamente M 8, 151, fu liberata, L 4, 39'" e s'alzò guarita e li serviva. Portano davanti a lui ani1nalati, demoniaci e epilettici. M 8, 16" E la sera portarono davanti a lui molti indemoniati, e scacciò da essi i demoni con la parola sua e guarì tutti S I, ~-l4h i molti M 8, 161, che erano infermi. L 4, 40" E portarono i sofferenti di varie malattie; li portavano davanti a lui ad uno ad uno, dentro davanti a Gesù 2 ; e poneva sopra di loro la sua mano, e uscivano sani. 41. E i demoni uscivano da molti e a voce alta dicevano: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Egli mise paura ai demoni e comandò, che non dicessero un'altra volta che era il Cristo.

    1

    La solita traduzione del greco dç da parte del compositore delrar-

    monia. Cf. sopra, p. 10, n. 3. 2

    Anche qui il testo evangelico contaminato da glosse.

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    Persiano J 68-70

    91

    M 8. 17 Perchè si compisse ciò che disse il profeta Isaia: Egli tolse le nostre infermità e tollerò i nostri dolori, perchè li cacciasse da noi. 18. Quando Gesù vide che moltissimi uomini si affollavano attorno a lui, comandò che andassero sulla riva del mare.

    33•

    69. Vivifica

    5

    I li figlio della vedova

    L 7, 11 Il secondo giorno andò con i suoi discepoli (e) con numerose folle nella città, il suo nome Nablis 1 • 12. Quando si avvicinò alla porta della città, vide che pregavano sulla bara di un morto; era un figlio unico di madre, e la madre era vedova senza marito 2 • E molta folla dei cittadini erano con quella bara. 13. Gesù vide ed ebbe pietà della donna e le disse: Non piangere. 14. E andò presso la bara e fece fermare i portatori e disse: O giovane, a te dico: Sorgi ! 15. Immantinente il morto si sedette e cominciò a parlare; e (lo) diede alla madre. 16. Tirnore cadde su tutta la gente, e lodarono Dio e dicevano l'uno all'altro: In mezzo a noi sorse un grande profeta, e Dio fece misericordia alla sua gente. 17. E questa parola su di lui si divulgò in tutta la Giudea e nelle regioni, che sono attorno a loro (sic}.

    10

    15

    70. Dànno notizia a Oiovanni sui miracoli di Cristo

    L 7, 18 I discepoli di Giovanni andarono, a lui dissero tutto questo. Giovanni chiamò due dei suoi discepoli 19. e li mandò presso Gesù e disse: Sei tu colui che verrà o siamo \in) attesa di un altro ? 20. Vennero presso Gesù e gli dissero: Il Battista ci mandò presso di te: Sei tu colui che verrà o siamo in attesa di un altro? 21. In quel tempo davanti ad essi guarì molti infermi e sofferenti e indemoniati e a molti ciechi diede la vista. 22. Gesù rispose loro e disse: Andate, dite a Giovanni tutto ciò che vedeste e tutto ciò Anche W ha Nablis, Neapolis, Nablus non ha nulla in comune con Nrih•, vg. Naim. Dondt:! tale lezione? 2 Più di una volta al termine «vedova> il traduttore aggiunge il sinonimo « senza marito ·•>. 1

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    Persiano I 70-71

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    che udiste: i ciechi vedono, i seduti (=zoppi) cammmano, e 1 lebbrosi diventano mondi, e i sordi sentono, e i morti sorgono, e i poveri si allietano. 23. E beato colui che non dubita (bis) di me. Elogio di Cristo su Giovanni. I-1 7, 24 E quando i discepoli di Giovanni andarono, Gesù cominciò a parlare alla folla e disse su Giovanni: Perchè veniste fuori ? 1 Per vedere una canna, che il vento fa agitare ? 25. O perchè veniste fuori? Per rallegrarvi su un uomo, che ha veste elegante e adorna? Tutti quelli che hanno vestimento elegante e hanno molte delizie, I essi sono nella casa dei re. 26. O perchè veniste ? Per vedere un profeta? Ma io dico a voi, che è profeta e più grande del profeta. 27. Questi è colui, di cui scrissero: Ecco, mando il mio angelo davanti alla tua faccia, affi.nchè spiani la tua via davanti a te. 28. A voi dico: Non è tra i figli degli uomini profeta pii1 grande di Giovanni .M 11, 1Jl• il Battista; e il più piccolo nel regno del cielo è più grande di lui. 12. E sappiate che dai giorni di Giovanni Battista fino a questo tempo, il regno del cielo era preso con violenza, perchè la violenza prevalse su colui, che sceglieva 2 il regno. 13. E la legge e i profeti tutti parlaremo prima della nascita di Giovanni. 14. E se volete, ricevete(lo), che egli è Elia, quello di cui si disse nella Scrittura che verrà. 15. Chi ha due orecchi ascoltanti, ascolti. L 7, 29. E tutti quelli che udirono, dei pubblicani e della gente, dicevano: O Dio, conviene essere battezzato dalla mano di Giovanni. 30. Gli scribi e i farisei oppressero la forza di Dio e non furono battezzati da Giovanni. 31. A chi sono simili questo popolo e generazione, e a chi sono somiglianti ?

    71. Parabola dei fanclulll, che parlano tra di loro

    L 7, 32a. Sono simili ai fanciulli, che siedono ne11e strade e gridano l'uno all'altro M 11, 17 e dicono: Per voi cantammo, t L'autore siriaco ha diviso: --e( è;~ici)u:t1:o ..• ; -0-Ecioa.a'frm xciAa.µov xtl; ugualmente nei vv. seguenti. 2 11 testo ha uguale termine appare in Job 6, 44 (M 2, 6) per rendere i:ì.xva11- Siccome lo scriba persiano non fa differenza fra k e g, si pot rebbe leggere kazul, che non dà senso, oppure gazfd «morse)>, che non corrisponde al contesto nei due casi. Leggo quindi guzìd

    94

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    Il persiano ha ttsiim'inanda. La forma corretta sarebbe asamanda. 2 .La parte che riguarda l'invio dei discepoli in questo§ 1 viene ripetuta nel c.3,§7.11 con lievi camhiamenti,dicuieccoiprincipali: MtlO,ta: irnllora Gesù questi suoi dodici fece apostoli» ; inoltre : , ~ ...::........,>) J-.1:.i u"'

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    Persiano II l-2

    Erode ode lo stato di Cristo. S 6, 14"' Il re Erode udì M 14, l" lo stato della fama di Gesù, I-{ 9, 7i. e tutto ciò che avveniva dalla mano di Gesù, e restava nella meraviglia. S 6, 14~ E conobbe il nome di lui e diceva: M 14, 2h Questi è Giovanni Battista, sorse da mezzo dei morti, perciò si manifestano questi miracoli dalla mano di lui. S 6, 15 Altri dicevano: È Elia, alcuni dicevano: È il profeta.

    5

    2. Uccisione di Oiovannl, figlio di Zaccaria

    S 6, 16 Quando Erode sentì, (disse) : È Giovanni, di cui iotagliai la testa; egli sorse da mezzo dei morti. 17". Poichè Erode aveva mandat o, preso Giovanni :M 14, ~i" e lo pose in prigione a causa di Erodiade, moglie di Pilippo, fratello di Erode, S 6, 1?' ch'egli aveva presa in moglie, 18. a motivo di ciò che Giovanni diceva: Non è lecito che il fratello pigli la moglie di suo fratello. 19. Ed Erodiade odiava Giovanni e si affannava per uccidere Giovanni e non poteva. 20. Giacchè Erode temeva Giovanni, perchè sapeva che era uon10 santo, e lo custodiva e molte cose sentiva da Giovanni. 21'1. E venne un giorno celehre, M 14, o"' il gion10 della nascita di Erode. S G, 21 1' Avevano preparato una cena di minestra e molte squisitezze per i congiunti 1 e i comandanti e i grandi e gli amici e i capi della G·alilea. 22 TA figlia di Erodiade entrò M 14, 61i nell'adunanza e fece un gioco di danza. S 6, 22;, Ad Erode piacque molto e tutti i seduti, che erano nel banchetto 2 , approvarono. I l re disse al1a fancinlla: Domanda tutto ciò che vuoi, te (lo) darò. I 23. E giurò: Tutto ciò che vuoi ti darò, fino al punto che disse: T-1a metà del mio regno. 24. I.a fanciulla andò presso la madre sua e disse alla madre: Che cosa domanderò? La madre disse: Domanda la testa di Giovanni il Battista. 25. Di nuovo venne con civetteria presso il re e disse: In questa ora vog1io la testa di Giovanni, che la porti a me nel vassoio. 26. Al re molto dispiacque, ma a causa dei giuramenti e per la presenza 3 dei seduti, non voleva 4



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    Persiano II 2-3

    rompere la sua parola. 27 Mandò il carnefice e disse: Va e porta la testa di Giovanni nel vassoio. Il carnefice andò e tagliò la testa :rvr 14, 10h di Giovanni nella prigione, S 6, 28 e (la) pose nel vassoio e portò, (la) diede in mano della fanciulla; la fanciulla M 14, 1Jh portò la testa S 6, 2ff' e (la) diede a sua madre. 29. I discepoli di Giovanni sentirono, vennero e presero il corpo di Giovanni, M 14, 121) e (lo) seppellirono. Ritorno dei discepoli. I., 9, 10a Quando gli apostoli di nuovo vennero S 6, 30 si fecero attorno a Gesù, e dissero tutto quello che fecero e tutto quello che insegnarono. 3l8. Egli disse loro: Venite, affinchè andiamo nel deserto a riposare un poco. L 9, 10b E li port ò nel deserto di Saida. 4



    4

    5

    10

    3. Con cinque pani su;ib 5000 uomini

    35v

    S 6, 31" E fu (= avvenne) che molti andavano con lui e venivano, ed ad essi non era possibilità, nè cosa che mangiassero. 32. Andarono in un luogo deserto soli sulla nave. 33. Quando molti videro che Gesù con i suoi discepoli andavano sul mare, e (=allora) la gent e correvano di fronte con affanno 1 dalla città avanti a lui, affinchè giungessero là. 34. Gesù uscì dalla nave, vide una gente molto numerosa, ebbe pietà di loro, perchè eran rimasti come pecore senza pastore, e cominciò, insegnava loro molte cose. I, 9, 1P E ad essi parlava del regno di Dio, e chiunque aveva bisogno di guarigione, (lo) guarL S 6, 35 Quando passarono alcune ore, M 14, 15" divenne sera, il tempo della preghiera. J 6, 5 Gesù gettò l'occhio su di essi, vide che erano una gente molto numerosa, (che) venivano presso di lui, disse a Filippo: Donde compreremo 2 pane per saziarli? 6. Disse ciò per tentarlo, egli sapeva ciò che volevano s che egli facesse. 7"'. Filippo disse: Per duecento denari il pane non sarà loro suffi.ciente, se a ciascuno daremo poco poco. M 14, 15b Gli apostoli vennero presso Gesù e gli dissero: Questo luogo è deserto e il tempo passò; S 6, 36b congedali, perchè vadano nei casolari e nei villaggi, l Potrebbe emendarsi ~ )> a parola «nell'affanno• in ~ )> « nella terra )) , ciò che sarebbe grammaticalmente più corretto. 2 Testo ha ~·)~ «mangeremo», leggi «compreremo».

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    Se si emenda ~ \ ~ in ..:;.....w I ~ si ha esattamente il testo evangelico, « egli sapeva ciò che voleva fare». :i

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    Diate!1saron

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