Tra dioniso e Apollo. Lo scambio delle maschere
 9788860910103

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Marcel Detienne A

TRA DIONISO E APOLLO LO SCAMBIO DELLE MASCHERE

Edizioni La Conchiglia

Apollo e Dioniso hanno molto risentito della generazione dei filosofi, nell’Antichità come nella Modernità. Il contemporaneo di Adria¬ no, Plutarco, già amava far conoscere l’im¬ portanza di una polarità tra Dioniso e Apollo nel divenire del mondo. Nietzsche ha prose¬ guito con La nascita della tragedia, abbando¬ nandosi con voluttà ad un dionisiaco che su¬ blima l’apollineo [...]. Lo sperimentatore, perciò, si consente la pos¬ sibilità di scoprire il maggior numero di con¬ figurazioni, associando Dioniso, Apollo e al¬ tre potenze divine in base al vento e alle sta¬ gioni. Ed è proprio osservandole e indivi¬ duandone le pratiche nella loro molteplicità, che lo sperimentatore svolgerà il ruolo più si¬ curo di fronte a gruppi di esse, tenendo con¬ to nella loro concretezza, dei gesti, gli oggetti e le cornici situazionali che contestualizzano le interferenze tra divinità. Marcel Detienne



ATYIDAE 67 A-

TRA DIONISO E APOLLO LO SCAMBIO DELLE MASCHERE

MARCEL DETIENNE

TRA DIONISO E APOLLO LO SCAMBIO DELLE MASCHERE Traduzione di Emilia Martinelli

EDIZIONI LA CONCHIGLIA

Questo è il testo della Lezione tenuta da Marcel Detienne nell’ambito della manifestazione Capri, i luoghi della parola. Le parole degli dèi, edizione 2009, organizzata dall’Associazione Culturale La Conchiglia.

Nota

Il lettore curioso troverà più informazioni sul tema in: Marcel Detienne, Comparative Anthropology of Ancient Greece, Center for Hellenic Studies, 17, Harvard University Press, Cambridge, Ma. 2009, cfr. 3,69-82; Marcel Detienne, Apollo con il coltello in mano, Adelphi, 2002. Le immagini di pitture vascolari, con raffigurazioni dionisiache e apol¬ linee, sono tratte da: Pierre-Franpois Hugues d’Hancarville, The Com¬ plete Collection of Antiquìtes from thè Gabinet ofSir 'William Hamilton.

© Diritti letterari riservati Edizioni La Conchiglia Via Le Botteghe, 12 - 80073 Capri (Napoli - Italia) Tel. +39 0818376577 - Fax +39 08119723718 www .laconchigliacapri. com e-mail: [email protected]

Come tutte le altre società, certo, ben provviste di divinità, i Greci della “nostra storia” non hanno una vera e propria religio¬ ne: non una religione nel senso doppiamente romano, quello, cioè, della Roma di Romulus accompagnato o non da Remo e quello della Roma tristemente monoteista con il suo clero papista, votato al culto del peccato, tanto ori¬ ginale quanto la morbosa salvezza, sua vecchia complice. Tutte le società sfuggite al virus (spesso fatale) della teologia del mono-cattoteologismo - universalmente contaminante hanno sempre inventato, e assai prima di di¬ sporre della facoltà del linguaggio, delle divi¬ nità tutelari o piccoli “demoni”. La mente umana, infatti, costruisce delle immagini e delle rappresentazioni prima ancora di for¬ mare parole e di dotarne gli uomini. 9

Apollo e Dioniso hanno molto risentito della generazione dei filosofi, nell’Antichità come nella Modernità. Il contemporaneo di Adriano, Plutarco, già amava far conoscere l’importanza di una polarità tra Dioniso e Apollo nel divenire del mondo. Nietzsche ha proseguito con La nascita della tragedia, abbandonandosi con voluttà ad un dioni¬ siaco che sublima l’apollineo. Un buon eser¬ cizio di cui si è fatto carico vent’anni più tardi e nel migliore dei modi. L’apollineo e il dionisiaco, concepiti come entità bipolari, perciò, non sono scomparsi. Lasciamo ad al¬ tri, e non sono pochi, la devozione verso gli dèi costretti nella loro “nicchia” e concepiti in base all’ordine accademico e alfabetico dei pantheon. L’approccio che mi sembra più in¬ teressante è, invece, quello che chiamo “spe¬ rimentale”. Oggi noi disponiamo di un cam¬ po di ricerca che vanta dodici secoli, da Omero a Porfirio, ricco di invenzioni di più di mille “città-stato”, autonome per la maggior parte. Il politeismo, infatti, non 10

smette di reinventarsi, di trasformarsi, di produrre nuove configurazioni di potenze divine. Da un sito all’altro, in tutto il mondo greco, possiamo tracciare la mappa dei rag¬ gruppamenti, delle disposizioni strutturali delle divinità o delle entità soprannaturali, si trovino esse in coppia, in triade o in grap¬ poli di diversi colori. Si tratta, soltanto, di osservare le pratiche di un politeismo in ciò che esse hanno di più concreto: qui, degli altari, dei santuari; là dei calendari, dei rac¬ conti, dei rituali, talvolta dotati di “enun/

ciati” spontaneamente “teologici”. Per lo sperimentatore che desidero es¬ sere, vorrei solo ricordare che né Apollo né Dioniso beneficiano di uno statuto speciale. Inizialmente, sarà opportuno dimenticarsi di Delfi, tralasciando l’illusione di una coppia uguale a nessun altra con il compito di rive¬ lare la verità da un’altura oracolare e panel¬ lenica. Perciò allo sperimentatore, e prima ancora ad un osservatore, il compito di an¬ notare, di conoscere e riconoscere i raggrup11

pamenti delle divinità, le associazioni ricor¬ renti, le gerarchie regolari e, soprattutto, in¬ solite, che creano effetti di sorpresa, metten¬ do in discussione le evidenze che si sedimen¬ tano impercettibilmente. In questo modo, gli dèi ci appaiono in relazione e così, pure, di¬ sposti in un sistema di rapporti. Lo sperimen¬ tatore, perciò, si consente la possibilità di scoprire il maggior numero di configurazioni, associando Dioniso, Apollo e altre potenze divine in base al vento e alle stagioni. Ed è proprio osservandole e individuandone le pratiche nella loro molteplicità, che lo speri¬ mentatore svolgerà il ruolo più sicuro di fronte a gruppi di esse, tenendo conto nella loro concretezza, dei gesti, gli oggetti e le cor¬ nici situazionali che contestualizzano le inter¬ ferenze tra divinità. Il vantaggio di quest’ap¬ proccio mi sembra duplice. Da una parte esso consente di congedare il modello, così nocivo nel caso di Apollo e di Dioniso, di una divi¬ nità dotata di un solo e unico “modo di agire” in cui si anniderebbe la sua “essenza”. Altro 14

vantaggio, maggiormente positivo, è darsi ac¬ cesso ai procedimenti che lasciano intravede¬ re la produzione di potenze distinte, come succede, ad esempio, a Roma, nel caso della “nomina” dei singoli aspetti di un’azione ri¬ tuale. E, non ultimo, aprire il campo della com¬ parazione, per analizzare pratiche che, nelle società voltaiche, attribuiscono nomi a mi¬ cropotenze, attivate, contemporaneamente, all’edificazione di altari per ognuna di esse. Si tratti del soggetto di un’uccisione, nel tempo complesso della morte o di cerimonie funebri, o piuttosto di una “storia di vita”, organizzando segmenti di territorio e ma¬ niere di concepire il mondo dell’origine. È già molto trattenere l’attenzione di qualche ascoltatore sull’arte di sperimentare nella sfera delle nostre divinità, salutate ovunque come le più familiari, paragonan¬ done l’insieme politeista. Di tutte le coppie della mitologia greca, quella di Apollo e Dioniso sembra essere la 15

più famosa, almeno nel dopo-Nietzsche. Para¬ dossalmente, dalla Psyché di Apollonio Rodio, all’alimentare della fama dell’apollineo con¬ trapposto al dionisiaco, maggiore è stata l’in¬ differenza degli storici e dei filologi nei con¬ fronti di una coppia “maledetta”, nell’ambito di una professione terrorizzata dalla maledi¬ zione germanica, come è accaduto a partire dal diciannovesimo secolo. Gli storici della religione greca, siano essi inglesi, italiani, te¬ deschi o francesi si alternano molto veloce¬ mente, tanto più che le aporie relative al sito di Delfi sono di per se stesse già dissua¬ sive: Eschilo, infatti, indica all’orizzonte di Delfi un antro Coricio con Dioniso il Fre¬ mente, Bromios, venuto da Tebe. Ma come e quando? Alcuni archeologi del IV-III secolo a.C. riferiscono di un Dioniso sotterrato nel tempio di Apollo accanto all’omphalos e al tripode ma che non dischiude mai le labbra per oracolare: com’è possibile? E cosa pensare della replica tracia di un santuario dove un Dioniso oracolare regnerebbe, da solo, in 16