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Italian Pages 352 [349] Year 2019
MICHEL FOUCAULT Teorie e istituzioni penali Corso al Collège de France (1971-1972)
Corsi di Michel Foucault al Collège de France Lezioni sulla volontà di sapere (1970-1971) Teorie e istituzioni penali (1971-1972) La società punitiva (1972-1973) Il potere psichiatrico (1973-1974) Gli anormali (1974-1975) "Bisogna difendere la società" (1975-1976) Sicurezza, territorio, popolazione (1977-1978) Nascita della biopolitica (1978-1979) Del governo dei viventi (1979-1980) Soggettività e verità (1980-1981) L'ermeneutica del soggetto (1981-1982) Il governo di sé e degli altri • (1982-1983) • Il coraggio della verità: Il governo di sé e degli altri 11 (1983-1984)
MICHEL FOUCAULT Teorie e istituzioni penali Corso al C~llège de France (1971-1972)
Feltrinelli
Edizione stabilita da Bernard E. Harcourt sotto la direzione di François Ewald e Alessandro Fontana, con la collaborazione di Elisabetta Basso (trascrizione del testo), Claude-Olivier Doron (note e apparato critico) e il contributo di Daniel Defert Edizione italiana a cura di Deborah Borea e Pier Aldo Rovatti
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Titolo dell'opera originale THÉORIES ET INSTITUTIONS PÉNALES Cours au Collège de France 1972-1973 Édition établie sous la direction de François Ewald et Alessandro Fontana, par Bemard E. Harcourt avec la collaboration de Elisabetta Basso (transcription du texte), Claude-Olivier Doron (notes et appareil critique), et le concours de Daniel Defert © Seuil/Gallimard, 2015
Traduzione dal francese di DEBORAH BORCA © Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano Prima edizione in "Campi del sapere" gennaio 2019 Stampa Grafica Veneta S.p.A. di Trebaseleghe - PD ISBN 978-88-07-10542-S
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libri in uscita, interviste, reading, commenti e percol'$i di lettura.
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Avvertenza
Miche/ Foucault ha insegnato al Collège de France dal dicembre I 970 fino alla morte, awenuta nel giugno I 984 - a eccezione del I 977, in cui egli poté beneficiare di un anno sabbatico. Il titolo della sua cattedra era: "Storia dei sistemi di pensiero". Tale cattedra fu istituita il 30 novembre 1969, su proposta di Jules Vuillemin, dall'assemblea generale dei professori del Collège de France, in sostituzione della cattedra di Storia del pensiero filosofico, tenuta fino alla sua morte da Jean Hyppolite. La stessa assemblea elesse Miche/ Foucault, il J2 aprile I 970, come titolare della nuova cattedra. 1 Aveva quarantatré anni. Miche/ Foucault vi pronunciò la sua lezione inaugurale il 2 dicembre 1970. 2 L'insegnamento al Collège de France obbedisce a regole particolari. J professori hanno l'obbligo di impartire ventisei ore di insegnamento all'anno (possono essere svolte in forma di seminari di tredici ore al massimo). 3 / docenti devono presentare ogni anno una ricerca originale, e ciò li costringe a rinnovare ogni volta il contenuto del loro insegnamento. La partecipazione ai corsi
1 Foucault aveva concluso l'opuscolo redatto in occasione della sua candidatura con questa formula: "Sarebbe necessario intraprendere la storia dei sistemi di pensiero" ('"Tltres et travaux", in Dits et icrits, 1954-1988, a cura di D. Defe11 e F. Ewald con la collaborazione di J. Lagrange, Gallimard, Paris 1994, n. 71, voi. 1, p. 846; ed. 2001, voi. 1, p. 874; trad. it. di M. Benani, "Titoli e lavori", in L'ordine del discorso e altri interventi, Einaudi, Torino 2004). ' Verrà pubblicata dalle edizioni Gallimard nel mano 1971 col titolo L'ordre du discours (trad. it. L'ordine del discorso, cito). > Cosa che Foucault fece sino agli inizi degli anni ottanta.
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seminari è del tutto libera; non richiede né iscrizione né titoli di studio. Ma neppure gli insegnanti ne rilasciano alcuno. 4 Nel vocabolario del Collège de France si dice che i professori non hanno studenti ma solo uditori. I corsi di Michel Foucault si svolgevano ogni mercoledi dall'inizio di gennaio alla fine di mario. Il pubblico, assai numeroso, composto da studenti, insegnanti, ricercatori, curiosi, molti dei quali stranieri, impegnava due anfiteatri del Collège de France. Miche/ Foucault si è spesso dispiaciuto della distanza tra lui e il suo "pubblico" e del ridotto scambio che la forma del corso rendeva possibile. 5 Avrebbe desiderato un seminario che fosse il luogo di un vero lavoro collettivo, e fece al riguardo numerosi tentativi. Negli ultimi anni, alla conclusione di ogni corso, si dedicava per un po' di tempo a rispondere alle domande degli.uditori. Ecco come, nel 1975, un giornalista del "Nouvel Observateur", Gérard Petitjean, cercava di descrivere l'atmosfera che regnava ai suoi corsi: "Quando Foucault entra nell'arena, rapido, quasi scagliandosi, come qualcuno che si stia gettando in acqua, scavalca dei corpi per raggiungere la sedia, allontana i registratori per depositare le sue carte, toglie la giacca, accende una lampada e inizia, a cento all'ora. Voce forte, efficace, amplificata dagli altoparlanti, sola concessione alla modernità di una sala appena illuminata da una luce diffusa da coppe di stucco. Sono disponibili trecento posti e ci sono cinquecento persone incollate, che occupano anche il più piccolo spazio libero {. .. ]. Nessun effetto oratorio, ma tutto è limpido e terribilmente efficace. Neanche la più piccola concessione all'improvvisazione. Foucault ha a disposizione dodici ore all'anno per spiegare, in un corso pubblico, il senso della ricerca che ha condotto durante l'anno precedente. È per questo che concentra al massimo e riempie i margini come quei corrispondenti che hanno ancora troppo da dire e sono già arrivati al termine dello spazio a loro disposizione. J 9. J5: Foucault si ferma. Gli studenti si precipitano verso la sua cattedra. Ma non per parlargli, bensì per spegnere i loro registratori. Nes-
' Nell'ambito del Collège de France. ' Nel 1976, nella (vana) speranza di ridurre l'uditorio, Foucault modificò l'ora del corso, che passò cosi dalle 17 .45 pomeridiane alle 9 del mattino. Si veda l'ini:tio della prima le:iione (7 gennaio 1976) di "/I (aut di(endre la soci/ti". Cours at1 Collège de France, /976, a cura di M. Benani e A. Fontana, Gallimard-Seuil, Paris 1997; trad. il. ~i M. Bertani e A. Fontana, ;Bisogna difendere la societtl:, Feltrinelli, Milano 1998.
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suna domanda. Nella calca, Foucault è solo". E Foucault commenta: "Si dovrebbe poter discutere quel che ho proposto. Talvolta, quando il corso non è stato soddisfacente, basterebbe poco, anche solo una domanda, per rimettere tutto a posto. Ma questa domanda non arriva mai. In Francia, l'effetto di gruppo rende impossibile ogni discussione reale. E dato che non c'è nessuna risposta di ritorno, il corso si teatralizza. Con quelli che sono presenti ho allora un rapporto quasi da attore o da acrobata. E quando ho finito di parlare, un sentimento di solitudine totale ... ". 6 Miche[ Foucault affrontava il proprio insegnamento come un ricercatore: esplorazioni per un libro a venire, ma anche dissodamento di campi di problematizzai.ione, che tuttavia risultavano · formulati come un invito lanciato a eventuali ricercatori futuri. E per questo che i corsi al Collège de France non reduplicano i libri pubblicati. Non ne sono l'abbozzo, anche se taluni temi possono risultare comuni ai libri e ai corsi. Hanno il loro proprio statuto. Procedono da un regime discorsivo specifico nell'insieme degli "atti filosofici" effettuati da Michel Foucault. In particolare, nei corsi egli tenterà di mettere in opera il programma di una genealogia dei rapporti sapere/potere in funzione del quale, a partire dagli inizi degli anni settanta, orienterà il proprio lavoro - in opposizione a quello di un'archeologia delle formazioni discorsive che lo aveva fino ad allora orientato. 7 I corsi avevano anche una funzione nell'attualità. Il pubblico che si recava a seguirli non era solamente avvinto dal racconto che veniva costruito settimana dopo settimana; non era soltanto sedotto dal rigore dell'esposizione; vi trovava anche un tentativo di messa in luce dell'attualità. L'arte di Miche[ Foucault consisteva nel "diagonalizzare" l'attualità attraverso la storia. Poteva parlare di Niet1.,Sche o di Aristotele, della perizia psichiatrica nel XJX secolo o della pastorale cristiana, ma il pubblico ne traeva sempre un lume sul presente e sugli avvenimenti che gli erano contemporanei. La potenza particolare di Foucault nei suoi corsi dipendeva proprio da questo sottile incrocio tra erudizione profonda, impegno personale e lavoro sull'avvenimento. • G. Petitjean, w grands pritres de l'Universit,I françtiise, "Le Nouvel Obscrvatcur", 7 aprile 1975. ' CFr., in particolare, "Nietzsche, la g~nb.logie, l'histoire", in Dits et llcrits, cit., n. 84, ed. 1994, vol. n, p. 137; cd. 2001, vol.1, p. 1005 (trad. it. di A. Fontana, P. Pasqulno,•G. Procacci, "Nietzsche, la «enealogia, la storia", in /I dl!corso, la storia, la writil. Interventi 1969-/984, Einaudi, Torino 2001, pp. 30-31).
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Il testo del corso è seguito dal riassunto pubblicato nell'Annuaire du Collège de France. Miche[ Foucault lo redigeva generalmente nel mese di giugno, qualche tempo dopo la fine del corso. Quella era per lui l'occasione per circoscriverne, retrospettivamente, l'intenzione e gli obiettivi. E tali riepiloghi rappresentano la miglior presentazione di ciascun corso. Ogni volume si conclude con una "Nota del curatore": in essa si cerca di fornire al lettore alcuni elementi del contesto di ordine biografico, ideologico e politico, situando il corso all'interno dell'opera pubblicata e indicandone la collocazione all'interno del corpus utilizzato, allo scopo di facilitarne la comprensione e di evitare i controsensi che potrebbero sorgere dall'oblio delle circostanze nelle quali ciascun corso è stato elaborato ed enunciato. Per l'anno I 971- I 972 non è stato possibile ritrovare le registrazioni delle lezioni pronunciate da Miche[ Foucault. Questa edizione di Teorie e istituzioni penali si basa sulla trascrizione degli appunti usati da Michel Foucault, che sono stati conservati da Daniel Defert e recentemente ceduti alla Bibliothèque nationale de France. Il principio-guida della trascrizione è stato il rispetto più. scrupoloso degli appunti di Foucault, riproducendo per quanto possibile la disposizione dei fogli manoscritti, quando il loro assetto conservava un senso. Ringraziamo Nathalie Mauriac per i suoi consigli sulla presentazione del corso. Le regole seguite per stabilire il testo sono indicate nella pagina che precede la prima lezione. Michel Foucault ha sviluppato alcuni elementi di questo corso in due circostanze particolari: in una conferenza pronunciata all'Università del Minnesota il 7 aprile 1972, intitolata "Cerimonia, teatro e politica nel XVII secolo", e in una serie di conferenze pronunciate all'Università cattolica pontificia di Rio de Janeiro tra il 21 e il 25 maggio 1973 (pubblicate in Brasile nel 1974 con il titolo A verdade et as formas juridicas). La traduzione di A verdade et as formas juridicas è stata pubblicata in Dits et écrits: "La vérité et les formes juridiques". 8 Questo volume è stato curato da Bernard E. Harcourt. Elisabetta Basso ha realizzato la trascrizione del manoscritto sotto la direzione di Alessandro Fontana. Il testo è stato integralmente
1 Dits et icrits, cit., n. 139, ed. 1994, voi. 11, pp. 538-646; ed. 2001, voi. 1, pp. 1406-1'514; trad. il. di A. Petrillo, ~ verità e le forme giuridiclle", in Archivio Foucault 2, a cura di A. Dal Lago, Feltrinelli, Milano 1997, pp. 83-165.
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verificato, corretto e stabilito da Daniel Defert e Bernard Harcourt sulla base degli appunti manoscritti originali ora conservati nella Bibliothèque nationale de France. Claude-Olivier Doron ha stabilito l'apparato critico, che comprende numerosi elementi per una lettura in prospettiva, tra cui una nota che colloca l'analisi della sedizione dei Piedi scalzi proposta da Miche[ Foucault all'interno del dibattito che ha opposto Boris Porchnev e Roland Mousnier (in appendice alla "Nota del curatore"). I responsabili scientifici di questa edizione vogliono esprimere la loro gratitudine nei confronti di Bruno Racine e dell'équipe del dipartimento dei manoscritti della BnF, e in particolare verso Marie-Odile Germain, conservatore generale delle biblioteche e responsabile delle collezioni "Manoscritti moderni e contemporanei", per aver facilitato l'accesso alle fonti, alle stesse eccellenti condi1.ioni di quelle riservate loro in preceden1.a da Daniel Defert. I curatori si sono inoltre awalsi dei colloqui con Yves-Marie Bercé, grande specialista dei movimenti popolari francesi del xv11 secolo. Albert Rigaudière, grande storico del diritto medievale, ci ha aiutato a stabilire la bibliografia della le1.ione 8 (2 febbraio 1972) e di quelle seguenti. Arnaud Teyssier ha condiviso con noi le sue conoscen1.e su Richelieu. Abbiamo inoltre avuto degli scambi chiarificatori con Jacques Krynen e Dominique Lecourt. Étienne Balibar, che ha acconsentito a leggere il manoscritto del corso, ci ha proposto un'analisi dei rapporti tra questo corso, il marxismo e i lavori di Louis Althusser (riprodotta anch'essa in appendice alla "Nota del curatore"). Con questo volume si conclude la pubblica1.ione dei corsi di Michel Foucault al Collège de France, ini1.iata quasi vent'anni fa con l'edi1.ione di "Bisogna difendere la società", a opera di Alessandro Fontana e Mauro Bertani. Questa edi1.ione dei corsi al Collège de France è stata autori1.1.ata dagli eredi di Miche/ Foucault che hanno voluto così soddisfare la forte pressione esercitata su di loro, tanto in Francia quanto all'estero. E ciò entro incontestabili condi1.ioni di serietà. I curatori hanno cercato di essere all'alte1.1.a della fiducia che è stata loro accordata. François Ewald e 6lessandro Fontana
Alessandro Fontana è scomparso il 17 febbraio 2013, prima di poter vedere compiuta l'edizione dei Corsi di Michel Foucault al Collège de France, di cui è stato uno dei promotori. Questa edizione, poiché ha mantenuto lo stile e il rigore che lui aveva saputo imprimerle, è uscita lino alla fine s~tto il suo nome. - F.E. •
REGOLE PER L'EDIZIONE DEL TESTO
Il principio della trascrizione è stato il rispetto più scrupoloso degli appunti di Foucault, riproducendo per quanto possibile la disposizione dei fogli manoscritti, quando il loro assetto conservava un senso. I curatori scientifici si assumono la piena responsabilità della presentazione del testo (nella forma e nella sostanza). Nella doppia numerazione a margine, il primo numero corrisponde alla paginazione del manoscritto conservato alla Bibliothèque nationale de France e il secondo alla paginazione inserita da Foucault. I passaggi importanti che risultano cancellati nel manoscritto sono riportati nelle note a piè di pagina. A volte, marginalmente, sono indicate anche le condizioni del manoscritto. Le suddivisioni (numerate o segnate da trattini) sono le stesse usate da Foucault. I.:uso delle virgolette riproduce quello del manoscritto; i passi sottolineati sono indicati a fondo pagina. Ogni intervento sul manoscritto è indicato tra parentesi. Le note tra le pagine precisano1 le scelte dei curatori oeni qual volta sia emerso qualche tipo di aifficoltà.
Lezione del 24 novembre 1971
Principio metodologico: riportare l'analisi del sistema penale (teoria, istituzioni e pratica penali) nel contesto dei sistemi di repressione per chiarire lo sviluppo storico di nozioni morali, sociologiche e psicologiche; reato politico e reato comune. - Oggetto storico: studiare la repressione delle sommosse popolari di inizio xvu secolo allo scopo di tracciare la nascita dello Stato; il rituale penale dispiegato dal cancelliere Séguier contro l'insurrezione dei Piedi scalzi in Normandia (1639). - L'insurrezione dei Piedi scalzi: una sommossa antifiscale contro un sistema di potere (contro gli esattori fiscali, contro le case dei più ricchi); l'atteggiamento delle classi privilegiate, dei parlamentari: neutralità, rifiuto di intervenire.
[1/s.f.J Niente introduzione - La ragion d'essere di questo corso? - Basta aprire gli occhi - chi ne fosse disgustato si ritroverà in ciò che ho detto.• -I.:oggetto: - teoria e istituzione penale manca un terzo termine: pratica - XVII e XVIII secolo. -Il metodo: non va affrontato né a partire dalle teorie penali né a partire dalle legislazioni o dalle • istituzioni penali •
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ma riportare le une e le altre nel quadro del loro funzionamento complessivo, vale a dire all'interno dei sistemi di repressione: - sistemi reversibili: {chi reprime e chi è represso che cosa si reprime e con quali mezzi - sistemi che nei rapporti di forza rispondono a intenzioni strategiche - sistemi che mettono a disposizione di una forza alcuni strumenti che le consentono di distruggere un'altra forza o di eliminarla o di indebolirla, o di isolarla, di disarmarla. Principi semplici. Riposizionando l'analisi della penalità nei sistemi di repressione, abbiamo la possibilità di non porre il problema - né in termini di morale (bene/male)" - né in termini sociologici (devianza, integrazione) - né in termini psicologici (delinquenza ... ). O meglio, partendo dall'analisi dei sistemi di repressione, possiamo vedere in che modo questi temi o queste nozioni emergano storicamente o si riformulino.
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- Gli eventi del 16392 in Normandia rientrano nella lunga serie di sommosse popolari di inizio XVII secolo: Aix 1630 Bordeaux 1635 e l'intera Guienna Poitou 1624-1625; 1631-1632; 1639-1640 Lione 1632 Beauvais 16453 Marillac: "La Francia è [tutta] invasa dalle sollevazioni" (1630). 4 - Per essere più precisi, rientrano in una serie di sommosse, di sedizioni, di movimenti che hanno avuto luogo in Normandia. - Alcuni di questi movimenti erano sedizioni in senso stretto, che coinvolgevano un intero strato della popolazione e reagivano in maniera diretta a una misura del governo e a un deterioramento della situazione economica.
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' Nel manoscritto, il trattino viene prima: "- di po= il problema".
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a. Nel 1623 un editto trasformava in servizi alcuni mestieri come il caniolante, lo straccivendolo, il venditore di legna, lo scaricatore di porto. A Rouen se ne contano quattromila. 5 b. Nel 1630, durante una carestia, si crea una sommossa alla vista di due battelli che caricano il grano destinato all'esportazione (Caen). - Ma alcuni di questi movimenti hanno caratteristiche del tutto diverse: gruppi circoscritti e più o meno stabili di persone che si ribellano al potere, che vivono fuori dalle leggi.· Il paese è percorso in lungo e in largo da bande come quella che, nel febbraio 1614, attacca un convoglio che · trasporta i cospicui proventi di una riscossione fiscale da Pont-Audemer a Rouen. O come quella che, sotto il comando di "Buisson-Cornu", teneva in pugno la regione di Évreux, "commettendo smisurate violenze e azioni disumane, infinite malvagità e atti contro i quali il cielo e la terra gridano vendetta". 6 Il gran prevosto"' di Normandia è obbligato a farle guerra. - Bisogna anche tenere conto di squadre più o meno numerose e stabili composte da persone dedite al contrabbando. Soprattutto al traffico del sale (differenza tra i paesi di grande gabella e paesi di quartbouillon).1
Ad esempio: nei dintorni di Avranches, era stato organizzato un esteso traffico dai nobili della zona (il conte di Ducey, il cavaliere di Lorges, i fratelli Montgomery). Nel marzo 1637 scatenano una vera e propria guerra contro i doganieri. O ancora la banda capeggiata da Laurent di Thou, signore di Quesnay, consigliere al presidiale""" di Caen. Molti di questi contrabbandieri di sale furono giudicati - con grande indulgenza - alla Cour des aides di Rouen nel 1639.8 - Infine, esistevano nuclei di resistenza contro le imposte. Nuclei di resistenza cronica, più o meno capar• La fine della frase è cancellata: "o che respingono, attraverso altre leggi, gli agenti incaricati cli farle applicare" . .. Sui prevo!ti, cfr. infra, pp. 47-48 nota ,r_ ... Sui presidiali, cfr. infra, p. 48 nota IO.
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bia, più o meno violenta, a seconda degli anni, delle circostanze politiche, degli appoggi esterni. Esempio: Mantilly, Cérences. 9 (5/4)
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Siamo dunque di fronte a un susseguirsi continuo di rifiuti della legge e di lotte contro il potere. - Certo, i comportamenti sono diversi a seconda dei casi (rifiuto passivo dell'imposta; attacco a mano armata); e i gruppi sociali che mettono in atto le diverse forme di lotta non sono gli stessi (è raro che i nobili pratichino il banditismo dei fuorilegge). - Ma in ogni caso si crea un'estesa comunicazione tra i gruppi, e c'è una forte continuità tra questi comportamenti: · · - coloro che, dopo i processi per sedizione, venivano banditi restavano nei dintorni, ma tra le fila dei fuorilegge; - i nobili reclutavano le loro truppe di contrabbandieri di sale tra i contadini insolventi (talvolta anche tra i propri); - nel praticare il contrabbando o negli assalti ai convogli fiscali, alcuni contadini imparavano a maneggiare le armi e le tattiche militari che in seguito si sarebbero rivelate utili nelle sedizioni. [Va tuttavia precisato che, nei processi agli insorti che si svolgono in Normandia nel 1640, non si trovano persone che, prima di mettersi alla testa delle sommosse, abbiano preso parte al brigantaggio o al contrabbando.]" In ogni caso, tra tutte queste forme di opposizione alla legge, appare chiaro quanto sia difficile distinguere i reati politici da quelli comuni. Di fatto, in questa gradualità più o meno continua, il sistema penale(= teoria, istituzioni e pratica penali) effettuerà una cesura per distinguere ciò che riceverà lo statuto di reato politico e ciò che riceverà lo statuto di reato comune." · Nel manoscritto la frase è tra parentesi quadre. " Passaggio cancellato: • Al di là di tutta la teoria chiaramente formulata, basta vedere, ad esempio, in che modo Ség\!ier ha represso le sommosse del 1639, per riconoscere[ ... )" • • Adire il vero, non aveva smesso di fare questa distinzione;".
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Non voglio dire che la distinzione risalga a quella data; né tanto meno che a partire da quel momento sarà acquisita una volta per tutte. La contrapposizione tra reato politico e comune era già stata applicata da parecchio tempo nel diritto penale e nelle pratiche di repressione; e molto spesso in seguito sarà rimodellata ancora. Ma la fine del XVI secolo e il XVII (con le grandi congiure che vanno dalla guerra di religione alla Fronda, i regicidi individuali o collettivi, le grandi rivolte popolari) è certamente un'epoca decisiva per la nascita di tale contrapposizione. Il momento in cui lo Stato rimette mano alla giustizia. A ogni modo, è sullo sfondo di tutti questi rifiuti della legge· e di tutte queste lotte contro il potere che nel 1639 l:ia avuto origine l'insurrezione dei Piedi scalzi. - Ha fatto leva sui vecchi punti di resistenza attiva o passiva all'imposta. - Ha fatto leva sulle tattiche di intervento armato che erano state perfezionate. ..ÙNSURREZIONE DEI PIEDI SCAUl 1o
Da notare alcune caratteristiche, necessarie per capire la tattica penale che sarà applicata. La repressione può essere descritta come "selvaggia" o come indulgente. Essa contrappone alcuni tratti di violenza "cieca" a tutto un dettagliato rituale. Ha combinato lo scontro armato e l'occupazione militare con tutto un rituale giuridico. Di fatto questa curiosa mescolanza obbedisce a un sistema complesso.... Vorrei far vedere come lo strano "cerimoniale penitenzia-
· Foucault aveva scritto: "questi rifiuti del potere". •· Titolo della sezione preceduto nel manoscritto dal segno di suddi· visione "A" (cancellato in mancanza cli un elemento "B"). ... Il testo che segue conisponde a un passaggio cancellato: "- non quello di una teoria penale (all'epoca non esisteva una teoria che potesse giustificare quanto~ accaduto); - non quello di una legislazione positiva (molte altre cose erano illegali, eppure assolutamente innovatrici); • - ma quello di un listema di potere che ha poi c1ato luogo a teorie e a corpi legislativi".
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rio", il "rituale penale" dispiegato dal cancelliere [Séguier], rispondeva al tempo stesso - a una distribuzione politica della repressione: un gioco di alleanze accordate e di sottomissioni imposte, una strategia centrata su punti di appoggio e punti di oppressione, - e a una rappresentazione teatrale del potere: cioè il dispiegamento nel tempo e nello spazio, in una forma visibile e cerimoniale, degli uomini, dei segni e dei discorsi attraverso il quale passa l'esercizio del potere. 11 In breve, in questo "fasto repressivo" bisognerà analizzare "una manifestazione del potere", owero: come leggere l'assoggettamento, il riassoggettamento di una classe, oppressa e in rivolta, e poi, allo stesso tempo, il primo grande dispiegamento delle "armi" dello Stato su un piano indipendente dalla persona del re. Il "trionfo" dello Stato.
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1. È una sommossa contro il fisco. I.:occasione della sommossa era stata la cancellazione di un privilegio detenuto dalla Bassa Normandia - il privilegio del quart-bouillon (raccolta libera di sale e rivendita di un quarto della raccolta al re). 12 - Era una delle tante misure con cui all'epoca il potere aumentava la pressione fiscale.· - A provocare l'insurrezione di Poitiers nel 1631-1632 era stata l'imposta sul vino. - A provocare l'insurrezione di Aix nel 1630 era stata la volontà di far passare la provincia al regime fiscale basato sull'elezione. - A Lavai nel 1628 imposta sui tessuti 7 sedizione. 14 Nel 1634 l'incidenza della taglia era aumentata di un quarto. Nel complesso, le taglie, che nel 1610 ammontavano a 17 milioni, nel 1642 passano a 44 milioni. 15 - Ora, questo aumento della fiscalità grava essenzialmente sui contadini e sui plebei delle città. 16 Per diverse ragioni: - il modo in cui sono ripartite le imposte; - la parte preponderante della tassazione indiretta; - il numero dei privilegiati.
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• Il manoscritto ripoPta a margine: "Guy Palin neP 16(37): 'Si finirà per mettere un'imposta sulle persone che si scaldano al sole'". 11
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Questo vuol dire che ogni aumento della fiscalità compromette le possibilità di sopravvivenza delle classi più povere. [111101 - I ricchi ne vengono colpiti ma in maniera indiretta - tramite l'impossibilità di mettere mano alle loro rendite, - tramite la diminuzione del potere di acquisto. Per questa ragione i borghesi e i proprietari terrieri si lasciano trascinare di buon grado dalle rivolte antifiscali, oppure lasciano che avvengano. Vi si oppongono con decisione solo quando ne sono minacciati. - Forse bisogna ammettere che questa fiscalità non è altro che la forma centralizzata della rendita feudale (erogata poi sotto forma di pensioni ai feudatari). 17 Ma all'epoca in cui siamo, la fiscalità regia (a) a livello quantitativo è molto più rilevante della fiscalità signorile, (b) è molto più variabile rispetto a essa (che in generale è fissata di anno in anno e subisce la svalutazione del denaro contante se viene monetizzata), (c) è reclamata dai suoi beneficiari attraverso un apparato di forze molto più ridotto. È dunque la fiscalità regia la prima a essere presa di mira dalle sommosse popolari. E sono i suoi emissari ad apparire, agli occhi dei contadini e degli operai di città, come il nemico numero uno. [JUl 1]
2. Lo svolgimento delle rivolte segue uno schema che ricorre in molti altri [casi] dello stesso periodo. a) Mentre nel Medioevo l'attacco era diretto contro il signore beneficiario delle rendite e dei servizi, ora si rivolge contro l'agente del fisco o perlomeno [contro] coloro che vengono ritenuti tali. - 16 luglio, il primo attacco è diretto contro un certo Ch. Le Poupinel, '1uogotenente particolare del baliato di Coutances", giunto ad Avranches per sostenere il processo di un suo parente••: - l'arrivo di un uomo di legge 19 - sono gli stessi che riscuotono le imposte. Poco tempo dopo, viene aggredito (ma non ucciso) il funzionario che ~cuote i quarti di sale ,saint-Léonard. 20 - Condanna a morte di un ricco (cognato di Nicolle 21 ).
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- Il S agosto a Rouen viene ucciso un certo Rougemont, giunto in città da poco in qualità di ispettore delle tinture (nuova imposta di 4 soldi per ogni auna di tessuto tinto, stabilita nel maggio 163922 ). - Appropriazione degli incassi: ad Avranches, a fine luglio, vengono sottratte 9000 lire. 23 (Al comune di Caen si reclama la restituzione del bene. 24) - Soprattutto saccheggio e distruzione degli archivi del fisco (sia nelle abitazioni private sia negli uffici). In totale, 9 uffici degli Aides. 25 A Vire il 12 agosto la folla si scaglia contro gli ufficiali del[13/12) le elezioni (che si occupano della giustizia nelle questioni fiscali). Nell'aggressione: il presidente Sarcilly resta ucciso.26 A cui fa seguito l'incendio e il saccheggio delle abitazioni di Sarcilly e di Jourmain, esattore delle taglie (falò del mobilio e degli incartamenti). 27 La vecchia lotta contro le carte e la scrittura.
b) Secondo stadio: si attaccano le case dei cittadini più ricchi. Mobili, vasellame e arazzi vengono accatastati sulla strada e bruciati. Senza rubare nulla. A Rouen il 21 agosto saccheggio e demolizione [dell'abitazione] di Hugot, esattore dei feudi franchi.· Mobilio e suppellettili vengono bruciati in strada, "ma senza che sia sottratto nulla". 28 Gorin, operaio orologiaio, agitatore della rivolta di Rouen, era passato per le strade con una sbarra di metallo che terminava con una palla di rame, con la quale colpiva le porte delle case che dovevano essere saccheggiate. 29
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c) Per ragioni che si vedranno, gli attacchi non prendono di mira (come invece succedeva altrove) i poteri municipali e gli organismi di giustizia (a eccezione della giustizia fiscale). Tuttavia in più occasioni gli interventi puntano a impedire il funzionamento della giustizia: Dopo il saccheggio degli uffici di cinque grandi appalti a Pont-Gilbert e di quello dell'esattore dei quarti a Saint-Léonard, la gente sfila armata davanti alle abita-
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• Tassa pagata dai borghesi acquirenti di terre nobili. [N.d.T.]
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zioni dei giudici gridando che "se questi avessero redatto un verbale dell'accaduto, essi avrebbero dato fuoco alle loro abitazioni". 30 O ancora dopo l'esecuzione di Rougemont (esattore delle tinture), i testimoni rifiutano di dire ciò che hanno visto. Sostengono di aver visto solo "persone che indossavano dei berretti rossi e altre dei berretti bianchi, facchini, carriolanti, donne e bambini". 31 Oppure, molto tempo dopo, in seguito all'arresto di Gorin awenuto il 23 agosto, viene distrutta e bruciata una forca che era stata allestita sul posto.12 [15/14]
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3. Quali forze richiamava questa agitazione? - Da una parte, una massa di contadini che si sollevavano coinvolgendo interi comuni (27 parrocchie nelle regioni di Avranches e di Coutances; [altre] 9 parrocchie in quella di Mantillyll). Da luglio a novembre, insurrezione permanente nel corso della quale i contadini si davano il cambio per essere presenti sia nelle armate sia nei campi. 20.000 uomini, secondo Grotius. 34 - Dall'altra, gli operai e gli artigiani delle città - che erano stati colpiti dalle imposte indirette, - su cui pesavano anche le tasse che interferivano con le loro professioni. In primavera il governo aveva imposto delle tasse sulla tintura; e poco dopo sul pellame. Nei quartieri o nei sobborghi appena fuori dalle città, i contadini e gli operai si mantenevano in contatto. Cosi, all'inizio di agosto gli operai di Damétal invadono le strade di Rouen e le occupano per diversi giomi.15
- Sul fronte opposto, qual è stato l'atteggiamento delle classi privilegiate? - Un certo numero di nobili e di borghesi, seppur limitato, vi aveva probabilmente aderito a titolo individuale. Tra i capi militari spiccano i nomi di Ponthébert, La Basilière, Reffuveille (nipote di Duplessis-Mornay); del figlio dell'awocato Ménardière, dell'awocato Routry, di Lalouey (figlio di un ufficiale giudiziario). 16 - Fino a quando la sommossa se la prendeva con gli agenti del fisco, la borghesia di ,ouen era rimasta neutpile. In molte occasioni si era perfino rifiutata di intervenire.37
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Durante il saccheggio dell'abitazione di Hugot (esattore generale dei feudi franchi), alcuni funzionari della cinquantesima vogliono intervenire. I borghesi glielo impediscono: "Non vorrete impedire il bene pubblico!". Vengono inviati gli archibugieri; il loro capitano è colpito alla testa da una pietra. 38 Lo stesso avviene durante il saccheggio dell'abitazione di Le Tellier di Toumeville: "Siamo armati soltanto per la nostra salvaguardia, non certo per la difesa dei monopolisti e non ci faremo ammazzare per loro". 39 - Quanto ai parlamentari, nemmeno loro si oppongono immediatamente e con risolutezza ai movimenti popolari. Hanno cercato di trame qualche vantaggio nella loro disputa con il fisco regio. 40 - In quanto proprietari fondiari che riscuotono una rendita, erano concorrenti del fisco, il quale tendeva a far aumentare di continuo la parte prelevata dal re. - Ma erano in conflitto con il fisco in quanto contribuenti, non direttamente, bensì a causa delle loro cariche:- paulette - moltiplicazione delle cariche.
Era già accaduto che la Cour des aides avesse rifiutato di registrare le tasse. Il 7 giugno era stata costretta a farlo dal duca di Mercceur. Il procuratore generale dichiara: "Poiché Sua Maestà richiede ai suoi funzionari una cieca obbedienza, pretendo la registrazione". 41 Durante la grande sommossa di agosto a Rouen, il Parlamento si presenta come mediatore più che come garante dell'ordine, si mostra come un altro potere ben distinto da quello dei funzionari regi, sebbene fosse a sua volta un'emanazione del re. Ed è proprio come autorità distinta che il Parlamento ha voluto funzionare e rappresentare se stesso attraverso le insegne del suo potere, nel gioco delle forze coinvolte. - Autorizzandosi attraverso il loro rifiuto di registrare gli editti, i parlamentari, con indosso le toghe e tutte le insegne del vestiario relativo al loro rango, hanno percorso le strade chiedendo ai rivoltosi di restare in casa. 42 (18/17] - Chiedono in più occasioni a Le Tellier di Toumeville (esattore generale delle gabelle) di lasciare il suo palazzo e la città. •Lui non vuole, resiste;si barrica in casa con tsuoi uomini
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armati. Quando la folla arriva per saccheggiarla, ordina di sparare: il figlio di alcuni borghesi resta ucciso. Il Parlamento fa subito aprire dei "fascicoli informativi sulle violenze commesse sui borghesi dalle persone barricate nell'abitazione di Le Tellier".43 - Quando viene arrestato Gorin, capo dei rivoltosi, beneficia delle protezioni legali, e non è giustiziato seduta stante. 44 - Di fatto e soprattutto, quando a fine agosto a Rouen la sommossa viene sedata, malgrado l'insistenza del potere regio il Parlamento non fa nulla per ripristinare le cariche. 45 Al punto che fino alla fine dell'anno nella regione di Rouen non è prelevata nessuna imposta."
• li manoscritto comprende altri due fogli su cui sono riportate Ire citazioni: A Caen: "Si sono trovali all'incirca 36 prigionieri per piccole am(19/s.f.] mende di contrabbando di sale; alcuni sono talmente miserabili che nemmeno i mendicanti suscitano più pietà, e donne ottantenni talmente povere alle quali non si imputava la contravvenzione di 10 soldi" (Diaire, cii., p. 329).
(20/s.f.]
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Marillac: "Se qualche volta i re avessero ascoltato le rimostranze dei saggi membri dei Parlamenti contro le loro ordinanze, sarebbe stato come ascoltare quelle dell'ultimo dei loro sudditi". [Histoin, du Parlemenl de Normandie, cit., voi. rv, pp. 499-500.) laubespine (guardasigilli): 'Voi siete stati istituiti soltanto per esercitare la giustizia tra i eittadini e non per prendere l!onoscenza degli affari di Stato". [lvi, p. 500.]
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Note 1 Foucault fa qui rife1imento al contesto in cui ha luogo la lezione. Cfr. i11fra, Nota del curatore, pp. 259 sgg. 1 Si tratta della rivolta dei Piedi scalzi (1639-1640), a cui Foucault dedicherà la prima parte del suo corso. Per questa sommossa, Foucault si basa sulle seguenti fonti (cfr. Fondo BnF, scarola 2, busta 7, dossier "I Piedi scalzi" e "Movimenti popolari nel XVII secolo"): il Diaire, 011 Joumal du 110yQge du Chancelier Séguier en Nonnandie, redatto con l'obiettivo di reprimere l'insurrezione, copre il periodo che va dal 15 dicembre 1639 (giorno in cui Séguier 1iceve l'ordine di recarsi in Normandia) al 27 marzo 1640 (giorno del suo ritorno a Parigi). Scritto dal referendario al Consiglio di Stato, già intendente in Guienna, François de Verthamonl, il quale accompagna ~guier durante tutta la fase della repressione, il diario è stato pubblicato nel 1842 da Amable Floquet (1797-1881), archivista e storico normanno. Foucault mene sistematicamente a confronto le informazioni fomite dal diario con quelle traile dall'altra principale fonte stampala sulla rivolta e la sua repressione, ovvero i Mémoires redaili da uno dei membri del Parlamento di, Rouen, Alexandre Bigot de Monville ( 1607-1675), pubblicati nel 1876 dal visconte d'Estaintot (Foucault utilizza questa edizione) e poi ripubblicati dalla storica Madeleine Foisil nel 1976. Questo testo presenta una narrazione della rivolta e della sua repressione non purificata della sua parzialità, dal momento che Bigot de Monville da una parte era ostile al primo presidente del Parlamento, Faucon de Ris, e dall'altra, in veste di parlamentare, era molto impegnato nella difesa del Parlamento contro i "finanzieri" e i nuovi parlamentari giunti da Parigi in seguilo alla repressione. [li termine "finanziere" viene usato sempre nel suo antico significato di appaltatore di gabelle e dazi, N.d.T.] Oltre a queste due testimonianze dell'epoca, Foucault si awale sopratlullo dei volumi 1v e v della Hi.stoire d11 Parlement de Nonnandie pubblicalo da Amable Floquet tra il 1840 e il 1842, che costituisce una raccolta ben informata e basata su numerose fonti inedite (verbali segreti del Parlamento di Rouen o della municipalità ecc.) o su altre pubblicazioni dell'epoca. Lo stesso vale per gli appunti scrini da Floquel per la sua edizione del Diaire. Mo Foucault si awale sopratlutto dell'opera di Bo1is Porchnev, Les 50ulèvements populaires en France de 1623 d 1648, traila dalla tesi dello storico sovietico alla fine degli anni trenta, pubblicala in russo nel 1948, in tedesco nel 1954, e infine uscita in Francia nel 1963 (Parigi, SEVPENIEPHE, VI sezione, Centro di ricerche storiche, "CEuVJ-es étrangères" rv), che dedica tutta la seconda parte al movimento dei Piedi scalzi (pp. 303-502) [la trad. it. di F. Rigoli i, Lolle contadine e urbane nel "grand site/e", Jaca Book, Milano 1998, comprende soltanto la prima e la terza parte del libro, e si basa sull'edizione francese pubblicata da Flammarion nel 1972, N.d.T.]. Foucault si lascia ampiamente ispirare da Porchnev sia per la sua lenura dei Piedi scalzi sia per la sua interpretazione più generale dei movimenti popolari del XVII secolo. lnohre, conosce e utilizza regolarmente le opere di Roland Mousnier sullo stesso argomento: Fu.-eurs paysannes. Les paysans dans /es révoltes au xvtf siicle (France, Russie, Chine), Calmann-Lévy, Paris 1967, che ai Piedi scalzi dedica le pp. 97-121 (trad. it. di P. Niutta, Furori contadini. I contadini nelle rivolte del xv11 secolo (Francia, Russia e Cina), Rubbeuino, Soveria Mannelli [Cz] 1984, pp. 77-95), e La piume, la fauci/le et le mar1ea11 (PUF, Paris 1970), in cui Mousnier riprende ed esplicita le sue critiche alla lellura di Porchnev a pp. 335-368. Per ulteriori denagli sulla polemica Ira Porchnev e Mousnier e sulla posizione di Fo~ult, cfr. infra, Appendice: C.-O. Doron, "Foucault e gli storici", pp. 305-322. lnfin~. per gli elementi fauuali Foucauh si fonda in gran parte sulla monografia La révolte des Nu•Pieds et les révoltes nonnandb de /639 (PUF, Paris 1970) JJubblicata dalla storica
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Madeleine Foisil, allieva di Roland Mousnier. considerato ormai il testo di riferimento imprescindibile sull'argomento. Per una lettura più recente delle rivolte popolari in generale e dei Piedi scalzi in particolare, cfr. i lavori di Yves-Marie Bercé, soprattutlo Croq11an1s er N11Pieds: les soulèvemenrs paysans en France du 16' au 19' sièl:le (Gallimard, Paris 1974, ried. 2013), e /Uvo/res er rtvolutions dans l'Europe moderne (PUF, Paris 1980), e di Jean Nicolas, in particolare La rebellion française. Mouvements pop11laires et conscience sociale (/66/-1789) (Seui!, Paris 2002), sul periodo successivo ai Piedi scalzi. ' La cronologia di queste diverse sommosse si trova in B. Porchnev, I.olle contadine e urbane, cil., pp. 150-151. La rivolta di Aix, chiamata rivolta dei "Cascavéoux", è legata al tentativo di istituire a Aix il sistema delle cariche elettive. Viene repressa da una truppa dell'esercito guidata dal principe di Condé nel 1631 (cfr. ivi, pp. 152-161; R. Mousnier, La piume, la faucille er /e mar/e4U, cii., pp. 377-378). Il movimento che investe la Guienna ha inizio con le sommosse a Niorl e a Dax nel 1633, a cui seguono importanti sommosse a Bordeaux nel 1635, il\ reazione all'aumento progressivo di diverse imposte regie e in particolare di una nuova imposta sul vino, e altre rivolle ad Agen e a Pmgueux nel 1635. Queste rivolte sono represse dall'intendente Verthamont (futuro autore del Diaire) e dal duca di Épemon (cfr. B. Porchnev, I.olle contadine e urbane, cii., pp. 162-197; R. Mousnier. Furori contadini, cii., pp. 44-46). I.:insurrczione di Lione è invece legata a una soprattassa delle tariffe doganali sulle importazioni ed esportazioni nel dicembre 1632 (cfr. B. Porchnev, w soultvemenrs populaires en France, cit., pp. 151-156). I movimenti del Poitou e di Poiliers sono descriui in R. Mousnier, Furori contadini, cil., pp. 42-43 e 51-67: sono essenzialmente rivolle legate a cauivi raccolti e a speculazioni sul prezzo del grano. • "Non credo che si possa immaginare nulla di più pregiudizievole all'autorità del re né ai suoi affari [ ... ]. La Francia è invasa dalle sollevazioni. I parlamenti non riescono a soffocarne nessuna" (letlera di Marillac a Richelieu, 15 luglio 1630. Foucaull prende la citazione da B. Porchnev, I.olle contadine e urbane, cit., p. 292). ' La cifra di quauromila a Rouen fa riferimento ai "quatlromila poveri" che l'editto del 1623, secondo Floquet, condannava a "morire di fame" a Rouen, trasformando i loro mestieri in "servizi" che sarebbero stati o tassati o soggetti a rivendita. Cfr. A. Floquet, Hisroire d11 Parlemenl de Nonnandie, ~ouard Frère, Rouen 1841, voi. iv, pp. 521-522; cfr. anche pp. 447 e 520-521. • lvi, pp. 444-445. "Una banda, stabilitasi nei dintorni di Évrcux e comandata da un ceno B11isson-Com11 e da suo figlio La Boullinière, vi rimase per diversi anni, 'commettendo smisurate violenze e azioni disumane, infinite malvagità e aui contro i quali il cielo e la terra gridavano vendeua'" (p. 445; corsivo nel testo). ' Cfr. R. Mousnier, Furori contadini, cit., pp. 82-83: "La maggior parte delle generalità di Rouen e di Alençon" e "di Caen, erano paesi di grande gabella, monopolio regio del sale, integrato con pesanti imposte. Ma il Cotentin" e diversi altri viscontadi "erano paesi di 'quart-bouillon'. Cioè i salinai facevano evaporare l'acqua del mare, raccoglievano il sale, versavano al re un quarto della loro produzione e disponevano del resto". Questa produzione "dava luogo al contrabbando di sale. li sale era portato dalle saline a un gran numero di rivenditori vicini alla frontiera del sale[ ... ] in paesi di grande gabella". 1 Su questi episodi, cfr. ivi, p. 83. [Sulle Cours des aides, cfr. infra, p. 46 nota 3, N.d. T.] • Cfr. ivi, p. 95 (riguardo a Cérenccs) e p. 86 (riguardo a Mantilly). Cfr. anche M. Foisil, La rtvolre des Nu-Pieds er le rivo/tes nannandes, cit., pp. 75-78 (su• Cérences).
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•• Per Facilitare la lettura degli eventi descritti da Foucauh in queste prime cinque lezioni, forniamo una rapida cronologia della rivolta dei Piedi scalzi e della sua repressione. Per una cronologia più dettagliata, cfr. ivi, pp. 163-171 e 287-301; A. Floquet (a cura di), Dia ire ou Joumal du voyage du ChancelierStguier en Nonnandie après la sédi1io11 des Nu-pieds, 1639-1640, Édouard Frère, Rouen 1842 (citato infra: Diaire), pp. 451-461. Per comodità, distingueremo il corso degli eventi riguardanti le 1·ivohe da quello della repressione. (I) Le rivolte. 16 luglio 1639: ad Avranches e nella regione, omicidio di Poupinel e aggressione a un esattore addelto alla riscossione del sol pourlivre [un "soldo per ogni lira", equivalente a un ventesimo del ricavo di ogni merce venduta, N.d.T.], poi saccheggio di diversi uffici: inizio della sedizione; 4 agosto 1639: a Rouen assassinio di Rougemont, incaricato del controllo delle tinture; 8 agosto 1639: a Caen inizio della sedizione contro l'esattore della marca sul pellame. Dal 12 al 20 agosto diverse sedizioni a Caen, Vire e nella regione di Avranches. Dal 20 al 24 agosto, importante sedizione a Rouen: saccheggio di diverse abitazioni sotto la guida di Gorin; assalto aUa casa dell'esattore di gabelle, Le TeUier dc Tourncville. Dal 26 al 30 agosto, nuo~ sedizione a Caen: saccheggiq di varie case, alla guida di Branu. Nel settembre I 639 la sedizione prosegue nelle regioni di Avranches e di Coutances. In ottobre e novembre del 1639, la rivolta continua in maniera più sporadica nella regione di Avranches; il 30 novembre i sediziosi vengono sconfitti in una battaglia contro le truppe del colonnello Gassion. Secondo Foisil, il conteggio dei giorni di rivolta Ira il 16 luglio e la fine di novembre 1639 è cosi distribuita: 5 in luglio, 17 in agosto, 11 in settembre, 2 in ottobre e 2 in novembre. (2) La repressione. In realtà bisogna distinguere Ire missioni repressive. Nelle sue lezioni Foucaull si concentra su quelle del colonnello Gassion e del cancelliere Séguier a Rouen e nella Bassa Normandia (in particolare nella regione di Avranches), ma non va dimenticato che, dal 20 ottobre 1639, ne fu incaricato Charles Le Roy de La Potherie in quanto intendente di giustizia nella generalità di Caen, dove rimase per tutto il mese di novembre prima di ricongiÒligersi con Gassion. Il 16 novembre 1639 Gassion riceve l'ordine di partire per la Normandia: entra a Caen il 23 novembre. li 30 novembre combatte contro gli insorti nei pressi di Avranches e il 1° e il 2 dicembre procede con le esecuzioni in città. Il 14 dicembre riceve l'ordine di spostarsi a Rouen, dove le sue truppe entrano però soltanto il 31 dicembre. Il 15 dicembre il cancelliere Séguier è incaricato a sua voha di andare a Rouen: parte da Parigi il 19 e il 21 si installa a Gaillon (a 20 chilometri da Rouen). Qui, tra il 23 e il 30 dicembre, riceve varie delegazioni di notabili della città di Rouen (parlamentari, arcivescovo, sindaco ... ). Dal 30 dicembre 1639 al 1° gennaio 1640, si installa a Pont-de-l'Arche (a dieci chilometri da Rouen), dove continua a ricevere le delegazioni, mentre le truppe di Gassion entrano a Rouen il 31 dicembre 1639. Séguierentra di persona a Rouen il 2 gennaio 1640 e guida la repressione in città fino all'l 1 febbraio. Subito dopo va in Bassa Normandia e a Caen (dove resta dal 16 al 28 febbraio), e poi a Coutances dal 4 al 14 marzo. Fa ritorno a Parigi il 27 marzo 1640. 11 Il cancelliere Pie1TC Séguier (1588-1672), presidente incaricato al Parlamento di Parigi e intendente in Guienna Ira il 1621 e il 1624, è nominato guardasigilli da Richelieu nel 1633 e cancelliere di Francia nel 1635, incarico che conserverà (con un'interruzione negli anni della Fronda) fino alla sua morte nel 1672. A questo titolo, è uno dei principali ingranaggi dello Stato assolutista e della sua amministrazione, incaricato inoltre della funzione di giustizia e repressione. Sarà proprio lui che istruirà una serie di processi importanti (contro Cinq-Mars, contro Fouquet) e guiderà la repressione dei Piedi scalzi. E sarà proprio atlrallerso gli archivi raccolti da ~guier che Porehnev e Mou1nier studieranno la repressione dei vari movimenti popolari del xvn secolo (cfr. infra, C.-O.
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Doron, "Foucault e gli storici", appendice, pp. 305-322). Su Séguier; dr. D. Richet, "Une famille de robe: les Séguier" e "Carrièrc et fortune du Chancelier Séguier", in De la Réforme d la Rtvolution. Études sur la France moderne, prefazione di P. Goubert, Aubier; Paris 199 I. pp. 155-316; F. Hildesheimer. "Richelieu et Séguier, ou l'invention d'une creature", in B. Barbiche e Y.-M. Bercé (a cura di), Études sur l'ancienne France, é.cole des Chartes/Champion, Paris 2003, pp. 209-226. 11 Cfr. B. Porchnev, Les sou/ivements popu/aires en France, cit., p. 313; R. Mousnier, Furori contadini, cii., pp. 82-85. Secondo la voce che si stava spargendo, la gabella avrebbe riguardato la Bassa Normandia, cancellando cosi il privilegio dei paesi di quart-bouillon. " "Temo che alla fine metteranno [delle imposte] sui pezzenti che si scaldano al sole" (Guy Palin, citato in A. Chéruel, Histoire de l'administration monarchique en France, depuis l'awnement de Philippe-Auguste jusq11'à la mort de Louis xrv,
Desobry, Paris 1855, voi. 1, p. 2 I O). 14 Tutte queste date sono tratte da B. Porchnev, Lolle contadine e urbane, cit., pp. 260-262, come pure le informazioni sulle cause delle rivolte. A Poiti~rs le imposte sul vino sono la causa delle rivolte nel 1625, 1631-1632, 1638-16391640; a Lavai la rivolta è provocata dali-islituzione di uffici di sorveglianti e controllori della fabbricazione dei tessuti" (p. 267). Per Aix, cfr. supra. " Cfr. B. Porchnev, Les soulivements populaires en France, cit., p. 394. " n concetto di "plebei delle città" è ripreso da Porchnev, che lo preleva dai lavori di Engels sulla guerra dei contadini in Germania nel 1525 (Der deutsche Bauemkrieg [ 1850]; La guerre des paysans en Allemagne, trad. fr. di é.. Bottigelli, é.ditions Sociales, Paris 1974; trad. it. di G. De Caria, La guem1 dei contadini in Germania, Editori Riuniti, Roma 1976). Porchnev lo usa, sulla scia di Engels, per descrivere il "popolaccio", la "canaglia", la "feccia" del popolo, secondo i termini dell'epoca (cfr. Lolle contadine e urbane, cit., pp. 263-270), ovvero un amalgama eteroclito che comprende "un pre-proletariato artigiano e manufanuriero"; "la massa dei piccoli artigiani"; "la massa delle persone senza professione definita e senza un domicilio fisso" e in particolare tutti coloro che Engels (s)qualifica con il termine Lumpenpro/etariat, avendo tuttavia cura di osservare che il Lumpenpro/etariat di allora era "più sano", meno depravato e meno venale di quello ottocentesco. Nello stesso periodo, il concetto di "plebe" è molto importante per Foucault, perch6 nell'abolizione della "cesura" tra la "plebe non proletarizzata" e il proletariato, su cui verterà il sistema penale a partire dal xrx secolo, vede una posta in gioco fondamentale, che interseca diversi problemi richiamati nel corso (in particolare la genealogia della separazione tra "reato politico" e "reato comune" e la manifestazione del fatto che ogni delinquenza è politica). Cfr. infra, Nota dei curatori, pp. 259 sgg., e Dits et krits, 1954-1988 (a cura di D. Defert e F. Ewald, in collaborazione con J. Lagrange, Gallimard, Paris 1994, 4 voU.; ried. 2001 [citato infra: DE]), nn. 105, 107, 108 e 125. Foucault ini:tia a prendere le distanze dalla no:tione di "plebe sediziosa", "non-proletarizzata", a partire dal 1973, soprattutto in La sociiti puniriw. Cour.s au Col/ige de France, 1972-1973, a cura di B.E. Harcourt (EHESS-Gallimard-Seuil, Paris 2013; trad. it. di D. Borea e P.A. Rovatti, La socretd punitiva. CDr.so al Col/Age de France (1972-1973), Feltrinelli, Milano 2016) e in "À propos de l'enfermement pénitentiaire" (intervista con A. lJjs Grotii Epistolae, Amsterd8lJl J687): "Seditiosorum numerus in inferiori Normannia crescil ad viginti (ut dicilur) milia" (lei-
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tera del 3 dicembre 1639); cfr. B. Porchnev,
ce, cit., p. 322.
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soulèvements populaires en Fran-
" Cfr: A. Floquet, Histoire du Parlement de Normandie, cii., voi. IV, p. 604. " Cfr. M. Foisil, La révolte tks Nu-Pieds, cit., p. 182. Cfi: anche R. Mousnier, Furori contadini, cii., pp. 88-89. " Cfr. B. Porchnev, w sou/èvements popu/aires en France, cii., pp. 380-381: "In realtà, la borghesia si mostra subito pronta ad appoggiare e a convalidare l'insurrezione". Gli esempi che seguono si trovano in Porchnev. " Cfr: A. Floquel, Histoire du Parlement de Nomw.ndie, cii., voi. 1v, p. 604; B. Porchnev, soulèvements populaires en France, cii., p. 380. ,. Diaire, cii., p. 353: "Che sono armati solo per la loro salvaguardia e non per salvaguardare i monopolisti, e che non si faranno uccidere per loro"; B. Porchnev, w soulèvements populaires en France, cii., p. 381. Nicolas Le Tellier. signore di Toumeville, segretario del re, ~ uno dei principali "finanzieri" nella città di Rouen in qualità di funzionario generale delle gabelle. Arricchitosi con le sue cariche, l\el 1648 riuscirà a far sposare sua 6g)ia Catherine con François di Harcourt, una delle principali famiglie della nobiltà normanna. 40 Qui Foucault si discosta un po' da Porchnev, che invece sottolinea semplicemente il fatto che il Parlamento ~ combattuto tra le sue "radici" borghesi e popolari e il suo strelto legame conia nobiltà feudale dominante", i cui interessi lo spingono a "difendere questo stato nobiliare e assolutista" (B. Porchnev, Les sou/èvements popu/aires en France, cii., p. 382). " A. Floquet, Histoire du Parlement de Normandie, cii., voi. 1v, p. 598. La citazione esatta dice: "Poiché Sua Maesttl esige dai suoi funlionari una cieca obbediem.a (aveva detto il procuratore generale), richiedo la registrazione, por espresso ordine del re" (corsivo nel testo). ~ il 7 giugno 1639. • 1 Cfr. ivi, pp. 618-619. " lvi, pp. 611-612; B. Porchnev, w soulèvements populaires en France, cii., p. 384. .. Cfr. Diaire, cii., pp. V•VI. •• Cfr.ibidem.
w
Lezione del 1° dicembre 1971
Riassunto delle varie tappe: (1) una sedizione popolare che prende di mira la fiscalità di Stato; (2) nobiltà, borghesia e parlamentari si tirano indietro; (3) l'esercito come unica risorsa: verso il secolo della "giustizia armata"; (4) il potere regio instaura il nuovo sistema repressivo. - Fare la storia di questo nuovo sistema repressivo? Obiezione: l'apparato di repressione statale è precedente. Risposta: sviluppo continuo delle istituzioni legislative, ma rottura all'interno di quelle che riguardano la giustizia; da una parte, ricongiungimento al sistema antico; dall'altra, produzione di un nuovo sistema. In contrasto con la borghesia post-rivoluzionaria che mette in atto un sistema repressivo unitario, al tempo stesso statale, giuridico e poliziesco, travestito da indipendenza della giustizia. - Ritorno ai Piedi scalzi normanni. Si danno i simboli del potere e se ne arrogano le prerogative. Rifiuto della legge tramite l'imposizione di una legge. Rifiuto della giustizia come eserciiio di una giustiiia. - 1 simboli di questo eserciiio del potere: il loro nome in riferimento alla loro condiiione di "pezienti"; il loro capo simbolico, personaggio chimerico; i loro ordini "in nome del re". - Gli atti commessi nell'esercizio del potere (militare, amministrativo, finanziario, di giustiiia). - IA repressione awiene contro un altro potere. [21/1 l Riassunto
Una sedizione popolare
- Reagiva a una pressione fiscale il cui aumento aveva superato la soglia di tolleranza per le popolazioni più povere. - In seguito ha coinvolto popolazioni contadine e urbane: - le f)opolazioni contadine_. in maniera piuttosto &astante da luglio a novembre 1639;
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- le popolazioni urbane, in maniera più sporadica: Rouen nelle prime tre settimane di agosto; Caen a metà ottobre. - Ma sebbene non fossero scoppiate né nello stesso momento né per le stesse ragioni (sale nelle campagne, tintura a Rouen, pellame a Caen), 1 sebbene la strategia fosse diversa (in città la sedizione si scontra con le milizie e con le truppe dell'esercito; nelle campagne ha molta più libertà di manovra), esse si riconoscono come parte di un solo e unico movimento, e reclamano tutte lo stesso simbolo: i Piedi scalzi. (22/2]
Caratteri - La sedizione si rivolge in maniera selettiva, se non esclu-
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siva, contro i rappresentanti della fiscalità statale: - coloro che si ritiene abbiano contribuito alla sua instaurazione (Beaupré2), - coloro che devono applicarla, - coloro che ne traggono profitto grazie al sistema degli appalti, - coloro che ne controllano l'applicazione, la distribuzione e il pagamento (la Cour des aides3). La sedizione se la prende in modo indifferenziato con i ricchi soltanto nella fase finale e per estrapolazione. - Ora, nel momento in cui subisce questo attacco, l'apparato fiscale di Stato vede defilarsi proprio i gruppi sociali su cui contava: - buona parte della nobiltà non interviene, poiché la fiscalità di Stato fa concorrenza alla propria mentre avvantaggia soltanto la grande nobiltà; - la borghesia si tira indietro a sua volta perché la fiscalità intralcia troppo l'esportazione e riduce in maniera considerevole il potere d'acquisto delle popolazioni; - e anche i parlamentari si tirano indietro perché sono in concorrenza con la fiscalità di Stato - in quanto proprietari terrieri, dato che devono mettere mano alla loro stessa rendita, - in quanto funzionari di giustizia, poiché l'esercizio della giustizia costituiva una sorta di prelievo fiscale su chi rientrava nella loro giurisdizione. 1 - Tuttavia, non era affatto la prima volta che la fiscalità statale entrava in conflitto co~ la nobiltà, con la borgGesia e peroiro con il Parlamento. Si può arrivare a dire che il con-
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flitto era stato costante fin dai tempi di Filippo il Bello, perlomeno con la nobiltà e la borghesia; e in questi scontri l'apparato di Stato aveva prevalso solo nella misura in cui era gestito e serviva gli interessi di una parte della nobiltà (a spese dell'altra), di una parte della borghesia (a spese dell'altra). 2 - Ma sull'onda della grande espansione economica del secolo, Enrico 1v aveva ristabilito [l'ordine]" dello Stato, in seguito alle guerre di religione··: - facendo affidamento sui proprietari terrieri e sulla borghesia, per la sua politica economica, - facendo affidamento sui parlamentari, a vantaggio dei quali regolamentò il sistema della vendita delle cariche. In questo modo, all'iniz,io del XVII secolo l'ordine dello Stato era assicurato da tre istanze: - l'istanza ben consolidata degli agenti signorili (funzionari amministrativi, fiscali, di giustizia). 4 È un'istanza che sta andando in rovina da secoli, ma molto lentamente. Nel XVIII secolo [risulterà] ancora attiva e massiccia; - l'istanza ugualmente antica delle milizie borghesi che erano inquadrate dalle classi più agiate e che, sotto la guida delle municipalità, erano dunque in mano al patriziato urbano5; - infine l'istanza leggermente meno antica del Parlamento, il quale però, rispetto al Parlamento di Luigi IX, [era] diventato molto più autonomo, si era frazionato e insediato nelle province; nello stesso periodo, al suo fianco e sotto di esso, si moltiplicavano le istanze giudiziarie: sia fiscali (come le Cours des aides) sia generali e inferiori (come i presidiali).6 Sono dunque queste tre istanze ad assicurare l'ordine, con l'appoggio sempre possibile dell'esercito, beninteso.
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3 - Tuttavia, man mano che la grande depressione del xw secolo accelera, man mano che la nobiltà locale, la borghesia parlamentare, la borghesia mercantile cominciano a subire • Parola mancante, inserita in base al senso dello sviluppo successivo . .. A margine Foucault ricorda "i Croquants", a proposito dei quali: "per far Fronte alla sommossa, i signori, i parlamentari, i borghesi avevano trovato in Enrico 1v [ ... )".
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gli effetti del crollo dei prezzi, della riduzione del valore fondiario e della contrazione del mercato, le tre istanze preposte al mantenimento dell'ordine, almeno in un primo tempo, rifiutano di venire in soccorso dell'apparato di Stato. I.:unica forza pronta ad accorrere incondizionatamente è quella che beneficia in maniera diretta della contrazione della rendita feudale nelle mani del potere centrale: l'esercito. I.:esercito che nel XVII secolo sarà l'istituzione grazie alla quale i nobili potranno usufruire, più facilmente e direttamente, della rendita feudale posticipata e concentrata che il potere regio preleva al loro posto e poi versa nelle loro casse; e che [diventa] anche la principale istituzione ad assicurare il mantenimento dell'ordine e dunque il prelievo della rendita di cui essa beneficia. Da Richelieu a Luigi XN siamo nel secolo della "giustizia armata".1 Un secolo che inizia con la repressione delle sommosse degli anni trenta del Seicento e si conclude con la repressione dei Camisards. 4 - Sulla scia di questo esercito e al riparo da questa forza, il potere regio metterà in atto un nuovo sistema repressivo: - che frena in misura via via maggiore la giustizia e la repressione signorili; - che comprende (e controlla quando [esso)" non le sostituisce) le giurisdizioni e le milizie borghesi; - che limita i poteri del Parlamento, al prezzo di gravi conflitti. Quel che si vede apparire, nell'epoca della "giustizia armata", è un nuovo sistema di repressione, messo in atto per sostituire le tre istanze repressive inadempienti, e per proteggere dunque non solo l'apparato di Stato, [ma anche]" il prelievo fiscale di cui esso si incarica. Questo nuovo sistema - si insinua nelle faglie del precedente, - lo ingloba, lo reprime, lo stravolge, - alla fine prevale su di esso. È di questo nuovo sistema che bisogna fare la storia .
· n ntanoscritto dice: "essa". .. n manoscritto dice: "e".
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Tuttavia può essere subito mossa un'obiezione: un apparato di repressione statale, collegato all'estensione della fiscalità, era comparso già parecchio tempo prima. In fondo, la giustizia regia svolgeva questo ruolo già da tempo. - Intendiamoci bene: non si tratta di dire che la giustizia regia sia comparsa all'inizio del xw secolo. In fondo, il re era essenzialmente un giustiziere·; e già da tempo la giustizia del re si era estesa al di là degli ambiti in cui egli esercitava la sua giustizia signorile. - il Parlamento, i parlamenti si presentavano come un'emanazione diretta del potere (e pretendevano di essere l'emanazione di tutti gli aspetti di questo potere)'; · - anche la giustizia prevostale, a partire dal XVI secolo, era una giustizia regia9; - i presidiali, dal 1551. 10 - Ma bisogna rendersi conto che nel XVII secolo - all'interno thlla giustitia regia .. - compare un nuovo sistema di repressione.
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La giustizia regia nella sua forma parlamentare o presidiale, o prevostale, si era sovrapposta alla giustizia feudale; si era coordinata con essa (non certo senza conflitti, ma obbedendo allo stesso modello e allo stesso tipo di funzionamento). Il nuovo sistema di repressione, pur essendo in mano al re molto più del precedente, obbedisce a un modo di funzionamento del tutto diverso; ed è eterogeneo rispetto al vecchio sistema. "Le funzioni della giustizia e della polizia erano spesso incompatibili. (editto del 1667, [... ]"'). 11 Forse non bisogna accettare lo schema degli storici che teorizzano una lenta e continua spinta della giustizia regia dal Xll·XIII secolo fino alla fine del XWJ, con la nascita successiva dei parlamenti, della giustizia prevostale, dei presidiali; dei luogotenenti di polizia ·ecc.; un'evoluzione segnata dai grandi corpi legislativi del 1447-1449, del 1539, del 1670.' 2
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• Il termine "giustiziere" ~ inteso qui sempre nel significato antico di colui che era incaricato di amministrare la giustizia. [N.d. T.) .. Sottolineato nel lhanoscritto. • - 'Ire parole illeggibili.
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Bisogna ammettere che, a partire dal XVII secolo, la giustizia regia si è trovata divisa: - da un lato, una giustizia regia che si sovrappone alla giustizia feudale per limitarla, controllarla, e che, insieme a essa, fa parte di quello che si potrebbe chiamare ·n sistema repressivo feudale·; - e, dall'altro, una nuova giustizia regia, collegata ancora più direttamente di quella vecchia alla persona del re, che dipende però da un nuovo sistema repressivo: un usistema repressivo statale·. Quindi: - a un certo livello di lettura, uno sviluppo istituzionale continuo, con scansioni legislative riconoscibili e regolari;
[IO]'
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- a un altro livello, una rottura profonda all'interno delle istituzioni che riguardano la giustizia. Una rottura che respinge alcune di queste istituzioni verso il vecchio sistema di repressione e che collega altre a un nuovo sistema: (1) da una parte: parlamenti e presidiali, (2) dall'altra: luogotenenti di polizia, reclusioni, lettm th cachet, l'ordinanza del 1670. Nel punto di divisione: le grandi sedizioni popolari del XVII secolo. Abbiamo quindi uno schema di questo tipo: xm secolo Giustizia feudale ecclesiastica I signorile
l
Giuslizla regia parlamentare / presidiale prevostalc
Sistema repressivo feudale
Ì 1639
X
Sislema repressivo statale
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Ora, se può essere adottato questo schema, si chiariscono una serie di fatti: I. Le sedizioni popolari erano dirette contro il prelievo della rendita feudale centralizzata. La repressione era destinata a proteggere questa rendita, il suo prelievo, l'apparato di Stato che lo assicura. Ma questa repressione ha fatto intervenire un apparato e si è svolta in forme incompatibili con il sistema feudale.
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2. Questo spiega innanzitutto una prima contraddizione: - I:apparato di Stato fu violentemente attaccato dalla borghesia a causa della sua destinazione· (la conservazione di una fiscalità di tipo feudale), e in questa lotta la borghesia aveva come alleate persone che non eran0 ostili alla destinazione di questo apparato repressivo, ma alla sua forma (quelli che appartenevano al vecchio sistema repressivo): essenzialmente i parlamentari. Deriva da qui la lunga opposizione che si estende dai parlamentari in rivolta all'epoca di Richelieu fino alla rivolta parlamentare che aveva preceduto la Rivoluzione, con gli episodi della Fronda, il giansenismo, il fallimento della riforma Maupeou. - Ma malgrado questa alleanza tattica, la giustizia parlamentare feudale, non solo nella sua destinazione ma nella sua forma, per la borghesia era nel modo più rigoroso il "nemico":
- La borghesia finisce per allearsi con il re contro i
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parlamentari; - nel XVIII secolo la borghesia ha portato avanti una lunga lotta ideologica e politica contro il Parlamento (Calas, Beccaria), e - fin dalla Rivoluzione, [essa] si è sbarazzata dei parlamenti. La borghesia ha dunque lottato simultaneamente contro entrambe le forme della giustizia regia. Denunciare le lettres de cachet, mettere in ridicolo i parlamenti, come se fossero due elementi dello stesso sistema. Mentre erano due sistemi repressivi diversi (che però si appoggiavano reciprocamente nel quadro di uno stesso regime politico). - Ora, al riparo da questa critica globale (che di fatto si
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· Sottolineato sulla folocopia del manoscritto.
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[JVl!ier)
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svolge su due fronti), la borghesia, durante la Rivoluzione ma soprattutto in epoca napoleonica, ha effettuato una selezione: - si è sbarazzata della giustizia feudale (signorile o parlamentare), che le risultava impossibile da accettare per la sua forma e la sua destinazione; - quanto al nuovo sistema repressivo messo in atto nel XVII secolo, la borghesia ne rifiutava la destinazione (prelievo della rendita feudale), ma non la forma (o almeno alcuni elementi formali: l'elemento di polizia). Sono questi gli elementi che usa per i propri fini. E questi fini non sono più il prelievo della rendita feudale, ma la conservazione del profitto capitalista. il Tuttavia, mentre- il regime monarchico ·aveva contrapposto due sistemi repressivi eterogenei tra loro, pur destinati entrambi a preservare la fiscalità feudale,' la borghesia si darà un sistema repressivo unitario: statale, giuridico e di polizia. Un sistema unitario che la borghesia cercherà di mascherare dietro l'affermazione che la giustizia è indipendente - sia dal controllo politico dello Stato - sia dalla forza armata di polizia. In modo da farla funzionare come fosse un potere arbitrale e neutro tra le classi sociali. Ma ritorniamo agli eventi del 1639. - Quel che abbiamo detto finora li accomuna a tutti quelli che li precedono o che li seguiranno: - come altrove, movimento popolare; - come di frequente, movimento antifiscale; - come di frequente, defilarsi della borghesia, dei parlamentari e di una parte della nobiltà. Tutt'al più si può dire che in Normandia l'assenza del governatore e la debolezza delle truppe presenti sul territorio hanno permesso alla sedizione di svilupparsi; e inoltre hanno fatto si che le inadempienze del Parlamento, della borghesia e della nobiltà locali si notassero molto più che in Aquitania, per esempio, dove il duca di [Épemon]" era riuscito a intervenire con gran rapidità.
• '!n questo punto del manoscrifto e'~ un a capo e un nuouo caf,oveno. .. D manosaitto riporta: "d'Aiguillon".,.
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- Ma, oltre alle differenze nella durata e nell'ampiezza del processo, un aspetto particolare caratterizza la sedizione dei Piedi scalzi": il modo in cui è stato messo sotto attacco il potere regio. Ancora una volta, è possibile che una serie di circostanze esterne, permettendo al processo di svilupparsi, abbia reso visibile, retrospettivamente ma anche ai contemporanei e al potere dell'epoca, qualcosa che già esisteva, seppure in maniera più dissimulata e nascosta." Non ha molta importanza. In ogni caso, i Piedi scalzi normanni, nell'attacco mosso al potere regio - o perlomeno ai rappresentanti del suo aspetto meno tollerabile: la fiscalità -, si sono presentati come i detentori di almeno una parte del potere; si sono attribuiti esplicitamente i segni di questo potere, e ne hanno esercitato le prerogative. Non si trattava della pura e semplice lotta contro il potere istituito. Né tanto meno i Piedi scalzi agivano come una massa di braccianti che combattevano a vantaggio della nobiltà o della borghesia, le quali avrebbero cosi beneficiato del potere strappato al re. Si sono presentati come fossero essi stessi un potere (militare, politico, giudiziario, finanziario). 15 Il fatto che sia emerso questo altro potere - non in maniera sorda e occulta, ma palese - potrebbe spiegare - l'effetto di spavento prodotto in alcuni (nei parlamentari, ad esempio, che si consideravano l'unica alternativa al potere regio); - il desiderio (in alcuni nobili) di appropriarsene, ma la loro rinuncia molto precoce (cfr. Ponthébert 16); - la violenza della reazione nel gruppo sociale di chi deteneva il potere; • Souolineato nel manoscritto. " Sul retro di un foglio numerato "18" e barrato, Foucault presenta lo stesso sviluppo in altri termini: "4. Ma il tratto più singolare di questa sedizione non sono ceno le forze presenti, il sistema delle alleanze e degli appoggi. Con alcune modifiche, si ritrovano in gran pane dei movimenti popolari del XVII secolo. li tratto forse più caratteristico è un'organizzazione relativamente rigida che si è data le forme, le modalità di azione e i segni del potere. Questa organizzazione di un altro potere è visibile, forse è esistita, e certamente aveva senso solo nella sedizione contadina (pill'prolungata nel tempo e più dispersa nello spazio rispello alla sommossa urbana)".
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- la necessità che hanno sentito di mettere in atto una reazione specifica e di marcare, in tutti gli episodi di questa reazione, le forme visibili di un potere di Stato; - il fatto che, al momento della repressione, non solo i poteri nobiliari, parlamentari, borghesi non si sono difesi, ma hanno accettato di entrare nel gioco di questa repressione, limitandosi a chiedere la salvaguardia di una parte del loro potere, partecipando alla repressione; - il fatto che quest'altro potere, con la sua repentina e precaria apparizione, sia stato occultato cosl a lungo dagli storici. 17
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Di fatto, che cosa sappiamo di quest'alù·o potere? Ben po; co, vista la natura dei documenti (che provengono tutti o quasi tutti dallo schieramento opposto). Come simbolo di questo fuggevole passaggio di un altro potere e dello stupore scandalizzato e impaurito degli altri poteri, possiamo prendere: - una frase di Bigot de Monville, alla fine del capitolo in cui racconta la disfatta dei Piedi scalzi: "Cosl questa canaglia, che aveva tenuto in scacco per mesi la campagna, fu dissipata in un istante. Avevano come stendardo un'àncora di sabbia su sfondo verde". 18 Quali sono i segni o le tracce riconoscibili di questo esercizio del potere? a. Si presentano esplicitamente come i più poveri, quelli che non hanno nulla da perdere, che non possiedono più nulla poiché sono stati spogliati di tutto dai ricchi 19 ; e i ricchi (nei due o tre testi che sono stati ritrovati scritti da loro stessi) non sono tanto i possidenti, quanto i partisans, gli appaltatori, i beneficiari del prelievo delle imposte. 20 Sono dei pi,zzenti che si presentano come tali e che in quanto pezzenti eserciteranno un certo potere.
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L'importanza del loro nome: - Secondo il Diaire, verrebbe da un povero diavolo che era stato visto correre a piedi scalzi sulla spiaggia. 21 - Secondo i Mémq.ires di Montglat, i rivo11osi volevano "far intendere cosl che i tributi li avevano messi
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in condizione di non potersi permettere delle calzature". - Bemard, consigliere del re (Histoire de Louis Xlii, libro 12, p. 437), dice che avevano scelto questo nomignolo "per dimostrare attraverso il nome quanto fossero pezzenti". 22 Inoltre, l'importanza del riferimento alla regione, alla provincia - sia come luogo "di sofferenza", - sia come regione che in passato aveva potuto usufruire di franchigie, libertà, carte, ma che le aveva perdute nonostante la sua fedeltà al re. 23 b. La sedizione si presenta sotto la guida di un capo: il quale non si limita a dare ordini, ma firma lettere pastorali con formule rituali, le fa leggere durante le prediche nelle chiese, le fa affiggere, appone il suo sigillo e i suoi stemmi sotto i documenti che faceva recapitare o pubblicava. 24 Ora, tutti questi riti e segni del potere non solo si riferiva(38/17] no a un detentore del potere che aveva un nome anonimo, ma oggi si sa che questo personaggio non esisteva. (È probabile che ci fosse una pluralità di capi, e forse ben poco coordinati tra loro; ma ognuno, da parte sua, manipolava i segni del potere che si riteneva gli competessero.) Si svolge tutto come se i segni più visibili, più tradizionali e più rituali del potere si disponessero intorno a un posto vuoto, a un nome senza faccia che designava il movimento stesso. 25 Che cos'era in ballo in questo gioco di segni del potere? - Si trattava di dare forma di autorità a una direzione che certamente mancava di coesione, - ma si trattava di far vedere che gli atti perpetrati (saccheggi, incendi, messe a morte) erano atti di potere; che erano castighi, confische, esecuzioni. - E che per loro si trattasse proprio dell'esercizio del potere è provato dal fatto che Jean Nu-pieds dava i suoi ordini "in nome del re". 26 Questo riferimento al re non voleva indicare che i sediziosi riconoscessero le (39/18] decisioni del re, o invocassero il potere arbitrale del re, attraverso i suoi rappresentanti. L'invocazione si riferiva al re in quanto sostanza del potere, come nucleo di ed:ianazione del potere. ,er esercitare il potere,"bi-
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sognava prenderlo in prestito dal re, fonte del potere, bisognava prelevarlo dal "corpo politico" del re.27 Essi non si sottomettevano al re: se ne impadronivano. - Del resto, assumendo come motto "Missus a Deo", Jean Nu-pieds fondava la sua autorità su una missione divina che rispondeva al diritto divino del re. 28 [40/19]
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c. Gli atti di potere compiuti dai Piedi scalzi 1. Arruolamento delle truppe (cfr: la lettera pastorale29). Organizzazioni militari (con divisioni e capitani). Disciplina rigorosa: impiccagione di un soldato disobbediente.]() 2. Atti amministrativi e finanziari. - Nei pressi di Cancale, autorizzano gli ufficiali del magazzino del sale a svuotare il loro carico contrattando un'imposta di 30 pistole. Dopodiché consegnano loro un passaporto con il sigillo di Jean Nu-pieds. 31 - Il 18 ottobre alla fiera di Gavray: i Piedi scalzi arrivano e leggono una dichiarazione secondo cui "la fiera è franca; non va pagato nessun diritto: siamo venuti a liberarvi dai monopolisti".12 3. Atti di giustizia. - Multa comminata ad alcuni privati: il 10 settembre, Lalouey e More! mandano a chiamare un certo Chenevelles e lo condannano a versare 100 lire, pena la distruzione della sua casa. Lui ne paga 70; ma poiché tarda a versare il resto, viene segnalato ai Piedi scalzi che saccheggiano e distruggono parte della sua abitazione.n - O ancora, prendono un certo Goaslin, cognato di Nicolle (esattore di gabelle), lo legano a un cavallo, lo trascinano attraverso la campagna per due giorni e lo fanno assistere all'incendio delle sue case. È la punizione del graticcio. 34 - È cosl che sono avvenuti gli incendi e i saccheggi di Rouen. Gorin (secondo una memoria redatta nel corso del suo processo) deteneva la lista di case che dovevano essere saccheggiate; conduceva i rivoltosi presso ognuna di esse, davanti a cui faceva apporre uno stendardo con gli stemmi del re: batteva alla pprta con una sbarra di.ferro e diceva: "Al lavt>ro, compagni, non dovete temere nulla, siamo ben vo-
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luti". E aggiungeva: "È giunto il giorno di sterminare i monopolisti". 35
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Identità, quindi, dei segni del potere: identità delle forme, dei riti e a volte anche degli atti." Un potere identico - o meglio un potere che si manifesta in quanto potere per mezzo dell'appropriazione dei segni, delle forme, degli strumenti del potere istituito. Tutti questi segni del potere sono circolati, sono stati confiscati e rovesciati in un'alterazione dei rapporti di forza. Siamo di fronte a qualcosa di importante: - Differenza rispetto a chi faceva lo sciopero delle imposte, ai contrabbandieri di merci e di sale, ai banditi delle grandi :vie di comunicazione che avevano costituito il sostrato e in certa misura la condizione di possibilità della sedizione. Nel loro caso si trattava di infrangere la legge e di sfuggire al potere. Ma per i Piedi scalzi il rifiuto della legge è al tempo stesso una legge (qualcosa come l'altro versante della legge; cfr. l'annuncio dell'abolizione dei diritti sul fieno); il rifiuto della giustizia si manifesta come l'esercizio di una giustizia; la lotta contro il potere si manifesta nella forma del potere. - Differenza rispetto alla lotta dei parlamentari o dei borghesi che usavano le risorse istituzionali (consuetudinarie o legali) contro il potere regio (rifiuto di registrare le imposte; conquista di privilegi). Per i Piedi scalzi, è una legge completamente diversa che viene proclamata in tutt'altro modo, a partire da un rapporto di forza del tutto differente. Non usano quella che già esiste; ne fanno una interamente nuova. (Da notare l'"homo missus a Deo" che serve da motto a J[ean] Nu-pieds, e che bilancia i segni di congiunzione con il potere regio: è un'altra legge che vuole rompere con la precedente, cosi come san Giovanni annunciava il nuovo regno.) Date queste condizioni, si capisce che non era sufficiente che la rivolta fosse repressa secondo le forme della legge vigente (come se si trattasse di un puro e semplice brigan-
· In questo punto à staia cancellata una frase: "Mal: allo stesso tempo un potere che procede csallamenle nella direzione opposta".
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taggio); né tanto meno era sufficiente una modifica del sistema legislativo (come se si trattasse soltanto di un utilizzo, di un abuso o di un aggiramento della legge). La repressione doveva avvenire al tempo stesso: - come la riconquista di un paese diventato nemico, per il fatto che vi si esercitava un altro potere; - [come] la riappropriazione delle forme del potere, dal momento che erano state confiscate da un'altra classe sociale; - infine come la ridistribuzione delle istanze in cui questo potere si esercitava tradizionalmente: dato che esse si erano lasciate sfuggire i poteri che esercitavano.·
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• Nel manoscritto~ inserito un foglio di dimensioni minori in cui si legge: "A proposito delle pratiche di giustizia. U Fano di bruciare le case~ un'antica pratica giudiziaria di punizione. 'Carta di comune accordo, da parte di Carlo v, il 28 gennaio 1368, alla città di Péronne: [ ... ] "si quis aliquem [ ... ] occiderit et captus fuerit, capite plectetur... el domus ejus {... ] diruetur et mittetur ad HANOI o HA· Noi'. [Diaire, p. 316 nota I; corsivo nel testo.] 'Grand Coustumier du pays et Duchi de Normandie [ ... ]: "Le case dei messi al bando e dei fuorilegge devono essere arse, a testimonianza della loro dannazione, sicché il ricordo della loro fellonia sia per coloro che vem,nno un esempio del bene e induca il timore del male". [ibid.] Nel caso in cui l'incendio rischi di propagarsi alle altre case, 'la copertura e le parti in legno devono essere divelte, e arse altrove ove non si rechi danno ad altri' ([ibid.; corsivo nel testo] De Assise, titolo XXIV). li Glossatore ann&ta: 'Non più in uso ne//'epoet!attuale' [ibid., p. 3 I 7; corsivo nel testo]".
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Note 1 A Rouen l'editto di maggio del 1639 decreta un nuovo dirillo che tassa 1ut1i i tessuti tinti a 4 soldi l'auna e manda degli ufficiali a controllare le tinture; la Cour des aides (cfr. supra e infra, noia 3) è costretta a adottare questo editto il 7 giugno 1639 (cfr. A. Floque1, Hisroire d11 Parlement de Normandie, voi. 1v, cii., pp. 597-598; B. Porchncv, l..es soulèvemenrs pop11laires en France, cit., pp. 438439; M. Foisil, Lll 1'évol1e des Nu-Pieds et /es M!Oltes nom,andes de 1639, cit., pp. 158-163). A Caen la sommossa ha immediatamente inizio con l'attacco alle case di un marchiatore di pelli e di un esattore del sol pour livre sulle pelli (cfr. P. Care!, Une émeure à Caen sous Louis xm el Richelieu, Valin, Caen 1886, pp. 28-29; B. Porchnev, l..es soul~vemenrs pop11laires en France, cit., p. 350; M. Foisil, LI, M!Olle des Nu-Pieds, cit., pp. 268-269) e ha come causa più generale la creazione di una Cour des aides (luglio 1638) e le voci secondo cui essa doveva stabilire la gabella in diverse elezioni della Normandia (P. Care!, Une émeute à Caen sous Lo11is x111 et Ricltelieu, cit., pp. 14-15). Riguardo al sale, cfr. A. Floquet, Hisroire du Parlement de Nom,andii, voi. rv, cii., pp. 560-564; R. Mousnier, Furori contadini, cit., pp. 82-83; B. Porchnev, Les soultvemenls pop11/aires en France, cit., pp. 433-435; M. Foisil, LI, révolte des Nu-Pieds, cit., pp. 152-158. Uno degli elementi che scatena la rivolta è l'ordinanza di dicembre del 1638 sulla gabella (convalidata definitivamente dalla Cour dcs aides nel 1642) che limitava soprattutto i privilegi concessi a diverse regioni della Normandia, i quali avevano in qualche misura permesso agli abitanti di sfuggire al monopolio dei magazzini regi per procurarsi il sale, evitando cosi di pagare la gabella. ' Cfr. Diaire, cii., pp. 401-402. Cfr. anche alcuni versi tratti dnll'appello "Alla Normandia" diffuso dai Piedi scalzi: "~ lui [Beaupré], non lo può negare // di aver instauralo la gabella// e l'imposta sulla cana" (p. 416). Jean Fonin, signore di Beaupré, tesoriere di Francia, consigliere della Cour des aides di Rouen, era un "finanziere", responsabile della nascita dell'elezione di Saint-LO e coinvolto nella vendita delle cariche in questa elezione. Sebbene fosse allarmalo per una possibile insurrezione e si fosse recato dal re per supplicarlo di revocare la gabella, alcune voci lo avevano associato ai partisans, agli appaltatori, e dunque consideralo responsabile dell'instaurazione della gabella. Dovette lasciare la Normandia per sfuggire alla rivolta (cfr. B. Porchnev, Les so11/èvements popu/aires en France, cii., pp. 345-346; R. Mousnicr, Furori contadini, cii., pp. 84-85). 1 Le Cours des aides avevano competenza sui diversi contenziosi, sia civili sia penali, relativi alle imposte direlte e indirclte (taglie, contributi, gabelle, diritti vari), agli appalti e agli esoneri fiscali (come ad esempio i privilegi nobiliari), ma anche ai crimini di natura fiscale. Cfr. F. Lot, R. Fawlier (a cura di), Histoire des institurions françaises au Moyen Àge, voi. n: lns1i1u1ions royales, PUP, Paris 1958, pp. 279-284 (per il Medioevo); G. Zcllcr, Les instilutions de la France au XVf siècle, PUF, Paris 1948, pp. 293-294 (per il XVI secolo) (Fondo BnF). ' Gli "agenti signorili", o ministeriali, in origine sono coloro che amministrano la proprietà per conio del signore: la loro funzione principale è di raccogliere i canoni e sorvegliare l'esecuzione dei servizi che i vassalli devono al signore. Sono ad esempio i "villici" (sindaci o intendenti) e i prevosti, ma anche lulla una serie di intermediari che intervengono nel prelievo dei canoni (cfr. ad esempio M. Bourin, P. Maninez Sopena, Pour une anthropo/ogie du pré/tvemenl seigneuria/ dans /es campagnes médié11ales, voli. 1 e n, Publications de la Sorbonne, Paris 2007). Per la storia di questi agenti e la giustizia signorile nel Medioevo e in età mod1Wna, Foucaul1 si basa soprattutto su: A. Allard, Histoire d• la justice crimine/le au seitième siècle, H. Hoste-Durand & P~one-Alphonse Durr, Gand-
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Paris-Leipzig 1868; G. Duby, Recherches sur l'ivolu1ion des ins1i1u1ions judiciaires pendan/ le X' e/ le xf site/e dans le sud de la Bourgogne, "Le Moyen il.1,c", voli.
52-53, 1946-1947; M. Fcrrand, Origine des jus1ices (todales, "Le Moyen Age", voi. 23, 1921; G. Fourquin, &igneurie e/ (todalill au Moyen Àge, PUF, Paris 1970; F.-L. Ganshof, Étude sur l'administration de la jus1ice dans la rtgion bourguignonne de la fm du X' au dtbul du x11f site/e, "Rewe hislorique", voi. 135, n. 2, 1920, pp. 13 sgg.; B. Gucnée, 11ibunawc el gens de jus1ia dans le bail/iage de &nlis d la fin du Moyen Àge (vers /380-1 SSO), Publicalions dc la Facuhé dcs Letlres dc Strasbourg, fase. 144, 1963; F. Lot, R. Fawtier (a cura di), His1oire des instilulions (rançaises au Moyen Àge, voi. 1: lns1i1utions seigneuria/es, PUF, Paris 1958 (Fondo BnF).
' Le milizie borghesi sono legate al diritto e al dovere di difesa delle città: gli abitanti devono sorvegliare le pone e le mura, e ristabilire l'ordine in caso di sommosse. Secondo alcuni storici (Bouteiller), risalgono alle milizie comunali del Xli secolo; secondo altri (Babeau), al servizio di guardia del XVI secolo, riorganizzalo su un modello militare e suddiviso per quanieri. Sulle milizie borghesi, cfr. A. Babeau, I.A ville sous l'Ancien Rtgime, voi. Il, Didier, Paris 1884, pp. 21 sgg. e, in panicolare a Rouen, H. Bouteiller, His1oire des milices bourgeoises et de la garde nationa/e de Rouen, Haulard, Rouen 1850 (Fondo BnF). Per una sintesi più recente, cfr. ad esempio L. Coste, "Les milices bourgeoiscs en France", in J.-P. Poussou (a cura di), Les socittts urbaines au xvtf site/e, Presses dc la Sorbonne, Paris 2007, pp. 175-190. • Sui parlamenti, cfr. infra, lezione del 23 febbraio 1972, pp. 193 (209/13]194 (211/15], in cui Foucaull si sofferma ancora sulla loro creazione e su.I loro sviluppo. Se il Parlamento di Parigi ~ staio pienamente cosliluilo all'inizio del XIV secolo, bisogna aspettare appena il XVI secolo perché venga istituito il Parlamento di Rouen (con un editto del 1515), uno degli undici parlamenti provinciali in funzione all'epoca della rivolta dei Piedi scalzi. Le Cours des aides (cfr. supra, nota 3) provinciali sono delle succursali della Cour des aides di Parigi, isli· tuita all'inizio del xiv secolo; la prima eone provinciale si stabilisce in Linguadoca all'inizio del xv secolo e una seconda a Rouen, sollo Carlo VII. In molle altre regioni le funzioni delle Cours des aides sono esercitale dai parlamenti. Per la storia dei parlamenti di provincia, cfr. ad esempio J. Pouma~de, J. Thomas (a cura di), Les Par/ements de province: pouvoirs, jus1ice el socit1t, Framespa, Toulouse 1996. Sui presidiali, cfr. infra, noia 1O. ' Diaire, cii., p. vn: "Nella persona del cancelliere Séguier, Luigi xiu aveva voluto mostrare alla Normandia, e alla sua lunga storia di ribellioni, la giustiiia annata" (corsivo nel lesto). 1 Cfr. supra, nota 6. Nella misura in cui derivano dal Parlamento di Parigi, a sua volta emanazione della Curia Regis, della corte del re, i parlamenti si presentano come le emanazioni del potere sovrano. In teoria, l'insieme dei parlamenti forma un solo e unico corpo che permette al re di esercitare la giustizia sovrana su tutta l'estensione del regno (cfr. G. Zeller, Les instilulions de la France au xvf site/e, cit., pp. 147-148). • Per quanto riguarda i prevosti, Foucault si basa su G. Zeller, Les ins1i1u1ions de la France au XVI' site/e, cit., pp. 166-167. Cfr. anche F. Lo!, R. Fawlier (a cura di), His1oire des insti1u1ions françaises au Moyen Àge, voi. u: /ns1i1u1ions royales, cit., pp. 141-144; Y. Bongen, Recherches surles cours larquesdu X' au x11f site/e, Picare!, Paris s.d. (1949]; ried. I.:Harmattan, Paris 2012, pp. 150-152 per il periodo precedente (Fondo BnF). I prevosti (praeposili) furono inizialmente degli agenti signorili, incaricati di amministrare una castellania, prima di designare nello specifico gli agenti regi. Rappresentano il re sia dal punto di vista amministrativo ~ant.iario sia giuridico. 11011:> ruoli sono tuttavia limitati:'sopratlullo dopo l'istituzione dei balivi (bai/lis) alla fine del xn secolo. Le rivalità tra prc-
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vosti e balivi o siniscalchi sono molto diffuse e bisogna attendere l'editto di Cn!mieu ( I 536) perché le loro rispettive competenze siano stabilite con precisione. Ai prevosti spetta dunque di conoscere, in prima istanza, le varie questioni che non coinvolgono i nobili e, in appello, le cause civili sotto la giurisdizione dei tribunali signorili. Hanno inoltre competenze amministrative generali per le funzioni di polizia (che riguardano i mestieri, i mercati ecc.). 10 Sui presidiali, cfr. E. Laurain, Essai sur /es présidiaux, Larose, Paris 1896; G. Zeller, I.es institutions de la Franceau xvr si~cle, cit., pp. 175-177; e più recentemente C. Blanquie, I.es présidiau::c de Richelieu: justice et vinalité, 1630-1642, Christian, Paris 2000; Id., I.es présidiaux de Daguesseau, Publisud, Paris 2004. I presidiali, creali da Enrico II con due editti nel I552 e I 553, sono un'istituzione giudiziaria intermediaria tra i baliati o siniscalcati e i parlamenti, instaurata all'interno dei siniscalcati più importanti. La loro instaurazione aveva suscitalo forti ostilità, sopmuutto da parte dei parlamenti, che in questo modo venivano privati, a loro vantaggio, di una parte della propria giurisdizione d'appello. Esercitano una competenza civile di ultima istanza per le controversie inferiori a 250 lire.e con diriuo di appello al Pqrlamento (non sospensivo) J!er le questioni tra 250 e 500 lire. Hanno anche competenze penali, ma soltanto in prima istanza. Si tratta di un tribunale che doveva intervenire nei piccoli conHitti ed era soprattutto un modo, da parte della corona, di istituire nuove cariche per ottenere denaro. 11 "E poiché le funzioni della Giustizia e della Polizia sono spesso incompatibili, con un'estensione troppo ampia per essere esercitate da un singolo funzionario a Parigi, Noi avremmo deciso di suddividerle.· Si tratta dell'editto di marzo 1667, che istituisce la carica di "luogotenente di polizia" a Parigi e separa nettamente la giustizia contenziosa e distributiva dalla funzione di polizia che, per la prima volta, viene definita in maniera precisa. Per maggiori dettagli su questo editto e il suo contesto, cfr. V. Denis, Édit de mars 1667 créo.nt lo. charge de lieutenant de po/ice de Paris, "Criminocorpus" [online], Histoire de la po/ice, pub, blicato il 1° gennaio 2008 (hllp://criminocorpus.revues.org/80). 11 Foucault si riferisce alla riforma della giustizia avviata da Carlo VII per mezzo delle ordinanze del 1446 e soprattutto del 1454 (Montil-les-Tours), che organizzano le competenze del Parlamento e ordinano la revisione delle consuetudini; portala avanti da Luigi Xli nel 1499 (ordinanza di Blois), che definisce in particolare la procedura ordinaria e straordinaria. Le altre date corrispondono all'ordinanza di Villers-Coueret (1539) e all'ordinanza del 1670, entrambe dedicate alla procedura penale. Per queste ordinanze, Foucault si basa soprattutto su: A. Chéruel, Histoire de l'administralion monarchiqt1e en France, voi. 1, cii., pp. 151-152; A. Esmein, A Hisrory of Continenral Crimina/ Procedure, wirh Special Referenceto France, Little, Brown & Co., Boston 19 I 3, pp. 148-15 I (Fondo BnF). " Nel corso successivo Foucault preciserà in che modo il sistema repressivo (polizia, reclusione ecc.) messo in allo nel XVII secolo sia stato ripreso dalla borghesia alla fine del XVIII secolo, allo scopo di salvaguardare il profitto capila· lista. Cfr. La socierà punitiva, cii., e Surveil/er et punir. Naissance de lo. prison, Gallimard, Paris 1975; trad. it. di A. Tarchetli, Sotvegliare e punire. Nascita della prigione, Einaudi, Torino 1976. Nel frattempo, però, la sua posizione in merito si sarà in parte modificata, come spiega in un'intervista sulla reclusione penitenziaria del 1973: per "rettificare in parte quello che avevo dichiarato" quando "parlavo della plebe sediziosa. In realtà io non credo che sia essenziale il problema della plebe sediziosa, ma il fatto che, a causa delle necessità stesse dello svi· luppo economico, la ricchezza borghese è staia impiegata in un modo tale per cui si è ritrovata nelle mani degli stessi che erano incaricati di produrla. Ogni lavoratore era un.possibile predatore" (À pro~s de l'en(ermement pénitentil.ire, in DE, ed. 1994, voi. 11, p. 438; ed. 2001, voi. 1, p. 1306; lrad. it. di R. Nencini, "A
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proposito della reclusione penitenziaria", in L'emergenv, delle prigioni, cit., p. 131). All'ipotesi secondo la quale il dispositivo repressivo doveva servire innanzitutto per creare delle contraddizioni tra la plebe delinquente e il proletariato, Foucault preferisce l'idea per cui, a partire dal xvm secolo, il capitale borghese - minacciato da tutta una serie di illegalismi tradizionalmente tollerali - ha predisposto un sistema generale di sorveglianza e di repressione penale che doveva rendere impossibili questi illegalismi. Questa tesi è fonnulata da Foucault in La societa punitiva. cit .• pp. I 55-156 e I 68 nota 2. " Si tratta del duca di tpemon, incaricato della repressione della rivolta in Guienna. Cfr. B. Porchnev, Lotte contadine e urbane. cit., pp. 162-197. 11 Cfr. B. Porchnev. Les soultvements popu/aires en France, cit., p. 321: "La lotta contro il giogo fiscale doveva assumere una fonna ben definita. Per far fronte alle autorità, i Piedi scalzi erano obbligati a organizzarsi a loro volta come un vero esercito". O ancora a p. 328: "Cembrione di un potere che si opponeva al potere ufficiale". Sull'idea di un altro potere e la sua organizzazione, cfr. ivi, pp. 327-348. Cinsistenza sul fatto che i Piedi scalzi costituissero un altro potere e fossero impegnati in una lotta per il potere va messa in parallelo con le qsservazioni che Foucault fa in un'intervista ad alcuni studenti liceali, dal titolo Par-deul le bien et le mal e pubblicata su "Actuel" (n. 14) nel novembre 1971 (DE, n. 98, ed. 1994, voi. 11, p. 224; ed. 2001, voi. 1, p. 1092; trad. it. di G. Procacci. P. Pasquino. "Al di là del bene e del male". in Microfisica del potere, Einaudi, Torino 1977, p. 56): il sapere ufficiale presenta i movimenti popolari come se fossero "dovuti alle carestie, alle imposte, alla disoccupazione; e mai come una lotta per il potere. come se le masse potessero sognare di mangiar bene, ma non certo di esercitare il potere". 16 Cfr. B. Porchnev, Les sou/tvements populaires en France, cii., pp. 325-327; R. Mousnier, Furori contadini, cii., pp. 87-88. Jean Quétil. scudiero, signore di Ponthébert, era un nobile nonnanno presentato talvolta come uno degli istigatori della rivolta dei Piedi scalzi e supposto essere, in alcuni rapporti infonnativi, il loro capo. Se ne dissocerà nel settembre 1639 e si rifugerà in Inghilterra. In seguito sarà condannato in contumacia al supplizio della ruota. 17 Foucault riprende qui una delle tesi di Porchnev (Lotte contadine e urbane. cit, pp. 45 sgg.) sulle rivolte popolari del XVII secolo, secondo cui gli storici borghesi del XIX-inizio xx secolo hanno ignorato queste rivolte. mentre si sono focalizzati sul grand s~/e e sull'ascesa parallela della borghesia e dell'assolutismo. Ironicamente, uno dei responsabili di questa lettura, secondo Porchnev, è Augustin Thierry, che tuttavia non avrebbe rifiutato l'affennazione di Foucault: "Che cosa sappiamo di quest'altro potere? Ben poco, vista la natura dei documenti (che provengono tutti o quasi tutti dallo schieramento opposto)" (cfr. poco più avanti). 11 Mtmoires du président Bigot de Monvi/le sur /es siditions des N11-pieds et l'interdiction du Parlement de Normandie en /639, C. Métérie, Rouen 1876, p. 167. Foucault mette questa frase in esergo alle sue schede, su un foglietto speciale: "Da notare: Bigot de Monville, alla fine del capitolo in cui racconta della battaglia di Avranches: 'cosi questa canaglia, che aveva tenuto in scacco per mesi la campagna, fu dissipata in un istante. Portavano uno stendardo con un'àncora di sabbia in campo verde'". 19 Cfr. ad esempio l'appello "Alla Nonnandia", in A. Floquet, Histoire du Par/ement de Normandie, voi. IV, cit., p. 586: "Dopo aver perso tutto[ ... ] non abbiamo ph) scampo"; cfr. più in generale le pp. 580-590 in cui sono riuniti i vari documenti lasciati dai Piedi scalzi; cfr. anche B. Porchnev, Les soulèvements popu/aires en France. cit., pp. 336-348. '° Cfr. la lista dei nomi presi di mira nell'appello "Alla Normandia" e soprattutto nel "Manif5sto del grande e indomito capitano Jean Nudz-piedz, gCJICrale dell'esercito della sofferenza" (A. Floquet, Histoire du Parlement de Normandie.
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cii., voi. 1v, pp. 582-585), che se la prende con le "persone anicchite grazie alle loro imposle", gli "appahalori", i "gabellieri, veri liranni d'Ircania". " Diaire, cii., p. 400: "Cosi, il nome di Jean Nudz-piedz fu dato a un povero e miserabile salinaio che, di solito, aveva questa bella qualifica per il fallo che andava a piedi scalzi sui banchi di sabbia". " Fu chiamato esercito dei Piedi scalzi "per indicare [... ] che i tributi li avevano messi in condizione tale da non potersi permeuere delle calzature" (Mémoire.s de François de Pau/e de Clermont, marquis de Montg/at, col!. Petilot, 2' serie, voi. xux, p. 261 ); o ancora "per far vedere anche nel nome quanto fossero pezzenti" (Histoire du roy Louis Xlii, composte par messire Charles &mani [chez lo V" N. dc Sercy, Paris 1646], libro xu, p. 437). Le cilazioni e i riferimenti sono lralli da A. Floquel, Histoire du Par/ement de Non11andie, voi. 1v, cii., p. 580. " Cfr. l'appello "Alla Normandia", ivi, pp. 585-586: "Mio caro paese, non ne puoi più// a cosa li è servilo essere fedele?[ ... )" e p. 416: "Se non conservate le vostre Carte, Normanni. non avete cuore"'. " Cfr. A. Floquel, Histoire d11 Par/ement de Nom,andie, voi. IV, cii., pp. 580590, in cui tulio ciò è desc1illo in detiaglio; Diaire, cit., p. 428; B. Porchnev, I.es so11/èt>ements populaire.s en France, cii., pp. 327-336, che affrohla ampiamente
questo argomento. " Cfr. Diaire, cit., p. 440; A. Floquet, Hi.stoire du Parlement de Normandie, voi. 1v, cii., pp. 580-581. ,. Come si legge in un'ordinanza di Jean Nu-pieds ritrovata alle porte di Saint-Lo: "Per ordine del generale Nuo-P1Eos i parrocchiani [ ... ] hanno l'obbligo di procurarsi armi e munizioni da guerra, per il servizio del RE e il mantenimento del suo Staio" (A. Floquel, Histoire du Parlement de Nonnandie, cii., voi. IV, p. 589). Cfr. infra, nota 29. " Chiaro riferimento a E.H. Kantorowicz, The King's Two Bodies: A Study on Medieval Politica/ Tlreology, Princelon University Press, Princeton (N.J.) 1957 (lrad. fr. di J.-P. e N. Genel, Lesdewc corps du roi, Gallimard, Paris 1989; trad. il. di G. Rizzoni, / d11e corpi del re: L'idea di regalitd nella teologia politica medievale, Einaudi, Torino 1989), per quel che concerne il "corpo politico" del re (Fondo BnF). I:analisi segue da vicino quella di Porchnev: "Lo stile stesso degli ordini, che imitano quello degli ordini regi, doveva provare che provenivano da un'aulorilà reale che aveva sostituito quella precedente" (I.es so11lèvements populaires "" France, cii., p. 332). In generale, tulto questo sviluppo prende spunto da Porchnev, ivi, pp. 320-348. 11 "Si sono viste molle di queste lellere paslorali stampate e firmate tulle dal suddello More!, con il nome Des Mondrins, e chiuse con un sigillo su cui era possibile vedere due piedi scalzi sopra una falce di luna, con questo mollo: HOMO .,,ssus • DEO" (Diaire, cii., p. 401); cfr. anche A. Floquet, Histoire du Parlement de Non11a11die, cii., voi. 1v, p. 582. 19 Si lraua dell'ordine di mobilitazione generale: "Per ordine del generale Nuo-P1EDS, i parrocchiani e gli abitanti di questa parrocchia, di qualunque qualilà e condizione siano, hanno l'obbligo di procurarsi armi e munizioni da guerra, per il servizio del RE e il mantenimento del suo Stato entro quindici giorni, in modo da poler avviarsi, al primo comando o avvertimento del suddelto signore, in buon ordine e ben equipaggiali, al luogo che verrà prescrino, per la difesa e la libertà della pa11·ia oppressa dagli appaltatori e dai gabellieri; viene inoltre ingiunto l'ordine di non ammellcre traditori nella propria parrocchia e di non lasciar passare sconosciuti senza avvertire il suddelto signore, o qualcuno di questi ufficiali, provvedendo sollecitamenle; in caso contrario, i delinquenti saranuo presi e puniti come•complici e conniventi dei mgnopolisti; è inohre ingiunto ai
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curati e ai vicari di dare letturn del presente ordine.// Stabilito nel nostro campo, alle calende di agosto. // E chiuso col sigillo delle nostre stemmi. // Per il mio Signore, Il Finnato, I.es Mondrins" (A. Floquet, Histoire du Parlemem de Nornrandie, voi. 1v, cii., pp. 589-590). [I nrondrins erano piccoli mucchi di sabbia lasciati dal mare con la bassa marea, N.d. T.) '° Su tutti quesli punti, cr,: A. Floquet, Histoire du Parlement de Nonnandie, voi. 1v, cit., pp. 647-649; B. Porchncv, Les so11/èveme11ts populaires en France, cit., pp. 321-323. Cfr. anche Diaire, cit., p. 414: "Il generale Jean Nudz-piedz fece fare un annuncio con cui vietava a tutti i soldati, pena la morte, di compiere atti ostili sen:i;a un espresso ordine [ ... ). In seguito il signor Delaporte Jouvinière, luogotenente del prevosto, fu costretto a condannare a morte un soldato, che in effetti venne impiccato per dare un esempio". " Cfr. B. Porchnev, Les soulèvemems popu/aires en France, cii., pp. 331-332. " lvi, pp. 328-329. Cfr. Diaire, cii., p. 430: "Il 18 del mese, quelli di Avranches, di Cérences e di Coutances andarono a Gavray, dove c'era una fiera, armati di mosch~tti e picche[ ... ) e dissero che non bisognava pagare nessun dirillo, che la fiera era totalmente (rane4 [ ... ] dissero loro che erano venuti a liberarli dai monopolisti" (corsivo nel testo). " Per tutti questi alti, cfr. B. Porchnev, Les soulèvements popu/aires en France. cit., pp. 330-331. che insiste molto sull'"imposi:i;ione di un genere speciale", i contributi e le ammende, "in primo luogo per i nemici del popolo, i fun:i;ionari delle finan:i;e, gli impiegati dello Stato, i ricchi". 11 caso di Chenevelles è descritto nel Diaire, cii., pp. 427-428. " Cfr. Diaire, cit .. p. 305. Sulla punizione del graticcio, cfr. ad esempio P.-F. Muyart de Vouglans, lnstitutes au droit crimine/, ou Principes ginira11Jc en ces nratières, Le Breton, Paris 1757. pp. 409-410 (Fondo BnF). La punizione del graticcio era generalmente inmna al cadavere di un criminale colpevole di lesa maestà (divina o umana), duello, suicidio o ribellione contro la giustizia. "Si trascina il cadavere su un graticcio, faccia a terra, per le strade e i crocevia del luogo in cui è stato espresso il giudi:i;io di condanna, poi lo si appende a una forca e lo si trascina nella fossa comune" (p. 41 O). " Diaire, cii., p. 354: "Un uomo chiamato Gorin, figlio di un artigiano di Rouen, era il capo, il quale aveva una lista delle case che dovevano essere saccheggiate e conduceva i sediziosi in ognuna di esse, facendo ponare u,i guidone con gli stemmi del re; appena arrivava davanti alla casa che doveva essere saccheggiata, batteva alla porta con delle pin:i;e che aveva in mano, faceva mettere il guidone davanti alla porta, indicando ai sedi:i;iosi che dovevano mettersi a lavorare Il, e diceva loro: lavorate, compagni, e non temete; siamo be,i voluti; diceva ai sedi:i;iosi che era ve,iuto il giomo in cui bisognava stem1inare liii/i i monopolisti" (corsivo nel testo).
Lezione del 15 dicembre 1971
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Una "giustii,ia amuua": lo. tattica repressiva come serie di operazioni circostam.iali; rad.doppio.l'l'lilnto differito del militare per mezzo del civile: scarto cronologico tra la lentezza dell'intervento dell'esercito e l'entrata in scena del potere civile. - Analisi in termini di rapporti di forza: formazione di un apparato repressivo armato, distinto dal corpo dell'esercito, controllato dallo Stato civile e non dai privilegio.ti. Analisi in termini di strategia politico-militare: separazione città/ campagna e popolo/borghesia in modo da permettere la repressione violenta degli strati popolari, e in seguito un trattamento punitivo dei privilegiati e dei parlamentari. - Analisi in termini di manifestazione di potere: teatralizzazione del potere che cela la strategia. adottata e designa i rivoltosi come nemici del re, sottoposti quindi alle consuetudini belliche e non trattati come delinquenti civili. Ognuno svolge il suo ruolo; il cancelliere non svolge quello del vincitore ma del giustiziere che discerne e distingue i buoni dai cattivi. (45/1)
U. REPRESSIONE
La sua classificazione suscita una certa perplessità. - Severa o indulgente? - all'arrivo dell'esercito, esecuzioni sommarie, impiccati rimasti a lungo appesi al portico di Caen, patibolo a quattro braccia 1 - eppure, lo stesso tribunale eccezionale allestito da Séguier sembra essere stato indulgente. Numerosi proscioglimenti. A partire dal [ ... ]; lo stesso Séguier propone l'abolizione delle pene. 2
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• • Nel manoscritto la data è 1;rnas1a in bianco.
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- Selvaggia o legale? - per certi aspetti selvaggia: esecuzione di Gorin3; - legale: grande impegno delle autorità a osservare determinate regole. A conti fatti, non è importante qualificarla, ma analizzare la tattica repressiva adottata.· (4612]
Tessereau, in Chronologie de la Grande Chancellerie (1676), a proposito del viaggio di Séguier dice: "Il re inviò la sua giustizia armata". 4 L'idea di una giustizia armata la si trova formulata molto esplicitamente nei testi di Séguier: - nelle arringhe che rivolge alle autorità normanne - al p[rimo] p[residente] Faucon de Ris, che era venuto a Gaillon per chiedere la sua indulgenza a favore del Parlamento, risponde che "era stato inviato nella Provincia con le armi per fare giustizia". 5 - al luogotenente generale del baliato, Godart (sindaco a vita""), Séguier, entrando a Rouen, dichiara che "non potevano ignorare la giusta indignazione del re, un segno della quale era fornito dalle sue armi; esse però sono usate soltanto per fare giustizia". 6
[47/3]
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Certo, l'idea non è nuova, né tanto meno la pratica. - vigor et justitia nella teoria politica del M[edioevo]; - l'esercito del re svolge una funzione di giustizia all'interno del regno. Ma l'importante è il modo in cui sono definiti i rapporti tra i due apparati, o piuttosto il modo in cui ha funzionato l'apparato repressivo, descritto dagli stessi contemporanei in termini di "giustizia armata".
· In cima al foglio seguente [4612] Foucault aveva annotato e poi cancellato il titolo della sezione: "I. La 'giustizia armata'". "" La carica di maife perpltuel (sindaco a vita) ifon era elettiva, ma istituita dal potere centrale. [N.d.T.]
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Osservazione·
(48/4]
- L'apparato della giustizia armata era complesso ed ete· rogeneo; in ogni caso, è stato episodico e transitorio; sebbene lo si ritrovi all'opera in più occasioni nel corso del secolo (con una serie di varianti}, la sua apparizione era ogni volta collegata a circostanze eccezionali. - Ciò non toglie comunque che questo apparato abbia adottato una selie di strategie, di tipi di funzionamento, di rapporti di potere i quali invece hanno continuato a esistere e sono rimasti costanti. Ed è proprio per applicare tutte queste strategie, per riempire queste funzioni, per fissare questi rapporti di potere che sono state predisposte,.da quel momento, le istituzioni che hanno cosiituito il "sistema repressivo di Stato".'" La "giustizia armata" è stata la risposta, circostanziale ma già sistematica, che ha determinato i punti di ancoraggio a cui in seguito si sarebbe dovuto agganciare il sistema repressivo di Stato, che avrebbe assunto un carattere permanente. La giustizia armata non è un'istituzione, ma un'operazione: una serie di operazioni che hanno attraversato, e in certa misura stravolto, le istituzioni esistenti; ma diversi episodi o aspetti hanno contrassegnato il punto di formazione di istituzioni ancora inesistenti o il punto di cristallizzazione di istituzioni non ancora sufficientemente formate. Ecco perché queste operazioni di giustizia armata sono importanti. ... · Il manoscrino riporta due osservazioni contrassegnate come "A" e "B", la seconda delle quali (cfr. in proposito la nota •••)~stata lasciata a
metà e depennata. 1i"ascrivinmo qui il testo della prima osservazione, sebbene sul manoscritto i primi due paragrafi siano stati barrati. La cancellazione delle due osservazioni sembra essere awenuta in un secondo tempo (visto l'uso di due stili diversi). Inoltre, nella prima Foucault ha cancellato la "s" dalla parola "Remarques" (osservazioni) e la "A", a di· mostrazione del fatto che volesse conservare questa prima osservazione, depennata in una fase successiva. ·· Sul manoscrillo si legge: "nuovo sistema repressivo di Stato", ma Foucault ha cancellato la parola "nuovo". ... I due paragrafi che seguono sono (leggermente) cancellati: "B. Seconda osservazione Nel succeden,i dei vari episodi e dei momflllti di stasi, l'operazione della giustizia armata si svolge su tre livelli:
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(49/S)
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"L'esercito prima della giustizia
Il primo aspetto di questo evento è lo scarto cronologico tra l'anivo dell'esercito e l'entrata in scena della giustizia. Sintesi della cronologia 7: - Gassion viene inviato all'inizio di novembre. Il 15 occupa Caen. Battaglia di Avranches il 17 dicembre. Entrata a Rouen il 31 dicembre, due settimane più tardi. - Séguier parte il 18 dicembre, [il) 19 [è] a La Barre, [il] 20 a Pontoise, [il] 21 a Rosny, [il] 22 a Gaillon, dove si stabilisce. Non si unisce all'esercito di Gassion; lascia che si aggiri per le campagne, che rimanga alle porte della città; infine lascia che si installi a Rouen prima di fare il suo ingresso in città.
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In questa cronologia saltano all'occhio due cose: (1) che l'esercito, dopo aver occupato Caen e sconfitto i Piedi scalzi, ci abbia messo cosl tanto per installarsi a Rouen, dove già da parecchio tempo non si verificavano più disordini; (2) che la giustizia si sia sommata all'intervento dell'esercito, ma con estrema lentezza, vale a dire: - da una parte, che la repressione non sia stata esclusivamente militare, e che si è ritenuto di doverla raddoppiare con una repressione civile o politica; - dall'altra, che durante un periodo relativamente lungo l'esercito sia stato lasciato da solo; e che fino all'inizio del 1640 le due azioni siano rimaste separate. a) Questi due fatti (l'intervento dell'esercito; il raddoppiamento differito del militare per mezzo del civile) riflettono un certo rapporto di forze a livello del potere, e anche a livello della provincia.
- al livello di una strategia politico-militare, si è cercato di dividere le forze coalizzate contro il potere, di sciogliere la loro alleanza, di metterle in contrapposizione, di fare leva su alcune per reprimei-e le altre, pagando il prezzo di queste alleanze[ ... ]". • Titolo del111,5ezione preceduto dal numeto: "1" (cancellato, in mancanza di una seconda suddivisione).
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[Sin)
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1 - Provincia: - Nel 1635, in Aquitania, problemi di una certa gravità avevano potuto essere repressi dallo stesso governatore, con le sue truppe o quelle che aveva di stanza alla frontiera spagnola. 8 I meccanismi e le forze repressive messi in gioco erano interni alla provincia.[ ... ]' - [In Normandia)"" bisogna fare appello a truppe esterne. La guerra ha sguarnito il paese. Grazie a questa carenza di truppe, appare con grande chiarezza la funzione svolta dall'esercito: funzione di polizia, di mantenimento dell'ordine; forza di dissuasione e di repressione politica. - Ma nel momento stesso in cui le truppe non sono più sufficienti per assicurare l'ordine della provincia direttamente sul territorio, ecco che i parlamentari, i nobili, i borghesi delle città non garantiscono più il drenaggio della fiscalità. Appare quindi chiaro che la centralizzazione della rendita attraverso l'intermediazione dello Stato e dei suoi agenti poteva essere assicurata soltanto attraverso la presenza in loco di uno strumento di coercizione armata. La pressione fiscale poteva essere mantenuta solo con la violenza. Lo si sapeva fin dal Medioevo: la forza armata deve esercitare una pressione. Ma a emergere ora è anche un altro aspetto: - la grande aristocrazia feudale (legata alla difesa dello Stato che assicura il prelievo della rendita centralizzata) non ha più la forza per assicurare l'ordine sul territorio; - è necessaria quindi una forza armata specifica, che dovrà esercitare la pressione su due fronti: -i poveri, - privilegiati. È evidente dunque l'incompatibilità della guerra con la fiscalità feudale (la fiscalità centralizzata permette la guerra di Stato, ma la guerra che drena le truppe via dalla provincia impedisce il prelievo fiscale - [il che] rende immediatamente necessaria la guerra). Ne deriva la necessità di un apparato di repressione - distinto dall'esercito - armato come quest'ultimo, - dipendente dallo Stato (e non dai privilegiati).
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· Illeggibile. •· Il manoscrillo dice: "Oui" .
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2 - Al livello del potere centrale, se l'intervento di una forza armata esterna riflette un certo rapporto di forze nella provincia, l'intervento di un potere civile repressivo riflette un certo rapporto di forza al livello del potere centrale. - Infatti, in ottobre e poi in novembre, il potere si era congratulato con il Parlamento di Rouen per il suo coraggio nel domare la sommossa. 9 Sincere o no che fossero queste congratulazioni, ha poca importanza: esse indicavano che il potere contava sulla partecipazione del Parlamento alla repressione, eventualmente per guidarla. Sottovalutava il conflitto tra finanzieri e parlamentari (i quali si rifiutavano di ristabilire gli incarichi). 10 - Solo a quel punto sono intervénuti i finanzieri. In seguito i parlamentari si sono lamentati di essere stati denunciati dai finanzieri cacciati dalla Normandia (in particolare da Le Tellier). 11 Ma una cosa è certa: tra i parlamentari che rassicuravano il re sulla loro fedeltà e i finanzieri che attaccavano i parlamentari, sono stati i finanzieri a spuntarla. Cosi, il 14 dicembre il re decise di inviare Séguier e i rappresentanti del potere civile, e di mettere l'esercito ai suoi ordini.
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Questa decisione ha un duplice significato: - la forza armata che ha la funzione di mantenere l'ordine deve avere una direzione civile, - e questa direzione non è più quella delle antiche istanze del potere, bensi quella di un apparato di Stato controllato (non più dai detentori dei feudi o degli incarichi ma) dai finanzieri. b) Questo duplice intervento, lo scarto temporale tra l'intervento dell'esercito e quello del potere civile, la lentezza dell'uno e dell'altro, obbedisce d'altronde (e a un altro livello) a un calcolo (strategia) politico-militare.
1 - Il grande pericolo emerso in Aquitania nel 1635 era costituito dal legame tra il movimento contadino e il movimento urbano. Un legame che assicurava l'approvvigionamento degli insortj,nelle città da parte dei, contadini, e • la possibilità da parte dei contadini di avvalersi di punti
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d'appoggio fortificati in città quando erano minacciati in aperta campagna. 12
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2 - Il potere vuole evitare che [in Normandia] si crei la stessa congiunzione, ed ecco dunque la ragione dell'alternanza di lentezza e rapidità. - Gassion si precipita subito a Caen per avere un punto d'appoggio sicuro; - poi si riversa nelle campagne per impedire l'insurrezione in massa dei contadini (i Piedi scalzi avevano non più di 4000-6000 uomini armati, ma potevano mobilitarne molti di più). 13 E nel momento in cui essi si riuniscono ad Avranches, li , attacca e li sconfigge proprio sotto le mura della città. 3 - Quanto a Rouen, "grande città del regno", in cui si trovava un focolaio della rivolta plebea e dell'opposizione borghese e "privilegiata", bisognava: - isolarla dagli altri movimenti periferici (contadini), - dare l'esempio di un castigo urbano (Caen), e soprattutto - tenere ben nascosto ai borghesi e ai parlamentari che sarebbero stati a loro volta puniti. Comportarsi come se la repressione fosse solo militare e dovesse abbattersi soltanto sul popolo, lasciando il tempo ai privilegiati di riunire il loro potere e servire da punto d'appoggio volontario per una repressione che avrebbe coinvolto loro stessi.
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Per questo Gassion alterna l'occupazione delle città al rastrellamento delle campagne. Per questo Rouen è solennemente isolata prima di essere punita. Per questo, infine e soprattutto, si lascia che l'esercito compia una repressione violenta tra gli strati popolari; e si ha cura di nascondere ai privilegiati il trattamento che subiranno; vengono lasciati nell'incertezza del ti-. more e della speranza; fino al 3 gennaio (fino all'occu-, pazione di Rouen) saranno tenuti all'oscuro sull'interdizione del Parlamento, della Cour des aides e dell'assemblea municipale, oltre che sul trasferimento alla competenza regia delle entrate demaniali e patrimo-J o -~ niali della città. 14
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In questa tattica politico-militare, si vedono tracciarsi molto chiaramente le linee di separazione che in futuro saranno seguite dall'apparato repressivo di Stato: (I) linea di separazione tra le campagne e le città; (2) linea di separazione tra i più poveri (il popolo minuto) e le classi più agiate (i privilegiati). Riguardo a queste linee di separazione, bisogna osservare: - innanzitutto che sono diverse dalle linee che separavano tradizionalmente le istanze del sistema penale, e che differenziavano la penalità per i nobili, quella per gli ecclesiastici e quella per il terzo [Stato]; - che queste linee riattraversano e trasformano in fronti separati gli assi di fragilità di una società feudale in via di trasformaziofle in società capitalista.'Le comunicazioni città-campagna e la coalizione popolo-borghesia sono pericolose tanto per i feudatari (che vogliono conservare la fiscalità grazie a cui vivono) quanto per i finanzieli e gli imprenditori (che da una parte si finanziano proprio a partire da questo prelievo fiscale e (dall'altra] vedono in esso la garanzia dei salari bassi). Si capisce come il sistema repressivo che garantisce il mantenimento della rendita feudale (durante gli ultimi centocinquant'anni della sua esistenza) abbia potuto essere rivalutato in gran parte (e con diverse modifiche) dall'apparato di Stato della società borghese. In altii termini: il pericolo che per la feudalità" rappresentavano una comunicazione città-campagna a livello della plebe e una coalizione urbana (popolo-borghesia) ha reso necessario uno specifico sistema di repressione (nel XVIIXVIII secolo). Lo si è rimosso solo per il breve momento in cui la borghesia ha avuto bisogno di questa comunicazione e di questa coalizione politica per liquidare i resti del regime feudale e le sue forme di prelievo fiscale. Ma si è dovuto ristabilirlo subito (in forme nuove, molto più coerenti e più malleabili) perché solo al riparo da questa duplice separazione politica (città/campagna, popolo/borghesia) il capitalismo ha potuto svilupparsi negli interstizi del sistema feudale; ed era proprio di questa doppia separazione che aveva ancora bisogno. 15
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• Sull'uso del termine "Feudalità", cfr. infra. p. 312 nota 14. [N.d.T.)
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c) Questo duplice intervento, e il ritardo di uno rispetto all'altro, può essere analizzato a un terzo livello (il primo: rapporto di forze; che lo determina; il secondo: strategia politico-militare, che lo regola). Il terzo livello sono le forme, la gerarchia, i circuiti e i rapporti di potere che vi si manifestano. [Sono forse questi i tre livelli ai quali si può analizzare un evento politico: -produzione di un rapporto di forza· - regolarità strategica - manifestazione del potere. Diciamo che lo si può cogliere al livello delle sue condizioni di possibilità; della razionalità della lotta che si instaura; della scena in- cui avviene.]"" In che modo il potere si manifesta in questo episodio (i due interventi e il loro scarto cronologico). Quali
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rapporti di potere sono visibili? Rapporti di potere che - trascrivono, e allo stesso tempo sottolineano e spostano i rapporti di forza che li sottendono; - seguono e mascherano la strategia adottata.··· Ripercorriamo quindi gli eventi accaduti in Normandia al livello delle manifestazioni di potere. E nelle forme in cui essi si dispiegano: - chi rappresenta il potere (quali individui, quali corpi costituiti e a che titolo)? - secondo quale gerarchia lo rappresentano (da quale schema di dominio e di sottomissione il potere si fa rappresentare)? - in che punto, luogo e circostanza il potere si manifesta (su quale teatro e per rappresentare quale scena)? - e in queste scene di manifestazione del potere quali · In conFonnità con il manoscrilto in entrambi i casi. ·· Nel manoscrino questo passaggio ~ tra parentesi quadre. ... Segue un passaggio cancellalo: "A queslo lilolo [le] maniFes1azioni del rapporto di po1e1-e raddoi>piano la slrategia (ne fanno parie a un secondo grado e hanno effello sul rapporto di forza che [esse] pennetlono di rinnovare e che Fanno accel· lare come istituzione). I segni, le cerimonie, i rili, tulle le fonne visibili del polere non sono pure e semplici 'espressioni" e traduzioni ridondanti: sono i varchi di passaggio dei rapporti di forza e la duplicazione delle stralegie poli1ico-mili1ari".
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sono i ruoli, che gesti si fanno, che discorsi si pronunciano? Che cosa viene detto, o piuttosto che cosa viene manifestato? Queste cerimonie, questi riti e gesti, infatti, non vogliono dire nulla. Non dipendono da una semiologia, ma da un'analisi delle forze (del loro gioco, della loro strategia). I segni che vi appaiono devono essere analizzati non [attraverso) una semiotica degli elementi, ma dentro una dinastica delle forze. 16 (59/15]
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Che cosa vogliono manifestare l'invio dell'esercito e il ritardo del potere civile? 1 - Innanzitutto vogliono dimostrare che gli in~orti sono diventati nemici del re; éhe si sono autoesclusi dal corpo civile costituito dai sudditi; che non possono quindi beneficiare della protezione e dei privilegi riconosciuti da questo ordine. Non sono quindi dei delinquenti che, all'interno dell'ordine civile, hanno commesso un crimine e ai quali bisogna applicare sia la protezione sia il rigore della legge. Sono dei nemici a cui si applicano le consuetudini di guerra. È questo il motivo per cui, in un primo tempo, l'ordine civile non deve comparire. Per tutta la fine dell'anno ci sarà la presenza soltanto del re e dei suoi nemici, un esercito contro un esercito, vincitori contro vinti. I:ordine civile comparirà soltanto con l'anno nuovo. Si spiega cosi il carattere esclusivamente militare delle manifestazioni del potere in novembre e dicembre. Gassion entra a Caen come in una città conquistata. "A mezza lega da Caen, fece marciare le sue truppe in buon ordine a tamburo battente e una volta entrato occupò le principali porte della città, diede poi a ogni soldato un biglietto dov'era indicata l'abitazione in cui doveva alloggiare" (Bigot de Monville). 17 Quello degli alloggiamenti fu un problema importante per tutto il periodo della repressione in Normandia. Era consuetudine che all'interno del regno l'esercito rispettasse l'ordine civile, e che non si stabilisse presso coloro che per nascita o per le funzioni che esercitavano erano esentati dagli oneri fiscali dell'esercito (nobili, parlamçntari, ufficiali, chierici,). Questa regola tuttavia non fu applicata, e l'esercito venne alloggiato
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ovunque, come se la sua presenza non fosse vincolata a nessuna delle regole dell'ordine civile. 11 E anche i prigionieri che Gassion identificò come i capi furono trattati come nemici del re. "Bras-nus" e altri quattro furono condannati al supplizio della ruota (come per i crimini di lesa maestà), ma inoltre il loro corpo fu tagliato a pezzi ed esposto cosi alle porte della città 19 : supplizio rituale dei traditori del re, che erano passati al nemico, [avevano] consegnato la città e l'avevano difesa contro il re. Quindi, in un primo tempo il paese fu punito dall'esercito senza che fosse presente la giustizia, in quanto nemico del re. Non tutto il paese, a dire il vero, soltanto una parte: le campagne e i contadini. Rouen, il grande centro urbano, doveva subire un trattamento diverso. [61/17)
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2- Ora, mentre si scatena l'esercito in assenza della giustizia, il potere civile esibisce in maniera molto teatrale il suo ritardo, il suo allontanamento, la sua assenza. È a Parigi, e se anche il suo rappresentante si avvicina, lo fa a piccole tappe. Séguier si ferma a Gaillon, alle porte della Normandia, mentre Gassion è fermo alle porte di Rouen, senza entrare in città. 20 La scena resta vuota, o meglio le due forme del potere (l'esercito e la giustizia) predispongono uno spazio vuoto e un tempo morto affinché le forze avversarie che devono essere represse si manifestino, si dividano, si scompongano, stringano nuove alleanze, compiano i gesti rituali della sottomissione, si denuncino e si tradiscano a vicenda. Ed è cosi che si vedono avanzare sulla scena, sul teatro del potere, 21 rivestiti delle loro insegne e pronunciando i loro discorsi, i parlamentari, gli scabini e il loro sindaco, l'arcivescovo di Rouen, i quali - ciascuno a suo modo - riprendono il ruolo che il rito politico gli assegna, ma all'interno di questo ruolo, difendono i propri interessi, propongono alleanze, negoziano il loro appoggio e la loro sottomissione. In un certo modo questo teatro non fa che continuare il gioco delle forze e i calcoli strategici. Ma con una duplice, importante modifica: - da una parte, il gioco si protrae nel vocabolario, nei gesti, nelle formalità dell'istituzione politica (vale a dire sullo sfondo di un'essenziale accettazione di q,uesta islhuzione); •
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- dall'altra, è assente dalla scena il personaggio che rappresenterebbe o sarebbe il portavoce dell'elemento essenziale nel campo delle forze e dell'elemento determinante nel gioco delle strategie. Sulla scena del teatro politico non sono presenti le forze popolari (contadine o urbane). La trascrizione in un'istituzione politica accettata e l'esclusione dell'elemento principale delle forze e delle strategie - caratterizza[no] questo teatro - e sono qualcosa di completamente diverso dalla semplice espressione delle forze presenti. _(63/19) Ma è propri,o questa differenza che permette al teatro di avere, per mano di alcune forze, un effetto sullo scontro globale di tutte le forze coinvolte. In questo teatro i cui personaggi sono il primo presidente del Parlamento, il sindaco, l'arcivescovo, il re (assente), il cardinale (silenzioso) e il cancelliere che avanza a piccoli passi, che cosa accade? Ognuno gioca il suo ruolo (quello che gli pare più vantaggioso o più conveniente); ma il potere, che su un lato della scena tiene in riserva le sue truppe, costringe sia gli uni sia gli altri a modificare i propri ruoli, e un po' per volta a dire le cose, a fare i gesti che esso richiede.
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a) Il sindaco a vita e l'arcivescovo22 offrono subito la sottomissione globale e collettiva della città, il suo impegno d'ora innanzi a essere fedele al re, la promessa di seguirne ciecamente la volontà, senza far valere alcun diritto. Godart du Becquet (il 22 dicembre a Gaillon): rassicura il cancelliere sulla fedeltà degli abitanti di Rouen "al servizio del Re, alle cui volontà obbediranno senza che sia necessario costringerli con le truppe; che il re non potrebbe desiderare altro che il riconoscimento della loro colpa, che ne chiedessero il perdono e ripagassero coloro che avevano ricevuto qualche danno". 23 Poco prima, Harlay aveva scritto a Richelieu: "Tutte le volte che vostra eminenza vorrà degnarsi di prescrivere a Rouen una condotta, essa sarà inviolabilmente osservata; • e la croce marcerà in testa al gregge". 24 QueS'ta sottomissione globa1e e apparentemente sponta-
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nea, il potere la pretende proprio perché si ferma alle porte di Rouen. È senza dubbio la prima condizione per riqualificare gli abitanti come sudditi del re. Necessità di una sottomissione volontaria. Ecco il motivo dell'irritazione di Séguier quando l'arcivescovo propone di presentarsi davanti a lui, indossando la mitra, con tutto il popolo della città inginocchiato al suo cospetto. La sua irritazione di fronte ai sermoni dell'arcivescovo che commenta Aggeo "[veniet Desideratus cunctis gentibus)"" 25 e Geremia. Questi riti e questi testi infatti sono rivolti, in nome di un popolo, al potere straniero sotto il quale esso sta per cadere ... L'atteggiamento dell'arcivescovo in questa scena è un controsenso poiché, offrendo la sottomissione del popolo, esso qualifica il re comé nemico (o salvatore),"mentre dal punto di vista del potere il popolo, sottomettendosi, si qualifica come suddito. [Calcolo dell'arcivescovo]'"· [65121)
[66122)
b) È anche la ragione per cui, a questa sottomissione che egli invoca, il rappresentante dello Stato risponde come se non l'avesse sentita. Pretende la sottomissione ma non vuol essere costretto né nel ruolo del nemico a cui ci si sottomette né in quello del sovrano che concede il perdono a chi offre la propria sottomissione. Il potere vuole essere riconosciuto nel ruolo di colui che separa e distingue, che perdona gli uni e non gli altri, che fa leva su alcuni e attacca gli altri. Per questo motivo Séguier risponde ... - A questa richiesta, il potere risponde sempre allo stesso modo: non c'è da aver paura; ma per i colpevoli il castigo è inevitabile. Sarà il potere a distinguere tra i buoni e i cattivi, tra i colpevoli e gli innocenti. A Godart du Becquet Séguier risponde cosl: "Gli innocenti non hanno nulla da temere; soltanto coloro che hanno sbagliato subiranno gli effetti della giusta collera e dell'indignazione del re". 21 · li manoscritto dice: "ve11ia1 cu11ctis ge111ibus desideratus". ·· A margine del manoscritto si legge: "'e relega il re a essere o il sovrano desiderato da tutti i popoli, o il nemico che seegnerà quel poco di luce che resta in Israele"." ••• Tra parentesi quadre nel manoscril'to. •
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Al p[rimo] p[residente] Séguier risponde: "I buoni saranno ricompensati e non devono temere nulla, e i cattivi saranno puniti". 28 - Ed ecco che la risposta dei notabili e del patriziato non si fa attendere. Chi sono i buoni, chi sono i cattivi. - Godart du Becquet fa notare a Séguier che la presenza delle truppe graverà soprattutto sulla "gente perbene, che aveva represso la sedizione; mentre arricchirà il popolo minuto che aveva causato il disordine e la sedizione; i facchini avranno il loro tornaconto portando gli stracci di chi è al seguito del Cancelliere". 29 - Il visconte di Coutances rivolto a Séguier; al momento del suo ingresso: 'Terrore non è stato commesso dagli abitanti di questa città, questa infima plebaglia non è che la feccia e l'escremento, e non si farebbe giustizia al re sacrificando, come un novello Iefte, quel che gli è di più caro in questa città". 30
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Note 1 Si trallen:bbe in reahà di Avranches: cfr. A. Floquel, Histoire du Parlenwtt dt! Nomu,ndit!, voi. IV, cit., p. 659: "Gasslon entrb da vincitore ad Avranches, che le sue ln,ppe, ormai esasperate do uno resistenza tanto Furibonda, trattarono alla slregua di una cillà conqulslala. Alcuni prigionieri [ ... ) furono impiccali, seduta slanle e per ordine suo, a,)i olmi del Porticalo [ ... ]. Furono allestile In 1u11a rre1ta forche e n,ole, e alcuni sediziosi arrestati furono immedlatamenlc giustiziali". li palibolo a quauro braccia t installalo per ordine di ~guier, sempre 11d Avranchcs, presso Il mercato del cereali. Cfr. Diaire, cit., p. 307. ' crr. Diaire, cit., p. 444: "Memoria che riguarda Il condono dei Piedi scalzi nella diocesi di Avranches", La memoria non t datala, ma precede il maggio del 1641, quando li re proclamo li loro condono. ' Sull'esecuzione di Gorin, eh: infra, lezione del 12 gennaio 1972, pp. 84 [82/2)-85 (8414). ' A. T~reau, Histoire chronologiquc de la Crande Chanc:ellem de France, Pierre Le Petil, Parli 1676, p. 387: "Dalo che la sedizione, invece di sm'orzani, si ampliava di giorno in giorno, Sua Maeslil decise di inviare la sua giustizia armala". ' Mimoires d11 p~ident Bigot de Monville, cii., p. 204: "Che venne lnvialO nella provincia per fare giustizia". SI parla di Charies Faucon de Ris (morto nel 1644), primo presidente del Parlamento. • Diaire, cii,, p. 66: "In verità non polevano ignorare la giusta indignazione del re, avendone avu10 i segnali dalle sue armi; che perb sono usale solo per applicare la sua giustizia". Foucaull si riferisce ad Arthur Godart, consigliere di Stato, sindaco a vita di Rouen e luogolenente del ballato della città. ' Jcan de Gassion (1609-1647), maresciallo di campo. t descriuo da Roland Mousnler come "un vecchio soldato che aveva panccipato" dal 1630 al 1632 "a tulle le guerre di Gustavo Adolfo, re di Svezia, e a tutte quelle di Luigi xm" (Furori contadini, cit., p. 93). Dispone di 4000 uomini e di diversi alfieri di cavalleria. Su Gasslon, cfr. H. Drevillon, L'irorsme cl rq,reu,,c de l'absolut/sme. L'uempk du nrarkhal de Gassion (1609-1647), "Politix", voi. 15, n. 58, 2002, pp. 15-38. Sulla cronologia degli eventi, cfr. supra, lezione del 24 novembre 1971, p. 27 nota 3. • Sulla rivolta In Aquitania nel 163S e suUa s11cçcssiva repressione, efr. B. Porchnev, I..es soultvemenu popu/aircs en France, cit .. pp. 160-186. La repressione fo condona dal duca di ltpemon, ma la lettura di Porchncv t piil cauta rispetto a quella di foucauh: in un primo tempo il duca di ltpemon avrebbe messo in atto 11na repressione assai moderata (Porchncv parla persino di -11U11tività") perchl! non disponeva di forze sufficienti, non poteva fare ricorso alle INppe sul fronte spagnolo e temeva che la rivolta si estendesse a tutta la Guicnna (cosa che infine si verificò). Più che una repressione con le armi, secondo Porchnev, fu una politi, ca di arretramenli e di concessioni che fini per ristabilire un relativo ordine. • Cfr. A. Floquel. Histoire du Parlement de Normandi•, cii., voi. IV, pp. 622· 624. Cosi Séguier spiega ai consiglieri Le Noble e Goclart de Bracquetult: -Voi potele testimoniare davanti ai depulali del Parlamento di Roucn [ ... ) che ringra· zio per l'auenzione che hanno avuto in questa occasione[ ... ] Li prego di procedere come hanno cominciato. So che il Parlamento si t impegnato a fondo" (p. 623) e il re si dichiara "molto soddisfallo del buon servizio reso dal hrlamento per placare la sedizione" (p. 624). 11 Cfr. ivi, pp. 625-626.II ritardo nel ristabilire alcugi incarichi provoca FII'· ritazione del re. Soltanto il 1° dicembn: il Parlamento cmetlc un decreto per ri-
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stabilire alcuni incarichi, che rlauardano unicamente i diritti più antichi. Ma di\Oellterà effettivo soltanto quattro mesi dopo. " Cfr. lvi, pp. 638-644. Sulla lotta tra i finanzieri e i parlamentari, cfr. B. Porchnev, us soulivu,,en,s populaires en France, cit., pp. 485-488. Sul caso Le Telller e sul Fatto che con le sue lamentele "aveva determinato cJi effetti dovuti aJrira del re", eh: Mt!moires d11 prisident Bigot de Monville, cii., p. 108. 11 Cfr. B. Porchnev, Lotte contadine• urbane, cit., pp. 172-174. " Cfr. M. Foisil, lo. rivolte du Nu-Pieds et lu rilloltes normandes, cit., p. 181. " J.:occupazione di Rouen si svolge in realtà in diverse tappe: Gassion entra a Rouen con le sue truppe il 31 dicembre 1639; Squier entra in città il 2 gennaio J640 e risponde con durezza ai membri del Parlamento, della Cour des aides, del presidiale e ai funzionari del viscontado giunti ad accocJierio e a fare le loro perorazioni. Secondo Floquet. Squier ·era al corrente delle dichianizioni del re, rimaste fino ad allora segrete, che ponevano un interdetto sia sul Parlamento sia sulle altre istituzioni della città" (A. Floquet, Histoin du Par/ameni de Nom,andie, voi. rv, cit., p. 680). Le varie interdizioni (del Parlamento, della Cour des aides, del sindaco a vita e degli ufficiali comunali) furono effettivamente pronunciate il 3 gennaio (eh: ivi, pp. 683-687; Diain, cii., pp. 78-87). '' Cfr. supra, lezione del I• dicembre 1971, pp. 48-49 nota 13. Queste affermazioni richiamano tutta una serie di testi coevi In cui Foucault insiste sul Fatto che il sistema penale ha essenzialmente la funzione di int.-odurre delle contraddizioni o delle rotture tra sii elementi sociali, per scongiurare i pericoli legati alla comunicazione (città/campagne e popolo/borghesia nel XYIMMn secolo, plebe delinquente/proletariato nel xix-xx secolo). La rottura tra città e campagne ricche11ia, d'altra parte, i dibattiti dell'epoca sul ruolo dei contadini nella Rivoluzione cinese e in tutto l'insieme di lotte nel paesi del Teno mondo (Vietnam, Cambogia, Sudamerlca ... ). Ricordiamo ad esempio che anche le opere classiche di Lucien Bianco sullo stesso argomento risalgono a questo periodo (Lu origina de la rillolution chinai.se esce nel 1967), e che anche negli ambienti maoisti francesi si discute dell'alleanza tra contadini e operai francesi (si veda, a titolo di escmr.·o, l'appello dell'Unione dei giovani comunisti manciSli-leninistl: "In che modo a bor-ghesia francese tenta di allearsi al popolo delle campagne", nel I 968, che esorta a combattere la strategia della borghesia "tesa a dividere il popolo, in particolare gli operai dai contadini", e l'esperienza sviluppata dal 1970 dall'Unione mancista-leniniSla del comunisti &ancesi nelle campagne della Francia, che nel 1976 sarà all'origine della pubblicazione del Liwr des paySllrrs pauvntS edito da Maspcro). Nel dibattito di Foucaul1 con i maoisti "sulla giustizia popolare" (DE, n. 108, ed. 1994, voi. 11, pp. 340-369; ed. 2001, vol 1, pp. 1208-1237; trad. di R. Nencini, "Sulla giustizia popolare", in L'mlogenu, delk prigioni, cii., pp. 86-1 I 1), mentre Foucault sottolinea che la veni contraddizione t Ira la plebe delinquente e il proletariato, Gilles (Andn! Glucksmari) si chiede se "quel che minaccia la borghesia non [sia) piuttosto quest'incontro tra s)i operai e i contadini" e auspica "la fusione dei metodi di lotta proletari e di quelli della gueffll contadina". Foucault ribatte: "Si può dire che i rapporti operai-contadini non sono stati affatto l'obiettivo del sistema penale occidentale del XIX secolo; si ha l'impressione che la borghesia[ ... ) abbia awto relativamente fiducia nei contadini" (p. 357/p. 1225; trad. il. ciL, p. 101 ). 16 A quanto sembra, compare qui per la prima volta il concetto di "dinastia", che si ritroverà nelle lezioni successive (cfr. infra, lezioni del JO e dell'8 marzo 1972) e che sarà ripreso in la soci•tii punitiw, (cii., pp. 97-98 e le note a pp. 107-108, 223 e Nota del curatore, p. 307), nell'intervista del 1973 con S. Hasuml Intitolata "De l'on:Mologie à la dynastique· (DE, n. I 19.~. 1994, voi. n, pp. 405. 416; cd. 2001, voi. ,. pp. 1273-1284; trad. it. di A. Petrillo, "Dall'archeologia alla
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dinastica", in Archivio Foucau// 2, cii., pp. 71-82), e anche in "La vérité et les formes juridiques·, le confcrenze pronunciate all'Università cattolica pontificia di Rio de Janeiro, tra il 21 e il 25 marzo 1973 (DE, n. 139, ed. 1994, voi. li, pp. 538-646; ed. 2001, voi. r, pp. 1406-1514; trad. it. di A. Petrillo, "La verità e le forme giuridiche". in Archivio Foucault 2, cit., pp. 83-165): "Facciamo ricerche dinastiche", p. 554/p. 1422; trad. it. p. 98). Sebbene in questa fase i termini "dinastico" e "genealogico" siano spesso usati da Foucault in modo equivalente, la dinastica presenta alcune caratteristiche che meritano di essere messe in luce. 1) Si oppone a una "semiotica" o a una "semiologia" dei segni, che interroga gli elementi (discorsi, gesti, immagini ccc.) dal punto di vista del loro significato. È evidente il riferimento a Barthes: com'" noto, infatti, negli Elementi di semiologia (11 grado uro della scrittura, 1964) e nel Sistema della moda (1967), Barthes si era proposto di sviluppare una semiologia intesa come "la scienza di tutti i sistemi di segni", prendendo in prestito i concetti fondamentali dalla linguistica strutturale (lingua/parola, significato/significante, sistema/sintagma ecc.) per applicarli a elementi e a giochi di segni non-linguistici. La dinastica li $tudia invece come dei "segni" [marques] che traducono, il livello della rappresentazione, il gioco regolato dai rapporti di forza e dalle sottostanti lotte di potere. È palese, in questo contesto, il riferimento a Nietzsche (e anche al Nie1uche di Deleuze, uscilo nel 1962 [Nietuche et la philosophie, PUP, Paris; trad. il. di F. Polidori, Nietuche e la filosofia, Fehrinelli, Milano 1992]. che alle pp. 81-95 descrive il gioco differenziale delle forze e l'arte del genealogista come interpretazione di tali rapporti). Inoltre, la nozione stessa di "segni" [marques] rimanda all'analisi svolta da Foucault in "Nietzsche, la généalogie, l'histoire" (DE, n. 84, ed. 1994, voi. li, in particolare pp. 143-146; ed. 2001, voi.,, pp. 1011-1014; trad. it. di A. Fontana, P. Pasquino e G. Procacci, "Nietzsche, la genealogia, la storia", in // discorso, la storia, la verità. lmerventi 1969-1984, a cura di M. Bertani, Einaudi, Torino 2001, pp. 50-53)e nella lezione su Nietzsche pronunciata alla McGill University nel 1971 {Leçons s11r la volonté de savoir. Cours au Colltge de France, 1970-1971, a cura di D. Defert, Gallimard-Seuil, Paris 2011, p. 203; trad. it. di M. Nicoli e C. 1roilo, Lezioni sulla volontà di sapere. Corso al Collège de France (1970-1971), Fehrinelli, Milano 2015, p. 228). Secondo Foucauh, Nietzsche ci permette di liberarci sia da una prospeuiva ermeneutica e fenomenologica (segni 7 interpretazione in rapporto a un senso o a un'esperienza originali) sia strutturalista (segni 7 sistemi di segni e regole discorsive), autorizzandoci "a parlare di interpretazioni al di fuori di ogni riferimento a un soggetto originario [e] articolare le analisi dei sistemi di segni sull'analisi delle forme di violenza e di dominio" (ivi, p. 205; trad. it. cii. p. 230). La "dinastica" si colloca di fianco a ciò che Foucault carauerizzava in Nietzsche con il concetto di emergenza {Entstehung), vale a dire "l'entrata in scena delle forze[ ... ] la loro irruzione, il balzo con il quale dalle quinte saltano sul teatro", la scena in cui forti e deboli "si distribuiscono gli uni di fronte agli altri, gli uni al di sopra degli altri[ ... ] l'emergenza designa un luogo di scontro". La dinastica designa quindi l'analisi del gioco di forze, del loro rapporto (che è sempre un rapporto tra dominatori e dominali), ma soprallutto dello spazio regolato entro il quale esso awiene e le cui (orme variano storicamente: "In ogni momento della storia", il dominio "si fissa in un rituale; impone delle obbligazioni e dei diritti; costituisce delle procedure accurate. Essa stabilisce dei segni [ ... ]. Universo di regole che non è destinalo ad addolcire, ma al contrario a soddisfare la violenza" ("Nietzsche, la genealogia, la storia", cit., pp. 51-52). Deriva da qui il particolare interesse, in questo corso, verso le forme e le procedure, le regole e i rituali giudiziari. La "dinastica" •l'analisi che fa "apparire quello che finora è rimasto più nascosto, più occultato e più profondamente investito nel-
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la storia della noslra cultura: le relazioni di potere" ("La verità e le forme giuridiche", cii., p. 98), dove gli elementi della rappresentazione, le "manifestazioni" (gesti, vocabolari, ruoli, composizione della scena, forme, regole ecc.) sono trattati come dei "segni" [man,ues] che rimandano a una distribuzione delle forze sottostanti. Come Foucault sottolineerà poco dopo (infra, pp. 62-63 (62118)-(63119]). bisogna rilevare che le condizioni della rappresentazione, "i sistemi di restrizione" e le stesse regole alle quali sottoslà il gioco degli elementi per essere rappresen1a10, implicano che alcune delle forze più importanti siano assenti dalla scena, ed è un'assenza che tradisce sia la distribuzione dei rapporti di forza sottostanti, sia il modo in cui effettivamente funzionano gli clementi rappresentali. 2) Come si vede, dunque, il potere è qui studiato ancora nella forma della rappresentazione (manifestazioni, gesti, cerimonie, simboli ecc.), e rivela chiaramente il modo in cui Foucault esporrà il suo lavoro in una conferenza all'Università del Minnesota il 7 aprile 1972, intitolala "Cérémonie, lhélltre et politique au XVII siècle" (riassunta in inglese da Stephen Davidson, in A. Renaud [a cura di], Procudings of the Fourth Annua/ Conference on 17th-Ctntury French Literature, 1972, pp. 22-23; cfr. infra, "Cerimonia, teatro e politica nel XVII secolo", pp. 253257). Presentando la sua analisi della repressione dei Piedi scalzi, Foucault la inquadra in uno "studio più ampio sulle manifestazioni cerimoniali del potere politico a partire dai dibattili sull'agora in Grecia e a Roma fino alle cerimonie di fine XVIII secolo. Sarà uno studio del modo in cui il potere politico prende forme visibili e teatrali e si imprime nell'immaginario e nei comportamenti di un popolo. Sarà una vera e propria etnografia delle manifestazioni del potere politico, uno studio del sistema dei segni del potere nella società" (pp. 253-254). Se da una parte è vero che alcune di queste dimensioni sono rintracciabili ancora in Sorvegliare e punire (basti pensare al supplizio di Damiens; cfr. a questo proposito anche Lo. società punitiva, pp. 23-24 noia a), dall'altra si sa che Foucault cercherà progressivamente di distanziarsi da un'analisi del potere fondata sulla rappresentazione, per interessarsi all'insieme dei meccanismi di potere che attraversano il corpo dei soggetti senza essere sostituiti dalla rappresentazione. Cfr. in particolare la celebre intervista del 1977: "I.es rapports de pouvoir passenl à travers )es corps" (DE, n. 197, ed. 1994, voi. m, pp. 228-236; ed. 2001, vol.11, pp. 228-236; trad. il. a cura di M. Bertani e V. Zini, "I rapporti di potere passano all'interno dei corpi", in Discipline, poteri, verità. Detti e scrilti 1970-1984, MarietU, Milano 2008, pp. 93-103) e la sua formula: "Credo che si debba diffidare di tutta la tematica della rappresentazione che pervade le analisi del potere" (p. 232/p. 232; trad. it. cii., p. 98). Si può stabilire un confronto con il concetto di "dinastica" come funziona in questo corso e con gli appunti di Foucault nel Quaderno n. 11 (Fondo BnF) alla data del 7 dicembre 1971, dunque poco prima di tenere questa terza lezione: "3 livelli: [I] strategia: rapporti di forze, battaglia [2] rituale, manifestazioni del potere, scene (cerimonia) [3] contratto, assunzione di impegno, arbitrato, controllo. I discorsi funzionano a tre livelli". " Mémoires du prtsident Bigot de Monvi/le, cit., p. 163: "A mezza lega da Caen, fece marciare le sue truppe in buon ordine, a tamburo battente, e una volta entralo, occupò le principali piazze della città e diede a ogni soldato un biglietto con l'abitazione in cui doveva alloggiare". " La questione degli alloggiamenti dei soldati è descrilta in dettaglio ivi, PP- 222-229. Ai parlamentari che fanno notare che il re, ogni volta che era venuto a Rouen, aveva sempre esentato i membri del Parlamento dall'obbligo di far alloggiare i soldati, Séguicr risponde che gli eventi "non sono compara\jili a un esempio precadcnte, le truppe sono state'"mandate per punire il Parlamento" (p. 222).
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" Su "Bras-nus" (Branu), che il 26 qosto a Caen aveva Incitato la folla contro il presidiale e gli ufficiali rcai ed I: presentato come l'istigatore della sedizione, cfr. Mimoirrs du prtsù/enl Bieo, de Monvillc, cit., pp. I 1-12 e I 11-112. La sua esecuzione I: descritta ivi, p. 164: "Branuds fu condannato a essere smembrato vivo assieme a un altro [ ... ]. Furono entrambi sottoposti a tortura e, a morte avvenuta, i loro corpi furono esposti a pezzi alle principali porte". '° Sdauler, partito da Parial il I 9 dicembre, arriva a Oaillon il 21, dopo essere passalo da Pontoisc e Mantes. In effetti non sembra avere !'retta, e il 24 dicembre assiste a una caccia ai daini nel parco di Oaillon. Oassion arriva a Oalllon il 25 dicembre, d011C prende alloggio, e poi si sposta a Elbeuf. 11 Questa analisi teatrale del potere, in cui esso si manifesta per mezzo di segni e discorsi rcaolati, obbedendo o quelli che nell'Orr/re du di.rcours (Oallimard, Paris 1971, p. 40; trod. Il. di A. Fontana, L'orrliflll del discorso e allri inluwnli, Einaudi, Torino 2004, p. 20) Foucault ha chiamato "sistemi complessi di restrizione· (I-etichetta" del XVIII secolo), cioè sistemi che mettono in scena, secondo un determinato gioco di rqole, rapporti di forza di cui essi sono i segni, I: stata sviluppata più ampiamente da Foucault, in "Cerimonia, teatro e politica nel XVII secolo" (cfr. supra, nota 16 e infra, pp. 253 sgg.). • " Si tratta di Arthus Oodan du Becquet (cfr. supra, nota 6) e di Francesco o di Harlay (I S85- I 653 ), arcivescovo di Rouen tra il 1615 e il 1651. " Mlmoires du prwden1 Bigo/ dc Monvilk, cit., p. 201: "Oli abitanti di Rouen, avendo saputo dello sua entrata in Normandia, volevano rendergli I loro doveri e rassicurarlo sulla loro fedeltà al serviz.lo del Re, alle cui volontà obbediranno senza che sia necessa1io costringerli con le truppe, le quali non serviranno ad altro che a rovinare la cillà e i villaggi vicini; che il Re non potrebbe desiderai-e altro che il riconoscimento della loro colpa, che ne chiedessero il perdono e ripagassero coloro che avevano ricevuto qualche danno". ,. Diaire, cii., p. 18 nota: "Tutte le volte che V.E. vom degnarsi di prescrivere a Rouen una condotta. essa sarà inviolabilmente osservata; e quando lo ordinerete la croce marcerà assieme al sregge". La lettera I: datata 12 dicembre 1639. " Biaot de Monville, nei suoi Mbnoires, cit., p. 183, Ironizza sulle pretese e sulle citazioni latine dell'arcivescovo. La citaz.lone precisa I:: "E il Desiderato di tutte le nazioni ven-à" (A11eo 2,8). Sull'intenzione di ricevere in pompa magna Sdauier e sul suo rifiuto, cfr. lvi, p. 197, e A. Floquet, Histoire du Panemen1 dc Nonnandie, voi. iv, cit.. pp. 667-673. ,. All'epoca il riferimento ad .4&geO 2,7-8 ("vcnlet D,sidcratus cunc1is tp11ib11s") veniva interpretato generalmente come una prediz.lone che annunciava la venuta del Messia, cioè di Cristo. Cfr. ad esempio E. Oaudron, lnstructions sur 1ous lu mys/ua dc Notre Scignc11r Jls1,s-O,ris1, Florentin, Paris 1719, voi. n, p. 443: "Farò tremare tutti i popoli," dice Ageo, "e il Desiderato di tutte le naz.lonl vem, e io riempirò questo templo di gloria [ .. . Sono tuui concordi nel credere che il Desiderato di tutte le naz.loni, di cui parla questa profezia, sia Gesti Cristo, che Aggeo chiama con questo nome per sottolineare l'estremo bisogno che "tutte le nazioni avevano di lui e per far sentire che esse avrebbero paneclpato alla sua lfllZÌa e avrebbero ricevuto la sua misericordia". Per quanto riauarda il riferimento a Geremia, si tratta del Libro delle lamentaz.lonl, che descrive Gerusalemme caduta in rovina e In mano al nemico a causa delle sue stesse colpe. Come osserva Foucaul I, dunque, in entrumbi I casi il re I: comparato a uno straniero, che si trat· li del "sovrano desiderato da tutti i popoli" (il Messia) o di un sovrano nemico • cui il popolo si c:onscana, Qui il vescovo si presenta come 11ntacessore del popolo, che in nome di quest'ultimo si rivolge al sovrano straniero, sotto Ucui potere esso Slalper cadere. Il canc:dliere Sdpier, invece, si aspetta una soqomissione wlonta· ria che conferma il popolo come suddito del re di Francia.
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" A. floquel, Histoire du l'ariomnt de Nonnandia, voi. rv, cii., p. 676: "Squier aveva risposlo infine 'che cli innocenti non awwino nulla da temere e che soltanto chi 11.,.va sba,litUo avrebbe rismtito degli e{felti ddla giusta coll•ra 11 dd/'indignavon• del re'" (conhlo nel lcslo). Si traila della risposta di ~guler alla perorazione di Godart du Becquct il 2 gennaio 1640. 11 Mlmoires du pruidcnt Bigot dc Monvi/Je, cii., p. 204: "Il Cancelliere rispose[ ... ] che i buoni sarebbero s1a1i ricompensali e non avrebbero dovulo lcmcrc nulla, e i malvagi sarebbero s1all punlli". ~ la risposta che Squicr dà a Charles dc Faucon, sipore di Frainvillc, primo presidenlc del Parlamenlo di Roucn, che aveva assunlo questa carica nel 1623 in SOSliluzione del fraiello Alcxandre dc Faucon, sianore di Rls. " lvi, p. 202: "J:allogglamcn10 clcllc lrUppC graw,-ebbe sohanlo sulla aenlc perbene, su coloro che avevano represso la sedizione, mcn1re anicchirà li popolo minuto che aveva creato il disordine e causato la sedizione[ ... ] I racchlnl ci guadagneranno portando gli stracci di chi accompaanerà il Cancelliere". ,. Diaire, cit., p. 74: ·r:errore non~ stato affa110 commesso dalle personalità principali,~ a dire il vero dagli abitanll di questa cillà [ ... ] questa Infima plebaglia non ~ che la fu:cia e rescremento, e[ ... } non sarebbe pietoso per il Ré sacrificare alla sua pustizia, come un novello lefle, quel che gli~ di più caro in questa grande città". (lefte ~ un penonaaalo biblico; fece a Dio un voto senza riserve, che lo ponb a sacrificare la sua unica figlia, N.d.T.]
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Sintesi: Analisi a tre livelli (rapporti di forza; calcoli strategici, manifestazioni di potere) del primo episodio di repressione per mano della giustizia armata. - Sviluppo a partire dal terz.o livello: una teatralizzazione in quattro atti. ( 1) Il potere regio designa la popolazione come "nemico sociale". (2) I poteri locali offrono la loro sottomissione ma cercano di limitare e di moderare il potere regio: una certa applicazione della teoria dei tre freni. (3) Ri'(iuto del cancelliere, che invoca a suo sostegno il Giudizio universale: "I buoni saranno ricompensati, i malvagi saranno puniti". (4) I privilegiati si salvaguardano accusando "l'in'(ima plebaglia" e distinguendo tra buoni e cattivi. - "lèatraliz.z.azione che produce una ridistribuzione degli strumenti e dei poteri repressivi. (67/1)
Riassunto. "La giustizia annata": una serie di operazioni. Analisi del primo episodio repressivo: - anivo dell'esercito, e repressione puramente militare; ma a scaglioni, con battute di arresto, un'alternanza tra colpi inferti e minacce lasciate in sospeso; poi - arrivo del potere civile, ma accuratamente differito rispetto all'arrivo dell'esercito, e a sua volta sottoposto a una serie di clamorosi ritardi. Abbiamo studiato questo doppio ritardo a tre livelli: - al livello dei rapporti di forza che lo spiegavano - la rendita feudale non poteva più essere prelevata dalle forze locali dell'aristocrazia, - [la] presa (o ripresa) del controllo dell'apparato di • Stato da parte dei,grandi esattori; •
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- al livello dei calcoli strategici: - dividere le città dalle campagne, - nelle città dividere i plebei dai borghesi, dando a questi ultimi il tempo di aderire "spontaneamente" all'ordine e alla forza; - a un terzo livello, quello delle manifestazioni del potere: - chi rappresenta il potere? - quale forma di gerarchia e di dipendenza è inscritta nei riti? - quali sono le forze effettivamente rappresentate su questa scena del potere e quali sono le forze assenti? Avevamo iniziato l'analisi di qu_esta scena del potere,.o meglio di'questa serie di scene. A. Inviando l'esercito, esclusivamente l'esercito, il potere designava la popolazione come nemica; li squalificava in quanto sudditi. Quello che si manifestava era un rapporto tra nemici: - attraverso le pratiche punitive dell'esercito (esecuzioni immediate, supplizi); - attraverso l'atteggiamento dell'esercito nei confronti della popolazione (problema dell'alloggiamento). E anche dal lato della popolazione quello che si manifestava era un rapporto tra nemici: - quando Gassion entra [a Coutances] la popolazione lo attende in ginocchio al bordo della strada, rivolgendogli lamenti e suppliche.•
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Questo primo aspetto è importante, perché corrisponde a quel che era stato l'atteggiamento dei Piedi scalzi. - Riprendendo a propria volta i segni del potere, fa. cendoli giocare a loro favore, dandosi un sigillo, uno stendardo, un motto, distribuendo lettere pastorali, ordini, lasciapassare, sopprimendo tasse o imponendole ad alcuni ricchi, i Piedi scalzi si presentavano' come un altro potere. - Ma come un altro potere che gioca secondo le regole
· ù,
parole "'come un ~rdine civile,· sono cancellai:.
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dell'ordine civile e ammette i principi e i fondamenti di questo ordine, cioè essenzialmente il re. Il potere allora risponde dicendo: noi non vi riconosciamo né come un altro" potere (straniero) né come un potere che si colloca all'interno dell'ordine civile. Pur essendo all'interno del regno, voi siete comunque un "nemico". ""Non bisognerebbe dire che è qui presente la nozione di "nemico interno", di "nemico sociale" che sottenderebbe le pratiche in questione. Molto prima che questa nozione comparisse, le pratiche repressive hanno qualificato come atti ostili alcune forme di lotta per il potere o di lotta (70/~J contro l'esercizio del potere; e hanno qualificato come nemici coloro che !e mettevano in atto. dare un'unica risposta: noi siamo i buoni e loro i cattivi.
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Non abbiamo fatto nulla, siamo innocenti, ecco chi sono i vostri nemici. - I parlamentari rivendicano che hanno fatto tutto il possibile per domare una rivolta che disapprovavano; - Godart, chiedendo a Séguier che le truppe non entrino a Rouen, fa notare che le spese dell'occupazione peseranno più di tutto sulla "gente perbene che aveva represso la sedizione; e arricchir[anno] il popolo minuto che aveva causato il disordine e la sedizione; i facchini ci guadagneranno portando gli stracci di chi è al seguito del Cancelliere". - Il visconte di Coutances: "I.:errore non è stato commesso dagli abitanti di questa città; questa infima plebaglia non è che la feccia e l'escremento; non si farebbe giustizia al re sacrificando, come un novello Iefte, ciò che in questa città gli è più caro". 20 Si può riassumere cosl il modo di procedere di questo teatro: - La rivolta non deve awenire all'interno dell'ordine [78/12) civile; e non è nemmeno la costituzione di un altro potere. I rivoltosi si sono screditati in quanto sudditi e sono a tutti gli effetti nemici del re, senza tuttavia essere in alcun modo estranei al suo potere. 21 -Allora i notabili rispondono dicendo: ma l'ordine civile o religioso che ci ha qualificati sussiste ancora, e noi continuiamo a rappresentare la giustizia, la religione o la polizia. Rappresentiamo il popolo davanti al potere; e all'interno del potere rappresentiamo i limiti alla potenza del re. - Il potere obietta che l'unica legge che muove le sue decisioni è l'equità. E questa equità non tiene affatto conto dei privilegi, delle dignità o delle cariche; ma conosce soltanto la distinzione tra buoni e cattivi, chi va punito e chi non va punito. Più fondamentale del gioco degli impegni, delle fedeltà, delle promesse, dei privilegi riconosciuti, è il potere di distinguere il bene dal male. Il re, prima ancora di essere il signore dei signori, è l'istanza che separa il bene dal male. Il potere, prima di essere garanzia, è repressione. - Ma questa repressione che si esercita senza intermediari., né intercessioni, né fieni, sui nemici (che sc,no anche i colpevoli) di fatto traccia una linea di divisione
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che è tracciata dai privilegiati stessi. Sono loro che designano i "cattivi", e mentre da una parte lo Stato repressivo sovverte i loro privilegi, ignora le loro tradizionali funzioni politiche o giudiziarie, sgretola il sistema feudale delle garanzie, dall'altra parte, sottobanco, autorizza queste stesse classi privilegiate a differenziare le punizioni, a operare una delimitazione sociale e politica che il potere ritrascriverà in termini di buoni e cattivi, innocenti e colpevoli.
[79/13]
Come si vede, si sta compiendo una vera e propria ridistribuzione degli strumenti e dei poteri repressivi:
· Alla fine della quarta lezione il manoscritto include un foglio non numerato su cui si può leggere: [80/s.f.J La sediiione del 1639 Riassunto:
- l'eazione alla fiscalità - cittadini e contadini - unitaria (malgrado le differenze).
Caratteristiche: - contro l'apparato fiscale di Stato - le Ire istanze si tirano indietro. Meccanismi:
•
- non ~ la prima volta che si tirano indietro - ma: restaurazione dello Stato con E[nrico) 1v, il controllo di questa triplice alleanza - ora la recessione determina il loro tirarsi indietro, a eccezione dell'esercito - sarà stabililo IIJl nuovo sistema repressivo•otto la protezione del cardinale.
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Note 1 Cfr. A. Floquct, Histoire du Parlement de Nonnandie, voi. IV, cit., p. 660: "Non appena entrò nei sobborghi di Couiances, tulli gli abilanli, uomini, donne, bambini si proslemarono davanti a lui, gridando, piangendo, chiedendo misericordia". ' Per quanto riguarda i prevosti dei marescialli, Foucaull si basa su G. Zeller, La instillltions de la France au xvf siècle, cii., pp. 196-201. I prevosti dei marescialli (ncll1lc-de-France: il prevosto dell1le) giudicano in ultima istanza e senza possibilità di appello i c1imini commessi dai soldati e dai vagabondi (spesso disertori), e i c,imini che vengono commessi sulle grandi vie di comunicazione. Dispongono, a questo scopo, di battaglioni di uomini armati. Nascono alla fine del xv secolo ed estendono le loro missioni con Francesco 1; nonostante lo sfono di restringere il loro campo d'azione sotto Enrico n, continueranno a moltiplicarsi. Per una storia recente di questa funzione, cfr. J. Lorgnier, Marlchaussle. Histoiu d'une rtvolution judiciaiu, voi. 1: w juges bollls, L'Harmallan, Paris J994. Sull'istituzionali;tzazione di questa funzione repressiva nei confronti delle• classi più povere, dei disoccupati e dei vagabondi, cfr. M. Foucault, Folie et diraison. Histoiu de la fo/ie d l'dge c/assique, Plon, Paris 1961; trad. it. di F. Ferrucci, Storia della follia nell'etd classica, Rizzoli, Milano 201 I. ' Proposta rifiutata da Séguier. Cfr. Diaiu, cii., p. 23. • Cfr. supra, lezione precedente, p. 63 [63/19]. ' Il riferimento alla madre e al figlio è tratto dalla lettera di Harlay a Richelieu: "Ascoltate una madre di cui si vuole p11niu il figlio per vendicau la perdita dell'altro" (Diaiu, cii., p. I 8; corsivo nel testo). • In effelli, il Parlamento di Rouen si è rifiutato di registrare numerosi editti a partire dal regno di Enrico rv fino a quello di Luigi xru. Sulla lentezza del Parlamento a ripristinare gli incarichi, cfr. A. Floquet, Histoire d11 Parlemenl de Nom,andie, voi. IV, cit., pp. 624-626; supra, lezione precedente, p. 57 [52/8] e pp. fxH>7 nota IO. ' Diaire, cit., p. 18: "Come è possibile placare l'ira di Dio allravcrso colpe più grandi e offese a Dio, che passano per punizioni?". • Cfr. C. Seyssel, lA Grand' Monarchie de France, Galiot du Pré, Paris I 558, pp. I Osgg. La teoria dei tre freni è stata analizzata in particolare da W.F. Church, Constitutional Tho11gh1 in Sixteenth-century France: A Study in the Evolution of ldea.s, Octagon Books, New York 1969 (I• ed. Han,ard University Press, Cambridge, Mass., 1941). 9 C. Seyssel. lA Grand' Monarchie de France, cit., p. 11. Se il re fa qualcosa di tirannico o contro la legge cristiana, "un semplice predicatore può riprenderlo e argomentare pubblicamente e in sua vece·. 10 lvi, p. 12: "Il secondo freno è la giustizia, la quale senza la minima difficoltà è più autorizzata in Francia che in nessun altro paese al mondo che si conosca, anche a causa dei parlamenti che sono stati istituiti essenzialmente per questo scopo". 11 Foucault sembra seguire qui la sintesi di W.F. Church che compare in Constitutional Tho11gh1 in Sixteenth-cerllury France, cii., pp. 30 sgg. La polizia rimanda al tempo stesso alle leggi fondamentali del regno e a tutto un insieme di "libertà, privilegi e consuetudini encomiabili" accordati ai diversi ordini. Ma In quest'opera si precisa soprallutto che la definizione di Seyssel include anche "il consiglio fornito dai numerosi ufficiali e corpi organizzati che prendono parte al lavoro dell'amministrazione" (pp. 37 sgg.). 11 Cfr. Diaiu, cit., pp. 23-24 nota I: "Godart du Becquet [ ... ] disse che sarebbero ancl,.ti a Parigi a intercedere prasse il re a favore della città~ supplicò il
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cancelliere di fare da mediatore presso il monarca. Ma la risposta del cancelliere gli fece capire che non c'era più nessun rimedio: 'lo vi proibisco[... ] di andare dal re. Sua Maestà ha deciso di ristabilire, con le am,i, la sua autorità che è stata violata, e di applicare un castigo esemplare alla ribellione avvenuta a Rouen'" (corsivo
nel testo). " Cft: supra, lezione precedente, p. 63 (64/20) e p. 70 nota 26. " Dia ire, cii., pp. 19-21: "li signor cancelliere non è venuto affauo per deliberare ma per pronunciare ed eseguire cose che lui stesso aveva raccomandalo nel Consiglio del re e in presenza di Sua Maestà, e dunque non può acconsentire alla richiesta del signor arcivescovo, nemmeno in una delle sue pa11i, né tanto meno può modificare decisioni già prese e concertale[ ... ) il folgore e la pomposità della religione non possono essere considerale efficaci in questa occorrenza, gli spiriti del popolo infalli potrebbero commuoversi e sourarsi dall'obbedienza dovuta a Sua Maestà". 15 Cfr. supra, lezione precedente, p. 64 (66/22] e p. 71 nota 28. " Cfr. ad esempio Maueo 25, 31-33: "Quando il Figlio dell'Uomo ven-à nella sua gloria con tulli i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tulle le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra". 17 G. Budé, Le /ivre de l'insti1ittio11 du Prince, Foucher, Paris 1547, cap. XXI, p. 60. Cosi come il corso driuo o obliquo dei fiumi, secondo Salomone, dipende dalla concessione divina, "parallelamente il cuore del Re deriva il suo movimento dall'istinto e dall'impulso di dio, che lo guida e lo dirige a suo piacimento e secondo l'assoluta provvidenza, a fare imprese lodevoli, oneste, utili e accomodanti per il suo popolo e salutari per lui: o altrimenti, se lui o i suoi sudditi l'hanno meritalo, propende in maniera sinistra e dis1011a·. 11 Il testo di Grassaille dice qualcosa di leggermente diverso. Si traila innanziluUo delle ordinanze (ordinationes) e viene fallo notare: "Ideo ad tuitionem bot1onm1 & p1mitionem malonm,, factes s1mt leges regiae quas ordit1ationes Galli voca111" (C. dc Grassaille, lhgalium Franciae, Simon Vincenl, Lyon I 538, p. 60). La citazione e, più in generale, i successivi riferimenti alle teorie assolutiste sono traili certamente da W.F. Church, Consti1ittio1tal Tl,ought in Sixtunt/1-cenlllry France, cii., pp. 58-59. Per una storia recente di queste teorie e del con lesto della loro elaborazione, cft: A. Jouanna, Le po1.voir absolu. Naissance de l'imaginaire politique de la royauté, Gallimard, Paris 2013; Id., Le Pri1tce absolu. A.pogu et dklin de l'imaginaire monarchique, Gallimard, Paris 2014. " P. Rcbuffi, Commentarli i11 Constitutiones, voi. 1, G. Rouilly, Lyon 1613. '° Cfr. supra, lezione precedente, p. 64 (66122]. "Ibidem.
Lezione del 12 gennaio 1972
1. L'entrata (a Rouen) del potere civile e la forma'l.ione del corpo visibile dello Stato. - Il cancelliere scavalca le regole giudiziarie tradi'l.ionali e mette in collegamento l'ordine della giusti'l.ia con quello della fon.a militare: lo Stato assume un potere repressivo. - Appare la tena fun'l.ione puramente repressiva dello Stato, indipendente dal re e assicurata dal cancelliere (membro del Consiglio del re). Sostitu'l.ione del potere regio e del re assente con un corpo visibile dello Stato. L'apparato fiscale si raddoppia in un apparato repressivo. 11. Nuove forme di controllo sen'l.a la nascita di nuove istitu'l.ioni. - Le autorità locali sono messe in discussione: sospensioni prowisorie. Sostitu'l.ione prowisoria delle istitu'l.ioni locali con dei commissari. - Misure militari e sistema di ammende fiscali per costringere i privilegiati a adempiere ai loro impegni. In sintesi, un sistema di controllo instabile che si appoggia ancora su strutture feudali ma che anticipa la crea'l.ione di un apparato repressivo speciali'l.'l.Qto di Stato.
[BI/I]
•c. IL CORPO DELLO STATO È il 2 gennaio [1640) quando il potere civile fa il suo ingresso a Rouen. Il potere civile, vale a dire Séguier, La Vrillière, [i) consiglieri di Stato, [i] referendari al Consiglio di Stato. Occorrerà ritornare sul significato che hanno questi uomini, o meglio sul significato dei corpi ai quali appartengono, o dei gruppi sociali che rappresentano. Fino a quel momento il potere civile era rimasto dietro le
• Le suddivisioni "A" e •5• rientrano nella lezione precedente.
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quinte, lasciando che fosse l'esercito ad applicare la giustizia, e limitandosi a promettere che la giustizia del re sarebbe intervenuta per distinguere i colpevoli dagli innocenti, proprio come la giustizia divina. Le circostanze hanno permesso di giocare sulle date. La giustizia del re si è fatta attendere per tutto il periodo dell'Avvento ("veniat cunctis gentibus desideratus", predicava l'arcivescovo'): il potere civile ha fatto il suo ingresso con l'anno nuovo.
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Quali sono i tratti essenziali che caratterizzano l'ingresso del potere civile? 1 - I:esercito passa sotto il controllo del cancelliere, o meglio, nella persona del cancelliere si riuniscono le due grandi funzioni del potere: le funzioni della guerra e della giustizia. Questa congiunzione è contrassegnata da tutta una serie di misure, di gesti, di "formalità". - Dal momento in cui Séguier era giunto a Gaillon, il colonnello Gassion aveva dovuto sottostare agli ordini. Le decisioni militari erano prese dal cancelliere. 2 - [Inoltre,] Séguier fece comparire davanti alla giustizia civile un gran numero di soldati che avevano iniziato a compiere soprusi e crimini. Secondo Bigot de Monville, tra i condannati a morte ci sarebbero stati più soldati che rivoltosi. Séguier sospendeva cosl uno dei vecchi privilegi dell'esercito. 3 - Ma al contempo, almeno in un'occasione, Séguier aveva esercitato militarmente lui stesso la giustizia civile. Era accaduto nel caso di Gorin e di altri quattro insorti. Li aveva condannati al supplizio della ruota. Ora, questa condanna è stata emessa contravvenendo a tre regole fondamentali della giustizia•: - è stata emessa da Séguier da solo, senza l'assistenza di nessuno; - Séguier si è basato soltanto sulle informazioni e sulle testimonianze, senza sentire l'accusato; - ha formulato la sentenza oralmente, come un ordine, e non per iscritto. 5 La violazione di queste tre regole (pluralità dei giudici, sentenza scritta e soprattutto audizione dell'imputato) • appariva estremamente grave anche agli occhi dei contemporanei. Nel XVI [secolo] Ayrault aveva scritto:
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"Condannare qualcuno senza ascoltarlo significa violare l'universo, e rovesciare cielo e terra".• Jousse, un secolo dopo, rimarcherà l'illegalità di una misura del genere. È accaduto tutto come se Séguier avesse voluto confondere le linee che dividevano l'ordine della giustizia da quello della forza militare; come se avesse voluto manifestare un potere più radicale che trascendeva l'uno e l'altro, un potere non sottoposto né ai privilegi dell'uno né alle regole dell'altro. Il cancelliere si arrogava cosi il diritto di ignorare' le modalità specifiche dei diversi tipi di azione giudiziaria. Prendeva le forme di procedura o di castigo di cui (8414) aveva bisogno senza rispettare le ·regolari condizioni del loro esercizio o della loro applicazione. È quanto si può leggere in questa strana frase di Verthamont, a proposito dell'esecuzione di Gorin: "Poiché i condannati erano stati presi in flagranti" durante una sedizione, si è ritenuto che in siffatte questioni il processo dovesse svolgersi dopo la morte".7 - Gorin, pero, non era stato preso in fltlgranti - e "il processo dopo la morte" non aveva alcun motivo di essere applicato nel suo caso, visto che lui era detenuto ed era stata aperta un'istruttoria.
Oltre all'esercito e alla giustizia, si vede dunque apparire una funzione repressiva che viene assunta dallo Stato, e che è slegata dalle regole tradizionali. Al di là del potere della giustizia e della forza militare, qualcosa che possiamo chiamare potere repressivo. Si dirà che non è la prima volta che, durante la repressione di una sommossa, il potere altera le frontiere che separano la giustizia dall'esercito, e pratica una sorta di repressione selvaggia, sfrenata. Sempre in Normandia all'epoca di Carlo VI. E in seguito nel Quercy.• Ma, a dire il vero, la repressione effettuata da Séguier non era selvaggia; non si esercitava nella violenza della lotta. È awenuta quando tutto era già rientrato nell'ordine, quando i rivoltosi erano stati sopraffatti e i privilegiati avevano
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• Le parole "i privilegi dT giustizia" sono cancellate. • " Sottolineato nel manoscritto.
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deciso autonomamente di compiere un atto di sottomissione. I:apparente irregolarità degli atti di Séguier è calcolata. È compiuta a freddo. Allo scopo di manifestare: - da una parte, che lo Stato detiene un certo potere di repressione che prevale sulle regole giuridiche o sulle convenzioni militari, o quanto meno non è necessariamente vincolato a esse; - e dall'altra, che questo potere repressivo, investito di norma nella giustizia o nell'esercito, può imporsi in quanto tale e può esercitarsi secondo le proprie modalità perlomeno in un caso: la sedizione popolare. Ai due aspetti tradizionali della sovranità monarchica · (giustizia ed esercito) ·se ne aggiunge un terzo: la repressione. Il re può e deve fare giustizia tra gli individui suoi sudditi; può e deve assicurare la difesa dei suoi sudditi contro i loro nemici; può e deve reprimere la sedizione dei propri sudditi. Il fatto che il cancelliere sia incaricato di svolgere questo compito di repressione dimostra che non è più un compito marginale e accidentale, non viene più delegato ai govemato1; feudali (che rappresentano al contempo lo Stato e se stessi), come era accaduto in Guienna9; è il segno che ormai esso si inscrive tra i compiti permanenti dello Stato. Il regno giuridico-militare del cancelliere fa emergere una funzione puramente repressiva dello Stato, una funzione centrale. Ora questa funzione è assicurata al di fuori del re. 2 - I:assenza del re Il cancelliere si trova quindi a comandare l'esercito e deve riprendere in mano le regole della giustizia. Ma fino a quel momento chi poteva accumulare le funzioni giudiziarie insieme a quelle militari, senza sottostare alle loro stesse regole? Chi poteva tenerle nelle sue mani, e perfino in una mano sola? Chi se non il re? 10 a) Ed è proprio in questa posizione regia che si trova il cancellierç. Egli scavalca la divisjone tra capo militare , capo della giustizia che iniziava subito dopo il re (divisio-,
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ne evidenziata dalle due funzioni del conestabile e del cancelliere). Occupando questa posizione, il cancelliere si presta a una sostituzione quasi sacrilega. In ogni caso, è la percezione che ne hanno avuto i suoi contemporanei. Anche qui, bisogna guardare il rituale come una manifestazione del potere. - Secondo Verthamont, Séguier avrebbe accettato gli onori militari solo dopo aver opposto "a lungo un rifiuto"; - [d'altra parte,] nella sua lettera all'arcivescovo egli sottolinea che non è venuto per deliberare, ma "per eseguire gli ordini che lui stesso aveva raccomandato nel Consiglio del-re". 11 • Quindi, non ha il potere regio di deliberare; non è libero di modificare la sua decisione; e tuttavia è pur sempre la sua decisione, poiché l'ha presa in qualità di membro del Consiglio del re. Di conseguenza, il posto del re è occupato da qualcuno - che non è il re in quanto tale, poiché si limita ad applicare [delle] decisioni; - ma è più di un rappresentante del re, poiché le decisioni che applica sono le sue. In questo modo vediamo distaccarsi dalla persona del re una regione, un insieme di individui, un corpo, che è come il corpo visibile dello Stato. Un uomo come Séguier e coloro che lo circondano non si limitano più a essere gli agenti del re (coloro che eseguono direttamente la sua volontà): rappresentano, o meglio costituiscono tutti insieme il potere di Stato. E se è vero che la teoria e la teologia politiche del Medioevo hanno ammesso che nella persona del re erano riuniti due corpi (il corpo fisico e il corpo politico).'2 forse bisogna ammettere che queste persone che giungevano in Normandia incaricate di prerogative quasi regie costituissero tutte insieme il corpo visibile dello Stato. Al posto del re assente si presenta il corpo visibile dello Stato. D'altra parte (anche qui: manifestazione del potere al livello del rituale), il cancelliere aveva [portato con sé] i sigilli dello Stato e tutto si svolgeva come se il re fosse Il presente. 13 b} Séguiet e le persone che co~ lui sono incaricate, in quanto corpo visibile dello Stato, di esercitare queste fun-
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zioni di repressione, né precisamente giudiziarie né precisamente militari, chi sono? - La Vrillière, ventidue o ventitré carrozze di consiglieri di Stato, di referendari al Consiglio di Stato; d'Ormesson, Laubardemont, Marescot, Verthamont, Talon, Le Tellier ecc. 14 - Tutta questa gente apparteneva allo stesso gruppo sociale dei parlamentari. Ma mentre questi ultimi, diventando proprietari terrieri, entravano a far parte della feudalità locale, questo piccolo gruppo funzionava da arbitro, intorno al re, tra i finanzieri che ottenevano in appalto la riscossione delle imposte e che concedevano prestiti al re, e i grandi signori che beneficiavano della rendita centralizzata e ridistribuita: (8919)
Queste persone avevano un ruolo decisivo 15: - nello stabilire le imposte, nel determinare le tasse. Sollecitavano la sostituzione del regime degli Stati con il regime delle Elezioni' 6; - nell'attribuzione degli appalti e nello stabilire le condizioni di credito concesso al re; - infine nella distribuzione delle rendite, delle pensioni, degli incarichi. Occupavano dunque una posizione strategica rispetto alla circolazione di tutto il cumulo fiscale: (a) era su di loro che i grandi signori dovevano fare affidamento per beneficiare della rendita feudale cosl organizzata; (b) ne erano anche i maggiori beneficiari poiché la posizione di intermediari permetteva loro di prelevarne, al passaggio, una parte non trascurabile; e di conseguenza, (c) erano nella posizione migliore per assicurare la repressione. Avevano sia il potere sia l'interesse a farlo.
• Paragrafo cancellato: "Queste persone arbitravano l'intero regolamento della liscalilà: giocavano un ruolo decisivo ncll'a1Uibuzione degli appalti e un ruolo non trascurabile nell'atllibuzione delle pensioni; avevano un ruolo importante nell'attribuzione delle imposte ed esonavano,a sosliluire U regime degli Stati con quello delle Elezioni".
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Da questo punto di vista, la loro posizione era diversa da quella dei parlamentari, e in generale da quella degli ufficiali regi: - a livello sociale, anche questi erano degli intermediari tra la borghesia da cui provenivano, e in seno alla quale si erano arricchiti, e l'aristocrazia a cui si erano integrati grazie alle proprietà fondiarie. Ma, in quanto detentori di incarichi che la fiscalità regia svalorizzava semplicemente a causa della loro moltiplicazione, e in quanto proprietari terrieri, risentivano dell'aumento della fiscalità. Al contrario, i "governanti" e gli "uomini al potere" avevano tutto l'interesse a vedere aumentare questa fiscalità: i loro introiti e il loro potere si acci;escevano in maniera direttamente proporzionale. Era dunque del tutto normale che, nell'esercizio della repressione, essi si sostituissero ai parlamentari, agli uomini della giustizia tradizionale. Sarebbero diventati gli agenti naturali di un controllo del tutto nuovo e di una nuova repressione di Stato."
(91/IObis]"
Repressione e fiscalità
Si può dire in generale, che esisteva un apparato di Stato che era l'apparato fiscale. Faceva leva su una serie di apparati coercitivi e repressivi di carattere locale. Nel corso delle grandi sedizioni del [secolo]. diventa
• Paragrafo cancellato: "c) Come lo esercitavano a Rouen nel 1640? (I) Tutta una serie di misure che permettevano loro di levarsi di tomo le auto1ità locali, cancellandole in un colpo solo 'cancellare': non sopprimere definitivamente, ma farle scomparire, nella loro forma, nel loro funzionamento, nel loro statuto politico attuale, per farle ricomparire in seguito - a quali condizioni, lo si vedrà. - Tutti gli appoggi politici e militari della borghesia locale vengono rimossi i borghesi sono disarmati gli scabini e i sindaci sono sospesi le entrate demaniali e patrimoniali della città sono trasferite alla Corona". •· Foglio agg'!untivo inserito nel manoscrftto.
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evidente che questo apparato fiscale di Stato non può più funzionare senza essere protetto, raddoppiato da un apparato repressivo. Spostandosi in Normandia, il corpo visibile dello Stato indica questa funzione e il punto in cui deve intervenire. Anche se non ha ancora creato l'istituzione e i suoi organi. Ha soltanto messo in atto un gioco di assunzioni di impegno e di garanzie. D.
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L'ORDINE E LE GARANZIE
In che modo saranno messe in atto queste nuove forme· di controllo? Anche in questo caso, non nascono nuove istituzioni. Appariranno più tardi, cosi come in seguito si riorganizzeranno quelle antiche.· Per reagire alla rivolta dei Piedi scalzi (o alle altre insurrezioni della stessa epoca) il potere regio non ha creato nessuna istituzione. Ma ha modificato, distorto, deviato, dislocato il funzionamento delle istituzioni esistenti; ha disegnato a grandi linee una funzione repressiva generale, che a poco a poco si articolerà in istituzioni specifiche e giocherà ruoli politici diversi nel corso dei secoli successivi. I - Si rimettono in questione tutte le autorità locali. Questo rimettere in questione è awenuto in maniera tradizionale: a una sospensione generale, in un primo tempo, è seguito il ripristino tale quale, senza quasi alcuna modifica, awalendosi perfino delle stesse persone. - La municipalità è sospesa, le entrate demaniali e patrimoniali sono trasferite alla corona. 17 [93/12] - Lo stesso awiene per i parlamentati: sono sospesi; perdono le loro garanzie; ricevono l'ordine di lasciare la città e di raggiungere Parigi ad aspettare gli ordini; con la minaccia di far gravare su di loro la maggior parte dell'ammenda. 11
• L'inizio della
fraS: ~ cancella10: "Ma cmc,.gon.:delle funzioni".
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Ora, le dichiarazioni di interdizione sono interessanti, sia per i rapporti di potere che vi si manifestano sia per gli elementi teorici che esse comportano.
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1) Al Parlamento (dichiarazione del 17 dicembre 1639): "I re, allo scopo di obbligare i popoli a una maggiore deferenza verso i parlamenti, li hanno onorati dei più augusti segni della loro grandezza e degli ornamenti stessi della regalità". 19 [Riferimento al principio per cui il Parlamento è lo stesso re nella sua corte; e i decreti emessi dal Parlamento sono i decreti del re: la corte è sovrana.]' "Tuttavia, in quanto rappresentanti del monarca, non solo devono rendere giustizia al popolo, ma mantenere i sudditi all'interno dei doveri di una perfetta e legittima obbedienza." 20 [Tuttavia il re dà del principio precedente un'interpretazione del tutto differente rispetto ai parlamentari: - i parlamentari traevano la conclusione che, senza la loro ratifica, le volontà del re restavano incomplete; - il re trae la conclusione che i parlamentari devono far rispettare delle volontà che sono perfette in sé, vale a dire sufficienti per essere delle leggi.]'" I parlamentari sono rimasti legati a una definizione feudale del corpo politico come "corte" del sovrano; il re si riferisce già [a) una definizione del corpo politico come apparato di Stato. 2) Il re aveva sospeso il sindaco della città con una dichiarazione dello stesso genere. Gli rimproverava di aver permesso "con la sua viltà e la sua connivenza" le insurrezioni contro l'autorità regia; mentre la sua carica e quella di sindaco gli "davano una piena autorità sugli abitanti". 21 Anche in questo caso, la funzione di sindaco non è definita attraverso i privilegi della città, ma come una
• Nel manoscritto la frase è tra parentesi quadnt. •• Nel manoscritto il passaggio è tra parentesi quadre.
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funzione di autorità che deve essere esercitata senza limitazioni in nome del re. Certo, queste sospensioni dovevano essere soltanto provvisorie. Ma la maniera in cui avvenivano indicava con molta chiarezza in che modo dovessero funzionare le autorità da quel momento in poi. Bisogna però notare una cosa: e cioè che la coesione del corpo dello Stato è ancora formulata in termini di vincolo feudale. - Ai parlamentari e agli scabini il re diceva che dovevano rischiare la vita per lui2 2; - ma nella dichiarazione di sospensione dei parlamentari faceva. notare che la rivolta ~ra avvenuta nel momento in cui il re "esponeva la sua persona alle scomodità e ai pericoli di un lungo viaggio". 23 Assunzione di impegno sulla vita. [95/14]
2 - Il secondo elemento di questo nuovo assetto è la sostituzione provvisoria delle istituzioni sospese per mezzo di commissari. Ancora una volta, nessun cambiamento a livello istituzionale, poiché tutto doveva restare provvisorio; e tuttavia viene proposto un certo tipo di funzionamento. - In un primo tempo, i parlamentari sono sostituiti da commissari, referendari al Consiglio di Stato, appartenenti alla classe che esercita il potere. Sono incaricati di fare giustizia in forma eccezionale. 24 - Poi in un secondo tempo, sono sostituiti da altri parlamentari, fatti venire da Parigi. 25 - Questo costituiva un accorgimento tattico: i parlamentari di Parigi erano, tra tutti quanti, i più vicini agli uomini del potere. 1ra loro, o almeno tra le loro famiglie, si reclutavano i consiglieri di Stato, come prova lo stesso Séguier; che è figlio di un primo presidente e il cui cugino è inviato per presiedere lo pseudo-Parlamento. 26 - Era anche un'affermazione di principio: i parlamentari sostenevano che tutti loro costituivano le "classi" di uno stesso corpo; che erano dunque solidali, che tra loro non c'erano gerarchie; che il re non poteva metterli gli uni contro gli altri, o sostituire gli dni con gli alt1i. • •
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Adottando questa misura, il re vuole far capire che considera i parlamentari come suoi funzionari, i quali rispondono ai suoi ordini a livello locale, individuale. Non è il Parlamento in quanto corpo a completare e a portare a termine la volontà; ma è la volontà del re che si trasmette attraverso i suoi funzionari parlamentari. - È lo stesso tipo di dimostrazione che egli fa nel caso del sindaco di Rouen. In un certo modo, lo sostituisce con se stesso. Godart du Becquet è sostituito da un alter ego: era il luogotenente generale del presidiale; viene sostituito dal luogotenente del baliato, Boulays. 27 Gli stessi uomini nelle stesse funzioni, che però devono funzionare in maniera diversa. ·3 - Ma come era possibile far funzionare in un altro modo delle istituzioni che restavano le stesse, con uomini che restavano a loro volta gli stessi? Si può certamente dire che l'intervento e la presenza degli uomini di potere modificasse l'equilibrio o almeno le forme di controllo. Ma il problema era il loro numero esiguo, e il fatto che per la loro funzione non potevano che risiedere a Parigi. Una volta partiti, come si sarebbero esercitate le nuove forme di controllo? Ai borghesi e ai nobili viene chiesta un'assunzione di impegno, di cui essi devono rispondere mettendo a rischio se stessi. -Ai nobili (dichiarazione dell'S gennaio [1640)): "D'ora innanzi, i gentiluomini di Normandia dovranno impedire che sull'intera estensione delle loro te1Te si svolgano delle assemblee, o ne risponderanno, di persona e a loro nome, come complici". 28 Stesso giuramento per i "magistrati, gli ufficiali e altri". - [Ai] borghesi: i commissari, che a Rouen sostituiscono gli scabini, il 19 gennaio convocano i borghesi più importanti della città e propongono loro il ritiro delle truppe se dichiareranno di "prendere in custodia la
· Una prima versione dell'inizio del paragrafo 3 è cancellata: "3. Ma,soprattutto un terzo aspetto,'ll più importante, è tutto il si!tema di pegni e garanzie a essere imposto".
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città di Rouen, con il beneplacito di Sua Maestà, si incari[cheranno] di conservarla nell'obbedienza e nella fedeltà dovute al re a rischio della loro stessa vita [ ... ]; e promett[eranno] di perseguire tutti coloro che ne vorranno turbare la quiete". 29 Un'ordinanza del 7 febbraio precisa che cosa dovranno fare i borghesi nel caso in cui avvenisse qualche sommossa. Altrimenti, "si procederà contro di loro", che saranno ritenuti "responsabili dei disordini". 30 In che modo questa assunzione di impegno può avere qualche solidità? Essenzialmente attraverso delle misure di ordine militare e di ordine finanziario. 1. Misure militari - Disarmo generale. A Rouen vengono recuperati qualcosa come 1000 fucili, 1500 alabarde, 3000 spade. 31 Vengono rimossi i cannoni dal municipio. - Ma il disarmo è selettivo. Diaire: il 5 gennaio, "si è cominciato a disarmare tutta la plebaglia, in maniera molto graduale; [ ... ] le persone di un certo livello, i commercianti e i borghesi fidati resteranno armati per la difesa pubblica". 32 Diaire, a proposito di Caen: Moran "propone che nella città di Caen 500 tra i cittadini più importanti si impegnino con il re a garantire la città dalla sedizione e a mantenerla nell'obbedienza, purché vengano loro restituite le armi. Ritengo che se presenteranno la richiesta firmata, si potrebbero armare 500 tra i cittadini più importanti facendosi assicurare ciò che propongono". 33 Di fatto si tratta di una ridistribuzione selettiva delle anni. E quando si chiese ai borghesi di rispondere dell'ordine della città, questo impegno morale in effetti aveva come fondamento, o almeno come correlazione, la concentrazione del controllo armato nelle mani di alcuni, poco numerosi ma fidati. (Concentrazione insufficiente, autonomia troppo grande, impegno incerto, come dimostrerà la Fronda. Da cui deriverà in seguito una nuova[ ... ].')
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• Parola illeggibile.
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Il sistema delle ammende - A Rouen, ammenda di 1.100.000 lire Di cui: 150.000 costituivano gli arretrati I 50.000 servivano per la sussistenza dell'esercito 400.000 costituivano i D.I. [danni e interessi] 400.000 "da riscuotere come resto e distribuire ai benestanti". 34 Ma come venne finanziata questa ammenda? Si era pensato a un'ammenda per i parlamentari, una tassa sui benestanti. Ma di fatto [ci si servl di] un'imposta indiretta (lo stesso si verificò sia a Caen sia a Rouen).
[99/18) 2.
I) Il contratto fu stabilito con un abitante di Rouen: Dopo molte tergiversazioni e minacce, Séguier aveva consentito di affidarlo a un certo J[acques] Marie. La città si era quindi indebitata nei suoi confronti. Ma erano stati i più ricchi borghesi della città a garantire per lui. 35 In questo modo la città si è trovata a essere indebitata non nei confronti del re, ma degli abitanti più ricchi. Situazione che non si sarebbe creata se degli esattori dall'esterno si fossero accaparrati il mercato.
(100/19)
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2) In che modo la città avrebbe rimborsato la somma? Il re accorda la possibilità di riscuotere nuove tasse, dazi sulle merci e sulle derrate. 36 Ma viene precisato che l'imposta deve interessare soltanto le merci che restano sul posto, non quelle che escono o che transitano per di là.17 Il che significa: - i prodotti di consumo33; -oppure le materie prime[... ]" acquistate dagli artigiani.39 Lo schema della ripartizione fiscale riproduce esattamente, o meglio si inquadra esattamente nello schema della distribuzione delle armi. 40 Quindi è un sistema a quattro livelli: - un indebitamento collettivo dei più poveri nei confronti dei più ricchi; - [un indebitamento collettivo che)'" raddoppia evidentemente l'indebitamento privato;
• Parola illeggibile. .. Il manoscritto dice: ·esso·.
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-- un sistema di cariche e di esoneri fiscali; - un sistema di distribuzione delle armi (a chi ne è esonerato e ai creditori). Un sistema logicamente coerente. - Nelle campagne, delle ammende dirette che pesano, ancora una volta, soprattutto sui più poveri (una tassa del 10 per cento). Mentre per chi non possiede immobili: 25 lire. Si potranno vendere i beni di chi non è in grado di pagare (e senza ricorrere all'ipoteca). 41 3) Sulla base di questa doppia garanzia militare e finanziaria, la.plebaglia potrà essere perdonata. Bisognava farlo se si voleva che le imposte rientrassero, che le merci uscissero e che i borghesi fossero rimborsati. Bisognava che tutti gli insorti che si erano nascosti facessero ritorno. - Relativa clemenza dei tribunali. - Viene accordato il condono. 42 [1011201
Cosi i più ricchi sono "perdonati" perché sono i garanti finanziari e militari dell'ordine; e i poveri sono perdonati in quanto contribuenti e produttori degli incassi fiscali. Malgrado la sua logica era un sistema instabile, che si serviva in maniera ancora troppo marcata delle strutture feudali. !!evoluzione doveva progredire ancora. Affinché la rendita feudale persistesse in forma centralizzata, era necessario un apparato repressivo di Stato molto più perfezionato. - Tutte le funzioni apparse nel corso degli eventi, e puntualmente esercitate attraverso misure temporanee, gesti, cerimonie ecc., lo Stato le affidava ancora alla borghesia, alla nobiltà locale, ai parlamenti, nella forma feudale dell'assunzione di impegno. - La Fronda dimostrerà che sarebbero dovute essere affidate a un apparato di Stato specializzato; che il controllo sulle masse popolari doveva essere assicurato non più da alleati poco attendibili, ma attraverso uno strumento posto saldamente nelle mani dello Stato.
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Note 1 Cfr. supra, lezione del 15 dicembre 1971, pp. 63-64 (64/20) e p. 70 nota 26. ' Cfr. Diaire, cit., p. 2 nota 1: "Il colonnello Gassion, capo delle truppe inviate a Rouen, doveva rimettersi a lui per ogni faccenda, in quanto suo superiore, anche per quanto riguardava le armi". Floquet insiste molto sui "poteri esorbitanti" di Séguier. ' Cfr. Mémoires du prtsident Bigot de Monville, cii., p. 241: "Durante il suo soggiorno" (ma Bigot parla di Gassion] "a Rouen vennero giustiziati più soldati che borghesi". Cfr. anche A. Floquet, Hisroire d11 Par/emenl de Nom,andie, voi. v, cii., pp. 39 sgg. • Su questa condanna e il supplizio inflitto a Gorin e ai suoi complici, cfr. Dùiire, cit., pp. 112-116, in cui si trovano anche tulli i riferimenti citali più avanti da Foucault. • Cfr. il commento di Daniel Jousse sull'esecuzione di Gorin nel suo 11-airé de la juslice crimine/le de France, voi. 1, Debure, Paris 1771, prefazione, riota a p. XXJV: "Nella condanna e nell'esecuzione ci furono tre cose su-aordinarie. La prima è che il Signor Cancelliere emise le cinque condanne a morte lui da solo, senza essere assistilo dai Referendari al Consiglio di Stato né da ahri; la seconda è che li condannb senza incontrarli; la terza è che ne ordinb l'Arresto senza decretarlo per iscritto. Il Prevosto dell1sle lo comunicb loro verbalmente. [... ] Condannare gli accusati senza prima ascoltarli è una pratica che oggi non è più in uso, e questa modifica è Fondata sulle più solide ragioni" (Fondo BnF). 6 P. Ayrault, L'ordre. Formalité et instr11c1ion j11diciaire, Sonnius, Paris 1588, p. 6. Ayrault cita la massima "Nessuna sentenza senza confronto e audizione" e osserva: "Essa è cosl naturale, cosi ragionevole, cosi conforme a lulli i diritti che adottare un uso e una pratica diversi sarebbe come violare l'universo intero e meuere sottosopra cielo e terra" (Fondo BnF). ' Cfr. Diaire, cit., p. 115: "Si è stimato che questo ordine di guerra rafforzasse l'autorità del re; e d'altra parte, poiché i condannati erano stati sorpresi in fl,lgranli, in una sedizione, si è creduto che in tali circostanze occorresse allestire il processo dopo la loro morte". 1 Si tratta delle sommosse di Rouen del 1382, chiamate "sommosse della Barelle", che avevano avuto inizio il 24 febbraio ed erano finite tra marzo e aprile; ma erano ricominciate in agosto. Per queste rivolte Foucault ha consultato L. Mirot, Les insurrl!l:lions urbain,s au début du règne de Charks v,, Fontemoing, Paris 1905 (Fondo BnF); sulla loro repressione, cfr. pp. 104-108 e 202-209. La repressione della prima rivolta fu assicurata direttamente dal re, con molte esecuzioni sommarie. La seconda fu assicurata dagli ufficiali del re, commissari generali rifo,matori, che arrestarono trecento persone e condannarono a morte coloro che si erano opposti ai prelievi fiscali. Quella del Quercy è la rivolta dei Croquants del 1624, che furono massacrati da una truppa di nobili locali comandati dal maresciallo di Thémines (cfr. B. Porchnev, Lolle contadine e urbane, cit., pp. 57-60). • Con il duca di llpemon. " L'esempio migliore è fornito proprio dalla repressione della prima Harelle (cfr. •upra, nota 8). Cfr. anche l'interdizione del Parlamento della Normandia il 17 settembre 1540 decisa da Francesco 1: era stato lo stesso~. in quell'occasione,,. spostarsi in Normandia (A~ Floquet, Histoire du Parleme,i/ de Normandie, voi. n, cii., pp. 1-15).
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11 Diaire, cii., p. 20: "Per[ ... ] eseguire le cose che lui stesso aveva raccomandalo nel Consiglio del re". ma aggiunge "e alla presenza di Sua Maestà". " Cfr. E.H. Kanlorowicz. 1 due corpi del re, cii. " Cfr. Diaire, cit .• pp. IX, 4 e 42. " Cfr. A. Floquet, Histoire du Parlement de Nonnandie, voi. IV, cit., p. 676 (per le carrozze) e Diaire, cit., pp. 3-5 (per la descrizione delle persone). La Vrillière t segretario dei comandi; d'Ormesson, Laubardcmonl, Marescot, Verthamont e Talon sono consiglieri di Stato; Le Tellier è referendario al Consiglio di Stato. " Su questi personaggi e il loro ruolo, cfr. B. Porchncv, Les soulwements pop11/aires en France, cii., pp. 444 sgg. E per uno studio più recente cfr. le opere di D. Dessert, in particolare A,gent, pouvoir et sociiti au Grand Siècle, Fayard, Paris 1984. " L'Ancien régime distingueva tra pays d'États (Borgogna, Bretagna ecc.), in cui le richieste fiscali della monarchia erano oggetto di un esame e di un voto nelle assemblee che riunivano i tre ordini, gli "Stati provinciali", che si incaricavano di ripartire e di ricevere le imposte, epays d'Élections, in cui l'amministrazione fiscalt era affidata all'intendente e la riscossione era delegatll' ad agenti regi, i cosiddetti "eleui". Nel quadro di un progressivo aumento della fiscalità e di un rafforzamento del potere monarchico, gli anni tra il 1628 e il 1630 sono caratte1;zza1i in particolare da un pesante attacco al sistema degli Stati e da un tentativo di introdurre il sistema elettivo in diverse province. Cfr. ad esempio A. Jouanna, Le Prince abso/11, cit., pp. 131-135. " Cfr. Diaire, cit., pp. 138-140. 11 Cfr. A. Floquet, Histoire du Parlement de Normandie, voi. iv, cit., pp. 683 sgg.; voi. v, cit., pp. 1 sgg. 19 Foucault cita il testo fornito da Floquet, ivi, voi. 1v, p. 682. Il testo originale è diverso: "Quando i Re nostri predecessori, istituendo i Parlamenti, hanno affidato loro una parte cosl grande del proprio potere e della propria autorità [ ... ] non si sono accontentati di porre nelle loro mani la giustizia distributiva; ma, allo scopo di obbligare i popoli a una maggiore deferenza verso di loro, li hanno onorati dei più augusti segni della loro grandezza e degli ornamenti stessi della regalità" (dichiarazione del 17 dicembre 1639, in A. Héron (a cura di), Documents concemant la Nonnandie, utraits du "Mercure françois", Météric/Société de l'histoire de Normandie, Rouen 1883, pp. 324-325). 10 ~ la parte tagliata della frase precedente: "[e della loro autorità], non soltanto per rendere giustizia ai loro sudditi ma anche per mantenerli all'interno dei doveri di una perfetta e legittima obbedienza" (ibid.). " Diaire, cii., pp. 139-140 nota I: il re accusava il sindaco "di aver permesso, con la sua viltà e la sua connivenza, tutte le insurrezioni e i disordini [... ] senza essersi opposto per i doveri della sua carica e quella di sindaco a vita della suddetta città, che gli dava la piena autorità sugli abitanti". " A. Floquet, Cfr. Histoire du Parlemenr de Normandie, voi. IV, cii., p. 681, dove si afferma che gli scabini sono "obbligati, in scontri analoghi, a rischiare la propria vita per la difesa dell'au101;tà regia". " "Mentre eravamo alle frontiere del nostro regno, esponendo la nostra.i persona alle scomodità e ai pericoli di un lungo viaggio per il bene dei nostri sudditi" (dichiarazione del 17 dicembre 1639, cit., p. 325). " A. Floquet, Cfr. Histoire du Parlonent de Normandie, voi. v, cit., pp. 7-10. " crr. ivi, pp. 75 sgg. " Si tratta di Tannegui Séguier. Cfr. ibid. " Cfr. Diaire, cit., p~ I 40 nota I. Godart du Becqflet era insieme sindaco vita e luogotenente generale del baliato. Boulays era luogotenente particolare''
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del baliato e del presidiale di Rouen. Dal 9 gennaio 1640, in via prowisoria, aveva assunto l'incarico di luogotenente generale. " Ivi, p. 145 nota I. La dichiarazione esatta diceva: "Affermiamo e dichiariamo, vogliamo e desideriamo che d'ora innanzi i gentiluomini della nostra provincia di Normandia impediscano il formarsi di assemblee in tutta l'estensione delle (oro terre; nel caso in cui avvengano delle insurrezioni contro il nostro servizio entro i confini delle loro terre, ne risponderanno di persona e a loro nome, in quanto complici" (A. Héron [a cura di] Documents concemant la Normandie, cit., pp. 343-344). " Diai,.., cit., p. 191 nota I:"[ ... ) che prendano in custodia la città di Rouen, con il beneplacito di Sua Maestà; che si incarichino, a rischio della propria vita, di conservarla nell'obbedienza e nella fedeltà dovute al re loro sovrano signore ( ... ] e che promellano di perseguire tulli coloro che ne vorranno disturbare la quiete'". ,. lvi, p. 245 nota I: "Al suono del tamburo, i borghesi prenderanno subito le loro armi e si recheranno all'abitazione del capitano per ricevere gli ordini; in caso coni,ario si procederà contro di loro, saranno considerati disobbedienti e ribelli ai comandi di S.M., e complici del tumulto o della sedizione, e saranno ritenuti responsabili dei disordini che avverranno". " Cfr. ivi, pp. 154-155 nota I. Le cifre esatte sono: 1598 moschetti e archibugi, 5497 spade e 1037 alabarde. Madeleine Foisil indica invece 1598 moschetti, 3490 spade e 977 alabarde (La. rtvolte des Nu-Pieds, cit., p. 314). " Diaire, cit., p. 92: "Si è cominciato a disarmare tutta la plebaglia; lo si è fatto in maniera molto graduale per continuare i giorni seguenti; le persone di un certo livello e i commercianti e borghesi fidati resteranno armati per la difesa pubblica". " Ivi, p. 390: "Il signor Moran propone, per la città di Caen, che cinquecento dei cittadini più importanti si impegnino con il re a garantire la città da ogni sedizione, e a mantenerla nell'obbedienza, a condizione che vengano loro restituite le armi. Credo che se presenteranno la richiesta firmata, come ho detto, si potrebbero armare cinquecento dei cittadini più importanti, facendosi assicurare da loro quanto propongono". È Séguier a fare questa proposta. " Per i dettagli sulle ammende, cfr. M. Foisil, La. rwolte des Nu-Piuls, cit., pp. 314-315, a cui Foucault si rifà arrotondando le cifre. 150.000 per la sussistenza dei soldati per i quartieri d'inverno del 1640; 420.000 "da ricevere come resto e distribuire ai benestanti"; 400.000 per i danni e gli interessi. 150.000 per gli a1TCtrati sono meno evidenti, e tutte le fonti, ivi compresa Foisil, indicano 85.000. " Cfr. Mimoire5 du prisident Bigo/ de Monville, cit., pp. 272-273. Bigot le presenta come delle misure positive per la città di Rouen. Cfr. anche M. Foisil, La rwolte des Nu-Piuls, cit., p. 315. " Cfr. Dia ire, cit., p. 243. Si traila della tariffa stabilita dal Consiglio di Stato a Rouen il 16 febbraio 1640, di cui si trovano i dettagli in A. Htron (a cura di), Documents co11cemant la Nonnandie, cit., pp. 353-357. " Cfr. A. Htron (a cura di), Documents concemant la Nom,andie, cit., p. 356: "Questi diritti saranno messi e prelevati su tulle le mel'ci e le derrate sopra dichiarate, che si consumeranno nella suddetta città, nei sobborghi e nelle periferie di Rouen, ma non possono essere messi[ ... ] sulle merci[ ... ] che entreranno, passeranno allravel'so, o soggiorneranno nella suddetta città[ ... ] per essere trasportate". H
Manzo, vacca, maiale, vino ccc.
" Carbone, stoffa, tessuto di lana ratinata, libbra di seta di ogni tipo di manifattura ecc. • • '° Questa affermazione è contestabile: si precisa che le misure si applicano
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per "tutte le persone, di qualunque livello e condizione siano, esenti e non esenti,
privilegiati e non privilegiati" (A. Héron [a cura di], Documenu concemant /,, Normandie, cit., p. 354). • 1 Cfr. Diaire, cit.: "Sarà stabilita una tassa[ ... ] su una base di dieci lire per cento[ ... ] i seniitori, gli agricoltori poveri e i braccianti, se non possiedono nessun immobile, pagheranno venticinque lire oppure seniiranno il re durante una campagna" (p. 445); inoltre, "si potranno vendere i beni dei colpevoli per pagare la tassa imposta, senza che il bene venduto sia gravato da ipoteche" (p. 446). Sono tasse che sen,ono a compensare chi aveva subito qualche danno nel comune di Avranches. •• Si tratta della "Memoria riguardante il condono dei Piedi scalz.i nella diocesi di Avranches", in Diaire, cit., pp. 444-446 (citato supra, lezione del 15 dicembre 1971, p. 66 nota 2), da cui sono tratte le citaz.ioni precedenti.
Lezione del 19 gennaio 1972
Un sistema di repressione significativo per diversi aspetti. ,. Coerenza interna: un gioco di sanzioni differenziate che mira a rompere le precedenti alleanze tra i gruppi sociali; profitto finanziario concesso ai privilegiati come compenso per il mantenimento dell'ordine; formazione di un'istanza terza (né militare né giuridica) come strumento amministrativo (giuridico-militare) dello Stato, ma senza l'apporto essenziale di un apparato specifico di repressione. 11. Evidente precarietà: armamento differenziato (problema delle milizie borghesi e dell'armamento popolare), intervento fallimentare dell'esercito; calo degli introiti fondiari e dei prelievi fiscali: antinomia rendita/imposte; entrata in gioco di due contraddizioni. 111. Risoluzione dell'antinomia rendita/imposte e consolidamento dell'esercito. A partire dal 1640 creazione di una nuova istituzione e di un apparato repressivo distinto all'interno dell'apparato di Stato (intendenti di giustizia, polizia e finanza), che si serve del tribunale amministrativo e della giurisdizione eccezionale; predisposizione di una polizia centralizzata e locale; prelevamento della "popolazione pericolosa", reclusione e deportazione. - Nascita della prigione in congiunzione con la nascita del capitalismo. (10211)
Perché un'analisi della rivolta dei Piedi scalzi? Perché si può vedere all'opera un sistema di repressione che risulta significativo sotto molti aspetti.'
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COERENZA INTERNA'
a) La coerenza della tattica: Ha dovuto affrontare un'alleanza tra gruppi sociali opposti (contadini e artigiani da una parte; piccoli feudatari e parlamentari dall'altra). Ma di fronte alle esigenze di una fiscalità che gravava sia sugli uni sia sugli altri, benché in maniera diseguale, era un'alleanza solida; o in ogni caso si rinnovava facilmente. Per tutto il suo svolgimento, la repressione ha puntato alla rottura di questa alleanza (attraverso tutto un gioco di ritardi, di minacce, di ricatti, di sanzioni temporanee), in modo che i privilegiati si trovassero dalla parte della repressione in atto. Dietro all'apparenza di una repressione "massiccia", si stabiliva tutto un gioco di sanzioni differenziate. [10312)
b) Il tipo di soluzione": La rottura tra i privilegiati e i poveri è assicurata a lungo termine attraverso un sistema di doppia garanzia: - I privilegiati si impegnano nei confronti del potere ad assicurare, anche con la forza, il mantenimento dell'ordine. E a questo scopo viene concesso loro di riprendere possesso delle armi. - Ma, allo stesso tempo, affinché abbiano interesse a garantire l'ordine, il potere assicura ai privilegiati un profitto sulle imposte, sulle ammende e su tutto l'indebitamento della città in materia fiscale. Ai privilegiati si accorda dunque una ricompensa finanziaria in cambio del mantenimento dell'ordine; allo stesso tempo, l'ordine mantenuto è un modo per beneficiare dei vantaggi finanziari che vengono loro concessi. Diventano i poliziotti dei loro debitori. Gli operai della repressione. Nel sistema fiscale non è cambiato nulla: nessun allegge-" ·~
i
· Foucault aveva scriuo: "a. La sua coerenza interna·, ma poi ha cancellato "a. La sua". ·· li manoscriuo riporta un inizio di paragrafo parzialmente cancel· lato: "Coerenza di qucs1i risultati e dell'apparente stabilità a cui giunse la , repressione". Le parole "coerenza di questi risllhati e dcli'" e "stabilità" i sono cancellate. ·
LEZIONE DEL 19 GENNAIO 1972
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rimento, semmai il contrario; ma ai privilegiati viene promesso un beneficio aggiuntivo rispetto al supplemento di oneri imposti alla popolazione. Usura e assunzione di impegno (sistema feudale). 2 (104/3)
(105/4)
c) I:istanza che organizza la repressione (e che non è più feudale).· Un'istanza terza, né militare (sebbene assuma l'alto comando dell'esercito) né giudiziaria (poiché si arroga il diritto di sovvertire le fondamentali regole giudiziarie). Questa istanza è il corpo amministrativo dello Stato, vale a dire: - non più il re in quanto tale, [né i suoi]° funzionari . - ma dei personaggi come Séguier che, al tempo stesso, obbediscono alle decisioni e vi partecipano. 3 - Dunque: l'apparato di Stato come luogo di formazione delle decisioni e strumento di applicazione di queste stesse decisioni. È l'epoca in cui alla forma giuridico-militare del potere statale subentra una forma amministrativa. - Forma giuridico-militare dello Stato: essere sudditi voleva dire essere soggetti giuridici, ovvero poter chiedere giustizia ed essere obbligati ad accettarla; voleva dire poter essere protetti dalla forza armata e in alcuni casi essere obbligati a parteciparvi; voleva dire infine rischiare di diventare nemici e subire una repressione militare se si rifiutava il potere della giustizia e il.dovere dell'esercito. - Forma amministrativa: essere sudditi significa dipendere da decisioni (finanziarie, economiche, anche giudiziarie e militari) prese in nome di tutti e applicabili, in pieno diritto e salvo eccezioni, a tutti. Quindi: - Nella sua forma giuridico-militare, lo Stato si manifesta attraverso una serie di arbitrati e di interventi che
• Frase cancellata: "La repressione non è piÌI assicurata dal re, in quanto capo militare, o dal re in quanto capo della giustizia". Anche l'inizio della frase seguente è cancellato: "Ma da !!una ... ]". •· Cancellato.
TEORIE E ISTITUZIONI PENALI
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rispondono sempre a situazioni particolari, e alle quali la consuetudine dà una forma generale e canonica: Si comprende cosl che il maggiore problema teorico intorno al quale si distribuiscono tutte le rappresentazioni ideologiche del potere è il seguente: il potere è giusto? In quale direzione il principe deve rivolgere lo sguardo per essere giusto (verso la legge divina o verso la legge naturale, verso la ragione o verso le consuetudini ecc.)? Si comprende infine che, nella sua forma giuridicomilitare, .. un'istanza repressiva che sia al tempo stesso specifica e generale non è necessaria. La decisione di giustizia ha in sé una funzione"'" di gestione e una funzione di repressione; l'intervento militare è al tempo stesso politico (a favore: di un certo gruppo, pçr rovinare o avvantaggiare certi individui) e repressivo. La repressione si esercita in molteplici circostanze di potere, cioè di arbitrato e di lotta. 4 Per contro, nella sua forma amministrativa lo Stato si manifesta attraverso una serie di leggi che legano tutti i cittadini e a cui esso stesso è legato (tranne la ragion di Stato). Non sono più arbitrati legati alla consuetudine, ma decisioni generali eventualmente sospese dalla ragion di Stato. Si comprende come il maggiore problema teorico per tutte le rappresentazioni ideologiche dello Stato non sia più quello del giusto, ma quello della volontà. La decisione dello Stato rappresenta la volontà di chi? Che volontà si esprime e si afferma in una legge o in un regolamento? In che misura la volontà dello Stato sospende o aliena la volontà degli individui? Infine, si vede bene come questa forma amministrativa dello Stato esiga una forma generale di repressione, un'istanza unica e uno strumento universale che inquadri le decisioni di giustizia e gli interventi militari.
[106/5) -
Questa manifestazione di potere a cui abbiamo assistito in dettaglio
· n-a le righe, è stato aggiunto e poi cancellato: "Dispersione dei centri di potere. Lolla [i/leggibile]". " Parola.cancellata: "lo Stato". • '" Parola cancellata: "amministrativa".
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- a un primo livello, rispondeva alla necessità strategica di rompere un'alleanza tra le classi; - ma era anche la comparsa dei modi di funzionamento di un potere amministrativo nelle forme stesse di un potere giuridico-militare. [107/6]
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[Tutto questo gioco di segni, su cui abbiamo insistito, è da interpretare in questo modo: - ai Piedi scalzi che avevano confiscato i segni di un potere decisionale giuridico e militare, ai parlamentari o al vescovo che facevano valere i segni del loro potere di arbitrato, - il potere ha risposto con un insieme di manifestazioni, di discorsi; di cerimonie, di formalità che subordinavano questi' segni sparpagliati e diversi dei poteri giuridico-militari all'esercizio di un potere di Stato. Non più il re, in quanto capo della giustizia e al tempo stesso capo dell'esercito; ma un corpo visibile dello Stato in quanto decisione ed esecuzione.]" Certo, non si tratta di dire che nel 1639 comparivano le prime forme dell'apparato di Stato amministrativo. Esso si stava concretizzando già da parecchio tempo. - Ma all'epoca (cioè alla vigilia della sua vittoria) questo apparato di Stato (e la classe a vantaggio della quale esso funziona) si scontra con un certo limite: entra in conflitto violento con i plebei (contadini e artigiani); ma anche con la borghesia e l'aristocrazia locali. - Ora, per vincere questa resistenza non c'è uno strumento di repressione specifico. Esso si manifesta come la sua stessa forza di repressione; si sposta, circondato dalla forza armata, guidato dal capo della giustizia; si mostra, si afferma, si presenta nel cerimoniale come indipendente da ogni giustizia e superiore a ogni esercito. Si rende visibile come istanza universale e specifica. E tuttavia gli manca uno strumento: è ancora obbligato ad appoggiarsi alla giustizia e all'esercito; è costretto a un sistema di bilancia-
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mento, di assunzione di impegni, di promesse. Deve ancora richiedere una fedeltà feudale. A contrassegnare la rilevanza degli eventi del 1639 non è la comparsa dell'apparato di Stato amministrativo, ma il fatto che, nell'opposizione che incontra e nell'affermazione che fa di sé, si avverte una mancanza essenziale: quella di un apparato di repressione. "Da cui deriva la sua visibile precarietà. [10918]
Il L'EVIDENTE PRECARIETÀ DELLA REPRESSIONE SÉGUIER
Essa appare nel sistema di garanzia che cl'eve suggellare e mantenere in maniera permanente la repressione messa in atto da Séguier. Questo sistema di garanzia cozza subito contro due contraddizioni interne. a) Il problema della forza armata - Da una parte, ai privilegiati si chiede di mantenere l'ordine. Compito difficile: perché con il sistema delle ammende, i carichi finanziari sono considerevolmente aumentati. (Nella regione di Avranches la tassa per chi non deteneva proprietà era di 25 lire 5); e se è vero che la gente è stata disarmata, vi è la consapevolezza che gli artigiani e i contadini non fanno fatica a fabbricarsi delle armi bianche. - Tuttavia, mentre si chiede loro di impegnarsi nel mantenere l'ordine, si sequestrano le armi, essendo consapevoli che la loro adesione al potere è troppo precaria per correre il rischio di lasciarli armati. In ogni caso, che siano fedeli o meno, se il popolo si impadronisce delle loro armi, si scatena di nuovo la guerra civile.
Il grande problema che si pone è quello dell'armamento popolare:
· Foucault aveva scritto: "Da cui il terzo carattere di questo sistema di rcpressrone: la sua visibile precarie4·. Questa prima proposizio:\e ~ cancellata.
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- Problema dell'armamento differenziato ai fini repressivi. Chi bisogna armare? Fino a dove bisogna spingersi in questo armamento? (Problema delle milizie borghesi.) - Problema della circolazione delle armi a partire dall'esercito (disertori, soldati congedati). Problema dello scioglimento delle truppe regolari e del vagabondaggio armato.· Si prendono delle misure intermedie: - Si riarmano i borghesi più ricchi; - A Caen si lasciano armati i cinquecento cittadini più ricchi6; -A Rouen'il 7 febbraio [1640) si'decide che i borghesi dovranno imbracciare le armi in caso di agitazione popolare (fa parte del patto). 7 - Si decide di rimuovere i cannoni dal municipio e di farli trasportare al Palazzo Vecchio.• Metà di essi sarà restituita in un secondo tempo. (La storia della lettera A sulla lista dei borghesi di Avranches o di Caen. 9) - Ma si è costretti a far restare l'esercito, almeno in parte, soprattutto per le campagne. Nel 1643 nel registro degli Stati della Normandia si trovano delle lamentele per la presenza dell'esercito. Nella generalità di Alençon per riscuotere la taglia sono impiegati cento soldati; cinquanta nel viscontado di Orbec. Ogni soldato riceve il vitto, ma in aggiunta chiede 10 soldi al giorno. "Rompono e bruciano le porte delle case, demoliscono i granai, trebbiano il grano che vendono pubblicamente a un prezzo ridicolo;[ ... ] bruciano anche i carretti e
• Passaggio cancellato: "Questi due punti saranno risolti o perlomeno affrontali su grande scala da tutta una serie di misure che si possono caratterizzare cosi: - sostituzione delle milizie borghesi con una polizia allo scopo di assicurare i compiti di repressione armata; -fllestimenlo di un esercito pepnanenle e lotta [illeggibile) 'iontro il vagabondaggio. In ogni caso, nel 1639 siamo ancora lontani da tutto ciò".
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gli aratri, e a parte i massacri non si potrebbe subire niente di più orribile da parte del nemico." 10 Ora, questa rovinosa presenza dell'esercito fa diminuire le rendite fondiarie, poiché la solvibilità dei contadini impedisce loro di essere sia dei buoni contribuenti sia dei buoni creditori (era questa l'assurdità assicurata dal patto). La contraddizione consiste dunque in questo: - La fiscalità pesa troppo sui privilegiati perché ci si assuma il rischio di riarmarli completamente. - Il loro disarmo implica l'intervento di un'altra forza armata. La quale però riduce i prelievi fiscali dello Stato, diminuisce le rendite dei borghesi; li rende sempre più scontenti e il loro riarmo rischia di diventare sempre più rischioso.
(112111]
b) La seconda contraddizione emerge a partire da qui. Il patto voleva che i privilegiati diventassero i garanti del prelievo fiscale, mediante il quale divenivano i creditori dei più poveri. All'indomani della rivolta, per aver rifiutato di essere dei contribuenti, questi ultimi si sono ritrovati a essere contribuenti (nei confronti dello Stato e a vantaggio della grande aristocrazia) e debitori (nei confronti dei borghesi che avevano anticipato le somme delle ammende). Ma l'incompatibilità esplode. La classe agiata e lo Stato entrano subito in concorrenza: - Il registro degli Stati appena citato ne è una prova: l'esercito effettua un prelievo diretto per la sua sussistenza; e assicura agli esattori le somme dovute a titolo di imposta. Il proprietario o il creditore arriva solo in un secondo tempo. - Ma se invece sono loro ad avere la priorità, allo Stato non rimane più nulla; a quel punto la Cour des aides dovrebbe pignorare i beni ed emettere delle condanne, ma questo avrebbe effetto sulle rendite future dei proprietari. Vediamo delinearsi qui la grande opposizione tra imposta e rendita. 11 Opposizione che so~enderà buona parte delle lotte politiche del xvn e del xvm secolo, e che inol-
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tre animerà le discussioni teoriche tra gli economisti (difensori della rendita, che sosterranno il carattere produttivo della terra ed esclusivamente della terra, e predicheranno l'irrorazione per cosl dire naturale di tutto il corpo sociale attraverso la rendita fondiaria, senza un pompaggio diretto tramite le imposte: [i) fisiocrati) [e i) sostenitori invece di un intervento dello Stato sotto forma di imposte' su ogni minima produzione e circolazione di ricchezza. 12 [113112) Ma in ogni modo sia gli uni sia gli altri condividono lo stesso postulato pratico, vale a dire che rendita e imposta non devono entrare subito in concorrenza e bloccarsi a vicenda al punto ~a annullarsi.
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Se ora mettiamo a confronto queste due contraddizioni immanenti al sistema repressivo di Séguier, quali constatazioni ci portano a fare? - La repressione Séguier mette in gioco due contraddizioni: 1) La contraddizione tra l'armamento popolare (per esempio, in guerra) e l'armamento selettivo (repressivo). Alla fine del Medioevo questa è stata senz'altro la contraddizione principale a livello di esercizio del potere. Almeno in parte, è stata questa contraddizione che ha portato all'organizzazione di un potere centrale in Francia. 2) Essa mette in gioco un'altra contraddizione: tra rendita e imposta. Da un lato, questa contraddizione è spinta all'estremo dall'esistenza dello Stato (che però si giustifica con la centralizzazione della rendita). 13 Ma, dall'altro, essa diventa presto "sotto-determinata" (vale a dire ripresa in una determinazione più fondamentale che la fa agire secondo le sue regole specifiche). Questa determinazione più fondamentale è la produzione capitalista, che in un primo tempo ha fatto affidamento sull'imposta e ha rafforzato la monarchia assoluta, e poi si è appoggiata sulla rendita.
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Parte della frase è stai.a cancellai.a: "favorendo direttamente altre attività a beneficio della totalità del corpo sociale".
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In ogni caso, la repressione Séguier si colloca sul punto di sutura tra una contraddizione propria dell'esercizio del potere alla fine del feudalesimo e una contraddizione caratteristica del ruolo dello Stato nel primo sviluppo del capitalismo. - Ma, se la repressione Séguier mette in gioco queste contraddizioni, non riesce tuttavia a risolverle. A dire il vero, le esaspera in senso contrario e le rende ancora più acute. Nella lotta generalizzata contro il potere di Stato, la Fronda manifesta una sorta di insurrezione contro tutte le forme di prelievo fiscale; e rivela che i contadini e gli artigiani possono armarsi con facilità, che le armi dei borghesi si ritorcono facilmente contro lo Stato, che gli eserciti stessi sono ancora immersi nel gioco delle indipendenze e delle fedeltà feudali. 14 Tutte le repressioni simili a quella di Séguier che hanno avuto luogo all'inizio del xv11 secolo hanno accelerato la Fronda. - Queste contraddizioni saranno superate - da una parte, quando l'antinomia rendita/imposta si attenuerà, che era appunto ciò che la politica mercantilista aveva tentato di ottenere per tutto il corso del secolo con risultati spesso mediocri; - dall'altra, quando gli eserciti si saranno stabilizzati in eserciti professionali e sufficientemente distaccati dalla popolazione per non mescolarsi con essa. La crescita dello Stato amministrativo è al tempo stesso il risultato e il fattore dell'allentamento dell'antinomia rendita/imposta, oltre che della ridistribuzione della forza armata.
[116115]
111 CHE DIREZIONE PRENDERÀ L'APPARATO REPRESSIVO CHE SI STA MET· TENDO IN ATTO?
1 - Séguier cercava di assicurare che il controllo delle masse inclini alla sedizione awenisse da parte degli stessi privilegiati. E si awaleva di due forme tipiche delli società feudale: la fì>rma economica dell'vsura e la forma giuridica dell'assunzione di impegno.
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Quel che a poco a poco si realizzerà a partire dal 1640 sarà un apparato repressivo distinto, che dovrà esercitare due funzioni in qualche modo ortogonali: - Da una parte assicurare direttamente (e dall'alto in basso) il controllo e la repressione di ogni movimento o sedizione. In due modi: I) con l'intervento diretto di una forza armata; 2) con l'eliminazione delle persone (disoccupati, vagabondi, uomini senza vincoli feudali, esuli, briganti) che servivano da cornice, da agitatori, da agenti di comunicazione nelle rivolte. Verranno eliminate: - con l'arruolamento - con la reclusione 15 - con le·grandi opere. (117/16) - Ma l'altra funzione di questa istanza repressiva sarà controllare in che modo i privilegiati esercitano il controllo, in che maniera esercitano il compito di polizia che è stato loro affidato, in che modo esercitano la giustizia, come avviene la ripartizione tra prelievo fiscale e prelievo della rendita. Questa doppia funzione di repressione è assicurata da una nuova istituzione nell'apparato di Stato: "Intendenti di giustizia, di polizia e di finanza, commissari inviati nelle generalità del regno per eseguire gli ordini del re" . 16 Gli intendenti hanno una quadruplice funzione repressiva: - "impedire ogni assembramento, vessazione e disordine" (è affidato loro un compito di intervento armato, che rende inutili le milizie borghesi, i nobili e le loro truppe infeudate"); - controllare le finanze: "Entrare e presiedere alle assemblee cittadine, negli uffici delle nostre finanze, farsi descrivere la situazione delle riscossioni e delle spese"; - servire da tribunale amministrativo: "Informarsi sui soprusi, sulle violenze, sulle concessioni e sulle malversazioni, procedere con il giudizio sovrano e in
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• Il manoscrillo rip6na in margine: "commissio~ affidata nel 1754 a De Blair".
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ultima istanza contro coloro che risulteranno essere i colpevoW. 17 [Colbert diceva: "Informarsi su tutte le ingiustizie che i nostri sudditi possono subire da parte degli ufficiali e degli altri ministri della giustizia per corruzione, ignoranza, negligenza O altro·. 11 - Infine, servire da giurisdizione eccezionale: ricevono dei decreti di attribuzione per giudicare i casi di legittimo sospetto contro i giudici.
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Si può capire come gli intendenti si siano scontrati con il patriziato tradizionale delle province, dal momento che lo spogliavano di numerose attribuzioni e di alcuni benefici (in particolare i parlamentari e i funzionari di giustizia, le cui cause diminuivano in maniera proporzionale). Si può capire anche l'immagine positiva che essi hanno lasciato di sé nella storiografia borghese: - da una parte, infatti, erano Il per tutelare dalle sedizioni; e - dall'altra, in quanto arbitri tra la rendita e l'imposta, hanno cercato di mettere fine alla concorrenza attraverso la creazione di nuove risorse. Le grandi opere, la lotta contro la disoccupazione, lo sviluppo ddle manifatture, l'aiuto apportato al capitalismo nascente rispondevano a entrambe le esigenze. [I 19/18]
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2 - L'altro carattere dell'apparato repressivo messo in atto nel xvii secolo è il fatto che sfugge all'alternativa: armamento diretto delle classi privilegiate o presenza dell'esercito. Per sfuggire all'antinomia in cui era rimasta intrappolata la repressione Séguier, lo Stato ha predisposto due istituzioni: - Una polizia: centralizzata (il luogotenente generale di polizia a Parigi aveva il potere di intervenire in tutto il regno) e locale (luogotenenti di polizia in tutte le città a partire dal 1699)." Per polizia si intende: - una forza armata che però non deve svolgere anche compiti militari;
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• Passaggio tra parentesi quadre nel manoscritto.
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- una forza annata che, amalgamata alla popolazione, ha capacità di intervento immediato e soprattutto di prevenzione, che l'esercito non possiede; - una forza armata la cui presenza non ha le disastrose conseguenze economiche di un esercito nelle campagne. - I.:altra istituzione, ancora più nuova, è la reclusione o la deportazione, vale a dire la sottrai.ione· di una frangia di popolazione. 20 - Fino a quel momento la punizione, la minaccia contro la sedizione era la presenza dell'esercito, l'invasione. - Ora è il prelevamento della popolazione pericolosa. • ' [120/19]
Sottrarre o minacciare di sottrarre una parte della popolazione non ha gli inconvenienti economici dell'invasione. - I salari restano bassi: piuttosto che essere rinchiusa, la gente accetta i salari bassi. - Si stimola la produzione riducendone i costi (per l'esportazione); si stimola il commercio coloniale. La polizia e la reclusione sono due fenomeni correlati.
Entrambi permettono di sottrarsi all'alternativa tra il ricorso all'esercito e l'armamento della popolazione; entrambi permettono di sottrarsi al costo supplementare costituito dalla repressione mirata per mezzo dell'esercito; entrambi, infine, si trovano a svolgere un ruolo preciso nello sviluppo di un'economia che si apre la strada tra la rendita e l'imposta. N.B. La prigione non faceva parte del sistema penale. 21 Compare qui, a margine del sistema penale ordinario, come una sorta di circuito parallelo. ~ collegata allo sviluppo della produzione capitalista. Ma non in maniera diretta. La carcerazione non interviene in quanto sfruttamento; il suo ruolo economico è marginale. [121120] Ma si collega alla predisposizione di un apparato re-
• • Souolineato nd manoscritto.
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pressivo di Stato che è al tempo stesso centralizzato, destinato essenzialmente alla prevenzione di quel tipo di sedizioni che avvengono nel xv1-xv11 secolo, dotato di un costo economico minimo, e che infine costituisce in certa misura un volano per la regolazione dei salari e dei prezzi (perlomeno a livello locale). Vediamo quindi formarsi un apparato di Stato repressivo caratterizzato: - da una giustizia nelle mani dei rappresentanti dello Stato. Fonte di un grande sconvolgimento rispetto a una giustizia che, attraverso il sistema della vendita delle cariche, stava a cavallo tra un sistema feudale e un sistema commerciale. 22 - da uno strumento di polizia che funziona in nome dello Stato. Fonte di un grande sconvolgimento rispetto a una giustizia che nella sua forma feudale era legata alla lotta e all'arbitrato.
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Note 1 Sembra che Foucault abbia riorganizzato la lezione, volta a individuare le grandi caratteristiche del sistema repressivo, suddividendola in tre parti numerate "1", "11" e "111". La prima parte ne analizza la "coerenza interna", la seconda ]"'evidente precarielà", la terza l'evoluzione futura. Questa lettura ci ha indotti ad accostare il "1" al titolo della sezione "Coerenza interna", ' Cfr. su.pm, lezione precedente, pp. 90 [92/1 I) sgg. 'Cfr.ibid. • Cfr. infm, lezione del 2 febbraio 1972 e seguenli. ' Cfr. supra, lezione precedente, pp. 94 [99/18)-95 [100/19) e 99-100 nota 41. • Cfr. Diaire, cit., pp. 200 e 390; su.pm, lezione precedente, p. 94 [98/17). ' Cfr. Diaire, cit., p. 245. 1 Cfr. i dettagli ivi, pp. 187-189 nota I e in M. Foisil, La rtvolte des Nu.Pieds, cit., p. 314. Bisogna attendere il 1650 perché sia restituita una parte dei cannoni. • Mémcires du. présidenl Bigo/ de Monville, cit., p. 224. Quando Cassion stava per entrare a Rouen, i capitani dei borghesi deUa città gli diedero "una lista di lutti gli abitanti; egli appose una A accanto ai nomi dei più solvibili, ai quali fu. rono lasciate le armi che sarebbero servite quando fosse stato ordinato loro. Gli altri furono disarmati". •• C. de Robillard de Beaurepaire, Cahiers des États de Normandie sou.s /es règnes de Louis Xlii et de Lou.is xiv: docu.ments relatifs à ces assemblus, voi. 111, Mété1ie, Rouen 1876-1878, pp. I 10-111: "Ci sono cento soldati che percorrono la Generalità di Alençon per riscuolere la taglia, e ancora oggi nel viscontado di Orbec una compagnia di cinquanta uomini armati[ ... ] compie una tale devastazione che ogni soldato, oltre al vitto che prende a sua discrezione presso chi lo ospita, esige da lui altri dieci soldi al giorno; rompono e bruciano le porte delle case, demoliscono i granai, trebbiano il grano che vendono pubblicamente a prezzi ridicoli e la paglia mezza trebbiata e appesantila ancora di una parte del grano, bruciano poi i carretti e gli aratri, e a parte i massacri non si potrebbe subire niente di più orribile da parte del nemico". 11 Osservazione importante: per Porchnev, "nel Medioevo [ ... ) la rendita e l'imposta nel sistema feudale non sono separabili" (I.es sou.ltvements popu.laires en France, cit., p. 395). Dunque, mettere in rilievo la contraddizione fra l'una e l'altra significa uscire dal sistema feudale. Nel Quaderno n. 11, alla data del 28 ottobre 1971 (Fondo BnF), Foucault sembra molto attento alla distinzione tra la rendita fondiaria feudale e la fiscalità di Stato (che si afferma soprattutto tra i borghesi attraverso il sistema di vendila delle cariche), e introduce un'importante differenza di lettura rispetto a Porchncv. Come fa nolare: "L'accumulo non viene effettuato a partire dalla rendita fondiaria e feudale" ma da un prelievo "che veniva appaltato alla borghesia: in questo modo, essa riceveva cospicue quantità di denaro (che non reinvestiva nella terra). Ma che la facevano diventare una potenza monetaria. D prelievo fi. scale entrava in concorrenza con la rendita fondiaria (conflitto con i feudatari, con i parlamentari). Problema: cariche .,, appalti. In relazione con la nascita dell'apparato di Stato". Si capisce come questa analisi permetta di collegare, come dirà Foucault nelle lezioni successive, il meccanismo di accumulazione del capitale (e quindi le condizioni materiali, infrastrutturali, di trasformazione dei modi di produzione) e le evoluzioni dei rapporti di potere (in queslo caso, la formazione dell'apparalO di Stato) e, più in particol'IJ'e, permette di sottolineare il ruolo della giustizia nell'appropriazione e nell'accumulo delle ricchezze.
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" Cfr. M. Foucault, Les mots et /es choses. Une archl{Jlogie des sciences humaines, Gallimard/nrf, Paris 1966, pp. 207-209; trad. il. di E. Panaitescu, Le parole e le cose. Un'archeologia delle scienv, umane, Rizzoli, Milano 1978, pp. 21321 S. !:obiettivo dei fisiocrati (o "economisti") era infatti l'abolizione della totalità delle tasse dirette (in particolare la taglia regia) e indirette sulla produzione, il consumo o la circolazione delle ricchezze (per esempio i diritti doganali) sostituendole con un'imposta diretta, unica e proporzionale sul prodotto netto dell'agricoltura, vale a dire il reddito derivante dalla terra al netto delle spese per la sua valorizzazione. Cfr. V. Riqueli de Mirabeau, F. Quesnay, Thiorie de l'impdt, Arkstée et Merkus, Amsterdam 1761, o Id., "Impllts" (1757), in CEuvn,s économiques, voi. 1, INED, Paris 2005, pp. 213-256. Questa proposta si inscrive anche nel quadro della dottrina economica dei fisiocrati, secondo la quale soltanto la terra è dawero produttiva, e in un quadro politico accuratamente descritto in A. Skomicki, L'économiste, la cour et la patrie, CNRS Éditions, Paris 2011, pp. 347-353: bisognava allestire un sistema fiscale che aggirasse la contraddizione del sistema precedente, fondato sulla vendita delle cariche t la delega ad attori privati, il quale nel breve termine assicurava entrate monetarie per la corona ma allo stesso tempo moltiplicava i privilegi e le esenzioni fiscali. " Qui ritroviamo in parte l'analisi di Porchnev: lo Stato centralizzalo, in origine, è "un'organizzazione speciale a scopo repressivo" che pennette il "prelievo della rendila feudale". Ma si vede chiaramente l'affermarsi di una contraddizione fra "la parte della rendita feudale" che ritorna allo Stato "sotto forma di imposte" e la rendita feudale signorile. Cfr. B. Porchnev, Les sou/èvements popu/aires en France, cit., pp. 395-396. " Sul "problema della Fronda", cfr. ivi, parte m; R. Mousnier, La piume, la fa ..cil/e et le marteau, cii., pp. 265-333. " Sulla reclusione, cfr. M. Foucault, Storia della follia, cit., capp. 11 e 111; Id., La società punitiva, cii., pp. 138 sgg. " Cfr. ad esempio E.-V.-C. de Boyer de Sainte-Suzanne, L'administration sous l'Ancien Rtgime. Les intendants de la génira/ité d'Amiens (Picardie et Artois), Duponl, Paris 1865: "Intendenti di giustizia, polizia e finanze e commissari distribuiti nelle generalità del regno per l'esecuzione degli ordini del re" (p. 14). Su questi intendenti e la loro creazione, cfr. R. Mousnier, La piume, la fauci/le et le marteau, ciL, pp. 179-213; M. Antoine, Gen~e de l'institution des intendants, "Joumal dessavants", 1982, voi. 3, pp. 283-317; per una prospettiva piìl generale e un orientamento bibliografico sugli intendenti, cfr. M. Bordes, L'administration provincia/e et municipale en France au XVIII' sw:le, SEDl!S, Paris 1972. 17 Questa lista di funzioni è tratta, con qualche modifica, dalla copia della commissione di De Blair all'intendenza dell'Hainaul, nel 1754, riprodotta in G.-A. Guyot, Traité des droits, fonctions, franchises, uemptions, prérogatives et privilèges, voi. lii (Visse, Paris 1787, pp. 437-440), in cui sono descritte nel dettaglio le diverse funzioni degli "intendenti delle province": "impedire ogni tipo di assembramento, oppressione e disordine" (p. 439); "entrare e presiedere alle assemblee delle città" (p. 438); "entrare, assistere e presiedere negli uffici delle nostre finanze[ ... ] farsi descrivere lo stato degli incassi e le spese dei nostri denari" (p. 439); "informare accuratamente riguardo alle estorsioni, concussioni, violenze e malversazioni che potrebbero awenire nelle nostre finanze; procedere per giudizio sovrano e in ultima istanza[ ... ] contro coloro che saranno trovati colpevoli" (p. 439). Per una lista di funzioni piuttosto simile ma molto più antica, cfr. la commissione di Laffcmas in Piccardia nel 1635, in E.-V.-C. de Boier de Sainte-Suzanne, I:administration sous l'Ana:,, Rigime, cii., p. 568. Queste stesse formule ritornano in piìl occasioni.
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11 C. Godard, Le pouvoirdes intenda.nts sous louis xw. pa.rticulilre=nt da.ns /es pa.ys d'tlections tk 1661 à 1715 (L. Larose, Paris 1901), che presenta il lesto
come se fosse staio emesso da Colbert: "Informare su tutti gli abusi[ ... ) e generalmente conoscere tutte le ingiustizie, le colpe e le oppressioni che i nostri sudditi possono subire dagli ufficiali e dai ministri della giustizia, per corruzione, negligenza, ignoranza o altro" (pp. 41-42). 19 Si tratta dell'editto per la creazione dei luogotenenti generali di polizia nell'ottobre 1699. Cfr. N. Delamare, Traili de la. po/ice, voi. 1, 2° ed., Brunei, Paris 1722, pp. 51-52. Sulla storia della polizia sotto l'Ancien régime, vedi anche P. Napoli, No.issane• de la. po/ice moderne, La Découverte, Paris 2003. Sul luogotenente generale di polizia a Parigi, cfr.supra., lezione del 1° dicembre 1971, p. 48 nota 11. •• Cfr. M. Foucault, Storia della. follia., cii., capp. 11 e 111; La. società punitiva., cit., pp. 137-156, che per questi argomenti costituisce il prolungamento esplicito di Teorie e istituzioni pena.li. Foucault, infatti, riprenderà uno a uno tutti gli elementi evocati nel corso: "feudalizzazione e appropriazione privala della giustizia attraverso le venalità delle cariche", "alleanza[ ... ) contro la fiscalità di Stato", "movimenti popolari, di fronte a cui questa giustizia è impotente quando non è in parte complice", "intervento armato; conseguenza reiterata di questa 'giustizia armata'" che Foucault presenta come uno "strumento pesante e costoso". "Ne deriva la necessità di fare appello a un altro apparato: questa novità consisteva nel sostituire la repressione con una tecnica di prelievo sulla popolazione" (p. 139). A cui seguono diverse pagine sull'apparato paragiudiziario degli "intendenti di giustizia" e della polizia, e sul dispositivo di reclusione (in particolare le lettres de cachet). 11 Cfr. ad esempio F. Serpillon, Cotk crimine/, ou Commenta.ire sur l'ordonna.nce de 1670, voi. m, Périsse, Lyon 1767, p. 1095: "La prigione non è considerata come una pena, secondo il nostro diritto civile" (Fondo BnF). In un'intervista con N. Meienberg nel marzo 1972, Le gra.nd enfermement ("Tages Anzciger Magazin", 12; in DE, n. 105, ed. 1994, voi. n, pp. 296-406; ed. 2001, voi. 1, pp. 11641174; trad. di R. Nencini, "La grande reclusione", in L'emergenza. deJk prigioni, cii., pp. 75-85), Foucault riprende la stessa idea, secondo cui la reclusione fu "un'invenzione geniale dell'epoca classica", "quando il capitalismo nella sua fase iniziale si trovò ad avere a che fare con problemi nuovi [ ... ] e quando le società del XVII secolo conobbero grandi insurrezioni popolari". La reclusione è un mezzo per risolvere l'antinomia posta dall'antica repressione (giustizia armata) che è diventata economicamente e politicamente inappropriata: "È stata quindi inventata la prigione al fine di ottenere un risultato differenziato [ ... ] eliminare come pericolosa una certa parte della popolazione, senza che questa eliminazione avesse conseguenze economiche catastrofiche" (p. 297/p. I 165; trad. il. cii., p. 76). D'altronde, "per sfuggire alla reclusione si doveva[ ... ] accettare un lavoro salariato, fosse pure mal pagato. Di conseguenza, i salari più bassi erano stabilizzati dalla minaccia dell'incarcerazione" (p. 298/p. 1166; trad. it. cii., p. 77). Foucault in seguito modificherà in parte il suo punto di vista sulle condizioni di integrazione della prigione nel dispositivo penale (cfr. La. società punitiva. e Sorvegliare e punire).
" Sulla venialità delle cariche, cfr. l'opera classica di R. Mousnier, La. vtna/itt des offices sous Henri w e louis Xlii, Maugard, Paris 1946 (Fondo BnF); e più XVIII secolo: W. Doyle, Vena/ity: the Sale o( Offices in Eightunth Century France, Clarendon Press, Oxford 1996. recente, per il
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Lezione del 26 gennaio 1972
Il fallimento della repressione messa in atto dal éancelliere Séguier e in seguito la Fronda danno luogo alla creazione di tre nuove istituzioni: una giustizia centralizzata (intendenti di giustizia); la polizia; un sistema punitivo fondato sul prelevamento della popolazione, la reclusione, la deportazione. Il sistema penale repressivo, in reazione alle lotte popolari, produce la nozione di delinquenza: la coppia sistema penale-delinquen1.ll come effetto della coppia sistema repressivo-sedizione. - Le nuove istituzioni non sostituiscono le istituzioni feudali, vi si contrappongono. L'esercizio del potere politico si collega al capitalismo nascente. Il nuovo sistema repressivo, inteso come elemento di protezione dell'economia feudale, si collega in maniera funzionale allo sviluppo dell'economia capitalista. Prende corpo nel codice penale e sarà convalidato alla fine del XVIII secolo: si produce la codificazione penalità/delinquenza. (12211] Caratteri del nuovo sistema repressivo'
La repressione Séguier," o meglio il suo fallimento era legato al fatto: (a) che la repressione era stata necessariamente effet-
· ntolo della sezione preceduto dal segno di suddivisione •A• (cancellato, in mancanza di "B"). " Foucauh indica qui le tre caratteristiche della repressione Séguier. che sposta dopo il segno di suddivisione "(c)". •- il gioco c;lelle garanzie e delle assunzi'lni di impegno - l'ammend'a e l'indebitamento - la presenza dell'esercito".
LEZIONE DEL 26 GENNAIO 1972
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tuata dall'apparato di Stato senza potersi appoggiare ai poteri locali; (b) ma a questo apparato di Stato mancava uno strumento specifico di repressione. L'apparato di Stato si era presentato nella sua funzione repressiva, ma era sprovvisto delle adeguate istituzioni repressive. (c) Ha quindi dovuto ricorrere a forme di repressione antiche, o comunque non adatte. Ed è a partire da questa mancanza, messa in evidenza dal fallimento di Séguier (e dalla Fronda), che sono state predisposte tre nuove istituzioni: - gli intendenti di giustizia, ovvero una giustizia centralizzata, direttamente nelle mani del re, e incaricata - da una paFte, di reprimere le sedizioni, - e dall'altra, di controllare chi era incaricato del controllo; - la polizia, vale a dire una forza di repressione non costosa e al tempo stesso preventiva, opposta all'esercito; - la reclusione, o la deportazione, vale a dire una forma di punizione che non prevede la distruzione della ricchezza ma il prelevamento della popolazione - prelevamento che ha certamente alcuni effetti economici - ma che ha un senso soprattutto repressivo, antisedizione.' Riguardo a queste nuove istituzioni, bisogna osservare:
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a) che sono comandate tutte dalla necessità di una repressione antisediziosa. Sono state le lotte popolari a determinarle. O meglio è stata una nuova forma di lotta popolare, una nuova minaccia a provocare questa risposta. Come si vedrà, infatti, tutte le grandi fasi di evoluzione del sistema penale, del sistema repressivo, sono modi di rispondere a forme di lotte popolari." Il contrario del sistema repressivo non è la delinquenza,
• D lhllJIOscritto riporta a margint: "sediz.ioni che sfoceranno'heUa Rivoluz.ione".
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TEORIE E ISTITUZIONI PENALI
ma la lotta popolare, la lotta del popolo contro il potere. È a questo che reagisce un sistema repressivo.
Quanto alla delinquenza, è un effetto di questo sistema repressivo. Intendo dire che un sistema repressivo mette in atto un certo numero di modalità di prevenzione, di precauzione, di interventi precauzionali, di sorveglianza costante· - formulate per mezzo di interdizioni e minacce sotto forma di leggi o consuetudini; - che in questo modo definiscono condotte e comportamenti delinquenti, - e che permettono di far valere come sanzione della delinquenza qualcosa che è fondamentalmente prevenzione della sedizione popolare. . La coppia sistema penale-delinquenza è un effetto della coppia sistema repressivo-sedizioni. Un effetto nel senso che ne è un prodotto, una condizione di conservazione, uno spostamento e un occultamento. 2 [125/4]
b) Queste nuove istituzioni rispondono a nuove forme di lotta popolare. Ma esse si contrappongono a tutto il vecchio insieme di istituzioni giudiziarie - giustizie signorili - giustizia regia = prevosti presidiali parlamenti. 3 Esse le limitano, certamente, fanno pressione su di esse, ma non le aboliscono. Al massimo, l'ordinanza del 1670 si sforzerà di effettuare una congiunzione formale. Ma lascerà inalterati tutti i con fii tti reali.• Di fatto, se c'è stata una contrapposizione e non una sostituzione, la ragione è probabilmente la seguente: - le nuove istituzioni della repressione statale sicuramente manifestano l'esistenza e lo sviluppo di un apparato di Stato del tutto estraneo rispetto al sistema feudale ..; · Testo canceUato: "che definiscono, con l'intermediazione di leggi o di consuetudini penali, un insieme di condotte di delinquenza e che [... " F ~ cancellata: "Da una parte, à staio reso possibile dallo slliluppo della produzione capitalista; e, dall'altra, l'ha favorito".
r.
U!ZIONE DEL 26 GENNAIO 1972
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- esso però era destinato innanzitutto a proteggere la rendita feudale e il sistema feudale nel suo insieme. In questo sistema feudale, tuttavia, si erano integrate le istituzioni giudiziarie che avevano costituito l'oggetto di un'appropriazione (sia in maniera diretta con l'infeudazione, sia in maniera indiretta con le cariche acquistabili e vendibili). Di conseguenza, il nuovo sistema repressivo (non feudale nella sua forma e nel suo funzionamento) aveva la funzione di proteggere i resti di un regime di rendite feudali, alle quali l'antico sistema repressivo si era integrato per mezzo dei profitti di giustizia. I profitti di giustizia prodotti dal vecchio sistema erano diventati.una parte di queste rendite feudali che il nuovo sistema doveva proteggere. È quindi normale [che i due sistemi]" si contrapponessero, anche se non sullo stesso piano: in una situazione di subordinazione - il vecchio sistema diventa progressivamente una pura e semplice fonte di profitti (a fianco della proprietà terriera o del commercio), - e il nuovo sistema esercita un potere che sconfina e a poco a poco riduce in nulla ciò che era incaricato di proteggere.
(127/6]
[c)] La terza osservazione è che tale contrapposizione non impedisce una radicale novità... (a) Pur essendo destinato a controllare e a permettere le entrate fiscali, non partecipa direttamente al prelievo fiscale. Non è una forma di fiscalità - a differenza della giustizia signorile5 - a differenza degli incarichi. 6 Una giustizia che non è al servizio di una fiscalità. Fino a quel momento essere soggetti alla giustizia era una maniera per essere soggetti alle imposte.
• Il manoscritto riporta: "che essi". ·, I.:inizio del paragrafo~ caneellato: "A. Quali sono gli elementi di novità assoluta in questo nuovo sistema di repressione[?T.
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TEORIE E ISTITUZIONI PENAU
(b) Se è destinato a proteggere la proprietà privata, non è a sua volta una proprietà privata - a differenza della giustizia feudale, - a differenza degli incarichi di giudicatura.7 (c) Se è legato all'esercizio del potere politico, lo è in una forma nuova. - Fino a quel momento, il fatto di emettere un giudizio significava avere un potere politico. Poiché l'esercizio del potere era emettere giudizi, le decisioni regie erano a loro volta dei giudizi. In maniera del tutto naturale, il politico era indotto dal giudiziario. - Qui invece è il politico che dà, in qualche modo a . fortiori, il diritto di giudicare. Dal momento che amministra, l'intendente [di giustizia] può giudicare. [128n)
[d)] Quarta osservazione: questo nuovo sistema è collegato al capitalismo nascente.' - L'antico sistema era doppiamente legato all'economia feudale: - la proteggeva (attraverso il suo funzionamento); - la rafforzava tramite le sue condizioni di esercizio (poiché la proprietà della giustizia restava di tipo feudale e attirava il denaro disponibile della borghesia su questo tipo di proprietà). 8 - È vero che il nuovo sistema, con la sua struttura, è un elemento di protezione dell'economia feudale. Ma di fatto [esso] facilita lo sviluppo dell'economia capitalista. In che modo? - tramite le sue decisioni? Fino a un certo punto. Chi esercitava la giustizia? In funzione di quali interessi? - ma soprattutto attraverso le sue condizioni di funzionamento: (a) [Esso]°' riduce l'importanza delle giustizie fiscalizzate e delle loro risorse. (b) Riduce inoltre la [loro] importanza politica. · Frase cancellata: "(d) r:esen::izio di questa nuova giustizia è strettamente legato allo sviluppo dell'economia, ma anche in questo caso in una forma del tulio nuova". " Sul mano&critlo è riportalo: "Essa". ~ testo inizialmente aveva come soggetto "questa nuova giustizia". Cfr. la nota precedente.
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(c) Permette dunque alla ricchezza borghese di rivolgersi verso nuove forme di investimento. Come si vede, allora, questo nuovo sistema repressivo risulta legato allo sviluppo del capitalismo per diversi motivi: (129/8]
- È stato, se non la causa essenziale, almeno uno dei beneficiari nella battuta d'arresto imposta alle sedizioni popolari, che ha permesso lo sviluppo della produzione capitalista. Effetto strategico· - Attraverso le sue decisioni (e a causa di coloro che le prendevano), alla fine ha favorito il capitalismo nascente. Effetto giurisdizionale delle sue decisioni - Attraverso il suo funzionamento, ha orientato il capitale mobile del patrimonio borghese in una direzione produttiva. Effetto economico del suo funzionamento - Nei suoi tratti essenziali, ha potuto essere ripreso nel sistema politico dello Stato borghese e capitalista del xix [secolo]. Effetto istituzionale
Per tutti questi motivi è facile comprendere perché questo sistema abbia vinto la partita. Sebbene fosse strutturalmente legato alla feudalità (e alla sua forma centralizzata), a livello funzionale [questo nuovo sistema repressivo)"" si collegava allo sviluppo del capitalismo: - le necessità della formazione del capitale, - l'espropriazione dei poteri di giustizia, - la separazione tra esercizio della giustizia e prelievo fiscale, - il trasferimento dell'esercizio della giustizia al potere amministrativo dello Stato. Questi quattro procedimenti sono correlati.
· A quanto pare, Foucault aveva scritto primo: "Effetto repressivo·, poi cancelll'o "repressivo" e scritto: "pilitico" [o forse: "pratico"], poi cancellato politico· e saitto: "strategico". •· Il manoscritto dice: "esso".
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[130/9]
TEORIE E lsnnJZJONJ PENALI
"Si capisce di conseguenza perché sarà questo nuovo sistema a essere infine ripreso e convalidato al termine del XVIII secolo.. : - Sarà questo sistema (giustizia istituzionalizzata, polizia, reclusione) a sostituire definitivamente l'altro: giustizia infeudata, garanzia e assunzione di impegno delle categorie privilegiate, e bando-invasione militare. - Sarà questo sistema antisedizione che prenderà corpo nel codice penale, nell'apparato di giustizia, nell'apparato di polizia e nel nuovo incasellamento della delinquenza. - Sarà questo sistema che, al prezzo di una serie di modifiche importanti, dovrà assicurare la protezione antisedizione nella società capitalista.9 Non è il capitalismo a produrre la criminalità. Superficialità dell'analisi: è il capitalismo a produrre i ladri e gli assassini; senza capitalismo niente assassini. 10 Bisogna dire che il capitalismo non può sussistere senza un apparato di repressione la cui funzione principale è antisediziosa. Questo apparato produce una certa codificazione penalità-delinquenza.
[131/10]
Quel che bisogna ora studiare è il modo in cui è stato messo in atto questo nuovo sistema repressivo - come ha infine prevalso, via via che si sviluppava e si ultimava il sistema politico della produzione capitalista; - attraverso quali episodi nel XIX secolo si è infine istituzionalizzato, sotto forma di tribunali, di polizia, di prigioni e di codice penale. Il che è avvenuto attraverso tre episodi: 1) la conciliazione Maupeou 11 2) un sistema di controllo giudiziario completamente nuovo, o meglio il conflitto tra diversi sistemi di pratiche giudiziarie durante la Rivoluzione • Cinizio della frase è cancellato: "La quinta osservazione da fare è che[ ... ]". '" n se&1ito della frase è cancellato: ",producendo una nuova form1,1lazione penale e un nuovo incasellamcnto, una nuova codificazione della delinquenza".
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3) infine il suo trionfo all'epoca della reazione imperiale.12 Ma ritorniamo indietro, per valutare la novità di queste tre istituzioni: intendenti di giustizia, polizia, reclusione. In che modo stava nascendo una pratica giudiziaria interamente nuova a partire da questo nuovo sistema repressivo che si insinuava negli interstizi di quello vecchio.·
• Segue un foglio non numerato, che riportiamo qui: [132/s.f.]
In apparenza:
Sistema penala· DdinqWlnZD Un caso particolare Sedizione Incidente storico In realtà:
~
apparato repressiYO
Sistema repressivo • Salivane Condizione storica
Sistema penale - delinquenza
•
come effetto spostato ideologicamente verso l'univenale e il irrmanente come strumento di rinnoYO (permanente, allargato)
•
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TEORIE E ISTITUZIONI PENALI
Note 1
Cfr. supra, lezione precedente.
> Cfr. su questo tema M. Foucauh, I.A società punitiva, cii., Nota del cura-
tore, pp. 295-296. Bisogna quindi distinguei-e bene tra i vari "sistemi repressivi", i quali all'epoca, secondo Foucauh, hanno una funzione politica che cerca di reprimere e bloccare le lotte popolari per il potere (funzione antisediziosa). Se questa funzione si delinea (come si vedrà nelle lezioni dal 9 febbraio 1972 in poi), a partire dalle rivolte di fine Xlii e xiv secolo, con la nascita del Parlamento e della figura del procuratore del re e la costituzione di eserciti centralizzati, è a partire dal xvu secolo che "il sistema penale che nel Medioevo aveva essenzialmente una funzione fiscale si è organizzato intorno alla lotta antisediziosa" ("Sulla giustizia popolare", cii. [supra, p. 67 nota I 5], p. 95). Questa dimensione fondamentalmente politica dei sistemi repressivi spiega che "sotto l'odio che il popolo ha della giustizia, dei giudici, dei tribunali, delle prigioni", c'è "innanzitutto la percezione di un punto singolare in cui il• potere si esercita a spese del popolo. La lotta antigiudiziaria è una lotta contro il potere" (I.es inte/lu:tuels et le pouvoir, intervista con Gilles Deleuze, 4 marzo 1972, "t:Arc", n. 49: Gil/es De/eute, u t1imestre 1972, pp. 3-10; ora in DE, n. 106, ed. 1994, voi. 11, p.311; ed. 2011, voi. 1, p. 1179; trad. it. di A. Fontana, P. Pasquino, G. Procacci, "Gli intellettuali e il potere", in// discorso, la storia, verità, cit., pp. 123-124). La coppia sistema penale-delinquenza ha invece l'effetto di occultare questa dimensione politica (erigendola a "leggi" valide per l'ordine sociale nel suo insieme ecc.) e, opponendo la "plebe delinquente" al "proletariato", il "proletariato" onesto agli "emarginati", mantenendo un dominio sempre maggiore sul popolo dividendolo. "Non bisognerebbe dire: c'è il proletariato c poi ci sono questi marginali. Bisognerebbe dire: nella massa globale della plebe c'è una rottura tra il proletariato e la plebe non proletarizzata [... ]. Istituzioni come la polizia, la giustizia, il sistema penale sono uno dei mezzi utilizzati per approfondire incessantemente questa frattura di cui il capitalismo ha bisogno" (Table ronde, "Esprit", n. 413: Nonnalisation et contr6/e socia/ (Pourquoi le travail socia/?), aprile-maggio 1972, pp. 678-703; ora in DE, n. 107, cd. 1994, voi. 11, § Classes laborieuses et classes da11gereuses, p. 334; ed. 2001, voi. 1, p. 1202; trad. it. di A. Petrillo, "Tavola rotonda", in A.-chivio Foucau/t 2, cit., p. 65). Uno degli effetti della coppia delinquenza-sistema penale, secondo Foucauh, era inoltre l'interiorizzazione da parte del proleta1ial0 di "una pa11e dell'ideologia borghese[ ... ] che riguarda l'uso della violenza, l'insurrezione, la delinquenza, il sottoproletariato, i marginali della società" ("La grande reclusione", cii. [supra, p. I 17 nota 21], p. 81). La posta in gioco che ne deriva è di mostrare chiaramente come ogni "delinquenza" sia in realtà politica e di cancellare la "frattura" tra delinquenza comune e lotta politica. Cfr. infra, lezione del 9 febbraio, pp. 147148 [155/6)-(15617], e del 1• marzo 1972, pp. 208 [225/14)-210 [227/16]; Nota del curatore, pp. 259 sgg e passim. ' Cfr. supra, lezione del 1° dicembre. ' Sull'ordinanza del 1670, dr. infra, lezione del 2 febbraio 1972, p. 140 nota 8. ' La signoria è innanzitutto un tipo di proprietà fondiaria che include generalmente U1' elementi: un territorio, uno o più feudi e una giustizia signorile. I primi due elementi implicano il pagamento di canoni (censo, diversi tipi di rendite ... ).e si inscrivono in un complisso sistema fiscale (spesso, iul esempio, per esercitare i suoi diritti, il signore cfeve pagare al re una tassa cll feudo franco, oltre a un'annata di entrate ogni venti). Nella misura in cui è collegata alla signo-
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ria, la giustizia signorile (effettuata da giudici e agenti signorili, che dipendono dal signore) è integrata a quesla fiscalità, in questo sistema di diritti e di canoni. • Il sistema delle "cariche" consiste nella vendita di incarichi statali (amministrazione, giustizia, finanza ecc.), acquistati dalle ricche famiglie del regno che poi li conservano in cambio del pagamento di un canone annuale e che sono 1rasmissibili agli eredi. Anche in questo caso, bisogna chiaramente integrare la giustizia in un sistema di prelievi e di canoni. CFr. R. Mousnier, Lo. w!nalirt! des office.s sous Henri tv et louis Xlii, cit. [supra, p. 117 nota 22) e B. Guenée, 'Inbunaux et gens de justice dans le bai/liage de Senlis à la fin du Moyen Age (vers 13801550), cit. [supra, p. 47 noia 4), pp. 154-184. ' Giustizia signorile e cariche costituiscono un patrimonio scambiabile ed ereditabile. • Cfr. su questo punto le analisi di B. Porehnev, Les s011/~rents populaire.s en France, cit., pp. 419-421 e sopratlutto pp. 557-561. Quando la borghesia, nonostante la pressione fiscale, riesce ad accumulare un capitale, preferisce investirlo, a titolo di capitale usurario, in crediti ai privilegiati o nell'acquisto di cariche e di rendite, piultosto che investirlo, a titolo di capitale produuivo, nell'industria e nel commercio. Era un mezzo della borghesia per sfuggire agli oneri fiscali e acquisire uno statuto privilegiato in un sistema ancora ampiamente feudale. Questa tesi è stata contestata da Mousnier, sopratlutlo per quanto riguarda il xvu secolo: Mousnier insiste, infatti, sull'importanza del capitale commerciale e industriale, che sarebbe maggiore rispetto a quanto stimato da Porchnev, e ridimensiona l'idea che monopoli e privilegi avrebbero costituito degli ostacoli allo sviluppo del capitalismo. CFr. R. Mousnier, Lo. piume, la fauci/le et le marreau, cit., pp. 362-363. Per maggiori dettagli su questo dibattito, cFr. C.-O. Doron, "Foucault e gli storici", appendice, infra, pp. 305-322. • Cfr. supra, lezione precedente, p. 117 note 20-21. 10 L'idea secondo cui "il capitalismo [ ... ) produce la criminalità" è regolarmente usata in quegli anni per designare la "teoria marxista" nell'ambito della criminologia (cfr. per esempio D. Szabo, Criminologie, Presses universitaires de Montréal, Montreal 1965, p. 197: "La teoria marxista tendeva a presentare la criminalità come un prodotto del sistema capitalista", oppure R. Merle, A. Vitu, Traiti! de droit crimine/, Cujas, Paris 1967, pp. 52-53: "Agli occhi dei giuristi dei paesi socialisti, la criminalità è essenzialmente un prodotto del sistema capitalista", "di norma dovrà esaurirsi, o ridursi considerevolmente, dopo l'instaurazione definitiva del comunismo"). Questa idea si rifà in particolare all'opera classica del criminologo marxista olandese W.A. Bonger, Crinrina/iry and Economie Condirions (trad. ingl. di H.P. Horton, Litùe, Brown & Co .. Boston 1916), in cui egli espone la sua teoria secondo la quale il modo di produzione capitalista distrugge il senso sociale e favorisce l'egoismo, la volontà di dominio, l'immoralità ... producendo cosi la criminalità. Al contrario, in una società caratterizzata dalla comunanza dei mezzi di produzione, la criminalità dovrebbe tendere a scomparire (cfr. per esempio pp. 667-672). 11 René Nicolas Charles Augustin de Maupeou (1714-1792), ex primo presidente del Parlamento di Parigi, nel 1768 diventa cancelliere del regno e guardasigilli. Nel 1771, in un quadro di conflitti tra i parlamenti (il Parlamento di Parigi in primis) e la monarchia, avvia un'estesa riforma della giustizia, che mirava a ridurre il potere dei parlamenti. Fa arrestare ed esiliare i parlamentari giudicati colpevoli di venalità, abolisce la compravendita delle cariche, istituisce la gratuità della giustizia e, sul territorio di giurisdizione del Parlamento di Parigi, crea dei Consigli su~riori, i cui membri sono designati dal re, non pos•sono essere destituiti e sono•remunerati dallo Stato. A cafisa delle forti proteste suscitate dalla riforma, essa sarà abbandonata nel 1774, con l'avvento di Lui-
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gi xiv. Maupeou sarà rimosso dal ruolo di guardasigilli ma resterà cancelliere fino al 1790. Sulla riforma Maupeou, cfr. J.-L. Charlier, Justice: une rifanne manquée, 1771-1774. Le Chancelierde Maupeou, Fayard, Paris 2009. " Foucault non ritornerà su questi eventi nelle successive lezioni del corso. Affronterà una parte di questo programma (studio del conflitto Ira i diversi sistemi penali alla fine del XVIII secolo e all'inizio del xix; introduzione della prigione come forma penale privilegiata ... ) nel corso successivo, I.a societunto di partenza la vendetta privata; essa consiste nel farsi giustizia da sé nelle forme stabilite
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TEORIE E ISTITUZIONI PENALI
dalle consuetudini [ ... ) la procedura non è lanlo l'opera di un'autorità pubblica, quanto delle parli coinvolte; chi la richiede deve agire secondo le forme". '° Cfr. infra, lezione del 16 febbraio 1972, sulle istituzioni di pace. " Cfi: infra, lezione dell'8 ma,-zo 1972. " R. Sohm, Études sur /es instit11tions gumaniques. La p.-océd11re de la lex Salica, cii., p. 115: "La forma in cui deve avvenire questa esecuzione per mano della parte interessala è l'omicidio legale, regolalo dal dirilto comune; il caraucre pubblico deve dare all'alto il suo marchio giuridico [ ... ). Presso i franchi, il cadavere era esposto sul barg11s, la elida, che era una so,ta di patibolo, affinché ognuno potesse avvicinarsi e vedere. Il quadrivium, l'incrocio, è [ .•. ] il luogo in cui si espone colui che è stato ucciso legalmente, il luogo in cui gli inimici [ ... ) abbandonano il cadavere sine manus et sine pedes. li compimento di quest'ultima formalità indica inoltre che è stato un omicidio commesso per il dirillo alla vendeua e dunque è giustificato[ ... )". " Cfr. J.-J. Thonissen, L'organisation judiciaire, cit., pp. 163-167, che insiste molto sul carauere pubblico. "Tullo accadeva alla luce del sole e i giudici avevano la possibilità di pronunciarsi sul carauere legale dell'omicidio. Cautore di un omicidio legitlimo faceva conoscere il movente e le conseguenze della sua vendena [ ... ) mozzava la testa del morto e la esponeva su un palo, al bordo della strada, alla vista dei passanti[ ... ] chiamava dei testimoni, raccontava il fallo[ ... ) annunciava l'omicidio ai suoi vicini seguendo una formula determinata dalla consuetudine. Presso i germani del Nord, doveva comparire davanti all'assemblea giudiziaria (t/,ing), annunciare l'omicidio e fornire la prova dell'esistenza di una causa che lo giustificasse" (pp. 165-166). " Cfr. ivi, pp. 199-202: "Questa composizione non è l'ammenda moderna[ ... ) né tanto meno il risarcimento del danno materiale o mo1"Dle derivante dall'infrazione[ ... ) considerala nella sua origine; è il riscallo del dirillo alla vendeua". Sulla composizione, dr. più in generale le pp. 198-237. Per un'analisi più recente della composizione, cfr. J. Balon, Componere, "Revue historique de droil français et étranger", 1964, pp. 413-447; J.-P. Poly, Le grain de Welclres: pouvoiret mannaie dans /es royaumes mérovingiens, "Droit cl Cultures", Xli, 1986, pp. 19-42. " Cfr. J .•J. Thonissen, L'organisation judiciaire, cii., p. 77: "I rachimburgi non erano né un corpo di giudici permanenti, né un collegio di delegati della centena incaricati dell'amministrazione della giustizia. Non formavano da nessun punto di vista una classe a sé stante tra i franchi nati liberi. Il tribunale della centena era composto da tulti i cittadini attivi di quella suddivisione territoriale, riuniti sollo la presidenza del loro capo, il 1/,ungirms [ ... ] tutti avevano il diriuo di sedere nel Mdl". La centena, nei franchi, indica un'unità demografica che comprende cento capifamiglia, i quali in tempo di guerra formano una compagnia guidata da un capo e, in tempo di pace, vivono su uno stesso territorio. 26 Cfr. H. Brunner; I.a parole et la forme dans l'ancienne proctd11re française, cit., p. 28: "Nell'antica procedura francese, le parti coinvolte non erano solloposte a nessun tipo di tutela da parte dei giudici. Le uniche questioni di cui essi si occupavano erano le controversie. li tribunale adouava una misura o prendeva una decisione solo quando le parti ne facevano richiesta". " Cfr. J.-J. Thonissen, L'organisation judiciaire, cii., pp. 244-245: "Presso i franchi e gli antichi germani esisteva una serie di crimini di eccezionale gravità, macchiati da un'infamia particolare, che non permellevano alcuna composizione [... ] questi c1imini [ ... ] erano puniti con il massimo supplizio in virtù di una • consuetudine nazionale, coftle il tradimento, la diserzio11t, la viltà, il regicidio, i comportamenti ignobili".
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" Cfr. A. Du Boys, Histoire du droit crimine/ des peuples modemes, voi. 111, Durand, Paris 1860, p. 228 (Fondo BnF). " Cfr. E. Perrot, Les cas royaux: origine 4t dtveloppement de la thtorie aux x11f et XN sikles, A. Rousseau, Paris 1910, p. 3S (Fondo Bnf). Ma, secondo Perrot, l'annessione risale al x,v secolo. Sul problema della sodomia nel Medioevo, cfr. ad esempio: G.W. Olscn, OfSodomites, Effemina/es, Hem,aphrodites, and Androgynes: Sodomy in the Age o( Peter Damian, Pontificai lnstitute of Mediaeval Studies, Toronto 2001; J. Cadden, Nothing Natural is Shameful: Sodomy and Science in late Medieval &,rope, University of Pennsylvania Press, Philadelphia 2013. '° Cfr. Y. Bongert, Recherches sur /es coun lal'ques, cit., p. 38: "Non era tanto semplice trovare un giudice, perché giudicare voleva dire prendere parte nella lite, e dunque correre dei rischi". Nel Quaderno n. 11 alla data dell'8 novembre 1971, Foucault dedica un lungo sviluppo alla questione del rischio di giudicare, che riportiamo qui: "Nell'epoca carolingia partecipare alle assemblee giudiziarie era un obbligo (come il servizio militare). Perché un obbligo? [I] !:assemblea giudiziaria aveva il compito di mantenere o di ristabilire la pace tra i franchi. [2] Coloro çhe giudicavano si assumeval)o dei rischi (ulteriore vendeua, guerra che si riaccende e in cui essi si trovano implicati assieme a coloro di cui hanno preso le parti). Fare giustizia non è un diritto: è un obbligo, un rischio. Facendo giustizia ci si espone, cosi come si espongono a una decisione, viceversa, coloro che ne fanno richiesta. Gli uni si espongono a una decisione; gli altri si espongono per mezzo di una decisione. I due doveri di servizio militare e di udienza giudiziaria non sono tanto diversi, sebbene le loro funzioni siano contrapposte. Ma è un dovere che si accetta di assolvere solo a condizione che il sovrano che lo impone sia a sua volta abbastanza forte per impone la decisione che viene presa; non è un diritto imposto al sovrano, che limita in questo modo la sua sovranità; è un rischio che si prende, in solidarietà con il sovrano e sotto la sua garanzia. Più debole è il sovrano, meno si è disposti a giudicare. Il rischio e! troppo grande [illeggibile]. Il dovere di giudicare è accettabile solo in prossimità di un potere forte" (sottolineato nel manoscritto). " Su questo giuramento di impegno a eseguire il giudizio o fidem facere, cfr. J .•J. Thonissen, L'organisation judiciaire, cit., p. 46S: "Tenendo nella mano sinistra la festuca come simbolo materiale di un'affermazione solenne e alzando la mano destra verso il cielo, il condannato dichiarava, sia di persona, sia attraverso un fideiussore, di conformarsi alle prescrizioni del tribunale". " Il fredus o fredum è la parte della composizione che l'autorità giudiziaria si attribuisce. ~ il prezzo della pace (friede) pagato per compensare la rottura della pace pubblica di cui era custode il re; cfr. J.-J. Thonissen, L'organisalion judiciaire, cit., p. 20S. Si distingue dalla parte della composizione che compete all'offeso, a titolo di riscatto della vendetta privata (faida). Il wergeld (prezzo dell'uomo) è la somma pecuniaria fissata come risarcimento e come interruzione della vendetta dopo un omicidio o un grave crimine. Essa varia a seconda dello statuto sociale della persona. Per un'analisi recente del wergeld, cfr. C. Camby, Wergeld ou uueregildus. Le rachat ptcuniaire de l'olfense entre co11tinuitts romaines et innovationgermanique, Droz, Genève 2013. » Sui pegni e le garanzie presi per rispettare i giudizi (garanti, atti di donazione ecc.), cfr. ad esempio G. Duby. Recherches sur l'ivolution des instilulions, cit. (1946), pp. 1S6-1S7, (1947), pp. 30-33, o Y. Bongert, Recherches surles cours laiques, cii., pp. 7S-76.
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Storia del· diritto penale germanice (co11ti11ua1.io11e): le sue tracce nel diritto penale medievale. (A) La procedura accusatoria, la diffamatio. (s) Il sistema de1JJJ. prova [giuridica]: sottoporsi a una prova per stabilire chi è il vincitore. Nei giuramenti, nelle ordalie, nel duello giudiziario, 11011 è in gioco lo. verità. (e) Le guerre private come modalità del diritto nel Medioevo. La controversia al di fuori dell'ambito giudi1.iario. 11. Storia dello. trasfomza1.ione in sistema penale giudi1.iario con u11'a1.ione pubblica e una verità stabilita sul crimine. (A) Non è dovuta solo all'influenUJ. del diritto romano o del cristianesimo: si inscrive invece nel gioco dei rapporti di appropria1.ione e dei rapporti di {o1"l/l. (s) La giusti?.ia penale effettua un rilevante prelievo economico e contribuisce alla circolo.rione dello. ricchewi. - Gli elementi di questa circola1.ione: pegni, canoni, ammende, confisca, riscatto. Conseguenze: circolo.1.ione della ricchewi e concentra1.ione del potere politico. - Osserva1.ioni generali: il sistema penale del Medioevo ha i suoi effetti maggiori al livello del prelievo dei beni; il sistema penale contemporaneo, al livello del prelevamento degli individui; confronto: fiscale/carcerario, scambio/esclusione, riscatto/prigioni. t.
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lntrodu1.ione Sulla base del diritto germanico e in antitesi rispetto a esso, il Medioevo - ha predisposto un apparato giudi?.iario· che tende a essere (pur senza riuscirci del tutto) pemzanente e specifico. Comparsa di un apparato giudiziario
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• I termini in corsivo sono sottolineati nel manoscritto.
LEZIONE DEL 9 FEBBRAIO 1972
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- questo apparato giudiziario non riceve solo un rafforzamento di potere per imporre le sue decisioni, ma ottiene il diritto di intervenire direttamente, di mettere in moto degli atti di giustizia. Comparsa dell'intervento pubblico - si distinguono cosl le controversie private (con o senza danno) che gli individui regolano tra di loro davanti alla giustizia; e i delitti o i crimini per i quali è il potere pubblico ad attivare un intervento giudiziario (anche a prescindere dal fatto che qualcuno ne faccia richiesta o in correlazione a esso). Comparsa del diritto penale specifico [tSl/2]
Molti elementi del diritto germanico continueranno certamente a sussistere, e caratterizzeranno ancora a lungo il diritto penale medievale. A titolo di esempio: I. La procedura accusatoria 1
Nel dititto germanico ha due aspetti: - È colui che è citato in giudizio a dover respingere l'accusa che gli viene rivolta. Non è l'accusatore a dover dimostrare quanto sostiene (o perlomeno non deve dimostrarlo costantemente). 2 - !:offensiva, in ambito giudiziario, è e resta un'offensiva. Spetta a chi è attaccato trovare il modo per parare il colpo e respingere la minaccia. Davanti ai tribunali, quindi, è sempre la forma della battaglia quella a cui si mira. - Ci dev'essere un accusatore. Anche quando interverrà il potere pubblico, esso sarà interessato all'atto di giustizia a cui parteciperà come colui che cita in giudizio, e si appoggerà a lungo sulle pregiudiziali di un accusatore: - sia individuali sia collettive (nel caso di flagranza di reato e di haro )3 - sia segrete (delatore) sia anonime (diffamatio). 4 [15213)
Anche in ambito penale sarà a lungo conservata la forma della controversia tra due individui. !:intervento del potere pubblico ptende la forma di un lppoggio a una delle
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TEORIE E ISTITUZIONI PENALI
due parti, di un aggravio di pena [per] il colpevole che abbia provocato un danno. Passa completamente dalla parte di uno degli avversari e amplifica la sconfitta dell'altro; e soprattutto impedisce ogni tipo di conciliazione. In ogni caso si resta nell'ambito della battaglia. 2. Il sistema della prova [giuridica! L'atto di giustizia è una certa maniera di risolvere la controversia. Di portarla al suo compimento. Di sostituire con una prova decisiva la lotta e tutti i suoi futuri sviluppi. Dunque, non si tratta tanto di sapere chi ha ragione, ma di porre in ogni istante gli avversari di fronte all'alternativa: - o anivate a upa composizione, vi ac~ordate e fate la pace, - oppure vi sottomettete a una prova che deciderà chi è il vincitore. È una questione di pace o di vittoria: non di dimostrazione e di velità. Da ciò de1ivano le famose prove medievali:
[153/4)
a. I giuramenti Impiegati nel dilitto germanico, si erano generalizzati all'epoca dei carolingi, e scompariranno solo in parte (7 xii secolo). Nel diritto germanico chi doveva difendersi ma non era in grado di portare dei testimoni ricorreva al giuramento purgatorio insieme ad altri giurati (da 12 a 15). 5 In seguito, il licorso al giuramento si è generalizzato. In Romania (dopo un decretale di Onolio 111) tramite il giuramento era possibile sottrarsi a ogni azione giudiziaria, anche se l'accusatore aveva dei testimoni. Sembra che all'epoca di Carlo Magno giurassero tutti: l'accusato (per scagionarsi), l'accusatore (per affermare la verità di quanto affermava), i garanti. 6
· Foucault distingue tra épreuves (nel senso di prove fisiche, di tipo ordalico, da superare per stabilire dove sta il diliuo) e pre11ves (le prove a sostegno della difosa o dell'accusa nei processi). Dove è necessario mantenqe questa distinzione, le seco,11de saranno tradoue come "proye [giuridiche)". [N.d. T.)
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b. Le ordalie - La legge salica menziona soltanto la prova dell'acqua bollente. - Nelle formule carolinge, si trova l'acqua calda, l'acqua fredda, il calderone, il ferro rovente, la croce. 1
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c. Il duello giudiziario - era usato presso alcuni popoli germanici (bavaresi, longobardi, alemanni), 8 ma non presso i franchi salii. Forse per i crimini di lesa maestà. 9 - In ogni caso, la sua generalizzazione risale alla legge Gombetta, per mettere fine alla diffusione illecita dei giuramenti. 10 Dal x al Xlll secolo, il duello riguar~va ogni questione giudiziaria (civile o penale). Ci si poteva appellare a esso: - contro il giuramento dell'avversario - contro il giuramento dei testimoni - e perfino contro i giudici (quando la parte condannata riteneva che il giudizio fosse sbagliato, poteva appellarsi a un contro-giudizio e costringere i giudici a un duello giudiziario. Tuttavia, i contadini che erano stati giudicati dal loro signore non ne avevano diritto). 11 Tutto ciò rende evidente come, nel corso del suo svolgimento, l'atto giudiziario ha continuato a conservare un carattere di guerra. Il problema era di sapere chi avrebbe vinto (nella sfida dei giuramenti, nel gioco della prova o nel duello) sotto lo sguardo di un giudice destinato soprattutto ad autentificare lo svolgersi del "combattimento". La funzione del giudice non era di stabilire lui stesso, e con i propri mezzi, dove stesse la verità. In questo teatro, il giudizio è ancora una lotta, un episodio della guerra, una rivalità. In un'epoca in cui le sue giustificazioni ideologiche e religiose lo trascinavano altrove (verso la verità) e in cui il suo funzionamento è di tutt'altro tipo.
(155/6]
3. [Le guerre private) Ma la più importante di queste persistenze del diritto germanico sono evidentemente le guerre private, che continueranno per tutto il Medioevo. - quelle più importanti, che oppongono i grandi feu•datari ai loro sovrani,•o i feudatari tra loro, 'tendono
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[156/7)
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via via a diventare guerre pubbliche (con eserciti di professione, eserciti organizzati, alleanze politiche). E sarà proprio grazie a esse che gli Stati unitari e "nazionali" cominceranno a organizzarsi; - quelle meno importanti, che oppongono i contadini o i borghesi tra loro, tendono a divenire sempre più rivalità individuali, ereditarie, inizialmente irriducibili al diritto e poi ben presto contrarie all'ordine. Ci sarà una forte tendenza a far passare queste guerre sia al rango di conflitti politici sia al rango di delinquenza individuale. E a stabilire una separazione che per noi è perfettamente "chiara". (Di fatto lo è ben poco: la differenza tra crimine individuale e crimine politico è un effetto della statalizzazione della penalità; i suoi fautori sono proprio coloro che detengono l'apparato di Staio. Dire: questo è un "reato comune", questo è "politico", implica assumere ancora una volta il punto di vista dell'apparato di Stato che applica la penalità. 12 ) In ogni caso, la persistenza della guerra privata è uno dei fenomeni importanti del sistema penale del Medioevo. La guerra privata non fuoriesce dall'ambito del diritto; è una forma "marginalizzata" o "circoscritta" di diritto, ma è comunque una forma di diritto. È tanto più resistente, è tanto più difficile da arginare quanto più debole è l'organizzazione statale. Esempio delle Fiandre: - il diritto alla gue1Ta privata non è riconosciuto esplicitamente - ma lo è di fatto, al punto che - certi crimini (anche gli omicidi) sembrano essere stati tollerati quando erano collegati a una guerra • privata.' 3 - le municipalità permettevano la detenzione delle armi a coloro che erano invischiati in una guerra privata, 1• - esistevano delle istituzioni, dei riti e dei contratti solenni di pacificazione 15: - i "pacieri" affiancavano gli scabini' 6 - numerosi contratti di "concordia" 11 - tariffazione della pace. 18
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Dunque, nella· sfera del giudiziario (cioè nella pratica dei tribunali, nella forma che assumono e in ciò che fonda le loro decisioni), la controversia (il sistema danno-reazione-guerra) continua a essere visibile per secoli. Ma all'esterno .. di questa sfera, in ciò che la circonda, che le sfugge e che le resiste, la controversia e la guerra continuano a definire un certo ambito di "giustizia", riconosciuto come tale; rispetto a questa sfera della giustizia, il passaggio attraverso il giudiziario continua a essere solo un'eventualità.
(158/9]
La trasformazione consisterà: - in un'assimilazione di tutte le "giustizie" nel giudiziario· - in c~rrelazione a un intervento autoritari~ del giudiziario, che si dà il potere di imporsi come azione pubblica; - in correlazione anche a una distinzione tra diritto comune e "politico" (guerre private che non sono altro che crimini individuali, e guerre pubbliche, alcune delle quali interne, altre esterne); - infine e come conseguenza, attuazione di una procedura penale interamente regolata in base - all'azione pubblica, - al suo potere di intervento e di decisione, - all'istituzione di una verità sul crimine (e non più una pace tra le parti coinvolte in una controversia). 19 Come si è resa possibile questa trasformazione? [*)
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A cosa sono dovute queste trasformazioni? I) Influenza del diritto romano insieme all'estensione del potere regio. Il diritto romano avrebbe dato ai monarchi uno strumento tecnico, un attrezzo istituzionale, oltre che una giustificazione teorica, per stabilire un potere pubbli-
· Sottoliqpto nel manoscritto. ·· Sottolineato nel manoscritto.
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co che intervenisse in materia giudiziaria e perseguisse, per conto proprio, le infrazioni della legge. In particolare, sarà il tardo diritto romano (quello del Codice giustinianeo) a fornire il modello teorico dei crimini di lesa maestà. 2) Influenza del cristianesimo. I.:espansione della Chiesa avrebbe permesso l'assimilazione delle vecchie pratiche germaniche. Avrebbe condotto l'antica concezione controversia-danno-reazione, privata e collettiva al tempo stesso, verso la concezione del peccato, della colpa individuale, del castigo. Si sarebbe passati dalla compensazione alla sanzione. 20 [160il!J
Sono spiegazioni troppo generali e tro ppo particolari - troppo particolari, perché di fatto l'espansione del potere regio o della penetrazione delle idee cristiane nella pratica penale sono semplicemente effetti di altri processi, che si collocano a un livello diverso; - e troppo generali, perché non tengono conto di come la pratica penale si inscriva nel gioco delle altre istituzioni, dei rapporti sociali, delle prestazioni economiche. 0
"La pratica penale non è solo il risultato di una concezione
giuridica dello Stato o di una concezione religiosa della colpa. Essa non fa parte (o in ogni caso non soltanto"") delle sovrastrutture. Si inscrive direttamente nel gioco dei rapporti di appropriazione e dei rapporti di forza .... [161/12) Nei rapporti di appropria1.ione.
Il diritto germanico - da una parte, regolarizzava la guerra privata - dall'altra, offriva la possibilità di un riscatto, il quale era composto da due parti:
· Parola cancellata: "Insomma,". •· Souolineato nel manoscritto. ··· Foucauh prefigura uno sviluppo composto da due grandi partizioni: rapporti di appropriazione e rapporti di forza. li foglio seguente è infaui intitolato: "A. Nei rapporti di app,-opri11tio11e". Dato però che la fine della lezione si concentra sui rapporti di appropriazione, abbiamo eliminato il s,;gno di suddivisione "A". La l,:zione successiva sarà dedicata ai rapporti di forza.
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- il wergeld: danno - il fredum: ammenda 21 questa parte, che era decisamente la più debole, è diventata essenziale all'epoca dei primi tentativi statali: regno merovingio impero carolingio. 22 Da quel momento, con la dissoluzione dello Stato carolingio, la cancellazione della contea e degli agenti regi, e la creazione di quel nuovo centro di potere politico, militare, economico che è il castello, ha inizio l'appropriazione della giustizia. 23
[162113]
La giustizia è un elemento fondamentale del potere - perché le sue sentenze stabiliscono i diritti, le proprietà, i canoni, le eredità, le condizioni di subalternità; - ma anche perché effettua· di per sé un prelievo economico importante. La distribuzione della giustizia prende parte alla circolazione dei beni. Vi partecipa in due maniere: - la controlla (in ambito civile) al livello dei contratti, dei matrimoni, delle eredità, degli obblighi e dei canoni; e (in ambito penale) al livello delle infrazioni, dei furti, dei commerci o delle appropriazioni illecite; - e vi contribuisce in ragione del fatto che è redditizia, che l'atto di giustizia è vantaggioso, che in mano ai giudici si affidano delle garanzie, che si acquista anche la loro benevolenza; ma soprattutto perché impone riscatti, ammende e conciliazioni. (Se la giustizia controlla la circolazione della ricchezza, lo fa soprattutto in quanto giustizia civile. E se contribuisce alla circolazione della ricchezza, lo fa soprattutto in quanto giustizia penale. 24) 1. Attraverso quali elementi vi contribuisce? a) Essere un giudice è" un onere: grava pesantemente sul contadino quando deve recarsi alle udienze tre volte all'anno. 25
; Parole cancellate: "per me1.zo dell'ammenda". •· Pnrole cancellate: "pericoloso; crea anche degli inconvlnienti".
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Cosi, )"'udienza generale", da diritto che era, diventa un canone (che si versa nelle mani di un signore). 26 Si paga per non essere un giudice, e si paga per essere giudicati. Due facce dello stesso fenomeno: il giudiziario non è l'unico mezzo per riuscire a ottenere giustizia.
[163/14]
b) Giudicare è facile quando si tratta di giudicare un contadino libero, ma difficile nel caso di un ricco o di un nobile. Giudicare è un rischio27 : - perché si può non essere obbediti - si può essere coinvolti in una guerra privata - perché il condannato può appellarsi a un altro tribunale e sfidare i suoi giudici di prima istanza in un duello giudiziaiio. 28 Perciò,'quando si vuole attirare l'interesse di un giudi~ ce, si comincia dandogli del denaro. 29 c) Per tutta la durata della procedura, si versano dei pegni e dei canoni. E, una volta conclusa, si paga al giudice un risarcimento. Cfr. il duello giudiziario. Quando ha termine, colui che è stato sconfitto viene spogliato dei suoi beni a vantaggio del signore. Ma anche nel caso in cui lo si voglia interrompere prima (la pacificazione è possibile in ogni momento), bisogna pagare il signore. 30
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d) Tuttavia il prelievo di maggiore entità ha luogo soprattutto all'epilogo di una vicenda che implica un reato. E avviene in due forme: - l'ammenda (la cui importanza non ha mai smesso di aumentare in rapporto ai danni)!' - la confisca, 32 che compare: I) come pena p1incipale in alcuni casi o in alcuni paesi (nel Poitou, in Bretagna, in Normandia, a Parigi: i beni dei suicidi; in Normandia, per le frodi che coinvolgono i diritti del signore; in Turenna e Angiò, come castigo specifico dei nobili); 2) come pena accessoria nei casi di blasfemia, eresia, lesa maestà, diserzione, fellonia, brigantaggio, guerra privata, omicidio, encis,' incendio doloso, adulterio,
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• I.:e11cis è una forma tggravata di omicidio; più es:uamente, è un
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stupro, rapimento, sodomia, incesto, furto, contraffa. zione della moneta, falsa testimonianza. Inoltre, nel duello giudiziario, se vince chi è accusato, lo sconfitto incon-e nella confisca (nel caso in cui essa sarebbe stata inflitta all'accusato). In generale, essa accompagna regolarmente la pena di morte, la mutilazione e il bando, e viene applicata quando il colpevole riesce a fuggire o evade di prigione. La confisca e l'ammenda (quindi il prelievo di ricchezza) sono il denominatore comune di tutte le pene. [165/16]
e) A tutto ciò bisogna aggiungere un'altra forma del diritto penale (al confine tra il civile e il penale). Nel diritto feudale è la pena che prevede la C!)nfisca del feudo, la commise: se gli obblighi di vassallaggio sono stati infranti, if feudo viene restituito al signore che ne può disporre di nuovo liberamente. 33 f) Da notare infine: queste ammende e, a maggior ragione, queste confische erano spesso teoriche. Non venivano pagate: sia perché erano materialmente impossibili, sia perché erano troppo rischiose per il giudice se voleva renderle esecutive, sia perché provocavano inestricabili difficoltà politiche e giuridiche. La struttura sociale basata sul lignaggio creava troppi ostacoli. Ma davano origine a tutta una serie di conflitti, di minacce, di accomodamenti, di conciliazioni. Il riscatto veniva estinto attraverso il versamento di somme, di rendite [ad esempio], o attraverso la cessione di diritti, oppure tramite canoni temporanei, che spesso però diventavano definitivi. Quindi: prima, durante e dopo l'atto giudiziario un'abbondante circolazione di ricchezze e di beni; una serie di transazioni, di spese, di profitti, di benefici.
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2. Conseguenze di questo stato di cose a) Le giustizie diventano oggetto di avidità politica ed economica. I..:atto di giustizia non provoca soltanto una circolazione eco-
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ano di violenza direttQ contro una donna incinta c;Jte provoca la monc della madre e del feto. [N.d. T.]
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nomica, ma lo stesso diritto di esercitare la giustizia diventa parte della circolazione. È oggetto di cessione, di trasmissione, di vendita. È possibile riservarselo quando si cede un feudo; oppure, al contrario, è possibile cederlo ad altri. Ne deriva un intreccio molto complicato lra possesso dei feudi e possesso delle giustizie. 34 b) Esercitare la giustizia non è più pericoloso; al contrario, risulta vantaggioso e desiderabile. Coloro che la esercitano tendono dunque a impo1Te il loro intervento invece di aspettare che siano i due awersa1i a sollecitare volontariamente il loro arbitrato. La giustizia tende a diventare obbligatoria. Ma allo stesso tempo (e sempre a causa dei suoi costi elevati) si tende a sfuggirle. Il soggetto giuridico rincon-eva ·n tribunale; il ttibunale l"incoITe il soggetto giuridico. E l'istanza giudiziaria tende a confiscare l'intero ambito delle giustizie spontanee. Ma, per potersi imporre, occorre una forza. Si fa sentire sempre più la necessità di un appoggio politico e militare. E le uniche giustizie forti saranno quelle che beneficeranno di questo appoggio. 3s [167/18]
c) Ne de1iva un doppio movimento: - frazionamento delle giustizie per effetto delle vendite, delle cessioni, - ma un movimento di concentrazione. - Chi esercita la giustizia e ha il diritto di confisca può infatti acquisire progressivamente nuovi feudi e nuove giustizie. - Inoltre, diventando obbligatoria, la giustizia sarà esercitata tanto meglio quanto più sarà in mano a chi detiene una forza di coercizione politica e militare. Si spiega cosl l'estrema dispersione delle giustizie: - le più piccole (le più facili da applicare e che danno minori profitti) si disperdono tra mani sempre più numerose; - al contrario, quelle grandi (che determinano grossi profitti ma che sono difficili da applicare) passano nelle mani di chi concentra in sé il potere politico e militare.•E soprattutto nelle mani del re. 36 •
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Si spiega cosl tutta una serie di lotte tra i vari p1ivilegiati per acquisire o conservare le loro giustizie: immunità della Chiesa, giurisdizioni urbane; e la necessità di arbitrati fra le giurisdizioni, che ancora una volta rafforzano il potere centrale. Le giustizie alte, medie e basse, le giustizie ecclesiastiche, urbane, signorili, regie, sistematizzavano alla meno peggio questo insieme e il movimento incessante che lo animava. 37 Ma le suddivisioni, la gerarchia, la distribuzione non fanno che mascherare un processo che fa inte1venire il prelievo feudale, il trasferimento delle proprietà, la circolazione delle ricchezze, la concentrazione del potere politico. d) Infine, non bisogna dimenticare che il sistema penale - collegato al movimento di appropliazione delle te1Te e delle rendite - si collega inevitabilmente anche al movimento della popolazione (al suo aumento e ai suoi spostamenti). - Dal x al xm secolo, aumento della popolazione; movimento di colonizzazione, con il dissodamento delle foreste; costituzione di nuovi spazi agricoli e di nuove comunità urbane. - Questo faceva sì che la confisca e il bando fossero compensati dalla possibilità di trasfe1irsi altrove. Il rigore della pena ne risultava dunque attenuato in proporzione. - Viceversa, però, la confisca era tanto [più] frequente in quanto la gente poteva spostarsi altrove. I feudata1i erano pronti ad accogliere nuovi coloni. Di conseguenza, le confische e le pesanti ammende non venivano applicate. 38 - Ma nel xm secolo c'è una battuta d'arresto: le terre scarseggiano; la tensione aumenta39 - inizio delle grandi sedizioni, contro le quali diventa necessario un esercito centralizzato, - e formazione degli eserciti di professione che assorbono gli elementi sediziosi della popolazione. Di conseguenza le giustizie locali cercano sempre più spesso appoggio in una giustizia e in una forza di repressione centralizzata. Il Parlamento e l'esercito centralizzato nascono contemporaneamente. ~0 - La Grande peste. La fame di terre diminuisce. Ma •in ogni caso non si ritc,rna alla situazione pra:edente.
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Il sistema penale non si disperde come prima. Gli effetti della Grande peste colpiscono soprattutto l'economia dei feudatari: molte terre non producono più alcuna rendita; la scarsità di manodopera fa aumentare i salari e il prezzo: di conseguen1.a, relativo calo delle rendite. - Di conseguenza, vi è la tendenza, da parte dei signori, a con·eggere questo calo della rendita feudale. (Adeguamento o incremento della giustizia.)41 - Ma tra i contadini vi è una maggiore forza di resistenza. Da cui derivano le grandi rivolte della fine del xiv secolo. Rivolte che possono essere represse solo da un esercito importante e cht; richiedono un intervepto del potere regio (nel caso dei [Jacques]. il re di Navarra).~ 2 A partire da qui, si capisce come il sistema penale si sia inscritto: I) in questi movimenti di appropriazione intermediaIia contrapposti al saccheggio e all'acquisto. In un'epoca di economia non monetaria, in cui la ricchezza era costituita soprattutto dalla proprietà terriera o dal prelievo di una parte dei suoi prodotti; 2) in un movimento di centralizzazione del potere politico: man mano che la giustizia diventava redditizia, aumentando la pressione fiscale o parafiscale, essa aveva sempre più bisogno di un potere centrale che arbitrasse i conflitti tra gli esecutori della giustizia e appoggiasse il proprio potere esecutivo. Tra il saccheggio di guerra e il commercio, in un'economia non monetaria. Tra l'appropriazione individuale e l'istituzionalizzazione in una società non statale.
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Osservazioni generali
- Il sistema penale del Medioevo ha maggiore effetto al livello del prelievo dei beni. Il nostro ha maggiore effetto al livello dell'esclusione degli individui. 43 Si capisce come il sistema medievale abbia potuto articolarsi su una morale e una teologia della colpa, della penitenza e del risdltto. Un crimine dove1'a essere riscattato
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dalla punizione; la punizione poteva essere riscattata, il riscatto stesso doveva essere riscattato. Si capisce come il nostro sistema si articoli quasi necessariamente o in ogni caso faccia nascere una problematica intorno all'individuo: quali sono gli individui da escludere? Chi sono in natura, in realtà, in segreto? Il sistema della penalità medievale è fiscale: diciamo che è fiscale nella sua forma prioritaria ed è ideologicamente legato al cristianesimo perché ha una funzione economica di appropriazione. Il sistema della penalità moderna è carcerario: è carcerario nella sua forma prioritaria ed è ideologicamente collegato a tutti gli 'iJ [psicologismi] perché ha una funzione · sociale "antisedizione»·. · (172123]
Una descrizione delle pratiche penali nel Medioevo doveva senz'altro vertere intorno alla domanda: chi riscatta che cosa; perché si riscatta questa o quell'azione; in che modo si attua un risarcimento? In breve, lo scambio." Una descrizione delle pratiche penali moderne doveva vertere intorno alla domanda: chi esclude chi e che cosa; chi rinchiude chi; che cosa viene estromesso dal circuito? In breve, l'esclusione:· Si vedrebbe allora che le pratiche stesse hanno un funzionamento del tutto diverso in un caso e nell'altro: la morte (riscatto, salvezza; o esclusione definitiva); la mutilazione, il marchio sul corpo (compensazione purificatoria; marchio sociale); la confessione (ammissione, riconoscimento); la carcerazione (pegno, estromissione dal circuito). 44 """
• Sottolineato nel manoscriuo. .. S01tolineato nel manoscrillo. ... li manoscrillo di questa lezione termina con un foglio numerato (173/24] che sembra non tanto seguire gli sviluppi precedenti, quanto proporre una versione alternativa. La trascriviamo qui: "I.:economia signorile, infalli, vacilla (le rendite diminuiscono, i salari aumentano). Da cui deriva l'atteggiamento sempre più esigente e repressivo dei signori. Da cui le grandi rivolte di fine xrv secolo, che richiedono l'intervento del potere regio. [a ma,iine] E allo stesso tempo blocco della confisca. li sistem.p penale ha quindi avuto u~ ruolo non trascurabile nellJ circolazione delle ricchezze e nella concentrazione del potere politico.
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Si vede come il suo funzionamento si incrocia continuamente con il problema delle rorze armate e della loro concentrazione. Osse11'llzio11e ge11emle
Se meli iamo a conrronto il sistema del Medioevo con il nostro: - il primo preleva dei beni (riscallo) - il secondo preleva degli individui (prigioni). Il riscallo è il denominatore, il segreto della penalità medievale. La carcerazione, [allo scopo di) meuere ruori dalla condizione di nuocere, il segreto del nostro. li p1imo [sistema) è in ogni caso legato al crislianesimo, il nostro alla protezione sociale, alla psicologia, alla psichiatria. Quello medievale è liscale, il nost,-o è carcerario (la serie prigioneospedale - la serie morte-riscallo [illeggibile)). La prigione non occupa la stessa posizione".
Sul retl"O
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"- Le ist[iluzioni] che esiliano. Quelle che confiscano. Quelle che [s.f.] incarcerano (purificazione - partenza: purificazione • riscauo; purificazione - penitenza). Nemmeno la posizione del corpo è la stessa: il luuo dell'esiliato; il marchio di chi ha subilo una confisca; le violenze fisiche. - Le istituzioni che confiscano e l'intcrdeuo. Cinterdcuo (dell'incesto) e la circolazione dei beni." La punizione e la circolazione dei beni. La produzione e la penalità. - Un 'apparato di Stato' la sua ragion d'essere il suo runzionamento reale".
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Note 1 Per la sua lellura della procedura nccusa101ia con1rappos1a alla forma inquisitoria, Foucauh si basa su C.J.A. Millermaier, Trailé de la preuve en maliilre
crimine/le, ou Exposilion comparée des principes de la preuve e11 ma1ière crimine/le (1rad. rr. di C.A. Alexandre, De Cosse e N. Delamolle, Paris 1848), che dislinguc radicalmenle quesle due "forme" e carallerizza la procedura accusaloria come "un ve1'0 e proprio combat1imen10 Ira due pa1ti avverse" (p. 35) (Fondo BnF); e soprallullo su A. Esmein, A His1ory o{ Co11tinen1a/ Criminal Procedr,re, with S~cial Reference lo France, cii., che coslituisce la sua fon1e principale. ' Sulla procedura accusa101ia presso i germani, crr. J.-J. Thonissen, L'organisa1ion judiciaire, cit., pp. 419 sgg. I:'accusatore intima al suo avversario di rispondere con una formula solenne, il ta11gano. li difensore tanga11iwJ10 è obbligalo a rispondere, pena l'ammenda: "Non sono i giudici, ma è l'accusalore stesso che, per mezzo del langano, ordina al suo avversario di rispondere all'accusa" (p. 427). Per quanlo riguarda l'onere della prova, le posizioni sono allenuale. Alcuni autori (Rogge, Sohm ecc.) sostenevano che il fardello della prova gravava soltanto su chi doveva difendersi: o arrivava a un accordo, o doveva provare In falsilà dell'accusa. Tardif riassume cosi quesla posizione: "Chi deve difendersi, chi è accusato, è obbligato a dare prova della sua innocenza o del suo dirino. Già solo allraverso la denuncia, egli riceve un danno e un'offesa [ ... ] e si affrcua a sca1enare l'offensiva" (A. Tardif, Hisloire des so11.-ces d11 droi1 français: origi11es romaines, Picard, Paris 1890, p. 161 [passaggio ci1a10 da Fo11cau/1 che rinvia a Thonissen (Fondo BnF)]). Quesla lesi è discussa da Thonissen (L'organisation j11diciaire, cii., pp. 438-455), che giunge a una posizione più allenua1a: l'accusalore non ha necessariamenle bisogno di provare la sua accusa, fa un'asserzione; chi si difende ne ra un'ahra e. a seconda del grado di verosimiglianza delle due, si impula l'onere della prova all'uno o all'altro. ' crr. A. Esmein, A Hislory o{ Con1inen1al Criminal Procedure, cit., pp. 6162. li clame11r de haro (lelleralmenle, il clamore dell'allarme verbale), nel diritto normanno, si riferisce all'appello fallo a tulli i membri della comunilà per cauurare il malfattore, in caso di reato in nagranle. crr. E.D. Glasson, É111de his1oriq11e s11r la clameur de haro, Larose et Force!, Paris 1882. La stessa procedura la si rilrova in Inghilterra con il nome di "hue and cry". Secondo Esmein, si lralla di un "ingegnoso strumento formale per dare alla vertenza un carattere di arreslo in nagranza di reato per un certo periodo di lempo anche dopo il crimine".
• Sulla "de111mcia1io" e la "diffamario", dr. P. Foumier, Les o{ficiali1és au Moyen Age. Élllde sur l'organisalion, la compéte11ce el la procéd11re des 1ribuna11x ecc/ésiastiq11es ordinaires en France de 1180 il 1328 (Plon, Paris 1880, pp. 254262), che desc,ive le p1-ocedure di denuncia nel conleslo ccclesiaslico; e sopraltuuo A. Esmcin, A Hislory o{ Con1inen1a/ Criminal Proced11re, cit., pp. 78-87 e 99-104. Le nozioni di "de111111cia1io" e "diffamnrio" provengono dalla procedura ecclesiastica. Secondo Esmein, la procedura inquisitoria deriva in gran parte dal diritto canonico, che prevedeva la possibilità - una volta commesso un crimine, l'opinione pubblica accusava una persona e il giudice s1abiliva !'"infamia" o la "mala fama" - di intraprendere un'azione conlro l'i11fama111s. ~ questo il senso della diffamalio. Per una storia recente di questo tipo di queslioni, cfr. F. Migliorino, Fama e infa,,,ia. Problemi della socie11J medievale nel ~nsiero giuridico nei secoli x11 e xm, Giannoua, Ca1ania 1985; J. Théry, "Fama. I:'opinion publique comme preuve judiciaire", in B. Lcmesle (a cura di), La preuve en juslice de l'An• tiquilé i>. noajours, PUR, Rennes 2003, pp.l 19-147.
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Quanto alln demmciatio, pl'oviene in origine da una procedura di "denuncia" obblignto,;a che aveva luogo in occasione delle visite del vescovo nei monasteri o durante i sinodi diocesani. Questa procedura subl delle trasformazioni che condussel'o al p,;ncipio secondo cui un "de111111cia1or" poteva rivolgersi a un giudice perché avviasse un'indagine contro un individuo, senza costituire un'accusa formale. Come si vedl'à più avanti (lezione del 1° marzo 1972). in genere il pl'ocuralore pubblico inlerven-à all'inizio in qualità di "de11u11ciato1·". ' Sui giuramenti nel diriuo ge,manico, dr. ad esempio J .•J. Thonissen, L'orga11isatio11 judiciaire, cii., pp. 516-524. Il numero dei co-giurali varia notevolmente; il numcl'o che compare con più regola,·ità è 12, ma può a1Tivare fino a 72. Sui giuramenti in generale, eh: R. Verdier (a cura di), Le sen11e111. Actes du col/oque de Paris x Nanterre ( 1989), CNRS, Pa,;s 199 I, 2 voli. • cri: J.-P. Lc!vy, La l,iérarcl,ie des preuves dans le droit savalll d11 Moyen Age, depuis la Re11aiss1111ce d11 droit romai11 j11squ'à la fi11 t/11 xiv siècle, Rccueil Sirey, Paris 1939, p. 132: "Un celebre decretale di Onorio III sancisce che in Romania [ ... ] era possibile sourarsi a ogni azione giudiziaria tramite un giuramento, anche quando l'accusatore citava dei testimoni pronti a depom: in suo favore" (si traila del decretale x.2.19:12 del 1218). Sull'onnipresenza del giul'nmento sotto Carlo Magno, cfr. ivi, p. 134. Foucault si soffermerà più a lungo sul tema dei giuramenti e delle ordalie, intese come prove (prove dell'imponanza sociale di un individuo, prove verbali e fisiche), in "La verità e le forme giuridiche", cit., pp. 117-118. ' R. Monie1; Les i11stitutio11s judiciaires des vii/es de F/111,dre, des origines à la rédacrio11 des Co11tunres, cii. [supra, p. 141 nota 16], pp. 49-50. Per lavo,; più recenti su questo argomento, eh: R. Banlell, Tria/ by Fire and Water. 1ne Medieva/ Judicial Ordeal, Clal'endon P1·css-Oxfol'd Univel'sity Press, New York-Oxford 1986, e sopranuuo R. Jacob, La grdce des juges. L'i11s1it111io11 jmliciaire et le sacré e11 Occide111, PUF, Paris 2014. • C. Dc Smcdl, Les origines d11 d11el j11diciaire, Victor Retaux et fils, Paris 1894, p. 7 (per l'assenza del duello nella /ex salica) e pp. 9-13 (per la sua presenza presso bavaresi, lombardi e alemanni). cr,: anche J. Decforeuil, À propos de q11elq11es trav1111x récems sur le d11el judicinire, "Nouvelle Rcvuc historique de droit français et élranger", 33• annata, 1909, p. 78 (Fondo BnF). Per una storia più recente del duello giudiziario, ci si può ,;fori1-e a M. Chabas, Le due/ j11diciaire er, France Xllf-xvf siècles, Éd. Jean-Favard, Sain1-Sulpice-de-Faviè1-es 1978; O. Guil101, "Le duci judiciai1-e: du champ légal (sous Louis le Pieux) au champ de la pratique en France (xl' s.)", in M.VV., La giustiz,à nell'Alto Medioevo (secoli 1x-1a), 2 (scllimane di studio del CISAM, 44), Spoleto 1997, pp. 715-795, e diversi testi riuniti in M.vv., Le ~glemelll des conf/its 1111 Mo_ven Age, Actes de la SHMESP, 31' Congresso (Angers, 2000), Publications de la Sorbonne, Paris 2001. ' E un'allusione alla tesi sviluppata da Alcxander Gal in Der Zweikamp( im (ri111kisc/1e11 Protess (1907) e discussa da Declareuil in À propos de q11elques trav1111x récenrs sm· le due/ j11diciaire, cit., pp. 76 sgg., secondo il quale il duello giudiziario era riservalo inizialmente alla giurisdizione 1-egia e riguardava le infrazioni di uno dei memb,; della tmstis all'obbligo di redeltà nei confronti del re. •0 La legge Gombella (/ex G11ndobada) designa l'insieme di leggi promulgate dal re dei burgundi, Gundebaldo (morto nel 516). Foucaull si rife,;sce a un'ordinanza emessa nel 502, che fo,ma il titolo XLV della legge Gombena e che, per contrastare l'abuso dei giuramenti e degli spergiuri, incoraggia l'uso del duello giudizia1io se la parte avversa rifiuta la prova del giuramento. crr. C. De Smedt, Les origines du d11el ;11,liciaire, cii., pp. 7-8: J. Dcclai-euil, À propos de que/ques trava11x réc\111s sur le d11e/ judiciaire, cit.~ p. 81. •
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11 Questo sviluppo di basa su J. Declareuil in A propos de quelques travaux rkents sur le due! ji,diciaire, cii., p. 84. " Si ritrova qui un problema affrontato anche altrove (supra, lezione del 24 novembre 1971, p. 20 nota 16 e infra, lezione del 1° ma17.o 1972, pp. 200-210 [226115)), che riguarda la genealogia della distinzione tra reato politico e reato comune. Era un problema a cui Foucault, all'epoca, era particolarmente interessato, tenuto conto del suo impegno all'interno del GIP e durante la repressione "politica" del post-Sessantotto (cfr. infra, Nola del curatore. pp. 259 sgg. e nota 15). Il dibattito sulla distinzione tra reato politico e reato comune si gioca su due livelli. Da una parte, nel momento dell'interdizione della Sinistra proletaria e di altre organizzazioni di estrema sinistra in nome delle "leggi Marcellin" il 27 maggio 1970, la stampa, il potere e alcuni intellcuuali di estrema sinistra (come il trockista Daniel Bensard nel n. 66 di "Rouge", uscito nel giugno 1970) avevano cercato di presentare i maoisti come degli "asociali" o dei "nichilisti" e di assimilarli ai delinquenti comuni. D'altra parte, questa stessa attenzione a non essere considerati dei "marginali" o degli "asociali" e non essere confusi con i delinquenti comuni la si ritrova proprio nei testi dell11 Sinistra proletaria a partire.llal marzo 1970 (De la lulle violente des partisans, marzo 1970, testo che affronta molte tematiche sollevate da Foucault nel suo corso). Tutto ciò sarà conrennato dai primi scioperi della fame dei militanti incarcerati, che volevano ottenere lo statuto di "prigionieri politici", o comunque il regime "speciale" concesso in passato ai detenuti dell'FLN (Front de libération nationale) e dell'oAS (Organisation de l'armée secrète). In un certo senso, si trattava di far funzionare per st, come protezione, una distinzione che, come sottolinea Foucault slesso, assume di ratto il punto di vista de/l'apparato di Stato. Come si può constatare in diversi testi della stessa epoca, agli occhi di Foucault. invece, la posta in gioco era piuttosto di cancellare questa "divisione" Ira delinquenza comune e delinquenza politica, restituendo a ogni tipo di delinquenza il suo carattere politico. Su questo punto, cFr. in particolare "La grande reclusione", cii., pp. 81-82; la "Table ronde" (DE, n. 107, ed. 1994, voi. 11, pp. 334336; ed. 200 I, voi. 1, pp. 1170-1171; trad. it. di A. Petrillo, "Tavola rotonda", in Archivio Foucault 2, cii., pp. 49-70); "Sulla giustizia popolare", cii.; "Prisons et révoltes dans Ics prisons" (intervista con B. Morawe; !rad. fr. di J. Chavy, "Dokumentc ... ", giugno 1973, in DE, n. 125, ed. 1994, voi. 11, pp. 426-427; ed. 2001, voi. 1, pp. 1294-1295; trad. il. di R. Nencini, "Prigioni e rivolte nelle prigioni", in L'emergeni;o delle prigioni, cii., pp. 121-123); e "A proposito della reclusione penitenziaria", cii., pp. 133-135. Secondo Foucault, gli anni sessanta e i primi anni settanta, con la carcerazione dei maoisti e dei prigionieri politici algerini e la fondazione del GIP, hanno dato origine a un doppio movimento di politicizzazione delle lotte all'interno delle prigioni e di politicizzazione del problema della prigione all'esterno, che ha portato a un relativa cancellazione di questa distinzione, di cui la prigione e l'apparato penale erano gli agenti. Nell'aprile 1972, Foucault giudicherà dunque come un "e1Tore politico" questa prima reazione dei militanti "maoisti" che cercavano di distinguersi dai delinquenti comuni e si compiacerà del fatto che "i maoisti hanno presto compreso che in fin dei conti l'eliminazione, per mezzo della prigione, dei prigionieri comuni faceva parte del sistema di eliminazione politica di cui essi stessi erano vittime. Se si fa la distinzione[ ... ] tra reato politico e reato comune( ... ] si riconosce la morale e la legge borghese [ ... ]. Il diritto coincide con la politica: in fondo, è proprio la borghesia che, per ragioni politiche e sulla base del suo potere politico, ha definito i principi di ciò che.chiamiamo diritto" ("À pro~s de la prison d'Attica", intPJVista con J.K. Simon, trad. ingl. di F. Durand-Bogaert, 'Telos", n. 19, primavera 1974; DE, n. 137,
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cd. 1994, p. 533; ed. 2001, voi.,, p. 1401; lrad. il. di R. Nencini, "A proposito della prigione di Attica", in L'emergenv,. delle prigioni, cit., p. ISO). Per un'analisi di questi dibattiti, cfr. G. Salle, LA pari d'ombre de l'ttat de droit. LA qt1estion cam!ra/e en France et en République (édtrale allemande depuis 1968, ~d. de l'EHESS, Paris 2009, pp. 42-47. Per una genealogia del delitto politico leggermente diversa da quella delineata da Foucault, cfr. S. Drcyrus, Généalogie d11 délit politique, LCDJ, Paris 2010. u Cfr. G. Espinas, Les g11erres (amilia/es dnns la commune de Douai aux Xlii' et XTV' site/es: /es tréves et /es paix, Librairie de la Société du recueil général des lois et des amts, 1899, pp. 16-17; C. Petit-Dutaillis (a cura di), Documents nouveaux s11r /es ma,urs popu/nires et le droit de vengmnce dans /es Pnys-Bas au XV' siécle. Le11res de rimission de Phi/ippe le Bo11 (voi. 9), H. Champion, 1908, ried. Slaktine, 1975, pp. 45 sgg. (Fondo BnF). " Cfr. G. Espinas, Les guerres (nmiliales dans la commune de Douai, cit., p. I S, che cita diverse autorizzazioni di questo tipo da parte degli scabini del comune di Douai; C. Petit-Dutaillis (a cura di), Doc11ments nouveaux, cit., p. 47. " Queste "istituzioni di pace" sono l'oggetto principale degli studi già citati di Espinas e Petil-Dutaillis. Foucault ne parla più in dettaglio nella lezione seguente (infra, pp. 172 [ 184/11 )-179 ( 19Sls.f.)). 16 Cfr. G. Espinas, Les guerres (amiliales dans la commune de Douai, cit., p. 8. Nei comuni delle Fiandre e del Brabante, dall'inizio del xm secolo si distingueva tra gli scabini, che avevano il compito di occuparsi delle "tregue" (sospensioni temporanee delle guerre private), e i "pacie,i", incaricati di stipulare la "pace" (regolamento del conflitto). Per maggiori dettagli, cfr. infra, lezione seguente, p. 181 nota 11. " Cfr. Y. Bongert, Recherches sur le cours lai'ques du X' au Xlii' siicle, cit., pp. 52-53: i "cartulari( ... ] sono pieni di concordiae che mettono fine ad atti di violenza collettiva". 11 Cfr. G. Espinas, Les guerres (amiliales dans la conmmne de Douai, cit., pp. 26-27. Queste tariffazioni possono essere pecuniarie: è il Suhngeld, denaro per l'espiazione, equivalente del Wehrgeld germanico. Ma possono anche essere delle ta1iffazioni morali: "penence, kerke", pellegrinaggio di espiazione. Cfr. anche C. Petit-Du1aillis (a cura di), Documents nouwaux, cit., pp. 77 sgg. 19 Cfr. infra, la lezione del 1° marzo 1972, che riguarda l'azione pubblica, e la lezione dell'8 marzo sulla questione della verità. '° Questi due argomenti si trovano ad esempio in M. Bloch, LA sociétt (lodale, voi. 1, Albin Miche!, Paris 1939, pp. 187-188; !rad. it. di B.M. Cremonesi, LA societd(e11dale, Einaudi, Torino 1999, pp. 151-152. 21 Cli: supra, lezione precedente, p. 138 (149/16] e p. 143 nota 32. Come si è visto, il wergeld è per la precisione il "prezzo del sangue", vale a dire la compensazione che riscatta il diritto di vendeua privala; il fredus o (redum è la parte che spella alle autorità pubbliche. " Cfr. J ..J. Clamageran, Histoire de l'imp6t en France, voi. 1, Guillaumin, Paris 1867, libro 11, cap. 111, p. 171: "I (reda costituivano un'entrata molto importante per la corona. I capitolari li raccomandano molto spesso agli ufficiali del re e a questo scopo incaricano i missi dominici di svolgere una speciale sorveglianza. A causa delle concessioni di benefici e delle immunità, a poco a poco rientrarono [ ... ) nell'ambito privato dei vescovi e dei signori, o meglio Fecero parte dei diritti di sovranità locale attenti al loro tornaconto". Sul modo in cui i "(redn" diventano i diritti di giustizia nell'Alto Medioevo, dr. ivi, pp. 214-215 (Fondo BnF). " Sul procqso di appropriazione, Fo!J'8ult si basa soprattutto SIJ G. Fourquin, Seigneurie et (éodalitt au Moyen Age, cit., pp. 23-31; G. Duby, &cher-
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ches sur levolution des institutions judiciaires, cit. (1946 e 1947); F.L. Ganshof, Étude sur l'administration de la justice, cii. " Sul ruolo della giustizia nella circolazione delle ricchezze, in un contesto caratterizzato da una ridotta circolazione delle merci e della moneta, cfr. Y. Bongen, Rechercl,es sur /es cours lal'ques, cii., pp. 101-103 e 114. Foucault vi fa spesso riferimento in diverse interviste di quegli anni. Cfr. ad esempio: "La grande reclusione", cii., pp. 79-80, ìn cui osserva che "il sistema penale del Medioevo ha contribuito quasi più della banca alla circolazione dei beni" e insiste sul ruolo svolto dalla confisca nell'instaurazione della monarchia assoluta; e "Sulla giustizia popolare·, cii., pp. 87-88, in cui fa notare che la giustizia non era né soltanto uno strumento di appropriazione né un mezzo dì coercizione, ma "una risorsa; produceva un reddito a fianco della rendita feudale[ ... ]. Le giustizie erano risorse, proprietà [ ... ] beni che sì scambiavano, circolavano, che si vendevano o si ereditavano" (p. 88). " CCr. Y. Bongen, Recherches sur /es cours laiques, cit., p. 86; H. Dubled, I.A justice au sein de la seigneurie fonciùe en Alsace du xf au x11f siècle, "Le Moyen Àge", n. 3, 1960, pp. 239-240 (Fondo BnF). In origine !'"udienza generale" designava la riunione in cui l'imperatore carolingio convocava ì suoi vassalli, conti e vescovi più imponnnti per discutere degli affari del regno; in seguito designerà le coni di giustizia locali, che si riunivano, agli ordini del conte o del signore, generalmente tre volte all'anno. La partecipazione era obbligatoria, o si incorreva nella pena dell'ammenda. •• In particolare in Borgogna, nella Brie e nella diocesi di Amiens. Cfr. Y. Bongen, Recherches sur /es cours laiques, cit., pp. 88-90: l'udienza generale perde la sua fisionomia di assemblea giudiziaria per diventare "un semplice canone fiscale ricognitivo della giustizia, cosi come il censo era ricognitivo della signoria [ ... ] la partecipazione all'udienza generale era molto onerosa per coloro che dovevano sottostarvi[ ... ] ed è per questo[ ... ] che cercheranno di sottrarsi a tale obbligo". A poco a poco "l'ammontare dell'ammenda" diventa "uniforme per tutti e presenta tutte le caratteristiche di un'imposta fiscale". " Cfr. infra e Y. Bongcn, Recherches sur /es cours laiques, cit., p. 38. 21 t;. la procedura di ricusazione del giudizio; cfr. M. Foumier, Essai sur l'histoire du droit d'appel, suivi d'une itude sur la rifonne de l'appel, A. Durand et Pedone-I.aurici, Paris 1881, pp. 143 sgg. (Fondo BnF), e infra, lezione seguente, pp. 174 (187/14] e 183 nota 34. " Y. Bongen, Recherches sur /es cours lafques, cit., pp. 56-61; L. Halphen, I.es institution.s judiciaires en France au Xf sikle. Rigion angevine, "Rewe historique", voi. 77 (2), 1901, pp. 279-307 (Fondo BnF). » L. Halphen, I.es in.stitwion.s judiciaires en France au x, siècle, cit., pp. 304-305. " Ivi, pp. 305-306. " Sulla confisca, Foucault si basa interamente su P. nmbal, I.A con~cation dans le droit français des x11f et xn,' siècles, "Rewe d'histoire du droit français et étranger", 4• serie, voi. xxu, I 943, in particolare pp. 50-54 sulla confisca come pena principale (oltre ai casi citati da Foucault, nmbal discute anche quello degli usurai) e pp. 54-59 come pena accessoria (Fondo BnF). Foucault insiste sul ruolo della "confisca" come chiave di lettura del sistema penale medievale in "La grande reclusione", cit., p. 79: "Per il momento[ ... ] mi occupo del sistema penale del Medioevo. E in questi giorni - forse sono stato un po' ingenuo a non averlo visto prima - ho trovato l'hic: si tratta della confisca dei beni". " Sulla commise, cfr. P. nmbal, I.a con~cation dans le droit français, cii., pp. 67-73; G. Fourquin, Seigneurie et féodaliti au Moyen Age, cit., p. 125. La commise più c~ebre è quella pronunciata di Filippo Augusto nel 1202 CQlltro il suo vassallo (e re d1nghilterra) Giovanni Senzaterra, in seguito a un conflitto tra
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quest'ultimo e il casato dei Lusignano. Tuili i feudi che aveva avuto dal re di Francia (come la Normandia o la Guienna) vengono sequestrali e Filippo Augusto prende possesso anche della Normandia. Cfr. F. Lo!, R. Fawtier (a cura di), Histoire des institutions françaises au Moyen Age, voi. 11, cii., pp. 38-39. " Cfr. Y. Bongert, Recherches sur /es cours laiques, cit., pp. 123-124; cfr. anche G. Duby, Recherches sur l'évolution des institutions judiciaires, cii. (per i secoli x-xm) e B._Guenée, Tribunaux et gens de justice dans le bail/age de Senlis à la fin du Moyen Age, cii., pp. 135-184 (per i secoli XIV-xvi). " Lo stesso sviluppo ricorre anche in "Sulla giustizia popolare", cii., pp. 88-89. Foucaull lo colloca all'interno di una genealogia della forma "tribunale" per far vedere come essa erediti una storia falla di appropriuione e concentrazione delle armi e delle ricchezze, la quale porta alla formazione di un apparato giudiziario stabile, presentato nel suo ruolo di terzo neutrale nell'ambito dei conHilli e che si articola con la forza armala. Foucault quindi prende una posizione opposta rispello a quei maoisti che negli stessi anni difendono l'idea di un "tribunale" come forma di giustizia popolare e conclude cosi la sua genealogia: "Si capisce perché in Francia e [ ... ] nell'Europa occidentale l'ano di giustizia popolare sia profondamente anligiudiziario e opposto alla forma stessa dél tribunale". (Per maggiore precisione, cfr. infra, Nota del curatore, pp. 259-289.) ,. Cfr. "La grande reclusione", cii., pp. 79-80. " G. Duby, Recherches sur l'tvolution des institutions judiciaires, cii. ( 1947); B. Guenée, 1iibunaw: et gens de justice, cii., pp. 77-99. ,. Cfr. G. Duby, l:konomie rurale et la vie des campagnes dans l'Occident mlditval, ried. Champs Flammarion, Paris 1977 (I• ed. Aubier-Montaigne, Paris 1962), voi. 1, pp. 144-175 e 209-222; trad. il. di I. Daniele, L'economia rurale nell'Europa medievale, Laterza, Roma-Bari 1966, pp. 116-135 e 175-193. Sul ruolo dei dissodamenti e dei movimenti di colonizzazione come strumenti di lotta contro i soprusi signorili, cfr. G. Fourquin, Seigneurie et ftodalitl au Moyen Age, cit., pp. 181-184 (Fondo BnF). " G. Duby, L'economia mrale, cii., pp. 95-168. "' Sulle grandi sedizioni del xiv secolo, cfr. infra. Per la costituzione degli eserciti di professione, Foucauh si basa su F. Lot, R. Fawtier (a cura di), Histoire des institutions françaises au Moyen Age, voi. 11, cit., pp. 509-536; E. Bou1aric, /nstitutions militaires de la France avant /es armks permanentes, Plon, Paris 1863 (Fondo BnF). Per una storia più recente, cfr. P. Contamine, Gue"e, ~rat et socilté à la fin du Moyen Age. ~tude sur les am,ées des rois de France (1337-1494), Moulon, Paris-La Haye I 972; R.W. Kaeuper, Guem,, justice et ordre public, 1rad. fr. di N. e J.-P. Genet, Aubier, Paris 1994; cd. orig. Wa,; Justice and Public Order. England and France in the Later Midd/e Ages, Clarendon Press, Oxford 1988. Con le ordinanze del 16 dicembre 1373 e del 13 gennaio 1374, sotto il regno di Carlo v, si afferma un primo tentativo di organizzare le "compagnie" composte da soldati agli ordini di capitani che proponevano il loro servizio ai principi per un prezzo e un tempo determinati. Le ordinanze tentavano di integrarli in una gerarchia definita dal sovrano e di imporre una certa disciplina. Ma si ~ dovuto aspettare il 1445 affinch6 venisse attuata una riforma davvero efficace. Il Parlamento, invece, assume la sua forma definitiva (almeno a grandi linee) attraverso le ordinanze del 1345 e del 1360. " Cfr. G. Duby, L'economia rurale, cit., pp. 401-441; M. Mollat, P. Wolff, Ongles b/eus, Jacques et Ciompi. Le.s l'ivolutions pop11/aires e11 Europe aw: XIV' et IN sikles, Calmann-Uvy, Palis 1970, pp. 108 sgg. (Fondo BnF). Si tratta ovviamente della peste nera i cui primi effetti si fanno sentire in Europa alla fine del 1347. • " Sulla rivolta dei Jacqup o "jacquerie" del 1358 che aveva coinvolto le campagne de111le-de-France, del Beauvaisis e poi la Normandia, la Champagne,
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l'Auxoisecc., e Fu repressa da Carlo il Malvagio, re di Navarra, il 10 giugno 1358, cFr. M. Mollat, P. Wolff, Ong/es b/e11s, Jacqueset Ciompi, cit., pp. 123-131. " Cfr. "La grande reclusione", cit., pp. 79-80. Ricordiamo che in quegli stessi anni Foucault sta elaborando la sua riflessione sulle società capitaliste come "società internanti"; non sono "società dell'omicidio rituale", né "società dell'esilio", né "società dell'indennizzo", ma "società dell'internamento" ("Tavola rotonda", cit., p. 52). li loro sistema penale non ha più la caratteristica di assicurare l'appropriazione, la concentrazione o la circolazione dei beni, ma il prelevamento e la sottrazione degli individui. Tuttavia Foucault prenderà le distanze dalla nozione di "esclusione" come equivalente della "reclusione" nel corso dell'anno seguente (cfr. I.A società punitiva, cit., lezione del 3 gennaio 1973, passim e in panicolare pp. 28-29 nota 6). I.:idea per cui i dispositivi di reclusione (che Foucault riqualificherà più tardi come "coercitivi" e poi "disciplinari") costituiscono una tecnologia di potere che ha come con-elato e bersaglio l'individuo sarà ripresa in un'altra forma in Le pouvoir psychiatrique. Cours au Collqe de France, 1973-1974, a cura di J. Lagrange, Gallimard-Seuil, Paris 2003, pp. 41-60; trad. it. di M. Benani, // potere psichiatrico. Corso al Collège de France ( 1973-1974), Feltrinelli, Milano 2004, pp. 47-67. · · " Implicitamente il riferimento onnipresente in questo passaggio è Claude Uvi-Strauss. Secondo Foucault, infatti, il sistema penale nel Medioevo svolgeva un ruolo analogo a quello che secondo Uvi-Strauss veniva svolto dal divieto dell'incesto nelle società primitive: doveva assicurare la circolazione e lo scambio. Questo punto è sviluppato più ampiamente in "La grande reclusione", cit., in cui Foucault osserva: "li ruolo del sistema penale medievale era quasi altrettanto impanante del divieto dell'incesto nelle società primitive". Anch'esso "aveva lo scopo di far circolare i beni" (pp. 79-80, trad. modificata). Mettendo in campo la coppia scambio/esclusione, Foucault cristallizza un'opposizione che criticherà l'anno dopo in I.A società punitiva (cfr. supra, nota 43). In quel corso, infatti, si ritroveranno le varie pratiche qui evocate (mone, marchio, confessione, incarcerazione), ma saranno inscritte invece nell'analisi di ciò che Foucault chiamerà le "sottili tattiche della sanzione". Foucault distinguerà allora "quattro grandi tattiche punitive": escludere (esiliare, bandire), organizzare un riscatto o impon-e una compensazione (gioco del debito/colpa e del risarcimento/obbligo), marchiare e rinchiudere (ivi, pp. 18-20) e farà variare il senso delle pratiche (soprattutto la messa a mone) in Funzione di queste tattiche. li confronto tra il sistema legale medievale fondato sul riscatto e "una teologia della colpa, della penitenza e del riscatto" sarà rielaborato in panicolare nell'origine della penitenza tariffata a partire dal modello "della penalità germanica", in Les anom,awr. Cours au Collqe de France, 1974-1975, a cura di V. Marchetti e A. Salomoni, Galliman:I, Paris 1999, pp. 159-160; trad. it. di V. Marchetti e A. Salomoni, Gli ar,onnali. Corso al Col/ige de France (/974-1975), Feltrinelli, Milano 2000, pp. I 54-156, e nelle conferenze sulla sessualità e la conressione che Foucault pronuncerà tra ottobre e novembre 1975 a Silo Paulo (archivi IMEC, c. 152(1-5)). •• Cfr. "La grande reclusione•, cit., pp. 79-80; cfr. la nota precedente.
Lezione del 16 febbraio 1972
Distinguere tra le strutture pre-statali medievali e gli apparati di Stato che le soppianteranno. La pratica penale nel Medioevo, che si inscrive tra la controversia civile e la spoliazione violenta, consiste in una co"elazione politico-economica; essa ridistribuisce la proprietà, la ricchezza e i beni:~ la "giostra delle ricchezze". Fiscalizzazione della giustizia. Importanza delle istituzioni e dei patti di pace nella penalità feudale. - Il funzionamento delle istituzioni di pace (sospensione degli atti di gue"a privata, patti, contratti; svolgimento ritualizzato). Pax et justitia, principio dei concili di pace. La gue"a sociale rientra nel campo della penalità. - Sistema di penalità legato al problema dell'armamento (detenzione, concentrazione e ripartizione delle armi). - Crisi del Xlii-XIV secolo: il feudalesimo vacilla; appello ai mercenari stranieri; i signori contano sulla giustizia regia. Applicazione di un sistema a funzione antisediziosa sull'apparato parlamentare e sull'apparato fiscale. Sviluppo della giustizia regia come prima forma di un potere istituzionalizzato in apparato di Stato giudiziario. [174/1]
Introduzione La pratica penale è al centro di tutto un trasferimento di ricchezze, di una circolazione di beni, di un movimento di proprietà. La penalità mobilita e sposta la ricchezza.
a. Ottiene questo risultato: - per la natura delle pene che impone: -ammende • -confisca
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- tramite il sistema dei riscatti che propone: - riscatto, composizione (per le ammende troppo onerose, per le confische a cui si oppone la struttura sociale basata sul lignaggio) - i condoni che si possono acquistare presso il feudatario, e soprattutto presso il re 1 - tramite il sistema delle spese processuali: - pegni da lasciare nelle mani dei magistrati - acquisto della loro condiscendenza - e ben presto (con la diffusione della procedura scritta) spese processuali propriamente dette. 2 È tutto un turbinio di denaro, o meglio di beni (mobili e immobili), quello che ha luogo intorno alle vertenze penali. Esempio: (Tanon. Crimini a Saint-Martin-desChamps all'inizio del xiv secolo) 3 Costo di un processo. Awiene tutto come se, in un'epoca di scarsità monetaria, il flusso delle ricchezze e il loro trasferimento passasse attraverso la controversia giudiziaria. La controversia svolge una delle funzioni dello scambio (a fianco del matrimonio, in concorrenza con il matrimonio, in conseguenza del matrimonio).' b. Si capisce allora che la penalità si inscrive tra la controversia civile, risolta generalmente secondo le consuetudini o il diritto scritto, e la spoliazione violenta.
(17613)
•
1) È vicina alla controversia civile, che riguarda a sua volta, essenzialmente, il problema del trasferimento delle proprietà - la controversia civile controlla, ostacola e omologa gli spostamenti di proprietà; - il processo penale vieta e [ne) annulla alcuni (condanna le spoliazioni violente) ma ne impone altri per vie coercitive." Da ciò deriva l'intreccio, o meglio la non-differenziazione tra civile e penale in molte vertenze. Si tratta di una serie: controversia, danno, conciliazioni, contrat-
• Il manoscrillo ripol'la a margine: "fino alla lin~del speculazione·.
XVlll
secolo,
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TEORIE E ISTITUZIONI PENALI
ti, ammende. Tutto un insieme che costituisce la "giostra delle ricchezze".
(177/4)
[178/5)
2) Ma l'azione penale è anche vicina alle spoliazioni violente e non regolari. Rientra nelle guerre di appropriazione: - sia quando sanziona, almeno in parte, un'appropriazione violenta, una pura e semplice spoliazione. Un'eventualità che accadeva spesso nell'Alto Medioevo: ci si impadronisce di un bene, in seguito si paga un'ammenda o si pattuisce un accomodamento che in ogni caso crea un profitto; - sia quando è il pretesto di una pura e semplice spoliazione. Come avviene regolarmente tra la fine del xn1 secolo e l'inizio del XIV con gli ebrei e i lombardi. Esempio: Luigi 1x aveva messo al bando gli ebrei. Richiamati nel 1288, banditi nel 1306; richiamati, poi banditi di nuovo nel 1311-1312. [I) lombardi sono banditi nel 1291, richiamati nel 1295; cacciati nel 1311-1312. I templari. 5 Si dice spesso: il Medioevo praticava l'usura, e tuttavia la condannava. Non basta rettificare dicendo: la condannava appunto perché la praticava. Bisogna dire: la condanna rientrava nella pratica economico-politica dell'usura. Nella serie di rischi e di vincoli stabiliti dal prestito, dal debito, dall'usura, la confisca penale e la messa al bando dell'usuraio erano previsti così come il pignoramento del debitore o il suo asservimento. A dire il vero non "come""; ma secondo altre modalità: l'intervento del potere politico. In fondo, i crediti degli ebrei nel Sud della Francia erano costituiti per la maggior parte dai debiti dei contadini. E la confisca dei loro beni ha avvantaggiato il re e i privilegiati. Attraverso la confisca del creditore, il debito si inscrive nel prelievo fiscale.• [Invece di parlare in termini di etica, sarebbe meglio parlare innanzitutto in termini di pratica penale.)'" Si potrebbe anche citare la spoliazione politico-penale av-
• Sottolinea&o nel manoscritto. • •· Frase ira paren1esi quadre nel manoscritto.
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venuta nelle province meridionali della Francia nel corso del Xlii secolo, al riparo di una copertura religiosa. In questo caso si tratta di una spoliazione politica all'interno della quale la confisca penale a spese dei proprietari svolge un ruolo quasi "colonizzatore". 7 In generale, si può dire a) Dietro il gioco dei divieti, delle infrazioni, delle pene: - si svolge tutti un gioco di trasferimenti di proprietà, di ricchezze, di beni, un gioco che si inscrive e funziona: (a) tra il gioco (pacifico) delle convenzioni, delle alleanze e dei contratti (b) e il gioco delle violenze, delle appropriazioni e delle spoliazioni. In un'economia cosi poco monetarizzata, [questo gioco]" compensa gli scambi; o perlomeno occupa un posto tanto importante solo nella misura in cui gli scambi monetarizzati sono ancora relativamente ridotti.
[179/6)
b) Ma sarebbe del tutto insufficiente dire che è un "sostituto degli scambi". In realtà, è una circolazione di beni che ripercorre necessariamente (dato che essa.. awiene per costrizione e per ordine dell'autorità, a vantaggio di coloro che la detengono) le linee di pendenza della concentrazione del potere. [Questo gioco]'" è uno dei punti di articolazione dello spostamento di ricchezze e dello spostamento di potere. Permette l'innesto di uno sull'altro. Funziona in modo che: - ogni incremento di ricchezza fondiaria si traduca in un potere reale e immediato sugli uomini (diritto di giudicarli), e - ogni incremento di potere si traduca, nel sistema dei beni, in un incremento [di] ricchezze (potere di confiscare e di prelevare). Per il momento, ancora, il sistema penale non è affatto un apparato di Stato; ma esercita la stessa funzione di un ap-
· li manoscritto dice: "esso". .. U manoscriuo dice: "Esso". ... li manoscriuo dice: "Esso".
•
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TEORIE E ISTITUZIONI PENALI
parato di Stato: innestare uno sull'altro l'esercizio di un potere che è dominio di classe e il sistema di accumulazione delle ricchezze definito dai rapporti di produzione. [180n] Conclusioni metodologiche
- Ancor prima degli apparati di Stato, esistono delle funzioni "pre-statali"; vale a dire delle funzioni di correlazione politico-economica: - che non hanno ancora preso corpo all'interno degli apparati di Stato, - ma che sono assicurate da forme regolari e istituzionalizzate di potere. -Tuttavia, nel momento in cui si forma l'apparato di Stato che deve assicurarle, possono prodursi degli spostamenti. È in questo modo che: a) Il potere di punire, regolare e istituzionalizzato, prenderà ulteriormente corpo in un apparato di Stato che è l'apparato giudiziario, poliziesco e penitenziario. Ora, questo apparato di Stato non avrà la funzione di collegare potere politico e accumulazione della ricchezza; avrà un'altra funzione: una funzione antisediziosa. 8 b) Quanto alla funzione di innesto dell'accumulazione della ricchezza sulla concentrazione del potere, sarà assicurata in altri modi: - attraverso l'apparato fiscale (i finanzieri del xvn secolo); [181/8] - e poi, grazie a un nuovo raddoppiamento, attraverso l'apparato fiscale e l'apparato parlamentare. (Cosicché, in questa distribuzione degli apparati di Stato e delle loro funzioni, lo scandalo è proprio l'applicazione di un sistema penale con funzione antisediziosa sull'apparato parlamentare e sull'apparato fiscale la cui funzione è l'innesto economico-politico. 9)
In ogni caso, da un punto di vista metodologico bisogna certamente distinguere: - le forme istituzionali e regolari di esercizio del potere, - gli apparati di Stato, - le funzioni statan o pre-statali che essi assolvono.
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Nel Medioevo il sistema penale - non implica nessun apparato - ma è una maniera codificata di esercitare il potere - e ha una funzione pre-statale (ricchezza/concentrazione/potere) che non è subito evidente nella regolarità istituzionale della pratica. (182/9]
(183/10]
LA PENALITÀ E LA RIPARTIZIONE DELLE ARMI
Questo sistema della penalità (con la sua regolarità istituzionale e la sua funzione pre-statale) è collegato al sistema della detenzione delle armi, della loro distribuzione e concentrazione. - È collegato a esso come ogni sistema repressivo, come ogni sistema di costrizione. La cattura dei colpevoli, l'esecuzione della sentenza, la protezione del tribunale e dei suoi membri sono tutte cose che richiedono evidentemente la forza armata. Soprattutto quando gran parte delle sentenze stabilisce il pignoramento dei beni. - Ma c'è un altro legame molto più importante. - Come abbiamo visto, l'effetto della penalità era un'appropriazione dei beni a vantaggio, o comunque attraverso l'intervento dei giudici. Il crimine o il delitto è un'occasione per far passare in una certa direzione politica una parte, se non la totalità, dei beni. In prima approssimazione, quindi, [la penalità)" ha lo stesso effetto della spoliazione o del saccheggio di guerra. - Ma di fatto essa si oppone a queste spoliazioni violente. 'Ira i reati più spesso condannati nel Medioevo, oltre ai furti, ci sono le occupazioni violente, i rapimenti (riscatti), la detenzione di armi, la falsificazione delle merci e della moneta. Tutto si svolge come se il sistema penale avesse la funzione di sostituire a una forma di spoliazione violenta e anarchica un'altra forma di appropriazione, che avviene in
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• Il manoscritto dice: "essa".
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maniera regolare secondo un certo senso e una determinata direzione. Finora abbiamo spiegato in che modo la giustizia penale avesse effetto in un gioco di appropriazioni, e in che modo queste appropliazioni rafforzassero il potere che le decretava. Ma non abbiamo spiegato come e perché la società medievale potesse effettuare queste appropriazioni indirette e regolate (al posto di quelle dirette che sarebbero potute avvenire con l'uso della forza militare)." !:operazione ha luogo per mezzo delle istituzioni di pace. Le istituzioni di pace, assieme ai trasfelimenti di ricchezza, sono l'aspetto più importante della penalità feudale.
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(184/11)
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1. In che cosa consistono le istituzioni di pace. 10
Esse sono molto differenziate e seguono modelli molto diversi. a) A un primo livello, i patti: contratti di pace stipulati tra
individui o famiglie. Grazie a essi si mette fine a una guerra privata preesistente. Sono ritualizzati, e lo sono tanto più quanto più il ricorso a un arbitro, a un'autorità, a un tribunale di "pacieri" diventa regolare e necessario. Come nel caso della Fiandra: - la tregua, 11 rinnovabile più volte durante i quaranta giorni, era un semplice atto, un giuramento, spesso registrato davanti a un'autorità. 12 Esempio: "Un tale chiamato Jean Martin, risiedente a Orchies, chiede le tregue della nostra suddetta città, per essere tutelato da Jean Madoul primogenito; il quale Jean primogenito, che non aveva nessuna intenzione di nuocergli, giurò e promise davanti alla legge di quel luogo di rispettare le suddette tregue, che furono allora registrate nei registri della città". 13 - la pace, che comporta tre elementi 14: - un omaggio da parte di colui che ha mosso l'attacco, con la promessa di un'espiazione: - materiale -morale 15
.
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· n manoscritto riporta a margine: "La condizione di possibilità".
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- un bacio di pace che ristabilisca l'uguaglianza 16 - un mutuo giuramento di riprendere le relazioni, "parlare, bere, mangiare e commerciare". 17 (185/12)
b) A un secondo livello, strettamente legato al primo e ancora molto vicino a esso, c'è l'intervento di un'autorità che esorta, fa pressione sulle parti coinvolte affinché giungano a una pace o a una tregua; un'autorità che le garantisca, e punisca coloro che le infrangono. - Nel 1296 a Lille viene stabilito che la pace può essere stipulata soltanto davanti agli scabini." Nei Paesi Bassi, a fianco degli scabini c'è un tribunale speciale, i pac[ieri]. 19 - Questo intervento può seguire uno sviluppo individuale o essere una misura generale. A Gand, se avviene una rissa, la Grande Carta del 1297 impone una tregua di quattordici giorni tra i due lignaggi. 20 A Lille il rinnovo delle tregue awiene automaticamente a Natale e il giorno di san Giovanni: due scabini e un chierico attraversano la città, portando lettere di tregua. 21 - La coercizione viene spesso messa in atto attraverso il sistema degli ostaggi. 22 A Merville il diritto consuetudinario del 1451 stabilisce che coloro che si rifiutano di bere insieme siano imprigionati e possano uscire solo dopo aver stipulato la pace e versato una cauzione. 23 Capita che siano gli arbitri a essere rinchiusi (a loro spese, o di colui la cui parte impedisce l'accomodamento). 24 Ma questo sistema di pace probabilmente si oppone (o quanto meno è destinato a resistere) a un altro sistema più antico, più autoritario e meno legato alla civiltà urbana.
(186113)
c) Si tratta dei patti di pace di cui si trova testimonianza dall'inizio dell'XI secolo, e con cui i signori, su invito della Chiesa e del loro feudatario, si impegnano a sospendere parzialmente gli atti di guerra privata. 25 - Sono paci selettive: Ad esempio: sottrazione di bestiame (Charroux) • oppure: [attentato contro] chierici2"
r
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oppure: per un periodo determinato. La tregua di Dio a Liegi vieta la detenzione delle armi durante l'Avvento e la Quaresima. 27 - Sono paci che molto spesso assumono la forma giuridica del patto, del foedus, ma che hanno un funzionamento autoritario. Chi è garante del foedus lo impone, cosl come impone le sanzioni. 28 - Al concilio di Poitiers (_1011-1014) pare che tutti i principi che hanno prestato giuramento abbiano lasciato degli ostaggi. - Coloro che infrangono il patto devono essere "distrutti" dagli altri (Poitiers). 29 - Quando all'origine del patto c'è la Chiesa, contro coloro che lo violano viene lanciata la scomunica. - Sono impegni preventivi a ogni guerra privata e che implicano che la controversia sia portata davanti ai tribunali. Al concilio di Poitiers, viene deciso che ogni "altercatio" che abbia luogo nei paesi dei principi presenti e tutte le controversie riguardanti le res invasae· debbano essere sottoposte alla giurisdizione del principe o dei suoi giudici. 30
[187/14)
d) Infine, a un quarto livello, vi è la pace assicurata e garantita dal re (o da un grande feudatario come il conte delle Fiandre, il duca di Borgogna o di Normandia): - rassicurazione personale: l'individuo è protetto da una pace che lo riguarda personalmente31 ; - paci del mercato, delle fiere, delle strade 32 ; - paci decretate per ordinanza: Filippo il Bello proibisce ogni guerra privata durante il periodo in cui il re è in guerra33 ; - infine, forse bisogna inserire in questa serie il ricorso al re nel caso di "omissione di giustizia" o di ricusazione del giudizio. Il re come arbitro supremo, capace di bloccare tutte le guerre private. 34 Ma tutte queste istituzioni hanno in comune un obiettivo: - respingere fuori dalla sfera della giustizia tutto ciò che rientra nella "guerra privata". Esse certamente ri-
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• Sottolinealo nel manoscritto.
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(188/15]
(189/16]
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conoscono [le guerre private]" dal momento che le limitano, ma in questo modo le controllano; delimitano il loro campo d'azione: prescrivono delle regole e impongono dei freni. - Tendono quindi a sostituire il regolare decorso degli atti della giustizia privata con il giudiziario. Il giudiziario non è l'istanza che controlla e mette fine alla guerra privata, ma ciò che deve sostituirla. - Tendono a separare un ambito che sarebbe quello della guerra, del non-giudiziario, del divieto e del nongiusto, da un ambito che sarebbe quello della pace, del giudiziario, del legittimo e del giusto. Le istituzioni di pace non appartengono all'ordine del giudiziario. Sono istituzioni con cui si delimitano, sotto la garanzia di un'autorità politica, regioni, momenti e circostanze in cui, durante la sospensione della guerra, la giustizia tra gli individui, il risarcimento dei danni, la compensazione che spetta all'autore del misfatto saranno assicurati in maniera completa ed esaustiva nella pace del tribunale. D'ora in poi ci saranno: - da una parte bellum et injuria - dall'altra pax et justitia. Questa formula - che ricorre regolarmente in tutti i concili di pace (dopo quello di Charroux)l 5 - è certamente molto antica, ma: - nei testi latini pax et justitia si riferiva all'entrata in vigore del diritto romano laddove esisteva la pax romanal6; - nei testi medievali pax et justitia si riferisce alla pratica di queste istituzioni di pace: soltanto nella pax cosi stabilita ci può essere justitia. Possiamo misurare lo scarto rispetto al diritto germanico. La guerra dopo l'injuria: era questa la justitia. - injuria - (bellum = justitia) - pax - injuria - bellum pax - justitia. Al livello della linea: l'autorità politica. È l'autorità politi-
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• Il manoscrino dice: •esse le riconoscono".
•
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ca a vietare di uccidere i propri nemici. È l'autorità politica a confondere pQJC e justitia, a collocare tutto l'ordine degli atti di giustizia sotto il controllo dell'istanza giudiziaria, a imporre la forma del tribunale (forma "pacifica") al giusto decorso della controversia. Come si vede, questo principio di p(l)C et justitia· è costitutivo del diritto penale. Infatti vi è diritto penale già nel senso moderno del termine quando la ritorsione del danno viene assicurata da un'autorità pubblica e secondo dei percorsi che non sono quelli della guerra privata. Come si vede, inoltre, questo principio·· è stato uno strumento politico fondamentale nelle mani di coloro che detenevano il potere pubblico. Infatti, se colui che rientra nella sfera d'influenza di un'autorità pubblica tratta un altro come un nemico, ricade nella guerra ingiusta, nel bellum et injuria. Ogni guerra contro l'ingiustizia della giustizia sarà per definizione ingiusta. La guerra sociale rientra nell'ambito della penalità. Sarà su questo sfondo che si svolgerà la storia della penalità politica rispetto alla penalità comune.
I
[190/17)
2. Il funzionamento delle istituzioni di pace.
[191/18)
- Il primo ruolo dell'istituzione di pace è la costituzione autoritaria di uno spazio di manovra per le istanze giudiziarie (tribunale, giudice, sentenze, esecuzioni); vale a dire uno spazio in cui le istanze giudiziarie potranno svolgere il loro ruolo di prelievo fiscale. - Trasformando in reato un atto di guerra privata, il signore o il feudatario lo rende passibile di una condanna, di un'ammenda. Crea una fonte di profitto per se stesso laddove i soggetti giuridici regolavano in autonomia le loro controversie. Si introduce in qualità di terzo che subisce a sua volta il danno derivante dall'aggressione avvenuta o dalla reazione all'aggressione. In qualunque momento del
•
• Sottolineato nel manosvitto. •• Parole cancellate: ·~ costitutivo".
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gioco di reazioni, egli può farsi avanti come terzo danneggiato e reclamare la sua parte. 17 - Ma, d'altro canto, dal momento che la "pace" ha una funzione di protezione verso coloro che potrebbero essere attaccati e che avrebbero uno svantaggio da una guerra privata (la Chiesa, i commercianti), il feudatario che stabilisce la pace sarà presto indotto a venderla. Cosl, la creazione (per mezzo della pace) di un campo di penalità redditizia sarà a sua volta oggetto di profitto. Nel Medioevo c'è stata una "domanda" di stabilizzazione delle penalità. E a questa domanda si è risposto con un'offerta monetizzata. Come si vede, dunque, la pace J.ia giocato un ruolo ançhe nella fiséalizzazione della giustizia. - Ma le "paci" rappresentano qualcosa che va ben oltre e che riguarda, in particolare, il controllo delle armi, la loro concentrazione e la limitazione delle operazioni militari.
(192/19)
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a) Si capisce come sia avvenuta una vera e propria lotta politica intorno a queste istituzioni di pace: chi doveva stabilirle, chi ne avrebbe tratto profitto, chi avrebbe avuto il diritto di proibire alcune armi o una certa forma di aggressione, in un preciso momento. Fin dall'inizio, conflitto tra la Chiesa e i grandi feudatari. Talvolta vengono chiamate in soccorso le classi popolari. 111 E queste lotte tra le "paci" più forti si inscrivono esattamente nelle strutture del sistema feudale. b) Ma con una tendenza che a poco a poco farà vacillare il sistema feudale. - Infatti, per essere sicuro che regni la sua pace, il signore deve disporre di vassalli armati, in grado di assicurare la punizione dei colpevoli. - Tuttavia, quanto più la popolazione è armata, tanto più la pace rischia di non essere rispettata. - Da ciò deriva la tendenza a fare appello a mercenari stranieri per conservare queste zone di penalità pacifica; - i mercenari, però, riattivano le guerre private, l'autodifesa, poiché si comportano come in un paese conquistato. • •
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(193/20]
(194/21]
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- Fino a quando, attraverso un nuovo contingente di mercenari, o una nuova forza armata, il feudatario li sospinge verso la delinquenza, li dichiara criminali mettendoli fuori legge ecc. È quanto accaduto nella storia dei Routiers nel Xli secolo, delle Grandi compagnie nel XIV, degli Écorcheurs e dei Tard-Venus alla fine del xiv-inizio xv secolo. 39 E in questo processo si capisce come si produca fatalmente una concentrazione di armi. Soltanto i ricchi possono permettersi dei mercenari, e solo il più ricco può permettersi altri mercenari per scacciare i p1imi. c) A questo bisogna aggiungere altri due processi che hanno giocato un ruolo determinante: - l'arresto economico del Xlii secolo e il crollo del xiv secolo (peste, abbandono dei campi coltivati, salari più elevati, rendite fondiarie basse, estorsioni fiscali, esasperazione e rivolte popolari)40; - l'importanza dei fanti nell'esercito che rende il popolo militarmente più pericoloso. 41 Di conseguenza sono i signori stessi a fare affidamento sulla giustizia regia. Fanno appello [alla] giustizia regia perché le guerre private sono troppe costose, perché non sono in grado di pagare i mercenari né di armare il popolo. Awengono cosi una serie di spartizioni di attribuzione, di responsabilità e di profitti tra le giustizie signorili e la giustizia regia. Ed è in questo modo, con la protezione di un esercito, il quale, nel fronteggiare le rivolte popolari, tende a diventare uno strumento di Stato a vantaggio di una feudalità già impotente, che si svilupperà la giustizia regia come prima forma di un apparato di Stato giudiziario. La giustizia come apparato di Stato si è sviluppata all'ombra dell'esercito. La feudalità, per tutelare i propri privilegi di fronte alle sommosse popolari, è stata costretta a fare appello a un esercito e a una giustizia centralizzati (un esercito di mercenari e una giustizia di funzionari), che sono i due [grandi agenti] del potere regio. Li vedremo ancora in funzione nel xvu secolo.
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Riassunto - La giustizia, che nel Medioevo si è progressivamente fiscalizzata, esercita una funzione pre-statale (di correlazione economico-politica) - la giustizia, collegata alle istituzioni di pace, appare come il rovescio di un apparato la cui altra faccia è l'esercito, e - la concentrazione, al tempo stesso, della fiscalità e dell'esercito dà origine a un apparato di Stato che si scompone in due serie di istituzioni: - le istituzioni giuridico-fiscali - le istituzioni militari:
• Un foglio aggiuntivo non numerato [195/s.f.J riporta i seguenti appunti, che, nella parte iniziale, assomigliano al testo del foglio 6 della lezione successiva: "[... ] - sia infine facendo affidamento sul potere regio (di Luigi VI e Luigi1x). b) Anche le città hanno bisogno di pace: di conseguenza, il loro tentativo di armarsi. Le lotte con i signori e la ricerca di un appoggio presso il potere regio centrale - sia da parte delle città sia dei signori ecclesiastici o laici." I grandi feudatad (o il re) talvolta sostengono le forze locali e talvolta le forze feudali, ma in modo che sia sempre la loro pace a trame vantaggio, vale a dire il sistema feudale. Disarmare uno strato o l'altro della popolazione o un certo gruppo sociale e stabilire una giustizia vanno quindi di pari passo. Come si ~ visto, il legame tra la giustizia e la fiscalità porta a una modificazione del sistema giudiziario: (I) carattere progressivamente più obbligatorio (2) forma progressivamente più concentrata. Allo stesso modo, il legame tra la giustizia e il possesso e l'uso delle anni va esattamente nella stessa direzione: (I) carattere obbligatorio della giustizia poich' site/e), voi.,: Le droit d'imposer, voi. 11: Les espaces fiscaiu:, voi. 111: Le techniques, CHEFF, Paris 2002. ' Cfr. A. Tardif, la procldure civile et criminellea11x Xlii' et x1V' siècles, cii., pp. 9-12. ' E. Perrot, Les cas royaux, cit., pp. 22-23. Più in generale, tulio lo sviluppo sui "casi regi" fa riferimento a quest'opera. • Cfr. ivi, pp. 37-46 per le cause patrimoniali; pp. 27-36e76-113 per la persona del ,..,, gli ufficiali regi e le salvaguardie; pp. 47-62 per In contraffazione monetaria; pp. 63-75 per i sigilli e altri privilegi. ' Cfr. ivi, pp. 149-170. li reato di "detenzione di armi" diventa un caso di pertinenza regia solo a partire dal 1270, nel Sud della Francia, e alla fine del regno di Filippo il Bello, nel Nord. • Cfr. ivi, pp. 114-118 sui commercianti; pp. 204-217 per quanto riguarda le strade. ' Cn: ivi, pp. 171-187. 1 Su questi casi regi "di interesse pubblico" che, di fallo, non coinvolgono esplicitamente la persona del re, il suo dominio o la sua salvaguardia, E. Perrot (ivi, pp. 262-264) si sofferma soprattutto sulla "detenzione delle armi". • Cfr. H. Pussort, Procès verbal des con(trences renues par ortlre du Roy entre M. Les Comn,issaires du Conseil er M. Les dip11tés du Pa,·lemem de Paris pour l'examen des articles de l'ordonnance crimine/le du mois d'Aoust 1670, cii. [supra, p. 140 nota 8), pp. 20-26. Si tratta della discussione sull'articolo x1: "Casi 1,:gi e quali giudici possono venirne a conoscenza". Foucault ricorda qui la posizione del presidente: "Non è assolutamente opportuno determina,,: quali siano tutti i casi regi" {ivi, p. 23). La posizione di Pussort, invece, è diversa: "Non vi è nessun rischio nello specificarli: l'elenco che si fa non pub in nessun caso pregiudicare l'autorità regia" (p. 25). Sarà peraltro la sua opinione a prevalere. " Cfr. P.-F. Muyart de Vouglans, lnstitutes au droit crimine/, cii. [supra, p. 51 nota 34). li crimine è un "atto proibito dalla legge, con cui si causa un pregiudizio a un terzo attraverso il proprio dolo o la pl'opria colpa" (p. 2); "questo terzo o è il Pubblico, o è il Privato, oppure l'uno e l'altro allo tempo stesso" {p. 5). Foucault aveva raccolto un notevole dossier sulla definizione di "crimine" e sulle teorie della penalità nel xvm-inizio XJX secolo, di cui in seguilo si servirà per scrivere Sorvegliare e punire (Fondo BnF). 11 Si tratta delle "disposizioni preliminari" del primo articolo del Codice penale del I 8 I O: "I:infrazione che le leggi puniscono con pene di polizia è una contravvenlione. I:infrazione che le leggi puniscono con pene correzionali è un reato. I:infrazione che le leggi puniscono con una pena afflittiva o infamante è un crimine" (Codice penale, Imprimerle lmpériale, Paris 181 O, p. I). Questa definizione "legalista" del crimine ha a sua volta una lunga storia. Una sua chiara espressione, nella stessa epoca, si trova ad esempio in S. Bexon, Dél,e/oppement de la thlbrie des lois criminel/es, par la comparaison de plusieurs /lgislations an-
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TEORIE E ISTITUZIONI PENALI
ciennes et modemes, Gamery, Paris 1802, voi. 1: "Fare ciò che è proibito, non fare
ciò che ordinano le leggi le quali hanno come oggetto il mantenimento dell'ordine sociale, la tranquillità pubblica, il rispetto nei confronti delle persone e delle proprietà, è un crimine, un rearo o una contr12wentione" (p. 33; corsivo nel testo) (Fondo BnF). " Cfi: E. PctTOt, Les cas royaux, cit., pp. 76 sgg., sulla violazione delle salvaguardie regie. " Sull'instaurazione dei procuratori regi, i riferimenti principali cli Foucault sono: F. Lot, R. Fawtier (a cura di), Histoire des institurions françaises au Moyen Age, voi. 11, cii., pp. 364-371; A. Esmein, A History of Cominental Criminal Procedure, cii., pp. 114-121; G. Ducoudray, Les origines du Parlement de Paris et la j11stice aux x11f et xr.' siècles, cit., pp. 189-196 e 676-682. " Cfr. A. Esmein, A History of Conrinental Criminal Procedure, cit., p. 115; G. Ducoudray, Les origines d11 Par/ement de Paris, cit., p. 677. " Cfr. infr12 e A. Esmein, A History of Continenral Criminal Procedure, cit., pp. 116-117. •• J:aprise è una procedura che compare nel Xli secolo. Quando un fatto grave è denunciato dalla sua risonanza pubblica, essa autorizza il giudice ad arrestare il sospettato, a incarcerarlo e a cercare di sollecitare degli accusatori contro di lui. In questo caso, quindi, il giudice può intervenire senza che si pronunci contro di lui qualche tipo di accusa. Tuttavia non può portare a termine il processo e condannare il sospeuato senza un accusatore. Può invece proporre al sospettalo di souomeuersi "volontariamente" a un'indagine (anche usando delle pressioni), il che gli permetterebbe di concludere il processo. Secondo Esmein (ivi, pp. 94-100), l'indagine ufficiale e l'awio delle azioni giudiziarie pubbliche derivano appunto dall'aprise. " Cfr. A. Esmein, A History o(Continental Criminal Procedure, cit., p. 117. U procuratore interviene a titolo di "denunciator" e sostiene l'azione giudiziaria intrapresa da individui privali. Esmein cita diversi casi descritti in L. Tanon, Registre crimine/ de la justice de St Martin des Champs d Paris au XIV' siècle, cit. [supm, p. 180 nota 3], in cui il procuratore interviene di concerto con un'altra persona. 11 Cfr. s11pr12, ad esempio la lezione del 2 febbraio 1972, pp. 136-137 (147/14][148/IS]. 19 Cfr. supra, lezione del 26 gennaio 1972, pp. 119 (123/2) sgg. e p. 126 nota 2, e lezione del 9 febbraio, p. 148 nota 12. Insistere sulla dimensione politica in gioco in ogni forma di delinquenza comune e nelle lotte dei prigionieri è una preoccupazione costante di Foucault tra il 1971 e il 1973. Cfr. anche DE, n. 105 ("La grande reclusione", cit.), 106 ("Gli intellettuali e il potere", cit.), 107 ("Tavola rotonda", cit.), I 08 ("Sulla giustizia popolare", cit.), 125 ("Prigioni e rivolte nelle prigioni", cit.); le interviste con Sylvie Marion: "Les vols dans les grands magasins", in cui dichiara che le persone "che vanno a rubare nei grandi magazzini [ ... ] attaccano in maniera molto cosciente e quindi, mi pare, già molto politica il sistema capitalista. Sanno perfettamente che ciò che stanno recuperando è il risultato del loro lavoro" e "Caffaire de Bruay-en-Artois", in cui "una questione di diritto comune, che all'apparenza non ha alcun aspello politico" è presentata invece come eminentemente politica, perché sottolinea "l'appropriazione e il rovesciamento del sistema punitivo· che di norma "incasella le cosiddette classi 'inferiori"'. "In Francia, per la prima volta da molto tempo, essa politicizza una pura e semplice questione cli diritto comune[ ... ] il sistema penale, e in generale il sistema punitivo. ora sta diventando per la gente un oggetto di lotte[ ... ] la lotta politica ora riguarda l'intero sistema penale". Cfr. le interviste dispo~bili sul sito degli archivi di Fs,ucault, all'indirizzo: http://michel-foucault-archives.org/?-Archives-numeriques-
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20 Le va1ie categorie citale rimandano alle alternative descritte da A. Chauveau, F. Hélie, Tht!oriedu code pt!nal, vol.1, Gobelet, Paris 1836, pp. 4-16; trad. it. a cura di E. Pessina, Teorica del codice penale, Unione editrice napoletana, Napoli 1895. X:intercsse generale si riferisce a Beccaria e a Bentham; la morale e la legge naturale a Pellegrino Rossi (in panicolare al Traitt! de droit pt!nal, Sautelet, Paris 1829; trad. it. Traila/o di dirillo penale, Per Borroni e Scotti, Milano 1832) (Fondo BnF). 11 Si può mettere a confronto questo sviluppo con le analisi proposte da Foucaull nel suo Quaderno n. 11 alla data del 13 novembre 1971: '"Ire funzioni della giustizia: [ l] funzione di arbitralo all'interno di una classe // in rappono alla guerra privala; [2) funzione di prelievo economico Il in rappono alla fiscalità; [3) funzione di repressione// in rapporto ai movimenti di rivolta. Come si vede, in questa triplice funzione, la giustizia comprende le più essenziali funzioni dello Stato. Lo Stato è il sistema, basalo sull'autorità, che impedisce fa guerra privata; il sistema che preleva dai circuiti economici una cena porzione di ricchezza, che esso accumula e ridistribuisce; infine, è il sistema che mantiene il potere di una cena [classe) sociale. La storia 4ella giustizia è legata alla sto1ia dello Stato, vale a élire alla storia di chi esercita il potere e in che modo lo esercita (in quale forma e attraverso quali strumenti). Ora, l'ideologia della giustizia è sempre consistila nel far credere: I) che essa preesisteva allo Stato e al potere; che c'erano dei poteri giusti e altri che non lo erano; 2) che l'apparato della giustizia era o doveva essere indipendente dallo Stato. Insomma: che c'è una sfera del giusto che sta al di sopra del potere; e che all'interno dello Staio l'apparato di giustizia è indipendente dall'apparato di Stato. Questo (nel progressivo distacco) è awenuto nel momento in cui, da una parte, il prelievo fiscale era assicurato dal potere centrale; e nel momento in cui la maggior parte del prelievo sul prodotto del lavoro aweniva nella forma capitalista del lavoro salariato [; e) dall'altra parte la repressione è stata messa in atto da un apparato di polizia creato ad hoc. All'improwiso la giustizia è staia presentata come un potere di arbitrato tra gli individui, o tra gli individui e lo Stato, o tra gli individui e la società; un potere di arbitrato che ha semplicemente... ricevuto dal potere di Staio la capacità di far eseguire le proprie decisioni. // La progressiva autonomia del potere di giustizia. La lotta per la giustizia, intorno a essa. ~ in realtà la lotta [I] contro il prelievo fiscale; [2] contro l'oppressione di classe; [3] contro la confisca da parte di una classe del potere di Stato".
Lezione dell'8 marzo 1972
,. Dopo l'analisi della fum.Ùme e dei rapporti di poÙre della giustizia penale nel Medioevo, studiare i suoi effetti di sapere: 11011 nel senso delle operazioni ideologiche, ma della produzione di verità. - Nel diritto germanico, la prova sancisce un rapporto di superiorità di un individuo sull'altro. - Nel nuovo regime penale con i procuratori regi, l'i11dagi11e stabilisce la verità che permette di passare dall'accusa alla sentenza. L'indagine come operatore che rimette ordine. - La verità stabilita dai testimoni e la scrittura che trascrive sostituiscono la prova. 11. Osservazioni complementari. L'indagine e la confessione come fonti privilegiate della scoperta di verità nel nuovo regime penale. - Il punto di inserimento della tortura. - Il sistema delle prove legali. Conflitto tra l'indagine e la misura. La misura come strumento e forma di un potere di distribuzione; l'indagine, di un potere di informazione. Sistema i11dagi11eburocrazia nel Medioevo. - Analisi dei tipi di estrazione del plussapere. Collegamento con il corso del 1970-197l sulla "volontà di sapere". Ultima osservazione sulla comparsa della forma dell'esame nel xv111-x1x secolo. La nascita delle scienze umane. [228/IJ
Tre livelli nell'analisi della giustizia penale nel Medioevo, nello studio della sua preistoria come apparato di Stato: 1. Il livello delle sue condizioni di esercizio: la posizione e la funzione dell'apparato penale - in rapporto alla circolazione delle ricchezze, più esattamente: al loro prelievo autoritario da parte dei detentori del potere. Penalità e fiscalità; - il suo rapporto con la distribuzione delle armi (a slfa volta legata alla funzfone fiscale). •
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[229/2)
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2. Il livello dei rapporti di potere che passano attraverso la giustizia penale e si istituzionalizzano in essa. La nascita del Parlamento, del procuratore e del diritto all'azione giudiziaria caratterizzano questi rapporti di potere, - o meglio fanno vedere come l'esercizio della giustizia, che è un rapporto di potere, si affida ben presto alle forme (ancora rudimentali) di un apparato di Stato. 3. Ora bisogna studiare il livello degli effetti di sapere, a cui dà luogo questa giustizia penale. Effetti di sapere [che sono distinti dalle]" operazioni ideologiche.• - Con.. operazioni ideologiche, [si intende] l'insieme dei procedimenti' .. con cui le pratiche e le istituzioni penali vengono giustificate, spiegate, riprese, inscritte all'interno dei sistemi di razionalizzazione: - la teoria del re custode dell'ordine e fons justitiae,
[230/3)
- il concetto di pax et justitia. Queste stesse trascrizioni ideologiche si trovano in tutti i livelli ai quali si analizza l'istituzione penale. - Per effetti di sapere bisogna intendere un'altra cosa: owero il carattere, la distribuzione e l'organizzazione di ciò che è possibile conoscere nella pratica penale; la posizione e la funzione dei soggetti abilitati alla conoscenza; la forma di conoscenza, di indicazione, di rivelazione, di manifestazione che è in atto. Analizzare gli effetti di sapere della pratica penale significa studiare questa pratica in quanto scena in cui si enuncia una verità. A. Nel vecchio sistema di liquidazione (o di riparazione) giuridica del crimine, in che cosa consisteva questa scena? A quali forme bisognava attenersi, quali parole bisognava dire, quali gesti bisognava fare, quali ritardi e quali
· Parola cancellata: "interno", a cui segue il segno ·,.·, La parola seguente, "effetti", è cancellata e sostituita da "operazioni". ;; Parola cancellata: "effetti".• • "' Parole cancellate: "di razionalizzazione".
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sequenze bisognava osservare, quali erano i personaggi presenti e i loro ruoli"? La forma da seguire non era un modo di garantire il diritto degli awersari, l'imparzialità dei giudici o il rispetto della verità. Alle parti in causa si imponevano forme complesse, perché era un modo di sottoporli alla prova, di vedere se avrebbero fallito o se sarebbero riusciti a superarla. 2 Quindi: una serie di prove
[... r
(*] (231/6)
[ ... ]odi fallimentq. J.:esito è favorevole o sfavorevole. E l'esito della prova determina l'esito del processo. Lo contiene. Quindi: a) Giudice spettatore. La prova non è un elemento sottoposto alla sovrana valutazione del giudice. A condizione di rispettare la formula, è un meccanismo che determina automaticamente l'esito del processo. b) J.:esito della prova: - è un operatore del diritto; assicura il trionfo definitivo del diritto (al di là della controversia, del danno apportato, [della] guerra privata e della vendetta); - in secondo luogo, è un indicatore di verità. Se il suo diritto ha trionfato, significa che aveva detto la verità. Ma è secondario. E soprattutto, se il suo diritto trionfa, non è perché ha detto la verità, o nella misura in cui l'ha detta. La prova è un "marchio" (e non soltanto un segno); rientra nel campo non di una semiologia, ma di una dinastica - è ciò che instaura, che stabilisce un rapporto di superiorità di uno sull'altro;
· Segue una riga cancellata: "Era essenzialmente una serie di prove". .. Il manoscritto di questa terza lezione presenta delle lacune (qui i foll. 4-5 sono mancanti). Probabilmente si può ovviare a queste lacune facendo riferimento alle conferenze che Foucault tiene a Rio nel 1973 sullo stesso lqgomento: "La verità e le fonae giuridiche", cit. Cfr. in para ticolare la terza conferenza, pp. 117-119.
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- è l'istituzionalizzazione rituale di questo rapporto
di forza; - è indice della parte, del' campo in cui stanno, in ma[23217]
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niera solidale, il buon diritto e la forza più grande.l E se si può infine parlare di verità, non è perché la prova, indicando dove sta la verità, permetterebbe di dedurre dove sta il buon diritto e da che parte è giusto che propenda la forza. Ma perché, nella procedura giudiziaria, il rapporto di forza corrisponde effettivamente alla superiorità del diritto.·· La scena giudiziaria è la scena in cui la disparità della forza e la superiorità del diritto corrispondono una all'altra. Tutto è organizzato affinché la forza e il diritto si manifestino simultaneamente e secondo verità. Il giudice è presente come testimone, come garante del fatto che si siano manifestati correttamente, che si siano manifestati secondo verità."' Mentre la prova [giuridica] stabilisce dei "fatti" in base ai quali si ordina il diritto, che a sua volta deve anche piegare tutte le forze, la prova crea degli "eventi" in cui si manifesta la disparità (quella solidale tra diritti e forze). Ritualizzazione di una serie di eventi nella forma della prova,'' della lotta, della riuscita e del fallimento. 00
· Parola cancellata: "verità". .. Il manoscriuo riporta a margine: "La ragione della forma". ··· Il testo che segue corrisponde a un passaggio cancellato [foll. 7-8): "(Siamo quanto mai lontani da ciò che costituisce la distribuzione successiva: un giudice che, mantenendo in sospeso le forze, vede la verità e decide da che pane sta il diriuo.) Nello spazio del tribunale medievale, nel 'campo chiuso' del duello giudiziario che è la forma più visibile e più simbolica (sebbene non l'unica), la distribuzione del giudice, delle pani in causa, della verità, della forza, del dirillo, dell'uguaglianza e della disparità, della decisione, insomma tutto il gioco dell'attribuzione della pena obbedisce a regole rigorose. - Esse sono molto diverse da quelle che presiedono all'organizza. zione dello spazio giudiziario moderno. - Si ha l'abitudine di parlare del sistema 'barbarico' della prova [giuridica]. Di fallo, non si tratla affauo di una prova [giuridica]. Ma di una prova da superare, da cui emerge l'appanenenza recip,oca del diriuo migliore e delta più grande forza".• • .... Nel manoscritto le due parole sono sottolineate.
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(234/9]
(235/10]
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B. I..:intervento del procuratore del re, dell'azione giudiziaria fa vacillare questo sistema. La procedura accusatoria in cui si fronteggiano due avversari e in cui la procedura giudiziaria regola una prova di forza tra loro, che non si svolge in anticipo, non tisulta più possibile. Il "più di potere" si fissa definitivamente (e una volta per tutte) da una parte sola: dalla parte dell'accusa. 5 - Qualora vi sia un accusatore privato, dietro a lui c'è un supplemento di potere costituito dal" procuratore. - Qualora vi sia soltanto il procuratore, non è in una condizione di duello nei confronti dell'accusato, poiché rappresenta il potere stesso di colui che è il sovrano-..custode dell'ordine. Da ciò derivano diverse conseguenze: 1) l'accusa in quanto ritualizzazione di eventi-prove nella forma della lotta (con possibilità di vincita e perdita da una parte e dall'altra, e reversibilità della pena) non è più possibile. Il re non può essere punito se il suo campione viene sconfitto. 6 Il re è custode dell'ordine; 2) il tribunale non può più essere l'istanza che constata l'esito di un gioco in cui ogni diritto è in se stesso la propria forza; è l'istanza che rappresenta l'altra faccia del potere. Il potere che fa giustizia. Il potere di decidere'"" chi ha ragione e chi ha torto, chi deve pagare e quanto; 3) l'accusato alla fine è preso tra due poteri: quello che denuncia il disordine e quello che assicura il suo risarcimento attraverso la sentenza. Possiamo quindi tracciare due setie: [1] danno - accusatore/difensore - evento/prova - esito garantito dal potere (2) disordine - potere/imputato - xly - sentenza imposta dal potere.... • Parole cancellate: "potere stesso". •· Parola cancellata: "che fa giustizia". ··• Parole cancellate: "della pena·. ···· Segue una riga CllilCellata: "Il posto dell'evento.prova sarà occupalo dall'indagine/verità".
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Che cosa permetterà di passare dallo scontro potere/imputato alla sentenza imposta? Evidentemente non può essere un evento/prova (con tutti gli elementi aleatori che comporta). L'elemento sostitutivo, che permette di passare da un potere custode dell'ordine a un potere che emette la sentenza, è l'indagine-verità.' In che modo è stata introdotta7 ? [ ... ]'" ["]
[ ... ]- 1ichiedente: ha il diritto di rivolgersi a qualcuno, di esigere una risposta; e.loro sono obbligati a rispondere. Il potere stabilisce il notorio attraverso il notabile9: ha il diritto di estrarre il sapere da coloro che sanno. 10 Il più di potere (manifestato dal procuratore nel sistema penale) si traduce in un'estrazione di sapere. Preleva il sapere. (Da notare la differenza tra questo "sapere" a cui il potere ha diritto e la "prudenza", la "saggezza" o ancora il dono della "vista" attribuito al capo, al re in quanto fons justitiae, lo stesso re è prudens in quanto custode dell'ordine, ha il diritto di sapere, per mezzo del suo procuratore.) - Queste due pratiche;·· fornendo il modo per arrivare a una verità fondata, propongono una sorta di sostituto del reato in flagrante. Se una cosa è stabilita con certezza dall'indagine, se i notabili (o coloro che devono sapere) hanno stabilito il suo carattere noto1io, la si può ritenere vera, eclatante, quasi attuale. L'indagine assicura una sorta di flagranza ritardata. Ci si può ricollegare alla procedura di reato in flagrante." [237117) - Queste due pratiche permettono di far entrare nel [236/16)
• Souolineato nel manoscriuo. ·• Seguono cinque fogli mancanti (foll. 11-15) che potrebbero corrispondere al passaggio di "La verità e le forme giuridiche" che si trova a pp. 123-127.' • • ··· Parola cancellata: "modelli".
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(238/18]
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campo della penalità una serie di comportamenti che non costituiscono affatto danni a individui, bensl disordini. I.:indagine carolingia ha lo scopo di determinare: - quale sia l'ordine da seguire, - e se le cose siano conformi a quest'ordine. I.:indagine ecclesiastica ha lo scopo: - di determinare se ci sia stato disordine (rispetto alla regola monastica, rispetto alla legge della Chiesa) - e di produrre un risarcimento. I.:indagine è un operatore che rimette ordine, a partire da qualcosa che può essere un danno, ma anche altro: un'irregolari~à. . - Esse mettono l'accusato, colui che deve difendersi, in una posizione del tutto singolare: - Mentre nel vecchio diritto germanico, chi si difende lotta con il suo accusatore, nelle procedure di indagine diventa l'oggetto di un sapere. Non è più colui che deve lottare; è colui di cui bisogna sapere. Mentre prima era dentro un campo di forze, ora rientra in un ambito del sapere. - Nel diritto di tipo germanico, l'accusato vinceva o perdeva: ora, sul suo conto, "si sa" oppure "non si sa".· O viene smascherato o resta nascosto. È preso nell'opposizione luce/oscurità, non più vincita o perdita. - Infine, nel diritto germanico, egli aveva sempre la possibilità di sancire la propria sconfitta; poteva abbandonare in ogni momento. Ora può diventare l'enunciatore della propria verità, trasformandosi, per mezzo della confessione, nel suo stesso delatore. 12 Con l'ambiguità morale che ciò comporta. - Infine, l'indagine introduce nel sistema penale due elementi che diventeranno fondamentali: - la verità, quale è stata stabilita dai testimoni, da coloro che hanno visto 13; - la scrittura, che ritrascrive ciò che è stato detto; e trasmette l'attualità. 14
.
.
• Nel manoscritto non sono presenti le virgolette.
LEZIONE DELC8 MARZO 1972
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Due trasferimenti di attualità: - la testimonianza che trasferisce il delitto in flagrante 7 inquirente - la scrittura che trasmette la testimonianza 7 giudice. La verità vista e la scrittura fedele prendono il posto dell'evento-prova.
.
Osservazioni complementari a proposito del sistema penale e degli effetti di sapere·
(239/1] .
1. La confessione e la prova . -Abbiamo dato una caratterizzazione di massima dei due sistemi:
- danno/
difensore accusatore
- disordine / /
/
prova
7
esito
evento
~rocuratore /
indagine
imputato/
verità
7 giudizio
L'effetto di sapere non era assente nel primo sistema: era localizzato proprio nella prova/evento; e consisteva nel fatto che il trionfo della forza più grande indicava la validità del diritto migliore. Nel secondo sistema, l'effetto di sapere è completamente diverso: l'assunzione dell'accusa (totale o parziale, esclusiva o in parallelo) da parte del potere - escludeva il modello della lotta - e richiamava quello del reato in flagrante, vale a dire der· reato visibile [da] tutti, debitamente constatato, che determina la sentenza in ragione della sua evidenza. 15
· Foucault inizia qui un'ulteriore argomentazione con questo titolo, • • preceduto d• "Lezione n. 13". " Parola cancellata: "crimine".
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(240/2)
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Da ciò derivano le tecniche di attualizzazione o riattualizzazione del reato: - indagine - testimonianze -scrittura - confessione che producono un effetto di sapere completamente diverso.16 - Bisogna però notare che in questo insieme, l'indagine e la confessione sono in una posizione privilegiata una rispetto ali'altra. a. Sono complementari: Al limite, la confessione prende il posto dell'indagine. È l'attualizzazione _perfetta. Si ritiene eh~ chi confessa rinunci alla prova dell'indagine. 17 I.:indagine ben fatta, esaustiva, al limite è l'equivalente di un reato in flagrante o di una confessione. 18 Confessione, perfezione dell'indagine, flagranza. Non vale allo stesso modo per l'Inghilterra: l'indagine è un vecchio procedimento amministrativo, la sua riattualizzazione in ambito penale è avvenuta per vie più dirette, senza passare per la Chiesa. I.:empirismo inglese viene da qui 19 ? Al contrario, in Francia, la confessione ha un'importanza molto maggiore. Il soggetto che parla in prima persona: segno della verità. Legame tra la prima persona e l'evidenza.io-
(241/3)
b."" La procedura ha lo scopo: · Paragrafo spostato da Foucault nel manoscritto. .. Nel manoscritto segue un passaggio cancellato: "Mentre nell'indagine l'accusato è oggetto, nella confessione è soggetto. Nella nuova procedura penale, perciò, non è più colui che perde o vince: ma colui che sa e sul conto del quale si sa". Sul retro dello stesso foglio [24113), il manoscritto riporta un passaggio cancellato: "Questo presupponeva delle tecniche di attualizzazione o di riattualizzazione del delitto -indagine - testimonianze - scrittura - confessione. Itj, questo insieme l'indagine .,_Ja confessione stanno una 4i fronte all'altra in posizione complementare
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(24214)
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- di far dire ciò che si sa - di far corrispondere ciò che dicono gli uni e gli altri - di permettere al giudice di decidere chi dice il vero. La nuova procedura sposta completamente le funzioni del discorso: - non più gioco, gara, prova - ma scoperta di una verità. Il discorso non è più il luogo delle astuzie, delle trappole, degli errori, delle dimenticanze; è il luogo in cui la verità, volontariamente o involontariamente, viene detta. Il luogo in cui si dice la verità sull'accusato; in cui questa verità viene detta dall'accusato. J.:accusato è colui che, nel discorso penale, pur restando immobile, occupa sia la posizione di ogg~tto sia la posizione di l!Oggetto.' Nascono di conseguenza tecniche come: - il confronto - l'interrogatorio. "Una volta detto questo su di voi, voi che cosa ne dite?" Fare una storia dell'interrogatorio. Non abbiamo [prestato] la giusta attenzione al fatto che il potere si arroga il diritto di porre delle domande: il potere non solo riscuote le imposte, costringe a lavorare, recluta i soldati e condanna a morte, ma pone delle domande a cui bisogna rispondere. Preleva sapere e questo sapere riguarda proprio colui a cui rivolge la domanda. Devi dirmi ciò che sai su di te. 21 Nel costituire il "soggetto" cosciente, sapiente ecc., il ruolo dell'interrogazione come forma di esercizio del potere è fondamentale. Forse ancora di più della teologia. 22 c. Bisogna infine sottolineare che, pur sostituendosi all'evento/prova, l'indagine/confessione è rimasta a lungo legata alla sua forma. - Per molto tempo l'indagine è rimasta un'effettiva prova: - i nobili hanno ritenuto (e ottenuto) che sottoporsi all'indagine fosse un atto volontario, se non altro perloro 23 ; - la conFessione sostituisce l'indagine - l'indagine ben faua equivale a una confossione. t:accusato è oggeuo dell'indagine". • • Il manoscritto riporta a TQllrgine: "Indagine conressione".
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[243/5)
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- abbiamo testimonianze di forme intermedie. Due uomini sono accusati di omicidio. Il giudice cerca degli accusatori. Usa ogni mezzo possibile per convincerli a farsi avanti. Allo stesso tempo, fa restare in prigione i sospettati per obbligarli a confessare. A metà strada tra l'indagine e la prova. 24 - Ma è stata soprattutto la confessione ad aver conservato a lungo l'aspetto di una prova. Usare una serie di mezzi finalizzati a indurre la confessione; se questi mezzi falliscono, l'accusato avrà superato la prova, come in passato superava la prova ordalica. È a quest.o punto che si inserisce la tortura:
(a) che riappare in quel momento, (b) e che va intesa come un'ordalia della verità (in opposizione all'ordalia del diritto migliore).
[244/6)
Questo carattere di prova si manifesta nel fatto che la tortura - interviene solo in un secondo tempo, all'ultimo momento, una volta impiegati tutti gli altri mezzi. - È una sorta di duello con il rappresentante del potere. Se l'accusato riusciva a sopportare la tortura, l'altro non poteva applicare la pena nella sua interezza in un certo senso, il giudice aveva perso. [A questo proposito ci sono una serie di complicazioni e di sottigliezze: sopportare non vuol dire essere impenitenti? Mentre la confessione, se da una parte ammette, dall'altra purifica. In termini religiosi: non è il demonio a dare la forza per sopportare? E obbligando qualcuno a confessare, non lo si aiuta a ottenere la salvezza25 ? Tutta un'etica e una teologia della confessione di verità. Legame etico e religioso tra il soggetto e la verità.)" - Una traccia residuale della prova nel sistema penale dell'indagine si ritrova anche in un altro tratto della procedura: il sistema delle prove legali. 26 Sulla scena penale la ricerca della verità deve seguire forme e criteri canonici. Il giudice non è libero di trovare i mezzi di verità che gli sembrano più convincenti. La veri-
.
· Paragrafo Ira parentesi quadre nel manoscritto.
.
226
[245n]
•
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tà non è tanto una questione di convinzione, ma una questione di prova superata o fallita. - Viene quindi fissato il numero e la natura delle prove [giuridiche] nel caso di assassinio premeditato; un altro numero[ ... ]' per l'omicidio senza premeditazione; un altro per il furto. Più grave è il crimine, più elevati sono il numero e la difficoltà delle prove. 27 - Al termine dell'istruttoria, alcune prove potranno essere state presentate, saranno "riuscite", altre saranno mancanti. La condanna allora dovrà tenere conto del numero di prove raccolte. È un sistema curioso, che fa vedere con chiarezza come non sia in gioco una verità-convinzione ma una veritàprova: Il giudice non ha ancora il ruolo decisivo ché avrà più tardi, quando giudicherà "in anima e coscienza". Il giudice registra le prove [giuridiche], cosl come prima garantiva la regolarità delle prove [da sostenere]. 28 Il sistema delle prove [giuridiche] legali resterà in vigore fino alla fine del xvm secolo. E sarà rafforzato: - dall'importanza accordata all'opinione, alla fama. Chi ha contro molti testimoni, o a suo carico molte prove [giuridiche], non può avere una buona reputazione; e non si potrà procedere nei suoi confronti senza tenerne conto; - dalle prime tracce, ancora molto rudimentali, di un pensiero probabilistico. Una serie di segni di qualcosa offre un corrispondente grado di certezza (cft: il pensiero medico). Questo arcaismo (della verità-prova) è stato quindi riattivato: ha incontrato un orizzonte teorico che in qualche modo lo ha adeguato al xvm secolo. In ogni caso, nel sistema della dimostrazione giuridica si è stabilito uno stretto legame tra prova, probabilità e certezza, la cui fortuna epistemologica (con le sue concretizzazioni) non si è affatto esaurita con le singolarità procedurali che si sono potute constatare. 29
• Parola illeggibi1e .
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(24618]
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2. L'indagine e la misura
Non bisogna pensare che questi effetti di sapere legati all'indagine siano stati determinati tutti da una modifica nella procedura penale. Di fatto, a partire dal xm-xtv secolo e in connessione con una prima statalizzazione della giustizia, la procedura penale impiega una forma più antica e più ampia, che è stata fortemente riattivata pressappoco nella stessa epoca.10 In particolare, essa viene utilizzata: - nel diritto civile, per tutte le contestazioni che riguardano la proprietà, i canoni, i debiti. È legata allo sviluppo del commercio e al nuovo statuto giuridico della proptietà; . - nella legislazione: la riforma e la compilazione delle consuetudini saranno effettuate al termine dello stesso tipo di indagini; - nelle lotte sociali che oppongono la borghesia al sistema feudale o al clero, i proprietari ai loro fittavoli. Nel momento in cui la proprietà feudale viene penalizzata a causa dell'aumento dei prezzi e del calo demografico, si cerca di far valere gli antichi diritti: - nel processo amministrativo di centralizzazione. Il potere regio si stabilisce per mezzo dell'indagine; - nelle nuove forme di controllo che la Chiesa esercita sulla popolazione (inquisitio). 31 (Ci sono] i lunghi secoli dell'inquisiiione, così come c'erano stati i lunghi secoli della misura. 32 ' a. Come la misura, anche l'indagine è una forma di poteresapere: vale a dire che il potere si stabilisce attraverso l'acquisizione e l'esercizio di questo sapere. Presso i greci, era necessario un potere che stabilisse la misura delle terre, la misura delle proprietà, dei debiti, delle merci. Coloro che potevano misurare, coloro a cui era affidato questo compito detenevano il potere. Ma erano coloro che imponevano la misura a stabilire il loro potere. La misura creava potere, e il potere creava la misu-
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· Parole sottolineate nel manoscritto: "inquisizione" e "misura".
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ra. Spostamento del potere, spostamento del sapere; più di sapere, più di potere; si impone come legge un più di potere-sapere.ll Allo stesso modo, anche se in lotte e processi differenti, il potere· si conserva, si sposta, si centralizza, affonda nelle pratiche quotidiane e si estende insieme a un regno grazie all'indagine, che è uno degli strumenti a sua disposizione (oltre alle imposte e all'esercito). Viceversa l'indagine, che pone domande, estrae sapere e lo centralizza, lo trasforma in decisioni, è un esercizio del potere. Attraverso l'indagine, il sapere crea potere, il quale a sua volta crea sapere.
b. Tuttavia, rispetto alla misura, c'è un squilibrio piuttosto notevole. - La misura si basava su un sapere preliminare e, anche se in maniera molto rudimentale, ricorreva sicuramente a una certa forma di indagine. 34 - Al contrario, invece, l'indagine è una forma di prelievo del sapere. È una maniera di estrarre il sapere, di farlo passare altrove, di raccoglierlo, di dargli un'altra forma e di trasformarlo in decisione. - La misura e l'indagine non sono contrapposte; non stanno sullo stesso piano. I:indagine può essere una certa maniera di giungere alla misura. Possono articolarsi una sull'altra. La misura è un tipo di potere-sapere che ha la forma della delimitazione, della composizione, della riequilibratura, della distribuzione; permette la conservazione o il trasferimento della ricchezza e del potere. I:indagine è un tipo di potere-sapere che ha la forma del prelievo del sapere stesso e della sua ridistribuzione. È una forma di potere-sapere che non verte più sulle cose (proprietà, merci, ricchezze, raccolti, stagioni), ma sul sapere. (249/11] Mentre la misura greca permetteva di effettuare il prelievo delle ricchezze, l'indagine costituisce in sé un prelievo di sape-
• · Parola cancellata: "'cenu-:iizzato.,.
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re, che solo in un secondo momento, e grazie ai rafforzamenti politici che autorizza, permette un prelievo di ricchezza. La misura: strumento e forma di un potere di distribuzione. !:indagine: strumento e forma tecnica di un potere di informazione. - A partire da queste condizioni, si capisce come l'introduzione del sapere nel potere, la disposizione reciproca di potere e sapere nella società greca e nella società medievale non avvengano secondo le stesse modalità istituzionali. - Il potere, colui che governa, in Grecia deve conoscere la misura. Deve sapere e, allo stesso tempo, deve essei:e giusto; geometra e S!l,ggio; conoscere il principio della proporzione delle cose e il principio dell'equilibrio delle città. Il collegamento tra potere e sapere avviene nella forma della pedagogia (del governante e del cittadino): colui che ha un più di sapere deve avere un più di potere; e colui che ha un più di potere dovrebbe essere il più avanzato nel sapere. Il tema del capo filosofo; il problema dell'educazione del cittadino; come diventare il migliore, il più saggio e il più forte. 35 - Nel sistema di potere-sapere che si organizza nel Medioevo le cose funzionano in tutt'altra maniera: il sapere di cui ha bisogno il potere, il sapere a cui fa appello e a cui dà luogo, è il sapere prelevato, canalizzato, accumulato, convertito in decisione; il governante, essendo colui che invoca questo sapere, lo attraversa e valuta in base a esso la decisione da prendere. Il governante deve giudicare, e giudicare bene; ma il sapere esiste prima di lui, intorno a lui, [è) continuamente prelevato, registrato, accumulato. In breve, sapere e potere non si congiungono nella forma di una pedagogia, ma nella forma di una burocrazia. Il potere-sapere nei greci è comandato dal sistema misurapedagogia. Nel Medioevo inizia a delinearsi una forma di potere-sapere comandata dal sistema indagine-burocrazia. E la pedagogia occidentale (che si vede apparire nelle università medievali) ha cbme obiettivo principa1e la formazio-
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ne non dei[ ... ]' "governanti", ma dei burocrati, degli amministratori, degli elementi che servono al processo di accumulazione, circolazione, registrazione del sapere:·
c... r·
[")
[ ... ) - analizzare i vari tipi di estrazione del plus-sapere: il tipo amministrativo, il tipo economico, il tipo scientifico, il tipo tecnocratico36; - analizzare qual è la distribuzione sociale a cui essa ha dato luogo. Essenzialmente la comparsa di due personaggi gemelli, che sono l'inquirente e il notabile: - l'inquirente, strumento di estrazione, cioè di concen"trazione, strumento diretto o indiretto dell'apparato di Stato o del potere; - il notabile, colui che sa e acconsente che si prelevi il suo sapere, che l'ha già prelevato; che è testimone e garante; ma che può rifiutare la verità. Complementare dell'apparato di Stato e molto vicino a esso. 37 Questo personaggio bifronte (da cui si estrae e che estrae) è quel personaggio cosl importante nella società capitalista: l'intellettuale. I:intellettuale è l'estrattore del plus-sapere, indispensabile al potere, ma in posizione di ricatto e di rifiuto. Molto vicino agli apparati di Stato, sempre (pronto a) diventare un funzionario; e sempre pronto a essere l'intellettuale "protestatario", fuori gioco, che si rifiuta di estrarre il sapere (poeta, scrittore), o che pretende di mettere il proprio sapere al servizio della classe dominata. 38 (252/20) Infine, bisognerebbe analizzare le lotte che sono avvenute intorno alle indagini, a favore o contro la costituzione del plus-sapere: - ad esempio, lotte tra gli artigiani e i manifatturieri (segretor··· - lotte degli operai per svolgere in maniera indipen-
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· Due parole illeggibili. •· Il manoscrino riporta a margine: "lo scienziato e l'amministratore". ... I fogli 13-18 sono mancanti. ··•· Il manosCjillo riporta a margine: "si uuò parlare di un vero e proprio saccheggio di sapere".
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dente le proprie indagini, per parlare a nome proprio, contro le indagini amministrative. 39 La lotta, nel xix secolo, per un "sapere popolare" contrapposto al sapere "inquisitoriale" legato al più di potere della borghesia. La soluzione è stata forse la scuola pubblica: - costringere la classe operaia a ricevere una forma di educazione stabilita secondo dei canoni - i maestri sono certamente dei [ ... ]" ma il sapere che loro stessi ricevono e che hanno il compito di trasmettere si è formato proprio a partire dal plus-sapere regolarmente prelevato. La gerarchia università-liceo-scuola, la continuità discendente ma non ascendente di questi tre livelli chiude il sistema; impedisce la costituzione di un sapere popolare. Mentre l'indipendenza dell'università, la sua "autonomia", il suo disinteresse sono destinati a nascondere che, alla radice del sapere che essa distribuisce, vi è l'estrazione del plus-sapere. 40 [253121)
N.B. Bisogna mettere in evidenza la cura con cui è stata mascherata la formazione di un plus-sapere, al punto che tutte le analisi sono state rovesciate. 'Ira le precauzioni più costanti, c'è stata l'insistenza sulla separazione tra tecnica e sc[ienza], sapere empirico e conoscenza scientifica. L'insistenza con cui si è sottolineato il divario di razionalità, la soglia di scientificità. - Non si tratta affatto di dire che questi saperi sono in continuità. - Ma il problema è di sapere che cosa accade "tra", in quello che è presentato come un vuoto, una scansione, una cesura: come si è prodotto questo plus-sapere il cui effetto è la scienza, o qualcosa che si presenta come scienza. La nozione di rottura epistemologica come soglia di scientificità è forse la trasposizione di questo mascheramento.41
· Illeaibile.
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4."
Il problema affrontato l'anno scorso era quello della "volontà di sapere". 42 - I.:analisi filosofica tradizionale metteva la conoscenza (il soggetto conoscente) all'origine, alla radice della conoscenza: il soggetto già presente la conoscenza già in atto il conosciuto già dato. Psicologia della curiosità, metafisica della memoria e dell'oblio (che si può tradurre in traccia/rimozione). - I.:analisi nietzschiana che, dietro alla conoscenza, ricerca qualcosa di tutt'altro rispetto alla conoscenza. Qualcosa di compl~tamente altro rispetto _a cui il soggetto conoscente e la conoscenza stessa sono degli effetti. È questo tutt'altro che bisogna inventariare. Ciò che sta dietro alla "forma" della conoscenza, al soggetto della conoscenza, al campo aperto di ciò che dev'essere conosciuto, al corpus delle conoscenze acquisite, ciò che sta dietro a tutto questo sono i rapporti di potere: è la messa in gioco di forme di potere che creano sapere, il quale a sua volta accresce il potere. Gioco infinito di formazione, spostamento, circolazione, concentrazione, in cui si producono senza sosta i supplementi, gli eccessi, i rafforzamenti di potere, e l'incremento di sapere, il più di sapere, il plus-sapere. È questo il livello del "poteresapere". Ed è a questo livello che si instaura il legame vero e proprio, profondo, decisivo con l'economico. - Il problema di sapere se la scienza è redditizia è importante (oggi). Ma dal punto di vista storico forse la questione non ha più senso che chiedersi se essere degli uomini di sapere dia potere. I governanti sono stupidi e la scienza costa cara.
• Sul retro dello stesso foglio (254122) si legge un passaggio cancellato:
"4. li sapere-potere e le formazioni discorsive li livello del sapere-potere. con le sue fonne. è del tulio distinto dal livello "epistemologico" in cui si analizzano le scienze. Ed ~ anche distinto dal livello "archeologico' delle pratiche discorsive"'. • È le~ito supporre che la.sezione numero "3" faccia garte dei fogli mancanti.
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- I legami diventano visibili non al livello della scienza ma del più di sapere, non al livello del governo ma del più di potere, non della redditività ma dell'accumulazione del profitto. A questo livello: il più di sapere 7 più di potere e più di profitto il più di profitto 7 più di potere e più di sapere il più di potere 7 più di sapere e più di profitto0 In ogni caso: - Questo livello è fondamentale rispetto alla conoscenza. La costituzione di un "soggetto di conoscenza", la caratterizzazione di un "oggetto da conoscere", quello che si chiama atto di conoscenza, sono gli effetti storici, _localizzati in civiltà co.me la nostra, di questi.processi di potere-sapere. - Questi processi non si leggono direttamente come delle tracce o delle strutture all'interno della scienza. È attraverso una serie di approfondimenti e di spostamenti che è possibile passare dal livello della scienza a quello del potere-sapere. I due distacchi principali sono: - Quello che permette di passare dalle scienze, o dalle sedicenti scienze, a grandi tipi di pratiche discorsive e attraverso l'intermediazione delle "matrici epistemologiche". !:analisi di queste matrici epistemologiche permette di scoprire i modi per ritagliare, incasellare, costituire dei campi oggettuali, di definire le posizioni del soggetto, di regolare la formazione dei concetti e delle teorie. Attraverso l'intermediazione di queste matrici epistemologiche, si passa cosi dalla descrizione storica delle scienze alla loro "archeologia".•• - Il secondo distacco pennette di passare dalle pratiche discorsive al livello del potere-sapere attraverso l'intermediazione di quelle matrici "giuridico-politiche" del sapere che sono la misura, la prova, l'indagine. Cosi, nelle grandi scienze empiriche occidentali, come la biologia o la grammatica, non si ritrova l'indagine amministrativa; tuttavia, l'indagine come f01ma di esercizio del potere e costituzione di un plus-sapere ha dato luogo a pratiche discorsive (a tipi di descrizione, di analisi, di caratterizzazione de1l'oggetto, di posizione\l.ell'oggetto) che
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si sono stabilizzate, corrette, rafforzate a vicenda al loro specifico livello. Inoltre, a questo livello sono state corrette, rettificate da altre formazioni discorsive. Nuovo tipo di formazione di un più di sapere. E sono queste formazioni discorsive ad aver dato luogo ad alcune sc[ienze], che al loro livello producono un più di sapere. 45 Ma cercare il principio di questo "più di sapere" caratteristico del livello scientifico nel "progresso" della razionalità è come spiegare gli effetti dell'oppio attraverso la sua virtù soporifera.% Abbiamo quindi tre livelli: - la storia delle sc[ienze] a partire dalla quale la riduzione alle matrici epistemologiche permette di passare - all'archeologia del sapere: a partire dalla quale l'affrancamento delle matrici giuridico-politiche dal sapere - permette di passare al livello del sapere-potere. Livello in cui si intrecciano il più di profitto, il più di potere e il più di sapere. Studio della dinastica del sapere.
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Un'ultima osservazione. X.:analisi di altre matrici giuridico-politiche farà apparire, accanto all'indagine e alla misura, un altro schema del potere-sapere. I nuovi tipi di penalità, di controllo e di repressione del xvm-xlX secolo hanno fatto apparire la forma dell'esame: esame di normalità esame di livello esame di moralità esame di salute (mentale o no) sugli individui o sui gruppi. Da Il verrà estratto un plus-sapere che avrà come effetto la nascita delle scienze umane. A partire dalle tre matrici giuridico-politiche sono nate le scienze: - misuratrici del" Kooµoç, - descrittive della natura, - normative dell'uomo.47
· Termine candilato: "'(della) misura".
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Note 1 Sulle "operazioni ideologiche". cfr. supra, in particolare le lezioni del 23 Febbraio e del I• mar~o 1972. Foucault ha sempre diffidato della nozione di ideologia. usata dagli nlthusseriani e che nello stesso periodo entra nel vocabolario di Canguilhem ("Che cos'è un'ideologia scientifica?" 1isale al 1969. Ironicamente, Canguilhem sostiene di averla introdoua nelle sue opere "influenzalo dai lavori di Michel Foucault e di Louis Althusser"). In particolare. Foucault rimprovera all'ideologia di fondarsi su un'opposizione semplicisla tra scienza e non-scienza (cfr. L'archtologie du savoir, Gallimard-nrf, Paris 1969, pp. 240-243; trad. il. di G. Bogliolo, [:archeologia del sapere, Rizzoli, Milano 1971, pp. 210-212) e soprallutto di assumere come dato il rapporto di conoscenza, inteso come una relazione tra soggetto e oggello che non può che essere "disturbato, offuscalo" dalle relazioni economiche. sociali e politiche (cfr. ad esempio "La verità e le forme giuridiche", cii.). I:intero progello di Foucault si sforzerà sistematicamente di distanziarsi da questo approccio, a partire ~lalle Let.ioni sulla volontà di 1apere, che consistono nel fat vedere come i rapporti di potere (in questo caso le pratiche penali). connessi a determinate condizioni politiche cd economiche. siano invece "ciò allraverso cui si formano i soggelli di conoscenza e dunque le relazioni di verità". Lo farà anche nel "Riassunto del corso" ("potere e sapere non sono legati uno all'altro solo dal gioco degli interessi e delle ideologie", infra, p. 247), in "La verità e le forme giuridiche" (cfr. in particolare la prima conforenza e le puntualizzazioni di Foucault in seguito a una domanda posta da M.J. Pinto, cri: "Table ronde", in DE. ed. 1994, voi. 11. p. 630; cd. 200 I, voi. 1, pp. 1498-1499: il soggello non è "assolutamente [formato] dall'ideologia. Ho precisato che quella che presentavo non era un'analisi di tipo ideologico") e in La società punitiva (cii., soprallutto pp. 248-249, in cui Foucault oppone la sua analisi allo "schema dell'ideologia"; dr. ivi, "Nota del curatore". pp. 300-302). Quindi, i due rimprove1i che fa al marxismo, dal punto di vista del potere e dell'ideologia, sono in definitiva i seguenli: (I) postulare un legame analitico tra "l'essenza concreta dell'uomo e il lavoro", mentre l'uomo "è legato al lavoro, a livello della sua vita e del suo corpo. solo da un rapporto di potere" (La socie/il punitiva, cit., p. 236); (2) postulare un legame analitico tra il soggello e le forme della conoscenza, considerati come dati, mentre sono i rapporti di potere che "fanno nascere delle forme totalmente nuove di soggetti e di soggetti di conoscenza" e collegano questi soggetti a particolari forme storiche di veridizione ("La verità e le forme giuridiche", cit., p. 84). ' Cfr. H. Brunner, La parole et la forme dans /'ancienne procédure française, cii. [supra, p. 141 nota 16), p. 30.1 fogli 4-5 di questa lezione, mancanti, possono essere utilmente integrati prendendo come riferimento alcuni estratti di "La verità e le forme giuridiche", terza conferenza, pp. 117-119 (e più precisamente il brano che va da: "Nel diritto feudale la lite tra due individui era regolata per mezzo del sistema della prova [ ... ]" a: "[ ... ] la separazione della verità e dell'errore tra gli individui non vi svolge alcun l"l.lolo; è ammessa semplicemente la vittoria o la sconfitta"). ~ molto probabile. infatti, che questo passaggio a cui ci rife1iamo 1iprenda, almeno nella struttura generale, lo sviluppo mancante esposto da Foucault nella tredicesima lezione. Ne riassumiamo i punti principali. li diritto feudale, presentato qui, risulta organizzato sul "sistema della prova·, vale a dire come una serie di prove che possono essere: ( I) prove sociali (il numero di testimoni che si possono convocare dimostra la propria importanza sociale); (2) prove di tipo verbale (imponanza delle formule rituali e delle forme da rispettare); (3) prov"'
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magico-religiose (come il giuramento); (4) prove corporali (come le ordalie). Questa serie di prove presenta due caratteristiche: (I) obbedisce a un sistema binario: o si accetla la prova o vi si rinuncia. Se vi si rinuncia, si perde il processo. (2) Finisce con una vittoria o con una sconfitta: non c'è una senten,.a, emessa da un terzo in funzione della verità dei fatti, ma la vittoria oppure la sconfitta di una delle due pa11i, constatata da un terzo. ' Ricompare qui la nozione di "dinastica" opposta alla "semiologia" già menzionata nella lezione del 15 dicembre 1971 (cfr. supra, pp. 60 (58114] e 67-68 nota 16). Può essere utile confrontare questa analisi dei rappo11i tra prova e ve1ità con le analisi che Foucault proponeva dell'aywv nella Grecia arcaica (Lezioni sulla volontà di sapere, cit., pp. 85-112). Se la prova ra riferimento alla dinastica, è perché implica in p1imo luogo un ceno rapporto differenziale tra le forze; in secondo luogo, l'inquadramento di questo rapporto all'intemo di regole e rituali; infine, l'idea che queste regole e questi rituali esprimano tale rapporto in maniera adeguata. La nozione di prova svolge un ruolo essenziale nell'interpretazione del sistema giudiziario germanico e medievale in Foucault, per differenziarlo dal dispositivo che si avvale dell'indagine, del sistema di prove, del procuratore e dei testimoni. Cfr. su questo punlo "La verità e le forme giuridiche", cit., pp. 117-120. In La società punitiva (cit., pp. 212-213), Foucault opporrà la prova all'indagine e all'esame come istanze di giudizio e la inserirà in una storia della verità che contrappone la serie "verità-prova-evento" (in cui inserisce la nozione medica di "crisi") alla "verità-conoscenza", "verità-dimostrazione" in li potere psichiatrico, cit., pp. 209-222. • Sulla questione del sislema barbarico delle "prove [giuridiche]", cfr. J. Declareuil, Les preuves judiciaires da11s le droit (rane du I" au vuf site/e, "Nouvelle Revue historique de droil français et élranger", 1898, 22' annata, pp. 220-268, 457-488, 747-762, e 1899, 23' annata, pp. 79-109 e 188-212 (Fondo BnF); cfr. anche J.-P. Lévy, La hiérarclrie des preuves dans le droit savam du Moyen Age, cit. Questo sistema è presentato come "irrazionale" rispetto al sistema fondato sulla testimonianza, l'indagine e la confessione. Per una crilica di questa lettura in termini di razionale/irrazionale, cfr. "La verità e le forme giuridiche", cit., pp. 126-128.
' La nozione di "più di potere", come quelle di "più di sapere" e "più di profitto" che Foucault introduce più avanti nella lezione (infra, p. 232 [2S5123]). sembrano riecheggiare il "più-di-godere" che Lacan aveva teorizzato nella lezione del 13 novembre 1968. Nella sua lezione si ritrova un insieme di problemi analoghi a quelli traltati qui da Foucault attraverso il concetto di "dinastica": il problema del "fuori-senso· e del "non-pensiero" che costituiscono l'ordine discorsivo e il gioco dei significanti ("e non quello del senso[ ... ] come presuppone tutla la fenomenologia", precisa Lacan); il "più-di-godere" come funzione che permette una certa compensazione della "rinuncia al godimcnlo" necessaria a far funzionare l'apparato significante e che è allo stesso tempo condizione di formazione del soggetto discorsivo (è intorno al "più-di-godere che si costituisce il rapporto[ ... ] con cui vediamo compiersi questa saldatura, questa precipitazione [ ... ] che ci pennette di unificare un soggetto come soggetto di un intero discorso"). In un certo senso, come la "dinastica" permette a Foucault di sfilarsi dalla "semiotica" o dai sistemi regolati di segni per spiegare le condizioni della loro formazione attraverso i meccanismi di potere (cfr. lezione del 15 dicembre 1971, supra, p. 66 nota 3), cosi il "più-di-godere" permette a Lacan di uscire dal gioco regolato e ripetitivo dei significanti per spiegare le condizioni della sua formazione e della sua riproduzione attraverso il doppio meccanismo di rinuncia al godimento e di un "più-di-godere" che a un certo livello compensa ~esta rinuncia attravei\o il discorso. Cfr. J. Lacan, "be la plus-valuc au plus-de-j