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Italian Pages 322 [163] Year 1969
STUDIA CLASSICA ET ORIENT ALIA ANTONINO PAGLIARO OBLATA
STUDIA CLASSICA ET ORIENT ALIA ANTONINO PAGLIARO OBLATA I
ROMA
I 969
Una raccolta di studi in onore di Antonino Pagliaro avrebbe potuto essere organizzata intorno a molti altri temi. La bibliografia degli scritti del nostro Maestro, qui pubblicata, testimonia puntualmente una operosità non comune, volta a investigare secondo punti di vista fortemente personali e senza concessioni alla moda di dottrine precostituite - campi di studio molteplici: letterature antiche e moderne, questioni filosofiche, problemi giuridici del mondo classico e dell'oriente antico, problemi politico-sociali, storia politica e storia dell'arte del mondo iranico; e, nel campo propriamente linguistico, i settori indoeuropeo e romanzo, le filologie iranica, omerica e dantesca, l'etimologia, la dialettologia, la storia delle teorie grammaticali e la teoria del linguaggio. In Antonino Pagliaro la maggior parte di questi interessi trova motivo di coerenza scientifica nella costante e attenta considerazione della funzionalità del segno, ind ividuata nel suo farsi funzione in atti linguistici concreti, e si configura, pertanto, come una « critica i> nuova, la cui peculiarità metodologica viene ad essere adeguatamente definita dalla qualifica di « semantica >>. Una miscellanea a tema libero avrebbe visto un concorso di studiosi tale da dar vita non a soli tre tomi ma a una serie ben più numerosa, e questa per noi sarebbe stata una impresa editoriale i mpossibilc. Pertanto, una scelta si imponeva. L'iniziativa è sorta ne ll'ambito dell'Istituto di Glottologia dell'Università di Roma, presso il quale vocazione di studi e impegni accademici, in conformità al magistero di Antonino Pagliaro, che egli per più lungo tempo ha esercitato ufficialmente dalle cattedre di Glottologia e di Filologia iranica, hanno favorito prevalentemente lo sviluppo di ricerche nel settore della lingui-
stica indoeuropea relativamente alle lingue classiche e orientali (come testimoniano i volumi delle « Ricerche linguistiche»). Per _ conseguenza spontanea la tematica suggerita ai colleghi e agli allievi del Maestro è stata informata a questo indirizzo. Ma anche con tale limitazione il numero degli studiosi presenti -con un contributo è assai inferiore al numero di coloro che avrebbero potuto rendere più completa questa manifestazione di amicizia, stima e r iconoscenza. Per altro, la Tabula gratulatoria rende ampia testimonianza della solidarietà che anche in questa occasione il mondo dei nostri stud i ha voluto manifestare ad Antonino Pagliaro.
TABULA GRATULATORIA
Vasi lij l vanoviC Abaev - Mosca. Silvio Accame - Napoli. Francisco R. Adrados - Madrid. Giovanni Alessio - Napo li. Riccardo Ambrosini - Palermo. Luciano Anceschi - Bologna. Roberto Andreotti - Parma. Renato A rena - Macera ta. Harold Walter Bailey - Cambridge. Balélzs Jinos - Budapest. Felice Battaglia - Bologna. Salvatore Batca:glia - Bologna. Car_lo Battisti - Firenze. Alessandro Bausani - Napoli. Walter Belardi - Roma. Carlo Belli - Roma. Emile Benvenìste - Parigi. Tristano Bolelli - Pisa. Giancarlo Bolognesi - Milano. Alessio Bombaci - Napoli. Giuliano Bonfante - Torino. Marco Eoni - Bologna. G iuseppe Bonomo - Palermo. Umberto Bosco - Roma. A lberto Boscolo - Cagli ar-i. Oscar Botto - Torino. F rancesco Branciforti - Catania. Wilhelm Brandenstein.
Tabula gratulatoria
Alfonsina Braun - Trieste. Luigi Bulferetti - Genova. Mario Burzachechi - Roma. Mario Bussagli - Roma. Michelangelo Cagiano de Azevedo - Milano. Germain Calmette - Parigi. Guido Calogero - Roma. Augusto Campana - Roma. Enrico Campanile - N apolì. Filippo Cancelli - Roma. Raffaele Cantarella - Milano. Giuseppe Caraci - Roma. Santino Caramella - Palermo. Cleto Carbonara - Napoli. Giorgio R. Cardona - Roma. Teresa Carpinteri - Roma. Arrigo Castellani - Roma. Quintino Cataudella - Catania. Alberto Chiari - Milano. Paolo Chiarini - Roma. Emilia Chirilli - Lecce. Alberto M. Cirese - Cagliari. Michele Coccia - Roma. Carmelo Colamonico - Napoli. Eugenio Coseriu - Tilbingen. Giuliano Crifò - Macerata. Giovanni D'Anna - Roma. Maurizio Dardano - Chieti. Rita d'Avine - Roma. Vittorio De Falco - Napoli. Emidio De Felice - Genova. Enzo Degani - Cagliari. Carlo Del Grande - Bologna. Mario D'Elia - Lecce.
Tabula gratulatoria
Carlo Della Casa - Palermo. F rancesCo Della Corte - Genova. ·J. P. de Menasce - Neully-sur-Seine. Carlo De Simone - Tilbingen. Giacomo Devoto - Firenze. J. B. Djahukjan - Erevan. Carlo Diano - Padova. Calogero Di Mino - Roma, Antonio Di Pietro - Roma. Piero Adolfo Di Pretora - Roma. Mario Doria - Trieste. Wolfgang Dressler - Vienna. Elio e Anna Durante - Bari. Marcello Durante - Perugia. Aldo Duro - Firenze. Wilhelm Eilers - Wilrzburg. Josef Elfenbein - Sevenoaks, Kent. R. E. Emmerick - Londra. Enzo Evangelisti - Cagliari. Aldo Ferrabino - Roma. Silvio Ferri - Pisa. Fernando Figurelli - Bari. J ohannes F riedrich - Berlino. Pelio Fronzaroli - Firenze. Richard N. F rye - Cambridge Mass. Mario Gabrieli - Napoli. Giovanni Garbini - Napoli. Ararat Garibjan - Erevan. Marino Gentile - Padova. Ilya Gershevitch - Cambridge. Alberto M. Ghisalberti - Roma. Ernesto Giammarco - Pescara. Remo Giomini - Roma. Enzo Giudici - Napoli.
Tabula gratulatoria
Antonio Giuliano - Genova. Gherardo Gnoli - Napoli. Robert Godei - Ginevra. J an Gonda - U tn>;cht. Tullio Gregory - Roma. Lorenzo Vinigi Grottanelli - Roma. Margherita Guarducci - Roma. Marziano Guglielminetti - Torino. Giorgio Gullini - Torino. Roberto Gusmani - Messina. Augusto Guzzo - Torino.
Robert A. Hall J r. - lthaca, N. Y. Eric P. Hamp - Chicago. Luigi Heilmann - Bologna. Karl Hoffmann - Erlangen. Johannes H ubschmid - Burgdorf, Bern. Helmut Humbach - Mainz. Salvatore Impellizzeri - Bari. Norbert von Kaan - Roma. Johann Knobloch - Bonn. Heinz Kronasser. Franciscus Bernardus Jacobus Kuiper - Leida. Bruno Lavagnini - Palermo. Romano Lazzeroni - Pisa. Giulio C. Lepschy - Reading. Mario Attilio Levi - Milano. Vincenzo Loi - Roma. Franco Lombardi - Roma. Sebastiano Lo Nigro - Catania. Giovanni Macchia - Roma. Oreste Macrì - Firenze. E. A. Makaev - Mosca. Luigi Malagoli - Pisa. Enrica Malcovati - Pavia.
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Gaetano Mariani - Rorria. Scevola Mariotti - Roma. Guido Martellotti - Pisa. Benedetto Marzullo - Bologna. Agostino Masaracchia - Roma. Olivier Masson - Parigi. Carlo Alberto Mastrelli - Firenze. Vittorio Mathieu - Torino. Manfred Mayrhofer - Vienna. Antonio Mazzarino - Messina. Santo Mazzarino - Roma. Michele Melillo - Siponto. Piero Meloni - Cagliari. Bruno Migliorini - Firenze. Nullo Minissi - Napoli. Emilia Morelli - Roma. Anna Morpurgo-Davies - Oxford. Saba.tino Moscati - Roma. Cecilia Motzo Dentice di Accadia - Napoli. Marcello Muccioli - Napoli. Maria Nallino - Venezia. Johanna Narten - Erlangen. 'feodoro Onciulescu - Napoli. Massimo Pallottino - Roma. Rodolfo Paoli - Bologna. Ettore Paratorf" - Roma. Luigi Pareyson - Torino. Oronzo Parlangèli - Bari. Teresa Pàroli - Roma. Elio Pasoli - Bologna. Gioacchino Patti - Roma. :vlassimiliano Pavan - Perugia. Giambattista Pellegrini - Padova. Silvio Pellegrini - Pisa.
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Francesco Saverio Pericoli-Ridolfini - Bologna. Luciano Petech - Roma. Nicola Petruzzellis - Napoli. Mary Piccioli - Roma. Giorgio Piccitto - Catania. Dino Pieraccioni - Firenze. Alberto Pincherle - Roma. Pietro Piovani - Napoli. Vittore Pisani - Milano. Ernesto Pontieri - Napoli. Salvatore Pugliatti - Messina. Jaan Puhvel - Los Angeles. Antonio Quacquarelli - Bari. Paolo Ramat - Cagliari. Emanuele Rapisarda - Catania. Giuseppe Restelli - Saronno. Riccardo Riccardi - Roma. Giovanni Rinaldi - Trieste. Benedetto Riposati - Milano. Gianbattista Roggia - Busto Arsizio. Vincenzo Romano - Firenze. Alessandro Ronconi - Firenze. Alexandru Rosetti - Bucarest. Corrado Rosso - Bologna. Ruggero M. Ruggieri - Roma. Frithiof Rundgren - Uppsala. Francesco Sabatini - Lecce. J an Safarewicz - Cracovia. Giuseppe E. Sansone - Bari. Mario Sansone - Bari. Giuseppe Santonastaso - Napoli. Franco Sartori - Padova. Francesco Sbordane - Napoli. Giuseppe Scardigli - Bari.
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Giuseppe Scarpat - Parma. Alfredo Schiaffini - Roma. Giuseppe Schirò - Roma. Wolfgang P. Schmid - Gottingen. Karl Horst Schmidt - Bochum. Rtidiger Schmitt - Sulzbach, SéLar. Giuseppe Maria Sciacca - Palermo. Michele Federico Sciacca - Genova. Nino Scivoletto - Perugia. Italo Siciliano - Venezia. Ruggero Stefanini - Berkeley. Oswald Szemerényi - Friburgo i. Br. Gianfranco e Maria Grazia Tibiletti - Milano. Paolo Toschi - Roma. Giovanni Tropea - Catania. Mario Untersteiner - Milano. Aldo Vallone - Bari. Alberto Varvaro - Napoli. Antonio Viscardi - Milano. Maurizio Vitale - Milano. Giovanni Vitucci - Roma. Calvert Watkins - Cambridge Mass. Walter Wtist - M ilnchen. Ehsan Yar Shater - New York. Ladislav Zgusta - Praga. Bruno Zucchelli - Parma. BAD GoDESBERG - Deutsche Forschungsgemeinschaft. BARI - Istituto di Lingua e letteratura tedesca e di Filologia germanica. BocttuM - Sprachwissenschaftliches Institut. BOLOGNA - Istituto di Filologia classica e medievale. BOLOGNA - Istituto per le Scienze religiose. BRUXELLES - Biblìothèque de l'Université libre de Bruxelles.
Tabula gratulatoria
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BucAREST - Centrul de cercetari fonetice ~i dialectale. BUDAPEST - Bibliotheca Academiae Scientiarum. BUEN OS AIRES - Centro de estudios linguisticos de la Facultad de Filosofia y Letras. CAGLIARI - Biblioteca delle Facoltà di Lettere-Filosofi.a e Magistero. CAGLIARI - Istituto di Filologia greca. CAGLIARI - Istituto di Glottologia. CAMBRIDGE - University Library. CATANIA - Biblioteca della Facoltà'. .di Lettere; Cattedra di Letteratura latina. CATANIA - Istituto di Glottologia. CttAPEL HI LL - Department of Comparative Linguistics; Univ. of North Carolina. EREVAN - Biblioteca centrale dell'Accademia delle Scienze della RSS Armena. ERLANGEN - Seminar filr vgl. idg. Sprachwissenschaft. FAENZA - Liceo Ginnasio statale >. FIRE~ZE - Istituto di Glottologia. FRANCOFORTE s. M. - Indogermanisches Seminar der J ohann-\\'olfgang-Goethe- U niversit.lt. FRIBURGO - Bibliothèque Cantonale et Universitaire. FRIBURGO i. Br. - Sprachwissenschaftliches Seminar. GENOVA - Istituto di Filologia classica e medievale. GENOVA - Istituto di Glottologia. GrnssEN - Seminar filr vgl. Sprachwissenschaft der Justus-Liebig-U niversit.lt. G6TEBORG - Cniversitetsbiblio'teket. G6TTINGEN - Sprachwissenschaftliches Seminar. GRAZ - lnstitut fiir vgl. Sprachwissenschaft. INNSBR UCK - Institut filr vgL Sprachwissenschaft. INN SBRUCK - Universit.ltsbibliothek. LECCE - Istituto di Filologia classica della Facoltà di Let• tere.
LECCE - Istituto di Glottologia. LECCE - Istituto di Lingue e letterature classiche della Facoltà di Magistero. LENINGRADO - Biblioteka Akademii Nauk. LONDRA - British :\tluseum. LONDRA - The Library of the School of Orientai and African Studies. MACERATA - Istituto di Glottologia. MACERATA - Liceo Ginnasio statale (( G. Leopardi)). MAINZ - Romanisches Seminar. MAINz - Seminar fiir idg. Sprachwissenschaft. MESSINA - Istituto di Glottologia. :'vlESSINA - Istituto di Lettere classiche della Facoltà di Magistero. MILANO - Istituto di Glottologia dell'L'niversità Cattolica. MILANO - Istituto di Glottologia dell'Università Statale. MILANO - Istituto di Storia antica dell'Università Statale. Mosu, - Akademija Nauk SSSR; lnstitut Jazykoznanija. MilNCHEN - Sµrachwissenschaftliches Seminar. NAPOL I - Seminario di Filologia slava dell'Ist. Univ. Orientale. NAPOLI - Seminario di Filologia finnougrica dell'lst. Univ. Orientale. NAPOLI - Seminario di Glottologia dell'lst. Univ. Orientale. NAPOLI - Seminario di Semitistica dell'lst. Univ. Orientale. PADOVA - Istituto di Storia antica. PALERMO - Biblioteca della Facoltà di Lettere e.Filosofia. PALERMO - Istituto di Filologia romanza. PALERMO - Istituto di Glottologia. PALERMO - Istituto Siciliano di Studi bizantini e neoellenici. PARIGI - :École des Langues orientales vivàntes. PAVIA - Biblioteca della Facoltà di Lettere.
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T abu/a gratulatoria
16 PAVIA -
Istituto di Storia antica. Biblioteca centrale dell'Università degli studi. - Cattedra di Lingua e letteratura latina della
PERUGIA PERUGIA
• Facoltà di Magistero. PooN A - Deccan College. PRAGA - Ceskosl. Akad. vea. Orientilni Ùstav. ROMA - Biblioteca Angelica. RoMA - Biblioteca del Senato della Repubblica. ROMA - lstituto di Epigrafi.a e antichità greche della Fa coltà di Lettere. ROMA - Istituto di Filologia classica della Facoltà di Lettere. ROMA - Istituto di Glottologia della Facoltà di Lettere. ROMA - Istituto Italiano per il medio ed estremo oriente. ROMA - Istituto di Lingua e letteratura latina della Facoltà di Magistero. ROMA - Istituto per l'Oriente. ROMA - Istituto di Storia de1l'arte della Facoltà di Lettere. ROMA - Istituto di Storia della grammatica e della ling ua italiana della Facoltà di Magistero. ROMA - Istituto di Storia greca della Facoltà di Lettere. RoMA - Istituto di Studi albanesi della Facoltà di Lettere. ROMA - Pontificium Institutum Altioris Latinitatis. SAARBR0CKEN - Institut ftir vgl. idg. Sprachwissenschaft und lndo-lranistik. Ta1usr - Istituto di studi orientali dell'Accademia delle scienze della RSS Georgiana. TORINO - Biblioteca Nazionale Universitaria. TRIESTE - Istituto di Glottologia della Facoltà di Lettere. TRIESTE - Istituto di Storia delle religioni della Facoltà di Magistero. TRIESTE - Istituto di Studi bizantini e neoellenici della Facoltà di Lettere. TUBINGEN - Romanisches Seminar.
Tabula gratulatoria
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TOBJ NGEN - Seminar filr Indologie und vgl. Religionswissenschaft. UR~INO - Istituto di F ilologia classica. Uas1NO - Istituto di Glottologia. UTRECHT - lnstituut voor Oostersee Talen. VARSAVIA - Académie Polonaise des Sciences; Comité de linguistique. VENEZIA - Istituto di Filologia Romanza. VIENNA - lnstitut filr allgemeine und indogermanische Sprachwissenschaft. WORZBURG - lnstitut filr vgl. Sprachwissenschaft. WORZBURG - Orientalisches Seminar der Julius-M aximilians Universitiit.
IND
re E
Premessa
p.
Tabula gratulatoria .
»
21
F. R. Adrados, Sobre la evolucùfn griega de las sonantes z"ndoeuropeas
))
63
G. Alessio, Etimologie lati'ne .
»
75
R. Ambrosini, Contributi all'interpretazz"one di RV. X .I29
>>
95
H. W. Bailey, Arya Notes
>>
137
J.
»
I 51
A. ~ausani, Note sui prestiti arabi nella più antica poesia neopersiana
)}
173
W. Belardi, Greco µ.o:vLiix:ty; tra cel#co e iranico
)} 189
V. I. Abacv, Isoglosse sci/o-europee
Bal.izs, Alcuni aspetti di una tipologia indo-uralica
E. Benvenistc, Diffusion d'un terme de culture: la#n »
213
G. Bolognesi, Traduzioni armene di testi greci
>>
219
E. Campanile, Note sulle glosse sicule e sui rapporti linguistici fra siculo e latino .
» 293
orarium .
ISOGLOSSE SCITO-EUROPEE 1.
Fonetica *
Il fonema
f.
Il fonema/ non esisteva nel sistema linguistico indoeuropeo, come non esisteva nell'aria antico e nell'indiano antico. Tra le lingue arie, esso appare dapprima nell'iranico antico, sebbene in casi assai limitati: trae origine o dal preiranico ph (sa/a- < Sapha' unghia, zoccolo ', ecc.) o dal preiranico p in posizione preconso~ nantica (fra-< pra-, ecc.). Nelle altre posizioni, p preiranico si conserva nell'iranico antico. L'area di diffusione del fonema / è rimasta molto limitata nel medio- e nel neo-iranico, anzi, in alcune lingue - come nel baluci e nell'afgano - il fonema/ è del tutto scomparso. Da per tutto, p in posizione iniziale si conserva. Soltanto in posizione interna, dopo vocale e dopo sonora, p può sonorizzarsi (p > b), e può anche passare a fricativa (p > v). L'osseto si presenta come una lingua iranica a sé stante, in cui p, in qualsiasi posizione, passa a/ (ma in posizione interna talvolta, a· v): /ad 'piede' < piida-, kaf 'pesce' < *kapa-, ruvas ' volpe' < *raupiisa-, ecc. Questa peculiarità fonetica differenzia in modo preciso l'osseto dalla restante area iranica, comprese anche le lingue affini del gruppo iranico orientale, sacio, sogdiano, coresmio, afgano, e lingue del Pamir. Basta confrontare l'osseto con l'afgano: sebbene entrambe le lingue risalgano al gruppo orientale delle lingue iraniche e, quindi, sì trovino in una più stretta parentela genetica, nella prima il fonema/ risulta uno dei più «attivi», nella seconda esso manca
* Il primo capitolo è stato pubblicato in t AION-L •• 4 (1962), ·pp. 27-43. Entrambi figurano, con alcune variazioni, in V. I. Abacv, Ski/o-evropejskie izoglossy (na styke vostaRa: zapada), Mosca-Leningrado 1()65, pp. 1-81.
V. / . Abaev
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[z )
del tutto (salvo in alcun i prestiti arabi e persiani). Vi sono, tuttavia, altre lingu e indoeuropee, in cui, come n ell'asseto, il fonema indoeuropeo p passa in f. Ma queste lingue appartengono non all' area asiatica, bensl a quella europea d elle lingue indoeuropee. Mi riferisco soprattutto all e lingue germaniche. Per la prima rotazione consonantica le occlusive sorde p, t, k si mutano in germ a nico nelle aspirate sorde ph, lh, kh, e, quindi, nelle corrisponden ti fri ca tive/, fi, h (eh). Il passaggio d elle occlusive sorde in aspirate è proprio anche del tracio, del frigi o e dell'armeno. L'asseto non ha partecipato a questa innovazione sist ematicamente, m a soltanto per un fonem a: l'occlusiva sorda p passa, come nel germanico, aj. Questa fricativa rappresenta una isoglossa fonetica scito-germanica ', Documenti epigrafici della Russia m eridiona le testimoniano una serie di antroponimi scito-sarmatici, in cui già troviamo/ in luogo di p iran ico, se bbene - pa rall elam ente - si incontrino anche forme con p: (ocra:xo;) < pasu- ; fid- ' padre ' ( l per dissimilazione delle nasali: lamas ' preghiera musulmana ' < namaz; malUSag ' bucaneve ' < *manusag (cf. ann. manu!ak ' viola') , ecc. Da analoga dissimilazione ha origine la / nel topon imo italiano Bologna da Bononia. Il gruppo ri (ry) diviene l(i), Il: al/on ' alano ' < dryana-; lyman/limtZn 'amico' < *friyamana-; mal< *mari (vedi sopra) e molti a ltri. L a geminata r (") dà origine alla geminata / (li): wallon ' lombrico' (t do!devoj terv' •) < *warron < wdr- ' piovere'; syvallon ' bambino' < *syvarron < syvar 'grembo m aterno'; RjtZtlag-kom 'freno, morso' i g e gll si sono fusi nel fonPma g. E in tutta l'arca orientale delle lingue iranich(" , cui i dialetti scito -sarmatici: corasmio, sogdiano, dC'l Pamir, si (: vçrifìcato in seguito, il mut;1mcnto ddl'ocdu;,;v., nella fri cativa y. Il dia letto osseto c\igoron tt'stimonia chiaramen te in esso g iran ico si riflette in y (j). Nel dialetto y è già un fenomeno posteriore. in epoca molto antic1 e, in ogni caso, prima dell'era volgare. Giit nell'Av('sta, g iranico, in posizione int erna, si riflette come-' y. In favore dell'antichità del passaggio g > y va detto che t'sso è peculiare dì tutte le lingue iraniche orientali. Deve essersi vl"rificato, quindi, allorch(: tali lingue si trovavano ancora in stretto contatto fra di loro,(' un'arca rclati\·amcnte limitata. Il difficile che innovazioni fonetiche abbiano potuto nell'epoca scitica , quando le tribù iraniche ori('ntali erano disseminate nel vasto territorio compreso tra il l'amir (' i! Danubio e quando esse avevano ormai ogni immediato contatto tra di loro. In breve: ciò prova gli Sciti sin dal principio avevano nel loro sistema linguistico il fonema y. Si può pensare a quakh(' legame ciel fonema scitico y con il fonema y di un gruppo limitato cli li ngue slave? La migliore rispo-
Isoglosse scifo-europee sta a questa domanda è fornita dalla cartina, allegata, dell'arca di diffusione cli (li) nelle lingue slave: l'arca Ui diffusion e del fonema slavo y coincide appunto (se si tralascia, per ora, il ceco e !o con l'arca della toponomastica scitica, dell'archeologia scitica e della influenza scitica sulla Russia meridionale. Basta dire che in tale arca figurano fiumi che ancora oggi conservano nomi scitici: Don, Dnepr, M. Vasmer, analizzando la topooo,masb,,a della Russia meridionak, giunge alla conclusione diffusione' delle denominazioni scito·-sarmatichC' sia la regione di Orci'. E qu('sta regione rapprescnt;i. il confin(' settentrionale della del fonema y. Anche i dati archeologici c:onwrdano con quelli linguistici. Gli elemC'nti della culturn scito- sarmatica possono esser(' chiaramente osservati hmgo h1tto il corso del Don e del Doncc, e relativi affluenti, dr:! basso e medio Dn('pr, e relativi affluenti, del basso Bug e del Dnestr"'. Quanto esposto dit motivo di pensar(' che la diffusione del fonema y non sia, nel russo meridionale e nell'ucraino, un fatto meramente Ci troviamo dinanzi ad una ckllc eredità dell'c!cmcnto il ha lasciato una chiara impronta su tutta la cu ltura della meridionale. Come nota l'archeologo P. D. Liberov, che unan ime. Riporto testualmente i di versi giudizi. P er l'aves tico: H . Reichelt, Awestisches Elementarbuch, Hei delberg 1909, p. 302, «Viele Verba ,,,aren an sich selbs t schon perfektiv ... Andere bekamen diese Aktion erst durch Verbindung mit Pr:ipositionen, besonders mit aip1·, ava, paiti, pairi- , us-, fra-, ni-, vi. Von den Tcmpusst3.mmen ist der Aorist p erfekti v •· ' N. van Wij k, Surl'originedu as/uctsduveròe slave, in e Revue des étudcs slaves •, 9 (1929), pp, 237- 25"2. A. Meillet, LJ slave commun, Paris 1934 , §§ 3183 19, pp. 291 - 295. E . Kosc hmieder, Sti,dim zum .slaviscltm Verbaiasp1kl , in • Zeitschr. fOr vergl.Sp ri\chr. •• 55, p. 280 e sg, C. G, Regnell, 0/Jer dtn UrsfrunK dts slavischen Veroalasjitklt, Lund 1944. P. S . Kuznccov, in •Trud. Inst. ja:r.y· ko:r.n. •• 2 (19s3), p. 220 e sg., in particolare pp. 242-253. " H . Pe.Jersl:ln, Zur ùlire von dm Aklio11sarten, in • Zcit~c:hr. fur vergl. Sprachf. •• 37 ( 1901) p. 219 e sg., in particolare, p. 2:14. 3 W . Streitberg, GotiscAes Eùmmtarhiu;h, 1920, p. 19s e sg.
V. I. Aoa,r,
[18]
_ _ _1_,o_c:g_lo_u_, _,_ " _·10-_,_,._ro-'-p_ ee_ _ _ __ __ 39
D. Zbavitel , A Contri6ution lo the Pro/J/em of tJu VeròaJ A:rpett in Avesta, in• Arch . orient. t, 24 (1956), pp . 15- 22, • lt is clearly evident from this table that, in the Gathic dialect, not e very preposition was capable of giving the verb perfeetive force t (p. 21 ) ; • We thus com e to the very a pposi te conclusion reach~ by Reichelt • (p. zt ); « No Gathic preposition was capablc ofgiving its verb perfective forcc • (p. 22); • 1, Th e Gathic Perfect and Aorist st ems cxpress the perfcctive scnsc. 2. Thc Indicative Praes. is imperfective, as far as it expresses the present tim e. 3- Th e nasal èlement and perh aps also the infix -ya- gave t he Gathic verb an imperfrcti ve mcaning. 4. No p,eposi tion nffected the aspect of tbc verb • (p. 22). Per il persiano ant ico: A. Meillet, GrammatYe du vieu.:r perse, Paris 1915, p . 132, ·• L es préverbes ne servcnt pas seulcm en t à détenniner le sens de verbs concrets ... Comme il est arrìvé dans plusieurs autres langues indo-européennes, les formt' S mu nies de préverbe ont servi à indiquer l'action parvenu e à son terme• (cf. la seconda edizione, Paris 1931, p. 144). R. K ent , 0/d Persian, New Haven 1953, p . 91 , • T ens e aspect was nota living pheno• menon of 0 1'. The difference between imperfectìve (in progress, habi tual, repeated) and perfective (definitel y tenninated) m ay be detected by examinatìon of m ean ing of the passages, bu t does not correspond to any difference of form in th e verbs •· Possiamo constatare che sulla questione d el ruolo perfettiviziante dei preverhi nell e lingue iraniche an tich e sussistono pu nti di vista diametralment e opposti. H . Reichelt (per l'avestico) e A. Meillet (per il persiano antico) riconoscono tale ruolo. D. ZbaviteJ e R Kcnt lo negano totalment e. Non scend erò ad analizzare le argomentazioni delle due part i; personalmente ritengo che sia nel gius to chi so!ltiene che nelle lingu e iranich e an tiche: non esis te un legame diretto tra preverbizzazione e p erfettività . 1mporta, comu nque, sottolineare che siffatta questione è oggetto di controversia. Tale controversia non sarebbe stata poss ibile se il ruolo perfe ttivizzan t c dei preverbi nell'avestico e nel persiano an t ico fosse sta to e vidente, in altri termini, sistematico. E ssa non sorge, e non può sorgere, né a proposito dell'osseto né a propos ito d el russo dove il ruolo aspe tti vo de i preverbi è e viden te anche a occhio nudo.
Se ci volgiamo al m t:dio- t: a l neo-iranico, troviamo che anche in qu es t e fasi non c'è un'utilizzazione conseguente dei preverbi per l'csprcssiont: dell 'azione compiuta. Nell'afgano (pashto) s i ha la particella vu- t:sprimen t e aspetto perfettivo: ,na lvas/1/ ' io leggevo ', md vU/11ast1/ ' io lessi ' '. Ma accanto ad essa vi sono anche i preverhi kfe-, pre- , ra-, n1naetc., i quali non funz ionano com e pcrfcttivizzan t i ma servono unicam ente a pu ntual iz.zar c il valore localistico del verbo. Da questo pu nto di vista l'osseto, in vece, s i pone a part e, in contrapposiz.ione alle altre lingu e iraniche. In esso tu tti i preverbi, accanto ai loro v.i. lnri localis tici, hanno la precisa funzione di formare gli aspetti verbali : n ell'infinito, nel passato, nel futuro, nei participi trasforma.no l'aspe tto imperfett ivo in perfettivo: cawyn 'andare', ra-cawyn ' u scire '; cydtan ' io andavo' , racydtan' io uscii'; catt.13yntt.tt' io a ndrò', ra--c~u3ynom ' io uscirò'. Ho addotto esempi con il preverbìo ra-, analoghi esempi potrebbero essere offerti per qual siasi altro preverbio: o-, ba-, ar,-, arba-, ny-1 ni-, (y)s- , 1~~- Questo sistema di espressione dell'aspetto perfettivo investe t utti i modi, non solo l'indicativo ma anche il congiuntivo, l'ottativo e ]'imperativo. Siffatta situazione in asseto non può ess ere di provenienza anticoiranica; a questo proposi to abbiamo già espresso il nostro parere. E ssa t'.! sorta secondariamente e - a nostro a vviso - come effetto di u n di utu rno contatto con le lingue slave. Se si considera come funz.ionano i prcverbi nell'asseto, si scorge non solo la profon da differenz.a di qu esta struttura da qu ella dell e a ltTe lingut: iranic he, ma a nche la peculiare affinità sua con le lingue slave. Alle forme slave senza prevcrbio segnanti l'aspetto imperfetti vo corrispondono in asseto sistematicament e fonn.e senza preverbio; alle forme slave con prevcrbio segnanti l'aspetto perfettivo corrispondono in O$Seto fanne con pre verbio:
--------------------
rllbotat' /,eJat'
nesti
kUsyn /i.3yn xassyn
-
Z(r-1'a/,otal' u-bdat' pri-nesti
ba-kiisyn a-li:;yn arba-xassyn
' N. A . Dvorjankov, .fazyl pu/lu, Mosca 19(,o, p. 17 , 51. ~ cr. il m io Gra,nmaJil1s.tij ol,rA outinslogo j,:uylu, OnUonikid1.c 1C}6o, p . 59 e sg., 100-104.
V. I. Ahaw
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bit'
namyn
leat'
ruyn
katit'sja
tùlyn
[20]
-
po-bit'
fa-namyn
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vs-lezt' s-katit' sja
ys- xi.zyn r4r-tii.lyn.
Certam ente, in slavo i preverbi non costi tuiscono l'un ico m eu.o per distinguere l'aspetto imperfettivo da quello perfettivo. T ale distinzione può essere espressa con altri elem en ti. Cf. russo davaJ' e dat', padat' e past', dergat' e dernut', ponimat' e ponjat', sadit'sja e sest', ecc. Ma queste pecu liarità non turbano la n etta impressione di una chiara affinità tra slavo e osseto per quanto riguarda l'aspet to verbale. Mi è capita to spesso di tradurre dal nisso in osseto e viceversa. E ogni volta ho notato come sia agevole r endere l'aspet to verbale dell'originale. La cosa cambia del tutto quando s i tr aduce, per esempio, dal russo nel persiano e viceversa. Il verbo persiano è privo di morfemi deputati a segnare l'aspetto (5e si ecce ttua la particella mi- che esprime azione duratura o rip etu ta), così che, caso per caso, solo il con testo può suggerire al trad ut tore in rus so se si tra tta di azione perfettiva o imperfettiva. Se si prendesse una carta della diffusione delle lingue indoeuropee, e si con trassegnasse con colore rosso l'area dove i prcverbi svolgono un ruolo perfetti viz.zan te, risu lterebbe che l'osseto e lo slavo si colorano in rosso vivo, mentre in tutto il restant e territorio s'i ncon trano solo diverse sfumatur e in tinta rosea, qua e là trapassanti n el bianco, precisamente là dove il n esso tra prcvcrbi e perfettivizzaz.ione ri sulta assolu tam ente imp ercettibi le. Vaghi accenni alla funzione petfettivizzant e dì preverbi nell 'ir anico e nel latino non possono essere confrontati con la coeren te sistemat icità che figura nello slavo e nell'asseto. L'affinità tra questi non consiste soltanto n el fatto che i preverbi trasformano l'aspetto imperfe ttivo in perfettivo, ma anche nel part icolare ch e sia nello slavo sia nell'osseto i pre verbi non perdono per questo la loro fu nzione di det cnninatori deJla parola, precisando essi il significato dell'azione in rapporto alla direzione di essa nello spaz.io. Quindi i preverbi non si limitano ad essere dell e m~e par ticelle aspetti ve, come è il caso nelle lingue baltiche, m a svolgono, per dir cosl, una doppia funiione: grammaticale (in quan to modificano l'aspetto) e determinativa (in quanto specificano il rapporto localistico).
1soglosu scit()-europee
T an to nello slavo quanto nell'asseto il ruolo perfettivizzante dei preverbi si rivela nei t empi passato e futuro. Nel presente, al qual e in sos tanza non compe te la perfe tti vità, le form e con preverbio prendono in slavo ora il significo di futuro (russo btgupobegu) - e qu i l'asseto non è allineato con lo slavo - ora il signifi cato di iterativo (russo pobdit, poheiit i osta,iovitsja) - e in questo caso l'asseto procede di pari passo con il ru sso (asse to a- li3y,
a-li3y mma ta fa-lawwy). L'analogia. va anc:ora oltre: sia nello slavo sia nell'o!.seto esiste un prcverbio, il quale soprattutto ha valore di distinzione d'aspetto, in slavo po- e in asseto/ce-. In questo prcverbio il valore localistico è evanescente, servendo esso soprattutto quale segno dell'aspetto perfett ivo. Ma di ciò più avanti. Ora, prima di abbandonare il tema dei preverbi e della perfet t ivizzazione, ci occorre ge ttare uno sguardo in altrn parte del Cauc:iso, in particolare ci occorre cons iderare il georgiano. Alla questione dell'aspetto verbale in georgiano è de.dic::1.to un art icolo, non lungo ma d 'importanza fondamen ta le, di A. G. Sanidze '. Ne riferirò la sostanza nella formulazione dello stesso autore: o Per l'espression e della categoria dell'aspe t to verbale nel georgiano ci sono due sistemi compl etamente d iversi; uno cara tt erizza J'a nt ica lingua scri tta georgiana, l'altro il georgiano moderno. Il sistema, cui si attiene il georgiano an tico, rassomiglia a qu ello del greco antico, con l'opposizione dei temi di presente e d'aoristo: il tema del present e flesso(« skriva • •) con tutte le forme con iugate e non coniugate connesse (« skriva t, infinitivo, par• t icipio) esprime l'imperfe ttivo, il tema dell'aoristo (con tu tt e le forme conn esse) esprime il perfettivo. N el georgiano moderno troviamo una situazione completamente diversa: la categoria dell'aspetto è basata sull'opposizion e di form e verbali con preverbi e d i altre senza. I verbi con prevcrbio hanno aspetto perfettivo, quelli senza hanno aspetto imperfettivo. Pertanto, la categoria verbale dell'aspetto nel georgiano moderno,
• A. G. Sanid-ze, /zme,unù: .tistemy vyralenija glagol',w,j Aatrga,ii tdda 21 gnninskom i 1go fosltdslvija, in t SooMi'.euija Akadernii Nauk Gmzinskoj SSR •• lii , 9 ( 1942), p p. 9S3-9S8. • • Skriva • (georg. m,'R',iv,) chiama A. G . $anidzc la serie delle forme flesse del verbo, caratterizzate da una formazione tematica generale.
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Isoglosse scito-mropu
in sostanza, è caratterizzata da particolarità che ricorrono notoriamente nelle lingue slave , in particolare nel russo. Il passaggio dal primo sistema a l secondo, svoltosi lentamente e per gradi, ha una lunga storia. A part ire dall'x r secolo, le forme del nuovo ~is tema si fanno strada sempre di più nella lingua letteraria. I docum enti medio-georgiani (xt-XVII secolo) sonocaratte• rizz.ati dall'uso parallelo di entrambi i sistemi. Per questf: ragioni, la categoria dell 'aspetto nella storia della lingua georgiana presenta un profon do mutamento e costituisce un contrassegno distintivo tra il georgiano antico e quello moderno. L a causa del mutamento del sistema dell'aspetto in georgiano consiste, senz.à dubbio, nel congiungers i dei preverbi con i verbi». A. G. Sanidze, rilevando giustament e la somiglianza del sist ema georgiano con quello slavo, non menziona !'ancor più stretta somiglianza di qu e!.to sistema con il sistema ossçto. Ma questa somiglianza non è sfuggita a G. S. Axvlediani. Osservando egli che i preverbi nel georgiano moderno, come nell'asseto, svolgono una funzione perfettivizzante, e che qu esta funzion e è assente ne lla fase an tica, conclude: cLa perfettiviuazione median te prevcrbi s i è sviluppata . . . insieme e simultaneamente in entrambe le lingue ... , né l'asseto, com.e lingua iranica, né il georgiano, come lingua iberocaucasica, avrebbero avuto da chi ereditare o prendere tale caratt~ristica • '. Quest'ultima affermazione merita una r ettifica . Noi ora sappiamo che questa particolarità dell'asseto rientra in un int ~ complesso d' isoglosse che uniscono l'asseto alle lingu e europee e in particolare alle lingue slave. Ma se qu esto sis t): in slavo po-(baltico pa-), in osseto/i:e--. È fondato pensare che tali prcverbi siano vicini non solo per la funzione ma anche per l'etimologia. Il preverbio asseto /.s- è riportato usualmente all'iranico pati-. Ma E. Ilenvenitite h- notato che per la fonetica e per il significato esso è vicino allo slavo po-, e che entrambi provengono dal prefisso indoeur. *po-. Cf. oltre allo slavo po-, pa-, il lit. po-, pa-, il latino po- (jo-.rù,o, po-situs) ~. Oltre che in osscto questo preverbio figura anch{~ in una lingua iranica sette-n trionale, il sogdiano: oss. fm-li3yn ' fuggire ', sogdiano pa-réè- 'abbandonare', lit. pa-likti 'abbandonare'. Ricordo, poi, che esiste un'altra isoglossa che unisce il sogdiano allo slavo: la preposi:cionc sogdiana kw corrispondC' esattamente alla pr