Sante e streghe. Biografie e documenti dal XIV al XVII secolo


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Marcello Craveri

Sante e streghe Biografie e documenti dal XIV al XVII secolo

Feltrinelli Economica

Prima edizione: settembre 1980 Copyright by

© Giangiacomo Feltrinelli Editore

Milano

A Katalin

Introduzione

Originariamente la santità e la stregoneria coincidono, quando si identificano con la magia, che è la fase primitiva di ogni religione, c consiste nella facoltà di taluni individui ad agire efficacemente, con gesti e parole rituali c con l'uso di determinati elementi c oggetti, sulle forze occulte della natura, per placarlc o per averne un aiuto.• Ancora oggi, ..:o) nome- indifferentemente- di "santoni" o "stregoni," sono chiamati i sacerdoti delle religioni rimaste a livello magico. I due termini si diversificano soltanto quando la constatazione di un certo andamento ordinato e regolare dei fenomeni naturali fa nascere nell'uomo il concetto che l'universo sia governato da spiriti, o dèi, superiori alla materia, provvidenziali e benefici, mentre le "infrazioni" a tale andamento (malattie, cataclismi, ecc.) vengono attribuite a spiriti o demoni malefici. Allora, la santità viene considerala il privilegio di alcuni individui di poter agire sulle forze della natura con l'aiuto degli dèi benefici c la stregoneria la facoltà di agire con l'aiuto dei demoni malefici. La tecnica per provocare l'intervento degli uni o degli altri dèi è sempre quella ereditata dalla magia, cioè il ricorso a parole e gesti rituali (preghiere, scongiuri, aspersioni, unzioni). Non cessa la credenza nel potere magico di determinati elementi, anche se ora si pensa trasfuso in loro dalle divinità, e in essi si riconosce un potere sia santificante che dissacrante, come- nel cristianesimo- l'acqua per il battesimo, gli esorcismi, e le aspersioni fatte dalle streghe; il fuoco per la purificazione, l'olio per la cresima, l'estrema 1 J. G. FRAZER. The Golden Bouglr: A Study in Magie cmd Re/igicm, New York 1922; L. THORNDIKf., .4 Hi. M.

80l'ISSON,

La magie, cit.. p. 27.

9

alla rinuncia di tutte le passioni mondane nel dubbio che siano tentazioni diaboliche o punizioni divine, oppure all'accettazione delle passioni mondane e alla sottomissione al "principio di questo mondo," col tormento di dover sostenere una continua sfida al dio punitore. L'atteggiamento dei primi è quello che si chiama "santità," l'atteggiamento dei secondi è quello che si chiama "stregoneria." Santità e stregoneria scaturiscono quindi da un'unica radice di motivazioni conflittuali e si esprimono in un'insieme di comportamenti che, sebbene di segno contrario, hanno una straordinaria affinità di modi. Ora, poi, che questi comportamenti siano particolarmente esaltati nelle donne è facile da capire, per un gran numero di cause di ordine fisiologico, antropologico e sociale. Innanzi tutto le donne, per il loro temperamento naturale, vivono tutti i problemi esistenziali piu emotivamente che non gli uomini, c il fatto che esse non possono estrinsecare la propria religiosità attraverso l'esercizio del sacerdozio orienta la loro esperienza in modo molto diverso da quello maschile. 3 Il ricorso alle "guarigioni," per esempio, sia per le sante che per le streghe è già un succedaneo del conferimento dei sacramenti, unzioni, esorcismi, ecc., riservati agli uomini. La concezione androcentrica, che è caratteristica del mondo cristiano, fa si che le donne siano subordinate all'uomo non solo nel sacerdozio, ma fin dalla creazione (da una costola di Adamo). e quindi nella famiglia e nella società: l'assunzione di un ruolo - come sante o come streghe - è perciò un bisogno di riscatto e di affermazione, che esse manifestano in maniera totale. Ma il filo rosso che lega strettamente le sante e le streghe è soprattutto la ribellione al marchio d'infamia che l' antifemminismo del cristianesimo, ereditato dall' ebraismo attraverso la morbosa misogenia di san Paolo, imprime sulla donna, considerata causa di dannazione per l'uomo. Tutte le religioni, per giustificare la loro missione salvifica, debbono necessariamente convincere i credenti dell'esistenza di una colpa collettiva da scontare: l'ebraismo e il cristianesimo puntano sul peccato di Adamo, un peccato di concupiscenza, la perdita dell'innocenza, da cui sonori1 I. MAGLI. Monaclresimo /emmi>rile, in Ertcic/opedia dd/e religirmi, Fi· rcnze, Vallccchi, 1~72. \'OI. IV, p. 629.

IO

masti coinvolti tutti i discendenti. 4 Ma l'oggetto e la causa del peccato è stata Eva. Sante e streghe si sentono ugualmente responsabili, per l'educazione che hanno ricevuto, di questa colpa femminile, e la conseguenza è una depravazione del loro comportamento sessuale. Già queste analogie - ma molte altre ancora dovranno essere esaminate- mi sembrano indicare non solo la possibilità, ma anche l'opportunità di stabilire un confronto tra sante e streghe. Sul fenomeno della stregoneria in genere esiste una abbondante c varia letteratura, a volte con intento di seria ricerca socio\ogica e antropologica, piu spesso a scopo scandalistico o di curiosità. Sulle sante esiste un'ancora pit.i sterminata collezione di agiografie, narrazioni di miracoli, ecc. a scopo di edificazione dei fedeli. Ma, salvo fugaci accenni piu per mettere in risalto le differenze che le analogie, non è ancora stato da nessuno tentato un confronto, e spero che questo lavoro, specie per la documentazione che presenta, sia di stimolo a proficue ricerche. La religione delle sante e quella delle streghe hanno la medesima matrice cristiana, quindi conservano le stesse credenze nella divinità (un dio celeste, creatore del mondo, Satana, gli angeli e i demoni), gli stessi sacramenti, riti, oggetti di culto, istituzioni c carismi, soprattutto il dono della profezia e quello di poter operare guarigioni. Le sante, all'atto di votare la loro esistenza a Dio, recitano l'impegno già preso per loro col battesimo di rinunciare a Satana e a tutte le passioni mondane. Le streghe, all" atto di votarsi a Satana, recitano una formula in cui, rinnegando l'impegno che era stato preso anche per loro col battesimo e rinnegando la devozione a Dio, ne riconoscono implicitamente l'esistenza e gli attributi. La formula, che si trova trascritta, con poche varianti, in quasi tutti i verbali dei processi ("Nego creatorem coeli et terrae. Nego baptismum. Nego adorationem Deo a me praestari solitam. Tibi adhaereo, tibi credo" 5) non è un'inutile esibizione di empietà, ma un atto di onestà morale, per sentirsi libere da ogni impegno di fede in Dio. • La psicanalisi spiega il di Adamo cun sua madre Eva hc. Ma la Chiesa lo insegna, e cato di concupiscenza, c non streghe. ~ ToRRERLA:ticis discip/inis

cl

re/igiune chrisria>ra. Il. c.

364. 20 BURCARDODI WQRMS

(t 1025), Decreta, p. 39.

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infatti notevoli i punti di somiglianza tra la comunione fisica delle sante con Cristo e quella delle streghe con la personificazione del diavolo. Assai spesso le sante raccontano di essere divenute spose di Gesu. parlando degli abbracciamenti e dei baci d'amore che da lui ricevono, sentono al dito, sebbene invisibile, l'anello nuziale. Le streghe, a loro volta, confessano rapporti amorosi con i demòni, e anch'esse dichiarano di aver ricevuto in dono anelli o altri oggetti. Non attribuendo esse valore sacramentale al matrimonio, come le sante, il dono ha solo valore quale segno tangibile della loro comunione con l'entità demonica. Nell'uno e nell'altro caso vi sono perversioni erotiche, le quali, come fattori di comportamento religioso, vanno intese nel senso di una dimostrazione di totale sottomissione all'ente divino: le sante baciano appassionatamente le piaghe di Gesti e ne bevono il sangue; le streghe baciano il sedere del diavolo. Altre volte, come suggello tangibile e permanente della predilezione divina, molte sante si sentono segnare con le stimmate, ossia le impronte delle cinque piaghe di Cristo crocefisso, alle mani, ai piedi e al costato. Le streghe, analogamente, vengono bollate dal demonio con un marchio a fuoco sulle spalle, o sulla schiena o in un'altra parte del corpo. Secondo una statistica, aggiornata fino agli ultimi anni del secolo scorso,2 1 si contavano fra le sante 77 spose di Gesti, di cui 52 (20 francescane e 32 domenicane) avevano ricevuto l'anello nuziale e 43 anche le stimmate. Il numero delle streghe che hanno confessato rapporti amorosi col demonio è immediatamente piti grande, poiché di fronte a qualche centinaio di donne che sono state santificate, si calcolano parecchie migliaia - e forse milionP1 - di streghe processate. Queste, di norma, sono piti riservate delle sante nella descrizione dei loro incontri con l'amante demonio. Tra quelle di cui riportiamo piti avanti le confessioni, Santina Lardini, per esempio, dice soltanto che, fin dalla prima volta che le si presentò, fu da lui "abrazata et desonestamente toccata." Benvenuta Gratiadei, di diciassette anni, è ancor p iti laconica: "mi faceva all'amore." Le sante, invece, sebbene asseriscano tutte di disdegnare i piaceri na21 l. GoURBEVRE, La srigmatisarion, /'ex rase dil•ine, el /es miracles, Paris 1894, vol. II, p. 81. 22 G. B. GARDNER, in Ursprwrg und Wirkliclrkeit der Hcxen, Weilheim 1965, afferma che ne furono giustiziale nove milioni.

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w-ali del sesso, perché, secondo loro, vi è incompatibilità ra le gioie del corpo e il bene dell'anima, allorché non suplungono un'origine fisica delle delizie amorose vi si abbanlonano con entusiasmoY Lascio al lettore di scoprire egli stesso le loro effusioni 1ci diari piu avanti riportati, e cito invece uno dei passi piu ,jgnificativi del grande mistico Francesco di Sales, che vuoc appunto riassumere il meccanismo dell'amore divino. ;cnnonché egli conforma il proprio linguaggio alla sua ;