Roma. Il monte di Santo Spirito tra Gianicolo e Vaticano 8882650537


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Roma. Il monte di Santo Spirito tra Gianicolo e Vaticano
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BIBLIOTHECA ARCHAEOLOGICA, 26

Il volume è stato realizzato con il contributo di

� mensile internazionale

Con il patrocinio del

ISTITUTO

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE PER LE TECNOLOGIE APPLICATE AI BENI CULTIJRALI

LORENZO BIANCHI

ROMA IL MONTE DI SANTO SPIRITO TRA GIANICOLO E VATICANO STORIA E TOPOGRAFIA DALL'ANTICHITÀ CLASSICA ALL'EPOCA MODERNA

Presentazione di Giulio Andreotti

XVII

Fig. 2 - Il monte di Santo Spirito visto da est: i n primo piano i l ponte Sani' Angelo, i n secondo piano le strutture dell'nspedale di Santo Spirito e i l campan ile della chiesa di Santo Spirito in Sassia, sullo sfondo il monte con il palu.lo del la Congregazione

"De Propaganda fide·· (fotografia fRANWitr JljYfl: IOJvori per h1 t.:ui pubh l i(azionc devo r i n

Bcncdcni. Panlo Sommella, Em:tnudc Galli c Marg.arcta

Stci nhy.

Cfr. i n fine :•nt.:hc Bt,\NnH 1999.

graz i . le fiR:�. 17.

Vtuicuno

Fig. 15 - Il monte di Santo Spirito e le wne adiacenti nella pianta di Roma antica d i Pirro Ligoriu. 1561 (da fRL'TAZ 1%2. Il. tav. ]0).

Il ricordo e la parziale visibilità di alcuni deg li edifici fin qui nominali ha contribuito. dal XVI secolo in poi, ad una lunga serie di ricostruzioni grafiche da considerarsi in larghissima parte fantasiose'. Le fonti antiche su lla viabilità della zona e sugli edifici che vi sorgevano sono in realtà scarse e, come si vedrà, suscenibi li di di verse interpretazion i ; i resti archeolo­ gici tunora presenti o visti nel passato sono pubblicati in modo molto frammentario; infine, la stessa tradizione toponomastica che. partendo dal VI secolo, si perpetua fino all ' età moderna ruotando attorno al nome di Nerone. appare talmente confusa da obbligare il ricer­ catore che cerchi di interpretarla correnamente ad un'analisi fi lologicamente minuziosa e costringerlo comunque a parlare più di probabi lità che di certez7.e.

'Capostipite di 4ueste ricostnuiuni è la piamu di Roma antica di Pirrn Ligorio IFH.l"T..),Z 1962.1. p. bJ . e 111. pianta X V I Ib. tav. 682. edizione del 1561 in�.:isa da Giacomo Bos e pubblicata da Micht:le c rrancCSl'O Tramai n o: FRl,"AZ 1962. I . pp. 61-62. c I l . pianta X V I I . la\'. :m. edizione pubhli!.:ata da Anwnit1 lafréry nel 1574-1575. ristampa di Giovanni

Orlandi nel 16021. nella quale l ' autore pune sul monte di Samo Spirito. forse an�.:he •m ila base dell'osservazion� delle poche rovine \'i!v KatrtYOPTII.LÉ'vwv. OtaKÀ.E:i.Et

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O'a\ÌtÒv rO.toç KÙ.EOOw; É'l(lt®v ànù.fkiv, HEpwP"f1iç tE ffiv cpa.vrpòç �v i:pyao6�tv0ç tl OttVÒv aÙtcn)ç. o OÈ 4>\Àwv Eçnot HEpl\l�ptOJJ.Évoç Kai ÒÈ �011 tÒV erov àvttnapt !;O.yovtoç�) (loSEPH., Ani. lud. XVIII,259-260: «Apione pronunciò molte �

le gravi che sperava facessero colpo su Gaio; e aveva motivo di sperarlo. Ma Filone. il capo dell'ambasceria ebraica. uomo di chiarissima fama, fratello delralaban:a Alessandro e non digiuno di filosofia, era all'altezza di rinruz.zare le accuse. Senonché Gaio gli chiuse la bocca ingiungendogli di levarsi dai piedi e si capiva che, infuriato com'era, avrebbe fano passa­ re loro qualche brutto guaio. Filone uscì sono il fuoco di fila dei suoi insulti e disse agli Ebrei che gli stavano attorno di non perdersi d'animo, perché a parole Gaio aveva sfogato su di loro la propria collera, ma di fano stava già attirando su di sé l'ira divina»; traduzione trana da KRAUS 1967). Caligola non solo non dene ascolto alla delegazione capeggiata da Filone, ma anzi pretese, in seguito, che una propria statua venisse posta nel tempio di Gerusalemme. L'ordine fu disaneso dal legato della pro­ vincia di Siria (di cui Gerusalemme faceva parte). Petronio. e fu annullato. dopo l'uccisione di Caligola avvenuta il 24 gen­ naio del 41, dal suo successore Claudio. 10 PHIL ALEX., Leg. ad C. 1 81 : �·Una prima volta infatti ci ricevette salutandoci nella zona piana in riva a1 Tevere: stava per l'appunto uscendo dai giardini )asciatigli in eredità dalla madre (... ) )>, Sull'opera di Filone cfr. in particolare KRAUS 1%7 e TROIANI 1984; la Legatio ad Gaium fu scritta poco dopo la morte di Caligola. 11 Cfr. PLTN .. Nat. Hist. XXXV1.74: ••in Vaticano Gai et Neronis principum circo•• («nel circo Vaticano degli impe­ ratori Caio e Nerone»). 1 � Per il problema dell'e�atta collocuionc ed c�Ien�ione del t: i reo cfr. infra. paragrafo 1.7.

Il monte di Sanro Spiriro nell'antichità

7

giardini comprendesse nei propri confini, fin dall 'epoca in cui Agrippina era ancora in vita, la zona poi occupata dal circo l l , è molto probabile che cosl fosse. Se questo è vero, e se si considerano gli altri dati ricavati dalle fonti, bisogna dunque collo­ care l 'estensione degli ho ni, al tempo di Agrippina come a quello di Caligola, dal centro della valle ora occupata dalla basilica di San Pietro fino, verso est, alla riva del Tevere; verso sud ven­ gono comprese almeno le pendi ci settentrionali del Gianicolo, se non forse tutta l ' altura del monte di Santo Spirito; mentre, immediatamente a nord, rimarrebbe esclusa la pianura ora occu­ pata dal Borgo e dai Prati, alla quale si riferisce la parola ltEO iov del passo di Filone". Occupavano invece questa pianura, nella prima metà del II secolo (quando vi fu edificato il mau­ soleo di Adriano), gli honi Domitiae ", estesi anch' essi fino alla sponda del Tevere. La loro costituzione risale però certamente almeno al secolo precedente, sia che si voglia identificare Domizia con la zia di Nerone, il quale nel l ' anno 59 la uccise e ne incamerò i beni"; sia che si riconosca in lei la moglie di Domiziano (8 1 -96), Domizia Longina17• La presenza della ponicus e dello xystus nel l ' area degli honi Agrippinae induce a pensare all ' esistenza di una non certo modesta costruzione in muratura, una domus, suggerita anche da una insistente tarda tradizione toponomastica di un palatium Neronis nella zona tra Gianicolo e Vaticano (su questo argomento cfr. in dettaglio infra)18, e rafforzata dalla presenza di varie strutture sia sul lato nord-occidentale del monte di Santo Spirito 19, sia su quello orientale, sia nel tratto tra questo e il Tevere, sia anche su quello meridionale. Per tutte queste strutture si veda la descrizione infra. Strutture interessanti sono state ritrovate anche lungo borgo Santo

1 3 Come sottolinea Grimal: «( ... ) il n'existe aucun témoignage explicite attestant que ce cirque ai t été réellement com­ pris dans l'enceinte de ces jardins. Il se peut aussi que Caligola les ait agrandis et que le noyau originai en ait été plus restreint» (GRIMAL 19 43 . p. 1 48 ). 14 La dive�a lezione ( (IO'ÒK t&v )lTJtPf-ixov E�uòv Jdtn:mv.; «non uscendo dai giardini materni»). riportata in JORDAN­ HOLSEN, 1 3, , p. 657 (che cita erroneamente la corretta lezione dell'edizione MANGEY 1 742, II, p. 572), è dovuta ad un refuso di stampa. l j Cfr. HIST. Aua . • Ant. Piu.s 5, l: «Sed Hadriano apud Baias mortuo reliquias eius Romam pervexit sancte et reve­ renter atque in hortis Domitiae conlocavit» («Ma, morto Adriano presso Baia, con tutti gli onori fece trasportare le sue spoglie a Roma e le depose nei giardini di Domizia»). Gli horti sono citati ancora all'epoca di Aureliano (HIST. AuG., Aurei. 49 .1: «Displicebat ei, cum esset Romae, habita.re in Pa1atio, ac magis placebat in hortis SaJiustii vel in Domitiae vivere»; «Quando era a Roma, non amava abitare sul Patatina e preferiva vivere nei giardini di SaJlustio o in quelli di Domizia») ed elencati dai Cataloghi regionari (fine del III - inizio del IV secolo) nella regio Xliii Transriberim (VALENTlNI-ZUCCHETTl , l, pp. 1 45, 18 2: .cHortos Domities»). 16 SUET., Nero3 4,5: «lunxit (Nero) parri cidio matris amitae (Domitiae) necem. Quam cum ex duritie alvi cubantem visitaret, et i !la tractans lanuginem eius, ut assolet iam grandis natu per blanditias forte dixisset: "Simul hanc excepero, mori volo", conversus ad proximos confestim se positurum velut irridens ait praecepitque medicis ut largius purgarent aegram; necdum defunctae bona invasit soppresso testamento, ne quid abscederet» («Al matricidio (Nerone) aggiunse l' assassinio di sua zia (Domizia). Essendo andato a trovarla mentre era a leno ammalata di stitichezza, ed avendogli lei accarezzato la barba per coccolarlo com'è usanza delle persone anziane. dicendo: "Appena avrò questa, desidero mori­ re". Nerone, come per scherzo, rivolgendosi a chi gli stava accanto, disse che se la sarebbe tagliata subito, e ordinò ai medici di somministrare aJJ'infenna una purga più potente del solito; e senza nemmeno attenderne la morte, si impadronl dei suoi beni, distruggendone il testamento per non perdere nulla»). 1 7 Sull' identificazione di Domizia in base alle fonti antiche, si rimanda a quanto indicato in CASTAGNOLI 1 992, p. 3 4; ulteriore bibliografia a p. 1 53 . L'ipotesi di Domizia Longina si deve a HUisen (JORDAN-HOLSEN, 1,3 , p. 663 ). sulla base di un' iscrizione rinvenuta nei pressi del mausoleo di Adriano («in prati vigna di messer Jacomo Spagnuolo>>) e a lei quasi certamente attribuibile: « [--- D]omitiae l [--- C]orbulo l [--- n]omine» (CIL. VI, I6983 ). Questa ipotesi è ritenuta la più probabile in ANDREUSSI 19 78 -19 79 , pp. 5 1 -53 . 1 8 Cosl riteneva anche Lugli: 4(Nei giardini doveva essere anche un sontuoso palazzo, poiché Caligola vi ricevé la missione giudaica venuta in Roma a fargli atto di sottomissione. Forse questo palazzo è lo stesso che nel Medioevo portò il nome di palatium Neronis, per quell' accentramento che la figura di Nerone ha sempre avuto nella menle del popolo. specialmente nel territorio Vaticano. Alcuni hanno supposto che i passi del Uber Ponlificalis in cui si parla di un palaz-

Roma: il monte di Santo Spirito tra Gianicolo e Vaticano

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Spirito: in particolare, all' altezza di via Serristori, ora via pfeiffer (tav. I, n. 38), alcune fonda· zioni di selce, viste fino alla profondità di m. 6, allineate in asse con la strada, e con l ' orienta· mento del vicino ponte Neroniano, distanti tra di loro quasi m. 5 , e che potrebbero forse attri· buirsi a pilastri di una struttura porticata. Di esse ci resta memoria negli appunti di Guglielmo Gatti, che li vide tra il 1949 e il 1952 (figg. l6, 17)20 • Questi horti Agrippi nae, come si deduce dagli indizi ricavati dalle fonti antiche, confluiro­ no indubbiamente nelle proprietà di Nerone (imperatore dal 54 al 68), e corrispondono dunque a quegli horti Neronis nominati in due passi di Tacito" : ((sed solacium populo exturbato ac profugo campum Martis ac monumenta Agrippae, hortos quin etiam suos patefecit et subitaria aedificia exstruxit (Nero), quae multitudinem inopem acciperent••�2;

e: «et pereuntibus (Chrestianis) addita ludibria, ut ferarum tergis contecti laniatu canum interirent aut crucibus adfixi atque flammati, ubi defecisset dies, in usu nocturni luminis urerentur. Hortos suos ei spectaculo Nero obtulerat et circense Judicrum edebat, habitu aurigae pennixtus plebi vel cur­ ricolo insistens»23.

Nella parte più nord-occidentale di essi , sulla collina sovrastante il circo, avvenne il marti­ rio dei cristiani a seguito del l ' incendio di Roma scoppiato il 19 luglio del 64.

zo di Nerone, si debbano riferire al circo, m a

è p i ù probabile c h e si tratti di u n edificio distinto, c h e doveva sorgere sulle

pendici settentrionali del Gianicolo, indicate nel secolo XVI col nome di monte Vercelli, a metà fra la piazza San Pietro e il palazzo Cesi. ora Collegio di Santa Monica; ivi esisteva una chiesetta detta di sancta Maria in Palatio/o, nome che aveva tutta questa località. Del resto i palazzi esistenti nella grande proprietà imperiale dovevano essere parecchi (terme,

palestre, ninfei ecc.) e le rovine si vedevano ancora nei primi secoli dopo il Mille. cosl come sono disegnate nelle due vedute di Roma conservate nella Biblioteca Nazionale di Parigi (Fondo Lat. 48 02) e nella Biblioteca Vaticana (Cod. Vat.

Urb. 277), e, quindi, in condizioni più deteriorate, in quella della Biblioteca Laurentiana (Cod. Redi, 77)» (L uG LJ. Monumenti, III, pp. 68 6-688 ).

1 9 Cfr. ancora Lugli per alcune di queste strutture: >"'. Si deve però anche considerare che sia Seneca che Filone parlano esclusivamente di giar­ dini della madre di Caligola: l ' eventuale parte ereditata da Vipsania Agrippina dovrebbe in ogni caso considerarsi separata da quegli horti che furono poi acquisiti da Caligola e quindi da Nerone, e che dovevano tenninare a nord proprio con il circo, lasciando fuori dai propri con­ fini la zona della necropoli sotto la basilica di San Pietro.

C. Gracchus"; DE, III, p. 1 0 1 7 : «Sebbene siano più volte ricordati da Cicerone non conosciamo di essi il sito preciso. Appartennero a M. Uvius Drusu.s, contemporaneo di Cicerone, il quale, seguendo le orme del padre suo, già tribuna della plebe con C. Gracco nel 1 22 a.Cr.. promulgò varie leggi sulla divisione delle terre, per il qual motivo, attiratosi l'odio delle classi nobili, fu ucciso nel 52 a.Cr. Le sue leggi vennero allora abrogate e i suoi beni incamerati dal fisco�t). l'l COARELLI 1 980. p. 34 1 . Xl TAC., Ann. III, I 9,3: tt.AI Drusus urbe egressus repetendis auspiciis, mox ovans introiit. Paucosque post dies Vipsani.a mater eius excessit, una omnium Agrippae liberorum miti obitu: nam ceteros manifestum ferro vel creditum est veneno aut fame exstinctos» (cclntanto Druso, uscito dalla città per rinnovare gli auspici, vi ritornò subito accolto dall'o­ vazione. E pochi giorni dopo morl sua madre Vipsania, l' unica fra tutti i figli di Agrippa ad avere una mone tranquilla; infatti tuni gli altri o erano stati notoriamente uccisi con il ferro, oppure si credeva che fossero morti per veleno o per fame»). 3 1 Pubblicato in SHELOO N 1 982, p. 5 99 , dove è appunto interpretato come iscrizione sepolcrale di Vipsania Agrippina. 32 ALFCLDY 1 993 ; a p. 1 26 nota 5 la bibliografia relativa a Vipsania Agrippina. ·'-' «A Vipsania Agrippina figlia di Marco Agrippa, madre di Druso Cesare, (posero) Druso Cesare fratello degli Asinii, il marito Caio Asinio Gallo figlio di Caio, console, quindicemviro dei sacri rili, Livia figlia di Nerone Druso Germanico. moglie di Druso Cesare (···J». " ALFOLDY 1993. p. l 39.

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1 .4

Roma: i l monte d i San/o Spirito tra Gianicolo e Vaticano

RINVENIMENTI SOITO L'OSPEDALE DI SANTO SPIRITO

Si sono voluti vedere i resti della villa che dovette essere a l l ' interno degli horti di Agrippina (come fa intendere i l passo di Seneca più sopra discusso) nelle strutture rinve­ nute nel 1 959. 200 metri più ad est dell' estremità nord-orientale del Gianicolo, i n scavi nei sotterrane i dell' antica corsia S i stina dell ' ospedale di S anto Spirito i n Sassia condotti dalla Soprintendenza Archeologica di Roma (allora Soprintendenza alle Antichità Roma l) (tav. I, n. 62)". Si tratta di strutture a differenti live l l i , distinte i n tre nuclei (fig. 2 1) . Da ovest ad est: a) muri allineati in opus mixtum (reticolato con ricorsi di laterizio); b) muri, perti ­ nenti a due fasi edilizie, in opus reticulatum e in opus mixtum; alla prima fase sono da ascri ­ vere anche un pavimento in opus spicatum e pavimenti a mosaico policromo di età claudio­ neroniana36 o meglio repubblicana (tra gli ultimi anni del I I e l ' inizio del l secolo a . C . , vale a dire in epoca presi llana o sil lana), come sembra doversi dedurre da precisi confronti "; alla seconda un complesso di opere di scolo e di canal izzazione (canali a cappuccina, una larga cloaca con volta a getto) ; tra i ricorsi di mattoni dei muri relativi alla seconda fase sono stati trovati boll i dell ' officina di Domizia Lucilla (circa 1 23 d . C . ) 38 e di quella macedoniana di Adriano Severo ( 1 23- 1 3 8 d.C.)39; c) avanzi di una esedra orientata verso est in opus latericium, poggianti su di un grosso strato di fondazione in blocchi di tufo con probabili tracce di una porta a sarac inesca. La datazione della prima fase ad epoca repubblicana non escluderebbe la successiva appartenenza delle strutture agli horti Agrippinae, ma le riferirebbe anche ad una fase edi­ lizia precedente secondo un allineamento riconoscibile forse nelle altre (poche) strutture di età repubblicana della zona, tra le quali forse anche la meta Romuli (tav. I. n. 68 )40 Da questo luogo provengono vari manufatti marrnore i ; e dalle vici nanze, cioè da due chiostri interni dell' ospedale costru iti all' epoca di S i sto IV ( 1 47 1 - 1 484)4 1 provengono anche ventidue colonne ioniche di granito rosso, asportate alla fine del XVIII secolo, diciot­ to delle quali furono collocate in palazzo B raschi42; si tratta di colonne antiche di spoglio, la cui pri ma provenienza non è conosciuta.

�5 SCRINARI 1 959. Si vedano anche DE ANGELIS 1 959a; DE ANGEUS 1 959b: AMADEI 1 959 ( c o n v ar i e fotografie, oltre che dei reperti rinvenuti, anche delle strutture); D E ANGELIS, Santo Spirito, I . pp. 33-39 (con planimetria: pp. 24-25): Carta Archeologica. I . H8 l. H82 e H83 (fig. 18); COARELLI 1 980, p. 360. La planimeuia anche i n Noti:.iario 1 946- 1 960. l, p. I l i , fig. 5 1 . Infine, per i mosaici, FROUCH 1 995 . � SCRINARI 1 959. p. 1 5 . 31 COARELLI 1 980, p. 360; e poi. in dettaglio. FR0l.ICH 1 995. " Cfr. CJL. XV. 1 . 1 035; B L OC H 1 947. p. I l i . " Cfr. CIL. X V. I .294; BLOCH 1 967. n . 572. 40 Cfr. FROLJCH 1 995 , p. 420, che basa il suo ragionamento anche sull' orientamento di resti rinvenuti tra borgo Santo Spirito e via della Conci l iazione (Carta Arrheologica, l . H48, H 58. H59, H67, H68. H86; cfr. fig. 18), e sulr orientamento del l ' asse stradale via della Lungara - via dei Penitenzieri. 4 1 L'ospedale di Santo Spirito fu edificato sul sito del l ' antica schola Saxonum una prima volta nel 1 1 98 da Innocenza III e poi ricostruito, dopo un incendio, da Sisto I V tra 1 474 e 1 478. 42 Cfr. PEu..tCCIONI 1 8&4, p. 64 n. 1 6 : «Le colonne di granito della scala Braschi furono prese da un cortile di Santo Spirito del tempo di Sisto IV. e rifusate»; PELLICCJONI 1 884, p. 8 8 n. 30: «Tutti i pilastri di granito rosso che sono nella scala del palazzo Braschi. furono segati dalla gran colonna Antonina. Infatti hanno la stessa macchia nera. che si vede i n q u e l l e tavole c o n le q u a l i f u restaurato l ' obelisco. Le colonne di granito rosso c h e reggono la scala furono p re se da u n canile interno di Santo Spiri to edificato da S i s t o I V . Le colonne di cipollino che sono ai porton i. come quelle d u e del­ l ' ingresso del museo Chiaramonti. furono trovate ad Ostia e ponate a Roma già segate e ridotte all'altezza. che hanno presentemente» ; DE ANGELIS. Sanro Spirito, l. pp. 3 1 -3 2 : «Ventidue colonne di granito danubiano. che costituivano un porticato. rimasto quasi integro attraverso i secoli del medioevo. asponate. dal l ' ambito degli edifici del l ' ospedale di Santo Spirito. dai nipoti di Pio V I Braschi ( 1 775- 1 799). ( ... ) Diciotto colonne furono collocate lungo la rampata della superba scalea del palazzo ( ... ) mentre le quattro colonne resi duali furono segate per ricavarne eleganti incamiciature attorno alle porte,• : PIETRANGELI 1 958. pp. 26-27: «Pio V I i l 15 onobre 1 792. e nuovamente i l 9 ottobre 1 794. andò a

Il monte di Santo Spirito nell 'antichità

Fig. 1 9 - Borgo Santo Spirito. muri, schiui autografi di Guglielmo Gatti. luglio 1 953 (ACS. Cartelle Gatti XIV, 1 0,5772r e v).

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Fig. 20 - Villa Cecchini, muro, schizzo autografo di Guglielmo Gatti, ottobre 1 926 (ACS, Cartelle Gaui XIV, 1 0,5762).

Altri resti di muri sono stati rinvenuti (nel 1 926 e poi negli anni 1 95 1 - 1 95 3 ) tra l ' ospe­ dale e i l monte di Santo Spirito, i n particolare a l l ' altezza dell ' intersezione fra via dei Penitenzieri e borgo Santo Spirito, a varie profondità, e seguono, in maggior parte, l ' orien­ tamento sull' asse est-ovest (tav- I, nn. 44-47, 5 1 ; fig_ 18)43•

vedere nel laboratorio dello scalpellino Dell'Oste la lavorazione delle colonne del palazzo Bra.schi e in particolare di quel­ le " 1 8 colonne di granito rosso orientale della lunghezza di 16 palmi destinate per ornamento della Scala principale del Palazzo, che si sta fabbricando" (Diario ordinario, 20 ottobre 1 792, 18 ottobre 1 794)». ·H Carta Archeologica, l, H67: muri in opus "ticulatum e opus latericium a profondità variabili tra m. 1 ,50 e m. 6, rinvenuti tra dicembre 1 95 1 e febbraio 1 952 (tav. I, n. 46). Carta Archeologica, I, H73: muro in opus lo.rericium, rinvenuto alla profondità di m. 1 ,80 nel febbraio 1 952 (tav. l. n. 47). ACS, Cartelle Gatti XIV, I 0,5772 (24.VII . l 953): muri in opus larericium, profondità m. 2,50. con sottostante piano di tra­ venino, spesso m. 0,25, alla profondità di m. 4.65, rinvenuto nel luglio 1 953 (tav. l, n. 45; ftg. 19); e anche Carta Archeologica, l , H74 (altro muro in opus latericium alla profondità di m. 3.70). Carta Archeologica, I. H86 e anche ACS, Cartelle Gatti XIV,57,6623 (8.1X. l 953): muri in opus larericium e in opuJ reticulatum alla profondità di m. 2,75 e m. 2,50, il primo appoggialo a due file di blocchi di travertino, rinvenuti tra ago­ sto e onobre 1 953 (tav. I. n. 5 1 ). ACS, Cartelle Gatti XIV. I 0,5762 (2.X. I 926): muro e blocco in travertino rinvenuti a villa Cecchini (tav. l, n. 44: fig. 20); la collocazione proposta in Carta Archeologica, l , H72 deve essere spostata quaJche metro più a sud.

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Roma: i l monte d i Santo Spiriro tra Gianicolo e Vaticano

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Fig. 2 1 - Rilievo dei resti rinvenuti nel 1 959 sono la corsia Sistina del l'ospedale di Santo Spirito (da Noti:iario 1 946- 1 960, l. p. I I I . fig. 5 1 ).

Il mome di Samo Spirito nel/ 'antichità

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1 .5 I L PONS NERONIANUS In stretta relazione con gli horti di Agrippina e le strutture i vi comprese deve essere proba­ bilmente messo il ponte noto come "Neroniano" (tav. l, n. 65)44, che potrebbe essere sorto con un carattere e una funzione essenzialmente privati, come ad esempio il vicino pons Aelius (tav. l, n. 79); ma appare comunque logica, almeno per un certo periodo, la sua connessione con la viabilità del Campo Marzio, e quindi la sua principale funzione di collegamento pubblico. Sembrerebbe evidente il collegamento con la strada - la cosiddetta via Recta - che attra­ versava il Campo Marzio in direzione est-ovest, a cui si sovrappone il moderno tracciato di via delle Coppelle, via di Sant' Agostino e via dei Coronari (cfr. le figg. 22 e 23). Questa strada è stata vista in più punti (cfr. fig. 18): i più prossimi al pons Neronianus, tuttavia, non vanno oltre l ' attuale vicolo del Curato, all' intersezione con via del B anco di Santo Spirito (tav. l, nn. 8 1 , 82, 84)4' ; sembra incerta infatti l a collocazione d i u n successivo tratto nei pressi d i via Paola (tav. l, n. 74)... , mentre tra la stessa via Paola e il luogo dove era il ponte sono apparsi tratti di un lastricato in travertino, con diverso orientamento della tessitura (tav. l, nn. 72 e 77)47, due tratti di basolato che non sembrano collegabili al tracciato della via Recta (tav. l, nn. 73 e 76)48, e un canale di scolo delle acque di epoca augustea in direzione nord-ovest, identificato nell ' Eu ripus di Agrippa49 , sormontato da un ponticello largo m. 3,20 accessibile dai due lati per mezzo di tre gradini, per il quale è stata ipotizzata la datazione al I secolo d.C. (tav. I, n. 75 ; fig. 24). Questo stato di fatto sembrerebbe dunque escludere un collegamento viario diretto del ponte con la via Recta: l ' area davanti alla testata del ponte, secondo un' ipotesi che ha trovato buon credito, sarebbe stata occupata in origine dal recinto di un antico luogo di culto, il Tarentum (fig. 25), sistemata successivamente come piazza monumentale (fig. 26)50• È più comunemente accettato, invece (anche se rimane anch'esso ipotetico) il percorso della strada dal ponte attraverso il Campo Marzio verso sud-est, identificata nel tratto urbano della via T riumphalis (tav. l; cfr. figg. 22, 23, 25, 26)' 1 • Il pons Neronianus compare nominato c o n questo nome per la prima volta i n età medioe­ vale, alla metà del XII secolo, nei Mirabilia", poi nella Graphia", e, in seguito, nel T ractatus de rebus antiquis et situ u rbis Romae (il cosiddetto Anonimo Magliabechiano)". Questi testi si

"" Cfr. le considerazioni in GRIMAL 1 943, p. 1 49: -t (fig. 46)' "'. si arriva, nel XV secolo, allo spostamento defini­ tivo: un nutrito gruppo di piante lo identificano con dei ruderi nella parte orientale del colle. La

pianta miniata da Pietro del Massaio nel 1469 (fig. 47) 18 1 mostra, tra i relativamente pochi edifici rappresentati all'interno delle mura della civitas Leonina, un confuso agglomerato di rovine, in cui sembrano distinguersi tre nicchie, che fanno pensare a muri di sostruzione, con la scritta «p(ala­ tium) Nero(n)is>>; altri monumenti segnalati sono, a sinistra, la , a destra l' obelisco con la scritta > ( 1dV parte sugli edifici romani. ( ... ) Palazzo di Nerone sopra l 'ospedale di Santo Spirito fino a San Pielro»). Un'altra copia della pianta è anche in BAV, Codice Vaticano Latino 1 960, che contiene, sempre di Paolina da Venezia, la Satyrica Historia (Satyrica gestarum rerum

Regum atque Regnorum et summorum Pontiftcum Historia, a creatione mundi usque ad Henricum VII Romanorum Auguscum), scritta ua il 1 334 e il 1 344: in questa copia manca però la notazione del palacium Neronis. Per essa cfr. FRVTAZ 1 962, l, pp. 1 2 1 - 1 2 2 e II. pianta LXXIV. tav. 145; ma anche MADDALO 1 990. pp. 46-48. Si veda anche il passo nei Mirabilia, versione del l 375 (BAV, Codice Vaticano Latino 4265) (URLICHS 1 87 1 , p. 1 37): «in cape Ila supra Spiritum sanctum in monte in castro Neronis est ymago beatae Vìrginis» («nella cappella sopra Santo Spirito sul colle nel castello di Nerone è un'immagine della beata Vergine»). 1 11 1 Data e autore sono certi; la pianta si conserva nel ccxlice che contiene la versione latina della Cosmographia di Tolomeo di Iacopo di Angelo di Scarperia ( 1409): BAV, Codice Vaticano Latino 5699, c. 1 27r (bibliografia in FRUTAZ 1962, l, pp. 1 37 - 1 3 8 e ll, pianta LXXXVII, tav. 1 57. anno 1469). Per questa pianta, come anche per le successive di Pietro del Massaio e di Alessandro Strozzi, si veda MADDALO 1 990, pp. 1 23- 1 34, che le ritiene suggestionate dai Mirabilia urbis Romae. 1 82 Anch'essa in BAV, Codice Urbinate Latino 277, c. 1 3 l r (bibliografia in FRUTAZ 1 962, 1, pp. 1 39- 1 40 e Il. pianta LXXXVIII. tav. 1 58. anno 1 47 1 ). 183 Paris, Bibliothèque Nationale. ms. lat. 4802. c. 1 33r: cfr. FRliTAZ 1 962, I. pp. 1 42- 144 e Il, pianta XC, tav. 1 60. La datazione è comunque controversa: cfr. MADDALO 1 990, p. 1 23 nota 57. 1 84 Anterionnente a queste piante, sono da segnalare la miniatura di Paolo, Ennanno e Giovanni di Limbourg nelle Trts riches Heures du Due de Berry. datata 1 4 1 1 - 1 4 1 6 {Musée Condé. Chantilly. ms. 65. olim 1 284. c. 1 4 1 v : cfr FRUTAZ 1 962. I. pp. 1 23- 1 24 e Il. pianta LXXVI, tav. 148) {ng. 50), e un affresco di Taddeo di Barto1o. datato 1 4 1 .1 1 4 1 4 (Palazzo Comunale d i Siena, sulla chiave d i volta dell' arco d i accesso alla Sala del Mappamondo. cfr. F � l 1 -\ /

54

Fig.

Roma: il mvntt> di Samo Spirito 1ro Gianiwlo e Vaticano

47 -

Pankolare della pianta di Roma miniata da Pietro del Massaio.

1469

CBAV. Codice Vaticano Latino 5699. c. 1 27r).

Il modello della seconda pianla di Pietro del Massaio verrà ripetuto in numerose raffi­ gurazioni posteriori . Il disegno di Alessandro Strozzi del 1 474. da un originale del 1 450 ca. (cfr. supru, fig. 27) ' " . indica gli stessi ruderi ( l ' iconografia è quella del l ' angolo di costru­ zione diruta: il muro di destra ha una sola apertura o nicchia, quello di sinistra ne ha due più piccole) con la didascalia «Neronis cyrco•• : J ' obelisco è in basso a destra. ben distante, con la didascalia «Obeliscusn, e più a destra ancora vi è un' altra scritta «cyrcus Neronisn,

1 96 :! . l . p p . 1 2� - 1 26. e I l . p i an t a L X X V I I . t a \· . 1 �9 1 . c h e raftì�urann hcn t: h ìaramt.' lliC i l monte d i

Santu Spirito con

so p ra un e tJ i fiLit) che a�somi�:d i a aJ una çasa L'tlO tcnn a due spioven t i . Su qut.·stc raffi�:-uratinni dr. anche MAODALO

l 'l'X).

pp. 1 1 1 - 1 1 5 .

• :o� ' B i t> l iugr;•li•a:

1-= H t 'T.-\Z 1 9h � . l . pp. I �U- 1 �:! t' I l . pianta L X X X I X . u.,. . 1 59 : rnri!!inah: C nmsr..- r n1to n e l l a Biblioteca

Mcdiçcn-Laurent.ian;.� d i Firenze. Codit:L' t(�,.• dì 77. c�o:. V l l v - V I I I r. Pruh01hil m1.'nh.• �UI.'Sin l.lisl.'gno a�!:nmp;�gnavJ

ln.1"1mmua l.li f-=lil\' Ì(l B iundo

la Romu

55

Il mrmtt> di Santo Spirito nell 'amù:hità

Fig. 48 - Particolare della pianta di Roma miniata d a Pietro del Massaio, 1 4 7 1 ( B AV, Codice Urbinate latino 277. c . 1 3 1 r) .

forse della stessa mano (ma il tratto più grosso denota che si trana di una aggiunta poste­ riore ) ; infine. dove la pianta di Pietro del Massaio del 1 47 1 poneva il la c us Neron is, si legge «naumachia» e Questo edificio appare già in Pietro d e l Massaio.

ed è denominato

SUC\.'l'"�iv(! piomtc mod•:rn:� dr: B l ' !ZLTil l %X

«lhealrum�·: e poi anche in a l t re

della città. Em ancoro� ben visibile nel X V I secolo. Sulla riscoperta delle sue strulture in r:poça

56

Roma: il nwnl� di Sa/Ilo Spirito tra Gianic()/o � Vaticano

Fig. 49 • PaJticolare della pianta di Roma miniata da Pietro del Massaio. post 1 475 (da FRUTAZ 1 962. Il. tav. 1 60 ) .

ressa sottolineare che la presenza della vignetta conferma in ogni caso che le strutture erano a l l ' epoca ancora visibi l i ' " · Tra XV e X V I secolo, altre rappresentazioni schematiche d e i ruderi s u l lato orientale si hanno nella pianta edita da Iacopo Filippo (Foresti) Bergomense nel Supplementum chmnicarum, del 1 490; in quella edita da Hanmann Schede! nel Liber cro11icarum. del 1 493 (fig. Sl); in quella dipinta su tela (ora al palazzo Ducale di Mantova ) dopo il 1 5 3 8 . ma raffigurante la città

1 " ' N':!!' l i stc,si anni delle ratlipuaJ. i o n i J i P i l" l ro dt>l Ma,,aio. i l palatium ;\'l'rolli.\ viene (tl\lm,:ahl 1� : l. pp. 1 -N- 1 )0 (' I l . pianta XCVI. 1av. 1 60: l . pp. 1 5 1 - 1 5 5 e I L pi a ni.: X C V I I oH.:. l;Jn. 1 6 7 - l flY h:,,u ri prt�o�.hu ionc ,!! r ali..:a di G. B . Ot: Rosst. 1 879); l . pp. 1 56- 1 5 7 e I l . pianla XCV I I I . Iav. 1 70: l . pp \ 57 - l ."i X .: I I . pìantl' X C I X a-�. I:J\Y 1 7 1 - 1 7 2 .

Il monte di Santo Spirito nell 'antichirà

1 .9

59

RINVENIMENTI SUL LATO ORIENTALE DEL MONTE

I ruderi indicati nelle piante del XV secolo sono rimasti più o meno noti fino ai nostri gior­ ni. Essi si scorgono ancora nella pianta disegnata da Stefano Du Pérac ed edita da Antonio Lafréry, del 1 577 "'. che riproduce grosso modo sempre la stessa vignetta (fig. 52), e in quella di Giovanni Battista Falda del 1 676 (fig. 53) 190• La zona in cui le due piante col locano i resti antichi, che faceva parte della villa Barberini, ricade ora nelle pertinenze della Curia Generalizia dei Gesuiti, quasi a ridosso del bastione di Sangallo, vicino al Casino della Palma. Forse a quei resti allude la guida di Roma di Roisecco del 1 745, che cita nel giardino Barberini (senza ulteriori specificazioni topografiche): ��segue quello (giardino) de' Barberini, situato in un monticel lo, chiamato nelle antiche scritture Palatiolum, perché quivi era un altro palazzo, o casino di Nerone, donde l ' empio vedeva il cerchio di Caio, ed in esso gli spettacoli, e le uccisioni de' Santi Martiri. Vedonsi boschetti, viali, prospetti­ ve, e fontane assai vaghe; diversi vasi grandi, e piccoli di alabastro; molti piatti di maiolica, e baci­ ni, dipinti da scolari di Raffaele; un orologio in piedi, composto di rarissime pietre; le immagini de' dodici apostoli, ed altre pitture. Si osservano in questa villa alcuni residui di bagni antichi di non molta magnificenza, che si credono di qualche persona privata >> 1 9 1 •

Di ruderi proprio in questa zona abbiamo poi la testimonianza oculare di Ridolfino Venuti che, nel 1 763, parla di «antica villa>> con mosaici vicino al Casino della Palma: ��sopra il bastione d' Urbano VIII (in realtà si tratta del bastione del Sangal/o, dell'epoca di Paolo III), dove è fabbricato il bel casino, si vede essere stata un'antica villa. che da un marmo trovatovi

con iscrizione pare essere appartenuta a Cecilia celebre poeta, vedendosi ancora de' pezzi di mosai­ co sparsi per tutta la villa, ed aJcuni avanzi di antichi muri » 192;

e ancora: ��( ... ) anivati alla porta detta di Santo Spirito ( ... ) nel bastione ivi prossimo fatto da Urbano VIII quando circondò questa parte di Trastevere di mura, dove sopra del medesimo fabbricò un vago casi­ no, si vedono ancora gli antichi avanzi, e residui dei pavimenti di mosaico di un'antica villa, che era posta in quest'ameno luogo, che per iscrizione ivi trovata si crede appartenesse al celebre poeta Ceci lia del tempo d' Augusto come sopra accennai » 1 93•

Sempre a questa zona si riferisce anche un disegno di Ferdinand Becker, databile verso il 1 7 85, in cui si scorge una struttura ad arco ( fig. 54) 1 94•

1 89 London, British Museum, Map Room. Maps 23805 (8); bibliografia: EHRLE 1 908 ; FRUTAZ 1 962. l , p. 1 86 e Il. pianla cxxvn.s. Jav. 25 1 . 1 90 Per l a quale s i vedano EHRLE 1 93 1 ; FRUTAZ 1 962 . l , pp. 2 2 1 -222 e 111, pianta C LVIII, tav. 36 1 . 191 ROISECCO 1 745, l, pp. 90-9 1 . 1'12 V EN lfTl 1 763. p. 1 89. 111� V EN Lm 1 763. pp. 1 9 1 - 1 92 . Venuti nomina anche il Palazzolo (p. 1 95). distinguendo così l' altra parte dell'altura. presso la chiesa di San Michele. lOM BAV, Collezione Ashby, Catalogo Bodart n. 26: Vue dessinée du Janicule. à l 'emplacement de l 'actuelle mai­ datazione è proposta da WILLIAMS 1 952, p. 240. Cfr. anche KEAVENEY

son génlralice de la Compagnie de Jésus. La 1 98 8 . p. 7 1 .

Per questo periodo segnalo anche u n acquarello d i Claude-Louis Chàtelet ( 1 753- 1 794 ) , facente parte della Collezione Ashby presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, intitolato Palais de Néron senza altra specifica e generalmente ritenuto - ma senza alcuna certezza - relativo e ruderi sul Palatino: �·Dessin de faible valeur topographique, mais d'un certain

60

Rama: il m•mt� di Samo Spirito tra Giankoln � Vaticano

Fig. 52 - Il

Bo rgo

nella pianta di Stefano

Du

P�r.ac e Antonio Lafréry.

1577

(da fRlfT,o\Z 1 %2. I l . tav. 25 1 ).

Ma una descrizione precisa di questi resti era già stata fatta da Giambattista No Ili prima della metà del XVIII secolo in una delle note alla copia autografa preparatoria della sua pianta: «In altro luogo di detta villa si vedono ve�ligi di alcune grotte antiche fabbricale di tufi con corti· na pane di tuti reticolati. e pane di tufoni quadrilonghi con volle a tuno >; ••Adl 26 Genaro 1 5 7 1 . scudi 23 ,67 a Agnolo Aquilano e compagno per terrapienare drento alla muraglia di bastioni di Santo Spirito e dello Illustrissimo Cardinale de Cesis>>. Si trana di lavori al baluardo dalla pane verso porta Cavalleggeri. sopra il quale si era impiantato. nei primissimi anni del Cinquecento. quello che dal 1 5 1 7 circa prenderà il nome di palazzo Cesi. con relativi villa e giardino. Si trana dell'edificio contrassegnato. nella pianta di Noli i. dal n. 1 26 1 (cfr. fig. 80 ) .

Le fortificazioni del XVI secolo

1 67

- La ch•ita.{ Leonina e il monte di Santo Spirito nella pianta di Roma di Leonardo Bufalini, 1 55 1 ; si riconoscono la villa C esi, il palazzetto Vercelli e la chiesa di San Michele (da FRUTAZ 1 962. 11. tavv. 200, 20 1 . 205. 206).

F iJ;. 1 65

fi di Pio V ( 1 568); una verso la pona di Santo Spirito, due nel tratto di conina tra i due baluar­ di, la quana verso la pona Cavalleggeri: tutte con stemma e scritta (fig. 1 68)62• Gli ultimi lavori prima dell' isolamento del braccio di Santo Spirito all'interno delle mura wba­ ne sono riferibili agli anni tra 1 64 1 e 1 643: si tratta di opere di manutenzione relative alla conina e alla porta. attestate anch'esse da documenti nell' Archivio di Stato di Roma•', nonché da una epigra-

n! .. Pius V pont(ifex) max( imus) l ann(o) sal(utis) MDLXVIII l pontific(atus) sui anno 111». n.\ La notizia in FA!'In:tu 1 986. pp. 240-24 1 e nota 45 a p. 2�6: ASR. Notai della Reverenda Camera Apostolica,

307. cc. 87r, R8v. l l l r. C;� marzo 1 64 1 : ASR. Commissariato delle Soldate�he e Galere. b. 1 26. nn. 223 (lavori di scar­ pe Ili no fatti .. auomo alle mura della num·a fortificatione di Borgo. mura del Giardino di Beh.·edcrc. Porta Fabrica. Cavalleggieri. Baluardi di Santo Spirito. e pona San Pancratio·•: 22 febbraio 1 6·U ) e 247 ( «diversi lavori di muro falli nel tmlouanJu di San to Spirito»: 3 marzo 1 6-13 ) .

b.

1 68

Roma: il monte di Santo Spirito tra Gianicolo e Vatkano

Fig. 1 66 - Particolare della pianta di Roma di Ugo Pinard, 1 555 (da FRUTAZ 1 962. 11, tav. 223).

fe di Urbano vm Barberini. con data 1 642, posta sul lato a monte del ba�tione fra le due apenure della camera di sparo (fig. 158)64, e, sempre sullo stesso lato, dallo stemma del medesimo papa che attualmente campeggia su una porta aperta in epoca moderna nelle mura (si veda infra) (fig. 169). Sono questi gli anni in cui si impianta, nel terreno sopra il bastione, la villa Barberi n i (cfr. infra, paragrafo 4. 1 ). Nel 1 64 1 il prefetto di Roma Taddeo Barberini, nipote di Urbano V I I I , divenuto proprietario d e l palazzetto Vercelli c h e era appartenuto ai Ferreri ( d a allora in poi palazzo Barberini) alle pendici settentrionali del monte di Santo Spirito, ottiene dal l ' ospe­ dale di Santo Spirito il settore presso i bastioni, riunendo così la proprietà del terreno dal palazzo fino alle mura.,, che nel 1 635 era stato dato in affitto dall' ospedale allo spedizio­ niere francese Nicolò Thierri . il quale l ' aveva sistemato a giardino in forma di anfiteatro66. A quest' epoca si può riferire il disegno alla fig. 170. Nello stabilire i confini della proprietà viene imposto un vincolo all' estensione del nuovo giardino: non potrà superare il limite di "otto canne" dalla cinta fortificata e questo spazio rimarrà riservato alla Camera Apostolica col divieto di fabbricarvi e con l ' obbligo di coltivarlo solo a prato (fig. 1 7 1 )67; ma già dal

tw "�

··Urbanus V I l i t pont ( i fc x l max{ imusl l an( no l DComi n i l M DC X U I » . BAV. Archi\·io Barbcri n i . I ndice I l . :!:95 8 : ''Liber continens o m n i RDISPJ N J 1 884. p. 3 1 : . . Nel l ' anno 1 874 fu intrapresa la costruzione della cinta della villa Barberini �r quel trallo che incomincia col bastione del SÌone di m. 1 6.l Fu wsi rcsn sit:uro i l soggiorno delle "ille nei punti t:he presentava­ no immediato c �rmanc:"ntc pcrkolc.l per la vito�. dci maiali. Quindi �i JicJc opera a t:ompicrc..· lu t:inta della villa Barbcri n i , per mc1ri l i neari .l\950. 1h dil\"C erano pos s i h i l i le C\"as ioni d�.: i maliltÌ. c l e sour.u:ioni u dunno del l ' Asilo. C\1mpiuta nel tri�nnio dal I K7-' al l K76 la rcçinsitlOC t.ùd. le c.Jm: vii !t: si trovawnu munite i n tutto i l lnrn perimetro di mura alle:" metri 4.1� dal suolo e per la r.:stC'n�ionc di m�o.· tri l i nl·ari "J9 7 . :! 0 » .

1 74

Roma: il monlr di Stur1o Spiri/o tra Gianicolo � \btkuno

Fig. 1 74 · Fnndazioni sul masso di tufo del muro di scarpa del bastione wrso la porta di Santo Spirito: suno visibili

moderne riprese laterizie di sostegno (fotogr di Santo Spirito tra Gianicolo

t"

Vatkano

Fig. 20 1 - La strada che saliva al monte di Santo Spirito e all01 villa Cecchini dali" angolo nord-est all' inizio del XX secolo (da A n·hitt>ftura minore. l. p. K).

h � . 201

·

La "trad;.� dll' s a l i ni ;il nwnh: d i Sanlo

Spirilu d a l l ' ;lllgl)hl nt�rtl -�.:�1. nrt/,·

(,1/(-{'111.;11/(' 111lia PAOlD BElllNI, dirembre 1998) 101 • Area della proprielà Torlonia fra la chiesa di Sant'Onofrio e la galleria del Gianicolo, all' inizio dei lavori per lo svincolo verso il parcheggio (fotografia PAOLO BELLINI, dicembre 1 998) 1 02 . Galleria cimiteriale sono l ' lslituto delle Dorotee presso Sani'Onofrio (schizzo planimetrico loRENZO BIANCHI, marzo 1 999 ) 1 03 - Galleria cimiteriale sono l ' lstitulo delle Dorotee presso Sani'Onofrio. Ialo ovest (fotografia PAOLO GALOSI, marzo 1 999 ) 104 . Galleria cimiteriale sono l ' Istituto delle Doro1ee presso Sani' Onofrio, Ialo est (fotografia PAOLO GALOSI, marzo 1 999 ) 1 05 · Galleria cimiteriale sono l ' I stituto delle Dorotee presso Sant'Onofrio, Iato ovest, panicolare di un arcosolio (fotografia PAOLO GALOSI, marzo 1 999 ) l 06 · La cavità emersa nel taglio del terreno per la costruzione dello svincolo verso il parcheggio del Gianicolo (fotografia ROMANO SICILIANI, marzo 1 999 ) 1 07 - La cavità emersa nel taglio del terreno per la costruzione dello svincolo verso il parcheggio del Gianicolo, particolare dell'incemo (focografia LoRENzo BIANCHI, marzo 1 999 ) l 08 . Lavori per lo svincolo di accesso al parcheggio del Gianicolo nella zona degli orti Torlonia (fOiografia loRENZO BIANCHI, marzo 1 999 ) 109 · Ricostruzione della basilica costanliniana di San Pietro (da KRAtmiEIMER 1 985, fig. 3 ) I l O . Ricostruzione topografica della regione d e l Valicano, IV·IX secolo ( d a REEKMANS 1 970, lav. I l ) I l i • L'attuale facciala della chiesa di Santo Spirico in Sassia (fotografia FRANCESCO M . MARCHESINI, febbraio 1 998) 1 1 2 • Affresco di anonimo del XVIII secolo, raffigurante san Leone I I I con un cartiglio che rappresenta la chiesa dei Santi Michele e Magno prima della ristrutturazione settecentesca ( fotografia PAOLO GALOSI, aprile 1 999 ) 1 1 3 . Capitello pertinente alla navata destra della chiesa dei Santi Michele e Magno prima della ristrunurazione senecentesca (focografia PAOLO GALOSI, aprile 1 999 ) 1 1 4 - Sezione della chiesa dei Santi Michele e Magno prima della ristrutturazione seuecentesca, 1 650 circa (da Bos1-BECC'HI::"lTI 1 975. tav. XIV) 1 1 5 - L'attuale facciala della chiesa dei Santi Michele e Magno (fotografia LoRENZO BIANCHI, agosto 1 998) 1 \ 6 • L' ab!pedale di Santo Spirilo: I O. 1 2 .

1 4 . 24. 26. cripta iuxta !"'ieronis pala1ium:

46. 47. 8 1

e

\é.uinmo

di Pona Ca,·alleggeri: X X I I . X V. 2K nota 9 8 . l ::!8.

1 29. 1 29 nola 59. 1 97. 20::!. ::!03. ::!05. ::!06 .

Laterano: 52. in

nota 19. 59. 59 nota 1 94. !IO. 65-7 1 . K l . K2. 1 1 4. 1 9 1 . 191 nota I l . 1 92- 1 94. 1 96.

domus

del cardinale Latino Frang:ipane Malabranca: l tO . Lanjl:obardorum: l 03 nota 6 .

sa..... �ia: 2 6 nota 8 9. 89

110la

225. 205.

Vaticano: 27 nota 92. mausoleo

3. 7. 7 nota 1 7. 19. ::!7. 27 nota 92. 1 0 1 . 104. 104 nota 1 2. 106 nota 1 3. 1 22. noLa 3.

di Adriano: l. l nola 5. di Augu!)to: l

memoria R o m u l i : 4 1 nota l .t 2 .

meta Romuli: 3. 3 nota 6. 1 2 . 2-t 2 4 nola 7K. 2 7 . 4 2 .

Saxonum: l 03 n ota 6 .

53.

scholae cantorum: 1 27.

4 nota 7.

monastero

edicole funerarie incise sul monte di Sanco Spirito:

di San Martioo in Vaticano: 1 08. 1 08 nota 2-t. di San Pietro

83. 84. 1 1 6. 1 1 7 . edifici de l l e

Gianù-olo

lungotevere

curia Generalizia delrOrdine dc i Ge!.uiti: XV. X X . K

Sere n i an i :

1ro

ad Ulmum: 42.

di Santo Stefano maggiore: 1 24. 1 2 7 nota

Dorotcc : 90. 9 1 , 95-98.

edificio

nole 2 1 7-2 1 8. 85 nota 22 1 . 86-89. 1 82. 203. 203 nota 23. 204.

rnon�e

de i i " Acqua lancisiana: 85. 85

Aureo: 39. 39 nota 1 33. 40.

deii"Univer.o.ità Urbaniana: 1 39, 1 4 1 - 1 43 . 1 95.

di Sant'Angelo: 184 nota 5. 1 85 nota 6.

di Nerone: 48 nota 1 67. 58. Mario: XIX.

eq u u s Constantin i : 1 9 nota 57.

Verce l l i : 8 nota 1 8. 1 84.

Euripo: 15. 1 5 nou 48. 1 6. fonificazioni: vedi bastione o mwa.

Montecitorio: l 72.

fossato di Terrione: 1 27. 1 27 nota

mW1l

54.

l, l nole 2-3. l nota 5. 3 nota 6. 1 9. 2 7 nota 92. 1 0 1 . 104. 1 23 nota 47. 1 24.

aureliane:

Frigianum CPhrygianum): 40 nota 1 36. Gaianum: 3. 31 nota 1 1 2. 24. 31 nota 1 1 2. 4 1 . 55. 64

di B