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Italian Pages 320 [316] Year 2022
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Manuale di
LEGISLAZIONE UNIVERSITARIA Organizzazione, finanziamento e gestione contabile delle Università
XXV
Edizione
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SIMONE GIURIDICO
Antonio Rossi
Manuale di
LEGISLAZIONE UNIVERSITARIA
GIURIDICO
Copyright © 2022
Titolo, metodologie, contenuti e diritti sono
Sm10ne s'r_'l' Via F. Caracciolo, n. 11
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42 | Manuale di Legislazione universitaria &Eciuvilinee Art director | Gianfranco De Angelis Responsabili graficidi fotocomposizione { Bianca Pierro e Marco Esposito Coordinatrice di fotocomposizione | Iole Reale Impaginazione | Lucia Malino
Coordinamento redazionale a cura di Simonetta Gerli Revisione e aggiornamento della presente edizione a cura di Alessio Caiaffa, Claudia De Rosa, Giuseppe Milano e Alessandra Pedaci.
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La pubblicazione di questo volume, pur curato con scrupolosa attenzione dagli Autori e dalla redazione, non comporta alcuna assunzione di responsabilità da parte degli stessi e della Casa editrice per eventuali errori,
incongruenze o difformità dai contenuti delle prove effettivamente somministrate in sede di concorso.
Tuttavia per continuare a migliorare la qualità delle stre pubblicazioni e renderle sempre più mirate alle esigen-
ze dei lettori, la Edizioni Simone sarà lieta di ricevere segnalazioni o osservazioni all’indirizzo [email protected] Questo volume è stato stampato nel mese di aprile 2022 presso:
SA.GRAF S.r.ì. semplificata a socio unico Via Einstein, n. 16 - Arzano (NA)
PREMESSA Il Manuale di legislazione universitaria offre in maniera completa e mirata un'esposizione di tutti gli aspetti giuridici, gestionali e contabili della complessa macchina universitaria. In particolare, la trattazione si sviluppa tenendo ben presente l’evoluzione del dettato normativo inerente all’organizzazione, alla didattica e alla ricerca universitaria, al personale docente nonché a quello tecnico-amministrativo, alle fonti di finanziamento, all'attività contabile e contrattuale delle università e a quella di orientamento e di segreteria del sistema universitario. Questa edizione, inoltre, arriechita di un ulteriore capitolo concernente il sistema di trasparenza e anticorruzione nella P.A. e nell’Università, è aggiornata ai più recenti prov-
vedimenti normativi in materia, tra cui:
— le varie modifiche che sono intervenute sulla L. 240/2010; — alcune misure introdotte con la legge di bilancio 2022; — maolte disposizioni del D.L. 77 /2021 attuativo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
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Iì Manuale, che rappresenta un valido supporto di preparazione e di conoscenza della complessa legislazione universitaria, è destinato a quanti devono affrontare esami e concorsì, come pure è utile per supportare la formazione professionale di coloro che già operano a vario titolo nella gestione delle università.
Vol 42 Manuale di Legislazione universitaria |SMORE]|
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CAPITOLO
1
L'assetto costituzionale dell'Università
SOMMARIO 1. Le coordinate costituzionali. - 2. Inquadramento istituzionale dell'Università. - 3. l processo di riforma dell'Università. - 4. L'autonomia normativa. - 5. L’autonomia finanziaria. - 6. L'autonomia didattica. - 7. L'autonomia organizzativa. - 8. Il codice etico e î Coltegio di disciplina (L. 240/2010).
1. Le coordinate costituzionali 1.1 La promozione della cultura L'’Università, quale centro istituzionale di formazione culturale e di attività di ricerca scientifica, trova il suo fondamento costituzionale in primo luogo nell’art. 9 Cost. Il dettato del primo comma, che è esplicitato più ampiamente negli artt. 33 e 34 della Costituzione, attribuisce ai soggetti pubblici e privati il compito di promuovere lo sviluppo della cultura e della ricerca. La Costituzione, secondo il dettato dell’art. 9, proclama l’assoluta libertà della cultura, che si esprime in tutte le forme, e l’autonomia delle strutture che sono rivolte alla promozione del sapere e della ricerca scientifica e tecnologica; indiscutibile corollario in tal senso è rappresentato dall’art. 34 Cost. rivolto all'attività di ricerca finalizzata a rinnovare i contenuti dell’insegnamento. In tale ottica emergono i tratti della cd. Costituzione culturale che, imponendo alla Repubblica la funzione di promuovere la cultura, suggerisce di qualificare lo Stato italiano come «Stato di cultura», che ha il compito di creare le condizioni ed i presupposti affinché la proclamata libertà di cultura, astrattamente riconosciuta a tutti i cittadini, diventi diritto materialmente esercitabile dal popolo per garantire la qualità della democrazia (art. 2 Cost.).
1.2 Le pari opportunità culturali Come già accennato, limpegno incentivante di crescita culturale del Paese attribuito alle istituzioni statali si Caratterizza nel precipuo compito di creare le possibilità materiali affinché la libertà di cuitura diventi diritto concretamente esercitabile da tutti, nel rispetto del principio di eguaglianza sostanziale sancito dall’art. 3, comma 2, della Costituzione: «è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese» {art. 3, comma 2, Cost). La realizzazione di tale proposito avrebbe richiesto allo stesso Costituente una impostazione, nella redazione degli artt. 33 e 34 Cost., scevra dalle istanze garantistiche ottocentesche tese Unicamente a preservare la libertà nell'insegnamento e, all'opposto, protesa a sviluppare politiche economiche e sociali finalizzate alla più ampia diffusione dell'istruzione, In tat senso diventava prioritario ed indifferibile garantire a tutti l'eguale « importo pari o superiore a 150.000 euro e inferiore a 350.000 {solo per i lavori) P
previa con-
tivi, ove esistenti, per i lavori; e previa consultazione di almeno 5 operatori economici per servizi e " forniture. | lavori possono essere eseguiti anche in amministrazione diretta, salvo che per l'acquisto e
40.000 euro e inferiore a 150.000 peri tavori e alle soglie dell’art. 35 per forniture e servizi
Modalità di affidamento contratti sotto soglia (art. 36 del Codice dei
affidamento diretto - anche senza
sultazione di due o più aperatori economici amministrazione diretta per i lavori
euro
negoziata
senza
previa
pubblicazione
di un bando di gara {art. 63 del Codice), previa consultazione, ove esistenti di almeno 10 operatori economici 5
procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara (art, 63 del Codice), previa consultazione, ove esistenti, di almeno 15 operatori economici
_ procedura aperta
per i lavori)
16. | contratti sotto soglia e i decreti semplificazioni 2020 e 2021 Sia peri contratti sotto soglia che sopra soglia i decreti semplificazioni 76/2020 e 77/2021 hanno previsto delle deroghe rispetto alla disciplina prevista dal D.Lgs. 50/2026. In par-
ticolare, per i contratti sotto soglia il decreto 76/2020, come convertito, consente alle
stazioni appaltanti di applicare disposizioni diverse artt. 36, comma 2, e 157, comma 2, del D.Lgs. 50/2016, appaltanti adottino la determina a contrarre o altro dimento entro il 30-6-2023 (termine così prorogato
rispetto alle norme contenute negli nel caso in cui le medesime stazioni atto equivalente di avvio del procedal D.L. 77/2021).
In sostanza, fermo restando le norme sulle aggregazioni e centralizzazione delle committenze (art. 37 del Codice) e qualificazione delle stazioni appaltanti e centrali di Committenza {art. 38 del Codice), le stazioni appaltanti possono affidare le attività di esecuzione di lavori, servizi e forniture, nonché dei sevizi di ingegneria e architettura (compresa l’attività di progettazione) di importo inferiore alle soglie di rilevanza europea secondo le seguenti modealità (art. 1, D.L. 76/2020, come modificato dal D.L. 77/2021): 1. affidamento diretto per lavorì di importo inferiore a 150.000 euro e per servizi e forniture, compresi i servizi di ingegneria e architettura e l'attività di progettazione, di importo inferiore a 139.000 euro, anche senza consultazione di più operatori economici, fermi restando il rispetto dei principi di cui all’art. 30 del Codice, e l’esigenza che siano scelti soggetti in possesso di pregresse e documentate esperienze analoghe
L'attività contrattuale
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a quelle oggetto di affidamento, anche individuati tra coloro che risultano iseritti in elenchi o’albi istituiti dalla stazione appaltante, comunque nel rispetto del principio di rotazione; . 2. procedura negoziata senza bando, previa consultazione di almeno cinque operatori economici, ove esistenti (e nel rispetto di un criterio di rotazione degli inviti, che tenga conto anche di una diversa dislocazione territoriale delle imprese invitate), individuati in base ad indagini di mercato o tramite elenchi di operatori economici, per l’affidamento di servizi e forniture, compresi i servizi di ingegneria e architettura e l’attività di progettazione, di importo pari o superiore a 139.000 euro e fino alle soglie di cui all’art. 35 e di lavori d'importo pari o superiore a 150.000 euro e inferiore a un milione di euro, ovvero di almeno dieci operatori per lavori di importo pari o superiore a un milione di euro e fino alle soglie di cui all’art. 35. Le stazioni appaltanti devono rendere pubblico l'avvio della procedura negoziata sin qui descritta attraverso la pubblicazione di un avviso nei propri siti internet istituzionali. Nell'avviso sui risultati della procedura di affidamento, che non è obbligatorio per gli affidamenti inferiori ai 40.000 euro, la stazione appaltante deve indicare i soggetti invitati. Ancora per gli affidamenti con procedura negoziata senza bando, l'aggiudicazione dei relativi appalti può essere basata, fatto salvo quanto disposto dal comma 3 dell’art. 95 — si veda quanto detto in precedenza — a scelta della stazione appaltante, o sulla base dell’offerta economicamente più vantaggiosa oppure del prezzo più basso. In quest’ultimo caso, le stazioni appaltanti procedono all'esclusione automatica dalla gara delle offerte che presentano una percentuale di ribasso pari o superiore alla soglia di anomalia fissata in base a quanto stabilito dall’art. 97, commi 2, 2bis e 2ter, anche nel caso in cui il numero di offerte sia pari o superiore a cinque. Salve le ipotesi in cui la procedura sia sospesa per effetto di provvedimenti dell'autorità giudiziaria, l'aggiudicazione o l’individuazione definitiva del contraente avviene entro ‘ due mesi dalla data di adozione dell’atto d’avvio del procedimento nei casi di affidamento diretto, aumentati a quattro nel caso di affidamento con procedura negoziata senza bando. l mancato rispetto dei termini. la mancata tempestiva stipulazione del contratto e il tardivo avvio _ dell'esecuzione dello stesso possono essere valutati ai fini della responsabilità del RUP per danno erariale; laddove tali circostanze siano imputabili all'operatore economico costituiscono causa di esclusione dalla procedura o di risoluzione del contratto per inadempimento che viene senza indugio
dichiarata dalla stazione appaltante e opera di diritto,
Infine, nei casi su descritti, il decreto stabilisce che le stazioni appaltanti non richiedano le garanzie provvisorie (di cui all’art. 93 del Codice), a meno che non ricorrano particolari esigenze, derivanti dalla tipologia e specificità della procedura, che ne giustifichino la richiesta; tali esigenze devono essere indicate dalla stazione appaltante nell’avviso di indizione della gara o in altro atto eguivalente. Se la garanzia viene richiesta, il suo armmontare deve essere, però, dimezzato rispetto all'importo ordinario fissato dal legislatore del Codice. Anche in questo caso, alle procedure di affidamento sin qui descritte gli operatori'economici possono partecipare anche in forma di raggruppamenti temporanei.
SIMONE
Capitolo 9
Affidamento diretto anche senza consultazione di più operatori economici Procedura negoziata senza bando previa consultazione di almeno 5 operatori
economici
*
Per lavori di importo inferiore a 150.000 euro
*
Per servizi e forniture di importo inferiore'a 139.000 euro
*
Pertavori di importo pari o superiore à 150.000 euro e inferiore a un milione di euro
*
Procedura negoziata senza bando previa | *
consultazione dì almeno 10 operatori economici :
Per servizi e forniture di importo
pari o superiore a 139.000
euro e fino alle soglie di cui all'art. 35 Codice Per lavori di importo
pari o superiore a un milione di euro e
finio alte soglie di cuì all'art. 35 Codice
17. | contratti sopra soglia e i decreti semplificazioni 2020 e 2021 Anche per i contratti sopra soglia è stata prevista dal decreto semplificazioni 2020 una disciplina derogatoria rispetto alle previsioni codicistiche, applicabile qualora la determina a contrarre o altro atto equivalente di avvio del procedimento sia adottato entro il 30 giugno 2023 (termine così prorogato dal D.L. 77/2021). In tali casì, salve le ipotesi in cuì la procedura sia sospesa per effetto di provvedimenti dell’autorità giudiziaria, l’aggiudicazione o l'individuazione definitiva del contraente avviene entro sei mesi dalla data di adozione dell’atto di avvio del procedimento. Con riferimento a tali tipologie di contratti, il legislatore ha previsto che il mancato rispetto dei ter-
mini, la mancata tempestiva stipulazione del contratto e il tardivo avvio dell’esecuzione dello stesso possono essere valutati ai fini della responsabilità det RUP per danno erariatle; laddove tali circostanze siano imputabili all'operatore economico costituiscono causa di esclusione dalla procedura o di risoluzione del contratto per inadempimento che viene senza indugio dichiarata dalla stazione appaltante e opera di diritto.
Quanto alle modatità di svolgimento della procedura, l'art. 2 del decreto stabilisce che le stazioni appaltanti procedono all’affidamento delle attività di esecuzione di lavori, servizi e forniture noncHhé dei servizi di ingegneria e architettura, inclusa l'attività di progettazione, di importo pari o superiore alle soglie di rilevanza europea, mediante procedura aperta, ristretta o, previa motivazione sulla sussistenza dei presupposti previsti dalla legge, procedura competitiva con negoziazione di cui all'art. 62 del Codice o dialogo competitivo di cui all’art. 64 del Codice, per i settori ordinari, e di cui agli artt. 123 e 124, per i settori speciali; in ogni caso si applicano le riduzioni dei termini procedimentali stabilite per ragioni di urgenza ai sensi degli artt. 60, commi 3, 61, commi 6, 62 commi 5, 74, commi 2 e
3, del Codice dei contratti (si rileva che in tal caso, nella motivazione del provvedimento che dispone lariduzione dei termini non è necessario dare conto delle ragioni di urgenza, che sì considerano comunque sussistenti: così, art. 8, Ccomma1, lett. c), D.L. 76/2020, come conv.). Particolare attenzione è dedicata, nel decreto, alla procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando, di cui all'art. 63 peri settori ordinari e art. 125, peri settori speciali. Specificamente, è stabilito che tale procedura possa essere utilizzata, previa pubblicazione dell'avviso d'indizione della gara o altro atto equivalente, nel rispetto di un criterio di rotazione, nella misura strettamente necessaria quando, per ragioni di estrema urgenza derivanti dagli effetti negativi della crisi causata dalla pandernia da Covid-19 o dal periodo di sospensione delle attività determinato dalle misure di contenimento adottate per fronteggiare la crisi, i termini, anche abbreviati, previsti dalle procedure ordinarie non possono essere rispettati. Questa tipologia di procedura può inoltre essere impiegata per l'affidamento delle attività di esecuzione di lavori, servizi e forniture di importo pari o
ì
L’'attività contrattuale
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superiore alle soglie di cui all'art. 35 del Codice, anche in caso di singoli operatori economici con sede operativa collocata in aree di preesistente crisi industriale complessa (come definita dall’art. 27 del D.L. 83/2012, conv. dalla L. 134/2012), i quali, con riferimento a dette aree e anteriormente alla dichiarazione dello stato di emergenza sanitaria da Covid-19 del 31 gennaio 2020, abbiano stipulato con te pubbliche amministrazioni competenti un accordo di programma ai sensi dell'art. 252bis (Siti inquinati nazionali di preminente interesse pubblico per la riconversione industriate) del D.Lgs. 152/2006 (Norme in materia ambientate).
A tali previsioni segue una specificazione ulteriore, prevista nel comma
4 della norma.
In ipotesi di ricorso alla procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando e in determinati’ -" settori indicati dal legislatore (Come, ad esempio, nell'edilizia scolastica, universitaria, sanitaria, giudiziaria e penitenziaria, delle infrastrutture per attività di ricerca scientifica e per le infrastrutture per la sicurezza pubblica, per i trasporti e per le infrastrutture stradali, ferroviarie, portuali, aeroportuali, facuali e idriche), le stazioni appaltanti -- salvo quanto disposto dallo stesso art. 2 del D.L. 76/2020 conv. — per l'affidamento delle attività di esecuzione di lavori, servizi e forniture nonché dei servizi di ingegneria e architettura,
inclusa l'attività di progettazione, e per l'esecuzione dei relativi contratti, operano in deroga ad ogni disposizione di legge diversa da quella penate, fatto salvo ilrispetto: delle disposizioni del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al D.Lgs. 159/2011; dei vincoli inderogabili derivanti dall'appartenerniza all'Unione europea, ivi inclusi quelli derivanti dalle direttive 2014/24/UE e 2014/25/UE; dei principi di cui agli artt. 30, 34 e 42 del Codice dei contratti pubblici e delle disposizioni in materia di subappalto. Tali disposizioni si applicano, inoltre, agli interventi per la messa a norma o in sicurezza comparto edile, anche operanti nell'edilizia specializzata sui beni vincotati dal punto di vista culturale o paesaggistico, nonché di recuperare e valorizzare il patrimonio esistente.
Infine, il legislatore detta alcune previsioni di carattere generale. Innanzitutto, è stabilito che per ogni procedura di appalto venga nominato un responsabile unico del procedimento, che, con determina adeguatamente motivata, validi e approvi ciascuna fase progettuale o di esecuzione del contratto, anche in corso d'opera;
in secondo luogo, vengono
dettate norme
in materia di trasparenza: nei siti internet
istituzionali, nella sezione «Amministrazione trasparente», oltre agli atti indicati nell’art. 29 del Codice devono essere pubblicati e aggiornati gli atti delle stazioni appaltanti adottati ai sensi dell'art. 2 del decreto in questione, come convertito, che sono soggetti alla disciplina di cui al D.Lgs. 33/2013. Infine, in tale.prospettiva viene limitata la possibilità di ricorrere ai contratti secretati, ammessa solo nei casi di stretta necessità e con una specifica motivazione. Atuttele suddette procedure glì operatori economici possono partecipare anche in forma di raggruppamenti temporanei. glia
e
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Affidamento delle attività di esecuzione | e
Procedura aperta
servizi di ingegneria e architettura, com- | * presa la progettazione, di importo pari o superiore alle soglie europee *
Procedura competitiva con negoziazione di cui all'art 62 del Codice Dialogo competitivo
di lavori, servizi e forniture, nonché dei | *
Procedura ristretta
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* Procedura negoziata senza previa pub- | *
Settori ordinari (art. 63}
blicazione di un bando
Settori speciali (art. 125}
*
per ragioni di estrema urgenza (ad es.: Covid o sospensione delle attività per fronteggiare la "
crisi) a causa delle quali i termini ordinari non possono essere
rispettati
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Capitolo 9
18. Le convenzioni quadro e gli acquisti centralizzati 18.1 Strumenti di acquisto di beni e servizi Il Codice prevede alcuni strumenti di acquisto che consentono all’amministrazione di procurarsi beni e servizi senza dover espletare una procedura di gara. In particolare, gli
strumenti di acquisto sono definiti come strumenti di acquisizione che non richiedono apertura del confronto competitivo traipartecipanti. Rientrano tra gli strumenti di acquisto: 1. le convenzioni quadro di cui all’art. 26 L. 488/1999, stipulate da CONSIP S.p.A, e dai soggetti aggregatori; 2. gli accordi quadro stipulati da centrali di committenza quando gli appalti specifici vengono aggiudicati senza riapertura del confronto competitivo; 3. il mercato elettronico realizzato da centrale di committenza nel caso di acquisti effettuati a catalogo.
18.2 La normativa sugli acquisti centralizzati Le pubbliche amministrazioni possono procurarsi beni e servizi facendo ricorso alle procedure centralizzate, che, rispetto alle procedure ordinarie di gara, comportano una semplificazione del processo di acquisto, con riduzione dei costi unitari e dei ternpi di approvvigionamento, ed aumento della trasparenza e della concorrenza.
Il sistema normativo delineato in materia di acquisti di beni e servizi dagli interventi di spending review e dalle successive leggi di stabilità — dai decreti del 2012, alle più recenti L. 89/2014 (di conversione del D.L. 66/2014), L. 208/2015, legge di stabilità 2016 e, infine, il D.Lgs. 50/2016 — è particolarmente complesso, articolato e stratificato: si tratta di norme non organizzate in modo organico, ma di fatto «variabilmente applicabili» in funzione della tipologia di P.A. e dell’oggetto della fornitura. In particolare, i due decreti sulla revisione della spesa pubblica — il D.L. 52/2012, conv. in 1L. 94/2012 e il D.L. 95/2012, conv. in L. 135/2012 — hanno dato nuova linfa alle convenzioni stipulate dalla Consìp S.p.A. e agli acquisti medìante il Mercato Elettronico della pubblica
amministrazione (MEPA).
18.3 Le convenzioni quadro Le convenzioni quadro sono state introdotte dall’art. 26 della L. 488/1999, che ha delineato Uun sistema in cui, tramite le procedure ordinarie di scelta del contraente (viste in precedenza), vengono individuate imprese per la fornitura di beni e servizi alle amministrazioni. Tale disposizione attribuisce, infatti, al Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) la funzione di stipulare, anche avvalendosi di società specializzate, apposite convenzioni in base alle quali le imprese fornitrici prescelte în relazione a singole categorie merceologiche s'impegnano ad accettare ordinativi di fornitura, alle condizioni e ai prezzi prestabiliti, fino al un limite massimo di quantità previsto dalla convenzione (il cosiddetto massimale). La legge di bilancio 2020 (L. 27 dicembre 2019, n. 160) ha precisato la portata applicativa delle convenzioni, prevedendo che, laddove previsto nel bando di gara, le stesse possono essere stipulate per specifiche categorìe di amministrazioni ovvero per specifici ambiti territoriali (art. 1, comma 585). Le P.A., quindi, possono direttamente ricorrere a tali convenzioni oppure utilizzarne i Pparametri di prezzo-qualità, come limiti massimi, per l’acquisto di beni e servizi comparabili con quelli oggetto di convenzionamento.
L'attività contrattuale
Iì MEF agisce tramite la Consip S.p.A. (Concessionaria servizi informatici pubblici) — società pubbliéa con unico azionista il Ministero — che, tra gli altri compiti, ha la gestione delle procedure perla conclusione delle convenzioni e vigila sulla realizzazione e gestione delle convenzioni stesse. In particolare, la Consip S.p.A. svolge attività di realizzazione del Programma di razionalizzazione degli acquisti (nel cui ambito può svolgere procedure di aggiudicazione di contratti di concessione di servizi), di centrale di committenza e di e-procurement (art. 4, comma 3ter, D.L. 95/2012, conv. in L. 135/2012, mod. dalla L. 160/2019). Quanto ai soggetti tenuti ad approvvigionarsi utilizzando tali convenzioni, l’art. 1, comma 449, L. 296/20068 l individua in: tutte te amministrazioni statali centrali e periferiche, ivi compresi gli istituti e le scuole di ogni ordine e grado, le istituzioni educative e le istituzioni universitarie, nonché gli enti nazionali di previdenza e assistenza sociale pubblici e le agenzie fiscali.
18.4 Il portale internet acquistinretepa.it Nel sistema di acquisti di beni e servizi voluto dal legislatore, Consip agisce attraverso il sito internet wwiw.acquistinretepa.it, nel quale la società mette a disposizione delle pubbliche amministrazioni degli strumenti di acquisto che attuano un processo di centralizzazione degli acquisti pubblici, volto a ridurre e razionalizzare la spesa delle pubbliche amministrazioni. In sostanza, il sito online diviene una sorta di «vetrina» di beni e servizi utilizzabile dalle amministrazioni per acquistare ciò di cui abbisognano. Il sito internet www.acquistinretepa.it è una sorta di «Supermercato pubblico» attraverso il quale le
PA. comprano ciò che serve per la loro attività. Per cercare un prodotto o un servizio da comprare, nel sito in questione ci sono varie modalità di ricerca: le più facili sono per «prodotto» da acquistare
e per «strumento» di acquisto. Nella homepage, mediante un apposito link, la P.A. accede ad un «catalogo», di carattere generale, suddiviso per aree merceologiche (ad esempio, il settore «Sanità, Ricerca e Welfare» oppure «Servizi per l funzionamento della P.A.») dove sono elencati tutti i beni ed i servizi disponibili e in relazione a ciascuno è indicata la specifica modalità di acquisto (ad esempio: accordo quadro, sistema dinamico dî acquisizione © MEPA). Ricercando in base alla modalità di acquisto che sî vuole utilizzare, tramite il link «îniziative» si trovano tutti i beni e servizi acquistabili etencati con riferimento at relativo strumento di acquisto {accordo quadro, sistema dinamico di acquisizione, convenzioni e MEPA): anche În questo caso, per facilitare la ricerca agli utenti, i beni e servizi possono ulteriormente essere suddivisi utilizzando le aree merceologiche.
Glì strumenti di acquisto messi a disposizione delle P.A, tramite il portale anzidetto, sono: * le convenzioni quadro, di cui sì è detto, che sono contratti stipulati da Consip, per conto del MEF, che consentono alla P.A. di fare acquisti direttamente dai fornitori aggiudicatari delle gare e sono utilizzabili prevalentemente per approvvigionamenti di beni e servizi, sia al di sotto che al di sopra della soglia comunitaria, con caratteristiche standard; j
* il MEPA (Mercato elettronico della pubblica amministrazione), che è un mercato digitale in cui le amministrazioni possono approvvigionarsi di beni, servizi e lavori di manutenzione offerti dai fornitori abilitati, per importi inferiori alla soglia comunitaria. Di norma, il MEPA viene utilizzato per acquisti di beni o servizi che presentano caratteristiche specifiche ovvero sono destinati a soddisfare peculiari fabbisogni. Riguardo le università, in particolare, l’art. 1, comma 450, L. 296/2006 stabilisce che fermi restando gli obblighi e le facoltà relativi alla stipulazione delle convenzioni
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Capitolo 9 quadro, esse, per gli acquisti di beni e servizi di importo pari o superiore a 5.000 euro e inferiore alla soglia di rilievo comunitario sono tenute a fare ricorso al mercato elettronico della pubblica amministrazione oppure ad altri mercati elettronici o, ancora, al sistema telematico messo a disposizione dalla centrale regionale di riferimento per lo svolgimento delle relative procedure; * gli accordi quadro, che sono contratti aggiudicati da Consip a uno o più fornitori, a seguito della pubblicazione di specifici bandi, in base ai quali le amministrazioni possono espletare le proprie gare (appalti specifici); essi, quindi, definiscono le clausole generali che, in un determinato periodo di tempo, regolano i contratti da stipulare; * il sistema dinamico di acquisizione, che è un mercato digitale in cui è possibile effettuare un processo di acquisizione interamente elettronico per importi sopra la soglia
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comunitaria.
Riguardo ai soggetti obbligati a ricorrere agli strumenti predisposti dalla Consip, un'importante precisazione è contenuta nella L. 27 dicembre 2019, n. 160 {legge di bilancio 2020). j l legislatore ha, infatti, stabilito che — fermo restando quanto previsto nell'art. 1, commi 449 e 450,
L. 296/2006 triferiti, rispettivamente, alle convenzioni e al MEPA) — le amministrazioni statali centrali e periferiche, ivi compresi gli istituti e le scuole di ogni ordine e grado, le istituzioni educative e le istituzioni universitarie nonché gli enti nazionali di previdenza e assistenza sociale pubblici e le agenzie fiscali, di cui al D.Lgs. 300/1999, sono tenute ad approvvigionarsi attraverso gli accordì quadro stipulati da Consip o il sistema dinamico di acquisizione realizzato e gestito dalla Consip.
18.5 La centralizzazione degli acquisti come strumento di razionalizzazione della spesa pubblica I) D.L. 66/2014, conv. in L. 89/2014 ha incentivato un sistema centralizzato di acquisti caratterizzato dalla presenza dî un numero circoscritto di soggetti effettivamente operanti
sul mercato e dal ruolo di rilievo attribuito all'’A.N.AC. quale autorità per la vigilanza sui contratti pubblici. Quanto al primo profilo, una limitazione della spesa pubblica deriva dall'aggregazione dei soggetti operanti sul mercato. A tal fine, l'art. 9 della legge istituisce un elenco dei soggetti aggregatori (di cui fanno parte, di diritto, Consip S.p.A. e una centrale di committenza per ciascuna Regione), che possono stipulare, per gli ambiti territoriali di Competenza, le convenzioni di cui all'art. 26, comma 1 L. 488/1999, per l'acquisto di beni e servizi. In ogni caso, i{ numero complessivo dei soggetti aggregatori presenti sul territorio nazionale non può essere superiore a 35 (art. 9, comma 5). Quanto at secondo profilo evidenziato, AN.AC. fornisce alle amministrazioni un'elaborazione dei prezzi di riferimento, alle condizioni di maggiore efficienza, tra quei beni e servizi di maggiore impatto in termini di costo a carico della P.A, e pubblica sul proprio sito web i prezzi unitari corrisposti dalle amministrazioni per gli acquisti di tali beni e servizi. La determinazione dei prezzi di riferimento è particolarmente rilevante in quanto gli stessì costituiscono il prezzo massimo di aggiudicazione dei contratti in tutti i casi in cui non è presente una convenzione Consip stipulata in ambito nazionale ovvero nell'ambito territoriale di riferimento. Essa, quindi, è lo strumento per procedere alla programmazione dell'attività contrattuale della pubblica amministrazione e j contratti stipulati n violazione di tale prezzo massimo sono nulli (art. 9, comma 7).
18.6 Altre previsioni relative alla centralizzazione degli acquisti Le amministrazioni pubbliche tenute a ricorrere alla Consip o agli altri soggetti aggregatori, e quindi anche le università, possono procedere ad autonome procedure
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L'attività contrattuale
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di acquisto per stipulare contratti aventi durata e misura strettamente necessaria, nel caso iîn cui non siano disponibili i relativi contratti di Consip o dei soggetti ag-
gregatori e in caso di motivata urgenza (comma 3bis, art. 9, D.L. 66/2014). In tali casi
‘T'A.N.AC. rilascia i] CIG.
Tutte le amministrazioni pubbliche, comprese le università, devono, poi, approvvigionarsi: * di beni e servizi informatici e di connettività esclusivamente tramite gli strumenti di acquisto e di negoziazione di Consip o dei soggetti aggregatori, comprese le centrali di committenza regionali (L. 208/2015, art. 1, comma 512); * attraverso le convenzioni o gli accordi quadro messi a disposizione da Consip S.p.A. e dalle centrali di committenza regionali delle seguenti categorie merceologiche: energia elettrica, gas, carburanti rete e carburanti extra-rete, combustibili per riscaldamento, telefonia fissa e telefonia mobile (art. 1, D.L. 85/2012, conv. in L. 135/2012).
19. La tutela stragiudiziale in materia di contratti pubblici Iì D.Lgs. 50/2016 individua e disciplina le misure precontenziose deflative che, quali rimedi alternativi alla tutela giurisdizionale, si pongono come strumenti stragiudiziali di definizione delle liti. Specificamente sì tratta delle seguenti misure: a) accordo bonario: disciplinato dall’art. 205 del Codice per i lavori affidati da amministrazioni aggiudicatrici ed enti aggiudicatori, ovvero dai concessionari. Secondo la disposizione sì ricorre all'accordo bonario quando, in seguito all'iscrizione di riserve sui documenti contabili, l’importo economico dell’opera possa variare tra il 5% ed il 15% dell’importo contrattuale. Le disposizioni in materia di lavori sì applicano, in quanto compatibili, anche ai contratti di fornitura di beni di natura continuativa o periodica e di servizi, quando insorgano controversie in fase esecutiva degli stessi, circa l’esatta esecuzione delle prestazioni dovute (art. 206 del Codice). Le riserve sono domande, reclami e contestazioni con cui l'esecutore del contratto esprime alla
stazione appaltante il suo dissenso circa la contabilizzazione dei lavori o il contenuto degli atti di " direzione o controllo dell'appalto. Si tenga presente che il legislatore del D.L. 32/2019, conv. in L. 55/2019, ha introdotto una modifica — sia pure a carattere temporaneo — che incide sull'ambito di applicazione dell'accordo bonario. Infatti, fino al 30-6-2023 possono essere sottoposti a riserva anche gli aspetti progettuali che “ sono stati oggetto di verifica preventiva con conseguente estensione dell'ambito di applicazione dell'accordo bonario; j b) transazione: l’art. 208 del Codice definisce la transazione come quel rimedio esperi-
bile per risolvere le controversie relative a diritti soggettivi derivanti dall’esecuzione dei contratti pubblici di lavori, servizi, forniture, nel rispetto del codice civile. Essa è esperibile «solo ed esclusivamente» nell’ipotesi in cui non risulti possibile esperire altri rimedi alternativi. Deve avere la forma scritta a pena di nullità; c) arbitrato: trova applicazione per le controversie su diritti soggettivi, derivanti dall’esecuzione dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi, forniture, concorsi di progettazione e di idee (comprese quelle conseguenti al mancato raggiungimento dell'accordo bonario: art. 209). Inoltre, si applica anche alle controversie relative a concessioni e appalti pubblici di opere, servizi e forniture in cui sia parte una società
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Capitolo 9 a partecipazione pubblica ovvero una società controllata o collegata a una società a partecipazione pubblica, ai sensi dell’art. 2359 c.c., o che comunque abbiano ad oggetto opere o forniture finanziate con risorse a carico dei bilanci pubblici. In particolare, it cit. art. 209 del Codice subordina îl deferimento agli arbitri delle dette controversie alla
«previa autorizzazione motivata da parte dell'organo di governo dell'amministrazione»: l'inclusione della clausola compromissoria senza la preventiva autorizzazione, nel bando o nell'avviso con cui è indetta la gara, ©vvero, per le procedure senza bando, nell'invito, comporta la nullità delia stessa. Il comma 2 dell'art. 209 prevede che, nell’atto con cui viene indetta la gara (bando, avviso o invito), deve essere indicato se il contratto conterrà o meno ta clausola comprormissoria. L'aggiudicatario Ppuò ricusare la clausola compromissoria, che in tal caso non è inserità nel contratto, Comunican-
do tale volontà alla stazione appaltante entro venti giorni dalla conoscenza dell’'aggiudicazione. Resta sempre vietato il compromesso;
d) pareri di precontenzioso dell’A.N.AC.: ai sensi dell'art. 211 del Codice, l’Autorità anticorruzione ha il potere di esprimere pareri vincolanti, su iniziativa della stazione appaltante o di una o più delle altre parti, relativamente a questioni insorte durante lo svolgimento delle procedure di gara. Îl parere obbliga le partì, che preventivamente abbiano acconsentito, ad attenersi a quanto in esso stabilito. Iì parere vincolante è impugnabile innanzi ai competenti organi della giustizia ammini-
strativa, ai sensi dell'art. 120 del codice del processo amministrativo: in caso di rigetto del ricorso, il giudice valuta il comportamento del ricorrente al fine dell'irrogazione
della sanzione pecuniaria a titolo di lite temeraria, ex art. 286 c.p.a.
L'art. 211 del Codice attribuisce, poi all'A.N.AC. dei «poteri di intervento», che le consentono di «incidere massicciamente» sulle procedure concorsuali indette dalle stazioni appaltanti divenendo,
al contempo,
arbitro e garante delle stesse.
Innanzitutto è attribuita all'A.N.AC. una specifica legittimazione ad agire in giudizio per l'impugnazione «dei bandi, degli altri atti generali e dei provvedimenti relativi a contratti di rilevante impatto», ernessi da qualsiasi stazione appaltante, laddove l'Autorità ritenga che gli stessi violino le norme in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture (comma 1bis},
La seconda modalità di intervento riconosciuta all'A.N.AC. è data dal potere di emettere un parere
motivato qualora ritenga che una stazione appaltante abbia adottato un provvedimento viziato
da gravi violazioni della normativa
del Codice dei contratti. Detto parere, da emettere entro 60
giorni dalla notizia della violazione, deve contenere l'indicazione dei vizi di tegittimità riscontrati ed essere trasmesso alla stazione appaltante. In caso di mancato adeguamento al parere, nel termine assegnato dall'Autorità (Comunque non superiore a 60 giorni dalla trasmissione), l'A.N.AC. può presentare ricorso, entro i successivi 30 giorni, innanzi al giudice amministrativo, secondo
le previsioni di cui all'art. 120 del Codice del processo ammiìnistrativo {comma iter). A chiusura di questo sistermna di interventi è rimesso alla stessa A.N.AC. il potere di individuare, con proprio regolamento, i casi o le tipologie di provvedimenti in relazione ai quali esercitare i citati poteri (Comma
1quater).
Agli strumenti previsti nel Codice deve affiancarsi il Collegio consultivo tecnico, che è uno strumento dî deflazione del contenzioso a carattere temporaneo, introdotto e disciplinato dal D.L. 32/2019 conv. in L. 55/20019, con la finalità di prevenire controversie relative all’esecuzione del contratto. Il D.L. 76/2020 ha confermato la centralità di quest'organo nei contratti pubblici, stabilendo, all'art.
6, l’obbligatorietà della sua costituzione presso ogni stazione appaltante, fino al 30-6-2023, prima dell’avvio dell'esecuzione dei lavori diretti alla realizzazione di opere pubbliche d'importo pari o superiore alle soglie di cui all'art. 35 det D. Lgs. 50/2016, o comunque non oltre dieci giorni da tale data.
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Pericontratti per i quali l'esecuzione è iniziata prima dell'entrata in vigore del decreto semplificazioni
2020, il Collegio deve essere nominato entro il termine di trenta giorni decorrenti dalla stessa data.
Compito principale di quest'organo è quello di svolgere la funzione di assistenza per la rapida risoluzione delle controversie o delle dispute tecniche di ogni natura suscettibili di insorgere nel corso dell'esecuzione del contratto stesso. Esso, inoltre, svolge funzioni consultive e operative con riferimento ai casi di sospensione delle opere pubbliche disciplinati dall'art. 5 del 76/2020. Per le opere sottosoglia le parti possono comunque nominare un Collegio consultivo tecnico. L'art. 6 del D.L. 76/2020 ne disciplina le modalità operative e i Compensi.
20.IL riparto di giurisdizione in materia di contratti pubblici In materia di contratti della P.A. si distinguono due fasi in cui sì svolge il rapporto contrattuale:]la prima, anteriore, Ja seconda, successiva alla stipulazione. La prima regolata dal diritto pubblico, la seconda dal diritto civuile.
Tale distinzione è importante ai fini dell'individuazione del giudice competente a dirimere eventuali controversie: per quelle relative alla fase anteriore alla stipula del contratto è competente il Giudice Amministrativo, mentre per quelle successive a tale momento è competente il Giudice Ordinario. Per quanto riguarda l’ambito della giurisdizione amministrativa, questa è definita dall'art. 133, comma 1, lett. e), del Codice del processo amministrativo (D.Lgs. 104/2010), mentre il rito processuale applicabile alle relative controversie è dettato dagli artt. 119 ss. dello stesso testo.
21. | contratti pubblici e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza {PNRR) Îl settore delle opere e dei lavori pubblici riveste um'importanza cruciale per l’economia di ogni Stato; e, infatti, rilanciarlo e sostenerlo rappresenta uno degli obiettivi prioritari del PNRR e del PNC.
Per tale motivo, mmolte disposizioni del D.L. 77/2021, conv. in L. 108/2021, sono dedicate alla materia dei contratti pubblici, conlo scopo di accelerare e, al contempo, semplificare Fiter procedurale degli interventi finanziati dal PNRR, dal PNC e dai fondi UE. Va detto anzitutto che l'art. 10 del decreto stabilisce, proprio nell’ottica di sostenere la definizione e l'avvio delle procedure di afidamento e di accelerare l’attuazione degli investimenti pubblici, in particolare di quelli previsti dal PNRR e dai cicli di programmazione nazionale e dell'UE 2014-2020 e 2021-2027, che le amministrazioni coinvolte possono avvalersi del supporto tecnico-operativo di società in house (qualificate secondo l’art. 38 del D.Lgs. 50/2016), stipulando apposite convenzioni.. Quanto alla valutazione della congruità economica dell’offerta (a.rt 192, comma 2, Codice dei contratti), si tiene conto dell’oggetto e del valore della prestazione.
ll provvedimento di affidamento, poi, deve motivare i vantaggi, in termini di risparmio
di tempi e di costi, che derivano dalla scelta di rivolgersi a una società in house piuttosto che ricorrere al mercato, impiegando come metro di comparazione gli standard di riferimento di Consip S.p.A. e delle centrali di committenza regionali. È previsto, inoltre, allo scopo di garantire una rapida attuazione dei progetti del PNRR e degli altri interventi a esso collegati, che la Consip metta a disposizione delle pubbliche amministrazioni specifici contratti, accordì quadro e servizi di supporto tecnico, nonché
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Capitolo 9 un programma di informazione, formazione e procedure di acquisto e di progettualità per Procurement e il rafforzamento della capacità amministrazioni stesse (art. 11, modificato dal
tutoraggio nella gestione delle specifiche l’evoluzione del Sistema Nazionale di eamministrativa e tecnica delle pubbliche D.L. 152/2021, conv. in L. 233/2021).
Inoltre, per aumentare l’efficacia e l’efficienza dell’attività di approvvigionamento e garantire una rapida attuazione delle progettualità del PNRR e degli altri interventi ad esso collegati, compresi i programmi cofinanziati dall’Unione europea per il periodo 2021/2027, la società Consip S.p.A. deve (art. 11, D.L. 77/2021):
* predisporre per le pubbliche amministrazioni specifici contratti, accordi quadro e servizi di supporto tecnico;
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* realizzare un programma di informazione, formazione e tutoraggio nella gestione delle specifiche procedure di acquisto e di progettualità per l'evoluzione del Sistema Nazionale di e-Procurement e il rafforzamento della capacità amministrativa e tecnica delle pubbliche amministrazioni; * coordinarsi con le centrali di committenza regionali perle attività degli enti territoriali di competenza. Le suddette disposizione devono essere applicate anche perle acquisizioni di beni e servizi informatici e di connettività effettuati dalla Sogei S.p.A., per la realizzazione e l’implementazione dei servizi delle pubbliche amministrazioni affidatarie in ottemperanza a specifiche disposizioni normative o regolamentari, le cui procedure di afidamento sono
poste in essere dalla Consip S.p.A. secondo quanto stabilito dall’art. 4, comma 3ter, D.L. 95/2012, conv. in L. 135/2012.
Il decreto assegna il compito di realizzare le suddette le finalità al MEF attraverso la stipula con la società Consip $.p.A. di un apposito disciplinare. Al Titolo III, artt. 44-46, il decreto introduce, poi, una procedura semplificata per la realizzazione delle 10 opere contenute nell’Allegato IV al decreto stesso (ossia opere pubbliche di particolare complessità o di rilevante impatto); tra queste vi sono, ad esempio, la realizzazione dell’asse ferroviario Palermo-Catania-Messina e della linea ferroviaria Battipaglia-Potenza-Taranto. Per queste opere è stabilito che, prima di essere sottoposte all'iter di approvazione dei
progetti che riguardano i lavori pubblici previsto dall’art. 27 del Codice dei contratti pubblici, il relatìvo progetto di fattibilità tecnica ed economica va trasmesso al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, affinché il Comitato speciale del CSLE, istituito — fino al 31-1-2026 — appositamente dal D.L. n. 77 e regolamentato all’art. 45, lo esamini entro 15 giorni dalla ricezione. l Comitato indica alla stazione appaltante le eventuali integrazioni che devono essere apportate al progetto e questa deve provvedere entro ì successivi 15 giorni. Il Comitato deve esprime il parere entro 45 giorni dalla ricezione del progetto o entro 20 giorni dalla ricezione del progetto modificato. In caso d’inerzia, scatta il silenzio assenso. Sono previsti tempi ridotti anche per la preventiva verifica dell’impatto ambientale e dell’interesse archeologico, cui è stata destinata una soprintendenza speciale. Perle opere comprese nell’Allegato IV, e comunque per tutti gli interventi finanziati, anche in parte, con le risorse del PNRR e del PNC, possono essere individuate, con decreto del MIMS, entro 60 giorni dall’entrata in vigore del D.L. 77/2021, le soglie dimensionali delle apere da sotteporre obbligatoriamente a dibattito pubblico (istituto previsto dall’art.
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22 del Codice dei contratti pubblici) inferiori rispetto a quelle stabilite’dall’allegato 1 al D.P.C.M.76/2018 (Regolamento recante modalità di svolgimento, tipologie e soglie dimensionali delle opere sottoposte a dibattito pubblico). In relazione agli interventi previsti dall’Alegato IV del D.L. semplificazioni 2021, il dibattito pubblico può avere una durata massima di 45 giornie tutti i termini previsti dal citato D.P.C.M. sono ridotti alla metà. Tra le disposizioni più rilevanti riportate dal Titolo IV, artt. 47-56, del decreto n. 77, e che riguardano specificamente le procedure relative agli investimenti pubblici finanziati . con le risorse previste dal PNRR e dal PNC, citiamo le seguenti:
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* allo scopo di favorire le pari opportunità, generazionali, di genere e per promuovere l’inclusione lavorativa delle persone disabili, nei contratti pubblici PNRR e PNC, sono previsti, all'art. 47, una serie di obblighi sia per le aziende concorrenti sia per le stazioni appaltanti. * osì, ad esempio, le imprese, anche di piccole dimensioni (si parte da 15 dipendenti), partecipanti alle gare e che poi risultino affidatarie dei contratti, hanno l’obbligo di presentare alla stazione appaltante, entro sei mesi dalla conclusione del contratto, una relazione di genere sulla situazione del personale maschile e femminile in ognuna delle professioni e in relazione allo stato di assunzioni, formazione, promozione professionale ecc. Il comma 3bis del D.L. 77/2021 prevede per tali soggetti anche l’obbligo di consegna, alla stazione appaltante ed entro il medesimo termine di sei mesi dalla conclusione del contratto, di una relazione relativa all’assolvimento degli obblighi previsti dalla legge peril diritto al lavoro dei disabili (L. 68/1999) e alle eventuali sanzioni e provvedimenti disposti a loro carico nel triennio antecedente la data di scadenza di
presentazione delle offerte;
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* le stazioni appaltanti possono ricorrere alla procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara (art. 63 del Codice), per i settori ordinari, e alla procedura negoziata senza previa.indizione di gara (art. 125 del Codice), perisettori speciali, nella misura strettamente necessaria, quando, per ragioni di estrema urgenza derivanti da circostanze imprevedibili, non imputabili alla stazione appaltante, l’applicazione dei termini, anche abbreviati, previsti dalle procedure ordinarie può compromettere la realizzazione degli obiettivi o il rispetto dei tempi di attuazione di cui al PNRR nonché al PNC e ai programmi cofinanziati dai fondi strutturali dell'Unione Europea (art. 48). Al solo scopo di assicurare la trasparenza, le stazioni appaltanti danno evidenza dell'avvio delle procedure negoziate mediante i rispettivi siti internet istituzionali. Ferma restando la possibilità, per gli operatori economici, di manifestare interesse a essere invitati alla procedura, la pubblicazione non costituisce ricorso a invito, avviso o bando di gara a seguito del quale qualsiasi operatore economico può presentare un'offerta. A norma, dell'art. 62 del Codice dei contratti: *
il termine minimo per la ricezione delle domande di partecipazione è di trenta giorni dalla data di trasmissione del bando di gara o0, se è utilizzato come mezzo di indizione dî una gara un awviso di preinformazione, dalla data d'invio dell'invito a confermare interesse. Tali termini sono ridotti a dieci giorni se sussistono le condizioni indicate dall’art. 61, commi 4, 5 e 6 del medesimo Codice; *_ ittermine minimo per ta ricezione delle offerte iniziali è di trenta giorni dalla data dî trasmissione dell'invito. Tali termini sono ridotti a dieci giorni se sussistono le condizioni indicate dall'art. 61, commi 4, 5 e 6 del rnedesimo Codice;
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Capitolo 9
* quanto alle stazioni appaltanti, esse, tra l’altro, nei bandì, negli avvisi e negli inviti devo-
no prevedeére specifiche clausole per inserire, come requisiti necessari e come ulteriori
requisiti premiali dell’offerta, criteri diretti a promuovere l’'imprenditoria giovanile, la parità di genere ecc.;
* per tutelare la libera concorrenza e il pluralismo degliì operatori di mercato, la legge di conversione ha previsto la possibilità di inserire, nel bando di gara, nell'avviso o nell’invito, criteri premiali volti ad agevolare piccole e medie imprese nella valutazione dell'’offerta; * per ogni procedura, come di regola, deve essere nominato un responsabile unico del procedimento (RUP); egli, con propria determinazione, adeguatamente motivata, valida e approva ciascuna fase progettuale o di esecuzione del contratto, anche in corso d’opera, eccezion fatta perla verifica preventiva della progettazione, che spetta ad altri soggetti così come previsto dall’art. 26, comma $, del D.Lgs. 50/2016; * è ammesso l'affidamento della progettazione ed esecuzione dei lavori anche sulla base del progetto di fattibilità tecnica ed economica posto a base di gara, in deroga all'art. 1bis, art. 59, del D.Lgs. 50/2018, il quale, invece, stabilisce che detto affidamento avvenga sulla base del progetto definitivo. * A tal proposito, il MIMS ha emanato nel luglio 2021 le Linee guida per la redazione del progetto di fattiblità economica da porre a base dei contratti pubblici di lavori del PNRR e del PNC; * le stazioni appaltanti che procedono agli affidamenti possono prevedere nel bando di gara o nella lettera d’invito l’assegnazione di un punteggio premiale per l’uso nella progettazione di metodi e strumenti elettronici specifici quali quelli di modellazione per l'edilizia e le infrastrutture. L’obbligo di bandire le gare d'appalto e di progettare le opere pubbliche con il Building Information Modeling! (BIM) è stato introdotto dal Codice dei contratti e disciplinato dal D.M. 560/2017; * il parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici è reso esclusivamente sui progetti di fattibilità tecenica ed economica di lavori pubblici di competenza statale, o comunque finanziati per almeno il 50 per cento dallo Stato, di importo pari o superiore ai 100 milioni di euro; i] parere non riguarda anche la valutazione di congruità del costo. Per
gli investimenti di importo inferiore ai 100 mila euro dalla data di entrata in vigore del
D.L. 77/2021 e fino al 31 dicembre 2026 si prescinde dal parere del CSLP; * decorsi inutilmente i termini per la stipulazione del contratto, la consegna dei lavori, la costituzione del collegio consultivo, gli atti e le attività previste dal D.L. 76/2020, art. S, nonché gli altri termini previsti dalla legge, dall’ordinamento della stazione appaltante o dal contratto per l’adozione delle determinazioni relative all’esecuzione dei contratti PNRR e PNC, il responsabile del procedimento esercita il potere sostitutivo in caso d'inerzia, d'ufficio o su richiesta dell’interessato entro un termine pari alla metà di quello originariamente previsto. Ciò allo scopo di garantire il rispetto dei tempi di attuazione previsti dal PNRR, dal PNC e dai programmi cofinanziati dai fondi strutturali UE. I] contratto diviene efficace con la stipulazione e non è sottoposto alla condizione sospensiva dell’esito positivo dell’eventuale approvazione e degli altri controlli previsti dalle norme proprie delle stazioni appaltanti (art. 50).
L’attività contrattuale
22. Aspetti specifici dell'attività negoziale delle università Si è già detto che le università hanno autonomia negoziale, nel rispetto dei propri fini istituzionali e delle disposizioni della L. 168/1989, e che possono disciplinare, con proprio regolamento (limitatamente ai casi non regolamentati da norme di legge che recepiscono direttive europee e ai regolamenti europei in materia, nonché nel rispetto dei principi dell’ordinamento contabile dello Stato e degli enti pubblici), l’attività negoziale. Perle vendite e gli acquisti immobiliari e mobiliari, le permute, le locazioni attive e passive, . le donazioni, i comodati, le eredità e i legati sì applicano le norme speciali. In genere, per l’acquisto di beni immobili si procede mediante trattativa privata, preceduta da idoneo avviso pubblico nel quale risultino indicate tutte le eventuali specifiche tecniche, funzionali, qualitative, logistiche ed economiche richieste dall’Ateneo. È il Consiglio di amministrazione ad essere competente sia per le delibere di autorizzazione all'indizione dell’avviso pubblico finalizzato all’acquisto di immobili sia per quelle di approvazione dell’esito della successiva trattativa privata. Quanto alla vendita di beni immobili di proprietà dell'Ateneo, essa è effettuata mediante asta pubblica, ai sensi di legge. Le procedure d’asta sono autorizzate dal Consiglio di amministrazione ed approvate al loro esito. È richiesto il parere di congruità dell'Agenzia delle Entrate (Ufficio provinciale di riferimento-Territorio) o dell'Agenzia del Demanio.
La stipula dei contratti di acquisto e vendita di beni immobili è di competenza del Rettore. Perle locazioni di beni immobili, attive e passive, e la costituzione di diritti reali si procede mediante trattativa privata, nel rispetto dei criteri perla determinazione del corrispettivo stabiliti dalla legge; è richiesto, in genere, il parere di congruità dell’Agenzia delle Entrate - Ufficio provinciale di riferimento-Territorio o dell'Agenzia del Demanio. Le università possono accettare donazioni, eredità o legati previa autorizzazione del Consiglio di amministrazione (il regolamento può stabilire i casi in cui si può prescindere da detta autorizzazione). Il relativo atto è sottoscritto dal Rettore. Riguardo j contratti passivi, cui gran parte di questo capitolo è dedicato, e, in particolare, le competenze spettanti agli organi delle università, esse sono così ripartite: * la delibera all’autorizzazione a contrarre nonché quelle relative all’aggiudicazione ed autorizzazione alla stipula dei contratti spettano al Consiglio di amministrazione (salvo i casi di comprovata urgenza per i quali si può ricorrere a decreto rettorale); * i contratti d'appalto sono sottoscritti dal Direttore generale che, con proprio atto organizzativo, può attribuire tale competenza, in misura anche parziale, ad un Dirigente.
In taluni casi, disciplinati dai singoli regolamenti, per i quali è consentito ai centri di responsabilità di Ateneo di procedere autonomamente, la sottoscrizione dei contratti compete per le strutture del’Amministrazione al Dirigente e per i Dipartimenti al Direttore;
* la stipula del contratto spetta al Rettore.
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Vol. 42Manuale di Legislazione universitaria 1Smì"x'—iì
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CAPITOLO 10
Il personale docente
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SOMMARIO 1. La riforma Gelmini. - 2. Il meccanismo antecedente la riforma Gelmini. - 3. Il meccanismo di reclutamento vigente (L. 240/2010). - 4. | ricercatori. - 5. La mobilità interuniversitaria. - 6. Il trat-
tamento economico. - 7. Stato giuridico dei professori e dei ricercatori di ruolo. - 8. Professori a
contratto. - 9, Dottorato di ricerca, - 10. Collaboratori, esperti di lingua madre e lettori di scambio.
- 11. Altre figure.
1. La riforma Gelmini L'Università persegue i suoi fini istituzionali attraverso organi, uffici, mezzi strutturali
e finanziari di cui dispone, ma soprattutto attraverso il proprio personale, articolato in personale docente e personale tecnico-amministrativo. A seguito della riforma del pubblico impiego, la disciplina del rapporto di servizio del personale dell’Università ha acquisito diverse caratteristiche giuridiche: infatti, mentre
quello tecnico-amministrativo è stato assoggettato alla normativa sulla privatizzazione intrapresa dal D.Lgs. 29/1993, successivamente trasfuso con modificazioni ed integrazioni nel D.Lgs. 165/2001 (cd. Testo unico sul pubblico impiego), quello docente non è stato coinvolto da tale processo di contrattualizzazione, rimanendo, così ancorato alla tradizionale disciplina dai connotati strettamente pubblicistici. Il tratto comune alle diverse tipologie di personale dipendente
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è rappresentato dalla competenza propria e autonoma delle
università nella gestione del personale, tenuto conto dei propri fabbisogni, a seguito dei vincoli finanziari e di bilancio, oltre che dei principi posti in materia dalle leggi dello Stato. In particolare, la normativa riguardante il reclutamento e lo stato giuridico ed economico dei docenti universitari è stata oggetto, negli ultimi anni, di una ridefinizione da parte del legislatore, realizzatasi prima con l'approvazione della L. 4 novembre 2005, n. 230 (cd. legge Moratti) e del D.L. 10 novembre 2008, n. 180 (cd. decreto Gelmini) convertito con modifiche in L. 9 gennaio 2009, n. 1 (oltre che con l’'approvazione di alcune disposizioni specifiche contenute nel D.L. 112/2008, conv. L. 133/2008) e poi con quella della L. 30 dicembre 2010, n. 240 (cd. Riforma Gelmini) che disciplina l’organizzazione delle università, il personale accademico e il reclutamento e contiene la delega al governo per incentivare la qualità e l'eficienza del sistema universitario. In questa sede è opportuno rilevare che, in relazione al reclutamento dei docenti e alle progressioni di carriera, la legge Moratti (230/2005) non è mai stata applicata, nonostante l'emanazione del decreto attuativo, relativo alla delega al Governo a procedere al riordino della disciplina concernente il reclutamento dei professori universitari, it D.Lgs 6 aprile 2006, n. 164. Tuttavia, a seguito dell'entrata in vigore del regolamento 222/2011, in seguito sostituito dal D.P.R. 4 aprile 2016, n. 95, sulle modatità di espletamento delle procedure finalizzate al conseguimento dell'abilitazione scientifica nazionale
prevista dalla Legge 240/20410, il D.Lgs. 164/ 2006 è stato abrogato.
La L. 240/2010 introduce una seriîe di novità a partire dall’organizzazione interna alle
modalità di reclutamento dei docenti e dei ricercatori, incluse le norme per favorire la
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{ personale docente
formazione e l’accesso dei giovani studiosi; dalla valutazione della qualità della didattica e della ricerca all’attribuzione delle risorse in base ai risultati conseguiti fino alla gestione finanziaria, da rendere pìù efficiente e trasparente. La valorizzazione della qualità e l’efficienza del sistema universitario sono poi perseguite da un lato, come precedentemente detto, attraverso l’accreditamento dei corsi di studio
e delle sedi, ad opera del MUR, e dall’altro introducendo un sistema di valutazione dei risultati conseguiti dalle università, nell’ambito della didattica e della ricerca, che interessa anche l’attività dei docenti. "Lo stato giuridico del personale docente riguarda tre distinti aspetti: il primo è quello dei doveri e dei diritti dei docenti universitari; il secondo è quello delle articolazione delle loro carriere e dalle relative modalità concorsuali; il terzo è quello del trattamento economico. 1l denominatore comune nella docenza universitaria è da rinvenirsi nella dichiarata garanzia di libertà didattica e di ricerca. Sotto il profilo meramente organizzativo, invece, sì distinguono compiti e responsabilità differenziati in ragione della diversità delle figure e del personale accademico. In definitiva, come autorevole dottrina ha affermato, «l'unicità del ruolo non vale, tuttavia, quale concettuale e funzionale indistinzione delle due fasce di professori» (VINGIANI, SANTORO).
Il personale accademico si distingue nei seguenti ruoli: * professoare ordinario (o professore di I fascia) a cui si accede a seguito di un concorso. Condizione fondamentale è il possesso dell’abilitazione scientifica nazionale ottenuta attraverso una procedura di valutazione bandita annualmente; * professore associato (o professore di II fascia). Vige lo stesso sistema che viene utilizzato per il professore ordinario, ad eccezione del numero richiesto per ititoli e per le pubblicazioni che è inferiore; * professore aggregato. Sì tratta di figure quali i ricercatori a tempo ' indeterminato, gli assistenti del ruolo ad esaurimento e i tecnici laureati, che hanno svolto tre anni di insegnamento, i professori incaricati stabilizzati a cui sono affidati, con il loro consenso e fermo restando il rispettivo inquadramento e trattamento giuridico ed economico, corsi e moduli per l’anno accademico in cui li svolgono, compatibilmente con la programmazione didattica definita dai competenti organi accadernici; * professore a contratto. Si tratta di una figura che non fa parte del personale accademico, ma collabora all’interno di una istituzione universitaria svolgendo, in modo continuativo, attività di insegnamento; generalmente è esperta nella materia, per la quale è stata reclutata per esigenze didattiche specifiche e circoseritte nel tempo; * ricercatore universitario, una figura che svolge attività di ricerca scientifica e tecnologica a tempo determinato.
2. Îl meccanismo antecedente la riforma Gelmini Prima di descrivere dettagliatamente i nuovi meccanismi di L. 240/2010, è opportuno ricordare la legislazione precedente, caratteristiche. Senza andare troppo indietro negli anni, con la normativa 3 luglio 1998, n. 210 recante «Norme per il reclutamento dei
reclutamento, voluti dalla evidenziando le principali introdotta attraverso la L. ricercatori e dei professori
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Capitolo 10 universitari di ruolo», la competenza ad espletare le procedure per la copertura dei posti vacanti e la nomina in ruolo di professori ordinari, nonché di professori associati e di ricercatori, viene decentrata presso i singoli atenei. La disciplina per la copertura dei posti è contenutain un apposito regolamento governativo di delegificazione, il D.P.R. 19 ottobre 1998, n. 390, a norma dell'art. 1 della L. 210/1998, in seguito sostituito dal D.P.R. 23 marzo 2000, n. 117. Detto regolamento rendeva effettivo un sistema di reclutamento fondato sul concorso locale, a) livello di ogni singola università. In particolare, era prevista, con decreto rettorale, l’indizione, attestante la relativa copertura finanziaria ed il rispetto dei limiti di spesa, delle procedure di valutazione comparativa dei candidati, distinte per settore scientifico-disciplinare, previa deliberazione degli organi accademici nell'ambito delle rispettive competenze. Per ciascun posto di professore ordinario o associato, doveva essere indetta una distinta procedura di valutazione comparativa. Lo stesso, pubblicato dall’Università e pubblicizzato anche per via telematlcà doveva definire le modalità e i tempi per la presentazione delle domande, delle pubblicazioni scientifiche e dei titoli da parte dei candidati. Lo stesso poteva, altresì, prevedere limitazioni sul numero di pubblicazioni scientifiche da presentare per la partecipazione a ciascuna procedura; l’inosservanza di detto limiìte determinava l’esclusione del candidato dalla procedura.
3. l meccanismo di reclutamento vigente (L. 240/2010) A seguito dell’entrata ìn vigore della riforma Gelmini nel 2010,;viene riproposto i] sistema di reclutamento dei docenti universitari in due fasi: una prima fase è a livello nazionale,
l’altra a livello degli atenei. Nella prima fase è prevista la procedura per acquisire l’abilitazione scientifica nazionale per un determinato settore concorsuale (costituito da più settori scientifico-disciplinari) e tale procedura, all’interno della quale è nominata una commissione che effettuala scelta degli abilitati sulla base di determinati parametri e criteri, è disciplinata con regolamento. La seconda fase sì svolge, invece, a livello degli atenei che, attraverso regolamenti interni, disciplinano la chiamata di professori di prima e seconda fascia che abbxa.no conseguito l’abilitazione scientifica nazionale. 3.1 L'abilitazione scientifica nazionale Secondo quanto previsto dall’art. 16 della L. 240/2010, viene istituita l’abilitazione scientifica nazionale come la qualificazione scientifica che attesta il requisito necessario per accedere alle funzioni di professore di prima e seconda fascia; ha una durata di nove anni {a seguito della modifica dell’art. 16, L. 240/2010, riportata dal D.L. 29 ottobre 2019, conv. in L. 20 dicembre 2019, n, 159) e prevede requisiti diversi perlo svolgimento di dette funzioni. Le mmodalità di espletamento delle procedure, finalizzate al conseguimento dell'abilitazione, sono disciplinate con regolamento. In virtù dello stesso, disciplinato con D.P.R. 4 aprile 2016, n. 95, viene stabilito che dette procedure sono avviate distintamente e per ciascun
settore concorsuale (perla prima ela seconda fascia dei professori universitari) con decreto del direttore generale del Ministero, adottato ogni due anni entro il mese di dicembre. Per gli anni 2021-2023 non sitiene conto del termine per l'adozione del decreto.
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Il personale docente
Le domande di partecipazione, che sono presentate al Ministero senza una scadenza prefissata, sono corredate da titoli e pubblicazioni scientifiche e inviate per via esclusivamente telematica con una procedura ad hoc; il candidato deve specificare qguali pubblicazioni sono soggette a diritti di proprietà intellettuale. L’elenco dei titoli e delle pubblicazioni è poi pubblicato sul sito del Ministero, nella parte appositamente riservata alle procedure di abilitazione. I criteri di valutazione, la cui adeguatezza e congruità sono sottoposte a verifica quinquennale (sulla base dei pareri espressi dal Consiglio Universitario Nazionale -CUN- e dall’Agenzia Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca -ANVUR), sono disciplinati da un apposito decreto del Ministro (D.M.7 giugno 2016, n.120) che prevede un numero massimo di pubblicazioni scientifiche da presentare, e comungue non inferiore a dieci. La prima verifica è effettuata dopo il primo biennio. IL DM 7 giugno 2016, n. 120 definisce i criteri e i parametri per la valutazione dei candidati all'abilitazione scientifica nazionale per le funzioni di professore universitario. Lo stesso stabilisce che l’abilitazione viene assegnata ai candidati che raggiungono determinati valori soglia, distinti per fascia e per area, a seguito della mmisurazione relativa alle rispettive produzioni scientifiche. in sostanza, sono utilizzati degli indicatori di attività scientifica (stabiliti dal'ANVUR e che si concretizzano di norma in parametri quantitativi) che si applicano in modo diverso, secondo i settori concorsuali prestabiliti. La Commissione formula un motivato giudizio di merito sulla qualificazione scientifica del candidato, basato sulla valtutazione delle pubblicazioni e dei titoli presentati, prendendo come riferimento esclusivamente le informazioni contenute nella domanda. La valutazione delle pubblicazioni scientifiche e dei titoli è volta ad accertare: * *
per le funzioni di professore di prima fascia, ia piena maturità scientifica del candidato, attestata
dall'importanza delle ternatiche scientifiche affrontate e dal raggiungimento di risultati di rilevante
qualità e originalità; . per le funzioni di professore di seconda fascia, la maturità scientifica del candidato, intesa come il riconoscimento di un livello positivo della qualità e originalità dei risultati raggiunti nelle ricerche effettuate.
Lo stesso decreto determina, altresì, i criteri secondo cui la Commissione valuta le pubblicazioni scientifiche, quali ad esempio la coerenza con le tematiche del settore concorsuale o con tematiche interdisciplinari; l'apporto individuate nei lavori in collaborazione; la qualità della produzione scientifica, valutata all'interno del panorama nazionale e internazionale della ricerca, sulla base dell'originalità, del rigore metodologico e del carattere innovativo; il numero e il tipo delle pubblicazioni presentate nonché la continuità della produzione scientifica sotto l profilo temporale.
Decorso l primo biennio e successivamente ogni cinque anni, il Ministro procede alla verifica dell'a-
deguatezza e congruità dei criteri, dei parametri e degli indicatori, secondo quanto previsto dall'art. 4 del Regolamento, nonché del numero massimo delle pubblicazioni,
Ai sensi del D.P.R. 95/20186, le procedure si svolgono presso le università che, individuate mediante sorteggio effettuato per ciascun settore concorsuale, assicurano le strutture e il supporto di segreteria, nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie. È l’Università che, per ciascuna procedura di abilitazione, nomina un responsabile del procedimento che ne assicura il regolare svolgimento, nel rispetto della normativa vigente, ivi compresele forme di pubblicità previste dal regolamento, relative alle fasi della Pprocedura successiva alla scelta della sede. È previsto con decreto il procedimento per la formazione della Commissione nazionale, i eui componenti sono individuati mediante sorteggio, all’interno di una lista composta, per ciascun settore concorsuale, dai norninativi di professori ordinari del settore concorsuale di riferimento che hanno presentato domanda per esservi inclusi. La Commissione, che
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Capitolo 10 accede alle domande per via telematica così come all'elenco dei titoli e delle pubblicazioni scintifiche e della relativa documentazione, è composta da cinque mermbri; ha mandato biennale e conclude il lavoro di valutazione di ciascuna domanda nel termine di quattro mesi, decorrenti dalla scadenza del quadrimestre nel corso del quale è stata presentata la candidatura. Inoltre, nelterzo semestre di durata della comrmnissione in carica è avviato il procedimento
per la formazione della nuova Commissione di durata biennale.
Occorre sottolineare che i termini per i lavori di valutazione delle domande, così come le date di scadenza della prescrizione delle domande e i mandati della Commissione sono, per la tornata 2018-2020, prorogati a causa dell'emergenza derivante dalla pandermia da Covid-19.
Entro venti giorni dalla scadenza di ciascun quadrimestre, sono calcolati i valori dei parametri dell’attività scientifica di ciascuno dei candidati che ha presentato domanda e comunicatì telematicamente al singolo candidato. ] candidati, possono ritirare la do-
manda entro ì successivi dieci giorni. Inoltre, gli stessi, nell'ipotesi di modifica dei criteri di valutazione, possono ritirare la propria candìdatura nei dieci giorni successivi alla
pubblicazione dei medesimi criteri.
La Commissione, nello svolgimento dei lavori, può avvalersi della facoltà di acquisire pareri scritti che diventano obbligatori nel caso di candidati il cui settore concorsuale oggetto della procedura non sia rappresentato nella Commissione; la Commissione attribuisce l’abilitazione a maggioranza assoluta dei componenti. Se la Commissione non ha concluso le valutazioni, entro la scadenza del termine, il competente direttore generale del Ministero avviala procedura di sostituzione della Commissione. Il mancato conseguimento dell’abilitazione comporta la preclusione a presentare una nuova domanda per lo stesso settore e per la stessa fascia o per la fascia superiore, nel corso dei dodici mesì successivi alla data di presentazione della domanda. In caso di conseguimento dell’abilitazione, è preclusala presentazione di una nuova domanda, perlo stesso settore e per la stessa fascia, nei quarantotto mesi successivi al conseguimento della stessa. ; Ridefinizione dei settori concorsuali ; Ai fini delle procedure per il conseguimento dell’abilitazione scientifica, la riforma Gelmini del 2010
; ha determinato con decreto ministeriale (D.M. 30-10-2015, n. 855) i settori concorsuali, riducendoli
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e raggruppandoli in macrosettori. A fronte di questa ridefinizione, il Rettore ha il compito di provvedere all’inquadramento dei professori di prima e seconda fascia e dei ricercatori nei nuovi settori concorsuali, laddove è prevista la corrispondenza univoca tra questi ultimi e i previgenti settori scientifico —disciplinare; l’inquadramento în questo caso è d'ufficio. Nel caso în cui la corrispondenza non sia univoca, tale inquadramento è disposto su domanda del docente interessato da presentare al Rettore, tramite un'apposita procedura informatizzata messa a disposizione dal Ministero.
3.2 La chiamata dei professori In applicazione della Legge 9 maggio 1989, n. 168, la riforma Gelmini (L. 240/2010) stabilisce all’ art. 18 che le università con proprio regolamento disciplinano la chiamata dei professori di prima e seconda fascia, nel rispetto del codice etico e dei principi enunciati nella Carta europea dei ricercatori nonché di una serie di criteri tra cui: * la pubblicità del procedimento di chiamata sulla Gazetta ufficiale, sul sito dell’ateneo, su quello del Ministero con informazioni dettagliate sul settore concorsuale e sulle specifiche funzioni, sui diritti e doveri e sul relativo trattamento economico e previdenziale;
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* l'ammissione al procedimento di studiosi in possesso dell’abilitazione per il settore concorsualé e per le funzioni oggetto del procedimento; * la valutazione delle pubblicazioni scientifiche, del curriculum e dell’attività didattica degli studiosi; * la formulazione della proposta di chiamata da parte del dipartimento con voto favorevole della maggioranza assoluta dei professori di prima fascia per la chiamata dei professori di prima fascia e con la stessa maggioranza dei professori di prima e seconda fascia, con delibera del Consiglio di amministrazione, per la chiamata dei professòri di seconda fascia. Tra i criteri indicati, vi è quello in base al quale chi è parente fino al 4° grado, compreso di un professore del Dipartimento o della struttura universitaria ovvero del Rettore, del Direttore generale o di un consigliere di amministrazione, non potrà rispondere alla chiamata all'insegnamento Nell’ambito dì disponibilità del bilancio di ciascun ateneo, i procedimenti perla chiamata dei professori di prima e di seconda fascia nonché l’attribuzione dei contratti di ricerca di ciascun ateneo sono effettuati sulla base della programmazione triennale. Nell’ambito della stessa programmazione, le risorse delle università statali, corrispondenti ad almeno un quinto dei posti disponibili di professori di ruolo, sono vincolate alla chiamata di coloro che nell'ultimo triennio non hanno prestato servizio come professore ordinario di ruolo, associato di ruolo, ricercatore a tempo indeterminato, a tempo determinato e coloro che non sono stati titolari di assegni di ricerca. Sempre nell’ambito delle risorse disponibili per la programmazione, l’Università valuta solo perla figura di ricercatori (di cui tratteremo in modo più dettagliàto nel paragrafo seguente) titolari di contratto, alla scadenza dello stesso alla fine terzo anno, che abbiano conseguito l’abilitazione scientifica, la possibilità di chiamata nel ruolo di professore associato. La valutazione si svolge in conformità agli standard qualitativi, riconosciuti a livello internazionale e individuati con un apposito regolamento di ateneo sulla base dei criterì fissati con decreto del Ministro. A seguito D.L. 76/2020, conv. in L. 120/2020
dopo il primo anno di contratto, invece, sempre qualora l’Università abbia le risorse necessarie, la stessa ha la possibilità per l’inquadramento nella qualifica di professore associato, dopo l’esito positivo della valutazione che comprende lo svolgimento di una prova didattica, nell’ambito del settore scientifico disciplinare di appartenenza del titolare del contratto. Lo stesso art. 18 della L. 240/2010 chiarisce, inoltre, che la partecipazione a gruppi e ai progetti di ricerca e lo svolgimento delle attività di ricerca è riservata esclusivamente a: * professori e ricercatori; * titolari di assegni di ricerca; * studenti dei corsi di dottorato di ricerca e di laurea magistrale nell'ambito di specifiche attività;
* professori a contratto; * personale tecnico amministrativo in servizio presso le università e a soggetti esterni, in possesso di specifiche competenze nel campo della ricerca; * dipendenti di altre amministrazioni pubbliche o di enti pubblici o privati o titolari di borse di studio o di ricerca, bandite sulla base di specifiche convenzioni.
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Capitolo 10
‘3.3 Chiamata diretta di studiosi impegnati all'estero e di chiara fama La L. 230/2005 disciplinava, all’art. 1 comma 9, j due istituti della chiamata diretta di
studiosi stranieri o italiani impegnati all’estero e della chiamata diretta di studiosi di
chiara fama. ll comma 9, che è stato prima sostituito e poi modificato, da ultimo è stato oggetto di emendamento ad opera dell’art. 1, comma 209, L. 28-12-2015, n. 208 a decorrere dal 1° gennaio 2016. Le nuove disposizioni în materia stabiliscono che le università, nell'ambito delle disponibilità di bilancio, possono procedere alla copertura di posti di professore ordinario e associato e di ricercatore, mediante chiamata diretta di studiosi che, stabilmente impegnati all’estero in attività di ricerca o insegnamento a livello universitario da almeno un triennio, ricoprono una posizione accademica equipollente in istituzioni universitarie o di ricerca estere.
La chiamata diretta è rivolta anche a studiosi che siano risultati vincitori nell’ambito di specifici programmi di ricerca di alta qualificazione, finanziati da amministrazioni centrali dello Stato, dall’Unione europea o da altre organizzazioni internazionali.
La copertura dei posti di professore ordinario mediante chiamata diretta di studiosi di
chiara fama avviene attraverso le proposte, da parte delle università, al Ministro dell’Università e della Ricerca (il quale concede o rifiuta i] nulla osta), alla nomina, previo parere, da esprimere entro trenta giorni, della commissione (nominata per le procedure di abilitazione scientifica nazionale, per il settore per cui è proposta la chiamata), in merito alla coerenza del curriculum dello studioso con il settore scientifico disciplinare per il quale
viene effettuata la chiamata e al possesso dei requisiti per il riconoscimento della chiara fama. Non è richiesto il parere della commissione nel caso di chiamate di studiosi, che
siano risultati vincitori di uno dei programmi di ricerca di alta qualificazione, effettuate entro tre anni dalla vincita del programma. È i] Rettore che , con proprio decreto, dispone la nomina determinando la classe di stipendio, in base all’anzianità di servizio e alle valutazioni di merito.
4. | ricercatori În base alla legge 240/2010, a partire dal 2020, a partire dal 2020, i ricercatori non sono più a tempo indeterminato: le università possono stipulare contratti a tempo determinato per svolgere attività di ricerca, didattica e di servizio agli studenti; tali contratti, sulla base di regolamenti di ateneo, stabiliscono le modalità di svolgimento delle varie attività. Tale legge ha disposto nel contempo, la messa ad esaurimento dei ricercatori a tempo indeterminato. Tuttavia, l’art. 6 della stessa legge 240/2010 ha continuato a prevedere, come esaminerermo più avanti, che ai ricercatori a tempo indeterminato, che hanno svolto 3 anni di insegnamento, sono affidati, con il loro consenso, corsi e moduli curriculari compatibilmente con la programmazione didattica definita dagli organi accademici. Î ricercatori sono scelti mediante procedure pubbliche di selezione con regolamento, ai sensi della legge 9 maggio 1989, n. 168, nel rispetto dei principi enunciati dalla Carta europea dei ricercatori e dj specifici criteri: * pubblicità del bando con informazioni dettagliate sulle specifiche funzioni, sui diritti e doveri, sul trattamento economico e previdenziale e previsione di modalità di trasmissione telematica delle candidature, per quanto possibile dei titoli e delle pubblicazioni;
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* ammissione alle procedure dei possessori del titolo di dottore di ricerca o di ulteriori requisiti definiti hel regolamento di ateneo; * valutazione preliminare dei candidati con motivato giudizio sui titoli, sul curriculum e sulla produzione scientifica secondo criteri e parametri riconosciuti anche in ambito internazionale, individuati con decreto del Ministro, sentiti Y'ANVUR e il CUN; In riferimento al punto sopra elencato il D.M. del 25 maggio 2011, n. 243 stabilisce i criterì e j parametri, riconosciuti anche in ambito internazionale, per la valutazione preliminare dei candidati, da utitizzare nelle procedure pubbliche di selezione dei destinatari dei contratti. Le commissioni giudicatrici effettuano una valutazione motivata ed una valutazione comparativa sulla base del settore concorsuale specifico e dell'eventuale profilo, definito attraverso l'indicazione
di uno o più settori scientifico-disciplinari, del curricutum e dei titoli, debitamente documentati, fra cui:
* _ il dottorato di ricerca o equipollenti; l'eventuatle attività didattica în Italia o all'estero; (’attività di formazione o di ricerca documentata; l'organizzazione, la direzione e il coordinamento di gruppi di ricerca nazionali e internazionali; la figura di relatore a congressi e convegni nazionali e internazionali; i premi e } riconoscimenti nazionali e internazionali per attività di ricerca. Per quanto riguarda la valutazione della produzione scientifica, sì prendono in considerazione le pubblicazioni © i testi accettati per la pubblicazione, la cui valutazione comparativa si basa principalmente: * ‘* * *
sull'originalità, il rigore metodologico; la congruenza di ciascuna pubblicazione con il settore concorsuale per il quale è bandita la procedura; : la rilevanza scientifica della collocazione editoriale; ia determinazione analitica dell'apporto individuale del candidato, nel caso di partecipazione dello stesso a lavori di equipe.
Nel valutare le pubblicazioni e solo nell'ambito di quei settori concorsuali in cui ne è consentito l'utilizzo a livello internazionate, le commissioni si avvalgono di alcuni indicatori qualti: * numero totale delle citazioni; * numero medio di citazione per pubblicazione; * impact factor totale e medio; * la combinazione dei parametri fin qui elencati diretti a valorizzare l'impatto della produzione scientifica del candidato.
* formulazione della proposta di chiamata da parte del dipartimento. Con l’introduzione del cd. sistema tenure-track, diretto ad evitare il fenomeno dei ricercatori a vita, i contratti assumono due diverse tipologie: *
contratti di durata triennale prorogabili per soli 2 anni, per una sola volta, previa va-
lutazione positiva delle attività didattiche e di ricerca svolte, effettuata sulla base di modalità, criteri e parametri definiti con decreto del Ministro; Îl D. M. 242/2011, emanato il 24 maggio 2011 stabilisce che è il Dipartimento, nell'ambito delle risorse disponibili per la programmazione, che può proporre, con il consenso dell'interessato e nei sei mesi precedenti alla scadenza del contratto, la proroga dello stesso, motivandola sulla base di esigenze di didattica e di ricerca. La valutazione dell'attività didattica e di ricerca svolta dai ricercatore è effettuata da una apposita commissione {nominata dal rettore e disciplinata con regotamento di ateneo) e ha come oggetto l'adeguatezza del lavoro svolto in relazione a quanto stabilito nel contratto che sl intende prorogare.
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Capitolo 10 In caso di esito positivo della valutazione, la proposta
di proroga, unitamente alla relazione del
dipartimento e alla valutazione della comrmissione, è sottoposta all'approvazione del consiglio di amministrazione;
* contratti triennali non rinnovabili, riservati a candidati che hanno già usufruito dei contratti del primo tipo, oppure abbiano usufruito di assegni di ricerca per tre anni (anche non consecutivi) o di borse post-dottorato, oppure di contratti o borse presso atenei stranieri. I contratti di cui sopra possono prevedere il regime di tempo pieno il cui impegno perlo svolgimento delle attività di didattica, didattica integrativa e di servizio agli studenti è pari a 350 ore e l regime a tempo definito il cui unpegno per le attività sopra accennate
è pari a 200 ore. Con riferimento alla seconda tipologia di contratti e quindi al termine dei sei anni, l’Università valuta che il ricercatore abbia conseguito l’abilitazione scientifica svolta in conformità agli standard qualitativi riconosciuti internazionalmente e individuati con un apposito regolamento di ateneo. In caso di esito positivo, il ricercatore alla scadenza del contratto è inquadrato nel ruolo dei professori associati. In caso di valutazione negativa termina il rapporto con l’Università. I criteri di valutazione, nell'ambito dei quali le università con regolamento di ateneo individuano quegli standard qualitativi, riconosciuti a livello internazionale, sono stabiliti dal D.M. 4 agosto 2011 Stando a tale decreto, la valutazione concerne l'attività didattica, di didattica integrativa e di servizio agli studenti in viîrtù della quate gli aspetti presi in considerazione sono: * _ il numero dei Moduli e dei corsì; * _ gli esiti della valutazione da parte degli studenti dei moduli e deij corsi tenuti; * l’attività di tipo semninariale sotto il profilo della quantità e della qualità. Oggetto della valutazione è anche l'attività di ricerca scientifica ai fini della quale incidono, in particolare modo, l’organizzazione, la direzione e il coordinamento dei gruppi di ricerca nazionali e internazionali, le pubblicazioni scientifiche, i testi accettati per la pubblicazione, i saggi e gli articoli editi su riviste in formato cartaceo o digitale, nonché la congruità del profilo scientifico del ricercatore con le esigenze di ricerca dell'ateneo.
Occorre sottolinare che per tutto il periodo di durata dei contratti, i dipendenti delle amministrazioni pubbliche sono collocati, senza assegni né contribuzioni previdenziali,
in aspettativa o în posizione di fuori ruolo nei casi in cui tale posizione sia prevista dagli’ ordinamenti di appartenenza. La Carta europea e il Codice di condotta dei ricercatori
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In considerazione di alcune problematiche collegate alla carriera dei ricercatori, che si riflette soprattutto nella carenza degli stessi in alcune discipline, mettendo in pericolo il patrimonio di conoscenze e la crescita della produttività, l’Europa fa da portavoce per rafforzare significativamente la capacità di attrarre i ricercatori. L'Unione europea, infatti, nel 2005, adotta la Carta europea dei ricercatori e un codice di condotta perlaloro assunzione, con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo di un mercato europeo dellavoro attrattivo e aperto, in cui le condizioni di base consentano di assumere e trattenere ricercatori di elevata qualità, in ambienti veramente favorevoli alle prestazioni e alla produttività, La Carta europea dei ricercatori è un insieme di principi generali e requisiti che specificano il ruolo, le responsabilità e i diritti dei ricercatori e delle persone che assumono
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ricercatori; ha lo scopo di garantire ché la natura dei rapporti tra questi ultimi e i datori di lavoro i o finanziatorî comporti risultati positivi per la produzione, îl trasferimento, la condivisione e la
Il personale docente è diffusione delle conoscenze e dello sviluppo tecnologico, e sia favorevole allo sviluppo professio+ male. Essa riconosce, înoltre, il valore di tutte le forme di mobilità come strumento per migliorare = lo sviluppo professionale dei ricercatori.
“ La Carta, dunque, costituisce un quadro di riferimento per ricercatori, datori di lavoro e finanzia’ tori, che sono invitati ad agire in modo responsabile e in quanto professionisti nel loro ambiente
di lJavoro nonché a considerarsi reciprocamente tali. 1i vodice di condotta per l'assunzione dei ricercatori contiene anch'esso un insieme di principi generali e prescrizioni, complementari a quelli contenuti nella Carta europea dei ricercatori, e garanti della trasparenza, nonché della parità di trattamento, che'dovrebbero esser applicati dai datori di lavoro e/o dai finanziatori quando assumono dei ricercatori. Tutto ciò soprattutto nella prospettiva della creazione di un mercato del lavoro europeo attrattivo, aperto e sostenibile per ‘ i ricercatori, e nel chiaro intento di contribuire allo sviluppo della Spazio europeo della ricerca. Nello stesso tempo, l’Unione raccomanda agli Stati membri di mantenere un ambiente di ricerca e una cultura di lavoro favorevoli: Uno spazio in cui gli individuiî e le équipe di ricerca siano incoraggiati e sostenuti e beneficino del sostegno materiale e immateriale, necessario per conseguire i loro obiettivi e svolgere i loro compiti, dove si possa, altresì, migliorare il sistema di valutazione delle carriere, in modo tale da istituire un metodo di assunzione e uno sviluppo professionale più trasparenti. Facendo ciò, gli Stati s'ispirino ai principi generali e alle prescrizioni contenuti nella | Carta europea dei ricercatori. Essi considerano questi principi e requisiti come parte integrante dei meccanismi istituzionali di garanzia della qualità e come uno strumento per fissare i criteri di finanziamento nazionali e regionali adottandoli, allo stesso tempo, per le procedure di audit, monitoraggio e valutazione degli organismi pubblici. Qui di seguito sono riportati alcuni dei principi generali e requisiti della Carta e del Codice: * la libertà di ricerca; *
i principi etici;
*
diffusione e valorizzazione dei risultati;
*
condizioni di lavoro;
* la responsabilità professionale; * comportamento professionale; * obblighi contrattuali e legali; * * *
* * * . . . . . . . . . .
riconoscimento della professione; non discriminazione; ambiente di ricerca;
stabilità e continuità dell’impiego; finanziamento e salari; eguilibrio di genere; sviluppo professionale; valore della mobilità
accesso alla formazione alla ricerca e alla formazione continua;
accesso all'orientamento professionale assunzione;
selezione;
trasparenza;
variazioni nella cronologia del curriculum vitae; riconoscimento dell'esperienza di mobilità;
riconoscimento delle qualifiche.
5. La mobilità interuniversitaria (L. 240/2010) A partire dal 1° gennaîo 2022 sono previsti gli incentivi per la mobilità interuniversitaria, a carico del Fondo del finanziamento ordinario, per i professori e i ricercatori che prendono servizio presso atenei aventi sede in altra Regione rispetto a quella della sede
di provenienza o nella stessa Regione se previsto da un accordo di programma.
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Capitolo 10 ’ La mobilità è incentivata attraverso la possibilità di effettuare trasferimenti di professori ericercatori consenzienti con lo scambio di docenti con la stessa qualifica oppure diversa
(in questo caso nei limiti delle disponiblità di assunzione delle università) tra due sedi universitarie (art. 1, comma 3 modificato da ultimo dal D.L. 16 Iuglio 2020, n. 76, conv. în L. 11-9-2020, n. 120).
Inoltre, i professori universitari, su domanda, possono essere collocati per un periodo massimo di 5 anni, anche consecutivi, in aspettativa senza assegni per lo svolgimento dî attività presso soggetti e organismi, pubblici o privati, anche operanti în sede internazionale, i quali provvedono anche al relativo trattamento economico e previdenziale. Viene, inoltre, incentivata la mobilità interregionale dei professori universitari, che hanno prestato servizio presso sedi soppresse, a seguito di procedure di razionalizzazione dell’offerta. I criteri e le modalità sono stabiliti con decreto del Ministro.
Per fare fronte a specifiche esigenze didattiche, di ricerca o di terza missione, le ùni-
versità, nell’ambito delle disponibilità di bilancio, possono procedere alla chiamata di professori ordinari (peri quali è richiesto i] possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente per le procedure di abilitazione scientifica nazionale) e associati, in servizio da almeno cinque anni presso altre università. La chiamata può riguardare anche studiosi stabilmente îrnpegnati all’estero in attività di ricerca o di insegnamento, che ricoprono, da almeno cinque anni, una posizione accademica equipollente presso università straniere. Tali chiamate avvengono mediante lo svolgimento di procedure selettive concernenti proposte progettuali presentate dal candidato che si riferiscono alle esigenze didattiche, di ricerca o di terza missione espresse dalle università. La proposta di chiamata viene deliberata dal Consiglio di Dipartimento con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei professori ordinari, nel caso di chiamata di un professore ordinario, ovvero dei professori ordinari e associati, nel caso di chiamata di un professore associato, e viene sottoposta, previo parere del Senato accademico, all’approvazione del Consiglio di Amministrazione, che sì pronuncia entro il termine di trenta giorni. Può essere formulata anche direttamente dal Senato accademico, ferma restando l'approvazione del Consiglio di Amministrazione. Alle procedure selettive possono partecipare anche dirigenti di ricerca, primi ricercatori presso gli enti pubblici di ricerca o i soggetti a tempo indeterminato o a tempo determinato degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS), che svolgano attività di ricerca traslazionale, preclinica e clinica, tutti in servizio da almeno cinque anni. Coloro che partecipano alle procedure devono lavorare presso l’ente di appartenenza ed essere in possesso dell'abilitazione scientifica nazionale per il settore concorsuale e la fascia a cui si riferisce la procedura.
6. Il trattamento economico Riguardo al trattamento economico, il Governo ha adottato il regolamento (D.P.R.15 dicembre 2011, n. 232) che disciplina la revisione del trattamento economico dei professori e dei ricercatori universitari già in servizio e di coloro che sono risultati vincitori di concorsì, indetti fino alla data di entrata in vigore della Legge 30 dicembre 2010, n. 240, nonché dei professori e dei ricercatori assunti ai sensi di quest’ultima legge. Ciò che rileva è la progressione per classi e scatti di stipendio, in cui si articola il trattamento econormico, che viene trasformata, a decorrere dal’anno 2020, da triennale in progressione biennale articolata per classi. Vist
Ra
Il personale docente
Per i professori universitari di prima e di seconda fascia a tempo determinato è abolito il periodo, rispettivamente, di straordinariato e di conferma. È altresì abolita la ricostruzione di carriera prevista dal D.P.R. 11 luglio 1980, n. 382.
7. Stato giuridico dei professori e dei ricercatori di ruolo Il personale docente dell’Università è costituito da professori ordinari e associati (prima . fascia e seconda fascia) e ricercatori. Gli stessi svolgono, oltre alle funzioni organizzative all’interno dell’ateneo, attività didattica e di ricerca scientifica. 1 professori esercitano liberamente attività di diffusione culturale mediante conferenze, seminari, attività pubblicistiche ed editoriali, nel rispetto del mantenimento dei propri obblighi istituzionali. In particolare: * l’attività didattica si esplica attraverso l’insegnamento di cui il docente è titolare e consiste nella partecipazione alle commissioni di esame e di laurea e nel più generico ausilio e supporto agli studenti durante lo svolgimento del corso; * l'attività di ricerca scientifica si effettua attraverso le proposte innovative apportate dal docente, anche con il supporto e la collaborazione di strutture pubbliche e private operanti nel settore. In virtù dell'art. 6 della L. 240/2010 è ribadito che il regime di impegno dei professori e dei ricercatori è a tempo pieno o definito. Tuttavia, per la prima volta, è introdotta la quantificazione figurativa delle attività (ricerca, studio, insegnamento), che risulta su base mensile (qualora non diversamente richiesto dai soggettì finanziatori) pari a 1500 ore annue a tempo pieno e 750 ore a tempo definito. L'opzione per l’uno o l’altro regime è esercitata su domanda dell’interessato all’atto della presa di servizio 0, nel caso di passaggio dall’uno all’altro regime, con domanda da presentare al Rettore almeno sei mesi prima dell’inizio dell’anno accademico da! quale far
decorrere l'opzione, e comporta l’obbligo di mantenere il regime prescelto per almeno un anno accademico. 1 professori e ricercatori sono tenuti a svolgere, in regime di tempo pieno, attività di ricerca e di aggiornamento scientifico, e a riservare annualmente a compiti didattici (a compiti di didattica integrativa per i ricercatori) e di servizio agli studenti, inclusi l’orientamento e il tutorato, nonché ad attività di verifica dell'apprendimento non meno di 350 ore i professori e fino ad un maassimo di 350 ore i rìcercatori. Le stesse attività sono svolte in regime di tempo definito per un numero di ore che per i professori è di non meno di 250 e per î ricercatori fino ad un massimo di 200. i Tali figure sono tenute a presentare una relazione triennale sulle attività svolte di didattica, di ricerca e gestionali, unitamente alla richiesta di attribuzione dello scatto stipendiale. La valutazione dell'impegno ai fini dell'attribuzione degli scatti triennali è di competenza delle singole università, secondo quanto stabilito nei regolamenti di ateneo. In caso di valutazione negativa, la richiesta di attribuzione dello scatto può essere reiterata dopo che sia trascorso almeno un anno accademico. Nell'ipotesi di mancata attribuzione dello scatto, la somma corrispondente è conferita al Fondo di ateneo per la premialità dei professori e dei ricercatori.
SIMONE
SFIORE
Capitolo 10 # H Fondo per la premialità Con
la riforma viene istituito un Fondo per la premialità dei professori e ncercaton (art. 9, L.
240/2010)che è utilizzato per premiare i docenti bravi. : Îl Fondo è alimentato da: : ® scatti e classi non attribuiti ai professori valutati negativamente; ; * attribuite dal MUR alle università, sulla base dei risultati raggiunti; * finanziamenti pubblici e privati. : C'è la possibilità, inoltre, di prevedere compensi aggiuntivi per îl personale docente e tecnico; ammìnistrativo, che contribuisce a progetti o iniziative con finanziamenti pubblici o privati.
La posizione di professore l’esercizio del commercio con caratteristiche di spin responsabilità formali, nei di appartenenza.
e ricercatore con il regime di tempo pieno è incompatibile con e dell’industria fatta salva la possibilità di costituire società off o di start up universitari, anche assumendo in tale ambito limiti temporali e secondo la disciplina, in materia, dell’ateneo
Ai sensi dell'art. 13, D.PR. 382/1980, îl professore ordinario è collocato d'ufficio in aspettativa per ta durata dellà carica, del mandato o dell'ufficio nei seguenti casi: * _ elezione al Parlamento nazionale od europeo; * nomina alla carica di Presidente del Consiglio dei Ministri, di Ministro o di Sottosegretario di Stato; *
* * *
nomina a componente delle istituzioni dell'Unione europea;
nomina a componente di organi ed istituzioni specializzate delle Nazioni Unite ché comporti un impegno incompatibile con l'assolvimento delle funzioni di professore universitario; rnomina a presidente o vice presidente del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro: nomina àa presidente o componente della giunta regionale e a presidente del consiglio regionale; nomina a presidente della giunta provinciale; nomina a sindaco del comune capoluogo di provincia; nomina alte cariche di presidente, di amministratore delegato di enti pubblici: nomina a direttore, condirettore e vice direttore di giornale quotidiano o a posizione corrispon-
dente del settore dell'informazione radio-televisiva; * nomina a presidente o segretario nazionale di partiti rappresentati in Parlamento; * nomine ad incarichi dirigenziali.
I professori e i ricercatori a tempo pieno possono comunque svolgere attività didattica e diricerca presso un altro ateneo, sulla base di una convenzione tra j due atenei, finalizzata al conseguimento di obiettivi di comune interesse e per un periodo complessivamente
non superiore a cinque anni. Ai fini della valutazione delle attività di ricerca e delle politiche di reclutamento degli atenei, l’apporto dell’interessato è ripartito in proporzione alla durata e alla quantità dell’impegno in ciascuno di essi; sono stabiliti con decreto del Ministro ì criteri per l’attivazione delle convenzioni. Le convenzioni e i contratti, hanno durata minima di tin anno e sono rinnovabili fino a uni massimo di cinque anni consecutivi. Inoltre, le convenzioni non possono riguardare quei professori o ricercatori la cui presenza nell'organico dell'università di appartenenza è indispensabile. Possono essere risolte unitateralmente da ciascuna delle università firmatarie per sopravvenute esigenze didattiche o scientifiche e si intendono automaticamente risolte nel caso di recesso da parte del professore o ricercatore interessato © nel caso in cui it professore o ricercatore interessato eserciti l'opzione per it regime di tempo definito.
I professori e i ricercatori a tempo definito possono svolgere attività libero-professionali e di lavoro autonomo anche continuative, purché non determinino situazioni di conflitto di interesse rispetto all’ateneo di appartenenza; sono incompatibili con l’esercizio di cariche accademiche.
#t personale docente
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Possono altresì svolgere attività didattica e di ricerca anche con rapporto di lavoro su-
bordinato presso università o enti di ricerca esteri, previa autorizzazione del Rettore che valuta la compatibilità con l'adempimento degli obblighi istituzionali. ° Collocamento a riposo dei professori e ricercatori
. Con l'entrata.in vigore delle nuove norme, i professori ordinari andranno in pensione a 70 anni, mentre gli associati a 68. Viene a cadere il biennio Amato, che consentiva ai docenti il fuori ruolo A per due anni.
8. Professori a contratto Con l’entrata in vigore della riforma Gelmini, i commi 10 e 14 dell’articolo unico della L. 230/2005 sulla disciplina dei professori a contratto sono stati abrogati. A partire da settembre 2020, ai sensi dell’art. 23 della L. 240/2010 le università, anche sulla base di specifiche convenzioni con gli enti pubblici e le istituzioni di ricerca, possono stipulare, gratis o a titolo oneroso, contratti con professionisti esterni (anche pensionati o lavoratori autonomi) per migliorare l’attività didattica. Tali contratti, stipulati dal Rettore su proposta degli organi accademici competenti, durano un anno accademico e sono rinnovabili annualmente fino a un massimo di cinque anni. Le università, inoltre, possono affidare incarichi di insegnamento, stipulando contratti a titolo oneroso o gratuito conil personale docente e ricercatore e inoltre solo a titolo oneroso unicamente con soggetti in possesso di adeguati requisiti scientifici e professionali. Quelli a titolo gratuito possono essere stipulati esclusivamente con soggetti in possesso di un reddito da lavoro autonomo o dipendente, fermi restando i requisiti richiesti e non possono superare il 5% dell’organico dei professori e ricercatori di ruolo in servizio presso l’ateneo, ad eccezione dei contratti stipulati nell’ambito di convenzioni con enti pubblici. I contratti a titolo oneroso, invece, possono essere attribuiti, nell'ambito delle disponibilità finanziarie dell’Università. Al fine di favorire l’internazionalizzazione degli atenei, alle singole università è consentito affidare insegnamenti a contratto a docenti, studiosi o professionisti stranieri di chiara fama. Îl curriculum del prescelto va pubblicato su internet, mentre il suo compenso è deciso dal Consiglio di amministrazione.
9. Dottorato di ricerca 9.1 La discipìina della L. 210/1998 LaL. 210/1998 hatrasferito alle università anche la gestione dei corsi per «il conseguimento. del dottorato di ricerca». A seguito dell’entrata in vigore della L. 240/2010, che intervenuta su più commi dell'art. 4 (in seguito modificato nel 2021 con i D.L. 80/2021 conv. in L. 113/2021
e D.L. 41/2021 conv, in L. 69/2021) lo stesso stabilisce che i corsi per il conseguimento del dottorato di ricerca, che forniscono le competenze necessarie per svolgere attività di ricerca di alta qualificazione, per l'accesso alle carriere nelle amministrazioni pubbliche e per integrare percorsi professionali di alta innovatività, sono istituiti dalle università, dagli istituti di istruzione universitaria ad ordinamento speciale, previo accreditamento del Ministro, dell'Università e della Ricerca, su parere dell’ANVUR.
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Capitolo 10
1 corsi possono essere, altresì, istitujti da consorzi tra università o tra università ed enti di ricerca pubblici e privati di alta qualificazione, fermo restando il nlasc1o del relativo titolo accademico da parte delle istituzioni universitarie. Le modalità di accreditamento delle sedi e dei corsì dî dottorato, quale condizione necessaria ai fini dell’istituzione e dell’attivazione dei corsi, e le condizioni di eventuale revoca dell’accreditamento, sono disciplinate con decreto del Ministro dell’Università
e della Ricerca, su proposta dell’ANVUR. Il medesimo decreto definisce anche i criteri e .
i parametri sulla base dei quali i soggetti accreditati disciplinano, con proprio regolamento, l'istituzione dei corsi di dottorato, le modalità di accesso e di conseguimento del titolo, gli obiettivi formativi e il relativo programma di studi, la durata, il contributo per l'accesso e la frequenza, il numero, le modalità di conferimento e l’importo delle borse di studio e le convenzioni. 9.2 La disciplina del D.M. 14 febbraio 2021, n. 226
In attuazione al disposto dell’art. 4, comma 2, L. 210/1998 e in conformità della L. 240/2010, l’ultimo decreto ministeriale emanato è il D.M. 14 febbraio 2021, n. 226 che definisce i criteri per l'istituzione e l’accreditamento dei corsi e delle sedi di dottorato, abrogando il precedente D.M. 8 febbraio 2013, n. 45 e ha determinato l'ambito di applicazione, la valutazione per l'idoneità, nonché le modalità di accesso del dottorato di ricerca. ll provvedimento, che rappresenta il quadro di riferimento per la disciplina della materia, prevede che la formazione dottorale, in coerenza coni principi condivisi a livello europeo; consente î seguenti obiettivi: * concepire, progettare, realizzare programmi di ricerca o di innovazione; * condurre analisi eritiche, valutazioni e sintesi di idee e processi, nuovi e complessi; * contribuire, grazie all’acquisizione di nuove competenze scientifiche e trasversali, al perseguimento degli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile individuati dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile; * favorire la-realizzazione dello Spazio europeo della ricerca e dell’istruzione superiore, tenendo conto dei relativi Standard e Linee guida per l’assicurazione della qualità. Per conseguire detti scopi, la formazione dottorale viene svolta in un ambiente istituzionale stimolante e persegue l’avanzamento delle conoscenze, attraverso la formazione alla ricerca di base e alla ricerca applicata. Il dottorato, inoltre, promuove opportunità di formazione interdisciplinare, multidisciplinare e transdisciplinare, anche in ambiti non accademici, come il settore industriale, della pubblica amministrazione, dei servizi e delle istituzioni culturali; contribuisce al rafforzamento delle relazioni transnazionali e internazionali, prevede l'acquisizione di competenze trasversali in modo da agevolare il loro trasferimento e il loro sviluppo in ambito scientifico e professionale e si realizza nell’ambito di un sistema di assicurazione della qualità, distinto da guello previsto per il primo e secondo ciclo della formazione universitaria. Îl sistema dell’accreditamento, che ha durata quinquennale, si articola nell’autorizzazione iniziale ad attivare corsi di dottorato e nella verifica periodica della permanenza
dei requisiti richiesti per l’accreditamento. Tali requisiti sono:
* la presenza di un collegio del dottorato composto da un numero minimo di componenti pari a 12 (6 nelle scuole di istruzione universitaria a ordinamento speciale) di cui almeno la metà dei componenti, da professori universitari di ruolo di prima o seconda RAB
Il personale docente
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fascia, e per la restante parte da ricercatori di ruolo di università o enti pubblici di ricerca. In ogni caso, sia i ricercatori che i professori devono essere in possesso di una qualificazione scientifica'attestata;
* perciascun ciclo di dottorati da attivare, la disponibilità di un numero medio di almeno quattro borse di studio per corso di dottorato attivato; * la disponibilità di congrui e stabili finanziamenti per la sostenibilità del corso; * la disponibilità di specifiche e qualificate strutture operative e scientifiche per l’attività di studio e di ricerca dei dottorandi; *
attività di ricerca avanzata e attività di alta formazione, svolte all’interno di laboratori
o di infrastrutture di ricerca di livello e interesse europeo; * attività, anche in comune tra più corsiì di dottorato, di formazione interdisciplinare, multidisciplinare e transdisciplinare, di perfezionamento linguistico e informatico, nonché attività nel campo della didattica, della gestione della ricerca e della conoscenza
dei sistemi di ricerca europei e internazionali, della valorizzazione dei risultati, della
proprietà intellettuale; * un sistema di assicurazione della qualità della progettazione e della gestione della formazione dottorale, conforme agli standard per l'assicurazione della qualità nello Spazio europeo dell’istruzione superiore (EHEA), secondo le indicazioni dell’ANVUR. L'accreditamento dei corsi di dottorato, proposti dalle Università, sono disposti dal Ministro, su conforme parere dell'ANVUR; tali corsi, in coerenza con gli Standard e le Linee guida condivisi a livello europeo, sviluppano una specifica, ampia, originale, qualificata ‘e continuativa attività, sia didattica che di ricerca, adeguatamente nconosc1uta a livello internazionale nei settori di interesse per il dottorato. Le Università possono richiedere l’accreditamento dei corsi e delle relative sedi anche in forma associata con i seguenti soggetti: * altre università italiane o estere, enti di ricerca pubblici o privati, italianì o stranieri, in possesso di requisiti di elevata qualificazione culturale e scientifica e di personale, strutture e attrezzature idònei; * le Accademie di belle arti, ’Accademia nazionale di arte drammatica e gli Istituti supe- riori perle industrie artistiche, nonché i Conservatori di musica, l’Accademia nazionale
di danza e gli Istituti musicali pareggiati; * le imprese, anche estere, che svolgono una qualificata attività di ricerca e sviluppo; * le pubbliche amministrazioni, istituzioni culturali e infrastrutture di ricerca di rilievo europeo o internazionale, per la realizzazione di specifici programmi di ricerca e sviluppo o di innovazione. 1 finanziamenti dei corsi di dottorato da parte dei soggetti accreditati avviene con le seguenti risorse:
* fondi propri, fondî del Ministero;
finanziamenti previsti nell’ambito delle forme associative;
fondi di altri ministeri o altri soggetti pubblici o privati; bandi competitivi a livello nazionale, europeo e internazionale. L'attività di monitoraggio è svolta annualmente dall'ANVUR, anche sulla base dei risultati dell’attività di controllo degli organi di valutazione interna delle istituzioni accreditate, secondo criteri e modalità stabiliti dal D.P.R. 1 febbraio 2010, n. 76.
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Capitoto 10
‘Le università e gli enti di ricerca disciplinano con proprio regolamento i corsì di dottorato, fermo restando i principi e criteri stabiliti dallo stesso D.M. 226/2021. Tra questi viene stabilito che la durata non deve essere inferiore a tre anni e le tematiche oggetto dei suddetti corsi si riferiscono ad ambiti disciplinari ampi, organici e chiaramente definiti. Sono, inoltre, organi il collegio dei docenti e il coordinatore. Îl collegio dei docenti, costituito da professori di prima e seconda fascia, ricercatori universitari, primi ricercatori e dirigenti
di ricerca e da esperti di comprovata qualificazione, è preposto alla progettazione e alla
realizzazione del corso; il coordinatore è rappresentato da un professore di prima fascia a tempo pieno, o in mancanza da un professore di seconda fascia. L'ammissione al dottorato di ricerca avviene sulla base di una selezione pubblica e il bando in italiano e in inglese è pubblicato per almeno 30 giorni sul sito del soggetto accreditato, sul sito europeo Euroxess o su quello del Ministero; esso reca l'indicazione delle borse di dottorato e delle eventuali forme di sostegno finanziario. La domanda di partecipazione ai posti con borsa di studio può essere presentata, senza limitazioni di cittadinanza, da coloro che, alla data di scadenza del bando, sono in possesso di laurea magistrale o titolo straniero.
L’impegno è esclusivo e a tempo pieno, inoltre, quale parte integrante del progetto formativo, i dottorandi possono svolgere, previo nulla osta del collegio dei docenti e senza che ciò comporti alcun incremento della borsa di studio, attività di tutorato degli studenti dei corsi di laurea e di laurea magistrale nonché, entro i] limite massimo di quaranta ore ìn ciascun anno accadermico, attività di didattica integrativa. I dottorandi di area medica
possono partecipare all'attività clinico-assistenziale. Trascorso il terzo anno di dottorato, il limite è abrogato. Le borse di studio, che hanno durata complessivamente di almeno tre anni, sono rinnovate annualmente, a condizione che il dottorando abbia completato il programma delle attività previste per l’anno precedente. L'importo della borsa di studio è erogato in rate mensili ed è incrementato nella misura massima del 50 per cento per un periodo complessivamente non superiore a 12 mesi, se il dottorando è autorizzato dal collegio dei docenti a svolgere attività di ricerca all’estero. A decorrere dal secondo anno, in aggiunta alla borsa e nell'ambito delle risorse finanziarie esistenti nel bilancio dei soggetti accreditati, a ciascun dottorando è assicurato un budget per l’attività di ricerca in Italia e all’estero adeguato rispetto alla tipologia di corso e comunque di importo non inferiore al 10% dell’importo della borsa medesima. ll titolo di dottore di ricerca viene rilasciato a seguito della positiva valutazione di una tesi di ricerca che contribuisca all’avanzamento delle conoscenze o delle metodologie nel campo di indagine prescelto. Tale tesi, corredata da una sintesi in lingua italiana o inglese, è redatta in lingua italiana o inglese ovvero in altra lingua, previa autorizzazione del collegio dei docenti. La tesi, unitamente alla relazione sulle attività svolte durante il corso di dottorato e sulle
eventuali pubblicazioni, è esaminata da almeno due valutatori, che possono appartenere a istituzioni estere o internazionali e comunque non appartenenti all’ente che rilascia il titolo di dottorato nonché in possesso di un'esperienza di elevata qualificazione, di cui almeno uno è un docente universitario. Entro trenta giorni dal ricevimento della tesi, i valutatori esprimono un giudizio analitico scritto, proponendo l'ammissione alla discussione pubblica o il rinvio della discussione della tesi per un periodo non superiore a sei mesi. Trascorso tale periodo, la tesi viene discussa pubblicamente innanzi a una com-
} personale' docente
missione, nominata con le modalità stabilite nel regolamento del dottòrato. Al termine della discussione, la commissione esprime un giudizio scritto
e motivato sulla tesi, e,
quando ne riconosce all'unanimità un particolare rilievo scientifico, può attribuire la lode. Le attività formative, svolte dai dottorandi in una o più sedi, sono certificate da un documento allegato al diploma finale (diploma supplement). 9.3 Dottorato industriale e Dottorato di interesse nazionale - Le tematiche
di ricerca, caratterizzanti il corso di dottorato industriale, riconoscono
particolare rilievo alla promozione dello sviluppo economico e del sistema produttivo; i bandi per 'ammissione ai corsi possono stabilire: * specifici requisiti per lo svolgimento delle attività di ricerca, quali l’interdisciplinarità, l’adesione a reti internazionali e l’intersettorialità, con particolare riferimento al settore delle imprese; * una quota dei posti disponibili ai dipendenti delle imprese o degli enti convenzionati impegnati in attività di elevata qualificazione, ammessi
al dottorato a seguito del
superamento della relativa selezione. 1l Ministero favorisce l’attivazione dei dottorati di interesse nazionale e ne prevede le modalità di cofinanziamento. Si tratta di un corso di dottorato che presenta i seguenti requisiti: * contribuisce in modo comprovato al progresso della ricerca, anche attraverso il rag. giungimento di obiettivi specifici delle aree prioritarie di intervento del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ivi compresi quelli connessi alla valorizzazione dei corsì di dottorato innovativo per la pubblica amministrazione e per il patrimonio culturale; * prevede, già in fase di accreditamento, la stipula di convenzioni o la costituzione di consotrzi fra più università, nonché con istituzioni di ricerca di alta qualificazione e di riconosciuto livello internazionale, anche estere, che prevedono la effettiva condivisione delle attività formative e di ricerca; * prevede, già in fase di accreditamento, il coordinamento e la progettazione congiunta delle attività di ricerca tra almeno una Università e un ente di ricerca o un'altra Università o un'istituzione o un'impresa per realizzare percorsi formativi di elevata qualificazione e consentire l’accesso a infrastrutture di ricerca idonee alla realizzazione dei progetti di ricerca dei dottorandi; * prevede, per ciascun ciclo di dottorato, almeno trenta borse di studio.
10. Collaboratori, esperti di lingua madre e lettori di scambio * Inbase al disposto dell'art. 4 del D.1.120/1995, convertito in legge con modificazioni dall’art. 1, comma| della L. 236/1995, le università provvedono alle esigenze di apprendimento delle lingue e di supporto alle attività didattiche anche mediante apposite strutture di ateneo, istituite secondo i propri ordinamenti. Il provvedimento in esame, inoltre, sancisce la possibilità per le università di assumere, compatibilmente con le risorse disponibili nei propri bilanci, collaboratori ed esperti linguistici di lingua madre, in possesso dilaurea o titolo universitario straniero adeguato alle funzioni da svolgere, e di idonea qualificazione e competenza, con contratto di lavoro subordinato di diritto privato a tempo indeterminato OVvero, per esigenze termporanee, a termpo determinato.
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Capitolo 10 - La L. 240/2010 stabilisce che in esecuzione di accordi culturali internazionali che prevedono l'utilizzo reciproco di lettori di scambio, le università possono conferire a studiosi stranieri in possesso di qualificata e comprovata professionalità, incarichi annuali rinnovabili per un anno e rivolti allo svolgimento di attività finalizzate alla diffusione della lingua e della cultura del Paese di origine. La stessa norma, inoltre, chiarisce la posizione dei collaboratori esperti linguistici assunti dagli atenei come lettori di madrelingua straniera, statuendo che con il D.L. 14 gennaio 2004, n. 2, conv. con modif. in L, 5 marzo 2004, n. 63, si è stabilito che ai collaboratori linguistici sia attribuito un trattamento economico corrispondente a quello del ricercatore confermato a tempo definito; ciò deve essere attribuito con effetto dalla data di prima assunzione quali lettori di madre lingua straniera sino alla data in instaurazione del nuovo rapporto di lavoro quali collaboratori esperti linguistici.
11. Altre figure 11.1 La figura del professore straordinario (a tempo determinato) non di ruolo {art.
1, commia 12, L. 230/2005)
Iì comma 12 dell’articolo unico della L. 230/2005 disciplina l’istituzione temporanea, per periodinon superiori a sei anni, di posti di professore straordinario a tempo determinato, finanziati con risorse di soggetti terzi nell’ambito di convenzioni stipulate, allo scopo di realizzare programmi di ricerca. Tali soggetti finanziatori possono essere imprese o fondazioni, nonché qualunque soggetto pubblico o privato. 1 posti di professore straordinario in questione sono coperti mediante conferimento di incarichi della durata massima di tre anni, a coloro che hanno conseguito l’idoneità per la fascia dei professori ordinari, ovvero a soggetti in possesso di elevata qualificazione scientifica e professionale. La disposizione è immediatamente applicabile dal momento che l'idoneità richiesta è quella posseduta in base alle procedure di valutazione comparativa esperite secondo il precedente regime giuridico. Vale a dire che un soggetto in possesso dell’idoneità di professore ordinario, acquisita a norma del D.P.R. 117/2000, è soggetto legittimato ad ottenere l’incarico de quo. Analizzando il comma 12 è possibile distinguere due diversi rapporti giuridici che, nella _ fattispecie prevista, possono sorgere: * il rapporto che, per effetto della convenzione, l’università iostaura con l’ente per realizzare uno specifico programma di ricerca finanziato dal soggetto contraente e la
cui esecuzione viene affidata a professori universitari. La convenzione deve definire il
programma di ricerca, le relative risorse, la destinazione di eventuali utili anche a titolo di compenso aggiuntivo da destinare a coloro che hanno partecipato al programrma e la durata. La convenzione può prevedere anche l’istituzione temporanea, per periodi non superiori a sei anni, con onerì finanziari a carico del soggetto terzo, di professore
straordinario da coprire per incarico della durata massima di tre anni, rinnovabile
una sola volta; i * il rapporto che, sulla base della convenzione stipulata con l’ente finanziatore, l’università instaura con il soggetto chiamato a ricoprire il «posto convenzionato». Il trattamento giuridico ed economico è quello dei professori ordinari con eventuali integrazioni economiche ove previste dalla convenzione. Il conferimento dell’incarico
: i
}l personale docente avviene attraverso un atto di autorità (nomina) da parte dell'amministrazione universitaria, nel quale devono essere esplicitate tutte le condizioni contrattuali relative al rapporto con il nuovo professore. 11.2 li titolo di professore aggregato (art. 6, comma 4, L. 240/2010) Lariforma Gelmini prevede che, fermo restando l'inquadramento e il trattamento giuridico ed economico, ai ricercatori a terpo indeterminato assunti con la normativa previgente, agli assistenti del ruolo ad esaurimento e ai tecnici laureati, che hanno svolto tre anni di insegnamento, e ai professori, incaricati stabilizzati, sono assegnati, con il loro consenso, corsì e moduli curriculari compatibilmente con la programmazione didattica già definita. Acquisiscono l titolo di professore aggregato per l’anno accademico in cui essi svolgono tali corsi, titolo che viene conservato anche nei periodi di congedo straordinario per motivi di studio. Ciascuna universìtà, nei limiti delle disponibilità di bilancio e sulla base di criteri e modalità stabiliti con proprio regolamento, determina la retribuzione aggiuntiva dei ricercatori di ruolo ai quali sono affidati i moduli o i corsì curriculari.
11.3 Tecnologi a tempo determinato (24biîs, L. 240/2010) In base all’art. 24bis inserito, nella L. 240/2010, dal decreto in materia di semplificazione e sviluppo (D.L. 9 febbraio 2012, n.5, conv. inL. 4 aprile 2012, n. 35) le università, nell'ambito delle risorse disponibili per la programmazione, possono stipulare contratti di lavoro subordinato a tempo determinato con soggettiin possesso almeno del titolo di laurea e di una particolare qualificazione professionale, in relazione alla tipologiadi attività prevista. Ciò al fine di svolgere lavori di supporto tecnico e amministrativo alle attività di ricerca. 1 destinatari dei contratti sono scelti mediante procedure pubbliche di selezione, disciplinate dalle università, fermo restando l'obbligo di pubblicità dei bandi (in italiano e in inglese, sul sito dell’ateneo e su quelli del Ministero e dell’Unione Europea) che devono contenere informazioni dettagliate sulle specifiche funzioni, i diritti e i doveri e il trattamento economico e previdenziale, nonché sui requisiti di qualificazione richiesti e sulle modalità di valutazione delle candidature. 1 contratti, che hanno una durata minima di 18 mesi e sono prorogabili per una sola volta e per un massimo di ulteriori tre anni, stabiliscono, sulla base dei regolamenti di ateneo, le modalità di svolgimento delle attività. La durata complessiva degli stessi non può essere superiore a cinque anni con la medesima università, ll trattamento economico spettante ai destinatari dei contratti, in relazione ai titoli di
studio e all’eventuale qualificazione professionale richiesta, è stabilito dalle università,
mentre l’onere del trattamento economico è posto a carico dei fondi relativi ai progetti di ricerca.
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Vol 42 Manuale di Legislazione universitaria ÌS…“(…È
CAPITOLO 11 Il personale non docente SOMMARIO
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Sezione Prima: # rapporto di impiego pubblico. - 1. I personale tecnico-amministrativo. - 2. I rapporto di lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche. - 3. lt processo di privatizzazione. - 4. Le riforme nel pubblico impiego. - 5. Le fonti del pubblico impiego e la contrattazione collettiva. - 6. | comparti e le aree dirigenziali. - 7. L’accesso ai pubblici uffici. - 8. L’organizzazione del personale e le mansioni. - 9. La dirigenza pubblica. - 10. Il ciclo di gestione della performance. - 11, Lo svoigimento del rapporto di impiego. - 12. La mobilità. - 13. L’estinzione del rapporto di impiego. - 14. Le responsabilità dei pubblici dipendenti. Sezione Seconda: Status giuridico del personale non docente delle università. - 1. La contrattazione collettiva del personale non dirigente delle università. - 2. il sistema di classificazione del personale non dirigente. - 3. | diritti patrimoniali: il trattamento economico. - 4. | diritti non patrimoniali. - 5. | doveri del dipendente pubblico. - 6. La responsabilità disciplinare. - 7. La dirigenza universitaria e la disciplina det CCNL.
Sezione Prima Il rapporto di impiego pubblico
1. Il personale tecnico-amministrativo L'università, per realizzare i suoi fini istituzionali, necessita, oltre che di docenti, anche di personale tecnico-amministrativo: si tratta del cd. personale non docente. Îl rapporto di lavoro alle dipendenze delle istituzioni universitarie è fra quelli assoggettati alla privatizzazione, ai sensi dell’art. 1, comma 2, D.Lgs. 185/2001, TU. pubblico impiego. Si rende dunque opportuno, prima di analizzare le singole categorie del personale uni-. versitario non docente, illustrare i contenuti fondamentali della disciplina del lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, facendo poi specifico riferimento, ove necessario, al contenuto specifico della contrattazione inerente al comparto.
2. Il rapporto di lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche Il rapporto di lavoro con le pubbliche amministrazioni -- in genere definito pubblico impiego — è quello per cui una persona fisica pone, volontariamente e dietro corrispettivo, la propria attività, in via continuativa, alle dipendenze di una pubblica amministrazione. Per effetto della instaurazione di tale rapporto, il dipendente risulta stabilmente inserito nell’organizzazione istituzionale della P.A. datrice di lavoro, assumendo uno specifico status con particolari diritti e doveri. Tale rapporto si configura come: * volontario: sia per la costituzione che per la continuazione del rapporto è richiesta non solo la volontà della P.A., ma anche quella del dipendente;
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* strettamente personale: poichè presuppone una specifica capacità intellettiva e tecnica da parte di ‘colui che ha superato il concorso e, di conseguenza, la fiducia che l’ente deve avere nella persona cui affida la cura dei propri interessi; * bilaterale (sinallagmatico), perché vi sono diritti e doveri specifici in capo sia al lavoratore che al datore di lavoro (prestazione lavorativa/corresponsione della retribuzione); * _ di subordinazione: la prestazione lavorativa è svolta alle dipendenze della P.A. da un soggetto istituzionalmente subordinato alla stessa. i Lavoro pubblico e principi costituzionali “ La Costituzione considera il lavoro come il più importante fenomeno della vita sociale: l'art.1afferma : che «t'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro». Su questa premessa, nonché sul : presupposto che la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro, promuovendo le con: dizioni che rendono effettivo tale diritto, e che ogni cittadino ha il dovere di svolgere un’attività che : concorra al progresso materiale o spirituale della società (art. 4), bisogna sottolineare che la materia del pubblico impiego non trova una disciplina organica e completa tra le norme costituzionali. ; La Carta costituzionale, tuttavia, è disseminata di prescrizioni che assumono particolare rilevanza + in tale ambito, tra cui ricordiamo: : ® il principio dell'accesso ai pubblici uffici in condizioni di eguaglianza (art. 5D; ; ® îl dovere del pubblico funzionario di adempiere con onore alle proprie funzioni nonché di porsi al servizio esclusivo della Nazione (artt. 54 e 98); * lariserva di legge inerente all'organizzazione dei pubbliciuffici e il principio di buon andamento : dell'amministrazione (art. 97); : * la responsabilità diretta dei dipendenti pubblici (art. 28).
3. Il processo di privatizzazione 3.1 Le «peculiarità» del pubblico impiego ll rapporto di lavoro alle dipendenze della P.A. è oggi «privatizzato». In particolare, il D.Lgs. 3-2-1993, n. 29 (ora trasfuso nel D.Lgs. 165/2001 ha riformato il pubblico impiego, trasferendo la relativa disciplina dall’area pubblicistica (dove era prima collocato) a quella privatistica, grazie alla affermazione per cui i rapporti di lavoro dei dipendenti pubblici sono disciplinati dalle disposizioni del capo I, titolo II, del libro V del codice civile e dalle legge sui rapporti di lavoro subordinato nell’impresa, fatte salve le diverse disposizioni contenute nel decreto medesimo. L'assetto dei rapporti di pubblico impiego è, pertanto, incentrato sul valore del contratto (individuale e collettivo). . Si tratta, tuttavia, di un modello misto: alle norme di diritto comune si affiancano, infatti, speciali disposizioni di legge, regolamento o statuto che introducono discipline limitate ai soli dipendenti delle amministrazioni pubbliche.
Vi sono, infatti, alcuni aspetti peculiari che connotano il rapporto di lavoro svolto alle dipendenze di una P.A.: *
la predeterminazione del personale: le PPAA. non possono disporre liberamente del proprio personale, che viene predeterminato dalla legge e/o atti amministrativi a contenuto generale; * _ il principio del concorso pubblico come modalità di accesso al lavoro con le PP.AA.; * il criterio della stabilità del rapporto nell'ambito dell’organico: i pubblici impiegati sono «incasellati» in precise posizioni e qualifiche, cui corrispondono le relative mansioni. Essi potranno accedere ad altra posizione ma solo previo svolgimento di un'apposita procedura concorsuale (progressione).
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Capitolo 11 Fermo restando quanto appena esposto e nonostante la progressiva assimilazione tra lavoro pubblico e lavoro privato, è da osservare che sussistono ancora differenze sostanziali. Pertale motivo è da ritenere ammissibile una disciplina differenziata delrapporto di lavoro pubblico rispetto a quello privato: la pubblica amministrazione, infatti, conserva sempre — anche in presenza di un rapporto di lavoro ormai contrattualizzato — una connotazione peculiare, poiché, da un lato, l’attività amministrativa è sempre diretta al perseguimento dell'interesse della collettività e, dall’altro lato, le PP.AA. sono tenute al rispetto dei principi costituzionali di legalità, imparzialità e buon andamento (Corte cost., 16-5-2008, n. 146). 3.2 La privatizzazione L'attuale disciplina del lavoro pubblico è contenuta nel D.Lgs. 30-3-2001, n 165, cd. Testo Unico sul pubblico impiego. Si tratta del provvedimento che ha consolidato il processo di privatizzazione dellavoro pubblico e che intende perseguire determinati obiettivi fondamentali (art. 1, D.Lgs. 1865/200)): * in primo luogo, la crescita della efficienza delle amministrazioni in relazione a quella dei corrispondenti uffici e servizi dei Paesi dell’Unione europea, anche mediante îl coordinato sviluppo di sistemi informativi pubblici; * in secondo luogo, la razionalizzazione del costo del lavoro pubblico, mediante il contenimento della spesa complessiva per il personale, diretta e indiretta, entro i vincoli di finanza pubblica; * infine, la migliore utilizzazione delle risorse umane, curando la formazione e lo sviluppo professionale dei dipendenti, garantendo pari opportunità alle lavoratrici ed ai lavoratori e applicando condizioni uniformi rispetto a quelle del lavoro privato. Non è stato semnpre così, in quanto in una prima fase, il rapporto di pubblico impiego era oggetto di una disciplina rigorosamente unilaterale, scandita da attì di natura legislativa o regolamentare, in seno alla quale non era riconosciuto rilievo alcuno alla fonte contrattuale. Un primo passo verso la parificazione tra lavoro privato e pubblico è stato compiuto con il D.PR. 10-1-1957, n. 3, contenente il Testo unico degli impiegati civili dello Stato. Era evidente, tuttavia, che la normativa relativa all'impiego pubblico restava profondamente differenziata rispetto a quella dell'impiego privato, in quanto îl rapporto di lavoro sorgeva da un atto unilaterale della P.A. {cd. atto di nomina) quale espressione dell'esercizio di un potere pubblico, la disciplina del rapporto era affidata a leggi e regolamenti e le relative controversie erano del Giudice Amministrativo. Il D.Lgs. 13-2-1993, n. 29 ha suggellato il processo di privatizzazione dell'impiego pubblico, assoggettando, fatte salve determinate eccezioni, la disciplina dei pubblici impiegati a quella del lfavoro privato, alla contrattazione collettiva e, di conseguenza, alla giurisdizione del giudice ordinario. Sulla base delle direttrici enunciate dalla legge Bassanini n. 59 det 1997, il D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 80 {cd. seconda privatizzazione) ha modificato l'impianto del D.Lgs. 29/1993, rafforzando la valenza
deli contratto, sia individuale che collettivo nell'organizzazione degli uffici.
e ampliando gli spazi di delegificazione e autonomia
Ecco perché, in un secondo momento, al fine di riordinare la molteplicità di fonti legislative esistenti in materia, ha visto la luce il cit. D.Lgs. 30-3-20041, n. 165, nel quale è confluita gran parte delle norme
di cui al D.Lgs. 29/1993 e che oggi domina it panorama normativo in materia.
3.3 Personale privatizzato e lavoratori esclusi dalla privatizzazione 1l D.Lgs. 165/2001 si applica alle pubbliche amministrazioni e il legislatore, per evitare qualsiasi dubbio, ha elencato sia i soggetti coinvolti dalla citata privatizzazione sia quelli che, al contrario, ne rimangono esclusi.
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In particolare, è stato precisato {art. 1, Comma 2, D.Lgs. 165/2001) che per «amministrazioni pubbliche» si ntendono tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende ed amministrazioni dello Stato d ordinamento autonomo, le Regioni, le Province, i Comuni, le Comunità montane e loro consorzi ed associazioni, le istituzioni universitarie, gli istituti autonomi case popolari, le Camere di commercio, industria, artigianato, ed agricoltura e loro associazioni, tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, e le amministrazioni, le aziende e gli enti del servizio sanitario nazionale, l'Agenzia per là rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN); le Agenzie di cui al D.Lgs. 300/1999; il CONI.
L’'art. 3 D.Lgs. 165/2001 esclude alcune categorie di pubblici dipendenti (tassativamente indicate) dalla cd. privatizzazione. Per tali categorie non opera neppure il trasferimento della giurisdizione del G.0. Lo scopo di tale esclusione risiede nella peculiarità di determinate funzioni pubbliche. Si tratta dei rapporti concernenti: * * * * *
magistrati ordinari, amministrativi e contabili; avvocati e procuratori dello Stato; personale militare e delle Forze di Polizia; personale delle carriere diplomatica e prefettizia; dipendenti che svolgono la loro attività nelle materie contemplate dal D.Lgs.C.p.S. 691/1947 (risparmio, funzioni creditizia e valutaria), e dalle leggi 281/1985 (tutela del risparmio, valori mobiliari) e 287/1990 (tutela della concorrenza e del mercato); * professoriericercatoriuniversitari (a tempo determinato e indeterminato), la cui mancata contrattualizzazione è seguita al congelamento della previgente situazione, in attesa di riforma, avutasi solo con la L. 30-12-2010, n. 240 (cd. riforma Gelmini dell’Università); * dirigenti e personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, (esclusi dalla privatizza.zione dalla L. 252/2004); * personale della carriera dirigenziale penitenziaria (L. 154/2005).
4. Le riforme nel pubblico impiego 4.1 Dal decreto Brunetta... La fisionomia del lavoro pubblico è stata, ridisegnata profondamente dalla cd. riforma Brunetta: la L. 4 marzo 2009, n. 15 e il relativo decreto attuativo, D.Lgs. 27-10-2009, n. 150, hanno infatti dato vita ad una riforma destinata a rivoluzionare il funzionamento dell’amministrazione italiana, soprattutto nell’ottica dell’aumento di produttività del lavoro pubblico e di una migliore organizzazione dello stesso sulla base dei principi di efficienza e trasparenza. Gli aspetti fondamentali di tale riforma — che ha inciso sul T.U pubblico impiego ed ha introdotto
disposizioni autonome — sono:
* _ il mutamento dei rapporti tra legge e contratto collettivo come fonti regolatrici del pubblico impiego. Vengono, infatti, delineati in maniera specifica gli ambiti riservati rispettivamente alla legge e alla contrattazione coltettiva, in un nuovo equilibrio che vede la legge diventare la parte privilegiata di disciplina del rapporto di impiego, prevalente sul contratto collettivo; * il principio di trasparenza e la valutazione della performance lavorativa. La trasparenza diventa unio dei pilastri della nuova disciplina, quale accessibilità totalte delle informazioni sull'organizzazione e l'attività delle pubbliche amministrazioni. L'altro profilo portante della riforma riguarda l’attribuzione selettiva degli incentivi economici e di carriera, al fine di premiare i dipendenti capaci e meritevoli;
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la valorizzazione del merito e gli strumenti di premialità. Sono stati introdotti strumenti di valutazione del merito e metodi di incentivazione della produttività e della qualità della prestazione lavorativa, sulla base dei principi di selettività e di concorsualità nelle progressioni di carriera nonché nel riconoscimento degli incentivi; le innovazioni in materia di dirigenza e di contrattazione collettiva, in particolare, il dirigente
viene designato quate datore di lavoro nelle PP.AA. e vengono ridefinite le materie attnbuxte alla contrattazione collettiva; * te sanzioni disciplinari e le responsabilità dei pubblici dipendenti. Viene completamente rinnovata la disciplina delle sanzioni disciplinari e il sistema di responsabilità dei dipendenti pubblici, soprattutto in vista della lotta all'assenteismo e alla scarsa produttività.
42 ... alla riforma Madia La nuova stagione della riforme si apre nel 2015 prosegue fino ai giorni nostri. Con la legge delega n. 124 del 2015 è stato approvato, infatti, un imponente programma di ristrutturazione dell’apparato pubblico nel suo complesso. Tra i decreti attuativi di questa legge delega, in materia un posto di spicco spetta ai decreti legislativi nn. 75 e 74 del 2017, che hanno operato un profondo restyling del settore. 1 due testi incidono rispettivamente sul TU. del pubblico impiego, D.Lgs. 165/2001 e sul D.Lgs. 150/2009, cd. decreto Brunetta.
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Con la riforma Madia è ripartita anche stagione contrattuale: sono stati infatti rinnovati i CCNLperi comparti e le aree dirigenziali del pubblico impiego, che erano fermi da diversi anni.
Tra le novità introdotte con îl D.Lgs. 75/2017 sì segnalano: *
i superamento del concetto di «dotazione organica» Mmediante Îl nuovo strumento del «Piano
Triennale dei fabbisogni», diretto a programmare le assunzioni in base alla situazione di effettiva
‘necessità delta PA.; * una decisa accelerazione all’azione disciplinare e la previsione di nuove infrazioni disciplinari che comportano il licenziamento (ad esempio, la reiteratà e grave violazione alle regole deontologiche, la vatutazione negativa della performance per tre anni consecutivi; e per i dirigenti, la mancata attivazione o definizione di procedimenti disciplinari, Cormmessa con dolo o colpa grave);
* _ la valorizzazione dell'esperienza professionale acquisita da coloro che hanno avuto rapporti di lavoro fiessibile con le amministrazioni, ai fini dell'accesso al lavoro pubblico, e della conoscenza delle lingue straniere come reguisito per accedere ai concorsi o comunque titolo di merito valutabile dalle commissioni giudicatrici; *_la previsione che in caso di licenziamento illegittimo, ai sensi dell'art. 18 L. 300/1970, l'indennizzo. contestuale al reintegro nel posto di lavoro non potrà oltrepassare le 24 mensilità; * Una maggiore attenzione al tema dell’integrazione dei soggetti disabili nel mondo del lavoro. Tra le rovità introdotte con il D.Lgs. 74/2017 invece, si segnalano
la semplificazione delle norme
in materia di valutazione dei dipendenti pubblici, di riconoscimento del merito e della premialità, la razionalizzazione e l'integrazione dei sisterni di valutazione nonché la revisione della disciplina degli QIV, Organismi indipendenti di valutazione, le cui attribuzioni in tema di valutazione della performance e di controlli vengono notevolmente ampliate.
4.3 La legge«concretezza» (L. 56/2019) La L. 19-6-2019, n. 56 (cd. riforma Bongiorno) contiene una serie di interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni; essa, in particolare: * istituisce il cd. Nucleo della concretezza, mediante l’introduzione dei nuovi articoli 60bis-60quinquies nel D.Lgs. 185/2001: si tratta di un team di professionisti, con il compito di garantire l’efficienza negli uffici pubblici e di vigilare sul corretto funzionamento delle amministrazioni;
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* predispone nuove procedure per accelerare le assunzioni mirate e il ricambio generazionale (turn over) nelle amministrazioni.
4.4 ll decreto reclutamento (D.L. 80/2021, conv. in L. 113/2021) e le misure per il rafforzamento della capacità amministrativa delle P.A.
Con Îl D.L. 9-6-2021, n. 80, cd. decreto reclutamento, conv. in L. 6 agosto 2021, n. 113, sono
state predisposte una serie di misure per il rafforzamento della capacità amministra. tiva della pubblica amministrazione funzionale alla attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Si tratta del terzo pilastro (dopo il PNRR e il decreto semplificazioni 2021) di una riforma complessiva del settore pubblico che vede nella pubblica amministrazione l’elemento trainante della ripresa economica e sociale del Paese; nelle intenzioni del legislatore, infatti, la P.A. diventa «datore di lavoro e catalizzatore della crescita». Questo decreto contiene diverse novità importanti in tema di lavoro pubblico poiché, se
da un lato predispone una serie di modalità speciali per il reclutamento di personale e il conferimento di incarichi professionali da parte delle amministrazioni specificamente legate alla attuazione del PNRR (nuovi concorsi, digitalizzazione e accelerazione delle procedure, selezioni delle alte specializzazioni), dall'altro lato introduce misure per la valorizzazione del personale e per il riconoscimento del merito di coloro che già operano nel settore pubblico. Vediamo quali sono gli ambiti maggiormente incisi dal decreto in esame (art. 3): * disciplina delle progressioni (art. 52 D.Lgs. 185/2001); * mobilità individuale dei pubblici dipendenti (art. 30 D.Lgs. 165/2001) *
accesso alla dirigenza pubblica (artt. 28 e 28bis D.Lgs. 185/2001).
Viene, inoltre, istituito il Piano integrato di attività ed funzionale ad assicurare la qualità e la trasparenza gliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini e alle e progressiva semplificazione e reingegnerizzazione
organizzazione (art. 6 D.L. 80/2021), dell’attività amministrativa e a miimprese, nell’ottica di una costante dei processi.
Tale Piano ha durata triennale, viene aggiornato ognì anno e definisce, tra l'altro, gli obiettivi programmatici e strategici della performance, la strategia di gestione del capitale umano e di sviluppo organizzativo, anche mediante il ricorso al lavoro agile, gli strumenti e gli obiettivi del reclutamento di nuove risorse e della valorizzazione delle risorse interne, nonché gli strumenti e le fasi per giungere alla piena trasparenza dell'attività e dell'organizzazione amministrativa e per raggiungere gli obiettivi in materia di anticorruzione e digitalizzazione. Si tratta, pertanto, di un documento di programmazione unico destinato ad accorpare, tra gli altri, i piani della performance, del lavoro agile, della parità di genere e dell'anticorruzione,
5. Le fonti del pubblico impiego e la contrattazione collettiva 5.1 La contrattazione collettiva La contrattazione collettiva è il momento in cui i rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro definiscono, di concerto, la disciplina e la regolamentazione dei rapporti di lavoro. Essa rappresenta, infatti, la maggiore espressione dell’autonomia e della libertà sindacale e costituisce nello stesso tempo il compito fondamentale dei sindacati.
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Capitolo 11 “L'iter di contrattazione è finalizzato alla definizione di un contratto collettivo di lavoro, cioè di un accordo tra un datore di lavoro (o un gruppo di datori di lavoro) ed un'organizzazione 0 più di lavoratori (un sindacato quasi sempre), allo scopo di stabilire il trattamento minimo garantito e le condizioni di lavoro alle quali dovranno conformarsi i singoli contratti individuali di lavoro di quella categoria. Per la funzione di tutela svolta dalla contrattazione collettiva, è prevista l'inderogabilità del contratto collettivo da parte del contratto individuale, satvo che le disposizioni del contratto individuatle siano più favorevoli. In sostanza, il contratto individuale può derogare quelto coltettivo in meglio ma non in peggio.
Ne consegue la nullità delle clausole del contratto individuale difformi in senso peggiorativo rispetto a quelle del contratto collettivo. Tuttavia tale nullità non travolge l'intero contratto individuale, ma comporta solo l'inserzione automatica delle corrispondenti clausole generali previste dal contratto coltettivo in luogo delle clausole contenute nel contratto individuale risultanti al di sotto dello standard di tutele previste dal contratto collettivo.
5.2 L'equilibrio tra legge e contratto La disciplina delle fonti regolatrici del pubblico impiego — legge e contratto (individuale e collettivo) — ha attraversato diversi momenti. Con la privatizzazione avviata dagli anni Novanta, in primo luogo, si è assistito al tramonto dell'esclusiva operatività delle fonti aventi natura pubblicistica a favore del contratto, sia individuale che collettivo, che diventa la fonte principale della materia;: ecco perché si parla anche di «contrattualizzazione» del pubblico impiego, nel senso che quest'ultimo viene ricondotto alle norme di diritto privato {ossia al codice civile e alle leggi sul lavoro subordinato nelle imprese) e alla contrattazione
collettiva {art. 2, co. 2, D,Lgs. 165/2001).
ll successivo co. 3 del cit. art. 2 prevede, a sua volta, che anche i rapporti individuali di lavoro siano regotati contrattualmente. La riforma Brunetta del 2009, invece, ha ribaltato l'assetto configuratosi con là -privatizzazione: l’equilibrio tra legge e contratto viene nuovamente spostato a favore della legge.
Resta, difatti, ferma la previsione per cui ai rapporti di lavoro dei dipendenti pubblici sì estendono le norme privatistiche, ma fatte salve te diverse disposizioni contenute nel D.Lgs. 165/2001, alle quali
viene conferito carattere imperativo.
La garanzia di tale imperatività, a sua volta, sî sostanzia nei meccanismi di cui agli artt. 1339 e 1419 co. 2c.c. . (sostituzione autornatica delle clausole difformi e conservazione del contratto affetto da nullità parziale). Inoltre, viene ribadito che eventuali disposizioni di legge, regolamento o statuto, che introducano discipline dei rapporti di lavoro la cui applicabilità sia limitata ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche, o a categorie di essi, possono essere derogate da successivi contratti o accordi coltettivi e, per ta parte derogata, non sono ulteriormente applicabili, solo qualora ciò sia espressamente previsto dalla legge (art. 2, co. 2, D.Lgs. 165/2001, come riformulato nel 2009). Questa precisazione vuol intendere che: a) la legge prevale sul contratto anche se quest'ultimo è successivo; b) gli atti normativi, a loro volta, possono essere derogati da una contrattazione successiva, Ma solo se la legge stessa espressamente lo preveda. In sostanza, {a contrattazione può avere forza
derogatoria, ma solo se ta legge glielo permetta.
La situazione di complessità e le problematiche di coordinamento tra le fonti, venutesi a determinare dopo la riforma Brunetta, anche a causa della lunga sospensione delle attività negoziali a livello nazionale, è nuovamente mutata con l’attuazione della riforma Madia e il D.Lgs. 75/2017. Quest’ultimo ha, infatti, spostato nuovamente l’equilibrio a favore del contratto.
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Mediante la novella dell'art. 2, co. 2, D.Les. 165/2001, la riforma, da un lato, ha fatto salvala
possibilità peri contratti collettivi di derogare a legge, regolamnenti e statuto che abbiano già disciplinato îl rapporto di lavoro; dall’altro lato, ha abrogato la previsione per cui la derogabilità era amrmessa solo se prevista dalla legge. Infine, ha disposto che i contratti abilitati a derogare siano solo quelli nazionali e pur sempre nel rispetto dei principi del TU. pubblico impiego. La nuova versione dell'art. 2, co. 2, T.U. pubblico ìmpiego, infatti oggi testualmente prevede che: : «Eventuali disposizioni di legge, regolamento o statuto, che introducano o che abbiano introdotto discipline dei rapporti di lavoro la cui applicabilità sia limitata ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche, o a categorie di essi, possono essere derogate nelle materie affidate alla contrattazione coltettiva ai sensi dell'art. 40, co. 1, e nel rispetto dei principi stabiliti dal presente decreto, da successivi contratti o accordi collettivi nazionali e, per la parte derogata, non sono ulteriormente applicabili».
5.3 La contrattazione collettiva nazionale ed integrativa L’'art. 40, D.Lgs. 165/2001, come mod. dall'art. 11 del D.Lgs. 75/2017, in maniera esattamente speculare a quanto esposto în precedenza sulle novità in ordine al sistema delle fonti e del rapporto legge-contratto, incide anche sulla contrattazione e sul relativo ambito di applicazione. In primo luogo, occorre premettere che la contrattazione collettiva sì articola generalmente su due livelli: ° i contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL); * i contratti integrativi. ° 1 CCNL riguardano, quindi, i diversi comparti di personale non dirigenziale e le aree con riferimento ai dirigenti; i contratti integrativi sono posti, invece, a livello di singola amministrazione poiché, nel quadro tracciato dai contratti nazionali, rispondono a specifiche realtà contingenti di ogni P.A. La differenza tra i due tipi di contratto è, pertanto, la seguente: la contrattazione collettiva nazionale rappresenta il «perno» del sistema contrattuale complessivamente inteso, mentre la contrattazione integrativa intende, appunto, integrare o completare
la disciplina dettata con il CCNL. Esaminiamo l’ambito di applicazione di entrambe.
La contrattazione collettiva nazionale, in primo luogo: * _ disciplina il rapporto di lavoro e le relazioni sindacali e sì svolge con le modalità previste dal D.Lgs. 165/2001;
* è consentiìta nei limiti previsti dalle norme di legge nelle materie relative alle sanzioni disciplinari, alla valutazione delle prestazioni ai fini della corresponsione del trattamento accessorio, alla mobilità; * è esclusa nelle materie concernenti 1’orgamzzazmne degli uffici, quelle oggetto di partecipazione sindacale ai sensi dell'art. 9, quelle afferenti alle prerogative dirigenziali ai sensi degli articoli 5, co. 2, 16 e 17, la materia del conferimento e della revoca degli incarichi dirigenziali, nonché quelle di cui all’articolo 2, co. 1, lettera c), della L. 23-101992, n. 421 (categorie di personale non soggette alla privatizzazione). La contrattazione collettiva disciplina, in coerenza con il settore privato, la struttura contrattuale, i rapporti tra i diversi livelli e la durata dei contratti collettivi nazionali e
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integrativi. La durata viene stabilita in modo che vi sia coincidenza fra la vigenza della disciplina giuridica e di quella economica (art. 40, co. 3, D.Lgs. 165/2001).
Le pubbliche amministrazioni attivano, poi, come detto, autonomi livelli di contrattazione collettiva integrativa (art. 40, co. 3bis, D.Lgs. 165/2001, come novellato dal D.Lgs. 75/2017). Quest’ultima ha la funzione di assicurare adeguati livelli di efficienza e produttività dei servi-
zi pubblici, incentivando l’impegno e la qualità della performance lavorativa e destinandovi, per l’ottimale perseguimento degli obiettivi organizzativi e individuali, una quota prevalente delle risorse finalizzate ai trattamenti economici accessori (comunque denominati).
La predetta quota, a sua volta, è collegata alle risorse variabili determinate per l'arnno di riferimento.
La contrattazione integrativa si svolge sulle materie, con î vincoli e nei limiti stabititi dai contratti collettivi nazionali, tra i soggetti e con le procedure negoziali che questi ultimi prevedono; può inoltre avere ambito territoriale e riguardare più amministrazioni, | contratti collettivi nazionali definiscono il termine delle sessioni negoziali in sede decentrata e alla scadernza del termine le parti riassumono le rispettive prerogative e libertà di iniziativa e decisione. Nell'ipotesi in cui non si raggiunga l'accordo per la stiputazione dî un contratto collettivo integrativo, qualora il protrarsi delle trattative determini un pregiudizio alla funzionalità dell'azione amministrativa, nel rispetto dei principi di correttezza e buona fede fra le parti, l co. 3ter dell'art. 40 D.Lgs. 165/2001 dà la possibilità, all'amministrazione interessata, di provvedere, în via provvisoria, sulle materie oggetto del mancato accordo fino alla successiva sottoscrizione e prosegue le trattative al fine di pervenire in tempi ceteri alla conclusione dell'accordo. I contratti collettivi nazionali possono individuare un termine minimo di durata delle sessioni negoziali
in sede decentrata, decorso il quale l'amministrazione interessata può in ogni caso provvedere, in
via provvisoria, sulle materie oggetto del mancato accordo.
Si ricordi, infine, che a questi due livelli di contrattazione appena esaminati se ne affianca un terzo, cd. «intercompartimentale»: si tratta dei contratti o accordi quadro, che
investono argomenti o aspetti comuni a tutti i lavoratori pubblici. Ad es., vi sono stati, negli anni, accordi quadro su specifiche tematiche, come il TFR o la previdenza, le prerogative sindacali, lo sciopero, il telelavoro ecc. 5.4 La formazione e l'efficacia del contratto collettivo La procedura di contrattazione colettiva si apre con l’emanazione degli indirizzi per la contrattazione collettiva nazionale da parte dei comitati di settore prima di ogm rinnovo
contrattuale (art. 47 D.Lgs. 1685/2001).
Detti atti di indirizzo sono sottoposti al Governo che, nei successivi venti giorni, può esprimere le sue valutazioni per quanto attiene agli aspetti riguardanti la compatibilità con le linee di politica economica e finanziaria nazionale. Trascorso inutilmente tale
termine l'atto di indirizzo può essere inviato all'ARAN, che formula urn'ipotesi di accordo
che deve passare il vaglio del Governo e della Corte dei conti. Quest’ultima deve rilasciare una certificazione di compatibilità con gli strumenti di programmazione e bilancio. Ottenutala certificazione VARAN e le organizzazioni sindacali possono passare alla firma dell’accordo. T contratti e accordi collettivi nazionali nonché le eventuali interpretazioni autentiche sono pubblicati nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana oltre che sul sito dell'ARAN e delle amministrazioni interessate. Il contratto collettivo, una volta sottoscritto, acquista efficacia erga omnes, cioè sia per le amministrazioni coinvolte che per tutti i lavoratori interessati.
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6.1 comparti e le aree dirigenziali l comparti e le aree dirigenziali rappresentano l’unità fondamentale della contrattazione collettiva nel pubblico impiego. Questi sono stati i diversi comparti e relative aree dirigenziali, definiti nel corso del
termpo: Ministeri; Enti pubblici non economici; Regioni e Autonomie locali; Servizio sanitario nazionale; Scuola; Università; Presidenza del Consiglio; Agenzie fiscali; Istituti di alta formazione e specializzazione artistica e musicale; Istituzioni ed enti di ricerca e
sperimentazione. La riforma Brunetta aveva previsto la riduzione dei comparti e delle aree a quattro, mediante la riformulazione del co. 2 dell’art. 40 D.Lgs. 165/2001. L'accordo in tal senso è stato raggiunto, tra ARAN e sindacati, con il CCNQ del 13 luglio 2016, con cui è stata data attuazione alla legge Brunetta, e confermato poi dal successivo CCNQ 3 agosto 2021 per la tornata contrattuale 2019-2021.
Le nuove tornate contrattuali per il triennio 2016/2018 sono ripartite proprio con riferimento ai seguenti comparti: Funzioni centrali, Funzioni locali, Istruzione e ricerca, Sanità. Esaminiamoli nel dettaglio: *
*
Comparto delle Funzioni centrali (CCNL sottoscritto il 12-2-2018): raggruppa | dipendenti di Ministeri, Agenzie, Avvocatura Generale dello Stato, Consiglio di Stato, Corte dei Conti, CNEL, Accademia nazionale dei Lincei, Enti parco nazionali, Automobile Club d'Italia - ACI, Club Alpino Italiano, Inail, Inps, Lega navale italiana, Lega itatiana lotta i tumori, Ordini e collegi professionali e relative federazioni, consigli e collegi nazionali nonché ulteriori enti pubblici non economici comunque sottoposti alla vigilanza dello Stato;
Comparto delle Funzioni locali (CCNL sottoscritto Îl 22-5-2018); comprende i dipendenti d| Regioni a statuto ordinario ed Enti pubblici non economici dalle stesse dipendenti, Province, Città metropolitane, Enti di area vasta, Liberi consorzi comunali, Comuni, Comunità montane, Camere di COMMEercio ecc.; * Comparto Istruzione e Ricerca {(CCNL sottoscritto il 19-4-2018): comprende i dipendenti di scuole statali dell'infanzia, primarie, secondarie ed artistiche, istituzioni educative e scuole speciali, nonché ogni altro tipo di scuota statale, di Accadermie di belle arti, Accademia nazionale di danza, Accademia nazionale di arte drammatica, Istituti superiori per le industrie artistiche, Conservatori di musica e Istituti musicali pareggiati, Università, Istituzioni Universitarie e Aziende ospedalierouniversitarie ecc.; * Comparto della Sanità (CCNL sottoscritto il 22-5-2018): include i dipendenti dalle Aziende sanitarie ed ospedaliere del Servizio sanitario nazionale, dagli Istituti zooprofilattici sperimentali, dagli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico ecc. Anche le figure dirigenziali sono state ripartite in quattro autonome aree di contrattazione collettiva:
* Area delle Funzioni centrali (CCNL 9-3-2020); * *
Area delle Funzioni locali {(CCNL 17-12-2020);
Area dell'Istruzione e della Ricerca (CONL 8-7-: 2019)
* Area della Sanìtà (CCNL 19-12-2019).
7. L'accesso ai pubblici uffici Ai sensi dell’art. 97 Cost., comma 4, agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casì stabilîti dalla legge.
Il concorso pubblico rappresenta, infatti, la forma ordinaria di accesso ai pubblici uffici, quale procedura strumentale alla efficienza della P.A. (così Corte cost. 27-2-2020, n. 36).
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Capitolo11 Le eccezioni alla regola del concorso sono possibili, ma solo se strettamente funzionali at buon andamento della P.A. e se ricorrono peculiari e straordinarie esigenze di interesse pubblico (Corte COost, 9-3-2020, n. 43).
Sulla base della previsione costituzionale, l’art. 35 D.Lgs. 185/2001 dispone che l’assunzione nelle amministrazioni pubbliche avviene:
* tramite procedure selettive volte all'accertamento della professionalità richiesta
(concorsi pubblici); * mediante avviamento degli iscritti nelle liste di collocamento (tale modalità d1 accesso in genere riguarda i profili e le qualifiche per cui è richiesto il solo requisito della
scuola dell’obbligo).
Sono poi fatte salve le assunzioni obbligatorie deièoggetti appartenenti a categorie protette (ossia i soggetti disabili, ai sensi della L. 68/1999). 7.1 l concorso pubblico I procedimenti di selezione per l’accesso (e perla progressione) del personale nei pubblici uffici sono definiti nel rispetto di alcuni criteri fondamentali, tra cui l'adeguata pubblicità della selezione, modalità di svolgimento imparziali e trasparenti nonché il de centramento delle procedure di reclutamento (art. 35, co. 3, D.Lgs. 165/2001). Fermi restando tali principi generali, i concorsi pubblici si manifestano in vario modo a seconda delle esigenze che la P.A. vuole soddisfare. Pertanto, si potranno avere concorsi: a) per esami, nei quali la scelta dei candidati è affidata ad organi tecnici esperti nel giudicare in base alle discipline ritenute importanti per i posti che si vogliono coprire {in questa categoria nessun altro elemento può interferire netl giudizio); b) per titoli, in cui ta scelta è affidata a un organo idoneo a stabilire le capacità professionali dei candidati attraverso l'esame di «titoli» (master, pubblicazioni ecc) che rendano palese il valore della persona sia sotto il profito culturate che sotto il profilo della pregressa attività; c) per esami e per titoli, in cui gli elementi dei due tipi precedenti si fondono;
d) riservati, che costituiscono la selezione fra più concorrenti che si trovano già in servizio, ma con un incarico fuori ruolo, per cui il concorso ha lo scopo di esaminare i candidati, valutarli ed immetterti in ruolo mediante prove normalmente analoghe a quelte del coONncorso per l'accesso alle stesse qualifiche che si vogliono attribuire; e con riserva di posti, quando vi partecipano elementi già in servizio presso la P.A. o appartenenti alle categorie protette cui è riservato un certo numero di posti, con la conseguenza che fra i candidati «esterni» e quelli «interni» o «speciali» si forma una graduatoria tale da consentire agli uni ed agli altri l superamento del concorso, ma entro il limite dei posti da attribuire ad ogni singola categoria.
L'iniziativa di dare il via ad un concorso pubblico spetta alla pubblica amministrazione.
Le determinazioni relative all’avvio di procedure di reclutamento, infatti, sono adottate
da ciascuna amministrazione o ente sulla base del piano triennale dei fabbisogni approvato ex art. 6, co. 4, D.Lgs. 185/2001 (infra). Lo dispone l'art. 35, co. 4, D.Lgs. 185/2001, come novellato dal D.Lgs. 75/2017. L’organizzazione e la disciplina degli uffici nonché dei rapporti di lavoro sono, infatti, attualmente correlati non più alla dotazione organica bensì ad uno specifico piano triennate dei fabbisogni di personale.
L'atto con il quale ’amministrazione manifesta all'esterno la propria volontà di procedere a una selezione di personale, invitando gli interessati a far conoscere la loro eventuale
intenzione di partecipare, è il bando di concorso.
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Questo viene pubblicato, di regola, nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana {IV serie speciale concorsi ed esami) o nel Bollettino Ufficiale della Regione di appartenenza dell'ente cui si riferiscono î posti di lavoro messi a concorso. In genere, viene pubblicato anche sul sito internet dell'ente che bandisce il concorso, Poiché il bando è diretto all'esterno, è necessario che contenga tutti gli elementi utili agli eventuali partecipanti nonché le garanzie più idonee per il rispetto della par condicio dei concorrenti: esso è la cd, lex specialis del concorso, nel senso che alle sue prescrizioni devono attenersi sia la pubblica
amministrazione che | concorrenti. 1 bandi di concorso devono prevedere anche l'accertamento della conoscenza dell’uso delle apparecchiature e applicazioni informatiche più diffuse e della lingua inglese, nonché, ove opportuno in relazione al profito professionale richiesto, di altre lingue straniere (art. 37 D.Lgs. 165/2001, come
mod. dall'art. 7 D.Lgs. 75/2017).
Le fasi successive dell’iter concorsuale sono: * la domanda di partecipazione. Questa deve essere redatta dai partecipanti in maniera
chiara e completa, così da consentire all’amministrazione il controllo preliminare dei requisiti generali (le amministrazioni, in genere, allegano ai bandi di concorso anche un fac-simile della domanda). | requisiti generali, ex art. 2 D.P.R. 487/1994 — che devono essere posseduti alla data di scadenza del termine per la domanda di ammissione al concorso — sono: a) cittadinanza italiana ed europea; b) età non inferiore a 18 anni; c) godimento dei diritti potitici: non possono accedere agli impieghi coloro che sono esclusi dall'elettorato politico attivo o coloro che siano stati destituiti dall'impiego presso una pubblica amministrazione; . d) titoto di studio: varia a seconda del contenuto della prestazione lavorativa richiesta alla professionalità che sì va a rivestire;
* l’ammissione (e l’eventuale esclusione dei candidati). Una volta che l'amministrazione ha ricevuto le domande di partecipazione, può procedere al loro esame per individuare coloro che possono essere ammessì a sostenere il concorso. Tale decisione spetta normalmente all’amministrazione che ha bandito il concorso, ma în genere viene attribuita alla Commissione giudicatrice, che costituisce l’organo tecnico di cui si avvale l’amministrazione per individuare i candidati più capaci. Le attribuzioni della Commissione giudicatrice, a toro votta, s differenziano a seconda del tipo di concorso posto În essere e quindi dei diversi criteri di valutazione dei candidati (ad esempio, . in caso di concorso per titoli, essa dovrà procedere solo alla valutazione di questi, mentre nei
concorsi per esami dovrà valutare le capacità tecniche e scientifiche dei candidati). In genere, comunque,
la prova di concorso si articola normatmente
in una o più prove scritte e
una orale, con eventuale fase presetettiva În caso di consistente numero di domande, e si svolge sulle materie attinenti alla qualifica da ricoprire ed enunciate nel bando (si ricordi tuttavia che il D.L. 44/2021, conv. in L. 76/2021, ha previsto una semplificazione delle procedure concorsuali e
una riduzione delle prove a causa della pandemia da Covid-19);
* la formulazione, da parte della Commissione, della graduatoria dei candidati, in cui si riassumono i risultati delle fasi precedenti. È una sorta di sintesi dell’attività precedentemente svolta che, sulla scorta degli atti già adottati, reca l’elerico dei candidati, con indicazione del punteggio ottenuto nelle varie prove (prove scritte; prove pratiche;
prove orali; titoli ecc.) e il punteggio finale (che può risultare da un calcolo maternatico di vario genere, a seconda delle disposizioni che regolano l concorso).
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Capitolo 11 La graduatoria, a sua volta, prima di essere resa pubblica, deve essere approvata dall'amministrazione che ha indetto i{ concorso {si tratterebbe di un controllo di legittimità e di regolarità, non di merito, che resta di esclusiva competenza della Commissione).
Essa rimane in vigore per due anni dalla data di pubblicazione, anche se sono fatti salvi i periodi di vigenza inferiori previsti da leggi regionali (art. 35, co. Ster, D.Lgs. 165/2001 come mod. dalla L: 160/2019, a decorrere dal 1° gennaio 2020).
| vincitori del Concorso devono permanere nella sede di prima destinazione almeno 5 anni (art. 35, CO. 5bis: unica eccezione è prevista per i direttori dei servizi generali e amministrativi delle scuote: per tali figure il periodo di permanenza viene ridotto a 3 anni, ad opera di una modifica della L. 234/2021).
Terminata la procedura di selezione, viene stipulato duale con i candidati che l’abbiano superata. L’impiegato pubblico, prima di ottenere l’iscrizione porto, è soettoposto, tuttavia, ad un periodo di prova dai CCNL). Superato tale periodo senza che nessuna
intende confermato in servizio.
infine il contratto di lavoro indiviin ruolo, ossia la stabilità del rap(la cui durata in genere è stabilita delle parti receda, il dipendente si
7.2 Le tipologie contrattuali flessibili e gli incarichi esterni La regola è che le pubbliche amministrazioni assumano esclusivarnente con contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato, seguendo le ordinarie procedure di reclutamento.
Tuttavia, per rispondere a comprovate esigenze di carattere esclusivamente temporaneo o
eccezionale, le stesse possono stipulare contratti di lavoro a tempo determinato, contratti di formazione e lavoro e contratti di somministrazione di lavoro a tempo determinato, nonché avvalersi delle forme contrattuali flessibili previste dal codice civile e dalle altre leggi sui rapporti di lavoro nell’impresa, esclusivamente nei limiti e con le modalità in cui se ne prevede l’applicazione alle PP.AA. (art. 36, D.Lgs.165/2001, come mod. dal D.Lgs. 75/2017).
È importante ricordare, in ogni caso, che la violazione di disposizioni imperative riguardanti l'assunzione o l'impiego di lavoratori, da parte delle pubbliche amministrazioni, non può comportare la costituzione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato con le medesime pubbliche amministrazioni, ferma restando ogni responsabilità e sanzione. Il lavoratore interessato ha diritto al risarcimento del danno derivante dalla prestazione di lavoro in violazione di disposizioni imperative.
Nel pubblîco impiego possono aversi anche impieghi part-time e in regime di telelavoro, nonché l'apprendistato, entrato a far parte dei contratti estensibili al lavoro pubblico dapprima con il D.Lgs. 167/2011 (nelle forme dell’apprendistato professionalizzante nonché di alta formazione e ricerca) e poi con il D.Lgs. 8/2015, di attuazione del Jobs Act. La P.A. può poi ricorrere ad incarichi individuali esterni, affidati a soggetti non facenti
parte del personale in servizio. Tali contratti possono essere stipulati per fare fronte a specifiche esigenze non fronteggiabili con il personale in servizio, mediante l’utilizzo di soggetti esperti aventi particolare e comprovata specializzazione, anche universitaria (art. 7, comma 6, D.Lgs. 165/2001, mod. dal D.Lgs. 75/2017). Condizioni legittimanti il ricorso a tali incarichi sono le seguenti:
a} l’ogge{tov della prestazione deve corrispondere alle competenze attribuite dall'ordinamento all'amministrazione conferente, ad obiettivi e progetti specifici e determinati e risultare coerente con le esigenze di funzionalità dell'amministrazione stessa;
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b) l'amministrazione deve avere preliminarmente accertato l'impossibilità oggettiva di utilizzare te risorse umane disponibili al suo interno;
c) la prestazione deve avere natura temporanea ed essere altamente qualificata; non è ammesso l rinnovo e l'eventuale proroga dell'incarico è consentita in via eccezionale, solo per completare il progetto e per ritardi non imputabili al coltaboratore, e senza variazioni del compenso già pattuito; d) devono essere preventivamente determinati durata, oggetto e compenso della collaborazione. È fatto divieto alle PP.AA. di stipulare contratti di collaborazione che si concretino in prestazioni di lavoro esclusivamente personali, continuative e le cui modalità di esecuzione siano organizzate dal committente anche con riferimento ai tempi e at luogo di lavoro f{art.: 7, comma Sbis, D.L.gs. 165/2001).
8. L'organizzazione del personale e le mansioni 8.1 | criteri guida Posto che «organizzare» vuol dire definire ruoli e responsabilità per raggiungere un comune obiettivo (FABIANO), le amministrazioni pubbliche ispirano la loro organizzazione ai seguenti principi (art. 2, comma 1, D.Lgs. 165/2001): * funzionalità rispetto ai compiti e ai programmi di attività, nel perseguimento degli obiettivi di efficienza, efficacia ed economicità. A tal fine, periodicamente e comunque all’atto della definizione dei programmi operativi e dell’assegnazione delle risorse, si procede a specifica verifica e ad eventuale revisione; * ampia-flessibilità, garantendo adeguati margini alle determinazioni operative e gestionali da parte dei dirigenti; * collegamento delle attività degli uffici, adeguandosi al dovere di comunìcazione interna ed esterna, ed interconnessione mediante sistemi informatici e statistici pubblici; * garanzia dell’imparzialità e della trasparenza dell’azione amministrativa, anche attraverso l’istituzione di apposite strutture per l’informazione ai cittadini e attribuzione ad un unico ufficio, per ciascun procedimento, della responsabilità complessiva dello stesso; * armonizzazione degli orari di servizio e di apertura degli uffici con le esigenze dell’utenza e con gli orari delle amrmninistrazioni pubbliche dei Paesi dell’Unione europea. 8.2 Atti di micro e di macro organizzazione In argomento è fondamentale la distinzione tra atti di macro e atti di micro organizzazione. Dalla privatizzazione del lavoro pubblico è infatti discesa un'importante conseguenza: non più tutti gli atti della P.A. datrice di lavoro sono atti amministrativi propriamente detti, aventi quindi carattere pubblicistico, ma solo quelli con cuî le amministrazioni pubbliche definiscono — secondo principi generali fissati da disposizioni di legge e, sulla base dei medesimi, mediante atti organizzativi in base ai rispettivi ordinamenti— le linee fondamentali di organizzazione degli uffici; individuano gli uffici di maggiore rilevanza e i modi di conferimento della titolarità dei medesimi; determinano le dotazioni organiche complessive. Si tratta degli atti di macro organizzazione, ossia l'organizzazione «alta» della P.A. medesima, che mantengono la propria connotazione pubblicistica (art. 2, co.1, D.Lgs. 165/2001). Nell’ambito di queste leggi ed atti organizzativi, le determinazioni per l’organizzazione degli uffici e le misure inerenti alla gestione dei rapporti di lavoro, nel rispetto del principio di pari opportunità, e in particolare la direzione e l’organizzazione del lavoro nell’ambito degli uffici, sono assunte in via esclusiva dagli organi preposti alla gestione
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Capitolo11 con la capacità e i poteri del privato datore di lavoro, fatte salve la sola informazione ai sindacati ovvero le ulteriori forme di partecipazione. Sitratta degli atti di micro organizzazione, che, al contrario di quelli di macro, sono soggetti a regime privatistico, in quanto emanati dalla PA. datrice di lavoro nell’organizzazione e nella gestione delrapporto stesso (efr. l’art. 5, co. 2, D.Lgs. 165/2001, come novellato). Pertanto: *
alla legge e ai regolamenti spetta delineare la struttura degli apparati pubblici;
* ad atti dî diritto privato, viceversa, compete disciplinare it funzionamento degli uffici e gestire { rapporti di lavoro.
8.3 L’inguadramento dei pubblici dipendenti 1 pubblici dipendenti, in genere, possono essere «suddivisi» in due modi: in senso orizzontale, prendendo a riferimento i comparti e le aree dirigenziali (v. retro) ed in senso verticale, in base cioè all’area funzionale, che si riferisce alla mansione e al conseguente livello di responsabilità di ciascuno. Ai sensi dell'art. 52 D.Lgs. 165/2001, i pubblici dipendenti (tranne il personale docente della scuola e il personale avente qualifica dirigenziale) sono inquadrati in almeno 3 distinte aree funzionali. La contrattazione collettiva deve individuare una ulteriore area per inquadrare il personale di elevata qualificazione {si tratta, questa, di una innovazione del decreto reclutamento 2021).
Le aree funzionali, in genere, sono individuate mediante la descrizione dell’'insieme dei
requisiti indispensabili per l’inquadramento nell’area medesima; esse corrispondono a livelli omogenei di competenze, conoscenze e capacità necessarie per l’espletamento di una vasta e diversificata gamma di attività lavorative. All'interno di ogni singola area, sono, poi, collocati i profili professionali che, in quanto riconducibili
ad un medesimo settore di attività o ad una medesima tipologia lavorativa o professionale, possono essere tra loro omogenei o affini. | profili professionali, secondo i settori di attività, definiscono i contenuti tecnici della prestazione lavorativa e le attribuzioni proprie del dipendente, attraverso una descrizione sintetica ed esaustiva delle mansioni svolte, dei requisiti e del livellto di professionalità
richiesto.
8.4 {l Piano dei fabbisogni di personale L’organizzazione del personale è disciplinata dal combinato disposto degli artt. 2, comma 1, 5 e 6 D.Lgs. 165/2001, come novellati. Si tratta dì un profilo importante nel lavoro pubblico, anche perché tale aspetto è inscindibilmente correlato alla capacità, posta in capo alle amministrazioni, di procedere con le assunzioni, In particolare, l’art. 2, comma 1, D.Lgs. 165/2001 dispone testualmente che le amministrazioni pubbliche definiscono, secondo principi generali fissati da disposizioni di legge e, sulla base dei medesimi, mediante atti organizzativi secondo i rispettivi ordinamenti, le linee fondamentali di organizzazione degli uffici; individuano gli uffici di maggiore rilevanza e i modi di conferimento della titolarità dei medesimi; determinano le dotazioni organiche complessive (cd. atti di macro organizzazione). L'art. 5 D.Lgs. 165/2001, come novellato dal D.Lgs. 75/2017, dopo avere previsto che le PRAA. assumono le proprie determinazioni organizzative sempre În ossequio ai principi della privatizzazione nonché alla rispondenza dell'azione amministrativa al pubblico interesse, dispone che la direzione
il personale non docente
e l'organizzazione del lavoro sono assunte in via esclusiva dagli organi gestionali quali verì e propri
datori di lavoro {commi 1 e 2).
Come ha inciso il decreto attuativo della riforma Madia sulla disciplina dell’organizzazione del personale? In estrema sintesi, passando dal concetto di dotazione organica a quello del fabbisogno di personale comé criterio guida nell'’organizzazione degli uffici pubblici. Infatti, l'attuale versione dell’art. 6 D.Les. 165/2001, prevede che le amministrazioni pubbliche definiscono l'organizzazione degli uffici (sempre per le finalità generali attualmente Ppreviste) in conformità al Piano triennale dei fabbisogni (e non più in riferimento alla dotazione organica che, lo ricordiamo, indicava i posti assegnati a ciascun ruolo organico, ossia quelli stabiliti nel tempo per ogni amministrazione), adottando gli atti previsti dai rispettivi ordinamenti previa informazione sindacale, ove prevista nei CONL (nuovo comma }); Allo scopo di ottimizzare l'impiego delle risorse pubbliche disponibili e di perseguire obiettivi di performance organizzativa, efficienza, economicità e qualità dei servizi ai cittadini, le amministrazioni devono adottare il Piano triennale dei fabbisogni di personale in coerenza con la pianificazione
pluriennale delle attività e della performance, nonché con le linee di indirizzo per la pianificazione delle medesime adottate con appositi D.P.C.M. (emanate ai sensi dell’art. 6ter D.Lgs. 165/2001, inserito dal D.Lgs. 75/2017). Nell'ambito dî tale Piano, le amministrazioni sono tenute a procedere all'ottimale - distribuzione delle risorse umane attraverso la coordinata attuazione dei processi di mobilità e di
recltutamento del personale {nuovo comma 2 dell'art. 6). ll Piano triennale, a tale scopo, deve indicare le risorse finanziarie destinate alla Sua stessa attuazione, nei timiti delle risorse quantificate sulla base della spesa per il personate in servizio e di quelle connesse alle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente.
Gestione e formazione delle risorse umane © La gestione e la formazione delle risorse umane nel lavoro con le pubbliche amministrazioni sono disciplinate dall’art. 7 D.Lgs. 165/20021.
° Per quanto riguarda, in primo luogo, la gestione, è stabilito che le pubbliche amministrazioni
" debbano garantire parità e pari opportunità tra uomini e donne nonché l'assenza di ogni for-
ma di discriminazione, diretta e indiretta, relativa al genere, all'età, all’orientamento sessuale, alla razza, all'oriìgine etnica, alla disabilità, alla religione o alla lingua, nell’accesso al lavoro, nel trattamento e nelle condizioni di lavoro, nella formazione professionale, nelle promozioni e nella sicurezza sul lavoro. Anche l'ambiente di lavoro deve essere improntato al benessere organizzativo e, dal canto loro, le amministrazioni si impegnano a rilevare, contrastare ed eliminare ogni forma di violenza morale o psichica al proprio interno. Per quanto concerne, in secondo luogo, la formazione e l'aggiornamento del personale (la norma
fa riferimento sia ai dipendenti che ai dirigenti), è preciso dovere dell’amministrazione curare la formazione professionale, garantendo l’adeguamento dei programmi formativi, al fine di contribuire ‘ allo suiluppo della cultura di genere della pubblica amministrazione. Una P.A. più efficiente passa necessariamente attraverso dipendenti preparati e aggiornati. La formazione dei pubblici impiegati è affidata alla Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA).
8.5 Le mansioni La «mansione» è l’insieme dei compiti e delle concrete operazioni che il lavoratore è chiamato ad eseguire. Ai sensi dell'art. 52 D.Lgs. 165/2001, il prestatore di lavoro può essere adibito: — alle mansioni per le quali è stato assunto; — alle mansioni equivalenti nell’ambito dell’area di inquadramento ovvero a quelle corrispondenti alla qualifica superiore che abbia successivamente acquisito per effetto
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Capitolo11 di procedure selettive: si tratta del cd. diritto alla funzione, uno dei principi più rilevati nella disciplina del lavoro pubblico. Per obiettive esigenze di servizio, il prestatore di lavoro può tuttavia essere adibito a mansioni proprie della qualifica immediatamente superiore (con attribuzione in modo prevalente, sotto il profilo qualitativo, quantitativo e temporale, dei compiti propri di
dette mansioni):
a) nel caso di vacanza di posto in organico, per non più di sei mesi, prorogabili fino a dodici qualora siano state avviate le procedure per la copertura dei posti vacanti; b) nel caso di sostituzione di altro dipendente assente con diritto alla conservazione del Posto, con esclusione dell’assenza per ferie, perla durata dell'assenza.
In queste ipotesi, per il periodo di effettiva prestazione, il lavoratore ha diritto al trattamento previsto per la qualifica superiore. Al di fuori di esse, è nulla l'assegnazione del lavoratore a mansioni proprie di una qualifica superiore, ma al lavoratore è corrisposta la differenza di trattamento economico con la qualifica superiore. Il dirigente che ha disposto l'assegnazione risponde personalmente del maggior onere conseguente, se ha agito con dolo o colpa grave. Ne consegue il divieto per la P.A. di adibire il lavoratore a mansioni inferiori, integrando tale ipotesi un illegittimo demansionamento.
8.6 Leprogressioni
Le progressioni sono «mutamenti» della prestazione lavorativa e si distinguono in economiche, laddove si sostanzino in scatti da una posizione economica all’altra nell'ambito della medesima area funzionale, e di carriera, nel caso riguardino avanzamenti di posizione da urrarea contrattuale a quella superiore (art. 52, comma 1bis, D.Lgs. 165/2001, sostituito dal D.L. 80/2021, conv. in 1. 113/2021).
Le progressioni all’interno della stessa area {cd. progressioni orizzontali) avvengono secondo principi di setettività, in funzione delle qualità culturali e professionali, dell'attività svolta e dei risultati conseguiti, attraverso l’attribuzione di fasce di merito. La disciplina delle progressioni tra le aree è, invece, stata completamente modificata dal D.L. 80/2021, conv. in L. 113/2021: viene infatti previsto che, fatta salva una riserva di almenio il 50% delle posizioni disponibili destinata all’accesso dall'esterno, le progressioni fra le aree e, negli enti locali, anche
fra qualifiche diverse, avvengono tramite procedura comparativa basata sulla valutazione positiva
conseguita dal dipendente negli ultimi tre anni în servizio, sull'assenza di provvedimenti disciplinari, sul possesso di titoli o competenze professionali ovvero di studio ulteriori rispetto a quelli previsti per l'accesso all'area dall'esterno, nonché sul nrumero e sulla tipologia degli incarichi rivestiti. In sede di revisione degli ordinamenti professionali, i contratti collettivi nazionali di lavoro di comparto per il periodo 2019-2021 possono definire tabelle di corrispondenza tra vecchi e nuovi inquadramenti, sulla base di requisiti di esperienza e professionatità maturate ed effettivamente utitizzate dall'amministrazione di appartenenza per almeno cinque anni, anche in deroga al possesso del titolo di studio richiesto per l'accesso all'area dall'esterno.
9. La dirigenza pubblica 9.1 La distinzione tra politica
e amministrazione
Perinquadrare la disciplina della dirigenza pubblica, occorre partire dalla distinzione tra attività di indirizzo politico e attività di gestione amministrativa: in particolare, l'indirizzo politico è il principio unificatore dell'azione dei pubblici poteri e si sostanzia nella indi-
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viduazione, da parte degli organi di governo, delle scelte e dei programmi che verranno poi «concretizzate» mediante l'esplicazione dell’attività di gestione, di spettanza della burocrazia, ossia della dirigenza degli apparati pubblici.
9.2 Disciplina (artt. 13 e seguenti D.Lgs. 165/2001) 1 dirigeriti adottano gli atti e i provvedimenti amministrativi, compresi quelli che impegnano l’'amministrazione verso l’esterno; ad essi compete, inoltre, la gestione finanziaria, - tecnica e amministrativa mediante autonomi poteri di spesa e di organizzazione delle risorse umane, strumentali e di controllo. Essi sono responsabili in via esclusiva dell’attività amministrativa, della gestione e dei relativi risultati. La riformma Brunetta ha profondamente inciso sulla dirigenza. In particolare: * il dirigente viene delineato come vero e proprio datore di lavoro pubblico. Tale figura diventa responsabile della gestione delle risorse umane e della qualità e quantità delle prestazioni poste in essere dai dipendenti, Ai dirigenti compete, pertanto, individuare le risorse e i profili professionali necessari allo svolgimento dei compiti dell'ufficio cuì sono preposti;
* viene previsto chei dirigenti siano tenuti anche ad effettuare la valutazione del personale assegnato ai loro uffici, ai fini non solo della progressione economica tra le aree, ma anche della corresponsione di indennità e premi incentivanti. _Ai dirigenti generali viene, inoltre, attribuito l compito di combattere i fenomeni di corruzione all'interno degli uffici pubblici nonché di definire e far rispettare le misure Idonee al contrasto dell'illegalità;
* atali maggiori poteri corrisponde anche una responsabilità più accentuata: infatti, i dirigenti risponderanno del mancato esercizio dei poteri datoriali, se tale omissione cagioni lo scarso rendimento dei propri dipendenti. Il mancato raggiungimento degli obiettivi, accertato attraverso le risultanze del sistema di valutazione di cui al ciclo di
gestione della performance previsto dal decreto Brunetta (v. infra), ovvero l’inosservanza delle direttive imputabili al dirigente comportano, previa contestazione e ferma restando l’eventuale responsabilità disciplinare secondo la disciplina contenuta nel contratto collettivo, l’impossibilità di rinnovo dello stesso incarico dirigenziale (art. 21 D.Lgs. 165/200D).
In relazione alla gravità dei casi, l'amministrazione può inoltre, previa contestazione e nel rispetto del principio del contraddittorio, revocare l'incarico collocando il dirigente a disposizione dei ruoli unici dei dirigenti ex art. 23, ovvero recedere dal rapporto di lavoro secondo le disposizioni del contratto collettivo;
* sono disposte innovazioni anche in materia di conferimento e revoca degli incarichi dirigenziali, disciplinati dall’art. 19 D.Lgs. 165/2001. 9,3 L'accesso alla dirigenza e il conferimento degli incarichi dirigenziali In ogni amministrazione è istituito un ruolo dei dirigenti, che si articola nella prima e nella seconda fascia (art 23 D.Lgs. 165/2001). I dirigenti della prima fascia sono detti anche dirigenti generali e hanno una posizione sovraordinata a quelli della seconda fascia, che invece dirigona e coordinano l’attività degli uffici che da essi dipendono.
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Capitolo 11
Come si accede alle fasce dirigenziali? * alla seconda fascia, ai sensi dell'art. 28 D.Lgs. 165/2001, mod. dal D.L. 80/2021, conv. in L. 113/2021, si accede tramite concorso indetto dalle singole amministrazioni ovvero per corsoconcorso seltettivo di formazione bandito dalla Scuola superiore della pubblica amministrazione
(SNA). Nelle relative procedure, i bandi devono definire le aree di competenza osservate e prevedere la valutazione di capacità, attitudini e motivazioni individuali, anche attraverso prove, scritte e orali, finalizzate alla toro osservazione e valutazione comparativa, definite secondo metodotogie
e standard
ricoriosciuti (nuovo comma
1bis}. Inoltre, fatta salva la percentuale
non inferiore al
50% dei posti da ricoprire, destinata al corso-concorso selettivo di formazione bandito dalla SNA, Uuna quota non superiore al 30% dei posti residui disponibili sulla base delle facoltà assunzionali autorizzate viene riservata, da ciascuna
P.A., al personale in servizio a tempo
indeterminato,
in
possesso dei titoli dî studio previsti a legislazione vigente e che abbia maturato almeno cinque anni di servizio nell’area o categoria apicale. Le relative selezioni devono tenere conto anche dei requisiti di carattere esperenziale maturati da tale personale e Îl possesso di un dottorato di ricerca {nuovo comma 1ter); * _ alla prima fascia, invece, ai sensi dell’art. 28bis D.l.gs. 165/2001, anch'esso novellato dal decreto reclutamento 2021, sì accede tramite concorso pubblico per titoli ed esami per il 50% dei posti, calcolati con riferimento a quelli che si rendono disponibili ogni anno per {a cessazione dal
servizio dei soggetti incaricati. A tal fine, entro i 31 dicembre di ogni anno, le amministrazioni indicano, per il triennio successivo, il numero dei posti che si rendono vacanti per il collocamento
in quiescenza del personale dirigenziale di ruolo di prima fascia e la programmazione relativa a
quelli da coprire mediante concorso (nuovo comma 1). Nei casi in cui le amministrazioni valutino che la posizione da ricoprire richieda specifica esperienza, peculiare professionalità e attitudini manageriali e qualora le ordinarie procedure di interpello non abbiano dato esito soddisfacente, l'attribuzione dell'incarico può avvenire attraverso il coinvolgimento di primarie società di selezione di personate dirigenziale e la successiva valutazione delle candidature proposte da parte di una
commissione indipendente composta anche da membri esterni ({nuovo comma 2}. Al concorso per titoli ed esami di cui al comma 1 possono essere ammessi Ì dirigenti di ruoto delle pubbliche amministrazioni, che abbiano maturato almeno cinque anni di servizio nei ruoti dirigenziali e gli altri soggetti in possesso di titoli di studio e professionali individuati nei bandî di concorso, con riferimento alle specifiche esigenze dell'amministrazione e sulla base di criteri generali di equivalenza stabiliti con D.P.C.M. (comma 3).
Ad ogni dirigente, poi, va conferito un incarico, secondo le disposizioni di cui all’art. 19 D.Lgs. 165/2001 (che costituisce norma non derogabile da contratti e accordì collettivi).
Il conferimento, in particolare, avviene tenendo conto, in relazione alla natura e alle. ® caratteristiche degli obiettivi prefissati ed alla complessità della struttura interessata, delle attitudini e delle capacità professionali del singolo dirigente, dei risultati conseguiti in precedenza nell’amministrazione di appartenenza e della relativa valutazione, delle specifiche competenze organizzative possedute, nonché delle esperienze di direzione eventualmente maturate all’estero, presso il settore privato o presso altre amministrazioni pubbliche, purché attinenti al conferimento dell’incarico. Con il provvedimento di conferìmento sono individuati l'oggetto dell'incarico e gli obiettivi da conseguire, con riferimento alle priorità, ai piani e ai programmi definiti dall'organo di vertice nei propri atti dî indirizzo e alle eventuali modifiche degli stessi che intervengano nel corso del rapporto, nonché la durata dell'incarico, che deve essere correlata agli obiettivi prefissati e che, cComunque, non può
essere inferiore a tre anni né eccedere il termine di cinque anni.
.
La durata dell'incarico può essere inferiore a tre anni se coincide con il conseguimento del limite di età per il collocamento a riposo dell'interessato. Gli incarichi sono rinnovabili. Al provvedimento di conferimento dell'incarico, poi, accede un contratto individuale con cui è definito il corrispondente trattamento economico.
”
Îl personale non docente
| dirigenti ai quali non sia affidata la titolarità di uffici dirigenziali svolgono, su richiesta degli organi di vertice delle amministrazioni che ne abbiano interesse, funzioni ispettive, di consulenza, studio
e ricerca o altri incarichi spec/!’7cx previsti dall'ordinamento, ivì compresi quelli presso i collegi di revisione degli enti pubblici in rappresentanza di amministrazioni ministeriati.
| Lo spoils system L'istituto dello spoiîls system — di derivazione statunitense -- caratterizza una parte del personale urocratico come di stretta estrazione fiduciaria, legandone ingresso e uscita dall'amministrazione
all'avvicendamento dei diversi esecutivi.
Quanti conseguono un ufficio in virtù dell'esercizio della prerogativa governativa di assunzione/
nomina discrezionale restano, infatti, legati all'amministrazione da un rapporto di lavoro segnato, geneticamente, dalla previsione della sua cessazione al mutare dell'esecutivo.
Di una forma di spoi!s system «all'italiana» si è parlato în relazione al comma 8 dell’art. 19 D.Lgs. 65/2001, con specifico riguardo agli incarichi dirigenziali apicali delle amministrazioni statali Segretario generale; Capo di dipartimento, preposto a strutture complesse articolate al loro interno in uffici dirigenziali generali; altri incarichi di livello equiìvalente), le cui funzioni risultano ; strettamente contigue con gli indirizzi politico-amministrativi espressi dagli organi politici (i | ministri). Tali încarichi apicali cessano automaticamente, decorsi 90 giorni dal voto sulla fiducia ottenuto dal Governo subentrante. Non risulta affatto inciso, però, il sottostante rapporto di lavoro del dirigente di ruolo, scaturente dal contratto a tempo 1ndetermmato stipulato al momento dell'immissione in ruolo. În sostanza, diversamente da quanto succede negli Stati Uniti, i] meccanismo coinvolge, di regola, dirigenti professionali di ruolo e non comportala perdita del rapporto di lavoro ma solo quella del terniporaneo incarico in corso (per essere destinati ad altro incarico, laddove non confermati). A ale previsione deve aggiungersi il disposto dell'art. 14, comma 2, del D.Lgs. 165/2001, secondo cui, all’atto del giuramento del Ministro, tutte le assegnazioni di personale, ivi compresi gli incarichi anche di livello dirigenziale e le consulenze e i contratti, anche a termine, conferitì nell'ambito
degli uffici di diretta collaborazione «decadono automaticamente ove non confermati entro trenta giorni dal giuramento del nuovo Ministro».
‘ 10. Il ciclo di gestione della performance La «valutazione del personale» è una procedura organica e sisternatica diretta ad assicurare che su ogni dipendente si svolga periodicamente un giudizio che serve a valu- . tare e individuarne, secondo criteri omogenei, il rendimento e le caratteristiche che sì estrinsecano nell’esecuzione del lavoro. . L'importanza della valutazione è stata ribadita più volte dal legislatore: riforma Brunetta del 2009, da un lato, e riforma Madia 2017, dall'altro, j La ratio alla base delle citate riforme {D.Lgs. 150/2009, come novellato dal D.Lgs. 74/2017) è quella di
disegnare una amministrazione pubblica più efficiente, snellà, sburocratizzata e soprattutto «integra»: l'obiettivo generale è, infatti, quello di ottimizzare la produttività del lavoro pubblico garantendo, al contemnpo, l’efficienza e la trasparenza degli uffici pubblici, in un'azione sinergica che non si esaurisce all'interno delle amministrazioni stesse, ma che conternpla anche l'intervento, attivo e fattivo, dei cittadini, chiamati a dare la propria valutazione in relazione all'operato dei pubblici uffici e alla qualità dei servizi resi,
Ogni amministrazione pubblica è, infatti, tenuta a misurare e a valutare la performance con riferimento all’amministrazione nel suo complesso, alle unità organizzative o aree di responsabilità în cui si articola e ai singoli dipendenti, secondo le modalità indicate dal D.Lgs. 150/2009 medesimo nonché gli indirizzi impartiti dal Dipartimento della Funzione pubblica. Lo prevede l’art. 3 D.Lgs. 150/2009, mod. dal D.Lgs. 74/2017: si tratta della norma che con-
tiene î principiî generali della materia.
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Capitoto 11 IL rispetto delle disposizioni in materia costituisce, a sua volta, condizione necessaria per l'erogazione
di prerni e componenti del trattamento retributivo legati alla performance e rileva ai fini del ricono-
scimento delle progressioni economiche, dell'attribuzione di incarichi di responsabr!/t& al personale,
nonché del conferimento degli incarichi dirigenziali.
La misurazione della performance avviene, in particolare, mediante un apposito ciclo di gestione, che partendo dalla definizione degli obiettivi da raggiungere e attraverso una costante attività di monitoraggio, misura e valutala performance, sia individuale che di tutto l'ufficio, rendicontandone i risultati a fine processo (art. 4 D.Lgs. 150/20089, mod. dal D.Lgs. 74/2017). La performance,
sia organizzativa
(ossia di tutto l’ufficio o la struttura) che individuale {singolo di-
pendente) è valutata annualmente mediante l'apposito Sistema di misurazione e valutazione (art 7 ss. D.Lgs. 150/2009, mod. dal D.Lgs. 74/2017). Inoltre, il monitoraggio della performance {che, net sistema originario delineato da Brunetta, spettava agli organi di indirizzo politico ed amministrativo con il supporto dei dirigenti) attualmente è
di competenza degli OIV, Organismi Indipendenti di Valutazione. A tali soggetti {di cui tutte le PA, devono
dotarsi} spetta, tra l'altro, il compito
di verificare l'andamento
della performance
rièpetto
agli obiettivi programmati nel periodo di riferimento, di segnalare eventuali scostamenti nonché di proporre interventi correttivi {art. 6 D.Lgs. 150/2009, mod. dal D.Lgs. 74/2017), Al fine di assicurare la qualità, comprensibitità ed attendibilità dei documenti di rappresentazione della performance, le amministrazioni devono annualmente redigere {e pubblicare sul proprio sito istituzionate) (art. 10 D.Lgs. 150/2009, come novellato): a) entro Îl 34 gennaio, un documento programmatico triennale, denominato Piano della performance — definito dall’organo di indirizzo politico-amministrativo, in collaborazione con | vertici della PA. e secondo gli indîirizzi impartiti dal Dipartimento della Funzione pubblica — che individua gli indirizzi e gli obiettivi strategici ed operativi e definisce gli indicatori per la misurazione e la valutazione della performance
dell'amministrazione
nonché
gli obiettivi assegnati al personale
dirigenziale ed ì relativi indicatori; b) un documento, da adottare entro Îl 30 giugno, denominato Relazione sulla performance — approvata dall'organo di indirizzo politico-amministrativo e validata dagli OIV, Organismi Indipendenti di Valutazione — che evidenzia, a consuntivo, con riferimento all'anno precedente, i risultati organizzativi e individuali raggiunti rispetto ai singoli obiettivi programmati ed alle risorse, con rilevazione degli eventuali scostamenti, e il bitancio di genere realizzato.
11. Lo svolgimento del rapporto di impiego I] rapporto di lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni è un rapporto di lunga durata ed è, quindi, destinato a subire nel corso del tempo modificazioni che possono investire sia la P.A. datrice di lavoro (modificazioni soggettive) che i contenuti della prestazione lavorativa (modificazioni oggettive). Sicuramente esclusa è, invece, una modificazione del rapporto che interessi il dipendente, stante il carattere strettamente personale del rapporto di lavoro. Esaminiamo alcune di queste modificazioni: *
aspettativa: Comporta la sospensione dell'’obbligo della prestazione lavorativa e, di regola, anche la sospensione dell’obbligo retributivo gravante sul datore di lavoro. Essa può essere concessa per varie cause: per servizio militare; per comprovati motivi personali © di famiglia; per mandato parlarmentare, amministrativo o sindacate; per svolgere attività presso soggetti o organismi pubblici o privati, anche operanti nel settore internazionale; * comando: si configura nell'ipotesi in cui il dipendente viene chiamato a prestare temporaneamente servizio presso una amministrazione statale diversa da quella d'appartenenza o presso enti pubblici, esclusi quelli sottoposti alla vigilanza dell'amministrazione cui l'impiegato appartiene;
It personale non docente *
*
1W
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distacco: è un istituto introdotto dalla prassi amministrativa e riguarda gli enti diversi dallo Stato: consiste in un trasferimento della sede di servizio presso un ente diverso dalle pubbliche amministrazioni;
collocamento fuori ruolo: può essere disposto per disimpegno di funzioni dello Stato o di altri enti pubblici attinenti agli interessi dell'amministrazione che lo dispone e che non rientrino nei
suoi compiti istituzionali. Anche in questo caso il provvedimento non comporta la modificazione *
dello stato giuridico del dipendente; collegamento
con
le istituzioni
internazionali,
dell'Unione
europea
e di altri Stati:
ai sensi
dell'art. 32 D.Lgs. 165/2001, le pubbliche amministrazioni favoriscono e incentivano le esperienze
del proprio personale presso le istituzioni europee, le organizzazioni internazionali nonché gli Stati membri dell'Unione europea e quelli candidati all'adesione. ll personale che presta tempo-
raneo servizio all'estero resta, comungue, a tutti gli effetti dipendente dell’amministrazione di appartenenza {naturalmente l'esperienza maturata all'estero costituisce titolo preferenziale per le progressioni economiche e di carriera}; * assenze per malattia: la disciplina pattizia prevede che il dipendente assente per malattia ha diritto alla conservazione del posto purché la malattia non superi i 18 mesi cumulando le assenze degli ultimi 3 anni; in casi particolarmente gravi, tale periodo sî raddoppia {ma senza retribuzione) previo accertamento da parte dell'Azienda USL competente al fine di stabilire la sussistenza di eventuali cause di assoluta e permanente inidoneità fisica a svolgere qualsiasi proficuo lavoro. All’esito di tali periodi, o dell'accertamento della inidoneità assoluta, l’amministrazione può risolvere il rapporto di tavoro con il dipendente. Ai sensi dell’art. 55septies D.{.gs. 165/2001, nei casi in cui la singola assenza per malattia si protragga per più di dieci giorni e, comunque, dopo il secondo evento di malattia nell'anno solare (quindi in occasiane della terza assenza), quest'ultima potrà ritenersi giustificata da parte del datore di lavoro esclusivamente mediante certificazione medica rilasciata da una struttura sanitaria pubblica o da Ln medico convenzionato con it Servizio sanitario nazionale. In tutti i casì di assenza per malattia la certificazione medica è inviata per via telematica, direttamente dat medico o dalla struttura sanitaria che ta rilascia, al'INPS, che, a sua volta, lo rende disponibile immediatamente, con le medesime modalità (quindi sempre tramite strumenti telematici), all'amministrazione datrice di lavoro interessata. La riforma Madia ha istituito, in capo all'INPS, un polo unico per le visite fiscali, operativo da setternbre 2017 e valido sia per il lavoro pubblico che privato.
12. La mobilità La mobilità è una vicenda modificativa del rai7porto di impiego che sì distingue, a sua volta, in due tipologie: * individuale: comporta il passaggio di singoli dipendenti da un’amministrazione ad um'altra e si distingue a seconda che sia volontaria, cioè legata ad una richiesta del dipendente, o obbligatoria, ossia legata ad una disposizione della P.A. (art. 30 D.Lgs. 165/2001); * collettiva: concerne, invece, i casi di eccedenza di personale rispetto alla situazione finanziaria e alle esigenze funzionali della P.A. (art. 33 D.Lgs. 185/2001).
È la mobilità individuale (volontaria) ad essere stata incisa dal DB.L. 80/2021, conv. in L. 113/2021 (decreto reclutamento); tale provvedimento ha infatti eliminato la regola del «previo assenso» alla mobilità individuale da parte della P.A.
12.1 Mobilità individuale (volontaria e obbligatoria) Aì sensi dell’art. 30, comma 1, TU. pubblico impiego (come novellato) le amministrazioni possono ricoprire posti vacanti in organico mediante passaggio diretto di dipendenti, appartenenti a una qualifica corrispondente e in servizio presso altre amministrazioni, che facciano domanda di trasferimento (mobilità individuale volontaria). È richiesto il
”
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Capitolo11 Pprevio assenso dell'amministrazione di appartenenza nel caso in cui si tratti di posizioni dichiarate motivatamente infungibili dall’amministrazione cedente o di personale assunto da meno di tre anni o qualora la mobilità determini una carenza di organico superiore al 20% nella qualifica corrispondente a quella del richiedente. Tale previsione hon si applica (nel senso che la P.A. deve fornire il proprio assenso}:
* *
al personale delle aziende e degli enti del servizio sanitario nazionale; al personale della scuola;
*
al personale degli enti locali con un numero di dipendenti a tempo indeterminato non superiore
’
a 100. Per gli enti locali con un numero di dipendenti compreso tra 101 e 250, la percentuale di carenza è invece stabilita al 5%; per gli enti locali con un numero di dipendenti non superiore a 500, la predetta percentuale è fissata al 10%. La percentuale viene riferita alla dotazione organica
dell’ente.
1 dipendenti, poi, possono essere trasferiti all'interno della stessa amministrazione o,
previo accordo tra le amministrazioni interessate, in altra amministrazione, in sedi col-
locate nel territorio dello stesso Comune ovvero a distanza non superiore a cinquanta chilometri dalla sede cui sono adibiti (cd. mobilità obbligatoria, legata ad esigenze della
P.A.: comma 2 dell’art. 30).
i
Le amministrazioni, prima di procedere all’espletamento di nuove procedure concorsuali, finalizzate alla copertura di posti vacanti in organico, devono attivare le procedure di mobilità, provvedendo in via prioritaria all’immissione in ruolo dei dipendenti, provenienti da altre amministrazioni, anche in posizione di comando e fuori ruolo, appartenenti alla stessa area funzionale, che facciano domanda di trasferimento (art. 30, comma 2bis, D.Lgs. 165/2001).
12.2 La mobilità collettiva i i
i
La mobilità collettiva, invece, riguarda i casi di eccedenza di personale (art. 33 D.Lgs. 165/2001). Le amministrazioni, difatti, ogni anno devono verificare l’esistenza di eventuali situazioni di soprannumero o, comunque, di eccedenze di personale, in relazione alle esigenze funzionali o alla situazione finanziaria. Se vì è esubero, l dirigente responsabile deve dare un'informetiva preventiva alle rappresentanze unitarie
del personale e alle organizzazioni sindacali firmatarie del contratto collettivo nazionale del comparto o
area, decorsi dieci giorni dalla quale l'amministrazione o risolve unilateralmente i contratti del personale dipendente che ha raggiunto i reguisiti pensionistici, oppure, in subordine, verifica la ricollocazione totale o parziale del personale in eccedenza
nell'ambito della medesima
amministrazione,
anche
mediante il ricorso a forme flessibili di gestione del tempo di lavoro o a contratti di solidarietà, ovvero presso altre amministrazioni, previo accordo con le stesse, comprese nell'ambito della Regione. Ai sensi dell'art. 34 D.Lgs. 165/2001, inoltre, è stabilito che il personate in disponibilità venga iscritto in appositi elenchi {che dovranno essere pubblicati sul sito istituzionale dell’ente) secondo l'ordine cronotogico di sospensione del relativo rapporto di iavoro ed abbia diritto ad un'indennità pari all'80% della retribuzione per la durata massima di 24 mesi. Il rapporto di lavoro sì intende definitivamente risotto a tale data oppure, prima di tale data, quando il dipendente ìn disponibilità rinunci o non accetti due volte l'assegnazione provvisoria di cui all’art. 34bis D.Lgs. 165/2001.
l personale non docente
13. L'estinzione del rapporto di impiego Il rapporto di pùbblico impiego è soggetto a vicende estintive di varia natura, che trovano la loro
origine nella disciplina dei CCNL, pubblicistica e privatistica: *
la disciplina dei CONL.La cessazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato, secondo la contrattazione collettiva, ha luogo per: * _ licenziamento {con o senza preavviso) disciplinare; * *
compimento del fimite di età, ai sensi delle norme di legge in vigore; dimissioni del dipendente;
*
superamento del periodo di comporto in caso di malattia.
*
*
decesso del dipendente;
Altra ipotesi di risoluzione prevista dal contratto collettivo è quella consequenziale all'annultamento della procedura di rectutamento: la disciplina pubblicistica. Residuano dalle vecchie previsioni contenute nel Testo Unico degli impiegati civili dello Stato alcune ipotesi di decadenza dall'impiego (ad es., per perdita della
cittadinanza italiana o per avvenuta accettazione di una missione o attro incarico da un'autorità
straniera senza autorizzazione del Ministro competente). Nell'ipotesi di accertata permanente inidoneità psicofisica al servizio det pubblico dipendente, la PA. può risolvere il rapporto di lavoro {art. 550cties, D.Lgs. 165/2001, introdotto dal D.igs. 150/2009). Il relativo regolamento di attuazione è contenuto nel D.PR. 27-7-2011, n. 171 * ia disciplina privatistica. In base all'espresso richiamo all'art. 2, comma 2, del D.Lgs. 165/2001 sono estensibili ai rapporti di pubblico impiego le norme del codice civile e delle leggi speciali sul lavoro nell'impresa. Nel privato abbiamo tre tipologie di licenziamento: per giusta causa (art. 2119 c.c.), per giustificato motivo soggettivo {art. 3 L. 604/1966), per giustificato motivo oggettivo {art. "3 L. 604/1966). L'inadempimento degli obblighi contrattuali può, infine, causare Îl licenziamento disciplinare del dipendente.
:
14. Le responsabilità dei pubblici dipendenti Tutti noî siamo responsabili della nostra condotta, ma il rapporto di impiego e, in specie, quello con una pubblica amministrazione, può essere fonte di ulteriori e peculiari forme di responsabilità, che assumono particolare rilievo qualora risultino collegate all’espletamento delle mansioni che contrattualmente sono state assegnate al dipendente. ll pubblico dipendente, infatti, nello svolgimento del rapporto lavorativo, può astrattamente incorrere in quattro tipologie di responsabilità: * civile: se arreca un danno a terzi, interni o esterni all'amministrazione, ovvero a quest’ultima; . * penale: se tiene una condotta delittuosa con effetti pregiudizievoli per l'amministrazione di appartenenza;
* amministrativo-contabile: se arreca ad una pubblica amministrazione un danno di tipo erariale, diretto o indiretto (cioè quello in cui il pregiudizio non è causato all’ente direttamente dal dipendente, ma deriva dal risarcimento ottenuto da un terzo danneggiato da attività imputabili alla stessa amministrazione); * disciplinare: se viola gli obblighi di condotta sanciti direttamente dalla legge o dal codice di comportamento o dal contratto collettivo nazionale di lavoro (v. infra Sez. Seconda). La norma fondamentale in relazione alla quale si configura il principio di responsabilità del dipendente pubblico è l’art. 28 della nostra Costituzione, secondo cui «i funzionari e
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Capitolo141
i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, ciuili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici».
.
Proprio in relazione a questo precetto costituzionale è stata elaborata la teoria dell'immedesimazio-
ne organica, in virtù della quale il dipendente e l'amministrazione cui lo stesso appartiene possono
essere chiamati in solido a rispondere dei danni causati a terzi, laddove la condotta sia stata posta in essere dal lavoratore nell'ambito delle proprie attribuzioni e risulti Ccomunque rivolta alla realizzazione dei fini istituzionali dell'ente di appartenenza.
Sezione Seconda Status giuridico del personale non docente delle università
1. La contrattazione
università
collettiva
del personale
non
dirigente
delle
1.1 Le tornate contrattuali La contrattazione collettiva del personale (non docente) delle Università, al pari degli altri comparti del pubblico impiego, si è negli anni articolata mediante diverse tornate contrattuali. 1n particolare, la contrattazione relativa al personale non dirigente si è principalmente snodata nelle seguenti fasi, per i periodi rispettivamente indicati: * CCNL del 21 maggio 1996 relativo al quadriennio normativo 1994-1997 e biennio economico 1995/1997;
;
* CCNI del 8 agosto 2000 per il quadriennio normativo 1998-2001 e biennio economico ‘1998-1999; * CCNL del 27 gennaio 2005 per il quadriennio normativo 2002-2005 e biennio economico 2002-2003; * CCNL del186 ottobre 2008 per il quadriennio normativo 2006-2009 e biennio economico 2006-2007. Ai contratti appena menzionati si sono poi aggiunti altri CCNL contenenti prescrizioni di tipo prettamente economico, ossia aventi valenza per i bienni non coperti dai CCNL citati (ad esempio, 2004-2005
ecc.), nonché
norme pattizie.
Accordiì quadro
e contratti di interpretazione autentica di determinate
I CCNL del comparto Università hanno, nel tempo, disciplinato i vari aspetti del rapporto di lavoro del personale, tra cui ricordiamo il sistema delle relazioni sindacali e la contrattazione integrativa, la regolamentazione del rapporto di lavoro (dalla stipulazione del contratto individuale e del patto di prova alla disciplina delle ferie, della malattia, dei congedi, fino alle cause di estinzione del rapporto medesimo), la responsabilità disciplinare e le relative sanzioni, la classificazione del personale e il trattamento economico. Dopo il CCONL 2006-2009, come anticipato, la situazione dei rinnovi contrattuali ha subìto una battuta di arresto di molti anni fino alla riapertura della stagione contrattuale avvenuta nel corso del 2018, che ha visto il rinnovo prima di tutti i CCNL dei pubblici dipendenti non aventi qualifica dirigenziale e poi di quellî con qualifica dirigenziale.
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Il personale non docente
Una precisazione è tuttavia fondamentale: la contrattazione è sì ripartità, Ina non in base ai singoli comparti (o aree) così come delineati in precedenza (ad es.: Ministeri, Scuola,
Università ecc.) bensì con riferimento ai nuovi comparti/aree disegnati dal CCONQ (Contratto collettivo nazionale quadro) del 13 luglio 2016 che, come detto già in precedenza, ha ridefinito ì comparti e le aree di contrattazione, riducendoli a 4 come previsto dalla riforma Brunetta del 2009 (quadripartizione confermata poi dal CCNQ 3 agosto 2021).
Una ulteriore importante novità è poi la durata non p1u quadriennale ma trxennale della
vigenza contrattuale.
Nel CCNL Istruzione e Ricerca, a partire dal triennio 2016-2018, è in particolare confluito il personale non dirigente dipendente da (art. 5): * Scuole statali dell’infanzia, primarie, secondarie ed artistiche, istituzioni educative e scuole speciali, nonché ogni altro tipo di scuola statale; * Accadermnie di belle arti, Accademia nazionale di danza, Accademia nazionale di arte drammatica, Istituti superiori per le industrie artistiche — ISIA, Conservatori di musica
e Istituti musicali pareggiati; * Università, Istituzioni Universitarie e Aziende ospedaliero-universitarie di cui alla lett. a) dell’art. 2 del D.Lgs. 21-12-1999, n. 517;
* Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) nonchè altri enti e Istituti (tra cui, ad esempio, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell’economia agraria — CREA, l'Ente perle nuove tecnologie, l’energia e ’ambiente — ENEA, l’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa — INDIRE, l’Istituto nazionale di geofisica e ‘vulcanologia — INGV, FISTAT ecc.); * Agenzia spaziale italiana — ASI. In data 19 aprile 2018 è stato siglato, così, il CCNL Istruzione e Ricerca per il personale non dirigente, Per quanto concerne le figure dirigenziali, ’Area dell’Istruzione e della Ricerca comprende, attualmente, i dirigenti della ex Area VII ed il relativo contratto collettivo è stato siglato in data 8 luglio 2019. 1.2 l CTNL 2016-2018 Istruzione e Ricerca IL CCNL 2018-2018 Comparto Istruzione e Ricerca trova, quindi, applicazione per tutto
il personale (non dirigente) con rapporto di lavoro a tempo indeterminato e a tempo
determinato dipendente dalle amministrazioni indicate nel CCNQ sulla definizione dei
comparti di contrattazione collettiva del 13 luglio 2016 ed ha una valenza triennale sia per la parte giuridica che per la parte economica. Esso, a sua volta, si articola in: a) una parte comune, contenente le disposizioni apphcablh a tutt1 i dipendentì del comparto;
b) specifiche sezioni, contenenti le disposizioni applicabili esclusivamente al personale in servizio presso le amministrazioni destinatarie della sezione stessa, che sono; ” * Istituzioni scolastiche ed educative;
Istituzioni di Alta formazione artistica, musicale e coreutica;
* Università e Aziende ospedaliero-universitarie; * Istituzioni ed enti di ricerca e sperimentazione.
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Capitolo 11 Con il termine «Università» e con il termine «Aziende ospedalierg-universitarie» sì intendono, in particolare, le amuministrazioni destinatarie dei precedenti CCNL dell’Università. Tra i principali spunti innovativi del nuovo CCNL ricordiamo, tra gli altri, le norme sulle relazioni sindacali e sulla responsabilità disciplinari, presenti sia nella parte comune
del contratto sia nelle specifiche sezioni concernenti le singole categorie di personale e che hanno recepito le prescrizioni discendenti dalle riforme normative degli ultimi anni in materia, nel senso di una maggiore rigorosità specie in caso di assenteismo e false certificazioni di malattia, nonché alcune disposizioni particolari, come la norma che tutela le donne vittime di violenza di genere e la equiparazione delle unioni civili al matrimonio, o ancora la previsione delle cd. ferie solidali, a favore del genitore che assiste un figlio disabile. l CCNL 2016/2018 introduce, inoltre, ì permessi orari retribuiti per particolari motivi personali o familiari possono infatti essere concessi, a domanda, compatibilmente con le esigenze di servizio, 18 ore di permesso retribuito nell'anno, per particolari motivi personali o familiari. Tali permessi non riducono le ferie e non sono fruibili per frazioni inferiori ad una sola ora; sono valutati agli effetti dell'anzianità di servizio, non possono essere fruiti nella stessa giornata congiuntamente ad altre tipologie di permessi fruibiti ad ore, previsti dalla legge e dalla contrattazione collettiva, nonché con | riposi compensativi di maggiori prestazioni lavorative frulti ad ore e possono essere fruiti, cumutativamente, anche per la durata dell'intera giornata lavorativa; in tale ipotesi, l'incidenza dell'assenza sul monte ore a disposizione del dipendente è convenzionalmente pari a sei ore. Essi, infine, sono compatibili con la fruizione, net corso dell'anno, dei permessi giornalieri previsti dalla
legge o dal contratto collettivo nazionale di lavoro.
2. Îl sistema di classificazione del personale non dirigente 2.1 La classificazione del personale delle Università ll personale non dirigente delle università si articola, sulla base della disciplina pattizia, in quattro categorie: B, C, D e EP (Elevate professionalità). Alle categorie professionali corrispondono insiemi affini di competenze, capacità e conoscenze necessarie per l’espletamento di una gamma di attività lavorative, a ciascuna delle quali corrisponde un diverso grado di autonomia e responsabilità. Alla categoria B appartengono i dipendenti che svolgono compiti sulla base di procedure prestabilite e con responsabilità relative alla corretta esecuzione delle stesse; per l’accesso è richiesta la scuola d‘obbligo più eventuale qualificazione professionale. Nella categoria C sono ricompresi i dipendenti che svolgono attività inerenti procedure con diversi livelli di complessità, basati su criteri parzialmente prestabiliti e con grado di responsabilità relativo alla correttezza complessiva delle procedure gestite; per l’accesso a tale categoria è richiesto il diplomna di scuola secondaria di secondo grado, Alla categoria D appartengono i dipendenti che svolgono funzioni implicanti diverse soluzioni non prestabilite con responsabilità connesse alla correttezza tecnico e/o gestionale delle soluzioni adottate; per l’accesso è richiesto il diploma di laurea. Alla categoria EP appartengono i dipendenti che svolgono funzioni connesse alla soluzione dî problemi complessi di carattere organizzativo e/o professionale con grado di responsabilità relativo alla qualità ed economicità dei risultati ottenuti; per l’accesso a tale categoria è richiesta la laurea e l’abilitazione professionale ovvero la laurea e particolare qualificazione professionale. Nel caso che gli incarichi conferiti richiedano
#l personate non docente l'iscrizione a ordini professionali, tale personale svolgerà la propria attività in conformità alle normative di professione. Ititoli richiesti dal CONL per l’accesso alle suindicate categorie sono integrabili dai Regolamenti di Ateneo con eventuali requ1s1t1 professionali specifici in relazione alla tipologia dell'attività lavorativa. Le categorie così individuate sî suddividono, a loro volta, nelle seguenti aree funzionali: * categoriaB: Area amministrativa; Area servizi generali e tecnici; Area socio-sanitaria; ‘* categoria C: Area amministrativa; Area tecnica, tecnico-scientifica ed elaborazioni dati; Area socio-sanitaria; Area biblioteche;
* categoria D: Area amministrativa-gestionale; Area tecnica, tecnico-scientifica ed elaborazione dati; Area socio-sanitaria; Area biblioteche; * categoria EP: Area amministrativa-gestionale; Area tecnica, tecnico-scientifica ed elaborazioni dati; Area medico-odontoiatrica e socio-sanitaria; Area biblioteche. Le attività delle scienze motorie sono attribuite all'Area tecnica, tecnico-scientifica ed elaborazione dati delle categorie C e D. Ai sensi dell'art. 52 D.Lgs. 165/20041, lo ricordiarno, all’interno di ciascuna categoria e area tutte le mansioni sono esigibili in quanto professionalmente equivalenti fatte salve quelle per il cui esercizio siano previste specifiche abilitazioni professionali e previa, quando occorra, apposita formazione professionale. L'assegnazione di mansioni equivalenti costituisce atto dî esercizio del potere determinativo dell’oggetto del contratto di lavoro.
2.2 La disciplina specifica del personale inquadrato nella categoria EP Per l’elevato contenuto di professionalità richiesto al personale inguadrato nella categoria EP, questo è stato regolamentato dalle disposizioni specifiche contenute negli articoli
71-78 del CCNL 2006-20089 (già artt. 33-38 del CCNL 2000-2005).
Nella citata fonte negoziate si’legge, infatti, che l personale inquadrato nella categoria Elevate Professionalità costituisce una risorsa fondamentale per îl perseguimento degli obiettivi delle amministrazioni; di qui discende l'assoggettamento a norme peculiari, rappresentando un'area di particolare interesse sotto il profilo contrattuale.
L’orario di lavoro pertale categoria si articola ìn 36 ore settimanali medie trimestrali e la presenza in servizio viene assicurata correlandola (in modo flessibile) alle esigenze della struttura di appartenenza, all’espletamento dell’incarico affidato e ai programmi da realizzare. Laregolamentazione degli incarichi è contenuta nell’art. 75 CCNL2006-2009 (già art. 37 del CCNL 2000-2005), a normma del quale le amministrazioni conferiscono al personale della categoria EP incarichi comportanti particolari responsabilità gestionali ovvero funzioni professionali richiedenti l’iscrizione ad ordini professionali o comunque alta qualificazione e specializzazione. Questi incarichi (fatti salvi quelli conferiti al personale che opera presso le Aziende Ospedaliere Universitarie e le strutture convenzionate) sono conferiti con
atto scritto e motivato dal Direttore generale o da altro organo individuato dalla stessa amministrazione per un periodo non superiore a 5 anni e possono essere rinnovati conle medesime formalità. Gli stessi incarichi possono altresì essere revocati (ferma restando l’acquisizione in contraddittorio delle valutazioni del dipendente) prima della scadenza, sempre con atto scritto e motivato, in relazione ad intervenuti mutamenti organizzativi
0 in conseguenza di specifico accertamento di risultati negativi, Infatti, i risultati dell’at-
tività svolta dai dipendenti cui siano stati conferiti gli incarichi di cui sopra sono valutati
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Capitolo11
annualmente in base a procedure e criteri predeterminati dall'amministrazione e dei quali
deve essere data informazione ai soggetti sindacali individuati dall’art. 9 del CCNL 8-8-2000; la valutazione positiva dà titolo alla corresponsione della retribuzione di risultato il cui importo è compreso tra il 10% e il 30% della retribuzione di posizione attribuita. Sì rammenti, tuttavia, che tale previsione va comunque letta in combinato disposto con la normativa În materia di collaborazioni e consulenze esterne nella P.A., ex art. 7, comma
di cui si è detto retro,
:
6, D.Lgs. 165/2001,
Di particolare interesse è la previsione dell’art. 73 CCNL 2006-2009, che introduce la formazione e l’aggiornamento degli EP come metodo permanente teso ad assicurare i] costante adeguamento delle competenze allo sviluppo del contesto culturale, tecnologico, organizzativo di riferimento. La partecipazione ad iniziative di formazione viene, ad ogni modo, considerata servizio utile a tutti gli effetti. 2.3 La revisione dei sistemi di classificazione del personale nel CCNL 2016-1018 Quanto finora esposto deriva dalla contrattazione collettiva Università (cfr. gli articoli 55
e seguenti del CCNL 9 agosto 2000 e la TabellaA allegata al relativo contratto, contenente la declaratoria del personale appartenente al comparto). Îl CCNL 2016/2018 Istruzione e Ricerca, nella sezione specifica, parla, invece, di una revisione del sistema di classificazione professionale così come delineato fino ad oggi, attribuendo ad una apposita Commissione paritetica, istituita presso 'ARAN, il compito di porre in essere una fase istruttoria che consenta di analizzare l’attuale sistema di classificazione professionale al fine di verificare le possibilità di una sua evoluzione nella prospettiva di valorizzare le competenze professionali e assicurare una migliore gestione dei processi lavorativi. Nello specifico, alla Commissione spettano, tra gli altri, i seguenti compiti (art. 44}; * ‘ia valutazione dell'efficacia e dell’appropriatezza dell'attuale sistema con riferimento all'’organizzazione del lavoro, alle funzioni e alla struttura delle amministrazioni interessate; * l’analisi dell'attuale articolazione in quattro categorie, nonché ia verifica e la possibile revisione degli inquadramnenti professionali e dei livelli di responsabiltità attribuibili; * la revisione del sistema di inquadramento del personale dipendente dalle aziende ospedalierouniversitarie, in relazione anche all’evoluzione deî sistemi di classificazione professionale del servizio sanitario nazionale ed alle necessità funzionali dei dipartimenti dell’area medica, tenendo altresi conto dell'esigenza di assicurare l'invarianza del trattamento stipendiale complessivo nei passaggi tra Azienda Ospedaliera e Università; * ia verifica delle declaratorie di categoria, nell'ottica del possibile adeguamento delle stesse ai cambiamenti dei processi lavorativi, indotti dalle innovazioni di servizio o processo e dalle nuove tecriologie, ed alle conseguenti esigenze di fungibilità delle prestazioni e di valorizzazione delle competenze professionali; . * la valutazione dell'opportunità di introdurre nuove aree professionali da ricomprendere nelle categorie B-C-D-EP,
*
al fine dell'adeguamento
al mutato quadro organizzativo
derivante dalla
L. 240/2010, ai fine di individuare specifici compiti e funzioni diretti a supportare l’organizzazione dei corsì, dei servizi agli studenti, dell'assistenza aî docenti nella gestione dei progetti di ricerca e nelle strategie di internazionalizzazione degli ateneî; la verifica della possibilità di introdurre specifici profili professionali che possano consentire di individuare nuove figure o di pervenire alla definizione di figure polivalenti, nell'ottica di sostenere i cambiamnenti organizzativi dovuti ai processi di digitalizzazione.
Inoltre, nel quadro dei processi di innovazione del lavoro pubblico, il nuovo CCNL intende valorizzare e migliorare le attività di informazione e di comunicazione svolte dalle
Il personale non docente
pubbliche amministrazioni, mediante la previsione di una specifica area professionale «Informazione e comunicazione». | contenuti professionali della suddetta area, con riferimento alle categorie D ed EP, sono così arti-
colati e definiti (art. 59 CCNL 2016/2018): *
gestione e coordinamento dei processi di comunicazione e informazione esterna ed interna in relazione ai fabbisogni dell'utenza ed agli obiettivi del'amministrazione; * _ definizione di procedure interne per la comunicazione istituzionale;
*
raccordo dei processi di gestione dei siti internet, nell'ottica dell'attuazione delle disposizioni di materia di trasparenza e della comunicazione esterna dei servizi erogati dall'amministrazione e
del toro funzionamento; * _ promozione e cura dei collegamenti con gli organi di informazione; *_ individuazione e/o implementazione di soluzioni innovative e di strumenti che possano garantire *
gestione degli eventi, dell'accesso civico e delle consultazioni pubbliche.
3.1 diritti patrimoniali: il trattamento economico 1 diritti dell'impiegato si possono distinguere a seconda che abbiano un contenuto patrimoniale o non patrimoniale. I diritti di natura patrimoniale, a loro volta, possono distinguersi in due categorie principali: * i diritti contemporanei al rapporto d'impiego e limitati alla durata di questo (come la retribuzione); . i * i diritti che, pur avendo causa nel rapporto d'impiego, sono ad esso successivi e ne presuppongono la cessazione (ad es.: il trattamento pensionistico).
3.1 La retribuUzione nel pubblico impiego: principi generali Tra i diritti patrimoniali il più importante è quello alla retribuzione. In particolare, sì intende per «trattamento economico» il complesso dei diritti patri-
moniali a contenuto strettamente economico spettanti ai pubblici dipendenti nel corso del rapporto.
il trattamento economico dell'impiegato pubblico deve essere determinato in maniera proporzionale alla quantità e alla qualità del suo lavoro e deve essere di misura tale da assicurare all'impiegato e alla sua fariglia «una esistenza libera e dignitosa» {art. 36 Cost.).
Tale trattamento deve remunerare, ex art. 45 D.Lgs. 165/2001, tutte le prestazioni lavorative inerenti ai doveri del lavoro pubblico, con esciusione delle prestazioni rese al di fuori del rapporto di lavoro (tale è il cd. principio di onnicomprensività della retribuzione). Questa è costituita dal trattarnento fondamentale (comprensivo delle voci a carattere fisso e continuativo: stipendio tabellare, retribuzione individuale dî anzianità e indennità integrativa speciale) e dal trattamento accessorio (costituito da emolumenti occasionali o eventuali: Ccompensi per lavoro straordinario, indennità di rischio, di posizione, di ateneo etc.). La determinazione del trattamento economico fondamentale e accessorio è demandata dal T.U. pubblico impiego alla contrattazione collettiva, con l’obbligo perle P.A. di assicurare la parità di trattamento contrattuale e comunque trattamenti non inferiori a quelli previsti dai contratti collettivi.
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Capitolo 11
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3.2 t trattamento economico nel CCNL Università La struttura della retribuzione del personale non docente appartenente al comparto dell'Università si compone delle seguenti voci (efr. gli artt. 83 e seguenti CCONL 2006/20089): * trattamento fondamentale: stipendio tabellare; posizioni economiche; eventuali assegni ad personam; retribuzione individuale di anzianità ove acquisita; equiparazione stipendiale prevista dall’art. 31 D.P.R. 761/79 esclusivamente per la parte ut1le in quota A del trattamento pensionistico; * trattamento accessorio: indennità d'Ateneo; indennità mensile; indennità di responsabilità; retribuzione di posizione e retribuzione di risultato del personale EP; posizione organizzative; indennità e compensi retribuiti con il fondo d'Ateneo; compensi per prestazioni di lavoro straordinario; altre indennità previste da specifiche disposizioni di legge. AÌ personale, ove spettante, è poi corrisposto l’assegno per il nucleo familiare, ai sensi della L. 153/1988. Per quanto concerne, poi, nello specifico il trattamento economico del personale della categoria EP, questo è composto dall'indennità di ateneo, dalla retribuzione di posizione, articolata al massimo su tre fasce, compresa la minima, e dalla retribuzione di risultato (art. 76 CCNL 2006/2009 e art. 62 CCNL 1998-2001).
La retribuzione di posizione e di risultato assorbe tutte le competenze accessorie e le indennità, compreso il compenso per il lavoro straordinario e con l’esclusione dell'indennità di ateneo, dell'indennità di rischio da radiazioni, e dei compensi che specifiche disposizioni di legge finalizzano all'incentivazione di prestazioni o risultati del personale. L'importo minimo di posizione viene attribuito a tutto il personale appartenente alla categoria EP. Gli importi superiori al minimo di posizione sono attribuiti in corrispondenza dell'affidamento di incarichi correlati a particolari responsabilità gestionali ovvero di funzioni professionali richiedenti l'iscrizione ad albi professionali o Comunque atta qualificazione o specializzazione. Ciascuna amministrazione stabilisce la graduazione della retribuzione di posizione in rapporto a ciascuna tipologia di incarico previamente individuata.
1I CCNL 2016/2018 contiene importanti previsioni in materia, specificamente con riguardo agli incrementi degli stipendi tabellari del personale nonché circa l'istituzione di un Fondo risorse decentrate per le categorie B, C e D e di un Fondo specifico retribuzione di posizione e di risultato per la categoria EP. Infine, vanno ricordate le prescrizioni in materia di welfare integrativo introdotte dal nuovo CCNL, in base alle guali le Università disciplinano, in sede di contrattazione integrativa, la concessione di benefici di natura assistenziale e SOciale in favore dei propri dipendenti, tra { quali iniziative di sostegno al reddito della famiglia (sussidi e rimborsi); supporto all'istruzione e promozione del merito dei figli; contributi a favore di attività culturali, ricreative e con finalità sociale; prestiti a favore di dipendenti in difficoltà
ad accedere ai canali ordinari del credito bancario o che si trovino nelta necessità di affrontare spese non differibili e polizze sanitarie integrative delle prestazioni erogate dal servizio sanitario nazionale.
4. { diritti non patrimoniali Trai
diritti non patrimoniali del pubblico dipendente occorre citare:
* _ il diritto all’ufficio, inteso come diritto alla permanenza nel rapporto di lavoro; * il diritto allo svolgimento delle mansioni, ossia il diritto alla funzione (sul sistema delle mansioni v. retro); * il cd. diritto alla progressione;
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l personale non docente
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il dixitto al riposo, in base al quale il lavoratore ha diritto a godere delle ferie e ad assentarsi per motivi particolari (mediante permessi o in caso di malattia); il diritto alla riservatezza, per cui alle pubbliche amministrazioni è imposto il rispetto per il trattamento dei dati sensibili dei pubblici dipendenti, tra di particolari condizioni cui un posto di preminenza spetta a quelli idonei a rivelare lo stato di salute; * _ il diritto alle pari opportunità, quale diretta esplicazione del principio di eguaglianza ex art. 3 Cost., che prevede che le amministrazioni pubbliche svolgano un ruolo propositivo e propulsivo ai fini della promozione ed attuazione concreta del principio delle pari opportunità, attraverso la rimozione di forme esplicite ed implicite di discriminazione tra uomini e donne sui luoghi di lavoro (art. 57 D.Lgs. 165/2001);
il diritto di accesso agli atti e ai documenti che riguardano la propria posizione lavorativa: atteso che questi ultimi esulano dal diritto alla riservatezza, l'art. 22 della legge sul procedimento amministrativo (L. 241/1990) in tema di accesso ai documenti amministrativi si intende applicabile anche ai rapporti di pubblico impiego privatizzatì; i diritti sindacali. L'art. 5i D.Lgs. 185/2001 estende a tutte le pubbliche amministrazioni, a prescindere dal numero dei dipendenti, lo Statuto dei lavoratori (L. 20 maggio 1970, n. 300). L’art. 42, comma 1, D.Lgs. 165/2001 conferma l’applicazione delle norme dello Statuto che assicurano il rispetto della libertà (artt. 14-18) e dell’attività sindacale (artt. 19-27).
Inoltre, in ciascuna amministrazione, ente o struttura amministrativa, le organizza-
zioni sindacali rappresentative possono costituire rappresentanze sindacali aziendali
(RSA: si tratta dell’organismo attraverso il quale è garantita la presenza del sindacato
" in azienda) (art. 42, comma 2, D.Lgs. 165/2001). Presso ogni P.A, inoltre, deve essere costituito un organismo di rappresentanza unitaria
del personale mediante elezioni a cui è garantita la partecipazione di tutti i lavoratori (RSU) (art. 42, comma 3, D.Lgs. 165/2001).
Il successivo art. 43 disciplina la rappresentatività sindacale ai fini della contrattazione collettiva;
a quest'ultima sono ammesse
le organizzazioni sindacali che abbiano, nel comparto o nell’area,
una rappresentatività non inferiore al 5% (conaderando la media tra it dato associativo e quello elettorale). : Per garantire l'esercizio delle libertà sindacali e delle attività collegate nel pubblico impiego, la contrattazione collettiva, inoltre, disciplina ulteriori prerogative, fra cui i diritto al distacco sindacale, a permessi retribuiti, ad aspettative non retribuite e a permessiì non retribuiti.
i La sicurezza sul lavoro e la tutela dell’integrità psico-fisica 1l datore di lavoro ha l'obbligo di adottare tutte le misure che, secondò l’esperienza e la tecnica, siano in grado di assicurare e garantire l’integrità psico-fisica dellavoratore e la sicurezza suiluoghi di lavoro (ex art. 2087 c.c., quale «norma di chiusura del sistema anti-infortunistico») (Cass. civ.,
sez. lav., 12-4-2016, n. 7125; Cass. pen., sez. IV, 24-1-2020, n. 2859).
5. | doveri del dipendente pubblico 1 doveri del dipendente, in genere, possono essere raggruppati în due ampie tipologie:
l’una di stampo prettarmente pubblicistico, riconducibile al dovere di fedeltà alla Repubblica, sancito dall'art. 54 Cost., ai principi di imparzialità e buon andamento, affermati dall'art. 97 Cost., e al carattere democratico della Repubblica (art. 1 Cost.), che impone di favorire rapporti di fiducia fra amministrazione e cittadino.
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LT'altra tipologia sì richiama, invece, ai doveriì di diligenza, obbedienza e fedeltà sancitì, anche per il rapporto di lavoro privato, dagli artt. 2104 e 2105 c.c. Tra i principali doveri del pubblico dipendente, inoltre, si deve ricordare quello di esclusività: il pubblico impiegato è tenuto a riservare tutta la sua attività lavorativa al'amministrazione (art. 98 Cost.), il dipendente pubblico, infatti, nron può svolgere attività commerciali, imprenditoriali, industriali, artigiane e professionali in costanza di rapporto di lavoro; ciò — nonostante vi siano rilevanti deroghe per alcune categorie di dipendenti — si correla anche all'esigenza che il prestatore di tavoro indirizzi le proprie energie lavorative esciusivamente ai compiti dell'ufficio cui è preposto (cfr. l'art. 53 O.Lgs. 165/20041 sul sistema delle incompatibilità, cumulto di impieghi e incarichi per i pubblici dipendenti.
5.1 l Codice di comportamento La materia disciplinare, nellavoro pubblico, è regolamentata sia da fonti di rango legislativo, in particolare dal D.Lgs. 165/2001 e dal Codice di comportamento generale, D.P.R. 62/2013, sia dalla contrattazione collettiva perivari comparti. In materia, nello specifico, ricordiamo che le norme del D.Lgs. 165/2001 hanno carattere imperativo, ossia trovano applicazione
per tutti i dipendenti privatizzati, e che la tipologia delle infrazioni e delle relative sanzioni è regolamentata, pur nella cornice delineata dal D.Lgs. 165/2001, dalla disciplina pattizia. L'art. 54 D.Lgs. 165/2001 (sostituito dalla L. 190/2012, cd. legge anticorruzione), ha attri-
buito all’'esecutivo il compito di definire un nuovo codice di comportamento dei pubblici dipendenti per assicurare la qualità dei servizi, la prevenzione della corruzione, il rispetto dei doveri costituzionali di diligenza, lealtà, imparzialità e servizio esclusivo alla cura dell’interesse pubblico. Con il D.P.R. 16-4-2013, n. 62 è stato, dunque, emanato il nuovo Codice di comportamento dei pubblici dipendenti; questo, poi, deve essere a sua volta integrato con un codice di comportamento a livello di ogni singola amministrazione. Tale Codice contiene, tra l’altro, una apposita sezione dedicata ai doveri della dirigenza e prevede per tutti i dipendenti il divieto di chiedere o accettare, a qualsiasi titolo, compensi, regali o altre utilità in connessione con lo svolgimento delle proprie funzioni; ammessi solo i regali di modico valore. La violazione dei doveri menzionati dal Codice è fonte di responsabilità disciplinare ed è rilevante ai fini della responsabilità civile, amministrativa e contabile, nel caso la stessa sia collegata alla violazione di doveri, obblighi, leggi o regolamenti.
" H whistleblowing L'espressione «whistleblowing» indica generalmente la condotta di chi denuncia attività illecite o fraudolente all’interno di un'organizzazione pubblica o privata. Si tratta di un istituto di origine anglosassone, introdotto nell’ordinamento e in un primo momento solo peril pubblico impiego dalla legge anticorruzione, L. 190/2012 (che aveva inserito i] nuova art. 54bis nel D.Lgs. 165/2001) e poi estesa anche al settore privato mediante la L. 30-11-2017, n. 179, contenente disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell'ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato. Ai sensi dell’art. 54bis TU. pubblico impiego, è previsto che il pubblico dipendente che, nell’interes-
se dell’integrità della pubblica amministrazione, segnala al Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza ovvero all'Autorità nazionale anticorruzione (A.N.AC.), o denuncia
all’autorità giudiziaria ordinaria o a quella contabile, condotte illecite di cuì è venuto a conoscenza in ragione del proprio rapporto di lavoro non può essere sanzionato, demansionato, licenziato, ] trasferito, o sottoposto ad altra misura organizzativa avente effetti negativi, diretti o indiretti, sulle condizioni di lavoro determinata dalla segnalazione. ‘
Il personale non docente L'adozione di misure ritenute ritorsive nei confronti del segnalante va comunicata all'ANAC. o dall'interessato o dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative nell’ammini‘ strazione nella quale le stesse sono state poste in essere. LAN.AC., a sua volta, deve informare il
+ Dipartimento della Funzione pubblica o gli altri organismi di garanzia o di disciplina per le attività e gli eventuali provvedîmenti di competenza. ; L'identità del segnalante non può essere rivelata: questo vale sia per il procedimento disciplinare, che per quello penale e contabile; allo stesso modo, la segnalazione è sottratta all'accesso ai documenti amministrativi d cui alla legge sul procedimento amministrativo, L. 241/1990. “ L'AN.AC. sentito il Garante per la protezione dei dati personali, deve adottare apposite linee gui4 da relative alle procedure per la presentazione e la gestione delle segnalazioni, che prevedano
: l'utilizzo di modalità anche informatiche e promuovano il ricorso a strumenti di crittografia per + garantire la riservatezza dell’identità del segnalante e per il contenuto delle segnalazioni e della
. relativa documentazione.
5.2 | doveri del dipendente nella disciplina pattizia I doveri del dipendente sono enunciati anche a livello contrattuale e mirano a garantire nell'interesse degli utenti «la migliore qualità del servizio». In particolare, per il personale ausiliario, tecnico ed amministrativo delle scuole, degli enti di ricerca, del’AFAM e delle università occorre fare riferimento agli articoli 10 e seguenti del CCNL 2016/2018.
In particolare, il dipendente deve conformare la sua condotta al dovere costituzionale di servire ]a Repubblica con impegno e responsabilità e rispettare i principi di buon andamento e imparzialità dell’attività amministrativa, anteponendo il rispetto della legge e l’interesse pubblico agli interessi privati propri e altrui. Il dipendente adegua altresì il proprio comportamento ai principi riguardanti il rapporto di lavoro, contenuti nel codice di comportamento generale e nel codice di comportamento adottato da ciascuna amministrazione. Il dipendente deve, in particolare: collaborare con diligenza, osservando le norme del contratto collettivo nazionale, le disposizioni per l'esecuzione e la disciplina del lavoro impartite dall'amministrazione anche in relazione alle norme vigenti in materia di sicurezza e di ambiente di lavoro; il segreto d'ufficio nei casi e nei modi previsti dalle norme dell'ordinamento ai sensi dell'art. 24 L. 241/1990; non utilizzare a fini privati le informazioni dî cui disponga per ragioni d'ufficio; nei rapporti con l cittadino, fornire tutte te informazioni cui lo stesso abbia titolo, nel rispetto delle disposizioni in materia di trasparenza e di accesso; rispettare l’orario di lavoro e adempiere alle formalità previste per
la rilevazione delle presenze; non assentarsi dal luogo di lavoro senza l'autorizzazione del dirigente o del responsabile; durante l'orario di lavoro, mantenere neî rapporti interpersonali e con gli utenti, condotta adeguata ai principi di correttezza ed astenersi da comportamenti tesivi della dignità della persona; non attendere ad occupazioni estranee al servizio e ad attività che ritardino il recupero psico-fisico nel periodo di malattia od infortunio; eseguire le disposizioni inerenti all'espletamento delle proprie funzioni o mansioni che gli siano impartite dai superiori; se ritiene che l’ordine sia palesernente illegittimo, il dipendente deve farne rimostranza a chi lo ha impartito, dichiarandone le ragioni {se l'ordine è rinnovato per iscritto ha il dovere di darvi esecuzione; il dipendente non deve, comunque, eseguire l'ordine quando l'atto sia vietato dalla legge penale o costituisca illecito amministrativo); vigilare sul corretto espletamento dell'attività del personale sottordinato ove tale compito rientri nelle proprie responsabilità; avere cura dei locali, mobili, oggetti, macchinari, attrezzi, strumenti ed automnezzi a lui affidati; non valersi di quanto è di proprietà dell'amministrazione per ragioni che non siano di servizio; non chiedere né accettare, a qualsiasi titolo, compensi, regatli o altre utilità in connessione con la prestazione lavorativa, salvo i casì di cui all’art. 4, comma 2, del D.P.R. 62/2013; osservare scrupolosamente le disposizioni che regolano l'accesso ai locali dell'amministrazione da parte del personale e non introdurre, salvo che non siano debitamente autorizzate, persone estranee
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Capitolo 11
allamministrazione stessa in tocali non aperti al pubblico: comunicare all’ amministrazione la propria residenza e, ove non coincidente, la dimora temporanea, nonché ogni successivo mutamento delle
stesse; in caso di malattia, dare tempestivo avviso all'ufficio di appartenenza, salvo comprovato im-
pedirnento; astenersi dal partecipare all'adozione di decisioni o ad attività che possano coinvolgere
direttamente o indirettamente interessi finanziari © non finanziari propri, del coniuge, di conviventi,
di parenti, di affini entro il secondo grado; comunicare all'amministrazione la sussistenza di provvedimenti di rinvio a giudizio in procedimenti penali.
Le violazioni, da parte dei dipendenti, degli obblighi citati danno luogo, oltre alle sanzioni previste dal D.Legs. 165/2001 (su cui infra) e secondo la gravità dell’infrazione, all’applicazione delle seguenti sanzioni disciplinari previo procedimento disciplinare: rimprovero verbale; rimprovero scritto (censura); multa di importo variabile fino ad un massimo di quattro ore di retribuzione; sospensione dal servizio con privazione della retribuzione fino a dieci giorni; sospensione dal servizio con privazione della retribuzione da11 giorni fino ad un massimo di sei mesi; licenziamento con preavviso; g) licenziamento senza preavviso.
6. La responsabilità disciplinare 6.1 La responsabilità disciplinare e il procedimento disciplinare La responsabilità disciplinare deriva dalla violazione dei doveri inerentì al rapporto d’impiego da parte del dipendente. Al fine di integrare un illecito disciplinare occorre un'azione od omissione, compiuta
in violazione di legge, regolamento o contratto e, in particolare, dei doveri previsti da quest’ultimo. La materia disciplinare rappresenta uno dei principali punti di intervento sia della riforma Brunetta (D.Lgs. 150/2009) che della riforma
Madia- (D.Lgs. 116/2016, sui furbetti del
cartellino e D.Lgs. 75/2017, di attuazione della legge delega Madia).
L'attuale sistema, infatti, si connota per i seguenti aspetti generali (art. 55 D.Lgs. 165/2000): * la materia disciplinare è regolata dagli artt. 55-55octies D.Lgs. 185/2001, che sono norme imperative; * la violazione dolosa o colposa delle suddette disposizioni, a sua volta, costituisce illecito disciplinare in capo ai dipendenti preposti alla loro applicazione (si tratta di un’aggiunta operata dalla riforma Madia); * ferma restando la disciplina in materia di responsabilità civile, amministrativa, penale e contabile, ai rapporti di lavoro privatizzati si applica l’articolo 2106 del codice civile e, salvo quanto previsto dalle disposizioni citate del D.Lgs. 185/2001 (che, lo ricordiamo, sono «imperative», ossia prevalgono), la tipologia delle infrazioni e delle relative sanzioni viene definita dai contratti collettivi;
* la pubblicazione sul sito istituzionale dell’amministrazione del codice disciplinare, con l'indicazione delle predette infrazioni e relative sanzioni, equivale a tutti gli effetti alla sua affissione all’ingresso della sede di lavoro. Iì procedimento disciplinare, ex art. 55bis D.Lgs. 1685/2001 e s.m.i. segue due strade, a seconda della gravità dell'infrazione posta in essere dal dipendente: * per le infrazioni di minore gravità, ossia quelle per cui è prevista l’irrogazione della sanzione del rimprovero verbale, il procedimento disciplinare è di competenza del responsabile della struttura presso cui presta servizio il dipendente. Per le richiamate
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Il personale non docente
infrazioni trova applicazione la disciplina del singolo CCNL di riferimento (comma 1 dell’art. 55bis come novellato); * per le infrazioni punibili con sanzione superiore al rimprovero verbale, viceversa, ciascuna amministrazione, secondo il proprio ordinamento e nell'ambito della propria organizzazione, deve individuare l’ufficio per i procedimenti disciplinari (UPD) cornpetente (nuovo comma 2), ferma restando la possibilità, previa convenzione, di provvedere ad una gestione unificata delle funzioni dell’UPD da parte di più amministrazioni (nuovo comma 3).
L'iter deve concludersi entro 120 giorni decorrenti dalla contestazione dell’addebito al dipendente. 62 illeciti per i quali è previsto il licenziarnento disciplinare (art. 55quater D.Lgs.
165/2001)
L’art. 55quater D.Lgs. 165/2001 regolamenta una serie di infrazioni per le quali, ferma restando la disciplina generale dei licenziamenti per giusta causa, giustificato motivo e di cui alla contrattazione collettiva, è prevista la sanzione del licenziamento disciplinare: a) falsa attestazione della presenza in servizio, mediante l’alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza o con altre modalità fraudolente, ovvero giustificazione dell’assenza dal servizio mediante una certificazione medica falsa o che attesta falsamente uno stato di malattia. Costituisce «falsa attestazione della presenza În servizio» qualunque modalità fraudolenta posta in essere, anche avvalendosi di terzi, per far risultare il dipendente in servizio-o trarre În inganno l’amministrazione presso la quate il dipendente presta attività lavorativa circa il rispetto dell'orario di lavoro dello stesso. Della violazione risponde anche chi abbia agevolato con la propria condotta
attiva o omissiva la condotta fraudolenta;
b} assenza priva di valida giustificazione per un numero di giorni, anche non continuativi, superiore a tre nell’arco di un biennio o comunque per più di sette giorni nel corso degli ultimi dieci anni ovvero mancata ripresa del servizio, in caso di assenza ingiustificata,
entro il termine fissato dalla P.A.;
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c) ingiustificato rifiuto del trasferimento disposto dall’amministrazione per motivate esigenze di servizio; d) falsità documentali o dichiarative commesse ai fini o in occasione dell’instaurazione del rapporto di lavoro ovvero di progressioni di carriera; e) reiterazione nell’ambiente di lavoro di gravi condotte aggressive o moleste o minacciose o ingiuriose o comunque lesive dell’onore e della dignità personale altrui; f) condanna penale definitiva, in relazione alla quale.è prevista l’interdizione perpetua dai pubblici uffici ovvero l'estinzione, comunque denominata, del rapporto di lavoro; £-bis) gravi o reiterate violazioni dei codici di comportamento; f-ter) commissione dolosa, o gravemente colposa, dell’infrazione di cui all’articolo 55sexies, comma 3, ossia il mancato esercizio o la decadenza dall’azione disciplinare dovuti
ad omissione e ritardo; f-quater) reiterata violazione di obblighi concernenti la prestazione lavorativa, che abbia determinato l’applicazione, in sede disciplinare, della sospensione dal servizio per un periodo complessivo superiore a un anno nell’arco dî un biennio;
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Capitolo11 ‘f-quinquies) insufficiente rendimento, dovuto alla reiterata violazione degli obblighi concernenti la prestazione lavorativa, stabiliti da norme legislative o regolamentari, dal contratto collettivo o individuale, da atti e provvedimenti dell’amministrazione di appartenenza, e rilevato dalla reiterata valutazione negativa della performance del dipendente nell’arco dell’ultimo triennio, ai sensi del D.Lgs. 150/2008. Nei casi di cui alle lettere a)} d), e} ed f), il icenziamento è senza preavviso; nei casi in cui le condotte
punibili con il licenziamento sono accertate in flagranza, sì applicano le previsioni dei commi da 3bis a 3quinquies.
6.3 Il contrasto ai «furbetti» del cartellino e del weekend Con i decreti attuativi della riforma Madia i] legislatore, intervenendo massicciamente sull’art. S5quater e sull’art. 55quinquies del D.Lgs. 165/2001, ha impostato una disciplina più rigorosa in tema di responsabilità disciplinare e relative tempistiche procedimentali, nell'ottica del contrasto/prevenzione delle condotte assenteistiche. Viene infatti predisposto un iter disciplinare più celere in caso di falsa attestazione della presenza în servizio (art. 55quater, commi 3bis-3quinquies, introdotti dal D.Lgs. 116/2016): questa, se accertata in flagranza ovvero mediante strumenti di sorveglianza o di registrazione, determina l'immediata sospensione cautelare senza stipendio del dipendente, senza obbligo di ascoltarlo preventivamente.
La sospensione del «furbetto» è disposta dal responsabile della struttura in cui il dipendente lavora O, ove ne venga a conoscenza per primo, dall'ufficio per i procedimenti disciplinari (UPD), con provvedimento motivato, in via immediata e comunque entro 48 ore dal momento in cui i suddetti soggetti ne sono venuti a conoscenza. Con Îl medesimo provvedimento di sospensione cautelare si procede anche alla contestuale contestazione per iscritto dell'addebito e alla convocazione del dipendente dinanzi all'UPD, tenuto a concludere il procedimento entro 30 giorni dalla ricezione, da
parte del dipendente, della contestazione dell'addebito.
Il nuovo comma 3bis dell'art. 55quinquies D.Lgs. 185/2001, introdotto dal D.Lgs. 75/2017, intende colpire, in maniera speculare, i cd. «furbetti del weekend». Viene demandato, infatti, alla contrattazione collettiva il compito di fissare le condotte e le relative sanzioni in caso di ripetute e ingiustificate assenze dal servizio in continuità con le giornate festive e di riposo settimanale, nonché con riferimento ai casi di ingiustificate assenze collettive in determinati periodi nei quali è necessario assicurare continuità nell’erogazione dei servizi all’utenza. 6.4 La responsabilità disciplinare derivante da condotte pregiudizievoli per l'amministrazione {(art. 55sexijes D.Lgs. 165/2001} la responsabilità disciplinare può discendere anche da condotte del dipendente che siano pregiudizievoli per l’amministrazione. L'art. SSsexies D.Lgs. 165/20041, infatti, in primo luogo, dispone che la violazione di obblighi concernenti la prestazione lavorativa, che abbia determinato la condanna dell'amministrazione al risarcimento del danno, comporta comunque, nei confronti del dipendente responsabile, l'applicazione della sospensione dal servizio con privazione della retribuzione da un minimo di tre giorni fino ad un massimo di tre mesi, in proporzione all'entità del risarcimnento, salvo che ricorrano i presupposti per l'applicazione di una più grave sanzione disciplinare (comma 1). In secondo luogo, il lavoratore, quando cagiona grave danno al normale funzionamento dell’ufficio di appartenenza, per inefficienza o incompetenza professionale accertate
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Il personale non docente
dall'amministrazione ai sensi delle disposizioni legislative e contrattuali concernenti la
valutazione dèl personale delle amministrazioni, viene collocato in disponibilità, all’esito
del procedimento disciplinare che accerta tale responsabilità (comma 2).
Infine, sî ricordi che Îl mancato esercizio o la decadenza dell'azione disciplinare, dovuti ad omissione o a ritardo senza giustificato motivo, degli atti del procedimento disciplinare, inclusa la segnalazione all'UPD di fatti aventi rilevanza disciplinare, oppure dovuti a valutazioni manifestamente irragionevoli di insussistenza dell'illecito, comporta, per i soggetti responsabili, la sospensione dal servizio fino a un massimo di 3 mesi. Tale condotta, per i dirigenti, viene valutata anche ai fini della responsabilità " dirigenziale di cui all'art. 21 D.Lgs. 165/2001 (comma 3). La responsabilità civile eventualmente configurabile a carico del dirigente, in relazione a profili di illiceità nelle determinazioni concernenti lo svolgimento del procedimento disciplinare, è limitata, in conformità ai principi generali, ai casi di dolo o colpa grave (comma 4).
6.5 ] rapporti tra procedimento penale e procedimento disciplinare Una violazione, posta in essere dal medesimo dipendente pubblico, può assumere una doppia valenza: potrà rilevare quale violazione dei doveri d’ufficio, quindi dal punto di vista disciplinare, e, allo stesso tempo, integrare ipotesi di reato, diventando quindi perseguibile dal punto di vista penale. La contrattazione collettiva del pubblico impiego e la legge (L. 97/2001) sono sempre state orientate nel senso della sospensione del procedimento disciplinare in attesa della definizione di quello penale. Îl rapporto fra procedimento disciplinare e procedimento penale, tuttavia, è stato innovato riediante l’introduzione, da parte del D.Lgs. 150/2008, riforma Brunetta, dell’art. 55ter-nel T.U. pubblico impiego (come a sua volta novellato dal D.Lgs 75/2017). ” In sostanza, il legislatore limita ai soli procedimenti disciplinari più complessi la possibilità di sospensione in attesa del giudicato penale. Infatti, è stabilito che il procedimento disciplinare, che abbia ad oggetto, in tutto o in parte, fatti in relazione ai quali procede l'autorità giudiziaria, è proseguito e concluso anche in pendenza del procedimento penale. Invece, per le infrazioni per le quali è applicabile una sanzione superiore alla sospensione dal servizio con privazione della retribuzione fino a dieci giorni, l'ufficio Competente per i procedimenti disciplinari, nei casi di particolare complessità dell'accertamento del fatto addebitato al dipendente e quando all'esito dell'istruttoria non dispone di elernenti sufficienti a motivare l'irrogazione della sanzione, può sospendere il procedimento disciplinare fino al termine di quello penale. In relazione alle ipotesi previste dalla norma in esame si distinguono diverse eventualità: * se fl procedimento disciplinare, non sospeso, si conclude con l'irrogazione di una sanzione e, successivamente, il procedimento penale viene definito con una sentenza irrevocabile di assoluzione che riconosce che il fatto addebitato al dipendente non sussiste o non costituisce illecito penale o che il dipendente medesimo non lo ha commesso, l'UPO, ad istanza di parte da proporsi entro il termine di decadenza di sei mesi dall'irrevocabilità della pronuncia penale, riapre il procedimento disciplinare per modificarne o confermarne l'atto conclusivo in relazione all'esito *
del giudizio penale; se il procedimento disciplinare si conclude
con
l'archiviazione ed il processo
. penale con una
sentenza irrevocabile di condanna, l'autorità competente riapre il procedimento disciplinare per adeguare le determinazioni conciusive all'esito del giudizio penate. l procedimento disciplinare è riaperto, altresì, se dalla sentenza irrevocabile di condanna risulta che il fatto addebitabile al dipendente in sede disciplinare comporta la sanzione del licenziamento, mentre ne è stata applicata una diversa.
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SEORE
Capitolo 11 7. La dirigenza universitaria e la disciplina del CCNL 7.1 Legge e contratto collettivo Le norme sulla dirigenza pubblica, previste dal D.Lgs. 165/2001 (v. Sez. I), si applicano a tutte le amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo. Pure per la dirigenza universitaria valgono, dunque, gli articoli contenuti nel T.U. pubblico impiego. Pertanto, la regolamentazione della dirigenza deve tenere in adeguato conto sia la disciplina generale relativa al pubblico impiego (D.Lgs. 165/2001) sia l’autonomia dei singoli atenei, della loro organizzazione amministrativa e delle relative scelte in funzione del perseguimento dei fini accademici. 7.2 La disciplina della dirigenza universitaria. In particolare, gli incarichi La dirigenza universitaria era raggruppata in un'unica Area: la VII. All'interno dell’Area VII, i ricercatori e itecnologi del comparto Istituzioni ed enti di ricerca e sperimentazione erano collocati in apposita sezione separata. Le tornate contrattuali relative all'Area VII sono state le seguenti: *
CCNL normativo 1994-1997 ed economico 1994-1995, firmato Îl 5 marzo 1998;
*
CCNL normativo 2006-2009 ed economico 2006-2007, firmato il 28 luglio 2010.
*
CCNL normativo 2002-2005 ed economico
2002-2003, siglato in data 5 marzo 2008;
La situazione è tuttavia mutata anche per la dirigenza con la sottoscrizione, in data 8 luglio 2019, del CCNL 2016/2018 Area Istruzione e Ricerca, nel quale è confluita la disciplina pattizia valevole per i dirigenti scolastici, per i dirigenti AFAM, per i dirigenti delle Università e delle Aziende ospedaliero-universitarie e per i dirigenti delle Istituzioni ed enti di ricerca e sperimentazione. ll nuovo CCNL regolamenta in maniera uniforme per tutti i dirigenti le relazioni sindacali, contiene la disciplina di alcuni aspetti del rapporto di lavoro (ferie, permessi e congedi, cause di interruzione e sospensione del rapporto stesso etc.) e della responsabilità disciplinare. Le disposizioni sul trattamento economico sono, invece, differenziate per le singole categorie dirigenziali. L'art. 12 CCNL 2016/2018 Area Istruzione e Ricerca contiene, infine, le linee generali in materia di conferimento degli incarichi dirigenziali, disponendo che tutti i dirigenti, appartenenti al ruolo dell’amrmninistrazione e a tempo indeterminato, hanno diritto ad un incarico dirigenziale. L'incarico dirigenziale viene conferito, con provvedimento
dell'amministrazione,
nel rispetto delle
vigenti norme di legge in materia, in osservanza dei principi di trasparenza che le stesse prevedono; a tal fine le amministrazioni rendono conoscibili, anche mediante pubblicazione di apposito avviso sul
sito istituzionale, il numero e là tipologia di posizioni dirigenziali che si rendono disponibili ed i criteri di scelta; acquisiscono, inoltre, te disponibilità dei dirigenti interessati e le valutano. Al provvedimento di conferimento dell'incarico accede un contratto individuale con cui è definito il corrispondente trattamento economico. Tutti gli incarichi sono conferiti per un tempo determinato e possono essere rinnovati e la durata degli stessi è fissata nel rispetto delle durate minime e massime previste dalle vigenti disposizioni di legge.
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Vol. 42 Manuale di Legislazione universitaria |SRAE
CAPITOLO 12
Trasparenza e anticorruzione nella
| PA. e nell'Università SOMMARIO
1. lt «bernie pubblico» trasparenza. - 2. La buona amministrazione e la deviazione dall'interesse pubblico. - 3. Gli attori dell'anticorruzione e della trasparenza. - 4. Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) e Piani triennati di prevenzione della corruzione e della trasparenza (PTPCT). - 5. Le aree di rischio 6. Il sisterna della vigitanza e le sanzioni. - 7. I sisterna anticorruzione e trasparenza nelle università. - 8. Trasparenza e obblighi di pubbticazione sui siti istituzionali.
1. Il «bene pubblico» trasparenza La trasparenza è oggi la più importante chiave di lettura del rapporto effettivo tra cittadino e pubblica amministrazione. Essa, infatti, rappresenta, al contempo, l'obiettivo che deve essere raggiunto dal soggetto pubblico che amministra la cosa pubblica e lo strumento di verifica dei risultati ottenuti con la detta gestione, a] fine di appurare la conformità alle esigenze dei cittadini. La trasparenza, come nozione giuridica, deve essere infatti intesa corie un dovere della P.A. — al quale corrisponde il diritto del cittadino — di consentire l'accesso con immediatezza a tutte le informazioni e alle azioni poste in essere dalle amministrazioni, per consentirgli di cogliere, sulla base di un rapporto fiduciario, tutte le opportunità fornite dal settore pubblico: si pensi, ad esempio, all’importanza di conoscere la procedura per poter accedere ai servizi forniti da un ente pubblico (ateneo, ospedale, ente locale ecc.).
2. La buona amministrazione e la deviazione dall'interesse pubblico Îl principio di trasparenza, a sua volta, è condizione e presupposto essenziale del contrasto alla corruzione e ai fenomeni di malaffare tra gli uffici pubblici. Una «buona amministrazione», infatti è quella caratterizzata dall’orientamento della P.A. medesima al perseguimento degli interessi della collettività, in base a quanto sancito dalla Costituzione e dalle principali leggi in materia. Non sono tuttavia rari in casi in cui ci si discosta dalla nozione di «buona amministrazione» a causa di tutta una gamma di situazioni in cui l’interesse della collettività passa in subordine rispetto al conseguimento di un vantaggio privato e quindi, parlando di attività amministrativa, «indebito». Tali situazioni comprendono non solo la corruzione e gli altri delitti contro la P.A. sanzionati dal codice penale, ma anche le ipotesi in cui venga in rilievo un malfunzionamento della macchina amministrativa a causa dell’utilizzo, per fini privati, di prerogative e funzioni attribuite oppure un «inguinamento» della P.A. medesima proveniente dall’esterno. La deviazione dalla buona amministrazione, infatti, porta in ogni caso ad una maladmi-
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Capitolo12
nistration, intesa come gestione di risorse economiche e umane, assunzione di decisioni, svolgimento di procedimenti in cui prevale l’interesse particolare del singolo, a scapito di quello della collettività; si tratta di condotte che, seppur non sempre concretantesi in reati veri e propri, finiscono comunque per incidere negativamente sull'immagine della
P.A. e sulla fiducia dei cittadini.
Ma quali sono, in concreto, i settori dell'azione amministrativa più colpiti dalla piaga della corruzio-
re? La risposta è contenuta nel rapporto redatto dall'Autorità Nazionale Anticorruzione (A.N.AC,) del 17 ottobre 2019, «La corruzione in italia (2016-2019). Nurneri, luoghi e contropartite del malaffare». In base al quadro delineato dall'A.N.AC., net nostro Paese i settori della PA. più colpiti, nel triennio considerato, sono stati i seguenti: lavori pubblici (40%); rifiuti (22%); sanità (13%); decoro urbano {5%): trasporti pubblici (2%); altro (servizi informatici, accoglienza migranti, servizi Mortuari ecc.} (18%).
Come sì possono contrastare la corruzione e la cattiva amministrazione? Le linee d’azione seguite nell’ordinamento sono tendenzialmente due: * larepressione, quando îil fenomeno corruttivo si è manifestato chiaramente e deve quindi procedersi attivando tutto il complesso regime sanzionatorio (penale, disciplinare, patrimoniale ecc.) predisposto dal legislatore; * la prevenzione, affinché l’azione degli operatori pubblici sia dall’inizio orientata e funzionale solo al pubblico interesse, limitando cioè i casi in cui può venire a crearsì una condotta corruttiva. Dal punto di vista normativo, l’anticorruzione è una «materia» trasversale che abbraccia diversi settori dell'azione amministrativa (contratti, pubblico impiego, attività e procedimento).
3. Gli attori dell’anticorruzione e della trasparenza LaL.190/2012, per reprimere i fenomeni di malaffare nel settore pubblico, ha adottato un «approccio multidisciplinare», in cuila sanzione è solo uno degli strumenti per combattere la corruzione e a cui affiancare nuovi obblighi e adempimenti direttamente in capo alle pubbliche amministrazioni. A tale proposito, la legge anticorruzione ha individuato i soggetti e gli organi aventi l’in-
carico di svolgere, con modalità tali da assicurare un'azione coordinata, il controllo, la
prevenzione e la repressione dei fenomeni corruttivi nella P.A. La governance în materia, in particolare, sì articola su soggetti operanti a livello nazionale e su figure, invece, che agiscono nelle singole amministrazioni. 3.1 ] soggetti che operano a livello nazionale
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A livello centrale il ruolo di primo piano è svolto dall’A.N.AC., Autorità nazionale anticorruzione. Essa ha, tra gli altri, il compito di adottare il Piano nazionale anticorruzione (v. infra) e di prevenire i fenomeni corruttivitra le amministrazioni pubbliche, le società partecipate e controllate, anche mediante l'attuazione della trasparenza in tutti gli aspetti gestionali, nonché grazie all’attività di vigilanza nell’ambito dei contratti pubblici. AIV’A.N.AC. spetta, tra l'altro, anche l’emanazione di apposite linee guida in determinati settori (contrattualistica pubblica e attuazione della trasparenza), cui è correlato apposito potere sanzionatorio in caso di inosservanza da parte delle PP.AA. inadempienti (art. 1, commi 1-3, L. 190/2012).
Trasparenza e anticorruzione nella P.A. e nell'Università
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Nell'ambito della strategia nazionate di lotta/prevenzione un ruolo importante spettà anche alla Corte dei conti, alla quale compete esercitare sia la funzione di controllo che quella giurisdizionale nei confronti di «chi» ha danneggiato l'amministrazione.
3.2 | soggetti che operano a livello di singola P.A. Vi sono poi i ruoli operanti all'interno delle singole amministrazioni (L.-190/2012, art. 1, commi 7 e seguenti):
* l’organo diindirizzo politico, cui compete individuare, in genere trai dirigenti di ruolo in servizio, il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, definire gli obiettivi strategici in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza, nonché adottare il Piano triennale perla prevenzione della corruzione su proposta del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza entro il 31 gennaio di ogni anno, curandone la trasmissione all’Autorità nazionale anticorruzione; * _ il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT), che segnala all'organo di indirizzo e all’organismo indipendente di valutazione le disfunzioni inerenti all’attuazione delle misure in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza e indica agli uffici competenti all’esercizio dell’azione disciplinare i nominativi dei dipendenti che non hanno attuato correttamente le misure in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza. Negli enti locali, tale figura in genere coincide con il Segretario o dirigente apicale. È importante ribadire che si tratta di una figura unica, sia per la prevenzione della corruzione
che per la trasparenza, in base alle modifiche successivamente apportate con l'attuazione della
riforma Madia, in particolare dal D.Lgs. 97/2016;
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* l’Organismo indipendente di valutazione (OIV), il quale deve verificare, anche ai fini della validazione della Relazione sulla performance, che i piani triennali per la prevenzione della corruzione siano coerenti con gli obiettivi stabiliti nei documenti di programmazione strategico-gestionale e che nella misurazione e valutazione delle performance si tenga conto degli obiettivi connessi all’anticorruzione e alla trasparenza. Vi è poi una serie di figure ulteriori coinvolte, a titolo diverso, nella lotta/prevenzione alla corruzione,
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tutte tenute al rispetto delle norme del Piano triennale di prevenzione della corruzione (PT.P.C.). Tra queste ricordiamo: *
*
i referenti per la prevenzione dell'area di rischio di rispettiva competenza. Essi possono essere
individuati nel Piano triennale e svolgono attività informativa nei confronti del Responsabile, affinchè questi abbia elementi e riscontri sull'intera organizzazione ed attività dell'amministrazione, e di costante monitoraggio sull'attività svolta dai dirigenti assegnati agli uffici di riferimento, anche con riguardo agli obblighi di rotazione del personale; i dirigenti, tenuti a svolgere attività informativa nei confronti del Responsabile, dei referenti e dell'autorità giudiziaria, a partecipare ai processi di gestione del rischio, nonché ad adottare, ove in loro potere, le misure gestionali, quali l’avvio di procedimenti disciplinari, la sospensione e rotazione del personale etc.;
* _ l'Ufficio Procedimenti Disciplinari (U.P.D.), avente îl compito di svolgere i procedimenti disciplinari
nelt'ambito della propria competenza e di effettuare le relative comunicazioni all'autorità giudiziaria;
* tutti i dipendenti della P.A. nonché i collaboratori e ì consulenti esterni, tenuti in ogni caso al rispetto delle norme del Piano triennale e dei codici di comportamento della P.A. Per i dipendenti,
nello specifico, la violazione delle misure contenute nel Piano triennate integra anche ipotesi di
illecito disciplinare.
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Capî;olo 12
4. Piano Nàzionale Anticorruzione (PNA) e Piani triennali di prevenzione della corruzione e della trasparenza (PTPCT)} Iì sistema dei Piani si articola su due livelli, uno nazionale (PNA)Q e uno decentrato, ossia posto a livello delle singole amministrazioni (Pianì triennali).
4.1 l Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) Iì Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) ha, in primo luogo, il compito di promuovere, presso le amministrazioni pubbliche (e presso i soggetti di diritto privato in controllo pubblico), l’adozione di misure di prevenzione della corruzione. Esso viene adottato dall’A.N.AC., ha durata triennale ed è aggiornato annualmente; sì configura quale atto di indirizzo per le pubbliche amministrazioni ai fini dell’adozione dei propri piani triennali di prevenzione della corruzione, e, in relazione alla dimensione e ai diversi settori di attività degli enti, ha l’obiettivo di individuare i principali rischi di corruzione con i relativi rimedi e contiene l’indicazione di obiettivi, tempi e modalità di adozione e attuazione delle relative misure di contrasto (art. 1, comma 2bis, L. 190/2012). Le misure anticorruzione, a loro volta, si distinguono in oggettive, se mirano, attraverso soluzioni organizzative, a ridurre ogni spazio possibite all'azione di interessi particolari volti all'improprio condizionamento delle decisioni pubbliche, e soggettive, se funzionali, invece, a garantire la posizione di imparzialità del funzionario pubblico che partecipa, nei vari modi previsti dall'ordinamento (adozione di atti dî indirizzo, adozione di atti di gestione, compimento di attività istruttorie a favore degli uni e degli altri), ad una decisione amministrativa. L'individuazione di tali misure spetta alle singole amministrazioni, perché solo esse sono În grado di conoscere la propria condizione organizzativa, la situazione dei propri funzionari, il contesto esterno nel quale sî trovano ad operare.
Il PNA, quindi, è una sorta di guida per le amministrazioni nell'adozione di concrete ed effettive misure di prevenzione della corruzione, senza imporre soluzioni uniformi, che
finirebbero per svilire le diverse realtà organizzative, compromettendone l'efficacia. 4.2 |l Piano triennale di prevenzione della corruzione e di trasparenza (PTPCT)
Con l’approvazione del Piano nazionale, poi, prende concretamente avvio la fase di piani-
ficazione della prevenzione a livello decentrato, consentendo di predisporre un quadro unitario e strategico di programmazione delle attività affinché ciascuna amministrazione ’ possa redigere il proprio Piano triennale di prevenzione della corruzione (PTPC).
ll Piano triennale è adottato dall'organo di indirizzo politico, su proposta del Responsabile della prevenzione della corruzione. Negli enti locali, il Piano triennale viene approvato dalla Giunta. Il PTPC è inoltre soggetto ad aggiornamento mediante l'emanazione dî apposite linee guida. Il Piano triennale ha le seguenti caratteristiche: * *
è obbligatorio: la mancata approvazione espone la P.A. all'applicazione di sanzioni amministrative da parte dell'AN.AC. e comporta per il responsabile della prevenzione della corruzione onerose
responsabilità per colpa nell'organizzazione;
è Un programma a contenuto in parte vincolato: gli elementi minimi che deve includere sono indicati dalla stessa L. 190/2012 e dalla sua normativa di attuazione, nonché dal Piano Nazionale Anticorruzione (PANASSIDI),
1 Piani triennali, oltre ad individuare le attività — anche ulteriori rispetto a quelle indicate nel Piano nazionale anticorruzione, nell'ambito delle quali è più elevato il rischio di
Trasparenza e anticorruzione nella P.A. e nell'Università
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corruzione, con le relative misure di contrasto — si caratterizzano perché devono anche analizzare il contesto di riferimento della singola P.A., sia a livello esterno, ossia il rischio corruzione con riguardo al.territorio (in pratica, analizzando il modo in cui le caratteristiche dell’ambiente nel quale il singolo ente opera possano favorire il verificarsi di fenomeni corruttivi), sia interno, prendendo cioè a parametro la struttura organizzativa dell’ente, il personale e la sua classificazione. Dalla violazione delle misure di prevenzione previste dal Piano discende, inoltre, responsabilità
disciplinare.
Nei Piani triennali di prevenzione della corruzione sono confluiti anche i contenuti del previgente Programma per la trasparenza e l'integrità, per cui oggi si parla principalmente di PTPCT, ossia Piano Triennale di prevenzione della corruzione e di trasparenza.
Pertanto, mentre il PNA è un vero e proprio atto di indirizzo, invece il PTPCT è un programma di attività, ossia uno strumento destinato a contenere le misure concrete per la prevenzione della corruzione, con indicazione specifica delle aree di rischio e degli accorgimenti da adottare nel pratico, a livello di singola amministrazione, per lottare contro i fenomeni corruttivi (FABIANO).
4.3 Il Piano integrato di attività e organizzazione (PIAO) Ricordiamo che, ai sensi dell’art. 6 D.L. 80/2021, conv. in L. 113/2021, cd. decreto reclutamento, nel nostro ordinamento è stato introdotto un nuovo strumento di programmazione, il Piano integrato di attività e organizzazione (PIAO), destinato ad accorpare " diversi piani, aventi in precedenza ciascuno una propria autonomìa circa tempistiche, contenuti e normative di riferimento. Infatti, a partire dall'anno 2022, nel nuovo Piano devono confluire, ad esempio, tra gli altrì: * * * *
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piano piano piano piano
della performance; della prevenzione della corruzione e dellà trasparenza; dei fabbisogni di personale; per il lavoro agile (cd. POLA).
{l Piano, alla cui stesura sono tenute tutte le pubbliche amministrazioni con più di 50 dipendenti (sono " esciuse le scuole), ha durata triennale, viene aggiornato annualmente e deve definire: 1. gli obiettivi programmatici e strategici della performance secondo i principi del decreto Brunetta (D.Lgs. 150/2009), stabilendo il necessario collegamento della performance individuale ai risultati della performance organizzativa; 2. la strategia di gestione del capitale umano e di svituppo organizzativo, anche mediante Îl ricorso al lavoro aglle, e gli obiettivi formativi annuali e piuriennali, finalizzati ai processi di pianificazione secondo le logiche del project management, al raggiungimento della completa alfabetizzazione digitale, allo sviluppo delle conoscenze tecniche e delle competenze trasversall e manageriali e all'accrescimento culturale e dei titoli di studio del personate, correlati all'ambito d'impiego e alla progressione di carriera del personale;
3. gli strumenti e gli obiettivi del reclutamento di niuove risorse e della valorizzazione delle risorse interne; 4. gli strumenti e te fasi per giungere alla piena trasparenza dei risultati dell'attività e dell'organizzazione amministrativa nornchè per raggiungere gli obiettivi in materia di contrasto alla corruzione; 5. l'elenco delle procedure da semplificare e reingegnerizzare ogni anno, anche mediante Îl ricorso alla tecnologia;
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6. le modalità e le azioni finalizzate a realizzare la piena accessibilità alle amministrazioni, fisica e digitale, da parte dei cittadini ultrasessantacinquenni e dei cittadini con disabilità;
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SSE
Capitolo 12 .7. le modalità e le azioni finalizzate al pieno rispetto della parità di genere, anche con riguardo alla composizione delle commissioni esaminatrici dei concorsi. Le amministrazioni dovranno pubblicare il PIAO sui propri siti internet istituzionali ed
inviarlo al Dipartimento della Funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la pubblicazione sul relativo portale. È pertanto evidente il tentativo da parte del legislatore di ridisegnare in maniera organica tutto il sistema pianificatorio delle amministrazioni pubbliche, connotato da una molteplicità di strumenti di programmazione spesso, in alcuni aspetti, anche sovrapposti. I] PIAO, in tale prospettiva, si presenta come uno strumento unico di programmazione e organizzazione degli adempimenti in materia diperformance gestione delle risorse umane e prevenzione della corruzione. il Piano Triennale della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (PTPCT) è desti-
nato a diventare dunque, parte integrante del PIAO, disponibile alla specifica sottosezione.
5. Le aree di rischio La L. 190/2012 individua alcune aree cd. di rischio all’interno dell’organizzazione e azione della P.A., ossia i settori in cui è più elevato il pericolo di corruzione: * procedimenti di autorizzazione o concessione; * scelta del contraente per l’afidamento di lavori, forniture e servizi, anche con riferimento alla modalità di selezione prescelta ai sensi del Codice dei contratti (D.Lgs. 50/2016); * cancessione ed erogazione di souvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati; * concorsi pubblici e prove selettive per l'assunzione del personale e progressioni di carriera. A questi ambiti (cd. obbligatori), poi, le amministrazioni possono aggiungerne altri, a seconda dei procedimenti e delle attività svolte dai singoli enti. Il processo di valutazione del rischio è detto anche «risk management» ed ha lo scopo di fornire una stima delle probabilità del rischio di corruzione e del relativo trattamento.
6. Il sistema della vigilanza e le sanzioni Mediante la normativa anticorruzione, il legislatore ha poi costruito un sistema di controllo e vigilanza (con relative sanzioni) fondato essenzialmente su due figure: * PANAC.;
* _ il Responsabile dell’anticorruzione. A completamento del sisterna si pone, come anticipato, anche la Corte dei conti per la
verifica di eventuali casi di responsabilità amministrativa ed erariale in merito e di relativa condanna. All'Autorità nazionale anticorruzione, in particolare, tra le altre attribuzioni compete
esercitare la vigilanza e il controllo sull’effettiva applicazione e sull’efficacia delle misure
adottate dalle pubbliche amministrazioni in materia di anticorruzione e trasparenza.
A livello di singola amministrazione, invece, i! fulero del sistema della vigilanza è costituito dal Responsabile anticorruzione e trasparenza, cui la legge attribuisce le funzioni di vigilanza interna. -
Trasparenza e anticorruzione nella P.A. e nell'Università
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Tale figura, infatti, si occupa, tra l’altro, di segnalare all’organo dî indirizzo e all'organismo indipendente di valutazione le disfunzioni inerenti all’attuazione delle misure in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza, di indicare agli uffici competenti all’esercizio dell'azione disciplinare i nominativi dei dipendenti che non hanno attuato correttamente le misure in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza nonché di verificare l'efficace attuazione del piano proponendone eventuali modifiche in caso di significative violazioni delle prescrizioni ovvero di intervenuti mutamenti
nell'organizzazione o nell’attività dell’amministrazione (L. 190/2012, art. 1, commi7 e 10): Il responsabile, inoltre, provvede alla verifica, di intesa con il dirigente competente, della effettiva
rotazione degli incarichi negli uffici in cui è più elevato il rischio corruzione nonché ad individuare
il personale da inserire negli specifici programmi di formazione predisposti dalla Scuola Nazionale dell'Amministrazione. A tali delicate attribuzioni corrisponde una serie di sanzioni, in quanto: *
in caso di commissione, all'interno dell'amministrazione, di un reato di corruzione accertato con sentenza passata in giudicato, il responsabile risponde ai sensi dell'art. 21 D.Lgs. 165/2001, T.U. pubblico impiego (quindi responsabilità dirigenziate), sul piano disciplinare, oltre che per il danno erariale e all'immagine della pubblica amministrazione, salvo che provi tutte le seguenti circostanze: a) di avere predisposto, prima della commissione del fatto, il Piano triennate per la prevenzione della corruzione nonché di aver vigilato sul funzionamento e sull’osservanza dello stesso. La sanzione disciplinare a carico del responsabile non può essere inferiore alla sospensione dal servizio con privazione della retribuzione da un minimo di un mese ad un massimo di sei mesi; * in caso di ripetute violazioni delle misure di prevenzione previste dal Piano, il responsabile risponderà sempre ai sensi dell'art. 21 D.Lgs. 165/2001 nonché, per omesso controllo, sul piano disciplinare, salvo che provi di avere comunicato agli uffici le misure da adottare e le relative modalità e di avere vigilato sull’osservanza del Piano; -
poiché, infine, il Responsabite definisce le procedure per la selezione e la formazione dei dipendenti
destinati ad operare nei settori a rischio, la mancata attivazione di questi procedimenti comporta {a responsabilità dirigenziale (ex art. 21 T.U. pubblico impiego).
All’interno di ogni amministrazione il Responsabile per la prevenzione della corruzione, svolge, di norma, pure le funzioni di Responsabile per la trasparenza: egli perciò sarà responsabile anche in ipotesi di inadempimento degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente (D.Lgs. 33/2013, T.U. trasparenza: v. infro).
7. Îl sistema anticorruzione e trasparenza nelle università Le Università sono tenute ad adottare il Piano anticorruzione e trasparenza in quanto pubbliche amministrazioni rientranti nel novero di quelle menzionate dall’art. 1, comma 2, D.Lgs. 185/2001, sia pure con le peculiarità che le contraddistinguono. Tutto il personale, compresi docenti e ricercatori, è destinatario del Piano. In considerazione della particolare complessità delle attività svolte dalle Università, i Piani devono coinvolgere tutti gli ambiti interessati da potenziali rischi di corruzione, dalle attività amministrative a quelle didattiche e scientifiche. 7.1 L'autonomia universitaria Traslando quanto appena esposto sui soggetti dell'anticorruzione e trasparenza e sul sistema dei piani alla dimensione universitaria, emergono alcune considerazioni necessarie.
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Capitolo 12 Il primo aspetto da sottolineare riguarda la peculiare posizione dell’Università, alla quale, lo ricordiamo, la Costituzione assicura una particolare condizione di autonomia, L’università e la ricerca costituiscono, difatti, un settore molto importante dell'amministrazione italiana, caratterizzato in maniera incisiva dai principî costituzionali di libertà
della scienza, della ricerca e dell’alta cultura. La stessa A.N.AC., nell’aggiornamento 2017 al Piano Nazionale Anticorruzione (PNA), evidenzia alcuni aspetti che connotano specificamente la lotta alla corruzione în un sisterna, come quello uniìversitario, caratterizzato da una peculiare autonomia. Vi si legge, infatti, che «L'autonomia, che comprende l'autogoverno e l'autonomia normativa per la disciplina dell'esercizio delle funzioni fondamentali, ricerca e didattica, e l'autonomia organizzativa, è di tipo funzionatle ed è proiezione e garanzia della libertà individuale, di insegnamento e di ricerca, dei professori e ricercatori universitari. Le comunità scientifiche che si raccolgono nelle istituzioni universitarie hanno quindi diritti costituzionalmente garantiti (darsi ordinamenti autonomi), che si esercitano nei limiti della legge dello Stato L...]. Il PNA è sempre improntato al riconoscimento dell'autonomia organizzativa delle amministrazioni. Ciò vale tanto di più per l’autonomia costitu-
zionalmente riconosciuta delle università».
Quali sono le misure che le università, quindi, devono concretamente porre in atto nella loro strategia di contrasto e di prevenzione alla corruzione? Secondo la stessa Autorità nazionale anticorruzione, le singole università dovranno organizzare (o riorganizzare)
alcuni settori e mappare determinati processi per ridurre le condizioni che favoriscono
la corruzione, tra cui ricordiamo principalmente: * la progettazione della ricerca; * la valutazione e il finanziamento dei progetti di ricerca, con l’esito e la dxffusmne dei relativi risultati; * l’accreditamento delle sedi e dei corsi di studio; * lo svolgimento delle attività didattiche; * la programmazione del fabbisogno di personale docente; le procedure di reclutamento di professori e ricercatori; il rapporto tra Codice di comportamento e Codice etico;
le attività extra-istituzionali e il sistema delle incompatibilità; i procedimenti disciplinari. Ricordiamo inoltre, in materia, l'Atto di indirizzo del MIUR del 14 maggio 2018, che ha raccomandato
alle Università di adottare misure idonee a contrastare fenomeni di corruzione, di cattiva amministrazione e di conflitto di interessi, nonché
a fornire indicazioni interpretative in materia di attività
extra-istituzionali dei docenti universitari. Si pensi, ad esempio, tra queste situazioni «rischiose», ai potenziali conflitti di interesse netl'ambito delle procedure selettive, sia Con riferimento ai rapporti tra i partecipanti e il personale presente, a vario titolo, nell'Ateneo, sia con riferimento alla composizione
delle Commissione giudicatrici per il reclutamento dei docenti «a chiamata». Ulteriori ipotesi di conflitto di interesse sono quelle che riguardano le attività extra istituzionali autorizzabili dei docenti e la loro partecipazione agli spin-off universitari.
L'attività di prevenzione e di contrasto della corruzione assume rilevanza strategica per gli Atenei, per ìl consolidamento dei valori dell’etica e dell’integrità, in raccordo con il miglioramento della funzionalità e della trasparenza — sempre più spesso digitale — dell'apparato amministrativo e per ridurre le opportunità che sì manifestino casi di corruzione, creando un contesto sfavorevole alla stessa.
Trasparenza e anticorruzione nella P.A. e netl'Università
7.2 | soggetti dell’anticorruzione netl'Università Vediamo adesso come si art1coìa la governance in materia dì anticorruzione nella di-
mensione universitaria.
In linea con quanto previsto dalla L. 240/2010 e nel rispetto del principio generale di distinzione tra funzioni d'indirizzo e controllo, da un lato, e di attuazione e gestione, dall'altro, fissato dal D.Lgs. 165/2001 per tutte le Pubbliche Amministrazioni, comprese le Università, gli Statuti degli Atenei prevedono, come sappiamo, che: * _ la funzione di indirizzo è svolta, secondo le rispettive competenze, dal Rettore, dal Senato Accademico e dal Consiglio di Amministrazione, quest’ultimo anche con compiti di gestione e di vigilanza, soprattutto in ordine alla sostenibilità economico-finanziaria delle attività; * la funzione di gestione è affidata al Direttore Generale; * alla funzione di controllo della gestione finanziaria, amministrativo-contabile e patrimoniale è preposto il Collegio dei Revisori dei Conti; * alle funzioni di verifica, controllo e valutazione delle attività didattiche, di ricerca e
amministrative è prepasto il Nucleo di valutazione/OIV al quale si affianca il Presidio
di Qualità nell’ambito del complessivo sistema di valutazione a livello centrale.
Il Piano anticorruzione e trasparenza, in linea conJa normativa e con l'assetto istituzionale delle Università, viene predisposto e aggiornato dal Responsabile della prevenzione della corruzione e trasparenza, approvato dal Consiglio di Amministrazione previa informativa del Senato Accademico, ed emanato con decreto del Rettore. Nelle Università, l’incarico di RPCT può essere affidato ad un dirigentedi prima fascia oppure al direttore generale, figura, lo ricordiamo, scelta tra personalità di elevata qualificazione professionale e comprovata esperienza pluriennale con funzioni dirigenziali, cui compete la complessiva gestione e organizzazione dei servizi, delle risorse strumentali e del personale tecnico-amministrativo dell’ateneo. Il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza: * *
* * *
predispone e sottopone al Consiglio di ammmrstrazrone il Piano Triennate della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza di Ateneo;
verifica l'efficacia dell'attuazione del Piano e della sua idoneità, proponendo la modifica dello stesso quando siano accertate significative violazioni delle prescrizioni ivi contenute ovvero quando intervengano mutamenti nell'organizzazione o nelle attività dell’Ateneo:
verifica l'effettiva rotazione degli incarichi nelle aree sensibili; definisce le procedure appropriate per setezionare e formare il personate destinato ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione, su proposta dei Dirigenti e dei Referenti; predispone la Relazione annuale secondo i dettami definiti da A.N.AC. j
Il Responsabile, a sua volta, si avvale della costante collaborazione degli altri dirigenti e di una rete di Referenti Anticorruzione e Trasparenza (RAT) che vengono individuati presso ogni struttura (ad esempio, Scuole e Dipartimenti) e che fungono da tramiti fra il RPCT ed il responsabile di struttura/dirigente, per favorire l’attuazione delle misure di prevenzione della corruzione ed il monitoraggio dei contenuti da pubblicare on line. Nella dimensione universitaria, inoltre, una peculiarità sta nel fatto che le funzioni di Organismo Indipendente di Valutazione (OIV) sono svolte dal Nucleo di Valutazione. Ti Nucleo è infatti chiamato a verificare, tra l'altro, che il Piano anticorruzione sia coerente con gli obiettivi stabiliti nei documenti di programmazione strategico-gestionale e che nella misurazione e valutazione delle performance si tenga conto degli obiettivi connessi
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Capitolo 12
all’anticorruzione e alla trasparenza. Per tale motivo il Nucleo può chiedere-al RPCT le
informazioni e i documenti necessarì per lo svolgimento del controllo e può effettuare audizioni di dipendenti. A} Nucleo spetta anche Yattestazione dell’adempimento degli obblighi di trasparenza Infine, il Nucleo è chiamato a riferire all’A.N.AC. sullo stato di attuazione delle misure di prevenzione della corruzione e di trasparenza.
8. Trasparenza e obblighi di pubblicazione sui siti istituzionali La trasparenza dell’attività amministrativa, livello essenziale delle prestazioni concernenti i diritti sociali e civili, va assicurata mediante la pubblicazione, nei siti web istituzionali delle pubbliche amministrazioni, delle informazioni relative alla propria organizzazione e ai procedimenti amministrativi, secondo criteri di facile accessibilità, cornpletezza e semplicità di consultazione (L. 190/2012, art. 1, comrmi 15 e seguenti). Tale normativa ha, a tale proposito, previsto l'emanazione di un apposito decreto legislativo per îl riordino degli obblighi di trasparenza e pubblicità in capo alle pubbliche amministrazioni: si tratta del D.Lgs. 33/2013, che può essere considerato un passaggio importante nella strategia di contrasto ai fenomeni corruttivi. Si tratta di una disciplina applicabile anche alle università. 8.1 Amministrazione trasparente 1 siti internet delle P.A. oggì sono il principale front office dì un ente. In che modo viene conceretamente garantita la piena conoscibilità? Mediante una apposita sezione, posta sui siti web istituzionali, denominata «Amministrazione Trasparente», al cui interno sono contenuti i dati, le informazioni e i documenti che vanno pubblicati ai sensi della normativa vigente. Devono trovare posto nella detta sezione, in primo luogo, ai sensi dell'art. 10 del cit. D.Lgs. 33/2013, i} Piano triennale perla prevenzione della corruzione; il Piano della performance e la Relazione sulla performance previsti dalla riforma Brunetta sul pubblico impiego (D.Lgs. 150/2009); i nominativi ed i curricula dei componenti degli Organismi
indipendenti di valutazione (OIV) di cui all’art. 14 D.Lgs. 150/20089.
A tale importante prescrizione sìi aggiungono ulteriori obblighi di pubblicazione, riguardanti, tra gli altri: * qgli atti di carattere normativo e amministrativo generale; *_idati Concernenti l'organizzazione della P.A, (ad es.: organi di indirizzo politico e dî amministrazione e gestione, con indicazione delle rispettive competenze; articolazione degli uffici, competenze di ciascun ufficio, anche di livello dirigenziale non generale, nomi dei dirigenti responsabili dei singoli uffici; organigramma o analoghe rappresentazioni grafiche; elenco dei numeri di telefono nonché delle caselle di posta elettronica istituzionali e delle caselle di posta elettronica certificata dedicate, cui il cittadino possa rivolgersi per qualsiasi richiesta inerente | compiti istituzionati); * i bandi di concorso: fermi restando gli altri obblighi di pubblicità legale, le pubbliche amministrazioni sono tenute a pubblicare i bandi di concorso per il reclutamento, a qualsiasi titolo, di personale presso l'amrninistrazione, nonché i criteri di valutazione della Commissione giudlcatnce *
e le tracce delle prove scritte;
i dati relativi alla valutazione della performance e alla distribuzione dei premi al personale: le pubbliche amministrazioni pubblicano i dati relativi all'ammontare complessivo dei premi collegati alla performance stanziati e l'ammontare dei prernl effettivamente distribuiti ai dipendenti;
Trasparenza e anticorruzione nella P.A. e nell'Università
*
_i dati su enti pubblici vigitati, enti di diritto privato in controlto pubblico, nonché sulle partecipazioni in società di diritto privato; * i provvedimenti amministrativi, soprattutto gli atti di concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi e attribuzione di vantaggi economici a persone fisiche ed enti pubblici e privati, di cui devono essere resi noti criteri è modalità della concessione medesima; * i bilanci, preventivi e consuntivi, e l Piano degli indicatori e risultati attesi di bilancio, nonché i dati concernenti il monitoraggio degli obiettivi; *_ i dati concernenti i beni immobili e la gestione del patrimonio (ad es., informazioni identificative ' degli immobiti
*
posseduti e di quelli detenuti, nonché
carioni di locazione © di affitto versati o
percepiti); ì tempi di pagamento dell’amministrazione {l'indicatore dei propri tempi medi di pagamento relativi agli acquisti di beni, servizi e forniture, è denominato «indicatore annuale di ternpestività dei pagarnenti»).
8.2 Vigilanza e sanzioni All'interno di ogni amministrazione il Responsabile per la prevenzione della corruzione, RPC, svolge, di norma, come detto, anche le funzioni di Responsabile per la trasparenza e il suo nominativo va indicato nel Piano triennale (artt. 43 ss. T.U. Trasparenza).
A tale figura compete effettuare stabilmente un’attività di controllo sul’adempimento da parte dell’amministrazione degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente, assicurando la completezza, la chiarezza e l’aggiornamento delle informazioni pubblicate, ionché segnalando all’organo di indirizzo politico, all’Organismo indipendente di valutazione (OIV), all’'Autorità nazionale anticorruzione e, nei casì più gravi, all’ufficio di disciplina i casi di mancato o ritardato adempimento degli obblighi di pubblicazione.
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Vol. 42 Manuale di Legislazione universitaria |SjNASE
CAPITOLO 13 Il diritto agli studi umver51tar1 SOMMARIO 1. il fondamento normativo del diritto agli studi universitari. - 2. Compiti dello Stato, delle Regioni e delle università. - 3. Strumenti e servizi del diritto allo studio. - 4. | livelli essenziali delle prestazioni {LEP). - 5. Borse di Studio. - 6. Esoneri da tasse e contributi. - 7. Il sistema di controlto. - 8. Attività a tempo
parziale degli studenti. - 9. Strutture residenziali. - 10. Il sisterna di finanziamento. - 11. IL
monitoraggio sut diritto allo studio.
1. l fondamento normativo del diritto agli studi universitari L'espressione «diritto allo studio» sta ad indicare, generalmente, sia il complesso dei diritti riconosciuti agli studenti, sia i servizi specifici di cui essi possono usufruire presso le strutture appositamente adibite a erogarli. Il principale riferimento normativo concernente il diritto allo studio è contenuto nella Costituzione all'art. 34. Lo stesso sancisce che «La scuola è aperta a tutti [...] ] capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuiti per concorso». In effetti, si può dire che tali disposizioni, a loro volta, riflettono in pieno il dettato dell’art. 3 della Costituzione stessa, in cui si afferma che: «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'efettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese». Anteriormente alla riforma Gelmini del 2010, occorre sottolineare che la più significativa fonte normativa per la disciplina degli aiuti e dei servizi a favore degli studenti era rappresentata dalla L. 390 del 2 dicembre 1991. Tale legge, infatti, oltre ad aver suggerito le linee essenziali per una più adeguata distribuzione di competenze fra Stato, Regioni e atenei in materia di diritto agli studi universitari, ha indicato le direttive utili per assicurare anche ai meno abbienti l’accesso alle università e per consentire, nello stesso tempo, agli studenti più meritevoli di portare a termine agevolmente il corso di studi. In seguito, in attuazione di quanto previsto agli articoli 3 e 34 della Costituzione e in attuazione della delega prevista dalla Legge Gelmini (art. 5), è stato adottato îl D.Lgs. 29 marzo 2012, n. 68 che, con la revisione della normativa di principio, ha proceduto all’abrogazione della L. 390/1991. Il decreto, oltre ad individuare gli strumenti e i servizi per il diritto allo studio, dettando norme finalizzate a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano l’uguaglianza dei cittadini nell’accesso all’istruzione superiore e a consentire ai capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi di raggiungere i gradi più alti negli studi, definisce principalmente i livelli essenziali delle prestazioni (cd. LEP) erogate
dalle università statali, con riferimento a requisiti di merito ed economici. Tali livelli de-
vono assicurare borse di studio, trasporti, assistenza sanitaria, ristorazione, accesso alla cultura, alloggi per la piena realizzazione della formazione degli studenti dell'istruzione
PP
il diritto agli studi universitari superiore e rimuovere gli ostacoli di ordine eronomico, sociale e personale che limitano l’accesso e il conseguimento dei più alti gradi di istruzione superiore agli studenti capaci e meritevoli ma privi di mezzi. . Inoltre, attraverso il tale decreto si vuole garantire a tutti la più ampia libertà di scelta degli studi più adatti e, per chi non dispone dei necessari mezzi economici, la certezza di petere, comunque, arrivare ai più alti livelli di istruzione nonché definire le tipologie di strutture residenziali, con le varie caratteristiche, destinate agli studenti universitari.
2. Compiti dello Stato, delle Regioni e delle università Tl D.1gs. 68/2012 stabilendo, la competenza esclusiva dello Stato in materia di determinazione dei livelli essenziali di prestazioni (LEP), al fine di garantirne l'uniformità su tutto il territorio nazionale, attribuisce alle regioni il compito esclusivo di attivare e dîsciplinare gli interventi volti a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale per l'effettiva realizzazione del diritto agli studi universitari. Mentre le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano esercitano le competenze che ad esse spettano, ai sensi dei rispettivi statuti e delle norme di attuazione, tenendo conto dei LEP. Le ad * *
università e le istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica provvedono articolare il loro lavoro svolgendo i seguenti compiti: organizzare i propri servizi, compresi quelli di orientamento e di tutorato; promuovere le attività di servizio di orientamento e tutorato delle associazioni e coo‘perative studentesche e dei collegì universitari legalmente riconosciuti; * agevolare la frequenza ai corsi, anche mediante l'apertura in ore serali e nei giorni festivi di biblioteche, laboratori e sale studio;
* promuovono e sostengono attività culturali, sportive e ricreative, mediante l’istituzio-
ne di servizi e strutture collettive, anche in collaborazione con le regioni e le province autonome, avvalendosi delle associazioni e cooperative studentesche;
* curare l’informazione circa le possibilità offerte per lo studio e la formazione; * promuovere interscambi di studenti con università italiane e straniere;
* sostenere le attività formative, autogestite dagli studenti nei settori della cultura e degli scambi culturali, dello sport, del tempo libero, fatte salve quelle disciplinate da apposite disposizioni legislative. Tuttii soggetti sopra menzionati, ad eccezione dello Stato, disciplinano, inoltre, le modalità per la.concessione di prestiti d’onore agli studenti in possesso dei requisìti di merito e provvedono alla concessione di garanzie sussidiarie agli stessi. Possono concedere agli studenti, che presentino i requisiti di eleggibilità per il conseguimento della borsa di studio e iscritti ai corsi di laurea magistrale, di dottorato, di master universitario, dî perfezionamento ed alle scuole di specializzazione, un prestito d’onore aggiuntivo alla borsa di studio a condizioni agevolate.
| Benî mobili e immobili 1l capitolo relativo ai beni mobili e immobili utilizzabili dalle Regioni per garantire il diritto agli studi universitari è regolato dall’unico articolo in vigore della L. 390/1991: l'art. 21. La normativa vigente precisa che alle Regioni è concesso sia l’uso perpetuo e gratuito dei beni immobili dello Stato (e dei materiali mobili in essiì contenuti) prettamente destinati all’attuazione del
diritto agli studi universitari, sia l’utilizzo dei beni immobili delle università (e dei relativi materiali
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Capitolo13 ; mobili) destinati alla realizzazione degli scopì istituzionali già previsti per le opere universitarie. “ Per l’utilizzo dei beni degli atenei, in particolare, le modalità d'uso e il relativo canone vengono ‘ stabiliti, sulla base di un'apposita stima effettuata dall’ufficio tecnico erariale, mediante convenzioni tra Regione e università, mentre l’uso può diventare automaticamente gratuito nel caso in cui la ; Regione sì assuma per intero gli oneri connessi alla proprietà dei beni.
è Le spese connesse alla manutenzione ordinaria e straordinaria dei beni immobili dello Stato, nonché
‘ agni eventuale tributo, vengono posti anch'essi a carico delle Regioni.
3. Strumenti e servizi del diritto allo studio Nel decreto di riforma, è stato individuato un elenco di strumenti e servizi, che possono essere erogati anche in forma di voucher, per-il conseguimento del pieno successo formativo i cui destinatari sono tutti gli studenti iscritti ai corsi di istruzione superiore, nella regione o provincia autonoma in cui ha sede legale l’università o l’istituzione di alta formazione artistica e musicale. Oltre agli studenti di cui sopra, gli altri destinatari,. che usufruiscono degli strumenti e dei servizi, sono gli apolidi e i rifugiati politici. A tutti questi destinatari è garantita la più ampia libertà di scelta, secondo le modalità orgnizzative delle università delle Regioni e province autonome di Trento e Bolzano. n particolare, sitratta di servizi abitativi, di ristorazione, di orientamento, attività a tempo parziale, trasporti, servizi di assistenza sanitaria, accesso alla cultura, servizi per la mobilità internazionale e altri servizi definiti dalle regioni, province autonome e università Per gli studenti capaci e meritevo]_i anche se privi di mezzi in possesso dei requisiti di gazione delle borse di studio.
4. | livelli essenziali delle prestazioni (LEP) Iì decreto legislativo n. 68/2012, nel definire i livelli essenziali delle prestazioni e cioè i servizi minimi a cui ogni studente, in possesso di requisiti di eleggibilità relativi al merito e alla condizione economica, ha diritto, rileva la determinazione dell'importo standard della borsa di studio. Tale importo viene determinato tenendo presente le condizioni abitative degli studenti in modo distinto e i costi delle prestazioni collegati ad una serie
di voci; queste concernono:
* il materiale didattico, comprendente la spesa per libri di testo e strumenti didattici, la spesa per l’acquisto di personal computer ed altri strumenti od attrezzature tecniche o
informatiche. Con l’ultima legge di bilancio 2022 (L. 234/2021) è stata introdotta anche
la spesa per l’adeguamento o l’acquisto di provider o dispositivi di miglioramento del servizio di connessione dati di rete personale o domestica tale da consentire la navigazione mediante la più recente tecnologia di rete locale;
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* il trasporto, e cioè gli spostamenti in area urbana e extraurbana, con riferimento alle tariffe più economiche degli abbonamenti del trasporto pubblico; * la ristorazione, intesa come spesa per un pasto giornaliero e se studente fuori sede come spesa per la mensa universitaria; * l'alloggio nel quale rientrano le spese accessorie (come ad esempio il condominio, la
luce l’acqua, il gas);
* l’accesso alla cultura e cioè le spese per frequentare event1 culturali per il completamento del percorso formativo.
l diritto agli studi universitari
Îl valore stimato è un valore standard calcolato su undici mesi e che può essere aumentato di una percentuale massima del 20% prevista dai requisiti di eleggibilità. ! livelli essenziali delle prestazioni di assistenza sanitaria, invece, sono'garantiti a tutti gli studenti iscritti ai corsi di istruzione superiore che ne fruiscono nella regione o netla provincia autonoma in
cui ha sede l'università o l'istituzione di altta formazione artistica e musicale.
5. Borse di Studio 5.1 L'assegnazione delle borse di studio Le borse di studio sono attribuite, tramite bando di concorso, agli studenti che sì iscrivono ai corsì e che risultino idonei al loro conseguimento, in relazione ai requisiti di eleggibilità riferiti a criteri economici e di merito definiti con decreto del MUR. Il D.Lgs. 68/2012 stabilisce che, fino all’adozione di tale decreto, restano in vigore le disposizioni in materia di cui al D.P.C.M 9 aprile 2001. L'importo della borsa di studio, così come la definizione dei criteri e delle modalità di riparto del fondo integrativo statale per la concessione delle stesse borse di studio sono emanati sempre con detto decreto ministeriale che, aggiornato con cadenza triennale, è adottato di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, d’intesa con lo Stato, le regioni e le province autonome, sentito il Consiglio nazionale degli studenti universitari. Peril periddo di riferimento del PNRR, gli importi delle borse di studio e i requisiti di eleggibitità per l'accesso alle stesse sono definiti con decreto del Ministro dell'Università e della Ricerca {L.234/2021).
5.2 | criteri per la determinazione delle condizioni economiche Per poter accedere ai benefici, previsti dalla normativa sul diritto allo studio, universitario
è necessario soddisfare determinati criteri reddituali e patrimoniali stabiliti dall’articolo
5 del D.P.C.M. 9 aprile 2001, che tiene conto della natura e dell'ammontare del reddito posseduto dal nucleo familiare dello studente, della situazione patrimoniale e del numero dei componenti il nucleo familiare. A questo fine sono considerati facenti parte del nucleo familiare convenzionale dello studente: * ilrichiedente i benefici e tutti coloro che, anche se non legati da vincolo di parentela, risultano nel suo stato di famiglia alla data di presentazione della domanda; * i genitori dello studente e gli altri figli a loro carico anche qualora non risultino conviventi dallo stato di famiglia, in assenza di separazione legale o divorzio. Nel caso di separazione legale o divorzio dei genitori dell’interessato, si considera facente parte del nucleo familiare convenzionale il genitore che percepisce gli assegni di mantenimento dello studente. Tuttavia, per terere adeguatamente conto dei soggetti che sostengono effettivamente l’onere di mantenimento
dello studente,
genitori quando non ricorrono: * *
il nucleo famrniliare del richiedente è integrato
con
quello dei suoi
residenza esterna all'unità abitativa della famiglia di origine, da almeno due anni rispetto alla data di presentazione della richiesta di benefici, in alloggio non di proprietà di un suo membro; redditi da lavoro dipendente o assimilati fiscalmente dichiarati, da almeno 2 anni, non inferiori a 6.500 euro con riferimento ad un nucleo familiare di 1 persona. j
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Capitolo 13 Dopo aver individuato i componenti che concorrono a formare il nucleo familiare, per deterrminare le effettive condizioni economiche e patrimoniali che consentono di fruire dei benefici occorre tener conto di tre diversi indicatori di natura reddiîtuale e patrimoniale che sono stabilmente aggiornati per effetto delle variazioni dell’indice generale ISTAT dei prezziì al consumo per le famiglie di operai ed impiegati. Gli indicatori individuati dall'art. 5 del D.P.C.M 9 aprile 2001 sono: *
l'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), previsto dal D. Lgs. 31 marzo-1998, n. 109 e che viene utilizzato per stabilire la situazione reddituale e patrimoniale di una famniglia allo scopo di includere o escludere un determinato soggetto dalla fruizione di determinate prestazioni sanitarie e assistenziali (si applica, quindi, anche per prestazioni non legate all'università); * l'indicatore della situazione economica all’estero. Si tratta di un indicatore che mira a determinare il complesso del reddito e del patrimonio detenuto in Stati esteri dal nucleo familiare al quale appartiene lo studente universitario; * l'indicatore della situazione patrimoniale equivalente. In questo caso le informazioni richieste riguardano esclusivamente il valore del patrimonio immobiliare {fabbricati e terreni) e mobiliare, posseduto in Italia e all’estero {con esclusione, quindi, del reddito percepito). Ai sensi dell’art 5, comma 8, D.PC.M. 9 aprile 2001 è dato dalla sormma dei patrimoni (immobliliari e mobiliari)
detenuti in Italia e all'estero; in questo caso, quindi, non si tiene conto del reddito percepito, ma esclusivamente degli immobili e delle attività finanziarie detenute.
È da tener presente che, secondo quanto stabilito dall’art. 5, comma 6, D.P.C.M. 9 aprile 2001, il reddito ed il patrimaonia dei fratelli e delle sorelle dello studente facenti parte del nucleo familiare concorrono alla formazione di tutti gli indicatori nella misura del 50%. 5.3 | criteri per la determinazione del merito Ai sensi dell’art. 6 del D.P.C.M. 9 aprile 2001 la seconda rata della borsa di studio è corrisposta al conseguimento di un livello minimo di merito secondo i seguenti eriteri: * per gli studenti iscritti al primo anno dei corsi di laurea e di laurea magistrale: i] conseguimento di un massimo di 20 crediti per i corsi organizzati in più periodi didattici quadrimestri, sernestri o moduli e di 10 crediti per gli altri purché conseguiti entro il 10 agosto. Per quanto riguarda il corso di laurea: * per il secondo anno: il conseguimento di 25 crediti entro il 10 agosto dell'anno di presentazione della domanda nonché i] soddisfacimento di eventuali obblighi formativi; * per îl terzo anno: 80 crediti entro il suddetto 10 agosto; * per l'ultimo semestre: 135 crediti sempre entro il 10 agosto. Per quanto riguarda la laurea magistrale: * per il secondo anno: 30 crediti entro il 10 agosto dell'anno di presentazione della domanda; * per l’ultimo semestre: 80 crediti entro il suddetto 10 agosto. Questi ultimi crediti sono incrementati di un numero di crediti pari a quelli in eccesso rispetto ai 180, eventualmente riconosciuti allo studente prima dell’iscrizione.
6. Esoneri da tasse e contributi Gli studenti che presentano i reguisiti di eleggibilità per il-conseguimento della borsa di studio e gli studenti diversamente abili, con il riconoscimento di handicap ai sensi
l diritto agli studi universitari dell’articolo 3, comma 1, della L. 5 febbraio 1992, n. 104 o con urr'invalidità pari o superiore al 66%, sono esonerati totalmente dal pagamento della tassa di iscrizione e dei contributi universitari. Tale possibilità è prevista anche per gli studenti stranieri, beneficiari di borsa di studio annuale del Governo italiano, nell’ambito dei programmi di cooperazione allo sviluppo e degli accordiî intergovernativi culturali e scientifici e dei relativi programmi esecutivi e per gli studenti costretti ad interrompere gli studi per gravi e prolungate infermità. Con riìferimento agli studenti stranieri, negli anni accademici successivi al primo, l'esonero è con. dizionato al rinnovo della borsa di studio dal parte del Ministero degli affari esteri, e àl rispetto dei requisiti di merito preventivamente comunicati dall'università a detto Ministerò.
Sono esonerati dalla tassa di iscrizione e dai contributi per gli anni accademici in cui non siano risultati iscritti, gli studenti che intendano ricongiungere la loro carriera dopo un periodo dî interruzione degli studi dî almeno due anni accademici. Sono esonerati altresì gli studenti iscritti ad un anno successivo al primo che presentono i requisiti di eleggibilità per il conseguimento della borsa di studio, sino alla pubblicazione delle graduatorie. Inoltre, le istituzioni e Je università statali possono prevedere autonomamente, nei limiti delle proprie disponibilità di bilancio e tenuto conto della condizione economica dello studente, la concessione di esoneri totalì o parziali dalla tassa di iscrizione e dai contributi universitari, nei confronti di: *
studenti con invalidità inferiore al 66%;
* studenti che concludono gli studi entro i termini previsti dai rispettivi ordinamenti con regolarità nella acquisizione dei crediti previsti nel piano di studi; - studenti che svolgono una attività lavorativa documentata. Le università non statali legalmente riconosciute riservano agli studenti capaci è meritevoli, anche se privi di mezzi, una quota del contributo statale, mediante la concessione degli esoneri totali dal pagamento di tasse e contributi universitari e di ulteriori esoneriì, stabiliti autonomamente dalle stesse università, tenendo conto dei criteri di eleggibilità. Entro il 30 aprile, le istituzioni e le università comunicano, annualmente, al Ministero e al Consiglio nazionale degli studenti universitari, il numero di studenti esonerati totalmente o parzialmente dalla tassa di iscrizione e dai contributi universitari, secondo le diverse tipologie di esonero, nonché la distribuzione degli studenti per classi di importo delle tasse e dei contributi.
7. l sistema di controllo Lo Stato, le regioni, le province autonome di Trento e Bolzano e le università procedono al controllo della veridicità della situazione familiare dichiarata dallo studente, confrontando i dati relativi al reddito e al patrimonio, dichiarati dai beneficiari degli interventi (relativi all’erogazione di servizi, delle borse di studio nonché all'esonero totale o parziale
da tasse e contributi) con i dati in possesso del sistema informativo dell'Agenzia delle
entrate. A tale fine, alle università, alle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica, agli enti erogatori dei servizi, è data facoltà di accesso diretto, previa stipula di apposita convenzione, al Sistema di interscambio anagrafe tributaria degli Enti locali (SIATEL) dell’Agenzia delle entrate. Gli enti erogatori dei servizi inviano gli elenchi dei beneficiari al’Amministrazione finanziaria e possono richiedere alla stessa di effettuare controlli e verifiche fiscali.
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Capitolo13
Coloro che presentino dichiarazioni non veritiere, senza bilite dalle disposizioni statali e regionali, al fine di fruire menzionati, sono soggetti a una sanzione consistente nel importo triplo rispetto a quella percepita o al valore dei nonché a sanzioni penali per i fatti costituenti reato.
trovarsi nelle condizioni stadei benifici e dei servizi sopra pagamento di una somma di servizi indebitamente fruiti,
8. Attività a tempo parziale degli studenti Le università, gli enti delle Regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano, erogatori dei servizi per il diritto allo studio, sentiti gli organi di rappresentanza degli studenti previsti dallo Statuto, disciplinano, con propri regolamenti, forme di collabora-
zione degli studenti ad attività connesse ai servizi e al tutorato, resi anche dai collegi non statali legalmente riconosciuti. Sono chiaramente escluse quelle attività inerenti alla docenza, allo svolgimento degli esami e relative alle responsabilità amministrative. I regolamenti sono emanati nel rispetto dei seguenti eriteri: * selezione degli studenti, valorizzando il merito negli studi; * prestazioni lavorative dello studente in numero massimo di 200 ore per ciascun anno
accademico; * precedenza, a parità di curriculum formativo, accordata agli studenti in condizioni economiche maggiormente disagiate. . Dette collaborazioni che non configurano in alcun modo un rapporto di lavoro subordinato e non danno luogo ad alcuna valutazione ai fini dei concorsi pubblici comportano
un corrispettivo, entro il limite di 3.500 euro annui.
‘ Il collegamento tra le istituzioni e accordi per la sperimentazione di nuovi model- li per la gestione di interventi per la qualità e per l’efficienza del sistema universii tario | Al fine di favorire il collegamento tra le Regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, le università, le istituzioni per l'alta formazione artistica, musicale e coreutica e le diverse | istituzioni che concorronoa al successo formativo degli studenti e di potenziare la gamma di ‘ servizi e interventi posti in essere da dette istituzioni il MUR, sentito il Ministero dell'econo“ mia e delle finanze, promuove accordi di programma e protocolli dî intesa. Gli stessi possono essere stipulati sempre con le Regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sentiti ! il Consiglio nazionale degli studenti universitari, il Consiglio nazionale di alta formazione ar+ tistica e musicale e la Conferenza dei rettori delle università italiane, anche al fine di avviare
la sperimentazione di nuovi modelli nella gestione degli interventi per la qualità e l'efficienza
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del sistema universitario. ] risultati dei protocolli e degli accordi sono sottoposti a verifica e ; valutazione da parte del Ministero.
9. Strutture residenziali 9.1 Le varie strutture
Ai sensi del D.Lgs. 68/2012, una struttura è qualificata come «struttura residenziale uni-
versitaria» se dispone di adeguati spazi e servizi ed è in grado di garantire agli studenti le condizioni di permanenza nella sede universitaria per consentire loro la frequenza dei corsi, favorendone l’integrazione sociale e culturale. :
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il diritto agli studi universitari
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Le strutture si differenziano tra loro in base alle funzioni, ai servizi erdgati ed alle modalità organizzative e gestionali adottate. Le caratteristiche tecniche sono stabilite con decreto e si differenziano in: * collegi universitari: dotati di spazi polifunzionali, idonei allo svolgimento di funzioni residenziali, con servizi alberghieri connessi, funzioni formative, culturali e ricreative; * residenze universitarie: strutturate În maniera tale che siano ottemperate le esigenze di individualità e di socialità. A tali funzioni possono essere aggiunte funzioni di carattere formativo e ricreativo, ritenute più idonee per la specificità di ciascuna struttura. 1l decreto legislativo prevede che con decreto adottato dal Ministro, previa intesa con la Conferenza permanente per il rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sentito il Consiglio nazionale degli studenti universitari, sono definiti gli elementi essenziali di tali strutture. 9.2 | collegi universitari legalmente riconosciuti T collegi universitari legalmente riconosciuti sono strutture a carattere residenziale, gestite da soggetti che non perseguono fini di lucro e destinate a studenti di atenei italiani o stranieri di elevata qualificazione formativa e culturale, che perseguono la valorizzazione del merito e l'interculturalità della preparazione, assicurando servizi educativi e di orientamento. Nell'ambito delle proprie finalità istituzionali, tali collegi sostengono gli studenti meritevoli, anche se privi di mezzi; inoltre, in virtù del comma 4 dell'articolo 4 della L. 240/2010, l’ammissione presso gli stessi, a seguito del relativo bando di concorso, costituisce titolo valutabile peri candidati, perla concessione dei contributi a carico del Fondo peril merito. Gli ospiti dei collegi universitari legalmente riconosciutiì sono di norma studenti universitari, dotati di comprovate capacità e meriti curriculari, che si trovano in una delle’ seguenti condizioni: * iscritti a corsi di laurea di primo e di secondo livello; * iscritti a corsi promossi dalle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica; j * iscritti a corsi di specializzazione di livello universitario; * iscritti a corsi di dottorato e master universitari; * partecipanti a programmi di mobilità e scambio di studenti universitari, in ambito nazionale e internazionale. ll riconoscimento legale viene assegnato al collegio universitario se-quest’ultimo dimostra di possedere quei requisiti e standard minimi a carattere istituzionale, logistico e funzionale, che non siano inferiori a quelli previsti dalla legge del 14 novembre 2000, n. 338, che permette il finanziamento, da parte dello Stato, con un contributo non superiore al 60 per cento del costo totale previsto dai progetti. In particolare il collegio deve adempiere a seguenti compiti: * prevedere nel proprio statuto uno scopo formativo ;
* disporre di strutture ricettive, dotate di spazi polifunzionali ed infrastrutture idonee
allo svolgimento di funzioni residenziali; * disporre di strutture ricettive in grado di ospitare utenti italiani, provenienti da più regioni, e stranieri.
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Capitolo13 -È con fl D.M. 29-11-2016, n. 937 che sono state indicate le modalità per dimostrare i requi-
siti e la loro permanenza, nonché le modalità di revoca del riconoscimento ai fini della preselezione dei progetti e per l'erogazione di finanziamenti relativi agli interventi per alloggi e residenze per studenti. In virtù del D.M.937/2018 sono ammissibili al cofinanziamento i seguenti interventi:
* gli interventi di manutenzione straordinaria, recupero, ristrutturazione edilizia ed urbanistica, restauro, risanamento, all’interno dei quali possono essere comprese operazioni di abbattimento delle barriere architettoniche e adeguamento alle disposizioni in'rmateria antisismica e di igiene e sicurezza, di immobili adibiti o da adibire a strutture residenziali universitarie;
* gli interventi per rendere efficiente e/o migliorare l’impianto energetico di strutture residenziali universitarie; * gliinterventi di nuova costruzione o ampliamento di strutture residenziali umver51tme * l’acquisto di edifici da adibire a strutture residenziali universitarie.
9.3 L'accreditamento dei Collegi universitari di merito L’accreditamento dei collegi universitari di merito è concesso con decreto del Ministro, su domanda degli interessati e solo da parte di quei collegi che abbiano ottenuto il riconoscimento da almeno cinque anni. Il Ministero, entro novanta giorni dal ricevimento della domanda, esarninata la documentazione e in presenza dei requisiti richiesti, emana il decreto di concessione dell’accreditamento. Quest’ultimo rappresenta la condizione
necessaria per la concessione del finanziamento statale. Aî fini della concessione dell’accreditamento il collegio universitario di merito deve dimostrare di possedere requisiîti e standard minimi a carattere istituzionale, logistico e funzionale. La domanda deve essere corredata della documentazione che dimostri: * l'esclusiva finalità di gestione di collegi universitari; * il prestigio acquisito dal collegio in ambito culturale; * la qualificazione posseduta dal collegio in ambito formativo; * la rilevanza internazionale dell’istituzione (in termini di ospitalità e nelle attività che favoriscono la mobilità internazionale degli studenti iscritti).
10. Il sistema dì finanziamento 1l fabbisogno finanziario, necessario per garantire gli strumenti e i servizi per il pieno successo formativo a tutti gli studenti capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, che presentino i requisiti di eleggibilità, è coperto con le seguenti modalità: * dal Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio, appositamente istituito, a decorrere dall’anno finanziario 2012, nello stato di previsione del Ministero,
sul quale confluiscono le risorse previste dall’autorizzazione di spesa secondo quanto
stabilito dalla legislazione vigente e da assegnare in misura proporzionale al fabbisogno delle Regioni. Negli ultimi anni si sono registrati înterventi costanti, al fine di aumentare le risorse del Fondo perla concessione delle borse di studio, il cui scopo è stato quello di ridurre gli studenti che, pur rientrando nei requisiti di elegg1bxhta non erano stati beneficiari a causa della mancanza di fondi.
l diritto agli studi universitari .In virtù della L. 232/2016 {legge di bilancio 2017), per la gestione delle risorse ’ del fondo, è stato introdotto come principio fondamentale quello in base al quale ciascuna Regione razionalizza l'organizzazione degli enti erogatori dei servizi per îl diritto allo studio con tl'istituzione, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge di bilancio, di unico ente erogatore;
* dal gettito derivante dall’importo della tassa regionale per il diritto allo studio; * dalle risorse proprie delle Regioni in misura pari ad almeno il 40 per cento dell’assegnazione relativa al fondo integrativo statale; . Con lo stesso decreto che determina i requisiti di eleggibilità sono definiti i criteri e le modalità di riparto del fondo integrativo statale. Sulla base dell’articolo 3 della L. 28 dicembre 1995, n. 549, le Regioni e le Province autonome rideterminano l'importo della tassa per il diritto allo studio articolandolo in 3 fasce: la tassa mminima fissata su 120 euro che si applica agli studenti che possiedono i requisiti di eleggibilità per l’accesso ai livelli essenziali delle prestazioni, la tassa di 140 euro a coloro che presentano un indicatore di situazione economica superiore al livello minimo previsto dai requisiti di eleggibilità per l’accesso ai LEP del diritto allo studio e quella di 160 euro per coloro che risultano al doppio del livello minimo. Il livello massimo della tassa per il dîritto allo studio è fissato in 200 euro. Qualora le Regioni e le province autonome non stabiliscano, entro il 30 giugno dì ciascun anno, l'importo della tassa di ciascuna fascia, la stessa è dovuta nella misura di 140 euro. L'erogazione degli altri strumenti e servizi previsti dal D.Lgs. 68/2012, è finanziata dalle risorse proprie delle regioni, delle province autonome di Trento e di Bolzano, delle università e delle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreut1ca disponibili a legislazione vigente. Le università e le istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica possono destinare una quota del gettito dei contributi universitari all'erogazione degli interventi. Iniziative per il sostegno degli studenti universitari Un ulteriore intervento diretto alla realizzazione del diritto agli studi universitari si è attuato con
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il D.L. 9 maggio 2003, n. 105 convertito in L. 170/2003. Tale decreto stabilisce che il fondo integra-
tivo per l'incentivazione dell'impegno didattico dei professori e ricercatori universitari previsto
nello stato di previsione del Ministero dell'Istruzione, dell’Università e della Ricerca è destinato al
sostegno di servizi per gli studenti. 1l fondo per ìl sostegno dei giovani e per favorire la mobilità degli studenu istituito, dunque, con ; Îl D.1. 105/2003 persegue i seguenti obiettivi: * sostegno alla mobilità internazionale degli studenti, anche nell'ambito del programma di mobilità dell’Unione europea, mediante l’erogazione di borse di studio integrative; “ * attribuzione di assegni per Yincentivazione delle attività dì tutorato nonché per le attività didattico-integrative, propedeutiche e di recupero agli studenti capaci è meritevoli, iscritti ai corsi di laurea {(magistrale), delle scuole di specializzazione per le professioni forensi e ai corsi
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di dottorato di ricerca; promozione di corsì di dottorato di ricerca, inseriti in reti nazionali ed internazionali di collabora-
zione interuniversitaria, coerenti con le linee strategiche del Programma nazionale perla ricerca;
| * finanziamento di assegni di ricerca; * incentivazione per le iscrizioni a corsì di studio inerenti ad aree disciplinari di particolare inE teresse nazionale e europeo. ° leriteri di ripartizione e le finalità di impiego da parte delle università statali e, laddove specificato, delle università non statali legalmente riconosciute che partecipano alla ripartizione della quota premiale sono determinati con decreto ministeriale. “ Con il D.M. 29 dicembre 2017, n. 1047 sono stati stabiliti i criteri di riparto per il biennio 2017-2018,
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Capitolo 13
uesti ultirni sono stati confermati anche per gli anni successivi fino all’emanazione del decreto i modifica.
11. Il monitoraggio sul diritto allo studio Aì sensi dell’art. 20 del D.Lgs. generale per l’università, lo nazionale per il diritto allo suddetta direzione generale E i E
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68/12, è istituito, con decreto ministeriale, presso la Direzione studente e il diritto allo studio universitario, l’Osservatorio studio, un organismo coordinato, nelle sue attività, dalla e con i seguenti compiti:
a) creare un sistema informativo, anche attraverso una banca dati dei beneficiari delle borse di studio, aggiornata periodicamente, che sia correlato ai sistemi informativi delle regioni e delle province autonome; b) procedere ad analisi, confronti e ricerche, anche attraverso incontri con gli enti delle regioni e delle province autonome erogatori dei servizi e con le università, sui criteri e le metodologie adottate; c) presentare proposte al Ministro per migliorare l’attuazione del principio di garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni. L'’Osservatorio è composto da rappresentanti del MUR, del Ministero dell'economia e delle finanze, del Ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione, delle regioni e delle province autonome, del Consiglio nazionale degli studenti universitari, della Conferenza dei rettori delle università italiane, del Convegno permanente dei direttori e dei dirigenti dell’università, dei collegi e da esperti del settore. ] membri nominati con decreto del MUR restano in carica tre anni. Ogni tre anni, îl Ministro dell’Università presenta al Parlamento un rapporto sull’attuazione del diritto allo studio, tenendo conto anche dei dati trasmessi all’Osservatorio dalle regioni, dalle province autonome, dalle università e dalle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica.
Vol. 42 Manuale di Legislazione universitaria |SÎMONE
CAPITOLO14
Studenti stranieri e disabili. Attività
culturali e sportive ‘SOMMARIO
1. Studenti degli Stati membri dell'Unione europea. - 2. Studenti non appartenenti all'Unione europea e apolidi. - 3. Ammissione di studenti stranieri ai percorsi di formazione superiore. - 4. Assistenza sanitaria riservata agli stranieri. - 5. Studenti disabili. - 6. L'inclusione universitaria dello studente con disabilità o con disturbi specifici dell'apprendimento {DSA). - 7. | Comitati per lo _ Sport Universitario (CUS),
1. Studenti degli Stati membri dell'Unione europea 1.1 l D.Lgs. 30/2007 Con l’adozione del D.Lgs. 6 febbraio 2007, n. 30, in recepimento della direttiva 2004/38 emanata il 29 aprile 2004, sono disciplinate le modalità di esercizio di libera circolazione, ingresso, soggiorno temporaneo e permanente, nel territorio degli Stati membri,
dei cittadini dell’Unione europea e dei loro familiari che li accompagnano
o li raggiungono, nonché le limitazioni di tali diritti per motivi di ordine pubblico e sicurezza pubblica. l provvedimenta sancisce, in linea di principio, che tutti î cittadini dell’Unione e i loro. familiari (anche se non cittadini di uno Stato membro), diverso da quello di cui hanno la cittadinanza, hanno la facoltà lasciare il territorio nazionale per recarsi in un altro Stato membro, o i partner con cui si ha una relazione stabile attestata con documentazione ufficiale purché in possesso di un documento o di un passaporto valido. Riguardo, invece, alle condizioni di soggiorno nel territorio di uno Stato dell’Unione, si stabilisce una distinzione sulla base del periodo di tempo trascorso: * fino a tre mesi i cittadini non sono vincolati da nessuna condizione o formalità ad eccezione del possesso di un documento di identità valido per l’espatrio secondo la legislazione dello Stato di cui hanno la cittadinanza; j * oltre i tre mesi se sì è studenti è previsto l’iscrizione presso un istituto pubblico o privato riconosciuto, per seguire come attività principale un corso di studi o di formazione professionale e le risorse economiche sufficienti (per se stessi e per i propri familiari) per non diventare un onere a carico dell’assistenza sociale dello Stato du-
rante il periodo di soggiorno, da attestare attraverso una dichiarazione all’autorità nazionale competente, e di un'assicurazione sanitaria che copra tutti i rischi nello Stato membro ospitante. 1.2 Accesso alle università In qualità di cittadino dell'Unione, si ha il diritto di frequentare qualsiasi università dell’Unione europea alle stesse condizioni degli studenti del luogo; le condizioni di ammissione
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Capitolo 14 -variano notevolmente a seconda dei paesi e delle università, e in alcuni paesi è previsto
l'esame di lingua per attestare le conoscenze linguistiche. Per quanto riguarda le tasse e le borse di studio, queste sono disciplinate da norme particolari.
2. Studenti non appartenenti all'Unione europea e apolidi In quest’ambito, il riferimento normativo più significativo è rappresentato dalla L. 6 marz0 1998, n. 40 («Disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero»), confluita nel D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero). L’art. 1 del D.Lgs. 286/1998 limita il proprio campo di applicazione agli «stranieri», ossia agli apolidi e ai cittadini di Stati non appartenenti all’'Unione europea. L'art. 39 del Testo unico, da ultimo modificato nel 2018, stabilisce che nei limiti e secondo le modalità stabilite da tale Testo, è assicurata la parità di trattamento tra lo straniero e il cittadino italiano in materia di accesso ai corsi di istruzione e formazione tecnico superiore, ai corsi degli Istituti tecnico superiori e alla formazione superiore, nonché per quanto concerne gli interventi per il diritto allo studio. Le istituzioni di formazione superiore, nella loro autonomia e nei limiti delle loro disponibilità finanziarie, promuovono l'accesso degli stranieri ai corsi universitari e di alta formazione artistica, musicale e coreutica, tenendo conto degli orientamenti dell'UE in materia. Tutto ciò che, invece, è relativo al visto di ingresso e al permesso di soggiorno, compresa la rinnovabilità per motivi di studio è disciplinato con il regolamento di attuazione, così come l’erogazione delle borse di studio, dei sussidi e dei premi agli studenti stranieri, i criterì per la valutazione della condizione economica in ordine alla concessione delle provvidenze, la realizzazione di corsì di lingua italiana per gli stranieri, che intendono accedere all'istruzione tecnica e alla formazione superiore in Italia e il riconoscimento dei titoli di studio conseguiti all’estero. Agli stranieri titolari di permesso di soggiorno UE per lungo periodo, per lavoro subordinato, per lavoro autonomo, per motivi familiari, per asilo, per protezione sussidiaria,
per motivi religiosi, a coloro che sono regolarmente soggiornanti da almeno un anno, in possesso di titolo di studio di scuola secondaria superiore, conseguito in Italia, nonché agli stranieri, ovunque residenti, che sono titolari dei diplomi finali delle scuole italiane all'estero o delle scuole straniere o internazionali, funzionanti in Italia è comunque con-
sentito l’accesso ai corsi di istruzione tecnica superiore o di formazione superiore e alle
scuole di specializzazione delle università, a parità di condizioni con gli studenti italiani.
. Ammissione di cittadini di Paesi terzi per la ricerca scientifica Con D.Lgs. 9 gennaio 2008, n. 17 si è proceduto alla attuazione della direttiva 2005/71/CE relativa ad una procedura specificatamente concepita per l’ammissione di cittadini di Paesi terzi ai fini della ° ricerca scientifica. Tale provvedimento, che apporta modifiche al Testo unico dell'immigrazione . e sulle condizioni dello straniero (D.Lgs. 286/1998), introducendo i 27ter, disciplina l'ingresso ed . il soggiorno, per la ricerca scientifica, degli stranieri per periodi superiori a tre mesi. Il cittadino straniero deve essere in possesso di un titolo di studio superiore che dia accesso a programmi ‘ di dottorato; egli è selezionato da un istituto di ricerca iscritto nell'apposito elenco con modalità + disciplinate con decreto. Il ricercatore e l'istituto di ricerca stipulano una convenzione di acco-
Studenti stranieri e disabili. Attività culturali e sportive “ glienza, con cui il ricercatore si impegna a realizzare il progetto di ricerca e l'istituto si impegna
ad accogliere il ricercatore. I} progetto deve essere, poi, approvato dagli organi di amministrazio-
‘ ne dell'istituto medesimo che valutano l'oggetto della ricerca, i titoli in possesso del ricercatore
’ rispetto all'oggetto della ricerca ed accertano la disponibilità delle risorse finanziarie per la sua
‘° realizzazione.
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$ La convenzione stabilisce il rapporto giuridico e le condizioni di lavoro del ricercatore (le risorse mensili, polizza assicurativa, iscrizione al Servizio sanitario nazionale etc.). La domanda di nulla osta perlaricerca scientifica è presentata dall'istituto di ricerca allo Sportello unico per l’immigrazione presso la prefettura-ufficio territoriale del Governo competente per il luogo ove sì svolge il programma di ricerca. Lo Sportello, acquisito dalla Questura îl parere sulla insussistenza di motivi ostativi all'ingresso dello straniero nel territorio nazionale, rilascia il nulla osta. ll permesso di soggiorno per ricerca scientifica è richiesto e rilasciato per la durata del programma
di ricerca: esso, in caso di proroga del programma di ricerca, è rinnovato per una durata pari alla © proroga, previa presentazione del rinnovo della convenzione di accoglienza. ‘ Nelrispetto degli accordi internazionali ed europei cui l’Italia aderisce, lo straniero ammesso come ricercatore in uno Stato appartenente all’Unione europea può fare ingresso in Italia senza necessità
del visto, per proseguire la ricerca già iniziata nell’altro Stato.
3. Ammissione di studenti stranieri ai percorsi di formazione superiore
Per quanto riguarda gli studenti stranieri residenti all’estero, questi ultimi devono presentare, presso la Rappresentanza italiana competente per territorio, tutti i documenti
tradotti con una certificazione ufficiale in lingua italiana. Sarà poi di competenza della Rappresentanza restituire allo studente tutti i titoli di studio originali, ad eccezione di quando sì è esonerati da tale atto, grazie ad accordi e convenzionî internazionali. Lo studente, in seguito, consegnerà tali documenti direttamente all’ateneo, in sede di perfezionamento delle procedure di immatricolazione. 3.1 La domanda di pre-iscrizione a) Il visto di ingresso Occorre ricordare che l’unico visto d'ingresso rilasciato per soggiorno viene rilasciato solo lia dei mezzi di sostentamento
titolo valido per l’iter delle domande di prescrizione è il motivi di studio. Tale visto ed il successivo permesso di se lo studente straniero dimostra la disponibilità in Itasufficienti (attraverso garanzie economiche personali o
fornite da Istituzioni e enti italiani di accertato credito), nonché i mezzi di sussistenza,
l’esistenza di un alloggio idoneo nel territorio nazionale e il biglietto di ritorno o la seomma disponibile per il rimpatrio. b) Domanda di preiscrizione ai corsi di laurea o di laurea magistrale a ciclo unico
Gli studenti hanno l’obbligo di consegnare o inviare presso la Rappresentanza italiana, situata nel loro paese, la domanda in originale, più duplice copia e i titoli di studio. Tra tali documenti sono obbligatori: * titolo finale in originale o certificato sostitutivo degli studi secondari con almeno 12 anni di scolarità; * certificato che attesti il superamento dell’eventuale prova di idoneità accademica Pprevista nel paese di provenienza per l’accesso all’Università.
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Capitolo 14 c) Domanda di preiscrizione ai corsi di laurea magistrale non a ciclo unico Gli studenti, in possesso di titolo di studio conseguito all’estero presso un’Università o presso istituti d istruzione superiore post secondaria, consegnano o inviano alla Rappresentanza italiana, situata nel loro paese, la dormanda di prescrizione in originale, più duplice copia. I documenti obbligatori da allegare sono: * titoli di studio conseguito presso una università o un Istituto superiore post secondario non universitario che consenta il proseguimmento degli studi universitari; * certificato rilasciato dalle competenti università confermato dalla Rappresentanza diplomnatica; * due fotografie; d) Le procedure al momento dell’arrivo in Italia
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La richiesta del permesso di soggiorno per motivi di studio deve essere inoltrata alla Questura competente della città dove stabilire la propria dimora, attraverso gli uffici postali ed entro otto giorni dall'arrivo in Italia. Lo studente riceverà poi la comunicazione nella quale è indicato il giorno in cui deve presentarsi in Questura, munito di fotografie peri rilievi foto dattiloscopici. In seguito i candidatiì muniti dî passaporto, con il visto di ingresso per motivi di studio o con l’eventuale permesso di soggiorno, si presentano all'Università prescelta per la prova d'esame. Sono le università che dettano tutte le indicazioni per la consegna della domanda di prescrizione . Obbligatoria per tuttii corsi universitari è la prova della conoscenza della lingua italiana. Sono esonerati da tale prova per le immatricolazione aî corsi di laurea e di laurea magistrale a ciclo unico e non: *
gli studenti in possesso di diplorna di scuola secondaria di secondo grado quinquennale, conseguito presso scuole italiane {riguarda solo le immatricolazioni ai corsì di laurea e di laurea magistrale a ciclo unico); * qgli studenti in possesso di certificati Complementari al titolo finale di scuola media conseguito in Argentina chè attestano la freguenza di un corso di studi comprensivo dell'insegnamento per almeno di i 5 anni della lingua italiana (riguarda solo le immatricolazioni ai corsi di laurea e di laurea magistrale a ciclo unico); * _ coloro che hanno conseguito un diploma di lingua e cultura italiana presso università per stranieri * _ coloro che hanno ottenuto le certificazioni di competenza di lingua italiana
4. Assistenza sanitaria riservata agli stranieri Mentre gli studenti provenienti dai paesi dell’Unione europea possono fruire iîn Italia dello stesso trattamento sanitario goduto nel paese d’origine, in relazione all’assistenza sanitaria, agli studenti quali cittadini di Stati non membri dell’Unione europea e apolidi, il D.Lgs. 286/1998 sancisce all’art. 34, come modificato dalla L. 47/2017 e dal D.L 113/2018 conv. in L. 1° dicembre 2018, n. 132, l’iscrizione volontaria al Servizio sanitario nazionale.
Tale iscrizione può essere altresì richiesta:
* dagli stranieri soggiornanti in Italia titolari di permesso di soggiorno per motivi di studio, con evidente e immediato riferimento, quindi, anche agli studenti universitari;
* daglistranieri regolarmente soggiornanti collocati alla pari,ai sensi dell'Accordo europeo sul collocamento alla pari ratificato e reso esecutivo.con L. 18 maggio 1973, n. 304.
Studenti stranieri e disabili. Attività culturali e sportive
1 soggetti descritti hanno l’obbligo di corrispondere per l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale un contributo annuale forfettario, a titolo di partecipazione alla spesa. Per quanto l'art.:35 del tati, le cure malattia ed individuale
riguarda invece gli stranieri non in regola con i permessi di ingresso e di soggiorno, D.Lgs. 286/1998 specifica che ad essi vengono assicurate, nei presìdîi pubblici e accrediambulatoriali e ospedaliere 'urgenti o comunque essenziali, ancorché continuative, per infortunio e sono estesì | programmi di medicina preventiva e salvaguardia della salute e collettiva.
. In particolare, sono garantiti: * *
la tutela sociale della gravidanza e della maternità, a parità di trattamento con le cittadine italiane; ia tutela della salute del minore in esecuzione della Convenzione sui diritti del fanciullo ratificata e resa esecutiva con L. 27 maggio 1991, n. 176; * le vaccinazioni secondo la normativa e nell'ambito di interventi di campagne di prevenzione collettiva autorizzati dalle Regioni; * _ gli interventi di profilassi internazionale; * la profilassi, la diagnosi e la cura delle malattie infettive ed eventuale bonifica dei relativi focolai. Le prestazioni fin qui elencate vengono erogate senza oneri a carico dei richiedenti qualora questi
risultino privi di risorse economiche sufficienti, fatte salve le quote di partecipazione alla spesa a parità
con i cittadini italiani. Fermo restando che il Ministero dell'interno provvede al finanziamnento delle prestazioni ospedaliere urgenti © comunque essenziali, agli oneri recati dalle rimanenti prestazioni sì provvede nell'ambito delle disponibilità del Fondo sanitario nazionale, con corrispondente riduzione dei programmi riferiti agli interventi di emergenza.
5. Studenti disabili 5.1 Finalità della legge-quadro L'art. 1 della L. 5 febbraio 1992, n. 104 («Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate») stabilisce che è compito della Repubblica: * garantire ìl pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona handicappata e promuoverne la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società; * prevenire e rimuovere le condizioni mvahdann che impediscono lo sviluppo della persona umana, il raggiungimento della massima autonomia possibile e la partecipazione della persona handicappata alla vita della collettività, nonché la realizzazione dei diritti civili, politici e patrimoniali; * perseguire il recupero funzionale e sociale della persona affetta da minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali e assicurare i servizi e le prestazioni per la prevenzione, la cura e la riabilitazione delle minorazioni, nonché la tutela g1undxca ed economica della persona handicappata; * predisporre interventi volti a superare stati di emarginazione e di esclusione sociale della persona handicappata. La rimozione delle cause invalidanti, la promozione dell'autonomia e la realizzazione dell'integrazione sociale devono essere perseguite attraverso obiettivi specifici, fra i quali vale la pena ricordare quello che impone di «sviluppare la ricerca scientifica, genetica, biornedica, psicopedagogica, sociale e tecnologica anche mediante programmi finalizzati concordati con istituzioni pubbliche e private, in particolare con le sedi universitarie, con il Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), con i servizi sanitari e sociali, considerando
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Capitolo 14 la persona handicappata e la sua farniglia, se coinvolti, soggetti partecipi e consapevoli
della ricerca» (art. 5, L. 104/1992).
5.2 Inserimento e integrazione sociale Secondo î dettato dell'art. 8 della L. 104/1992 l'inserimento e l'integrazione sociale della persona
handicappata si realizzano mediante:
* _ interventi volti ad assicurare l'accesso agli edifici pubblici e privati e ad eliminare o superare le barriere fisiche e architettoniche che ostacolano i movimenti nei luoghi pubblici o aperti al pubblico; * servizi di aiuto personale alla persona handicappata in temporanea o permanente grave limitazione dell'autonomia personale; * interventi a carattere socio-psico-pedagogico, di assistenza sociale e sanitaria a domicilio, di aiuto domestico e di tipo economico ai sensi delle normative vigenti, a sostegno della persona handicappata e del nucieo farniliare di cui fa parte; * misure atte a favorire la piena integrazione del disabile nel mondo del lavoro, in forma 1ndmduate o associata, e la tutela del posto di lavoro anche attraverso incentivi diversificati; * _ provvedimenti che assicurino ta fruizione dei mezzi di trasporto pubblico e privato e l'organizzazione di trasporti specifici;
*_ affidamenti e inserimenti dei disabili presso persone e nuctei famitiari; * organizzazione e sostegno di comunità alloggio, case-famiglia e analoghi servizi residenziali inseriti nei centri abitati per favorire la deistituzionalizzazione e per assicurare al disabile, privo anche
temporaneamente di un'idonea sisternazione familiare — naturale o affidataria — un ambiente di
vita adeguato;
*_istituzione o adattamento di centri socioriabilitativi ed educativi diurni, a valenza educativa, che si prefiggano lo scopo di rendere possibile una vita di relazione a persone temporaneamente o permanentemente handicappate, che abbiano assolto gli obblighi scolastici, e le cui verificate potenzialità residue non consentano idonee forme di integrazione lavorativa;
* adeguamento delle attrezzature e del personale dei servizi educativi, sportivi, di tempo libero e sociali; * provwwvedimenti che rendano effettivi il diritto all'informazione e il diritto allo studio della persona handicappata, con particolare riferimento alle dotazioni didattiche e tecniche, ai programmi, a linguaggi specializzati, alle prove di valutazione e alla disponibilità di personale appositamente qualificato, docente e non docente; * organizzazione di attività extrascolastiche per integrare ed estendere l'attività educativa in continuità e in coerenza con l'azione della scuola.
5.3 L’assistenza universitaria La riforma del diritto allo studio e altre leggi hanno giustamente previsto interventi specifici da destinare agli studenti disabili, allo scopo di assicurare loro le migliori condizioni possibili per l'accesso alle strutture didattiche e per la fruizione deì servizi disponibili. In quasi tutte le residenze degli enti per il diritto allo studio universitario, un certo numero di posti-alloggio è riservato a tali studenti, in funzione dei quali sono attrezzati pure alcuni impianti sportivi universitari, nonché le mense e altri locali per lo svolgimento di attività culturali e ricreative nelle strutture degli enti per îl diritto agli studi universitari. Nella maggior parte delle Regioni, gli studenti diversamente abili e i loro eventuali accompagnatori hanno inoltre diritto a viaggiare gratuitamente, oppure usufruiscono di un apposito servizio di trasporto ad essi riservato. . Servizi di accompagnamento e di lettura, biblioteche in linguaggio Braille, laboratori di tecnologie educative appropriate, servizi di interpretariato, come pure tirocini e stage «mirati» costituiscono altrettanti interventi attivati in diverse sedi accademiche a
Studenti stranieri e disabili. Attività culturali e sportive favore degli studenti diversamente abili. Per questi sono stati previsti, in taluni casiì, anche specifici servizi di tutorato e di orientamento, senza dimenticare gli esperimenti relativi all’introduzione della figura del «responsabile d'atenea dell'accoglienza per tali soggetti», al quale gli studenti possono rivolgersi per ottenere informazioni sulle opportunità esistenti.
Resta solo da ricordare che questi soggetti sono seguiti da personale specializzato sia per quanto attiene agli interventi didattici (insegnanti, interpreti etc.), sia per quanto concerne Î servizi di aecompagnamento e assistenza, quasi sempre affidati al volontaria-
to, a obiettori di coscienza in servizio civile, o a studenti impegnati in attività di lavoro a tempo parziale per conto degli atenei.
6. L'inclusione universitaria dello studente con disabilità o con di-
sturbi specifici dell'apprendimento (DSA)
Per garantire allo studente con disabilità o con disturbi specifici dell'apprendimento (DSA) una corretta inclusione universitaria, sempre più atenei istituiscono organi ad hoc per monitorare e migliorare l'efficienza dei servizi offerti. Partendo dalla concezione del diritto allo studio come un diritto tutelato dalla Costituzione (art. 34), lo scopo principale delle istituzioni universitarie, anche per il tramite dei nuovi organi costituiti appositamente, è quello di promuovere l’inserimento delle risorse nell’ambiente accademico, agevolandone, il più possibile, l’inclusione e disincentivandone l’abbandono degli studi. Gli strumenti a disposizione dei diversi atenei possono essere suddivisi a seconda che si consideri la fase precedente all’immatricolazione oppure la fase successiva all’immatricolazione. L'insieme dei presidi previsti per gli studenti con DSA o con disabilità sono posti sotto la supervisione della figura prevista ed istituita dalla Legge n. 17/99, ossia del docente delegato dal Rettore che assolve funzioni di coordinamento, monitoraggio e supporto di tutte le iniziative concernenti l'integrazione nell’ambito dell’ateneo. . 6.1 Le agevolazioni economiche Nella fase precedente all’immatricolazione lo studente con disabilità ha diritto ad acce-
dere ad alcune agevolazioni sull'importo delle tasse e dei contributi dovuti nei confronti dell’Università prescelta. La legge prevede delle percentuali di invaliditàin base alle quali risulterà fruibile l’esonero totale o parziale di quanto dovuto. In particolare, è previsto un esonero totale dei contributi universitari nel caso di studenti con disabilità, con riconoscimento di handicap ai sensi dell’art. 3, co. } della L. 104/92, o con una invalidità pari o superiore al 66%. È previsto, invece, un esonero parziale dai contributi universitari nel caso di studenti portatori di handicap, con un'invalidità accertata e documentatain misura compresa tra il 45% e il 65%. 6.2 Prima dell'immatricolazione l Ministero dell’Università e della Ricerca detta per l'anno accademico in corso la disciplina perl’ammissione ai corsi di laurea a numero programmato (cd. numero chiuso). Mediante il decreto ministeriale non soltanto sono state stabilite delle disposizioni aventi carattere generale che valgono per tutti i candidati, che si presentano alle prove di ammissione per determinati corsì di laurea, ma è vi è una disciplina a se stante per gli studenti disa-
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Capitolo 14 bili con invalidità a norma dell’art. 16 ella L. 104/1992 o con DSA. Il MUR ha previsto due
distinte linee direttrici su cui agire: da un lato prevedendo del tempo aggiuntivo per lo svolgimento della prova e dall'altro prevedendo degli strumenti compensativi specifici, a seconda della singola causa invalidante.
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În particolare, per quanto riguarda i tempi aggiuntivi si prevede che gli studenti con disabilità (ossia con certificazione in conformità della Legge n. 104/92) hanno diritto ad un tempo aggiuntivo nella misura massirna del 50% e solo a fronte di una specifica richiesta. Diversa è invece l'ipotesi degli studenti con disturbi specifici dell'apprendimento (DSA) di cui alla Legge n. 170/10 i quali possono beneficiare di un tempo aggiuntivo pari al 30% rispetto a quello concesso alla totalità dei candidati ed a prescindere da una richiesta formale.
Inoltre, lo studente disabile o con DSA potrà avvalersi dei seguenti strumenti compensativi:
* calcolatrice non scientifica; * video-ingranditore; * affiancamento di un tutor. 6.3 Durante il corso di studi: le misure compensative e dispensative Tra le diverse misure dispensative previste dalle Linee Guida allegate al D.M. 2 luglio 2011 per il diritto allo studio degli alunni e studenti con DSA, troviamo:
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* la precedenza alle verifiche orali piuttosto che scritte, tenendo conto anche del profilo
individuale di abilità;
* la previsione, nelle prove scritte, dell’eventuale riduzione quantitativa (non qualitativa) nel caso in cui non si riesca a concedere tempo supplementare; * la valutazione dei contenuti piuttosto che la forma e l’ortografia. Quali strumenti compensativi sono previsti: * * * *
la registrazione delle lezioni, per rendere più accessibile il corso di studio; computer con correttore ortografico; utilizzo dei testi in formato digitale; software specifici di sintesi vocale; la presenza di tutor con funzione di lettore; calcolatrice, tabelle e formulari; * mappe concettuali e schemì; * materiali didattici alternativi, appositamente ideati; * altri strumenti tecnologici di facilitazione nella fase di studio e di esame.
Il regolamento dî molti atenei prevede l'iter da seguire nel caso in cui dovesse essere ’ avanzata una richiesta specifica ed individuale da parte dello studente che presenti un bisogno concreto per un'apparecchiatura informatica o di altro tipo. La figura cardine nell’ambito di questo procedimento è il delegato del Rettore cui dovranno pervenire le richieste di predisporre, a fini formativi, di una determinata apparecchiatura informatica e del relativo software. Per l’acquisto del materiale occorrente sarà necessario valutare: la tipologia, l’idoneità e la disponibilità del materiale stesso. Per quanto attiene alle forme di verifica e di valutazione, con riferimento agli esami universitari, sì applicano le misure dispensative e gli strumenti compensativi già sopra descritti (come ad esermpio la richiesta di una prova orale invece che scritta oppure l’uso di un personal computer con correttore ortografico e sintesi vocale). Ancora, potrebbe
Studenti stranieri e disabili. Attività culturali e sportive optarsi per un tempo supplementare fino a un massimo del 30% in più oppure per una riduzione quantitativa, restando ferma in ogni caso la valutazione dei contenuti più che della forma. : 6.4 La figura del tutor Il tutor è una risorsa professionale preposta alla guida e all’orientamento costante dello studente con disabilità o con DSA. Si tratta di personale qualificato, che viene indicato . dall’ateneo quale punto di riferimento per le attività accademiche dello studente. Tra le diverse funzioni svolte dal tutor rientrano senz'altro l’accompagnamento con annessa assistenza in aula. L'accompagnamento consiste nell’assistenza al disabile durante gli spostamenti interuniversitari, tramite personale apposito o, generalmente, studenti in modalità part-time assunti dallo stesso ateneo anche sulla base di graduatorie specifiche perle disabilità. Gli ambienti peri quali è previsto l’accompagnamento sono diversi, come ad esempio: la mensa, la biblioteca, le aule, i laboratori, le stanze dei docenti in occasione dei collogui individuali, etc. Anche il reperimento del materiale didattico risulta essere particolarmente indicato per l'ausilio allo studio dello studente, anche sulla base delle strutture interne.
Molto importante risulta anche l’attività di accompagnamento e/o sostegno allo studio che, con l’affiancamento continuo al singolo studente, consentirà un più agevole raggiungimento degli obiettivi formativi secondo il piano di studio individuale formulato per il corso di laurea. Al tutor potrebbe affiancarsi, secondo l’esigenza dell’ateneo e tenuto conto anche delle disposizioni dello Statuto o regolamentari, personale specializzato nell’ambito dei servizi psicopedagogici che dovrà facilitare le occasioni di incontro, conoscenza e crescita personale, Tra le competenze affidate al servizio psmopedagog1corientrano:
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* l’individuazione delle cause del disagio; l’organizzazione di collogui di formazione e di sostegno per i tutor e gli operatori; la predisposizione dell'intervento individualizzato; predisposizione del servizio di ascolto psicologico; l’aggiornamento, relativamente ai dati di competenza, del fascicolo personale dello studente con ' BES e/o disabilità; * la predisposizione dell'’archivio delle richieste e degliì interventi posti in essere a favore
degli studenti con BES e/o disabilità.
\ La predisposizione delle strutture . Secondo quanto disposto dai regolamenti degli atenei e dalle singole Carte dei Servizi aggiornate sulla base delle mutevoli esigenze dell’utente disabile, le università sì impegnano ad eliminare (0 quantomeno ridurre) le barriere architettoniche nei locali universitari e nelle strutture e a preve-
© © i i
dere ausili specifici e spazi dedicati da mettere a disposizione per gli studenti con disabilità motorie. Ad esempio: potrebbero essere predisposti degli ambienti specifici per studenti ipovedenti e non vedenti, delle sale relax o delle aule attrezzate per studenti con spettro autistico certificato o con altri tipi di disabilità, che contribuirebbero a costruire un ambiente familiare ed amichevole per lo svolgimento delle attività quotidiane. Sempre più utilizzata è la mappatura simbolica che, tramite l’assegnazione di un simbolo o di un colore aduno spazio (come un'aula o un edificio), agevola la ricognizione del perimetro universitario e favorisce l’orientamento tra le diverse strutture.
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Capitolo 14
71 Comitati ber lo Sport Universitario (CUS) L'attività sportiva universitaria si esplica attraverso il Centro Universitario sportivo (CUS), organo accademico che sovrintende agli indirizzi di gestione degli impianti sportivi e ai programmi di sviluppo delle relative attività e che realizza le finalità del CUSI (Centro Universitario Sportivo Italiano). Mentre il CUSI opera sull’intero territorio nazionale riconosciuto a norma del D.M. 23 giugno 2004 e ai fini della L. 394/1977 come ente nazionale di promozione sportiva, i Centri universitari sportivi (CUS) sono associazioni riconosciute federate al CUSI che promuovono la partecipazione degli iscritti. La legge istitutiva dei CUS, L. del 28 giugno 1977, n. 394, all'art. 2, specifica che ciascun Centro è composto: j * dal Rettore dell'università o da un suo delegato che assume le funzioni di presidente; * da due membri designati dagli enti sportivi universitari legalmente riconosciuti che organizzano l’attività sportiva degli studenti su base nazionale; i * da due studenti eletti dagli studenti stessi; * dal direttore generale dell’università o da un suo delegato, anche in qualità dî segretario. Nelle città in cui abbiano sede più università, possono costituirsi più Centri in consorzio. Ai sensi dell'art. 5 del D.M. 18 settembre 1977 Gil regolamento per il funzionamento dei Comitati per lo sport universitario), rientrano nei programmi di sviluppo dell’attività sportiva universitaria:
* la promozione e l’incremento della pratica sportiva per favorire la partecipazione del maggior numero di studenti universitari ai quali dovrà essere garantito, con idonea regolamentazione e nei limiti delle strutture disponibili, l'accesso gratuito agli impianti sportìvi, allo scopo di incentivare la partecipazione alle attività promosse dal CUS nel quadro di formazione globale dello studente col presupposto che lo sviluppo psicofisico possa migliorare la resa didattica; * l’organizzazione di attività sportive, di corsi di iniziazione e di perfezionamento nelle varie discipline, di attività agonistica a carattere universitario e nell’ambito delle Federazioni sportive; * la partecipazione ad attività agonistiche in campo locale, regionale, nazionale e internazionale, sia nell’ambito universitario che in quello federale, previo accertamento
delle attitudini e della specifica preparazione dei singoli. Per quanto attiene alla pratica degli sport a livello agonistico, vale la pena ricordare che gli studenti universitari hanno la possibilità di partecipare ai campionati mondiali e alle Universiadi organizzate
dalla FISU (Federazione Internazionale dello Sport Universitario), l'organizzazione che
riunisce le associazioni nazionali che si occupano della promozione dello sport negli atenei di tutto il mondo. Inoltre, il Comitato:
* definisce, d'intesa con gli enti locali, le modalità di utilizzo degli impianti sportivi di cui i predetti enti hanno la disponibilità; * predispone i programmi di edilizia sportiva e formula le relative proposte di finahziamento secondo quanto previsto dalle leggi vigenti. Possono associarsi a un Comitato Sportivo Universitario tutti gli studenti in regola con
il pagamento delle tasse universitarie. Per aderire bisogna rivolgersi alla Segreteria di
Studenti stranieri e disabili. Attività culturali e sportive uno dei CUS presenti sul territorio nazionale, compilare l’appòsitu moduiilo e presentare, in genere, il libretto universitario, una fotografia e un certificato medico di idoneità alla
Ppratica sportiva.
- Attività socio-culturali e sportive ° Le disposizioni concernenti l’utilizzo dei contributi per il finanziamento delle attività sportive sono state definite con la 1. 429 del 3 agosto 1985, seguita dal relativo regolamento di attuazione : emanato con D.M. 15 ottobre 1986 per l'utilizzo di fondi destinati ad attività sociali e culturali. L'art. 3 del D.M. 15 ottobre 1986 afferma che, per l'utilizzo dei fondi destinati ad iniziative e attività socio-culturali (di cui alla L. 429/1985), è costituita un'apposita commissione del Consiglio di am-
mministrazione (CdA) composta da: * rappresentanti degli studenti nel CdA ovvero, nelle libere università in cui non è prevista la partecipazione degli studenti al Consiglio di amministrazione, rappresentanti degli studenti i neì CdA dell’Opera universitaria o di altro ente avente analoghi cornpiti; ‘
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*
docenti scelti dal CdA fra i propri componenti, in numero pari a quello dei rappresentanti degli studenti;
un presidente eletto, all’interno stesso della commissione, fra i rappresentanti dei professori universitari. Le iniziative socio-culturali da svolgere nel corso di un anno accademico vanno finanziate sulla base delle disponibilità di bilancio. Pertanto, subito dopo l'approvazione del bilancio preventivo e | comunque non oltre i] 30 gennaio di ciascun anno, la commissione determina i criterì di massima ‘ perla distribuzione del fondo a disposizione e li pubblicizza adeguatamente nell'ambito dell'ateneo, ‘ indicando lammontare del fondo stesso.
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Vol. 42 Manuale di Legislazione universitaria Js……
CAPITOLO 15
L’orientamento universitario
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SOMMARIO 1. Per un orientamento consapevole, - 2. Il quadro normativo dell'orientamento universitario. - 3. Qrientamento iR ingresso. - 4. Orientamento n itinere. - 5. Orientamento in uscita. - 6. L'orientamento degli studenti con disabilità e con disturbi dell'apprendimento {DSA).
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1. Per un orientamento consapevole In un contesto culturale caratterizzato da molti ambiti tra loro interconnessi ed in continua evoluzione, come la scuola, la famiglia e l’università, non tutti i componenti di un gruppo o di una società potrebbero essere in grado di autodeterminarsi in relazione alle scelte personali attinenti al proprio percorso formativo. Il soggetto che necessita di un intervento specifico per il compimento di un’importante scelta, ad esempio relativa alla propria carriera o al proprio corso di studi universitàrio, potrà assumere una tale decisione in modo più ponderato e consapevole attraverso l’attività di orientamento. L'orientamento è considerato un diritto del cittadino in ogni età e in ogni situazione. Per orientamento si intendono tutte le attività tese a mettere un individuo in grado di gestire e pianificare il proprio apprendimento e le proprie esperienze di lavoro in coerenza con i personali obiettivi di vita, in modo da sfruttare appieno le competenze e gli interessi individuali, per poter raggiungere un pieno soddisfacimento personale. Esso, quindi, non riguarda un breve periodo dell’esistenza, ma deve essere un'attività che accompagna ogni persona lungo l’intero arco della vita (lifelong learning), in quanto la complessità della società attuale riguarda tutti i campi, da quello sociale a quello del lavoro, ed è soprattutto determinata dalla continua variabilità delle situazioni. L'attività di orientamento può trattarsi di quella svolta dalle scuole per inserire lo studente in un contesto universitario, oppure l'attività di inserimento svolta da una scuola _ secondaria superiore o da un'università nel mondo lavorativo. Risulteranno cruciali le conoscenze e le discipline antropologiche, psicologiche, sociologiche e pedagogiche che consentiranno di sfruttare al meglio gli strumenti di cui necessita il tutor per compiere il suo lavoro. L'orientamento si differenzia anche dal: *
counseling (o dall'inglese counselling, da to counsel ossia «Consigliare», «venire in aiuto») che consiste nell’attività di supporto, nata negli Stati Uniti a partire dagli anni ‘40 tramite gli studi dello psicologo Cart Rogers, fornita a soggetti che si trovino in una situazione di difficoltà di qualunque genere. Il counsetor sarà in grado di far avanzare il beneficiario dell'attività attraverso un ragionamnento guidato e consapevole, Nell'attività di counseling si mette in risalto un ascolto empatico dell'interlocutore che si sentirà libero di esternare ogni pensiero, emozione o paura. In altrî termini il counseling costituisce una parte dell'attività di orientamento psicotogico, sociale e personale che può anche interessare il contesto universitario.èd in cui sî tende a dare risalto
all'aspetto psicologico proprio per gli studenti che vivono situazioni di stress ed ansia,. Ciò non
L'orientamento universitario accade,
invece,
nell’orientamento in senso
stretto in cui l’attenzione sì focalizza sull’aspetto
didattico-metodologico e sulle scelte da intraprendere. * semplice consiglio, che indica ur'informazione breve fornita allo scopo di indicare qualcosa o per suggerire; * solidarietà amicale ossia l'attività svolta casualmente, in un ruolo amichevole, per sostenere Îl soggetto in stato di necessità.
Lo scopo principale dell’orientamento universitario è quello di favorire il continuum dello sviluppo, nel passaggio tra scuola superiore (generalmente ultimo biennio) e università, in presenza di una domanda educativa complessa. La scelta operata dal ragazzo in giovane età molto spesso non è assunta consapevolmente per via dell'influenza esercitata — anche involontariamente — da parenti, docenti e amici. Proprio i genitori, ad esempio, condizionano notevolmente la scelta di intraprendere un certo percorso di studi in vista di aspettative personali che, poi, difficilmente riescono a riflettersi nella situazione personale dello studente. Anche gli insegnanti, dal canto loro, esprimono giudizi orientativi che sono spesso affidati all’intuito e/o al buon senso e che possono facilitare l’ingresso in un percorso di studio, diverso rispetto a quello che sarebbe più consono alle caratteristiche dello studente. Tra i meccanismi esterni alla scuola e alla famiglia idonei ad influenzare la scelta universitaria dello studente, si rinvengono: * i consigli di amici più grandi; i pregiudizi; la vocazione; la tradizione familiare; la situazione economica della famiglia; le informazioni dell'ultimo minuto; la volontà di frequentare la stessa università dell’amico o del familiare; lo secrupolo di non tradire le aspettative di qualcuno; Questi elementi condizionanti sintetizzano la necessità che sia svolta una corretta e completa attività orientativa, scevra di ogni tipo di pregiudizio sull'ipotetica carriera universitaria dello studente sotto analisi. Uno degli strumenti maggiormente utilizzati per approfondire le attitudini e gli interessi dello studente è il questionario di interesse che costituisce il punto di partenza per una corretta azione di orientamento. Îl test consente di compiere un’autovalutazione di interessi e di attitudini così da poter valutare, in prima specie, quali potrebbero essere gli sbocchi accademici dello studente interessato. In tale que-
stionariò sono ricomprese solo domande che consentono di valutare l'inclinazione verso una o più
aree d'interesse. Se è vero che le informazioni ricavate assumono carattere puramente indicativo e
orientativo, è anche vero che sarà possibile senz'altro esciudere aree di interesse che sicuramente non rientrano nelle preferenze di chi sostiene il test di approfondimento. Le risposte potranno essere tra loro accomunate da un determinato settore {sociale, umanistico, economico, giuridico, tecnico-matematico, ingegneristico, scientifico) nel quale sarebbe possibile affinare ancor di più ì risultati mediante un successivo test di valutazione, più specifico del primo, in grado di rivelare, ad esernpio, una certa predisposizione ad un corso di studio in particotare afferente al settore evidenziato. F questionari di interesse possono essere svolti anche telematicamente tramite siti internet e portali a ciò preposti che consentono di verificare le risposte fornite dallo studente in tempo reale e di confrontarle con dei «profili personalizzati» cui corrisponderanno, poi, | consigli sul corso di studio da intraprendere.
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Capitolo 15
" Tradizionalmente si riconoscono tre diverse tipologie di orientamento: * orientamento in entrata o in ingresso, in cui sì prospettano i diversi scenari possibilial . futuro studente universitario e si illustrano le alternative possibili tra ì corsi di studio; *
orientamento in itinere, che consente di indirizzare e guidare lo studente a corso di studi già intrapreso, permettendogli una migliore interazione con le strutture e con
il contesto universitario; * orientamento in uscita, svolto nell’ottica dî agevolare l'mtroduz1one dello studente nel contesto lavorativo. 1l settore dell’orientamento universitario è stato messo a dura prova con la pandemia
da Covid-19 che, tra l'altro, ha riguardato anche il modo in cui gli Atenei organizzano le
attività indirizzate a studenti e a future matricole.
Per adeguarsi alle mutate esigenze sociali, le Università si sono organizzate tramite modalità telematiche per garantire lo scambio di materiali e informazioni utili per approfondire la conoscenza degli Atenei, dei servizi e dell’offerta formativa: si parla in tal proposito di orientamento universitario online. Le sessioni di orientamento online sono sia individuali che collettive, potendo coinvolgere anche gruppi di studenti interessati a proseguire gli studi, e richiedono spesso l’utilizzo di software VoIP, di social networko di applicazioni di messaggistica istantanea.
2. Il quadro normativo dell'orientamento universitario Un primo accenno all'orientamento universitario era stato proposto dal D.P.R 382/1980
riguardante i doveri didattici dei professorì, in cui, all’art. 10, si specificava che le attività didattiche avrebbero dovuto ricomprendere anche compiti di orientamento per gli studenti. Altro riferimento normativo sì ritrova nella L. 341/1990, in virtù della quale sì stabilisce che gli statuti delle università devono prevedere corsi di orientamento degli studenti, gestiti anche in collaborazione conle scuole secondarie superiori per l'iscrizione agli studi universitari e per la elaborazione dei piani di studio, nonché per l’iscrizione ai corsi post-laurea. Questa tendenza è stata poi ulteriormente riconfermata ed estesa dal Miur con il D.M. 509/1999, che prevedeva l'attribuzione di specifici compiti di orientamento e tutorato ai professori e ai ricercatori universitari, l’introduzione di un servizio di ateneo per il coordinamento delle attività di orientamento da svolgere in collaborazione con gli istituti d'istruzione secondaria superiore, nonché di un servizio di tutorato per gli studenti in ogni corso di studio. In seguito, con il P.Lgs. 21/2008, sono stati individuati i raccordì con le istituzioni (art. 2) che dovrebbero assicurare percorsi di orientamento e di autovalutazione delle competenze.] percorsì di orientamento mirano prioritariamente a dare allo studente l’opportunità di conoscere î settori dellavoro e il collegamento fra questi e le tipologie dei corsi di studio universitari, partecipare a laboratori, auto valutare, verificare e consolidare le proprie conoscenze in relazione alla preparazione richiesta per i diversi corsi di studio ai quali è interessato, disporre di adeguata documentazione sui percorsi e le sedi di studio, ecc. Riguardo all’orientamento universitario in uscita, diverse novità furono introdotte a seguito del D.Lgs. 276/20083, il decreto attuativo in materia di occupazione e mercato del lavoro di cui alla L. 30/2003 (Riforma Biagi). Nell’ambito delle attività di intermediazione, a livello unversitario, furono istituiti gli Uffici di placement universitari garantendo un più ampio dialogo fra il mondo dello studio e quello lavorativo. Agli atenei fu affidato,
L'orientamento universitario
pertanto, il ruolo di intermediari, che risultava essere cruciale per far sì éhe lo studente in uscita potesse avere maggiori sbocchi lavorativi adeguati al percorso di studi concluso. Le attività di orientamento furono incentivate anche dal D.M. 270/2004, emanato al fine di riorganizzare l’assetto dei corsi di studi universitari, che ha previsto corsì di studio professionalizzanti (art. 3, comma 4 e 5). Sull’impegno del personale docente, la L. 240/2010 all’art. 6 sancisce l’obbligo per professorie ricercatori di ruolo di riservare un certo numero di ore alle attività di orientamento e di tutorato agli studenti. Altro tassello fondamentale per l’orientamento in generale, è stato poi aggiunto con la Nota Miur n. 4232 del 19 febbraio 2014, con la quale sono state dettate le «Linee guida nazionali per l’orientamento permanente»: un vero e proprio documento di impegno per le diverse istituzioni che iniziano a riconoscere l’importanza sempre crescente dell’intervento orientativo nella società. La disciplina sull'orientamento permanente è stata oggetto anche di alcuni provvedimenti europel. Al fine di identificare l'orientamento {non solo prettamente universitario) come attività permanente e accessibile a tutti, ii Memorandum sull'istruzione e la formazione permanente del 2000 stabilisce la necessità di garantire a tutti un facile accesso ad informazioni e ad un orientamento di qualità sulle opportunità d'istruzione e forrnazione in tutta l'Europa e durante tutta la vita. A seguito del generale monito indicato nel Memorandum, sono state adottate dalla Commissione europea diverse comunicazioni per incentivare gli Stati ad investire in attività di orientamento permanente e per promuovere e facilitare l'accesso all'apprendimento, Il lifetong tearning viene posto at centro dell'attenzione anche con la Risoluzione del Consiglio d'Europa del 18 maggio 2004 che rafforza il concetto di attività di orientamento come attività di sostegno da indirizzare ai diversi Ccomponenti di una collettività, proprio a partire dagli individui {studenti) durante la transizione tra livelli e settori dei sisterni di istruzione e formazione.
Îi tema dell’orientamento universitario è stato approfondito anche a seguito della pandemia da COVID-19, essendo stato înserito tra le priorità dei progetti destinati alla formazione nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e di interventi normativi nel nostro ordinamento giuridîco ad opera del Ministero dell’Università e della Ricerca. La riforma diî derivazione europea prevede uno stanziamento di fondi per 250 milioni di euro ed è finalizzata al raggiungimento di diversi obiettivi, quali: * l’introduzione di moduli di orientamento nelle scuole secondarie di I e II grado; *
l’attivazione di corsi intermedi;
* la realizzazione di una piattaforma digitale di orientamento relativa all’offerta formativa terziaria degli Atenei; * la promozione della transizione scuola-lavoro. i
Infine, occorre ricordare che tramite il D.M. ‘752/2021 recante norme in materia di «Fi-
nanziamento straordinario agli Atenei e alle Istituzioni AFAM per azioni di orientamento tutorato» sono stati assegnati fondi aggiuntivi a tutte le Università statali e non statali, e a tutti gli istituti Afarn, per finanziare le attività di orientamento e tutorato per gli studenti, con attenzione alle misure di recupero e inclusione.
3. Orientamento in ingresso L’orientamento in ingresso (0 in entrata) si sostanzia nell’insieme delle attività tese a prospettare i diversi scenari possibili al futuro studente, scolastici o universitari, e ad illustrare le alternative tra i corsi di studio.
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Capitolo 15 Nel corso delle attività orientative in entrata, un'importanza fondamentale la riveste la
fase di prima accoglienza, in cui lo studente proveniente da una scuola secondaria ha i suoi primi contatti con il contesto universitario: presso i diversi atenei vengono istituiti degli sportelli (chiamati anche infopoint o centri di accoglienza) che svolgono la funzione di «indirizzare» i nuovi arrivati a seconda delle proprie preferenze. In tali centri di raccordo l’attività di orientamento è svolta molto spesso da giovani laureati e ciò soprattutto perché si intende agevolare l’inserimento dei nuovi immatricolati mediante l’incontro con studenti che già hanno preso parte ad un corso di studi universitario. Per garantire una più profonda integrazione e per ridurre la distanza fra lo studente ed i] tutor, gli atenei prevedono la possibilità, per studenti già iscritti ad un corso di studio, di svolgere le funzioni orientative in collaborazione con gli uffici preposti, ad esempio
tramite contratti di lavoro a tempo parziale (cd. part-time).
L'informazione offerta dalle strutture adibite all'orientamento può differenziarsi a seconda
del suo contenuto. Si possono condividere:
E
* informazioni di carattere generale, che riguardano la vita universitaria, la progressione accademica, le pratiche di immatricolazione e gli incentivi economici (diritto allo studio); * informazioni di carattere particolare, incentrate sul corso di studio che intende in-
traprendere lo studente, con un cenno specifico al piano di studì, alla suddivisione in
semestri, alle modalità di esame, al materiale di studio oppure alla presenza di laboratori o tirocini curriculari. Tra le diverse attività, che rientrano nell’alveo dell’orientamento in ingresso, si ricordano:
* gli open day organizzati presso le università, durante i quali è possibile partecipare ad una giornata universitaria «a porte aperte» in cui oltre allo scambio relazionale e di materiale informativo, sì osservano le attività giornaliere dell'’università, comprese quelle extra-didattiche; * lo svolgimento di collogui individuali o di gruppo attraverso i quali sia gli operatori dell’orientamento che i tutor di ateneo, illustrano ed esemplificano l’offerta formativa (corsi di laurea triennale e magistrale, master e dottorati di ricerca), le modalità di accesso e i servizi per gli studenti, tenendo anche conto della presenza eventuale di studenti disabili. Con il progresso tecnologico sono inoltre aumentate sensibilmente le modalità con cui possono tenersi i collogui di orientamento che oggi possono contare anche sulla videoconferenza e sui social network; * incontri esterni presso le scuole con presentazione di materiale informativo e moduli di preiscrizione; * le lezioni aperte anche agli studenti delle scuole superiori di secondo grado; le giornate di approfondimento; le fiere e le manifestazioni di orientamento; i seminari e i laboratori per far conoscere anche l’aspetto pratico che dovrà essere trattato durante gli studi universitari; Anche le convenzioni stipulate tra le università e le scuole secondarie di secondo grado giocano un ruolo importante. La possibilità per gli atenei di stipulare convenzioni deriva dall’art 6, comma 1, del D.M. 270/2004, in cui sì stabilisce che i regolamenti didattici definiscono le conoscenze richieste per l’accesso, determinandone le modalità di verifica anche a conclusione di attività formative propedeutiche, svolte eventualmente in collaborazione con istituti d’istruzione secondaria superiore.
L'orientamento universitario
Le convenzioni, che possono avere diverso contenuto, costituiscono lo &nodo principale per consentire una partecipazione attiva dello studente alla vita universitaria. La durata
delle convenzioni, che può ricopriîre anche un intero anno scolastico, può essere stabilita
in autonomia con la scuola, anche tenendo conto della predisposizione degli alunni che parteciperanno ai progetti formativi, della comunanza di materie studiate o da approfondire durante i corsi universitari o del numero di studenti partecipanti. Al termine del periodo formativo può essere prevista la compilazione di un.questionario _ di gradimento sulle attività esercitate sia a fine statistico che come feedback dell’attività svolta dagli alunni attivi nel progetto e, în aggiunta, il riconoscimento di un certo numero di crediti formativi universitari (CFU) che saranno attribuiti compatibilmente con le normative in materia ed in vista di un'ipotetica immatricolazione futura. Le convenzioni prevedono anche la nomina di un responsabile e/o di un tutore per lo svolgimento delle attività che verranno espletate comunque sotto la supervisione di una o più figure referenti.. Particolare attenzione viene poi dedicata all’orientamento universitario peri corsia numero chiuso (o programmato) nei quali è previsto l'espletamento di un test di ammissione. In alcuni casì, gli atenei organizzano dei corsì di preparazione ai test che risultano essere fortemente orientativi atteso che — oltre alle nozioni teoriche necessarie per prepararsi alle prove di ingresso — siì offre anche del materiale informativo sull'offerta didattica programmata, sui corsi di studio, sugli sbocchi e sulle possibilità di carriera. © Le convenzioni in Alternanza Scuola-Lavoro
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Una delle misure che ha consentito un orientamento mirato per gli studenti delle scuole superiori è l'Alternanza Scuola-Lavoro. L'Alternanza è stata prevista dalla Legge n. 107/2015 che, al fine di incrementare le opportunità di orientamento e le capacità di lavoro degli studenti, ha disciplinato periodi di formazione scolastica alternati a periodi di formazione pratica o tirocinio per gli studenti della scuola secondaria'di secondo grado. Sebbene la misura dell’alternanza scuola-lavoro venga vista prevalentemente in ottica lavorativa, sono state diverse le università coinvolte in progetti di alternanza e che hanno stipulato apposite convenzioni con le scuole per favorire una migliore inclusione degli alunni. Accanto ai musei, agli istituti e ai luoghi della cultura, alle imprese e agli enti pubblici e privati, anche le università possono accordarsi perlo svolgimento di periodi teorico-pratici presso i diversi dipartimenti dell’ateneo. Lo scopo principale delle convenzioni stipulate tra le università ed il dirigente scolastico di un istituto secondario di secondo grado è quello di favorire l'orientamento scolastico e universitario dello studente, immettendolo direttamente nel contesto accademico. Non a caso, infatti, le convenzioni sono stipulate dalle università peril tramite deH ‘ufficio orientamento che predispone moduli, strutture e personale per l'accoglienza. L'alternanza scuola-lavoro, inoltre, consente allo studente di: * consolidare le conoscenze di determinati ambiti disciplinari; * ponderare al meglio la scelta del percorso di studio futuro; * conoscere il mondo del lavoro.
4. Orientamento in itinere T’orientamento in itinere riguarda la fase successiva all’immatricolazione in senso stret-
to e consiste nell’insieme delle attività orientative tese a garantire la continuità nella partecipazione ad un corso di studi. In questa fase lo studente risulta già inserito in un contesto universitario a cui prende parte ed il supporto fornito dall’ateneo si indirizza alla carriera accademica rimanente. Risulta chiara anche la finalità principale dell'at-
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Capitolo 15 tività orientativa in itinere ossia quella di diminuire il grado di dispersione contrastare il fenomeno dell’abbandono universitario. L'elemento principale su cui si basa l’attività di orientamento in itinere è Quest'ultimo, disciplinato nel dettaglio dal regolamento universitario (art. 13 consiste nell'attività compiuta dal tutor nei confronti dello studente per
agli studi e il tutorato. L. 341/1990), monitorare
costantemente l'apprendimento individuale e collettivo nell'ambito di un certo corso di studio. Secondo quanto disposto dall'art. 13, comma 2, L. 341/1990 il tutorato è finalizzato
ad orientare ed assistere gli studenti lungo tutto il corso degli studi rendendoli partecipi attivamente nel processo formativo stabilendo anche che i servizi ad esso afferenti sono tesi a rimuovere gli ostacoli ad una proficua frequenza dei corsì, attuando iniziative rapportate alle necessità, alle attitudini ed alle esigenze dei singoli. Tra gli obiettivi promossi anche dallo stesso legislatore, oltre che dalle università, nel prevedere una normativa a sostegno del tutorato,si evidenziano sia la formazione culturale continua dello studente, il quale potrà essere assistito e sostenuto durante il corso dell’attività didattica e accademica, sia la partecipazione attiva alla vita universitaria da parte di chi usufruisce dei servizi di orientamento e tutorato. L'attività di tutorato, nell’ambito della quale si cerca di contenere la durata dei corsi di studio degli studenti entro i limiti previsti dall’ordinamento universitario, può essere svolta sia dagli stessi docenti universitari, sia dagli studenti degli anni successivi al primo, che rispettino i requisiti richiesti dall’ateneo. Generalmente si procede all’assegnazione degli incarichi tramite delle selezioni, che prendono in considerazione gli studenti degli ultimi anni di corso nonché studenti iscritti
al dottorato di ricerca.
L'attività del tutor può indirizzarsi sia all’accoglienza dei nuovi studenti e sia all’assistenza durante il corso di studio universitario. Tralasciando le attività relative all’accoglienza, già esaminate in precedenza, tra le attività svolte dai tutor destinate all’assistenza si segnalano le principali: * sessioni di recupero individuali e/o collettive; * informazione sulle offerte formative alternative e sugli sbocchi accademici post-laurea come master, dottorati di ricerca, corsi di perfezionamento e scuole di specializzazione; * supporto per la stesura dei piani di studio; * informazione sugli sbocchi lavorativi, sui servizi di placement e sull'ufficio stage e tirocini * informazione sulle iniziative esterne dell’ateneo, come servizi forniti dal Centro Universitario Sportivo oppure sui Centri linguistici, sul programma Erasmus+; * assistenza per le scelte relative alla conclusione del percorso di studi; * informazione sulla mobilità universitaria in uscita e in entrata * informazione sulla fruizione di eventuali benefici economici connessi alla condizione reddituale e/o di merito dello studente. Tra le attività svolte dal tutor occorre menzionare anche il consolidamento dei rapporti fra studente e docente, molto spesso distanti e difficilmente gestibili per una serie di fattori quali: la scarsa reperibilità del docente, l’elevato numero di impegni accademici, la collaborazione del docente in altri atenei (anche all’estero), ecc. Un altro strumento che più si presta ad un'attività di orientamento În itinere è il gruppo di studio. La predisposizione di incontri di gruppo perÎo svolgimento di un'attività didat-
L'orientamento universitario
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tica in comune si è da sempre dimostrata come una proficua iniziativa per incentivare la prosecuzione della propria carriera universitaria, ormai posta in dubbio dallo studente. Impostare una modalità di studio cooperativa e a sfondo interattivo consente un più agevole interscambio di nozioni e informazioni e favorisce l’aggregazione studentesca. Per l’orientamento in itinere si sottolinea anche il ruolo, tutt'altro che marginale, delle associazioni studentesche che, rappresentando gli studenti negli organi accademici e offrendo attivamente diversi servizi quali incontri di studio oppure la predisposizione di materiale informativo e didattico, svolgono anche un'attività di orientamento necessaria alla prosecuzione degli studì (ad es. indicando allo studente di sostituire un esame Particolarmente complesso con un esame più adeguato al suo grado di preparazione, di svolgere un tirocinio curriculare, di presentare la domanda per una borsa di studio appure di informarsi circa l’eventualità di intraprendere il progetto ERASMUS). Una forma particolare di orlentamento in itinere è costituita dal cd. riorientamento, termine che indica l'insieme delte attività tese a considerare un percorso di studi diverso rispetto a quello già scelto. În un contesto personale, i diversi fattori che incidono sulla scelta di intraprendere un certo percorso universitario, già esaminati in precedenza, potrebbero compromettere una decisione consapevole e ponderata ed è per tale motivo che risulta essere importante un sostegno teso a reindirizzare lo studente su un percorso diverso rispetto a quello già intrapreso. L'ateneo potrebbe
prevedere attività specifiche di riorientamento nei confronti degli studenti che risultino inattivi per un certo periodo (ad esempio il primo anno di corso), Si tratta di uno strumento che agevola la cd.
mobilità universitaria, ossia il passaggio ad un altro corso di studi o ad un atltro dipartimento oppure il trasferimento presso altro ateneo.
5. Orientamento in uscita L’orientamento in uscita consente di facilitare l’inserimento dello studente nel mondo del lavoro ed agevola la conclusione del percorso universitario. Come già accennato in precedenza, diverse novità furono introdotte a seguito del D.Lgs. ‘76/2003, attuativo della. Legge Biagi (L. 30/2003), e tra queste l'istituzionalizzazione, per la prima volta, degli Uffici di placement universitari, garantendo un più ampio dialogo fra il mondo dello studio e quello lavorativo. i Il D.Lgs. 276/2003 fu poi in parte modificato dal cd. Collegato Lavoro (L.183/2010). Ai sensi, infatti, dell’art. 6 che disciplina «Regimi particolari di autorizzazione» nello svolgimento di attività di intermediazione, le università pubbliche e private ed i consorzi universi- tari sono autorizzati allo svolgimento dell’attività di intermediazione con il contesto lavorativo. In particolare, i soggetti richiamati sono autorizzati a svolgere l’attività di intermediazione con il mercato del lavoro, a condizione che rendano pubblici e gratuitamente accessibili, sui relativi siti istituzionali, i curricula dei propri studenti dalla data di immatricolazione e fino ad almeno dodici mesi successivi alla data del conseguimento del titolo di studio. L’autorizzazione allo svolgimento dell'attività di intermediazione è su-
bordinata all'interconnessione alla borsa continua nazionale del lavoro peril tramite del
portale clic lavoro, nonché al rilascio alle regioni e al Ministero del lavoro e delle politiche sociali di ogni informazione utile relativa al monitoraggio dei fabbisogni professionali e al buon funzionamento del mercato del lavoro. Il portale clic lavoro, nato sotto il nome di Borsa Continua Nazionale del Lavoro e sulla spinta degli orientamenti europei in tema di integrazione lavorativa, costituisce una piattaforma telematica operativa a livello nazionale e regionale che raccoglie domande e offerte di lavoro.
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Capitolo 15
Tramite l’Ufficio placement o di collocamento si agevola l’incontro (cd. matching) fra domanda e offerta di lavoro, avendo riguardo: * alla disponibilità delle aziende partner che comunicano all’ateneo i profili richiesti a seconda delle contingenti necessità; * alle competenze dei candidati. Gli studenti, in vista della conclusione dell’iter formativo, sono invitati dalle singole
università ad iscriversi ad apposite banche dati telematiche, nate allo scopo di facilitare l’incontro delle proposte lavorative con le competenze dei neolaureati che potrebbero
prendere parte anche a delle sessioni collettive con dei tutor per la compilazione del
proprio profilo utente. Îl compito dell’Ufficio placement è quello di indirizzare le risorse verso il profilo che risponde maggiormente alle caratteristiche richieste dalle aziende e di specificare agli studenti laureandi oppure ai laureati i dettagli delle offerte di lavoro, stage o tirocinio proposte dai diversi partner. Non è infrequente, inoltre, che le università a spiccata rilevanza internazionale e/o europea predispongano un'area apposita per le offerte di lavoro all’estero o per le opportunità più rilevanti in enti, imprese, centri di ricerca e istituzioni di altri paesi.
Tra le altre attività che si segnalano per lo svolgimento dell’orientamento in uscita, sì rilevano anche l’acquisizione di competenze specifiche nell’elaborazione del curriculum vitae, anche tramite un'assistenza specifica, e della lettera di presentazione. inoltre, tra gli interventi attuati da gran parte degli atenei, si riscontra anche la preparazione al
colloguio di lavoro con simulazione di colloqui individuali (anche in modalità a distanza) e di colloqui a piecoli gruppi. Particolarmente utili sono anche i seminari di orientamento, organizzati dalle università al fine di rendere note delle iniziative lavorative o per introdurre aziende partener che mirano ad avviare un piano di assunzioni, partendo proprio dagli studenti partecipanti alle iniziative medesime. Possono essere previsti anche degli incontri rivolti ai laureandi per fornire attività di sostegno e supporto per la stesura del curriculurm vitae e al tipo di informazioni che vi dovranno essere contenute. Îl rapporto tra l’Ufficio placement e l’Ufficio Alta Formazione può consentire anche l’orientamento in uscita indirizzato all’eventuale prosecuzione degli studi. In tale eventualità, sarà compito del personale preposto all’orientamento proporre e informare la risorsa circa iTitoli di laurea specialistica, dottorati di ricerca, master di primo e secondo livello nonché corsi di perfezionamento. Infine, in alcuni atenei si attivano dei cicli di appuntamenti con ex studenti che, illustrando il percorso universitario compiuto e le esperienze lavorative successivamente maturate, forniscono un punto di vista alternativo rispetto all’ottica istituzionale.
6. L’orientamento degli studenti con disabilità e con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) 6.1 Il quadro normativo La disciplina dell’orientamento universitario per lo studente con disabilità si basa, fondamentalmente, su una serie di principi generali espressi da diversi provvedimenti normativi (soprattutto leggi ordinarie e decreti ministeriali) che intervengono sia a favore degli studenti con disabilità che nei confronti degli studenti con DSA. Il punto di partenza
L’orientamento universitario
dell’evoluzione del quadro normativo è costituito dalla Legge quadro 5 febbraio 1992,
n. 104 riguardante l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate. Nel dettare una disciplina generale sull’integrazione delle persone con disabilità, il legislatore si è soffermato nel garantire un certo grado di inclusione scolastica ed il diritto all’educazione e all'istruzione della persona con handicap anche nelle istituzioni
universitarie (art. 12, comma 2). Ciò chiaramente non può non ricomprendere anche la
fase precedente all’immatricolazione in senso stretto, ossia la fase di orientamento con.sapevole dello studente che si accinge a scegliere un corso di studi. L'evoluzione normativa successiva con la L. 28 gennaio 1999, n. 17, intervenuta ad integrazione della precedente L. 104/92, ha permesso di focalizzare l'attenzione delle istituzioni universitarie anche sullo studente portatore di handicap. In particolare, l'art. 13 della L. 104/1992 dedicato all’integrazione scolastica in generale aggiunge il comma 6bis alla L. 104/1992 che non solo garantisce sussidi tecnici e didattici specifici, ma prevede anche
il supporto di appositi servizi di tutorato specializzato da istituire dalle università nei
limiti economici del proprio bilancio. Îl servizio di tutorato costituisce un elemento cen-
trale nell’ambito dell’orientamento universitario dello studente, il quale potrà avvalersì di personale dedicato e specializzato (cd. tutor) che lo guiderà durante il percorso di studi chesi intende avviare. L'attività di orientamento, così come anche le attività che verranno svolte durante il corso di studi per il sostegno dello studente disabile, non può prescindere
da una dotazione alle università di attrezzature tecniche e di sussidi didattici nonché di ogni altra forma di ausilio tecnico. Resta ferma anche la stipula di convenzioni con centri specializzati, con funzioni di consulenza pedagogica, di produzione e adattamenta di specifico materiale didattico, pensati allo scopo di integrare le attività dell’Ateneo laddove fosse
necessario. Al fine di garantire ed agevolare l’attuazione delle disposizioni introdotte dalla
L. 17/99, è stata costituita nel 2001 la Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati per le Disabilità (CNUDD), che condivide alcune linee di indirizzo, che consentono ai diversi atenei italiani di uniformarsi ad un modello comune per gestire il percorso formativo degli studenti con disabilità e con disturbi specifici dell’apprendimento. Tra queste è opportuno ricordare le Linee Guida del 10 luglio 2014 redatte allo scopo di «orientare» i diversi atenei nella disciplina dei servizi necessari all'integrazione ed alla piena attuazione del diritto
allo studio degli studenti con disabilità, seppur nei limiti dell'autonomia di ciascuno di essi, Anche se, come noto, alle citate linee guida non può riconoscersi alcuna valenza normativa, è opportuno sottolineare di come esse costituiscano un supporto indispensabile per l'attività degli atenei che, diversarnente da quanto già visto per i provvedimenti normativi recanti solo norme di priricipio, potrà essere concretamente indirizzata con sussidi, prassi e servizi specificamente individuati.
Per gli studenti con DSA è intervenuto anche il D.M. 12 luglio 2011, n. 5669 che, oltre a prevedere specifici interventi in materia di valutazione di prove di profitto, precisa all’art. 6 che è compito degli Atenei assicurare agli studenti con DSA l’accoglienza, il tutorato, la mediazione con Yorganizzazione didattica e il monitoraggio dell'efficacia delle diverse attività adottate. Nel contesto normativo, infine, rivestono una importanza fondamentale i regolamenti di ateneo che possono prevedere un regime più o meno dettagliato per l’orientamento universitario, perla predisposizione dei servizi a ciò dedicati e per l’adeguamento professionale del personale in servizio che dovrà avere le competenze necessarie per instaurare un rapporto con lo studente bisognoso di un intervento.
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6.2 Orientamento in ingresso Una corretta attività di orientamento în entrata consente all’Ateneo di incoraggiare lo
studente e la famiglia nell'intraprendere un corso di studi e nell’evitare fenomeni dìspersivi per effetto degli abbandoni che si registrano subito dopo il conseguimento del diploma di maturità.
Secondo quanto disposto dalle Linee Guida della Conferenza Nazionale Universitària deî
Delegati per le Disabilità, dopo il superamento dell’esame di maturità e prima dell'immatricolazione, occorre guidare lo studente nell’'acquisire dimestichezza con l'ambiente universitario. A tal fine, per l'attività di orientamento in entrata potrebbe essere necessariala conoscenza dei referenti e dei responsabili dei corsi di studio così come pure delle strutture didattiche di riferimento (come ad esempio le aule, i laboratori, la biblioteca e le diverse segreterie). È proprio nelle strutture didattiche che lo studente svolgerà appieno l’attività di studio o di ricerca ed è per tale motivo che garantirne un’adeguata e piena conoscenza consentirà di affrontare al meglio il corso di studi. Per tale ragione, i singoli atenei predispongono del materiale informativo e delle sezioni dedicate sui propri siti web in cui si illustrano, sia al disabile che alla sua famniglia, le conseguenze dello status di studente con disabilità, i servizi fruibili, l'eventuale presenza di barriere architettoniche di cui è necessario essere al corrente e gli eventuali benefici in termini economici o formativi. Agli studenti con disabilità e DSA delle scuole superiori di secondo grado viene generalmente fornito un servizio di orientamento e di supporto nella scelta del percorso di studi, anche tenendo in considerazione le singole caratteristiche personali. In particolare, alcuni atenei hanno istituto specifici centri di accoglienzain ingresso (denominati nei diversi regolamenti anche come punti di contatto, punti di accoglienza, sportelli, centri di raccordo, ecc.) che svolgono funzioni di inserimento ed inclusione sia per gli studenti senza alcuna disabilità sia per gli studenti con disabilità o con DSA. Tra le attività principali rimesse al centro di accoglienza, a contenuto variabile secondo quando stabilito dai singoli regolamenti, rientra senz'’altro il pre-orientamento in entrata effettuato presso le scuole medie superiori e la predisposizione di materiale informativo, fruibile anche a seconda delle diverse disabilità (ad esempio non soltanto in formato cartaceo, ma anche in formato audio/video). Il personale addetto ai centri
di accoglienza per le disabilità presenta competenze specifiche nella materia delle disabilità, della pedagogia e della psicologia nonché nell’utilizzo di particolari ausili informatici e tecnologici. Durante la prima accoglienza sì individua, assieme al futuro studente, il percorso di studi più consono alle sue capacità, esigenze, tipologia di disabilità unitamente al tempo necessario per portare a termine le fasi necessarie al conseguimento del titolo. In tali circostanze, risultano cruciali dei colloqui individuali con cuì stabilire un contatto con lo studente e la somministrazione di questionari di gradimento e di comprensione.
| colloqui sono pensati al duplice scopo informativo, per fare in Modo che lo studente abbia una visione completa del mondo universitario e della maggior parte degli elemnenti che lo compongono, e conoscitivo, per approfondire la conoscenza dello studente da parte del personale preposto per comprendere e descrivere al meglio il tipo di disabitità che dovrà essere gestita nel corso di studi.
Tra le diverse funzioni attribuite al personale preposto all’orientamento dello studente con disabilità o con DSA, rientra anche il supporto nella compilazione delle pratiche
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L'orientamento universitario
burocratiche che è necessario compiere per una corretta immatricolazione a] corso di studi come ad esempio: * registrazione al portale studenti telematico; * compilazione del form di immatricolazione; e analisi della propria situazione reddituale ai fini della determinazione di tasse e con-
tributi di studio;
Le consulenze personali e le iniziative di orientamento potrebbero avere carattere periodico ai fine di consentire un miglior consolidamento di rapporto tra lo studente ed îl personale universitario preposto.
6.3 Orientamento in uscita Per quanto riguarda l’orientamento in uscita, ogni azione dovrebbe essere sviluppata
in collaborazione con l’Ufficio di Job Placement di Ateneo per attuare una sinergia tra
strutture in grado di favorire l'inserimento dello studente laureando o laureato nel mondo lavorativo. Tra le altre attività che si rendono necessarie per garantire una più efficace inclusione dello studente rientrano: * l’acquisizione di competenze specifiche nell’elaborazione del curriculum vitae, anche tramite un'assistenza specifica nella sua redazione; * la promozione della relazione fra lo studente e il mondo del lavoro anche attraverso stage e tirocini (pre e post-laurea); * un efficace riscontro (cd. matching) tra domanda e offerta di lavoro, tenendo conto
del profilo dello studente, delle sue aspirazioni e delle sue caratteristiche personali.
Tra le attività che risaltano maggiormente nel quadro dell’orientamento in uscita rientrano la stesura del curriculum vitae e della lettera di presentazione, elementi indispensabili per immettersi nel mercato del javoro. Inottre, tra gli interventi attuati da gran parte degli atenei, si riscontra anche la preparazione al colloquio di lavoro con simulazione di collogui individuali (anche in modatità a distanza) e di collogui a piccoli gruppi.
Risultano particolarmente efficaci anche i cd. career day specificamente dedicati a laureandi e laureati con disabilità, che essendo organizzati tra alcune università ed aziende convenzionate, permettono l'inserimento lavorativo del candidato con maggiore facilità. Sì tratta, molto spesso, di iniziative dedicate anche a coloro che risultino iscritti alle categorie protette ex L. 68/99 per l’occupazione. Tenendo inoltre in debita considerazione le ambizioni, le peculiarità e le capacità acquisite durante il corso di studi, l’ottica prettamente lavorativa dell’orientamento in uscita potrebbe lasciare spazio anche all’eventuale prosecuzione degli studî. In tale eventualità, sarà compito del personale preposto all’orientamento proporre e informare lo studente. Fondamentale, in tali casì, è la collaborazione con l’Ufficio preposto all’Alta Formazione che potrebbe predisporre vere e proprie intese con l’Ufficio Stage e Placement o con il punto di contatto preposto all’orientamento in itinere.
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"Vol. 42 Manuale di Legislazione universitaria |SÎME.
‘ f CAPITOLO 16
l servizi di segreteria
SOMMARIO 1. Pre-iscrizioni. - 2. Accesso ai corsi universitari ex lege 264/1999, - 3. immatricolazione. - 4. Le Segreterie. - 5. Norme in materia di tasse e contributi. - 6. Iscrizione ai corsi di laurea magistrale
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{non a ciclo unico). - 7. Iscrizione ad anni di corso successivi al primo. - 8. Il piano di studio. - 9.
Esami di profitto. - 10. Esame di taurea. - 11. Trasferimenti e passaggi. - 12. Studenti decaduti. 13. Rinuncia agli studi. - 14. Documenti e certificazioni. - 15. Protezione dei dati personali dei laureati,
16. Titoli conseguiti all'estero.
1. Pre-iscrizioni Allo scopo di programmare adeguatamente l’offerta formativa negli atenei, gli iscritti all’ultimo anno degli istituti e delle scuole di istruzione secondaria superiore presentano, entro îl 30 novembre, domanda di pre-iscrizione all’Università, secondo modalità definite con apposita ordinanza ministeriale, emanata previa intesa con il Ministero e sentiti la Conferenza permanente dei Rettori delle università italiane e il Consiglio nazionale degli studenti universitari. È quanto stabilito dall'art. 3 del D.M. 21 luglio 1997, n. 245, contenente il «Regolamento recante norme in materia di accessi all’istruzione universitaria e di connesse attività di orientamento» (1). Con î decreti ministeriali successivi concernenti le modalità di presentazione della do-
manda di prescrizione relativa all’anno accademico in corso si è specificato che la stessa può essere effettuate anche via Internet, medìante appositi moduli disponibili sul sito web del MUR (http;//universitaly.it). I] modulo in questione deve contenere generalmente: * * * *
i dati anagrafici dello studente e il codice fiscale; la scuola di provenienza; corsì e sedi universitarie prescelte; eventuale interesse ad una formazione superiore presso accademie militari e navali;
* l’autorizzazione all’utilizzo dei dati secondo il D.Lgs. 196/2003 modificato in seguito.
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Come già trattato nel capitolo precedente, la pre-iscrizione è finalizzata alla predisposizione e alla fruizione di iniziative e attività di orientamento per la scelta del corso di studi universitari in funzione sia delle vocazioni e degli interessi dello studente, che della programmazione dell’offerta formativa e dei servizi riservati agli studenti. I] MUR deve predisporre una banca dati contenente i moduli compilati dagli studenti per consentirne l’accesso telematico alle università ed ai centri servizi amministrativi nel
caso di studenti provenienti da scuole private o scuole pubbliche collegate agli istituti di alta formazione artistica, musicale e coreutica.
(1) All'art. 5 del D.M. 245/1997 è specificato che «l’obbligo della preiscrizionee opera dal 30 novembre 1998».
| servizi di segreteria
Una volta avvenuta la scelta, le scuole, le università e le varie istituzioni promuovono attività di orientamento tendenti a far acquisire allo studente interessato la conoscenza degli obiettivi formativi specifici, le opportunità di tirocini formativi, la disponibilità delle strutture didattiche, la preparazione iniziale richiesta per il corso prescelto, le possibilità di approfondimento personale nonché le connessioni con il mondo del lavoro. î Definizione dei percorsi di orientamento all’istruzione universitaria Con il D.Lgs. 14 gennaio 2008, n. 21 si è provveduto alla definizione e realizzazione dei percorsi di
orientamento finalizzati alla scelta dei corsi di laurea universitari, nonché alla valorizzazione dei risultati scolastici degli studenti ai fini dell'ammissione ai corsi di laurea ex L. 264/1999. Î percorsi di orientamento si attivano negli ultimi due anni di corso della scuola secondaria di secondo grado, l Ministero dell'Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in collaborazione con
‘. YANVUR, e utilizzando anche i dati dell'anagrafe degli studenti universitari, cura la realizzazione
° di un Osservatorio nazionale sugli iscritti ai corsi di laurea, assicura agli istituti scolastici e alle amministrazioni scolastiche, nonché alle regioni e agli enti locali interessati, l'accesso ai dati ag: gregati sulle scelte dei propri studenti e sui loro risultati nelle verifiche di ingresso e nel percorso
: distudio. È, altresì, istituita una Cormmissione nazionale, con il compito di monitorare, in raccordo
© con l'Istituto nazionale di valutazione del sistema dell'istruzione (INVALSI) e con l'Agenzia nazionale ° perla valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR), le attività svolte ed i risultati © ottenuti in ordine all’orientamento nei percorsi di studio. è Il Ministero, avvalendosi anche dell’ausilio di tale Commissione, formula annualmente un piano
; nazionale per l’orientamento e la valorizzazione della qualità dei risultati scolastici, con l’indica“ zione delle priorità, dei progetti e delle iniziative da realizzare e delle risorse a tal fine disponibili, ‘} senza oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica.
2. Accesso ai corsiì universitari ex lege 264/1999 La L. 2 agosto 1999, n. 264 disciplina gli accessi ai corsi universitari, distinguendo quelli programmati a livello nazionale e quelli invece programmati dalle università. In particolare sono programmati a livelto nazionale gli accessi: * *
ai corsì di laurea magistrale in medicina e chirurgia, ai corsi di laurea delle professioni sanitarie, in medicina veterinaria, in odontoiatria e protesi dentaria, in architettura, nonché aî corsi di diploma universitario Concernenti la formazione del personale infermieristico, tecnico e della riabilitazione; ai corsi di laurea in scienza della formazione primaria e alle scuote di specializzazione per l'inse-
gnamento secondario; * ai corsì di formazione specialistica dei medici ex D.Lgs. 257/1991; * _ alle scuole di specializzazione per le professioni legali; * ai corsi Universitari di nuova istituzione o attivazione, su proposta delle università e nell’'ambito della programmazione del sistema universitario, per un numero di anni corrispondente alla durata del corso. Sono programmati, invece, dalle università gli accessi: *
ai corsi di laurea per i quali l'ordinamento didattico preveda l'utilizzazione di laboratori ad alta specializzazione, di sistemi informatici e tecnologici o comunque di posti-studio personalizzati; * ai corsi di diplomna universitario per i quali l'ordinamento didattico preveda l'obbligo di tirocinio da svolgere presso strutture diverse dall'ateneo; * ai corsi o alle scuole di specializzazione individuate dai decreti attuativi delle disposizioni dell'art. 17, comma 95 della L. 127/1997 e successive modificazioni. inoltre, sono programmati dall'università di Trieste gli accessi al corso di laurea in scienze internazionali e diplomatiche con sede in Gorizia, in virtù dei particolari compiti di collaborazione transfrontaliera e internazionale adempiuti da tale corso.
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Capitolo 16
L'ammissione ai corsi programmati è disposta dagli atenei previo superamento di prove di cultura generale, sulla base dei programmi della scuola secondaria superiore, e di verifica della predisposizione per le discipline oggetto dei corsi medesimi. I requisiti di ammissione alle tipologie di corsi e tiîtoli universitari previsti dal decreto 270/2004 sono determinati dai decreti emanati ex art. 17, comma 95 della L. 127/1997 e
successive modificazioni, i quali non possono comunque introdurre fattispecie di corsi ad accesso programmato ulteriori rispetto a quanto previsto dalla L. 264/1999,
3. Immatricolazione In seguito all'adozione del decreto semplificazioni il D:L. 9 febbraio 2012 conv. in L. 4 aprile 2012, n.35, che ha modificato la L 264/1999 inserendo un nuovo articolo, le procedure di prima iscrizione alle università sono effettuate esclusivamente per via telematica. l Ministero, dell’Università e della Ricerca cura la formazione e l’aggiornamento di un portale unico, in italiano e in inglese, tale da consentire il reperimento di ogni dato utile per gli studenti che devono effettuare la loro scelta. Tale portale contiene, infatti, l'offerta di tutti gli atenei italiani consentendo un raffronto tra ì vari corsi di laurea, i servizi offerti e le borse di studio, nonché agli studenti del nostro Paese e a quelli internazionali di confrontare le offerte. 3.1 Titoli di ammissione Possono iscriversi a qualsiasi corso di laurea coloro che abbiano conseguito il diploma degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado di durata guinguennale o quadriennale (previa valutazione da parte dell’Università interessata di eventuali obblighi formativi o di eventuali prove di verifica della preparazione iniziale) o altro titolo conseguito all’estero riconosciuto idoneo e coloro che abbiano superato i corsì integrativi previsti dalla legge che ne autorizza la sperimentazione negli istituti professionali. Occorre tener presente, infine, che, indipendentemente dal titolo di istruzione secondaria superiore posseduto, chiunque sia già în possesso di una qualsiasi laurea o titolo equipollente può iscriversi ad un altro corso di laurea. 3.2 Procedura Fermo restando la domanda di immatricolazione, che deve essere riodo di tempo che varia da università a università, e generalmente al 30 ottobre, la procedura avviene in due fasi: * procedura on line; * consegna della documentazione prevista, rilascio allo studente tario, del badge magnetico e dell’indirizzo di posta elettronica. L'atto di iscrizione vero e proprio si ha con il pagamento della tassa allo studio.
presentata in un pedecorre dal 1° agosto
del libretto universiregionale per il diritto
4. Le Segreterie Le segreterie si occupano della gestione amministrativa di tutta Ia carriera dello studente: dello stato delle iscrizioni, dell’autocertificazione reddituale, delle tasse fino alla consegna del diploma e alla verifica della correttezza del curriculum dello studente.
ì servizi di segreteria | T compiti delle Segreterie | In base agli artt. 4 e 5 del «Regolamento sugli studenti, î titoli accadernici, gli esami di Stato e ‘ l’assistenza scolasticà nelle Università e negli istituti superiori» (approvato con R.D. 1269/1938) è | compito-delle Segreterie: _ | * conservare in appositi fascicoli personali tutti gli atti concernenti la carriera scolastica degli ‘ . studenti, compreso l'esemplare autenticato della fotografia di ognuno di essi; ‘ e téenere aggiornati i registri della carriera scolastica degli studenti, distinti per corsi di laurea o
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di diploma, e formare per ogni corso d’insegnamento, a titolo ufficiale o privato, l'elenco degli studenti che vî sono iscritti; rilasciare allo studente, all'atto dell'immatricolazione, una tessera di riconoscimento e un libretto
d'iscrizione validi per l'intero corso di studi.
La tessera reca la fotografia dello studente, bollata col timbro a secco dell’Università, ed è munita
della firma del Rettore e del Direttore generale. Il libretto d'iscrizione, a sua volta, firmato anch'esso come prescritto per la tessera, contiene tuttii dati riguardanti la carriera scolastica dello studente (insegnamenti seguiti, tasse pagate, esami sostenuti). ‘ Ulteriorinorme circa le modalità per la compilazione e latenuta del libretto possono essere contenute negli statuti universitari, dai quali si evince, ad esempio, che, nel caso in cui il libretto risulti smarrito o deteriorato, lo studente è tenuto a chiedere il rilascio di un duplicato esibendo in Segreteria: * domandain carta semplice, indirizzata al Rettore, contenente l’oggetto della domanda, le proprie *
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generalità, il corso di laurea e il numero di matricola;
una fotografia formato tessera;
eventuale versamento per costo duplicato libretto.
Per la sostituzione del libretto deteriorato è necessario depositare l’originale nello stato in cui sì trova. În caso di smarrimento è altresì necessaria copia della denuncia presentata all'autorità di Pubblica Sicurezza, In ogni caso, lo studente è personalmente responsabile di eventuali alterazioni arrecate allibretto. Qualunque abrasione o cancellatura, fatta eccezione per quelle approvate dalla Segreteria o con apposita firma del presidente della comrmissione esaminatrice, invalida il libretto, lo studente, a sua volta, diventa passibile di provvedimenti disciplinari e, nei casi di maggiore gravità, finanche ° di denuncia all’autorità giudiziaria.
5. Norme in materia di tasse e contributi Ferme restando le norme in materia di imposta di bollo, di esonero e di graduazione dei contributi, nonché le norme sulla tassa regionale per il diritto allo studio, gli studenti dei corsiì di laurea e di laurea magistrale delle uniîversità statali contribuiscono alla copertura dei costi dei servizi didattici, scientifici e amministrativi mediante un contributo onnicomprensivo annuale, anche differenziato tra i diversi corsi di laurea e di laurea magistrale, da versare all’Università alla quale sono iscritti. All’interno del contributo onnicomprensivo annuale sono ricompresi anche i contributi per attività sportive (L. 232/2016, legge di bilancio 2017). Ciascuna università statale, nell'esercizio della propria autonomia normativa, approva i regolamento in materia di contribuzione studentesca, nel rispetto dei criteri di equità, gradualità e progressività. Una novità importante introdotta dalla legge di bilancio 2017 (L. 232/2016), in vigore dall’anno accademico 2017/2018, riguarda la «no Tax Area Università», che si applica a tutte le istituzioni universitarie e alle istituzioni AFAM statali e che consente di non pagare l’iscrizione all'Università agli studenti che soddisfano i seguenti parametri: - studenti che appartengono aà un nucleo familiare, il cui indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) è inferiore o eguale a 20.000 euro;
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Capitoto 16
* studenti che sono iscritti all'Università da un numero di anni accademici inferiore o uguale alla durata normale del corso di studio, aumentata di uno; * nel caso di iscrizione al secvondo anno accademico, studenti che abbiano conseguito, entro la data del 10 agosto del primo anno, almeno 10 crediti formativì universitari. Nel caso di iscrizione ad anni successivi al secondo, abbiano conseguito almeno 25
crediti formativi, nei dodici mesi antecedenti la data del 10 agosto precedente la relativa iscrizione. Inoltre, il regolamento in materia di contribuzione studentesca, nel rispetto del'principio di equilibrio di bilancio di ciascuna università statale, stabilisce i seguenti punti :
* eventuali ulteriori casi di esonero, o graduazione, del contributo onnicomprensivo annuale, per specifiche categorie di studenti, che sono individuate in relazione alla carriera universitaria individuale o alla particolare situazione personale; * le modalità di versamento del contributo onnicomprensivo annuale, in una o più rate, unitamente alle maggiorazioni dovute in caso di ritardo nel versamento. Ulteriori tasse o contributi a carico degli studenti non possono essere istituite dalle università statali fino al rilascio del titolo finale di studio, ad eccezione dei contributi per i servizi prestati su richiesta dello studente per esigenze individuali e delle imposte erariali. L'art. 6 del D.P.R. 306/1997 specifica che gli atenei privati, abilitati a rilasciare titoli aventi valore legale, determinano autonomamente la tassa di iscrizione e i contributi per tutti i loro corsi di studio nell’ambito di tali atenei. Sono comunque esonerati — in misura totale o parziale — dal pagamento di tasse e contributi gli studenti beneficiari di borse di studio e prestiti d’onore.
6. Iscrizione ai corsi di laurea magistrale (non a ciclo unico) Per l'iscrizione ai corsi di laurea magistrale non a ciclo unico, lo studente deve essere in possessa di un diploma di laurea triennale, oppure di un diploma di laurea vecchio ordinamento quadriennale o quinquennale, oppure di un diploma universitario di durata triennale o ancora di un altro titolo di studio conseguito all'’estero, riconosciuto idoneo. Tale studente deve inoltre presentare la domanda di ammissione per accedere alla verifica del possesso dei requisiti curriculari e dell’adeguatezza della personale preparazione.
Ciascun ordinamento didattico indica comunque i criteri specifici per l'ammissione ai
corsi di laurea magistrale, definendo i requisiti curriculari indispensabili, facendo rife-
rimento al titolo di laurea conseguito in determinate classi delle lauree triennali. Anche
l’adeguatezza della preparazione personale è verificata con procedure definite nel regolamento didattico di ciascun corso di studio.
7. Iscrizione ad anni di corso successivi al primo Gli studenti si iserivono agli anni di corso successivi al primo nel momento in cui definiscono, secondo quanto stabilito dall'Università, il carico didattico e sono in regola con alcune norme e con il pagamento delle tasse, entro un periodo di tempo che decorre da agosto fino a ottobre, Le tasse vanno pagate on line e l’iscrizione si perfeziona con il pagamento della prima rata di tassa e i contributi sono definiti dai corsi di studio. Gli studenti fuori corso che intendono esercitare i diritti derivanti dall'iscrizione devono richiedere ogniî anno all'università la ricognizione della loro qualità di studenti e pagare
Î servizi di segreteria
la speciale tassa, che aumenta progressivamente per ogni anno di iscrizione in qualità di studente fuoòri corso. In base al disposto dei vari regolamenti degli studenti, sono considerati studenti fuori COTSO:
* coloro che, avendo seguito il proprio corso universitario per l'intera sua durata e avendòne frequentato con regolare iscrizione tutti gli insegnamenti prescritti per l’ammissione all’esame di laurea o diploma, non abbiano superato tutti i relativi esami speciali o l’esame di laurea o diploma, fino a che non conseguano il titolo accademico; * coloro che, essendo stati iscritti ad un anno del proprio corso di studi ed essendo in possesso dei requisiti necessari per potersi iscrivere all’anno successivo, non abbiano chiesto o ottenuto tale iscrizione, per tutta la durata dell'interruzione degli studi; * coloro che, essendo stati iscritti ad un anno del proprio corso di studi ed avendo frequentato i relativi insegnamenti, non abbiano superato gli esami obbligatoriamente richiesti per il passaggio all'anno di corso successivo, fino a che non superino detti
esami.
Alla luce delle indicazioni fornite dai vari regolamenti degli studenti devono considerarsi come ripetenti coloro che hanno attività formativa ancora da frequentare. Per alcuni corsi di laurea, gli studenti sono tenuti a superare determinati esami prima di poter accedere all’anno di corso successivo. In caso contrario, sarebbero costretti a iscriversi in qualità di fuoriì corso. In questi casi, però, lo studente può anche chiedere di essere regolarmente iscritto entro i termini di legge a patto, però, dî riuscire a superare il suddetto sbarramento nella sessione straordinaria. Pertanto, questo tipo di iscrizione è detta «condizionata». Quindi, una volta conclusa la sessione straordinaria, se lo studente sarà riuscito a su-
perare il previsto sbarramento, si vedrà confermare la regolare iscrizione già eseguita, altrimenti, con procedura d'ufficio, sarà iscritto come fuori corso all’anno precedente.
8. Il piano di studio A seguito delle riforme intervenute negli anni, prima nel 1999 (con il D.M. 309/1999) e poi nel 2004 (con il D.M. 270/2004) sono ammessi dall’attuale ordinamento universitario solo i piani di studio individuali, subordinati, ove sia necessario, ad una previsione normativa nei regolamenti didattici dei corsi di studi. In tal modo la materia è disciplinata
diversamente a seconda dell’ateneo e del corso di studi.
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Secondo quanto era definito nell'ordinamento universitario previgente alla riforma del 1999 gli studenti potevano seguire piani di studio predisposti dalle università: quello statutario e quello consigliato o orientato. 1ì primo, quello statutario, era uguale per tutte le facoltà dello stesso tipo e presentava solo una netta distinzione tra esami fondamentali (obbligatori) ed esami complementari
che potevano essere scelti tra gli insegnamenti attivati nelle facoltà. Per orientare, poi, gli universitari nella scelta degli esami, i Consigli di facoltà predlsponevano anche dei piani di studio consigliati o orientati che consistevano in gruppi di materie, raccolte in insiemi dal punto di vista scientifico, corrispondenti ai vari indirizzi presenti nelle facoltà; gli studenti avevano la possibilità di scegliere nell’ambito di questi indirizzi già strutturati dai vari ordinamenti didattici.
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Capitolo 16
Accanto ai piani di studio prediìsposti dalle facoltà è stata prevista, inoltre, la possibilità
per lo studente di scegliere un piano di studi individuale, previa approvazione del Consiglio di Corso di studi o di Facoltà (artt. 2 L. 910/1969 e 4 L. 924/1970).
9. Esami di profitto Per esami di profitto s'intendono le prove o verifiche svolte secondo i regolamenti di Ateneo e dirette all’accertamento delle conoscenze e competenze acquisite dallo studente, davanti ad una commissione giudicatrice; la valutazione deve essere espressa in trentesimi.
Per essere ammessi agli esami di profitto lo studente deve essere regolarmente iscritto, einregola con il versamento di tasse e contributi; comprovare l'iscrizione alle corrispondenti materie e averne ottenuto l’attestazione di frequenza. Il voto relativo all’esame d1 profitto viene registrato nelle carriere degli studentì. Una volta superato l'esame o altra forma dì verìfica di profitti, gli studenti conseguono i crediti riferiti all'insegnamento.
10. Esame di laurea 10.1 Ammissione e Mmodalità dell'esame Per essere ammesso agli esami di laurea, lo studente deve comprovare di avere frequentato il rispettivo corso di studì per il numero di anni prescritto, di avere superato tutti i prescritti esami di profitto e di avere pagato tutte le tasse, sopratasse e contributi, o di esserne stato dispensato.
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Iì D.M. 270/2004 disciplinante i nuovi corsi di studìo stabilisce che ogni ordinamento didattico determina nel regolamento didattico di ateneo le caratteristiche della prova finale per il conseguimento del titolo di studio e la procedura per il suo svolgimento. Peri] conseguimento della laurea triennale lo studente deve aver acquisito 180 crediti in cui sono inclusi quelli acquisiti per l'esame relativo alla conoscenza di una lingua dell’Unione europea e quelli previsti per la prova finale. Perla laurea magistrale occorreranno 120 erediti oltre a quelli previsti per l'anno comune e quelli per il biennio metodologico; deve comunque essere prevista la presentazione di una tesi elaboratain modo originale dallo studente sotto la guida dî un relatore. Î criterio con cui si valuta la prova finale, espressa in centodecimi con eventuale assegnazione d1
lode, deve essere indicato nel regolamento didattico.
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10.2 La laurea «ad honorem» Secondo il dettato dell’art. 169 del TU. approvato con R.D. 1592/1933 la laurea ad honorem può essere conferita soltanto a persone che, per opere compiute o per pubblicazioni
fatte, siano venute in meritata fama di singolare perizia nelle discipline della struttura
didattica per cui è concessa». La deliberazione del Corso di studio che conferisce la laurea ad honoremm deve essere adottata con la maggioranza di due terzi dei voti ed approvata dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca attribuisce tutti i diritti delle lauree ordinarie. i
| servizi di segreteria BE0A
10.3 Le qualifiche accademiche Le qualifiche accademiche di dottore, dottore magistrale e dottore di ricerca spettano a coloro che hanno conseguito, rispettivamente, la laurea, la laurea magistrale o specialistica e il dottorato di ricerca. La qualifica di dottore magistrale compete a coloro che hanno conseguito la laurea se-
condo gli ordinamenti didattici previgenti al D.M. 509/1999.
' 11. Trasferimenti e passaggi 11.1 Trasferimento ad altro ateneo Visto che ogni sede ha una propria regolamentazione in materia, nel caso di trasferimento ad un altro Ateneo occorre informarsi presso l'Ateneo di destinazione sulle regole e le scadenze previste da quella Università, e in particolare sul termine di presentazione della domanda
di trasferimento,
sull’eventuale test di ammissione
e altre scadenze;
occorre essere in regola con i pagamenti delle tasse e verificare che gli esami sostenuti
siano correttamente registrati. In seguito è necessario compilare l’apposito modulo di
trasferimento e consegnarlo alle Segreterie degli studenti, assieme ad una marca da bollo e a] libretto universitario. Iì Rettore dell’Università dalla quale proviene lo studente è tenuto a trasmettere il foglio di congedo contenente la copia conforrmne della carriera dello stesso studente al Rettore dell’Università alla quale l’'interessato si vuole trasferire. l Rettore dell'università di accoglienza, a sua volta, provvede alla determinazione dell'ul— teriore svolgimento della carriera scolastica, udito il parere del Consiglio di facoltà competente, e ne dà notizia, per iscritto, all’interessato.
Ai sensi della nuova normativa, infatti la struttura didattica del corso di destinazione provvede al riconoscimento totale o parziale dei crediti già acquisiti dallo studente previsto dal regolamento didattico. 11.2 Passaggio ad altro corso di studi Gli studenti iscritti ad un corso di laurea che intendono trasferirsi ad altro corso di studi devono presentare apposita domanda con marca da bollo al Rettore nel periodo che va dal 1° agosto al 31 dicembre. Spetterà al nuovo Consiglio di facoltà o di corso di laurea verificare gli esarni sostenuti e, secondo quanto stabilito nella normativa del D.M. 270/2004, spetterà altresì il riconoscimento totale o parziale dei crediti già maturati dallo studente, secondo criterì e modalità previsti dal regolamento didattico del corso di laurea di destinazione anche ricorrendo eventualmente a colleghi per la verifica delle conoscenze effettivamente possedute. In ogni caso, la durata complessiva degli studì, tenuto conto degli anni già seguiti nel corso di provenienza, non può essere inferiore a quella prescritta per il corso al quale si passa. Diversamente dai trasferimenti, per i passaggi lo studente deve dichiarare di non voler più sostenere esami nella facoltà di appartenenza; solo dopo questa dichiarazione il suo fascicolo personale potrà essere trasmesso alla Segreteria della facoltà di destinazione.
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Capitolo 16 12. Studenti decaduti In via generale ai sensi dell’art. 149 del R.D. 1592/1933 e salvo quanto previsto dai singoli regolamenti didattici, coloro i quali abbiano compiuto l’intero corso degli studi universitari senza conseguire la laurea o che, per qualsiasi motivo, abbiano interrotto gli studi, qualora
intendano esercitare i diritti derivanti dall’iscrizione, sono tenuti a chiedere ogni anno all’Università la «ricognizione» della loro qualità di studenti e a pagare la relativa tassa. Gli studenti che non sostengono per un certo periodo di tempo esami vanno incontro alla decadenza degli esami universitari che comporta la perdita di quelli sostenuti; la perdita dei crediti formativi e l’obbligo di immatricolazione, sebbene si siano pagate regolarmente le tasse d’iscrizione.Non c’è una regola comune, ogni ateneo adotta proprie
regole per disciplinare la decadenza. Generalmente i tempi della decadenza si registrano
una volta trascorsi otto anni dal provvedimento di decadenza. Sono comunque esclusi
dal provvedimento di decadenza coloro i quali abbiano già sostenuto tutti gli esami di profitto e debbano svolgere unicamente l’esame di laurea. i Iì computo degli otto anni, a sua volta, înizia dalla data dell’ultimo esame di profitto, oppure dal momento in cui lo studente si sia venuto a trovare nella condizione di fuori corso. Il decorso del termine di decadenza si interrompe nel caso in cui lo studente (fuori corso) richieda il passaggio ad altro corso di laurea (prima, ovviamente, di essere incorso nella decadenza), oppure abbia sostenuto un esame, anche con esito negativo. Lo studente decaduto perde completamente la qualità di studente e, in quanto tale, non può più ottenere trasferimenti, passaggi o altri provvedimenti, ma può comunque richiedere certificati relativi alla sua carriera, seppure con l'annotazione dell'avvenuta decadenza. Nel caso in cui volessero riprendere gli studi, i soggetti colpiti dalla decadenza corrispondono, in buona sostanza, agli studenti che si iscrivono all'università per la prima volta.
Ciò significa che sono tenuti a rinnovare l’immatricolazione e a sostenere tutte le prove d'esame (incluse quelle che, eventualmente, avessero già superato prima di decadere). Nell’ambito della normativa introdotta con il D.M. 270/2004, sono previste norme derogatorie alla disciplina previgente: non solo è prevista la possibilità di definire nell'ambito dei regolamenti didattici di ateneo forme di verifica periodica dei crediti acquisiti e il numero da acquisire in tempi determinati ma è altresì previsto con appositi regolamenti il riordino della procedura amministrativa relativa alle carriere degli studenti sulla base delle disposizioni ministeriali e dei regolamenti didattici di ateneo.
13. Rinuncia agli studi Deve essere inoltrata con atto scritto, in modo chiaro ed esplicito, senza alcuna condizione e senza termini o clausole che ne restringano l’efficacia. La rinuncia sarà irrevocabile e lo studente non potrà, in avvenire, far rivivere la sua precedente carriera universitaria. Potrà solo ripetere il corso alla stregua di coloro che sono stati colpiti dalla decadenza. Lo studente che abbia înterrotto gli studi deve richiedere ogni anno la ricognizione ed è
tenuto a pagare le relatiìve tasse arretrate solo nel momento in cui voglia esercitare i dîritti connessi all’iscrizione, tanto per proseguire gli studi quanto per passare ad altro corso universitario, facendo valere la vecchia iscrizione ai fini di un’eventuale abbreviazione. In tal caso, l’interessato è tenuto a pagare soltanto le tasse di ricognizione per il periodo di interruzione degli studi, con esclusione di qualsiasi contributo.
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Qualora non voglia esercitare i diritti derivanti dall’iscrizione, lo studente può rinunciare agli studi intrapresi e cominciare ex novo il medèsimo corso di studi, ovverò iscriversi al primo anno di un altro corso di laurea — seppure non sia decaduto rispetto alla precedente iscrizione — senza essere obbligato a pagare le tasse di ricognizione arretrate.
14. Documenti e certificazioni .Ai sensi dell'art. 44 del regolamento studenti (R.D. 1269/1938) «Tutti i certificati, attestazioni, copie, estratti e altri documenti relativi alla carriera scolastica degli studenti devono essere rilasciati in conformità della legge sul bollo e debbono essere sottoscritti dal direttore generale». Le lauree e i diploma conferiti dalle università vengono rilasciati dal Rettore o d1rettore In caso di smarrimento o distruzione dei diplomi di laurea originali, gli atenei provvedono direttamente al rilascio dei duplicati, dopo che l’interessato abbia presentato al Rettore apposita dormanda in carta legale, corredata dei documenti comprovanti lo smarrimento o la distruzione del diploma. Al di fuori dei casi di smarrimento o distruzione, il Rettore può ugualmente consentire, per giustificati e comprovati motivi, il rilascio del duplicato del diploma in sostituzione di quello a suo tempo rilasciato, che dev’essere restituito alla Segreteria universitaria e conservato, previo annullamento, nel fascicolo personale dell’interessato.
15. Protezione dei dati personali dei laureati Iì D.Lgs. 10 ottobre 2018, n. 101 ha adeguato la disciplina contenuta nel D.Lgs. 30 giugno 20083, n. 196 (Codice in materia di protezione dei dati personali) al nuovo regolamento europeo - il Regolamento Generale per la protezione dei dati personali che, a partire dal 25 maggio 2018, è diventato direttamente applicabile in tutti gli Stati memnbri dell'UE. L'Università, in qualità del Titolare del trattamento, provvede al trattamento dei dati personali tenendo conto dei principi di liceîtà, correttezza, trasparenza, limitazione delle finalità, minimizzazione dei dati, esattezza, limitazione della conservazione, integrità, riservatezza e responsabilizzazione. I dati sono raccolti e trattati, in modalità cartacea o informatizzata, per il perseguimento delle finalità istituzionali. Queste concernono, per grandi linee, l'organizzazione delle lezioni, delle iniziative, delle attività di laboratorio e seminariali, l’erogazione del test di ammissione ai corsi di laurea, la gestione della carriera degli studenti, le comunicazioni istituzionali dell’Università per finalità amministrative, didattiche e di ricerca, l’erogazione di agevolazioni, borse e premi di studio e altri servizi relativi al diritto allo studio universitario. I dati trattati sono comunicati o sono comunque accessibili al personale docente, al personale dipendente o collaboratore, assegnato ai competenti uffici dell’Università, che, in qualità di referenti per la protezione dei dati, sono adeguatamente istruiti dal titolare, rappresentato dall’Università. L'Università può comunicare i dati personali, di cui è titolare, anche ad altre amministrazioni pubbliche, qualora le stesse trattarli per procedimenti di propria competenza istituzionale, nonché a tutti quei soggetti pubblici peri quali è prevista, obbligatoriamente, da disposizioni europee, norme di legge o regolamenti, la comunicazione. In virtù della normativa in vigore ogni interessato ha diritto di chiedere al Titolare, in qualunque momento, nei casi previsti dalla normativa, l’accesso ai propri dati personali,
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SIMONE
Capitolo 16
la rettifica dei dati personali inesatti e l’integrazione di quelli incompleti, la cancellazione, la limitazione del trattamento nonché di opporsi allo stesso trattamento, e di revocare il consenso eventualmente prestato, senza che ciò pregiudichi la liceità del trattamento basata sul consenso prestato prima della revoca.
16. Titoli conseguiti all’estero 16.1 Disciplina generale Le normative vigenti ammettono la possibilità di richiedere l’'equipollenza dei titoli di studio conseguiti all’estero, a patto di verificarne la corrispondenza con il nostro sistema d’istruzione superiore. ” Aì fini dell'ottenimento di tale riconoscimento, gli interessati sono tenuti a formulare apposita richiesta scritta da inoltrare all'attenzione del Rettore di un ateneo italiano-in cui sia contemplata la disciplina oggetto di valutazione. Le esperienze fin qui maturate hanno dimostrato che la maggior parte delle domande di riconoscimentoao si risolvono nell’iscrizione dei soggetti interessati a un ateneo italiano con abbreviazione del corso di studi prescelto. Così come è stato verificato anche che, nell'ambito dell'Unione europea, l’accettazione dell’'equipollenza dei titoli è tutt'altro che semplice o automatica. Lo dimostra il fatto che i richiedenti vengono spesso sottoposti a tirocini supplementari di adattamento o a prove attitudinali. Le leggi attualmente in vigore prevedono, altresì, che il riconoscimento dei titoli accademici esteri possa avvenire anche sulla base di specifici accordi bilaterali tra il nostro Stato e un altro Paese. In tal caso, c'è bisogno che l’accordo sia stato ratificato in Italia mediante un atto legislativo in cui risultino incluse speciali tabelle di equipollenza, le quali riportano gli elenchi dei titoli italiani accanto a quelli della nazione straniera ritenuti corrispondenti.
16.2 Riconoscimento dei titoli a) Titoli di studî medi
I cittadini italiani residenti all’estero e gli stranierì «possono essere ammessi presso le università e gli istituti superiori italiani all’anno di corso per il quale, dalle competenti autorità accademiche, siano ritenuti sufficienti i titoli di studio conseguiti all'estero». Per ottenere l’ammissione occorre possedere uno dei titoli di studi medi conseguiti all’estero compresi fra quelli per i quali è appunto previsto — o comunque possibile — il riconoscimento, L'art. 12 del regolamento studenti, a sua volta, precisa che coloro ì quali intendono iscriversi a un corso universitario in base a un titolo di studi medi conseguito all’estero devono rivolgere al'Rettore dell’Università o al direttore dell’istituto superiore prescelto, entro ì termini di legge, la relativa domanda d'immatricolazione o d’iscrizione, corredata da: * titoli e documenti comprovanti gli studi secondari compiuti all’estero e gli studi eventualmente compiuti e gli esami sostenuti presso atenei o istituti'superiori esteri; * un esposto documentato, contenente informazioni esatte circa la natura e il valore degli studi compiuti e dei titoli conseguiti all’estero; * un certificato che attesti la cittadinanza dell’interessato.
I servizi di segreteria
SiMONE
Sulla domanda deliberail Senato accademico, uditala facoltà competente, determina zido altresì l’ulteriore svolgimento della carriera scolastica, Per essere ammessi all'università o all’istituto superiore prescelto, gli studenti stranieri devono comunque dimostrare di conoscere la lingua italiana, mediante un’apposita prova da svolgersi in forma di colloquio. Qualora la prova non dovesse avere esito positivo, il candidato non può essere ammesso
nell’anno accademico successivo.
all’università, né può ripetere la prova, se non
b) Titoli accademnici
I titoli accademici conseguiti all’estero non hanno valore legale in Italia, salvo il caso di legge speciale sul reciproco riconoscimento dei titoli accademici. In base alla L. 11 luglio 2002, n. 148, che ha ratificato e reso esecutiva la Convenzione di
Lisbona dell’11 aprile 1997 sul riconoscimento dei titoli di studio stranieri, le università italiane hanno la competenza per il riconoscimento dei periodi di studio svolti all’estero e deititoli di studio stranieri ai fini dell’accesso all’istruzione superiore, del perseguimento degli studi universitari e del conseguimento dei titoli universitari italiani. Tale competenza è esercitata nell'ambito dell’autonomia universitaria e in conformità dei vari ordinamenti fatti salvi gli accordi bilaterali in materia; le università sì pronunciano sulle domande di riconoscimento, entro novanta giorni dal ricevimento della stessa ìstanza. I cittadini di Stati non membri dell’Unione europea prìma di ottenere il riconoscimento devono dimostrare la conoscenza della lingua italiana. Qualora l’esito della prova sia negativo essi non possono ottenere il riconoscimento richiesto, né ripetere la prova stessa se non nell’anno accademico successivo. Nel caso in cui il titolo accademico straniero sia riconosciuto parzialmente o non sia riconosciuto integralmente dall’Università italianalo studente può ottenere un’abbreviazione
del corso di studi prescelto presentando, tramite la Rappresentanza diplomatica italiana, oltre ai documenti richiesti per l’immatricolazione, i titoli di studio in originale, laurea e diploma di maturità, muniti della dichiarazione dî valore di detta Rappresentanza. Anche in questo caso il cittadino di un Paese terzo prima di ottenere l’abbreviazione di corso , deve dimostrare la conoscenza della lingua italiana. L'organo competente a riconoscere je abbreviazioni di corso è determinato dal Regolamento didattico di ateneo e gli effetti giuridici del riconoscimenta del titolo straniero decorrono dalla data della delibera dell’organo competente. ‘
ì|
"_Vol. 42 Manuale di Legislazione universitaria —\SIMON
D INDICE ANALITICO A
— organizzativa, 18
— universitaria, 7 e ss.
Abilitazione scientifica nazionale, 178 e ss. Accademia
— di Belle Arti, 29
— militare, 30 — naziìonale di danza, 29 — nazionale di arte drammatica, 29 Accesso ai corsi universitari ex lege 264/1999, 281-282
Accesso ai pubblici uffici del personale non
docente, 205 e ss. Accreditamento, 38-39, 254 Acquisti centralizzati, 166 e ss. Agenzia hazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR), 74 e ss.
Agenzia spaziale italiana (v. AS)
Alloggi, 252 e ss. Alta formazione artistica, musicale e coreutica, 29-30 Anagrafe nazionale della ricerca, 61 " Anticorruzione nella P.A. e nell’Università, 235
e ss.
Appalti pubblici di servizi, 143 e ss. Articolazione interna delle università, 90-91
AS 5455
Assegni di ricerca, 50-51 Assetto costituzionale dell’Università, 5 e ss. Assistenza ai diversamente abili, 261 e ss. Ateneo _ — bilancio unico, 113 e ss. — organi di, 84 e ss.
Attività
— negoziale dell'Università, 131 e ss. — socio-culturali e sportive, 267 Autarchia, 7 Autogoverno, 8
Autonomia — contabile, 102 e ss. — didattica, 14 e ss. — finanziaria, 9, 13-14, 95 e ss.
—
normativa, 9, 1] e ss.
B Benefici ' — criteri per la determinazione delle condizioni economiche e del merito, 249 e ss. — tipologia di studenti per l'attribuzione dei, 249 e ss. Beni — immobili, 247-248
— rmobili, 247-248
Biennio metodologico-formativo, 15 Bilancio — consolidato, 121-122 — unico d'ateneo d’esercizio, 117 e ss.
— unico d’ateneo di previsione annuale, 113 e ss. — unico d’ateneo di previsione triennale, 116 Borse di studio — assegnazione, 249 — criteri per la determinazione del merito, 250 — criteri perla determinazione delle condizioni economiche, 249-250 — post-laurea, 192
c Capacità negoziale, 131 e ss. Carta europea dei ricercatori, 184-185 Centri — di eccellenza dellaricerca, 47-48 — di ricerca, 45 i — di servizi interdipartimentali, 46 — interdipartimentali di ricerca, 45-46 — interdipartimentali e di ricerca, 45-46 Centro universitario sportivo italiano (vedi CUSI) Chiamata — di professori, 180 e ss. — di studiosi di chiara fama, 182 Cicli di studi, 34 e ss. Classi di laurea, 15
SE
RA Indice Analitico Cluster tecnologici nazionali, 61-62
CNAM, 80
CNR, 51 e ss. Codice dei contratti pubblici — contratti di rilevanza europea o sopra soglia, 142-143
— — — — —
contratti sopra soglia e sotto soglia, 142-143 disciplina, 133 e ss. ambito di applicazione, 138 e ss. principi generali, 133 e ss. responsabile unico del procedimento negli appalti e nelle concessioni, 145 e ss. Codice di condotta dei ricercatori, 185 Codice etico, 18
CODAU, 79
Collaboratori, 193 Collegi universitari legalmente riconosciuti, 253-254
Collegio — dei revisori dei conti, 88, 127 —
di disciplina, 18-19
Comitati per lo Sport Universitario (vedi CUS} Cormitato di esperti per la politica della ricerca
(CEPR), 80
Comitato
— di indirizzo per la valutazione della ricerca
(CIVR), 80
— nazionale dei garanti (CNGR), 44
— unico di garanzia (CUG), 80 — per la valutazione del sistema universitario, {(CNSVU), 80
— nazionale per la valutazione della ricerca (CNVR), 44
Coordinamento tra l'istruzione universitaria e gli altri gradi di istruzione, 79-80 Comrnissione di esperti per il coordinamento tra l'istruzione universitaria e gli altri gradi di istruzione, 79-80 i Commissioni di valutazione, 179-180 Comparti del personale (classificazione dei), 222 e ss. Conferenza dei Rettori delle università italiane
{CRUD), 78-79
Conservatori di musica, 29 Consiglio degli studenti, 89 Consiglio di Amministrazione — competenze, 87-88 — composizione, 87 Consiglio nazionale delle ricerche, (v. CNR)
Consiglio nazionale degli studenti universitari, 77 Consiglio nazionale per l'alta formazione artistica e musicale (CNAM), 80 Consiglio universitario nazionale (v. CUN)
Consorzio, per l’area di ricerca scientifica e tecnologica di Trieste, 61
Contabilità
— autonomia contabile, 102 e ss. — economico patrimoniale delle università, 104
e ss
- generale, 104-105 — principi, 110 e ss. Contratti — acquisti centralizzati, 166 e ss. -- aggiudicazione, 138-139 — classificazione, 132 — digitalizzazione, 157 e ss. — Codice dei contratti pubblici, 133 e ss. — di rilevanza europea o sopra soglia, 142
—
esecuzione, 143-144, 159-160
—
PNRR, 171 e ss.
.
— responsabile unico del procedimento negli appalti e nelle concessioni, 145 e ss. — sopra soglia e sotto soglia, 142-143, 160 e ss. — pianificazione e programmazione, 147-148 — privati della P.A,, 131-132 — procedura di evidenza pubblica, 151 e ss. — progettazione, 148-149
— sistema di governance sui contratti pubblici,
136 e ss. — stazioni appaltanti, 149 e ss. Contratto collettivo nazionale di lavoro del personale non dirigente dell’università, 220 e ss. Contributi per la mobilità internazionale degli studenti, 255 Contributo onnicomprensivo annuale, 100 Contribuzione studentesca, 283-284 Controlli sulla gestione finanziaria, 125 e ss. Convegno dei Direttori generali delle Amministrazioni universitarie (CODAU), 79 Convenzioni per acquisti di beni e servizi, 186
e ss. . Cocrdinamento tra l’istruzione universitaria e
gli altri gradi di istruzione, 79-80 Coordinate costituzionali, 5 e ss. Corsìi — accesso ai (ex lege 264/1999), 281-282 — di laurea in scienze motorie, 27 — di perfezionamento, 27
Indice Analitico AES —
di specializzazione, 23-24
— di specializzazione per l'area sanitaria, 24-25 — di specializzazione per le professioni legali, 26
Corso di laurea magistrale a ciclo unico, 35-38 Costituzione culturale, 5
Crediti formativi universitari, 33-34
Cultura scientifica — diffusione della, 63 — settimana della, 62
|
CUN, 76-77 CUS, 266-267 CUSI, 266-257
D Didattica universitaria — cerediti formativi universitari, 33-34 — evoluzione legislativa, 32-33 — quadro normativo di riferimento, 31 e ss. — L. 341/1990, 31-32
— percorso didattico (3+2), 15, 32 — percorso ad Y {1+2+2), 15, 32 e ss. Dipartimenti di eccellenza delle università, 46-47 Dipartimento — centri di servizi interdipartimentali, 46, 93 — centri perla ricerca interdipartimentale, 46,
93
— competenze, Consiglio di, — Direttore di, — di eccellenza
Giunta di, 92
— diritto al riposo, 227 — diritto alla progressione, 226 — diritto alla riservatezza, 227 — diritto alle pari opportunità 227 — diritto allo svolgimento delle mansioni, 226 — diritto di accesso agli atti, 227 — non patrimoniali, 226-227 — patrimoniaîi, 225-226 — sindacali, 227 Diritto agli studi universitari — attività a tempo parziale, 252 borse di studio, 249-250 — compiti dello Stato, delle Regioni e delle uniVersità, 247-248 — criteri perla determinazione delle condizioni economiche, 249-250 — criteri per la determinazione del merito, 250 — esoneri da tasse e contributi, 250-251 — fondamento normativo, 246-247 — fondo integrativo statale per la concessione delle borse di studio, 99 — livelli essenziali delle prestazioni (LEP), 248-
:
91 e ss. 92-93 91-92 delle università, 46-47
— introduzione, 91 — organi, 91 e ss. Diploma — dilaurea, 32 — di specializzazione, 32, 36 — in scienze motorie, 27 — universitario, 32 Direttore — amministrativo, 88 — di Dipartimento, 91-92 — generale, 88-89 Dirigenza — dirigenza pubblica, 212 e ss. — universitaria, 234 Diritti del personale non docente — diritto all’ufficio, 226
249
— monitoraggio sul diritto allo studio, 256 — sistema di finanziamento, 254-255 — sistemi di controllo, 251-252 —
strumenti e servizi, 248
— strutture residenziali, 252 e ss. Diritto di soggiorno per gli studenti degli Stati membri dell’Unione europea, 257 Dissesto finanziario, 122 e ss. ‘Documenti di bilancio, 113 e ss. Documenti e certificazioni — dichiarazione sostitutiva di certificazioni, 289 — protezione dei dati personali dei laureati,
289-290
— rilascio di duplicati di diploma, 289 Dottorato . — di ricerca, 36, 189 e ss. — di interesse nazionale, 193 — industriale, 193 Doveri del personale docente, 187 e ss. Doveri del personale non docente, 227 e ss, E Ente — autarchico, 8 — pubblico, 8
SHionÉ
_ SE
Indice Analitico
Enti pubblici di ricerca — autonomia, 48 —
altri enti, 60-61
— riordino, 49 e ss. Entrate, 95 e ss. Esami — dilaurea, 286-287 — di profitto, 286 Esoneri da tasse e contributi, 250-251 Esperti di lingua madre, 193-194
Facoltà di Scienze Motorie, 27 Finanziamenti — del MUR, 81 e ss. — europei, 65 e ss.
— fonti di, 95 e ss.
FIT (Formazione iniziale e tirocinio), 25 Fondazioni universitarie, 9-10
Fondo integrativo perla concessione dei prestiti d'onore e delle borse di studio, 99
Fondo per — gli interventi alla ricerca di base 99 — gli investimenti della ricerca scientifica e tecnologica (FIRST), 81 e ss., 99 — ipoli universitari tecnico-scientifici nel Mezzogiorno, 99 — il finanziamento ordinario delle università, 81, 96 e ss.
— il merito,83 — il sostegno dei giovani e per favorire la mobilità degli studenti, 255 — la formazione e l’aggiornamento della dirigenza, 83 — la premialità, 188 — la programmazione dello sviluppo del sistema universitario, 81 — l’edilizia universitaria e per le grandi attrezzature scientifiche, 81, 99 Fonti di finanziamento, 95 e ss. Formazione di livello universitario, 28-30 Formazione iniziale e tirocinio (vedi FIT}
Formazione tecnica superiore, 30 Fusione, 22
G Garante di Ateneo, 89-90
Gestione contabile e autonomia finanziaria delle università
Agenzia nazionale di valutazione del sisterna universitario e della ricerca, 74 e ss., 126-127 autonomia contabile, 102 e $s. autonomia finanziaria e contabile, 95 e ss. bilancio unico d'Ateneo, 113 e ss.
contabilità economico-patrimoniale, 104 e ss. contabilità generale, 104-105 controlli, 125 e ss. controllo di gestione, 108 e ss. dissesto finanziario, 122 e ss. documenti di bilancio, 113 e ss. entrate, 95 gestione finanziaria, 95 e ss. gestione patrimoniale, 108
nucleo di valutazione di ateneo, 126
piano dei conti integrato, 112-113 principi contabili, 110 e ss. potestà regolamentare, 102 e ss. regolamento per l'amministrazione, la finanza e al contabilità 127 e ss. SIOPE, 112-113
sistema di tesoreria, 124-125 Giunta di Dipartimento, 92
1 Immatricolazione, 281
Impiego pubblico accesso all', 205 e ss. estinzione del rapporto di, 219 rapporto di, 196 e ss. responsabilità, 219-220 riforme della pubblica amministrazione, 199
e Ss.
sistema delle fonti, 201 e ss. — svolgimento del rapporto di, 216-217 INAF, 55-56
INFN, 53-54 INGV.57-58
Inquadramento istituzionale dell'Università, 7Tess.
INRIM, 59-60
Insegnamento a distanza, 27-28 Îscrizione ad anni di corso successivi al primo, 284-285 ai corsì di laurea magistrale non a ciclo unico, 284
di studenti fuori corso, 284 di studenti ripetenti, 285 — n qualità di condizionato, 285
ev
indice Analitico
À.
— procedimento di, 280 e ss. ISEF {trasformazione), 27 Istituti — musicali, 29 — universitari, 21 e ss.
MIUR, 69-70
°
Istituto italiano di studi germanici, 61
Istituto nazionale di alta maternatica (INDAM), 60 Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (vedi INFN) Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (vedi INGV} Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale (0GS), 60 Istituto nazionale di ricerca metrologica (vedi INRIM) Istituzioni universitarie, 21 e ss.
L Laurea (esame di), 286 Laurea ad honorem, 286 Laurea magistrale — a ciclo unico, 35-36 — generalità, 15, 286-287 — in giurisprudenza, 16 Laurea specialistica, 15, 35-36
Laurea triennale — della riforma (DM509/1999), 15 —
della riforma (DM 270/2004), 15-16, 286
Lettori di scambio, 194 Libera università, 21 Libertà — d'insegnamento, 6-7 — dell'arte e della scienza, 6 Livelli essenziali delle prestazioni (LEP), 248-249
M Master universitario — di primo livello, 36 — di secondo livello, 36 Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR)
- direzioni generali, 71 e ss.
— disciplina, 70 — evoluzione storico-normativa, 69-70 — fondi di finanziamento, 81 e ss. — organizzazione, 71 e ss. — organismi consultivi, 74 e ss. — Segretariato generale, 73-74 Ministero dell'Università e della ricerca scientifica e tecnologica (MURST), 69
Mobilità interuniversitaria, 185-1868 Monitoraggio sul diritto allo studio, 256 Museo della fisica e centro ricerche Enrico Fermi, 58-59 -N Nucleo di valutazione, 88, 126
0 Organi di Ateneo — altri organi, 89 e ss. Collegio dei revisori dei conti, 88 — Consiglio di amministrazione, 87-88 — Direttore generale, 88-89 — generalità, 84 e ss. — Nucleo di valutazione, 88 — Rettore, 85-86 — Senato accademico, 86-87 Organismi del MUR, 74 e ss. Organizzazione degli studi universitari — primoa cicla, 34 — secondo ciclo, 34-35 — terzo ciclo, 36
Organizzazione — del personale non docente, 196 e ss. — universitaria, 21 e ss. Orientamento — introduzione, 268 e ss. — in ingresso, 271 e ss. in itinere, 273 e ss. in uscita, 275-276 per gli studenti con disabilità e con DSA, 276
e S.
— quadro normativo, 270-271
P Pari opportunità culturali, 5-6 Passaggio aà altro corso di studi, 287 Percorso —
aY,15, 32 e ss.
— percorso FIT 25 -- metodologico-formativo, 15 — professionalizzante, 15 Personale docente — abilitazione scientifica nazionale, 178 e ss. — altre figure, 194-195
SMN
SNE RE indice Anatitico — — — — — —
chiamata di professori, 180 e ss. chiamata di studiosi di chiara fama, 182 chiamata di studiosi ìimpegnati all’estero, 182 collaboratori ed esperti di lingua madre, 193 collocamento a riposo, 189 collocamento in aspettativa, 188
— dottorato di ricerca, 189 e ss.
— fondo per la premialità, 188 — meccanismo antecedente la riforma Gelmini, 17178
— mobilità interuniversitaria, 185-186 —
professore aggregato, 195
— professore straordinario (a tempo determinato), 194 — professori a contratto, 189 — reclutamento, 178 è ss. — regime a tempo definito, 187-188 — regime a tempo pieno 187-188 —
rìcercatori, 181 e ss.
Piani di studio, 285-286
Politecnici, 22
Preiscriìzioni, 280-281
Prestito d'onore aggiuntivo alla borsa di studio, 247
Principi contabili, 110 e ss. Principio autonomistico, 8-9 Procedimento disciplinare (personale non docente), 230 e ss. Procedura di evidenza pubblica, 151 e ss. Processo di Bologna, 19-20 Professore aggregato, 195 Professore straordinario (a tempo determinato} non di ruolo, 194
Professori universitari —
a contratto, 189
— aggregati, 195 — doveri didattici dei, 187 e ss. — ricercatori, 182 e ss.
— riforma Gelmini, 176-177
— ruoli, 177
— stato giuridico, 187 e ss. — tecnologi a tempo determinato, 195 — trattamento economico, 186-187 Personale non docente, (vedi anche impiego pubblico) — accesso ai pubblici uffici, 205 e ss. — classificazione del personale, 209 e ss., 222 e ss. — contrattazione collettiva, 201 e ss. — contratto collettivo nazionale del personale delle università, 220 e ss. — dirigenza pubblica, 212 e ss. — dirigenza universitaria, 234 — diritti non patrimoniali, 226-227 — diritti patrimoniali, 225-226 — doveri del dipendente pubblico, 227 e ss. — estinzione del rapporto di impiego, 219
— fonti del pubblico impiego, 201 e ss. — generalità, 196
— processo di privatizzazione, 197 e ss.
— rapporto di impiego pubblico, 196-197 — rapporto di lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, 196-197 -- responsabilità dei pubblici dipendenti, 219-220
— responsabilità disciplinare, 230 e ss.
— riforme del pubblico impiego,199 e ss. — status giuridico, 220 e ss. — svolgimento del rapporto di impiego, 216-217 Pino Nazionale di Ripresa e Residenza (PNRR), 64-65, 171 e ss.
g
— stato giuridico, 187 e ss. Progetti di ricerca (valutazione tra pari), 44 Progetti di ricerca di interesse nazionale delle università (PRIN), 82 Programma nazionale per la ricerca, 42 e ss. Programma quadro pluriennale di ricerca e innovazione, 65 e ss. Programmi di ricerca — convenzioni stipulate con imprese, 45 e ss. — dì rilevante interesse nazionale, 82 Promozione della cultura, 5 Protezione dei dati personali dei laureati, 289290
Quadro di riferimento della didattica universitaria, 32 e ss. Qualifiche accademiche, 287 Quadro normativo dell'orientamento universi-
tario, 270-271
Rii Rappresentanza degli studenti, 94 Razionalizzazione dell’offerta formativa, 22 Reclutamento del personale docente — abilitazione scientifica nazionale, 178 e ss. — chiamata dei professori, 180 e ss. — ricercatori, 182 e ss.
Indice Analitico EEE] Regime — a tempo definito, 187188 — regime a tempo pieno 187-188 Regolamenti universitari, 12-13 Regolamento :
— didattico dei corsi di studio, 1718
— didattico di ateneo, 16-17 — di ateneo per l'amministrazione, la finanza e la contabilità, 13, 127128 Regolamento per l'amministrazione, la finanza e la contabilità dell'Università di Siena — bilanci di previsione, 129 — documenti di fine esercizio, 129-130 — organizzazione del sistena contabile, 128 — principi generali, 128
— valutazione tra pari perla selezione dei pro-
getti di ricerca, 44 Ricercatori universitari, 182 e ss. Riconoscimento dei titoli stranieri, 290-291 Riforma del Ministero, 70 e ss.
Riforma
— della docenza universitaria, 178 e ss. — dell'Università, 8 e ss. Riforma dell’autonomia didattica — cd. ad Y, 15-16 — del (3+2),15 — evoluzione legislativa, 14 e ss. Rinuncia agli studiî, 288-289
processo di programmazione, 129
INFN)
— Istituto nazionale di ricerca metrologica, {vedi INRIM)
— linee programmatichie, 42 e ss. — Ministero, 41 e ss. — Museo della fisica e Centro studi e Ricerche Enrico Fermmi, 58-59 — Programma nazionale della ricerca 2021-2027, 42-43
— scientifica e tecnologica, 41 e ss.
S S$chema di budget economico e degli investimenti 114 e ss. Scienze Motorie (facoltà), 27 Scuole — dell'’Ateneo, 93 — dirette a fini speciali, 23 — di specializzazione, 23 e-ss. — di specializzazione dell'area sanitaria, 24 — di specializzazione per la formazione degli insegnanti delle scuole secondarie, 25 — di specializzazione per le professioni legali, 26
— superiori per mediatori linguistici, 30 Segreteria — accesso aiî corsi universitari (ex lege264/1999),
I
I
281-282
— — — —
compiti, 282-283 documenti e certificazioni, 289 esarmne di laurea, 286-287 esami di profitto, 286, immatricolazione, 282 iscrizione ai corsì di laurea magistrale (non a ciclo unico), 284
”
— iscrizioni ad anni successivi al primo, 284-285 — norme in materia di tasse e contributi, 250-
251, 283-284
passaggi ad altro corso di studi, 287 piani di studio, 285-286 — pre-iscrizioni 280-281 — protezione dei dati personali dei laureati,
I
Researchitaly, 62 Responsabilità disciplinare del personale non docente, 230 e ss. Rettore — competenze, 85-86 — modalità di elezione, 85 Ricerca — Agenzia spaziale italiana (Vedi ASIÌ) — altri enti di ricerca, 60-61 — Anagrafe nazionale della ricerca, 61 — assegni di, 50 — centri istituzionali, 45 e ss. — Comitato nazionale dei garanti (CNGR), 44 — Consiglio nazionale delle Ricerche, 51 e ss. — enti pubblici, 48 e ss. — finanziamenti, 63 è ss. — funzioni del Ministero in materia di, 42 — ingresso e soggiorno degli stranieri per la ricerca scientifica, 258-259 — Istituto Nazionale di Astrofisica, (vedi INAF) — Istituto nazionale di geofisica e Vulcanologia, (vedi INGV) — Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, (vedi
!
—
— Università quale centro di ricerca, 45 e ss. — valutazione della qualità della ricerca, 45
289-290
M
00] indice Analitico — rinuncia agli studi, 288-289
studenti decaduti, 288
— titoli conseguiti all’estero, 290-291 — trasferimenti ad altro ateneo, 287 Senato accademico, 86-87 Servizi — di assistenza riservata agli studenti italiani,
— domanda di preiserizione, 259-260 — ingresso e soggiorno degli stranieri per la ricerca scientifica, 258-259” — non appartenenti all’Unione europea e apo-
lidi, 258
Strutture residenziali, 252 e ss.
AT
248
— di assistenza riservata agli studenti di naziornalità straniera, 260-261 — di segreteria, 280 e ss. — per gli studenti, 248-249 Sistema di tesoreria, 124-125 Sistema tenure track, 183-184 S$pazio europeo dell’istruzione superiore, 19-20
$$18, 25
Statuto, 11-12
Stazione zoologica Anton Dohrn, 61 Stazioni appaltanti, 149 e ss. Strutture — di raccordo, 93 — semplificate, 93-94 Studente con disabilità o con DSA — agevolazioni economiche, 263 — durante il corso di studi, 264-265 — inclusione universitaria, 261 e ss. — prima dell'immatricolazione, 263-264 — tutor, 265 Studenti — attività socio-culturali e sportive, 266-267 — attività a tempo.parziale, 252 — borse di studio, 249-250 — capaci e meritevoli anche se privi di mezzi,
Tasse e contributi —
contribuzione studentesca, 283-284
— esoriero totale o parziale, 250-251 Tenure track (sistema del), 183-184 Tesi, 286
Tesoreria — mista, 124-125 —
unica, 124
Titoli conseguiti all’estero — disciplina generale, 290 — riconoscimento dei titoli, 290-291 Titoli universitari — ante riforma, 32 — conseguiti all’estero, 290-291 — post riforma, 32 Trasferimenti dello Stato alle Università, 95-96 ‘Trasferimenti ad altro ateneo, 287 ‘Trasformazioni delle università in fondazioni, 9-10
Trasparenza nella P.A. e nell’Università, 235 e ss. Trattamento economico — del personale docente, 186-187 — del personale non docente, 225-226
U
249-250
— decaduti, 288 — degli Stati membri dell’'Unione europea, 257 — diritto agli studi universitari, 246 e ss. disabili, 261 e ss. — esoneri da tasse e contributi, 250-251 — iniziative per il sostegno (degli), 255-256 — monitoraggio sul diritto allo studio, 256 — qualifiche accademiche, 287 — servizi minimi, 248-249 — sistema di controllo, 251-252 — sistema di finanziamento, 254-255 — strutture residenziali, 252 e ss. Studenti stranieri — ammissione nelle università italiane, 258 e
ss.
— assistenza sanitaria, 260-261
Uniformità di trattamento per il diritto agli studi universitari, 249 e ss.
Università — — — — — — — — — — — —
alloggi, 252 e ss. articolazione interna dell, 90-91 attività contrattuale delle, 131 e ss. beni immobili, 247-248 beni mobili, 247-248 codice etico, 18 collegio di disciplina, 18-19 come centro di ricerca, 45 e ss. controlli, 125 e ss. delibera di autorizzazione a contrarre, 151-152 direttore generale, 88-89, 212 e ss. dottorato di ricerca, 36, 189 e ss.
ss
Indice Analitico entrate, 95 e programmi di ricerca, 42 e ss. gestione contabile, 102 e ss.. gestione patrimoniale, 104 e ss. inquadramento istituzionale dell’, 7-8 non statali legalmente riconosciute, 21 organi di ateneo, 84 e ss.
personale docente dell, 176 e ss.
Personale non docente, 196 8 ss. piano dei conti integrato, 112-113 potestà regolamentare, 102 rapporto di impiego pubblico, 196 e ss. regolamenti per l'amministrazione, la finanza e la contabilità, 13, 127 e ss. ricorso all'indebitamento, 100-101 rìforma dell’, (L. 240/2010), 8 e ss.,
— SIOPE, 12-113
— statali, 21 —
statuti, 11-12
— telematiche, 27-28 — trasferimenti dello Stato, 95-96 — trasformazione delle università in Fondazioni, 9-10 — trasparenza e anticorruzione nell, 235 e ss.
v Valutazione — degli atenei, 11 — della qualità della ricerca, 45 Valutazione tra pari per la selezione dei progetti di ricerca, 44
SEE
Vol. 42 Manuale di Legislazione universitaria |SiMONE
| D] INDICE GENERALE Capitolo 1 L’assetto costituzionale dell'Università 1. Le coordinate costituzionali.... 1.1 La promozione della cultur: 1.2 Le pari opportunità culturali 1.3 La libertà dell'arte e della scienza 1.4 La libertà d'insegnamento 2. Inquadramento istituzionale dell’Università 3. Îl processo di riforma dell'Università 3.1 Îl principio autonomistico 3.2 Trasformazione delle università in Fondazioni . 3.3 La riforma dell'Università (Legge 240/2010)....
4. L’autonomia normativa
4.1 Gli Statuti........
4.2 I regolamenti universita]
5. L’autonomia finanziaria . 6. L'autonomia didattica
6.1 Evoluzione legislativa. 6.2 Regolamenti didattici di ateneo 6.3 Regolamenti didattici dei corsi di studio. 7. L'autonomia organizzativa... 8. Il Codice etico e il Collegio di disciplina (L. 240/2010).. 8.1 Il codice etico ... 8.2 Il Collegio di disciplina
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Capitolo 2
Le istituzioni universitarie e le scuole di specializzazioni 1. Le università statali e le università non statali legalmente riconosciute 2. La razionalizzazione dell'offerta formativa
3. Le scuòle dirette a fini speciali, le scuole di specializzazione e i corsi di perfeziona3.1 Le scuole dirette a fini speciali 3.2 Le scuole di specializzazione
3.3 I corsì di perfezionamento. ' . 4. La trasformazione degli ISEF e l'istituzione e dei corsi di laurea e di diploma in Scienze motorie .......
5. Le università telematiche . 6. La formazione dì livello universitario
6.1 L'alta formazione artistica, musicale e coreutica. 6.2 La formazione tecnica superiore
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SNE
Indice Generale Capitolo 3 1l quadro normativo di riferimento della didattica universitaria . Gli strumenti di articolazione della didattica universitaria
. La didattica universitaria
2.1 Evoluzione legislativa. 2.2 I crediti formativi.... . L’organizzazione degli studi universitari 3.1 Primo ciclo: corso di laurea 3.2 Secondo ciclo: corso di laurea magistrale (o specialistica)....
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3.3 I] corso di laurea magistrale (o specialistica} a ciclo unico e 1l corso di master d1
primo livello 3.4 Terzo ciclo: Dottorato di ricerca, corso di specializzazione emaster di secondo livello.... . Le linee guida per l'istituzione e latuvazxone da parte delle università dei corsì d1 studio (D.M. 26 luglio 2007)
4.1 Obiettivi generali .
4.2 Gli obiettivi specifici degli atenei. 4.3 La mobilità degli studenti . La procedura di accreditamento.... . Linee generali d'indirizzo della pmgrammazmne de\ìe università 2021-2023 ..
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Capitolo 4 la ricerca 1 La ricerca scientifica e tecnologic: 1.1 I] Ministero .... 1.2 Le funzioni del Ministero in materia di ricerca. 1.3 Le linee programmatiche... 1.4 La valutazione tra pari per la selezwne dei progetti di ricerca. . L'Università quale centro di sviluppo della ricerca. 2.1 I vari centri di ricerca. 2.2 Centri interdipartimentali e Centn di ricerca 2.3 I Dipartimenti di eccellenza delle università
2.4 Centri di eccellenza della ricerca
. Gli enti pubblici di ricerca. 3.1 L'autonomia........
. . . .
3.2 Îl riordino degli enti di ricerca Gli assegni di ricerca (L. 240/2010) Îl Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) Istituto Nazionale di Fisica Nucleare {INFN). Agenzia Spaziale Italiana (ASD)... l
. Istituto Nazionale di Astrofisica (KNAF)
. . . . .
Istituto Nazionale di Geofisica e Vuleanologia (INGV) Museo della Fisica e (Centro Ricerche Enrico ermi (CFREF) Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRIM) . Gli altri enti di ricerca... Cluster tecnologlcl nazmnah researchlta]y, setnmana della cultura scientifica e diffusione della cultura scientifica.... 13.1 Cluster tecnologici nazionali e researchlta.ly
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Indice Generale 13.2 Settimana della Cultura scientifica. 13.3 Diffusione della cultura scientifica 14. 1 finanziamenti nazionali e previsti dalla normativa europe: 14.1 Finanziamenti nazionali per la ricerca.
SINE
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62 62 63 63
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64
1. Evoluzione storico-normativa. 1.1 Îl Ministero dell'Università e della Ricerca Sc1ent!fica e Tecnologzca (MURST) ...
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69 69
versità e della Ricerca (MIUR) ... 2. Îl Ministero dell'Università e della Ricerca (MUR} .
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74 76 77 78 789 79
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79
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81
14.2 I} PNRR........
14. 3 ] finanziamenti previsti dalla normatlva europea
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65
Capitolo 5
l Ministero dell’Università e della Ricerca
1.2 La riforma introdotta dal D.Lgs. 300/1999: il Ministero dell’Istruzione, dell’Uni-
3. L’organizzazione del MUR.
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5. Gli organismi consultivi del MUR per il sistema universitari, 5.1 L'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca
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4. I] Segretariato generale..
5.2 5.3 5.4 5.5 6. Gli 6.1
Il Consiglio universitario nazxonale (CUN) Il Consiglio nazionale degli studenti universitari (C(NSU) La Conferenza dei Rettori delle università italiane (CRUI) Il Convegno dei Dirigenti Generali delle Amministrazioni Universitarie-| CODAU altri organismi del MUR.... Commissione di esperti per il coordinamento tra l’istruzione universitaria e gh altri gradi di istruzione ..
7.
6.2 Il Consiglio nazionale per l'alta formazione artistica e musicale (CNAM) . 6.3 Il Comitato di esperti perla politica della ricerca (CEPR) .....................
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I finanziamenti del MUR..
7.1 1 fondi di finanziamento. 7.2 Il Fondo per gli investimenti nella ricerca scxent1fica e tecnologica (FIRST).
7.3 l Fondo per il merito..
7.4 Fondo per la formazxone e lagglornamento della dirigenz: 7.5 Fondo per i poli universitari tecnico-scientifici nel Mezzogiorno ...
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» — D
71
74
80 80 81 82
83° 83 83
Capitolo 6
Gli organi di Ateneo e Organismi consultivi 1. Gli organi dî governo delle università 2. Il Rettore.. 2.1 Modahta di elezione e v1
238 238 238 239 240 240 2434 241 243
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Capitolo 12 Trasparenza e anticorruzione nella P.A. e nell’Università . 1l «bene pubblico» trasparenza...... . La buona amministrazione e la deviazione dall'interesse pubblico. . Gli attori dell'anticorruzione e della trasparenz: 3.1 I soggetti che operano a livello nazionale.. 3.2 I soggetti che operano a livello di singola PA. . Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) e Piani triennali di prevenzione della corruzione e della trasparenza (PTPCT)...
4.1 Il Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) 4.2 I] Piano triennale di prevenzione della corruzione e di trasparenza (PTPCT) . 4.3 1l Piano integrato di attività e organizzazione (PIAO)..
. Le aree di rischio....
[
. Il sistema della v1glla.nza e 1e sanzioni . Îl sistema anticorruzione e trasparenza nelle università. 7.1 L'autonomia universitaria ............ 7.2 I soggetti dell’anticorruzione nell’Università
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Indice Generale E!l
8. Trasparenza e obblighi di pubblicazione sui siti i
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244
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. 244
1. l fondamento normativo del diritto agli studi universitari,
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246
3. Strumenti e servizi del diritto allo studio 4. I livelli essenziali delle prestazioni (LEP) . 5. Borse di Studio... 5.1 Lassegnazzone delle barse di studio. 5.2 I criteri per la determinazione delle condizioni economiche 5.3 I criteri per la determinazione del merito
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248 248 249 249 249 250
9. Strutture residenzial 9.1 Le varie strutture 9.2 I collegi universitari legalmente riconosciul
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8.1 Amministrazione trasparente.
8.2 Vigilanza e sanzioni
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245
Capitolo 13 Iì diritto agli studi universitari 2. Compiti dello Stato, delle Regioni e delle università
6. Esoneri da tasse e contributi 7. Îl sistema di controllo 8. Attività a tempo parziale degli studentx
9.3 L’accreditamento dei Collegi universitari di merito
10. Iì sisterna di finanziamento..,....... 11. Îl monitoraggio sul diritto allo studio
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247
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250 251 252
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252 252 253 254 256
Capitolo 14 Studenti stranieri e disabili. Attività culturali e sportive 1. Studenti degli Stati membri dell'Unione europea
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2. Studenti non appartenenti all’Unione europea e apolidi.
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4. Assistenza sanitaria riservata agli stranieri 5. Studenti disabili....
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1.1 Iì D.Lgs. 30/2007.......
1.2 Accesso alle universit:
3. Ammissione di studenti stranieri ai percorsì di formazione superiore. 3.1 La domanda di pre-iscrizione ...... 5.1 Finalità della legge-quadro ...
5.2 Inserimento e integrazione sociale. 5.3 L'assistenza universitaria .................... ' 6. L’inciusione universitaria dello studente con disabilità o con disturbi specxfic1 dell'apprendimento (DSA) 6.1 Le agevolazioni economiche . 6.2 Prima dell'immatricalazione.. 6.3 Durante il corso di studi: le misure compensative e dispensativi 64 La figura del tutor..... 7. 1 Comitati per lo Sport Universitario (CUS
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257° 259 259
260 261
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262 262
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Indice Generale
Capitolo 15 L’orientamento universitario
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. . . . . .
Per un orientamento consapevole Îl quadro normativo dell’orientamento universitario Orientamento În ingresso..................iiiiiiiiiiiiiiiiinini Orientamento in itinere Orientamento in uscita. L’orientamento degli studenti con disabilità e con disturb mento (DSA) 6.1 il quadro normativo. 6.2 Orientamento in ingresso 6.3 Orientamento in uscita..
‘pecifici dell’apprendi-
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268 270 271 273 275
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Capitolo 16 1 servizi di segreteria 1. Pre-iscrizioni.... 2. Accesso ai corsi universitari ex lege 264/1999 3. lmmatricolazione ...... 3.1 Titoli di ammissione
E & P A a
. . .
3.2 Procedura
Le Segreterie. Norme in materia di tasse e contributi......... Iscrizione ai corsi di laurea magistrale (non a ciclo unico) Iscrizione ad anni di corso successivi al primo.................
. Il piano di studio .
©
e
©
. Esami di profitto . Esame di laurea............. 10.1 Ammissione e modalità dell’esame. 10.2 La laurea «ad honorem»... 10.3 Le qualifiche accademiche 11. Trasferimenti e passaggi ......... 11.1 Trasferimento ad altro ateneo. 11.2 Passaggio.ad altro corso di studì. 12. . Studenti decaduti 13. . Rinuncia agli studi 14, . Documenti e certificazioni 15. . Protezione dei dati personali dei laureati,
16. Titoli conseguiti all’estero. 186.1 Disciplina generale 16.2 Riconoscimento dei titoli
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] Annotazioni
LI SIMONE -PER
VOLUMI COLLEGATI 42/1
Quiz di Legislazione universitaria
4/1
Compendio di Diritto Arnministrativo
13/1
Compendio di Contabilità di Stato e degli Enti Pubblici
506/7 Codice Amministrativo Fondamentale
ESAMI « CONCORSI « FORMAZIONE PROFESSIONALE i Manuale di Legislazione Universitaria, giunto alla sua XXV -edizione, espone in modo chiaro e completo la complessa legislazione che attiene al funzionamento e allo sviluppo del sisterna universitario. Il testo analizza tutti gli aspetti concernenti l’organizzazione del mondo universitario: la didattica, la ricerca, il personale docente e tecnico amministrativo, il finanziamento e la gestione contabile dell'Università nonché l'attività contrattuale e quella relativa all'orientamento universitario e ai servizi di segreteria. Questa edizione, inoltre, è arricchita di un ulteriore capitolo concernente il sisterna di trasparenza e anticorruzione nella PA. e nell'Università ed è aggiornata ai più recenti provvedimenti normativi, tra cui in particolare: le misure introdotte con la legge di bilancio 2022 e le disposizioni del D.L. 77/2021 attuativo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza {PNRR). i{ manuate costituisce perciò un valido supporto per la preparazione di esami e concorsi nella selezione e nella progressione di carriera del personale universitario (Come quelli per assistente e collaboratore amministrativo) nonché per quelli che già operano a vario titolo nella gestione delle università. Indice L'Assetto costituzionale dell'Università
Le istituzioni universitarie e le Scuole di specializzazione Ii quadro normativo di riferimento della didattica universitaria
La ricerca IL Ministero dell'Università e della Ricerca Gli organi di Ateneo I personale docente t personale non docente
Le fonti di finanziamento La contabilità L'attività contrattuale
1l diritto agli studì universitari Trasparenza e anticorruzione nella P.A. e nell'Università
Studenti stranieri e disabili L'orientamento universitario | servizi di segreteria
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Questo volume, sprovvisto del falloncino a fronte, è da Consi y : derarsi copio fuori commer ‘ y . 60 come d nomativa a. . Misente l solo tallonciî - Po costitisce prova $aB, ... d'acquisto. dac %.
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