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Italian Pages 146 Year 2002
ROSACALZECCHI ONESTI Questo lihr(l ::si.rjvolge a chi ,1u)le impar:1:reda sn!o in t-empo raefooevoJe il lati.no, mai smdi11.loprioo~ o anche Slu• un disto e dimcntic,uo. La scdta è c.1duro :ml De.,\1agi$!t'O, dialogo riC>. 40
41
transeamus,da trans + eo, -is, -ivz:-itum, -ire, «passare oltre»,
AnEODATIJS 4
patiamur, da patio0 -eris,passussum, pat; «sopportare», «patire», «subire». 46 Contingere,(da cum+tango) «capitare», «toccare in sorte».
immo, avverbio, «anzi>>.
-is)
Tertiapraepositio est "ex", pro qua "de" possumus, La terza è la preposizione "ex", invece della quale credo che
«oltrepassare>>.
bine, «da qui», cioè da questo intoppo della discussione, 44 mora,-ae,sost, femm, «indugio», «perdita di tempo»,
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5
ut arbitrar,dicere, possiamo dire "de". AUG!JSTINUS
6
Non id quaero ut pro una voce notissima aliam vocem Non chiedo questo, che per una voce notissima tu dica
contigz:contactum)contingere, 7
aeque notissimam, quae idem signi/icet, dicas, un'altra voce pure notissima, che significhi lo stesso,
94
8
9
UNITÀDI LAVORON. 4
si tamen idem signi/icat: sed interim concedamus ita esse. se poi significa lo stesso: ma per ora concediamo che sia così.
quaereremque abs te quid "de" significaret diceres "ex", e io ti chiedessi che cosa significa "de", tu diresti "ex",
11
12
13
con parole, cioè segni coµ segni, e segni notissimi con notissimi:
23
ego autem illa ipsa, quorum haec signa sunt, l1laio proprio quelle cose, di cui questi sono segni, -ihi si posses, vellem ut ostenderes.
24 "'
vorrei, se tu potessi, che tu mi facessi vedere.
cum haec duo verba essent, id est signa unum aliquid, essendo queste due parole, cioè segni, come tu credi, significanti
_3.5 AnEODATUS
ut tu putas, significantia: ego autem idipsum nescio quid qualcosa dì unico: ma io precisamente appunto quel non so cosa
1
unum, quod bis duobus signis signi/icatur, inquiro. dì unico, che con questi due segni è significato, sto cercando
Mirar te nescire, ve! potius simulare nescientem, Mi meraviglio che tu non sappia, o piuttosto finga di non sapere,
2
responsione mea fieri quod vis omnino non passe; che con la mia risposta non si può proprio fare ciò che vuoi;
AnEODATUS 14
Mihi videtur secretionem quandam significare ab ea re Mi sembra che significhi una specie di separazione da quella cosa
15
in qua fuerat aliquid, quod ex illa esse dicitur, sive in cui era stato alcunché, che si dice essere fuoti da quella, sia
16
17
1s
illa non maneat, ut in hoc versu, non manente urbe, che essa non rimanga, come in questo verso, non restando la città,
AuGUSTINUS 19
siquzdem sermocinamur, ubi non possumus respondere nisi verbis. stiamo parlando, qui non possiamo rispondere che con parole. 4
Tu autem res quaeris eas quae, quodlibet sint, verba certe non sunt, Ma tu chiedi cose che, qualunque cosa siano, parole certo non sono,
5
quas tamen ex me tu quoque verbis quaeris. Prior itaque tu e tuttavia tu pure me le chiedi con parole. Tu per primo, dunque,
6
sine verbis quaere, ut ego deinde ista conditione respondeam. chiedi senza parole, sicché io poi risponda a cotesta condizione.
7
Iure agis, fateor: sed si quaererem istae tres syllabae Sei nel tuo diritto, confesso: ma se chiedessi queste tre sillabe
poterant aliqui ex illa esse Troiani: sive maneat, sicut potevano esserci da quella dei Troiani: sia che resti, come ex urbe Roma dicimus esse negotiatores in Africa. diciamo che ci sono in Africa dei commercianti da Roma. Ut concedam tibi haec ita esse, nec enumerem quam Mettiamo che ti conceda che sia così e non conti quante
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verba, id est signis signa, eisdemque notissimis notissima: 'l,'1-
Certe si poeta iste non "ex tanta urbe", sed "de tanta" dixisset, Certo, se il poeta avesse detto non "ex tanta", ma "de tanta"
10
UNITÀDI LAVORON. 4
AuGUSTINUS
s quid signi/icent, cum dicitur "paries'', nonne posses che cosa significhino, quando si dice "parete", non potresti forse 9
digito ostendere, ut ego prorsus rem ipsam viderem mostrarla col dito, e così naturalmente io vedrei la cosa stessa
20
multa /ortasse praeter hanc tuam regulam reperiantur cose probabilmente si possano trovare fuori di questa tua regola,
10
cuius signum est hoc trisyllabum verbum, demostrante te, di cui è segno questa parola trisillaba, mentre tu me la mostri
21
illud certe tibi attendere /acile est, exposuisse te verbis di questo certo ti è facile accorgere, che hai esposto parole
11
nulla tamen verba referente? e però senza pronunciare parole?
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UNITÀ DI LAVORO N. 4
UNITÀDI LAVORON. 4
ADEODATUS 12
n si eadem corpora praesentia sint, fieri posse concedo. corpi, se i medesimi corpi sono presenti. AuGUSTINus
JJ Giusta osservazione: non· tutti gli elementi corporei, ma tutti 24
26
71
Ita est. È così.
corporibus etiam corporum qualitates, ut nihilominus etiam
29
istae, cum praesentes sunt, doceri sine verbis possint? queste, quando sono presenti, possano essere indicate senza parole? ADEODATUS
20
Ego, cum corpora dicerem, omnia corporalia intelligi volebam, Io, dicendo corpi, volevo che si intendessero tutti gli elementi corporei,
21
id est omnia quae in corporibus sentiuntur.
io
J1
Rifletti però se anche di qui tu non debba fare qualche eccezione.
aut omnia quae volunt aut certe plurima? Quod cum se non tutto quello che vogliono, certo moltissimo? E quando ciò
i2
/it, non
utique sola visibilia sine verbis ostenduntur,
avviene, non già le sole cose visibili senza parole son mostrate, JJ
sed et soni et sapores et cetera huiusmodi. Nam ma anche suoni e sapori e tutto il resto del genere. Così
l4
et histriones totas in theatris fabulas sine verbis saltando anche i mimi nei teatri illustrano e sviluppano danzando
AuGosTINUs
Considera tamen utrum etiam bine aliqua tibi excipienda sint.
vel quaerant, ve! respondeant, ve! doceant, vel indicent o domandino, o rispondano, o insegnino, o indichino
cioè che sono percepiti nei corpi.
22
quasi sermocinentur, ipsique surdi non minus gestu a gesti con i sordi, e i sordi stessi non meno a gesti
ai corpi anche le qualità dei corpi, così che senz'altro anche 19
Nunquamne vidisti ut homines cum surdis gestu Non hai visto mai come gli uomini quasi discorrano
Perché dunque anche questo può essere mostrato col c!ito?O aggiungi 1s
sint corporalia, non tamen digito posse monstrari.
AUGOSTINUS
28
Cur ergo et hic digito demonstrari potest? An addis
quamquam sentiri sine corporibus nequeant, et propterea
siano corporei, non per questo possono essere mostrati col dito.
AuGUSTINus
17
calorem et alza, quae ad ceteros sensus pertinent
quantunque non possano essere percepiti senza i corpi, e pertanto
ADEODATUS 16
i visibili avrei dovuto dire: riconosco che suono, odore, sapore, peso, calore e altri, che riguardano gli altri sensi,
corporis qualitatem? qualità di un corpo?
visibilia dicere debui: /ateor enim sonum, odorem, saporem,
Z5 gravitatem,
Num èolorem corpus dicimus, an non potius quamdam E il colore lo diciamo corpo, o non piuttosto una determinata
15
Bene admones: non enim omnia corporalia, sed omnia
Hoc in soli.r nominibus quibus corpora sigm/icantur Concedo che questo possa darsi solo con nomi con éui si significano
14
AJ)EODATUS
Js
plerumque aperiunt et exponunt. intere farse senza parole.
97
98
AnEODATUS >6
Nihil habeo quod contradicam, nisi quod illud "ex" non ho niente da dire in contrario, se non che il famoso "ex"
37
non modo ego, sed nec ipse quidem saltator histrio tibi sine non solo io, ma neanche il tuo mimo danzatore potrebbe senza
38
verbis quid signi/icet posset ostendere! parole farti vedere che cosa significa!
OSSERVAZIONI E NOTE
a) al paragrafo2.4 1
suo loco, «a suo luogo», l'espressione anche in Cicerone indica
il tempo opportuno. Cfr. il nostro «a tempo e luogo»; repugnantiaha qui il valore di «paradosso, contraddizione»; in italiano la parola ha assunto il valore forte che sappiamo, (da re + pugnare, «combattere contro»): siverit (cong. perf. da sino, -is, sivi, situm, sinere, «permettere, accordare»): è la protasi di un periodo ipotetico della eventualità con apodosi al futuro (intellegemus). 2 te re/er,«riportati», 2 persona singolare imperativo da re+/erre. 3 pandere, panda, -is, pandì, pansum. o passum, pandere, lett. «aprire, spalancare»; figurato «spiegare/chiarire». 4 praepositio,-onis, femm. 3 decl. esattamente il nostro termine grammaticale «preposizione». Vedremo che il ragionamento si svilupperà anche come riflessione sul «parlare». concedamus, cong. da cum + cedo, -is, cessz:cessum, cedere, lett. «ritirarsi, arrendersi, rinunciare», figuratamente, «concedere», sia materialmente, sia nel ragionamento. 13 nescio, -is, nescivz:nescitum) nescire, «non sapere», l' espressione «nescio quid», «un non so che», è sostantivata così come in italiano. inquiro (in + quaero), «ricercare, scrutare, investigare». 14 secretio,-onis femm. 3 decl., «separazione». B
L
UNITÀDI LAVORON. 4
UNITÀ DI LAVORO N. 4
99
1s negotiatores,sost. m. 3 decl., «mercanti». La parola deriva da negotium,lert. la negazione di otium, tempo libero, originariamente,
dall'impegno politico e civile; poi la parola assunse sempre più il significato generale di impegno,_quindi anche di impegno mercantile. Di qlll negotzarz,«mercanteggiare» e negotzator,«mercante». 20 praete~ preposizione che regge l'accusativo: «oltre», «contro», «al di là di». regulam,parola che deriva da rego (-is, rexi, rectum, regere)con il valore fondamentale di «reggere, sostenere», quindi di «governare, regolare»: regula è anche bastone di sostegno, è la nostra «riga», per tirare linee diritte; è ancbe «regola», «criterio». 25 ostenderes, 2 s. cong. imperf. ostendo, -is, ostendt: ostensum, ostendere«mostrare, mettere davanti agli occhi».
b) al paragrafo3.5 1 mirar, deponente, 1 coniugazione, «mi meraviglio», regge le due oggettive infinitive te nesciree simularenescientem,coordinate dal vel potius. A sua volta, da nesciodipende l'oggettiva infinitiva responsione... non passe, da cui dipende la relativa quod vis. simularenescientem,«fai colui che non sa», «fai fiata di non sapere». Cfr. «fare il nesci», detto toscano.
3 sìquidem (si + quidem), cong. ipotetico-causale, «poiché», «dal momento che», «se appunto». sermocinamur,il verbo deriva da sermo, -nis ::::::: «discorso, dialogo, chiacchierata»; si potrebbe anche rendere addirittura con «parlia-
mo».
uhz:cong. relativa, «dove»: qui inteso in senso temporale, «quando». 4 quodlzbet(quod + libet), neutro del pronome indefinito quilibet, quaelibet,quodlibet,«chiunque, qualunque», formato dal relativo più libet, «piace, aggrada», impersonale. 5 prior, «primo fra due», comparativo dalla preposizione prae;il superlativo è primus. 7 iure agis, lett. «agisci a buon diritto», frase che appartiene al
linguaggio dei tribunali: più semplicemente, «hai ragione».
100
fateor, /ateris, /assus sum, /ateri, «ammettere, confessare». Conosciamo bene il composto con cum, confiteor. sed si quaererem... nonne posses, la forma è quella di un periodo ipotetico del terzo tipo con l'apodosi costituita da una interrogativa retorica, che aspetta risposta affermativa: la consecutiva che ne dipende (ut... viderem) ha il congiuntivo imperfetto, secondo la cosiddetta "consecutio temporum", mentre la relativa, che spiega rem, ha l'indicativo. Dalla protasi, poi, che ha cong. imperf., dipende una interr. indiretta (quid signi/icent) con cong. pres. Tratteremo la questione nelle informazioni a fine Unità. 1s nihilominus (nihilo + minus), congiunzione che equivale al nostro «ciò-non-di-meno»: nihilo è un ablativo di misura, davanti al
comparativo minus. 22 excipienda: excipio (ex+ capio), lett. «prendo fuori»: la nostra stessa parola «eccezione» deriva da questo verbo, che non ha conti-
nuazione in italiano, se non indiretta: «eccettuare» ... 2s
UNITÀDI LAVORON. 4
UNITÀ DI LAVORO N. 4
numquamne~ numquam + ne interrogativo.
INFORMAZIONI
a) La consecutio temporum
Un'azione dipendente rispetto alla sua reggente (sia o no la «principale») si trova in un dato rapporto di tempo: o è anteriore, o è contemporanea, o è posteriore. E questo è vero in italiano, in latino e in tutte le lingue. Ogni lingua, poi, ha il suo modo di esprimere e segnalare questi rapporti di tempo. In latino la dipendenza si può avere da un indicativo, da un congiuntivo, da un imperativo - cioè da modi «finiti» - ma anche da una infinitiva, oggettiva o soggettiva, e anche da forme nominali del verbo. Il latino classico - sia per la dipendenza all'indicativo, sia per la dipendenza al congiuntivo - è molto attento ai tempi: lo stesso tempo per la contemporaneità, perfetto rispetto al presente, piuccheperfetto rispetto al perfetto, futuro anteriore rispetto al futuro. Ma il latino tardo e quello ecclesiastico in ispecie non tengono più stretto conto di queste regole. Ne abbiamo un esempio nel paragrafo 3. 5 alle righe 7 e seguenti.
101
Rileggiamo il periodo: Sed si quaererem istae tres syllabae quid signi/icent, cum dicitur "paries')1 nonne posses digito ostendere) ut ego prorsus rem ipsam viderem, cuius signum est hoc trisyllabum verbum ... ?
Vediamo che da si quaererem (cong. imperf.) dipende quid signz/t~ ceni (cong. pres.); da signi/icent dipende cum dicitur (ind. pres.); da nonne posses (cong. imperf.) dipende ut viderem (cong. imperf.), e di qui cuius signum est (ind. pres.). Quanto meno, dobbiamo dire che la "consecutio" è rispettata un po' sì, un po' no. Ma dobbiamo anche dire che il nostro italiano segue senza fatica il latino: «Ma se ti chiedessi che cosa significanoqueste tre sillabe, quando dÌ" ciamo "parete", non è vero che potresti mostrarla col dito, sicché io potrei vedere proprio la cosa di cui è segno questa parola trisillaba...?». Noi ci serviamo anche del condizionale («potresti», «p.otteD>),che comunque corrisponde al congiuntivo. L'effetto qllÌndi è il medesimo. Perché ci sta bene il nostro italiano e anche il latino di S. Agostino? Ma perché la «logica» è rispettata. Dunque, durante la trasformazione dal latino alle lingue romanze sono, certo, cambiate molte cose: ma sempre rispettando la logica, senza della quale rischierebbe di andar di mezzo la comprensibilità stessa del messaggio. Ci fermiamo qui. D'ora in avanti, però, staremo attenti anche all'elemento della logica connessione dei tempi nella frase. b) Videor e i "verbi copulativi"
Ricordate l'inizio del De Magistro? 1 - Quid ttbi videmur ejficere velie cum loquimur?
Ci eravamo ripromessi di tornare su questa espressione difficile da rendere in italiano letteralmente, e che abbiamo tradotto con una forma impersonale: 1 bis - «Che cosa ti sembra che vogliamo ottenere quando parliamo?» Videmur è una voce passiva, ma non ci andrebbe bene, qui, di tradurla «siamo visti»: e poi «siamo visti a te»! ma che cosa vuol dire? Evidentemente, il passivo di video esiste e richiede il complemento d'agente, come tutti i passivi: vtdemur a te «siamo visti da te». Ma qui
102
UNITÀ DI LAVORO N. 4
non si tratta di passivo, bensì di una costruzione particolare, che alcuni chiamano del nominativo con l'infinito o costruzione personale di quei verbi che, come sum, fanno funzione di "copula". La frase d'inizio avrebbe potuto anche essere struttuata così: 2 - Quid tzbi videtur nos e/ficereve/le, eccetera. e questa forma è esattamente uguale a lbis. Dunque, 1) è costruzione personale, e di questa parliamo ora; della forma impersonale videtur parleremo subito dopo. Videorfa parte di un gruppo di verbi, che più strettamente meritano il nome di copulativi e che, quando sono attivi, reggono proposizioni infinitive oggettive: sono i "verba dicendi": dico,narro,trado,puto.
1 - Dico te esse bonum.
I I r
r I
I, I
II
['
2 - Tu narrasAugustinum /uisse episcopum. 3 - Tradunt patres nostros/uisse in Aegypto. 4 - Putamus vos bene intellegirehoc.
Questi sono periodetti formati da un "verbum dicendi" e una proposizione oggettiva infinitiva.
1 bis 2 bis 3 bis 4 bis
- I u dicerisesse bonus. - A te Augustinus narratur/uisse episcopus. - Patres nostri traduntur/uisse in Aegypto. - A nobis putamini bene intelligerehoc.
Ed eccoli trasformati in «nominativo con l'infinito». È importante rilevare che diceris esse, narratur/uisse, traduntur /uisse, putamini intelligere costituiscono una forma verbale unica, che fa da copula: e conseguentemente bonus ed episcopus,sono nomi del predicato: li chiamiamo anche COMPLEMENTIPREDICATIVI.In 3 bis e 4 bis, invece, abbiamo dei predicati verbali.
1:
e) Le strutture impersonali Dopo la prima impostazione della ricerca che intende fare con il figlio, al paragrafo 1. 2 troviamo riproposta la domanda iniziale:
Videtur ergotibz;nisi aut docendiaut commemorandicausa,non esse institutam locutionem? Videtur è forma impersonale, che regge una infinitiva soggettiva: non esse institutam locutionem.
UNJTÀD!LAVORON.4
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Tutti i cosiddetti "verba dicendi", oltre la costruzione personale possono avere an~he costruzione impersonale: dicitur, traditur,narratU1,putatur e cos1anche altn, come credztur,eccetera. Ma no1 abbia111°anche incontrato constat.· Constat ergo inter nos verba signa esse (2. 3 ,1)
e oportet: Non te oportet istas duas syllabasenuntiare (2.3,31) • abbiamo placet, nel verso di Virgilio: Si nihil ex tanta superisplacet urbe relinqui abbiamo opus est ...Non opus est locutionecum oramus (1. 2, 23) abbiamo occurrit Quantum quidem mihi nunc occurrit... E possiamo avere espressioni formate da un aggettivo neutro e il verbo sum, che hanno per soggetto (a volte per nome del predicato) una proposizione infinitiva: Loquendo nos docerevelie mani/estum est (1. 1, 4-5) Ne abbiamo abbastanza. D'ora in avanti sappiamo come riconoscere espressioni impersonali. Possiamo, dunque, tornare alla nostra lettura.
UNITÀ DI LAVOROn. 5 (paragrafi 3. 6; 4. 7; 4. 8)
OBIETTIVO
- Seguitare l'approfondimento avviato proseguendo la lettura del testo. ITINERARIO - Rileggere tutti i paragrafi letti fin qui, approfondendo il ragionamento sulla parola.
DA FARE - Provare se si riesce a leggere "direttamente in latino" almeno il primo paragrafo. - Studiare il presente indicativo, congiuntivo, imperativo, participio, infinito attivo e passivo di lego e del deponente profi"ciscor. Studiare possum, composto di sum. - Studiare i parisillabi della III declinazione.
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UNITÀ DI LAVORON. 5
UNITADI LAVORON. 5
Breve sintesi Stabilito che un segno deve significare qualcosa, A-gostinopropone un verso del II libro dell'Eneide, composto di otto parole, quindi otto segni, e inizia l'analisi di ciascuno di essi: superati, non senza acquisizioni impottanti, i due segni iniziali (si e nihìl), la preposizione ex si rivela particolarmente interessante. Agostino esige che Adeodato «gliene faccia vedere il significato», mentre il figlio ritiene la cosa impossibile, anche ai sordi, anche al migliore dei mimi.
3.6 AuGUSTINUS 1
2
Verum /ortasse dicis: sed /ingamus eum passe. Forse è vero quel che dici: ma fingiamo che possa.
j\UGUSTINUS 10
4
5
6
11
Ne ipse quidem, quantum ratio progrediens docuit,
12
ostendi sine signo potest. Nam et intentio digiti non est utique
13
paries, sed signum datur per quod paries possit
14
può esser mostrata senza segno. Certo il dito puntato non è davvero
viderì. Nihìl itaque video quod sine signis essere vista. Pertanto non vedo niente che senza segni
15
ostendi queat. possa essere mostrato. AuGUSTINUS
quo mihì rem, quae hoc verbo sìgnì/ìcatur, demonstrare con cui tenterà di mostrarmi la cosa, che con questa parola vien
16
conabìtur, non ipsam rem /uturam esse, sed signum. Qua re significata, non sarà la cosa in se stessa, ma un segno. Perciò
11
hìc quoque non quidem verbo verbum, sed tamen signo signum
1s
Quid, si ex te quaererem quid sit ambulare, surgeresque et id E che, se ti chiedessi che cosa sia camminare e tu ti alzassi e lo
ageres? Nonne re ipsa potius quam verbis ad me docendum facessi? Non è vero che della cosa stessa, piuttosto che di parole
anche costui, non indicherà certo parola con parola, ma quanto
aut ullis aliis signis utereris? o di altri segni, ti serviresti per insegnarmelo?
nihilominus indìcabit; ut et hoc monosyllabum "ex" et ille gestus
AnEODATUS 19
unam rem quandam signì/icent, quam mihi ego vellem significano una certa cosa sola, che io vorrei mi 20
s non significando monstrari. fosse mostrata senza fare segni. AoEODATUS
Qui potest quod quaeris, oro te? Ti prego, come si può (fare) quello che chiedi?
Fateor ita esse, et pudet me rem tam in promptu positam Riconosco che è così, e mi vergano di non aver visto una cosa non vidisse: ex qua etiam mihi millia rerum iam occurrunt posta tanto in evidenza: e da questa ecco ancora migliaia di cose
21
9
Neppur quella, per quanto ha chiarito il ragionamento progredendo,
la parete, ma vien dato un segno per mezzo del quale la parete possa
Non, ut arbitrar, dubitas, quisquìs ìlle motus corporìs /uerìt
meno segno con segno; sicché e questo monosillabo "ex" e quel gesto 7
Quomodo paries potuit, ,Come si è potuta (mostrare) la parete. J\DEODATUS
Tu non hai dubbi, penso, qualunque sia quel movimento del corpo J
107
quae ipsae per se valeant, non per signa, monstrari, mi si presentano, che per se stesse, non per segni, possono mostrarsi,
22 ut edere, bibere, sedere, stare, clamare, et innumerabilia cetera.
come mangiare, bere, sedere, alzarsi, gridare, e le innumerevoli altre.
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UNITÀDI LAVORON. 5
UNITÀDI LAVORON. 5
AuGusTINus 23
24
AJ)EODATUS
Age nunc dic mihi, si omnino nesciens huius verbi vim, Via, dimmi ora, se ignorando del tutto il valore di questa parola
26
quomodo me doceres?
'
29
30
putabit qui rogat nolle nos ostendere niente, chi domanda penserà che noi non vogliamo mostrarla
AnEODATUS
39
contemptoque se in eo quod agebamus perseverare.
40
Sed si de bis roget quae agere possumus, nec eo tamen tempore
Idipsum agerem aliquanto celerius, ut post interrogationem
41
altro avvenisse, se non ciò che dovrebbe esser mostrato.
42
AUGUSTINUS
43
id agendo, re ipsa potius quam signo demonstrare quod mostrare con l" cosa stessa piuttosto che con un segno, ciò che
rogat: nisi /orte loquentem me interroget quid sit loqui: chiede: a meno che mentre sto parlando chieda che cosa è parlare:
44
quidquid enim dixero ut eum doceam, loquar necesse est; infatti qualunque cosa dirò per istruirlo, bisogna che parli;
ambulat, non statim /estinat, et qui /estinat non continuo 45
ex quo securus docebo, donec ei planum /aciam quod vult, perciò lo istruirò tranquillo, finché gli renda chiaro ciò che vuole
ambulat: dicimus enim et in scribendo et in legenda, aliisque 46
non recedens a re ipsa, quam sibi voluit demonstrari, senza allontanarmi dalla cosa stessa, che voleva gli fosse insegnata,
innumerabilibus rebus /estinationem. Quare cum illud quod e in altre innumerevoli cose la fretta. Perciò, poiché quel che
quo agimus roget, possumus post eius interrogationem in cui le facciamo, possiamo, eseguendole dopo la sua domanda,
aliud /ieret, quam id quod deberet ostendi.
Scisne aliud esse ambulare, aliud /estinare? Nam et qui Sai che altro è camminare, altro affrettarsi? Infatti e chi
e che, disprezzandolo, seguitiamo in ciò che facevamo. Ma se chiede cose che possiamo fare, ma non chiede nel momento
tuam aliqua novitate admonereris et tamen nihil
questo cammina: diciamo infatti anche nello scrivere e nel leggere 32
" se siamo interrogati mentre la facciamo: per ehé se non aggiungiamo 38
cammina, non con questo si affretta, e chi si affretta non con 31
Confesso eh e noi non possiamo mostrare una cosa senza segno,
come me lo insegneresti?
domanda tu fossi avvertito da una certa novità, e però niente 2s
fateor rem non posse 1:osmonstrare sine signo,
si cum id agimus interrogemur: si enim nihil addamus
Farei la stessa cosa un po' più in fretta, sicché dopo la tua 21
16
abs te ambulante quaererem quid sit ambulare ti chiedessi mentre stai camminando che cosa è camminare
25
109
47
nec signa quaerens quibus eam ostendam praeter ipsam. e senza cercare, tranne quella, segni per insegnarla.
J3
agebas celerius ageres post interrogationem meam, putarem facevi lo faresti più celermente dopo la mia domanda, penserei
34
4. 7
ambulare nihil aliud esse quam /estinare - id enim che camminare non sia altro che affrettarsi - questo invero
AUGUSTINUS 35
novi addideras - et ob hoc /allerer. avevi aggiunto di nuovo - e perciò sarei ingannato.
L
1
Acutissime omnino: quare vide utrum conveniat iam inter nos Davvero acutissimo! Perciò vedi se ormai tra noi è convenuto
110
2
UNITÀDILAVORON.5
UNITÀDI LAVORON_5
ea passe demonstrari sine signis, quae aut non agimus
j\JJEODATUS
che si possono mostrare senza segni le cose che o non facciamo J
cum interrogamur, et tamen statim agere possumus, aut ipsa
111
15
Non.
No.
quando siamo interrogati, e però possiamo fare subito, o facciamo 4
per caso proprio quei segni. Quando parliamo, infatti, facciamo segni, 5
AUGUSTINUS
signa /orte agimus. Cum enim loquimur, signa /acimus, 16
de quo dictum est significare. da cui si è detto significare.
17
AnEODATUS 6
Convenit.
18
Videtur ergo mihi loquendo nos aut verba ipsa signare A me dunque sembra che parlando noi o designarne appunto parole
verbis, aut alia signa, velut "gestum" cum dicimus aut con parole, o altrisegni, come quando diciamo "gesto" o "litteram", nam bis duobus verbis quae signi/icantur, "lettera", giacché le cose, che son significate da queste due parole,
È convenuto. 19 7
Cum ergo de quibusdam signis quaeritur, possunt sigm's Quando dunque si chiede di certi segni, si possono mostrare
a signa monstrare: cum autem de rebus, quae signa non sunt, segni con segni: quando invece di cose, che non sono segni, 9
aut eas agendo post inquisitionem, si agi possunt, aut signa o facendole dopo la domanda, se si possono fare, o dando segni
10
dando per quae animadverti quaeant. per mezzo dei quali possano essere awertite. AnEODATUS
Il
20
non sit, velut cum dicimus "lapis": hoc enim verbum non sia, come quando diciamo "pietra": questa parola, infatti,
21
signum est, nam significat aliquid, sed id quod eo è un segno, perché significa qualcosa, ma ciò che da essa
22
signi/icatur, non continuo signum est: quod tamen genus è significato, non per questo è un segno: questo tipo, però,
21
id est cum verbis ea quae signa non sunt signi/icantur, cioè quando con parole si designano cose che non sono segni,
24
Ita est. 25
AUGUSTINUS
In hac igitur tripartita distributione prius illud consideremus,
26
Allora in questa distribuzione tripartita consideriamo prima, l3
14
si placet, quod signis signa mostrantur: se sei d'accordo, il fatto che si mostrano segni con segni: num enim sola verba sunt signa? infatti, sono forse segni solo le parole?
L
non pertinet ad hanc partem, quam discutere proposuimus. non appartiene a questa parte, che ci siam proposti di discutere.
È così.
12
nihilominus signa sunt; aut aliud aliquid, quod signum comunque son segni; oppure qualcosa d'altro, che segno
AUGUS'l1NUS
Suscepimus enim considerare illud, quod signis signa Abbiamo infatti preso a considerare il fatto che segni con segni mostrantur, et partes in eo duas comperimus, si mostrano, e in esso abbiamo trovato .due parti,
27
cum aut eadem aut alia signa signis docemus ve! quando insegnarne o rammentiamo con segni o i medesimi o
2s
commemoramus: an non tibi videtur? altri segni: o a te non pare?
112
UNITÀDI LAVORON. 5
UNITÀ DI LAVORO N, 5
A!)EODATUS
ADEODATUS 29
Mani/estum est. È evidente.
113
Omnino assentior.
Sono del tutto d' accordo.
11
AuGUSTINUS
4.8
12
AuGUSTINUS 1
Dic ergo signa quae verba sunt ad quem sensum pertineant.
13
Jd quoque te arbitrar assentiri, cum dicimus "nomen" Anche in questo consenti, credo, che quando diciamo "nome"
significare nos aliquid. noi significhiamo qualche cosa.
Di' dunque a quale senso appartengono i segni che sono parole. A!)EODATUS ADEODATUS 2
Ad auditum
14
All'udito.
V erum est. È vero. AuGUSTINUS
AuGUSTINUS 3
Quid gestus?
15
Quid tandem? Ma che cosa?
E i gesti?
i\DEODATUS ADEODATUS 4
Ad visum.
16
Id scilicet quod quidque appellatur, velut Romulus, Naturalmente il nome con cui ciascuno è chiamato, come Romolo,
17
Roma, virtus, fluvius et innumerabilia cetera.
Alla vista.
Roma, virtù, fiume e innumerevoli altri.
AuGusTINUs 5
Quid cum verba scripta invenimus? Num verba non sunt?
AucusTINUs
E quando troviamo parole scritte? Forse non sono parole? 1s
6
An signa verborum verius intelliguntur, ut verbum sit
Forse questi quattro nomi non significano cose?
O sono con più verità percepite come segni di parole, sicché sia 1
B
A.i}EGDATUS
quod cum aliquo signi/icatu articulata voce profertur, parola ciò che si proferisce con un significato articolando la voce,
19
vox autem nullo alio sensu quam audttu percipi potest; ma la voce non può esser percepita da nessun altro senso che l'udito;
9
ita fit ut cum scribitur verbum, signum fiat oculis, quo illud quod ad aures pertinet veniat in mentem. per cui venga in mente ciò che spetta agli orecchi.
'...._ q
Imma aliquas. Anzi, ne significano. AUGUSTINUS
20
Num nibil distat inter baec nomina et eas res, quae Forse non c'è differenza fra questi nomi e quelle cose che
accade così che quando si scrive una parola sia un segno per gli occhi, 10
Num ista quattuor nomina nullas res sigmficant?
21
his significantur? con essi sono significate?
114
22
UNITÀDI LAVORON. 5
UNITÀDI LAVORON. 5
ADEODATUS
j\UGUSTINUS
Imma plurimum.
Vie inter ista quid distet.
Anzi moltissima.
34
AuGusTINus 23
ADEODATUS 24
25
36
Cur enim et hoc nomen non admittas, si
37
admisimus signi/icabilia? AuGUSTINUS
38
)9 40
J\DEODATUS
41
42
43
non sono significati da nessun altro segno? ADEODATUS 31
Mirar quod iam mihi excidisse arbitraris, quod Mi meraviglio che tu creda che mi sia già sfuggito che
32
ea quae scribuntur eorum quae voce pro/eruntur signorum signa esse comperimus. che si proferiscono con la voce.
subieceram; et illud autem et haec, si soggiunto queste quattro cose; e so che quello e queste, purché
44
quidem voce proferuntur, audibilia esse cognosco. siano espressi con la voce, sono udibili. AuGUSTINUS
45
abbiamo trovato che i segni che si scrivono sono segni dei segni 33
significare aliquid et buie signi/icationi quattuor ista che nome significa qualcosa e a questa significazione avevo
E allora? Quei quattro segni che hai pronunziato poco fa,
nullone alio signo signi/icantur?
Hoc quoque recentius dictum recordor.Nam nomen responderam Anche questo ricordo che è stato detto da poco. Infatti avevo risposto
AuGusnNUs
30
ut visibilia recordatus es. udibile, come hai ricordato i visibili.
Placet vero.
Quid? Illa quattuor signa, quae paulo ante pronuntiasti,
haec signa nullone alto signo audibili significari queant, quattro segni non possono essere significati da nessun altro segno
ut de bis deinceps commodius disseramus?
Sì che mi va bene.
Prorsus admitto et gratum habeo. Sed rursus quaero quattuor Senz'altro lo ammetto e l'ho caro. Ma di nuovo chiedo se questi
possunt, sicut ea quae videri possunt visibilia nominamus,
ADEODATUS
29
Perché non dovresti, infatti, ammettere anche questo nome, se
Placetne appellemus signz/icabilia ea quae signù significari
per poter discutere daccapo di esse più agevolmente?
2s
Che quelli sono visibili, questi udibili.
abbiamo ammesso sgnificabili?
con segni, come quelle che si possono vedere le chiamiamo visibili, 27
Quod tlla visibilia sunt, haec audibilia.
AuGus11NUs
Ti va bene che chiamiamo significabili le cose che si possono significare 26
35
Hoc ve! in primis quod haec signa sunt, illa non sunt. Questo prima di tutto, che questi sono segni, quelle non lo sono.
Di' che differenza e'è tra essi. J\DEODATUS
Vellem abs te audire quidnam id sit. Vorrei sapere da te che cosa sia mai questo.
115
Quid ergo inter audibile signum et audibilia significata, Che differenza c'è dunque fra segno udibile e udibili significati,
46
quae rursus signa sunt, interest? che di nuovo sono segni?
116
UNITÀDILAVORON.5
AnEODA1US 47
Inter illud quidem quod dicimus "nomen" et haec quattuor, Tra quel segno, che diciamo "nome" e questi quattro, che avevamo
4s
quae signi/icationi eius subiecimus, hoc distare video quod illud soggiunto alla sua significazione, vedo che c'è questa differenza,
49
audibile signum est signorum audibilium, haec vero audibilia che quello è segno udibile di segni udibili, queste invece sono
50
signa sunt, non tamen signorum, sed rerum partim visibilium, segni udibili, non però di segni, ma di realtà parte visibili,
51
sicut est Romulus, Roma, fluvius, partim intelligibilium, come sono Romolo, Roma, fiume, parte intelligibili,
.,2
sicut est virtus. come è virtù.
UNITÀDILAVORON.5
117
19 in promptu:locuzione avverbiale, «in evidenza». Promptus,-us sostantivo della 4 decl., deriva da promo,«trarre fuori, spillare (detto del vino)», e quindi «avere pronto». Anche noi diciamo «tenere in pronto». Positusin promptu,qui per traslato, «posto in evidenza, manifesto».
20 occurrunt,da oh + curro,lett. «correre incontro», qui «presen~ tarsi allamente, venire in mente». 23
vim: vis, ~is,lett. . Qui «significato, senso, valore>>.
30
statim:aw. da stare«sui due piedi», quindi «subito».
continuo, aw. da continuus, a, um, letteralmente «senza soluzio~ ne di continuità», nello spazio, nel tempo, e per traslato nel ragionamento. 32 festinationem:«fretta» (cfr. il verbo festino e derivati: non ha continuazione in italiano). 35 fallerer:da fallo,fefelli,falsum,fallere,«ingannare». Cfr. l'italiano «falso» e derivati (falsare, falsario, ecc.).
OSSERVAZIONI E NOTE
a) al paragrafo3.6 fingamus da fingo -is,finxi, fictum, fingere «fingere» in senso proprio, quello che fa il vasaio con la creta, dandole forma. Figulus 1
è infatti il vasaio. Di qni tutti i significati traslati, che in latino sono molti, come potete facilmente constatare sul vocabolario. Qui significa lo stesso che in italiano: «fingere, simulare, far finta di», eccetera. 2 quisquis:pronome indefinito, ottenuto raddoppiando quis:quisquis,quaequae,quidquid.Abbiamo incontrato altri due indefiniti, quicumquee quilzbet.
conabitur:da conor, deponente, 1 coniug. «sforzarsi, tentare». 9 qui, avv. interr. «in che modo?», antica forma di ablativo del pronome interrogativo neutro. Cfr. quo-modo. 4
12 intentio,-nis:sostantivo imparisillabo 3 decl. «l'atto di tendere», da in + tendo,«tendere, distendere», anche con sforzo. Il nostro «intenzione» continua un significato traslato del latino.
37 addamus: ad+ do, «aggiungere» (addo,-is,addzdi,additum,addere).Cfr. in italiano «addizione, additivo», ecc. J8 rogat:il verbo rogopropriamente significa «cercare» (Plauto ha rogareaquam,per es.), poi «pregare, chiedere», poi «domandare,
interrogare», come qui.
In italiano si ha la parola «rogazioni», preghiere stagionali per la fertilità dei campi. nolle:infinito da nolo, -is, nolui, nolle, da non + volo. 39 contemplose, ablativo assoluto. Contemno(cum + temno),-is, contemps; contemptum, contemnere. perseverare,per+ severo:daseverus,a um, con per intensivo; «perseverare» è comportamento che denota serietà e maturità. In italiano cfr. anche severoe serio. 1
45 securus, aggettivo dà collegare con sine cura, «senza preoccupazione, senza affanno», quindi «tranquillo». donec:congiunzione, qui con il congiuntivo a indicare l'intenzione di seguitare l'azione che si sta compiendo fino a ottenere il risultato voluto.
J.18
UNITÀDILAVORON.5
UNITÀDILAVORON.5
119
1 acutissime,avv. superlativo da acutus, a, um. Tutti i significati, propri o figurati, comuni del resto all'italiano, si collegano alladeri. vazione da acus,·US (4 declinazione), «ago, spillo, spillone, pungiglio-
che formano le parole. Ma è anche importante rendersi conto del si· goi.ficato etimologico di_tutta la serie ars, artìs; artus, Mus; arma, -ae; arrnentum,e in italiano .Basta pensare ad «aculeo», «acume», «acuire», «acutizzare».
nata e funzionale connessione, «articolazione» appunto.
Qui è riferito all'intelligenza del ragionamento di Adeodato.
8 percipi:per+ capio,dove per ha valore intensivo: «cogliere, percepire, comprendere». 9 fit e fiat, rispettivamente 3 sing. indicativo e congiuntivo di /io, fis, factus sum, fieri, passivo anomalo di/acio. 16 velut, avv. ve! + ut, «come, siccome». steti, statum, stare,,continuato nell'italiano 2o dìstat) dis + sto, Mas, «distare, distanza, ecc.». Il prefisso dis indica separazione. 22 plurimum, avv. superlativo anomalo: multum, plus, plurimum.
b) al paragrafo4. 7
5 significare,deverbativo diretto da signum, nel senso inteso da Agostino in tutto il dialogo. Espressioni equivalenti sono agereo /a. cere signa, appunto «produrre segni», come quando si fanno determinate cose - come camminare dopo la domanda di chi interroga sul camminare - per «fargliele vedere». 10 queant: queo, quis, quivi; quitum, quire ha lo stesso valore di possum, ma è molto meno usato. Il negativo nequeo è invece molto
usato. 12
distributione,da dis + tribuo, -is, tribui, tributum, tribuere«at-
tribuire separatamente», continuato nell'italiano «distribuire/ distribuzione» in senso materiale e traslato. Agostino nella battuta precedente ha proposto tre capitoli sulla base dei ragionamenti finora condotti: mostrare segni con segni; fare determinate cose per «farle vedere»; offrire segni, per mezzo dei quali si possa risalire alle cose. 17 gestum: non solo «gesto», ma anche «comportamento» (cfr. gero, Mis,gessi gestum, gerere). IB 20
littera, «lettera dell'alfabeto». lapis,-idis «pietra». (In questa battuta, praticamente, Agostino
amplia la divisione fatta nella precedente e così prepara lo sviluppo seguente).
e) al paragrafo4. 8 1
pertineant, per + teneo, «appartenere, riferirsi».
6
verius, avv. comparativo da vere (cfr. verus, vera, verum).
7 articulatavoce: ablativo assoluto, che abbiamo tradotto «articolando la voce»: è caratteristica del «parlare», che distingue l'uomo dal!' animale, la pronuncia ben distinta e pur collegata dei suoni,
23 quidnam) pronome neutro interrogativo. Quisnam, quaenam, quidnam. Il nam intensifica il valore interrogativo: «chi mai?». 24 ve! in primis, forma avverbiale, lett. «forse tra le prime cose».
Cfr. il nostro «prima di tutto». 27 commodius,neutro del comparativo di commodus, a, um, usaw to avverbialmente: «comodo, conveniente, opportuno». disseramus:dis + sero, con l'idea di «intrecciare» parole dissemi-
nandole nel discorso. Continua nell'italiano «dissertare» (dal frequentativo latino disserto). 29 pronuntìasti:pro + nuntio (cfr. anche e + nuntio). Continua nell'italiano .;>,ma è importante questa annotazione, che allude in qualche modo al ruolo della memoria nel!'acquisto della conoscenza. multo evidentius... distincta, quam cum... erueremus: notiamo l' eleganza e la perfetta osservanza della "consecutio temporum et modorum". Denota una mente riposata e rallegrata dalla contemplazione del risultato raggiunto. de nescio quibus latebris: è un'immagine suggestiva questa degli anfratti in cui, in qualche modo, si nascondono e vanno ricercati gli argomenti e le vie del ragionamento. latebris, riconosciamo la derivazione da !ateo, «mi nascondo».
H Ma dove voglio arrivare? Sembra che Agostino senta una sproporzione tra lo sforzo che hanno fatto, gli andirivieni (ambages) che hanno percorso, il risultato apparentemente modesto, che hanno raggiunto e una meta che ancora non si vede: o meglio, teme in qualche modo che Adeodato se lo domandi. Un gioco? quonam tantis ambagzbus tecum pervenire moliar, «dove mai tenti con ogni sforzo di arrivare con te per tanti andirivieni...».
199
ambages, ce ne ricordiamo, vero? mostra chiaramente la sua derivazione da ambo: sono le giravolte, di qua e di là, che creano dubbi circa la strada da prendere, in senso sia proprio che figurato: pensiamo anche ad ambiguus, ambiguitas. difficile dictu est hoc loco «è difficile dirlo a questo punto». Difficile, naturalmente, non per chi guida, ma per chi è guidato per una via piena cli giravolte e priva ancora cli qualsiasi indizio cli sbocco, come capita spesso in montagna. tu enim /ortasse ... arbitraris..., «tu puoi pensare (fortasse arbitrarìs) che noi stiamo giocando e distraendo l'animo dalle cose serie con questioncelle puerili». a seriis rebus, «serie, vere>>. ...aut parvam vel mediocrem aliquam utzlitatem requirere... « ...o che cerchiamo un'utilità da poco o climezza tacca ...». mediocris, e, da medius, che sta in mezzo fra il troppo e il poco: viene in mente t'ideale della aurea mediocritas cliOrazio. aliquis, ha qui il valore del nostro articolo indefinito «uno, una», che manca in latino non meno del definito. s.10 aut si... desideras, «o se sospetti che questa discussione possa partorire qualcosa cligrande, ormai desideri saperlo, o almeno sentirmelo dire». parturire, «star per partorire, stare per produrre»: il termine è abbastanza insolito in letteratura: anche qui viene in mente la storia della montagna che sta per partorire e nasce un topolino; o l'immagine di Isaia, «abbiamo sentito le doglie, abbiamo gridato, ma non sono nati uomini al mondo». E non è escluso che Agostino avesse in mente l'una e l'altra. iamiam, raddoppiato l'avverbio ha forza quasi di pressione. scire sive saltem audire, non a caso questa correzione che sottolinea la differenza fra scire e audire, preludendo alla conclusione del dialogo: noi possiamo «udire» molte cose, ma «sappiamo» soltanto quanto confrontiamo con la Verità, con il "MaestroH,che abita in interiore homine. 10-13
ego autem ... mediocria cogitare, «ma io vorrei che tu credessi
che io non ho con questa chiacchierata messo in piedi un giochetto da due soldi, quantunque forse giochiamo, e però questo gioco stesso non è da considerare in senso puerile, e che non sto meditando beni da poco o mediocri».
200
UNITADI LAVORON. 12
quamvis fortasse ludamus, sì, forse di fronte alla infinita maestà di Dio, che ora Agostino contempla nel suo spirito, tutto quello che l'uomo può fare, non è che un giochetto infantile.
UNITÀDI LAVORON, 12
201
b) al paragrafo 8. 22
1HB et tamen ... videar, «e tuttavia temo di sembrare ridicolo, se dicessi che c'è una vita beata ed eterna, dove vorrei che noi fossimo condotti con la guida di Dio, ossia della verità stessa, per gradi adeguati al nostro passo». vitam quamdam beatam eamdemque sempiternam (come più avanti gradibus quibusdam), quidam ha valore più forte del nostro articolo indeterminativo: «una vita particolare, beata e per di più
I-11 age, iam ergo illam partem ... bomo sit, «forza, allora, consideriamo ormai quel capitolo dove con i segni non si significano altri segni, ma quelli che chiamiamo i significabili. E per prima cosa dimmi se boma sia homo». Questo è l'inizio di Agostino, e Adeodato si sente un po' disorientato, gli pare che il padre scherzi (nunc vero an ludas nescio) chiedendogli se bomo è altra cosa che bomo. Ma Agostino insiste: si sentirebbe dunque canzonato (te illudi arbitrareris), sentendosi chiedere se la prima sillaba di questo nome sia
sempiterna». infirmo gressui, abbiamo visto il valore di firmus, qui vediamo il
altro che "ho" e la seconda altro che "mo"? illudo, in + ludo, è scherzare in qualche modo contro qualcuno. In
suo contrario, «debole, malato». In italiano ne è derivato «infermo», «infermità» nel senso proprio di malattia. ridiculus, «ridicolo» si ritiene Agostino per la via che ha scelto almeno fio qui, di riflettere sui segni invece che sulle cose stesse. qui non rerum ipsarum... coeperim, «che ho intrapreso una via così grande non con la riflessione sulle cose stesse, che sono significate, ma sui (loro) segni. tantam viam, è la via che deve condurre a Dio.
italiano «illudere», «illuso», «illusione», hanno un significato solo apparentemente diverso: in realtà il senso è quello di «lasciarsi giocare», subire volutamente qualcosa che di fatto è peggio di uno scherzo, ma che si vorrebbe tanto fosse vero. E «de-luso» è uno che dal gioco è caduto, o è stato fatto cadere giù (de-ludo). 12-1.5 am istae... an negabis?, «ma queste due sillabe riunite sono (un) uomo; o vorrai negarlo?» La mancanza del!'articolo indeterminativo rende in latino la domanda un vero tranello, di cui è difficile accorgersi, senza una ben viva attenzione. Adeodato risponde troppo precipitosamente e cade nel tranello (quis neget?). quaero ergo num tu duae istae syllabae coniunctae sis, «chiedo dunque se tu sei queste due sillabe ricongiunte». num è l'introduzione di una domanda retorica, che aspetta risposta negativa «non sono quelle due sillabe ricongiunte». Adeodato, infatti risponde così (nullo modo, «in nessun modo, assolutamente no»). Ma ormai si è accorto del tranello: video quo tendas, «vedo do-
18~21 dabis ergo veniam ... etiam amare possimus, «mi perdonerai, perciò, se mi alleno con te, non per giocare, ma per esercitare le forze
e l'acutezza dello spirito, (forze) con cui possiamo non solo sostenere, ma amare il calore e la luce di quella regione, dove sta la vita beata». prae-ludo, vediamo facilmente che si tratta di allenarsi: il termine ludus e tutta la famiglia di ludere non significa solo quei giochi infantili, che prima sono stari esclusi, ma anche i giochi sportivi a cui gli atleti si sono sempre preparati col massimo impegno. E non erano forse i martiri considerati atleti di Cristo? Basta pensare alle lettere di Ignazio di Antiochia. regionis illius, il pronome posposto dà forte rilievo ali'espressione. 22-23 perge potius... putaveris, «seguita piuttosto (proprio) come hai cominciato: mai veramente potrei pensare dappoco le cose che tu crederai di dover dire o fare». perge, il verbo passa da un significato, proprio e traslato, di «andare, venire» a quello di «continuare, seguitare», come qui.
ve vuoi arrivare». 16-22
Il padre non vuole certo offendere il figlio e gli risponde
«Dillo tu, ne me contumeliosum putes!». contumeliosus, a, um, «ingiurioso», da contumelia, ae} «affronto, ingiuria», anche «rimprovero».
Agostino sa che per il ragionamento che hanno intrapreso tutto serve e nel seguito lo farà toccar con mano al figlio. Per intanto finge di meravigliarsi, mentre intende aiutarlo a dominare con la ragione l'impulso immediato, che è contrario ad ogni serio ragionare.
202
UNITÀDI LAVORON, 12
UNTT"À DI LAVORON. 12
quicl tu non idem existimas... concedis
?)
«ma come, non pensi
lo
stesso tu che ammetti siano veri tutti i ragionamenri precedenti, in base ai quali questo è stato dedotto?». non tibi ego... interrogaveris: è come se Adeodato, ancora turbato, volesse adesso sapere di preciso l'intenzione della domanda: «Quello che penso non te lo dico, se non sentirò da te, quando chiedevi utrum homo homo sit, se hai inteso chiedere di queste due sillabe o proprio della cosa che significano». Questo periodetto è costruito con 1'consecutio temporum et mo~
dorum" perfetta o no? Proviamo a farne una attenta analisi. dicam, principale e apodosi, futuro semplice. quid existimem, dipend. contemp. interr. indir, cong. pres. nisi audiero, dipend. protasi, anteriore, futuro anteriore. de duabus... an de re interrogaveris, clip. 2° gr. cong. perf. quam signi/icant, re!. dip. (da re), indie. pres. cum quaereres, dip. 3° {da un cong. perf.) cong. imperf. utrum homo homo sit, clip. 4° (da un cong. imperf.) interr. indir. cong. pres. 23-32 Sempre severo, Agostino risponde che sia lui a precisare da che parte ha preso la domanda: appunto perché è ambigua doveva stare attento! nam si est ambigua.,. rogaverim) «se, infatti, è ambigua, tu avresti
dovuto badare a questo prima, e non rispondermi avanti di essere certo in che senso io abbia chiesto». debuisti, l'abbiamo reso con un condizionale passato, modo che il latino non possiede. I verbi come volo, debeo, possum e le espressioni impersonali, come oportet ecc., non solo in apodosi del primo tipo, ma anche del secondo, hanno sempre l'indicativo. quid tandem ... quam id quod est, «ma, in fondo, che cosa mi impedirebbe poi questa ambiguità, dal momento che io ho risposto all'uno e al!'altro? homo, infatti, è certamente homo; e queste due sillabe non sono nient'altro che queste due sillabe; e ciò che significano non è nient'altro che ciò che è». Agostino loda questa risposta del figlio (scite hoc quidem), ma non la prende per buona. Infatti ha considerato nei due sensi solo il termine (quod dictum est, ciò che è stato detto) homo e non anche le altre parole. Nuova reazione di Adeodato: ma come fa il padre a provarlo?
203
33-41 Per la prima parte della domanda (quella delle due sillabe separate) Adeodato avrebbe anche potuto non rispon_dere, dato che poteva non considerarla una domanda. Ma quando 11padre ha pronunciato (sonuerim) tre parole, di cui ha ripetuto quella di mezzo (utrum homo homo sit) è chiaro che la prima e l'ultima parola le ha intese secondo il significato, non secondo i segni, per il fatto che ha risposto subito senza un dubbio al mondo (statim certus ac fidens). Adeodato deve riconoscere che è così. ut alia omittam, figura retorica della «preterizione». si totam ... respondisses) ,detto correlativo perché appartiene contemporaneamente a due proposizioni. In latino sono indefiniti: aliquis aliquid (agg. aliqui, aliqua, aliquoa); quispiam quidpiam (agg. quispiam, quaepiam, quodpiam); quidam quaedam quoddam; quisquam quidquam (agg. ullus, a, um); quicumque quaecumque quodcumque (pronome e aggettivo).
quae? quarumrerum? quibus rebus? quae? quibus rebus?
AGGETTIVO
aliquis
aliqua alicuius alicui aliquem aliquam aliquo aliqua aliqui aliquae aliquorum aliquarum aliquibus aliquos aliquas aliqut'bus
aliquod aliquod aliquo aliqua aliquorum aliqua
i) Pronomi negativi In italiano abbiamo «nessuno/ a» (pronome e aggettivo) e