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Italian Pages 219 [217] Year 1974
NUOVO TESTAMENTO COLLABORATORI Paul Althaus, Hermann Wolfgang Beyer Hans Conzelmann, Joachim Jeremias, Eduard Lohse, Albrecht Oepke, Karl Heinrich Rengstorf, Johannes
Schneider,
Julius Schniewind, Eduard Schweizer, Gustav Stiihlin, Hermann Strathmann e Heinz-Dietrich Wendland a cura di
GERHARD FRIEDRICH VOLUME 11
L'APOCALISSE DI GIOVANNI
PAIDEIA EDITRICE BRESCIA
L'APOCALISSE DI GIOVANNI
Commento di EDUARD LoHSE Traduzione italiana di ALDO CoMBA
PAIDEIA EDITRICE BRESCIA
Titolo originale dell'opera:
Vie Of}enbarung des ]ohannes Obersetzt und erklart von EDUARD
LoHSE
Traduzione di Aldo Comba
© Vandenhoeck & Ruprecht, Gottingen
31971
© Paideia Editrice, Brescia 1974
È severamente vietata la riproduzione della traduzione del testo biblico, la quale è di esclusiva proprietà della Casa Paideia.
NUOVO TESTAMENTO PIANO DELL'OPERA in I I volumi r
Eduard Schweizer
.
Il V angelo secondo Marco
2.
J ulius Schniewind
Il V angelo secondo Matteo
3. Karl Heinrich Rengstorf Il Vangelo secondo Luca 4· Hermann Strathmann Il V angelo secondo Giovanni 5· Gustav Stahlin Gli Atti degli Apostoli 6.
Pau l Althaus
La Lettera ai Romani
7. Heinz-Dietrich Wendland Le Lettere ai Corinti 8. Beyer, Althaus, Conzelmann, Friedrich, Oepke Le Lettere minori dell'apostolo Paolo 9· Joachim Jeremias- Hermann Strathmann Le Lettere a Timoteo e a Tito; La Lettera agli Ebrei IO.
rr
.
Johannes Schneider Le Lettere di Giacomo, Pietro, Giuda e Giovanni
Eduard Lohse L'Apocalisse di Giovanni
INTRODUZIONE
L'Apocalisse di Giovanni descrive lo svolgimento degli even
ti ultimi dalla resurrezione e dalla esaltazione di Cristo fino al suo ritorno collo stabilirsi del suo dominio su tutto il mon
do . Nessun altro scritto del Nuovo Testamento parla di ciò, se non alcuni brevi brani dei Vangeli e delle Epistole che contengono testi analoghi ( Mc. 1 3 par. ; I Thess. 4 , 1 3 ss.; 2 T h ess 2 , 1 ss . ; I Cor. 1 5 , 2 0 ss. ecc. ). Tuttavia negli ambienti religiosi del giudaismo di quel tempo v'era una viva attesa dell'imminente fine del mondo e dell 'avvento del nuovo mon do di Dio . Tale speranza ha trovato espressione nel genere letterario molto vario e diversificato degli scritti apocalittici . .
I.
La letteratura apocalittica giudaica
La letteratura apocalittica giudaica vuole custodire l'ere dità dei profeti dell'Antico Testamento, tentando di espri mere in maniera nuova il messaggio profetico . Essa tratta non solo il corso della storia di Israele e dei popoli limitrofi, ma abbraccia lo sviluppo complessivo della storia universale di cui vede avvicinarsi velocemente la fine : questo mondo perisce fra spaventose catastrofi, ma il mondo di Dio scende rà dal cielo e farà risplendere una gloria paradisiaca. La dra stica contrapposizione tra questo mondo e l'altro sLè venuta formando per influenza delle concezioni dualistiche di origi ne iranica . Sul mondo soggetto al dominio delle potenze sa taniche sta per scatenarsi un 'ultima era di terrore . Guerre , carestie e infermità colpiranno gli uomini; la terra non darà più i suoi frutti ; le donne rimarranno sterili ; l'ordine del co smo sarà alterato cosicché le stelle non seguiranno più il loro
IO
l ntroduzione
corso regolare . Ma questi 'dolori messianici' annunziano la fine imminente. Quando i tormenti saranno arrivati al loro culmine e il momento sarà giunto, Dio interverrà. Gli eventi si succedono in un ordine ben determinato, voluto da Dio: i morti escono dalle tombe ; tutti gl i uomini devono compari re davanti al tribunale su cui troneggiano Dio e il Messia-Fi glio dell'uomo ; i libri che registrano le azioni di ciascuno vengono letti per giudicarli ; la sentenza è definitiva e decide della salvezza e della dannazione eterna. Dopo il giudizio Dio sostituisce il vecchio mondo con il nuovo ; i beati vi abiteran no e Dio sarà per sempre in mezzo a loro . La conoscenza di questo piano di sviluppo della sto ri a è stata comunicata agli autori apocalittici da rivelazioni miste·· riose . Essi discernono gli eventi futuri in sogno, nel rapimen to estatico o in visioni . I profeti dell'Antico Testamento rice vevano i messaggi di Dio specialmente in forma parlata e li trasmettevano per mezzo della parola di Dio ; nella letteratu ra apocalittica , invece, la trasmissione delle rivelazioni divi ne avviene per mezzo di immagini e di paragoni che bisogna interpretare . Gli �ntichi prcfeti predicavano direttamente a gli uomini del loro tempo , invece gli scrittori apocalittici re digono opere letterarie. Nascondono il loro messaggio sot to il velo del mistero per renderlo più attraente, e pubbli cano i loro libri sotto il nome di qualche noto e pio personag gio dell 'antichità . Dietro ai nomi di Enoc , Abramo , Giacobbe e i suoi figli , Mosè, Baruc, Daniele, Esdra ed altri, si nascon dono gli anoni m i autori delle apocalissi siudaiche. Essi fanno pa r la re quei grandi uomini di Dio per annunciare il corso fu turo della storia. La storia passata , compresa fra l'epoca in cui viveva il profeta veterotestamentario e il momento della redazione del libro apocalittico , viene raccontata come se l'::m tico uomo di Dio ne avesse previsto dettagliatamente il ·:or so . Come la visione profetica si è esattamente veri ficata fino a quel momento ( vaticinia ex eventu ) , così pure si realizzeran no le profezie ulteriori , relative agli eventi finali . Tali eventi
La letteratura apocalittica giudaica
II
vengono illustrati con immagini vivaci e con ricchezza di fan tasia . Da ultimo questo mondo passa . Perciò la serie delle varie e diverse scene si conclude con la descrizione della fine del mondo e l'avvento della nuova creazione . Gli uomini di Dio dell'Antico Testamento, a cui vengono attribuite queste visioni , avrebbero chiuso e sigillato i loro scritti affinché venissero aperti e letti in futuro , nel tempo della tribolazione . Il momento attuale, quello cioè in cui scri vono gli autori apocalittici, attende la fine imminente . Perciò il contenuto delle opere apocalittiche vien reso noto proprio ora alla comunità, appunto per consolarla nella necessità; le viene infatti recato l'annunzio della fine vicina e della gloria promessa. Questa conoscenza la fortifica nella fedeltà , nell 'ob bedienza ai comandamenti di Dio e nella perseveranza fino al l'ultimo giorno . In alcuni degli scritti più recenti dell'Antico Testamento già si trovano brani di intonazione apocalittica (per es . nel libro di Zaccaria e in I s. 24-2 7 il brano più recente di tut to il libro di Isaia ). Il più antico libro apocalittico ci è stato trasmesso sotto il nome di Daniele ed è stato scritto nella du ra epoca delle p ersecuzioni del re di Siria Antioco IV Epifane ( r67- r 64 a .C . ). Il libro di Daniele è ancora stato accolto nel gruppo degli scritti veterotestamentari mentre molte altre apocalissi, scritte nell'epoca immediatamente successiva, non poterono più giungere alla dignità di scritti canonici . Sotto il nome di Enoc ci sono pervenute due opere, una in lingua e tiopica ( Apocalisse di Enoc) e una in lingua slava ( Enoc slavo ). La Ascensione di Mosè riproduce un discorso che Mosè a vrebbe tenuto alla fine della sua vita. Nei Test amenti .dei .do dici patriarchi ciascuno dei dodici figli di Giacobbe fa un ul timo discorso prima di morire. Certi autori apocalittici giu daici del I secolo d.C. scrivono sotto il nome di Esdra (4 Esdr. ) e di Baruc (Apoc. di Baruc) trattando il problema apparentemente insolubile del motivo per cui Dio ha rigetta to il suo popolo e permesso che la città santa fosse ridotta in
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Introduzione
rovine fumanti ( 7 0 d .C . ) . Anche i testi scoperti sulle rive del Mar Morto, ossia i documenti di Qumran, risentono forte mente l 'influenza del pensiero apocalittico. Oltre allo scritto di Damasco (CD) vanno menzionati a questo pro posito soprat tutto l a Regola della comunità di Qumra n ( I QS ), il commen tario al libro di Abacuc (I QpHab ), gli Inni di lode ( I QH) e il Rotolo della guerra ( 1 QM). Il veggente Giovanni non r i porta in nessun punto del suo libro una citazione letterale di qualcuna delle opere giudaiche qui menzionate, né di una qualsiasi altra apocalisse; tuttavia dimostra di avere una
grande familiarità con le idee della letteratura apocalittica giudaica e attinge liberamente alla viva corrente di questa ricca tradizione. 2.
L'Apocalisse di Giovanni come apocalisse cristiana
Come nelle apocalissi giudaiche i brevi detti dei profeti dell'Antico Testamento sono sostituiti da immagini ampia mente sviluppate, così pure nell'Apocalisse di Giovanni com pare una ricca successione di immagini e di figure . Gli autori apocalittici giudaid venivano a conoscere nei sogni e nelle visioni quale dovesse essere il corso della storia fino alla fine del mondo. Il veggente Giovanni è rapito in estasi ( I,Io; 4 , I ) e trasportato in spirito ( I 7 , I ss . ; 2 I , 9 ss . ) per aver parte a una misteriosa rivelazione. Questa riguarda un evento di vastità cosmica : Satana, le potenze demoniache, gli esseri an gelici, gli eserciti delle tenebre e le forze della malvagità com paiono in un dramm a che in rapide sequenze si avvia alla conclusione . I tratti con cui vengono delineate le singole sce ne appartengono alla tradizione apocalittica . Talvolta manca no di chiarezza ( cfr . per es . il commento a I , I 6 s. ) e se ne può determinare il significato soltanto in base al senso e al contenuto attribuiti loro stabilmente dalla tradizione . Nel suo libro il veggente Giovanni non descrive quindi soltanto i sogni e le visioni che ha avuto egli stesso, ma usa materiali e
L'Apocalisse di Giovanni come apocalisse cristiana
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motivi tradizionali coordinandoli tra loro e collegandoli con la testimonianza che la comunità rende al Signore crocifisso, risorto, glorificato e venturo : ne risulta una serie di afferma zioni cristiane. Ma questa trasformazione e riformulazione è stata fatta da un uomo che aveva ricevuto il-dono della profe zia e che parla alle comunità con autorità profetica e in quali tà di servitore della Parola . Le conoscenze che gli sono state impartite vengono da lui raccolte in un'opera letteraria desti nata a consolare e incoraggiare le comunità minacciate . Considerando il libro di Giovanni sullo sfondo della lette ratura apocalittica giudaica si può notare la stretta affinità di concezioni e di rappresentazioni che esiste tra l'uno e l'altra, ma si deve anche osservare come questo libro , in quanto cri stiano , si differenzi nettamente dalle apocalissi giudaiche: il veggente Giovanni non assume come pseudonimo il nome di qualche uomo di Dio dell'antica alleanza, ma dichiara il proprio no"m e, ben noto alle comunità ( I ,I.4-9; 2 2 ,8). Egli non conferisce quindi al suo libro una forma che lo faccia sembrare destinato alle lontane generazioni di un futuro lon tano e sigillato fino a quel momento , ma si rivolge diretta mente alle comunità cristiane chiamandole per nome ( I , I I ; capp. 2 e 3 ). L'apocalisse non viene sigillata ( 2 2 , I o) ma tra smessa immediatamente alle comunità come un messaggio profetico che si rivolge loro nella situazione concreta in cui si trovano . A differenza dell'apocalittica giudaica, questo libro non offre alle comunità cristiane un 'interpretazione della sto ria passata , fatta di immagini che la velano misteriosamente : il contenuto di questa rivelazione riguarda esclusivamente gli eventi dei tempi finali , compresi il ritorno di Cristo, il giudi zio e la nuova creazione di cielo e terra ( capp . 4- 2 2 ). Trattan dosi di una serie di ultimi eventì prefìssata dalla decisione di Dio , il Veggente trova che l'unico linguaggio adatto per par brne è quello dell'Antico Testamento . Perciò usa quasi ad ogni frase certe espressioni bibliche a cui rimane attaccato an che se esse non si adattano perfettamente al nuovo contesto
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Introduzione
in cui vuole inserirle (cfr . per es . il commento a 4 , 8 ). Egli è profondamente radicato nel terreno dei libri dei profeti bibli ci , ne usa costantemente le parole traducendole letteralmente dall'ebraico nel suo greco e ottenendo così senz'altro ciò che il Lohmeyer ha chiamato uno «s tile sacro » . In ques to greco ebraicizzante egli annunzia la rivelazione di Gesù Cristo che poggia sulla promessa dell'Antico Testamento e ne costitui sce l 'adempimento e il completamento . 3·
La composizione deWApocalisse di Gio vanni
L'autore dell 'Apocalisse chiama se stesso Giovanni, servi tore di Dio e fratello dei cristiani ai quali si rivolge ( r ,r .4 . 9 ; 22 ,8 ) . Egli ha reso servizio alle comunità predicando loro la Parola e può contare sul loro ascolto e sulla loro obbedienza al suo messaggio. Questo Giovanni che scrive alle chiese del l' Asia Minore è dunque stato senza dubbio una personalità molto autorevole . Secondo la tradizione della chiesa antica non era altri che il figlio di Zebedeo : il discepolo di Gesù . Questa affermazione, che si trova in Giustino Martire, Ire neo e altri, venne controbattuta intorno al 200 d.C. dalla te si dei cosiddetti alogi ( cioè gli oppositori del Vangelo del Lo gos ), secondo cui gli scritti giovannei sarebbero una falsifica zione dovuta allo gnostico Cerinto . Con questa affermazione essi polemizzano con i montanisti per impedir loro di usare quegli scritti giovannei a cui questi particolarmente si richia mavano per fondare la loro dottrina dello spirito . L'origine a postolica degli scritti giovannei è combattuta dagli alogi per motivi dogmatici . Peraltro la tradizione attestata già alla me tà del n secolo d.C . , secondo cui il veggente Giovanni sareb be da identificare con l'apostolo Giovanni, non ha un fonda mento storico sicuro ma è anch'essa un'affermazione dogma tica. Infatti , se l'autore dell'Apocalisse è un apostolo, la di gnità canonica del libro è assicurata . Né i sostenitori né gli avversari di quest'opera sapevano nulla sul suo autore , se
La composizione dell'Apocalisse di Giovanni
I5
non ciò che si ricava dal libro stesso . È possibile trovare nel l 'Apocalisse di Giovanni elementi su cui fondare l'ipotesi che essa sia stata scritta da Giovanni apostolo ? Il dotto vescovo Dionigi di Alessandria , intorno alla metà del III secolo d.C. ha risposto negativamente a questa doman da, mettendo in evidenza la profonda diversità esistente tra l'Apocalisse di Giovanni e il quarto Vangelo . «Chi li legga attentamente troverà frequentemente nei due scritti ( cioè il Vangelo di Giovanni e la prima Lettera di Giovanni ) le e spressioni la vita, la luce , ripugnanza per le tenebre ; e di con tinuo quelle di verità, grazia, gioia, la carne e il sangue del Signore , il giudizio, la remissione dei peccati , l'amore di Dio per noi , il comandamento di amarci l'uno con l 'altro , il dove re di osservare tutti i comandamenti, il giudizio sul mondo, il diavolo, l'anticristo , la promessa dello Spirito Santo, l'acco glienza come figli di Dio , la fede richiesta a tutti noi, il Pa .. dre ed il Figlio . In una parola, ad un esame preciso il Van gelo e la Lettera appaiono come scritti dalla stessa mano. Vi ceversa, l'Apocalisse è assolutamente diversa da quei due scritti, con i quali non ha alcun legame né una qualche affini tà ; anzi, l'una e gli altri non hanno in comune per così dire neppure una sillaba . Inoltre la Lettera ( per non parlare del Vangelo ) non contiene nessuna citazione o qualche idea del l'Apocalisse, e viceversa, mentre Paolo nelle sue Lette re accenna alle rivelazioni ricevute ( cfr. 2 Cor. r 2 , r -9 ), sen za farle oggetto di uno scritto a parte. Anche lo stile confer ma la stretta affinità tra il Vangelo e la Lettera, che non esi ste invece tra questi due scritti e l'Apocalisse : i primi sono scritti in un greco perfetto e testimoniano di un'estrema abi lità nella scelta delle parole, nello sviluppo delle idee, nella struttura del periodo ; è ben difficile trovare in essi un barba rismo o un solecismo ( cioè un errore grossolano di lingua ) o anche un semplice volgarismo . Il loro autore, ,a quel che sem bra, aveva ricevuto dal Signore due doni : quello dell'intelli genza delle cose e quello dello stile. Certamente non nego
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Introduzione
che l'altro abbia contemplato altre rivelazioni ed abbia avu to il dono della conoscenza e quello della profezia ; constato soltanto che il suo eloquio e il suo linguaggio non sono in greco puro, e che egli ricorre a locuzioni barbariche e a volte ricorre anche ai solecismi. Nessuno però ardisca pensare che lo faccia per disprezzo ; volevo semplicemente esporre le disuguaglianze fra questi scritti» ( cfr . Eus . , hist. eccl. 7 , 2 5). Dionigi di Alessandria ha osservato giustamente che l' Apo calisse di Giovanni ed il quarto Vangelo sono talmente diffe renti per forma e per contenuto, che non possono essere at tribuiti allo stesso autore . È vero che in ambedue gli scritti si parla di vita e di morte, di testimonianza e di attestazione , di vittoria e di dominazione; però , mentre nel Vangelo ap paiono sovente i concetti di luce , verità , amore, pace, Figlio unigenito del Padre, Paraclito , nuovo comandamento ecc . , essi mancano quasi del tutto nell'Apocalisse . I l quarto Van gelo proclama che Gesù è la resurrezione e la vi t a (Io. I I , 2 5 s . ) ; chi crede in lui è già passato dalla morte alla vita ( Io. 5 , 24 ), è già stato sottratto al giudizio (Io. 3,I8). Invece l'Apo calisse espone tutta una serie di avvenimenti alla fine dei tem pi, che dovrà svolgersi fino a che non saranno venuti la fine, il giudizio ed il nuovo mondo di Dio . Il messaggio del quar to Vangelo si riferisce interamente al presente, mentre l'Apo calisse descrive un dramma apocalittico ; il quarto Vangelo non contiene quasi nes�una citazione dell'Antico Testamento , invece il linguaggio dell'Apocalisse è impregnato quasi in o gni versetto di espressioni bibliche. Queste profonde diffe renze obbligano a concludere che l'autore dell 'Apocalisse non può essere la medesima persona che ha scritto il quarto Van gelo ; del resto in nessun passo del libro egli afferma o fa pen sare di essere stato un testimonio oculare e apostolo di Ge sù. Nulla egli racconta dell'attività del Signore sulla terra ; soltanto di croce, resurrezione e ritorno di Cristo parla ab bastanza di sovente, secondo la comune professione di fede cristiana . In 2r,r4 si parla dei dodici apostoli come di
La composizione dell'Apocalisse di Giovanni
un circolo chiuso, ma non si accenna minimamente al fatto che l'autore debba essere annoverato fra di essi. Gli apostoli sono nominati in I 8 , 2 o insieme ai santi ed ai profeti, che - costituendo il coro dei perfetti beati- debbono intona re l 'inno trionfale sul giudizio emesso contro Babilonia. Es si appartengono ad un tempo dal quale già sono trascorsi al cuni decenni. Nelle comunità dell'Asia Minore non restano quasi più tracce della predicazione dell'Apostolo, che pure a suo tempo vi aveva fondato la prima comunità ( cfr. capp. 23 ) . Se dunque l'autore dell'Apocalisse si presenta con il suo nome , Giovanni, non è che con dò pretenda di essere disce polo e apostolo del Signore . La sua identificazione con il fi glio di Zebedeo è stata fatta soltanto più tardi dalla tradizio ne ecclesiastica , che volle dare al libro di Giovanni autorità apostolica e dignità canonica . Perciò, sulla base delle indica zioni che si possono trarre dal libro, della persona del suo au tore si può dire soltanto che egli fu un profeta dei primi tempi del cristianesimo che predicò con grande autorità alle comu nità dell'Asia Minore . Il suo linguaggio semitizzante ed i suoi profondi legami con l'eredità·�iudaica veterotestamentaria stanno ad indicare che egli veniva da ambienti giudeo-cristia ni, forse dalla Palestina . Può darsi che lo si possa identificare in quel presbitero che, secondo il vescovo Papia di Gerapòli, svolse la sua attività in Asia Minore ( Eus . , hist. eccl. 3,39, 4 ) , del quale in tempi posteriori si mostrava la tomba a Efe so ( dove devono essere state le tombe di due Giovanni, l'apo stolo e il presbitero [ Eus ., hist. eccl.7,25,I 6]). Ma non si può più affermare nulla di sicuro a questo riguardo . Ireneo informa (haer. 5,30,3) che l'Apocalisse sarebbe sta ta scritta verso la fine del regno di Domiziano (SI-96 d .C. ). L'opera di Giovanni conferma l'attendibilità di questa noti zia . In precedenza vi sono già state persecuzioni (cfr . 6 ,9I I ), ma i cristiani vanno incontro a nuove sofferenze e a Un gravissimo conflitto COn le autorità romane (cfr. cap. I 3). IJ sangue dei santi e dei testimoni di Gesù sta per essere ver-
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Introduz.ione
sato ( 6 , I I ; I 6 ,6 ; I 7 ,6 ; I 8 , 2 4 ) . Nel momento in cui Domi ziano, primo fra gli imperatori romani , ha preteso che tutti i sudditi dell 'impero gli tributassero onori divini mentre era in vita , il veggente Giovanni rivolge il suo messaggio di conso lazione e di incoraggiamento alle chiese dell'Asia Minore tor mentate e oppresse . A proposito di certi brani del libro ci si è chiesto se non se ne potesse dedurre una data di composizione più antica . Per esempio in I I , I - 2 è stato adoperato un elemento della ttadizione che risale ali 'ultimo periodo della guerra giudaica ( 7 o d.C. ). Il Veggen te conosce e utilizza tale tradizione, ma nel· contesto attuale le conferisce un nuovo significato inter pretando il tempio e l'altare come termini riferentisi alla co munità cristiana ( cfr . ad loc. ). L'assedio e la conquista di Ge rusalemme da parte dei Romani dovevano quindi essere già relativamente lontani nel tempo, e perciò I I , I-2 non può es sere usato come elemento per sostenere l'opinione di alcuni commentatori secondo cui il Veggente avrebbe scritto il suo libro ancora sotto Vespasiano . È stato espresso diverse volte il parere che la lista dei re ( = imperatori ) riportata in I 7,9 s. giunga fino al sesto dei Cesari , cioè a Vespasiano ( cfr . ad loc. ), cosicché l 'autore dell 'Apocalisse avrebbe incluso nel cap . I 7 un frammento risalente al tempo di quell'imperatore . Ma nella spiegazicne di quel capitolo mostreremo come il Veggente si riferisca a una precedente tradizione mitica che non ha alcun rapporto con Vespasiano, e come egli riesca so lo con difficoltà a farla coincidere con il corso della storia, perché il suo interesse si concentra tutto sull'ottavo re che verrà per ultimo ed eserciterà un terrore senza limiti . Non c'è viceversa alcun motivo per mettere in dubbio la data di com posizione dell 'Apocalisse indicata da Ireneo . Il libro di Giovanni reca in ogni sua parte l'impronta del linguaggio molto personale del suo autore e dispone il suo ricchissimo materiale secondo un piano ben preordinato ; perciò l 'opera nel suo insieme si presenta come un tutto unico e compatto,
L'interpretazione dell'Apocalisse di Giovanni
r9
pensato e messo per iscritto dal veggente Giovanni verso la metà dell 'ultima decade del 1 secolo . 4·
' Uinterpretazione dell'Apocalisse di Giovanni
L'Apocalisse di Giovanni è stata accettata come scritto sa cro da tutta la chiesa cristiana soltanto a partire dalla fine del IV secolo d.C. Fino a quel momento si era discusso aspramen te sulla sua validità : in Oriente l'Apocalisse aveva pochi so stenitori, viceversa in Occidente ( Roma ) godette di grande prestigio già in epoca piuttosto antica . Nella sua famosa epi stola pasquale dell 'anno 3 6 7 d.C. il vescovo Atanasio d'Ales sandria elenca i libri canonici del Nuovo Testamento anno verando per ultimo anche l'Apocalisse di Giovanni . Da quel momento scompare gradualmente l'opposizione contro l' Apo calisse che viene generalmente inserita nel canone degli scrit ti neotestamentari. Ma la sua interpretazione è rimasta con troversa nel corso della storia ecclesiastica perché l'enigma tico libro del veggente Giovanni presenta una quantità di problemi di difficile soluzione. Nel Medioevo e fino all'epoca moderna avanzata è stata applicata in diversi modi all'Apocalisse di Giovanni la cosi detta interpretazione storico-ecclesiastica o storico-universale che partiva dal presupposto secondo cui l'Apocalisse prean nunciava il corso futuro della storia universale o della storia ecclesiastica fino alla loro conclusione finale . In tal caso però dev'essere possibile ricollegare le immagini del libro con de terminati avvenimenti storici già accaduti, nonché dedurre dalla successione delle visioni il punto a cui sono ormai giun te le lancette sul quadrante della storia . In questo senso si ·?! spesso tentato di calcolare quanto tempo mancasse e quale fesse il momento preciso della fine del mondo . L'Apocalisse è stata letta con questo criterio non soltanto dai grandi ese geti medievali tra cui Gioacchino da Fiore e Nicola da Lyra ecc . , ma anche da Lutero e da molti altri teologi posteriori .
20
Introduzione
Ma quando Lutero occasionalmente spiega che le due bestie del cap . I 3 sono il papato e il suo alleato , l'impero, non si può condividere il suo punto di vista ; come pure non si può condividere l 'opinione di coloro che in momenti storici par ticolarmente difficili hanno ritenuto di poter individuare in determinati oppressori l'anticristo stesso come precursore della fine della storia universale. L'interpretazione che vede nell'Apocalisse un prontuario della storia profana ed eccle siastica futura ha dovuto essere modificata di secolo in secolo ed è contraddetta dagli avvenimenti stessi : questi sono i prin cipali motivi per criticarla . Un'esegesi scientificamente corretta dell 'Apocalisse è di ventata possibile soltanto verso la fine del XVIII secolo, quan do cioè si è cominciato a spiegare il libro di Giovanni in ri ferimento all'epoca in cui fu scritto e in base agli avvenimen ti che allora concernevano direttamente le comunità cristia ne . I riferimenti alla storia dell'epoca si ritrovano special mente nei capp. I 3 e I 7. Se tali riferimenti vengono ricono sciuti per quello che sono, essi impediscono qualsiasi tenta tivo di identificare arbitrariamente quelle figure con i perso naggi che hanno avuto sulla scena della storia mondiale un ruolo eminente o terrificante . Senza dubbio il proposito del l'Apocalisse non si esaurisce nella trattazione dei problemi del suo tempo, anzi, il libro è tutto orientato verso l'attesa della fine dei tempi . Nella spiegazione delle singole sezioni bisogna tener conto di tale orientamento . Giovanni scrive, è vero , per delle comunità cristiane che si trovano in determi nate tribolazioni e necessità, ma egli prende posizione nei con fronti di tali avvenimenti richiamandole all'annunzio della fi ne imminente. Egli aspetta la fine in un futuro molto prossi mo ( I , r. 3 ; 2 2 , 6 . I o ). Egli vuole fortificare le comunità nelle loro tribolazioni , parlando loro della gloria di Dio, non na scondendo per nulla le cose tremende che devono ancora accadere . Dipinge le catastrofi imminenti con i colori che gli sono offerti dalla letteratura apocalittica. Perciò nell'imer-
Contenuto e struttura dell'Apocalisse di Giovanni
21
pretare le singole immagini bisogna studiare a fondo la pre cedente storia del materiale adoperato, e quindi individuare quale sia il modo peculiare in cui l'autore usa gli elementi for nitigli dalla tradizione, e come vuole che siano intesi . Il che significa che l 'Apocalisse va interpretata secondo i criteri del la storia della tradizione. Studiosi come Gunkel, Bousset, Charles e Lohmeyer hanno dimostrato che il veggente Gio vanni è radicato nel pensiero e nelle concezioni dell'apocalit tica giudaica, ma che ricorre anche a tradizioni delle religio ni astrali e a tradizioni mitiche di altri popoli per metterle al servizio della sua predicazione . Soltanto chi tenga conto mol to attentamente di questi rapporti attinenti alla storia delle religioni può spiegare adeguatamente il messaggio dell 'Apo calisse, evitando il rischio di abbandonarsi a speculazioni ar bitrari� o di introdurre nel testo pensieri a esso estranei . 5.
Contenuto e struttura dell'Apocalisse di Giovanni
Lo schema del libro corrisponde all'ordine ricevuto dal veggente Giovanni ( I , I 9 ). Egli deve mettere per iscritto ciò che ha visto ( l'apparizione del Cristo glorificato, I ,9-2 0 ), ciò che è ( le lettere alle sette comunità, capp . 2 -3 ), e ciò che sta per accadere ( capp . 4-2 2 ). Perciò rivolge in primo luogo un messaggio di esortazione alle chiese dell'Asia Minore ( capp. 2-3 ) e poi descrive a vivi colori la serie degli eventi finali (capp . 4-2 2 ). La vasta massa delle immagini è tenuta insieme da un principio ordinatore settenario ; si può quindi dividere l 'intero libro in sette sezioni principali che si suddividono a loro volta ciascuna in sette brevi brani . Al capitolo iniziale, contenente l'introduzione ( I , I -3 ) il preambolo in forma epi stolare ( I ,4-8 ) e la visione della vocazione del Veggente ( I, 9-2 0), fanno seguito le sette lettere ( 2 , I -3 , 20) come prima sezione . La seconda è formata dalle visioni dei sette sigilli ( 4 , I -8 , I ). C'è prima un prologo in cielo ( 4 , I -5 , I 4 ) : il Veg 'gènte può contemplare la sala del trono celeste ( 4 , I - I I ) e ve-
22
Introduzione
dere la consegna del libro dai sette sigilli all'Agnello di Dio ( 5 , I -I4 ). L'Agnello prende il libro e apre successivamente un sigìllo dopo l'altro . Compaiono i quattro cavalieri ap4
Zacharias
Mach . 1 ,4 Machabaeorum
Abbreviazioni dei libri biblici
219
NUOVO TESTAMENTO I ,2 Thess. Ep. ad Thessalonicenses
Mt .
Evangelium Matthaei
Mc.
Evangelium Marci
I ,2
Le.
Evangelium Lucae
Ti t.
Epistula ad Titum
Io.
Evangelium Ioannis
Philm.
Epistula ad Philemonem Epistula ad Hebraeos
Tim.
Epistulae ad Timotheum
Act.
Actus Apostolorum
Hebr.
Rom .
Epistula ac! Romanos
Iac.
Epistula Iacobi
I ,2 Cor.
Epistulae ad Corinthios I ,2
·1 ,3 Io.
Epistulae Ioannis I ,3
Gal.
Epistula ad Galatas
I ,2 Petr.
Epistulae Petri
I ,2
Eph .
Epistula ad Ephesios
Iudae
Epistula ludae
Phil.
Epistula ad Philippenses
Apoc.
Apocalypsis loannis
Col.
Epistula ad Colossenses
ALTRE ABBREVIAZIONI =
ad
commento al passo
Agost., Civ. D.
=
Agostino, De civitate Dei
Apoc. Bar.
=
Apocalypsis Baruch
Apoc. Hen.
=
Apocalypsis Henoch
Ass. Mos.
=
Assumptio Mosis
Barn.
=
Epistula Barnabae
Ep. Ar.
=
Epistula Aristeae ludaei
4 Esdr. LXX
=
Liber quartus Esdrae
=
Septuaginta, traduzione greca dell'A.T.
Or. Man.
=
Oratio Manassae
Sib.
=
Sibyllini libri
Tac., Ann.
=
Tacito, Annales
test. XII Patr.
=
Testamenta XII Patriarcharum
test. Iud.
=
Testamentum Iudae
test. Ios.
=
Testamentum Iosephi
L.
=
Testamentum Levi
test. R.
=
test.
I QH r QM r QS I Q Patr
4 QTest
Testamentum Ruben
=
Inni di Qumran
=
Rotolo della guerra di Qwnran
=
Regola della comunità di Qumran
=
Benedizione dei Patriarchi di Qumran
=
Testimonia di Qumran
I ,2
I ,2