Introduzione alla metafisica contemporanea

  • 0 0 0
  • Like this paper and download? You can publish your own PDF file online for free in a few minutes! Sign Up
File loading please wait...
Citation preview

ilMulino

Indice

Per iniziare

15 METODI

I.

Il.

Strumenti 1. 2. 3. 4. ;.

21

Senso comune Argomentazione Chiarificazione concettuale e definizioni Virtù teoriche e spiegazione Esperimenti mentali Punti principali Domande per pensare Cos'altro leggere

Metametaflsica 1. Metafisica e storia della filosofia 2. Metafisica e immagine scientifica del mondo 3. Livelli e fondamentalità 4. Epistemologia della metafisica Punti principali Domande per pensare Cos'altro leggere

22

25 28 30 33 36 36 36

39 40

42 46 48 53 53 53

FONDAMENTI

57

lii. Identità 1. Usi comuni di «identità»

58

rv.

1. l.'11,1, dd lt'rmint' m mcufi,if.1

S9

J. l..1 '-.,,,wr11onr 11m1,ui.1 drll'idmri1l -4. l 'na ddmim,nc ddl'idm1itl? t \'anc-tÀ ddl'idm1i1À? Il r.1,0 drll'idrntitÀ rcl,uiva Punti princip.1li D,,m,mdc pc.-r pcn~.uc (~'ahro lcAAcrc

61

Esisnnu

71 71 71

74 74 77

n 79 82

83 85 90 90 90 93

Mereologla

1. Composizione 2. Unicità della composizione e potenziali controesempi }. Estensionalità ed economia ontologica 4. La composizione come identità S. Il problema dei molti 6. Restringere la composizione 7. Universalismo e nichilismo Punti principali Domande per pensare Cos'altro leggere VI. Strutture ed entità strutturate

1. 2. }. 4. ,. 6.

67

73

l. Che cosa esiste? 2. La prima reazione: (D) è insensata }. La seconda risposta a (D): Nulla 4. La terza risposta a (D): Tutto 4.1. L'esistenza come proprietà di secondo livello 4.2. L'esistenza è espressa per mezzo del quantificatore esistenziale 4.3. Esistenziali negativi: soluzioni e problemi S. La quana risposta a (D): Qualcosa Punti principali Domande per pensare Cos'altro leggere V.

6S

Ordine, ripetizione, stratificazione Ruoli nella struttura Struttura, e5istenza, identità Sostanza, forma e materia Proposizioni Fatti Punti prind1>11li Domande per pensare Cos'altro leggere

93 95 99 100

101 103 104

107 107 107 109 110 111 112 113 115

118 121 121 121

·--- ·--- -· ------. -·- - ·- - -- ------ -- ----·- --VII. Proprietà • reladonl I, Nnminitli,mo ~1111~ CO$trttto a identificare la trilateralità con la triangolarità, Stbbcne appunto esse qualifichino le figure grometriche da un punto di vista diveno. Tuttavia, come Lewis stesso [ibidem, 55-56] ha sottolineato, la mancata distinzione tra triangolarità e trilateralità è un problema o non lo è, a seconda di quale ruolo teorico ci aspettiamo giochino le proprietà, e queste dive~ aspettative dipendono a loro volta dal contesto teorico in cui ci troviamo. A diveni ruoli e contesti teorici possono corrispondere diversi insiemi: per ceni ruoli e contesti vanno bene gli insiemi di entità possibili; per altri servono insiemi più complessi, che però sono comunque insiemi e sono quindi compatibili con il progetto generale di ridurre le proprietà a insiemi. Possiamo, ad esempio, in un ceno contesto teorico (e in panicolare, secondo Lewis, nel contesto della metafisica stessa), aspettarci dalle proprietà che esse consentano di classificare gli individui in un ceno modo e, quando delle proprietà (come la trilateralità e la triangolarità) non possono ponare a classificazioni diverse, dovremmo semplicemente accettare che sono in effetti un'unica proprietà. Quando invece siamo nel contesto dell'epistemologia o della semantica, ci aspettiamo dalle proprietà che esse diano conto- rispettivamente- della nostra possibilità di considerare gli stessi individui da punti di vista diversi, e del fatto che i predicati «essere triangolare» ed «essere trilaterale» hanno valori semantici diversi. Tali distinzioni possono essere tracciate dal nominalismo delle classi, ammettendo però che, in questi contesti teorici, le proprietà sono insiemi più complessi. Ad esempio, ai fini dell'epistemologia e della semantica, la triangolarità sarà l'insieme che ha come suoi due elementi l'insieme dei triangoli possibili e l'insieme degli angoli possibili, mentre la trilateralità sarà l'insieme distinto che ha come suoi due elementi l'insieme dei triangoli possibili e l'insieme dei lati possibili 19• La flessibilità nel distinguere o meno diverse proprietà si associa nel nomi• nalismo delle classi ad altri elementi di flessibilità. In panicolare, per Lewis qualfùui insieme di individui possibili è una proprietà: non solo quindi la classe dei docenti del liceo classico di Arpino o la classe delle entità rosse, ma anche la classe che ha come suoi unici elementi Ciro De Florio, il T11j Mahill, iv

La twria Jtlle proprietà come dlln.i fa in questo senso ecCl"Jione il quinto Jeuo nel

S I circa il fauo che il rrali,mo ,ulle proprietà non 11nribuim~ llllt propriet• prim1HÌA·

1ntn1e il ruolo Ji valore &emantico Ji preJk1ui e termini referen2i.Ji IL$lfjlli. I.e propriSsano essere nella relazione di identità. E allora opportuno sganciare la natura delle relazioni dal numero di entità potenzialmente coinvolte e puntare invece sull'idea che una relazione ha, a differenza di una proprietà, più di un posto vuoto, ossia più di un ruolo che degli individui possono giocare rispetto a essa (come i ruoli dell'amante e dell'amato rispetto alla relazione di amoreP0• Le relazioni possono avere due posti vuoti (nel qual caso sono dette «relazioni binarie»), tre («ternarie») o di più. La relazione di essere a ovest è una relazione binaria. La relazione di 29

Si veda Wehmeicr [2012] P.Cr un'estesa analisi del problema, volta però a difendere una tesi diversa rispetto a quella standard esposta nel testo. Per Wehmeicr in effetti una relazione a due posti è una caratteristica che può coinvolgere due entità in una singol;,1 sua istanza e per questa raJJione l'identità non è una relazione. '° Gilmore [2013] è una difesa e un'analisi di questo modo di caratterizzare le relazioni. Anche la concezione di Fine [2000] è parzialmente affine ed è detta «posizionalismo» proprio perché si attribuiscono dei posti o posizioni alle relazioni. L'idea generale che roprietà e relazioni abbiano, in numero diverso, posti vuoti risale alla metafora di Frcgc 1891), secondo cui il valore semantico di un predicato sarebbe un'entità insatura, oss~ un'entità che deve essere «completata» da uno o più individui.

r

'°·'' "'" trJ (quella che Pontcdcra ha rispetto a Firenze e Pisa) è una relazione tl'maria. L'idcntit~ è una relazione binaria i cui due posti vuoti sono, per ogni i~ranz~. occupati dalla meA

po~ietlc e manifesta e si contrappongono alle proprietà disposizionali, che invece sono proprietà che un oggetto manifesta solo se si verificano certe con. dizioni; su questo tipo di proprietà, si veda il cap. 9). Se un oggetto esistente gode di una cena proprietà, T contiene o implica un enunciato che afferma che tale oggetto ha tale proprietà; se invece l'oggetto non ne gode, allora r contiene o implica un enunciato che afferma che tale oggetto non gode di tale proprietà. Assumendo, per semplicità, che T sia espressa in lingua italiana, se Aldo è sia italiano che umano, non è un rettile e non è inglese, T conterrà o implicherà «Aldo è italiano», «Aldo è umano», «Aldo non è un rettile» e «Aldo non è inglese». La questione che vorremmo affrontare in questo capitolo è: T contiene tutte le verità? Ovvero, le verità categoriche sono tutte le verità? O ci sono altre verità che restano fuori? Chiamiamo l'ipotesi che T contenga tutte le verità «ipotesi categorica». Per quanto potente ed espressiva, T non sembra fornire alcuna indicazione sul tipo di legame tra un ceno oggetto e una certa sua proprietà. Il legame tra Aldo e la proprietà di essere umano sembra diverso dal legame tra Aldo e la proprietà di essere italiano. Sembra plausibile, infatti, che Aldo non avrebbe potuto esistere senza essere umano, mentre avrebbe potuto esistere senza essere italiano. La proprietà di essere umano sarebbe, allora, una proprietà essenziale per Aldo, mentre la proprietà di essere italiano sarebbe una sua proprietà accidentale (parleremo più diffusamente di proprietà ~senziali nel cap. 9). Ora, è a sua volta una verità che il legame tra un oggetto e una proprietà è essenziale o accidentale: se Aldo è italiano, non solo è vero che Aldo è italiano, ma è vero anche che Aldo è accidentalmente italiano. D'altra pane, se Aldo è umano, non sarà solo vero che Aldo è umano, ma anche che Aldo è essenzialmente umano.Tali verità dovrebbero essere riconosciute all'interno di una teoria come T che, per l'ipotesi categorica, le dovrebbe contenere o implicare tutte. Inoltre, T non sembra fornire alcuna indicazione neanche sul tipo di legame che Aldo ha con le proprietà che di fatto non ha: il legame di Aldo con la proprietà di essere un rettile sembra essere diverso da quello di Aldo con la proprietà di essere inglese. Fatte di nuovo alcune assunzioni (in panicolare, l'assunzione che l'appanenenza a un genere naturale sia essenziale per un individuo), sembra infatti impossibile per Aldo essere un rettile (se di fatto è umano), mentre sembra possibile per Aldo essere inglese (anche se di fatto è italiano). Anche in questo caso, il fatto che sia impossibile per Aldo godere della proprietà di essere un rettile e il fatto che sia possibile per Aldo godere della proprietà di essere inglese corrispondono a delle verità: queste verità dovrebbero essere contenute o implicate da una teoria come T. Per essere completa, quindi, la teoria T non dovrebbe contenere solo enunciati che affermino o neghino il possesso da parte di Aldo di tutte le sue proprietà categoriche, ma dovrebbe contenere anche enunciati che affermino se una cena proprietà è essenziale, accidentale, impossibile o possibile. Se tali verità

_JI lii .•~ modali sono riconosciute come verità genuine, la loro mancanza in Tconfut• 1·,1xltcsi categorica, ossia la tesi che Tcontenga tutte le verità. Per comodità, ~plicitiamo qui le definizioni deUc nozioni appena utilizzate: Un oAActto agode essenzialmente di una proprietà Fse e solo se agode della pn,prictà Fe a non avrebbe potuto esistere senza godere di tale proprietà. Un oggetto agode accidentalmente di una proprietà Fse esolo se agode della proprietà Fe a avrebbe potuto esistere senza godere di tale proprietà.

t possibile che un oggetto a goda di una proprietà F se e solo se a avrebbe potuto godere deUa proprietà F.

t impossibile che un oggetto agoda di una proprietà Fse esolo se anon gode della proprietà Fed è impossibile che agoda della proprietà fl. Tra le reazioni che un difensore deU'ipotesi categorica può prendere in considerazione di fronte all'obiezione di aver trascurato, come minimo, le verità modali appena discusse, le più importanti sono sostanzialmente due. La prima consiste nel tentare di screditare in toto le verità modali, in modo che non possano essere considerate dei controesempi all'ipotesi categorica; la seconda consiste nell'ampliare la dimensione del categorico, cosl da includere anche le verità modali. La prima reazione è queUa di Quine e ne parleremo nel S2; la seconda posizione è quella di Lewis e la esporremo nel S4.

2. SCETI1CISMO QUINEANO Le verità modali possono essere di due tipi: queUe in cui si affenna che ciò che un enunciato esprime è necessariamente, possibilmente, essenzialmente, contingentemente vero e queUe in cui si afferma che un ogg,etto gode necessariamente, possibilmente, essenzialmente, contingentemente di una certa proprietà. Questa distinzione corrisponde alla distinzione tradizionale tra verità modali dt ditto e verità modali dt rt (una distinzione che abbiamo già anticipato nel cap. 3, al fine di escludere presunti controesempi al principio di indiscemibilità degli identici). Ad esempio, «necessariamente, tutti gli scapoli sono uomini non sposati» è una verità modale de dicto, mentre «Aldo è necessariamente un uomo» è una verità modale de re. NeUa prima si attribuisce la necessità alla proposizione espressa dall'enunciato «tutti gli scapoli sono uomini non sposati», neUa seconda si attribuisce la necessità a un individuo, Aldo, qualificando il modo in cui egli gode della proprietà di essere un uomo. 1

Il lettore noterà che le prime due formulazioni sono sintatticamente diverse dalle seconde due, dato che la modalità è espressa da avverbi e non da un'espressione predicativa come «è possibile che-. Questo è dovuto al fatto che essenzialità e accidentalità ,i riferiscono più direttamente al legame tra una proprietà e il suo ~natore e ciò ,i riflette nel modo più naturale di usare le relative espressioni in italiano. Sulle proprietà cssenzillli torneremo nd capitolo 9.

Si tcn~a presente che questa distinzione non è però rilevante quando ~i con. frontano tra loro tnunciati singolari, ossia enunciati che affermano o negan() che un oggetto specifico abbia una certa proprietà. «È possibile che Aldo sia inglese», almeno in italiano, sembra essere de dicto (può infatti cs~re parafrasata affennando che la proposizione espressa dall'enunciato «Aldo è inglese» è possibilmente vera o affennando che è possibilmente vero che Aldo sia inglese), ma la sua interpretazione è de re (l'interpretazione attribuisce la proprietà di essere inglese ad Aldo, qualificandola come possibile)2• La distinzione tra de re e de diclo diventa rilevante, invece, nel caso di enunciati complessi in cui, oltre alle espressioni modali, sono presenti anche altre espres. sioni «logicamente sensibili», come i quantificatori. Si consideri, ad esempio, il caso di un enunciato quantificato come «tutti gli scapoli sono uomini non sposati», dove è presente una quantificazione universale («tutti»). L'applica. zione di un operatore modale a tutto l'enunciato, nella sua lettura de dicto- ,,è necessario che tutti gli scapoli siano uomini non sposati»- genera un enunciato vero (infatti la proposizione espressa dall'enunciato «tutti gli scapoli non sono sposati» non può essere falsa); al contrario l'applicazione di un operatore modale nella sua lettura de re - «tutti gli scapoli sono necessariamente non sposati» - genera un enunciato falso (infatti non tutti coloro che allualmente sono scapoli sono necessariamente tali: potevano benissimo sposarsi). Lo scetticismo di Quine verso le nozioni modali, o almeno verso le verità modali de diclo, è motivato in parte dal suo scetticismo verso la nozione di analiticità (ossia la nozione di verità in virtù del significato). Quine si basa (al fine di screditarla) su una concezione linguistica della necessità, secondo la quale «è necessario che P» è vero se e solo se Pè analitico ed «è possibile che P», invece, è falso se e solo se la negazione di Pè analitica. Il problema è che la nozione di necessità sembra a sua volta essenziale per definire l'analiticità, attraverso la nozione di sinonimia: un enunciato è analitico se e solo se può essere trasfonnato in una verità logica mediante la sostituzione di espressioni sinonime e due espressioni sono sinonime se e solo se sono necessariamente sostituibili l'una all'altra in ogni contesto. Ci troviamo quindi in un circolo (vizioso, per Quine) di nozioni che si presuppongono l'una con l'altra (analiticità, sinonimia, necessità), senza che nessuna di esse sia particolannente chiara. Nei confronti della modalità de re, Quine aveva un atteggiamento ancora più radicale: le verità modali de re sono incoerenti. Famoso, a questo proposito, è l'esempio del «ciclista matematico» [Quine 1960, 199-200]. Assumiamo per un attimo che la nozione di analiticità abbia senso. Che un oggetto goda essenzialmente o accidentalmente di una certa proprietà dipende, per Quine, da come l'oggetto viene descritto; ad esempio, di un individuo che viene 1

Nel linguaggio della logica del primo ordine un enunciato come «Aldo è inglese» sard>be tradotto con una fonnula del tipo Fa (dove «F» è un predicato e «a» una costante individuale). L'unica posizione in cui si può applicare in modo sintatticamente legittimo un operatore modale M (che corrisponde a «è possibile che-) è davanti a tutta la formula ottfflffldo cosl MFa (una fonnula come FMa sattbbe invece sintatticamente malformata). Tuttavia; una fonnula come MF11 verrebbe interprttata come una fonnula de re. 0

I lk~critto romc «ciclish1» si potrebbe essere tentati di affermare che egli sia "~-.enzi.1lmcntc bi1>e. Ma che conclusioni metafisicamente rilevanti possiamo trarre da queste considerazioni logico-linguistiche? Per mezzo delle nozioni iperintensionali riusciamo a fare delle distinzioni che vanno oltre la dimensione modale della necessità, ossia oltre quelle che si riescono a tracciare in termini di mondi possibili (i quali, come abbiamo visto nel cap. 8, sono lo strumento più noto di analisi della modalità). Ciò ha come effetto che due entità che risulterebbero indistinguibili da un punto di vista modale possono risultare invece distinguibili per mezzo di una nozione iperintensionale come il grounding: Socrate el'insieme (Socrate) esistono negli stessi mondi possibili e non si riesce quindi a distinguerli modalmente. Nondimeno, Socrate e

.~,-rate) si possono distin,tuere per mezzo della relazione iperintcnsionaJc ,t1 ~n,undinJ{ 1. 'm"·apadtà della dimensione modale di tracciare distinzioni che invece è i',ss1bile tracciare per mezzo del grounding ci dà anche un'altra informazione, l~ia che il grounding non può essere ridotto a nozioni modali o definito in t