I ritorni di Odisseo. Colonizzazione e identità etnica nella Grecia antica 8843029460, 9788843029464

Un'originale, a tratti provocatoria, revisione del ruolo dei miti e della nozione di etnicità nelle società antiche

262 98 4MB

Italian Pages 326/325 [325] Year 2004

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I ritorni di Odisseo. Colonizzazione e identità etnica nella Grecia antica
 8843029460, 9788843029464

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STUDI SUPERIORI / 456 STUDI STORICI

I lettori che desiderano informazioni sui volumi pubblicati dalla casa editrice possono rivolgersi direttamente a: Carocci editore via Sardegna 50, 00187 Roma, telefono o6 42 81 84 17, fax o6 42 74 79 31

Visitateci sul nostro sito Internet: http://www.carocci.it

Irad Malkin

I ritorni di Odisseo Colonizzazione e identità etnica nella Grecia antica Edizione italiana a cura di Liana Lomiento

Carocci editore

Per Tali e Noga

Traduzione e cura di Liana Lomiento Titolo originale: The Returns o/ Odysseus: Colonization and Ethnicity Copyright © 1998 The Regents of the University of California Published by arrangement with the University of California Press ©

13 edizione italiana, aprile 2004 copyright 2004 by Carocci editore S.p.A., Roma

Realizzazione editoriale: Omnibook, Bari Finito di stampare nell'aprile 2004 dalle Arti Grafiche Editoriali Srl, Urbino ISBN

88-430-2946-o

Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633) Senza regolare autorizzazione, è vietato riprodurre questo volume anche parzialmente e con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche per uso interno o didattico.

Indice

Abbreviazioni

II

Premessa

13

Premessa all'edizione italiana

17

Introduzione

19

IO.

Odisseo eroe protocoloniale n problema: mito e storia Formulazioni possibili "Ritorni" : perché? Colonizzazione e protocolonizzazione Periferie Analogie e dicotomie n mito come legittimazione Rappresentazioni collettive e ricerca moderna Contenuti e forme

22 23 26 28 29 34 36 40 42 45

I.

Contesti e concetti

53

I. I.

1 .2.

Ritorni fluttuanti: parole e immagini Categorie di etnicità

54 77

2.

Navigare e colonizzare nel mare dei ritorni

85

2.1.

ltaca

87

I.

2. 3· 4· 5· 6. 7· 8. 9·

7

2.3 . 2.4. 2. 5 . 2.6.

Protocolonizzazione e colonizzazione: gli Euboici e i Corinzi nel Nord -Ovest Otranto e la Messapia n contesto di Otranto e il nome di Odisseo I "capitani" Conclusioni

97 106 III 112 117



Itaca e il culto di Odisseo

119

3· 1. 3 .2. 3·3· 3·4· 3·5· 3 .6. 3·7· 3 .8.

La baia di Polis e il contesto marittimo n culto e i tripodi La natura del culto Tripodi come dediche Le dediche: origini itacesi? I tripodi, gli Euboici e i Corinzi n declino di Polis Conclusioni

120 124 132 136 138 141 143 144



Le alternative dell'Odissea: etnicità e colonizzazione in Epiro

149

4·1. 4.2. 4·3· 4·4·

La Tesprozia Odisseo e l' etnicità epirota La "obiettiva" etnicità epirota Conclusioni

155 164 173 182



Pitecusa, Odisseo e gli Etruschi

189

5·1 . 5 .2. 5·3·

La coppa di Nestere Odisseo e gli Etruschi Conclusioni

191 19 5 2II

6.

Odisseo e l'Italia. Una visione periferica dell'etnicità

21 5

6.1. 6.2. 6.3 . 6.4. 6. 5.

Esiodo e Odisseo Stesicoro e l'Occidente Tradizioni e contesti seriori n "momento giusto " Conclusioni

2.2.

217 229 242 244 246 8

Appendice. Questioni omeriche I. 2. 3·

Nostoi, episodi e la questione della trasmissione Scrivere Omero La longue durée e l'VIII secolo Riferimenti bibliografici

Indice analitico

9

Abbreviazioni

CEG

Carmina Epigraphica Graeca, 2 voli. , ed. P. A. Hansen, Berolini­

CIL EGF

Corpus Inscriptionum Latinarum, Berlin 1863 ss. Epicorum Graecorum Fragmenta, ed. M. Davies, Gottingen 1988. F. Jacoby, Die Fragmente der griechischen Historiker, Leiden

FGrHist Gentili-Prato

GGM IEG IG M.-W. Maehler

PEG PMGFr Prato Rose

SEG

TrGFr

Novi Eboraci 1983-89.

1957-69 . B. Gentili, C. Prato, Poetarum Elegiacorum Testimonia et Frag­ menta I, Leipzig 1979. C. Miilier, Geographici Graeci Minores, Paris 1855-61. !ambi et Elegi Graeci ante Alexandrum Cantati, 2 voli. , ed. M. L. West, Oxford 1989-922• Inscriptiones Graecae, Berlin 1902 ss. Fragmenta Hesiodea, edd. R. Merkelbach, M. L. West, Oxford 1967. Pindari Opera, Pars II, Fragmenta, Indices, ed. H . Maehler, Leipzig 1989. A. Bernabé, Poetarum Epicorum Graecorum Testimonia et Frag­ menta, vol. I, Leipzig 1987. Poetarum Melicorum Graecorum Fragmenta, vol. I, post D. L. Page ed. M. Davies, Oxford 1991. C. Prato, Tyrtaeus, Roma 1968 . V Rose, Aristotelis qui /erebantur librorum /ragmenta, Leipzig 1886 (rist. 1966). Supplementum Epigraphicum Graecum, Leyden 1923 ss. Tragicorum Graecorum Fragmenta, vol. I, Didascaliae Tragicae, ed. B. Sneli, editio correctior et addendis aucta curav. R. Kan­ nicht, Gottingen 19862; vol. II, Fragmenta adespota, edd. B. Snell, R. Kannicht, Gottingen 1981; vol. III, Aeschylus, Gottingen 1977; vol. IV, Sophocles, Gottingen 198 5.

II

Premessa

La questione affrontata in questo libro è come i miti, in particolare i mi­ ti greci a noi noti dei ritorni (nostoi) di Odisseo, furono usati per me­ diare incontri e concettualizzare etnicità e identità di gruppo nei perio­ di arcaico e classico. La questione ha a che fare non tanto con un mo­ dello binario che oppone i Greci agli Altri, quanto con il mondo intri­ cato, talora ibrido e vicendevolmente riflettente delle esplorazioni, dei contatti e della convivenza, che coinvolse Greci di varia provenienza e popolazioni indigene. Essa riguarda la funzione storica di queste rap­ presentazioni collettive e traccia i ruoli cangianti dell'espressione miti­ ca attraverso un intero spettro di percezioni protocoloniali: mediazio­ ne attraverso contatti amichevoli, giustificazione per l'espansione e la conquista, insuccesso e decolonizzazione. In primo piano è l'Odisseo dell' Odissea e delle versioni alternative, dapprima come eroe esplora­ tore protocoloniale e poi, insieme ad altri eroi dei nostoi dalla guerra di Troia, nel mondo degli insediamenti greci nei mari Ionio, Adriatico e Tirreno (grosso modo Grecia nord-occidentale, Albania e Italia) . Gli eroi dei nostoi compaiono sia nelle loro varie funzioni e prospettive gre­ che, sia come eroi assimilati e integrati ad altri popoli, per esempio Epi­ roti, Etruschi e Romani, con i tratti, esprimenti identità, di culture tra loro intersecantesi. Questo libro è terzo contributo allo studio del rapporto tra reli­ gione, mito e società. Come nelle mie opere precedenti, l'indagine per­ tiene al mondo della colonizzazione, sebbene qui il termine stesso va­ da oltre la fondazione di città e il punto di vista greco. Si fonda sui miei studi precedenti, ma anche se ne discosta. Nel passato, mi ero con­ centrato sul ruolo della religione (Delfi, divinazione, riti di fondazio­ ne, santuari e culto del fondatore) e del mito in quanto espressioni di atteggiamenti verso il territorio , specie nell'ambito della colonizzazio­ ne spartana. Dagli atti di fondazione, dai culti dei fondatori e dai mi­ ti territoriali mi volgo ora alla mediazione di incontri e all ' apparte­ nenza etnica. 13

I R I T O R :\' I D I O D I S S E O

L'Introduzione illustra il tema e il metodo. Nel CAP. 1 sono esposte alcune idee su come intendere l'esistenza dei miti nella mentalità dei Greci e degli altri; esso perciò contiene alcune osservazioni sull'ora­ lità e sull'iconografia. Alcune questioni omeriche sono trattate nel­ l'Appendice. Lavorando al volume ho beneficiato dell'aiuto, delle critiche e dei consigli di molti amici e colleghi . J oh n Graham e Davi d Asheri han­ no generosamente dedicato tempo alla lettura integrale delle prime bozze. Devo un ringraziamento particolare a Catherine Morgan che ha rivisto molto minutamente i CAPP. 2-4 e mi ha evitato alcune im­ precisioni. La discussione, la corrispondenza e la lettura di sezioni specifiche da parte di altri colleghi si è dimostrata estremamente uti­ le. Desidero esprimere riconoscenza a (in ordine alfabetico) : Bruno d'Agostino, Walter Donlan , Margalit Finkelberg, Aharon Frimerman, Erich Gruen, Jonathan Hall, François Hartog, Emily Kearns, François Lissarrague, Oswyn Murray, William Murray, Martin Ostwald, Fran­ çois de Polignac, Claude Rolley, Ronald Stroud , Benjamin Sass, Chris­ tiane Sourvinou-Inwood, Pierre Vidal-Naquet e Frema Zeitlin . Devo particolare gratitudine ai (non più anonimi) lettori della casa editri­ ce, Carol Thomas e lan Morris, le cui osservazioni sono state prezio­ se. Ho tenuto lezioni su argomenti trattati in questo libro nei campus delle università di Berkeley, lrvine e Los Angeles , in California, e nel­ le università della Pennsylvania, di Princeton , di Stanford, di Wash­ ington e di Tel Aviv, e congressi su tali argomenti a ltaca, Napoli e Lie­ gi . Ringrazio i miei ospiti e i partecipanti che hanno contribuito alla discussione. Un ringraziamento particolare va a Erich Gruen e al gruppo degli studenti del Graduate Group in Ancient History an d Mediterranean Ar­ chaeology at the U niversity of California di Berkeley, presso il quale mi sono trattenuto per un soggiorno di studio nell'anno accademico 1994-95. Ringrazio inoltre Maurice Aymard, della Maison de Sciences de l'Homme a Parigi, che ha finanziato un mio soggiorno di studio a Parigi nel febbraio del 1996. Pierre Vidal-Naquet è stato disponibile al punto da accogliermi nel suo seminario all'Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales e da consentirmi, come spesso aveva fatto nel passato, di essere ospite del Cen­ tre Louis Gernet, di cui è direttore. Membri del Centro, in particolare Catherine Darbo Peschanski, François Hartog, François Lissarrague, François de Polignac, John Scheid, Pauline Schmitt Pantel e Jesper Svenbro, mi hanno fatto osservazioni particolarmente utili. Devo un ca­ loroso grazie a Marcel Detienne, per i suoi consigli e per avere organiz­ zato la mia partecipazione al suo seminario come visiting professar alla 14

P RE M E S S A

Ecole Pratique des Hautes Etudes nel febbraio 1997. Ringrazio infine Barbara Metzger per la sensibilità e la cura nella preparazione del volu­ me per la stampa. La ricerca per questo libro è stata inizialmente sostenuta dalla Basic Research Foundation, amministrata dalla Israeli Academy of Sciences and Humanities. Durante il mio soggiorno negli Stati Uniti ho usufrui­ to del finanziamento per la ricerca del National Endowment for the Hu­ manities, al quale devo molta gratitudine.

15

Premessa all'edizione italiana

È per me un particolare piacere vedere pubblicato questo libro in lingua italiana, specialmente perché l'Italia, l'Italia antica, vi trova largo spazio. In Italia, paese che visito spesso, ho trovato - in quello che è ora suolo italiano - un'apertura particolare alla presenza dell'antica civiltà greca. Per " civiltà" intendo sia l'effettiva presenza dei Greci e le fondazioni di città greche in Sicilia e in Italia, sia anche l'ininterrotta esistenza di " fil­ tri mentali " greci, attraverso i quali sono osservati paesaggi mitici, fisici e umani. I livelli dell'indagine storica sono inseparabili: consistono dei "fatti bruti" dell'esplorazione e della colonizzazione greche e dei pro­ cessi mentali del fornire un"' identità" e un significato a paesaggi e etni­ cità. È proiettando i miti di Odisseo e di altri eroi del ritorno dalla guer­ ra di Troia sul territorio e i suoi abitanti che tali identità presero forma. Di fatto, più che i realia della storia antica, sono processi mentali del ge­ nere ad avere avuto una più esplicita continuità nella storia della civiltà occidentale, specialmente l'idea che il peregrinare degli eroi del ritorno dalla guerra di Troia desse adito alle "origini degli Stati" . Fatta la sua comparsa tra gli antichi Etruschi e i Romani, il racconto troiano ebbe lunga vita durante il Medioevo e il Rinascimento, e persino qualche ri­ presa nel nazionalismo moderno. Mi auguro che in Italia, dove un sen­ so di continuità con le civiltà antiche è parte del discorso culturale col­ lettivo, e dove l'Odissea è talora impressa nel paesaggio stesso (Monte Circeo, Promontorio Sorrentino ecc . ) , un libro come questo trovi un pubblico interessato e disponibile. Odisseo ebbe molti " ritorni" e una vita postuma. Compare nelle tra­ duzioni (la prima traduzione latina di Omero fu dell'Odissea, non del­ l'Iliade) e in continuazioni e adattamenti come quelli di Nikos Kazant­ sakis o di James Joyce. I suoi ritorni sono sempre sorprendenti, nei rea­ listici " falsi racconti " dell'Odissea, o nelle sue avventure fantastiche (e "vere " , tuttavia) , o nelle antiche " continuazioni" . In questo libro, egli in­ siste a ritornare, per rivelare, attraverso una rete nella quale mito, storia e archeologia si intrecciano, gli atteggiamenti antichi verso l' etnicità, la 17

I RITORNI D I ODISSEO

colonizzazione e la mediazione interculturale. Sono tutte nozioni con­ temporanee, rilevanti oggi come lo erano nell'antichità. Fu ritratto come