Forme fondamentali e conoscenza dell'esserci umano. Amore e amicizia come forme della vita autentica 9788892951297

Nelle "Forme fondamentali e conoscenza dell'esserci umano" Binswanger costruisce un'antropologia bas

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Italian Pages 197 Year 2020

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Forme fondamentali e conoscenza dell'esserci umano. Amore e amicizia come forme della vita autentica
 9788892951297

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LUDWIG BINSWANGER

Forme fondamentali e conoscenza dell'esserci umano Amore e amicizia come forme della vita autentica a cura di DOMENICA DISCIPIO

UNIVERSITÀ

Indice

p.

~

15

Lwiwig Binswange:r cricico di Hadegge:r. Esse:re-pe:r-l'amore di Enrico R..A.C. Giwnetto Imroduzùme di Domenica Discipio

41

Fonne {ondamenrali e conoscenza del/'essud umano p2ItC prim2, cipitolo primo

L'cssae insieme l'un con l'alcro di me edi r:c L'cssae noi nell'amore

Ludwig Binswanger critico di Heidegger Essere-per-l'amore

Ludwig Bin5'v:mger (1881-1966) è all'origine di quell:i. prospettiva che è chiamata psicomalisi esistenziale o amropomalisi o mcora psichiatria fenomenologica: si trattava di superare h. filosofia posithista che pensava essere alla base della psicomalisi freudiana, per dare alla psicomalisi un fondamento che rimr:i.cciava nella fenomenologia di Edmund Husserl (1859-1938), nella sw. declinazione esistenziale ed. ermeneutic:i. da parte di Martin Heidegger (18891976), nella Dasànsanalyse, a cui dava una valenza importante anche per una antropologia fenomenologic:i.. Meno noto è che Bins,v:mger, specialmente nell'opera del 1942 intitolau

Orundfomrm und Erkammis menschlichm Dasàns (Forme fondamrn.ali e conoscenza dell'esisr.enza umana)', metteva completamente in discussione l':malisi esistenziale heideggerima, e, in particolare, la distinzione fra omologico e ontico, fra pimo trascendentale e pimo empirico, e quindi l'individuazione della sautrura omologica dell'esserci in termini della cura'. Heidegger pensava che la cura, b pre-occup:i.zione per la stessa sua esistenza-sussistenza, fosse la carattetizz:i.zione fondamentale dell'esistenza umma, una volta eliminate tutte le prospettive teoriche, tutti i presupposti teoretici, tutte le categorie sovrasautrurali con cui b guardiamo e la pensiamo, e risalendo, attraverso la metodologia fenomenologica, ~ L .Binsw,mgcr, Gnmdformai und E,lcnnmis mcuchlicncn D=ins, Nich:ms, Ziirich •~• RciDh,n, Milnchcn 1953, 1~2. 2. Dmilo ùrgncllo (191i-1~) lu chto di questo testo ,mpio resoconto: D. C:argncllo, Amore, amiazia, aggr.,riwa cd ip,cioi ndf~ogia . e parola, verità e discorso, in breve, esistenza e significato sono ancora sautruulmcntc indivisi,

in quello, l'cnrusiasmo ddl'amorc si "infrange•, come la luce del sole nello spettro ddl'arcobalcno, in diverse direzioni di significato, a seconda di come suddivide e ri-partiscc le singole direzioni di significato.

In definitiva, amore ed amicizia si differcnzi:i.no tra loro per il maggior grado di pluralid esistenziale e significativa che l'amicizia ha rispetto alla dualità della rel:i.zione d'amore. La. comprensione dell'amicizia, allora, richiede l'approfondimento antropologico del con-dividere (Mit-ceilen), inteso come "comunic:izione" o come "prender-parte a", "partecip:izione". Sempre partendo dal lingw.ggio, Binsw:i.nger nota che anche a proposito del condividere il lingw.ggio si mantiene aderente alla lettera di ciò che vuole esprimere. Per intenderci, il dividere - Teilen - è, fondamentalmente, un divida-e qualcosa con qualcuno privo di una specifica connot:i.zione affettiva. Esso può, cioè, essere :i.ncora un genere di partecip:i.zione che non coinvolge la sfera affettiva, ma un semplice dividere le cose o le sinuzioni destinali nella loro esccriorid casuale: uno spettacolo, un godimento, una veduta, un'opinione, un'intenzione, un timore, una prcoccup:i.zionc, una sper:i.nza, ecc. Ciò che subito emerge è il fatto che il dividere o con-dividere riguarda comunque sempre qualcosa di "unitario", di "identico". ~esco semplice dividere o con-dividere non ha nulla a che vedere con il condividere proprio dell'amicizia, che già per .Aristotele, nota Binsw:i.nger, è un "sentire assieme", una "convivenza", un "comunicare all'interno del dialogo e del pensiero r:i.zionalc" e non un indifferente cd anonimo "pascolare allo stesso pascolo". La vera e propria amicizia, autenticamente intesa, non ha nulla a che fare con la familiarità o l'abirudinc alle cose, in quanto essa è un rapportarsi dinamico e vivo ad una alterità a sua volta vivente, che non si rivela, dunque, nella ripetitività media cd indifferenziata dcll'abirudine.

Inrroduzion