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Italian Pages 336 [339] Year 2020
Ciak si scrive – I saggi
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Monica Vincenzi – Luigi Casa
FELLINI E IL SOGNO Il “lavoro notturno” nel primo Libro dei Sogni del grande Maestro 1960 -1968
ARMANDO EDITORE
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ISBN: 978-88-6992-775-1 Tutti i diritti riservati – All rights reserved Copyright © 2020 Armando Armando s.r.l. Via Leon Pancaldo 26, Roma. www.armandoeditore.it [email protected] – 06/5894525
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Sommario
Prefazione
9
1960 15 1961 24 1962 108 1963 137 1964 173 1965 175 1966 211 1967 257 1968 311 Appendice
329
Bibliografia
333
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A Giulietta e Federico
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Prefazione
È stato molto difficile per noi prendere la decisione di affrontare questo studio, poiché il dubbio che potesse essere contrario alla volontà del Maestro ci ha fermato per anni. Ci chiedevamo cosa avrebbe detto Federico vedendo il Suo Libro dei Sogni oggetto di un’analisi così introspettiva. Poi le resistenze, probabilmente causate dalla paura di non riuscire, si sono sciolte ed abbiamo pensato che fossero inutili, dato che riguardavano un testo pubblicato, postumo ma comunque pubblicato, per cui perché non provare a spiegarlo almeno un po’ con parole semplici a tutti coloro che fossero interessati a comprendere quello che il Maestro stesso definiva “lavoro notturno”, cioè il suo mondo onirico? Lo abbiamo letto come una sorta di romanzo, avvincente e affascinante nello stesso tempo e con delicatezza lo abbiamo commentato, per provare a renderlo un po’ più comprensibile. Si tratta infatti di un documento di inestimabile valore per la quantità di sogni che Fellini ha avuto la costanza di trascrivere, commentare e rappresentare graficamente per tanti anni, in maniera dettagliata e artistica nello stesso tempo. Impegno e intuizione sorprendenti lo hanno condotto a scrivere ipotesi sempre molto precise e attendibili sul significato dei suoi sogni, sui “consigli” che stava man mano ricevendo, naturalmente legati alla sua vita diurna. Possiamo ipotizzare che questa ricerca assidua e commovente abbia contribuito alle decisioni fondamentali della sua 9 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
vita, sia professionali che sentimentali, umane in senso lato, aiutandolo a scoprire chi fosse veramente, per utilizzare i suoi talenti geniali al meglio delle sue potenzialità e per riuscire a sopravvivere nei momenti particolarmente difficili che a volte ha vissuto, come tutti. Il Libro dei Sogni era per lui una sorta di amico fidato al quale si dedicava ogni volta che ne aveva la possibilità e che custodiva gelosamente, rendendosi conto che mostrarlo avrebbe voluto dire svelarsi nella profondità ed intimità del suo animo. Sappiamo che Fellini cominciò a trascrivere i suoi sogni dopo aver conosciuto Ernst Bernhard, il grande psicoanalista allievo di Carl Gustav Jung, e la loro influenza è come un’aura che ammanta tutto il lavoro del grande Maestro del Cinema. Insomma un vero e proprio “lavoro notturno” come lo definiva lui, che rende Il Libro Dei Sogni un testo unico ed irripetibile, e nello stesso tempo fonte di riflessioni importantissime per tutti noi sul senso della vita e sui misteri che ci circondano. Lo ringraziamo per questo lavoro così importante ed originale che ci ha lasciato. Abbiamo avuto l’onore di vedere la versione originale del Libro dei Sogni in occasione della “Biennale del disegno” del 2014. Si tratta di due volumi di fogli da disegno in carta Fabriano riempiti di splendidi disegni ed accurate descrizioni autografe, fatti poi rilegare da Fellini stesso. Come racconta nell’introduzione dell’edizione Rizzoli del 2007 Vittorio Boarini, dopo la morte di Federico Fellini prima e di Giulietta Masina poi, nel 1984 il Libro originale fu depositato dagli eredi nel caveau di una banca romana. Grazie all’intervento dell’allora Presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, dopo aver superato varie difficoltà burocratiche, il 24 maggio 2006 il Libro fu consegnato all’Associazione Culturale Federico Fellini per poi approntarne un’edizione pubblicabile.
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Tornando a noi, scrivere questo libro è stato un immenso piacere; ci auguriamo che la sua lettura lo sia altrettanto per voi. Vogliamo precisare che le parole o le frasi tra virgolette sono autografe dello stesso Fellini e noi le citiamo per avvalorare le nostre ipotesi e renderle più comprensibili. Questo diario, una sorta di Divina Commedia onirica, come scrive nel risvolto di copertina dell’edizione 2007 Antonio D’Orrico del Corriere della sera Magazine, comincia in medias res, proprio come il viaggio dantesco, cioè il 30 novembre 1960. Il 3 febbraio dello stesso anno, al cinema Fiamma a Roma era uscito il film La dolce vita, uno dei suoi capolavori, destinato a diventare uno dei film più famosi della storia del Cinema. Come scrive Tullio Kezich nel suo Federico Fellini, la vita e i film a pagina 202, “La Dolce vita rifiuta ogni schema moralistico nel giudicare eventi e personaggi... è la vittoria provvisoria dell’Io sul Super – Io ed i suoi condizionamenti... Ma l’Italia, sulla svolta degli anni sessanta... reagisce...” in modo esagerato, aggiungiamo noi. Nei mesi immediatamente successivi, i detrattori del Maestro furono molto attivi, creando un clima affaticante per Fellini. Da qui la decisione di rivolgersi ad un analista, consigliatogli dal suo amico e regista De Seta: Ernst Bernhard, allievo diretto di Carl Gustav Jung a Zurigo, che abitava a Roma in via Gregoriana, dopo essere sfuggito, in quanto ebreo, alle persecuzioni razziali. Fellini e Bernhard sono in fondo due sopravvissuti, in quanto anche il regista era sfuggito miracolosamente ad un rastrellamento nazista il 30 ottobre 1943 in Piazza di Spagna. Dal loro incontro nascerà questo meraviglioso documento. Gli autori 11 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
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Il Libro dei Sogni di Federico Fellini comincia con un appunto su se stesso e su come si vede nei sogni, cioè magro, con i capelli e di spalle come venti o trent’anni prima. Precisa che così si disegnerà in questo libro anche se ormai è ingrassato ed ha perso i capelli, come si è rappresentato nella figura in basso a destra della prima pagina. È interessante questa “regressione” ad un’immagine di sé che lo riporta indietro nel tempo: forse vuol dire che nel profondo si sentiva ancora un ragazzo, anche se aveva 40 anni e in effetti la creatività e i numerosi progetti sempre per lui incalzanti confermano questa ipotesi. La sua energia continuava ad essere quella di un giovanotto, con la testa a cuore, come si vede dal disegno della prima figura in alto a sinistra della prima pagina, cioè con una mente colma di sentimenti, passioni e idee. È più magro, le difficoltà della vita non lo hanno ancora appesantito, e soprattutto si vede di spalle, forse a simboleggiare quella parte di lui, l’Io osservatore probabilmente, che indaga le pieghe della sua anima. La figura snella e allacciata su se stessa si appresta a scoprire tutto quello che può, per fare da mediatrice fra le varie istanze e per aiutarle meglio ad integrarsi fra loro. Federico diventa così un attento osservatore di se stesso da ogni punto vista, teso con sforzo eroico e costante determinazione a smascherare ogni oscuro ambito della sua personalità. Egli diviene indagatore dei sogni verso i quali il suo sguardo si rivolge come quello di uno spettatore al cinema. 13 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Interessante ci sembra sottolineare l’ombreggiatura verde smeraldo che circonda le due figure che lo rappresentano: sia quella giovanile, del passato, che la seconda, quella attuale. La prima ombreggiatura è solo a sinistra della figura, mente la seconda avvolge completamente il disegno, forse a voler dire che che lo sguardo sul passato (a sinistra) lo aiuterà a guarire il suo presente, essendo il verde smeraldo colore molto presente in natura in particolar modo in primavera, e quindi simbolo di rinascita dopo il letargo invernale.
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1960 Il primo sogno descritto, quello del 30 novembre 1960 Riguarda due treni fermi su binari paralleli. Sono locomotive ben distinte, ma nello stesso tempo unite da una specie di macchia scura. Da entrambe esce fumo, hanno cioè le caldaie accese, ma Federico si attarda a salire perché cerca in un bar delle sigarette. Da questi primi dettagli intuiamo che Federico e Giulietta, pur essendo molto uniti, sono anche autonomi, ognuno di loro ha la propria locomotiva, che potrebbe alludere al viaggio della vita e al proprio percorso personale. Sono locomotive parallele come le loro esistenze e sono entrambe fumanti, cioè ricche di passione e di energia. Sono piene di fregi e di ornamenti, cioè riguardano persone originali e creative, che stanno vivendo un periodo di relativa calma, dato il colore bluastro che si associa alla pace interiore, alla meditazione, alla riflessione. Tuttavia le locomotive gli ricordano carri funebri napoletani, quindi l’angoscia di morte non lo abbandona mai completamente. L’angoscia è strisciante anche nella descrizione successiva, dato che Federico entra in un bar per comprare sigarette, e non viene servito subito, anzi trattato con sgarbo dal barista, mentre lui teme di perdere il treno. È evidente la sua paura sia di perdere Giulietta, che è già salita in carrozza, che quella di morire, simboleggiata dal restare escluso dalla corsa in treno che può rappresentare, come abbiamo già detto, il viaggio della vita. Inoltre il barista sgarbato, che dà la precedenza ad altri clienti, può riferirsi alla sua paura di perdere il favore del pubblico. Mentre lui sta tergiversando per le sigarette, che possono essere un ‘collegamento’ con i primi mesi di vita, quelli 15 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
dell’allattamento e il barista lo rassicura dicendo “c’è tempo”, vede il treno di Giulietta partire. L’altro treno (quello con la “funebre barocca locomotiva da giostra”) è ancora fermo ai binari e Federico è sopraffatto dall’angoscia di non riuscire a raggiungere Giulietta, mentre lei non sa neppure quale sia la loro destinazione (Belluno). Il senso del sogno sta per essere svelato, perché compare un giovane soldato tedesco che con un’auto militare si offre di accompagnarlo, anche se teme la reazione dei suoi superiori, alla prossima stazione nella quale si fermerà il treno di Giulietta. É molto probabile che il sogno si riferisca al fortissimo trauma subito da Federico a Roma il 29 ottobre del ‘43, proprio il giorno prima del matrimonio con Giulietta, quando era stato caricato su una camionetta tedesca per essere deportato in Germania, ma riuscì miracolosamente a salvarsi saltando giù dall’auto. Significativo è anche il particolare delle sigarette che, proprio in quel periodo erano state razionate a tre al giorno e spesso i tabaccai ne erano sprovvisti; quindi, a questo punto possiamo ipotizzare che il barista sgarbato possa rappresentare un Gerarca o il Duce stesso, il quale ha razionato le sigarette e trascinato il paese in guerra, esponendo a rischio di morte moltissime persone. È commovente constatare quanto la paura di morire provata in quella giornata sia ancora presente diciassette anni dopo. A questo punto è chiaro anche perché i treni appaiono divisi: il matrimonio non è ancora stato celebrato; persino la città di Belluno, che nel sogno è l’ipotetica meta dei due, potrebbe essere un mascheramento della città di Berlino, che ha la stessa sillaba iniziale, e simboleggia la Germania, meta di quella che avrebbe potuto essere la sua deportazione. Sorgono, quindi, due considerazioni spontanee. La prima che il barista (Mussolini) può rappresentare anche una parte 16 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
inconscia del regista, dato che Carl Gustav Jung ci ha spiegato che nei sogni, quando il sognatore è presente, rappresenta la parte cosciente della personalità, mentre altri personaggi possono simboleggiare componenti inconsce che il sognatore stesso non comprende e proprio mediante il sogno può cominciare a farne conoscenza. La seconda è che questo sogno registri anche una componente autoritaria con la quale Fellini sta cominciando a prendere confidenza. Nello stesso tempo, a nostro avviso, segnala una problematica ben più significativa, cioè che forse per poter avere il permesso interno al matrimonio con Giulietta e a condividere il viaggio della vita con lei, ha dovuto affrontare questa tremenda prova, rischiando di morire e superando i condizionamenti ricevuti nell’infanzia verso una vita di castità (infatti più volte lo stesso Fellini ha riferito che la madre lo avrebbe visto volentieri diventare il Vescovo di Rimini). Il disegno infatti mette a sinistra il bar e a destra i treni, con un binario libero proprio alla loro destra. Ciò può confermare quanto abbiamo appena detto, cioè che la prova da superare per poter salire in treno e liberarsi dalla prigionia, che può essere rappresentata dalla griglia disegnata sotto il bar, era posta dal barista sgarbato, figura genitoriale per eccellenza, sia che si riferisca ad un capo politico (Mussolini), che alla figura paterna in senso stretto. Inoltre le finestre del bar sono due ed illuminate: nella prima si notano i due personaggi che si stanno affrontando, e nella seconda la figura più grande, quella genitoriale, che è sola, a simboleggiare forse che il giovane Federico ha deciso di sfidare i divieti ricevuti nell’infanzia. Degno di nota è anche lo spostamento spaziale che il sogno fa fare a Fellini, in quanto il rastrellamento da parte dei tedeschi è avvenuto a Roma, mentre il sogno si svolge in una stazione del Nord, nella quale i due sono in viaggio per 17 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Belluno, ma Giulietta non lo sa. I treni sono ancora due ed il suo sta già partendo. I riferimenti al fatto che lei era in casa (al sicuro) quando Federico è stato sequestrato dai tedeschi sono espliciti, mentre lo spostamento al Nord è forse dovuto a quel meccanismo psichico che Sigmund Freud chiama ‘la censura’, cioè il mascheramento di alcuni contenuti affinché la persona possa continuare a dormire e non si svegli in preda all’angoscia, che peraltro in questo sogno è già molto forte, come scrive lo stesso Fellini. “Signor Fellini, vogliamo lavorare seriamente?” Scrive Federico a titolo del disegno successivo. Il Regista è sollecitato dal suo analista ad un impegno massimo per comprendere la sua interiorità e, alla richiesta di rappresentare la moglie, disegna la solita fatina. A noi vengono subito in mente Peter Pan e Campanellino e i disegni lo confermano. Giulietta ha una bacchetta magica molto luminosa, come la punta del suo cappello da fata, ha un abito decorato con stelle a cinque punte come quelle della bacchetta e del cappello; sembra intenta a fare una magia, e possiamo ipotizzare che sia in suo favore, come sempre nella loro vita insieme. Giulietta era la sua fatina, il suo rifugio, un porto sicuro, sempre pronta ad accoglierlo nel migliore dei modi e ad amarlo teneramente ma anche con passione. In definitiva, la sua crescita, come dimostrano i tre alberi in altezza crescente che si trovano alla sua destra. Questo disegno dice, meglio di mille parole, quanto Giulietta avesse al suo interno un Archetipo del Mago molto ben sviluppato e armonioso. Federico, nel suo aspetto giovanile e snello, è in cima ad una scala da pompiere (cioè una scala utilizzata per salvare 18 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
persone in pericolo) a stretto contatto con una bella signora bionda che ha in mano una coppa da champagne, dalla quale escono spruzzi di vino. La donna sembra aver bevuto un po’ troppo. È discinta, i capelli le coprono buona parte del volto, la parte sinistra, quella sensibile, intuitiva, creativa e come se queste qualità fossero per lui un pericolo, forse fa oscillare la scala, esponendo entrambi al rischio di una rovinosa caduta, anche se ridono e scherzano, cioè non valutano, non vedono bene la loro condizione. Assomiglia un po’ a quello che Federico mostrerà in 8 e 1/2, con la pericolosa vicinanza fisica fra la moglie e l’amante di Guido, il protagonista, alle Terme. Infatti nel disegno e nel sogno, come riferisce Fellini, in fondo alla strada compare Giulietta con persone amiche. Tutti ridono e la donna scende dalla scala, lasciando Federico in pericolo. Il disegno ci dà altre indicazioni, Giulietta è colorata di rosa, mentre la donna con il calice ha abito e capelli gialli, e forme molto sensuali. Sembra che il regista volesse dire che Giulietta fosse in realtà molto più femminile nella sua essenza, della donna in cima alla scale, che è gialla come il sole, simbolo dell’Animus, quindi con una forte carica di energia maschile, e molto sensuale. Inoltre i lampioni illuminano la strada e Giulietta guarda in alto, verso i due sulla scala, a simboleggiare forse che la moglie ha capito che il marito è attratto anche da altre donne, e nel far questo si mette in pericolo, perché la scala oscilla, le finestre che cercano di raggiungere non sono quelle di casa loro, e per di più sono chiuse. Sembra veramente che la situazione sentimentale descritta in 8 e 1/2 tragga origine da questo sogno e sia servita ad elaborare il dolore causato dagli articoli di giornale che li davano per separati. Infatti Federico stesso scrive che il suo odio per il giornale e la pena per la loro coppia sono meno intensi di prima. Potere dei sogni... e dell’ispirazione artistica. 19 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
5 Dicembre 1960 Questo sogno annotato da Federico denuncia l’angoscia provata dal regista a causa degli attacchi di giornali da lui definiti “fascisti”, che vorrebbero mettere in atto vere e proprie aggressioni. “La violenza dei loro attacchi mi fa paura...” scrive Fellini. Poi descrive Giulietta come succube di una domestica autoritaria, “brutale e manesca... come un uomo... sguattera-padrona”: forse qui c’è l’archetipo delle donne giganti dei suoi film futuri, delle donne che hanno rinunciato alla loro femminilità, per cercare di essere più possibile simili agli uomini, come abbiamo più volte descritto in Fellini Metafisico. Entrambe le immagini evocate e anche quella dell’autista che deve analizzare sputi e urina del regista, ci mostrano quanto l’angoscia pervadesse la vita di Federico e Giulietta. Ma non basta: in questo contesto squallido compare anche il famoso critico teatrale Silvio D’amico che era morto qualche anno prima, ma che nel sogno riferisce di sentirsi vivo, grazie alle lettere che riceve da amici. Qui sorge un’altra intuizione: questa figura può essere l’archetipo del critico descritto in 8 e 1/2, un critico vivo più che mai grazie agli articoli scritti sui giornali contrari a Federico e al suo lavoro. Un intellettuale che alimenta la coscienza critica interna di Fellini, cioè il suo Super Io, attanagliato da valutazioni varie e meschine, come le analisi nel fango fatte attraverso dei “filtri”, dei pregiudizi, per esaminare il suo lavoro, di cui parla questo sogno. Ma lui si ribella, non si lascia condizionare troppo, infatti “Sputo qua e là per i campi per rendergli più difficile il lavoro...” scrive e vedremo quanto si ribellerà specie con Le tentazioni del Dottor Antonio, l’episodio di Boccaccio ’70, che racconta le disavventure di un moralista sui generis, che lo 20 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
aveva particolarmente attaccato dalle pagine dell’Osservatore Romano dopo l’uscita del film La dolce vita nel febbraio del 1960. 27 dicembre 1960 Un sogno particolarmente ermetico, e se non ci fosse almeno un piccolo disegno sarebbe molto difficile da capire. Graficamente, Federico si ritrae nel parco di Villa Borghese come un uomo nudo, bianco e magro, osservato e sbeffeggiato da guardie notturne in bicicletta e disprezzato da prostitute e lenoni, che lo insultano in varie maniere sottolineando che è un estraneo a quell’ambiente, in quanto omosessuale. E lui, quasi quasi, ci crede. Sempre nel disegno la figura bianca contrasta molto con le altre che sono scure e minacciose e disegnate nella parte sinistra del foglio, mentre l’uomo nudo è di spalle ma rivolto verso destra. Ha le ginocchia che si piegano su se stesse e faticano a sostenerlo. Federico forse si sentiva come messo a nudo, osservato com’era nei minimi particolari della sua arte e della sua esistenza, e ciò gli procurava una grande fatica di vivere, come se a volte si sentisse crollare su se stesso. Tuttavia il suo procedere verso destra indica che, nonostante le difficoltà, non aveva nessuna intenzione di fermarsi, come infatti farà per tutta la vita. Queste sensazioni le ritroviamo anche nel sogno precedente, quando si descrive come un direttore di un aeroporto che ha davanti a sé un emigrante dai tratti mongolici, che ha bisogno di ottenere da lui un visto, un permesso di soggiorno, e per il quale lui prova un misto di paura e ribrezzo. All’inizio del sogno era in volo su un piccolo aereo che atterrava in una città del Nord Europa, sotto un cielo carico di neve, e fingeva di assecondare la mamma di una ragazza che aveva lavorato 21 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
in un suo film, la quale aveva con sé un diario redatto dalla figlia con su scritto in copertina una frase bene augurante sulla vita, composta con parole tratte da una lettera che lui stesso le aveva inviato. Di una giovane attrice, Delia Scala, si parla anche nel sogno di Villa Borghese, dato che Federico aveva un appuntamento amoroso con lei. Da tutti questi particolari possiamo trarre alcune indicazioni, prima di tutto che Fellini era impegnato a conoscere ed accettare la sua Zona d’ombra, a metterla letteralmente a nudo, anche a costo di sopportare dolorose osservazioni da parte di altre componenti psichiche, che possono essere simboleggiate dalle guardie. Questa parte di lui che ancora non conosceva è forse rappresentata dall’emigrante di origine mongolica che aspetta un visto, cioè un estraneo anche dal punto di vista culturale e sociale, una parte inconscia che ha bisogno di essere accolta ed integrata dal resto della personalità cosciente, proprio come l’uomo nudo a Villa Borghese, deriso perché considerato omosessuale, cioè nuovamente un estraneo, in un contesto di prostitute e lenoni. Il tutto comincia con un viaggio in aereo, un viaggio come quello prospettato in Mastorna, il film che non sarà mai realizzato, o mai intrapreso in 8 e 1/2, perché alla fine del film tutti i personaggi scendono dalle scale della rampa dell’astronave in costruzione e ritornano a terra, nell’ambito di una maggiore concretezza e integrazione fra loro, dato che danzano in un meraviglioso cerchio magico con al centro il bambino interiore, rappresentato dal protagonista piccino. Dunque Federico scende dall’aereo, ritorna sulla terra, di notte, sotto la neve in una città del Nord, cioè ha superato grosse difficoltà e soprattutto conquistato una maggiore maturità e concretezza, un’apertura mentale cosmopolita, tipica delle capitali mitteleuropee, coacervo di culture diverse. 22 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Tuttavia l’impegno a continuare la sua conoscenza interiore prosegue con la presa di coscienza di parti inconsce della sua personalità, di cui non sospettava la presenza, talmente gli erano estranee. Inoltre deve fare i conti anche con una tendenza ad essere molto sensibile al fascino femminile, che gli procura qualche senso di colpa. Per questo la mamma della ragazza gli mostra il diario che ha sulla copertina sue frasi, probabilmente seduttive, diremmo noi, e per questo ha un appuntamento a Villa Borghese con Delia Scala, archetipo di bellezza e sensualità femminile. Da tutte queste considerazioni, potremmo ipotizzare che la miriade di seduttori seriali descritti nei suoi film, da Lo Sceicco Bianco in poi, affondi le radici nella tendenza a sedurre che anche il regista stesso possedeva, che gli causava qualche difficoltà di accettazione e paure di ritorsioni varie, simboleggiate dalla madre della ragazza, ma anche dalle guardie. Tuttavia lui è ora “un pezzo grosso dell’aeroporto con funzioni di comando direttivo”, cioè il suo Io Osservatore funziona molto bene, coordina le istanze psichiche, in questo caso l’integrazione della Zona d’Ombra che come abbiamo già detto, potrebbe essere simboleggiata dall’emigrante che ha bisogno del visto. E non solo, lui è diventato un vero “pezzo grosso”, cioè un regista molto importante, un artista famoso e ammirato a livello internazionale...
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1961 1 gennaio 1961 Federico teme, con i suoi film così innovativi, di far morire per sempre il teatro, e l’arte in genere, aggiungiamo noi, dato che nei panni di Cicerone dovrebbe cantare sul palcoscenico, ma non osa farlo perché pensa di avere una voce troppo potente e vede come in un film le sue conseguenze terrificanti e distruttive, come se un vero cataclisma si abbattesse sul teatro e sulle persone presenti, per cui rinuncia a cantare e rimane seduto ma consapevole della sua potenza (curioso che il talento di cantante lirico ce l’avesse il fratello). Si sente tollerante e generoso nello stesso tempo. Molto interessante è il fatto che lo spettacolo teatrale sia ambientato nell’antica Roma, che sarà oggetto di numerosi film, da Satyricon, a Roma e Amarcord. L’identificazione con Cicerone è sia un attestato di valore, che un monito ad essere prudente, in quanto l’Oratore romano fu senza dubbio una della maggiori personalità dell’antica Roma, ma morì ucciso dai sicari di Antonio per la sua strenua difesa dell’ormai morente Repubblica. Quindi possiamo dire che il sogno gli invii sicurezza sul suo valore personale e artistico, molto grande ed in diversi ambiti, ma anche il consiglio di non esporsi troppo, specie in conflitti inutili con personalità di forte potere politico. Noi sappiano infatti che, proprio in questo periodo, dopo il successo de La dolce vita aveva ricevuto molti attacchi da diversi giornali e che nel 1962 girerà l’episodio contenuto in Boccaccio ’70, quello intitolato Le tentazioni del Dottor Antonio, una satira pungente contro le critiche moralistiche di alcuni personaggi politici. Dunque con questo sogno l’inconscio di Federico esprime 24 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
sia la paura di essere distruttivo, se usa tutta la forza della sua creatività e del suo genio, ma anche il suggerimento ad essere generoso e tollerante. La nostra saggezza interiore sa sempre cosa è meglio per noi, in ogni momento della nostra vita. Il difficile per la nostra parte cosciente consiste nell’essere sintonizzata con questa saggezza profonda: per questo forse i sogni tentano di unire le due parti e di inviarci messaggi di cui ancora non abbiamo consapevolezza. In questo caso, a nostro avviso, il messaggio che Federico riceve dal sogno è duplice: sia quello di moderare la sua forza, di indirizzare bene la sua potentissima creatività, che quello di essere generoso e tollerante allo stesso tempo, per poter superare ostacoli e difficoltà che la sua arte così nuova e prorompente suscitava, specie da parte del pubblico più conservatore. Ci sembra che Federico lo abbia fatto, continuando con generosità ad usare i suoi talenti a vantaggio di tutti, creando dei film così poetici, e nello stesso tempo abbia cercato di tollerare le critiche, anche se non sempre ci è riuscito, ma bisogna riconoscere che non era affatto facile, e che anche lui era un essere umano, con tutto ciò che implica in fatto di pregi e debolezze. Nel secondo sogno, che è corredato da un disegno molto grande ed esplicito, Federico è alle prese con una “gigantessa”, archetipo di tanti personaggi dei suoi film, per la quale prova sentimenti contrastanti, di attrazione e rifiuto nello stesso tempo, ma che tuttavia finiscono con il condurlo ad un piacevole abbandono che gli dà pace e sonno, cioè calma e serenità. In questo caso, il disegno è più esplicito delle parole. Ci mostra il regista sdraiato a letto, magro e con la solita testa a forma di cuore, di spalle mentre osserva l’imponenza del25 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
la gigantessa nuda in ginocchio davanti a lui, nella stanza dell’alberghetto che hanno noleggiato. La donna lo guarda minacciosa, appoggiando i pugni chiusi sul letto, è completamente nuda, e le sue forme prosperose sono in evidenza. Il disegno è colorato e ci dà ulteriori indicazioni: la stanza è decorata con una tappezzeria a righe rosa con inseriti dei motivi decorativi nelle diverse sfumature del viola. Il copriletto è un misto di rosa, arancione con le frange viola come le tratteggiature del soffitto. Il tutto ci suggerisce un’atmosfera di accoglienza e dolcezza, ma in forte contrasto con la gigantessa, che pur essendo colorata di grigio, come Federico, ha minacciosi occhi neri come la massa di ricci che ha in testa. Molto significativo quello che viene rappresentato sul lato destro del foglio: due gendarmi stanno portando via un assassino di prostitute, per un delitto commesso il giorno prima, con il volto mascherato, le mani legate e a testa bassa, in fondo ad una scala che hanno appena disceso, colorati di un misto di viola e rosa, forse a voler simboleggiare il tentativo di giungere a consapevolezze profonde che richiedono la collaborazione dell’intuizione inserita nell’archetipo del Femminile, associato al rosa e introdotto dal viola, che può indicare i momenti di passaggio, di cambiamento. Lo stesso Federico spiega di cosa si tratti, cioè di un arresto di un assassino di prostitute e ciò potrebbe alludere al tentativo della sua psiche di arginare le pulsioni più oscure, quelle che fanno scendere in basso, cioè ai livelli più inconsci di noi stessi, dei quali spesso non solo non siamo consapevoli, ma non riusciamo neppure a gestirli. Infatti Fellini ci dice che ignora il nome della donna, e che lui l’ha desiderata moltissimo, pur sapendo che forse non è mai esistita, cioè si tratti di una sua fantasia. Nel sogno le prostitute sono più d’una, (come sempre nei suoi primi film) e lui cerca di attirare l’attenzione 26 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
della preferita con fischi, ma poi si pente perché quando la vede da vicino si accorge che è vecchia e lo disgusta con i suoi denti “guasti”, alludendo alla paura ancestrale per il lato oscuro del Femminile, cioè all’archetipo della Strega. Va detto che Fellini amava moltissimo i romanzi gialli di Simenon, amico fraterno, anzi vera figura paterna per tutta la durata delle loro vite e questo sogno sembra un capitolo di un Maigret, un’ambientazione dal quale il primo Fellini ha preso le mosse, con Cabiria e le sue colleghe. Quindi può esprimere anche le sue paure di essere socialmente criticato e biasimato per le libertà che amava prendersi in campo sentimentale. Forse questo sogno vuol consigliare al sognatore di accettare, ma anche di controllare la sua attrazione verso le maggiorate, le gigantesse, (che possono anche in qualche maniera richiamare la figura materna per come può essere percepita da un bambino piccolo, per il quale tutti gli adulti sono un po’ come giganti, per via delle differenze non solo di statura, ma anche di potere) che in quanto tali lo possono “soffocare”, come si vedrà molto bene nella famosissima scena della tabaccaia di Amarcord, ma possono anche scatenare in lui pericolose tendenze regressive, che rischiano di catapultarlo nuovamente nell’infanzia, quando invece un regista del suo calibro ha bisogno di far ricorso a tutte le sue risorse di artista maturo per poter continuare a creare. Federico lo sapeva molto bene. 20 gennaio 1961 Questo sogno è particolarmente importante per la genesi del personaggio di Giulietta in Giulietta degli spiriti che i coniugi Fellini realizzeranno negli anni successivi, per la precisione nel 1965, nel quale c’è una scena, molto impor27 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
tante ai fini dell’intera struttura simbolica del film, che mostra Giulietta bambina nel collegio delle monache, durante una rappresentazione teatrale in presenza di molte persone fra le quali la madre, il nonno e il preside della scuola. La bambina è legata ad una sorta di graticola con fiammelle di carta colorata ad indicare il martirio con il fuoco ed interpreta il ruolo di una santa martire che, distesa sulla graticola, viene elevata in alto fin quasi al soffitto per vedere Dio. La piccina accetta il ruolo senza ribellarsi minimamente, e senza l’intervento repentino e deciso del nonno la recita avrebbe potuto avere risonanze ancor più nefaste. Il nonno può rappresentare le risorse ancestrali positive che ognuno di noi possiede e alle quali occorre fare ricorso, specie nei momenti di emergenza. Tornando al sogno in questione, molto probabilmente è l’archetipo che ha nutrito la successiva ispirazione del film. Infatti si riconoscono alcuni particolari molto simili fin dall’inizio della descrizione. Nel sogno Giulietta sta morendo, racconta Federico, nella cameretta dei premi, nella quale nel disegno spiccano tre statuette del premio Oscar, quelli vinti finora. In soggiorno ci sono la madre e le sorelle addolorate, proprio come nel film. Giulietta è distesa su un materassino, che diverrà la graticola, “come una santa monachina pronta a raggiungere il suo Dio”, prosegue Federico. Più similitudini di così non potrebbero esserci. “La purezza di un’antica e casta principessa medioevale un po’ monaca e un po’ fata”, prosegue Fellini definendo l’essenza del personaggio del film. C’è persino nelle parole di Giulietta “Tutto è troppo bello, troppo lussuoso perché questa faccenda possa finire bene”, un riferimento alla diagnosi che la psicoterapeuta americana fa alla protagonista al termine del film, quando le spiega che ha paura di essere felice e che in definitiva è lei a voler essere 28 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
lasciata dal marito, anche perché senza di lui comincia a respirare. In questo sogno Giulietta “indica dei fogli scritti a macchina sparsi sul pavimento... fatture, ricevute, eccetera” e probabilmente il riferimento è ai vari problemi che Federico aveva con produttori e collaboratori vari, sia per quel che era appena successo con La dolce vita, che aveva subito diatribe e cambiamenti di produttori, sia, riferendosi ad una “ditta”, probabilmente il sogno allude alle difficoltà avute in passato con il regista Alberto Lattuada per Luci del varietà e forse anche quelle riguardanti la Federiz, la società che Fellini aveva fondato assieme al produttore Angelo Rizzoli. In definitiva l’inconscio sembra suggerire a Federico di ascoltare i consigli della moglie Giulietta non solo per quanto concerne gli aspetti creativi e artistici dei film, ma anche per quelli burocratici ed economici. Tuttavia il sogno lascia trasparire la paura che Fellini aveva di perderla ed i “rimorsi” per “il male che le avevo fatto”, alludendo forse ai problemi relazionali che verranno ben rappresentati in 8 e 1/2. In ogni caso il contenuto più importante di questo sogno riguarda l’essenza profonda di Giulietta che era stata educata troppo rigidamente dalle monache e questo le provocava la difficoltà a conciliare amore sacro e amore profano, come si vede in tutta la produzione artistica felliniana. Principessa, monaca e fata sono tre personaggi interiori di Giulietta, che forse con questo sogno si sono integrati un po’ e ancor di più lo faranno dopo Giulietta degli spiriti. Va detto che non a tutti sono concesse opportunità simili di riuscire a mettere in scena i propri condizionamenti per cercare di limitarne i danni: solo agli artisti più illuminati, come loro sono stati. Inoltre si nota un lavoro infaticabile della coppia, partendo dall’analisi dei propri sogni, annotati con disegni 29 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
ed appunti sistematici e poi riutilizzati per le sceneggiature dei film. Il disegno in questione è molto chiaro: Federico per la prima volta si mostra di fronte e non si vergogna di far vedere lacrime, occhi neri, segnati dal dolore e sguardo sgomento al capezzale di una “Giulietta in pericolo”, ma che forse stava solo preparandosi ad un’evoluzione particolarmente grande, dato che nei sogni la morte può alludere all’assimilazione di alcune componenti all’interno della psiche, ipotesi qui confermata dal cappello da maga, che può simboleggiare l’archetipo del Mago interiore e quindi la capacità di essere autori della propria vita. Come abbiamo detto, Giulietta stava tentando di riunire la “fata”, la “monaca” e la “principessa”, e di superare l’archetipo del Martire, gestendo nello stesso tempo il rapporto con la madre e le sorelle, il che non sarà stato facile, dato che quando in una famiglia una persona si realizza così tanto più delle altre i conflitti sono inevitabili. Non solo: il rapporto con la madre e le sorelle, come si vedrà nel film, potrebbe aver accentuato la sua paura di non meritare il successo e la gioia espressi nella frase appena citata: “Tutto è troppo bello perché questa faccenda possa finire bene”. In parole semplici, la tendenza ad interpretare un copione da martire, magistralmente mostrato al pubblico con le scene citate, impedisce la felicità, anzi può addirittura spaventare quando arriva, al punto da fare di tutto per non viverla. La soluzione migliore è l’accesso all’archetipo del Mago, che consente di vivere in piena sintonia con sé stessi e con i propri bisogni profondi. Il ringraziamento che dobbiamo a Federico e Giulietta per il loro lavoro è incommensurabile.
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3 gennaio 1961 Questo sogno, stando alle date segnate da Federico, sembra sia precedente a quello appena descritto, e in effetti lo anticipa a livello simbolico, dato che prepara la grande evoluzione che Giulietta si sta apprestando a fare, lasciandosi alle spalle il ruolo da martire. Da questi preziosissimi resoconti, noi possiamo ipotizzare che l’inconscio ci possa suggerire informazioni non solo su noi stessi ma anche sulle persone a noi vicine, specie se compagne di vita, come in questo caso. Dunque Giulietta appare a Federico “seduta con le gambe incrociate come i monaci orientali” ed indossa un cappotto militare che forse è uno degli indumenti che ha utilizzato per il film La strada. “Di colpo lascia andare all’indietro la testa”, continua il racconto di Federico, “e sulla gola e sul collo appare scritta a raggiera una frase in carattere stampatello, come fosse incisa o ricamata sulla pelle. Leggo la frase, Giulietta riabbassa il capo ed io provo un senso di liberazione... Il significato della frase che ora non so più ricordare, mi comunicava un sentimento di gioioso stupore, chiariva i miei dubbi, ed io ero rasserenato, lieto e ammiravo il modo ingegnoso con il quale la frase era stata scritta… bastava lasciar cadere la testa all’indietro per farla riapparire e poi chinare il capo in avanti che subito non c’era più”. Abbiamo riportato integralmente le parole di Federico perché ci sembrano importanti ai fini della nostra ipotesi, e cioè che da questo sogno si sia ispirato per il personaggio del mago Pijma che, proprio come Giulietta, lascia cadere la testa all’indietro e poi la china in avanti mentre cade in trance e pronuncia frasi che possono chiarire dubbi, eccetera. Questo potrebbe significare che Giulietta stia per fare un grande balzo evolutivo, lasciando gli abiti di Gelsomina per assumere quelli di una Principessa. Passa dall’archetipo del Martire, a 31 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
quello del Mago interiore che consente maggiore serenità e capacità di affrontare la vita, nonché l’unione mente-corpo, simboleggiata forse in questo caso dalla scritta sul collo, ad indicare che le emozioni possono sgorgare liberamente, ed essere espresse senza nessun ingorgo. Non a caso Giulietta è seduta a gambe incrociate come i monaci orientali ed ha così un aspetto androgino, proprio come quello del mago Pijma in Giulietta degli spiriti, che a questo punto possiamo affermare rappresenti non solo la presa di coscienza della protagonista sulle sue reali condizioni di vita, ma soprattutto il passaggio dall’archetipo del Martire a quello del Mago. Passaggio necessario per non ripetere in maniera coatta ruoli da vittima (come spiega molto bene Carol Pearson nei suoi L’Eroe dentro di Noi e Il viaggio dell’Eroe). Sogni dal 21 al 24 gennaio 1961 Nel primo sogno riferito da Federico si ripete la situazione descritta nel sogno precedente. Giulietta è in pericolo e lui le pratica la respirazione artificiale, mentre lei è nuda e distesa nella vasca da bagno asciutta. Giulietta ritorna in vita e riapre gli occhi, che tuttavia sono stanchissimi. Federico si domanda se lei volesse riprendere a vivere, e le muove braccia e gambe, mentre lei accetta passivamente il suo aiuto. Finalmente chiede qualcosa da mangiare. Il sogno comunica grande angoscia di perdere la persona amata, da parte di Federico, ma anche la fatica di superare questo momento particolarmente difficile per Giulietta. Forse l’inconscio del regista sta cercando di dirgli che la moglie sta soffrendo molto, è sul punto di non farcela più, di lasciarsi andare. Sembra un po’ Cabiria all’inizio del film, quando viene miracolosamente salvata mentre stava per affogare, dopo essere stata buttata in acqua dal fidanzato di 32 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
turno, che lei chiama affettuosamente “Giorgio mio”, mentre lui non ha esitato a spingerla nel fiume, dopo averle rubato la borsetta piena di soldi. Federico per fortuna comprende la sofferenza della moglie, che cerca disperatamente di uscire dal “cubo di Cabiria”, la casa nella quale vive la giovane protagonista, che simboleggia un po’ tutto il suo modo di vivere, rinchiuso in una dimensione spirituale bassa e ristretta. Quindi Giulietta sta lasciando l’archetipo del Martire per entrare in quello del Mago, come abbiamo visto nel sogno precedente, ma tutto questo le costa un enorme sforzo energetico, tale da aver bisogno di respirazione artificiale, cioè di soccorso amoroso da parte del marito, che intuisce il pericolo e la salva. Il fondo asciutto della vasca mentre Federico le pratica la respirazione può simboleggiare l’uscita dall’acqua, intesa come salvataggio da un pericolo molto grave, in definitiva una morte e una rinascita. Giulietta è nuda, cioè non ha segreti per lui, si conoscono molto bene e proprio grazie a questo lui la può salvare. È come se l’avesse ripescata e appoggiata su un terreno asciutto, nel quale non si rischia più di affogare. Tuttavia lei è stanchissima ma per fortuna chiede del cibo, cioè nutrimento sia fisico che spirituale, che si accompagnano al desiderio di ricominciare a vivere. Il rispecchiamento nei personaggi dei loro film è molto fedele. Federico, novello Eros, rianima Giulietta, novella Psiche, ripetendo l’omonimo mito, come abbiamo già affermato nel nostro Fellini metafisico. Nel secondo sogno Federico è sulla terrazza di un grande albergo, forse a Chianciano Terme. Si accorge che Sofia Loren è seduta poco lontano, ma lui la vede invecchiata e non più attraente. Nonostante ciò sente la gelosia di Giulietta e, dopo aver parlato con Sofia, si accorge di non avere più i gemelli d’oro che gli aveva regalato la moglie. Qui Federico 33 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
forse sente di nuovo la paura della gelosia di Giulietta, ma lui non prova più attrazione per la Loren, che può rappresentare l’archetipo della donna sensuale. Ciò potrebbe significare che dopo le recenti vicissitudini registrate dai sogni, Federico si è riavvicinato alla moglie, anche se qualcuno gli ha sottratto un regalo di Giulietta, forse a simboleggiare quanto la coppia fosse oggetto di invidie di vario genere, che avevano lo scopo di derubarli dei loro doni e talenti e forse dividerli, o per lo meno convincerli a non lavorare più insieme. In particolare, i gemelli possono alludere al loro legame coniugale, dato che, abbracciando il polso, possono rappresentare un vincolo affettivo e le loro “anime gemelle”. Nel terzo sogno possiamo vedere l’archetipo del Femminile di Federico, che sarà poi parte della protagonista di Giulietta degli spiriti. Infatti sembra proprio che il Regista viva la stessa situazione di Giulietta nel film in quanto, come lei, pur dormendo accanto al marito, ha sentori di un suo tradimento o, nel caso di Federico, ha paura di essere abbandonato. Il sogno racconta di un’assenza di Giulietta a causa di un riavvicinamento al padre. È un allontanamento che il marito comprende a livello razionale, ma che non riesce ad accettare a livello emotivo. È come se Federico temesse una ricaduta edipica di Giulietta. Per questo si alza dal letto e va in cerca della domestica Adriana per avere chiarimenti, che però la donna non riesce a fornirgli in quanto la sua voce è troppo bassa, “un sommesso crepitio di foglie secche”. Sembra che il sogno voglia suggerirgli che non ha bisogno di aiuti e che le risposte le può trovare dentro di sé. Infatti, fortunatamente, al risveglio Federico vede Giulietta al suo fianco. A nostro avviso questo sogno conferma l’ipotesi che avevamo espresso nel nostro Fellini metafisico a proposito de Lo 34 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Sceicco bianco, e cioè che in un personaggio o in una coppia di personaggi possano confluire diverse parti della personalità dell’autore dell’opera. Come nella coppia di sposini del film citato convivono il Maschile ed il Femminile di Federico, così nella protagonista femminile di Giulietta degli spiriti convergono parti dell’archetipo del Femminile sia di Federico che di Giulietta. Infatti la Giulietta del film sta superando l’archetipo del Martire e per raggiungere quello del Mago (rappresentato nella pellicola dal mago Pijma), come Giulietta Masina in quel momento sta facendo e come i sogni di Federico indicano. Ma non solo: nella Giulietta del film c’è anche la paura di Federico di essere abbandonato, o meglio di una parte del suo Femminile, come racconta il sogno in questione. Sogno del 6 febbraio 1961 Questo sogno, nonostante sia corredato da un bellissimo disegno, è particolarmente enigmatico. Pur somigliando a quello nel quale Federico è in cima ad una scala con una bionda, è molto più oscuro. Tuttavia qualche indicazione la possiamo trovare: innanzitutto la scala da pompiere dotata di due ruote ha un’inequivocabile forma fallica, in cima alla quale c’è una figura ondeggiante e sospesa, con la quale Federico in qualche modo s’identifica. “...E se fossi io quel tipo rannicchiato lassù in alto? Di lui si sa ben poco ed ora, trascrivendo il sogno, penso proprio di essere io, vuoto involucro senz’anima che non pensa, non soffre, non prova e non sente nulla...”: le parole del regista sono molto chiare ed illuminano il significato simbolico del sogno come le lampade luminose illuminano la notte violacea del disegno. Forse il sogno vuole suggerirgli che sta per raggiungere il livello energetico sufficiente per illuminare la “sua” notte interiore, cioè una parte 35 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
dell’inconscio. I bislacchi personaggi (alcuni dei quali omosessuali) spingono una scala fallica e, ridendo e disturbando la quiete notturna, chiedono dove abiti un certo “Cesari”, che potrebbe alludere alla parte dispotica del grande regista (o anche alla paura dell’omosessualità, paura che in misura diversa abbiamo tutti) che, se integrata col resto della personalità, può condurre a risultati sorprendenti, come quelli che già aveva ottenuto, e che otterrà anche in seguito. È significativo che l’ombra della scala si rifletta sull’acciottolato e vada a toccare personaggi spettatori ed irriverenti, i quali potrebbero alludere alla capacità che aveva Federico di prendersi beffa delle situazioni e degli oppositori, come ha fatto varie volte nella sua vita ed in particolare nel già citato Le tentazioni del dottor Antonio, episodio che infatti vedrà la luce poco dopo. Oppure il sogno potrebbe alludere ai conflitti con il fratello, forse rappresentato da Guidarino, uno dei tre spettatori disegnati. In questo caso, i Cesari potrebbero essere Federico e Riccardo, in forte conflitto e rivalità anche a causa delle loro dominanti personalità, specie dopo il successo de La Dolce vita per Federico e la decisione di tentare la carriera cinematografica anche da parte di Riccardo, senza esiti rilevanti, purtroppo, anche perché la sua vera vocazione era quella da cantante lirico, da tenore. Degna di nota è anche la fontana, rappresentata in basso a destra nel disegno e collegata alla porta della casa dal cui interno si affaccia alla finestra un personaggio indispettito dall’indagine sul “signor Cesari”. La fontana è collegata alla porta da un viottolo di ciottoli e sgocciola acqua. Questo particolare potrebbe significare la soluzione di un conflitto fra il desiderio d’identificare “Cesari” e la paura di trovarlo. La soluzione può consistere nella fontana intesa come risorsa interiore di energia capace di purificare e togliere la sete, cioè 36 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
forse il disagio con il fratello. Infatti “Guidarino grasso giullaresco”, parla di “un gioco bislacco e... buffissimo” che potrebbe essere il gioco psicologico che stanno facendo i due, i quali si stanno letteralmente litigando l’identità e il cognome, che il sogno copre con un’identità regale: “cesari”, o imperatori. Segue un sogno che si svolge a Rimini nella cameretta dove il regista studiava da ragazzo. Ora prova un tenero affetto nei confronti di Pier Paolo Pasolini (con il quale ha collaborato assiduamente, in particolar modo per la consulenza sul lessico romanesco di Le notti di Cabiria). I due hanno passato insieme la notte, a voler simboleggiare che la loro è un’amicizia che affonda le radici nella giovinezza, rappresentata dalla cameretta di Rimini e forse proprio per questo, dopo un periodo di forte unione, ci sarà un distacco, come succede agli adolescenti quando poi s’innamorano veramente. Oppure Pasolini può simboleggiare Riccardo, il fratello di Federico, e per questo dormono insieme nella cameretta di Rimini. In questo modo i due sogni potrebbero essere intimamente collegati. “Abbiamo dormito insieme come due fratellini...”, dice Federico, avvalorando la nostra ipotesi, e intuendo che il suo inconscio si è servito dell’immagine simbolica di Pasolini per coprire l’identità del fratello, inviandogli forse anche un altro messaggio, e cioè che Riccardo aveva qualche tendenza autodistruttiva come Pier Paolo, anche se in maniera minore, per fortuna. Ma ci può essere anche un’altra spiegazione: la delusione di Fellini provata quando Pasolini vuole diventare regista dopo una bellissima amicizia nella quale però il regista era lui solo... Insomma un’associazione inconscia fra due “fratellini” che vogliono prendere il suo posto, a suo modo di vedere le cose... 37 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
È messa in evidenza una nota corredata da un disegno schematico ed essenziale, ma molto significativo, perché Fellini stesso riferisce di aver perso il testo: un atto mancato, diremmo noi, per non parlare di un aspetto così significativo. Per fortuna lo ha espresso molto bene con il “disegnino”, come lo chiama lui. Spesso l’inconscio parla un linguaggio che poi la Scienza prenderà in prestito per descrivere alcuni fenomeni. Infatti il “Gioco psicologico” del capro espiatorio, cioè della vittima e dei carnefici viene definito dal regista proprio come un “gioco”, nel quale una sola tra sei persone cade in avanti,come un bersaglio che è stato colpito e a Federico quella persona sembra proprio di essere lui. Il sogno potrebbe alludere alla tendenza del regista, più volte descritta in Fellini metafisico, ad essere un capro espiatorio. Il disegno lo mostra in modo molto esplicito, perché una linea tratteggiata evidenzia il percorso della caduta, che attraversa dei ceppi di legno posti in un caminetto, pronti per essere accesi. Ciò può simboleggiare che la persona che cade fornisce l’energia necessaria per accendere il fuoco, cioè per riscaldare gli altri, divenendo una vittima sacrificale. Degno di nota è anche che, tra le cinque persone rimaste in piedi, due sono a braccia conserte, mentre le altre tre hanno le braccia lungo i fianchi e tutti e sei sono colorati in grigio, mentre il pavimento della stanza è giallo, colore caldo per eccellenza. La vittima che è caduta a terra irradia dei raggi rossi, a conferma dell’ipotesi che la sua energia sia rilasciata agli altri. Sembra proprio che due persone (quelle a braccia conserte) abbiano appena eliminato un avversario e ne siano molto soddisfatte, consapevoli del fatto che hanno assorbito la sua forza. Probabilmente questa era una forte paura di Federico, specie in questo momento della sua vita, nel quale è oggetto di critiche feroci e teme di non avere forza sufficiente per superarle. 38 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Il sogno successivo si svolge sempre a Rimini ed è illustrato da un disegno ricco di particolari e di colori. Il cielo notturno è sempre tratteggiato in viola e la strada è un acciottolato, mentre sulla sinistra del foglio c’è un edificio di colore arancione come il marciapiede prospiciente e a forma trapezoidale. Al centro della strada c’è una “gigantessa” vista di spalle con un vestito nero e violaceo che lascia vedere con generosità le natiche, la cui pelle è bianca, mentre quella del resto del corpo è arancione. Come scrive Federico stesso, lui è presente in due figure distinte: una che si affaccia da una finestra con le sbarre, che però non gli impediscono di vedere di fronte la gigantessa; l’altra è una sagoma nera che si trova dietro la donna. Carl Gustav Jung riferisce che nei sogni la persona che sogna, se presente, simboleggia la parte cosciente, mentre gli altri personaggi alludono alle componenti inconsce della personalità. Sul lato destro del disegno ci sono due loschi figuri colorati in nero, che digrignano i denti in modo grottesco, infatti lo stesso regista li descrive come “paesani che si prendono gioco della donna”. In questa scena è possibile riconoscere alcuni tratti che verranno suddivisi in tre distinti personaggi femminili, due in Amarcord e l’altro in 8 e 1/2, infatti in quest’ultimo c’è la gigantessa di nome “Saraghina” che vive però appartata sulla spiaggia, mentre in Amarcord Gradisca, che ha una figura molto più armoniosa ed elegante; ogni volta che cammina lungo il corso cittadino, è torturata da commenti sgradevoli di vario genere da parte dei maschi che incontra. Tuttavia Federico scrive che la donna “ridacchia in modo torbido e lupesco” e in questa maniera si rintracciano caratteristiche della “Volpina”, insaziabile mangiatrice di uomini, altro topos femminile descritto dal regista, che ci mostra l’avidità grottesca di questo personaggio. Federico nel sogno è in due diverse posizioni, che gli consentono di osservare la situazione da due diversi punti di vista, ciò che il Regista fa realmente in tutti i suoi film. L’uomo dietro 39 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
le sbarre ricorda i carcerati che assistevano dalle finestre della prigione (il Castello Malatestiano di Rimini) agli spettacoli circensi che si svolgevano nella piazza prospiciente quando Federico era bambino, come si vede nel film I clowns. Degno di nota è anche il fatto che nel disegno le ombre di Federico sulla strada, della gigantessa e delle due sagome scure siano collegate e sulla stessa linea, a voler dire forse che sono parti complementari di un tutto. Inoltre i tacchi a spillo neri della donna hanno un corrispettivo nelle rosse sigarette che penzolano tra i denti delle sagome. In definitiva lo spettacolo cui assiste Federico dalla strada e dall’interno della casa dice che la donna e i due uomini in fondo giocano ad armi pari, possedendo tutti degli stiletti aguzzi, pronti ad offendere, che però Federico non ha. Il sogno sembra preannunciare la fusione di due parti più arcaiche della sua personalità (la donna e le sagome) che ora, dopo averle osservate bene, può integrare. Questa evoluzione tende a superare l’egocentrismo, richiamato dal colore arancione. Che il colore arancione possa rappresentare, oltre che una forte carica energetica, anche l’egocentrismo, è una nostra ipotesi, e qui trova conferma nel fatto che sia la pelle della donna che la facciata della casa ed il marciapiede siano di questo colore. Inoltre la casa appare come un cuneo che s’inserisce in un cielo viola, colore che può alludere ai cambiamenti. Ci sono inoltre due Federico: uno nella casa arancione ed un altro sulla strada, a significare che una piccola parte di lui è ancora prigioniera dell’egocentrismo, mentre una parte più matura è già fuori dall’edificio, quindi fuori da questa problematica. Tutto questo è confermato soprattutto dai due diversi punti di vista che i due Federico possono avere. Dato che l’egocentrismo si caratterizza specialmente nell’incapacità di osservare i fenomeni dal punto di vista altrui, le due sagome che rappresentano il regista possono simboleggiare l’uscita da 40 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
questa condizione e l’acquisita capacità di osservare la realtà in modo più complesso e non strettamente personale. 4 febbraio 1961 In questo sogno ci sono Franco Franchi e Ciccio Ingrassia truccati da clown in un bar. Anche Federico, truccato nello stesso modo, si presenta negli uffici della Federiz, i quali sono occupati da un cantiere di lavori edili. La Federiz era una Casa di distribuzione e produzione affidata a Fellini e a Clemente Fracassi, ma finanziata da Angelo Rizzoli dopo il successo de La Dolce Vita, per aiutare il cinema d’autore. L’esito non fu positivo, perché Fellini, geniale come regista, non era però bravo a gestire il lavoro dei colleghi. Forse la coppia di clown Franco e Ciccio può rappresentare Federico e Fracassi, imago inconsce del regista che quando tenta di togliersi il trucco, scopre che assieme ad esso viene via anche parte del viso. Ciò può voler dire che la maschera da clown che vedremo essere per lui una delle più importanti, la sua Persona in senso junghiano, cioè quella che lui mostrava al mondo, è talmente fusa con la sua identità da non potersi scindere. Interessante è il fatto che qui compare una delle prime tracce dell’ispirazione che sarà all’origine del film 8 e ½, è cioè la domanda di Fracassi: “Allora, Federico, quando hai intenzione di cominciare sul serio?”. Federico, lavandosi le mani con l’acqua che sgorga da un tubo, promette di farlo. Sembra proprio che questo sogno abbia dato il via ad 8 e ½, film nel quale l’atmosfera è proprio questa: lavori in corso, disordine e continue richieste da parte della produzione di cominciare delle riprese per le quali il regista non ha ancora ispirazione sufficiente. Ma c’è anche un altro significato a nostro avviso, dato che la frase di Fracassi nel sogno è simile a quella di Bernhard: 41 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
“Signor Fellini vogliamo lavorare seriamente?” in uno dei primi sogni analizzati. Quindi Franco e Ciccio in un bar potrebbero essere anche Federico e l’analista che sta cercando di aiutarlo a vedere oltre la maschera, e senza la maschera, cioè la sua interiorità e la realtà senza filtri e meccanismi di difesa, facendo pulizia nella sua vita mediante l’acqua che “sgorga faticosamente dal tubo”. 8 febbraio 1961 Il comico d’avanspettacolo Ragusa è ospite nella casa d’infanzia di Federico. Ci sono anche sua madre e Titta Benzi, l’amico del cuore. Ragusa ricorda il personaggio del capocomico de I vitelloni che si prende gioco di Leopoldo, uno dei vitelloni, interpretato da Leopoldo Trieste, grande amico di Federico, dal quale però nella realtà si è allontanato dopo il suo rifiuto d’interpretare la parte di Oscar ne Le notti di Cabiria. Proprio Leopoldo Trieste comparirà nel sogno successivo. È come se Federico volesse “vendicare” il personaggio vitellone, mettendo alla berlina il capocomico, che nel sogno ha delle disavventure con gli sfinteri. 12 febbraio 1961 In questo sogno il rapporto con Leopoldo Trieste la fa da padrone e mostra quanto Federico fosse rimasto amareggiato dal distacco dell’amico, che preferì dirigere un altro film, piuttosto che interpretare la parte di Oscar, il fidanzato che illude Cabiria per derubarla, ruolo che lui gli offriva in Le notti di Cabiria. Forse Federico teme che Leopoldo lo possa superare professionalmente, infatti nel sogno e nel disegno corrispondente 42 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Trieste riesce a superare ostacoli di vario genere e, mediante una scala a chiocciola, a salire in cima a una costruzione, sul terrazzo di questo palazzo arancione senza finestre, cioè chiuso alle comunicazioni che vengono dall’esterno. Federico invece non solo non ci riesce, ma viene tratto in salvo ad un certo punto da un personaggio, sdraiato sul tetto di fianco a Leopoldo, che lo definisce “un pazzo”. Il Pazzo tuttavia riesce ad allungare una mano a Federico che, afferrandola, evita di cadere di sotto, sul terrazzino ingombro di attrezzi da lavoro. Fellini ha paura di non riuscire ad andare avanti nella sua carriera cinematografica senza l’aiuto dell’amico che vede più forte e determinato. Questo ci dimostra che le paure il più delle volte sono solo nella nostra mente, dato che fu invece Trieste ad avere una carriera registica sicuramente minore. Abbiamo già detto a proposito di sogni precedenti che cosa significhi per noi il colore arancione, anche se qui l’elemento più significativo è la figura del Pazzo che trae in salvo con facilità il regista; ciò può significare che le nostre risorse profonde e quelle della realtà sono più grandi di quelle che noi consideriamo. In particolare potremmo dire che il Pazzo possa rappresentare l’irrazionalità, oppure, considerando che stiamo parlando di due registi, anche la creatività artistica intesa come libera ispirazione scevra da ogni condizionamento. Il sogno sembra suggerire a Federico che la situazione non è così grave come lui pensa, perché il suo talento artistico non solo lo sta salvando, ma anzi è già in salvo, senza neppure aver bisogno di una scala, perché è una parte di lui che gli tende la mano per farlo salire in alto, per far sì che la sua personalità divenga più armoniosa. Il tutto sembra alludere ad un difficile momento di crescita interiore, nel quale la sua parte artistica, o il Superconscio 43 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
come lo intende lo psichiatra Roberto Assagioli (vedi il nostro Finalmente Beatrice, pag. 75-76), lo sta aiutando a fare un grande balzo evolutivo. Potrebbe sembrare che l’aiuto venga da Bernhard, dato che Federico scrive: “Mi faccio aiutare dal professore”. Ma Leopoldo risponde nel sogno: “Questo non è il professore. È il pazzo!” Infatti si tratta di un giovanotto, mentre il professore era un uomo adulto. Non solo, ma a sostegno di questa ipotesi, poi nella realtà Bernhard gli disse “di avere un fiducioso abbandono agli aiuti insperati della Provvidenza”. Il Professore cerca di fargli superare le paure più profonde insegnandogli ad avere fiducia in se stesso e nell’immensa potenzialità dell’Universo. Forse comprende che Fellini pur essendo un genio ha la tendenza a scoraggiarsi, anche se il suo Inconscio e il Superconscio, con intuizioni, ispirazioni, senso estetico, eccetera, sono sempre lì pronti a tendergli la mano e a nutrirlo con “minestre buone”, con risorse e potenzialità per trarlo in salvo da ogni tipo di difficoltà. A chiarire ancora di più questi concetti c’è un bel sole giallo tracciato con una spirale che sembra centrifuga alludendo ad un temperamento estroverso, e la scritta con tanto di freccia che indica il pazzo, chiarendone il ruolo primario all’interno del sogno. 15 Febbraio 1961 Solo pochi giorni dopo, Federico sogna di essere al cinema. “Il film rappresenta ciò che fuori avviene realmente nello stesso momento” scrive il regista a simboleggiare forse quanto abbiamo ipotizzato in Fellini Metafisico, e cioè che il cinema, con le sue immagini in movimento veloce sia una metafora dei meccanismi inconsci, una sorta di sogno metafisico ad occhi aperti. D’altronde Fellini stesso diceva: “Il cinema è 44 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
un’arte particolarmente adatta a perforare la comune realtà e a evocarne un’altra, metafisica e ultrasensibile” (Tullio Kezich in Federico Fellini – La vita e i film, pag. 248). Questo sogno mostra che il cinema può rispecchiare la realtà esterna e nella contemporaneità dei fatti, spiegando anche che il tempo non esiste: è un’illusione nostra. Si parla di alluvioni, del Tevere che straripa e di eclissi solare, di vento, di lampi, cioè di intuizioni profonde che allargano la sua coscienza, mentre la vita, simboleggiata dal fiume, scorre e si riprende il suo posto, in barba alle diatribe umane. In mezzo a tutto ciò c’è pure un’eclissi solare che potrebbe alludere alla riduzione del suo archetipo del Maschile. Il sole si sta eclissando, si sta nascondendo, come ben si nota nel disegno, che mostra un bellissimo tramonto rosa. Forse ciò può significare che eclissi e tramonto solare abbiano un significato simbolico simile. “In una malinconica luce di tramonto ci aggiriamo tra le macerie di un’antica città... che pace mesta su tutto...” scrive Federico spiegandoci molto bene cosa gli sta succedendo. La vecchia personalità, simboleggiata forse dalle rovine, si sta sgretolando, il sole sta tramontando e la pace pervade il tutto; il grande balzo evolutivo rappresentato nel sogno precedente, che ha richiesto un grandissimo sforzo, ora gli dona la pace interiore. Solo un cane randagio resta a ricordargli le sue debolezze, le sue paure di non essere accolto, accettato, simbolicamente costretto ad essere randagio, senza dimora. 16 febbraio 1961 In questo sogno, come in quello del 30 novembre 1960, Federico esprime la sua angoscia di morte, rappresentata dalla corsa, dopo essersi attardato per prendere dei giornali, mentre 45 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
il treno parte senza di lui. Fortunatamente in un’osteria di campagna scopre di poter disporre di un’automobile. Gli basta telefonare per averla, così il tutto si risolve con un piccolo ritardo per il suo programma. Forse è collegato a ciò che veramente gli successe la mattina in cui assumeva per la prima volta il ruolo di regista ne Lo sceicco bianco, quando arrivò sul set ad Ostia con qualche ora di ritardo per un guasto all’automobile... riuscendo a cavarsela e a cominciare la sua nuova vita. Ad ogni modo, il sogno sembra anche suggerirgli di non prestare troppa attenzione ai giornali, cioè alle varie critiche che possono essergli rivolte, ma neppure all’eccesso di informazioni che ci circondano, perché possono avere l’effetto di deconcentrarci, di ridurre le nostre ispirazioni, in definitiva di farci perdere di vista i nostri obiettivi e di sprecare tempo. Direi che si tratti di una profezia, visto cosa succede oggi, con internet, i canali satellitari, eccetera. È un tema che sarà molto caro a Fellini, per tutta la vita, e che troverà la massima espressione in Ginger e Fred. Per ora possiamo notare, anche nel disegno, la corsa affannosa per rincorrere il treno, che come abbiamo già detto, può rappresentare il viaggio della vita. Il veicolo è nero, come Federico e la sua valigetta, ed i vagoni non sono collegati fra loro, forse a voler simboleggiare che le sue paure non gli consentono di unire armoniosamente i vari periodi della sua vita (i vagoni), ma un fumo molto evidente nel quale si scorge il viola dietro la coltre nera, ci dice che il suo desiderio di vita vince sulla pulsione di morte. La locomotiva emette passioni, sentimenti che stemperano il nero, il dolore, il lutto... Ma il fatto di poter disporre di un’automobile previa una semplice telefonata, può voler dire che il suo nuovo archetipo del Maschile, rappresentato dall’auto in questo caso, è pronto, basta solo che lui lo chiami e lo accetti. Dopo il tramonto fra 46 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
le rovine del sogno scorso, sta sorgendo un nuovo Maschile per Federico. Ha dovuto correre, scalare, sforzarsi, insomma, ma ce l’ha fatta! 2 aprile 1961 Questo sogno è particolarmente carico di angoscia. Federico è incarcerato in un vecchio castello in rovina, con mura crollate, soffitti sfondati, e non sa neppure il perché, non è ancora stato interrogato. Come nel romanzo di Kafka Il processo, Federico potrebbe fuggire, ma non lo fa e segue il suo carceriere attraverso il cortile. Qui ricompare Guidarino: “In questi giorni il tipo mi sta un bel po’ sui coglioni, penso di liberarmene”, scrive Federico, a nostro avviso confermando l’ipotesi che si tratti di una imago che copre l’identità del fratello, con il quale in questo momento ha dei grossi conflitti, come abbiamo già detto nel sogno del 6 febbraio. Se si tratta di suo fratello è normale che egli provi per lui rivalità e nello stesso tempo senso di colpa per tenerlo imprigionato. Sembra che l’inconscio di Fellini gli voglia suggerire che se i due fratelli non riescono a perdonarsi, sono costretti ad una prigione reciproca che non consente separazione e libertà. Che si tratti del fratello lo si deduce anche dal fatto che nel centro della cella c’è un “lettone” che potrebbe essere quello dei genitori. “Torno in cella dove, nel caotico groviglio di mobilacci, di pietre cadute, campeggia accogliente l’immenso lettone...”. Federico, dopo aver corrotto una guardia per poter telefonare ed avvertire Giulietta della sua incarcerazione, deluso perché lei si mostra però indifferente, ritorna nella sua cella. Sembrano residui del complesso di Edipo in conflitto con la parte più matura della personalità, che sa di essere un adulto e per di più sposato. Il suo ritorno nel 47 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
lettone può alludere alla nostalgia dell’infanzia, quando il lettone era quello dei genitori nel quale chissà quante volte avranno giocato lui ed il fratello. Il sogno sembra dirgli che finché non scioglierà i vincoli dell’infanzia che lo tengono legato a Riccardo, non potrà vivere pienamente neanche il suo rapporto con Giulietta, la quale però è indifferente, cioè non si arrabbia e in qualche maniera lo accetta: “non mostra preoccupazione alcuna”. Possiamo dire che a volte, quando i rapporti familiari sono così difficili, non è solo perché le differenze sono forti e le rivalità accese, ma soprattutto, come ci dice il sogno, sono rapporti caratterizzati da vincoli strettissimi, simbolicamente vere e proprie prigioni. Alla luce di queste considerazioni possiamo ipotizzare che Federico e Riccardo abbiano avuto conflitti così forti non solo perché erano diversi, ma perché il loro legame era fortissimo. Per fortuna Giulietta si è comportata con grande saggezza, senza esasperare questo problema con reazioni aggressive o rabbiose, ma anzi con grande calma, pur non conoscendone la ragione profonda: “Giulietta non sa nulla del mio arresto, della mia carcerazione”, scrive infatti Fellini. Riceviamo in questo modo un duplice insegnamento: se, come ci dice Freud, i legami dell’infanzia sono troppo forti, non è possibile costruirne altri e a quel punto la tolleranza e la comprensione del coniuge sono di fondamentale importanza per poter convivere. Le riflessioni di Federico sul sogno continuano con la descrizione di una situazione talmente bloccata, dalla quale si può uscire solo con un suicidio o un finto suicidio per sollecitare un aiuto esterno. All’interno della sua Jaguar Federico si colpisce con un pugnale alla base dello stomaco. L’auto si ferma contro la vetrina di un negozio senza fare danni e senza investire nessuno. Mentre il sangue esce copioso, Giulietta e 48 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
le sorelle non lo vedono, ma qualcuno si accorge che dentro la macchina c’è un uomo che sta morendo e lo dice con voce allarmata. Questo sogno ci fa venire i brividi, perché sembra la descrizione di un episodio che realmente accadrà la sera del 10 aprile 1967, quando Giulietta era a casa della sorella per guardare il film La strada trasmesso in televisione e Federico si sente male mentre è solo. Viene salvato da un medico che partecipava ad una festa nello stesso residence in cui Federico e Giulietta alloggiavano. Come racconta Kezich nel suo Fellini, la vita e i film a pag. 267, Il medico lo fa caricare nella sua auto, parte velocemente e, dopo una frenata brusca va a sbattere, avviene un alterco ed il medico dice: “Mi faccia passare, ho un moribondo in macchina”. Cosa possiamo dire? Semplicemente che il sogno, sette anni prima, aveva descritto nei minimi particolari una situazione molto simile. Quello che possiamo affermare è che, per l’ennesima volta, se il legami edipici sono troppo stretti e le dipendenze troppo forti, possono condurre in pericolosi vicoli ciechi. 9 Aprile1961 Qui molto chiaramente si descrivono elementi legati a quella che Freud chiama la Fase anale dello sviluppo psicofisico, nella quale l’energia si sposta al livello anale ed interessa il controllo degli sfinteri. La postura eretta di Federico, i pantaloni a terra, la camicia sollevata ci fanno venire in mente i momenti in cui i bambini imparano a controllare gli sfinteri, quindi in questo caso il tutto potrebbe significare che Federico sta facendo pulizia, sta liberandosi di aspetti della personalità che non 49 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
gli servono più, che non sono più adeguati alla sua vita attuale. Inoltre il cuore straziato, il presentimento della morte di Giulietta, e la conseguente promessa a Dio, se la salverà, di dedicargli un film, anzi tutti, sono molto commoventi. Infatti la coppia aveva subito notevoli pressioni e critiche dopo aver girato La dolce vita, specie in ambito cattolico, quindi è normale il timore di essere puniti... e la richiesta di essere perdonati. 3 Aprile 1961 Qui si scorgono diversi archetipi, che rendono di particolare interesse il materiale trascritto. Andiamo per gradi: nella prima parte del sogno, Federico è in compagnia di Piero Gherardi, architetto, scenografo e costumista di molti suoi film, fra quali La Dolce Vita e 8 e 1/2 , per i quali ha vinto l’Oscar. I due amici e collaboratori stanno passeggiando su un sentiero di montagna, con vista su uno sconfinato paesaggio di vivida bellezza, che toglie il fiato e dà un senso di vertigine, dice Federico stesso, introducendoci in uno spazio interiore che richiama alla mente i temi dell’Infinito di Leopardi. Già da queste prime frasi, intuiamo quanto la bellezza e la spiritualità siano importanti per lui, tanto da causargli le vertigini. Forse ha paura della strada che sta percorrendo, che lo sta portando così in alto da avere un capogiro, ha paura delle conseguenze e di eventuali pegni da pagare, dato che, come dice Jung, “con l’inconscio si paga pegno” ogni volta che illuminiamo un po’ la nostra ombra. Il sogno sta per introdurre un argomento molto delicato, quello del difficile momento nel quale un allievo si stacca da un maestro per diventare autonomo, come era successo a lui con Rossellini, e il sogno lo anticipa con il riferimento 50 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
a Giotto, al pastorello disegnato su una roccia, “dal profilo caprigno” di cui Gherardi è innamorato. Forse il sogno vuol dire che Federico ha affascinato Gherardi con la sua libertà espressiva, e con la capacità di superare i maestri che lo hanno preceduto. Infatti la capra può simboleggiare la libertà (vedi: A. Bermolen, M.G. Dal Porto, La fiaba come risveglio dell’intuizione, pag. 39). Questi temi sono confermati dalle descrizioni successive sulla cena alla quale partecipano persone mal assortite, secondo lui, specie Rossellini, con il quale non ha più la stessa sintonia di un tempo, quando lavoravano insieme. Molto interessante è che Federico scriva di “mordicchiare la nuca di una signora anzianotta americana” che potrebbe essere la madre con la quale era anche in conflitto per via dei suoi film così liberi e non accettati dalla Chiesa. Dopo varie vicissitudini, mancanza di stoviglie, eccetera, la sorella Maddalena sta male, e lui deve scappare via. “Giulietta e un’altra donna la sorreggono”. Va detto che pochi anni prima era morto il padre di Federico e lui non era riuscito a salutarlo, perché dopo esser corso in auto al suo capezzale da Roma, al suo arrivo a Rimini con il consenso dei medici si era recato a pranzo, dato che il padre non sembrava essere in pericolo di vita, ma purtroppo morì all’improvviso e Federico rimase molto ferito, ovviamente, da questo episodio e ne troveremo traccia in 8 e ½. Il sogno ne registra gli effetti, in quanto Fellini teme che la sorella sia in pericolo. C’è “una barca a forma di chiesetta ormeggiata sulle riva di un canale”, forse a simboleggiare quanto l’archetipo del Femminile delle donne di famiglia (la nave) possa essere legato alla Chiesa. Federico cerca la casa di una zia che è appena morta, e teme di non trovarla, cioè che si possa ripetere quanto è successo con il padre. La sorella 51 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
non gli svela l’indirizzo e la madre la sostiene, confermando la nostra ipotesi che le due donne siano unite da un unico proposito. Strepitoso il particolare che è anche disegnato del “palazzotto” (come quello di don Rodrigo di manzoniana memoria) “come una prua di una nave” a conferma della nostra precedente ipotesi, di un Femminile un po’ rigido, ma pur sempre Femminile, che tuttavia gli ricorda che certe cose non si possono dire. Nei suoi film dice cose che andrebbero taciute... anche se poi “coraggio, sforza la tua fantasia”, gli dice la madre, facendoci intuire che nel profondo non solo lo accetta, ma lo sostiene e lo incoraggia. Il disegno è molto esplicito, Federico sta ampliando la sua coscienza, simboleggiata forse dalle luci dei lampioni, e si trova ad un bivio, deve scegliere che direzione prendere, se andare nella direzione della barca a forma di chiesetta o verso la scenografia teatrale del palazzotto come la prua di una nave, cioè se andare verso la sua vocazione profonda (il palazzo con la prua) o lasciarsi fermare dai condizionamenti familiari (la barca a forma di chiesetta). È il bivio che gli ricorderà il personaggio di Rossella in 8 e ½, dicendogli esplicitamente che deve prendere una decisione importante per continuare la sua carriera. Nel disegno la sua figura è di spalle ed è collegata all’ombra, a simboleggiare la maggiore armonia interiore che sta faticosamente conquistando (rappresentata dal panorama infinito della prima parte del sogno). Insomma Federico teme il giudizio materno e quello della sorella sui suoi originalissimi film, ma soprattutto teme di far loro del male con la sua libertà espressiva, tuttavia la sconfinata bellezza del paesaggio che toglie il fiato, quindi la sua creatività e le sue potenzialità avranno la meglio su ogni tipo di condizionamento. 52 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
19 Marzo 1961 Sembra che Federico parli con un suo Alter-Ego, con un personaggio interiore, “l’ombra alta e magra” come scrive lui stesso, che può alludere ad una sua parte inconscia. Insieme guardano aerei guizzare nel cielo come pesci, da una terrazza militare, vicina ad un aeroporto russo. Sembra una paura causata dai missili russi con il conseguente timore dello scoppio di una guerra atomica. Infatti l’ombra dice: “In fondo gli aeroplani si aiutano molto l’un l’altro”. In sintesi l’archetipo del Maschile (gli aeroplani in questo caso) può diventare troppo violento e organizzarsi molto bene in modo gerarchico per “bucare l’aria con i razzi”, cioè per un attacco atomico. Va detto che in quel momento storico si trattava di una minaccia molto sentita da tutti. 21 Marzo 1961 C’è una grande angoscia che Giulietta possa morire (a causa dei suoi film così liberi ed originali, aggiungiamo noi). “Io non ho più tanto da campare, amore, mi dice Giulietta,” scrive infatti Federico. “Il nostro spettacolo è molto modesto ed io... sono uno squallido attoruncolo”, continua la trascrizione di Fellini, facendoci capire quanto temesse sia di non usare al meglio i suoi talenti che di fare del male a Giulietta stessa, o al suo archetipo del Femminile, rappresentato dall’imago della moglie. Interessanti anche i particolari dei baffetti e del bottone del gilet che salta durante la recita: possono voler simboleggiare che le sue resistenze stanno scomparendo, saltando come i bottoni del gilet. A nostro avviso sono i temi che confluiranno nel suo prossimo capolavoro, 8 e ½, sulla presa di coscienza dei talenti primari e sulla loro messa in atto. 53 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
4 Marzo 1961 Un sogno molto emozionante quanto enigmatico... ma se lo osserviamo con attenzione forse qualche intuizione può ispirarci. Dunque, nel sogno c’è un uovo tratteggiato da un disegnatore, forse Federico stesso, che infatti ha iniziato la sua carriera “tratteggiando” caricature di personaggi noti e meno noti sulla spiaggia di Rimini da ragazzo per guadagnare e anche perché non gli piaceva mettersi in costume, essendo troppo magro, infatti era soprannominato Gandhi dagli amici. Quindi il sogno potrebbe alludere ad un profondo cambiamento, ad una rinascita, simboleggiata dall’uovo, che abbraccia tutta la figura dello sciatore lasciando fuori solamente le gambe ed i piedi. La notizia è riportata da un giornale, trascrive Federico, con un titolo significativo: “Eccovi il grande segreto della rana” che fa da corrispettivo alle parole in maiuscolo che Fellini scrive all’inizio del suo commento al sogno: “Ecco svelato il grande mistero, il mio problema risolto per sempre”. Quindi il sogno sembra suggerire al regista che il suo problema misterioso sia il segreto della rana, cioè forse la sua natura “anfibia”, il suo passaggio da una condizione ad un’altra più evoluta, una rinascita quindi con una personalità più matura. Inoltre l’uovo contiene uno sciatore: ciò potrebbe significare che la rinascita che sta facendo sia la conseguenza di aver raggiunto la cima della montagna da cui ora scende con gli sci. Il suo archetipo del Maschile, che qui potrebbe essere rappresentato dalla montagna e anche dal colore azzurro dello sciatore, si sta riducendo, sta diventando più armonioso e concreto, ma il tutto è molto faticoso a livello emotivo, causa sbalzi d’umore, eccetera. 54 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Tuttavia l’Io osservatore traccia il contorno dell’uovo, avalla la rinascita. Tutto sembra confermare la nostra ipotesi che si tratti dei temi che saranno espressi in 8 e ½ . Nel sogno Fellini passa dall’esaltazione alla delusione molto velocemente, come succederà tante volte a Guido, il protagonista del film citato. 22 marzo 1961 È il secondo sogno in cui compare Lilly, che già in quello del 21 prendeva appunti, annuendo, mentre Giulietta esprimeva la sua paura di morire presto. Ora “si aggira con la sicurezza di un’infermiera per i corridoi di un’ospedale”, poi lo rifiuta mentre Federico tenta un approccio sessuale, e lui ne rimane mortificato... Non sappiamo se siano fantasie o tracce di relazioni che Federico aveva; quello che si evidenzia è il timore di fare del male a Giulietta, e di conseguenza il tenero amore che li univa. 4 Marzo 1961 Ancora sulle relazioni con il Femminile: Federico, in auto forse con Giulietta, le vuole mostrare i luoghi e l’auto in cui litigava con L. Ma l’auto scompare e al suo posto appare un aereo, e da “un piccolo avvallamento” vede arrivare L. con i suoi figli per mano. Lui scappa, non la vuole incontrare. Di questa immagine c’è anche un disegno: una signora molto sensuale ed elegante, quasi in abito da sera, tiene per mano dei bambini con fiocco da grembiulino come se li stesse portando a scuola, quindi in contraddizione con la sua mise di 55 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
gala. Il suo volto appare come se fosse arrabbiata con qualcuno, forse con il padre dei bambini... La bocca è contornata di rosso, come se avesse messo un rossetto vistoso, ma soprattutto il naso è molto appuntito, come i piedi, a rinforzare il significato simbolico di donna “fallica” cioè con un forte archetipo del Maschile, come ne compariranno molte nei suoi film a venire... Sia il sogno che il disegno sembrano dirci che Federico avesse una certa ambivalenza nei confronti del Femminile, amato e temuto nello stesso tempo. 24 Marzo 1961 Nonostante tutti i dubbi, le paure, eccetera, la distruzione tanto paventata non si verificherà, come sarà ben espresso in 8 e ½. Infatti il “palazzone” dove ci sono uffici e appartamento, sul quale Federico si arrampica per spalmare una “melma vischiosa” per proteggere il suo appartamento, non crollerà. Sarà salvato da una “sabbia di scarsa qualità” nonostante i calcoli sbagliati degli ingegneri costruttori. Lui è quasi deluso, il disastro lo eccitava. Dunque possiamo ipotizzare che questo sogno rispecchi il conflitto di Federico con la presa di contatto dei suoi talenti: egli teme di poter distruggere tutta la sua vita, a causa di calcoli sbagliati, di progetti rischiosi, dato che si tratta di un “palazzone”, ma per fortuna una “sabbia di scarsissima qualità” forse proprio quella della sua infanzia, lo salverà. Il sogno sembra suggerirgli che la salvezza e il successo insieme risiedono nelle sue origini, che pur essendo umili, insieme alla sua essenza artistica, lo porteranno molto lontano, come noi sappiamo bene. Infatti la capacità di esprimere in modo così creativo e poetico il mondo interiore e i paesaggi 56 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
dell’infanzia sono la sua cifra stilistica e la sua grandezza, in definitiva. La saggezza del nostro Io profondo è meravigliosa. La seconda parte del sogno, anche questa molto ben illustrata è magistrale! Federico trascrive e disegna quello che potremmo chiamare un ‘ristagno nella fase anale’, che si può definire anche una difficoltà di amare, che non si manifesta fin che non si raggiunge la ‘fase fallica’, come ci spiega Freud. Meglio di così non la si potrebbe delineare, c’è una tazza di un water, intasata di feci, carta, addirittura una automobile, una Fiat 600, auto molto diffusa in quegli anni, con dei passeggeri. Federico chiede aiuto ad altri per far andare giù tutta quella roba, ma invano: il tutto “viene rivomitato” e trasferito in una vasca da bagno. Bellissimo il disegno nel quale il regista, sempre visto da dietro con la testa a forma di cuore, cerca di tirare con forza la catena del water, che è stracolmo di feci, le quali rispuntano in una vasca, nella quale il tappo viene fatto saltare via. Sembra proprio descritto il viaggio dell’energia libidica che fra vari ostacoli si sposta dalla zona anale a quella fallica, rappresentata forse dall’automobile che contiene due persone sorridenti. Tutto sarà risucchiato dal foro della vasca, ma a nostro avviso non per scomparire, ma per andare oltre lo stallo, verso una nuova dimensione. La coppia disegnata potrebbe essere proprio la loro: Federico e Giulietta, che si stanno spostando verso una nuova vita. Il sogno è ancora più generoso e fa venire a Federico voglia di andare di corpo, ma teme di danneggiare gli automobilisti nel loro percorso all’interno delle tubature piene di feci, e vorrebbe avvertire tutti gli altri abitanti della casa di aspettare che la situazione si sblocchi. Ciò forse può simboleggiare il 57 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
suo desiderio di risolvere questo stallo, anche se teme di poter peggiorare la situazione. Trovo che tutto questo sia particolarmente illuminante per quel che concerne la fase anale, in quanto descrive in modo molto chiaro quanto i ristagni di energia in questo passaggio possano determinare degli ostacoli alla nostra evoluzione. Dimostra inoltre ciò che ci insegna Jung sui personaggi che popolano i nostri sogni, quando anche noi siamo presenti, simboleggiando la nostra parte conscia, mentre gli altri quella inconscia. 9 Marzo 1961 Federico e Giulietta sono ormai una coppia regale, anzi imperiale: hanno vinto due Oscar, con i film La strada e Le notti di Cabiria, quindi ci sembra che l’oca che Giulietta porta al guinzaglio in questo sogno possa simboleggiare l’animale sacro a Giunone, che ha salvato il Campidoglio dai Galli nel 370 a.C. In questo modo se Giulietta rappresenta Giunone, Federico può essere Giove, naturalmente. “L’oca è migliore di tanti altri animali” dice Giulietta a Federico che, come si vede dal disegno, è sdraiato su un divano rosso e questa volta si ritrae di fronte, ma nero, anche in volto, a simboleggiare forse che non sente di aver una chiara identità. Inoltre dietro il divano c’è un’ombreggiatura tratteggiata a forma di montagna e colorata di grigio, a simboleggiare forse il Maschile di Federico: forte, ampio, ma anche colorato di grigio, colore lunare per eccellenza e quindi legato al Femminile. Dal disegno giunge un’ulteriore particolare: Fellini sta tentando di riunire i due archetipi fondamentali del Maschile e del Femminile, lasciandosi alle spalle il passato, simboleggiato forse dalla porta chiusa, che ha però un’ apertura, un oblò come quello di una 58 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
nave, altro simbolo femminile, che gli consente di osservare il suo passato, come in effetti sta facendo, ma senza lasciarsi coinvolgere più di tanto. Inoltre tutto ciò gli permette di comporre melodie, cioè di esprimere i suoi talenti, e per questo il sogno si svolge in un teatro, dove un’orchestra sta provando: un primo accenno dell’ispirazione che lo condurrà a Prova d’orchestra. In sintesi il lavoro duro e straordinario nello stesso tempo che Federico e Giulietta stanno facendo li ha proiettati in una dimensione regale, a cui riescono ad arrivare solo poche persone e per meriti particolari, come nel loro caso. Nella seconda parte del sogno Federico è alle prese con la Federiz e con il produttore Angelo Rizzoli, che per lui sarà stato sicuramente una sorta di figura paterna (ipotesi confermata dalla presenza del fratello Riccardo) con la quale ha avuto un rapporto conflittuale. Infatti nel sogno lo fa morire, mette in scena un rito funebre con tanto di catafalco e ceri accesi, che nel disegno sembrano statue luminose. Un altro aspetto significativo è insito nella forma del catafalco, che è un trapezio, una forma geometrica che può richiamare dei limiti che hanno frenato la crescita, essendo il trapezio un triangolo a cui è stato tagliato il vertice. Forse Federico vedeva Rizzoli come una persona po’ irrazionale, dato che la sua sagoma non ha la testa! Nel rapporto col Produttore, Fellini proietta aspetti della sua relazione con il padre, ed il funerale in questo caso diventa anche quello di suo padre, con tutti i sensi di colpa di cui abbiamo già parlato. Qui però Rizzoli si salva, ed è molto arrabbiato con lui, ovviamente. Come ci spiega Freud nel carteggio con Einstein (Perchè la guerra?, pag. 47), nell’inconscio non andiamo tanto per il sottile con chi secondo noi ci ostacola...
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24 Febbraio 1961 Federico sta scrivendo una lettera di raccomandazione per una ragazza, ma appena la sente dire che sa comunicare con il padre morto, si commuove, straccia la lettera dicendole che con queste qualità non ne ha bisogno. Poi al buio, attorno ad un tavolo, c’è un brindisi fra parenti ed un’altra ragazza, forse sua cugina, accende la candela di Federico con la sua. Sembra quasi una seduta spiritica, e comunque ci sono tracce dei temi che verranno sviluppati in 8 e ½ e Giulietta degli spiriti. Interessante è soprattutto il particolare della candela che accende le altre con ventiquattro gocce di cera. Il sogno sembra dire a Fellini che quello che lui sta facendo darà grandi risultati, accenderà molte altre luci... e per ora ha acceso la sua spiritualità, simboleggiata dalla sua candela. Il sogno si sposta in un appartamento che Federico non riconosce. Qui un cavernicolo che forse è lui stesso sta facendo roteare sei leoncini, che a nostro avviso possono rappresentare i suoi film. Li tiene per la coda: forse significa quanto per lui fossero importanti i finali, “le code” dei suoi film. Sappiamo che aveva discusso molto con Giulietta per questo. Un’altra prova a favore di questa ipotesi è nel verbo “lanciare” che Federico usa a proposito dei leoncini, lancio come quello dei film, e leoni perché si tratta di pellicole forti, coraggiose, anche se ancora giovani come i cuccioli, cioè recenti. Ma perché un cavernicolo? Forse perché Fellini sta ripetendo il mito di Ercole e delle sue fatiche: in effetti realizzare un così grande numero di film, altro che fatiche di Ercole... “I leoncini sono frastornati dalla velocità con cui il tipo (ma adesso sono sicuro di essere io) li rotea intorno. Infine un paio li lancio in una stanza... intanto finisco questi altri tre...”, 60 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
scrive Federico spiegando, secondo noi, come si sta comportando con i suoi film. Infine c’è l’ennesima paura che Giulietta possa morire; anche solo da questi particolari possiamo comprendere quanto Federico la amasse. “Caprioli... mi dice che Giulietta e lui dovranno morire fra sette mesi. Odioso personaggio quanto ti disprezzo”, scrive Fellini, che potrebbe inconsciamente aver scelto il famoso attore Vittorio Caprioli per rappresentare una parte di sé stesso che non conosceva, o che non accettava, anzi disprezzava. In questo caso, forse disprezzava il narcisismo tipico di molti artisti. 19 Aprile 1961 In questo sogno illustrato da un bellissimo disegno, ci sono come protagonisti di un vero film attrici famose e l’amico e collaboratore Clemente Fracassi. Valeria Ciangottini, come ne La dolce vita, è simbolo di purezza, come dice lui stesso, ma qui è vittima, perché i due amici la stanno consegnando inconsapevole ad un uomo che la desidera sessualmente, in una casa di piacere gestita da Sofia Loren. Federico ha molti rimorsi, perché Valeria si fidava di loro, che senza nessuno scrupolo l’hanno consegnata ad “un ciccione voglioso”... Ma poi Valeria vorrebbe amare lui, ora che non è più vergine, e in quella casa, lungo il corridoio dove si aprono le stanze, come scrive Fellini. Il corridoio può rappresentare la vita con le sue tante possibilità, simboleggiate dalle stanze che si possono o meno aprire, quindi il libero arbitrio, la possibilità di decidere che abbiamo sempre in ogni situazione, in ogni momento della nostra vita. Ma sul più bello, come succederà in molti suoi film, compare Sofia Loren “padrona del bordello” e, dopo aver nascosto Valeria, Federico si butta 61 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
fra le braccia di Sofia, che in questo sogno simboleggia la sensualità. 20 Febbraio 1961 In un piccolo locale, una troupe cinematografica fa una gran confusione; c’è persino il regista Pietro Germi, con il sigaro, che parla a voce alta. In mezzo a tutte queste persone che mangiano, si vestono, litigano, eccetera, Federico riceve una telefonata da Rimini, ma non riesce a mettersi in contatto. Una cassiera centralinista tenta di ripristinare il collegamento, ma invano. “Chi mi chiama da Rimini? Perché la linea è caduta?”, si chiede Federico. Il sogno è corredato da un disegno molto esplicito. A sinistra si vede la cassiera che lo avverte della chiamata, tentando di superare con la sua voce il chiasso e la confusione che regnano in quel locale, rappresentati da diversi personaggi, cinque per l’esattezza, fra i quali due vestiti da antichi romani. Uno di loro indossa un elmo che a guardarlo bene si nota essere a forma di effe gialla, una sorta di iniziale di Federico, diremmo noi... a conferma dell’ipotesi che nei sogni i personaggi possono rappresentare parti inconsce della persona sognante. Forse il sogno vuole suggerirgli che alcuni aspetti della sua personalità a lui sconosciuti interpretano un ruolo da guerriero, come a noi appare evidente, considerando quanto ha dovuto lottare per i suoi film. All’estremità destra del foglio Federico, dentro una cabina telefonica, tenta disperatamente di comunicare con Rimini, senza riuscirci. Si ritrae come al solito tratteggiato di nero e con la testa a cuore. Sembra quasi che interpreti il personaggio di Marcello ne La Dolce vita, quando nella trat62 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
toria di Valeria Ciangottini non riesce a parlare al telefono con l’amante. Inoltre il sogno ci dice che Fellini aveva paura di ricevere brutte notizie dalla sua città natale, in particolare sulla salute della madre, a causa del trauma che aveva avuto con il padre, come ci racconta Kezich. Forse si sentiva in colpa di essere lontano, di dedicarsi al suo lavoro con così tanto impegno, in ambienti rumorosi che sicuramente sua madre non approvava del tutto.
14 Aprile 1961 Federico con alcuni amici si è recato “da due medici stregoni... giovani... che hanno un caschetto bianco in testa” che gli praticano una cura molto originale. Dopo averlo fatto sdraiare su uno scrittoio, gli trasmettono la loro energia passando da un piede e da una mano, energia che gli “dà gioia”. Fellini stesso parla di trance, come se il sogno descrivesse i fenomeni che lo attraevano tanto e nello stesso tempo gli dicesse che stava incamerando energia molto positiva, che gli avrebbe concesso gioia ed entusiasmo. I medici lo definiscono “sensibilissimo e... reattivo” come in effetti era... Poi è in partenza per Bologna, da Rimini, ma la sorella è “di una lentezza allucinante”, Giulietta “come ipnotizzata... sotto narcosi...” e la madre è un’ombra che veglia Giulietta. Forse il sogno gli sta dicendo che le donne che ama sono meno consapevoli di lui, che sta facendo passi da gigante nella sua evoluzione spirituale, anche grazie al fluido dei due giovani medici, che possono rappresentare le sue risorse potenziali, capaci di connettersi con l’energia dell’Universo e di nutrirlo profondamente.
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15 Aprile 1961 In questo sogno completato da un disegno molto esplicito, Federico affronta il cardinal Montini, il futuro Papa Paolo VI. È buio, ci sono tre candele accese che illuminano la scena con la loro fiammella. Fellini gli chiede se ha fiducia in lui, ma il Cardinale risponde: “Nessuna”, e lui è dispiaciuto che il prelato non colga “il messaggio cristiano... nei miei film”. La conversazione sembra prendere una piega migliore quando Federico gli chiede se lo crede religioso, e Montini risponde di sì e che lo si vede dal suo viso. A quel punto il Regista replica dicendo: “Che occhi stupendi ha, Cardinale!” Il sogno, che registra le difficili relazioni fra i due protagonisti nella vita reale, sembra anche alludere alla capacità che abbiamo come esseri umani di comprenderci a fondo quando ci guardiamo negli occhi, e all’empatia che Federico vorrebbe da parte di Montini. Il Cardinale anche nel disegno lo sovrasta, è in posizione di superiorità rispetto a lui, mentre lo osserva curvandosi in avanti formando un arco simile ad una bocca aperta. Poi il sogno si sposta in casa di Federico e dei suoi genitori, che a questo punto ci sembra possano essere simboleggiati dalle tre candele: sono cioè persone luminose ed energiche. Stanno aspettando che il Cardinale torni a prendere un oggetto che ha dimenticato; ciò potrebbe significare che il sogno suggerisca a Federico che la relazione con Montini non è ancora chiarita, anzi… Infatti Montini “entrando dalla finestra, è vestito da donna, in nero... veletta e gran cappello...”, forse a simboleggiare che per quanto Federico cerchi di tenerlo lontano da lui e dai suoi film, il Cardinale rientra dalla finestra, cioè non si lascia allontanare, come se avesse un ruolo molto importante, quasi materno... 64 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Ci sono inoltre altri personaggi: Guidarino Guidi, il suo aiuto regista ne La Dolce Vita, ma che ora non gradisce più, e poi l’adorato Titta, amico fraterno fin dall’infanzia. Sia lui che Giulietta corrono il rischio di morire perché hanno entrambi il cancro, lui all’occhio sinistro, lei perché le hanno fatto delle iniezioni con esito negativo. Per questo si arrabbia con il medico e quasi lo aggredisce. Giulietta subisce un vero calvario: prima la fanno scendere da un treno, che come abbiamo già detto può simboleggiare la vita, per trasportarla in ambulanza in un ospedale, poi è a terra fuori da una chiesa, separata dal marito da una grata di ferro che circonda l’edificio (questo particolare diverrà ispirazione per la scena della graticola e della bimba martire in Giulietta degli spiriti). Sono entrambi angosciati e temono di dover morire, ma l’amore che li ha uniti si evince anche dal sogno, nel quale si abbracciano, si scambiano effusioni e cercano persino di scherzare della loro tragica situazione. “Dobbiamo morire tutti e due... Amore mio con te sono stato felice” scrive Fellini; sembra proprio che ripetano il mito di Giulietta e Romeo, che a nostro avviso deriva da quello più antico di Amore e Psiche, ma per fortuna con un esito positivo. “Mi dai un fazzoletto?” chiede Giulietta nel sogno, ma anche nella realtà, appena svegliata, a Federico, che naturalmente ne è turbato (perché Giulietta non poteva saperlo) e, come nel sogno, gliene porge molti. Bellissima questa diretta corrispondenza fra il sogno e la realtà immediata subito dopo il risveglio, direi quasi un’unione: avvalora l’ipotesi che sta alla base del nostro Fellini Metafisico. Per fortuna sia il sogno che il loro risveglio terminano con un sorriso, lasciandosi alle spalle paure, rimorsi, sensi di colpa e soprattutto indifferenza nei confronti delle pressioni sociali tese a farli allontanare (simboleggiate forse dalla grata 65 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
che li separava, vicino alla Chiesa, luogo in cui si celebrano i matrimoni). Certamente hanno sofferto e pagato un prezzo molto alto per la libertà espressiva che hanno mostrato al mondo intero... ma diremmo che ne è valsa la pena! 12 agosto 1961 Questo sogno è illustrato da un simpatico ed illuminante disegno, nel quale a sinistra Giulietta, piccata ma comprensiva, mostra a Federico una lista di conti privati, mentre nella parte destra del foglio lui si specchia, o meglio guarda un gufo e con lui scherza. L’animale, che si trova al di là di un vetro ed è posizionato su un trespolo, lascia pensare che possa rappresentare Giulietta, dato che come lui vede al buio, cioè ha intuizioni molto forti, come quella che le ha fatto trovare la lista delle spese del marito, il quale non sa bene come abbia potuto farlo e nello stesso tempo si rallegra del fatto che siano tutte “legittimissime”, da bravo figlio e bravo marito. A favore della nostra ipotesi, ci sono gli occhi di Giulietta e quelli del gufo disegnati in maniera molto simile, per posizione, grandezza e sguardo, con le pupille che osservano Federico nello stesso modo, fra il curioso e l’indispettito. “Il gufetto rotea gli occhioni tondi con espressioni buffe e patetiche da personaggio di Walt Disney”, scrive Fellini e gli fa una linguaccia, ma sembra una sorta di Gatto Silvestro alle prese con il canarino Titti, con il quale pur essendo un gatto, ha sempre la peggio. Un vetro li divide, quindi le tenerezze che si scambiano “non avvengono veramente”, cioè temono di essere separati, o di essere costretti a farlo...
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26 Giugno 1961 In questo sogno, illustrato da un disegno molto particolareggiato, il vero protagonista è “un aereo bellissimo a vedersi... spettacolare... come una farfalla da fantascienza” con cui Giulietta deve partire. Già da queste parole scritte da Federico possiamo trarre alcune ipotesi: forse vogliono dire che Giulietta fosse, come tutti sappiamo, una persona molto particolare, come l’aereo descritto, quasi fantascientifico, cioè molto innovativa e moderna rispetto alla sua epoca. L’aereo farfalla potrebbe simboleggiare gli archetipi del Maschile e del Femminile molto ben uniti in Giulietta, essendo l’aereo un simbolo del Maschile, mentre la farfalla uno di evoluzione del Femminile. L’attrice deve partire per un viaggio con questo aereo, attraversare il mare e superare una montagna che nel disegno sembra un iceberg, oppure una casa dal tetto molto alto e ripido. Infatti l’aereo fatica a superare la montagna (altro simbolo del Maschile per antonomasia) e Federico non riesce a salutare la moglie perché è distratto da una ragazza dispiaciuta per essere stata lasciata dal fidanzato. Nel frattempo l’aria è divenuta viola, un colore che può simboleggiare un cambiamento già avvenuto. Quindi il timore di Federico è “psicologico” come lo definirà lui stesso al termine della sua trascrizione, parlando con Anna Salvatore, l’artista che aveva recitato in una scena della Dolce Vita, dicendole: “Se il turbamento è psicologico... non esiste”. Fellini teme che l’aereo non riesca a superare il crinale della montagna, cioè che Giulietta non riesca a superare un grosso ostacolo che potrebbe frenare la sua evoluzione spirituale, ma non è così, Giulietta ci sta riuscendo benissimo, il colore viola lo conferma, per fortuna, aggiungiamo noi! 67 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
In questo disegno molto originale come al solito, spiccano due particolari: le tre antenne posizionate sulla carlinga, che possono simboleggiare l’intuizione particolarmente sviluppata del regista; inoltre gli alberi con la chioma a cuore, disegnati sulla linea dell’orizzonte, che sembrano essere una rappresentazione simbolica della coppia Federico – Giulietta, dato che lui si disegna sempre con la testa a forma di cuore e in questo caso e posizionato vicino ad un albero più piccolo che può simboleggiare Giulietta. 27 giugno 1961 Con questo sogno Fellini viaggia verso il Nord Europa, dove a fine giugno c’è “La notte polare”, dove cioè il sole non tramonta mai... quindi potremmo dire che il regista fatica far tramontare il Maschile, o meglio a ridurlo, ad integrarlo con il Femminile. Ma il tragitto si svolge di notte, al buio, quindi dopo il tramonto, dimostrando quanto egli si sforzi in questa ricerca di armonia, che a nostro avviso caratterizzerà tutta la sua vita, e in definitiva anche quella di tutti noi. Inoltre ci sono “sconfinate lande gelate”, cioè forse emozioni congelate anche dentro di lui. Il mezzo è una nave – treno, a simboleggiare che la sua vita (il treno) sta integrando il Femminile (la nave). Il suo compagno di viaggio è Peppino de Filippo, strepitoso protagonista dell’episodio di Le tentazioni del Dottor Antonio, in Boccaccio ’70, il film ideato da Zavattini, che era in lavorazione in quei mesi. Subito sorge un ‘ipotesi: il ghiaccio di cui parla il sogno forse si riferisce ad emozioni bloccate nel periodo dell’allattamento, dato che il film in questione tratta di argomenti legati al latte, e lo slogan che viene più volte ripetuto è “Bevete più latte”. 68 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Nel sogno la nave – treno è molto veloce e Peppino è fuori, “aggrappato al treno”, cioè in una posizione di grave pericolo, anche se sta raggiungendo una città, cioè un luogo di aggregazione e solidarietà fra esseri umani. Infatti i grattacieli sono gioielli, che sprigionano moltissima energia, e possono rappresentare una nuova fase della sua vita, che si sta aprendo: per questo forse, fra le onde è tratteggiata in scuro un sorta di coppa, di Graal, che può alludere alla sua vocazione più profonda, il tema che sarà centrale poi in 8 e ½. Inoltre la coppa scura è attaccata ai ghiacci, che in questo modo si stanno sciogliendo... L’immagine è stupenda e foriera di significati reconditi, cioè ci dice che per sciogliere i ghiacci della nostra interiorità occorre far vivere la propria vocazione profonda! Federico nel disegno è seduto nella sua cabina e guarda Peppino fuori dal finestrino, che sembra uno schermo cinematografico. Abbiamo già detto che nei sogni i personaggi interpretati da persone reali possono rappresentare parti inconsce della personalità del sognatore, e qui forse De Filippo simboleggia la tendenza di Federico ad esporsi in situazioni rischiose. Infatti l’episodio citato, tratto da Boccaccio ’70 è una parodia neanche troppo velata rivolta a Oscar Luigi Scalfaro, il futuro Presidente della Repubblica, che in quel periodo aveva duramente criticato Fellini con vari articoli su L’osservatore Romano. Poi però Federico scende dalla nave e guarda se qualcuno dei suoi film è presente in un grande cinematografo, ma non lo trova, e lo vede invece in un cinema più piccolo, a simboleggiare che teme di non meritare il successo che ha riscosso anche in paesi così lontani. In questo locale vede immagini di Gelsomina, ma il film non ha il titolo giusto, non è La strada ma Pippo, Pluto e Giulietta, e lui riflette commosso: “Quanta popolarità ha Giulietta”, cioè riconosce a sua moglie 69 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
il grande merito del suo successo e dei riconoscimenti ottenuti. Inoltre il sogno gli mostra un suo timore, quello di non essere all’altezza di Giulietta, poiché Pippo e Pluto sono cartoni animati, personaggi famosi, ma irreali, e per di più cani, cioè animali dipendenti… Però il sogno continua con una reazione di rabbia, che qui sembra positiva: la casa di distribuzione ha fatto confusione fra più film, Strada e Cabiria... e lui si lamenta con Martelli, uno degli operatori più famosi della storia del Cinema... Ma nel frattempo ecco comparire la città scintillante, l’energia per la sua nuova vita. Insomma il sogno riflette le sue insicurezze, che come ben sappiamo non avevano nessuna ragione d’essere, anzi ci mostra quanto le paure che a volte ci affliggono in modo così incalzante spesso non siano altro che frutti dei nostri timori e che non hanno nessun legame con la realtà. Tuttavia la comparsa finale della città luminosa nella notte polare, sembra veramente il finale di uno dei suoi film, e ci dice che dopo un lungo travaglio Federico sta per cominciare una nuova fase della carriera. Ma anche quanto sia fondamentale la presa di coscienza dei propri talenti e la loro messa in atto, come sarà magistralmente espresso in 8 e ½. 17 maggio 1961 Nel sogno gli viene mostrata una cartina del Sud America, con tanti isolotti in guerra fra loro: “guerra ferocissima e allegrissima fra gli isolotti che non sanno nemmeno a quale dei due grandi stati appartengono”. Poi la carta prende vita, gli isolotti diventano squali, che si sbranano fra loro. Sembra un’allegoria della vita, in quanto mentre cerchiamo di raggiungere il Nuovo Mondo, cioè simbolicamente un nuovo modo di vivere più umano, dove la collaborazione possa sostituire rivalità e conflitti di 70 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
vario genere fino al più grave di tutti, la guerra, ci sono gruppi di persone, gli isolotti – squali, che si scontrano violentemente fra loro e cercano di impedire a tutti di raggiungere la terra ferma. Nel sogno Federico ci riesce e giunge ai piedi di una torre gigantesca, che sembra un tronco d’albero che affonda le radici nel terreno, con un terrazzo merlato in alto. In alto a destra c’è un’alba, perché rispetto al continente sudamericano il sole è in posizione est, quindi di un nuovo giorno. Geniale, pur se riferito al sogno, il particolare del vigile che dirige il traffico, che sembra simboleggiare l’Io osservatore, l’istanza psichica mediatrice fra ES e Super Io. Forse questo vigile dirige un traffico molto singolare e fondamentale nello stesso tempo, fra coloro che restano invischiati in una dimensione di conflitto cronico e coloro che riescono ad approdare ad una nuova, simboleggiata dal Nuovo Mondo, dove il conflitto scompare e al suo posto giungono la realizzazione personale e la felicità. Federico è atterrato, anche se ora è “a bordo di una piccola sgangherata vetturetta... su un terreno arido... attraversato da...vaste crepe”, cioè è giunto nel Nuovo Mondo, ma ancora deve darsi molto da fare per compensare crepe ed aridità... cioè riunire gli opposti nel suo mondo interiore. 23 maggio 1961 Federico sogna di aver cambiato ufficio, e il vecchio gli ricorda il Liceo Classico di Rimini, cioè un momento di grande cambiamento. Da tutti questi sogni possiamo fare anche un’altra considerazione, e cioè quanto siano continui i messaggi che giungono dalla nostra interiorità. Infatti Fellini riceve continue informazioni sull’urgenza e nello stesso tempo necessità di cambiamento al quale si trova di fronte, e cioè, come abbiamo più volte ripetuto, quello della presa d’atto dei 71 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
talenti primari. Qualcuno potrebbe obiettare che lo avesse già fatto e dimostrato con grande forza, con risultati grandiosi. Certamente, bisognerebbe rispondere, tuttavia come dimostra l’essenza simbolica de La dolce vita, cioè il trovarsi sempre in strade sbagliate, senza via d’uscita (come ci spiega Kezich nei suoi libri) era per lui giunto il momento di fare un grandissimo balzo in avanti... verso la metafisica intesa come base simbolica dell’esistenza. Nel sogno Fellini è in una soffitta, in ginocchio su un letto; la sua sagoma come al solito è nera, di spalle e con la testa a cuore. La soffitta gli sembra una scenografia, per di più la grande vetrata che ha di fronte pare uno schermo cinematografico. Mostra oltre ai tetti e alle terrazze di una città che è forse Parigi, un forte vento che fa cadere a terra, in strada un “bellissimo vaso di terracotta con grandi rose rosse” che si rompe senza rumore. Sembra di cogliere un senso in tutto ciò: forse che Federico si sentiva sempre “sotto attacco” da parte di “forti venti”, cioè di forti pressioni esterne sotto forme di critiche (come in effetti era, da ogni parte politica). Il tutto nei confronti di un “vaso di terracotta di rose rosse”, cioè il suo Femminile, “gigantesco”, cioè la sua sconfinata creatività e passione, simboleggiate dal vaso di rose, che però è anche fragile, essendo di terracotta. Come succede alle persone molto sensibili, come lui, che sentono amplificato tutto, le ispirazioni ma anche le critiche, le pressioni eccetera. Questo sogno sembra suggerire a Federico di mettersi al riparo, dentro un ambiente sicuro, cioè di proteggersi dalle aggressioni esterne di ogni genere e di non lasciare le sue “rose” in balia dei venti e dei temporali. Meraviglioso messaggio, anche per noi. Grazie Federico! Dal disegno possiamo trarre altre indicazioni, cioè che lo 72 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
specchio a sinistra è tratteggiato di colore viola, forse a simboleggiare un forte cambiamento nell’identità profonda, dato che sembra anche un uovo, poi che la terrazza è inclinata verso l’alto, forse a dire che anche lui si trova in un momento di ascesa personale e sociale, mentre le rose rovesciate sono quattro, forse a simboleggiare lui, Giulietta ed i due bambini persi... sembrano infatti un albero genealogico,un tronco unico alla base con rami che si espandono all’esterno. Nella seconda parte del sogno ci sono elementi che sembrano poter confermare questa ipotesi, cioè che ci siamo tracce dei due gravi traumi subiti dalla coppia, che ha perso un bambino, Federichino, a soli quindici giorni di vita nel marzo del ‘45, nel giorno di Pasqua, a causa di una broncopolmonite, dopo averne abortito un altro a causa di una caduta dalle scale (e nel disegno ce ne sono molte) alla quale è seguito un parto con strascichi di malattia per Giulietta, durati per molto tempo, a causa della scarsità di antibiotici. Sappiamo che la penicillina fu portata dagli alleati, ma era molto difficile da reperire in quei giorni, durante l’occupazione di Roma. Dopo queste tragiche esperienze forse la coppia decise di non avere più figli... Nel sogno sembra esserci traccia di questa decisione, infatti il vaso di rose cadendo sparge la terra tutto intorno in mezzo a gruppi di donne che si trovano nei dintorni, ma le rose non ci sono più. Nessuno si ferisce, ma Federico teme “di veder apparire il cadaverino di un bimbo”. Sembra molto esplicito il sogno in questo frangente... Molte donne cercano per trovare “un tesoro”, ma “È roba mummificata”, sentenziano, cioè il tesoro più importante di una coppia, un figlio, è mummificato, cioè morto. “Ciò che era nel cuore del vaso forse aveva avuto, in passato, un valore... ma ora non c’era più nulla... polvere soltanto polvere...”, scrive Fellini, mostrandoci che il suo dolore, 73 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
anche dopo molti anni, è ancora fortissimo... E come sarebbe potuto essere diverso? 10 giugno In capo alla pagina c’è un altro disegno, che sembra tratto dalla sceneggiatura de I vitelloni, cioè due uomini che si guardano uno di fronte all’altro cercando di sopportare le raffiche di vento, le avversità della vita: uno vestito di nero, l’altro con un impermeabile marrone chiaro; si fronteggiano, si studiano, cercano di capirsi, di accettarsi; forse due lati della personalità di Federico, quella cosciente, rappresentata dall’uomo con il trench, e quella scura, l’ombra, la sagoma colorata di nero. 12 Novembre 1961 È imminente un viaggio in barca, di notte, ma il mare in burrasca crea qualche difficoltà, anche se l’atmosfera è festosa, con tanto di brindisi alla salute del giovane capitano, un compagno di scuola. La prosa è poetica, nonostante si tratti di rapide trascrizioni: “ma il battello beccheggia pericolosamente, tutt’attorno il mare è molto mosso, a perdita d’occhio fino all’estremo orizzonte si vedono le creste bianche di onde gonfie e potenti che si rincorrono nella tenebra e nel vento”. Per verificare lo stato del mare c’è un viaggiatore, forse il regista Osvaldo Civirani, che si butta in acqua “veloce come un siluro”, cioè il Maschile si unisce al Femminile, il mare. Un’unione di opposti quindi, molto importante seppur in un frangente pericoloso, o così almeno Federico lo percepisce. 74 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
“Civirani può percepire dalla radioattività delle onde...”, scrive Federico, e forse ciò può simboleggiare la sua forte intuizione, la sua capacità di percepire “se in alto mare la tempesta è più violenta”, cioè tensioni ed aggressioni di vario genere, anche se a volte erano celate dall’ipocrisia. Forse il suo inconscio ha scelto il regista Civirani per rappresentare una parte di lui, quella più sensibile, che per esplorare il mistero che ci circonda è disposta anche a rischiare la vita, come lo fa il giovane che si tuffa nei flutti in burrasca. Al ritorno fa il morto, per risparmiare energia ma anche per scoraggiare i “nemici”, e poi viene ripescato come Cabiria, all’inizio del film, e si risveglia “come chi esce da uno stato di trance”. Tutto questo sembra alludere alla sensibilità straordinaria che aveva Federico, che gli ha concesso di esplorare spazi sconosciuti a molti di noi. A questo punto fa la sua comparsa Anna Salvatore, che avevamo trovato anche in un altro sogno; la brillante artista chiede se è possibile la partenza, ma Civirani, che fatica a svegliarsi, risponde: “come una fucilata: NO”. In questo modo, Fellini ci spiega come si possa, anche solo con il linguaggio, sparare, cioè inviare odio e violenza attraverso le parole che così diventano pallottole. Il finale è magistrale, come i suoi film: Federico si china su Civirani, cioè vede e prova ad accettare una parte inconscia di se stesso. “Vorrei domandargli, divertito e sorpreso, perché ha fatto quel tuffo, che senso ha questa bravata, ma... ammutolisco, in preda ad un improvviso sconforto”. Accetta finalmente la sua parte interiore del Matto de La strada e il farlo gli costa fatica e tristezza.
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7 Novembre 1961 Federico vuole che Giulietta lo passi a prendere, dopo una “squallida festicciola in una casa sconosciuta... non ci siamo divertiti”. Un “americano”, forse una parte della sua personalità che sta cambiando, evolvendo verso nuovi orizzonti ancora più ampi, gli dice che Giulietta non risponde. La paura di perderla compare spesso nei suoi sogni, a dimostrazione di quanto l’amasse profondamente. “Non vada oltre il significato di ciò che sto per dirle ma la signora è andata troppo lontano” dice una centralinista: sembra un biglietto d’addio di una persona che fuggendo non vuole che la si cerchi. Forse Fellini teme anche che la loro crescita personale non segua lo stesso percorso, come nel sogno dei binari del 30 novembre del 1960. “E dove sarà mai andata, su Marte?” si chiede Federico, palesando ancor meglio i suoi timori, che per noi sono relativamente facili da intuire dato che conosciamo i suoi film successivi, che descrivono con grande sincerità i conflitti relazionali che a volte li tormentavano... quindi l’allusione a Marte potrebbe essere anche mitologica, al dio della guerra, dei litigi, eccetera. Insomma Federico teme che Giulietta sia in collera con lui, che se n’è andato solo ad una festa, e che non lo voglia più in casa con lei... ora c’è anche un altro americano che ride di lui insieme al primo, mentre il regista si sente smarrito... Al risveglio ricorda una parola: OSSAR, oppure OZZAR che gli sembra RAZZO e se ne chiede il senso, che forse potrebbe essere nel suo archetipo del Maschile, molto forte e potente come un razzo. A noi viene in mente anche Oscar, la famosa statuetta che gli americani gli avevano per ben tre volte conferito. 76 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
31 ottobre 1961 Un sogno illustrato da un disegno molto esplicito, che narra di una festa un po’ particolare, dove con “allegria sciagurata... si beve, si canta...” e un giovane mulatto cerca di sedurlo, turbandolo... Sembra che l’inconscio gli voglia suggerire maggiore moderazione, per non disperdere le sue energie e la sua creatività. Un tema che aveva molto ben espresso ne La dolce vita. SOGNO DEL QUARTO FRATELLINO CORAGGIOSO Si tratta di un sogno molto complesso; per fortuna è corredato da un disegno ricco di particolari significativi. Ci sono quattro fratellini, una femmina e tre maschi, che attorniano un pesce molto pericoloso, che hanno reso inoffensivo. La bambina e il fratellino in basso a sinistra esprimono molto chiaramente la loro gioia con le braccia sollevate e un sorriso esplicito. Il sole sta tramontando sul lato destro del foglio e un pescatore gigantesco mostra con disappunto un retino da pesca vuoto. I fratellini stanno per ricevere un premio in cambio della loro impresa ed Ermanno Olmi sta per trarne un film. Veramente enigmatico, se non fosse per il pescatore così alto rispetto ai fratellini che potrebbe simboleggiare una figura paterna, oppure un Super Io molto rigido e sabotatore, che fortunatamente non pesca nulla, lascia i talenti liberi, dato che i pesci li possono simboleggiare. Inoltre il quarto fratellino ha eliminato il pesce pericoloso, radioattivo e carico di esplosivo, che potrebbe simboleggiare la tendenza ad essere vittime, che viene riconosciuta, accettata e per questo resa inoffensiva. Forse si tratta di un meccanismo di integrazione 77 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
psichica di una parte della personalità pericolosa, fino a che è rifiutata. Ermanno Olmi può rappresentare la sua parte che riesce a sublimare energia con i film e che per questo viene premiato. Forse questo quarto fratellino coraggioso è Fellini stesso, che ha spezzato il copione da vittima presente nella sua genealogia, diventando un Maestro. 8 ottobre 1961 “Un assassino vendicatore”: è sottolineato e colorato in rosso come un titolo per la sua elaborazione del sogno e per il disegno associato, naturalmente. Si tratta di un sogno carico d’angoscia a causa di un terribile persecutore che lo cerca per ucciderlo da undici anni, cioè dal 1950, quando, guarda caso, ha esordito come regista al fianco di Alberto Lattuada in Luci del varietà. Sembra proprio che l’assassino possa essere un persecutore interno, un sabotatore terribile che non gli vuole concedere la soddisfazione di essere un autore geniale e creativo quale è. Non dobbiamo dimenticare che Federico era figlio di una casalinga e di un agente di commercio, quindi di un famiglia della piccola borghesia riminese, e per questo forse per lui non sarà stato facile darsi il permesso interno di diventare ciò che era nato per essere. Nel disegno l’assassino è a destra, nero e avvolto in un’aura rosso fuoco che circonda anche la lama del suo coltello: ha lo sguardo rivolto a sinistra, indossa un cappello ed ha il volto coperto, come quasi tutti i banditi. Si sta aggirando in un bosco; Federico scrive che si tratti della zona archeologica (forse un riferimento alle fasi primordiali della sua vita) dove, oltre a numerosi alberi, ci sono cinque lampioni accesi che illuminano un pavimento tratteggiato con linee che si intersecano formando quadrati e rombi. La luce dei lampioni è 78 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
molto forte e rischiara nella notte buia i quadrilateri, rombi e quadrati che possono alludere alla capacità di porre dei limiti: il quadrato, dato che antropologicamente ci riporta alle prime palafitte dei Sumeri; e il rombo al cambiamento, dato che si tratta di un quadrato in rotazione. Dunque i lampioni stanno portando luce, allargando la sua coscienza, e forse proprio su questo aspetto molto delicato della sua personalità. L’assassino è evaso dal carcere e poi scappa dai gendarmi che lo hanno catturato, cioè i meccanismi di difesa non sono riusciti a neutralizzarlo, “Ed ha già alzato nell’ombra il suo lungo terribile affilatissimo coltello”. In questa frase sembra esserci conferma della nostra ipotesi che l’assassino sia una parte della sua Ombra, intesa come archetipo, che rappresenta la parte che ognuno di noi non accetta pienamente perché contiene gli aspetti che non vogliamo vedere di noi stessi, o perché pensiamo di non meritarli o perché rappresentano caratteristiche negative che non accettiamo, anche se la sua funzione è quella di aiutare la sopravvivenza nei momenti di grave pericolo, come in un caso simile a quello raccontato in questo sogno. 7 ottobre 1961 Un sogno che descrive paure ed incertezze che convivono nel rapporto con Giulietta. Tutte le relazioni che iniziano da molto giovani richiedono continua cura ed energia per essere mantenute vive con la freschezza dei primi anni; va detto però che chi ci riesce è premiato con gli interessi, come è successo a questa mitica coppia nella vita e nell’arte. Nel sogno Federico si trova davanti a casa a Rimini, dove abitava da ragazzo, e vede un amico triste per via della moglie malata e della mancanza di figli. Luigino, l’amico, per la79 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
vorare con il padre nell’attività commerciale di famiglia, una ferramenta, non ha seguito la sua vocazione ma si è piegato ai desideri del padre troppo autoritario. Sembra molto semplice la comprensione del sogno: Federico mediante la figura dell’amico insoddisfatto, fa emergere un aspetto della sua personalità, caricato delle paure di ciò che gli sarebbe successo se non fosse partito da Rimini per andare incontro alla sua vocazione artistica e cinematografica. Sembra quasi una scena de I vitelloni. I due si scambiano impressioni sui rispettivi matrimoni ed ironici affermano di desiderare anche altre donne... ma quando sembra che Giulietta sia in pericolo (questo aspetto è ricorrente) tutto improvvisamente cambia, per affrontare l’emergenza... Per fortuna Giulietta si sveglia e se la ride di gusto... E Federico forse elabora i suoi sensi di colpa. 17 ottobre 1961 Questo sogno sembra particolarmente interessante. Federico è ospite in un albergo di proprietà del produttore del film Cleopatra, che aveva iniziato le sue riprese a Londra nel 1960, e sarà terminato nel 1963. Si ritrova nelle stanze del Presidente degli Stati Uniti, che è in compagnia di tutta la famiglia. C’è un singolare gioco di specchi fra tre coppie, direi fra le più famose della loro epoca: Giulietta e Federico, Jackie e John, Liz e Richard, tanto per non scherzare neanche un po’... Insomma tre coppie di personalità di grande spicco e singolari nello stesso tempo. Federico sa che Kennedy è per lui molto importante, un anfitrione, lo definisce... e forse teme che il kolossal, con Liz Taylor e Richard Burton, lo possa oscurare, anche perché narra un episodio della storia dell’antica Roma, ma sa anche che Jackie e John preferiscono i suoi film molto originali e creativi... 80 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Lui e Giulietta cercano di aiutare la coppia presidenziale a proteggere i loro bambini con una evocazione di un fantasma di un’altra donna; non sanno che non erano i figli ad essere in pericolo... 23 ottobre 1961 Grande paura per la distruzione dell’umanità che può essere causata da un razzo radioattivo, che si trova in un corridoio dello stabilimento Rizzoli. Federico lo prende in mano e questo vola via in cielo, rapidissimo. Lui tenta di nascondersi ma sa che l’esplosione radioattiva ucciderà tutti. Va detto che gli orrori della Seconda Guerra Mondiale e delle bombe atomiche in particolare, sommate ai conflitti della Guerra Fredda di quegli anni, dovevano averlo colpito molto, per cui la sua paura dell’autodistruzione da parte del genere umano non era poi tanto esagerata. Chissà cosa direbbe oggi vedendo la nostra sconsideratezza nei confronti della vita del pianeta, del clima e della salute di tutti gli esseri viventi? 5 ottobre 1961 Ecco un sogno illustrato da un bellissimo disegno. Federico è seduto al tavolo di un ex bordello, di fronte ad un “magnaccia” vestito di rosa, con due cappelli azzurri, uno panama indossato e l’altro simile a quello dei ranger americani. Federico è di spalle come quasi sempre, ma questa volta colorato di blu, mentre tutto intorno ci sono ombreggiature tratteggiate. Fra loro, due donne: una bruna vestita di rosso e l’altra bionda, in verde, mollemente appoggiate al tavolo. L’uomo dai due cappelli, cioè forse dalla doppia personalità, ha un bel volto con 81 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
grandi occhi e due baffi sporgenti sulle labbra rosse. Quello che attira maggiormente l’attenzione sono le scarpe nere, molto appuntite come due triangoli isosceli. L’uomo fa una strana proposta: “Ho cinque mogli, sarebbe un grande onore se lei diventasse l’amante di una di loro”. Il tutto sembra alludere al desiderio di un harem come sarà magistralmente mostrato nelle celeberrime scene di 8 e ½. Come ci spiega Freud, i sogni sono spesso desideri. 15 ottobre 1961 Un cane morde “due amici, Giulietta al viso, poi attenta la mia mano ed ora rantola a terra..”. Questo sogno, nel quale compare Chaplin truccato da Hitler, potrebbe alludere alla fine di una dipendenza (il cane, infatti è l’animale dipendente per antonomasia) dopo una crisi di passaggio molto dura (i morsi agli amici, a Giulietta eccetera). La dipendenza che si scioglie potrebbe essere nei confronti dei “padri” del cinema, appunto Chaplin, Rossellini, eccetera, che in fondo non sono altro che figure paterne e, per questo, viste dittatoriali come Hitler. “Forse abbiamo provocato noi stessi la morte del cane...” scrive Federico confermando la nostra ipotesi. 12 ottobre 1961 Insieme a Nino Rota, Federico è a casa di un pittore e osserva i suoi quadri “di argomento sacrilego”, che il musicista disapprova. Il pittore è Nicola Rossi Lemeni, nato nel 1920 come Federico, anche cantante lirico (un basso) e poeta. Fellini scrive che non lo conosce, ma potrebbe essere un suo alter ego, dato che hanno la data di nascita simile, o meglio una parte inconscia della sua personalità, o forse un’allusio82 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
ne al fratello, che era un tenore. Molto interessante è il fatto che nel sogno Lemeni sia vecchio ed assomigli a Maurice Utrillo, il pittore francese figlio di Suzanne Valladon, che non gli rivelò mai chi fosse il padre. Ora noi sappiamo che anche Rota aveva una figlia segreta a cui non rivelò mai di essere il padre (vedi articolo del quotidiano La Repubblica del 20 aprile 2014 a firma di Giuseppe Videtti); per questo forse l’inconscio di Federico lo ha scelto, per interpretare un ruolo giudicante, in un sogno che parla di paternità disconosciute. Alla fine Fellini invece apprezza i quadri del pittore, forse perché finalmente si riconcilia con la figura paterna, o per lo meno desidera farlo. 12 ottobre 1961 Un sogno d’angoscia, per il fatto che Giulietta, anche lei con un amante, scopre Federico in mutande in una stanza con una donna denominata A. L’aspetto singolare consiste nel doppio inganno svelato, con sollievo per Fellini. Sono temi che ritroveremo in 8 e ½, e molto ben illustrati da un disegno e ombreggiature viola che la fanno da padrone. Anche Giulietta ha un vestito viola, un tailleur per la precisione, mentre il suo volto è colorato di giallo, a simboleggiare forse grinta e volontà di fare chiarezza sul loro rapporto. Giulietta è posizionata in alto a destra, all’opposto di una figura più anziana che potrebbe simboleggiare la madre, che è disegnata seduta in poltrona in basso a sinistra, sempre in viola, poltrona compresa, con a fianco una lampada a stelo con un paralume verde. La lampada irradia fino a terra una luce gialla molto potente di una lampadina che si vede in trasparenza e sembra una luna piena. 83 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
La signora pare riflettere sgomenta su quello che sta succedendo a suo figlio e comprendere, grazie all’energia della luce, le ragioni per le quali si trovi in difficoltà. Al centro campeggia una gigantesca donna nuda che indossa solamente scarpe blu a punta con i tacchi a spillo e gli occhiali: per questo forse “non vede bene”, non comprende fino in fondo la situazione... C’è un enorme lettone in alto a sinistra vicino al solito specchio, che potrebbe alludere nuovamente al bisogno di osservarsi e di capirsi in profondità per riuscire a vivere meglio. Quello che colpisce maggiormente, però, sono i quattro bambini con le stampelle, ed i grembiulini colorati, che possono rappresentare i film di Federico, o meglio forse i suoi progetti che ancora hanno bisogno di stampelle, cioè di sostegno per diventare autonomi, per vivere la propria vita, senza il regista che li ha concepiti e realizzati, e sono a colori, perché il tempo del bianco e nero sta per finire... “Perfetto questo gag finale!!” scrive Federico, a conferma della nostra ipotesi che si tratti di film. 20 ottobre 1961 Un sogno molto esplicito, o almeno così sembra, questa volta. Descrive anche con un disegno bellissimo, direi strepitoso, la sua ambivalenza nei confronti delle donne: da un lato le desidera, dall’altro le teme, non sa se si può fidare, se le conosce abbastanza; insomma ha paura del loro lato Ombra, di quando sono troppo aggressive, anche se solo per motivi sessuali. Federico è “prigioniero in un castello cinese abitato da espertissime prostitute... ferocemente sadiche e conoscono l’arte più raffinata di giochi d’amore fantasiosi”. È circondato da ragazze, che gli sembrano “lupe affamate”, cioè predatrici pericolosissime (a nostro avviso qui troviamo le radici della 84 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
famosissima scena dell’harem di 8 e 1/2). Hanno “sorrisi taglienti” ed “occhi torpidi”. Poi arriva Leopoldo Trieste che può rappresentare la prudenza, perché il suo suggerimento sembra molto saggio, gli consiglia di fuggire. In questo caso la paura è una reazione positiva, gli consente di riconoscere il pericolo, cosa che prima non sempre gli succedeva. Quindi può rappresentare un passo avanti per Federico, che sfidava spesso senza stimare a sufficienza le situazioni o le persone rischiose. Nel sogno continua il suo “duello” con le ragazze, ma poi alla fine fugge con Leopoldo dopo “una vera lotta a colpi di frusta”, come nella scena citata del film. Il disegno può essere stato ispiratore anche della scenografia. Dopo essere uscito dal castello si sente in colpa, teme di essere stato eccessivo nelle sue reazioni, sia con le ragazze che con l’arredamento... e soprattutto non riesce a sciogliere il suo dubbio: “Forse volevano solo eccitarmi... e se invece veramente volevano uccidermi?” scrive Federico, a conferma della sua ambivalenza nei confronti del Femminile. Il disegno descrive molto bene tutto ciò: un cerchio quasi circense, con al centro il regista e l’amico Leopoldo, in questo caso suo alter ego, un vero e proprio Io Osservatore. È molto interessante che le fruste siano in mano sia a lui che ad alcune donne, a simboleggiare forse che si tratti di una lotta ad armi pari, in definitiva, a prescindere dal numero dei componenti dei due schieramenti. 1 Novembre 1961 Federico lavorava anche mentre sognava, è veramente il caso di dirlo... non solo perché dai sogni ha tratto le ispirazioni più originali e proficue della sua carriera cinematogra85 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
fica, ma anche perché molti dei suoi “lavori notturni”, come amava definirli, si svolgono sui set... Come in questo caso, in cui “una troupe sta lavorando attorno al grande tabellone che riproduce Anita Ekberg... nell’episodio de Le Tentazioni del Dottor Antonio”. Così si definisce subito l’ambito del sogno, la sua cifra stilistica, potremmo dire e cioè la lotta contro le pressioni e le critiche al suo lavoro da parte di gruppi dell’opinione pubblica, anche di diversa estrazione o ideologia. Un montatore, Leo Cattozzo, che ha lavorato a diversi film come La strada, Le notti di Cabiria e La dolce vita, gli chiede se altri registi stiano usando le sue idee. Altro tema scottante, dato che spesso veniva imitato e a volte con risultati migliori al botteghino. Per fortuna “è un dolce tiepido tramonto, tutt’intorno il verde dei campi sfuma in toni più densi, azzurro viola”, scrive Federico e disegna, pure molto bene. Forse il sogno gli sta suggerendo di perdonare, di lasciar scivolare via, come un dolce tramonto, le critiche, le pressioni, i furti di idee, e tutto quanto possa avergli provocato rabbia o fastidio, dolore, eccetera. Ci sono anche altri personaggi, che lui conosce bene, come l’aiuto regista Gianfranco Mingozzi e l’operatore Martelli, dal quale si allontanerà veramente nella realtà. Nel sogno Mingozzi gli dice che Martelli ha rigirato inutilmente delle pellicole, anche se il film è nelle sale cinematografiche, ed insieme sorridono di questa bizzarria. Federico sogna una situazione quasi reale, dato che nel corso di questo film sta decidendo di cambiare operatore, preferendo a Martelli, Gianni Di Venanzo, che aveva appena collaborato con Michelangelo Antonioni a L’Eclisse e a La ragazza di Bube con Luigi Comencini. . Nel sogno Fellini cerca di evitare Martelli, ma non ci riesce e lo saluta, sentendosi a disagio. Poi il suo aiuto regista gli mostra un libro sul suo prossimo film, che contiene le pagine 86 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
numero 6 e 7 scritte da Giulietta, che lo legge e sorride, dicendogli: “E allora Federico... ci vederemo in una prossima vita?”. Al risveglio è commosso e si chiede cosa possa significare la frase della moglie. Sembra un sogno che tenta di elaborare diversi sensi di colpa causati dalle difficoltà relazionali con amici e collaboratori, come succederà anche in 8 e 1/2. 3 ottobre 1961 Un sogno molto enigmatico, ma andiamo per gradi: Federico è a Milano una sera di nebbia, mentre scende da un taxi, ed è buio. Ci sono due scrittori ed umoristi, Carletto Manzoni e Vittorio Metz, che aveva conosciuto ai tempi del suo arrivo a Roma e della collaborazione con il Marc’Aurelio. Manzoni racconta a Metz “di aver scoperto uno scrittore ungherese di eccezionale talento umoristico”, e lui lo vorrebbe al suo giornale... Sembra proprio che questo scrittore possa essere Federico, che era molto apprezzato per le sue gag umoristiche fin dagli esordi della sua carriera, quando, prima di essere sceneggiatore e poi regista, veniva richiesto il suo contributo da molti artisti di fama, tra i quali Aldo Fabrizi, per arricchire i copioni. Vi chiederete: “perché ungherese?” Forse semplicemente perché in Ungheria c’erano stati fermenti rivoluzionari, e chi più di lui era stato rivoluzionario nel mondo del cinema? “Fa paura anche a me per quanto è bravo, dice Manzoni” così scrive Federico, esprimendo forse nel sogno le pressioni a cui era esposto, a causa del suo talento così originale e poliedrico, e per le rivalità che inevitabilmente si creavano non solo con gli altri autori, ma anche con i collaboratori di vario tipo... 87 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Federico insiste per pagare il taxi, si vuota le tasche, forse a simboleggiare che come ci racconta Kezich, Fellini non faceva fatica a guadagnare, anzi, ma il denaro non restava nelle sue tasche perché non sempre sapeva gestirsi bene, specie negli investimenti immobiliari... Poi il sogno cambia scena, come nei suoi film, in modo repentino si sposta in una villa su un’isola circondata da “un mare infinito” mentre racconta a Piero Gherardi, architetto, scenografo e costumista de La dolce vita, 8 e 1/2, eccetera, “al solito, favolose bugie”, confermando quello che bonariamente affermavano molti amici... Ma in questo caso è interessante la storia inventata nel sogno perché descrive un viaggio per mare molto pericoloso e Gherardi risponde dicendo: “Qui a Bangkok morire significa tuffarsi, nella grande onda della vera vita”, scrive e sottolinea Federico. Sembra che questo sogno affronti il tema della pulsione di morte, opposta a quella di vita, temi filosofici di grandissima rilevanza che lo affascinavano anche nella vita diurna, perché le critiche e le attenzioni a cui era esposto lo facevano sentire come attaccato, un po’ come dallo tsunami che descrive in modo preciso e poetico nella seconda parte della trascrizione. Forse si sentiva una sorta di Gulliver, un gigante (per via delle sue immense doti artistiche e filosofiche) attorniato da tanti minuscoli Lillipuziani, che riescono ad atterrarlo e a legarlo. All’inizio del sogno si trova a Milano in una grande città, ma è buio, le lampade sono spente, non ha nessuna intuizione che rischiari la sua coscienza, poi si trova su un’isola, che può rappresentare la sua tendenza ad isolarsi, che aveva fin da bambino, quando preferiva restare in casa a disegnare, piuttosto che uscire a giocare con i compagni, cosa che per altro faceva... Tuttavia è indubbio che abbia fin da piccolo de88 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
dicato molto del suo tempo ad attività artistiche e riflessive. Tornando al sogno c’è “un’atmosfera di Apocalisse” che può alludere ai ricordi perinatali e alla vita uterina, nella quale il feto può avere paura dei movimenti bruschi che ci possono essere nel liquido amniotico in caso di tensioni e traumi materni, come scrive Stanislav Grof nel suo Oltre il cervello. Come ha già notato Kezich nell’introduzione al Libro dei sogni: “L’intero Libro dei sogni è attraversato dalla presenza della morte o, quantomeno, del rischio, del pericolo, del disagio... Un ininterrotto riproporsi di disastri. Si susseguono mareggiate e inondazioni (non era ancora diffuso il termine Tsunami, ma il fenomeno era lo stesso)”. A questo punto formuliamo un’ipotesi: sappiamo dalle varie biografie di Federico che sua madre aveva dovuto affrontare varie difficoltà con la famiglia d’origine, che non accettava il matrimonio e tanto meno il suo trasferimento in Romagna, quindi può essere che durante la gravidanza il suo stato emotivo fosse non sempre sereno per ovvie ragioni. Forse, di queste tensioni è rimasta traccia nella personalità inconscia di Federico, tracce che si sono manifestate in questo tipo di sogni, in particolare quando si parla di mareggiate. Interessante è il cambiamento di posizione geografica: si parla dapprima di uno scrittore ungherese, poi di Amsterdam (simbolo di una società più libera dai condizionamenti sessuali della nostra), città in cui abita Lilly, poi di Bangkok come sede di filosofie orientali, in cui si fa cenno al Nirvana. A nostro avviso si conferma la nostra ipotesi, cioè che questo tipo di sogni che esprimono una presenza di pulsioni di morte possano recare traccia della vita intrauterina. Tornando all’isola, quindi alla tendenza di Federico alla riflessione individuale, nel sogno essa è “l’epicentro di un catastrofico tifone”. Forse per lui questa caratteristica era la 89 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
causa di molti suoi problemi: in parole semplici, forse pensava che se non avesse avuto queste sue idee originali su cui voleva lavorare forse avrebbe avuto una vita più tranquilla. Tuttavia, sapeva benissimo che questa era la sua vocazione profonda, e per questo l’ha accettata e onorata, come tutti sappiamo. Abbiamo già parlato di Gulliver, che qui però non si lascia imprigionare dai piccoli uomini che sono sulla spiaggia, intenti a fare una catena umana per tentare di respingere la “ciclopica ondata”. Nonostante i sensi di colpa, Federico si difende dalla “forza distruttrice del vento” rifugiandosi in un “antico palazzotto” dall’alto del quale osserva tutto. L’associazione con il “palazzotto” manzoniano di Don Rodrigo nel V capitolo dei Promessi sposi ci viene in aiuto: può confermare la nostra ipotesi che questo tipo di sogni sia stato causato da ricordi perinatali, perché anche il matrimonio dei genitori di Federico “non s’aveva da fare”, come quello tra Renzo e Lucia, e come anche racconterà in Amarcord la madre di Titta al figlio, che nel film è un alter ego di Fellini da giovane. Sono semplici ipotesi le nostre, tuttavia sappiamo che il voler intromettersi nella vita affettiva dei figli era un retaggio dei secoli passati e noi oggi comprendiamo quante conseguenze nefaste avesse il voler combinare i matrimoni, con l’effetto di generare coppie alternative a quelle ufficiali, figli illegittimi ed enormi sensi di colpa a chi osava ribellarsi. Per chiarire meglio le sue impressioni sul sogno, Federico disegna con particolari minuziosi la scena e si chiede se l’operatore Leo Cattozzo sia ancora con lui, dopo averlo spinto a cercare divertimento femminile vacanziero. Ora alla sua sinistra c’è un ragazzo, dietro un vetro di una finestra, che osserva in silenzio la “tregenda... come uno spettacolo solito”. Gli “sembra malaticcio” e dato che poi lui stesso annota l’epi90 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
sodio nel quale il fratello stava firmando un film con il nome Riccardo Fellini, sembra possibile ipotizzare che il ragazzo sia il fratello. Nel disegno sono uno di fronte all’altro, vicini, ma divisi dal vetro della finestra. Federico è come al solito di spalle, colorato di nero, con le mani appoggiate al balcone, rivolto verso il ragazzo e contemporaneamente anche verso il nubifragio che si sta abbattendo sull’isola sotto di loro. Sono sicuramente significative le “testuggini marine” bianche come grandi macchie galleggianti vicine a terra, che vede dall’alto. Sembra abbiano “schiacciato e divorato un uomo”, per questo si cerca di “renderle inoffensive”, ma lui sa che non sono pericolose e nota che sono sette o otto. Sembra che il sogno, mediante le tartarughe marine gli voglia suggerire che nonostante tutto lui è molto forte e longevo, come questi straordinari animali simbolo di unione fra cielo e terra. Sono bianche ed indicano un processo di purificazione che sta compiendo ed anche il numero 7, come i giorni della settimana, i colori dell’arcobaleno e le note musicali, fa riferimento alla vita, mentre otto è simbolo di infinito, di morte e rinascita. Nel disegno si notano molto bene, come la furia dell’uragano che sta cercando di piegare gli alberi. Ma lui ha delle buone difese che possono essere simboleggiate dagli uomini che fanno una catena umana per difendere l’isola, come il nostro sistema immunitario quando crea una barriera per non lasciar entrare gli agenti patogeni. Inoltre alla luce dell’angoscia che lui stesso riferisce nei confronti di questa vicenda, ci sembra che l’ipotesi che abbiamo formulato in precedenza sia ancora più probabile, in quanto in una famiglia che non ha l’approvazione parentale è più facile che possano sorgere conflitti fra fratelli. Fra l’altro le rivalità 91 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
sono molto comuni in molte famiglie, tuttavia in casi come questi l’insicurezza è maggiore, non essendoci l’appoggio delle figure parentali, quindi la probabilità di conflitto aumenta. Infatti la contesa fra i due è proprio per l’identità, ed il gioco psicologico che fanno i fratelli Fellini è potenzialmente molto pericoloso, come ci mostra lo tsunami del sogno, che potrebbe anche simboleggiare l’aggressione del fratello Riccardo, il quale, invidioso della sua affermazione mondiale, sta cercando di emularlo, ma non con i suoi talenti di cantante lirico, dato che era un bravo tenore, ma con quelli del fratello, che ovviamente non possedeva. È come se Riccardo avesse detto: “Io sono il Fellini regista, quindi non c’è più bisogno di Federico”. Infatti il sogno di Federico registra l’enorme disagio provato alla notizia della regia del fratello: “La cosa mi aveva profondamente disturbato, impaurito, un senso di vuoto, di fine...” scrive, forse anche perché il ragazzo seduto al di là della finestra, che come abbiamo già detto, può essere suo fratello, gli sembra triste, debole, prigioniero in uno spazio chiuso, mentre lui ha maggiore consapevolezza della sua vita anche nei momenti difficili come questo di forte burrasca, ma anche di intensa spiritualità, simboleggiate dal colore viola dei muri che lo circondano e del muretto su cui si affaccia. 19 ottobre 1961 Nel sogno successivo, quello del 19 ottobre, si vede molto bene il suo disagio, la fatica che fa a resistere al condizionamento del fratello che vuole sostituirsi a lui. Infatti pensa di dover morire, il 4 di Novembre, in un letto con il numero 20, che era la data del suo compleanno, infatti era nato il 20 gennaio del 1920. Questo a nostro avviso conferma quanto le 92 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
difficoltà relazionali fra i due fratelli si fossero spinte quasi ad estreme conseguenze. Federico si sentiva di “dover morire” per lasciar posto a Riccardo... Certamente le rivalità avevano le radici nell’infanzia riminese, nei confronti dell’amore e delle attenzioni della mamma, però questi sogni testimoniano la forza dell’aggressione subita da Federico, che tuttavia, come simboleggiano le tartarughe del sogno precedente, ha la forza per reagire in modo positivo, trasformando il disagio in creatività. Infatti scrive “Dovevo morire!” sottolineandolo. E “4 novembre 20”, sottolineato due volte, a significare la carica d’angoscia che lo torturava. 24 ottobre 1961 “C’è anche Riccardo al nostro tavolo, siede di fronte a me, ombra buia, immobile, silenziosa...”. Questa frase che chiude la trascrizione sembra confermare la nostra ipotesi che anche il ragazzo presente sulla terrazza nel sogno del 3 ottobre del 1961 sia il fratello, con il quale ha, almeno nei sogni, un confronto diretto e serrato. Questo sogno era cominciato con un’intervista che la scrittrice Camilla Cederna aveva fatto a Federico, a Giulietta e a Marcello Mastroianni, mentre lui e Marcello si comportano in maniera goliardica “in un vecchio giardino” e decidono di andare al cinema. Già da queste prime frasi possiamo avere alcune indicazioni: innanzitutto proprio Camilla Cederna sarà l’autrice di un libro dedicato alla sceneggiatura del film 8 e 1/2, una sorta di diario di lavorazione del film con interviste ai vari protagonisti del progetto. Il sogno però si svolge in un “vecchio giardino”, ed essendo i giardini simbolo per eccellenza della nostra interiorità, il fatto che sia vecchio ci suggerisce che Federico sentisse la necessità di rinnovar93 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
si, come infatti farà passando dall’episodio di Boccaccio ’70, terminato nell’estate del 1961, al film citato. Infatti anche nel sogno tutti stanno andando al cinema, ma non Giulietta, che non parteciperà a questo progetto, mentre Federico e Marcello si divertono e sono complici “come due ginnasiali”; in effetti, forse questo film è uno di quelli che mostra molto bene la loro intesa. Tornando al sogno, Federico però non riesce ad entrare al cinema insieme agli amici, anzi li perde proprio di vista e nonostante l’aiuto di una “mascherina belloccia” non riesce a trovarli, perché il locale è “un’immensa bolgia”. Ma non solo, mentre aspetta il termine del film ha la tentazione di buttarsi “da una finestrella”. Quindi questo è un ennesimo sogno che registra quanto la sua pulsione di morte fosse forte in quel periodo, nonostante il bellissimo progetto che aveva in mente, molto probabilmente per gli stessi problemi che aveva nei sogni precedenti. È interessante che citi una noce come metafora del cervello e che in questo caso, cadendo, si aprirebbe come il frutto. Ci sono altre immagini angosciose, come quella dell’autobus strapieno e molto inclinato, che troveremo in 8 e 1/2. Poi comincia a camminare, per fortuna senza compiere nessun gesto irreparabile e vede “un’edicola chiusa” nella quale, tra polvere e vecchi giornali, trova foto di Gelsomina ed anche sue ed immediatamente compare Giulietta, che però Federico trova invecchiata, a confronto col personaggio di Gelsomina. Pranzano insieme “in mezzo alla strada”, “una tavola apparecchiata sistemata sul marciapiede del ponte”. Come abbiamo anticipato, a questa tavola c’è anche Riccardo. Ci sembra che il sogno sia molto esplicito e suggerisca a Federico di continuare con i preparativi di questo nuovo e magico progetto, lasciando per il momento da parte i conflitti col fratello e con sua moglie, che però trasfigurerà in maniera artistica nel nuovo film. Anzi, il fatto di pranzare in mezzo alla strada sembra un suggeri94 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
mento inconscio a ricominciare a collaborare con la moglie, come infatti succederà con Giulietta degli spiriti. Molto interessante è la presenza di Camilla Cederna, che anche nella realtà svolgeva un lavoro simile e che qui probabilmente rappresenta il Femminile di Federico, in armonia con l’Io Osservatore. 22 Dicembre 1961 C’è una novità in questa registrazione illustrata di un sogno, e consiste nel fatto che il disegno è contornato da una bella tratteggiatura in un blu brillante acceso, mentre quelli precedenti contenevano molte zone evidenziate in nero. Forse Federico sta elaborando il trauma che aveva avuto con il fratello. Ma per ora sogna un busto femminile, con “le braccia a forma di ali congiunte” che mettono ancor più in risalto il seno, ma che a lui evocano la preghiera, un abbraccio o un rapporto sessuale. A noi le braccia sembrano mezze lune, specie quella di destra, simboli di fasi della luna, pianeta femminile per eccellenza, dato che influisce sui cicli mestruali, sui parti, eccetera. Ma quello che stupisce maggiormente sono le decorazioni indecifrabili che lo ricoprono. Sembra una rappresentazione della sua difficoltà a comprendere il Femminile in senso lato, che per lui è indecifrabile, come lo sono gli ideogrammi o i geroglifici disegnati sul busto, che definisce “potente”. Dunque, come poi sarà espresso in molti film, confluendo nel meraviglioso e potente affresco de La città delle donne, fino al capolavoro finale La voce della Luna, Federico ama, osserva e cerca di indagare l’universo femminile, che rimane per lui un magico mistero, che lo affascina e spaventa nello stesso tempo. Intuisce che tutta la storia umana ha contribuito 95 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
a livello antropologico a determinare le caratteristiche tipiche del Femminile, come l’abbraccio, la spiritualità e la capacità di amare, che in definitiva comprende tutte le altre. Il busto è “potente”, come una scultura del paleolitico, ma anche come un’opera d’arte contemporanea, astratta e intrigante nello stesso tempo; ma è potente anche come lo sono le donne che riescono sempre a farlo innamorare, a donargli la calma necessaria alle sue creazioni artistiche e alla sua felicità, messa spesso a dura prova da attacchi e pressioni di vario genere, da parte di chi non accettava la sua libertà espressiva. 29 ottobre 1961 In una baracca di via Nomentana, Federico è alle prese con una prostituta che ha i capelli rossi e con il suo protettore. Fellini sostiene che non è giusto che prendano una percentuale così alta dei guadagni delle ragazze, il 50%, pur essendo il loro ruolo necessario. Infine la giovane gli si offre, ma lui non vuole fare l’amore con lei perché la trova poco attraente. Sembra una scena di Cabiria, e conferma quanto questo mondo fosse per lui fonte di riflessione e interesse. C’è anche un disegno intitolato: i cagnolini appena nati non hanno un buon odore. Si vede il volto di una donna con i capelli e le mani colorati di rosso, che campeggiano sul solito sfondo nero. Le mani sembrano artigli, su un guscio d’uovo rotto e gocciolante di giallo, dal quale stranamente sembrano usciti i cagnolini, anch’essi imbrattati di giallo. La donna appare intenzionata ad impadronirsi dei cuccioli... I gusci sembrano anche delle C, come la forma che tutti insieme costruiscono i cani, una C rovesciata: sembra che quindi si possa inoltre alludere a Cinema, e con questo tipo di lettura simbolica i cagnolini potrebbero essere film, che il loro autore 96 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
teme possano essere mal considerati. Forse l’allusione è rivolta ai lavori che trattano il tema della prostituzione, che noi sappiano essere stati molto osteggiati. Infatti Le notti di Cabiria ebbe addirittura bisogno dell’appoggio del cardinale Siri. Quindi è come se il sogno gli volesse suggerire di proteggere il suo lavoro, così originale, creativo e nello stesso tempo importante per l’evoluzione dell’umanità. Il fatto che sia ambientato sulla via Nomentana suggerisce di fare attenzione ai nomi, infatti nel sogno che viene registrato subito dopo, si parla del problema col fratello e la parola “nome” è sottolineata. 11 dicembre 1961 Di nuovo un sogno legato al problema della firma dei film del fratello e intimamente collegato, a nostro avviso, al sogno precedente. “Decido di affrontare mio fratello per la faccenda del nome”, scrive infatti Federico. I due sono su un alto terrazzo, quindi, dal punto di vista sociale, entrambi molto conosciuti: Federico per i suoi film, Riccardo per la sua interpretazione ne I vitelloni. Sono “sotto la luce della Luna”, che simbolicamente può essere la madre che li sta forse sorvegliando per proteggerli, preoccupata perché ha capito che la loro rivalità li può distruggere entrambi, proprio ora che hanno cominciato a raccogliere i risultati dei loro sforzi. Federico riferisce che deve controllare la sua aggressività perché una persona li sta osservando in silenzio: potrebbe simbolicamente essere il padre o un’altra figura paterna. Federico cerca di spiegare con calma a Riccardo le sue ragioni, ma lui “che nel sogno è una ragazza dall’espressione e i modi sgarbati” non solo rifiuta, ma afferma anche che il nome Fellini “gli serve per far carriera”, spiegando l’intento di Riccardo. Federico a questo punto prima cerca di blandirlo, 97 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
poi lo picchia violentemente. Uscendo dal palazzo incontra “un vecchio guardiano notturno” che potrebbe essere un’altra figura paterna, a cui chiede aiuto, perché teme che il fratello possa morire. Fuori da quella casa si ritrova a Rimini, proprio davanti al portone della casa dell’infanzia. Questo particolare sembra confermare l’ipotesi che le rivalità dei due fratelli avessero radici nell’infanzia riminese. Nei sogni la dimensione spazio-tempo è come ce la descrive Einstein, cioè puramente virtuale. A nostro parere questo sogno illumina il significato di quello precedente e forse dà valore alla nostra ipotesi secondo cui i cani erano i film di Federico e la ragazza potrebbe essere la stessa di questo sogno, cioè Riccardo, che li vuole usare a suo vantaggio. Sembra che i due sogni che Federico ha registrato in successione possano alludere a due livelli di consapevolezza molto diversi: il primo con una simbologia più criptica, il secondo molto più esplicito, ma esprimono gli stessi argomenti. 10 dicembre 1962 È un sogno che registra la paura di diventare omosessuale perché Federico sta per incontrare un amante e l’amico e collaboratore Piero Gherardi ne ride. È una paura molto comune per tutti, sia nel sogno che nella vita diurna. Significativo è invece lo spazzolino con cui si lava i denti, descritto come un pennello. Sembra che il sogno lo voglia collegare ai primi momenti della vita, quelli dell’allattamento, nel quale la comparsa dei denti ha la funzione di aiutare madre e figlio a capire che è ora di procedere verso lo svezzamento. In questo caso lo spazzolino/pennello può voler alludere ad una “separazione delicata”, come una pennellata in un quadro. 98 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Nella pagina successiva ci sono quattro disegni molto significativi e ricchi di particolari. Nel primo c’è un taxi che ha due passeggeri: Federico e un autista che potrebbe essere suo fratello. Mentre sono davanti al mare, due bambini stanno facendo il bagno gioiosi, ma c’è un’esplosione. Ci sembra che anche i due possano essere lui e suo fratello da piccoli. Il sogno pare esprimere una situazione di pericolo, perché da adulti, vedono se stessi nel passato ma sono entrambi in una situazione rischiosa, dato che questo forte conflitto che hanno li può distruggere entrambi. Il sogno sembra dire anche un’altra cosa: c’è un’auto che è antica, quindi non più adatta al presente, ma si riferisce al loro passato, a quando erano bambini. Quindi il messaggio che la psiche invia a Federico è molto forte e chiaro nello stesso tempo: le difficoltà relazionali che hanno risalgono alla loro infanzia riminese, infatti nel disegno c’è perfino il mare, anzi, occupa una posizione predominante; la linea dell’orizzonte è colorata in viola, forse a voler dire che hanno necessità di fare un grande cambiamento. Ma di fronte ai due bambini che giocano c’è una forte esplosione che rischia di travolgerli, quindi forse già nell’infanzia hanno corso dei gravi rischi, ma anche se ora sono all’interno di un’auto, l’auto è fuori produzione, è un’auto del passato, e come tale necessita un ammodernamento. Dentro l’auto sono in due e questo può voler dire che il loro è un rapporto troppo stretto, troppo simbiotico, come abbiamo già scritto nelle pagine precedenti ed è forse questa la causa principale dei loro conflitti. Nel secondo disegno a mio parere si registra un’altra rivalità tra Federico e Riccardo, oltre a quella dei giochi infantili espressa nel disegno precedente; in questo c’è un enorme lettone viola su cui è sdraiata una fantomatica “P”: “La P sdraiata sul lettone di casa nostra”. Sembra proprio 99 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
che la rivalità sia proprio quella nei confronti delle donne, anche perché, come annota Federico stesso, di fianco al letto c’è un comodino con una fotografia, che lui definisce “foto del marinaio che le donne trovano molto affascinante”. Di fronte a questa foto ci sono Federico ed altre due sagome femminili, che potrebbero essere la madre e la sorella, oppure la madre e Giulietta. Il sogno suggerisce che ci sia una rivalità molto forte tra i maschi di casa Fellini, e non solo tra i due fratelli, ma anche nei confronti del padre, che potrebbe essere simbolicamente il marinaio, poiché viaggiava molto per lavoro e spesso era costretto ad assentarsi. Tuttavia il lettone è viola, cioè forse si avvicina una trasformazione, un importante cambiamento nell’ambito della sessualità che può essere simboleggiato dalla posizione in cui si trova la gigantessa senza piedi (invertita, con le gambe sul cuscino e la testa ai piedi del letto), quindi un punto di vista diverso nei confronti del Femminile, che consenta loro di poter mostrare i piedi, cioè il loro Maschile, che implica la capacità di difendersi. Nel terzo disegno sembrano confermate le ipotesi precedenti, in quanto si parla di un ristorante con tanta gente; il servizio è troppo lento e per questo Federico e ancora la “P” si allontanano, ma lei ha perso un tacco della scarpa e Federico, mentre lo cerca, viene mordicchiato al piede da due o tre cagnolini bianchi. La simbologia del piede e della scarpa è molto evidente e, come ci spiegano Freud e Jung, rappresentano un maschile (il piede) e un Femminile (la scarpa) uniti e armonici in vari aspetti, non escluso quello sessuale. Nel disegno Federico e la “P” sono entrambi su di una branda, lei nuda con gli occhiali, ma in mezzo al traffico, in un luogo non adeguato ad una relazione intima, quindi forse il sogno gli 100 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
suggerisce di essere più prudente nelle sue relazioni intime e non, che riguardano il Femminile. Il disegno più significativo, a nostro avviso, è l’ultimo, nel quale “l’ombra di Riccardo, più alto, più massiccio” entra mentre Federico sta lavorando alla moviola in una stanza scura ma tutta ombreggiata di nero e viola. Si apre la porta, entra la luce gialla che si riflette sul pavimento fino al lato sinistra di Federico dalla schiena alla gamba. Il significato in questo caso è inequivocabile: Federico teme che suo fratello, o meglio la sua parte oscura, la sua ombra, possano rovinare il suo lavoro. Ma non solo, c’è un’altra conseguenza: Federico teme che il conflitto con Riccardo possa far emergere anche la sua di Ombra, cioè il lato oscuro del suo carattere, la collera. Ci sembra un modo molto sincero di mettere a nudo un conflitto relazionale così profondo. 3 dicembre 1961 Ancora angoscia. Federico teme di essere stato avvelenato, per sbaglio ma anche con la sua volontà, dato che “Nell’angolo buio del modesto ristorante popolare apro il frigorifero prendo una bottiglietta di Coca-Cola... e bevo un lungo sorso”. L’atmosfera è un po’ da Dottor Jekyll e Mister Hyde, in quanto tutto è un po’ doppio, ambiguo... L’azione si svolge in un angolo buio, forse simbolicamente in una zona dove la luce della consapevolezza non è ancora giunta, in un ristorante popolare, cioè un luogo che fornisce ristoro e calore a tutti, ma lui apre un frigorifero, cioè prova a 101 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
smuovere emozioni raffreddate, congelate, vecchi traumi del passato e prende una bottiglia di Coca cola che forse è un’altra bibita e, peggio ancora, forse contiene veleno. I ristoratori sono allibiti, e forse possono rappresentare i genitori che sono in ansia per lui, per il suo lavoro e soprattutto per i suoi conflitti con il fratello. Molto interessante il particolare dei geroglifici sul vetro della bottiglia (un Femminile, e qui forse la sua arte), che i proprietari gli mostrano: forse può voler dire che i suoi genitori non comprendono cosa stia succedendo, e nemmeno la sua arte, i suoi film, o per lo meno fino in fondo, e per questo temono che lui si possa avvelenare, cioè mettersi in grave pericolo... 25 dicembre 1961 Sempre un ristorante, ma in Congo con Piero Gherardi, di nuovo in pericolo, ma questa volta a causa di un’aggressione “di due tribù di negri, rivali fra loro, ferocissimi”. Forse il sogno gli sta suggerendo di fare attenzione a non rimanere schiacciato da un conflitto fra gruppi rivali, potrebbero essere gli schieramenti politici di destra e di sinistra dai quali era criticato per diversi motivi, ma sempre disapprovato: la sinistra pensava che i suoi film non fossero abbastanza impegnati, la destra che fosse troppo intellettuale. Ad un certo punto resta solo (sembra quasi una profezia, dato che dopo Giulietta degli spiriti rimarrà davvero solo e dovrà cambiare tutti i collaboratori). Si chiude in un bagno perché sono arrivati altri negri minacciosi: “urlano, spiccano salti..”; forse questi rappresentano lo schieramento cattolico, che pensava che i suoi film fossero troppo liberi, e intrisi di ribellione nei confronti dei dogmi della religione cattolica. Lui per difendersi si nasconde in bagno, ma teme così di suscitare 102 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
ancor di più il loro desiderio di vendetta, cioè si trova in una posizione molto difficile, è come accerchiato e sempre sotto attacco. Il sogno registra una situazione in fondo vera, ma anche che lui riusciva a difendersi appartandosi. Questa continua necessità di difendersi frenava un po’ la sua crescita, o meglio lo costringeva a spendere molte energie che avrebbero potuto essere spese in altro modo, ancor più produttivo, e per questo si rifugia in bagno... che può simbolicamente riferirsi a ristagni di energia nella fase anale dello sviluppo libidico. Non dobbiamo dimenticare che si tratti di un sogno fatto il giorno di Natale, quindi l’influsso religioso potrebbe essere stato rafforzato... ma in fondo quello che pensa Federico è molto vicino alla realtà: la sua chiusura verso il mondo cattolico dopo La dolce vita, lo espone ancor di più al desiderio di vendette, specie dopo aver girato Le tentazioni del dottor Antonio... 8 ottobre 1961 Un sogno nostalgico dei primi anni di matrimonio, nei quali Giulietta era “infantile, delicata, graziosa”. Giulietta gli dice di essergli rimasta sempre fedele, nonostante non abbiano più fatto l’amore... Un’immagine quasi struggente, che esprime molto bene i temi che saranno ripresi in 8 e ½. 22 febbraio 1962 Un sogno illustrato, e come! Un disegno molto grande e significativo: “gigantesco mostruoso clitoride della figura che siede a cavallo della lettiga di fronte alla P.”, scrive Federico a spiegazione del suo disegno, confermando che il tema delle gigantesse è molto presente nella sua poetica. Sembra una 103 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
delle protagoniste dei suoi film, anticipa la Saraghina di 8 e ½, ma anche altre future figure come quelle del Casanova, o de La Città delle donne. Non solo la donna è statuaria, ma ha un volto durissimo e soprattutto un clitoride che sembra un grande pene, con una cavità vulcanica dalla quale escono dei fumi, dei vapori. Non pago del suo disegno, Federico ha delineato una freccia molto vistosa che indica un clitoride, che è si un organo erettile, ma non così tanto come nel suo disegno. La P. le siede davanti e la gigantessa le fa da specchio con suo rammarico, come si nota dalla sua espressione stupita. Va detto però che un corrispettivo c’è, in quanto lei ha un naso sproporzionato rispetto al volto, e che qui non indossa occhiali, per la prima volta... forse ciò potrebbe simboleggiare che questa donna stia aprendo gli occhi su una questione importante, sul suo rapporto con se stessa, ad esempio. Oppure con la sessualità. Quello che stupisce maggiormente sono le due sagome maschili tratteggiate al margine destro del foglio, in rosa e azzurro, e che potrebbero rappresentare Federico e Marcello con il cappello che avrà in 8 e ½, a dimostrazione del fatto che fosse il suo Alter Ego. Tutto il disegno sembra una gigantesca esplorazione dell’Universo Femminile, visto con gli occhi di due uomini, o meglio di uno solo, e di una che potrebbe rappresentare il Femminile di entrambi, o il peggiore dei loro incubi, come vedremo nei film futuri. La trascrizione continua con un nuovo titolo: LA VIBRAZIONE Si tratta di un sogno molto articolato e ricco di simboli, anche se a nostro parere l’essenza metafisica è molto semplice 104 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
e si riferisce nuovamente al fortissimo conflitto con il fratello Riccardo, ma andiamo per gradi. Una vibrazione fa da colonna sonora al film notturno del Grande Maestro, una vibrazione creata da “schiocchi di frusta... battute di mani, sussurrar di voci”. Intanto lui vola nella notte, viaggia sopra paesaggi favolosi, castelli, ed è invisibile a “quel gruppo di contadini fermo davanti al caffè nella piazzetta medievale... il paesetto è etrusco... sollevo un operaio... e tutti rimangono allocchiti a guardare”. Sembrano molto significativi questi particolari, innanzi tutto le onde vibratorie che lo sollevano e lo fanno volare, di notte alla luce della Luna, del Femminile. Lui osserva tutto ma è invisibile e, forse, significa che è maturato, evoluto, è andato oltre il medioevo dei contadini, oltre il paesetto etrusco, che potrebbero rappresentare simbolicamente l’infanzia riminese, con scene che sembrano quelle di Amarcord; un operaio sollevato in aria, ragazze che scendono da un vicolo; lui abbraccia una di esse che lo prende per mano per condurlo in una stanzetta, in cui lui bacia con voluttà il suo seno. Ad un certo punto la vibrazione finisce e lui si sveglia ma continua per un po’ a tremare, a simboleggiare la continuità tra il sogno e la veglia. Poi ricomincia il sogno e si arriva al punto cruciale: l’incontro con Hitler che a nostro avviso può essere una imago fraterna, un’immagine simbolica che l’inconscio di Federico ha scelto per non turbare il suo sonno, per non svegliarlo prima del tempo con contenuti troppo forti, inconciliabili... Infatti poi la parte finale del sogno fa comparire Riccardo, e nel disegno originale del Libro dei Sogni le due rappresentazioni grafiche sono in due pagine diverse, ma sovrapposte, a dirci, sembra, che l’uno fosse l’ombra dell’altro. Dunque nel sogno incontrano Hitler, che li riceve in delegazione, in un ambiente “soffocante, mortuario... gelidi 105 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
marmi, cripte...” e fa “il buffone”, imita alcuni gerarchi fascisti e abbraccia loro con “grande cordialità”. Ecco subito comparire un archetipo interessante: il Buffone, che può rappresentare i meccanismi di difesa per eccellenza, un clown, un personaggio mascherato che desidera far ridere, ma la sua identità è molto diversa. È l’opposto dell’archetipo del Pazzo, che può rappresentare la follia, la sregolatezza, l’incapacità di controllarsi. Singolare è che in questo sogno compaiano entrambi, il giullare, cioè Hitler mascherato da buffone che imita i gerarchi e un pazzo vero e proprio, cioè Hitler senza maschera, che afferma di voler giustiziare un pretino, che a nostro avviso potrebbe essere Federico stesso, il quale a causa della sua spiritualità profonda poteva essere scambiato da persone poco sensibili per un prete. Mi sembra molto interessante questo doppio sguardo su Hitler, che può rappresentare sia un giullare, che un pazzo con “gli occhi bianchi delle belve... la sua femminea dolcezza mi turba... atrocemente infantile negli scoppi di riso... fa orrore e pena”. Federico gli chiede se il pretino può assistere alla messa, e lui risponde che non può fare la Comunione perché ha mangiato un budino di riso, cioè forse non può perché si è sposato (il riso si lancia agli sposi ed il budino può essere un dolce nuziale) come in effetti Federico era. Sembra ipotizzabile che questo sia un dialogo inconscio fa Federico e suo fratello Riccardo, che in effetti compare al termine del sogno “più piccolo di quanto è, fischiettante... perché ha finalmente un suo lavoro... ha anche una vetturetta”. Inoltre un altro particolare che potrebbe confermare questa ipotesi riguarda il numero di amici che sono presenti nel sogno: Piero Gherardi, che fa parte della delegazione da Hitler, Titta Benzi, che era in auto con il dittatore e che fa anche lui le imitazioni 106 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
di Mussolini; e Clemente Fracassi all’inizio del sogno mentre “suonava uno strumento molto faticoso da sostenere...” (cioè ha un incarico molto pesante da sostenere). Il sogno sembra suggerire a Federico che il fratello ha cercato di sedurre i suoi amici coinvolgendoli in avventure varie da veri vitelloni, come quelli del film omonimo. 18 dicembre 1961 Il sogno è corredato da un disegno che mostra Riccardo accanto alla sua auto, ma più piccolo di quanto fosse, a simboleggiare la sua immaturità e il suo Maschile un po’ aggressivo, rosso acceso come la sua auto e, forse, anche un conflitto, dato che lui ha lo sguardo rivolto a sinistra, che può simboleggiare il passato, il guardare indietro. L’auto è invece rivolta a destra, al futuro: ciò potrebbe voler dire che forse non voleva crescere, era rimasto ancorato al passato e ciò spiegherebbe almeno in parte perché Federico lo vedesse così dittatoriale, distruttivo; temeva che lo volesse distruggere, lui come fratello e come regista. Un primo piano dei seni giganteschi della P., di nuovo con indosso solo gli occhiali, che gli sorride guardandolo fisso negli occhi.
107 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
1962 8 gennaio 1962 Il Maestro inaugura il nuovo anno con un sogno illustrato da un disegno molto particolare, nel quale la sagoma di Federico, colorata come al solito di nero, troneggia, con lo sguardo rivolto al passato, su due trampoli molto esili e lunghi, che lo posizionano al centro della parte superiore del foglio, nel quale, vicino al margine destro, c’è una bellissima luna piena. Nella trascrizione scrive di essere “su altissimi trampoli per le vie di una cittadina che non conosco”. Forse, potrebbe simboleggiare che si è elevato molto rispetto al suo ambiente di origine che non lo riconosce più e viceversa. Infatti nel disegno le case e la chiesa, simile a quella del disegno di Rimini con la madre e la sorella (3 aprile 1961), ci sono una strada ricoperta da lastre di pietra ben delineate, sulla quale i trampoli proiettano la loro ombra, poi le abitazioni e, sopra, un filo sul quale sono appese cinque lampade che illuminano il tutto, rischiarando la notte della cittadina. Lui e Giulietta sono ospitati da una famiglia di persone molto anziane, in casa non c’è luce ma cattivo odore nelle stanze da letto... Sembra molto probabile che si tratti di Rimini, della sua famiglia che è diventata di anziani, dove la luce delle consapevolezze forse non entra più e sarebbe meglio aprire le finestre per far entrare aria pulita, per alleggerire le tristezze del passato e rinascere a nuova vita. Per questo lui è sui trampoli: si è elevato e può cogliere particolari nuovi e sorprendenti rispetto a coloro che sono come in un’altra dimensione, più in basso, anche se la luce delle lampade sta cominciando ad illuminare la cittadina. I trampoli possono voler dire che lui si è sì alzato da terra, e 108 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
in maniera notevole, con il suo successo, il suo lavoro e la sua creatività geniale, nutrita da profonda passione e grande tenacia nel lavoro; tuttavia è in una posizione di fragilità nella quale occorre fare molta attenzione per non cadere, cioè forse come si sentiva lui in quel momento... ed in fondo in modo molto corrispondente alla realtà dei fatti, come ci mostrerà in 8 e ½. In sintesi questo sogno illustrato è molto significativo per confermare l’ipotesi che i sogni possano esprimere pensieri inconsci, suggerimenti, consigli, ma anche avvertimenti sui pericoli che stiamo correndo o potremmo trovarci a sperimentare... con immagini fortemente significative o simboliche che rappresentano lati della nostra personalità che non ci sono ancora pienamente coscienti. L’uomo sui trampoli è anche l’archetipo alla base del personaggio del Matto ne La strada, che in Fellini Metafisico abbiamo analizzato ampiamente, affermando, come diceva Giulietta Masina, che rappresentasse una parte della personalità di Federico, quella che si mette in pericolo, che sfida gli altri senza ben ponderare i pericoli che può correre. 8 gennaio 1962 Un sogno sempre della stessa notte, che forse può illuminare maggiormente quello precedente, il quale a nostro avviso, come abbiamo scritto può essere molto importante, sia per la comprensione dell’essenza di Fellini, che per la nostra comprensione dei meccanismi con cui si strutturano i sogni. Questa breve ma interessante trascrizione è illustrata molto bene da un apparecchio telefonico a parete, come usava in quegli anni, che squilla molto forte, ma ha la cornetta agganciata, perché lui non sa usare i gettoni che ha a disposizione, che sono 109 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
“complicatissimi” e molto belli, a nostro avviso. Infatti si tratta di gettoni particolari con forme molto simboliche: spirali, doppi triangoli, mezze lune e perfino uno scudo con bande trasversali. Per sapere quali talenti potrebbero rappresentare dovremmo chiederglielo, e purtroppo non lo possiamo più fare... Dobbiamo accontentarci di quello che ci suggeriscono le sue parole ed i suoi disegni. Federico infatti sembra esprimere la sua paura di non riuscire a farsi capire e di non comprendere i messaggi degli altri. “Non so usare questi gettoni e perciò non posso comunicare con chi mi sta chiamando o io stesso ho chiamato al telefono”, scrive, alludendo, secondo noi, alla sua paura di non saper ben usare i suoi talenti, i “gettoni” nella capacità di comunicare, cosa che invece come tutti sappiamo ha fatto in maniera magistrale e con originalità eccezionale, tuttavia in certi momenti l’insicurezza, il timore, avevano la meglio sulla consapevolezza di stare facendo lavori molto interessanti, anzi capolavori. Certamente la modestia è una virtù e quindi le sue perplessità, i suoi dubbi gli fanno onore, quasi quanto i suoi film; è normale che mentre stava svolgendo la propria carriera artistica anche un Maestro come Fellini, abbia avuto indecisioni, paure, conflitti, anzi ci conforta riguardo alla nostre inquietudini quotidiane constatare che anche un genio ne avesse... Grazie Federico, di cuore, anche per questo bellissimo Libro dei Sogni, che ci consegna la tua umanità e ci aiuta ad affrontare anche le nostre vite... accettando che ogni talento comporta la necessità di esser speso nel migliore dei modi. Ed ecco una trovata geniale del suo inconscio, associare i talenti ai gettoni telefonici, anche perché il suo era un talento legato alla comunicazione... Meravigliosa questa metafora fra 110 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
i gettoni ed i talenti da spendere per comunicare, per parlare con gli altri e per capire cosa hanno da dirci; stupenda anche la reciprocità della comunicazione che se è a senso unico diventa autoreferenziale e quindi egocentrica, poco significativa per gli altri. Il sogno gli suggerisce di prestare attenzione alla sue capacità cosi straordinarie, ma anche di ascoltare gli altri, di sentire le “chiamate”, i messaggi che gli giungevano dalla realtà in senso lato, poiché chi come lui è molto intuitivo, più presta attenzione ai messaggi che riceve dalla realtà in cui vive e più diviene capace di capirne almeno in parte il senso profondo. Molto belli questi due sogni vicini a livello temporale e complementari a livello simbolico; Federico era “su altissimi trampoli” in alto in una ipotetica dimensione di sensibilità, e capace quindi di intuire cose che altri non notavano... Come ha dimostrato con i suoi film. 19 Gennaio 1962 Un altro sogno denso di angoscia di morte, sembra che Fellini temesse di dover “pagare pegno” per le sua capacità eccezionali sia artistiche che spirituali. Federico e Giulietta stanno entrando in una casa per “finire i nostri giorni... in fondo alla Nomentana” e questo riferimento al Nomen sembra ricollegarsi alla questione del cognome Fellini, fra lui e suo fratello Riccardo che voleva firmare la regia di un film. Questa ipotesi potrebbe confermare la gravità del conflitto fra i due, talmente grave da far desiderare la morte a Giulietta e a Federico che si sentiva defraudato del cognome con cui aveva avuto tanto successo, dopo tante fatiche. Ovviamente sono tristissimi Giulietta e Federico; per fortuna lui ha ancora la forza di ribellarsi, mentre Giulietta 111 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
sembra più rassegnata per paura di “dar troppo nell’occhio alla gente”. Federico si lamenta di non essere guarito, di essere troppo triste e di piangere sconsolato. Questi particolari ci fanno capire quanto fosse disperato a causa del comportamento del fratello, il quale secondo lui avrebbe dovuto usare uno pseudonimo, per non causare confusione nel pubblico ed a nostro avviso si trattava di una richiesta legittima, in quanto in un caso simile, nel quale uno dei due era diventato un regista di fama mondiale, sarebbe stato facile fare confusione. Il tutto aveva addolorato così profondamente Federico da fargli desiderare la morte, come ci dimostra questo sogno nel quale si registra anche la traccia di un altro conflitto dolorosissimo, quello con l’amico Leopoldo Trieste, che in fondo non era che un transfert del rapporto con il fratello. Cosa significa questo? Significa che tutti noi riviviamo, fin che non le abbiamo accettate, le situazioni difficili, le problematiche irrisolte della nostra vita, come ci spiega Jung: “ciò a cui resisti, persiste”. Dunque nel sogno Leopoldo parla con la sorella e le riferisce il titolo di un libro: “Cosa si deve uccidere?... Non te spero! Dice la sorella”. La sorella è vestita da suora, un titolo che può simboleggiare la pericolosa rivalità che si era instaurata fra loro, a causa del rifiuto di Trieste di interpretare il ruolo del fidanzato di Cabiria nel film omonimo e della sua intenzione di dirigere lui stesso dei film, Città di notte nel 1958 e Il peccato degli anni verdi nel 1960. Sembra chiaro perché sia presente Leopoldo: forse perché come Riccardo, dopo aver interpretato I vitelloni diretto da Federico, volevano entrambi cimentarsi con la regia, mettendosi in rivalità con lui, facendo un “gioco psicologico” tremendo, nel quale Federico rischiava di essere di troppo, se altri volevano essere lui. Un gioco da cannibali, divoratori che desideravano mangiare un rivale, che forse per 112 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
questo stava così male e si sentiva continuamente attaccato, in pericolo. Il sogno prosegue con Leopoldo dietro una scrivania che dà istruzioni ad una signora svestita che potrebbe essere un’attrice e di conseguenza lui un regista... a conferma delle nostre ipotesi. Inoltre Federico gli dice: “Vuoi dire che tua sorella non deve esagerare nel recitare la parte dell’innocente?” ribadendo che si tratta di recitazione e non di una scuola... e l’accenno all’Innocente fa pensare all’archetipo omonimo, tipico di chi ancora non ha un’identità definita, come forse entrambi ancor non avevano, sia Riccardo che Trieste, il quale infatti dopo una breve parentesi alla regia ritornerà a recitare, ma non più con Federico, che non lo interpellerà più! Per tornare all’archetipo dell’Innocente, possiamo aggiungere quello che afferma Carol Pearson a proposito: vive in un Eden dove ha tutto ciò di cui ha bisogno. Per lui la Terra intera assieme a tutti gli esseri che la popolano esistono per il suo piacere; egli ha diritto persino di devastarla o di distruggerla, se così gli piace. È uno stato naturale nel periodo dell’infanzia, ma nell’età adulta può essere connaturato a una dose di narcisismo troppo forte, o al rifiuto della realtà. Quello che l’Innocente non comprende è che, per tornare all’Eden, è necessario percorrere tutto il viaggio dell’Eroe, cioè il percorso verso l’individuazione, il percorso dell’energia archetipica dall’Innocente al Mago, partendo dalla convinzione che tutti gli esseri umani siano in grado di trovare attraverso diverse tappe (Innocente, Orfano, Viandante, Guerriero, Altruista, Mago) l’opportunità di esprimere i propri talenti nel mondo, di vivere in armonia con gli altri e di conoscere i misteri della propria anima. In questo viaggio siamo sostenuti da guide interiori o Archetipi, ciascuno dei quali rappresenta un particolare modo di essere. Gli Eroi compiono il viaggio, affrontano il drago (le loro difficoltà 113 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
sotto forma di conflitti interni ed esterni) e scoprono il tesoro del loro vero Sé. L’Innocente non comprende che è necessario tutto il viaggio (stranamente, la maggior parte degli individui sembra volerlo evitare). L’Eden è quindi un profondo riconoscimento e rispetto per se stessi e per gli altri, e non un semplice soddisfacimento dei propri bisogni (Finalmente Beatrice, Vincenzi, Casa, pag. 69). Quindi a nostro avviso il sogno sembra voler dire a Federico che mentre lui sta procedendo molto bene nel suo viaggio archetipico, il fratello è fermo all’Innocente, con tutto quello che comporta. Tuttavia, in conclusione, il sogno sembra suggerire a Federico di essere più tollerante e comprensivo non solo con Riccardo, ma con gli amici più cari, anche se aveva subito dei torti da parte loro, per non rimanere schiacciato dal dolore e dai sensi di colpa. Per dirlo con parole semplici, la sua anima gli sta insegnando a perdonare, il che non significa subire, anzi, il limite della legittima difesa va sempre delineato, come abbiamo visto nel sogno del 19 ottobre 1961, ma poi è necessario lasciar scorrere le cose, lasciarle scivolare via per poter continuare a vivere il nostro viaggio con leggerezza e non appesantiti da conflitti che sono divenuti rancorosi. 22 gennaio 1962 Un sogno a casa di Picasso, completo di illustrazione, che per la sua rilevanza è inserito a pag. 114 del libro Federico Fellini, il libro dei film di Tullio Kezich, nel capitolo dedicato a La dolce vita. “Agli sceneggiatori dissi: dobbiamo fare una statua, romperla e ricomporne i pezzi. Oppure tentare una scomposizione picassiana”: sono le parole di Federico ai suoi 114 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
collaboratori che Kezich ci riferisce, a proposito di questo film che lui definisce un affresco alla Picasso. Anche il sogno lo conferma: “Giulietta ed io ospiti in casa di Picasso, si sta benissimo, si mangia e si beve in allegria. Tutto è semplice, familiare antico, che pace, che conforto!” scrive Federico nel suo Libro dei Sogni, facendoci capire quanto con Picasso si sentisse a suo agio, come in famiglia. La rappresentazione grafica è ancora più esplicita: sono seduti ad un tavolo, Federico, Giulietta, due personaggi oscuri, senza identità definita, o almeno che noi non possiamo capire, e naturalmente Picasso a capo tavola, a dirci che la parte inconscia che lui rappresenta in quel momento è dominante, come ci ha già spiegato Kezich. Molto interessanti alcuni particolari grafici: primo che le gambe di Federico e Picasso siano disegnate nello stesso modo, piegate in modo da formare un rombo, una figura geometrica che essendo un quadrato in rotazione, può alludere al movimento, ad un cambiamento che è appena avvenuto mediante la rotazione del quadrato che può rappresentare la stabilità, come il cubo (vedi Finalmente Beatrice: “Buon tetragono ai colpi”, pag. 19) ed anche gli occhi sono simili, a confermare l’ipotesi che si tratti di imago interiori. Inoltre appeso alla parete a sinistra c’è un ritratto maschile, stile Picasso, con un’espressione un po’ aggressiva e l’interno della bocca colorato di giallo, forse per dire che a volte Fellini era un po’ eccessivo nelle sue manifestazioni di rabbia, come indicano anche le tratteggiature, che paiono essere “fumi rabbiosi”, mentre a sinistra c’è quello di una donna. Picasso indossa una maglietta nera e pantaloncini rossi; la pelle invece è colorata di giallo... ciò potrebbe significare che il suo archetipo del Maschile fosse molto forte, come tutti sappiamo dai particolari significativi della sua 115 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
vita affettiva, alquanto travagliata... ma lasciamo stare, non è questa la sede di nessun tipo di giudizio, ma di una comprensione che possa allargare le nostre coscienze. Picasso indica del pane e del vino a Federico, che lo guarda un po’ impaurito, forse intimidito, ma consapevole che gli sta dando dei suggerimenti, sembra quasi un’allusione spirituale, un avvertimento a non essere una vittima sacrificale, e ciò sarebbe in linea con i sogni precedenti riguardanti il conflitto con il fratello. Sembra quasi che il disegno gli dica: fare la vittima non serve a nulla, rinunciare alla tua vita, in definitiva sprecarla, serve solo a non finire quello che hai iniziato... meno male che Federico ha ascoltato Picasso... altrimenti non avremmo i suoi capolavori da guardare... Naturalmente il sogno si riferisce anche, come ci ricorda Kezich, alla sua ammirazione per il pittore Picasso e al suo desiderio di emularlo con i suoi film, ma non solo, a nostro modesto avviso. In questo disegno Picasso diviene una sorta di Io Osservatore che avverte Federico dei rischi che sta correndo, per aiutarlo a cambiare rotta, a non interpretare più ruoli da vittima, ma da autore, da vero Mago quale era. Seguono ora le trascrizioni di alcune sedute spiritiche in stato di semi – trance della veggente A.S. Un suggerimento ad essere un buon esempio per tutti coloro che gli sono vicino o che lo seguono anche mediante le sue opere. Questa attitudine, prosegue la medium, può essere utile anche per le “estasi beate”, cioè forse le anime di defunti, che gli chiedono di non diventare un Mago negativo, al servizio del Male, ma al servizio del Bene di tutta l’umanità. Suggeriscono di usare al meglio le sue possibilità, per se stesso e per 116 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
gli altri, e così di elevare gli animi delle persone che lo seguono, che hanno fiducia in lui e in tutte le persone che hanno molti talenti e intelligenza. In questo modo gli esseri umani divengono “semi di assoluto”, parte del Divino. Al termine di questa trascrizione c’è un disegno molto particolareggiato: probabilmente la figura femminile a sinistra è Federica, uno spirito, preceduta e contornata da una tratteggiatura rosa a sinistra, con in basso alcune linee nere, mentre a destra c’è una figura maschile che potrebbe essere la rappresentazione dello spirito Kerner, attonito e molto attento alla profondità dei messaggi che sta per pronunciare. È molto significativo che l’orecchio sia colorato di giallo, quindi simbolicamente molto ricettivo. È interessante anche notare che la figura maschile di destra sia circondata da linee tratteggiate blu e azzurre, per distinguerla da quella femminile con una fluente chioma bionda ma circondata con un’aura di rosa. Nella donna sono molto evidenti gli occhi con fluenti ciglia nere, cornee blu e le pupille da gatto. Ha un volto molto sorridente, una delicata collana a girocollo, forse per evidenziare il collegamento mente – corpo che poteva avere in vita ed una generosa scollatura di un abito rosso da sera. Quello che ci colpisce maggiormente, anche se può sembrare ininfluente, sono le tratteggiature nere (tre molto evidenti ed una sfumata) che sicuramente avranno un significato simbolico difficile da interpretare, forse sono legate ai messaggi che Federico ha appena ricevuto sulla necessità di non essere al servizio del Male. Se noi guardiamo il disegno in verticale, la chioma ricorda due dolci colline unite (come due seni) con dietro un cielo rosa che potrebbe essere un’alba; a quel punto la tratteggiatura nera può essere una zona buia del cielo ancora non rischiarato e rappresentare i dubbi che attanagliano Federico in questo momento. 117 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Singolare è anche che lo spirito evocato si chiami Federica, il che potrebbe anche simboleggiare il Femminile di Fellini stesso. Seduta del 24 Gennaio Uno spirito che è stato medico dice che visita solo Fellini, e fa uscire Giulietta e un certo Salvato. Qui vediamo forse l’ispirazione con il mago Pijma di Giulietta degli spiriti. Poi lo spirito riferisce che ci sono due maniere di morire, in relazione al ciclo delle vite. Fa notare a Federico di essere di fronte ad un bivio: o vivere maturando ed elevandosi, oppure morire e reincarnarsi in una dimensione allo stesso livello della precedente, quindi senza evoluzione. Federico, molto toccato da questi messaggi, dice che sta cercando, attraverso il suo lavoro, di aumentare le sue consapevolezze e chiede conferma di essere sulla strada giusta. Lo spirito risponde affermativamente ma chiarisce che sono fondamentali la sua volontà e ovviamente le sue scelte. Noi abbiamo sempre il libero arbitrio, cioè la possibilità di scegliere, accettare o rifiutare tutto ciò che ci viene proposto: talenti, occasioni, amori e la vita stessa. In una fase successiva della seduta lo spirito, dopo aver fatto rientrare Giulietta, le dedica delle attenzioni, dicendo che è pura e che ha una forte energia propulsiva. Federico gli chiede conferma sul film cui sta lavorando (8 e ½) e lo spirito gli risponde che è il suo modo di scegliere al bivio di cui si parlava. “Devo proprio farlo?”, chiede Federico; lo spirito gli risponde: “Sì, con grande forza”. Tutti a questo punto chiedono allo spirito: “Possiamo fare qualcosa per te?” e lui risponde: “Sì, rispettate voi stessi”. Non si può restare indifferenti di fronte alla spiritualità e profondità di questi messaggi e spontaneamente sorge una 118 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
grande gratitudine per quello che Federico e Giulietta hanno fatto in termini artistici e personali ed anche per queste trascrizioni, di enorme importanza per la comprensione sia pur molto limitata della realtà che possiamo sperimentare in questa dimensione. È sorprendente notare quanto siano semplici e al contempo profondi i messaggi ricevuti che ci suggeriscono soprattutto di accettare e rispettare la nostra natura, di essere quindi fedeli a noi stessi e alla nostra identità profonda, ognuno con le proprie doti e caratteristiche, tutte importanti e complementari. Bellissimo ed intenso è il modo in cui spiega il libero arbitrio, inteso come possibilità di scegliere ogni volta nei vari bivi della vita. È la risposta a chi pensa che queste ipotesi filosofiche conducano ad un determinismo, quando invece si tratta di tutt’altro: noi possiamo sempre scegliere, accettando o rifiutando tutto quanto ci viene proposto. È importante aggiungere che si vedono molto bene le tracce dei dialoghi di 8 e 1/2, soprattutto quelli con il personaggio di Rossella, un’amica dei protagonisti, interpretata da Rossella Falk. Federico non solo ha accettato la sua vocazione ed ha lavorato con grande passione per mettere in atto i suoi talenti, diventando un esempio per l’Umanità, ma ha utilizzato tutte le opportunità che aveva (sogni, incontri, intuizioni, avvenimenti ed anche sedute spiritiche) per arricchire la genialità dei suoi film. Seduta del 29 Gennaio 1962 Kerner, Iustinus Andreas, lo spirito invocato, gli suggerisce di tener conto delle sue intuizioni profonde, collegate ai suoi talenti straordinari, che lo conducono oramai oltre le percezioni comuni. Gli consiglia il libro Veglie di Finnegan di Joyce, che lo può aiutare ad arricchire il suo spirito. 119 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Terza seduta con Kerner, che afferma di esser stato un medium famoso ed il consorte di Federica, morto nel 1862 e gli consiglia di leggere il suo libro La veggente di Prevost, scritto dopo aver conosciuto questa veggente eccezionale. Ribadisce che non si può descrivere “ciò che chiamate al di là” e quindi ogni nostra rappresentazione è erronea. È impossibile non rimanere estasiati di fronte a questi messaggi così spirituali, aggiungiamo noi; quello che maggiormente stupisce è loro semplicità e profondità nello stesso tempo. Se li ascoltiamo con attenzione ci aiutano a raggiungere uno stato d’animo pervaso dalla pace, quasi uno stato di grazia, osiamo dire... Seduta del 28 Febbraio 1962 La trascrizione di questa seduta ci riempie di gioia perché, oltre ad essere meravigliosa sembra confermare alcune ipotesi che abbiamo proposto in Fellini Metafisico, in particolare a proposito di 8 e ½. Lo spirito gli dice: “Apri il tuo cuore. Il film che stai per fare, 8 e ½, è come una seduta psicoanalitica; troverai più di quanto tu pensi. È necessario che tu faccia questo film non tanto per te, ma per l’arte in assoluto. Inizialo e non pensare che sia conclusivo. Tu pensi che questo film rappresenti tutto il tuo mondo. Ti sbagli. È vero ma solo in parte, comunque è vero soltanto per quel che riguarda il passato”. Lo spirito dice a Federico che a volte non riesce a comunicare con lui a causa della sua “natura circonfusa”. “Sei fatto di astri e di caos”. “L’incoscienza pura e la generosa credenza sono le condizioni per tentare di comunicare con noi, ma tu raramente le raggiungi. Comunque avverrà un incontro... una scoperta che ha questi fattori”. 120 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Sono meravigliosi questi messaggi e oltre a mostrarci l’immensità del Mistero nel quale siamo avvolti, ci stupiscono per la semplicità con la quale vengono proposti, come farebbe un genitore con un figlio, oppure un Maestro con un allievo, ma in fondo forse è proprio questo lo scopo... aiutarci mediante il contatto con qualcuno di noi prescelto per ricevere le comunicazioni... Federico è un eletto, ha una vocazione fortissima e mete molto nobili da raggiungere, scopi benefici a favore non solo della sua realizzazione personale, ma dell’evoluzione dell’intera Umanità. I messaggi lo spronano ad andare avanti, ad andare verso la sua vera vocazione, ad uscire dalle strade chiuse che ha descritto ne La dolce vita, per utilizzare al meglio i suoi talenti così importanti e fecondi. Sono messaggi d’incoraggiamento, che favoriscono l’apertura, l’ampliamento della sua coscienza, aiutandolo a comprendere i suoi limiti, i suoi errori ricorrenti. “Io ti sarò vicino sempre, ma tu spesso non potrai comunicare,” gli dice Kerner con una generosità che davvero allarga il cuore... Comunque la pensiate voi, si tratta ovviamente di ipotesi filosofiche, tuttavia, 8 e ½ è veramente un film fondamentale per l’Arte in assoluto e solo in apparenza parla delle vicende personali di Federico, anzi se ne serve per fare “una seduta psicoanalitica” per rendere accessibile ad un grande pubblico contenuti importantissimi ma ancora poco diffusi e soprattutto poco accettati. Affascinante è il concetto più volte ribadito della comunicazione fra le diverse dimensioni, potremmo dire, affascinante pensare che dipendano dal nostro livello di coscienza e anche dalla capacità di di crederci. Infatti Fellini stesso affermava: “Io credo a tutto e non ci sono limiti alla mia capacità di meravigliarmi”.
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1 marzo 1962 Torniamo ai sogni di Federico, dopo questa parentesi di particolare importanza e fascino. In questo sogno arricchito da un disegno molto esplicito, ci sono riferimenti a quella che Freud chiama Fase anale dello sviluppo psicofisico, quella che riguarda il controllo degli sfinteri, essendo una tappa dell’evoluzione libidica. Il pittore impressionista Renoir e suo figlio, un regista, che ovviamente potrebbero essere Federico e suo padre, sono in una stanza da bagno di casa Fellini, il terzo bagno, per la precisione. Il “vecchione” forse è Urbano, il padre di Federico, rappresentato da un pittore impressionista probabilmente perché si era ribellato alle famiglie d’origine per sposare Ida Barbiani, la madre di Fellini. Forse la ribellione dei pittori impressionisti, che per primi scardinarono le teorie classiche della pittura tradizionale, è un simbolo di quella di Urbano e Ida, che sono fuggiti per potersi sposare. In questo sogno Federico prepara un bagno tiepido per il “padre alias Renoir” che si è appena scaricato in un bagno personale, separato da quelli di Federico e di Giulietta; ciò potrebbe significare che Federico si sta staccando completamente dai modelli di riferimento dell’infanzia e che sta “lavando dolcemente in acqua tiepida” alcune problematiche risalenti a quel periodo, difficoltà che probabilmente bloccavano la sua crescita, che in effetti sta per fare un enorme balzo in avanti. Una cameriera lo sorprende dicendogli che un medico ha detto che Giulietta sta meglio; Federico non sospettava nemmeno che non stesse bene, ma secondo il medico aveva qualche problema mentale: “certe assenze... fissità dello sguardo... una leggera vena di follia...”. 122 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Questo particolare inserito nel sogno può voler dire che avevano entrambi paura di ammalarsi, paura di essere scambiati per folli con i loro lavori, ma ora un medico afferma che va tutto bene, che possono procedere. Inoltre il disegno presenta alcuni particolari sorprendenti: è diviso in due settori speculari e simmetrici da un asse centrale che attraversa il foglio dividendolo a metà. A sinistra c’è Federico curvo sulla vasca, colorato da una tratteggiatura azzurra e una linea blu, un ‘iperbole per l’esattezza accompagna la base della vasca, con una linea simile alla curva della schiena di Federico e, cosa ancora più sorprendente, nel settore di destra, c’è un’altra ombreggiatura blu, curvilinea che accompagna in modo simile la figura del padre seduto su un water. Queste similitudini non possono essere casuali, forse possono simboleggiare quanto stavamo ipotizzando, cioè che Federico stesse lavando i panni sporchi di casa, potremmo dire, le difficoltà relazionali della famiglia in ambito sociale, dato che il blu è il colore della calma e della riflessione. Con il senno di poi è relativamente facile fare ipotesi: con i suoi film e tutto il suo lavoro in genere, Fellini ha elevato lo status della sua famiglia e, non solo, di tutta l’Umanità, come dicevano i messaggi delle sedute spiritiche che abbiamo trascritto precedentemente. Inoltre le sottolineature in blu circondano anche i piedi del padre, e la base del water, che sembra un altro piede, forse a voler dire che l’archetipo del Maschile andava un po’ alleggerito, scaricato, chissà.... Comunque è affascinante osservarlo. 2 Marzo 1962 Un sogno molto criptico, ma il fatto che si parli di una giraffa, fa pensare che si alluda ad una donna importante, dignitosa e che tende a tenere tutto sotto controllo come fa 123 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
una giraffa con l’ambiente sottostante dall’alto del suo collo, come scrive Paola Federici in I bambini non ve lo diranno mai... Ma i disegni sì (Franco Angeli, 1998, pag. 215). Probabilmente si tratta o della madre di Federico o di Giulietta, vedremo quale ipotesi sarà la più verosimile, o di entrambe. La scena si svolge in un albergo umile, dove si mangia carne di giraffa. Federico mangia in un piatto ovale che contiene “poltiglia gialla e marrone”: gialla è la carne di giraffa, marrone quella di cinghiale. Al loro tavolo c’è l’amico Titta che ride come ai tempi della scuola. Sembra che il sogno si riferisca all’adolescenza di Federico, agli anni del Liceo, e quindi i due animali potrebbero simboleggiare i suoi genitori, che lui sta “mangiando” cioè introiettando, assumendone dentro di sé i modelli e le caratteristiche, accettandoli in tutti i loro pregi e difetti, unico modo per evolvere, come sta facendo in questo periodo straordinario della sua carriera professionale e del suo percorso umano e spirituale. Un altro sogno, sempre con la stessa data, sembra riferirsi di nuovo al conflitto con il fratello; esprime la paura che la madre possa preferire Riccardo, il fratello, paura normale nelle dinamiche familiari, ma in questo caso acuite dai fatti descritti nei sogni precedenti. La madre è simboleggiata dalla Madonna, che secondo Federico poteva essersi offesa a causa dell’episodio Le tentazioni del dottor Antonio nel film Boccaccio ’70, in uscita in quei mesi, esattamente il 23 febbraio 1962 e forse per questo, sembra suggerire il sogno, Federico temeva di aver urtato la sensibilità della madre. “La sorella di Gesù, che forse è la stessa Madonna, si è svegliata con un gemito, ed ha deciso di abbandonarmi al mio destino, prendendo 124 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
sotto la sua divina protezione Riccardo”, scrive Federico, in modo molto chiaro. Un’altra ipotesi possibile è che “la sorella di Gesù”, possa essere la sorella Maddalena, che entrambi i fratelli adoravano anche perché minore di molti anni rispetto a loro. In questo caso Fellini forse temeva che la sorella potesse schierarsi dalla parte del fratello; anche questo è normalissimo. Al termine del sogno infatti il fratello si trova in Spagna, accompagnato dalla Madonna, ricevuto con tutti gli onori. Qualcuno potrebbe chiedersi perché proprio la Spagna: forse perché era, ed è ancora in parte, una nazione molto legata alle tradizioni familiari e religiose cattoliche. 3 marzo 1962 Un disegno senza commento scritto. È ancora una rappresentazione grafica divisa in quadranti ben distinti. A sinistra un uccello bianco che sembra una colomba, oppure un gabbiano, o un cigno giunge sereno vicino ad un salice piangente, dai lunghi rami pendenti che giungono fino a terra. A destra un muro con mattoncini, ed un riquadro come una finestra o una pittura. Ci sono un cigno posizionato a sinistra, appoggiato su una cassa a forma di parallelepipedo e circondato da ombreggiature nere, mentre in basso a destra c’è un personaggio con un colletto bianco molto ampio, di tipo settecentesco, che assomiglia a Federico in volto, ma vestito come Casanova. Entrambi, l’uomo e il cigno, guardano a sinistra, verso il salice che proietta l’ombra del tronco nero a terra, verso destra, come se avesse paura del futuro... e verso l’uccello che lo guarda amorevole. Dietro di loro un prato che si prolunga fino al margine destro delineando un trapezio, una figura geometrica che può simboleggiare blocchi e restrizioni, essendo 125 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
un triangolo a cui è stato tagliato un vertice. Dietro l’albero al margine del prato c’è un muretto, che lo separa e lo unisce al tempo stesso al cielo, cioè media ed unisce i suoi archetipi del Maschile e del Femminile. L’albero potrebbe rappresentare Fellini, che spesso ha sbalzi d’umore anche a causa delle forti pressioni alle quali era sottoposto da varie parti, sia familiari che sociali, mentre l’uccello potrebbe rappresentare Giulietta che con amore, dolcezza e tenerezza correva sempre in suo aiuto, anzi era sempre al suo fianco. Cosa può simboleggiare il riquadro di destra? Forse uno specchio della situazione accanto, a sinistra... oppure una sorta di schermo cinematografico che trasmette una pellicola futura, chissà. Quello che stupisce maggiormente è la coppia composta da un cigno appoggiato su una sorta di gradone, uno scalino, e il personaggio settecentesco, contornati da tanti mattoncini, tracciati con precisione quasi ossessiva, direi ostinata. Sembra una finestra sul futuro, quasi una proposta, una promessa, come se il suo inconscio gli suggerisse una via di soluzione alle sue tristezze, per noi oggi molto facile da comprendere, ma non per lui in quel momento. È come se l’inconscio o meglio il Superconscio nel senso in cui lo spiega Roberto Assagioli (vedi Finalmente Beatrice, pag. 75, 76) gli dicesse: “Se ti dedicherai con passione alla tua carriera, usando le tue doti eccezionali, non solo risolverai la tristezza e godrai dell’amore della tua dolce compagna, ma il tuo cigno interiore, cioè la tua saggezza ed evoluzione spirituale farà trasformare il Narcisismo e la Seduzione (rappresentati da Casanova) in Arte. É molto bello e significativo questo disegno e sembra aprire la strada al Casanova, che arriverà molti anni più avanti.
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16 febbraio 1962 Un altro pezzo da novanta, se così si può dire, un sogno emblematico. Nell’illustrazione che lo accompagna campeggia Furio Meniconi, un attore caratterista, che lo implora di essere scritturato per un film. È rappresentato nudo, gigantesco, con i pugni chiusi in segno di rabbia, espressa tristemente anche nello lo sguardo. I muscoli sono molto sviluppati ed evidenziati, “senti che muscoli... tastali! Senti che forza!” gli dice. La tristezza è confermata dal colore marrone, che può rappresentarla simbolicamente e che qui è molto usato sia per colorare il corpo, che per le ombreggiature che lo circondano. Nel sogno Federico sa che il Corriere della Sera sta elogiando Truffaut. I due registi s’incontrano in ascensore: mentre lui sale, Fellini scende, cioè a livello simbolico, forse Federico teme di essere superato da Truffaut che secondo lui sta salendo nei consensi di pubblico e critica, infatti è “attorniato da entusiasti amici e collaboratori fedeli”, mentre lui sta scendendo con un ascensore che nel frattempo diviene un letto a baldacchino che sta sporcando con le sue feci, mentre sta facendo un provino a Meniconi, per il suo prossimo film. Il letto a baldacchino è molto ben rappresentato nel disegno accanto al nudo dell’attore, che si sta proponendo a Federico, il quale come al solito si è disegnato di spalle, ma questa volta senza veli, dato che si ritrae mentre sta defecando e leggendo nello stesso tempo un copione. È chinato ma non appoggiato ad una sedia, come un bambino che si sta rifiutando di imparare a controllare gli sfinteri in senso di sfida con le figure genitoriali di riferimento. Ha la testa a cuore come al solito, forse per rappresentare quanto le emozioni e la sensibilità artistica ed estetica siano in sintonia con l’intelligenza e la razionalità. Ha una maglietta azzurra per esprimere il suo archetipo del 127 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Maschile che forse si sta restringendo come la sua maglietta che appare un po’ corta, e la sua parte sinistra è rinforzata da un contorno nero, come per volerla sottolineare, evidenziare. Il letto ha delle colonnine tortili marroni color legno, ed è verde con intarsi rosa triangolari. Forse questo sogno rappresenta la volontà di Federico di essere autonomo nella scelta dei suoi collaboratori, ed il fatto che stia defecando sul letto potrebbe voler dire che si rifiuta di controllarsi, come un bambino che non accetti il vasino per le feci e per rabbia sporchi proprio il lettone dei genitori. Una sorta di Davide e Golia, una ribellione adolescenziale che affonda le radici nel periodo anale, nel quale il bambino impara a controllare gli sfinteri e ad accettare le esigenze ambientali che gli richiedono di non sporcarsi e di non sporcare con urina e feci. 15 aprile 1962 Un medico “sudicio e brutto” afferma che Giulietta potrebbe avere un orzaiolo all’occhio sinistro di natura sifilitica. Nuovamente un sogno che sembra esprimere paure legate alla sessualità: Federico sembra temere di poter far del male a Giulietta; forse per questo chiede l’aiuto di un altro medico, al quale mostra un “ingrandimento radiografico dell’occhio di Giulietta, dicendo che si tratta dell’occhio di un malato russo”. Il sogno registra emozioni molto umane, la paura delle malattie, la vergogna anche nel chiedere il consulto, e per questo la piccola bugia del malato russo. Ci sembra molto significativo il ricorso a dei medici e l’ingrandimento dell’occhio che è anche disegnato a piè di pagina, nel quale Federico, di spalle con la testa a cuore ma questa volta colorato in blu e con il piede destro evidenziato 128 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
a formare con la gamba una lettera “L”, forse come “luetica”, cioè sifilitica, e quindi la paura impellente in questo momento. Anche il medico è di spalle e colorato di blu e anche il suo braccio, prolungato nella bacchetta che indica la radiografia dell’ingrandimento dell’occhio forma un’altra “L”, come le due gambe che si prolungano nei piedi e vanno nella direzione opposta, uno a destra e uno a sinistra. Tutto questo può indicare indecisione o difficoltà di coordinazione nell’organizzare idee, progetti, eccetera. Potrebbe significare inoltre che i medici simboleggiano l’Io Osservatore di Federico che probabilmente in questo momento ha una forte evoluzione, “da mediconzolo a specialista”, quindi il sogno sembra suggerire a Federico che sta compiendo una forte crescita e che per questo le parti della personalità più legate al passato e ai vecchi schemi fanno resistenza, dando vita a paure inconsistenti, ma che tuttavia ostacolano il suo percorso evolutivo o di “individuazione”, come lo chiama Jung. Tornando al sogno, nella radiografia dell’occhio sinistro il medico evidenzia dei segni che sembrano pioppi, e non solo, aggiungiamo noi, ma anche tre settori circolari all’interno dell’iride che possono sembrare un’elica. Non sappiamo se Federico conoscesse l’iridologia, ma da questi particolari deduciamo comunque che ne avesse intuito il senso profondo. Molto significativo a nostro avviso è il riquadro che rappresenta la radiografia, al cui centro campeggia la rappresentazione dell’occhio sinistro di Giulietta, contornato da ombreggiature grigie. Il sogno si chiude in modo positivo, in quanto, nonostante le paure di Federico, Giulietta sta guarendo e soprattutto riferisce di sentirsi benissimo. A questo punto cosa possono significare i tre settori circolari ed i tre pioppi al posto del quarto? Forse un cambiamento, perché sembra un’elica pronta a girare e che, come per magia, fa apparire tre alberi 129 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
vicini, ma autonomi che potrebbero simboleggiare tre componenti della personalità di Federico o di Giulietta, oppure un triangolo relazionale, come ad esempio quello edipico di padre-madre-figlio, oppure di marito-moglie-amante, oppure tre fratelli, come erano Federico, Riccardo e Maddalena, oppure ancora Federico-Riccardo-madre, visto che uno dei sogni precedenti parla di una Madonna. Non sappiamo quale di queste ipotesi possa essere la più esatta. Tuttavia un particolare significativo consiste nel fatto che sia Federico che il medico siano colorati di blu, che è il colore della calma, quindi, dato che l’occhio simbolicamente può rappresentare un Super Io sabotatore molto forte, forse il cambiamento che Fellini sta facendo, e che il sogno gli indica mediante la bacchetta del medico, è che lui in qualche modo sta venendo a patti con il Super Io. Quindi si sta ammorbidendo, sta diventando più flessibile, più elastico nell’affrontare la vita. Dato che l’occhio destro rappresenta la realtà e quello sinistro la fantasia, il sogno potrebbe anche suggerirgli che il suo Super Io gli consente di accettare le sue doti artistiche e fantasiose ed anche il permesso di amare senza paura di fare del male. 21 aprile 1962 Un sogno che esprime forte angoscia di morte, forse anche a causa dei grandi cambiamenti che Federico stava vivendo, come abbiamo descritto nel sogno precedente. La trascrizione verbale è accompagnata da un disegno molto particolareggiato, nel quale si vedono due tram colorati in verde che riescono ed evitare una collisione per il fatto che non correvano lungo lo stesso binario, ma su due binari diversi, anche se in quel punto molto vicini ma che prendono poi direzioni completamente divergenti: quello di sinistra 130 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
svolta a sinistra e quello di destra prosegue a destra. Nel disegno Federico si è ritratto in mezzo ai due tram, coi piedi in campo giallo e la testa in campo azzurro del cielo nel punto in cui le due vetture bruscamente si allontanano e lui è in una posizione prospettica, con la sua tipica testa a cuore esattamente nel punto focale prospettico del disegno e circondata da una raggiera di sette linee, mentre le braccia fanno il gesto di contribuire alla separazione delle due vetture. Il numero sette rappresenta la vita per eccellenza, dato che sette sono i giorni della settimana, sette sono le note musicali ed anche i colori dell’arcobaleno. Da tutti questi elementi possiamo elaborare un’ipotesi: questo sogno esprime molto bene a nostro avviso quanto sia stato pericoloso il conflitto fra lui e Riccardo, le cui vite potrebbero essere rappresentate dai due tram che corrono su binari diversi, a rischio di collisione che Federico teme, ma che per fortuna non si è verificata. I due fratelli andranno per la propria strada, sembra grazie soprattutto alla forte volontà di Federico di “separarsi” dal fratello, di individuarsi, volontà rappresentata dalla figura che con le braccia fa il gesto di dividere. I due tram sono colorati di verde che è un colore che può rappresentare autostima e serenità d’animo, ma in questo caso soprattutto rinascita, come quella della natura dopo il sonno invernale, quando si ricolora di verde. In sintesi, possiamo dire che forse la psiche gli dice che non solo il conflitto col fratello si sta risolvendo ma anche in qualche maniera la loro relazione simbiotica, perché come abbiamo già più volte spiegato, sono proprio le relazioni troppo strette ad essere pericolose, perché non concedono libertà e autonomia e possono giungere, come nel loro caso, a livelli molto alti di tensione.
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2 giugno 1962 Un delizioso disegno per una trascrizione essenziale, ma estremamente significativa di un sogno talmente chiaro da sembrare una confidenza ad un amico del cuore, insieme ad una tenera dichiarazione d’amore per la propria compagna di vita, sua moglie. “Sulla spiaggia Giulietta cerca di nascondermi la vista di Luchino, perché sa che io davanti al suo cipiglio di soldataccio medievale forse abbasserei lo sguardo tradendo in tal modo la mia debolezza”. Si vedono le tracce del conflitto e della rivalità fra i due grandissimi Maestri, fra i più grandi della Storia del Cinema, e direi forse che anche grazie al loro contrasto, alla loro tensione a al continuo miglioramento di se stessi, anche per superare l’altro, noi oggi possiamo godere dei tanti capolavori che Federico Fellini e Luchino Visconti ci hanno lasciato in eredità. Certamente i conflitti possono essere uno stimolo alla crescita, se affrontati nel migliore dei modi, e cioè non con aggressività, ma con la volontà di risolvere, di superare le difficoltà, accettandole come un’occasione di crescita. Così ci sembra abbiano fatto i due in questione, che inoltre si esprimevano con stili completamente diversi, quasi opposti, ma entrambi geniali ed originalissimi. Già dai tempi del confronto fra La strada e Senso a Venezia nel 1954, quando Federico vinse il Leone d’argento, si poteva capire con estrema chiarezza su quali binari scorresse la loro arte, pur trattandosi di capolavori assoluti. Molti erano i motivi che contribuivano a costituire questa rivalità artistica, non ultimo forse il fatto che Visconti oltre ad essere più anziano era di origine nobile, mentre Federico proveniva da un ambiente di provincia piccolo borghese. 132 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Tuttavia, a prescindere dalle varie motivazioni che abbiamo preso in esame in questo sogno, la mediazione di Giulietta è fondamentale, da vera compagna di vita. Lo ama talmente da proteggerlo, affinché non si mostri debole di fronte al rivale tanto stimato quanto temuto, conoscendone le qualità. Così come si evince dal disegno, Giulietta con grazia e leggiadria si frappone fra i due, costituendo al tempo stesso un argine fra loro, ma anche un incoraggiamento a Federico a non demoralizzarsi, ad andare avanti, dato che non ha nulla da temere da questo confronto, anzi, solo da guadagnarne in termini di motivazione, di stimolo a realizzare film sempre più belli e innovativi per uscire da un competizione troppo serrata che non avrebbe alcun senso, se non quello di sprecare energie preziose. Giulietta sa che suo marito è tutt’altro che debole, ma sa anche che di fronte al “soldataccio medievale”, come lo definisce lui, potrebbe sentirsi inferiore, ed infatti lo ha disegnato in piedi, muscoloso, molto abbronzato e con uno sguardo minaccioso rivolto verso di lui, che invece è sdraiato di spalle con la solita testa cuore e un orecchio, quello sinistro, in evidenza a simboleggiare forse che è ancora troppo attento alle voci che vengono dal suo passato e con la figura colorata in nero, ma con un’ombreggiatura blu, sul lato destro del corpo, a significare forse, essendo il blu il colore che esprime la calma, che sta incominciando a non farsi più destabilizzare da questo forte contrasto, ma anzi a viverlo nel migliore dei modi, cioè come uno stimolo positivo per la sua carriera. Giulietta è rappresentata con un’espressione particolarmente dolce e innamorata, con un abito verde che copre le sue armoniose curve dolcemente appoggiate sulla sabbia gialla che circonda tutte e tre le figure, a simboleggiare forse che 133 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
l’archetipo del Maschile sia preponderante nei due rivali in Arte. Solo questo disegno basterebbe a spiegare la profondità dell’amore che univa Federico e Giulietta, un amore che ha saputo resistere a prove ed attacchi di ogni genere, rimanendo vivo ma anche rinnovato per tutta la vita. 29 ottobre 1962 Un sogno enigmatico che ha come sfondo nel disegno corrispondente un bellissimo arcobaleno colorato formato dai diversi strati di colore disposti per fasce orizzontali, verde per il prato ai bordi della strada di campagna di colore giallo intenso; arancione, viola e blu per il cielo. Questo arcobaleno disegnato forse inconsapevolmente da Federico potrebbe a nostro avviso darci dei suggerimenti sul significato simbolico del sogno, in quanto l’arcobaleno può rappresentare il perdono, la soluzione positiva e l’archiviazione di una situazione difficile, problematica, che è quindi stata risolta nei migliore dei modi o per lo meno accettata e lasciata andare, senza che provochi più emozioni negative, quali rabbia, dolore, paura, odio, eccetera. Ma quale potrebbe essere questa situazione? Proviamo a formulare qualche ipotesi... Nel sogno Federico è in bicicletta con la mamma, o forse con la moglie, non sa di preciso, tuttavia, stanno andando dalla nonna, sul calar del giorno, e lui è un ragazzino, a considerare dalle dimensioni della figura con cui si è rappresentato, nero e con a testa a forma di cuore che è oramai il suo tratto distintivo. Sembra quasi una scena di Amarcord, quando le donne salgono in bicicletta mettendo bene in mostra i loro “fondo schiena” nella scena della benedizione degli animali in occasione del 134 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
giorno di Sant’Antonio abate, che ricorre il 17 Gennaio, protettore degli animali domestici e d’allevamento, una festività molto sentita nella cultura contadina dell’epoca in cui Fellini era bambino nella provincia riminese. Ricorda anche, questo sogno, la fiaba di Cappuccetto Rosso, con qualche modifica, naturalmente, perché al posto del lupo, troviamo un uccello enorme. “Sul lato destro del tranquillo sentiero, un enorme pennuto di colore grigio – piombo, alto un paio di metri, se ne sta immobile, ritto come una sentinella. Poi spicca un balzo, non c’è più, è alle mie spalle con gli artigli possenti, mi ha chiuso delicatissimo la gola: potrebbe strangolarmi... ma forse è soltanto un avvertimento”, scrive Federico con molta precisione come al solito. Abbiamo già detto quanto questo Libro sia straordinario, ma più lo studiamo e più ci stupiamo della sua capacità di descrivere così bene i suoi sogni, e di impreziosire i commenti con disegni strepitosi. Che altro possiamo dire: che tutto ciò e la quantità di sogni analizzati rende questo Libro unico e affascinante al tempo stesso, ma anche un documento di eccezionale valore per la sua complessità e costanza lungo il corso di un’intera vita. Tornando al sogno in questione, l’uccello gigantesco potrebbe essere un enorme lupo, o meglio un personaggio aggressivo della sua infanzia, e in questo caso potrebbe trattarsi della nonna, che più volte lui stesso ha descritto come molto forte e autoritaria, oppure della sua parte ombra, caratterizzata forse da qualche difficoltà a gestire i momenti di rabbia, non abbiamo sufficienti elementi per stabilirlo... tuttavia l’ipotesi più probabile considerando la paura che Fellini descrive di essere aggredito alla gola dall’uccello, potrebbe indicare una paura edipica dell’aggressività paterna, che in questo caso sarebbe simboleggiata dall’uccello. Se questa 135 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
fosse l’ipotesi esatta avrebbe senso l’essere trasportato in bicicletta dalla mamma fino a casa della nonna, una traccia quindi delle paure infantili di essere sgridato dal padre perché ancora troppo legato al mondo delle donne, quel gineceo così splendidamente descritto nella scena dell’Harem di 8 e ½, nel quale c’è anche una nonna archetipica per eccellenza, tutta vestita di nero, che ancora si lamenta delle difficoltà che aveva avuto con il marito : Tott i’era mei de vost’ non, dice sarcastica, “Tutti erano migliori del vostro nonno”. A conferma di questa ipotesi, vorrei citare l’interpretazione che Freud fa di un sogno di Leonardo (vedi: Saggi sull’arte, la letteratura ed il linguaggio, Bollati Boringhieri, 1969, cap. 8, pagina 94 e seguenti).
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1963 Forse ha ragione Federico, il quale scrive a proposito di questo sogno che inaugura il nuovo anno, il 1963: “Era forse un avvertimento che consigliava di non fare un certo viaggio in macchina...”. Infatti anche il disegno che lo accompagna è molto esplicito: sono rappresentati due autobus in verde che stanno per travolgere un’auto nera, nella quale viaggiano Federico ed una fantomatica P. Forse la psiche gli sta suggerendo prudenza nella guida, o nella sua vita sentimentale, oppure: “Ormai è troppo tardi per fare marcia indietro. La situazione è disperata. L’unica cosa da tentare è quella di uscir fuori subito dall’auto e correre via...” scrive Federico, ma a questo punto sorge un’altra ipotesi, e cioè che il sogno si riferisca in qualche modo alla scena iniziale di 8 e ½ , uscito nel febbraio 1963, scena nella quale però Fellini è solo ed intrappolato nell’abitacolo della sua auto, bloccata in un ingorgo del traffico cittadino, e dopo un notevole sforzo riesce a liberarsi e a librarsi in cielo (vedi Fellini Metafisico, pag. 100). La frase “Ormai è troppo tardi” potrebbe alludere all’uscita del film, che non si può più posticipare e che gli ha causato tante ansie e difficoltà di ogni genere, difficoltà che saranno però ripagate dal grandissimo successo internazionale. Ad ogni modo sono i due autobus colorati di verde che più suscitano impressione: più alti dell’auto nera del protagonista, che può rappresentare il suo archetipo del Maschile, il quale forse ha bisogno di “pulirsi”, di evolvere verso una maggiore moderazione, come vedremo nel film. I due autobus, e soprattutto i loro conducenti, ben evidenziati nel disegno potrebbero rappresentare due ostacoli, o due gruppi, o meglio due personalità di forte spicco con le quali è in conflitto, oppure che 137 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
stanno cercando di ostacolarlo, o di impedirgli di raccogliere i frutti dei suoi sforzi. Chissà quale ipotesi potrebbe essere la più veritiera? Tuttavia, come al solito, Federico riuscirà a cavarsela e ad andare avanti nella sua carriera. 31 marzo 1963
DIAGNOSI Federico sogna Bernhard, il suo analista, che gli dice che i suoi film sono “meschini” se paragonati a quelli che avrebbe potuto fare in un’altra vita, precedente, nella quale era dotato di “grande olfatto”. Infine “Il Professore... soffia nel mio foro anale e vi introduce un lungo filo d’erba per purificarmi”, scrive Federico e aggiunge pure un disegno molto esplicito, nel quale lui è nudo mentre il Professore è vestito. Ciò potrebbe simboleggiare che Fellini non aveva segreti per il suo analista, che come riferirà lui stesso in occasione della sua morte, era diventato come un secondo padre, per l’importanza che aveva assunto la loro relazione durata per quattro intensi anni. Per questo mi permetto di formulare un commento, e cioè che Federico sia divenuto anche lui un allievo di Jung e delle sue teorie analitiche, anzi forse uno dei più importanti, grazie ai suoi film ispirati anche dalle conversazioni con il professore e soprattutto grazie a questo singolare e straordinario documento che è il Libro dei Sogni, così costante e particolareggiato nel descrivere i sogni e nel rappresentarli graficamente con disegni artistici di grande rilievo. Dunque questo sogno mette letteralmente a nudo Federico, riconoscibile dalla sua solita testa a cuore, mentre accoglie l’aiuto del professore, che con un filo d’erba, cioè con metodi 138 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
“naturali, senza l’uso di sostanze chimiche” sembra suggerire il sogno, ma con una sorta di energia primordiale, stimola il Regista a dare il meglio di sé, nelle sue opere, come secondo lui avrebbe fatto anche in altre vite, con “maggiore olfatto”, cioè con maggiore intuizione, forse. A questo punto mi sembra utile una piccola digressione. Quella sulle vite precedenti è naturalmente solo una teoria filosofica, di difficile dimostrazione, per ora almeno, tuttavia Jung stesso affermava che spesso nei sogni compaiono personaggi che sembrano alludere a vite passate, e secondo lui potrebbero essere tracce di archetipi dell’inconscio collettivo che si mostrano in sogno. Ma, continua Jung, in ogni vita ci sono sufficienti simboli e miti che noi ripetiamo e che si mostrano nei sogni per darci suggerimenti; quindi vite passate, o simboli e archetipi non fa differenza ai fini dell’obiettivo primario, cioè la crescita, la maturazione, il Principio di individuazione, lo chiama lui. 17 giugno 1963 Un sogno un po’ particolare.“Ricevo una lettera da un ammiratore spagnolo: annuncia l’arrivo di un pacco contenente carne umana che io dovrei mangiare... Il pezzo di carne vicino al cuore (non il cuore)” scrive Federico. Poi l’ammiratore giunge di persona e i due s’incontrano in un cimitero, di notte. Egli apre “Una arca di pietra” e prova a togliere dal cadavere la parte descritta, senza riuscirci come vorrebbe, e precisa che si tratta di un amico. Federico pensa sia un folle, e paragona il cadavere ad un burattino di legno. Al termine si accorge che la salma è stata cotta. A primo acchito può sembrare un sogno che reca tracce ancestrali di antropofagia, ma ad un esame più attento ci sembra che ci sia un’allusione alla fiaba di Pinocchio, quando dice che la salma gli sembra leggera come un burattino di legno. 139 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Forse il sogno vuol suggerire a Federico, che amava il personaggio di Pinocchio ed avrebbe voluto farne un film, ma che poi fu assegnato a Comencini, di non fare gli errori del famoso burattino, di essere più prudente ma anche di vivere con passione, con il cuore, senza irrigidirsi. Può essere infatti che Fellini, definito da tutti un “simpatico bugiardo”, si identificasse un po’ con il Burattino di Collodi, e temesse, come lui, di bruciarsi i piedi. L’ammiratore spagnolo potrebbe essere il nobile spagnolo Vilallonga, che nel 1963 lo intervista per conto di una rivista parigina, ed aveva fatto parte del cast de La Dolce Vita, come maestro di cerimonie, e sarà il corteggiatore di Giulietta in Giulietta degli Spiriti. Quindi forse Federico, che si sente in colpa per qualche piccola bugia detta alla moglie, teme che il nobile spagnolo lo possa sostituire nel cuore di Giulietta, ma il sogno lo rassicura, non riuscirà a farlo, come il personaggio del sogno non riesce a tagliare la parte vicina al cuore. Federico forse teme di essere il burattino che si è bruciato i piedi per disattenzione con uno scaldino, ed ha avuto bisogno dell’aiuto del padre Geppetto per riaverne di nuovi. Il piede, sappiamo da Freud, simboleggia il Maschile, quindi Federico teme di non riuscire a difendersi, di non essere abbastanza forte per poter camminare lungo la strada della sua vita. Inoltre, a conferma di questa ipotesi c’è anche il particolare in cui l’ammiratore spagnolo dice che il cadavere è di un suo caro amico... quindi con parole semplici Fellini teme di essere “mangiato” in senso psicologico, dall’amico spagnolo e lo mostrerà nel prossimo film, il già citato Giulietta degli Spiriti (vedi Fellini Metafisico, cap. 9, pag. 146 e seguenti).
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14 giugno 1963 C’è un caminetto di forma tradizionale, composta da un quadrato con sopra una cappa a forma di trapezio, divisa in diagonale da legna da ardere a ceppi. Federico si ritrae come al solito di spalle ed è a destra del caminetto, vicino al margine destro del foglio, mentre a sinistra c’è un personaggio che sembra un amico o comunque una persona a lui molto intima in quanto non solo è in casa sua, ma usa toni confidenziali. “Non c’è bisogno di tenere tutta la legna nel caminetto. Non si usa. Non è chic. Basta tenere soltanto qualche ceppo, gli altri nasconderli e usarli solo quando servono...” gli dice l’amico mediante una vignetta da fumetto. Non possiamo dimenticare che Fellini era un bravissimo caricaturista e fumettista fin dalla prima adolescenza. Il disegno è come diviso in tre settori molto netti e distinti fra loro. A sinistra c’è il biondo personaggio, preceduto da una tratteggiatura azzurra; al centro il caminetto colorato con varie sfumature di marrone, giallo e arancione; a destra Fellini, di spalle, colorato in blu e nero, e circondato da tratti colorati in blu, che completano il disegno fino al bordo del foglio. Tutto il disegno e naturalmente il sogno che lo ha ispirato sembrano alludere all’energia del Maestro e al modo in cui la utilizzava. Infatti in un camino si brucia la legna e, per la famosa legge della Termodinamica che dice che nulla si crea e nulla si distrugge, bruciando legna si sprigiona energia. Trattandosi di un caminetto in casa di Federico, come si evince dalle parole dell’ospite, l’energia in questione potrebbe essere quella di Federico, al quale il sogno sembra suggerire di non trattenerla, ma di usarla bene, poco per volta, quando gli serve. Molto interessante il personaggio che dà questo consiglio a Federico, o meglio alla sua parte cosciente, rappresentata nel sogno da lui stesso; l’amico potrebbe simboleggiare la sua 141 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
saggezza profonda che cerca di aiutarlo a gestire al meglio le sue forze, ma anche la spiritualità rappresentata dal fuoco. Anche i colori e la forma del caminetto possono darci delle indicazioni su Fellini e la sua energia: gialla, solare per eccellenza, ma anche arancione, che insieme stanno stemperando il marrone, tipico della tristezza, ed il nero, cioè del lutto in generale. Quindi il suo Io profondo gli sta insegnando come usare al meglio le sue caratteristiche, i suoi talenti, la sua spiritualità e quindi anche la sua energia in senso lato. Forse per questo Fellini è colorato e circondato dal blu, perché dopo aver imparato a gestirsi meglio, sta diventando più calmo e riflessivo. 15 Marzo 1963 Un sogno ed un disegno che alludono all’esito non troppo positivo della Federiz, la Società che Fellini aveva costituito Con Angelo Rizzoli il Produttore, e con l’organizzatore Clemente Fracassi, per incoraggiare nuovi talenti, ma che non ebbe lunga durata. Una lampada sulla sua scrivania alla Federiz “sta bruciando”. L’incendio è domato ma il paralume è in fiamme. Per fortuna “La torciera di legno è in parte recuperabile dalla distruzione del fuoco” scrive Federico e disegna anche questa scena del suo film notturno. Sembra un messaggio che gli conferma quanto abbia rischiato di distruggere la sua carriera, letteralmente di bruciarla, a quando sembra, sprecando la sua energia e la sua vocazione, simboleggiata dalla lampada infuocata, che sembra una fiaccola, il testimone di una staffetta, nella maratona della vita dell’Umanità. Il sogno sembra dire che Federico ha rischiato di farsi fermare, di non portare a termine la sua funzione di apripista, di Maestro innovatore, che per fortuna ha poi svolto in maniera 142 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
eccelsa. Il sogno glielo ricorda e lo rassicura al tempo stesso: la torciera è recuperabile, può andare avanti. Nella seconda trascrizione ci parla di “un cagnolino nero pazzo di gioia... perché sembra che abbia nuovamente l’occasione di lavorare ancora nel cinema e questa volta con me. Mi mordicchia delicatamente la mano per farmi capire che è felice...”. Per illustrare questo sogno Federico ha disegnato vicino al margine destro del foglio un cagnolino nero in piedi sulle zampe posteriori, con la testa rivolta a sinistra, orecchie ritte tese in atto di festa, per la gioia di lavorare con lui, mentre è circondato da tratteggiature gialle e arancioni che sembrano una sorta di aura, di energia gioiosa che l’animale esprime. A conferma di questa ipotesi, ci sono le parole di Federico scritte in blu a sinistra del cane e ripassate con un colore arancione, come quello che circonda il cane. “CHE GIOIA! CHE FESTA! LAVORARE IN UN FILM! LAVORARE CON TE!!! CHE GIOIA!!”. Da tutte queste osservazioni sembra proprio che il cagnolino possa rappresentare Giulietta stessa. Il tutto sembra un’allusione ad un ritrovarsi, fra persone molto legate fra loro da un rapporto molto stretto, e ci fa pensare a Federico e Giulietta che si stanno preparando a lavorare di nuovo insieme per realizzare l’ennesimo capolavoro Giulietta degli Spiriti, questa volta dedicato proprio a lei e all’archetipo del Femminile in senso lato, come invece 8 e ½ era dedicato all’archetipo del Maschile. 15 giugno 1963 Un sogno molto importante ai fini della comprensione della spiritualità e della poetica di Fellini. Il disegno che lo illustra è molto ampio e particolarmente significativo. 143 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Un sacerdote, per poter entrare in San Pietro, è stato nominato Monsignore. Ci sono stati molti detrattori, ma secondo Federico “bisogna accettare gli inconvenienti... che nascono dalle interpretazioni delle leggi stabilite ed enunciate dalla Gran Croce”. Forse questi particolari possono significare che Federico pensava di aver fatto molta carriera senza in fondo meritarla pienamente, ma che aveva anche pagato un prezzo alto in termini di critiche, le quali invece non avevano ragione di essere dato che lui si era semplicemente espresso in maniera sincera e leale come riteneva giusto fare, ed era entrato comunque in un luogo empireo come San Pietro, nel quale entrano solo pochi che riescono a realizzarsi con il proprio lavoro. Il disegno è straordinario nella sua essenzialità e nello stesso tempo espressività. Spiccano due croci molto grandi che si diramano come enormi propaggini da Piazza San Pietro e tracciano una strada verso i campi. In cielo ci sono nuvole e anche il mantello azzurro della Madonna, che possono simboleggiare quando il culto mariano fosse per lui importante, ed anche tutto quello che riguarda il Femminile in senso lato. Struggente è il crocefisso con Gesù rivolto verso terra, che si riflette sulla strada a croce che attraversa i campi. “Mi sembra però che quest’ombra che passa in mezzo ai campi di proprietari diversi, dividendoli di prepotenza, sia un abuso di potere, un’ingiustizia” scrive Federico ed il tutto sembra sia un suggerimento che il sogno gli invia. Federico ha ricevuto un’educazione profondamente religiosa e ovviamente ha molti sensi di colpa per via delle reazioni che alcuni suoi film hanno avuto... Tuttavia lui pensa che siano abusi di potere, che l’Arte debba essere libera. Oggi ci sembrano pensieri scontati, ma allora non lo erano. Inoltre ci sembra che il sogno gli voglia suggerire che essere religiosi e spirituali non significhi 144 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
necessariamente essere vittime, anzi, è bene divenire autori delle proprie vite e delle proprie creazioni artistiche, aggiungiamo noi. Insomma il sogno potrebbe voler dire di non lasciarsi fermare da logiche umane che non hanno nulla a che vedere con la spiritualità vera e che a volte divengono di fatto abusi di potere; di non essere un vittima ma l’artefice della sua vita. 15 giugno 1963 Un sogno senza illustrazione grafica. “È l’alba. Giulietta ha aperto il suo bar e sta pulendo il tratto di marciapiede antistante.” Giulietta è una dispensatrice di energia, di attenzione, di amore e in questo momento lo sta facendo con particolare generosità: questo può voler dire: “Ha aperto il suo bar”. Inoltre riesce anche a “pulire il marciapiede antistante”, cioè a riparare in qualche modo alle difficoltà che hanno avuto con il mondo esterno dal punto di vista sociale, nelle relazioni con amici, critici, eccetera. Infatti Federico le chiede come sta e che novità ha e lei gli risponde che ha un ritardo mestruale, mentre lui se ne va a dormire “su di una brada in un vicoletto dietro piazza Augusto Imperatore”. Il sogno sembra dire che Federico ha paura che Giulietta non lo voglia più e di ritrovarsi quindi solo per strada. Tuttavia, la strada in cui c’è la sua branda è vicina a piazza Augusto Imperatore e tutti noi sappiamo che con Augusto sono finite le guerre civili a Roma ed ha avuto inizio un lungo periodo di pace, quindi il sogno potrebbe suggerirgli che i grossi conflitti familiari con il fratello e con la moglie, come ha descritto in 8 e ½, stanno finendo e la pace sta per allietare le loro vite. Il sogno continua con la vista di un critico cinematografico che secondo lui è “appena uscito da una sala di proiezione dove c’era il mio ultimo film. 145 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Gli sarà piaciuto? Dalla mia branda gli rivolgo un saluto, ma lui tira diritto, non dice nulla, nemmeno mi risponde.” Il sogno esprime con molta chiarezza le difficoltà che lui aveva ad accettare i commenti che i critici cinematografici esprimevano sui suoi film, ma forse anche quanto la sua parte critica, il suo Super Io sabotatore si stia ridimensionando. Infatti il sogno comincia all’alba, cioè all’inizio di un nuovo giorno, di un nuovo periodo della vita, quindi di una nuova fase della sua esistenza che si preannuncia più serena. 14 Giugno 1963 Questo sogno illustrato conferma la nostre ipotesi appena espresse per il sogno del 15 giugno. Questo film notturno si svolge in una stanza allagata ed i protagonisti sono i rematori di una scialuppa, nella quale c’è anche Luchino Visconti che lo osserva con attenzione cercando di comprendere le sue intenzioni profonde. Visconti è una sorta di comandante della canoa e “dà il via alla partenza”, cosicché Federico, essendo “il primo rematore di prua” è costretto a faticate per far cambiare rotta alla barca, per poter uscire dalla stanza e imboccare un “fangoso canale” che conduce al mare. “Ho voglia di far pace con Luchino”. Nel sogno del 15 giugno, infatti, avevamo detto che si preannunciava un periodo di pace e ora sappiamo che il conflitto che si sta risolvendo è quello con Luchino Visconti, come abbiamo già descritto per il sogno del 2 giugno del 1962. Il conflitto era dovuto al fatto che Federico lo vedeva come una figura paterna, dominante, in quanto anche più anziano, essendo nato nel 1906. Questo forse vuol simboleggiare la posizione che ha nella canoa e nella descrizione del sogno: una sorta di comandante che decide anche la partenza, cioè che guida il gioco psicolo146 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
gico che sta alla base del loro conflitto, che appare quindi una rivalità edipica, ampliata dalla differenza sostanziale del loro modo di fare cinema. “Ci abbracciamo, scambiandoci sigarette, mi è proprio simpatico, l’ho sempre stimato, gli voglio bene.” Con queste parole Federico ci spiega quanto in fondo i conflitti siano sempre immotivati e provocati da incomprensioni e scarsa conoscenza delle motivazioni profonde che ci inducono a scontrarci con altri o ad essere con loro in rivalità. Nella rappresentazione grafica della canoa è molto interessante la posizione che occupano i personaggi: Luchino è l’unico colorato in giallo, mentre gli altri sono colorati di nero come i remi e buona parte della barca. Luchino e Federico sono vicini, con lo sguardo rivolto verso i tre rematori, che sono opposti a loro e non sappiamo chi possano rappresentare, forse altri tre registi loro contemporanei, però anche distaccati, nel senso che forse Federico è già diventato un maestro come Luchino ed insieme possono uscire dalla stanza, cioè da ambienti ristretti per entrare nel mare ampio, cioè in una dimensione più grande. Tuttavia ci sono ancora delle difficoltà, come dice il sogno ed anche la rappresentazione grafica: “il cielo è gonfio di nubi nerastre, il mare ha un colore livido, fa paura”. Le nubi possono rappresentare simbolicamente delle difficoltà e nel disegno sono come un grosso strato grigio a cumuli. Anche il mare contiene delle onde grigie, ma la cosa che fa più effetto è che Federico e Luchino danno le spalle alla direzione che la barca ha intrapreso, forse simboleggiando che stanno imparando a lasciarsi andare, a non tenere tutto sotto controllo, perché così facendo in realtà si perde il contatto con la propria vita. Molto interessante è anche che Luchino volesse comprendere l’essenza di Federico, forse per non essere più in conflitto con lui. 147 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
7 agosto 1963 Una scena erotica con Anita Ekberg mentre sono in treno. Sembra forse un incipit del futuro La città delle donne. Lei guarda fuori dal finestrino e lui è felicissimo. Quello che colpisce maggiormente la nostra attenzione, oltre alla rappresentazione mastodontica di Anita, che lui definisce “più grassa”, sono l’ampiezza dei sedili del vagone ferroviario e due bracciali di pelliccia abbinati ad un cappellino che hanno la forma di due salvagenti come quelli che si usa mettere ai bambini in acqua. Forse il sogno sembra suggerirgli che Anita avesse trovato il modo di risolvere un grosso problema nella sua vita privata, dato che il treno può rappresentare il viaggio della vita. Federico è ritratto da dietro come al solito, ma come se fosse dietro lo schienale del sedile, come se la “gigantessa” avesse trovato il modo di dargli un limite, tema che poi sarà molto ben espresso nel film citato. A conferma di quanto stiamo dicendo c’è anche la tendina scostata, che lascia ad Anita la vista dell’esterno, cioè il sogno sembra suggerire che Anita abbia imparato ad osservare meglio ciò che le sta intorno, senza troppi “veli”, rappresentati dalla tenda, che può essere sì una difesa, ma se troppo rigida, troppo spessa, anche un limite alla percezione del reale, un filtro opaco che lascia trapelare troppo poco. 20 agosto 1963 Un disegno che sembra un quadro di un maestro del Surrealismo, per quanto è bello ed originale... Le linee morbide e curve predominano sinuose, e tratteggiano gli strati del fiume, con colori che vanno dall’azzurro al verde, fino al giallo ocra del fondale, su cui si posa un rettile addormentato, come un 148 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
vecchio dinosauro rimasto nella stessa posizione per secoli. Sembra aspettare qualcuno che lo possa svegliare. È ricoperto da tante scaglie minuziosamente disegnate, la bocca e gli occhi chiusi e le zampe che sembrano piedi pronti a riprendere il cammino. Giulietta è ritratta a testa in giù, con un vestitino verde in tinta con le acque del fiume. Mentre afferra il cagnolino. Si vedono molte bolle d’aria che stanno risalendo in superficie. Il sogno riguarda il nuovo film di Federico, dedicato a Giulietta, che sarà Giulietta degli Spiriti, ed in particolare una scena, in disaccordo con l’amico Pinelli, lo sceneggiatore che faceva coppia fissa con Fellini. “Tutto appare esagerato, inattuale” scrive Federico, cioè surreale, aggiungiamo noi. “Si vede Giulietta-Gelsomina che per apparire diversa e cioè cattiva insegue lungo la riva di un fiume fangoso un povero cagnolino per ucciderlo”, scrive Fellini. Il cagnolino in questione è rappresentato graficamente come quello del sogno del precedente 15 giugno, a dimostrazione dell’ipotesi espressa, e cioè che potesse rappresentare un legame fra loro molto stretto, che si stanno apprestando a lavorare di nuovo insieme. Il cane simbolicamente può esprimere legami simbiotici, di stretta dipendenza, e in questo caso sembra proprio che Giulietta (come abbiamo detto in Fellini metafisico a proposito del film citato, cap. 9) per evolvere, per diventare autonoma, debba uccidere un cane e cioè la relazione troppo stretta che ha con il marito, come sarà magistralmente espresso nel film che sono in procinto di realizzare. Ciò non significa separazione o divorzio, ma solamente essere liberi, autonomi nella gestione della propria vita, cosa che oggi per noi sembra quasi scontata, ma allora ed anche oggi in qualche caso, non lo era affatto. 149 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Bellissima questa simbologia, che ci mostra Giulietta desiderosa di essere diversa da Gelsomina, cioè una vittima designata che non riesce neppure ad immaginare una vita diversa. Infatti “il fiume fangoso” secondo noi può rappresentare la vita di Giulietta che non può essere cattiva, ma solo capace di imparare a difendersi, ponendo limiti ai vari Zampanò di turno che le si presentano davanti. Per questo ha bisogno di uccidere metaforicamente il cane, cioè la dipendenza affettiva, e per questo lo vuole far mangiare da un coccodrillo, “che dorme confuso nella mota del fiume” cioè da un predatore che si adagia sulla vita, non la sa prendere di petto forse perché dorme, ha bisogno di risvegliarsi per avere una più chiara consapevolezza di se stesso e del mondo che lo circonda. Non sappiamo chi potrebbe simboleggiare, forse la più semplice delle ipotesi potrebbe rivelarsi la migliore, e cioè che che rappresenti la zona d’Ombra di Fellini. Dopo di che comincia una letterale metamorfosi, nel senso inteso da Ovidio: il coccodrillo “inghiotte con un solo boccone il cane” e si trasforma in un “rospo morto, disseccato chiuso tra le pagine di un libro”, cioè forse in uno di quei rospi che ci sono nelle fiabe e che aspettano la principessa per essere trasformati in principi, per sciogliere l’incantesimo che li aveva relegati in quella condizione. Segue una sequela di rospi che si divorano fra loro come in gioco di bambole russe: “Apparizione di un altro rospaccio che divora il primo, infine auto – divoramento del secondo rospo con un solo colpo di mascelle, che cosa restava? La sola bocca orrendamente spalancata e anche quella infine spariva...” scrive Fellini, facendoci pensare che il sogno voglia suggerirgli di andare oltre il coccodrillo, cioè forse un atteggiamento da predatore per consentire alla persona che ama e cioè a Giulietta di essere libera di amarlo, senza paura di essere divorata da lui e dalla sua 150 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
esuberanza di conseguenza riuscire a spezzare l’incantesimo trasformandolo in vero Principe. Ma qual era l’incantesimo che aveva trasformato Federico in un rospo, se era diventato il regista più famoso della sua epoca? Forse l’incantesimo consisteva nelle forti pressioni sociali cui era sottoposto, che lo facevano spesso essere triste, e con l’aiuto di Giulietta riusciva ad affrontarle meglio, dato che lei stessa aveva imparato a non reagire alle provocazioni, comportandosi sempre con grandissima signorilità. 21 agosto 1963 Un disegno che sembra una cartolina, nella quale la trascrizione di Federico appare come i saluti che si scrivono ai destinatari, infatti si inserisce a sinistra del foglio, nello spazio del cielo. “Gliela farò a fare il viaggio aggrappato ai fili del tram? Che immensa stanchezza! Tutto è avvenuto per far salire la signora in treno...” scrive Fellini, di fianco al disegno dei due protagonisti del suo film notturno, equilibristi, che ricordano il Matto de La Strada; di conseguenza Gelsomina potrebbe essere la signora in nero di cui scrive. Un sogno ansioso, come è normale che sia un autore alle prese con un nuovo progetto e così innovativo... Federico ha paura di non riuscire a superare l’ennesima prova che la vita agli pone davanti, che potrebbe essere simboleggiata dal viaggio sui fili del tram. È molto stanco, la nuova sfida gli costa uno sforzo energetico molto forte, anche perché sta aspettando Giulietta – Gelsomina. Anzi, come si vede dal disegno, la sta aiutando a seguirlo, infatti lui è rivolto a lei con lo sguardo, per incoraggiarla, sembra, nel suo impegnativo e rischioso percorso aggrappata ai fili del tram, che potrebbero 151 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
simboleggiare non solo il viaggio della vita come abbiamo già detto, ma anche la capacità di garantirsi e gestire l’energia indispensabile per vivere. Questa volta è lei nera e lui marrone, entrambi un po’ in difficoltà e nuovamente alle prese con le problematiche espresse ne La Strada. Infatti i passanti li osservano stupiti da sotto, cioè i loro contemporanei faticavano a comprendere loro, le loro scelte e le loro opere. Il tram non è collegato ai fili, cioè forse in questo momento non sono ben sintonizzati con con il resto del mondo, essendo assorbiti dall’estro creativo che li sta conducendo verso il nuovo film, simboleggiato forse dal percorso sui fili, che li sta portando più vicini alla terra, come si vede dal disegno. La strada è gialla e sembra un deserto sabbioso... dal quale è bene allontanarsi per ritornare in città. 22 agosto 1963 Un sogno che parla della capacità di prendere in mano la propria esistenza e di saperla orientare e condurre a seconda della natura profonda e del progetto di vita, insomma di divenire artefici del proprio percorso personale. Federico è stanchissimo e sta guidando ad occhi chiusi la sua auto: non riesce ad aprirli. Simbolicamente potremmo dire che che non riesce a svegliarsi, ad accettare di vedere la realtà con limpidezza, senza che i filtri dei meccanismi di difesa la coprano troppo, impedendogli di distinguerne l’essenza profonda e spirituale. “Pencolo a destra. Gherardi seduto alle mie spalle a sinistra afferra il volante ed è lui a dirigere il percorso della vettura, mentre io sempre con gli occhi invincibilmente serrati, regolo coi piedi il gas, la frizione, il freno...”. Fellini trascrive e disegna questo passaggio del sogno, in maniera molto 152 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
precisa. All’interno dell’abitacolo della sua auto, colorato in rosso ad esprimerne forse la grinta e forza, Federico in nero come sempre, si inclina verso destra: simbolicamente forse è indeciso sul da farsi ed ecco, da dietro come un Alter Ego, il suo collaboratore ed amico (con una giacca a quadri che potrebbe simboleggiare la sua precisione e meticolosità nel fare le cose) Piero Gherardi da sinistra prende in mano il volante e guida l’auto, mentre Federico controlla i pedali con i piedi. Si instaura cioè una fortissima simbiosi fra i due, anzi potremmo quasi dire che Gherardi abbia un tale ascendente su Fellini, in questo momento, da influenzarlo sulle decisioni e sulle direzioni da prendere riguardo la sua carriera, infatti Federico ad un certo punto si chiede “Ma fino a quando potrà continuare questo viaggio?”, cioè teme che possa essere rischiosa la loro così stretta collaborazione... Quello che sappiamo con certezza ce lo racconta Kezich, dicendo a proposito dei costumi che Gherardi aveva ideato per Giulietta nel film citato, e cioè che lei mal sopportava a volte i grandi cappelli che non la slanciavano di certo, o altri abiti che non sempre gradiva... Insomma il sogno come al solito suggerisce il vero: consiglia al Regista di non lasciare guidare la sua auto, cioè il suo archetipo del Maschile ad un altro seppur amico e collaboratore così fidato, perché può essere pericoloso, soprattutto nei confronti di sua moglie alla quale ha deciso di dedicare un film, a nostro avviso uno dei più belli, per dimostrarle il suo grande amore ed il desiderio di aiutarla a liberarsi dai condizionamenti ricevuti nell’infanzia, per poter vivere con più leggerezza e libertà. Fortunatamente il sogno si chiude molto bene: dopo aver fatto una sosta ad un distributore di benzina, cioè simbolicamente aver fatto un pieno di energia, entrambi dopo molti 153 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
e gentili convenevoli, decidono che alla guida deve restare Federico. Ma vedremo nella realtà dei fatti cosa succederà, perché ci sono alcune persone che se non riescono a dirigere la vita degli altri finiscono per allontanarsi. Ma in fondo è meglio così. 20 agosto 1963 Un impiegato postale avverte Federico di avere ricevuto molta posta che non ha ancora ritirato, e gli mostra i tagliandi: si tratta di telegrammi. Forse l’impiegato del Fermo Posta può rappresentare l’Io Osservatore di Federico, quell’istanza psichica che media fra le pulsioni dell’Es, e le esigenze del Super Io, la coscienza morale interiorizzata in base ai messaggi educativi ricevuti nell’infanzia. L’impiegato, che smista la posta, i telegrammi, eccetera, gli sta ricordando che “da parecchi mesi” è sordo ai messaggi che sono stati inviati, veri telegrammi per aiutarlo ad orientarsi nel labirinto della vita. Chi glieli avrà inviati? Chissà, forse la saggezza dell’Universo. Il sogno sembra confermare i messaggi trascritti dopo le sedute con gli spiriti e cioè che Federico fosse una sorta di eletto, prescelto per ricevere messaggi spirituali molto profondi da trasferire poi nei suoi meravigliosi film, per essere un leader carismatico che potesse aiutare l’evoluzione dell’Umanità mediante la sua Arte, messaggi per tutti e per l’Arte in generale... che onore, non c’è altro da dire, se non che lo meritasse profondamente.
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3 settembre 1963 Un sogno ambientato nel manicomio in cui lavorava Mario Tobino, psichiatra e scrittore, autore di Le libere donne di Magliano, del 1953, un romanzo sotto forma di diario (e poi del famoso romanzo Per le antiche scale che vincerà il Premio Aquileia nel 1982) dal quale Fellini, dopo un incontro con l’autore, (raccontato da Tullio Kezich, nell’introduzione al romanzo) cercherà di trarre un film. Federico, dopo l’insuccesso de Il bidone, avrebbe voluto realizzare un film, chiamato confidenzialmente, con amici e collaboratori, “il film delle matte”, che però non si realizzò mai. Girò invece Le notti di Cabiria. Questo sogno reca traccia di quel periodo intorno al ‘57, quando lui stesso ne scrisse, nei Cahiers du cinéma numero 58, del febbraio ‘57, come riferiscono Fava e Viganò ne I film di Federico Fellini a pagina 34. In questa trascrizione del sogno del 3 settembre ‘63, Federico torna con l’inconscio al manicomio di Tobino. Con lui ci sono l’aiuto regista Moraldo Rossi e la moglie, ma lui ne è scontento. Ci sono tanti internati, che gridano, minacciano, eccetera. Tobino sembra si stia per sposare, e si muove all’interno della struttura “seguito da monache e infermieri”. Forse il sogno suggerisce che sta per realizzarsi un importante cambiamento per Federico: potrebbe riguardare il suo rapporto con il Femminile. Forse, apprestandosi a girare Giulietta degli spiriti, Fellini evolve, si trasforma in una persona ancor più sensibile ed umana che cerca di comprendere il Femminile e non di rinchiuderlo in manicomio, come ancora faceva la società in quegli anni, durante i quali molte donne sono state rinchiuse anche per futili motivi, o peggio. Quindi Tobino potrebbe rappresentare il suo Maschile che sta per fare un passo 155 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
avanti nella sua crescita e armonia, imparando a conoscere e ad accettare il Femminile da ogni punto di vista, anche da quello più difficile da comprendere o accettare come la Zona d’ombra. I ricordi legati alla visita allo scrittore e psichiatra sembrano fondersi con quelli legati alla perdita del figlio Federichino, morto a pochi giorni di vita, infatti nel sogno appare un neonato “In portineria abbandonato su di un tavolo come fosse un oggetto qualunque... operato da poco, l’ombelico pendulo... imbrattato di sangue... qualcuno sposta il neonato per mostrarmi una carta geografica”. Forse l’incapacità di tollerare il dolore all’interno del manicomio, si unisce dentro di lui all’impossibilità di accettare la morte di un neonato, di un essere appena venuto alla luce e subito risucchiato delle tenebre, o forse lo strazio delle donne rinchiuse a Maggiano lo sta aiutando ad accettare il mistero dell’esistenza e dei lutti più gravi che ci possono colpire. La carta geografica forse ha proprio questo significato: orientarsi nella vita, imparando ad accettare anche gli eventi più dolorosi. Per allontanarsi da quel luogo tristissimo, occorre salire di corsa su un autobus, schiacciando un pomodoro sul predellino con il piede, che può rappresentare un rapporto sessuale simbolico. Forse questo particolare allude alla necessità di lasciarsi alle spalle le esperienze tristi ricominciando a vivere con gioia, pienezza e benessere, che possono essere simboleggiate dal succo che il pomodoro sprigiona quando viene schiacciato dal piede, una sorta di linfa, liquido seminale, essendo il piede un simbolo fallico per eccellenza. L’incitamento a salire di corsa sull’autobus da parte di guardiani ed infermieri può alludere ad un messaggio molto positivo, a nostro avviso, e cioè il sogno gli suggerisce di andare per la sua strada, vivendo 156 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
pienamente anche i piaceri della vita, compresa la sessualità, lasciando alle spalle le esperienze negative. Veramente affascinante questo sogno, che utilizza la figura di Tobino, per rappresentare alcuni lati della personalità inconscia di Federico. Infatti al termine del racconto, Fellini scrive che sull’autobus viene molestato da “Un tipo... miserabile... povero diavolo... mi sparla di Tobino”. Le critiche allo psichiatra riguardano la sua indecisione, e dal tipo di scelta che gli sottopongono si intuisce che è un alter ego di Fellini, perché deve scegliere il colore delle tende, decisione che in un manicomio di certo non si pone, mentre invece era di primaria importanza per il film, specie ora che era passato al colore, e in Giulietta degli Spiriti di tende ce ne sono molte. Quindi ciò potrebbe confermare la nostra ipotesi che Tobino possa rappresentare un lato inconscio di Fellini. “Forse a Tobino non interessa più dirigere il manicomio. In fondo le suore possono benissimo mandare avanti il folle baraccone senza di lui...” scrive al termine del suo resoconto. Forse ha compreso che non ha più necessità di dirigere un harem come in 8 e ½ e che le “suore” cioè le donne che non vivono la loro femminilità, possono farlo da sole, senza bisogno di un guardiano. Pare che in qualche maniera il sogno suggerisca a Federico che ciò che accomuna le internate alle suore, sia il rifiuto della sessualità con tutto ciò che ne consegue come la maternità, l’amore, eccetera. 22 settembre 1963 Un sogno molto criptico, molto difficile da interpretare, tuttavia da quello che si legge nella trascrizione di Federico, 157 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
si evince un conflitto con il Super Io, simboleggiato forse da dei poliziotti, che però potrebbero rappresentare anche dei meccanismi di difesa, tesi ad individuare e a neutralizzare la Zona d’ombra intesa come parte che ognuno di noi ha e non accetta pienamente, o perché contiene aspetti che non vogliamo vedere di noi stessi, o perché non pensiamo di meritare. Infatti c’è “un vecchietto ubriaco e semiparalizzato... molto pericoloso perché lo spiegamento degli agenti è imponente” e tentano di farlo salire su un “enorme autocarro”, che potrebbe simboleggiare un gruppo di persone caratterizzato da un forte archetipo del Maschile, forse nel suo ambiente di lavoro. Poi c’è una metamorfosi e il vecchietto diventa “un indiano, tozzo di statura, robustissimo... sul pianale del camion giace una forma avvolta in teli bianchi. È un altro indiano, sembra morto, o forse è stato gravemente ferito... dalla polizia, biascica parole di giustificazione al primo indiano, che sembra rimproverarlo... per essersi fatto picchiare… grida... e dalle sue dita prodigiosamente fa cadere tutt’intorno, su di noi, zampilli d’acqua”. Splendida questa scena del suo film notturno, che si conclude in maniera molto positiva con una sorta di purificazione collettiva, con il getto d’acqua che si riversa su tutti i presenti. L’acqua infatti può simboleggiare il lavare, il pulire vecchie ferite o frustrazioni che è necessario lasciare andare, per procedere più liberi e leggeri nel cammino della vita, perdonando tutti coloro che sono coinvolti in situazioni spiacevoli, e così smettendo i panni delle vittime per assumere quelli di coloro che sono artefici della propria vita.
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Un sogno sempre con la stessa data, 22 settembre Un sogno molto caratteristico. Federico è sdraiato su “un bianco vascello”, cioè il corpo di una donna, che lui chiama P., divenuto “un enorme, morbidissimo, mezzo di trasporto... più largo della strada sulla quale è sdraiata... scivola... che meraviglia! Come sto bene qua sopra!”. Il disegno è ancora più esplicito delle sue parole, e ci presenta una gigantessa nuda che viaggia su una strada che sembra un binario per treni, e quindi a maggior ragione può rappresentare la vita, il viaggio meraviglioso che possiamo fare in questa dimensione. È l’archetipo del Femminile per eccellenza, un magico vascello, dal quale Federico letteralmente si lascia avvolgere. Sembra anche una reminiscenza dei momenti dell’allattamento, infatti si ritrae piccino rispetto alla donna, che diventa una sorta di figura materna (vedi Fellini Metafisico pag. 98 e pag. 275) anche se lui la identifica come P. È attaccato al suo seno: “disteso sul suo bianco vasto pancione... aggrappato gioiosamente alle sue immense tette che si alzano come rotonde colline dinnanzi a me...”. Una vera Ode al Femminile, che genera vita, gioia e amore per tutta la durata della nostra esistenza. Pochi maschi giungono ad una simile considerazione del sesso opposto. Secondo Fellini, e a ragione, aggiungiamo noi, senza l’amore del Femminile non si può vivere, per questo lui ha deciso di lasciarsi condurre in questo magico viaggio dalla sua energia dolce, intuitiva, sensibile, creativa eccetera, letteralmente a bordo di una Nave, quella del Femminile, a cui molto più avanti dedicherà un capolavoro: E la nave va.
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30 settembre 1963 “Il favoloso treno a sette piani”, è il titolo del disegno corrispondente. Ci sembra ancora un sogno dedicato alla vita, questa volta un’Ode alla vita, essendo forse il treno un simbolo del viaggio terrestre, come pure il numero sette, come abbiamo già spiegato. Il favoloso treno a sette piani sembra un fortissimo messaggio positivo per Federico, che forse ha superato momenti molto difficili, ed ora sta ricominciando a gioire e ad apprezzare la bellezza della vita, infatti il disegno mostra un treno molto alto, sette piani, e pieno di persone con bagagli che si apprestano a salire. La vettura è orientata destra, quindi potrebbe essere un riferimento al futuro, all’accettazione di una lunga vita, come infatti sarà. Il sogno seguente, sempre nella stessa data, è un po’ più criptico, per fortuna un disegno lo illustra molto bene e ci dà qualche indicazione in più. Federico, nel suo film notturno, anzi il “lavoro notturno”, come lo chiamava lui, è a teatro, legato alla poltrona come se fosse in una sorta di giostra in un Luna Park. Infatti “mi sento succhiato all’indietro e trasportato in alto. La platea è come un enorme imbuto, sul fondo c’è il palcoscenico, laggiù verrà la rappresentazione...” scrive Federico a destra della sua rappresentazione grafica, a simboleggiare, forse che sono l’una lo specchio dell’altra, cioè entrambe messe in scena di importanti contenuti psichici. Federico è colorato di nero, come spesso faceva con se stesso. Quello che è nuovo in questo disegno è la tratteggiatura del suo sguardo (aveva precedentemente tracciato lo sguardo duro di Luchino Visconti nei suoi confronti), orientata verso 160 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
il vertice del cono, e sul palcoscenico, che però ha la forma di una lente. Il tutto sembra una sezione di un cocchio, oppure il fascio di luce che esce da un proiettore, forse in termini simbolici non fa molta differenza. Attorno al cono ci sono tratteggiature nere, a rappresentare l’oscurità, forse il buio di una sala; all’interno il cono è per la maggior parte colorato di blu, esclusa una piccola zona gialla, luminosa che ha origine dalla lente, ovvero in questo sogno il palcoscenico per Federico. Sembra un sogno che suggerisce come la percezione del reale sia per noi illusoria, una sorta di mito della caverna di Platone, infatti anche Fellini è incatenato come lo sono gli esseri umani nel mito platonico. Federico legato alla sua poltrona può vedere dall’alto, perché ormai il suo percorso di vita è stato così fecondo e impegnativo da averlo elevato molto rispetto a tanti altri suoi contemporanei, che non lo comprendevano a pieno, ma lui aveva capito molto bene che le percezioni creano la nostre vite! Come dicono alcuni autori contemporanei che si riconoscono nella PNL, Programmazione Neuro Linguistica, la mappa non è il territorio. Ma i nostri filtri, le lenti con cui osserviamo il mondo, modificano la realtà, anzi la determinano, in fondo noi la costruiamo anche con le nostre percezioni. Un’altra possibile interpretazione riguarda il viaggio dantesco nella cavità dell’Inferno, fino al culmine inferiore, dove si può invertire il cammino di discesa e cominciare la salita della montagna del Purgatorio, inteso come parte del cammino interiore che ci conduce da uno stato di profonda sofferenza ad una condizione di pace, gioia, serenità, massima aspirazione per noi in questo viaggio, rappresentata dal Paradiso (vedi Finalmente Beatrice, pag 83, 84).
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18 ottobre del 1963 “UN SOGNO MOLTO IMPORTANTE”, scrive Federico al termine della sua descrizione, che si integra nella pagina con il disegno, in modo molto originale e creativo, ancor più del solito, rendendola un vero gioiello espressivo, simile ai lavori dei Futuristi, con le parole in evidenza all’interno della pagina; in questo caso la parola ROMA è sopra il binario a destra, con le lettere arancioni e contornata di giallo, e FREGENE sotto il binario, a sinistra, sempre in arancione e con un’unica sottolineatura gialla, forse a simboleggiare uno spartiacque, un momento decisivo nella sua vita personale ma anche artistica e professionale e forse per questo è fermo ad un passaggio a livello, cioè forse un passaggio di livello, di forte crescita… Nel disegno il treno proviene da sinistra, anzi letteralmente sbuca dal margine sinistro del foglio, come se uscisse da una galleria, in una rinascita non ancora completata, perché non ne è ancora completamente fuori, ed è orientato a destra, leggermente inclinato verso il basso, dove c’è un bel prato colorato di verde e due personaggi: Federico e il burlone, che si fronteggiano, conversando. “Al passaggio a livello tra Roma e Fregene assisto ad una strana manovra compiuta da una vecchia locomotiva su di un binario (morto?)”. Fin qui la simbologia sembra relativamente semplice: la locomotiva è vecchia, cioè il modo di vivere (abbiamo più volte scritto che le locomotive dei treni possono simboleggiare il viaggio della vita) non è più adeguato al momento presente, ma ancora troppo rivolto al passato, e per questo Federico è fermo ad un passaggio a livello, perché non può procedere nella sua crescita fin che non ha affrontato e risolto le problematiche di cui parla il sogno, anzi finché non ha prima di tutto 162 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
accettato di vederle. Dunque la locomotiva che non è adeguata al presente fa una strana manovra, e su un binario morto, cioè forse simbolicamente una strada senza uscita, come lo erano le situazioni descritte ne La dolce vita. La manovra è un andare avanti e indietro del trenino, cioè una coazione a ripetere, un gioco psicologico che si è instaurato e che si ripete. Il treno passa sopra e poi indietreggia su tre persone sdraiate su “una specie di pancone” scrive Federico, che sembra un podio, con il gradino più alto al centro, dove è posizionato il personaggio principale, quello che “prende in giro tutti”, e potrebbe rappresentare, essendo più in alto degli altri due, un personaggio interiore evoluto che preannuncia un forte cambiamento di libertà. Infatti poi si alza e parla con Federico, come al solito di spalle e mentre l’altro davanti a lui, “il tipo burlone”, gli fa da specchio, e risponde alla domanda di Fellini che gli chiede: “Ma se le sue spalle fossero più larghe?”. “...Sarebbero guai, Sarei stritolato!... Il bel giochetto è possibile... Non è pericoloso. Si può continuarlo indefinitamente. Però ci vogliono le spalle larghe esattamente così!”. La parola “esattamente” è sottolineata due volte, quindi anche Federico ne riconosceva l’importanza, così come “possibile” e “larghe”. Sembra quindi che sia descritto un gioco psicologico ricorrente, di quelli che vengono definiti preferiti, e in questo caso un gioco nel quale ci sono delle vittime, che accettano di sottoporsi a situazioni molto rischiose, come succedeva ne La strada al Matto e a Gelsomina. Per fortuna tutto si risolve positivamente, ma c’è comunque uno stallo, un blocco, come simboleggiato dal passaggio a livello e dal binario morto. Inoltre la locomotiva appartiene al passato, è un vecchio modello. Il sogno sta suggerendo a Federico che è ora di smettere di fare questo gioco, anche se, per misura, gli è andata sempre 163 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
bene; è comunque uno spreco di energie, e non porta da nessuna parte, ma solo a ripetere continuamente un vecchio schema di personalità che oramai non è più adeguato al suo presente e al suo livello evolutivo. Tuttavia un’indicazione importate sembra venire dai nomi delle città, Roma e Fregene, dal loro colore, e soprattutto dalle posizioni in cui sono scritte. Infatti, come abbiamo già accennato, Roma e quindi anche il suo contrario Amor, sono in alto a destra, mentre Fregene in basso a sinistra. Siccome Fregene è una località di mare, il tutto potrebbe significare il passaggio dal mare alla città, cioè una grandissima rinascita, dato che il mare è un simbolo materno per eccellenza ed anche del liquido amniotico. Quindi passare da Fregene a Roma potrebbe voler dire che Federico si sta preparando ad una nuova vita, come aveva fatto quando da Rimini era partito per Roma da ragazzo. Infatti “il giochetto è stato ripetuto tre o quattro volte”, scrive Federico, che in fondo è un tipo burlone e sta imparando ad amare; con tutti i suoi giochetti sta evolvendo dall’archetipo del Martire rappresentato da Il Matto ne La strada, a quello del Mago. È un nuovo modo di essere più consapevole e prudente, che si rende maggiormente conto delle realtà in cui vive e riesce a realizzare sogni e progetti, senza il bisogno di mettersi in pericolo. Visione 17 Novembre 1963 Un sogno “metafisico”, simbolico e archetipico nello stesso tempo, anzi non è un sogno, ma una visione, come specifica lui stesso. “In un paesaggio desertico, vedo un monticello di sabbia, dalla sommità spunta l’enorme testa di un gigantesco serpente che ha lo stesso colore della Piramide... mi sembra di veder 164 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
spuntare la coda ...alla base del monte. Alla sinistra c’erano un gatto ed una piccola scimmia...” scrive Federico dandoci molti suggerimenti per la difficile interpretazione. Innanzi tutto l’atmosfera è da antico Egitto, c’è il deserto e pure una piramide. Il giallo è il colore dominante, l’azzurro spunta in alto per definire il cielo; c’è un ombra nera che si delinea a destra della Piramide ed è verde il serpentone – dinosauro: “Il serpentone dormiva? Era morto da secoli?” ci dice infatti Fellini aiutandoci a capire la simbologia. Il gatto e la scimmietta sono in basso a sinistra nel disegno, sono piccoli, rispetto alle altre figure disegnate, colorati di marrone la scimmia e di giallo il gatto; da loro si allungano sinuose ombre nere. Sembra proprio che che questa visione suggerisca una simbologia egizia, e in qualche modo approfondisce forse il messaggio del sogno precedente, cioè gli dice che pur essendo una persona fortemente spirituale e di grandissimo valore, ha bisogno di lasciare andare vecchi schemi che non sono più adeguati al presente: simbolicamente potremmo dire tratti egizi della personalità, che la sua interiorità accomuna ai dinosauri, cioè a modi vivere ormai quasi estinti, tipici solo di pochi. Il dinosauro è quasi tutto nascosto dalla Piramide, mentre le piccole bestioline sono al margine del disegno. Il gatto era molto importante nell’antico Egitto, era sacro ad Iside, e simbolo di grazia e benevolenza; veniva mummificato insieme ai suoi padroni. Da animale sacro, divenne una vera divinità, a volte rappresentata mentre uccide un serpente. Fu paragonato ad Artemide, come protettrice della famiglia. La scimmia può alludere alla capacità di risolvere problemi con umorismo, oppure a schemi di comportamento più evoluti, rispetto al rettile o al gatto. Nell’antico Egitto era ornamento per le tombe dei faraoni, era guida per gli spiriti degli umani e proteggeva eruditi e scribi. 165 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Forse la visione gli suggerisce che anche se il gatto e la scimmia sono di dimensioni molto più ridotte rispetto al rettile, lo possono comunque affrontare, anzi sconfiggere; sembra un po’ una sconfitta del drago, inteso come difficoltà del momento, che potrebbe essere la Piramide, come simbolo di un modo di vivere non più adeguato al presente. Potrebbe essere un suggerimento ad utilizzare i suoi talenti unici e spirituali in modo nuovo più moderno ed efficace. 18 Novembre 1963 Un sogno di angoscia molto forte. Federico sta “bighellonando di notte... in vestaglia... faccio il buffone con Geleng e Pietro Bianchi” mentre viene fermato da tre poliziotti, che con tono di disprezzo gli chiedono cosa stia facendo e lo dichiarano in stato di arresto. Rinaldo Geleng e Pietro Bianchi sono amici, il primo un pittore che ha lo studio in via Margutta, e che collabora con lui per i manifesti pubblicitari, il secondo è un giornalista e critico. Il sogno forse gli dice che nonostante l’appoggio di numerosi amici e collaboratori, ha anche tanti detrattori che stanno cercando di fermarlo. Lui cerca di difendersi con maschere, come la vestaglia o meccanismi di difesa simboleggiati forse dal suo fare il buffone, ma i poliziotti lo conducono in questura, a sbrigare formalità burocratiche, dopo che gli amici si sono allontanati, forse esprimendo così le sue paure di non essere sostenuto da loro in caso di necessità. “Sono solo. Arrestato, ma solo” scrive infatti Federico, che ha ben compreso anche in sogno che quanto più una persona evolve, minori sono coloro con con i quali può comunicare profondamente o sui quali può contare. “È un abuso tenermi qui!... Deve aspettare... Che stupido sono stato”, scrive Federico, che si sente rifiutare il permesso di avvertire la moglie. 166 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
“L’angoscia mi strangola. So di non aver commesso nulla di male, so di essere a posto con la legge, ma so anche di essere caduto in trappola”, scrive e sottolinea Fellini, dicendoci così che questo è il significato essenziale del sogno. “Non c’è niente da fare. Nessuno può aiutarmi... Mi sono lasciato prendere. Debbo aspettare l’interrogatorio”. Federico sente che subirà molte critiche e pressioni dovute ai messaggi profondi ed espliciti nello stesso tempo dei suoi capolavori, e che questo film in particolare sarà molto chiaro sul peso dei condizionamenti sulle nostre vite, e sulla difficoltà che causano alle nostre realizzazioni personali. Un sogno profetico, dato che dopo Giulietta degli Spiriti resterà davvero solo, e dovrà ricostruire tutti i legami professionali per poter ricominciare a realizzare film. Segue un disegno di una stazione Ferroviaria dal titolo “Calcestruzzo in eccesso” con una breve trascrizione: “Nota: questa stazione non serviva più da tempo, crollava da tutte le parti. Hanno tentato di tenerla in piedi ma hanno messo troppo calcestruzzo. Non si può partire”, scrive Fellini. Questo particolare disegno e la relativa descrizione a nostro avviso confermano le ipotesi più volte espresse sulle locomotive antiche, e cioè che possano rappresentare modi di vivere non più adeguati al presente, che necessitano di essere aggiornati, resi adatti al momento attuale. “Ma allora non si può partire?” chiede Federico in una nuvoletta tipica del fumetto, ad uno strano personaggio che ha la testa staccata dal corpo, forse a voler simboleggiare che non ha nessun collegamento fra il corpo e la mente, che invece devono averlo per poter viver bene. Sembra la dicotomia cartesiana, cogito ergo sum, che è bene superare per andare verso 167 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
una concezione olistica dell’esistenza nella quale i collegamenti siano di fondamentale importanza. Tornando alla stazione nel disegno, Federico scrive che non si può partire perché è stata costruita con un eccesso di calcestruzzo, messi ben in evidenza con tre inserti che sembrano gigantesche carote, o tre denti. Il calcestruzzo è una miscela di cemento, acqua, sabbia e ghiaia, a cui si può aggiungere il ferro se lo si vuole armato, cioè molto resistente. Quindi questo sogno potrebbe suggerire a Federico che la Stazione, cioè il punto in cui si trova ora nel suo percorso spirituale, è troppo pesante dal punto di vista dell’archetipo del Maschile, e che per poter proseguire nel suo viaggio ha bisogno di alleggerirlo. Certo la stazione aveva bisogno di restauri per poter ricominciar a funzionare, cioè di cambiamenti significativi, che consentissero all’energia di continuare a fluire in modo efficace, cioè forse il collegamento mente – corpo da ripristinare, come si vede nel disegno dell’interlocutore di Fellini, forse il capostazione; ma l’aggiunta di calcestruzzo è stata eccessiva. E questo potrebbe essere un riferimento alla Fase Orale dello Sviluppo Libidico, dato che i denti sono sempre un riferimento all’aggressività che si manifesta alla fine dell’allattamento, quando al bambino iniziano a spuntare i denti, segno che l’alimentazione ha bisogno di essere modificata, proprio come la stazione ferroviaria in questione. Quindi la tappa che viene ricordata è forse quella della fine della Fase Orale; per superarla è stato necessario usare “il calcestruzzo”, cioè un materiale molto forte, come la personalità del Maestro, il quale ora è alle prese con un altro cambiamento fondamentale, forse quello in cui si instaura una forte connessione fra mente e corpo, fra razionalità e sensibilità, fra Maschile e Femminile, in definitiva. 168 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Sembra di poter affermare che questo sogno sia un fondamentale architrave del Libro dei Sogni. Ricapitolando, la Stazione, rappresentata come una casa, può simboleggiare una tappa dello Sviluppo libidico e affettivo e forse della Fase Orale, dato che le aggiunte di calcestruzzo sembrano denti, i quali in effetti sono costituiti da calcio. Sembra sia descritto il momento in cui l’allattamento non è più completamente passivo, ma il bambino inizia con i suoi denti a mordere il seno. Questo fondamentale passaggio dello sviluppo umano è collegato all’unione tra il corpo e al mente, simboleggiata qui dall’interlocutore di Fellini che ha la testa staccata dal corpo. Dopo aver superato questo stallo, Federico può ripartire per la sua strada, rappresentata forse dai binari che si dipartono dalla stazione, verso il margine destro del disegno e verso l’alto, in segno di crescita. Possiamo ipotizzare che Fellini stia per compiere un forte salto evolutivo, come vedremo con il film citato, Giulietta Degli Spiriti. Va precisato che se una particolare fase dell’infanzia, in questo caso quella orale rappresentata dalla stazione con l’inserimento dei denti, ricompare nel presente nei disegni può voler dire che la persona sta nuovamente affrontando problematiche simili o relative a quella tappa del suo sviluppo e forse per superarla pienamente, se non l’aveva ancora fatto, come ci ha spiegato Freud, in Tre saggi sulla teoria sessuale. 20 novembre 1963 Un sogno in cui sembra espresso con molta chiarezza quanto Fellini e Bernhard fossero divenuti intimi, quasi una relazione filiale, come scriverà Federico stesso in occasione della morte dello psicoanalista, che purtroppo avverrà il 29 giugno del 1965. 169 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
“Sono invitato da Bernhard a restar a dormire a casa sua, nel suo letto!... Che gioia! Sul vasto lettone ridiamo scherziamo come bambini... la signora Bernhard... è contenta”, scrive Federico a conferma della loro relazione molto stretta. A questo punto ci sono una serie di episodi, quasi scene di un film, che stupiscono ed emozionano nello stesso tempo sia per l’originalità dei contenuti, sia per come abbiano anticipato ciò che succederà qualche mese dopo, cioè la morte dell’analista. Federico cerca di recuperare delle pillole che servano come antidoto per il suo analista, il quale desidera salire al piano superiore in cui si sta celebrando un “rito occulto, una misteriosa cerimonia che attira con grande suggestione Bernhard” scrive Fellini. “Può essere molto pericoloso per lui... al punto da essergli fatale”. Egli sale e per questo chiede a Federico di procurargli le pillole antidoto. “Al piano di sotto abita il fratello di B. con la moglie, sta lavorando di pialla attorno a due o tre crocefissi... rifiuta di darmi le pillole... ora io sono riuscito... ad avere... le pillole”. Il sogno lo sta avvertendo che B. è in pericolo. Forse la chiave di tutto l’enigma simbolico sta nei “crocefissi” che il fratello sta piallando, cioè nell’indulgere in un ruolo da vittima che gli può essere fatale. Federico cerca le “pillole”, un antidoto al pericolo, ma i “riti occulti” sono pericolosi, specie per un anziano che non è più forte come un tempo. L’impressione che ci suscita questo sogno è che stessero facendo un gioco psicologico molto pericoloso, specie mentre stavano girando il film citato che, come tutti sappiamo, affrontava temi forti e nuovi per l’epoca. Parlare di Psicodramma, di sedute spiritiche, di dimensioni spirituali, di condizionamenti familiari così potenti da riuscire a bloccare la realizzazione personale era molto difficile. I detrattori e gli antagonisti, abbiamo visto già in occasione de La Dolce Vita, erano molti; 170 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
tutti sapevano quanto B. lo ispirasse e sostenesse, quindi era un bersaglio di critiche di coloro che non accettavano la libertà espressiva di Fellini e che desideravano ostacolarlo. Sappiamo anche che B. non approvava le sedute spiritiche che invece affascinavano Federico, quindi sembra che in questo sogno si siano condensate diverse istanze, ma con un avvertimento che purtroppo aveva ragione di essere. La scena del film notturno si sposta a Fregene, nella casa di Federico e Giulietta, che sarà fedelmente ricostruita per il film citato. “Attirati dai gatti si aggirano nel nostro giardino leonesse e leoni. Uno di essi atterra Giulietta... non le farà alcun male... solo un piccolissimo graffio”, scrive Federico e aggiunge un disegno molto espressivo nel quale un bellissimo leone sovrasta Giulietta, che è molto spaventata tanto da essersi spostata e Federico si è ritratto di profilo, in una posizione molto elegante e nello stesso tempo rassicurante, dato che vuole tranquillizzare la moglie, sul fatto che il leone non sia pericoloso. Simbolicamente il leone potrebbe essere un aspetto di Federico, che Giulietta teme: forse la sua forza che a volte sfocia in aggressività, specie nei momenti di rabbia. Inoltre non possiamo dimenticare che Fellini a livello linguistico assomiglia molto a felini, quindi il suo inconscio potrebbe aver utilizzato questo simbolo, il leone, per suggerirgli di essere più tenero con la moglie, che troppo spesso si sottomette a lui, come racconta il film in registrazione in quel periodo. Un’altra scena del film onirico, ambientata sempre nel giardino della casa di Fregene: “...un favoloso orrendo falco bianco... tra i suoi artigli un colombo grigio... forse è di nostra proprietà... il falco lascia cadere il colombo... Giocano?... 171 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Che senso ha?...” scrive Federico e sotto aggiunge un disegno molto bello, nel quale si ritrae di spalle in un prato, mentre osserva il falco librarsi in aria con il colombo fra gli artigli. Con la solita nuvoletta fumettistica esprime le sue considerazioni su ciò che sta osservando: “Che orrore! Povero colombo... il favoloso uccellaccio… lo sgozzerà!”. Sembra che questa scena onirica sia una metafora della prima parte del sogno, cioè forse il colombo potrebbe rappresentare B. che è vittima di un fortissimo aggressore. Federico lo vede, ma non riesce a far nulla per salvarlo. L’uccello è bianco, contornato di blu, attorniato da un tratteggio azzurro e poi rosa, molto luminoso, mentre si sta staccando dal prato verde. Gli artigli ed il becco sono gialli, come gli occhi, l’interno delle ali e il contorno della testa, “formata da tanti atomi separati e sospesi” scrive Fellini. Quello che meraviglia maggiormente, leggendo il testo ed osservando il disegno del rapace che trattiene il colombo, è il fatto che ricordi un po’ l’uccello meccanico protagonista del film Casanova, molti anni dopo. Se così fosse, cioè se l’uccello che si eleva avesse ispirato quello meccanico associato alla sessualità del grande veneziano, allora forse anche questo uccello potrebbe rappresentare l’energia sessuale, non meccanica in questo caso, ma predatoria, come quella di tanti personaggi felliniani, da Zampanò ne La Strada a Oscar, di Le notti di Cabiria, cioè manipolatori narcisistici, che non esitano a depredare le vittime, per poi lasciarle svuotate di tutto ai limiti della sopravvivenza.
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1964 29 dicembre 1964 Un semaforo verde su una nuova dimensione, potrebbe essere il titolo di questo sogno. Infatti Federico si è disegnato in piedi, al volante della sua auto, che in realtà è una sorta di torre con le ruote, sulla sommità della quale lui si è posizionato. Il semaforo davanti a lui è verde, forse a significare che è finalmente pronto per un importante passaggio, nel quale può realizzare una maggiore armonia fa i suoi archetipi del Maschile, rappresentato qui dall’auto a forma di torre, e del Femminile. Lo sportello è spalancato, però, cioè forse le sue difese non sono ben attive e sta rischiando di essere “risucchiato fuori”, ma il semaforo è verde e lui deve decidere velocemente cosa fare: “Non posso restare fermo in mezzo alla strada... accelero e passo oltre. Tutto va bene”, scrive e tutti noi possiamo capire cosa abbia deciso di fare! Visione ipnagogica del 29 dicembre 1964 Ecco l’inganno del Super Io Sabotatore e proprio nella stessa notte del sogno del semaforo verde al passaggio ad un nuova dimensione, fuori dal tetragono, dal cubo di Cabiria, da una dimensione bassa molto terrena ad una più leggera e spirituale... ATMOSFERA BIANCO E CELESTE “Il cucchiaino scivola lungo il muro, la tavola di legno lo ferma, lo blocca...” scrive Federico, e ci sembra che questa 173 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
visualizzazione voglia suggerirgli il contrario di quanto ha appena sognato, e cioè di restare al punto in cui si trova, simboleggiato forse dalla tavola di legno, mentre la nuova dimensione potrebbe essere rappresentata dal cucchiaino verticale, che è una bella sintesi di Maschile (il manico) e Femminile (la parte concava). In sintesi, la visione gli suggerisce che non può realizzare l’armonia fra i due archetipi come desidera e come il sogno precedente lo sprona a fare. Questo tipo di conflitto interiore si verifica molto spesso, specie nei momenti di transizione, quando il nuovo non si è ancora pienamente instaurato. Significa solamente che occorre lottare ancora un po’ per superare il vecchio paradigma che dà l’imprinting alle nostre vite, affinché il nuovo possa affermarsi e manifestare così il cambiamento da ogni punto di vista.
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1965 Federico chiama B. al telefono: “Come va? – mi dice e la sua voce è tremante. È di nuovo ammalato? Ha avuto una ricaduta?... Non riesco a capire la sua risposta. Ora sono nel suo studio... un librone sopra c’è scritto Dottrina... Jung ha trascritto in questo libro tutte le sue esperienze di medico e il suo pensiero di filosofo”, scrive Federico mostrandoci quanto fosse affezionato a Bernhard e interessato alle teorie di Jung, infatti il sogno si sposta velocemente da casa sua allo studio dell’analista. Il librone è anche disegnato sul margine destro della trascrizione. Ha la copertina colorata di blu, e le pagine in giallo, ed è circondato dalle solite tratteggiature tipiche della mano di Federico, azzurre sul lato sinistro del volumone, e blu sui restanti lati, forse a voler simboleggiare che lo hanno aiutato a ritrovare la calma. In effetti questa relazione e le teorie a cui si riferisce sono state molto importanti per lui, e non solo dal punto di vista terapeutico, ma professionale ed umano ed anche per tutti noi che ora possiamo beneficiare dei suoi film e di questo straordinario documento artistico e professionale in senso lato che è Il Libro dei Sogni. “B. interpreta il sogno riferendolo alle mie preoccupazioni al finale del film. L’aspetto dottrinario non è proporzionato alla... mia storia....” scrive Fellini. Bernhard aveva ragione, ovviamente, anche perché, come ci ricorda Kezich nelle sue opere, Federico aveva spesso difficoltà quando si trattava dei finale dei suoi film, anzi la prima volta che è stato male dal punto di vista psicologico è stato proprio in occasione del finale de La Strada e per questo Giulietta lo aveva spinto a farsi aiutare da un analista. Federico accettò il suo consiglio, ma non si trovò bene e solo in seguito conobbe Bernhard, con gli esiti che conosciamo, e cioè di una 175 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
relazione che ha dato frutti di inestimabile valore per l’intera Umanità. Un altro sogno pieno d’angoscia: “Il mostriciattolo muto da mia cognata... sembra sia figlio di Giulietta e mio. È pazzo... potrebbe ucciderci”. In queste frasi si percepisce molto intenso ancora il dolore per la perdita dei figli, e il desiderio struggente di averne, come d’altronde era normale che fosse. Ancora un sogno doloroso. “Giulietta... grida: Basta! Questa tua storia con A... deve finire!... Nel sogno pensavo che G. aveva ragione... ma… non sono pronto, non ho la forza...” scrive Federico riportandoci all’atmosfera descritta in 8 e ½, carica di litigi e rabbia. 5 Febbraio 1965 “Ieri ho finito il film Giulietta degli Spiriti. Questa notte ho fatto questo sogno: Il vecchio elefante cieco non serve più al circo... viene condotto sotto la tenda... gli legano... la proboscide mentre altri lo tengono fermo tirandolo per le immense orecchie... tutto è pronto per l’uccisione... Menicuccio... lo colpisce... e... il grande elefante crolla, morto” scrive Federico. Un sogno molto angosciante. Un vero rito di uccisione che sembra di un padre, poiché l’elefante è vecchio, ma date “le immense orecchie” e visto il bellissimo disegno di Fellini che occupa un’intera pagina si intuisce si tratti di Dumbo, il famoso personaggio della fiaba omonima, e quindi di un figlio. Ipotesi confermata anche dal fatto che nel titolo del disegno si legge: “Uccisione del vecchio elefante cieco in mezzo alla pista” e, dunque, doppiamente figlio dato che Edipo, 176 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
il protagonista della tragedia greca omonima si era accecato per per l’orrore provato per aver scoperto di aver sposato la madre dopo aver ucciso il padre. Questo elefante potrebbe rappresentare dunque un figlio con un attaccamento edipico molto forte alla madre. Ad ulteriore conferma, nella parte inferiore del foglio Federico si ritrae di fronte, come raramente fa, nell’atto di rispondere al telefono alla mamma, che lo sta chiamando da Rimini. Fellini sente “il suo respiro affannato” e si preoccupa moltissimo. Da tutti questi particolari, possiamo evincere che Dumbo possa rappresentare un lato inconscio della personalità di Federico, che come il personaggio della fiaba è sempre pronto a difendere la madre, e a liberarla dalla prigione nella quale è stata rinchiusa, nel caso loro forse a causa del suo matrimonio contrastato. Inoltre Dumbo è un elefante che impara a trasformare la sua diversità in talento e riesce persino a volare, realizzando così il suo più alto potenziale. Tuttavia in questo disegno l’elefante sta per essere ucciso, e ciò potrebbe alludere alla paura del regista della reazione del pubblico alla sua nuova opera, che ha appena terminato, che è in effetti era molto forte, per l’epoca. Molto bella la rappresentazione grafica di Federico, con l’elefante in mezzo alla pista, e Menicuccio in primo piano, che sembra un suo alter ego, con un cappello simile a quelli che usava lui, in testa. Sembra anche un moderno Gulliver che si lascia prendere in trappola da un esercito di lillipuziani. 13 febbraio 1965 Un sogno che racconta la Fase Anale dello sviluppo libidico. Infatti Federico sogna di avere “la bocca tenacemente 177 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
impastata di merda. Ma che ho fatto? Ne ho mangiata? I denti, le gengive sono ricoperti da elastiche cacche che non riesco a sputar fuori. Curvo sulla moviola tentavo con uno spazzolino di liberarmi la bocca...” Il significato sembra molto esplicito e forse in continuità con il sogno della Stazione del 18 Novembre 1964, cioè un tentativo di rimuovere residui delle prime fasi dello sviluppo per poter procedere avanti spedito nella suo processo di individuazione. La bocca è la zona erogena principale della Fase Orale; sognarla piena di feci potrebbe voler suggerire alla parte cosciente del sognatore, Fellini in questo caso, che c’è come un ingorgo emozionale che impedisce la libera circolazione di idee, energia eccetera, quindi occorre fare pulizia; e quale miglior modo che dedicarsi con passione alla propria vocazione? Il sogno gli consiglia di non ascoltare critiche o pressioni che lo vogliono sporcare, sminuire, denigrare, ma di proseguire per per la sua strada, con i suoi strumenti ed i suoi talenti personali. Sempre nella stessa notte, un sogno affine. A proposito di rivalità e critiche, forse Federico teme di essere abbandonato dai collaboratori più intimi e fidati, come il produttore Dino De Laurentiis, lo sceneggiatore Ennio Flaiano e teme anche la competizione con il noto regista Alessandro Blasetti. Infatti nel sogno De Laurentiis e Blasetti stanno provocando un ghepardo molto feroce imprigionato in una gabbia del circo, che improvvisamente assale Fellini. “Sento il suo orrendo alito caldo sul volto, le fauci spalancate sulla mia gola. De Laurentiis e Blasetti sono impotenti, non possono portarmi nessun aiuto... Morirò?...” scrive Federico, e disegna un ghepardo molto bello ed agguerrito, con le fauci spalancate, denti aguzzi, unghie affilate e un mantello maculato splendente, l’ac178 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
quolina che scende dalla bocca in segno di grande desiderio di mangiare una preda e ombreggiature tratteggiate e sfumate dal nero al giallo man mano che si allontano dalla testa della belva. Tratteggiature che sembrano prosecuzioni ideali degli artigli, a simboleggiarne l’aggressività. Tuttavia, nel Dizionario dei Simboli di Chevalier e Gheerbrant, alla voce leopardo si legge che gli antichi sacerdoti egizi, indossavano una pelle di leopardo quando avevano superato e vinto una difficile prova, come una grave malattia o un avversario pericoloso. Quindi in questo caso il sogno potrebbe voler simboleggiare una vittoria per Federico, che forse aveva rischiato molto, quasi la vita, sembra. Forse si allude al conflitto con il fratello che poi viene espressamente citato, insieme ad altri amici con i quali era in contrasto: “mio fratello Riccardo, al solito sfidante, torvo, minaccioso... Anna Salvatore che appare all’improvviso uscendo da dietro una colonna...” (cioè simbolicamente un Maschile molto forte dal quale sta uscendo, evolvendo) “...e mi guarda con occhi imploranti una riconciliazione che teme di veder rifiutata. Flaiano, antipaticissimo, scostante che commenta sfavorevolmente gli scritti... che Vilallonga va pubblicando su Novella”. Inoltre il fratello aveva realizzato nel 1962 la pellicola Storie sulla sabbia e poi in seguito diverrà autore di documentari, specie sugli animali che adorava, tanto da essere ferito da uno scimpanzé e da entrare nelle gabbie delle tigri del Circo Orfei, come racconta lo scrittore e regista Gianfranco Angelucci nel sito I Fellini nel documentario intitolato L’altro Fellini, un regista e la sua ombra del 22 novembre 2013. Quali di queste contrapposizioni avrà vinto Federico? A nostro parere tutte, dato che è andato avanti per la sua strada a testa alta, con grinta, decisione passione e tanto coraggio. Certo che quanto alcuni sogni si siano ripresentati nella realtà anche se molti anni dopo ci provoca notevole stupore! 179 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
22 febbraio 1965 Ennesimo sogno di angoscia nel quale Federico teme di perdere Giulietta a causa di una gravissima malattia, che le potrebbe lasciare poco tempo da vivere. Come al solito è pieno di rimorsi. Ma anche il sogno è geniale come il suo autore e subito mostra un brindisi. “Morte e brindisi augurale come si festeggia non una morte ma una nascita!” scrive Federico e annota “Forse il senso del sogno è proprio questo: morte della fase Giulietta – rimorso e nascita di una nuova fase. Ah come sarei felice!” A questo punto anche noi siamo molto felici poiché questa nota dà valore alle nostre ipotesi, sul fatto che i sogni possano essere suggerimenti che zone inconsce della personalità inviano in maniera simbolica alla nostra parte cosciente che, come ci ha spiegato Jung, può essere rappresentata nei sogni dalla persona stessa. Inoltre si conferma anche che Federico stesso cercasse di capirne il senso, inteso sotto forma di intuizioni, consigli, indicazioni per il suo presente. Inoltre la morte in sogno non è detto possa alludere alla morte della persona rappresentata, ma ad una morte e rinascita, come scrive lo stesso Fellini, la morte di una parte della personalità, di una fase della vita, ed in questo caso sembra che abbia interpretato molto bene i suoi sogni, infatti potrebbe voler indicare la fine di una fase di rimorsi molto forti e l’inizio di una nuova, più libera da ogni punto di vista. Mi sembra che il brindisi sia proprio meritato. Interessantissimo osservare le parole sottolineate da Fellini: “(Così annotavo nel 65)... con lo champagne!... Morte e brindisi augurale... morte e nascita!... Giulietta – rimorsi... nuova fase”: se li leggiamo di seguito abbiamo una visione d’insieme sul significato del tutto, e la conferma di un’ipotesi che abbiamo espresso in Fellini metafisico, capitolo III, La 180 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
strada, a pagina 35. Ma proprio grazie a questo film Federico ha potuto riunire tre aspetti interiori, dato che, sia nell’arte che nei sogni, la morte di un personaggio può significare l’integrazione di quella componente psichica all’interno della personalità totale. Quindi la morte del Matto e di Gelsomina possono significare la definitiva uscita dall’Eden di Fellini. 27 febbraio 1965 Un sogno cinematografico per eccellenza, tre sequenze filmiche come tre fotogrammi in rapida successione, uno rivolto a sinistra, al passato, uno di fronte, l’altro a destra al futuro. Tre disegni, tre teste di Papa Giovanni, che sembrano busti del Bernini, per quanto sono somiglianti al reale, in tre diverse posizioni, successive e complementari come al cinema. Fellini era regista anche in sogno: “Vedo tre teste di Papa Giovanni... come tre primi piani cinematografici. Sembrava in visita alle carceri...” Papa Giovanni è vestito in rosso, con la papalina bianca, ma nel primo fotogramma è corrucciato: “Mal di cuore? Sdegno? È arrabbiato?” scrive Federico, mentre le altre due sono sorridenti e benevole e lui ne accarezza una. Sappiano con certezza dai libri di Kezich, quanto Fellini fosse affezionato a Papa Giovanni, tanto da riferire che il solo fatto che in Vaticano ci fosse lui e con la massima funzione, lo rassicurava e spesso la sera prima di rientrare a casa passava in auto davanti a Piazza S. Pietro pensando al Papa, anche per il ruolo di paciere fra le due grandi Superpotenze della Guerra Fredda. Chissà cosa può simboleggiare in questo sogno? Forse il Papa stesso, a causa della considerazione che ne aveva Federico, ma potrebbe alludere anche ad un’altra figura paterna, 181 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
come il padre biologico o anche Bernhard, divenuto un secondo padre. In ogni caso questo excursus cinematografico ci sembra teso ad una riappacificazione, al superamento di un conflitto, alla ricerca di approvazione da parte di una persona altamente significativa e dotata di un ruolo molto autorevole. Forse si tratta di una sintesi dei tre, il Papa come autorità religiosa, il padre come autorità familiare,e Bernhard come autorità scientifica. È un conflitto che forse riguarda il passato poiché il volto corrucciato è il primo, mentre gli altri due sono più sereni. Sembra che Federico si stia riconciliando con la figura paterna archetipica, con un Maschile forse un po’ dogmatico, con il quale ha faticato a relazionarsi. Ricorda un po’ una scena finale del Casanova... 19 marzo 1965 “Siamo a metà marzo. Ho visto paesaggi ricoperti di neve”, scrive Federico, ricordandoci di avere dentro di lui ancora del ghiaccio, alcune parti congelate a causa di un dolore così forte che ha impedito alle emozioni di manifestarsi. “Mio fratello che però era Giulietta... Lo maltratto, lo insulto... taceva mortificato col viso rassegnato di Gelsomina...” Le emozioni congelate sembrano riguardare il forte contrasto con il fratello, che ha le sembianze di Giulietta, a sua volta con l’ espressione rassegnata di Gelsomina. Una vera metamorfosi.
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23 marzo 1965 “...Riccardo, pallidissimo... L’espressione mite... rassegnata, di un martire. Gli sputo in faccia”, scrive Federico confermando le ipotesi del sogno precedente. In più in una Nota inserisce una chiarissima spiegazione sul significato che può avere assumere le sembianze di un’altra persona in sogno e cioè, proiettandosi sull’altro, la persona può migliorare o peggiorare, a seconda dei casi. In questo caso “Riccardo sta migliorando”, aggiunge Federico. Quello che attrae maggiormente la nostra attenzione è il collegamento fra Riccardo, Giulietta e Gelsomina, uniti dall’archetipo del Martire. Sembra che Federico voglia aiutare suo fratello ad evolvere verso ruoli più maturi, chiedendo l’aiuto di Giulietta la quale, mediante Gelsomina, lo invita ad essere più paziente e tollerante con Riccardo. 4 Aprile 1965 “Un piccolo cagnetto nero... mi dice: Io ho bisogno di mangiare”, scrive e sottolinea Federico, mentre disegna una giunonica Anita in versione fata, ma con il grande seno in evidenza. È un sogno nel quale finalmente Federico soddisfa il suo desiderio sessuale con la bellissima attrice; e forse questo è il senso della frase che il cagnetto gli rivolge, mentre lui è sdraiato su un materasso con davanti “avanzi di pollo e croste di pane”, che non sono tuttavia alimenti adatti al cane. Considerando che la realtà ci fa da specchio, forse anche in sogno ciò che abbiamo davanti in qualche modo ci rispecchia o perlomeno è molto importante, e allora il cagnolino potrebbe 183 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
essere il suo desiderio sessuale nei confronti della bellissima donna che l’inconscio maschera con il senso di fame. Anche il bisogno d’amore può essere definito fame, tanto più il desiderio sessuale. È interessante la piccola differenza tra il disegno e la sua descrizione, infatti lui dice di essere sdraiato su un materasso, mentre invece si è ritratto in una posizione yoga tipo quella “del loto”, come quella rappresentata in una scena del film appena terminato: Giulietta degli spiriti. Federico si è ritratto come sempre di spalle, ma questa volta colorato di blu, mentre il suo solito colore, il nero, è riservato al cane, che potrebbe rappresentare il suo vincolo matrimoniale con Giulietta, vincolo che chiede di essere nutrito maggiormente. Questa ipotesi sembra la più probabile, visto che rispecchia molto bene i temi trattati nel citato film. Ciò potrebbe voler dire che il loro rapporto vive un momento difficile... che però sarà felicemente superato. Va detto che ogni coppia attraversa momenti conflittuali e negarlo è difficile. L’essenziale è riuscire ad affrontarli e superarli, perché i contrasti fanno parte della vita. Bellissima è la rappresentazione di Anita, con un vestito azzurro tutto punteggiato di lustrini e contornata di una tratteggiatura blu, una sorta di aura spirituale. 7 Aprile 1965 Questo sogno sembra rispondere ai nostri dubbi. “A. è morta... Mi volta le spalle... Piango disperato, schiacciato dal peso di un grande dolore”. Sembra che Federico sia disperato per la morte di A. Abbiamo già detto che nel sogno la morte della persona citata non significa necessariamente la morte fisica di quella persona, ma l’integrazione psichica all’interno della personalità del sognatore di una compo184 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
nente, di un personaggio interiore, di un lato del carattere, eccetera, che l’inconscio ha scelto di rappresentare con quel determinato personaggio. In questo caso è in atto una “metamorfosi: tre gatti stanno mutandosi in cagnolini...”, scrive Federico, aggiungendo che si tratta di animali molto vivaci e giocherelloni, uno di sesso femminile che deve avere rapporti sessuali con gli altri due. Il sogno conferma che Fellini era in un momento di grande cambiamento, di evoluzione spirituale. Va detto che la morte dell’analista era vicina e l’inconscio sicuramente l’avvertiva, e questo rapporto a tre potrebbe alludere alla relazione edipica che si era instaurata fra lui e i coniugi Bernhard che lo consideravano ormai un figlio. Quindi la rivalità edipica di un padre e di un figlio nei confronti della madre/moglie. Infatti Federico sogna nella stessa notte di ricevere una lettera che Bernhard ha scritto sia a lui che alla moglie... a conferma dell’ipotesi che abbiamo appena formulato. Nella busta c’è anche una notizia ritagliata da un giornale che comunica che la signora Giovannini (forse la sua farmacista, che si era presa cura di lui in momenti difficili) è in ospedale. Da tutto ciò sembra che questo sogno esprima soprattutto la paura di Federico di restare solo, di non avere più punti di riferimento, a parte Giulietta, naturalmente. Federico continua scrivendo che la lettera si chiude con un suo anagramma, elaborato da Bernhard: “Federico Fellini, grande artista”, tracciato graficamente ad angolo retto, con la parte finale del cognome che fa da vertice alla definizione che lo accompagna. Più che un anagramma, sembra un messaggio d’addio che l’analista gli manda per via onirica. È come se gli dicesse: dovrai vivere senza di me perché il mio tempo terreno è finito, ma ricordati chi sei, cioè un grande artista. Difficile non commuoversi. 185 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Sempre nella stessa notte Liliana Betti, amica e stretta collaboratrice di Fellini in molti film, è in cima a una montagna e “fa la guardia a qualcuno o a qualcosa di indefinito... che aveva a che fare con la criminalità...” scrive Federico. E poi ancora: “Il giornale riporta la foto in prima pagina... Che faceva?... È morto... chi glielo aveva chiesto di andare sul monte?... Doveva morire perché era un moralista”, aggiunge Fellini inserendo, all’interno della descrizione verbale, il disegno di un ritaglio di giornale che ritrae un personaggio bendato sull’occhio sinistro. Il significato del sogno è particolarmente criptico, ma la rappresentazione grafica ci viene in aiuto. Sul lato sinistro del foglio Federico ha disegnato una montagna alta e ripida, sulla sommità della quale è rappresentata una donna che noi sappiamo essere Liliana Betti, alla cui destra c’è un grosso masso che sembra in bilico. La strada che probabilmente la Betti ha dovuto percorrere per arrivare in cima è contornata di nero e tratteggiata di verde. Sembra che il tutto voglia alludere a un desiderio di crescita, di raggiungere obiettivi importanti, rappresentato dal salire sulla cima della montagna e quindi in questo caso un desiderio di unione col Femminile, rappresentato dalla Betti. Il “qualcuno o qualcosa d’indefinito che ha a che fare con la criminalità” potrebbe rappresentare la Zona d’ombra e se quest’ipotesi è esatta, forse per questo è rappresentata con una zona nera vicino a lei. Quindi ricapitolando s’intuisce un desiderio di forte crescita che si può accompagnare all’unione tra il Maschile, il Femminile e la Zona d’ombra. A questo punto azzardiamo un’ipotesi ancor più affascinante, ma probabile: cioè che il personaggio in prima pagina sui giornali possa rappresentare il suo Super Io che si stra riducendo: troppo zelo non richiesto, “Doveva 186 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
morire perché era un moralista”. Come riporta Kezich a pagina 152 del Libro dei film, nel capitolo dedicato a Giulietta degli spiriti: “Una settimana prima d’iniziare il film, ho sognato che qualcuno mi cavava l’occhio destro con un cucchiaio. Non soffrii, ero sorpreso. Forse il sogno voleva dire che per questo film non mi serviva l’occhio destro, quello della realtà, ma solo il sinistro, quello della fantasia”. Questo personaggio che non ha più l’occhio della fantasia, cioè quello sinistro, può quindi rappresentare il Super Io di Federico che, come scrive lui stesso, è: “morto nel tentativo di scalare il monte. Voleva acciuffare il malvivente”. In sintesi: Liliana Betti può rappresentare il Femminile di Federico, infatti una donna che lavora nel cinema, come lui; la montagna è il suo Maschile; il masso indefinito la Zona d’ombra; questi si stanno unendo dopo una forte crescita rappresentata dal raggiungimento della cima della montagna. A questo punto l’uomo bendato potrebbe essere il suo Super Io che muore, cioè si riduce nel tentativo di fermare l’unione che abbiamo appena descritto. Questo sogno sembra suggerire al Maestro che i suoi sforzi per evolvere e maturare questa volta hanno avuto un esito veramente importante: l’unione di tre archetipi fondamentali come Maschile, Femminile e Ombra, e la riduzione della sua coscienza morale troppo forte. Infatti Federico scrive e sottolinea che doveva morire perché era un moralista. E, aggiungiamo noi, rischiava di fermare la sua creatività: per questo aveva l’occhio sinistro bendato. Un particolare a nostro avviso significativo: la testa disegnata nell’articolo di giornale è colorata di marrone e contornata di nero come la benda. Questo potrebbe significare che forse una delle cause delle tristezze molto forti che coglievano Federico era legata a questo “moralista” con troppo zelo non richiesto. Cioè il sogno sembra suggerire a Fellini di imparare 187 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
ad accettarsi di più, senza cadere in un eccesso di perfezionismo che sicuramente lo ha aiutato a creare i suoi capolavori, ma lo ha anche tanto affaticato e a volte bloccato. 19 Aprile 1965 Un altro sogno nel quale Federico esprime la sua angoscia di morte, che però evolve in maniera molto positiva. Federico è stato condannato a morte per impiccagione in una squallida periferia di Roma. Gli consegnano uno scontrino da presentare al boia nel giorno della sua impiccagione, che sarà nella domenica successiva. “Il numero dello scontrino è 69... che vergogna!” scrive Federico. È chiarissimo il riferimento all’unione sessuale del Maschile e del Femminile nella coppia di numeri, che però lui disegna in un’evoluzione che si completa col simbolo dello “Yin e Yang”. C’è anche un disegno molto chiaro con Federico rappresentato di spalle come al solito, con la solita testa a cuore, colorato di nero con una bordatura marrone chiaro – arancione, davanti a una forca e dopo aver consegnato il fatidico biglietto ad un boia che ha le sembianze di Gino Talamo dal cappello a cilindro come un clown. Il paesaggio è molto scarno, il cielo colorato di giallo intenso, come riflesso della luce solare e poi un prato verde, separato dal cielo da una linea che sembra una strada. Questa separazione dello spazio grafico potrebbe alludere alla distinzione tra Es, Io e Super Io, nell’ordine. In questo caso il disegno sembra suggerire che l’Es di Federico si sta rinnovando come un prato a primavera, che l’Io come istanza si è delineato ed è rappresentato dalla strada, mentre il Super Io è ancora molto forte, subisce potremmo dire il riverbero dei raggi solari, che rappresentano il Maschile per eccellenza. Per noi che osserviamo oggi questo straordinario docu188 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
mento è relativamente facile fare delle associazioni, ma per lui al momento non lo sarà stato di sicuro. Sembra infatti che questo Super Io così pesante lo avesse spinto quasi a distruggersi, cosa che per fortuna non è avvenuta perché l’unione dei suoi archetipi fondamentali lo ha sorretto, come mostra il disegno dell’evoluzione dei due numeri nel disegno citato. Infatti Federico dice: “a ripensarci bene, potrei anche non presentarmi...” e in una nota scrive: “Accettare il segno della Provvidenza. Necessità della morte di una vecchia fase per impiccagione, strozzamento, perché non è più buona l’aria che respiro...” Sono quindi due i messaggi veicolati da questo sogno. Primo, che non ha nessun senso autodistruggersi per sensi di colpa legati alla sua vita professionale o sociale e che alla fine tutto dipende da lui, compreso il sottrarsi a questo gioco in cui vittima è lui. C’è però un altro significato che Federico ha colto molto bene nella sua nota: cioè che tutto questo travaglio ha avuto come esito di accettare l’evoluzione, la fine di una vecchia fase che lo aveva condotto ad essere quasi soffocato dalle pressioni e dalle dipendenze di vario genere. Federico ha deciso di vivere, e per fortuna, diciamo noi, e di respirare un’aria migliore, più pulita. In riferimento a Gino Talamo, che nel disegno Fellini ha disegnato come boia intravediamo delle reminiscenze kafkiane, ma avendo egli recitato ne La dolce vita come clown con un cappello simile, è chiaro come il regista si sentisse in colpa al punto di pagare con la vita per aver realizzato dei film così trasgressivi per l’epoca. Questo particolare ci fa riflettere su come siano a volte assurdi alcuni comportamenti sia degli individui che delle masse, dato che anche solo pochi anni dopo, una avvenimento che dapprima era scandaloso, sia poi accettato in quanto artistico. 189 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Noi sappiamo però quanto Kafka sia stato per Federico importante per tutta la vita, visto che molti anni dopo, nel film Intervista, descrive il tentativo di realizzare un film basato sul romanzo giovanile America di Kafka. In questo sogno si ravvisano delle similitudini con il finale de Il processo, in quanto la scena evocata e rappresentata graficamente ricorda il finale incompiuto del romanzo. Fortunatamente l’esito di questo conflitto che entrambi hanno dovuto affrontare, cioè l’angoscia ed il senso di colpa per aver realizzato opere artistiche fortemente innovative, ha avuto esiti opposti, dato che Kafka non solo è morto giovane, ma aveva lasciato come disposizione testamentaria al suo amico Max Brod di distruggere tutti i suoi scritti inediti, mentre Fellini ha lasciato al mondo come eredità i suoi film e sopratutto ha vissuto una vita di lunghezza media. 3 maggio 1965 “Stavo mangiando di gusto un ottimo merluzzo... ma la cameriera mi porta via il piatto... Hei, non ho finito! Riportatemi il mio pesce oppure portatemene un altro!...”. Da questo sogno sembra che Federico non riesca a raccogliere i risultati dei suoi sforzi, che qualcuno (la cameriera, che potrebbe rappresentare le persone che hanno collaborato con lui) gli sottragga il risultato. Considerando le pressioni psicologiche e le invidie da cui era circondato, è facile capire cosa potesse succedere. Tuttavia c’è un’altra possibile spiegazione, fra l’altro direttamente collegata al sogno del 19 aprile. Il pesce può rappresentare i talenti, le risorse, come mostra il Vangelo nell’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Oppure dato che i pesci possono anche simboleggiare il vittimismo, perché possono essere prede per altre specie come gli uccelli e 190 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
gli esseri umani, allora il sogno potrebbe suggerire a Federico lo stesso messaggio del sogno precedente: cioè di smettere di essere un martire, una vittima. “Era un buonissimo pesce”, scrive Federico, mostrandoci quanto a volte siamo noi stessi a voler interpretare il ruolo di vittima. VISIONE IPNAGOGICA Federico immagina che gli abbiano tolto, senza dolore, con un cucchiaio l’occhio destro e, come scrive Kezich a pagina 152 del Libro dei film, riportando le parole dello stesso regista: “Forse il sogno voleva dire che per questo film (Giulietta degli spiriti) non mi serviva l’occhio destro, quello della realtà, ma solo il sinistro, quello della fantasia”. La spiegazione di Fellini è chiarissima. La visione è illustrata con un disegno molto evocativo. Contornato dalle solite ombreggiature scure, un misto di nero, marrone e blu fanno da sfondo a un altro occhio del quale il cucchiaio che contiene l’occhio destro è la pupilla. Il disegno sembra suggerirci un ulteriore messaggio in linea con i sogni precedenti, cioè che la coscienza morale si sta riducendo, poiché l’occhio in generale può simboleggiare l’auto – osservazione, cioè il suo Super Io. 5 maggio 1965 “È morto Bernhard!”, scrive Federico. Nel sogno viene condotto nello studio del professore, la cui salma è distesa su un basso giaciglio con la testa fasciata e i denti in evidenza, tanto che gli sembra morto da molto tempo. “Dal cadavere si alza evanescente e altissimo lo spirito del professore che mi stringe le mani con grande forza come 191 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
a testimoniarmi che l’anima è immortale... Amore mio, dico travolto dalla commozione...”. L’avvenimento tanto temuto e annunciato dai sogni precedenti si è verificato: Bernhard, che era diventato un secondo padre per lui, è morto improvvisamente e Federico fatica anche nel sogno a controllare l’emozione, ma riceve un fortissimo messaggio sull’immortalità dell’anima, dato che vede lo spirito del professore staccarsi dal corpo e avvicinarsi a lui per stringergli la mano. Nello stesso tempo Federico teme che il suo dolore possa essere scambiato per “una sfumatura istrionesca, di compiacimento letterario...”, mentre due amici, Liliana e Francesco, sono venuti a prenderlo per accompagnarlo via. Nel sogno c’è ora un colpo di scena, perché Federico scrive che Bernhard era “A”. Forse questa sovrapposizione vuol significare quanto Fellini temesse di perdere contemporaneamente più persone care. Infatti la signora Bernhard, mentre lui piange disperatamente, si avvicina offrendogli delle “caramelle euforizzanti” e per leggergli la mano. Questo è un particolare molto significativo, dato che nel sogno lo spirito di Bernhard e la moglie vogliono entrambi prendergli la mano. Questo conferma forse la nostra ipotesi precedente, che tra Federico ed i coniugi Bernhard si fosse instaurato un vero e proprio rapporto edipico ed una relazione di tipo filiale. Le caramelle euforizzanti possono simboleggiare il tentativo di aiutarlo a superare il dolore, infatti la signora profetizza che davanti a Federico ci possa essere un periodo molto difficile, “l’inferno”, simboleggiato da una “piccola concavità scintillante di sudore” sul palmo della sua mano, anche questa disegnata in maniera molto chiara con il solito sfondo nero ed il palmo della mano colorato di giallo, nel quale la cavità scintillante di sudore è rappresentata come un sole con dei raggi 192 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
che si espandono e le linee della mano sembrano tratteggiare due cime montuose. Quindi il messaggio del sogno potrebbe essere che le difficoltà che attendono Federico sono causate da un eccesso dell’archetipo del Maschile, rappresentato sia dalle cime delle montagne che dal sole. Ora Federico piange per la morte della “Paciocca... tenerissimo rifugio di tutte le mie malinconie...”. “Ah, Federico – dice ancora la signora B. – perché trascuri così la tua povera mamma?”. Da queste parole che Federico trascrive possiamo trarre ancora una conferma della relazione edipica che si era instaurata con i coniugi Bernhard, anche se l’allusione potrebbe essere anche alla madre vera del regista, che in effetti a volte si lamentava di essere trascurata dal figlio così famoso e impegnato. Al termine del sogno compare danzando “un omaccione in camice bianco” che ha in braccio una sagoma nera che a lui sembra o una bambina morta o un pupazzo rigido. In fondo alla pagina c’è un ulteriore disegno che riassume tutto il sogno. A sinistra l’omaccione che entra da una porta nella stanza nella quale Federico con la solita testa a cuore, di spalle, colorato di grigio con le braccia nere mostra la mano alla signora Bernhard, che ha un’espressione molto spaventata e, a destra, il torso prosperoso della “Paciocca” contornato da una tratteggiatura rossa, nel quale i seni sembrano occhi. In conclusione è evidente che la morte del professore lo abbia sconvolto e che lui con piacere si avvicini alla signora per continuare almeno in parte la relazione terapeutica che si era instaurata. La sovrapposizione con la “Paciocca” potrebbe simboleggiare il forte legame affettivo che lo legava a Bernhard, un vero e proprio rapporto d’amore, anche se filiale. L’omaccione in camice potrebbe simboleggiare la morte che ha in mano una sagoma immobile come quella del professore 193 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
appena morto, oppure quella del bambino che Federico e Giulietta hanno perso a pochi giorni dalla nascita, o la solita paura di non riuscire più a fare film, rappresentati in questo caso dal pupazzo. VISIONE IPNAGOGICA in questa visione Federico ha una riminiscenza di quanto era successo a Roma quando era stato catturato da soldati tedeschi e miracolosamente riuscì a salvarsi, il giorno prima del loro matrimonio, celebrato il 30 ottobre 1943, esattamente cinquant’anni prima della sua morte. Il disegno è molto esplicito ed evocativo: “circondato da tre lati da fiamme altissime, dietro di me la parete di una casa. Non ho via di scampo. Al di là della barriera di fuoco dei soldati tedeschi sparano...”. Quello che colpisce particolarmente è che all’interno di questo quadrilatero di fuoco e mura ci sono due sagome, una delle quali è chiaramente Federico, l’altra potrebbe essere quella di Giulietta. Le fiamme sono alte, gialle e rosse, mentre il muro della casa è arancione con riflesse in blu le ombre delle fiamme. In basso a sinistra ci sono cinque soldati pronti a sparare, di cui due con dei fucili e tre con mitragliatrici, una dotata di una cartucciera molto evidente. I soldati emergono da una zona nera che si ritrova anche alla base delle fiamme, sul lato destro del disegno e in qualche modo rappresenta un alone della violenza dei soldati. Il significato simbolico sembra evidente sia nella memoria dell’episodio citato, sia nella consapevolezza di essere bersaglio di molte critiche, come abbiamo già detto più volte. “Sparano per affrettarmi la fine”, scrive Federico, e questo dà valore alla nostra ipotesi di quanto si sentissero entrambi, lui e Giulietta, in una posizione difficile, qui simboleggiata dal 194 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
quadrilatero di fiamme. Per di più, esposti a critiche e aggressioni di vario genere a causa della genialità e della modernità delle loro opere. 25 giugno 1965 Un’altra visione ipnagogica molto significativa. “Violentissima sensazione di realtà. Ho udito lo schianto dei vetri. Ho fatto un balzo sul letto con la certezza che veramente qualcuno mi avesse lanciato un mattone contro il parabrezza della mia auto”, scrive Federico senza lasciare nessun dubbio sul senso della visione che è perfettamente in linea con quella precedente. Ci sono inoltre un disegno coperto da carta bianca, un articolo di giornale sulla morte di Bernhard, ed un commento di Fellini, che racconta che mentre stava lavorando al montaggio di Giulietta degli Spiriti riceve una telefonata di Francesco Aluigi, (che interpreterà il Primo violino in Prova d’orchestra) che lo avverte della morte del professore. Federico si precipita ovviamente a casa di Bernhard e la moglie gli chiede di vederlo. “Deve vederlo. È così bello!... Sono entrato nello studio e molte cose erano come nel sogno che avevo fatto un mese prima...” scrive Fellini, regalandoci una splendida lezione sui sogni, che in questo caso ci sembra di poter definire premonitori, come spiega Jung in L’uomo e i suoi simboli, pag. 31-32: a volte alcune persone fanno sogni che anticipano con molta precisione avvenimenti che avverranno nell’immediato futuro. “C’era un giovane vestito di nero, pallidissimo, bello... effeminato... era Antonio Gambino (amico di Federico e paziente di Bernhard, n.d.A)... Guardavo Bernhard che giaceva sul letto... Vorrei poter vivere senza di te, di ciò che 195 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
hai saputo donarmi... Ti debbo moltissimo della mia vita. Ti debbo la possibilità di continuare a vivere con momenti di gioia. Ti debbo la scoperta di una nuova dimensione, di un nuovo senso di tutto, di una nuova religiosità... Grazie per sempre amico fraterno, mio vero padre... Addio addio...”. Queste parole di Federico non hanno bisogno di spiegazione, sono chiarissime e confermano la nostra ipotesi che Bernhard fosse diventato una sorta di figura paterna, con tutto ciò che ne consegue, complesso di Edipo compreso, come abbiamo più volte affermato. Una cosa simile forse era successa a Freud e Jung. Sappiamo tutti come finì: con una clamorosa e irrimediabile rottura che però diede vita agli studi originali di Jung. James Hillman, allievo di Jung, nel suo Il codice dell’anima, afferma che quando questo succede la rottura è inevitabile. Nel caso di Fellini e Bernhard forse non ci fu il tempo: la relazione s’interruppe per cause di forza maggiore. 16 luglio 1965 VISIONE IPNAGOGICA In primo piano Federico ha disegnato un orologio da polso col quadrante rettangolare, somigliante ad un modello che una nota marca molti anni dopo, ma all’epoca in cui il Libro dei sogni era ancora chiuso nel caveau di una banca, chiamerà Dolce vita. Le lancette segnano le ore dodici meno cinque, quindi simbolicamente un momento psicologico vicino ad un grande cambiamento come quello che può essere simboleggiato dal Mezzogiorno. Quindi l’orologio avverte Federico che è molto vicino ad una svolta significativa, e noi ora sappiamo quale: cioè che dopo la morte di Bernhard (come racconta Tullio Kezi196 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
ch nel suo Fellini: la vita e i film, pag. 256) amici e collaboratori si allontaneranno in gran numero da lui, lasciandolo solo, tanto che per ricominciare a lavorare avrà bisogno di costituire una nuova troupe. Tornando alla visione di Federico, l’orologio è disegnato al centro della parte alta del foglio con ombreggiature che a sinistra vanno dal viola al giallo passando per il blu e il nero in forme che sembrano lune, che poi a destra dell’orologio diventano un’unica forma nera con un lembo blu in basso a destra. L’orologio sembra avvertirlo che lo aspetta un periodo difficile che può essere simboleggiato dalla grande quantità di nero utilizzato nel tratteggio. Poi, separato da una linea netta, sotto c’è un altro disegno, nel quale su una strada che Federico stesso si chiede se possa portare a Rimini, c’è una ragazza sdraiata a terra nuda e in posizione innaturale, come Federico stesso la definisce, e non sa se sia morta o ferita. “La donna è stata investita da un camioncino carico di frutta e questa (molto piccola) si è sparsa sull’asfalto”. Federico stesso interpreta perfettamente il sogno, perché dice che la frutta non raccolta può rappresentare “il fallimento della manifestazione che Rimini voleva fare in mio onore”. Sembra proprio che fosse diventato molto bravo nel leggere sogni e visioni, dato che la donna stesa a terra potrebbe rappresentare la manifestazione che lui teme non si realizzerà. I frutti possono infatti simboleggiare i risultati dei nostri sforzi, che in questo caso possono essere sprecati perché gettati a terra. Molto probabilmente questa visione è influenzata dalle emozioni causate dalla morte di Bernhard e dalla paura di non riuscire ad andare avanti senza il suo aiuto. 10 agosto 1965 Questo sogno conferma quanto abbiamo appena scritto, cioè forse racconta della paura che Federico aveva di non riuscire 197 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
più a fare film, infatti scrive: “Ho sognato Bernhard, aveva il volto gonfio... nel suo studio... stava armeggiando attorno ad una rudimentale macchina da proiezione. Cercavo di aiutarlo a sistemare la pellicola attraverso i complicati ingranaggi”. Federico teme di non riuscire, senza l’aiuto ed il sostegno di Bernhard, a sistemare la pellicola, cioè di non superare gli ostacoli (complicati ingranaggi) che si presentano ogni volta che doveva passare da un progetto alla sua realizzazione pratica. 24 agosto 1965 Federico continua ad interpretare molto bene da solo i suoi sogni e scrive: “in un campo nero la parola AUGURI in lettere celesti era spezzata a metà” e il disegno rappresenta esattamente la descrizione grafica di ciò che ha appena scritto. La scritta in diagonale con la A in alto a sinistra e la I in basso a destra, tratteggiando quindi una discesa che è interrotta da un segno che può rappresentare una saetta come quella di Giove ma è nera. È molto facile che questo disegno esprima il dolore per tutto quanto sta vivendo e sembra voler dire che non è possibile essere felici dopo un evento simile. La saetta nera potrebbe rappresentare Bernhard e cioè la morte di un personaggio molto forte che si è distinto in vita come un dio della mitologia. Quindi, riassumendo, Federico sta ancora elaborando il grave lutto che lo ha colpito e pensa che sia difficile pensare ad eventi bene auguranti. 26 agosto 1965 Questo sogno è accompagnato da un disegno particolarmente bello che rappresenta, come scrive lui stesso: 198 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
“Sandrocchia con l’abito di volpi bianche come aveva nel personaggio di Susy, più rotonda, più cicciona”. La figura dell’attrice è molto ben tratteggiata, tanto da essere ben riconoscibile ed è contornata dalle solite tratteggiature, questa volta rosse a sinistra e blu a destra. È quindi evidente che è circondata da energia molto positiva, anche se ha lo sguardo rivolto a sinistra, e ciò potrebbe significare che è troppo concentrata sul suo passato. Tuttavia l’abito è di volpi bianche, come scrive e disegna lo stesso Fellini, con una coda in particolare evidenza davanti al corpo dell’attrice, e ciò potrebbe significare la sua forte intuizione, essendo questa una delle caratteristiche che noi attribuiamo alle volpi. Federico la desidera moltissimo, ma non riescono a trovare un posto tranquillo per stare in intimità perché lui scrive: “prima debbo liberarmi di una piccola scimmietta bianca e nera che mi morde la mano sinistra... non mi ha ferito... ma ha lasciato l’impronta dei suoi dentini”. Cosa potrebbe simboleggiare la scimmietta? Forse il desiderio d’integrazione tra stati della personalità più arcaici, come quelli rappresentati dall’Es e strati più evoluti, come quelli dell’Io e del Super Io. Insomma, sembra un sogno che ripete le tematiche espresse nel film Giulietta degli spiriti, nel quale Federico cerca di conciliare queste sue parti diverse della personalità, tentando di unirle e non di reprimerle. È molto bello come questo sogno sembri una scena del film, dimostrando quello che abbiamo scritto in Fellini metafisico, cioè che Federico abbia cercato con i suoi film di riunire la dimensione del sogno con quella della realtà. È molto significativo che questo disegno non abbia colori scuri, se non in piccola parte nella scimmia. È chiaramente un sogno erotico nel quale Federico non riesce a realizzare il suo desiderio perché il Super Io, che potrebbe essere rappresentato dalla scimmia, glielo impedisce. 199 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
14 settembre 1965 Federico è in bicicletta e cerca della calce liquida per riempire un bidone che è in suo possesso. L’atmosfera è di guerra, le persone sono in fila per cercare questo materiale. La calce è costituita da calcare, una roccia ricca di carbonato di calcio, oppure anche dal marmo che ha la stessa composizione. Sembra che questo sogno voglia alludere al tentativo che Federico sta facendo di diventare più flessibile, più morbido, con un Super Io un pochino più accondiscendente alle pulsioni dell’Es, infatti la calce è liquida, morbida è come un marmo che si è sciolto. Il marmo può rappresentare per eccellenza le rigidità della psiche e del Super Io in particolare. Significativo è che le persone vicine a lui nel sogno lo consiglino: “di controllare che la nuova calce liquida sia identica a quella che ho già nel bidone”. Simbolicamente potrebbe voler dire che oltre ad una maggiore flessibilità Federico stia cercando anche una maggiore armonia fra aspetti del passato e del presente, simboleggiata dal voler unire due tipi di calce. Inoltre la calce cosiddetta viva è caustica, ma con l’aggiunta di acqua diventa calce spenta, cioè innocua. Quindi il sogno gli sta suggerendo anche di usare prudenza nel gestire le sue pulsioni. 24 ottobre 1965 Lo sforzo fatto per superare il dolore per la morte di Bernhard ha fatto crescere spiritualmente Federico in maniera straordinaria, tanto che ora interpreta da solo i suoi sogni, e molto bene, a nostro avviso. “Scende la sbarra del passaggio a livello. Mi fermo con la mia macchina che si è arrestata di traverso... Anita completamente nuda con i seni rimpiccioliti da un’operazione... Io 200 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
gioco con una bambina (o bambola?... La stessa che aveva in braccio quel medico che entrava danzando nello studio della Signora Bernhard?)... Sfila un treno merci da sinistra a destra e mentre gioco con la pupattola e Anita... un vagone carico di grano verde si allontana, al di là della sbarra abbassata...)”. Come scrive lo stesso Federico, l’idea di un nuovo film gli sfugge mentre lui si fa i suoi soliti problemi, oppure è un nuovo atteggiamento psicologico che non riesce a far maturare, quindi i risultati rappresentati dalle spighe mature per ora gli sfuggono, inoltre c’è una sbarra che lo separa dal treno che, come abbiamo già detto, può rappresentare la vita. Federico è in un momento particolarmente difficile e sia la trascrizione grafica che il disegno lo rappresentano molto bene. Il passaggio a livello è serrato, la sua auto, scura come la sua figura, si è fermata, cioè il suo archetipo del Maschile e la sua capacità di elaborare progetti e realizzarli ha subito uno stop. Ha in mano la bambola o la bambina nera che può rappresentare il lutto per i figli non nati o i progetti non realizzati, come le spighe verdi che se ne vanno senza che lui le possa veder maturare, dato che stanno andando via e lui non le può raggiungere oltre la sbarra. Anita è rappresentata nuda, tutta colorata di rosa con i contorni in arancione mentre tiene in mano i suoi seni che sono di dimensione molto più ridotta. La donna si sta allontanando da lui, forse è quello che sta succedendo, o che egli teme. L’operazione chirurgica subita da Anita per ridurre i seni potrebbe rappresentare la riduzione del rapporto di dipendenza tra loro. Molto significativo nel disegno è il contrasto dei colori: Fellini è come al solito nero, così come l’auto e la bambola che lui mette nell’auto, mentre lei è sorridente, giunonica anche coi seni ridotti, rosea e avanza sicura, anche se Federico le copre le gambe con il disegno del sogno successivo. 201 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Interessante è l’impronta del personaggio di Susy, disegnato sulla facciata anteriore del foglio sul cui retro Federico ha scritto il testo di questo sogno che parla di Anita, in corrispondenza del disegno di Anita sul foglio successivo. Certamente questo si tratta di un atto inconsapevole, ma è comunque significativo, così come le cancellature o sottolineature, come ogni grafologo ben sa. In conclusione, come tutti possiamo intuire, le due attrici sono state molto importanti per lui e forse a livello inconscio si sovrapponevano... Il Libro dei sogni lo mette in evidenza. Visione ipnagogica del 23 novembre 1965 Ennesima visione angosciante. Di nuovo un’auto nera, che forse è la sua personale, è andata a sbattere contro una parete ed ora è in fiamme. Per di più sta arrivando una palla di fuoco che: “esplode contro l’auto distruggendola completamente in un rogo senza scampo”. È chiarissimo il significato, dato che l’auto, come lui stesso ha intuito, è sua e può rappresentare il suo archetipo del Maschile che è nero, quindi carico di tensione e di pensieri negativi e sta per subire un attacco senza precedenti. La palla di fuoco che sta arrivando sembra proprio un sole che rotola verso l’auto e contribuirà ad alimentare le fiamme che stanno divorando l’auto. Questa visione è in linea con i sogni precedenti ed in sostanza con il lutto che il regista sta vivendo per la morte del suo maestro Bernhard. Ma a nostro avviso c’è di più in questa visione: c’è l’angoscia di essere continuamente minacciati dai detrattori di vario genere. Sappiano dalle numerose biografie scritte su di lui, ed in particolare da quella di Tullio Kezich che subiva molte critiche sia da ambienti cosiddetti di sinistra che da quelli di destra, e non ultimi, dagli ambiti ecclesiastici. Infatti la sinistra lo criticava 202 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
per non essere abbastanza impegnato, per non trattare temi di rilevanza civile, la destra e gli ecclesiastici lo rimproveravano di essere troppo a favore della libertà espressiva. Tornando al disegno in questione, è molto significativo che l’auto sia andata a sbattere contro il muro di una casa posizionata a sinistra nel foglio, il che potrebbe simboleggiare che Federico stava vivendo un momento di regressione e letteralmente stava tornando indietro, come la sua auto. Certamente il lutto che sta cercando di elaborare contribuiva al suo stato d’animo, ma c’è un altro particolare secondo noi degno di nota, cioè che il muro in questione sia colorato di arancione. Questo colore è sicuramente rappresentativo di energia, dato che è la somma di rosso e giallo, ma a nostro avviso può esprimere anche l’egocentrismo, come abbiamo più volte spiegato in Fellini metafisico, (pag. 387). Quindi, se teniamo conto di quest’ipotesi, l’auto che si schianta contro la parete di una casa arancione potrebbe significare che il grande dolore che sta vivendo Federico potrebbe anche avere esiti positivi, come infatti vedremo e cioè tutto questo trambusto in realtà sta riducendo forse la parte egocentrica del suo carattere, avviandolo ad un’arte ancora più universale. Nella stessa notte Fellini registra questo sogno molto enigmatico ma che contiene anche elementi a nostro avviso di grande rilevanza. In primis c’è in nuce il personaggio della suora nana, che poi ritroveremo magistralmente espresso sia in Roma che in Amarcord. Inoltre c’è una rappresentazione di Giulietta forse come lui l’avrebbe desiderata, cioè più formosa e femminile, vestita di rosso come una vera sintesi tra i due personaggi femminili di Giulietta degli spiriti, cioè la moglie Giulietta e Susy, la procace e sensuale vicina di casa. Questa Giulietta: “più rotonda, più provocante, più femminile, si tiene le vesti con le mani per il vento e guarda verso di 203 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
me sgomenta”, conferma le nostre ipotesi che forse Federico avrebbe desiderato un’unione tra le caratteristiche principali della moglie e di donne più vistose e provocanti che ha incontrato nell’arco della sua vita e della sua carriera. Significativa è la presenza del vento, rappresentato graficamente da linee curve che partono da sinistra in alto verso in basso a destra. Il vento simbolicamente può alludere a un forte cambiamento, a una grande pulizia, come quella che nella realtà provoca nell’aria. Quindi è anche un po’ il tema di 8 e ½, infatti le linee coinvolgono le figure di Federico e Giulietta, avvolte dal vento che sta rinnovando le loro vite, o perlomeno il loro desiderio di cambiamento. Nella parte destra del foglio sono rappresentati dei mendicanti e la nanerottola di cui avevamo già parlato: “mi attraversa la strada venendo dalla mia sinistra e si ferma sul marciapiede con altre ombre di mendicanti a chiedere l’elemosina... non ha occhi, naso, bocca. Il volto... ricorda il collo sellato dei polli, provo ribrezzo”, scrive Federico. Difficile è dire che cosa possa rappresentare questa nanerottola che chiede l’elemosina insieme ad altri mendicanti... forse sono persone che hanno bisogno del suo aiuto economico (il suo aiuto regista Moraldo Rossi, in alcune interviste inserite nei contenuti extra dei DVD dei film, racconta che il fratello Riccardo aveva spesso bisogno di essere aiutato economicamente; questo sogno potrebbe recarne la traccia), oppure i nuclei di alcuni personaggi che poi saranno sviluppati nei film futuri. “Ogni volta che ordinerai il piatto dei bolliti ti verrà in mente la mostruosa donnetta dal collo di gallina”, dice ridendo Federico a Giulietta nel sogno, forse alludendo a personaggi interiori che chiedono di essere riconosciuti ed accettati. 204 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
10 dicembre 1965 Un altro sogno che s’inserisce nel filone dell’angoscia di morte molto forte. “Tutta la doppia fila degli alberi di viale Carso è minata. Le mine sono nascoste sotto le radici delle piante. Sono mine ad orologeria, pronte ad esplodere... Osservo un altro me stesso in tuta da operaio che si mette di buona volontà a disinnescare le bombe... L’ho disinnescata in tempo”. La simbologia sembra molto chiara: gli alberi possono rappresentare la personalità, quindi in questo caso persone che lui conosce o forse, in particolare, Federico e Giulietta, dato che sono due gli alberi che hanno le radici in evidenza, sotto le quali lui stesso scrive che siano nascoste le mine. Anche il disegno corrispondente è molto chiaro. Ammettere che le mine sono nascoste sotto le radici significa che la minaccia può derivare, – oppure la persona che sogna può temere che arrivi – dalle proprie origini familiari, rappresentate dalle radici. Inoltre gli alberi sono cinque a sinistra e tre a destra, e cinque era il numero dei componenti della famiglia di Federico durante la sua infanzia. Ricapitolando, Federico forse teme che il pericolo giunga dalla sua famiglia d’origine, e probabilmente dal fratello, come abbiamo già visto in sogni precedenti, oppure teme che il suo lavoro possa mettere in pericolo la sua famiglia, dato che le sagome rappresentate sulla parte destra del foglio sono quattro, e lui stesso scrive che sono persone che seguono con molta ansia il suo lavoro di disinnescare la bomba. I due alberi sotto i quali lui si appresta a lavorare vestito da operaio, anzi, un suo alter ego vestito da operaio, hanno alla base delle ferite nel tronco che possono rappresentare traumi nella personalità, rappresentata dagli alberi in que205 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
stione; potrebbero essere Federico e Giulietta, oppure Federico e suo fratello. Fortunatamente l’alter ego operaio, cioè forse una parte della sua personalità ancora inconscia molto prudente, e quindi il suo Io Osservatore, disinnesca la bomba appena in tempo, salvando se stesso e gli altri, cioè lui e la sua famiglia, attuale e di origine: lui, Giulietta, la madre e i fratelli, dato che il padre è già morto. A questo punto concedeteci un’ipotesi un po’ più azzardata, ma secondo noi calzante: l’ordigno da disinnescare è racchiuso in una sorta di scatola a forma di parallelepipedo, un po’ come il cubo in cui abitava Cabiria nell’omonimo film; è come se il sogno volesse dirgli che per continuare ad evolvere e lavorare, ha bisogno prima di pulire i traumi della sua storia familiare, rappresentati dalle radici degli alberi sotto le quali ci sono le mine. Un’ulteriore considerazione consiste nel fatto che Federico ha sottolineato “un altro me stesso” alludendo chiaramente a una sub – personalità. Significativo è anche il nome del viale, Carso, che può alludere ai combattimenti della Prima Guerra Mondiale in cui era morto suo zio Federico a soli ventitré anni, la stessa età in cui Federico Fellini era stato sequestrato dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale e aveva rischiato di essere fucilato. In conclusione, questo sogno sembra essere particolarmente importante e forse spiega l’origine di tutti i suoi sogni in cui l’angoscia di morte è dilagante: come abbiamo scritto in Fellini metafisico, pag 45, è forse la traccia di un trauma familiare, come oggi anche la Scienza riconosce. Questa traccia continua ad esistere nella personalità di un discendente che, portando lo stesso nome dell’antenato morto in maniera precoce e traumatica, sente amplificato il trauma ma ha anche la possibilità di risolverlo per sé e per gli altri, come si vede nel disegno (vedi il nostro Alle origini, pag. 140). 206 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Dicembre 1965 Ci sono tanti sogni o parti di sogno, tutte divise da simboli di separazione. Proviamo a cercare un filo conduttore. Federico è in compagnia di un’altra persona (che poi identificherà con il regista Pietro Germi). Entrambi hanno sulle spalle una cucciola di tigre che però è già pesante. Federico cerca di tener chiusa una porta, ma questa esce dai cardini e molti animali feroci entrano. Questi due personaggi sono rappresentati graficamente circondati da un tratteggio blu forte ed intenso e noi sappiamo che il blu è il colore della calma e della spiritualità. Le figure sono colorate di nero e stanno procedendo da destra a sinistra ed hanno sulle spalle due tigri cucciole ma già ben voluminose. Quella che è sulle spalle del personaggio di destra ha la bocca aperta e sembra che stia per azzannare il suo ospite. Dato che Federico continua scrivendo che lui e Germi hanno ucciso cinque o sei donne ed ora sono ricercati dalla polizia (che a lui sembra tedesca) troviamo come al solito tracce del rapimento che aveva subito nell’estate del 1943, di cui abbiamo più volte parlato. Le tigri possono simboleggiare forza, autostima, costanza, ma anche la difficoltà a controllare gli istinti aggressivi e sessuali. Averle sulle spalle può simboleggiare che Federico ed il suo alter ego, che in questo caso è il regista Pietro Germi, stanno integrando nella loro personalità i tratti simbolici degli animali che hanno sulle spalle, oppure sono in qualche modo braccati da figure femminili che poi nel sogno uccidono. Tullio Kezich ci dice, nel suo libro Federico Fellini, la vita e i film, che egli era letteralmente braccato da donne che desideravano avere una parte nei suoi film, come è molto ben descritto in alcune scene del film 8 e ½; per questo è stato scelto come alter ego di Fellini un altro regista, Pietro Germi. Il fatto di non riuscire a 207 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
tener chiusa la porta per respingere animali feroci può significare che Federico si sentisse letteralmente assediato da queste aspiranti attrici, particolarmente desiderose di comparire nei suoi film così originali e famosi da poter essere un trampolino per la loro carriera. Sapevano inoltre che Federico e Giulietta, come tutte le coppie, avevano le loro difficoltà e, sempre dai racconti di Kezich, parecchie di loro hanno anche provato ad inserirsi all’interno della coppia. In un altro sogno riferisce di desiderare d appartarsi con una certa Caterina, a conferma che tutto questo sogno è in riferimento al suo rapporto con l’archetipo del Femminile e non solo con le singole donne che ha incontrato. Federico scrive inoltre di essere andato in auto in una trattoria di campagna, nella quale trova Nino Rota dietro un tavolo pieno di frutta candita, che lo bacia dicendogli: “Che begli occhi hai, Federico!”. Questa volta, alter ego è il compositore Nino Rota che, pur non essendo regista, era diventato famoso grazie alla collaborazione con Fellini per le famose colonne sonore dei film e quindi poteva essere oggetto anche lui di forti pressioni da parte di molte ragazze. Infatti al ristorante, che è ovviamente simbolo di nutrimento conviviale, lui è dietro un tavolo carico di frutta candita, chiara allusione ai piaceri dei sensi. Nino Rota bacia Federico e gli dice che ha occhi molto belli, cioè forse vuole alludere non solo alla sua bellezza esteriore ma anche a quella interiore e spirituale di cui Fellini era particolarmente ricco. Segue un altro sogno carico di angoscia a causa di un’esplosione che lo ha svegliato, quindi forse contiene anche qualche aspetto positivo, infatti Federico stesso dice: “Qualcosa che 208 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
finalmente scoppiava!”, alludendo probabilmente a qualche conflitto che era necessario accettare, affrontare e risolvere. Ci sono tratti luttuosi e tristi, che riguardano sia lui che Bernhard, il quale sorridendo esamina alcuni elaborati di Fellini, forse dei test, ed è ricomparso da una porta, come a dire che la sua presenza è ancora molto forte per lui, di primaria importanza. Inoltre Federico s’immagina cadavere in un’arca di pietra, e propone sarcastico di pranzarvi accanto. Questo sogno è corredato da un disegno nel quale Federico si ritrae in nero ed è nell’estremità destra del foglio davanti a un tavolo da pranzo e ad un’arca che contiene il suo cadavere. Fortunatamente ci sono due finestre ad arco che mostrano il cielo, le stelle e la luna. Infine Federico vede un film nel quale Giulietta interpreta Gelsomina, ma è molto invecchiata, e ciò lo rattrista molto. Al centro della trascrizione c’è un disegno che rappresenta Giulietta come descritta da Federico, cioè invecchiata, ingrassata e infagottata. Il sogno sembra dirgli che il personaggio di Gelsomina sia ancora vivo in lei. 20 dicembre 1965 Per questo sogno che chiude il 1965, Federico vede Giorgio Strehler dirigere un’orchestra ballando con molta eleganza, mentre la musica è toccante. Fellini invece prova a suonare una spinetta che non solo s’inceppa, ma gli scivola anche addosso, premendo sul cuore. Scrive Federico: “Credevo di suonare il Valzer del padre de La Dolce vita, invece era il valzerino di Gelsomina”. Sembra proprio un sogno dedicato all’archetipo del cuore, la musica 209 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
diretta da Strehler tocca il cuore, mentre quella di Federico gli preme sul cuore. Riallacciandosi al sogno precedente lui crede di suonare un motivo della colonna sonora de La dolce vita dedicato al padre, invece sempre di un valzer si tratta, ma quello di Gelsomina. Forse il sogno vuol dire che Strehler è una sorta di figura fraterna, un antagonista con il quale è in competizione, e che Federico teme di non essere all’altezza della situazione, dato che, come abbiamo già detto, Strehler ottiene ottimi risultati, mentre lui no. È come se il sogno gli dicesse che c’è stata una piccola regressione alle tematiche sottese al film La strada, mentre invece lui credeva di stare affrontando le tematiche legate alla figura paterna per come le aveva descritte nel film La dolce vita. Forse il sogno gli sta dicendo che sta elaborando entrambe le problematiche, sia quella legata al vittimismo di Gelsomina, sia quella della difficoltà di comunicazione con il padre proprio ora che ne ha perso anche un altro (Bernhard).
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1966 Federico inizia il nuovo anno con un sogno ispirato dai ricordi di Giulietta degli spiriti e con un bellissimo disegno che lo esplicita ancor meglio. “Salgo a cavallo di un piccolo globo di vimini (ascensore Susy – albero) verso l’orifizio che immette in una stanza di legno dove Caterina e Nadia Gray... io volevo scendere, ma... la corda tira su il globo”, scrive Federico in maniera molto esplicita. Sembra che il sogno gli voglia suggerire che malgrado il suo dolore per la morte di Bernhard, la vita va avanti, altri impegni lo attendono e soprattutto progredisca la sua crescita spirituale, simboleggiata forse dall’ascensore che sale sull’albero, il quale può rappresentare la sua personalità. Caterina è ovviamente Caterina Boratto, che nel film interpreta la madre di Giulietta, mentre Nadia Grey è l’attrice rumena che interpretò la famosa scena dello spogliarello ne La dolce vita. Susy è la vicina di casa di Giulietta, uno dei tre personaggi interpretati da Sandra Milo nel film. Una possibile ipotesi interpretativa potrebbe essere questa: il sogno suggerisce a Federico che si sta preparando ad ampliare la sua coscienza, a salire simbolicamente verso una dimensione più spirituale, rappresentata dalla stanza sull’albero e per raggiungerla deve passare attraverso un foro, un orifizio lo chiama lui, come fosse una nuova nascita, in effetti di una vera e propria rinascita si tratta. Il globo – ascensore che lui cavalca potrebbe simboleggiare la vita, che lo spinge ad andare avanti a vivere, a crescere e a continuare ad esprimersi come sa fare, malgrado le sue resistenze, causate dal periodo difficile che sta affrontando. Molto interessante e significativo è il disegno che ritrae Caterina Boratto, nel ruolo di madre di Giulietta: infatti è 211 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
rappresentata con uno dei costumi del film, di colore nero, in questo caso, che sovrasta Nadia, la spogliarellista che però qui potrebbe rappresentare Giulietta e la sua determinazione nel cercare di raggiungere la libertà interiore, soprattutto di liberarsi dai messaggi educativi materni troppo severi e rigidi, come si vede nel corso dello svolgimento di Giulietta degli spiriti. Non a caso la madre in nero sovrasta Nadia: simbolicamente è il tentativo di reprimere sessualmente la figlia, e per questo l’inconscio di Federico ha scelto l’attrice dello spogliarello, in segno di ribellione ai mandati materni. A conferma di questa ipotesi c’è il vestito maculato di Nadia, che pur trovandosi in una posizione di sudditanza, sovrastata dall’imponete figura materna, indossa un abito maculato e, come dice il Dizionario dei simboli di Jean Chevalier e Alain Gheerbrant alla voce Leopardo, i sacerdoti egiziani indossavano una pelle di leopardo dopo aver superato un grave pericolo o vinto un pericoloso nemico. Riassumendo, forse il sogno vuol comunicare a Fellini che sua moglie ha appena superato condizionamenti dell’infanzia molto forti, e che lui sta ampliando la sua consapevolezza verso dimensioni più elevate e ampie. IMMAGINE IPNAGOGICA È un bellissimo disegno, sembra proprio che tutta questa esperienza abbia aumentato le sue capacità espressive. “Avevo chiesto se un film (Mastorna) che ho in animo di fare, è valido, se non fosse il caso di piantar tutto... Ecco la risposta: una mano mi tende dei fogli in bianco. Un invito a scrivere il film”. Molto esplicite le parole di Federico, si riferiscono ai dubbi sul film Mastorna, che purtroppo non sarà mai realiz212 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
zato, anche se fin da ora i messaggi ricevuti sono di incoraggiamento. Il disegno infatti mostra delle mani che sembrano uscire da un ritratto che pare essere di Bernhard, il quale sta incoraggiando Fellini a scrivere altre pagine della sua vita, e in particolare il nuovo film. Il ritratto sul camino è di Giugno, il mese della morte del professore, ed è un quadrato in movimento che diviene un rombo, simbolo di cambiamento avvenuto, dato che il quadrato, ruotando, si è trasformato in un rombo, un’evoluzione frutto della rotazione. I fogli sono bianchi per poter iniziare a scrivere, mentre tutto il disegno è colorato di blu, in segno di calma e spiritualità, accentuate anche dalla legna del caminetto. 10 gennaio 1966 Il nuovo anno comincia con un sogno nel quale Giulietta è a letto in via Lutezia 11, la casa dove è cresciuta insieme alla zia, forse convalescente, e Federico, l’attrice Livia Rezin e il produttore Giuseppe Amato sono venuti a trovarla. Fellini porta in dono dei libri di cucina e di floricoltura che però non le consegna. Questo particolare potrebbe voler dire che all’interno di un sogno angoscioso ricorrente riguardo la salute della moglie, si inserisce un messaggio molto significativo, cioè un riconoscimento delle doti intellettuali e artistiche di Giulietta, che non si inserisce nel novero delle casalinghe che si interessano solo di cucina o al massimo di floricoltura. I temi di Giulietta degli Spiriti continuano ad essere presenti anche nei sogni. Poi “la scena cambia”, scrive Federico, “vasti stanzoni dall’aria ministeriale, corridoi di marmo... palazzoni fascisti. L’ufficio di Amato è in una di queste stanze... tende bianche 213 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
alle finestre”. Sono ambienti tipici dell’architettura fascista, tipica degli anni della sua giovinezza e lui li associa agli uffici del produttore Amato, che diventa così una sorta di figura paterna, autorevole se non addirittura autoritaria. Il marmo dei corridoi può alludere alla rigidità di alcuni comportamenti del produttore e le tende alla sua capacità di difendersi. Federico cerca di telefonare ad una ragazza, proprio come Marcello, il protagonista de La dolce vita, e vede il mago Rol che guida un taxi libero, ma gli dice che è occupato mentre sta piovendo. Sappiamo che il mago Rol era un suo grandissimo amico e il fatto che lui lo sogni mentre e gli nega aiuto in un momento di difficoltà, rappresentato dalla pioggia, può significare che è scoraggiato e tema di non aver più amici in grado di stragli vicino. Rol gli sbarra ancora la strada mentre lui cerca di raggiungere la sua amica, e mentre sta camminando su un cornicione di un palazzo al terzo piano, dal cielo piovono escrementi di piccione (che possono simboleggiare attacchi da persone o gruppi che lo vogliono sporcare con critiche di vario genere). Rol parla con gli uccelli per sapere se si è risolta una certa situazione, mentre il guano continua a cadere e lui si ripara con la tenda di una finestra; con molta pazienza accetta di aspettare la fine del “bombardamento di escrementi”, cioè la fine dell’aggressione cui è sottoposto. Forse oltre alla paura che anche gli amici possano diventare ostili nei suoi confronti (in questo caso Rol che, parlando con gli uccelli potrebbe essere in comunicazione con gli aggressori) il sogno sembra suggerirgli di essere prudente e paziente come il produttore Amato, o per lo meno come lui pensa che sia.
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10 gennaio 1966 Altro sogno angosciante nel quale Federico cerca di fare un goal, ma in porta “c’è un asso di portiere, Combi... Sorridendo para il mio tiro”. Federico teme di non riuscire più a fare goal, cioè a portare a termine di suoi progetti con successo, ed il portiere Gianpiero Combi, uno dei migliori della sua epoca, era nato nel 1902, cioè faceva parte della generazione del padre Ruggero, quindi può essere un sogno che reca tracce di rivalità edipiche. In parole semplici Federico, in questo momento di difficoltà, teme che alcune figure genitoriali lo possano bloccare. Infatti scrive: “INERZIA TOTALE SU TUTTI I FRONTI. NON FACCIO NULLA. MA PROPRIO NIENTE DI NINETE. SONO OPACO, VUOTO, SORDO... INUTILE”. La parola inutile è anche sottolineata e questo ci chiarisce ancor meglio le sue sensazioni che però, come abbiamo detto, sono compatibili con il grave lutto che ha subito. 20 gennaio 1966 Federico sogna che Bernhard stia per morire, attorniato da allievi e pazienti. I suoi occhi sono chiusi. Un allievo che sembra un indiano per via della sua barba lo commemora ma lui apre gli occhi e sorride, poi si allontana e si dissolve nello spazio. “Morto fisicamente ma non spiritualmente”, scrive Federico, aggiungendo che è questo il tema su cui devono meditare. Federico rincontra Bernhard in via Capo le Case e gli mostra 36 metri di stoffa Principe di Galles per fare delle tuniche con cui presentarsi nel Regno dei morti. Bernhard sorride, perché a lui non serve la stoffa, e Federico comprende che si 215 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
presenterà nudo. Fellini gli propone delle tuniche bianche e poi vede dei morti vestiti come gli antichi romani seduti come ad una tavola. Comprende che ai morti le nostre vicende umane appaiono illogiche e incomprensibili. “Bernhard aveva dei grandi pantaloni a rigoni blu e neri, da clown. Era di una simpatia travolgente. In taxi, mi confidava sorridendo... che con sua moglie non andava d’accordo”. Al termine della trascrizione c’è un disegno in cui il professore è ritratto con i pantaloni appena descritti e una giacca blu mentre guarda Federico che come al solito è ritratto di spalle e ha in mano la stoffa Principe di Galles menzionata. È come se Federico volesse proporgli un abito nuovo per la sua nuova dimensione, ma poi comprende che il professore non ne ha bisogno. Quello che colpisce in questo disegno è la linea obliqua che dall’alto a sinistra scende obliqua a destra, fino al margine del prato disegnato, interrotta dalla testa del professore, come a simboleggiare la sua morte. 23 gennaio 1966 VISIONE Federico scrive, circondando un disegno: “Attraverso un minuscolo canale creato dal mio piede sinistro migliaia di formiche entrano nel mio corpo”. SECONDA VISIONE “Le formiche di colore rossastro erano molto grosse...”. Il disegno mette in evidenza il piede ed il piccolo foro d’entrata ed il percorso delle formiche sotto la pelle. Poi viene anche disegnato un gruppo di formiche che mostrano i dorsi rossi. Il significato è molto chiaro: sappiamo che il piede rappresenta l’archetipo del Maschile e le formiche che riescono ad entrare 216 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
possono rappresentare aggressori e detrattori di cui lui sentiva la pressione. Questo sogno descrive una condizione d’angoscia maggiore di quello del guano, perché il guano rimaneva all’esterno del suo corpo, ma le formiche riescono ad entrare, quindi a superare la barriera delle sue difese, rappresentate dall’archetipo del Maschile per eccellenza. Poi un sogno che riprende i temi di 8 e ½ e di Giulietta degli spiriti. Arricchito da un disegno molto chiaro che ritrae Giulietta e la “SuperPac” coricate nello stesso letto e lui non sa cosa fare. Le guarda da in piedi, sempre disegnato di spalle con la testa a cuore, ma questa volta colorato di viola, quindi tutto il travaglio che abbiamo appena descritto ha avuto un esito positivo, lo ha aiutato ad evolvere, dato che il viola può rappresentare un cambiamento appena avvenuto. “Io che faccio? Le cullo?... Canticchio la ninna nanna!”, scrive Federico, chiarendo i suoi dubbi. La bella Liviona (Livia Rezin, un’attrice che compare, tra gli altri, nel film di Monicelli Vita da cani, al cui soggetto partecipa forse anche Fellini) rappresentata in grandi dimensioni, in primo piano, con un cappotto maculato che, come già detto, può rappresentare una vittoria su un ostacolo, una malattia o un antagonista particolarmente forte, si staglia imponente e colorata sulle più piccole figure grigiastre di Federico (rappresentato per una volta di fronte) e di suo fratello. Livia, passando velocemente con la sua Fiat 600 sotto le sbarre di un passaggio a livello, lo sta portando in caserma per fare il servizio militare, cosa che Federico nella realtà non ha mai fatto, nascondendosi nella casa di Giulietta. In caserma c’è anche il fratello che ha “capelli lunghi da artista”. Livia pare divertirsi molto allo sgomento e alla rabbia di Federico. 217 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Sembra che questo sogno voglia alludere alla incomprensione che Federico forse aveva nei confronti dell’universo femminile. Va detto anche che Livia, in posizione di superiorità rispetto ai due fratelli, possa rappresentare la madre quando i due fratelli erano bambini, infatti sono disegnati esattamente nella proporzione di una madre con i suoi figli piccoli e che loro si sentissero come in caserma, poiché forse l’ambiente familiare era molto severo. In un altro sogno della stessa notte Federico scrive di essere a letto con un grosso teschio di alabastro verde e di mostrarlo alla “P”, che non lo gradisce affatto. Sembra un altro sogno che s’inserisce tra quelli che esprimono la sua angoscia di morte, oppure il teschio può rappresentare quello di Bernhard che è appena morto. 14 Febbraio 1966 A conferma dell’ipotesi appena formulata c’è questo sogno, nel quale Federico sta faticosamente eseguendo un ritratto caricaturale di Bernhard, mentre lui stesso gli dice: “Sono un Guru. Ecco come devi cercare di ritrarmi”. Il sogno è completato da un disegno molto chiaro, nel quale Fellini ritrae Bernhard con un bianco mantello, come se fosse Gandhi. Federico sta continuando con grande fatica a cercare di elaborare il lutto, infatti il riquadro nel quale è ritratto il professore è preceduto a sinistra da un’ombreggiatura viola, colore sempre presente nelle cerimonie funebri, poi, dalla parte opposta del riquadro, diventa blu, un colore che esprime molto spesso calma e spiritualità e tutto ciò può voler dire che Federico sta lentamente passando dal dolore per il lutto all’accet218 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
tazione della scomparsa dell’amico, anche grazie al fatto che eleva il suo mentore a livello delle più grandi personalità. Un particolare curioso ma per noi molto significativo: il volto di Bernhard e la punta del pollice di Federico che impugna la matita hanno lasciato la loro immagine speculare sul lato opposto del foglio e questa è naturalmente una cosa non voluta, ma a nostro avviso ha comunque un significato, dato che questa impronta traspare proprio sugli indumenti femminili che Federico ha disegnato riguardo al sogno successivo che, come vedremo, parla di storie d’amore, eccetera. Possiamo azzardare l’ipotesi che Bernhard fosse diventato una sorta di figura paterna, della quale lui teneva in grande considerazione il parere. Infatti del sogno rappresentato graficamente da un disegno di diversi indumenti femminili colorati in rosso, Federico scrive che il papà di Giulietta al telefono gli ha chiesto se ha un’amante, alludendo al fatto che “è successo qualcosa a questa donna”. Quindi il volto di Bernhard che traspare dalla pagina precedente potrebbe rappresentare anche quello del padre di Giulietta. Gli indumenti femminili sono molto ben rappresentati e spicca in maniera particolare un paio di enormi mutande da donna “per il sedere femminile più grande del mondo”. Da questi sogni sembra che il desiderio o forse il senso di colpa, o entrambi, per relazioni extraconiugali si fondano con il dolore per la morte di Bernhard. 7 marzo 1966 Un altro sogno improntato all’angoscia delle catastrofi. Federico sta volando con un aereo e si trova nella cabina di guida assieme ad un pilota molto giovane e ad Anna Salvatori (attrice, pittrice e scrittrice già citata in sogni precedenti). Vo219 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
lano ad alta quota tra 4000 e 5000 metri. Il volo è pericoloso perché l’aria è piena di “palle di neve gelata sospese immobili nel vuoto che esplodono violentemente contro il vetro del muso dell’aereo (infatti sembra più la cabina di guida di un elicottero). Da un momento all’altro il vetro potrebbe schiantarsi e sarebbe la catastrofe”, scrive Federico in modo molto chiaro, spiegando l’atmosfera di terrore che pervade il sogno. L’amica Anna vorrebbe volare a quota più bassa e dice che possono farlo. In effetti stanno volando a quota 5000, non al fondo del corridoio aereo, che è a 4000, quindi c’è spazio per potersi abbassare. Simbolicamente può voler dire che il sogno suggerisce a Federico, oppure che lui tema, che l’amica Anna lo voglia schiacciare in basso, cioè riportarlo a livelli di realizzazione minore e, secondo Federico, anche meno pericolosi, perché in questo modo eviterebbe le palle di neve. In parole semplici potrebbe significare che Federico pensasse, come abbiamo più volte scritto per altri sogni, che lavorando al potenziale più alto delle sue possibilità avrebbe rischiato di essere colpito da attacchi di vario genere più o meno pericolosi, qui rappresentati dalle palle di neve. Nella seconda parte del sogno scendono rapidamente a terra per dei controlli e “l’aereo deve arrestarsi all’imbocco di una galleria”. Questo particolare è anche disegnato con cura e precisione e l’imbocco della galleria sembra un sole diventato nero con dei raggi arancioni. “Il pilota è scomparso”, scrive Federico quindi tocca a lui stesso frenare l’aereo, spingendo il pedale del freno con grande fatica e si ferma pochi millimetri prima della galleria, sfiorandone con le ali l’imbocco ed evitando miracolosamente il disastro. Sotto il disegno c’è un titolo sottolineato, molto chiaro: “L’arresto (che fatica!!!) Il tunnel con le Parche”. 220 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
L’aereo è comunque un simbolo maschile che si sta inserendo in una galleria, simbolo femminile, e Federico spinge col piede un pedale rappresentato a forma di rombo, simbolo di cambiamento avvenuto. Potremmo dire che all’interno di questo sogno che esprime la sua angoscia di morte ci sono anche altri particolari, primo fra i quali le due figure femminili, due vecchie signore, come le chiama lui, che sferruzzano a maglia poste all’interno di garitte all’inizio del tunnel. Le garitte sono dei parallelepipedi che però possono rappresentare l’essere rinchiusi in una dimensione rigida. Sono due donne anziane, potrebbero quindi essere la madre e la nonna, oppure le due nonne, figure ancestrali cui deve la vita. In particolare quella di destra, già all’interno del tunnel, che può rappresentare la cavità uterina, nel senso descritto da Stanislav Grof nel suo lavoro sulle matrici perinatali (Oltre il cervello, pag. 114). L’aereo, un simbolo maschile, è colorato di giallo, in questo caso rafforzativo dell’Archetipo Maschile, poiché è il colore del sole e della forza in generale. Federico sta dunque imparando a gestire la sua forza maschile, in modo da non far male né a se stesso, né agli altri, anche se ancora teme di non essere in grado di controllarsi. Il sogno sembra suggerirgli che l’autocontrollo gli viene dall’ancorarsi alle sue radici ancestrali (la madre, la nonna). Forse, ancora più in profondità, l’origine di tutti questi sogni che descrivono pericoli o catastrofi imminenti può ritrovarsi, come abbiamo già più volte scritto, nella morte precoce e violenta dello zio Federico, di cui Fellini rinnova il nome. L’aereo è infatti di piccola taglia e ricorda quello della Prima Guerra Mondiale durante la quale si è verificata la morte dello zio. In sintesi, questo sogno esprime nuovamente la sua angoscia di morte, ma anche la sua capacità di auto controllarsi. Ci dice infatti che Federico ha acquisito il senso del limite, 221 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
poiché, anche se solo pochi attimi prima, riesce a fermare l’aereo in tempo prima del disastro. 18 marzo 1966 –Visione ipnagogica Ecco una visione che forse è all’origine del film Casanova. “Apparizione di due ragazzotte travestite da damine veneziane come se si recassero ad un ballo mascherato sotto le feste di Carnevale. Chiedo loro – vi piace il mio film? – No! – Perché? – Perché è falso! – e spariscono”. Questa visione lo introduce nel mondo delle maschere e del Carnevale veneziano e nel gioco di specchi tra realtà e finzione, che saranno motivi conduttori del film citato. 25 marzo 1966 Un sogno dalla simbologia particolarmente significativa. “8 settembre. Il Re fugge da Villa Savoia, sale in macchina. La catenella d’oro (che mi ha regalato Giulietta) si è impigliata... sotto l’auto del Re che partendo all’improvviso la spezza”. C’è un armistizio, è appena caduto il Fascismo e il Re fugge. Tutto questo potrebbe alludere alla perdita di potere di un padre, quello di Federico o quello di Giulietta, ma probabilmente quello di lei, dato che la catenina è la sua. Quindi Federico e Giulietta stanno diventando autonomi, non hanno più vincoli di dipendenza stretta dai genitori, oppure il rapporto di Fellini con la moglie rischia di rompersi a causa dei legami edipici di Giulietta, dato che la catenina si è impigliata sotto l’auto del Re. Nel sogno Federico ritrova sul selciato dei frammenti della catena e alcuni ragazzini hanno in mano degli amuleti che erano appesi alla catenella. “Sono dei bravi scolaretti e mi restituiscono tutto prontamente, lieti 222 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
di farlo”. Lui offre gelato a tutti e precede i ragazzi in una pasticceria. “Il conto è modestissimo”, scrive Federico. Piero Gherardi vuole contribuire alla spesa, ma lui rifiuta e paga personalmente. Sembra che il sogno si riferisca all’ambiente del set cinematografico, visto che Gherardi è architetto, scenografo e costumista, nonché suo amico personale. Gli scolaretti possono essere altri membri della troupe, che gli restituiscono gli amuleti, quindi la fortuna e la protezione dagli eventi negativi. Per questo lui vuol pagare il conto da solo, senza il contributo di Gherardi, per riaffermare la sua completa autonomia di regista, infatti, se avesse accettato il pagamento dell’architetto, simbolicamente avrebbe anche ceduto una parte del suo potere decisionale e artistico. Sappiamo infatti che il loro rapporto è stato talvolta anche conflittuale. 5 aprile 1966 Un sogno nel quale Federico incontra il suo analista, Bernhard. È ambientato alla Posta di San Silvestro con Dosi, il poliziotto privato che a suo tempo lo ha seguito per incarico di Giulietta. Intanto che lui riflette sul fatto che il poliziotto ora abbia bisogno di un favore da lui, mentre prima lo spiava, entra alla Posta e si sente chiamare da Bernhard. Lui lo vorrebbe abbracciare, ma un’infermiera glielo impedisce, dicendo che è ancora molto debole. “La convalescenza della morte?”, si chiede Federico. Bernhard gli dice: “Io non lascio mai i miei registi”. Questo sogno sembra riflettere sulla relatività di ogni situazione nella vita, e anche dopo. Infatti il poliziotto che lo ha spiato ora ha bisogno del suo aiuto, mentre Bernhard è debole, pur essendo già morto, ma lo rassicura che gli sarà 223 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
comunque sempre vicino, anche dalla dimensione in cui si trova ora. Maggio 1966 Questa trascrizione, completata da un bellissimo disegno, è una vera perla. Federico e Giulietta sono allunati, nel senso che sono arrivati sulla luna. Giulietta è perfettamente a suo agio, come fosse in vacanza, e si sta organizzando per abitare per un po’ di tempo lì. Lui prova sentimenti contrastanti: non sa se è a disagio, se ha paura, se è stato scombussolato dal viaggio. Avverte “una forte tensione nell’aria intorno, la vibrazione molecolare dei satelliti è diversa e per l’essere umano questa tensione confina con la follia”. Sembra che Federico in questo sogno registri un grande cambiamento, in quanto lui e sua moglie sono saliti sulla luna. Però teme anche che questo loro innalzarsi almeno a livello energetico possa anche essere pericoloso. Teme addirittura che possa confinare con la follia. Forse questa paura è amplificata dal fatto che Bernhard è morto e, visto che era stato lui ad iniziarlo a questo tipo di viaggio, ora che non lo può più assistere in questo percorso, Federico teme d’intraprendere delle strade pericolose. Questo ci dice che nonostante Federico fosse attratto da tutto quello che lo poteva meravigliare, era invece anche molto cauto, giustamente, trattandosi di temi molto delicati. Tornando al sogno in questione, lui e Giulietta sono all’interno di una tenda “da sceicco”, la definisce lui, e osservano “...là fuori il firmamento stellato. Tra gli infiniti punti luminosi ce n’è uno più grande. È la Terra? È un’altra Luna? È quella la vera Luna?”. Veramente un sogno metafisico, con riflessioni sui temi più alti che un essere umano possa fare in questa dimensione. Anche il disegno li rappresenta molto bene, dato che lui 224 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
e Giulietta sono ritratti sdraiati, di spalle, tratteggiati in nero e appoggiati su in materasso che riprende il colore della tenda, un misto fra marrone bruciato e arancione. Sono appoggiati su uno spiazzo di colore giallo e, molto romanticamente, la tenda si apre sul firmamento con un disco luminoso più grande degli altri, del quale non sanno definire la natura. Il sogno sembra dire che lui e Giulietta hanno fatto un grande percorso spirituale, ma sono entrambi sia stupiti che confusi. A conferma di queste ipotesi, c’è la fine del sogno, nel quale lui si rammenta di un racconto di fantascienza intitolato La disfatta, nel quale si narra che tutti i pazzi venivano condotti sulla luna, dove vivevano “sotto il comando di una bellissima regina”. In sintesi potremmo dire che questo finale rafforzi l’ipotesi che abbiamo fatto all’inizio, cioè che questo grande percorso che hanno appena compiuto li spaventi molto, fino al punto di temere la follia. Non a caso il racconto citato nel sogno s’intitola La disfatta, alludendo cioè al fatto che chi giunge sulla luna, simbolicamente integrando così all’interno della propria personalità l’archetipo del Femminile, simboleggiato per antonomasia dal satellite lunare, in realtà è un folle che si fa dominare dalle donne, quindi non un uomo vero. Quale modo migliore per descrivere i pregiudizi di genere? Forse le tematiche dedicate all’universo femminile che confluiranno in maniera particolare ne La città delle donne, un film che realizzerà molti anni più avanti, hanno le loro radici in questo periodo della sua vita, come questo sogno ci dimostra. 10 maggio 1966 In questa breve trascrizione Federico spiega che nel sogno sta mangiando insieme a Piero Gherardi, alla sua destra, e a Clemente Fracassi, un suo produttore esecutivo, il quale 225 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
si trova davanti a lui. Mentre mangiano ovviamente parlano del film che hanno intenzione di realizzare e si ripropongono: “Bando alle vecchie storie, agli stupidi malintesi. Bisogna soltanto lavorare”. È molto esplicito il significato di questo sogno: Federico desidera ricominciare a lavorare in armonia con i suoi collaboratori dopo un periodo di forte conflittualità. Anzi, potremmo dire che il sogno gli suggerisca questo, di lasciar da parte ogni conflitto e di ricominciare a lavorare in armonia con i suoi collaboratori per non frenare la realizzazione dei suoi progetti. Luglio 1966 Federico comincia con una riflessione sul senso d’impotenza e sui dubbi che lo attanagliano riguardo al film Mastorna; Piero Gherardi da tre mesi se n’è andato, insieme a lui altri collaboratori. “Sono solo”, scrive Federico, come riferisce Kezich in Federico Fellini – La vita e i film. La lettura de I King, l’Oracolo cinese che lo appassiona molto spesso, lo lascia dubbioso, poiché “Mi sembra d’intravedere una possibile interpretazione: Attendere. Non è ancor arrivato il momento. Attesa”, scrive e sottolinea Federico. Poi si sforza di trascrivere qualche sogno. Sappiamo quanto sia stato difficile questo periodo per lui: sia queste frasi che i sogni lo confermano ampiamente. A dire il vero, già il sogno in cui lui e Giulietta erano approdati sulla luna lasciava supporre tutto ciò: forse infatti è semplicemente successo che lui avesse fatto un percorso più elevato, più spirituale dei suoi collaboratori i quali, non riuscendo più a seguirlo, si sono allontanati.
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a) Sogno Suo fratello è molto basso di statura, ha una benda nera sull’occhio sinistro, quello della creatività e Federico lo insulta violentemente. Sul margine destro del foglio le parole lasciano lo spazio alla rappresentazione grafica di Riccardo che ha lo sguardo rivolto a sinistra ed è colorato di grigio con i contorni neri ed una spessa ombreggiatura nera. Sia dalle parole che dal disegno, s’intuisce quanto il conflitto tra loro sia forte e acceso. Il sogno sembra suggerire che Riccardo sia ancora immaturo, infatti viene rappresentato piccolo e con lo sguardo rivolto a sinistra, cioè forse verso il passato, l’infanzia e tutto ciò che ne consegue, l’incapacità di andare oltre il conflitto, di lasciarsi alle spalle il passato e i dolori che possono essere rappresentati dall’ombreggiatura nera. La benda sull’occhio sinistro può voler dire che ha la creatività bloccata, visto che l’occhio sinistro è quello relativo all’arte, alla sensibilità artistica, alla fantasia, eccetera. b) Visione ipnagogica C’è un insetto metallico che prima era rovesciato sul terrazzo della casa di Fregene ed ora si è rimesso in cammino. Anche qui nella parte destra del foglio le parole lasciano spazio al disegno, che stavolta è colorato. Si vedono in alto il verde del giardino con ai bordi un vaso di fiori e il pavimento giallo del terrazzo, sul quale spicca l’insetto nelle due posizioni. Cosa può rappresentare l’insetto? Può rappresentare un’idea ossessiva che tormenta il sognatore, e in questo caso potrebbe rappresentare il film Mastorna che lui non riesce a realizzare, nonostante lo desideri con tutte le sue forze. Il fatto che l’insetto si diriga verso il vaso di fiori può voler dire che cerca di unirsi 227 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
alla creatività rappresentata dalla pianta, letteralmente di fiorire, sbocciare con la realizzazione del progetto. Quanti incoraggiamenti gli giungevano dalla sua interiorità, ma ciò nonostante non riuscirà a realizzare questo film, a dimostrazione del fatto che siamo sempre e comunque liberi di scegliere, in ogni momento della nostra vita, anche di rinunciare ai desideri per noi più importanti, se non pensiamo di avere la forza di realizzarli, o di meritarli, o temiamo che possa essere pericoloso. c) Visione ipnagogica Il cadavere di una persona impiccata viene calato in un pozzo e l’immagine è grigia e spenta. Questa volta il disegno occupa molto più spazio di quello riservato alle parole ed è contornato da un’ombreggiatura blu che contribuisce a dare al disegno la forma di un trapezio, quindi simbolicamente di un blocco, come diceva il sogno precedente. Però il blu che contorna il colore nero dell’impiccato ed il grigio del pozzo e del cielo possono alludere al fatto che forse Federico sta cominciando ad elaborare tutta questa triste storia, poiché blu è il colore della calma e della spiritualità. Certo è che la sagoma che sta per essere calata nel pozzo sembra quella del regista che teme di rischiare la vita con le sue opere, che ricevono forti critiche da parte di molti detrattori. Il libro prosegue con un sogno illustrato da un disegno che occupa uno spazio nel foglio molto più ampio di quelli appena descritti e sembra un’anticipazione del crollo delle Torri Gemelle a New York avvenuto l’11 settembre del 2001, anche se il sogno è invece ambientato a Roma. Scrive Federico: “Crollo di una delle torri che sono in fondo 228 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
a via Nazionale. Nella realtà la torre è a destra, nel sogno invece era a sinistra e franava all’improvviso, franava silenziosamente ostruendo la strada...”. Il taxi che lo sta portando in ufficio assieme a Liliana (probabilmente Liliana Betti, aiuto regista e amica che collaborerà con Fellini a partire dall’episodio di Tre passi nel delirio, Satyricon, Amarcord e Casanova) non riesce a passare perché l’accesso è bloccato dalle macerie fumanti della torre. A ribadire quanto sia importante questo concetto, Federico sottolinea queste due frasi: “Non si passa. L’accesso all’ufficio è bloccato, la torre è crollata!”. Il disegno esprime molto bene questo concetto mostrando le macerie a forma di montagne e Federico e Liliana, scesi dall’auto, guardare l’imponente ostacolo causato dalla distruzione della torre. Significativa è la parola ALT scritta in stampato maiuscolo nero, seguita da un punto esclamativo ripetuta quattro volte: tre nel cielo ed una in basso sotto il taxi. È evidente che il senso di blocco che Federico prova è molto forte e persino la sottolineatura ed il punto esclamativo sembrano una barriera che, come unica via d’uscita, hanno lo spazio tra il punto e la linea dell’esclamativo. È come se il sogno dicesse a Federico: lo spazio per proseguire è stretto, ma esiste. Degna di nota è anche la posizione della torre, che secondo Fellini nella realtà è a destra, mentre nel sogno è a sinistra. Cosa può rappresentare? Innanzitutto non è la posizione reale ad essere significativa, ma quella sognata, che ci dà indicazioni simboliche. Forse semplicemente vuol dire che l’attacco al suo archetipo del Maschile, quindi alla sua capacità di difendersi, di progettare, eccetera, causato dalle disapprovazioni sociali per i film che aveva realizzato ha ripercussioni sul suo presente, soprattutto per ciò che concerne la concretezza e la capacità di progettare nuovi film. 229 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Da tutti questi sogni e visioni si comprende quanto fosse profondo il disagio che Fellini stava vivendo, e ciò suscita in noi grande commozione, al pensiero di sofferenze così forti causate dalla libertà espressiva di un genio, che stava cercando di elevare gli animi dei suoi contemporanei e non certo di fare loro del male. In un altro sogno una persona molto malata viene condotta vicino a Federico, che nota subito che ha il tubo digerente fuori dal corpo, quindi si trova in pericolo mortale, dato che non può né assimilare, né tanto meno nutrirsi. “Il nutrimento non nutre il corpo. Il corpo non assimila. Pericolo mortale”, scrive e sottolinea Federico e sotto illustra la situazione descritta, con un disegno molto chiaro. É disegnata una persona, contornata da ombreggiature viola, a forma di arco romanico, con all’interno anche altre ombreggiature azzurre. L’uomo dall’espressione molto triste protetto da un mantello nero e vestito di verde ha una sorta di tubo che esce dal cervello, come una sorta di sifone dal quale possono essere risucchiate le idee. Forse è come si sentiva a volte Federico, che tutti cercavano di imitare per la sua estrosità e originalità. Sembra che il sogno gli suggerisca che però questa sorta di apertura che concede al mondo esterno è pericolosa, perché ovviamente viene svuotato di energie e alla lunga può essere rischioso. Però la corrispondenza può essere anche biunivoca, perché anche lui in questo modo può trarre ispirazione dall’ambiente esterno e il vestito verde, colore che ricorda la rinascita della natura dopo il sonno invernale, lascia ben sperare. In un altro sogno Federico è a pranzo con Carl Gustav Jung e Liliana Betti, la sua aiuto regista. Sono seduti a tavola insieme e mangiano spaghetti e “ne addentiamo uno che è 230 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
lo stesso e stava in tutti e tre i piatti”. C’è un disegno molto particolareggiato, nel quale si vedono i tre personaggi seduti a tavola in una piazzetta contornata di case, e allo stesso Federico non è chiaro se si tratti della Liguria o della Svizzera. Si ritrae di spalle come al solito con la solita testa a cuore ma l’abito è viola, quindi questo può significare che abbia fatto un grande cambiamento (a nostro avviso anche nel modo di trascrivere e disegnare i sogni, che sembra molto più acuto). Liliana è ritratta un po’ in carne con una giacca rossa come le scarpe e una gonna a righe nero – viola. Jung è disegnato di fronte a Federico, quindi noi lo vediamo in volto: “è un vecchio bellissimo, che vigore, fisico ed intellettuale emana il suo corpo robusto di contadino, acuto, benevolmente ironico!”, scrive Fellini e ne disegna il volto con precisione. Quello che colpisce maggiormente è la comunione dello spaghetto che li collega tutti passando dalle loro bocche e tracciando un percorso che sembra un’altra bocca. Questo spaghetto che li collega tutti può significare la sintonia che li legava e a questo punto ci permettiamo un’ipotesi, e cioè che Federico in questa maniera, con la mediazione di Bernhard e di tutto quanto avevano fatto insieme, diventi a pieno titolo uno degli allievi principali di Carl Gustav Jung, del quale ha contribuito a divulgare il pensiero grazie ai suoi originalissimi film. “Alla televisione russa proiettano l’immagine di Giulietta in atteggiamento di martire, sorriso estasiato e lacrime”, scrive Federico e non possiamo non ricordare come ha rappresentato la bambina – martire in Giulietta degli spiriti. “Poi si vede il sottoscritto col cappellaccio di 8 e ½ che, seduto sulla poltrona di un paralitico, passa e ripassa da sinistra a destra due o tre volte”. A lato di questa trascrizione è disegnato lo 231 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
schermo di un televisore con l’immagine di Federico in sedia a rotelle che gira e rigira in cerchio. Questo sogno potrebbe rappresentare il disagio, più volte descritto, che Federico sta provando in questo periodo, nel quale si sente come bloccato nel suo percorso dalle eccessive critiche e pressioni sociali che ha ricevuto dopo gli ultimi film. Per questo si rappresenta in sedia a rotelle. Per affrontare questo stallo, è come se lui stesse avvoltolandosi su se stesso per riuscire finalmente a ricominciare il suo percorso. Sappiamo tutti che, fortunatamente, dopo questo difficilissimo periodo, non solo si risolleverà, ma ricomincerà a realizzare altri capolavori. La televisione russa proietta l’immagine di Giulietta martire, come del resto lui stesso nelle vesti del protagonista di 8 e ½. Ciò potrebbe significare, a conferma della nostra ipotesi, che una causa del loro malessere fosse dovuta al senso di colpa per aver interpretato ruoli così espliciti nei film citati, e cioè 8 e ½ per quel che riguarda la sua lotta per liberarsi dai condizionamenti che gli impedivano di esprimere al meglio la sua vocazione e lo stesso per quanto riguarda Giulietta nel film Giulietta degli spiriti, nel quale questo percorso è, se possibile, ancora più evidente. La televisione è russa nel senso dei valori e dello stile di vita del popolo russo come descritto da Dostoevskij nel romanzo Il giocatore, nel quale i protagonisti sono personaggi tormentati da pulsioni autodistruttive; non sempre sono autonomi e quindi hanno dipendenze di vario genere. Con parole semplici, forse il sogno vuol consigliare a Federico di ricominciare a lavorare con libertà e gioia senza piegarsi a logiche di potere tipiche di società arcaiche come quella russa pre-rivoluzionaria.
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13 settembre 1966 Una breve trascrizione di un sogno tracciata sotto un disegno molto esplicito: “Dinanzi alle mura del Verano, di notte, passeggio con Gherardi. Si parla del film. C’è la possibilità che riprenda a lavorare con me?”. Chiaramente si comprende quanto Federico desideri che Piero Gherardi ricominci a lavorare con lui, infatti si disegna insieme all’amico e collaboratore mentre camminano di fianco al cimitero che è colorato di viola, pieno di croci. Ma quello che è più significativo a nostro avviso è che sotto le due figure siano tracciate delle linee blu su campo giallo che sembrano strade che divergono dopo un percorso comune, come in effetti è successo tra i due, che non lavoreranno più insieme. La camminata di fianco al cimitero può rappresentare il lutto psicologico per la fine della loro relazione professionale e d’amicizia. Anche le figure sono significative: Federico si dipinge di nero, di spalle come sempre, mentre Gherardi è ritratto di profilo come nel tentativo di conversare animatamente e di risolvere i conflitti ed i malintesi che li hanno separati. 14 settembre 1966 Un sogno che riflette un momento cruciale nella vita di Federico, infatti lui stesso scrive tra parentesi: “Nota: questo è il sogno che ho fatto la notte prima di mandare la lettera di rottura a Dino De Laurentiis”. Federico sogna di aver deciso di partire all’improvviso, di aver fatto velocemente i bagagli davanti a Giulietta spaventata in sottoveste nera. Il suo treno, guarda caso, deve partire alle 8 e ½ e lui, che aveva prenotato un’ora prima il posto arriva nientemeno che alle otto e mezzo in punto, proprio mentre il treno sta par233 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
tendo e lui non sa cosa fare. Allora si mette a correre, fa un salto e rimane aggrappato al predellino, mentre il treno sta già correndo molto velocemente. Il treno “corre possente inarrestabile verso la notte più fonda. Lo sportello non si apre, tutti i finestrini sono ermeticamente chiusi. Nessuno mi ha visto. Nessuno mi può aiutare. AGGRAPPATO SPASMODICAMENTE ALLO SPORTELLO NON POSSO PIÙ SCENDERE, perché mi fracasserei, ma continuare il viaggio così non è possibile... Non reggo più... AIUTO!”, scrive Federico chiarendo molto bene la sua paura di morire. Teme che questo nuovo film, cioè Mastorna, per il quale ha già preso molti impegni col produttore, il quale ha già fatto molti investimenti per la scenografia, possa nuocergli gravemente. Ma il sogno secondo noi gli dà un’indicazione in più, cioè: ripetendo due volte la cifra 8 e ½, che poi era il titolo del suo famoso film, sembra suggerirgli che stia vivendo una situazione simile a quella che lui stesso ha descritto nel suo precedente capolavoro, specie per quanto riguarda il suo rapporto coi produttori. È come se il sogno gli dicesse: non ti ricordi quello che tu stesso hai rappresentato in 8 e ½? Se ti ritiri adesso il produttore te la farà pagare (come in effetti sarà); ormai sei in ballo e non puoi tirarti indietro. Ma lui sta troppo male e si sente come si è descritto nel sogno: agganciato ad un treno che va molto veloce, ma che è serrato; lui non può entrare e nessuno lo può aiutare. È un sogno nel quale si sente senza via d’uscita: non può salire ma non può nemmeno scendere perché si fracasserebbe a terra. A suo avviso nessuno lo può aiutare, perché i suoi collaboratori storici lo hanno abbandonato. Il sogno ritrae una situazione di chiarissima angoscia e di paura di morte; per questo al risveglio prende la decisione di scrivere al produttore che lui non è in grado di onorare gli impe234 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
gni che ha preso nel contratto. A nostro avviso tutte queste motivazioni hanno influito sicuramente sulla decisione di rompere il contratto con De Laurentiis, ma il motivo principale è legato alle tematiche che lui avrebbe rappresentato nel film Mastorna, cioè l’ipotesi filosofica della metempsicosi, la ciclicità delle vite, che a suo avviso era un tema troppo scottante per l’epoca nella quale era stato duramente criticato anche per i film precedenti, pur se privi di una tematica così forte. “Tragicamente cretino, dice Parise, che ha un gran testone, alludendo al mio film”. Questa breve trascrizione è preceduta a sinistra da un disegno, anzi da una caricatura dello scrittore e sceneggiatore insieme a Ennio Flaiano, Tullio Pinelli, Brunello Rondi e Fellini stesso de Le tentazioni del dottor Antonio. Il volto è colorato in giallo e sembra un’automobile da corsa, nella quale il naso può rappresentare il cofano, gli occhi il vetro anteriore ed il basco una capote. Questo potrebbe voler dire che lo scrittore, che lo sta tragicamente criticando, ai suoi occhi è molto aggressivo e quindi potremmo dire un campione dell’archetipo del Maschile. Facile intuire perché Fellini avesse sviluppato avversione per i critici... 30 settembre 1966 “Mago Rol è il calzolaio”, scrive Federico mentre si accinge a raccontarci questo sogno a nostro avviso tutto incentrato sulla simbologia delle scarpe che Freud aveva già definito come simbolo femminile per eccellenza, che si unisce al piede, cioè un chiaro simbolo maschile, in una coppia molto ben affiatata. Il Mago Rol, suo amico personale, è il calzolaio e Federico ha comprato da lui un paio di scarpe nere che ha deciso 235 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
non indosserà mai e neppure un altro paio di scarpe più chiare con macchie nere, che però sta indossando in questo momento. “Voglio delle scarpe decisamente e completamente di pelle chiara. Rol ascolta in silenzio pronto ad ubbidire...”. Sembra che il sogno esprima un’evoluzione che Federico sta facendo, rappresentata dal colore delle scarpe, le quali, come abbiamo già detto, possono rappresentare il suo archetipo del Femminile, che sta ‘facendo pulizia’, perché è passato da scarpe nere che non vuole più, ad alcune più chiare con macchie nere che sta mettendo in questo momento e ad ordinarle di sola pelle chiara al Mago/Calzolaio, che è quindi un ‘campione’ del Femminile, dato che aiuta gli altri a costruire questo archetipo fondamentale all’interno della propria personalità, il quale si appresta a svolgere il suo incarico con “precisione e chiarezza”. Molto significativa è questa evoluzione che Federico fa mediante lo schiarirsi progressivo delle sue scarpe, che passano dall’essere nere, a chiare macchiate di nero, poi bianche, alludendo al lasciar andare problematiche, tensioni, caratteristiche non più adeguate al momento presente. È una sorta di pulizia interiore che Federico sta facendo e grazie all’aiuto dell’amico, il Mago Rol. Questi era torinese, nato nel 1903, quindi anche una figura di riferimento quasi paterna per Fellini. 17 ottobre 1966 Questo sogno è ambientato a Londra. Giulietta e Federico sono in un grande albergo e stanno cambiando camera. Per questo lui è molto spaventato, teme che il facchino si accorga che in una delle valigie Giulietta ha chiuso il cadavere del loro amico Vilallonga, il nobile spagnolo che ha interpretato il ruolo di José, l’amico spagnolo ospite dei protagonisti del 236 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
film Giulietta degli spiriti e ammiratore del personaggio di Giulietta. È molto significativo questo sogno: ci dice che Federico mal sopportava il nobile spagnolo, tanto da desiderarne almeno inconsciamente la morte e, come ci spiega Freud nel carteggio con Einstein (Perché la guerra?, pag. 47): nell’inconscio non andiamo tanto per il sottile e quando una persona ci disturba, desideriamo eliminarla. I coniugi Fellini stanno cambiando camera nell’albergo, cioè stanno facendo un cambiamento profondo nella loro affettività, rappresentata dall’albergo che è una grande casa, cioè simbolo d’identità sociale ed affettiva. Il facchino potrebbe rappresentare le loro risorse profonde, perché trasporta i pesi, quindi sopporta e supera delle difficoltà. Tornando al sogno, Federico scrive che Giulietta non è preoccupata, pur essendo stata lei ad uccidere l’amico e sembra essersene dimenticata, mentre è tutta intenta a sistemare la nuova stanza. “La valigia è stata messa nel bagno” e Federico vuole assolutamente liberarsene perché teme che si possa sentire il fetore del cadavere. Pensa di buttarlo nel Tamigi oppure di abbandonarlo in campagna e il padre lo vuole aiutare mentre sta facendo un giro di ricognizione intorno all’albergo per cercare un ponte. Ma ad un certo punto si accorge di essersi smarrito, proprio quando si sentiva un po’ più tranquillo... Chiede indicazioni ad una persona di Bologna, e sembra che i cadaveri ora siano due, senza sapere di chi sia il secondo. Nel sogno è presente anche una certa Mariolina. Sembra un sogno d’angoscia, nel quale però questa volta non è lui a temere di morire, ma una sorta di rivale in amore, una vittima; di un rivale vero e proprio non si può parlare, dato che sembra sia stata Giulietta ad eliminarlo. Importante è anche la presenza e l’aiuto del padre, con l’imago del quale Federico sembra stia facendo pace. C’è inoltre un’altra donna, 237 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
che potrebbe alludere ad un’altra relazione affettiva di Federico, quindi potrebbe essere lei stessa il cadavere. Con parole semplici potremmo dire che forse Federico e Giulietta stanno rinsaldando la loro coppia dopo aver avuto difficoltà relazionali molto serie, allontanando potenziali intrusi da entrambe le parti. A conferma di quest’ipotesi c’è l’aiuto del padre, perché come si vede in La dolce vita e in 8 e ½, questi consiglia il protagonista, sempre alter ego di Federico, di fare pulizia ed ordine nella sua vita personale (La dolce vita) ed di aver cura della moglie e del loro matrimonio (8 e ½). “Sogno Jung, è come nelle foto, che bella faccia da vecchio mago – contadino. Sta cambiando casa. Viene verso l’Italia, preceduto da grandi autocarri pieni dei sogni dei suoi pazienti... seduto nella sua auto sorride e si accende la pipa”, scrive Federico tracciando un bellissimo ritratto dello psichiatra svizzero. Anche senza la rappresentazione grafica ci sembra di vederlo, questo mago – contadino mentre si accinge a fare un importante passo avanti nella diffusione delle sue idee. Infatti è in viaggio verso l’Italia: simbolicamente i suoi allievi stanno affermandosi anche in Italia e lui sorride, cioè ne è felice. Interessantissimo il particolare che in questo viaggio sia preceduto da grandi autocarri pieni dei sogni dei suoi pazienti, cioè forse, simbolicamente, tutto il lavoro fatto da lui e dai suoi collaboratori sul tema del sogno. È un mago nel senso archetipico del termine, cioè come tutti sappiamo è riuscito molto bene a realizzare i suoi progetti e studi a beneficio di tutta l’Umanità. Perché contadino? Forse nel senso di saper seminare e raccogliere i frutti del proprio lavoro.
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4 novembre 1966 Il sogno è ambientato negli uffici di De Laurentiis, dove si cerca di trovare una soluzione ai loro problemi. De Michele (un regista e collaboratore) viene sottoposto a delle vaccinazioni e trattenuto in portineria. “Perché? Per vaccinarlo, sembra, immunizzarlo”, scrive Federico e il sogno pare suggerire a livello simbolico che De Michele venga in qualche modo immunizzato, non contagiato dalla tensione che circola intorno a questa incresciosa vicenda. “Dino ha un cappotto nero, è buio in volto, non mi guarda, è molto più in alto di quanto non sia nella realtà”. Il sogno descrive molto bene il conflitto fortissimo che si è venuto a creare a causa della rottura del contratto da parte di Federico per il film Mastorna. Più alto di quanto non sia in realtà forse perché Fellini lo teme e in un certo senso forse ha ragione, perché aveva un vincolo di dipendenza con lui a causa del contratto che avevano stipulato. C’è anche Liliana Betti, appena rientrata con la madre da una passeggiata. Gli mostrano una foto dove è ritratta una bimba di due o tre anni, a cavallo una vecchia tartaruga di mare. La bambina è molto felice, ma siccome la tartaruga vuole rientrare in mare, è in pericolo. A questo punto la foto nel sogno si anima, la tartaruga scivola in acqua, lui cerca di afferrare la bambina per un piede, ma non ci riesce. Sembra che il sogno esprima una preoccupazione che Federico ha nei confronti di Liliana, la quale appare troppo legata alla madre, che potrebbe essere rappresentata dalla tartaruga. Forse, osservando il bellissimo disegno della tartaruga e della bimba che stanno per andare in acqua, un disegno molto colorato che mostra il mare in maniera molto evocativa, con onde e sfumature che vanno dall’azzurro al verde, possiamo azzardare l’ipotesi che Liliana possa rappresentare simbolicamente Giulietta, infatti è una 239 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
bimba bionda di spalle che potrebbe essere sua moglie, che sta correndo il rischio di essere trascinata da una figura materna con la quale ha un rapporto simbiotico molto forte: forse la zia Giulia, con la quale ha avuto un rapporto molto stretto. “Ho visto Arcibaldo tosato così. Era bruttarello. Bisognava tosarlo per esigenze di stagione”. Dopo questa breve descrizione segue un disegno nel quale un cane viene rappresentato col pelo rasato in tutto il corpo tranne la testa e le gambe e sembra così un pene in erezione. Il cane è rivolto a sinistra, quindi forse al passato e Federico ci dice che era brutto ma è stato necessario tosarlo per esigenze di stagione, cioè per motivi di forza maggiore. Abbiamo già espresso più volte la nostra ipotesi che i cani possano rappresentare relazioni di dipendenza e forse in questo caso il cane che è stato rasato, quindi messo a nudo nei suoi aspetti più intimi, può rappresentare il travaglio che Federico ha vissuto negli ultimi tempi, compresa la conflittualità molto accesa con il produttore De Laurentiis, che ha messo a nudo la sua dipendenza da lui e dai contratti firmati. Fellini e Lattuada in un bordello di lusso incontrano Anouk Aimée e Federico le chiede come mai sia lì. Lei, per tutta risposta, si apparta con Lattuada in una camera. È un sogno molto esplicito che esprime le sue angosce ed i suoi timori sul fatto che altri registi lo possano superare sia a livello artistico che sentimentale. Questo sogno è molto utile per capire come funzionino i meccanismi del sogno, infatti vi sono fuse diverse componenti: la conflittualità con Lattuada dopo aver girato insieme il primo film, Luci del varietà, che purtroppo ebbe un esito negativo dal punto di vista finanziario e il timore che anche le attrici più legate a lui, a 240 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
causa degli importanti ruoli recitati, lo possano ‘tradire’ con altri. Inoltre sembra interagire in questo contesto onirico il famoso episodio de La dolce vita, nel quale Anouk Aimée e Marcello Mastroianni accompagnano a casa la prostituta raccolta per strada e poi fanno l’amore a casa sua, pagandola per ‘il disturbo’. C’è anche un disegno a sinistra nella trascrizione nel quale l’attrice è rappresentata al centro con un vestito da odalisca e una maschera scura davanti agli occhi, come quella che Giulietta aveva in una scena del film Giulietta degli spiriti mentre va a dormire, a simboleggiare una difficoltà o un rifiuto nell’osservare la realtà. Federico è rappresentato nel margine sinistro del foglio, di spalle e con la testa a cuore come sempre, questa volta colorato di blu ma senza gambe. Un po’ come il cane del sogno precedente, si sente come una persona che è stata penalizzata. Infatti una delle sue attrici più amate gli preferisce Lattuada, che viene rappresentato con un volto nel quale il naso ha una dimensione sproporzionata, simile ad un’automobile modello coupé, alludendo alle dimensioni del suo Maschile. Negli scantinati della loro casa, Giulietta si accorge che il livello dell’acqua è troppo alto e sta raggiungendo il limite massimo ma, pur vedendolo, non ne è spaventata. “Vedo i gorghi di acqua fangosa che scorre con fragore sotto gli archi dei ponti interni delle cantine”. Nel disegno i ponti sono colorati in rosa e gli archi sono romanici e Giulietta mostra l’ingorgo fangoso, che può rappresentare tutta l’intricata vicenda con De Laurentiis, che è arrivata a limiti estremi, mentre loro non pensano di avere la libertà di decidere, simboleggiata dagli archi romanici, che possono rappresentare uno stile di vita oppressivo, nel quale gli esseri umani si sentono schiacciati dal peso dell’esistenza, a differenza dello stile Gotico che può rappresentare la gioia 241 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
di vivere e di esprimersi con libertà, come descrive lo storico dell’arte John Ruskin nel suo Le pietre di Venezia. “Ingmar Bergman è venuto a Rimini assieme ad una vecchia signora sua collega. Critica con molte argomentazioni il mio modo di usare la musica nei film”. Un altro sogno nel quale si esprime sia la rivalità con un altro regista, in questo caso Bergman, sia la difficoltà di Fellini ad accettare le critiche. Significativo è che Bergman sia andato a Rimini, quindi nella città natale di Federico. Lui e la donna anziana potrebbero simboleggiare suo fratello e sua madre, dai quali lui in questo momento si sente non capito; dal fratello sappiamo perché, dalla madre è forse solo un timore. A sostegno di questa ipotesi, c’è il particolare riferimento alla musica, che era il talento principale di Riccardo. Quindi il sogno potrebbe aver utilizzato Bergman e la persona anziana a Rimini come simbolo della coppia madre – fratello di Fellini. 12 novembre 1966 In questo sogno Federico ha cambiato la sua Mercedes per una potente Ferrari che però, al posto del volante ha un cinturone di cuoio, “una specie di collare, di collettone”, scrive Federico e si chiede come si possa usare. Finisce sui binari ma per fortuna senza danni e Giulietta è come al solito seduta calma al suo fianco, mentre Sergio Zavoli apre il cofano cercando il libretto delle istruzioni perché conosce questo tipo di macchina. Federico continua a chiedere dov’è il volante, perché a suo avviso è impossibile guidare con un collare di cuoio. “Non si capisce se l’auto sia proprio fatta così e quindi è necessario imparare a guidarla manovrando il collare, oppure bisogna aspettare che dalla fabbrica spediscano il volante”. 242 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
La trascrizione grafica è accompagnata da un bel disegno molto curato nei particolari: la Ferrari è azzurra con un tratteggio di righe blu, contornata di nero. Federico e Giulietta sono disegnati di spalle: lui in grigio e lei in azzurro come l’auto; questo forse simboleggia che questo cambio di automobile, quindi un mutamento molto grande nell’archetipo del Maschile simboleggiato dall’auto, è causato soprattutto dal contributo di Giulietta che è stata molto vicina al marito in questo momento difficile e lo ha aiutato a superarlo. Infatti l’auto è orientata in alto a destra, in una posizione che sembra particolarmente favorevole per affrontare il futuro. C’è il particolare del volante che, invece di essere di forma normale è un collare, quindi una briglia, un vincolo, e Federico non sa neppure se l’auto è stata progettata così o deve attendere il pezzo di ricambio. Significativo è il passaggio dalla Mercedes alla Ferrari, ma forse la simbologia è più semplice di quanto si possa pensare, cioè la famosa marca tedesca è quella dell’auto che Federico ha nella realtà: efficiente, forte, veloce, di qualità, eccetera, e può rappresentare il suo archetipo Maschile. Invece la Ferrari, che è azzurra come il vestito di Giulietta ed è una casa automobilistica emiliana, molto vicina al paese natale di Giulietta, può rappresentare l’archetipo del Maschile della Masina. Se questa ipotesi è giusta, il collare al posto del volante può significare che Federico e Giulietta sono ovviamente legati da un forte vincolo per il quale lui tende a ‘guidarla’, come del resto era normale in una coppia di quell’epoca. Altro particolare significativo è la figura di Zavoli all’esterno dell’auto che pur conosce molto bene e simbolicamente forse può esprimere una paura di Federico che il legame tra Giulietta e Zavoli potesse essere troppo stretto.
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Federico nuota nel porto di Rimini per raggiungere il mare. “Era più piccolo? O io ero un gigante?... Sì, dicevo – sono un gigante, ma il mare è sempre immenso”. Questa breve descrizione si trova sul margine in alto a sinistra tra la bella Ferrari di cui abbiamo parlato e il disegno del porto, dai colori particolarmente accesi e dai tratti molto accurati. Federico sta attraversando l’ultimo tratto del Porto Canale di Rimini e sembra una traccia dei ricordi perinatali, in questo caso della nascita, infatti il porto sembra il canale uterino che ogni bambino deve attraversare per nascere. Il mare può rappresentare sia il liquido amniotico, ma anche la figura materna e in questo caso Federico ci dice che il mare è immenso, come il suo amore per la madre. Quindi simbolicamente questa è una rinascita per lui, dopo un periodo difficilissimo che abbiamo già descritto. Significativi sono i due fari in fondo al molo, che possono rappresentare l’Io Osservatore, cioè quella parte che ci aiuta ad orientarci e a vivere in maniera adattata nel mondo esterno, mediando tra le istanze dell’Es e quelle del Super Io. Al livello in cui si trova Federico prima di raggiungere il mare ci sono delle reti da pesca, sia a destra che a sinistra e possono simboleggiare dei tentativi di frenarlo da parte di tutti i detrattori e le pressioni sociali che subiva, ma lui le sta superando e sta per raggiungere la libertà. 19 novembre 1966 Federico scrive di avere un rapporto sessuale con il padre, il quale però ha la vagina... Potremmo dire che si tratta di un sogno edipico, di rivalità tra padre e figlio, come era normale che fosse. Forse Federico, come si sa dalla sua biografia, avrebbe desiderato essere più intimo del padre e il sogno probabilmente registra il suo desiderio di avere un padre più accogliente. 244 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
21 novembre 1966 “Nella sua casa, mi riconcilio con Flaiano”. Sotto questa descrizione, che è anche un titolo, c’è un bel disegno nel quale Federico è a destra, quasi chinato verso l’amico che è molto più basso di statura, ritratto nella parte di sinistra del foglio. Il dorso di Federico è contornato da un tratteggio rosa, particolare a nostro avviso molto significativo, che può alludere al suo archetipo del Femminile, necessario per riuscire a perdonare e a riconciliarsi dopo aspri conflitti. La schiena di Federico è curva e per buona parte ombreggiata di nero, il che può alludere al peso delle sofferenze che ha provato nell’ultimo periodo. È ritratto di profilo, come raramente fa ed il volto è molto riconoscibile nei minimi particolari, compresa la parte superiore del cranio, dove aveva perso già i capelli. Fa tenerezza il modo in cui cerca di riconciliarsi con Flaiano, il quale invece appare inflessibile. Questo sogno sembra proprio che registri il desiderio di Federico, che però non si avvererà, perché i due non lavoreranno più assieme. Sotto il disegno c’è questa trascrizione molto importante. DAI SOGNI DI QUESTI TEMPI CHE SENSO RICAVO? RISTAGNO. CONFUSIONE. REGRESSIONE. VECCHI PROCESSI SEPOLTI CHE RIAFFIORANO. OTTENEBRAMENTO. OPACITÀ. Da queste riflessioni noi possiamo comprendere sia quanto impegno Federico mettesse in questo lavoro, sia quanto fosse severo con se stesso. 23 novembre 1966 Un sogno erotico e un disegno molto esplicito. Federico sogna di fare l’amore con N. (Norma Giacchero, segretaria 245 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
di produzione e amica di una vita) ed Anita, che però, subito dopo aver raggiunto l’orgasmo, gli volta la schiena ed è già vestita con in testa un colbacco, pronta per andarsene. Il disegno rappresenta in primo piano il volto di Anita durante l’orgasmo con i capelli che le scendono su volto e gli occhi chiusi. A nostro avviso, oltre ad essere un sogno erotico, contiene anche la traccia di una paura che Federico aveva di essere abbandonato. Infatti scrive: “Fra un attimo mi pianterà per correre da un altro cliente...”, che potrebbe anche essere un altro regista. L’ansia di essere abbandonato è molto forte anche perché nella realtà quasi tutti gli amici e collaboratori si erano allontanati davvero. Segue un disegno molto rappresentativo del conflitto scatenato tra Fellini e De Laurentiis a causa della rottura del contratto per il film Mastorna. Infatti scrive Federico: “Dino De Laurentiis ed io facciamo scendere dal cielo un aereo avvertendolo all’ultimo momento; l’atterraggio avviene quindi precipitosamente, ma tutto va bene”. La metafora è molto esplicita: l’aereo che scende precipitosamente sembra proprio quello della scena iniziale del film, ma può anche simboleggiare il contratto che è stato rotto all’improvviso, quindi il ‘viaggio’ del progetto è stato interrotto bruscamente, ma tutto è andato bene. “Il prato dell’aeroporto è pieno di aerei simili a quello che abbiamo fatto scendere, tutti a forma di sfera”. Questa trascrizione è seguita da un disegno che ritrae Federico e Dino De Laurentiis intenti a cercare di dirimere la loro questione. Federico è rappresentato come al solito, di spalle e con la testa a cuore, colorato di nero ed avvolto da un tratteggio giallo come fosse un’aura; De Laurentiis è ritratto di profilo con un mento molto sporgente e con una giacca e le 246 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
mani colorati di blu, mentre il tratteggio esterno che segue il contorno della sua schiena è verde. Da queste indicazioni possiamo esprimere un’ipotesi, cioè che Federico sia colorato di nero perché sta vivendo un grosso disagio, ma avvolto da un’energia molto luminosa e potente, rappresentata con il giallo della luce solare, mentre De Laurentiis, con il suo mento che sembra un pene eretto sa però mantenere la calma meglio di lui, dato che è colorato di blu ed ha anche una forte autostima, espressa forse dal tratteggio verde. Sappiamo infatti che sicuramente non accettò senza reagire la mossa di Fellini. Significativa è la forma degli aerei sul campo d’atterraggio e di quello su cui stavano viaggiando: infatti, più che aerei sembrano mine volanti... In effetti tutto ciò che ha circondato questo film mai nato era sempre potenzialmente minaccioso e denso di eventi pericolosi. Però “Tutti a forma di sfera”, scrive Federico, forse alludendo simbolicamente al solido considerato ‘perfetto’, quindi il sogno sembra suggerirgli che, pur essendo pericoloso, questo progetto è molto importante per la sua crescita spirituale e per la sua carriera artistica. Sotto, separato da una linea, c’è un altro disegno sempre riferito a questo sogno, nel quale viene rappresentato in primo piano l’aereo con due hostess appoggiate ai motori. “Come mai le hostess di questo aereo (ma sono poi hostess?) sono sistemate fuori? Non è pericoloso? No, mi dicono... Ma a me sembra pericoloso”, scrive Federico sotto l’illustrazione nella quale l’aereo è in primo piano colorato di giallo e le ragazze, molto simili fra loro, sono vestite di blu coi capelli biondi al vento. L’aereo questa volta ha una forma molto più realistica ma anche fallica mentre le due ragazze sono leggiadre, ma non hanno i piedi, che rappresentano l’archetipo del Maschile per 247 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
eccellenza, quindi sono in pericolo perché non riescono a difendersi, non avendo il Maschile, il quale rappresenta la grinta, la decisione, eccetera. Forse le due ragazze simboleggiano il Femminile di Federico: la sua creatività artistica e la sua immaginazione. Si trovano in pericolo a causa dell’eccesso di pressione sociale cui è sottoposto: critiche, detrattori, eccetera. Forse il sogno cerca di rassicurarlo: quanto sta facendo non è pericoloso come lui crede, in quanto gli dice che si tratta di un volo interno (Roma – Milano), cioè di una situazione che in fondo conosce bene e padroneggia. Il suggerimento sembra essere: sei perfettamente in grado di realizzare questo film, sono materie che hai studiato molto e che padroneggi, non ti lasciar fermare da chi vuole bloccarti e lancia delle bombe per farlo... 10 dicembre 1966 “Nascosto tra l’erba con Cattozzo, vedo all’orizzonte, come nella scena iniziale de La dolce vita, i due elicotteri col Cristo sospeso... Poi accade qualcosa e, quando i due elicotteri ci passano sulla testa (più grandi, militareschi) Cristo non c’è più”. Federico in questo sogno rivive assieme al montatore de La dolce vita, la scena iniziale del film, nella quale due elicotteri trasportano un’enorme statua di Gesù Cristo. Ma nel sogno succede una cosa diversa e quando gli elicotteri, che ora sono di tipo militare, passano sopra le loro teste, il Cristo non c’è più. Segue questa breve trascrizione un disegno che ci dà molte indicazioni. Federico ed il suo montatore sono nascosti tra l’erba: lui è sdraiato, ritratto di schiena con un indumento arancione, in atteggiamento rilassato mentre il collaboratore è immerso nell’erba con tutto il corpo ma il volto è ben eviden248 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
ziato e soprattutto il naso molto sviluppato, rivolto verso di lui in atteggiamento interrogativo e di allerta, infatti il pericolo c’è: gli elicotteri stanno per passare sulla loro testa verso un acquedotto romano colorato di rosso che spicca all’estremità destra del foglio tra il prato e il cielo. Il prato che cresce sulla terra può rappresentare anche un contatto con la madre, ma in questo caso ciò che è significativo è che i due elicotteri non hanno nulla appeso, e ciò potrebbe voler dire, considerata la posizione dell’acquedotto, che sembra anche un ponte, un passaggio interiore molto importante, un cambiamento spirituale verso una maggiore libertà, perché simbolicamente la statua non ha solo un significato religioso, ma sembra che la sua assenza voglia significare che Federico non voglia più essere messo in croce dalla società in cui vive per le sue idee ed i suoi film. “Che alito cattivo hai, Federico!”, dice Giulietta dall’interno della nuvoletta di un fumetto, mentre ha l’indice alzato nei confronti di Federico che è seduto a tavola ed è tutto colorato di nero. Giulietta è in piedi con un bel vestito aderente arancione con una bordatura blu come il contorno degli occhi. Il margine destro del foglio è riempito da una tratteggiatura ampia di colore rosso, che dà profondità alla scena. Sembra quasi un contesto scolastico o collegiale nel quale Giulietta ha un ruolo direttivo, mentre gli altri sono seduti e l’ascoltano con estrema attenzione. Il riferimento all’alito potrebbe essere un piccolo appunto che lei gli fa, ma forse l’allusione è alla difficoltà a ‘digerire’ i fatti dell’ultimo difficile periodo appena vissuto. In questo altro sogno molto lungo e complesso l’attore e amico di giovinezza di Federico, Alberto Sordi, è rinchiuso 249 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
in un carcere perché è stato accusato di gravi reati. Federico si reca a trovarlo e lo abbraccia per consolarlo dicendogli che è importante accettare la propria vita anche nei momenti difficili. “Poi c’è qualcuno che ci racconta di un grosso cane – servo che essendosi presentato per lavoro ad un altro cane – padrone, quest’ultimo gli aveva tolto gli occhi”, scrive Federico, aggiungendo che anche le donne, nei tempi antichi, si lasciassero mutilare perché così voleva la tradizione. Anche alcuni poeti mutilavano le proprie compagne e ispiratrici per aumentare la propria creatività. L’atmosfera ricorda quella del Satyricon, quindi di un mondo dove le relazioni sono violente e di stretta dipendenza; ambienti nei quali la sudditanza può arrivare a livelli estremi. Non sappiamo a chi si riferisca la personalità di Sordi, ma forse questo suo vederlo in prigione e il conflitto fra i cani possono rispecchiare le rivalità che li hanno divisi e portati a lavorare in progetti sempre diversi, dopo aver cominciato e raggiunto il successo assieme, prima con Lo sceicco Bianco, poi con I Vitelloni. Nella sua visita a Sordi nel carcere – manicomio Federico prova molta pena per l’amico, cerca di aiutarlo a cambiare cella, ma le condizioni sono molto disagiate, per lui e per gli altri detenuti: “La cella desiderata è di fronte a quella che ha ora, ma ugualmente buia, maleodorante, umida. C’è solo il pancone che è situato a scivolo lungo il muro, ed ha all’altezza della testa un piccolo lume per leggere”, scrive Federico con grande dovizia di particolari che rendono il sogno quasi una scena cinematografica, che continua con il viaggio nei sotterranei, dove ci sono i pazzi più pericolosi, che giocano alla roulette, urlano, ballano, ridono in un ambiente fetido dal quale Federico vuole uscire perché gli sembra una bolgia infernale. Infine si chiede quando “il piccolo cagnolino insaccato (calza? Placenta?) quando si libererà?”. 250 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Questa lunga descrizione, piena di cancellature che denotano un forte travaglio interiore, è seguita da un disegno nel quale il volto molto triste di Sordi, che indossa la maglia a righe tipica dei detenuti, è in primo piano. Sullo sfondo gli altri detenuti sopra descritti, all’estremità destra una mano che tiene appeso a un filo il piccolo cagnolino insaccato, che forse rappresenta un legame di dipendenza che lo sta limitando in quanto, molto probabilmente, Sordi rappresenta una parte della personalità di Federico che è prigioniera, cioè dipendente da una situazione non risolta che lo spaventa molto fino al punto di temere d’impazzire. Molto probabilmente la situazione e tutta la dinamica descritte sono legate alla drammatica rottura del contratto di Mastorna firmato col produttore De Laurentiis, che per questo lo aveva minacciato anche dal punto di vista legale. Alla luce di quest’ipotesi ci sembra possibile sostenere che forse i due cani all’inizio del sogno sono Fellini e De Laurentiis, poiché era con quest’ultimo che il regista aveva firmato un contratto, per la rottura del quale temeva profonde ripercussioni, simboleggiate dalla perdita della vista. A questo punto sorge un’altra ipotesi, cioè che la relazione tra i due sia stata un transfert della relazione, altrettanto problematica, che Federico aveva con il fratello Riccardo. La vista è quella che Edipo si toglie quando scopre di aver ucciso il padre e di aver giaciuto con la madre. È il famoso Complesso di Edipo tanto studiato da Sigmund Freud che lo considerava un’architrave della cultura occidentale e che si può rispecchiare anche nella rivalità tra fratelli nei confronti dell’amore materno, per i maschi o paterno, per le femmine. In fondo, anche Sordi poteva essere una sorta di figura fraterna per Federico e per di più la rottura tra i due è stata quasi contemporanea a quella avvenuta con Riccardo Fellini. Forse per questo l’inconscio di Federico ha scelto la figura di Alber251 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
to Sordi per rappresentare queste problematiche. Ancor più singolare è che qualche anno più tardi, Sordi, con la regia di Nanni Loy, interpreterà il film Detenuto in attesa di giudizio. 12 dicembre 1966 Un sogno nel quale il produttore Andrea Rizzoli è particolarmente benevolo con Fellini e gli parla del film Giulietta degli spiriti. La loro intesa è tale che nel sogno Rizzoli si trasforma in una donna, la sua stessa moglie, con la quale Federico si accinge a fare l’amore. Questo sogno può alludere al sodalizio anche professionale che i due avevano avuto ai tempi della Casa di Produzione Federiz. Il sogno utilizza il rapporto sessuale per simboleggiare l’unione profonda che si era creata tra i due. 21 dicembre 1966 Dalla soglia dell’Hotel Plaza Fellini vede il ‘lato B’ di L., che si dirige verso una persona, P. Colonna, e si confonde tra la folla. Le sue forme esuberanti attirano gli sguardi di Leo Benvenuti ed Enzo Provenzale (il primo è uno sceneggiatore, il secondo è un direttore di produzione) che invece hanno appuntamento con lui. Federico resta poco tempo con loro perché cerca di dirigersi in un alberghetto dove vorrebbe avere un contatto ravvicinato con L., invece si ritrova in casa di Nino Rota che si sta radendo. Giunge A. e per questo lui si nasconde perché non vuole rubare tempo al suo inseguimento. Dopo essere sceso velocemente attraverso una scala a spirale di notte si ritrova in strada in uno squallido quartiere di periferia buio e lugubre dove finge di essere ubriaco. Due persone lo soccorrono e lui offre loro delle sigarette malmesse 252 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
che aveva in tasca. Entrano poi in un bar che proietta sulla strada quasi sterrata un riquadro di luce “Atmosfera sciagurata, da coltellate”, scrive Federico. Questo sembra un sogno erotico che, come altri, non giunge a soddisfazione, perché Federico non raggiunge la donna desiderata, che prima si dirige verso un’altra persona, poi si confonde tra la folla. Questo fatto lo distrae dal vero scopo che si era prefisso, cioè incontrare dei collaboratori e forse è anche il significato principale del sogno, cioè che alcune sue ‘passioni’ lo distraevano dal lavoro. Infatti durante l’inseguimento della donna si ritrova invece a casa di Nino Rota, e qui si possono intravvedere i primi germogli di un film che vedrà la luce molti anni dopo, La città delle donne, dove infatti il protagonista insegue continuamente una donna da cui è attratto senza mai riuscire a raggiungerla. Tornando a Nino Rota, è molto interessante che Federico giunga a casa sua, come se il sogno gli dicesse di smettere di inseguire gonnelle e di concentrarsi invece sul lavoro, inoltre il musicista si sta facendo la barba per mostrare il suo volto ‘pulito’, quindi un’identità più chiara. Nella seconda parte del sogno, Fellini esce dalla stanza e scende mediante una scala, quindi forse sta andando in profondità nella sua psiche, nella sua storia personale e per questo l’ambiente è più oscuro. Due persone cercano di farlo uscire da questo stato e lui offre loro delle sigarette e anche da bere in bar che comunque illumina almeno un po’ la strada buia. Questo può significare che alcuni amici lo stanno aiutando a sollevarsi da un periodo di difficoltà e torpore, portando un po’ di luce, aiutandolo a comprendere quanto gli stia succedendo. Forse queste due persone sono i due con cui aveva appuntamento nella hall dell’albergo, cioè Benvenuti e Provenzale. 253 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
In sintesi, si può ribadire l’ipotesi che questi due lo stiano aiutando a ritornare sulla sua strada, quella della vocazione e del lavoro, dal quale era stato distratto. Il disegno ci dà delle indicazioni in più: la donna che lui insegue la vediamo di spalle, colorata di rosa e punteggiata di nero, con forme molto generose; è al centro del foglio, colorato quasi tutto di nero partendo dalle ombreggiature che contornano la figura femminile, cui si aggiungono delle sagome sempre nere che compongono la folla nella quale la donna sta immergendosi. 26 dicembre 1966 È il 26 dicembre, il giorno dopo Natale, la festa della famiglia per eccellenza e forse per questo Federico ha sognato di un bambino di 6 – 7 anni lasciato solo in una stanza d’albergo nella quale è scoppiato un tremendo incendio che rischia di ucciderlo, se non si riesce ad aprire la porta, di cui non si trovano le chiavi. Al piano di sotto, nella camera corrispondente, il soffitto gocciola acqua che un cameriere nota. Federico riesce ad entrare, le fiamme non ci sono più, ma solo molto fumo, per cui non sa se il bimbo è svenuto o dorma. Dopo averlo messo al sicuro nella stanza al piano di sotto vede che non ha ustioni e che forse bisogna solo aspettare che si svegli. Federico descrive minuziosamente questa situazione e sembra proprio che stia parlando del suo bambino interiore, quello rappresentato in 8 e ½, attorno al quale i personaggi girano attorno nella scena finale. Forse è una premonizione della tremenda malattia che colpirà Marco Gemini, il ragazzino che interpreta Guido bambino, o forse il suo desiderio di salvarlo, sapendo inoltre che quel bambino rappresentava il 254 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
suo bambino interiore. Ad ogni modo, quello che veramente stupisce è questa frase: “...e bisogna solo aspettare che si svegli”, cioè un riferimento all’ampliarsi della coscienza che è forse lo scopo principale delle nostre vite. 27 dicembre 1966 In questo sogno Elio Scardamaglia, che sarà produttore de I clowns, mostra a Federico un documento nel quale sono in programma alcuni suoi film. Molto interessante è che la società di produzione si chiami Jolly e Federico stesso scriva: “(Jolly è la Matta, la carta che risolve ogni combinazione perché ha un valore variabile, mutabile, il valore che tu puoi dargli caso per caso)”. Federico riflette sull’associazione simbolica che gli suscita il nome Jolly, cioè quello delle carte da gioco, la carta che può essere usata in diversi modi a seconda dei desideri del giocatore che la possiede. A noi invece viene in mente che il Jolly assomiglia anche a un Clown, quindi potrebbe essere un riferimento, un’anticipazione del lavoro che lui e Scardamaglia faranno insieme, cioè il film per la televisione intitolato appunto I Clowns, realizzato nel 1970. 20 dicembre 1966 Un sogno, accompagnato da un disegno, rappresenta Federico nella sua cucina dove, da qualche tempo, accanto al frigorifero vive uno strano animale metà cane e metà pesce con una bocca da coccodrillo che necessita continuamente di cibo e per questo ha sempre la bocca spalancata. Il disegno rappresenta Federico di spalle, con una sagoma colorata di blu e contornata di nero, nell’atto di buttare cibo in bocca allo 255 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
strano animale. Questo vive vicino al frigorifero e mangia continuamente, quindi può simboleggiare l’enorme dispendio energetico che si fa quando vogliamo mantenere ‘in frigorifero’, cioè congelare ricordi, conflitti, emozioni. Il frigo ha un aspetto di parallelepipedo, un po’ come il ‘cubo di Cabiria’. È come se il sogno volesse dire a Federico che sta alimentando dentro di sé una specie di vampiro che gli succhia molta forza, finché lui non accetterà di ‘aprire il frigorifero’, cioè di lasciar andare vecchi conflitti e vecchi dolori.
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1967 Un sogno che a nostro avviso conferma l’ipotesi appena espressa: “VIA STRONZACCIO MALEDETTO! VATTENE FUORI!”, scrive e sottolinea Federico per il disegno che segue la trascrizione. In questo sogno è a letto di notte e non riesce a defecare, poiché lo sfintere è occupato per metà dalle feci che, nonostante lui si sforzi moltissimo, non riesce a far uscire. Si chiede perché non si alzi per andare in bagno e cerca di farsi coraggio: “Liberati una volta per tutte del vecchio calcinato stronzaccio che ha bloccato tutto!”. Questo blocco delle feci naturalmente richiama la ‘fase anale’ descritta da Sigmund Freud nello sviluppo libidico (Tre saggi sulla teoria della sessualità, pag. 96), ma simbolicamente ribadisce anche quello che aveva detto nel sogno dello strano animale che sta accanto al frigorifero, cioè che è necessario liberarsi da situazioni tossiche del passato che bloccano l’evoluzione. 2 gennaio 1967 Federico rincontra Bernhard che gli regala per il suo compleanno pacchetti di sigarette orientali colorati che sembrano figurine o carte da gioco. Federico lo abbraccia, trattenendo la testa di Bernhard tra le sue mani; vuole ricambiare il regalo ma in tasca ha solamente “un pezzetto di boccone sbocconcellato”, che ovviamente non gli sembra adatto. Quando l’amico gli chiede un libro di un autore straniero, Federico subito si offre di cercarglielo come regalo. In questo sogno, nel quale Fellini sta ancora cercando di elaborare il lutto per la morte dell’analista, i due si scambiano dei doni: Bernhard la sapienza orientale, cioè I King, o forse i Tarocchi, mentre Federico si offre di trovargli un libro di un 257 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
autore straniero, che potrebbe essere La saggezza orientale di Carl Gustav Jung, dato che si parla di “sigarette orientali” e che Jung aveva scritto la prefazione del I King. In questo caso tutto il sogno potrebbe voler dire che Federico sta accettando di entrare a far parte della cerchia degli allievi di Jung, grazie anche alla mediazione fatta dal Maestro negli anni in cui si sono conosciuti e frequentati, rinnovata dai numerosi sogni, anche dopo la sua morte. 8 gennaio 1967 Questo sogno registra il dolore causato dal distacco di tutti gli amici e collaboratori. In questo caso si parla di Piero Gherardi e di Leo Cattozzo, che sono anche rappresentati graficamente in maniera caricaturale ma molto espressiva. Entrambi i volti sono contornati da due ombreggiature viola, più scura quella più interna e più chiara quella esterna, a indicare probabilmente il grande cambiamento che si era instaurato nelle loro relazioni. Gherardi lo supplica e implora la riconciliazione con sguardi strazianti; con Cattozzo Federico invece fa pace e scherza come una volta. 10 gennaio 1967 Questa breve trascrizione di Federico è veramente geniale e illuminante: “Il manicomio, visi devastati, imbestiati dal delirio. Uomini e donne ridotti a mostruosità vegetali, secrezioni calcaree. Puzzo orrendo. Tobino tenta di far ordine nel caos assoluto della follia. Era come se cercasse di arginare i disastri della pazzia creando una difesa, una protezione con la pazzia stessa, tentando di dare al buio... dei deliri un ordine artistico”. 258 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Questo sogno risponde a tutti i detrattori di Fellini che lo accusavano di non essere impegnato socialmente, mostrandoci quanto invece fosse profondo in lui lo sgomento che aveva suscitato la visita nel manicomio in cui lavorava lo scrittore e psichiatra Mario Tobino, con il quale avevano provato a realizzare un film subito dopo Il bidone, che però non vide mai la luce, ispirato al romanzo Le libere donne di Magliano, film che, in casa, Federico e Giulietta chiamavano amichevolmente “il film delle matte”. Nel sogno di Federico, dopo aver osservato l’orrore delle persone “ridotte a mostruosità vegetali”, compare Tobino che “tenta di far ordine nel caos assoluto della follia”, ma la cosa più importante è che lo faceva cercando di dare un ordine artistico al tutto, “arginare i disastri della pazzia creando una difesa, una protezione con la pazzia stessa”, cioè forse Tobino stesso, ma soprattutto Fellini avevano capito che con l’arte, sia creata che fruita, si possono aiutare le persone a guarire anche dalle malattie più gravi. Molto interessante che le ultime righe di trascrizione siano tutte accompagnate da numerose cancellature e correzioni che denotano un forte travaglio emotivo, fino a quando Fellini scrive le ultime due parole “Ordine artistico”, che dal corsivo passano allo stampato maiuscolo con una netta sottolineatura, a conferma che il pensiero che stava esprimendo era di primaria importanza per lui. 15 gennaio 1967 Ennesimo sogno in cui Giulietta sta per morire, preceduto da un disegno esplicito e stilizzato nello stesso tempo. Giulietta è stata addormentata con un’iniezione per fare il trapasso senza coscienza. “È sdraiata nella bara, le trecce bionde, 259 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
in testa una coroncina da reginella dei burattini (come nel film Fortunella)”, scrive Fellini, alludendo al film diretto da Eduardo De Filippo ma sceneggiato direttamente da lui stesso insieme ai suoi storici collaboratori Pinelli, Flaiano, con montaggio di Cattozzo e colonna sonora di Rota. Il personaggio di Fortunella è interpretato da Giulietta ed è strettamente correlato a quelli di Gelsomina e Cabiria. Già da queste prime righe comprendiamo che forse si tratta non solo delle paure legate alla salute della moglie ed ai suoi sensi di colpa, perché teme che con le sue opere così originali ed esplicite nel descrivere situazioni di disagio sociale possa averle causato sofferenze e problemi di vario genere. Ma c’è anche una sorta di nostalgia per quel periodo in cui lavorava con questi collaboratori che erano diventati anche suoi amici, ed ora si sono allontanati. Quindi Giulietta nella bara vestita da Fortunella può rappresentare quel periodo della loro vita che ora non c’è più. Prosegue la trascrizione di Fellini: “Al di là della bara un’ombra buia che sembra zia Giulia”. Il disegno lo evidenzia molto bene, perché Giulietta più che dentro una bara sembra appoggiata su una zattera ed il coperchio sembra una vela gonfiata dal vento, come scrive lo stesso Federico: “Il coperchio della bara, sollevato in alto come una vela... come fosse di tela, e ha delle fenditure per far passare l’aria”. L’ombra della zia e la sagoma di Arcibaldo, il cane, e quella di Federico attorniano Giulietta che per fortuna dorme con un respiro leggero. Forse, oltre alla nostalgia per quel periodo in cui hanno realizzato tanti capolavori insieme ad un gruppo di amici straordinari, c’è anche un’altra morte simbolica, cioè il distacco dalla zia Giulia che, non ha caso, è vicina al cane, che qui può rappresentare rapporti molto stretti, molto intimi. La vela indica che Giulietta ha un bel Femminile, perché le barche, delle quali le 260 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
vele sono attributi, rappresentano l’archetipo del Femminile per eccellenza, in quanto lo scafo è una cavità che può simboleggiare quella uterina. A destra di questo gruppo anche nel disegno ci sono delle figure femminili che stanno facendo le pulizie e sono rappresentate in modo stilizzato; possono quindi rappresentare risorse inconsce di Federico, che hanno lo scopo di ‘pulire’ ricordi tristi, tensioni, conflitti legati al passato. Al termine del sogno Federico chiude il coperchio della bara, archiviando forse tutto questo periodo legato ai primi film. “Mi sveglio con la gola strozzata, lacrimando, la fede mi si è sfilata dal dito, accendo la luce, la cerco come un disperato tra le lenzuola, infine la ritrovo...”: queste frasi non hanno bisogno di commento, la loro intensità poetica e sentimentale è commovente e ci racconta quanto fosse forte il legame che li univa. 18 gennaio 1967 Un sogno dedicato ad un incontro con Picasso. “Tutta la notte con Picasso che mi parlava, mi parlava... eravamo molto amici, mi dimostrava un grande affetto come un fratello più grande, un padre artistico, un collega che mi stima alla pari, uno della stessa famiglia, della stessa casta...”. Questa breve ma molto chiara descrizione è seguita da un disegno altrettanto esplicito: Federico, colorato in blu, è seduto di fianco al grande Maestro della pittura che gli porge la mano. Federico è in blu, ma il volto è tutto ombreggiato in maniera molto spessa, forse a voler dire che la sua intimità la vuole celare, anche se la sta mettendo in mostra tramite i suoi film; ha come una sorta di pudore. Picasso invece ha la pelle gialla e una maglietta marrone, come l’ombreggiatura che lo avvolge, lo 261 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
sguardo rivolto verso il basso, molto espressivo e poi viene come zoomato ingrandito a destra, questa volta contornato di giallo, ad evidenziare forse quanto fosse forte il Maschile nel pittore, e tutti sappiamo quanto è stata travagliata la sua vita privata, forse anche a causa del suo forte carattere. Quello che in questo sogno tuttavia sembra fondamentale è l’intimità affettiva ed artistica tra i due e per noi oggi è ovvio, ma forse per Federico ai tempi non lo era; forse neppure lui sapeva, nonostante i riconoscimenti già ottenuti, di essere un artista così innovativo e riformatore nel cinema, al pari di Picasso nella pittura. 3 febbraio 1967 “Tobino coi baffi, si è rimesso in salute, torna al suo manicomio di Maggiano. C’è con lui il suo direttore”. In questo sogno Mario Tobino abbraccia Federico e lo precede nel suo appartamento, al quale si giunge scendendo le scale, invece di salire, come credeva. “C’era con me la sceriffa di Dallas, si teneva allacciata alla mia vita come un’amante, ed io cercavo di liberarmi dal suo abbraccio, non volevo che Tobino notasse questo mio rapporto troppo familiare coi pazzi”. Questo sogno mette anche in evidenza il forte legame fra lo psichiatra e Fellini, che potrebbe però essere anche, simbolicamente, una imago di Bernhard. Dato che si parla anche del direttore di Tobino, che in questo caso potrebbe simboleggiare Jung, questo sogno potrebbe significare che anche Fellini è diventato un allievo del grande psichiatra svizzero. Ciò può rivelare che Fellini tema per la sua vita e per quella della moglie, sapendo quanto sono ancora osteggiati questi concetti e questa scuola di pensiero. Forse per 262 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
questo c’è anche il riferimento alla figura femminile della ‘Sceriffa di Dallas’, cioè un Femminile da lui stesso descritto che lo tiene allacciato alla vita, cioè, nonostante lui la tema, lei invece lo salva. Il riferimento al delitto Kennedy a Dallas viene spontaneo e forse il sogno gli dice che sua moglie Giulietta riuscirà a fare quello che Jacqueline Kennedy invece non ha potuto fare, cioè salvare il marito. Come abbiamo già scritto, il legame tra le due coppie era molto forte e Jacqueline li ospiterà a Manhattan in occasione degli Oscar a Piero Gherardi per scenografia e colori del film Giulietta degli spiriti. 15 marzo 1967 VISIONE IPNAGOGICA completata da un disegno particolarmente espressivo. Federico sente delle voci e non sa se si tratti di sua moglie o del fratello Riccardo che gli stanno chiedendo ‘Ma che hai fatto?’. È molto interessante che le scritte siano tracciate obliquamente dall’alto a sinistra verso il basso a destra con un pennarello dal tratto spesso. Lui, dalla nuvoletta – fumetto, risponde: “L’ho sventrato perché in tal modo ci può servire da canoa e potremo raggiungere la riva...”. Federico si descrive e si rappresenta come un giovane plebeo senza interiorità e intelligenza, immerso nell’acqua a destra del pesce che ha appena sventrato per poterlo trasformare in una canoa. Sembra che questa visione gli stia suggerendo di fare un grande cambiamento, di smettere di essere una vittima come i pesci che vengono pescati dai pescatori (noi sappiamo che la sera del 10 aprile dello stesso anno rischierà di morire, solo in un residence, mentre Giulietta è 263 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
lontana) e di trasformare questo atteggiamento vittimistico in un Femminile salvifico: la canoa. Nel disegno citato non c’è solo Federico smagrito con uno sguardo spento, ma a sinistra c’è un pesce gigantesco con l’addome aperto che perde ancora sangue. Simbolicamente il pesce non è solo un riferimento alle vittime, ma può rappresentare anche risorse che lui in questo momento non sta usando bene, perché il conflitto legato a Mastorna lo sta logorando e rischia di ucciderlo. 28 marzo 1967 Un enorme aereo sbuca da una nuvolaglia nera e con una manovra audace riesce ad atterrare in riva al mare (Fregene, o spiaggia del Nord Europa?). Una catastrofe è stata evitata, tanto più che sull’aereo ci sono i ‘figli di Federico e Giulietta’ (forse i loro film che sono stati messi in salvo da aggressioni, critiche negative, sequestri, eccetera). Una Hostess però si avvicina per dargli una buona notizia. Questo sogno sembra anticipare quello che sta per succedergli, il problema di salute che avrebbe potuto ucciderlo e invece s’è risolto positivamente in modo quasi miracoloso. Il disegno rappresenta molto bene la situazione descritta: c’è un cielo molto denso di nuvole sopra l’aereo atterrato vicino al mare e Federico si è rappresentato al riparo di una costruzione in legno con un’ampia vetrata. Le nuvole nere, grigiastre, gialle e arancioni, che si trovano in un cielo viola, che allude ad un grande cambiamento e all’arrivo di un fortunale, lambiscono le onde verdi del mare. L’aereo si è appoggiato sulla spiaggia dopo aver evitato la catastrofe. Le nuvole possono rappresentare ostacoli e difficoltà. La Hostess, da come è rappresentata, assomiglia a Giulietta e 264 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
ancora una volta di più il sogno, come quello precedente, lo sta rassicurando, dicendogli che l’amore di sua moglie lo salverà, anche perché si trovano assieme in un corridoio che ricorda quelli dei cancelli d’imbarco degli aeroporti, che preludono quindi a un viaggio, oppure a una rinascita, dato che ricordano il canale uterino. 20 aprile 1967 (In clinica) VISIONE IPNAGOGICA Federico è in clinica per il grave problema di salute che lo ha costretto ad un ricovero d’urgenza. “Il piccolo uovo avvolto nella garza dei confetti sparisce nella nerissima profondità di una gola – tunnel dalle pareti elastiche... Ma quando rivedrò l’uovo?”. Sembra che questo sogno, ovviamente collegato agli eventi traumatici che Federico sta vivendo, possa rappresentare il viaggio della cellula/uovo fecondata attraverso le tube prima di raggiungere l’utero. Perché fecondata? Perché si dice che è avvolta nella garza dei confetti, quindi il riferimento è al matrimonio e al concepimento. Va ricordato che Federico e Giulietta non sono riusciti ad avere figli, quindi questa nota dolente ha caratterizzato tutta la loro vita matrimoniale. La gola/tunnel dalle pareti elastiche potrebbe essere una tuba, si dice infatti che è morbida, cedevole e oscura. Il disegno, che è rappresentato a sinistra della parte scritta, è molto chiaro: l’uovo avvolto nella garza dei confetti è come appoggiato sulle pareti uterine. Federico sa che gli è stata concessa un’altra vita.
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29 aprile 1967 “Sono sempre in clinica”, scrive Federico e parla di “un giovanottone tozzo, sgraziato, pesante” che da un po’ di tempo vive in casa loro e svuota la dispensa mangiando tutto e dorme nella stanza degli ospiti. Secondo Giulietta lo ha portato in casa lui, ma Federico afferma di non conoscerlo e di non sapere chi sia, tuttavia decide di affrontarlo perché non è più disposto a tollerarlo e vuole dirgli di andarsene per sempre. “Il giovanottone... non è aggressivo... la sola cosa che sa fare, che vuol fare, che deve fare è quella di mangiare tutto”. Il disegno corrispondente a questa trascrizione ritrae, in una stanza di casa, Federico di spalle in nero e viola (il viola a sinistra e il nero a destra, che forse può simboleggiare un cambiamento profondo nell’archetipo del Femminile) mentre ascolta Giulietta che è di fronte a lui (in rosso e arancio) mentre indica alle sue spalle con l’indice il giovanottone gigantesco, tutto vestito di verde, che sta addentando una baguette intera ed ha nella sua parte posteriore una bordatura nera molto forte ed evidente. Il pavimento della stanza è giallo, mentre le pareti sono azzurre. Il giovanottone è sorridente ma anche imponente e, a nostro avviso, può simboleggiare la malattia che ha colpito Fellini. Infatti Giulietta dice che lo ha portato a casa lui, come in effetti è stato, dato che si trattava di una pleurite causata da agenti patogeni che lui aveva lasciato entrare nel suo corpo e lui risponde però che non lo conosceva, ma ora lo vuole cacciare, cioè vuole guarire, come infatti sarà. L’ipotesi che questo “giovanottone” rappresenti la malattia trova conferma nel fatto che Federico lo descriva come un essere che “...la sola cosa che sa fare, che vuol fare, che deve fare è quella di mangiare tutto”, cioè che prende la forza e può arrivare a essere molto pericoloso, se uno non riesce 266 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
a cacciarlo, come ha invece intenzione di fare. Per fortuna non è aggressivo, dice Federico, cioè si tratta di un’infezione curabile. Molto interessante è il particolare di Giulietta che rappresenta la parte vigile, l’Io Osservatore di Federico, che gli ricorda che è stato lui stesso a lasciarlo entrare e nello stesso tempo lo aiuta a riconoscerlo, condizione necessaria per iniziare la lotta per la guarigione. Segue un disegno con un titolo: “Una copiosissima (definitiva) eiaculazione”. Forse rappresenta l’espulsione simbolica della malattia dal corpo. 8 maggio 1967 Federico scrive ai lati di un disegno che rappresenta il padre, ma anche lui stesso ritratto, frontalmente questa volta, in una foto: “IO? MIO PADRE?... SONO IO? È MIO PADRE?”. La prima ipotesi che ci viene in mente è che forse questo è uno dei motivi per i quali Federico in questo libro si disegna quasi sempre di spalle, cioè che tema che la sua identità sia confusa con quella paterna e non a caso forse questo sogno è venuto proprio quando è ancor convalescente dal grave problema di salute che ha avuto e che forse ha le radici in questa problematica edipica, che rivela una forte rivalità con la figura paterna. Il disegno con i due titoli a destra e a sinistra è molto chiaro. Significativa è l’inclinazione del riquadro attorno alla figura umana, che è inclinato verso destra, quindi forse rivolto al futuro e con una linea che taglia le gambe. Il disegno è quasi tutto marrone con ombreggiature più o meno spesse dentro il riquadro e viola a sinistra, all’esterno del riquadro. La trascrizione è piena di cancellature e sottolineature. Sembra quasi il dubbio amletico shakespeariano; come ci spiega Sigmund 267 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Freud in Saggi sull’arte, sulla letteratura e il linguaggio, pagg. 23 – 30, il Complesso di Edipo nella storia dell’umanità, oltre che nel mito omonimo, è rappresentato in maniera magistrale tre volte: nella tragedia di Sofocle, nell’Amleto di Shakespeare e ne I fratelli Karamazov di Dostoevskij. Quindi, ricapitolando, questo conflitto edipico così acceso può essere stato una concausa della grave malattia che lo ha costretto in ospedale. Citiamo ancora Federico: “Sono proprio io, eppure è mio padre... Ma sono anche io. Sono io”. È interessante che Federico si senta sereno nel camminare, come anche il padre (l’uomo col basco in testa che cammina verso l’obiettivo), il che può simboleggiare che si presenta al figlio e collabora con lui in quanto regista, dato che l’obiettivo potrebbe essere quello della cinepresa. 8 maggio 1967 Questo sogno è stato scritto sul retro della pagina precedente e reca l’impronta del disegno della figura paterna, che sorride sorniona anche in questo lato del foglio e, anzi, in maniera speculare, rivolto questa volta a destra, ma sempre contornato dal riquadro e anche da una linea che lo taglia in basso, che questa volta coincide con una sottolineatura delle parole “la presenza fisica”, riferito ovviamente al corpo paterno. Infatti il disegno che segue la trascrizione è intitolato: “Il corpo fisico di mio padre”. Federico scrive di essere a letto di notte, solo nella camera del residence del EUR mentre Giulietta è a Fregene; lui vorrebbe telefonarle, ma la cornetta del ricevitore pende sul tavolino e lui non ha la forza né di comporre il numero, né di parlare. È estremamente angosciato da paure e rimorsi antichi. In tutto questo sente la presenza dello spirito paterno dentro 268 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
la stanza, la sua presenza fisica stesa accanto a lui sul letto. L’atmosfera, edipica e amletica allo stesso tempo, non potrebbe essere più chiara. Forse Federico non ha ancora accettato, non si è ancora perdonato di non essere riuscito a salutare il padre prima che morisse: come infatti sappiamo corse in auto da Roma a Rimini perché era stato avvertito della malattia del padre, poi andò a cena, rassicurato dai medici, ma purtroppo il padre morì mentre lui era a cena. Questa problematica l’aveva già espressa durante le riprese di 8 e ½ con la famosa scena in cui Guido parla col padre già morto. Tuttavia, come scrive in questo sogno, gli antichi rimorsi sono ancora presenti, tanto da fargli avere questo vero e proprio incubo in cui sente il padre sdraiato sul letto accanto a lui, vestito di nero, come in un letto di morte condiviso, nel quale il corpo grande e pesante del padre preme contro il suo fianco e lui si sveglia con un gemito di terrore. Il sogno ricorda ciò che successe veramente la sera del 10 aprile, quando si era sentito male ed il telefono era per lui irraggiungibile, ma per fortuna i soccorritori riuscirono a forzare la porta e a salvarlo. Ricapitolando, alla luce di questo sogno e di questo disegno, possiamo dire che alla base della malattia non ci fu solo il conflitto con De Laurentiis e tutto ciò che riguardava il film Mastorna, ma anche il più antico e profondo conflitto con il padre. Significativo nel disegno è che il corpo paterno sia senza testa e tutto colorato di nero, mentre Fellini questa volta è in blu, come tutta la stanza, ad eccezione dello squarcio in rosa che circonda il tavolino sul quale è appoggiato il telefono, anch’esso nero ed una lampada blu, forse a voler dire che la salvezza viene dal Femminile che, notoriamente, è sempre associato al colore rosa. 269 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
10 maggio 1967 Tenerissimo il sogno ed anche la trascrizione. Federico scrive di un viaggio con un piccolissimo e rudimentale aereo pilotato da Alberto Bevilacqua. L’aereo atterra fortunosamente sull’acqua di un fiume presso un canneto: per fortuna nessun danno serio, anche se Federico si è ferito alle gambe e sua madre, che viaggiava con loro, è finita a testa in giù in un boschetto di canne. Non è ferita; lui la chiama ma non la vede, pur sentendo la sua risposta e si commuove. Da questa prima parte possiamo ipotizzare che Bevilacqua, altro regista, possa rappresentare una parte di Fellini, forse molto semplicemente il suo essere regista, dato che nel sogno dirige il volo e non un film, però ha perso quota, cioè ha perso forza, energia, infatti ha avuto anche un serio problema di salute, per fortuna risolto bene e in fretta. Possiamo dire che se la sia cavata con una ‘ferita alle gambe’, cioè con un breve stop al suo viaggio umano e professionale, che per fortuna riprenderà presto. Teme di non vedere più la madre, di essere abbandonato bruscamente come gli è successo col padre. Federico prosegue il suo racconto di un altro sogno della stessa notte descrivendo quello che succede “alle prime luci dell’alba, al limite della coscienza”, cioè che sente una vocina affettuosa sussurrare: “Ti voglio sempre bene come prima”. Questa frase, scandita con cadenza musicale, con la dolce sottolineatura delle ultime due parole, lo commuove, perché temeva di essere stato abbandonato proprio in un momento così difficile. “Chiedo commosso: chi sei? La mia anima? La mia musa? Sei la bambinetta sprizzante gioia che scomparve in mare a cavallo dell’antichissima testuggine? Il mio angelo 270 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
custode?”. Questa bellissima e poetica frase ci dice quanto lui ami la sua Musa ed Anima Giulietta, che nonostante i suoi timori, non gli fa mai mancare il suo sostegno. Inoltre questo conferma l’ipotesi che abbiamo fatto nel sogno del 4 novembre del 1966, nel quale avevamo ipotizzato che la bimba che scompare in mare fosse proprio Giulietta, come dice lui stesso in questo sogno. L’amore che li ha uniti per tutta la vita è commovente e ci fa dire quanto sia vera l’affermazione che se si è amati veramente da almeno una persona, ci si può salvare da tutte le difficoltà che la vita ci può presentare. Il racconto prosegue con l’improvvisa apparizione nel buio della testa di Arcibaldo, il suo cane e con le domande che nuovamente Federico si pone su cosa rappresenti: “Sei il mio cane? La mia parte istintuale? La mia guida fedele? Il leale guardiano? La mia fedeltà?”. Queste domande senza risposta a nostro avviso si riferiscono al legame così intimo che avevano i coniugi Fellini, in definitiva di stretta intimità. Infatti la trascrizione si chiude così: “Grazie anima mia, mio cagnolino, chiunque tu sia... Ho bisogno di te... Stammi vicino”. Riteniamo che questo possa rappresentare il legame amoroso tra Federico e Giulietta, intendendo il cagnolino come simbolo della loro strettissima intimità di corpi e anime. C’è anche un disegno tutto contornato di viola con una tratteggiatura a raggiera, con all’interno un cagnolino che sembra un Cocker, colorato di nero. VISIONE IPNAGOGICA ANTIPATICUCCIA Federico, firmando “ATTENZIONE FEFÈ”, descrive questa visione riferendosi ad un sogno del 18 ottobre 1963, che abbiamo già a lungo commentato. 271 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Nella presente visione, mentre pensava al sogno citato, nel quale il trenino per gioco andava avanti e indietro rasentando le spalle del Burlone senza fargli male, ora invece “All’improvviso da destra a sinistra irrompe questa potente locomotiva che mi sfracella...”. Questa trascrizione, anche se breve, è molto significativa, come il disegno della locomotiva che giunge velocemente da destra a sinistra come un missile. Cosa può significare questa visione collegata al sogno precedente? Secondo noi una importantissima indicazione che cerca di mandargli l’inconscio: cioè nel ‘pericoloso gioco’ che stava facendo già quattro anni prima, usciva sempre illeso, sia pur di misura, come le spalle del Burlone, grazie alla sua parte ‘Io Osservatore’. Ora la situazione è cambiata in peggio: l’Io Osservatore non c’è e la locomotiva è una scheggia impazzita, non più un placido treno che va avanti e indietro. Infatti Federico ha appena rischiato di morire. Il sogno glielo ribadisce, anche se per lui è “antipaticuccio” sentirselo ripetere. Ma l’effetto è quello positivo, infatti conclude scrivendo: “Attenzione, Fefè”. Quindi la visione riesce nel suo intento, che è quello di risvegliare la sua parte vigile. 16 maggio 1967 Un altro sogno che sembra riferito al grave episodio di malattia che lo ha da poco colpito. Un musicista, forse Sammy Ray, che aveva recitato in un film del 1957 intitolato I morti rispondono, in questo sogno è stato ferito gravemente. Ha il corpo fasciato con bende bianche ma riesce ancora a muoversi agilmente nel letto e a Federico non sembra grave. Particolare significativo a nostro avviso è che il corpo sia tutto fasciato tranne la testa ed il braccio destro, “come le 272 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
antiche mummie”, scrive Federico. Molto probabilmente il musicista rappresenta un personaggio interiore di Federico, chiaramente la sua parte artistica che ultimamente è stata ferita, cioè messa a dura prova dalla malattia e dagli episodi difficili che ha dovuto superare dopo la morte di Bernhard e l’abbandono da parte di quasi tutti gli amici e collaboratori. Per questo si vede fasciato, cioè hanno cercato di bloccarlo, d’ingessarlo, ma per fortuna la testa ed il braccio destro sono liberi, cioè la sua capacità di osservare, di decidere, in definitiva di creare, è salva. 18 maggio 1967 Un sogno potremmo dire paradigmatico sulle difficoltà che a volte abbiamo nelle relazioni interpersonali. Federico è in una stanza d’albergo nella quale stanno entrando senza autorizzazione varie persone che vogliono qualcosa da lui. Lui ovviamente si arrabbia molto, telefona al portiere “bestemmiando” e spiegandogli che ha bisogno di essere “Super – protetto da questa invasione”. Il Direttore di produzione Fracassi, che divide con lui la stanza, sorride sorpreso dalla violenza del suo sfogo. Già da queste prime frasi possiamo intuire quanto fosse reale il suo bisogno di protezione, dato che, come aveva ben descritto in 8 e ½, questo flusso di persone che chiedono la sua attenzione e i suoi favori, letteralmente lo vampirizza. Ma la parte più significativa del sogno è quella conclusiva, nella quale descrive che vorrebbe fare un bagno “ma le vasche sono sudicie, piene dell’acqua sporca di chi si è lavato prima, il tubo di scarico non funziona...”. Con questa metafora sembra proprio che l’inconscio di Fellini voglia descrivere i ristagni, non solo di energia, ma di tossine vere e proprie che a 273 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
volte derivano dai contatti con le altre persone che in qualche maniera vengono da noi per ripulirsi. Con parole semplici possiamo dire che Federico fosse come una sorgente di acqua pulita, con la stessa forte spiritualità che lui stesso inserisce nel personaggio di Claudia in 8 e ½, splendidamente interpretata da Claudia Cardinale. Forse sia nei sogni che nella creazione artistica, i personaggi ideati sono parte della personalità dell’Autore o dei gruppi in cui sono inseriti. Per tornare al sogno in questione, Federico non riesce a fare il bagno perché le vasche della sua stanza d’albergo hanno il tubo di scarico intasato e sono piene di acqua sporca di chi si è lavato in precedenza. In conclusione, sembra che questo sogno voglia ricordare a Federico la sua essenza, cioè quella di aiutare gli altri a ripulirsi da tutto quanto possa essere tossico sia dal punto di vista emotivo, che fisico. Ma in questo momento si trova a dover fare i conti con un eccesso di questo sporco, che ha provocato anche un ristagno di energia, cioè una difficoltà a procedere nel cammino evolutivo e spirituale della vita. 20 maggio 1967 Federico dice di ricordare solo un’immagine e per questo di essere titubante nel trascriverlo. Vede “la testa di Jung molto vecchio e quasi del tutto cieco”. Fellini annota che nel pomeriggio precedente aveva rivisto un documentario sul grande psichiatra e di essersi emozionato vedendo “il suo volto stupendo di vecchio saggio, mago, contadino...”. Federico si chiede come mai il ‘suo’ Jung sia senza forza e cieco e che quindi non lo possa aiutare, e tutto ciò lo turba. Forse alla base di tutto c’è il timore di essere solo, di essere abbandonato da tutte le persone per lui importanti, forse anche una sorta di 274 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
transfert paterno, cioè nell’imago Junghiana può essere stata trasferita quella del padre suo o di quello di Giulietta, infatti scrive: “Jung riferito a Giulietta?”. 22 maggio 1967 (Manziana, una località sul lago di Bracciano nella quale Fellini stava trascorrendo la convalescenza). Il sogno registra quanto ancora sia presente in lui la rivalità col fratello e quanto forse affondi le radici nella rivalità che i due fratelli avevano da bambini nel contendersi l’amore paterno. Infatti il sogno sembra una sorta di psicodramma nel quale Federico e Riccardo Fellini si relazionano con il produttore Rizzoli che potrebbe essere una figura paterna: “A via Veneto passa mio fratello, con aria soddisfatta dice che per il suo film ha trovato (o meglio, gli hanno dato) finalmente l’attore protagonista... è un cinese, dice”. Il sogno prosegue con un’altra scena nella libreria di Rizzoli in via Veneto: Federico ha appena fatto colazione con lui ed ora tiene in mano un suo libro sulla vita di un attore comico. Sembra che i due fratelli vengano identificati con due attori: l’attore cinese per Riccardo e l’attore comico per Federico. Federico e il produttore cercano di mettersi d’accordo per un film, ma Rizzoli è ambiguo: non si capisce se preferisca lavorare con Federico o con suo fratello, che di nuovo appare nel sogno e “si rivolge a Rizzoli con molta familiarità”. Tutti si spostano nei piani alti sopra gli uffici dove ci sono molti letti perché l’anziano produttore vuole dormire. In sintesi, Federico e suo fratello non solo sono in rivalità professionale tra loro, ma cercano entrambi di avere l’approvazione dei propri progetti dallo stesso produttore, in questo caso Rizzoli. Possiamo quindi dire che la rivalità sia di tipo 275 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
edipico, perché i due fratelli cercano di attirare l’attenzione di un uomo più adulto che in questo caso interpreta il ruolo del padre, ma non solo: questi non dà una risposta chiara e l’unica cosa che fa capire è che ha sonno e porta con sé i due ai piani alti dove ci sono i letti. Il produttore/padre non vuole prendere una posizione, non dire chiaramente chi preferisca dei due, come spesso fanno i padri nei confronti dei figli per non addolorarli. Inoltre il suo voler dormire può indicare il non voler svegliarsi, cioè il non voler vedere la situazione così com’è realmente, cioè che la rivalità tra i suoi fratelli è troppo accesa e pericolosa e desiderare che anche i due lo facciano. Forse questo è quello che succedeva quando i due fratelli erano piccoli, quando il padre cercava di non fare differenze tra i due figli, che però erano molto rivali fra loro e anche da adulti hanno ripetuto le stesse dinamiche con altre persone, in questo caso il produttore. Degno di nota e forse conferma della nostra ipotesi è il fatto che soprattutto la parte centrale di questa trascrizione, quindi da “ho fatto colazione con Rizzoli” sino a “...intenzione di riprendere un rapporto di lavoro con me”, sia stata tutta cancellata e poi riscritta, dimostrando quanto l’argomento trattato fosse per Fellini difficile da esprimere e da gestire a livello emotivo, tanto da avere la necessità di riscriverlo più volte dopo averlo cancellato. VISIONE IPNAGOGICA “Una piccola illuminazione”, così Federico definisce questa visione, che è anche illustrata da un disegno molto chiaro, nel quale c’è una candela che fa molta luce, come una forte sorgente luminosa che emana un ampio alone che rischiara quasi tutta la stanza, come una sorta di uovo. La candela appoggiata su di un parallelepipedo ricorda anche una torta di 276 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
compleanno; in ogni caso può rappresentare molto probabilmente un ampliamento della sua coscienza. “In preda ai soliti lancinanti dubbi su Tognazzi...”: Fellini comincia descrivendo la sua visione, immaginando di vedere il famoso attore interpretare le diverse incarnazioni di Mastorna durante il suo viaggio, mentre si rispecchia nei personaggi che di volta in volta incontra. Forse il senso dell’illuminazione, della candela che fa molta luce è proprio in questo, nell’immaginazione di un percorso attraverso diverse incarnazioni, anche animali, come lui stesso le definisce, probabilmente ispirandosi alle filosofie orientali sulla Metempsicosi e al racconto di Dino Buzzati. 24 maggio 1967 In una camera d’albergo, forse sempre a Manziana, Livia (?) è venuta a trovarlo e vuole un assegno, ma contemporaneamente ne vuole uno anche Giulietta. Federico pensa di averne uno solo, anche se poi s’accorge che invece ne ha a disposizione un libretto quasi intero. Giulietta li raggiunge senza che loro riescano ad impedirlo e vede Livia in sottoveste con tutta la sua bellezza prorompente di giovane donna. Giulietta si comporta con grande dignità e l’unica sua reazione è un’amara smorfia di ammirazione. Livia ovviamente se ne va e poi gli dirà che Giulietta è superba e orgogliosa, mentre lui si “strugge di commossa simpatia. Che altro poteva fare Giulietta dinanzi a quello spettacolo trionfale?...”. Livia insiste che Giulietta l’ha voluta umiliare, sottolineando il fatto che è molto bella, ma volgare. Questa incresciosa situazione risolta in maniera composta e regale da Giulietta è disegnata in maniera magistrale da Fellini, che si ritrae a sinistra mentre si appresta ad uscire dal 277 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
bagno avvolto da una vestaglia e da una tratteggiatura viola, mentre la giunonica ragazza incombe sulla stanza come una statua antica, ma in pantofole e sottoveste e Giulietta rappresenta la bambina libera, perché, pur non cedendo a comportamenti di rabbia o di bassa istintualità, molto comprensibili in una situazione simile, tuttavia mostra chiaramente il suo disappunto e la sua determinazione al tempo stesso. Anche lei ha una maglietta viola ed è posizionata su un tappeto verde, sul quale ci sono anche un tavolino e una poltrona decorata con degli arabeschi, con anche la lettera D ed il numero 3 tracciati sullo schienale, forse a voler simboleggiare il triangolo relazionale che si è formato fra loro, anche se dalle riflessioni di Federico s’intuisce chiaramente che il loro era un vero e proprio gioco psicologico nel quale lui recitava la parte dell’adolescente ribelle che vuole farsi scoprire. La carta da parati della stanza è a righe verdi ed arancioni e l’effetto è quasi di sbarre che includono una porta chiusa, come se il sogno dicesse a Fellini che sono prigionieri di un modo di vivere un po’ contorto, non lineare, che però sanno gestire con grande eleganza, forse anche grazie al fatto di averlo detto al mondo intero con il film 8 e ½. Sempre con la stessa data c’è un altro sogno intitolato “CARNERA STA MIGLIORANDO”, scritto in rosso e con la parola migliorando sottolineata. Il campione di pugilato è rappresentato su una sedia a rotelle viola, contornato di una tratteggiatura nera e verde, con delle grandissime mani, gialle come il volto dall’espressione quasi spettrale. Noi oggi sappiamo che Primo Carnera morirà il 29 giugno dello stesso anno, ma Federico lo sogna come se stesse migliorando, e glielo dice, anche se il pugile, pur ringraziandolo, afferma di sapere purtroppo di quale malattia è affetto. Federico è since278 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
ro nel trovarlo con un aspetto migliore e per convincere anche l’ex campione lo fa riflettere sul fatto che il suo collo non è più troppo magro, infatti “lo spazio tra il collo ed il colletto della camicia è diminuito”. Da questi particolari sia grafici che verbali possiamo dedurre alcune considerazioni. Innanzitutto le mani così ampie possono rappresentare un eccesso di aggressività, che in questo caso veniva sublimata sul ring, ma evidentemente c’era. Anche il particolare del collo, che può rappresentare il collegamento tra il corpo e la mente, quindi tra la razionalità e la sensorialità, può voler dire che il pugile, forse anche come conseguenza della grave prova che sta affrontando, ha imparato a collegare meglio le emozioni con la razionalità, realizzando quindi una importante evoluzione personale. Il viola, come abbiamo più volte detto, può rappresentare un cambiamento oppure un lutto, e in questo caso tutte e due le cose, dato che la morte di Carnera era molto vicina. 25 maggio 1967 Un sogno molto importante, “LE ARMI IMPIETOSE E IL CAPITANO”, lo intitola Federico sottolineandolo. Scrive di averlo cercato e trovato, dopo aver voltato pagina, cioè simbolicamente dopo aver fatto un cambiamento psicologico significativo, sul Messaggero. È il titolo di un film che vuole andare a vedere e annota lui stesso alcune riflessioni molto significative a riguardo. Si chiede cosa possa significare questo titolo, se sia un messaggio che sta ricevendo e di quale portata. “È un invito ad usare armi pietose, cioè a difendermi... ma sempre guidato da un sentimento di pietà?... oppure è una critica?... non so intendere il messaggio dell’inconscio e quindi decidere l’atteggiamento giusto. Sarei portato a scegliere la prima interpretazione...”. Molto belle queste commoventi 279 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
riflessioni di Fellini. Ci spiegano quanto fosse attento ai messaggi che riceveva dai sogni e quanto profonde fossero le sue riflessioni. A noi sembra che il senso giusto sia nella prima interpretazione... È molto importante sapersi difendere, anzi fondamentale, ma senza offendere, con pietà. 29 maggio 1967 Un sogno che ricorda il mito di Sansone e del taglio dei capelli... infatti Federico, che si è ritratto molto bene in un bel disegno, è in bagno davanti ad uno specchio, si osserva preoccupato la cute con i capelli diradati, anzi è proprio arrabbiato. Di fianco a lui la vasca nella quale si è appena lavato è piena dei suoi capelli... a lui non resta che applicare le lozioni trattanti che gli anno suggerito Irma e Marina. Il sogno esprime la rabbia di Federico di star perdendo i capelli. Gli sembra che l’acqua sporca della vasca se li porti via per sempre, cosa che non piace a nessuno, quindi è normale che lui se ne dispiaccia. Interessante è il fatto che lui si disegni in accappatoio arancione. Il tappetino adiacente alla vasca ed il tappo sono di un’altra tonalità di arancione, mentre i bordi della vasca ed i rubinetti sono viola. Come abbiamo più volte scritto l’arancione potrebbe simboleggiare l’egocentrismo, ed in questo caso il tappo arancio sollevato ed i capelli che se ne vanno, potrebbero significare il lasciarsi alle spalle l’Ego, nonché una riduzione della forza maschile, in funzione di un rinnovamento spirituale come annunciato dal sogno precedente. Con la stessa data, Fellini registra un altro sogno, nel quale fatica a decifrare il suo numero di telefono della casa di Fregene, mentre lo vuole dire a Rusconi (Edilio Rusconi, l’editore 280 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
di Gente, al quale la sua assistente Liliana Betti rifiutò l’incarico di gestire una rubrica fissa sul settimanale, preferendo lavorare a fianco del Maestro, vedi l’articolo sul Sole 24 ore di Giovanna Canzi, 23 luglio 2008). Forse sta qui l’arcano di questo sogno, nel quale Federico non riesce a ricordare i numeri di telefono di casa sua e li vede scritti separatamente su cartoncini quadrati, che però a lui sembrano lettere dell’alfabeto, mentre invece li registra nel suo Libro dei sogni come 7, 5, 6. Quando si accorge che sono numeri, non ne ricorda l’ordine... e ovviamente gli sembra strano. Come dicevamo, forse il significato è proprio nel rifiuto che Liliana oppose a Rusconi, così come lui nel sogno non riesce a ricordare il numero di telefono, cioè in sostanza non vuole comunicare con l’editore, perché desidera che Liliana rimanga con lui come vera e propria musa. 29 maggio 1967 VISIONE IPNAGOGICA “SCENDERE A TERRA – TROPPA TENSIONE – PERICOLO!!” Scrive e sottolinea Federico, la parola pericolo addirittura due volte. È questo il significato condensato della visione, nella quale un cane Cocker dal pelo marrone (e non nero, come Arci, che abbiamo già incontrato più volte) è salito in cima ad un palo dell’alta tensione, ma poi per fortuna scivola verso terra. Federico scrive: “Pensavo a N., quando è apparsa la seguente immagine...”. La descrizione verbale è accompagnata da una grafica nella quale si vede il Cocker marrone arrampicato in alto sui fili dell’alta tensione, da cui vede dall’alto le nuvole. Molto significativi sono gli isolatori dei fili colorati di verde, bene in 281 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
evidenza a sinistra e a destra del cane. Gli isolatori consentono all’energia elettrica di non scaricarsi a terra in corrispondenza del palo, quindi simbolicamente il cane sta facendo sì una manovra pericolosa, ma forse anche si sta ‘ricaricando’ energeticamente, soprattutto elevandosi da terra. Ma il particolare più significativo è nella nota al disegno: “L’immagine mi appariva come disegnata da me... un mio disegno, come faccio in questo librone”. Quindi possiamo ipotizzare che il cane rappresenti una parte di Federico, mentre, come abbiamo detto più volte, Arci invece possa rappresentare Giulietta. In sintesi, cosa può voler dire questo sogno? Sappiamo che Fellini ha superato un momento difficilissimo per la salute e che sta trascorrendo una convalescenza a Manziana dove sta recuperando energia. La visione forse registra tutta questa situazione, ricordando a Federico che per lui un eccesso di tensione è pericoloso. C’è probabilmente un gioco simbolico nelle parole: l’alta tensione del disegno è quella elettrica, ma la visione può utilizzarla per fare una metafora con la tensione psicologica che probabilmente è stata concausa della malattia. La visione gli dice di stare attento, di non innervosirsi troppo, di non sovraccaricarsi e di scendere a terra, quindi di tornare nella concretezza dei suoi progetti. Interessante notare anche che il disegno ha lasciato una traccia sul retro del foglio. IL SUICIDIO DI ESCHILO Eschilo è Eschilo Tarquini, il segretario di edizione di Fellini. Nel sogno si è ucciso gettandosi dal cavalcavia del Pincio. Liliana Betti gli porta una lettera con i suoi propositi suicidi e due assegni da firmare, perché Federico gli doveva del denaro e lui lo vuole lasciare ad alcune persone che desidera aiutare. L’interessante è però che le parole nella lettera di Eschilo sono 282 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
molto simili a quelle che Federico ha scritto nella realtà a De Laurentiis per rompere il contratto di Mastorna: “Caro Fellini, non posso più andare avanti... Non è più possibile, stando così le cose, seguitare a vivere...”. Nella realtà Fellini aveva scritto: “Caro Dino... io non posso iniziare il film... In queste condizioni non posso realizzare il film...”. Sembra che in Eschilo sia proiettata la parte di Fellini che non riusciva a fare il film e che per questo aveva nutrito propositi di morte, che si erano manifestati col suo grave stato di malattia. A conferma di quest’ipotesi c’è anche che nella lettera di Eschilo le ultime righe sono riempite da disegni e noi sappiamo che Fellini disegnava continuamente e dappertutto. Nel sogno lui piange disperato l’amico e si aggira per i viali di Fregene mentre piove; non sa cosa cerca (qui forse c’è l’origine della scena di Amarcord nella quale il nonno si perde nella nebbia): forse la sua casa. Significativa è la nota finale nella quale il Maestro scrive: “Il suicidio di Eschilo aveva oscuramente a che fare con la morte di Gelsomina”. Questo sogno sembra proprio registrare il grave sconforto che Federico aveva provato e che si era riflesso anche sulla moglie, o meglio su Gelsomina, cioè sulla parte del regista che tende ad essere vittima. Come abbiamo detto a proposito dei sogni precedenti, Federico sta affrontando un grandissimo cambiamento spirituale dopo il grave momento di pericolo che ha appena vissuto, mentre è in convalescenza. Ma per cambiare veramente ha bisogno di prendere consapevolezza di quanto gli era veramente successo, cioè di uno stato di grave sconforto che lo aveva portato al punto di desiderare la morte, a causa non solo dei dissidi col produttore, ma dell’abbandono di tutti gli amici e collaboratori, dei conflitti costanti col fratello e forse anche delle relazioni extra coniugali che gli procuravano molta ansia nei confronti di Giulietta, che comunque amava moltissimo. 283 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Una nota di ‘colore’, nel senso letterale del termine: la rappresentazione grafica del busto di Eschilo, nel quale ciò che spicca maggiormente è il colore giallo del volto, è disegnata a destra dell’immagine passata attraverso il foglio del cane sul traliccio che abbiamo appena descritto. Involontariamente questo ci dà altre indicazioni, cioè che il cane messosi in pericolo ha qualcosa in comune con l’Eschilo di questo sogno: quindi entrambi forse si riferiscono a personaggi interiori del regista che in questa maniera forse si stanno ricomponendo in un’altra configurazione, più evoluta. 28 maggio 1967 In cucina, Giulietta usa la sua diplomazia per dire a Tognazzi che Federico ha cambiato idea e che non ha intenzione di affidare a lui il ruolo di Mastorna nel film. In seguito Tognazzi telefona a Fellini e lui non ha il coraggio di essere chiaro e gli lascia l’illusione che ci sia ancora spazio per un cambiamento positivo. L’attore piange e Federico gli chiede perché: questi risponde che è per il rifiuto. Questa parte del sogno sembra esprimere le incertezze e i dubbi che Federico ha nei confronti del progetto e mostra molto bene quanto, in questa sorta di gioco psicologico, Tognazzi interpreti il ruolo della vittima e Giulietta quello di un angelo mediatore, come in effetti ha fatto per tutta la vita, infatti è sempre stata fondamentale nell’aiutare Federico ad essere diplomatico, anche nelle situazioni per lui più difficili. Poi la scena onirica si sposta su di un aereo che sta per decollare. Federico non sa in quale città stia andando: a Londra o a Milano? Forse è una indecisione psichica: Federico non sa se orientarsi verso Londra, un percorso di vita più classico, come un Gentleman inglese, oppure Milano, la città dello sviluppo 284 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
economico per eccellenza in Italia e molto aperta all’Europa. All’improvviso non vuole più partire, anzi vuole scendere, ma un contrattempo glielo impedisce e proprio la hostess, che sembrava aiutarlo, all’improvviso gli blocca l’uscita. Il sogno finisce mentre Federico è impossibilitato a decidere, cioè non sa ancora che strada prendere per il suo livello evolutivo e, ovviamente, se fare o no il film. 29 maggio 1967 Un sogno particolare, nel quale Fellini e Mastroianni sembrano scambiarsi i ruoli, perché Marcello scatta delle foto a Federico “per un servizio giornalistico o televisivo” e, come fa invece Fellini di solito sul set, Mastroianni gli chiede d’interpretare un ruolo: mostrarsi sorpreso nei confronti di una zia che ammette di essersi inventata un figlio in guerra; poi gli fa anche delle domande per un programma televisivo. Questo sogno chiarisce i rapporti che hanno sempre contraddistinto la loro relazione: Mastroianni come alter ego di Fellini nei film. In questa dimensione onirica invece è il contrario, ma c’è anche un’altra ipotesi che possiamo formulare: questo figlio in guerra di un’ipotetica zia può essere una metafora dello zio di Federico che portava il suo stesso nome e che morì durante la Prima Guerra Mondiale. Se questa ipotesi fosse esatta, confermerebbe quella più ampia di cui abbiamo spesso parlato, cioè che questa ripetizione di nomi, legata ad una tragedia così grave come quella che ha portato a morire il giovane zio ha comunque avuto ripercussioni molto profonde nella personalità di Federico (vedi il nostro Fellini metafisico, pag. 164). Inoltre, poiché Freud scrive che i sogni possono essere desideri inespressi, in questo caso, Fellini forse desiderava che quel lutto non ci 285 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
fosse mai stato, o perlomeno di essere finalemte riuscito ad elaborarlo. 2 giugno 1967 Un sogno nel quale Federico teme che Giulietta lo scopra a letto con un’altra donna in un’atmosfera molto simile a quella raccontata in 8 e ½. 3 giugno 1967 “Liliana Betti ha un occhio di vetro, il destro. Se lo toglie e lo mostra a Giulietta”. Questa breve ma intensa trascrizione precede, anzi fa quasi da titolo ad un disegno nel quale Liliana, con un bel golfino rosso che mette in evidenza le sue abbondanti forme, mostra l’occhio contornato di viola a Giulietta che è di spalle, questa volta con un abito che mette in risalto la sua femminilità. Diciamo che Liliana ha i capelli corti e sembra un ragazzo; dona il suo occhio destro contornato di viola, quindi che ha riunito due opposti: la razionalità e la spiritualità. È come se Liliana donasse a Giulietta una parte della sua sensibilità ed anche della sua femminilità. 9 giugno 1967 Un altro sogno sui disastri aerei: questa volta la madre di Federico (o Giulietta) e due piloti, di cui uno ubriaco, muoiono in un incidente causato dal pilota ubriaco. L’incertezza sull’identità del personaggio femminile è molto significativa e indica quanto, a volte, le due imago si possano sovrapporre e in fondo non è neppure tanto strano, perché fanno parte entrambe dell’archetipo del Femminile. Sembra che il 286 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
triangolo relazionale tra questa personalità femminile di valore (madre o moglie) e due piloti ricordi una triangolazione edipica, come quella di una madre e di due bambini, quindi sembra recare traccia della situazione infantile di Federico. A questo punto il pilota ubriaco potrebbe rappresentare il fratello Riccardo, dato che il conflitto fra loro era particolarmente acceso e nel profondo del suo animo Federico pensava che questo conflitto avrebbe potuto uccidere dal dolore la madre. Il sogno continua con la consegna di un cilindro di cartone, che in realtà è un’urna delle ceneri materne, ma è anche un simbolo fallico, come si vede moto bene nel disegno, e questo sembra confermare la nostra i potesi, cioè che il Maschile molto forte dei due figli può essere molto pericoloso per la madre; anzi, sembra che il sogno voglia suggerire a Federico che il persistere del conflitto col fratello ha anche un aspetto egocentrico, cioè che entrambi non considerano a sufficienza quanto questo addolori la madre, mentre invece si concentrano sulle loro diatribe personali. Oggi si direbbe che si tratti di una carenza di empatia, cioè dell’incapacità di almeno uno dei due, che in questo caso potrebbe essere il pilota ubriaco, di mettersi nei panni del personaggio femminile in questione. 12 giugno 1967 Un sogno che ci descrive quanto Federico desiderasse realizzare Mastorna, infatti parla di un annuncio su un giornale, Momento Sera, che informa sul fatto che stanno per rientrare a Roma le truppe per iniziare questo film, dopo aver girato La battaglia di Anzio, una coproduzione italo americana prodotta da De Laurentiis in procinto di partire gli per gli Stati Uniti, e con Rotunno alla fotografia. 287 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Significativo che l’annuncio sia piccolo, incorniciato nell’ultima pagina e serale come indica il nome dello storico quotidiano romano: sembra che il Super Io, in questo caso Sabotatore, del regista stia facendo di tutto per remare contro il progetto... come oggi sappiamo. Anche la trama del film su Anzio è importante: sembra suggerire che Fellini temesse qualcosa di simile ad un agguato dei tedeschi, perché lo sbarco alleato sembrò fin troppo facile e così la sua titubanza (come quella degli Alleati) ha lasciato il tempo per una riorganizzazione degli occupanti tedeschi... In sintesi forse il sogno sta suggerendo a Fellini che le sue titubanze e la sua paura di eventuali ritorsioni, quando invece era tutto pronto per procedere, rischiavano di far fallire il progetto, come infatti successe. Va detto a sua difesa che non sempre è facile decifrare i messaggi che ci giungono; per noi oggi è relativamente semplice intuirli, sapendo come si sono svolti i fatti. Ma allora per lui non lo era affatto... Anzi. 19 dicembre 1967 Giulietta e Federico sono da una cartomante per avere informazioni sul destino di Giulietta, e tutto quello che ottengono è di spaventarsi a morte per alcuni segni che loro ritengono infausti, come un quadrato di lana nera posato su un’enorme carta. La cartomante gli sembra Magda, cioè Magda Fabi, una veggente che loro apprezzano molto, ma non lo è... e quando cade in trance vorrebbero fermarla, ma sanno che è pericoloso... Parla in portoghese e loro non capiscono... Questo sogno, che è corredato da un disegno molto particolareggiato, registra la passione che Federico aveva per le pratiche divinatorie; potremmo però dire che amava circondarsi di maghi e maghe di vario tipo, ma in realtà lo era lui 288 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
stesso un Mago, e con la ‘M’ maiuscola. Nel disegno la cartomante li sovrasta: è rappresentata nel momento in cui vuole prendere le mani di Federico ed entrambi sono vestiti di nero, anzi sembrano due figure speculari, come se il sogno gli stesse dicendo che non ha bisogno di cercare maghi, perché lo è lui stesso. Certamente Federico fatica ad accettarlo proprio in un momento d’indecisione, quando non sa come comportarsi con il film Mastorna. Infatti nel sogno, proprio quando la cartomante cade in trance, lui vorrebbe fermarla, e questo può simboleggiare che in questo momento lui vuole fermare le sue stesse intuizioni. Dietro la cartomante c’è una sorta di tendaggio colorato in blu, verde e giallo che è come un separé, mentre Giulietta, seduta alla destra di Federico, è in marrone come il tavolo ed è rivolta verso un quadrato nero che copre uno dei sei fiori della carta da gioco. Questo quadrato può simboleggiare le difficoltà in ambito sociale che i due hanno in questo momento e forse copre un fiore, perché la coppia, ed in particolare Federico, non riesce ad esprimere la creatività come vorrebbe. Forse la maga è anche una sorta di figura materna, dalla quale lui non riesce a staccarsi. 15 giugno 1967 Questo sogno è contemporaneo all’espulsione di Padre Arpa dall’Ordine dei Gesuiti, perché la procura ha spiccato un mandato di cattura contro di lui per problemi finanziari. Il sogno ovviamente risente di questa situazione perché Fellini era molto affezionato a Padre Arpa e lo ha considerato per tutta la vita il suo padre spirituale. Nel sogno Padre Arpa è insieme ad altre persone, di notte, sul lungotevere e sorride come se niente fosse. È ancora vestito da sacerdote nonostante la sospensione a divinis e guarda Fellini come se lo volesse 289 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
rassicurare, come se gli dicesse che va tutto bene. Il disegno lo mostra al centro di un gruppo di persone dove alla sua sinistra due delle tre sagome sembrano Federico e Giulietta (Federico è riconoscibile dalla testa a cuore) mentre a destra c’è un tratteggio che lascia intravedere, oltre agli alberi, anche delle sbarre come quelle della prigione che dovrà affrontare. È una vicenda che sicuramente ha molto turbato i coniugi Fellini che in questo sogno mostrano la loro vicinanza, che non verrà mai meno al religioso. Le figure sono tratteggiate in blu, il colore della calma, quindi suggeriscono di accettare la situazione senza collera. 18 giugno 1967 Questo è un sogno molto articolato e complesso. Federico invita a casa sua (quella di via Archimede) la famosa cantante Mina e sua sorella, mentre il cane Arcibaldo si precipita giù per le scale e gli fa festa mentre tutti stanno aspettando l’ascensore, che però non arriva. Fellini sale le scale di corsa per arrivare a casa ed il cane, seguendolo, per poco non precipita giù per le scale. In quel momento si apre la porta dell’ascensore e ne escono la madre e la sorella di Federico, Maddalena. Sembra che Mina e la sorella possano rappresentare la madre di Fellini e la sorellina Maddalena, perché questa (quella di Mina) ha nove anni, che sono esattamente gli anni che aveva lui quando è nata Maddalena Fellini. Quindi sembra che questo sogno affondi le radici nell’infanzia del regista, anzi proprio nel momento in cui è nata la sorellina. Inoltre Fellini stesso scrive: “Era come se mia madre fosse Giulietta”, quindi il sogno registra anche la normale sovrapposizione che può avvenire tra le figure femminili più importanti della vita di una persona. Il cane che rischia 290 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
di cadere può simboleggiare lo sciogliersi dei legami molto forti dell’infanzia per far posto a quelli della vita adulta, infatti nel sogno la madre è infastidita dalla presenza della cantante. Tutto questo può rappresentare anche l’eccesso di pressione che Fellini subiva dalle figure femminili in contrasto tra loro: la madre, Giulietta, tutte le donne, attrici e non, con le quali Federico veniva in contatto. Inoltre è significativo che un gattino grigiastro, come lui stesso lo definisce, e amico di Archie, cominci a soffiare trovandosi di fronte tre aragoste (lui le chiama “canocchie coraggiose ma sfortunate dell’Adriatico”). Le tre “canocchie”, lui stesso dice rappresentino “il padre, la madre ed il figlio”, forse lui stesso con i suoi genitori, mentre riescono a far fuggire un aggressore, il gatto, che potrebbe essere l’altro fratello. Il sogno si chiude drammaticamente con degli operai che schiacciano le canocchie, che nel frattempo sono uscite in strada. Potremmo dire che si tratti di un sogno particolarmente involuto e complesso, con una struttura nella quale lo spazio ed il tempo non ci sono. Fortunatamente il disegno che lo segue chiarisce un po’ di più le idee. Al centro abbiamo Fellini di spalle che sta urinando, cioè sta cercando di depurarsi dalle situazioni tossiche che letteralmente lo circondano. A sinistra vediamo primeggiare Mina, molto riconoscibile e seducente, vicina ad un tavolino su cui ci sono degli alcolici, dei quali Federico ci dice che lei s’intenda molto. Il cane e la bambina che fuma sono dietro Mina e possono simboleggiare due dipendenze: l’alcol ed il fumo. A destra nel foglio ci sono le canocchie dell’Adriatico (“coraggiose ma sfortunate”) che affrontano il gatto ma non riescono ad evitare gli operai per strada. In sintesi questo lungo, complesso e aggrovigliato sogno ha un significato anche abbastanza semplice: la figura femmi291 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
nile rappresentata da Mina si sta liberando da delle dipendenze e questo fatto è simboleggiato dal cane (la dipendenza) che sta per cadere. Per quanto riguarda Federico, invece, egli teme che, se sarà coraggioso, rischia di essere schiacciato da persone o circostanze più forti di lui e qui ci sembra di ravvisare la traccia di tutto il conflitto legato a Mastorna. 20 giugno 1967 Federico sogna di avere un grosso foruncolo sulla guancia sinistra, per il quale una farmacista scherzosa lo prende in giro e cerca poi di schiacciarglielo, senza riuscirci. Poi un farmacista gli applica una crema e un cerotto per proteggerlo mentre la crema fa effetto. “Sono finalmente al lavoro!!! Sto girando il film!”, scrive Fellini, sottolineandolo per metterlo in evidenza, e questo ci spiega molto bene quale conflitto esprima il foruncolo. C’è tutta la troupe: Martelli, Liliana Betti, Norma Giacchero (segretaria di edizione) e sono sulla terrazza del EUR dove è stato girato Le tentazioni del dottor Antonio, l’episodio felliniano di Boccaccio ’70. Norma è gelosa dell’abbraccio che Fellini fa a Liliana e lo prende in giro per il foruncolo, senza per questo scalfire il suo buon umore per aver iniziato le riprese del film. Federico si sveglia sereno ed il suo foruncolone sta per scoppiare, cioè il conflitto sta per risolversi. C’è anche un disegno che rappresenta bene il momento in cui le due collaboratrici (Lilly con il seno in evidenza e Norma) stanno arrivando sul set che ha già le luci pronte mentre Federico, ritratto di spalle e questa volta vestito di blu, le accoglie. Nella parte bassa del disegno c’è il volto di Federico visto di fronte, cosa rarissima, tratteggiato in modo somigliante, con il foruncolo che sta per scoppiare molto in evidenza. Questo 292 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
foruncolo lascerà la sua impronta cinematografica nei personaggi del padre di Titta in Amarcord, che sarà costretto a tenersene uno sulla testa semicalva e in quello di Federico giovane, interpretato da Sergio Rubini, che in Intervista se lo vedrà applicare direttamente da Fellini sul naso, per aumentare il suo disagio nei confronti di una avvenente diva che deve andare a intervistare. 26 giugno 1967 Un sogno nel quale Federico è andato a incontrare Lawrence Olivier per affidargli la parte di Mastorna e, conoscendolo personalmente, si convince che si tratti dell’interprete ideale, come scrive. Sembra quasi che in Olivier, il quale lo abbraccia piangendo perché si rende conto che non potrà lavorare con lui, sia riflessa una parte del regista stesso. Infatti Olivier, pur rammaricandosene, non riesce ad accettare il ruolo così come Federico, pur desiderandolo tanto, sa che non riuscirà a realizzare il film. “Forse, dice Sir Olivier col volto rigato di lacrime, se tu potessi rinviare il film in Aprile – Ma poi scuote la testa come a voler significare che nemmeno verificandosi questa possibilità, si sentirebbe capace di mantenere l’impegno. Che peccato”. È molto facile ravvisare in questa frase lo stato d’animo di Federico mentre chiedeva a De Laurentiis di posticipare l’inizio delle riprese, ed è inoltre spontaneo il confronto con la situazione descritta in 8 e ½; questo ci suggerisce quanto tutto fosse correlato: creatività artistica, sogni notturni e vita reale. Molto significativo è anche l’atteggiamento che Federico legge in se stesso all’interno del sogno, cioè il senso di colpa per i dubbi e le perplessità che aveva nei confronti di Sir Olivier, che comunque torna al suo lavoro in scena e lo saluta. 293 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Quindi questa situazione può simboleggiare quello che sta succedendo a livello relazionale fra lui e il produttore, che sta trasferendosi negli Stati Uniti e ognuno di loro prenderà strade diverse. Nel sogno c’è anche Tognazzi, e questa volta Federico pensa che non sia così male come pensava, come interprete. Il sogno ci mostra come i personaggi interiori possano rispecchiare parti inconsce di noi stessi, forse per aiutarci ad elaborare meglio le situazioni che stiamo vivendo, o forse addirittura per crearle. Sembra che il sogno voglia suggerire a Federico che è un peccato lasciar perdere questo progetto, che è tutto pronto e manca solo la sua volontà per cominciare, ma forse i contenuti da mettere in scena erano troppo ‘forti’ anche per uno che aveva osato tanto come lui, anzi proprio per questo, perché aveva visto che cosa può succedere quando un’opera d’arte è così innovativa da spaventare molto chi non riesce a comprenderla. Certo è che è stato veramente un peccato: avremmo potuto avere un altro capolavoro di Federico Fellini. 3 luglio 1967 Un sogno che in realtà è una barzelletta perché è veramente divertente. A un party a Londra Federico ascolta un diplomatico inglese mentre racconta una barzelletta ambientata durante la guerra: uno o due aerei italiani che avrebbero dovuto bombardare Londra invece precipitano sulla città e non solo non riescono a bombardare, ma la frutta fresca che avevano a bordo cade dal cielo e viene raccolta su un piatto che il Re d’Inghilterra aveva in mano proprio in quel momento “provvidenzialmente”, scrive Federico. Al party c’è un altro diplomatico che si diverte moltissimo e dice: “Potente!... Adesso... il Re farà Baronetto Michelangelo Antonioni”. 294 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Sembra che il sogno citi l’episodio reale nel quale la Regina d’Inghilterra nel 1965 aveva nominato Baronetti i Beatles per i loro successi in ambito musicale, ma non solo: sembra suggerire al regista che il suo diplomatico rifiutare di realizzare Mastorna in realtà ha provocato una sua caduta come quella dell’aereo (infatti ha anche avuto un grave problema di salute) oltre che il cedere ad altri i frutti dei suoi sforzi, e in questo caso il sogno gli suggerisce che dal suo rifiuto probabilmente ci sarà un vantaggio per Michelangelo Antonioni, forse rappresentato nel sogno dal Re, cioè un personaggio già molto realizzato e riconosciuto da tutti come tale. Certo è che nell’aprile 1967 Antonioni aveva appena vinto l’Oscar per la migliore regia con il film Blow up, ricevendo quindi un vantaggio dall’inattività di Fellini. Nello stesso anno Antonioni riceverà altri prestigiosissimi riconoscimenti, tra cui la Palma d’oro al Festival di Cannes. In seguito realizzò negli Stati Uniti un film prodotto da Carlo Ponti intitolato Zabriskie Point. In sintesi, la saggezza profonda di Federico cercava di mettersi in contatto con lui per evitare che perdesse altro tempo prezioso. 12 luglio 1967 Un sogno nel quale a nostro parere si esprime il disappunto che Federico aveva nei confronti della dipendenza dal bere. Anche se può sembrare strano, come abbiamo detto più volte, il cane Arcibaldo può rappresentare la relazione intima molto stretta che legava i coniugi Fellini. Come vedremo nel sogno del 21 luglio, Federico è molto infastidito perché secondo lui Giulietta beve troppo. Qui la situazione è rappresentata in maniera simbolica: “Arcibaldo ha sete e avvicina il muso ad una pozzanghera d’acqua fangosa. Lo trattengo, non voglio che 295 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
beva quell’acqua sporca, entro in un bar e mi faccio dare... un piattino con dell’acqua, poi sull’orlo... metto un pizzico di sale ed uno di pepe. Arcibaldo annusa contrariato e non beve”. Da questa descrizione di Federico sembra di poter ravvisare quanto lui cerchi di contrastare quella che per lui è una cattiva abitudine. Il cane che rifiuta di bere dal piattino è disegnato di fianco ad un altro disegno che rappresenta Federico che sta urinando, ma ha una cordicella che gli impedisce di farlo bene, perché stringe il pene contro il ventre. Nel disegno la cordicella è in evidenza e può simboleggiare una sorta di inibizione sessuale di cui però lui si libera, perché dice che la scioglie, ma la sua figura è senza testa, quindi forse in questo momento il collegamento mente – corpo non è efficace. Kezich dice nel suo Federico – Fellini, la vita e i film che questo doppio problema era motivo di conflitto all’interno della coppia: cioè Federico si lamentava perché secondo lui Giulietta beveva troppo e Giulietta perché Federico era troppo ‘farfallone’. 19 luglio 1967 Visione Federico vede una persona decapitata al volante di un’automobile ferma con all’interno alcuni bambini piccoli che piangono spaventati. Per fortuna “due braccia pietose”, scrive lui, “afferrano uno dei piccoli traendolo fuori dalla macchina”. Questa trascrizione è preceduta da un disegno molto esplicito che ritrae due figure senza testa, una con le spalle insanguinate, al volante di un’automobile che però è ferma; l’altra che dall’esterno trae in salvo uno dei tre bambini ed è colorato di blu. Sembra che questa visione nuovamente 296 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
rispecchi lo stato d’animo di Federico in questo momento: Fellini si sente di essere in grado di guidare la sua vita ed in particolare il suo archetipo del Maschile, simboleggiato dall’auto, ma non ha la testa ed il sangue dovuto alla ferita scende sulle spalle. Questa situazione può simboleggiare il grave problema di salute che ha appena superato, per il quale lui si sente di non essere più in grado, momentaneamente, di realizzare film (essere senza testa può voler dire essere senza progetti, senza idee, eccetera). Fortunatamente un’altra figura senza testa ma colorata in blu, quindi più calma, che può simboleggiare la parte più saggia in questo momento del regista, riesce a trarre in salvo almeno uno dei tre bambini, che possono rappresentare progetti cinematografici e artistici. Significativo è che quello che viene tratto in salvo è urlante e piangente come gli altri due, ma il suo viso è di un rosa più intenso, quindi può rappresentare l’archetipo del Femminile che viene abbracciato da un Maschile, e tutto il disegno è ricoperto da una tratteggiatura viola, a indicare forse un periodo di grande cambiamento. 21 luglio 1967 Eccoci al sogno di cui parlavamo prima. “Giulietta è al solito alterata dall’alcol. Non posso più resistere e sfogo piangendo la mia angoscia, il mio rimorso, il mio furore”. La descrizione di Fellini non potrebbe essere più esplicita, anche se forse la sua percezione è esagerata. Federico nel sogno minaccia di non tornare più a casa, ma nello stesso tempo si chiede inquieto se il motivo per cui se ne vuole andare sia veramente legato al bere o ad altro. A questo punto compare davanti a lui l’immagine dell’album dei ricordi della loro vita matrimoniale con le foto dei loro momenti più importanti, ma tutte 297 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
ricoperte di neve. “Neve su tutti gli episodi della nostra vita. Tanta neve. Piango disperato e mi sveglio con il cuore gonfio di tristezza”. Questo particolare è anche disegnato molto bene con un titolo: “Neve su tutte le foto – ricordo del nostro matrimonio” scritto in azzurro e con la parola matrimonio sottolineata. Nel disegno Federico è nuovamente senza testa mentre sta sfogliando questo album con la neve che ricopre tutti i loro ricordi, avvolti dall’azzurro del cielo, lo stesso colore del titolo. Questo sogno a nostro avviso è molto importante perché ci mostra quanto la neve possa simboleggiare un congelamento anche dei sentimenti, e come invece lo sfogliare l’album dei ricordi possa avere l’effetto contrario. Sembra che Federico e Giulietta fossero entrati in un tunnel di incomprensioni che non sappiamo se fosse stato causa od effetto di questo raffreddarsi dei loro rapporti. Va detto che la coppia era stata sottoposta a pressioni sociali fortissime che sicuramente avevano avuto il loro peso in questa situazione, tuttavia il sogno è geniale, perché mostrando a Federico che cosa era successo al loro matrimonio, aiuta il regista a prenderne consapevolezza, che è il primo passo per risolvere un problema. Ma il pianto ed il risveglio col cuore gonfio di tristezza ci dicono che il sogno aveva avuto l’effetto più positivo che potesse avere, cioè quello di prendere di nuovo contatto con i suoi sentimenti. 22 luglio 1967 “A letto con N., dopo aver fatto l’amore vedo questa immagine”, scrive Federico, parlando di un casale di campagna nel quale le fiamme sono arrivate al soffitto. Lui si chiede come sia potuto succedere e gli sembra di essere stato lui a pro298 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
vocare e alimentare l’incendio con il fumo di una sigaretta. Abbiamo già detto quanto Federico fosse insofferente verso le dipendenze di vario genere, ma in questo caso è significativo che il fuoco venga dopo la neve del sogno precedente. C’è anche un disegno molto esplicito che mostra una casa che sta andando a fuoco ed il fuoco esce dalle finestre, arrivando fino al tetto. È interessante anche il particolare che la trascrizione sia in rosso, lo stesso colore delle fiamme. La casa può simboleggiare l’affettività della persona che la disegna o la sogna ed in questo caso è facile collegare l’incendio al senso di colpa per la trasgressione che ha appena vissuto. Certamente questo sogno e quello precedente sono collegati, l’inconscio cerca di mandargli un messaggio molto forte, cioè che dopo aver congelato i sentimenti e i ricordi concernenti la vita matrimoniale, ora rischia di distruggere tutto... Visioni del 1 agosto 1967 Visione Federico parla di una visione, ma poi conclude dicendo che si sveglia, quindi possiamo dedurre che si tratti di un sogno. Mentre sta scendendo una scala a pioli a spirale si rompe un gradino e così forte è la sensazione di precipitare che lui si sveglia sussultando “come un burattino”. C’è anche un disegno a lato della trascrizione, nel quale si vedono le gambe di Federico ed il piede destro appoggiato sul gradino che si sta rompendo. Tutto il disegno è colorato di marrone e la scala a spirale che scende verso il basso può rappresentare una sua caduta oppure una discesa ai piani più bassi del suo essere, cioè nell’inconscio. In ogni caso è significativo che ci sia questo gradino rotto che gli dà la sensazione di precipi299 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
tare e che il piede appoggiato sulla rottura sia quello destro, cioè quello che doverebbe andare verso il futuro. Probabilmente entrambe le ipotesi sono presenti, dato che Federico teme davvero di precipitare (considerando tutto quello di cui siamo venuti a conoscenza di questo difficile periodo che stava vivendo), ma c’è anche l’affrontare strati profondi del suo inconscio, necessari per prendere consapevolezza della situazione, che forse è collegata al burattino che sussulta, cioè al desiderio di spezzare i vincoli per diventare una persona libera. Visione “Ho visto questa scimmia (Mandrillo? Amadriade?) vestita da uomo... La scimmia ero io!”. Questa visione che è accompagnata da un disegno molto bello, ripropone una figura umana intera vestita di viola, con arti piegati e con la figura protesa verso destra, quindi verso il futuro. Federico ammette di dover accettare di essere lui la scimmia, ma noi la prima cosa che notiamo è che questa rappresentazione, pur avendo la testa da scimmia, è la prima figura completa da molto tempo, e per la precisione dal ‘sogno del foruncolo’ del 20 giugno, e questo è sicuramente un dato significativo. Federico ha fatto un grande cambiamento con molta fatica, e questo lo possiamo vedere dall’abito viola, colore che è sempre legato a momenti di passaggio, ma la scimmia che lui a malincuore ammette di essere, cosa può rappresentare? Forse la sua zona d’ombra che sta cominciando ad accettare, sia pur con fatica. Nel sogno precedente ha parlato del burattino, quindi del suo desiderio di ritornare ad essere padrone della sua vita e non manovrato dall’esterno, dalla società o da personalità di rilievo come i produttori, eccetera. La 300 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
scimmia di questo sogno può simboleggiare il suo desiderio di essere una personalità autentica, un vero Autore e non un’imitazione altrui. Segue un’altra visione nella quale Federico è seduto in poltrona con le gambe accavallate, finalmente intero, non di spalle e neppure con la corporatura esile con la quale si rappresentava finora. In più è colorato con pantaloni azzurri e camicia bianca con una cravatta corta. Davanti a lui c’è un cagnolino nero simile ad Arcibaldo che è di un amico, che però lui non sa chi sia. Il cane mugola ma Federico capisce che gli sta dicendo in inglese: “Dove vai? Dove vai?”. Precede la descrizione il disegno descritto, nel quale il cagnolino nero si esprime mediante una nuvoletta come quella dei fumetti, che mette bene in evidenza la sua domanda. Sembra che il travaglio esistenziale che Federico ha appena vissuto stia dando frutti molto importanti. Infatti il cane che non è Arcibaldo e che è di un amico che lui non sa chi sia, potrebbe invece essere una parte di lui e, come abbiamo già detto, lo stretto legame che lo univa alla moglie. Ovviamente è un sogno collegato a quelli precedenti, soprattutto a quelli della neve e del fuoco e in sostanza sembra avere lo stesso significato. Il cane lo sta facendo riflettere sui suoi comportamenti e gli sta chiedendo se si rende conto di dove sta andando, cioè che è arrivato ad un punto molto difficile della sua vita, nel quale tutto ha rischiato di distruggersi: il lavoro, la salute e, ora che l’ha recuperata, la famiglia. Visione del 31 luglio 1967 “Arcibaldo arriva come trascinato da un impossibile carrello da destra a sinistra nella nostra nuova casetta e si piazza 301 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
al centro come un fedele guardiano. Buona fortuna!!”, scrive Federico sottolineando tre volte l’augurio. Possiamo dire che questo sogno esprima la soluzione positiva che Federico ha deciso di prendere, e cioè di ricostruire il rapporto con Giulietta in armonia, rapporto che è rappresentato a nostro avviso da Arcibaldo. Il disegno che descrive la visione esprime benissimo questo concetto, infatti si vede il cane al centro della nuova casa, molto soddisfatto come guardiano del loro rapporto, cui augura buona fortuna. È significativo che il cane giunga da destra e vada a sinistra, e Federico indica la direzione con una freccia tratteggiata. Questo potrebbe voler dire che è come se il cane venisse dal futuro, quindi si tratterebbe di un auspicio di buona fortuna. I cani sono riusciti in un intento importante: far riflettere Federico su quello che stava succedendo nella sua vita affettiva e a ripristinare una nuova vita, come la casetta di questo sogno. 4 agosto 1967 “Grandi aerei in partenza. Bisogna però sistemare le eliche”. Questa descrizione segue il disegno tratteggiato velocemente, ma allo stesso tempo molto chiaro. Ci sono due aerei in partenza, che potrebbero rappresentare Federico e Giulietta che hanno superato le difficoltà precedenti e sono pronti per volare nuovamente. Gli aerei però hanno le eliche staccate che sembrano però due ‘8’, due simboli dell’infinito, quindi di morte e rinascita, come quella che loro hanno appena vissuto. Tuttavia per volare di nuovo c’è bisogno di sistemare le eliche, come scrive Federico. Questo può voler dire che per ricominciare a vivere pienamente come prima hanno bisogno di fare uno sforzo che ripristini la loro energia maschile, dato che la forma delle carlinghe degli aerei è fallica. Ci sono quattro 302 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
sagome che osservano la scena, di cui tre in primo piano e la quarta più a destra, che forse possono rappresentare la società che li sta osservando mentre si apprestano a ripartire. 6 agosto 1967 Un sogno che descrive la paura di Federico di aver sbagliato strada, o almeno direzione. È pieno di dubbi mentre sta per salire in automobile e teme che la strada sia a senso unico, cioè di percorrerla contromano, in modo molto pericoloso, perché, come lui stesso scrive: “In tal senso sarebbe impossibile evitare lo scontro frontale con altre auto”. Federico cerca di considerare la sua situazione e per fortuna si accorge che: “A fianco dell’autostrada in questione ce n’è un’altra. Ecco, dovrei spostarmi su quella e tutto andrebbe nel migliore dei modi”. Da queste parole comprendiamo quanto, anche nei momenti di difficoltà, le alternative ci siano sempre; siamo noi a volte che non le vediamo. È bellissimo che Federico scriva che gli basti spostarsi per poter ricominciare a vivere bene. Quello che gli suggerisce la visione sembra che sia accogliere l’archetipo del Femminile, perché la strada è rosa. Infatti il titolo del disegno che segue è: “C’È UN’ALTRA AUTOSTRADA”. Nel disegno l’auto di Federico è viola ed è posizionata sulla carreggiata di destra, come la direzione della freccia tracciata vicino alla scritta. Anche la direzione dell’autostrada è molto positiva: c’è un’ampia curva verso destra (che indica l’andare avanti verso il futuro) e l’asfalto è colorato in rosa, che è il colore associato all’archetipo del Femminile per eccellenza. Quindi, considerato anche il colore viola dell’automobile, sembra proprio che Federico abbia superato le difficoltà di questo momento e si sia rimesso letteral303 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
mente in pista, cioè si sia rialzato dalla caduta di salute e dallo stallo professionale che lo avevano colpito e, cosa ancora più importante, ora sta valorizzando il suo Femminile, perché il suo percorso di vita, la sua autostrada, sta cominciando ad includere anche il Femminile. Potremmo dire che questo disegno realizzi molto bene la comunione degli opposti: la strada con due corsie entrambe in rosa rappresenta una svolta verso il Femminile, in armonia con il Maschile, rappresentato dall’auto, il quale ha fatto un enorme cambiamento, perché essa è colorata in viola. Significativo è anche il particolare che a sinistra, in alto, il disegno rappresenti un cielo denso di nubi, cioè ostacoli, che però a destra non si sono più, quindi Federico si sta lasciando alle spalle le difficoltà, come abbiamo appena detto. Inoltre non possiamo dimenticare che La strada è il titolo del primo film premiato con l’Oscar di Federico, quindi il sogno gli suggerisce di continuare appunto su quella strada, andando incontro a nuovi riconoscimenti. Visione Questa spiega i dubbi e le paure che attanagliavano Federico. La visione comincia in un lago gelato. La superficie del lago, secondo Jung, rappresenta il limite fra il conscio e l’inconscio, quindi se è gelata, non ci può essere scambio, e questa può essere la situazione di partenza della visione (vedi Gli Archetipi dell’Inconscio collettivo, pag. 17 e segg.) Tornando al disegno, si passa poi ad un grande mare verde e tempestoso, nel quale una barca affronta con difficoltà le onde. Il disegno che precede la descrizione è preciso ed anche bello esteticamente: sembra un quadro impressioni304 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
sta. C’è un mare verde che potrebbe essere l’Adriatico, dato che questo è il suo colore tipico, inoltre è quello associato all’infanzia di Fellini; anzi potrebbe essere uno stratagemma usato dal suo inconscio per riportarlo all’infanzia o forse ancora più indietro: potrebbe rappresentare il liquido amniotico e la vita perinatale. Le onde in tempesta che la barca deve affrontare, quattro delle quali sembrano mani di persone che tentano di salire a bordo per mettersi in salvo, possono simboleggiare inquietudini emotive, difficoltà da superare. La barca rappresenta l’archetipo del Femminile in modo molto esplicito e questo potrebbe collegarsi alla visione precedente, nella quale l’auto è disegnata praticamente nella stessa posizione della barca, a conferma del fatto che l’inconscio stia dicendo a Fellini di vivere ed accettare il suo Femminile interiore. Sogni Qui forse c’è una traccia delle tematiche sviluppate nel futuro La città delle donne. Infatti Federico sogna di aver perso il treno e che il suo amico Renzo Renzi, critico e amico personale di tutta la vita, ha il mal di cuore. Inoltre lamenta di non riuscire a lavorare perché intorno a lui vi sono troppi corpi femminili, uno anche sulle sue spalle: “...e pretendo di poter continuare a scrivere”, dice. Aver perso il treno può voler dire che non riesce a portare a termine i suoi progetti in questo momento, oppure aver perso una grande opportunità, infatti sappiamo del fallimento del progetto Mastorna. Inoltre troppe figure femminili sono attorno a lui e lo affaticano, togliendogli energia e forza per continuare a scrivere.
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21 agosto 1967 Federico sogna di essere svegliato alle sei di mattina da Marcello Mastroianni che gli dice che Francesco Aluigi, aiuto regista in Giulietta degli spiriti, lo è venuto a prendere perché tutto è pronto per partire con un aereo che questa volta ha finalmente l’elica attaccata al posto giusto ed è anche rappresentato a destra in basso nel disegno che segue la breve descrizione. Federico è sdraiato a letto, di spalle, colorato in nero e con la testa a cuore come al solito, mentre osserva Mastroianni che gli indica una figura in lontananza a capo chino, che è il suo aiuto regista. L’allusione al film Mastorna sembra fortissima: Mastroianni, che avrebbe dovuto fare il protagonista lo sta spronando; è tutto pronto, si tratta solo di partire. Chiaramente il sogno lo sta spingendo ad iniziare le riprese, ma tutti sappiamo com’è andata a finire. La grande quantità di ombreggiature nere che riempie il disegno ci fa presagire la difficoltà di Fellini a portare a termine questo progetto. L’aereo e l’elica sono azzurri, così come l’ombreggiatura sulla parte destra della sagoma di Federico, come a voler dire che l’energia necessaria per partire la può trovare nel suo archetipo del Maschile. Settembre 1967 Giulietta e Federico sono seduti ad un tavolo che assomiglia molto a quello di un tribunale; lui è a sinistra della moglie e sono seduti al centro. Davanti a loro hanno a sinistra l’attore Vittorio Caprioli (che ha recitato nel film Luci del varietà) e a destra una matronale signora che sta dicendo: “Timidezza e morte sono la stessa cosa per Fellini”. Le parole timidezza e morte sono sottolineate da un tratto nero molto forte, a indicarci che sono l’essenza del sogno. Chi potreb306 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
be essere questa matronale signora che emette una sentenza così dura? Forse Carla Del Poggio, attrice nel film citato assieme a Vittorio Caprioli. Quindi questo sogno sembra dar voce alle paure e ai dubbi di Federico riguardo a Mastorna, associandolo a Luci del varietà, il quale aveva avuto esiti molto negativi dal punto di vista finanziario. La donna, nel ruolo di giudice, lo accusa di protagonismo, cioè di non sentirsi abbastanza vivo se non è in primo piano... Certamente un peccato veniale, per un genio quale Fellini, ma in questo momento una critica sufficiente a fermarlo. Ottobre 1967 Un sogno ambientato nella nuova casa dei coniugi Fellini, che però a Federico ricorda l’atmosfera degli ospedali e teme che Giulietta si possa ammalare. “... aggiungo col cuore trafitto dall’antica pena”: il sogno s’inserisce in un ambito ricorrente, nel quale Federico vede o teme che Giulietta si possa ammalare, e questa cosa ovviamente gli provoca grave sconforto. Abbiamo più volte affrontato questo argomento, ma sembra chiaramente legato ai sensi di colpa per le difficoltà relazionali che in alcuni periodi i due hanno avuto. Ottobre 1967 Visione Un’immagine esplicita ma nello stesso tempo spirituale di un nudo femminile, di ignota identità. Realistico ed astratto nello stesso tempo, come un quadro contemporaneo, infatti, pur essendo un fondo schiena, mette in evidenza “un grosso grappolo di uva nera...” a voler dimostrare quanto Federico amasse 307 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
le donne. L’uva è fin dall’antichità simbolo di spiritualità, fecondità, ricchezza e di vita in generale. Poi, dato che la visione è del mese di ottobre, quello della vendemmia, potrebbe voler dire per Federico raccogliere finalmente i frutti dopo un periodo faticoso. Infatti in questo periodo ha girato in soli 27 giorni l’episodio Toby Dammit nel film Tre passi nel delirio. Novembre 1967 Un sogno che sembra la prosecuzione allegorica della visione precedente. Giulietta sta per partorire “un pescecane d’oro”, non c’è tempo per andare in clinica e si distende a terra, forse nella Pescheria di Rimini, in posizione rovesciata rispetto al disegno precedente, nel quale sporgeva dalla vagina un grappolo d’uva color violaceo. Ora sempre in viola è uscito un pesce ma che nel disegno sembra più un delfino, che uno squalo. Il pescecane può simboleggiare, la forza, il coraggio, l’energia, la capacità di andare sempre avanti nella vita, tornando indietro solo per prendere la rincorsa, ma anche un forte desiderio di divorare. Essendo d’oro in questo caso, più che ad un aspetto ombra del Femminile, come la tendenza a divorare, sembra alludere al Maschile, alla forza di ricominciare a vivere anche dopo grandi difficoltà. Dato che si parla della Pescheria di Rimini, si potrebbe trattare di un’allusione alla famiglia d’origine di Federico, che aveva tendenza ad assumere ruoli da vittime, come abbiamo più volte accennato, specie parlando dello zio morto in guerra. Poi Fellini scrive che dalla vagina di Giulietta sta uscendo la coda a forma di falce di luna, e questo potrebbe essere un riferimento all’unione degli opposti ed in particolare del Femminile e del Maschile, cioè in un pesce maschio, d’oro, è contenuta una luna, quindi un Femminile. 308 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
In questo senso forse vuol dire che Giulietta sta anche lei evolvendo come il marito ed è normale oltre che bello, che in un coppia si cresca in sintonia. All’inizio Federico si spaventa e avverte tutti del pericolo per la nascita del pesce, che però diventa a Pesce martello, coloratissimo, come un arcobaleno. Mentre il pesce si dibatte a terra, Fellini comincia a pensare che non sia poi così pericoloso, e gli sembra quasi un giocattolo di gomma. Il tutto sembra riferirsi al film Mastorna, che secondo Giulietta potrebbe anche nascere, perché non è così pericoloso come sembra, anzi ha un aspetto variopinto come una sorta di coppa unita alla sua ombra, ed insieme emanano energia. 29 novembre 1967 Fellini sogna di chiedere un consiglio a Tommaso Sagone, il Direttore di produzione di Toby Dammit, l’episodio felliniano del film tratto da tre racconti Edgar Allan Poe Tre passi nel delirio, in partecipazione con Roger Vadim e Luis Malle, che hanno appena finito di girare. “Sagone conosce una specie di gioco – indovinello, magico cabalistico, che consiste nel saper divinare la risposta giusta a certe domande. Anche io, preso nelle strettoie del dubbio sul film che debbo fare, pongo la mia domanda: quale film mi consigli? L’infedele o Mastorna?”. Federico stesso ci dice che il suo problema è proprio l’incertezza sulla scelta fra due film, ma nella realtà L’infedele non è un film che lui avesse preso in considerazione, ma come dice lui, spesso nel sogno sembrava che la storia riguardasse un personaggio con tre donne e quindi a noi sorge facile la considerazione che questo sogno sia collegato non solo ai dubbi sul film, ma anche al sogno del 6 agosto, 309 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
nel quale Fellini si sente soverchiato dalle figure femminili. Alla sua domanda, Sagone gli risponde che il film da fare si chiama La strada e forse il messaggio non è di ripetere un film già fatto, ma probabilmente di andare avanti per la sua strada, e forse per questo le parole sono sottolineate. Dicembre 1967 “Arcibaldo non si trova più. Nei vari spostamenti tra le case di Roma e Fregene è andato smarrito il nostro cagnetto”. In questo sogno il cane Arcibaldo che, come abbiamo più volte detto, può rappresentare simbolicamente lo stretto legame affettivo che univa i coniugi Fellini, è smarrito, cioè forse la loro relazione è un po’ logora, ha bisogno di essere rinnovata, come succede a tutte le coppie molto longeve, che sono tali proprio perché hanno imparato a rinnovare e coltivare la loro relazione per mantenerla sempre viva. A nostro avviso questo è il significato del sogno nel quale il cane, dopo essersi smarrito, viene ritrovato sul tetto di una casa dal quale precipita nel tentativo di raggiungere un altro tetto, dopo essersi spaventato per il richiamo di Federico. Il cane ha perso molto sangue ma non è morto, anche se altri cani e gatti lo stanno dileggiando sulla strada. Fortunatamente Arcibaldo riesce a riprendersi e ad andare incontro a Federico, che inizialmente si ritrae spaventato dalle ferite del cane, ma poi nel sogno questo torna “vitale e vivacissimo” e gli fa un sacco di feste, ricordando l’essenza del personaggio di Cabiria. In sintesi le vicissitudini del cane sembrano rappresentare simbolicamente le difficoltà relazionali dei coniugi Fellini, che fortunatamente rinnovano il loro rapporto e in qualche maniera risorgono anche dopo gravissime difficoltà, presenti non solo all’interno della coppia, ma anche provenienti dalle pressioni sociali, forse rappresentate in questo sogno dai cani e dai gatti che dileggiano Arci mentre è ferito. 310 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
1968 16 gennaio 1968 In questo sogno è espressa la conflittualità con Carmelo Bene, il quale non nascondeva la sua disapprovazione nei confronti di tutto ciò che concerne il Cinema nella sua essenza, nei metodi di lavoro, nella modalità di fruirlo, eccetera. Il grande attore e regista teatrale non apprezzava nulla del mondo del Cinema e in particolare di quello di quegli anni. Federico sogna di vederlo scendere da una corda, come nel suo spettacolo su Pinocchio, mentre recita per lui e per Giulietta, e non si accorge, “il delirante”, lo definisce Federico, che sta sporcando tutti con le sue feci, che forse in questo caso potrebbero rappresentare il suo disprezzo per il cinema di Federico in particolare. Carmelo Bene scende da una corda, è una sorta di funambolo, si muove in maniera pericolosa, come coloro che provocano gli altri senza accorgersi che in questo modo si espongono a reazioni forti da parte di quest’ultimi. Inoltre il riferimento allo spettacolo su Pinocchio forse vuole sottolineare che sia anche un po’ bugiardo o per lo meno eccessivo nelle sue critiche. Federico, pur disapprovando Bene, anzi forse proprio per questo, lo associa ad una parte della sua Ombra, quella che ha espresso cosi bene nel film La strada con il personaggio del Matto, il funambolo imprudente. Comunque, tornando al sogno in questione, dopo l’uscita di scena di Bene, Federico e Bernardino Zapponi (nuovo sceneggiatore di Fellini) si ritrovano molto sporchi delle sue feci e sgomenti, come lo era anche Giulietta durante lo spettacolo. Si avviano quindi verso l’ufficio di Fellini, in via Crispi 30, per pulirsi. Questo sogno ci sembra molto 311 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
significativo, perché ci dimostra quanto le critiche altrui in qualche maniera ci sporchino come feci gettate su di noi. Freud direbbe che sono residui dello stadio Anale dell’energia Libidica, che non fluisce bene e ristagna. Ma quello che ci sorprende è quanto sia necessario pulirsi, per poter proseguire nel nostro cammino. 1 Febbraio 1968 Vittorio Bonicelli, critico, sceneggiatore cinematografico e televisivo, che stava collaborando con Roger Vadim in Barbarella, con Franco Rossi per l’Odissea televisiva e che collaborerà con Rossellini per Gli atti degli Apostoli, è il protagonista di questo sogno. La rivalità di Federico è esplicita, dato che lo sogna pilotare un aereo che precipita su una casa ed esplode, provocando un incendio nel quale sta per perire. Segue un disegno in cui lo sceneggiatore è avvolto sempre più dalle fiamme come in una sequenza di fotogrammi. Forse la rivalità aveva le sue radici nelle collaborazioni con autori che Fellini conosceva bene, come Vadim e soprattutto Rossellini, che era stato una sorta di padre col quale avevano dato vita ai grandi successi del neorealismo, come Paisà e Roma città aperta. Perché affermiamo che il sogno esprima la rivalità di Federico? Perché come dice Freud nel già citato Perchè la guerra?, quando qualcuno s’interpone tra noi ed i nostri sogni o desideri, non andiamo tanto per il sottile: a livello inconscio desideriamo eliminarlo. Oppure un’altra ipotesi è che Bonicelli possa rappresentare Federico di molti anni prima, quando era anche lui sceneggiatore, in particolare con Rossellini; in questo caso sarebbe invece espressa una pulsione autodistruttiva. A conferma di quest’ipotesi c’è il sogno successivo. 312 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
28 febbraio 1968 C’è un semaforo verde molto in evidenza anche nel disegno e ciò fa provare sollievo a Fellini, che sente di avere davanti a sé la strada libera, ma poi si accorge che quella strada conduce al Verano, il cimitero di Roma. “Il semaforo era all’altezza di Villa Giulia, all’incrocio con la via Flaminia”. Il sogno sembra suggerire a Federico di fare attenzione, perché anche se pensa di avere superato uno stallo, rimangono ancora pulsioni autodistruttive con cui deve fare i conti e i soliti dubbi su quale strada prendere, tutte caratteristiche umane, anche quando si parla di un genio. Marzo 1968 “Il potentissimo cinquantenne mostra il formidabile torace ai nemici armati di bastoni. Essi continuano a picchiare, ma inutilmente... è fortissimo”. La trascrizione è preceduta da un disegno tratteggiato rapidamente ma molto espressivo, nel quale si vede questo personaggio erculeo, molto forte e potente, che resiste alle aggressioni di uomini più piccoli e stilizzati, quasi fosse una sorta di Gulliver con i lillipuziani. E se fosse Federico questo potentissimo cinquantenne? In fin dei conti anche lui ha quasi cinquant’anni, quarantotto per l’esattezza; anche lui ha resistito ad attacchi di ogni genere, compreso quello della malattia che rischiava di ucciderlo. Significativo è che al termine della trascrizione egli abbia scritto, tra parentesi e con un pennarello nero dal tratto più grosso, mentre prima aveva usato una penna dal tratto più sottile: “I bastoni dei nemici erano bianchi?”. Con questa trascrizione evidenziata Federico sta ricevendo un’indicazione molto forte dal suo inconscio: cioè di essere comprensivo pur 313 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
difendendosi con coloro che lo attaccano, perché in fondo è come se questi fossero dei ciechi (dato lui stesso si chiede se i bastoni siano bianchi, segno distintivo dei non vedenti) rispetto a lui, molto più intuitivo e capace di osservare aspetti del reale che loro non percepiscono. DIO MIO! I PILOTI DORMONO!! Ennesimo sogno in cui c’è la minaccia di un incidente aereo, perché l’equipaggio dorme, scrive Federico, sottolineando la parola dorme. Federico si accorge che l’aereo, dopo essere uscito da uno strato di nuvole, è a pochi metri dal suolo, per cui, se ci fossero delle montagne davanti a loro, la catastrofe sarebbe inevitabile. “Sveglia! SVEGLIA!!”, scrive Federico, parlando con se stesso e con i suoi piloti interiori, cioè il suo Io osservatore che si è addormentato, come lui lo ha disegnato. Significativo è che uno dei piloti, colorato in nero, ma con un tratteggio che può indicare un brusco risveglio, si è mobilitato e sta cercando di svegliare anche l’altro che ancora dorme. Sembra che la parte dormiente possa essere l’Io Osservatore, e quella che sta affrontando l’emergenza possa essere l’Ombra, essendo colorata di nero, infatti la funzione antropologica dell’Ombra è anche questa: salvare la vita alla persona che si trova in condizioni di emergenza, spingendolo a compiere azioni che in condizioni normali non riuscirebbe a mettere in atto, perché bloccate dalle convenzioni e regole sociali comuni. In ogni caso, quello che veramente stupisce in questo sogno è il forte richiamo che Federico riceve per svegliarsi e rendersi maggiormente conto di se stesso e del modo in cui vive, con particolare riferimento alle pulsioni autodistruttive che permangono, nonostante sia uscito dalle nuvole, cioè abbia superato dei gravi ostacoli. 314 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Un incubo vero e proprio, ambientato in un manicomio, nel quale i pazzi sono nudi e calvi e Federico cerca di scappare scendendo le scale, ma un pazzo corpulento lo riporta su, afferrandolo da dietro e con un dito gli preme l’orifizio del membro. “Gliela farò a scappar via di nuovo?”, scrive Federico. All’interno della trascrizione c’è il disegno, nel quale cinque figure che non sembrano neppure più umane sono mollemente adagiate a terra ed hanno sguardi fissi, pieni di terrore. È evidente che Fellini accomuna i manicomi alle cliniche in cui è stato costretto ad un ricovero per motivi di salute e teme di doverci tornare. Sembra quella che viene definita la sindrome post – traumatica da stress, cioè il periodo nel quale la persona che ha subito gravi traumi è ipersensibile nei confronti di tutto ciò che glielo può ricordare, un periodo di convalescenza in tutti i sensi, la cui durata ovviamente dipende dalla capacità che ha la persona di elaborare e di lasciar andare il trauma, per poter tornare ad una vita normale. 30 marzo 1968 “Angoscia per il solito film. Farlo? Non farlo”. Questo è il dubbio amletico che attanaglia e tormenta Federico nello stesso tempo. Mentre è a letto con la P. (?), nel dormiveglia vede due immagini, una di seguito all’altra, distanziate da una mezz’ora. Nella prima un aviatore abbandona l’aereo e si lancia col paracadute. Nella seconda c’è un palombaro che scende in fondo al mare. Le due visioni sono rappresentate graficamente molto bene, con l’essenza del racconto descritta a parole e inserita nello spazio grafico, come un titolo. Nella pagina successiva c’è una riflessione che ricapitola tutti i passaggi mentali di Fellini, che ovviamente aveva capito che 315 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
erano due opzioni che lo riguardavano e cercava di comprenderne pienamente il significato. Scrive e sottolinea: “Abbandonare l’aereo, le idee preconcette, l’intellettualità, scendere”; “Coraggio, il paracadute ti porterà in salvo. E poi? Sprofondare giù nell’abisso marino, giù nell’inconscio, pescare nella sconosciuta voragine del mare e risalire con i tesori. Scendere nell’inconscio!”. Le parole di Federico sono molto chiare e, oltre a spiegarci il significato delle visioni, ci mostrano il suo metodo di auto – analisi, che troviamo stupendo. Trattandosi dei dubbi riguardanti il film Mastorna, che comincia proprio con l’atterraggio di un volo aereo, i messaggi che riceve sono molto espliciti. Prima di dedicarsi a questa impresa è bene che faccia un viaggio nel fondo del mare, cioè nel profondo del suo inconscio, dove risiedono i tesori: i talenti e le capacità di vario genere, per ricuperarli e riportarli in superficie. Le visioni in sostanza gli suggeriscono di trovare le risorse per uscire da questa impasse nel suo archetipo del Maschile, infatti il paracadutista è giallo, colore che tipicamente indica il Maschile, essendo il colore del sole. Il paracadute, che può rappresentare un Femminile per la sua forma a coppa è giallo anch’esso, ad indicare che il paracadutista ha una buona integrazione dei due opposti. Il palombaro è di colore rossastro ed indica forse l’energia necessaria per ricuperare i suoi talenti e le sue capacità. In conclusione è importante precisare che con le parole sottolineate Federico elabora una sorta di sintesi essenziale del messaggio ricevuto: abbandonare l’aereo, scendere nell’inconscio.
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IL RISTAGNO CESSA!!! Federico ha consultato l’Oracolo cinese (I King), chiedendo consigli a proposito della “SITUAZIONE DEL FILM”, il quale è naturalmente Mastorna. Ora è commosso “per l’esattezza della risposta riferita alla mia situazione psicologica generale e a quella riferita al film... Ecco la risposta: il Ristagno che si muta nel RICETTIVO... il Ristagno cessa, dice l’I King. Evviva!!!!”. Federico scrive in maniera molto creativa questa interpretazione rendendola un manifesto alla gioia che emana soddisfazione per l’uscita da una impasse particolarmente gravosa ed anche gioia per ciò che lo aspetta. Possiamo aggiungere che la risposta che ha ricevuto è particolarmente chiara, perché Il Ristagno, segno che era comparso all’inizio della consultazione, avendo in sé ben tre segni cosiddetti ‘mobili’, cioè che si mutano nel loro contrario, portano ad avere in evoluzione il segno Il Ricettivo, cioè un segno molto più positivo, come lui stesso ha compreso, e di qui la sua gioia. C’è da dire che l’evoluzione del responso implica la presenza in tutto il segno del Femminile (Yin), e questo avvalora l’ipotesi fondamentale di Jung, secondo la quale per vivere in armonia con se stessi e con gli altri bisogna integrare almeno un po’ entrambi gli archetipi del Maschile (Yang) e del Femminile (Yin). Infatti se la persona fa vivere solo il suo archetipo del Maschile rischia di far prevalere la forza e la grinta, che invece hanno bisogno di essere mitigate dalla dolcezza e dalla creatività del Femminile. Anche il disegno esprime questi contenuti, infatti si passa da un sole splendente, che può simboleggiare l’archetipo del Maschile, al segno W (evviva) che, osservato attentamente, ci mostra due coppe intrecciate, che possono simboleggiare 317 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
un Femminile. Dopo aver integrato il Femminile, come dice l’oracolo cinese, Federico disegna degli uccelli in volo, ad indicare forse che un Ristagno che si muta in un Ricettivo porta anche la libertà. 5 aprile 1968 Un sogno suscitato da un servizio giornalistico che Fellini aveva visto, pensando che avrebbe dovuto mostrarlo allo sceneggiatore Bernardino Zapponi per inserirlo nel film. In “un’atmosfera luminosissima”, come la definisce lui, c’è un gruppo di aerei che vola ad altissima quota trasportando “leggere e astratte costruzioni di bambini” che devono essere appoggiate sul mare “e galleggiare come giunche da guerra. Difesa o offesa?”. La giunca è un’antica imbarcazione di origine cinese, quindi per associazione ci ricolleghiamo al sogno de I King, che derivano dall’antica saggezza cinese e forse il sogno è un’ulteriore spiegazione di quello precedente, nel senso che dagli aerei scende una sorta di vela rovesciata, ma fatta come quella delle giunche. Significativo è che Fellini si chieda se sono per difesa o offesa. Forse sono semplicemente l’evoluzione del discorso del I King, con un Maschile che ha anche una vela, cioè un Femminile, quindi l’unione di un Maschile e di un Femminile, che rendono la personalità capace di difendersi, cosa che il Femminile da solo non sa fare. Aprile 1968 “Al Salone Margherita si proietta il seguito del film La strada... Film che io ho girato ma di cui ignoro tutto. In platea mi do da fare... chiudendo degli infissi... e spegnendo delle lampade”. Fellini sta sognando di aver girato il seguito del 318 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
film La strada senza saperne nulla e mentre la proiezione ha inizio si rende conto che Zampanò è diventato meno rozzo e più civilizzato, mentre Gelsomina più vecchia e più stramba. In platea Giulietta assiste assieme a Salvato Cappelli alla proiezione e Federico esce dalla sala pensando che può andare a farsi una passeggiata. Segue un disegno della proiezione nel quale fra il pubblico sono messi in evidenza Giulietta e Salvato. Sembra un’atmosfera tipica del film 8 e ½, nella quale altre persone sono entrate nella loro coppia. Come riferisce Tullio Kezich (Corriere della Sera, 1 agosto 2002, p. 33), Salvato era diventato un cavalier servente di Giulietta e Federico, che era pur sempre attorniato da donne, non lo gradiva e il sogno lo registra. Va detto che, essendo Cappelli un drammaturgo, l’amicizia con Giulietta era una sorta di provocazione, essendo Federico un regista cinematografico. Interessante il seguito de La strada, cioè il ritorno a temi tipici di quel periodo e con un cambiamento in positivo per Zampanò, che era diventato meno rozzo, e per Gelsomina... sembra proprio che l’inconscio di Federico sia proprio arrabbiato con la moglie, tanto da dire che la sua Zona d’Ombra, rappresentata da Zampanò, è diventata più civile, mentre il Femminile è più vecchio e più strambo. Maggio 1968 “Ho sognato un paio di volte Eduardo De Filippo”. Nel primo sogno Federico lo vede vecchio e stanco, desideroso di addormentarsi al sole, mentre lui stesso lo invita al sonno “come fossi il regista del suo pisolino”. Fellini è regista di Eduardo, quindi forse c’è una sorta di transfert paterno; Federico vorrebbe essere lui a dirigere Eduardo, che ha anche l’età per essere suo padre e, in modo un po’ edipico, come quando 319 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
da bambino avrebbe desiderato prendere il posto del padre. Anche perché nel film Fortunella (1968) Eduardo era stato regista, mentre Federico sceneggiatore assieme a Flaiano e Pinelli, la musica era di Nino Rota e Giulietta era protagonista, in una parte simile a quella di Cabiria nel film Le notti di Cabiria dell’anno precedente, tanto che Morando Morandini lo definisce “film felliniano senza Fellini” (articolo nel quotidiano La Notte di Milano del 15 marzo 1958). Infatti proprio nelle righe dove Fellini esprime questo concetto ci sono molte cancellature nella scrittura, forse perché l’argomento gli causava molta ansia. Nel secondo sogno queste tematiche vengono confermate: Eduardo dà un passaggio a Federico nella sua utilitaria mentre sta piovendo; il viaggio è un po’ scomodo perché le loro spalle si toccano, a voler dire che la loro rivalità è molto forte, nel senso che si dividono uno spazio artistico che sta diventando stretto per loro; forse per questo i due hanno appuntamento, con un’automobile più grande, con la moglie ed il figlio di Eduardo. Fanno uno spuntino, forse a casa di Federico e Giulietta offre dei formaggini. L’atmosfera sembra veramente edipica: Eduardo sembra una sorta di padre che lo sta aiutando ad andare in un’auto più grande, quindi a crescere anche professionalmente. Insieme si ristorano e mangiano anche dei formaggini, che sono derivati del latte, l’alimento tipico della prima infanzia. Quello che è singolare è che Federico ed Eduardo sono morti lo stesso giorno a nove anni di distanza, il 31 ottobre. Maggio Ennesimo sogno sulla rivalità edipica fra i due fratelli Fellini. Rivalità che aveva assunto dimensioni gigantesche e 320 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
pericolose. Il sogno comincia con l’evocazione di un gatto, chiaro simbolo di un predatore, e di un piccolo topo morto, di una vittima, che qualcuno vorrebbe mettere in bocca a Federico, affinché lo mordesse. Poi appaiono i due fratelli, Riccardo nudo con un cappello a cilindro nero in testa e Federico davanti allo specchio con anche lui un cilindro nero, mentre buffoneggia con talento. Dunque i due sono rivali, come lo sono spesso i fratelli, specie se dello stesso sesso e di età così simile come lo erano i due Fellini. Il piccolo topo che “qualcuno” vorrebbe in bocca a Federico potrebbe essere Riccardo in quanto fratello minore, cioè più piccolo, e nudo in questo sogno, cioè senza veli, senza maschere che lo possano coprire nella sua vera identità. Inoltre significativo appare il “buffoneggiare allo specchio con talento” di Federico, che sembra voler dire al fratello: tu puoi anche cercare di imitarmi, usare un cappello simile al mio, ma non potrai mai avere il mio talento, quello è mio, mi appartiene, e sarebbe meglio che smettessimo di farci del male a vicenda con questo gioco pericoloso da vittima e carnefice che facciamo da molto tempo ormai scambiandoci a volte i ruoli senza mai cambiare veramente. 9 maggio Ancora un ascensore che rischia di cadere nel vuoto, ma che fortunatamente viene fermato in tempo. “L’ASCENSORE RIDISCENDE PRECIPITA VIENE FERMATO A METÀ POZZO”, scrive Federico a conclusione del suo racconto; a fianco un disegno stilizzato ma molto esplicito nel quale ci sono quattro persone e il cane Arci all’interno della cabina dell’ascensore chiusa, ma ferma. Forse l’ascensore è un po’ troppo carico, dice Fellini, cioè 321 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
forse lui stesso sta vivendo con troppa pesantezza la sua vita, che ha bisogno di leggerezza, per poter raggiungere il suo piano di abitazione, che è il quarto, forse un’allusione ad una dimensione spirituale elevata alla quale può tranquillamente ambire, ma proprio quando sta per scendere e la porta dovrebbe aprirsi, precipita in basso, come se si fosse rotto un cavo, scrive Fellini. Ma è lui stesso a suonare l’allarme e un portiere toglie la corrente e blocca la discesa dell’ascensore. Il cane che era felice di essere a casa, ora ha il muso in un sacchetto. In sintesi il sogno sembra voler dire a Federico di non arrendersi, di continuare a cercare di raggiungere la dimensione che gli corrisponde spiritualmente, come una vera abitazione, perché ce l’aveva quasi fatta ma, per un guasto tecnico, che potrebbe simboleggiare la malattia che lo ha costretto all’ospedale per un po’ di tempo, si era verificata una caduta, per fortuna bloccata, arginata come la malattia. Nel suo ascensore c’è forse anche il suo nuovo sceneggiatore Zapponi, a voler dire che sta crescendo e maturando insieme a lui, essendo un collaboratore di cui si fida particolarmente. Il cane può rappresentare legami di stretta dipendenza come quelli instaurati nella realizzazione di un film. Era felice per la salita quasi completata, per la crescita fatta insieme, e poi ha il muso in un sacchetto, forse per dire che è stato come imbavagliato, zittito dalle vicissitudini appena trascorse. L’essenziale tuttavia è che la caduta rovinosa sia stata evitata; pian piano si potrà risalire. Giugno “Complicati movimenti di macchina sulla gru per inquadrare una cornice entro la quale... sistemare un volto”, scrive 322 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Fellini e secondo noi vuole alludere alla capacità di porre limiti (come una cornice fa con il quadro) e alle difficoltà nel darli alle altre persone. Federico era infatti sempre un po’ assediato da amici, ammiratori, ma anche rivali o invidiosi e il tutto gli rendeva difficile a volte portare avanti il suo lavoro, come descrive questo sogno. “Difficoltà di ogni genere intralciano il mio lavoro”, scrive infatti, “confusione e disordine nella troupe, Rotunno è introvabile... Martelli si fa radere da un barbiere ostacolandomi il passo” (forse è complice di qualche personaggio che lo vuole bloccare, aggiungiamo noi) “spettatori... disturbano, Pasolini che ridacchia... qualcuno, forse io stesso, appoggia un fucile carico... vicino alla macchina” (Federico non sa se è lui stesso che sta boicottando il lavoro). Molto chiare sono queste sue parole che continuano dicendo che quello che lui vuole inquadrare è anche messo in discussione, perché egli non sa giudicare se la cornice è adatta al ritratto, di cui non sa nulla. In sintesi, ci sembra proprio che tutte queste considerazioni descrivano molto bene gli ostacoli che gli impedivano di lavorare serenamente e a volte venivano non solo dall’esterno, ma anche da dentro di lui, ma soprattutto dalla sua difficoltà a porre dei limiti alle invasioni altrui, cioè il suo non saper giudicare la cornicetta per i ritratti, cioè, a nostro avviso, la capacità di arginare le pressioni sociali. Significativi sono i personaggi che compaiono nel sogno: Rotunno, Martelli, Pasolini, tutti collaboratori con cui ha lavorato in passato. Giugno 1968 Di notte, Federico e Giulietta arrivano in un ristorante famoso per specialità particolari, infatti vogliono mangiare un arrosto di pinguino. Il ristorante si trova in una stazione fer323 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
roviaria e sui binari ci sono dei pinguini. Già da queste prime frasi abbiamo un quadro simbolico forte, essendo i pinguini animali che vivono sui ghiacci; desiderare di mangiarne uno arrosto può voler dire desiderare di scioglierli, i ghiacci interiori, forse quelli di cui parla il sogno che mostra il loro album di nozze con le foto coperte di neve (22 luglio 1967), seguite dall’immagine della casa incendiata. Questo sogno sembra una metafora di quelle due visioni, ma con un’elaborazione positiva, dato che, al posto dell’incendio di una casa, si parla di un arrosto al ristorante. Significativo è anche il luogo: una stazione ferroviaria che, come abbiamo detto più volte, può simboleggiare una tappa importante dell’evoluzione libidica o spirituale delle persone. Il proprietario del locale spiega che i clienti abituali vengono fatti accomodare al piano terra, mentre quelli nuovi di sopra. Interessante è questa divisione di spazi che allude sempre a diverse dimensioni, alcune più terrene, altre più spirituali. Ma il particolare più significativo a nostro parere riguarda la presenza di un giurato del Festival di Cannes, che con molta probabilità si tratta di Simenon, il quale era presidente al tredicesimo Festival, ai tempi de La dolce vita e fu lui a determinare la vittoria di Fellini, comprendendo immediatamente il grandissimo valore di questo film. Sappiamo che poi i due rimasero amici intimi per tutta la vita. Tornando al sogno in questione, il cliente giurato è anziano ma simpatico e gli si rivolge dicendogli che il suo ultimo film è molto bello e quindi il periodo di ‘prigionia’ che ha subito in fin dei conti gli ha fatto bene. Federico gli chiede dove l’abbia visto, e questi gli risponde che appunto era giurato al Festival di Cannes. La prigionia potrebbe essere un’allusione alla malattia o al periodo in cui Fellini non è riuscito a lavorare; a noi oggi fa venire in mente un’altra associazione, 324 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
cioè quella con il Casanova che Fellini realizzerà più avanti, ma che a Simenon piacque così tanto da definirlo ‘un’analisi dell’Umanità’. Segue un disegno nel quale è rappresentata la stazione – ristorante con Federico e Giulietta colorati di nero perché è notte ed i tre pinguini che escono dall’edificio per avvicinarsi ai binari. Trattandosi di una stazione – ristorante posizionata sui binari, che possono rappresentare il percorso della vita, possiamo ipotizzare che la tappa dell’evoluzione di cui si parla sia quella della cosiddetta ‘Fase Orale’, quella legata all’alimentazione. In sintesi, Federico e Giulietta stanno sciogliendo le rigidità residue dei loro primi anni di vita, legate all’alimentazione: per questo vogliono mangiare un arrosto di pinguini. Federico sente il bisogno di evacuare, ma i bagni che sono nelle vicinanze “sono invasi da donne pazze, nude e gigantesche...”. Dopo un sogno così chiaramente riferito alla Fase Orale, ora si passa a quella Anale. È interessante che l’impedimento per Federico arrivi dal Femminile Ombra: donne pazze, nude e gigantesche, come la Saraghina di 8 e ½ ed altre gigantesse dei suoi film. Federico ci dà un’interessante indicazione sull’origine delle gigantesse che popolano i suoi film: lui le vive come ostacoli all’evoluzione libidica che, dalla Fase Anale, deve proseguire fino a quella Fallica. Molto probabilmente questa è una paura che ha radici infantili, quando, per un bambino, le donne adulte sono sempre gigantesse. Queste paure aumentano anch’esse quando un bambino vive in un harem come quello descritto in 8 e ½. Nella breve frase citata c’è un’indicazione importantissima sul significato della filmografia felliniana: l’esortazione a crescere i bambini in ambienti in cui sono presenti entrambi i sessi, per favorire crescite armoniose e accettazione piena di se stessi. 325 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
26 giugno 1968 L’I King Situazione personale LO SGRETOLAMENTO⇒ IL POSSESSO GRANDE Sul lavoro la risposta è L’INNOCENZA (non irrigidirsi)⇒IL PROGRESSO Speriamo che sia così Federico ha consultato nuovamente l’Oracolo cinese I King che era molto apprezzato dallo stesso Carl Gustav Yung, che ne aveva anche scritta la prefazione e anche da Ernst Bernhard, allievo di Jung, il quale probabilmente ne aveva trasmesso gli insegnamenti e l’uso a Federico (e per questo noi affermiamo che Fellini sia pure lui un importante allievo dello psicanalista svizzero). È interessantissimo come Fellini stesso interpreti la risposta: un’esortazione a non irrigidirsi, che si collega all’ambiente di ghiacci in cui i pinguini vivono, che vengono infatti definiti ‘ambienti a clima rigido’. La lettura che Federico fa è che per progredire ha bisogno di uscire dall’Innocenza, cioè dall’Eden archetipico nel quale tutti i bisogni sono soddisfatti senza sforzo, per maturare. Quindi per evolvere ha bisogno di essere flessibile e non rigido. Luglio 1968 “Non ricordo i sogni della notte da molte notti”. Dopo un periodo senza annotazioni, ecco un sogno particolarmente significativo.
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Di nuovo un ascensore, ma questa volta è della PEA, la Società di produzione cinematografica Grimaldi, con la quale hanno appena realizzato Tre passi nel delirio che sarà presentato il 12 settembre. La PEA, mediante questo film, costruisce un buon rapporto di collaborazione con Fellini, da cui nasceranno capolavori come Satyricon, Casanova e Ginger e Fred. Tornando al sogno, “l’ascensore della PEA non funziona”, scrive Federico e aggiunge che due operai che hanno l’incarico di aggiustarlo dicono che il meccanismo è di un tipo troppo vecchio (di otto anni prima) e che, mentre tentano di ripararlo, lo coricano su un fianco, forse anche perché è ormai inutilizzabile. La descrizione è preceduta da un disegno tratteggiato velocemente ma chiaro, nel quale si vedono i due operai chini mentre sollevano l’ascensore, forse per sostituirlo. Sullo sfondo si vede una scala in salita, che simboleggia la crescita che Federico si sta apprestando a fare con i nuovi capolavori degli anni successivi. Abbiamo già visto in altri sogni l’ascensore, ma allora erano riferiti a guasti che rischiavano di causare brusche cadute nel vuoto, proprio quando erano giunti al piano di destinazione. Questo sogno ci dà un’ulteriore spiegazione anche per i precedenti, dicendoci che l’ascensore è ormai troppo vecchio. Cosa può significare? Che per non cadere, anzi, per raggiungere una dimensione nuova più elevata, un nuovo modo di vivere adeguato al suo presente, Fellini ha bisogno di una nuova casa di produzione come la PEA, che sta sostituendo la vecchia Cineriz di otto anni prima, cioè dei tempi de La dolce vita e di 8 e ½. In sintesi, gli operai stanno facendo un cambiamento significativo, un vero e proprio aggiustamento, che consentirà a Federico finalmente di ‘salire’. 327 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
2 agosto 1968 L’ultimo sogno di questo primo libro è particolarmente affascinante e allo stesso tempo criptico. Federico e Giulietta sono a letto insieme e lei gli indica un gentiluomo vestito come nell’800, con tuba e favoriti, che si sta avvicinando, preceduto da Alberto Plebani, attore che ha interpretato l’investigatore privato in Giulietta degli Spiriti e il medico ne La dolce vita, ruoli che richiamano il Super Io, o coscienza morale. Sembra che il gentiluomo in frack, un abito che può anche essere associato ai pinguini per via delle code, possa rappresentare questa istanza psichica, il Super Io, che però si è ammorbidito, dato che non è più in bianco e nero, ma in azzurro e rosa. Questo signore dall’aspetto bonario mostra a Federico e Giulietta un medaglione con due ritratti capovolti di un uomo e di una donna anziani, che sul rovescio ha una foto di un bambino, forse il loro figlio. Federico si pone tante domande, su chi siano i due, perché i ritratti siano capovolti, e vede che “l’insieme ha un titolo – il mio piccolo omicidio”. Federico prova enorme angoscia, forse teme che il sogno rappresenti lui e Giulietta e che forse possano essere responsabili della morte del loro piccolo Federichino. Giulietta gli mostra l’anziano signore che se ne va e poi nella realtà lo sveglia perché si accorge che sta piangendo. Cosa può simboleggiare tutto ciò? Forse che il vecchio signore sia un Super Io ancestrale, un antenato che sta cercando di spiegare loro le difficoltà ricorrenti della famiglia, forse i ruoli maschili e femminili scambiati con figure femminili molto forti che assumono ruoli paterni. Ma ora lui e Giulietta hanno superato questa difficoltà, hanno sciolto i ghiacci, si sono ammorbiditi, in sostanza e possono vivere in armonia. Il Super Io non è più un sabotatore. Un gran bel risultato!! Complimenti Federico e Giulietta. 328 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
Appendice
Più volte nel Libro dei sogni Federico non solo consulta l’I King, ma vi trascrive il significato delle sentenze ottenute. In questa breve descrizione che non vuole essere esaustiva, tracceremo i punti principali della filosofia che sottende all’Oracolo. I King, ovvero il “Libro dei mutamenti”, è conosciuto anche come “Oracolo cinese”, anche se questa definizione è molto riduttiva e fa pensare a un tipo di pratica che non ne rispecchia la sostanza. È considerato dai cinesi un libro divinatorio. Per chiarire il livello e le finalità dell’importante opera, frutto della filosofia orientale che viene definita “Tao Te King”, cioè “il libro della Virtù e della Via”, bisogna segnalare che l’edizione inglese del 1948 e poi anche quella italiana del 1949, hanno la prefazione di Carl Gustav Jung. È utile anche ricordare che la parola greca Methodos, che intende descrivere i meccanismi della filosofia, può essere tradotta come Via, percorrendo metaforicamente la quale gli oggetti o i concetti che s’incontrano mutano continuamente. Senza voler entrare nel dettaglio della scienza filosofica che sta alla base del I King, possiamo dire che essa descriva il continuo mutamento delle cose di questo mondo, che ne rispecchia la ciclicità osservabile da chiunque (ad esempio il ciclo giorno/notte, quello delle stagioni) ed il fatto che nulla si crea e nulla si distrugge, ma semplicemente muta di stato. Partendo da questo presupposto, il Libro consta di 329 www.torrossa.com - For non-commercial use by authorised users only. License restrictions apply.
64 combinazioni o “sentenze”. Queste vengono determinate gettando tre monete, delle quali una delle facce vale due e l’altra vale tre, per risalire a quattro numeri, il sei, il sette, l’otto ed il nove, che determinano le combinazioni, 6 per ogni “oracolo”. Le 64 combinazioni sono formate dall’associazione casuale di due segni: Yin, il Femminile, indicato graficamente con una linea spezzata -- -- e Yang, il Maschile, indicato graficamente con una linea continua ----. Le sei combinazioni ottenute vanno segnate su un foglio, partendo dal basso verso l’alto, a formare una delle 64 “sentenze”. Le combinazioni di segni, come scrive Jung, rispecchiano la sincronicità del momento in cui viene consultato l’oracolo, presumendo che “la caduta delle monete… sia proprio quella che in una data situazione dev’essere, in quanto qualsiasi cosa che avviene in quel momento vi appartiene quale indispensabile parte del quadro”. Inoltre, per citare ancora Jung, “la personalità dell’interrogante si presume sia implicata nel responso dell’oracolo”, quindi l’interpretazione delle figure simboliche associate ad una delle 64 combinazioni di segni, deve essere necessariamente quella di chi lo consulta. Un’ultima ma non secondaria implicazione del I King è che dei quattro numeri estratti, solo due, cioè il sette e l’otto, corrispondono nettamente al Maschile e al Femminile. Gli altri due, cioè sei e nove, ad altri due segni derivati dai primi, che vengono chiamati “mobili”, cioè tendono a trasformarsi nel loro contrario, cioè un Femminile si trasforma in Maschile e viceversa, generando un oracolo diverso da quello originario, rappresentandone l’evoluzione; da qui si può dedurre che i mutamenti incessanti del mondo vengono rispecchiati da questo meccanismo e l’interpretazione personale delle sentenze ottenute dà un’idea della situazione in cui ci si trova e dà suggerimenti su come comportarsi di conseguenza.
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Ogni oracolo è associato ad un testo che va interpretato e che parla per simboli, come ad esempio “L’Imperatore” “L’uomo saggio”, “Gli stolti”, “il fuoco”, “l’acqua”, eccetera.
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