140 98 73MB
Italian Pages 480 Year 2018
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
COMPETENZE | CITTADINANZA DIGITALE | DIDATTICA INCLUSIVA
ROSA MARIA VINCI ORLANDO
Economia e finanza pubblica CORSO DI ECONOMIA POLITICA PER IL QUINTO ANNO
APPROCCIO LINEARE E RIGOROSO ALLA DISCIPLINA LABORATORI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE STRUMENTI DI DIDATTICA INCLUSIVA
TG305ZA
* StRUmEnti
mEnU Qui puoi trovare i tuoi prodotti, le tue Classi, le verifiche e gli strumenti per ogni tipo di attività.
*
i tUoi liBRi E PRodotti Da qui puoi visualizzare i libri e i prodotti acquistati.
*
PannEllo di contRollo L’assistenza di HUB Scuola, il calendario, le notifiche e l’accesso al tuo profilo.
*
fai da tE
Blog
E-PUB maKER
lESSon Plan
HUB Scuola è la piattaforma per la didattica digitale di Rizzoli Education. Semplice, gratuita, innovativa. Un sistema digitale nato per rispondere alle esigenze di una scuola sempre più inclusiva e multimediale, ricco di contenuti d’autore, servizi innovativi e una nuova generazione di funzionalità per espandere i percorsi di apprendimento e favorire una didattica stimolante e collaborativa, adatta alle tue esigenze.
*
Una miniera di risorse, per te e i tuoi studenti
Con HUB Scuola puoi condividere oggetti digitali, aggregare contenuti multimediali disponibili in Rete, e disporre di moltissime risorse e altrettanti strumenti, tutti in un unico luogo: video, audio, mediagallery, mappe concettuali, verifiche interattive e autocorrettive. Da HUB Scuola puoi accedere ai tuoi libri digitali e alle Classi virtuali.
*
tanti strumenti per personalizzare i percorsi di apprendimento!
Il Fai da te, per realizzare in autonomia oggetti didattici multimediali. Il blog, uno spazio per confrontarsi e discutere su quanto appreso in classe. L’ePub Maker, uno strumento di autoproduzione che permette di realizzare pubblicazioni digitali in formato ePub, e il Lesson Plan, per creare lezioni e percorsi di studio aggregando risorse multimediali di qualsiasi tipologia.
come accedere ad HUB Scuola? Vai su www.hubscuola.it e accedi con le tue credenziali Rizzoli Education.
non sei registrato? Vai su www.hubscuola.it, clicca su “registrati” e compila il form.
CLASSI VIRTUALI Uno strumento fondamentale per la didattica collaborativa!
*
L’ambiente che permette di suddividere gli studenti in gruppi di studio e assegnare loro le prove di verifica digitali predisposte dall’editore e quelle che tu stesso hai creato o modificato.
HUB Kit, un universo di risorse multimediali. Tutti i contenuti digitali che arricchiscono ed espandono il corso sono raccolti in HUB Kit, accessibile dalla piattaforma HUB Scuola.
HUB Young è il libro digitale di Rizzoli Education. Intuitivo, interattivo e inclusivo. Il libro di testo si arricchisce con video, animazioni ed esercizi interattivi e autocorrettivi; uno strumento da personalizzare con note, audio e disegni, che facilita l’apprendimento di tutti gli alunni, compresi quelli con BES, per esempio grazie alla versione accessibile. Le funzioni social, inoltre, favoriscono il confronto e l’interattività tra classe e insegnante.
AUDIO Brani da ascoltare, come letture espressive, contenuti CLIL, sintesi
VIDEO Contenuti coinvolgenti, come video lezioni, interviste, filmati d’epoca, animazioni
ESERCIZI INTERATTIVI Verifiche e test interattivi e autocorrettivi
Lo studente, per attivare e scaricare HUB Young, può consultare il retro della copertina del libro.
MULTIMEDIA Materiali aggiuntivi e contenuti scaricabili, come mappe concettuali, laboratori digitali e gallerie di immagini
Scarica l’app HUB Young Scarica l’app HUB Young da HUB Scuola o dal portale Rizzoli Education per utilizzare il libro offline!
Lancia l’app, effettua il login e nella libreria troverai tutti i libri che hai attivato.
Innovare insieme PROGETTI EDITORIALI
FORMAZIONE EVENTI E CONVEGNI
LIBRI DI TESTO MULTIMEDIALITÀ
COLLANA STRATEGIE DIDATTICHE
MATERIALI PER IL DOCENTE
FORMAZIONE SU MISURA
INCLUSIONE
DIDATTICA COLLABORATIVA
CLASSE CAPOVOLTA
CITTADINANZA E COSTITUZIONE
METODO DI STUDIO RIFORMA PROFESSIONALI
PROBLEM SOLVING
R
NUOVO ESAME DI STATO
OGETT PR A
COMPETENZE
RE
PE
ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO
COMPETENZE DEL XXI SECOLO
CODING
TUTORING
INVALSI
DIDATTICA PER LA CREATIVITÀ
CITTADINANZA DIGITALE
INSIEME A VOI DOCENTI
STUDENTI
Docenti, studenti, genitori, dirigenti scolastici sono i protagonisti di una scuola che propone sempre nuove sfide: per esempio, le nuove metodologie didattiche, la valorizzazione delle differenze e degli stili di apprendimento, le nuove tecnologie e la multimedialità, la necessità di strumenti per aiutare i giovani nello studio e per accompagnarli nel loro percorso di apprendimento.
GENITORI
DIRIGENTI SCOLASTICI
Rizzoli Education propone un’offerta editoriale completa ed efficace per affrontare queste e altre sfide. L’offerta parte innanzitutto dall’ascolto di docenti, studenti e genitori ed è articolata per rispondere a tutte le loro esigenze. Soltanto così è possibile innovare insieme e rimanere al centro della scuola che cambia.
INDICE
MODULO 1
Materiali digitali Strumenti e funzioni della politica economica UNITÀ 1 Economia pubblica e politica economica ............................................................................ 14 1. 2. 3. 4. 5. 6.
Lo studio dell’economia pubblica ............................................ Caratteri dell’attività economica pubblica ................................ I soggetti dell’attività economica e finanziaria pubblica ........... L’intervento pubblico nell’economia ......................................... L’evoluzione storica dell’intervento pubblico ............................ Le imperfezioni del mercato e le difficoltà dell’intervento pubblico ............................................................. Cittadinanza digitale Il metodo anti-bufale ......................................
Strumenti per il ripasso .................................................................. Verifica formativa ...........................................................................
15 16 18 20 21 26 28 29 31
UNITÀ 2 Gli strumenti della politica economica ............................................................................ 32 1. Le diverse modalità dell’intervento pubblico ............................ 2. La politica fiscale ....................................................................... 3. La politica monetaria ................................................................. 4. La regolazione ........................................................................... 5. L’esercizio di imprese pubbliche ............................................... 6. La gestione del demanio e del patrimonio .............................. Strumenti per il ripasso .................................................................. Verifica formativa ...........................................................................
33 34 36 38 39 42 45 47
UNITÀ 3 La funzione di allocazione delle risorse .......................................................................... 48 1. Le funzioni della politica economica ........................................ 49 2. L’allocazione delle risorse e i fallimenti del mercato ............................................................................... 50 51 53 55 56 58 60 62
3. I beni pubblici puri ..................................................................... 4. Le esternalità ............................................................................. 5. I beni di merito ........................................................................... 6. Le situazioni di monopolio ........................................................ 7. L’insufficiente informazione ....................................................... Strumenti per il ripasso .................................................................. Verifica formativa ...........................................................................
UNITÀ 4 Redistribuzione, stabilizzazione e sviluppo .............................................................................. 63 1. La redistribuzione ...................................................................... 64 2. La stabilizzazione ...................................................................... 66 3. Limiti e rischi della politica fiscale
Economia e diritto nello studio delle attività pubbliche La formazione delle scelte pubbliche Gli aggregati (Settore statale, Settore pubblico e Settore pubblico allargato) Aree di dissenso tra gli economisti
Interrogazione simulata • Sintesi ad alta accessibilità • Mappa personalizzabile • Test
Better regulation Le imprese pubbliche in Italia I beni dello Stato e degli enti pubblici: cenni storici
Interrogazione simulata • Sintesi ad alta accessibilità • Mappa personalizzabile • Test
La ricerca di base: un bene pubblico I permessi d’inquinamento La funzione allocativa: la scuola pubblica
Interrogazione simulata • Sintesi ad alta accessibilità • Mappa personalizzabile • Test
Gli stabilizzatori automatici Un esempio di policy mix Gli indicatori di sviluppo Le opere pubbliche e la finanza di progetto
per la stabilizzazione ................................................................. 69
4. Lo sviluppo ................................................................................ 72 Strumenti per il ripasso .................................................................. 75 Verifica formativa ........................................................................... 77
Interrogazione simulata • Sintesi ad alta accessibilità • Mappa personalizzabile • Test
5
Indice
UNITÀ 5 Politica economica nazionale e integrazione europea .................................................. 78
1. L’integrazione europea .............................................................. 2. Le competenze dell’Unione europea e le politiche nazionali .. 3. L’area della moneta unica e la politica monetaria europea ..... 4. Integrazione europea e politica fiscale nazionale ...................... Strumenti per il ripasso .................................................................. Verifica formativa ........................................................................... Attività di laboratorio - Valorizziamo le risorse del nostro territorio Adesso spiegalo tu ........................................................................ Verifica sommativa ....................................................................... CLIL ...........................................................................................
79 81 82 84 86 88 89 90 90 93
Fondi strutturali europei Vantaggi della stabilità dei prezzi Il bilancio dell’Unione europea
Interrogazione simulata • Sintesi ad alta accessibilità • Mappa personalizzabile • Test
Punti di vista • Test • Listening
MODULO 2
La finanza pubblica UNITÀ 1 La spesa pubblica ............................................................. 96
1. La struttura della spesa pubblica ............................................. 2. Il volume della spesa pubblica e le variazioni quantitative ....... 3. Effetti economici dell’incremento della spesa pubblica .......... 4. Le politiche di contenimento ..................................................... Strumenti per il ripasso .................................................................. Verifica formativa ...........................................................................
97 100 102 104 107 109
UNITÀ 2 Le entrate pubbliche ........................................................ 110
1. Il sistema delle entrate pubbliche ............................................. 2. Classificazione delle entrate ..................................................... 3. I prezzi ........................................................................................ 4. I tributi ........................................................................................ 5. La pressione tributaria .............................................................. Strumenti per il ripasso .................................................................. Verifica formativa ...........................................................................
111 112 114 116 120 124 126
UNITÀ 3 La finanza locale e il federalismo fiscale .............. 127
1. L’autonomia degli enti territoriali ................................................ 2. I sistemi di finanziamento .......................................................... 3. Il federalismo fiscale .................................................................. 4. Evoluzione della finanza regionale e locale in Italia ................ Strumenti per il ripasso .................................................................. Verifica formativa ...........................................................................
128 129 131 133 137 139
UNITÀ 4 La finanza della protezione sociale ............................ 140 1. 2. 3. 4.
Fondamento e funzioni dei sistemi di protezione sociale ........ Gli effetti economici delle politiche di protezione sociale ......... Espansione e crisi dei sistemi di protezione sociale .................. Il sistema di protezione sociale in Italia. La previdenza sociale ............................................................... 5. L’assistenza sociale ................................................................... 6. La tutela della salute e il Servizio sanitario nazionale ............... Cittadinanza digitale Internet e il diritto d’autore ..............................
6
141 143 145 147 152 154 157
La gestione amministrativa delle spese L’analisi costi-benefici della spesa pubblica La spending review in alcuni Stati europei ed extraeuropei Interrogazione simulata • Sintesi ad alta accessibilità • Mappa personalizzabile • Test
La gestione amministrativa delle entrate Il prelievo dei tributi nella storia La curva di Laffer
Interrogazione simulata • Sintesi ad alta accessibilità • Mappa personalizzabile • Test
Paese che vai federalismo (fiscale) che trovi Le spese delle Regioni e degli enti locali
Interrogazione simulata • Sintesi ad alta accessibilità • Mappa personalizzabile • Test
Protezione sociale, sicurezza sociale e welfare Obiettivi e strumenti delle politiche sociali I fondi pensione Ssn e strutture private
INDICE
Strumenti per il ripasso .................................................................. Verifica formativa ........................................................................... Attività di laboratorio - Quanto spende il mio Comune? .................. Adesso spiegalo tu ........................................................................ Verifica sommativa ....................................................................... CLIL ...........................................................................................
158 160 161 162 162 165
Interrogazione simulata • Sintesi ad alta accessibilità • Mappa personalizzabile • Test
Punti di vista • Test • Listening
MODULO 3
Il bilancio UNITÀ 1 Funzione e struttura del bilancio .............................. 168
1. Le funzioni del bilancio .............................................................. 2. La normativa sul bilancio .......................................................... 3. I caratteri del bilancio ................................................................ 4. I princìpi del bilancio .................................................................. 5. La struttura del bilancio ............................................................. 6. I risultati differenziali ................................................................... Strumenti per il ripasso .................................................................. Verifica formativa ...........................................................................
169 170 173 176 178 182 184 186
UNITÀ 2 La manovra di bilancio ................................................... 187
1. L’impostazione del bilancio ....................................................... 2. La legge di approvazione del bilancio ...................................... 3. La flessibilità e l’assestamento del bilancio .............................. 4. La gestione e i controlli ............................................................. 5. Il Rendiconto generale dello Stato ........................................... 6. Il consolidamento dei conti pubblici ......................................... Strumenti per il ripasso .................................................................. Verifica formativa ...........................................................................
188 193 195 197 200 202 205 207
Conti pubblici e contabilità nazionale Il sistema di bilancio in alcuni paesi europei Evoluzione della struttura del bilancio Analisi per categoria delle entrate Lo stato di previsione della spesa del Ministero dell’istruzione Composizione della spesa del bilancio dello Stato (anni 2012-2017)
Interrogazione simulata • Sintesi ad alta accessibilità • Mappa personalizzabile • Test Il semestre europeo: le raccomandazioni Il servizio di Tesoreria e i rapporti con la Banca d’Italia Contabilità finanziaria e contabilità economica La Banca dati unitaria delle Amministrazioni pubbliche Interrogazione simulata • Sintesi ad alta accessibilità • Mappa personalizzabile • Test
UNITÀ 3 I bilanci delle Regioni e degli enti locali ................. 208 1. Il ruolo degli enti territoriali e il coordinamento
della finanza pubblica ............................................................... 209 211 213 215 217
2. Il sistema di bilancio degli enti territoriali ................................... 3. L’equilibrio del bilancio degli enti territoriali ................................ Strumenti per il ripasso .................................................................. Verifica formativa ...........................................................................
UNITÀ 4 L’equilibrio dei conti pubblici ...................................... 218
1. Il problema del pareggio e le teorie sulla politica di bilancio ... 219 2. Il limite sostenibile del disavanzo .............................................. 222 3. Disavanzo di bilancio e debito pubblico ................................... 225 4. I vincoli europei e i limiti alla creazione di disavanzi .................. 226 Cittadinanza digitale Wikipedia: adottare una pagina ..................... 229 Strumenti per il ripasso .................................................................. 230 Verifica formativa ........................................................................... 232 Attività di laboratorio - Che cosa possiamo aspettarci dalla manovra del prossimo triennio? ................................................................... 233 Adesso spiegalo tu ........................................................................ 234 Verifica sommativa ....................................................................... 234 CLIL ........................................................................................... 237
Interrogazione simulata • Sintesi ad alta accessibilità • Mappa personalizzabile • Test La scelta tra accensione di prestiti e altri strumenti di copertura del deficit Disavanzo e debito nell’area dell’euro I titoli del debito pubblico Debito pubblico e disavanzi di bilancio: la situazione italiana La definizione di debito ai fini del Trattato di Maastricht
Interrogazione simulata • Sintesi ad alta accessibilità • Mappa personalizzabile • Test
Punti di vista • Test • Listening
7
Indice
MODULO 4
L’imposizione fiscale e il sistema tributario UNITÀ 1 Le imposte e il sistema tributario ............................. 240
1. L’imposta ................................................................................... 2. Le diverse tipologie di imposta ................................................. 3. I princìpi fondamentali del sistema tributario ............................ Cittadinanza digitale Profilazione degli utenti, privacy e big data .... Strumenti per il ripasso .................................................................. Verifica formativa ...........................................................................
241 244 250 253 254 256
UNITÀ 2 L’equità dell’imposizione ............................................... 257
1. Universalità e uniformità dell’imposizione ................................. 2. Le teorie sulla ripartizione del carico tributario ......................... 3. Gli indicatori della capacità contributiva ................................... 4. L’equità e le diverse tipologie di imposta .................................. Strumenti per il ripasso .................................................................. Verifica formativa ...........................................................................
258 260 263 265 268 270
UNITÀ 3 La certezza e la semplicità dell’imposizione ............ 271 1. 2. 3. 4.
L’applicazione delle imposte ..................................................... L’accertamento .......................................................................... La riscossione ........................................................................... L’efficienza amministrativa e le diverse tipologie di imposta ..................................................................................
272 274 277
UNITÀ 4 Gli effetti economici dell’imposizione ....................... 284 1. Effetti macroeconomici ed effetti
microeconomici del prelievo fiscale ......................................... 285 287 289 290 291 297 298 300 302 304
8
Interrogazione simulata • Sintesi ad alta accessibilità • Mappa personalizzabile • Test
Equità verticale ed equità orizzontale Reddito e consumo come indicatori di capacità contributiva
Interrogazione simulata • Sintesi ad alta accessibilità • Mappa personalizzabile • Test
Gli oneri amministrativi Reddito effettivo o reddito normale La tassazione per contingente e la poll tax
279
Strumenti per il ripasso .................................................................. 281 Verifica formativa ........................................................................... 283
2. L’evasione .................................................................................. 3. L’elusione ................................................................................... 4. La rimozione .............................................................................. 5. La traslazione ............................................................................ 6. L’ammortamento dell’imposta .................................................. 7. La diffusione dell’imposta ......................................................... 8. Gli effetti economici dei diversi tipi di imposta ......................... Strumenti per il ripasso .................................................................. Verifica formativa ........................................................................... Attività di laboratorio - È utile una tassa sui tabacchi e sui carburanti? ........................................................................... Adesso spiegalo tu ........................................................................ Verifica sommativa ....................................................................... CLIL ...........................................................................................
Il collegamento fra presupposto economico e imposta dovuta I sistemi tributari nei paesi industrializzati
305 306 306 309
Interrogazione simulata • Sintesi ad alta accessibilità • Mappa personalizzabile • Test
Elusione, evasione, frode fiscale Effetti delle imposte e scelte economiche delle imprese
Interrogazione simulata • Sintesi ad alta accessibilità • Mappa personalizzabile • Test
Punti di vista • Test • Listening
INDICE
MODULO 5
Il sistema tributario italiano UNITÀ 1 Struttura del sistema tributario italiano ................ 312 1. L’evoluzione del sistema tributario italiano ................................ 2. I lineamenti del sistema vigente ................................................ 3. I princìpi costituzionali e le norme tributarie .............................. 4. L’armonizzazione fiscale a livello europeo ................................ 5. Lo Statuto del contribuente ...................................................... 6. L’Amministrazione finanziaria dello Stato ................................. 7. L’Anagrafe tributaria ................................................................... Strumenti per il ripasso .................................................................. Verifica formativa ...........................................................................
313 315 318 322 323 324 326 328 330
UNITÀ 2 La determinazione del reddito ai fini fiscali ........ 331 1. 2. 3. 4. 5. 6.
Le imposte sui redditi. Il concetto fiscale di reddito ................. I redditi fondiari .......................................................................... I redditi di capitale ...................................................................... I redditi di lavoro dipendente ..................................................... I redditi di lavoro autonomo ...................................................... I redditi di impresa dal reddito contabile al reditto fiscale imponibile ........................................................ 7. I redditi diversi ............................................................................
332 333 337 339 341
343 351 Strumenti per il ripasso .................................................................. 354 Verifica formativa ........................................................................... 356
UNITÀ 3 Imposta sul reddito delle persone fisiche ............ 357 1. L’imposizione personale progressiva.
Profili economici ........................................................................ 358 363 366 369 373 375
2. Irpef: presupposto e soggetti passivi ....................................... 3. La determinazione della base imponibile ................................. 4. La determinazione dell’imposta ............................................... Strumenti per il ripasso .................................................................. Verifica formativa ...........................................................................
UNITÀ 4 L’imposta sul reddito delle società .......................... 376
1. Funzione, presupposto ed elementi dell’Ires ........................... 2. Società ed enti commerciali residenti ...................................... 3. I regimi opzionali ........................................................................ 4. Enti non commerciali residenti .................................................. 5. Società ed enti non residenti .................................................... Cittadinanza digitale 10 consigli per ricerche efficaci ...................... Strumenti per il ripasso .................................................................. Verifica formativa ...........................................................................
377 380 381 384 386 388 389 391
UNITÀ 5 L’Imposta sul valore aggiunto .................................... 392 1. L’imposizione generale sugli scambi. Profili economici ........... 393 2. I caratteri dell’Iva ........................................................................ 396 3. Il valore aggiunto fiscale e il procedimento applicativo dell’imposta ............................................................. 397
Economia pubblica e diritto tributario Il sistema tributario italiano dall’unificazione al 1971 Gli illeciti tributari e il sistema delle sanzioni L’armonizzazione fiscale nelle imposte dirette e indirette I servizi telematici dell’Agenzia delle entrate
Interrogazione simulata • Sintesi ad alta accessibilità • Mappa personalizzabile • Test
Il concetto fiscale di attività agricola La doppia tassazione dei dividendi I principali redditi assimilati al lavoro dipendente Regime forfetario agevolato Limiti alla deducibilità degli interessi passivi Applicazione dell’imposta sostitutiva sui capital gains Interrogazione simulata • Sintesi ad alta accessibilità • Mappa personalizzabile • Test I redditi a tassazione separata Gli oneri deducibili dal reddito complesso Detrazioni per carichi di famiglia Le detrazioni per reddito di lavoro dipendente e assimilati Le detrazioni per redditi di pensione, di lavoro autonomo e di impresa minore Le detrazioni per oneri Applicazione dell’Irpef
Interrogazione simulata • Sintesi ad alta accessibilità • Mappa personalizzabile • Test Le società non operative Il terzo settore Globalizzazione e problemi fiscali
Interrogazione simulata • Sintesi ad alta accessibilità • Mappa personalizzabile • Test
Gli effetti distorsivi delle imposte sul valore pieno La Comunicazione unica La firma digitale Le sanzioni
9
Indice
4. Le operazioni rilevanti ai fini dell’Iva .......................................... 5. Determinazione dell’imposta .................................................... 6. Gli obblighi del contribuente ..................................................... 7. I commercianti al minuto ........................................................... 8. L’Iva intracomunitaria ................................................................. Strumenti per il ripasso .................................................................. Verifica formativa ...........................................................................
399 404 407 411 413 415 417
UNITÀ 6 Accertamento e riscossione di Irpef, Ires e Iva ................................................................................. 418
1. L’applicazione delle imposte sui redditi e dell’Iva. Caratteri comuni ........................................................................ 2. L’obbligo della dichiarazione ..................................................... 3. Il controllo delle dichiarazioni .................................................... 4. L’accertamento .......................................................................... 5. La riscossione delle imposte sui redditi e dell’Iva ....................... Strumenti per il ripasso .................................................................. Verifica formativa ...........................................................................
419 420 425 427 432 436 438
UNITÀ 7 Le altre imposte erariali ................................................. 439
1. Le imposte sui consumi ............................................................ 440 2. L’imposta sulle successioni a causa di morte
La fattura differita Semplificazioni degli obblighi documentali per i contribuenti minori
Interrogazione simulata • Sintesi ad alta accessibilità • Mappa personalizzabile • Test
Le sanzioni per omessa dichiarazione Il sistema delle attestazioni fiscali L’accertamento sintetico basato sul redditometro
Interrogazione simulata • Sintesi ad alta accessibilità • Mappa personalizzabile • Test
La tariffa doganale L’evoluzione della tassa sulle successioni a causa di morte
e sulle donazioni ........................................................................ 443
3. Le imposte sugli affari ............................................................... 446 Strumenti per il ripasso .................................................................. 450 Verifica formativa ........................................................................... 452
UNITÀ 8 I tributi regionali e locali ................................................ 453
1. Le entrate degli enti territoriali ................................................... 454 2. L’imposta regionale sulle attività produttive (Irap) ........................ 457 3. Gli altri tributi regionali ................................................................ 462 4. L’imposta unica comunale (Iuc) ................................................ 464 5. L’addizionale Irpef e altri tributi comunali .................................. 468 Strumenti per il ripasso .................................................................. 471 Verifica formativa ........................................................................... 473 Attività di laboratorio - Quali imposte pagano le famiglie? .............. 474 Adesso spiegalo tu ........................................................................ 475 Verifica sommativa ....................................................................... 475 CLIL ........................................................................................... 478
10
Interrogazione simulata • Sintesi ad alta accessibilità • Mappa personalizzabile • Test
Attività produttiva e valore della produzione netta Gli altri tributi regionali La tassazione immobiliare nella fiscalità locale Interrogazione simulata • Sintesi ad alta accessibilità • Mappa personalizzabile • Test
Punti di vista • Test • Listening
Come è fatto il corso Il corso Economia e finanza pubblica ha lo scopo di fornire una visione il più possibile esauriente dell’economia pubblica e del sistema tributario italiano. Il corso si distingue per la capacità di proporre in modo semplice ma efficace una materia complessa, attraverso la razionale organizzazione dei contenuti e l’uso di un linguaggio chiaro e arricchito dai glossari specifici delle istituzioni di riferimento della disciplina.
Il volume Il volume è strutturato in moduli e unità. Ciascun modulo si apre con una pagina in cui vengono indicati i prerequisiti, le competenze e i collegamenti interdisciplinari necessari per acquisire una visione più ampia dei temi trattati.
Numerose rubriche completano e arricchiscono il testo. Sappiamo che…, posta in apertura di alcuni paragrafi, richiama temi già studiati che possono essere utili per una migliore comprensione dell’argomento. La rubrica In Italia offre un’analisi specifica della situazione italiana mentre In Europa evidenzia dati o situazioni riguardanti i paesi dell’Unione. Nei box Le norme sono riportati alcuni testi legislativi richiamati nel testo. La rubrica Economia & Diritto sottolinea le diversità del punto di vista economico e di quello giuridico in relazione a uno stesso concetto. Le voci tratte dai glossari istituzionali (Istat, Agenzia delle Entrate, Ragioneria generale dello Stato) abituano gli studenti a utilizzare il vocabolario specifico della disciplina. L’inglese degli economisti spiega il significato di termini inglesi entrati a far parte del lessico economico. Cittadinanza digitale propone approfondimenti e attività per utilizzare internet in modo responsabile e consapevole.
Il testo è corredato da esempi, tabelle e grafici accompagnati da domande per stimolare la partecipazione attiva dello studente. I titoletti al margine delle pagine sono posti in forma discorsiva, in modo da costituire una sorta di percorso breve, utilizzabile per un rapido ripasso “a colpo d’occhio”. L’apparato esercitativo, ricco e articolato, comprende numerose verifiche alla fine di paragrafi, unità e modulo. Ogni paragrafo è completato da una sintesi grafica ed esercizi inclusivi entrambi realizzati con la font ad alta leggibilità biancoenero® e accompagnati dall’icona . Gli esercizi di collegamento nelle verifiche di fine unità sono proposti in inglese.
Alla fine di ogni modulo la verifica sommativa verifica le conoscenze, le abilità e le competenze. Alle competenze e alla didattica laboratoriale è dedicato il Laboratorio: viene proposta agli studenti una situazione reale da affrontare e vengono definite
11
Guida all'uso
le attività da svolgere per risolverla. Alcune attività sono da eseguire in gruppo, come indica l’icona apprendimento cooperativo.
Spiegalo tu, contrassegnata dall’icona ha lo scopo di allenare gli studenti all’esposizione orale: si chiede allo studente di “salire in cattedra” e spiegare oralmente un argomento.
Una doppia pagina è dedicata al Clil e comprende due letture collegate agli argomenti affrontati nel modulo. Il primo testo prevede il rinforzo delle competenze di comprensione verificate da domande (Answer the questions); la seconda, disponibile anche in versione audio, potenzia le capacità di ascolto tramite esercizi di completamento (Fill in the blanks). Per facilitare il recupero e il ripasso dei concetti fondamentali, ogni unità si chiude con due percorsi di sintesi, uno in forma testuale, uno in forma di mappa. La sintesi testuale ripercorre, paragrafo per paragrafo, i temi trattati nell’unità facilitando l’individuazione dei temi chiave. La mappa esplicita i collegamenti tra i concetti trattati attraverso il ricorso alla grafica, facilitandone la visione d’insieme. La sintesi testuale è disponibile anche in versione digitale “ad alta accessibilità”, cioè con testo completamente personalizzabile (grandezza e tipo del carattere, spaziatura tra le righe ecc.) e dotato di lettura automatica. Per accedere alla lettura ad alta accessibilità basta fare clic sul tasto “Accessibilità” di hub YOUNG in corrispondenza delle pagine di sintesi. Hub YOUNG propone inoltre l’interrogazione simulata in formato audio e la sintesi grafica in versione digitale personalizzabile. Agli strumenti del volume si aggiungono diversi strumenti digitali, segnalati dalle relative icone.
I materiali on line rende interattive le pagine del volume, arricchendolo con materiali digitali di vario tipo che integrano e arricchiscono gli apparati del corso
audio simulazione dell’interrogazione audio dell’esercizio di listening della rubrica Clil
approfondimenti, documenti e letture correlati agli argomenti trattati nel libro, sintesi ad alta accessibilità, mappe personalizzabili punti di vista: laboratori di ricerca, analisi e confronto su opinioni di diversi economisti
test in autovalutazione
Il Kit per l’alternanza scuola-lavoro propone esempi e istruzioni per aiutare gli studenti a documentare le attività svolte in azienda. Gli strumenti forniti nel Kit e i consigli su come usarli guidano ragazze e ragazzi nella compilazione consapevole del diario di bordo per trarne materiale utile all’elaborazione di uno storytelling personale, basato sull’osservazione e sull’analisi del proprio percorso di alternanza scuola-lavoro. Il Kit include: modelli e consigli per produrre presentazioni efficaci con PowerPoint o altri software analoghi; suggerimenti per preparare un’esposizione orale coinvolgente, realizzare un portfolio digitale di competenze maturate a scuola e in azienda e scrivere un curriculum vitae vincente.
12
MODULO
Strumenti e funzioni della politica economica • UNITÀ 1
Economia pubblica e politica economica • UNITÀ 2
Gli strumenti della politica economica • UNITÀ 3
La funzione di allocazione delle risorse • UNITÀ 4
Redistribuzione, stabilizzazione, e sviluppo • UNITÀ 5
Politica economica nazionale e integrazione europea
Prerequisiti
Competenze
Collegamenti interdisciplinari
• Nozioni generali di microeconomia
• Interpretare il ruolo dell’operatore
e macroeconomia • Le condizioni dell’equilibrio economico • Beni, bisogni, utilità • I regimi di mercato e la formazione dei prezzi • I cicli economici • Paesi industrializzati e paesi emergenti • Risorse produttive, ambiente e sviluppo economico
pubblico nella realtà politica, economica e sociale degli Stati contemporanei • Riconoscere i termini del dibattito fra le diverse scuole di pensiero economico riguardo alle funzioni e agli strumenti dell’intervento pubblico • Valutare gli aspetti positivi e negativi delle scelte pubbliche in materia di efmcienza, equità, stabilità e crescita economica • Inquadrare il ruolo dello Stato e della politica economica nazionale nel contesto dell’integrazione europea • Interpretare dati e ricercare informazioni sulla stabilità e sulla distribuzione della ricchezza nel nostro paese
Diritto • L’organizzazione politica e lo Stato • Stato liberale e Stato sociale • Funzioni e compiti della Pubblica amministrazione • L’ordinamento dell'Unione europea Storia • Evoluzione storica delle forme di Stato • Problemi economici e sociali in Italia dopo l’unimcazione • La questione meridionale • La grande crisi del 1929 • Le ragioni storiche dell’integrazione europea
UNITÀ 1
Economia pubblica e politica economica
Conoscenze
Abilità
• I caratteri dell’economia pubblica • La Pubblica amministrazione come operatore del sistema
• Analizzare e interpretare dati relativi all’attività economica
economico • Il concetto di politica economica • Evoluzione storica del ruolo economico dello Stato • La funzione dell’intervento pubblico nello Stato contemporaneo
• Riconoscere le differenze fra l’attività pubblica e l’attività
pubblica del mercato
• Individuare la linea di conmne fra libertà del mercato e intervento pubblico con riferimento al momento storico e alle diverse teorie economiche • Riconoscere le ragioni che giustimcano l’intervento pubblico • Analizzare le situazioni che possono rendere inefmcace l’intervento pubblico
Economia pubblica e politica economica
U N I TÀ 1
1. Lo studio dell’economia pubblica L’economia pubblica studia l’azione economica dello Stato e degli enti pubblici e gli effetti che ne derivano sull’attività dei privati e sul sistema economico nazionale. Lo studio dell’economia pubblica completa gli studi di economia politica riguardanti il funzionamento del mercato. Un sistema economico non è costituito soltanto da rapporti fra privati. I produttori e i consumatori, quando fanno le proprie scelte, non possono ignorare l’azione delle istituzioni pubbliche e devono tenere conto degli obblighi e dei divieti da osservare, degli incentivi su cui possono contare, dei servizi pubblici di cui possono usufruire. D’altra parte, le autorità pubbliche, nell’adottare le proprie decisioni politiche, legislative e amministrative, devono prevedere e coordinare le ripercussioni che esse potranno avere sull’attività economica delle imprese e delle famiglie. Stato e mercato non sono due mondi separati ma si integrano nell’unità del sistema economico nazionale. È necessario, allora, studiare l’attività economica pubblica per conoscere quali funzioni ha, con quali mezzi si attua e quali sono le sue conseguenze.
Lo studio dell’economia pubblica completa gli studi di economia politica
L’attività degli operatori privati è condizionata dall’azione pubblica…
… e l’azione pubblica deve tenere conto dei meccanismi del mercato Stato e mercato coesistono nel sistema economico nazionale APPROFONDIMENTO Economia e diritto nello studio delle attività pubbliche
Sintesi grafica Stato sistema economico nazionale
si integrano nel Mercato
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto L’economia pubblica studia l’attività ..................................................
e gli
e sugli
..................................................
effetti
•
economica
..................................................
..................................................
•
del
..................................................
enti pubblici
dello
..................................................
che ne derivano sulle attività del
•
e degli
..................................................
nazionale.
equilibri
•
mercato
•
sistema economico
•
Stato
2. Rispondi alle domande 1. Quali servizi pubblici utilizzi ogni giorno? 2. Se lo Stato decide di aumentare l’imposta sulla benzina, quali conseguenze pensi che possano verificarsi sul traffico automobilistico? 3. Che cosa potrebbe accadere se non ci fossero regole e controlli a tutela dell’ambiente?
15
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
2. Caratteri dell’attività economica pubblica Sappiamo che… L’attività della Pubblica amministrazione comporta l’uso di poteri autoritativi che incidono sull’attività e sui beni dei cittadini. Nell’esercizio della loro funzione, le autorità amministrative hanno il potere di modimcare la situazione giuridica dei privati, senza o anche contro la loro volontà; possono imporre l’osservanza di determinati adempimenti o limitazioni; in caso di inosservanza, possono provvedere direttamente all’esecuzione coattiva senza che occorra l’intervento del giudice. In base al principio di legalità, il potere di supremazia spettante alle autorità amministrative può essere esercitato soltanto nei casi, nei modi e per i mni previsti dalla legge.
L’attività pubblica ha natura economica…
… e presuppone la disponibilità di risorse finanziarie
Efficacia - Efficienza L’attività economica è efficace quando è in grado di raggiungere tutti gli obiettivi premssati nel modo più soddisfacente possibile; è efficiente quando riesce a raggiungerli impiegando la minima quantità di risorse possibile.
L’attività pubblica è integrata nel sistema economico nazionale…
… ma ha caratteristiche diverse da quella privata
16
Lo Stato e gli enti pubblici soddisfano una pluralità di interessi e bisogni collettivi mediante l’impiego di risorse materiali e umane che sono disponibili in quantità limitate. Per realizzare questi scopi sono necessarie strutture organizzate, fornite di personale e di mezzi adeguati. In questo senso la Pubblica amministrazione si configura come un operatore economico che acquisisce una parte dei fattori produttivi del paese (capitale, lavoro, risorse naturali) e li utilizza per mettere a disposizione della collettività beni immateriali (ordine pubblico, giustizia, difesa, sanità, istruzione, assistenza sociale, tutela dell’ambiente e altre funzioni o servizi) e beni materiali (vie di comunicazione, porti, dighe, aeroporti, impianti per telecomunicazioni e altre infrastrutture). Come ogni attività economica, anche quella dello Stato e degli enti pubblici richiede la disponibilità di adeguati mezzi finanziari. Strumento necessario dell’attività della Pubblica amministrazione è dunque la finanza pubblica, cioè l’attività diretta ad acquisire, gestire e impiegare il denaro necessario per realizzare i fini di interesse pubblico. La finanza pubblica si concreta in un insieme coordinato di operazioni mediante le quali le risorse finanziarie affluiscono alla Pubblica amministrazione con le entrate pubbliche e vengono rimesse in circolazione con le spese pubbliche. L’economia e la finanza pubblica diventano così parte integrante del sistema economico nazionale. Il problema di fondo dell’economia pubblica è lo stesso che sta alla base di qualunque attività economica privata: il contrasto fra la limitatezza delle risorse disponibili e la molteplicità dei fini da raggiungere e, quindi, la necessità di operare scelte razionali che realizzino una gestione efficace ed efficiente. L’attività economica pubblica, però, non ha le stesse caratteristiche dell’attività economica privata.
Economia pubblica e politica economica
La prima differenza è data dal fatto che le scelte economiche pubbliche soddisfano interessi collettivi. Gli operatori privati, ciascuno per proprio conto e secondo un personale interesse, si comportano in modo da massimizzare il proprio benessere: così, il consumatore tende a effettuare i suoi acquisti in modo da ottenere il massimo grado di utilità; il produttore cerca di organizzare la sua impresa in modo da ottenere elevati profitti. L’operatore pubblico, invece, fa riferimento alla complessa e variegata realtà del “sistema paese” e deve contemperarne le diverse esigenze. La realizzazione di determinati fini può risultare vantaggiosa per alcune categorie di cittadini e svantaggiosa per altre, può giovare ad alcuni settori del sistema economico e danneggiarne altri. Il compito degli organi di governo è allora quello di decidere quali interessi della collettività abbiano carattere prioritario e individuare i mezzi più opportuni per soddisfarli. La seconda differenza fra l’economia pubblica e quella privata è che l’operatore pubblico è dotato di un potere di imperio che i privati non hanno. Nei rapporti privati nessuno può imporre obblighi ad altre persone senza il loro consenso: nel mercato le attività economiche si svolgono mediante la contrattazione e lo scambio, secondo criteri di reciproca convenienza. Lo Stato e gli enti pubblici, invece, hanno il potere di imporre comportamenti e farli osservare in modo coattivo. Le loro scelte hanno valore vincolante perché sono attuate mediante norme di legge e provvedimenti amministrativi che tutti sono tenuti a osservare, anche se non li condividono. Per queste fondamentali differenze i meccanismi dell’attività economica pubblica sono molto diversi rispetto a quelli su cui si basa l’attività del mercato. Nel mercato i beni e i servizi sono destinati alla vendita e le imprese li cedono a coloro che, apprezzandone l’utilità, sono disposti a pagarne il prezzo; il ricavo delle vendite consente alle imprese di coprire i costi di produzione e ottenere un guadagno. Nell’economia pubblica i beni e i servizi non sono destinati alla vendita ma sono erogati secondo una valutazione politica dell’interesse collettivo; la copertura della spesa è posta a carico della collettività mediante l’imposizione dei tributi stabiliti dalla legge.
U N I TÀ 1
Le scelte pubbliche non sono individuali ma collettive…
APPROFONDIMENTO La formazione delle scelte pubbliche
… l’operatore pubblico ha poteri di imperio che i privati non hanno
Coattivo Imposto con l’autorità o con la forza; obbligatorio per legge. Dal latino cogere, costringere. Perciò l’attività del mercato e l’attività pubblica funzionano secondo meccanismi diversi
Erogare Destinare una somma, un bene o un servizio per un mne determinato, per lo più a titolo gratuito.
Il confronto
L’attività economica della Pubblica amministrazione
L’attività economica del mercato
Presuppone una valutazione dell’interesse pubblico da parte degli organi di governo
Presuppone una valutazione del proprio interesse da parte di ciascun operatore
Si fonda su poteri di supremazia regolati dalla legge
Si fonda sulla capacità di regolare i propri interessi
Si traduce in norme e provvedimenti che vincolano tutti
Si traduce in accordi contrattuali che vincolano le parti
Produce beni e servizi non destinabili alla vendita
Produce beni e servizi destinati alla vendita
Copre le spese mediante i tributi
Copre i costi mediante i ricavi
17
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
Sintesi grafica L’attività economica pubblica
natura economica
potere d’imperio
disponibilità di risorse finanziarie
integrazione nel sistema economico
erogazione di beni e servizi a fronte di tributi
atti normativi
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto La Pubblica amministrazione svolge attività interessi
..................................................
in quantità
..................................................
mediante l’impiego di
..................................................
per soddisfare
..................................................
che sono disponibili
.
Nel mercato le imprese coprono i
..................................................
mediante i
..................................................;
nell’economia pubblica le Pubbliche amministrazioni finanziano le mediante l’imposizione di costi
•
economica
•
..................................................
limitata
•
pubblici
•
..................................................
. ricavi
•
risorse
•
spese
•
tributi
2. Scegli il termine esatto fra i tre proposti 1. L’attività giuridica/economica/patrimoniale della Pubblica amministrazione si concreta nell’erogazione/offerta/utilizzazione di risorse per produrre beni e servizi destinati alla vendita/collettività/produzione. 2. Le scelte economiche dei privati sono imposte/concordate/guidate dalle parti interessate. 3. Nell’economia pubblica la convenienza delle scelte è valutata secondo un criterio personale/politico/giuridico con riferimento all’interesse individuale/personale/ collettivo.
3. I soggetti dell’attività economica e finanziaria pubblica Sappiamo che… La Repubblica italiana, pur conservando carattere unitario e indivisibile, si articola in una pluralità di enti territoriali (Regioni, Città metropolitane, Province, Comuni) ai quali sono riconosciuti funzioni e poteri propri e autonomi secondo i princìpi mssati dalla Costituzione. Gli enti territoriali hanno struttura analoga a quella dello Stato perché ciascuno di essi ha un proprio territorio, delimitato e distinto da quello degli altri enti, e una propria popolazione, costituita dai cittadini residenti nel territorio stesso; come lo Stato, essi hanno mnalità generali che investono i più disparati bisogni e interessi delle rispettive popolazioni.
18
Economia pubblica e politica economica
L’attività economica e finanziaria pubblica è svolta da diversi soggetti e a diversi livelli. A livello centrale, lo Stato gestisce risorse per realizzare i fini che riguardano l’intera nazione. A livello regionale e locale, gli enti territoriali gestiscono autonomamente le risorse di cui dispongono per realizzare i differenti interessi delle rispettive collettività. Per attuare l’ampia gamma di funzioni e servizi, che si svolgono nei più diversi settori della vita economica e sociale, lo Stato e gli enti territoriali si avvalgono di enti pubblici non territoriali, che hanno una sfera di attività limitata a specifici interessi pubblici affidati loro dalla legge. L’attività degli enti non territoriali ha una grande importanza nei settori della sanità, dell’assistenza e della previdenza, ed è essenziale per l’attuazione dei fini di protezione sociale che caratterizzano le democrazie contemporanee. Gli organi e gli enti che svolgono attività economica pubblica sono aggregati in un sistema coordinato, il settore Amministrazioni pubbliche, che viene considerato in modo unitario come operatore del sistema economico nazionale. È possibile così avere un quadro complessivo e completo delle dimensioni e dell’incidenza dell’economia e della finanza pubblica. Il settore Amministrazioni pubbliche comprende tutte le istituzioni che producono beni e servizi non destinabili alla vendita e la cui fonte principale di finanziamento è costituita da prelievi coattivi (tasse, imposte, contributi obbligatori). Il sistema delle Amministrazioni pubbliche si articola in tre sottosettori: ● Amministrazioni centrali: vi sono compresi gli organi costituzionali, i Ministeri, le altre amministrazioni dello Stato, gli enti che hanno competenza sull’intero territorio nazionale (enti di ricerca, autorità amministrative indipendenti, agenzie fiscali, enti culturali ecc.); ● Amministrazioni locali: comprendono gli enti che hanno competenza limitata a una parte del territorio nazionale (Regioni, Province, Comuni, Città metropolitane, Camere di commercio, Asl, Aziende ospedaliere, Università, Enti parco ecc.); ● Enti di previdenza: sono tutte le istituzioni centrali e locali che erogano prestazioni sociali finanziate con contributi obbligatori (Inps, Inail, enti di previdenza o assistenza di particolari categorie professionali ecc.).
U N I TÀ 1
L’attività economica pubblica è svolta dallo Stato e dagli enti territoriali…
… e fa capo anche a enti non territoriali
I soggetti pubblici sono organicamente aggregati nel settore Amministrazioni pubbliche…
… che si articola in tre sottosettori
In Italia l’elenco delle istituzioni che costituiscono l’aggregato Amministrazioni pubbliche è predisposto e aggiornato ogni anno dall’Istat.
APPROFONDIMENTO Gli aggregati Settore statale, Settore pubblico e Settore pubblico allargato
Sintesi grafica composizione L’aggregato Amministrazioni pubbliche
criteri di individuazione
• Amministrazioni centrali • Amministrazioni locali • Enti di previdenza • beni e servizi non destinati alla vendita • finanziamento mediante prelievi coattivi
>>> 19
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Il settore delle Amministrazioni pubbliche comprende tutte le che producono per la
..................................................
e si finanziano mediante prelievi collettività
•
coattivi
•
beni e servizi
..................................................
istituzioni
•
..................................................
..................................................
alla vendita
.
non destinabili
2. Rispondi alle domande 1. Da quali soggetti è svolta l’attività economico-finanziaria pubblica? 2. Qual è la differenza fra gli enti territoriali e gli enti non territoriali? 3. Per quale ragione i soggetti pubblici vengono aggregati in un sistema? 4. Con quale criterio viene individuato l’aggregato Amministrazioni pubbliche? 5. Quale ente predispone l’elenco delle Amministrazioni pubbliche in Italia?
4. L’intervento pubblico nell’economia L’attività pubblica presuppone scelte politiche…
L’attività economica e finanziaria pubblica è svolta sulla base di scelte politiche. I fini da raggiungere e i mezzi per realizzarli sono stabiliti dagli organi di governo secondo una valutazione politica degli interessi collettivi. Negli Stati democratici tale valutazione si fonda sul consenso della maggioranza e sul rapporto di fiducia che si instaura fra i cittadini e i pubblici poteri. La politica economica è l’insieme delle scelte adottate dalle istituzioni pubbliche per indirizzare il sistema economico verso determinati obiettivi di interesse pubblico.
… riguardanti gli interessi collettivi
Gli interessi collettivi tendono a moltiplicarsi…
20
Le scelte della politica economica hanno un diverso orientamento a seconda del modo in cui l’interesse pubblico viene interpretato dalle forze politiche che governano il paese. Non si può stabilire in astratto quali siano i fini di interesse pubblico. Si tratta comunque di esigenze che non riguardano soltanto singoli individui ma interessano la collettività nel suo insieme, con riferimento a un determinato momento storico e in relazione al contesto politico e sociale. Sono di per sé collettivi gli interessi che nascono dalla convivenza sociale e che non avrebbero ragion d’essere se l’uomo vivesse isolato: l’ordine pubblico, la difesa, la risoluzione delle controversie, la punizione dei reati. Sono interessi collettivi anche alcuni fondamentali bisogni individuali (come la salute, l’abitazione, l’istruzione) che, se fossero trascurati, creerebbero intollerabili situazioni di arretratezza nel tessuto sociale. Inoltre lo sviluppo industriale ha determinato esigenze di carattere collettivo che in passato non si prospettavano: basta pensare all’inquinamento ambientale o al rischio di esaurimento delle fonti di energia non rinnovabili.
Economia pubblica e politica economica
Infine, è interesse della collettività che le attività economiche si svolgano correttamente e in condizioni di sicurezza, che le risorse siano utilizzate razionalmente e senza sprechi, che le situazioni di crisi economica e la disoccupazione siano contrastate, che il benessere si accresca e che la distribuzione della ricchezza sia accettabile sul piano dell’equità. Gli interessi collettivi tendono a moltiplicarsi, ma bisogna verificare fino a che punto il compito di soddisfarli spetti alle istituzioni pubbliche o se ne debba lasciare la realizzazione all’iniziativa privata. Questa è una scelta di politica generale che incide sul rapporto fra il potere pubblico e l’autonomia dei cittadini, ed è anche una scelta di politica economica che determina le dimensioni dell’intervento pubblico nel sistema economico nazionale.
U N I TÀ 1
… ma non sempre devono essere soddisfatti dallo Stato
Sintesi grafica scelta dei fini da realizzare Le scelte della politica economica
valutazione politica dell’interesse pubblico
scelta dei mezzi per conseguirli
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto La
..................................................
economica e la
di
..................................................
operate dagli organi
..................................................
collettivi
•
..................................................
pubblica sono fondate su un insieme
..................................................
e riguardanti gli interessi
.
finanza
•
politica
•
politici
•
scelte
2. Completa le frasi inserendo i termini appropriati 1. L’attività economica pubblica presuppone la scelta dei e la scelta dei 2. La
..................................................
..................................................,
..................................................
da raggiungere
per realizzarli.
l’.................................................. pubblico, la
..................................................
dei reati sono
interessi tipicamente collettivi perché l’uomo non li avvertirebbe se vivesse ..................................................
3. Molti bisogni
.
..................................................
sono al tempo stesso interessi
..................................................
.
5. L’evoluzione storica dell’intervento pubblico I compiti dello Stato e le dimensioni del suo intervento nell’economia mutano nel tempo perché dipendono da vari fattori: il contesto politico-culturale, il livello di sviluppo economico e sociale, le teorie economiche prevalenti ecc.
21
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
Nell’Ottocento il liberismo puro…
… i primi interventi a sostegno dello sviluppo…
… e i primi interventi in campo sociale…
… ma sempre nell’ottica di un sistema liberista
22
La prima analisi del ruolo economico dello Stato è fondata sulla teoria del liberismo puro, formulata alla fine del Settecento da Adam Smith e sviluppata dagli economisti della scuola classica, fra cui David Ricardo e Jean-Baptiste Say. Secondo questa teoria, le attività di produzione e di scambio devono essere lasciate alla libera iniziativa dei privati senza che i pubblici poteri possano favorirle o frenarle (laissez-faire). Allo Stato si richiede soltanto di assicurare le condizioni essenziali affinché le attività economiche dei privati si svolgano con tranquillità e sicurezza: l’ordine e la legalità, la difesa del territorio, le grandi opere pubbliche necessarie allo sviluppo dell’economia. Se queste condizioni sussistono, il mercato, mediante la competizione fra le imprese e il gioco della domanda e dell’offerta, realizza una situazione di equilibrio e garantisce il pieno impiego delle risorse esistenti (come se una “mano invisibile” guidasse l’economia). Correlativamente, la finanza pubblica è considerata come un sistema separato dall’economia nazionale; si richiede che il prelievo delle entrate e l’erogazione delle spese siano contenuti entro i limiti indispensabili per finanziare le funzioni pubbliche essenziali, in modo da interferire il meno possibile sulla convenienza e sulle scelte degli operatori privati (finanza neutrale). Ma l’assoluta neutralità della finanza pubblica non è realistica e in effetti gli Stati liberali dell’Ottocento intervennero con sgravi fiscali, erogazione di sussidi o contributi, dazi protettivi o altre misure a sostegno delle attività industriali che cominciavano a svilupparsi. Nella seconda metà dell’Ottocento lo sviluppo industriale determinò un più ampio intervento degli Stati, che fecero massicci investimenti in infrastrutture e servizi (poste, ferrovie, strade, porti ecc.) per favorire le attività produttive. Nella stessa epoca si profilò l’esigenza di una maggiore equità di fronte alle stridenti situazioni di diseguaglianza che lo sviluppo del capitalismo aveva accentuato fra le classi sociali. La pressione dei primi movimenti operai, l’influenza delle dottrine socialiste e le prese di posizione della Chiesa sul piano morale contribuirono a creare la consapevolezza che lo Stato avesse il dovere di proteggere le categorie più deboli e attenuare le diseguaglianze economiche e sociali. Furono attuate così forme di intervento pubblico in campo sociale (istruzione obbligatoria, cure mediche gratuite per i poveri, assicurazioni sociali per i rischi di infortunio sul lavoro) e ciò diede luogo a una lenta ma continua espansione dell’attività economica pubblica. Fino ai primi decenni del Novecento, però, rimase fermo il principio che in un sistema basato sul liberismo economico l’intervento pubblico deve avere carattere eccezionale. Gli economisti della scuola neoclassica (fra i quali Stanley Jevons, Léon Walras, Alfred Marshall, Vilfredo Pareto) ribadirono che lo Stato non deve interferire con le attività degli operatori privati, nella convinzione che il mercato sia sempre in grado di superare temporanei squilibri e di realizzare automaticamente il pieno impiego delle risorse disponibili.
Economia pubblica e politica economica
Ma negli anni Trenta del Novecento, quando una disastrosa crisi economica e finanziaria (la “grande crisi”) travolse le economie dei paesi industrializzati, la tragedia della disoccupazione di massa fece crollare la fiducia nella capacità autoregolatrice del mercato. Si affermarono allora nuove concezioni di politica economica, espresse soprattutto dall’economista inglese John Maynard Keynes. I princìpi teorici del liberismo furono sottoposti a una critica serrata. Si dimostrò che il libero gioco delle forze economiche non riesce sempre a realizzare una condizione di equilibrio che assicuri il pieno impiego dei fattori produttivi e che possono verificarsi situazioni di lunga durata in cui l’offerta non trova sbocco nella domanda e il risparmio non si tramuta in investimenti. Quando ciò accade vengono a mancare i presupposti per la ripresa della produzione e dell’occupazione: diventa necessario allora un intervento pubblico che rilanci la crescita attraverso un’azione coordinata e programmata. La teoria keynesiana ha segnato una svolta radicale nella concezione dell’economia e della finanza pubblica. L’azione dello Stato è diventata un elemento strutturale del sistema economico nazionale, in grado di correggere le disfunzioni del mercato. E così la finanza pubblica costituisce oggi uno strumento di politica economica, con un ruolo attivo in cui gli effetti della spesa pubblica e del prelievo fiscale vengono previsti e regolati in funzione dello sviluppo e dell’equilibrio economico generale (finanza funzionale). I princìpi dell'economia keynesiana furono accolti con grande favore. Negli Stati Uniti e in Europa furono attuati ampi interventi pubblici per sostenere le attività produttive e le famiglie in difficoltà. In linea con i princìpi dell’economia keynesiana, lo Stato estese la sua attività anche in campo sociale, ponendo tra i propri fini primari quello di creare le condizioni necessarie per garantire ai cittadini un’esistenza dignitosa. Fra gli anni Trenta e gli anni Quaranta cominciarono a svilupparsi sistemi di protezione sociale, fondati sul principio che la libertà dal bisogno è condizione indispensabile per consentire l’effettivo godimento dei diritti civili e politici.
In Italia
U N I TÀ 1
Negli anni Trenta del Novecento una nuova concezione della politica economica…
… fondata sul ruolo attivo dello Stato in campo economico…
… e in campo sociale Elemento strutturale Elemento che ha funzione di collegamento o di sostegno nell’ambito di una struttura, cioè di un insieme di elementi fra loro connessi e organizzati.
Le dimensioni del settore pubblico: gli occupati nelle Pubbliche amministrazioni
2001
2003
2005
2007
2009
2011
2013
2015
3.653.698
3.611.636
3.600.869
3.583.558
3.503.225
3.395.372
3.336.498
3.257.014
Fonte: elaborazione Aran su dati della Ragioneria generale dello Stato
Un indicatore delle dimensioni dell’economia pubblica è l’entità dell’occupazione alle dipendenze delle Pubbliche amministrazioni. 1. Quale andamento presentano i dati esposti nella tabella? 2. Calcola in termini percentuali la variazione del numero degli occupati fra il 2001 e il 2015. 3. La variazione dell’occupazione negli ultimi quattro anni è stata più o meno rapida di quanto non sia stata nel decennio precedente?
23
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
Alla fine degli anni Quaranta la sfera dell’intervento pubblico si ampliò ancora di più a sostegno dei consumi e degli investimenti per favorire la ripresa delle attività produttive dopo la Seconda guerra mondiale. Negli pubblica… stessi anni la prestazione di servizi sociali (assistenza, previdenza, sanità, istruzione) diventò compito istituzionale dello Stato. Fra gli anni Sessanta e l’inizio degli anni Novanta in molti paesi europei, fra … che infine è diventata cui il nostro, gli interventi pubblici in campo economico e sociale si moleccessiva tiplicarono con un ritmo sempre più intenso e veloce, e i livelli della spesa pubblica e del prelievo fiscale divennero così elevati da compromettere gravemente gli equilibri del mercato e della finanza pubblica. Questi effetti negativi furono oggetto di attente analisi, che portarono alla Gli economisti hanno riaffermato riaffermazione dei princìpi del liberismo economico (neoliberismo). i princìpi del liberismo… All’interventismo delle teorie keynesiane si contrappose l’esigenza di una limitazione del ruolo dello Stato. Non vi è stato, però, un ritorno al laissez-faire di stampo ottocentesco. Nella cultura economica contemporanea è ormai acquisita l’idea che l’azione pubblica è parte integrante del sistema economico nazionale e anche gli economisti di indirizzo liberista (come Milton Friedman, James Buchanan, Robert Lucas) riconoscono la funzione della finanza pubblica come strumento di politica economica, pur ridimensionandone la portata e gli obiettivi. Alla concezione neoliberista della scienza economica ha fatto riscontro … e gli Stati hanno il mutamento dell’indirizzo politico degli Stati, che hanno ridotto l’area ridimensionato la sfera dell’intervento pubblico e lasciato un maggiore spazio al pubblica… mercato. L’INGLESE DEGLI ECONOMISTI Il ridimensionamento del ruolo dello Stato ha avuto due Deregulation aspetti: da un lato, la privatizzazione, cioè la cessione Nel linguaggio economico questo termine indica l’abrogazione delle normative con cui lo Stato intende ai privati di quelle attività produttive che in precedenza indirizzare e dirigere la vita economica del paese e i erano svolte dal settore pubblico ma possono essere più rapporti fra gli operatori economici e le Amministrazioni efficacemente gestite dal settore privato; dall’altro, la depubbliche. La traduzione italiana sarebbe, letteralmenregulation, cioè la semplificazione delle normative e l’alte, “deregolamentazione”; a volte si usa il sinonimo “liberalizzazione”, che però non ha esattamente lo leggerimento di vincoli, prescrizioni e controlli sull’attività stesso signimcato. Inizialmente il termine deregulation dei privati. fu utilizzato nel linguaggio giornalistico con riferimento È chiaro, però, che una maggiore libertà del mercato non alla rimozione di vincoli e controlli effettuata dall’amcomporta l’assenza di regole. Se è vero che un eccessivo ministrazione Reagan negli Stati Uniti. intervento pubblico può rallentare le attività produttive o distorcere le linee di sviluppo dell’economia, è anche vero che una liberalizzazione illimitata rischia di compromettere la stabilità del sistema economico e disgregare la coesione sociale. … nella ricerca di un equilibrio La grave recessione che dal 2007 ha colpito pesantemente il sistema ecofra Stato e mercato nomico e finanziario dei paesi industrializzati, e che in Italia soltanto ora comincia a essere superata, ha messo in evidenza i limiti delle teorie neoliberiste e ha fatto maturare la convinzione che l’intervento dello Stato è necessario per fronteggiare gli aspetti più pesanti delle crisi economiche. L’attenzione in questi anni si è rivolta principalmente alle misure di politica economica finalizzate a realizzare nuovi investimenti pubblici e incentivare gli investimenti privati, per sostenere le attività produttive e favorire l’occupazione soprattutto per i giovani. Ne è derivata una notevole espansione della sfera
24
Economia pubblica e politica economica
U N I TÀ 1
Sintesi grafica L’evoluzione storica dell’intervento pubblico funzioni pubbliche essenziali
limitati compiti dell’attività pubblica XIX secolo e inizi del XX secolo
grandi infrastrutture
primi interventi sociali
finanza pubblica neutrale
ingerenza minima sul mercato intervento nelle attività produttive
espansione dell’attività pubblica
sistema di protezione sociale
Dagli anni ’30 agli anni ’80 del XX secolo
finanza pubblica funzionale
ampie manovre correttive degli squilibri del mercato privatizzazioni
ridimensionamento dell’attività pubblica liberalizzazioni
finanza pubblica come strumento di politica economica
Dagli anni ’90 in poi
manovre a sostegno della crescita e dell’occupazione
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Secondo la teoria
..................................................
la finanza pubblica è
soltanto fornire i mezzi per le funzioni pubbliche alcuna
..................................................
la finanza pubblica è di
..................................................
essenziali
•
politica
• •
•
influenza
•
..................................................
cioè deve svolgersi secondo obiettivi
economica per correggere gli
squilibri
cioè deve
e non deve avere
sulle attività del mercato. Secondo la teoria
..................................................
funzionale
..................................................,
..................................................
..................................................
keynesiana
•
liberista
•
del mercato.
neutrale
>>> 25
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
2. Completa la tabella L’economia pubblica Teoria del liberismo puro
– Sistema
..................................................
– Assenza di qualunque
dall’economia privata
..................................................
sul mercato Teoria keynesiana
– Ruolo le
..................................................
..................................................
per correggere
del mercato
– Obiettivi di ampio intervento in campo ..................................................
Teorie neoliberiste
– Limitazione del
e in campo
..................................................
..................................................
dello Stato – Ridimensionamento degli
..................................................
6. Le imperfezioni del mercato e le difficoltà dell’intervento pubblico Sappiamo che… La concorrenza perfetta e l’equilibrio economico generale Il sistema di mercato in regime di concorrenza perfetta, ipotizzato dagli economisti classici e neoclassici, è un mondo formato da miriadi di piccole imprese, nessuna delle quali può innuire, da sola, sui prezzi del mercato e nel quale tutti gli operatori sono perfettamente informati e agiscono secondo criteri di pura razionalità economica. In questa situazione, il libero gioco della domanda e dell’offerta fa modimcare automaticamente i prezzi dei prodotti e i compensi dei fattori produttivi, realizzando in modo ottimale il razionale impiego delle risorse e l’equilibrio economico generale. È evidente che, man mano che il processo di industrializzazione si è affermato e intensimcato, il mercato si è allontanato dal modello della concorrenza perfetta: la produzione si è concentrata in imprese di grandi dimensioni in grado di esercitare un’innuenza determinante sul mercato e sui prezzi; non tutti gli operatori hanno la possibilità di accedere a una corretta informazione sulle situazioni economiche; le scelte dei produttori e dei consumatori sono condizionate da una molteplicità di fattori di natura non economica (situazioni sociali, personali, politiche ecc.). Una volta che il mercato si è allontanato dalle condizioni di concorrenza perfetta, si è ridotta anche la possibilità che si realizzino automaticamente l’equilibrio fra domanda e offerta e la piena occupazione dei fattori produttivi.
Il dibattito fra gli economisti non esclude il ruolo dell’intervento pubblico… … giustificato da imperfezioni del mercato
26
La ricerca del punto di equilibrio fra la libertà del mercato e l’intervento dello Stato è tuttora caratterizzata dal dibattito fra gli economisti di scuola keynesiana e quelli di indirizzo liberista, i quali però sono concordi nel constatare che non sempre il mercato funziona in modo ottimale. Lo sviluppo equilibrato del sistema economico si potrebbe realizzare senza necessità di interventi pubblici soltanto se nel mercato vi fossero le condizioni della concorrenza perfetta. Ma queste condizioni non si attuano nella realtà dei paesi industrializzati.
Economia pubblica e politica economica
Per questa ragione tutti gli economisti, pur considerando l’iniziativa privata il fulcro essenziale dell’economia di mercato, riconoscono che l’intervento pubblico può svolgere un importante ruolo nei casi in cui il mercato non realizzi spontaneamente l’efficienza nell’impiego delle risorse, l’equità nella distribuzione della ricchezza, la stabilità dell’occupazione e dei prezzi, la crescita del sistema economico. Per realizzare queste finalità l’azione pubblica può essere più o meno ampia a seconda dell’indirizzo politico dello Stato, ma in ogni caso deve prevedere un’attenta programmazione e strategie adeguate. Nel programmare gli interventi pubblici è necessario valutare la loro incidenza sull’economia. Ma ciò non è facile. La realtà economica del mondo contemporaneo è molto complessa e dinamica: basti pensare ai problemi posti dalla globalizzazione, al continuo progresso delle tecnologie, all’evoluzione delle forme organizzative, all’interdipendenza dei mercati finanziari nazionali e internazionali. A fronte di queste complessità, le informazioni su cui deve basarsi la politica economica possono essere insufficienti, le previsioni incerte e le decisioni non tempestive. Inoltre la scelta degli obiettivi da perseguire è influenzata da condizionamenti di vario genere (il desiderio di evitare tensioni sociali, i contrasti fra i partiti politici, l’esigenza di tenere conto delle aspettative degli elettori ecc.) che non sempre corrispondono a criteri di efficienza economica. Altre difficoltà possono sorgere quando gli interventi decisi devono essere concretamente attuati. Qui incidono le condizioni organizzative della Pubblica amministrazione: il modo in cui le funzioni sono distribuite fra i diversi uffici, i criteri con cui le strutture amministrative sono localizzate nel territorio, le procedure da osservare per l’emanazione degli atti e per la gestione dei mezzi ecc. Se l’organizzazione amministrativa è inadeguata, l’azione pubblica può rivelarsi poco efficiente e molto costosa. In definitiva, se da un lato il mercato presenta disfunzioni e squilibri che devono essere corretti, dall’altro l’intervento pubblico può rivelarsi inefficace o, peggio, fonte di ulteriori squilibri. Come è stato osservato, il confronto fra libera attività del mercato e intervento pubblico è un confronto fra due imperfezioni: nel programmare le linee di intervento della politica economica si dovrebbero scegliere quindi, di volta in volta, le soluzioni meno imperfette.
U N I TÀ 1
APPROFONDIMENTO Aree di dissenso tra gli economisti
L’intervento pubblico comporta complessità… Globalizzazione Termine che indica un insieme molto ampio di fenomeni, connessi con la crescita dell’integrazione economica, sociale e culturale tra le diverse aree del mondo. … condizionamenti…
… inefficienze organizzative
Sia il mercato sia l’azione pubblica presentano imperfezioni… … di cui si deve tenere conto nelle scelte pubbliche
Sintesi grafica
Economia dei paesi industrializzati
mancata realizzazione della libera concorrenza perfetta
disfunzioni e squilibri del mercato
ruolo correttivo dell’intervento pubblico
complessità e difficoltà dell’intervento
>>> 27
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Il sistema economico è fondato sulla libera L’intervento
..................................................
e assicurare all’economia condizioni di di
..................................................
crescita
•
e di
efficienza
•
..................................................
è giustificato per risolvere le
..................................................
equità
•
..................................................,
di
privata.
..................................................
del mercato
..................................................,
.
imperfezioni
•
iniziativa
•
pubblico
•
stabilità
2. Collega ogni espressione della colonna sinistra con una della colonna destra 1. Stabilità
a. Distribuzione della ricchezza
2. Equità
b. Equilibrio dell’occupazione e dei prezzi
3. Efficienza
c. Incremento del reddito nazionale
4. Sviluppo
d. Impiego delle risorse
1
2
3
4
CITTADINANZA DIGITALE Il metodo anti-bufale Una fake news è una notizia falsa creata con lo scopo di ingannare l’utente web e potenzialmente in grado persino di modimcare l’opinione pubblica su una specimca notizia o argomento, poiché fa leva sui sentimenti e le paure degli individui. Talvolta un contenuto fake può raggiungere anche canali autorevoli, se nel riportarlo non viene fatta una verimca accurata della sua veridicità, ovvero se non si applica il fact checking. Per questa ragione, quando svolgi una ricerca su Internet, lavora con metodo, seguendo alcune buone regole di controllo delle fonti. 1. Controlla sempre l’indirizzo web La notizia o il fatto che vuoi verimcare si trova su un sito riconosciuto come attendibile? 2. Dai un’occhiata alla sezione “Chi siamo” Molti, ma non tutti i siti hanno una sezione che presenta la persona o il team di persone che lavorano alla stesura dei contenuti. C’è una redazione che scrive sul sito? Chi scrive di un determinato argomento è qualimcato per farlo? 3. Occhio alla spunta blu sui profili social Facebook, Twitter e altri social media segnalano con una spunta blu i promli ufmciali, ovvero quei promli per i quali è stata verimcata la persona, l’azienda o l’istituzione responsabile della pubblicazione di contenuti su quella pagina. Si tratta di un soggetto imparziale o ha qualche interesse nel riportare notizie false? 4. Diffida dei titoli troppo urlati! Avrai probabilmente notato dei titoli di questo genere:“Guarda cosa ti stanno nascondendo!” “Non crederai a quello che troverai in questa pagina!”, “Clicca qui per scoprire cosa è successo veramente”, si tratta di titoli sensazionalistici che spesso rimandano a contenuti vuoti o fasulli col solo scopo di generare trafmco su una pagina che contiene pubblicità. Questo tipo di titolo funziona da esca per gli utenti ed è infatti chiamato clickbaiting, dove baiting vuol dire appunto “adescamento”. 5. Risali alla fonte primaria Chi ha pubblicato o scritto per primo un contenuto? Nel migliore dei casi il sito pubblica il nome dell’autore o della fonte dalla quale ha recuperato un’informazione o una notizia, ma se così non fosse, si renderebbe necessario verimcare la fonte primaria con altri mezzi, per
28
esempio copiando una porzione di testo dalla pagina e controllando se quel contenuto è presente altrove e chi ne è il primo autore. 6. Cerca sempre altre conferme La verimca dell’autore di un contenuto spesso non basta a garantire la veridicità di un fatto, meglio infatti allargare la tua ricerca attraverso la lettura e la consultazione di altre fonti sull’argomento, sul web e fuori dal web. 7. Verifica la data e le località Un fatto può essere ritenuto vero in un certo momento e poi smentito; nel confronto delle fonti è sempre bene tenere in considerazione la data e il luogo nel quale quel contenuto è stato realizzato. 8. Assicurati che non sia uno scherzo È comune per molti siti, anche autorevoli, pubblicare contenuti scherzosi il primo aprile; i contenuti poi possono essere condivisi e rimanere a lungo in giro... È sempre meglio verimcarne la data di pubblicazione. Inoltre esistono numerosissimi siti comici o di satira che riportano notizie verosimili o plausibili e, se non si presta attenzione, è facile non accorgersene a una prima lettura. 9. Attento ai fotomontaggi I programmi di modimca delle immagini (photo editing) permettono di rendere indistinguibile una foto scattata dal vero da una immagine manipolata o ricreata in set. Se l’occhio non ti aiuta subito a capire se un’immagine sia vera o meno, bisogna raccogliere più informazioni applicando le regole di verimca di questo decalogo. 10. Pensa prima di condividere! I social network rappresentano i canali ideali in cui trasmettere notizie false, perché quando gli utenti condividono un contenuto, se non prestano la dovuta attenzione alla sua veridicità, possono moltiplicarne in modo esponenziale la diffusione. Diventano infatti virali sia contenuti veri sia contenuti falsi, ma è proprio quando un contenuto viene pubblicato da tante persone che diventa più difmcile verimcarlo. Quindi meglio pensarci due volte prima di premere su “condividi”. Le regole sono estratte dal “Decalogo dell’esploratore di notizie digitali”, elaborato dall’associazione Factcheckers e presente su http://factcheckers.it
Strumenti per il ripasso
U N I TÀ 1
Strumenti per il ripasso | Sintesi INTERROGAZIONE SIMULATA
SINTESI AD ALTA ACCESSIBILITÀ
1. L’economia pubblica studia l’azione economica pubblica e gli effetti che ne derivano sulle attività dei privati e sull’equilibrio economico generale. Gli operatori privati sono condizionati dalle decisioni pubbliche, e le istituzioni pubbliche devono tenere conto delle conseguenze delle loro decisioni sull’attività dei privati.
2. Lo Stato e gli enti pubblici svolgono attività economica per soddisfare molteplici interessi pubblici mediante l’impiego di risorse limitate. L’attività diretta ad acquisire, gestire e impiegare il denaro occorrente per realizzare i fini di pubblico interesse è la finanza pubblica, che si concreta nelle entrate e nelle spese pubbliche. L’attività economica pubblica è diversa da quella privata: l’operatore privato agisce nel proprio interesse, l’operatore pubblico contempera le differenti esigenze della collettività; l’operatore privato agisce mediante la contrattazione e lo scambio, l’operatore pubblico si avvale di poteri coattivi; l’operatore privato vende beni e servizi a chi ne paga il prezzo, l’operatore pubblico eroga beni e servizi per la collettività e ne copre il costo con il prelievo dei tributi.
3. L’attività economica e finanziaria pubblica è svolta dallo Stato, che realizza fini riguardanti l’intera nazione, dagli enti territoriali che curano gli interessi delle rispettive collettività, e dagli enti non territoriali che provvedono a specifici interessi pubblici. I soggetti pubblici sono aggregati nel settore Amministrazioni pubbliche, che si articola in tre sottosettori (Amministrazioni centrali, locali e previdenziali) e comprende tutte le istituzioni che producono beni o servizi non destinabili alla vendita e si finanziano mediante prelievi coattivi. 4. L’attività economica e finanziaria pubblica è svolta in base alla scelta degli
interessi collettivi da soddisfare e dei mezzi per realizzarli. L’insieme di queste scelte costituisce la politica economica. Le forze politiche decidono se e fino a che punto il compito di provvedere ai bisogni collettivi debba essere assunto dallo Stato o lasciato all’iniziativa privata.
5. Il ruolo e le dimensioni dell’intervento pubblico mutano nel tempo e sono differenti nei diversi paesi. Dopo il tramonto dello Stato assoluto fu elaborata la teoria del liberismo puro, in base alla quale lo Stato deve provvedere solo alle funzioni pubbliche essenziali senza interferire con l’attività del mercato. Nell’Ottocento vi furono limitati interventi degli Stati in campo economico, per sostenere le industrie, e in campo sociale, a favore delle persone meno abbienti. Negli anni Trenta del Novecento, fu elaborata la teoria keynesiana, che attribuisce allo Stato un ruolo attivo per assicurare lo sviluppo, la stabilità e l’equa distribuzione del reddito nazionale. Negli anni Settanta l’eccessiva espansione dell’intervento pubblico determinò effetti negativi. Si affermarono allora teorie economiche neoliberiste, dirette a ridurre il ruolo e le dimensioni dell’economia pubblica, con la cessione ai privati di attività precedentemente pubbliche (privatizzazioni) e con la semplificazione delle normative e dei controlli (deregulation). Oggi prosegue lo sforzo di lasciare più spazio al mercato, ma vi è la consapevolezza che lo Stato debba agire per fronteggiare i problemi più gravi dell’economia. 6. L’iniziativa privata è il fondamento dell’economia di mercato, ma l’intervento pubblico può risolvere le disfunzioni del mercato quando sia necessario sostenere la crescita, evitare gravi situazioni di disoccupazione o di inflazione e rendere più equa la distribuzione della ricchezza.
29
Strumenti per il ripasso
UNITÀ 1
Strumenti per il ripasso | Mappa
MAPPA PERSONALIZZABILE
L’economia pubblica
La politica economica
azione economica dello Stato e degli enti pubblici
scelte pubbliche riguardanti l’intervento sull’economia
caratteri
scelta dei fini
incidenza
fini molteplici e mezzi limitati
interessi collettivi
sulle attività del mercato
scelta dei mezzi
sull’equilibrio del sistema economico
valutazione politica dell’interesse collettivo
potere di coattività
beni e servizi non destinabili alla vendita
Il ruolo e le dimensioni dell’intervento pubblico
orientamenti ed evoluzione storica
liberismo classico
correggere le imperfezioni del mercato per ottenere
neoliberismo
teoria keynesiana
difficoltà e limiti
finalità
tendenze attuali
scarse informazioni
efficienza
inadeguate valutazioni
equità
stabilità
crescita
30
condizionamenti esterni
inefficienze organizzative
Verifica formativa
U N I TÀ 1
1. Scegli l’unica risposta esatta fra le quattro indicate 1. L’attività della Pubblica amministrazione ha natura economica perché: A copre i costi di produzione con i ricavi ottenuti £ B soddisfa bisogni molteplici mediante risorse limitate £ C si basa sugli stessi princìpi dell’economia di mercato £ C ottiene entrate per incrementare il patrimonio £ dello Stato
2. Le scelte pubbliche sono espresse in norme e provvedimenti. 3. Le politiche neoliberiste furono adottate in Europa negli anni Trenta del Novecento. 4. I mni di interesse pubblico sono individuati dallo Stato secondo una valutazione politica. 5. Gli economisti di scuola keynesiana hanno mducia negli equilibri spontanei del mercato.
2. Le scelte dell’economia pubblica sono vincolanti perché: A sono manifestazione di un potere pubblico £ B sono condivise da tutti i cittadini £ C riguardano beni e servizi utili a ogni individuo £ D i privati sono legati allo Stato da un contratto £
3.
3. Dopo la “grande crisi” del 1929 le dimensioni dell’economia pubblica: A si ridussero per dare maggiore spazio al mercato £ B si ridussero perché lo Stato non aveva mezzi £ sufficienti C si ampliarono perché aumentarono gli interventi £ statali D si ampliarono perché era aumentata la popolazione £ 4. Negli ultimi vent’anni l’economia pubblica: A è ritornata verso le dimensioni dello “Stato minimo” £ B ha ridotto il suo campo di azione £ C si è molto ampliata riducendo gli spazi del mercato £ D si è ridimensionata in Italia ma non negli altri paesi £ 5. La mnanza pubblica è demnita funzionale quando: A gli uffici finanziari funzionano in modo efficiente £ B le scelte finanziarie sono in funzione del sistema £ economico C tende soltanto a finanziare la spesa per le funzioni £ pubbliche D evita di alterare lo spontaneo funzionamento £ del mercato 6. Oggi gli economisti di indirizzo liberista ritengono che lo Stato debba: A evitare qualunque intervento che possa interferire £ sull’economia di mercato B mantenere stabile la domanda mediante frequenti £ manovre della spesa pubblica C operare un’ampia redistribuzione del reddito £ a livello territoriale D creare incentivi allo sviluppo per favorire le libere £ iniziative economiche 2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false e, se sono false, spiega perché 1. L’economia pubblica è parte integrante del sistema economico nazionale. V£
F£
1. 2. 3. 4. 5. 6. 1
V£ F£ V£ F£ V£ F£ V£ F£
Connect the expressions on the left column with the corresponding on the right Functional mnance a. Compulsoriness Public choices b. Efmciency Public administrations c. Neoliberalism Allocation of resources d. Social protection Privatization e. Keynes Freedom from need f. Not-for-sale goods 2
3
4
5
6
4. Correggi l’errore 1. L’attività della Pubblica amministrazione è diretta a soddisfare una pluralità di interessi mediante risorse disponibili in quantità illimitata. 2. Le scelte pubbliche non sono collettive ma individuali. 3. Nel settore pubblico i beni e i servizi sono destinati alla vendita. 4. Nel modello del liberismo puro il mercato funziona come se una “mano visibile” lo guidasse. 5. Negli anni Quaranta del Novecento i princìpi liberisti furono accolti con grande favore. 6. Il confronto fra Stato e mercato è un confronto fra due perfezioni. 5. Individua il concetto 1. Le istituzioni che producono beni e servizi non destinabili alla vendita e si mnanziano con prelievi coattivi. 2. L’insieme delle scelte pubbliche dirette a indirizzare il sistema economico verso determinati obiettivi. 3. Il sistema economico fondato sul principio del laissez-faire. 4. La mnanza pubblica intesa come strumento di politica economica. 5. La teoria economica incentrata sul ruolo attivo dello Stato per correggere le disfunzioni del mercato. 6. La mnalità dell’intervento pubblico nel campo della distribuzione della ricchezza.
TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
31
Gli strumenti della politica economica
Conoscenze
Abilità
• Concetti generali sulle modalità dell’intervento pubblico • Gli strumenti e le scelte della politica mscale • Gli strumenti e gli organi della politica monetaria • L’incidenza della regolazione sull’attività degli operatori
• Riconoscere le differenze fra le diverse modalità
economici • Concetti generali sulle imprese pubbliche e sulle privatizzazioni • I beni dello Stato e degli enti pubblici
• Individuare gli aspetti positivi e negativi della regolazione • Riconoscere le ragioni che hanno giustimcato il sistema
dell’intervento pubblico
• Riconoscere le differenze fra gli strumenti e gli organi della politica mscale e quelli della politica monetaria
delle imprese pubbliche e le ragioni delle privatizzazioni
• Distinguere la funzione economica dei beni appartenenti alle Pubbliche amministrazioni
Gli strumenti della politica economica
U N I TÀ 2
1. Le diverse modalità dell’intervento pubblico L’intervento pubblico si attua in varie forme e con strumenti diversi, opportunamente scelti e coordinati fra loro a seconda dei fini da realizzare. La forma di intervento che costituisce oggetto del nostro studio è la politica fiscale, attuata dai governi mediante il prelievo e l’impiego di risorse finanziarie. Ricordiamo che la gestione di risorse finanziarie, cioè la finanza pubblica, è un mezzo necessario per lo svolgimento dell’attività pubblica [ÑM1 U 1 par. 2] e uno strumento essenziale di politica economica [ÑM1 U 1 par. 5). Nei successivi moduli di questo libro ne analizzeremo le modalità, le funzioni e gli effetti sulle attività del mercato e sugli equilibri del sistema economico. In questa unità, oltre a delineare i concetti di finanza pubblica e politica fiscale, dobbiamo richiamare brevemente altre forme di intervento pubblico che hanno grande importanza per la realizzazione delle diverse funzioni della politica economica. Le principali sono: ● la politica monetaria, con la quale le autorità monetarie regolano la quantità dei mezzi di pagamento in circolazione; ● la regolazione delle attività economiche mediante norme e provvedimenti che gli operatori sono tenuti a osservare; ● l’esercizio di imprese pubbliche, che producono beni e servizi destinati alla vendita; ● la gestione dei beni demaniali e patrimoniali appartenenti allo Stato e agli enti pubblici.
Sintesi grafica
Le modalità dell’intervento pubblico
politica fiscale
manovre di finanza pubblica
politica monetaria
circolazione dei mezzi di pagamento
regolazione
norme e provvedimenti
imprese pubbliche
beni e servizi destinati alla vendita
demanio e patrimonio
gestione dei beni immobili e mobili
>>> 33
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto La forma di intervento pubblico che è oggetto del nostro studio è la politica ..................................................
, che si attua con gli strumenti della
..................................................
Altre importanti forme di intervento sono la politica delle attività economiche, l’esercizio di dei beni
..................................................
demaniali
•
•
finanza
regolazione
•
e
..................................................
fiscale
•
..................................................,
..................................................
gestione
pubbliche e la
pubblica. la
..................................................
..................................................
.
•
imprese
•
monetaria
•
patrimoniali
2. Scegli il termine esatto fra i tre proposti 1. La politica fiscale è attuata mediante manovre di economia/amministrazione/ finanza pubblica. 2. La politica economica/monetaria/fiscale controlla la quantità dei mezzi di pagamento. 3. La regolazione delle attività economiche/pubbliche/politiche è uno strumento di intervento che condiziona il mercato.
2. La politica fiscale La politica fiscale si avvale degli strumenti della finanza pubblica:
La politica fiscale è l’insieme degli interventi di politica economica effettuati dagli organi di governo mediante le manovre di finanza pubblica.
Gli strumenti della politica fiscale sono la spesa pubblica, le entrate pubbliche e il bilancio. La spesa pubblica è uno strumento essenziale di intervento perché quala spesa pubblica… lunque attività pubblica comporta normalmente una spesa. Il flusso di denaro erogato dalla Pubblica amministrazione Politica fiscale entra nella disponibilità dei privati e produce effetti sulla Intervento, di natura discrezionale o realizzato sulla distribuzione del reddito, sui consumi, sugli investimenti, base di princìpi stabiliti, di aumento o riduzione, da parte dell’operatore pubblico, delle imposte e della sul livello dei prezzi. Questi effetti dipendono sia dall’amspesa pubblica al mne di modimcare le condizioni montare della spesa sia dalla sua natura e destinazione. congiunturali o strutturali del sistema economico La manovra della spesa pubblica consiste, dunque, nell’enazionale. spandere o contrarre il volume complessivo della spesa e nel fare opportune scelte fra i vari tipi di spese a seconda degli obiettivi che l’intervento pubblico si propone di raggiungere. … le entrate pubbliche… Le entrate pubbliche, oltre a fornire i mezzi per finanziare le spese pubbliche, sono di per sé uno strumento di intervento nell’economia, perché il prelievo di risorse finanziarie da parte del settore pubblico fa diminuire le disponibilità finanziarie nel settore privato. Ne derivano inevitabilmente modificazioni nell’attività economica delle famiglie e delle imprese le quali, avendo minore quantità di reddito a disposizione, rivedono le proprie scelte in materia di consumi, risparmio e investimenti. È per questo che ogni variazione dell’entità o della provenienza delle entrate
34
Gli strumenti della politica economica
U N I TÀ 2
pubbliche rappresenta un’operazione di politica economica e come tale va programmata per ottenere risultati corrispondenti agli obiettivi che gli organi di governo vogliono realizzare. Il bilancio è il quadro contabile che registra e coordina le entrate e le spese relative a un determinato periodo di tempo. Esso è uno strumento di politica economica perché consente di raccordare la manovra della spesa con la manovra delle entrate e di programmarne gli effetti complessivi. La politica fiscale si articola in una serie di scelte operate dagli organi di governo. In primo luogo, devono essere individuati gli obiettivi che si vogliono raggiungere (incrementare l’occupazione, ridurre l’inflazione, favorire la crescita economica nelle aree meno sviluppate del paese ecc.). Vengono poi scelti gli interventi ritenuti più idonei per raggiungere gli obiettivi fissati. Può trattarsi di attività direttamente svolte dal settore pubblico o di incentivi all’azione dei privati: per esempio, per incrementare l’occupazione si può prevedere un piano di lavori pubblici per dare lavoro ai disoccupati o si possono concedere agevolazioni fiscali agli imprenditori che effettuano nuove assunzioni. A questo punto occorre determinare le misure finanziarie necessarie per realizzare gli interventi prescelti: con riferimento al precedente esempio, si deve stabilire l’entità della spesa per gli investimenti in opere pubbliche, oppure l’entità delle riduzioni di imposta per favorire le nuove assunzioni. Infine, si valuta se le misure finanziarie programmate siano compatibili con l’equilibrio del bilancio e si decide con quali entrate farvi fronte.
Sintesi grafica
… e il bilancio
Le manovre di politica fiscale comportano l’individuazione degli obiettivi…
… la scelta degli interventi…
… la determinazione delle misure finanziarie…
… e l’indicazione delle entrate per farvi fronte
determinazione del volume complessivo
spesa pubblica scelta fra i vari tipi di spese
Gli strumenti della politica fiscale
determinazione dell’ammontare complessivo
entrate pubbliche scelta tra le varie fonti di entrata
coordinamento fra manovra della spesa e dell’entrata
bilancio programmazione del risultato
>>> 35
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto La politica fiscale è attuata mediante il .................................................. e l’.................................................. di risorse .................................................. . L’ammontare e la composizione delle .................................................. pubbliche e della .................................................. pubblica sono programmate dagli organi di .................................................. in relazione agli .................................................. da realizzare. entrate
•
finanziarie
•
governo
•
impiego
•
obiettivi
•
prelievo
•
spesa
2. Rispondi alle domande 1. Perché la spesa pubblica è uno strumento di politica economica? 2. Perché ogni variazione delle entrate è un’operazione di politica economica? 3. Quale valutazione è necessario compiere nell’adottare misure finanziarie?
3. La politica monetaria Sappiamo che… Il tasso ufmciale di riferimento è il tasso di interesse che la Banca centrale applica alle banche ordinarie per i prestiti a esse concessi. La manovra del tasso ufmciale si rinette sui tassi praticati dalle banche. L’aumento del tasso rende più caro il costo del denaro e restringe il credito, la diminuzione del tasso espande il credito. Il coefmciente di riserva obbligatoria è la percentuale di depositi che le banche sono obbligate a detenere come riserva indisponibile in conti presso la Banca centrale. Quanto più elevato è il coefmciente di riserva tanto minore risulta la possibilità di un’espansione del credito, mentre una riduzione del coefmciente ha un effetto espansivo. La manovra di mercato aperto è costituita dalla vendita di titoli per drenare liquidità dal mercato o dall’acquisto di titoli per immettere liquidità sul mercato.
La politica monetaria agisce mediante il controllo dell’offerta di moneta…
… ed è attuata dalle Banche centrali che sono organismi tecnici indipendenti
36
Per politica monetaria s’intende l’insieme degli interventi di politica economica effettuati dalle autorità monetarie mediante il controllo dell’offerta di moneta e dei tassi di interesse. La politica monetaria attua le manovre che sono necessarie per aumentare o ridurre la quantità di mezzi di pagamento in circolazione e il costo del denaro. Gli strumenti di cui si avvale sono principalmente: la manovra del tasso ufficiale di riferimento, la manovra del coefficiente di riserva obbligatoria, le operazioni di mercato aperto. Queste manovre agiscono nel breve periodo. La variazione del costo del denaro ha effetti immediati sull’entità dei prestiti delle banche alle famiglie e alle imprese. Ne deriva la modifica delle disponibilità finanziarie dei privati, che determina l’espansione o la contrazione della domanda complessiva per i consumi e per gli investimenti. Possono essere raggiunti, così, gli obiettivi finali della politica monetaria, cioè la stabilità dei prezzi e il sostegno della crescita economica. A differenza della politica fiscale, che è effettuata dai Governi, la politica monetaria fa capo alle Banche centrali che, come dispone l’art. 130 del Trattato sull’Unione europea, sono indipendenti dal potere politico.
Gli strumenti della politica economica
Per gli Stati compresi nell’area dell’euro, la politica monetaria opera a livello europeo ed è attuata dalla Banca centrale europea (Bce). Le Banche centrali dei singoli Stati membri (per il nostro paese la Banca d’Italia) devono raccordare il funzionamento dei rispettivi sistemi bancari nazionali con le politiche monetarie adottate a livello europeo.
U N I TÀ 2
Nell’area dell’euro la politica monetaria è attuata dalla Bce
Il confronto
Politica fiscale
Politica monetaria
Soggetti
Governo e Parlamento
- Banca centrale europea (Bce) - Banche centrali nazionali
Manovre
Aumento o riduzione delle spese e delle entrate pubbliche
Aumento o riduzione dei mezzi di pagamento in circolazione
Tempestività
- Le manovre mscali sono attuate mediante lunghe procedure legislative e amministrative - I loro effetti si possono verimcare con ritardo
- Le manovre monetarie sono attuate mediante misure che si concretano in tempi brevi - Hanno effetti immediati sul mercato
Condizionamenti
- Gli organi di governo e legislativi devono rispondere alle istanze degli elettori - Operano in base a criteri politico-sociali oltre che economici
- Le Banche centrali sono in una posizione di autonomia rispetto ai governi - Operano in base a criteri tecnico-economici
Sintesi grafica • hanno l’obiettivo di assicurare la stabilità dei prezzi • sono attuate dalle Banche centrali • nell’area euro competono alla Bce • hanno effetti immediati per le famiglie e per le imprese • incidono sulla domanda per consumi e investimenti
Le manovre di politica monetaria
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto La politica monetaria è attuata dalle dei
..................................................
di
..................................................
..................................................
e il
centrali per regolare la circolazione
..................................................
del
..................................................
Per i paesi che adottano l’euro la politica monetaria è attuata dalla pagamento
•
costo
•
denaro
Bce
• •
Banche
•
.
..................................................
.
mezzi
2. Rispondi alle domande 1. In che modo le manovre di politica monetaria si riflettono sulla domanda per consumi e per investimenti? 2. Quali sono gli obiettivi della politica monetaria? 3. Qual è il compito delle Banche centrali nazionali nel quadro della politica economica europea?
37
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
4. La regolazione Per regolazione delle attività economiche si intende il sistema di norme e provvedimenti che direttamente o indirettamente producono effetti sulle scelte economiche degli individui e delle organizzazioni pubbliche e private. Le regole giuridiche condizionano l’attività del mercato…
… e sono strumento di politica economica
Per essere efficace la regolazione non deve essere troppo gravosa
APPROFONDIMENTO Better regulation
… ma chiara e di facile applicazione
Funzione essenziale dello Stato è quella di fissare e far rispettare le regole che gli operatori economici devono seguire nello svolgere la loro attività. Ne sono esempi la disciplina dei contratti, la regolamentazione delle società e dei rapporti di lavoro, le procedure per la creazione di nuove imprese, gli obblighi e i divieti previsti a tutela dell’ambiente, i piani regolatori urbanistici, i sistemi di vigilanza sui mercati finanziari e assicurativi, le norme sulla concorrenza ecc. Gli effetti economici di queste disposizioni hanno grande importanza. Gli atti normativi e i provvedimenti amministrativi rappresentano, infatti, le “regole del gioco” di cui gli operatori economici devono necessariamente tenere conto nelle loro scelte. Se le regole cambiano potranno cambiare anche le scelte e i comportamenti delle famiglie e delle imprese, con inevitabili ripercussioni sulle attività del mercato e sugli equilibri del sistema economico. Per esempio, l’introduzione di nuove tipologie di contratti di lavoro può incidere sul livello dell’occupazione; il rafforzamento delle norme a tutela dell’ambiente e del paesaggio può avere conseguenze sullo sviluppo dell’industria turistica; l’andamento del mercato immobiliare è influenzato dai piani regolatori e dai limiti di fabbricabilità. Una normativa complicata e poco comprensibile determina costi aggiuntivi per le imprese (compliance costs) e può diventare controproducente rispetto agli obiettivi cui sarebbe finalizzata. Per esempio, se la disciplina a tutela della concorrenza è eccessivamente minuziosa può finire con l’ostacolare le iniziative economiche; se le norme a tutela dei consumatori richiedono adempimenti onerosi, le imprese tenderanno a scaricarne il costo sui prezzi di vendita, a danno degli stessi consumatori. Invece regole chiare, semplici e di facile applicazione (better regulation) evitano incertezze e mettono gli operatori in grado di effettuare razionalmente le proprie scelte. L’INGLESE DEGLI ECONOMISTI
Compliance costs Letteralmente, l’espressione signimca “costi dell’osservanza” e indica l’insieme degli oneri che gravano sulle imprese per adeguarsi alle disposizioni delle autorità di governo e che sono quantimcabili non soltanto in termini di denaro ma anche in termini di tempo e di strutture organizzative. Better regulation L’espressione letteralmente signimca “il miglioramento della regolazione”. Nel linguaggio economico il signimcato è più specimco e indica l’insieme delle strategie promosse per ottenere una regolazione più efmcace, e cioè la semplimcazione della normativa, la riduzione degli adempimenti amministrativi, l’analisi dell’impatto della regolazione (Air) nei confronti delle attività economiche.
38
Gli strumenti della politica economica
U N I TÀ 2
Sintesi grafica disciplinano le attività economiche Norme e provvedimenti
condizionano le scelte degli operatori sulle attività del mercato
producono effetti
sull’equilibrio economico
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto La regolazione delle attività economiche è costituita da che vincolano gli del
..................................................
..................................................
funzionamento
•
..................................................
economici e hanno conseguenze sul
e
................................................
..................................................
.
mercato
•
norme
•
operatori
•
provvedimenti
2. Rispondi alla domanda Negli anni Ottanta del Novecento, sotto l’influenza di teorie neoliberiste, si parlava di deregulation. Ora gli economisti preferiscono parlare di better regulation. Spiega la differenza tra i due concetti e individua la ragione di questo passaggio.
5. L’esercizio di imprese pubbliche Uno strumento di intervento pubblico particolarmente efficacie è l’esercizio di imprese da parte dello Stato e degli enti pubblici. Mediante proprie imprese i soggetti del settore pubblico si inseriscono direttamente nel mercato per produrre beni e servizi destinati alla vendita e quindi svolgono un’attività che compete al settore privato. Poiché le risorse produttive dovrebbero essere sempre impiegate nel modo più efficiente, le imprese pubbliche si possono giustificare solo nel caso in cui l’attività delle imprese private non possa soddisfare efficacemente interessi essenziali della collettività. Inizialmente lo strumento dell’impresa pubblica fu utilizzato dallo Stato per produrre servizi di pubblica utilità (poste, ferrovie, telecomunicazioni, distribuzione dell’energia elettrica ecc.) e fu ammesso il regime del monopolio pubblico perché ragioni naturali o tecniche impedivano che la produzione avvenisse in regime di concorrenza. Quindi il monopolio pubblico ebbe lo scopo di evitare la formazione di un monopolio privato che adottasse scelte sfavorevoli per il consumatore. Le imprese pubbliche furono utilizzate anche nei casi in cui i privati non avevano interesse a offrire servizi di pubblica utilità (è questo il caso del servizio postale nelle zone di difficile accesso come le località montane, le isole ecc.) o nei casi in cui si doveva garantire la qualità di beni che dovevano essere consumati in condizioni di assoluta sicurezza (per esempio, l’acqua potabile).
Le imprese pubbliche operano con gli strumenti del mercato
Inizialmente sono state utilizzate nel campo dei servizi di pubblica utilità…
39
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
… poi con più ampi obiettivi di politica economica…
… con differenti forme organizzative
APPROFONDIMENTO Le imprese pubbliche in Italia
… determinando l’esigenza di un ampio programma di privatizzazioni
In Europa
Successivamente, nella seconda metà del Novecento, l’impresa pubblica fu utilizzata anche in regime di concorrenza per la realizzazione di ampi obiettivi di politica economica (favorire lo sviluppo industriale nelle zone più svantaggiate, creare posti di lavoro, potenziare settori di importanza strategica come la chimica o la siderurgia). Le imprese pubbliche hanno assunto diverse forme organizzative: le aziende autonome, gestite direttamente dallo Stato o dagli enti locali; gli enti pubblici economici aventi a oggetto l’esercizio di attività imprenditoriale; le partecipazioni pubbliche in società di cui lo Stato o altro ente pubblico è azionista di maggioranza. Nelle aziende autonome e negli enti pubblici economici il titolare dell’impresa è un soggetto della Pubblica amministrazione organizzato secondo norme di diritto pubblico; nel caso delle partecipazioni pubbliche il titolare dell’impresa è una società per azioni disciplinata secondo le norme del Codice civile. A mano a mano che si allargava l’area dell’intervento pubblico, si manifestavano le inefficienze delle pubbliche imprese: ● la difficoltà di conciliare gli obiettivi di carattere sociale con i criteri di efficienza economica (acquisto di aziende dissestate, allo scopo di salvare l’occupazione; localizzazione di attività industriali in aree prive di infrastrutture, per promuovere lo sviluppo della zona; vendita di beni e servizi a prezzi inferiori al costo di produzione, per renderli accessibili a larghi strati della popolazione ecc.); ● le interferenze politiche sulla gestione dell’impresa (nomina di amministratori e dirigenti secondo criteri di appartenenza politica, assunzioni facili e alti salari per guadagnare consenso elettorale ecc.); ● le distorsioni della concorrenza (le imprese private devono essere gestite con efficienza per non essere esposte al fallimento, mentre le imprese pubbliche possono contare sul fatto che lo Stato ripiana gli eventuali debiti); ● gli scarsi stimoli all’innovazione (per l’assenza della competizione con altre imprese). Per queste inefficienze, sempre più evidenti, in tutti i paesi europei, compreso il nostro, si impose l’esigenza di privatizzare le imprese pubbliche, per liberare il settore pubblico dal peso di gestioni costose e poco produttive e per ridare spazio all’iniziativa privata e alla concorrenza nei mercati.
La privatizzazione in alcuni paesi europei
Il processo di privatizzazione si è svolto nei vari Stati con caratteristiche diverse. In Gran Bretagna esso ha avuto per oggetto i più importanti monopoli mscali (public utilities). Le modalità delle vendite non erano mssate da norme di carattere generale, ma venivano determinate di volta in volta a seconda delle circostanze; in linea di massima è stato privilegiato il sistema dell’azionariato diffuso (public companies), mediante la collocazione delle azioni presso un elevato numero di piccoli investitori (secondo alcune stime, circa 11 milioni di persone). In Francia le procedure di alienazione e i criteri di determinazione dei prezzi sono stati mssati dalla legge. Al sistema dell’azionariato diffuso si è preferito in molti casi quello dei “noccioli duri”, che consiste nel cedere a gruppi demniti di investitori una percentuale di azioni che assicuri il controllo dell’assemblea, in modo da favorire una certa stabilità di indirizzi.
40
Gli strumenti della politica economica
U N I TÀ 2
In Italia il processo di privatizzazione è stato avviato nel 1992. Le aziende Dapprima la privatizzazione autonome e gli enti pubblici economici sono stati trasformati in società giuridica mediante per azioni, che hanno forme e regole più adatte all’esercizio di impresa la trasformazione… (privatizzazione giuridica). La privatizzazione è stata poi completata mediante la totale o parziale ven… poi quella economica dita delle azioni a privati (privatizzazione economica o dismissione). mediante la dismissione Per effetto della dismissione delle imprese, il ruolo dello Stato non è più Lo Stato passa dal ruolo di quello di gestire le attività produttive, ma quello di regolarle e di vigilarne produttore a quello di regolatore il corretto svolgimento. e garante Quando la privatizzazione riguarda servizi di pubblica utilità (trasporti, poste, telecomunicazioni, energia ecc.) non si deve passare da un monopolio pubblico a un oligopolio privato senza regole. Deve essere infatti favorita la concorrenza nel settore privatizzato, per Dismissione evitare che poche grandi imprese possano abusare della loro Da “dismettere”, cessare di usare una cosa. Nel linguaggio economico e giuridico il termine indica posizione dominante sul mercato; devono essere garantite la cessazione di un’attività o il trasferimento di un diritto la diffusione e la continuità dei servizi su tutto il territorio o di un bene. nazionale, anche nei casi in cui la redditività sia minore; Autorità garanti deve essere salvaguardato l’interesse degli utenti a un’equa Sono organi pubblici in posizione di indipendenza determinazione delle tariffe. Le funzioni di regolazione e rispetto al Governo e al potere politico; svolgono controllo vengono affidate ad Autorità garanti, istituzioni funzioni di garanzia in settori particolarmente delicati a tutela dell’interesse generale dell’ordinamento giuridico; pubbliche indipendenti che operano in piena autonomia hanno compiti di vigilanza e di regolamentazione; dal Governo allo scopo di salvaguardare le esigenze della possono adottare provvedimenti e applicare sanzioni collettività e del mercato, contemperando i contrapposti con assoluta autonomia decisionale. interessi degli utenti e delle imprese produttrici.
Sintesi grafica
Il processo di privatizzazione in Italia
ha avuto inizio con
la modifica dell’assetto giuridico
si è completato con
l’alienazione delle azioni
da struttura di diritto pubblico a società per azioni
totale
parziale
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Le imprese pubbliche producono alla
..................................................
e per raggiungere obiettivi di ..................................................
programmi di beni
•
..................................................
e
..................................................
. Sono state utilizzate per evitare ..................................................
destinati
..................................................
privati
economica, ma hanno avuto una eccessiva
. Per questo motivo, negli ultimi decenni sono stati attuati ampi
..................................................
espansione
•
monopoli
.
•
politica
•
privatizzazione
•
servizi
•
vendita
>>> 41
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
2. Completa il testo L’espansione delle pubbliche imprese ne ha messo in luce i limiti e i rischi: eventuale contrasto tra obiettivi
• • • •
condizionamenti
..................................................;
distorsioni della
..................................................;
..................................................
ed efficienza
..................................................;
scarsi stimoli all’...................................................
6. La gestione del demanio e del patrimonio Sappiamo che… La Pubblica amministrazione, per il soddisfacimento degli interessi pubblici, può anche svolgere attività di natura non autoritativa e in tal caso si pone in posizione di parità con i privati. Quando la Pubblica amministrazione agisce senza avvalersi del suo potere di supremazia, la sua attività non è regolata dal diritto amministrativo ma dalle norme comuni del diritto privato.
L’intervento pubblico si attua anche mediante la gestione dei beni demaniali e patrimoniali
I beni del demanio pubblico
I beni mobili e immobili appartenenti allo Stato e agli enti pubblici sono strumenti dell’intervento pubblico, perché soddisfano direttamente gli interessi collettivi oppure sono i mezzi necessari per l’attività delle Pubbliche amministrazioni. Essi si distinguono in due categorie: ● il demanio pubblico; ● il patrimonio.
I beni del demanio pubblico soddisfano direttamente interessi generali e indivisibili della collettività, perché sono fondamentali risorse dell’aminteressi collettivi… biente naturale o servono alla difesa del territorio nazionale oppure sono testimonianze di una civiltà. Il demanio pubblico può essere necessario o accidentale. … si distinguono in demanio Il demanio necessario è costituito dai beni che non possono in alcun necessario e accidentale… modo appartenere a privati (il lido del mare, le spiagge, i porti, le rade, i fiumi, i torrenti, i laghi, le fortificazioni e gli impianti militari). Il demanio accidentale comprende beni che possono appartenere a privati, ma qualora appartengano allo Stato o a un ente territoriale sono soggetti al regime giuridico del demanio pubblico (strade, autostrade, strade ferrate, aeroporti, acquedotti, immobili di interesse storico, archeologico o artistico, collezioni dei musei, delle pinacoteche, degli archivi e delle biblioteche). I beni del demanio pubblico sono “fuori commercio”, perché non so… e sono posti fuori commercio no soggetti alle comuni regole del mercato e non possono Concessione amministrativa essere alienati. Gli enti a cui i beni appartengono possono È il provvedimento che attribuisce a un soggetto un attribuire diritti di utilizzazione a terzi mediante un provnuovo diritto (concessione costitutiva) o l’esercizio vedimento di concessione amministrativa, revocabile di un diritto spettante alla Pubblica amministrazione (concessione traslativa). La concessione è sempre per ragioni di pubblico interesse (concessione di tratti di limitata nel tempo e, anche prima della scadenza, spiaggia per l’installazione di stabilimenti balneari, concespuò essere revocata per ragioni di pubblico interesse. sione di acque pubbliche per fini agricoli o industriali ecc.). soddisfano fondamentali
42
Gli strumenti della politica economica
I beni che non sono compresi nel demanio pubblico costituiscono il patrimonio dello Stato o degli enti pubblici (detto anche “demanio fiscale”) e possono essere indisponibili o disponibili. I beni patrimoniali indisponibili soddisfano direttamente determinati interessi pubblici e non possono essere sottratti all’uso a cui sono destinati. Possono essere trasferiti a terzi ma nel rispetto del vincolo di destinazione. Appartengono al patrimonio indisponibile le foreste, le miniere, gli oggetti di interesse storico, archeologico o artistico trovati nel sottosuolo, le caserme, gli armamenti, le navi da guerra e gli aeromobili militari, i beni della dotazione del Capo dello Stato, gli edifici sede di uffici pubblici con i loro arredi, gli altri beni destinati a un pubblico servizio. I beni patrimoniali disponibili sono tutti gli altri beni che appartengono allo Stato o a enti pubblici (terreni, fabbricati, titoli ecc.) e hanno la sola funzione di fornire alla Pubblica amministrazione i mezzi necessari allo svolgimento delle sue attività. Questi beni rientrano nel comune regime giuridico della proprietà privata e possono essere alienati a terzi o utilizzati come fonte di reddito.
U N I TÀ 2
I beni patrimoniali si distinguono in beni indisponibili…
… e beni disponibili
APPROFONDIMENTO I beni dello Stato e degli enti pubblici: cenni storici
Economia & Diritto
Demanio pubblico e demanio fiscale Nelle norme di diritto civile o di diritto pubblico l’espressione “demanio mscale” non è mai usata: il concetto di “demanio” è riferito soltanto al demanio pubblico, mentre i beni che non sono soggetti al regime del demanio pubblico sono indicati con l’espressione
“beni patrimoniali” o “beni del patrimonio”. Nel linguaggio dell’economia pubblica, invece, il concetto di “demanio” è riferito a tutti i beni appartenenti ad Amministrazioni pubbliche; i beni del patrimonio sono indicati con l’espressione “demanio mscale”.
Dall’ultimo decennio del Novecento sono stati avviati programmi per valorizzare i beni patrimoniali o per procedere alla loro dismissione. La valorizzazione degli immobili pubblici è importante per lo sviluppo del territorio perché realizza la riqualificazione di edifici e aree e ne consente una migliore utilizzazione. A questo scopo è importante l’attività degli enti territoriali, i quali hanno il compito di pianificare l’assetto e l’uso del territorio a livello regionale e locale. Questo ruolo nella gestione del territorio è stato potenziato con l’introduzione del federalismo demaniale, in base al quale viene disposto il trasferimento di beni del demanio e del patrimonio dello Stato alle Regioni e agli enti locali, con esclusione di alcune tipologie di beni che rimangono di proprietà dello Stato perché di particolare rilevanza a livello nazionale (d.lgs. 28 maggio 2010, n. 85). Come espressamente dispone il decreto sul federalismo demaniale, gli enti territoriali sono obbligati a favorire la massima valorizzazione dei beni a essi attribuiti, a vantaggio diretto o indiretto delle rispettive collettività territoriali rappresentate.
Sono in atto programmi di valorizzazione e di dismissione
È stato introdotto un sistema di federalismo demaniale…
… con l’impegno di favorire la valorizzazione dei beni
43
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
Sintesi grafica I beni demaniali e patrimoniali
si distinguono in
demanio pubblico
necessario
patrimonio
accidentale
beni indisponibili
beni disponibili
con vincolo di destinazione
liberamente alienabili
fuori commercio
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto I beni del
..................................................
..................................................
pubblico non possono essere alienati perché sono
; i beni patrimoniali
possono essere sottratti alla loro
..................................................
..................................................
sono
possono essere alienati secondo le norme della proprietà alienabili
•
privata
•
demanio
•
destinazione
•
..................................................
; i beni patrimoniali
disponibili
•
..................................................
fuori commercio
ma non
..................................................
•
. indisponibili
2. Completa il testo In attuazione del federalismo demaniale, il d.lgs. 85/2010: dispone l’attribuzione di beni statali alle
• • •
indica i beni
..................................................
..................................................
dello Stato; impone l’obbligo di
44
e agli
..................................................;
dal trasferimento che rimangono di
..................................................
dei beni attribuiti.
..................................................
Strumenti per il ripasso
U N I TÀ 2
Strumenti per il ripasso | Sintesi INTERROGAZIONE SIMULATA
SINTESI AD ALTA ACCESSIBILITÀ
1. L’intervento pubblico si realizza con diverse modalità: la politica fiscale, che è esercitata dagli organi di governo mediante il prelievo e l’impiego di risorse finanziarie; la politica monetaria, che attua il controllo dei mezzi di pagamento in circolazione; la regolazione, cioè il sistema di norme e provvedimenti che disciplinano l’attività degli operatori economici pubblici e privati; l’esercizio di imprese pubbliche, che producono beni e servizi destinati alla vendita; la gestione dei beni demaniali e patrimoniali.
4. La regolazione delle attività
•
economiche è attuata mediante norme e provvedimenti di cui gli operatori economici devono tenere conto. La modifica delle regole comporta il cambiamento dei comportamenti economici con effetti positivi o negativi sulle attività del mercato. Un sistema di regole semplici, chiare e di facile applicazione è essenziale per l’ordinato sviluppo dell’economia, mentre una regolazione rigida e complessa crea incertezza e può avere effetti negativi sulle iniziative economiche.
•
5. Mediante le imprese pubbliche lo
• • •
2. La politica fiscale è attuata dai Governi con gli strumenti tipici della finanza pubblica: la spesa pubblica, che è essenziale per la realizzazione di qualunque intervento in campo economico; le entrate pubbliche, che forniscono i mezzi per finanziare la spesa; il bilancio, che registra e coordina in un quadro contabile tutte le entrate e le spese relative a un determinato periodo. L’erogazione della spesa e il prelievo delle entrate producono effetti sull’attività del mercato perché modificano le disponibilità finanziarie dei privati destinatari della spesa o sottoposti al prelievo. La politica fiscale individua gli obiettivi da raggiungere e sceglie le misure finanziarie per realizzarli, valutandone la compatibilità con l’equilibrio del bilancio. 3. La politica monetaria è attuata dalle Banche centrali per aumentare o ridurre l’offerta di moneta e il tasso di interesse. Gli effetti della politica monetaria sono immediati perché la variazione del costo del denaro modifica i consumi delle famiglie e gli investimenti delle imprese. Per gli Stati che adottano l’euro la politica monetaria è attuata dalla Banca centrale europea (Bce).
Stato e gli enti pubblici si inseriscono nel mercato per produrre beni e servizi destinati alla vendita. L’impresa pubblica è stata usata inizialmente per evitare la formazione di monopoli privati nei servizi di pubblica utilità. Poi il sistema delle imprese pubbliche si è esteso per realizzare più ampi obiettivi di politica economica. Ma la sua eccessiva espansione ha determinato inefficienze ed effetti negativi. Si è quindi ridato spazio alle imprese private e lo Stato tende oggi ad assumere il ruolo di regolatore e non quello di produttore.
6. I beni demaniali e patrimoniali sono i beni appartenenti allo Stato e agli enti pubblici. Soddisfano direttamente gli interessi della collettività o forniscono alla Pubblica amministrazione i mezzi necessari per lo svolgimento delle sue attività. Sono soggetti a un regime giuridico diverso a seconda che facciano parte del demanio pubblico, del patrimonio indisponibile o del patrimonio disponibile. I beni del demanio pubblico sono fuori commercio; quelli patrimoniali indisponibili sono soggetti a un vincolo di destinazione; quelli patrimoniali disponibili sono alienabili secondo le comuni regole della proprietà privata. Per rendere più efficiente la gestione del patrimonio pubblico, sono in corso programmi di valorizzazione e dismissione.
45
Strumenti per il ripasso
UNITÀ 2
Strumenti per il ripasso | Mappa
MAPPA PERSONALIZZABILE
L’intervento pubblico si attua con diverse modalità politica fiscale
attuata dai governi
gestione di risorse finanziarie: obiettivi e interventi misure finanziarie reperimento di risorse
• • •
politica monetaria
• •
regolazione
• •
incidenza: comportamenti • sui dei privati attività • sulle pubbliche
• •
obiettivi finali: stabilità dei prezzi sostegno alla crescita
• •
effetti economici: positivi se chiara e semplice negativi se complessa e rigida
• •
intervento diretto sul mercato dei beni e servizi destinati alla vendita
imprese pubbliche
motivazioni economiche: sviluppo occupazione settori strategici
• • •
demanio e patrimonio
demanio pubblico
46
effetti immediati: sui consumi sugli investimenti
disciplina le attività economiche
strumenti: norme provvedimenti
• •
• • •
attuata dalla Banca centrale
controllo dei mezzi di pagamento: offerta di moneta costo del denaro
motivazioni sociali: evitare monopoli privati assicurare servizi essenziali
strumenti della finanza pubblica: spesa pubblica entrate pubbliche bilancio
limiti e rischi: condizionamenti politici inefficenze distorsione della concorrenza scarsa innovazione
• • • •
privatizzazione: giuridica economica
• •
gestione di beni immobili e mobili
patrimonio indisponibile
patrimonio disponibile
Verifica formativa
1. Scegli l’unica risposta esatta fra le quattro indicate 1. L’attività politica mscale rappresenta: A l’intervento dei politici nell’attività degli uffici fiscali £ B ogni forma di intervento pubblico nell’economia £ C una particolare modalità di politica economica £ D un aspetto della finanza neutrale £ 2. Gli strumenti della politica mscale riguardano: A la gestione di risorse finanziarie £ B la vigilanza e i controlli sul funzionamento del fisco £ C la regolamentazione dell’attività dei privati £ D la circolazione dei mezzi di pagamento £ 3. L’organismo che attua la politica monetaria europea è: A il Parlamento europeo £ B il Comitato economico e finanziario £ C la Banca centrale europea £ C il Consiglio europeo delle banche nazionali £
5. Il sistema delle imprese pubbliche inizialmente ebbe lo scopo di: A evitare i monopoli privati nella gestione dei servizi £ pubblici B produrre beni e servizi non destinabili alla vendita £ C creare posti di lavoro per i disoccupati £ D aprire i mercati alla concorrenza fra imprese £ pubbliche e private 6. I beni del patrimonio indisponibile: A non possono essere oggetto di alienazione £ B non possono appartenere a enti diversi dallo Stato £ C non possono essere dati in concessione ai privati £ C non possono essere sottratti alla loro destinazione £ 2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false e, se sono false, spiega perché 1. Le entrate pubbliche hanno soltanto la funzione di mnanziare le spese. V£ 2. La spesa pubblica consiste nell’acquisizione di risorse mnanziarie da parte della Pubblica amministrazione. V£ 3. La politica mscale e la politica monetaria sono entrambe gestite dai governi. V£
4. La regolazione è tanto più efmcace quanto più è rigida e minuziosa. 5. Le società a partecipazione statale sono soggette a un particolare regime di diritto pubblico. 6. I beni del demanio pubblico hanno la funzione di fornire rendite alla Pubblica amministrazione. 3. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 1
4. La regolazione è uno strumento di politica economica perché: A non ha funzione giuridica ma soltanto economica £ B condiziona l’attività degli operatori economici £ C si fonda sulla gestione di denaro e di beni £ D disciplina l’attività degli organi di indirizzo politico £
F£
F£ F£
U N I TÀ 2
V£ F£
V£ F£
V£ F£
Connect the expressions on the left column with the corresponding on the right Seashore a. Local government property Fiscal policy b. Monetary policy Public enterprises c. Regulation Local authorities d. Financial resources Open market e. State property operations f. Goods intended for sale Compliance costs 2
3
4
5
6
4. Correggi l’errore contenuto in ciascuna frase 1. Nessuna attività pubblica richiede un progetto di spesa. 2. Le manovre monetarie agiscono sugli equilibri di lungo periodo. 3. Il prelievo di risorse mnanziarie da parte del settore pubblico fa aumentare le disponibilità mnanziarie del settore privato. 4. A differenza delle altre forme di intervento la regolazione ha carattere materiale. 5. Il controllo sui servizi di pubblica utilità compete alle Autorità garanti, istituzioni pubbliche dipendenti dal Governo. 6. I beni che sono compresi nel demanio pubblico costituiscono il patrimonio dello Stato e degli enti pubblici. 5. Individua il concetto che corrisponde alle seguenti definizioni 1. L’insieme degli interventi attuati mediante il prelievo e l’impiego di risorse mnanziarie. 2. L’insieme degli interventi effettuati mediante il controllo dell’offerta di moneta. 3. L’istituzione che attua la politica monetaria europea. 4. La trasformazione degli enti economici in società per azioni. 5. I beni che non possono appartenere a privati. 6. I beni che non possono essere sottratti alla loro destinazione.
TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
47
UNITÀ 3
La funzione di allocazione delle risorse
Conoscenze
Abilità
• Le principali funzioni della politica economica • I concetti di allocazione delle risorse e di fallimento del mercato • Le caratteristiche dei beni pubblici puri • Il concetto di esternalità e le misure correttive • I beni di merito e gli strumenti di intervento per assicurarne
• Individuare le ragioni economiche dell’offerta dei beni pubblici
la diffusione
• L’intervento pubblico nei casi di monopolio • Le asimmetrie informative e le misure correttive
puri da parte dello Stato
• Riconoscere gli effetti delle politiche mscali e della regolazione nei casi di esternalità
• Valutare i beni di merito sotto il promlo del benessere individuale e dell’utilità sociale
• Confrontare il ruolo dello Stato come produttore o come regolatore nelle situazioni di monopolio naturale
• Individuare le ragioni per le quali le asimmetrie informative ostacolano il funzionamento del mercato
La funzione di allocazione delle risorse
U N I TÀ 3
1. Le funzioni della politica economica L’intervento pubblico nell’economia di mercato è finalizzato a favorire l’effiLa politica economica ha cienza, l’equità, la stabilità e la crescita del sistema economico [ÑM1 U1 par. 6]. principalmente quattro funzioni A queste finalità corrispondono le seguenti quattro funzioni della politica economica: Allocazione ● l’allocazione delle risorse, cioè il loro razionale impieIl termine deriva dall’inglese allocation. go nel settore pubblico per soddisfare interessi collettivi Nel linguaggio economico indica il modo in cui che il mercato non può soddisfare efficacemente; i capitali, la manodopera e le altre risorse si ripartiscono fra diversi impieghi pubblici e privati ● la redistribuzione, che ha lo scopo di evitare la concenallo scopo di ottenere la massima efmcienza. trazione della ricchezza nelle mani di pochi e le situazioni di ingiusta disparità fra le varie zone territoriali e i diversi Congiunturale Relativo alla congiuntura, che, nel linguaggio settori della produzione; comune, è una condizione particolare e caratteristica ● la stabilizzazione, che attenua gli squilibri congiundi un determinato periodo. Nel linguaggio economico turali per evitare gravi situazioni di disoccupazione o di indica la particolare condizione che caratterizza una fase del ciclo economico. inflazione; ● lo sviluppo, che consiste nel potenziare le risorse produttive affinché nel lungo periodo il reddito nazionale aumenti di pari passo con l’incremento demografico e con il progresso tecnico. Nel determinare gli interventi di politica economica gli organi pubblici devono stabilire in primo luogo quali obiettivi abbiano carattere prioritario: per esempio, se sia più importante ridurre il tasso di inflazione o favorire l’occupazione, se si debba incentivare il dinamismo dei consumi oppure la formazione del risparmio, se siano preferibili interventi di lungo periodo per favorire lo sviluppo o manovre a breve termine per fronteggiare difficoltà congiunturali. Scelti gli obiettivi, occorre valutare quali forme di intervento siano più idonee a realizzarli: se sia preferibile adottare misure di politica fiscale o lasciare il campo alle manovre monetarie delle Banche centrali, se convenga migliorare il funzionamento del mercato mediante un’opportuna regolazione delle attività economiche o sia il caso di intervenire direttamente nel mercato mediante l’esercizio di pubbliche imprese.
Occorre scegliere gli obiettivi prioritari…
… e gli strumenti più adeguati
Sintesi grafica
Le funzioni della politica economica
allocazione
per ottenere
efficienza
nell’impiego delle risorse
redistribuzione
per ottenere
equità
nella distribuzione della ricchezza
stabilizzazione
per ottenere
equilibrio
• dell’occupazione • dei prezzi
sviluppo
per ottenere
crescita
• del reddito • del benessere >>> 49
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto La politica economica ha quattro funzioni che corrispondono a diverse finalità. La funzione di allocazione per rendere
..................................................
la funzione di redistribuzione per ottenere maggiore della ricchezza; la funzione di stabilizzazione per che cagionano la
attenuare
•
..................................................
..................................................
•
nel
crescita
squilibri
•
o
..................................................
..................................................
disoccupazione
l’impiego delle risorse;
..................................................
..................................................
gli
nella distribuzione ..................................................
; la funzione di sviluppo per assicurare
periodo.
•
efficiente
•
equità
•
inflazione
•
lungo
2. Collega ogni espressione della colonna sinistra con una della colonna destra 1. Disparità territoriali
a. Stabilizzazione
2. Squilibri congiunturali
b. Obiettivi prioritari
3. Bisogni collettivi
c. Redistribuzione
4. Compatibilità delle funzioni
d. Allocazione delle risorse
1
2
3
4
2. L’allocazione delle risorse e i fallimenti del mercato Non sempre il mercato realizza l’efficiente allocazione delle risorse
Esternalità Termine derivante dall’inglese externality, da external, “esterno”. Indica il vantaggio o lo svantaggio economico che l’attività svolta da un soggetto procura involontariamente ad altri soggetti.
50
Le risorse economiche sono limitate e la loro allocazione nel settore pubblico le sottrae all’attività del settore privato. Perciò la Pubblica amministrazione non deve intervenire quando il mercato realizza in modo ottimale l’impiego delle risorse. Questo si verifica quando nel mercato tutti i beni possono essere oggetto di scambio, gli scambi avvengono in condizioni di concorrenza, e tutti i produttori e i consumatori hanno un sufficiente livello di conoscenza sulla convenienza degli scambi. Se queste condizioni mancano, o non si realizzano completamente, si suol dire che i meccanismi del mercato “falliscono” ed è allora giustificata l’offerta, da parte della Pubblica amministrazione, di determinati beni o servizi che il mercato non può produrre o potrebbe produrre in maniera inefficiente o inadeguata. Le principali situazioni in cui possono verificarsi i “fallimenti del mercato” riguardano: ● i beni pubblici puri, che non sono oggetto di scambio sul mercato perché soddisfano bisogni tipicamente collettivi; ● le attività che, pur soddisfacendo bisogni individuali, generano esternalità, ossia effetti che ricadono su terze persone o sulla collettività; ● i beni di merito, che soddisfano bisogni essenziali e devono essere accessibili a tutti; ● le situazioni di monopolio o le forti concentrazioni oligopolistiche; ● l’insufficienza delle informazioni necessarie per valutare la convenienza delle operazioni economiche.
La funzione di allocazione delle risorse
U N I TÀ 3
Sintesi grafica soddisfacimento di bisogni tipicamente collettivi
beni pubblici puri
attività individuali con effetti per la collettività
beni che generano esternalità
soddisfacimento di bisogni essenziali
beni di merito
mancanza di concorrenza
situazioni di monopolio
scarsa trasparenza del mercato
insufficienza delle informazioni
I fallimenti del mercato
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto L’espressione “.................................................. del mercato” indica i casi in cui per determinati beni di pubblico o non è
..................................................
..................................................
efficiente
•
fallimenti
la produzione nel mercato non è
e quindi è opportuno l’
•
interesse
•
intervento
..................................................
..................................................
•
pubblico.
possibile
2. Rispondi alle domande 1. Fino a che punto è giustificata la produzione di beni e servizi da parte della Pubblica amministrazione? 2. Che cosa si intende con l’espressione “fallimenti del mercato”?
3. I beni pubblici puri Il mercato funziona mediante gli scambi e la formazione dei prezzi, secondo la legge della domanda e dell’offerta e in base a calcoli di convenienza individuale. Questi meccanismi sono inapplicabili ai beni pubblici puri. Sono un tipico esempio di beni pubblici puri i beni immateriali corrispondenti alle funzioni istituzionali dello Stato, indispensabili per l’esistenza di una collettività politicamente organizzata (come l’ordine pubblico, la difesa nazionale, le relazioni diplomatiche). Sono beni pubblici puri anche le opere infrastrutturali che arrecano vantaggio all’intero territorio (come le opere di sistemazione idrogeologica) o che creano condizioni generali di sicurezza e incolumità (come l’illuminazione delle strade o i fari costieri).
I beni pubblici puri hanno carattere collettivo
51
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
Economia & Diritto
Beni pubblici puri e funzioni pubbliche essenziali Dal punto di vista economico le funzioni pubbliche essenziali (ordine pubblico, repressione dei reati, difesa militare ecc.) devono essere assolte dal settore pubblico perché i loro caratteri di indivisibilità, non rivalità e non escludibilità rendono impossibile la loro offerta sul mercato. Sotto il promlo giuridico bisogna osservare che esse rientrano nella competenza esclusiva del settore pubblico perché il loro esercizio presuppone un potere di coazione che i privati non possono esercitare. APPROFONDIMENTO La ricerca di base: un bene pubblico
Sono indivisibili…
… non rivali…
… non escludibili…
Non è possibile valutare il beneficio che ciascun cittadino trae da questi beni perché essi hanno carattere collettivo e non individuale: ● non possono essere suddivisi in prestazioni singole, perché forniscono un risultato che riguarda in modo unitario la collettività (la difesa nazionale garantisce l’indipendenza dello Stato; l’ordine pubblico tutela la pacifica convivenza); ● il loro consumo da parte di un soggetto non impedisce un pari consumo da parte di altri (ogni passante fruisce dell’intera illuminazione della strada senza sottrarla agli altri); ● non è possibile produrli per un individuo impedendone la fruizione agli altri (la difesa del territorio nazionale vale per tutta la popolazione; la luce di un faro non può essere riservata esclusivamente ad alcune navi). Queste caratteristiche rendono impossibile la produzione di beni pubblici puri sul mercato perché mancano i presupposti dello scambio: non vi è offerta di prestazioni singole né domanda individuale e non è possibile riservare l’utilizzazione del bene solo a chi è disposto a pagarne il prezzo. L’offerta può avvenire soltanto con gli strumenti della finanza pubblica (erogazione mediante la spesa pubblica e finanziamento mediante il prelievo fiscale) ed è una funzione essenziale dello Stato e di ogni altra organizzazione politica.
… e quindi mancano i presupposti dello scambio
Sintesi grafica
• le prestazioni sono indivisibili • l’utilità è collettiva • l’offerta non è rivolta ai singoli • la domanda non è individuale • mancano i presupposti dello scambio • la produzione avviene mediante la spesa pubblica • il costo è coperto mediante l’imposizione fiscale
I caratteri dei beni pubblici puri
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto I beni pubblici puri non hanno un destinazione necessariamente
..................................................
..................................................
nazionale, l’.................................................. pubblico e le grandi collettiva
52
•
difesa
•
indivisibili
•
perché sono
..................................................
. Ne sono esempi la ..................................................
infrastrutture
•
mercato
•
e hanno
..................................................
.
ordine
>>>
La funzione di allocazione delle risorse
U N I TÀ 3
2. Scegli il termine esatto fra i tre proposti 1. I beni pubblici puri sono non rivali/non escludibili/non divisibili nel senso che il consumo da parte di un soggetto non impedisce il pari consumo da parte di altri soggetti. 2. I beni pubblici puri sono caratterizzati dall’indivisibilità delle risorse/prestazioni/ conseguenze. 3. Nel caso dei beni pubblici puri mancano i presupposti del finanziamento/dello scambio/della distribuzione.
4. Le esternalità Un’altra causa di inadeguatezza del mercato è data dalle esternalità (che possono essere positive o negative).
Il consumo o la produzione di determinati beni provoca effetti esterni…
Si ha un effetto di esternalità quando un’attività di produzione o consumo, svolta da un soggetto nel proprio interesse, soddisfa anche un interesse altrui o un interesse collettivo (esternalità positive) o provoca conseguenze dannose per altri soggetti o per la società (esternalità negative). È un esempio di esternalità positiva il restauro di un antico palazzo, che non giova soltanto al suo proprietario ma soddisfa anche l’interesse generale per il decoro della città e la conservazione delle opere storiche e artistiche. Esempi di esternalità negativa sono l’inquinamento dell’ambiente che può derivare dall’esercizio di attività industriali, o la deturpazione del paesaggio che può essere provocata da costruzioni, impianti e altre opere. In presenza di esternalità, sia negative sia positive, i meccanismi del mercato non riescono ad assicurare una situazione di equilibrio perché l’operatore privato, nei suoi calcoli di convenienza economica, prende in considerazione soltanto i costi e le utilità che lo riguardano direttamente e non tiene conto degli eventuali svantaggi o benefici per la collettività. In questi casi si giustifica l’intervento pubblico con gli strumenti della politica fiscale. Le attività che danno luogo a esternalità negative possono essere sottoposte all’imposizione di tributi (“imposte correttive”) in modo che i danni subìti dalla collettività siano posti a carico del soggetto che li ha provocati: per esempio, tassazione della produzione o dello smaltimento di sostanze inquinanti. Può realizzarsi così una condizione di equilibrio perché il soggetto sottoposto a tassazione cercherà di evitare il peso del tributo adottando accorgimenti o tecnologie per eliminare o ridurre le conseguenze dannose della sua attività. Effetti analoghi, anche se di segno opposto, possono avere le agevolazioni fiscali disposte a favore delle attività che generano esternalità positive (per esempio sussidi per il restauro di beni di interesse storico o artistico; sgravi fiscali per le ristrutturazioni edilizie finalizzate al risparmio energetico).
… di cui il mercato non tiene conto
L’equilibrio può essere assicurato dalla politica fiscale mediante imposte correttive…
… o erogazione di sussidi
53
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
Nel caso delle esternalità negative è importante la regolazione
APPROFONDIMENTO I permessi d’inquinamento
Mediante l’erogazione di contributi o la riduzione di imposte si ristabilisce una situazione di equilibrio perché viene posta a carico della collettività una parte del costo delle attività private che soddisfano anche un interesse collettivo. Alle misure fiscali può essere aggiunta o sostituita la regolazione delle attività private. Questo strumento di intervento ha particolare importanza per limitare le esternalità negative mediante l’imposizione di vincoli, obblighi e divieti diretti a impedire che gli effetti dannosi oltrepassino certi limiti e diventino inaccettabili. Hanno questo obiettivo le norme che salvaguardano l’ambiente dalle diverse forme di inquinamento, le norme che impongono limiti di velocità agli autoveicoli, le norme che disciplinano l’edificabilità nelle zone urbane e in quelle agricole, le norme che vietano il fumo nei locali pubblici ecc.
Sintesi grafica Attività di produzione o consumo
positive
soddisfano interessi altrui e collettivi
negative
provocano danni ad altri o alla società
Esternalità
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Se l’attività svolta da un soggetto nel proprio interesse crea anche un per altri o per la ..................................................
o di
..................................................
si ha una esternalità negativa. Lo Stato può prevedere
..................................................
fiscali a fronte delle esternalità positive e
..................................................
agevolazioni
•
..................................................
si ha una esternalità positiva; se crea un ..................................................
..................................................
a fronte delle esternalità negative.
collettività
•
danno
•
imposizione
•
sussidi
•
tributi
•
vantaggio
2. Completa le frasi inserendo i termini appropriati 1. L’utilizzo dell’automobile genera esternalità 2. La
..................................................
..................................................
.
dei beni di valore artistico o storico genera esternalità
positive. 3. La regolazione è un appropriato strumento di intervento nel caso delle esternalità ..................................................
54
.
La funzione di allocazione delle risorse
U N I TÀ 3
5. I beni di merito I beni di merito sono essenziali Un altro caso in cui il mercato non può garantire una situazione di equilibrio per il benessere dell’individuo riguarda i beni o servizi che soddisfano bisogni essenziali (le case di abitae per l’interesse della società zione, i servizi sanitari, l’istruzione, la previdenza, l’assistenza all’infanzia e agli anziani ecc.). Sono definiti “beni di merito” (merit goods) perché L’INGLESE DEGLI ECONOMISTI sono particolarmente meritevoli di tutela. Merit goods Nelle democrazie contemporanee l’accesso a questi beni Sono beni il cui consumo è incoraggiato dallo Stato e servizi è espressamente riconosciuto nelle Costituzioni tenendo conto del loro valore individuale e sociale. nazionali e nei Trattati internazionali come fondamentale La traduzione letterale nella lingua italiana non è possibile; si ricorre a formule più o meno diritto dell’individuo e interesse della società. Il prezzo approssimative (beni di merito, beni meritori, beni che si forma sul mercato può però risultare troppo elevato meritevoli ecc.) le quali comunque non rendono la per i cittadini meno abbienti. Lo Stato si assume quindi il sinteticità e la precisione dell’espressione inglese. compito di garantirne l’accessibilità a tutti.
Economia & Diritto
Beni di merito e diritti sociali Il concetto economico di “beni di merito” si fonda sulla loro idoneità a soddisfare nel contempo bisogni individuali e interessi collettivi. Sul piano giuridico l’accesso a questi beni è riconosciuto come un “diritto sociale”, il cui soddisfacimento deve essere promosso dallo Stato secondo i princìpi di solidarietà e di uguaglianza. La Costituzione italiana garantisce espressamente la protezione dell’infanzia (art. 31), il diritto alla salute (art. 32), il diritto all’istruzione (art. 34), il diritto all’assistenza e alla previdenza sociale (art. 38), l’accesso del risparmio alla proprietà dell’abitazione (art. 47).
La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea riconosce il diritto all’istruzione (art. 14), il diritto di accedere ai servizi per la protezione dei minori (art. 24), degli anziani (art. 25) e dei disabili (art. 26), il diritto alla protezione sociale e all’assistenza sociale (art. 34), il diritto alla protezione della salute (art. 35). Analogo riconoscimento è sancito dall’Onu nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e del cittadino e in varie convenzioni quali il Patto sui diritti economici, sociali e culturali e il Patto sui diritti civili e politici.
La forma di intervento più incisiva si ha quando la Pubblica amministrazione provvede direttamente all’erogazione gratuita, o semigratuita, di servizi di utilità sociale, coprendone in tutto o in parte il costo tramite il prelievo fiscale (welfare state). Quando l’utilità sociale di questi servizi è molto elevata, l’intervento pubblico giunge perfino a renderne obbligatoria l’utilizzazione: è il caso delle vaccinazioni obbligatorie, dell’istruzione di base o dei servizi previdenziali. Una forma di intervento pubblico che lascia spazio al settore privato consiste nell’incentivare mediante contributi o sgravi fiscali l’attività di imprese che offrono i beni di merito sul mercato o l’attività di organizzazioni che producono servizi sociali senza scopi di lucro (enti no profit).
L’intervento pubblico ne attua la diretta erogazione…
APPROFONDIMENTO La funzione allocativa: la scuola pubblica
… o ne incentiva la produzione privata
55
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
Sintesi grafica I beni di merito corrispondono a
bisogni fondamentali dell’individuo
interessi della società
princìpi di solidarietà
diritti garantiti
• dalle Costituzioni • dai Trattati internazionali • dalle norme europee
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto I beni di merito soddisfano bisogni
..................................................
lo Stato può direttamente produrli ed ..................................................
accessibili
•
fiscali ai
..................................................
..................................................
agevolazioni
•
erogarli
. Per renderli
•
..................................................
a tutti
oppure può concedere
che li producono.
essenziali
•
privati
2. Rispondi alle domande 1. Per quale ragione la vaccinazione contro la poliomielite è obbligatoria? 2. Come viene coperto il costo delle prestazioni mediche erogate gratuitamente dal Servizio sanitario pubblico? 3. Conosci qualche organizzazione privata che produce “beni di merito”?
6. Le situazioni di monopolio Sono cause di inefficienza del mercato le situazioni di monopolio o le forti concentrazioni oligopolistiche. il prezzo è più elevato Il mercato è in una situazione di equilibrio ottimale quando il prezzo dei prodotti di quello ottimale è uguale al loro costo marginale; ciò presuppone che sussistano condizioni di libera concorrenza. Se questa manca, il prezzo dei prodotti non si fissa in corrispondenza del loro costo marginale, ma a un livello più alto; si crea così una situazione meno favorevole ai consumatori perché la quantità offerta è minore di quella che si determinerebbe in regime di concorrenza e il prezzo è più elevato. Per evitare la formazione di monopoli privati o per bilanciare il potere di Per i servizi di pubblica utilità gruppi oligopolistici privati, in passato molti paesi, fra cui l’Italia, attuaroil rimedio era costituito dalla no l’esercizio di pubbliche imprese e diedero vita al monopolio pubbliformazione di monopoli pubblici co [Ñ M1 U2 par. 5]. In particolare, il sistema del monopolio pubblico fu adottato per la gestione di quei servizi che richiedono reti L’INGLESE DEGLI ECONOMISTI infrastrutturali con elevatissimi costi fissi (linea ferroviaria, Assets linea elettrica, linea telefonica ecc.). Il monopolio pubblico In senso ampio, il termine inglese indica le risorse, i fu giustificato con la considerazione che non era tecnicacespiti e tutti i valori materiali e immateriali a utilità mente possibile la contemporanea utilizzazione di un’unica pluriennale suscettibili di valutazione economica. Con rete da parte di più imprese, con l’inevitabile conseguenza riferimento alle aziende che producono servizi di pubblica utilità, indica l’insieme degli impianti, delle reti che il servizio sarebbe stato gestito dai privati in regime di e delle altre dotazioni necessarie per lo svolgimento monopolio (monopolio naturale), in condizioni più del servizio. sfavorevoli per i consumatori. Nel regime di monopolio
56
La funzione di allocazione delle risorse
Oggi la tecnica consente che su un’unica rete possano operare più imprese. È stato possibile quindi liberalizzare i servizi e aprirli alla concorrenza; a tal fine è stata attuata la separazione fra la proprietà degli assets (reti, impianti e altre dotazioni infrastrutturali), riservata all’ente pubblico, e la gestione dei servizi, esercitata da imprese private che operano in concorrenza tra loro pagando un canone per l’utilizzazione della rete. Nei casi in cui per la gestione del servizio operano poche grandi imprese, l’intervento pubblico ha la funzione di garantire condizioni di corretta competizione mediante una regolazione finalizzata a evitare accordi collusivi, impedire l’abuso di posizioni dominanti, tutelare i consumatori.
U N I TÀ 3
Oggi la gestione del servizio è separata dalla proprietà dell’infrastruttura
Nel caso di oligopolio la concorrenza nel mercato è favorita da apposita regolazione
Sintesi grafica servizi pubblici su rete con elevati costi fissi
Il monopolio naturale cagiona
la quantità è minore
inefficienza del mercato
rispetto alla concorrenza il prezzo è più elevato
intervento pubblico
in passato
monopolio pubblico
proprietà pubblica della rete
liberalizzazione del servizio
oggi
regolazione
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Per evitare che i di monopolio
..................................................
..................................................,
di pubblica
..................................................
Ora invece rimane in mano pubblica solo la proprietà delle reti e degli impianti, mentre la a imprese che operano in concorrenza
•
gestione
•
siano prodotti in regime
in passato si creava un sistema di monopolio ..................................................
..................................................
infrastrutture
..................................................
.......................................
.
cioè delle
del servizio è affidata in concessione
fra loro.
•
privato
•
pubblico
•
servizi
•
utilità
2. Rispondi alle domande 1. Che cosa sono le reti infrastrutturali e per quale ragione possono dare luogo a un monopolio naturale? 2. Spiega per quale ragione i servizi telefonici in passato erano forniti da un’unica impresa statale mentre ora fanno capo a numerosi operatori.
57
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
7. L’insufficiente informazione L’insufficienza delle informazioni incide negativamente sul funzionamento del mercato
Si può avere asimmetria informativa nella fase delle trattative…
Il funzionamento del mercato può essere alterato dall’insufficienza dell’informazione. Una delle condizioni fondamentali della libera concorrenza è la trasparenza del mercato, cioè la situazione nella quale gli operatori dispongono di tutte le informazioni necessarie per valutare la convenienza delle operazioni che intendono compiere. Ma nella realtà sono molto frequenti i casi di “asimmetria delle informazioni” nel senso che una parte è in possesso di informazioni che la controparte non possiede. Questa situazione può verificarsi nella fase delle trattative o in quella di esecuzione di un rapporto contrattuale. Si ha asimmetria delle informazioni nella fase delle trattative quando una parte tiene nascoste alla controparte le informazioni che potrebbero influire negativamente sulla conclusione dell’accordo o modificarne le condizioni (adverse selection).
L’INGLESE DEGLI ECONOMISTI
Adverse selection Letteralmente, “selezione avversa”. L’espressione inglese si riferisce al fatto che il contraente opera una selezione fra le informazioni da comunicare alla controparte e quelle da tenere nascoste, e mette in evidenza che questa scelta è fatta in contrasto con l’interesse della controparte.
… e nella fase dell'esecuzione del contratto
58
Quando questo accade, si conclude un contratto che altrimenti non si sarebbe stipulato, o viene concordato un prezzo che non corrisponde all’effettivo valore del bene o del servizio oggetto di scambio. Per esempio, il venditore di un’auto usata ne conosce le condizioni ma il compratore, non avendo informazioni sufficienti, corre il rischio di pagare un prezzo più alto rispetto all’effettivo valore del veicolo; così come nel settore delle assicurazioni è possibile che l’assicurato non dichiari l’esistenza di fatti o situazioni che potrebbero consentire all’assicuratore una più esatta valutazione del rischio; oppure nel mercato finanziario il risparmiatore che vuole acquistare le azioni di una società potrebbe non sapere che la reale situazione dell’azienda è peggiore di quella che appare. A queste forme di insufficiente informazione l’intervento pubblico può rimediare mediante la regolazione dei mercati, cioè imponendo ai contraenti obblighi di trasparenza, adempimenti e sanzioni, in relazione ai diversi settori di attività.
Nell’esecuzione del rapporto contrattuale si ha asimmetria delle informazioni quando una parte tiene un comportamento scorretto (moral hazard), senza che la controparte possa venirne a conoscenza.
La funzione di allocazione delle risorse
U N I TÀ 3
Per esempio, un automobilista che ha un rapporto di assicurazione non pone la dovuta attenzione per evitare incidenti; il dipendente che percepisce uno stipendio non si impegna a sufficienza nel proprio lavoro. La situazione del mercato ne risulta alterata perché viene L’INGLESE DEGLI ECONOMISTI ridotta la convenienza dello scambio per una delle parti. Moral hazard La traduzione letterale è “rischio morale”. Nell’espresÈ allora opportuno un sistema pubblico di controllo sione inglese l’aggettivo “morale” sottolinea la scorrete vigilanza, che però non deve spingersi oltre certi limiti tezza del comportamento che dà luogo ad asimmetria per non invadere eccessivamente la libertà degli individui informativa nell’esecuzione di un contratto. e delle aziende.
Sintesi grafica L’insufficiente informazione
provoca
richiede
inefficienza del mercato
intervento pubblico
mercato non trasparente
alterazione delle condizioni di scambio
asimmetria informativa
obblighi di trasparenza
vigilanza e controlli
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Le condizioni di uno scambio sono alterate quando una parte tiene determinate
..................................................
..................................................
da obblighi di controlli
•
..................................................
alla controparte o quando tiene un comportamento
all’insaputa della controparte. Il rimedio può essere costituito
..................................................
informazioni
•
e
..................................................
nascoste
•
scorretto
imposti dalla legge.
•
trasparenza
2. Completa le frasi inserendo i termini appropriati 1. Si parla di “moral hazard” quando la nella fase che riguarda la 2. La
..................................................
..................................................
..................................................
delle
..................................................
si verifica
del contratto.
dei mercati ha lo scopo di porre rimedio ai casi di
..................................................
avversa.
59
UNITÀ 3
Strumenti per il ripasso
Strumenti per il ripasso | Sintesi INTERROGAZIONE SIMULATA
SINTESI AD ALTA ACCESSIBILITÀ
1. Le funzioni fondamentali della politica economica sono: l’allocazione delle risorse, per impiegare i mezzi di produzione in modo efficiente; la stabilizzazione, per attenuare gli squilibri congiunturali; la redistribuzione, per evitare situazioni di ingiusta disparità; lo sviluppo, per assicurare un’adeguata crescita del reddito nazionale. Questi obiettivi di politica economica non sono sempre compatibili fra loro e quindi gli organi pubblici devono stabilire quali di essi abbiano carattere prioritario.
• • • •
2. L’allocazione delle risorse nel settore pubblico è giustificata per quei beni e servizi che nel mercato non possono essere prodotti o non sono prodotti in modo ottimale. I casi più importanti riguardano: i beni pubblici puri; i beni che generano esternalità; i beni di merito; le situazioni di monopolio; l’insufficienza delle informazioni.
• • • • •
3. I beni pubblici puri soddisfano bisogni collettivi. Ne sono esempio la difesa nazionale, l’ordine pubblico, le grandi infrastrutture. Questi beni sono indivisibili (non possono essere suddivisi in prestazioni singole), non rivali (ciascun individuo può fruire della loro intera utilità e questo non impedisce che anche gli altri ne usufruiscano) e non escludibili (non è possibile produrli per un solo individuo escludendone altri). I beni pubblici puri non possono essere prodotti nel mercato perché mancano i presupposti dello scambio (la domanda individuale, l’offerta di prestazioni singole, la possibilità di escludere chi non è disposto a pagarne il prezzo): perciò sono offerti solo dal settore pubblico. 4. Le esternalità si creano quando la produzione o il consumo di un bene da parte di un soggetto ha conseguenze vantaggiose o dannose per terze persone
60
o per l’intera collettività. L’esternalità è positiva se crea un vantaggio (la diffusione della cultura, la conservazione di beni artistici o storici) o negativa se crea un danno (l’inquinamento, la deturpazione del paesaggio). Per ristabilire l’equilibrio lo Stato può intervenire con imposte sulle attività dannose e sussidi per quelle vantaggiose.
5. I beni di merito soddisfano bisogni essenziali per l’individuo e interessi generali della collettività (servizi sanitari, istruzione, case di abitazione ecc.). Devono essere accessibili a tutti ma il loro prezzo di mercato può essere troppo alto per vaste categorie di persone. Lo Stato quindi li produce e li eroga direttamente oppure prevede incentivi fiscali per chi li produce. 6. In regime di monopolio il prezzo dei beni è più elevato di quello che si formerebbe in regime di concorrenza. I monopoli si possono formare per quei servizi di pubblica utilità che richiedono reti infrastrutturali con costi fissi molto elevati (linee ferroviarie, linee elettriche, acquedotti ecc.). In passato lo Stato, per evitare la formazione dei monopoli privati, creò pubbliche imprese e diede vita al monopolio pubblico; oggi conserva la proprietà delle infrastrutture e affida la gestione dei servizi a privati che operano in concorrenza fra loro.
7. L’insufficiente informazione altera le condizioni del mercato quando una delle parti è meglio informata della controparte sulle condizioni dello scambio. Questa “asimmetria informativa” può avvenire: nella fase della trattativa, quando una parte nasconde all’altra le informazioni che potrebbero influire sulle condizioni del contratto; nella fase dell’esecuzione, quando una parte si comporta scorrettamente senza che l’altra possa venirne a conoscenza. L’intervento pubblico con un sistema di controllo e vigilanza può assicurare trasparenza e correttezza.
Strumenti per il ripasso
U N I TÀ 3
Strumenti per il ripasso | Mappa
MAPPA PERSONALIZZABILE
Le funzioni della politica economica
allocazione delle risorse (microeconomica)
redistribuzione, stabilizzazione, sviluppo (macroeconomiche)
pone rimedio a fallimenti del mercato
beni pubblici puri
• indivisibili • non rivali • non escludibili
erogazione pubblica
intervento
esternalità
positive (vantaggi)
intervento
negative (danni)
intervento
• •
sussidi sgravi fiscali
• •
imposte correttive vincoli e divieti
• •
erogazione pubblica agevolazioni fiscali
• • •
proprietà pubblica dell’infrastruttura gestione privata del servizio regolazione
beni di merito
bisogni essenziali e utilità sociale
situazioni di monopolio
reti infrastrutturali (monopolio naturale)
intervento
nelle trattative contrattuali
intervento
regolazione dei mercati
nell’esecuzione dei contratti
intervento
vigilanza e controlli
intervento
insufficiente informazione
61
UNITÀ 3
Verifica formativa
1. Scegli l’unica risposta esatta fra le quattro indicate 1. L’espressione “fallimenti del mercato” signimca che: A l’intervento pubblico nei confronti dell’economia £ di mercato spesso fallisce B le imprese insolventi sono destinate al fallimento £ C l’economia di mercato fallisce spesso i suoi obiettivi £ D in determinate situazioni il meccanismo dello scambio £ sul mercato fallisce 2. I beni pubblici puri: A non comportano domanda individuale £ B sono erogati a tutti coloro che li richiedono £ C sono acquistati da chi ne apprezza l’utilità £ D soddisfano i bisogni di ciascun cittadino £
1
V£ F£ V£ F£ V£ F£
Connect the expressions on the left column with the corresponding on the right Market failure a. Non-excludable goods Public order b. Used cars Corrective tax c. Merit goods Adverse selection d. Production plants Healthcare services e. Inefmciency Assets f. Negative externalities 2
3
4
5
6
4. Correggi l’errore contenuto in ciascuna delle seguenti frasi 1. L’intervento pubblico è giustimcato quando l’attività del mercato è più vantaggiosa. 2. La politica di sviluppo ha lo scopo di attenuare gli squilibri congiunturali. 3. I beni pubblici puri sono caratterizzati dalla divisibilità delle prestazioni. 4. L’offerta dei beni che generano esternalità positive potrebbe essere superiore a quella di equilibrio. 5. Il prezzo in regime di monopolio privato tende a essere uguale al costo marginale. 6. Si ha “selezione avversa” quando una parte nasconde informazioni che potrebbero innuire positivamente sulla conclusione dell’accordo.
4. In relazione ai beni di merito l’intervento pubblico: A dovrebbe essere evitato lasciando campo libero £ al mercato B si fonda su erogazione pubblica e incentivi £ alla produzione privata C è attuato esclusivamente mediante manovre £ della spesa pubblica D consiste soltanto nel riservare allo Stato £ la produzione e l’offerta 5. Nei servizi che danno luogo a monopolio naturale l’intervento pubblico può essere realizzato: A soltanto mediante il monopolio pubblico £ B mediante manovre di politica monetaria £ C separando la proprietà dell’infrastruttura £ dalla gestione del servizio D mediante l’applicazione di imposte correttive £
5. Individua il concetto che corrisponde alle seguenti definizioni 1. La ripartizione delle risorse fra il settore pubblico e il settore privato. 2. I beni immateriali che corrispondono alle funzioni fondamentali dello Stato. 3. I benemci di cui si avvantaggiano terze persone in conseguenza di un’attività svolta da altri. 4. I tributi che possono essere applicati per correggere gli effetti delle attività inquinanti. 5. I beni che soddisfano fondamentali bisogni dell’individuo e interessi della collettività. 6. La situazione in cui una delle parti di un contratto è in possesso di informazioni che l’altra parte non possiede.
6. Quando si verimcano asimmetrie informative: A il prezzo non corrisponde al valore del bene £ B la situazione può essere risolta dall’informatica £ C la produzione determina esternalità negative £ D l’unica soluzione è il monopolio pubblico del bene £
62
3. 1. 2. 3. 4. 5. 6.
3. Un servizio genera esternalità positive quando: A è prodotto all’esterno del territorio dello Stato £ B è fornito da soggetti esterni alla Pubblica £ amministrazione C reca vantaggi al di fuori della cerchia degli utenti £ D non altera gli equilibri del sistema economico £
2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false e, se sono false, spiega perché 1. I meccanismi del mercato non sono idonei alla produzione dei beni pubblici puri. V£ 2. Le esternalità negative possono essere ridotte con un’adeguata regolamentazione. V£ 3. I beni di merito sono sempre accessibili a tutti. V £
4. Quando i costi mssi sono molto elevati può crearsi una situazione di monopolio. 5. Le asimmetrie informative realizzano una situazione di trasparenza del mercato. 6. I servizi di pubblica utilità oggi sono tutti prodotti in regime di monopolio.
F£ F£ F£
TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
Redistribuzione, stabilizzazione e sviluppo
Conoscenze
Abilità
• La politica di redistribuzione. Funzione, strumenti,
• Analizzare le ragioni dell’intervento pubblico ai mni
giustimcazioni, effetti • Gli squilibri congiunturali dell’economia • La politica di stabilizzazione. Teorie classiche, keynesiane, neoliberiste • La politica di sviluppo. Interventi strutturali. Modalità di mnanziamento
della redistribuzione
• Riconoscere le condizioni dell’equilibrio economico e le cause degli squilibri congiunturali
• Individuare i termini del dibattito fra le diverse scuole economiche in ordine all’opportunità e agli effetti delle politiche di redistribuzione e delle politiche di stabilizzazione • Riconoscere il ruolo dell’intervento pubblico ai mni dello sviluppo
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
1. La redistribuzione La funzione di redistribuzione è volta a correggere le disfunzioni del mercato
Si avvale di strumenti fiscali
Opera in direzioni diverse…
Nel mercato la distribuzione del reddito avviene mediante la remunerazione dei fattori che concorrono a produrlo e raggiunge una situazione di equilibrio quando i diversi redditi (rendite, salari, interessi, profitti) corrispondono al contributo che ciascun fattore ha dato alla produzione della ricchezza. Ma i meccanismi del mercato non funzionano sempre in modo ottimale e a volte si verificano squilibri nella distribuzione della ricchezza tra i diversi fattori della produzione (capitale e lavoro) o tra i diversi settori di attività (agricoltura, industria, servizi) o tra le diverse aree del territorio nazionale (zone sviluppate e zone depresse). Con la redistribuzione della ricchezza, l’intervento pubblico tende a correggere queste situazioni di squilibrio. La funzione di redistribuzione si avvale degli strumenti della finanza pubblica e consiste nel contrarre il reddito di alcune categorie di contribuenti mediante un aggravio delle imposte nei loro confronti e nell’incrementare il reddito di altri mediante sgravi fiscali, oltre a erogare servizi pubblici gratuiti, sussidi o contributi alle persone che non hanno redditi. La redistribuzione può essere attuata in diverse direzioni: ● a livello individuale e sociale, per evitare grosse concentrazioni di ricchezza nelle mani di poche persone e porre rimedio a situazioni diffuse di povertà; ● a livello territoriale, per ridurre la disparità fra zone sviluppate e zone depresse (Nord e Sud, zone di pianura e zone di montagna ecc.); ● a livello settoriale, per evitare che la produzione, l’investimento e il lavoro in un settore (agricoltura, industria, attività terziarie) risultino privilegiati o penalizzati rispetto a un altro settore; ● a livello funzionale, per attenuare ingiuste sperequazioni fra le remunerazioni dei diversi fattori produttivi (interessi del capitale, profitti degli imprenditori, rendite dei proprietari, salari dei lavoratori).
Vi è un notevole contrasto di opinioni riguardo all’opportunità e agli effetti dell’intervento redistributivo. Secondo gli economisti di indirizzo liberista la diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza non può essere evitata perché le differenze dei redditi derivano dalle differenti iniziative individuali. In base a questo principio le politiche redistributive possono essere giustificate solo nei limiti in cui sono dirette a mettere tutti “sulla stessa linea di partenza” (starting-gate theory) e L’INGLESE DEGLI ECONOMISTI a rimuovere gli ostacoli che impediscono il libero sviluppo Starting-gate theory delle capacità individuali. Gli starting-gates sono le barriere provviste di cancelli che si aprono automaticamente alla partenza di una Lo strumento che si ritiene più idoneo è costituito dai “beni corsa di cavalli, o le barriere che, nelle gare sciistiche, di merito” [ÑM1 U3 par. 5], quali l’istruzione e la sanità. mettono automaticamente in funzione un timer quando Nell’ottica liberista l’intervento pubblico deve essere limitalo sciatore in partenza le spinge. Nel linguaggio ecoto alle situazioni di effettivo bisogno e può essere realizzato nomico l’espressione mette in evidenza il fatto che lo Stato, dopo aver assicurato a tutti le pari condizioni di mediante la diretta erogazione di servizi pubblici scolastici partenza, non debba effettuare altri interventi, lasciando e sanitari o mediante voucher o sgravi fiscali per favorire che “nella corsa della vita vinca il migliore”. l’accesso agli stessi servizi prodotti dai privati.
… con un contrasto di opinioni fra i liberisti…
64
Redistribuzione, stabilizzazione e sviluppo
U N I TÀ 4
Per quanto riguarda gli effetti economici dell’intervento Voucher redistributivo, gli economisti liberisti sostengono che una Documento a cui corrisponde un determinato valore politica di redistribuzione molto spinta sia incompatibile monetario che attesta il diritto a usufruire di un bene o servizio. Il termine è di origine inglese (to vouch, con lo sviluppo perché, se si riducono i redditi più alti, ven“attestare”) ma è ormai entrato nella nostra lingua. gono meno gli incentivi a risparmiare, investire e produrre, mentre, se si incrementano i redditi più bassi con sussidi e sovvenzioni, vengono meno gli incentivi a lavorare. La teoria keynesiana giunge a conclusioni opposte perché dà risalto agli … e i keynesiani effetti della redistribuzione della ricchezza sulla domanda globale. Quando larghi strati della popolazione hanno redditi molto bassi, la domanda complessiva può diventare insufficiente ad assicurare uno sbocco alle merci offerte sul mercato; se questo accade, gli imprenditori riducono la produzione, determinando una diminuzione dell’occupazione; di conseguenza, i redditi si abbassano ancora e la domanda diminuisce ulteriormente, portando il sistema economico a una situazione di crisi. In tal caso la politica di redistribuzione, incrementando il reddito di vaste categorie di persone, ha l’effetto di sostenere la domanda e di stabilizzare l’economia.
Sintesi grafica riduzione degli incentivi a lavorare, risparmiare, produrre
teoria liberista
ostacolo allo sviluppo
Gli effetti della politica di redistribuzione
sostegno alla domanda
teoria keynesiana
stabilizzazione congiunturale
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto La redistribuzione corregge gli fra le diverse categorie di
..................................................
..................................................,
nella distribuzione della
i diversi
..................................................
di attività, i diversi
..................................................
di imposta sui redditi maggiori e
..................................................
per i redditi minori.
aggravi
•
•
fattori
territori
•
gratuiti
•
..................................................,
..................................................
persone
•
della produzione. Opera mediante
..................................................
ricchezza
•
..................................................
i diversi
riduzioni
•
di imposta o servizi
settori
•
squilibri
2. Scegli il termine esatto fra i tre proposti 1. Le politiche di redistribuzione tendono a realizzare risultati di efficienza/equità/ stabilità. 2. La redistribuzione funzionale è diretta ad attenuare le diseguaglianze fra i diversi ambiti territoriali/fattori produttivi/settori economici. 3. L’opportunità di una politica di redistribuzione è sostenuta soprattutto dagli economisti classici/keynesiani/neoliberisti.
65
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
2. La stabilizzazione L’economia di mercato ha un andamento ciclico APPROFONDIMENTO Gli stabilizzatori automatici
È necessario un giusto equilibrio fra consumo, risparmio e investimenti
Secondo gli economisti classici e neoclassici l’equilibrio si realizza automaticamente
66
Nel libero mercato l’andamento dell’economia non si svolge in modo uniforme, ma si alternano periodi di espansione a periodi di recessione. Le fasi di espansione sono caratterizzate da incremento della produzione e dell’occupazione e aumento generalizzato dei prezzi; nelle fasi di recessione si ha una contrazione delle attività produttive, dell’occupazione e dei prezzi. Questo andamento ciclico non desta particolari preoccupazioni finché si mantiene entro limiti ridotti, ma, se le oscillazioni sono molto ampie o irregolari, può essere necessario un intervento pubblico per evitare forti spinte inflazionistiche o situazioni di grave disoccupazione. È questa la funzione della stabilizzazione, che è fondata sulla teoria economica keynesiana [ÑM1 U1 par. 5]. È opportuno ricordare quali sono le condizioni che assicurano l’equilibrio del sistema economico. Nel breve periodo non si possono aumentare i fattori produttivi (forza lavoro, capitale, risorse naturali, capacità imprenditoriali); l’incremento della produzione è quindi possibile fino al limite del pieno impiego dei fattori produttivi disponibili. Entro questo limite, la possibilità di espandere la produzione dipende dalla domanda di beni di consumo e di beni di investimento. È necessario che il livello dei consumi sia tale da garantire sul mercato uno sbocco ai beni e ai servizi prodotti dalle imprese e che il livello degli investimenti sia tale da rendere possibile un incremento delle attività produttive. A tal fine, è indispensabile che tutto il reddito non destinato ai consumi (e cioè tutto il risparmio) affluisca alle imprese e venga trasformato in nuovi mezzi di produzione. Gli economisti classici e neoclassici [ÑM1 U1 par. 5] ritenevano che il libero gioco delle forze di mercato fosse in grado di realizzare automaticamente l’equilibrio fra consumi, risparmio e investimenti. Secondo la loro teoria, l’elemento equilibratore che consente di sanare gli eventuali squilibri del mercato è la modificazione dei prezzi dei prodotti e dei tassi di interesse, e questa modificazione avviene automaticamente in conseguenza delle variazioni della domanda e dell’offerta, nel rapporto fra le imprese e le famiglie. I compensi pagati dalle imprese per l’acquisizione dei fattori produttivi, e cioè le rendite, i salari, i profitti e gli interessi, vengono spesi dalle famiglie per acquistare sul mercato i beni e i servizi prodotti dalle imprese; se ciò non avviene, la scarsa domanda provoca un ribasso dei prezzi e ciò fa aumentare la domanda fino all’assorbimento di tutta l’offerta (teoria degli sbocchi). La parte del reddito risparmiata dalle famiglie è offerta da esse sul mercato dei capitali e quindi ritorna in circolazione, dando luogo a nuovi investimenti in beni strumentali da parte delle imprese; se l’offerta di risparmio è eccessiva o, al contrario, troppo scarsa rispetto alla domanda per investimenti, ne deriva una modifica del tasso di interesse che fa variare la domanda e l’offerta dei capitali fino a ristabilire l’equilibrio fra risparmio e investimenti.
Redistribuzione, stabilizzazione e sviluppo
A questa concezione ottimistica si contrappongono le critiche formulate da Keynes. Egli mette in rilievo che la formazione del risparmio e l’attività di investimento fanno capo a operatori diversi (le famiglie e le imprese), che agiscono sulla base di motivazioni differenti. Le imprese sono propense a investire se il costo del capitale (vale a dire il tasso di interesse) è inferiore al rendimento atteso dall’investimento, mentre la propensione delle famiglie a risparmiare non dipende dal tasso di interesse ma dal livello del reddito di cui esse dispongono (redditi familiari bassi lasciano scarso margine per il risparmio, qualunque sia il tasso di interesse sul mercato dei capitali). Il tasso di interesse quindi non può avere la funzione di elemento equilibratore. Non è detto, poi, che tutto il risparmio disponibile venga effettivamente investito: per varie ragioni esso può essere conservato dai risparmiatori in forma liquida o facilmente liquidabile (depositi bancari a vista, titoli a brevissimo termine ecc.), oppure può essere immobilizzato in beni improduttivi (oro, oggetti da collezione ecc.) uscendo in tal modo dal circuito della produzione. Può accadere dunque che una certa parte del reddito non venga spesa né per consumi né per investimenti. La domanda viene così a diminuire e tende a rimanere inferiore all’offerta; la produzione allora si contrae fino ad adeguarsi al ridotto volume di domanda. Si realizza così una situazione di equilibrio fra domanda e offerta, caratterizzata però da un notevole grado di disoccupazione e da un basso livello di reddito (equilibrio di sottoccupazione). In questa situazione è difficile che si creino spontaneamente le premesse per una ripresa, in quanto i ridotti redditi familiari non danno margine per la formazione del risparmio, pregiudicando la possibilità di investimenti. L’intervento dello Stato può allora ristabilire l’equilibrio mediante la spesa pubblica, che è una componente fondamentale della domanda globale. Alla spesa delle famiglie per i consumi e a quella delle imprese per gli investimenti si aggiunge la spesa della Pubblica amministrazione diretta a soddisfare i bisogni attuali della collettività (consumi pubblici) e a dotare il paese di infrastrutture e beni produttivi (investimenti pubblici). Nella fase di recessione, quando i consumi e gli investimenti privati sono molto bassi, l’incremento della spesa pubblica può costituire il mezzo per rilanciare la domanda globale e portarla al livello di equilibrio. Occorre inoltre considerare che ogni variazione della spesa pubblica provoca sul mercato una serie di reazioni a catena, per effetto delle quali la variazione della domanda globale diventa molto più ampia rispetto all’entità della spesa: l’incremento della domanda determina l’aumento della produzione, con conseguente aumento dell’occupazione e quindi del reddito, e a sua volta l’incremento del reddito rende possibile un nuovo incremento della domanda e quindi un nuovo incremento della produzione, dell’occupazione e del reddito, e così via in un processo cumulativo di effetti (principio del moltiplicatore). Viceversa, nelle fasi di congiuntura favorevole è necessario contrarre la spesa pubblica per controbilanciare l’espansione di consumi e investimenti privati; si può evitare, così, che la domanda globale sia eccessiva rispetto all’offerta e generi inflazione.
U N I TÀ 4
Keynes dimostra che non sempre il mercato realizza un equilibrio di piena occupazione…
… e ciò rende necessario l’intervento della spesa pubblica per rilanciare la domanda
Gli effetti dell’intervento si amplificano mediante reazioni a catena
Nelle fasi di espansione è necessario contrarre la spesa pubblica
67
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
Sintesi grafica uguaglianza fra offerta (reddito prodotto) e domanda (reddito impiegato) per consumi e investimenti Condizioni dell’equilibrio
uguaglianza fra risparmio (reddito non impiegato per consumi) e investimento
Teoria classica
Teoria keynesiana
risparmio risparmio investimento
funzione diretta del funzione inversa del
il tasso di interesse è equilibratore tra
tasso di interesse
risparmio investimenti
funzione diretta del reddito funzione inversa del tasso di interesse
investimento
funzione diretta dell’efficienza marginale del capitale
non vi è alcun elemento equilibratore fra
risparmio investimenti
tutto il risparmio è investito
è possibile che una parte del risparmio non sia investita
accade allora che
accade allora che
tutto il reddito prodotto è impiegato
per consumi per investimenti
tutta l’offerta trova sbocco nella domanda
parte del reddito prodotto non è impiegato
una parte dell’offerta non trova sbocco nella domanda
la scarsa domanda fa ridurre
le crisi economiche sono soltanto
temporanee circoscritte
né per consumi né per investimenti
la produzione l’occupazione i consumi e il risparmio gli investimenti
crisi economica duratura
la spesa pubblica può creare domanda aggiuntiva
non occorre alcun intervento del settore pubblico
68
la domanda aggiuntiva stimola la ripresa
>>>
Redistribuzione, stabilizzazione e sviluppo
U N I TÀ 4
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto La stabilizzazione corregge gli squilibri di
..................................................
o di
..................................................
la spesa pubblica per sostenere i la
..................................................
aumenta
•
•
congiunturali
•
..................................................
..................................................
..................................................
investimenti
per evitare gravi situazioni
e gli
..................................................
e l’.................................................. ; nelle fasi di espansione
pubblica per evitare che la il livello dei
..................................................
. Lo Stato nelle fasi di recessione
•
.................................................
e favorire
..................................................
la spesa
diventi eccessiva e faccia aumentare troppo
.
consumi
occupazione
•
•
contrae
prezzi
•
•
disoccupazione
produzione
•
domanda
•
inflazione
2. Completa la tabella La politica fiscale per la stabilizzazione La situazione
Il rischio
Il correttivo
Nelle fasi
..................................................
Grave
..................................................
di recessione
dei consumi,
..................................................
della spesa
degli investimenti
pubblica
e del reddito
e
..................................................
del prelievo per
..................................................
la domanda Nelle fasi
..................................................
Spinte
..................................................
di espansione
dei consumi,
..................................................
della spesa pubblica
degli investimenti
e
e del reddito
del prelievo per
..................................................
..................................................
la domanda
3. Limiti e rischi della politica fiscale per la stabilizzazione La condizione necessaria affinché nei periodi di crisi possano verificarsi gli effetti della politica fiscale di stabilizzazione è che la produzione aumenti, e ciò avviene quando vi è sul mercato la disponibilità di tutti i fattori produttivi necessari. Se nel mercato vi è soltanto disponibilità di manodopera, ma mancano capitali o capacità imprenditoriali, si ha una strozzatura che impedisce l’incremento della produzione. In queste condizioni l’espansione della domanda globale, non fronteggiata da un adeguato aumento dell’offerta, può provocare un rialzo dei prezzi e determinare una spinta inflazionistica con tutte le distorsioni economiche che essa può comportare. Quando l’espansione della spesa è di notevole entità e si prolunga nel tempo, può accadere che i consumi e gli investimenti pubblici assorbano non
La politica fiscale di stabilizzazione comporta rischi: spinte inflazionistiche…
… effetti di spiazzamento…
69
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
soltanto le risorse che sul mercato erano rimaste inutilizzate (lavoratori disoccupati, risparmio non investito), ma anche Crowding out una parte di quelle che, una volta avviata la ripresa, avrebIl signimcato letterale dell’espressione è quello di “sfolbero potuto essere impiegate validamente nelle attività del lare”,“spingere via da uno spazio ristretto”. Rende bene l’idea della forzatura che si verimca quando l’incremento settore privato. Se questo accade, l’intervento pubblico didegli investimenti pubblici mnisce con l’impedire agli venta dannoso perché spiazza le iniziative private riducendo investimenti privati la possibilità di accedere alle limitate sul mercato la disponibilità dei fattori necessari all’attività quantità di risparmio presenti sul mercato dei capitali. delle imprese (crowding out). La politica fiscale di stabilizzazione può comportare anche notevoli rischi … gravi deficit nei conti per l’equilibrio della finanza pubblica. pubblici… L’espansione della spesa genera un disavanzo di bilancio che viene coperto mediante l’indebitamento. Ne deriva la necessità di stanziare in bilancio, negli anni successivi, le somme necessarie per provvedere al pagamento degli interessi e al rimborso dei prestiti in scadenza. Si determina, così, un aumento della spesa, destinato non ad accrescere i consumi o gli investimenti pubblici, ma soltanto a fronteggiare gli impegni del debito pubblico. Può addirittura verificarsi la necessità di contrarre nuovi prestiti per far fronte agli oneri di quelli precedenti: in tal modo il disavanzo si aggrava e l’espansione della spesa si autoalimenta, rischiando di sfuggire a ogni possibilità di controllo (questo è accaduto negli anni Ottanta del secolo scorso in Italia). … difficoltà nell’attuare Nelle fasi di congiuntura favorevole, quando il livello dei consumi e degli politiche restrittive… investimenti privati è elevato, sarebbe necessario ridurre la spesa pubblica per controbilanciare l’aumento della domanda privata, in modo da evitare che la domanda complessiva superi l’offerta e dia luogo a inflazione. Ma le misure rivolte a tagliare le spese comportano notevoli difficoltà perché incontrano resistenze presso i cittadini e possono determinare tensioni sociali. In definitiva, se è facile adottare misure di espansione della spesa, è difficile tornare indietro. Fra l’altro, una restrizione drastica e improvvisa della spesa pubblica potrebbe provocare una caduta della domanda globale con conseguente riduzione delle attività produttive e dell’occupazione. … come è stato evidenziato I rischi e gli svantaggi della politica fiscale per la stabilizzazione sono stati dalle scuole neoliberiste: messi in luce dagli economisti di scuola neoliberista a partire dagli anni Sessanta del Novecento. la scuola monetarista… La scuola monetarista di Chicago, il cui principale esponente è Milton Friedman, afferma che i ricorrenti squilibri del sistema economico hanno cause prevalentemente monetarie; le recessioni sono cagionate da insufficienza dei mezzi di pagamento in circolazione e l’inflazione deriva da un’eccessiva offerta di moneta. Di conseguenza, lo strumento più adatto per stabilizzare l’economia non è la politica fiscale ma la politica monetaria, costituita da un controllo rigoroso e continuo della quantità di moneta, che va accresciuta gradualmente; lo scopo è quello di preservare a lungo la stabilità dei prezzi, in modo che gli operatori economici possano effettuare le loro previsioni e i loro progetti in condizioni di sicurezza. … la nuova macroeconomia Più drastiche sono le posizioni della nuova macroeconomia classica, classica… sostenute da un gruppo di studiosi americani il più noto dei quali è Robert Lucas. L’INGLESE DEGLI ECONOMISTI
70
Redistribuzione, stabilizzazione e sviluppo
U N I TÀ 4
Assumendo come base la teoria monetarista, ma andanL’INGLESE DEGLI ECONOMISTI do ben oltre la posizione di Friedman, si sostiene che la Policy mix politica di stabilizzazione è inutile, perché gli operatori L’espressione, genericamente, può essere riferita a qualunque combinazione di diversi strumenti di intereconomici utilizzano al meglio le informazioni di cui divento ma, di solito, viene usata per indicare la comspongono e agiscono in base ad aspettative razionali; ciò binazione di politica monetaria e politica mscale per vuol dire che sono in grado di prevedere gli interventi del perseguire un obiettivo con maggiore efmcacia o per Governo o delle autorità monetarie e riescono a neutralizperseguire più obiettivi contemporaneamente. zarne gli effetti modificando la propria attività. Pertanto, l’unica forma di intervento che può avere qualche efficacia è quella diretta a ridurre l’inflazione mediante una rapida e improvvisa restrizione della quantità di moneta in circolazione, tale da non poter essere prevista dagli operatori. … la scuola delle scelte La politica fiscale come strumento di stabilizzazione è criticata anche da pubbliche James Buchanan e dalla sua scuola delle scelte pubbliche. Le manovre di finanza pubblica, secondo questi economisti, non sono sempre ispirate a princìpi di razionalità economica, perché l’operatore pubblico deve tener conto di numerosi condizionamenti. Gli organi politici adottano facilmente (e a volte con leggerezza) manovre dirette a espandere la doAPPROFONDIMENTO manda mediante incrementi della spesa pubblica e alleggerimenti fiscali; Un esempio di policy mix incontrano invece grosse difficoltà quando si tratta di attuare misure restrittive (maggiori imposte e tagli alla spesa pubblica), che sono impopolari e possono far diminuire il consenso degli elettori. Queste critiche hanno indotto gli economisti di scuola keynesiana (Paul Gli economisti neokeynesiani Samuelson, James Tobin, Franco Modigliani e, più di recente, Gregory hanno rielaborato le teorie Mankiw, Joseph Stiglitz e altri) a rielaborare le teorie di Keynes rivalutando di Keynes… il ruolo della politica monetaria. La Nuova economia keynesiana (Nek) suggerisce di adottare contestualmente misure fiscali e monetarie in un policy mix che renda possibile il coordinamento dei rispettivi effetti. … ritengono utili le manovre Le manovre monetarie dirette a ridurre la quantità di moneta in circomonetarie… lazione sono considerate utili ed efficaci per frenare rapidamente le spinte inflazionistiche. … e le manovre fiscali dal lato La politica fiscale è ritenuta idonea a correggere situazioni di recessione, delle entrate… ma, a differenza di quanto sosteneva Keynes, i neokeynesiani mettono l’accento sulla manovra delle entrate più che su quella della spesa. Osservano infatti che, in caso di recessione, l’alleggerimento della tassazione lascia ai privati una disponibilità di reddito che rende possibile un incremento della domanda e stimola la produzione. In ogni caso, essi riconoscono che le politiche di stabilizzazione devono essere adottate con cautela, evitando di intervenire per correggere piccole instabilità temporanee. L’incremento della spesa, se non assume dimensioni eccessive, è con… mentre l’incremento della siderato un efficace strumento di stabilizzazione solo quando il sistema spesa dovrebbe essere effettuato attraversa una grave e duratura fase di depressione: in tal caso, di fronte solo in caso di gravi recessioni all’urgenza di favorire una ripresa che il mercato non riesce ad avviare, i possibili effetti negativi della manovra possono apparire meno importanti rispetto agli effetti positivi che essa può determinare sulla produzione, sull’occupazione e sul reddito.
71
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
Sintesi grafica
I rischi della manovra della spesa
sul sistema economico
• spinte inflazionistiche • spiazzamento delle iniziative private
sulla finanza pubblica
• disavanzi di bilancio • difficoltà delle politiche restrittive
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto La manovra della può
..................................................
..................................................
Gli economisti la politica
pubblica per la stabilizzazione comporta vari rischi:
le iniziative private e può creare
..................................................
..................................................
. I
crisi
•
•
disavanzi
spiazzare
..................................................
•
monetaria
di bilancio.
ritengono che per stabilizzare il mercato sia preferibile sostengono che l’incremento della spesa
..................................................
pubblica andrebbe limitato ai soli casi di grave di intervenire per
..................................................
•
..................................................
economica evitando
squilibri.
neokeynesiani
•
neoliberisti
•
piccoli
•
spesa
2. Collega ogni espressione della colonna sinistra con una della colonna destra 1. Strozzatura
a. Nuova economia keynesiana
2. Condizionamenti dell’operatore pubblico
b. Spiazzamento degli investimenti privati
3. Policy mix
c. Nuova macroeconomia classica
4. Crowding out
d. Carenza di un fattore produttivo
5. Aspettative razionali
e. Scuola delle scelte pubbliche
1
2
3
4
5
4. Lo sviluppo La politica di sviluppo richiede interventi di lungo periodo…
… diretti a incrementare l’offerta di risorse produttive…
… mediante investimenti infrastrutturali…
72
Mentre la politica di stabilizzazione ha lo scopo di assicurare nel breve periodo il pieno impiego delle risorse materiali e umane disponibili, la politica di sviluppo ha lo scopo di favorire l’incremento delle risorse nel lungo periodo, in modo da potenziare le capacità produttive del sistema economico e creare le condizioni per un costante aumento del reddito nazionale. Per assicurare al sistema economico uno sviluppo adeguato e duraturo è necessario incrementare l’offerta delle risorse produttive, soprattutto di quelle che nel paese sono carenti, e aumentare la produttività di quelle disponibili. Lo strumento di intervento per lo sviluppo è la spesa per investimenti pubblici a lungo termine che incidano sulla struttura del sistema economico: ● creazione di infrastrutture, cioè grandi opere pubbliche necessarie per lo sviluppo di qualunque attività produttiva. Particolare importanza hanno le reti che assicurano la circolazione delle persone, delle cose e
Redistribuzione, stabilizzazione e sviluppo
delle informazioni (strade, autostrade, ferrovie, porti, aeroporti, impianti per le telecomunicazioni) e le opere a tutela dell’ambiente e delle risorse naturali (depurazione delle acque, bonifiche, sistemazione idrogeologica del territorio ecc.); ● istruzione e formazione professionale, in maniera da accrescere il numero delle persone dotate di cultura generale e di conoscenze e competenze qualificate, in grado di inserirsi efficacemente nella società e nel mondo del lavoro; ● ricerca scientifica e tecnologica, per favorire la scoperta di nuove materie prime o di nuove forme di energia e la creazione di processi produttivi più avanzati; ● potenziamento delle funzioni pubbliche essenziali (legalità, sicurezza del territorio, lotta alla criminalità, efficienza delle strutture amministrative e giudiziarie), che costituiscono i necessari prerequisiti dello sviluppo economico perché consentono ai privati di indirizzare liberamente le loro energie e i loro capitali verso le attività produttive. Per agevolare lo sviluppo, alla spesa per gli investimenti pubblici può unirsi una serie di incentivi fiscali diretti a favorire il risparmio e il sorgere di nuove iniziative imprenditoriali: alleggerimento delle imposte sulle nuove imprese, agevolazioni fiscali per l’autofinanziamento, eliminazione delle imposte che possono intralciare il mercato dei capitali ecc. Anche la regolazione [ÑM1 U2 par. 4] è uno strumento essenziale per le politiche di sviluppo. La chiarezza delle norme, l’eliminazione di regole antiquate e inefficaci, la semplificazione dei procedimenti amministrativi, la riduzione degli oneri burocratici sono fattori di grande importanza per la crescita e la competitività del sistema produttivo. Le politiche di sviluppo richiedono notevoli mezzi finanziari e manifestano i loro effetti a distanza di tempo; ne deriva un considerevole aumento della spesa pubblica con gravi conseguenze sul disavanzo di bilancio. Si preferisce perciò adottare forme di intervento che coinvolgano anche il capitale privato: non soltanto finanziamenti e altri incentivi alle imprese che investono in opere strutturali o in programmi di ricerca, ma anche forme di partenariato che comportano la collaborazione fra soggetti pubblici e privati per la realizzazione di specifici progetti di sviluppo (project financing o finanza di progetto).
U N I TÀ 4
APPROFONDIMENTO Gli indicatori di sviluppo
Partenariato Il termine deriva dal francese partenaire (equivalente all’inglese partner). Indica la partecipazione comune a una stessa iniziativa (che può essere economica, politica, diplomatica ecc.). Corrisponde all’inglese partnership. … accompagnati da incentivi fiscali…
… da un’adeguata regolazione…
… e da forme di collaborazione fra soggetti pubblici e privati
APPROFONDIMENTO Le opere pubbliche e la finanza di progetto
Il confronto
La politica di stabilizzazione
La politica di sviluppo
Agisce nel breve-medio periodo
Agisce nel lungo periodo
È basata su interventi diretti a regolare la domanda di beni di consumo e di beni strumentali
È basata su interventi diretti a incrementare l’offerta di fattori produttivi
Ha lo scopo di adeguare la domanda alle potenzialità produttive del sistema economico
Ha lo scopo di incrementare nel tempo le potenzialità produttive del sistema economico
73
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
Sintesi grafica infrastrutture e reti
ricerca e tecnologia
investimenti a lungo termine
ambiente e risorse naturali istruzione e formazione
strutture della Pubblica amministrazione
formazione del risparmio
Gli interventi della politica di sviluppo
incentivi fiscali nuove iniziative imprenditoriali
semplificazione burocratica
regolazione riforme legislative
finanziamento di progetti di sviluppo
coinvolgimento dei privati forme di partenariato
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto La politica di sviluppo ha lo scopo di incrementare le per rafforzare la capacità la
..................................................
crescita
•
lungo
•
nel
..................................................
..................................................
produttiva
•
..................................................
materiali e umane
del sistema economico e assicurare
periodo.
risorse
2. Completa la frase inserendo i termini appropriati La politica di sviluppo si fonda su investimenti pubblici a diretti a creare
..................................................
professionale, promuovere la essenziali.
74
..................................................
, diffondere l’.................................................. e la
..................................................
termine
..................................................
scientifica, potenziare le
..................................................
Strumenti per il ripasso
U N I TÀ 4
Strumenti per il ripasso | Sintesi INTERROGAZIONE SIMULATA
SINTESI AD ALTA ACCESSIBILITÀ
1. La politica di redistribuzione corregge gli squilibri del mercato nella distribuzione della ricchezza. Può perseguire i seguenti scopi: evitare grosse concentrazioni di ricchezza nelle mani di pochi e situazioni diffuse di povertà (redistribuzione individuale e sociale); impedire condizioni di privilegio o di sfavore fra i settori dell’agricoltura, dell’industria e dei servizi (redistribuzione settoriale); ridurre le disparità fra zone sviluppate e zone depresse (redistribuzione territoriale); rendere più eque le remunerazioni dei diversi fattori produttivi (redistribuzione funzionale). La redistribuzione si applica con gli strumenti della finanza pubblica e consiste nel contrarre il reddito di alcune categorie mediante aggravi di imposte e incrementare il reddito di altre mediante sgravi fiscali o sussidi, o mediante l’erogazione di servizi gratuiti. Sull’opportunità e gli effetti delle politiche redistributive vi è contrasto fra gli economisti di indirizzo liberista e quelli di indirizzo keynesiano.
2. La politica di stabilizzazione agisce a breve-medio termine e ha lo scopo di attutire gli squilibri congiunturali per evitare situazioni di grave disoccupazione nelle fasi di recessione e di forte inflazione nelle fasi di espansione. Secondo la teoria keynesiana, le recessioni sono determinate da carenza della domanda per consumi e per investimenti: l’offerta tende ad adeguarsi alla scarsa domanda e si crea una situazione di equilibrio fra domanda e offerta, caratterizzata da basso reddito e notevole disoccupazione. Lo Stato, per combattere la recessione, interviene con lo strumento fiscale, aumentando la spesa pubblica per rilanciare la domanda. L’incremento della spesa determina una serie di reazioni che, cumulandosi fra loro, fanno sì che il reddito nazionale aumenti in misura multipla rispetto alla variazione iniziale della spesa. Viceversa, nelle fasi di espansione si contrae la spesa e si aumenta il prelievo
fiscale per frenare la domanda e combattere l’inflazione.
3. Vi sono limiti e rischi nella politica fiscale per la stabilizzazione: se alcune risorse produttive sono carenti, la produzione non può aumentare e l’espansione della domanda si traduce soltanto in un rialzo dei prezzi diventando causa di inflazione; l’eccessiva espansione dell’economia pubblica può scoraggiare le iniziative private; l’espansione della spesa genera disavanzi e aggrava l’indebitamento. Gli economisti neoliberisti mettono in evidenza queste conseguenze negative della politica fiscale e ritengono che lo strumento più adatto ai fini della stabilizzazione sia la politica monetaria, per controllare la quantità di moneta in circolazione e così assicurare la stabilità dei prezzi e dare sicurezza al mercato. Gli economisti neokeynesiani ammettono l’opportunità di un mix fra politica fiscale e monetaria e riconoscono che l’intervento della spesa pubblica andrebbe riservato solo ai casi di recessioni molto gravi.
• • •
4. La politica di sviluppo agisce nel lungo periodo e ha lo scopo di incrementare l’offerta di risorse materiali e umane necessarie alla produzione. Lo strumento principale è rappresentato dagli investimenti pubblici per infrastrutture, istruzione e formazione, ricerca scientifica, lotta alla criminalità ecc. Agli investimenti pubblici si possono unire incentivi fiscali ai privati per sostenere attività di ricerca e nuove iniziative imprenditoriali. Si fa pure ricorso a forme di partenariato fra enti pubblici e soggetti privati per collaborare nella realizzazione di specifici progetti di sviluppo. Anche la regolazione è uno strumento efficace per favorire lo sviluppo mediante la semplificazione dei procedimenti amministrativi, la riduzione degli oneri burocratici e un sistema di norme chiare che creino condizioni di certezza negli operatori.
75
Strumenti per il ripasso
UNITÀ 4
Strumenti per il ripasso | Mappa
MAPPA PERSONALIZZABILE
Le funzioni macroeconomiche correggono gli squilibri del sistema economico redistribuzione evitare:
obiettivo
interventi
• concentrazioni di ricchezza • vaste aree di povertà
a livello
• sociale • territoriale • funzionale • settoriale
fiscali • sgravi e contributi • sussidi • erogazione beni di merito teorie neoliberiste: ostacolo allo sviluppo
effetti
diversi orientamenti teorie keynesiane: sostegno alla domanda
stabilizzazione
obiettivo
correggere squilibri congiunturali
interventi
diversi orientamenti
disoccupazione in fase di recessione inflazione in fase di espansione
teoria classica: equilibrio automatico teoria keynesiana: politica fiscale teoria neoliberista: politica monetaria teoria neokeynesiana: mix di politiche fiscali e monetarie
effetti
limiti e rischi delle politiche fiscali
obiettivo
crescita nel lungo periodo
interventi
pubblici • investimenti normative • semplificazioni • forme di partenariato
effetti
potenziamento delle risorse produttive
sviluppo
76
efficacia nelle crisi gravi e durature
Verifica formativa
1. Scegli l’unica risposta esatta fra le quattro indicate 1. La politica di redistribuzione ha lo scopo di correggere: A la distribuzione del reddito operata dal mercato £ B la distribuzione del reddito fra consumi £ e investimenti C la distribuzione delle risorse fra settore pubblico £ e privato D la distribuzione del risparmio fra impieghi a lungo £ e a medio termine 2. Gli economisti di indirizzo liberista sostengono che la politica di redistribuzione: A favorisce lo sviluppo economico £ B ostacola lo sviluppo economico £ C favorisce l’allocazione delle risorse £ D ostacola il livellamento dei redditi £
3. 1. 2. 3. 4. 5. 6.
V£ F£ V£ F£
Connect the expressions on the left column with the corresponding on the right Sectoral distribution a. Fiscal and monetary Public expenditure operations Cumulative effects b. Short-to-medium-term Economic imbalances operations The Chicago School c. Agriculture and Policy mix manufacturing d. Control of money supply e. Global demand f. Fiscal multiplier 2
3
4
5
6
4. Correggi l’errore contenuto in ciascuna delle seguenti frasi 1. Secondo gli economisti liberisti la redistribuzione giova allo sviluppo. 2. Secondo Keynes fra la spesa pubblica e la domanda globale esiste una correlazione inversa. 3. Secondo Friedman lo strumento più adatto a stabilizzare l’economia è la politica mscale. 4. Secondo Lucas gli operatori economici agiscono in base ad aspettative irrazionali. 5. La politica di sviluppo è diretta a incrementare la domanda di risorse materiali e umane. 6. La stabilizzazione congiunturale opera nel lungo periodo.
4. L’opportunità di manovre a breve-medio termine per stabilizzare l’economia è sostenuta: A dalla scuola monetarista £ B dalla scuola delle scelte pubbliche £ C dalla nuova macroeconomia classica £ D dalla scuola keynesiana £ 5. L’intervento pubblico per lo sviluppo economico: A è ritenuto utile anche dai liberisti £ B è posto in essere dalle autorità monetarie £ C ha lo scopo di ridurre le oscillazioni cicliche £ D è fondato su manovre a breve termine £
5. Individua il concetto che corrisponde alle seguenti definizioni 1. Il criterio redistributivo volto a correggere squilibri fra agricoltura e industria. 2. La fase del ciclo contraddistinta da incremento dell’occupazione e aumento dei prezzi. 3. La teoria classica secondo cui l’attività di produzione genera un adeguato nusso di domanda. 4. La scuola economica che sostiene l’inutilità delle politiche di stabilizzazione. 5. L’effetto che si verimca quando l’espansione della spesa pubblica ostacola gli investimenti privati. 6. La politica economica diretta a incrementare l’offerta di risorse nel lungo periodo.
6. La politica di sviluppo è diretta a: A regolare la domanda per consumi e investimenti £ B incrementare la quantità di mezzi di pagamento £ in circolazione C sostenere con sussidi le imprese in situazione £ di crisi D incrementare l’offerta di fattori produttivi £ 2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false e, se sono false, spiega perché 1. La politica mscale per la redistribuzione è criticata dai neokeynesiani. V£ 2. La politica mscale per la stabilizzazione è criticata dai neoliberisti. V£ 3. La politica di stabilizzazione agisce dal lato dell’offerta. V£ 4. La politica mscale nelle fasi di recessione si basa sull’incremento del prelievo. V£
5. La politica di sviluppo è basata sull’espansione della domanda. 6. Se vi sono risorse disponibili l’incremento della domanda fa aumentare la produzione.
1
3. La politica di stabilizzazione ha lo scopo di: A incrementare la domanda nelle fasi di espansione £ B contrarre l’offerta nelle fasi di recessione £ C contrarre l’offerta nelle fasi di espansione £ D incrementare la domanda nelle fasi di recessione £
U N I TÀ 4
F£ F£ F£ F£
TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
77
Politica economica nazionale e integrazione europea
Conoscenze
Abilità
• Il graduale processo di integrazione europea • I princìpi che regolano le competenze dell’Unione • L’unione monetaria e i criteri di convergenza • Gli organi e gli obiettivi della politica monetaria europea • La politica mscale nazionale: vincoli e coordinamento
• Riconoscere le tappe essenziali dell’integrazione europea • Individuare i criteri di coordinamento fra le competenze dell’Unione e quelle degli Stati membri
• Ricercare il collegamento fra integrazione economica e integrazione politica a livello europeo
• Valutare in che modo l’appartenenza all’eurozona incide sulla politica economica degli Stati membri
Politica economica nazionale e integrazione europea
U N I TÀ 5
1. L’integrazione europea Sappiamo che… L’Unione europea è un organismo sovranazionale e ciò vuol dire che i suoi poteri sono sovraordinati rispetto a quelli degli Stati membri: questi infatti, con i Trattati istitutivi, hanno volontariamente limitato la propria sovranità nella misura necessaria alla realizzazione dei loro obiettivi comuni, attribuendo alle istituzioni comunitarie funzioni normative, esecutive e giudiziarie. Pertanto, gli organi comunitari, nei limiti delle proprie competenze, emanano norme giuridiche, provvedimenti amministrativi e sentenze che hanno efmcacia immediata negli Stati membri.
Gli Stati europei, fra cui l’Italia, sono integrati nell’Unione europea, L’economia del nostro paese alla quale hanno attribuito poteri e competenze per il conseguimento di è integrata in quella europea obiettivi comuni (unione economica e monetaria, sviluppo sostenibile, coesione economica e sociale, solidarietà fra gli Stati membri, condizioni di pace, giustizia e sicurezza). Attualmente gli Stati membri sono ventisette (con il referendum del 2016 la Gran Bretagna ha votato per la propria uscita). L’integrazione è stata attuata L’integrazione europea ha avuto inizio quando, con il Trattato di Roma gradualmente… del 25 maggio 1957, fu istituita la Comunità economica europea (denominata poi Comunità europea). Gradualmente sono state instaurate politiche economiche comuni nei più importanti settori (agricolo, industriale, finanziario, scolastico, sanitario, culturale, scientifico, tecnologico, ambientale, sociale); sono state dettate le regole per assicurare la libertà di concorrenza (divieto di accordi fra imprese finalizzati a ostacolare il gioco della concorrenza; divieto delle pratiche di dumping dirette ad applicare all’interno di un paese Dumping un prezzo diverso da quello attuato all’esterno; divieto di È la vendita di un bene o di un servizio su un mercato concedere alle imprese nazionali aiuti che possano incidere estero a un prezzo inferiore rispetto a quello che per il medesimo prodotto viene praticato sul mercato sulla loro competitività); è stata attuata la libertà di stabiinterno del paese esportatore. È una misura che altera limento, cioè la possibilità, per ogni soggetto, di svolgere la concorrenza perché riduce la competitività delle attività commerciali, industriali o professionali in tutti gli imprese che operano nel paese importatore. Stati membri in condizioni di parità con gli operatori locali. Dal 1° gennaio 1993 l’integrazione economica europea è stata completata … fino alla completa con l’eliminazione di tutte le barriere che ancora ponevano ostacoli alla integrazione economica… libera circolazione di prodotti, servizi, persone, capitali, imprese; sono state soppresse le frontiere fra gli Stati membri all’interno del territorio comunitario con l’abolizione di ogni forma di controllo (anche di ordine pubblico o sanitario); è stato organizzato il sistema dei controlli alle frontiere esterne, nei rapporti con i paesi extracomunitari; è stata unificata la normativa sulla produzione e sull’identificazione delle merci, rendendo in tal modo effettivo e operante un unico mercato europeo. La soppressione delle frontiere interne e il sistema dei controlli alle frontiere esterne sono regolati dalla Convenzione di Schengen. In casi di grave rischio per l’ordine pubblico e la sicurezza interna, gli Stati membri possono temporaneamente ripristinare i controlli alle proprie frontiere, dandone preventiva comunicazione al Parlamento europeo.
79
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
Con il Trattato sull’Unione europea, sottoscritto a Maastricht il 7 febbraio 1992, si è dato avvio all’Unione monetaria (che attualmente comprende diciannove Stati membri) con la creazione di una moneta unica (l’euro) e l’istituzione di una Banca centrale europea che ha la responsabilità della politica monetaria europea. Con lo stesso trattato è stata attribuita all’Unione europea anche la competenza di definire una politica estera e di sicurezza comune. Con il Trattato di Nizza (11 dicembre 2000) e con l’approvazione della Carta dei diritti fondamentali sono stati riaffermati i valori su cui è fondata l’Unione europea: la dignità della persona, la libertà, l’uguaglianza, la solidarietà, la cittadinanza, la giustizia. Con il Trattato di riforma, firmato a Lisbona il 13 dicembre 2007, sono state ristrutturate le norme sull’organizzazione e il funzionamento delle istituzioni europee ed è stato riconosciuto che l’Unione europea ha personalità giuridica e ha sostituito la Comunità europea.
… e all’Unione monetaria
Nel 2000 la Carta dei diritti fondamentali
Nel 2007 il Trattato di riforma dell’Unione europea
Sintesi grafica
• Comunità economica europea (1957) • politiche economiche comuni • libertà di concorrenza • libertà di stabilimento • abolizione delle frontiere • Unione europea (1992) Le tappe dell’integrazione europea
della moneta
unificazione della politica monetaria
• Carta dei diritti fondamentali (2000) • Trattato di riforma (2007) Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto L’integrazione europea è un processo del
..................................................
e l’attuazione del mercato
..................................................
unica e all’istituzione della Banca
•
frontiere
..................................................
, iniziato con il Trattato di Roma
, sviluppato con l’abolizione delle
•
•
moneta
•
interne
, fino all’introduzione della
..................................................
graduale
..................................................
..................................................
centrale europea.
unico
•
1957
2. Collega ogni espressione della colonna sinistra con una della colonna destra
80
1. Trattato di Roma
a. Riforma delle istituzioni
2. Convenzione di Schengen
b. Cee
3. Trattato di Maastricht
c. Frontiere esterne
4. Trattato di Lisbona
d. Unione europea
1
2
3
4
Politica economica nazionale e integrazione europea
U N I TÀ 5
2. Le competenze dell’Unione europea e le politiche nazionali Le competenze dell’Unione europea sono regolate dal principio di attribuzione, in base al quale l’Unione agisce nei limiti delle competenze che le sono attribuite dagli Stati membri nei Trattati. In alcuni settori (come l’unione doganale, le regole di concorrenza o la politica monetaria) la competenza dell’Unione è esclusiva: soltanto a essa spetta di emanare norme e adottare atti giuridicamente vincolanti. Negli altri settori (come, per esempio, la politica sociale, l’ambiente, la protezione dei consumatori, l’energia) la competenza dell’Unione è concorrente con quella degli Stati membri. Si applica quindi in queste materie il principio di sussidiarietà, in base al quale l’Unione può operare soltanto nei casi in cui la realizzazione degli obiettivi comunitari richiede azioni che, per la loro portata o per i loro effetti, non possono essere attuate con sufficiente efficacia dai singoli Stati membri. In ogni caso, l’Unione deve osservare il principio di proporzionalità e cioè limitarsi a quanto è necessario per il conseguimento degli obiettivi previsti dai Trattati. Per promuovere il rafforzamento delle politiche di sviluppo e per sostenere il coordinamento delle politiche sociali e occupazionali sono costituiti appositi fondi. Con i fondi strutturali l’Unione europea finanzia progetti diretti a realizzare gli obiettivi prioritari a sostegno della crescita: rafforzare la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico, promuovere l’occupazione, investire in istruzione e formazione, tutelare e migliorare l’ambiente, correggere le diseguaglianze, promuovere l’inclusione sociale e la lotta alla povertà, migliorare l’efficienza della Pubblica amministrazione.
Le competenze dell’Ue sono regolate dai princìpi di attribuzione…
… di sussidiarietà… APPROFONDIMENTO Fondi strutturali europei
… e di proporzionalità
L’Ue finanzia l’attuazione dei progetti di sviluppo Fondi strutturali Strumenti mnanziari a cui è afmdato il perseguimento della mnalità dell’Unione europea di rafforzare e mantenere la convergenza nello sviluppo dei paesi membri.
Sintesi grafica principio di attribuzione
agire nelle materie previste dai trattati
principio di sussidiarietà
agire quando l’azione dei singoli Stati sarebbe meno efficace
principio di proporzionalità
agire nei limiti del necessario per il conseguimento degli obiettivi
Competenza della Unione europea
obiettivi prioritari
sostegno alla crescita fondi strutturali
>>> 81
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Le politiche europee per lo sviluppo hanno lo scopo di favorire la crescita delle ..................................................
e della
economiche e dell’.................................................. , il potenziamento dell’..................................................
..................................................
..................................................
..................................................
, l’efficienza della Pubblica
amministrazione
•
, la
tutela
•
diseguaglianze
•
dell’ambiente, la correzione delle ..................................................
iniziative
•
istruzione
.
•
occupazione
•
ricerca
2. Completa le frasi inserendo i termini appropriati 1. Il rapporto fra le competenze dell’Unione europea e quelle degli Stati membri è regolato in base ai princìpi di
..................................................
,
..................................................
2. L’Unione europea promuove il rafforzamento delle politiche di e sostiene il coordinamento delle politiche
..................................................
3. I progetti degli Stati membri sono finanziati dai fondi
e
e
..................................................
.
..................................................
..................................................
..................................................
.
.
3. L’area della moneta unica e la politica monetaria europea L’Unione monetaria ha lo scopo di rafforzare l’integrazione
Il presupposto è la convergenza economica e finanziaria…
… che però è di difficile attuazione
La politica monetaria è affidata alla Bce e al Sebc
82
L’Unione monetaria ha segnato una tappa determinante nel processo di integrazione europea e nella creazione di un mercato unico perché la valuta unica semplifica il commercio fra i paesi membri eliminando le oscillazioni dei cambi. Il presupposto per il funzionamento dell’Unione monetaria è che gli Stati membri abbiano analoghi modelli di sviluppo e condizioni non troppo dissimili dal punto di vista economico e finanziario, cosicché le variazioni dei prezzi interni nei singoli paesi tendano verso la stessa direzione e con lo stesso ritmo. Per questa ragione, la partecipazione all’Unione monetaria richiede che ciascuno Stato rispetti i criteri di convergenza stabiliti dal Trattato sull’Unione europea e, in particolare, la stabilità dei prezzi (che è raggiunta quando il tasso medio di inflazione non supera di oltre 1,5 punti percentuali la media dei tre più bassi tassi di inflazione registrati dagli altri Stati membri) e la sostenibilità della finanza pubblica, che è raggiunta quando il deficit di bilancio non supera il 3% del Pil e il debito pubblico non supera il 60% del Pil. Ma nella realtà il rispetto di questi criteri si è rivelato molto problematico; nell’area della moneta unica (la cosiddetta “eurozona”) permangono notevoli differenze fra le condizioni dei singoli Stati e, soprattutto durante la recente crisi economico-finanziaria, si sono avuti gravi squilibri. La politica monetaria dell’Unione europea è affidata alla Banca centrale europea (Bce) e al Sistema europeo delle banche centrali (Sebc), che costituiscono l’Eurosistema. La loro indipendenza è espressamente sancita dal Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.
Politica economica nazionale e integrazione europea
U N I TÀ 5
La Bce ha il diritto esclusivo di emettere le banconote in euro o autorizzarne l’emissione da parte delle Banche centrali nazionali; la coniazione delle monete metalliche può essere effettuata dai singoli Stati con l’approvazione della Bce.
Le norme
Trattato sul funzionamento dell’Unione europea Art. 130 – Nell’esercizio dei poteri e nell’assolvimento dei compiti e dei doveri loro attribuiti dai Trattati e dallo statuto del Sebc e della Bce, né la Banca centrale europea né le Banche centrali nazionali, né i membri dei rispettivi organi decisionali possono sollecitare o accettare istruzioni dalle istituzioni, dagli organi o dagli organismi dell’Unione, dai governi degli Stati membri né da qualsiasi altro organismo. Le istituzioni, gli organi e gli organismi dell’Unione nonché i governi degli Stati membri si impegnano a rispettare questo principio e a non cercare di innuenzare i membri degli organi decisionali della Banca centrale europea o delle Banche centrali nazionali nell’assolvimento dei loro compiti.
Gli organi direttivi della Bce regolano la liquidità di tutto l’Eurosistema e stabiliscono le variazioni dei tassi di riferimento, che valgono per tutti i paesi appartenenti all’Unione monetaria. Le Banche centrali nazionali agiscono in conformità agli indirizzi e alle decisioni della Bce e assicurano il coordinamento fra la politica monetaria europea e il funzionamento dei sistemi bancari nazionali. Come dispone l’articolo 127 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, l’obiettivo prioritario della politica monetaria europea è il mantenimento della stabilità dei prezzi, che consiste nell’evitare prolungati periodi tanto di inflazione quanto di deflazione.
Gli organi direttivi della Bce regolano la liquidità del sistema e i tassi
Obiettivo prioritario è la stabilità dei prezzi APPROFONDIMENTO Vantaggi della stabilità dei prezzi
Sintesi grafica moneta unica Banca centrale europea
politica monetaria unica
L’Unione monetaria
Sistema europeo delle banche centrali
semplificazione del commercio
funzione eliminazione delle oscillazioni dei cambi stabilità dei prezzi e dei tassi di interesse
convergenza sostenibilità della finanza pubblica
>>> 83
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Gli Stati che adottano la moneta di
..................................................
di bilancio e il convergenza
•
..................................................
europea devono rispettare i criteri
e i limiti prestabiliti per il tasso di
..................................................
debito
•
..................................................
, il
............................................
pubblico.
disavanzo
•
inflazione
•
unica
2. Rispondi alle domande 1. Come incide l’adozione della moneta unica sul commercio intracomunitario? 2. Per quale ragione è necessaria l’osservanza dei criteri di convergenza? 3. Quali difficoltà si incontrano per la piena realizzazione dei criteri di convergenza? 4. Come è composto il Sebc? 5. Quali sono i compiti degli organi direttivi della Bce? 6. Qual è l’obiettivo prioritario della politica monetaria europea?
4. Integrazione europea e politica fiscale nazionale La politica fiscale compete agli Stati membri…
… con il necessario coordinamento
APPROFONDIMENTO Il bilancio dell’Unione europea
84
Mentre la politica monetaria, per i paesi dell’eurozona, è gestita a livello europeo, la politica fiscale resta di competenza dei governi nazionali. Ma l’integrazione economica comporta vincoli e necessità di coordinamento nelle politiche fiscali degli Stati membri. Gli aspetti principali riguardano: ● i vincoli alla politica di bilancio. Gli Stati membri dell’eurozona si sono impegnati ad assicurare l’equilibrio dei conti pubblici [Ñ M3]. La recente crisi economica ha evidenziato come le situazioni economico-finanziarie dei singoli Stati siano strettamente interdipendenti fra loro e come le difficoltà e gli squilibri di uno di essi possano mettere a rischio la stabilità degli altri e la stessa solidità della moneta unica. Ne è conseguita l’esigenza di adottare regole più rigorose per il coordinamento e il controllo delle rispettive politiche di bilancio allo scopo di garantire la stabilità finanziaria dell’intera area europea; ● l’esigenza di armonizzazione dei sistemi tributari di tutti gli Stati membri dell’Unione europea. Ovviamente non si tratta di eliminare le differenze esistenti fra i sistemi tributari nazionali, ma di evitare che i differenti trattamenti fiscali previsti nei singoli Stati possano alterare le condizioni della concorrenza e ostacolare la circolazione delle merci, dei capitali e delle attività produttive nell’ambito del mercato unico [ÑM4]; ● il rapporto tra le risorse finanziarie dell’Unione europea e quelle dei singoli Stati membri. L’Unione europea, per conseguire i propri obiettivi, svolge attività finanziaria mediante la gestione di risorse proprie, che derivano da versamenti obbligatori degli Stati membri al bilancio dell’Ue.
Politica economica nazionale e integrazione europea
U N I TÀ 5
Le risorse dell’Unione europea
In Europa
Le risorse che afnuiscono al bilancio dell’Unione comprendono: • una quota dell’Iva applicata dagli Stati membri nei rispettivi territori (Iva comunitaria); • i dazi doganali esterni, applicati dagli Stati membri nel momento in cui importano merci provenienti dai paesi che non fanno parte dell’Unione (all’interno del mercato unico europeo, ovviamente, le merci circolano liberamente e non esistono dazi); • i prelievi agricoli, che sono tributi doganali applicati dagli Stati membri sulle importazioni di prodotti agricoli (aventi soprattutto lo scopo di proteggere la produzione agricola europea dalla concorrenza dei paesi esterni); • i contributi sulla produzione dello zucchero, applicati dagli Stati membri sui quantitativi di zucchero prodotti e immagazzinati. Se il totale di queste risorse è inferiore al fabbisogno previsto nel bilancio comunitario, gli Stati membri integrano la differenza versando una somma pari a una determinata quota del loro Prodotto interno lordo.
Sintesi grafica unificazione non è eliminazione delle differenze
L’armonizzazione dei sistemi fiscali
eliminazione delle distorsioni
è
la concorrenza
che ostacolano
la localizzazione delle imprese
la circolazione delle merci e dei capitali
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto L’
..................................................
europea comporta la necessità di coordinare le politiche
..................................................
degli Stati membri con l’impegno di assicurare l’equilibrio dei
..................................................
pubblici, armonizzare i sistemi
..................................................
al bilancio dell’Unione.
conti
•
fiscali
•
integrazione
•
tributari
•
..................................................
e contribuire con i dovuti
versamenti
2. Spiega brevemente il significato dei seguenti concetti 1. Vincoli alla politica di bilancio 2. Armonizzazione dei sistemi tributari 3. Risorse proprie dell’Ue
85
UNITÀ 5
Strumenti per il ripasso
Strumenti per il ripasso | Sintesi INTERROGAZIONE SIMULATA
SINTESI AD ALTA ACCESSIBILITÀ
1. Il processo di integrazione europea si è svolto gradualmente dal Trattato di Roma del 1957 (istituzione della Comunità economica europea) al Trattato di Maastricht del 1992 (istituzione dell’Unione europea e della moneta unica) al Trattato di Nizza del 2000 (Carta dei diritti fondamentali) al Trattato di Lisbona del 2007 (riforma delle istituzioni e delle politiche europee). All’interno dell’Unione europea possono liberamente circolare le persone, i capitali, le merci e i servizi. Gli Stati membri dell’Unione sono attualmente ventisette (la Gran Bretagna ha votato per la sua uscita nel 2016).
2. Le competenze dell’Unione europea sono regolate dai princìpi di attribuzione (l’Unione agisce nei limiti delle competenze che le sono state attribuite dagli Stati membri nei Trattati), di sussidiarietà (interviene soltanto nei casi in cui gli obiettivi comunitari non possono essere realizzati in modo efficace dagli Stati membri), di proporzionalità (i suoi interventi devono essere proporzionati agli obiettivi da conseguire). Le politiche comunitarie sono finanziate da appositi fondi. Mediante i fondi strutturali l’Unione europea persegue gli obiettivi dello sviluppo, dell’occupazione, del miglioramento dell’ambiente e della correzione delle diseguaglianze.
3. La moneta unica e l’unificazione della politica monetaria agevolano il funzionamento del mercato unico europeo perché semplificano il commercio. La condizione necessaria è una sostanziale
86
affinità delle condizioni economicofinanziarie degli Stati membri. Per questa ragione gli Stati che fanno parte dell’area della moneta unica si impegnano a rispettare i criteri di convergenza sanciti dal Patto di stabilità del 1997 e in particolare la stabilità monetaria e la sostenibilità della finanza pubblica, cioè l’impegno di contenere entro determinati limiti il tasso di inflazione, il disavanzo del bilancio e l’entità del debito pubblico. La politica monetaria è affidata alla Banca centrale europea (Bce) e al Sistema europeo delle banche centrali (Sebc) e diretta dagli organi decisionali della Bce. Obiettivo prioritario della politica monetaria europea è il mantenimento della stabilità dei prezzi.
4. La politica fiscale è di competenza degli Stati membri, ma l’integrazione economica e monetaria comporta necessità di coordinamento a livello europeo. Gli aspetti principali riguardano: i vincoli alla politica di bilancio, con l’impegno di assicurare l’equilibrio dei conti pubblici e contenere i disavanzi e il debito entro i limiti consentiti dal Patto di stabilità e precisati nei successivi accordi europei; l’armonizzazione dei sistemi tributari per evitare l’applicazione di trattamenti fiscali che possano alterare le condizioni della concorrenza nell’ambito del mercato unico europeo; il rapporto fra le risorse finanziarie dell’Unione europea e quelle dei singoli Stati membri, in quanto il bilancio comunitario è alimentato da quote del gettito di tributi applicati dagli Stati membri nel proprio territorio.
• • •
Strumenti per il ripasso
Strumenti per il ripasso | Mappa L’integrazione europea
U N I TÀ 5 MAPPA PERSONALIZZABILE
tappe principali
di Roma (1957) • Trattato di Maastricht (1992) • Trattato di Nizza (2000) • Trattato • Trattato di Lisbona (2007)
ha portato a
poteri e competenze sovranazionali Ue regolati da princìpi di
• attribuzione • sussidiarietà • proporzionalità
moneta unica e unificazione della politica monetaria
che agevolano il funzionamento del mercato politiche di sviluppo finanziate da
fondi strutturali
criteri di convergenza
politica monetaria europea
politica fiscale nazionale
• •
Bce Sebc
coordinamento
87
UNITÀ 5
Verifica formativa
1. Scegli l’unica risposta esatta fra le quattro indicate 1. Il mercato europeo è: A un mercato comune ai sistemi economici £ degli Stati europei B un mercato aperto agli scambi fra gli Stati membri £ C un mercato unico interno al sistema economico £ europeo D un mercato nazionale sottoposto a particolari vincoli £ europei
3. L’Unione europea ha sostituito la preesistente Comunità europea. 4. Le banconote in euro sono emesse liberamente dalle Banche centrali nazionali. 5. L’armonizzazione mscale è necessaria per il funzionamento del mercato unico europeo. 6. All’interno dell’Unione è vietato porre restrizioni alla circolazione delle merci. 3.
2. La Convenzione di Schengen regola: A l’abolizione delle frontiere esterne £ B il sistema dei controlli alle frontiere esterne £ C la tutela dei diritti umani fondamentali £ D i princìpi di attribuzione e di proporzionalità £ 3. In base al principio di sussidiarietà l’Unione europea: A è tenuta a erogare sussidi e altre prestazioni £ a favore dei cittadini comunitari privi di mezzi B ha un ruolo sussidiario rispetto a quello già svolto £ dalla Comunità europea C deve limitarsi a svolgere attività solo nelle materie £ di propria esclusiva competenza D interviene in via sussidiaria quando l’azione £ dei singoli Stati sarebbe meno efficace 4. L’obiettivo prioritario del Sebc è: A assicurare la stabilità dei prezzi £ B finanziare l’emissione del debito pubblico £ C favorire lo sviluppo delle aree più arretrate £ D incentivare la formazione del risparmio £ 5. La Bce è un organismo: A rappresentativo dei governi nazionali £ B democraticamente eletto dai cittadini £ C formato dal Sebc e dalle Banche nazionali £ D indipendente da altre istituzioni £ 6. Negli Stati che fanno parte dell’eurozona: A la politica fiscale è gestita a livello europeo £ e la politica monetaria a livello nazionale B la politica fiscale e la politica monetaria £ sono gestite a livello europeo C la politica monetaria è gestita a livello europeo £ e la politica fiscale a livello nazionale D la politica fiscale è gestita a livello nazionale £ con gli strumenti della politica monetaria europea 2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false e, se sono false, spiega perché 1. Con il Trattato di Maastricht l’Unione europea ha assunto la forma dello Stato federale. V£ F£ 2. La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione tutela i diritti dell’Unione europea. V£ F£
88
1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 1
V£ F£ V£ F£ V£ F£ V£ F£
Connect the expressions on the left column with the corresponding on the right European Economic a. Bce Community b. Structural funds European single market c. Intra-Community VAT Treaty of the European d. Treaty of Rome Union e. Competences of the Priority development European Union goals f. Maastricht EU’s own resources g. Free movement Euro banknotes Principle of conferral 2
3
4
5
6
7
4. Correggi l’errore contenuto in ciascuna frase 1. I cittadini dell’Unione europea possono soggiornare nel territorio di qualunque Stato extracomunitario. 2. Il Trattato per l'istituzione della Comunità economica europea è stato sottoscritto a Maastricht. 3. Il Trattato di riforma è stato approvato a Nizza. 4. La Carta dei diritti fondamentali impegna l’Unione a tutelare i diritti patrimoniali. 5. Nell’eurozona la politica mscale è gestita dalla Bce. 6. I criteri di convergenza per l’adozione dell’euro sono stati mssati con il Trattato di Lisbona. 5. Individua il concetto che corrisponde alle seguenti definizioni 1. Gli strumenti per il mnanziamento degli obiettivi prioritari a sostegno della crescita. 2. L’obiettivo della politica monetaria europea. 3. Il principio secondo il quale l’Unione europea nella sua azione deve limitarsi a quanto è necessario per il conseguimento degli obiettivi previsti dai Trattati. 4. È stata attuata con la creazione di una moneta unica europea e l’istituzione di un’unica Banca centrale europea. 5. I criteri stabiliti dal Trattato Ue per la partecipazione all’unione monetaria. 6. Il sistema costituito dalla Bce e dalle Banche centrali degli Stati membri della Ue. TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
ATTIVITÀ DI LABORATORIO
PUNTI DI VISTA
Valorizziamo le risorse del nostro territorio Elaborate la proposta di un intervento pubblico volto a riqualimcare un’area demaniale in stato di degrado, allo scopo di valorizzarne le caratteristiche naturalistiche e ambientali, renderne possibile la fruizione e favorire lo sviluppo economico, sociale e culturale a livello locale. Competenze • Riconoscere gli aspetti geogramci, ecologici, territoriali dell’ambiente naturale e antropico e le connessioni con le strutture economiche, sociali e culturali • Identimcare le tecniche della gestione per progetti • Interagire in gruppo • Ricercare soluzioni efmcaci rispetto a situazioni date • Documentare le attività individuali e di gruppo Conoscenze • Indicatori e fattori determinanti dello sviluppo (U4; altre discipline coinvolte: Economia politica, Storia, Scienze) • Gli strumenti dell’intervento pubblico (U2) • La valorizzazione dei beni demaniali e patrimoniali (U2; altre discipline coinvolte: Diritto pubblico) • La spesa pubblica per investimenti strutturali (U1; U4) • Il ruolo degli enti locali per lo sviluppo del territorio (U2; altre discipline coinvolte: Diritto pubblico, Storia) • L’intervento pubblico in materia di tutela dell’ambiente (U4; altre discipline coinvolte: Diritto pubblico) Attività 1. La situazione data • L’area considerata è costituita da un’ampia zona verde (ora incolta e inselvatichita) nella quale sono localizzate alcune costruzioni abbandonate da tempo.La proposta di intervento è mnalizzata alla creazione di un centro culturale e turistico e comprende: installazione di un teatro all’aperto,recupero delle costruzioni esistenti da destinare ad attività culturali,recupero dell’area verde con realizzazione di percorsi attrezzati per attività sportive e ricreative. • Immaginate che la situazione ipotizzata si verimchi nel vostro territorio e valutate se l’intervento pubblico proposto possa essere realizzato con successo per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo prospettati. 2. Organizzazione del lavoro • Dividetevi in piccoli gruppi e afmdate a ciascun gruppo compiti specimci, coerenti con le attitudini e la disponibilità di ciascuno: ricerca della normativa, analisi della documentazione, valutazione degli obiettivi, valutazione delle modalità dell’intervento, calcolo dell’impegno mnanziario, verimca dei vantaggi economico-sociali a breve termine e nel lungo periodo. 3. Normativa e documentazione • Documentatevi sulla normativa statale e regionale in
materia di territorio e ambiente per individuare le competenze amministrative, l’esistenza di limiti o vincoli, le procedure da applicare, le autorizzazioni da acquisire. 4. Valutazione degli obiettivi e delle modalità dell’intervento • Considerate le condizioni geogramco-ambientali e socio- economiche del territorio locale:caratteristiche climatiche, zone di interesse paesaggistico, eventuali fattori di inquinamento,vie di comunicazione,vicinanza ai centri abitati, insediamenti turistici,densità della popolazione,dinamicità delle attività agricole, commerciali o industriali, grado di interesse per le attività artistiche o musicali, presenza di istituzioni universitarie, scientimche o culturali, ecc. • Verimcate se, nel contesto considerato, la presenza di una struttura come quella proposta possa dare un utile contributo allo sviluppo sotto il promlo economico e sociale. • Sempre con riferimento al contesto del territorio locale, valutate quali caratteristiche debbano avere gli insediamenti proposti: se la struttura teatrale all’aperto debba essere più adatta a rappresentazioni classiche o a eventi musicali; se le costruzioni recuperate debbano essere destinate ad attività di elevato livello scientimco o ad attività culturali di carattere didattico e divulgativo; se il recupero della zona verde debba privilegiare i percorsi-natura e gli spazi-palestra o debba comprendere anche strutture per la ristorazione e il campeggio. 5. Individuazione del costo • Calcolate, anche in prima approssimazione, l’impegno mnanziario che può comportare la realizzazione dell’intervento, considerando le spese per la progettazione delle opere, gli oneri amministrativi, i costi per la ristrutturazione delle costruzioni preesistenti, per la realizzazione della struttura teatrale, per il recupero e la risistemazione della zona verde ecc. • Valutate se la Pubblica amministrazione, a cui appartiene l’area, debba assumersi l’intero onere della sua riqualimcazione oppure avvalersi della collaborazione di altre istituzioni pubbliche o di soggetti privati. 6. Valutazione dell’efficacia dell’intervento • Formulate le vostre previsioni sui vantaggi che la rea- lizzazione dell’intervento potrà arrecare allo sviluppo del territorio, sia sotto il promlo economico (creazione di posti di lavoro, avvio di iniziative collaterali ecc.) sia sotto il promlo sociale e culturale. • Realizzate una presentazione per documentare i risultati del vostro lavoro.
89
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
ADESSO SPIEGALO TU Il quesito È possibile che l’intervento della Pubblica amministrazione soddism determinati bisogni in modo più adeguato di quanto farebbe il mercato? Domande-guida per una spiegazione • Esistono beni o servizi che non hanno un mercato? • È possibile che la produzione o il consumo di determinati beni o servizi crei conseguenze esterne che il mercato non può risolvere? • I bisogni fondamentali dell’individuo possono sempre essere soddisfatti in base alla legge della domanda e dell’offerta e alla formazione dei prezzi sul mercato? • Nel mercato si realizzano sempre le condizioni di libera concorrenza perfetta che sono necessarie ad assicurare l’equilibrio ottimale fra domanda e offerta? • Le persone che scambiano beni e servizi sul mercato sono sempre ugualmente informate sulla convenienza dell’operazione che stanno per concludere o che hanno concluso? • Puoi fare qualche esempio? • L’intervento pubblico può porre rimedio ai casi in cui il mercato non funziona in modo ottimale? • Con quali strumenti può provvedere? • Fino a che punto può spingersi l’intervento pubblico senza ostacolare la libertà degli individui e le iniziative economiche private? • Che cosa ne pensano gli economisti? • Che cosa ne pensi tu?
Verifica sommativa | Conoscenze - Abilità 1. Scegli la risposta esatta fra le quattro indicate 1. In base al concetto di mnanza neutrale: A la finanza pubblica non ha natura economica £ B la Pubblica amministrazione deve essere imparziale £ C è indifferente quali servizi pubblici siano prodotti £ D la finanza pubblica non deve influenzare il mercato £ 2. Per i beni che generano esternalità positive l’intervento pubblico ha la funzione di: A adeguare la domanda dei beni al prezzo di mercato £ B dare rilevanza ai benefici sociali dei beni £ C non alterare la distribuzione dei beni sul mercato £ D adeguare il prezzo ai costi di produzione dell’impresa £ 3. Il bilancio dello Stato e degli enti pubblici: A coordina politica dell’entrata e politica della spesa £ B non è uno strumento di politica economica £ C è uno strumento di politica monetaria £ D coordina politica fiscale e politica monetaria £ 4. I beni del demanio pubblico sono strumento dell’intervento pubblico perché: A hanno la funzione di fornire redditi alla Pubblica £ amministrazione
90
B possono essere liberamente alienati per fornire entrate £
allo Stato
C sono destinati a soddisfare direttamente interessi £
pubblici
D rappresentano un mezzo per l’attuazione della politica £
monetaria
5. Le teorie economiche neoliberiste ammettono: A incisive politiche di redistribuzione £ B brevi e frequenti manovre di stabilizzazione £ C separazione fra finanza pubblica e sistema economico £ D manovre a lungo termine per lo sviluppo £ 6. Le erogazioni dei fondi strutturali europei: A sono riservate soltanto ad alcuni Stati membri £ B sono distribuite fra tutti gli Stati membri in misura fissa £ C sono commisurate alla popolazione di ciascuno Stato £ D sono destinate a finanziare determinati progetti £ di sviluppo
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
2. 1. 2. 3.
Rispondi alle domande Demnisci il campo di studio dell’economia pubblica. Descrivi i caratteri dell’attività economica pubblica. Indica quali sono le funzioni dell’economia pubblica nel sistema classico del liberismo puro e in quello del neoliberismo. 4. Confronta le posizioni degli economisti classici e neoclassici con quelle di Keynes riguardo al problema degli squilibri congiunturali. 5. Quali sono gli obiettivi e gli strumenti della politica di stabilizzazione nelle teorie neokeynesiane? 6. Indica in che modo si articola la programmazione delle scelte di politica mscale. 7. In che cosa consiste il partenariato, per quali interventi viene generalmente attuato e a quali esigenze corrisponde? 8. Per quali ragioni può essere giustimcata la produzione di beni e servizi individuali da parte della Pubblica amministrazione? 9. Come vengono usati gli strumenti della spesa e del prelievo ai mni della politica di redistribuzione? 10. Spiega in che cosa consistono le politiche di valorizzazione e quelle di dismissione con riferimento al patrimonio dello Stato e degli enti pubblici. 11. Quali sono gli obiettivi della politica monetaria dell’Unione europea? 12. Quali sono i rapporti fra il sistema delle entrate statali e quello delle risorse proprie comunitarie?
3. Ripassa e rispondi 1. Come si conmgurano le funzioni e gli strumenti dell’economia pubblica nelle diverse teorie economiche? • Il concetto di economia pubblica (U1 par. 1) • La Pubblica amministrazione come operatore del sistema economico (U1 par. 2) • Il ruolo dell’operatore pubblico secondo la concezione liberista classica e neoclassica (U1 par. 5); la produzione dei beni pubblici puri (U3 par. 3); le entrate pubbliche come strumento di mnanziamento (U1 par. 2) Il ruolo dell’operatore pubblico secondo la concezione • keynesiana (U1 par. 5); gli interventi sociali e la produzione di beni “di merito” (U2 par. 5; U3 par. 5); la politica di stabilizzazione, sviluppo e redistribuzione (U4 par. 1, 2, 4) Il ruolo dell’operatore pubblico nelle concezioni • neoliberiste e neokeynesiane (U1 par. 5; U4 par. 3) • L’inserimento del settore pubblico nel mercato (U1 par. 4); l’impresa pubblica (U2 par. 5) 2. • • • •
In che cosa consiste la politica mscale, e come si attua? Demnizione di politica economica (U1 par. 4) Demnizione di politica mscale (U2 par. 2) La concezione della mnanza funzionale (U1 par. 5) Le principali funzioni della politica economica (U3 par. 1)
• Gli strumenti della politica mscale (U2 par. 2) • Le misure mscali per l’attuazione delle politiche di allocazione, redistribuzione, stabilizzazione, sviluppo (U3 e 4) • Complessità e limiti della politica mscale (U1 par. 6; U4 par. 3) • Politica mscale nazionale e integrazione europea (U5 par. 4) 4. Completa la tabella Per ciascuno dei beni indicati riporta una crocetta nella prima colonna (se si tratta di un bene pubblico puro) o nella seconda colonna (se si tratta di un bene individuale con esternalità positive) e, in quest’ultimo caso, scrivi sul tuo quaderno quali secondo te sono gli effetti di esternalità. Beni pubblici puri
Beni individuali con esternalità positive
Rilascio dei passaporti Relazioni diplomatiche con altri Stati Assistenza sanitaria Assicurazione per gli infortuni sul lavoro Giustizia penale Disciplina del trafmco nelle città Formazione professionale Tutela dell’ambiente
5. Individua le correlazioni Collega i termini contenuti nelle due colonne. A ogni termine della prima colonna ne corrispondono due della seconda. 1. 2. 3. 4. 5.
Laissez-faire Compliance costs Merit goods Starting-gate theorie Project mnancing
a. Interesse sociale b. Condizioni di partenza c. Opere pubbliche d. Finanza neutrale e. Sviluppo f. Regolazione g. Allocazione h. Liberismo classico i. Adempimenti l. Capacità individuali
1
2
3
4
5
91
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
Verifica sommativa | Competenze 1. Rifletti e rispondi 1. Dall’inizio del XIX secolo ai giorni nostri lo Stato ha modimcato in vario senso il suo ruolo (da Stato-carabiniere a Stato del benessere, da Stato-produttore a Statoregolatore). In che modo questi mutamenti si rinettono sulla scelta degli obiettivi e degli strumenti dell’economia pubblica? 2. Distingui il campo di studio dell’economia pubblica da quello del diritto pubblico e cerca di individuare in che modo sono collegati. 3. Quali funzioni di politica economica sarebbero incompatibili con il modello del liberismo puro, e perché? 4. Per quale ragione gli operatori privati spesso non sono in grado di risolvere autonomamente il problema delle esternalità?
5. Cerca di individuare i vantaggi e i rischi di una manovra diretta ad attuare l’erogazione di sussidi ai disoccupati in un periodo di recessione economica. 6. Cerca di individuare i vantaggi e i rischi di un aumento dell’imposta sulla benzina, considerando gli effetti sull’allocazione delle risorse, sulla stabilizzazione congiunturale e sulla redistribuzione dei redditi. 7. Spiega per quale ragione la stabilità dei prezzi negli Stati membri dell’Ue è strettamente collegata con il regolare funzionamento del mercato unico europeo. 8. L’abolizione delle frontiere nel territorio dell’Unione europea ha reso necessario un potenziamento dei sistemi informatici presso gli ufmci mscali degli Stati membri. Cerca di individuarne le ragioni.
2. Interpreta i dati e ricerca le informazioni Le fluttuazioni cicliche. Variazioni percentuali del Pil (anni 1971-2016) 7 6 5
Variazioni percentuali
4 3 2 1 0 –1 –2 –3
2016
2012
2015
2010
2011
2009
2008
2006
2007
2005
2004
2003
2002
2000
2001
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1989
1988
1987
1986
1985
1984
1983
1982
1981
1980
1979
1978
1977
1976
1975
1974
1973
1972
–5
1971
–4
Variazioni di quantità del Pil
1. Qual è l’ampiezza media dei cicli economici risultante dal gramco? 2. In quali anni le oscillazioni sono state più brusche? 3. In quali anni la crescita è stata più rapida?
4. Che cosa è successo nel 2009? 5. Cerca in Internet notizie e commenti sulla situazione economica italiana degli ultimi cinque anni.
Il tasso di disoccupazione per area geografica (valori percentuali, anno 2016) 3. Quali problemi si evidenziano? Area geografica Uomini Donne Totale 4. Svolgi una piccola ricerca per capire quali sono le origini Nord 6,6 8,7 7,6 storiche di questi problemi Centro 9,7 11,3 10,4 5. Raccogli informazioni sulle misure di politica economica adottate negli ultimi anni per fronteggiare gli squilibri Mezzogiorno e Isole 18,1 22,1 19,6 fra Nord e Sud. Italia 10,9 12,8 11,7 1. In quale rapporto stanno i tassi delle singole aree geogramche rispetto al tasso nazionale? 2. Qual è il rapporto fra il dato relativo al Nord e quello relativo al Mezzogiorno?
92
TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
Read the text and answer the questions
CLIL
Strong case for government intervention in economy Chief Executive of Hong Kong Carrie Lam Cheng Yuet-ngor shocked the traditionalists earlier by putting forward her ambitious plan for tax reform to spur economic growth. The proposal was met with scepticism not only by free-market economists but also the business sector because it is long considered a taboo for the government to support particular industries through tax incentives or any other means. […] Hong Kong’s low and simple tax regime has long been held as an integral part of the foundation of the city’s success as an international financial centre and a regional business hub. But mounting competition posed by neighbouring economies is putting into question even the most sacrosanct elements of Hong Kong’s traditional economic policy. Some progressive-thinking politicians and economists are calling for a more proactive government intervention in setting the direction of economic development. It is becoming increasingly obvious that a low and simple tax base is no longer a guarantee of competitiveness. The question is how to find the balance between increased government intervention and the proper functioning of the free market. The debate is put into sharp focus by realization that Hong Kong is falling behind neighbourhood rivals — particularly South Korea, Singapore and Shenzhen — in developing technology-based industries. […] The apparent success of some other regional economies in attracting foreign investors who have brought with them large pools of technology talents has given them a distinct advantage over Hong Kong in the race. They did so by offering foreign investors substantial tax and other incentives, which Hong Kong cannot match. […] President Donald Trump’s proposed tax reform plan, if approved by legislators, will cut corporate tax in the US to below Hong Kong’s already low flat rate of 17 per cent. What’s more, US tax laws make allowance for myriad deductibles which can help further lessen corporations’ tax burdens. With its tax advantage eroded, Hong Kong’s attractiveness to foreign investors, especially those from the US, will diminish. There is the possibility that some local entrepreneurs will find it more cost-effective to move their start-ups to the US, which enjoys the added advantage of a large supply of well-qualified hardware and software engineers. There is no simple answer to this question. Any revision to the existing tax law would unavoidably give bureaucrats the power to dictate economic growth at the expense of some parts of the private sector. Hong Kong people will have to decide whether it’s a price worth paying for more balanced economic growth.
CONTENT AND LANGUAGE INTEGRATED LEARNING
GLOSSARY
Business hub A place, such as a city, where many businesses and business-related services are located. Tax base The wealth or income on which tax liabilities are calculated, so determining the amount of money an individual or business must pay. Corporate tax A tax that is a tax levied on the annual profits of a company.
Questions 1. Why is Hong Kong tax regime considered part of the city's formula for success? 2. Why are other regional economies attracting foreign investors away from Hong Kong? 3. Why do Hong Kong authorities fear President Trump's tax reform plan?
Source: www.chinadailyhk.com
93
Strumenti e funzioni della politica economica
MODULO 1
Listen to the text and fill in the blanks
CLIL
Setting up an innovative start-up company in Italy
CONTENT AND LANGUAGE INTEGRATED LEARNING
AUDIO
Questions 1. What’s the aim of the new italian legislation concerning start-up companies? 2. What must be the core business of a company to be considered a start-up? 3. What percentage of a company’s costs must be devoted to research and development to be considered a start-up?
The Italian Government has recently implemented a special (1) to favour the creation and development of start-up companies (start-ups) in Italy providing one of the most (2) and innovative legislation in the world for start-up companies. Only companies that are entered into a special section of the Registrar of Companies reserved for (3) can benefit from the new legislation. What are the (4) to register as a start-up in Italy? The requirements to be registered as a start-up innovative companies are the following: • the Company’s (5) consists in the development, production and commercialization of innovative goods or services of high (6) value; • the Company must have been established for no longer than 48 months; • the Company (7) or be subject to taxation in Italy; • the Company has no turnover or has a turnover that does not exceed 5 million euros; • the Company does not distribute (8) ; • the Company shall not result from the merger, division or transfer of business from an (9) ; • either 30% of the Company’s costs are related to (10) , or at least one third of the Company’s team is made up of people who either hold a PhD or are PhD candidates at an Italian or foreign university or have conducted research for at least three year, or the Company is the owner or the licensee of a patent. Source: www.italiancompanyformations.com
94
MODULO
La finanza pubblica • UNITÀ 1
La spesa pubblica • UNITÀ 2
Le entrate pubbliche • UNITÀ 3
La finanza locale e il federalismo fiscale • UNITÀ 4
La finanza della protezione sociale
Prerequisiti
Competenze
Collegamenti interdisciplinari
• I caratteri dell’economia pubblica • Le dimensioni e il ruolo del settore
• Individuare la funzione delle entrate e
Diritto • Il principio del decentramento e la tutela delle autonomie locali nella Costituzione italiana. Il principio di sussidiarietà • Coattività dell’azione pubblica e libertà del cittadino. Il principio di legalità • I princìpi di eguaglianza e solidarietà
pubblico
• L’aggregato Amministrazioni pubbliche come operatore del sistema economico • La mnanza pubblica e la politica mscale. Funzioni e strumenti • L’allocazione delle risorse • Le funzioni di redistribuzione, stabilità, sviluppo • L’integrazione europea
delle spese pubbliche come strumento di politica economica • Riconoscere i termini del dibattito fra le diverse scuole di pensiero economico riguardo agli effetti economici della spesa pubblica e della pressione mscale • Rendersi conto dei problemi attuali riguardanti l’espansione della spesa pubblica e le politiche di contenimento della spesa • Interpretare il rapporto fra il potere dello Stato e l’autonomia degli enti territoriali nei sistemi di federalismo mscale • Riconoscere il ruolo dei sistemi di protezione sociale nella vita dei cittadini e nell’attività economica del paese
Matematica • La misurazione delle variazioni quantitative • L’indice dei prezzi Storia • Il ruolo storico delle autonomie comunali • La questione sociale • Le politiche per il rilancio della produzione e dell’occupazione nel secondo dopoguerra
UNITÀ 1
La spesa pubblica
Conoscenze
Abilità
• Il concetto, la struttura e le dimensioni della spesa pubblica • Le diverse tipologie di spesa e i criteri di classimcazione • L’incremento storico della spesa pubblica e le sue cause • Gli effetti economici dell’incremento della spesa pubblica • Le misure per il contenimento della spesa
• Valutare gli effetti delle diverse tipologie di spesa in relazione agli obiettivi dell’intervento pubblico
• Analizzare la funzione economica della spesa pubblica e i problemi connessi con il suo incremento
• Individuare le difmcoltà delle politiche di contenimento della spesa
• Distinguere il sistema della spending review dal sistema dei tagli lineari
• Interpretare i dati relativi alla spesa pubblica in Italia
La spesa pubblica
U N I TÀ 1
1. La struttura della spesa pubblica Sappiamo che… L’attività economica dello Stato e degli enti pubblici richiede necessariamente l’impiego di mezzi mnanziari che devono essere acquisiti dalla Pubblica amministrazione. La spesa pubblica e le entrate pubbliche sono quindi strumento essenziale dell’economia pubblica e della politica economica.
APPROFONDIMENTO La gestione amministrativa delle spese
La spesa pubblica è costituita dall’insieme dei mezzi finanziari erogati dalla Pubblica amministrazione per il conseguimento di fini di interesse pubblico. Abbiamo avuto modo di accennare [ÑM1 U2 par. 2] che la spesa è strumento La spesa è strumento dell’attività fondamentale per l’attuazione di qualunque attività delle Amministrazioni pubblica… pubbliche. Sia che produca beni e servizi per la collettività, sia che eroghi sussidi e sovvenzioni ai privati, l’intervento pubblico richiede mezzi finanziari. … e componente della domanda La spesa pubblica rappresenta un impiego di risorse finanziarie ed è quindi globale una componente essenziale della domanda globale [ÑM1 U4 par. 2]. Le spese possono essere correnti o in conto capitale, a seconda della loro incidenza economica. Le spese correnti esauriscono la loro funzione a breve termine. Ne sono Le spese correnti rappresentano esempio le spese per il personale, per l’acquisto di materiali di consumo, domanda per consumi… per la manutenzione di edifici e impianti, per il pagamento degli interessi passivi, per scopi assistenziali o interventi sociali. Le spese correnti si identificano con i consumi pubblici in quanto soddisfano bisogni attuali della collettività. Inoltre possono servire a incrementare i consumi privati, perché danno alle famiglie una disponibilità di reddito che alimenta la domanda di beni e servizi sul mercato. … e le spese in conto capitale Le spese in conto capitale svolgono la loro funzione nel medio-lungo rappresentano domanda periodo e rappresentano investimenti pubblici (edifici, impianti, beni per investimenti strumentali durevoli, infrastrutture) o costituiscono incentivi per gli investimenti privati come prestiti, partecipazioni azionarie o altre forme di finanziamento alle imprese. Sono strumento per il Modificando l’entità delle spese correnti o di quelle in conto capitale, l’operatore pubblico non solo modifica il volume della domanda complessiva, conseguimento di obiettivi ma può modificare il rapporto fra consumo, risparmio e investimenti in differenti relazione ai diversi obiettivi di politica economica che Spese correnti intende perseguire. Sono le spese destinate alla produzione e al funzionamento Una politica di stabilizzazione si basa soprattutdei vari servizi statali, nonché alla redistribuzione dei redditi to sulla manovra della spesa corrente per regolare i per mni non direttamente produttivi. consumi con effetti quanto più possibile immediati Spese in conto capitale [Ñ M1 U4 par. 2], mentre una politica di sviluppo è Individuano tutte le spese che incidono direttamente fondata sulla spesa in conto capitale per incrementare o indirettamente sulla formazione del capitale nazionale. le risorse produttive con investimenti a lungo termine [ÑM1 U4 par. 4].
97
La finanza pubblica
MODULO 2
Nel loro insieme rappresentano le spese finali
Secondo la destinazione si distinguono le spese per beni
Le spese correnti e quelle in conto capitale costituiscono, nel loro insieme, le spese finali, cioè le somme spese dalla Pubblica amministrazione per perseguire i propri fini. Esse si distinguono dalle spese per il rimborso di prestiti, le quali hanno carattere strumentale essendo destinate a estinguere i debiti precedentemente contratti dalla Pubblica amministrazione per finanziare i disavanzi di bilancio. Con riferimento alla loro destinazione, le spese finali si distinguono in spese per beni e servizi e spese per trasferimenti.
e servizi…
Le spese per beni e servizi sono costituite dai corrispettivi pagati dalla Pubblica amministrazione per l’acquisto di beni o di prestazioni da impiegare nelle attività pubbliche. Esse hanno il carattere di spese correnti quando assicurano il normale svolgimento delle funzioni pubbliche istituzionali (spese per il funzionamento degli uffici legislativi, amministrativi e giudiziari) o dei servizi di pubblica utilità (spese per il funzionamento dei trasporti, delle scuole, dei servizi sanitari ecc.). Hanno il carattere di spese in conto capitale quando sono destinate a incrementare le strutture produttive per le Pubbliche amministrazioni o per la collettività (spese per acquisto di impianti o macchinari o per la costruzione di edifici pubblici, di strade, ferrovie ecc.). Le spese per beni e servizi rappresentano i consumi e gli investimenti effettuati dalla Pubblica amministrazione. Possono anche avere un effetto redistributivo quando sono sostenute per erogare beni e servizi a favore delle categorie economicamente più deboli o delle aree territoriali più disagiate (per esempio, spese per i servizi di assistenza gratuita agli anziani o per la costruzione di case popolari). … e i trasferimenti…
I trasferimenti sono costituiti dalle somme di denaro erogate dalla Pubblica amministrazione a favore di determinate categorie di soggetti, senza alcuna controprestazione. Le spese di trasferimento sono giustificate da ragioni sociali o economiche (sostenere le fasce di popolazione più deboli o svantaggiate, incentivare determinate attività o settori dell’economia). Si distinguono in trasferimenti alle famiglie (pensioni, indennità, borse di studio, assegni, sussidi) e trasferimenti alle imprese e agli enti (contributi, finanziamenti, premi, sovvenzioni).
In Europa
I trasferimenti alle imprese e il divieto di aiuti di Stato
I trasferimenti alle imprese hanno lo scopo di sostenere le attività produttive. Comportano, però, il rischio che mediante sovvenzioni, prestiti agevolati, mnanziamenti e altri interventi vengano mantenute in vita imprese inefmcienti che per la loro cattiva organizzazione non sono in grado di reggere la concorrenza sul mercato. Perciò l’articolo 107 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea vieta gli “aiuti di Stato” che possono falsare la concorrenza nell’ambito del mercato unico europeo e ammette interventi a sostegno delle imprese solo in alcuni casi specimcamente indicati (calamità naturali, promozione dello sviluppo nelle Regioni ove il tenore di vita sia molto basso ecc.).
98
La spesa pubblica
Sono trasferimenti correnti quelli che garantiscono disponibilità immediate di reddito a breve termine (pensioni e altre prestazioni sociali in denaro). Sono trasferimenti in conto capitale le erogazioni di contributi a lungo termine che sovvenzionano gli investimenti delle imprese o degli enti. Le spese di trasferimento non danno direttamente luogo alla produzione di nuovi beni o servizi ma attuano una redistribuzione della ricchezza fra i cittadini, in quanto l’erogazione di somme di denaro a favore dei beneficiari è finanziata mediante l’imposizione fiscale a carico dei contribuenti. Tuttavia, proprio perché accrescono le disponibilità monetarie di vaste categorie di persone, esse incentivano i consumi delle famiglie e gli investimenti delle imprese e, sostenendo la domanda, possono indirettamente
U N I TÀ 1
… che hanno effetto redistributivo
Economia & Diritto
Altri criteri di classificazione delle spese Oltre che sotto il promlo economico, le spese pubbliche possono essere analizzate sotto il promlo giuridico e amministrativo. Le spese obbligatorie sono predeterminate da norme inderogabili di legge sia nell’oggetto sia nella scadenza e nell’ammontare (gli stipendi del personale, gli interessi del debito pubblico ecc.); nella loro gestione la Pubblica amministrazione è rigidamente vincolata senza alcun margine di discrezionalità. Le spese discrezionali sono previste da norme di legge, ma la Pubblica amministrazione ha il potere di decidere se e quando impegnarsi a sostenerle, in relazione agli interventi da realizzare e alle risorse disponibili. Le spese di governo sono mnalizzate allo svolgimento delle funzioni istituzionali dello Stato, all’organizzazione dei servizi pubblici e, in genere, al raggiungimento di mni di pubblico interesse. Le spese d’ordine vengono sostenute per conseguire delle entrate (gestione e manutenzione del patrimonio, accertamento e riscossione dei tributi ecc.). La differenza fra il gettito delle entrate e l’entità delle spese d’ordine inerenti a esse è la misura per valutare l’efmcienza dell’amministrazione mnanziaria. Le spese ordinarie ricorrono regolarmente in ogni esercizio perché attengono ai servizi che lo Stato esplica in modo continuativo. Le spese straordinarie sono sostenute in situazioni eccezionali e sono comunque temporanee; l’esempio classico è quello degli interventi pubblici in caso di calamità naturali.
sono corrispettivi di beni o di prestazioni
Sintesi grafica
attuano domanda di risorse materiali o umane
spese per beni e servizi
comprendono:
• spese correnti per funzionamento di uffici e servizi • spese in conto capitale per strutture produttive La spesa pubblica sono erogazioni gratuite
attuano redistribuzione della ricchezza
spese per trasferimenti
comprendono trasferimenti: correnti per sussidi a persone e famiglie in conto capitale per finanziamenti
• •
>>> 99
La finanza pubblica
MODULO 2
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto La spesa corrente è l’impiego di risorse a i bisogni
conto capitale è impiego di risorse a incrementare le strutture attuali
•
breve
•
..................................................
e rappresenta domanda per
..................................................
..................................................
..................................................
consumi
•
investimenti
termine per soddisfare
..................................................
o
..................................................
e rappresenta domanda per
•
. La spesa in
medio-lungo
•
termine per
..................................................
.
produttive
2. Indica con una crocetta a quale tipo di spese corrispondono le voci indicate nella tabella Spese
Spese
Spese
correnti
in conto
per beni
capitale
e servizi
Trasferimenti
Stipendi degli impiegati Manutenzione di una caserma Pensioni di vecchiaia Erogazione di borse di studio Costruzione di un edificio scolastico Affitto di locali per sede di un ufficio Interessi del debito pubblico Soccorsi per calamità naturali
2. Il volume della spesa pubblica e le variazioni quantitative Il volume complessivo della spesa misura l’entità dell’intervento pubblico
Nella misurazione si deve considerare il valore della moneta…
100
La Pubblica amministrazione, in relazione agli obiettivi perseguiti, deve tenere conto non solo della natura e dell’incidenza delle diverse tipologie di spese, ma anche del loro ammontare complessivo. L’entità globale della spesa permette di valutare la dimensione dell’intervento pubblico e le sue ripercussioni sul sistema economico nazionale. Confrontando i dati annuali della spesa pubblica si può avere un’idea di quanto cambi il ruolo della Pubblica amministrazione. Ma la semplice serie storica delle spese non è un indicatore sufficiente, perché non considera alcuni elementi che determinano variazioni soltanto nominali. Il più importante di questi elementi è la variazione del valore della moneta. Diminuendo il potere d’acquisto della moneta, le spese sono espresse in cifre più elevate e quindi, per fare un confronto valido, è necessario che le somme relative a ciascun anno vengano rapportate all’indice generale dei prezzi dello stesso anno, in modo da ottenere valori monetari costanti.
La spesa pubblica
Un altro elemento da considerare è la distribuzione delle competenze amministrative fra lo Stato e gli altri enti pubblici. Se determinate funzioni vengono decentrate dallo Stato e attribuite ad altri enti o se, viceversa, lo Stato si assume compiti in precedenza svolti da altri enti pubblici, vi è soltanto uno spostamento di spese da un soggetto a un altro senza che muti il volume complessivo. Per poter valutare l’effettiva consistenza della spesa e l’entità della sua variazione bisogna prendere in considerazione i dati del conto consolidato dell’intero aggregato Amministrazioni pubbliche [ÑM1 U1 par. 3]. Infine, i dati della spesa pubblica devono esser posti in correlazione con quelli relativi al livello del reddito nazionale: un aumento di spesa apparentemente modesto può essere in realtà molto rilevante se nello stesso periodo di tempo la crescita del reddito nazionale è stata nulla o trascurabile. Il volume complessivo della spesa pubblica tende ad aumentare nel tempo. Mentre in passato l’incremento era lento e graduale, nella seconda metà del Novecento ha assunto un ritmo accelerato raggiungendo in alcuni paesi dimensioni quasi insostenibili. Solo alla fine degli anni Ottanta gli Stati hanno cominciato ad adottare misure di contenimento. Le ragioni del continuo e progressivo aumento della spesa pubblica si ricollegano alle caratteristiche degli Stati contemporanei e alle condizioni generali della società attuale. Nelle democrazie contemporanee partecipano alla vita pubblica strati sempre più larghi della popolazione, le cui istanze di benessere richiedono beni e servizi pubblici; attraverso la rappresentanza politica e sindacale, queste istanze si traducono in decisioni politiche e in leggi che autorizzano le spese per gli interventi richiesti. D’altronde, a mano a mano che aumenta il reddito e migliora il tenore di vita, cresce nei cittadini l’aspettativa che i servizi pubblici siano efficienti e adeguati a una sempre migliore qualità della vita. A queste aspettative sociali si aggiunge la complessità della vita moderna che impone allo Stato di assumere nuove funzioni (come la tutela dell’ambiente o l’assetto del territorio) e potenziare quelle tradizionali (come l’ordine pubblico e la lotta alla criminalità), con un impiego di mezzi superiore rispetto al passato. La crescita dell’economia rende poi necessari elevati investimenti pubblici per adeguare le infrastrutture alle esigenze di una società in rapido sviluppo (ammodernamento della rete stradale e ferroviaria, potenziamento delle strutture aeroportuali, impianti di telecomunicazione, informatizzazione delle strutture amministrative ecc.). Non vanno trascurati, infine, altri elementi che possono indurre la politica ad approvare spese con una certa facilità: il desiderio di ottenere il consenso degli elettori, l’esigenza di evitare tensioni sociali, le pressioni di organismi economici o gruppi organizzati. Questa imponente crescita della spesa pubblica, dopo gli anni Settanta del Novecento, ha avuto conseguenze sugli equilibri della finanza pubblica perché ha reso insufficiente il finanziamento mediante le imposte e ha determinato il ricorso continuo all’accensione di prestiti.
U N I TÀ 1
… la distribuzione delle competenze…
… il valore del reddito nazionale
Il volume complessivo della spesa tende ad aumentare
Le ragioni si collegano alle caratteristiche degli Stati e alle condizioni della società: istanze di benessere…
… aspettative crescenti…
… complessità dei compiti…
… necessità di elevati investimenti…
… condizionamenti
101
La finanza pubblica
MODULO 2
Sintesi grafica
• potenziamento delle funzioni essenziali • adeguamento dei servizi • nuovi compiti e funzioni • investimenti in infrastrutture • interventi in campo sociale
principali cause L'incremento della spesa pubblica
• potere d’acquisto della moneta • dati del conto consolidato
criteri di misurazione
dell’aggregato delle Amministrazioni pubbliche rapporto con il Pil
• Verifica delle conoscenze
1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Il
della spesa pubblica ha avuto nel Novecento un notevole
..................................................
..................................................
per la maggiore
istituzionali e per la maggiore e
..................................................
ampiezza
•
delle
..................................................
..................................................
..................................................
pubbliche
degli interventi in campo
..................................................
.
aumento
•
complessità
•
economico
•
funzioni
•
sociale
•
volume
2. Osserva la tabella e rispondi alle domande La spesa pubblica in Italia (in % del Pil) 1863
1913
1918
1928
1942
1948
1964
1980
1993
1997
11
17,2
48,1
17
46,2
19,6
31,8
42
59,6
53,8
2003
2016
49,2
49,6
Fonte: MEF 1. Calcola l’incremento della spesa pubblica nei primi cento anni (fra il 1863 e il 1964) e nei successivi trent’anni (fra il 1964 e il 1993); confronta i due dati tenendo conto della durata dei due periodi: quali sono le tue osservazioni? 2. Nel periodo compreso fra il 1863 e il 1948 vi sono due momenti in cui la spesa pubblica raggiunge temporaneamente punte particolarmente elevate: qual è la ragione? 3. Quale variazione si è verificata nel decennio 1993-2003? E nei successivi tredici anni 2003-2016? Quali conclusioni puoi trarne?
3. Effetti economici dell’incremento della spesa pubblica L’incremento della spesa determina effetti sul sistema economico nazionale
102
La spesa pubblica è in correlazione diretta con la domanda globale: a un incremento della spesa corrisponde un’espansione della domanda, a una riduzione della spesa corrisponde una contrazione della domanda globale.
La spesa pubblica
Ne derivano effetti su tutte le variabili del sistema economico: infatti si modificano la propensione al consumo, la formazione del risparmio, gli incentivi all’investimento, la distribuzione della ricchezza e, in definitiva, il livello del reddito nazionale. La teoria keynesiana considera la spesa pubblica come un fattore propulsivo per rilanciare la crescita del reddito in caso di grave recessione economica [ÑM1 U4 par. 2]. Nelle situazioni di crisi l’economia ristagna; la carenza di investimenti fa contrarre la produzione e il reddito. Con la diminuzione del reddito regrediscono i consumi e la formazione del risparmio. Si stabilisce allora un equilibrio fra domanda e offerta con livelli di consumo, produzione, occupazione e reddito molto bassi e con scarse prospettive di profitti per le imprese. Vengono a mancare, così, le premesse per il superamento della crisi, a meno che non intervenga un elemento esterno al mercato che modifichi la domanda globale. Questo elemento esterno è la spesa pubblica che, nella teoria keynesiana, ha un ruolo fondamentale per regolare la domanda globale. Abbiamo visto, però, che possono derivare effetti negativi da un eccessivo incremento del volume complessivo della spesa: spinte inflazionistiche, spiazzamento delle iniziative private e, soprattutto, il deficit dei conti pubblici che può andare fuori controllo [ÑM1 U4 par. 3]. Se la spesa pubblica aumenta oltre misura, non è possibile finanziarla con nuovi tributi, perché il peso dell’imposizione fiscale diventerebbe intollerabile. Di conseguenza diventa necessario ricorrere all’indebitamento, ma a sua volta la spesa per il pagamento degli interessi aggrava il disavanzo di bilancio e può diventare causa di un nuovo indebitamento. Si genera così quella che è stata definita la “crisi fiscale dello Stato”: lo Stato, cioè, è costretto a contrarre prestiti per pagare gli interessi dei prestiti precedenti e il disavanzo si autoalimenta. Non dovrebbe mai essere superato, quindi, il limite oltre il quale l’espansione della spesa pubblica produce effetti negativi. Se questo limite viene oltrepassato, bisogna predisporre misure per contenere la spesa pubblica e riportarne il volume entro limiti sostenibili.
U N I TÀ 1
In caso di gravi recessioni l’aumento della spesa ha un effetto di stabilizzazione…
… ma quando è eccessivo produce gravi effetti negativi…
… rendendo necessarie le misure di contenimento
Sintesi grafica Incremento della spesa
Insufficienza delle entrate
Deficit di bilancio
Spesa per gli interessi e per il rimborso dei prestiti
Indebitamento
>>> 103
La finanza pubblica
MODULO 2
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto La spesa pubblica è un importante quando la sua espansione diventa attività del bilancio
•
..................................................
disavanzi
•
.................................................. ..................................................
e forti
eccessiva
•
di
•
economica ma
possono verificarsi squilibri nelle
..................................................
mercato
..................................................
del
politica
..................................................
•
pubblico.
strumento
2. Completa le frasi inserendo i termini appropriati 1. Secondo la teoria ..................................................
..................................................
per favorire la
l’incremento della spesa pubblica è un fattore
..................................................
del reddito in caso di grave
.................................................. .
2. Un eccessivo incremento della spesa provoca spinte ..................................................
le iniziative private ed è causa di
..................................................
..................................................
, può
nei conti pubblici.
4. Le politiche di contenimento La riduzione della spesa… … incontra difficoltà tecniche…
… politiche…
… economiche
APPROFONDIMENTO L’analisi costi-benefici della spesa pubblica
Gli effetti negativi sono maggiori nel caso di tagli lineari
Le politiche di contenimento ora si basano su programmi di spending review
104
La riduzione della spesa pubblica comporta notevoli difficoltà sul piano tecnico, su quello politico-sociale e su quello economico. Da un punto di vista tecnico, la politica di contenimento della spesa è di difficile attuazione perché molte voci di spesa hanno carattere rigido: gli stipendi, le pensioni e gli interessi vanno pagati alle scadenze prestabilite e per l’intero ammontare dovuto. Una consistente riduzione di queste spese può essere ottenuta solo mediante riforme che richiedono tempi lunghi per essere approvate e attuate: si tratta di riformare il pubblico impiego, il sistema pensionistico e il sistema dei prestiti pubblici. Sotto il profilo politico e sociale le misure dirette a ridurre la spesa pubblica sacrificano vaste categorie di persone e quindi sono impopolari e possono generare tensioni sociali e far venir meno il consenso degli elettori. Sul piano economico, una restrizione drastica e improvvisa della spesa pubblica provoca una caduta della domanda globale [ÑM1 U4 par. 3]. Si può innescare allora una serie di reazioni a catena per cui alla caduta della domanda segue una riduzione delle attività produttive e dell’occupazione, con conseguente ulteriore diminuzione della domanda, della produzione e dell’occupazione, in un processo cumulativo di effetti che può portare l’economia a gravi situazioni di crisi (moltiplicatore negativo). La necessità di evitare queste conseguenze negative induce gli operatori pubblici ad attuare le misure di contenimento della spesa con una certa gradualità, possibilmente con un contestuale alleggerimento delle imposte. Si hanno gli effetti negativi maggiori quando la riduzione della spesa pubblica viene attuata mediante tagli lineari, cioè con misure volte a ridurre di una determinata percentuale l’entità della spesa di tutte le Amministrazioni pubbliche, in maniera indiscriminata e senza considerare le funzioni specifiche delle diverse Amministrazioni e la finalità delle singole spese. Per questa ragione sono state elaborate misure di contenimento a carattere selettivo, fondate su una razionale ripartizione delle risorse finanziarie fra le diverse attività pubbliche.
La spesa pubblica
U N I TÀ 1
Si è dato avvio così, in vari Stati e da ultimo anche in Italia, a programmi di spending review, finalizzati non soltanto a contenere il volume della spesa ma anche a rimuovere le cause del suo incremento, favorendo un miglioramento qualitativo delle singole voci di spesa ed L’INGLESE DEGLI ECONOMISTI eliminando le spese improduttive. Spending review I programmi di spending review tengono conto delle funCome per altre locuzioni del linguaggio economico inglezioni che ogni singola Amministrazione è tenuta a svolgere se, anche in questo caso la traduzione letterale (“revisione dell’attività di spesa”) non rende bene l’idea della come si basano su una pianificazione di misure a lungo termine plessa funzione della spending review, che comprende con l’obiettivo di identificare le aree di intervento prioritail monitoraggio, la valutazione e la riorganizzazione delle rio, riallocare le risorse fra i diversi programmi di spesa e attività amministrative che generano spesa. riorganizzare le strutture amministrative. APPROFONDIMENTO La spending review in alcuni Stati europei ed extraeuropei
In Italia
La struttura della spesa pubblica in Italia
Nel nostro paese il rapporto fra la spesa del settore pubblico e il Pil è molto elevato: quasi la metà del reddito nazionale è gestita dalle Amministrazioni pubbliche. La spesa pubblica è costituita in massima parte da spese correnti; la loro alta incidenza è dovuta in massima parte alla spesa per le pensioni e le altre prestazioni sociali, ma è elevata anche la spesa per i consumi intermedi (acquisto di cose e prestazioni da utilizzare per lo svolgimento delle funzioni e dei servizi pubblici). Due altre componenti rilevanti della spesa corrente sono
le retribuzioni del personale dipendente pubblico e il pagamento degli interessi passivi sul debito pubblico; queste sono spese rigide, perché derivano da impegni obbligatori e permanenti, il cui ammontare è predeterminato per legge. Molto bassa è invece l’incidenza delle spese in conto capitale (cioè gli investimenti pubblici), relative ai capitali mssi (infrastrutture e beni strumentali durevoli) e agli interventi a favore delle imprese (trasferimenti a fondo perduto, prestiti e partecipazioni azionarie).
Osserva il prospetto e rispondi alle domande Spesa dell’aggregato Amministrazioni pubbliche (in percentuale del Pil) – Anno 2016 Redditi da lavoro dipendente Consumi intermedi Prestazioni sociali in denaro di cui: pensioni altre prestazioni sociali Altre spese correnti Totale spese correnti al netto di interessi Interessi passivi Totale spese correnti Investimenti mssi lordi Contributi agli investimenti Altri trasferimenti Totale spese in conto capitale Totale spese finali
9,8 8,1 20,2 15,6 4,6 4,1 42,2 4,0 46,2 2,1 0,9 0,4 3,4 49,6
Le mancate quadrature sono dovute agli arrotondamenti 1. Qual è il rapporto fra l’incidenza sul Pil della spesa corrente e quella della spesa in conto capitale? 2. Fra le voci di spesa corrente quali rientrano nella categoria dei trasferimenti alle famiglie? 3. Fra le spese per prestazioni sociali, qual è il rapporto fra l’incidenza sul Pil della spesa pensionistica e quella delle altre spese sociali?
105
La finanza pubblica
MODULO 2
Sintesi grafica
contenere il volume della spesa
obiettivo rimuovere le cause dell’incremento
La spending review
valutazione delle finalità delle spese riallocazione delle risorse
misure selettive
delle strutture riorganizzazione delle attività
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Le misure di spending review operano una per ridurre il suo ..................................................
amministrative
..................................................
che possono produrre
•
ammontare
•
..................................................
ma soprattutto per ..................................................
incrementi
•
della spesa pubblica non solo
..................................................
le attività
di spese.
revisione
•
riorganizzare
2. Collega ogni espressione della colonna sinistra con una della colonna destra 1. Moltiplicatore negativo
a. Misure quantitative
2. Spese rigide
b. Tensioni sociali
3. Spending review
c. Effetto recessivo
4. Misure impopolari
d. Stipendi e pensioni
5. Tagli lineari
e. Misure strutturali
1
106
2
3
4
5
Strumenti per il ripasso
U N I TÀ 1
Strumenti per il ripasso | Sintesi INTERROGAZIONE SIMULATA
SINTESI AD ALTA ACCESSIBILITÀ
1. La spesa pubblica è costituita dalla quantità di mezzi finanziari erogata dalla Pubblica amministrazione per attuare i diversi fini di interesse collettivo. Sotto il profilo dell’incidenza economica si distinguono le spese correnti e le spese in conto capitale: le prime alimentano il flusso di reddito che viene utilizzato a breve termine per soddisfare i bisogni della collettività; le seconde svolgono la loro funzione nel lungo periodo incrementando le risorse produttive. Le spese correnti rappresentano domanda per consumi, mentre le spese in conto capitale rappresentano domanda per investimenti. Le spese in conto capitale sono strumento per una politica di sviluppo. Un’altra distinzione è quella fra spese per beni e servizi e spese per trasferimenti: le prime sono i compensi pagati dalle Pubbliche amministrazioni per acquisire risorse da impiegare nella produzione di servizi pubblici; le seconde sono erogazioni gratuite e senza contropartita. Le spese per beni e servizi incidono direttamente sulla domanda e sul reddito perché rappresentano consumi e investimenti pubblici. Le spese per trasferimenti attuano una politica di redistribuzione; incidono indirettamente sulla domanda e sul reddito perché favoriscono i consumi e gli investimenti privati.
2. In rapporto al reddito nazionale la spesa pubblica assorbe una quota sempre più alta della ricchezza del paese; in termini assoluti l’ammontare della spesa è sempre più elevato; occorre però considerare le cifre di spesa al netto del tasso di inflazione. L’incremento della spesa pubblica è dovuto al sempre maggiore onere finanziario per le funzioni pubbliche di carattere generale (difesa, ordine, giustizia ecc.) e per l’intervento in campo sociale ed economico. Negli ultimi decenni si è manifestata un’inversione di tendenza con l’avvio
di politiche volte a frenare l’eccessiva espansione della spesa pubblica.
3. La teoria keynesiana mette in evidenza che nei periodi di recessione, quando i consumi e gli investimenti privati sono carenti, la spesa pubblica è l’elemento propulsivo per la crescita del reddito perché sostiene la domanda e stimola la ripresa della produzione e dell’occupazione. Ma un eccessivo incremento della spesa può avere gravi effetti negativi: se la produzione non si accresce adeguatamente l’espansione della domanda può determinare spinte inflazionistiche; l’impiego di risorse da parte delle Pubbliche amministrazioni può spiazzare le iniziative private; il finanziamento della spesa rende necessario l’indebitamento e può generare disavanzi di bilancio gravi e difficilmente controllabili. E allora è necessario ridurre la spesa pubblica.
4. Non sempre è facile ridurre la spesa per impedire che la domanda globale diventi eccessiva: i tagli alla spesa pubblica sono in genere misure impopolari; molte spese sono rigide e possono essere ridotte solo mediante riforme che richiedono tempi lunghi; se la riduzione della spesa è notevole può determinare una caduta della domanda con conseguente contrazione della produzione e dell’occupazione. Questi problemi sono molto evidenti quando le misure per ridurre la spesa consistono in tagli lineari, che apportano riduzioni quantitative della spesa ma non incidono sulle cause dell’incremento. Per questo vari Stati, compresa l’Italia, hanno avviato programmi di spending review diretti non solo a contenere il volume della spesa, ma anche a migliorare la qualità delle singole voci di spesa e a riorganizzare le attività amministrative che determinano un incremento della spesa.
• • •
107
Strumenti per il ripasso
UNITÀ 1
Strumenti per il ripasso | Mappa
MAPPA PERSONALIZZABILE
La spesa pubblica è strumento di politica economica in relazione a
le diverse tipologie di spese
il volume complessivo della spesa
hanno effetti diversi secondo
ha avuto un continuo
incremento
l’incidenza
che ha effetti
• complessità dei compiti • istanze di benessere • investimenti in infrastrutture • condizionamenti
spese correnti (domanda per consumi) positivi se controllato spese in conto capitale (domanda per investimenti)
negativi se eccessivo
sostegno alla domanda
• spinte inflazionistiche • spiazzamento attività • deficit pubblico
la destinazione rendendo necessarie spese per beni e servizi (corrispettivi) politiche di contenimento spese per trasferimenti (sussidi)
108
spending review
tagli lineari
programmi strutturali
difficoltà e rischi
Verifica formativa
1. Scegli l’unica risposta esatta fra le quattro indicate 1. La spesa pubblica rappresenta una componente: A dell’offerta complessiva £ B della domanda complessiva £ C del reddito nazionale £ D della domanda di moneta £ 2. Nel periodo di espansione l’incremento della spesa pubblica: A favorisce un più veloce incremento del Pil £ B ha un’azione frenante sulla domanda £ C può creare tensioni sociali £ D può spiazzare le attività dei privati £
3. 1. 2. 3.
5. 6. 1
V£ F£
Connect the expressions on the left column with the corresponding on the right Capital expenditures a. Redistributive effects Government transfer b. Spending on goods Demand for conditions and services of well-being c. Mandatory Interests on government expenditures debt d. Infrastructures Government current e. Increased spending expenditure f. Government Spending-price consumption 2
3
4
5
6
4. Correggi l’errore contenuto in ciascuna frase 1. La politica di stabilizzazione si basa soprattutto sulla spesa in conto capitale per interventi strutturali di lungo periodo. 2. Se il valore della moneta diminuisce l’incremento della spesa pubblica appare inferiore a quello reale. 3. La spesa per il pagamento degli interessi del debito pubblico è una spesa nessibile. 4. Le spese correnti e quelle in conto capitale costituiscono nel loro insieme le spese reali. 5. L’ammontare complessivo della spesa pubblica è in correlazione inversa con il livello della domanda globale. 6. La teoria keynesiana vede nell’erogazione della spesa pubblica lo strumento per favorire la crescita nelle fasi di espansione.
4. La riduzione della spesa pubblica ha un effetto di stabilizzazione in presenza di: A recessione £ B inflazione £ C disoccupazione £ D risorse inutilizzate £ 5. L’effetto delle spese di trasferimento sulla domanda globale è: A nullo perché determinano soltanto spostamenti £ di ricchezza B immediato perché comportano impiego di risorse £ C negativo perché fanno diminuire la domanda £ per consumi D indiretto perché spingono la domanda privata £ 6. Le spese in conto capitale incrementano: A la circolazione di moneta £ B la spesa per consumi privati £ C il rendimento dei capitali £ D le risorse produttive £ 2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false e, se sono false, spiega perché 1. La spesa corrente si identimca con gli investimenti pubblici. V£ 2. La politica di sviluppo si basa sulla spesa in conto capitale. V£ 3. Gli interessi del debito pubblico sono spese in conto capitale. V£ 4. Se il valore della moneta diminuisce l’incremento della spesa pubblica appare maggiore. V£ 5. Il processo di industrializzazione genera una diminuzione delle spese pubbliche. V£
6. L’incremento della spesa pubblica ha sempre effetti positivi sulla produzione e sul reddito.
4.
3. Le spese correnti hanno l’effetto di incrementare: A la domanda per investimenti £ B lo sviluppo nel lungo periodo £ C la formazione del risparmio £ D la domanda per consumi £
U N I TÀ 1
F£ F£ F£ F£ F£
5. Individua il concetto che corrisponde alle definizioni seguenti 1. Le spese pubbliche destinate a soddisfare i bisogni attuali della collettività. 2. Le somme erogate dalla Pubblica amministrazione a favore di determinate categorie senza alcuna controprestazione. 3. Il processo cumulativo di effetti caratterizzato da contrazione a catena della domanda, della produzione e dell’occupazione. 4. Il carattere delle spese che per legge devono essere pagate a scadenze prestabilite e per un ammontare predeterminato. 5. Gli interventi diretti a ridurre di una determinata percentuale l’entità delle spese pubbliche indipendentemente dalla loro natura e mnalità. 6. Le politiche di contenimento della spesa basate su interventi selettivi e strutturali. TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
109
UNITÀ 2
Le entrate pubbliche
Conoscenze
Abilità
• La funzione delle entrate pubbliche • Le forme di entrata e i criteri di distinzione • La natura e i caratteri dei diversi tipi di entrate tributarie
• Riconoscere le differenze fra le diverse forme di entrata
ed extratributarie
• I concetti di pressione tributaria e pressione mscale complessiva
e fra le diverse tipologie di tributi
• Individuare gli effetti economici della pressione tributaria • Osservare l’andamento della pressione mscale nel tempo • Confrontare l’incidenza delle diverse forme di entrata negli Stati europei
Le entrate pubbliche
U N I TÀ 2
1. Il sistema delle entrate pubbliche Le entrate pubbliche sono costituite dai mezzi finanziari che affluiscono alle Amministrazioni pubbliche per il conseguimento di fini di pubblico interesse. Le entrate pubbliche finanziano la spesa pubblica. Tuttavia, esse non sono un mezzo “neutro” di finanziamento. Stabilire l’entità complessiva delle entrate significa decidere quanta parte delle risorse del paese debba essere sottratta al settore privato per essere destinata all’attività del settore pubblico. Stabilire da quali fonti prelevare le risorse significa decidere su quali categorie di cittadini debba ricadere il prelievo e in che misura debba distribuirsi il peso della finanza pubblica. In definitiva, le scelte pubbliche relative alle entrate incidono sempre sulla situazione economica dei privati, inducendoli a modificare i criteri di gestione del proprio reddito e delle proprie attività. È per questi effetti che le entrate pubbliche sono uno strumento di politica economica, che può essere manovrato in funzione dei diversi obiettivi di interesse generale. Le entrate pubbliche hanno fonti e caratteri differenti ma possono ricondursi a tre categorie fondamentali: i tributi, i prezzi e i prestiti. La principale forma di entrata è costituita dai tributi, cioè dal prelievo coattivo di ricchezza a carico dei cittadini. Nell’imposizione dei tributi si manifesta il potere di sovranità dello Stato e, correlativamente, il dovere dei cittadini di contribuire al finanziamento della spesa pubblica. Altre entrate sono i proventi dei beni patrimoniali e delle aziende appartenenti alle Amministrazioni pubbliche. Vi rientrano i ricavi, i fitti, i dividendi. Queste entrate hanno natura di prezzi perché derivano da attività di produzione e di scambio sul mercato. La loro acquisizione esclude l’uso di poteri autoritativi e avviene in base a rapporti di diritto privato, instaurati normalmente mediante contratti (vendite, locazioni, partecipazioni azionarie ecc.). La loro entità, che in passato era notevole, oggi è poco rilevante: i beni patrimoniali non sono valorizzati come fonti di reddito; le imprese pubbliche sono state in gran parte trasformate in società per azioni e le quote di partecipazione in mano pubblica non danno redditi particolarmente rilevanti [ÑM1 U2 par. 5 e 6]. Una terza forma di entrata è costituita dai prestiti pubblici, che vengono contratti quando le altre entrate non sono sufficienti a coprire le spese pubbliche. Mediante l’emissione di titoli del debito pubblico lo Stato raccoglie sul mercato risparmio liquido, dietro corresponsione di un interesse. L’indebitamento in passato era considerato un rimedio eccezionale, destinato a coprire spese a carattere straordinario; oggi è una necessaria forma di finanziamento, per far fronte all’enorme espansione della spesa pubblica [ÑM2 U1 par. 3].
Le entrate pubbliche sono strumento di finanziamento e strumento di politica economica
ALLEGATO SCARICABILE La gestione amministrativa delle entrate
Le principali forme di entrata i tributi…
… i prezzi…
… i prestiti
111
La finanza pubblica
MODULO 2
Sintesi grafica
Le entrate pubbliche
tributi
prezzi
prestiti
prelievi coattivi a carico dei cittadini
proventi di aziende o beni patrimoniali
ricorso al mercato del risparmio
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto La principale forma di entrata pubblica è costituita dalla sono prelievi
..................................................
sono i prezzi, cioè i al
..................................................
.................................................
coattivi
•
dei tributi, che
dei beni e delle aziende appartenenti
..................................................
delle Amministrazioni pubbliche, e i prestiti, cioè i mezzi finanziari
raccolti dallo Stato sul mercato del un
..................................................
di ricchezza a carico dei cittadini. Altre forme di entrata
..................................................
dietro corresponsione di
.
imposizione
•
interesse
•
patrimonio
•
proventi
•
risparmio
2. Collega ogni espressione della colonna sinistra con una della colonna destra 1. Entrate tributarie
a. Entrate pubbliche
2. Entrate patrimoniali
b. Mercato dei capitali
3. Accensione di prestiti
c. Coattività
4. Finanziamento della spesa
d. Alienazione di beni
1
2
3
4
2. Classificazione delle entrate I criteri di classificazione sono vari Entrate finali e per accensione di prestiti…
… originarie e derivate…
112
Le entrate pubbliche si distinguono in base a vari criteri. Una prima distinzione è quella fra entrate finali ed entrate per accensione di prestiti. Le entrate finali sono le risorse finanziarie acquisite in via definitiva: i tributi versati dai cittadini, i redditi dei beni patrimoniali e i proventi derivati dalla loro alienazione. Le entrate per accensione di prestiti sono acquisite in via provvisoria perché le somme incassate devono essere rimborsate alla scadenza e comportano ulteriori spese per il pagamento degli interessi. In relazione alla loro fonte le entrate si distinguono in originarie e derivate. Le entrate originarie sono risorse finanziarie che provengono dal patri-
Le entrate pubbliche
monio delle Pubbliche amministrazioni (redditi dei beni e delle aziende, ricavato delle alienazioni). Le entrate derivate sono risorse finanziarie che provengono dal settore privato e vengono acquisite dalla Pubblica amministrazione (i tributi e i prestiti). In base al criterio dell’incidenza economica le entrate si distinguono in correnti e in conto capitale. Le entrate correnti sono alimentate dal flusso di reddito che si forma anno per anno. Hanno il carattere di entrate originarie se rappresentano reddito del patrimonio pubblico e di entrate derivate se sono prelevate dal reddito dei privati. Le entrate in conto capitale incidono sulla consistenza del patrimonio delle Amministrazioni pubbliche, come i proventi delle alienazioni di beni patrimoniali. Secondo il loro regime giuridico le entrate hanno carattere coattivo o contrattuale. Le entrate coattive sono acquisite dalla Pubblica amministrazione mediante l’esercizio di poteri autoritativi e sono disciplinate dal diritto pubblico; l’esempio tipico è costituito dai tributi, prelevati in virtù della potestà impositiva dello Stato; sono entrate coattive anche quelle provenienti dal pagamento di multe, ammende, sanzioni pecuniarie. Le entrate contrattuali traggono origine da rapporti privatistici di produzione o di scambio (i fitti degli immobili locati, gli utili delle aziende, il ricavato dell’alienazione di beni patrimoniali). Sotto il profilo amministrativo le entrate possono essere ordinarie o straordinarie. Le entrate ordinarie si ripetono periodicamente (come i tributi e i redditi dei beni patrimoniali). Le entrate straordinarie sono ottenute una tantum (come l’alienazione di un bene patrimoniale, un tributo temporaneo per far fronte a impreviste necessità di bilancio ecc.).
U N I TÀ 2
… correnti e in conto capitale…
… coattive e contrattuali…
… ordinarie e straordinarie
Sintesi grafica Le entrate pubbliche
carattere dell’acquisizione
• finali • per accensione di prestiti
fonte
• originarie • derivate
incidenza economica
• correnti • in conto capitale
regime giuridico
ricorrenza nel tempo
• coattive • contrattuali
• ordinarie • straordinarie >>> 113
La finanza pubblica
MODULO 2
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Le entrate pubbliche, secondo la fonte, si distinguono in secondo l’incidenza economica si distinguono in secondo il regime giuridico, si distinguono in
..................................................
..................................................
la ricorrenza nel tempo si distinguono in ordinarie e coattive
•
correnti
•
originarie
•
..................................................
e derivate;
e in conto capitale;
e contrattuali; secondo
..................................................
.
straordinarie
2. Per ciascun tipo di entrata indica con una crocetta a quale tipologia appartiene Entrate
Originarie
Derivate
Correnti
In conto capitale
Ordinarie
Straordinarie
Coattive
Contrattuali
Tributi Rendite di beni e utili di imprese Proventi di dismissioni e privatizzazioni
3. I prezzi I prezzi sono corrispettivi di beni o servizi destinati alla vendita:
prezzi privati…
… prezzi quasi privati…
114
I prezzi costituiscono la controprestazione di beni o servizi destinati alla vendita secondo i comuni meccanismi del mercato. I prezzi sono entrate di tipo contrattuale, perché derivano da un rapporto di scambio; sono entrate originarie, in quanto provengono dalla gestione di beni o aziende appartenenti a soggetti del settore pubblico. A seconda del modo in cui si formano, i prezzi possono essere privati, quasi privati, pubblici o politici. Il prezzo privato è il prezzo di mercato che si forma per libera contrattazione secondo la legge della domanda e dell’offerta, in base al criterio della convenienza economica. Questa situazione piuttosto rara si verifica quando l’operatore pubblico ha come unico scopo il conseguimento di un utile senza perseguire fini di interesse collettivo. È un prezzo privato per esempio quello che un ente pubblico ricava dalla vendita di prodotti agricoli coltivati su terreni del suo patrimonio al solo scopo di ottenere un reddito. Il prezzo quasi privato si forma anch’esso secondo la legge della domanda e dell’offerta, ma l’offerta del prodotto è regolata in modo da realizzare un fine di pubblico interesse. È un prezzo quasi privato quello della vendita del legname delle foreste demaniali, perché l’obiettivo primario dell’Amministrazione pubblica non è ottenere un reddito ma conservare l’integrità delle foreste per fini di tutela ambientale.
Le entrate pubbliche
Il prezzo pubblico, o tariffa, è un prezzo “regolamentato”, cioè fissato d’autorità e senza possibilità di contrattazione, sulla base di criteri economici (equilibrio fra costi e ricavi) e di considerazioni di carattere sociale (diffusione del servizio, tutela di determinate categorie di utenti ecc.). È il caso delle tariffe per i servizi di pubblica utilità, come il servizio postale, telefonico o ferroviario, il trasporto pubblico urbano, la raccolta e gestione dei rifiuti, la distribuzione del gas, dell’energia elettrica ecc. In passato questi servizi erano gestiti direttamente dalle Pubbliche amministrazioni in regime di monopolio, mentre oggi in massima parte sono gestiti da società private o a partecipazione pubblica che operano in regime di concorrenza [ÑM1 U2 par. 5 e U3 par. 6]. I criteri per la determinazione delle tariffe sono stabiliti dal Governo o dagli enti locali se il servizio è prodotto da aziende autonome statali o municipalizzate; sono stabiliti dalle Autorità di vigilanza per i servizi liberalizzati e gestiti da imprese private. Per estendere il servizio le fasce di utenza possono essere differenziate: alle categorie di utenti che si intendono agevolare viene applicato un prezzo inferiore al costo medio (per esempio abbonamenti a prezzo ridotto per i pendolari che viaggiano in treno) e a tutti gli altri utenti viene applicato un prezzo superiore; in tal modo si ottiene la copertura del costo totale di produzione. Il prezzo politico è anch’esso un prezzo regolamentato, ma, a differenza del prezzo pubblico, è determinato in modo che il ricavo complessivo sia inferiore al costo totale di produzione. Sono offerti a prezzo politico i beni meritevoli di particolare tutela [ÑM1 U3 par. 5], allo scopo di renderli accessibili a tutti (le case di abitazione di tipo popolare, i servizi di mensa scolastica ecc.). La determinazione del prezzo avviene in base a criteri economici in modo da coprire una parte prestabilita dei costi (generalmente i costi variabili). La perdita che ne risulta è finanziata con trasferimenti da parte dello Stato o degli enti locali; la perdita in questo caso viene quindi posta a carico della collettività e coperta mediante il prelievo fiscale.
U N I TÀ 2
… prezzi pubblici…
… prezzi politici
Sintesi grafica prezzo privato prezzo quasi privato
prezzo di mercato libera contrattazione prezzo di mercato offerta regolata per fine
I prezzi
corrispettivi dei beni o servizi destinati alla vendita
prezzo pubblico
prezzo regolamentato copertura integrale dei costi
prezzo politico
prezzo regolamentato copertura parziale dei costi
>>> 115
La finanza pubblica
MODULO 2
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto I prezzi sono entrate fornite dalla o di
..................................................
in modo da coprire i costi con i in misura gestione
..................................................
•
..................................................
pubbliche. I prezzi
inferiore
•
di beni patrimoniali sono fissati dall’ente pubblico
..................................................
..................................................
I prezzi
..................................................
al costo per ragioni di interesse
imprese
•
politici
•
pubblici
•
sono fissati
.................................................. .
ricavi
•
sociale
2. Completa le frasi inserendo i termini appropriati 1. I prezzi sono entrate
..................................................
perché presuppongono un rapporto di scambio.
2. Il prezzo pubblico è denominato più comunemente come in modo da coprire i di finalità
..................................................
..................................................
con i
al
..................................................
È fissato
ma tenendo conto anche
.
3. Il prezzo politico è fissato in modo che il ..................................................
.................................................. .
..................................................
..................................................
complessivo sia inferiore
complessivo. È fissato in considerazione di finalità
ma in base a un criterio pur sempre
si rapporta a una parte definita dei
..................................................
..................................................
perché
.
4. I tributi Il tributo è una prestazione obbligatoria in denaro, imposta dallo Stato o da altro ente pubblico nei casi e nei modi previsti dalla legge. Il potere di imporre tributi è esercitato secondo il principio di legalità…
… in base alla riserva di legge APPROFONDIMENTO Il prelievo dei tributi nella storia
Nella forma attuale di Stato, cioè in uno Stato di diritto, il potere di imposizione è esercitato secondo il principio di legalità, in base al quale l’esercizio dei pubblici poteri, ma anche l’attività dei cittadini devono svolgersi nelle forme e nei modi stabiliti dalle norme giuridiche. Il principio di legalità corrisponde all’esigenza di tutelare gli interessi pubblici senza ledere quelli privati, che possono essere sacrificati soltanto nei limiti e con le garanzie indicate dalla legge. Per evitare imposizioni arbitrarie, il potere di istituire, modificare o abolire i tributi è riservato al legislatore (riserva di legge), mentre gli organi amministrativi hanno il solo potere di applicarli. Fra l’ente impositore e il contribuente si instaura un rapporto giuridico i cui presupposti ed elementi sono determinati dalla legge.
Economia & Diritto
La riserva di legge La riserva di legge si conmgura quando una determinata materia deve essere disciplinata o “dalla legge” o “in base alla legge”. Nel primo caso la riserva è assoluta (la materia deve essere interamente regolata da leggi ordinarie o da atti con forza di legge, con esclusione di fonti inferiori). Nel secondo caso la riserva è relativa in quanto alla legge
116
(o agli atti con forza di legge) è riservata la disciplina degli aspetti più importanti, mentre le norme di dettaglio possono essere previste da regolamenti amministrativi. Nel nostro paese la Costituzione prevede, per l’imposizione dei tributi, una riserva di legge relativa. «Art. 23 Cost. – Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge.»
Le entrate pubbliche
I tributi sono entrate derivate di tipo coattivo e si distinguono in: tasse, contributi e imposte. Il carattere della coattività non è presente nella stessa misura nelle tre tipologie di tributi: è minore nella tassa, maggiore nel contributo, massimo nell’imposta. La tassa è una prestazione obbligatoria in denaro dovuta da chi richiede a un ufficio pubblico un servizio divisibile, cioè un servizio che soddisfa interessi individuali oltre che collettivi. Nella tassa il carattere di coattività non è molto accentuato perché il tributo deve essere pagato solo quando si fa richiesta del servizio. Spesso però si tratta di servizi che il cittadino non può fare a meno di richiedere, per adempiere a un obbligo (per esempio la bollatura dei libri sociali) o per esercitare un diritto (per esempio il rilascio del passaporto). Il pagamento della tassa fa sì che alla spesa di un servizio pubblico contribuiscano coloro che ne traggono individualmente vantaggio. L’ammontare della tassa non corrisponde all’intero costo del servizio perché esso viene prestato non solo a beneficio del singolo richiedente ma anche nel pubblico interesse (nei due esempi precedenti, lo Stato verifica la regolare tenuta dei libri sociali o controlla i cittadini che intendono recarsi all’estero). Quanto maggiore è l’utilità pubblica del servizio, tanto minore è la tassa posta a carico dell’utente. A seconda del servizio a cui si riferiscono, le tasse si distinguono in: amministrative, giudiziarie e industriali. Le tasse amministrative riguardano: ● i servizi dello stato civile (atti di nascita, di morte, di matrimonio o di unione civile, concessione della cittadinanza); ● l’istruzione pubblica (tasse scolastiche e universitarie); ● lo svolgimento di attività economiche (autorizzazione di fiere e mercati); ● l’esercizio di particolari diritti (passaporti, brevetti, porto d’armi ecc.).
U N I TÀ 2
Tre tipologie di tributi
La tassa …
… si applica agli utenti di servizi divisibili…
… amministrativi…
Le tasse giudiziarie riguardano: ● i processi civili, amministrativi e tributari: in questo caso sono anticipate dal ricorrente e poi, al termine del processo, sono poste definitivamente a carico della parte soccombente (cioè della parte che ha perso la causa). Nei processi penali non è previsto il pagamento di tasse perché i processi penali non si fanno a iniziativa dei privati ma su richiesta del Pubblico Ministero; le spese relative sono anticipate dall’erario e, se il processo si conclude con la condanna dell’imputato, vengono poste a suo carico (a meno che egli non versi in disagiate condizioni economiche); ● gli atti di volontaria giurisdizione (provvedimenti del giudice tutelare, autorizzazioni del Tribunale): le tasse sono a carico di chi richiede l’atto.
… giudiziari…
Le tasse industriali riguardano determinati servizi di carattere tecnico (per esempio, per verificare e garantire le caratteristiche di metalli preziosi); la tassa è a carico del richiedente.
… tecnici
117
La finanza pubblica
MODULO 2
Il confronto
La tassa e il prezzo politico La tassa presenta una notevole afmnità con il prezzo politico perché in entrambi i casi l’utente di una prestazione deve pagare una somma di denaro che copre solo una parte del costo. Tuttavia, fra le due forme di entrata vi sono sostanziali differenze di carattere economico e giuridico. Prezzo politico
Tassa
Il servizio è destinato alla vendita
Il servizio è inerente all’esercizio di un pubblico potere
La produzione del servizio è organizzata in forma di impresa
Il servizio è gestito da un ufmcio amministrativo o giudiziario
L’introito è destinato al mnanziamento del servizio a cui si riferisce
L’introito alimenta il gettito complessivo delle entrate tributarie
La misura del prezzo politico fa riferimento a una parte demnita dei costi
La misura della tassa non fa riferimento a specimche voci di costo
Il prezzo politico è determinato nell’ambito di un rapporto contrattuale
La tassa deve essere prevista e regolata da una norma di legge
Il contributo
Il contributo è una prestazione obbligatoria in denaro a carico di coloro che traggono un vantaggio personale da opere o servizi pubblici indivisibili.
Come la tassa, il contributo fa gravare una parte del costo del servizio o dell’opera su coloro che se ne avvantaggiano in modo particolare; ma, a differenza della tassa, il contributo non presuppone una domanda individuale perché l’ente pubblico effettua l’opera o il servizio di propria iniziativa nell’interesse generale della collettività. Per esempio, le opere di urbanizzazione (strade, rete fognaria, illuminazione) assicurano alla collettività condizioni di vita civile ma, nel contempo, danno un vantaggio particolare ai proprietari dei terreni circostanti, che diventano edificabili e quindi aumentano di valore. Diversa è la funzione dei contributi obbligatori posti a carico dei lavoratori e dei datori di lavoro per finanziare, come vedremo, le forme di tutela previste dal sistema di previdenza sociale (trattamenti pensionistici, prestazioni a sostegno del reddito) [ÑM2 U4 par. 4].
L’imposta...
L’imposta è una prestazione obbligatoria in denaro posta a carico dei membri della collettività per far fronte a fini di interesse generale. Il prelievo delle imposte consente l’attuazione di tutte quelle funzioni pubbliche che, avendo utilità collettiva e indivisibile, devono essere finanziate con il concorso di tutta la collettività [ÑM1 U3 par. 3].
118
Le entrate pubbliche
U N I TÀ 2
è un prelievo coattivo regolato
L’imposta ha il massimo grado di coattività. Il contribuente è assoggettato al prelievo d’autorità, senza alcun riferimento alla domanda di servizi determinati o a vantaggi individuali. Il tributo colpisce le manifestazioni di ricchezza, sia dirette (possesso di redditi o di un patrimonio), sia indirette (consumi o affari). L’ente impositore stabilisce le forme e le modalità dell’imposta e fissa i princìpi in base ai quali essa debba essere ripartita fra i contribuenti tenendo conto della capacità economica di ciascuno. Le imposte sono la più cospicua fonte di entrata per lo Stato. Il loro gettito assorbe una considerevole parte del reddito nazionale e copre il costo delle opere e dei servizi indivisibili e la parte del costo dei servizi divisibili non coperta dalle tasse. L’imposta, oltre che un’entrata, è un fondamentale strumento di politica economica e sociale [Ñ M1 U2 par. 2]. L’introduzione o l’inasprimento di un’imposta, l’alleggerimento o l’abolizione di un’altra realizzano i diversi obiettivi di politica economica: contrarre o espandere la domanda globale, redistribuire il reddito nazionale, regolare la produzione o il consumo in determinati settori, incentivare o disincentivare certe attività in relazione all’interesse pubblico ecc. Analizzeremo questi effetti più avanti [ÑM4] quando esamineremo le diverse tipologie di imposte che compongono i sistemi tributari. Ora parleremo dell’entità complessiva del prelievo fiscale e valuteremo la sua incidenza sul sistema economico nazionale.
dalla legge…
… è strumento di finanziamento…
… è strumento di politica economica
La composizione delle entrate pubbliche negli Stati europei
In Europa 100
75
50
25
Switzerland (2015)
Iceland
Others
Norway
United Kingdom
Finland
Sweden
Slovakia
Slovenia
Romania
Poland
Portugal
Austria
Malta
Netherlands
Hungary
Luxembourg
Latvia
Lithuania
Italy
Cyprus
Croatia
Spain
France
Ireland
Greece
Estonia
Germany
Denmark
Czech Republic
Belgium
Bulgaria
EU-28
Euro area (EA 19)
0
Property income Market output, output for own final use and payments for non-market production
(*) Data extracted on 24.04.2017 Source Eurostat (online data code giov_10a_main)
Net social contributions Taxes
1. Individua l’incidenza delle tasse e quella dei contributi sociali sul totale delle entrate nei diversi Stati europei. In che rapporto sono? (Nota che in lingua inglese non esiste la distinzione fra il concetto di tassa e quello di imposta.) 2. In quale Stato le entrate originarie hanno una certa rilevanza?
119
La finanza pubblica
MODULO 2
Sintesi grafica si applicano agli utenti di servizi divisibili
tasse hanno come presupposto la domanda del servizio
si applicano alla generalità dei cittadini
imposte
Tributi
hanno come presupposto una manifestazione di ricchezza
si applicano a chi trae particolare vantaggio da un servizio indivisibile
contributi non presuppongono la domanda del servizio
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto I tributi sono prestazioni e nei modi previsti dalla
che le Stato impone ai cittadini nei casi
.................................................. ..................................................
.
Le tasse sono applicate agli utenti che fanno forniti da pubblici
..................................................
..................................................
Le imposte sono applicate a tutti i cittadini secondo la loro e finanziano le funzioni e i servizi domanda
•
uffici
•
generali
•
individuali
di servizi
..................................................
. ..................................................
•
indivisibili
•
e
..................................................
..................................................
legge
•
.
obbligatorie
•
ricchezza
2. Rispondi alle domande 1. In che cosa consiste il principio di legalità nell’imposizione dei tributi? 2. Perché l’imposta costituisce un importante strumento di politica economica?
5. La pressione tributaria La pressione tributaria esprime l’incidenza del prelievo fiscale
Con il termine pressione tributaria si intende l’incidenza del prelievo fiscale sul sistema economico nazionale.
sul Pil…
Il prelievo dei tributi sottrae una determinata quantità di reddito alle disponibilità finanziarie dei contribuenti, i quali, per questa ragione, devono rinunciare a soddisfare una parte dei loro bisogni individuali: in ciò consiste il peso (la pressione) dei tributi.
120
Le entrate pubbliche
U N I TÀ 2
La pressione tributaria (P) viene misurata mettendo in rapporto l’entità del prelievo dei tributi (T) con l’entità del prodotto interno lordo (Y), secondo la formula: P= T Y Questo rapporto indica la parte di reddito nazionale che ogni anno viene prelevata mediante l’imposizione dei tributi. Il concetto di pressione tributaria può essere inteso in senso ristretto, considerando soltanto le imposte e le tasse, oppure in senso più ampio, considerando anche i contributi obbligatori per i servizi sociali (in particolare, i contributi previdenziali). Si parla, in questo caso, di pressione fiscale complessiva. In base al dato della pressione tributaria è possibile valutare le conseguenze dell’imposizione fiscale sull’equilibrio generale del sistema economico. In linea generale si può dire che un aumento della pressione tributaria ha come conseguenza la contrazione della domanda globale perché il prelievo riduce il potere d’acquisto delle famiglie e delle imprese e fa diminuire la spesa privata per consumi e per investimenti. Nelle fasi di espansione del ciclo un modesto aumento della pressione tributaria può avere l’effetto positivo di combattere l’inflazione, perché pone un freno alla domanda globale evitando che diventi eccessiva rispetto all’offerta [ÑM1 U4 par. 2]. Nelle fasi di recessione, invece, la pressione fiscale dovrebbe essere alleggerita per lasciare ai privati maggiore disponibilità di reddito e favorire un’espansione della domanda. In ogni caso, una pressione tributaria molto accentuata produce conseguenze negative perché determina reazioni da parte degli operatori economici: le imprese tendono a scaricare sui prezzi di vendita l’onere dei tributi a cui sono assoggettate, mentre le famiglie, vedendo il loro reddito decurtato dalle imposte, cercano di ricostituirlo chiedendo aumenti salariali e in genere maggiori compensi. In conseguenza di questi comportamenti può determinarsi un’inflazione da costi.
… mette in evidenza gli effetti macroeconomici dell’imposizione fiscale:
gli effetti positivi…
… e gli effetti negativi
Sappiamo che… L’innazione da costi si verimca quando i compensi dei fattori produttivi sono più elevati della loro produttività. Quando ciò accade aumenta il costo medio, cioè il rapporto fra il costo totale e la quantità prodotta; le imprese sono allora indotte ad aumentare i prezzi per coprire l’incremento del costo e mantenere invariato il proprio margine di promtto.
L’incremento della pressione fiscale può portare a un’altra conseguenza negativa: quando il peso dei tributi incide eccessivamente sui redditi familiari, la propensione al risparmio tende a diminuire perché le famiglie, abituate a un dato tenore di vita, non sono disposte a ridurlo oltre un certo limite e, per pagare le imposte, rinunciano a risparmiare. Diminuendo il risparmio, viene a mancare la condizione essenziale per gli investimenti e, nel lungo periodo, può verificarsi una carenza di strutture produttive che ostacola lo sviluppo dell’economia.
APPROFONDIMENTO La curva di Laffer
121
La finanza pubblica
MODULO 2
Vi è un punto critico che non dovrebbe essere oltrepassato
Per queste considerazioni, gli organi della finanza pubblica dovrebbero individuare sempre qual è il punto critico oltre il quale l’aumento della pressione tributaria produce effetti negativi. Esso non può essere determinato in teoria perché dipende da molteplici fattori: le risorse produttive disponibili nel paese e la misura con cui vengono impiegate; il modo in cui il reddito nazionale è distribuito tra le varie categorie di cittadini; l’efficienza dei servizi pubblici e la loro capacità di soddisfare i bisogni collettivi. Soprattutto, è necessario considerare a quale tipo di spese lo Stato destina il gettito dei tributi. L’impatto della finanza pubblica sull’economia nazionale non si può valutare adeguatamente se non vengono messi in correlazione gli effetti del prelievo con quelli della spesa, in quanto le conseguenze dell’uno possono essere bilanciate dalle conseguenze dell’altra e viceversa.
In Italia
La struttura delle entrate pubbliche
In Italia, come in tutti gli Stati moderni, la più importante fonte di entrata è rappresentata dai tributi; in ordine di importanza seguono i prestiti pubblici e le entrate originarie. La pressione mscale assorbe una considerevole quota del reddito nazionale; tuttavia non è sufmciente a fronteggiare le dimensioni della spesa pubblica che, in buona parte, è mnanziata facendo ricorso all’emissione di prestiti. Abbastanza modesta è l’entità delle entrate originarie (“Altre entrate correnti” e “Entrate in conto capitale non tributarie”), costituite principalmente dai proventi della vendita di beni e servizi prodotti in regime di mercato e dai redditi di capitale derivanti da titoli (azioni, obbligazioni ecc.) posseduti dallo Stato o da enti pubblici. Conto consolidato delle Amministrazioni pubbliche – Entrate (in percentuale del Pil) – Anno 2016 Totale entrate tributarie imposte dirette
14,9
imposte indirette
14,5
imposte in conto capitale Contributi sociali
0,3 13,2
contributi effettivi
13,0
contributi mgurativi
0,2
Altre entrate correnti
4,2
Entrate in conto capitale non tributarie
0,1
Totale entrate finali
47,1
Pressione fiscale
42,9
Le mancate quadrature sono dovute agli arrotondamenti 1. In quale rapporto sono le entrate tributarie e i contributi sociali rispetto al totale delle entrate? 2. Confronta l’entità complessiva delle entrate mnali con quella delle spese mnali. 3. Come viene coperta la differenza?
122
29,6
Le entrate pubbliche
U N I TÀ 2
Sintesi grafica onere che grava sulla ricchezza dei cittadini La pressione del prelievo fiscale misurata in rapporto al reddito nazionale
un suo incremento può
ridurre la propensione al risparmio
determinare un’inflazione da costi
frenare un’inflazione da domanda
rallentare gli investimenti
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto La pressione tributaria rappresenta il peso dell’.................................................. sulla ricchezza del paese. È misurata dal il
..................................................
..................................................
contributi
•
..................................................
fra l’ammontare dei
. Se si considerano anche i
si ha la pressione
fiscale
•
..................................................
..................................................
imposizione
Pil
• •
..................................................
e
per la previdenza
complessiva.
rapporto
•
sociale
•
tributi
2. Osserva la tabella e svolgi l’attività proposta La pressione fiscale in Italia (% sul Pil) 1965
1975
1985
1995
2005
2016
Pressione fiscale complessiva
25,5
26,2
34,5
41,1
40,6
42,9
Pressione tributaria
16,8
16,8
22,6
26,8
27,7
29,6
8,7
12,0
12,0
14,4
12,9
13,2
Pressione contributiva
1. Calcola in quale misura è aumentata la pressione fiscale nel periodo considerato e se l’incremento della pressione tributaria in senso stretto è più o meno veloce rispetto a quello della pressione contributiva.
123
UNITÀ 2
Strumenti per il ripasso
Strumenti per il ripasso | Sintesi INTERROGAZIONE SIMULATA
SINTESI AD ALTA ACCESSIBILITÀ
1. Le entrate pubbliche sono i mezzi finanziari che affluiscono alla Pubblica amministrazione. Sono uno strumento di finanziamento della spesa pubblica, e sono anche strumento di politica economica perché possono essere manovrate in funzione degli obiettivi che la Pubblica amministrazione intende realizzare. Le principali forme di entrata sono i tributi, i proventi patrimoniali che hanno natura di prezzi e i prestiti.
2. Le entrate pubbliche possono essere distinte secondo vari criteri di classificazione. Con riferimento al carattere dell’acquisizione si distinguono le entrate finali (che vengono acquisite in via definitiva e comprendono i tributi e i prezzi) e le entrate per accensione di prestiti (che comportano l’obbligo del rimborso alla scadenza e della corresponsione degli interessi). In relazione alla fonte si distinguono le entrate originarie, costituite dai proventi dei beni e delle imprese appartenenti alla Pubblica amministrazione, e le entrate derivate, che provengono da risorse del settore privato. Sotto il profilo economico si distinguono le entrate correnti (alimentate dal flusso annuale di reddito) e le entrate in conto capitale (le quali incidono sulla consistenza del patrimonio pubblico). In base al regime giuridico si distinguono in coattive o contrattuali. Sotto il profilo amministrativo le entrate possono essere ordinarie (cioè ricorrenti con regolarità) o straordinarie (cioè saltuarie o eccezionali).
3. Le entrate fornite dai beni o servizi destinati alla vendita hanno natura di prezzi. A seconda del modo in cui si formano, i prezzi sono privati o pubblici. Il prezzo privato si forma sul mercato in base alla domanda e all’offerta. Se l’ente pubblico nel regolare l’offerta del bene o del servizio tiene conto di finalità di interesse pubblico, il prezzo è quasi privato. Il prezzo è pubblico quando è fissato unilateralmente
124
dall’impresa pubblica o dall’ente che la controlla o dall’Autorità di vigilanza, ed è determinato in modo da assicurare la copertura dei costi di produzione. Per ragioni di interesse sociale, il prezzo può essere fissato in modo da coprire soltanto una parte definita del costo di produzione, e in tal caso si configura il prezzo politico, che riguarda i beni o servizi meritevoli di particolare tutela.
4. Le entrate più importanti sono i tributi, che sono prestazioni di denaro imposte coattivamente ai privati in base a norme di legge. I tributi si distinguono in tasse, contributi e imposte. La tassa è una prestazione obbligatoria dovuta da coloro che fanno domanda di determinati servizi individuali a uffici pubblici. La tassa pone a carico degli utenti una parte del costo del servizio richiesto. Il contributo è posto obbligatoriamente a carico di coloro che traggono individualmente vantaggio da un servizio di utilità generale e collettiva. Come la tassa, è dovuto da chi fruisce di un’utilità personale ma, a differenza della tassa, non presuppone la domanda del servizio. L’imposta è una prestazione obbligatoria in denaro posta a carico dei membri della collettività. Ha la funzione di finanziare i servizi generali e indivisibili che hanno utilità collettiva e non individualizzabile.
5. Il rapporto fra l’ammontare complessivo dei tributi e il reddito nazionale si definisce pressione tributaria e misura l’incidenza del prelievo fiscale sul sistema economico. La pressione fiscale complessiva comprende, oltre alle tasse e alle imposte, anche i contributi per i servizi di protezione sociale. Gli effetti economici della pressione fiscale sono negativi quando il suo livello è molto elevato (riduzione dei consumi e degli investimenti privati, diminuzione della formazione del risparmio, inflazione da costi).
Strumenti per il ripasso
U N I TÀ 2
Strumenti per il ripasso | Mappa • •
sono strumenti di
finanziamento politica economica
MAPPA PERSONALIZZABILE
Le entrate pubbliche si distinguono in base a
carattere dell’acquisizione
altri criteri
fonte: originarie derivate
• •
per accensione di prestiti
finali
incidenza: correnti in conto capitale
acquisizione definitiva
• •
• •
rimborso pagamento di interessi
regime giuridico: coattive contrattuali
prezzi
• • • •
privati quasi privati pubblici politici
• • proventi di beni e di imprese
ricorrenza nel tempo: ordinarie straordinarie
• • tributi
• • •
tasse imposte contributi
• •
prelievi coattivi principio di legalità
incidenza % sul Pil
pressione tributaria
pressione fiscale complessiva (pressione tributaria + oneri previdenziali)
125
UNITÀ 2
Verifica formativa
1. Scegli l’unica risposta esatta fra le quattro indicate 1. Le entrate derivate sono quelle che derivano: A da beni o attività svolte dall’operatore pubblico £ B dalla ricchezza dei cittadini £ C da altre entrate precedentemente acquisite £ D da accordi di tipo contrattuale £ 2. Le entrate correnti: A sono alimentate dal reddito dell’anno £ B non possono finanziare spese in conto capitale £ C sono entrate non coattive £ D non hanno effetti economici £
1.
1
4. I contributi previdenziali sono entrate: A originarie £ B in conto capitale £ C ordinarie £ D contrattuali £ 5. Il termine “tassa” indica: A in senso generico qualunque forma di prelievo £ tributario B il prelievo previsto dalla legge a carico di chi richiede £ un servizio divisibile C il corrispettivo di beni o servizi offerti sul mercato £ e fissato in misura inferiore al costo D un prelievo coattivo previsto dalla legge £ e commisurato alla ricchezza dei cittadini 6. Per punto critico della pressione mscale si intende: A un’incidenza del peso complessivo dei tributi £ superiore al 15% del Pil B il limite oltre il quale ogni incremento delle entrate £ produce effetti negativi C una forma di prelievo fiscale in cui la coattività £ è particolarmente accentuata D il limite oltre il quale il prelievo assorbe tutto £ il reddito nazionale prodotto nell’anno
126
3.
2. 3. 4.
3. Fra le entrate mnali non rientrano: A i prezzi politici £ B le tasse £ C i prestiti £ D le imposte £
2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false e, se sono false, spiega perché 1. I prestiti pubblici sono entrate mnali. V£ 2. Le entrate originarie hanno carattere contrattuale e non coattivo. V£ 3. Le entrate correnti incidono sul reddito. V£ 4. Il prezzo pubblico assicura la copertura del costo totale di produzione. V£
5. Il prezzo politico ha il carattere di corrispettivo. 6. La tassa ha carattere contrattuale.
Connect the expressions on the left column with the corresponding three on the right Revenues from sales a. Tax revenues of assets b. Loans Personal income tax c. Duties School fees d. Non-tax revenues Government debt e. Prices instruments f. Recurring revenues g. Non-compulsory revenues 2
3
4
4. Correggi l’errore contenuto in ciascuna frase 1. I tributi sono entrate originarie di tipo coattivo. 2. Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere offerta se non in base alla legge. 3. Le entrate originarie in epoche passate avevano poca rilevanza. 4. L’imposta e il contributo pongono una parte del costo di un servizio a carico di coloro che ne traggono vantaggio. 5. Le mgure del prezzo privato e della tassa presentano fra loro una certa afmnità. 6. Un incremento del prelievo che in termini assoluti appare elevato ha in realtà poca incidenza sull’economia se nel contempo il reddito nazionale ha avuto un modesto incremento. 5. Individua il concetto che corrisponde alle seguenti definizioni 1. Entrate acquisite in via demnitiva. 2. Entrate provenienti dal patrimonio delle Pubbliche amministrazioni. 3. Entrate alimentate dal reddito prodotto nell’anno. 4. Entrate acquisite mediante l’esercizio di poteri d’autorità. 5. Entrate che ricorrono regolarmente a ogni esercizio. 6. Rapporto fra il totale del gettito delle imposte, delle tasse e dei contributi sociali e il Prodotto interno lordo.
F£ F£ F£ F£
V£ F£ V£ F£
TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
La finanza locale e il federalismo fiscale
Conoscenze
Abilità
• Il carattere decentrato delle democrazie contemporanee • L’autogoverno delle comunità locali • Il riconoscimento delle autonomie locali • I sistemi di mnanziamento delle spese locali • Il federalismo mscale • L’evoluzione del rapporto tra mnanza statale e mnanza locale
• Capire le motivazioni politico-sociali e le ragioni economiche
nel nostro paese
del decentramento
• Confrontare i sistemi del centralismo e del federalismo mscale • Individuare le ragioni economiche e le conmgurazioni del federalismo mscale
• Riconoscere le funzioni della politica mscale a livello locale • Individuare le ragioni del passaggio dal sistema della mnanza unica al sistema dell’autosufmcienza degli enti territoriali
La finanza pubblica
MODULO 2
1. L’autonomia degli enti territoriali Sappiamo che… Gli enti territoriali hanno struttura simile a quella dello Stato: un territorio distinto da quello degli altri enti; una popolazione residente stabilmente; mnalità generali che esprimono gli interessi della collettività aggregata nell’ente. Gli Stati contemporanei sono democrazie decentrate… … fondate sull’autonomia degli enti territoriali
Il decentramento ha ragioni politiche ed economiche
Gli Stati contemporanei sono democrazie decentrate fondate sull’autonomia degli enti territoriali, che in Italia sono: le Regioni, le Città metropolitane, le Province, i Comuni. Gli enti territoriali costituiscono il punto di riferimento degli interessi collettivi nell’ambito dei rispettivi territori. Essi perseguono obiettivi in base ad autonome valutazioni, sono dotati del potere di autogoverno e sono retti da organi rappresentativi che rispecchiano la volontà e gli orientamenti politici delle popolazioni locali. Poiché l’attività politico-amministrativa si svolge a livello centrale e locale, la finanza statale deve coordinarsi con quella degli enti territoriali i quali, nei limiti stabiliti dall’ordinamento, gestiscono anch’essi i mezzi finanziari per il raggiungimento degli obiettivi di loro competenza. Le attività amministrative degli Stati contemporanei sono esercitate in gran parte dai governi regionali e locali con finalità generali che investono i più diversi interessi delle rispettive comunità. Il riconoscimento delle autonomie territoriali, oltre a essere motivato da ragioni di carattere politico e sociale (infatti la partecipazione alla vita politica in sede locale è più agevole e i governi regionali e locali sono a stretto contatto con i cittadini, che possono avanzare con immediatezza le loro istanze), si fonda su esigenze di natura economica: mentre il governo centrale tende a offrire lo stesso tipo di servizi pubblici su tutto il territorio nazionale, il governo locale si adegua alle diverse necessità delle popolazioni residenti e quindi può soddisfarle in modo più efficace.
Sintesi grafica ragioni politiche e sociali
maggiore rappresentatività
maggiore partecipazione
Il decentramento migliore adeguamento ai bisogni locali
ragioni economiche più efficiente allocazione delle risorse
128
>>>
La finanza locale e il federalismo fiscale
U N I TÀ 3
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Gli Stati contemporanei sono organizzati secondo il principio del e riconoscono le
..................................................
degli enti territoriali. Lo scopo è di ottenere
un maggiore adeguamento dei servizi ai dei cittadini nell’attività amministrativa
•
..................................................
..................................................
autonomie
•
..................................................
bisogni
•
e
locali e maggiore
..................................................
decentramento
•
.................................................
.
partecipazione
•
politica
2. Completa le frasi inserendo i termini appropriati 1. Il
..................................................
amministrativo e il riconoscimento delle
..................................................
locali
caratterizza le democrazie contemporanee. 2. Gli enti
..................................................
parti del 3. Gli enti
sono espressione delle
..................................................
..................................................
..................................................
nazionale e ne curano i molteplici
sono dotati del potere di
residenti nelle diverse
..................................................
..................................................
.
.
2. I sistemi di finanziamento Sappiamo che… Il concetto di federalismo è riferibile a tutti gli ordinamenti che si articolano in enti territoriali autonomi con poteri e funzioni propri. I sistemi di federalismo presentano vari livelli, che vanno dal regionalismo “forte”, in cui le autonomie regionali sono molto ampie, pur innestandosi in una forma di Stato unitario, mno alla forma di Stato federale, composto da enti territoriali a carattere originario cui competono tutte le funzioni tipiche dello Stato. Il finanziamento degli enti territoriali può dipendere interamente dallo Stato (centralismo fiscale) o essere autonomo (federalismo fiscale). Nel sistema di centralismo fiscale (o finanza unica) la potestà impositiva spetta soltanto allo Stato, che provvede a finanziare gli enti territoriali. Le fonti di finanziamento sono: ● la devoluzione di quote di determinati tributi statali; i criteri di ripartizione sono fissati dallo Stato in relazione al fabbisogno finanziario degli enti e al luogo dove è prodotta la materia imponibile; ● i trasferimenti di somme da parte dello Stato, che sono generici se possono essere utilizzati in base a libere scelte dell’ente territoriale, oppure specifici se sono vincolati a determinate spese. Il centralismo fiscale realizza un’unità di indirizzo nella gestione delle entrate fra le diverse zone del territorio nazionale. Il suo funzionamento presuppone che anche l’attività politica e amministrativa sia accentrata a livello statale e che le funzioni e i compiti degli enti territoriali siano molto modesti. Il centralismo fiscale è, invece, incompatibile con un decentramento politico-amministrativo. Se le funzioni e i compiti degli enti territoriali sono ampi e autonomi ma le risorse finanziarie dipendono totalmente dai trasferimenti
Nel sistema del centralismo fiscale la finanza locale dipende da quella statale
Si ha unità di indirizzo…
… ma può crearsi una frattura fra spese ed entrate
129
La finanza pubblica
MODULO 2
Nel sistema del federalismo fiscale la finanza locale è autonoma…
… si responsabilizzano i governi locali…
… ma si possono accentuare le diseguaglianze territoriali
statali, si spezza il collegamento fra le spese, deliberate autonomamente dai singoli enti, e le entrate, fornite dallo Stato. Per questo scollamento fra “chi spende e chi paga”, i governi degli enti territoriali non sono stimolati al risparmio e all’efficienza, con la conseguenza che il governo centrale deve far fronte a pressanti richieste di finanziamento. Ne derivano gravi situazioni di disavanzo sia nei bilanci locali sia in quello statale. Nel sistema del federalismo fiscale le amministrazioni territoriali hanno il potere di acquisire e di gestire autonomamente i propri mezzi finanziari. Sotto il profilo economico, ciò significa che i beni e i servizi pubblici utilizzati in sede locale sono finanziati dalla popolazione locale e prodotti dai governi locali. Sotto il profilo politico-amministrativo si rafforza l’autonomia dei governi locali e aumenta la loro responsabilità per tutto ciò che riguarda gli interessi collettivi nell’ambito dei rispettivi territori. Con l’autonomia di entrata e di spesa, l’equilibrio di bilancio non è assicurato dai trasferimenti dello Stato ma è un obiettivo da perseguire in sede locale. I cittadini, sottoposti all’imposizione fiscale da parte delle loro amministrazioni, sono in grado di valutare il rapporto fra gli oneri cui sottostanno e i benefici che ne traggono per la qualità e quantità dei servizi che sono loro offerti. Il federalismo fiscale non scardina l’unità del sistema tributario nazionale, perché lo Stato ne stabilisce i princìpi generali mentre gli enti territoriali, pur avendo l’autonomo potere di imporre tributi, sono coordinati con il potere centrale. Un lato negativo del federalismo fiscale potrebbe essere rappresentato da un aumento delle diseguaglianze territoriali, perché nei territori in cui è maggiore il gettito dei tributi locali la possibilità di spesa per i servizi pubblici è più ampia.
Sintesi grafica potere impositivo dello Stato
Il centralismo fiscale
• trasferimenti statali • quote di tributi erariali
agli
autonomia di spesa senza autonomia di entrata
disavanzi nei bilanci locali e statale
130
enti locali
>>>
La finanza locale e il federalismo fiscale
U N I TÀ 3
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Nel sistema del
..................................................
fiscale il potere di imporre i tributi spetta soltanto
allo Stato e gli enti territoriali sono finanziati da del
..................................................
e hanno il potere di applicare tributi propri
•
..................................................
fiscale gli enti territoriali si finanziano con
centralismo
•
..................................................
federalismo
•
statali. Nel sistema
..................................................
.
risorse proprie
•
trasferimenti
2. Scegli il termine esatto fra i tre proposti 1. Nel sistema di centralismo fiscale l’equilibrio finanziario degli enti territoriali è assicurato da trasferimenti a carico del governo locale/bilancio statale/territorio locale. 2. Nel sistema del federalismo fiscale possono accentuarsi le diseguaglianze/tutele/ uniformità a livello territoriale.
3. Il federalismo fiscale Nel sistema del federalismo fiscale la finanza degli enti territoriali è caratterizzata dai princìpi di autonomia finanziaria e di autosufficienza finanziaria. L’autonomia finanziaria comporta che le entrate degli enti siano costituite da risorse proprie: tributi, tariffe, proventi di beni patrimoniali. L’autosufficienza finanziaria comporta che le risorse proprie di ciascun ente siano in grado di finanziarne interamente le attività. Il federalismo fiscale, oltre a rendere più responsabili gli operatori locali, aumenta l’efficienza nell’allocazione delle risorse, sia perché l’offerta di servizi pubblici si adegua meglio ai bisogni che si differenziano da zona a zona, sia perché su ogni collettività locale ricade soltanto il costo dei servizi dai quali essa trae effettivo beneficio, ottenendo una corrispondenza fra il peso dell’imposizione fiscale e il vantaggio dei servizi pubblici. Questi servizi, quando sono localizzati nel territorio di ciascun ente (come la distribuzione dell’acqua o la rete fognaria), vengono prodotti in dimensioni proporzionate alle esigenze della collettività interessata, realizzando così un equilibrio fra i benefici arrecati dai servizi e il costo del loro finanziamento. Vi sono servizi che sono caratterizzati da effetti di esternalità [ÑM1 U3 par. 4], sono cioè utili anche a persone che non risiedono nel territorio in cui sono gestiti. Per esempio chiunque può accedere a un ospedale o a un centro sportivo gestiti da un ente locale; la disciplina del traffico in una grande città non giova soltanto ai suoi abitanti, ma anche ai pendolari che quotidianamente vi affluiscono; alcune strade urbane sono utilizzate anche per il transito extraurbano. Per evitare “problemi di affollamento”, questi servizi vengono prodotti in misura maggiore rispetto alle limitate esigenze delle rispettive comunità, con la conseguenza che esse hanno costi maggiori rispetto ai benefici che ne ricavano, mentre i componenti di altre comunità hanno vantaggi senza avere oneri fiscali.
L’autonomia di entrata e di spesa attua l’allocazione delle risorse…
… per i servizi localizzati…
… e per gli effetti di esternalità…
131
La finanza pubblica
MODULO 2
Per evitare squilibri è opportuno che i servizi con effetti di esternalità siano prodotti da enti di maggiori dimensioni, per esempio enti regionali invece che enti comunali. L’autonomia degli enti territoriali è regolata dal principio di sussidiarietà, in base al quale le funzioni amministrative vengono attribuite in via generale agli enti minori (i Comuni), mentre agli enti di maggiori dimensioni (Province, consorzi di Comuni, Regioni) sono attribuite le funzioni che per ragioni economiche e organizzative non possono essere svolte in modo efficiente a livello comunale; rimangono riservate allo Stato tutte le funzioni di portata nazionale (difesa, giustizia, grandi infrastrutture, manovre per la stabilizzazione, sostegno all’occupazione, sviluppo a lungo termine ecc.). Per esempio, nel settore dei trasporti corrisponde a criteri di efficienza economica organizzare a livello comunale il servizio di trasporto urbano; a livello regionale il servizio di trasporti extraurbani; a livello statale il servizio ferroviario a lunga percorrenza o internazionale. Nel settore delle attività ricreative un piccolo Comune può organizzare e finanziare un parco giochi destinato alla popolazione locale, mentre un centro sportivo polifunzionale dovrebbe essere gestito a un livello territoriale più ampio. Una forma attenuata di federalismo è quella in cui gli enti territoriali non hanno il potere di stabilire tributi propri, ma possono accertare e riscuotere autonomamente determinati tributi previsti da leggi statali, destinati esclusivamente al loro finanziamento. Questa limitata capacità fiscale lascia pur sempre agli enti territoriali un’autonoma copertura finanziaria che consente ai loro governi di prevedere il gettito dei tributi di loro competenza e di adottare di conseguenza le rispettive decisioni di spesa. Il federalismo fiscale può essere di tipo cooperativo (o solidale) quando, a favore delle Regioni economicamente più deboli, è previsto un fondo perequativo, il cui ammontare consente loro di far fronte alle spese, sia pure in misura ridotta. Questo fondo pone un rimedio alla scarsa capacità economica delle aree svantaggiate e ne promuove lo sviluppo. Al federalismo fiscale cooperativo si contrappone quello competitivo in cui ogni Regione stabilisce i propri tributi senza obblighi di coordinamento con il sistema tributario centrale e senza che siano previste forme di perequazione a favore dei territori più poveri.
… in applicazione del principio di sussidiarietà Fondo perequativo Fondo istituito dallo Stato, senza vincolo di destinazione, con la funzione di incrementare le entrate dei territori con minore capacità mscale per abitante, ai mni del mnanziamento delle funzioni proprie fondamentali e dei livelli essenziali delle prestazioni inerenti. L’obiettivo è di garantire gli stessi standard di prestazione nell’erogazione dei servizi nonostante gli squilibri economico-sociali. L’autonomia di entrata è più o meno ampia
Il federalismo fiscale può essere solidale…
… o competitivo APPROFONDIMENTO Paese che vai federalismo (fiscale) che trovi
Autonomia finanziaria delle amministrazioni locali La tabella evidenzia il grado di autonomia mscale misurato dal rapporto percentuale fra le entrate mscali e il totale delle entrate delle Amministrazioni locali. Anno
1980
1982
1984
1986
1988
1990
1992
1994
1996
1998
7,8
9,4
11,5
11,2
10,6
15,7
17,0
24,9
27,7
43,7
Anno
2000
2002
2004
2006
2008
2010
2012
2014
2016
Grado di autonomia mscale
44,7
45,9
44,8
45,1
43,1
40,3
45,8
45,0
40,6
Grado di autonomia mscale
Fonte: Conti delle Amministrazioni pubbliche, Istat Confronta i dati del periodo 1998-2016 con quelli del periodo 1980-1990. Come si spiega la differenza?
132
La finanza locale e il federalismo fiscale
U N I TÀ 3
Sintesi grafica
finanza locale
autonomia finanziaria
autosufficienza finanziaria
Federalismo fiscale
cooperativo (o solidale)
può essere
competitivo
si basa sui princìpi di
efficienza economica
sussidiarietà
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Il federalismo fiscale è
..................................................
quando è previsto un fondo
da erogare a favore dei territori che hanno minore capacità e
..................................................
e non vi è
..................................................
..................................................
competitivo
•
. È
•
cooperativo
perequazione
..................................................
..................................................
quando non sono previste forme di
..................................................
tra finanza locale e finanza centrale.
•
coordinamento
•
economica
•
fiscale
•
perequativo
2. Rispondi alle domande 1. Su quale principio è fondata l’autonomia di spesa nel sistema del federalismo fiscale? 2. Su quali tipologie di entrata si basa l’autonomia finanziaria nel sistema del federalismo fiscale? 3. Quali sono le risorse proprie degli enti locali? 4. Qual è la differenza tra il federalismo solidale e quello competitivo?
4. Evoluzione della finanza regionale e locale in Italia Nel nostro paese fino al 1971 la finanza statale e quella locale erano separate. I tributi comunali erano numerosi e davano un notevole gettito (l’attività finanziaria delle Province è sempre stata più ridotta; le Regioni non erano ancora state istituite). Fra le imposte comunali dirette la più importante era l’imposta di famiglia applicata al reddito complessivo del nucleo familiare o, in alternativa, l’imposta sul valore locativo delle abitazioni situate nel territorio comunale. Le principali imposte indirette erano le imposte comunali di consumo e l’imposta sull’incremento di valore delle aree fabbricabili.
Inizialmente separazione fra finanza locale e finanza statale
133
La finanza pubblica
MODULO 2
Nel 1971 fu introdotto il sistema centralizzato
Negli anni Novanta una maggiore autonomia impositiva
Nel 2001 la riforma costituzionale… … con il nuovo testo dell’art. 119 Cost.
Poi la delega per l’attuazione dell’art. 119 Cost. … Fabbisogno standard È il fabbisogno adeguato di spesa per l’esercizio, da parte dei diversi livelli di governo, delle funzioni fondamentali e dei relativi servizi in condizioni di efmcienza.
134
Nel 1971 fu introdotto un sistema di centralismo fiscale. Fu eliminata la maggior parte dei tributi comunali e i pochi rimasti si riferivano a servizi locali specifici. Il potere di istituire, accertare e riscuotere i tributi fu riservato allo Stato, che provvedeva al finanziamento degli enti territoriali mediante trasferimenti. L’accentramento tributario fu introdotto per assicurare l’unità di indirizzo nella programmazione economico-finanziaria, ma contribuì a determinare gravi situazioni di indebitamento nei bilanci degli enti locali e in quello statale. All’inizio degli anni Novanta del secolo scorso si affermò l’esigenza del decentramento fiscale, in base alla considerazione che l’autonomia politica e amministrativa, riconosciuta dalla Costituzione alle Regioni e agli enti locali, non può essere garantita concretamente senza l’autonomia finanziaria. Le leggi 142/1990 e 158/1990 riconobbero agli enti territoriali l’autonomia delle proprie entrate. Ne derivò l’istituzione di tributi regionali e locali nel quadro di una graduale introduzione al federalismo fiscale. Contestualmente, iniziò la riduzione dei trasferimenti dello Stato. La legge costituzionale 3/2001 (“Modifiche del titolo V della seconda parte della Costituzione”) sancì questo nuovo rapporto tra la finanza statale e quella regionale e locale. Il nuovo testo dell’art. 119 Cost. riconosce infatti agli enti territoriali autonomia finanziaria di entrata e di spesa, nel rispetto dell’equilibrio dei relativi bilanci. Essi hanno il potere di stabilire e applicare tributi propri nel rispetto dei princìpi costituzionali e in coordinamento con il sistema tributario nazionale. Le loro funzioni pubbliche devono essere integralmente finanziate da risorse proprie. Sono considerate risorse proprie anche quote di compartecipazione al gettito di tributi statali riferibili al loro territorio (per esempio, una quota del gettito dell’Iva e una quota del gettito dell’imposta statale sulla benzina spettano alle Regioni nel cui territorio è avvenuto il consumo; alle Province spetta una quota dell’Irpef riscossa dallo Stato nei rispettivi territori). Il sistema previsto dall’art. 119 Cost. è orientato verso una forma di federalismo solidale, essendo prevista l’istituzione di un fondo perequativo a favore di quei territori che hanno minore capacità fiscale per abitante, con l’obiettivo di garantire le funzioni e i servizi essenziali. Risorse aggiuntive e interventi speciali dello Stato sono consentiti dalla Costituzione a favore di determinati enti territoriali allo scopo di promuoverne lo sviluppo economico e la coesione sociale e rimuovere eventuali squilibri. Per l’attuazione delle norme costituzionali la legge 5/5/2009, n. 42 ha delegato il Governo a stabilire: ● i princìpi fondamentali del coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, secondo criteri di razionalizzazione e di semplificazione; ● i costi e i fabbisogni standard dei diversi enti in relazione alle funzioni e ai compiti fondamentali che essi devono svolgere; ● la convergenza degli obiettivi di servizio ai livelli essenziali delle prestazioni;
La finanza locale e il federalismo fiscale
U N I TÀ 3
● le modalità di finanziamento delle spese per l’esercizio delle funzioni di competenza regionale e locale; ● l’individuazione dei tributi propri delle Regioni e degli enti locali; ● le regole sull’istituzione e sul funzionamento del fondo perequativo, sull’utilizzazione delle risorse aggiuntive e sull’effettuazione degli interventi speciali; ● l’attribuzione di un proprio patrimonio a Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni; ● l’armonizzazione dei bilanci pubblici, in modo da assicurare che i bilanci delle Regioni e degli enti locali siano redatti in base a criteri uniformi, coerenti con quelli che disciplinano la redazione del bilancio dello Stato; ● norme transitorie sull’ordinamento, anche finanziario, di Roma capitale.
APPROFONDIMENTO Le spese delle Regioni e degli enti locali
Le norme «Art. 119 Cost. – I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia mnanziaria di entrata e di spesa, nel rispetto dell’equilibrio dei relativi bilanci, e concorrono ad assicurare l’osservanza dei vincoli economici e mnanziari derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno risorse autonome. Stabiliscono e applicano tributi ed entrate propri, in armonia con la Costituzione e secondo i princìpi di coordinamento della mnanza pubblica e del sistema tributario. Dispongono di compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibili al loro territorio. La legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità mscale per abitante. Le risorse derivanti dalle fonti di cui ai commi precedenti consentono ai Comuni, alle Province, alle Città metropolitane e alle Regioni di mnanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite.
Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l’effettivo esercizio dei diritti della persona, o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno un proprio patrimonio, attribuito secondo i princìpi generali determinati dalla legge dello Stato. Possono ricorrere all’indebitamento solo per mnanziare spese di investimento, con la contestuale demnizione di piani di ammortamento e a condizione che per il complesso degli enti di ciascuna Regione sia rispettato l’equilibrio di bilancio. È esclusa ogni garanzia dello Stato sui prestiti dagli stessi contratti.»
In attuazione della legge delega sono state emanate le norme in materia di federalismo demaniale (d.lgs. 85/2010), costi e fabbisogni standard (d.lgs. 216/2010), federalismo fiscale municipale (d.lgs. 23/2011), federalismo fiscale regionale e provinciale (d.lgs. 68/2011), risorse aggiuntive e interventi speciali (d.lgs. 88/2011), armonizzazione dei bilanci (d.lgs. 118/2011), ordinamento di Roma capitale (d.lgs. 156/2010 e d.lgs. 61/2012). Infine, la legge costituzionale 1/2012 (che ha riformato gli artt. 81, 97, 117 e 119 della Costituzione) ha affermato il principio dell’equilibrio della finanza pubblica non soltanto a livello statale, ma per tutto il sistema delle pubbliche amministrazioni. In particolare, agli enti territoriali è imposto l’obbligo di esercitare la propria autonomia finanziaria nel rispetto dell’equilibrio dei propri bilanci e di concorrere all’osservanza dei vincoli economici e finanziari stabiliti dall’ordinamento dell’Unione europea [ÑM3 U1 par. 3 e U3].
… e i decreti delegati
Nel 2012 il principio di equilibrio dei bilanci
135
La finanza pubblica
MODULO 2
Sintesi grafica Evoluzione della finanza regionale e locale
fino al 1971
• separazione dalla finanza statale • molteplicità di tributi propri
riforma del 1971
• centralismo fiscale • dipendenza dalla finanza statale • rafforzamento dell’autonomia impositiva • riduzione dei trasferimenti statali
negli anni Novanta
• autonomia di entrata e di spesa • autosufficienza finanziaria • tributi propri • compartecipazione a tributi statali riferibili al territorio • fondo perequativo • risorse aggiuntive e interventi speciali
riforma costituzionale del 2001
attuazione della riforma del 2001
• legge delega 42/2009 • decreti delegati
riforma costituzionale del 2012
• equilibrio dei bilanci • osservanza vincoli europei
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Secondo l’art. 119 della Costituzione gli enti territoriali possono e
..................................................
di tributi
..................................................
dei servizi
•
..................................................
..................................................
al gettito
. È previsto un fondo perequativo per garantire la prestazione
..................................................
promuovere lo applicare
tributi ed entrate propri e dispongono di . Lo Stato può effettuare
..................................................
compartecipazioni
..................................................
speciali per
e rimuovere squilibri.
•
erariali
essenziali
•
•
interventi
•
stabilire
•
sviluppo
2. Completa le frasi inserendo i termini appropriati 1. Fra gli anni Settanta e Novanta del secolo scorso il nostro sistema fiscale era fortemente
..................................................
secondo il modello della finanza
..................................................
.
2. Negli anni Novanta è stata avviata una graduale evoluzione da un sistema di fiscale ..................................................
a un sistema di
..................................................
fiscale.
3. Secondo l’art. 119 Cost. gli enti territoriali hanno il potere di e
..................................................
i princìpi di
tributi
..................................................
..................................................
in armonia con la
..................................................
..................................................
della finanza pubblica e del sistema
4. L’art. 119 Cost. riconosce agli enti territoriali autonomia finanziaria di
136
..................................................
e di
..................................................
.
e secondo
..................................................
Strumenti per il ripasso
U N I TÀ 3
Strumenti per il ripasso | Sintesi INTERROGAZIONE SIMULATA
SINTESI AD ALTA ACCESSIBILITÀ
1. Le democrazie contemporanee sono
fondate sull’autonomia degli enti territoriali e sul decentramento politicoamministrativo. Mentre in passato le attività amministrative erano gestite prevalentemente dal Governo centrale, oggi gli enti territoriali curano gli interessi delle rispettive collettività e governano il loro territorio con un’autonomia riconosciuta e garantita dallo Stato.
2. Il finanziamento degli enti territoriali
può basarsi su due opposti criteri: il centralismo fiscale e il federalismo fiscale. Nel sistema di centralismo fiscale la politica fiscale fa capo soltanto allo Stato e gli enti locali sono finanziati dallo Stato mediante quote del gettito di tributi erariali e trasferimenti. Il centralismo fiscale entra in crisi quando agli enti locali sono riconosciute più ampie funzioni amministrative. L’espansione della spesa locale con finanziamento a carico dello Stato dà luogo a gravi disavanzi nei bilanci locali e in quello statale. Oggi il rapporto tra finanza locale e finanza statale è orientato verso il sistema del federalismo fiscale, per il quale viene riconosciuta agli enti locali autonomia di spesa e di entrata, con una propria politica di bilancio.
3. Il sistema di federalismo fiscale
è fondato sull’autonomia finanziaria (le entrate degli enti territoriali sono costituite da risorse proprie) e sull’autosufficienza finanziaria (le risorse proprie di ciascun ente devono assicurare l’integrale finanziamento delle rispettive funzioni). L’autonomia di entrata è più o meno ampia a seconda che agli enti territoriali sia consentito solo il potere di applicare autonomamente i tributi stabiliti da leggi statali o anche il potere di stabilire e applicare tributi propri.
Il federalismo può essere cooperativo (con un fondo di perequazione a favore degli enti economicamente più deboli) o competitivo (privo di forme di perequazione). Gli obiettivi della finanza locale devono essere coordinati con quelli della finanza statale per evitare squilibri.
4. In passato la finanza locale era
autonoma rispetto a quella statale. Nel 1971 fu introdotto un sistema di centralismo statale che successivamente, man mano che si attuava il decentramento di funzioni e compiti amministrativi, diede luogo a squilibri nei bilanci degli enti territoriali e in quello dello Stato. Il sistema delle autonomie territoriali è stato riformato impostando secondo nuovi criteri il rapporto fra lo Stato, le Regioni e gli enti locali. È riconosciuta autonomia finanziaria di entrata e di spesa a tutti gli enti territoriali, i quali hanno l’obbligo di assicurare l’equilibrio dei rispettivi bilanci. È previsto un fondo perequativo per erogazioni a favore degli enti che hanno minore capacità fiscale. Le Regioni e gli enti locali possono stabilire e applicare tributi propri nel rispetto dei princìpi di coordinamento della finanza pubblica. Le entrate indicate dalla Costituzione per gli enti territoriali sono: i tributi propri, la compartecipazione al gettito di tributi statali riferibili al loro territorio e gli interventi speciali dello Stato. Gli enti territoriali hanno un proprio demanio e un proprio patrimonio. Nel 2009 è stata emanata una legge delega (l. 5/5/2009, n. 42) per l’attuazione dei princìpi costituzionali in materia di federalismo fiscale. I relativi decreti delegati sono stati emanati dal Governo fra il 2010 e il 2012. Nel 2012 è stato sancito a livello costituzionale il principio del rispetto dell’equilibrio dei bilanci nello svolgimento dell’autonomia finanziaria degli enti territoriali (l. cost. 1/2012).
137
Strumenti per il ripasso
UNITÀ 3
Strumenti per il ripasso | Mappa
MAPPA PERSONALIZZABILE
decentramento politicoamministrativo
autonomie territoriali
sono i princìpi fondamentali della evoluzione storica in Italia
Finanza locale due diversi sistemi
138
centralismo fiscale
federalismo fiscale
la politica finanziaria fa capo soltanto allo Stato
autonomia di spesa e di entrata
le entrate degli enti locali derivano da finanziamenti statali
autosufficienza finanziaria
disavanzi nei bilanci locali e statale
può essere cooperativo o competitivo
al 1971: finanza locale • fino autonoma introduzione • 1971: del centralismo fiscale Novanta del secolo scorso: • anni rafforzamento autonomia
• •
impositiva tra il 2001 e il 2012: nuovo rapporto tra la finanza statale e quella regionale e locale 2009: attuazione della riforma verso il federalismo fiscale
Verifica formativa
1. Scegli l’unica risposta esatta fra le quattro indicate 1. Nei sistemi di mnanza unica la politica mscale è: A basata su un’unica forma di prelievo £ B gestita autonomamente da ciascun ente locale £ C l’unico strumento di politica economica £ D gestita unicamente a livello statale £ 2. Nel sistema di federalismo mscale l’equilibrio dei bilanci locali: A si realizza mediante trasferimenti statali £ B deve essere perseguito dai governi locali £ C si ottiene automaticamente senza interventi £ D è conseguenza dell’equilibrio del bilancio statale £ 3. Nei sistemi di federalismo mscale può verimcarsi: A un indirizzo unitario della finanza pubblica £ B una minore aderenza alle esigenze locali £ C un maggiore rischio di squilibri nella distribuzione £ territoriale della ricchezza D una minore responsabilità nelle politiche di bilancio £ degli enti locali 4. Il principale obiettivo della mnanza locale è: A l’offerta di adeguati servizi pubblici £ B l’attenuazione delle fluttuazioni congiunturali £ C lo sviluppo del sistema economico nazionale £ D la realizzazione di avanzi di bilancio £ 5. La compartecipazione degli enti territoriali al gettito di tributi erariali è prevista quando: A l’ente non ha sufficiente capacità fiscale £ B devono essere svolti compiti straordinari £ C il gettito del tributo è riferibile al territorio dell’ente £ D è necessario finanziare spese di investimento £ 6. Come dispone l’art. 119 Cost., le risorse degli enti territoriali, di regola, devono: A escludere ogni trasferimento a carico dello Stato £ B derivare dai beni patrimoniali dell’ente £ C finanziare integralmente le loro funzioni £ D affluire interamente a un fondo distribuito dallo Stato £ 2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false e, se false, spiega perché 1. Il decentramento si fonda soltanto su considerazioni politiche e non su motivazioni economiche. V£ F£ 2. Al decentramento amministrativo corrisponde un’espansione della spesa degli enti territoriali. V £ F £ 3. L’autonomia mnanziaria è garantita a livello costituzionale soltanto alle Regioni. V£ F£ 4. L’equilibrio del bilancio nei sistemi di federalismo mscale è un obiettivo della mnanza locale. V£ F£ 5. Ai mni di un efmciente impiego delle risorse, è opportuno che gli enti locali di minori dimensioni provvedano a organizzare i servizi pubblici che presentano notevoli effetti di esternalità. V£ F£
U N I TÀ 3
6. La dipendenza della mnanza locale da quella statale comporta il rischio di continui e crescenti disavanzi di bilancio. 3. 1. 2. 3. 4. 5. 6.
1
V£ F£
Connect the expressions on the left column with the corresponding on the right Fiscal centralism a. Equalization Fiscal federalism fund Cooperative federalism b. Subsidiarity Services with positive c. Dependence externalities d. Law 42/2009 Taxing power e. Self-sufmciency Implementation of Art. 119 f. Own-source of the Constitution revenues 2
3
4
5
6
4. Correggi l’errore contenuto in ciascuna frase 1. Prima degli anni Novanta del secolo scorso erano riconosciute agli enti locali una crescente autonomia di spesa e un’ampia autonomia di entrata. 2. Quando il rapporto fra mnanza statale e locale è impostato secondo il criterio dell’autonomia il potere di accertare e riscuotere i tributi spetta soltanto allo Stato. 3. La Costituzione riserva agli enti territoriali il potere di stabilire i criteri di coordinamento della mnanza pubblica. 4. Il rapporto fra lo Stato e gli enti territoriali è disciplinato dalla nostra Costituzione nella parte prima, titolo quinto. 5. Nel federalismo competitivo è previsto un fondo da erogare a favore dei territori con minore capacità mscale. 6. I trasferimenti si dicono generici quando mnanziano determinati progetti di spesa. 5. Individua il concetto che corrisponde alle seguenti definizioni 1. Il sistema che attribuisce l’esercizio della potestà impositiva esclusivamente allo Stato. 2. Il principio in base al quale le risorse proprie devono consentire agli enti territoriali di mnanziare integralmente le funzioni loro attribuite. 3. Il principio in base al quale le entrate degli enti devono essere prevalentemente costituite da risorse proprie. 4. Il fondo che è erogato dallo Stato a favore delle Regioni che non hanno sufmciente capacità mscale. 5. Le risorse che sono acquisite e gestite dagli enti secondo autonome decisioni. 6. I trasferimenti erogati senza vincolo di destinazione.
TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
139
La finanza della protezione sociale
Conoscenze
Abilità
• Il concetto di protezione sociale. Le forme di tutela • I princìpi fondamentali e i caratteri dei sistemi di protezione
• Individuare il fondamento giuridico ed economico dei sistemi
sociale • Le dimensioni e gli effetti economici dell’intervento pubblico in campo sociale • Il sistema di protezione sociale in Italia. Previdenza, assistenza, tutela della salute
• Riconoscere le forme tipiche in cui si articolano i sistemi
di protezione sociale di protezione sociale
• Considerare gli effetti delle prestazioni di protezione sociale in relazione ai diversi obiettivi della politica economica
• Valutare le ragioni della tendenza attuale al ridimensionamento dei sistemi di protezione sociale
• Interpretare dati relativi alla protezione sociale in Italia e negli altri paesi europei
La finanza della protezione sociale
U N I TÀ 4
1. Fondamento e funzioni dei sistemi di protezione sociale La protezione sociale è l’insieme degli interventi pubblici finalizzati a tutelare le persone e le famiglie dallo stato di bisogno e dai rischi più gravi dell’esistenza. La protezione sociale si esplica in tre forme di tutela:
La funzione di protezione sociale…
… comprende tre forme di tutela
● provvedere alle esigenze di vita del lavoratore quando la vecchiaia, l’invalidità, gli infortuni o altre circostanze non gli consentono più di mantenere con il proprio lavoro se stesso e la propria famiglia (previdenza sociale); ● aiutare le persone in situazioni di bisogno economico o di disagio sociale che non sono in grado di provvedere alle esigenze primarie della vita (assistenza sociale); ● garantire alle persone il mantenimento o il recupero della loro integrità fisica e mentale (tutela della salute). La protezione sociale è fondata sul concetto che la libertà dal bisogno non costituisce solo un’esigenza meramente personale, ma è anche il presupposto necessario per un valido inserimento dell’individuo nella collettività. Pertanto la protezione sociale è un obiettivo di carattere collettivo. Con un’espressione molto efficace è stato osservato che la protezione sociale tende a realizzare «un interesse indivisibile della collettività mediante la tutela del singolo». Per questa ragione le prestazioni di protezione sociale costituiscono servizi pubblici la cui erogazione è posta a carico della collettività. I campi di intervento, l’entità dei servizi e le modalità del loro finanziamento sono stabiliti dalla legge secondo scelte politiche e compatibilmente con le risorse disponibili. Elemento caratterizzante della protezione sociale è il riconoscimento di un diritto soggettivo alle prestazioni, spettante a coloro che si trovano nelle situazioni previste dalla legge; e dunque alle strutture pubbliche che gestiscono le tre forme di tutela è imposto l’obbligo di erogare le prestazioni di loro competenza nei casi e nei modi previsti dalla legge. Sotto questo aspetto, i sistemi di protezione sociale si distinguono nettamente dalle forme di assistenza volontaria e di beneficenza, che hanno carattere spontaneo e non prevedono né obblighi né diritti. La protezione sociale si ricollega al principio di eguaglianza sostanziale, previsto dall’art. 3 della Costituzione, in base al quale non basta assicurare ai cittadini l’eguaglianza formale davanti alla legge, ma è necessario rimuovere le situazioni di disagio economico o sociale che impediscono al cittadino di sviluppare compiutamente la propria personalità e di partecipare alla vita collettiva in condizioni di parità con gli altri. Il diritto alla protezione sociale, come inviolabile diritto della persona umana, è espressamente riconosciuto in fondamentali documenti, quali la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, approvata nel 1948 dall’As-
La protezione sociale è interesse collettivo…
… e diritto del cittadino…
… in base al principio di eguaglianza sostanziale
141
La finanza pubblica
MODULO 2
semblea generale dell’Onu, e la Carta dei diritti fondamentali dei cittadini dell’Unione europea (Carta di Nizza), approvata nel 2000. Nel nostro paese i princìpi generali del sistema di protezione sociale sono fissati nella Costituzione (artt. 32 e 38).
APPROFONDIMENTO Protezione sociale, sicurezza sociale e welfare
Le norme
I princìpi costituzionali Nel nostro ordinamento il diritto alla protezione sociale, nelle due forme dell’assistenza e della previdenza, è riconosciuto e garantito dall’art. 38 Cost.: «Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria». Il diritto alla salute e l’interesse pubblico alla sua tutela sono sanciti nel primo comma dell’art. 32 Cost.: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti».
Sintesi grafica
• garantire dignitose condizioni di vita • fronteggiare i rischi dell’esistenza • la previdenza sociale • l’assistenza sociale • la tutela della salute
hanno la funzione di I sistemi di protezione sociale
comprendono
• sui princìpi di eguaglianza e solidarietà • sul riconoscimento del diritto
sono fondati
alla protezione sociale
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto I sistemi di protezione sociale hanno lo scopo di garantire alle persone condizioni di vita
..................................................
e di tutelarle dai
Sono fondati sui princìpi di la
..................................................
assistenza
•
..................................................
..................................................
e di
..................................................
, l’.................................................. e la tutela della
dignitose
•
eguaglianza
•
più gravi dell’esistenza.
previdenza
•
. Comprendono
.................................................. .
rischi
•
salute
•
solidarietà
2. Collega ogni espressione della colonna sinistra con una della colonna destra 1. Situazioni di bisogno
a. Previdenza sociale
2. Diritto alla protezione sociale
b. Tutela della salute
3. Integrità fisica
c. Assistenza sociale
4. Vecchiaia e invalidità
d. Eguaglianza sostanziale
1
142
2
3
4
La finanza della protezione sociale
U N I TÀ 4
2. Gli effetti economici delle politiche di protezione sociale Le politiche di protezione sociale, oltre a costituire una fondamentale forma di tutela dei diritti umani, sono fondate su motivazioni di carattere economico che giustificano l’impiego di risorse pubbliche per finalità di efficienza allocativa, equità redistributiva, stabilizzazione congiunturale e sviluppo del sistema economico [ÑM1 U3 e U4]. Le prestazioni di protezione sociale corrispondono a un’efficace allocazione delle risorse perché: ● producono rilevanti esternalità positive [ÑM1 U3 par. 4]. L’esempio tipico è quello dell’assistenza sanitaria: la tutela della salute non arreca soltanto un vantaggio personale all’individuo, ma giova anche alla produttività del lavoro, al regolare andamento delle relazioni sociali e pone le premesse per una migliore condizione di vita delle generazioni future. Così come le politiche a sostegno della famiglia non giovano solo ai componenti delle singole famiglie, ma contribuiscono a rendere più stabile l’intero tessuto sociale; ● pongono rimedio alle esternalità negative [ÑM1 U3 par. 4] derivanti dal processo di industrializzazione, come il rischio di infortuni, la disoccupazione congiunturale, le difficoltà nell’organizzazione familiare; ● sono “beni di merito” [ÑM1 U3 par. 5] perché consentono di garantire alle categorie “deboli” (come i minori, gli anziani, le famiglie numerose, gli ammalati) il soddisfacimento di bisogni primari.
Le ragioni economiche
Gli effetti di redistribuzione [ÑM1 U4 par. 1] sono notevoli. ● La previdenza sociale trasferisce risorse dalle categorie produttive che versano i contributi (lavoratori e datori di lavoro) alla popolazione inattiva (anziani, invalidi, disoccupati). Gli effetti redistributivi si producono anche a livello settoriale e territoriale con uno spostamento di risorse dalle zone e dai settori più sviluppati, dove vengono versati più contributi perché l’occupazione e le retribuzioni sono più elevate, a quelli meno sviluppati, dove sono effettuate più prestazioni perché la disoccupazione è maggiore e il livello dei redditi è più basso. ● L’assistenza sociale trasferisce risorse dalle persone che hanno redditi soggetti a imposizione fiscale a quelli meno abbienti che percepiscono sussidi o utilizzano i servizi gratuiti. ● Le prestazioni a tutela della salute determinano una redistribuzione a favore degli ammalati, che usufruiscono delle cure finanziate a carico della collettività. Gli interventi di protezione sociale operano anche sulla stabilizzazione [ÑM1 U4 par. 2] perché costituiscono un correttivo automatico degli squilibri congiunturali. Nelle fasi di recessione, quando i lavoratori sono disoccupati e i redditi delle famiglie si riducono, aumenta l’erogazione di prestazioni previdenziali e di sussidi assistenziali, con l’effetto di sostenere la domanda di beni e servizi sul mercato. Nelle fasi di espansione, con l’incremento dell’occupazione e dei salari, au-
… la redistribuzione …
dell’intervento pubblico riguardano…
... l’allocazione delle risorse…
APPROFONDIMENTO Obiettivi e strumenti delle politiche sociali
… la stabilizzazione congiunturale
143
La finanza pubblica
MODULO 2
In Europa
La spesa per la protezione sociale negli Stati dell’Ue
I dati Eurostat disponibili si riferiscono all’anno 2015 e riguardano la spesa per la protezione sociale (previdenza, assistenza e salute) in rapporto al Pil nei 28 Stati dell’Unione europea (la Gran Bretagna faceva ancora parte dell’Unione). Le prestazioni e i sistemi di mnanziamento sono differenti da Stato a Stato. Già da molti anni, e precisamente dal 1993, anno di apertura del mercato unico, è stata sottolineata la necessità di un coordinamento, soprattutto per i sistemi previdenziali, perché il diverso onere dei contributi determina sostanziali differenze nel costo del lavoro da Stato a Stato e altera la competitività dei rispettivi sistemi economici. Spesa per la protezione sociale in rapporto al Pil nei 28 Stati dell’Unione europea – Anno 2015 EU-28 26,4 Francia 32,8 Polonia Area euro 27,3 Germania 26,2 Portogallo Austria 29,7 Grecia 25,0 Regno Unito Belgio 27,9 Irlanda 15,3 Repubblica Ceca Bulgaria 18,8 Italia 28,6 Romania Cipro 14,6 Lettonia 15,3 Slovacchia Croazia 21,7 Lituania 16,9 Slovenia Danimarca 31,9 Lussemburgo 23,5 Spagna Estonia 18,4 Malta 18,2 Svezia Finlandia 32,8 Paesi Bassi 24,6 Ungheria
Incerti sono gli effetti sullo sviluppo
20,6 24,5 24,0 20,3 15,7 22,2 24,1 23,3 27,8 20,3
menta l’entità dei contributi previdenziali con il risultato di ridurre le disponibilità liquide delle famiglie e delle imprese e frenare la domanda globale. Per quanto riguarda lo sviluppo [ÑM1 U4 par. 4], alcuni economisti sostengono che potrebbero prodursi effetti negativi in quanto le persone, sapendo di essere tutelate contro i rischi più gravi, avrebbero minori incentivi a lavorare e a risparmiare. Altri, però, osservano che l’obbligo di versare i contributi previdenziali costituisce una forma di risparmio forzato perché molte persone, se non ci fosse questo obbligo, sarebbero portate a consumare tutto il loro reddito e non risparmierebbero.
Sintesi grafica esternalità positiva delle prestazioni
Gli effetti economici della protezione sociale
rimedio alle esternalità negative dello sviluppo industriale produzione di beni di merito
alle categorie deboli (anziani, invalidi, disoccupati)
sostegno retributivo ai territori meno sviluppati
stabilizzazione automatica della domanda
>>> 144
La finanza della protezione sociale
U N I TÀ 4
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Gli interventi di protezione sociale hanno effetti di coloro che versano maggiori ..................................................
..................................................
. Hanno anche effetti di
..................................................
a coloro che maggiormente fruiscono delle
..................................................
della
nei periodi di recessione l’erogazione di sussidi sostiene i consumi
•
contributi
•
domanda
•
del reddito da
prestazioni
•
..................................................
..................................................
redistribuzione
•
perché
delle famiglie.
stabilizzazione
2. Completa la tabella Redistribuzione
– Previdenza da – Assistenza da – Salute da
Stabilizzazione
.................................................. ..................................................
..................................................
a
.................................................. ..................................................
..................................................
Correttivo automatico – recessione: aumento – espansione: aumento
Sviluppo
a
a
– Effetti positivi: – Effetti negativi:
.................................................. ..................................................
.................................................. ..................................................
3. Espansione e crisi dei sistemi di protezione sociale Negli ultimi decenni del Novecento i sistemi di protezione sociale si sono ampliati. Ciò è avvenuto per diverse ragioni: ● il maggior benessere determina un aumento della domanda di prestazioni previdenziali e sanitarie, che devono essere adeguate a una migliore qualità della vita; ● il progresso scientifico e tecnologico rende gli accertamenti diagnostici e i trattamenti medici e chirurgici sempre più sofisticati e costosi; ● il tramonto della famiglia patriarcale, conseguente al processo di industrializzazione e di urbanizzazione, rende necessaria la prestazione di servizi sociali per soddisfare bisogni che un tempo venivano gestiti nell’ambito familiare (assistenza agli anziani, asili nido, strutture per il tempo libero dei giovani ecc.); ● l’invecchiamento della popolazione richiede una maggiore protezione previdenziale e sanitaria e un potenziamento dei servizi di assistenza agli anziani; ● le pressioni dei partiti di massa e dei sindacati portano a estendere gli interventi pubblici e a incrementare le prestazioni sociali.
I sistemi di protezione sociale hanno avuto un’enorme espansione…
Per queste ragioni, la spesa sociale è aumentata fino a raggiungere livelli insostenibili, diventando una delle principali cause del disavanzo e dell’indebitamento delle Pubbliche amministrazioni. È impossibile assicurarne la copertura mediante l’aumento dei contributi previdenziali, che non può essere spinto oltre un certo limite perché aggrava il costo del lavoro, con effetti negativi sulle attività produttive e sull’occupazione. Ma non può
145
La finanza pubblica
MODULO 2
Prestazioni di protezione sociale delle Amministrazioni pubbliche (milioni di euro correnti) – Anno 2016 Il prospetto riporta i dati riguardanti l’entità delle risorse impiegate Sanità (prestazioni in natura) 105.286 dalle Amministrazioni pubbliche per i servizi di protezione sociale nell’anno 2016. Previdenza (prestazioni in denaro) 327.425 Calcola quanto incide, sul totale, la spesa per la previdenza Assistenza 47.972 e quella dell’assistenza. di cui: Calcola anche quanto incide, sulla spesa per l’assistenza, l’entità prestazioni sociali in denaro 37.439 delle prestazioni in natura (beni e servizi) e quella delle prestazioni prestazioni sociali in natura 10.533 in denaro (sussidi, assegni ecc.). Totale protezione sociale 480.683 Quali osservazioni puoi trarre riguardo alla composizione della spesa per la protezione sociale nel nostro paese?
… rendendo necessarie ampie riforme
essere finanziata nemmeno con un aumento del prelievo fiscale, che già di per sé è molto gravoso. Di conseguenza, gli Stati europei hanno ridimensionato e razionalizzato i sistemi di protezione sociale, pur nel rispetto dei princìpi fondamentali di eguaglianza e solidarietà. I punti essenziali delle varie riforme sono: ● la riorganizzazione delle strutture secondo criteri di efficienza e di risparmio; ● la separazione delle forme di assistenza da quelle di previdenza, allo scopo di tenere distinti i finanziamenti; ● la revisione del sistema pensionistico, con l’innalzamento dell’età pensionale e con una rigorosa corrispondenza fra i contributi versati e le prestazioni; ● la revisione del sistema sanitario; la soluzione più diffusa consiste nel limitare l’assistenza sanitaria gratuita alle sole prestazioni essenziali e per le altre prestazioni richiedere il pagamento di una quota di partecipazione alla spesa (ticket sanitario); è sempre fatta salva l’esenzione per le persone al di sotto di un certo reddito e per quelle affette da gravi patologie; ● una maggior selettività delle prestazioni di assistenza sociale, limitate alle situazioni di effettivo bisogno; ● incentivi ai sistemi di previdenza e assistenza privati, complementari a quelli pubblici (come fondi pensione, assicurazioni contro le malattie, attività di volontariato, organizzazioni di utilità sociale senza scopo di lucro).
Il confronto
146
Assistenza
Previdenza
Ha lo scopo di soddisfare necessità presenti
Ha lo scopo di soddisfare necessità future
Fa riferimento al concetto di bisogno
Fa riferimento al concetto di rischio
Tutela qualunque cittadino
Tutela i lavoratori
È mnanziata dalla mscalità generale
È mnanziata dai contributi delle categorie interessate
La finanza della protezione sociale
U N I TÀ 4
Sintesi grafica progressiva espansione degli interventi gravoso onere finanziario
La crisi dei sistemi di protezione sociale
è dovuta a
deficit di bilancio e indebitamento
• ridimensionamento delle prestazioni • riorganizzazione
riforme
delle strutture
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto L’eccessiva
..................................................
dei servizi di protezione sociale provoca forti
..................................................
di bilancio e aggrava l’.................................................. delle Amministrazioni pubbliche. Per questa ragione oggi si tende a
..................................................
disavanzi
•
•
espansione
le prestazioni e
indebitamento
•
..................................................
ridimensionare
•
le strutture.
riorganizzare
2. Completa le frasi inserendo i termini appropriati 1. Fra le cause dell’espansione dei sistemi di protezione sociale vi sono la maggior attenzione per la cura della di servizi
..................................................
si richiede una migliore
..................................................
, con la conseguente maggior richiesta
, e il diffondersi di un maggiore benessere, per cui
..................................................
delle prestazioni.
2. Le riforme dei sistemi di protezione sociale prevedono, fra l’altro, incentivi alle forme di
..................................................
..................................................
e di
..................................................
privata, che hanno carattere
rispetto a quelle pubbliche.
4. Il sistema di protezione sociale in Italia La previdenza sociale Sappiamo che… Gli enti previdenziali sono enti pubblici ausiliari dello Stato, in quanto perseguono interessi strettamente connessi con quelli statali (tutela del lavoro e protezione sociale). Hanno personalità giuridica e operano sotto la vigilanza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che ha poteri di indirizzo e di direttiva.
La previdenza sociale ha la funzione di assicurare ai lavoratori i mezzi per far fronte a determinati eventi futuri che incidono sull’attività lavorativa.
La previdenza sociale…
La previdenza sociale in Italia comprende tre forme di tutela: ● la tutela contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali;
147
La finanza pubblica
MODULO 2
APPROFONDIMENTO I fondi pensione
… è finanziata mediante contributi obbligatori…
… e funziona in base al principio di automaticità
Il sistema previdenziale italiano fa capo all’Inail e all’Inps L’Inail gestisce la tutela antinfortunistica
L’Inps gestisce i trattamenti pensionistici… … che hanno subìto incisive riforme...
148
● il sistema delle pensioni per la vecchiaia, l’invalidità, l’inabilità e i superstiti; ● la tutela contro la disoccupazione. L’onere del finanziamento ricade sulle categorie tutelate, a cui fa carico il versamento dei contributi previdenziali obbligatori. Per i lavoratori dipendenti l’obbligo di versare i contributi grava in massima parte sui datori di lavoro e, in misura minore, sui lavoratori. I lavoratori autonomi devono versare i contributi per se stessi. I contributi previdenziali sono commisurati alle retribuzioni percepite dai lavoratori. La previdenza sociale è fondata su un criterio assicurativo ma fornisce piena tutela ai lavoratori dipendenti perché è basata sul principio dell’automaticità delle prestazioni, per cui il lavoratore dipendente, regolarmente iscritto al sistema previdenziale, ha sempre diritto alle prestazioni previdenziali nel momento in cui si verificano gli eventi previsti dalla legge (la vecchiaia, l’invalidità, l’infortunio), anche se il datore di lavoro ha omesso di versare i contributi. Il principio di automaticità non vale per i lavoratori autonomi, i quali hanno diritto alle prestazioni solo se hanno versato i contributi a cui essi stessi sono obbligati. Il sistema previdenziale italiano fa capo a due enti pubblici: l’Inail (Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro) e l’Inps (Istituto nazionale per la previdenza sociale). L’Inail gestisce l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali. L’assicurazione contro gli infortuni è obbligatoria per i lavoratori dell’industria e dell’agricoltura. L’assicurazione contro le malattie professionali è obbligatoria per coloro che esercitano determinate attività a rischio indicate dalla legge (per esempio, attività che comportano il contatto con materie dannose o pericolose quali il piombo, l’arsenico, sostanze infiammabili ecc.). L’Inail provvede alla tutela dell’assicurato corrispondendo un’indennità giornaliera in caso di inabilità temporanea o una rendita in caso di invalidità permanente. Provvede, inoltre, a forme di assistenza diretta (cure mediche e chirurgiche, terapie di riabilitazione, protesi ortopediche ecc.). In caso di morte dell’assicurato, l’Inail assegna una rendita ai superstiti (coniuge e figli minori). L’Inps gestisce le pensioni dei lavoratori pubblici e privati in relazione a eventi diversi che riducono o fanno venir meno la capacità di lavorare e produrre reddito: la vecchiaia, l’invalidità, l’inabilità, la morte. Il sistema pensionistico rappresenta nel nostro paese la più elevata fra le spese per la sicurezza sociale. La maggior durata della vita umana e il calo demografico hanno determinato una grave situazione di deficit che si ripercuote in modo molto pesante sull’equilibrio della finanza pubblica. Si è resa quindi indispensabile una riforma strutturale, disposta con la l. 8/8/1995, n. 335 e integrata con la l. 23/8/2004, n. 243 e con il d.l. 6/12/2011, n. 201, convertito con la l. 22/12/2011, n. 214. Con questa serie di riforme si è cercato di rendere la spesa pensionistica più sostenibile e di armonizzare i trattamenti previsti per le diverse categorie di lavoratori e lavoratrici.
La finanza della protezione sociale
L’entità della pensione viene ora determinata in base al criterio contributivo, che sostituisce quello retributivo precedentemente in vigore. Un tempo il criterio retributivo commisurava la pensione alla media delle retribuzioni percepite negli ultimi anni di servizio e quindi garantiva al pensionato il mantenimento dello stesso reddito che percepiva mentre lavorava. Il criterio contributivo realizza invece un maggior equilibrio finanziario perché commisura la pensione all’ammontare, capitalizzato e rivalutato, dei contributi versati per il lavoratore nel corso dell’attività lavorativa. I trattamenti pensionistici sono: la pensione di vecchiaia, la pensione anticipata, la pensione di inabilità, l’assegno ordinario di invalidità e la pensione ai superstiti. Il diritto alle prestazioni pensionistiche decorre dal primo giorno del mese successivo a quello in cui sono maturati i requisiti previsti dalla legge. La pensione di vecchiaia è corrisposta ai lavoratori per i quali sono stati versati contributi per almeno 20 anni e hanno raggiunto il limite di età previsto dalla legge (età pensionabile). Il limite di età viene periodicamente innalzato per adeguarlo alla “speranza di vita”, cioè alla probabilità di maggior durata della vita umana, calcolata dall’Istat. L’età pensionabile, che prima era stabilita in 65 anni per gli uomini e 60 anni per le donne, è stata gradualmente innalzata in modo da raggiungere nel 2018 il limite di 66 anni e 7 mesi per tutti gli iscritti al sistema previdenziale (uomini e donne, dipendenti e autonomi, pubblici e privati). La pensione anticipata (che sostituisce la pensione di anzianità prima in vigore) è corrisposta ai lavoratori e alle lavoratrici che, pur non avendo raggiunto l’età pensionabile, hanno maturato i requisiti contributivi previsti dalla legge, requisiti che vengono periodicamente innalzati per l’adeguamento alla “speranza di vita”. Dal 2017 sono richiesti 42 anni e 10 mesi di versamenti per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Non è richiesto un limite minimo di età anagrafica. Regimi particolari di anticipo pensionistico (Ape) sono previsti per coloro che esercitano mansioni gravose e per alcune categorie di lavoratori che si trovano in particolari situazioni indicate dalla legge. La pensione di inabilità spetta a coloro che si trovano nell’impossibilità di svolgere qualunque attività lavorativa, a causa di gravi e permanenti infermità fisiche o mentali, purché siano stati versati i contributi per almeno cinque anni, di cui tre nell’ultimo quinquennio. L’assegno ordinario di invalidità viene corrisposto a chi ha una capacità di lavoro ridotta a meno di un terzo, purché i contributi siano stati versati per almeno cinque anni, di cui tre nell’ultimo quinquennio; l’assegno è corrisposto per periodi triennali ed è rinnovabile se si accerta il permanere delle condizioni di invalidità. La pensione ai superstiti (pensione di reversibilità) spetta, in presenza di determinate condizioni, al coniuge e ai figli minori del lavoratore deceduto. Altri trattamenti pensionistici, come l’assegno sociale e l’assegno mensile di invalidità civile, hanno natura assistenziale e non previdenziale perché sono erogati a tutti coloro che si trovano in condizioni economiche disagiate, a prescindere dall’essere o meno lavoratori.
U N I TÀ 4
...e sono corrisposti in base al criterio contributivo
I trattamenti pensionistici previdenziali:
… la pensione di vecchiaia…
… la pensione anticipata…
… la pensione di inabilità…
… e l’assegno ordinario di invalidità…
… la pensione ai superstiti Altri trattamenti pensionistici hanno carattere di assistenza:
149
La finanza pubblica
MODULO 2
l’assegno sociale…
… e l’assegno mensile di invalidità civile L’Inps gestisce anche prestazioni a sostegno del reddito: gli ammortizzatori sociali…
… e le prestazioni a sostegno della famiglia
150
L’assegno sociale è corrisposto ai cittadini che hanno superato il sessantacinquesimo anno di età e possiedono redditi in misura inferiore al limite stabilito annualmente dalla legge. L’assegno mensile di invalidità civile è corrisposto ai cittadini che hanno una riduzione della capacità lavorativa non inferiore al 74% e si trovano in condizioni economiche disagiate. L’Inps gestisce altre prestazioni, nelle quali gli aspetti previdenziali sono strettamente intrecciati con quelli assistenziali. Le principali sono: gli ammortizzatori sociali e gli interventi a favore della famiglia. Gli ammortizzatori sociali sono misure finalizzate al sostegno del reddito dei lavoratori nel caso di disoccupazione involontaria o in quello di temporanea sospensione del rapporto di lavoro per oggettive difficoltà del mercato o dell’azienda. La tutela contro la disoccupazione involontaria riguarda i dipendenti che hanno perduto il posto di lavoro, ma non le persone in cerca di prima occupazione; sono esclusi i casi di dimissioni volontarie o di licenziamento per colpa del lavoratore. È regolamentata dalla Nuova assicurazione sociale per l’impiego (Naspi). Un altro ammortizzatore sociale è l’integrazione salariale, cioè una prestazione che sostituisce o integra la retribuzione quando il rapporto di lavoro è temporaneamente sospeso. È corrisposta tramite la Cassa integrazione guadagni (Cig) nei casi di riduzione dell’attività dovuta alla situazione del mercato o ad altre cause transitorie e non imputabili all’impresa (Cig ordinaria), oppure per motivi di ristrutturazione o riconversione aziendale o in caso di crisi aziendale (Cig straordinaria). L’assegno per il nucleo familiare è erogato a tutti i lavoratori che hanno coniuge e figli minorenni o inabili a carico e possiedono un reddito complessivo non superiore al limite stabilito dalla legge. L’indennità di maternità viene corrisposta alla madre lavoratrice (o, in alternativa, al padre lavoratore) durante i periodi di astensione obbligatoria e facoltativa dal lavoro per gravidanza e puerperio. L’assegno di maternità spetta, in occasione della nascita di ciascun figlio, alle lavoratrici che non hanno contributi sufficienti per ottenere l’indennità di maternità. Ai genitori, entro i primi 12 anni di vita del bambino, spetta inoltre un’indennità per i periodi, anche disgiunti, di congedo parentale complessivamente non superiori a 11 mesi. I lavoratori usufruiscono dell’indennità o dell’assegno di maternità e dell’indennità per congedo parentale anche nel caso di adozione o di affidamento di un bambino. L’assegno per congedo matrimoniale spetta per la durata di 8 giorni ai lavoratori con qualifica non impiegatizia che fruiscono di un congedo per matrimonio o per unione civile. L’assegno non è previsto per gli impiegati che durante il congedo ricevono dal datore di lavoro la normale retribuzione. L’indennità di malattia viene pagata, in sostituzione della retribuzione, ai lavoratori assenti dal lavoro per malattia. La retribuzione spetta per un periodo massimo di 180 giorni. I primi tre giorni sono a carico del datore di lavoro, mentre dal quarto giorno di assenza provvede l’Inps.
La finanza della protezione sociale
U N I TÀ 4
Sintesi grafica infortuni eventi assicurati malattie professionali
la tutela antinfortunistica (Inail)
indennità giornaliera rendita prestazioni cure riabilitative vecchiaia rendite ai superstiti
anticipata
Il sistema previdenziale in Italia
le pensioni (Inps)
inabilità invalidità superstiti assegno sociale assegno mensile di invalidità civile
le prestazioni a sostegno del reddito (Inps)
assegno per il nucleo familiare
disoccupazione (Naspi)
indennità di maternità
integrazione salariale (Cig)
assegno di maternità
interventi per le famiglie
indennità per congedo parentale assegno per congedo matrimoniale indennità di malattia
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto La previdenza sociale è finanziata mediante il da parte dei
..................................................
..................................................
e dei datori di
è gestita dall’Inail. Il sistema delle
L’Inps gestisce anche le forme di tutela dalla a sostegno del contributi
•
•
..................................................
disoccupazione
versamento
..................................................
..................................................
•
di
..................................................
. La tutela contro gli
..................................................
..................................................
è gestito dall’Inps.
e alcune prestazioni
delle famiglie. infortuni
•
lavoratori
•
lavoro
•
pensioni
•
reddito
>>> 151
La finanza pubblica
MODULO 2
2. Collega ogni espressione della colonna sinistra con una della colonna destra 1. Inabilità
a. Disoccupazione
2. Invalidità
b. Sostegno del reddito
3. Superstiti
c. Assegno rinnovabile
4. Naspi
d. Pensione di reversibilità
5. Cassa integrazione guadagni e. Perdita della capacità lavorativa 1
2
3
4
5
5. L’assistenza sociale L’assistenza sociale…
… è finanziata dalla fiscalità generale Il diritto all’assistenza è sancito dalla Costituzione
Le competenze spettano a Regioni ed enti locali Lo Stato determina i livelli essenziali
Gli enti predispongono la Carta dei servizi
152
L’assistenza sociale consiste nell’erogazione di prestazioni gratuite per soddisfare i bisogni personali e familiari dell’assistito. L’assistenza sociale non comporta spese per l’assistito perché il suo finanziamento avviene mediante la fiscalità generale, attingendo cioè al gettito delle entrate fiscali dello Stato o degli enti territoriali. Secondo la Costituzione (art. 38) «ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere» ha diritto all’assistenza sociale, ma le relative prestazioni sono condizionate dalla limitatezza delle risorse finanziarie. Di conseguenza, è rimessa alla Pubblica amministrazione la scelta dei bisogni prioritari da soddisfare. L’assistenza sociale ha carattere di universalità in quanto è rivolta a tutte le persone disagiate, a cui garantisce un livello minimo ma uniforme di servizi sociali in condizioni di eguaglianza. Ciò vuol dire che, a parità di condizioni di bisogno, devono essere erogati pari servizi sociali. Le funzioni e i compiti amministrativi in materia di assistenza sociale spettano alle Regioni e agli enti locali, mentre allo Stato è riservata la determinazione dei livelli essenziali dei servizi. La l. 8/11/2000, n. 328 prevede un sistema integrato di interventi e servizi diretto a prevenire, eliminare o ridurre le condizioni di bisogno e di disagio. I servizi di assistenza e gli strumenti per la loro attuazione sono vari: assistenza domiciliare a favore di persone non autosufficienti, contributi per bisogni straordinari o continuativi, istituzione di centri sociali per prevenire l’emarginazione e l’isolamento, residenze per persone ammalate ma autosufficienti che non possono vivere in famiglia, residenze sanitarie per ammalati non autosufficienti, mense sociali, asili nido, prestiti d’onore a tasso zero, misure per l’integrazione degli immigrati ecc. Gli enti che provvedono all’erogazione di servizi sociali devono adottare una Carta dei servizi, nella quale sono indicate le tipologie dei servizi offerti e le modalità di erogazione. La maggior parte dei servizi è attribuita ai Comuni, in base al principio di sussidiarietà [ÑM2 U3 par. 3], per il quale i bisogni della collettività devono essere soddisfatti dall’ente più vicino al cittadino, mentre agli enti di dimensioni maggiori sono attribuite le funzioni esercitate in modo unitario in un ambito territoriale più ampio.
La finanza della protezione sociale
U N I TÀ 4
Fra le prestazioni in denaro erogate dai Comuni ricordiamo: ● l’assegno di maternità, a favore delle donne che non beneficiano del trattamento previdenziale di maternità (disoccupate, casalinghe ecc.), purché il reddito complessivo del nucleo familiare non sia superiore al limite stabilito dalla legge; ● l’assegno di sostegno, a favore dei nuclei familiari a basso reddito con tre o più figli minorenni; ● l’assegno per l’accesso alle abitazioni in locazione, a favore di inquilini a basso reddito, per metterli nella condizione di sostenere l’onere del pagamento dei canoni locativi. Una forma di assistenza organizzata a livello nazionale è il reddito di inclusione (Rei), introdotto a decorrere dal 2018 per contrastare la povertà. È concesso alle famiglie più povere per un periodo non superiore a 18 mesi ed è articolato in due componenti: un sussidio in denaro corrisposto mensilmente e un insieme di servizi attivati in base a un “progetto personalizzato”. L’accesso al Rei è condizionato però all’impegno, da parte dei componenti del nucleo familiare, a svolgere le attività programmate nel progetto per favorire il superamento delle condizioni di povertà, l’inclusione sociale e l’inserimento lavorativo. L’attuazione del Rei è affidata all’Inps che eroga il sussidio e ai Comuni per la gestione dei servizi a sostegno della famiglia e per il coordinamento con altri enti e organismi competenti, per esempio in materia di salute, istruzione e formazione, orientamento per la ricerca di lavoro e politiche abitative. Le condizioni economiche delle famiglie che richiedono prestazioni sociali vengono verificate mediante l’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee), un sistema di calcolo che tiene conto sia della composizione del nucleo familiare sia del reddito e del patrimonio posseduti dai suoi componenti. Nel quadro dei servizi di assistenza è valorizzata l’attività dei soggetti che operano nel settore privato sociale (come le organizzazioni di utilità e promozione sociale, le associazioni di volontariato, le istituzioni religiose ecc.) e che sono in grado di risolvere efficacemente situazioni di bisogno.
Una recente misura è il reddito di inclusione
L’Isee verifica le condizioni di bisogno
È importante il ruolo del settore privato sociale
Spesa per interventi e servizi sociali nei Comuni. Anni 2011/2013 Aree di intervento
Spesa 2011
Spesa 2012
Spesa 2013
Famiglie e minori
2.818.004.694
2.792.885.693
2.683.568.248
Disabili
1.630.043.404
1.694.995.506
1.723.723.919
39.737.346
34.047.360
32.239.442
1.388.004.602
1.334.211.143
1.340.726.867
Immigrati e nomadi
189.023.593
194.838.637
200.315.551
Povertà, disagio adulti senza mssa dimora Multiutenza
554.843.948 407.382.027
537.806.187 393.607.335
491.795.486 390.393.088
7.027.039.614
6.982.391.861
6.862.762.601
Dipendenze Anziani
Totale
Fonte: Istat
153
La finanza pubblica
MODULO 2
Sintesi grafica
competenze riservate allo Stato
• obiettivi generali • determinazione
principio di sussidiarietà
• competenza generale dei Comuni • intervento di enti maggiori
prestazioni
• strutture e attività per assistenza diretta • sussidi e assegni in denaro
dei livelli essenziali
se necessario
Il sistema dell’assistenza sociale
• fondi statali • risorse proprie degli enti
finanziamento
territoriali
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Gli interventi di assistenza sociale sono gestiti in massima parte dai mediante l’erogazione di Lo Stato stabilisce i ..................................................
..................................................
..................................................
in denaro e prestazione di
..................................................
..................................................
.
di assistenza. Il finanziamento è a carico della
ed è fornito dalle entrate
..................................................
dello Stato e degli enti
territoriali. collettività
•
Comuni
•
fiscali
•
livelli essenziali
•
servizi
•
sussidi
2. Scegli il termine esatto fra i tre proposti 1. Gli enti che erogano prestazioni sociali devono predisporre una tabella/lista/Carta dei servizi nella quale sono indicati i motivi/tipi/trattamenti di servizi offerti e le ragioni/cause/modalità dell’erogazione. 2. Le condizioni sociali/economiche/particolari delle famiglie che richiedono prestazioni gratuite/private/previdenziali sono accertate mediante l’analisi/ l’indicatore/l’esame della situazione economica uguale/equivalente/esistente.
6. La tutela della salute e il Servizio sanitario nazionale La tutela della salute…
154
La tutela della salute è attuata mediante interventi e servizi per la prevenzione e la cura delle malattie e per la riabilitazione degli stati di invalidità. L’intervento pubblico in campo medico-sanitario è fondato sulla considerazione che la salute va tutelata non soltanto come diritto individuale, ma anche come interesse generale della collettività (art. 32 Cost.).
La finanza della protezione sociale
U N I TÀ 4
Le modalità organizzative in questo campo sono diverse ma si rifanno sostanzialmente a due modelli fondamentali. Il primo (adottato in Italia, in Gran Bretagna, nei paesi scandinavi) consiste nella realizzazione di un Servizio nazionale esteso a qualunque forma di malattia e a qualunque persona, con prestazioni sanitarie uguali per tutti e con finanziamento interamente o parzialmente pubblico. L’altro modello (adottato in Francia, Germania, Belgio, Olanda, Austria) è basato sul sistema dell’assicurazione sociale sanitaria. Il finanziamento avviene mediante il versamento di contributi da parte dei lavoratori e dei datori di lavoro e in piccola parte è a carico degli enti pubblici. In Italia la tutela della salute è organizzata dal Servizio sanitario nazionale (Ssn), istituito con la l. 833/1978 in sostituzione delle strutture previdenziali preesistenti. I caratteri fondamentali del Ssn sono: ● la globalità: le prestazioni riguardano qualunque tipo di malattia; ● l’universalità: l’assistenza è estesa a tutti coloro che risiedono nel territorio: cittadini italiani, comunitari ed extracomunitari; ● la parità di trattamento per tutti coloro che accedono alle prestazioni; ● la gratuità delle prestazioni; quest’ultimo carattere è stato attenuato, in quanto per determinate prestazioni l’utente deve pagare una parte del costo (ticket sanitario).
… nei diversi Stati è organizzata
Sono sempre gratuiti i ricoveri ospedalieri e le prestazioni del medico di base, mentre possono essere soggetti all’applicazione di ticket gli accertamenti diagnostici, l’acquisto di farmaci non essenziali e le cure termali. Sono esentate dal pagamento dei ticket particolari categorie di persone, come gli anziani che non superano determinati limiti di reddito, coloro che sono affetti da determinate malattie gravi e, per le prestazioni di pronto soccorso, i minori di 14 anni. Le prestazioni sono finalizzate inoltre alla prevenzione delle malattie attraverso vaccinazioni, controlli sull’igiene alimentare, educazione sanitaria, vigilanza veterinaria ecc., alla cura delle malattie (come l’assistenza medica di base, gli accertamenti diagnostici, le prestazioni specialistiche, i ricoveri ospedalieri, l’assistenza farmaceutica ecc.) e alla riabilitazione (cure termali, fisioterapia ecc.). Le competenze legislative e amministrative in materia sanitaria sono attribuite alle Regioni, mentre sono riservate allo Stato la determinazione dei princìpi fondamentali, a cui deve uniformarsi la legislazione regionale, e l’indicazione dei Livelli essenziali di assistenza sanitaria (Lea) per tutto il territorio nazionale. Le Regioni possono fornire servizi e prestazioni aggiuntive rispetto a quelle incluse nei Lea. Le strutture operative del Servizio sanitario sono le Aziende sanitarie locali (Asl), enti regionali organizzati in forma di azienda. Le prestazioni sono effettuate, oltre che dalle strutture sanitarie pubbliche, anche da strutture private accreditate. L’accreditamento è l’atto con cui la Regione equipara le strutture private a quelle pubbliche dopo averne verificato gli standard qualitativi, organizzativi e strutturali.
La gratuità è attenuata
come Servizio sanitario nazionale…
… o come assicurazione sociale sanitaria
In Italia il Ssn è stato istituito nel 1978… … con caratteri di globalità, universalità, parità, gratuità
APPROFONDIMENTO Ssn e strutture private
Il Ssn ha finalità di prevenzione, cura e riabilitazione
Livelli essenziali di assistenza sanitaria (Lea) Sono le prestazioni, i servizi e gli interventi sanitari che, attraverso le strutture pubbliche o accreditate, devono essere garantiti a tutti i cittadini perché si sono dimostrati efmcaci e appropriati, oltre che vantaggiosi dal punto di vista economico.
155
La finanza pubblica
MODULO 2
Il finanziamento è a carico delle Regioni
Il finanziamento della spesa sanitaria è a carico delle Regioni che vi provvedono con il gettito dei tributi propri (come l’Irap) e quote di compartecipazione a tributi erariali. Lo Stato può concorrere al finanziamento della spesa sanitaria mediante trasferimenti la cui entità è stabilita attraverso accordi fra Stato e Regioni. Spesa e finanziamento del Servizio sanitario nazionale (milioni di euro) La tabella riporta i dati del conto economico per il Servizio sanitario. Confronta i dati relativi ai vari anni e calcola qual è l’incremento delle spese. Confrontando i dati delle spese con quelli del mnanziamento, calcola il saldo per ciascun anno e indica se il disavanzo corrente tende ad aumentare o a diminuire. Anno
2004
2006
2008
2010
2012
2014
2016
Spese correnti
88.792 100.252 107.086 110.772 108.973 110.938 112.542
Finanziamento corrente
84.472
Sintesi grafica
95.637 105.133 107.185 107.635 109.902 111.002
globalità (tutte le malattie)
caratteri
universalità (tutte le persone residenti) parità di trattamento gratuità
• totale (cure di base, ricoveri) • parziale (pagamento di un ticket)
prestazioni
Il Servizio sanitario nazionale
attività
• prevenzione • cura • riabilitazione • strutture sanitarie pubbliche • strutture private accreditate
Stato
competenze
Regioni
Asl
finanziamento
• legislazione sanitaria • amministrazione • enti regionali • gestione operativa
• finanziamenti statali • risorse proprie delle Regioni
156
• princìpi generali • livelli essenziali
>>>
La finanza della protezione sociale
U N I TÀ 4
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto La tutela della salute è organizzata nel Servizio sanitario nazionale e comprende prestazioni di di
..................................................
..................................................
e i ricoveri
,
..................................................
..................................................
e
..................................................
sono
prestazioni può essere previsto il pagamento di un base
•
cura
•
gratuiti
•
ospedalieri
•
prevenzione
. L’assistenza
..................................................
..................................................
•
mentre per altre
.
riabilitazione
•
ticket
2. Rispondi alle domande 1. Il Servizio sanitario nel nostro paese è organizzato secondo il concetto di assistenza o di previdenza? 2. In quale modo è finanziato il Servizio sanitario nazionale? 3. Da chi sono effettuate le prestazioni? 4. Che cosa sono i Lea?
CITTADINANZA DIGITALE Internet e il diritto d’autore Spesso quando ci troviamo a navigare in rete utilizziamo internet come un immenso bacino da cui prelevare in modo indifferenziato ogni tipo di risorsa, che si tratti di testi, immagini, video, mle audio ecc. Tuttavia, non tutto ciò che puoi trovare su internet è libero e riutilizzabile, e anzi la maggior parte del materiale presente online è tutelato dalla legge sul diritto d’autore. Il diritto d’autore è un istituto giuridico che tutela le opere di carattere creativo (testi, immagini, video, audio ecc. intesi come espressione di un’individualità): chi detiene i diritti di un’opera può gestirne il riutilizzo anche a scopo commerciale. La legge italiana sul diritto d’autore recita: «È consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientimco e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro». All’interno di un progetto scolastico (per esempio una presentazione digitale) puoi dunque riutilizzare gratuitamente i contenuti prelevati online. Ma fuori dalla scuola le cose cambiano: se per esempio con i tuoi amici decidete di girare un videoclip usando una canzone coperta dal diritto d’autore e lo pubblicate su YouTube, il rischio che correte è quello di vedere rimosso il vostro video. Di fronte all’incertezza se utilizzare o meno un contenuto trovato in rete, puoi tuttavia seguire questi consigli: – Ricorda che su internet ogni contenuto creativo originale è coperto dal diritto d’autore (anche quando non segnalato dal simbolo ©).
– È possibile modimcare e/o riutilizzare un contenuto solo se indicato espressamente dall’autore e attraverso specimche condizioni. – Esiste un insieme di regole, le cosiddette licenze Creative Commons (CC), che concede alcuni diritti di riutilizzo dei contenuti sotto specimche condizioni (è il caso per esempio di Wikipedia). Attraverso queste licenze gli autori concedono agli utenti web alcune libertà e condizioni di utilizzo della propria opera: per esempio possono decidere se tutelare o meno l’attribuzione del contenuto (e quindi chiedere che al momento del riutilizzo ne sia citato l’autore), se consentirne o meno modimche o il riuso a scopo commerciale. – Come dicevamo, anche le immagini possono essere coperte da diritti, un suggerimento: per trovare delle immagini online da modimcare e riutilizzare liberamente è quello di mltrare la ricerca in base alle “condizioni d’uso”. Su Google, per esempio, dalla ricerca di immagini si accede alla sezione “Strumenti” e si seleziona tra i “Diritti di utilizzo” la categoria più adatta per i nostri scopi. – È comunque buona norma citare sempre la fonte o le fonti dei materiali che riutilizzi, indipendentemente dalla presenza o meno di copyright: vanno indicati il sito in cui sono stati prelevati, l’autore o gli autori, la data di pubblicazione, eventualmente l’organizzazione che ne detiene originariamente i diritti.
157
UNITÀ 4
Strumenti per il ripasso
Strumenti per il ripasso | Sintesi INTERROGAZIONE SIMULATA
SINTESI AD ALTA ACCESSIBILITÀ
1. La protezione sociale è costituita
dagli interventi pubblici volti a garantire condizioni di vita dignitose e a proteggere dai rischi più gravi dell’esistenza. Le forme della protezione sociale sono: la previdenza, che ha lo scopo di assicurare i lavoratori contro il rischio di eventi che possono incidere sulla possibilità di lavorare; l’assistenza, che ha lo scopo di soddisfare i bisogni primari degli assistiti mediante erogazioni di denaro o prestazione di servizi; la tutela della salute.
trattamenti pensionistici, erogati • idall’Inps: la pensione di vecchiaia,
• • •
2. La spesa per la protezione sociale
è uno strumento di politica economica: incide sull’allocazione delle risorse perché le prestazioni sociali generano esternalità positive, pongono rimedio a esternalità negative e sono beni di merito; attua una politica di redistribuzione, dalle categorie che sopportano l’onere del finanziamento a quelle che fruiscono delle prestazioni; ha effetti di stabilizzazione congiunturale perché nei periodi di recessione l’erogazione di sussidi sostiene la domanda di beni e servizi.
• • •
3. Negli ultimi decenni del Novecento
i sistemi di protezione sociale hanno assunto dimensioni imponenti. Questa eccessiva espansione comporta conseguenze negative: può ridurre gli incentivi a lavorare e produrre; può dare luogo a inefficienze e sprechi; costituisce un onere molto gravoso per il bilancio pubblico. Per queste ragioni oggi si tende a ridimensionare e razionalizzare i servizi, separare più nettamente le forme di assistenza da quelle di previdenza e incentivare l’assistenza e la previdenza complementare privata.
4. Il finanziamento del sistema
di previdenza sociale avviene mediante il versamento di contributi da parte dei datori di lavoro e dei lavoratori. Le prestazioni previdenziali comprendono: la tutela contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, gestita dall’Inail; è basata sull’assicurazione obbligatoria dei lavoratori;
• 158
•
la pensione anticipata, la pensione di inabilità, l’assegno di invalidità e la pensione ai superstiti; l’assegno sociale, interamente finanziato dallo Stato e corrisposto dall’Inps agli ultrasessantacinquenni a basso reddito; l’assegno mensile di invalidità civile; prestazioni a sostegno del reddito erogate nel caso di disoccupazione involontaria (Nuova assicurazione sociale per l’impiego, Naspi) o nel caso di sospensione del rapporto di lavoro (integrazione salariale corrisposta dalla Cassa integrazione guadagni, Cig); prestazioni erogate a favore delle famiglie (assegno per il nucleo familiare, indennità o assegno di maternità, indennità per congedo parentale, indennità per congedo matrimoniale, indennità per malattia).
5. I servizi di assistenza sociale sono gestiti dagli enti locali mediante erogazioni in denaro e prestazione di attività (assistenza agli anziani, ai disabili ecc.). I livelli essenziali di assistenza sono stabiliti dallo Stato. È valorizzato il ruolo delle organizzazioni senza scopo di lucro del settore privato e delle attività di volontariato. Il finanziamento delle prestazioni di assistenza avviene mediante l’erogazione di fondi stanziati nel bilancio dello Stato o in quello degli enti territoriali.
6. Il Servizio sanitario nazionale eroga le prestazioni di prevenzione e cura delle malattie, riabilitazione, vigilanza igienicosanitaria. L’assistenza di base è gratuita, mentre per altre prestazioni può essere richiesto all’assistito il pagamento di un ticket. I livelli essenziali delle prestazioni e dei servizi sono stabiliti dallo Stato. L’organizzazione e il finanziamento del servizio competono alle Regioni; l’attività operativa è svolta dalle Aziende sanitarie locali, che sono enti ausiliari delle Regioni, in forma d’azienda.
Strumenti per il ripasso
Strumenti per il ripasso | Mappa
U N I TÀ 4 MAPPA PERSONALIZZABILE
La protezione sociale il sistema italiano comprende
ha assunto
funzioni
princìpi
effetti dimensioni rilevanti
• previdenza • assistenza • tutela della salute
• •
eguaglianza solidarietà
• •
redistribuzione stabilizzazione
che provocano
• • •
previdenza sociale
Inail
Inps
• •
infortuni sul lavoro malattie professionali
• • • •
pensioni assegno sociale ammortizzatori sociali (Cig e Naspi) sostegno alle famiglie (invalidità, maternità ecc.)
oneri per la finanza pubblica deficit di bilancio indebitamento rendendo necessarie
razionalizzazioni e riforme
sistema integrato di interventi e servizi (l. 328/2000)
assistenza sociale
Comuni
Servizio sanitario nazionale
• •
erogazioni in denaro prestazioni di attività
Lea definiti dallo Stato
Regioni • Asl •
• • •
prevenzione, cura, riabilitazione assistenza di base gratuita ticket per prestazioni specifiche
159
UNITÀ 4
Verifica formativa
1. Scegli l’unica risposta esatta fra le quattro indicate 1. Il sistema di protezione sociale è fondato sui princìpi costituzionali di: A libertà e rappresentatività £ B eguaglianza e solidarietà £ C sovranità popolare e pluralismo £ D tutela dell’iniziativa economica £ 2. L’ente che provvede in Italia alla tutela contro le malattie professionali è: A l’Inps £ B l’Asl £ C l’Inail £ D il Ssn £
4. 5. 6. 1
Connect the expressions on the left column with the corresponding on the right Invalidity a. Poverty Old age b. Unemployment benemt Social security c. Reduced working contributions ability Suspension from work d. Dangerous activities Social services e. Employers Injury f. Retirement age 2
3
4
5
6
4. Correggi l’errore contenuto in ciascuna frase 1. La funzione dell’assistenza sociale è di provvedere a situazioni di bisogno future. 2. La previdenza sociale tutela i lavoratori contro il rischio di eventi imprevedibili. 3. Le riforme del sistema pensionistico hanno introdotto il sistema retributivo al posto di quello precedentemente vigente. 4. Le persone anziane che hanno raggiunto l’età pensionabile hanno diritto alla pensione di anzianità. 5. In base al principio di proporzionalità la gestione dei servizi di assistenza sociale compete ai Comuni. 6. Il Servizio sanitario nazionale ha mnalità di prevenzione, cura e guarigione.
4. Le forme di assistenza sociale vengono mnanziate mediante: A il versamento di contributi a carico dei datori £ di lavoro B il versamento di contributi a carico dei diretti £ interessati C le entrate fiscali a carico della collettività £ D il versamento di contributi a carico dei lavoratori £ 5. La funzione della previdenza sociale è di: A soddisfare le necessità dei bisognosi £ B assicurare equa distribuzione dei redditi £ C prevenire situazioni di bisogno future £ D favorire lo sviluppo economico £ 6. Le prestazioni del Servizio sanitario nazionale: A non sono interamente gratuite £ B non riguardano tutte le malattie £ C sono destinate soltanto ai cittadini italiani £ D sono attuate dal Ministero della salute £
160
3. 1. 2. 3.
3. In materia di protezione sociale attualmente si tende a: A estendere l’area delle prestazioni £ B ridimensionare e razionalizzare i sistemi £ C liberalizzare e privatizzare l’intero sistema £ D creare nuovi enti per differenziare le prestazioni £
2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false e, se sono false, spiega perché 1. I sistemi di sicurezza sociale si fondano sul principio di eguaglianza e solidarietà V£ 2. In base al principio di automaticità il lavoratore ha diritto alle prestazioni solo se il datore di lavoro ha effettivamente versato i contributi. V£ 3. In Italia i Servizi sanitari sono organizzati con gli stessi criteri della previdenza sociale. V £
4. Le prestazioni sanitarie di base sono gratuite. V £ F £ 5. Le prestazioni di riabilitazione non sono comprese nell’assistenza sanitaria pubblica. V £ F £ 6. Le spese per la protezione sociale sono prevalentemente spese di trasferimento. V£ F£
F£
F£ F£
5. Individua il concetto che corrisponde alle seguenti definizioni 1. Consiste nell’erogazione di prestazioni gratuite. 2. Sono il mezzo di mnanziamento delle prestazioni previdenziali. 3. Gestisce la tutela contro gli infortuni sul lavoro. 4. Può essere chiesta dai lavoratori che non hanno raggiunto l’età pensionabile ma hanno versato i contributi per il tempo stabilito dalla legge. 5. È corrisposto a tutti i lavoratori che hanno basso reddito e familiari a carico. 6. Consente la verimca delle condizioni economiche di coloro che richiedono prestazioni di assistenza sociale.
TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
La finanza pubblica
MODULO 2
PUnti di vista
ATTIVITÀ DI LABORATORIO Quanto spende il mio Comune? Svolgete un’indagine sulla spesa pubblica nel vostro Comune per individuare: • se negli ultimi anni c’è stato un incremento della spesa e in quale misura; • quali voci di spesa hanno maggiormente contribuito a creare questo incremento; • quali misure di contenimento sono state adottate o programmate. Competenze • Progettare • Collaborare e partecipare • Acquisire e interpretare l’informazione • Individuare collegamenti e relazioni • Ricercare soluzioni efýcaci rispetto a situazioni date • Redigere relazioni tecniche e documentare le attività individuali e di gruppo Conoscenze • L’incremento tendenziale della spesa pubblica; cause e problemi di misurazione della spesa (M1 U2; M2 U1; discipline coinvolte: diritto, storia, economia politica, economia aziendale, matematica) • Effetti economici dei diversi tipi di spese (M2 U1; M2 U4; M1 U3; M1 U4; discipline coinvolte: economia politica, economia aziendale, storia) • L’espansione della spesa nella seconda metà del Novecento; espansione della spesa pubblica, deýcit di bilancio e indebitamento (M1 U1; M2 U1; M2 U4; discipline coinvolte: storia; lingue comunitarie) • La spesa pubblica e l’autonomia degli enti territoriali (M2 U3; disciplina coinvolta: diritto) • Le politiche di contenimento; le ragioni, le difýcoltà e i limiti; i programmi di spending review in Italia e in altri paesi (M2 U1; M2 U4; disciplina coinvolta: lingue comunitarie) Attività 1. Definizione degli obiettivi Prima di iniziare, deýnite l’obiettivo della vostra indagine e valutate in modo realistico le sue possibilità di realizzazione, concentrandovi in particolare sui seguenti aspetti: • l’arco di tempo a cui fare riferimento per valutare l’incremento della spesa; • le voci di spesa da prendere in considerazione; • i dati da esaminare; • i documenti da acquisire; • gli uffici a cui rivolgervi per informazioni; • la compatibilità fra questo lavoro e gli altri impegni scolastici. 2. Organizzazione del lavoro Dividetevi in piccoli gruppi e organizzate il lavoro in modo che a ognuno di voi o a ogni gruppo sia afýdata
un’attività coerente con le proprie attitudini e compatibile con la propria disponibilità di tempo: • ricerche su siti web, giornali, riviste e pubblicazioni economiche e approfondimenti in biblioteca; visite e richiesta di notizie agli ufýci comunali • analisi di bilanci, rapporti, relazioni, dati statistici • incontri con funzionari pubblici, operatori economici o altre persone esperte in materia economica. Stabilite in che modo e da chi le rispettive attività dovranno essere coordinate; 3. Ricerca delle informazioni Assegnate ai vari gruppi la ricerca delle informazioni riguardanti l’andamento delle diverse tipologie di spese: per il personale, per i trasporti e gli altri servizi di pubblica utilità, per assistenza e altre attività sociali, per investimenti ecc. Le informazioni acquisite dovranno essere valutate criticamente, distinguendo: • i dati oggettivi sull’andamento della spesa e sugli interventi pubblici effettuati nel periodo considerato; • i diversi punti di vista con cui i dati sono stati commentati dall’opinione pubblica. 4. Coordinamento e confronto delle informazioni raccolte Coordinate e confrontate le informazioni raccolte, mettete in rilievo le differenze o le analogie fra l’andamento delle diverse tipologie di spesa e cercate di individuare quali fatti hanno determinato le loro variazioni e quali effetti possono esserne derivati. Utilizzate anche le conoscenze apprese nell’ambito di altre discipline per inquadrare il problema dell’espansione della spesa pubblica nel contesto storico, sociale e culturale del territorio. 5. Interpretazione dei risultati e conclusioni Concludete la vostra indagine esprimendo il vostro parere sulle misure adottate in materia di spesa pubblica dal vostro Comune, o individuando le situazioni che ancora non vi sembrano compiutamente risolte ed elaborando qualche proposta per cercare una soluzione ai problemi che ritenete più urgenti. Realizzate una presentazione per illustrare in classe l’oggetto della vostra indagine, le fasi del suo svolgimento e le conclusioni a cui siete pervenuti.
161
La finanza pubblica
MODULO 2
ADESSO SPIEGALO TU Il quesito Perché si devono pagare le imposte separatamente allo Stato, alle Regioni e ai Comuni? Non sarebbe più semplice che tutti i tributi fossero applicati soltanto dallo Stato? Motiva la tua risposta, aiutandoti con le domande guida. Domande-guida per una spiegazione • A quali livelli di governo si svolge l’attività politico-amministrativa nel nostro Stato? • Per quali ragioni nelle democrazie occidentali sono sanciti il riconoscimento delle autonomie territoriali e il principio del decentramento? • Quali interessi pubblici sono curati dagli enti territoriali e con quale ampiezza? • In che cosa consiste il principio di sussidiarietà? • Con quale grado di autonomia gli enti territoriali decidono le loro spese? • Quando in Italia tutti i tributi erano applicati soltanto dallo Stato, in che modo gli enti territoriali ýnanziavano le loro spese? • Quali conseguenze si veriýcavano allora nell’equilibrio di conti pubblici, e perché? • In quale periodo ha cominciato a essere riconosciuta agli enti territoriali l’autonomia delle proprie entrate? • Quali sono oggi le fonti di entrata degli enti territoriali? • Quali maggiori responsabilità può comportare per gli amministratori locali l’autonomia di entrata? • Il fatto che Regioni e Comuni non siano soltanto soggetti che erogano servizi ma anche soggetti che impongono tributi può incidere sul rapporto di ýducia fra le Amministrazioni locali e i cittadini assoggettati all’imposizione? • E questo impatto, secondo te, può essere positivo o negativo?
verifica sommativa | Conoscenze - abilità
162
1. Scegli la risposta esatta fra le quattro indicate 1. L’incremento della spesa pubblica è nominale quando: A dipende dalla situazione economica preesistente £ B è pari al valore nominale dei titoli pubblici £ C è dovuto alla perdita di valore della moneta £ D è minore dell’incremento del reddito nazionale £
4. Per il principio di legalità: A tutte le forme di prelievo sono legittime £ B l’imposizione dei tributi deve essere prevista £ dalla legge C è prevista l’assistenza legale ai contribuenti £ D i tributi sono applicati dagli uffici legali £ dello Stato
2. L’incremento della spesa pubblica determina in ogni caso un incremento: A della produzione £ B dell’occupazione £ C dei prezzi £ D della domanda £
5. L’art. 119 Cost. riconosce agli enti territoriali: A l’autonomia di bilancio con minori responsabilità £ B l’autosufficienza finanziaria soltanto alle Regioni £ C l’autonomia di spesa ma non di entrata £ D l’autonomia di entrata e di spesa £
3. L’incremento della pressione ýscale: A ha sempre effetti positivi £ B incrementa la domanda complessiva £ C può ostacolare la politica di sviluppo £ D non incide sugli equilibri del mercato £
6. L’assistenza sociale: A comprende anche la tutela contro gli infortuni £ B è organizzata secondo il principio di sussidiarietà £ C è finanziata mediante il versamento di contributi £ D tutela l’integrità psicofisica delle persone £
La finanza pubblica
MODULO 2
2. Rispondi alle domande 1. Quali effetti determinano, rispettivamente, le spese correnti e le spese in conto capitale? 2. Per quali motivi nei paesi industrializzati la spesa pubblica tende ad aumentare? 3. Qual è la correlazione fra la spesa pubblica e la domanda globale, e perché? 4. Quali spese possono essere efýcacemente manovrate ai ýni di una politica di sviluppo? 5. Su quali criteri si basa la differenza fra entrate originarie ed entrate derivate? 6. Qual è la differenza fra la tassa e l’imposta? 7. Perché i prestiti pubblici si distinguono da tutte le altre entrate? 8. In che senso e per quale ragione i tributi sono oggetto di una riserva di legge? 9. Quali possono essere gli obiettivi di politica economica nella ýnanza locale? 10. Come si giustiýca, sul piano economico, l’autonomia ýnanziaria degli enti locali? 11. Spiega la differenza fra il sistema retributivo e il sistema contributivo nell’erogazione delle pensioni e individua i rispettivi effetti economici. 12. Il Ssn è organizzato e ýnanziato secondo il criterio dell’assistenza o della previdenza?
3. Ripassa e rispondi 1. Esponi il concetto di spesa per trasferimenti e indicane gli esempi più rilevanti • La spesa per trasferimenti – Nozione (U1 par. 1) • La spesa per trasferimenti in Italia e in Europa (U1 par. 5; M1 U5 par. 2) Trasferimenti correnti e trasferimenti in conto capitale (U2 • par. 1) • I trasferimenti a imprese – I limiti europei agli aiuti di Stato (U2 par. 1; M1 U5 par. 1) • I trasferimenti a famiglie – Le prestazioni di previdenza, assistenza e sanità – Gli effetti economici (U4 par. 2, 3, 4, 5, 6) • I trasferimenti a enti – Rapporti fra ýnanza statale e ýnanza locale (U3) 2. Esponi le differenze fra il sistema della previdenza sociale e il sistema dell’assistenza sociale • Finalità della previdenza e dell’assistenza sociale (U4 par. 1, 4 e 5) • Rigidità della spesa pensionistica (U1 par. 4) • Effetti economici delle politiche di assistenza e previdenza (U4 par. 2) • Incidenza della spesa per assistenza e della spesa per previdenza in rapporto al totale della spesa per protezione sociale (U4 par. 3) • I soggetti competenti a gestire l’attività di previdenza e quella di assistenza – La loro posizione nei sottosettori
dell’aggregato Amministrazioni pubbliche (U4 par. 4 e 5; M1 U1 par. 3)
• Il ruolo della ýnanza locale nel settore dell’assistenza sociale (U4 par. 5; U3 par. 3) • Finanziamento della spesa previdenziale e della spesa per assistenza sociale (U4 par. 4 e 5) • Il concetto di contributo come fonte di entrata pubblica – Differenza rispetto alle altre forme di prelievo ýscale (U2 par. 4) • L’incidenza della pressione contributiva rispetto all’entità complessiva della pressione ýscale (U2 par. 5)
4. Completa la tabella Indica nelle rispettive caselle quale tipo di spese è più idoneo a realizzare ciascuna funzione di politica ýscale. A Spese correnti Spese in conto capitale Spese per beni e servizi Spese per trasferimenti A = Allocazione S = Stabilizzazione
R
S
Sv
R = Redistribuzione Sv = Sviluppo
5. Individua le correlazioni Collega i termini contenuti nelle due colonne a. b. c. d.
Autonomia impositiva Titoli del debito pubblico Federalismo cooperativo Imposta Prezzi pubblici Sistema della ýnanza unica 7. Sistema previdenziale 8. Spese in conto capitale 9. Strutture private accreditate 10. Trasferimenti 1. 2. 3. 4. 5. 6.
e. f. g. h. i. l.
Centralismo ýscale Lavoratori Servizio sanitario nazionale Entrate per accensione di prestiti Investimenti pubblici Effetto redistributivo Perequazione Entrate originarie Servizi indivisibili Tributi propri
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
163
La finanza pubblica
MODULO 2
verifica sommativa | Competenze 1. Rifletti e rispondi 1. Un aumento della spesa pubblica produce sull’economia nazionale effetti diversi a seconda che si tratti di spesa corrente o in conto capitale, di spesa per beni e servizi o di trasferimento. Spiega in che senso e per quali ragioni. 2. Il sistema dei prezzi multipli può essere praticato tanto da un’impresa pubblica quanto da un monopolista privato. Con quali diversi criteri e per quali diverse ýnalità? 3. Confronta gli effetti dell’incremento della pressione ýscale con gli effetti dell’incremento della spesa pubblica. Quali conclusioni puoi trarne riguardo agli effetti della ýnanza pubblica sul sistema economico? 4. Il federalismo ýscale è compatibile con la struttura politica di uno Stato unitario?
5. Confronta gli effetti del centralismo ýscale e del federalismo ýscale con riferimento all’equilibrio del bilancio statale e del bilancio degli enti locali. 6. Esponi il regime della tutela contro le malattie e quello della tutela contro le malattie professionali. Individua le differenze e spiegane le ragioni. 7. Confronta gli effetti di un’eccessiva espansione della spesa pubblica con gli effetti di una contrazione della spesa molto consistente e improvvisa. 8. Individua le differenze fra il sistema dell’assistenza sociale e le forme di volontariato per l’assistenza privata.
2. Interpreta i dati e ricerca le informazioni Government revenue and expenditure, 2016 60 50 40 30 20 10
Iceland
Norway
Ireland
Romania
Bulgaria
Lithuania
Malta
Latvia
Poland
Cyprus
Spain
Estonia
Czech Republic
Slovakia
Total general government revenue
Switzerland (2015)
Total general government expenditure
United Kingdom
Luxembourg
Netherlands
Slovenia
Portugal
Hungary
Germany
Italy
Croatia
Austria
Greece
Sweden
Belgium
France
Denmark
Finland
EU-28
Euro area (EA-19)
0
Fonte: Eurostat
1. Il graýco rappresenta l’ammontare delle entrate e delle spese negli Stati europei (aggiornamento al 21 aprile 2017). a. Individua per quali Stati la dimensione della spesa pubblica è inferiore alla media e per quali è superiore. b. Individua quali di essi presentano il maggior divario fra entrate e spese. c. Confronta la situazione degli Stati che appartengono all’area dell’euro con quella degli altri Stati che fanno parte dell’Unione europea e con quella dei tre Stati che non ne fanno parte.
164
2. Procurati i dati relativi alla spesa sostenuta dal tuo Comune per l’assistenza sociale nell’ultimo anno e negli anni precedenti. Osservane l’andamento nel tempo e individua le forme di assistenza per le quali la spesa è stata maggiore.
tEst Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
La finanza pubblica
MODULO 2
Read the text and answer the questions
CLIL
How’s life in Italy?
CONTENT AND LANGUAGE INTEGRATED LEARNING
Italy performs well in few measures of well-being in the Better Life Index. Italy ranks above the average in income and wealth, work-life balance, social connections and health status, but below average in civic engagement, housing, subjective well-being, environmental quality, jobs and earnings, personal security, and education and skills. These rankings are based on available selected data. [...] In Italy, the average household net-adjusted disposable income per capita is Usd 26,063 a year, lower than the Oecd average of Usd 30,563 a year. But there is a considerable gap between the richest and poorest – the top 20% of the population earn close to six times as much as the bottom 20%. In terms of employment, 57% of people aged 15 to 64 in Italy have a paid job, below the Oecd employment average of 67%. Some 66% of men are in paid work, compared with 48% of women. In Italy, almost 4% of employees work very long hours, less than the Oecd average of 13%, with 5% of men working very long hours compared with just 2% of women. Good education and skills are important requisites for finding a job. In Italy, 60% of adults aged 25-64 have completed upper secondary education, below the Oecd average of 74%. This is truer of women than men, as 58% of men have successfully completed high-school compared with 62% of women. In terms of the quality of the education system, the average student scored 485 in reading literacy, maths and science in the Oecd’s Programme for International Student Assessment (Pisa), slightly lower than the Oecd average of 486. Although girls outperformed boys in many Oecd countries, in Italy boys scored 7 points higher than girls on average. In terms of health, life expectancy at birth in Italy is 83 years, three years higher than the Oecd average of 80 years, and one of the highest in the Oecd. Life expectancy for women is 85 years, compared with 80 for men. [...] Concerning the public sphere, there is a strong sense of community and high levels of civic participation in Italy, where 91% of people believe that they know someone they could rely on in time of need, broadly in line with the Oecd average of 89%. Voter turnout, a measure of citizens’ participation in the political process, was 75% during recent elections; higher than the Oecd average of 69%. [...] In general, Italians are less satisfied with their lives than the Oecd average. When asked to rate their general satisfaction with life on a scale from 0 to 10, Italians gave it a 5.9 grade on average, much lower than the Oecd average of 6.5. Source: www.oecdbetterlifeindex.org
GLOSSARY
Better Life Index An Index designed by the Organisation for Economic Co-operation and Development (Oecd) that compares some of the key factors (education, housing, environment etc.) that contribute to well-being in Oecd countries. It is also an interacting web tool (www.oecdbetterlifeindex.org) enabling everybody to see how countries perform according to the importance given to each of 11 topics that make for a better life. Net-adjusted disposable income per capita The amount of money that a household earns, or gains, each year after taxes and transfers. It represents the money available to a household for spending on goods or services. Reading literacy In Pisa reports, reading literacy means the ability to understand, use, and reflect on written texts, in order to achieve one’s goals, to develop one’s knowledge and potential, and to participate in society.
Questions 1. How is Italy ranking compared to other Oecd countries in measures of well-being? 2. Is Italy’s life expectancy better or worse compared to other Oecd countries? 3. Why, according to the Better Life Index, in Italy there is strong sens of community?
165
La finanza pubblica
MODULO 2
Listen to the text and fill in the blanks
CLIL
Beyond the austerity debate
CONTENT AND LANGUAGE INTEGRATED LEARNING
AUDIO
GLOSSARY
Policymakers All persons, especially politicians, that are responsible for or involved in making policies and policy decisions. Fiscal consolidation A policy aimed at reducing government deficits and debt accumulation. Gap Something that breaks a continuity; a difference, especially an undesirable one, between two views or situations.
Questions 1. Why, according to the author, is the austerity vs. growth debate attracting to much attention? 2. Which countries, according to economists, need to adjust their government spending at a faster rate? 3. Why are institutional gaps in fiscal policymaking so important?
The austerity vs. growth debate has raged in recent months, pitting those who argue that fiscal policy should be tightened more aggressively now to bring down high levels of (1) , even though economic (2) remains weak, against those who want to postpone the adjustment to better times. This is a critical issue for policymakers, perhaps the most important one in the short run. And yet, this debate is attracting too much attention. This is bad for two reasons: • the debate is driven, to some degree, by ideology and is therefore more focused on the relatively limited areas of disagreement than on the far broader areas of agreement. Most economists would agree that fiscal consolidation is needed in advanced economies, and that the average annual pace of adjustment ― about 1 (3) point ― is neither too aggressive nor excessively slow. Most economists would also agree that countries under pressure from (4) have to adjust at a faster pace, while those that do not face such constraints have more time. Of course, there is disagreement on some aspects of the fiscal strategy, but it relates to specific country cases; • the debate is detracting attention from policy issues that may seem less urgent, but which are nevertheless critical in the medium (5) . I am referring to what I would call the institutional gaps in fiscal policymaking that still exist in most advanced and emerging (6) . These gaps have contributed to a bias in the conduct of fiscal policy in favour of deficits that is behind many of the current problems. [...] If this gap is not closed, the deficit bias will persist. We risk seeing debt stabilize at new record-high levels, and not being brought (7) to more manageable levels once the good times are back. Source: Carlo Cottarelli, https://blogs.imf.org
166
MODULO
Il bilancio • UNITÀ 1
Funzione e struttura del bilancio • UNITÀ 2
La manovra di bilancio • UNITÀ 3
I bilanci delle Regioni e degli enti locali • UNITÀ 4
L’equilibrio dei conti pubblici
Prerequisiti
Competenze
Collegamenti interdisciplinari
• La mnanza pubblica come strumento
• Individuare in che modo i caratteri e
di politica economica • Entrate pubbliche e spese pubbliche: concetto, funzioni, distinzioni • La politica di sviluppo e la politica di stabilizzazione • L’integrazione economica europea e la moneta unica • Finanza statale e mnanza locale • Il federalismo mscale
la struttura del bilancio sono connessi alla sua funzione giuridica, politica ed economica • Inquadrare il procedimento di formazione e approvazione del bilancio nel contesto istituzionale dello Stato • Individuare in che modo l’autonomia mnanziaria e contabile degli enti territoriali si inserisce nell’unità del sistema generale della contabilità e mnanza pubblica • Riconoscere la complessità del problema dell’equilibrio dei conti pubblici con particolare riferimento alla situazione nazionale ed europea
Diritto • La forma di Governo parlamentare • La procedura di approvazione delle leggi • La struttura del Governo (i Ministeri) • La Corte dei conti (composizione e funzioni) Storia • I poteri del Parlamento e il diritto al bilancio nell’esperienza costituzionale inglese • La rivoluzione americana e il principio “no taxation without representation” Economia aziendale • Conti mnanziari e conti economici • Concetti tecnici sul bilancio • Il concetto di budget • La valutazione dell’efmcacia e dell’efmcienza della gestione Matematica • Gli strumenti matematici per la programmazione delle scelte e la valutazione dei risultati
UNITÀ 1
Funzione e struttura del bilancio
Conoscenze
Abilità
• Le funzioni del bilancio sotto il promlo amministrativo, politico,
• Distinguere la funzione del bilancio come strumento
giuridico ed economico • La normativa costituzionale e ordinaria sui conti pubblici • I caratteri del bilancio: promli tecnici • I princìpi fondamentali del bilancio • La struttura del bilancio: classimcazione delle entrate e delle spese • La rilevazione dei risultati differenziali
di autorizzazione e vincolo giuridico e come strumento di politica economica • Individuare la funzione dei diversi tipi di strumenti contabili • Individuare le mnalità che corrispondono ai princìpi del bilancio • Riconoscere i criteri posti a base della classimcazione delle voci di bilancio • Analizzare i risultati differenziali risultanti dal quadro riassuntivo del bilancio di previsione
Funzione e struttura del bilancio
U N I TÀ 1
1. Le funzioni del bilancio Sappiamo che… Per il conseguimento di qualunque obiettivo di mnanza pubblica è necessario un organico coordinamento fra la politica delle entrate e la politica delle spese. Vi è dunque l’esigenza di un sistema di conti che consenta di programmare, all’inizio di ogni periodo di gestione, le attività che daranno luogo all’acquisizione e all’erogazione di mezzi mnanziari, e verimcare, alla mne, come esse sono state effettuate e i risultati che ne sono derivati. La finanza pubblica trova espressione e sintesi nel bilancio.
Il bilancio è la sintesi della finanza pubblica
Il bilancio dello Stato espone, in un unico prospetto contabile, le entrate e le spese dell’Amministrazione statale relative a un determinato periodo di tempo. Nell’ordinata sequenza delle cifre del bilancio si rispecStanziamento chiano le scelte della finanza pubblica: i fini dello Stato, le Somma iscritta in bilancio relativa a entrate o spese. priorità fra i diversi obiettivi, l’organizzazione dei servizi Rappresenta, con riferimento all’esercizio, rispettivamente, l’ammontare indicativo degli accertamenti (o degli incassi) pubblici, l’onere a carico delle varie categorie di contrirealizzabili e il limite massimo degli impegni buenti. Gli stanziamenti di entrata e di spesa danno un (o dei pagamenti) effettuabili. quadro omogeneo degli interventi. Sotto il profilo amministrativo la funzione essenziale del Ha funzione contabile… bilancio è quella di un documento contabile che permette di conoscere la situazione attuale e di regolare l’attività futura. Ma come il ruolo dello Stato si è modificato nel tempo, così le funzioni del bilancio hanno subìto una profonda evoluzione. Nello Stato assoluto, quando la finanza pubblica si identificava con il patrimonio del re, il bilancio era considerato soltanto come mezzo tecnico di conoscenza per un’ordinata gestione. … funzione di garanzia… Successivamente il bilancio assunse anche una funzione di garanzia per i cittadini nei confronti del sovrano, il quale, nell’esercizio del suo potere di imposizione, fu costretto a rispettare le voci e le cifre esposte in un pubblico documento. Il diritto di approvare il bilancio, rivendicato dal popolo attraverso i suoi rappresentanti, diede avvio all’evoluzione dello Stato verso forme costituzionali. … funzione politica Nell’Ottocento, infine, il bilancio rappresentò molto più che un mero strue giuridica… mento contabile e assunse una funzione politica nel rapporto fra Governo e Parlamento. Da una parte il Governo, nel determinare le spese e le entrate del bilancio, rende noti anche i fini che intende realizzare e i mezzi con cui provvedervi; dall’altra il Parlamento, nell’approvare il bilancio, condivide il programma del Governo e gli manifesta fiducia. APPROFONDIMENTO Il bilancio è diventato così un atto con forza di legge che autorizza la gestione Conti pubblici e contabilità nazionale delle entrate e delle spese e vincola l’attività della Pubblica amministrazione. … funzione economica Nello Stato contemporaneo il bilancio ha ampliato le sue funzioni ed è diventato uno strumento di politica economica [ÑM1 U2 par. 2]. Poiché la finanza statale è esposta in un unico documento contabile, è possibile non solo valutare gli effetti dell’attività finanziaria sui vari aspetti della vita economica e sociale, ma anche orientare gli interventi pubblici verso obiettivi precisi e coordinarli in modo organico e razionale.
169
Il bilancio
MODULO 3
Sintesi grafica
• conoscenza delle attività svolte • previsione delle attività da svolgere
ordinata gestione
• limiti al potere di imposizione • tutela da interventi arbitrali
garanzia
controllo politico
• esposizione delle scelte politiche del Governo • valutazione da parte del Parlamento
vincolo giuridico
• autorizzazione a gestire spese ed entrate • osservanza degli stanziamenti
programmazione economica
• valutazione degli effetti delle scelte pubbliche • orientamento e coordinamento degli
Il bilancio è strumento di
interventi
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Il bilancio dello Stato espone in un unico
..................................................
le entrate e le spese dello
Stato di un determinato periodo. Ha diverse funzioni: contabile perché pone le basi di una ordinata
..................................................
; politica, perché esprime le
del Governo; giuridica, perché ha forza di
..................................................
del Governo; economica, perché è strumento di e degli
..................................................
gestione
•
•
documento
vincola
e
..................................................
..................................................
..................................................
degli
politiche
l’attività
..................................................
pubblici.
•
interventi
•
legge
•
obiettivi
•
programmazione
•
scelte
2. Rispondi alle domande 1. In che cosa consiste la funzione giuridica del bilancio? 2. Quale importanza ha il bilancio ai fini delle scelte di politica economica?
2. La normativa sul bilancio I conti pubblici, oltre a essere redatti in base a regole tecniche, sono regolati dalla legge sulla base di princìpi costituzionali.
I princìpi costituzionali La normativa costituzionale è stata riformata… … con la modifica dell’art. 81…
170
Nel nostro ordinamento la normativa costituzionale in materia di conti pubblici è stata riformata dalla legge costituzionale 20 aprile 2011, n. 1, che ha modificato gli articoli 81, 97, 117 e 119 della Costituzione. L’articolo 81 contiene i princìpi fondamentali sull’equilibrio del bilancio dello Stato: ● il primo comma sancisce l’obbligo dello Stato di assicurare «l’equi-
Funzione e struttura del bilancio
U N I TÀ 1
librio fra entrate e spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico». Questo è il principio del “pareggio ciclico”, secondo il quale il pareggio di bilancio è un obiettivo di medio termine, da realizzare non nei singoli anni ma nell’arco di un intero ciclo economico, comprendente anni di crisi e anni di prosperità; ● il secondo comma consente il ricorso all’indebitamento soltanto «al fine di considerare gli effetti del ciclo economico», e cioè per ridurre gli effetti negativi delle recessioni, oppure per fronteggiare il «verificarsi di eventi eccezionali» (come le gravi crisi finanziarie o le gravi calamità naturali); in questo caso è necessaria la preventiva «autorizzazione delle Camere, adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti»; ● il terzo comma dispone che «ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri deve provvedere ai mezzi per farvi fronte». In tal modo l’equilibrio del bilancio è salvaguardato perché viene limitato il potere del legislatore di aumentare le spese o di ridurre le entrate dopo che il bilancio è stato approvato; ● il quarto comma riserva al Parlamento l’approvazione del bilancio di previsione e del rendiconto, che devono essere presentati dal Governo «ogni anno»; questa norma ribadisce il principio del controllo politico del Parlamento sul Governo e stabilisce il principio dell’annualità del bilancio; ● il quinto comma ammette l’esercizio provvisorio del bilancio solo se autorizzato con legge e per «periodi complessivamente non superiori a quattro mesi». Di conseguenza, se all’inizio dell’anno il bilancio non è stato ancora approvato, è necessaria una legge che autorizzi il Governo a gestire provvisoriamente le entrate e le spese; ● il sesto comma riserva a una legge «approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera» la disciplina del contenuto della legge di bilancio e la determinazione dei criteri per assicurare l’equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito di tutto il complesso delle Pubbliche amministrazioni. Le modifiche apportate agli artt. 97, 117 e 119 Cost. riguardano i bilanci degli altri enti pubblici, territoriali e non territoriali. Gli articoli 97 e 119 estendono il principio dell’equilibrio di bilancio a tutte le Amministrazioni pubbliche, alle quali è anche imposto l’obbligo di osservare i vincoli europei in materia finanziaria. L’articolo 117 riserva allo Stato la competenza legislativa ai fini dell’armonizzazione dei bilanci degli enti pubblici con il bilancio dello Stato. Altre norme della Costituzione riguardanti il bilancio sono: ● l’articolo 75, che dichiara inammissibile l’abrogazione per referendum delle leggi di bilancio, confermando il potere esclusivo del Parlamento in materia di approvazione dei conti pubblici; ● l’articolo 100, che attribuisce alla Corte dei conti il controllo sull’esecuzione del bilancio.
… degli artt. 97 e 119…
… e dell’art. 117 Altri princìpi sono stabiliti dagli artt. 75 e 100 Cost.
171
Il bilancio
MODULO 3
La legislazione ordinaria La normativa ordinaria ha avuto nel tempo varie riforme:
nel 1964… … nel 1978…
… nel 1997 Si sono poi manifestate nuove esigenze…
… che hanno determinato la riforma del 2009 e le ulteriori modifiche
La legislazione ordinaria in materia di bilancio è costituita dalle norme sulla contabilità pubblica, che disciplinano i conti pubblici in tutti i loro aspetti e le loro fasi. Queste norme hanno avuto nel tempo rilevanti modifiche in relazione all’evoluzione del ruolo della finanza pubblica. Inizialmente la normativa sul bilancio (regio decreto 18 novembre 1923, n. 2440) era basata soltanto su criteri giuridico-amministrativi. La legge 1° marzo 1964, n. 62 introdusse nuovi criteri fondati sull’incidenza economica delle entrate e delle spese. Con la legge 5 agosto 1978, n. 468 fu dato maggior rilievo alla funzione del bilancio come strumento di programmazione economica e furono introdotti ulteriori strumenti di programmazione quali il bilancio pluriennale e la legge finanziaria. Con la legge 3 aprile 1997, n. 94 furono resi più agevoli la programmazione degli obiettivi e il controllo sui risultati. Successivamente si sono delineate nuove esigenze: ● il principio di trasparenza politica e amministrativa richiede che siano indicate con chiarezza le singole finalità e le concrete azioni da realizzare; ● le riforme istituzionali basate sul decentramento e orientate verso il federalismo rendono necessario un organico coordinamento fra il sistema della contabilità di Stato e i sistemi contabili degli enti territoriali e delle altre Amministrazioni pubbliche; ● gli impegni di stabilità assunti dal nostro Stato dopo l’adozione dell’euro richiedono che l’equilibrio economico-finanziario sia salvaguardato e che il sistema dei conti pubblici sia armonizzato in ambito europeo. Per soddisfare queste esigenze, è stata ristrutturata organicamente tutta la materia dei conti pubblici con la legge 31 dicembre 2009, n. 196 (Legge di contabilità e finanza pubblica), alla quale sono state apportate consistenti modifiche con le successive leggi 7 aprile 2011, n. 39, e 4 agosto 2016 n. 163.
Sintesi grafica
equilibrio del bilancio eccezionalità dell’indebitamento
I princìpi costituzionali per il bilancio dello Stato
obbligo di copertura di nuovi oneri approvazione annuale del bilancio e del rendiconto limiti dell’esercizio provvisorio estensione del principio dell’equilibrio a tutte le Amministrazioni
>>> 172
Funzione e struttura del bilancio
U N I TÀ 1
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto I princìpi costituzionali sul bilancio sanciscono l’obbligo di mantenere in ..................................................
i conti pubblici, la
..................................................
..................................................
; i
dell’esercizio
del referendum; il anno
•
•
.................................................. ..................................................
approvazione
provvisorio
•
controllo
e
..................................................
..................................................
; l’
del bilancio ogni
..................................................
della Corte dei conti.
•
equilibrio
•
inammissibilità
•
limiti
•
presentazione
2. Collega ogni espressione della colonna sinistra con una della colonna destra 1. Equilibrio del bilancio dello Stato
a. L. 196/2009
2. Approvazione annuale del bilancio
b. Art. 75 Cost.
3. Legge di contabilità e finanza pubblica
c. Art. 97 Cost.
4. Divieto di referendum abrogativo
d. Art. 81 Cost., comma 2
per le leggi di bilancio
e. Art. 81 Cost., comma 1
5. Equilibrio dei bilanci delle
f. Art. 81 Cost., comma 4
Amministrazioni pubbliche 6. Limiti del ricorso all’indebitamento
1
2
3
4
5
6
3. I caratteri del bilancio L’attività della Pubblica amministrazione si svolge in modo continuo, ma viene suddivisa in periodi della durata di un anno, ciascuno dei quali ha una propria individualità amministrativa e contabile.
Il periodo di riferimento del bilancio è l’anno finanziario
L’anno finanziario è un periodo di dodici mesi durante il quale si svolge la gestione finanziaria della Pubblica amministrazione. In Italia, come nella maggior parte degli Stati, l’anno finanziario coincide con l’anno solare. In relazione all’anno considerato, il bilancio è preventivo o consuntivo. Nelle norme sulla contabilità pubblica il termine “bilancio” indica il bilancio di previsione, mentre per il bilancio consuntivo viene usato il termine “rendiconto”. Il bilancio di previsione registra le entrate e le spese relative al periodo che sta per iniziare.
Rispetto all’anno di riferimento si distinguono…
… il bilancio di previsione…
Esso evidenzia le scelte economiche del Governo, vincola l’attività della Pubblica amministrazione e agevola la programmazione degli interventi pubblici nell’economia. Il rendiconto espone i risultati della gestione del periodo appena trascorso.
… e il rendiconto
173
Il bilancio
MODULO 3
APPROFONDIMENTO Il sistema di bilancio in alcuni paesi europei
Il complesso delle operazioni di gestione è l’esercizio finanziario
Esso consente la valutazione dell’attività svolta e delle eventuali responsabilità politiche o giuridiche. Sotto il profilo economico indica in quale misura gli obiettivi pubblici sono stati attuati e costituisce una valida base per programmare gli interventi futuri. L’esercizio finanziario è costituito dal complesso delle operazioni di gestione svolte nell’anno finanziario.
La gestione finanziaria delle entrate e delle spese si svolge attraverso un procedimento amministrativo nel quale si distinguono: ● la fase iniziale, in cui l’Amministrazione verifica il proprio diritto di percepire un’entrata (accertamento) o Esercizio finanziario Complesso delle operazioni di gestione del bilancio, riconosce una propria obbligazione e vincola una somma vale a dire di esecuzione delle previsioni di entrata per la relativa spesa (impegno); e di spesa svolte nell’anno mnanziario. ● la fase conclusiva, in cui avviene il trasferimento materiale della somma di denaro, cioè la riscossione dell’entrata o il pagamento della spesa. Può accadere che alla chiusura dell’anno finanziario vi siano operazioni La chiusura dell’esercizio può in corso, perché le relative procedure di gestione non sono ancora state dare luogo a residui completate. In tal caso, le entrate accertate ma non ancora riscosse (e cioè i crediti) costituiscono i residui attivi; le spese impegnate ma non ancora pagate (e cioè i debiti) costituiscono i residui passivi. Il bilancio è redatto con il A seconda della fase (iniziale o conclusiva) in cui le entrate e le spese sono criterio di competenza… registrate, il bilancio è impostato secondo il criterio di competenza finanziaria o secondo quello di cassa. Il criterio di competenza finanziaria considera le entrate nella fase dell’accertamento e le spese nella fase dell’impegno, prescindendo dal tempo in cui le riscossioni e i pagamenti debbano avvenire. Il criterio di cassa considera le entrate nella fase della riscossione e le … o di cassa spese nella fase del pagamento, prescindendo dal tempo in cui i rispettivi accertamenti o impegni sono avvenuti. Sotto il profilo politico e giuridico ha maggiore importanza il criterio di Il primo è importante sul piano competenza: il bilancio, come strumento di autorizzazione e vincolo all’agiuridico, il secondo sul piano zione del Governo, fa riferimento al momento in cui l’Amministrazione economico accerta il diritto all’entrata o assume l’impegno della spesa, piuttosto che al loro successivo adempimento. Sotto il profilo economico il criterio di cassa è più rilevante perché mette in evidenza l’effettivo movimento dei flussi di denaro erogati o prelevati dallo Stato e consente di individuarne gli effetti. In Italia il bilancio di previsione è redatto in termini di competenza e di In Italia il bilancio è di cassa: in relazione a ogni voce di entrata o di spesa sono indicate sia le competenza e di cassa somme che si prevede di accertare o di impegnare, sia quelle che si prevede di incassare o di pagare. Anche il rendiconto è redatto in termini di competenza e di cassa perché registra sia gli accertamenti delle entrate e gli impegni delle spese, sia gli incassi e i pagamenti delle relative somme. Il bilancio è annuale o pluriennale a seconda che si riferisca a un solo anno Rispetto al periodo considerato finanziario o a un periodo di più anni (generalmente non meno di tre). si distinguono…
174
Funzione e struttura del bilancio
U N I TÀ 1
Il bilancio annuale è adeguato alla previsione di interventi a breve termine. Il bilancio pluriennale consente di impostare le manovre di politica economica che richiedono una programmazione a medio termine. È aggiornato annualmente per scorrimento, in quanto le sue previsioni ogni anno vengono adeguate all’andamento dell’economia e proiettate un anno in avanti.
… il bilancio annuale e il bilancio pluriennale
Sintesi grafica
Le classificazioni
esercizio di riferimento
• bilancio di previsione • rendiconto
criterio di rilevazione
• criterio di competenza (accertamenti e impegni) • criterio di cassa (riscossioni e pagamenti)
ampiezza del periodo
• bilancio annuale (previsioni a breve termine) • bilancio pluriennale (previsioni a medio termine)
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Il bilancio di previsione si riferisce all’esercizio che sta per rendiconto si riferisce all’esercizio le fasi di
..................................................
considera le fasi di
..................................................
delle entrate e
..................................................
Il bilancio annuale contiene previsioni a a
..................................................
accertamento
•
riscossione
•
..................................................
delle entrate e
..................................................
; il
. Il bilancio di competenza considera delle spese; il bilancio di cassa
..................................................
..................................................
delle spese.
termine; il bilancio pluriennale
termine.
breve
•
concluso
•
impegno
•
iniziare
•
medio
•
pagamento
2. Indica, nella tabella seguente, quale degli strumenti contabili proposti corrisponde meglio a ciascuna funzione Strumenti contabili
Indirizzo e controllo politico
Autorizzazione e vincolo giuridico
Programmazione a breve termine
Programmazione a medio termine
Verifica dei risultati
Bilancio di competenza Bilancio di cassa Bilancio pluriennale Rendiconto Bilancio annuale
175
Il bilancio
MODULO 3
4. I princìpi del bilancio I princìpi fondamentali del bilancio sono… … l’annualità…
… l’universalità…
… l’integrità…
… l’unità…
… la specificazione…
… la veridicità…
… la pubblicità
176
Il bilancio deve corrispondere, oltre che al principio costituzionale dell’equilibrio fra entrate e spese [Ñ M3 U1 par. 2], anche ad altri princìpi che garantiscono la correttezza e la trasparenza della contabilità pubblica. Le Camere approvano ogni anno il bilancio e il rendiconto presentati dal Governo (principio dell’annualità). L’approvazione annuale garantisce la frequenza nel controllo politico-giuridico del Parlamento sull’azione del Governo. Il principio dell’annualità vale anche per il bilancio pluriennale, che ogni anno deve essere aggiornato e sottoposto all’approvazione delle Camere (per esempio, nel 2016 è stato approvato il bilancio per il triennio 2017-2019; nel 2017 è stato approvato il bilancio per il triennio 2018-2020; e così via). Tutte le operazioni che danno luogo a entrate o a spese devono risultare in bilancio (principio dell’universalità). La gestione finanziaria in base a procedure diverse da quelle del bilancio riduce la trasparenza e la possibilità di controllo. Per questo la gestione fuori bilancio è consentita solo in casi eccezionali in cui è richiesta una particolare rapidità di azione; deve comunque essere autorizzata da una legge ed è limitata nel tempo. Le entrate e le spese devono essere iscritte in bilancio per l’intero ammontare (principio dell’integrità). Non si possono operare compensazioni fra entrate e spese, anche se fra loro collegate (per esempio, le entrate devono essere iscritte al lordo delle spese per la loro riscossione; le spese per servizi individuali devono essere iscritte al lordo degli eventuali contributi o ticket versati dagli utenti). L’ammontare complessivo delle entrate costituisce un unico fondo che serve a finanziare la totalità delle spese (principio dell’unità). Il gettito di un tributo non può essere riservato soltanto a una determinata spesa (sono vietati i “tributi di scopo”), né è possibile che il finanziamento di una spesa dipenda da una determinata entrata. In deroga a questo principio, le norme sul federalismo fiscale prevedono che i Comuni possano deliberare l’istituzione di un’imposta di scopo destinata esclusivamente alla parziale copertura delle spese per la realizzazione di opere pubbliche. Le voci di entrata e di spesa devono essere determinate analiticamente in “unità di voto parlamentare”, e ciascuna è votata e approvata dal Parlamento separatamente dalle altre (principio della specificazione). Lo scopo è di impedire che le somme approvate siano utilizzate per fini diversi da quelli per cui sono state stanziate in bilancio. La Pubblica amministrazione non può effettuare il trasferimento di somme (storno) da un’unità di voto all’altra. Non sono ammesse sopravvalutazioni delle entrate o sottovalutazioni delle spese (principio della veridicità). La situazione della finanza pubblica si deve rispecchiare nel bilancio in modo fedele alla realtà. Il bilancio deve essere reso conoscibile con mezzi idonei (principio della pubblicità). In Italia la legge di bilancio è pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e una maggiore diffusione deve essere fornita da altri mezzi di divulgazione (quali i siti internet delle Amministrazioni pubbliche).
Funzione e struttura del bilancio
U N I TÀ 1
Sintesi grafica redazione e approvazione del bilancio annuale
annualità aggiornamento e approvazione del bilancio pluriennale
universalità
iscrizione di tutte le entrate e di tutte le spese
integrità
iscrizione dell’intero ammontare delle entrate e delle spese
unità
unico fondo di entrate per finanziamento di tutte le spese
specificazione
indicazione analitica delle unità di voto
veridicità
aderenza alla situazione reale
I princìpi del bilancio
pubblicazione su Gazzetta ufficiale
pubblicità divulgazione con mezzi adeguati
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Il bilancio deve essere redatto e approvato ogni
..................................................
..................................................
le entrate e le spese e ne deve esporre l’
..................................................
, deve contabilizzare le entrate in un unico
..................................................
con precisione ogni singola voce, deve essere
e pubblicamente anno
•
; deve comprendere
..................................................
importo senza
..................................................
, deve
..................................................
.................................................. .
compensazioni
•
conoscibile
•
fondo
•
intero
•
specificare
•
tutte
•
veritiero
2. Completa la tabella Principio di universalità
divieto di
..................................................
Principio di integrità
divieto di
..................................................
Principio di unità
divieto di
..................................................
Principio di specificazione
divieto di
..................................................
Principio di veridicità
divieto di
..................................................
177
Il bilancio
MODULO 3
5. La struttura del bilancio La struttura del bilancio attua il principio di specificazione Le unità di voto sono le tipologie di entrata e i programmi di spesa APPROFONDIMENTO Evoluzione della struttura del bilancio
Le voci del bilancio sono esposte analiticamente e classificate in modo sistematico secondo criteri stabiliti dalla legge. È questa un’applicazione del principio di specificazione [Ñpar. 4]. Il criterio di classificazione vigente ha lo scopo di assicurare la corretta individuazione dei cespiti da cui provengono le entrate e la trasparenza delle finalità della spesa pubblica. Le unità di voto parlamentare (cioè le unità del bilancio oggetto del voto delle Camere) sono le tipologie di entrata e i programmi di spesa; all’approvazione del Parlamento sono quindi sottoposte le scelte politiche riguardanti, da un lato, i cespiti da cui si attingono le risorse e, dall’altro, le aree di attività a cui le risorse sono in concreto destinate. Le tipologie di entrata e i programmi di spesa sono a loro volta classificati secondo i criteri stabiliti dall’art. 25 della legge 196/2009.
Le entrate Le entrate si ripartiscono in titoli…
… entrate ricorrenti e non ricorrenti…
… tipologie…
178
A seconda della loro fonte le entrate si suddividono in quattro titoli: ● entrate tributarie: sono le entrate correnti costituite dal gettito di imposte, tasse e altri tributi; ● entrate extratributarie: sono le entrate correnti diverse dai tributi (come rendite, dividendi, interessi attivi, controprestazioni contrattuali, sanzioni pecuniarie ecc.); ● entrate per alienazione e ammortamento di beni patrimoniali ed entrate per riscossione di crediti: sono le entrate in conto capitale (proventi della vendita di immobili o titoli, quote di ammortamento di beni durevoli, riscossione dei crediti dello Stato); ● entrate per accensione di prestiti: provengono dalla gestione del debito pubblico (emissione dei titoli di Stato). Le entrate comprese nei primi tre titoli sono le entrate finali; quelle del quarto titolo, invece, hanno carattere strumentale, in quanto servono a colmare il deficit quando le entrate finali non coprono le spese [ÑM2 U2 par. 2]. Secondo il criterio della continuità, le entrate di ciascun titolo si distinguono in: ● ricorrenti quando sono previste “a regime”, cioè con riferimento a ciascun esercizio (le imposte sui redditi, l’Iva, i dividendi, gli interessi ecc.); ● non ricorrenti quando sono previste una tantum, cioè limitatamente a uno o più esercizi determinati (i proventi dei condoni fiscali, i ricavi dell’alienazione di beni ecc.). La distinzione in tipologie mette in evidenza i contenuti specifici delle entrate. Per le entrate tributarie, le tipologie indicano le imposte più importanti e i gruppi omogenei di tributi minori (imposta sul reddito delle persone fisiche, imposta sul reddito delle società, imposta sul valore aggiunto, imposte di registro e di bollo ecc.). Per le entrate extratributarie e in conto capitale le tipologie indicano i diversi tipi di proventi (redditi da capitale, entrate derivanti dalla repressione degli illeciti, vendita di beni dello Stato ecc.).
Funzione e struttura del bilancio
Le tipologie di entrata sono raggruppate in categorie a seconda della natura economica del cespite dal quale provengono (come le “imposte sul patrimonio e sul reddito”, “imposte sulla produzione e sui consumi”, “proventi di beni dello Stato” ecc.). Infine, le entrate si distinguono in unità elementari di bilancio ai fini della gestione amministrativa e della rendicontazione (“unità gestionali”). Per esempio, nell’ambito della tipologia “Imposta sul reddito delle persone fisiche” si distinguono le “ritenute sui redditi di lavoro dipendente”, le “ritenute sui redditi di lavoro autonomo” ecc. La ripartizione in unità elementari non è oggetto di approvazione da parte del Parlamento e viene effettuata con un decreto del ministro dell’Economia e delle Finanze. Costituisce un fondamentale strumento gestionale e contabile.
U N I TÀ 1
… categorie… APPROFONDIMENTO Analisi per categoria delle entrate
… unità gestionali Rendicontazione In senso stretto, indica la consegna delle scritture contabili al competente ufmcio di ragioneria, da parte di chi ha provveduto a tenerle. In senso più ampio, il termine è riferito alla presentazione del consuntivo della gestione effettuata.
Le spese Le spese sono articolate in missioni e programmi e, ai fini della gestione e della rendicontazione, sono ripartite in unità elementari di bilancio (unità gestionali). Le missioni rappresentano le funzioni principali e gli obiettivi strategici da realizzare con la spesa pubblica. Si identificano con le grandi finalità che lo Stato persegue nel lungo periodo (ordine pubblico e sicurezza, difesa e sicurezza del territorio, ricerca e innovazione, solidarietà sociale e famiglia, politiche per il lavoro ecc.). La somma stanziata per ciascuna missione indica quanta parte delle risorse pubbliche è destinata a ciascuna finalità e quindi mette in evidenza le fondamentali scelte politiche dello Stato. I programmi rappresentano le concrete attività amministrative mediante le quali vengono realizzate le finalità definite nelle missioni. Per esempio, la missione “Giovani e sport” comprende il programma “Attività ricreative e sportive” e il programma “Incentivazione e sostegno alla gioventù”. I programmi costituiscono le unità di voto sottoposte all’approvazione del Parlamento; pertanto, la somma stanziata per ciascun programma costituisce un limite vincolante per la gestione della spesa. La Pubblica amministrazione non può infatti operare trasferimenti di somme fra un programma e l’altro. Ciascun programma fa capo a un centro di responsabilità amministrativa, cioè a un ufficio dirigenziale, che deve curarne la realizzazione ed è responsabile della gestione delle risorse a esso destinate. E quindi, mentre la classificazione della spesa in programmi consente di capire “quanto si spende e per che cosa”, l’individuazione dei rispettivi centri di responsabilità evidenzia “chi spende e come”. Ai fini della classificazione economica, le spese di ogni programma sono ripartite in titoli a seconda che siano correnti (funzionamento delle attività e dei servizi, interventi, interessi del debito pubblico ecc.), in conto capitale (investimenti e altri oneri) o per il rimborso di prestiti. Ricordiamo che le spese correnti e quelle in conto capitale rappresentano, nel loro insieme, le spese finali [ÑM2 U1 par. 1]. In relazione alla loro rigidità o flessibilità le spese di ciascun programma sono ripartite in:
Le spese sono articolate in missioni…
… e programmi
I programmi fanno capo ai centri di responsabilità amministrativa
All’interno dei programmi si distinguono le spese correnti e in conto capitale…
179
Il bilancio
MODULO 3
… le spese inderogabili e quelle rimodulabili
APPROFONDIMENTO Lo stato di previsione della spesa del Ministero dell’istruzione
● oneri inderogabili: sono spese rigide, il cui ammontare dipende da particolari parametri stabiliti dalla legge (come le spese per gli interessi passivi, per il pagamento di stipendi o pensioni, per l’ammortamento di mutui). Per queste spese la somma da stanziare in bilancio è determinata in base ai parametri vigenti e non può essere modificata; ● fattori legislativi: sono spese previste da norme di legge che determinano il limite massimo delle somme da stanziare. Queste spese possono essere rimodulate con apposite disposizioni della legge di bilancio; ● spese di adeguamento al fabbisogno: sono quelle il cui importo viene quantificato in bilancio secondo le necessità segnalate dalle Amministrazioni (in genere, si tratta di spese per il funzionamento dei Ministeri). Possono essere rimodulate con provvedimento ministeriale [ÑM3 U2 par. 3].
Le norme
Legge 196/2009 – Art. 25 – Classificazione delle entrate e delle spese 1. Le entrate dello Stato sono ripartite in: a) titoli, a seconda che siano di natura tributaria, extratributaria o che provengano dall’alienazione e dall’ammortamento di beni patrimoniali, dalla riscossione di crediti o dall’accensione di prestiti; b) ricorrenti e non ricorrenti, a seconda che si riferiscano a proventi la cui acquisizione sia prevista a regime ovvero limitata ad uno o più esercizi; c) tipologie, ai mni dell’approvazione parlamentare e dell’accertamento dei cespiti; d) categorie, secondo la natura dei cespiti; e) unità elementari di bilancio, ai mni della gestione e della rendicontazione, eventualmente suddivise in articoli secondo il rispettivo oggetto, ai mni della rendicontazione. 2. Le spese dello Stato sono ripartite in: a) missioni, come demnite all’articolo 21, comma 2, quarto periodo; b) programmi, ai mni dell’approvazione parlamentare, come demniti all’articolo 21, comma 2, secondo e terzo periodo; c) unità elementari di bilancio, ai mni della gestione e della rendicontazione, ai sensi del comma 2 bis del presente articolo. Tali unità possono essere ripartite in articoli.
Ai fini gestionali le spese sono ripartite in unità elementari di bilancio
180
Ai fini della gestione e della rendicontazione (unità gestionali) le spese sono ripartite in unità elementari di bilancio. Come per le entrate, anche per le spese questa suddivisione avviene con decreto ministeriale e costituisce il punto di riferimento ai fini gestionali e contabili. Finora le unità elementari di bilancio erano costituite dai capitoli, individuati secondo l’oggetto della spesa. Ma, come disposto dall’art. 25 bis della legge n. 196/2009, la ripartizione in capitoli dovrà essere sostituita da un nuovo criterio in base al quale i programmi di spesa vengono suddivisi in azioni. Le azioni specificano dettagliatamente la finalità di ciascuna spesa indicando il settore di intervento, la tipologia dei servizi, le categorie di utenti o di beneficiari e ogni altro elemento che descriva in maniera esplicita la destinazione e i risultati della spesa. La ripartizione in azioni è stata introdotta, in via sperimentale, a partire dall’anno 2017 e al termine della sperimentazione sarà stabilito l’esercizio finanziario a decorrere dal quale, ai fini della gestione e della rendicontazione, si dovrà fare riferimento alle azioni e non più ai capitoli.
Funzione e struttura del bilancio
U N I TÀ 1
Le spese sono aggregate anche
Ai fini dell’analisi economico-funzionale le spese di bilancio sono aggregate in categorie secondo il loro contenuto economico (redditi di lavoro dipendente, spese per consumi intermedi, investimenti fissi lordi, trasferimenti a famiglie ecc.) e in classi secondo le funzioni di governo cui la spesa è destinata (difesa, ordine pubblico, protezione dell’ambiente, affari economici, sanità ecc.).
in categorie e classi APPROFONDIMENTO Composizione della spesa del bilancio dello Stato (anni 2012-2017)
Sintesi grafica titoli entrate ricorrenti e non ricorrenti
entrate
tipologie categorie unità elementari di bilancio
La struttura del bilancio
missioni
spese
programmi unità elementari di bilancio
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Le spese del bilancio dello Stato sono ripartite in Questa classificazione mette in evidenza le aree di
..................................................
..................................................
o in
ripartite in unità
•
•
..................................................
correnti
programma
•
. Ai fini della
..................................................
•
•
e della
.
. Nell’ambito di ciascun ..................................................
..................................................
le spese sono
di bilancio.
conto capitale
programmi
..................................................
..................................................
strategiche e le concrete
..................................................
a cui sono destinate le
e
le spese sono ripartite in titoli a seconda che siano
..................................................
attività
..................................................
•
elementari
rendicontazione
•
•
finalità
risorse
•
gestione
•
missioni
2. Completa le frasi inserendo i termini appropriati 1. Le unità di voto ai fini dell’approvazione del Parlamento sono: di entrata;
..................................................
..................................................
di spesa.
2. La classificazione delle entrate in categorie evidenzia la
..................................................
del cespite
da cui proviene l’entrata. 3. Le missioni di spesa evidenziano le principali
..................................................
e gli
..................................................
.
..................................................
strategici dell’azione pubblica. 4. Le spese per fattori legislativi possono essere
181
Il bilancio
MODULO 3
6. I risultati differenziali Vengono rilevati quattro risultati differenziali:
risparmio pubblico…
… saldo netto da finanziare…
… indebitamento netto…
… ricorso al mercato
Il risultato differenziale è costituito dalla somma algebrica fra le entrate e le spese esposte in bilancio. Oltre al saldo totale, vengono rilevati anche saldi parziali che permettono di valutare in modo più analitico la situazione delle finanze statali. Vengono così individuati quattro risultati differenziali. Risparmio pubblico: è il saldo di parte corrente, cioè il saldo fra il totale delle entrate correnti (tributarie ed extratributarie) e quello delle spese correnti. Se attivo, il saldo indica che il reddito prelevato o prodotto dallo Stato non è stato interamente utilizzato per i bisogni attuali della collettività e ha dato luogo a un risparmio da destinare agli investimenti; se passivo, mette in evidenza che per fronteggiare la spesa corrente è necessario intaccare il patrimonio dello Stato o ricorrere all’indebitamento. Saldo netto da finanziare (o da impiegare): è il saldo fra il totale delle entrate finali e il totale delle spese finali, cioè fra l’insieme dei primi tre titoli di entrata (tributarie, extratributarie, per alienazione e ammortamento di beni e riscossione di crediti) e l’insieme delle spese correnti e in conto capitale. A seconda che sia negativo o positivo, rappresenta il disavanzo o l’avanzo di bilancio in senso proprio, senza tenere conto dei prestiti pubblici. Indebitamento netto: è il saldo fra le entrate dei primi tre titoli (entrate finali) e le spese correnti e in conto capitale (spese finali) con l’esclusione di tutte le voci che si riferiscono a operazioni di finanziamento (entrate per riscossione di crediti; spese per anticipazioni, partecipazioni azionarie, conferimenti). Espone il risultato, positivo o negativo, delle operazioni di bilancio di natura economica. Ricorso al mercato: è dato dal saldo fra il totale di tutte le spese, comprese quelle per il rimborso dei prestiti pubblici, e il totale dei primi tre titoli di entrata (entrate finali). Se negativo, indica il disavanzo complessivo che deve essere coperto mediante prestiti pubblici, cioè ricorrendo al mercato del risparmio. All’entità di questo quarto risultato differenziale corrisponde la cifra stanziata in bilancio sotto il quarto titolo di entrata (accensione di prestiti).
Sintesi grafica
I risultati differenziali
somma algebrica tra entrate e spese di bilancio
182
risparmio pubblico
saldo fra entrate e spese correnti
saldo netto da finanziare
saldo fra entrate e spese finali
indebitamento netto
saldo fra entrate e spese finali, escluse le spese di finanziamento
ricorso al mercato
saldo fra spese finali ed entrate finali
>>>
Funzione e struttura del bilancio
U N I TÀ 1
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Il risultato differenziale è costituito dalla somma Se ne individuano quattro: il correnti; il saldo ..................................................
; l’
fra le
..................................................
entrate
•
•
finali
risparmio
•
•
da finanziare, cioè il saldo fra entrate e spese
..................................................
netto delle operazioni di
fra entrate e spese.
pubblico, cioè il saldo fra entrate e spese
..................................................
..................................................
..................................................
netto, cioè il saldo fra entrate e spese finali al
..................................................
; il ricorso al
finali e il totale delle
finanziamento
spese
•
..................................................
..................................................
algebrica
•
, ovvero il saldo
.
indebitamento
•
mercato
•
netto
2. Osserva il quadro riassuntivo del bilancio statale e individua 1. se il risparmio pubblico è positivo o negativo; 2. qual è la differenza fra il saldo netto da finanziare e l’indebitamento netto; 3. a che cosa è dovuta la differenza; 4. in quale misura lo Stato deve ricorrere all’accensione di prestiti. Quadro generale riassuntivo del bilancio di competenza 2018-2020 (in euro) 2018
2019
2020
508.312.399.000
528.280.686.700
543.090.484.700
ENTRATE Titolo I - Entrate tributarie Titolo II - Entrate extratributarie
68.636.834.951
66.526.861.389
67.127.078.243
Titolo III - Alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali e riscossione crediti
2.512.596.000
2.510.556.000
2.508.486.000
di cui Riscossione crediti
1.366.081.000
1.375.041.000
1.389.971.000
579.461.829.951
597.318.104.089
612.726.048.943
272.907.994.749
265.733.752.860
246.087.814.990
852.369.824.700
863.051.856.949
858.813.863.933
575.506.547.940
574.909.074.273
577.883.795.334
49.047.504.227
47.706.525.497
48.103.693.033
3.188.117.000
2.808.117.000
565.600.000
624.554.052.167
622.615.599.770
625.987.488.367
227.815.772.533
240.436.257.179
232.826.375.566
852.369.824.700
863.051.856.949
858.813.863.933
576.949.233.951
594.807.548.089
610.217.562.943
575.506.547.940
574.909.074.273
577.883.795.334
TOTALE ENTRATE FINALI Titolo IV - Accensione di prestiti TOTALE COMPLESSIVO ENTRATE SPESE Titolo I - Spese correnti Titolo II - Spese in conto capitale di cui Acquisizione di attività finanziarie TOTALE SPESE FINALI Titolo III - Rimborso passività finanziarie TOTALE COMPLESSIVO SPESE RISULTATI DIFFERENZIALI Entrate tributarie ed extratributarie Spese Correnti (–) RISPARMIO PUBBLICO Totale entrate finali Totale spese finali (-) SALDO NETTO DA FINANZIARE Totale entrate finali al netto della riscossione crediti Totale spese finali al netto di acquisizione di attività finanziarie (-)
1.442.686.011
19.898.473.816
32.333.767.609
579.461.829.951
597.318.104.089
612.726.048.943
624.554.052.167
622.615.599.770
625.987.488.367
-45.092.222.216
-25.297.495.681
-13.261.439.424
578.095.748.951
595.943.063.089
611.336.077.943
621.365.935.167
619.807.482.770
625.421.888.367
-43.270.186.216
-23.864.419.681
-14.085.810.424
Totale entrate finali
579.461.829.951
597.318.104.089
612.726.048.943
Totale complessivo spese (-)
852.369.824.700
863.051.856.949
858.813.863.933
INDEBITAMENTO NETTO
RICORSO AL MERCATO
-272.907.994.749 -265.733.752.860 -246.087.814.990
183
UNITÀ 1
Strumenti per il ripasso
Strumenti per il ripasso | Sintesi INTERROGAZIONE SIMULATA
SINTESI AD ALTA ACCESSIBILITÀ
1. Il bilancio è uno strumento essenziale di coordinamento di tutta l’attività finanziaria pubblica. Ha funzione contabile (è strumento di un’ordinata gestione), politica (consente la conoscenza e valutazione delle scelte economico-finanziarie del Governo), giuridica (autorizza la gestione del denaro pubblico e ne stabilisce i limiti), economica (attua la programmazione di obiettivi e interventi della politica finanziaria).
2. I princìpi costituzionali in materia di bilancio sono fissati nell’art. 81 Cost. che stabilisce: l’impegno dello Stato a mantenere l’equilibrio del proprio bilancio; i casi eccezionali in cui è consentito l’indebitamento; l’obbligo di provvedere ai mezzi per fare fronte a nuovi oneri; l’approvazione annuale del bilancio e del rendiconto da parte del Parlamento; i limiti in cui è consentito il ricorso all’esercizio provvisorio. Gli artt. 97 e 119 Cost. estendono il principio dell’equilibrio del bilancio agli enti territoriali e a tutte le Amministrazioni pubbliche. L’art. 75 Cost. vieta l’abrogazione per referendum delle leggi di bilancio. L’art. 100 Cost. prevede il controllo della Corte dei conti sull’esecuzione del bilancio. La normativa ordinaria ha subìto varie riforme, fino alla legge di contabilità e finanza pubblica n. 196 del 2009 e alle sue successive modifiche.
• • • • •
3. Il periodo di riferimento della contabilità pubblica è l’anno finanziario, che coincide con l’anno solare. Il bilancio di previsione espone le entrate e le spese che si prevede di sostenere nel periodo che sta per iniziare; il rendiconto espone il consuntivo del periodo concluso. Il bilancio annuale si riferisce a un solo anno finanziario; il bilancio pluriennale fa riferimento a un periodo della durata di più anni (non meno di tre) ed è uno strumento di programmazione a medio termine.
184
Il bilancio di competenza registra l’accertamento delle entrate e l’impegno delle spese, il bilancio di cassa registra la riscossione delle entrate e il pagamento delle spese. In Italia il bilancio di previsione e il rendiconto sono redatti in termini di competenza e di cassa.
4. Il bilancio deve essere redatto e approvato ogni anno (annualità); deve comprendere tutte le entrate e tutte le spese (universalità); deve esporre l’intero importo di ciascuna entrata o spesa (integrità); deve contabilizzare le entrate in un unico fondo (unità); deve specificare con precisione ogni singola voce (specificazione); deve essere veritiero (veridicità) e deve essere pubblicamente conoscibile (pubblicità).
5. La classificazione delle entrate e delle spese mette in evidenza da quali fonti sono acquisite le risorse, a quali finalità sono destinate e per quali attività sono concretamente impiegate. Le entrate si ripartiscono in titoli, entrate ricorrenti e non ricorrenti, tipologie, categorie, unità elementari di bilancio. Le unità di voto ai fini dell’approvazione parlamentare sono le tipologie. Le spese si ripartiscono in missioni, programmi, unità elementari di bilancio. Le unità di voto ai fini dell’approvazione parlamentare sono i programmi. Le unità elementari di bilancio sono il punto di riferimento delle entrate e delle spese ai fini della gestione e della rendicontazione.
6. La somma algebrica fra entrate e spese costituisce il risultato differenziale di bilancio. Si possono distinguere quattro risultati differenziali: il risparmio pubblico (saldo fra spese correnti ed entrate correnti); il saldo netto da finanziare (saldo tra spese finali ed entrate finali); l’indebitamento netto (saldo fra entrate finali e spese finali al netto delle operazioni finanziarie); il ricorso al mercato (saldo fra il totale delle spese, comprese quelle per rimborso prestiti, e le entrate finali).
• • • •
Strumenti per il ripasso
Strumenti per il ripasso | Mappa
U N I TÀ 1 MAPPA PERSONALIZZABILE
Il bilancio dello Stato
• • • •
ha funzione
contabile politica giuridica economica
è disciplinato da si distingue in
• •
bilancio di previsione rendiconto
• •
princìpi costituzionali
artt. 81, 75, 97, 100, 117 e 119 Cost.
legislazione ordinaria
legge 196/2009
bilancio annuale bilancio pluriennale
redatti in base a princìpi generali
criteri contabili
• • • • • • •
annualità universalità integrità unità specificazione veridicità pubblicità
• •
competenza cassa
entrate titoli ricorrenti e non ricorrenti tipologie categorie unità elementari di bilancio
• • • • •
sistema di classificazione
spese missioni programmi unità elementari di bilancio
risultati differenziali
• • •
• • • •
risparmio pubblico saldo netto da finanziare indebitamento netto ricorso al mercato
185
UNITÀ 1
Verifica formativa
1. Scegli l’unica risposta esatta fra le quattro indicate 1. Il bilancio pluriennale: A è approvato dalle Camere ogni anno £ B viene redatto alla fine di ogni triennio £ C comporta autorizzazione a gestire entrate e spese £ D ha una funzione soltanto tecnico-contabile £ 2. I residui attivi sono: A somme che rimangono in cassa dopo aver pagato £ le spese B crediti non ancora riscossi £ C rimanenze di prodotti delle aziende pubbliche £ D voci di spesa del bilancio pluriennale £ 3. Il principio dell’universalità del bilancio: A si identifica con il principio dell’unità £ B vieta le compensazioni fra entrate e spese £ C richiede la divulgazione dei risultati di bilancio £ D vieta le gestioni fuori bilancio £ 4. Il bilancio dello Stato italiano: A è soltanto un bilancio di competenza £ B contiene previsioni di cassa ma non di competenza £ C può recare in alternativa previsioni di competenza £ o di cassa D espone le previsioni di competenza e di cassa £ 5. La classimcazione delle entrate in categorie ne evidenzia: A la natura giuridica £ B la funzione £ C il responsabile della gestione £ D la natura economica £ 6. Il risultato differenziale del bilancio denominato “risparmio pubblico” è il saldo fra: A spese correnti e spese in conto capitale £ B entrate tributarie ed extratributarie e spese correnti £ C entrate finali e spese correnti e in conto capitale £ D entrate tributarie ed extratributarie e spese finali £ 2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false e, se sono false, spiega perché 1. I concetti di anno mnanziario ed esercizio mnanziario si identimcano. V£ 2. La struttura del bilancio è stata oggetto di una recente riforma. V£ 3. L’unità di voto dell’entrata è il titolo. V£ 4. Nel nostro sistema di bilancio vengono rilevati tre risultati differenziali. V£ 5. La classimcazione delle entrate è analoga V£ a quella delle spese. 6. Il risparmio pubblico è il saldo di parte corrente. V£
186
3. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 1
Connect the expressions on the left column with the corresponding on the right Government mnancial a. Strategic objectives statement b. Spending programs Multiannual government c. Re-adjustable budget expenditures Types of revenue d. Financial year Missions e. Voting unit Responsibility centers f. Updated each year Budget adjustment 2
3
4
5
6
4. Correggi l’errore contenuto in ciascuna frase 1. Il rendiconto registra le entrate e le spese relative al periodo che sta per iniziare. 2. La legge costituzionale 20 aprile 2011, n. 1 ha introdotto il principio dell’equilibrio del bilancio nel testo dell’art. 71 Cost. 3. Nella gestione mnanziaria delle spese si distinguono la fase iniziale dell’accertamento e la fase conclusiva del pagamento. 4. Il bilancio annuale è strumento di politica economica per la previsione di interventi a medio termine. 5. Le entrate non ricorrenti sono previste “a regime”. 6. Fra le spese rimodulabili sono comprese quelle per gli interessi passivi e le pensioni. 5. Individua il principio del bilancio che corrisponde alle seguenti finalità 1. Fare in modo che tutti abbiano la possibilità di conoscere e valutare le scelte della mnanza pubblica. 2. Offrire un quadro quanto più possibile aderente alla reale situazione delle entrate e delle spese pubbliche. 3. Consentire un frequente controllo sull’azione del Governo. 4. Conoscere l’intero importo di ogni operazione. 5. Evitare che la Pubblica amministrazione decida liberamente la destinazione delle risorse mnanziarie. 6. Offrire un quadro completo di tutte le scelte mnanziarie per il periodo considerato.
F£ F£ F£ F£ F£ F£
TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
U N I TÀ 2
La manovra di bilancio
Conoscenze
Abilità
• Il ciclo dei documenti in base ai quali vengono impostate
• Riconoscere la sequenza delle fasi in cui si articola il semestre
le previsioni di bilancio • Il procedimento di formazione e approvazione del bilancio • Gli strumenti di nessibilità, le variazioni e l’assestamento del bilancio • Il sistema dei controlli sull’esecuzione del bilancio • La struttura e l’approvazione del Rendiconto
europeo
• Individuare la funzione degli atti politici e legislativi su cui è fondata la programmazione di bilancio
• Interpretare i dati del conto consolidato di cassa • Distinguere i diversi strumenti che consentono di fronteggiare le esigenze di mnanziamento non previste in bilancio
• Distinguere la diversa natura e funzione dei controlli sulla gestione del bilancio
Il bilancio
MODULO 3
1. L’impostazione del bilancio Sappiamo che… La forma di governo parlamentare è fondata sul rapporto di mducia tra il Parlamento e il Governo, entrambi titolari della funzione di indirizzo politico. Le previsioni di bilancio sono impostate secondo il metodo della programmazione
Come è disposto nella legge di contabilità e finanza pubblica (l. 196/2009), «l’impostazione delle previsioni di entrata e di spesa dei bilanci delle Amministrazioni pubbliche si conforma al metodo della programmazione». Lo scopo della norma è di far sì che gli stanziamenti di bilancio siano coerenti con gli obiettivi di finanza pubblica e di politica economica da raggiungere nel periodo considerato.
Il semestre europeo La programmazione di bilancio è coordinata a livello europeo:
APPROFONDIMENTO Il semestre europeo: le raccomandazioni
la presentazione del Programma di stabilità e del Programma di riforma…
… le raccomandazioni… … il Documento programmatico
La funzione del bilancio come strumento di politica economica e la conseguente necessità di un’attenta programmazione delle previsioni di bilancio [ÑM3 U1 par. 1 e 6] non hanno rilevanza soltanto all’interno dello Stato, ma sono essenziali anche ai fini della stabilità economica e monetaria nell’ambito dell’Unione europea e in particolare nell’area dell’euro. Per questa ragione, l’Unione europea e gli Stati membri hanno deciso di coordinare le rispettive politiche economiche e di bilancio e di garantirne la coerenza attraverso una valutazione preventiva e condivisa che avviene nel primo semestre di ogni anno (“semestre europeo”). I singoli Stati presentano alla Commissione europea e al Consiglio dell’Unione europea i propri Programmi di stabilità e i Programmi di riforma. ● Il Programma di stabilità espone gli obiettivi di equilibrio economico e finanziario che lo Stato intende raggiungere nel medio periodo. ● Il Programma nazionale di riforma espone le riforme strutturali programmate dallo Stato per il raggiungimento degli obiettivi di crescita produttiva e occupazionale. Dopo le valutazioni della Commissione, il Consiglio adotta le raccomandazioni specifiche per ciascun paese. Sulla base degli orientamenti così formulati, il Governo di ciascuno Stato predispone un Documento programmatico di bilancio, nel quale è illustrato sinteticamente il progetto di bilancio per l’anno successivo, e lo invia alla Commissione che ne valuta la coerenza con gli obiettivi programmati.
Gli strumenti di programmazione La programmazione di bilancio si articola in una serie di atti
188
In armonia con le regole di coordinamento europeo, l’impostazione del bilancio dello Stato italiano si articola attraverso i seguenti atti che, ogni anno, il Governo presenta alle Camere: ● il Documento di economia e finanza (Def); ● la Nota di aggiornamento del Def; ● il disegno di legge del bilancio dello Stato; ● i disegni di legge collegati alla manovra; ● il disegno di legge di assestamento.
La manovra di bilancio
U N I TÀ 2
Economia & Diritto
La riforma dell’art 81 Cost. e l’abolizione della legge di stabilità Dal 2016 non è più compreso fra gli strumenti di programmazione il disegno di legge di stabilità, previsto nel precedente sistema di programmazione. La legge di stabilità aveva la funzione di apportare alla legislazione vigente, in un unico quadro, le modimche necessarie a realizzare gli interventi previsti con la manovra di mnanza pubblica. Ciò si era reso necessario perché il vecchio testo dell’art. 81 Cost. vietava di introdurre, nella legge di approvazione del bilancio, nuovi tributi e nuove spese. La legge di bilancio si conmgurava, quindi, come una legge “formale”, nel senso che non poteva introdurre nuove norme o modimcare il contenuto delle norme vigenti, ma aveva soltanto la funzione di esporre in termini mnanziari le entrate e le spese previste da leggi già in vigore.
Di conseguenza, gli interventi programmati in sede di manovra non potevano dare luogo a stanziamenti di bilancio mnché non si fossero tradotti in nuove norme di legge: e queste nuove norme erano disposte, appunto, dalla legge di stabilità. La legge costituzionale che ha riformato il bilancio dello Stato ha rimosso il divieto previsto dall’art. 81 Cost.; in attuazione della riforma costituzionale, la legge di bilancio è stata ristrutturata assumendo carattere “sostanziale”, nel senso che può contenere le nuove norme necessarie per la realizzazione della manovra di mnanza pubblica; di conseguenza la legge di stabilità è stata soppressa perché non più necessaria.
Il Documento di economia e finanza Il Documento di economia e finanza (Def) costituisce la base della programmazione di bilancio; è presentato dal Governo alle Camere entro il 10 aprile, ed è costituito da tre sezioni. La prima sezione contiene lo schema del Programma di stabilità che, dopo la deliberazione delle Camere, viene inviato alla Commissione europea insieme con il Piano nazionale di riforma. Indica, per un periodo corrispondente almeno al triennio successivo, gli obiettivi programmatici riguardanti: il Pil, l’indebitamento netto, il saldo di cassa e il debito delle Amministrazioni pubbliche, ed espone l’articolazione della manovra necessaria per il loro conseguimento. La seconda sezione esamina le tendenze della finanza pubblica “a legislazione vigente” e “a politiche invariate”, cioè senza tenere conto delle modifiche legislative, degli interventi e delle riforme che si intendono programmare. La terza sezione riporta lo schema del Programma nazionale di riforma e indica lo stato di avanzamento delle riforme precedentemente avviate, le principali riforme da attuare con carattere di priorità, i prevedibili effetti delle riforme proposte. In allegato al Def sono indicati gli eventuali disegni di legge collegati alla manovra, che il Governo intende presentare per il raggiungimento degli obiettivi programmati e per l’attuazione del Programma nazionale di riforma.
Il Def si articola in tre sezioni:
il Programma di stabilità…
… le analisi e le tendenze…
… il Programma di riforma
Sono indicati i disegni di legge collegati alla manovra
La Nota di aggiornamento del Def Entro il 27 settembre il Governo presenta alle Camere la Nota di aggiornamento del Def, che contiene l’eventuale aggiornamento degli obiettivi programmatici e delle previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica, nonché le osservazioni e le eventuali modifiche e integrazioni al Def, te-
Obiettivi e previsioni sono aggiornati
189
Il bilancio
MODULO 3
nendo conto delle raccomandazioni formulate dal Consiglio dell’Unione europea in ordine al Programma di stabilità e al Programma nazionale di riforma.
Il disegno di legge di bilancio Entro il 20 ottobre il Governo, su proposta del ministro dell’Economia e delle Finanze, presenta al Parlamento il disegno di legge riguardante il è predisposto per un periodo bilancio dello Stato. di tre anni… Il disegno di legge di bilancio è predisposto con riferimento a un periodo di tre anni; è stata eliminata la separazione fra bilancio annuale e pluriennale prevista dalla normativa precedente. Come si è prima chiarito, la legge di bilancio ha assunto ora il carattere di … e si articola in due sezioni legge “sostanziale” e non più “formale” come era in passato. Ciò significa che in un unico disegno di legge confluiscono sia le innovazioni legislative richieste dalla manovra di finanza pubblica (innovazioni che in precedenza erano oggetto della legge di stabilità), sia la previsione degli stanziamenti per le entrate e le spese di bilancio. Con questa nuova struttura, il disegno di legge di bilancio si configura come un documento unico articolato in due sezioni. La prima sezione dispone le La prima sezione ha per oggetto le misure dirette a realizzare gli obietmisure aventi effetti finanziari tivi programmatici e dispone il quadro di riferimento finanziario per ciascuno dei tre anni considerati nel bilancio. Fissa il livello massimo del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato [ÑM3 U1 par. 6] in termini di competenza e di cassa. Contiene le norme in materia di entrata e di spesa che determinano effetti finanziari nel triennio considerato; tali norme possono riguardare sia i parametri Disposizioni ordinamentali quantitativi delle leggi vigenti, sia nuovi interventi. Le nuoSono le norme che disciplinano determinate attività in modo sistematico e completo in tutti i loro aspetti. ve o maggiori spese devono essere tali che l’evoluzione complessiva della spesa pubblica rimanga compatibile con gli obiettivi programmati nel Def. Disposizioni organizzatorie Sono le norme mnalizzate a strutturare o ristrutturare Le disposizioni della prima sezione della legge di bilancio gli apparati di enti, istituzioni, ufmci o altri organismi. devono essere volte esclusivamente a realizzare effetti finanziari. Sono quindi espressamente escluse le norme di Microsettoriale Relativo a un settore di attività di dimensioni molto delega e quelle a carattere ordinamentale o organizmodeste. zatorio, e così pure gli interventi di natura localistica o microsettoriale. La seconda sezione della nuova legge di bilancio contiene le previsioni La seconda sezione contiene di entrata e di spesa, espresse in termini di competenza e di cassa per gli stati di previsione di entrata ciascuno dei tre anni considerati nel bilancio. Per il primo anno è indicato e di spesa anche l’ammontare dei residui. Le entrate sono esposte in un unico stato di previsione; le spese invece in stati di previsione distinti, uno per ciascun Ministero. I dati essenziali del bilancio sono esposti nel quadro generale riassuntivo, che evidenzia i risultati differenziali. Le previsioni sono formulate in base alla legislazione vigente, tenendo conto dei parametri economici indicati nel Def, degli aggiornamenti e delle proposte di rimodulazioni, considerando gli effetti finanziari delle disposizioni contenute nella prima sezione della legge di bilancio. Il disegno di legge di bilancio
190
La manovra di bilancio
Per quanto riguarda la determinazione degli stanziamenti, i ministri indicano gli obiettivi dei rispettivi Ministeri e quantificano le risorse necessarie. È questo il sistema del bilancio a base zero (zero base budgeting), secondo il quale ogni anno le cifre da stanziare sono stabilite in base alle esigenze effettive di ciascuna Amministrazione e realizzabili concretamente. Allo stato di previsione della spesa di ciascun Ministero è unito il budget dei costi, nel quale sono esposte le previsioni relative al costo delle risorse umane e dei beni strumentali che devono essere utilizzati nel periodo preso in considerazione dal bilancio. Sia le disposizioni della prima sezione sia le previsioni della seconda sezione devono essere formulate nel rispetto del principio costituzionale dell’equilibrio dei conti pubblici. Per dare conto di questa corrispondenza, il disegno di legge del bilancio è corredato da una relazione tecnica e da una nota tecnico-illustrativa. La relazione tecnica evidenzia gli effetti finanziari derivanti da ciascuna disposizione normativa contenuta nella prima sezione. La nota tecnico-illustrativa ha una funzione di raccordo fra il bilancio dello Stato e il Conto consolidato delle Amministrazioni pubbliche; in particolare, espone le previsioni del conto economico e del conto di cassa delle Pubbliche amministrazioni integrandole con gli effetti delle modificazioni contenute nel disegno di legge di bilancio. Il ministro dell’Economia e delle Finanze valuta, per ciascun Ministero, la coerenza fra gli obiettivi perseguiti e le risorse richieste per la loro realizzazione; esamina inoltre lo stato di attuazione dei programmi in corso e i risultati che sono stati ottenuti negli anni precedenti, per decidere se è il caso di conservare in bilancio le somme stanziate in precedenza e non ancora utilizzate. Gli stati di previsione così verificati formano la seconda sezione del disegno di legge del bilancio. Infine, il disegno di legge viene sottoposto alla deliberazione del Consiglio dei ministri e poi presentato al Parlamento per l’approvazione.
U N I TÀ 2
Budget dei costi Previsione degli elementi di costo individuati per ciascuna struttura organizzativa secondo la rispettiva natura. .
Il disegno di legge del bilancio è corredato da una relazione tecnica e da una nota tecnico-illustrativa
Il ministro dell’Economia e delle Finanze predispone il disegno di legge del bilancio…
… e il Governo lo delibera e lo presenta al Parlamento
I disegni di legge collegati Se le misure programmate richiedono modifiche legislative sostanziali, devono essere predisposti appositi disegni di legge che si pongono in collegamento logico e contabile con la manovra e che concorrono al raggiungimento degli obiettivi fissati dal Def (disegni di legge collegati). I collegati contengono norme omogenee per materie e possono prevedere interventi ordinamentali e organizzatori (come la riforma di determinati settori o la riorganizzazione di uffici amministrativi) o misure per il rilancio e lo sviluppo dell’economia. Vengono presentati al Parlamento dopo l’approvazione del bilancio, e cioè entro il mese di gennaio dell’anno a cui si riferiscono le previsioni.
I collegati dispongono modifiche legislative sostanziali
Sono presentati dopo l’approvazione del bilancio
Il disegno di legge di assestamento Infine, entro il successivo 30 giugno, il Governo presenta al Parlamento il disegno di legge per l’assestamento del bilancio con il quale, come vedremo, si apportano alla legge di bilancio le modifiche necessarie per adeguarne gli stanziamenti ai mutamenti della situazione economica e finanziaria del paese.
191
Il bilancio
MODULO 3
Sintesi grafica
previsioni per un triennio
coordinamento a livello europeo Programma di stabilità
Documento di economia e finanza (Def)
La programmazione di bilancio
analisi e tendenze Programma nazionale di riforma
Nota di aggiornamento del Def sezione I: disposizioni normative
disegno di legge del bilancio
sezione II: stati di previsione
disegni di legge collegati
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto La
..................................................
di bilancio si articola in diversi atti: il
e finanza; la Nota di ..................................................
..................................................
alla manovra. La legge di bilancio è formata da due
la prima contiene le
..................................................
di economia
; il disegno di legge di bilancio; i Disegni di legge
..................................................
necessarie per
..................................................
..................................................
agli obiettivi della manovra di finanza pubblica; la seconda contiene gli stati di ..................................................
adeguare
•
•
delle entrate e delle spese.
aggiornamento
programmazione
•
•
sezioni
collegati
•
disposizioni
•
Documento
•
previsione
2. Indica quali documenti devono essere presentati dal Governo al Parlamento nelle seguenti date 10 aprile
..................................................
27 settembre 20 ottobre 30 giugno
192
..................................................
.................................................. ..................................................
:
la normativa vigente
La manovra di bilancio
U N I TÀ 2
2. La legge di approvazione del bilancio Sappiamo che… La funzione legislativa è esercitata da entrambe le Camere mediante l’esame, la discussione e l’approvazione dei Disegni di legge. Presso ciascuna Camera sono istituite le Commissioni parlamentari permanenti che rispecchiano la proporzione tra le forze politiche rappresentate in Parlamento. Il disegno di legge del bilancio, in ciascuna delle due Camere, viene esaminato dalle Commissioni per il Tesoro e per il Bilancio. Le Commissioni operano in sede referente perché la Costituzione vieta, per le leggi di bilancio, l’approvazione da parte delle Commissioni in sede deliberante (art. 72 Cost.). Quindi ha luogo la discussione in assemblea, a cui segue il voto che viene espresso con riferimento a ogni tipologia di entrata e a ogni programma di spesa; i programmi assumono così un valore vincolante. Con l’approvazione di entrambe le Camere il bilancio diventa legge. Seguono la promulgazione da parte del Presidente della Repubblica e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufmciale.
Entro il 31 dicembre il Parlamento approva il bilancio. In questa sede le previsioni assumono contenuto definitivo: alla seconda sezione del progetto di bilancio, presentato dal Governo, sono apportate le variazioni necessarie per adeguare gli stanziamenti a eventuali modifiche delle disposizioni della prima sezione, a nuove leggi e a tutta la legislazione vigente. Il bilancio è approvato con il procedimento della legge ordinaria. Avendo valore di legge, il bilancio condiziona la validità di tutti gli atti amministrativi, che sono illegittimi, e quindi annullabili, se non sono conformi alle previsioni di entrata e di spesa. La legge di bilancio è il necessario presupposto per l’attuazione di ogni altra legge, in quanto autorizza il Governo sia ad accertare e riscuotere le entrate e sia a impegnare e pagare le spese, con la conseguenza che, senza l’approvazione del bilancio, nessuna norma attinente alla finanza pubblica può ricevere esecuzione. Le previsioni sono approvate per ciascuno dei tre anni a cui si riferisce il bilancio ma, per gli anni successivi al primo, l’approvazione non comporta autorizzazione a percepire le entrate né a eseguire le spese in essi previste. Pertanto, il voto del Parlamento per le previsioni del secondo e del terzo anno non vincola giuridicamente l’attività del Governo, ma lo impegna sul piano politico a una corretta osservanza degli indirizzi e degli interventi in esso fissati [ÑM3 U1 par. 3].
Il bilancio è approvato con il procedimento della legge ordinaria
La legge di bilancio vincola e condiziona tutta l’attività pubblica
Per gli anni successivi al primo l’approvazione del bilancio non comporta autorizzazione
L’esercizio provvisorio Il bilancio di previsione deve essere approvato dal Parlamento prima che inizi l’esercizio a cui si riferisce. Poiché le entrate e le spese devono essere effettuate sulla base del bilancio, la sua mancata approvazione determinerebbe, dal 1° gennaio, la paralisi di tutta l’attività amministrativa che implica impegni finanziari. Per evitare ciò si fa ricorso all’esercizio provvisorio: il Parlamento autorizza con legge il Governo a svolgere provvisoriamente l’attività amministrativa, sulla base degli stanziamenti contenuti nel bilancio in corso di approvazione (art. 81, comma 5, Cost.).
In caso di ritardo nell’approvazione si ricorre all’esercizio provvisorio…
193
Il bilancio
MODULO 3
L’esercizio provvisorio però può essere concesso per un periodo complessivamente non superiore a quattro mesi. Il Governo può effettuare spese, rispetto alla cifra stanziata in bilancio, nei limiti di tanti dodicesimi quanti sono i mesi della durata dell’esercizio provvisorio.
… entro i limiti stabiliti dalla Costituzione
Sintesi grafica ad accertare e riscuotere le entrate
autorizzazione a impegnare e pagare le tasse obbligo di conformarsi alle previsioni
Gli effetti dell’approvazione del bilancio
vincolo annullabilità degli atti non conformi impegno politico
per gli anni successivi al primo
osservanza degli obiettivi
autorizzazione con apposita legge durata non superiore a quattro mesi
Limiti dell’esercizio provvisorio
gestione sulla base degli stanziamenti spesa in ragione di tanti dodicesimi quanti sono i mesi
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto L’approvazione del bilancio e le spese e
..................................................
..................................................
il Governo a
..................................................
l’attività amministrativa all’osservanza degli
le entrate ..................................................
previsti. Se il bilancio non è stato approvato entro il 31 dicembre, il Parlamento con legge delibera l’esercizio a
..................................................
provvisorio
•
..................................................
, per un periodo non superiore
mesi.
quattro
•
gestire
•
stanziamenti
•
vincola
•
autorizza
2. Completa le frasi inserendo i termini appropriati L’approvazione del bilancio comporta: 1. l’autorizzazione ad
194
..................................................
e
..................................................
le entrate e a
..................................................
e
..................................................
le spese;
2. l’
..................................................
degli atti amministrativi non conformi al bilancio.
La manovra di bilancio
U N I TÀ 2
3. La flessibilità e l’assestamento del bilancio Gli strumenti di flessibilità Sono previsti strumenti per dare Nel corso dell’esercizio finanziario possono verificarsi situazioni nuove che, flessibilità al bilancio: al momento dell’approvazione del bilancio, non erano prevedibili e che richiedono una modificazione delle previsioni di bilancio. Flessibilità del bilancio Quindi è necessario che il bilancio sia flessibile per poter È la facoltà di modimcare la destinazione iniziale essere adeguato alle mutate esigenze dell’attività politica e delle risorse, apportando variazioni agli stanziamenti amministrativa. di bilancio mediante provvedimenti amministrativi I mezzi con cui è assicurata la flessibilità del bilancio e senza la necessità di ulteriori interventi legislativi. sono diversi. le spese per adeguamento Un primo strumento di flessibilità è costituito dalla rimodulazione delle al fabbisogno… spese di adeguamento al fabbisogno [Ñ M3 U1 par. 5]. L’importo di queste spese non è predeterminato per legge e quindi il loro stanziamento in bilancio viene determinato in relazione alle esigenze prospettate dalle singole Amministrazioni nella fase di formazione dei rispettivi stati di previsione. Se nel corso dell’esercizio finanziario queste esigenze mutano, all’interno del programma a cui esse si riferiscono possono essere adottate variazioni compensative con decreti dei ministri interessati. Ciò deve avvenire previa verifica del ministro dell’Economia e delle Finanze, a condizione che rimangano invariati i saldi di bilancio. È comunque vietato l’utilizzo degli stanziamenti di spesa in conto capitale per finanziare spese correnti [ÑM3 U1 par. 5]. Altri strumenti di flessibilità sono i fondi (di riserva e speciali) iscritti in … i fondi di bilancio bilancio.
I fondi di bilancio sono somme, iscritte in appositi capitoli, che non sono utilizzabili mediante ordinari provvedimenti di spesa, ma possono essere prelevate soltanto per integrare lo stanziamento di altri capitoli, quando questo si rivela insufficiente. Tra questi ricordiamo il fondo di riserva per le spese obbligatorie, il fondo di riserva per le spese impreviste, i fondi speciali per la copertura di spese derivanti da progetti di legge in corso di approvazione, il fondo di riserva per le autorizzazioni di spesa delle leggi permanenti. Ulteriori variazioni al bilancio possono essere apportate per effetto di nuove leggi che implicano spese non previste in bilancio o che ne aumentano l’importo. Per impedire un’espansione incontrollata della spesa e per garantire l’equilibrio della finanza pubblica, l’art. 81 Cost. dispone che «ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte». In attuazione del disposto costituzionale, la legge 196/2009 dispone che ogni legge che implichi nuove o maggiori spese deve indicare espressamente la spesa autorizzata, che deve intendersi come limite massimo. La copertura della spesa può essere effettuata esclusivamente con l’utilizzo dei fondi speciali iscritti in bilancio, oppure riducendo le spese precedentemente autorizzate, o attraverso l’emanazione di nuove norme di legge che prevedano nuove o maggiori entrate.
Le variazioni che comportano nuovi oneri sono disposte con legge
195
Il bilancio
MODULO 3
L’assestamento del bilancio Entro il 30 giugno è presentato il disegno di legge per l’assestamento del bilancio
Per evitare numerose variazioni di bilancio, che durante l’anno finanziario possono rendersi necessarie in caso di mutamenti nella situazione economica o politica del paese, e per conservare l’organicità del bilancio, entro il 30 giugno il Governo deve presentare un disegno di legge per l’assestamento del bilancio. In tal modo, il Parlamento è messo in condizione di esaminare la situazione di bilancio quale si presenta a metà anno, adeguare gli stanziamenti tenendo conto dei residui accertati, e operare le necessarie variazioni compensative anche fra programmi diversi. Sulla base della legge di approvazione, il Governo è autorizzato a effettuare operazioni di entrata e di spesa secondo le previsioni assestate.
Il confronto L’obbligo di copertura dei nuovi oneri La riforma dell’art. 81 Cost. ha reso più rigoroso l’obbligo di copertura. Il vecchio testo dell’articolo 81 disponeva: «Ogni altra legge che importi nuove e maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte»
Il nuovo testo dell’articolo 81 dispone: «Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte»
Il vecchio testo faceva riferimento soltanto all’introduzione di nuove e maggiori spese
Il nuovo testo fa riferimento a tutti i nuovi oneri che possono derivare non soltanto da nuove spese, ma anche da riduzioni delle entrate
Il vecchio testo imponeva soltanto l’obbligo di indicare quali fossero i mezzi di copertura
Il nuovo testo impone l’obbligo di provvedere alla copertura, e quindi di assicurare l’effettiva e concreta possibilità di farvi fronte
Sintesi grafica spese di adeguamento al fabbisogno Flessibilità del bilancio
fondi di bilancio obbligo di copertura
nuove leggi di spesa
limitazioni nei mezzi di copertura
approvazione con legge Assestamento del bilancio
variazione delle previsioni autorizzazione a gestire secondo le nuove previsioni
>>> 196
La manovra di bilancio
U N I TÀ 2
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto I mezzi per
..................................................
le previsioni di bilancio a esigenze sopravvenute sono:
la
..................................................
delle spese per adeguamento al
di
..................................................
e i fondi
..................................................
..................................................
; i fondi
, stanziati in bilancio;
..................................................
che prevedono nuove spese a condizione che se ne indichino i mezzi di A metà anno è sottoposta all’approvazione del Parlamento la legge di
..................................................
.
..................................................
del bilancio. copertura
•
•
fabbisogno
assestamento
•
leggi
•
rimodulazione
•
riserva
•
speciali
•
adeguare
2. Completa le frasi inserendo i termini appropriati In relazione alle spese
..................................................
essere operate variazioni ..................................................
per adeguamento al
..................................................
..................................................
. Non è consentito utilizzare somme destinate a
per finanziare spese
..................................................
possono
fra un capitolo e l’altro dello stesso ..................................................
.
4. La gestione e i controlli La gestione delle entrate e delle spese pubbliche si svolge in conformità al bilancio di previsione. Le risorse stanziate per ciascun programma di spesa vengono assegnate dai ministri ai titolari dei centri di responsabilità [ÑM3 U1 par. 5] e questi, a loro volta, stabiliscono i limiti entro i quali i funzionari dirigenti dei vari uffici possono impegnare le spese. La gestione di cassa viene svolta tramite i servizi della Tesoreria dello Stato, che è gestita dalla Banca d’Italia. L’attività di gestione del bilancio è sottoposta a controlli che ne garantiscono la regolarità, la legittimità e l’efficienza. I controlli sono interni ed esterni.
Le operazioni di gestione si svolgono in conformità al bilancio…
APPROFONDIMENTO Il servizio di Tesoreria e i rapporti con la Banca d’Italia
… e sono soggette a controlli
I controlli interni I controlli interni verificano l’andamento della gestione per consentire eventuali correttivi e garantire la regolarità, la legalità e l’efficienza dell’Amministrazione. Il controllo della legalità e della regolarità contabile ha la funzione di assicurare che l’attività finanziaria si svolga in conformità alle leggi e alle previsioni del bilancio, in osservanza dei princìpi tecnici e nell’interesse dell’Amministrazione. È esercitato dagli Uffici centrali del bilancio per i singoli Ministeri e dalla Ragioneria generale in funzione di coordinamento e di vigilanza generale. Un altro controllo interno ha lo scopo di verificare la realizzazione degli obiettivi e la correttezza ed economicità della gestione delle risorse, in base anche alla valutazione comparativa dei costi e dei rendimenti. Questo controllo viene effettuato da servizi di controllo interno, istituiti presso ciascuna Amministrazione.
Il controllo di legalità e regolarità contabile…
… il controllo di correttezza ed economicità… APPROFONDIMENTO Contabilità finanziaria e contabilità economica
197
Il bilancio
MODULO 3
Per assicurare un controllo più efficace, le singole Amministrazioni sono articolate in centri di costo e devono adottare un sistema di contabilità economica basato su rilevazioni analitiche. Gli strumenti di rilevazione sono: il piano dei conti, che evidenzia la natura economica delle risorse; il piano dei centri di costo, che evidenzia le responsabilità organizzative e gestionali; il piano dei servizi, che evidenzia i risultati da perseguire nell’ambito delle missioni e dei programmi di spesa. … il controllo sulla qualità È previsto poi il controllo sulla qualità e l’efficacia della spesa, che è della spesa svolto dai nuclei di analisi e valutazione della spesa, istituiti presso i Ministeri con il compito di monitorare l’efficacia e l’efficienza della gestione e di verificare i risultati conseguiti dalle Amministrazioni rispetto agli obiettivi di finanza pubblica programmati nel Def. Il controllo sulla qualità e l’efficacia della spesa è importante Contabilità economica ai fini delle politiche di spending review [ÑM2 U1 par. 4]. Sistema contabile che consente la valutazione In particolare, sulla base delle analisi e delle valutazioni economica dei servizi e delle attività prodotti dalle compiute dai nuclei può essere proposta la rimodulazione organizzazioni produttrici di beni e/o di servizi attraverso il valore monetario delle risorse da queste delle somme stanziate in bilancio per i vari programmi di acquisite e impiegate. spesa, in modo da rendere più razionale e produttiva la ripartizione delle risorse finanziarie fra le diverse aree di intervento pubblico. La Ragioneria generale dello Stato ha funzioni di coordinamento e La Ragioneria generale dello vigilanza sulla gestione amministrativa e contabile di tutte le AmministraStato ha poteri di coordinamento zioni pubbliche; provvede a monitorare gli effetti finanziari delle misure e vigilanza… adottate con la manovra di bilancio; verifica la coerenza delle gestioni con gli obiettivi di finanza pubblica. Gli strumenti fondamentali per il monitoraggio dei conti pubblici sono: … avvalendosi delle banche dati ● la Banca dati unitaria delle Amministrazioni pubbliche (Bdap), nella Bdap e Siope quale sono inseriti tutti i dati concernenti i bilanci di previsione, i conti consuntivi e le operazioni gestionali; ● il Sistema informativo delle operazioni degli enti pubblici (Siope), che APPROFONDIMENTO La Banca dati unitaria delle riguarda la rilevazione telematica degli incassi e dei pagamenti effettuati Amministrazioni pubbliche da Amministrazioni, enti e organismi pubblici. Centro di costo È un’unità organizzativa che gestisce risorse che generano costi; sulla base di specimche rilevazioni di contabilità economica è possibile stabilire come sono state impiegate le risorse dell’unità organizzativa nell’arco temporale considerato, ovvero se e come gli obiettivi di costo mssati sono stati conseguiti.
Il controllo della Corte dei conti La Corte dei conti esercita il controllo esterno:
il controllo preventivo sui decreti indicati dalla legge…
198
Il controllo esterno sull’esecuzione del bilancio è svolto nell’interesse generale dell’ordinamento giuridico, per assicurare l’osservanza dei princìpi costituzionali e delle norme di legge. Questi controlli vengono esercitati dalla Corte dei conti, che è un organo di rilevanza costituzionale indipendente dal Governo. La Corte dei conti esercita il controllo preventivo su determinati provvedimenti del Governo prima della loro esecuzione. È un controllo di legittimità (e non di merito) per verificare se la spesa sia conforme alla legge e trovi riscontro nel bilancio di previsione. Questo controllo preventivo viene esercitato solo su alcuni decreti governativi espressamente indicati dalla legge (provvedimenti deliberati dal
La manovra di bilancio
Consiglio dei ministri, conferimento di incarichi direttivi, variazioni di bilancio ecc.). Se il controllo ha esito positivo, la Corte dei conti appone il visto sull’atto e ne ordina la registrazione; solo quando è vistato e registrato, l’atto può ricevere esecuzione. Se la Corte ritiene l’atto illegittimo per violazione della legge di bilancio, lo annulla. Se l’illegittimità non deriva da violazione della legge di bilancio ma da altre cause, il Consiglio dei ministri può chiederne la registrazione con riserva: ciò significa che, nonostante la Corte ne abbia dichiarata l’illegittimità, l’atto potrà essere eseguito sotto la responsabilità del Governo. La Corte dei conti esercita anche un controllo successivo di legittimità e di merito sull’attività svolta dalle Amministrazioni pubbliche in esecuzione del bilancio. Verifica quindi la legittimità e la regolarità delle gestioni, il funzionamento dei controlli interni, la rispondenza dei risultati agli obiettivi stabiliti dalla legge e, più in generale, i costi, i modi e i tempi dell’azione amministrativa.
U N I TÀ 2
… il controllo successivo sulla gestione
Le norme Art. 100, comma 2, Cost. – La Corte dei conti esercita il controllo preventivo di legittimità sugli atti del Governo, e anche quello successivo sulla gestione del bilancio dello Stato. Partecipa, nei casi e nelle forme stabiliti dalla legge,
al controllo sulla gestione mnanziaria degli enti a cui lo Stato contribuisce in via ordinaria. Riferisce direttamente alle Camere sul risultato del riscontro eseguito.
Sintesi grafica uffici centrali del bilancio servizi di controllo interno
interni
nuclei di analisi e valutazione
Ragioneria generale dello Stato
I controlli sulla gestione
• legalità • regolarità contabile • efficienza • economicità • qualità della spesa • verifica dei risultati • coordinamento • vigilanza • monitoraggio
• controllo preventivo esterni (Corte dei conti)
sui decreti (legittimità) controllo successivo sulla gestione (legittimità e merito)
•
>>> 199
Il bilancio
MODULO 3
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto La
..................................................
..................................................
delle entrate e delle spese pubbliche è soggetta a: controlli
, a opera degli uffici
di controllo interno e dei ..................................................
..................................................
..................................................
del bilancio, dei
..................................................
di analisi e valutazione della spesa; controlli
, a opera della Corte dei conti, a cui compete il controllo
dei decreti, il controllo
..................................................
della gestione e la
..................................................
..................................................
del rendiconto. centrali
•
•
esterni
successivo
•
•
gestione
servizi
•
interni
•
nuclei
•
parificazione
•
preventivo
2. Collega ogni espressione della colonna sinistra con una della colonna destra 1. Controllo di legalità e regolarità
a. Ragioneria generale dello Stato
2. Controllo su efficienza e qualità
b. Corte dei conti c. Nuclei di analisi e valutazione
della spesa 3. Controllo preventivo di legittimità
d. Uffici centrali del bilancio
4. Monitoraggio sugli effetti finanziari della manovra
1
2
3
4
5. Il Rendiconto generale dello Stato Il Rendiconto è presentato al termine dell’esercizio
Comprende il conto del bilancio…
... e il conto del patrimonio
200
I risultati della gestione di bilancio vengono esposti, alla fine di ogni esercizio, nel Rendiconto generale dello Stato, elaborato dalla Ragioneria generale dello Stato. Il Rendiconto si compone di due parti: il conto del bilancio e il conto del patrimonio. Il conto del bilancio fornisce il quadro completo della gestione finanziaria svolta nell’esercizio concluso e comprende: ● le entrate di competenza dell’anno (accertate, riscosse o ancora da riscuotere); ● le spese di competenza dell’anno (impegnate, pagate o ancora da pagare); ● la gestione dei residui attivi e passivi degli esercizi precedenti; ● le somme versate in Tesoreria e quelle pagate (distinguendo se in conto competenza o in conto residui); ● il conto totale dei residui attivi e passivi che si tramandano all’esercizio successivo. Il conto del bilancio ha la stessa struttura del bilancio di previsione. Oltre all’articolazione in tipologie di entrata e in missioni e programmi di spesa, è riportata l’articolazione in unità elementari di bilancio in modo da consentire l’analitica valutazione economica e finanziaria dei risultati conseguiti in relazione agli obiettivi programmati e a quelli stabiliti dalle leggi di spesa. Il conto del patrimonio mette in evidenza la situazione patrimoniale dello Stato e comprende: ● le attività e le passività finanziarie e patrimoniali con le variazioni (po-
La manovra di bilancio
U N I TÀ 2
sitive o negative) derivanti dalla gestione del bilancio o verificatesi per altre cause; ● la dimostrazione dei punti di concordanza fra la contabilità del bilancio e quella patrimoniale. In un apposito allegato al Rendiconto sono documentati i risultati della gestione secondo il criterio della contabilità economica analitica. I costi sostenuti sono rilevati con riferimento alla natura economica (piano dei conti), alle strutture responsabili della gestione (centri di costo) e alla destinazione (missioni e programmi) [Ñpar. 4]. Il Rendiconto è soggetto al controllo della Corte dei conti che, con il giudizio di parificazione, verifica se le entrate e le spese sono state effettuate in conformità al bilancio e alle norme vigenti. Dopo il controllo della Corte dei conti, il Rendiconto è approvato dal Parlamento; il disegno di legge è presentato alle Camere entro il 30 giugno. Al Rendiconto è unita una relazione della Corte dei conti che contiene una valutazione generale sulla gestione finanziaria del Governo.
In allegato sono esposte le risultanze economiche
È soggetto al controllo della Corte dei conti È approvato dal Parlamento
Sintesi grafica conto del bilancio
struttura conto del patrimonio
Il Rendiconto dello Stato
giudizio di parificazione
controllo della Corte dei conti
relazione al Parlamento
approvazione del Parlamento con legge
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Il
..................................................
generale dello Stato espone i risultati della gestione di bilancio;
comprende il conto del al giudizio di con
..................................................
..................................................
bilancio
•
..................................................
legge
•
e il conto del
..................................................
della Corte dei conti. È approvato dal
, ed è soggetto
..................................................
.
parificazione
•
Parlamento
•
patrimonio
•
Rendiconto
2. Scegli il termine esatto fra i tre proposti Il Rendiconto è soggetto al provvedimento/parere/giudizio di parificazione della Corte dei conti. Nel conto del bilancio l’articolazione in missioni/unità elementari/ programmi consente una valutazione analitica dei risultati. Un allegato al conto del patrimonio espone i risultati della gestione secondo il criterio della contabilità finanziaria/patrimoniale/economica.
201
Il bilancio
MODULO 3
6. Il consolidamento dei conti pubblici Il quadro unitario dell’economia e finanza pubblica è dato dai Conti consolidati:
… i Conti consolidati di cassa…
… e il Conto economico consolidato delle Amministrazioni pubbliche
202
Il bilancio dello Stato dà un quadro completo delle entrate e delle spese statali, ma non esaurisce la realtà della finanza pubblica. La programmazione economico-finanziaria, per essere efficace, deve fare riferimento alla situazione complessiva dell’intero aggregato delle Amministrazioni pubbliche (Amministrazioni centrali, Amministrazioni locali, Enti previdenziali) [ÑM1 U1 par. 3], così da poterne determinare in modo organico gli indirizzi e la portata. Il quadro unitario di tutto il sistema della finanza pubblica è realizzato mediante il consolidamento dei conti pubblici. Il consolidamento dei conti presuppone la raccolta degli elementi contabili dei bilanci dello Stato e delle altre Amministrazioni pubbliche, la loro elaborazione e l’eliminazione delle partite che, costituendo spese per un ente ed entrate per un altro, si compensano a vicenda (per esempio, i trasferimenti a carico dello Stato per finanziare altri enti pubblici). Ogni anno vengono redatti: ● il Conto consolidato di cassa delle Amministrazioni pubbliche; ● il Conto consolidato di cassa del Settore statale, che evidenzia i dati riguardanti il bilancio dello Stato e le operazioni della Tesoreria statale; ● il Conto economico consolidato delle Amministrazioni pubbliche. I Conti consolidati di cassa sono redatti dalla Ragioneria generale dello Stato. Registrano tutti gli incassi e i pagamenti effettuati nell’anno, a prescindere dal momento in cui è sorto il relativo credito o debito. Sono conti finanziari e quindi prendono in considerazione tutte le operazioni che danno luogo a entrate o spese monetarie, comprese le operazioni di finanziamento (concessione o riscossione di crediti, partecipazioni, conferimenti ecc.). Il saldo passivo rappresenta il fabbisogno di cassa, cioè la quantità di denaro che occorre per la copertura finanziaria delle operazioni di pagamento, nella parte in cui esse non sono coperte dagli incassi. Il fabbisogno di cassa è un indicatore importante perché evidenzia in che misura è necessario ricorrere all’emissione di prestiti pubblici per finanziare il pagamento delle spese. Il Conto economico consolidato delle Amministrazioni pubbliche è redatto dall’Istat. È un conto economico che non registra le partite finanziarie, ma soltanto le operazioni economiche di acquisizione o impiego di risorse. Le operazioni sono registrate con riferimento al momento in cui si realizza il fatto economico e gestionale che dà origine a un credito o a un debito, senza che abbiano rilevanza le modalità o i tempi di incasso o di pagamento (criterio della competenza economica). I dati del Conto economico consolidato costituiscono la base operativa per le politiche economiche e sociali, perché consentono di misurare l’incidenza dell’economia pubblica rispetto al sistema economico nazionale. Il dato riguardante l’indebitamento netto, cioè il saldo fra spese ed entrate risultante dal Conto economico consolidato, costituisce il punto di riferimento in sede europea ai fini del monitoraggio sullo “stato di salute” dell’economia e della finanza pubblica negli Stati membri.
La manovra di bilancio
U N I TÀ 2
Conto economico consolidato delle amministrazioni pubbliche (milioni di euro) Voci economiche USCITE Redditi da lavoro dipendente Consumi intermedi Prestazioni sociali in natura Prestazioni sociali in denaro Altre uscite correnti Uscite correnti al netto interessi Interessi passivi Totale uscite correnti Investimenti mssi lordi Contributi agli investimenti Altre uscite in c/capitale Totale uscite in c/capitale Totale uscite ENTRATE Produzione vendibile e per uso proprio Imposte dirette Imposte indirette Contributi sociali effettivi Contributi sociali mgurativi Altre entrate correnti Totale entrate correnti Imposte in c/capitale Altre entrate in c/capitale Totale entrate in c/capitale Totale entrate SALDI Saldo corrente Indebitamento netto Saldo primario
2012
2013
2014
2015 (a)
2016 (a)
166.142 87.023 43.345 311.442 63.479 671.431 83.566 754.997 41.422 17.029 5.426 63.877 818.874
164.784 89.579 43.552 319.688 66.061 683.664 77.605 761.269 38.555 13.866 5.691 58.112 819.381
163.468 88.890 44.210 326.863 67.558 690.989 74.377 765.366 36.819 12.786 10.594 60.199 825.565
162.087 89.620 43.719 332.792 64.854 693.072 68.040 761.112 36.860 16.053 16.101 69.014 830.126
163.960 90.707 44.480 337.513 68.212 704.872 66.475 771.347 35.394 16.448 6.922 58.764 830.111
34.246 239.760 246.746 211.733 4.104 29.148 765.737 1.524 4.397 5.921 771.658
36.574 240.920 239.813 211.200 4.089 30.684 763.280 4.154 4.614 8.768 772.048
37.234 237.815 248.849 210.414 3.932 31.515 769.759 1.582 5.082 6.664 776.423
37.993 242.881 250.069 215.134 3.941 30.562 780.580 1.217 5.627 6.844 787.424
37.808 247.788 242.668 217.577 3.947 31.640 781.428 5.293 1.453 6.746 788.174
10.740 – 47.216 36.350
2.011 – 47.333 30.272
4.393 19.468 10.081 – 49.142 – 42.702 – 41.937 25.235 25.338 24.538 Fonte: Istat, Conti economici nazionali (a) Dati provvisori.
Rapporti caratteristici del conto economico consolidato delle amministrazioni pubbliche (a) Anni 2012-2016 (valori percentuali del Pil)
Entrate totali Entrate correnti Uscite totali Uscite correnti Uscite totali al netto interessi Indebitamento netto Saldo primario Pressione mscale
2012 47,8 47,5 50,8 46,8 45,6 – 2,9 2,3 43,6
2013 48,1 47,6 51,1 47,4 46,2 – 2,9 1,9 43,6
2014 2015 (b) 2016 (b) 47,9 47,7 46,9 47,5 47,2 46,5 50,9 50,2 49,4 47,2 46,1 45,9 46,3 46,1 45,4 – 3,0 – 2,6 – 2,5 1,6 1,5 1,5 43,3 43,2 42,7 Fonte: Istat, Conti economici nazionali
(a) Le possibili differenze nelle diverse modalità di calcolo dello stesso “rapporto caratteristico” sono dovute agli arrotondamenti. (b) Dati provvisori.
203
Il bilancio
MODULO 3
Sintesi grafica centrali delle Amministrazioni pubbliche
Conti consolidati di cassa (Ragioneria generale dello Stato)
Il consolidamento dei conti
locali previdenziali
del settore statale
centrali
Conto economico consolidato delle Amministrazioni pubbliche (Istat)
locali previdenziali
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Il quadro con il
..................................................
..................................................
di tutto il sistema della finanza pubblica è realizzato
dei conti, che consiste nell’aggregare i bilanci di tutte
le Amministrazioni pubbliche, con la ..................................................
per un ente e
consolidamento
•
..................................................
..................................................
eliminazione
•
entrata
•
delle partite che costituiscono
per un altro.
spesa
•
unitario
2. Scegli il termine esatto fra i tre proposti 1. Il Conto consolidato si forma con l’indicazione/la registrazione/l’eliminazione delle partite che costituiscono spese per un ente ed entrate per un altro. 2. I Conti consolidati di cassa registrano le operazioni di incasso o pagamento escluse/ comprese/concluse le operazioni di finanziamento; mettono in evidenza il controllo/ debito/fabbisogno della finanza pubblica. 3. Il Conto consolidato delle Amministrazioni pubbliche è redatto ogni triennio/mese/ anno dall’Istat/Eurosistema/ Eurostat; è un conto economico/gestionale/finanziario.
204
Strumenti per il ripasso
U N I TÀ 2
Strumenti per il ripasso | Sintesi INTERROGAZIONE SIMULATA
SINTESI AD ALTA ACCESSIBILITÀ
1. L’impostazione delle previsioni di bilancio avviene con il metodo della programmazione economico-finanziaria. Gli strumenti della programmazione di bilancio sono: il Documento di economia e finanza (Def) che contiene il Programma di stabilità, gli obiettivi e le previsioni per il triennio successivo, il Piano nazionale di riforma (entro il 10 aprile); la Nota di aggiornamento che integra il Documento di economia e finanza (entro il 27 settembre); il disegno di legge del bilancio dello Stato predisposto per un periodo di tre anni (entro il 20 ottobre); i disegni di legge collegati con la manovra di bilancio, che concorrono al raggiungimento degli obiettivi indicati dal Def (entro il mese di gennaio successivo all’approvazione del bilancio); il disegno di legge per l’assestamento del bilancio (entro il 30 giugno). Il bilancio di previsione è formato da due sezioni. La prima dispone le misure finanziarie necessarie ad attuare gli obiettivi programmati. La seconda contiene le previsioni delle entrate e delle spese in termini di competenza e di cassa e si articola in uno stato di previsione dell’entrata, negli stati di previsione di spesa dei Ministeri e nel quadro generale riassuntivo.
• • • • •
2. Il disegno di legge del bilancio viene presentato dal Governo al Parlamento e viene approvato con legge ordinaria. Se l’approvazione del bilancio non avviene entro il 31 dicembre, il Parlamento con legge autorizza l’esercizio provvisorio per non più di quattro mesi.
3. Dopo l’approvazione del bilancio può essere necessario finanziare nuove o maggiori spese. Gli strumenti sono: rimodulazione delle spese di adeguamento al fabbisogno; accantonamento di fondi di riserva e di fondi speciali in bilancio; leggi che prevedono nuovi oneri a condizione che ne sia assicurata la copertura.
• • •
Il disegno di legge di assestamento del bilancio è presentato dal Governo al Parlamento entro il 30 giugno. Ha lo scopo di sottoporre all’approvazione delle Camere la situazione di bilancio quale si presenta a metà anno e di adeguare gli stanziamenti alle nuove esigenze.
4. La gestione amministrativa delle entrate e delle spese avviene in conformità al bilancio ed è soggetta a controlli interni ed esterni. I controlli interni sono esercitati dagli uffici centrali del bilancio, sotto il profilo della regolarità e della legalità; dai servizi interni di controllo sotto il profilo della correttezza economica; dai nuclei di analisi e valutazione della spesa per la verifica dei risultati ottenuti dall’Amministrazione. I controlli esterni, da parte della Corte dei conti, sono preventivi e successivi: il controllo preventivo è un controllo di legittimità su determinati tipi di atti prima che questi abbiano esecuzione; il controllo successivo accerta la legittimità e l’efficienza della gestione delle Amministrazioni pubbliche.
• •
5. Dopo la fine di ciascun esercizio la Corte dei conti esercita il controllo di legittimità sul Rendiconto presentato dal Governo. Il Rendiconto è formato dal conto del bilancio e dal conto generale del patrimonio; dopo il controllo della Corte dei conti, il Rendiconto viene approvato dal Parlamento con legge.
6. Il bilancio dello Stato è coordinato con il bilancio di tutte le Amministrazioni pubbliche mediante il consolidamento dei conti, con l’eliminazione delle partite che si compensano a vicenda. In Italia vengono redatti i Conti consolidati di cassa delle Amministrazioni pubbliche e del settore statale, che registrano gli incassi e i pagamenti, e il Conto economico consolidato delle Amministrazioni pubbliche, che registra soltanto le operazioni economiche escludendo le partite puramente finanziarie.
205
UNITÀ 2
Strumenti per il ripasso
Strumenti per il ripasso | Mappa si svolge in più fasi
MAPPA PERSONALIZZABILE
visione unitaria mediante
La manovra di bilancio
programmazione delle previsioni
consolidamento dei conti
Documento di economia e finanza
conto economico consolidato delle Amministrazioni pubbliche
conti consolidati di cassa
Nota di aggiornamento
disegno di legge di bilancio
disegni di legge collegati
approvazione del Parlamento
legge di bilancio annuale e pluriennale leggi collegate
strumenti di flessibilità
gestione delle entrate e delle spese
legge di assestamento del bilancio
esecuzione interni controlli sulla gestione Corte dei conti
giudizio di parificazione (Corte dei conti) Rendiconto legge di approvazione (Parlamento)
206
• regolarità • efficienza • qualità della spesa legittimità
Verifica formativa
1. Scegli l’unica risposta esatta fra le quattro indicate 1. La seconda sezione del bilancio di previsione è formata: A da uno stato di previsione della spesa e tanti stati £ di previsione dell’entrata quanti sono i Ministeri B da distinti stati di previsione di entrata e di spesa £ per ciascun Ministero C dallo stato di previsione dell’entrata e dagli stati £ di previsione di spesa dei vari Ministeri D da uno stato di previsione dell’entrata e da uno stato £ di previsione della spesa 2. I risultati differenziali per i quali la prima sezione del bilancio pone un limite massimo sono: A il risparmio pubblico e l’indebitamento netto £ B il saldo netto da finanziare e il ricorso al mercato £ C il risparmio pubblico e il fabbisogno £ D il saldo corrente e il saldo in conto capitale £
5. I nuclei di analisi e valutazione della spesa esercitano un controllo di legittimità. 6. Il rendiconto dello Stato è formato da due diversi conti. 3. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 1
V£ F£ V£ F£
Connect the expressions on the left column with the corresponding on the right Amendments and annexes a. Statement to Def of the costs National reform programme b. Flexibility Budget law c. Economic and System of National Financial Document accounts d. Cash now Special and reserve funds e. Update note Siope f. Quantitative setting 2
3
4
5
6
4. Correggi l’errore contenuto in ciascuna frase 1. Gli Stati membri presentano alla Commissione e al Consiglio dell’Unione europea la legge di stabilità e il Programma nazionale di riforma. 2. Nella prima sezione della legge di bilancio è mssato il livello massimo dell’indebitamento netto e del ricorso al mercato. 3. Se il bilancio non viene approvato entro il 31 dicembre il Parlamento può autorizzare con legge l’esercizio transitorio al massimo per quattro mesi. 4. Entro il 27 settembre il Governo presenta alle Camere la Nota di variazione del Def. 5. Per determinare gli stanziamenti di spesa si segue il metodo del bilancio a base cento. 6. La Corte dei conti esercita il controllo successivo su determinati decreti del Governo.
3. L’assestamento del bilancio: A è approvato insieme al bilancio di previsione £ B preclude ogni possibilità di successive variazioni £ C è presentato insieme alla legge di stabilità £ D aggiorna e adegua le previsioni di bilancio £ 4. L’esercizio provvisorio è autorizzato mediante: A una legge ordinaria £ B un decreto del Capo dello Stato £ C la legge di bilancio £ D un provvedimento ministeriale £ 5. L’approvazione di nuove leggi di spesa dopo l’approvazione del bilancio: A è vietata dall’art. 81 Cost. £ B non è consentita perché il bilancio è vincolante £ C è consentita nei limiti dei fondi di bilancio £ D è consentita se ha adeguata copertura £ 6. La presentazione del Rendiconto dà modo di: A capire le ragioni degli stanziamenti previsti £ B autorizzare la gestione del denaro pubblico £ C verificare l’attuazione degli obiettivi programmati £ D limitare gli stanziamenti di spesa £ 2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false e, se sono false, spiega perché 1. Il Documento di economia e mnanza acquista valore di legge con l’approvazione del Parlamento. V£ 2. Le disposizioni della prima sezione del bilancio non possono prevedere spese V£ 3. L’approvazione delle previsioni del secondo anno di bilancio non comporta autorizzazione a gestire V £ 4. L’utilizzazione dei fondi di riserva e dei fondi speciali deve essere autorizzata con legge. V£
U N I TÀ 2
F£ F£ F£ F£
5. Individua il concetto che corrisponde alle seguenti definizioni 1. Espone le riforme strutturali programmate dallo Stato per favorire la crescita e l’occupazione. 2. Espone le previsioni per il triennio tenendo conto degli effetti mnanziari delle disposizioni della prima sezione. 3. Somme iscritte in determinati capitoli di bilancio, che possono essere prelevate per integrare gli stanziamenti di altri capitoli. 4. Il controllo esercitato dalla Corte dei conti sui decreti prima che siano eseguiti. 5. Può essere autorizzato con legge per un periodo non superiore a quattro mesi. 6. Espone le attività e le passività mnanziarie dello Stato con le relative variazioni in aumento o in diminuzione. TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
207
UNITÀ 3
I bilanci delle Regioni e degli enti locali
Conoscenze
Abilità
• Il concetto di autonomia di bilancio degli enti territoriali • I concetti di coordinamento della mnanza pubblica
• Individuare le ragioni dell’armonizzazione mscale • Individuare la correlazione fra il principio di armonizzazione
e armonizzazione dei bilanci
• I caratteri e la struttura dei bilanci degli enti territoriali • I princìpi e le norme sull’equilibrio dei conti degli enti territoriali
dei bilanci e le normative in materia di contabilità pubblica, federalismo mscale ed equilibrio dei conti pubblici • Mettere in evidenza le ragioni per le quali il sistema di bilancio degli enti territoriali è stato riformato
I bilanci delle Regioni e degli enti locali
U N I TÀ 3
1. Il ruolo degli enti territoriali e il coordinamento della finanza pubblica Gli enti territoriali, in un sistema come il nostro orientato verso forme di federalismo fiscale [ÑM2 U3 par. 3 e 4], seguono una propria politica: possono programmare e attuare gli interventi che meglio rispondono alle esigenze del territorio e della sua popolazione e possono scegliere gli strumenti che, compatibilmente con le risorse disponibili, sono più idonei a realizzarli. In conseguenza della loro ampia autonomia normativa e amministrativa, gli enti territoriali hanno anche autonomia finanziaria. Per garantire però la stabilità e l’equilibrio della finanza pubblica e del sistema economico nazionale è necessario che le politiche di entrata e di spesa dello Stato e quelle degli enti territoriali siano fra loro coordinate, e spetta allo Stato assicurare l’armonizzazione dei rispettivi bilanci (art. 117 Cost.). Rimane ferma, però, l’autonomia dei singoli enti territoriali i cui governi, nel rispetto dei princìpi generali stabiliti dallo Stato, provvedono a emanare proprie norme per disciplinare i rispettivi sistemi di contabilità secondo le esigenze dei loro territori. In passato i princìpi fondamentali in materia di bilancio e contabilità degli enti territoriali erano contenuti in un insieme di norme poco omogenee, che non assicuravano un raccordo efficace fra le politiche di bilancio regionali e locali e gli obiettivi di politica economico-finanziaria programmati dallo Stato a livello nazionale. Per ovviare a questo problema, l’armonizzazione dei sistemi contabili è stata disposta dall’art. 1 della legge 196/2009 in base al principio che tutte le Amministrazioni pubbliche devono concorrere alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica e condividerne la responsabilità. La stessa norma mette in evidenza che il coordinamento delle politiche economiche e l’armonizzazione dei bilanci sono essenziali per il perseguimento degli obiettivi definiti in ambito nazionale. La legge 42/2009 (Delega al Governo in materia di federalismo fiscale) ribadisce il principio del «concorso di tutte le Amministrazioni pubbliche al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica nazionale in coerenza con i vincoli posti dall’Unione europea e dai trattati internazionali» e detta i princìpi fondamentali affinché i bilanci delle Regioni, delle Province e dei Comuni siano redatti in base a criteri uniformi e coerenti con quelli che disciplinano il bilancio dello Stato. Il coordinamento delle politiche finanziarie degli enti territoriali è necessario per evitare distorsioni e squilibri. L’armonizzazione dei bilanci rende anche possibile il confronto fra le situazioni dei diversi enti e delle diverse aree territoriali e offre un’informazione unitaria e completa sulla situazione dell’economia e della finanza pubblica dell’intera nazione. Il principio dell’equilibrio del bilancio e il rispetto dei vincoli europei, sanciti dagli artt. 81, 97, 117 e 119 Cost. [ÑM3 U1 par. 2], presuppongono che i bilanci dei diversi enti siano predisposti secondo schemi omogenei e in base agli stessi princìpi contabili, per poter valutare l’incidenza delle entrate e delle spese e l’entità dell’indebitamento con riferimento a tutto l’aggregato delle Amministrazioni pubbliche.
L’autonomia di bilancio è una prerogativa degli enti territoriali…
I princìpi di coordinamento in passato erano fissati da leggi diverse
L’armonizzazione ha un rilievo centrale nella legge di riforma del bilancio…
… nelle norme sul federalismo fiscale…
… e nelle norme riguardanti l’equilibrio dei conti pubblici
209
Il bilancio
MODULO 3
Le norme
Legge 196/2009 – Art. 1, comma 1 1. Le amministrazioni pubbliche concorrono al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica definiti in ambito nazionale in coerenza con le procedure e i criteri stabiliti dall’Unione europea e ne condividono le
conseguenti responsabilità. Il concorso al perseguimento di tali obiettivi si realizza secondo i princìpi fondamentali dell’armonizzazione dei bilanci pubblici e del coordinamento della finanza pubblica.
Sintesi grafica realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica
le ragioni
coordinamento delle politiche fiscali
conoscenza e valutazione unitaria e completa
L’armonizzazione dei bilanci schemi omogenei per la redazione dei bilanci
gli strumenti
uniformità dei princìpi contabili
princìpi generali stabiliti con legge statale
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Gli enti
..................................................
una corretta
hanno propri bilanci, ma per evitare
..................................................
è necessaria la loro
..................................................
in base alle norme di contabilità dello
armonizzazione
•
informazione
•
omogenei
•
..................................................
..................................................
squilibri
..................................................
•
Stato
e per avere
secondo schemi
•
.
territoriali
2. Completa le frasi inserendo i termini appropriati L’armonizzazione dei fra le
..................................................
..................................................
nazionale e rendere possibile il a livello europeo.
210
pubblici ha la funzione di favorire il confronto
dei diversi enti, coordinare le politiche ..................................................
..................................................
a livello
dei vincoli che devono essere osservati
I bilanci delle Regioni e degli enti locali
U N I TÀ 3
2. Il sistema di bilancio degli enti territoriali La legge 42/2009, modificata dalla legge 196/2009, nel fissare i princìpi generali sul coordinamento della finanza pubblica, ha delegato il Governo ad adeguare i sistemi contabili degli enti territoriali alle esigenze dell’armonizzazione. Il sistema di bilancio degli enti territoriali è ora regolato dal d.lgs. 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro enti e organismi), modificato dal d.lgs. 10 agosto 2014, n. 126. Dopo un periodo di sperimentazione, le nuove norme sono entrate in vigore il 1° gennaio 2015. Le Regioni e gli enti locali adottano la contabilità finanziaria (bilancio di previsione e rendiconto), a cui si affianca, a fini conoscitivi, un sistema di contabilità economica (conto economico e stato patrimoniale). L’adozione di un Piano dei conti integrato consente la rilevazione unitaria dei fatti gestionali sotto il profilo sia finanziario sia economico. Il bilancio di previsione e il rendiconto sono redatti secondo i criteri di competenza finanziaria e di cassa. Il bilancio di previsione è predisposto su base pluriennale (per almeno un triennio). Sia le Regioni sia gli enti locali devono inoltre predisporre un bilancio consolidato con i propri enti e organismi strumentali, le aziende e le società partecipate. Gli schemi dei bilanci e dei conti economici sono definiti a livello nazionale, in modo che la contabilità di tutti gli enti territoriali sia basata su criteri uniformi. Le previsioni sono impostate secondo il metodo della programmazione economico-finanziaria, in base al Documento di economia e finanza regionale, per le Regioni, e al Documento unico di programmazione, per gli enti locali. In entrambi i casi il Documento è predisposto dalla Giunta e approvato dal Consiglio. La struttura del bilancio è analoga a quella del bilancio dello Stato [ÑM3 U1 par. 5]. Le spese si distinguono in missioni e programmi. I programmi si articolano in titoli e, ai fini della gestione, sono ripartiti in macroaggregati e in capitoli. Le entrate sono classificate in titoli e tipologie; ai fini della gestione le tipologie si articolano in categorie e capitoli. I programmi di spesa e le tipologie di entrata costituiscono le unità di voto ai fini dell’approvazione. Per ottimizzare l’utilizzo delle risorse le Amministrazioni possono effettuare variazioni compensative all’interno delle missioni e dei programmi limitatamente alle spese per il personale nel caso di provvedimenti di trasferimento interno. È vietato il finanziamento di spese correnti mediante l’utilizzazione di entrate in conto capitale o per accensione di prestiti.
Il sistema dei bilanci degli enti territoriali è regolato dal d.lgs. 118/2011 e dal d.lgs. 126/2014
Alla contabilità finanziaria si affianca un sistema di contabilità economica
Vengono redatti il bilancio di previsione, il rendiconto e un bilancio consolidato con i propri enti e aziende
Le spese si articolano in missioni e programmi Le entrate si articolano in titoli e tipologie
Sono stabiliti limiti per le rimodulazioni
211
Il bilancio
MODULO 3
Il bilancio di previsione e il budget economico sono approvati entro il 31 dicembre. Il rendiconto entro il 30 aprile. Il bilancio consolidato entro il 30 settembre. I bilanci preventivi, le variazioni e i bilanci consuntivi vengono comunicati alla Banca dati unitaria delle Amministrazioni pubbliche [ÑM3 U3 par. 4]. Norme specifiche sono stabilite per i bilanci del settore sanitario, per garantire la confrontabilità e il consolidamento dei conti dei Servizi sanitari regionali.
Sono stabiliti i termini per l’approvazione
In Italia
L’articolazione delle entrate e delle spese in titoli nei bilanci degli enti territoriali
Titoli di entrata
Titoli di spesa
• Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa • Trasferimenti correnti • Entrate extratributarie • Entrate in conto capitale • Entrate da riduzione di attività mnanziarie • Accensione di prestiti • Anticipazioni da istituto tesoriere/cassiere • Entrate per conto terzi e partite di giro
• Spese correnti • Spese in conto capitale • Spese per incremento attività mnanziarie • Rimborso prestiti • Spese per chiusura anticipazioni da istituto tesoriere/cassiere • Spese per conto terzi e partite di giro
Sintesi grafica bilancio di previsione
contabilità finanziaria
Rendiconto
caratteri e struttura in analogia con bilancio dello Stato enti strumentali
bilancio consolidato con
aziende società partecipate
Il bilancio degli enti territoriali
contabilità economica
conto economico stato patrimoniale
Piano dei conti integrato
norme specifiche per il settore sanitario
>>> 212
I bilanci delle Regioni e degli enti locali
U N I TÀ 3
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Gli enti territoriali predispongono il bilancio di e un bilancio
..................................................
..................................................
e
consolidato
•
•
rendiconto
economica
•
..................................................
..................................................
da un sistema di contabilità
titoli
•
•
, il
..................................................
con i propri enti strumentali e le società partecipate.
Le entrate sono classificate in in
..................................................
e
..................................................
. La contabilità
..................................................
finanziaria
tipologie
•
, le spese
..................................................
è affiancata
.
missioni
•
previsione
•
programmi
2. Scegli il termine esatto fra i due proposti 1. Nelle nuove norme sul sistema di bilancio degli enti territoriali è prevista l’adozione di un piano integrato dei costi/conti. 2. Le Regioni e gli enti locali devono predisporre un bilancio unitario/consolidato con i propri enti strumentali e organismi controllati. 3. I bilanci preventivi, le variazioni e i consuntivi devono essere comunicati alla Banca dati comune/unitaria delle Amministrazioni pubbliche.
3. L’equilibrio del bilancio degli enti territoriali Il principio dell’equilibrio del bilancio, per le Regioni e gli enti locali, è sancito dalla Costituzione nell’art. 119 Cost., il quale dispone che l’autonomia di entrata e di spesa riconosciuta alle Regioni e agli enti locali è esercitata nel rispetto dell’equilibrio dei relativi bilanci. La stessa norma impone agli enti territoriali il dovere di osservanza dei vincoli europei [ÑM3 U1 par. 2]. La legge 243/2012 detta le norme per l’attuazione del principio costituzionale. L’equilibrio dei bilanci degli enti territoriali si considera realizzato quando, in termini di competenza e di cassa, il saldo fra entrate correnti e spese correnti e il saldo fra entrate finali e spese finali non hanno un valore negativo. Qualora si registri un valore negativo, l’ente deve adottare misure di correzione tali da assicurarne il recupero nel triennio successivo. L’indebitamento è consentito esclusivamente per finanziare spese di investimento e con la contestuale adozione di piani di ammortamento di durata non superiore alla vita utile dell’investimento stesso. Nelle fasi sfavorevoli del ciclo, o nel caso di eventi eccezionali, lo Stato contribuisce al finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni e delle funzioni fondamentali inerenti ai diritti civili e sociali. Queste norme sono entrate in vigore nel 2016. Prima si applicavano le disposizioni del d.lgs. 170/2006, che stabilivano regole meno rigorose. Per verificare il conseguimento degli obiettivi di pareggio, gli enti territoriali devono osservare vari adempimenti stabiliti dalla legge n. 208/2015 (legge di stabilità per il 2016), art. 1, commi 707 e seguenti; la stessa legge prevede anche le sanzioni applicabili in caso di inadempienza.
Il principio dell’equilibrio è sancito dall’art. 119 Cost. …
… ed è attuato in base alle disposizioni della l. 243/2012
I necessari adempimenti sono stabiliti dalla legge n. 208/2015
213
Il bilancio
MODULO 3
Sintesi grafica fra entrate e spese correnti
saldo non negativo fra entrate e spese finali
misure correttive in caso di saldo negativo
L’equilibrio dei bilanci
indebitamento per investimenti (piano di ammortamento)
congiuntura sfavorevole
intervento dello Stato
eventi eccezionali garanzia dei livelli essenziali delle funzioni
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Gli enti territoriali hanno l’obbligo di mantenere il bilancio in L’eventuale
..................................................
È consentito l’ disavanzo
•
deve essere recuperato nel
..................................................
indebitamento
•
..................................................
solo per finanziare spese di
investimento
•
pareggio
..................................................
•
.
successivo.
..................................................
.
triennio
2. Rispondi alla domanda Quali sono, secondo te, le connessioni fra il Programma di stabilità che lo Stato presenta ogni anno nel Def e l’impegno degli enti territoriali di assicurare l’equilibrio del proprio bilancio?
214
Strumenti per il ripasso
U N I TÀ 3
Strumenti per il ripasso | Sintesi INTERROGAZIONE SIMULATA
SINTESI AD ALTA ACCESSIBILITÀ
1. Gli enti territoriali hanno autonomia di entrata e di spesa e una propria politica di bilancio. I rispettivi bilanci devono essere redatti secondo criteri contabili uniformi, in modo che ne sia possibile l’esatta conoscenza e il confronto. In passato, il sistema di contabilità delle Regioni e degli enti locali era regolato da normative diverse e scarsamente omogenee. L’armonizzazione dei bilanci è diventata quindi un tema centrale nelle leggi di riforma sulla contabilità pubblica, sul federalismo fiscale e sull’equilibrio dei conti pubblici.
consolidato con gli enti, le aziende e gli organismi che dipendono da ciascuna Regione o ente locale. Le spese sono classificate in missioni e programmi. Ai fini della gestione i programmi sono articolati in titoli, macroaggregati e capitoli. Le entrate sono classificate in titoli e tipologie. Ai fini della gestione le tipologie sono articolate in categorie e capitoli. Le tipologie di entrata e i programmi di spesa costituiscono le unità di voto ai fini dell’approvazione. I termini per l’approvazione dei bilanci sono stabiliti dalla legge.
2. Il sistema di bilancio degli enti
3. Per le Regioni e gli enti locali è sancito
territoriali è disciplinato dal d.lgs. 118/2011 (modificato dal d.lgs. 126/2014) in attuazione della legge delega 42/2009. Le Regioni e gli enti locali adottano un sistema di contabilità finanziaria a cui si affianca, a fini conoscitivi, un sistema di contabilità economica. Le previsioni sono esposte su base pluriennale per un periodo di almeno tre anni. È previsto anche un bilancio
dalla Costituzione l’impegno a mantenere l’equilibrio dei rispettivi bilanci e a concorrere all’osservanza dei vincoli europei. L’attuazione del principio dell’equilibrio è regolata dalla legge 243/2012, che per questa parte ha applicazione a decorrere dal triennio 2017-2019. Prima si applicavano le regole previste dal d.lgs. 170/2006 che erano meno rigorose.
215
Strumenti per il ripasso
UNITÀ 3
Strumenti per il ripasso | Mappa
MAPPA PERSONALIZZABILE
Gli enti territoriali art. 119 Cost. riconosce
autonomia di entrata e di spesa
politica autonoma di bilancio
con l’impegno di assicurare
equilibrio del bilancio
osservanza dei vincoli europei
ne deriva
sistema autonomo di contabilità
disciplinato da d.lgs. 118/2011
armonizzato con quello statale
che prevede
contabilità finanziaria
affiancata da
bilancio di previsione
conto economico
rendiconto
stato patrimoniale
bilancio consolidato con aziende ed enti ausiliari
coordinate mediante Piano integrato dei conti
216
contabilità economica
Verifica formativa
1. Scegli l’unica risposta esatta fra le quattro indicate 1. Gli enti territoriali hanno: A un’autonoma politica di bilancio £ B autonomia di entrata ma non di spesa £ C autonomia di spesa ma non di entrata £ D lo stesso indirizzo politico dello Stato £ 2. Per il principio dell’armonizzazione i bilanci degli enti territoriali devono essere: A fondati sulle stesse scelte politiche £ B formati mediante accordi fra i diversi enti £ C redatti in base a princìpi generali uniformi £ D approvati in modo unitario con legge dello Stato £
4. Il principio dell’equilibrio dei conti pubblici: A coinvolge tutte le Amministrazioni pubbliche £ B si applica alle Regioni ma non agli enti locali £ C deve essere osservato soltanto dall’Amministrazione £ statale D non ha rilevanza costituzionale £ 5. In base alla nuova normativa il bilancio degli enti locali è basato: A esclusivamente su un sistema di contabilità £ economica B esclusivamente su un sistema di contabilità finanziaria £ C in alternativa su un sistema di contabilità economica £ o finanziaria D sulla contabilità finanziaria affiancata da quella £ economica 6. Le nuove norme sull’equilibrio dei conti degli enti territoriali sono entrate in vigore: A nel 2016 £ B nel 2014 £ C nel 2015 £ D nel 2020 £ 2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false e, se sono false, spiega perché 1. L’autonomia di bilancio è una manifestazione dell’autonomia politico-amministrativa riconosciuta agli enti locali. V£ 2. La normativa precedente prevedeva un sistema di bilancio più omogeneo di quello previsto V£ dalle nuove norme.
3. L’armonizzazione dei bilanci ha anche rilevanza V£ a livello europeo. 4. La classimcazione delle entrate e spese dei bilanci locali è conforme a quella prevista per lo Stato. V£ 5. Il bilancio di previsione degli enti territoriali deve riferirsi almeno a un periodo di cinque anni. V£ 6. Gli adempimenti che gli enti territoriali devono osservare sono stabiliti dalla Ue. V£ 3.
3. La legge 42/2009 sul federalismo mscale: A dispone che i bilanci degli enti locali siano approvati £ a livello federale B vieta allo Stato di interferire in materia di bilanci £ e contabilità locale C delega il Governo a provvedere all’armonizzazione £ dei bilanci locali D disciplina direttamente i bilanci degli enti locali £
F£
F£
U N I TÀ 3
1. 2. 3. 4. 5. 6. 1
F£
F£ F£ F£
Connect the expressions on the left column with the corresponding on the right Autonomy accounting a. Balanced budgets Uniform criteria and b. Approval by principles 31th December Constitutional reform c. Integrated chart Financial and economic of accounts accounting d. Budgetary policy Budget statement e. Investment spending Debt f. Harmonization 2
3
4
5
6
4. Correggi l’errore contenuto in ciascuna frase 1. L’armonizzazione dei bilanci rende possibile il colloquio fra le situazioni dei diversi enti territoriali. 2. La legge di stabilità e mnanza pubblica dispone l’armonizzazione dei bilanci. 3. Sono consentite variazioni compensative in relazione alle spese per il personale all’interno delle tipologie. 4. La gestione mnanziaria è svolta dagli enti territoriali nel rispetto dei vincoli locali. 5. Entro il 31 dicembre devono essere approvati il bilancio e il budget mnanziario. 6. La struttura e la gestione dei bilanci del settore sanitario sono regolate da norme generiche. 5. Individua il concetto che corrisponde alle seguenti definizioni 1. Consente la rilevazione unitaria dei fatti gestionali sotto il promlo economico e mnanziario. 2. È redatto dalla Regione o dall’ente locale con riferimento alle proprie aziende, società partecipate e istituzioni controllate. 3. Sono le unità di voto per approvare le spese. 4. Distinguono le entrate secondo la fonte. 5. Sono le unità di voto per approvare le entrate. 6. È consentito esclusivamente per mnanziare spese di investimento. TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
217
UNITÀ 4
L’equilibrio dei conti pubblici
Conoscenze
Abilità
• Le diverse teorie sulla politica del saldo di bilancio • Le conseguenze del disavanzo sulla mnanza pubblica
• Riconoscere il ruolo dei saldi di bilancio sugli obiettivi
e sul sistema economico • Il concetto di debito pubblico e l’incidenza economica e mnanziaria della spesa per gli interessi • Le misure adottate a livello europeo per limitare la creazione di disavanzi • Il concetto di equilibrio del bilancio nei Trattati europei e nella Costituzione italiana
• Individuare il rapporto fra l’equilibrio dei conti pubblici
della politica economica e la crescita economica
• Individuare il rapporto fra il disavanzo di bilancio e il debito pubblico complessivo
• Analizzare il problema dell’equilibrio dei conti pubblici nei rapporti con la Ue
• Interpretare i dati relativi all’indebitamento e al debito pubblico nell’area dell’euro
L’equilibrio dei conti pubblici
U N I TÀ 4
1. Il problema del pareggio e le teorie sulla politica di bilancio Una delle più importanti questioni in materia di finanza pubblica riguarda l’equilibrio del bilancio, e precisamente se si debba necessariamente raggiungere il pareggio annuale fra le entrate e le spese di bilancio o se sia ammissibile un risultato di avanzo o di disavanzo. La questione si pone in termini diversi a seconda del modo in cui vengono concepiti il ruolo della finanza pubblica e il suo rapporto con il sistema economico nazionale. Nello schema classico della finanza neutrale [ÑM1 U1 par. 4] lo Stato era visto come un’azienda di erogazione che, in ogni esercizio, doveva coprire con le entrate il costo dei servizi pubblici. In quest’ottica, l’avanzo non si giustificava perché lo Stato non ha l’obiettivo di realizzare utili, e deve impiegare nella spesa pubblica tutte le risorse prelevate; il disavanzo si giustificava soltanto in circostanze eccezionali (come guerre, calamità ecc.) che rendevano necessarie spese straordinarie. Questa impostazione venne superata quando lo Stato cominciò a estendere i suoi interventi in campo economico. Al principio rigido del pareggio annuale fra entrate e spese si contrappose un diverso orientamento, secondo il quale il risultato di bilancio deve essere determinato in relazione agli obiettivi che lo Stato intende perseguire. In proposito sono state formulate diverse teorie, che hanno trovato attuazione nella politica di bilancio degli Stati. Il doppio bilancio, studiato da economisti scandinavi e americani intorno agli anni Trenta del Novecento, rappresenta il primo tentativo di superare l’impostazione tradizionale. Si basa sulla distinzione fra bilancio corrente e bilancio in conto capitale. ● Il bilancio corrente dovrebbe chiudersi ogni anno con un pareggio, in quanto le spese correnti, che esauriscono i loro effetti nell’anno, vanno mantenute nei limiti delle entrate correnti, che attingono al reddito prodotto nello stesso anno. ● Nel bilancio in conto capitale le spese per investimenti possono dar luogo a un disavanzo da fronteggiare con il ricorso a prestiti pubblici. Questo disavanzo non desta particolari preoccupazioni perché gli investimenti concorrono a incrementare la ricchezza nazionale e quindi assicurano la base di maggiori entrate future. Il costo dell’investimento viene ammortizzato lungo tutto il periodo in cui esso darà i suoi frutti, e le quote di ammortamento vengono imputate, anno per anno, al bilancio corrente. In questa impostazione si considera il disavanzo non più come un evento eccezionale, ma come un risultato da prevedere quando si intende incrementare, con gli investimenti pubblici, lo sviluppo dell’economia nazionale.
Il tema dell’equilibrio del bilancio
La teoria del bilancio ciclico è stata elaborata da economisti di scuola tedesca a seguito della grande crisi del 1929 e considera il bilancio come strumento per una politica di stabilizzazione congiunturale.
… il bilancio ciclico e la politica
è legato al ruolo della finanza pubblica
La finanza neutrale e il pareggio annuale
L’intervento pubblico e le teorie sul bilancio:
il doppio bilancio e la politica di sviluppo…
di stabilizzazione…
219
Il bilancio
MODULO 3
● Nei periodi di recessione, quando il ristagno delle attività economiche fa diminuire le entrate, non vengono ridotte le spese ma anzi si tende ad aumentarle mediante investimenti pubblici e altri interventi volti a sostenere la domanda e favorire la ripresa. Il risultato è un disavanzo di bilancio che rende necessario l’indebitamento. ● Nelle fasi di espansione, quando l’aumento del reddito e quello delle attività fanno incrementare le entrate, la spesa pubblica non viene incrementata, anzi si tende a ridurla. Si realizza così un avanzo di bilancio da destinare all’ammortamento del debito contratto negli anni di recessione e alla costituzione di fondi di compensazione con cui fronteggiare crisi future. Rimane, quindi, l’obiettivo del pareggio del bilancio, che però non viene realizzato anno per anno, ma con riferimento al ciclo economico. La teoria del bilancio funzionale (fondata sulla dottrina economica … il bilancio funzionale… keynesiana) [ÑM1 U1 par. 4] è stata elaborata da economisti anglosassoni negli anni Quaranta. Mentre le teorie precedenti prospettavano il pareggio del bilancio come un obiettivo da raggiungere (per il bilancio corrente, o come risultato ciclico), la nuova dottrina è andata al di là del concetto di equilibrio del bilancio e ha spostato tutta l’attenzione sull’equilibrio economico generale. In questa prospettiva, il risultato di bilancio viene considerato non più come un fine ma come un mezzo, e il deficit diventa uno strumento di politica economica. Nei periodi di crisi, quando l’iniziativa economica ristaL’INGLESE DEGLI ECONOMISTI gna, lo Stato può programmare una maggiore spesa pubDeficit spending blica e finanziarla non con un aumento delle imposte (che Come tutte le espressioni della lingua inglese, anche farebbero diminuire la capacità d’acquisto dei contribuenquesta è molto sintetica e signimca “spendere somme ti e quindi la domanda), ma con il ricorso a un prestito di denaro in eccesso rispetto alle entrate” (“spendere in disavanzo” o addirittura “spendere il disavanzo”). (deficit spending). Il risparmio raccolto mediante l'accensione del prestito viene utilizzato dallo Stato per sostenere i consumi e gli investimenti e incrementare la domanda; l’espansione della domanda dovrebbe stimolare le iniziative economiche e favorire un aumento della produzione fino al punto in cui le risorse produttive risultino pienamente occupate [ÑM1 U4 par. 2]. La concezione keynesiana della finanza pubblica e la teoria del bilancio funzionale hanno segnato una svolta sia negli studi di economia finanziaria sia nella politica di bilancio attuata dagli Stati. Ne è derivato un rinnovamento nella struttura e nei caratteri dei bilanci pubblici e soprattutto una nuova concezione del saldo di bilancio, visto come un risultato duttile che deve adeguarsi alla realtà della situazione economica del paese. Questa impostazione, tuttavia, implica il rischio di portare a situazioni … i rischi del bilancio di deficit che possono diventare molto gravi e assumere un carattere funzionale… permanente. Se è vero che il principio del pareggio non va inteso in modo rigido e come fine a se stesso, è anche vero che non si deve cadere nell’eccesso opposto e vedere nel deficit di bilancio una facile soluzione per i problemi di politica economica.
220
L’equilibrio dei conti pubblici
Questa consapevolezza ha caratterizzato tutti gli studi più recenti e trova ormai espressione anche nella politica di bilancio degli Stati. Le critiche più severe all’“economia del disavanzo” sono state formulate da J. Buchanan, il quale ha messo in evidenza come il continuo cumularsi di elevati deficit di bilancio finisca con il porre a carico delle generazioni future il costo dei beni e dei servizi erogati dal settore pubblico alla generazione presente. Si sostiene quindi la necessità di ritornare ai princìpi classici in materia di pareggio del bilancio, ma si osserva inoltre che le decisioni degli organi politici sono condizionate dalle aspettative degli elettori e perciò, «fino a quando gli elettori saranno riluttanti a pagare i tributi e saranno invece soddisfatti dei benefici della spesa pubblica», si potrà avere una riduzione del deficit ma non la sua eliminazione. L’unico rimedio, secondo Buchanan, può essere costituito da un vincolo all’azione del legislatore, mediante l’introduzione di norme costituzionali che pongano limiti precisi alla creazione di disavanzi.
U N I TÀ 4
… le critiche all’economia del disavanzo
Sintesi grafica pareggio annuale fra entrate e spese
bilancio neutrale disavanzo in circostanze eccezionali bilancio corrente in pareggio
doppio bilancio bilancio in conto capitale in eventuale disavanzo avanzo nelle fasi di espansione
bilancio ciclico Le teorie sul bilancio
fondo di compensazione disavanzo nelle fasi di recessione manovra delle entrate e delle spese
bilancio funzionale
politica del deficit spending rischio dell’accumulazione del disavanzo
ritorno al principio dell’equilibrio
vincoli di carattere costituzionale limiti alla creazione di disavanzi
>>> 221
Il bilancio
MODULO 3
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Sull’equilibrio del bilancio sono state formulate diverse teorie: bilancio neutrale (.................................................. in ciascun anno); bilancio ciclico (avanzo nelle fasi di e disavanzo nelle fasi di
..................................................);
ed eventuale disavanzo per spese in
..................................................
..................................................);
(.................................................. del principio del pareggio e manovra del al principio del pareggio e abbandono
•
•
recessione
..................................................
conto capitale
•
vincoli
•
corrente
•
..................................................
doppio bilancio (pareggio di parte bilancio funzionale
..................................................);
ritorno
per limitare la creazione di disavanzi.
deficit
•
espansione
•
neutrale
•
pareggio
2. Rispondi alle domande 1. Quali sono le affinità e le differenze fra la teoria del bilancio ciclico e quella del doppio bilancio? 2. Per quali ragioni è oggi rivalutato il principio dell’equilibrio del bilancio?
2. Il limite sostenibile del disavanzo L’entità dello squilibrio non deve diventare insostenibile…
APPROFONDIMENTO La scelta tra accensione di prestiti e altri strumenti di copertura del deficit
… perché in tal caso il risanamento diventa difficile
222
Gli effetti negativi del disavanzo sono particolarmente gravi quando lo squilibrio fra entrate e spese è molto accentuato e continuo. Le somme incassate, mediante i prestiti pubblici, non rappresentano un’entrata definitiva ma devono essere restituite e vanno compensate con la corresponsione di un interesse [ÑM2 U2 par. 2]; l’accensione di prestiti diventa quindi fonte di nuove spese. Se l’indebitamento ha dimensioni modeste non vi sono particolari problemi; ma se è molto rilevante e perdura nel tempo, la spesa per gli interessi incide pesantemente sul bilancio e può creare la necessità di accendere nuovi prestiti, fino a portare il deficit a livelli difficilmente controllabili. L’elevata domanda di risparmio da parte dello Stato incide negativamente sull’equilibrio del mercato dei capitali facendo rialzare i tassi di interesse. L’aumentato costo del denaro scoraggia gli investimenti delle imprese private, produce un rallentamento delle attività produttive e ostacola la crescita del reddito. La domanda complessiva, non più sostenuta da un’adeguata offerta, determina un aumento del livello dei prezzi generando inflazione. Nel contempo, il rialzo dei tassi di interesse aggrava l’onere del debito pubblico: aumenta la spesa per gli interessi e con essa il deficit, generando nuove emissioni di prestiti pubblici e ulteriore aumento dei tassi di interesse con la conseguenza di nuove spinte inflazionistiche. In definitiva si instaura un circolo vizioso tra inflazione, aumento del costo del denaro e incremento del deficit, rendendo l’economia sempre più instabile. In questa situazione il risanamento dei conti pubblici diventa estremamente difficile: l’aumento della pressione tributaria ostacola la formazione del
L’equilibrio dei conti pubblici
risparmio e costituisce un disincentivo a investire e produrre [ÑM2 U2 par. 5]; la drastica riduzione della spesa può far crollare la domanda con conseguente riduzione della produzione [ÑM2 U1 par. 4]: le misure restrittive, dunque, possono provocare una recessione economica, oltre a far ricadere l’onere del risanamento sugli utenti di servizi pubblici essenziali come la sanità, la previdenza e l’istruzione. Per queste ragioni è importante che il deficit pubblico non oltrepassi il limite oltre il quale gli effetti negativi rischiano di diventare insostenibili. Ovviamente, il dato da considerare non è soltanto il disavanzo del bilancio statale, ma l’indebitamento dell’intero aggregato dei soggetti dell’economia pubblica, cioè il saldo negativo del bilancio economico consolidato delle Amministrazioni pubbliche [ÑM3 U2 par. 6]. Il livello sostenibile del deficit pubblico non può essere determinato in assoluto, ma va valutato in rapporto al Prodotto interno lordo. Un disavanzo apparentemente modesto può avere gravi conseguenze se incide su un reddito nazionale poco elevato, e viceversa. A livello europeo è considerato eccessivo un disavanzo superiore al 3% del Pil [ÑM1 U5 par. 3]. Si può dire invece che i conti pubblici sono in equilibrio quando il rapporto deficit/Pil è pari o prossimo allo zero: vuol dire allora che la differenza negativa fra entrate e spese non incide sulla ricchezza nazionale, o vi incide in modo trascurabile. Da quanto si è detto, risulta evidente che esiste una stretta correlazione fra l’equilibrio dei conti pubblici e la crescita equilibrata del reddito nazionale. Da un lato, una situazione di equilibrio nei conti della finanza pubblica giova alla stabilità della moneta e del mercato finanziario, contribuendo a creare quelle condizioni di fiducia che sono la premessa indispensabile per l’iniziativa economica e lo sviluppo delle attività produttive. Dall’altro lato, lo sviluppo economico giova all’equilibrio dei conti pubblici perché l’aumento del reddito nazionale fa migliorare il rapporto deficit/ Pil riducendo l’incidenza del disavanzo pubblico sulla ricchezza del paese.
U N I TÀ 4
Occorre considerare il rapporto deficit/Pil
Esiste una stretta correlazione fra equilibrio dei conti pubblici e crescita economica
APPROFONDIMENTO Disavanzo e debito nell’area dell’euro
(valori percentuali)
La spesa per interessi in percentuale del Pil 8 7 6 5 4 3 2 1 0
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
Fonte: Ministero dell’economia e delle finanze
223
Il bilancio
MODULO 3
Sintesi grafica accensione di prestiti
Deficit di bilancio
maggiore spesa per interessi
aumento dei tassi
domanda di risparmio
maggiore costo del denaro
riduzione degli investimenti
riduzione della produzione
rialzo dei prezzi
inflazione
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Quando il disavanzo è molto elevato l’accensione di
..................................................
può provocare gravi
squilibri nel mercato perché fa aumentare i tassi di
..................................................
e di conseguenza
provoca
..................................................
degli investimenti privati,
produttive e
..................................................
inflazione
interesse
•
•
..................................................
delle attività
monetaria.
prestiti
•
rallentamento
•
riduzione
2. Scegli il termine esatto fra i tre proposti 1. L’accensione di prestiti è fonte di nuove entrate/spese/regole. 2. Il disavanzo desta preoccupazione se finanzia spese per servizi/investimenti/ interessi perché può determinare un aumento del Prodotto interno lordo/livello del risparmio/costo del denaro. 3. Il bilancio si considera in pareggio quando il rapporto fra disavanzo e Pil/entrate e spese/consumi e investimenti è prossimo allo zero.
224
L’equilibrio dei conti pubblici
U N I TÀ 4
3. Disavanzo di bilancio e debito pubblico Il debito pubblico è l’ammontare complessivo delle somme di cui lo Stato e gli enti pubblici sono debitori in conseguenza dei prestiti contratti. Come per il disavanzo, anche per il debito pubblico il dato da considerare è quello che fa riferimento all’intero aggregato delle Amministrazioni pubbliche. Il deficit di bilancio e il debito pubblico sono fra loro correlati. Da un lato, la formazione di un disavanzo determina la necessità di accendere nuovi prestiti, con la conseguenza di un incremento del volume complessivo del debito. Dall’altro, il debito esistente può costituire di per sé una causa di disavanzo, dovuto all’onere della spesa degli interessi [Ñpar. 2]. Quando vi è uno squilibrio nei conti pubblici è pertanto necessario distinguere la parte di disavanzo dovuta all’onere degli interessi e la parte dovuta alle spese per i fini pubblici. Si definisce saldo primario il saldo fra le entrate e le spese finali al netto degli interessi, cioè il saldo che il bilancio registrerebbe se non esistesse il debito pubblico.
Il concetto di debito pubblico
Il disavanzo di bilancio e il debito pubblico sono interdipendenti APPROFONDIMENTO I titoli del debito pubblico
Il saldo primario è al netto degli interessi del debito pubblico
Quando l’entità del debito pubblico è notevole, è possibile Debito pubblico che vi sia un disavanzo di bilancio, anche se le spese per i biSecondo il Trattato di Maastricht, per debito pubblico sogni collettivi sono pari alle entrate (pareggio primario) si intende il debito lordo consolidato della PA (lordo signimca al lordo delle attività del settore; consolidato o inferiori alle entrate (avanzo primario): il disavanzo, signimca che sono state annullate le poste reciproche in questi casi, è dovuto soltanto alla spesa per gli interessi. all’interno della PA). Lo squilibrio dei conti pubblici è maggiore quando il saldo al netto degli interessi è di per sé negativo (disavanzo Saldo primario primario). È il risultato della differenza fra tutte le entrate e tutte Come per il disavanzo, anche per il debito complessivo ci le spese escluse quelle relative agli interessi passivi. si chiede quale sia il limite sostenibile, ossia il livello oltre il quale si determinano gravi effetti negativi. La sostenibilità del debito Tale limite va considerato in relazione al livello del reddito nazionale. pubblico va considerata L’incidenza del debito sulla ricchezza nazionale è meno grave se il in rapporto al Pil Prodotto interno lordo cresce con un ritmo sostenuto. Il dato da prendere in considerazione è quindi il rapporto debito/Pil espresso in percentuale. A livello europeo, il limite oltre il quale il debito pubblico costituisce un Il parametro europeo è il 60% ostacolo alla stabilità e alla crescita economica è individuato nella misura del 60% del Prodotto interno lordo [ÑM1 U5 par. 3]. È ammesso un rapporto debito/Pil superiore al 60%, a condizione che lo Stato adotti tutte le misure necessarie per ridurlo progressivamente, e cioè elimini APPROFONDIMENTO Debito pubblico e con adeguate riforme le cause permanenti dell’indebitamento e dell’indisavanzi di bilancio: sufficiente crescita. la situazione italiana
225
Il bilancio
MODULO 3
Sintesi grafica accensione di prestiti
Deficit di bilancio
debito pubblico
spesa per interessi
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto L’indebitamento aggrava la situazione della
..................................................
pubblica perché la spesa per
provoca un aumento del
..................................................
. Il
gli
..................................................
entrate e le spese al
..................................................
disavanzo
•
•
finanza
interessi
2. Rispondi alle domande
•
..................................................
degli interessi si definisce saldo
netto
•
primario
•
fra le
..................................................
.
saldo
1. Quale correlazione esiste fra l’entità del debito pubblico e l’entità del disavanzo? 2. Che cosa si intende per “saldo primario di bilancio”? 3. È possibile che, nonostante le spese correnti e in conto capitale siano interamente coperte dalle entrate, il bilancio presenti un saldo negativo da finanziare?
4. I vincoli europei e i limiti alla creazione di disavanzi Il Patto di stabilità e crescita è stato sottoscritto nel 1997
Stabilisce un limite alla creazione di disavanzi… APPROFONDIMENTO La definizione di debito ai fini del Trattato di Maastricht
… per tutto il settore delle Amministrazioni pubbliche
Dal 2010 è in atto una riforma della governance economica europea:
226
Per gli Stati che fanno parte dell’Unione economica e monetaria europea (“area dell’euro” o “eurozona”) l’equilibrio dei conti pubblici costituisce un preciso impegno assunto con il Patto di stabilità e crescita, sottoscritto ad Amsterdam nel giugno 1997. Il Patto impone limiti al disavanzo, in base al presupposto che la stabilità finanziaria è condizione necessaria per lo sviluppo economico. Il deficit di bilancio di ciascuno Stato membro non deve superare il 3% del Prodotto interno lordo. Quando questa soglia viene superata, lo Stato ha l’obbligo di adottare riforme e misure di risanamento. Se ciò non avviene, l’Ue avvia la procedura per i disavanzi eccessivi nei confronti dello Stato inadempiente, il quale viene sottoposto a sanzioni (consistenti in un deposito infruttifero di una somma di denaro, che successivamente si trasforma in ammenda se il disavanzo non viene corretto). L’obiettivo della stabilità finanziaria non è riferito soltanto allo Stato ma a tutto l’aggregato delle Amministrazioni pubbliche. Dal Patto di stabilità e crescita deriva infatti per gli Stati membri l’obbligo di assicurare che, all’interno dei rispettivi ordinamenti, tutte le pubbliche istituzioni, e in particolare gli enti territoriali, concorrano alla realizzazione degli equilibri di finanza pubblica in coerenza con i vincoli europei, e ne condividano le conseguenti responsabilità [ÑM3 U3 par. 3]. Fino al 2010 l’applicazione del Patto di stabilità e crescita si concretizzava in
L’equilibrio dei conti pubblici
U N I TÀ 4
un sistema di “sorveglianza ex post”, che consisteva nel L’INGLESE DEGLI ECONOMISTI sanzionare i disavanzi eccessivi dopo che questi si erano Governance verificati. In seguito alla recessione del 2008-2009 si è Il termine (che in origine derivava dal francese) è entrato, attraverso la lingua inglese, nel linguaggio dell’economia. constatato che, quando la situazione di deficit di uno Non ha un sostantivo corrispondente in lingua italiana. Stato membro è molto grave, l’adozione di misure di Si contrappone al termine “government” che fa riferimento risanamento incontra molte difficoltà e lo squilibrio al Governo inteso come organo pubblico. Indica l’insieme finanziario finisce con il riflettersi negativamente suldei princìpi, dei modi e delle procedure per la gestione di un territorio, di un’organizzazione o di un’istituzione, con il conla stabilità finanziaria ed economica dell’intera area corso di tutti i soggetti che ne fanno parte attivamente e che dell’euro. ne innuenzano le politiche. Nell’ambito dell’Unione europea Per queste ragioni è stata attuata un’ampia revisione la governance è demnita come «the rules, processes and della governance economica dell’Unione europea, behaviour that affect the way in which powers are exercised at European level» (dal White Paper on European Governance). con l’obiettivo di coordinare le politiche economiche nazionali e attuare più rigorose politiche di bilancio per garantire la solidità finanziaria dell’area dell’euro. il semestre europeo… Sono state disposte le procedure da attuarsi nei primi sei mesi di ciascun anno per il coordinamento preventivo delle politiche di bilancio da parte degli Stati membri (“semestre europeo”) [ÑM3 U2 par. 1]. … gli impegni per le riforme… Gli Stati membri si sono impegnati ad attuare riforme per la competitività, l’occupazione e la stabilità finanziaria. È stato rafforzato il Patto di stabilità e crescita con misure dirette a ridurre … il rafforzamento delle misure anche l’entità del debito pubblico, oltre a quella del disavanzo. correttive… Nell’area della moneta unica le correlazioni fra le economie degli Stati membri sono talmente forti che le situazioni di grave instabilità di uno di essi possono compromettere la stabilità dell’intera zona euro. In considerazione di questo fatto, nel 2012 è stato firmato il Trattato per l’istituzione di un meccanismo europeo di stabilità (Mes). Il Mes prevede la concessione … il Mes… di prestiti o altre forme di sostegno in favore degli Stati membri che si trovino o rischino di trovarsi in gravi problemi finanziari. È del 2012 anche il Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance nell’Unione economica e monetaria (comunemente indicato come “Patto di bilancio” o “Fiscal compact”), che ha introdotto una serie … il Fiscal compact… di regole per l’attuazione del principio del pareggio del bilancio. Ciascuno Stato membro si è impegnato a rispettare un obiettivo di bi… con le regole per l’attuazione lancio a medio termine (Mto) che mantenga il saldo strutturale entro del principio del pareggio il limite dello 0,5% del Pil. Per saldo strutturale si intende il saldo del bilancio consolidato delle Pubbliche amministrazioni al netto dell’impatto delle fluttuazioni economiche e delle misure una tantum. Ciò vuol dire che nelle fasi di recessione economica è ammesso un disavanzo, ma soltanto nei limiti degli effetti determinati dal temporaneo andamento negativo dell’economia. Nelle fasi di ripresa e di espansione questo disavanzo deve essere compensato mediante la realizzazione di un avanzo, nella misura consentita dalle condizioni favorevoli dell’economia. Il rispetto dell’obiettivo di medio termine dovrebbe consentire agli Stati di affrontare le fluttuazioni cicliche evitando che l’indebitamento superi il 3% del Pil. La deviazione da questo obiettivo è consentita solo in circostanze ecce-
Misure una tantum Entrate e spese che hanno carattere soltanto temporaneo e non apportano variazioni signimcative nel medio-lungo periodo.
227
Il bilancio
MODULO 3
In Italia il principio del pareggio è stato sancito con la legge costituzionale 1/2012…
… e la legge di attuazione 243/2012
zionali o in presenza di gravi crisi economiche. Al di fuori di queste particolari situazioni, devono essere adottate misure per correggere la deviazione in un periodo di tempo definito. Se lo Stato non adotta le misure correttive è assoggettato alla procedura per i disavanzi eccessivi prevista dal Patto di stabilità. Con la sottoscrizione del Fiscal compact gli Stati hanno assunto anche l’obbligo di inserire il principio del pareggio nel loro ordinamento interno con norme a livello costituzionale. Nell’ordinamento italiano l’obbligo del pareggio dei conti pubblici è stato introdotto con la legge costituzionale 1/2012, [ÑM3 U1 par. 2], che ha sancito il principio dell’equilibrio del bilancio dello Stato e lo ha esteso ai bilanci degli enti territoriali e delle altre Amministrazioni pubbliche. La stessa legge costituzionale ha fissato gli aspetti essenziali della disciplina del bilancio. La legge di attuazione e le sue eventuali modifiche devono essere approvate a maggioranza assoluta (procedura rinforzata). La successiva legge 243/2012 («Disposizioni per l’attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell’articolo 81, sesto comma, della Costituzione») ha precisato che l’equilibrio di bilancio è conseguito se il saldo strutturale del conto consolidato delle Amministrazioni pubbliche risulta almeno pari all’obiettivo di medio termine. Nella politica di bilancio deve essere previsto un percorso che permetta di raggiungere tale obiettivo e il Governo deve comunicare alle Camere l’eventuale rischio di scostamenti, individuarne le cause e programmare gli interventi per riportare il saldo strutturale entro il limite dell’Mto.
Sintesi grafica Il patto di stabilità e crescita (1997)
• limiti nella creazione di disavanzi • procedure per deficit eccessivi - sanzioni coordinamento delle politiche fiscali (semestre europeo)
La riforma della governance economica europea (2011)
obbligo di riforme per
• occupazione e crescita • stabilità finanziaria
rafforzamento del Patto di stabilità
• misure correttive più rigorose • limiti all’entità del debito pubblico
Meccanismo europeo di stabilità (Mes)
• sostegno agli Stati membri in crisi • concessione di prestiti
Fiscal compact
• obiettivo di medio termine • saldo strutturale • equilibrio dei conti pubblici
come principio costituzionale
>>> 228
L’equilibrio dei conti pubblici
U N I TÀ 4
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Gli Stati che adottano l’euro hanno sottoscritto il Patto di e
..................................................
impegnandosi a limitare il disavanzo delle Amministrazioni pubbliche
in rapporto al Prodotto interno lordo. Se il rapporto del
..................................................
è sottoposto a crescita
•
..................................................
..................................................
si applica la procedura per i disavanzi
..................................................
deficit/Pil
•
supera il limite
..................................................
e lo Stato
finanziarie.
eccessivi
•
sanzioni
•
stabilità
•
3%
2. Esamina la tabella e rispondi alle domande Indicatori di finanza pubblica – Quadro tendenziale (in % del Pil) La tabella espone i dati a consuntivo degli anni 2015 e 2016 e le previsioni per il periodo 2017-2020. 2015
2016
2017
2018
2019
2020
-2,7
-2,4
-2,3
-1,3
-0,6
-0,5
Saldo primario
1,5
1,5
1,5
2,4
3,1
3,4
Interessi
4,1
4,0
3,9
3,7
3,7
3,8
-0,5
-1,1
-1,6
-0,7
-0,2
-0,4
Indebitamento netto
Indebitamento netto strutturale
1. Spiega i concetti di indebitamento netto, saldo primario, saldo strutturale. 2. Poiché il saldo primario è positivo, a che cosa è dovuto il valore negativo dell’indebitamento netto?
CITTADINANZA DIGITALE Wikipedia: adottare una pagina Wikipedia è un’enciclopedia online libera e collaborativa che permette a tutti gli utenti di dare il proprio contributo creando o modimcando delle voci. Per capire meglio come funziona puoi creare tu stesso una voce, da solo o insieme ai tuoi compagni, oppure modimcare un pagina esistente. Per rendere l’esperienza più efmcace, si può “adottare” una pagina, ovvero aggiornarla nel tempo e verimcarne le modimche apportate anche da altri utenti. 1. Scegliete un tema, un evento, un luogo o un monumento, un personaggio sul quale tu e i tuoi compagni potete dare un contributo di qualità. 2. Ricercate del materiale (testo, immagini, video) riguardante la voce adottata, online e sui libri. 3. Create un account Wikipedia per ciascuno, non è richiesta l’email né un’età minima per registrarsi. 4. Seguite le istruzioni del sito, che, dopo l’iscrizione, vi riporterà alle linee guida e alle norme di comportamento.
5. Esercitatevi attraverso la pagina delle prove e la sandbox (letteralmente il recinto di sabbia dove giocano i bambini, in informatica indica un ambiente di test che, come la sabbia, può essere “sporcato” e modimcato facilmente). 6. Coinvolgete un esperto (un docente o un professionista che conosce bene il tema che avete scelto) che vi possa aiutare a migliorare la qualità del vostro intervento. 7. Inserite i vostri interventi dopo averli verimcati e fatti controllare dai compagni o dagli insegnanti coinvolti nell’attività. 8. Monitorate periodicamente la pagina per aggiornarne le informazioni riportate o per verimcare gli interventi di altri utenti. Se un altro utente inserisce una modimca o vi segnala una correzione, aprite una discussione per capire le ragioni dell’intervento. Se proseguirete nel lavoro di autori di Wikipedia, ne scoprirete meglio i meccanismi e verimcherete con mano i vantaggi e i difetti di questa particolare enciclopedia diventata di fatto una risorsa di aggiornamento per tutti gli utenti del web.
229
UNITÀ 4
Strumenti per il ripasso
Strumenti per il ripasso | Sintesi INTERROGAZIONE SIMULATA
SINTESI AD ALTA ACCESSIBILITÀ
1. Sul problema dell’equilibrio del bilancio sono state formulate diverse teorie: bilancio neutrale (pareggio anno per anno); bilancio ciclico (avanzo nelle fasi di espansione e disavanzo nelle fasi di recessione); doppio bilancio (pareggio di parte corrente ed eventuale disavanzo per le spese in conto capitale); bilancio funzionale (abbandono del principio del pareggio e manovra del deficit per la stabilizzazione del sistema economico); vincoli ai poteri del legislatore per limitare la creazione di disavanzi (formazione delle scelte pubbliche).
2. L’accensione di prestiti per finanziare il deficit di bilancio ha conseguenze sia sulla finanza pubblica, per l’onere del rimborso e degli interessi, sia sul sistema economico, perché incide sull’andamento del mercato dei capitali. Quando il deficit è molto elevato e continuo può destabilizzare l’economia generando aumento del costo del denaro, rallentamento delle attività produttive e inflazione. Per individuare il limite sostenibile, l’entità del disavanzo va rapportata a quella del Pil. A livello europeo si considera eccessivo un disavanzo superiore al 3% del Pil.
3. Il debito pubblico è l’ammontare complessivo delle somme di cui lo Stato e gli enti pubblici sono debitori in conseguenza dei prestiti contratti. Fra il disavanzo di bilancio e l’ammontare complessivo del debito esiste una
230
correlazione diretta: l’aumento del disavanzo fa aumentare il debito a causa dell’accensione di nuovi prestiti. L’aumento del debito fa aumentare il disavanzo a causa dell’onere degli interessi. La sostenibilità del debito pubblico va considerata in rapporto al Pil e a livello europeo è fissata nella misura del 60%.
4. Gli Stati che adottano l’euro hanno l’obbligo di mantenere i conti pubblici in equilibrio. I vincoli alle politiche di bilancio sono stati regolati nel 1997 dal Patto di stabilità e crescita. Dal 2010 è in corso un rafforzamento delle misure dirette a prevenire e correggere gli squilibri economicofinanziari: l’introduzione del semestre europeo per il coordinamento delle politiche di bilancio; il rafforzamento del Patto di stabilità e crescita; il Trattato per l’istituzione del Mes; il Fiscal compact. Per evitare che l’indebitamento superi il 3% del Pil, gli Stati si sono impegnati a mantenere entro il limite dello 0,5% del Pil il disavanzo strutturale (cioè al netto degli effetti del ciclo e delle misure una tantum) e a recepire nel proprio ordinamento tale obbligo mediante norme a livello costituzionale. L’obbligo di assicurare l’equilibrio dei conti pubblici è stato introdotto nella Costituzione italiana mediante la modifica dell’art. 81 e di altre norme costituzionali (l. Cost. 1/2012). Con la legge 243/2012 sono state emanate le norme dirette ad attuare i princìpi costituzionali.
Strumenti per il ripasso
U N I TÀ 4
Strumenti per il ripasso | Mappa
MAPPA PERSONALIZZABILE
L’equilibrio dei conti pubblici situazione di squilibrio
interpretato in base a diverse teorie pareggio annuale (finanza neutrale)
deficit di bilancio
doppio bilancio finanziato mediante
bilancio ciclico
accensione di prestiti
genera
debito pubblico
bilancio funzionale
vincoli formali alla creazione di disavanzi con effetti su
• •
finanza pubblica sistema economico
rendendo necessario
assicurare la sostenibilità
dell’indebitamento annuale del debito complessivo
vincoli europei
• • • •
norme costituzionali (art. 81)
in rapporto al Pil
legge 243/2012
semestre europeo patto di stabilità e crescita Mes Fiscal compact
231
UNITÀ 4
Verifica formativa
1. Scegli l’unica risposta esatta fra le quattro indicate 1. Secondo la teoria del doppio bilancio il disavanzo è ammissibile: A nelle fasi di recessione £ B per coprire spese di carattere eccezionale £ C per combattere la disoccupazione £ D per finanziare gli investimenti £ 2. Secondo la teoria del bilancio ciclico il disavanzo corrisponde a una politica di: A stabilizzazione dell’economia £ B redistribuzione del reddito £ C sviluppo a lungo termine £ D soddisfacimento dei bisogni pubblici £
6. L’introduzione del principio del pareggio nella Costituzione corrisponde a un obbligo assunto dallo Stato con il Patto di bilancio. 3. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 1
3. Il concetto di pareggio demnito nel Fiscal compact si richiama in sostanza alla teoria del: A bilancio neutrale £ B bilancio funzionale £ C bilancio ciclico £ D doppio bilancio £
5. Si demnisce saldo primario quello: A fra entrate e spese al netto del debito pubblico £ B fra entrate correnti e spese correnti £ C fra entrate e spese al netto degli interessi £ D fra tutte le entrate e tutte le spese di bilancio £ 6. Il ricorso all’indebitamento: A è causa di aumento della spesa pubblica £ B in genere non si verifica ogni anno £ C incide sempre positivamente sul Pil £ D finanzia soltanto momentanee esigenze di cassa £
232
Connect the expressions on the left column with the corresponding on the right Functional budgeting a. Fiscal compact Borrowing b. Development policies Medium-term budgetary c. Demcit spending objective (Mto) d. Interest payments Excessive demcit e. Infringement Double budgeting procedure Primary surplus (demcit) f. Capital market 2
3
4
5
6
4. Correggi l’errore contenuto in ciascuna frase 1. L’emissione di prestiti pubblici incide sulla domanda di risparmio e fa diminuire i tassi di interesse. 2. Il tasso di indebitamento aumenta se si verimca un incremento del Prodotto interno lordo. 3. Il debito pubblico e il disavanzo sono interdipendenti con un rapporto di correlazione inversa. 4. Nell’ambito della riforma della “governance” europea è stato rafforzato il Patto di solidità. 5. Il Patto di bilancio demnisce il concetto di equilibrio del bilancio facendo riferimento all’obiettivo di medio termine e al saldo corrente annuo. 6. Per salvaguardare l’equilibrio del bilancio il Parlamento è obbligato a individuare le cause di eventuali scostamenti dei risultati rispetto agli obiettivi.
4. Il demcit di bilancio comporta gravi rischi quando è dovuto alla spesa per: A gli interessi dei prestiti pubblici £ B le funzioni pubbliche istituzionali £ C gli investimenti in infrastrutture £ D combattere le recessioni economiche £
2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false e, se sono false, spiega perché 1. La teoria del bilancio ciclico non si pone il problema del pareggio. V£ 2. I prestiti più pericolosi sono quelli contratti per pagare gli interessi di precedenti prestiti. V £ 3. L’accensione di prestiti è compresa fra le entrate mnali. V£ 4. La teoria del doppio bilancio propone la redazione di due conti: uno di competenza e uno di cassa. V£ 5. Il pareggio del bilancio demnito nel Fiscal compact è realizzato quando tutte le spese trovano copertura nelle entrate. V£
V£ F£
F£ F£ F£
5. Individua il concetto che corrisponde alle seguenti definizioni 1. La teoria che considera il pareggio del bilancio come un risultato di medio periodo. 2. La teoria sul bilancio che mette al centro dell’attenzione l’equilibrio economico generale. 3. Il saldo fra le entrate e le spese al netto della spesa per gli interessi. 4. Il saldo del conto economico delle Pubbliche amministrazioni al netto degli effetti delle nuttuazioni cicliche e delle misure una tantum. 5. L’ammontare complessivo delle somme di cui lo Stato e gli enti pubblici sono debitori in conseguenza dei prestiti contratti. 6. Il Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance nell’Unione economica e monetaria.
F£
F£
TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
Il bilancio
MODULO 3
PUNTI DI VISTA
ATTIVITÀ DI LABORATORIO Che cosa possiamo aspettarci dalla manovra del prossimo triennio?
Analizzate la manovra di bilancio approvata per il prossimo triennio e cercate di individuare: • quali sono gli obiettivi che lo Stato si propone di realizzare; • quali interventi sono programmati nell’arco del triennio; • quali riforme strutturali sono in corso o sono programmate; • quali effetti della manovra sono previsti per il sistema economico e per la mnanza pubblica. Competenze • Elaborare e realizzare progetti • Interagire in gruppo • Riconoscere e interpretare i fenomeni macroeconomici • Riconoscere e interpretare le tendenze dei mercati nazionali e globali • Analizzare documenti • Acquisire e interpretare criticamente l’informazione • Individuare collegamenti, analogie e differenze, cause ed effetti • Redigere relazioni tecniche e documentare le attività individuali e di gruppo Conoscenze • Il bilancio come strumento di politica economica (M1 U2; M3 U1)
• Contabilità mnanziaria e contabilità economica (M3 U2; M3 U3; altre discipline coinvolte: economia aziendale) • L’impostazione delle previsioni e i vincoli europei (M3 U2; M3 U4; M1 U5)
• La legge di bilancio. Struttura e funzione (M3 U2; altre discipline coinvolte: diritto, storia) • Bilancio dello Stato e conti consolidati delle Pubbliche amministrazioni (M1 U1; M3 U2) • La riforma dell’art. 81 Cost. e l’equilibrio del bilancio (M3 U1 e M3 U4; altre discipline coinvolte: diritto, storia) • I risultati differenziali del bilancio statale e i saldi dei conti consolidati delle Amministrazioni pubbliche (M3 U1; M3 U4)
Attività 1. Definizione della scaletta e selezione dei documenti • Fissate una “scaletta” dei punti sui quali dovrà svolgersi la vostra analisi per ciascuno dei quattro temi proposti: obiettivi, interventi, riforme strutturali, effetti. • Individuate i documenti da acquisire (il Def, le raccomandazioni UE, la nota di aggiornamento e il documento programmatico, la legge di bilancio, relazioni e
rapporti, dati statistici, articoli di riviste e quotidiani...) e i siti Internet dai quali è possibile scaricarli. 2. Organizzazione del lavoro • Dividetevi in piccoli gruppi e stabilite i criteri per la distribuzione del lavoro. • Per ogni gruppo, concordate le finalità e il livello di approfondimento dell’analisi. • Calcolate la tempistica necessaria per ciascuna fase del vostro lavoro e per il coordinamento. 3. Analisi della legge di bilancio • Esaminate i dati riguardanti il quadro macroeconomico (le variazioni del Pil, l’occupazione, il tasso di disoccupazione, il saldo della bilancia corrente dei pagamenti con l’estero), quelli riguardanti le tendenze dei mercati (in particolare dei mercati mnanziari e del settore bancario) e quelli riguardanti gli indicatori di finanza pubblica (l’indebitamento netto, il saldo primario, il saldo strutturale, la spesa per interessi, il debito pubblico). • Cercate di cogliere le correlazioni fra le prospettive di crescita economica e le prospettive di stabilità della mnanza pubblica. • Individuate i settori su cui maggiormente incideranno gli interventi programmati. • Nell’analizzare la legge di bilancio, mettete in evidenza quali modifiche vengono apportate alla legislazione vigente nella prima sezione e qual è la loro incidenza sugli stati di previsione. • Considerate i risultati differenziali previsti per il bilancio dello Stato e confrontateli con l’indebitamento netto e il fabbisogno di cassa previsti per l’intero settore delle Amministrazioni pubbliche. • Chiarite quali aspettative di risultati favorevoli sono indicate nei documetni esaminati. Informatevi sui commenti espressi dagli operatori economici, dagli economisti, dai giornalisti e più in generale dall’opinione pubblica, e confrontatene i vari orientamenti. 4. Relazione finale Esprimete il vostro parere sui contenuti e sui possibili effetti della manovra e redigete una sintetica relazione in cui illustrate lo svolgimento e i risultati del vostro lavoro.
233
Il bilancio
MODULO 3
ADESSO SPIEGALO TU Il quesito Che cosa succede se il bilancio dello Stato non viene approvato entro il 31 dicembre? Domande-guida per una spiegazione • Perché il termine per l’approvazione è mssato al 31 dicembre? • Quale relazione c’è fra i concetti di anno solare, anno mnanziario ed esercizio mnanziario? • Quali operazioni sono compiute nel corso dell’esercizio mnanziario? • Qual è il presupposto necessario afmnché queste operazioni possano essere compiute? • In che cosa consiste la funzione autorizzatoria dell’approvazione del bilancio? • Nel caso di un ritardo dell’approvazione, come interviene il Parlamento per consentire lo svolgimento della gestione mnanziaria nell’esercizio che sta per iniziare? • Entro quale limite di spesa ed entro quale limite massimo di tempo è consentita in tal caso la gestione? • Non è mai accaduto, e non è nemmeno pensabile, che il limite massimo di tempo consentito sia superato senza la demnitiva approvazione del bilancio. Quale situazione verrebbe a crearsi se questo accadesse e quali conseguenze potrebbero derivarne?
Verifica sommativa | Conoscenze - Abilità 1. Scegli la risposta esatta fra le quattro indicate 1. L’approvazione del bilancio di previsione: A è limitata soltanto alle previsioni di competenza £ B comporta l’autorizzazione a gestire entrate £ e spese C attua il controllo del Governo sull’attività £ del Parlamento D è effettuata prima dell’approvazione della legge £ di stabilità 2. Le previsioni di competenza consentono di: A programmare i flussi di moneta immessi £ in circolazione B conoscere l’ammontare delle somme da pagare £ nell’anno C eliminare il problema dei residui attivi e passivi £ D vincolare l’azione degli organi amministrativi £ 3. Il principio dell’unità del bilancio comporta il divieto di: A compensare le entrate e le spese che sono collegate £ fra loro B effettuare gestioni fuori bilancio £ C sopravvalutare le entrate e sottovalutare le spese £ D destinare singole entrate al pagamento di singole £ spese 4. La teoria del bilancio funzionale: A sostiene che il bilancio è in funzione della realizzazione £ del pareggio
234
B è l’unica compatibile con una finanza di tipo liberista £ C ammette il disavanzo solo per finanziare £
gli investimenti D considera il disavanzo come un risultato £
da programmare 5. Il risultato differenziale denominato saldo netto da mnanziare è il saldo: A fra entrate correnti e spese correnti £ B fra entrate finali e spese finali £ C fra entrate correnti e spese finali £ D fra entrate finali e spese complessive £ 6. Il Patto di stabilità e crescita vincola: A gli Stati più industrializzati £ B gli Stati membri dell’Unione europea £ C gli Stati che adottano l’euro £ D gli Stati che chiedono di entrare nella Ue £ 7. Il Patto di stabilità e crescita ha l’obiettivo di: A evitare situazioni di disavanzo eccessivo nei conti £ pubblici B evitare l’instabilità politica del Governo all’interno £ dello Stato C garantire condizioni di sicurezza nei rapporti £ internazionali D stabilizzare la domanda per consumi e investimenti £
Il bilancio
MODULO 3
8. La legge di bilancio può apportare alle leggi vigenti soltanto modimche: A di carattere ordinamentale £ B puramente formali £ C temporanee e non permanenti £ D che comportino effetti finanziari £ 2. Rispondi alle domande 1. In che cosa consiste la funzione giuridica del bilancio? 2. Quale importanza ha il bilancio ai mni delle scelte di politica economica? 3. Quali sono le fonti costituzionali e legislative della normativa sul bilancio? 4. Per quale ragione si creano i residui attivi e passivi? 5. Come sono classimcate le entrate e le spese nel bilancio italiano? 6. Quali risultati differenziali vengono rilevati e quali saldi esprimono? 7. Con quale metodo e con quale procedimento vengono impostate le previsioni di bilancio? 8. Qual è la funzione del bilancio pluriennale? 9. Come si provvede alle spese impreviste? 10. Per quale ragione alla contabilità mnanziaria di bilancio si afmanca un sistema di contabilità economica? 11. Come è formato il Rendiconto e come si giunge alla sua approvazione? 12. Per quali ragioni è disposta l’armonizzazione dei bilanci degli enti pubblici?
3. Ripassa e rispondi 1. Esponi il concetto di disavanzo e spiega mno a che punto è ammissibile la creazione di disavanzi. • I risultati differenziali di bilancio (U1 par. 6) • Il concetto di disavanzo. Distinzione dei concetti di disavanzo corrente, disavanzo primario, disavanzo strutturale (U1 par. 6; U4 par. 3 e par. 4) • Il ruolo della mnanza pubblica e le teorie sulla giustimcazione del disavanzo (U4, par. 1) • Rinessi della teoria del doppio bilancio nell’impostazione del bilancio dello Stato italiano: i titoli di entrata e di spesa; il saldo di parte corrente (U1, par. 5 e 6) • Effetti economici del disavanzo. Rapporto fra disavanzo e crescita. Rapporto fra disavanzo e livello dei prezzi (U4, par. 1 e 2) • Interdipendenze fra disavanzo annuale e debito complessivo (U4, par. 3) • Il problema della sostenibilità del demcit. Rapporto fra demcit e Pil (U4 par. 2) • Il Fiscal compact: rinessi della teoria del bilancio ciclico (U4, par. 4)
• La prevenzione dei disavanzi eccessivi (U4 par. 4) • Il semestre europeo. Il bilancio a base zero (U2 par. 1) • Il riferimento al demcit strutturale (U4 par. 4) 2. Il bilancio di competenza e il bilancio di cassa. • Concetto di bilancio di competenza e bilancio di cassa (U1, par. 3) • Competenza e cassa nel bilancio annuale, nel bilancio pluriennale e nel rendiconto dello Stato italiano (U1, par. 3; U2 par. 2 e par. 5) • Previsioni di competenza e funzione politico-giuridica del bilancio (U1, par. 3 e par. 1) • Previsioni di competenza e formazione dei residui (U1 par. 3) • Differenza fra il concetto di competenza mnanziaria e il concetto di competenza economica (U1 par. 3; U3 par. 2)
4. Completa la tabella (dati in milioni di euro) Entrate tributarie Entrate extratributarie Alienazione e ammortamenti di beni patrimoniali e riscossione crediti Entrate mnali Spese correnti Di cui interessi Spese in conto capitale Spese mnali Risparmio pubblico Saldo primario Saldo netto da mnanziare
452.614 66.086 1.317 .......................... 482.475 89.660 .......................... 526.201 .......................... .......................... ..........................
5. Individua le correlazioni Collega i termini contenuti nelle due colonne. A ogni termine della prima colonna ne corrispondono due della seconda. 1. Accertamenti a. Saldo strutturale b. Parimcazione del rendiconto 2. Amministrazioni c. Previsioni di competenza pubbliche d. Classimcazione delle entrate 3. Equilibrio del bilancio e. Conto consolidato 4. Corte dei conti f. Princìpi costituzionali 5. Tipologie g. Unità di voto h. Gestione delle entrate i. Armonizzazione dei bilanci l. Controllo sui decreti 1
2
3
4
5
235
Il bilancio
MODULO 3
6. Attività Il consolidamento dei bilanci Calcola: • il saldo nel bilancio dell’ente A e nel bilancio dell’ente B; • le entrate e le spese da indicare nel bilancio consolidato delle Amministrazioni pubbliche; • il saldo del bilancio consolidato.
Nel bilancio dell’ente A risulta: Entrate: Spese per trasferimenti a ente B: Altre spese: Nel bilancio dell’ente B risulta: Entrate per trasferimenti da ente A: Altre entrate: Spese:
1.000 200 1.200 200 600 900
Verifica sommativa | Competenze 1. Rifletti e rispondi 1. Cavour affermava che «il polso e la situazione di una nazione si possono esaminare con assoluta certezza esaminando il documento del bilancio». Lo statista inglese Gladstone asseriva che «il bilancio è lo specchio dello Stato». Che cosa significano queste affermazioni? 2. Il bilancio di previsione italiano, che in passato era un bilancio di competenza, ora è redatto in termini di competenza e di cassa. Quali sono le ragioni? 3. Se il primo risultato differenziale di bilancio è negativo, quali sono le conseguenze? 4. In che cosa consiste la differenza fra il secondo e il terzo risultato differenziale?
5. Qual è la posizione della Scuola delle scelte pubbliche in materia di pareggio del bilancio? Quali applicazioni ha avuto nella politica di bilancio europea? 6. Quale correlazione esiste fra l’incremento del debito pubblico e l’andamento dei tassi di interesse sul mercato dei capitali? 7. A quale delle teorie sul bilancio si ricollega il limite imposto all’indebitamento delle Regioni e degli enti locali? 8. Quali sono le differenze e le correlazioni fra il bilancio dello Stato e il conto consolidato delle Amministrazioni pubbliche?
2. Interpreta i dati e ricerca le informazioni Indebitamento netto e avanzo primario in % del Pil (anni 1995-2016) 6,80
2,10
–11,30
2,30
1,70
1,50
Indebitamento netto
Interessi
2012
2013
2014
2015
2016
–4,30
2011
–3,00
2010
–2,30
2009
–5,40
2008
–3,00
2007
–5,50
2006
1,70
–0,60 0,0
–3,80 –5,00
–4,10 –4,60
0,10
–4,60 –4,60
2005
2,50 1,20
–5,30 –4,70
2004
–3,40 –4,70
–3,20
2003
–5,30
–2,10
2002
–5,80
–2,20
2001
–6,20
–1,50
2000
–6,50
–1,90
–2,60
–9,50
1999
–6,80
1998
–8,00
1997
–6,70
1996
–10,80
1995
–7,70
0
–2,70
0,40
2,60
–2,50 –4,00
3,10 2,10
–4,70
3,60
–2,50
4,00
–2,60
5,00
–5,10
4,90
–1,90
4,10
–5,00
5,50 3,70
–3,40 –4,60
%
Avanzo primario
Fonte: Ministero dell’economia e delle finanze
1. Indebitamento netto e avanzo primario Osserva il grafico e analizza le variazioni dell’avanzo primario e le variazioni dell’indebitamento netto. In che rapporto stanno fra loro? 2. Normativa europea 1. Alla chiusura del semestre europeo il Consiglio formula le raccomandazioni sulla manovra di bilancio degli Stati membri.
Che cosa sono le raccomandazioni? Che valore giuridico hanno? In che cosa differiscono dalle direttive e dai regolamenti? Cerca le risposte negli articoli del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, parte V, titolo I, capo II. 2. Qual è la differenza fra il Consiglio e il Consiglio europeo? Cerca la risposta negli articoli 15 e 16 del Trattato sull’Unione europea, titolo III. TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
236
Il bilancio
MODULO 3
Read the text and answer the questions
CLIL
How Countries Spend Their Money
CONTENT AND LANGUAGE INTEGRATED LEARNING
Each country has its own spending needs that vary with the priorities of the populace, the size of the population, the age of the population and the political involvements of that country. Some of the largest expenditures of governments are the military and education. Military Military spending is important to most nations, with each country spending to its own need and ability. Canada spends 6.3% of its total yearly budget on military spending. The United States spends 19.3% of its budget on military expenses. Mexico uses 3.3% of its budget for military spending. In Scandinavia and Europe, military spending is relatively low. Norway spends 4.8% of its budget on military spending, while its neighbour Sweden spends 4.3%. In the U.K., military spending is 6.3% of the yearly expenditure. In Germany, is 3.3%. In France, military spending is 5.4% of France’s yearly budget while Italy uses 4.5% of its annual budget for military spending. The annual military spending of Spain is 4.2%. In the Middle East, the level of military spending is generally higher than in Europe. In the United Arab Emirates, military spending makes up 45.7% of the country’s annual budget. In Iran, military spending is 21.7% of its allocated budget. The military expenditure of Pakistan is 23.1% of all its yearly expenditures.
Education Canada spends 12.7% of its total yearly budget on education. The United States spends 17.1% of its budget on education expenses. Mexico uses 24.3% of its budget on education spending. Norway spends 16.2% of its budget on education spending, while Sweden spends 12.8%. In the U.K., education spending is 11.5% of the yearly expenditure, while in Germany is 9.5%. In France, education spending is 11.4% of France’s yearly budget. Italy uses 10.3% of its annual budget for education spending. The annual education spending of Spain is 11.3% of its budget. In the United Arab Emirates, education spending makes up 22.5% of the country’s annual budget. In Iran is 17.7%, in Pakistan is 7.8% of all its yearly expenditures.
GLOSSARY
Involvements Commitments that the State assumes in relation to other States or citizens. Military Expenditure relating to the army, armed forces, soldiers, or war-making. Education Expenditure relating to the school and university system.
Questions 1. Which State spends most of its yearly budget on military expenditure? 2. What is the Italian position in military and education expenditure related to other European States? 3. Summarize and explain the main topics of the article.
Source: visualeconomics.creditloan.com
237
Il bilancio
MODULO 3
Listen to the text and fill in the blanks
CLIL
Italy versus Japan
CONTENT AND LANGUAGE INTEGRATED LEARNING
AUDIO
Questions 1. Who has the best interest rates, Italy or Japan? 2. In what regards are Italy and Japan similar? 3. What’s the difference between the European and the Japanese Central Bank policy?
Why are the (1) on Italian and Japanese debt so different? As of right now, 10-year Japanese (2) are yielding 1.09%; 10-year Italian bonds 5.76%. This is interesting, because in a number of ways the two countries look similar. Both have high debt levels, although Japan’s is higher. Both have awful demography. In other respects, the numbers if anything favour Italy, which has a much smaller current deficit as a percentage of GDP. So what’s going on? We normally argue that members of the euro zone that have excessive costs — which certainly includes Italy — face a (3) in the sense that they will be forced to go through a period of grinding deflation to restore competitiveness. But while Japan has its own currency, it’s suffering from its own deflation all the same. What is true is that the Bank of Japan is keeping rates at zero, while the European Central Bank seems determined to raise rates. Is that enough to explain the difference? Or is it something about the absence of a proper (4) function? Or, finally, do Japanese politics — for all their disappointments — just look more mature than those of Italy? Source: krugman.blogs.nytimes.com
238
MODULO
L’imposizione fiscale e il sistema tributario • UNITÀ 1
Le imposte e il sistema tributario • UNITÀ 2
L’equità dell’imposizione • UNITÀ 3
La certezza e semplicità dell’imposizione • UNITÀ 4
Gli effetti economici dell’imposizione
Prerequisiti
Collegamenti interdisciplinari
• La mnanza pubblica come strumento
Diritto • Il principio di legalità • Il concetto di obbligazione • I principi di eguaglianza e solidarietà • Il concetto di procedimento amministrativo
di politica economica • La politica mscale: funzioni e obiettivi • Funzione, natura e caratteri delle entrate pubbliche • Concetti generali sui tributi: differenza fra imposte e tasse • La pressione tributaria: concetto, effetti economici • Concetti generali di microeconomia: il principio dell’utilità marginale decrescente, i regimi di mercato, l’andamento dei costi, la formazione dei prezzi • Le esternalità negative e le imposte correttive
Economia aziendale • La gestione amministrativa delle entrate • L’imposta come elemento del costo di produzione Matematica • Misurazione dell’elasticità della domanda • Individuazione del costo medio e del costo marginale • La capitalizzazione del reddito Storia • La tassa sul macinato e l’imposizione sui consumi nella seconda metà dell’Ottocento
UNITÀ 1
Le imposte e il sistema tributario
Conoscenze
Abilità
• I concetti generali sull’imposta • I promli essenziali dell’obbligazione tributaria • Le diverse tipologie di imposta, i rispettivi caratteri
• Riconoscere la rilevanza del presupposto di imposta • Identimcare il presupposto, i soggetti e l’oggetto di alcune
e i criteri di classimcazione • Il sistema tributario: concetto e princìpi fondamentali
• Riconoscere in concreto se un’imposta è diretta o indiretta,
imposte vigenti reale o personale, proporzionale o progressiva
• Applicare le diverse tecniche per l’attuazione della progressività • Individuare la ragione per la quale i sistemi tributari sono costituiti da una pluralità di imposte diverse
Le imposte e il sistema tributario
U N I TÀ 1
1. L’imposta Sappiamo che… L’obbligazione L’obbligazione è un vincolo giuridico fra due parti, l’una delle quali (debitore) ha il dovere di eseguire una determinata prestazione patrimoniale e l’altra (creditore) ha il diritto di pretenderne l’adempimento. Per la forza coercitiva del vincolo obbligatorio, se il debitore non adempie la prestazione dovuta, il creditore può ottenere in via coattiva il soddisfacimento del suo diritto. I sistemi tributari moderni sono il risultato di un’evoluzione secolare. In epoca antica, quando la terra era l’unica risorsa economica, la sola imposta era quella sui terreni. Nel corso del tempo le fonti di ricchezza sono aumentate e all’imposta sulla terra si sono aggiunte imposte su tutte le manifestazioni di ricchezza (proprietà edilizia, capitali mobiliari, attività di lavoro e di impresa, consumi, affari ecc.).
I sistemi tributari sono caratterizzati da una pluralità di imposte
L’imposta è un prelievo coattivo di ricchezza, posto a carico dei cittadini, effettuato dallo Stato o da altro ente pubblico. Il gettito delle imposte è destinato sostanzialmente a soddisfare gli interessi generali della collettività [ÑM1 U3 par. 2] e non ha alcuna relazione con la prestazione di servizi individuali da parte dell’ente impositore. Il contribuente è assoggettato all’imposta non perché è l’utente di un servizio, ma perché è membro della collettività. Il dovere di pagare le imposte deriva da presupposti stabiliti dallo Stato nell’esercizio del potere di sovranità; in altre epoche storiche il potere di imporre tributi era esercitato con criteri diversi, a volte anche arbitrari, ma oggi i presupposti e i parametri dell’imposizione sono soltanto quelli della capacità contributiva, che consiste nella possibilità economica del contribuente di sostenere il peso dei tributi. L’imposta è diventata così, negli ordinamenti moderni, uno strumento coattivo di solidarietà sociale, in quanto l’onere della spesa per i servizi pubblici che giovano a tutta la collettività ricade in misura maggiore su chi dispone di una maggiore ricchezza. La materia tributaria è oggetto di riserva di legge; ciò vuol dire che le imposte possono essere istituite, modificate o abolite soltanto dal legislatore. Il rapporto del cittadino con l’ente impositore si configura come un rapporto giuridico (obbligazione tributaria), i cui presupposti ed elementi essenziali sono stabiliti dalla legge, mentre l’applicazione è disciplinata da regolamenti dell’Amministrazione finanziaria.
I cittadini sono assoggettati
Presupposto dell’imposta è l’atto o il fatto al cui verificarsi la legge ricollega la nascita dell’obbligazione tributaria.
Il presupposto dell’imposta
alle imposte…
… in relazione alla loro capacità contributiva…
… in base a norme di legge
è stabilito dalla legge
Si tratta di atti o fatti suscettibili di valutazione economica, dai quali si può desumere, direttamente o indirettamente, la capacità contributiva di un soggetto.
241
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
Per esempio, il presupposto dell’Irpef è il possesso di redditi da parte di una persona fisica; quello dell’Iva è la cessione di beni o la prestazione di servizi effettuata nell’esercizio di imprese, arti o professioni; quello dell’Irap è lo svolgimento di un’attività produttiva; quello dei dazi doganali è l’importazione di merci. L’obbligazione tributaria nasce nel momento in cui si verifica il presupposto Quando il presupposto si verifica dell’imposta previsto dalla legge. Consiste nel dovere di pagare il tributo e di nasce l’obbligazione tributaria osservare gli adempimenti previsti dalla legge per la concreta realizzazione del prelievo (dichiarazioni, registrazioni, conservazione o presentazione di documenti ecc.). L’individuazione del presupposto di imposta ha un’importanza fondamenAPPROFONDIMENTO tale, perché l’obbligazione tributaria sorge solo se la situazione in cui si trova Il collegamento fra presupposto economico un determinato soggetto corrisponde esattamente all’atto o al fatto previsto e imposta dovuta dalla legge come presupposto di quel determinato tributo. Elementi dell’imposta sono: Elementi dell’imposta sono: il soggetto attivo, il soggetto passivo, l’oggetto, la base imponibile e l’aliquota. Il soggetto attivo è la Pubblica amministrazione, che ha il potere di il soggetto attivo… applicare in concreto l’imposta (il soggetto attivo dell’Irpef e dell’Iva è l’Amministrazione finanziaria dello Stato; il soggetto attivo dell’Irap è la Regione nel cui territorio è svolta l’attività). Il soggetto passivo è la persona fisica o l’ente su cui gravano l’obbligo di … il soggetto passivo… pagare il tributo e la conseguente responsabilità in caso di inadempimento. L’obbligo del pagamento deve essere adempiuto dal conContribuente tribuente, cioè dal soggetto nei cui confronti si è verificato Soggetto nei cui confronti si verimca il presupposto il presupposto di imposta (per l’Irpef il contribuente è il di imposta e che quindi è tenuto al pagamento della possessore dei redditi; per l’Iva è colui che effettua la prestessa. Possono essere contribuenti le persone msiche, le persone giuridiche e, in generale, tutte stazione o la cessione; per l’Irap è colui che svolge l’attività le organizzazioni di beni e persone anche prive di produttiva; per i dazi doganali è l’importatore). personalità giuridica nei cui confronti si sia verimcato In alcuni casi, per rendere più agevole e sicura l’applicazione il presupposto di imposta. dell’imposta, il dovere di adempiere l’obbligazione tributaria può essere posto a carico di una persona diversa dal contribuente (sostituto di imposta), che dopo il pagamento è obbligata a rivalersi nei confronti del contribuente (nel caso dell’Irpef sui redditi di lavoro, il sostituto di imposta è il datore di lavoro il quale, dopo aver pagato l’imposta allo Stato, ne trattiene l’importo quando corrisponde la retribuzione al lavoratore). L’oggetto dell’imposta è la ricchezza su cui essa viene applicata (oggetto … l’oggetto… dell’Irpef è il reddito complessivo posseduto dal contribuente; oggetto dell’Iva è la cessione o la prestazione effettuata; oggetto dell’Irap è la produzione derivante dall’attività esercitata; oggetto del dazio è la merce importata). La base imponibile, a cui viene commisurata l’imposta, è costituita dal … la base imponibile… valore dell’oggetto espresso in moneta (la base imponibile Sostituto d’imposta dell’Irpef è il valore monetario del reddito posseduto; la È chi (datore di lavoro, ente pensionistico ecc.) per base imponibile dell’Irap è il valore monetario della prolegge sostituisce in tutto o in parte il contribuente duzione netta). (sostituito) nei rapporti con l’Amministrazione mnanziaria, trattenendo le imposte dovute dai compensi, Per alcune imposte la legge prevede un parametro quantisalari, pensioni o altri redditi erogati e successivamente tativo diverso da quello del valore monetario: per esempio, versandole allo Stato. le imposte di fabbricazione si commisurano al peso o al
242
Le imposte e il sistema tributario
volume della merce fabbricata, le imposte automobilistiche alla potenza effettiva dell’auto espressa in kilowatt. L’aliquota è il rapporto fra l’ammontare dell’imposta e l’ammontare della base imponibile; si esprime in percentuale e indica in che proporzione l’imposta si commisura all’imponibile (l’Ires si applica al 24% del reddito; l’Irap al 3,90% del valore della produzione netta). La ricchezza alla quale il contribuente attinge per far fronte al pagamento del tributo è la fonte dell’imposta. Generalmente la fonte è il reddito ma, se l’imposta è molto elevata, può avere come fonte il patrimonio del contribuente il quale, per pagarla, deve attingere al risparmio precedentemente accumulato o disinvestire parte dei beni posseduti. L’individuazione della fonte non è rilevante dal punto di vista giuridico perché l’obbligazione tributaria deve essere in ogni caso adempiuta, qualunque sia la provenienza del denaro per farvi fronte; ha però importanza dal punto di vista economico perché gli effetti sono diversi a seconda che il peso del tributo incida sul reddito o vada a decurtare il patrimonio.
U N I TÀ 1
… l’aliquota
La fonte dell’imposta ha rilevanza economica, non giuridica
Sintesi grafica presupposto
atto o fatto previsto dalla legge
soggetto attivo
ente impositore
soggetto passivo
contribuente
oggetto
elemento materiale
base imponibile
valore monetario
aliquota
incidenza del prelievo sull’imponibile
Imposta
elementi
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto L’imposta è una prestazione in
..................................................,
posta coattivamente a carico dei È strumento di
..................................................
contribuenti
denaro
•
•
prevista e regolata dalla
..................................................
e commisurata alla loro ricchezza.
della spesa pubblica e di
finanziamento
•
legge
..................................................,
•
..................................................
politica
economica.
>>> 243
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
2. Completa le frasi inserendo i termini appropriati 1. Il presupposto di imposta è l’atto o il fatto cui la legge ricollega il sorgere della 2. Il
..................................................
..................................................
.
è la persona nei confronti della quale si realizza il presupposto
di imposta. 3.
..................................................
dell’imposta è l’elemento materiale a cui si riferisce il presupposto.
4. Si ha la figura del
..................................................
da una persona diversa dal
quando l’imposta deve essere versata allo Stato
..................................................,
con l’obbligo di
..................................................
.
2. Le diverse tipologie di imposta I diversi tipi di imposte si possono classificare secondo vari criteri.
Imposte dirette e imposte indirette Le imposte dirette:
sul reddito…
… e sul patrimonio
Le imposte indirette:
sui consumi…
244
Le imposte dirette colpiscono le manifestazioni immediate della capacità contributiva, cioè il reddito conseguito o il patrimonio posseduto. Le imposte dirette sul reddito hanno come oggetto il flusso di ricchezza conseguito dal contribuente in un dato periodo di tempo. Ne sono esempi l’Imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) e l’Imposta sul reddito delle società (Ires). Le imposte dirette sul patrimonio colpiscono il patrimonio del contribuente nel suo insieme o in alcuni suoi elementi (beni immobili). Esse possono essere ordinarie o straordinarie. L’imposta patrimoniale ordinaria, pur essendo commisurata al patrimonio (che ne costituisce l’oggetto), ha un’aliquota bassa e quindi può essere pagata annualmente con il reddito (che ne costituisce perciò la fonte). Ne è un esempio l’Imu (Imposta municipale propria) applicata dai Comuni sul patrimonio immobiliare. L’imposta patrimoniale straordinaria consiste in un prelevamento una tantum; se ha aliquota elevata può avere il patrimonio non soltanto come oggetto ma anche come fonte. Per esempio, l’imposta straordinaria progressiva sul patrimonio, applicata nel 1947 per far fronte alle eccezionali necessità finanziarie del dopoguerra, aveva aliquote crescenti, congegnate in modo che i piccoli proprietari potessero farvi fronte con il reddito, mentre i grandi proprietari dovevano attingere ai loro patrimoni. Le imposte indirette colpiscono le manifestazioni mediate della capacità contributiva, cioè il consumo o il trasferimento della ricchezza. Le imposte indirette sui consumi colpiscono il reddito nel momento in cui viene speso e nella misura in cui viene speso. Ne sono esempi l’imposta sul valore aggiunto (Iva), le imposte di fabbricazione e di consumo (accise), i dazi. Le imposte sui consumi non vengono applicate direttamente ai consumatori perché non sarebbe possibile accertare i consumi delle persone e delle famiglie, e tanto meno sarebbe possibile la loro riscossione.
Le imposte e il sistema tributario
Approfondimento
U N I TÀ 1
Imposta sul reddito e imposta sul patrimonio
Fra il reddito e il patrimonio esiste una relazione, perché il valore patrimoniale di un bene equivale al reddito del bene stesso, capitalizzato al tasso dell’interesse corrente. Può sembrare quindi indifferente colpire il reddito con un’aliquota più alta o il patrimonio con un’aliquota più bassa. Ma in realtà fra le due forme di prelievo non c’è equivalenza. Vi sono, infatti, beni patrimoniali che non producono reddito (un parco, una collezione di quadri ecc.) così come vi sono redditi che non derivano dal patrimonio (i redditi di puro lavoro); inoltre, il reddito di un bene patrimoniale di solito non è costante ma varia nel tempo; a sua volta, il valore di un bene patrimoniale non dipende soltanto dal suo reddito ma anche da altri fattori (come la scarsità o il grado di rischio). Bisogna inoltre considerare che il possesso di un patrimonio fornisce utilità di per sé, a prescindere dal reddito che può derivarne, perché accresce l’indipendenza economica dell’individuo. Reddito e patrimonio costituiscono quindi due distinte e differenti manifestazioni di capacità contributiva e ciò spiega perché in molti Stati, accanto alle imposte dirette sul reddito, viene applicata anche un’imposta ordinaria sul patrimonio, commisurata al valore dei beni posseduti dal contribuente.
Pertanto, l’imposta viene applicata nei confronti dei produttori, che la “scaricano’’ sul prezzo pagato dal consumatore. Le imposte indirette sui trasferimenti colpiscono il patrimonio nel momento in cui esso viene, in tutto o in parte, trasmesso da un soggetto a un altro, o utilizzato per realizzare affari. Ne sono esempi l’imposta di registro, l’imposta di bollo, l’imposta sulle successioni e sulle donazioni.
… e sui trasferimenti
Imposte reali e imposte personali Le imposte reali colpiscono determinati beni o attività economiche in base alla loro entità e natura, senza tenere conto della condizione del contribuente. Per esempio, l’Irap ha carattere reale perché non considera la situazione personale del contribuente, ma soltanto il valore della produzione netta derivante dalla sua attività. Anche l’Imu ha carattere reale, perché colpisce il valore di un terreno o di un fabbricato considerando solo le caratteristiche del bene indipendentemente dalla situazione del suo possessore. Le imposte indirette di regola hanno carattere reale perché si applicano ai consumi o ai trasferimenti indipendentemente dalla persona che li effettua.
Le imposte reali colpiscono oggettivamente i beni e le attività
Imposta reale L’aggettivo “reale” deriva dal latino res, che signimca “cosa”. Imposta reale è dunque l’imposta che attribuisce rilevanza alla “cosa” più che alla “persona”, cioè all’elemento materiale oggetto del prelievo più che alla situazione personale del contribuente.
Le imposte personali colpiscono la ricchezza complessiva del contribuente tenendo conto delle condizioni personali, familiari ed economiche che incidono sulla sua capacità contributiva.
Le imposte personali tengono conto della situazione del contribuente
Un’imposta personale è l’Irpef, che ha per oggetto il reddito complessivo posseduto dal contribuente e tiene conto delle situazioni che incidono sulla sua capacità di sostenere il peso delle imposte (si tenga presente che, a parità di reddito, paga meno il contribuente che ha più carichi di famiglia o che ha dovuto sostenere spese per cure mediche ecc.).
245
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
Imposte generali e imposte speciali Secondo il campo di applicazione le imposte sono generali…
L’imposta è generale quando colpisce allo stesso modo tutti gli elementi di una determinata manifestazione di ricchezza (tutte le categorie di reddito, tutti i beni immobili, tutti i consumi ecc.). Il carattere della generalità non è rigido e assoluto, perché la legge può prevedere esenzioni o trattamenti differenziati per particolari motivi economici o sociali.
… o speciali
L’imposta è speciale quando colpisce solo determinate categorie di redditi, di beni o di attività. Si pensi a un’imposta sul reddito che colpisca soltanto i proventi del capitale, a un’imposta sul patrimonio che abbia a oggetto soltanto i beni di lusso, a un’imposta sulla fabbricazione di determinate bevande alcoliche ecc.
Imposte proporzionali, progressive, regressive Secondo l’aliquota le imposte sono proporzionali…
L’imposta è proporzionale quando ha un’aliquota costante, sicché il suo importo aumenta in proporzione all’aumentare dell’imponibile. Chi ha 1000 paga 100, chi ha 2000 paga 200, chi ha 10.000 paga 1000. L’aliquota è sempre del 10%.
… progressive…
L’imposta è progressiva quando ha un’aliquota crescente e quindi il suo importo aumenta in misura più che proporzionale rispetto all’aumentare dell’imponibile. Per evitare che l’imposta, continuando ad aumentare, esaurisca tutta la materia imponibile raggiungendo un’aliquota del 100%, viene stabilito un limite massimo oltre il quale l’aliquota rimane costante e l’imposta, quindi, diventa proporzionale. Chi ha 1000 paga 100 (aliquota 10%), chi ha 2000 paga 400 (aliquota 20%), chi ha 10.000 paga 5000 (aliquota 50%). Se il limite massimo per l’applicazione della progressività è 10.000, chi ha 12.000 paga 6000, e chi ha 30.000 paga 15.000, perché quando l’imponibile ha raggiunto il limite stabilito l’aliquota rimane sempre la stessa (il 50%).
… regressive
Sono sostanzialmente regressive le imposte fisse e quelle sui consumi primari
246
L’imposta è regressiva quando ha un’aliquota decrescente, per cui il suo importo aumenta in misura meno che proporzionale rispetto all’aumento dell’imponibile. Chi ha 1000 paga 100 (aliquota 10%), chi ha 2000 paga 160 (aliquota 8%), chi ha 10.000 paga 200 (aliquota 2%). L’imposta regressiva è palesemente ingiusta e, difatti, nei sistemi tributari moderni questo tipo di imposte non esiste, almeno formalmente. Sono sostanzialmente regressive le imposte stabilite in misura fissa: è evidente che un prelievo fisso pari a 100 grava nella misura del 10% su un imponibile pari a 1000, mentre grava nella misura del 5% su un imponibile pari a 2000.
Le imposte e il sistema tributario
U N I TÀ 1
Hanno un effetto sostanzialmente regressivo anche le imposte sui consumi di prima necessità; esse, in proporzione, incidono più sui bassi redditi (interamente destinati al consumo) che non sui redditi medi e alti (destinati al consumo solo in parte). Tizio guadagna 1000 e deve spendere l’intera somma per l’acquisto di beni tassati da imposte sui consumi nella misura del 20%: subisce perciò prelievi per 200, che equivale al 20% del suo reddito. Caio guadagna 10.000 e spende per consumi più di Tizio: supponiamo 5000; ebbene, pagando il 20% su 5000 subisce un prelievo di 1000, che corrisponde soltanto al 10% del suo reddito.
Modalità di attuazione della progressività Le modalità per attuare la progressività dell’imposta sono principalmente: la progressione continua, la progressione per classi, la progressione per scaglioni e la progressione per deduzione. Nella progressione continua l’aliquota aumenta a ogni minimo aumento dell’imponibile, secondo una determinata formula matematica. È un sistema complicato, che non si applica più. Per esempio, l’imposta complementare sul reddito esistente in Italia fino al 1973, si applicava secondo la seguente formula:y = 0,023025 √� x – 0,0000472 x + 0,00874 per i redditi fino a 5 milioni di lire e con la formula y = 0,06 + 0,02652 √� x–5 per i redditi superiori. Nella progressione per classi i redditi sono classificati secondo il loro ammontare e l’aliquota aumenta a scatti nel passaggio da una classe all’altra, mentre rimane la stessa per tutto il reddito compreso entro una stessa classe.
La progressione si applica con varie modalità: … progressione continua…
… per classi…
Il confronto Incidenza delle imposte dirette e indirette negli Stati europei In Europa In Europa il rapporto fra imposte dirette e indirette varia da paese a paese. Nella media degli Stati comunitari l’incidenza dei due gruppi di tributi mno alla metà degli anni Novanta si è mantenuta pressoché pari, mentre successivamente ha presentato oscillazioni a favore dell’uno o dell’altro gruppo di imposte. Imposte dirette e indirette in Europa (media paesi Ue in % del Pil)
In Italia Nel nostro paese mno alla metà degli anni Settanta del Novecento, il sistema tributario fu caratterizzato da una forte prevalenza delle imposte indirette. Successivamente, a seguito della riforma tributaria attuata alla metà degli anni Settanta, l’importanza delle imposte dirette è diventata preponderante e si è mantenuta tale mno alla metà degli anni Novanta. Successivamente l’incidenza è diventata pressocché pari. Imposte dirette e indirette in Italia (in % del Pil)
1980
1990
2000
2010
2015
1980
1990
2000
2010
2016
Dirette
12,0
13,4
14,3
12,4
12,9
Dirette
9,5
13,8
14,3
14,6
14,9
Indirette
12,8
13,1
13,7
13,0
13,5
Indirette
8,4
10,3
14,6
14,0
14,5
Fonte: Commissione europea
Fonte: Istat
247
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
… per scaglioni…
… per deduzione
248
Per esempio, sui redditi non superiori a 5000 si applica l’aliquota del 5%; su quelli superiori a 5000 ma che non superano 10.000 l’aliquota è del 7%; su quelli che superano 10.000 ma non sono superiori a 20.000 si applica l’aliquota dell’8% ecc. Così Tizio, possessore di un reddito pari a 4000, pagherà 200, mentre Caio, con un reddito di 8000 pagherà 560. La progressione per classi presenta l’inconveniente del “salto”, per effetto del quale un minimo incremento dell’imponibile, determinando il passaggio dalla classe inferiore a quella superiore, fa aumentare l’imposta in modo sproporzionato rispetto all’aumento della capacità contributiva. Anzi, chi si trova, con il proprio imponibile, poco al di sopra del limite fra una classe e l’altra, una volta pagata l’imposta viene a trovarsi in una condizione economica peggiore di chi si trova a quel limite o poco sotto: il che, ovviamente, è ingiusto. Supponiamo che, come nell’esempio precedente, l’aliquota sia del 5% per i redditi non superiori a 5000 e del 7% per quelli che superano tale limite. Tizio, che ha un reddito di 5000 (aliquota 5%), paga 250 e rimane con un reddito di 4750. Caio, che ha un reddito di 5010 (aliquota 7%), paga 350,7 e resta con un reddito di 4659,3; la sua situazione economica, che prima era leggermente migliore di quella di Tizio, è ora sensibilmente peggiore. Nella progressione per scaglioni, che oggi è la più applicata, l’imponibile viene suddiviso in parti (gli scaglioni) e a ciascuna di esse si applica un’aliquota via via più elevata. L’inconveniente del “salto” non si verifica perché l’aliquota superiore non si applica a tutto l’imponibile, ma solo a quella parte di esso che eccede il limite dello scaglione inferiore. Per esempio, sulla parte di reddito che non supera 5000 si applica l’aliquota del 5%; sulla parte oltre 5000 e fino a 10.000 si applica il 7%; su quella oltre 10.000 e fino a 20.000 l’8%. Così Tizio, che possiede un reddito pari a 5000, avrà l’aliquota del 5% su tutto il suo ammontare, perché questo rimane entro il limite del primo scaglione. Per Caio, che possiede un reddito di 5010, la superiore aliquota del 7% non si applicherà su 5010 ma solo su 10, mentre su 5000 sarà applicata l’aliquota del 5%. La progressione per deduzione si ha quando l’aliquota dell’imposta è formalmente costante, ma si commisura, anziché all’intero reddito, all’ammontare di esso diminuito di una somma fissa, che resta per tutti i redditi esente da imposta. Supponendo che l’aliquota sia del 10% e la somma fissa da dedurre sia 3000, appare dalla tabella che segue come l’aliquota risulti effettivamente crescente.
Reddito senza deduzione
Somma da dedurre
Reddito al netto della deduzione
Imposta dovuta
Aliquota effettiva rispetto al reddito imponibile
3000
3000
–
–
0,00%
4000
3000
1000
100
2,50%
5000
3000
2000
200
4,00%
6000
3000
3000
300
5,00%
Le imposte e il sistema tributario
U N I TÀ 1
Sintesi grafica
Manifestazione di capacità contributiva
imposte dirette
colpiscono il possesso di ricchezza
imposte indirette
colpiscono l'utilizzazione della ricchezza
imposte generali
colpiscono
imposte speciali
colpiscono
• reddito • patrimonio • consumi • trasferimenti • tutti i tipi di reddito • tutti i settori economici
Campo di applicazione
• determinati tipi di beni • determinati settori economici
• colpiscono il reddito complessivo • danno rilevanza alle situazioni
imposte personali
personali e familiari
Criterio di imposizione
• colpiscono i redditi secondo la loro fonte • prescindono dalla persona
imposte reali
del contribuente
imposte proporzionali
aliquota costante
imposte progressive
aliquota crescente
imposte regressive
aliquota decrescente
Aliquota
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Le imposte sono
..................................................
e si distinguono in imposte sul
quando colpiscono il possesso di ricchezza,
..................................................
e sul
..................................................
; sono
..................................................
quando colpiscono l’utilizzazione di ricchezza, e si distinguono in imposte sui
..................................................
e sui
..................................................
è costante, in quelle
..................................................
consumi
indirette
•
•
dirette
trasferimenti
•
•
. Nelle imposte
..................................................
l’aliquota
l’aliquota è crescente.
patrimonio
•
progressive
•
proporzionali
•
reddito
>>> 249
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
2. Scegli il termine esatto fra i tre proposti 1. Le imposte indirette colpiscono la ricchezza nel momento in cui viene conseguita/ utilizzata/posseduta. 2. Le imposte dirette reali colpiscono il reddito tenendo conto soltanto della sua fonte/ persona/destinazione. 3. Le imposte personali/generali/speciali si applicano a redditi o beni determinati. 4. Quando l’imposta è progressiva per deduzione/scaglioni/classi, l’aliquota è formalmente costante.
3. I princìpi fondamentali del sistema tributario Le diverse imposte si coordinano nel sistema tributario
Ogni tipo di imposta produce differenti effetti sulla situazione del contribuente, sull’assetto della finanza pubblica e sugli equilibri del sistema economico nazionale. È per questo che negli Stati moderni i singoli tipi di imposta sono opportunamente coordinati in un sistema, in modo da integrarne i pregi e neutralizzarne i difetti. Il sistema tributario è il complesso organico dei tributi vigenti in uno Stato in un determinato periodo.
Ogni sistema tributario è il risultato di una pluralità di fattori: il contesto socio-economico…
Imposte erariali Sono i tributi che alimentano il bilancio dello Stato (nell’antica Roma l’erario era il luogo in cui si custodiva il tesoro pubblico, cioè la provvista di moneta e metallo prezioso del popolo romano). … il contesto istituzionale…
… il contesto politico
250
Ogni sistema tributario si costituisce in un determinato periodo storico e si evolve con il mutare del contesto economico, istituzionale e politico. Le imposte che lo compongono sono istituite o riformate sulla base di una pluralità di fattori: ● le caratteristiche del sistema economico e sociale del paese: nelle economie poco sviluppate, basate su forme di agricoltura estensiva, prevalgono le imposte sulla proprietà immobiliare; se si è all’inizio del processo di industrializzazione, vengono adottate, in genere, imposte reali che colpiscono con aliquote differenziate le rendite dei proprietari, i profitti degli imprenditori, i guadagni degli artigiani e dei professionisti, i salari dei lavoratori dipendenti; nelle economie industrializzate, con un diffuso grado di benessere e con molteplici fonti di ricchezza, si affermano le imposte personali sul reddito complessivo e le imposte generali sugli scambi; ● il sistema delle istituzioni pubbliche: nei sistemi con un forte accentramento politico, amministrativo e fiscale, il sistema tributario è composto quasi esclusivamente da imposte erariali, che sono accertate e riscosse dallo Stato e applicate in modo uniforme su tutto il territorio nazionale; nei sistemi decentrati, fondati sul principio del federalismo, il sistema tributario si articola in tributi autonomi applicati dai diversi livelli di governo [ÑM2 U3]; ● le concezioni politiche prevalenti: se si ritiene che il libero mercato sia in grado di realizzare un’efficiente allocazione delle risorse e una giusta distribuzione della ricchezza [ÑM1, U3 e 4], il sistema tributario è imperniato su imposte quanto più possibile neutre (imposte indirette con
Le imposte e il sistema tributario
aliquote poco differenziate, imposte dirette proporzionali o lievemente progressive), in modo da interferire il meno possibile con gli equilibri del sistema economico; se invece si persegue una politica di ampio intervento pubblico, sono preferite le imposte che possono indirizzare la produzione, il consumo e la distribuzione della ricchezza secondo gli obiettivi che lo Stato si propone di realizzare.
U N I TÀ 1
APPROFONDIMENTO I sistemi tributari nei paesi industrializzati
In ogni caso, il sistema tributario deve essere conforme ad alcuni princìpi fondamentali: ● deve attuare un’equa distribuzione del carico tributario fra i cittadini, assicurando uguale trattamento nelle situazioni analoghe e diverso trattamento nelle situazioni differenti, in modo che tutti concorrano a sostenere gli oneri della spesa pubblica in condizioni di eguaglianza; ● deve essere sufficientemente semplice e chiaro, in modo da rendere certe e facilmente comprensibili a tutti i cittadini le conseguenze fiscali delle proprie attività economiche e al tempo stesso permettere all’ente impositore una gestione amministrativa efficiente e poco costosa; ● deve costituire un efficace strumento di politica economica, non produrre distorsioni nell’impiego delle risorse, non creare squilibri o altri effetti indesiderati nell’economia di mercato e deve adeguarsi ai diversi obiettivi dell’intervento pubblico.
Princìpi fondamentali dei sistemi
I diversi tipi di imposte corrispondono all’una o all’altra di queste esigenze, ma nessuno di essi le soddisfa tutte contemporaneamente: ● le imposte personali corrispondono al principio di equità perché tengono conto dei diversi elementi che influiscono sulla capacità contributiva, ma proprio per questo comportano complessità e difficoltà di accertamento, con costi elevati per l’Amministrazione fiscale e onerosi adempimenti per il contribuente; ● le imposte reali hanno il pregio di un’applicazione semplice ed economica perché considerano soltanto le caratteristiche della materia imponibile, ma sono meno eque perché non si adeguano alla complessiva situazione economica del contribuente; ● le imposte sui consumi non sono evidenti perché si conglobano nel prezzo dei beni consumati, e per questo incontrano meno resistenza da parte dei contribuenti assicurando all’Amministrazione un gettito più sicuro; ● le imposte sui trasferimenti e gli affari assicurano all’erario un gettito continuo e consistente, ma possono avere effetti negativi sulla circolazione della ricchezza e sul dinamismo delle attività economiche; ● le imposte progressive sono un efficace strumento per politiche di redistribuzione della ricchezza, perché colpiscono maggiormente i redditi più elevati, ma possono scoraggiare la produzione del reddito ostacolando una politica di sviluppo; ● le imposte generali, per il loro ampio campo di applicazione, consentono di operare manovre globali dirette a regolare la domanda complessiva, ma non sono adatte per interventi di carattere settoriale, che possono essere effettuati in maniera più efficace con le imposte speciali.
Nessun tipo di
tributari sono l’equità, la semplicità, l’efficacia
imposta corrisponde contemporaneamente a tutti e tre i princìpi
251
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
Tenendo conto dei diversi effetti, positivi e negativi, di ciascun tipo di imposta, il sistema tributario deve assicurare, nel suo complesso, l’equità distributiva, la certezza e semplicità applicativa e l’efficacia economica. Nelle successive unità individueremo quali imposte corrispondano meglio a queste tre esigenze e cercheremo di capire in che modo esse debbano essere coordinate nella struttura di un sistema tributario.
Approfondimento
Le massime di Adam Smith
La prima formulazione dei princìpi fondamentali dell’imposizione mscale si deve a Adam Smith (1723-1790), che nella sua opera La ricchezza delle nazioni li compendiò nelle seguenti quattro regole. 1. «I sudditi di ogni Stato devono contribuire a mantenere il Governo in proporzione quanto più stretta possibile alle loro rispettive capacità.» 2. «L’imposta che ogni individuo è tenuto a pagare deve essere certa e non arbitraria. Il tempo del pagamento, il modo di pagare, la somma dovuta, dovrebbero essere tutti chiari e semplici per il contribuente e per ogni altra persona.» 3. «Ogni imposta deve essere riscossa nel tempo e nel modo in cui è più probabile che sia comodo pagarla per il contribuente.» 4. «Ogni imposta dovrebbe essere congegnata in modo tale da sottrarre e tenere fuori dalle tasche del popolo il meno possibile oltre a ciò che fa entrare nel tesoro pubblico dello Stato.»
In relazione a quest’ultimo principio, lo stesso Adam Smith spiega che, se le imposte non sono ben congegnate, possono risultare «molto più gravose per il popolo di quanto siano utili al sovrano», e ciò può accadere nei seguenti casi: • quando i costi per l’accertamento e la riscossione sono eccessivi, tanto da «assorbire la maggior parte del prodotto dell’imposta»; • quando l’imposta produce effetti economici negativi, ostacolando attività produttive «che potrebbero offrire mantenimento e occupazione a un gran numero di persone»; • quando l’imposta, non essendo ben congegnata, «offre una grande tentazione» all’evasione e rende necessario un pesante sistema di sanzioni punitive; • quando l’applicazione dell’imposta comporta una molteplicità di adempimenti, controlli e altre complicazioni burocratiche, sottoponendo il contribuente a «un fastidio non necessario».
Sintesi grafica insieme organico dei tributi vigenti
concetto influenza del contesto
Il sistema tributario
• socio-economico • istituzionale • politico
equità nella ripartizione del carico tributario
princìpi
chiarezza e semplicità nell'applicazione efficacia economica
• per evitare distorsioni • per attuare manovre >>>
252
Le imposte e il sistema tributario
U N I TÀ 1
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto L’insieme dei tributi il
..................................................
..................................................
tributario. I principi fondamentali sono:
ripartizione del carico tributario; delle imposte; chiarezza
•
in un dato ordinamento costituisce
..................................................
efficacia
•
equità
..................................................
e
..................................................
..................................................
nella
nell’applicazione
nelle manovre di politica economica.
•
semplicità
•
sistema
•
vigenti
2. Rispondi alle domande 1. Per quale ragione i sistemi tributari sono composti da una pluralità di imposte diverse? 2. Quali fattori influiscono sulla composizione del sistema tributario? 3. Quali requisiti deve avere un buon sistema tributario? 4. Fino a che punto le singole imposte vi corrispondono?
CITTADINANZA DIGITALE Profilazione degli utenti, privacy e big data Quando usi internet, per esempio con una ricerca online, usando Facebook o Instagram, facendo un acquisto su Amazon, guardando, cercando o commentando un video su YouTube, le tue attività rilasciano sul web una serie di dati. Queste informazioni vengono registrate e studiate dalle aziende allo scopo di creare campagne pubblicitarie “su misura”, basate cioè sui tuoi gusti e le tue propensioni all’acquisto. Google per esempio raccoglie una serie di dati che possiamo riassumere in tre tipologie: • Attività: sono tutte le informazioni che si riferiscono alle cose che hai cercato, ai siti che hai visitato, ai video che hai guardato, agli annunci su cui hai fatto clic, alla tua posizione e al tuo indirizzo IP (Internet Protocol: l’identimcativo col quale ogni dispositivo connesso si fa riconoscere sulla rete). • Creazioni: sono i dati che Google estrae dal tuo account quando utilizzi i suoi servizi per la creazione, e includono e-mail inviate e ricevute su Gmail, contatti aggiunti, eventi del calendario, foto e video caricati, documenti, fogli e presentazioni su Drive. • Dati personali: sono le informazioni di base che comunichi a Google nel momento in cui crei un account. Includono nome, indirizzo e-mail e password, data di nascita, sesso, numero di telefono, Paese. Se è vero che Google ti permette di eliminare la cronologia delle ricerche e le altre attività memorizzate dal servizio, tuttavia alcuni dati relativi al tuo account sull’utilizzo di prodotti e servizi vengono comunque conservati. Per esempio, se elimini una ricerca, Google non sarà più a conoscenza di cosa hai cercato, ma saprà comunque che hai fatto una ricerca all’interno del suo sistema. Facebook, invece, oltre ai dati personali che rilasci in fase di iscrizione, memorizza ogni tua interazione (post, immagini, commenti, condivisioni, like) per proporti campagne pubblicitarie mirate. Se hai un account su Facebook e vai su Impostazioni > Generali > Scarica una copia dei tuoi dati di Facebook > Avvia il mio archivio, vedrai tutti i dati che Facebook possiede su di te! Il processo di ricostruzione delle informazioni personali prende il
nome di profilazione e indica le attività di raccolta ed elaborazione dei dati degli utenti da parte delle aziende allo scopo di suddividerli in gruppi basati sui loro promli, cioè sull’insieme dei loro comportamenti, gusti e interessi. Anche Amazon tiene traccia della tua navigazione e di tutti i tuoi ordini e acquisti. Mentre per la navigazione ti è data la possibilità di eliminare e disattivare la cronologia e quindi azzerare le tue ricerche all’interno della piattaforma, per gli ordini Amazon conserva tutti i tuoi dati in suo possesso e non ti permette di cancellarne la cronologia. Abbiamo esemplimcato alcuni casi, ma tutte le aziende che operano online, soprattutto quando offrono servizi gratuiti, generano parte dei loro promtti attraverso i big data. Con questa espressione ci si riferisce a un ampio volume di dati, strutturati e non, che vengono letti e interpretati dalle aziende per scoprire e prevedere le abitudini d’acquisto di un consumatore. Tutti i dati che rilasci durante la navigazione in rete, dai semplici acquisti ai prodotti che valuti o ricerchi, dalle foto che pubblichi ai luoghi in cui sei stato localizzato da una app, permettono alle aziende di conoscere i tuoi bisogni e le tue abitudini, e di suggerirti così i prodotti più vicini ai tuoi gusti. L’enorme mole di dati rilasciata dagli utenti ogni giorno su internet viene letta e interpretata da algoritmi che riuniscono i dati in gruppi omogenei e li trasformano così in informazioni utili agli obiettivi di business delle aziende che operano online. Se vuoi limitare o verimcare i dati che i siti e le app conservano su di te puoi prendere alcune precauzioni: • prima di iniziare il servizio di raccolta dati, l’azienda è obbligata per legge a mostrarti un’informativa che dovrai leggere ed eventualmente accettare; • i dati personali rimangono di tua proprietà e puoi richiedere sempre di rimuoverli; • il Garante della privacy stabilisce alcune norme a tutela della privacy degli utenti web che puoi consultare su http://www.garanteprivacy.it
253
UNITÀ 1
Strumenti per il ripasso
Strumenti per il ripasso | Sintesi INTERROGAZIONE SIMULATA
SINTESI AD ALTA ACCESSIBILITÀ
1. L’imposta è un prelievo coattivo di
ricchezza posto a carico di tutti i cittadini secondo la loro capacità contributiva. A garanzia del cittadino, l’imposizione può avvenire soltanto in base alla legge. Il legislatore definisce il presupposto e gli elementi dell’obbligazione tributaria, su cui si basa il rapporto giuridico che intercorre fra il contribuente e l’ente impositore. Il presupposto è l’atto o il fatto a cui la legge ricollega la nascita dell’obbligazione tributaria; si tratta sempre di atti o fatti rivelatori di una capacità contributiva. Il soggetto attivo dell’obbligazione tributaria è l’ente impositore. Il soggetto passivo è il contribuente, nei cui confronti si è verificato il presupposto di imposta. L’oggetto dell’imposta è la manifestazione di ricchezza considerata nel presupposto. L’oggetto, quantificato in moneta, costituisce la base imponibile. L’aliquota dell’imposta è il rapporto fra l’ammontare del prelievo e quello della base imponibile, espresso in percentuale.
2. Le imposte si distinguono in: imposte
dirette e indirette, reali e personali, generali e speciali, proporzionali, progressive e regressive. Le imposte dirette hanno come presupposto le manifestazioni immediate di ricchezza, cioè il possesso di un reddito o il possesso di un patrimonio. Le imposte indirette colpiscono le manifestazioni mediate di ricchezza, cioè i consumi e i trasferimenti. Le imposte reali sono basate soltanto sull’entità e sulla natura dell’oggetto. Le imposte personali considerano anche la situazione personale e familiare del contribuente. Le imposte generali colpiscono allo stesso modo tutti gli elementi di una certa forma di ricchezza (tutti i tipi di reddito, tutti i consumi ecc.). Le imposte speciali colpiscono in modo differenziato determinate categorie di redditi, di beni o di attività.
254
L’imposta è proporzionale quando aumenta nella stessa proporzione dell’imponibile, avendo aliquota costante. È progressiva quando aumenta in modo più che proporzionale all’aumentare dell’imponibile, avendo aliquota crescente. È regressiva quando aumenta in modo meno che proporzionale rispetto all’imponibile, avendo aliquota decrescente: normalmente non vengono istituite imposte regressive, perché sono ingiuste, ma alcune forme di imposizione possono avere un effetto sostanzialmente regressivo. La progressività dell’imposta può essere attuata con diverse modalità: per progressione continua, mediante l’applicazione di una formula matematica che fa aumentare l’aliquota a ogni minimo aumento dell’imponibile; per classi, mediante la classificazione dei redditi secondo il loro ammontare e l’applicazione di una diversa aliquota a ciascuna classe; per scaglioni, mediante la suddivisione della base imponibile in tante parti (scaglioni) e l’applicazione di aliquote via via più elevate a ogni successivo scaglione; per deduzione, in cui l’aliquota è formalmente costante e la base imponibile viene considerata al netto di una somma fissa esente da imposta.
• • • •
3. L’insieme dei tributi vigenti in un
dato ordinamento costituisce il sistema tributario. Requisiti fondamentali dei sistemi tributari sono: l’equità nella distribuzione del peso delle imposte; la semplicità, la chiarezza e l’economicità nella gestione amministrativa; l’efficacia come strumento di politica economica. I singoli tipi di imposta corrispondono all’uno o all’altro di questi princìpi ma non a tutti contemporaneamente. Per questa ragione, le diverse imposte devono essere integrate e coordinate nel sistema tributario.
• • •
Strumenti per il ripasso
U N I TÀ 1
Strumenti per il ripasso | Mappa
MAPPA PERSONALIZZABILE
un prelievo coattivo per tutti i cittadini
L’imposta
commisurata alla capacità contributiva
è
classificazioni secondo prevista e regolata dalla legge manifestazione di capacità contributiva
• dirette (reddito, patrimonio) • indirette (consumi,
criterio di imposizione
• personali • reali
campo di applicazione
• generali • speciali
trasferimenti)
che ne definisce gli elementi
• proporzionali • progressive • regressive
aliquota
l'insieme delle imposte vigenti compone
presupposto
soggetti
attivo (ente impositore)
oggetto
base imponibile
aliquota
passivo (contribuente)
equità distributiva
Il sistema tributario
si basa sui princìpi di
semplicità, chiarezza ed economicità
efficacia economica
255
UNITÀ 1
Verifica formativa
1. Scegli l’unica risposta esatta fra le quattro indicate 1. Le imposte dirette hanno come oggetto: A sempre il reddito del contribuente £ B il reddito o il patrimonio del contribuente £ C gli affari conclusi direttamente dal contribuente £ D i consumi effettuati dal contribuente £ 2. L’elemento su cui si basa la distinzione fra imposte proporzionali e progressive è: A la natura dell’oggetto £ B l’aliquota £ C la situazione del contribuente £ D la fonte £
3.
3. Le imposte generali sono così denominate perché: A si applicano a tutte le categorie di redditi o di beni £ B sono previste e regolate con norme di carattere £ generale C servono a finanziare funzioni e servizi di carattere £ generale D si applicano in generale a tutti i cittadini £ 4. L’imposta reale è così denominata perché si applica: A alla ricchezza realmente posseduta £ B effettivamente e non solo in teoria £ C a beni e attività determinati £ D ai diritti reali previsti dal codice civile £
1
F£ F£ F£ F£
Connect the expressions on the left column with the corresponding on the right Proportional Tax a. Personal tax Consumption b. Agent Total income of the taxpayer c. Indirect taxes Tax brackets d. Flat rate Levying body e. Direct taxes Possession of income f. Progressive tax 2
3
4
5
6
5. Individua il concetto che corrisponde alle seguenti definizioni 1. Il rapporto giuridico fra il contribuente e l’ente impositore. 2. L’oggetto dell’imposta espresso in termini quantitativi. 3. Le imposte che fanno riferimento all’entità e alla natura dell’oggetto in sé e per sé considerato. 4. Il rapporto fra l’ammontare dell’imposta e l’ammontare dell’imponibile, espresso in percentuale. 5. La possibilità economica di sostenere l’onere dei tributi. 6. L’insieme dei tributi vigenti.
6. Il principio di equità del sistema tributario comporta: A l’applicazione di imposte più basse possibili £ B una giusta distribuzione del carico tributario £ fra i cittadini C un esatto rapporto fra l’ammontare dell’imposta £ e l’ammontare dell’imponibile D l’applicazione di imposte uguali per tutti £
256
1. 2. 3. 4. 5. 6.
F£
4. Correggi l’errore contenuto in ciascuna frase 1. Le imposte indirette hanno a oggetto il reddito. 2. L’imposta è proporzionale quando l’importo rimane costante al crescere dell’imponibile. 3. Il sostituto di imposta ha l’obbligo di riscuotere il tributo e si rivale sul contribuente. 4. Le imposte dirette colpiscono le manifestazioni mediate di ricchezza cioè il reddito e il patrimonio. 5. Le imposte indirette sui consumi sono sostanzialmente progressive. 6. Il sistema tributario è caratterizzato da una pluralità di imposte aventi caratteristiche analoghe.
5. Le imposte indirette sono così denominate perché: A colpiscono atti e affari che sono manifestazioni £ indirette di ricchezza B il contribuente è colpito indirettamente tramite £ un sostituto di imposta C l’Amministrazione finanziaria le applica £ indirettamente, tramite esattori privati D colpiscono gli atti e gli affari che il contribuente £ ha concluso indirettamente tramite un suo rappresentante
2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false e, se sono false, spiega perché 1. Il presupposto di imposta è il rapporto fra il prelievo e l’imponibile. V£
2. Si demnisce obbligazione tributaria il complesso degli obblighi che la Pubblica amministrazione V£ deve osservare nell’applicazione dei tributi. 3. Le imposte msse hanno sostanzialmente carattere regressivo. V£ 4. Le imposte indirette di regola hanno carattere reale. V£ 5. Le imposte sul patrimonio hanno sempre carattere straordinario. V£ 6. Tutte le tipologie di imposta realizzano perfettamente il principio di equità. V£
F£
TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
U N I TÀ 2
L’equità dell’imposizione
Conoscenze
Abilità
• Il concetto di equa distribuzione del carico tributario
• Stabilire la correlazione fra il principio di eguaglianza e i princìpi
e i princìpi di universalità e uniformità dell’imposizione • Le diverse teorie sul fondamento del principio di uniformità • Gli elementi che concorrono a determinare la capacità contributiva del soggetto • L’analisi dei diversi tipi di imposta sotto il promlo dell’equità
di universalità e uniformità dell’imposizione
• Confrontare le diverse teorie sull’equa distribuzione del carico tributario e valutare se tutte sono concretamente applicabili
• Valutare se e mno a che punto i diversi tipi di imposta corrispondono al principio di equità
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
1. Universalità e uniformità dell’imposizione Dai princìpi di eguaglianza e solidarietà derivano i princìpi di universalità e uniformità dell’imposizione
Un requisito essenziale dell’imposizione fiscale è quello dell’equa ripartizione del carico tributario fra i cittadini [ÑM4 U1 par. 3]. Non può esservi equità dell’imposizione senza il rispetto dei princìpi di eguaglianza e di solidarietà sociale, sanciti negli articoli 2 e 3 della Costituzione. Corollari di questi princìpi costituzionali, in materia tributaria, sono l’universalità e l’uniformità dell’imposizione.
L’universalità dell’imposizione Tutti sono tenuti al pagamento dei tributi
Le eccezioni devono essere giustificate
APPROFONDIMENTO Equità verticale ed equità orizzontale
Per il principio dell’universalità dell’imposizione, tutti coloro che hanno capacità contributiva sono tenuti al pagamento dei tributi e non sono ammessi privilegi o esclusioni da tale dovere.
L’organizzazione dello Stato giova a tutta la collettività e perciò tutti i suoi componenti devono sostenerne il costo. Al potere di imposizione fiscale sono soggetti tutti coloro che risiedono nel territorio dello Stato, siano essi cittadini o stranieri, e anche coloro che, pur non essendo residenti, posseggono beni o svolgono attività al suo interno. In tutti i sistemi tributari sono previsti trattamenti fiscali agevolati per soggetti o situazioni meritevoli di particolare tutela. Queste agevolazioni, se giustificate da ragioni di carattere economico o sociale, non contrastano con il principio di eguaglianza, anzi lo realizzano in maniera sostanziale, perché se è giusto riservare un identico trattamento a situazioni uguali, sarebbe ingiusto trattare nello stesso modo situazioni diverse. Un regime di agevolazioni fiscali a favore di categorie economicamente più deboli corrisponde a un principio di solidarietà e rimuove gli ostacoli che di fatto limitano la libertà e l’uguaglianza.
Le norme Art. 2 Cost. – La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Art. 3 Cost. – Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
258
L’equità dell’imposizione
U N I TÀ 2
L’uniformità dell’imposizione Per il principio dell’uniformità dell’imposizione, i contribuenti devono sopportare il carico dell’imposta secondo equità; ciò significa che nella ripartizione del carico tributario fra i contribuenti, il peso dell’imposta deve essere adeguato alle loro condizioni economiche. Ma quali sono i criteri da seguire per realizzare in concreto questa esigenza? Al riguardo sono state formulate diverse teorie di cui diremo nel paragrafo seguente.
Il carico fiscale deve essere distribuito equamente
Economia & Diritto
Le agevolazioni tributarie Le agevolazioni tributarie sono trattamenti differenziati di favore che consistono nel non tassare, o nel tassare in misura ridotta, una determinata materia imponibile. Esse costituiscono, quindi, altrettante deroghe ai princìpi di universalità e uniformità dell’imposizione tributaria. L’applicazione omessa o ridotta del tributo è giustimcata dall’esigenza di attenuare il peso dell’obbligazione tributaria in considerazione della particolare qualità del soggetto passivo o della natura particolare dell’attività soggetta all’imposta. Sotto il promlo giuridico, le agevolazioni costituiscono deroghe al trattamento tributario ordinario. Di conseguenza, esse devono essere previste e regolate dalla legge, così come dalla legge è imposto il tributo al quale si riferiscono. La forma più importante di agevolazione è l’esenzione, che consiste nell’escludere dall’imposizione,
in tutto o in parte, una manifestazione di ricchezza che di per sé corrisponde al presupposto di fatto previsto dalla legge per l’applicazione del tributo. Per esempio, l’articolo 10 del d.p.r. 633/1972 elenca una serie di operazioni che, pur realizzando il presupposto dell’Iva sotto tutti gli aspetti, sono dichiarate esenti dal tributo (prestazioni sanitarie, servizi assistenziali resi da onlus, servizi postali ecc.). Un’altra forma di agevolazione tributaria è costituita dalle riduzioni di imposta. Queste si attuano quando, nel regolare la struttura del tributo, il legislatore prevede, per determinate fattispecie, aliquote inferiori a quella normale. Per esempio, l’Iva si applica con aliquote ridotte alle cessioni di beni o prestazioni di servizi di prima necessità, come per esempio pane, pasta, frutta, mense aziendali, poltrone per invalidi, case di abitazione non di lusso ecc.
Sintesi grafica eguaglianza
• uguale trattamento di casi uguali • diverso trattamento di casi diversi
fondamenti doveri di solidarietà
• politica • sociale • economica
Equità fiscale
residenti nel territorio universalità
tutti sono assoggettabili alle imposte
princìpi uniformità
equa ripartizione del carico tributario
non residenti se hanno nel territorio
• cittadini • stranieri • beni • attività >>> 259
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Per il principio dell’.................................................. tutti hanno il dovere di contribuire al pagamento delle imposte e le eventuali
..................................................
o
..................................................
devono essere giustificate
da ragioni economiche o sociali. Per il principio dell’.................................................. il carico tributario deve essere ripartito fra i agevolazioni
•
in modo
..................................................
contribuenti
•
equo
•
esenzioni
•
..................................................
uniformità
•
.
universalità
2. Completa le frasi inserendo i termini appropriati 1. L’imposizione è fondata sui princìpi di
..................................................
si ricollegano ai valori costituzionali di
e
..................................................
2. Sono soggetti all’.................................................. fiscale tutti coloro che
..................................................
e
..................................................
..................................................
.
..................................................
nel territorio dello Stato o vi svolgono attività, siano essi o
i quali
..................................................
dello Stato
.
2. Le teorie sulla ripartizione del carico tributario Le teorie sull’equa ripartizione del carico tributario fanno riferimento, rispettivamente, al beneficio dei servizi pubblici, al sacrificio dell’imposizione fiscale, alla capacità economica del contribuente.
Le teorie del beneficio L’imposizione si ritiene equa se è adeguata al beneficio dei servizi pubblici
L’adeguamento è in parte possibile per i servizi divisibili…
… ma è molto più problematico per quelli indivisibili
260
Un primo criterio per l’equità dell’imposizione è quello del “beneficio”, in base al quale il dovere di contribuire al finanziamento della spesa pubblica è posto a carico dei contribuenti in proporzione ai vantaggi che essi traggono dalle funzioni e dai servizi pubblici. Questa teoria, proposta nell’Ottocento dagli economisti classici e nella prima metà del Novecento da Antonio De Viti De Marco, è stata di recente rivalutata dagli studiosi di indirizzo neoliberista. Il criterio del beneficio può essere riferito facilmente ai servizi pubblici divisibili (istruzione, sanità, previdenza sociale ecc.), per i quali è richiesto agli utenti il pagamento di una tassa o di un contributo. È indubbiamente equo porre il costo dei servizi pubblici a carico delle persone e delle categorie interessate nella misura in cui ne traggono utilità, e farne ricadere l’onere sulla collettività soltanto nei limiti in cui essi producono utilità nell’interesse generale [ÑM2 U2 par. 4]. Ma è difficile quantificare l’utilità individuale e quella collettiva dei servizi pubblici, sicché la valutazione viene effettuata dalla legge secondo criteri di opportunità politica e sociale che variano da Stato a Stato. È invece impossibile valutare il vantaggio individuale derivante da funzioni di interesse generale come la legislazione, la difesa e l’ordine pubblico, che sono beni pubblici puri la cui utilità è indivisibile [ÑM1 U3 par. 3]. Secondo la teoria del beneficio, questo vantaggio può essere quantificato facendo riferimento al reddito posseduto dal contribuente. Lo Stato, assicu-
L’equità dell’imposizione
U N I TÀ 2
rando la tutela dei beni e il corretto svolgimento delle attività economiche, favorisce la formazione e l’utilizzazione della ricchezza; di conseguenza, il reddito e il patrimonio, così come i consumi e gli affari, possono essere considerati indicatori del beneficio che i singoli contribuenti traggono dalle funzioni pubbliche esercitate dallo Stato. Ma questo criterio è molto vago e non dà la possibilità di commisurare il carico tributario di ciascun contribuente al vantaggio reale che ne trae.
Le teorie del sacrificio Sappiamo che… L’utilità dei beni si identimca con la loro attitudine a soddisfare i bisogni. Con l’aumentare della quantità disponibile, ogni successiva dose ha sempre utilità inferiore alla precedente perché serve a soddisfare bisogni meno importanti e meno urgenti. Pertanto, l’utilità dell’ultima dose (utilità marginale) è tanto minore quanto maggiore è la quantità complessivamente posseduta (principio dell’utilità marginale decrescente). Altri economisti, di scuola classica e neoclassica, hanno impostato il problema dell’equità impositiva facendo riferimento al principio dell’utilità marginale decrescente della ricchezza. Il fondamento comune delle loro teorie è la considerazione del sacrificio che il contribuente sopporta nel pagamento delle imposte: tale sacrificio è rappresentato dalla perdita dell’utilità che gli avrebbe potuto arrecare la somma prelevata dallo Stato se fosse rimasta nelle sue mani. Equa distribuzione del carico tributario significa allora equa distribuzione dei sacrifici. Dato il principio dell’utilità marginale decrescente, quest’effetto non può essere ottenuto con l’applicazione di imposte proporzionali: per chi ha 1000 è maggior sacrificio privarsi di 100 che per chi ha 10.000 privarsi di 1000. L’equità dell’imposizione si ottiene dunque mediante l’applicazione di imposte progressive. Secondo una prima formulazione di questa teoria (elaborata da John Stuart Mill), l’imposta è equa quando il sacrificio è uguale per tutti e cioè quando, tassando i redditi più elevati in modo più che proporzionale rispetto a quelli meno elevati, ogni contribuente perde la stessa quantità di utilità (teoria del sacrificio uguale). Secondo altri autori (soprattutto N.G. Pierson e A.I. Cohen Stuart), il sacrificio rappresentato dall’imposizione può essere valutato correttamente solo se si pone in rapporto con la ricchezza del contribuente. L’imposta è equa quando l’utilità della somma prelevata e l’utilità totale della ricchezza posseduta sono nella stessa proporzione per tutti i contribuenti (teoria del sacrificio proporzionale). Di conseguenza, non è sufficiente che venga imposto a tutti lo stesso sacrificio, ma si richiede che il sacrificio sopportato dai più abbienti sia maggiore di quello sostenuto dai meno abbienti. Questo risultato si ottiene con una progressività più accentuata. Il principio del sacrificio viene prospettato in modo diverso da altri economisti (soprattutto F.Y. Edgeworth), i quali considerano non il sacrificio individuale del contribuente, ma l’utilità sacrificata a livello collettivo, la quale deve essere minore possibile (teoria del sacrificio minimo collettivo). Ciò vuol dire che non si può tassare chi possiede un reddito più basso se
L’equità è vista come adeguamento dell’imposizione al sacrificio del contribuente:
imporre a tutti un sacrificio uguale…
… o imporre a ciascuno un sacrificio proporzionato alla sua ricchezza…
… o imporre alla collettività il sacrificio minimo
261
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
Le teorie del sacrificio danno fondamento alla progressività…
… ma l’utilità è un dato soggettivo e non misurabile
prima non si è prelevata tutta l’eccedenza dei redditi più alti che, comparativamente, è dotata di minore utilità. Quest’effetto si ottiene con imposte fortemente progressive e livellatrici. Le teorie che si basano sul principio del sacrificio hanno avuto il merito di dare un fondamento scientifico al concetto di progressività dell’imposizione, concetto che ha ormai un valore fondamentale in tutti i sistemi moderni. Tuttavia, nemmeno queste teorie offrono un criterio concretamente attuabile per la determinazione del prelievo a livello individuale. L’utilità è un dato soggettivo e non misurabile. L’andamento dell’utilità marginale, pur essendo in linea di massima decrescente, è diverso per ogni individuo a seconda dei suoi bisogni; se il contribuente a reddito più elevato fosse per esempio una persona ammalata e bisognosa di cure e assistenza molto costose, per lui l’ultimo euro del suo reddito sarebbe importante quasi quanto il primo. Per distribuire in modo equo i sacrifici lo Stato dovrebbe conoscere la scala di bisogni di ogni contribuente e adeguare a essa l’ammontare dell’imposta, caso per caso. Ma anche nell’ipotesi che ciò fosse possibile, resterebbe sempre la difficoltà di quantificare il sacrificio, dato che non esiste un sistema obiettivo di misurazione dell’utilità.
Le norme Art. 53 Cost. – Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.
L’adeguamento alla capacità contributiva Adeguare l’imposizione a indici oggettivamente misurabili
Studi successivi hanno cercato di impostare il problema dell’equità tributaria in termini più concreti, per evitare di ricadere in formulazioni teoriche e difficilmente attuabili. Si è sviluppato così il concetto di capacità contributiva, per individuare in base a elementi oggettivi e misurabili se un soggetto può ritenersi capace, e in quale misura, di contribuire all’onere della spesa pubblica. Equa distribuzione del carico tributario viene a significare, pertanto, adeguamento dell’imposizione alla capacità contributiva di ognuno, tenuto conto di tutte le circostanze concretamente accertabili ed economicamente valutabili che su essa possono influire.
Sintesi grafica beneficio
in proporzione al vantaggio derivante al contribuente dai servizi pubblici
sacrificio
• uguale per tutti • proporzionale alla ricchezza • minimo collettivo
Le teorie sulla ripartizione del carico tributario
262
>>>
L’equità dell’imposizione
U N I TÀ 2
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Per attuare l’equa
..................................................
adeguato alla capacità
del carico tributario, il peso delle imposte deve essere
..................................................
cioè alla capacità
del contribuente, individuata in base a elementi contributiva
•
economica
•
misurabili
•
..................................................
..................................................
oggettivi
•
e
..................................................
.
ripartizione
2. Completa le frasi inserendo i termini appropriati Nelle diverse teorie, l’uniformità dell’imposizione è intesa come:
• adeguamento al
..................................................
dei servizi pubblici (teorie del
– la legge e l’ordine garantiscono lo svolgimento delle attività – il .................................................., i che ne deriva;
..................................................
• equa distribuzione dei – il
..................................................
e gli
..................................................
..................................................
..................................................):
..................................................;
misurano il
derivanti dal prelievo (teorie del
consiste nella perdita della
..................................................
..................................................
..................................................):
della somma
..................................................;
• adeguamento alla
..................................................
– individuazione di elementi
del soggetto:
..................................................
ed economicamente
..................................................
.
3. Gli indicatori della capacità contributiva La capacità contributiva, cioè la capacità economica di sostenere il peso delle imposte, si manifesta, direttamente o indirettamente, attraverso vari atti, fatti o situazioni che vengono assunti come presupposto delle diverse imposte [ÑM4 U1 par. 1 e 2]. L’indice più immediato e sicuro della capacità contributiva è il reddito posseduto, perché da esso dipendono la situazione economica e il tenore di vita delle persone. Il concetto di reddito può essere inteso in senso stretto, come nuova ricchezza conseguita in seguito a un processo produttivo (reddito-prodotto) e quindi come compenso dei fattori della produzione (rendite, salari, profitti, interessi); oppure, può essere considerato in senso più ampio, con riferimento a tutte le entrate percepite da un soggetto, comprese quelle che non derivano dallo svolgimento di un’attività economica (sussidi, vincite, plusvalori ecc.). Questo secondo concetto (reddito-entrata) è certamente il più adeguato per valutare la capacità contributiva. La capacità contributiva è determinata sia dall’ammontare sia dalla natura del reddito e di questo è necessario tenere conto ai fini di un’equa distribuzione del carico tributario. Devono quindi essere effettuate una discriminazione quantitativa e una discriminazione qualitativa dei redditi.
Il primo indice di capacità contributiva è il reddito
263
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
Vanno operate una discriminazione quantitativa…
La discriminazione quantitativa implica che i redditi più elevati vengano colpiti da aliquote più alte, in quanto essi rivelano una maggiore capacità contributiva. La discriminazione quantitativa del reddito richiede che i redditi più elevati vengano tassati con aliquote più alte, e si attua mediante le imposte progressive [ÑM4 U1 par. 2]. Richiede altresì che vengano esentati dall’imposizione i possessori di redditi molto bassi, al limite della sussistenza, perché sono privi di capacità contributiva.
… e una discriminazione qualitativa dei redditi
Si deve tenere conto delle situazioni personali e familiari
Altro indicatore è la “capacità di spesa”
APPROFONDIMENTO Reddito e consumo come indicatori di capacità contributiva
264
La discriminazione qualitativa implica un trattamento differenziato a seconda della fonte da cui deriva il reddito. A parità di ammontare, la capacità contributiva si considera maggiore per i redditi patrimoniali e minore per quelli derivanti da puro lavoro: infatti, il reddito da lavoro è prodotto con sacrificio personale e dispendio di energie e non è né sicuro né duraturo, in quanto può cessare, o diminuire, in relazione alla capacità o alla possibilità di lavorare. La discriminazione qualitativa può essere realizzata con diversi strumenti: ● mediante detrazioni di imposta o altri sgravi fiscali a favore dei redditi derivanti dal lavoro; ● mediante imposte speciali a carico dei redditi derivanti dal patrimonio; ● mediante un’imposta che colpisca direttamente il valore dei beni patrimoniali posseduti dal contribuente; il patrimonio è considerato in quest’ultimo caso come un indice di capacità contributiva autonomo e distinto rispetto al possesso di redditi [ÑM4 U1 par. 2]. Sulla capacità contributiva influiscono diverse situazioni personali e familiari che comportano spese necessarie e insopprimibili (cure mediche, istruzione dei figli, oneri previdenziali ecc.). La parte di reddito impiegata per queste spese non è indice di capacità contributiva, perché destinata a soddisfare bisogni primari. Comunque, a parte le specifiche spese sostenute, l’esistenza di familiari a carico riduce di per sé la capacità contributiva e giustifica un alleggerimento dell’imposizione nei confronti del contribuente. Alcuni economisti (come Nicholas Kaldor e Luigi Einaudi) identificano la capacità contributiva con la “capacità di spesa” del contribuente, e cioè «la capacità economica che un individuo ha di soddisfare i propri bisogni». In questa prospettiva si considera equo tassare la parte di reddito che viene impiegata per l’acquisto di beni di consumo, mentre il risparmio viene assoggettato a tassazione quando è utilizzato per investimenti e altre operazioni economiche. La tassazione del reddito speso e del risparmio utilizzato viene attuata mediante le imposte indirette sui consumi e sui trasferimenti. Come si vede, gli indici di capacità contributiva sono diversificati. Per questo motivo il sistema tributario si articola in una pluralità di imposte che hanno presupposto e oggetto diversi e che sono coordinate fra loro, allo scopo di assoggettare all’imposizione ogni manifestazione di ricchezza e adeguare il carico tributario alla situazione di ogni contribuente.
L’equità dell’imposizione
U N I TÀ 2
Sintesi grafica capacità economica di sostenere il peso delle imposte
concetto manifestazioni oggettive e misurabili ammontare del reddito (discriminazione quantitativa)
La capacità contributiva
natura del reddito (discriminazione qualitativa) spese necessarie
situazioni personali e familiari
indicatori
familiari a carico
livello dei consumi trasferimenti di ricchezza e affari
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto I principali
..................................................
del reddito, la il livello dei e
•
..................................................,
..................................................
affari
•
della capacità contributiva sono: l’..................................................
..................................................
..................................................
l’utilizzazione di ricchezza per
e
..................................................,
..................................................
.
ammontare
trasferimenti
del reddito, le situazioni
•
consumi
•
familiari
•
fonte
•
indicatori
•
personali
2. Scegli il termine esatto fra i due proposti 1. L’indice più immediato della capacità contributiva è ritenuto il reddito/patrimonio perché da esso dipende il tenore di vita delle persone. 2. La discriminazione quantitativa/qualitativa implica che i redditi più elevati vengano colpiti da aliquote più alte. 3. I redditi al limite della tollerabilità/sussistenza sono considerati privi di capacità contributiva. 4. L’esistenza di familiari a carico riduce/determina la capacità contributiva di una persona.
4. L’equità e le diverse tipologie di imposta I tipi di imposta che abbiamo prima esaminato [ÑM4 U1 par. 2] sono strumenti più o meno adeguati per attuare il principio dell’equa ripartizione del carico tributario. Le imposte dirette offrono maggiore garanzia di equità rispetto a quelle indirette, perché colpiscono indici immediati di capacità contributiva (il possesso di redditi o di un patrimonio), possono adeguarsi meglio alla
L’adeguamento al principio di equità è diverso… … per le imposte dirette o indirette…
265
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
condizione del contribuente, consentono di applicare esenzioni per i redditi minimi. Le imposte indirette hanno il pregio dell’universalità, perché colpiscono tutta la ricchezza e tutti i redditi, anche i più modesti, mediante la tassazione di merci e servizi richiesti da tutti. Tuttavia, quando hanno a oggetto beni primari le imposte indirette gravano maggiormente sui consumatori che hanno minore capacità contributiva, assumendo carattere regressivo [ÑM4 U1 par. 2]; questa conseguenza può essere evitata adottando aliquote più elevate per i beni di lusso, aliquote più lievi per i beni di consumo generale, fino all’esenzione per i beni di prima necessità. L’imposta personale si adegua alla capacità contributiva perché è appli… per le imposte personali cata alla ricchezza complessiva del contribuente e tiene conto di tutte le o reali… circostanze che influiscono sulla sua situazione economica. Per questa ragione è più equa rispetto all’imposta reale, che colpisce i redditi e i beni indipendentemente dalla situazione personale e familiare del contribuente. L’imposta progressiva realizza la discriminazione quantitativa della … per le imposte progressive ricchezza perché applica aliquote più elevate ai redditi più alti ed è un mezzo idoneo per adeguare l’imposizione alla condizione economica dei contribuenti. Bisogna osservare, però, che l’imposta progressiva è equa soltanto se ha L’imposta progressiva è equa come oggetto il reddito del contribuente nella sua globalità. Se invece la solo se colpisce il reddito progressività si applica separatamente ai singoli redditi diventa ingiusta, globale in quanto mette in condizioni di vantaggio chi ha redditi frazionati. Supponiamo che Tizio sia proprietario di un terreno che gli dà un reddito di 200.000, mentre Caio ha un terreno e un fabbricato che danno un reddito di 100.000 ciascuno. Supponiamo che il sistema tributario preveda due distinte imposte reali, una sui terreni e una sui fabbricati. Se le due imposte reali sono proporzionali (per esempio, con aliquota del 10%), Tizio e Caio pagheranno entrambi, come è equo, la stessa somma (20.000). Se, viceversa, le due imposte reali sono progressive, cosicché a un imponibile di 100.000 corrisponda un’aliquota del 10% e a un L’INGLESE DEGLI ECONOMISTI imponibile di 200.000 un’aliquota del 20%, allora Tizio Fiscal drag pagherà 40.000 (20% di 200.000), mentre Caio pagherà Il verbo to drag ha il signimcato di “trascinare”. L’esolo 20.000 (10.000 per l’imposta sul terreno e 10.000 per spressione “mscal drag”, quindi, esprime efmcacemente l’imposta sul fabbricato). l’idea che il reddito del contribuente viene trascinato dall’innazione verso gli scaglioni più alti. In italiano il Deve concludersi allora che un’imposta progressiva, per fenomeno del mscal drag è indicato con l’espressione essere equa e non attuare disparità di trattamento, non “effetto di trascinamento” o, più spesso, “drenaggio deve essere applicata sulle singole tipologie di reddito, ma mscale”. sul reddito complessivo del contribuente. In caso di inflazione Un altro aspetto negativo della progressività è il fiscal drag che si manila progressività crea effetti festa in tempi di inflazione monetaria. di fiscal drag Quando la moneta si svaluta, i valori dei beni e dei servizi si esprimono in cifre più elevate e anche l’ammontare dei redditi nominalmente aumenta, anche se il loro potere di acquisto, in termini reali, resta immutato o addirittura diminuisce per effetto dell’inflazione.
266
L’equità dell’imposizione
U N I TÀ 2
Aumenta, così, il livello della base imponibile e per la progressività dell’imposta scattano aliquote più elevate, con la conseguenza che il contribuente è costretto a sostenere un carico fiscale maggiore, benché sia rimasta invariata la sua effettiva capacità contributiva. A ciò si può porre rimedio mediante correttivi automatici che spostano gli scaglioni di reddito in corrispondenza del tasso di inflazione oppure modificano automaticamente le aliquote di imposta.
Sintesi grafica
Confronto tra imposte
dirette
considerano indicatori immediati di capacità contributiva
indirette
sono universali ma possono avere effetti regressivi
personali
si adeguano alla situazione del contribuente
reali
sono indipendenti dalla situazione del contribuente
progressive
realizzano la discriminazione quantitativa del reddito
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Sotto il profilo dell’equità sono preferibili le imposte dirette e
..................................................,
le quali si adeguano meglio alla capacità
si applicano al reddito e
..................................................
..................................................,
..................................................
..................................................
tengono conto della situazione
del contribuente e attuano una discriminazione
perché
..................................................
..................................................
dei redditi. complessivo
•
•
contributiva
quantitativa
•
familiare
•
personale
•
personali
•
progressive
2. Collega ogni espressione della colonna sinistra con due espressioni della colonna destra 1. Universalità
a. Imposte reali
2. Discriminazione qualitativa
b. Imposta progressiva
3. Fiscal drag
c. Imposte generali d. Imposte speciali e. Inflazione f. Imposte indirette sui consumi
1
2
3
267
UNITÀ 2
Strumenti per il ripasso
Strumenti per il ripasso | Sintesi INTERROGAZIONE SIMULATA
SINTESI AD ALTA ACCESSIBILITÀ
1. L’equa ripartizione del carico tributario è un’esigenza fondamentale, che si esprime nei due princìpi dell’universalità e dell’uniformità dell’imposizione. Il principio di universalità richiede che tutti coloro che vivono, operano o hanno beni nel territorio dello Stato debbano contribuire al finanziamento della spesa pubblica. Esenzioni possono essere giustificate per ragioni economiche e sociali. Il principio di uniformità richiede che il carico tributario sia egualmente ripartito fra i contribuenti. Questo principio è stato interpretato dagli economisti in modi diversi.
2. Una teoria considera l’imposta come un compenso che i cittadini pagano allo Stato in relazione al beneficio apportato dalle funzioni e dai servizi pubblici. In relazione ai servizi divisibili (istruzione, sanità ecc.) viene richiesto all’utente il pagamento di una tassa adeguata all’utilità individuale del servizio. In relazione alle funzioni indivisibili (la tutela delle persone e dei beni, la legalità nelle contrattazioni ecc.) gli indicatori del beneficio sono il reddito, i consumi e gli affari. Altre teorie considerano il sacrificio che l’imposizione comporta per i contribuenti, rappresentato dalla perdita dell’utilità della ricchezza prelevata dallo Stato; l’imposizione è equa quando i sacrifici sono equamente ripartiti fra i contribuenti. Poiché con l’aumentare della ricchezza disponibile la sua utilità marginale decresce, l’equa ripartizione dei sacrifici
268
si attua mediante imposte progressive, che sottraggono ai contribuenti quote crescenti della ricchezza rispettivamente posseduta. Queste teorie si fondano su elementi difficilmente valutabili. Perciò il problema dell’equità dell’imposizione viene posto in termini più concreti, per individuare, in base a elementi oggettivi, se e in che misura un soggetto abbia la capacità economica di sostenere il peso dei tributi. In questo senso l’equità dell’imposizione fiscale consiste nell’adeguamento alla capacità contributiva.
3. Gli elementi indicatori della capacità contributiva sono principalmente l’ammontare del reddito, la natura del reddito, i carichi di famiglia e altre situazioni oggettivamente accertabili. L’insieme di queste situazioni forma la capacità contributiva del soggetto e a essa deve essere adeguato il peso delle imposte. L’universalità dell’imposizione, l’adeguamento alla capacità contributiva e la progressività del sistema sono i princìpi alla base degli ordinamenti tributari moderni e sono sanciti espressamente nella nostra Costituzione.
4. Le imposte che maggiormente corrispondono al principio di equità sono le imposte dirette, personali e progressive. L’imposizione progressiva deve essere applicata sul reddito complessivo del contribuente per evitare disparità di trattamento e distorsioni. Devono essere adottati, inoltre, particolari correttivi per evitare gli effetti negativi della progressività in periodo di inflazione.
Strumenti per il ripasso
Strumenti per il ripasso | Mappa
U N I TÀ 2 MAPPA PERSONALIZZABILE
eguaglianza
L’equità impositiva
si basa su princìpi costituzionali solidarietà
universalità
uniformità
carico tributario equamente distribuito
• tutti sono assoggettabili a prelievo • le eccezioni devono essere giustificate
secondo diverse teorie
si esprime al meglio per
beneficio (dei servizi pubblici)
sacrificio (del contribuente)
imposte dirette
adeguamento alla capacità contributiva
imposte personali
imposte progressive
si esprime attraverso diversi indicatori
reddito (ammontare e natura)
carichi di famiglia
capacità di spesa
altre situazioni oggettivamente accertabili
269
UNITÀ 2
Verifica formativa
1. Scegli l’unica risposta esatta fra le quattro indicate 1. Il principio dell’equità impositiva riguarda: A gli aspetti giuridici delle operazioni di riscossione £ B la giusta ripartizione del carico tributario £ C la legalità nella gestione dei tributi £ D l’imparzialità degli uffici fiscali £ 2. Secondo le teorie del sacrimcio, l’imposta deve adeguarsi: A alla produttività dei servizi pubblici £ B al vantaggio derivante dai servizi pubblici £ C al principio dell’utilità marginale decrescente £ D al beneficio collettivo della finanza pubblica £ 3. Le imposte che meglio si adeguano alla capacità contributiva sono quelle: A reali e speciali £ B personali e progressive £ C reali e progressive £ D generali e proporzionali £
5. Il principio di universalità richiede che: A nessuna categoria di cittadini sia esclusa £ dall’imposizione B tutte le imposte abbiano carattere generale £ C le imposte siano applicate senza esenzioni £ D le imposte siano analoghe in tutti gli Stati £ 6. La teoria del sacrimcio minimo porta all’applicazione di imposte: A fortemente progressive £ B preferibilmente proporzionali £ C le più basse possibili £ D adeguate ai benefìci dei servizi pubblici £
270
3. 1. 2. 3. 4. 5. 6.
1
4. Il principio di uniformità richiede che: A tutte le imposte abbiano il medesimo presupposto £ B le imposte siano strutturate in modo analogo £ C il peso delle imposte sia ben distribuito fra tutti £ D il gettito delle imposte non abbia mutamenti £
2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false e, se sono false, spiega perché 1. Nel territorio dello Stato anche gli stranieri possono essere assoggettati all’imposizione mscale. V£ 2. Il benemcio e il sacrimcio sono due criteri per la distribuzione del carico tributario. V£ 3. Il criterio del sacrimcio conduce all’applicazione di imposte progressive. V£ 4. La capacità contributiva si determina in base a elementi oggettivi. V£ 5. Per discriminazione qualitativa si intende un trattamento mscale differenziato ingiustamente discriminatorio. V£
6. La teoria del benemcio offre un criterio per determinare la misura delle tasse.
F£ F£ F£
V£ F£
Connect the expressions on the left column with the corresponding on the right Sacrimce theories of a. Qualitative discrimination taxation of income General taxes b. Principles of equality Quantitative and solidarity discrimination of income c. Marginal utility of money Tax fairness d. Benemt theories Special levies of taxation Classical e. Tax exemption and neoliberal f. Principle of universality economists 2
3
4
5
6
4. Correggi l’errore contenuto in ciascuna frase 1. In base al principio dell’uniformità tutti sono tenuti al pagamento dei tributi. 2. Il criterio del benemcio si fonda sul principio dell’utilità marginale decrescente. 3. L’applicazione della teoria del benemcio comporta difmcoltà nel caso dei servizi pubblici divisibili. 4. La discriminazione qualitativa della ricchezza viene realizzata mediante l’applicazione di imposte progressive. 5. Il concetto di reddito più adeguato per misurare la capacità contributiva è quello di reddito-prodotto. 6. L’imposta progressiva diventa equa quando colpisce i redditi frazionati. 5. Individua il concetto che corrisponde alle seguenti definizioni 1. Il principio in base al quale tutti coloro che hanno capacità contributiva sono tenuti al pagamento dei tributi. 2. Il principio in base al quale i contribuenti devono sopportare l’onere dei tributi in condizioni di eguaglianza. 3. Il regime mscale che accorda un trattamento di favore a soggetti o situazioni meritevoli di particolare tutela. 4. La teoria secondo la quale il carico mscale di ciascun contribuente deve essere adeguato al vantaggio che egli trae dall’organizzazione statale. 5. Il trattamento mscale differenziato fra i redditi che derivano da puro lavoro e gli altri redditi. 6. Il concetto di reddito come insieme di tutti i diversi proventi percepiti da un soggetto.
F£
F£
TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
U N I TÀ 3
La certezza e la semplicità dell’imposizione
Conoscenze
Abilità
• In che cosa consiste e a quali princìpi deve corrispondere
• Individuare il ruolo del contribuente e quello degli ufmci mscali
la gestione amministrativa delle imposte • Quali sono le fasi e i metodi del procedimento per l’applicazione delle imposte • Con quali tecniche possono aver luogo l’accertamento e la riscossione delle imposte
nell’applicazione delle imposte
• Valutare gli aspetti positivi e negativi delle diverse modalità di accertamento
• Valutare in che misura i diversi tipi di imposta corrispondono ai princìpi di certezza, semplicità ed efmcacia
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
1. L’applicazione delle imposte Sappiamo che… Procedimento amministrativo La Pubblica amministrazione deve esplicare la propria attività mediante regole e modalità predemnite dalla legge. Il procedimento amministrativo è costituito da una serie articolata di operazioni e atti previsti e disciplinati dalla legge, fra loro collegati in sequenza e mnalizzati alla formazione di un provvedimento.
APPROFONDIMENTO Gli oneri amministrativi
Nell’applicazione delle imposte si richiede:
… certezza…
… semplicità… … efficienza…
… economicità
Il procedimento applicativo si svolge in tre fasi:
accertamento… … riscossione… … versamento
272
Come si è detto [ÑM4 U1 par. 1], l’obbligazione tributaria deriva direttamente dalla legge e si costituisce quando la situazione astrattamente prevista come presupposto d’imposta si realizza in concreto nei confronti di un determinato soggetto (si acquista un immobile, si percepisce uno stipendio ecc.). È in quel momento che la norma tributaria comincia a essere applicata perché sorge per il contribuente il dovere di pagare l’imposta e per l’Amministrazione finanziaria il diritto di imporne l’osservanza. Nel successivo svolgimento del rapporto tributario devono essere garantiti, da un lato, l’interesse del contribuente a un’imposizione corretta e, dall’altro, l’interesse dell’Amministrazione a ottenere rapidamente le somme dovute dal contribuente. Per soddisfare entrambe le esigenze l’applicazione delle imposte deve avvenire secondo i princìpi di certezza, semplicità, efficienza ed economicità [ÑM4 U1 par. 3] già individuati da Adam Smith e considerati tuttora requisiti fondamentali del sistema tributario. È necessario, in sostanza: ● che la regolamentazione dell’imposta sia chiara e facilmente comprensibile, in modo che la sua applicazione non dia luogo a dubbi interpretativi e a controversie; ● che l’imposizione avvenga con modalità semplici, in modo da limitare allo stretto indispensabile gli adempimenti a carico del contribuente; ● che l’imposta sia efficiente come fonte di entrata finanziaria; riesca, cioè, a colpire effettivamente la materia imponibile e fornisca un gettito adeguato lasciando il minor spazio possibile all’evasione; ● che l’applicazione dell’imposta non richieda un’organizzazione amministrativa complessa e costosa. L’applicazione delle imposte viene attuata mediante una sequenza di atti previsti e regolati dalla legge, posti in essere dal contribuente, nell’adempimento dei suoi doveri, e dagli uffici fiscali, nell’esercizio dei loro poteri. Il procedimento per l’applicazione dell’imposta si svolge in tre fasi: l’accertamento, la riscossione e il versamento. ● L’accertamento dell’imposta è l’insieme degli atti che rendono certo e liquido il credito dell’Amministrazione finanziaria. ● La riscossione comprende le operazioni dirette a ottenere il pagamento dell’imposta, o l’esecuzione forzata nel caso di inadempimento. ● Il versamento ha luogo quando l’incaricato della riscossione consegna le somme riscosse all’ufficio che gestisce il servizio di cassa dell’ente impositore.
La certezza e semplicità dell’imposizione
U N I TÀ 3
Le norme che regolano le procedure di accertamento e di riscossione ovviamente differiscono da Stato a Stato. Ma, pur nella loro diversità, si ricollegano ad alcuni criteri di carattere generale che sono comuni ai sistemi tributari di tutti gli Stati.
Sintesi grafica sorge per legge quando si verifica il presupposto d’imposta per il contribuente il dovere di pagare l’imposta
L’obbligazione tributaria comporta
per il fisco il diritto all’adempimento
certezza (norme chiare e comprensibili) semplicità (evitare procedure e adempimenti pesanti) I princìpi
efficienza (ottenere il gettito e limitare l’evasione) economicità (evitare inefficienze e sprechi)
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto L’applicazione delle imposte deve svolgersi secondo princìpi di certezza (cioè secondo regole
..................................................
e
..................................................),
semplicità (limitando gli
a carico del contribuente), economicità (con una comporti eccessivi
..................................................),
adeguato e ridurre le possibilità di adempimenti
•
chiare
•
costi
•
..................................................
..................................................
amministrativa che non
efficienza (in modo da ottenere un
..................................................
..................................................).
evasione
•
gestione
•
gettito
•
precise
2. Collega ogni espressione della colonna sinistra con una della colonna destra 1. Credito certo e liquido
a. Riscossione
2. Esecuzione forzata
b. Versamento
3. Servizio di cassa
c. Gettito
4. Efficienza dell’imposta
d. Accertamento
1
2
3
4
273
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
Accertamento L’operazione giuridico-contabile con cui l’Amministrazione appura la ragione del credito, la persona debitrice e il relativo ammontare da iscrivere come competenza dell’esercizio. Costituisce la prima fase della procedura di acquisizione delle entrate.
L’imponibile può essere determinato con metodo analitico… APPROFONDIMENTO Reddito effettivo o reddito normale
… che è più preciso ma più complesso…
… o con metodo induttivo…
… che è più semplice ma più approssimativo L’accertamento può essere svolto: eccezionalmente d’ufficio…
274
2. L’accertamento L’accertamento dell’imposta consiste in un insieme di operazioni tecniche dirette a verificare l’esistenza del presupposto di imposta nei confronti del contribuente, determinare la base imponibile e quantificare l’importo dovuto. La determinazione dell’imponibile può essere effettuata con metodo analitico o con metodo induttivo. Il metodo analitico consiste nel rilevare la materia imponibile mediante l’individuazione di tutti i suoi elementi, che devono essere certi e documentati. Per esempio, ai fini delle imposte dirette, il reddito di impresa viene determinato mediante la rilevazione e la valutazione di tutti i componenti positivi (ricavi, plusvalenze, sopravvenienze attive, rimanenze ecc.) e negativi (costi, minusvalenze, sopravvenienze passive, interessi passivi ecc.); ai fini dell’Iva le operazioni soggette all’imposta vengono tutte documentate e registrate con le indicazioni necessarie a individuarle (l’acquirente, l’oggetto, l’importo ecc.). Questo metodo è idoneo a determinare la consistenza dell’imponibile in modo quanto più possibile corrispondente alla realtà; non è, però, né economico né semplice perché richiede un’attività amministrativa complessa e costosa, e sottopone il contribuente a gravosi obblighi di documentazione. A volte i risultati sono incerti e soprattutto danno luogo a controversie per le obiettive difficoltà che si incontrano nell’individuazione e valutazione di alcuni elementi che compongono la materia imponibile. Con l’accertamento induttivo (o sintetico) l’ammontare complessivo della materia imponibile viene desunto indirettamente da elementi esteriori che hanno il valore di indizi attendibili. Per esempio, il numero degli operai addetti ai macchinari, il consumo di energia o altri indici di produttività sono indizi da cui si deduce la capacità di uno stabilimento di produrre in un anno un dato quantitativo di merce. Le spese per automobili sportive, ville, personale di servizio e altre manifestazioni di un alto tenore di vita sono indizi di un elevato reddito. Il metodo induttivo è semplice e poco costoso; è però alquanto grossolano, perché si avvicina alla realtà in modo approssimativo. Le operazioni di accertamento dell’imposta possono essere svolte dagli uffici fiscali di propria iniziativa (accertamento d’ufficio) o con la collaborazione del contribuente (in base a dichiarazione verificata). L’accertamento d’ufficio si basa su indagini svolte direttamente dagli uffici fiscali. In passato, quando i redditi e le attività economiche erano semplici e facilmente individuabili, l’accertamento d’ufficio era il sistema prevalente; oggi invece ha un carattere di eccezionalità perché senza la collaborazione del contribuente è impossibile accertare le varie e diversificate forme di ricchezza delle economie avanzate. Si ricorre all’accertamento d’ufficio quando il contribuente ha omesso le dichiarazioni a cui è obbligato.
La certezza e semplicità dell’imposizione
Le indagini d’ufficio sono previste anche nei casi in cui la determinazione dell’imponibile richiede particolari operazioni tecniche che non possono essere compiute dal contribuente. È il caso del reddito dei terreni, che deve essere determinato dagli uffici catastali mediante apposite rilevazioni topografiche e operazioni di stima; così pure, per le merci soggette a imposta di fabbricazione (alcool, energia elettrica ecc.) la quantità prodotta viene determinata d’ufficio mediante speciali misuratori meccanici. L’accertamento in base a dichiarazione verificata è adottato per la maggior parte delle imposte in tutti i paesi economicamente sviluppati. Il contribuente ha l’obbligo di dichiarare, su appositi modelli, l’esistenza e l’entità della materia imponibile alla quale viene commisurata l’imposta. Così, ai fini delle imposte dirette, il contribuente deve dichiarare i redditi posseduti indicandone l’ammontare; ai fini dell’Iva gli imprenditori e i lavoratori autonomi devono dichiarare le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate, indicandone il valore. La dichiarazione è soggetta al controllo degli uffici fiscali, i quali, avvalendosi dei loro poteri di indagine, possono procedere all’accertamento in rettifica se i dati indicati nella dichiarazione sono incompleti o non veritieri. Se il contribuente non osserva l’obbligo di presentare la dichiarazione, l’imponibile è accertato d’ufficio con il metodo induttivo. Una volta determinata la base imponibile, viene effettuata la tassazione, che consiste nell’applicare all’imponibile l’aliquota stabilita dalla legge: si determina così l’ammontare (lordo) dell’imposta. Dall’importo risultante dalla tassazione si detraggono le somme eventualmente previste da determinate disposizioni di legge e si compie la liquidazione dell’imposta, cioè si rende liquido ed esigibile l’importo che il contribuente deve pagare. Normalmente queste operazioni sono compiute dal contribuente, il quale, oltre a dichiarare la materia imponibile, è tenuto a calcolare l’imposta dovuta e l’importo da pagare, attraverso la procedura dell’autotassazione. L’importo determinato per autotassazione è immediatamente esigibile e deve essere versato dal contribuente, senza alcuna richiesta da parte degli uffici fiscali (versamento diretto). L’intervento degli uffici fiscali è limitato al controllo dell’applicazione dell’imposta da parte del contribuente e all’eventuale accertamento in rettifica. La procedura di autotassazione e versamento diretto si basa su un rapporto di fiducia tra il fisco e i cittadini e implica una maggiore responsabilizzazione del contribuente, il cui corretto comportamento semplifica l’applicazione delle imposte. L’autotassazione è adottata soprattutto per le imposte a carattere generale che, a scadenze regolari, sono applicate contemporaneamente da un gran numero di contribuenti. Quando l’autotassazione non è prevista dalla legge, o quando il contribuente non ha adempiuto all’obbligo della dichiarazione oppure l’ha fatto in modo inesatto o incompleto, ha luogo l’accertamento da parte degli uffici fiscali, i quali, determinata l’entità dell’imponibile, provvedono a liquidare l’importo dell’imposta dovuta.
U N I TÀ 3
… normalmente in base a dichiarazione verificata
APPROFONDIMENTO La tassazione per contingente e la poll tax
La base imponibile accertata è sottoposta a tassazione… … e si procede alla liquidazione dell’imposta
Normalmente è prevista l’autotassazione Autotassazione Calcolo e versamento dell’imposta dovuta effettuati direttamente dal contribuente nei casi previsti dalla legge.
275
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
Quando l’imposta è liquidata
In tutti i casi in cui la liquidazione dell’imposta è effettuata dagli uffici fiscali, i provvedimenti emessi dall’Amministrazione devono essere notificati al contribuente per metterlo a conoscenza dell’imponibile accertato e dell’imposta liquidata. Senza la notifica l’imposta non è esigibile e vengono a mancare le condizioni necessarie per la sua riscossione.
dagli uffici fiscali è necessaria la notifica
Sintesi grafica individuazione del soggetto e verifica del presupposto metodo analitico o induttivo
determinazione dell’imponibile
Fasi dell’accertamento
procedimento d’ufficio o in base a dichiarazione verificata
autotassazione
liquidazione dell’imposta da ufficio fiscale (con successiva notifica)
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto L’accertamento dell’imposta è diretto a individuare l’esistenza del e la consistenza della materia
..................................................
normalmente si svolge in base a da parte del contribuente, con il
..................................................
e a determinare l’.................................................. dovuto;
..................................................
verificata e mediante
..................................................
e l’eventuale
..................................................
..................................................
da parte
degli uffici fiscali. autotassazione
•
presupposto
•
controllo
•
dichiarazione
•
imponibile
•
rettifica
•
importo
2. Completa le frasi inserendo i termini appropriati 1. L’accertamento ..................................................
..................................................
che concorre a determinare la base
2. Mediante l’accertamento ..................................................
si basa sulla rilevazione e valutazione di ciascun
..................................................
viene desunta da
..................................................
3. Normalmente l’accertamento avviene in base a ..................................................
in
276
hanno poteri di
..................................................
.
..................................................
.
l’entità complessiva della materia certi e non discutibili.
..................................................
..................................................
verificata. Gli uffici
e possono procedere all’accertamento
La certezza e semplicità dell’imposizione
U N I TÀ 3
3. La riscossione Sappiamo che… Appalto L’appalto è il contratto mediante il quale una parte si obbliga verso l’altra a compiere – con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio – un’opera o un servizio dietro corrispettivo in denaro. Dopo che il credito del fisco è divenuto certo, liquido ed esigibile, la seconda fase dell’applicazione dell’imposta è la riscossione, che avviene con procedimenti diversi in relazione ai tipi di tributi. Due procedimenti snelli e poco costosi, largamente diffusi nei sistemi tributari moderni, sono il versamento diretto e la ritenuta alla fonte. Il versamento diretto ha come presupposto l’autotassazione; come abbiamo visto nel paragrafo precedente, il contribuente, dopo aver quantificato l’importo dovuto, deve effettuarne il versamento di propria iniziativa, senza una formale richiesta da parte dell’ente impositore. La ritenuta alla fonte si applica per i redditi di lavoro e i redditi di capitale. Mediante la ritenuta la materia imponibile viene assoggettata all’imposta prima di entrare nella disponibilità del contribuente, il quale percepisce il suo reddito al netto del prelievo. La riscossione per ritenuta alla fonte rende immediato e sicuro, per l’Amministrazione, l’incasso delle somme dovute dai contribuenti. Vanno distinte la ritenuta diretta e la ritenuta con obbligo di rivalsa. ● La ritenuta diretta ha per oggetto i redditi erogati dallo Stato (stipendi dei dipendenti pubblici, interessi sui titoli del debito pubblico). L’Amministrazione, nel pagare i compensi che sono dovuti a un soggetto, ne trattiene una parte a titolo di imposta (o, a seconda dei casi, a titolo di acconto sull’imposta, che dovrà essere accertata in un secondo momento). Si attua, in sostanza, una compensazione parziale fra il credito del contribuente verso lo Stato (per il compenso a cui ha diritto) e il credito dello Stato verso il contribuente (per l’imposta dovuta sull’ammontare del compenso). ● La ritenuta con obbligo di rivalsa ha luogo quando i redditi sono corrisposti da enti, società o altri soggetti obbligati a tenere una regolare contabilità. Il versamento viene effettuato dal soggetto che corrisponde il reddito e che deve adempiere all’obbligazione tributaria in qualità di sostituto di imposta [Ñ M4 U1 par. 1]. Dal momento che l’imposta non deve restare a suo carico, egli si rivale sul contribuente trattenendo, dal reddito, la somma che ha versato. Per evitare distorsioni nella distribuzione del carico tributario e far sì che l’imposta colpisca effettivamente il contribuente, la legge rende obbligatorio l’esercizio del diritto di rivalsa. Il diffuso ricorso ai sistemi del versamento diretto e della ritenuta alla fonte ha ridotto notevolmente il campo di applicazione della riscossione per ruoli, che in passato costituiva il principale strumento per la riscossione delle imposte dirette.
La riscossione avviene per versamento diretto…
… per ritenuta alla fonte…
Riscossione Procedimento di acquisizione e realizzo dei crediti accertati. La seconda fase della procedura di acquisizione delle entrate.
Versamento Introito in tesoreria dei crediti accertati e riscossi. L’ultima fase della procedura di acquisizione delle entrate.
… per ruoli…
277
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
La riscossione per ruoli ha una funzione residuale, limitata ai casi in cui l’imposta è stata oggetto di accertamento in rettifica o di accertamento d’ufficio da parte degli uffici fiscali. Il ruolo, che è tenuto dall’Amministrazione fiscale ed è pubblico, è un elenco dei soggetti, domiciliati nello stesso Comune, che sono obbligati al pagamento di una determinata imposta; per ciascuno di essi indica i dati anagrafici, il domicilio, l’imponibile accertato, l’aliquota applicata e l’imposta dovuta. Il ruolo ha per legge valore di titolo esecutivo ai fini dell’esecuzione forzata, per effetto della quale l’ente impositore riscuote in via coattiva l’imposta quando il contribuente è inadempiente. Un procedimento specifico per la riscossione di talune imposte indirette … per bollo sui trasferimenti e sugli affari è la riscossione per bollo, che si applica a imposte e tasse il cui presupposto risulta da documenti scritti (atti notarili, registri ecc.). In passato, questo metodo di riscossione veniva attuato mediante l’impiego di carta o moduli già bollati (bollo ordinario) oppure mediante l’applicazione di marche da bollo o di bollo a punzone (bollo straordiAgenzia delle entrate nario) o, in qualche caso, mediante pagamento dell’imposta Ente pubblico non economico, operativo dal gennaio senza materiale apposizione del bollo (bollo virtuale). 2001, incaricato di provvedere alla gestione, all’accertamento e alla riscossione dei tributi erariali, Ora il pagamento avviene per via telematica ed è comprosotto la vigilanza del Ministero dell’economia vato da un contrassegno adesivo rilasciato dal terminale e delle mnanze. presso il quale è stato effettuato il pagamento. Il Ministero mantiene la responsabilità di indirizzo politico, mentre all’Agenzia delle entrate è attribuita la responsabilità gestionale e operativa.
La gestione in passato era affidata a esattori privati… … ora è esercitata dall’Amministrazione finanziaria
Con il versamento, che è l’ultima (e breve) fase dell’imposizione, le somme riscosse affluiscono alle casse dell’ente impositore. La gestione delle riscossioni in passato era affidata mediante contratti di appalto a esattorie private, che riscuotevano le imposte per conto dell’ente impositore e ne garantivano il versamento. Oggi la riscossione dei tributi è considerata un’attività propria dell’Amministrazione finanziaria. In Italia è gestita dall’Agenzia delle entrate tramite l’ente pubblico economico “Agenzia delle entrate-Riscossioni”.
Sintesi grafica
Modalità della riscossione
278
versamento diretto
autotassazione
ritenuta alla fonte
• diretta • con obbligo di rivalsa
per ruoli
titolo esecutivo
per bollo
per atti scritti
>>>
La certezza e semplicità dell’imposizione
U N I TÀ 3
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto I principali metodi di riscossione sono il alla fonte (diretta o con obbligo di mediante iscrizione nei
bollo
•
ritenuta
•
..................................................).
..................................................
riscossione avviene mediante il rivalsa
•
..................................................
•
...............................................
Meno diffusa è la riscossione
. Per talune imposte indirette sugli affari la
..................................................
ruoli
diretto e la
telematica
con pagamento per via
•
..................................................
.
versamento
2. Completa le frasi inserendo i termini appropriati 1. Quando l’imposta è stata determinata per mediante
..................................................
..................................................
la riscossione avviene
diretto da parte del contribuente.
2. Per i redditi di lavoro e i redditi di capitale la riscossione avviene mediante ..................................................
alla fonte con obbligo di
..................................................
da parte del
..................................................
di imposta. 3. Il
..................................................
..................................................
è titolo esecutivo e rende possibile la riscossione anche in modo
.
4. L’efficienza amministrativa e le diverse tipologie di imposta Come fonte di entrata finanziaria, le imposte indirette sono più efficienti di quelle dirette. Il loro elevato gettito è dovuto a tre ragioni: ● sono universali: nel sottoporre a tassazione i consumi e i trasferimenti di ricchezza, colpiscono tutti; si pensi all’imposta di fabbricazione sulla benzina o all’Iva sui beni di largo consumo a cui non ci si può sottrarre; ● sono elastiche: il loro gettito aumenta con l’aumento della ricchezza nazionale e con l’incremento della popolazione, così che esse forniscono entrate crescenti allo Stato man mano che si innalza il livello dei consumi e si intensificano gli affari; ● sono divisibili: vengono applicate in occasione dei singoli acquisti, sicché il loro peso è frazionato e, per la sua esiguità, viene poco avvertito. Questo va detto in particolare per le imposte sui consumi, il cui ammontare è conglobato nel prezzo del bene.
Le imposte indirette sono
Le imposte dirette hanno una maggiore trasparenza, perché il contribuente si rende conto del loro onere effettivo: ma, proprio per questo motivo, incontrano maggiori resistenze e danno luogo a evasione fiscale. Questi effetti negativi si riscontrano maggiormente quando le imposte dirette sono progressive: quanto più la progressività è accentuata tanto più i contribuenti cercano di sottrarsi all’imposizione, con il risultato di far diminuire il gettito. Fra le imposte dirette, quelle personali presentano le maggiori difficoltà di accertamento, perché, dovendo essere adeguate alla complessiva situazione economica del contribuente, si deve tenere conto di elementi eterogenei spesso di difficile valutazione.
Nelle imposte dirette è frequente
un’efficiente fonte di entrata
l’evasione… … soprattutto quando sono fortemente progressive
Alla complessità delle imposte personali…
279
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
… si contrappone la semplicità delle imposte reali
Più semplici sono invece le imposte reali che, riferendosi a beni determinati o ad attività specifiche, consentono di individuare facilmente la materia imponibile. Si può concludere che, dal punto di vista dell’equità, le imposte dirette personali e progressive consentono un migliore adeguamento alla capacità contributiva, mentre dal punto di vista della semplicità ed efficienza amministrativa le imposte indirette e le imposte dirette proporzionali e reali consentono un più agevole accertamento.
Sintesi grafica imposte indirette
universalità, elasticità, frazionabilità
imposte reali
semplicità e specificità
imposte dirette
trasparenza ma rischio di evasione e complessità di accertamento
alta Efficienza dell’imposta
bassa
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Le imposte
..................................................
sono un efficiente mezzo di
quando colpiscono beni e servizi di largo ..................................................
consumo
•
sono più semplici di quelle
finanziamento
•
indirette
•
..................................................,
..................................................
..................................................
personali
•
soprattutto
. Le imposte dirette .
reali
2. Rispondi alle domande 1. Quali problemi comporta l’accertamento delle imposte personali? 2. In che cosa consiste l’elasticità delle imposte indirette? 3. Quali rischi comporta l’applicazione di imposte fortemente progressive?
280
Strumenti per il ripasso
U N I TÀ 3
Strumenti per il ripasso | Sintesi INTERROGAZIONE SIMULATA
SINTESI AD ALTA ACCESSIBILITÀ
1. Le procedure per l’applicazione delle imposte devono garantire al contribuente la chiarezza e la semplicità degli adempimenti e permettere all’Amministrazione di ottenere in modo efficiente ed economico le somme che sono dovute dai contribuenti. L’applicazione delle imposte si svolge in tre fasi: l’accertamento, la riscossione e il versamento.
2. L’accertamento comprende le operazioni dirette a individuare l’esistenza del presupposto dell’imposta, determinare la materia imponibile e liquidare l’imposta dovuta dal contribuente. La determinazione dell’imponibile avviene normalmente con metodo analitico, basato sulla rilevazione di tutti gli elementi che compongono la ricchezza considerata. In alcuni casi è previsto il ricorso al metodo induttivo, basato su indizi attendibili dai quali può essere desunto l’imponibile. L’accertamento ha normalmente luogo in base alla dichiarazione del contribuente, verificata ed eventualmente rettificata dagli uffici fiscali. Quando la dichiarazione è stata omessa, o quando la legge non prevede l’obbligo della dichiarazione, l’accertamento avviene d’ufficio. La liquidazione dell’imposta ha luogo applicando all’imponibile l’aliquota prevista dalla legge. Per le imposte generali, che si applicano a un gran numero di contribuenti, è previsto il sistema dell’autotassazione, per cui le relative operazioni sono compiute dallo stesso contribuente, mentre gli uffici fiscali intervengono in sede di controllo. Quando l’accertamento è effettuato dagli uffici fiscali, i relativi provvedimenti devono essere portati a conoscenza del contribuente mediante notifica.
3. La riscossione dell’imposta può avvenire con vari metodi. Quando l’imposta è determinata per autotassazione lo stesso contribuente, dopo aver calcolato l’importo da pagare,
provvede a versarlo senza che gli uffici fiscali debbano farne richiesta (versamento diretto). Per alcuni tipi di redditi è prevista la ritenuta alla fonte: il soggetto che corrisponde il reddito al contribuente ne trattiene la parte corrispondente all’imposta e la versa allo Stato; è questa la ritenuta con obbligo di rivalsa. La ritenuta è diretta quando il soggetto che corrisponde il reddito è lo stesso Stato. Quando l’imposta è stata accertata dagli uffici fiscali, mediante accertamento in rettifica o d’ufficio, la riscossione avviene per ruoli. Il ruolo è il titolo esecutivo e rende possibile, in caso di inadempimento, l’esecuzione forzata nei confronti del contribuente. Per alcuni tributi che fanno riferimento ad atti scritti l’imposta viene riscossa mediante bollo. Il pagamento avviene per via telematica. In alcuni Stati il compito di riscuotere i tributi è affidato a esattori privati mediante contratto di appalto. Questo sistema era adottato in passato anche in Italia. Ora il servizio di riscossione è gestito direttamente dall’Amministrazione finanziaria dello Stato e vi provvede l’Agenzia delle entrate, tramite l’ente pubblico economico “Agenzia delle entrateRiscossioni”.
4. Le imposte che meglio corrispondono ai princìpi di efficienza, semplicità ed economicità amministrativa sono le imposte indirette perché sono universali, elastiche e divisibili. Le imposte dirette hanno il pregio della trasparenza ma proprio per questo possono indurre il contribuente all’evasione. Questo effetto negativo è accentuato quando le imposte sono progressive. Le imposte dirette personali comportano difficoltà di accertamento perché devono adeguarsi alla complessiva situazione economica, personale e familiare del contribuente. Le imposte dirette reali presentano maggiore facilità di accertamento perché si riferiscono a beni determinati e ad attività specifiche.
281
Strumenti per il ripasso
UNITÀ 3
Strumenti per il ripasso | Mappa
La semplicità dell’imposizione
MAPPA PERSONALIZZABILE
è requisito per
applicazione delle imposte
che si sviluppa in più fasi
accertamento
riscossione e versamento
individuazione soggetto
versamento diretto
gestione delle riscossioni
Amministrazione finanziaria verifica presupposto
ritenuta alla fonte
determinazione imponibile
mediante ruoli
metodo analitico
metodo induttivo
mediante bollo
liquidazione
autotassazione
uffici fiscali
notifica
caratteristiche delle imposte
282
imposte indirette
universali, elastiche, frazionabili
imposte dirette reali
attività e beni determinati
esattori privati (ormai solo in alcuni paesi)
Verifica formativa
1. Scegli l’unica risposta esatta fra le quattro indicate 1. L’accertamento dell’imposta ha la funzione di: A incassare le somme dovute dal contribuente £ B individuare le norme che regolano il tributo £ C accertare se l’imposta da applicare è in vigore £ D determinare l’imponibile e la somma dovuta £ 2. Si ricorre all’accertamento induttivo: A nella maggior parte dei casi £ B in sede di controllo nei casi previsti dalla legge £ C in nessun caso perché ormai superato £ D quando il contribuente ne abbia fatto richiesta £ 3. La notimca dell’accertamento è necessaria: A quando l’imposta ha carattere personale £ B soltanto se l’accertamento è analitico £ C quando l’accertamento è effettuato dagli uffici fiscali £ D per l’applicazione delle imposte dirette £ 4. Le imposte dirette vengono normalmente applicate mediante: A autotassazione e versamento diretto £ B accertamento d’ufficio e pubblicazione dei ruoli £ C accertamento e tassazione effettuati dagli uffici £ fiscali D dichiarazione del contribuente e tassazione effettuata £ dall’ufficio fiscale 5. L’accertamento d’ufmcio è utilizzato: A con prevalenza perché è il metodo più diffuso £ B solo con riferimento alle imposte dirette £ C quando non è possibile quello per dichiarazione £ D quando è più favorevole agli uffici fiscali £ 6. Per versamento diretto si intende il versamento effettuato: A con riferimento alle imposte dirette £ B senza richiesta degli uffici fiscali £ C personalmente e non tramite terze persone £ D agli uffici che hanno compiuto l’accertamento £ 2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false e, se sono false, spiega perché 1. L’accertamento di regola è analitico. V£ F£ 2. L’accertamento induttivo determina l’esatta consistenza dell’imponibile. V£ F£ 3. Le imposte generali si applicano con il sistema dell’autotassazione. V£ F£ 4. La riscossione per ruoli è il sistema più diffuso per la riscossione delle imposte dirette. V £ F £ 5. Il versamento diretto presuppone che l’imposta V£ F£ sia stata determinata dagli ufmci mscali. 6. La gestione delle imposte reali è semplice e poco costosa. V£ F£
3. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 1
U N I TÀ 3
Connect the expressions on the left column with the corresponding on the right Automatic tax inspection a. Indirect evidence Tax collection b. Tax rate Withholding tax c. Elasticity Taxation d. List of taxpayers Statistics-based tax e. Withholding agent assessment f. Omitted tax return Indirect taxes 2
3
4
5
6
4. Correggi l’errore contenuto in ciascuna frase 1. L’accertamento dell’imposta consiste in un insieme di operazioni dirette a determinare la materia possibile e l’importo dovuto. 2. Il versamento dell’imposta ha luogo quando l’incaricato dell’accertamento consegna le somme all’ufmcio che gestisce il servizio di cassa. 3. L’accertamento analitico richiede un’attività amministrativa omogenea. 4. Nei sistemi tributari moderni la riscossione per ruoli ha carattere usuale rispetto agli altri metodi di riscossione. 5. Le imposte si applicano mediante un procedimento, cioè un insieme di atti previsti e regolati dalla Costituzione e fra loro connessi. 6. Gli ufmci mscali controllano la dichiarazione del contribuente e se la ritengono non veritiera possono procedere all’accertamento d’ufmcio. 5. Individua il concetto che corrisponde alle seguenti definizioni 1. Il procedimento mediante il quale il credito dell’Amministrazione mnanziaria viene reso certo e liquido. 2. Le operazioni dirette a ottenere il pagamento del tributo o l’esecuzione forzata. 3. Il metodo di accertamento che rileva tutti gli elementi che formano la materia imponibile. 4. La determinazione dell’imposta mediante applicazione dell’aliquota alla base imponibile. 5. Il metodo di accertamento basato su indizi. 6. Il metodo di riscossione basato sul pagamento dell’imposta da parte di un soggetto diverso dal contribuente.
TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
283
UNITÀ 4
Gli effetti economici dell’imposizione
Conoscenze
Abilità
• Gli effetti dell’imposizione sul comportamento del contribuente • Le modalità e gli effetti dell’evasione e dell’elusione • Le caratteristiche e gli effetti della rimozione • Gli effetti dell’imposizione sui prezzi: la traslazione,
• Distinguere gli effetti macroeconomici e microeconomici
l’ammortamento e la diffusione dell’imposta
del prelievo mscale
• Individuare la differenza fra l’evasione e l’elusione mscale • Valutare le conseguenze dell’imposta sulla propensione a lavorare e produrre
• Individuare le relazioni fra l’introduzione di un’imposta e l’andamento dei prezzi di mercato
• Confrontare le diverse tipologie di imposta con riferimento agli effetti economici e agli obiettivi di politica economica
Gli effetti economici dell’imposizione
U N I TÀ 4
1. Effetti macroeconomici ed effetti microeconomici del prelievo fiscale Sappiamo che… Gli effetti macroeconomici della pressione fiscale Ricordiamo che gli effetti macroeconomici del prelievo mscale complessivo possono riguardare: • modimcazioni della domanda globale, e cioè una contrazione o un’espansione dei consumi e degli investimenti, a seconda del modo in cui vengono manovrate l’imposizione e la spesa pubblica; • modimcazioni nel livello generale dei prezzi: un aumento della pressione mscale può combattere un’innazione da domanda, ma può anche innescare un’innazione da costi; • modimcazioni nell’offerta dei fattori produttivi, in quanto un’eccessiva pressione mscale può innuire negativamente sulla formazione del risparmio; • modimcazioni nella distribuzione del reddito nazionale, e cioè spostamenti di ricchezza fra le classi sociali, le zone territoriali o i settori produttivi, a seconda che siano colpiti dal prelievo in misura maggiore o minore; • modimcazioni nell’impiego delle risorse, e cioè uno spostamento di fattori produttivi dal settore privato al settore pubblico. Il prelievo delle imposte, nel sottrarre ricchezza alla disponibilità dei privati, modifica l’equilibrio economico preesistente. Gli effetti che ne derivano possono essere studiati da un punto di vista macroeconomico o microeconomico. Sotto il profilo macroeconomico si prendono in considerazione i risultati prodotti non da una singola imposta, ma dalla pressione tributaria nel suo complesso, con riferimento alla produzione e alla distribuzione del reddito nazionale, al volume globale dei consumi e degli investimenti, al livello generale dei prezzi [ÑM2 U2 par. 5]. Dal punto di vista microeconomico devono essere presi in considerazione gli effetti specifici che ciascun tipo di imposta può determinare sul comportamento economico delle persone che vi sono assoggettate e le conseguenze che ne derivano nel settore a cui l’imposta si riferisce e nei settori a essa collegati. L’introduzione di una nuova imposta può provocare una reazione da parte del contribuente, il quale, se ne ha la possibilità, tende ad alleggerire se non addirittura a evitare il peso dell’imposizione adottando vari comportamenti: ● continua a svolgere la sua attività, ma si sottrae al pagamento dell’imposta con mezzi illeciti (evasione) o senza violare formalmente la legge (elusione); ● modifica la sua attività riducendo la produzione, il consumo o gli affari nel settore tassato (rimozione negativa) oppure cercando di aumentare il proprio reddito per fronteggiare il maggior peso dell’imposizione (rimozione positiva); ● paga l’imposta, ma ne scarica il peso su altri soggetti attraverso una modificazione del prezzo dei beni tassati (traslazione, ammortamento, diffusione).
Il prelievo fiscale ha effetti macroeconomici…
… ed effetti microeconomici
Gli effetti di ciascun tipo di imposta sono dovuti alla reazione del contribuente
285
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
Economia & Diritto
L’effetto di annuncio Prima di decidere l’introduzione di una nuova imposta o la modimca di un’imposta esistente, il legislatore deve prevederne le conseguenze e verimcare se esse potranno corrispondere agli obiettivi programmati o alterare in modo dannoso e indesiderato gli equilibri del mercato. Ma spesso la reazione del contribuente si manifesta ancor prima dell’effettiva introduzione o modimcazione dell’imposta, per il solo fatto che si è diffusa la notizia
di un provvedimento tributario più o meno imminente (effetto di annuncio). Ciò può portare a notevoli distorsioni sul mercato: per esempio, incetta di beni in previsione di una modimca dell’imposizione sui consumi, crollo del prezzo dei titoli in previsione di una modimca dell’imposizione sui capitali e così via.
Sintesi grafica sono determinati dalla pressione fiscale complessiva
macroeconomici si riferiscono all’equilibrio economico generale
Gli effetti dell’imposizione
sono determinati dalle singole imposte si riferiscono al settore tassato e ai settori collegati
microeconomici
• evasione • elusione rimozione (negativa o positiva)
derivano dalle reazioni dei contribuenti
• traslazione • ammortamento • diffusione
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Gli effetti dell’imposizione sono: fiscale
..................................................
..................................................
solo al
, quando sono determinati dalle
..................................................
complessiva
•
..................................................
generale
, quando derivano dalla pressione
e si riferiscono all’equilibrio economico
..................................................
..................................................
;
imposte e si riferiscono
colpito o a quelli collegati.
•
macroeconomici
•
microeconomici
•
settore
•
singole
2. Completa le frasi inserendo i termini appropriati 1. L’introduzione di una
..................................................
modifica le scelte
..................................................
della persona
che vi è sottoposta. 2. Il
..................................................
con mezzi
può reagire all’imposizione in modo da
..................................................
..................................................
286
il peso
oppure con comportamenti spregiudicati che però non
formalmente la legge, oppure
nel settore tassato, oppure attraverso una o servizi tassati.
..................................................
..................................................
..................................................
la propria attività
del prezzo dei beni
Gli effetti economici dell’imposizione
U N I TÀ 4
2. L’evasione L’evasione consiste nella violazione dell’obbligazione tributaria mediante l’occultamento, totale o parziale, della materia imponibile. L’evasore totale non presenta agli uffici fiscali le dichiarazioni o le comunicazioni a cui per legge è tenuto, sottraendosi in tal modo al pagamento dell’imposta dovuta. L’evasore parziale, pur non omettendo le dichiarazioni fiscali, rivela solo una parte della materia imponibile, pagando le imposte solo sulla parte dichiarata. Nei casi più gravi l’evasore svolge un’attività fraudolenta (frode fiscale) per sviare l’attività di controllo dell’Amministrazione finanziaria mediante alterazione di scritture, falsificazione o distruzione di documenti ecc. Oltre a costituire un illecito sul piano giuridico e una violazione dei doveri di solidarietà sul piano sociale, l’evasione produce conseguenze negative gravi sotto il profilo economico: ● distorce l’equa ripartizione del carico tributario: l’evasione provoca una diminuzione del gettito dell’imposta e poiché la spesa pubblica deve essere sempre sostenuta con le entrate, ne deriva, nel lungo periodo, un aumento della pressione fiscale sui contribuenti che non evadono; ● altera le condizioni della concorrenza nel mercato: gli imprenditori che evadono, non essendo gravati dal peso tributario, possono praticare prezzi più competitivi rispetto a quelli che pagano le imposte.
L’evasione può essere totale o parziale
È un comportamento illecito che ha gravi conseguenze… … per l’equità fiscale…
… e per il mercato
GAP nell’imposta (in milioni di euro) distinto fra mancati versamenti (MV) e omessa dichiarazione (netto MV) Il GAP d’imposta (o tax gap) è il divario (GAP) tra le imposte effettivamente versate e le imposte che i contribuenti avrebbero dovuto versare in un regime di perfetto adempimento agli obblighi tributari.
Tipologia di imposta IRPEF totale lavoro autonomo e impresa di cui IRPEF netto MV IRPEF MV IRES totale di cui IRES netto MV IRES MV IVA totale di cui IVA netto MV IVA MV IRAP totale di cui IRAP netto MV IRAP MV LOCAZIONI CANONE RAI di cui CANONE netto MV CANONE MV Totale
2010
2011
2012
2013
2014
2015
Media
29.292 28.016 1.276 8.784 7.574 1.210 33.658 26.741 6.918 8.254 6.807 1.446 2.306 755 664 91 83.048
31.470 29.938 1.532 10.396 8.964 1.432 36.339 28.541 7.799 8.863 7.163 1.700 2.380 765 669 96 90.213
29.453 27.848 1.604 9.958 8.615 1.343 36.193 27.771 8.422 8.524 6.901 1.622 1.935 887 784 103 86.950
30.894 29.246 1.648 10.956 9.489 1.467 34.944 26.481 8.463 8.486 6.864 1.621 1.283 942 824 118 87.505
31.659 29.970 1.689 10.375 8.985 1.389 36.238 27.462 8.776 8.420 6.829 1.591 1.397 977 838 139 89.065
31.611 29.925 1.686 10.299 8.920 1.379 34.771 26.350 8.421 6.181 4.961 1.220 1.333 1.008 865 143 85.203
30.730 29.157 1.573 10.128 8.758 1.370 35.357 27.224 8.133 8.121 6.588 1.534 1.772 889 774 115 86.997
287
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
Per combattere l’evasione fiscale gli Stati adottano un sistema di sanzioni più o meno rigorose, anche di carattere penale, nei confronti degli evasori. Queste misure non producono nessun effetto se la probabilità che i comportamenti evasivi vengano scoperti è scarsa. L’evasore fa un calcolo di convenienza mettendo a confronto il vantaggio di sottrarsi alle imposte rispetto al rischio di incorrere nelle sanzioni previste dalla legge. L’evasione, quindi, si può ridurre solo se i sistemi di accertamento fiscale funzionano in modo efficiente, così da scoraggiare i comportamenti omissivi o fraudolenti.
La lotta all’evasione prevede sanzioni anche penali…
… e richiede efficienza nei sistemi di accertamento fiscale
Sintesi grafica totale o parziale
occultamento dell’imponibile
mediante omissioni o frode fiscale
distorsione della ripartizione del carico tributario
L’evasione economiche
alterazione della concorrenza
conseguenze sanzioni amministrative
giuridiche
sanzioni penali
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto L’evasione è la
..................................................
dell’obbligo
..................................................
totale o parziale, della materia imponibile, oppure mediante o
..................................................
frode
•
. È punita con
occultamento
•
..................................................
omissioni
•
sanzioni
•
mediante l’.................................................. , ..................................................
amministrative e penali
•
..................................................
tributario
•
.
violazione
2. Completa le frasi inserendo i termini appropriati 1. L’evasione è un comportamento si
..................................................
..................................................
al pagamento dell’imposta
della materia imponibile o compiendo atti 2. L’evasione altera le condizioni della del carico tributario.
288
che si realizza quando un contribuente
..................................................
..................................................
..................................................
di dichiarare l’esistenza
.
nel mercato e la
..................................................
Gli effetti economici dell’imposizione
U N I TÀ 4
3. L’elusione L’elusione si configura quando il contribuente compie operazioni o atti che, pur essendo leciti, non hanno in sé alcuna giustificazione economica e hanno il solo scopo di aggirare (eludere) obblighi o divieti previsti dalle leggi fiscali in modo da ottenere un’indebita riduzione del carico tributario.
L’elusione è diversa dall’evasione…
Si ha elusione, per esempio, quando una società sana e L’INGLESE DEGLI ECONOMISTI attiva ne incorpora un’altra gravemente dissestata per imThin capitalization putarne le perdite al proprio bilancio e ridurre così l’utile Letteralmente,“capitalizzazione sottile”. L’espressione si imponibile ai fini dell’imposta sui redditi. riferisce al fatto che la società rimane sottocapitalizzata perché si mnanzia ricorrendo all’indebitamento anziché Un altro esempio è la cosiddetta thin capitalization che acquisire capitali mediante nuovi conferimenti. si verifica quando una società si indebita con un’altra dello stesso gruppo al solo scopo di dedurre i relativi interessi passivi ai fini della determinazione del proprio reddito. APPROFONDIMENTO Casi più complessi di elusione si possono riscontrare nei rapporti economici Elusione, evasione, frode fiscale internazionali. Gli effetti economici dell’elusione sono simili a quelli dell’evasione: ridu… ma gli effetti sono analoghi zione del gettito delle imposte, sperequazione nella ripartizione del carico tributario, distorsioni nella concorrenza. La possibilità di elusione è tanto più ampia quanto più le norme fiscali L’elusione è resa più facile dalle sono tecnicamente imperfette o scarsamente coordinate fra loro: in tal imperfezioni dei sistemi tributari caso, infatti, è facile trarre vantaggio dalle lacune o dalle incertezze della legislazione. I vantaggi derivanti da operazioni In alcuni Stati si contrasta l’elusione non riconoscendo ai contribuenti i elusive non vengono riconosciuti vantaggi fiscali che potrebbero derivare da atti posti in essere per eludere le disposizioni tributarie. Nel nostro ordinamento al contribuente non vengono riconosciuti i vantaggi fiscali conseguiti mediante «operazioni prive di sostanza economica che, pur nel rispetto formale delle norme fiscali, realizzano essenzialmente vantaggi fiscali indebiti» (art. 10bis l. 212/2000). La stessa norma precisa che non costituiscono elusione le operazioni giustificate da «esigenze di carattere organizzativo o gestionale che rispondono a finalità di miglioramento strutturale o funzionale dell’impresa o dell’attività professionale del contribuente»: resta ferma, infatti, la libertà del contribuente di organizzare la propria attività scegliendo i regimi fiscali che gli permettono di ottenere un risparmio di imposta, quando questo avviene mediante operazioni che hanno valide ragioni economiche. In alcuni casi può essere difficile valutare se un determinato comportamento sia giustificato da effettive ragioni economiche e organizzative o abbia soltanto carattere elusivo. Per eliminare situazioni di incertezza i contribuenti possono rivolgersi all’Agenzia delle entrate per un parere sulla correttezza fiscale di determinate operazioni che intendono compiere (istanza di interpello).
È prevista la possibilità di interpello preventivo
289
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
Sintesi grafica
L’elusione
atti e operazioni di per sé leciti
diretti ad aggirare obblighi e divieti
privi di giustificazione economica
finalizzati a ottenere indebiti vantaggi fiscali
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto L’elusione avviene mediante di
..................................................
..................................................
tributari per ottenere indebitamente aggirare
•
di per sé non illecite ma
economica, finalizzate solo ad
giustificazione
•
obblighi
..................................................
..................................................
•
operazioni
•
gli
.................................................. ..................................................
fiscali. prive
•
vantaggi
2. Rispondi alle domande 1. Quali sono le caratteristiche che un’operazione economica deve presentare per poter essere considerata elusiva? 2. Che cosa favorisce l’elusione?
4. La rimozione L’effetto dell’imposta può essere la riduzione dell’attività nel settore colpito
La riduzione dell’attività può corrispondere a un obiettivo di politica economica Più raro è l’effetto di rimozione positiva
290
Il contribuente, anche se non vuole violare o eludere la legge fiscale, può nondimeno cercare di evitare l’imposizione o tentare di alleggerirne il peso. A questo scopo può rinunciare a svolgere l’attività sottoposta a tassazione, oppure, a fronte di imposte fortemente progressive, rinunciare ad aumentare i propri redditi, o non acquistare beni gravati da elevate imposte di consumo, o scegliere le forme contrattuali che godono di un trattamento fiscale agevolato ecc. Questo comportamento, diretto a ridurre il livello di attività nel settore colpito dall’imposta, viene indicato con il termine di rimozione negativa. La conseguenza è, per il fisco, una riduzione del gettito e, per il sistema economico, un ristagno della produzione o della circolazione dei beni. L’effetto di rimozione negativa è previsto (e voluto) dal legislatore quando applica un’imposta proprio per disincentivare determinate attività economiche, come nel caso delle attività che generano esternalità dannose [ÑM1 U3 par. 4] (imposte sulla fabbricazione o sul consumo di sostanze inquinanti). Può anche accadere che il contribuente reagisca positivamente all’introduzione di nuove imposte e cerchi di produrre di più per compensarne il peso con un maggior reddito. È questa la rimozione positiva dell’imposta (detta anche “elisione”), che si risolve in un incentivo alla produzione. Questo fenomeno può verificarsi quando il contribuente ha un reddito molto basso e ha la necessità di ricostituirne la parte sottratta dalla nuova imposta. Quando invece il contribuente ha un reddito abbastanza alto, è più facile che l’imposta abbia effetti di rimozione negativa.
Gli effetti economici dell’imposizione
U N I TÀ 4
Sintesi grafica rinuncia a svolgere l’attività tassata
negativa
del gettito tributario
riduzione della produzione nel settore colpito
La rimozione
incremento dell’attività per compensare l’onere dell’imposta
positiva
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Si ha una rimozione negativa quando il contribuente per delle imposte
..................................................
La conseguenza è una della
..................................................
diminuzione
•
a svolgere le attività sottoposte a
..................................................
del
..................................................
il peso
..................................................
..................................................
del tributo e una
.
..................................................
nel settore colpito dall’imposta.
evitare
•
gettito
•
produzione
•
riduzione
•
rinuncia
•
tassazione
2. Completa la tabella Rimozione negativa
Rimozione positiva
Consiste in
Consiste in
..................................................
Ha l’effetto di
..................................................
Può verificarsi quando
..................................................
..................................................
Ha l’effetto di
..................................................
Può verificarsi quando
..................................................
5. La traslazione La traslazione si configura quando il contribuente che ha pagato l’imposta ne trasferisce l’onere economico su altri soggetti mediante un aumento del prezzo del bene o del servizio a cui l’imposta si riferisce. Per effetto della traslazione il soggetto colpito dall’imposta (percosso) non è quello che ne subisce l’incidenza economica (inciso): il primo infatti è il contribuente di diritto, perché a lui si riferisce l’obbligazione tributaria; l’altro è il contribuente di fatto, perché su di lui ricade economicamente il peso dell’imposta. Il caso più frequente è quello della traslazione in avanti: l’imposta colpisce chi produce o vende un bene, o presta un servizio, ma viene recuperata con un aumento di prezzo per gli acquirenti o utenti. È rara la traslazione all’indietro: l’imposta si applica a chi acquista un bene o servizio e provoca, come reazione, una contrazione della domanda e la conseguente diminuzione del prezzo da parte del venditore, il quale di fatto rimane inciso dall’imposta.
Al contribuente di diritto si contrappone il contribuente di fatto
La traslazione può avvenire in avanti… … all’indietro…
291
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
… e può essere laterale
La traslazione presuppone un atto di scambio e la formazione di un prezzo
Può anche verificarsi la traslazione laterale (o obliqua), quando i produttori disinvestono i loro capitali dal settore colpito dall’imposta e li investono in altri settori; l’imposta viene allora a incidere sui produttori che già operavano in questi altri settori, perché qui si avrà un aumento dell’offerta, con conseguente riduzione del prezzo e dei profitti. La traslazione si verifica quando l’imposta ha come oggetto beni o servizi destinati allo scambio in corrispettivo di un prezzo, e quindi riguarda prevalentemente le imposte indirette sui consumi e sugli affari. Ma anche le imposte dirette possono dar luogo a traslazione quando hanno carattere reale e hanno a oggetto determinate categorie di redditi come i salari o le rendite. Può accadere che, quando l’imposta colpisce i redditi di lavoro, i lavoratori (o per essi i rappresentanti sindacali) chiedano una retribuzione più elevata così da scaricare il peso dell’imposta sui datori di lavoro. E così pure, se un’imposta colpisce la rendita dei fabbricati, i proprietari possono cercare di scaricarne l’onere sugli inquilini mediante un aumento dei canoni di locazione. La modificazione del prezzo, che dà luogo alla traslazione, avviene in modo diverso a seconda che nel mercato vi sia un regime di concorrenza o di monopolio.
La traslazione nel regime di concorrenza Sappiamo che… Le imprese marginali sono le imprese che producono con un costo medio uguale al prezzo di mercato e quindi riescono a coprire tutti i costi, compreso il promtto normale dell’imprenditore, ma non realizzano extrapromtti. L’elasticità della domanda indica in che misura la domanda reagisce in presenza di un aumento o di una diminuzione del prezzo. Il coefmciente di elasticità è dato dal rapporto fra la variazione percentuale della quantità domandata e la variazione percentuale del prezzo. La domanda è elastica quando il coefmciente è maggiore di 1, e cioè a una data variazione del prezzo corrisponde una variazione più che proporzionale della domanda. Il costo unitario medio è dato dal rapporto fra il costo totale e la quantità prodotta. Indica quanto incide su ciascuna unità di prodotto l’insieme dei costi mssi e variabili che l’impresa deve sostenere per ottenere un determinato volume di produzione. Le economie di scala si realizzano quando all’aumento delle dimensioni degli impianti produttivi corrisponde un incremento del costo totale meno che proporzionale e quindi una diminuzione del costo unitario medio. Ciò avviene perché le maggiori dimensioni dell’impresa rendono possibile una migliore organizzazione del lavoro, una maggiore specializzazione dei dirigenti, un più razionale sfruttamento dei macchinari e delle attrezzature ecc. Gli aggravi di costo si verimcano quando all’aumento delle dimensioni corrisponde un incremento del costo totale più che proporzionale e quindi un aumento del costo medio. Accade infatti che, superato un certo limite, si moltiplicano i problemi di gestione e diventa più difmcile organizzare l’attività in modo efmciente.
Nel regime di libera concorrenza il prezzo si forma automaticamente in base alla domanda e all’offerta
292
Il regime di concorrenza perfetta è un modello teorico di mercato nel quale si ipotizzano alcune condizioni ideali: la polverizzazione della domanda e dell’offerta in un numero molto grande di operatori che agiscono in una situazione di assoluta parità fra loro; la piena libertà, per ciascuno, di attuare le proprie scelte secondo un criterio di pura razionalità economica;
Gli effetti economici dell’imposizione
l’informazione su tutto ciò che accade nel mercato; la perfetta omogeneità del prodotto, qualunque sia l’impresa che lo offre; le stesse possibilità, per tutte le imprese, di acquisire i fattori della produzione e di entrare nel mercato o di ritirarsi in qualunque momento a seconda della convenienza. Se sussistono tutte queste condizioni, nessuna impresa acquista così tanto peso da poter determinare per proprio conto il prezzo di vendita, per cui questo si forma sul mercato in relazione alla legge della domanda e dell’offerta. In questa situazione un’imposta rappresenta per l’impresa un ulteriore elemento di costo. Di conseguenza, le imprese marginali, che già operavano al limite della convenienza, si troveranno a produrre in perdita e saranno costrette a ritirarsi dal mercato; le altre imprese vedranno ridurre i propri profitti e saranno portate a contrarre la produzione. Come ulteriore conseguenza, vi sarà una complessiva riduzione della produzione nel settore tassato e la diminuzione dell’offerta farà aumentare il prezzo del prodotto, sicché l’imposta andrà a ricadere per traslazione sui consumatori. Sulla possibilità che questo processo effettivamente avvenga possono influire vari fattori: la mobilità dei capitali, l’elasticità della domanda e l’andamento dei costi. La mobilità dei capitali impedisce la traslazione perché la diminuzione della produzione presuppone che si possano disinvestire dal settore colpito dall’imposta i capitali in eccesso. Ma ciò potrebbe rivelarsi non conveniente, specialmente in quei settori dell’industria nei quali maggiori sono le immobilizzazioni. In questa situazione per gli imprenditori potrebbe essere preferibile sopportare l’onere dell’imposta piuttosto che affrontare i costi e le perdite derivanti dal disinvestimento, perdendo però così ogni possibilità di traslazione.
U N I TÀ 4
L’imposta rappresenta un elemento di costo che fa ridurre i profitti…
… determinando la riduzione dell’offerta e l’aumento del prezzo Fattori che influiscono sulla traslazione sono: la mobilità dei capitali…
Il confronto La traslazione non va confusa con la rivalsa, anche se gli effetti economici sono simili: in entrambi i casi infatti l’imposta ricade su un soggetto diverso da quello che l’ha versata allo Stato; tuttavia, le differenze sono notevoli. La traslazione
La rivalsa
Natura
La traslazione è un fenomeno economico, e si verimca quando sul mercato esistono condizioni che la rendono possibile e conveniente
La rivalsa è un istituto giuridico, e si applica nei casi espressamente previsti dalla legge
Meccanismo di attuazione
Nella traslazione l’imposta si scarica (insieme agli altri costi) sul prezzo, e questo si modimca senza che in esso sia possibile distinguere la parte rappresentata dall’onere del tributo
La rivalsa si conmgura come un diritto di credito a sé stante, avente come oggetto l’esatto importo dell’imposta pagata
Posizione dei soggetti
Nella traslazione l’imposta va a incidere su una persona che è completamente estranea al rapporto con l’ente impositore
Nella rivalsa l’imposta ricade sul soggetto che, in relazione al presupposto del tributo, è tenuto per legge a sopportarla
293
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
La possibilità della traslazione è condizionata dall’elasticità della domanda. Se la domanda è elastica, all’aumento del prezzo conseguente alla diminuzione dell’offerta i consumatori reagiscono riducendo i loro acquisti: per la contrazione della domanda il prezzo tenderà di nuovo a ribassare e l’imposta potrà trasferirsi sui consumatori soltanto parzialmente. La traslazione è più facile per i beni a domanda rigida, cioè i beni primari e i beni di lusso: i consumatori, nonostante l’aumento del prezzo, continueranno ad acquistare il bene più o meno nelle stesse quantità e quindi subiranno l’incidenza dell’imposta. Quanto all’andamento dei costi di produzione, bisogna ricordare che la produzione può aver luogo: a costi costanti, nel caso (piuttosto teorico) che economie e aggravi di costo riescano a equilibrarsi per qualsiasi volume di produzione; a costi decrescenti, quando a ogni aumento del volume di produzione si realizzano economie di scala con conseguente riduzione dei costi unitari; a costi crescenti, quando l’impresa è in piena espansione e gli aggravi di costo sono ormai prevalenti rispetto alle eventuali economie di scala ancora realizzabili. L’introduzione di una nuova imposta porta l’impresa a ridurre la produzione. Se l’impresa produce a costi crescenti, la riduzione della quantità prodotta implica una riduzione del costo unitario e ciò compensa in tutto o in parte il peso dell’imposta: l’impresa ritrova così il suo equilibrio con un aumento di prezzo inferiore all’ammontare dell’imposta, o addirittura senza necessità di aumentare il prezzo. Se l’impresa produce a costi decrescenti, la diminuzione della quantità determina un aumento del costo unitario e questo maggior costo può scaricarsi, in aggiunta all’onere dell’imposta, sul prezzo, che perciò aumenta in misura maggiore rispetto all’ammontare dell’imposta stessa. Se la produzione avviene a costi costanti, e quindi la riduzione della quantità non determina una modifica del costo unitario, il prezzo aumenta limitatamente all’ammontare dell’imposta.
… l’elasticità della domanda…
… l’andamento dei costi
1. Produzione a costi crescenti
2. Produzione a costi decrescenti
3. Produzione a costi costanti
O1 O
P1
l P1
P
P1 l
P l d
d Q1 Q
Q1 Q
O1
P
O1 O
O
d Q1 Q
Sia d la curva di domanda, O la curva di offerta e P il prezzo di equilibrio. L’introduzione di un’imposta I fa aumentare il costo di produzione portando la curva di offerta da O a O1. La quantità prodotta si riduce da Q a Q1 e il prezzo di equilibrio sale da P a P1. Si può notare che nel gramco 1 (produzione a costi crescenti) l’aumento di prezzo è inferiore all’ammontare dell’imposta; nel gramco 2 (produzione a costi decrescenti) è superiore; nel gramco 3 (produzione a costi costanti) è esattamente uguale.
294
Gli effetti economici dell’imposizione
U N I TÀ 4
La traslazione nel regime di monopolio Nel regime di monopolio assoluto, che è anch’esso un modello puramente teorico, tutta la quantità di un bene o servizio viene prodotta e offerta sul mercato da una sola impresa, senza possibilità di concorrenza da parte di altri operatori. Il monopolista privato controlla completamente l’offerta, ma non controlla il comportamento dei consumatori e deve tenere conto del fatto che, all’aumentare del prezzo, la domanda sul mercato decresce. Egli può quindi stabilire il prezzo del prodotto e produrre la quantità che, a quel prezzo, il mercato può assorbire, oppure stabilire la quantità da produrre e applicare il prezzo che gli consente di collocare sul mercato tutto il prodotto. Una volta individuato il prezzo che assicura il massimo profitto, il monopolista non ha interesse a modificarlo, avendo raggiunto la situazione a lui più favorevole (punto di Cournot). In questa situazione, gli effetti di una nuova imposta sono diversi a seconda del tipo di imposta. Se si tratta di un’imposta diretta, proporzionale al reddito netto, al monopolista non conviene modificare l’equilibrio preesistente, anche se il profitto, a causa dell’imposta, sarà minore di prima. Aumentando il prezzo, non solo conserverebbe l’onere dell’imposta ma verrebbe a perdere anche una parte del profitto a causa della diminuzione delle vendite: in altre parole, è meglio togliere il 10% (supponendo che questa sia l’aliquota) dal profitto massimo anziché da un profitto minore. L’imposta quindi non determina effetti di traslazione. Invece nell’ipotesi di un’imposta indiretta che si commisuri alla quantità venduta (accisa), il monopolista ha convenienza a produrre e vendere una quantità minore, in modo da ridurre l’ammontare della base imponibile e quindi l’ammontare dell’imposta, e poi ricostituire il precedente livello di profitto aumentando il prezzo. L’imposta in tal modo viene a trasferirsi sugli acquirenti.
Il monopolista stabilisce il prezzo che gli assicura il massimo profitto
La possibilità di traslazione dipende dal tipo di imposta La traslazione di un’imposta sul profitto non è conveniente
È possibile la traslazione di un’imposta sulle vendite
La traslazione nei regimi intermedi di mercato Si è già detto che la concorrenza perfetta e il monopolio assoluto difficilmente si verificano nel mercato. Nella realtà la concorrenza è imperfetta perché, anche quando numerose imprese producono gli stessi beni, questi non sono mai identici (per varie caratteristiche intrinseche, per l’azione della pubblicità, per motivi di carattere psicologico che legano i consumatori a determinati fornitori). Perciò ogni impresa, pur essendo in concorrenza con le altre, può entro certi limiti contare su una propria fascia stabile di clientela, nei confronti della quale esercita una specie di monopolio. Anche il monopolio assoluto da parte di un’impresa privata è un’astrazione. Esiste sempre, quanto meno, la possibilità della concorrenza straniera o quella dei beni succedanei; nel caso del monopolio naturale, lo Stato può intervenire con lo strumento dell’impresa pubblica o del controllo delle tariffe [ÑM1 U3 par. 6]. Più che situazioni di vero e proprio monopolio privato, il mercato presenta situazioni di oligopolio, in cui l’offerta è concentrata in poche grandi
I regimi reali di mercato sono la concorrenza imperfetta…
APPROFONDIMENTO Effetti delle imposte e scelte economiche delle imprese
… e l’oligopolio…
295
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
imprese e ciascuna di esse ha un’influenza determinante sul mercato e sui prezzi, ma deve comunque tener conto del comportamento delle altre. In definitiva, nei regimi reali di mercato si fondono elementi di concorrenza ed elementi di monopolio, con una prevalenza degli uni o degli altri. Di questa realtà si deve tenere conto nello studio della traslazione delle imposte partendo dai modelli teorici della concorrenza perfetta e del monopolio assoluto e assumendoli come base per un’analisi più complessa.
… cioè regimi intermedi con elementi di concorrenza e di monopolio
Sintesi grafica percussione (contribuente di diritto)
fasi incidenza (contribuente di fatto) beni o servizi destinati allo scambio
presupposti modificabilità del prezzo riduzione dell’offerta nel settore colpito aumento del prezzo
regime di concorrenza
La traslazione
mobilità dei capitali fattori da considerare
elasticità della domanda andamento dei costi
non trasferibilità dell’imposta sul profitto
regime di monopolio
trasferibilità dell’imposta sulla quantità concorrenza imperfetta e oligopolio
regimi intermedi
maggiore complessità di analisi
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto La traslazione è un effetto che si verifica quando un’imposta ha per oggetto beni o servizi destinati allo si
..................................................
..................................................
e il
..................................................
. È quello che succede quando il
ne scarica il peso economico sui suoi
..................................................
del prezzo. Se la domanda del bene tassato è ..................................................
del bene tassato
..................................................
mediante un
..................................................
colpito dall’imposta ..................................................
la traslazione è più
perché il bene continuerà a essere acquistato anche se il prezzo
è maggiore. aumento
296
•
clienti
•
facile
•
modifica
•
prezzo
•
rigida
•
scambio
•
venditore
>>>
Gli effetti economici dell’imposizione
U N I TÀ 4
2. Rispondi alle domande 1. Qual è il presupposto della traslazione? 2. Quali sono gli elementi che possono ostacolare la traslazione? 3. Secondo la teoria tradizionale la traslazione è più facile in regime di concorrenza o di monopolio? 4. È utile studiare la traslazione nei regimi di concorrenza perfetta e di monopolio assoluto, se questi sono soltanto dei modelli teorici?
6. L’ammortamento dell’imposta Un altro effetto dell’imposta è l’ammortamento. Esso riguarda le imposte che hanno per oggetto il reddito dei beni patrimoniali (terreni, fabbricati, titoli ecc.) e consiste nella riduzione del prezzo del bene quando questo è oggetto di compravendita. Per comprendere il meccanismo dell’ammortamento dell’imposta, occorre considerare che il valore di un bene, a parità di altre condizioni, dipende dal reddito che esso può fornire: rappresenta, in sostanza, il valore attuale dei redditi futuri, capitalizzati al tasso dell’interesse corrente. Se il reddito annuale di un fabbricato è pari a 5000 e il tasso di interesse corrente è del 5%, il valore del fabbricato risulta dalla seguente proporzione: 5 : 100 = 5000 : x da cui: (5000 × 100) : 5 = 100.000 I risparmiatori infatti saranno disposti a investire il loro denaro in quel fabbricato se, considerato il prezzo d’acquisto, il rendimento effettivo dell’investimento non sarà minore del 5%, che in quel momento è la remunerazione corrente delle altre possibili forme di investimento. Supponiamo ora che venga introdotta un’imposta avente come oggetto il reddito di una certa categoria di beni. Chi pensa di investire i propri risparmi nell’acquisto di questi beni sa che, d’ora in avanti, il reddito sarà decurtato dell’imposta, e perciò sarà propenso all’acquisto soltanto se riesce a pagare un prezzo più basso, in modo che il rendimento effettivo dell’investimento non risulti inferiore al rendimento che il capitale continua a fornire negli altri settori non colpiti dall’imposizione. In pratica, egli tenderà a detrarre dal prezzo d’acquisto del bene l’imposta capitalizzata, scontandone in tal modo l’onere futuro e scaricandolo sul venditore. Se l’imposta colpisce il reddito dei fabbricati con un’aliquota del 20%, l’acquirente del bene considerato nell’esempio precedente dovrà sopportare ogni anno un prelievo di 1000. Il reddito netto del bene perciò scenderà a 4000. Se il tasso corrente dell’interesse è sempre del 5%, il soggetto sarà disposto a pagare, per acquistare il bene, il prezzo che risulta dal seguente calcolo: 5 : 100 = 4000 : x per cui: (4000 × 100) : 5 = 80.000
L’imposta sul reddito di un bene riduce il valore del bene colpito
Il prezzo del bene diminuisce in misura pari all’imposta capitalizzata
In tal modo, il prezzo che il bene aveva in precedenza viene a ridursi in misura corrispondente all’imposta annua capitalizzata al tasso dell’interesse corrente, e cioè: (1000 × 100) : 5 = 20.000
297
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
Sintesi grafica L’ammortamento
imposizione sul reddito di un bene
riduzione del rendimento effettivo del bene
riduzione del valore del bene
riduzione del prezzo del bene in caso di vendita
l’onere dell’imposta incide sul venditore
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto L’ammortamento si verifica quando l’imposta colpisce il ..................................................
e consiste nella
quando questo è oggetto di compravendita
•
..................................................
..................................................
patrimoniale
•
prezzo
•
del
..................................................
..................................................
di un bene
del bene stesso
.
reddito
•
riduzione
2. Rispondi alla domanda È stato osservato che l’ammortamento dell’imposta realizza, in sostanza, un caso di traslazione anticipata e all’indietro. Cerca di spiegare perché.
7. La diffusione dell’imposta Gli effetti dell’imposta si trasmettono da un settore all’altro
298
Gli effetti economici dell’imposta non rimangono circoscritti al settore a cui l’imposta si riferisce. Modificandosi, per effetto dell’imposta, il prezzo di un prodotto, vi saranno delle ripercussioni anche nel consumo e nella produzione di altri beni, e ciò provoca una modificazione della domanda e dell’offerta in questi settori, con conseguente mutamento dei prezzi. Tali modificazioni si manifesteranno dapprima nei settori che più da vicino si collegano con quello in cui è stata introdotta l’imposta. Varierà, così, il prezzo dei beni complementari (utilizzati congiuntamente a quello tassato), il prezzo dei beni succedanei (utilizzati in alternativa a quello tassato), il prezzo dei beni a offerta congiunta (ottenuti da un unico processo produttivo insieme con quello tassato) e il prezzo dei beni a offerta rivale (che si possono produrre, con gli stessi impianti, in alternativa a quello tassato).
Gli effetti economici dell’imposizione
Correlativamente, si modificheranno i prezzi dei beni strumentali e delle materie prime. In conseguenza di queste alterazioni si avrà scarso impiego di lavoro, e quindi bassi salari, nei settori in cui la produzione si contrae, e maggior impiego di lavoro, e quindi più alti salari, dove essa si estende. I lavoratori disoccupati modificheranno i propri consumi, concentrandoli su beni di prima necessità; i lavoratori che hanno maggiori possibilità di impiego, a loro volta, acquisteranno beni che prima non consumavano. Ne deriveranno altre reazioni da parte degli imprenditori, i quali modificheranno la produzione, la domanda di capitali a breve o a lungo termine, la domanda e l’offerta di beni strumentali. Operatori di altri settori modificheranno allora le loro scelte e si crea una catena di reazioni che può diffondere gli effetti dell’imposta in settori apparentemente lontani da quello colpito.
U N I TÀ 4
… con una serie di effetti a catena
Sintesi grafica La diffusione
modificazione della domanda, dell’offerta e dei prezzi nel settore colpito
modificazione della domanda, dell’offerta e dei prezzi in settori collegati
propagazione degli effetti ad altri settori
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Gli effetti economici dell’imposta non sono limitati al si riferisce, ma può avvenire una i
..................................................
di altri beni
..................................................
..................................................
..................................................
a quello colpito e poi da questi
ad altri con una serie di modificazioni a
..................................................
catena
•
•
collegati
•
diffusione
•
prezzi
a cui l’imposta
perché si modificano anche .
settore
2. Rispondi alle domande 1. Attraverso quali processi gli effetti dell’introduzione di un’imposta si estendono a settori diversi da quello tassato? 2. È possibile che modificazioni dei prezzi siano determinate da imposte che non danno luogo a traslazione?
299
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
8. Gli effetti economici dei diversi tipi di imposta Gli effetti economici sono diversi a seconda che si tratti di…
… imposte personali e progressive…
… imposte dirette reali…
… imposte indirette…
… imposte generali o imposte speciali
300
Anche sotto il profilo economico, come dal punto di vista dell’equità e della semplicità, i vari tipi di imposta presentano notevoli differenze. La conoscenza degli effetti economici delle imposte è fondamentale per l’impostazione di un sistema tributario, per evitare squilibri e agevolare il conseguimento degli obiettivi di politica economica. Le imposte personali e progressive sul reddito non hanno effetti di traslazione perché colpiscono la ricchezza complessiva del contribuente, che non è oggetto di scambio né dà luogo alla formazione di un prezzo. Esse incidono esclusivamente su coloro che ne sono colpiti riducendo la loro capacità di spesa; perciò hanno effetto immediato sulla domanda globale per consumi e investimenti: quanto più elevata è la progressività tanto maggiore è la contrazione della domanda. La progressività dell’imposta determina anche una redistribuzione della ricchezza [ÑM1 U4 par. 1] perché colpisce con aliquote più alte i redditi più elevati e con aliquote minori i redditi meno elevati, e quindi si ha un effetto livellatore che è tanto maggiore quanto più accentuata è la progressività. Quando è molto accentuata, la progressività ostacola la formazione del risparmio: le aliquote più alte, gravando sulle ultime unità di reddito, vanno a colpire proprio quelle disponibilità liquide che, in genere, non sono utilizzate per i consumi, ma vengono risparmiate. Anche la produzione è ostacolata da un’imposta fortemente progressiva: è facile, infatti, che si verifichino fenomeni di rimozione negativa [Ñpar. 4], in quanto il contribuente può rinunciare a produrre quegli incrementi di reddito che verrebbero colpiti da aliquote molto elevate. Le imposte dirette reali, che colpiscono con modalità diverse i diversi tipi di reddito, danno luogo a un trattamento fiscale differenziato a seconda dei settori tassati (agricoltura, industria, servizi ecc.) e della fonte da cui il reddito deriva (capitali, lavoro autonomo, lavoro dipendente ecc.). Possono dare luogo a traslazione, determinando modificazioni nei prezzi dei prodotti e nei compensi dei fattori produttivi. Possono essere utilizzate per attuare politiche di redistribuzione settoriale dei redditi [ÑM1 U4 par. 1]. Le imposte indirette hanno effetti immediati sui prezzi e danno luogo a processi di traslazione perché il maggior costo delle merci viene scaricato sugli acquirenti. Possono essere utilizzate per indirizzare il mercato verso determinati tipi di beni (per esempio, detassando i beni che soddisfano bisogni primari) o per disincentivare l’uso di altri (imposte sui tabacchi, sui superalcolici, sui prodotti inquinanti ecc.). Quando colpiscono beni e servizi di largo consumo possono avere effetti inflazionistici. Le imposte generali sono “neutre” perché agiscono nella stessa misura su tutti i settori e quindi non alterano la distribuzione della ricchezza; non sono indicate per interventi settoriali o politiche redistributive, mentre sono un efficace strumento per manovre di carattere globale. Caratteri opposti hanno le imposte speciali, che consentono di effettuare interventi “mirati” su determinati settori di attività economica.
Gli effetti economici dell’imposizione
U N I TÀ 4
Sintesi grafica personali progressive
imposte dirette
• effetti sui prezzi e sui compensi • trattamenti differenziati
reali
Effetti economici
• non si verifica traslazione • effetti sulla domanda globale • effetti negativi sul risparmio
imposte indirette
• effetti sui prezzi • possibili effetti inflazionistici
imposte generali
• neutralità • effetti sulla domanda globale
imposte speciali
• trattamenti differenziati • incentivi e disincentivi specifici
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Le imposte dirette personali non hanno effetti sui la ricchezza
..................................................
e le imposte indirette sui il
..................................................
complessiva
•
..................................................
perché colpiscono
del contribuente. Invece le imposte dirette
..................................................
danno luogo a
..................................................
..................................................
modificando
dei beni o servizi tassati.
consumi
•
prezzo
•
prezzi
•
reali
•
traslazione
2. Completa la tabella indicando con una crocetta gli effetti economici delle imposte Tipologie di imposte
Rimozione
Traslazione
Redistribuzione
Inflazione
Manovre globali
Interventi settoriali
Imposte personali progressive Imposte dirette reali Imposte indirette Imposte generali Imposte speciali
301
UNITÀ 4
Strumenti per il ripasso
Strumenti per il ripasso | Sintesi INTERROGAZIONE SIMULATA
SINTESI AD ALTA ACCESSIBILITÀ
1. Gli effetti economici dell’imposizione
si distinguono a seconda che riguardino la pressione tributaria nel suo insieme (effetti macroeconomici) o le singole imposte (effetti microeconomici). Gli effetti complessivi della pressione tributaria sono negativi quando essa è molto elevata (riduzione dei consumi e degli investimenti privati, diminuzione del risparmio, riduzione della produzione). Gli effetti specifici delle singole imposte si ricollegano alle scelte operate dal contribuente per ridurre o per evitare il peso dell’imposizione.
2. Il comportamento del contribuente
è illecito quando egli occulta l’esistenza della materia imponibile. È questa l’evasione, che, oltre a danneggiare il fisco, altera le condizioni della concorrenza sul mercato.
3. Gli stessi effetti negativi per il fisco e per il mercato si verificano quando il contribuente compie operazioni che, pur non essendo illecite, non hanno alcuna giustificazione economica, e sono volte soltanto ad aggirare obblighi e divieti imposti dalle norme tributarie. È questa l’elusione.
4. Quando il contribuente rinuncia a
svolgere l’attività oggetto dell’imposta, si ha la rimozione negativa, che determina la riduzione della produzione o dei consumi o degli affari nel settore tassato. Più raramente accade l’inverso, cioè che il contribuente aumenti la propria attività produttiva per compensare con un maggior reddito il peso dell’imposta. È questa la rimozione positiva (o elisione), che si verifica soprattutto quando i redditi familiari sono molto bassi.
5. Quando l’imposta ha per oggetto beni
e servizi destinati allo scambio, il contribuente colpito può scaricarne il peso sugli acquirenti mediante un aumento del prezzo. È questa la traslazione. In regime di concorrenza la traslazione si verifica perché gli operatori colpiti dall’imposta si ritirano dal mercato
302
o diminuiscono la produzione, sicché nel settore colpito l’offerta diminuisce e il prezzo aumenta. Si deve tenere conto comunque dell’elasticità della domanda, della mobilità dei capitali e dell’andamento dei costi di produzione. In regime di monopolio l’imposta proporzionale al reddito non si trasferisce perché la modifica del prezzo farebbe diminuire il profitto del monopolista. È possibile invece la traslazione di un’imposta commisurata alla quantità o al valore della merce prodotta.
6. Quando l’imposta colpisce il reddito di un bene patrimoniale, il valore di mercato del bene si riduce, in quanto il suo rendimento è decurtato dal prelievo. Perciò in caso di compravendita il prezzo diminuisce e, attraverso la diminuzione del prezzo, il peso dell’imposta sul reddito che dovrà essere pagata in futuro dall’acquirente si trasferisce all’indietro e in via anticipata sul venditore. È questo l’ammortamento dell’imposta. 7. Le modificazioni del prezzo conseguenti all’introduzione di un’imposta non riguardano soltanto il settore colpito ma da questo si ripercuotono su altri settori collegati, e da questi ad altri a seguito delle modificazioni delle scelte dei diversi operatori. È questa la diffusione dell’imposta per cui gli effetti dell’imposizione si verificano in settori diversi da quello colpito. 8. Le diverse tipologie di imposta hanno
effetti economici diversi. Le imposte personali hanno effetti sull’andamento della domanda complessiva. Le imposte progressive sono strumento per politiche di redistribuzione; una progressività accentuata può dare luogo a rimozione negativa e ostacolare la formazione del risparmio. Le imposte indirette e le imposte dirette reali e speciali danno luogo a traslazione e hanno effetti immediati sui prezzi rendendo possibili manovre mirate in settori determinati. Le imposte generali sono neutre e sono strumento per manovre globali.
Strumenti per il ripasso
Strumenti per il ripasso | Mappa Gli effetti economici dell’imposizione
U N I TÀ 4 MAPPA PERSONALIZZABILE
macroeconomici si distinguono in
microeconomici
nello specifico sono occultamento dell’imponibile alterazione della distribuzione del carico tributario
evasione
distorsione della concorrenza
elusione
atti e operazioni di per sé leciti
rimozione
negativa o positiva (elisione)
indebiti vantaggi fiscali
trasferimento dell’onere dell’imposta
traslazione
ammortamento
beni patrimoniali oggetto di compravendita
diffusione
propagazione effetti a settori collegati
diversi regimi di mercato
concorrenza perfetta
monopolio
imposte personali (no traslazione ma effetti su domanda)
sono diversi a seconda del tipo di imposta
imposte progressive (rimozione negativa e ostacolo per risparmio) imposte indirette e dirette reali e speciali (traslazione ed effetti sui prezzi) imposte generali (neutre)
303
UNITÀ 4
Verifica formativa
1. Scegli l’unica risposta esatta fra le quattro indicate 1. La rimozione negativa dell’imposta comporta: A sanzioni penali e amministrative £ B perdita di entrate per il fisco £ C il trasferimento dell’imposta su altri soggetti £ D alterazione nella distribuzione del carico tributario £ 2. Afmnché possa verimcarsi la traslazione è necessario che l’imposta abbia a oggetto: A un bene o un servizio destinato allo scambio £ B il reddito complessivo del contribuente £ C tutti i beni in eguale misura £ D i consumi e non incida sulle imprese marginali £ 3. La traslazione in regime di concorrenza perfetta avviene mediante: A determinazione di un nuovo prezzo in misura diversa £ per ciascun produttore B accordo fra i produttori al fine di elevare il prezzo £ in misura corrispondente all’imposta C competizione fra gli imprenditori che riescono £ a imporre un nuovo prezzo D contrazione dell’offerta e conseguente aumento £ del prezzo di mercato 4. Il contribuente di fatto è colui che: A adempie concretamente l’obbligazione tributaria £ B compie effettivamente l’attività oggetto dell’imposta £ C si trova nella situazione di fatto prevista £ come presupposto del tributo D si trova a dover sopportare l’incidenza economica £ dell’imposta 5. In caso di traslazione l’aumento del prezzo può essere superiore all’ammontare dell’imposta se: A la domanda del bene è molto elastica £ B l’impresa ha notevoli immobilizzazioni £ C la produzione del bene avviene a costi decrescenti £ D l’imposta colpisce in egual modo tutti i settori £ 6. L’introduzione di un’imposta può provocare modimcazioni dei prezzi: A quando si tratta di un’imposta generale o personale £ B nei settori con forti immobilizzazioni £ C soltanto se la modificazione è prevista dalla legge £ D anche in settori diversi da quello colpito £ 2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false e, se sono false, spiega perché 1. L’elusione si attua con atti formalmente leciti. V £ F £ 2. La rimozione è un comportamento lecito. V£ F£ 3. La traslazione avviene mediante una modimcazione del prezzo. V£ F£ 4. La traslazione è tanto più facile quanto più elastica è la domanda. V£ F£
304
5. L’imposta personale non dà luogo a traslazione. 6. L’ammortamento è un effetto delle imposte indirette sui trasferimenti di capitali. 3. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 1
V£ F£ V£ F£
Connect the expressions on the left column with the corresponding on the right Taxpayer legally responsible a. Tax avoidance for payment b. Tax levying Taxpayer actually paying c. Tax evasion a tax d. Neutral tax Undue tax advantages e. Incidence Capitalized tax f. Depreciation General tax Tax fraud 2
3
4
5
6
4. Correggi l’errore contenuto in ciascuna frase 1. L’evasione mscale dà modo all’impresa di praticare prezzi più rigidi rispetto a quelli delle imprese che non evadono. 2. Le forme di elusione a livello internazionale sono rese più facili dalla regolamentazione dei mercati. 3. L’effetto di rimozione negativa corrisponde a un obiettivo del legislatore nel caso delle imposte dirette a correggere esternalità positive. 4. La traslazione è un effetto economico che riguarda beni o servizi non destinabili alla vendita. 5. Quando una produzione è caratterizzata da una elevata mobilità dei capitali conviene rinunciare a trasferire l’imposta. 6. La traslazione all’indietro avviene quando un imprenditore riesce a ottenere un aumento dei prezzi delle materie prime. 5. Individua il concetto che corrisponde alle seguenti definizioni 1. Gli effetti specimci che l’introduzione di un’imposta può determinare sulle scelte del contribuente. 2. L’occultamento della materia imponibile. 3. Il comportamento di chi compie atti concreti diretti a trarre in inganno il msco sulla consistenza della materia imponibile. 4. Il comportamento diretto a ridurre l’attività nel settore colpito dall’imposta. 5. Il trasferimento dell’onere dell’imposta in un settore diverso da quello tassato. 6. Il trasferimento dell’onere di un’imposta sul reddito mediante una diminuzione del prezzo di vendita del bene da cui il reddito deriva. TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
PUNTI DI VISTA
ATTIVITÀ DI LABORATORIO È utile una tassa sui tabacchi e sui carburanti?
Leggete il brano citato e raccogliete informazioni riguardanti la tassazione dei tabacchi e dei carburanti, per individuare: • l’importanza di queste forme di imposizione come fonte di entrata per lo Stato; • la loro concreta efmcacia come strumento “correttivo” a tutela della salute e dell’ambiente. Le imposte correttive contro il fumo e a sostegno dell’ambiente Le imposte correttive hanno ricevuto sostegno in due settori. Il primo è stato quello del fumo. La consapevolezza che i fumatori impongono costi agli altri individui, inclusi maggiori costi per la salute, è alla base dell’idea che un’imposta sulle sigarette darebbe sostegno al mnanziamento di riforme sulla sanità [...]. Il secondo settore ha a che fare con l’inquinamento dell’aria. I gas serra conducono al surriscaldamento del pianeta e sono generati dalla combustione dei carburanti fossili. Un’imposta ambientale sui carburanti (la cosiddetta carbon tax) correggerebbe tale esternalità [...]. Tali imposte sono attraenti per il fatto che aumentano il gettito e contemporaneamente correggono un fallimento del mercato. J. Stiglitz, Economia del settore pubblico, Hoepli, Milano 2003
Competenze • Analizzare e interpretare testi • Interagire in gruppo • Riconoscere gli aspetti ecologici dell’ambiente naturale e antropico e le connessioni con le strutture demogramche, economiche, sociali e culturali • Riconoscere e interpretare le tendenze dei mercati • Acquisire e interpretare criticamente l’informazione • Individuare collegamenti, analogie e differenze, cause ed effetti • Redigere relazioni tecniche e documentare le attività individuali e di gruppo Conoscenze • La funzione dell’imposta come strumento di mnanziamento (M1 U1; M2 U1; M4 U3) • La tutela dell’interesse del msco nella gestione amministrativa delle imposte (M4 U3; altre discipline coinvolte: economia aziendale) • L’efmcienza amministrativa delle imposte indirette sui consumi come fonte di entrata (M4 U3) • L’effetto regressivo dell’imposta sui consumi (M4 U1, U2 e U4)
• La funzione dell’imposta come strumento di politica economica (M1 U1 e U2) • I fallimenti del mercato e le esternalità negative; l’intervento della politica mscale (M1 U3; M2 U2) • Inquinamento atmosferico e cambiamenti climatici; il protocollo di Kyoto (discipline coinvolte: economia politica)
• Gli effetti dell’imposizione sulla produzione e sulla circolazione dei beni; la rimozione (M4 U4) • Gli effetti dell’imposizione sui prezzi; la traslazione; la diffusione (M4 U4) Attività 1. Una riflessione sul brano per cominciare... • Dopo aver letto attentamente il brano citato, rinettete sul signimcato comune e tecnico delle seguenti espressioni: imposte correttive, gas serra, carbon tax, imposta ambientale, fallimento del mercato. • Qual è la duplice funzione che l’autore attribuisce alla tassazione dei tabacchi e dei carburanti? 2. Individuazione delle fonti Individuate le fonti a cui accedere per acquisire le informazioni necessarie a valutare la rilevanza e l’efmcacia delle imposte correttive (Bollettino delle entrate tributarie e altre pubblicazioni on line del MEF; annuario statistico e altre pubblicazioni dell’ISTAT; pubblicazioni scientimche on line sui problemi dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici; dati e commenti on line sui danni del fumo; consultazione di libri e giornali in biblioteca; interviste con operatori economici e consumatori). 3. Organizzazione del lavoro e valutazioni tributarie • Dividetevi in piccoli gruppi e stabilite come dovrà essere distribuito il lavoro di ricerca. • Tenendo conto delle caratteristiche dei rispettivi mercati, valutate se e mno a che punto le imposte sui tabacchi lavorati e sui prodotti petroliferi siano suscettibili di traslazione.
305
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
• Considerando il grado di elasticità della domanda dei suddetti prodotti, valutate se e mno a che punto siano conmgurabili effetti di rimozione (negativa) da parte dei consumatori. • Controllate l’esattezza delle vostre valutazioni esaminando i dati statistici relativi all’andamento dei prezzi e al livello dei consumi. • Considerando le caratteristiche delle imposte indirette sui consumi, valutatene l’efmcienza amministrativa come fonti di entrata. • Controllate l’esattezza delle vostre valutazioni esaminando i dati di mnanza pubblica relativi al gettito dell’imposta sul consumo dei tabacchi e dell’accisa sui prodotti energetici (oli minerali e prodotti analoghi). • Calcolate il peso di queste fonti di entrata nel quadro generale delle entrate tributarie dello Stato. 4. Ricerca delle informazioni sull’inquinamento • Documentatevi sui problemi dell’inquinamento atmosferico e dei cambiamenti climatici in conseguenza dell’emissione di gas serra.
• Acquisite informazioni sulle caratteristiche della carbon tax (imposta commisurata all’entità delle emissioni di biossido di carbonio), adottata in vari Stati come la Svezia, il Canada, la Svizzera, il Regno Unito ecc. e individuate la differenza, soprattutto per quanto riguarda la facilità di applicazione, rispetto alle accise sui carburanti (imposte commisurate alla quantità di prodotto immessa in circolazione), in vigore in tutti i paesi industrializzati. 5. Interpretazione delle informazioni e conclusioni finali • Concludete la vostra indagine esprimendo il vostro parere sulla rilevanza mnanziaria delle imposte correttive e sui loro effetti ai mni della riduzione dell’inquinamento e della tutela della salute. • Realizzate una presentazione per illustrare in classe l’oggetto della vostra indagine, le fasi del suo svolgimento e le conclusioni a cui siete pervenuti.
ADESSO SPIEGALO TU Il quesito Come mai paghiamo tante imposte tutte diverse fra loro? Lo Stato non potrebbe concentrare i nostri obblighi in un unico tributo? Domande-guida per una spiegazione • Ci sono state epoche in cui l’imposizione mscale era fondata su un unico tipo di tributo? • Quando e perché le forme di imposizione hanno cominciato a differenziarsi? • A quali esigenze corrisponde l’imposizione dei tributi? • Quali interessi dell’Amministrazione pubblica devono essere soddisfatti? • Con quali garanzie deve essere tutelato il contribuente? • Su quali princìpi si deve fondare l’imposizione mscale? • Quali tipi di imposta corrispondono meglio a ciascuno di questi princìpi? • In che senso i diversi tipi di imposte devono formare un “sistema”? • Quali possono essere le conseguenze se una molteplicità di tributi non è strutturata attraverso un coordinamento organico?
Verifica sommativa | Conoscenze - Abilità 1. Scegli la risposta esatta fra le quattro indicate 1. La base imponibile dell’imposta è: A l’atto o il fatto che dà luogo al sorgere dell’obbligazione £ tributaria B la manifestazione di ricchezza cui si riferisce £ l’applicazione del tributo C l’ammontare del prelievo espresso in percentuale £ del reddito D l’oggetto dell’imposta espresso in termini quantitativi £
306
2. La progressività dell’imposta corrisponde all’obiettivo di: A combattere l’evasione £ B attuare una redistribuzione della ricchezza £ C incentivare la formazione del risparmio £ D incentivare gli investimenti e la produzione £ 3. L’imposta si dice speciale quando: A il suo presupposto è circoscritto a un dato tipo £ di beni o di redditi
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
B il suo gettito è destinato a coprire il costo dei servizi £
speciali C la sua applicazione ha carattere eccezionale £ e temporaneo D la sua regolamentazione è fissata da leggi speciali £ 4. L’effetto del mscal drag si ricollega: A alle imposte reali £ B alle imposte progressive £ C alle imposte sui consumi £ D a tutte le imposte dirette £ 5. Per individuare la capacità contributiva di una persona: A l’unico indice sicuro è costituito dall’entità del reddito £ B si confronta la scala dei bisogni del soggetto £ con l’utilità marginale della moneta C si considerano elementi oggettivi da cui risulta £ la situazione economica del soggetto D si tiene conto dei vantaggi che il soggetto trae £ dai servizi pubblici forniti dallo Stato 6. Per il principio dell’universalità: A nessuna categoria di cittadini deve essere esclusa £ dall’imposizione B tutte le imposte devono avere carattere generale £ C le imposte devono essere applicate a tutti, senza £ trattamenti agevolati D le imposte dovrebbero presentare caratteristiche £ analoghe in tutti gli Stati 2. Rispondi alle domande 1. Il contribuente è sempre soggetto passivo nel rapporto di imposta? 2. In che cosa consiste la posizione di soggetto attivo dell’imposta? 3. Quale relazione c’è fra presupposto e oggetto dell’imposta? 4. Quale relazione c’è fra oggetto dell’imposta e base imponibile? 5. In tutti i sistemi tributari coesistono imposte dirette e imposte indirette: perché? 6. Quale esigenza esprime il principio dell’universalità? 7. Il principio dell’universalità dell’imposta si estende anche agli stranieri? 8. La presenza di esenzioni e agevolazioni in un sistema tributario è incompatibile con il principio dell’universalità? 9. Qual è la differenza fra le teorie del “benemcio’’ e le teorie del “sacrimcio’’? 10. Qual è la fonte dell’obbligazione tributaria? 11. Quali operazioni comprende l’accertamento? 12. Qual è la differenza fra l’accertamento analitico e l’accertamento induttivo? 13. Quali imposte corrispondono meglio alle esigenze di semplicità e di efmcienza amministrativa? 14. In che cosa consiste l’elusione mscale? Qual è la differenza rispetto all’evasione? 15. Che differenza c’è fra elusione e rimozione negativa?
3. Ripassa e rispondi 1. Esponi i concetti generali sull’imposta personale • Demnizione di imposta personale – Differenza fra imposta personale e reale (U1 par. 2) • Collegamento fra il carattere personale e il carattere progressivo dell’imposta (U2 par. 4) L’imposta personale e il principio di equità (U2 par. 3 e 4) • Problemi connessi con l’accertamento delle imposte • personali (U3 par. 4) • Compatibilità dell’imposta personale con gli effetti di traslazione, ammortamento e diffusione dell’imposta (U4 par. 5, 6, 7 e 8)
2. Parla della progressività dell’imposta in relazione al principio di equità e agli effetti economici dell’imposizione • Demnizione di imposta progressiva – Differenza fra imposta progressiva e proporzionale (U1 par. 2) • Progressività dell’imposta e principio di equità – Principi costituzionali – Teorie economiche (U2 par. 2, 3 e 4) • Collegamento fra il carattere progressivo e il carattere personale dell’imposta (U2 par. 4) • Il principio di equità e il problema del fiscal drag (U2 par. 4) • La progressività dell’imposta e gli obiettivi di politica economica – La manovrabilità – L’effetto di rimozione (U4 par. 4 e 8). 3. Poni a confronto le imposte dirette e le imposte indirette • Demnizione dei concetti di imposte dirette e di imposte indirette (U1 par. 2) • Efmcienza delle imposte dirette e delle imposte indirette come strumenti di mnanziamento (U3 par. 4) • Le imposte dirette e le imposte indirette come strumenti per un’equa distribuzione del carico tributario (U2 par. 3 e 4) • La manovra delle imposte dirette e delle imposte indirette in relazione ai diversi obiettivi di politica economica (U4 par. 8)
4. Risolvi gli esercizi 1. Un’imposta sul reddito ha la seguente struttura: • aliquota costante 22%; • deduzione mssa dall’imponibile pari a 1500 euro. Il reddito del contribuente A è pari a 28.500 euro; quello del contribuente B a 37.900 euro; quello del contribuente C a 52.000 euro e quello del contribuente D a 70.400 euro. Calcola per ciascuno dei quattro contribuenti l’aliquota effettiva e l’imposta da pagare. 2. Gli scaglioni e le aliquote di un’imposta progressiva sono i seguenti: • mno a 15.000 euro aliquota 23%; • oltre 15.000 euro e mno a 29.000 euro aliquota 29%; • oltre 29.000 euro e mno a 35.000 euro aliquota 32%; • oltre 35.000 euro e mno a 65.000 euro aliquota 40%; • oltre 65.000 euro aliquota 45%. Calcola l’imposta che deve pagare un contribuente che possiede un reddito di 75.000 euro.
307
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
5. Osserva la tabella e rispondi Andamento dei costi di produzione Costi costanti Unità Costo Costo prodotte unitario totale 100 8 800 200 8 1600 300 8 2400 400 8 3200
Costi decrescenti Unità Costo prodotte unitario 100 10 200 9 300 8 400 7
Costo totale 1000 1800 2400 2800
Costi crescenti Unità Costo prodotte unitario 100 9 200 7 300 8 400 9
Costo totale 900 1400 2400 3600
Con riferimento alla situazione descritta nella tabella, supponiamo che venga introdotta un’imposta proporzionale alla quantità prodotta, nella misura di 2 euro per unità di merce, e che la produzione si riduca da 400 a 300 unità. Considerando che il prezzo di vendita coincide con il costo di produzione, calcola in che misura si verimca la traslazione dell’imposta nei tre casi.
Verifica sommativa | Competenze 1. Rifletti e rispondi 1. Si ritiene che le imposte reali debbano essere proporzionali e le imposte personali debbano essere progressive. Cerca di spiegare perché. 2. Le imposte speciali sono incompatibili con il principio dell’universalità dell’imposizione? 3. Confronta i diversi metodi di accertamento e di riscossione mettendo in evidenza, per ciascuno di essi, il ruolo svolto rispettivamente dal contribuente e dagli ufmci mscali. 4. Per quale ragione la progressività dell’imposta, oltre un certo limite, diventa sempre meno accentuata?
5. L’economista scozzese McCulloch scriveva che l’introduzione di un’imposta costituisce un incentivo a lavorare e produrre proprio come accade quando in famiglia nasce un altro mglio. Luigi Einaudi affermava che i sistemi tributari non devono offrire scappatoie alla coscienza dei contribuenti. Un altro economista, Emanuele Morselli, scriveva che l’imposta produce effetti simili ai cerchi creati da un sasso gettato in uno stagno. A quali effetti economici dell’imposizione si riferiscono, rispettivamente, le tre affermazioni?
2. Interpreta i dati Composizione del gettito per categorie di bilancio nei primi dieci mesi dell’anno 200.000 187.298 187.541
2016
2017
180.000 159.668 161.727
160.000
346.966 349.268
140.000 120.000
111.801 114.337
100.000
+0,7%
80.000
Entrate tributarie totali
60.000 36.155 35.992
40.000 20.000 0
+0,1% Imposte sul patrimonio e sul reddito (dirette)
+1,3% Imposte indirette (totale)
+2,3%
–0,5%
11.712 11.398
–2,7%
Tasse e imposte sugli affari Imposte sulla produzione, Lotto, lotterie e altre attività di gioco (indirette) (indirette) consumi, dogane e monopoli (indirette)
Fonte: MEF - Bollettino delle entrate tributarie pubblicato nel dicembre 2017
1. Calcola quanto incide, sul totale delle imposte, l’ammontare delle imposte dirette e indirette. 2. Nell’ambito delle imposte indirette metti in evidenza la diversa incidenza delle imposte sui consumi rispetto a quella delle imposte sugli affari.
308
TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
Read the text and answer the questions
CLIL
Corporate income tax rates around the world, 2015 It is well known that the United States has the highest corporate income tax rate among the 34 industrialized nations of the Organisation for Economic Co-operation and Development (Oecd). However, it is less well known how the United States stacks up against countries throughout the entire world. Expanding the sample of countries and tax jurisdictions to 173, the U.S.’s corporate tax rate of 39% is the third highest in the world, tied with Puerto Rico and lower only than the United Arab Emirates and Chad, which have rates of 55 and 40%, respectively. The U.S. tax rate is 16 percentage points higher than the worldwide average of 22.8% and a little more than 9 percentage points higher than the worldwide GDP-weighted average of 29.8%. As with the average tax rate among industrialized nations, the average worldwide tax rate has been declining in the past ten years, pushing the United States farther from the norm. This worldwide decline in corporate tax rates can been seen in all regions of the world. Every region in the world except for Oceania is represented in the top twenty countries. Six of the top twenty countries are in Africa, two of the top twenty countries are in Asia, and one is in Europe. The nine remaining countries are in South and North America. Other large nations in the top twenty countries besides the United States are France (34.4%), Brazil (34%), and India (34%).
Summing • The United States has the third highest general top marginal corporate income tax rate in the world at 39%, which is the same as Puerto Rico and is exceeded only by Chad and the United Arab Emirates. • The worldwide average top corporate income tax rate (accounting for 173 countries and tax jurisdictions) is 22.9%, 29.8% weighted by Gdp. • By region, Europe has the lowest average corporate tax rate at 18.7% (26.1% weighted by Gdp). Africa has the highest simple average at 28.77%. • Larger, more industrialized countries tend to have higher corporate income tax rates than developing countries. • The worldwide average corporate tax rate has declined since 2003 from 30% to 22.9%. • Every region in the world has seen a decline in its average corporate tax rate in the past twelve years. • The corporate income tax rate is one of many aspects of what makes a country’s tax code and economy attractive for investment.
CONTENT AND LANGUAGE INTEGRATED LEARNING
GLOSSARY
Corporate income tax Assessment levied by a government on the profits of a company. The rate of corporate income tax paid by a business varies between countries. Worldwide average The average tax rates on corporate income calculated considering the countries of the world. Percentage points The difference between two percentages.
Questions 1. Among the nations of the Oecd, which one has the highest corporate income tax rate? 2. What has happened to the average worldwide tax rate in the past ten years? 3. Summarize and explain the main topics of the article.
Source: http://taxfoundation.org
309
L’imposizione fiscale e il sistema tributario
MODULO 4
Listen to the text and fill in the blanks
CLIL
How big is the tax fraud and tax evasion problem?
CONTENT AND LANGUAGE INTEGRATED LEARNING
AUDIO
Questions 1. How does tax fraud and tax evasion happen? 2. How does tax fraud and tax evasion affect me personally? 3. Why do we need to do more to fight tax fraud and tax evasion?
Huge sums are being lost due to tax evasion and (1) Estimates go up to € 1 trillion.
.
Tax fraud and tax evasion happen This money is lost in a number of ways including: • (2) and evasion which illegally deprive public budgets of money. • Tax havens which facilitate tax evaders and avoiders by storing money (3) , often unreported and untaxed. • Aggressive tax planning by big businesses or individuals, which exploits the limits of the law with the aim of (4) paid. Tax fraud, tax evasion and me Think of the new classrooms for your children, the new hospital for your grandmother, the new railway lines and roads that could be funded if all that tax money could be recovered! The fight against tax fraud and tax evasion Tax fraud and tax evasion limit the capacity of EU countries to raise money and implement their economic and social policies. That could mean cuts in public services and a slower economy. Moreover, tax fraud and tax evasion are fundamentally unfair. Why should you pay more tax or sacrifice your public services because someone isn’t paying their fair share? Lastly, European integration has brought many benefits to citizens and businesses. As a Union of 28, we have a powerful advantage and if we act together we can stop tax evaders stealing from the pockets of citizens and we can reclaim vast sums of money they are legitimately due. Source: ec.europa.eu/taxation_customs
310
MODULO
Il sistema tributario italiano • UNITÀ 1
• U N I TÀ 5
Struttura del sistema tributario italiano • UNITÀ 2
La determinazione del reddito ai fini fiscali • UNITÀ 3
L’Imposta sul reddito delle persone fisiche • UNITÀ 4
L’Imposta sul valore aggiunto • U N I TÀ 6
Accertamento e riscossione di Irpef, Ires e Iva • U N I TÀ 7
Le altre imposte erariali • U N I TÀ 8
L’Imposta sul reddito delle società
I tributi regionali e locali
Prerequisiti
Competenze
Collegamenti interdisciplinari
• I princìpi fondamentali dell’imposizione
• Interpretare la correlazione fra
mscale • La funzione dell’imposta come fonte di entrata e come strumento di politica economica • Il confronto fra le diverse tipologie di imposta • I concetti teorici generali sull’accertamento e sulla riscossione dell’imposta • I concetti di rimozione, traslazione, rivalsa • I concetti generali sul rapporto fra mnanza statale e mnanza locale • Il federalismo mscale
i mutamenti del sistema tributario italiano e i mutamenti della realtà socioeconomica e istituzionale a livello nazionale ed europeo • Riconoscere la differente funzione e mnalità della normativa civilistica e di quella mscale nella determinazione del reddito di impresa • Individuare quali esigenze si pongono, in termini di equità, certezza, economicità, nel sistema italiano dell’imposizione sui redditi delle persone msiche • Riconoscere il ruolo centrale attribuito all’Iva nel contesto dell’integrazione europea • Individuare la correlazione fra il sistema dei tributi regionali e locali e i principi generali in materia di autonomia territoriale e federalismo mscale • Riferire a casi concreti le modalità applicative delle principali imposte vigenti nel sistema tributario italiano
Diritto • L’organizzazione amministrativa dello Stato. I Ministeri e le Agenzie • Proprietà, possesso, diritti reali • Lavoro subordinato e lavoro autonomo • Il concetto di impresa commerciale • Società di persone e società di capitali. Il gruppo di società Economia aziendale • I componenti del reddito di impresa. Regole contabili e criteri di valutazione • Reddito civilistico e reddito mscale • L’Iva e l’Irap nelle imprese industriali, mercantili e bancarie Lingue comunitarie • La tassazione delle famiglie nei paesi europei
UNITÀ 1
Struttura del sistema tributario italiano
Conoscenze
Abilità
• L’evoluzione del sistema tributario italiano dalla riforma
• Individuare gli aspetti positivi e le carenze della riforma
del 1971 ai nostri giorni • Il quadro sintetico del sistema vigente • I princìpi costituzionali in materia tributaria • Concetti generali sull’armonizzazione mscale a livello europeo • Le norme a tutela del contribuente • Le ragioni e gli strumenti dell’armonizzazione mscale a livello europeo • L’organizzazione dell’Amministrazione mnanziaria e l’Anagrafe tributaria
del 1971
• Valutare le ragioni che hanno determinato le successive revisioni del sistema tributario
• Considerare la struttura del sistema tributario nel quadro dei princìpi costituzionali e dei vincoli europei
• Verimcare il grado di tutela del contribuente nei confronti dell’Amministrazione mscale
• Interpretare i caratteri alfanumerici del codice mscale
Struttura del sistema tributario italiano
U N I TÀ 1
1. L’evoluzione del sistema tributario italiano Il sistema tributario è strettamente collegato al sistema economico, sociale, politico e amministrativo del paese [ÑM4 U1 par. 3] e se questo si modifica è necessario adeguare anche le strutture fiscali. Per questa ragione i sistemi tributari subiscono nel tempo riforme. Le riforme sono necessarie anche perché, con il passare del tempo, ogni sistema tributario perde organicità per il fatto che alcuni tributi vengono eliminati o modificati e altri se ne aggiungono, sotto la spinta di esigenze diverse (fronteggiare squilibri di bilancio, tassare nuove forme di ricchezza, effettuare manovre di politica economica ecc.). A metà del Novecento il sistema tributario italiano era composto da un gran numero di imposte mal coordinate tra loro. Erano in vigore varie imposte dirette a carattere reale, alcune proporzionali, altre progressive, a cui si aggiungevano un’imposta personale progressiva e un’imposta sulle società. Le imposte indirette erano molto numerose; la più importante era l’Imposta generale sull’entrata (Ige), applicata agli scambi di beni e servizi. I tributi locali, applicati autonomamente dai Comuni e dalle Province, non erano coordinati con quelli erariali e a volte davano luogo a duplicazioni di imposta sulla stessa materia imponibile e in base allo stesso presupposto. Il sistema tributario andava dunque ristrutturato anche per realizzare i princìpi costituzionali di progressività e di adeguamento alla capacità contributiva [ÑM4 U2]. Un’altra spinta al rinnovamento era data dall’impegno, assunto dall’Italia in seno alla Comunità europea, di armonizzare il proprio sistema fiscale con quelli degli altri paesi comunitari. La riforma fu disposta nel 1971 con i seguenti obiettivi: ● porre a fondamento delle imposte dirette i criteri di progressività e di adeguamento alla capacità contributiva. A questo fine furono abolite tutte le imposte dirette precedenti e furono introdotte due imposte personali, l’Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) e l’Irpeg (Imposta sul reddito delle persone giuridiche); a esse si aggiungeva l’Ilor (Imposta locale sui redditi), che si applicava soltanto ai redditi non derivanti da puro lavoro [ÑM4 U2 par. 3]; ● strutturare le imposte indirette in modo da evitare distorsioni sul mercato e consentire manovre di politica economica. A tal fine fu soppressa l’Ige e introdotta l’Imposta sul valore aggiunto (Iva); ● ridurre e semplificare il numero delle imposte e conferire un carattere unitario alla politica fiscale. Pertanto furono soppressi quasi tutti i tributi locali e il finanziamento degli enti territoriali fu assicurato con la partecipazione al gettito di imposte erariali e con trasferimenti da parte dello Stato; ● migliorare le tecniche di accertamento e di riscossione e combattere l’evasione. Rientrò in questo programma l’istituzione dell’Anagrafe tributaria.
I sistemi tributari devono adeguarsi alla realtà socioeconomica
Negli anni Cinquanta del secolo scorso si pose l’esigenza di una riforma tributaria…
… per adeguare il sistema ai princìpi costituzionali ed europei APPROFONDIMENTO Economia pubblica e diritto tributario
Nel 1971 il sistema fu riformato secondo obiettivi di… … adeguamento alla capacità contributiva… APPROFONDIMENTO Il sistema tributario italiano dall’unificazione al 1971
… razionalità economica…
… finanza unica statale…
… lotta all’evasione
313
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Rimasero nel sistema difetti e inadeguatezze…
… che si accentuarono con il mutamento del quadro economico e istituzionale
Negli anni Novanta fu avviata una revisione…
… nel 2003 ulteriori modifiche… … fra il 2010 e il 2012 norme sul federalismo fiscale… … e successivamente la revisione di vari aspetti del sistema tributario
Gli obiettivi della riforma non furono però pienamente raggiunti. Restarono infatti in vigore numerose imposte indirette; le leggi tributarie rimasero poco chiare e lacunose; il nuovo sistema dei controlli e degli accertamenti si rivelò inadeguato alla lotta all’evasione; non furono eliminate le sperequazioni nella ripartizione del carico tributario. Altre inadeguatezze si aggiunsero negli anni successivi a causa dell’introduzione di nuove norme che si susseguirono in modo non coordinato. Intanto il quadro economico e istituzionale del nostro paese aveva subìto profondi cambiamenti. L’Italia faceva ormai parte del gruppo dei paesi più industrializzati e la sua economia era integrata nel mercato unico europeo, in cui la circolazione dei capitali e la localizzazione degli investimenti dovevano avvenire liberamente e senza distorsioni. Era mutato anche il quadro istituzionale, perché a un sistema politico e amministrativo centralizzato si era ormai sostituito un assetto basato sui princìpi costituzionali del decentramento e delle autonomie locali. Da ciò la necessità che gli enti territoriali avessero risorse proprie e una propria capacità impositiva, in modo che all’autonomia in materia di spesa corrispondesse altrettanta responsabilità di copertura finanziaria [ÑM2 U3 par. 4]. Era necessario, dunque, razionalizzare la struttura e il funzionamento del sistema tributario. Nel 1997 fu avviata una revisione del sistema fiscale per adeguarlo alle nuove esigenze. Le principali innovazioni furono il rafforzamento dell’autonomia impositiva delle Regioni mediante l’istituzione dell’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive), il riordino dei tributi comunali e provinciali, l’unificazione delle dichiarazioni e dei versamenti per le imposte sui redditi, l’Iva e l’Irap. Nel 2003 furono modificate le regole per la determinazione dei redditi di capitale e di impresa e fu istituita l’Ires (Imposta sul reddito delle società) con la contemporanea soppressione dell’Irpeg. Fra il 2010 e il 2012, in base alla legge delega n. 42/2009, fu ristrutturato il sistema dei tributi comunali, provinciali e regionali in base ai princìpi del federalismo fiscale [ÑM2 U3 par. 4]. Successivamente, sono state introdotte ulteriori modifiche per migliorare la trasparenza del sistema tributario, semplificare gli adempimenti e contrastare le forme di elusione ed evasione fiscale.
Sintesi grafica
gli obiettivi La riforma del 1971 i limiti
314
• semplificazione • equità • finanza unica • razionalità economica • scarsa efficienza degli accertamenti • scarsa chiarezza • eccessivo numero di imposte indirette • complessità degli adempimenti
>>>
Struttura del sistema tributario italiano
autonomia impositiva
• delle Regioni • degli enti locali
nuovi criteri per la determinazione dei redditi
Le revisioni successive
U N I TÀ 1
• di capitale • di impresa
federalismo fiscale contrasto alle forme di
• evasione • elusione
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto La prima organica
..................................................
I suoi obiettivi erano: la
del sistema tributario italiano fu disposta nel 1971.
..................................................
, con la riduzione del numero dei tributi;
l’.................................................. dell’imposizione secondo i princìpi ..................................................
per evitare effetti indesiderati sul
si realizzarono soltanto ..................................................
costituzionali
•
riforma
•
•
..................................................
..................................................
..................................................
. Successivamente sono state attuate varie
e modificazioni dei tributi e delle strutture economica
•
equità
semplificazione
•
; la razionalità
. Questi obiettivi
fiscali
•
mercato
•
..................................................
parzialmente
•
.
revisioni
2. Completa le frasi inserendo i termini appropriati 1. Nel
..................................................
Furono
fu attuata una radicale riforma del sistema tributario.
..................................................
tutte le imposte dirette preesistenti e furono introdotte
l’.................................................. e l’.................................................. per tassare il reddito posseduto dalle persone ..................................................
e dalle persone
..................................................
.
2. In materia di imposte indirette fu introdotta l’.................................................. e fu il numero degli altri tributi. 3. Furono
..................................................
i tributi locali e l’imposizione fu
..................................................
..................................................
esclusivamente a livello statale attuando un sistema di finanza
..................................................
.
2. I lineamenti del sistema vigente Il nostro sistema tributario vigente prevede tributi statali, regionali e locali.
I tributi statali Il sistema dei tributi statali (o “erariali”) comprende le imposte sui redditi, l’Iva e vari tributi sui consumi e sui trasferimenti. Le imposte sui redditi attuano l’imposizione diretta a carattere generale e personale [ÑM4 U1 par. 2]: sono l’Imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) e l’Imposta sul reddito delle società (Ires). L’Irpef si applica al
Il sistema dei tributi statali comprende: le imposte sui redditi…
315
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
… l’Iva…
… le accise…
… le imposte sugli affari…
… l’imposta sulle successioni e donazioni
reddito complessivo posseduto dalle persone fisiche; l’Ires ha per oggetto il reddito complessivo posseduto da società ed enti. L’Iva (Imposta sul valore aggiunto) realizza l’imposizione indiretta a carattere generale sugli scambi e sui consumi; si applica a tutte le cessioni di beni e prestazioni di servizi. L’imposizione sui consumi è completata dalle accise, che colpiscono la produzione e la vendita di determinati tipi di beni (prodotti petroliferi, bevande alcoliche, tabacchi lavorati). Sulle merci importate da territori extracomunitari si applicano i dazi e altri tributi doganali. Le imposte sugli affari attuano l’imposizione sui trasferimenti a titolo oneroso. La più importante è l’imposta di registro che si applica agli atti sottoposti a registrazione (vendite, locazioni, costituzioni di società ecc.). A questa si aggiungono l’imposta di bollo e vari tributi minori (imposte ipotecaria e catastale, tasse di concessione governativa ecc.). I trasferimenti a titolo gratuito sono assoggettati all’imposta sulle successioni a causa di morte e sulle donazioni.
I tributi regionali e locali I tributi delle Regioni sono stabiliti da leggi statali e da leggi regionali
I tributi degli enti locali sono stabiliti da leggi statali
I tributi regionali sono: ● i tributi propri derivati, che sono stabiliti da leggi statali e applicati dalle Regioni. Il più importante è l’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive), che assoggetta a tassazione il valore netto della produzione realizzata nel territorio regionale; ● l’addizionale regionale all’Irpef, che si applica alle persone fisiche residenti nel territorio regionale; ● i tributi propri autonomi, che sono istituiti e disciplinati da leggi regionali su presupposti che non siano assoggettati a imposte erariali. I tributi locali, cioè propri dei Comuni e delle Province, sono istituiti da leggi statali che ne definiscono il presupposto, il soggetto passivo, la base imponibile e l’aliquota di riferimento (che può essere variata, entro certi limiti, dai regolamenti comunali). I principali tributi comunali sono: ● l’Imu (Imposta municipale propria), che ha per oggetto il valore patrimoniale degli immobili esistenti nel territorio comunale; ● la Tasi (Tassa per i servizi indivisibili), che finanzia i servizi di utilità collettiva generale; ● la Tari (Tassa per i rifiuti), che è dovuta per il servizio di raccolta e gestione dei rifiuti solidi urbani. Questi tre tributi sono fra loro coordinati e aggregati sotto la denominazione Iuc (Imposta unica comunale). I Comuni applicano inoltre un’addizionale comunale all’Irpef e vari tributi per la prestazione di servizi pubblici locali. I principali tributi propri delle Province sono: ● l’imposta sulle assicurazioni “RC auto”; ● l’imposta sulle trascrizioni nel Pubblico registro automobilistico.
316
Struttura del sistema tributario italiano
U N I TÀ 1
Sintesi grafica imposte sui redditi
statali
• Irpef • Ires
Imposta sul valore aggiunto (Iva) imposte sui consumi
• accise • tributi doganali
imposte sugli affari
• registro • bollo • tributi minori
imposte sulle successioni e donazioni Irap addizionale regionale Irpef
regionali
I tributi vigenti
altri tributi propri
• derivati • autonomi • Imu • Tasi • Tari
Iuc addizionale comunale Irpef
comunali
altri tributi e tariffe
• imposta RC auto • imposta
provinciali
iscrizioni Pra
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Le imposte
..................................................
statali sono: l’Imposta sul reddito delle persone
(Irpef) e l’Imposta sul reddito delle statali sono: l’Imposta sul valore sui
..................................................
..................................................,
..................................................
; l’imposta sulle
l’imposta di
..................................................
(Iva); le
..................................................
..................................................
(Ires). Le imposte
..................................................
accise
•
•
affari
produttive
•
•
aggiunto
registro
•
•
bollo
società
• •
e altre imposte sugli
consumi
•
successioni
e altre imposte
e donazioni, l’imposta di
La principale imposta regionale è l’Imposta regionale sulle attività (Irap). La principale imposta comunale è l’Imposta
..........................................
..................................................
..................................................
dirette
•
fisiche
•
..................................................
.
..................................................
propria (Imu). indirette
•
municipale
>>> 317
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
2. Esamina i dati relativi agli anni 2016 e 2017 e individua quali imposte, nell’ordine, forniscono il maggior gettito dopo l’Irpef Raggruppa in due categorie (imposte dirette e imposte indirette) i tributi rappresentati nel grafico e, con riferimento ai due anni considerati, confronta l’incidenza dell’imposizione diretta e di quella indiretta rispetto al totale. Imposte dirette
Imposte indirette
......................................................................................................
......................................................................................................
......................................................................................................
......................................................................................................
......................................................................................................
......................................................................................................
......................................................................................................
......................................................................................................
Altre indirette
11,8
12,3
Iva
21,6
22,0
Oli minerali
4,9
4,8
Altre dirette
6,4
6,5
Irpef
55,3
54,4
2016
2017
Fonte: Mef. Bollettino Entrate tributarie erariali
3. I princìpi costituzionali e le norme tributarie La Costituzione stabilisce: il principio della riserva di legge…
I princìpi fondamentali del sistema tributario italiano sono fissati negli articoli 23, 53, 75, 117 e 119 della Costituzione. L’articolo 23 sancisce il principio della riserva di legge [ÑM4 U1 par. 1] per il quale i tributi possono essere imposti soltanto in base a una legge.
Economia & Diritto
Il principio di riserva di legge in materia tributaria Secondo la giurisprudenza della Corte costituzionale, il principio della riserva di legge in materia tributaria va interpretato nel senso che il legislatore deve indicare compiutamente il presupposto, il soggetto e l’oggetto dell’imposta e fornire adeguati criteri per la determinazione della sua entità, mentre l’intervento della Pubblica amministrazione (mediante regolamenti, circolari, ordinanze e altri provvedimenti) ha carattere integrativo, cioè limitato alle precisazioni di dettaglio.
318
Struttura del sistema tributario italiano
L’articolo 53 [ÑM4 U2 par. 2] stabilisce che i criteri a cui deve uniformarsi il legislatore sono l’universalità dell’imposizione, la progressività del sistema tributario e l’adeguamento alla capacità contributiva. L’articolo 75 stabilisce l’inammissibilità del referendum popolare per l’abrogazione delle leggi tributarie. In base a questa disposizione i tributi, come possono essere istituiti soltanto con legge, così possono essere aboliti soltanto dal legislatore. L’articolo 117 attribuisce allo Stato, in concorso con le Regioni, la funzione di determinare i princìpi generali a cui deve conformarsi la normativa statale e regionale in materia tributaria. L’articolo 119 riconosce alle Regioni il potere di stabilire autonomamente tributi propri.
U N I TÀ 1
… i criteri dell’imposizione…
… l’inammissibilità del referendum abrogativo…
… il coordinamento della finanza pubblica… … l’autonomia impositiva delle Regioni
Le norme
La collocazione delle norme costituzionali sull’imposizione fiscale Nel considerare il testo degli articoli 23, 53 e 75 della Costituzione è opportuno mettere in evidenza la loro collocazione nelle specimche parti della Carta costituzionale. L’articolo 23 («Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge») è inserito nella Parte prima della Costituzione (Diritti e doveri dei cittadini) e precisamente nel titolo Rapporti civili, nel quale sono riconosciuti i diritti inviolabili di libertà; tale collocazione mette in evidenza la fondamentale funzione del principio di riserva di legge in materia tributaria, come tutela dell’individuo di fronte alla potestà impositiva dello Stato. L’articolo 53 («Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività»), anch’esso compreso nella Parte prima della Costituzione, è collocato nel titolo Rapporti politici, a indicare che, per ogni cittadino, la prestazione tributaria è dovere fondamentale, insieme a quelli sanciti dall’articolo 52 (la difesa della Patria) e dall’articolo 54 (la fedeltà alla Repubblica). L’articolo 75, comma 2 («Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie [...]») trova posto nella Parte seconda della Costituzione (Ordinamento della Repubblica), titolo I (Il Parlamento), sezione II (La formazione delle leggi). Attiene, dunque, all’esercizio del potere legislativo e ne demnisce la portata ponendo un limite alle forme di democrazia diretta.
Il nostro diritto tributario non è mai stato oggetto di codificazione perché è una materia soggetta a frequenti mutamenti e non può quindi essere contenuta in un atto normativo stabile, quale è un codice. All’esigenza di riordinare in modo sistematico le leggi tributarie si provvede mediante l’emanazione di Testi unici che riuniscono le norme in vigore, coordinandole organicamente e apportandovi soltanto le modifiche necessarie per una razionale sistemazione della materia. I Testi unici vengono formati con decreto legislativo dal Governo su delega del Parlamento. I Testi unici attualmente in vigore sono: ● il Testo unico delle disposizioni sull’imposta di registro (approvato con il d.p.r. 26 aprile 1986, n. 131); ● il Testo unico delle imposte sui redditi (d.p.r. 22 dicembre 1986, n. 917); ● il Testo unico delle disposizioni concernenti l’imposta sulle successioni e donazioni (d.p.r. 31 ottobre 1990, n. 346); ● il Testo unico delle disposizioni concernenti le imposte ipotecarie e catastali (d.p.r. 31 ottobre 1990, n. 347); ● il Testo unico delle disposizioni concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi (d.p.r. 28 ottobre 1995, n. 504).
La normativa ordinaria in materia tributaria non è codificata Viene riordinata mediante i Testi unici
APPROFONDIMENTO Gli illeciti tributari e il sistema delle sanzioni
319
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Sintesi grafica art. 23 riserva di legge
• universalità • capacità contributiva • progressività
art. 53 art. 75 inammissibilità referendum
princìpi costituzionali
art. 117 coordinamento art. 119 autonomia impositiva Regioni
Norme tributarie
pluralità di leggi e decreti
norme ordinarie
riordino mediante Testi unici
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto In Italia i fondamenti delle norme tributarie sono fissati dalla Costituzione: l’articolo 53 richiede l’.................................................. alla capacità contributiva e la del sistema; l’articolo 23 dispone la
..................................................
di
..................................................
..................................................
dei tributi; l’articolo 75 sancisce l’inammissibilità di referendum
per l’istituzione
..................................................
per le
leggi tributarie. abrogativi
•
adeguamento
•
legge
•
progressività
•
riserva
2. Collega ogni articolo della colonna sinistra con un’espressione della colonna destra 1. Art. 23 Cost.
a. Leggi regionali
2. Art. 53 Cost.
b. Abrogazione
3. Art. 75 Cost.
c. Principio di legalità
4. Art. 117 Cost.
d. Equità fiscale
5. Art. 119 Cost.
e. Coordinamento
1
320
2
3
4
5
Struttura del sistema tributario italiano
U N I TÀ 1
4. L’armonizzazione fiscale a livello europeo Nel nostro ordinamento, come in quelli degli altri Stati membri dell’Unione europea, la normativa fiscale, oltre a conformarsi ai princìpi costituzionali, deve armonizzarsi con le esigenze di integrazione economica e monetaria in ambito comunitario. Per realizzare un unico mercato interno europeo è di fondamentale importanza che le attività produttive possano affrontare la concorrenza senza condizionamenti. E allora si deve evitare che il trattamento fiscale delle merci e dei servizi possa creare privilegi ingiustificati o porre ostacoli alla libera competizione fra le imprese. Per questa ragione è vietato applicare ai prodotti provenienti da altri Stati membri imposte più elevate di quelle che si applicano ai prodotti nazionali, oppure concedere alle imprese nazionali aiuti che possano falsare la concorrenza. L’armonizzazione fiscale non deve sopprimere le differenze fra i sistemi fiscali dei vari paesi, ma deve fare in modo che i tributi imposti nei singoli Stati non producano distorsioni nel mercato europeo. Già nel Trattato di Roma del 1957 si stabilì che le norme fiscali di ogni paese comunitario dovessero essere armonizzate fra loro. L’esigenza dell’armonizzazione fu maggiormente avvertita a seguito della piena liberalizzazione del mercato unico europeo attuata nel 1993 e divenne ancora più urgente dopo l’unificazione monetaria. Quando le merci, i capitali e le persone circolano liberamente, le differenze fiscali fra i vari Stati possono facilmente creare dannose discriminazioni. Inoltre è facile che trattamenti fiscali diversificati provochino massicci e repentini spostamenti delle risorse finanziarie da uno Stato all’altro con gravi rischi per la stabilità economica. Da ciò l’esigenza che, a parte lievi differenze per ragioni territoriali, il livello della pressione tributaria sia tendenzialmente uniforme e la struttura dei tributi non presenti divergenze tali da determinare effetti negativi nella concorrenza, negli investimenti e nella localizzazione delle attività. L’armonizzazione si attua in base a direttive comunitarie, che per le imposte indirette riguardano l’Iva, le accise e le imposte sugli affari relative alle operazioni societarie, e per le imposte dirette riguardano le imposte sulle società e la tassazione dei redditi d’impresa e di capitale.
L’armonizzazione fiscale è essenziale per il funzionamento del mercato europeo
Armonizzare non vuol dire sopprimere tutte le differenze…
… ma eliminare quelle che provocano distorsioni
APPROFONDIMENTO L’armonizzazione fiscale nelle imposte dirette e indirette
L’armonizzazione riguarda le imposte sia indirette sia dirette
Le norme
Trattato sul funzionamento dell’Unione europea Articolo 110 - Nessuno Stato membro applica direttamente o indirettamente ai prodotti degli altri Stati membri imposizioni interne, di qualsivoglia natura, superiori a quelle applicate direttamente o indirettamente ai prodotti nazionali similari. Inoltre, nessuno Stato membro applica ai prodotti degli altri Stati membri imposizioni interne intese a proteggere indirettamente altre produzioni. Articolo 113 - Il Consiglio […] adotta le disposizioni che riguardano l’armonizzazione delle legislazioni relative alle imposte sulla cifra d’affari, alle imposte di consumo ed altre imposte indirette, nella misura in cui detta armonizzazione sia necessaria per assicurare l’instaurazione ed il funzionamento del mercato interno ed evitare le distorsioni di concorrenza.
321
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Sintesi grafica
• nella concorrenza • negli investimenti • nella localizzazione
evitare distorsioni
delle attività
funzione favorire il funzionamento
Armonizzazione fiscale
• del mercato unico • della moneta unica
• Iva • accise • tributi sulle
imposte indirette
operazioni societarie
imposte dirette
• redditi d’impresa • redditi di capitale
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Per realizzare l’.................................................. nell’ambito dell’Unione europea è necessaria l’.................................................. dei sistemi tributari degli Stati membri per evitare quelle divergenze che possono
..................................................
il funzionamento del
e ostacolare la libera circolazione delle e dei
..................................................
alterare
•
..................................................
..................................................,
delle
unico europeo
..................................................
.
armonizzazione
•
attività
•
capitali
•
integrazion
•
mercato
merci
•
2. Completa il testo L’armonizzazione fiscale non è eliminazione di tutte le delle
..................................................
..................................................
che provocano
e nella
..................................................
..................................................
..................................................;
nella
è eliminazione
..................................................,
negli
delle attività.
5. Lo Statuto del contribuente Sappiamo che… Il sito dell’Agenzia delle entrate (www.agenziaentrate.gov.it) è uno strumento fondamentale per la comunicazione dei cittadini con il msco, tramite il quale è possibile scaricare tutta la normativa tributaria, ricevere informazioni sulle novità mscali, scaricare moduli e documenti, compilare dichiarazioni, effettuare pagamenti ecc. Lo Statuto pone regole a tutela del contribuente
322
La legge 27 luglio 2000, n. 212 (Statuto dei diritti del contribuente) stabilisce regole di carattere generale per tutelare i diritti del contribuente e garantire la chiarezza delle norme tributarie, la semplificazione degli adempimenti e la correttezza dell’imposizione [ÑM4 U3 par. 1].
Struttura del sistema tributario italiano
U N I TÀ 1
Un primo gruppo di disposizioni prevede vincoli per il legislatore: ● l’irretroattività delle leggi che introducono nuovi tributi; ● il divieto di introdurre nuovi tributi mediante decreto legge; ● il divieto di inserire disposizioni tributarie nelle leggi che non hanno oggetto tributario.
Dispone vincoli
Altre norme riguardano il rapporto fra l’Amministrazione fiscale e il contribuente: ● l’obbligo di facilitare la conoscenza delle disposizioni tributarie, e di metterne i testi a disposizione di tutti presso gli uffici fiscali o mediante informazione elettronica gratuita; ● l’obbligo di assicurare al contribuente l’effettiva conoscenza degli atti che lo riguardano e di far salvo il suo diritto alla riservatezza; ● l’osservanza di fornire una chiara motivazione dei provvedimenti a suo carico; ● il diritto del contribuente di porre quesiti circa l’applicazione delle norme tributarie (diritto di interpello) e di ricevere risposte scritte e motivate; in caso di mancata risposta si può presumere che l’Amministrazione condivida l’interpretazione prospettata dal contribuente (silenzio-assenso); ● garanzie a tutela del contribuente sottoposto a verifiche fiscali.
… vincoli per gli uffici fiscali…
Lo Statuto ha disposto infine l’istituzione di un’Autorità indipendente, il Garante del contribuente, con la funzione di tutelare i diritti del contribuente e di assumere iniziative presso l’Amministrazione finanziaria per prevenire o rimuovere disfunzioni o distorsioni nei rapporti fra contribuenti e fisco.
… e un’Autorità garante
per il legislatore…
Sintesi grafica divieto di istituire nuovi tributi
con norme retroattive con decreto legge
informazione
Statuto del contribuente
obblighi degli uffici fiscali
motivazioni esaurienti riservatezza
diritto di interpello
tutela del contribuente
garanzie in caso di verifiche Garante del contribuente
>>> 323
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Lo Statuto del contribuente fissa una serie di regole per garantire la la
..................................................
l’Amministrazione
e la
istituita un’autorità correttezza
•
..................................................
..................................................
•
nei rapporti fra i contribuenti e
. Per assicurare l’osservanza di queste regole è
..................................................
fiscale
..................................................,
denominata il
indipendente
•
Garante
•
..................................................
trasparenza
•
del contribuente.
certezza
2. Completa la tabella Statuto del contribuente Vincoli per il
tributaria • Divieto di della normatributi mediante • • Completa e agevole • Tutela della • Chiarezza nelle • Diritto di • Garanzie in caso di ..................................................
..................................................
..................................................
..................................................
Vincoli per gli
..................................................
fiscali
..................................................
..................................................
..................................................
..................................................
..................................................
6. L’Amministrazione finanziaria dello Stato Le funzioni di indirizzo sono attribuite al Dipartimento delle finanze
L’Amministrazione finanziaria dello Stato fa capo al Ministero dell’economia e delle finanze e, in particolare, al Dipartimento delle finanze che ha funzioni di indirizzo amministrativo, vigilanza e controllo sulle Agenzie fiscali.
Economia & Diritto
Il Mef e le Agenzie fiscali L’organizzazione del Ministero dell’economia e delle mnanze comprende quattro dipartimenti: il Dipartimento del tesoro, il Dipartimento delle mnanze, il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, il Dipartimento dell’amministrazione generale, del personale e dei servizi. Al ministro è riservata la funzione di indirizzo politico e controllo sull’intero settore dell’economia e mnanza pubblica. Le agenzie sono strutture amministrative che svolgono attività tecnico-operative di interesse nazionale (d.lgs. 300/1999). Hanno autonomia amministrativa e organizzativa e devono operare secondo criteri di efmcienza ed economicità. Sono sottoposte ai poteri di indirizzo e vigilanza del Ministero.
Le funzioni operative sono attribuite alle Agenzie fiscali
324
La gestione operativa è affidata a tre Agenzie fiscali: ● l’Agenzia delle entrate, che cura l’applicazione di tutti i tributi diretti e indiretti (tranne quelli attribuiti all’Agenzia delle dogane e dei monopoli), e gestisce il catasto, i servizi tecnici erariali e i pubblici registri immobiliari; ● l’Agenzia delle dogane e dei monopoli, che cura l’applicazione dei tributi doganali, dell’Iva sulle importazioni e delle accise. Svolge pure le attività inerenti al monopolio statale sulle attività di gioco; ● l’Agenzia del demanio, che gestisce i beni immobili dello Stato.
Struttura del sistema tributario italiano
Un settore autonomo dell’Amministrazione finanziaria è la Guardia di finanza, corpo di polizia che fa parte delle Forze armate e ha compiti di indagine e denuncia per quanto riguarda tutte le violazioni di natura finanziaria. L’Amministrazione finanziaria è dotata di un sistema informativo (Sistema informativo della fiscalità) che si articola in sottosistemi facenti capo all’Anagrafe tributaria, alle Agenzie fiscali, agli uffici del Ministero, agli agenti della riscossione e alla Guardia di finanza. L’integrazione dei sottosistemi è fondamentale per un rapido ed efficiente scambio di informazioni, in funzione degli accertamenti, dei controlli e, più in generale, del contrasto all’evasione fiscale.
U N I TÀ 1
Un settore autonomo è la Guardia di finanza
Le banche dati sono integrate nel Sistema informativo della fiscalità APPROFONDIMENTO I servizi telematici dell’Agenzia delle entrate
Sintesi grafica ministro (indirizzo politico generale)
funzioni di indirizzo
Mef
Dipartimento delle finanze indirizzo amministrativo vigilanza coordinamento
• • •
Amministrazione finanziaria
gestione operativa
Agenzie fiscali
settore autonomo
Guardia di finanza
• entrate • dogane e monopoli • demanio
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto L’Amministrazione finanziaria dello Stato fa capo al Ministero dell’.................................................. e delle il
..................................................
..................................................
. Al ministro compete l’indirizzo
..................................................
è affidata a tre Agenzie: l’Agenzia delle
..................................................
e dei
demanio
•
•
politico
operativa
•
..................................................
delle finanze ha funzioni di vigilanza e ..................................................
•
monopoli
entrate
•
•
e l’Agenzia del
finanze
Dipartimento
•
economia
..................................................,
..................................................
•
generale;
..................................................
. La gestione
l’Agenzia delle
.
coordinamento
•
dogane
2. Scegli il termine esatto fra i tre proposti 1. Il sistema dell’Amministrazione finanziaria è fondato sulla unione/separazione/ integrazione delle funzioni di indirizzo e quelle di gestione. 2. L’Agenzia delle entrate, oltre a tutti i tributi, gestisce anche il demanio/catasto/ territorio. 3. L’accertamento dei tributi è svolto dagli uffici del Mef/del Dipartimento delle finanze/dell’Agenzia delle entrate.
325
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
7. L’Anagrafe tributaria Affinché l’applicazione delle imposte si adegui alla capacità contributiva dei contribuenti, è necessario che l’Amministrazione finanziaria abbia l’immediata disponibilità di tutti i dati ed elementi utili ai fini dell’accertamento. Con questa finalità è stata istituita nel 1973 l’Anagrafe tributaria. L’Anagrafe tributaria ha la funzione di raccogliere e di elaborare tutti i dati e le informazioni che possono riguardare la capacità contributiva dei singoli soggetti, e di smistarli agli uffici preposti all’accertamento. Alla base del sistema informativo dell’Anagrafe tributaria vi è l’archivio anagrafico che contiene i dati identificativi dei contribuenti e costituisce il punto di riferimento per tutte le informazioni fiscalmente rilevanti che li riguardano. A ciascun contribuente viene assegnato un proprio codice fiscale. Per le persone fisiche esso è formato da caratteri alfabetici e numerici, corrispondenti al cognome (tre caratteri alfabetici), al nome (tre caratteri alfabetici), all’anno di nascita (le ultime due cifre), al mese di nascita (a ogni mese corrisponde una lettera, cominciando da gennaio: A-B-C-D-EH-L-M-P-R-S-T), al giorno di nascita e al sesso (per le donne il numero corrispondente al giorno di nascita è aumentato di quaranta unità), al Comune di nascita (ogni Comune ha un codice formato da una lettera e tre numeri); l’ultima lettera del codice fiscale ha funzione di controllo dell’esattezza dei dati. Per i soggetti diversi dalle persone fisiche (enti, società e altre organizzazioni con o senza personalità giuridica) il codice fiscale è formato da 11 caratteri numerici, dei quali i primi sette coincidono con il numero di partita Iva, tre coincidono con il codice identificativo dell’ufficio che ha assegnato la partita Iva e l’undicesimo ha funzione di controllo.
L’Anagrafe tributaria è stata istituita nel 1973…
… per la raccolta dei dati indicativi della capacità contributiva
Ciascun contribuente è identificato dal codice fiscale…
Come è formato il codice fiscale
ROSSI ROBERTO nato il 27/10/1960 a Milano
R
S
S
R
R
T
60
R
27
F205
X
Fonte: Agenzia delle entrate … che deve essere indicato negli atti fiscalmente rilevanti
326
Ogni soggetto deve indicare il codice fiscale negli atti e nei documenti previsti dalla legge in quanto rivelatori di capacità contributiva (fatture, ricevute, contratti, autorizzazioni, concessioni, registrazione di atti, operazioni bancarie ecc.). L’indicazione del codice fa sì che tutti i dati riferibili al soggetto e memorizzati negli archivi del sistema informativo dell’Anagrafe tributaria possano essere facilmente rintracciati e trasmessi agli uffici fiscali per essere utilizzati come elementi di accertamento. Va osservato che atti riguardanti un soggetto possono servire a chiarire la situazione fiscale di un altro soggetto: si pensi ai controlli incrociati fra clienti e fornitori.
Struttura del sistema tributario italiano
U N I TÀ 1
L’Anagrafe tributaria è integrata con tutte le banche dati dell’Amministrazione finanziaria dello Stato ed è collegata con organismi ed enti che gestiscono dati di interesse fiscale (Regioni, Province, Comuni, enti locali, Camere di commercio, ordini professionali, banche, uffici postali, enti previdenziali, grandi imprese ecc.).
L’Anagrafe è collegata con le banche dati dell’Amministrazione finanziaria e con banche dati esterne
Sintesi grafica Funzioni dell’Anagrafe tributaria
attribuzione del codice fiscale
raccolta ed elaborazione dei dati fiscalmente rilevanti
comunicazione dei dati agli uffici fiscali ai fini di
accertamento
riscontro
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto L’Anagrafe tributaria rileva, conserva ed e li comunica agli strumento per negli atti
..................................................
..................................................
..................................................
•
codice
•
e nei
documenti
..................................................
fiscali; attribuisce il
..................................................
il contribuente, il quale ha l’obbligo di
..................................................
•
i dati fiscalmente rilevanti
elabora
•
fiscale,
..................................................
previsti dalla legge.
identificare
•
indicarlo
•
uffici
2. Rispondi alle domande 1. Qual è la funzione del codice fiscale? 2. Osservando il codice fiscale di una persona si può individuare dove è nata? 3. Considerando i tuoi dati anagrafici, prova a elaborare il tuo codice fiscale.
327
UNITÀ 1
Strumenti per il ripasso
Strumenti per il ripasso | Sintesi INTERROGAZIONE SIMULATA
SINTESI AD ALTA ACCESSIBILITÀ
1. Negli anni Settanta del Novecento
il sistema tributario italiano fu organicamente riformato per adeguarlo ai princìpi costituzionali e alle esigenze dell’integrazione europea. Obiettivo della riforma era la creazione di un sistema semplice, equo, valido come strumento di politica economica ed efficiente per contrastare l’evasione. Questi obiettivi furono raggiunti solo in parte. Negli anni Novanta fu attuata una revisione dei tributi allo scopo di semplificare gli adempimenti, razionalizzare i criteri di determinazione delle basi imponibili e dare autonomia finanziaria alle Regioni e agli enti locali. Nel 2003 fu riformata l’imposizione sul reddito delle società e fu revisionata la determinazione dei redditi di capitale e di impresa. Fra il 2010 e il 2012 fu ristrutturato il sistema dei tributi locali in base ai princìpi del federalismo fiscale. Ulteriori modifiche sono state attuate negli anni successivi.
2. Il sistema tributario vigente comprende: imposte dirette personali (Irpef • due e Ires); generale sul valore aggiunto • un’imposta applicata agli scambi di beni e servizi
• • • •
(Iva); imposte speciali sui consumi (imposte di fabbricazione, dazi e altre imposte di consumo); imposte sugli affari (imposta di registro, imposta di bollo, tributi minori); un’imposta sulle successioni a causa di morte e sulle donazioni; tributi propri delle Regioni e degli enti locali (Irap, Imu, Tasi, Tari, addizionali all’Irpef e altri tributi minori).
3. I princìpi costituzionali in materia
tributaria sono contenuti negli articoli 23 (riserva di legge per quanto riguarda l’imposizione dei tributi), 53 (princìpi di universalità, adeguamento alla capacità contributiva, progressività del sistema), 75 (inammissibilità del referendum abrogativo), 117 (competenza concorrente Stato-Regioni per la determinazione dei
328
princìpi di coordinamento), 119 (autonomia impositiva delle Regioni).
4. L’armonizzazione dei sistemi tributari degli Stati membri dell’Unione europea è condizione essenziale per il regolare funzionamento del mercato unico europeo. Ciò non vuol dire che i sistemi fiscali debbano essere unificati o resi uniformi, ma devono essere eliminate le divergenze che possono creare distorsioni nella concorrenza, nella localizzazione delle attività produttive e nella libera circolazione degli investimenti.
5. Lo Statuto del contribuente
(l. 212/2000) pone norme dirette a tutelare i diritti del contribuente e a garantire che l’applicazione dei tributi avvenga in modo corretto. Le disposizioni dello Statuto stabiliscono gli obblighi degli uffici fiscali nei confronti del contribuente nell’accertamento e nella riscossione delle imposte. È stata istituita un’autorità indipendente (il Garante del contribuente) a tutela del cittadino nei rapporti con l’Amministrazione finanziaria.
6. L’Amministrazione finanziaria dello Stato fa capo al Dipartimento delle finanze, che è uno dei quattro dipartimenti del Ministero dell’economia e delle finanze e ha compiti di indirizzo, coordinamento e controllo. La gestione operativa è affidata a tre Agenzie fiscali (entrate, dogane e monopoli, demanio). Gli uffici dell’Agenzia delle entrate applicano tutte le imposte erariali tranne quelle di competenza dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. 7. Un’efficace lotta contro l’evasione è il presupposto necessario affinché l’applicazione dei tributi si adegui effettivamente alla capacità contributiva dei vari soggetti. È questa la finalità dell’Anagrafe tributaria, che raccoglie i dati indicativi della capacità contributiva e li trasmette agli uffici fiscali ai fini dell’accertamento delle imposte.
Strumenti per il ripasso
Strumenti per il ripasso | Mappa Il sistema tributario italiano
U N I TÀ 1 MAPPA PERSONALIZZABILE
necessità di adeguamento alla realtà economica
riforma tributaria attraverso varie tappe
revisione degli anni Novanta
riforma del 1971
modifiche del 2003
due imposte dirette personali (Irpef e Ires) sistema vigente
interventi successivi
federalismo fiscale
Imposta sul valore aggiunto (Iva)
comprende
si basa su
imposte speciali sui consumi (accise) sulle successioni e sulle donazioni
princìpi costituzionali
imposte sui trasferimenti sugli affari
riserva di legge universalità adeguamento capacità contributiva inammissibilità del referendum abrogativo principio di coordinamento autonomia impositiva delle Regioni
tributi regionali, comunali e provinciali
• • • • • •
armonizzazione europea
obblighi uffici fiscali Statuto del contribuente
prevede diritti contribuente
Amministrazione finanziaria dello Stato
• Dipartimento delle finanze • Agenzie fiscali
si avvale, ai fini dell’accertamento, di
Anagrafe tributaria
329
UNITÀ 1
Verifica formativa
1. Scegli l’unica risposta esatta fra le quattro indicate 1. La struttura del sistema tributario: A può essere determinata in modo che sia valida £ per tutti i tempi e per tutti i paesi B dipende dalla situazione sociale, economica £ e politica dello Stato C è identica in tutti gli Stati moderni £ D è definita ogni anno con la legge di stabilità £ 2. Con la riforma del 1971: A furono sottoposti a revisione e razionalizzati £ i tributi precedenti B fu potenziata l’autonomia fiscale delle Regioni £ e degli enti locali C fu posta a base del sistema tributario l’imposta £ personale sul reddito D furono introdotte molte nuove imposte indirette £ sui consumi 3. Con i provvedimenti del 1997: A il sistema tributario creato nel 1971 fu abolito £ e sostituito con un nuovo sistema B fu abolita l’Irpeg e fu introdotta la nuova Imposta £ sulle società C fu introdotto il principio della finanza unica statale £ D fu rafforzata l’autonomia impositiva delle Regioni £ 4. Il sistema delle imposte dirette erariali è formato da: A un’imposta reale e due personali £ B un’imposta sul reddito e una sul patrimonio £ C tre imposte progressive sul reddito £ D due imposte personali sul reddito £ 5. L’Ires è stata istituita: A nel 1973 £ B nel 1997 £ C nel 2003 £ D nel 1990 £ 6. Le direttive europee sull’armonizzazione mscale hanno lo scopo di: A rendere tutti eguali i sistemi fiscali degli Stati £ che adottano la moneta unica B evitare che i tributi nazionali abbiano effetti negativi £ sull’integrazione europea C rendere più organico ed equo il sistema tributario £ all’interno di ciascun paese D coordinare soltanto le imposte dirette ma non quelle £ indirette 2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false e, se sono false, spiega perché 1. L’introduzione di nuovi tributi non può avvenire mediante decreti legge. V£ F£
330
2. L’armonizzazione mscale richiede che tutti gli Stati appartenenti all’Unione europea adottino gli stessi tipi di imposte. 3. I tributi istituiti con la riforma del 1971 non hanno più subìto alcuna modimca. 4. Il sistema introdotto con la riforma del 1971 era orientato verso il federalismo mscale. 5. L’Irpef e l’Iva hanno carattere generale. 6. La Guardia di mnanza è un corpo militare che collabora con il Ministero delle mnanze. 3. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 1
V£ F£ V£ F£ V£ F£ V£ F£ V£ F£
Connect the expressions on the left column with the corresponding on the right Local bodies a. Administration of taxes Consumption tax b. Registration and stamp duty Transfer tax c. Taxpayer’s Statute Revenue agency d. Excise Authority e. Tax register Tax code f. Supplements to Irpef 2
3
4
5
6
4. Correggi l’errore contenuto in ciascuna frase 1. A tutela del contribuente è vietata l’introduzione di nuovi tributi mediante decreto legislativo. 2. Lo Statuto del contribuente vieta che le leggi tributarie siano abrogate mediante referendum. 3. La più importante fra le imposte dirette è l’Iva. 4. L’Ires è il tributo fondamentale del nostro sistema tributario. 5. L’Irap è applicata dai Comuni perché colpisce la ricchezza prodotta sul loro territorio. 6. I tributi erariali sono accertati e riscossi dal Dipartimento delle mnanze. 5. Individua il concetto che corrisponde alle seguenti definizioni 1. È il più importante fra i tributi propri delle Regioni. 2. Sono imposte specimche sulla produzione e sulla vendita di determinati tipi di beni. 3. Sono stabiliti con leggi regionali su presupposti non assoggettati a tributi erariali. 4. Contiene un insieme di norme a tutela dei contribuenti. 5. Ha lo scopo di evitare che dalle differenze fra i sistemi tributari nazionali derivino distorsioni sul mercato unico europeo. 6. Raccoglie ed elabora i dati e le informazioni riguardanti la capacità contributiva di ogni soggetto.
TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
U N I TÀ 2
La determinazione del reddito ai fini fiscali
Conoscenze
Abilità
• Il concetto mscale di reddito • Le categorie di redditi imponibili • I criteri per l’individuazione e la quantimcazione delle diverse
• Riconoscere i casi in cui i redditi fondiari si identimcano,
categorie di redditi
• Le regole particolari sul regime mscale dei fabbricati • Il regime mscale dei dividendi azionari • Il criterio previsto dalla legge per la determinazione del reddito di impresa
• Il regime mscale delle plusvalenze immobiliari e mnanziarie
rispettivamente, come reddito presunto o come reddito effettivo netto • Individuare da quali introiti è costituito il reddito di lavoro dipendente • Esaminare il procedimento mediante il quale si giunge dal reddito contabile al reddito mscale imponibile e spiegare perché essi non coincidono • Riconoscere la ragion d’essere della categoria dei redditi diversi
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
1. Le imposte sui redditi Il concetto fiscale di reddito Le imposte sui redditi sono le imposte fondamentali del sistema tributario
La fonte normativa è il Testo unico delle imposte sui redditi
Il concetto economico di reddito può essere individuato come prodotto o come entrata
Ai fini fiscali la legge non definisce il concetto di reddito ma ne indica le tipologie imponibili
Le imposte personali sul reddito sono alla base dei sistemi tributari perché sono le imposte che più si adeguano alla capacità contributiva, tenendo conto non soltanto dell’entità del reddito ma anche dei bisogni, dei legami familiari e delle diverse circostanze che incidono sul tenore di vita del contribuente. Nel nostro ordinamento l’imposizione personale sul reddito è attuata nelle due imposte dirette statali [ÑM5 U1 par. 2]: l’Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) e l’Ires (Imposta sul reddito delle società). La loro disciplina è contenuta nel Testo unico delle imposte sui redditi (t.u.i.r.), approvato con il d.p.r. 22/12/1986, n. 917 e riformato con il d.lgs. 12/12/2003, n. 344. Il concetto economico di reddito può essere individuato con criteri diversi. Con riferimento al sistema economico nazionale, il reddito è la nuova ricchezza derivante da un’attività produttiva (reddito-prodotto) e si identifica con il compenso percepito dai fattori produttivi che contribuiscono alla produzione: la rendita dei terreni e dei fabbricati, il salario del lavoro, l’interesse del capitale, il profitto dell’impresa. Con riferimento alla situazione personale di un individuo, il reddito si identifica con la disponibilità di un flusso di ricchezza che si può utilizzare e consumare anche interamente, senza che ne venga meno la fonte. In quest’ottica può essere considerato come reddito ogni incremento della ricchezza personale, a qualunque titolo avvenga (reddito-entrata), comprese le entrate senza contropartita (sussidi, premi, vincite ecc.) e gli incrementi patrimoniali che non sono dovuti ad alcuna attività ma alla situazione del mercato (incremento di valore di un terreno fabbricabile, maggiore quotazione di titoli in Borsa ecc.). Ai fini fiscali reddito è soltanto ciò che è considerato tale dalla legge come presupposto di imposta. Il Testo unico delle imposte sui redditi non definisce il concetto di reddito ma si limita a indicare, nel comma 1 dell’art. 6, i redditi assoggettabili all’imposizione, classificandoli in sei categorie: a) redditi fondiari; b) redditi di capitale; c) redditi di lavoro dipendente; d) redditi di lavoro autonomo; e) redditi di impresa; f) redditi diversi. Questo elenco ha carattere tassativo; ne consegue che i redditi non compresi nelle categorie indicate non sono imponibili. Le prime cinque categorie corrispondono al concetto di reddito-prodotto, cioè ai compensi dei fattori produttivi. L’ultima categoria comprende determinati tipi di reddito-entrata (plusvalenze, vincite, proventi occasionali e altre tipologie). I criteri per la determinazione del reddito imponibile sono specificamente indicati dalla legge per ciascuna categoria.
332
La determinazione del reddito ai fini fiscali
U N I TÀ 2
Sintesi grafica fondiari di capitale di lavoro dipendente
Redditi imponibili
di lavoro autonomo di impresa diversi
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto La disciplina delle imposte dirette statali è contenuta nel sui redditi. I redditi
..................................................
in sei
..................................................:
lavoro
..................................................;
redditi
..................................................
autonomo
•
•
capitale
Testo unico
•
redditi
..................................................
delle imposte
sono indicati nell’articolo 6 e sono distinti
..................................................;
redditi di lavoro
redditi di
..................................................;
..................................................;
redditi di
redditi di
..................................................;
. categorie
•
dipendente
•
diversi
•
fondiari
•
imponibili
•
impresa
2. Rispondi alle domande 1. Come sono classificati i redditi ai fini dell’imposizione fiscale? 2. Fino a che punto il concetto economico di reddito coincide con quello adottato nelle norme tributarie?
2. I redditi fondiari Sono redditi fondiari quelli inerenti ai terreni e ai fabbricati situati nel territorio dello Stato, che sono o devono essere iscritti, con attribuzione di rendita, nel catasto dei terreni o nel catasto dei fabbricati (art. 23 t.u.i.r.).
I redditi fondiari sono determinati in base al catasto
Il catasto è un sistema di rilevazione degli immobili basato su un insieme di registri (in passato cartacei, ora elettronici) che contengono la dettagliata rappresentazione dei terreni (catasto dei terreni) e dei fabbricati (catasto
333
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
dei fabbricati) con l’indicazione delle caratteristiche, della destinazione d’uso e dell’appartenenza, e con la stima del reddito che normalmente può derivarne (rendita catastale). I redditi fondiari sono determinati mediante le tariffe d’estimo stabilite medio presunto per unità di misura in base alle caratteristiche e alla destinazione dell’immobile. Il reddito determinato in catasto non è quello effettivo Tariffe d’estimo (come avviene per le altre categorie di redditi), ma un redTariffe utilizzate dalla normativa mscale per la dito medio presunto che viene imputato al contribuente determinazione dei redditi fondiari (reddito dei terreni per il solo fatto che ha il possesso del bene, a prescindere e dei fabbricati). Sono previste dalla legge catastale dall’utilità che in realtà ne trae. e vengono stabilite per ciascuna categoria e classe di terreni e fabbricati. Un’altra particolarità dei redditi fondiari è la loro territorialità, perché derivano da immobili “situati nel territorio dello Stato”. I redditi degli immobili situati all’estero non sono considerati redditi fondiari e sono inclusi nella categoria dei “redditi diversi”. I redditi fondiari comprendono: I redditi fondiari si distinguono in: ● redditi dominicali dei terreni (artt. 27 e segg. t.u.i.r.); ● redditi agrari (artt. 33 e segg. t.u.i.r.); ● redditi dei fabbricati (artt. 36 e segg. t.u.i.r.). La rendita catastale è un reddito
redditi dominicali dei terreni…
Il reddito dominicale è la parte del reddito di un terreno derivante dalla naturale fertilità del suolo aumentata da eventuali opere durevoli di trasformazione (bonifiche, costruzioni rurali ecc.). Viene imputato al proprietario (dominus, da cui l’aggettivo dominicale) o titolare di altro diritto reale (usufrutto, enfiteusi, cioè il godimento di un terreno dietro pagamento di un canone ecc.). È determinato in base alle tariffe d’estimo catastale, rivalutate nella misura dell’80%. Per esempio, se la rendita catastale è pari a 1250 euro, il reddito dominicale è: 1250 + (1250 × 80%) = 2250 euro.
… redditi agrari…
APPROFONDIMENTO Il concetto fiscale di attività agricola
Il reddito agrario è la parte del reddito di un terreno derivante dall’impiego del capitale di esercizio e dall’organizzazione dell’attività agricola. Viene imputato al soggetto che esercita l’attività agricola e cioè al proprietario (o titolare di altro diritto reale), se conduce direttamente il fondo, o all’affittuario, se il terreno è coltivato in affitto. È determinato in base alle tariffe d’estimo catastale, rivalutate nella misura del 70%.
Pertinenze di un fabbricato Terreni, fabbricati o parti di fabbricati (giardini, cortili, vialetti di accesso, box, cantine ecc.) destinati ed effettivamente utilizzati in modo durevole al servizio di un fabbricato principale.
334
Non danno luogo a reddito dominicale, né a reddito agrario, i redditi dei terreni che costituiscono pertinenze di edifici urbani (i quali concorrono a formare il reddito dei fabbricati), i redditi dei terreni affittati per usi non agricoli (i quali rientrano nella categoria dei redditi diversi) e i redditi dei terreni appartenenti a società ed enti commerciali (i quali concorrono a formare il reddito di impresa).
La determinazione del reddito ai fini fiscali
Il reddito dei fabbricati è costituito dal reddito ritraibile da ogni costruzione, o parte di costruzione, che sia suscettibile di reddito autonomo.
U N I TÀ 2
… redditi dei fabbricati
È imputato al proprietario o titolare di altro diritto reale Costruzione (usufrutto, uso, abitazione). Nel linguaggio giuridico, sia civilistico sia mscale, il Non è considerato reddito di fabbricati quello delle costrutermine “costruzione” è riferito non solo ai fabbricati in muratura, ma anche a opere di altro genere zioni che non danno reddito autonomo, ma concorrono a (chioschi, baracche, edimci galleggianti, prefabbricati, formare altri tipi di reddito. Sono da considerarsi tali: opere interrate ecc.), purché stabilmente mssate ● le costruzioni rurali, le quali sono considerate pertio assicurate al suolo. nenza dei terreni che danno luogo a reddito dominicale e reddito agrario. Per evitare forme di elusione, la legge determina in modo rigido le caratteristiche che deve avere una costruzione per potere essere considerata rurale; ● gli immobili relativi a imprese commerciali, i quali concorrono a formare il reddito di impresa; ● gli immobili utilizzati dal possessore esclusivamente per l’esercizio di arti o professioni, i quali concorrono a formare il reddito di lavoro autonomo. Se il fabbricato è tenuto a disposizione del possessore, o comunque non è dato in locazione, la determinazione del reddito avviene in base alle tariffe d’estimo catastale, rivalutate nella misura del 5%. Per le abitazioni diverse da quella principale, tenute a disposizione del possessore (per esempio, residenze secondarie), il reddito imponibile è pari alla rendita catastale rivalutata e aumentata di un terzo. L’aumento di un terzo non si applica se l’immobile è utilizzato come abitazione principale da un familiare del possessore. Per i fabbricati dati in locazione, il reddito è determinato in misura pari al reddito effettivo netto, se questo è superiore alla rendita catastale rivalutata. Il reddito effettivo netto corrisponde al canone locativo annuo da cui va detratta una quota forfetaria pari al 5% allo scopo di dare una certa rilevanza alle presumibili spese di manutenzione.
Il reddito dei fabbricati non locati è determinato in base al catasto
Per i fabbricati dati in locazione si considera il reddito effettivo netto se superiore alla rendita catastale
Economia & Diritto
Cedolare secca sugli affitti Il decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23 ha introdotto un regime opzionale per gli immobili dati in locazione per uso abitativo. Per il contribuente che esercita l’opzione, il reddito dell’immobile non concorre a formare il reddito complessivo ed è tassato con un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali all’Irpef, nonché delle imposte di registro e di bollo previste per la stipulazione, le proroghe e la risoluzione del contratto di locazione (cedolare secca sugli affitti). Condizione necessaria per l’esercizio dell’opzione è che il locatore sia una persona msica e la locazione non sia stata effettuata nell’esercizio di imprese, arti o professioni. La cedolare secca si applica con aliquota del 21%, ridotta al 10% per i contratti stipulati a canone convenzionale (cioè determinato sulla base di accordi fra le organizzazioni dei proprietari edilizi e le organizzazioni degli inquilini), nei Comuni ad alta tensione abitativa e nei Comuni con carenza di abitazioni (indicati con apposito decreto). L’imponibile è costituito dal canone annuo di locazione considerato nel suo intero ammontare (senza la detrazione del 5%). Il versamento avviene entro il termine stabilito per il versamento dell’Irpef. Il reddito sottoposto alla cedolare secca è escluso dal reddito complessivo solo ai mni della tassazione. Bisogna, invece, tenerne conto nel calcolo delle deduzioni, delle detrazioni e di altri benemci mscali che si commisurano al reddito complessivo.
335
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Sintesi grafica potenzialità produttiva del suolo
reddito dominicale dei terreni
imputato al proprietario o usufruttuario (o altro diritto reale) determinato in base a catasto
attività agricola
• al proprietario o
Redditi fondiari
reddito agrario
imputato determinato in base al catasto
usufruttuario ecc. (terreni a conduzione diretta) all’affittuario (terreni concessi in affitto)
•
costruzioni con reddito autonomo imputato al proprietario o usufruttuario (o altro diritto reale)
reddito di fabbricati
determinato in base a
• catasto (fabbricati non locati) • reddito effettivo netto (fabbricati locati)
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto I redditi fondiari sono rilevabili in base al reddito
..................................................
alle caratteristiche del suolo; reddito all’esercizio dell’attività di ogni
..................................................
agrario
•
agricola
•
..................................................
. Si distinguono in:
dei terreni, che è la parte di reddito di un terreno dovuta ..................................................,
..................................................;
reddito dei
cioè la parte di reddito dovuta ..................................................,
ovvero il reddito
che dia reddito autonomo.
catasto
•
costruzione
•
dominicale
•
fabbricati
2. Rispondi alle domande 1. Giuseppe è proprietario di un terreno sul quale Giulio ha il diritto di usufrutto. Il terreno è stato concesso in affitto a Nicola. A chi devono essere imputati i redditi del terreno? 2. Come deve essere considerato il reddito del giardino di una villa? 3. Un appartamento, con rendita catastale rivalutata di 2300 euro, è stato concesso in locazione per il canone mensile di 450 euro. Come deve essere determinato il reddito ai fini Irpef?
336
La determinazione del reddito ai fini fiscali
U N I TÀ 2
3. I redditi di capitale Sappiamo che… L’imputazione del reddito può essere effettuata con il criterio di competenza o con il criterio di cassa; il criterio di competenza fa riferimento al momento in cui è maturato il diritto a percepire il reddito; il criterio di cassa fa riferimento al momento in cui il reddito è stato effettivamente percepito. L’art. 44 t.u.i.r. non definisce i redditi di capitale, ma elenca i principali proventi derivanti dall’impiego di capitale liquido (i dividendi azionari, gli interessi di mutui, depositi e conti correnti, gli interessi di obbligazioni e titoli similari, i proventi delle operazioni di riporto e pronti contro termine ecc.). Questo elenco non esaurisce le molteplici forme di impiego del capitale, e l’elencazione si conclude con il riferimento generale ai «proventi derivanti da altri rapporti aventi per oggetto l’impiego del capitale». In questa ampia formula rientrano, per esempio, gli interessi di mora e di dilazione, i proventi delle accettazioni bancarie, i proventi di altri strumenti finanziari ecc. Sono espressamente esclusi dalla categoria dei redditi di capitale i rapporti in cui possono essere realizzati differenziali positivi o negativi dipendenti da eventi incerti. Quindi i capital gains (“guadagni di capitale”), cioè le plusvalenze realizzate mediante cessioni di titoli, non sono compresi fra i redditi di capitale ma fra i redditi diversi, perché la loro realizzazione dipende dalle incerte oscillazioni del mercato mobiliare. Il reddito di capitale è costituito dall’intero ammontare percepito durante il periodo di imposta (criterio di cassa), senza deduzione di spese o altre passività (al lordo). L’applicazione dell’imposta avviene di regola con il sistema della ritenuta alla fonte [ÑM4 U3 par. 3]. Quando è percepito da una persona fisica al di fuori dell’esercizio di impresa, il reddito di capitale non concorre a formare la base imponibile ai fini dell’Irpef; perciò la ritenuta ha carattere definitivo e ha luogo a titolo di imposta.
Sono redditi di capitale le tipologie elencate dal t.u.i.r. …
… e gli altri proventi derivanti dall’impiego del capitale…
… tranne quelli dipendenti da eventi incerti
Il reddito è determinato con il criterio di cassa La tassazione avviene per ritenuta alla fonte
Trattamento fiscale dei dividendi
Persone fisiche fuori dall’esercizio di impresa per partecipazioni qualificate o non qualificate
Persone fisiche nell’esercizio di impresa e società di persone
Società ed enti commerciali soggetti a Ires
Enti non commerciali
ritenuta definitiva alla fonte 26%: esclusione dal reddito complessivo
41,86% escluso e 58,14% incluso nel reddito complessivo
95% escluso e 5% incluso nel reddito complessivo
100% incluso nel reddito complessivo
337
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Quando è percepito nell’esercizio di impresa, o da società ed enti commerciali, il reddito non è considerato come autonomo reddito di capitale ma come componente positivo del reddito di impresa e la ritenuta ha luogo a titolo di acconto, cioè come anticipo sull’imposta dovuta. Per i dividendi è previsto uno Un particolare regime è previsto per la tassazione dei dividendi azionari. speciale regime I dividendi percepiti da persone fisiche al di fuori dell’esercizio di impresa non concorrono a formare il reddito complessivo e sono tassati mediante una ritenuta definitiva alla fonte, a titolo di imposta, con aliquota del 26%. Questo regime agevolato, sostitutivo della tassazione ordinaria, dal 2018 si applica sia alle partecipazioni societarie qualificate Partecipazioni societarie qualificate sia a quelle non qualificate e quindi indipendentemente Percentuale di diritti di voto esercitabile nell’assemblea dall’entità della partecipazione societaria. Lo scopo dell’aordinaria superiore al 20% ovvero percentuale di gevolazione è quella di attenuare gli effetti della doppia partecipazione al capitale o al patrimonio superiore al tassazione degli utili, i quali sono tassati prima come reddito 25% (è sufmciente il superamento di uno dei due limiti). Per i titoli negoziati in mercati regolamentati le predette della società che li ha prodotti e poi come reddito del socio percentuali sono rispettivamente del 2% e del 5%. che li ha percepiti. Per la stessa ragione è previsto un regime di parziale esclusione dall’imponibile nel caso in cui i dividendi sono percepiti nell’esercizio di impresa commerciale e quindi non costituiscono reddito di capitale ma sono componenti positivi del reddito di impresa. I dividendi percepiti da imprenditori individuali, società in nome collettivo e società in accomandita semplice concorrono a formare il reddito di impresa limitatamente al 58,14% del loro ammontare; per quelli percepiti da società di capitali ed enti commerciali soggetti a Ires APPROFONDIMENTO La doppia tassazione la quota imponibile è limitata al 5% e di conseguenza l’effetto di doppia dei dividendi tassazione è quasi completamente eliminato. Invece i dividendi percepiti da enti non commerciali rimangono inclusi nel reddito complessivo per il loro intero ammontare.
Sintesi grafica proventi del capitale liquido
Redditi di capitale
non conseguiti nell’esercizio d’impresa elenco non tassativo
tassazione al lordo criterio di cassa
regime fiscale ritenuta alla fonte regime speciale per dividendi
338
>>>
La determinazione del reddito ai fini fiscali
U N I TÀ 2
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto I redditi di capitale sono gli
...............................................,
che derivano dell’impiego di capitale
cassa
•
..................................................
dividendi
•
...............................................
..................................................,
di impresa. Sono tassati con il criterio di e mediante
i
e gli altri
...............................................
non conseguiti nell’esercizio
..................................................,
al
..................................................
delle spese
alla fonte.
interessi
•
liquido
•
lordo
•
proventi
•
ritenuta
2. Esamina la situazione proposta e svolgi l’esercizio Un contribuente, non imprenditore, è azionista di due società non quotate. Nella prima possiede poche azioni e ha percepito dividendi per 4500 euro; nella seconda è socio di maggioranza e ha percepito dividendi per 10.200 euro. Calcola il reddito di capitali ai fini Irpef.
4. I redditi di lavoro dipendente Come dispone l’art. 49 t.u.i.r., sono redditi di lavoro dipendente quelli che derivano da rapporti aventi per oggetto la prestazione di lavoro alle dipendenze e sotto la direzione altrui, compreso il lavoro a domicilio nei casi in cui è considerato lavoro dipendente in base alle norme della legislazione sul lavoro.
Tutti i proventi derivanti dal lavoro subordinato…
Nel concetto di reddito di lavoro dipendente rientrano non solo il salario o … comprese indennità, assegni lo stipendio, ma anche le indennità e gli assegni percepiti in relazione al e pensioni rapporto di lavoro (assegno di disoccupazione, assegni della Cassa integrazione guadagni, indennità di mancato preavviso in caso di licenziamento ecc.), come pure le pensioni di ogni genere. Il trattamento di fine rapporto, di regola, è soggetto a tassazione separata [ÑM5 U3 par. 3]. Altri tipi di reddito sono Ai redditi di lavoro dipendente sono assimilati altri tipi di reddito non assimilati al lavoro dipendente derivanti da rapporti di subordinazione, ma che per le loro caratteristiche o per ragioni di equità sono assoggettati allo stesso regime fiscale del lavoro subordinato (borse di studio, rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, gettoni di presenza ecc.). Sono indicati dall’art. 50 t.u.i.r. Come il reddito di capitale, anche il reddito di lavoro dipendente è tassato Sono imponibili tutte le somme al lordo e con il criterio di cassa. È costituito da tutte le somme e i valori e i valori e anche i compensi percepiti nel periodo d’imposta in relazione al rapporto di lavoro. in natura Comprende anche i compensi in natura (“fringe benefits”), cioè le prestazioni di beni o di servizi a favore del dipendente o dei L’INGLESE DEGLI ECONOMISTI suoi familiari (il godimento di alloggi, l’uso di autovetture, Fringe benefits la concessione di prestiti, l’iscrizione a scuole o corsi di Alla lettera, “benefici di contorno, complementari” studio per i figli ecc.), quando il loro valore sia superiore a (fringe vuol dire appunto contorno, margine, frangia). L’espressione inglese mette in evidenza il vantaggio per 258,23 euro nell’anno. il lavoratore e il carattere accessorio delle prestazioni Non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente che si aggiungono al compenso in denaro. le somme e le prestazioni elencate dall’art. 51 t.u.i.r., che
339
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
I redditi sono soggetti a ritenuta alla fonte
APPROFONDIMENTO I principali redditi assimilati al lavoro dipendente
non le considera imponibili perché hanno carattere obbligatorio (come i contributi previdenziali), o sono strettamente connesse con lo svolgimento dell’attività lavorativa (come il servizio mensa, i buoni pasto o il trasporto collettivo al luogo di lavoro), o sono meritevoli di tutela (asili nido, borse di studio), oppure sono dirette a incentivare l’attività dei dipendenti (come l’offerta di azioni della società datrice di lavoro). I redditi di lavoro dipendente sono assoggettati a ritenuta alla fonte a titolo d’acconto [ÑM4 U3 par. 3]. La ritenuta operata dal datore di lavoro non ha dunque carattere definitivo ma costituisce un anticipo sull’Irpef che sarà dovuta dal lavoratore in relazione al suo reddito complessivo. Pertanto, i redditi di lavoro dipendente concorrono a formare la base imponibile per il loro intero ammontare, al lordo della ritenuta che poi viene scomputata dall’imposta [ÑM5 U3 par. 4]. Alla fine dell’anno (o, se cessa il rapporto di lavoro, alla data della cessazione) il datore di lavoro deve effettuare il conguaglio fra le ritenute operate sui redditi corrisposti al lavoratore e l’imposta dovuta da costui per tali redditi; deve anche rilasciare una certificazione dalla quale risultino le somme corrisposte nell’anno, le ritenute operate, le deduzioni e detrazioni operate e i contributi versati per previdenza e assistenza (CU, Certificazione unica dei redditi).
Sintesi grafica
• retribuzioni • indennità • assegni • pensioni • altri emolumenti • TFR
proventi da lavoro subordinato
tipologie redditi assimilati
• in denaro • in natura
somme e valori
Redditi di lavoro dipendente
determinazione esclusioni
criterio di cassa
tassazione ritenuta alla fonte
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto I redditi di lavoro dipendente derivano da rapporti di lavoro comprendono tutti i compensi in le
..................................................
..................................................
pensioni
340
•
..................................................
. Sono tassati mediante
o in
..................................................;
..................................................,
..................................................
le
...............................................,
alla fonte a titolo di
.
natura
•
ritenuta
•
acconto
•
denaro
•
subordinato
•
indennità
>>>
La determinazione del reddito ai fini fiscali
U N I TÀ 2
2. Esamina la situazione proposta e svolgi l’esercizio Un contribuente ha percepito un reddito di lavoro dipendente di 25.000 euro, sul quale è stata operata una trattenuta di 5037 euro, e un reddito agrario rivalutato di 5164,57 euro. Calcola l’ammontare del reddito complessivo che il contribuente dovrà dichiarare alla fine del periodo di imposta.
5. I redditi di lavoro autonomo I redditi di lavoro autonomo (art. 49 t.u.i.r.) derivano dall’esercizio di arti e professioni. Per esercizio di arti o professioni si intende l’esercizio svolto per professione abituale, ancorché non esclusiva, di attività autonome diverse da quelle che danno luogo a reddito di impresa. Nel concetto di lavoro autonomo rientrano tutte le prestazioni d’opera o di servizi svolte con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione, esercitate con continuità come fonte ordinaria di reddito e non occasionali, anche se non sono l’occupazione prevalente del soggetto. Se l’attività è esercitata in forma associata, cioè in associazioni senza personalità giuridica, il reddito è attribuito ai singoli partecipanti in base alle rispettive quote. Se l’attività è organizzata in forma di società commerciale non si ha reddito di lavoro autonomo ma reddito d’impresa. Sono considerati redditi di lavoro autonomo anche alcuni tipi di redditi non derivanti dall’esercizio di arti e professioni, ma da altri rapporti che implicano attività personale senza vincolo di subordinazione (come i diritti di autore o di inventore). Il reddito di questi contribuenti è determinato in base ai compensi effettivamente percepiti, depurati da una quota a forfait stabilita in misura diversa per i vari tipi di attività. Il reddito derivante dall’esercizio di arti e professioni è costituito dalla differenza fra l’ammontare dei compensi, in denaro o in natura, percepiti nel periodo di imposta e l’ammontare delle spese, inerenti all’esercizio dell’arte o professione, sostenute nello stesso periodo (criterio di cassa). Le quote annuali di ammortamento dei beni strumentali sono deducibili nei limiti stabiliti con decreto ministeriale; se il costo unitario dei beni non è superiore a euro 516,46 la spesa per il loro acquisto è deducibile integralmente nell’anno in cui è stata sostenuta. In deroga al criterio di cassa, i canoni di leasing sono deducibili nel periodo di imposta in cui maturano. Le spese o le quote di ammortamento dei beni adibiti promiscuamente all’uso professionale e a quello personale e familiare sono deducibili nei limiti del 50%.
I redditi derivanti dall’esercizio di arti o professioni…
… e altri redditi di lavoro autonomo
Per gli esercenti arti e professioni il reddito è dato dalla differenza fra compensi e spese
Sono previsti limiti alla deducibilità di spese e oneri
341
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
La perdita si sottrae dalla somma degli altri redditi
Il regime contabile normale è la contabilità semplificata
È salva l’opzione per la contabilità ordinaria
APPROFONDIMENTO Regime forfetario agevolato
Allo scopo di evitare forme di elusione sono stabiliti limiti per la deducibilità delle spese di rappresentanza, di quelle relative a trasferte e a prestazioni di alberghi, ristoranti o bar. Sempre per evitare forme di elusione non sono deducibili i compensi per il lavoro prestato dal coniuge, dai figli o dagli ascendenti del lavoratore autonomo. Se il saldo fra i compensi e le spese è negativo, l’importo della perdita si sottrae dalla somma degli altri redditi posseduti dal contribuente. La rilevazione dei compensi e delle spese avviene in base alle scritture contabili che il lavoratore autonomo è obbligato a tenere (d.p.r. 600/1973, art. 119). Il regime normale per gli esercenti arti e professioni è quello della contabilità semplificata, in base al quale l’esercente ha l’obbligo di tenere, oltre ai registri Iva, un registro degli incassi e pagamenti annotati cronologicamente. In alternativa può limitarsi a tenere soltanto i registri Iva, purché vi vengano annotate, in sezione separata, le operazioni che danno luogo a incassi e a pagamenti. Il lavoratore autonomo ha facoltà di optare per il regime di contabilità ordinaria; in tal caso deve tenere un registro cronologico nel quale vanno annotate le operazioni produttive di componenti positivi o negativi di reddito, le movimentazioni finanziarie, gli utilizzi delle somme percepite e gli estremi dei conti correnti utilizzati. Il regime di contabilità ordinaria prevede anche la tenuta dei registri Iva e del registro dei beni ammortizzabili, ma il contribuente ha la facoltà di non tenerli a condizione che le relative annotazioni vengano effettuate nel registro cronologico e che i dati vengano forniti in forma sistematica qualora l’Amministrazione finanziaria ne faccia richiesta.
Sintesi grafica criterio di cassa compensi
esercizio di arti o professioni
spese
obbligo della contabilità
Redditi di lavoro autonomo
altre tipologie di attività non subordinata
342
differenza fra
ordinaria (opzione) semplificata
ammontare dei compensi deduzione forfetaria
>>>
La determinazione del reddito ai fini fiscali
U N I TÀ 2
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto I redditi di lavoro autonomo derivano dall’esercizio di in forma
..................................................
o in
..................................................
..................................................
associazione
•
sostenute
• •
. Le eventuali
cassa arti
•
..................................................
complessivo
•
..................................................,
. Il reddito si calcola
in base alle scritture contabili con il criterio di dalla differenza tra l’ammontare dei compensi
e
..................................................
..................................................,
..................................................
ed è costituito
e quello delle spese
si deducono dal reddito
individuale
•
percepiti
•
..................................................
perdite
•
.
professioni
2. Esamina la situazione proposta e svolgi l’esercizio Un notaio ha percepito compensi per 92.962 euro; ha costi per retribuzioni ai dipendenti per 13.340,08 euro e relativi contributi previdenziali per 7378,62 euro; per affitto locali 7230,40 euro; per assicurazioni 1265,32 euro; per energia elettrica 436,41 euro; per acquisto beni strumentali 385,79 euro; per ammortamenti beni strumentali 2031,64 euro; per altre spese documentate 8185,84 euro; per compensi a terzi 6620,98 euro. Calcola il reddito di lavoro autonomo ai fini Irpef, dopo aver verificato se i costi sostenuti siano imputabili.
6. I redditi di impresa: dal reddito contabile al reddito fiscale imponibile I redditi di impresa derivano dall’esercizio di imprese commerciali (art. 55 t.u.i.r.). Per esercizio di imprese commerciali si intende: ● l’esercizio per professione abituale, anche non esclusiva, di una delle attività indicate nell’art. 2195 c.c., anche se non sono organizzate in forma di impresa; ● l’allevamento di animali e le attività di trasformazione e alienazione di prodotti agricoli e zootecnici quando eccedono i limiti per essere considerate attività agricole.
I redditi di impresa derivano dall’esercizio di imprese commerciali
Sono considerati redditi di impresa anche i redditi che derivano da: ● prestazioni di servizi che non rientrano fra le attività previste dall’art. 2195 c.c., quando siano organizzate in forma di impresa; ● attività di sfruttamento di miniere, cave, torbiere, saline, laghi, stagni, in qualunque modo sia organizzata; ● attività agricole esercitate da società in nome collettivo o in accomandita semplice. Il reddito delle società e degli enti commerciali soggetti a Ires è sempre considerato come reddito di impresa, da qualunque attività e da qualunque cespite provenga (art. 81 t.u.i.r.). Anche il reddito delle società in nome collettivo e in accomandita semplice, qualunque sia l’oggetto sociale, è sempre considerato come reddito di impresa (art. 6, comma 3, t.u.i.r.); viene determinato unitariamente in capo alla società e imputato ai singoli soci secondo le rispettive quote (art. 5 t.u.i.r.). Ai fini della tassazione del
Il reddito delle società commerciali è sempre considerato reddito di impresa
343
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Il reddito si determina in base alle scritture contabili
reddito di impresa, a differenza degli altri redditi, si deve fare riferimento al periodo di imposta in cui si verificano i fatti o le operazioni che concorrono a produrlo (criterio di competenza). La determinazione del reddito di impresa avviene sulla base delle scritture contabili ed è effettuata con criteri diversi a seconda che si tratti di imprese in regime di contabilità ordinaria o di contabilità semplificata. La contabilità ordinaria è prevista in via generale per tutte le imprese, mentre la contabilità semplificata è prevista per le imprese minori.
Il confronto Il concetto civilistico e il concetto fiscale di impresa commerciale Il concetto di impresa commerciale è demnito dall’art. 55 t.u.i.r., in modo più ampio di quello previsto dal codice civile. Secondo le norme civilistiche, l’impresa commerciale si conmgura quando coesistono due elementi: • l’organizzazione in forma di impresa; • l’esercizio di una delle attività indicate dall’articolo 2195 c.c. (attività industriale, attività intermediaria nella circolazione dei beni, attività di trasporto, bancaria, assicurativa, attività ausiliaria delle precedenti).
Per le norme fiscali, invece, basta uno solo dei suddetti elementi. Infatti costituiscono reddito di impresa: • le attività indicate dall’art. 2195 c.c. anche se non organizzate in forma di impresa; • i servizi organizzati in forma di impresa anche se diversi dalle attività previste dall’art. 2195 c.c. E anzi in due casi il reddito di impresa si conmgura considerando: • soltanto la natura dell’oggetto (sfruttamento di miniere, cave, saline ecc.); • soltanto la qualità del soggetto (attività agricole esercitate da società commerciali).
Le imprese in regime di contabilità ordinaria Sappiamo che… Ricordiamo che l’obbligo di tenere il libro giornale e il libro degli inventari è previsto dal codice civile per tutti gli imprenditori che esercitano attività commerciale. Il libro giornale deve indicare, giorno per giorno, le operazioni relative all’esercizio dell’impresa. Il libro degli inventari deve essere redatto all’inizio dell’esercizio dell’impresa e successivamente ogni anno; contiene l’indicazione e la valutazione delle attività e delle passività relative all’impresa, nonché delle attività e passività dell’imprenditore estranee all’impresa. Il libro giornale e il libro degli inventari devono essere numerati progressivamente e non sono soggetti a bollatura né a vidimazione.
Le imprese in regime di contabilità ordinaria…
344
La contabilità ordinaria implica l’obbligo di tenere le seguenti scritture: ● il libro giornale e il libro degli inventari; ● le scritture ausiliarie necessarie ai fini dell’individuazione dei componenti positivi e negativi del reddito; ● i registri Iva (i quali possono non essere tenuti a condizione che nel libro giornale vengano effettuate analitiche registrazioni nei termini previsti dalle norme sull’Iva); ● le altre scritture richieste in relazione alla natura, alle dimensioni e all’attività dell’impresa (le scritture dei sostituti di imposta, i libri sociali obbligatori per le società di capitali, i libri relativi al personale dipendente ecc.).
La determinazione del reddito ai fini fiscali
La tenuta del libro dei beni ammortizzabili non è obbligatoria, a condizione che il contribuente sia in grado di fornire in forma sistematica, a richiesta dell’Amministrazione finanziaria, gli stessi dati che avrebbero dovuto essere annotati nel libro. Le imprese in regime di contabilità ordinaria sono obbligate alla redazione del bilancio di esercizio. Le norme per la determinazione del reddito di impresa sono collocate nel Titolo II del t.u.i.r. (artt. 83 e segg.) con riferimento all’imposta sulle società, perché il legislatore tributario considera come modello generale di impresa la società di capitali (e non l’impresa individuale). Gli imprenditori individuali e le società di persone che tengono la contabilità ordinaria devono quindi determinare il loro reddito di impresa secondo le norme stabilite per le società di capitali soggette all’Ires, salva, come vedremo, l’applicazione di alcune norme che riguardano in modo specifico le persone fisiche. Come dispone l’art. 83 t.u.i.r., il reddito viene determinato in base al bilancio, apportando al risultato netto del conto economico le variazioni in aumento o in diminuzione derivanti dall’applicazione dei criteri stabiliti dalle norme fiscali. Il reddito di esercizio risultante dal conto economico non coincide con il reddito rilevante ai fini fiscali perché i criteri contabili stabiliti dal codice civile corrispondono all’esigenza di offrire un quadro completo della situazione dell’impresa a tutela dei creditori e dei terzi, mentre i criteri stabiliti dalle norme fiscali sono finalizzati a quantificare il reddito assoggettabile all’imposizione. Ai fini civili il reddito contabile deve rispecchiare tutti i costi e oneri e tutti i ricavi e proventi; ai fini dell’imposizione fiscale, invece, hanno rilevanza soltanto i costi e gli oneri che siano deducibili e i ricavi e i proventi che siano tassabili. Di conseguenza, il reddito rilevante ai fini dell’imposizione risulta dal seguente calcolo: Utile netto di bilancio
+
Costi e oneri non deducibili
–
U N I TÀ 2
…determinano il reddito secondo le norme stabilite per le società soggette all’Ires…
… in base al conto economico con le variazioni in aumento e in diminuzione…
… per giungere dal reddito contabile al reddito fiscale
Ricavi e proventi non imponibili
Il reddito contabile è dunque il punto di partenza in base al quale applicare i parametri previsti dalle norme fiscali per determinare il reddito imponibile.
Esempio Dal reddito contabile al reddito fiscale Supponiamo che l’impresa abbia avuto costi non deducibili per un ammontare di 20 e proventi non imponibili per un ammontare di 40. Il calcolo da fare è riportato a lato.
Determinazione del reddito contabile Componenti positivi del reddito Componenti negativi del reddito Utile Determinazione del reddito fiscale Utile netto da conto economico Variazioni in aumento Variazioni in diminuzione Reddito mscale
1000 900 100 100 20 120 40 80
345
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Sono stabiliti i princìpi generali
il principio di competenza…
… il principio di certezza e determinabilità…
… il principio di inerenza…
Regole specifiche riguardano:
i componenti positivi…
346
L’art. 109 t.u.i.r. stabilisce i princìpi di carattere generale riguardanti la rilevanza fiscale e i criteri di imputazione dei componenti del reddito di impresa. L’imputazione dei componenti positivi e negativi del reddito ha luogo, di regola, con il criterio di competenza in quanto, salvo diverse disposizioni, essi concorrono a formare il reddito dell’esercizio in cui si sono verificati i fatti che vi hanno dato origine e non dell’esercizio in cui avvengono i pagamenti e le riscossioni. Qualora, però, nell’esercizio di competenza i ricavi, le spese o altri componenti del reddito non siano ancora certi nella loro esistenza o determinabili nel loro ammontare, vanno imputati all’esercizio in cui si verificano le condizioni di certezza e determinabilità. Per il principio dell’inerenza, le spese e gli altri componenti negativi sono deducibili se (e nella misura in cui) si riferiscono ad attività o beni da cui derivano i ricavi e i proventi che concorrono a formare il reddito. Fanno eccezione a questa regola gli oneri fiscali e contributivi e le spese ed erogazioni per scopi di utilità sociale, che sono deducibili pur non avendo alcun riscontro in componenti positivi del reddito. I criteri specifici per l’individuazione e la valutazione dei singoli componenti positivi e negativi del reddito sono contenuti negli artt. 85 e segg. t.u.i.r.; a essi si aggiungono alcune regole particolari, poste dagli artt. 56 e segg. t.u.i.r. e riguardanti gli imprenditori individuali. I componenti positivi sono quelli di seguito elencati. ● I ricavi comprendono i corrispettivi della cessione di prodotti aziendali, i corrispettivi della vendita dei titoli che non costituiscano immobilizzazioni finanziarie, gli indennizzi percepiti per la perdita di beni aziendali, i contributi spettanti in base alla legge o per contratto. È compreso fra i ricavi anche il valore dei beni assegnati ai soci o destinati a finalità estranee all’impresa e, per gli imprenditori individuali, il valore dei beni destinati al consumo personale o familiare. ● Le plusvalenze sono costituite dal maggior valore di beni relativi all’impresa (diversi da quelli che danno luogo ai ricavi) rispetto al loro costo non ammortizzato. Le plusvalenze concorrono a formare il reddito se sono realizzate a seguito della cessione di un bene, o in conseguenza del risarcimento per la sua perdita o il suo danneggiamento, o quando il bene è assegnato ai soci o destinato a finalità estranee all’impresa o, per gli imprenditori individuali, destinato all’autoconsumo. ● Le sopravvenienze attive consistono in incrementi del patrimonio netto dovuti a eventi non prevedibili; si configurano quando, a fronte di costi dedotti o di passività iscritte in bilancio negli esercizi precedenti, sopravvengono ricavi o proventi (per esempio, riscossione di crediti che in precedenza erano stati considerati inesigibili) oppure sopravviene l’insussistenza dei suddetti costi o passività (per esempio, annullamento di un debito). Fra le sopravvenienze attive sono compresi anche i proventi conseguiti a titolo di liberalità o i contributi straordinari. ● I dividendi percepiti dalle società ed enti commerciali soggetti a Ires sono esclusi dalla formazione del reddito per il 95% del loro ammontare
La determinazione del reddito ai fini fiscali
U N I TÀ 2
e quindi concorrono a formare l’imponibile limitatamente al 5%. Questa esenzione elimina quasi completamente l’effetto di doppia tassazione degli utili, evitando che essi siano colpiti prima come reddito della società che li produce e poi come reddito dei soci a cui sono distribuiti. I dividendi percepiti da imprenditori individuali, o da società in nome collettivo o in accomandita semplice (soggetti Irpef), concorrono a formare il reddito di impresa nella misura del 58,14% del loro ammontare e quindi la doppia tassazione è corretta solo in parte [Ñpar. 3]. ● Gli interessi si computano al saggio d’interesse legale, se non è altrimenti determinata la loro misura. Essi concorrono a formare il reddito imponibile nel periodo di imposta nel quale sono maturati, in applicazione della regola generale della tassazione per competenza. Invece per i dividendi si fa riferimento al periodo di imposta nel quale sono stati percepiti (criterio di cassa). ● I proventi degli immobili che non siano beni strumentali, né beni alla cui produzione e vendita è diretta l’attività dell’impresa, vanno determinati secondo i criteri stabiliti per i redditi fondiari, cioè in base all’estimo catastale [Ñpar. 2]. Per gli immobili dati in locazione il reddito è determinato dal maggior valore fra la rendita catastale e il reddito effettivo netto (canone annuo di locazione al netto delle spese documentate di manutenzione fino a un massimo del 5% del canone). ● Le rimanenze sono i prodotti e le materie prime giacenti in magazzino a fine esercizio; l’art. 92 t.u.i.r. detta i criteri per la loro valutazione, come pure per i prodotti in corso di lavorazione e i servizi in corso d’opera. ● I titoli sono considerati come rimanenze finali e vanno valutati secondo i criteri indicati nell’art. 94 t.u.i.r. I componenti negativi del reddito di impresa sono deducibili solo se risultano imputati al conto economico. ● Le spese per prestazioni di lavoro sono deducibili anche quando riguardano i compensi corrisposti in natura. Nelle imprese individuali non sono deducibili i compensi per il lavoro svolto dall’imprenditore e dai suoi familiari. ● Gli interessi passivi sono deducibili soltanto entro certi limiti (art. 61 e art. 96 t.u.i.r.), per evitare che l’indebitamento diventi un mezzo di elusione fiscale, cioè diretto soltanto a ridurre l’imponibile giovandosi della deducibilità degli interessi [ÑM4 U4 par. 3]. ● Tra gli oneri fiscali e contributivi non sono deducibili le imposte sul reddito, né le imposte che danno luogo a rivalsa (come l’Iva). Le altre imposte sono deducibili nell’esercizio in cui avviene il pagamento. L’Irap e l’Imu sono deducibili parzialmente [ÑU8 par. 2 e par 4]. ● Le erogazioni per scopi di utilità sociale sono deducibili entro i limiti stabiliti dall’art. 100 t.u.i.r. e dal dlgs. 117/2017. ● Le minusvalenze riguardano i beni relativi all’impresa diversi da quelli che producono ricavi; la deduzione è ammessa se sono realizzate in conseguenza della cessione di beni o del risarcimento per la loro perdita o danneggiamento. Norme specifiche riguardano determinati beni che possono facilmente dar luogo a elusioni (aerei o imbarcazioni da diporto ecc.).
… e i componenti negativi:
APPROFONDIMENTO Limiti alla deducibilità degli interessi passivi
347
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
● Le sopravvenienze passive sono deducibili se dipendono da eventi imprevedibili (mancato conseguimento di ricavi o spese impreviste a fronte dei ricavi realizzati nei precedenti esercizi). ● Le perdite di beni relativi all’impresa e quelle che dipendono dalla mancata riscossione di crediti sono deducibili se risultano da elementi certi e precisi. ● Per gli ammortamenti la deduzione è ammessa per quote, la cui entità è fissata da apposito decreto ministeriale, in relazione alla natura del bene e al tipo di azienda. Se il costo unitario dei beni non è superiore a 516,46 euro, la spesa di acquisto può essere dedotta integralmente nell’esercizio in cui è stata sostenuta. ● Gli accantonamenti riguardano i costi che dovranno essere sostenuti in esercizi futuri; sono ammessi in deduzione soltanto quelli espressamente previsti dalla legge (per il trattamento di fine rapporto, per i fondi di previdenza, e per altri costi previsti dall’art. 107 t.u.i.r.). ● Le spese per studi e ricerche sono deducibili nell’esercizio in cui sono state sostenute oppure per quote costanti nello stesso esercizio e nei successivi, non oltre il quarto. La perdita di esercizio può essere riportata agli esercizi successivi
La perdita di esercizio delle imprese individuali e delle società in nome collettivo e in accomandita semplice può essere dedotta dall’ammontare dei redditi di impresa e di partecipazione conseguiti dal contribuente nello stesso esercizio. L’eventuale eccedenza può essere computata in diminuzione degli stessi redditi nei periodi di imposta successivi non oltre il quinto, per l’intero importo che trova capienza in ciascuno di essi. Il contribuente, cioè, non è libero di scegliere l’esercizio che egli ritiene più conveniente per compensare la perdita; questa va invece imputata obbligatoriamente all’esercizio immediatamente successivo e, se il reddito di impresa o di partecipazione non è sufficiente a compensarla, può essere riportata all’esercizio seguente per la differenza e così via fino al quinto anno. Per le società e gli enti commerciali soggetti all’Ires la perdita di esercizio può essere computata in diminuzione del reddito nei periodi di imposta successivi, senza limiti di tempo, in misura non superiore all’80% del reddito imponibile di ciascuno di essi e per l’intero importo che trova capienza in tale ammontare. Per tutti i contribuenti le perdite subite nei primi tre periodi di imposta possono essere riportate ai periodi di imposta successivi senza limiti di tempo e per l’intero importo che trova capienza nel reddito imponibile di ciascuno di essi, a condizione che si riferiscano a una nuova attività produttiva.
Regime opzionale per le imprese individuali e le società di persone in contabilità ordinaria A decorrere dal 2017 gli imprenditori individuali e le società in nome collettivo e in accomandita semplice che tengono la contabilità ordinaria possono giovarsi di un regime opzionale che ha lo scopo di incentivare il reinvestimento degli utili nell’attività dell’impresa. Infatti la parte di utili non prelevata dall’imprenditore (oppure dai collaboratori dell’impresa familiare o dai soci) è esclusa dalla formazione del reddito complessivo ed
348
La determinazione del reddito ai fini fiscali
U N I TÀ 2
è assoggettata a tassazione separata con la stessa aliquota prevista per l’Ires (24%); le perdite di esercizio possono essere riportate agli esercizi successivi per l’intero importo che trova capienza in ciascuno essi. Gli utili prelevati dall’imprenditore, dai collaboratori familiari o dai soci costituiscono reddito di impresa e concorrono a formare il rispettivo reddito complessivo. L’opzione viene esercitata nella dichiarazione dei redditi, ha la durata di cinque anni e può essere rinnovata.
Le imprese minori in regime di contabilità semplificata Poiché la tenuta della contabilità ordinaria può costituire un onere organizzativo pesante, la legge prevede un regime di contabilità semplificata per le imprese minori. Sono considerate imprese minori le imprese individuali, le società di persone e gli enti non commerciali che hanno conseguito ricavi non superiori a 400.000 euro se l’impresa ha per oggetto la prestazione di servizi, oppure a 700.000 euro se l’impresa ha per oggetto altre attività. Il contribuente può optare per il regime di contabilità ordinaria e in tal caso deve darne comunicazione nella successiva dichiarazione Iva. Non sono ammesse al regime di contabilità semplificata, qualunque sia la loro dimensione, le società ed enti commerciali soggetti a Ires. L’impresa in regime di contabilità semplificata è obbligata soltanto alla tenuta dei registri Iva, purché questi siano integrati con l’annotazione delle operazioni non soggette a registrazione ai fini dell’Iva. Devono essere annotati i dati relativi a tutti i componenti positivi e negativi che hanno rilevanza sulla determinazione del reddito (plusvalenze, minusvalenze, sopravvenienze ecc.). I contribuenti in regime di contabilità semplificata non hanno l’obbligo di redigere il bilancio. Dal 2017 il reddito di impresa è determinato con il criterio di cassa (e non di competenza come è previsto per le imprese in contabilità ordinaria) ed è costituito dalla differenza fra i ricavi percepiti e le spese sostenute nel periodo di imposta. La differenza fra gli incassi e i pagamenti va aumentata o diminuita in relazione al valore dei beni destinati al consumo personale o familiare, ai proventi immobiliari, alle plusvalenze, alle minusvalenze e alle sopravvenienze attive e passive. Poiché si applica il criterio di cassa, le esistenze iniziali e le rimanenze finali non hanno rilevanza ai fini della determinazione del reddito. Gli ammortamenti sono deducibili se è stato tenuto il registro dei beni ammortizzabili o se il contribuente, su richiesta dell’Amministrazione finanziaria, fornisce in forma sistematica i dati che avrebbero dovuto essere annotati nel registro. Gli accantonamenti non sono deducibili, tranne quelli per il trattamento di fine rapporto e per i fondi di previdenza. Per gli imprenditori che tengono la contabilità semplificata la perdita di esercizio è deducibile dal reddito complessivo (e non soltanto dal reddito di impresa o di partecipazione, come è previsto per gli imprenditori in contabilità ordinaria). Non è consentito il riporto della perdita agli esercizi successivi.
Per le imprese minori è previsto un regime di contabilità semplificata…
… che prevede soltanto la tenuta dei registri Iva opportunamente integrati
Il reddito è determinato dalla differenza fra ricavi e spese con il criterio di cassa
La perdita di esercizio è deducibile dal reddito complessivo
349
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Il confronto
Regime contabile delle imprese Contabilità ordinaria
Contabilità semplificata per le imprese minori
Soggetti
Tutti i soggetti diversi dalle imprese minori Le imprese minori che hanno optato per il regime ordinario
Imprese individuali, società di persone ed enti non commerciali con ricavi non superiori a: • 400.000 euro (imprese di servizi) • 700.000 euro (altre attività)
Scritture
Libro giornale Libro degli inventari Registri Iva Scritture ausiliarie necessarie per l’individuazione dei componenti del reddito
Registri Iva con l’indicazione: • delle operazioni Iva non soggette a registrazione • dei dati relativi ai componenti positivi e negativi del reddito
Esoneri
Esonero dai registri Iva e dal libro dei beni ammortizzabili a condizione che i relativi dati siano: • registrati nel libro giornale • forniti in forma sistematica a richiesta dell’Amministrazione mnanziaria
Esonero dal libro dei beni ammortizzabili a condizione che i relativi dati siano: • registrati nel registro Iva degli acquisti • forniti in forma sistematica a richiesta dell’Amministrazione mnanziaria
Sintesi grafica risultato del conto economico
regime di contabilità ordinaria (norme Ires)
variazioni in aumento variazioni in diminuzione criterio di competenza
Redditi di impresa differenza fra
regime di contabilità semplificata
aumentata delle
• ricavi • spese • plusvalenze • sopravvenienze attive
diminuita delle
• minusvalenze • sopravvenienze passive
criterio di cassa
>>> 350
La determinazione del reddito ai fini fiscali
U N I TÀ 2
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto I redditi di impresa sono quelli che derivano dall’esercizio
..................................................
di attività
..................................................
. Si determinano in base alle scritture contabili. Le imprese
..................................................
che operano in regime di contabilità
il reddito in base alla differenza fra imprese che tengono la contabilità
..................................................
..................................................
al risultato del conto economico con le e in
..................................................
aumento
•
spese
• •
•
e
determinano
..................................................
. Per le altre
il reddito si determina in base
..................................................
in
..................................................
previste dalle leggi fiscali.
commerciali
abituale
..................................................
•
diminuzione
variazioni
•
minori
•
ordinaria
•
ricavi
•
semplificata
2. Esamina le situazioni proposte e svolgi gli esercizi 1. Una società di capitali chiude l’esercizio con il conto economico che presenta una perdita di 20.000 euro. Ai fini del calcolo del reddito fiscale, la società si trova di fronte alle seguenti appostazioni: costi di competenza degli esercizi precedenti per 15.000 euro, Ires e Imu pagate nell’esercizio rispettivamente per 5500 euro e 2000 euro tutte imputate nel conto economico, ammortamenti non deducibili per 1500 euro, spese di manutenzioni eccedenti il limite di legge per 4000 euro, proventi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta per 1500 euro, spese non inerenti (multe e penalità) per 1500 euro. Determina il reddito complessivo. 2. Un imprenditore in regime di contabilità semplificata ha conseguito nell’anno ricavi per 500.320 euro e ha sostenuto spese, regolarmente documentate, per un ammontare di 650.131 euro. Possiede un locale commerciale (rendita catastale 671,39 euro) dato in locazione per il canone mensile di 361,52 euro. Calcola il reddito complessivo ai fini Irpef.
7. I redditi diversi La categoria dei redditi diversi comprende forme eterogenee di reddito che non si possono inquadrare in nessuna delle altre categorie e che quindi non sarebbero tassate se la legge non le prevedesse in modo specifico. L’art. 67 t.u.i.r. ne fornisce un elenco tassativo, sicché le entrate che non vi sono comprese non sono assoggettabili alle imposte sui redditi. Il loro carattere comune è che si tratta di entrate derivanti da attività o situazioni occasionali; se esse fossero conseguite nell’esercizio di attività imprenditoriali, o di arti e professioni, o di attività lavorativa subordinata, concorrerebbero a formare il reddito di impresa, o di lavoro autonomo, o di lavoro dipendente. Un primo gruppo di redditi diversi comprende le plusvalenze immobiliari realizzate mediante tre tipi di operazioni: ● lottizzazione di terreni e successiva vendita; ● vendita di immobili acquistati o costruiti da non più di 5 anni (sono esclusi gli immobili acquisiti per successione a causa di morte o donazione e quelli adibiti ad abitazione del contribuente e dei suoi familiari); ● vendita di terreni edificabili.
I redditi diversi sono elencati in modo tassativo:
… plusvalenze immobiliari…
351
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Un secondo gruppo comprende le plusvalenze finanziarie o “guadagni di capitale” (capital gains). Queste entrate, al netto delle corrispondenti minusvalenze, sono imponibili quando sono realizzate meL’INGLESE DEGLI ECONOMISTI diante le seguenti operazioni: Capital gains ● cessione a titolo oneroso di partecipazioni societarie; Il termine gain ha il signimcato di guadagno, ma anche quello di incremento. Quindi, l’espressione capital gain ● cessione a titolo oneroso di valute estere o metalli preziosi, rende sia l’idea della plusvalenza, cioè dell’incremento di o titoli di massa o quote di investimento collettivo; valore dei titoli o altri strumenti, sia l’idea del guadagno ● contratti aventi per oggetto la facoltà o l’obbligo di acche si realizza in conseguenza della loro vendita. quistare o vendere a termine titoli o valute (futures, Futures opzioni ecc.); La denominazione completa sarebbe future contracts, cioè “contratti a realizzazione futura”. Ne è derivata la for● cessione di crediti pecuniari o strumenti finanziari; ma abbreviata in cui future diventa sostantivo ed esprime ● altre operazioni che possono dar luogo a guadagni o persinteticamente la tipologia contrattuale in cui le parti stadite differenziali in dipendenza di eventi incerti. biliscono il prezzo e la quantità dei titoli venduti e rinviano
… plusvalenze finanziarie…
l’esecuzione del contratto a una data futura prestabilita. Il capital gain nasce dalla differenza fra il prezzo stabilito nel contratto e il prezzo corrente al momento dell’esecuzione.
… e altre tipologie indicate
APPROFONDIMENTO Applicazione dell’imposta sostitutiva sui capital gains
Le vincite delle lotterie sono soggette a tassazione
352
I guadagni di capitale sono tassati mediante imposta sostitutiva con aliquota del 26% e quindi non concorrono a formare la base imponibile ai fini delle imposte sui redditi. Altri redditi elencati nell’art. 67 sono le vincite delle lotterie e dei concorsi a premio (tranne quelle soggette all’imposta sulle vincite che ha carattere sostitutivo), i proventi di operazioni commerciali o di prestazioni di lavoro autonomo esercitate occasionalmente, le indennità, i rimborsi e i compensi derivanti dall’esercizio di attività sportive dilettantistiche, i redditi degli immobili situati all’estero e altre tipologie espressamente indicate.
La determinazione del reddito ai fini fiscali
U N I TÀ 2
Sintesi grafica elenco tassativo
imprese
non conseguiti nell’esercizio di
arti o professioni
Redditi diversi
lavoro subordinato
plusvalenze immobiliari plusvalenze finanziarie
tipologie vincite e premi altre indicate dalla legge
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto I redditi diversi sono proventi non inquadrabili nelle altre categorie. Sono imponibili solo quelli
..................................................
comprese le plusvalenze ..................................................
finanziarie
•
previsti dalla legge in un elenco
..................................................
e
..................................................
•
tassativo
..................................................
Vi sono
e i compensi per attività
.
immobiliari
•
occasionali
•
espressamente
2. Fra le seguenti operazioni, indica con una crocetta quelle che danno luogo a redditi diversi £ Una signora vende nel 2016 per il prezzo di 639.000 euro un appartamento che aveva acquistato nel 2009 per il prezzo di 560.500 euro. £ Il proprietario di un terreno situato alla periferia della città lo vende a un’impresa per la costruzione di villini. £ Una società immobiliare con sede a Roma riscuote il canone di affitto annuale di un locale commerciale che possiede in Francia. £ Un ragazzo, durante le feste di fine d’anno, realizza qualche guadagno svolgendo per i commercianti della sua città la consegna di pacchi a domicilio.
353
UNITÀ 2
Strumenti per il ripasso
Strumenti per il ripasso | Sintesi INTERROGAZIONE SIMULATA
SINTESI AD ALTA ACCESSIBILITÀ
1. Le imposte personali sul reddito sono le imposte fondamentali del sistema tributario. Sono disciplinate nel Testo unico delle imposte sui redditi (t.u.i.r.). Dal punto di vista economico il reddito può essere definito come prodotto o come entrata. Ai fini fiscali, il Testo unico non dà una definizione di reddito ma ne indica le sei tipologie assoggettabili all’imposizione: redditi fondiari, redditi di capitale, redditi di lavoro dipendente, redditi di lavoro autonomo, redditi di impresa, redditi diversi. I criteri di determinazione sono differenti per ciascuna categoria.
2. I redditi fondiari derivano da terreni e fabbricati che devono essere iscritti in catasto nel territorio dello Stato. I redditi dei terreni si determinano in base al catasto; il reddito dominicale è imputato al possessore del fondo (a titolo di proprietà o diritto reale); il reddito agrario al possessore o, per i terreni in affitto, all’affittuario. I redditi dei fabbricati non locati si determinano in base al catasto; quello dei fabbricati locati in base al reddito effettivo netto, se questo è superiore alla rendita catastale rivalutata.
3. I redditi di capitale comprendono tutti i proventi del capitale liquido. Sono tassati con il criterio di cassa, si determinano al lordo e sono, in genere, soggetti a ritenuta alla fonte. Se non sono percepiti nell’esercizio di impresa la ritenuta è definitiva e ha carattere sostitutivo dell’Irpef. Un particolare regime è previsto per i dividendi azionari.
4. I redditi di lavoro dipendente comprendono qualunque compenso, anche in natura, derivante da rapporti di lavoro subordinato. Vi sono comprese anche le pensioni e le indennità. Sono soggetti a
354
ritenuta alla fonte a titolo di acconto, con conguaglio alla fine del periodo di imposta. Il trattamento di fine rapporto è soggetto a tassazione separata.
5. I redditi di lavoro autonomo derivano dall’esercizio abituale di arti o professioni e si determinano in base alle scritture contabili; il regime normale è la contabilità semplificata, salva l’opzione per la contabilità ordinaria. Il reddito imponibile è costituito dalla differenza fra compensi percepiti e spese sostenute. Sono assimilati i redditi derivanti da altre attività non subordinate indicate dalla legge, come i diritti di autore o di brevetto; la determinazione è forfetaria.
6. I redditi di impresa derivano dall’esercizio di impresa commerciale, definita dalle norme fiscali in modo più ampio rispetto al codice civile. Le imprese in contabilità ordinaria determinano il reddito di impresa secondo le norme sull’Ires, salva l’applicazione di particolari disposizioni riguardanti le persone fisiche. Il reddito imponibile si determina in base al bilancio, operando sul risultato del conto economico le necessarie variazioni in aumento e in diminuzione secondo i criteri stabiliti dalle norme fiscali. Le imprese minori in contabilità semplificata determinano il reddito per differenza fra ricavi percepiti e spese sostenute, tenendo conto di plusvalenze, minusvalenze, sopravvenienze attive e passive. 7. I redditi diversi sono quelli che non possono essere inquadrati nelle altre categorie e hanno carattere occasionale. Sono imponibili soltanto quelli espressamente previsti dalla legge. Vi sono comprese le plusvalenze immobiliari e finanziarie, le vincite e altre tipologie tassativamente indicate.
Strumenti per il ripasso
U N I TÀ 2
Strumenti per il ripasso | Mappa
La determinazione dei redditi ai fini fiscali
si basa su fonte normativa
MAPPA PERSONALIZZABILE
Irpef t.u.i.r.
che disciplina Ires
si riferisce a sei tipologie
redditi fondiari
redditi di capitale
derivano da
terreni e fabbricati iscritti al catasto
• redditi • •
dominicali di terreni redditi agrari redditi di fabbricati
tariffe d’estimo (reddito medio presunto)
redditi di lavoro dipendente
redditi di lavoro autonomo
redditi di impresa
comprendono
riguardano
derivano da
derivano da
proventi da capitale liquido
• rapporti di lavoro subordinato • redditi assimilati
esercizio abituale di arti o professioni
esercizio di impresa commerciale
non conseguiti nell’esercizio di impresa
soggetti a
si determinano in base a
si determinano in base a
si determinano in base a
• criterio di cassa • ritenuta
alla fonte
regime speciale per i dividendi
ritenuta alla fonte (acconto)
scritture contabili
• contabilità semplificata • contabilità ordinaria su opzione
scritture contabili
redditi diversi
• carattere occasionale • espressa previsione normativa
sono imponibili solo se previsti dalla legge
• contabilità
ordinaria (norme sull’Ires) contabilità semplificata (imprese minori)
•
355
UNITÀ 2
Verifica formativa
1. Scegli l’unica risposta esatta fra le quattro indicate 1. Ai mni mscali il concetto di reddito comprende: A i proventi riferibili alle categorie indicate dalla legge £ B l’incremento del reddito nazionale pro capite £ C tutta la nuova ricchezza che affluisce al contribuente £ D soltanto le entrate percepite in denaro £ 2. La rendita dominicale di un terreno dato in afmtto viene imputata: A interamente al proprietario £ B interamente all’affittuario £ C a entrambi per quote uguali £ D in proporzione all’effettiva utilità tratta dal terreno £ 3. Gli interessi percepiti dalle società commerciali concorrono a formare: A il reddito di capitale £ B il reddito di partecipazione £ C il reddito di impresa £ D i redditi diversi £ 4. La contabilità semplimcata rappresenta: A il regime normale delle imprese individuali £ B il regime opzionale dei lavoratori autonomi £ C il regime normale dei lavoratori autonomi £ D il regime opzionale delle società di capitali £ 5. Il reddito di lavoro dipendente è determinato al netto: A dei contributi previdenziali £ B dei compensi in natura £ C delle spese di produzione £ D delle indennità diverse dallo stipendio £ 6. La perdita di esercizio delle imprese in contabilità semplimcata: A è deducibile soltanto dai redditi di impresa £ o di partecipazione B può essere riportata agli anni successivi non oltre £ il quinto C non è deducibile dal reddito ma può essere detratta £ dall’imposta dovuta D si deduce nel calcolo del reddito complessivo dello £ stesso anno 2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false e, se sono false, spiega perché 1. Ai mni delle imposte sui redditi ha sempre rilevanza soltanto il reddito effettivo netto. V£ F£ 2. I redditi dei fabbricati sono redditi fondiari. V£ F£ 3. Il reddito di una casa data in locazione si determina in base alle tariffe d’estimo V£ F£ maggiorate di un terzo.
356
4. I redditi di capitale sono determinati al lordo delle spese. 5. I redditi di lavoro dipendente sono tassabili anche se non sono costituiti da somme di denaro. 6. La categoria dei redditi diversi comprende tutti gli introiti di qualunque natura non inquadrabili nelle altre categorie. 3. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 1
V£ F£
V£ F£
V£ F£
Connect the expressions on the left column with the corresponding on the right Estimated rates a. Final withholding tax Interests b. Other categories Self-employment of income Income from subordinate c. Corporate income employment d. Agricultural income Limited company e. Fringe benemts Capital gains f. Simplimed accounting 2
3
4
5
6
4. Correggi l’errore contenuto in ciascuna frase 1. La contabilità semplimcata è il regime opzionale per le imprese minori. 2. Se un terreno è dato in afmtto il reddito dominicale va imputato all’afmttuario. 3. I redditi di lavoro autonomo sono determinati al lordo delle spese. 4. Gli ammortamenti sono componenti positivi del reddito di impresa. 5. I guadagni di Borsa sono classimcati come redditi di capitale. 6. I redditi diversi derivano da attività libere. 5. Individua il concetto che corrisponde alle seguenti definizioni 1. I redditi derivanti da terreni e fabbricati situati nel territorio dello Stato. 2. Le plusvalenze realizzate mediante cessione di titoli. 3. Le retribuzioni del lavoro dipendente non costituite da somme di denaro. 4. I redditi derivanti dall’esercizio di arti o professioni. 5. Sono elementi del reddito di impresa mscalmente rilevanti quando dipendono da eventi imprevedibili. 6. Il sistema che esonera dalla tenuta del libro giornale e del libro degli inventari.
TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
U N I TÀ 3
L’Imposta sul reddito delle persone fisiche
Conoscenze
Abilità
• Promli economici dell’imposizione sulle persone msiche • Il presupposto e gli elementi strutturali dell’Irpef • Le regole per l’imputazione dei redditi e per la determinazione
• Individuare i principali problemi di scelta che si pongono in
della base imponibile
• Le regole per la determinazione dell’imposta lorda e dell’imposta netta
• Le regole per la determinazione dell’importo da versare
relazione all’imposizione personale sul reddito delle persone msiche • Capire i criteri in base ai quali si applica l’Irpef nell’ambito della famiglia • Individuare la ragion d’essere delle regole sulla tassazione delle società di persone • Distinguere le differenti conseguenze della deduzione dal reddito e della detrazione dall’imposta • Riferire a casi concreti il procedimento per l’applicazione dell’Irpef
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
1. L’imposizione personale progressiva Profili economici Prima di analizzare le norme sull’Irpef, è opportuno esaminare sotto il profilo economico i criteri in base ai quali vengono determinate le caratteristiche e le modalità applicative dell’imposta. Questi criteri riguardano: ● la misura della progressività; ● l’imputazione del reddito nell’ambito della famiglia; ● la rilevanza degli oneri che incidono sulla capacità contributiva.
La misura della progressività La tassazione progressiva corrisponde a obiettivi di equità e di redistribuzione
Gli effetti economici possono essere positivi e negativi
La misura della progressività è una scelta di politica economica In relazione alla situazione può essere scelto un sistema di elevata progressività…
… o una riduzione della progressività…
… fino alla flat tax
358
Le imposte personali, a differenza delle imposte reali, hanno carattere progressivo e realizzano due obiettivi: ● la discriminazione quantitativa dei redditi [ÑM4 U2 par. 3] secondo il principio di equità (trattamento fiscale diverso per situazioni diverse e quindi aliquote più basse per i redditi minori e più elevate per i redditi maggiori); ● la redistribuzione del reddito [ÑM1 U4 par. 1] per evitare eccessive concentrazioni di ricchezza nelle mani di poche persone e diffuse situazioni di povertà. La progressività, alleggerendo il carico fiscale sulle fasce sociali a basso reddito, favorisce l’incremento dei consumi, e nel breve periodo, se vi sono risorse disponibili, può incentivare un incremento della produzione; ma poiché grava in modo più pesante sui redditi più elevati produce effetti negativi sulla formazione del risparmio e sulle iniziative economiche, sicché, nel lungo periodo, può ostacolare lo sviluppo per la mancanza delle risorse necessarie alla produzione [ÑM4 U4 par. 8]. La progressività può essere più o meno accentuata in relazione agli obiettivi di politica economica e sociale perseguiti dai governi. Quando si vuole attuare una redistribuzione della ricchezza e consentire a larghi strati della popolazione la possibilità di elevare il proprio standard di consumi, si pratica una politica di elevato tasso di progressività, mediante l’aumento delle aliquote a ogni piccolo incremento del reddito e con notevole divario fra l’aliquota minima e quella massima. Questo sistema di tassazione fu attuato in molti Stati europei dopo la Seconda guerra mondiale. In Italia l’Irpef, quando fu istituita, era strutturata su ben trentadue scaglioni di reddito, con un’aliquota minima del 10% e una massima del 72%. Quando si vuole favorire la formazione del risparmio e lo sviluppo delle nuove iniziative economiche, si attenua la progressività riducendo il numero degli scaglioni ed elevando l’aliquota solo per consistenti variazioni di reddito. È questa la tendenza seguita oggi dagli Stati. In Italia attualmente l’Irpef si basa su cinque scaglioni di reddito, con un’aliquota minima del 23% e una massima del 43%. In alcuni Stati dell’Est europeo è adottato il sistema della flat tax, che è un’imposta proporzionale con aliquota costante; per conferirle una certa
L’Imposta sul reddito delle persone fisiche
progressività viene applicata una deduzione fissa dall’imponibile, in base al metodo della “progressività per deduzione” [ÑM4 U1 par. 2]; ma la progressività per deduzione è molto più attenuata rispetto a quella per scaglioni.
In Europa Paese Austria Belgio Germania Regno Unito Francia Irlanda Svezia
U N I TÀ 3
L’INGLESE DEGLI ECONOMISTI
Flat tax Letteralmente “tassa piatta”. Espressione abbreviata per flat rate tax, imposta con aliquota costante.
La progressività dell’imposta sul reddito in alcuni Stati europei (anno 2017) Numero degli scaglioni Quattro Cinque Quattro Quattro Cinque Due Tre
Aliquota minima 0 25% 0 0 0 20% 0
Aliquota massima 55% 50% 45% 45% 45% 40% 25% Fonte: Agenzia delle entrate
Reddito individuale e reddito familiare Esaminiamo ora i criteri di imputazione del reddito nell’ambito della famiglia. Fra le persone appartenenti alla stessa famiglia si crea una comunanza di vita e di interessi per la quale chi produce reddito ne destina una parte per i bisogni dei propri familiari e, viceversa, chi non ha redditi soddisfa i propri bisogni grazie al reddito dei suoi familiari. Ci si può chiedere, allora, se il punto di riferimento dell’imposta personale debba essere il reddito del nucleo familiare o il reddito individuale di ciascun contribuente. Con il sistema del cumulo dei redditi si assume come base imponibile la somma dei redditi posseduti dai coniugi e dai figli conviventi, imputandoli al capofamiglia, e si individuano gli scaglioni e le aliquote in relazione al valore complessivo del reddito familiare. Data la progressività dell’imposta, la pressione fiscale sulle famiglie si accentua notevolmente contrastando con i princìpi dell’equità fiscale e della tutela della famiglia. In Italia il sistema del cumulo, introdotto nel 1974, fu dichiarato in seguito incostituzionale per violazione dell’art. 29 Cost. Con il sistema della tassazione individuale l’imposta si applica separatamente sul reddito di ciascun componente della famiglia. Ma anche con la tassazione individuale la progressività dell’imposta dà luogo a distorsioni, in quanto, a parità di reddito, sono colpite più pesantemente le famiglie in cui questo è prodotto da una sola persona (famiglie “monoreddito”). Per evitare o ridurre queste distorsioni viene prevista a favore del contribuente, che ha familiari a carico, una riduzione dell’imposta dovuta (è questo il sistema adottato in Italia e in altri paesi europei).
Punto di riferimento del reddito può essere la persona o la famiglia
Il cumulo dei redditi…
… la tassazione individuale…
359
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Esempio Supponiamo un’imposta progressiva con aliquota del 20% sulla parte di reddito mno a 20.000 euro e del 30% sulla parte eccedente. Se due coniugi hanno un reddito di 20.000 euro ciascuno, l’entrata familiare è di 40.000 euro. Applicando l’imposta separatamente su ciascuno dei coniugi avremo: imposta sul reddito del marito 20.000 × 20% = 4.000 imposta sul reddito della moglie 20.000 × 20% = 4.000 Totale delle due imposte 4000 + 4000 = 8.000 Se invece tutta l’entrata familiare (40.000 euro) è prodotta da un coniuge e l’altro non ha redditi avremo: imposta sul primo scaglione 20.000 × 20% = 4.000 imposta sul secondo scaglione 20.000 × 30% = 6.000 Totale imposta
4000 + 6000 =
10.000
Per ristabilire l’equilibrio dovrebbe essere accordata al contribuente una riduzione di imposta pari a 2000 euro.
Lo splitting, adottato negli Usa e in Germania, consente di evitare sia le distorsioni della tassazione separata sia gli aggravi del cumulo dei redditi. Con questo sistema di tassazione i redditi dei coniugi si L’INGLESE DEGLI ECONOMISTI sommano e la somma si divide per due. Sulla cifra così Splitting ottenuta si calcolano scaglioni e aliquote e si determina Da split,dividere.Indica il meccanismo di tassazione in cui la l’imposta, che poi viene moltiplicata per due. In tal modo, somma dei redditi dei coniugi si divide per due ai mni della del’entrata familiare viene colpita con l’aliquota corrisponterminazione dell’imposta,e questa poi si moltiplica per due. dente al reddito medio dei coniugi.
… lo splitting…
Esempio Se due coniugi hanno l’uno un reddito di 30.000 euro e l’altro un reddito di 10.000 euro, il calcolo da fare sarà: (30.000 + 10.000) : 2 = 20.000 Su questa cifra si calcola l’aliquota e, una volta determinata l’imposta, questa si raddoppia. Se uno solo dei coniugi è titolare di tutto il reddito di 40.000 euro, la situazione non cambia; avremo infatti: (40.000 + 0) : 2 = 20.000 Quindi la base imponibile e l’aliquota da applicare rimangono le stesse. Supponendo che la scala delle aliquote sia quella dell’esempio precedente, l’imposta dovuta sarà, in entrambi i casi: (20.000 × 20%) × 2 = 8000
… il quoziente familiare
In Francia vige il sistema del quoziente familiare, che è affine allo splitting; a differenza di questo, non fa riferimento soltanto ai redditi dei coniugi, ma tiene conto dell’intero nucleo familiare, includendo nel calcolo anche i figli.
La rilevanza di oneri e spese personali: deduzioni e detrazioni Gli oneri rilevanti comportano un alleggerimento dell’imposta…
360
Il terzo aspetto dell’imposta personale sul reddito riguarda la rilevanza di determinate spese e passività che possono incidere sulla capacità contributiva.
L’Imposta sul reddito delle persone fisiche
U N I TÀ 3
Si tratta di oneri che non riguardano la produzione del reddito, ma la condizione personale e familiare del contribuente e sono rilevanti ai fini fiscali perché giustificano un alleggerimento del peso dell’imposta. L’individuazione degli oneri fiscalmente rilevanti è fatta dal legislatore sulla base di considerazioni economiche e sociali, tenendo conto anche della situazione della finanza pubblica. L’alleggerimento dell’imposizione può essere attuato con due diversi me… mediante deduzioni todi: o detrazioni ● deduzioni dall’imponibile, che consistono nel sottrarDeduzione e detrazione re l’ammontare degli oneri dal reddito complessivo del Nel linguaggio comune i due termini hanno lo contribuente, e così ridurre la base imponibile sulla quale stesso signimcato di “sottrazione”, e indicano che un elemento viene portato in diminuzione di un altro; l’imposta dovrà essere applicata; nel linguaggio mscale hanno un signimcato diverso: ● detrazioni d’imposta, che consistono nel sottrarre detrazione è riferito alle somme in diminuzione dall’ammontare dell’imposta dovuta una quota percendell’imposta, deduzione è riferito alle somme tuale commisurata agli oneri. portate in diminuzione dell’imponibile. Se l’imposta è proporzionale, i due metodi danno risultati equivalenti, perché sia nel caso della deduzione dall’imponibile sia in quello della detrazione d’imposta l’aliquota dell’imposta non cambia. Se invece l’imposta è progressiva, gli effetti dei due metodi sono differenti: ● la deduzione dall’imponibile comporta un vantaggio maggiore per i contribuenti che, avendo un reddito più elevato, sono sottoposti ad aliquote più alte; ● la detrazione di imposta è “neutra” perché avviene per tutti nella stessa proporzione.
Le due tecniche non sono equivalenti
Esempio Supponiamo che l’imposta si applichi con aliquota del 10% per i redditi mno a 20.000 euro, del 20% per la parte compresa fra 20.000 e 40.000 euro, e del 30% per la parte oltre 40.000 euro. • Tizio ha un reddito di 45.000 euro e spese deducibili per un ammontare di 3000 euro: – con il sistema della deduzione la base imponibile si riduce a 42.000 euro e quindi diminuisce di 3000 euro la parte di reddito compresa nel terzo scaglione e sottoposta ad aliquota del 30%; al momento dell’applicazione dell’imposta Tizio risparmia il 30% di 3000 euro e cioè 1000 euro. • Caio ha un reddito di 18.000 euro e anche lui ha spese deducibili per un ammontare di 3000 euro: – con la deduzione la base imponibile si riduce a 15.000 euro e rimane sempre compresa nel primo scaglione (aliquota 10%); Caio risparmia perciò il 10% di 3000 euro e cioè 300 euro. Se invece si applica una detrazione di imposta nella misura, supponiamo, del 10% della spesa, l’alleggerimento mscale è per entrambi i contribuenti pari a 300.
Nel nostro ordinamento tributario, in passato, era prevalentemente adottato il sistema delle deduzioni dall’imponibile. Successivamente, per ragioni di equità, il legislatore ha dato maggiore spazio alle detrazioni d’imposta, in modo da alleggerire il peso del tributo nella stessa misura a prescindere dall’entità del reddito. Le deduzioni dall’imponibile, come vedremo, sono previste soltanto in alcuni casi eccezionali in considerazione della particolare natura di determinati oneri.
361
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Sintesi grafica
• discriminazione quantitativa • redistribuzione
funzione
la progressività
• numerosi scaglioni • forte divario
elevata
tra aliquota minima e massima
• scaglioni
misura
meno numerosi riduzione del divario
moderata
•
• flat tax • deduzioni
minima
Profili economici
l’imputazione del reddito
cumulo dei redditi
• maggior pressione sulle famiglie • incostituzionalità
tassazione individuale
• pressione su famiglie monoreddito • correttivo mediante detrazioni
tassazione familiare
la rilevanza degli oneri
• splitting • quoziente familiare
deduzione dall’imponibile
vantaggio per gli alti redditi
detrazione dall'imposta
neutralità
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto I principali problemi la misura della
..................................................
..................................................,
relativi alle imposte personali riguardano:
che può essere più
..................................................
il criterio di tassazione che può riferirsi al reddito ..................................................;
a
•
•
dall’imponibile o a
deduzioni
progressività
..................................................;
o al reddito
la rilevanza delle spese e degli oneri che può dare luogo
..................................................
accentuata
..................................................
o più
•
detrazioni
..................................................
•
economici
•
di imposta.
familiare
•
individuale
•
moderata
2. Rispondi alle domande 1. Qual è la differenza fra il sistema della tassazione individuale e quello del quoziente familiare? 2. Quale è la differenza fra le deduzioni dall’imponibile e le detrazioni di imposta e i rispettivi effetti sulla progressività?
362
L’Imposta sul reddito delle persone fisiche
U N I TÀ 3
2. Irpef: presupposto e soggetti passivi Sappiamo che… Le disposizioni che fanno riferimento al coniuge si applicano anche ad ognuna delle parti dell’unione civile tra persone dello stesso sesso (l. 76/2016). Lo scopo della norma è di assicurare l’effettiva tutela dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi derivanti dalle unioni civili.
L’Imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) è un’imposta generale, personale e progressiva. Ha carattere generale in quanto si applica a tutte le persone fisiche e colpisce tutti i tipi di reddito. Ha carattere personale perché nel determinare la capacità contributiva del contribuente tiene conto non solo dei suoi redditi, ma anche della sua situazione personale e familiare. Ha carattere progressivo perché attua una discriminazione quantitativa del reddito mediante l’applicazione di aliquote crescenti. Presupposto dell’Irpef (art. 1 t.u.i.r.) è il possesso di redditi in denaro o in natura che rientrano nelle categorie indicate nell’art. 6: redditi fondiari, redditi di capitale, redditi di lavoro dipendente, redditi di lavoro autonomo, redditi di impresa e redditi diversi [ÑM5 U2]. Soggetti passivi dell’Irpef sono tutte le persone fisiche che posseggono redditi: sia quelle residenti nel territorio italiano sia quelle non residenti se posseggono redditi prodotti in Italia. Il possesso di redditi è inteso come titolarità giuridica e non come disponibilità materiale: di conseguenza, vengono imputati a un soggetto solo i redditi che gli appartengono e non quelli altrui, anche se di fatto egli ne può godere. In base a questo principio, è regolata l’imputazione dei redditi anche nell’ambito della famiglia: ● ciascun coniuge è soggetto passivo dell’Irpef per i redditi di cui è titolare; ● se i coniugi sono in regime di comunione legale, i redditi dei beni vengono imputati a ciascun coniuge per la metà del loro ammontare o per la diversa quota stabilita in eventuali convenzioni matrimoniali; ● i genitori hanno il diritto di usufrutto legale sui beni dei figli minori (artt. 324 e 327 del codice civile) e quindi sono possessori, in quote uguali, dei redditi che ne derivano; ● i redditi dell’attività lavorativa del minore sono esclusi dall’usufrutto legale e vengono direttamente imputati al minore stesso.
L’Irpef ha carattere generale, personale e progressivo
Presupposto è il possesso di redditi in denaro o natura…
… e soggetti passivi sono le persone fisiche che posseggono redditi Il possesso dei redditi è inteso come titolarità giuridica… … anche nell’ambito familiare
L’impresa familiare Particolari criteri regolano l’imputazione dei redditi prodotti dall’impresa familiare. L’impresa familiare è un’impresa individuale alla quale collaborano i familiari dell’imprenditore (coniuge, parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo grado).
I familiari che collaborano all’impresa hanno diritto a una quota degli utili
363
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Le regole sull’imputazione del reddito dell’impresa familiare tendono a impedire forme di elusione
In base alle norme sul diritto di famiglia i familiari, per l’attività svolta nell’impresa, hanno diritto al mantenimento o a una quota dell’utile (art. 230 bis c.c.). Pertanto, l’utile non va imputato per intero all’imprenditore ma, per le rispettive quote, ai familiari collaboratori. Per sfuggire alla progressività dell’Irpef, potrebbe accadere che i familiari ripartiscano fra loro il reddito dell’impresa non in relazione all’effettiva attività prestata da ciascuno, ma in modo da frazionare la base imponibile e così ridurre l’entità degli scaglioni e delle aliquote. Per evitare queste forme di elusione, l’art. 5 t.u.i.r. dispone che almeno il 51% dell’utile sia imputato al titolare dell’impresa; il restante 49% può essere ripartito tra i familiari, purché sussistano le seguenti condizioni: i familiari collaboratori devono risultare da atto pubblico (o scrittura privata autenticata) anteriore all’inizio del periodo di imposta; l’imprenditore, nella propria dichiarazione dei redditi, deve indicare l’entità delle quote di ciascun familiare e attestare che esse sono proporzionali al lavoro effettivamente prestato nell’impresa in modo continuativo e prevalente; a loro volta i familiari, nelle proprie dichiarazioni, devono attestare di aver lavorato nell’impresa in modo continuativo e prevalente.
Le società di persone Le società di persone non hanno personalità giuridica
Il reddito è accertato nei confronti della società…
… e imputato ai soci secondo le rispettive quote
Norme specifiche regolano l’applicazione dell’Irpef quando i redditi sono prodotti da società di persone (società semplice, in nome collettivo, in accomandita semplice, società di fatto) e da associazioni fra professionisti e artisti. Le società di persone e le associazioni fra professionisti o artisti, non avendo personalità giuridica, non sono soggetti passivi di imposta né ai fini dell’Irpef né ai fini dell’Ires (solo quelle che hanno la sede all’estero sono assoggettate all’Ires per i redditi prodotti in Italia). Tuttavia, in quanto autonoma produttrice di reddito, la società o l’associazione è il punto di riferimento ai fini della determinazione del reddito di impresa o di lavoro autonomo [Ñ M5 U2 par. 5] ed è tenuta a tutti gli adempimenti formali finalizzati all’accertamento fiscale (contabilità, dichiarazioni ecc.). Il reddito accertato nei confronti della società viene poi imputato ai singoli soci secondo le quote di partecipazione e concorre, unitamente agli altri loro redditi, a formare la base imponibile ai fini dell’Irpef dovuta da ciascuno. L’imputazione del reddito ai soci non ha luogo se la società ha esercitato l’opzione per il regime speciale che sottopone gli utili non distribuiti a tassazione separata con aliquota pari a quella dell’Ires [ÑM5 U2 par. 6].
Il periodo di imposta Il periodo di imposta coincide con l’anno solare
364
Il possesso dei redditi si svolge in modo continuo ma, ai fini dell’imposizione, viene delimitato nel tempo e riferito al periodo di imposta, cioè all’unità di tempo presa in considerazione dalla legge per l’applicazione del tributo. Il periodo di imposta dell’Irpef coincide con l’anno solare; a ciascun periodo di imposta corrisponde un’autonoma obbligazione tributaria (art. 7 t.u.i.r.).
L’Imposta sul reddito delle persone fisiche
U N I TÀ 3
Sintesi grafica
• in denaro o in natura • imponibili (art. 6 t.u.i.r.) • imputabili (titolarità
possesso di redditi
giuridica)
• posizioni fiscali separate • imputazioni per quote
coniugi
Persone fisiche
(beni in regime di comunione)
• imputazione ai genitori (usufrutto legale) • imputazione al minore
minori
(beni fuori usufrutto e redditi di lavoro)
criteri di imputazione
• 51% al titolare • 49% ai familiari
impresa familiare
collaboratori
• determinazione in capo alla società • tassazione per quote
società di persone
ai soci
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto L’Imposta sul reddito delle persone fisiche (..................................................) è un’imposta e
..................................................
che ha come presupposto il
..................................................
.................................................
di redditi in denaro o in
natura compresi nelle sei categorie previste dal Testo unico. I redditi sono imputati alla persona
..................................................
che ne è
determinato in capo alla ..................................................
fisica
•
Irpef
•
..................................................
..................................................
. Nelle società di persone il reddito è
ma imputato ai
..................................................
secondo le loro
di partecipazione. personale
•
possesso
•
progressiva
•
quote
•
soci
•
società
•
titolare
2. Esamina la situazione proposta e rispondi alla domanda Un contribuente ha percepito nell’anno redditi di lavoro autonomo per 20.000 euro; possiede in regime di comunione legale con la moglie immobili che complessivamente danno un reddito di 12.000 euro; è socio di una società in nome collettivo con altri due soci, in parti uguali. Gli utili prodotti dalla società ammontano a 15.000 euro. La moglie, a sua volta, ha percepito redditi di lavoro dipendente per 24.000 euro. Il loro figlio, che ha sedici anni, è proprietario di un terreno lasciatogli in eredità dal nonno, che produce redditi per 2500 euro; durante l’anno ha svolto occasionalmente piccole attività di lavoro che in tutto hanno dato un reddito di 1500 euro. A chi vanno imputati, ai fini dell’Irpef, i suddetti redditi, e in che misura?
365
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
3. La determinazione della base imponibile Sappiamo che… Il reddito dei fabbricati non locati è costituito dalla rendita catastale rivalutata del 5%. Se si tratta di fabbricati abitativi tenuti a disposizione oltre la prima abitazione, la rendita rivalutata è aumentata di un terzo.
La base imponibile dell’Irpef è costituita dal reddito complessivo al netto degli oneri deducibili. I residenti sono tassati su tutti i redditi ovunque prodotti
I non residenti sui redditi prodotti in Italia
Alcuni redditi sono esclusi dall’imponibile
Per i redditi degli immobili non locati l’Imu sostituisce l’Irpef
Il possesso dell’abitazione principale è fiscalmente neutro
366
Per le persone residenti in Italia il reddito complessivo è formato da tutti i redditi posseduti, ovunque siano stati realizzati, compresi quelli prodotti all’estero; in quest’ultimo caso, se i redditi sono tassati nello Stato in cui sono prodotti, è riconosciuto al contribuente un credito di imposta allo scopo di evitare una doppia imposizione. Per le persone non residenti il reddito complessivo ai fini dell’Irpef comprende soltanto i redditi prodotti nel territorio italiano. Per evitare forme di elusione sono considerati residenti, e sono quindi tassati sull’intero reddito posseduto, i cittadini italiani che hanno trasferito la residenza anagrafica in Stati a regime fiscale privilegiato (“paradisi fiscali”), a meno che non dimostrino di dimorarvi effettivamente. Non concorrono a formare il reddito complessivo e sono quindi esclusi dalla base imponibile: ● i redditi espressamente dichiarati esenti dalla legge; ● i redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta o a imposta sostitutiva [ÑM5 U2 par. 3]; ● gli assegni periodici percepiti dal coniuge per il mantenimento dei figli in caso di separazione, scioglimento o annullamento del matrimonio; ● l’assegno per il nucleo familiare; ● la maggiorazione sociale delle pensioni (integrazione al minimo). Un particolare trattamento fiscale è previsto per il reddito dei terreni e dei fabbricati assoggettati all’Imu (l’imposta municipale che colpisce il valore patrimoniale degli immobili). Per gli immobili non locati l’Imu sostituisce l’imposta sul reddito. Pertanto, il reddito dominicale dei terreni non affittati e la rendita dei fabbricati non concessi in locazione, anche se devono essere indicati nella dichiarazione dei redditi, non concorrono a formare la base imponibile dell’Irpef. In deroga a questa regola, è incluso nel reddito complessivo ai fini dell’Irpef il 50% del reddito delle abitazioni che il contribuente tiene a propria disposizione nello stesso comune in cui si trova l’abitazione principale. L’abitazione principale e le sue pertinenze non sono soggette all’Imu (a meno che non si tratti di ville, castelli o fabbricati di lusso) e quindi la relativa rendita catastale concorre a formare l’imponibile ai fini dell’Irpef. Tuttavia,
L’Imposta sul reddito delle persone fisiche
al contribuente è riconosciuta una deduzione dal reddito complessivo pari alla stessa rendita, in modo da rendere fiscalmente “neutro” il possesso dell’abitazione principale. Vi sono alcuni tipi di redditi che, pur essendo assoggettati all’Irpef, non concorrono a formare la base imponibile perché hanno tassazione separata (trattamento di fine rapporto, retribuzioni arretrate, plusvalenze derivanti da cessioni di aziende ecc.). Si tratta di redditi che vengono percepiti in unico ammontare, ma che in realtà maturano in un certo numero di anni; data la progressività dell’Irpef, se fossero compresi nel reddito complessivo dell’anno in cui sono percepiti farebbero scattare aliquote eccessivamente elevate. Per questo sono tassati separatamente con un particolare regime di determinazione delle aliquote.
U N I TÀ 3
Alcuni redditi sono soggetti a tassazione separata
APPROFONDIMENTO I redditi a tassazione separata
La determinazione del reddito complessivo La determinazione del reddito complessivo ai fini dell’Irpef avviene in modo analitico. Ciascuno dei redditi che lo compongono va individuato e quantificato secondo le regole stabilite per la singola categoria cui esso appartiene [ÑM5 U2].
Il reddito complessivo va determinato in modo analitico
Il reddito complessivo si determina sommando tutti i redditi che concorrono a formarlo e sottraendo le perdite derivanti dall’esercizio di imprese in regime di contabilità semplificata e quelle derivanti dall’esercizio di arti e professioni. Se l’attività è esercitata in forma associata (società di persone, associazioni fra professionisti o artisti), le perdite si sottraggono dal reddito complessivo di ciascun socio o associato in proporzione alle rispettive quote. Se l’impresa o la società è in regime di contabilità ordinaria, le perdite non possono essere compensate con gli altri redditi posseduti dal contribuente; perciò non sono dedotte dal suo reddito complessivo ma vengono computate in diminuzione dei suoi redditi di impresa o di partecipazione [ÑM5 U2 par. 6].
La deduzione degli oneri Dato il carattere personale dell’Irpef, nella determinazione della base imponibile si deve tener conto di una serie di oneri che incidono sulla situazione economica del contribuente e sono deducibili dal reddito complessivo [Ñpar. 1]. Gli oneri deducibili sono elencati tassativamente nell’art. 10 t.u.i.r., con l’indicazione dell’importo ammesso in deduzione per ciascuno di essi. Devono essere spese effettivamente sostenute nel periodo di imposta (non basta che siano maturate nel periodo) e di cui sia documentato il pagamento. Alcuni oneri sono deducibili dal reddito per motivi di carattere sociale (spese sanitarie per casi gravi di invalidità permanente, spese per adozione di minori stranieri, previdenza complementare, erogazioni a favore di enti di ricerca ecc.). Sono deducibili anche gli oneri che il contribuente è obbligato a sostenere per legge (assegni per alimenti, contributi previdenziali obbligatori ecc.) e altri oneri, dei quali lo Stato riconosce la deducibilità in virtù di accordi
Dal reddito complessivo si sottraggono gli oneri deducibili
367
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
APPROFONDIMENTO Gli oneri deducibili dal reddito complessivo
stipulati con altri ordinamenti (erogazioni a favore della Chiesa cattolica o di altre confessioni religiose). Come si è detto prima, dal reddito complessivo si deduce anche la rendita catastale dell’abitazione principale e delle sue pertinenze. La deduzione è ragguagliata alla quota di possesso e al periodo dell’anno in cui l’immobile ha avuto tale destinazione.
Sintesi grafica
• ovunque prodotti (soggetti residenti) • prodotti in Italia
redditi imponibili
(soggetti non residenti)
determinazione analitica dei redditi
reddito complessivo
Base imponibile (reddito complessivo netto)
somma dei redditi determinati
• arti e professioni • imprese a
sottrazione delle perdite di
contabilità semplificata
• effettivamente sostenuti • documentati
oneri
deduzioni
abitazione principale e sue pertinenze
rendita catastale
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto La base imponibile dell’Irpef è costituita dal reddito ..................................................
deducibili e al netto della
..................................................
. Per i soggetti
..................................................
italiano.
deduzione
non residenti
oneri
•
•
..................................................
..................................................
prodotti nel
•
..................................................
principale
al netto degli
per l’abitazione
in Italia comprende solo i redditi
•
territorio
•
complessivo
2. Esamina la situazione proposta e rispondi alla domanda Una persona, residente in Italia, svolge attività di lavoro autonomo a Milano e ha altra attività di lavoro autonomo in Francia. Ha riscosso nell’anno una somma a titolo di trattamento di fine rapporto per una sua precedente attività di lavoro dipendente. Ha effettuato il versamento dei contributi previdenziali per la propria attività di lavoro autonomo. Come deve essere calcolato il suo reddito complessivo ai fini dell’Irpef?
368
L’Imposta sul reddito delle persone fisiche
U N I TÀ 3
4. La determinazione dell’imposta Il reddito complessivo, al netto degli oneri deducibili e della deduzione per l’abitazione principale e le sue pertinenze, costituisce la base imponibile dell’Irpef, sulla quale si applicano le aliquote previste dalla legge (art. 11 t.u.i.r.). Le aliquote sono fissate secondo la progressività per scaglioni.
Scaglioni di reddito
Aliquote
Fino a 15.000 euro
23,00%
Oltre 15.000 euro e mno a 28.000 euro
27,00%
Oltre 28.000 euro e mno a 55.000 euro
38,00%
Oltre 55.000 euro e mno a 75.000 euro
41,00%
Oltre 75.000 euro
43,00%
L’imposta lorda si determina applicando all’imponibile le aliquote crescenti per scaglioni
Mediante l’applicazione delle aliquote viene determinata l’imposta lorda, cioè quella che teoricamente sarebbe dovuta se si tenesse conto soltanto della base imponibile.
L’imposta netta Per adeguare ulteriormente la misura dell’imposta alla capacità contributiva, sull’imposta lorda si applicano, se ve ne sono i presupposti, tre tipi di detrazioni d’imposta: le detrazioni per carichi di famiglia; le detrazioni per redditi di lavoro, pensione o impresa minore; le detrazioni per oneri. Le detrazioni per carichi di famiglia, previste dall’art. 12 t.u.i.r., sono giustificate perché il contribuente, con il suo reddito, deve provvedere non soltanto a se stesso, ma anche ai familiari a suo carico. I familiari presi in considerazione ai fini della detrazione sono: ● il coniuge non legalmente ed effettivamente separato; ● i figli (compresi i figli naturali riconosciuti, i figli adottivi e gli affidati), anche se sono maggiorenni e non convivono con i genitori; ● gli altri familiari aventi diritto agli alimenti in base all’art. 433 c.c., quando convivono con il contribuente o ricevono da lui assegni alimentari non risultanti da provvedimenti dell’autorità giudiziaria (e quindi non deducibili dal reddito complessivo ai sensi dell’art. 10 t.u.i.r.).
Sull’imposta lorda si applicano le detrazioni:
per coniuge, figli e altri familiari a carico…
Il familiare si considera fiscalmente a carico quando il suo reddito complessivo, al lordo degli oneri deducibili, non è superiore a 2840,51 euro. Il limite di reddito è elevato a 4000 euro per i figli di età non superiore a ventiquattro anni. La detrazione per i figli è ripartita nella misura del 50% fra i genitori, salvo diverso accordo. In caso di separazione, annullamento del matrimonio o divorzio, la detrazione spetta al genitore affidatario e, in caso di affidamento congiunto, si ripartisce tra i genitori nella misura del 50% salvo diverso accordo. Le detrazioni per carichi di famiglia sono rapportate a mese e spettano soltanto per il periodo in cui si sono verificate le condizioni previste dalla legge.
369
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
APPROFONDIMENTO Detrazioni per carichi di famiglia
… detrazioni per lavoro, pensione e impresa minore…
APPROFONDIMENTO Le detrazioni per reddito di lavoro dipendente e assimilati APPROFONDIMENTO Le detrazioni per redditi di pensione, di lavoro autonomo e di impresa minore
… detrazioni per oneri… APPROFONDIMENTO Le detrazioni per oneri
… indicati negli artt. 15, 16 e 16 bis t.u.i.r.
370
L’importo da detrarre è graduato in relazione al reddito complessivo del contribuente (considerato al netto della deduzione per l’abitazione principale e le sue pertinenze). Per ciascun familiare la legge stabilisce una detrazione “teorica” di riferimento e indica il calcolo da effettuare per individuare la detrazione effettivamente spettante. Le detrazioni per redditi di lavoro, pensione e impresa minore attuano una discriminazione qualitativa a favore dei redditi derivanti da attività lavorativa [ÑM4 U2 par. 3]. L’art. 13 t.u.i.r. distingue varie ipotesi a seconda che alla formazione del reddito complessivo concorrano: ● redditi di lavoro dipendente e alcuni tipi di redditi assimilati al lavoro dipendente (compensi dei soci lavoratori di cooperative, borse di studio, compensi per collaborazione coordinata e continuativa ecc.); ● redditi di pensione e assegni equiparati alle pensioni; ● redditi di lavoro autonomo o di impresa minore, nonché altri tipi di redditi assimilati al lavoro dipendente (compensi per l’attività intramuraria dei medici, indennità e gettoni di presenza per l’esercizio di pubbliche funzioni, indennità per cariche politiche elettive ecc.) e alcuni tipi di redditi diversi (attività commerciali o di lavoro autonomo occasionali, assunzione di obblighi di fare, non fare o permettere); ● redditi derivanti da assegni periodici spettanti al coniuge a seguito di separazione, divorzio o annullamento del matrimonio. Le detrazioni per le suddette tipologie di redditi non sono cumulabili fra loro; il contribuente può scegliere di applicare quella più favorevole. Anche per queste detrazioni, come per quelle per familiari a carico, è stabilito un importo “teorico” di riferimento, e l’importo effettivamente detraibile è graduato in relazione al reddito complessivo del contribuente (al netto della deduzione per l’abitazione principale e le sue pertinenze) secondo il calcolo indicato dalla legge. Se il reddito complessivo supera 55.000 euro non spetta alcuna detrazione. Per i redditi di lavoro dipendente (e assimilati) e per i redditi di pensione l’importo teorico della detrazione deve essere rapportato al periodo di lavoro o di pensione nell’anno, cioè al numero di giorni in cui il contribuente ha avuto diritto a percepire il reddito, comprese le festività, le ferie e i riposi settimanali. Abbiamo visto che gli oneri previsti dall’art. 10 t.u.i.r. sono deducibili dal reddito [Ñpar. 3]. Dobbiamo ora parlare di altri oneri, indicati negli artt. 15, 16 e 16 bis, per i quali è ammessa una detrazione dall’imposta anziché una deduzione dal reddito. Ricordiamo che questa differenza è dovuta a ragioni di equità perché la detrazione d’imposta alleggerisce il peso fiscale nella stessa proporzione per tutti i contribuenti [Ñpar. 1]. L’art. 15 contiene un elenco di oneri per i quali la detrazione spetta nella misura del 19%. Vi sono compresi, fra gli altri, gli interessi passivi per l’acquisto della prima abitazione, le spese sanitarie, le spese per la frequenza di corsi scolastici e universitari, le erogazioni a favore di enti culturali, di Onlus, di associazioni sportive dilettantistiche, le spese per attività sportive di ragazzi fino a 18 anni, i canoni di locazione per studenti fuori sede ecc. L’art. 16 prevede detrazioni per i contribuenti che prendono in locazione
L’Imposta sul reddito delle persone fisiche
una casa adibita ad abitazione principale. La misura della detrazione non è rapportata al canone ma è stabilita a forfait, in misura diversa a seconda del reddito complessivo del contribuente e della tipologia del contratto. L’art. 16 bis prevede una detrazione a fronte delle spese per il recupero e la riqualificazione energetica di edifici (manutenzione, restauro, ristrutturazione, opere finalizzate al risparmio energetico, impianti per fonti rinnovabili di energia ecc.). Mediante l’applicazione delle detrazioni all’imposta lorda si determina l’imposta netta.
U N I TÀ 3
… applicando le detrazioni si determina l’imposta netta
L’importo da versare La somma di denaro che il contribuente deve versare all’erario non coincide sempre con l’importo dell’imposta netta. Dall’ammontare di questa, infatti, devono essere scomputati, nell’ordine, i crediti d’imposta che possono spettare al contribuente, i versamenti da lui eseguiti in acconto dell’imposta e le ritenute a titolo di acconto effettuate dal sostituto di imposta (art. 22 t.u.i.r.). L’art. 165 t.u.i.r. prevede un credito di imposta per redditi prodotti all’estero: se alla formazione del reddito complessivo concorrono uno o più redditi prodotti e tassati all’estero, il contribuente può detrarre, dall’imposta dovuta allo Stato italiano, le imposte pagate all’estero nei limiti del credito d’imposta spettante. Lo scopo è di evitare una doppia imposizione internazionale sulla stessa materia imponibile. Altri crediti d’imposta sono previsti da leggi speciali e, a differenza di quello previsto dal Testo unico, hanno funzione di incentivi o agevolazioni (per esempio, credito d’imposta per investimenti nel Meridione e in altre aree svantaggiate; credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo). Dall’imposta netta vanno poi detratti i versamenti d’acconto, che costituiscono una forma di riscossione anticipata dell’imposta. Il versamento d’acconto è effettuato dai contribuenti che posseggono redditi non soggetti a ritenuta: in relazione a tali redditi, prima che si chiuda il periodo d’imposta nel quale essi sono stati percepiti, deve essere versato un acconto sull’imposta dovuta per lo stesso periodo [ÑM5 U6]. Un’altra forma di riscossione anticipata dell’imposta è la ritenuta a titolo d’acconto, applicata alla fonte dal sostituto d’imposta [ÑM4 U1 par. 1; ÑM4 U3 par. 3]. In questo caso il reddito viene percepito dal contribuente al netto della ritenuta, ma ai fini della determinazione dell’imponibile deve essere preso in considerazione per il suo intero ammontare, compresa la parte che è stata oggetto della ritenuta. Questa, una volta calcolata l’imposta netta, viene scomputata dall’importo dovuto. Può accadere che l’ammontare dei versamenti, delle ritenute e dei crediti d’imposta sia superiore all’ammontare dell’imposta netta. In tal caso il contribuente, utilizzando per il pagamento l’apposito modello unificato, può compensare l’eccedenza a credito con gli importi a debito per altre imposte e contributi. Le eccedenze non compensate possono essere portate in diminuzione dell’imposta dovuta per l’anno successivo (anche in sede di acconto), oppure se ne può chiedere il rimborso in sede di dichiarazione dei redditi.
Per determinare l’importo da versare bisogna scomputare le somme a credito:
i crediti di imposta…
… i versamenti d’acconto…
… e le ritenute d’acconto
L’eventuale eccedenza può essere compensata, riportata o rimborsata
APPROFONDIMENTO Applicazione dell’Irpef
371
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Sintesi grafica base imponibile scaglioni di reddito
Imposta lorda
applicazione delle aliquote imposta lorda
Imposta netta
• coniuge • figli • altri familiari
familiari a carico
• lavoro • pensioni • impresa minore
tipologie di reddito
detrazioni
oneri
imposta netta detrazione crediti di imposta
Importo da versare
• redditi esteri • leggi speciali • versamenti d’acconto • ritenute d’acconto
scomputo di
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto L’imposta lorda si calcola applicando alla corrispondenti agli
..................................................
si calcola applicando all’imposta lorda le ..................................................,
per redditi di
..................................................
..................................................
..................................................
e per
versare si calcola sottraendo dall’imposta netta i i
..................................................
aliquota
•
•
ritenute
di acconto effettuati e le
base imponibile
•
scaglioni
•
•
crediti
versamenti
dell’Irpef le
..................................................
di reddito che vi sono compresi. L’imposta netta
•
spettanti per carichi di
..................................................
..................................................
..................................................
detrazioni
•
. L’importo da
di imposta spettanti,
d’acconto subite.
famiglia
•
lavoro
•
oneri
2. Esamina la situazione proposta e rispondi alla domanda Un contribuente ha percepito nell’anno redditi di lavoro dipendente, sui quali il datore di lavoro ha applicato le ritenute d’acconto ai fini Irpef. Possiede anche redditi di terreni che coltiva in qualità di affittuario. Ha sostenuto spese mediche e ha pagato l’assegno di mantenimento alla moglie dalla quale è legalmente separato. Non ha figli. Con quale procedimento deve calcolare la base imponibile, l’imposta dovuta e l’importo da pagare?
372
Strumenti per il ripasso
U N I TÀ 3
Strumenti per il ripasso | Sintesi INTERROGAZIONE SIMULATA
SINTESI AD ALTA ACCESSIBILITÀ
1. I profili economici dell’imposizione personale riguardano soprattutto: la misura della progressività: in passato, l’imposta personale aveva una progressività molto accentuata, con forte effetto redistributivo; in seguito, il tasso di progressività si è ridotto, gli scaglioni sono pochi e molto ampi e il divario fra aliquota massima e minima è diminuito; la tassazione nell’ambito della famiglia si attua con sistemi diversi. In Italia e in altri paesi la tassazione è individuale, con detrazioni per familiari a carico; in alcuni Stati si adotta il sistema dello splitting o quello del quoziente familiare; è ormai quasi abbandonato il sistema della tassazione del cumulo dei redditi; la rilevanza degli oneri che incidono sulla capacità contributiva: data la progressività dell’imposta, il sistema della detrazione d’imposta appare più equo rispetto a quello della deduzione dall’imponibile.
•
•
•
2. L’Imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) ha carattere generale, personale e progressivo; il suo presupposto è il possesso di redditi in denaro e in natura compresi nelle categorie previste dall’art. 6 t.u.i.r.: fondiari, di capitale, di lavoro dipendente, di lavoro autonomo, d’impresa, diversi. Il periodo d’imposta per l’applicazione del tributo è l’anno solare. I soggetti passivi dell’Irpef sono le persone fisiche che posseggono redditi. Nell’ambito della famiglia l’imputazione del possesso di redditi avviene con il sistema della tassazione individuale: i coniugi hanno posizioni fiscali separate; in caso di comunione legale dei beni i redditi vengono imputati a ciascun coniuge in base alle rispettive quote; i redditi dei beni dei figli minori sono imputati ai genitori che ne hanno l’usufrutto legale; nell’impresa familiare il reddito viene imputato per il 51% al titolare e per il resto ai familiari collaboratori secondo le rispettive quote.
Nelle società di persone il reddito è determinato in capo alla società ma imputato per quote ai soci.
3. La base imponibile dell’Irpef è costituita dal reddito complessivo al netto degli oneri deducibili. Per i soggetti residenti in Italia, il reddito complessivo comprende tutti i beni ovunque prodotti; per i soggetti non residenti comprende solo i redditi prodotti nel territorio italiano. La determinazione del reddito complessivo avviene in modo analitico, facendo la somma dei redditi imponibili e imputabili e sottraendo le eventuali perdite derivanti da esercizio di arti e professioni o imprese a contabilità semplificata. Dal reddito complessivo si possono dedurre gli oneri previsti dall’art. 10 t.u.i.r.
4. L’imposta lorda è determinata applicando al reddito complessivo netto le aliquote corrispondenti agli scaglioni di reddito entro i quali la base imponibile è compresa. L’imposta netta si ottiene applicando all’imposta lorda le detrazioni volte ad adeguare l’imposizione alla capacità contributiva: detrazioni per carichi di famiglia (relative a coniuge, figli e altri familiari a carico); detrazioni per redditi derivanti da lavoro dipendente e assimilati, pensioni, lavoro autonomo e impresa minore (per ottenere una discriminazione qualitativa dei redditi); detrazioni per oneri (per dare rilevanza a spese e passività). Per calcolare l’importo da versare, dopo aver determinato l’imposta netta vanno effettuate ulteriori operazioni: la detrazione dei crediti d’imposta (per redditi prodotti all’estero e per altri casi previsti da leggi speciali); lo scomputo dei versamenti d’acconto effettuati dal contribuente; lo scomputo delle ritenute d’acconto effettuate dal sostituto di imposta.
373
UNITÀ 3
Strumenti per il ripasso
Strumenti per il ripasso | Mappa profili economici
MAPPA PERSONALIZZABILE
riguardano
• imputazione dei redditi • misura della progressività • rilevanza degli oneri generale
L’Imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef)
ha carattere
progressivo
il presupposto è possesso di redditi
personale
da parte di
persone fisiche
particolari criteri di imputazione per
• coniugi e figli minori • impresa familiare • società di persone
procedimento applicativo
determinazione analitica dei redditi determinazione della base imponibile
somma dei redditi posseduti
reddito complessivo
deduzione degli oneri
reddito complessivo netto
applicazione dell’aliquota agli scaglioni determinazione dell’imposta dovuta
detrazioni per:
• carichi di famiglia • lavoro e impresa minore • oneri detrazione dei crediti d’imposta determinazione dell’importo da versare
scomputo di: versamenti d’acconto ritenute d’acconto
• •
374
imposta lorda
imposta netta
Verifica formativa
1. Scegli l’unica risposta esatta fra le quattro indicate 1. La progressività dell’imposta personale nei paesi europei: A è stata abolita £ B è meno accentuata che in passato £ C riguarda soprattutto i redditi di capitale £ D è attuata mediante il metodo della progressione £ continua 2. In Italia la tassazione del reddito prodotto in una famiglia è attuata con il metodo: A dello splitting £ B del quoziente familiare £ C della tassazione individuale £ D del cumulo dei redditi £ 3. I redditi delle società in nome collettivo che hanno sede in Italia: A sono oggetto dell’Ires £ B sono imputati ai soci £ C sono tassati in modo proporzionale £ D sono determinati in modo forfetario £ 4. La deduzione degli oneri dal reddito complessivo: A deve essere richiesta dal contribuente £ B è ammessa per tutte le spese personali £ C è applicata in misura molto ampia £ D è prevista in alcune limitate ipotesi £ 5. Le spese per l’istruzione dei mgli: A danno luogo a una detrazione di imposta £ B sono deducibili dal reddito complessivo £ C non hanno rilevanza fiscale £ D danno luogo a un credito di imposta £ 6. Le ritenute e gli acconti vanno scomputati: A dall’imposta netta £ B dall’imposta lorda £ C dal reddito complessivo £ D dal reddito complessivo netto £ 2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false e, se sono false, spiega perché 1. I redditi che non sono compresi nelle categorie indicate dalla legge non sono assoggettabili all’Irpef. V £ F £ 2. La somma dei redditi imponibili posseduti dal contribuente dedotte le spese per la loro produzione costituiscono il reddito complessivo netto. V£ F£ 3. Tutto il reddito del contribuente ai mni dell’Irpef è tassato con l’applicazione di una medesima aliquota. V£ F£ 4. I redditi delle imprese familiari sono imputati per quote uguali all’imprenditore e a ciascun familiare collaboratore. V£ F£
U N I TÀ 3
5. Gli scaglioni Irpef attualmente sono sette. 6. Le detrazioni per lavoro dipendente e per lavoro autonomo non sono cumulabili. 3. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 1
V£ F£ V£ F£
Connect the expressions on the left column with the corresponding on the right Calendar year a. Redistribution Progressivity b. Detractions Residents c. Tax year Health care costs for d. Total net income permanent disability e. Taxation of foreign Mortgage interests for income own’s main residence f. Seductions Tax Base 2
3
4
5
6
4. Correggi l’errore contenuto in ciascuna frase 1. La progressività dell’Irpef attua una discriminazione qualitativa dei redditi. 2. L’imposta netta si calcola applicando le aliquote previste dalla legge al reddito complessivo netto. 3. Se il reddito complessivo del contribuente aumenta, aumenta la detrazione per familiari a carico. 4. Le detrazioni oggettive hanno la funzione di attuare una discriminazione quantitativa dei redditi. 5. Al contribuente Irpef spetta una deduzione a fronte delle spese scolastiche. 6. Dalla base imponibile dell’Irpef è escluso l’assegno percepito per il mantenimento del coniuge. 5. Individua il concetto che corrisponde alle seguenti definizioni 1. Il sistema di imposizione sui redditi adottato in alcuni paesi dell’Est europeo. 2. II possesso di redditi in denaro o in natura rientranti nelle categorie previste dall’art. 6 del Testo unico. 3. Impresa individuale alla quale collaborano il coniuge, i parenti e gli afmni dell’imprenditore. 4. Reddito complessivo al netto degli oneri deducibili. 5. Si determina applicando alla base imponibile le aliquote previste dalla legge. 6. Si determina mediante l’applicazione delle detrazioni per familiari a carico, per lavoro e impresa minore e per oneri.
TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
375
UNITÀ 4
L’Imposta sul reddito delle società
Conoscenze
Abilità
• I caratteri, il presupposto e la struttura dell’Ires • Le regole per la determinazione della base imponibile • La conmgurazione del reddito complessivo delle società
• Individuare la funzione dell’Ires nel quadro delle imposte dirette
come reddito di impresa
• I regimi opzionali previsti dalla legge per i gruppi di società • Il trattamento mscale degli enti non commerciali • Il regime mscale delle società e degli enti non residenti
statali
• Confrontare i criteri per l’applicazione dell’Ires ai diversi soggetti passivi e riconoscere la società di capitali come prototipo d’impresa ai mni mscali • Individuare e confrontare la ragion d’essere dei regimi di trasparenza mscale e di consolidato mscale • Applicare a casi concreti le regole per la determinazione dell’imponibile Ires
L’Imposta sul reddito delle società
U N I TÀ 4
1. Funzione, presupposto ed elementi dell’Ires L’Imposta sul reddito delle società (Ires) è stata istituita con il d.lgs. 344/ 2003 in sostituzione dell’Imposta sul reddito delle persone giuridiche (Irpeg). L’imposta sulle società, aggiungendosi all’imposta sulle persone fisiche, completa il sistema dell’imposizione generale sul reddito. Vi sono redditi che non possono essere assoggettati all’Irpef perché non sono imputabili a persone fisiche, come gli utili non distribuiti dalle società di capitali oppure le entrate che gli enti di erogazione destinano ai propri scopi. Vi è quindi la necessità di tassare direttamente le società e gli enti, in quanto sono forniti di una propria capacità contributiva. L’Ires è un’imposta personale, perché si applica al reddito complessivo della società o dell’ente, così come l’Irpef si applica al reddito complessivo di una persona fisica. Il carattere personale ha connotati diversi nelle due imposte: ai fini dell’Irpef sono considerate le situazioni personali e familiari, ai fini dell’Ires si tiene conto della natura e dello scopo delle società o degli enti. L’Ires ha carattere proporzionale, e non progressivo come l’Irpef. La progressività si spiega sul piano economico con il principio dell’utilità marginale decrescente e sul piano politico e sociale con lo scopo di realizzare una redistribuzione di ricchezza. Entrambe le ragioni sono valide soltanto per le persone fisiche, mentre per le società e gli enti il primo e l’ultimo euro del reddito percepito hanno il medesimo scopo di investimento o di erogazione e quindi la medesima utilità marginale, e non avrebbe senso redistribuire redditi a carico di società ed enti che producono maggiori utili e a favore di quelli meno produttivi.
L’Ires completa il sistema
Il presupposto di imposta è identico a quello dell’Irpef e consiste (art. 72 t.u.i.r.) nel possesso di redditi, in denaro o in natura, rientranti nelle categorie indicate dall’art. 6.
Presupposto è il possesso
I soggetti passivi dell’Ires sono indicati nell’art. 73 t.u.i.r., che li distingue in quattro gruppi. 1) Il primo gruppo comprende le società con personalità giuridica, cioè le società di capitali (società per azioni, in accomandita per azioni, a responsabilità limitata) e le società mutualistiche (società cooperative e società di mutua assicurazione), residenti nel territorio dello Stato. Ricordiamo che invece per le società di persone, residenti nel territorio dello Stato, il reddito viene imputato ai soci ai fini dell’Irpef [ÑM5 U3 par. 2]. La società o l’ente si considera residente quando ha sul territorio dello Stato la sede legale o la sede amministrativa o l’oggetto principale della propria attività. Si presume, fino a prova contraria, che la società, pur avendo la sede legale all’estero, abbia la sede amministrativa in Italia quando detiene partecipazioni di controllo in società residenti ed è a sua volta controllata da società o enti residenti o gestita da amministratori in maggioranza residenti in Italia.
di tassazione del reddito
Assoggetta a tassazione redditi che non sono imputabili a persone fisiche
Ha carattere personale…
… e proporzionale
di redditi
Soggetti passivi sono: le società di capitali e mutualistiche residenti…
APPROFONDIMENTO Le società non operative
377
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
… gli enti commerciali residenti…
… gli enti non commerciali residenti…
… le società e gli enti non residenti
La base imponibile è il reddito complessivo netto
Il periodo di imposta coincide con l’esercizio
L’aliquota è il 24%
L’imposta netta si calcola applicando all’imposta lorda le detrazioni ammesse
L’importo da versare si determina come nell’Irpef
378
2) Il secondo gruppo comprende gli enti commerciali non costituiti in forma di società, i quali hanno come oggetto esclusivo o principale l’esercizio delle attività commerciali previste dall’art. 2195 c.c. Vi sono compresi gli enti pubblici economici che non sono stati trasformati in s.p.a., i consorzi, le aziende municipalizzate ecc. 3) Rientrano nel terzo gruppo gli enti pubblici e privati, residenti nel territorio dello Stato, che non hanno come oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciale. Si tratta di enti non commerciali, istituiti per fini “di erogazione”, siano privati (fondazioni, associazioni, partiti politici, sindacati ecc.) o pubblici (enti previdenziali, aziende sanitarie locali ecc.). Sono esclusi dall’Ires gli organi e le Amministrazioni dello Stato e gli enti territoriali (Regioni, Province, Città metropolitane, Comuni). Gli enti commerciali e gli enti non commerciali sono assoggettati all’Ires anche se privi di personalità giuridica, purché si tratti di organizzazioni stabili e provviste di una propria autonomia patrimoniale e gestionale. 4) Il quarto gruppo è formato dalle società e dagli enti di ogni tipo, con o senza personalità giuridica, non residenti nel territorio dello Stato. Queste organizzazioni sono assoggettate all’Ires per i redditi prodotti in Italia, qualunque sia il loro scopo istituzionale e la natura della loro attività (comprese le società di persone). La base imponibile dell’Ires è costituita dal reddito complessivo netto (art. 75 t.u.i.r.); la sua determinazione avviene con criteri differenti a seconda che si tratti di società o enti commerciali residenti, di enti non commerciali residenti o di società ed enti non residenti (come vedremo nei paragrafi seguenti). Il periodo di imposta non è predeterminato, ma corrisponde alla durata dell’esercizio o periodo di gestione del soggetto passivo. Nel caso che tale durata non sia fissata dalla legge o dall’atto costitutivo, oppure sia fissata in un periodo di due o più anni, il periodo di imposta coincide con l’anno solare. Dato il carattere proporzionale dell’Ires, l’aliquota è costante e dal 2017 è fissata nella misura del 24%; per gli enti creditizi e finanziari si applica un’addizionale di 3,5 punti percentuali. Mediante l’applicazione dell’aliquota alla base imponibile si determina l’imposta lorda. Sull’imposta lorda, per tutti i soggetti Ires, è ammessa la detrazione del 19% delle erogazioni liberali a favore delle associazioni sportive dilettantistiche e del Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato (art. 78 t.u.i.r.). Altre detrazioni, di cui parleremo più avanti, sono previste per gli enti non commerciali e per le società e gli enti non residenti. Con l’applicazione delle detrazioni si determina l’imposta netta. Dall’imposta netta si scomputano i crediti di imposta, le ritenute e i versamenti d’acconto, secondo le norme esaminate a proposito dell’Irpef. Se l’ammontare dei crediti e degli acconti è superiore a quello dell’imposta, l’eccedenza può essere compensata con le somme a debito in sede di versamento unificato.
L’Imposta sul reddito delle società
U N I TÀ 4
Le somme non utilizzate in compensazione possono essere computate in diminuzione dell’imposta dovuta nel periodo successivo, a meno che non ne venga chiesto il rimborso in sede di dichiarazione annuale dei redditi.
I trust
Approfondimento
Fra i soggetti passivi dell’Ires sono compresi anche i trust, organismi istituiti per amministrare un complesso di beni nell’interesse di uno o più benemciari o per un mne determinato. A seconda dell’oggetto e della sede sono qualimcati come enti commerciali o non commerciali, residenti o non residenti. Il trattamento mscale dei redditi prodotti dal trust è diverso a seconda che i benemciari siano o non siano espressamente individuati nell’atto costitutivo. Nel primo caso si applica il regime di tassazione “per trasparenza”, in base al quale il reddito conseguito dal trust viene imputato direttamente ai benemciari in proporzione alle rispettive quote; nel secondo caso il reddito è tassato in capo allo stesso trust.
Sintesi grafica
• di capitali • mutualistiche
società residenti enti commerciali residenti
soggetti passivi enti non commerciali residenti società ed enti non residenti
Ires
• reddito complessivo netto • differenti criteri
base imponibile
di determinazione
• costante • 24%
aliquota
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto L’Ires si applica al reddito complessivo posseduto da società ed enti non assoggettabili all’.................................................. . Soggetti passivi sono le società di residenti; gli enti e gli enti capitali
•
•
..................................................
..................................................
commerciali
non residenti
•
residenti; gli enti
per i redditi prodotti in Irpef
•
Italia
•
..................................................
..................................................
..................................................
mutualistiche
•
e
..................................................
residenti; le società
.
non commerciali
>>> 379
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
2. Completa le frasi inserendo i termini appropriati 1. L’Ires ha la funzione di tassare i redditi non È entrata in vigore nel ..................................................
e
2. La base imponibile è il ..................................................
..................................................
..................................................
..................................................
a persone fisiche.
al posto dell’..................................................; ha carattere
.
..................................................
complessivo che si determina in modo
per le diverse tipologie di
..................................................
.
2. Società ed enti commerciali residenti Il reddito è determinato in modo unitario come reddito di impresa…
È ammesso il riporto della perdita di esercizio
Per le società e gli enti commerciali residenti il reddito complessivo, da qualunque fonte provenga, è considerato reddito di impresa e determinato in modo unitario. Ricordiamo che le società e gli enti commerciali soggetti a Ires, indipendentemente dalle loro dimensioni, sono sottoposti al sistema della contabilità ordinaria e hanno l’obbligo di redigere il bilancio di fine esercizio [ÑM5 U2 par. 6]. Il reddito imponibile è rappresentato dall’utile netto risultante dal conto economico, con le variazioni in aumento e in diminuzione conseguenti all’applicazione delle norme fiscali (art. 83 t.u.i.r.). Abbiamo esaminato i princìpi di carattere generale e le disposizioni specifiche riguardanti i componenti positivi e negativi che concorrono a formare il reddito di impresa ai fini fiscali, nonché il meccanismo mediante il quale, partendo dall’utile contabile, si giunge alla determinazione del reddito imponibile: norme che, pur essendo dettate in modo specifico per le società e gli enti commerciali soggetti all’Ires, si applicano a tutte le imprese in contabilità ordinaria. Sono sempre esclusi dal reddito imponibile: ● i proventi esenti e quelli soggetti a ritenuta definitiva alla fonte o imposta sostitutiva; ● i sopraprezzi di emissione di azioni o quote; ● la differenza positiva o negativa fra il costo delle azioni proprie annullate per riduzioni del capitale e la corrispondente quota del patrimonio netto. L’eventuale perdita di esercizio può essere riportata in deduzione nei periodi di imposta successivi, senza limiti di tempo, per l’intero importo che trova capienza entro l’80% del reddito imponibile di ciascuno di essi. Le perdite realizzate nei primi tre periodi d’imposta dalla costituzione della società possono essere computate in diminuzione del reddito complessivo dei periodi d’imposta successivi senza la limitazione dell’80%, a condizione che siano riferibili a nuove attività produttive (art. 84 t.u.i.r.).
Le norme
La participation exemption (o esenzione parziale) L’art. 87 t.u.i.r. prevede la parziale esenzione (nella misura del 95%) delle plusvalenze realizzate in relazione ad azioni o quote di partecipazione, a condizione che vi siano quattro requisiti: che le partecipazioni siano iscritte in bilancio fra le immobilizzazioni mnanziarie e siano state possedute ininterrottamente dal primo giorno del 12° mese anteriore alla cessione, e che la società partecipata eserciti effettivamente un’attività commerciale e non abbia sede in uno Stato a mscalità privilegiata. Se manca anche soltanto uno dei quattro requisiti suddetti, la plusvalenza è considerata componente positivo del reddito di impresa per il suo intero ammontare.
380
L’Imposta sul reddito delle società
U N I TÀ 4
Sintesi grafica
• determinazione come reddito di impresa • elementi non imponibili
base imponibile Società ed enti commerciali
• senza limiti di tempo • capienza entro l'80%
riporto perdite
del reddito
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Per le società e gli enti
..................................................
residenti nello Stato, tutto il reddito
complessivo è considerato come unico reddito d’.................................................., e si determina in base al risultato del e in
..................................................
..................................................
aumento
•
economico con le
..................................................
in
..................................................
previste dalle leggi fiscali.
commerciali
•
conto
•
diminuzione
•
impresa
•
variazioni
2. Esamina la situazione proposta ed esegui l’esercizio La società Alfa Gamma srl ha chiuso l’esercizio con un utile fiscale di 105.400 euro. Nell’esercizio precedente, a causa di un complesso di circostanze sfavorevoli, aveva registrato una perdita di 90.000 euro. Calcola la base imponibile ai fini dell’Ires dovuta dalla società, dopo aver verificato se la perdita possa essere detratta dall’utile conseguito o se sia possibile ripartirla per quote costanti nell’esercizio appena chiuso e in quello successivo.
3. I regimi opzionali Oltre al regime ordinario di tassazione, la disciplina dell’Ires prevede due regimi opzionali: la trasparenza fiscale e il consolidato fiscale. I due regimi sono alternativi fra loro perché hanno caratteri opposti; di conseguenza, quando sia stata esercitata l’opzione per il consolidato fiscale, è esclusa l’opzione per il regime di trasparenza, e viceversa. L’opzione è irrevocabile per la durata di tre esercizi sociali, purché permangano i requisiti per fruire del regime opzionale scelto; al termine di ciascun triennio se non è revocata si rinnova tacitamente per un ulteriore triennio. La tassazione per trasparenza è prevista dagli artt. 115 e 116 t.u.i.r. ed è applicabile alle società “a ristretta base azionaria”, cioè: ● alle società soggette a Ires residenti i cui partecipanti, a loro volta, sono esclusivamente società soggette a Ires residenti, a condizione che ciascuna società partecipante abbia una percentuale dei diritti di voto e una quota di partecipazione agli utili non inferiore al 10% e non superiore al 50% (e quindi il numero delle società partecipanti deve essere compreso fra un minimo di due e un massimo di dieci); ● alle società a responsabilità limitata nelle quali il volume di ricavi non supera i limiti stabiliti per l’applicazione degli studi di settore e i soci
Sono previsti per le società e gli enti commerciali anche due regimi opzionali:
la trasparenza fiscale…
381
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
sono esclusivamente persone fisiche in numero non superiore a 10 (o a 20 se si tratta di una cooperativa).
… e il consolidato fiscale…
… nazionale…
382
Per effetto dell’opzione, l’intero reddito della società viene imputato direttamente ai soci in proporzione alle rispettive quote di partecipazione agli utili, indipendentemente dal fatto che questi siano o non siano stati distribuiti; di conseguenza, non si applica l’Ires nei confronti della società partecipata. Diventa applicabile così alle società con personalità giuridica un regime analogo a quello previsto per le società di persone [ÑM5 U3 par. 2]. Conseguenza del regime di trasparenza fiscale è l’eliminazione della doppia imposizione sugli utili: nel regime ordinario gli utili sono tassati sia in capo alla società che li ha prodotti sia, almeno parzialmente, in capo ai soci che li percepiscono, mentre con la tassazione per trasparenza sono colpiti una sola volta in capo ai soci. Questo regime è indicato come “trasparenza fiscale” perché l’obbligazione tributaria non si configura nei confronti del soggetto che giuridicamente è titolare della ricchezza prodotta (la società), ma fa capo direttamente ai soggetti a cui economicamente compete la stessa ricchezza (i soci): il termine “trasparenza” indica che, al di là dello schermo rappresentato dalla società, la realtà economica è quella rappresentata dai soci. Come gli utili, anche le perdite della società partecipata vengono imputate proporzionalmente ai soci e, poiché essi hanno responsabilità limitata, l’imputazione delle perdite è contenuta entro i limiti delle rispettive quote del patrimonio netto contabile della società partecipata. L’altro regime opzionale è il consolidato fiscale. Esso si applica ai gruppi di società e prevede che ai fini dell’Ires la società controllante includa nel suo reddito complessivo i redditi delle società controllate, che in tal modo vengono integrati nel reddito globale del gruppo. Questo sistema è opposto a quello della tassazione per trasparenza perché, anziché dividere fra i partecipanti il reddito prodotto dalla società partecipata, fa risalire in capo alla sola società controllante i redditi delle controllate. Con il riconoscimento del gruppo quale unico soggetto di imposta è data rilevanza sul piano tributario a una realtà, qual è quella dei gruppi di imprese, che caratterizza le economie dei paesi industrializzati. La società controllante deve essere residente nel territorio dello Stato o, se non è residente, deve esercitare un’attività di impresa in Italia mediante una stabile organizzazione, cioè avendo nel territorio italiano una sede fissa di affari (art. 162 t.u.i.r.). Le controllate che esercitano l’opzione devono essere residenti nel territorio dello Stato (“consolidato nazionale”). La società capogruppo si considera controllante quando, direttamente o indirettamente, partecipa al capitale sociale e agli utili di bilancio della controllata in misura superiore al 50%, senza considerare le azioni prive di diritto di voto né la quota di utili a esse spettante. La tassazione di gruppo comporta la determinazione di un reddito complessivo globale in capo alla società madre, che si determina sommando algebricamente i redditi complessivi netti e le perdite di tutte le controllate che hanno esercitato l’opzione.
L’Imposta sul reddito delle società
La base imponibile a livello di gruppo consente di utilizzare le perdite delle società partecipanti in diminuzione dei redditi posseduti dalle altre società del gruppo, a condizione che tali perdite si siano verificate negli esercizi a cui si riferisce l’opzione. Dal momento che il consolidato di gruppo dà luogo a un unico soggetto di imposta, la società controllante deve presentare un’unica dichiarazione dei redditi nella quale siano aggregati i dati delle società che partecipano al regime consolidato. Le società controllate devono compilare le proprie dichiarazioni dei redditi, che hanno soltanto la funzione di comunicare alla controllante i rispettivi redditi o perdite e gli altri elementi rilevanti (ritenute, crediti di imposta ecc.). In considerazione della globalizzazione del mercato, è stato introdotto l’istituto del consolidato mondiale per i gruppi societari internazionali nei quali sono comprese società controllate non residenti. L’art. 130 t.u.i.r. prevede la possibilità della società controllante di includere in un’unica base imponibile di gruppo anche i redditi delle società controllate estere, con i princìpi e i criteri previsti per il consolidato nazionale, salvo specifiche disposizioni riservate al consolidato mondiale. ● L’opzione spetta soltanto alla società controllante e deve essere esercitata per tutte le società controllate non residenti. ● I redditi e le perdite delle controllate non residenti sono imputati alla società controllante non integralmente ma in proporzione alle quote di partecipazione agli utili detenute dalla stessa società controllante.
U N I TÀ 4
… o mondiale
Sintesi grafica redditi e perdite
• determinazione in capo alla società • imputazione ai soci per quote • partecipata soggetto Ires • partecipanti soggetti Ires
Trasparenza fiscale
gruppi di società quote
soggetti
• non inferiori al 10% • non superiori al 50%
srl e cooperative
• ricavi non superiori agli studi di settore • soci persone fisiche • non più di 10 soci (srl)
o di 20 soci (cooperative)
gruppi di società Consolidato fiscale
• tassazione in capo alla controllante • somma algebrica dei redditi netti delle controllate nazionale
versioni mondiale
• controllante residente • controllate anche non residenti
>>> 383
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Per le società e gli enti commerciali sono previsti due regimi ..................................................
capo ai
fiscale, per cui il reddito di una società di come avviene nelle società di
..................................................
fiscale, per cui il reddito di un in capo alla società capitali
•
soci
•
..................................................
..................................................
consolidato
•
..................................................:
..................................................
..................................................;
il
la
è tassato in
..................................................
di società è tassato unitariamente
.
controllante
•
gruppo
•
opzionali
•
persone
•
trasparenza
2. Completa le frasi inserendo i termini appropriati 1. La trasparenza fiscale è un regime e le
..................................................
della
..................................................
..................................................
in base al quale il reddito
vengono
..................................................
ai
..................................................
in proporzione alle rispettive
2. Il
..................................................
fiscale rende possibile la tassazione a livello di
..................................................
mediante la determinazione del reddito complessivo imputato alla società
..................................................
dei redditi netti di tutte le società
..................................................
..................................................
e risulta dalla somma
..................................................
direttamente
. che viene
..................................................
.
4. Enti non commerciali residenti Per gli enti non commerciali la determinazione del reddito è analitica
La legge indica i proventi esclusi…
Per gli enti residenti che non hanno come oggetto principale l’esercizio di attività commerciale, l’imponibile, ai sensi dell’art. 143 t.u.i.r., viene determinato con un procedimento analogo a quello che l’art. 8 prevede per le persone fisiche. Il reddito complessivo ai fini dell’Ires è formato dall’insieme dei singoli redditi analiticamente determinati: redditi fondiari, redditi di capitale, redditi di imprese marginalmente esercitate e redditi diversi. Oltre ai proventi esenti e a quelli soggetti a imposta sostitutiva, non concorrono alla formazione del reddito: ● i fondi pervenuti all’ente a seguito di occasionali raccolte pubbliche per celebrazioni, ricorrenze, campagne di sensibilizzazione; ● i contributi corrisposti da Amministrazioni pubbliche per lo svolgimento convenzionato di attività socialmente utili. Tali fondi e contributi sono anche esclusi dall’applicazione dell’Iva ed esenti da ogni altro tributo. Se si tratta di enti di tipo associativo, non entrano a far parte della base imponibile le somme versate dagli associati a titolo di quote o contributi associativi. Per le associazioni culturali, assistenziali, politiche, sindacali, sportivo-dilettantistiche e altre previste dalla legge, sono escluse dall’imponibile anche le somme versate dagli associati come corrispettivo di prestazioni inerenti agli scopi istituzionali dell’ente. Le somme pagate dagli associati o da terzi in corrispettivo di beni o servizi specifici, estranei agli scopi istituzionali dell’ente, sono considerate come
384
L’Imposta sul reddito delle società
componenti del reddito di impresa o come redditi diversi, a seconda che le relative operazioni abbiano carattere abituale o occasionale. Per le imprese marginalmente esercitate gli enti non commerciali hanno l’obbligo di tenere contabilità separate. Gli enti ammessi al regime di contabilità semplificata [ÑM5 U2 par. 6] possono optare per la determinazione forfetaria del reddito di impresa, applicando all’ammontare dei ricavi i coefficienti di redditività indicati dalla legge. Se l’impresa è esercitata in regime di contabilità semplificata, l’eventuale perdita di esercizio è deducibile dal reddito complessivo dello stesso esercizio. Se l’impresa è esercitata in regime di contabilità ordinaria, la perdita di esercizio può essere dedotta dall’ammontare dei redditi di impresa e di partecipazione in società di persone, conseguiti dall’ente nello stesso esercizio e, per l’eventuale eccedenza, negli esercizi successivi non oltre il quinto, per l’intero importo che trova capienza in ciascuno di essi [ÑM5 U2 par. 6]. Dal reddito complessivo è ammessa la deduzione di alcuni degli oneri previsti dall’articolo 10 t.u.i.r. (oneri reali attinenti a beni immobili, somme corrisposte ai dipendenti impegnati presso uffici elettorali, contributi per aiuti ai paesi in via di sviluppo). Il reddito complessivo al netto degli oneri costituisce la base imponibile sulla quale viene applicata l’aliquota per determinare l’imposta lorda. Le detrazioni dall’imposta lorda, oltre a quelle ammesse per tutti i soggetti Ires [Ñpar. 1], sono ammesse anche per altri oneri indicati dall’art. 147 t.u.i.r. (interessi passivi, manutenzione o restauro di beni culturali, erogazioni liberali a favore di attività culturali e spettacolo, di istituzioni scolastiche e universitarie, di associazioni di promozione sociale) nella misura del 19% degli oneri stessi. Si determina così l’imposta netta dovuta. Uno speciale trattamento agevolato è previsto per gli enti del Terzo settore, che sono gli enti privati, diversi dalle società, che esercitano in via esclusiva o principale attività di interesse generale, senza scopo di lucro, per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale (d.lgs. n. 117/2017). Le attività considerate di interesse generale sono dettagliatamente indicate dalla legge. Vi rientrano, fra l’altro, gli interventi e servizi sociali, le prestazioni sanitarie e socio-sanitarie, la ricerca scientifica, la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e del paesaggio, le attività a favore del commercio equo e solidale ecc. Ai fini fiscali queste attività sono considerate non commerciali quando sono svolte gratuitamente o dietro corrispettivi non superiori ai costi.
U N I TÀ 4
… e il regime delle imprese marginalmente esercitate
Sono ammesse deduzioni dal reddito…
… e detrazioni d’imposta
Norme speciali riguardano gli enti del Terzo settore
APPROFONDIMENTO Il Terzo settore
Le norme
Codice del Terzo settore Art. 4, comma 1 – Sono enti del Terzo settore le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale, gli enti filantropici, le imprese sociali, incluse le cooperative sociali, le reti associative, le società di mutuo soccorso, le associazioni, riconosciute o non riconosciute, le fondazioni e gli altri enti di carattere privato diversi dalle società costituiti per il perseguimento, senza scopo
di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale mediante lo svolgimento di una o più attività di interesse generale in forma di azione volontaria o di erogazione gratuita di denaro, beni o servizi, o di mutualità o di produzione o scambio di beni o servizi, ed iscritti nel registro unico nazionale del Terzo settore.
385
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Sintesi grafica
• determinazione analitica • fondi e contributi esclusi • oneri deducibili
base imponibile
contabilità separate
imprese marginalmente esercitate
Enti non commerciali
regime forfetario opzionale perdite
• deduzione dal reddito
complessivo (contabilità semplificata) riporto non oltre il quinto anno (contabilità ordinaria)
• • finalità sociali non lucrative • regime speciale
enti del Terzo settore
agevolato
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Per gli enti non commerciali con metodo
..................................................
posseduti. Per le ..................................................
analitico
•
..................................................
in base alla
..................................................
nello Stato la base imponibile si calcola
..................................................
dei redditi
..................................................
marginalmente esercitate è obbligatoria la contabilità
.
imponibili
•
imprese
•
separata
•
somma
•
residenti
2. Esamina la situazione proposta ed esegui l’esercizio Un’associazione culturale senza scopo di lucro ha a oggetto l’organizzazione di concerti e conferenze per i soli associati; per i concerti di costo più elevato è richiesto agli associati stessi il pagamento di un biglietto di ingresso. Le quote associative per l’anno ammontano a 12.500 euro e i proventi dei concerti a pagamento sono, per lo stesso anno, pari a 10.000 euro. L’immobile sede delle attività sociali appartiene all’associazione ed è censito in catasto con rendita di 2800 euro. Tale immobile è stato sporadicamente utilizzato per l’organizzazione di intrattenimenti a richiesta di terzi e dietro corrispettivo; i relativi proventi ammontano a 15.000 euro. Sono stati erogati nell’anno 3500 euro a favore del Comune per il restauro di monumenti cittadini. Calcola l’imposta netta dovuta dall’associazione.
5. Società ed enti non residenti Società ed enti non residenti sono tassati per i redditi prodotti in Italia
386
Nei confronti delle società e degli enti non residenti (artt. 151-154 t.u.i.r.) sono tassati soltanto i redditi prodotti nel territorio dello Stato. Il reddito complessivo netto si calcola in modo diverso a seconda della natura e dell’organizzazione dell’ente.
L’Imposta sul reddito delle società
U N I TÀ 4
Per le società ed enti commerciali si fa la seguente distinzione. ● Se la società o ente ha nel territorio italiano una stabile organizzazione, il reddito prodotto è considerato nella sua globalità reddito di impresa e viene determinato unitariamente in base al risultato di un apposito conto economico relativo alla gestione svolta in Italia. Il concetto di stabile organizzazione è definito nell’art. 162 t.u.i.r. e indica una sede fissa di affari per mezzo della quale l’impresa non residente esercita la sua attività sul territorio dello Stato; può comprendere, in particolare, una sede di direzione, una succursale, un ufficio, un laboratorio, un’officina, una miniera. ● Se la società o l’ente non ha una stabile organizzazione in Italia, il reddito complessivo corrisponde alla somma dei singoli redditi posseduti, ciascuno dei quali è determinato secondo le regole proprie della categoria alla quale appartiene. Dal reddito complessivo si deducono alcuni degli oneri previsti dall’art. 10 t.u.i.r. (canoni e altri oneri reali gravanti sugli immobili, contributi per aiuti a paesi in via di sviluppo). Sull’imposta lorda possono essere applicate le stesse detrazioni per oneri previste per gli enti non commerciali residenti [Ñpar. 4]; si tiene conto degli interessi passivi solo se il mutuo è garantito da beni situati nel territorio dello Stato. Per gli enti non commerciali il reddito complessivo è formato dai redditi prodotti nel territorio dello Stato, determinati analiticamente secondo le norme stabilite per le categorie a cui appartengono. Dal reddito complessivo è ammessa la deduzione degli oneri indicati per gli enti commerciali privi di stabile organizzazione, e di altri oneri indicati dall’art. 154.
APPROFONDIMENTO Globalizzazione e problemi fiscali
Sintesi grafica con stabile organizzazione in Italia
• con redditi di impresa • conto economico
senza stabile organizzazione in Italia
• determinazione analitica • oneri deducibili
separato
commerciali
Società ed enti non residenti
determinazione analitica
non commerciali oneri deducibili
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Le
..................................................
e gli
..................................................
di qualunque tipo
..................................................
all’.................................................. e sono tassati solo per i redditi prodotti sul dello enti
..................................................
•
Ires
•
sono soggetti
..................................................
.
non residenti
•
società
•
Stato
•
territorio
>>> 387
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
2. Completa le frasi inserendo i termini appropriati Se la società o l’ente non residente ha in Italia una una sede di
..................................................
..................................................
di
..................................................,
sulla base di un apposito
..................................................
organizzazione, cioè
l’imponibile si determina come reddito ..................................................
economico.
In tutti gli altri casi il reddito complessivo della società o dell’ente si determina in modo
..................................................
come
..................................................
dei vari redditi prodotti.
CITTADINANZA DIGITALE 10 consigli per ricerche efficaci Google è il motore di ricerca più utilizzato al mondo (e il primo sito per visite). I motori di ricerca sono cresciuti insieme al web per aiutare gli utenti a muoversi all’interno di un ambiente dove la produzione di nuovi contenuti cresce a ritmi esponenziali quotidianamente. I motori di ricerca catalogano e indicizzano quello che il web (o porzioni di esso) produce ogni giorno. L’indicizzazione prevede la creazione di indici, copie ordinate di quello che è presente su internet: su Google per esempio si può accedere alla copia di una pagina o di un mle tramite il comando “Visualizza copia cache”. Queste pagine copiate sono lette da algoritmi (funzioni automatiche di calcolo) che estraggono le informazioni da ogni contenuto per riportarle agli utenti e che permettono ai siti più popolari di comparire tra i primi risultati di ricerca. I risultati più rilevanti sono restituiti agli utenti anche per altre ragioni: attraverso la sponsorizzazione (che permette di collocare un sito tra i primi risultati in forma di annuncio a pagamento), il fatto che una pagina sia ottimizzata per smartphone o che sia valutata come più sicura di altre, il fatto che i risultati siano potenzialmente più interessanti per l’utente in base al luogo in cui viene eseguita la ricerca, e via dicendo. I risultati delle nostre ricerche sono quindi regolati da diversi princìpi che è meglio conoscere per ottenere più facilmente quello che cerchiamo. Ce ne accorgiamo quando cerchiamo una nostra parola su più motori di ricerca, oltre a Google, per esempio, su Bing, e vediamo che l’elenco dei risultati è diverso. Se con l’aiuto dei motori di ricerca possiamo in teoria raggiungere contenuti e informazioni di ogni tipo, una ricerca generica e mal formulata rischia di portarci lontano da quello che cerchiamo. Per questa ragione, per navigare su Google, è meglio fare propri alcuni “trucchi”: 1) Se stai cercando una frase (es. «Nel mezzo del cammin di nostra vita»), racchiuderla tra doppi apici (“ ”) ti aiuterà a mltrare la tua ricerca mostrandoti solo le pagine in cui la frase compare con la stessa sequenza con cui è stata scritta. 2) Non accontentarti dei primi risultati: non è detto che le prime
388
pagine di Google siano quelle giuste; se la tua ricerca dà risultati troppo vaghi prova ad aggiustare il tiro aggiungendo qualche termine più preciso. 3) Utilizza le categorie di Google per restringere la tua ricerca: se stai cercando delle immagini, dei video o delle notizie, fallo direttamente nelle apposite sezioni di Google “Immagini”, “Video” e “Notizie”. 4) Utilizza la categoria “Strumenti” per restringere la tua ricerca a uno specimco arco temporale. Per esempio, se dopo aver lanciato la ricerca, vai su “Strumenti” e selezioni “Ultimo anno”, vedrai solo le pagine più aggiornate sull’argomento. 5) La categoria “Strumenti” varia a seconda della tipologia di contenuti, nella sezione “Immagini”, per esempio, si possono scegliere specimche dimensioni, colori (solo in bianco e nero), diritti di utilizzo ecc. 6) La categoria “Impostazioni” ti permette di accedere alla sezione di “Ricerca avanzata”. Qui potrai restringere la ricerca compilando alcuni campi (come la lingua, il dominio ecc.) che mltreranno i risultati più pertinenti. 7) Se nella tua ricerca sono inclusi due o più termini e vuoi che tra i risultati ne compaia anche uno solo inserisci “or” tra le due parole: es. “aspirina or acetilsalicilico” restituirà sia le pagine in cui compare il termine “aspirina” sia quelle in cui compare il termine “acetilsalicilico”. 8) Inserendo un “-” prima di un termine lo escluderai dalla ricerca: per esempio cercando “Parigi”, l’aggiunta di “-hotel” ti permetterà di escludere tutti gli annunci a pagamento su dove pernottare nella capitale francese. 9) Se ti interessano solo i risultati di pagine provenienti da un sito specimco, inserisci nella barra di ricerca l’espressione “site:” seguita dal dominio del sito. Oppure, se stai cercando nello specimco un mle, inserisci la dicitura “mletype:” seguita dall’estensione che ti interessa (es. pdf, ppt, pptx ecc.). 10) Google include un ottimo dizionario: per trovare una demnizione, inserisci l’espressione “demne” prima del termine che stai cercando (es. “demne acetilsalicilico”).
Strumenti per il ripasso
U N I TÀ 4
Strumenti per il ripasso | Sintesi INTERROGAZIONE SIMULATA
SINTESI AD ALTA ACCESSIBILITÀ
1. L’Imposta sul reddito delle società
(Ires), entrata in vigore nel 2004 in sostituzione dell’Imposta sul reddito delle persone giuridiche, ha la funzione di tassare i redditi non imputabili a persone fisiche. Si applica alle società e agli enti come soggetti dotati di una propria capacità contributiva. Ha carattere personale, perché si applica al reddito complessivo posseduto dalla società o dall’ente; è proporzionale, a differenza dell’Irpef che è progressiva. Il presupposto d’imposta è il possesso di redditi imponibili. I soggetti passivi sono le società di capitali e mutualistiche residenti, gli enti commerciali residenti, gli enti non commerciali residenti, le società e gli enti non residenti. La base imponibile è costituita dal reddito complessivo netto e si determina con criteri diversi a seconda dei soggetti; l’aliquota, costante, è del 24%; il periodo di imposta, non predeterminato, corrisponde all’esercizio o periodo di gestione.
2. Per le società e gli enti commerciali
residenti nello Stato, la base imponibile è determinata in modo unitario come reddito d’impresa. Le società di capitali sono considerate come il prototipo dell’impresa commerciale ed è per questo che le norme sulla determinazione del reddito di impresa sono stabilite con riferimento all’Ires. L’eventuale perdita può essere riportata agli esercizi successivi entro il limite dell’80% del reddito di ciascuno di essi.
3. Possono essere attuati due regimi
opzionali che sono alternativi perché producono effetti opposti: il regime di trasparenza fiscale, in base al quale si applica alle società di capitali un regime analogo a quello previsto
•
•
per le società di persone; il reddito imponibile della società viene imputato ai soci in proporzione alle rispettive quote di partecipazione; il consolidato fiscale, in base al quale si attua in modo unitario la tassazione dei gruppi di società in capo alla società controllante; la base imponibile è il reddito complessivo del gruppo e corrisponde alla somma algebrica dei redditi delle società che hanno optato per il regime consolidato.
4. Per gli enti non commerciali residenti nello Stato la base imponibile si calcola con metodo analitico sulla somma dei redditi posseduti; sono esclusi determinati fondi e contributi ed è ammessa la deduzione di determinati oneri. Per le imprese marginalmente esercitate è obbligatoria la contabilità separata ed è previsto un regime forfetario opzionale; le perdite eventuali sono deducibili dal reddito complessivo se l’impresa opera in contabilità semplificata; se opera in contabilità ordinaria è ammesso il riporto agli esercizi successivi non oltre il quinto anno. È previsto un trattamento agevolato per gli enti del Terzo settore, i quali perseguono senza scopo di lucro fini di solidarietà, interesse civico, utilità sociale.
5. Per società ed enti non residenti
nello Stato l’Ires si applica solo ai redditi prodotti sul territorio nazionale. Per le società ed enti commerciali, se esiste una stabile organizzazione, in Italia il reddito è determinato in modo unitario come reddito d’impresa; in caso contrario si calcola la somma dei redditi con determinazione analitica e oneri deducibili. Quest’ultima procedura vale anche per gli enti non commerciali non residenti.
389
UNITÀ 4
Strumenti per il ripasso
Strumenti per il ripasso | Mappa
L’imposta sul reddito delle società
tassare redditi non imputabili a persone fisiche ha le funzioni di rilevanza della capacità contributiva di società ed enti
elementi
• base imponibile = reddito complessivo • aliquota = 24% • periodo d’imposta = esercizio
soggetti passivi
o periodo di gestione
società ed enti commerciali residenti
base imponibile = reddito di impresa conto economico variazioni in aumento e in diminuzione eventuale riporto perdite
• •
MAPPA PERSONALIZZABILE
si distinguono in
enti non commerciali residenti
società ed enti non residenti
base imponibile: determinazione analitica
tassazione dei redditi prodotti sul territorio nazionale
imprese marginalmente esercitate
•
• contabilità separata • regime forfettario opzionale
con organizzazione stabile in Italia: reddito di impresa
senza organizzazione stabile in Italia: determinazione analitica
trasparenza fiscale
imputazione del reddito ai soci in proporzione alle quote di partecipazione
consolidato fiscale
tassazione di gruppo somma algebrica dei redditi delle società
regimi opzionali
390
Verifica formativa
1. Scegli l’unica risposta esatta fra le quattro indicate 1. L’Ires è un’imposta: A reale e progressiva £ B personale e proporzionale £ C personale e progressiva £ D reale e proporzionale £ 2. Ai mni dell’Ires una società si considera residente quando: A la maggioranza dei soci ha la residenza anagrafica £ in territorio italiano B tutti i soci hanno la cittadinanza italiana e risiedono £ nel territorio italiano C l’atto costitutivo è stato redatto in Italia £ D la sede legale, la sede amministrativa o l’oggetto £ principale sono in Italia 3. Non fanno parte dei soggetti passivi dell’Ires: A le società a responsabilità limitata £ B le cooperative di produzione e lavoro £ C le società in accomandita semplice £ D gli enti che non esercitano attività commerciale £ 4. Il reddito imponibile delle società si determina: A sommando tutti i redditi posseduti £ B in modo unitario come reddito di impresa £ C al lordo delle spese di produzione £ D sottraendo dal reddito complessivo gli oneri deducibili £ 5. Secondo le norme sul consolidato mscale l’imponibile è costituito: A dal risultato del bilancio consolidato di gruppo £ B dal reddito complessivo della società controllante £ C dalla somma algebrica dei redditi netti di tutte £ le società D dal reddito complessivo delle società controllate £ 6. Il reddito di impresa degli enti non commerciali: A non è ipotizzabile appunto perché l’ente £ non è commerciale B è sempre determinato in modo forfetario £ C è sempre in regime di contabilità ordinaria £ D richiede una contabilità separata £ 2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false e, se sono false, spiega perché 1. Le società di persone sono soggette all’Ires quando hanno la sede all’estero. V£ F£ 2. Il reddito delle società è sempre considerato come reddito di impresa. V£ F£ 3. Gli enti non commerciali sono soggetti all’Irpef. V £ F £ 4. Le associazioni non riconosciute sono soggetti passivi dell’Ires. V£ F£
U N I TÀ 4
5. Il periodo di imposta dell’Ires coincide con l’anno solare 6. Per gli enti non commerciali il reddito imponibile si determina come nell’Irpef. 3. 1. 2. 3. 4. 5. 6.
1
V£ F£ V£ F£
Connect the expressions on the left column with the corresponding on the right Tax consolidation a. Non-resident entities Ires b. Corporate income Loss for the year c. Tax on promts of a business Stable organization group Business organizations d. Increase and decrease Promt for the year e. Flat rate f. Carryover to the subsequent mscal year 2
3
4
5
6
4. Correggi l’errore contenuto in ciascuna frase 1. I sopraprezzi di emissione delle azioni sono computabili nel reddito imponibile. 2. Per le nuove iniziative produttive le perdite dei primi cinque esercizi dalla costituzione della società possono essere riportate agli esercizi successivi senza limiti di importo. 3. Gli enti commerciali sono soggetti passivi dell’Ires solo quando hanno la personalità giuridica. 4. Le perdite delle società soggette a Ires possono essere riportate agli esercizi successivi se trovano capienza nell’intero importo del reddito imponibile di ciascuno di essi. 5. Il regime di trasparenza mscale è riservato alle società non residenti nel territorio dello Stato. 6. Per le imprese che hanno optato per il consolidato mscale la base imponibile è individuale. 5. Individua il concetto che corrisponde alle seguenti definizioni 1. Hanno nel territorio dello Stato la sede legale, la sede amministrativa o l’oggetto sociale. 2. Da qualunque fonte provenga è sempre considerato come reddito di impresa. 3. Attua la tassazione unitaria e globale dei gruppi di società. 4. Per gli enti non commerciali comportano l’obbligo di tenere una contabilità separata. 5. Può essere compensata con le somme a debito in sede di versamento unimcato. 6. Consente di imputare ai soci i redditi di una società di capitali. TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
391
UNITÀ 5
L’Imposta sul valore aggiunto
Conoscenze
Abilità
• La funzione delle imposte sugli scambi • I caratteri dell’imposizione sul valore pieno e sul valore aggiunto • Il presupposto, gli elementi e il meccanismo applicativo dell’Iva • Gli adempimenti a cui sono tenuti i contribuenti Iva • Cenni sull’Iva intracomunitaria
• Confrontare il sistema di imposizione sul valore aggiunto con quello sul valore pieno e valutarne i diversi aspetti
• Distinguere le operazioni fuori campo Iva da quelle non imponibili o esenti
• Riconoscere la funzione della detrazione e della rivalsa ai mni della neutralità dell’Iva
• Riferire a casi concreti la disciplina giuridica dell’Iva
L’Imposta sul valore aggiunto
U N I TÀ 5
1. L’imposizione generale sugli scambi Profili economici L’Imposta sul valore aggiunto (Iva) attua l’imposizione generale sugli scambi. L’imposizione sugli scambi ha un’importanza centrale nel sistema delle imposte indirette. La funzione delle imposte sugli scambi è quella di sottoporre a tassazione il consumo di beni e servizi in tutti i settori del mercato. Per l’impossibilità di individuare i singoli consumatori, questa finalità viene raggiunta tassando lo scambio dei beni o dei servizi durante il loro processo di produzione e distribuzione commerciale. Quindi il presupposto di imposta non è il consumo, ma la cessione dei beni o la prestazione dei servizi; e sono tassati non i consumatori ma gli imprenditori o gli esercenti che li producono o li distribuiscono. Le imposte sugli scambi sono imposte plurifase perché si applicano in ogni fase della catena produttiva e distributiva, cioè a ogni passaggio da un operatore all’altro, fino al consumatore finale. Le imposte plurifase si distinguono dalle imposte monofase, che si applicano in un solo stadio del ciclo produttivo-commerciale (la fabbricazione di un bene oppure la sua vendita al consumatore). L’importanza delle imposte sugli scambi, nei sistemi tributari moderni, si spiega per molte ragioni: ● sono un’essenziale fonte di finanziamento per lo Stato perché l’ampia base imponibile assicura un gettito molto elevato (nel nostro paese, quasi il 30% delle entrate tributarie erariali); ● hanno una grande elasticità perché il loro gettito si adegua automaticamente alla dinamica degli scambi commerciali; ● costituiscono un efficace strumento di politica economica perché il loro vasto campo di applicazione consente di intervenire in modo uniforme su tutti i settori del mercato, oppure di selezionare gli interventi mediante aliquote differenziate (per esempio, aliquote ridotte per i beni e i servizi di utilità sociale). Le imposte sugli scambi avevano in origine la struttura di imposta sul valore pieno. L’Imposta generale sull’entrata (Ige), in vigore in Italia fino al 1972, si applicava per ogni scambio all’intero valore dei beni o servizi e aveva come base imponibile il prezzo che l’operatore economico incassava a seguito della loro cessione, al lordo dell’imposta che veniva incorporata nel prezzo. Essendo inglobata nel prezzo, che di volta in volta si formava e che l’operatore riscuoteva, l’Ige colpiva anche la parte di imposta che era stata applicata nello scambio precedente e concorreva a formare la base imponibile per la tassazione nello scambio successivo. In tal modo si moltiplicava a ogni passaggio con effetti cumulativi che alla fine si scaricavano sul prezzo pagato dal consumatore (effetto “a cascata”).
L’Iva attua l’imposizione generale sugli scambi
Le imposte sugli scambi hanno un grande rilievo nei sistemi tributari moderni
In passato le imposte sugli scambi si commisuravano al valore pieno
Ne derivavano effetti cumulativi a cascata…
393
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
… alterando le condizioni della concorrenza sul mercato
Si creavano così notevoli distorsioni nel mercato perché il prezzo finale non rispecchiava l’effettivo valore del bene o del servizio ma, a parità di altre condizioni, risultava più alto o più basso a seconda del numero di passaggi che la merce aveva subìto. Ne traevano vantaggio le grandi imprese integrate verticalmente, le quali esaurivano al loro interno tutte le fasi della lavorazione e della distribuzione. Se invece queste fasi venivano svolte da operatori diversi, gli scambi erano più numerosi e gli effetti cumulativi dell’imposta facevano aumentare il prezzo per il consumatore.
Esempio IPOTESI A Supponiamo che un prodotto del valore di 450 sia fabbricato da una grande impresa che vende direttamente al consumatore. Considerando un’imposta sul valore pieno con aliquota 4%, avremo: valore del bene 450 imposta 450 × 4% = 18 prezzo di vendita 450 + 18 = 468 Il consumatore paga un prezzo di 468 nel quale si è conglobata un’imposta di 18. IPOTESI B Supponiamo ora che la merce, prima di giungere al consumatore, subisca tre passaggi: dal fabbricante al grossista con un valore di 100; dal grossista al dettagliante con un incremento di valore di 200; dal dettagliante al consumatore con un ulteriore incremento di valore di 150. Il valore complessivo è sempre 450, ma, applicando l’imposta, si avrà: primo passaggio: valore del bene 100 secondo passaggio: valore del bene 104 + 200 = 304 terzo passaggio: valore del bene 316,16 + 150 = 466,16
imposta 100 × 4% = 4
prezzo di vendita 100 + 4 = 104
imposta 304 × 4% = 12,16
prezzo di vendita 304 + 12,16 = 316,16
imposta 466,16 × 4% = 18,65
prezzo di vendita 466,16 + 18,65 = 484,81
Nell’ipotesi B ogni operatore paga l’imposta su una base imponibile che comprende in sé l’imposta pagata nel precedente passaggio (“imposta che colpisce se stessa”). Il consumatore paga un prezzo di 484,81 (molto maggiore che nell’ipotesi A) nel quale si è conglobata un’imposta pari a: 4 + 12,16 + 18,65 = 34,81 Sul mercato, a parità di prodotto, il prezzo mnale praticato dalla grande impresa nell’ipotesi A è più competitivo di quello praticato dal dettagliante nell’ipotesi B. Con l’integrazione europea è stata introdotta l’imposizione sul valore aggiunto
APPROFONDIMENTO Gli effetti distorsivi delle imposte sul valore pieno
L’Iva ha il carattere di tributo “europeo”
394
Tali distorsioni non erano accettabili nella Comunità europea, perché ostacolavano il normale funzionamento del mercato comune basato su una sana competizione fra gli operatori economici degli Stati membri. Perciò due direttive della Cee, nel 1967, prescrissero la sostituzione delle imposte sul valore pieno con le imposte sul valore aggiunto (che la Francia già adottava dal 1954). L’Italia ha istituito l’Imposta sul valore aggiunto (Iva) con il d.p.r. 26 ottobre 1972, n. 633. L’Iva può essere definita, quindi, un tributo “europeo” perché è stata adottata dagli Stati dell’Unione europea in osservanza di impegni comunitari e la sua disciplina viene adeguata, dalle direttive comunitarie, alla continua evoluzione dell’economia europea. Una parte del gettito dell’Iva alimenta le risorse del bilancio dell’Unione europea [ÑM1 U5 par. 4].
L’Imposta sul valore aggiunto
U N I TÀ 5
Sintesi grafica plurifase (applicata a ogni scambio)
applicata all’intero valore
dall’Imposta sul valore pieno
effetti cumulativi a cascata
Imposizione sugli scambi
distorsioni nei prezzi
all’Imposta sul valore aggiunto
direttive comunitarie
evitare
• distorsioni nei prezzi • ostacoli alla concorrenza Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto L’Iva attua la tassazione sugli di beni e servizi fra i diversi Le imposte sul valore
. Si applica a tutti i
.................................................. ..................................................
..................................................
economici fino al
aggiunto
•
..................................................
•
consumatore
Unione europea
..................................................
finale.
sono state introdotte in tutti gli Stati membri
dell’.................................................. perché sono economicamente più sul valore
..................................................
..................................................
delle imposte
precedentemente vigenti.
•
operatori
•
passaggi
•
pieno
•
razionali
•
scambi
2. Completa le frasi inserendo i termini appropriati 1. La funzione dell’Iva è quella di tassare il ma, data la difficoltà di tassare i ..................................................
..................................................
..................................................,
di beni e servizi,
l’imposta ha come presupposto lo
dei beni e dei servizi durante tutte le
..................................................
del processo
produttivo e distributivo. 2. L’imposizione generale sugli
..................................................
si attuava in passato mediante l’Imposta
generale sull’.................................................., che colpiva a ogni
..................................................
..................................................
del bene o del servizio, creando effetti
e determinando
..................................................
il valore
..................................................
nel sistema dei prezzi e nella
..................................................
sul mercato. 3. L’Iva è stata introdotta nel
..................................................
in osservanza di due
..................................................
della Comunità europea.
395
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
2. I caratteri dell’Iva Sappiamo che… Un’imposta è neutra quando non produce distorsioni nel funzionamento del mercato, non altera le scelte degli operatori e non ostacola il libero gioco della concorrenza.
L’Iva è un’imposta plurifase applicata sul valore aggiunto…
… è tendenzialmente neutra
… è trasparente
L’Iva è un’imposta plurifase, tendenzialmente neutra e trasparente, applicata sul valore aggiunto. L’Iva colpisce il valore che ha il bene o il servizio quando viene acquistato dal consumatore finale, ma si riscuote frazionatamente nelle varie fasi del processo di produzione e distribuzione, applicandosi di volta in volta all’incremento di valore che il bene o servizio consegue nel passaggio da una fase all’altra. L’Imposta sul valore aggiunto evita gli effetti cumulativi che erano determinati dalle imposte sul valore pieno. Infatti a ogni scambio colpisce soltanto il valore che viene ad aggiungersi al bene o servizio per effetto dell’attività produttiva svolta da ciascun operatore, sicché la sua incidenza sul prezzo finale è sempre la stessa, qualunque sia il numero di scambi che il bene o servizio abbia subìto prima di arrivare al consumatore. Gli operatori che intervengono nei vari passaggi e il consumatore finale possono calcolare con esattezza l’importo dell’imposta perché essa non si incorpora nel prezzo del prodotto, ma ne rimane distinta e “in evidenza”.
Esempio Supponiamo che il bene o il servizio passi direttamente dal produttore al consumatore per il prezzo di 10 euro. L’imposta (22% su 10 euro) è di 2,20 euro e incide sul consumatore mnale che paga 12,20 euro. Supponiamo ora che il bene o il servizio abbia avuto tre passaggi con un prezzo di 5 euro al primo passaggio, 8 euro al secondo passaggio e 10 euro al terzo: • al primo passaggio (dal produttore al grossista) l’imposta è di 1,10 euro (22% su 5 euro); • al secondo passaggio (dal grossista al dettagliante) l’imposta è di 0,66 euro perché riguarda non tutto il prezzo di 8 euro ma soltanto l’incremento di valore che è di 3 euro; • al terzo passaggio (dal dettagliante al consumatore) l’imposta è di 0,44 euro perché si applica a un incremento di valore di 2 euro. In totale l’imposta ammonta a 1,10 euro + 0,66 euro + 0,44 euro = 2,20 euro che incidono sul consumatore mnale facendo ammontare il prezzo a 12,20 euro (esattamente come nella prima ipotesi).
Sintesi grafica plurifase
applicata a ogni scambio
sul valore aggiunto
applicata all’incremento di valore
trasparente
non incorporata nel prezzo
neutra
senza effetti cumulativi
Caratteri dell’Iva
>>> 396
L’Imposta sul valore aggiunto
U N I TÀ 5
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto L’Iva è un’imposta ..................................................
..................................................,
perché si applica a ogni passaggio del bene da un
all’altro; è un’imposta sul valore
..................................................
non si applica all’.................................................. valore del bene ma solo al si aggiunge al bene in ciascuna aggiunto
•
intero
•
fase
•
..................................................
maggiore
•
perché a ogni scambio
..................................................
valore che
.
operatore
•
plurifase
2. Completa le frasi inserendo i termini appropriati 1. L’Iva non si incorpora nel prezzo ma rimane in il valore
..................................................
..................................................
. Non colpisce
del bene ma soltanto l’.................................................. di valore che
il bene consegue nei vari stadi del processo di 2. Di conseguenza non si producono effetti
..................................................
..................................................
del bene non è influenzato dal numero degli
e
..................................................
perché il
..................................................
.
..................................................
che il bene subisce.
3. Valore aggiunto fiscale e procedimento applicativo dell’imposta Il valore aggiunto, dal punto di vista economico, è il maggior valore che un bene o un servizio consegue per effetto dell’attività produttiva (lavorazione, distribuzione, trasporto, conservazione ecc.) svolta da un operatore economico, tenuto conto dei costi da lui sostenuti e del suo profitto. Se il valore aggiunto dovesse essere considerato secondo questo concetto strettamente economico, la sua determinazione ai fini fiscali, nei confronti di ciascun operatore, implicherebbe non poche complicazioni di accertamento. Per evitarle, l’imposta non si applica sulla base del valore aggiunto acquisito da ciascun bene o servizio nei singoli scambi, ma con riferimento alla cifra di affari, cioè all’entità complessiva delle operazioni effettuate dall’operatore in un determinato periodo di tempo. Il valore aggiunto fiscale si può calcolare sulla base di due metodi: ● deduzione base da base: dal ricavo complessivo dei beni e servizi ceduti dall’operatore, in un dato periodo di tempo, si deduce la spesa complessiva per i beni e servizi da lui acquistati nello stesso periodo; la differenza rappresenta il valore aggiunto realizzato complessivamente nel periodo considerato e forma la base imponibile su cui calcolare l’imposta. Per esempio: Ricavi delle vendite 17.500 – Spese per gli acquisti 16.000 = 1.500 Importo da versare all’erario (22% su 1500) = 330 ● deduzione imposta da imposta: si considera l’importo complessivo delle imposte applicate ai beni o servizi ceduti dall’operatore nel periodo considerato (imposta sulle vendite) e da esso si detrae l’importo complessivo delle imposte da lui pagate sui beni e servizi acquistati (imposta sugli acquisti); la differenza rappresenta l’imposta che grava sul valore aggiunto realizzato nell’azienda.
Il calcolo del valore aggiunto è riferito alla cifra di affari
Si calcola per deduzione…
397
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Esempio
Acquisti
Imposta sugli Vendite acquisti (a credito)
Imposta sulle vendite (a debito)
10.000
2.200
3.000
660
1.000
220
8.000
1.760
5.000
1.100
6.000
1.320
16.000
3.520
500
110
17.500
3.850
Importo da versare all’erario Iva sulle vendite 3.850 euro – Iva sugli acquisti 3.520 euro = 330 euro
… con il metodo “imposta da imposta”
L’applicazione dell’Iva è fondata sui meccanismi della rivalsa e della detrazione
398
Il metodo “imposta da imposta” assicura maggior trasparenza perché mette in evidenza l’entità del prelievo che grava su ogni singola operazione. In osservanza delle direttive comunitarie è adottato in tutti i paesi europei. Il metodo “base da base” si applica soltanto per alcune particolari tipologie di scambi (per esempio, commercio di beni usati, agenzie di viaggi e turismo). L’applicazione dell’Iva con il metodo “imposta da imposta” è fondata sul meccanismo della rivalsa, con cui il fornitore addebita al cliente l’imposta sulle vendite, e su quello della detrazione, con cui il cliente recupera l’imposta sugli acquisti pagata al fornitore. Il procedimento applicativo dell’imposta è il seguente. Soggetto passivo dell’imposta è colui che effettua operazioni imponibili nell’esercizio di impresa, arte o professione. Quando acquista i beni o i servizi necessari alla sua attività, egli paga insieme con il prezzo anche l’imposta che gli viene addebitata dal proprio fornitore. L’imposta pagata sugli acquisti non deve restare a suo carico e quindi rappresenta un credito nei confronti dell’erario (Iva a credito). Quando, a sua volta, fornisce beni o servizi a un cliente, lo stesso operatore calcola l’imposta relativa all’operazione effettuata e la addebita per rivalsa al cliente che ne paga l’importo insieme al pagamento del prezzo della merce o della prestazione. Ma l’imposta riscossa sulle vendite dall’operatore non deve restare a suo vantaggio perché rappresenta un debito nei confronti dell’erario (Iva a debito). Periodicamente il soggetto passivo Iva deve versare all’erario l’imposta a debito relativa a tutte le vendite del periodo considerato (di regola, un mese), dopo avere detratto dal suo ammontare l’importo corrispondente all’imposta a credito che egli ha pagato per tutti gli acquisti dello stesso periodo: mediante la detrazione, l’Iva a credito viene recuperata e l’Iva a debito viene versata per la differenza. I due meccanismi della rivalsa e della detrazione fanno sì che a ogni passaggio l’imposta non incida sull’operatore che la applica perché questi riceve dal cliente sia l’importo che ha pagato ai propri fornitori sia quello che per differenza versa allo Stato. L’imposta quindi colpisce soltanto il consumatore finale che utilizza il bene o il servizio e subisce definitivamente il peso del tributo che gli viene addebitato dal suo fornitore, senza avere rapporti con l’erario.
L’Imposta sul valore aggiunto
U N I TÀ 5
Sintesi grafica riferito alla cifra di affari Valore aggiunto fiscale
base da base (poco usato)
calcolato per deduzione
imposta da imposta
paga ai fornitori l’Iva sugli acquisti
applica ai clienti l’Iva sulle vendite
il soggetto Iva
versa allo Stato la differenza
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto L’Iva si applica con il sistema contribuente mediante la e mediante la credito
•
..................................................
debito
•
..................................................
..................................................
detrazione
recupera l’Iva a
•
imposta
da imposta in base al quale il
applica l’Iva a
•
..................................................
..................................................
sulle vendite
sugli acquisti.
rivalsa
2. Completa il testo inserendo i termini appropriati Il soggetto Iva paga ai ai
..................................................
fra Iva sulle
..................................................
l’Iva sulle
..................................................
l’Iva sugli
..................................................;
e Iva sugli
..................................................;
versa allo Stato la
..................................................
applica
..................................................
.
4. Le operazioni rilevanti ai fini dell’Iva Sappiamo che… Il mercato europeo non è un mercato comune a sistemi economici diversi, ma un mercato unico, interno al sistema economico europeo, entro il quale le merci circolano liberamente senza barriere doganali. Perciò le operazioni che si svolgono in esso non sono esportazioni o importazioni ma operazioni interne (intracomunitarie).
L’imposta sul valore aggiunto si applica sulle cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate nel territorio dello Stato nell’esercizio di imprese o nell’esercizio di arti e professioni, e sulle importazioni da chiunque effettuate (art. 1, d.p.r. 633/1972).
Il presupposto di imposta è indicato dall’art. 1 del d.p.r. 633/1972
399
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Sono soggette all’Iva...
Nel campo di applicazione dell’Iva rientrano dunque due gruppi di operazioni: ● le importazioni; ● le cessioni di beni e le prestazioni di servizi.
... le importazioni da chiunque
Le importazioni sono soggette all’Iva da chiunque siano effettuate per il solo fatto che la merce viene introdotta nel territorio doganale dello Stato per essere destinata al consumo. L’Iva sulle importazioni è regolata da norme specifiche (artt. 67-70, d.p.r. 633/1972), che richiamano sotto parecchi aspetti le disposizioni delle leggi doganali. Il concetto di importazione (come quello di esportazione) è circoscritto alle operazioni con paesi che sono al di fuori dell’Unione europea. L’applicazione dell’Iva alle operazioni svolte all’interno del mercato unico europeo (intracomunitarie) è regolata da particolari disposizioni che esamineremo più avanti [Ñpar. 8]. Le cessioni di beni e le prestazioni di servizi sono soggette all’Iva se corrispondono ai requisiti previsti nel presupposto di imposta sotto il profilo oggettivo, soggettivo e territoriale. Se manca uno di questi tre requisiti, l’operazione non rientra nel campo di applicazione dell’Iva e quindi non dà luogo al pagamento dell’imposta, non comporta obblighi di documentazione (registrazione, fatturazione), né viene considerata ai fini della determinazione del volume d’affari dell’operatore.
siano effettuate...
... le cessioni di beni e prestazioni di servizi quando corrispondono al presupposto dell’Iva
Il presupposto oggettivo Sotto il profilo oggettivo:
cessioni di beni…
… e prestazioni di servizi
Sono estranee all’Iva le operazioni escluse
400
Dal punto di vista oggettivo un’operazione economica è assoggettabile all’Iva quando può essere considerata come cessione di beni o prestazione di servizi. L’articolo 2 del d.p.r. 633/1972 precisa che costituisce “cessione di beni” il trasferimento a titolo oneroso di beni di qualunque genere, in proprietà o diritto reale di godimento. Sono espressamente qualificate come cessioni di beni alcune operazioni che avrebbero potuto dar luogo a dubbi, come: le locazioni con patto di trasferimento della proprietà; l’autoconsumo (destinazione dei beni al consumo proprio e della propria famiglia o comunque a finalità estranee all’impresa); l’assegnazione di beni da parte di società ai propri soci; la cessione gratuita di prodotti di valore superiore a 50 euro. L’articolo 3 comprende nel concetto di “prestazione di servizi” le prestazioni che sono oggetto di contratti tipici (appalto, trasporto, contratto d’opera, mediazione ecc.) e tutte le prestazioni di fare, di non fare o di permettere, eseguite verso corrispettivo. Sono espressamente qualificate come prestazioni di servizi alcune particolari fattispecie, come: la concessione di beni in locazione; la cessione di brevetti, marchi o altri diritti di esclusiva; le somministrazioni di alimenti e bevande (prestazioni di ristoranti, bar ecc.); le operazioni di autoconsumo quando il valore della prestazione sia superiore a 50 euro. Sono escluse dall’Iva, per mancanza del requisito oggettivo, alcune operazioni che la legge non considera come cessioni di beni né come prestazioni
L’Imposta sul valore aggiunto
U N I TÀ 5
di servizi: per esempio, la cessione di denaro; la cessione o il conferimento di aziende; la cessione di terreni non edificabili; la concessione di diritti d’autore da parte dell’autore stesso o dei suoi eredi; i prestiti obbligazionari ecc. (art. 2, comma 3, e art. 3, comma 3, d.p.r. 633/72).
Il presupposto soggettivo Il presupposto soggettivo sussiste quando la cessione di beni o la prestazione di servizi è effettuata nell’esercizio di imprese o di arti o professioni. L’articolo 4 definisce come esercizio di impresa l’esercizio per professione abituale, anche se non esclusiva, delle attività agricole indicate nell’art. 2135 c.c. e delle attività commerciali indicate nell’art. 2195 c.c., anche se non sono organizzate in forma di impresa; e l’esercizio delle attività dirette alla prestazione di servizi non indicate nell’art. 2195 c.c., se sono organizzate in forma di impresa. Il legislatore ha accolto infatti ai fini dell’Iva un criterio analogo a quello adottato ai fini delle imposte sui redditi [ÑM5 U2 par. 6], in base al quale non è necessario che coesistano i due elementi previsti dalle norme civilistiche (natura dell’attività e organizzazione di mezzi), ma è sufficiente la presenza di uno solo di essi. Il concetto di impresa è però più ampio di quello previsto ai fini delle imposte sui redditi perché, oltre alle imprese commerciali, comprende anche l’esercizio delle attività agricole. Si considerano sempre effettuate nell’esercizio di impresa le operazioni compiute dalle società commerciali, comprese quelle di fatto, e dagli enti il cui oggetto prevalente è l’esercizio di attività commerciale o agricola. L’articolo 5 considera come esercizio di arti e professioni l’esercizio abituale, anche se non esclusivo, di qualsiasi attività di lavoro autonomo (manuale o intellettuale) da parte di persone fisiche, individualmente o in forma di società semplici o di associazioni senza personalità giuridica. Affinché un’operazione sia rilevante ai fini dell’Iva non basta che sia effettuata dall’esercente di un’impresa, arte o professione, ma è necessario che essa sia inerente all’esercizio delle rispettive attività. Di conseguenza, le cessioni di beni e le prestazioni di servizi non sono soggette all’Iva quando sono effettuate: ● da persone che non sono imprenditori o esercenti arti o professioni; ● da imprenditori o da esercenti con riferimento a beni personali e familiari; ● come prestazioni puramente occasionali.
Sotto il profilo soggettivo: cessioni o prestazioni effettuate nell’esercizio di impresa…
… o nell’esercizio di arti e professioni
Sono estranee all’Iva le operazioni mancanti del requisito soggettivo
Il presupposto territoriale Terzo presupposto per l’applicazione dell’Iva è la territorialità: le cessioni di beni e le prestazioni di servizi sono imponibili quando sono effettuate nel territorio dello Stato. In base agli articoli 7, 7 bis e 7 ter si considerano effettuate nel territorio dello Stato: ● le cessioni di beni esistenti nel territorio nazionale (anche se non sono residenti gli operatori che le effettuano o le ricevono); ● le prestazioni di servizi rese a operatori che sono soggetti Iva e sono stabiliti nel territorio nazionale (anche se non è residente l’esercente che le effettua);
Sotto il profilo territoriale:
cessioni o prestazioni effettuate nel territorio dello Stato
401
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
● le prestazioni di servizi rese a consumatori finali da operatori che sono soggetti Iva e sono stabiliti nel territorio dello Stato (anche se il consumatore non è residente). Sono estranee all’Iva le operazioni mancanti del requisito territoriale
Sono dunque estranee all’Iva, per mancanza del requisito territoriale, le cessioni di beni situati all’estero; le prestazioni di servizi effettuate nei confronti di operatori Iva stabiliti all’estero; le prestazioni di servizi effettuate nei confronti di consumatori finali da operatori stabiliti all’estero.
Le operazioni non imponibili Le esportazioni sono operazioni non imponibili
Come dispone l’articolo 8, le esportazioni, le operazioni assimilate alle esportazioni (cessioni di navi o aeromobili e attività connesse) e i servizi internazionali (trasporti, spedizioni, noleggi o servizi connessi con scambi internazionali) sono operazioni non imponibili. Negli scambi internazionali, infatti, l’imposta deve essere applicata nel paese di destinazione, nel quale avviene il consumo, e quindi la merce è assoggettata a imposizione dallo Stato nel cui territorio viene importata. Di conseguenza, l’esportatore non deve pagare l’Iva sui beni o servizi che cede, e ha diritto alla detrazione, o al rimborso da parte dello Stato italiano, dell’Iva pagata sugli acquisti. Le esportazioni e le altre operazioni internazionali, anche se non danno luogo al pagamento dell’Iva, devono essere documentate e registrate, e concorrono a formare il volume d’affari dell’operatore che le ha compiute. Ricordiamo che si considerano esportazioni o servizi internazionali soltanto le operazioni extracomunitarie. Le operazioni tra paesi membri dell’Unione europea (intracomunitarie) sono sottoposte a un regime transitorio speciale, di cui parleremo più avanti.
Le operazioni esenti Le operazioni esenti non sono soggette al pagamento dell’Iva…
… ma non sono estranee all’Iva
Non consentono la detraibilità dell’Iva sugli acquisti
402
L’articolo 10 contiene un elenco di operazioni che sono esenti, pur avendo i requisiti soggettivi, oggettivi e territoriali per l’applicabilità dell’imposta. L’esenzione è prevista perché si tratta di operazioni relative a servizi di particolare utilità sociale (prestazioni sanitarie, prestazioni didattiche, cessioni gratuite a favore di enti del Terzo settore, prestazioni di biblioteche, musei, pinacoteche ecc.) oppure per ragioni di armonizzazione fiscale previste da direttive comunitarie (cessioni di oro non lavorato, cessioni di azioni o di obbligazioni, operazioni di credito e finanziamento ecc.). Le operazioni esenti non sono estranee al campo di applicazione dell’Iva e quindi sono soggette a fatturazione e registrazione e concorrono a formare il volume di affari. A differenza delle operazioni non imponibili, quelle esenti non consentono la detraibilità dell’Iva a credito: di conseguenza l’Iva pagata sugli acquisti rimane a carico di colui che ha effettuato l’operazione esente, sicché è agevolato soltanto il consumatore finale, a cui non viene addebitata l’imposta. Per i soggetti che compiono al tempo stesso operazioni esenti e non esenti, la detrazione dell’Iva sugli acquisti ha luogo in proporzione alle operazioni non esenti (pro rata).
L’Imposta sul valore aggiunto
U N I TÀ 5
Il volume di affari La dimensione economica del soggetto passivo dell’Iva è espressa dal volume di affari, costituito dall’ammontare complessivo delle operazioni imponibili, non imponibili ed esenti, che sono state effettuate, registrate o soggette a registrazione nel corso di un anno solare (art. 20). Il volume di affari è il punto di riferimento di numerose disposizioni, soprattutto per quanto riguarda le regole sull’applicazione dell’imposta, gli adempimenti, le agevolazioni ecc.
Le operazioni imponibili, non imponibili ed esenti costituiscono il volume di affari
Sintesi grafica Operazioni “non Iva”
cessioni di beni da privati
mancanza del presupposto soggettivo
mancanza del presupposto oggettivo
cessioni da soggetti Iva relative a beni personali
operazioni escluse dagli artt. 2 e 3
prestazioni di servizi occasionali
mancanza del presupposto territoriale
cessione di beni situati all’estero
prestazioni di servizi da operatori Iva stabiliti all’estero
prestazioni di servizi resi a operatori Iva stabiliti all’estero
Inapplicabilità dell’imposta - nessun adempimento formale - non rientrano nel volume di affari
Operazioni “Iva”
imponibili
non imponibili: esportazioni operazioni assimilate servizi internazionali (art. 7)
esenti
• • • si applica il tributo
non si applica il tributo
non si applica il tributo
si detrae l’Iva sugli acquisti
rimborso dell’Iva sugli acquisti
non si detrae l’Iva sugli acquisti
Fatturazione - registrazione - inclusione nel volume di affari
>>> 403
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Sono operazioni ..................................................
..................................................
..................................................
di servizi effettuate nell’esercizio di
o di
..................................................
arti
•
cessioni
ai fini dell’Iva le
•
nel
..................................................
imponibili
•
imprese
•
di beni e le
..................................................,
di
..................................................
dello Stato. prestazioni
•
professioni
•
territorio
2. Indica se le seguenti operazioni sono imponibili, non imponibili, esenti o fuori campo Iva e spiega le ragioni della tua risposta 1. Una studentessa, durante le vacanze estive, ha creato e venduto alcuni oggetti come articoli da regalo. 2. Un costruttore francese ha fabbricato e venduto villini sulla costa della Campania. 3. Un commerciante ha regalato alla figlia un motociclo del proprio magazzino per Natale. 4. Un artigiano, avendo ricevuto in eredità una raccolta di francobolli rari, l’ha venduta a un collezionista.
5. La determinazione dell’imposta L’Iva è esigibile nel momento in cui le operazioni sono effettuate
L’Iva viene applicata in relazione a ogni singola operazione imponibile, nel momento in cui questa è effettuata. Le cessioni di beni si considerano effettuate nel momento della consegna se si tratta di beni mobili e nel momento della stipulazione del contratto se si tratta di beni immobili; le prestazioni di servizi si considerano effettuate nel momento del pagamento del corrispettivo (art. 6). Nel momento in cui le operazioni sono effettuate l’imposta diviene esigibile e inizia a decorrere il termine per gli adempimenti a carico del soggetto che cede il bene o presta il servizio (documentazione, liquidazioni, versamenti); contestualmente, l’operatore che acquista il bene o il servizio acquisisce il diritto alla detrazione dell’Iva.
Le norme
Il regime opzionale “Iva per cassa” I contribuenti Iva con volume di affari non superiore a 2.000.000 di euro, e che non sono soggetti a regimi Iva speciali, possono avvalersi di un regime opzionale, disciplinato dal d.l. 83/2012, in base al quale l’Iva viene liquidata con il criterio di cassa sia sulle operazioni attive sia su quelle passive. Il regime “Iva per cassa” comporta che: • per le cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate dal contribuente nei confronti di soggetti che agiscono nell’esercizio di impresa, arte o professione, l’imposta diviene esigibile nel momento in cui avviene il pagamento dei relativi corrispettivi; • per gli acquisti compiuti dal medesimo contribuente, il diritto alla detrazione sorge nel momento in cui egli paga i relativi corrispettivi. L’esercizio dell’opzione per il regime “Iva per cassa” da parte del contribuente che cede il bene o presta il servizio non ha effetto nei confronti del soggetto cessionario o committente, il quale ha diritto alla detrazione dell’Iva a credito nel momento in cui l’operazione si considera effettuata anche se non ha ancora pagato il corrispettivo.
404
L’Imposta sul valore aggiunto
U N I TÀ 5
La base imponibile dell’Iva è costituita dal corrispettivo dovuto per la cessione del bene o la prestazione del servizio, compresi gli oneri e le spese accessorie riguardanti l’esecuzione del contratto (art. 13). Per le operazioni imponibili senza corrispettivo (autoconsumo, cessione gratuita di beni ecc.) la base imponibile è data dal prezzo di costo del bene o dalle spese sostenute per effettuare il servizio. Sono esclusi dalla base imponibile (art. 15): ● gli interessi moratori o altre penalità per il ritardo nell’adempimento; ● il valore normale dei beni ceduti a titolo di sconto o abbuono in base alle condizioni di contratto e purché non si tratti di beni soggetti ad aliquota più elevata; ● i rimborsi di spese anticipate in nome e per conto della controparte purché documentate; ● il valore degli imballaggi e dei recipienti di cui è concordata la restituzione; ● le somme dovute a titolo di rivalsa dell’Iva.
L’imposta si calcola
Alla base imponibile vengono applicate le aliquote, che sono costanti (l’Iva è un’imposta proporzionale), ma sono differenziate in relazione alla natura del bene o del servizio; in tal modo, si dà rilievo alla capacità contributiva del consumatore, espressa dal tipo di consumi effettuati [ÑM4 U2 par. 3]. Le aliquote dell’Iva attualmente vigenti sono quattro, una normale e tre ridotte (art. 16): ● l’aliquota normale è del 22%; ● l’aliquota ridotta del 10% si applica ai beni e servizi di largo consumo indicati nella tabella A parte III del d.p.r. 633/1972 (vari generi alimentari, spettacoli cinematografici, teatrali e sportivi, oli minerali, energia elettrica, medicinali, prestazioni di alberghi, ristoranti e bar ecc.); ● l’aliquota ridotta del 5% si applica a particolari tipologie di beni e servizi indicati nella tabella A parte II bis (erbe aromatiche, prestazioni socio-sanitarie rese da cooperative sociali ecc.); ● l’aliquota ridotta del 4% si applica ai beni e servizi di prima necessità elencati nella tabella A parte II (pane, pasta, frutta, ortaggi, mense aziendali, editoria compresi e-book e giornali on line, case non di lusso destinate ad abitazione principale, poltrone e veicoli per invalidi ecc.).
… e applicando le aliquote
L’imprenditore o il lavoratore autonomo che ha ceduto un bene o ha prestato un servizio, dopo aver determinato l’Iva relativa all’operazione, deve addebitarne l’importo in via di rivalsa (art. 18) a colui che ha ricevuto il bene o ha ordinato il servizio, il quale dovrà pagare il prezzo unitamente all’Iva, entrambi risultanti nella fattura emessa dal cedente. Quest’ultimo dovrà poi versare all’erario (art. 17) la differenza fra l’importo di tutte le imposte che ha addebitato ai vari clienti (imposta a debito) e l’importo di quelle che lui stesso aveva pagato ai fornitori per gli acquisti effettuati (imposta a credito). È questa la deduzione “imposta da imposta” [ÑM5 U5 par. 3]. Ne deriva una certa complessità nell’applicazione dell’Iva, che rende necessaria la tenuta di un’apposita contabilità e richiede vari adempimenti; ciò indubbiamente determina un appesantimento organizzativo per le imprese,
L’imposta si addebita
determinando la base imponibile…
previste dalla legge
per rivalsa…
… e si versa per differenza
405
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
ma al tempo stesso costituisce un valido strumento contro l’evasione in quanto le scritture contabili, obbligatorie ai fini dell’Iva, rappresentano un utile mezzo di riscontro in sede di accertamento delle imposte sui redditi e, per le imprese minori, costituiscono la base stessa per la determinazione del reddito.
Sintesi grafica
corrispettivo calcola l’imponibile esclusioni
normale
il cedente
applica l’aliquota ridotta addebita l’Iva al cliente per rivalsa
Applicazione dell’Iva
osserva gli adempimenti contabili e documentali
paga il corrispettivo più Iva
il cessionario acquista il diritto alla detrazione
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Quando viene effettuata un’operazione imponibile l’imposta diventa La base imponibile è costituita dal ..................................................
l’imposta per
o
..................................................
..................................................
..................................................
..................................................
.
. Il cedente applica l’aliquota
in relazione al tipo di bene o di servizio, addebita
al cliente e deve osservare gli
..................................................
previsti
dalla legge. adempimenti
•
corrispettivo
•
esigibile
•
normale
•
ridotta
•
rivalsa
2. Esamina le situazioni proposte ed esegui gli esercizi 1. Un commerciante ha venduto una confezione contenente 24 bottiglie di vino rosso (Iva 22%) al prezzo di 5 euro ciascuna alla quale devono essere aggiunte, a titolo di sconto, una bottiglia di olio di oliva (Iva 4%, valore 5 euro) e una bottiglia di spumante (Iva 22%, valore 15 euro). Calcola la base imponibile e l’Iva da addebitare al cliente. 2. Un’impresa ha effettuato, nell’ambito della propria attività, cessioni esenti per 5000 euro e altre cessioni per 247.680 euro con Iva 22%. Ha fatto acquisti per 198.300 euro sempre con Iva 22%. Calcola l’Iva detraibile.
406
L’Imposta sul valore aggiunto
U N I TÀ 5
6. Gli obblighi del contribuente Sappiamo che… La Comunicazione unica è una procedura telematica che consente di assolvere in modo unitario tutti i principali adempimenti richiesti per la pubblicità legale (iscrizione nel Registro delle imprese) nonché ai mni mscali (Iva), previdenziali (Inps) e assicurativi (Inail) in relazione all’avvio, alle variazioni e alla cessazione dell’attività di impresa. Come dispone l’art. 35, i soggetti che intraprendono l’esercizio di impresa, arte o professione devono presentare entro 30 giorni la dichiarazione di inizio attività. Nella dichiarazione devono essere indicati la ditta, il domicilio e la residenza, l’oggetto dell’attività, il luogo in cui sono tenuti i registri e i documenti, il codice fiscale e gli altri elementi previsti dalla legge. Al contribuente viene attribuito un numero di partita Iva che ha la funzione di identificarlo in tutti gli atti e i documenti che possono riguardare i rapporti con l’erario. Successivamente vanno dichiarate (sempre entro 30 giorni da quando si verificano) le variazioni degli elementi indicati nella denuncia, nonché la cessazione dell’attività. Le dichiarazioni degli imprenditori tenuti all’iscrizione nel registro delle imprese sono contenute nella Comunicazione unica di inizio, variazione o cessazione di attività, che deve essere presentata all’ufficio del Registro delle imprese. I contribuenti che non sono soggetti all’iscrizione nel Registro delle imprese (come i liberi professionisti) presentano le loro dichiarazioni su appositi modelli all’Agenzia delle entrate. Nello svolgimento della sua attività il contribuente deve osservare vari adempimenti che, oltre ad assicurare l’esatta applicazione dell’imposta, hanno la funzione di contrastare l’evasione e costituiscono un mezzo di riscontro ai fini dell’accertamento delle imposte sui redditi: ● la fatturazione delle operazioni; ● la registrazione delle operazioni nei libri obbligatori che costituiscono la contabilità Iva; ● la comunicazione telematica dei dati delle fatture emesse e ricevute; ● le liquidazioni e i versamenti periodici e annuali; ● la comunicazione telematica dei dati riepilogativi delle liquidazioni periodiche; ● la dichiarazione annuale. L’emissione della fattura ha un’importanza fondamentale per l’applicazione dell’Iva (art. 21) sia perché documenta l’imposta dovuta dall’operatore e permette di accertare l’esercizio della rivalsa, sia perché consente all’acquirente di detrarre l’Iva a credito relativa all’operazione: la detrazione è ammessa, infatti, soltanto per le operazioni documentate. L’Amministrazione fiscale può effettuare, sulla base delle fatture, controlli incrociati fra clienti e fornitori, non solo ai fini dell’Iva, ma anche per trarne elementi indicativi ai fini delle imposte sui redditi.
Il primo adempimento è la dichiarazione di inizio attività
APPROFONDIMENTO La Comunicazione unica
L’applicazione dell’imposta richiede vari adempimenti:
la fatturazione delle operazioni…
407
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Attualmente la fattura deve essere datata e numerata progressivamente e deve indicare: ● il nome o la ditta dei contraenti, la loro residenza o domicilio, la partita Iva (o il codice fiscale se il cessionario o committente non agisce nell’esercizio di impresa); ● la natura, qualità e quantità del bene ceduto o del servizio prestato, il corrispettivo e gli altri elementi necessari per determinare l’imponibile; ● l’aliquota applicata e l’ammontare dell’imposta.
APPROFONDIMENTO La firma digitale
APPROFONDIMENTO Le sanzioni
APPROFONDIMENTO La fattura differita
… la registrazione delle fatture emesse…
… e delle fatture ricevute per gli acquisti…
408
La fattura può essere emessa in forma cartacea o (previo accordo con il destinatario) in forma elettronica. Nel secondo caso l’autenticità e l’integrità del documento devono essere garantite mediante la firma digitale dell’emittente o mediante sistemi di trasmissione dei dati che diano le stesse garanzie. Le fatture nei confronti delle Amministrazioni pubbliche devono obbligatoriamente essere emesse in forma elettronica. L’obbligo della fatturazione elettronica, a decorrere dal 2019, sarà esteso anche alle operazioni fra privati e, di conseguenza, le fatture cartacee o comunque diverse da quella elettronica saranno considerate come non emesse. Devono essere fatturate tutte le operazioni che rientrano nel campo di applicazione dell’Iva, e quindi non solo quelle imponibili ma anche quelle esenti e quelle non imponibili [Ñ par. 4]. L’emissione della fattura non è obbligatoria quando l’acquirente del bene o servizio è il consumatore finale. Se non riceve la fattura entro quattro mesi da quando l’operazione è stata effettuata, il cliente è obbligato a presentare all’Agenzia delle entrate, nei 30 giorni successivi, l’autofattura, cioè un documento contenente tutte le indicazioni prescritte per la fattura, e pagare la relativa imposta. Le fatture di vendita devono essere annotate entro 15 giorni nel registro delle fatture emesse (art. 23). Per ogni singola fattura devono essere registrati i dati che consentono di identificare l’acquirente, l’imponibile e l’imposta. Se la fattura riguarda operazioni esenti o non imponibili, dovranno essere annotate la ragione dell’inapplicabilità dell’Iva e la relativa norma (per esempio, “esente ai sensi dell’art. 10”). Per le fatture di importo non superiore a 300 euro, emesse nello stesso mese, l’annotazione può aver luogo in modo riassuntivo, invece che analitico, mediante un documento riepilogativo che indichi i numeri delle fatture a cui si riferisce, l’ammontare complessivo dell’imponibile e l’ammontare dell’imposta complessiva, distinti per aliquota. Le fatture relative agli acquisti e le bollette doganali numerate progressivamente devono essere annotate nel registro degli acquisti (art. 25) prima della liquidazione nella quale viene esercitata la detrazione dell’Iva a credito. Per le fatture di importo non superiore a 300 euro l’annotazione può avere luogo mediante documento riepilogativo, come per le fatture di vendita. Le fatture trasmesse o ricevute in forma elettronica devono essere archiviate nella stessa forma, nei registri informatici. Il contribuente in regime di contabilità ordinaria è esonerato dalla tenuta dei registri Iva a condizione che annoti i relativi dati nel libro giornale (o nel registro cronologico se è un lavoratore autonomo) e sia in grado di
L’Imposta sul valore aggiunto
fornirli in forma sistematica a richiesta dell’Amministrazione finanziaria [ÑM5 U2 par. 5 e 6]. Per prevenire e contrastare l’evasione dell’Iva e garantire un efficace controllo anche ai fini delle imposte sul reddito, è imposto ai contribuenti Iva l’obbligo di trasmettere ogni trimestre, in via telematica, all’Agenzia delle entrate i dati di tutte le fatture emesse e ricevute e i dati riepilogativi delle liquidazioni periodiche. Fanno eccezione alcuni casi di esonero previsti dalla legge (contribuenti minimi, contribuenti non obbligati alla dichiarazione ecc.). È riconosciuta al contribuente la facoltà di adempiere alla trasmissione dei dati con cadenza semestrale anziché trimestrale. L’Iva si applica su base annuale e la sua liquidazione definitiva avviene in sede di dichiarazione annuale (art. 27). Per far sì che le somme a debito non rimangano a lungo nella disponibilità del contribuente ma vengano incassate dallo Stato nel più breve tempo possibile, la legge dispone che la liquidazione e il versamento dell’imposta debbano avvenire, in via provvisoria, a scadenze mensili. La liquidazione viene effettuata calcolando la differenza fra l’ammontare dell’Iva a debito divenuto esigibile nel mese considerato e l’ammontare dell’Iva a credito per il quale è stata esercitata la detrazione nello stesso mese. Entro lo stesso termine stabilito per la liquidazione deve essere effettuato in via telematica il versamento della somma risultante a debito. Se invece il risultato della liquidazione è un’eccedenza a credito, l’eccedenza va riportata in detrazione nel mese successivo. Il termine per la liquidazione e il versamento scade il giorno 16 del mese successivo a quello in cui l’Iva a debito è divenuta esigibile e l’Iva a credito è stata detratta. Per l’ultimo mese il termine scade il 16 gennaio, ma il contribuente deve effettuare un versamento d’acconto entro il 27 dicembre; la misura dell’acconto è pari all’88% del versamento effettuato per il dicembre dell’anno precedente o, se inferiore, del versamento dovuto per il dicembre dell’anno in corso. In alternativa, il contribuente può determinare l’acconto analiticamente, in misura pari all’imposta dovuta per le operazioni effettuate dal 1° al 20 dicembre, dedotta l’imposta sugli acquisti registrati fino alla stessa data. Gli articoli 32 e 33 prevedono un regime semplificato per i contribuenti minori [ÑM5 U2 par. 6] e cioè per coloro che nell’anno precedente hanno realizzato un volume d’affari non superiore a 400.000 euro (arti o professioni e imprese di servizi) o non superiore a 700.000 euro (altre attività). Il contribuente ha la facoltà di optare per un regime di liquidazioni e versamenti trimestrali invece che mensili. In tal caso, le somme da corrispondere trimestralmente sono maggiorate dell’interesse dell’1%. Il termine scade il giorno 16 del secondo mese successivo al trimestre considerato; quindi, per il primo trimestre dell’anno la scadenza è il 16 maggio, per il secondo il 16 agosto, per il terzo il 16 novembre; per il quarto il 16 marzo dell’anno successivo, in coincidenza con il versamento annuale. Per il quarto trimestre deve essere effettuato il versamento d’acconto entro il 27 dicembre. Ogni anno, i contribuenti Iva sono obbligati a presentare in via telematica una dichiarazione relativa all’anno solare precedente, nella quale sono
U N I TÀ 5
… la trasmissione telematica dei dati …
… le liquidazioni e i versamenti mensili…
… o trimestrali per i contribuenti minori…
APPROFONDIMENTO Semplificazione degli obblighi documentali per i contribuenti minori
… la dichiarazione annuale…
409
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
contenuti tutti i dati necessari a individuare il soggetto passivo, l’ammontare delle operazioni compiute e dell’imposta da pagare. Sono esonerati dall’obbligo della dichiarazione (oltre ad alcune particolari categorie di contribuenti indicate dalla legge) coloro che hanno effettuato esclusivamente operazioni esenti. La dichiarazione deve essere presentata su apposito modello fra il 1° febbraio e il 30 marzo. Entro il 16 marzo deve essere effettuato il versamento di conguaglio, qualora risulti una differenza a debito fra l’imposta dovuta in base alla dichiarazione annuale e l’ammontare delle somme versate mensilmente (o trimestralmente). Se invece risulta una differenza a credito, il contribuente può compensarla con le somme dovute per altri tributi in sede di versamento unificato. L’eventuale eccedenza a credito può essere riportata in detrazione nell’anno successivo; in alcuni casi previsti dalla legge si può chiederne il rimborso.
… il versamento di conguaglio
La differenza a credito può essere compensata e riportata per l’eccedenza
Sintesi grafica
• inizio attività • variazioni • cessazione
dichiarazione
fatturazione
adempimenti documentali
• registro delle fatture • registro degli acquisti
registrazione
Obblighi del contribuente
liquidazioni
adempimenti periodici
versamenti comunicazione dei dati
• delle fatture • delle liquidazioni
• dichiarazione Iva • versamento
adempimenti annuali
di conguaglio
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Gli e la
.................................................. ..................................................
delle operazioni, le
..................................................
le
..................................................
telematiche dei dati, la
di
..................................................
.
comunicazioni
410
che devono essere osservati dai contribuenti Iva sono la
•
conguaglio
• •
adempimenti
•
versamenti
e i
..................................................
dichiarazione
•
fatturazione
..................................................
..........................................
periodici,
annuale e il versamento
•
liquidazioni
•
registrazione
>>>
L’Imposta sul valore aggiunto
U N I TÀ 5
2. Indica se i seguenti contribuenti possono optare per il regime semplificato dei versamenti trimestrali
• Una società che produce materiali da costruzione, con un volume di affari di 600.420 euro
• Un medico con un volume d’affari di 410.000 euro • Un artigiano con un volume d’affari di 350.000 euro • Una ditta di trasporti con volume di affari di 710.000 euro
7. I commercianti al minuto Norme particolari sono previste per i commercianti al minuto e per altri operatori che esercitano attività assimilate (prestazioni alberghiere, somministrazione di alimenti e bevande in ristoranti, bar, mense aziendali, trasporto di persone ecc.). Poiché questi operatori effettuano prestazioni frequenti, uniformi e di importo limitato, l’obbligo di fatturare tutte le operazioni creerebbe un notevole aggravio e peraltro, il più delle volte, non avrebbe alcuna funzione in quanto le operazioni sono compiute nei confronti del consumatore finale. Per queste operazioni, dunque, non vi è obbligo di emettere fattura, a meno che il cliente non la richieda nel momento in cui esse vengono effettuate. Sono obbligati a richiedere la fattura gli imprenditori che acquistano al dettaglio i beni che sono oggetto della propria attività. Le operazioni non soggette a fatturazione vanno tuttavia documentate con altri strumenti previsti dalla legge: la ricevuta fiscale e lo scontrino fiscale. ● La ricevuta fiscale deve essere datata e numerata progressivamente, con l’indicazione della ditta emittente, della natura, qualità e quantità della prestazione e dell’ammontare del corrispettivo “Iva inclusa”. ● Lo scontrino fiscale deve essere emesso da registratori di cassa o terminali elettronici omologati; deve consentire l’identificazione della merce e indicare il corrispettivo “Iva inclusa”, nonché il giorno e l’ora dell’operazione. Fanno eccezione soltanto alcune operazioni espressamente escluse (vendita di generi di monopolio, di giornali quotidiani, prestazioni rese mediante apparecchi automatici, mense aziendali ecc.). I dettaglianti devono registrare le operazioni di vendita nel registro dei corrispettivi (art. 24), nel quale deve essere annotato l’ammontare complessivo dei corrispettivi riguardanti, rispettivamente, le operazioni imponibili, quelle esenti e quelle non imponibili effettuate in ciascun giorno. Poiché i corrispettivi sono registrati “Iva inclusa”, ai fini delle liquidazioni mensili occorre effettuare lo scorporo dell’imposta compresa nell’incasso lordo. Lo scorporo va eseguito secondo le regole del calcolo percentuale del sopracento e cioè dividendo l’ammontare dei corrispettivi per il divisore corrispondente all’aliquota e moltiplicando il risultato per 100.
Per le prestazioni al minuto non vi è obbligo di fattura se non è richiesta dal cliente
Le operazioni sono documentate mediante scontrino o ricevuta fiscale
Le operazioni sono annotate nel registro dei corrispettivi
Ai fini delle liquidazioni si effettua lo scorporo dell’Iva…
411
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Per esempio, se le operazioni sono soggette all’aliquota normale del 22% si avrà: corrispettivi lordi 122
… e la ventilazione dei corrispettivi
Per alcune categorie di contribuenti sono previsti regimi speciali
× 100
Per le aliquote ridotte, i divisori sono rispettivamente 104 e 110. Per determinate categorie di commercianti al minuto, che vendono beni soggetti ad aliquote diverse, la registrazione può essere effettuata senza distinzione di aliquote. Per determinare l’Iva dovuta è necessario operare la ventilazione dei corrispettivi, che consiste nel suddividere i corrispettivi del mese (o del trimestre) in proporzione alle aliquote sugli acquisti registrati dall’inizio dell’anno. Per alcune categorie di contribuenti sono previsti regimi speciali, che hanno la funzione di semplificare l’applicazione dell’imposta o quella di agevolare settori economicamente più deboli. Regimi speciali sono previsti per i produttori agricoli e i pescatori non marittimi che vendono direttamente i propri prodotti, per gli esportatori abituali, per i contribuenti minimi, per le agenzie di viaggio, per le attività di agriturismo, per alcune attività di spettacolo, per i servizi di telecomunicazione, teleradiodiffusione ed elettronici, per il commercio di giornali, per il commercio di rottami, per il commercio di beni usati, di oggetti d’arte e di antiquariato ecc.
Sintesi grafica fatturazione a richiesta scontrino fiscale emissione di ricevuta fiscale
documentazione registro dei corrispettivi
Commercianti al minuto
registrazione Iva inclusa
scorporo dell’Iva
liquidazioni ventilazione dei corrispettivi
412
>>>
L’Imposta sul valore aggiunto
U N I TÀ 5
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Per i
..................................................
documentate da
la fatturazione è a
..................................................
annotati nel registro dei
•
•
fiscale o
..................................................
periodiche si effettuano con corrispettivi
..................................................
dettaglianti
ventilazione
..................................................
con Iva
..................................................
•
inclusa
•
fiscale; gli incassi vanno
..................................................;
dell’Iva e
ricevuta
del cliente; le operazioni sono
•
le liquidazioni
..................................................
richiesta
•
dei corrispettivi.
scontrino
•
scorporo
2. Rispondi alle domande Un commerciante al dettaglio ha effettuato vendite per un importo complessivo lordo di 257.420 euro, tutte soggette all’aliquota Iva ordinaria. 1. Come è assolto l’obbligo della registrazione? 2. Qual è l’importo dell’Iva a debito?
8. L’Iva intracomunitaria In coerenza con il mercato unico europeo, le operazioni intracomunitarie ai fini dell’applicazione dell’Iva dovrebbero essere pienamente equiparate alle operazioni interne: le merci che circolano nel territorio comunitario dovrebbero essere assoggettate all’imposta con le medesime modalità a ogni atto di scambio, anche nel passaggio fra il territorio di uno Stato e quello di un altro. Questo sistema non è ancora stato attuato perché comporta notevoli difficoltà sia sul piano sostanziale, perché le aliquote Iva sono diverse da Stato a Stato, sia sul piano contabile e amministrativo, perché sono necessari particolari meccanismi di compensazione per determinare la parte del gettito dell’imposta spettante a ciascuno Stato. Perciò l’Iva continua ad applicarsi alle operazioni intracomunitarie secondo un regime speciale transitorio disciplinato dal d.l. 30 agosto 1993, n. 331, convertito in l. 29 ottobre 1993, n. 427. La cessione di beni intracomunitaria è considerata un’operazione non imponibile, anche se non costituisce importazione né esportazione. L’impresa cedente è esonerata dall’imposta ma deve fatturare l’operazione, indicando che essa ha carattere intracomunitario, e registrare la fattura entro 15 giorni dall’emissione. L’impresa cessionaria, entro 15 giorni dal ricevimento, deve registrare la fattura sia nel libro degli acquisti sia in quello delle vendite con numerazioni distinte. Il computo dell’Iva a debito e la detrazione dell’Iva a credito avvengono mensilmente o trimestralmente secondo le regole ordinarie. Ai fini del controllo, tutti i soggetti Iva sono obbligati a compilare gli elenchi delle cessioni e degli acquisti effettuati nei confronti di soggetti residenti nel territorio della Ue (modelli Intrastat) e a presentarli agli uffici doganali con cadenza mensile o trimestrale a seconda del volume delle operazioni intracomunitarie effettuate.
L’Iva intracomunitaria è regolata da un regime transitorio
La cessione intracomunitaria è considerata un’operazione non imponibile che richiede adempimenti particolari
413
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Sintesi grafica operazioni non imponibili fatturazione
indicazione del carattere intracomunitario
cessioni registrazione
computo dell’Iva a debito nel modo ordinario
Iva intracomunitaria
nel registro acquisti registrazione nel registro fatture
acquisti detrazione dell’Iva a credito nel modo ordinario
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Negli scambi tra Stati dell’Unione europea l’Iva si applica in base a un regime ..................................................:
costituiscono
le cessioni costituiscono operazioni
..................................................
né
..................................................,
..................................................,
anche se non
e richiedono particolari
..........................................
documentali. adempimenti
•
esportazione
•
importazione
•
non imponibili
•
transitorio
2. Scegli il termine esatto fra i tre proposti 1. La cessione di beni intracomunitaria è considerata un’operazione imponibile/ non imponibile/esente. 2. Le liquidazioni periodiche avvengono secondo le regole speciali/transitorie/ordinarie.
414
Strumenti per il ripasso
U N I TÀ 5
Strumenti per il ripasso | Sintesi INTERROGAZIONE SIMULATA
SINTESI AD ALTA ACCESSIBILITÀ
1. L’Imposta sul valore aggiunto (Iva)
5. L’applicazione dell’imposta ha luogo
realizza l’imposizione sugli scambi. In passato si applicava un’imposta sul valore pieno, che colpiva a ogni passaggio l’intero valore della merce, con effetti cumulativi che creavano distorsioni sui mercati. Nel 1972, in attuazione di due direttive comunitarie, è stata istituita l’Imposta sul valore aggiunto, che per le sue caratteristiche corrisponde alle esigenze della libera concorrenza sul mercato unico europeo.
quando a seguito di un’operazione imponibile l’imposta diventa esigibile. Il cedente applica l’aliquota relativa al bene o servizio e addebita la rivalsa al cessionario. Il cessionario paga il prezzo del bene o servizio più l’Iva e, se agisce nell’esercizio di imprese, arti o professioni, esercita il diritto alla detrazione. L’applicazione dell’Iva comporta l’osservanza di vari adempimenti formali e documentali.
2. L’Imposta sul valore aggiunto (Iva) ha le seguenti caratteristiche: plurifase, in quanto si applica a ogni passaggio del bene; sul valore aggiunto, perché colpisce solo il maggior valore acquisito del bene nell’operazione di scambio; trasparente, in quanto non si incorpora nel prezzo; neutra, perché non ha effetti cumulativi.
3. Il valore aggiunto fiscale non viene determinato per le singole operazioni ma con riferimento alla cifra di affari. Si calcola per deduzione, con il metodo imposta da imposta. Il procedimento applicativo dell’imposta è fondato sulla detrazione dell’Iva sugli acquisti e sulla rivalsa dell’Iva sulle vendite, in modo che l’imposta colpisca solo il consumatore finale. Il soggetto passivo è colui che effettua operazioni imponibili nell’esercizio di un’impresa, arte o professione.
4. Le operazioni di scambio che possono essere oggetto dell’Iva sono le cessioni di beni e le prestazioni di servizi, nonché le importazioni. Il presupposto dell’Iva sulle cessioni di beni e sulle prestazioni di servizi è che le operazioni corrispondano alla definizione di cessione di beni o prestazione di servizi data dalla legge, che esse avvengano nell’esercizio di impresa, arti e professioni, e che siano effettuate nel territorio dello Stato. Il presupposto dell’Iva sulle importazioni è l’introduzione nello Stato, da chiunque effettuata, di merci provenienti da paesi esterni all’Unione europea.
6. Nel regime ordinario, oltre alle dichiarazioni obbligatorie di inizio, variazione e cessazione attività, gli adempimenti richiesti al contribuente sono la fatturazione e registrazione delle operazioni; le liquidazioni e i versamenti mensili; la comunicazione telematica dei dati delle fatture e dei dati delle liquidazioni periodiche; la dichiarazione annuale e il versamento di conguaglio. Per i contribuenti minori sono previste semplificazioni e, in particolare, i versamenti possono essere effettuati con cadenza trimestrale invece che mensile. 7. Per i commercianti al minuto (dettaglianti) e operatori assimilati esistono norme specifiche: la fatturazione è a richiesta del cliente; le operazioni sono documentate mediante l’emissione di ricevuta fiscale o scontrino fiscale; al posto del registro delle fatture deve essere tenuto il registro dei corrispettivi; le registrazioni sono effettuate Iva inclusa. Le liquidazioni periodiche si effettuano con scorporo dell’Iva e ventilazione dei corrispettivi. Per alcune categorie di contribuenti sono previsti regimi speciali; principalmente per i produttori agricoli, gli esportatori abituali, i contribuenti minimi e altre categorie di operatori. 8. Negli scambi tra Stati dell’Unione europea l’Iva si applica nel paese di destinazione in base a un regime transitorio: tali cessioni sono operazioni non imponibili, anche se non costituiscono importazione né esportazione, e richiedono particolari adempimenti documentali.
415
Strumenti per il ripasso
UNITÀ 5
Strumenti per il ripasso | Mappa
MAPPA PERSONALIZZABILE
da imposizione sul valore pieno
Imposizione sugli scambi
base da base (poco usato)
evoluzione a imposizione sul valore aggiunto
profili economici
applicata con metodo
imposta da imposta (adottato in Europa)
plurifase (applicata a ogni passaggio)
Imposta sul valore aggiunto (Iva)
su valore aggiunto (incremento di valore derivante dall’attività produttiva)
caratteri
trasparente (non si incorpora nel prezzo)
presupposto
neutra (non ha effetti cumulativi)
• cessione di beni o prestazione di
servizi nell’esercizio di impresa, arte, professione nel territorio dello Stato importazioni da chiunque effettuate
operazioni rilevanti
•
• imponibili • non imponibili • esenti paga ai fornitori l’imposta sugli acquisti (Iva a credito)
applicazione meccanismo imposta da imposta
il soggetto Iva (imprenditore o esercente)
applica ai clienti l’imposta sulle vendite (Iva a debito) detrae l’Iva a credito dall’Iva a debito versa la differenza allo Stato
comunicazione inizio attività e successive variazioni o cessazione
adempimenti
regime ordinario
liquidazioni e versamenti mensili (trimestrali per contribuenti minori)
norme specifiche
dichiarazione annuale e versamento di conguaglio
dettaglianti
• fatturazione a richiesta • scontrino o ricevuta fiscale • registro corrispettivi (Iva inclusa) • scorporo e ventilazione corrispettivi
regimi speciali
esportatori abituali, contribuenti minimi ecc.
Iva intracomunitaria
416
fatturazioni, registrazioni (semplificazioni per contribuenti minori)
• tassazione nel paese di destinazione • regime transitorio
Verifica formativa
1. Scegli l’unica risposta esatta fra le quattro indicate 1. L’onere dell’imposta sul valore aggiunto: A non dipende dal numero degli scambi che hanno £ per oggetto il bene B incide su coloro che producono la merce £ o la distribuiscono C non riguarda il consumatore finale £ D a ogni passaggio si cumula con quello dei precedenti £ passaggi 2. Le operazioni non imponibili: A danno diritto alla rivalsa per l’Iva sulle vendite £ B non danno luogo ad alcun adempimento £ C non concorrono a formare il volume di affari £ D danno diritto al rimborso dell’Iva sugli acquisti £ 3. La base imponibile dell’Iva è costituita: A dall’ammontare dei corrispettivi incassati £ B dall’ammontare dei corrispettivi dovuti £ C dalla differenza fra il valore dei beni ceduti e il valore £ dei beni acquistati D dalla differenza fra l’Iva a credito e l’Iva a debito £ 4. Quando il cliente è un consumatore finale non è obbligatorio: A emettere la fattura £ B documentare l’operazione £ C applicare la rivalsa £ D tenere il registro degli acquisti £ 5. I contribuenti minori devono operare le liquidazioni e i versamenti periodici: A ogni trimestre, a meno che abbiano optato £ per il regime mensile B ogni mese, a meno che abbiano optato per il regime £ trimestrale C con scadenze mensili o trimestrali a seconda £ dell’oggetto dell’attività D con lo stesso regime e alle stesse scadenze £ dei contribuenti ordinari 6. Le cessioni intracomunitarie sono: A operazioni esenti £ B tassate nel paese di origine £ C non imponibili con regime transitorio £ D considerate come esportazioni £ 2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false e, se sono false, spiega perché 1. L’Iva colpisce solo le operazioni compiute nel territorio dello Stato. V£ F£ 2. L’Iva si applica con il sistema base da base. V£ F£
U N I TÀ 5
3. Le importazioni sono soggette all’Iva quando sono effettuate nell’esercizio di imprese, arti o professioni. 4. Le operazioni escluse non devono essere fatturate né registrate. 5. L’esercizio della rivalsa è obbligatorio. 6. I commercianti al dettaglio non hanno l’obbligo di documentare le singole operazioni. 3. 1. 2. 3. 4. 5. 6.
1
V£ F£ V£ F£ V£ F£ V£ F£
Connect the expressions on the left column with the corresponding on the right Vat credit a. Purchase ledger Exports b. Minor taxpayers Received invoices c. Vat amount shown Vat quarterly payments separately Retailers d. Vat deduction Vat charging e. Assignee or purchaser f. Vat refunds on purchases 2
3
4
5
6
4. Correggi l’errore contenuto in ciascuna frase 1. Le operazioni non imponibili non vanno fatturate né registrate. 2. Il soggetto passivo Iva recupera l’Iva a debito mediante la detrazione. 3. Le prestazioni sanitarie e didattiche sono operazioni non imponibili. 4. L’Iva diventa esigibile nel momento in cui l’operazione è registrata. 5. Il contribuente Iva esercita la rivalsa nei confronti dei propri fornitori. 6. La base imponibile dell’Iva è costituita dal corrispettivo pagato al soggetto passivo per ogni operazione imponibile. 5. Individua il concetto che corrisponde alle seguenti definizioni 1. Le imposte che si applicano a ogni passaggio da un operatore all’altro durante il processo di produzione e distribuzione. 2. Il maggior valore che un bene o servizio acquista per effetto dell’attività produttiva. 3. L’ammontare complessivo delle operazioni imponibili, non imponibili ed esenti relative a un anno solare. 4. L’ammontare del corrispettivo dovuto al soggetto passivo per la cessione del bene o la prestazione del servizio. 5. L’imposta pagata sugli acquisti. 6. Il versamento da effettuare annualmente in base alla dichiarazione. TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
417
UNITÀ 6
Accertamento e riscossione di Irpef, Ires e Iva
Conoscenze
Abilità
• I caratteri comuni nell’applicazione delle imposte sui redditi
• Applicare le norme sulla compilazione della dichiarazione • Individuare i casi in cui un soggetto può avvalersi dell’assistenza
e dell’Iva • La funzione delle dichiarazioni tributarie • I tipi di controllo esercitati sulle dichiarazioni • I poteri di indagine degli ufmci mscali • Le procedure di accertamento • I metodi di riscossione
mscale
• Riconoscere la funzione delle scritture contabili ai mni dell’accertamento tributario
• Individuare le ragioni per le quali può essere legittimato l’accertamento induttivo
• Individuare la funzione del versamento diretto e dell’iscrizione nei ruoli
• Individuare gli effetti dell’avviso di accertamento esecutivo
Accertamento e riscossione di Irpef, Ires e Iva
U N I TÀ 6
1. L’applicazione delle imposte sui redditi e dell’Iva. Caratteri comuni Dopo aver esaminato la struttura delle due imposte sui redditi e dell’Iva, dobbiamo parlare dei procedimenti per il loro accertamento e la loro riscossione. L’accertamento delle imposte sui redditi è regolato dal d.p.r. 29 settembre 1973, n. 600 e quello dell’Iva dal d.p.r. 26 ottobre 1972, n. 633. I criteri di accertamento sono analoghi perché le imposte sui redditi e l’Iva, pur nella loro diversa struttura e funzione, hanno, sotto il profilo dell’accertamento, caratteri simili: ● sono imposte generali e si applicano su base annuale, sicché devono essere accertate, a intervalli regolari di tempo, nei confronti di un gran numero di contribuenti; ● la loro base imponibile (il reddito complessivo nell’Irpef e nell’Ires, l’ammontare di tutte le operazioni imponibili nell’Iva) è formata da una pluralità di elementi che devono essere individuati analiticamente e tassati unitariamente; ● sono applicate mediante autotassazione e versamento diretto, in base a dichiarazione annuale obbligatoria; ● la dichiarazione del contribuente è fondamentale perché contiene gli elementi rilevanti per la determinazione della materia imponibile e dell’imposta, mentre gli uffici fiscali intervengono successivamente in sede di controllo. Ancora maggiori sono le analogie fra le imposte in materia di riscossione: ● le somme dovute dai contribuenti in base alle dichiarazioni sono riscosse mediante versamento diretto da parte degli stessi contribuenti; ● i versamenti sono effettuati con le stesse modalità e scadenze, e con la possibilità di compensare gli importi a credito e a debito delle diverse imposte; ● la riscossione è gestita da uno stesso soggetto (Agenzia delle entrate-Riscossioni) e con le medesime modalità.
L’accertamento delle imposte sui redditi e dell’Iva… … è fondato sugli stessi criteri
I sistemi di riscossione sono gli stessi
Sintesi grafica imposte sui redditi
d.p.r. 600/1973
Accertamento e riscossione
carattere e criteri comuni
Iva
d.p.r. 633/1972
>>> 419
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto L’accertamento e la
..................................................
delle imposte sui redditi e dell’Iva sono regolati
in base agli stessi criteri e cioè in base a e versamento
..................................................
verificata,
..................................................
..................................................
autotassazione
•
dichiarazione
•
diretto
•
riscossione
2. Rispondi alle domande 1. Sotto quali profili l’applicazione delle imposte sui redditi e dell’Iva presenta caratteri comuni? 2. Ai fini del contrasto all’evasione, quale importanza può avere l’analogia dei criteri di accertamento e riscossione previsti per le imposte sui redditi e per l’Iva?
2. L’obbligo della dichiarazione Sappiamo che… I canali per fruire dei servizi telematici dell’Agenzia delle entrate sono attualmente i seguenti: • Entratel, utilizzabile dalle imprese e gli enti di rilevanti dimensioni (sostituti di imposta per più di 20 soggetti), dagli intermediari (consulenti, professionisti, Caf, Poste italiane ecc.) e dalle Amministrazioni dello Stato; • Fisconline, utilizzabile dalle piccole imprese e da tutti gli altri contribuenti. I servizi Entratel e Fisconline sono accessibili via internet all’indirizzo: http://telematici. agenziaentrate.gov.it
L’accertamento avviene in base a dichiarazione
La dichiarazione è obbligatoria… APPROFONDIMENTO Le sanzioni per omessa dichiarazione
… e analitica
È salvo il potere di rettifica da parte degli uffici fiscali
420
L’accertamento delle imposte sui redditi e dell’Iva avviene in base a dichiarazione verificata [ÑM4 U3 par. 2]. Le norme sulla dichiarazione dei redditi sono contenute negli articoli 1-12 del d.p.r. 600/1973 e negli articoli 1-7 del d.p.r. 322/1998; quelle sulla dichiarazione Iva sono contenute nell’art. 8 dello stesso d.p.r. 322/1998. Sia per le imposte sui redditi sia per l’Iva la dichiarazione è obbligatoria, annuale e analitica. Se la dichiarazione non è stata presentata, l’Agenzia delle entrate procede all’accertamento d’ufficio entro il 31 dicembre del settimo anno successivo a quello in cui si sarebbe dovuto presentarla. Sia la dichiarazione dei redditi sia la dichiarazione Iva hanno carattere analitico. Il contribuente deve indicare tutti gli elementi che danno luogo alla determinazione degli imponibili e alla quantificazione del debito di imposta. Gli uffici fiscali hanno il potere di accertare l’imponibile effettivo e l’imposta dovuta; l’accertamento in rettifica ha luogo entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione. Il contribuente può correggere spontaneamente la propria dichiarazione
Accertamento e riscossione di Irpef, Ires e Iva
se contiene errori e omissioni (errori materiali o di calcolo, indicazioni incomplete, erronea valutazione dell’imponibile, indebite deduzioni o detrazioni ecc.). A tal fine può presentare una dichiarazione correttiva, entro lo stesso termine stabilito per la dichiarazione, o una dichiarazione integrativa, entro il termine stabilito per l’accertamento in rettifica da parte degli uffici finanziari. La regolarizzazione da parte dello stesso contribuente comporta una riduzione delle sanzioni amministrative. Non si applicano sanzioni per le violazioni puramente formali, che non incidono sulla determinazione del tributo e non ostacolano l’attività di controllo. Le dichiarazioni devono essere redatte, a pena di nullità, su modelli conformi a quelli approvati ogni anno con provvedimento amministrativo pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. I modelli sono resi disponibili in formato elettronico dall’Agenzia delle entrate in via telematica. L’uso del modello obbligatorio non ha soltanto lo scopo di rendere più agevole la redazione per il contribuente, ma corrisponde soprattutto all’esigenza di uniformare le procedure di controllo da parte dell’Amministrazione fiscale. Non devono essere allegati documenti, ma il contribuente deve conservarli fino alla scadenza del termine per l’accertamento in rettifica (cinque anni) e presentarli a richiesta degli uffici finanziari. La dichiarazione deve essere sottoscritta dal contribuente o da chi ne ha la rappresentanza legale o negoziale. Per i soggetti diversi dalle persone fisiche, la dichiarazione deve essere sottoscritta dal rappresentante legale o, in mancanza, da chi ne ha l’amministrazione, anche di fatto. Con la sottoscrizione, il contribuente si assume la responsabilità delle affermazioni contenute nella dichiarazione. La dichiarazione non sottoscritta è nulla. Tuttavia, la nullità è sanata se il contribuente, invitato dal competente ufficio dell’Agenzia delle entrate, provvede entro trenta giorni a sottoscriverla. La presentazione della dichiarazione dei redditi e della dichiarazione Iva deve avvenire in via telematica, direttamente o tramite un professionista abilitato alla trasmissione dei dati fiscali (dottore commercialista, ragioniere, consulente del lavoro ecc.). Fino al 2016 i contribuenti, tranne quelli con esercizio non coincidente con l’anno solare, dovevano adempiere i loro obblighi dichiarativi in unico contesto, mediante la presentazione del modello Unico che comprendeva la dichiarazione dei redditi e quella dell’Iva. Dal 2017 le due dichiarazioni devono essere presentate in via autonoma: quella dell’Iva fra il 1° febbraio e il 30 aprile [ÑM5 U5 par. 6] e quella dei redditi alle scadenze di cui parleremo più avanti.
U N I TÀ 6
È ammessa la regolarizzazione da parte del contribuente
La dichiarazione deve essere redatta su apposito modello…
… e deve essere sottoscritta
La presentazione avviene in via telematica
Presentazione della dichiarazione dei redditi Tutti coloro che posseggono redditi assoggettabili a Irpef o Ires sono obbligati a presentare la dichiarazione annuale dei redditi, anche nel caso in cui (per effetto di deduzioni, detrazioni, riporto perdite, crediti d’imposta ecc.) non siano debitori di imposta.
La dichiarazione annuale è obbligatoria per tutti i soggetti passivi
421
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
APPROFONDIMENTO Il sistema delle attestazioni fiscali
L’obbligo dichiarativo è più rigido per i soggetti obbligati alla tenuta delle scritture contabili [ÑM5 U2 par. 5 e 6], i quali sono obbligati alla dichiarazione in ogni caso, anche se nel periodo di imposta non hanno percepito alcun reddito.
Le norme Art. 1 d.p.r. 600/1973 (Dichiarazione dei soggetti passivi) – Ogni soggetto passivo deve dichiarare annualmente i redditi posseduti, anche se non ne consegue alcun debito d’imposta. I soggetti obbligati alla tenuta di scritture contabili [...] devono presentare la dichiarazione anche in mancanza di redditi.
Per le persone fisiche non obbligate alla tenuta di scritture contabili sono previsti casi di esonero
I contribuenti Irpef devono presentare la dichiarazione entro il 31 ottobre e i contribuenti Ires entro il nono mese successivo a quello della chiusura dell’esercizio. Le persone fisiche che non hanno l’obbligo delle scritture contabili sono esonerate dalla dichiarazione quando non posseggono redditi o posseggono soltanto redditi che non concorrono a formare la base imponibile (esenti o assoggettati a ritenuta alla fonte a titolo di imposta o a imposta sostitutiva). Sono esonerate anche nel caso in cui, oltre ai redditi che non concorrono a formare la base imponibile, posseggano: ● soltanto redditi fondiari (terreni e fabbricati) complessivamente non superiori a 500 euro; ● soltanto redditi di lavoro dipendente soggetti a ritenuta d’acconto e debitamente certificati e conguagliati, più il reddito dell’abitazione principale e delle sue pertinenze e il reddito di altri fabbricati non locati soggetti a Imu; ● un reddito complessivo di ammontare tale che la differenza fra l’imposta lorda e le detrazioni spettanti per carichi di famiglia e per la natura del reddito, al netto delle ritenute subìte, non sia superiore a 10,33 euro.
I lavoratori dipendenti, i pensionati e altri contribuenti assimilati ai lavoratori dipendenti [ÑM5 U2 par. 4] possono avvalersi dell’assistenza fiscale del sostituto di imposta (datore di lavoro o ente pensionistico) o di un avvalersi dell’assistenza fiscale Centro di assistenza fiscale (Caf) o di un intermeCentro di assistenza fiscale (Caf) diario abilitato. Organismo privato con funzioni di assistenza mscale I soggetti che hanno diritto all’assistenza fiscale possono e contabile; è costituito a iniziativa delle organizzazioni avvalersene anche se posseggono redditi fondiari, dividendi di categoria con l’autorizzazione del Mef. e altri redditi di capitale, redditi di lavoro autonomo non derivanti dall’esercizio di arti o professioni (per esempio, diritti di autore o di inventore), alcuni tipi di redditi diversi (per esempio, redditi di lavoro autonomo occasionale) e alcuni tipi di redditi assoggettati a tassazione separata (per esempio, Tfr). Sono esclusi dall’assistenza fiscale coloro che posseggono redditi di impresa, redditi di partecipazione in società di persone, redditi di lavoro autonomo Lavoratori dipendenti, pensionati e categorie assimilate possono
422
Accertamento e riscossione di Irpef, Ires e Iva
derivanti dall’esercizio di arti o professioni, e coloro che, pur non essendo imprenditori commerciali o esercenti arti e professioni devono presentare la dichiarazione Iva (per esempio, produttori agricoli). Il contribuente che si avvale dell’assistenza fiscale non deve determinare l’imposta dovuta ma soltanto indicare su apposito modello (mod. 730) i redditi posseduti, le persone a carico, gli oneri che gli danno diritto a deduzioni o detrazioni, i crediti di imposta spettanti, le ritenute subite e gli acconti versati. Il modello 730 va consegnato entro il 23 luglio al sostituto d’imposta, al Caf o al professionista abilitato. Il soggetto che presta l’assistenza deve controllare la regolarità formale dei dati dichiarati dal contribuente; determinare la base imponibile; liquidare l’imposta e provvedere alla trasmissione telematica della dichiarazione all’Agenzia delle entrate. Il saldo a debito o a credito risultante dalla liquidazione dell’imposta viene imputato in aumento o in diminuzione delle successive ritenute d’acconto che il sostituto applica al contribuente nello stesso periodo di imposta. Il contribuente ammesso all’assistenza fiscale può presentare dichiarazione congiunta con il coniuge, purché questi non possegga redditi esclusi dall’assistenza fiscale. I redditi imponibili rispettivamente posseduti devono essere indicati separatamente, ed è separato il calcolo dell’imposta netta dovuta da ciascuno; invece i crediti di imposta, le ritenute e i versamenti d’acconto riguardanti i due coniugi si sommano e il loro ammontare complessivo si detrae dalla somma delle imposte nette da essi dovute. In tal modo, il saldo a credito eventualmente spettante all’uno si compensa con il saldo a debito dovuto dall’altro. Una deroga all’obbligo della presentazione telematica della dichiarazione dei redditi è prevista per le persone fisiche che, pur possedendo soltanto redditi dichiarabili con il modello 730, non possono avvalersi dell’assistenza fiscale perché sono prive di datore di lavoro (per esempio, perché il rapporto di lavoro è cessato) o non sono titolari di pensione. Questi contribuenti possono presentare la dichiarazione in forma cartacea fra il 1° maggio e il 30 giugno a un ufficio postale o a intermediario abilitato, i quali la inoltrano in via telematica all’Agenzia delle entrate. Per i lavoratori dipendenti, i pensionati e i titolari di redditi assimilati al lavoro dipendente l’Agenzia delle entrate rende disponibile in via telematica la dichiarazione su modello 730 precompilato. Per predisporre la dichiarazione l’Agenzia delle entrate utilizza sia i dati contenuti nella Certificazione unica rilasciata dal sostituto di imposta, sia i dati trasmessi da banche, imprese di assicurazione, enti previdenziali, Asl e altre strutture, e riguardanti gli oneri e le spese che danno luogo a deduzioni dall’imponibile o a detrazioni d’imposta. L’utilizzazione del modello precompilato è opzionale. Il contribuente che sceglie di avvalersene può accettarne il contenuto oppure, se ritiene che alcuni dati siano inesatti o incompleti, può modificarlo; entro il 23 luglio il modello accettato o modificato va presentato a uno dei soggetti che prestano assistenza fiscale (sostituto di imposta, Caf, professionista abilitato) oppure direttamente tramite il sito internet dell’Agenzia delle entrate.
U N I TÀ 6
… con il vantaggio di non dovere eseguire calcoli…
… e con la possibilità di dichiarazione congiunta con il coniuge
Deroga alla presentazione telematica
La dichiarazione può essere fatta su modello 730 precompilato
423
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Sintesi grafica caratteri
• annuale • analitica • obbligatoria Iva fra il 1° settembre e il 30 aprile separata
Le dichiarazioni Irpef, Ires, Iva: profili comuni
• entro il 31 ottobre • entro
redditi
il nono mese di esercizio
presentazione
telematica
• direttamente • tramite intermediari abilitati
forma eventuale regolarizzazione
• modelli obbligatori • sottoscrizione a pena di nullità (sanabile) • dichiarazione correttiva • dichiarazione integrativa • se hanno
conseguito redditi salvo esonero
persone fisiche senza obbligo di contabilità
• soggetti
• in ogni caso • anche in
con obbligo di contabilità
a favore di
mancanza di reddito
• lavoratori dipendenti • pensionati • titolari di redditi assimilati
assistenza fiscale La dichiarazione dei redditi
da parte di
• sostituto di imposta • Caf • professionisti abilitati
modello 730 semplificazione
vantaggi
somme in busta paga
• a debito • a credito
dichiarazione congiunta
dichiarazione precompilata
424
• modello 730 on line • utilizzo opzionale • eventuali modifiche
>>>
Accertamento e riscossione di Irpef, Ires e Iva
U N I TÀ 6
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Sia per le imposte sui redditi sia per l’Iva la dichiarazione è e
..................................................;
è anche
..................................................,
necessari per determinare la base sugli appositi analitica
•
..................................................
annuale
•
cioè deve contenere tutti gli elementi
..................................................
e l’imposta dovuta; deve essere redatta
e deve essere presentata in via
imponibile
•
..................................................
modelli
•
obbligatoria
•
..................................................
.
telematica
2. Esamina la situazione proposta e rispondi alle domande Un contribuente è munito di certificazione del datore di lavoro sostituto d’imposta, da cui risulta che ha percepito un reddito imponibile di 30.000 euro e che su tale reddito ha subìto una ritenuta Irpef; durante l’anno egli ha riscosso la somma di 987 euro quale compenso per lavori occasionali; ha sostenuto spese mediche per 3610 euro. La moglie ha percepito la somma di 1507 euro come compenso per la pubblicazione di alcuni articoli su una rivista (ritenute 226,15 euro). Inoltre, insieme con altre due persone, è socia di una società in nome collettivo che nell’anno ha conseguito utili per 17.412,27 euro imputabili ai tre soci in parti uguali. 1. Quale modello possono usare i due coniugi per presentare la dichiarazione? 2. Possono presentare la dichiarazione congiunta?
3. Il controllo delle dichiarazioni La dichiarazione del contribuente, a cui fanno seguito l’autotassazione e il versamento dell’imposta, esaurisce il procedimento di imposizione se la dichiarazione è veritiera e conforme alle disposizioni di legge. Per verificarne la correttezza e la veridicità, gli uffici dell’Amministrazione finanziaria controllano le dichiarazioni, anche se non è possibile verificarle tutte perché sono molto numerose. Il controllo avviene in base a liste selettive predisposte in relazione a specifici indizi di potenziale evasione (per esempio, divario fra i redditi dichiarati e quelli medi della categoria di appartenenza), oppure “a tappeto” su intere categorie di contribuenti. Le verifiche sono documentali (liquidazione automatizzata, controllo formale) o sostanziali (accertamento). La liquidazione automatizzata è fatta sulla base degli elementi della dichiarazione e dei dati dell’Anagrafe tributaria [ÑM5 U1 par. 6]; gli uffici fiscali devono verificare entro l’anno l’esattezza formale dei dati e dei calcoli contenuti nella dichiarazione e procedere quindi alla liquidazione dell’imposta, che viene effettuata con procedura automatizzata dal Sistema informativo dell’Agenzia delle entrate. La liquidazione è prevista, per le imposte sui redditi, dall’articolo 36 bis del d.p.r. 600/1973 e, per l’Iva, dall’articolo 54 bis del d.p.r. 633/1972. In questa fase vengono corretti gli errori materiali e di calcolo eventualmente commessi dal contribuente e vengono controllate la tempestività dei versamenti e la loro corrispondenza con la dichiarazione.
Le dichiarazioni sono sottoposte a controllo… … compatibilmente con la capacità operativa degli uffici
Tutte le dichiarazioni sono sottoposte a liquidazione automatizzata
425
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Per le dichiarazioni individuate mediante liste selettive si effettua il controllo formale
Se la dichiarazione e i versamenti risultano regolari, viene inviata al contribuente una “comunicazione di regolarità”. In caso contrario si procede alla liquidazione dell’imposta il cui esito viene comunicato al contribuente; quest’ultimo può segnalare elementi non considerati o erroneamente valutati dall’ufficio. Se invece riconosce che i rilievi dell’ufficio sono esatti, entro 30 giorni dalla comunicazione può pagare la maggiore imposta, con i relativi interessi, e una sanzione ridotta. Non si applica alcuna sanzione se sono stati riscontrati soltanto errori formali che non incidono sull’ammontare dell’imposta. Se il contribuente non paga, si dà avvio al procedimento esecutivo di riscossione mediante l’iscrizione a ruolo [Ñ M4 U3 par. 3] dell’imposta liquidata, con gli interessi e la sanzione in misura piena. Il controllo formale ha luogo nei confronti dei contribuenti individuati mediante le liste selettive ed è svolto mettendo a confronto i documenti richiesti al contribuente con i dati esposti nella dichiarazione. Se è necessario il contribuente è invitato a fornire chiarimenti, e infine gli uffici dell’Agenzia delle entrate liquidano l’imposta e ne danno comunicazione al contribuente. Se questi non provvede al versamento entro 30 giorni, la maggiore imposta con gli interessi e la sanzione piena viene iscritta a ruolo per procedere alla riscossione. Se dalla liquidazione automatizzata o dal controllo formale risulta che il contribuente ha versato più del dovuto, il credito a suo favore viene inserito, in automatico, nella lista dei rimborsi.
Sintesi grafica
Amministrazione finanziaria
liquidazione automatizzata
veridicità e correttezza dichiarazione
controlla
i versamenti e la liquidazione sono regolari?
sì
in base a
liste selettive
comunicazione di regolarità
no
liquidazione
426
il contribuente è tenuto a regolarizzare
>>>
Accertamento e riscossione di Irpef, Ires e Iva
U N I TÀ 6
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto La liquidazione
..................................................
la correttezza dei Se si riscontrano provvedere al calcoli
•
dati
.................................................. ..................................................
..................................................
•
è una procedura
informatica
e dei
..................................................
..................................................
con cui viene verificata
contenuti nella dichiarazione.
se ne dà comunicazione al contribuente, che deve
della maggiore imposta liquidata.
•
automatizzata
•
irregolarità
•
versamento
2. Collega ogni espressione della colonna sinistra con una della colonna destra 1. Versamento maggiore del dovuto
a. Liquidazione automatizzata
2. Dati della dichiarazione
b. Iscrizione a ruolo
3. Liste selettive
c. Regolarizzazione
4. Mancato pagamento
d. Lista dei rimborsi
5. Sanzione ridotta
e. Controllo formale
1
2
3
4
5
4. L’accertamento L’accertamento consiste Dalla liquidazione e dal controllo formale, effettuati sulla base della dichianel controllo sostanziale razione e dei documenti presentati dal contribuente, si distingue l’accersulla veridicità tamento, a cui si procede quando l’ufficio ritiene che una dichiarazione della dichiarazione sia incompleta o non veritiera o quando non sia stata presentata. Mediante l’accertamento [ÑM4 U3 par. 2] l’ufficio dell’Agenzia delle entrate determina la materia imponibile realmente esistente, sulla base di informazioni e di dati acquisiti d’ufficio. I relativi poteri di indagine sono fissati in modo analogo dall’articolo 32 Sono esercitati poteri di indagine del d.p.r. 600/1973 per le imposte sui redditi e dall’articolo 51 del d.p.r. 633/1972 per l’Iva. Gli uffici fiscali possono: ● richiedere dati e informazioni al contribuente, convocandolo di persona, o invitandolo a esibire o trasmettere atti, documenti e scritture contabili, oppure inviandogli questionari da restituire compilati e firmati; ● disporre l’accesso di propri funzionari o della Guardia di Accesso finanza nei locali dove si svolgono attività aziendali, arti o Potere di entrare in un luogo e soffermarvisi anche professioni, per procedere a ispezioni, ricerche e verifiche; senza il consenso di chi ne ha la disponibilità, ● richiedere notizie e informazioni alle Pubbliche ammiper eseguirvi le operazioni richieste dal servizio. nistrazioni o a privati e in particolare a società ed enti che esercitano pagamenti e riscossioni per conto di terzi oppure attività di gestione e intermediazione finanziaria; ● richiedere alle banche copia dei conti correnti nonché dati e documenti riguardanti i rapporti finanziari con il contribuente, compresi quelli che non transitano nei conti; ● richiedere copie o estratti di atti o documenti a notai o altri pubblici ufficiali.
427
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
La richiesta di informazioni, dati e documenti può avvenire in deroga alle norme che impongono a professionisti, banche, enti e società la segretezza sugli atti e affari dei loro clienti. Le procedure di accertamento sono tre: l’accertamento parziale, l’accertaSono previste tre procedure mento in rettifica, l’accertamento d’ufficio. L’accertamento parziale (art. 41 bis del d.p.r. 600/1973 per le impoL’accertamento parziale ste sui redditi; art. 54 del d.p.r. 633/1972 per l’Iva) viene attuato quando organi esterni all’Agenzia delle entrate (Guardia di finanza, Pubbliche amministrazioni, Anagrafe tributaria) segnalano elementi che evidenziano materia imponibile non dichiarata o di Presunzione Argomentazione logica che permette di risalire da ammontare superiore a quello dichiarato, oppure esenzioni un fatto noto a un fatto ignorato. Le presunzioni sono o agevolazioni non spettanti. “semplici” quando non sono espressamente previste Con un procedimento semplice l’Agenzia delle entrate dalla legge e in tal caso sono ammesse soltanto se determina l’imponibile sulla base dei dati ricevuti, senza sono gravi, precise e concordanti. svolgere altre indagini. L’accertamento in rettifica L’accertamento in rettifica viene attuato quando l’ufficio fiscale, sulla base di informazioni o documenti acquisiti, ritiene che nella dichiarazione sia stato indicato un imponibile inferiore a quello effettivo, o che non competano, in tutto o in parte, le deduzioni e le detrazioni operate dal contribuente (ai fini dell’Iva, art. 54 del d.p.r. 633/1972; ai fini delle imposte sui redditi, articoli 38, 39 e 40 del d.p.r. 600/1973). La rettifica ha carattere analitico, perché accerta l’imponibile sulla base di La rettifica di regola ha carattere specifici elementi desunti dalle dichiarazioni, da altri documenti e notizie e analitico anche in base a presunzioni semplici, purché gravi, precise e concordanti. Nei confronti delle persone fisiche, se l’ufficio ritiene che la dichiarazione Nei confronti delle persone sia non veritiera o incompleta, il reddito complessivo netto ai fini dell’Irpef fisiche l’accertamento in può essere determinato induttivamente e sinteticamente con riferimento a rettifica può essere in alcuni elementi e circostanze certe. casi induttivo… Il risultato finale dell’accertamento induttivo è quindi un reddito presunto che si avvicina a quello effettivo con un margine di approssimazione in più o in meno [ÑM4 U3 par. 2]. L’ufficio può accertare induttivamente il reddito delle persone fisiche anche … anche in base al redditometro nel caso in cui il reddito netto dichiarato sia inferiore per almeno un quinto a quello accertabile in base ai risultati del redditometro. Il redditometro è un criterio di accertamento giustificato dalle spese del contribuente. Il monitoraggio delle spese avviene in base ai dati delle fatture APPROFONDIMENTO L’accertamento sintetico che gli operatori Iva devono comunicare trimestralmente all’Agenzia delle basato sul redditometro entrate [ÑM5 U5 par. 6]. Il presupposto del redditometro è che le spese siano state sostenute dal contribuente utilizzando redditi prodotti nello stesso periodo di imposta. Il contribuente può difendersi dimostrando che la propria capacità di spesa è finanziata da redditi non imponibili o altre entrate tassate separatamente. Norme particolari disciplinano l’accertamento in rettifica ai fini delle imRegole particolari per i soggetti poste sui redditi e dell’Iva nei confronti dei soggetti obbligati alla tenuta obbligati alla tenuta della delle scritture contabili. contabilità: Nel nostro ordinamento viene attribuito un valore particolarmente rilevante alle scritture contabili, dai cui risultati, di regola, l’ufficio non può prescindere.
428
Accertamento e riscossione di Irpef, Ires e Iva
U N I TÀ 6
Pertanto, nei confronti dei contribuenti che esercitano imprese, arti o prolimitate possibilità di rettifica… fessioni l’accertamento in rettifica è consentito solo quando l’incompletezza, la falsità e l’inesattezza degli elementi indicati nella dichiarazione risultano dalle scritture contabili, o da altri documenti (verbali, fatture ecc.) oppure in base a presunzioni gravi, precise e concordanti. L’accertamento in rettifica finora è stato effettuato anche a seguito dell’ap… applicazione di studi plicazione degli studi di settore, un metodo informatizzato a base statidi settore… stica con il quale viene individuato l’ammontare presuntivo dei ricavi (per le imprese) o dei compensi (per gli esercenti arti e professioni), in base alla rilevazione di vari indicatori e con riferimento a ciascun settore di attività commerciale, professionale o di servizi. Quando l’ufficio, in sede di controllo delle dichiarazioni, rileva una notevole differenza fra l’ammontare dichiarato e quello risultante dagli indici degli studi di settore, può procedere all’accertamento in rettifica e determinare in via presuntiva il volume dei ricavi e compensi ai fini delle imposte sui redditi e il volume di affari ai fini dell’Iva. Il contribuente può fornire la prova contraria, evidenziando circostanze esterne o specifiche situazioni che hanno condizionato il risultato dell’attività aziendale o professionale. Gli studi di settore si sono rivelati uno strumento fiscale rigido e scarsamen… che saranno sostituiti te efficace soprattutto nei periodi di instabilità economica. A decorrere dal dagli Indici di affidabilità… 2018 saranno gradualmente aboliti e sostituiti con un nuovo strumento di valutazione costituito dagli Indici di affidabilità fiscale (o “Indicatori di compliance”). Il grado di affidabilità del contribuente viene individuato dall’Agenzia delle entrate mediante l’elaborazione statistica degli elementi dichiarati dal contribuente stesso su apposito modello, ed è calcolato mediante l’applicazione di una serie di indicatori significativi. Eccezionalmente l’ufficio può prescindere dalle scritture contabili e rileva… eccezionalmente può essere re direttamente e induttivamente l’ammontare dell’imponibile (accertaapplicato il metodo induttivo mento induttivo “extracontabile”) quando le scritture contabili non sono state tenute o ne è stata impedita l’ispezione, oppuIspezione re presentino omissioni, falsificazioni o irregolarità tali da Potere di accedere presso il contribuente al fine risultare inattendibili. di controllare l’osservanza degli obblighi formali In questi casi l’imponibile viene determinato sulla base dei e sostanziali posti a suo carico, attraverso l’esame delle scritture contabili, dei libri sociali e della relativa dati e delle notizie comunque venuti a conoscenza dell’ufdocumentazione. ficio, indipendentemente dalle risultanze delle scritture contabili e in base anche a semplici presunzioni prive dei requisiti di precisione, gravità e concordanza. L’accertamento è d’ufficio L’accertamento d’ufficio (art. 41 del d.p.r. 600/1973; art. 55 del d.p.r. quando la dichiarazione manca 633/1972) viene effettuato quando il contribuente non ha presentato la o è nulla dichiarazione o quando questa è nulla (non è redatta sugli appositi modelli o non è sottoscritta). In questo caso i poteri attribuiti all’ufficio sono molto ampi; l’imponibile può essere accertato sinteticamente e induttivamente, in base a dati e notizie comunque raccolti e anche sulla base di semplici presunzioni, prive dei requisiti di gravità, precisione e concordanza, prescindendo dalle risultanze delle scritture contabili.
429
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
All’attività di accertamento collaborano i Comuni
All’attività di accertamento collaborano i Comuni, ai quali gli uffici dell’Agenzia delle entrate devono inviare una copia delle dichiarazioni dei redditi presentate dai contribuenti (art. 44 del d.p.r. 600/1973). Ciascun Comune deve segnalare all’Anagrafe tributaria dati e notizie rilevanti, anche per i soggetti che non hanno presentato la dichiarazione, e può formulare proposte motivate di aumento degli imponibili dichiarati. Ai Comuni è attribuito l’intero ammontare delle maggiori somme riscosse a seguito della loro collaborazione.
L’avviso di accertamento La procedura si conclude con l’avviso di accertamento… … che deve essere motivato in modo esauriente…
… deve essere notificato al contribuente
L’avviso di accertamento delle imposte sui redditi, Iva e Irap ha valore di titolo esecutivo
La procedura di accertamento si conclude con l’avviso di accertamento, che indica analiticamente l’imponibile accertato, le aliquote applicate e le imposte liquidate, al lordo e al netto delle detrazioni, delle ritenute e dei crediti. L’avviso di accertamento deve essere esaurientemente motivato affinché risulti chiaro l’iter logico-giuridico dell’attività accertatrice. In base alla motivazione il contribuente può valutare la legittimità della pretesa tributaria e, qualora ritenga che essa presenti vizi, può ricorrere nei modi e nelle forme previsti dalle norme sul contenzioso tributario. L’accertamento è nullo se l’avviso non reca le indicazioni prescritte e non è motivato. L’avviso di accertamento deve essere notificato, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione o entro il 31 dicembre del settimo anno successivo al termine stabilito per la presentazione se questa non è avvenuta (art. 43 del d.p.r. 600/1973; art. 56 del d.p.r. 633/1972). L’avviso di accertamento riguardante le imposte sui redditi, l’Iva o l’Irap deve contenere anche l’intimazione al pagamento delle somme in esso indicate, con l’avvertimento che in caso di inadempimento si procederà alla riscossione, anche mediante esecuzione forzata (art. 29 d.l. 78/2010, convertito con la l. 122/2010). In base a queste disposizioni l’avviso di accertamento assume il valore di titolo esecutivo ai fini della riscossione coattiva sui beni del contribuente.
Le norme
Il contenzioso tributario Il contenzioso tributario è l’insieme dei procedimenti mediante i quali si giudica se l’applicazione dei tributi sia stata attuata in modo conforme alla legge. Organi del contenzioso tributario sono le commissioni tributarie (d.lgs. 1 dicembre 1992, n. 545) la cui giurisdizione comprende tutte le controversie aventi a oggetto i tributi, incluse le sanzioni amministrative. La giurisdizione tributaria è esercitata in primo grado dalle commissioni tributarie provinciali e in secondo grado dalle commissioni tributarie regionali. Il processo tributario ha inizio con la presentazione del ricorso alla commissione tributaria provinciale. Il d.lgs. 546/1992 dà precise indicazioni sulle modalità e sui termini per la presentazione del ricorso, per la costituzione delle parti in giudizio e per il deposito dei documenti. La commissione provinciale emette una sentenza contro la quale può essere proposto appello alla commissione regionale entro 60 giorni dalla notimca della sentenza di primo grado. Contro la sentenza di secondo grado può essere proposto ricorso per cassazione per motivi di legittimità. Quando diventa demnitiva (non più impugnabile), la decisione delle commissioni tributarie non è di per sé esecutiva come le sentenze dei giudici ordinari. Essa determina l’obbligo dell’Amministrazione mscale di accertare il rapporto tributario così come è stato demnito nella decisione, e di dare esecuzione a quest’ultima mediante propri atti amministrativi.
430
Accertamento e riscossione di Irpef, Ires e Iva
U N I TÀ 6
Sintesi grafica Anagrafe tributaria segnalazioni da parte di
accertamento parziale
Guardia di finanza Amministrazioni pubbliche
accertamento in base ai dati segnalati
metodo analitico
elementi documentati presunzioni gravi precise concordanti
• • •
persone fisiche
metodo induttivo
dichiarazione falsa o incompleta redditometro
L’accertamento
accertamento in rettifica
• dati delle metodo analitico
redditi determinati in base a contabilità
scritture contabili documenti presunzioni
• •
studi di settore o indicatori di attendibilità fiscale
metodo induttivo
• scritture mancanti • scritture
inattendibili
accertamento d’ufficio
• dichiarazione omessa o nulla • metodo induttivo
avviso di accertamento
• contenuto analitico • motivazione esauriente • intimazione di pagamento (titolo esecutivo) • notifica >>> 431
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto L’accertamento in poteri di
..................................................
..................................................
è effettuato dall’ufficio fiscale avvalendosi dei suoi
quando ritiene che la dichiarazione non sia
L’accertamento d’.................................................. è effettuato nel caso di cioè quando la dichiarazione non è stata
..................................................
..................................................
..................................................
.
dichiarazione,
. In entrambi i casi il
procedimento si conclude con l’.................................................. di accertamento che viene
..............................................
al contribuente. avviso
•
indagine
•
notificato
•
omessa
•
presentata
•
rettifica
•
ufficio
•
veritiera
2. Completa le frasi inserendo i termini appropriati 1. L’accertamento in
..................................................
è svolto mediante
quando si ritiene che l’imponibile indicato nella
sostanziali,
..................................................
..................................................
sia
..................................................
a quello effettivo. 2. Di regola l’accertamento deve essere condotto con il metodo ma in alcuni casi è legittimato il ricorso al metodo 3. L’.................................................. di accertamento deve essere ..................................................
o entro il 31
del
..................................................
..................................................
del
..................................................
..................................................
..................................................
.
entro il 31
anno dalla presentazione della dichiarazione
..................................................
anno dal termine per la
presentazione se questa è stata omessa.
5. La riscossione delle imposte sui redditi e dell’Iva Sappiamo che… La riscossione dei tributi statali è gestita dall’Agenzia delle entrate tramite l’ente economico “Agenzia delle entrate-Riscossione”, il quale riscuote i versamenti diretti dei contribuenti e dei sostituti di imposta, le imposte e le altre somme iscritte a ruolo e le somme indicate negli avvisi di accertamento esecutivi (oltre ad altre entrate non tributarie). Con la riscossione dell’imposta si estingue l’obbligazione tributaria del contribuente. I metodi di riscossione sono comuni alle imposte sui redditi e all’Iva, ma bisogna distinguere fra i pagamenti a iniziativa del contribuente (versamento diretto) e quelli che presuppongono un’attività degli uffici fiscali (avviso di accertamento esecutivo, iscrizione a ruolo).
Il versamento diretto Le imposte sui redditi e l’Iva sono riscosse mediante versamento diretto
432
Il sistema ordinario per la riscossione delle imposte sui redditi e dell’Iva è quello del versamento diretto: il contribuente ha l’obbligo di liquidare e pagare l’imposta di propria iniziativa, salvo il potere dell’ufficio di controllarne l’esatto adempimento.
Accertamento e riscossione di Irpef, Ires e Iva
L’omesso o ritardato versamento implica l’obbligo di corrispondere gli interessi di mora e l’applicazione di una sanzione pecuniaria. Sono soggette all’obbligo del versamento diretto sia le ritenute alla fonte con obbligo di rivalsa, operate dai sostituti d’imposta, sia le imposte determinate dal contribuente in sede di autotassazione. La ritenuta alla fonte con obbligo di rivalsa è una forma di riscossione frazionata del tributo, che avviene in via anticipata rispetto alla chiusura del periodo d’imposta e viene a coincidere con il momento in cui il reddito viene percepito dal contribuente: in tal modo il gettito del tributo, o di un acconto su esso, viene acquisito dallo Stato non appena si verifica il presupposto dell’imposizione. Per questo motivo, e anche perché limita al minimo la possibilità di evasione, la ritenuta alla fonte ha nel nostro ordinamento un’applicazione molto ampia. Riguarda i redditi di capitale e i redditi di lavoro (dipendente e autonomo) corrisposti da enti, società, imprenditori, esercenti arti o professioni. Questi soggetti, nel momento in cui corrispondono il compenso al contribuente, devono liquidare e trattenere la relativa imposta, e poi versarne l’importo entro un termine breve (di regola, entro il giorno 16 del mese successivo al pagamento). L’altro caso di versamento diretto riguarda i tributi determinati per autotassazione (imposte sui redditi, Iva, Irap, contributi previdenziali ecc.). Questi possono essere pagati in unica soluzione e con la stessa scadenza (il giorno 16 del mese di scadenza), mediante il modello di pagamento unificato (mod. F24) che li comprende tutti e consente la compensazione fra importi a credito e importi a debito. Le imposte sui redditi determinate dal contribuente in sede di autotassazione, in linea teorica, dovrebbero essere versate al momento della dichiarazione dei redditi, cioè quando il contribuente, concluso il periodo di imposta, è in grado di rilevare tutti i redditi percepiti in quell’arco di tempo e calcolare l’imposta netta di cui è debitore. In questo modo, però, si verrebbe a creare una notevole disparità di trattamento fra i redditi soggetti a ritenuta, i quali subiscono il prelievo nel momento stesso in cui sono percepiti, e quelli che non vi sono soggetti, per i quali il tributo dovrebbe essere versato dopo la chiusura del periodo d’imposta. Per ristabilire l’equilibrio, al contribuente è fatto obbligo di versare un acconto d’imposta prima che si chiuda l’anno nel quale i redditi sono stati percepiti. L’acconto, salva diversa disposizione, è determinato nella misura del 99% per l’Irpef e del 100% per l’Ires, sulla base dell’ammontare dell’imposta relativa all’anno precedente, al netto delle ritenute. Il versamento deve essere effettuato in due rate: la prima, pari al 40% dell’acconto, entro lo stesso termine stabilito per il saldo dell’imposta relativa all’anno precedente, cioè entro il 30 giugno (o, per i soggetti Ires, entro l’ultimo giorno del sesto mese successivo alla chiusura dell’esercizio). La seconda rata, pari al rimanente 60% dell’acconto, deve essere versata entro il mese di novembre (o, per i soggetti Ires, entro l’undicesimo mese di esercizio).
U N I TÀ 6
Il versamento diretto è obbligatorio per le ritenute…
… e per le imposte determinate mediante autotassazione
Per le imposte sui redditi il versamento diretto è effettuato in acconto e a saldo
433
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Infine, entro il 30 giugno dell’anno successivo (o, per soggetti Ires, entro l’ultimo giorno del sesto mese dopo la chiusura dell’esercizio), il contribuente dovrà versare il saldo dell’imposta dovuta.
Esempio In pratica, se il contribuente è una persona msica, si avrà: – entro il 30 giugno del 2018: saldo sull’imposta dovuta per il 2017; – prima rata dell’acconto sull’imposta dovuta per il 2018 (se l’imposta relativa al 2017, al netto delle ritenute, ammontava a 1000 euro, la prima rata dell’acconto è pari al 40% di 990 euro); – entro il mese di novembre del 2018: seconda rata dell’acconto sull’imposta dovuta per il 2018 (pari al 60% di 990 euro); – entro il 30 giugno del 2019: saldo sull’imposta dovuta per il 2018; prima rata dell’acconto sull’imposta dovuta per il 2019.
Per l’Iva il versamento diretto riguarda i versamenti periodici, l’acconto e il conguaglio
Per l’Iva, come si è detto in precedenza [ÑM5 U5 par. 6], il contribuente è obbligato a effettuare: ● i versamenti mensili o trimestrali: i versamenti mensili devono essere eseguiti entro il giorno 16 del mese successivo a quello in cui l’Iva a debito è divenuta esigibile; i versamenti trimestrali il giorno 16 del secondo mese successivo al trimestre considerato, con una maggiorazione dell’1%; ● il versamento d’acconto, entro il 27 dicembre, nella misura dell’88% del versamento dell’ultimo mese (o dell’ultimo trimestre); ● il versamento di conguaglio entro il 16 marzo.
L’avviso di accertamento esecutivo Per le imposte sui redditi e l’Iva la riscossione avviene in base all’avviso di accertamento… … che ha il valore di titolo esecutivo
Quando le imposte sui redditi, l’Iva o l’Irap sono determinate dagli uffici fiscali mediante l’accertamento in rettifica o l’accertamento d’ufficio, la riscossione ha luogo in base all’avviso di accertamento che ha valore di titolo esecutivo. L’avviso di accertamento contiene infatti l’intimazione ad adempiere entro 60 giorni al pagamento degli importi in esso indicati e reca l’avvertimento che, decorsi 30 giorni dal termine ultimo stabilito per il pagamento, la riscossione delle somme richieste è affidata agli agenti della riscossione anche ai fini dell’esecuzione forzata [Ñpar. 4]. L’agente della riscossione, sulla base dell’avviso di accertamento, può procedere all’esecuzione coattiva sui beni del debitore con i poteri, le facoltà e le modalità previste dalle leggi tributarie.
La riscossione mediante ruoli La riscossione mediante ruoli ha carattere residuale
434
La riscossione mediante ruoli ormai ha carattere residuale rispetto al versamento diretto e alla riscossione mediante avviso di accertamento esecutivo. Il ruolo è un documento dell’Agenzia delle entrate che riassume gli elementi essenziali delle obbligazioni tributarie (l’ente creditore, le generalità del debitore, il periodo di imposta, l’imponibile, l’aliquota applicata ecc.). Il ruolo, sottoscritto dal titolare dell’ufficio fiscale, è atto esecutivo e viene
Accertamento e riscossione di Irpef, Ires e Iva
U N I TÀ 6
affidato all’agente della riscossione per la notifica della cartella di pagamento, che contiene un estratto del ruolo e l’intimazione ad adempiere. Se il contribuente non paga entro 60 giorni dalla notifica della cartella di pagamento, si provvede alla riscossione coattiva nei suoi confronti. Con riferimento alle imposte sui redditi e all’Iva, la riscossione per ruoli trova applicazione soltanto quando l’imposta è determinata dall’ufficio fiscale mediante la liquidazione automatizzata o il controllo formale della dichiarazione e il contribuente non regolarizza la propria situazione con il versamento delle somme dovute [ÑM5 U6 par. 3].
Sintesi grafica ritenute del sostituto d’imposta
iniziativa del debitore
versamento diretto autotassazione del contribuente
Modalità di riscossione avviso di accertamento esecutivo
iniziativa dell’ufficio
titolo esecutivo per esecuzione forzata
iscrizione nei ruoli
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Di regola l’Iva e le imposte sui redditi sono riscosse mediante a iniziativa del contribuente e senza
..................................................
..................................................,
cioè
da parte degli uffici fiscali.
Quando l’imposta è determinata mediante accertamento in
..................................................
o accertamento d’.................................................., l’imposta è riscossa in base all’.................................................. di accertamento che ha il valore di titolo ..................................................
avviso
•
..................................................
ai fini dell’esecuzione
.
esecutivo
•
forzata
•
rettifica
•
richiesta
•
ufficio
•
versamento diretto
2. Esamina la situazione proposta e rispondi alla domanda Dalla dichiarazione Irpef di un contribuente risulta che l’imposta netta dovuta per l’anno ammonta a 13.631 euro e che le ritenute subite ammontano a 8457 euro. Calcola gli acconti Irpef da versare per l’anno successivo.
435
UNITÀ 6
Strumenti per il ripasso
Strumenti per il ripasso | Sintesi INTERROGAZIONE SIMULATA
SINTESI AD ALTA ACCESSIBILITÀ
1. L’accertamento e la riscossione delle imposte sui redditi e dell’Iva sono disciplinati da norme diverse ma in base agli stessi criteri.
2. Le imposte sui redditi e l’Iva sono accertate con il metodo della dichiarazione verificata. La dichiarazione è obbligatoria, annuale e analitica. La dichiarazione deve essere redatta sugli appositi modelli. Sia per la dichiarazione Iva sia per quella dei redditi è obbligatoria la presentazione telematica. La dichiarazione dei redditi deve essere presentata ogni anno da tutti coloro che posseggono redditi anche se non ne consegue alcun debito di imposta; i soggetti che sono obbligati alla tenuta delle scritture contabili devono presentare la dichiarazione anche in mancanza di redditi. Per le persone fisiche che non sono obbligate alla tenuta delle scritture contabili, sono previsti alcuni casi di esonero. I lavoratori dipendenti, i pensionati e i possessori di alcuni tipi di redditi assimilati al lavoro dipendente possono presentare la dichiarazione sul modello 730 avvalendosi dell’assistenza fiscale del sostituto di imposta, di un Caf (Centro di assistenza fiscale) o di un intermediario abilitato. Essi hanno il vantaggio di una notevole semplificazione, in quanto i calcoli per la determinazione dell’imponibile e dell’imposta vengono effettuati dal soggetto che presta assistenza. Un’ulteriore semplificazione è costituita dal modello 730 precompilato.
3. La dichiarazione presentata dal contribuente viene sottoposta a controllo per verificarne la correttezza e la veridicità. Viene eseguito per tutte le dichiarazioni un controllo documentale, mediante il quale l’imposta viene liquidata dapprima in base ai dati contenuti nella stessa dichiarazione (liquidazione automatica) e poi, se necessario, sulla base dei documenti richiesti dall’Amministrazione finanziaria
436
per una verifica più approfondita (controllo formale). Se l’imposta determinata dall’ufficio è maggiore di quella versata dal contribuente, questi può regolarizzare la propria posizione con il pagamento della differenza, con gli interessi e una sanzione ridotta.
4. Dal controllo documentale si distingue l’accertamento, che è un’attività di controllo sostanziale basata su particolari poteri di indagine previsti dalla legge. In base alle indagini effettuate gli uffici fiscali procedono all’accertamento in rettifica, che di regola ha luogo con il metodo analitico; l’accertamento induttivo è ammesso nei soli casi previsti dalla legge. Se la dichiarazione non è stata presentata si procede all’accertamento d’ufficio, effettuato con metodo induttivo. L’esito dell’accertamento è notificato al contribuente mediante avviso entro il termine stabilito dalla legge. L’avviso di accertamento deve essere adeguatamente motivato, a pena di nullità. Per le imposte sui redditi, l’Iva e l’Irap esso contiene l’intimazione di pagamento quindi ha valore di titolo esecutivo ai fini dell’esecuzione forzata.
5. La riscossione delle imposte sui redditi e dell’Iva avviene di regola mediante versamento diretto, che è il sistema più generalizzato e riguarda sia le somme versate dal sostituto di imposta per le ritenute effettuate sia quelle pagate dal contribuente per autotassazione. Le imposte liquidate dagli uffici fiscali (mediante liquidazione automatizzata o controllo formale) vengono riscosse mediante iscrizione a ruolo. I ruoli hanno valore di titolo esecutivo e consentono l’esecuzione forzata nei confronti del debitore inadempiente. Per le imposte sui redditi, l’Iva e l’Irap accertate dagli uffici fiscali (mediante accertamento in rettifica o accertamento d’ufficio), l’iscrizione a ruolo non è necessaria perché l’avviso di accertamento contiene l’intimazione di pagamento e ha il valore di titolo esecutivo.
Strumenti per il ripasso
Strumenti per il ripasso | Mappa
U N I TÀ 6 MAPPA PERSONALIZZABILE
Imposte sui redditi
Iva
comportano l’obbligo di
dichiarazione
da redigere su appositi
modelli
si adempie con presentazione telematica
• obbligatoria per tutti i contribuenti • assistenza fiscale per 730
controllo documentale
• liquidazione automatizzata • controllo formale
si distingue dall’
La riscossione
L’accertamento
può essere
si attua
che si basa su
poteri d’indagine
parziale
in base a elementi segnalati
in rettifica
metodo analitico
d’ufficio
metodo induttivo
viene comunicato al contribuente mediante avviso di accertamento
• motivazione • notifica • valore esecutivo
con versamento diretto
• sostituto d’imposta • autotassazione
in base ad avviso di accertamento esecutivo
mediante ruoli (funzione residuale)
• titolo esecutivo • esecuzione forzata
437
UNITÀ 6
Verifica formativa
1. Scegli l’unica risposta esatta fra le quattro indicate 1. I soggetti che non posseggono redditi: A sono sempre tenuti alla dichiarazione perché £ la dichiarazione annuale è obbligatoria B non hanno alcun obbligo dichiarativo perché £ non ha senso dichiarare redditi inesistenti C devono presentare la dichiarazione se sono obbligati £ a tenere la contabilità D non sono obbligati alla dichiarazione quando £ l’inesistenza di redditi risulta dalla contabilità 2. La liquidazione automatizzata ha la funzione di: A controllare con procedure informatiche la regolarità £ della dichiarazione B esercitare poteri di indagine in via telematica £ C determinare l’imponibile e l’imposta quando £ la dichiarazione non è veritiera D verificare se il credito dell’erario verso £ il contribuente è liquido ed esigibile 3. L’accertamento parziale: A è basato su dati segnalati da soggetti esterni £ e senza altre indagini B riguarda solo una parte della materia imponibile £ C è arbitrario e viola il principio di imparzialità £ D ha per oggetto una parte dei dati dichiarati £ 4. L’accertamento d’ufmcio è effettuato in base a: A dati contenuti nelle scritture contabili £ B dati comunque raccolti £ C dati forniti dal contribuente £ D risultati del controllo formale £ 5. L’avviso di accertamento relativo alle imposte sui redditi e all’Iva: A comunica l’inizio della procedura di accertamento £ B contiene l’elenco dei contribuenti £ C accerta che il pagamento è stato eseguito £ D contiene l’intimazione di pagamento £ 6. La riscossione avviene mediante versamento diretto quando: A il pagamento non riguarda le imposte indirette £ B il contribuente paga senza richiesta degli uffici fiscali £ C l’imposta viene pagata all’ufficio che l’ha accertata £ D non vi è l’intervento del sostituto di imposta £ 2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false e, se sono false, spiega perché 1. Sono esonerati dalla dichiarazione dei redditi tutti coloro che posseggono solo fabbricati. V£ F£ 2. I titolari di partita Iva devono presentare la dichiarazione anche se non posseggono redditi. V£ F£ 3. I coniugi che posseggono redditi possono sempre presentare dichiarazione congiunta. V £ F £
438
4. L’accertamento si basa sugli stessi elementi utilizzati V£ per il controllo formale. 5. I versamenti diretti hanno per oggetto le somme determinate per autotassazione. V£ 6. Le somme indicate nell’avviso di accertamento relativo all’Iva devono essere iscritte a ruolo. V £ 3. 1. 2. 3. 4. 5. 6.
1
F£ F£ F£
Connect the expressions on the left column with the corresponding on the right Joint tax return a. Residual system Irpef and Ires b. Statistics-based tax Sector studies assessment Unreliable accounting c. Tax return with 730 form records d. Notice Tax investigation notice e. Tax return with Tax roll Unico form f. Volume of revenues and fees 2
3
4
5
6
4. Correggi l’errore contenuto in ciascuna delle seguenti frasi 1. Possono presentare il modello 730 i contribuenti che posseggono redditi di lavoro autonomo. 2. I contribuenti Irpef presentano la dichiarazione entro il 31 ottobre in forma cartacea. 3. L’accertamento formale viene attuato quando organi esterni segnalano elementi che consentono di stabilire l’esistenza di imponibile non dichiarato. 4. La rettimca può avvenire in base agli studi di settore per le attività di impresa o di lavoro dipendente. 5. Si può procedere all’accertamento induttivo quando il reddito dichiarato è inferiore di almeno un terzo rispetto a quello desumibile dal redditometro. 6. L’annuncio di accertamento Irpef, Ires o Iva ha il valore di titolo esecutivo. 5. Individua il concetto che corrisponde alle seguenti definizioni 1. È predisposta in via telematica dall’Agenzia delle entrate per i lavoratori dipendenti e i pensionati. 2. È prestata dai sostituti di imposta o dai Caf. 3. È la procedura informatica diretta a verimcare la regolarità e l’esattezza della dichiarazione. 4. Viene attuato quando l’ufmcio mscale ritiene che la dichiarazione sia non veritiera o incompleta. 5. Viene notimcato quando l’ufmcio, a seguito delle indagini svolte, ha determinato l’imposta dovuta. 6. È effettuato in due rate che scadono il 30 giugno e il 30 novembre. TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
U N I TÀ 7
Le altre imposte erariali
Conoscenze
Abilità
• Le linee generali della normativa sulle accise, i monopoli mscali
• Individuare i caratteri delle imposte speciali sui consumi
e i tributi doganali • La struttura e le modalità applicative dell’imposta sulle successioni a causa di morte e sulle donazioni • Le principali tipologie di imposte sugli affari • Cenni sulle imposte sul possesso di particolari beni
e le differenze rispetto all’Iva
• Inquadrare le accise e i tributi doganali nel contesto europeo • Riconoscere la funzione delle imposte sui trasferimenti a titolo gratuito e quelli delle imposte sugli affari
• Distinguere, in relazione alle varie tipologie di atti, il regime giuridico della registrazione e del bollo
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Sappiamo che… Nel sistema delle imposte statali, oltre all’Iva, vi sono altre imposte indirette che colpiscono il consumo e il trasferimento della ricchezza: • le imposte speciali sui consumi, che colpiscono determinati tipi di beni o servizi; • l’imposta sulle successioni e le donazioni, che riguarda i trasferimenti a titolo gratuito; • le imposte e tasse sugli affari, che si applicano ai trasferimenti a titolo oneroso e ad altri atti economici.
1. Le imposte sui consumi La tassazione del consumo di specifici beni e servizi
La categoria delle imposte speciali sui consumi comprende: ● le accise o imposte di fabbricazione; ● le imposte sui generi di monopolio; ● i tributi doganali.
Caratteri comuni Le imposte speciali sui consumi sono imposte monofase
... si scaricano sul consumatore per traslazione
... hanno effetti immediati sui prezzi
Queste imposte sono monofase perché si applicano in una sola fase del ciclo produttivo. La tassazione avviene nel momento in cui il bene viene prodotto o viene introdotto nel territorio dello Stato, perché in questa fase iniziale è più facile il controllo da parte degli uffici fiscali. Soggetto passivo è il produttore o l’importatore, il quale considera l’imposta come un costo da scaricare, insieme con gli altri costi di produzione, sul prezzo di vendita del bene tassato. A differenza dell’Iva, che rimane separata dal prezzo e viene addebitata al cliente mediante la rivalsa [ÑM5 U5 par. 3], queste imposte incidono sui consumatori mediante il processo economico di traslazione [ÑM4 U4 par. 5], incorporandosi nel prezzo del prodotto. Di conseguenza, gli acquirenti non si rendono conto del loro peso e ciò, se da un lato determina scarsa trasparenza, dall’altro agevola l’applicazione del tributo, che incontra minore resistenza. Sotto il profilo economico le imposte sui consumi determinano l’aumento dei prezzi dei beni colpiti; questi effetti si ripercuotono sui prezzi di altri beni direttamente o indirettamente collegati, dando luogo a fenomeni di diffusione dell’imposta [ÑM4 U4 par. 7].
Le accise Il sistema delle accise è armonizzato a livello europeo
440
Le accise (o imposte di fabbricazione) colpiscono la produzione e il consumo di determinati prodotti. Sono disciplinate dal decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504 (Testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi). Le direttive comunitarie ne hanno armonizzato la regolamentazione e le aliquote [ÑM5 U1 par. 4]. Le accise in vigore hanno a oggetto: ● gli oli minerali e altri prodotti energetici (benzina, petrolio, cherosene, gasolio, gas metano, carbone, lignite, coke di carbone, coke di petrolio e altri prodotti); ● gli alcoli e le bevande alcoliche (alcolici ottenuti per distillazione, birra, vino e altre bevande alcoliche). Sul vino l’imposta ha aliquota zero ma
Le altre imposte erariali
U N I TÀ 7
il produttore rimane soggetto al regime fiscale per le autorizzazioni e i controlli; ● l’energia elettrica; ● i bitumi di petrolio e gli oli lubrificanti. L’aliquota dell’accisa sugli oli minerali, sul carbone, sul coke e sul bitume è stata gradualmente elevata per penalizzare le emissioni di anidride carbonica o anidride solforosa derivanti dal loro impiego. Presupposto dell’imposta è la fabbricazione o l’importazione del bene. L’imposta diventa esigibile quando il prodotto è immesso in circolazione ma gli organi di vigilanza esercitano rigidi controlli durante la lavorazione. La base imponibile è costituita dalla quantità prodotta. La misura dell’imposta è determinata in un importo fisso riferito all’unità di misura del prodotto. La fabbricazione deve essere autorizzata dagli Uffici tecnici di finanza (Utf), che provvedono all’accertamento dell’imposta e ai controlli.
La tassazione ha anche finalità di tutela dell’ambiente Presupposto è la fabbricazione
Base imponibile è la quantità prodotta
Le imposte riscosse mediante monopoli fiscali Le accise sui tabacchi lavorati e le imposte sulle attività di gioco si applicano mediante produzione in regime di monopolio fiscale. Il monopolio fiscale ha soltanto la funzione di fornire entrate all’erario; la riscossione è facile e sicura in quanto nel prezzo di vendita viene incorporato l’ammontare dell’imposta e, dato che nessun’altra impresa può produrre e vendere lo stesso bene, i consumatori, se vogliono acquistarlo, non possono sottrarsi al prelievo. Attualmente sono in vigore: ● il monopolio dei tabacchi lavorati, che ha per oggetto la fabbricazione e vendita dei tabacchi manufatti e l’importazione dai paesi che non fanno parte della Ue. Sono libere invece la coltivazione, la vendita del tabacco grezzo e l’importazione dai paesi Ue. Oltre che all’accisa i tabacchi lavorati sono soggetti anche all’Iva, con l’aliquota ordinaria del 22%, e ai dazi quando sono importati da paesi esterni all’Unione europea; ● il monopolio delle attività di gioco, che ha per oggetto il lotto, le lotterie nazionali, i concorsi pronostici, le scommesse e altri giochi. L’imposta sul gioco del lotto risulta dalla differenza fra la somma che il vincitore dovrebbe ricevere in base al calcolo delle probabilità e la somma che riceve effettivamente. Le lotterie nazionali hanno carattere istantaneo (tipo “gratta e vinci”) oppure sono collegate con avvenimenti sportivi, culturali o con trasmissioni televisive di grande risonanza; l’imposta viene trattenuta dallo Stato sull’ammontare raccolto con la vendita dei biglietti; la somma rimanente è destinata ai vincitori della lotteria. Sui concorsi pronostici e sulle scommesse (per esempio Totocalcio, Totogol, SuperEnalotto) si applica un’imposta che si commisura all’entità della vincita.
I monopoli fiscali hanno la sola
La produzione, distribuzione e vendita dei tabacchi lavorati e la gestione dei giochi sono attribuite a concessionari mediante asta pubblica. La regolazione e il controllo sono esercitati dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli.
… sotto il controllo dell’Agenzia
funzione di fornire entrate…
… hanno per oggetto i tabacchi lavorati…
… e le attività di gioco…
dogane e monopoli
441
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
I tributi doganali I tributi doganali hanno come presupposto l’introduzione di merci nel territorio nazionale. Il prelievo è applicato dagli uffici doganali mediante una procedura che, oltre alle finalità fiscali, è diretta anche al controllo dei traffici internazionali (per motivi sanitari, di sicurezza pubblica ecc.). Dopo l’abolizione delle frontiere all’interno dell’Unione europea, i controlli doganali sono limitati al traffico fra paesi comunitari e paesi terzi. I tributi doganali sono distinti in tre categorie: ● dazi doganali, previsti dai regolamenti comunitari per le merci provenienti da paesi extracomunitari; la tariffa doganale è disciplinata dal codice doganale comunitario; ● prelievi comunitari, anch’essi previsti dai regolamenti comunitari; hanno la funzione di proteggere la produzione agricola europea dalla concorrenza dei prodotti provenienti da paesi terzi; ● prelievi interni, previsti dalle leggi nazionali; comprendono l’Iva sulle importazioni, le sovrimposte di consumo, le sovrimposte di confine e altri tributi.
Presupposto dei tributi doganali è l’importazione dai paesi extracomunitari APPROFONDIMENTO La tariffa doganale
Si applica la tariffa doganale comunitaria
Tariffa doganale È la classimcazione dei beni (merci, prodotti naturali, materie prime ecc.) che sono oggetto di scambi internazionali, con l’indicazione dei tributi doganali applicabili.
Il gettito dei dazi doganali e dei prelievi comunitari, riscossi dai singoli Stati nel proprio territorio, deve essere versato all’Unione europea. Il gettito dei prelievi interni è introitato dallo Stato.
Il gettito è versato alla Ue
Sintesi grafica
• sistema armonizzato a livello europeo • funzione correttiva per tutela ambiente • presupposto è la fabbricazione • base imponibile è la quantità prodotta
accise
Le imposte speciali sui consumi
• imposta incorporata nel prezzo • oggetto sono i tabacchi lavorati e le attività di gioco • controllo esercitato dall’Agenzia
monopoli fiscali
delle dogane e dei monopoli
• presupposto è l’importazione da paesi extra Ue • tariffa doganale comunitaria • gettito versato alla Ue
tributi doganali
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Le imposte speciali sui consumi colpiscono beni della
..................................................
..................................................
accise
442
•
•
..................................................
fiscali e i dazi
consumatore
specifici
si applicano nella fase
o dell’.................................................. del bene e ricadono sul
perché si incorporano nel i
..................................................,
•
doganali
..................................................
•
..................................................
. Si dividono in tre gruppi: le
importazione
..................................................,
.
•
monopoli
•
prezzo
•
produzione
>>>
Le altre imposte erariali
U N I TÀ 7
2. Rispondi alle domande 1. Una certa quantità di merce è rimasta invenduta. Deve essere versata l’accisa? 2. Con riferimento ai monopoli fiscali si parla di “imposta senza atti impositivi”. Cerca di spiegare perché. 3. Individua la differenza fra i dazi doganali e l’Iva sulle importazioni. 4. Spiega la differenza fra il meccanismo della rivalsa (nell’Iva) e quello della traslazione (nelle accise).
2. L’imposta sulle successioni a causa di morte e sulle donazioni I trasferimenti a titolo gratuito hanno luogo per successione a causa di morte o per donazione. Le successioni a causa di morte sono oggetto di tassazione in quasi tutti gli Stati (fanno eccezione il Canada e pochi altri) in base alla considerazione che l’apertura della successione, rivelando l’esistenza di un patrimonio, evidenzia la capacità contributiva di coloro che sono chiamati a possederlo. La misura della tassazione è tanto minore quanto più stretto è il legame di parentela fra il defunto e i suoi successori: si considera naturale che i familiari siano eredi della ricchezza del defunto della quale, presumibilmente, godevano già quando egli era in vita; invece per i parenti lontani, e ancor più per gli estranei, l’eredità costituisce ricchezza nuova che aumenta la loro capacità contributiva. Le donazioni sono equiparate fiscalmente alle successioni a causa di morte perché anticipano gli effetti dell’eredità dando una sistemazione al patrimonio prima della morte del suo titolare.
I trasferimenti a titolo gratuito sono indicatori di capacità contributiva
Erede È colui che subentra nell’intero patrimonio ereditario o in una sua quota, diventando titolare di tutti i rapporti patrimoniali trasmissibili che facevano capo al defunto.
APPROFONDIMENTO L’evoluzione della tassa sulle successioni a causa di morte
Presupposto ed elementi dell’imposta L’imposta sulle successioni a causa di morte e sulle donazioni è disciplinata dal Testo unico 31 ottobre 1990, n. 346 e dal d.l. 262/2006, convertito con la l. 286/2006. Presupposto dell’imposta è il trasferimento di beni e diritti per successione a causa di morte o il trasferimento di beni e diritti per donazione o altra liberalità tra vivi. L’imposta ha per oggetto i beni e i diritti trasferiti per successione o per donazione, anche se situati all’estero. Se il defunto o il donante era residente all’estero, l’imposta si applica soltanto ai beni situati in Italia. Soggetti passivi sono gli eredi e i legatari per le successioni, i donatari per le donazioni. Sono considerati eredi tutti coloro che sono chiamati a succedere, per legge o per testamento, anche se non hanno dichiarato di accettare l’eredità (a meno che vi abbiano rinunciato).
Presupposto è il trasferimento
Applicazione dell’imposta alle successioni
Base imponibile è il valore
La base imponibile, per ciascun erede o legatario, è costituita dal valore netto della quota ereditaria o del legato. Per individuare il valore della quo-
della quota ereditaria
Legatario È colui che riceve uno o più beni specimcatamente determinati dal defunto nel testamento. Oggetto sono i beni e diritti trasferiti Soggetti passivi sono gli eredi e i legatari
o del legato
443
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Asse ereditario È costituito dall’insieme dei diritti e degli obblighi del defunto esistenti al momento della sua morte.
Sono previste quote di franchigia…
… ed esclusioni dall’imposta
Le aliquote sono differenziate
ta spettante a ciascun erede occorre determinare il valore netto dell’asse ereditario: questo risulta dalla differenza fra il valore complessivo dei beni e dei diritti, determinato secondo i criteri indicati negli articoli 1419 del Testo unico (attivo ereditario) e l’ammontare complessivo delle passività deducibili ai sensi degli articoli 20-24 del testo unico (passivo ereditario). La mobilia, i gioielli e il denaro (la cui esistenza è difficilmente accertabile) si presumono in ogni caso compresi nell’attivo per un valore pari al 10% del valore imponibile dell’asse ereditario. Il valore dell’asse ereditario così determinato si imputa ai singoli eredi secondo le rispettive quote attribuite per legge o per testamento. Se il successore è coniuge o parente in linea retta del defunto, il valore della quota o del legato a lui spettante è esente fino al limite di 1 milione di euro e l’imposta si applica soltanto sulla parte che supera tale limite. A ciascun fratello o sorella del defunto spetta la franchigia di 100.000 euro. Per gli eredi e i legatari portatori di handicap grave, siano o no familiari del defunto, l’imposta si applica soltanto sulla parte del valore della quota o del legato che supera 1.500.000 euro. I trasferimenti di aziende o di quote e azioni che assicurano il controllo di società non sono soggetti a imposta se effettuati a favore dei discendenti o del coniuge, a condizione che essi proseguano l’esercizio dell’impresa o mantengano il controllo della società. L’imposta ha carattere proporzionale e si determina applicando al valore imponibile della quota o del legato (al netto della franchigia eventualmente spettante) le aliquote previste dalla legge. Queste sono differenziate in relazione al grado di parentela fra il successore e il defunto perché, come si è detto prima, i familiari più stretti godevano già della ricchezza del defunto quando egli era in vita.
Aliquote dell’imposta sulle successioni e donazioni
L’accertamento avviene in base a dichiarazione verificata
L’ufficio liquida l’imposta…
… salvo l’accertamento in rettifica…
444
Coniuge e parenti in linea retta
4%
Altri parenti entro il quarto grado e afmni mno al terzo grado
6%
Altri soggetti
8%
Entro dodici mesi dall’apertura della successione gli eredi, in solido fra loro, sono obbligati a presentare la dichiarazione di successione, su apposito modello, all’ufficio dell’Agenzia delle entrate nella cui circoscrizione il defunto aveva l’ultima residenza. La dichiarazione deve indicare le persone che hanno diritto alla successione, i beni e i diritti che formano l’attivo ereditario, le passività deducibili e le eventuali donazioni ricevute in precedenza. L’ufficio controlla la dichiarazione, ne corregge gli errori materiali o di calcolo, e in base alla dichiarazione provvede alla liquidazione dell’imposta (imposta principale) notificando agli eredi l’avviso di liquidazione. Successivamente, se accerta che la dichiarazione è incompleta o non veritiera, l’ufficio determina la maggiore imposta (imposta complementare) e notifica agli eredi l’avviso di rettifica.
Le altre imposte erariali
U N I TÀ 7
Se la dichiarazione è stata omessa si procede all’accertamento d’ufficio, il cui avviso viene notificato agli eredi. Gli eredi sono obbligati in solido al versamento dell’imposta e delle eventuali sanzioni presso l’Agente della riscossione; in caso di mancato pagamento si procede alla riscossione mediante iscrizione a ruolo.
… o l’accertamento d’ufficio Gli eredi sono obbligati in solido
Applicazione dell’imposta alle donazioni L’applicazione dell’imposta alle donazioni è regolata dagli articoli 55-60 del Testo unico, con gli stessi criteri previsti per le successioni. La base imponibile è data dal valore netto dei beni donati. Le quote di franchigia, le esclusioni e le aliquote sono le stesse previste per le successioni a causa di morte. Non si può fruire della franchigia più di una volta. Il contratto di donazione è soggetto a registrazione e l’imposta è accertata e riscossa secondo le modalità dell’imposta di registro.
L’imposta si determina come nelle successioni
Accertamento e riscossione come nell’imposta di registro
Sintesi grafica per le successioni
valore netto
per le donazioni
valore del bene donato
della quota ereditaria o del legato
imponibile
franchigia
• coniuge • fratelli e sorelle • portatori di handicap aziende trasmesse o donate ai discendenti
esclusioni partecipazioni di controllo
L’imposta sulle successioni e donazioni aliquote
differenziate per grado di parentela dichiarazione di successione per le successioni
accertamento e riscossione
controllo e liquidazione accertamento
• in rettifica • d’ufficio notifica
per le donazioni
• registrazione dell’atto • liquidazione-rettifica (modalità imposta di registro)
>>> 445
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto I trasferimenti a titolo ..................................................
che
..................................................
sono tassati mediante l’imposta sulle
a causa di morte e sulle
..................................................
i beni e cioè gli
..................................................
..................................................,
Le aliquote sono differenziate secondo il grado di donatari
•
donazioni
•
eredi
•
gratuito
•
i
. Soggetti passivi sono coloro
..................................................
•
parentela
•
.........................................
.
.
..................................................
legatari
e i
ricevono
•
successioni
2. Esamina le situazioni proposte ed esegui gli esercizi 1. Alla morte di una persona la successione si apre a favore del coniuge e di due figli. Al coniuge è stata attribuita per testamento una quota pari alla metà del patrimonio; l’altra metà è attribuita ai figli per quote uguali. Il valore dell’asse ereditario al netto delle passività è di 3.130.000 euro. Qual è l’imponibile fiscale e l’imposta dovuta da ciascuno? Chi deve presentare la dichiarazione di successione? 2. Calcola l’imposta dovuta per la donazione di un immobile, considerando che il valore del bene donato è di 250.000 euro e che il donatario è figlio di una sorella del donante.
3. Le imposte sugli affari Le imposte sugli affari colpiscono singole operazioni economiche
Le imposte sugli affari colpiscono la ricchezza trasmessa a titolo oneroso o utilizzata per operazioni economiche. Queste imposte assicurano all’erario un gettito consistente perché si applicano ai più diversi tipi di atti e affari. Le più importanti sono l’imposta di registro e l’imposta di bollo; a esse si aggiungono l’imposta ipotecaria, l’imposta catastale, le tasse di concessione governativa e alcuni tributi minori.
L’imposta di registro L’imposta di registro si applica agli atti sottoposti a registrazione La registrazione rende certi l’atto e la sua data
Presupposto dell’imposta è la formazione dell’atto, soggetti passivi sono le parti
La registrazione è obbligatoria per gli atti indicati dalla legge…
446
L’imposta di registro si applica agli atti giuridici che devono obbligatoriamente essere registrati e a quelli presentati volontariamente alla registrazione. È disciplinata dal Testo unico approvato con il d.p.r. 26 aprile 1986, n. 131. La registrazione consiste nell’annotazione dell’atto in appositi registri, con l’indicazione degli elementi che lo individuano e della data in cui la registrazione è stata richiesta. La funzione giuridica della registrazione è di accertare l’esistenza legale dell’atto e di rendere certa la sua data di fronte ai terzi (art. 2704 c.c.). Presupposto dell’imposta è la stipulazione di un atto soggetto a registrazione. Soggetti passivi dell’imposta sono, in solido, le parti interessate. Responsabile del pagamento dell’imposta è anche il pubblico ufficiale che ha redatto, ricevuto o autenticato l’atto. Gli atti soggetti a registrazione sono individuati nella tariffa allegata al d.p.r. 131/1986. Sono così distinti: ● atti da presentare alla registrazione in termine fisso (di regola entro venti giorni dalla data dell’atto): vi sono compresi i trasferimenti a titolo oneroso, le locazioni immobiliari, gli atti costitutivi di società ecc.;
Le altre imposte erariali
U N I TÀ 7
● atti da registrare in caso d’uso, cioè quando l’atto viene depositato presso un ufficio pubblico nel corso di un procedimento amministrativo; vi rientrano le quietanze, le procure, i contratti di lavoro ecc. Alcuni atti sono esonerati dall’obbligo della registrazione (testamenti, cambiali, assegni, azioni, obbligazioni ecc.). Quando non è obbligatoria, la registrazione può essere richiesta volontariamente per qualsiasi atto e in qualunque momento, da chiunque abbia interesse a rendere certe nei confronti dei terzi l’esistenza dell’atto e la sua data. L’imposta di registro si applica generalmente in misura proporzionale al valore del bene o della prestazione oggetto dell’atto. Per la registrazione dei trasferimenti immobiliari l’aliquota è del 9%, ridotta al 2% se l’immobile è destinato ad abitazione principale. In alcuni casi l’imposta è stabilita in misura fissa (attualmente 200 euro), indipendentemente dal valore dell’atto; vi rientrano gli atti presentati volontariamente alla registrazione, gli atti che sono soggetti all’Iva, gli atti societari, le procure e alcuni atti soggetti a registrazione in caso d’uso. La determinazione dell’imposta dovuta è effettuata dall’ufficio a cui l’atto è stato presentato per la registrazione.
Approfondimento
… ed è volontaria per qualunque altro atto L’imposta è proporzionale…
… in alcuni casi in misura fissa
L’imposta è liquidata dall’ufficio
Trattamento fiscale per le vendite di immobili abitativi
Un particolare trattamento mscale è previsto per le vendite di immobili abitativi quando l’acquirente è una persona msica che non agisce nell’esercizio di impresa, arte o professione. In questo caso, con dichiarazione resa al notaio e inserita nell’atto, l’acquirente può richiedere che l’imposta sia commisurata al valore catastale dell’immobile e non al corrispettivo pattuito (che comunque deve essere obbligatoriamente indicato nell’atto). Il valore catastale corrisponde alla rendita catastale rivalutata e moltiplicata per 100, se l’immobile è adibito ad abitazione principale, o per 120 se si tratta di altre abitazioni.
L’imposta di bollo L’imposta di bollo è disciplinata dal d.p.r. 26 ottobre 1972, n. 642. Presupposto dell’imposta è la formazione di atti, documenti o registri indicati nella tariffa allegata al decreto. Gli atti indicati nella tariffa sono distinti in: ● soggetti a bollo “fin dall’origine”, ossia al momento della loro formazione (cambiali, atti notarili, scritture private per contratti ecc.); ● soggetti a bollo “in caso d’uso”, cioè nel caso in cui vengano presentati per la registrazione (documenti concernenti il movimento di valute, conti degli amministratori pubblici, conti dei curatori ecc.); ● esenti da bollo (contrassegno per invalidi, atti delle cooperative o delle Onlus, testamenti, titoli del debito pubblico, fatture e altri documenti relativi all’Iva, domande di partecipazione a concorsi pubblici ecc.).
L’imposta di bollo si applica
Di regola l’imposta di bollo si applica in misura fissa, stabilita in 16 euro per gli atti più comuni (atti pubblici, scritture private, istanze alla Pubblica amministrazione ecc.) e in misura diversa per altri tipi di atti. In qualche caso l’imposta è proporzionale al valore dell’atto (bollo sulle cambiali, bollo sulle comunicazioni relative a conti correnti, titoli e strumenti finanziari).
Di regola l’imposta si applica
a documenti, atti o registri Si distinguono gli atti soggetti al bollo fin dall’origine… … o in caso d’uso…
… e gli atti esenti
in misura fissa… … in alcuni casi è proporzionale
447
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
La riscossione avviene mediante pagamento telematico
Il sistema normale di riscossione dell’imposta di bollo è il pagamento in via telematica, tramite gli intermediari convenzionati con l’Agenzia delle entrate. Per determinate categorie di atti è consentito il pagamento direttamente all’ufficio locale dell’Agenzia delle entrate o mediante versamento in conto corrente postale.
L’imposta ipotecaria e l’imposta catastale Le imposte ipotecaria e catastale si applicano ai trasferimenti immobiliari
Di regola sono proporzionali, per alcuni atti in misura fissa
Le imposte ipotecaria e catastale sono disciplinate dal Testo unico approvato con d.p.r. 31 ottobre 1990, n. 347. Presupposto dell’imposta ipotecaria è l’esecuzione di iscrizioni, trascrizioni, cancellazioni e altre formalità nei Pubblici registri immobiliari. Presupposto dell’imposta catastale è l’esecuzione della voltura catastale. Le due imposte di regola sono proporzionali. Si applicano in misura fissa quando l’atto è soggetto all’Iva e in altri casi (acquisto della prima abitazione, fusioni, scissioni e trasformazioni di società, conferimenti di aziende ecc.).
Le tasse sulle concessioni governative Le tasse sulle concessioni governative sono disciplinate dal d.p.r. 26 ottobre governative si riferiscono a vari 1972, n. 641. Hanno come presupposto il rilascio o il rinnovo di concessioni, tipi di atti… autorizzazioni, licenze, il visto o la bollatura di registri o documenti. L’importo del tributo è stabilito sempre in misura fissa. Gli atti assoggettati alla tassa sono indicati nella tariffa allegata al decreto (il passaporto, la patente nautica, la licenza di porto d’armi, la domanda di brevetto, l’iscrizione agli albi professionali, la bollatura dei libri sociali ecc.). La tassa per la bollatura dei libri sociali contabili è dovuta dalle società di … e alla bollatura dei libri capitali nella misura forfetaria annuale di 309,87 euro (o di 516,46 euro se sociali il capitale sociale è superiore a 516.456,90 euro) indipendentemente dal numero dei libri e da quello delle pagine. Voltura catastale Per i soggetti diversi dalle società di capitali (per esempio È l’annotazione con la quale, nel catasto dei terreni o in quello dei fabbricati, viene modimcata l’intestazione cooperative, consorzi ecc.) la tassa di concessione governadi un immobile a seguito del passaggio dal precedente tiva per la bollatura dei libri sociali è dovuta nella misura titolare a quello attuale. di 67 euro ogni 500 pagine o frazione di 500. Le tasse sulle concessioni
Approfondimento
Tributi erariali sul possesso di particolari beni
Alcuni tributi speciali, previsti dal d.l. 201/2011, colpiscono il possesso di determinati beni patrimoniali considerati come manifestazioni di capacità contributiva. L’addizionale erariale all’imposta automobilistica si applica ai possessori di autoveicoli di potenza superiore a 185 kilowatt. L’addizionale spetta allo Stato e viene pagata alle stesse scadenze dell’ordinaria imposta automobilistica spettante alle Regioni. L’imposta erariale sugli aeromobili privati è dovuta dai possessori di aeromobili da diporto immatricolati nel Registro aeronautico nazionale. L’Imposta sul valore degli immobili situati all’estero
448
(Ivie) si applica agli immobili situati all’estero e appartenenti a persone msiche residenti in Italia. Sono esclusi i fabbricati destinati ad abitazione principale del possessore e relative pertinenze, a meno che si tratti di ville, castelli e immobili di lusso. Il possessore ha diritto a dedurre un credito di imposta pari ai tributi sul patrimonio e sul reddito che gravano sull’immobile nel paese in cui è situato. L’Imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero (Ivaf) è dovuta dalle persone msiche residenti in Italia. Dall’imposta si deduce un importo pari all’ammontare dell’imposta pagata allo Stato in cui le attività sono detenute.
Le altre imposte erariali
U N I TÀ 7
Sintesi grafica in termine fisso atti soggetti a registrazione in caso d’uso
imposta di registro
atti presentati volontariamente alla registrazione
imposta di bollo
documenti soggetti a bollo
• fin dall’origine • in caso d’uso
Le imposte sugli affari
iscrizioni imposta ipotecaria
nei pubblici registri immobiliari
trascrizioni
cancellazioni
altri tributi
imposta catastale
volture catastali
• concessioni,
tasse sulle concessioni governative
autorizzazioni, licenze, permessi ecc. bollatura registri
• Verifica delle conoscenze
1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Le imposte sugli affari colpiscono i trasferimenti a titolo
..................................................
operazioni economiche, le più importanti sono: l’imposta di applicata dagli uffici che provvedono alla di
..................................................,
bollo
•
oneroso
•
che si paga in via registrazione
•
..................................................
..................................................
registro
•
e altre
..................................................,
che viene
degli atti, e l’imposta
.
telematica
2. Esegui l’esercizio proposto 1. Indica quali, fra i seguenti atti, sono soggetti a registrazione: £ cambiale tratta £ vendita di un appartamento £ delibera di aumento del capitale sociale di una spa £ contratto di lavoro autonomo £ testamento 2. Indica quali imposte indirette devono essere pagate in relazione all’atto di compravendita di un immobile fra privati.
449
UNITÀ 7
Strumenti per il ripasso
Strumenti per il ripasso | Sintesi INTERROGAZIONE SIMULATA
SINTESI AD ALTA ACCESSIBILITÀ
1. Nel sistema delle imposte statali, oltre all’Iva, sono compresi vari tributi speciali che colpiscono i consumi, i trasferimenti a titolo gratuito e i trasferimenti a titolo oneroso e gli affari. Le imposte speciali sui consumi sono imposte monofase che colpiscono beni specifici incorporandosi nel prezzo del bene. Si distinguono in tre gruppi: le accise, le imposte riscosse mediante monopoli fiscali, i tributi doganali. Le accise hanno come oggetto i prodotti energetici, gli alcolici e altri beni indicati dalle direttive comunitarie di armonizzazione. Hanno come soggetto passivo il fabbricante, ma incidono in definitiva sul consumatore finale a causa dell’aumento del prezzo dovuto alla traslazione. Il monopolio fiscale è esercitato dallo Stato per conseguire un’entrata. Ha per oggetto i tabacchi lavorati e le attività di gioco. Il prelievo si attua per maggiorazione del prezzo nel caso dei tabacchi o riduzione del premio nel caso dei giochi. I tributi doganali sono tributi statali imposti alla frontiera su merci provenienti da paesi esterni all’Unione europea (all’interno dell’Unione non ci sono frontiere doganali né dazi). Gli Stati membri dell’Unione europea devono applicare la tariffa doganale comunitaria, regolata dal codice doganale europeo.
2. L’imposta sulle successioni e donazioni attua la tassazione dei trasferimenti a titolo gratuito che avvengono a causa di morte o per atto tra vivi. Nelle successioni a causa di morte, il presupposto è l’apertura della successione, l’oggetto è costituito dai beni e diritti trasmessi e i soggetti passivi sono gli eredi e i legatari. Nelle donazioni, il presupposto è la stipulazione di una donazione, l’oggetto è costituito dai beni e diritti donati e il soggetto passivo è il donatario. In base al grado di parentela del successore vengono applicate quote
450
di franchigia, esclusioni e aliquote differenziate. Sulle successioni a causa di morte l’imposta è liquidata dall’Agenzia delle entrate in base alla dichiarazione di successione presentata dagli eredi, salvo l’accertamento in rettifica o l’accertamento di ufficio. Il contratto di donazione è soggetto a registrazione e la relativa imposta viene liquidata e riscossa secondo le modalità dell’imposta di registro.
3. Le imposte sugli affari colpiscono i trasferimenti a titolo oneroso e altre operazioni economiche. L’imposta di registro si applica a tutti gli atti giuridici sottoposti a registrazione o presentati volontariamente per la registrazione. La registrazione per taluni atti è obbligatoria e va richiesta in termine fisso o in caso d’uso; per gli altri atti è volontaria, richiesta da chi ha interesse a rendere certa l’esistenza e la data dell’atto. La liquidazione dell’imposta avviene al momento della registrazione dell’atto e può essere integrata o rettificata in seguito a controlli successivi. L’imposta di bollo ha come presupposto la formazione di atti, documenti e registri soggetti al bollo, fin dall’origine o in caso d’uso. La misura dell’imposta può essere fissa o proporzionale. Di regola la riscossione avviene mediante versamento telematico. Le imposte ipotecaria e catastale si applicano ai trasferimenti immobiliari. Il presupposto dell’imposta ipotecaria è dato da iscrizioni, trascrizioni, cancellazioni e annotazioni nei registri immobiliari; quello dell’imposta catastale è l’esecuzione della voltura catastale. Le tasse sulle concessioni governative hanno come presupposto il rilascio e il rinnovo di concessioni, autorizzazioni, licenze e il visto o la bollatura di documenti, registri, scritture ecc. Si applicano per i passaporti, il porto d’armi, l’iscrizione ad albi professionali, la bollatura dei libri sociali ecc.
Strumenti per il ripasso
U N I TÀ 7
Strumenti per il ripasso | Mappa
MAPPA PERSONALIZZABILE
consumo
Le altre imposte erariali
colpiscono
trasferimento di ricchezza possesso di beni particolari
si suddividono in
• autoveicoli di grossa cilindrata • aerei da diporto • immobili all’estero • attività finanziarie all’estero
• trasferimenti imposte speciali sui consumi
imposta su successioni e donazioni
imposte sugli affari
colpiscono
a titolo oneroso altre operazioni economiche
•
si distinguono in
si applica a
imposta di registro
successioni a causa di morte
• quote di eredità (franchigia) • legati
donazioni
registrazione
imposta di bollo
imposta ipotecaria imposta catastale
che hanno
• carattere monofase • trasferimento per traslazione e non per rivalsa effetti immediati sui prezzi
tasse di concessione governativa
• e si distinguono in
accise
in osservanza di direttive comunitarie
monopoli fiscali
• tabacchi lavorati • attività di gioco
tributi doganali
applicati alla frontiera su merci extra Ue
451
UNITÀ 7
Verifica formativa
1. Scegli l’unica risposta esatta fra le quattro indicate 1. Le accise colpiscono il consumo in quanto: A il loro ammontare è addebitato dal fornitore £ al cliente mediante rivalsa B si applicano direttamente agli acquisti effettuati £ dai consumatori C si applicano sul passaggio della merce £ dal dettagliante al consumatore D rappresentano un costo che si scarica £ per traslazione sul consumatore 2. L’imposta sui generi di monopolio: A è riscossa mediante versamento in conto corrente £ postale B è incorporata nel prezzo di vendita £ C è applicata mediante autotassazione e versamento £ diretto D è addebitata per rivalsa £ 3. La tariffa doganale vigente in Italia: A è stabilita dallo Stato nel suo potere di sovranità £ B vale soltanto nei rapporti di commercio con gli altri £ Stati europei C non può essere modificata dallo Stato ma soltanto £ dall’Unione europea D può essere modificata solo con accordi bilaterali £ fra gli Stati interessati 4. Con l’espressione “registrazione in caso d’uso” si intende che: A gli atti aventi a oggetto l’uso di un immobile devono £ essere registrati B determinati atti devono essere registrati solo £ nel caso che lo prevedano gli usi locali C le formalità per la registrazione sono determinate £ dall’uso D la registrazione è richiesta se si fa uso dell’atto presso £ un pubblico ufficio 5. Secondo le norme vigenti la donazione: A non deve essere registrata ma è soggetta £ a tassazione B è registrata ma non è soggetta all’imposta di registro £ C non è tassata se il donatario è figlio del donante £ D è tassata con aliquote progressive £ 6. La riscossione dell’imposta di bollo avviene: A con modalità telematiche £ B con le stesse modalità dell’imposta di registro £ C mediante iscrizione a ruolo £ D per ritenuta alla fonte con obbligo di rivalsa £ 2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false e, se sono false, spiega perché 1. Le accise hanno carattere plurifase. V£ F£ 2. La coltivazione del tabacco è libera. V£ F£
452
3. Le donazioni hanno lo stesso trattamento mscale delle successioni a causa di morte. 4. L’imposta di registro non ha carattere progressivo. 5. L’imposta di bollo è alternativa all’imposta di registro. 6. L’imposta sugli immobili all’estero ha a oggetto il trasferimento dell’immobile a titolo oneroso. 3. 1. 2. 3. 4. 5. 6.
1
V£ F£ V£ F£ V£ F£ V£ F£
Connect the expressions on the left column with the corresponding on the right Excise a. Borders Fiscal monopolies b. Tax credit Import duties c. Alcoholic beverages Succession duty d. To be registered before use Registration fee or presentation Taxes on real estate e. Exclusive right to produce located abroad and sell f. Legacy 2
3
4
5
6
4. Correggi l’errore contenuto in ciascuna frase 1. Le accise incidono sul consumatore per effetto della rivalsa attuata dal produttore. 2. Sui tabacchi lavorati, oltre all’accisa si applicano anche l’Ivie e gli eventuali dazi. 3. La cambiale, se non è bollata mn dall’origine, non ha valore giuridico. 4. La registrazione rende certa la validità dell’atto. 5. L’imposta sulle successioni si applica sul valore delle quote ereditarie al lordo delle passività. 6. Le tasse sulle concessioni governative sono stabilite in misura proporzionale. 5. Individua il concetto che corrisponde alle seguenti definizioni 1. Colpiscono la fabbricazione di determinati prodotti ma si scaricano sul consumatore. 2. È l’elenco di tutte le merci provenienti da paesi extracomunitari e sottoposte a dazio. 3. Sottopone a tassazione i trasferimenti a titolo gratuito. 4. Si deve effettuare per poter presentare un atto presso un ufmcio pubblico nel corso di un procedimento amministrativo. 5. Ha come presupposto la trascrizione o altra annotazione nei registri immobiliari. 6. Devono essere pagate per la bollatura dei libri sociali.
TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
U N I TÀ 8
I tributi regionali e locali
Conoscenze
Abilità
• I princìpi generali sulla mscalità degli enti territoriali • Il sistema dei tributi regionali, provinciali e comunali • I caratteri, la struttura e le modalità applicative dell’Irap • Gli altri tributi regionali • La struttura e i componenti della Iuc • Gli altri tributi comunali
• Distinguere le diverse entrate su cui si fonda l’autosufmcienza degli enti territoriali
• Distinguere le modalità della determinazione dell’imponibile in relazione ai diversi soggetti passivi dell’Irap
• Riconoscere la funzione delle deduzioni ammesse dalla legge ai mni dell’Irap
• Analizzare la struttura della Iuc e la disciplina dei tributi che la compongono
• Riferire a casi concreti la disciplina dei tributi regionali e locali
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
1. Le entrate degli enti territoriali La finanza degli enti territoriali è fondata su risorse proprie…
… individuate dall’art. 119 Cost.
L’indebitamento è consentito per gli investimenti
Il rapporto tra la finanza statale e quella degli enti territoriali è orientato verso un sistema di federalismo fiscale, basato sul principio dell’autosufficienza finanziaria delle Regioni e degli enti locali e sul riconoscimento di un loro autonomo potere di imposizione [ÑM2 U3]. Come dispone l’articolo 119 Cost., le risorse autonome che consentono agli enti territoriali il finanziamento delle rispettive funzioni sono costituite da tributi propri e da compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibili al loro territorio. A favore dei territori con minore capacità fiscale è previsto un fondo perequativo senza vincoli di destinazione. Lo Stato può erogare risorse aggiuntive mediante interventi speciali finalizzati a rimuovere squilibri economici e sociali [ÑM2 U4 par. 3]. L’autonomia di entrata e di spesa riconosciuta alle Regioni e agli enti locali è esercitata nel rispetto dell’equilibrio dei relativi bilanci. L’indebitamento è consentito solo per finanziare spese di investimento [ÑM3 U3 par. 3]. Contestualmente alle operazioni di indebitamento devono essere adottati dei piani di ammortamento di durata non superiore alla vita utile dell’investimento stesso; tali piani devono evidenziare in che misura le obbligazioni assunte incidono su ciascun esercizio finanziario e devono specificare le modalità di copertura dei corrispondenti oneri (l. 243/2012).
La fiscalità regionale Le risorse proprie delle Regioni sono… … i tributi propri…
In attuazione dei princìpi costituzionali il decreto legislativo n. 68 del 2011 regola il potere impositivo e le risorse autonome delle Regioni. Per tributi propri delle Regioni si intendono: ● i tributi propri derivati: sono tributi istituiti e disciplinati da leggi statali, il cui gettito è destinato esclusivamente al bilancio delle Regioni; le Regioni ne gestiscono autonomamente l’applicazione e, con proprie leggi, possono modificarne le aliquote e disporre esenzioni e detrazioni nei limiti fissati dalla legislazione statale e nel rispetto della normativa comunitaria; ● le addizionali sulle basi imponibili dei tributi erariali: sono previste da leggi statali; le Regioni possono introdurre variazioni percentuali delle aliquote e disporre detrazioni entro i limiti fissati dalla legislazione statale; ● i tributi stabiliti dalle Regioni con proprie leggi, in relazione a presupposti che non siano già assoggettati a imposizione erariale. I tributi istituiti dallo Stato (tributi propri derivati e addizionali) sono attribuiti alle Regioni secondo il principio di territorialità: i tributi che hanno come presupposto la produzione sono attribuiti alle Regioni in cui è svolta l’attività lavorativa, i tributi riferiti al reddito delle persone fisiche alle Regioni in cui il contribuente ha la residenza e i tributi sui consumi alle Regioni in cui è avvenuto il consumo. I principali tributi regionali previsti da leggi statali sono: l’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive), l’addizionale regionale all’Irpef, le imposte automobilistiche e varie imposte indirette.
454
I tributi regionali e locali
Le quote di compartecipazione al gettito di tributi erariali sono anch’esse riferite al territorio dei singoli enti. In altre parole, viene attribuita a ciascuna Regione una quota del gettito di tributi che, essendo stati riscossi dallo Stato nel territorio regionale, sono alimentati dalla ricchezza prodotta o utilizzata nella Regione. La principale compartecipazione attribuita alle Regioni è costituita da una quota del gettito dell’Iva. Una parte della quota di compartecipazione all’Iva destinata alle Regioni alimenta un fondo perequativo che ha la funzione di bilanciare la scarsità di entrate fiscali delle Regioni economicamente più deboli e garantire a esse il finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni sociali (sanità, assistenza, istruzione). Gli interventi speciali consistono nell’erogazione di fondi statali a favore di singole Regioni in relazione a determinate finalità (per esempio, fondo per il finanziamento dei programmi regionali di sviluppo, fondo per la montagna, contributi per la valorizzazione del Mezzogiorno ecc.). Ai contributi statali possono aggiungersi quelli erogati dall’Unione europea (fondi strutturali comunitari) per finanziare programmi specifici [ÑM1 U5 par. 2].
U N I TÀ 8
… le quote di compartecipazione…
… il fondo perequativo…
… gli interventi speciali
Agli interventi statali si aggiungono quelli Ue
La fiscalità delle Province Lo stesso d.lgs. 68/2011 contiene disposizioni finalizzate ad assicurare l’autonomia di entrata alle Province mediante l’attribuzione di tributi propri derivati e compartecipazioni a tributi statali e regionali. I principali tributi sono: ● l’imposta sulle assicurazioni per la responsabilità civile per la circolazione dei veicoli a motore (“RC auto”), attribuita alle Province nel cui territorio è avvenuta l’immatricolazione dei veicoli; ● l’imposta provinciale sulle trascrizioni nel Pubblico registro automobilistico (Pra) eseguite nel territorio della Provincia; ● il tributo provinciale per le funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente.
Alle Province sono attribuiti tributi propri
La fiscalità comunale La fiscalità comunale (d. lgs. n. 23/2011 e successive modifiche) è incentrata su tributi propri derivati e risorse a carattere perequativo. Il tributo più importante è l’imposta municipale propria (Imu) avente a oggetto il valore patrimoniale degli immobili situati nel territorio comunale. La tassazione sugli immobili è completata da altri due tributi: la Tasi (Tassa per i servizi indivisibili) e la Tari (Tassa sui rifiuti). L’Imu, la Tasi e la Tari sono aggregate e coordinate nell’ambito della Iuc (Imposta unica comunale), un tributo composito che le ricomprende tutte e tre. I Comuni applicano pure un’addizionale all’Irpef e alcuni tributi minori. A scopo perequativo, cioè per ridurre le disparità fra le diverse realtà territoriali e consentire anche ai Comuni economicamente più deboli il finanziamento delle loro numerose funzioni, è istituito un fondo di solidarietà comunale, alimentato con quote dell’Imu riscossa dai Comuni nei rispettivi territori e ripartito secondo criteri stabiliti dallo Stato.
La fiscalità dei Comuni è incentrata su tributi propri…
… e un fondo di solidarietà
455
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Sintesi grafica
• previsti da leggi statali (tributi propri derivati) • addizionali • stabiliti da leggi regionali
tributi propri
(tributi propri autonomi)
• a imposte erariali • riferibili al territorio
compartecipazioni
regionale
Regioni fondo perequativo
• interventi speciali dello Stato • fondi strutturali Ue
risorse aggiuntive
• imposta RC auto • imposta iscrizioni Pra • tributo per l’ambiente
tributi propri
Province
Tributi degli enti territoriali
compartecipazioni
Imu tassazione immobiliare
Tasi
Iuc
Tari tributi propri
addizionale Irpef
Comuni
• tasse • tariffe
altri tributi fondo di solidarietà
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto Le risorse e da
...............................................
..................................................
ai tributi erariali riferibili al loro
sono costituite dal fondo ..................................................,
degli enti territoriali sono costituite da tributi ..................................................,
e da interventi
compartecipazioni
•
fiscale
•
•
dello Stato.
propri
•
autonome
2. Rispondi alle domande 1. Qual è il significato dell’espressione “tributi propri derivati”? 2. Qual è il più importante tributo comunale? 3. Qual è la funzione del fondo di solidarietà?
456
. Altre risorse
a favore dei territori con minore capacità
..................................................
perequativo
..................................................
...............................................
•
speciali
•
territorio
I tributi regionali e locali
U N I TÀ 8
2. L’Imposta regionale sulle attività produttive (Irap) L’Irap, istituita con il d.lgs. 446/1997, è il più importante tributo regionale. Come è indicato nell’art. 1 del decreto istitutivo, l’Irap è «una imposta regionale sulle attività produttive esercitate nel territorio della Regione». Da questa definizione risultano i caratteri essenziali dell’Irap: ● è un’imposta territoriale, perché ha per oggetto le attività localizzate nel territorio della Regione; ● è un’imposta reale, perché fa riferimento alle attività esercitate dal contribuente senza tener conto della sua situazione personale; ● è un’imposta generale, perché colpisce tutte le attività produttive svolte nel territorio regionale, qualunque sia il loro oggetto.
L’Irap è un’imposta territoriale,
Il presupposto dell’imposta (art. 2) è l’esercizio abituale di un’attività autonomamente organizzata, diretta alla produzione o allo scambio di beni ovvero alla prestazione di servizi. L’attività esercitata dalle società e dagli enti, compresi gli organi e le Amministrazioni dello Stato, costituisce in ogni caso presupposto di imposta. Pertanto l’imposta si applica: ● alle attività produttive individuali quando sono svolte con autonoma organizzazione nell’esercizio di imprese, arti o professioni; ● a tutte le attività svolte da società ed enti, siano esse commerciali o non commerciali, lucrative o non lucrative, comprese le prestazioni degli organismi di utilità sociale e l’esercizio di funzioni e servizi pubblici.
Presupposto dell’Irap è
Soggetti passivi dell’Irap sono: ● le società e gli enti commerciali soggetti all’Ires; ● le società di persone e gli imprenditori individuali che esercitano attività commerciali; ● le persone fisiche, le associazioni fra persone fisiche e le società semplici che esercitano arti e professioni; ● gli enti privati, con o senza personalità giuridica, che non esercitano attività commerciale; ● le società e gli enti non residenti nel territorio dello Stato; ● le Amministrazioni dello Stato e le altre Amministrazioni pubbliche nazionali e locali (comprese le stesse Regioni).
Soggetti passivi sono
Non sono soggetti passivi dell’imposta: ● i soggetti che esercitano un’attività agricola (come definita nell’articolo 32 t.u.i.r.); ● i fondi comuni di investimento; ● i fondi pensione; ● i gruppi economici di interesse europeo (Geie). La base imponibile è costituita dal valore della produzione netta derivante dall’attività esercitata nel territorio della Regione.
reale, generale
l’esercizio di attività produttiva
persone fisiche, società, enti, Amministrazioni pubbliche
APPROFONDIMENTO Attività produttiva e valore della produzione netta
Base imponibile è il valore della produzione netta
457
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
I criteri per la determinazione della base imponibile sono diversi per i diversi soggetti: le società di capitali e gli enti commerciali…
Il valore della produzione netta si determina con criteri diversi a seconda della tipologia del soggetto passivo (art. 5 e segg.). Per le società con personalità giuridica e gli enti commerciali la base imponibile è determinata in base al conto economico ed è costituita dalla differenza tra il valore e i costi della produzione (art. 2425 c.c.) con esclusione dei costi per il personale, delle svalutazioni e degli accantonamenti. Norme specifiche si applicano alle società e agli enti che esercitano attività bancaria, finanziaria e assicurativa.
Le norme Art. 2425 c.c. – Contenuto del conto economico. Il conto economico deve essere redatto in conformità al seguente schema: A) Valore della produzione: 1) ricavi delle vendite e delle prestazioni; 2) variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e mniti; 3) variazioni dei lavori in corso su ordinazione; 4) incrementi di immobilizzazioni per lavori interni; 5) altri ricavi e proventi, con separata indicazione dei contributi in conto esercizio. Totale. B) Costi della produzione: 6) per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci; 7) per servizi; 8) per godimento di beni di terzi; 9) per il personale: a) salari e stipendi;
… le società di persone e gli imprenditori individuali…
… gli esercenti arti e professioni…
… le Amministrazioni pubbliche
458
b) oneri sociali; c) trattamento di mne rapporto; d) trattamento di quiescenza e simili; e) altri costi; 10) ammortamenti e svalutazioni: a) ammortamento delle immobilizzazioni immateriali; b) ammortamento delle immobilizzazioni materiali; c) altre svalutazioni delle immobilizzazioni; d) svalutazioni dei crediti compresi nell’attivo circolante e delle disponibilità liquide; 11) variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci; 12) accantonamenti per rischi; 13) altri accantonamenti; 14) oneri diversi di gestione. Totale. Differenza tra valore e costi della produzione (A – B). [...]
Per le società in nome collettivo e in accomandita semplice e per gli imprenditori individuali la base imponibile è determinata dalla differenza fra l’ammontare dei ricavi e delle variazioni delle rimanenze finali e l’ammontare dei costi delle materie prime, sussidiarie e di consumo, delle merci, dei servizi, dell’ammortamento e dei canoni di locazione e di leasing. Se la società o l’imprenditore opera in regime di contabilità ordinaria può optare per la determinazione della base imponibile secondo le regole stabilite per le società e gli enti commerciali con personalità giuridica. Se opera in regime di contabilità semplificata la base imponibile si determina in base al criterio di cassa come avviene ai fini delle imposte sui redditi [ÑM5 U2 par. 6]; pertanto non hanno rilevanza le variazioni delle rimanenze. Per gli esercenti arti e professioni la base imponibile è data dalla differenza fra l’ammontare dei compensi percepiti e quello dei costi sostenuti per l’esercizio dell’attività, compresi gli ammortamenti ed esclusi gli interessi passivi e gli oneri del personale. Per le Amministrazioni pubbliche e per gli enti pubblici e privati non commerciali, i quali producono beni o servizi non destinabili alla vendita, non è
I tributi regionali e locali
possibile, ovviamente, alcun riferimento a ricavi o compensi. Perciò il valore della produzione si determina “al costo dei fattori” e la base imponibile corrisponde all’ammontare delle retribuzioni erogate per lavoro dipendente o per collaborazioni coordinate e continuative. In linea generale, ai fini della determinazione della base imponibile, non sono deducibili i costi relativi al personale dipendente e gli interessi derivanti da finanziamenti. Ciò si spiega con la considerazione che la funzione dell’Irap non è di colpire il profitto netto del soggetto passivo, ma di sottoporre a tassazione il valore dei beni e servizi prodotti dall’azienda, al netto del valore dei beni e servizi forniti da altre aziende. Ma il regime di indeducibilità, se fosse rigidamente applicato, penalizzerebbe le imprese che utilizzano prevalentemente personale dipendente e le imprese che si finanziano mediante il ricorso al credito. Per non creare distorsioni nelle decisioni aziendali e per evitare conseguenze negative sul mercato del lavoro e sull’occupazione, sono previste alcune deduzioni dall’imponibile che rendono meno pesante l’onere dell’imposta e danno rilevanza al lavoro dipendente. Per tutti i contribuenti sono ammessi in deduzione i contributi per gli infortuni sul lavoro. Invece le altre deduzioni, che qui di seguito esaminiamo, non sono applicabili alle Amministrazioni pubbliche. Per alleggerire il peso dell’imposta è prevista una deduzione forfetaria graduata secondo l’ammontare della base imponibile (vedi tabella sotto). Non spetta alcuna deduzione se l’imponibile è superiore a 180.999,91 euro.
Base imponibile
U N I TÀ 8
Gli interessi passivi e i costi del personale sono indeducibili
In deroga sono previste deduzioni dall’imponibile…
… per alleggerire il peso dell’imposta…
Deduzione
Non superiore a 180.759,91
8.000
Superiore a 180.759,91 ma non a 180.839,91
6.000
Superiore a 180.839,91 ma non a 180.919,91
4.000
Superiore a 180.919,91 ma non a 180.999,91
2.000
Per le società di persone, gli imprenditori individuali e gli esercenti arti e professioni, le deduzioni indicate nella tabella sono maggiorate, rispettivamente, di 5000 euro, di 3750 euro, di 2500 euro e di 1250 euro. Per agevolare le assunzioni a tempo indeterminato, sono previste due deduzioni dalla base imponibile: ● la deduzione dei contributi previdenziali e assistenziali pagati dal datore di lavoro per i dipendenti a tempo indeterminato; ● una deduzione a forfait per ciascun lavoratore dipendente a tempo indeterminato impiegato nel periodo di imposta.
… e per dare rilevanza al lavoro dipendente
In alternativa alle due suddette deduzioni, il contribuente può fruire delle seguenti agevolazioni applicabili anche nel caso di lavoro a termine: ● la deduzione delle spese relative agli apprendisti, ai lavoratori disabili, al personale assunto con contratti di formazione e lavoro e al personale addetto alle attività di ricerca e sviluppo;
459
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
● se l’ammontare dei componenti positivi non è superiore a 400.000 euro, una deduzione forfetaria pari a 1850 euro per ogni lavoratore dipendente (esclusi quelli per i quali è ammessa la deduzione dei costi) fino a un massimo di cinque.
L’aliquota base può essere variata dalle Regioni
L’Irap è parzialmente deducibile ai fini delle imposte sui redditi
Il sistema di accertamento e riscossione è analogo a quello delle imposte sui redditi e dell’Iva
460
Ai contribuenti che con nuove assunzioni incrementano rispetto all’anno precedente il numero dei dipendenti a tempo indeterminato spetta, per l’anno in cui è avvenuta l’assunzione e per i due successivi, una deduzione del costo del lavoro fino a un massimo di 15.000 euro per ciascun nuovo dipendente assunto. Infine, tutti i contribuenti, tranne le Pubbliche amministrazioni e gli enti non commerciali, possono dedurre dall’imponibile la differenza fra il costo complessivo per il personale a tempo indeterminato e l’ammontare complessivo delle deduzioni operate per il personale dipendente. In questo modo il costo del lavoro a tempo indeterminato è totalmente escluso dalla base imponibile dell’Irap. L’aliquota ordinaria dell’Irap è fissata nella misura del 3,9% (art. 16). Le Regioni hanno facoltà di variare l’aliquota fino a un massimo dello 0,92%. Sono previste aliquote maggiorate per le imprese bancarie (4,65%), per le società concessionarie (4,20%) e per le imprese di assicurazione (5,90%). Norme specifiche disciplinano le aliquote applicabili alle Amministrazioni ed enti pubblici. Trattamenti agevolati (deduzioni, detrazioni, riduzioni di imposta) sono previsti per le attività produttive svolte nel Mezzogiorno, per le cooperative edilizie, per le cooperative sociali, per le nuove iniziative economiche. L’applicazione dell’Irap è armonizzata con quella delle imposte sui redditi. Ai fini della determinazione del reddito di impresa è deducibile un importo forfetario pari al 10% dell’Irap dovuta per il periodo di imposta, a cui si aggiunge la deduzione analitica dell’importo Irap corrispondente alla quota imponibile delle spese per il personale dipendente. Le funzioni di liquidazione, accertamento e riscossione dell’Irap possono essere disciplinate con leggi regionali nel rispetto dei princìpi in materia di imposte sui redditi. In mancanza si applicano le norme previste per le imposte sui redditi. L’Irap si applica per autotassazione e versamento diretto con riferimento a periodi di imposta di dodici mesi. Gli adempimenti del contribuente sono gli stessi previsti per le imposte sui redditi (tenuta della contabilità, dichiarazione annuale, versamento d’acconto e a saldo). Tutti i soggetti passivi hanno l’obbligo di dichiarare annualmente i componenti del valore della produzione, anche se non ne consegue alcun debito di imposta. La dichiarazione deve essere presentata direttamente alla Regione nella quale il contribuente ha il proprio domicilio fiscale. Attualmente viene presentata tramite l’Agenzia delle entrate, che provvede a inoltrarla alla Regione di competenza. Il debito di imposta relativo all’Irap può essere compensato con l’eventuale eccedenza a credito relativa agli altri tributi in sede di versamento unificato.
I tributi regionali e locali
U N I TÀ 8
Sintesi grafica
• territoriale • reale • generale
carattere
abituale
autonomamente organizzata
esercizio di attività
di produzione e scambio
• di beni • di servizi
presupposto
• pubblici e privati • commerciali e non commerciali • residenti
attività di società ed enti
e non residenti
L’Irap
valore netto della produzione forfetaria
base imponibile
determinazione secondo tipologia dei soggetti
lavoratori dipendenti
deduzioni
nuove assunzioni
differenza fra costi lavoro a tempo indeterminato e ammontare deduzioni per lavoro
• dichiarazione annuale • autotassazione e versamento diretto • applicazione normativa
accertamento e riscossione
imposte sui redditi
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto L’Irap colpisce il
..................................................
dall’esercizio abituale di
della produzione
o dall’attività istituzionale di
..................................................,
pubblici e privati. Ha carattere
..................................................
esercitate nel territorio
..................................................
arti
netta
•
enti
•
imprese
•
..................................................
.................................................., ..................................................
•
o
derivante
..................................................
amministrazioni ed
..................................................
perché si applica soltanto alle attività
.
professioni
•
regionale
•
società
•
territoriale
•
valore
>>> 461
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
2. Esamina la situazione proposta e calcola l’imposta dovuta Un contribuente, lavoratore autonomo con due dipendenti a tempo determinato, ha realizzato nell’anno ricavi per 72.301 euro. Gli oneri per l’esercizio dell’attività sono i seguenti:
• quote di ammortamento 3076 euro; • spese per prestazioni di lavoro dipendente 35.582 euro; • compensi a terzi 2040 euro; • consumi 1319 euro; • altre spese documentate 3718 euro.
Calcola l’Irap dovuta dal contribuente.
3. Gli altri tributi regionali Altri importanti tributi regionali sono: l’addizionale regionale all’Irpef…
… e l’imposta automobilistica
Si aggiungono altri tributi minori
APPROFONDIMENTO Gli altri tributi regionali
462
Altri tributi propri delle Regioni sono l’addizionale all’Irpef, le imposte automobilistiche e vari tributi minori. L’addizionale regionale all’Irpef può essere imposta dalle Regioni nei confronti dei contribuenti residenti nel loro territorio. Si applica alla base imponibile determinata ai fini dell’Irpef (reddito complessivo al netto degli oneri deducibili e della deduzione per l’abitazione principale e le sue pertinenze). L’aliquota di base dell’addizionale regionale Irpef è fissata dal d.l. 201/2011 nella misura dell’1,23%. La Regione può aumentare o diminuire l’aliquota di base; la maggiorazione non può essere superiore a 2,1 punti percentuali. Il versamento viene effettuato in unica soluzione nei termini stabiliti per il saldo delle imposte sui redditi. Per i redditi di lavoro dipendente la riscossione avviene mediante ritenuta alla fonte. L’addizionale non è dovuta se l’Irpef netta è negativa o nulla. L’imposta automobilistica (d.p.r. 39/1953) è attribuita alle Regioni ordinarie come tributo proprio derivato. L’applicazione del tributo ha come presupposto l’iscrizione di veicoli e rimorchi nel Pubblico registro automobilistico delle Province di ciascuna Regione e, per i veicoli non soggetti a registrazione, l’appartenenza a soggetti residenti nella Regione. L’imposta si commisura alla potenza effettiva espressa in kilowatt e alle caratteristiche inquinanti dei veicoli. I veicoli d’epoca o di valore storico o collezionistico sono esenti dalla tassa; se vengono utilizzati su strada sono soggetti a tassa fissa nella misura annua di 25,82 euro. Sono previste agevolazioni a favore dei disabili. Oltre all’Irap, all’addizionale Irpef e alle imposte automobilistiche le Regioni possono istituire altri tributi propri derivati. Alcuni di essi si riferiscono al rilascio di concessioni, autorizzazioni, permessi da parte della Regione (come la tassa sulle concessioni regionali); altri sono imposte sui consumi (come l’imposta sulla benzina per autotrazione); altri sono “tributi ecologici” o “correttivi” di attività inquinanti (come il tributo per il deposito di rifiuti solidi in discarica o l’imposta sulle emissioni sonore degli aeromobili).
I tributi regionali e locali
U N I TÀ 8
Sintesi grafica contribuenti residenti nella Regione
imponibile
addizionale all’Irpef
base imponibile Irpef
aliquota base 1,23%
aumentabile o riducibile
con legge regionale
versamento diretto (unica soluzione)
ritenuta alla fonte per redditi di lavoro
Gli altri tributi regionali
• iscrizione nel Pubblico registro automobilistico • appartenenza a residenti
presupposto
nella Regione (per veicoli non registrabili)
imposte automobilistiche
• potenza in kW • caratteristiche
imponibile
inquinanti
tassa fissa per veicoli d’epoca
• sulle concessioni • sui consumi • correttivi di attività
altri tributi
inquinanti
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto I principali tributi regionali oltre all’Irap sono: l’.................................................. regionale all’.................................................. che si applica alla base imponibile dell’Imposta sulle persone fisiche ..................................................
nel
..................................................
della Regione; le imposte
applicano ai veicoli iscritti nel pubblico
..................................................
..................................................
che si
automobilistico nell’ambito
della Regione. automobilistiche
•
Irpef
•
registro
•
residenti
•
territorio
•
addizionale
2. Esamina la situazione proposta e rispondi alla domanda Il proprietario tiene un’automobile normalmente chiusa nel garage della sua casa di montagna e la utilizza esclusivamente nei mesi di luglio e agosto. Deve pagare l’imposta automobilistica per tutto l’anno o solo in proporzione al tempo dell’effettivo utilizzo?
463
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
4. L’Imposta unica comunale (Iuc)
La Iuc è un tributo composito che si articola in tre componenti
Come abbiamo accennato [ Ñ par. 1] la legge di stabilità per il 2014 (l. 147/2013) ha ristrutturato il sistema dell’imposizione comunale sugli immobili mediante l’istituzione dell’Imposta unica comunale (Iuc). La Iuc si basa su due presupposti: il possesso di immobili e l’erogazione e fruizione dei servizi comunali. In relazione a questi due presupposti, la Iuc si articola in tre tributi: ● l’Imposta municipale propria (Imu), che colpisce il valore degli immobili situati nel territorio comunale; ● il Tributo per i servizi indivisibili (Tasi), che finanzia i servizi di carattere generale (manutenzione delle strade, illuminazione, disciplina del traffico ecc.); ● la Tassa sui rifiuti (Tari), che finanzia il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
L’Imu Sappiamo che… Ai mni dell’Imu è considerato come abitazione principale l’immobile in cui il possessore e il suo nucleo familiare hanno la residenza anagramca ed effettivamente dimorano. Sono considerate come pertinenze soltanto gli immobili classimcati nelle categorie catastali C2, C6 e C7 (quali i magazzini, i garage, i posti auto, le tettoie), e per ciascuna categoria catastale può essere collegata all’abitazione principale una sola pertinenza. I Comuni, con proprio regolamento, possono considerare come abitazione principale le abitazioni possedute da anziani o disabili residenti in istituti di ricovero permanente e quelle possedute in Italia da cittadini italiani residenti all’estero, a condizione che tali immobili non siano locati.
Presupposto è il possesso di immobili… … esclusa l’abitazione principale Soggetto passivo è il possessore
Base imponibile è il valore catastale dell’immobile APPROFONDIMENTO La tassazione immobiliare nella fiscalità locale
464
Presupposto dell’Imu è il possesso di immobili a qualunque uso destinati, inclusi i terreni, le aree edificabili, gli immobili strumentali e quelli alla cui produzione e scambio è diretta l’attività di impresa. L’Imu non si applica all’abitazione principale e alle sue pertinenze, eccettuate le abitazioni di pregio, le ville e i castelli (categorie catastali A1, A8 e A9). Sono esclusi dall’Imu anche i fabbricati rurali a uso strumentale. Soggetto passivo è il possessore dell’immobile, a titolo di proprietà o altro diritto reale (usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie) o, per gli immobili in leasing, l’utilizzatore. Se l’immobile è in comunione, l’imposta si applica separatamente a ciascuno dei comproprietari in relazione alle rispettive quote. La base imponibile è costituita dal valore dell’immobile; questo è determinato in base alle rendite catastali (rendita dominicale dei terreni e rendita dei fabbricati) rivalutate e moltiplicate per un coefficiente che è diverso a seconda della categoria e della classe attribuite in catasto. Per le abitazioni il coefficiente è 160. La base imponibile è ridotta del 50%: per i fabbricati non di lusso concessi in comodato a parenti in linea retta di primo grado (cioè ai genitori e ai figli) che li utilizzano come abitazione principale; per i fabbricati di interesse storico o artistico; per i fabbricati dichiarati inagibili o inabitabili e non utilizzati.
I tributi regionali e locali
I terreni posseduti e condotti da imprenditori agricoli professionali o da coltivatori diretti sono esenti dall’imposta. Sono esenti anche i terreni agricoli situati nelle zone montane e nelle isole minori. Per le aree fabbricabili la base imponibile non si determina con il criterio catastale ma in base al valore di mercato dell’area. L’aliquota di base è pari allo 0,76%; può essere aumentata o diminuita dai Comuni fino a 0,3 punti percentuali. Per gli immobili di categoria A1, A8 e A9 (immobili di pregio, ville e castelli) adibiti ad abitazione principale del possessore e dei suoi familiari, l’aliquota di base è ridotta allo 0,4% e si applica una detrazione di imposta il cui importo è deliberato dal Comune ed è rapportato al periodo dell’anno in cui l’immobile ha effettivamente avuto tale destinazione. Se l’immobile appartiene a più persone la detrazione spetta a ciascuna di esse proporzionalmente alla quota per la quale si verifica la destinazione ad abitazione principale. La normativa sull’Imu prevede varie ipotesi di esenzione sia soggettive (cioè attinenti alla qualità del soggetto possessore) sia oggettive (riguardanti la natura o la destinazione degli immobili). Il gettito dell’Imu è attribuito ai Comuni tranne la parte derivante dal prelievo sugli immobili a uso produttivo (categoria catastale D), che è devoluta allo Stato. L’Imu sugli immobili strumentali è deducibile nella misura del 20% ai fini della determinazione del reddito di impresa e del reddito derivante dall’esercizio di arti e professioni. È indeducibile ai fini dell’Irap. L’Imu sugli immobili non locati ha carattere sostitutivo rispetto alle imposte sul reddito relative agli stessi immobili. Se però si tratta di un immobile abitativo situato nello stesso Comune nel quale si trova l’abitazione principale, il reddito è tassato ai fini dell’Irpef e delle relative addizionali nella misura del 50% [ÑM5 U3 par. 3].
U N I TÀ 8
L’aliquota di base può essere variata dal Comune
Sono previsti vari casi di esenzione Il gettito spetta ai Comuni
È regolato il rapporto con le imposte sui redditi e l’Irap
La Tasi La Tasi (Tassa per i servizi indivisibili) ha come presupposto il possesso o la detenzione di fabbricati e di aree fabbricabili situati nel territorio comunale. Sono esclusi dalla Tasi i terreni agricoli e il fabbricato adibito ad abitazione principale del possessore o dell’utilizzatore (a meno che si tratti di fabbricati di lusso, ville o castelli compresi nelle categorie catastali A1, A8 e A9). Soggetto passivo è chiunque possegga o detenga gli immobili oggetto dell’imposta. Se il detentore (locatario, affittuario, comodatario ecc.) è una persona diversa dal possessore (proprietario o titolare di altro diritto reale), ciascuno di essi è titolare di un’autonoma obbligazione tributaria nella misura rispettivamente stabilita dai regolamenti comunali. Nel caso di detenzione temporanea di durata inferiore a sei mesi, l’imposta è dovuta soltanto dal possessore. La base imponibile è la stessa dell’Imu, cioè il valore dell’immobile determinato su base catastale. L’aliquota di base è pari all’1‰. Nell’esercizio del loro potere regolamentare, i Comuni possono ridurre, azzerare o rideterminare l’aliquota rispettando però il vincolo per cui la somma delle aliquote della Tasi e dell’Imu, per ciascuna tipologia di immobile, non deve superare l’aliquota massima prevista dalla legge statale per l’Imu (10,6‰).
Presupposto della Tasi è il possesso o la detenzione di immobili o aree scoperte
Soggetti passivi sono i possessori e i detentori degli immobili
L’imponibile è lo stesso dell’Imu Il Comune può rideterminare l’aliquota di base…
465
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
… e prevedere esenzioni o riduzioni
I regolamenti comunali possono prevedere riduzioni o esenzioni per le abitazioni con unico occupante, abitazioni o locali adibiti a uso non continuativo o stagionale, abitazioni rurali ecc.
La Tari Presupposto della Tari è il possesso o la detenzione di locali o aree scoperte
La Tari si applica in base a tariffa
Possono essere previste riduzioni
Il presupposto della Tari è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o aree scoperte, suscettibili di produrre rifiuti urbani. Soggetto passivo è chiunque possegga o detenga i locali e le aree oggetto dell’imposta. In caso di detenzione temporanea inferiore a sei mesi l’imposta è a carico del possessore. La Tari si applica in base a tariffa, determinata in modo da assicurare la copertura di tutti i costi di investimento e di esercizio relativi al servizio di gestione dei rifiuti. La tariffa si commisura alla superficie delle aree e dei locali occupati, tenendo conto della loro destinazione e della conseguente potenzialità di produrre rifiuti. Devono essere assicurate riduzioni tariffarie per la raccolta differenziata riferibile alle utenze domestiche. Nelle zone in cui non è effettuata la raccolta la Tari è dovuta in misura non superiore al 40% della tariffa. I regolamenti comunali possono prevedere riduzioni o esenzioni negli stessi casi previsti per la Tasi e in altre ulteriori ipotesi deliberate dal Comune.
Accertamento e riscossione dei tributi compresi nella Iuc Ente impositore è il Comune nel cui territorio è situato l’immobile
L’applicazione ha luogo in base a dichiarazione…
… che per l’Imu e la Tasi ha carattere eccezionale
I regolamenti stabiliscono le scadenze di versamento
È salvo il potere di accertamento del Comune
466
Ente impositore è il Comune nel cui territorio si trova l’immobile. I tre tributi che compongono la Iuc hanno carattere reale e territoriale: pertanto, chi possiede immobili nel territorio di Comuni diversi deve adempiere l’obbligazione tributaria distintamente nei confronti di ciascun Comune. I tributi compresi nella Iuc si applicano in base a dichiarazione che deve essere presentata entro il 30 giugno dell’anno successivo alla data di inizio del possesso o della detenzione dei locali. La dichiarazione ha effetto anche per gli anni successivi, a meno che intervengano variazioni rilevanti ai fini della determinazione dell’imposta; in tal caso, il termine di presentazione è il 30 giugno dell’anno successivo a quello in cui si è verificata la variazione. Grazie all’interscambio informativo, gli enti locali possono accedere direttamente agli archivi informatici del catasto per conoscere i dati relativi agli immobili situati nel loro territorio. Perciò, ai fini dell’Imu e della Tasi, la dichiarazione va presentata soltanto in alcuni casi, espressamente previsti dalla legge, in cui i dati relativi all’inizio del possesso o alle sue variazioni non possono essere acquisiti dai Comuni attraverso la consultazione della banca dati catastale. Il versamento va effettuato tramite modello F24, bollettino di conto corrente o modalità di pagamento elettronico. Per la Tasi e la Tari deve essere assicurata la semplificazione degli adempimenti, anche mediante l’invio di bollettini precompilati da parte dell’ente impositore. Il Comune procede all’accertamento in rettifica nei casi di dichiarazione incompleta o non veritiera o di versamento parziale o ritardato. In caso di omessa dichiarazione o di omesso versamento il Comune effettua l’accertamento d’ufficio.
I tributi regionali e locali
U N I TÀ 8
Sintesi grafica
funzioni
• tassazione immobiliare • finanziamento servizi per il territorio
possesso di
• terreni agricoli • fabbricati (tranne abitazione principale e sue pertinenze) • aree edificabili possessore
soggetto passivo
Imu
• proprietà • altro diritto reale
utilizzatore leasing
Iuc imponibile
• rendita catastale w coefficiente • valore di mercato aree edificabili
aliquota 0,76
possesso o detenzione di
articolazioni
aumentabile o riducibile
• fabbricati (esclusa abitazione principale) • aree edificabili
soggetto passivo
possessore o detentore
se diversi, entrambi per quote
aliquota 1‰
aumentabile o riducibile
limite Imu + Tasi non superiore a 10,6‰
imponibile
come Imu
Tasi
possesso o detenzione di
Tari
fino a 0,3 punti
soggetto passivo
• locali • aree scoperte possessore o detentore superficie dei locali o aree
tariffa destinazione
>>> 467
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto I principali tributi comunali sono: Imu (imposta presupposto il
..................................................
tranne l’abitazione ..................................................)
Tari (tassa sui
..................................................
di terreni e fabbricati situati nel territorio comunale,
..................................................
e le sue pertinenze; Tasi (tributo per i servizi
che finanza i servizi di carattere
..................................................)
propria), che ha come
che finanzia la
..................................................
..................................................
gestiti dal Comune;
e lo
..................................................
dei rifiuti urbani generale
•
•
indivisibili
smaltimento
•
municipale
•
possesso
•
principale
•
raccolta
•
rifiuti
2. Esamina le situazioni proposte ed esegui gli esercizi 1. Due coniugi, comproprietari di una casa che hanno sempre utilizzato come abitazione principale, decidono di cambiare residenza e, in data 2 aprile, concedono la casa in locazione a terzi. Calcola l’Imu dovuta per l’anno e il versamento d’acconto, considerando che il Comune applica l’imposta con l’aliquota dello 0,76%, che i due coniugi non posseggono altri immobili, che la rendita catastale rivalutata dell’immobile è di 2143,3 euro e il coefficiente è 160. 2. Il proprietario di una vecchia casa ha smesso da molto tempo di abitarvi e la tiene inutilizzata in attesa di ristrutturarla. È tenuto a pagare la Tari e la Tasi?
5. L’addizionale Irpef e altri tributi comunali Addizionale comunale all’Irpef I Comuni applicano un’addizionale Irpef
L’aliquota è stabilita dal Comune
Il versamento avviene in acconto e a saldo
468
I Comuni possono applicare un’addizionale all’Irpef dovuta dalle persone fisiche residenti nel proprio territorio (d.lgs. 360/1998). Come per l’addizionale regionale, la base imponibile è costituita dal reddito complessivo Irpef al netto degli oneri deducibili e della deduzione per l’abitazione principale e le sue pertinenze. L’aliquota stabilita dal Comune non può superare lo 0,8%. I Comuni possono anche stabilire una differenziazione delle aliquote con criteri di progressività, utilizzando gli stessi scaglioni di reddito stabiliti dalla legge statale ai fini dell’Irpef. I regolamenti comunali possono prevedere esenzioni in relazione a determinati limiti di reddito. L’addizionale è versata in acconto e a saldo, unitamente al primo acconto e al saldo dell’Irpef. L’acconto è pari al 30% dell’addizionale dovuta per il precedente periodo di imposta. Sui redditi di lavoro l’addizionale è applicata mediante ritenuta alla fonte. L’acconto è trattenuto dal sostituto di imposta in non più di nove rate mensili a partire dal mese di marzo; il saldo è determinato dallo stesso sostituto di imposta in sede di conguaglio e trattenuto in non più di undici rate a partire dal mese successivo a quello nel quale è stato effettuato il conguaglio.
I tributi regionali e locali
U N I TÀ 8
Gli altri tributi comunali Gli altri tributi propri dei Comuni si riferiscono alla prestazione di servizi pubblici comunali e all’utilizzazione di beni pubblici da parte dei contribuenti. Questi tributi hanno in gran parte la natura di tassa, appunto perché sono correlati a servizi comunali o a concessioni e autorizzazioni rilasciate dal Comune; si va affermando infatti, a livello di finanza locale, il principio della tassazione secondo il beneficio (“se vuoi più servizi, paga più tasse”); la legge prevede, peraltro, che alcuni di essi siano sostituiti da un sistema di canoni o tariffe di natura non tributaria e determinati secondo criteri di economicità. I contributi per le opere di urbanizzazione sono stati introdotti dalla legge 28 gennaio 1977, n. 10, che ha disciplinato l’assetto giuridico dei suoli edificabili. Il contributo è collegato al rilascio del permesso di costruire e ha un duplice scopo: quello di sottoporre a tassazione il valore che le aree acquisiscono a seguito dell’autorizzazione a edificare e quello di finanziare, almeno in parte, il costo delle infrastrutture necessarie allo sviluppo urbanistico. La misura del contributo è determinata con un meccanismo complesso che si riferisce sia all’incidenza delle spese di urbanizzazione sia al costo della costruzione. L’imposta sulla pubblicità ha come presupposto la diffusione di messaggi pubblicitari in forma acustica o visiva (cartelli, pannelli, striscioni, altoparlanti ecc.) in luoghi pubblici o aperti al pubblico (d.lgs. 507/1993). Soggetti passivi sono, in solido, coloro che effettuano la pubblicità e coloro che producono o vendono i prodotti reclamizzati. L’imposta si commisura alle dimensioni del cartello o altro mezzo pubblicitario e, per alcune particolari forme di pubblicità (come gli striscioni, la circolazione di veicoli pubblicitari ecc.), anche alla durata. I Comuni possono, con proprio regolamento, sostituire l’imposta con un canone determinato in base a tariffa. Funzione analoga a quella dell’imposta sulla pubblicità hanno i diritti sulle pubbliche affissioni che si applicano a manifesti, avvisi ecc. esposti a cura del Comune negli appositi spazi, a richiesta degli interessati. La Tassa per l’occupazione di spazi e aree pubbliche (Tosap) ha come presupposto l’occupazione di spazi e aree pubbliche (nelle strade, nelle piazze, nei mercati ecc.) e l’occupazione di spazi sovrastanti e sottostanti il suolo (installazione di impianti, cavi, condutture ecc.), consentite dai Comuni mediante concessione amministrativa. Anche per questo tributo i regolamenti comunali possono prevedere la sostituzione con un canone determinato in base a tariffa con riferimento al valore economico della disponibilità dell’area e al disagio imposto alla collettività. I Comuni possono istituire un’imposta di scopo destinata a finanziare parzialmente o anche totalmente la spesa per la realizzazione di determinate opere pubbliche (viabilità, parcheggi, edilizia scolastica, sistemazione di parchi e giardini ecc.). I Comuni capoluogo di provincia e quelli qualificati come località turistiche o città d’arte possono istituire un’imposta di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive situate sul proprio territorio. Il gettito è destinato a finanziare interventi in materia di turismo e beni culturali.
Altri tributi si riferiscono a concessioni, autorizzazioni o servizi comunali
I contributi per le opere di urbanizzazione…
… l’imposta sulla pubblicità…
… la Tassa per l’occupazione di spazi e aree pubbliche…
… l’imposta di scopo
… l’imposta di soggiorno
469
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Sintesi grafica contribuenti residenti nel Comune imponibile
base imponibile Irpef
aliquota
• stabilita dal Comune • non superiore
addizionale Irpef
allo 0,8%
• in acconto • in saldo
versamento
ritenuta alla fonte per redditi di lavoro
contributi per opere di urbanizzazione
Gli altri tributi comunali
imposta sulla pubblicità tassa per occupazione spazi e aree pubbliche imposta di scopo imposta di soggiorno
Verifica delle conoscenze 1. Completa il testo inserendo le parole chiave elencate sotto I Comuni applicano un’.................................................. comunale all’Irpef e vari altri tributi o
..................................................
e
..............................................
che si riferiscono a servizi comunali o a
rilasciate dal Comune come l’imposta sulla
per l’.............................................. di occupazione
•
..................................................
aree
•
..................................................
autorizzazioni
•
..................................................
o la tassa
pubbliche. addizionale
•
concessioni
•
pubblicità
•
tariffe
2. Esamina la situazione proposta ed esegui quanto richiesto Un contribuente possiede:
• un terreno con reddito dominicale di 3754 euro e reddito agrario di 1064 euro, condotto direttamente;
• una casa al mare adibita a residenza secondaria, al 50% con la moglie, con rendita catastale rivalutata di 2031,75 euro;
• un reddito di lavoro autonomo di 45.016 euro al lordo delle ritenute; • compenso per l’attività di amministratore 10.000 euro.
Ha sostenuto i seguenti oneri:
• interessi passivi 2270 euro; • spese mediche 660 euro; • contributi previdenziali obbligatori 7532 euro.
Calcola l’addizionale comunale Irpef in acconto e a saldo dovuta dal contribuente.
470
Strumenti per il ripasso
U N I TÀ 8
Strumenti per il ripasso | Sintesi INTERROGAZIONE SIMULATA
SINTESI AD ALTA ACCESSIBILITÀ
1. In base all’articolo 119 Cost. la finanza degli enti territoriali è fondata sul principio dell’autosufficienza finanziaria. Le risorse autonome sono costituite da tributi propri e compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibili al loro territorio. A favore dei territori con minore capacità fiscale è prevista l’istituzione di un fondo perequativo. Lo Stato può inoltre erogare risorse aggiuntive mediante interventi speciali per rimuovere squilibri economici e sociali. L’indebitamento è consentito entro limiti ristretti e solo per finanziare investimenti. I tributi delle Regioni si distinguono in: tributi propri derivati, stabiliti da leggi statali e applicati e riscossi dalle Regioni; addizionali sulle basi imponibili di imposte erariali; tributi propri autonomi, stabiliti da leggi regionali su presupposti non soggetti a imposizione erariale. Alle Regioni è attribuita una quota di partecipazione al gettito dell’Iva riferita al loro territorio. L’autonomia di entrata delle Province è assicurata mediante l’attribuzione di tributi propri, come l’imposta sulle assicurazioni RC auto e l’imposta provinciale sulle trascrizioni nel Pubblico registro automobilistico. La fiscalità dei Comuni è incentrata su tributi propri. Il più importante è la Iuc (Imposta unica comunale) nel cui ambito è ricompresa l’Imu. I Comuni applicano anche l’addizionale all’Irpef e vari altri tributi.
2. Il principale tributo regionale è l’Imposta regionale sulle attività produttive (Irap). L’Irap è un’imposta di carattere reale, territoriale e generale. Il presupposto è costituito da: esercizio abituale di impresa, arti o professioni; attività svolte istituzionalmente da società ed enti pubblici e privati, commerciali o meno, residenti o non residenti, compresi gli organi dello Stato. La base imponibile è costituita dal valore netto della produzione che deriva
dall’attività esercitata nel territorio della Regione. La determinazione dell’imponibile avviene con criteri diversi a seconda della natura del soggetto passivo (società ed enti commerciali soggetti a Ires, imprenditori individuali e società di persone, esercenti arti o professioni, banche, società ed enti finanziari, Amministrazioni pubbliche). Non sono deducibili le spese per il personale dipendente (eccetto i casi previsti dalla legge) e gli interessi passivi. L’imposta è proporzionale con aliquota ordinaria del 3,9%, che può essere variata dalle Regioni fino al limite dell’1%. Il regime di accertamento e riscossione dell’Irap è armonizzato con quello delle imposte sui redditi e dell’Iva.
3. Altri tributi regionali sono l’addizionale regionale all’Irpef, le tasse automobilistiche e alcuni tributi minori.
4. Il tributo comunale più importante è l’Imposta unica comunale (Iuc), un tributo composito che fa riferimento agli immobili situati nel territorio comunale e si articola in tre componenti: l’Imposta municipale propria (Imu), imposta patrimoniale sul valore degli immobili, posta a carico del possessore dell’immobile; la Tassa per i servizi indivisibili (Tasi), finalizzata al finanziamento dei servizi di carattere generale rivolti alla collettività (manutenzione delle strade, illuminazione, disciplina del traffico ecc.); è a carico sia del possessore sia dell’utilizzatore dell’immobile; la Tassa sui rifiuti (Tari), destinata a finanziare il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, a carico di chi utilizza l’immobile.
5. Oltre alla Iuc i Comuni applicano l’addizionale comunale all’Irpef e vari tributi riferiti ai servizi comunali, alcuni dei quali sono trasformati in canoni e tariffe che non hanno natura tributaria e rappresentano corrispettivi determinati con criteri di economicità.
471
Strumenti per il ripasso
UNITÀ 8
Strumenti per il ripasso | Mappa
MAPPA PERSONALIZZABILE
tributi propri derivati
tributi propri compartecipazioni
Finanza locale
Federalismo fiscale
addizionali
I tributi regionali e locali
Province
tributi propri autonomi
Regioni
partecipazione all’Iva tributi propri
Comuni
il tributo principale è applicano anche
il tributo principale è
• addizionale
Iuc
comunale all’Irpef contributi, tasse e tariffe
altri tributi regionali sono
• addizionale regionale all’Irpef • tasse automobilistiche • tributi minori
Irap
•
si articola in caratteri
Imposta municipale propria (Imu)
Tassa per i servizi indivisibili (Tasi)
Tassa sui rifiuti (Tari)
si applica su
• territoriale • reale • generale • esercizio di imprese, arti o professioni, attività di società ed enti valore netto della produzione (aliquota proporzionale)
• e prevede
accertamento e riscossione come imposte sui redditi e Iva
472
Verifica formativa
1. Scegli l’unica risposta esatta fra le quattro indicate 1. L’art. 119 Cost. dispone che le risorse degli enti territoriali: A escludono qualunque trasferimento di fondi £ a carico del bilancio statale B sono destinate esclusivamente a finanziare £ gli investimenti C devono finanziare integralmente le funzioni pubbliche £ dell’ente D affluiscono interamente a un fondo che viene £ ridistribuito dallo Stato 2. Sono esclusi dall’applicazione dell’Irap: A gli enti non commerciali e le Onlus £ B le Regioni e gli enti locali £ C le attività agricole e i fondi pensione £ D gli artigiani e i professionisti £ 3. La Regione applica l’imposta automobilistica sugli autoveicoli quando: A sono in circolazione su strade regionali £ B sono iscritti al Pra nel territorio regionale £ C appartengono a un soggetto residente nella Regione £ D l’acquisto è stato concluso nella Regione £ 4. La compartecipazione al gettito di tributi erariali è prevista dall’art. 119 Cost. quando: A l’ente non ha sufficiente capacità fiscale £ B devono essere svolti compiti straordinari £ C il gettito del tributo è riferibile al territorio dell’ente £ D è necessario finanziare spese di investimento £ 5. Soggetto passivo dell’Imu è la persona che nel territorio del Comune: A possiede immobili a titolo di proprietà o altro diritto £ reale B tiene beni immobili a disposizione propria £ C possiede, detiene o occupa terreni o fabbricati £ D trae reddito effettivo dall’utilizzazione di beni immobili £ 6. Chi possiede immobili nel territorio di diversi Comuni deve versare l’Imu: A separatamente per ciascun immobile £ B distintamente per ciascun Comune £ C nel Comune in cui ha la residenza £ D nel Comune che applica l’aliquota più alta £ 2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false e, se sono false, spiega perché 1. L’Irap è un’imposta a carattere personale. V£ F£ 2. L’Irap si applica per autotassazione e versamento diretto. V£ F£ 3. L’addizionale regionale all’Irpef ha come base imponibile l’importo dell’Irpef dovuta all’erario. V£ F£
U N I TÀ 8
4. Oggetto della Tasi sono esclusivamente i fabbricati. 5. Soggetto passivo dell’Imu è la persona che, a qualunque titolo, possiede, detiene o occupa immobili nel territorio del Comune. 6. La misura della Tari è tanto più elevata quanto più ampia è la supermcie dei locali occupati. 3.
V£ F£
V£ F£ V£ F£
Connect the expressions on the left column with the corresponding on the right 1. Region a. Transcription in Pra 2. Province b. Vat sharing 3. Municipality c. Motor third-party liability insurance d. Real-estate ownership e. Non-deductible labour costs f. Indivisible services 1
2
3
4. Correggi l’errore contenuto in ciascuna frase 1. Per le società con personalità giuridica e gli enti commerciali la base imponibile ai mni dell’Irap è determinata in base al conto patrimoniale. 2. L’imposta automobilistica è attribuita alla Provincia come tributo proprio. 3. Il versamento dell’addizionale regionale all’Irpef viene effettuato in acconto e a saldo alle stesse scadenze del versamento dell’Irpef. 4. Sono esclusi dall’Imu i fabbricati industriali a uso strumentale. 5. La base imponibile della Tasi è commisurata alla supermcie dell’immobile. 6. Molte tasse comunali sono sostituite da imposte determinate con criteri di economicità. 5. Individua il concetto che corrisponde alle seguenti definizioni 1. I tributi previsti da leggi statali e destinati esclusivamente al bilancio delle Regioni. 2. I tributi applicati da un ente territoriale alla base imponibile di un tributo statale. 3. La quota parte del gettito di un’imposta erariale attribuita a un ente territoriale. 4. Le imposte che si commisurano alla potenza effettiva di un veicolo. 5. Il tributo composto a sua volta da tre tributi. 6. Il tributo destinato a mnanziare la spesa per la realizzazione di determinate opere pubbliche. TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
473
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
ATTIVITÀ DI LABORATORIO
PUNTI DI VISTA
• Quali imposte pagano le famiglie? Cercate di individuare quali sono le forme di tassazione a cui ordinariamente è assoggettato un nucleo familiare. Competenze • Interagire in gruppo • Elaborare e realizzare progetti • Acquisire e interpretare l’informazione • Individuare collegamenti e relazioni • Ricercare soluzioni efmcaci rispetto a situazioni date • Documentare le attività individuali e di gruppo Conoscenze • Reddito, consumi e risparmio nell’economia del nucleo familiare dei paesi industrializzati (discipline coinvolte: storia ed economia politica) • I sistemi di tassazione e l’imputazione del reddito nell’ambito della famiglia (M5 U3; altre discipline coinvolte: lingue comunitarie) • I familiari a carico del contribuente: regime mscale (M5 U3)
• La progressività dell’imposizione e i suoi effetti (M4 U2 e U4)
• Il sostegno alle famiglie nei sistemi di protezione sociale (M2 U5) • Il patrimonio come autonomo indicatore di capacità contributiva (M4 U1) e l’imposizione sul possesso di immobili (M5 U8) • L’imposizione sui consumi (M5 U5 e U7) • L’imposizione sui trasferimenti (M5 U7) • Le forme di tassazione regionali e locali (M5 U8) Attività 1. Definizione del nucleo familiare Ipotizzate un nucleo familiare determinandone la composizione e le caratteristiche: da quante persone è formato, quali sono le attività di ciascun familiare, quali sono le fonti di reddito, qual è la situazione patrimoniale, se i mgli sono ancora studenti o lavorano, se ci sono persone anziane, quali sono le abitudini di vita ecc. 2. Organizzazione del lavoro • Dividetevi in gruppi, ciascuno dei quali si occuperà di un aspetto della vita familiare e del conseguente trattamento mscale.
474
• Per quanto riguarda l’imposizione sul reddito, individuate il trattamento mscale relativo alla tipologia dei redditi di ciascun familiare (lavoro dipendente, esercizio di arti o professioni, redditi fondiari, impresa familiare, partecipazione a società ecc.); considerate la rilevanza mscale dei vincoli familiari e dei doveri di assistenza ai mni delle deduzioni o detrazioni di imposta; valutate gli effetti della progressività dell’Irpef sulla capacità di consumo e sulla formazione del risparmio familiare. • Valutate quanto incide sul bilancio familiare il meccanismo di rivalsa dell’Iva sui beni e i servizi di largo consumo. • Valutate l’incidenza delle accise sui consumi familiari di combustibili, carburanti, energia elettrica. • Calcolate l’onere dell’imposta automobilistica sugli autoveicoli o i motoveicoli utilizzati dai familiari. • Se avete ipotizzato il possesso di terreni o fabbricati da parte di qualcuno dei familiari, individuatene il trattamento mscale tenendo presente il coordinamento fra l’applicazione dell’Imu e quella dell’Irpef per gli immobili non locati. • Tenete conto della neutralità mscale della casa destinata ad abitazione principale (deduzione della rendita catastale ai mni dell’Irpef, esclusione dalla base imponibile di Imu e Tasi, agevolazioni ai mni delle imposte di registro, ipotecaria e catastale per l’acquisto “prima casa”). • Considerate l’incidenza delle forme di tassazione per il mnanziamento dei servizi locali, e, in particolare, della Tari. 3. Quadro finale • Riassumete e coordinate l’attività dei diversi gruppi tracciando un quadro di insieme sulle tipologie di imposte a cui può essere assoggettato il nucleo familiare da voi ipotizzato e sulla loro entità. • Realizzate una presentazione per documentare l’oggetto, lo svolgimento e i risultati del vostro lavoro.
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
ADESSO SPIEGALO TU Il quesito Sia ai mni civilistici sia ai mni mscali il risultato di esercizio di un’impresa deve essere determinato secondo principi di chiarezza, correttezza e veridicità. Ma allora, come è possibile che il risultato mscale abbia inevitabilmente un valore diverso da quello del risultato civilistico? Domande-guida per una spiegazione • Qual è, rispettivamente, l’obiettivo della normativa civilistica e quello della normativa mscale in tema di bilancio? • In che modo la diversità degli obiettivi si rinette sulla valutazione dei componenti del reddito di impresa? • I ricavi o altri proventi imputati al conto economico sono tutti imponibili? • I costi o altri oneri imputati al conto economico sono tutti deducibili? • I ricavi o proventi non imputati al conto economico sono imponibili? • È possibile che alcuni componenti positivi siano tassabili o alcuni componenti negativi siano deducibili in un esercizio diverso rispetto a quello in cui sono stati iscritti nel conto economico? • È possibile che alcuni costi e oneri non siano deducibili per il loro intero ammontare? • Per quali ragioni tutto ciò può accadere? Puoi fare qualche esempio? • E dunque, una volta che il conto economico è stato redatto con veridicità, chiarezza e correttezza, quali aggiustamenti si devono apportare al suo risultato per determinare con altrettanta veridicità, chiarezza e correttezza il risultato mscale?
Verifica sommativa | Conoscenze - Abilità 1. Scegli la risposta esatta fra le quattro indicate 1. I princìpi stabiliti dall’art. 53 Cost. in relazione al sistema tributario sono: A la certezza, l’organicità e la progressività £ B l’adeguamento alla capacità contributiva £ e l’efficienza economica C la riserva di legge, l’organicità e la semplicità £ D l’adeguamento alla capacità contributiva £ e la progressività 2. Ai mni dell’Irpef possono essere dedotte dal reddito complessivo: A le spese inerenti alla produzione del reddito £ B tutte le spese di carattere personale documentate £ C le spese ammesse dall’Amministrazione finanziaria £ D le spese espressamente previste dalla legge £ 3. Ai mni dell’Irpef il reddito di una casa data in locazione si identimca con: A la rendita catastale rivalutata £ B il reddito effettivo netto se è maggiore £ della rendita catastale C la rendita catastale maggiorata di un terzo £ D il reddito effettivo netto dedotte le spese £ di manutenzione documentate 4. Le società di persone sono soggette all’Ires: A sempre perché l’Ires è l’imposta sulle società £ B quando hanno a oggetto un’attività commerciale £ C soltanto quando sono residenti all’estero £ D per analogia con le società di capitali £
5. Il contribuente Iva che effettua un’operazione esente: A non ha l’obbligo di registrare l’operazione £ B non può detrarre la corrispondente Iva £ sugli acquisti C non deve calcolare l’operazione nel volume £ di affari D ha l’obbligo di pagare l’imposta ma non può applicare £ la rivalsa 6. I coniugi possono presentare la dichiarazione congiunta: A ai fini delle imposte sui redditi e dell’Iva £ B solo se non hanno figli a carico £ C quando si avvalgono dell’assistenza fiscale £ D quando uno dei due non possiede alcun reddito £ 7. Le accise: A sono addebitate dal produttore al cliente mediante £ rivalsa B rimangono a carico del produttore e non possono £ essere trasferite C si applicano soltanto ai prodotti che non sono soggetti £ a Iva D rappresentano un costo che si scarica £ sul consumatore per traslazione 8. L’Imu ha per oggetto terreni e fabbricati: A comprese le aree fabbricabili £ B esclusi quelli destinati all’esercizio di impresa £ C esclusi gli immobili abitativi £ D compresi i fabbricati rurali a uso strumentale £
475
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
2. Rispondi alle domande 1. Come è organizzata l’Amministrazione mnanziaria dello Stato italiano? 2. Come viene determinato il reddito di lavoro autonomo degli esercenti arti e professioni? 3. Qual è il trattamento mscale della perdita di esercizio ai mni delle imposte sui redditi? 4. Come deve intendersi il possesso di redditi ai mni dell’Irpef? 5. Descrivi il procedimento di applicazione dell’Irpef e spiega come si arriva alla determinazione dell’imposta netta. 6. Che cos’è il regime opzionale del consolidato mscale? 7. In che cosa consiste la neutralità dell’Iva? 8. Quale importanza hanno, nell’applicazione dell’Iva, i meccanismi della detrazione e della rivalsa? 9. In che cosa consiste il vantaggio dell’assistenza mscale ai mni della dichiarazione dei redditi? 10. Perché il sistema della riscossione mediante iscrizione a ruolo è demnito residuale? 11. Qual è la differenza fra le imposte plurifase e le imposte monofase? 12. Qual è il più importante tributo comunale e come è strutturato?
3. 1. • •
Ripassa e rispondi Riassumi, nei suoi vari aspetti, il regime mscale dei fabbricati. Demnizione di fabbricato (U2 par. 2) L’imposizione sul reddito dei fabbricati: il reddito dei fabbricati effettuata come reddito fondiario; fabbricati locati e non locati, trattamento agevolato per l’abitazione principale (U2 par. 2); i proventi dei fabbricati nella determinazione del reddito d’impresa (U2 par. 6); le plusvalenze dei fabbricati nella categoria dei redditi diversi (U2 par. 7) • L’imposizione sul trasferimento di fabbricati: la cessione di fabbricati effettuata nell’esercizio di impresa (U5 par. 4 e 5); il trasferimento di fabbricati a titolo gratuito (U7 par. 3); la tassazione dell’atto di acquisto: le imposte applicabili per la formazione del documento scritto, la registrazione dell’atto, la trascrizione, la voltura catastale; trattamento agevolato per l’abitazione principale (U7 par. 4) • La tassazione sul possesso e sull’utilizzazione dei fabbricati (U8 par. 4)
2. Riassumi il trattamento mscale delle imprese. • La tassazione del reddito: determinazione del reddito di impresa (U2 par. 6); la tassazione del reddito delle imprese individuali, delle imprese familiari, delle imprese in forma di società di persone (U2 par. 6; U3 par. 2); la tassazione del reddito delle imprese in forma di società di capitali (U4 par. 1 e 2); la tassazione delle imprese esercitate da enti non lucrativi (U4 par. 4) • La tassazione delle operazioni economiche: l’esercizio di impresa come presupposto soggettivo dell’Iva (U5 par. 4) • La tassazione della produzione netta derivante dall’esercizio di impresa: determinazione dell’imponibile Irap per le imprese in contabilità ordinaria e semplimcata (U8 par. 2)
476
• L’applicazione dell’Imu agli immobili relativi all’impresa (U8 par. 4)
3. Descrivi i principali adempimenti che un imprenditore deve osservare in relazione alle imposte sui redditi e all’Iva. • Comunicazione unica (U5 par. 6) • Versamento periodico delle ritenute d’acconto Irpef per i dipendenti (U2 par. 4; U3 par. 4; U6 par. 5) • Versamento degli acconti per le imposte sui redditi (U3 par. 4; U6 par. 5)
• Fatturazione e registrazione delle operazioni Iva (U5 par. 6) • Liquidazioni e versamenti periodici Iva (U5 par. 6) • Comunicazione telematica delle operazioni con clienti e fornitori (U5 par. 6) • Dichiarazione redditi e Iva (U6 par. 2) • Versamento delle imposte sui redditi e dell’Iva in base alla dichiarazione (U6 par. 5) • Eventuale regolarizzazione della dichiarazione (U6 par. 3). Comunicare dati e notizie, presentarsi in caso di convocazione, trasmettere documenti e scritture e altri adempimenti richiesti in caso di accertamento (U6 par. 4) • Versamento degli importi indicati in caso di avviso di accertamento (U6 par. 5) 4. Attività 1. Un contribuente possiede i seguenti immobili: • un appartamento in comune con la moglie al 50%, destinato ad abitazione principale (rendita catastale 2783,45 euro); • un locale commerciale con rendita catastale di 2252,75 euro dato in locazione per il canone mensile di 825,50 euro; • una villetta con giardino nella quale abita uno dei mgli (rendita catastale 1247,32 euro). Calcola il reddito di fabbricati ai mni dell’Irpef. 2. Un lavoratore autonomo, con reddito complessivo di 35.000 euro, ha sostenuto i seguenti oneri: • contributi previdenziali obbligatori 1499,75 euro; • spese mediche 380,11 euro; • erogazioni per il clero cattolico 1520,50 euro; • interessi passivi per mutuo prima abitazione 10.000 euro. Calcola l’imposta netta considerando che non ha persone a carico. 3. Il contribuente è una società a responsabilità limitata che esercita attività di commercio al dettaglio. Sono state compiute soltanto operazioni imponibili per i seguenti importi: • 125.180,15 con aliquota del 10%; • 742.840,13 con aliquota 22%. Gli acquisti sono tutti con Iva detraibile, così suddivisi: • 814,17 euro con aliquota del 4%; • 247.415,12 euro con aliquota del 10%; • 594.620,08 euro con aliquota del 22%. I versamenti periodici effettuati, compreso l’acconto, ammontano a 13.267 euro. Dopo aver precisato entro quale termine deve essere presentata la dichiarazione Iva, e in quale forma, calcola il volume di affari, l’imposta dovuta e l’importo da versare.
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Verifica sommativa | Competenze 1. Rifletti e rispondi 1. Spiega la differenza fra le deduzioni dall’imponibile e le detrazioni di imposta con riguardo agli effetti sulla progressività dell’imposta. 2. Perché le società di persone sono soggette a un regime mscale diverso da quello delle società di capitali? 3. Individua gli aspetti positivi e negativi dell’imposta sul valore aggiunto sotto i promli dell’equità, della trasparenza e della razionalità economica.
4. Confronta il signimcato del concetto di detrazione nella disciplina dell’Iva e in quella delle imposte sui redditi. 5. Il problema dell’evasione dell’Iva è strettamente connesso con quello dell’evasione delle imposte sui redditi. Perché? 6. Spiega il collegamento fra l’autonomia politica e l’autosufmcienza mnanziaria delle Regioni. 7. Qual è il rapporto fra i tributi erariali e quelli regionali e locali?
2. Interpreta i dati Nella tabella sono riportate le aliquote Iva adottate dagli Stati europei (aggiornata due volte all’anno: a gennaio e a luglio). Aliquote Iva aggiornate al 13/11/2017 Stato membro Austria Belgio Bulgaria Cipro Repubblica ceca Germania Danimarca Estonia Grecia Spagna Finlandia Francia Croazia Ungheria Irlanda Italia Lituania Lussemburgo Lettonia Malta Paesi Bassi Polonia Portogallo Romania Svezia Slovenia Slovacchia Regno Unito
Aliquota normale 20 21 20 19 21 19 25 20 24 21 24 20 25 27 23 22 21 17 21 18 21 23 23 19 25 22 20 20
Puoi osservare che soltanto cinque Stati adottano un’aliquota inferiore al 5%. 1. Quali pensi che siano le ragioni? 2. Quali Stati hanno le aliquote normali e ridotte più elevate? Quali conseguenze possono derivarne negli scambi intracomunitari?
Aliquota ridotta 10/13 6/12 9 5/9 10/15 7 9 6/13 10 10/14 5,5/10 5/13 5/18 9/13,5 5/10 5/9 8/14 12 5/7 6 5/8 6/13 5/9 6/12 9,5 10 5
Aliquota minima 4 2,1 4,8 4 3 -
3. Ricerca le informazioni Visita il sito dell’Agenzia delle entrate: www.mscooggi.it. Vai nella sezione DAL MONDO e nell’area Schede Paese; cliccando sul continente Europa, potrai aprire le schede relative al sistema mscale degli Stati europei. TEST Sei pronto per la verifica? Fai il test per valutare la tua preparazione
477
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Read the text and answer the questions
CLIL
Why do we pay more vat on hairdressing than we do on greyhounds?
CONTENT AND LANGUAGE INTEGRATED LEARNING
GLOSSARY
Vat (Valued Added Tax) Indirect tax on the domestic consumption of goods and services, except those that are zero-rated (such as food and essential drugs) or are otherwise exempt (such as exports). Tax intake The total money the State collects from taxes. Excise duties A percentage levied on manufacture, sale or use of locally produced goods (such as alcoholic drinks or tobacco products). Exemptions Amount that can be legally deducted from a gross income to arrive at the taxable income.
Questions 1. Why is Vat in Ireland unusual? 2. How could the Government make Vat fairer and clearer? 3. Summarize and explain the main topics of the article.
In Ireland, consumers pay Vat on most goods and services, apart from food and some other exceptions, and its purpose is to raise revenue. Because of the big budget deficit, in 2012 the government changed the standard Vat rate from 21 to 23%. Increasing and decreasing rates can lead to greater or less tax intake, but it is a fine balancing act. Increased revenue can accrue if consumers really need the goods or are prepared to pay more. When the rate changed in 2012, Vat intake increased because people were more prepared to buy the goods than they were put off by the increase in Vat by 2%. Economists call this inelastic demand. But who is most affected by inelastic demand? TASC (Total Administrative Services Corporation) says that 98% of the taxes paid by the poorest are taken up by taxes such as Vat and excise duties. This is in spite of in-built structures aimed at protecting lower income groups: no Vat is paid on food, as people need to eat; no Vat is paid on children’s clothes, as children need to be clothed; and no Vat is paid on medicines, as people need to be cured. Vat in Ireland is also unusual because of the high number of reduced rates or exemptions: Vat on hairdressing services is charged at 9%, Vat on works of art is charged at 13.5%, and Vat on the supply of greyhounds is charged at 4.8%. This makes the system haphazard and unpredictable. So how could the Government make Vat fairer and clearer? The first option could be to reduce the rate again. TASC says the rate could fall to 21% in 2016. This would bring Ireland more in line with other EU countries and would ease the financial strain on poorer people. On the other hand, it would cost the State money at a time when it needs to save, and it wouldn’t address the holes in the system. The second option could be to increase some of the reduced rates to the standard rate. This would mean more money for the State and could be done progressively. With this stability, the standard rate could be reduced in time. Alternatively, the State could apply a uniform rate to all goods and service and provide a tax rebate to low income households. This would be progressive and would make the system more coherent. Source: www.thejournal.ie
478
Il sistema tributario italiano
MODULO 5
Listen to the text and fill in the blanks
CLIL
E-book Vat rates in EU
CONTENT AND LANGUAGE INTEGRATED LEARNING
On 5 March this year, the European (1) (ECJ) had ruled in a test case that France and Luxembourg must raise their e-book (2) from their reduced rates, 5.5% and 3% respectively, to their standard rates of 20% and 17% respectively. The Court found that e-books were electronically supplied services and not goods, and that they were not listed in Annex III of the EU Vat Directive as being entitled to reduced Vat rate status. This anomaly with printed books’ Vat status arose because the EU Vat Directive was compiled before the emergence of (3) .
AUDIO
Questions Italy e-book Vat rate cut Italy is to press ahead with a reduction in the Vat rate on e-books, online newspapers or journals from 22% to 4% on the 1st of January 2016. The reclassification will be in contravention of the European Court of Justice March 2015 ruling that e-books should be (4) at Member States’ standard, higher Vat rate even if printed books are at a reduced rate. This was based on the rule that countries may only apply reduced rates on the exhaustive list of goods or services provided in Annex III of the (5) . At the time of the completion of the Vat Directive, electronic books had not been developed. A number of EU States, including France, Germany and Poland have been campaigning to have the variation changed. Poland asked the ECJ revisit its e-book ruling on the basis that it breaches (6) and that the European Parliament was not fully consulted on the compilation of Annex III.
1. What is the content of the European Court of Justice sentence discussed in the article? 2. What kind of goods are listed in the Annex III of the EU Vat Directive? 3. What’s the reason behind Poland’s request to revisit its e-book ruling?
Source: www.vatlive.com
479