227 34 11MB
Italian Pages 190 Year 1993
r
STL
Saggi tascabili Laterza
165
~' 1993. Gius. Laterza & Figli
Angelo Del Boca
Una sconfitta dell'intelligenza Italia e Somalia
Laterza 1993
Propnetà letterada raservata Gius. Laterza & Figli Spa. Roma- Bari Finito di stampare nel gennaio 1993 nello stabtli1nentrJ d'arti grafiche Gìus. Laterza & FiglL Bari
CL 20·4137-5 ISBN 88-420·4137-8
Introduzione
...
E stato scritto che ciò che sta accadendo in Somalia da qualche anno è molto probabiln1ente la più grande tragedia di questo fine secolo. Il giudizio non ci sen1bra avventato. Per trovare qualcosa di analogo. per dimensioni e crudeltà, non si può fare riferimento che alla Cambogia di Poi Pot. Dopo dieci anni di guerra civile nel Nord del paese e tre anni di guerra spietata nel resto del territorio, la Somalia, priva dì un governo legale e di ogni altra forma di autorità riconosciuta, è allo sbando. ha perso la dignità di nazione. è frantumata in una mezza doZ?ina di staterelli a signoria cianica. come alla fine del1'800. prima che rltalia iniziasse la sua penetrazione
nel Corno d'Africa. In questa guerra di tutti co11tro tutti. i Marrehàn hanno cercato di sopraffare gli altri clan; poi sono diventati a loro volta dei perseguitati quando gli Hauìa hanno aperto la grande caccia ai Daròd. Ma non era fìnita. ~tava andando in pezzi l'intero mosaico tribale somalo. Lo scontro non era più soltanto fra clan e clan, ma fra tribù e tribù e all'interno delle stesse trìbù. Così accadeva che gli Abgàl e gli Habàr Ghidìr. che appartengono alla stessa tribù degli Hauìa, si scannassero per il possesso di Mogadiscio. E che in seno agli lsaaq, gli Habàr Yunis e gli Issa Mussa si dessero battaglia per il controllo di Berbera. La fame. infine, ha finito per spezzare gli ~)Umi legami cianici. Si uccideva e si uccide per un chilo di farina. per un sacchetto di banane, non importa a quale clan appartenga il malcapitato. I più feroci sono i morlar1. i ragazzi sbandati. in gran parte giunti nelle città VII
dalla boscaglia. Essi non sanno perché e per chi combattono. Obbediscono soltanto ai capi che procurano loro il khi governi democratici degli anni '60. Ringrazio il prof. Mario Com ba. docente di Diritto internazionale alrUniversità di Torino. per aver confortato con la sua dottrina alcuni giudizi da me espressi sulla missione di pace italiana in Somalia. Un grazie affettuoso. infine, all'amico Massimo L. Salvadori per aver ,nesso a mia disposizione alcuni importanti documenti.
Angelo Del Boca Castello di Lisignano, dicembre 1992
Una sconfitta d,~ll'intelligenza
Q
11
YEMEN GOLFO DI ADEN
~
Aluia
1
ETIOPIA
~~
_______,
o
Béle~ Uèrt V_> aregh
-
...iAOISCIO
z
w ~
R1
w
• [I]
OCEANO INDIANO
Regione controllata dal SNM (laaaq)
Reg,one coot,ollata dal SSDF (Mtgaurtin,) Reg,one controllala da1t· use (Hau,a) e dat suoi atteat,
RegiOne controllata dall'use (Ah Mat}da)
Il
Regione controllata dal SNF (Marrehan)
La guerra delll'Ogadèn
Nella tarda primavera del 1977. mentre rEtiopia di Menghistu rischiava di disgreg,1rsi sotto rurto congiunto della guerriglia urbana e delle forze secessioniste 1 • il Fronte di Liberazione della Sornalia Occidentale (FLSO) riceveva da Mogadiscio. oltre ad ingenti quantitativi di armi moderne. il segnale di 1passare dalle sporadiche azioni di guerriglia ad un 'offens,iva generale contro i centri abitati dell'Ogadèn 2 . Tra g:iugno e luglio, mentre i guerriglieri del FLSO venivan•o affiancati da reparti regolari delresercito somalo-, e l'intera operazione passava sotto la direzione del ministro della Difesa somalo, ge-
nerale Mohan1ed Ali Samanta·r. e del colonnello Mohan,ed Omar Jess. gli etiopici erano cacciati dalle città di Dagahbùr. ln1i. El Kere. Segàf1. Mustahil. Uardére. Gabredarre, Danàn. Callafo e persino dalla importante baSull., cr1s1 d1!I regirne etiopico negli anni successivi al colpo di Sldhl d('I 1974. si vedano. Rt'nJ Lt!fort. Ethiopie. lo rét1olution hérét1que. Maspero. Paris t 981. Claudio Moffa. La nt,o/uzione ehopica Testi e documentt. Argalla. Urbino 1980: Marina e Dav1d Ottaway. Eth,opio. En,pire in ret•o/ution. Africcina Pubhshing Company. New 1
York 1978. John Markakls. Nega J'~~,ele. Class and Ret•olution ,n Ethiopta. Nottinghan1, London 1978. John Markakis. l'lalional and l'lass Con/hct ,n the Horn o/ Africa, :7-ed Books. London .1990: An· gelo D~I Boe a. GI, 1tallun1 ,n Afrtca Onenlale Nosrolgio delle colonie. Laterza, Roma-Bari 1984. pp. 518-87 i II f'LSO era yià attivo nell'()gad~n sin dagli inlzi degli anni '60 ed era stato rafforlato o indebolito a seconda dei disegni del governo dt Mogadiscio ' Per n1inu-?tiZ2arst i soldati regolari, avevano toho dalle uniformi le mo6-Lnne
3
se aerea di Gode. Il 28 luglio. il FLSO annunciava che 1n due 111esi di operazioni erano stati liberati un centinaio fra città e villaggi e il 60 per cento del territorio dell'Ogadèn. Successivamente il segretario generale del Fron· te. Abdalla Hassan Mohamucl. precisava in una conferenza stampa a Mogadiscio. che il FLSO rivendicava non soltanto l'Ogadèn. n1a l'Harar, il Sidamo, il Baie e l'Arussi. ossia un territorio vasto come due volte l'Italia e con 8 milioni di abitanti. Aggredita a nord dagli eritrei e a sud dai somali e minata al centro da una furibonda lotta per il potere. l'Etiopia andava alla deriva, incapace da sola di reagire ai colpi che le venivano inferti. Fu a questo punto che. in risposta ad un disperato appello del Derg etiopico~ l'Unione Sovietica intervenne nel conflitto. coinvolgendo anche Cuba. Il 22 gennaio 1978, dopo essere stato rifornito di armi con un gigantesco ponte aereo 4 , e rafforzato da truppe scelte cubane. resercito etiopico passava alla controffensiva sotto la direzione di generali sovietici. E in meno di due n1esi, dopo aver battuto duramente le forze somale. soprattutto nella piana di Giggiga. le costrinse alla ritirata da tutto l'Ogadèn. Il dìsastro per Mogadiscio avrebbe potuto essere anche di più vaste proporzioni se non fosse intervenuto un accordo fra Mosca e Washington che consentiva ai resti delresercito somalo di salvarsi dall'accerchiamento e dalla distruzione e di mettersi in salvo in Somalia. Sempre in base ali' accordo sopraccitato. gli etiopici rinunciavano al diritto all'inseguimento5.
Circa 250 Antonou 22 e Tupolev 76 scaricarono 1n Etiopia armi leggere e pesanti di ogni tipo. carri arn,ah T-55 e T-62. bombardieri Sukhoi. caccia M,9-21 e Mtg-2.,3. ed ehcotteri blindatt da combatti· 4
mento.
=, Cfr. Rie hard Greenf ~eld. Towards an Understandlng malt Faclor Paper presentato al Convegno di Letc~ster
o/ the So( 17 -19 di·
cembre 1990) · The ~Vay to Peace tn the 1-lorn o/ AJrtca: Federalism and ,ts Alternallue5. SI vedano. ,noltre. sul conllitto Del Boca, Gli italiani in Africa O,,entule Nostalgia delle colonie cit., pp. 449-58; René Backmann. Les orphehns de Mogadiscio. cle Nouvel Obser· 1
\lateur•. 20 marzo 1978
4
Sugli effetti di questo disastro sulla politica e sull'economia somale ci soffermere·mo più avanti. Ora cerchiamo di individuare i motivi che hanno spinto un paese fra i più poveri del mondo ad aggredirne un altro, non meno miserabile, ma otto volte più popolato e comunque fornito di maggiori riscJrse. I motivi sono di due ordini: quelli di antica data, le~~ati al processo di formazione dello Stato somalo. e qulelli contingenti e casuali. Secondo la Costituzione del 1. I '-'X c1n1bdsciaton..' in Arabia Saudita Hassan Aden \Vadadid. il SNM si batt~va per r1s1abllire l'c1ntico neutri,lismo• della Somalid e per _-stabilire amicht.'Voh rapporti con 1utt1 1 nostri vicini• ' Cfr Britan,11ca Book o( the Yeor. 1984. The Universlty of Chicago Press. ('htcago 1Q84, p. 620. ~ • Le Mond avuto stretti rapporti con il regime di Mogadiscìo. non possono invocare rattenuante delrignoranza e del dubbt:o. Chi ha operato ì.n Somalia ha Cfr. Del Boe a. G/1 rta/ion t ,n 1-\ Irica Ori e ntu le Nostalgia delle co· k,,nre. cit .. pp. 20 l ~305. · 1
14
agito ìn piena consapevolezza. Ha calcolato i rischi e i
vantaggi. Durante i dieci anni dell'Amministrazione Fiduciaria Italiana per la Son1alia (AFIS) e nei nove anni in cui il
paese usò maldestramente gli strumenti della democrazia. il n1onopolio dei rapportì con la Somalia fu della Den1ocrazia Cristiana. Un monoprJlio che si sarebbe forternente incrinato dopo il 1969. quando, sepolti i fragili istituti dern 2 lt. Non sappiamo
che cosa abbia suggerito. quel galantuomo di Scalfaro. alle autorità somale sul prtJble111a della sicurezza pubblica. Abbiamo il sospetto che egli ignorasse che il Natio· nal Securit)' Service (il famigerato NSS). fondato dal generale Ah,ned Suleyman Dafle. funzionava anche troppo. Lo sanno le n1igliaia di detenuti che sono passati per l'inferno di Labatan Gir-i 1 , e forse non esagerava, forse la cerimonia superava per grandiosità quella allestita nel 1928 dal quadrumviro De Vecchi per la visita a Mogadiscio dì Umberto dì Savoia. principe di Piemonte. Diciannove colpi di cannone, archi trionfali di ghirlande agitate da bambini. inni. fanfare. campanacci. tamburi, bandiere. pioggia di petali. scolaresche vestite dei colori nazionali. soldati dall"elmetto rosso a passo di parata. e un bagno di folla come Craxi non aveva mai sognatoJ 2 . Del resto tanto fervore era più che dovuto. perché Craxi giungeva in Somalia carico di doni: 400 miliardi del FAI e 150 miliardi della Cooperazione alle) sviluppo. E per di più era latore di un n1essaggio. di incalcolabile valore politico. che diceva: C(II nostro rapporto verso la Somalia è un rapporto privilegiato [rispetto alrEtiopia, N. d. R.], se qualcuno ha sostenuto o sostiene qualcosa di diverso è fuori stra-
da»-~:•_
Nell'ipotesi che il messaggio di Craxi non fosse stato
•La Repubblicd•. 21 noven,bre 1985 Comn1entando lo specinll' che Canale 5 aveva dedicato al viaggìo di Craxi in Somalia. Beniamino Placido scriveva: •Sembrava di vedere un vecchio film Luce Sen1brava di ~sscre in Africa. Quella del 1936 ... • (cit. in «Panoran1a-., 15 luglio 1991). Jl • La Repubbhca •. «Corrìere della Sera•. •Il Giorno•, • La Stampa•, «Il Messaggero•. 21 s~tte1nbre 1985. u •AvantH•, 22 settembre 1985. 11
33
abbastanza chiaro. la responsabile ,del PSJ per gU E.steri
1
senatrice Margherita B.oniver ~ si assun1eva l"incarico dì fornirnt! un ·ìn1mediata ed illuminar1te esegesi:
Credo valga la pena di sof fern1arst ancora una volta su Ha relazione privilegiata che oggi unisce lltalia iltla Somalia ed accentuarne atcuni eien1enti. rt prln10 è· che finaln1ente si esce dall"an1biguità e dalle incerhtzze ch,e hanno caratterizzato la nostra politica nei confronti dt!I Corno (f l\f rie a_ Una politica improntata ad una equidistanza tra Sonia t.ia ed Etìopia che·
nuUa
o poco av·eva sortit-o, ( .. ) lmmaginian110 già di sentire il mormorio di coloro che troveranno il 1nodc, d1 criticare aspramenA te il fatto che rltalia si sicJ rlsbilanciata 1, é1 favare de Ba S,omalia. A questi cntici va subito detto cht?. invee,: noi troviamo tutto ciò ass.ai naturaie.
~-i
Mai il regtn1e di Siad Barre avevél ricevuto. dal 19691 un sostegno economico e politico così vistoso ed elo· qu,ente. Eppure il presidente somalo non riusciva a nascondere, nel secondo giorno della visita di CraxL una netta insoddisfazione tanto che. conversando con t gior. nalisti italiani. non si tratteneva dal dire che le armi for· n·ite dalrltaHa alla Son1alia erano ferra:glia, specie i carri arn1ati. che «sparano alrindietro ~ anziché in avanti» 35 . A chiarire le cose. con la stampa, do,Jeva poi intervenire Craxi: Abbiarr.to assicurato. nel corso dt questi annL un ·assistenza moho HmHata sul piano m il Ha re. { ... } Abbiarno già dato cento carri che erano in uso al nostro esercite•. una classe sostituita dai Leopard. Sono ancora quasi tut:ti f utnzionanti. Credo che inv~ere.mo un"altra parnta di carri armatL sen,prt:t di una classe che viene sostìtuita. Tutto grati.s. Se Br,rre vuo1e l Leopard, deve pagarh. Con1unque lt1 nostre leggi. Io impediscono.·¼
(f.AvanU!"', 23 settembr'1 1985. jS 11La Stampa- 22 setten1bre 1.Y85. ~·· •COlTiere deJla Sera11; 22 seu~mbre 1985. Si trattava di carri a111ericanl M ,4 7 Oltre tu carri l'haUa ha fornito aUa Soma ha. tra U 1979 e il 1985. annj per un valore di 5,50 n.,1ilioni di dollari. e precj· ·iJ
r
s.-arnente veicoli bhnJalJ M-1.13. 300 autobhnde f{at,Oro Mel010
34
In ogni caso, soggìungeva Craxì, non era con le armi che si sarebbero appianate le vertenze nel Corno d'Afrie a: Non credian10 che questo contenzioso fra l"Eiiopia e la Somalia possa essere risolto militarmente. Da nessuno. IJ ritiro delle truppe ~tiopiche dai territori occupati nel 1982 introdurrebbe un elemento di distensione Jì
li n1alumore di Sìad Barre era anche alimentato dal· le domande. che egli riteneva indiscrete o addirittura illegittime. che gli erano state poste da Craxi e dai giornalisti sulla sorte dei prigionieri politici in SomaHa-~ 8 . E mentre a Craxi aveva promesso che i detenuti politici avrebbero avuto regolari processi pubblici, con i giornalisti si comportava in maniera diversa. prima negando addirittura che esistesse un 'opposizione in Somalia e definendo le denunce di Amnesty lnternationaJ «un sacco di fesserie incontrollate~, poi dichiarando che nelle prigioni somale e·erano soltanto dei 4criminali». E poiché i giornalisti insistevano e facevano alcuni nomi di reclusi, e fra questi quello del chirurgo Mohamed Aden Sheikh, Siad Barre sbottava: «Aden Sheikh è mio cugino, l'ho elevato io al suo rango, ma ha tradito e deve pagare. Sarà processato»Jq. Vale la pena di ricordare che Aden 6616 e 66 l 4. aereì da controguerriglia SIA/ f.larcherti SF 260 iv e S/1\ I S 211. quattro at?rt>l d,, trasporto G-222. quattro Ptaggio P-166 da ricognizionl•, ~hcott~rt ,,gusta AB-204 e AB-212 e quattro aerei da add{'stran,ento SF 260. cél~ion Frat-ltaeco e arnii leggere. Ne.I 1985.
Inoltre. ~ stata lltttvat.:, la Delegazion~ Italiana Tecnica Militare Aeronautica (Dli\ TMA). costituita p~r sviluppare la cooperazione tecnkomtlìtar~ fra Roma e Mogadiscio. La Delegazione aveva un organico dt 50 uornin1 dell'Esercito e dell"Aeronautìca ed operava a Mogadiscio e a Ch1sin1alo
/biti 1-~ Alla vigilìa della part~nza di Craxi i deputati Gilberto Bonalumi. Luciana Castellina. Francesco Rutelli e il pre.sìdente dell'IPALMO G1an1paolo Calchi Novatt gli avevano rivolto un appello perch~ si adoperasse •per salvare la vita d1 Mohamed Aden Sheikh e di altri dete· ·i
i
nuti polttici• ,1,,1 •
Il M~ssaggero •. 22 settembre 1985.
35
Sheil economico che sotto quello politico. E doveva anche .aver capito che tanto l'Italia che gli Stati Uniti. gli unici paesi an1ici che gli era· no rimasti. non avrebbero garanti·to a lungo rintegrità della Son1alia se egli non avesse rinunciato alle sue mire annessionistiche sull"Ogadèn e su altre regioni meridionali dell'Etiopia e non avesse cercato un'intesa con Addis Abeba . ... E certo in seguito ai consigli e alle pressioni del go· verno italiano (ma non soltanto di questo) 41 e all'attivi· smo di Francesco Forte. designato come «ufficiale di collegamento» fra i governi etiopico e somalo. che si giun· g e va , il I 7 gennai o 1 9 8 6 . a li o «storie o>, incontro a Gibuti tra il presidente Siad Barre e il presidente Menghistu Ha ile Mariam. Al ta\lolo deì negoziati la Somalia rin un· ciava ad anteporre la pregiudiziale del contenzioso sull'Ogadèn. ottenendo in cambio d2tll'Etiopia la disponi· bilità a discutere il ritiro delle sue truppe dalle cittadine somale di Balambale e di GaldogolJ. Non era ancora la pace, ma la via scelta era quella giusta, che avrebbe prima portato ad una tregua nei cornbattimenti. poi, nel l 988~ ad un accordo che prevedeva il ritiro delle truppe somale ed etiopiche a 15 chilometri dal confine, alla ces· Per lti detenzione e il processo. si vccJ a Aden Sheikh. Petruco. Op. Cli .• pp ] 14-53 . 41 Per , contatti ed il buon esito d~Jla trattativa si erano adoperafl anche il ministro deglì Esteri etiopico Goshu Wolde e il presidente della repubblic.a di Gibuti. Hassan Gouled ,i\plidon _ •10
36
saziane di ogni propaganda ostile, allo scambio dei prigionieri e alla ripresa delle relazioni diplomatiche. Il successo della diplomazia italiana e, in particolare. degli esponenti socialisti che si erano occupati della vertenza sornalo-etiopica. era innegabile. Ma la richiesta maldestra di Siad Barre di ottenere anche la cancellazione dei debiti della Somalia verso r1talia (250 miliardi). fatta durante una sua visita a Roma nel febbraio 1986. scatenava di nuovo le polemiche. Il bersaglìo numero uno era ancora una volta il sottosegretario Forte. che sosteneva con energia la richiesta di Siad Barre. senza rendersi conto che se rltalia avesse cancellato i debiti alla Somalia anche gli altri paesi debitori avrebbero fatto un 'analoga richiesta. creando un «effetto valanga)'., da 6 n1ila miliardi. insostenibile da parte del Tesoro. Radicali e comunisti. poL sostenevano che i 400 miliardi concessi dal FAI alla Somalia erano in realtà destinati ad onorare ramicizia tra il presidente del Consiglio Craxi e il regime somalo piuttosto che rispondere a criteri di reale en1ergen2a. come voleva la legge n. 73 41 . Si insisteva inoltre sul fatto che aiuti così ingenti erano stati erogat.i senza che fosse almeno stata posta la condizione di liberare gli oppositori del regin1e. Amnesty International. dal canto suo. tornava alla carica chiedendo rimmediata liberazione di Jama Ali Jama. Yussuf Osman San1antar e Mohamed Aden Sheikh. che risultavano grave1nente ammalati a causa del carcere duro.
•Ltl Repubblica•, 21 gennaio 1Q86 In un ,nfuocato articolo sul •Manifesto•. Marco Pannelld ~ Francesco Rutelli scrivevano: • Dei mi· hardi fornu, a S1ad Ban·e s, sa ben poco. e quel poco~ dlsastroso: aiuti ahrnentari rivenduti sul rnèrcc1to nero. una flotta di peSc:her-ecci semiaffondata ~ d~strutta. un piano r\!golatore di Mogadiscio del quale si occupa con grande lentezza anche la 111ag1stratura italiana. decine di prograrnrni dì fattibilità che servono come finanziamento partitocratico 4 ·-'
e clientelare•
Incidente o attentato?
li
23 n1aggio 1986 la Toyota presidenziale,
guidata
quel giorno dal sindaco di f\1ogadiscio Hassan Abscir Farah. usciva di stTada e Siad Barre restava gravemente ferito. ln11nediatamente trasferito al King Feisal Hospital di Riyad. a bordo di un Boeing 747 messo a disposizione dalla corte saudita r. Siad Barre veniva sottoposto a cure intensive e un n1ese dopo poteva rientrare in patria. anche se ancora dolorante e fortement.e segnato dall'incidente.
La versione ufficiale sull'episodio del 23 maggio par· lava di un banale incidente stradale_ ma il sospetto che si fosse invece trattato di un attentato non è mai stato fugato. Secondo alcune fonti diplomatiche~ la Toyota sarebbe uscita di strada per evitare il fuoco incrociato di ar1ni automatiche:!. Incidente o attentato che fosse. il fatto rilevante era che Siad Barre, già avanti con gli anniJ. era uscite) dall'infortunio fortemente provato e non più in grado di controllare le attività, lecite ed illecite. della sua numerosa famiglia, alla quale aveva già
delegato. negli ultimi anni. parte del suo potere 4 . La degenerazione del regirne era così giunta al suo ultimo
Si rnosse anLhe l'Italia, 1nvlando a Mogac.hsc~o. ma in ritardo, il neurochirurgo B Guidctti 2 •Jeune Afrique11. n. 1358. 14 gennaio 1986, p. 41. 1 L'anno ufficiale di nasc,ta ~ il I 921 Ma molti so5pettano che ln redltà ne abbia dteci dt più 1 Per un rìtratto a tinte forti di questa fantiglia, si veda. Pi~tro Pe· trucca. U,1 affare di Fan1lglia, «Europeo•. 30 agosto 1986. i
38
stadio. In diciassette anni il _pot.ere era passato dal Consiglio Rivoluzionario Somalo al clan dei Marrehàn e infine alla famìglia del presidente. Questo progressivo restringimento del vertice decisionale trovava la sua spiegazione nel timore ossessivo cli Siad Barre di cadere vittin1a di congiure e complotti. Da qui rurgenza di assegnare a figli, fratelli~ cc)gnati e generi i posti-chiave del regin1e. La delega di potere alla famiglia era stata così grande da autorizzare i suoi n1embri. nel mese in cui Siad Barre era degente all'ospedale di Riyad. a cercare persino di impedite al vice-presidente Mohan1ed Ali San1antar di assumere l'incarico provvisorio di capo dello Stato. crJn1e prevedeva la Costituzione. L'accentran1ento del potere in poche mani portava anche, inevitabiln1ente. ad un inasprimento delle misu-
re repressive. Secc)ndo un documento reso pubblico a L.ondra nel 198:i da un gruppo di esiliati somali. al mon,ento del golpe del 1969 in Somalia c'erano 2.()55 detenuti. nessuno dei quali politico. rnentre il personale addetto agli istituti di pena amn1ontava a 397 guardie. Al :31 n1aggio del 1979 i detenuti erano saliti a 24 mila. 13 1n ila cl e i qua Ii per de Iitt i di opinione . Di questi ultimi soltanto il l) per cento era comparso davanti ai giudici. Alla stessa data il corpo delle guardie carcerarie aveva raggiunto la consistenza di una brigata. forte di 4 500 uon1ini. Soltanto nei primi dieci anni di governo di Siad Barre. aln1eno 8l) 111ila son1ali erano passati per le prigioni del regin1e. alcune delle quali. come quelle di La-
batan Giro\v. l_anta Bur. \.Vaigid. Kandala. Alula e Mandera, ~rano tristen1ente fan,ose. Per non parlare delle priyioni sotterranee del n1inistero della Sicurezza a Mogadiscio. gestite direttan1ente dalle guardie presìdenziali
e dai servizi di sicure.zza=''. La crescita della repressione determinava l'estensione della rivolta armata. che nel Nord del paese aveva già assunto le caratteristiche e le dimensioni di una guerra civile. provocando fra l'altro un esodo in massa verso
·•
\f
Europeo». 21 f~bbraio 1qg7
39
la v1c1na Etiopia. l_a guerra n1in,acciava così anche la strada Garoe-Bosaso. finanziata cjal FAI e costruita da tecnici italiani. Interrogato a Londra sul pericolo che 1 cantieri italiani potevano correre. Ahn1ed Silyano, presidente del Somali National Mo,1en1ent. così si espri· n1eva:
La Somalia ha un bisogno dispt,rilto di vie_ di comunicazione: quindi quella strada è utilissima. Non s1c1mo contro I~ strada in sJ. anch~ ~\? sono convinto che nelrìmmedlato serve
il suo l'?serc:itc,, che non a promuover~ sviluppo. Ma non è questo il punto. lo dico che in tutta quell'area ci sarà un \!scalation militare e nessuno. dico nes· suno. può garanhre al yoverno italiane) la sicure1.za dei cantien
più al regin1e pt?r spostt1re
e della gt.?nte che ci lavora '
Richiesto di un parere su ciò ch1e avrebbe potuto fare l'Italia per interron1pere la spirale di violenze. Silyano
riSJJondeva: Rovesciare il governo è compito nostro. Ma voi potete fa· re almeno tre cose~ esigere 11 rispetto dei diritti civili. a co1nin· ciart? dalla liberazion~ di migliaia di prigionieri politici; eserci· tare un controllo rigoroso sulrutilizz.azione dei vostri ~_iµti_, perché non ingrassino la «farn1glia rea)42» invece di sopperire al bisogni della povera gente. esercitare un controllo ancora più rigoroso sull'uso dei vostri aiuti militar:i. decidendo di sospen· derli se vengono utilizzati per reprimer,2 la legittirna rivolta del· la popolazione civile. Possibile che tutti i vostri governanti che vanno a Mogadiscio - Craxi. Spadcalini. Lagorio. Falcucci. Scalf aro. Forte. Raffaelli - si lascino sen1pre prendere in giro sul rema dei diri1ti umani? 7
All'inizio delrestate del 1988 i guerriglieri del SNM controllavano all'incirca il 75 per cE•nto del territorio del· l'ex Somaliland, compresi i grandi centri di Burao e di Harghéisa. che avevano strappato alle truppe governa_~ tive dopo sanguinosi combattiment:i. Alla fine di luglio il ,l lbld. 1 lbid
40
piccolo esercito di Ahmed Silyano. che contava appena 4 mila uo,nini. attaccava anche la città di Berbera, la cui base aeronavale è affittata agli USA dal 1981. ma non riuscivano però ad espugnarla 8 . Non disponendo Siad Barre di truppe a sufficienza per poter riconquistare Harghéisa e Burao. autorizzava il comandante dell'aviazione a sottoporre le due città a pesanti bombardamenti aerei. Secondo le stime più prudenti. nella sola Harghéisa le vittin1e civili furono 3 mila'\ secondo « The Guardian,.. nelle due città i morti superarono i 20 mila 10 Non tutti i piloti. tuttavia. si sentivano di partecipare al genc>cidio. Il tenente colonnello Ahmed Mohamed Hassan fuggiva con il suo Mlg-17 carico di bombe e cercava asilo politico a Gibuti. Per evitare la cornpleta distruzione delle due città. i guerriglieri del SNM decidevano in ottobre di abbandonarle e di ritirarsi nelle zone rurali dove potevano contare sulla piena solidarietà delle popolazioni. Ma il de· stino di Harghéisa e di Burao era ormai segnato. I pochi abitanti che erano scampat.i ai bombardamenti aerei venivano subito braccati dalle guardie della Security e sterrninati o costretti alresilio nella vicina Etiopia 11 . Del massacro dei civili lsaaq. rei soltanto di aver simpatizzato per le forze