Lettere
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RAVEL LETTERE a cura di Arbie Orenstein

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Biblioteca di cultura musicale Improvvisi

12

Titolo originale: A Ravel Reader. Correspondence, Articles, Interviews Pubblicato negli Stati Uniti da Columbia University Press, New York © 1990 Columbia University Press, New York

Traduzione di Paolo Martinaglia Redazione di Sergio Bonino

Grafica di copertina di Marco Rostagno In copertina: Ravel a Saint-Jean-de-Luz in un disegno di Alexandre Benois

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale e con qualsiasi mezzo, non è consentita senza la preventiva autorizzazione scritta dell editore © 1998per l’edizione italiana E.D. T Edizioni di Torino 19, via Alfieri — 10121 Torino ISBN 88-7063-316-0

RAVEL LETTERE a curd di Arbie Orenstein

Edizione italiana, a cura di

Enzo Restagno

Indice

VII

XXIII

Un romanzo epistolare (Enzo Restagno) Premessa (Arbie Orenstein)

XXV

Ringraziamenti

XXVI

Nota dell'editore

1

Lettere

319

Appendici

322

A. Ricordi raveliani

327

B. Interpretazioni storiche (Jean Touzelet)

387

C. Dischi della collezione personale di Ravel (a cura di Bruno Sébald) D. Un contratto di registrazione con la Società Aeolian

394

403

E. Un 'edizione delle opere per pianoforte di Mendelssohn curata da Ravel F. Ravel analizza la propria musica

411

G. Fonti delle lettere

415

H. Lettere autografe di Ravel conservate nelle istituzioni pubbliche

397

417

Indice delle opere

423

Indice dei nomi

V

Un romanzo epistolare

In questo volume sono raccolte, disposte cronologicamente, trecentoquarantasei lettere appartenenti all’epistolario di Ravel. Si tratta di lette­ re scritte dal compositore e, in misura minore, di corrispondenza a lui indirizzata o che, riguardandolo, può essere illuminante su alcuni perio­ di della sua vita. Arbie Orenstein ha scelto, chiosato e commentato con incomparabile competenza una buona parte degli autografi di Ravel conservati negli archivi di sei differenti paesi1 realizzando un’operazione pressoché inedita12. Molte delle circa millecinquecento lettere che si sup­ pone Ravel abbia scritto sono andate perdute, ma non è da escludere, ovviamente, che in futuro alcune possano ancora essere ritrovate. Se mi è consentito esprimere un desiderio personale, mi piacerebbe ritrovare la lettera scritta da Ravel a un ignoto destinatario belga della cui esistenza ci informa un articolo pubblicato da Roland-Manuel nel 1939 sulla «Revue Musicale»3. Roland-Manuel, durante un’estate, avendo avuto modo di assistere il compositore nel disbrigo della sua corrispondenza, notò come Ravel lasciasse accumulare le lettere in maniera impressio­ nante. Una certa pigrizia lo induceva a differire le risposte fino al punto in cui, ritenendo ormai trascorso troppo tempo, le lasciava semplicemente cadere in prescrizione. Roland-Manuel gli mise sotto gli occhi il cumulo di lettere evidenziando quelle che riteneva più importanti. Ravel si mise a sfogliarle finché l’occhio gli cadde su quella di un ammiratore che

1 Un elenco completo delle fonti delle lettere e delle istituzioni che le conservano si trova in appendice al volume. 2 Qualche lettera soltanto, non compresa nel nostro epistolario, figura in una delle rare raccolte disponibili, Lettres à Roland-Manuelet h sa famille, pubblicata nel 1986 a Parigi dalle edizioni Calligrammes. 3 II fine musicologo, che era stato anche allievo di Ravel, tentò in quell’articolo, che intitolò Maurice Ravel à traverssa correspondance, una prima ricognizione dell’epistola­ rio del maestro.

VII

Ravel — Lettere

gli chiedeva di spiegargli il senso della lirica Surgi de la croupe et du bond, la terza di quelle che formano il ciclo dei Trois Poèmes de Stéphane Mallarmé. L’anonimo ammiratore faceva presente che se il Maestro li aveva messi in musica, doveva pur aver compreso quei versi: lo pregava quindi di svelargli quel significato così arcano. Ravel mise da parte lettere più “importanti” come ad esempio quella che conteneva un invito del Concertgebouw di Amsterdam - e rispose al suo ammiratore belga. Quella lettera, nella quale viene spiegato il significato di un sonetto dalla complessità degna di Pierre Boulez, farebbe davvero piacere poterla leggere! Nell’articolo di Roland-Manuel c’è anche una preziosa annotazione sullo stile epistolare di Ravel, definito non molto diverso da quello che caratterizzava il suo lavoro di musicista: «Quello di Ravel è un modello di stile epistolare. Disinvolto, familiare, pieno di vivacità e di abbando­ no. Una leggera punta di preziosità ne riscatta talvolta una bonomia che non teme di usare anche espressioni gergali». La disinvoltura della quale parla Roland-Manuel non va confusa con l’immediatezza: le lettere di Ravel possono anche dare l’impressione di essere scritte all’impronta, ma questa impressione è il risultato di una ricerca stilistica quanto mai accu­ rata. Manuel Rosenthal ci ha descritto in un bel libro di ricordi {Ravel, Souvenirs de Manuel Rosenthal, 1995) Ravel intento a scrivere qualche missiva: «Aveva una sensibilità acutissima per la lingua francese che lo induceva, nelle sue lettere, a una cura maniacale nel cercare la parola giusta. Diceva inoltre che nello scrivere l’indirizzo sulla busta si doveva lasciare un ampio spazio a sinistra: “È come farsi in disparte davanti a qualcuno per gentilezza. Sarebbe poco educato occupare tutto lo spazio della busta”». Le lettere raccolte da Arbie Orenstein in questo libro sono documenti altamente significativi per la definizione di una personalità: contano non solo per quello che dicono, ma per come lo dicono. Obiettivo del nostro epistolario non è soltanto fornirci dei documenti, sia pure preziosissimi, ma quello di raccontarci la vita del loro autore. Bisogna dunque inten­ derlo come una biografia il cui testo si compone di molteplici frammenti autobiografici messi in prospettiva. Questo spiega l’inclusione nel nostro romanzo epistolare di qualche lettera non scritta da Ravel, ma altamente significativa per dipanare il racconto della sua vita. La lettera che apre la raccolta porta la data del 1845; non è quindi di Ravel, ma di suo padre Pierre Joseph, che era all’epoca un ragazzo di 13 anni. È indirizzata alla madre e manifesta il desiderio di imparare a suo­ nare uno strumento musicale, il flauto o magari la tromba. Altre lettere non scritte da Ravel si collocano verso la fine della raccolta, negli ultimi anni della sua vita, e ci informano, con la voce affettuosa e preoccupata di alcuni amici, dello stato di salute sempre più grave del musicista. Alle lettere che toccano punti salienti della biografìa appartiene anche

Vili

Prefazione all’edizione italiana

quella scritta da Ravel a Marie Gaudin nell’agosto del 1933. In essa il compositore descrive le sue difficili condizioni di salute, ma bisognerebbe vedere il manoscritto per rendersi conto della tragicità del documento. La lettera è scritta un po’ a penna e un po’ a matita ed è piena di cancellature e di sgorbi. Ravel cominciava a soffrire di quel male che privandolo della coordinazione dei movimenti, gli rese dapprima penoso e quindi impossibi­ le scrivere. Molto opportunamente Arbie Orenstein colloca in nota a questa lettera un lunghissimo documento contenente la relazione che il professor Theophile Alajouanine pubblicò nel 1948 sulla rivista scientifica «Brain». Nell’abbondante letteratura medica dedicata al “caso Ravel” questo scritto di Alajouanine, che sottopose Ravel a una visita accuratissima, è di gran lunga il più documentato e il più interessante. Tra le lettere non scritte da Ravel che gettano un importante fascio di luce sulla sua personalità di musicista, va assolutamente menzionata quella che Debussy inviò al musicologo Louis Laloy nel marzo 1907. L’effetto di estraniazione ottenuto da questa lettera nel delineare la personalità musi­ cale di Ravel è notevole, e non solo per l’ovvia ragione che ogni essere umano è quello che è anche in base al giudizio che gli altri hanno di lui. Le critiche malevole rivolte alla musica di Ravel, per esempio quelle di Pierre Lalo, appaiono in fondo scontate poiché le mettiamo sul conto della scarsa perspicacia di taluni critici, ma se a formulare la critica, nep­ pure troppo severa ma infinitamente acuminata, è Debussy, allora è pro­ prio il caso di prestare la massima attenzione. Laloy era amico di entrambi i compositori e aveva da poco recensito con entusiasmo le Histoires naturelles di Ravel. Dopo aver letto quella recensione, Debussy manifesta qual­ che perplessità e scrive all’amico: «Sono d’accordo con voi nel riconoscere che Ravel è straordinariamente dotato, ma quel che mi irrita è il suo atteggiamento di “prestigiatore” o meglio di fachiro incantatore, che fa nascere fiori intorno a una sedia. ... Disgraziatamente un gioco di presti­ gio va sempre preparato, e può stupire soltanto una volta!». Tenendo conto che le riserve di Debussy nascono dalla recensione delle Histoires naturelies, non si può fare a meno di notare che in qual­ cuna di quelle liriche ispirate ai ritratti di animali di Jules Renard, la bravura di Ravel raggiunge livelli di surrealtà che possono benissimo essere sembrati a Debussy giochi da fachiro! Ravel non venne a cono­ scenza di queste riserve e nella dimensione privata del suo epistolario ricambierà tre anni dopo in questo modo: «Mi consolerò risuonandomi i Préludes di Debussy che sono meravigliosi capolavori. Li conoscete?» (lettera del maggio 1910 a Jean Marnold; il primo volume dei Préludes era stato pubblicato da Durand solo qualche mese prima). Nel nostro romanzo epistolare esiste un nucleo centrale che coincide con la dimensione intima della vita di Ravel: l’orizzonte è quello della vita quo­ tidiana e la regolarità del ritmo, che si tratti di lavoro o di incontri, è data

IX

Ravel - Lettere

dalla presenza ricorrente di alcuni amici che sono gli interlocutori privilegia­ ti. In una zona un poco più esterna, comunicante con la precedente ma non caratterizzata dallo stesso tono di intimità, si collocano gli interlocutori più prestigiosi, quasi tutti musicisti. I destinatari di queste lettere sono Florent Schmitt (che di Ravel era stato compagno di studi nella classe di Fauré), Frederick Delius, Déodat de Séverac, Ralph Vaughan Williams, Charles Koechlin, Gabriel Fauré, Joaquin Turina, Igor Stravinsky, Manuel de Falla, Alfredo Casella, Louis Durey, Nikolaj Obukhov, Alfred Cortot, Ernest Ansermet e Nadia Boulanger. Naturalmente il grado di confidenza palesato da queste lettere ai colleghi varia moltissimo, da un minimo accordato a Delius a un massimo concesso all’inglese Vaughan Williams (che per un certo periodo fu allievo di Ravel) e a Stravinsky. La confidenza non influisce minimamente sul livello dell’interesse storico delle lettere, che può essere altissimo anche in comunicazioni brevi e piuttosto formali come quella indirizzata a Nadia Boulanger nel marzo 1928. Quello che viene affrontato in questa breve lettera alla illustre “Maestra degli americani” è il chiacchieratissimo “caso Gershwin”. Siamo nel 1928, anno in cui Ravel fece una trionfale tournée di concerti negli Stati Uniti. A New York Ravel e Gershwin si incontrarono almeno un paio di volte: la prima ad Harlem, dove andarono per ascoltare del jazz, la seconda in casa della cantante Eva Gauthier, che per il cinquan­ tatreesimo compleanno del Maestro organizzò una festa lussuosissima alla quale partecipò anche Gershwin. Fu in quell’occasione che, dopo aver entusiasmato oltre ogni dire l’illustre collega suonando il pianofor­ te, l’autore della Rhapsody in Blue gli chiese di dargli delle lezioni. Ravel declinò gentilmente l’offerta affermando che avrebbe rischiato di sciupa­ re con lo studio il suo talento naturale; ma l’aneddoto era troppo ghiotto perché non se ne impadronisse il pettegolezzo storico, sicché di quella conversazione corrono numerose versioni a effetto, ma poco probabili e in ogni caso superficiali. La cosa era seria invece — Ravel prendeva sem­ pre molto sul serio tutto ciò che poteva influenzare l’avvenire di un giovane musicista - e ne è prova la lettera inviata alla Boulanger nella quale leggiamo: «Cara amica, / Ecco un musicista dotato delle qualità più brillanti, le più seducenti, forse le più profonde: George Gershwin. / Il suo universale successo non gli basta più: mira più in alto. Sa che per questo i mezzi gli mancano. Offrirglieli, può voler significare schiacciar­ lo. / Avreste voi il coraggio, che io non oso avere, di assumervi questa responsabilità?». Da un album di fotografie La vita quotidiana di Ravel ci viene raccontata dalle lettere inviate con notevole regolarità e grande frequenza, a volte perfino una al giorno, a un numero ristretto di amici. Chi sono costoro? Possiamo benissimo

Prefazione all’edizione italiana

immaginarli raccolti in una di quelle fotografie di gruppo che tanto si usavano a quell’epoca, e volendo dare un nome a quei volti riconoscere­ mo Lucien Garban, che dopo aver compiuto al Conservatorio buoni studi era diventato correttore di bozze presso l’editore Durand. Non si pensi che fosse questa una professione troppo umile: quello del corretto­ re di bozze presso un grande editore musicale era allora considerato un incarico di notevole importanza, che veniva affidato a un musicista dalla solida reputazione. (Con il tempo le cose sono cambiate, ma posso assi­ curare che tutti i compositori di oggi rimpiangono moltissimo i corret­ tori di bozze di una volta.) Garban era legato a Ravel da una profonda amicizia, che durò tutta la vita, ed è quindi naturale che sia stato il destinatario di molte lettere particolarmente confidenziali e affettuose. Poco discosto riconosceremo nella nostra foto di gruppo il volto di Maurice Delage, musicista anche lui, e allievo di Ravel per giunta. Fu un discreto compositore e curò in maniera eccellente alcune trascrizioni di composizioni di Ravel. Jean Marnold, il volto che scopriamo accanto a quello di Delage, era un critico musicale acuto e sensibile che fu, fin dagli esordi, grande estimatore di Ravel a difesa del quale scatenò pole­ miche violentissime. Subito dopo compare una coppia, sono i Godebsky, la signora Ida e suo marito Xavier-Cyprien, detto Cipa. Questi furono probabilmente gli amici più cari che ebbe Ravel, ospite abituale nella loro casa parigina in rue d’Athènes e in quella di campagna a Valvin, dove per i due figli degli amici scrisse l’immortale quadernetto “a quattro mani” dei racconti di Ma mère TOye, Va anche ricordato che la sorellastra di Cipa era la famosa e influentissima Misia Sert, moglie, all’epoca degli esordi di Ra­ vel, di Alfred Edwards, editore del quotidiano «Le Matin». In questa ristretta cerchia di amici riconosciamo il volto della signora Hélène Jourdan-Morhange, una eccellente violinista che Ravel conobbe in occasione di una esecuzione del suo Trio e alla quale è dedicata la Sonate pour violon etpiano. C’è ancora, in quella foto, il volto paffuto e intelligen­ te di Roland-Manuel, allievo anche lui, nonché amico e confidente privi­ legiato, di Ravel e destinato a una grande carriera di musicologo. A questi personaggi è indirizzata la maggior parte delle lettere, ma prima di vedere come attraverso esse si costruisca il nostro romanzo epistolare, sarà opportuno comporre un’altra foto di gruppo con i grandi personaggi femminili che attraversarono la vita di Ravel. Già si è accen­ nato all’imprescindibile Misia Sert, ma accanto a lei figura la signora Gruppi, fine musicista e moglie di Jean Gruppi, deputato e ministro. Ravel ricorse alle influenti raccomandazioni del marito in una sola circo­ stanza: si era durante la guerra e il nostro brigò con l’amico deputato per riuscire a farsi arruolare, perché la commissione di leva lo aveva più volte scartato per debolezza di costituzione!

XI

Ravel — Lettere

Al novero delle grandi figure femminili della vita di Ravel appartiene anche Ida Rubinstein, affettuosa e generosissima verso il musicista, spe­ cialmente negli ultimi anni della sua vita e, per quanto meno nota, va ricordato anche il soprano svedese Louise Alvar, moglie di Charles Copeley Harding, nella cui bella casa londinese Ravel aveva il piacere di incontrare Hugo von Hofmannsthal, Joseph Conrad e Paul Valéry. Ad anni un po’ più lontani, quelli degli esordi di Ravel, ci porta il personag­ gio di Marguerite de Saint-Marceaux, una gran dama del “Tout Paris”, buon soprano e amica di Fauré, nel salotto della quale l’illustre maestro soleva introdurre i suoi allievi più meritevoli. Non si possono rievocare gli esordi di Ravel senza menzionare il salotto più raffinato di Parigi, ovvero quello della principessa Edmond de Polignac, committente e dedicataria di quella Pavane pour une infante défunte che resta ancor oggi una delle composizioni più conosciute di Ravel. Un'infinità le sue fotografie e numerosi anche i suoi ritratti realizzati dai più ricercati pittori alla moda. Come stupirsene se si pensa che, prima di indossare il blasone illustre dei Polignac, questa indimenticabile mecenate era la signorina Winnaretta Singer, ereditiera americana dell’impero eco­ nomico costruito dalle più famose macchine da cucire del mondo? Pagine perdute o trasformate L'elenco degli amici intimi di Ravel l’abbiamo aperto con l’onesto e fedele Lucien Garban. La prima lettera per lui è del luglio 1901: Ravel si è presentato al Prix de Rome ottenendo quello che sarebbe rimasto il suo migliore piazzamento in assoluto, ovvero il terzo premio. Non era andata male, dopo tutto, e Ravel si diverte a fare con l’amico qualche pettegolezzo riferendo qualche apprezzamento colto a volo sul suo lavo­ ro: «Mi è stata rivelata una cosa assai curiosa: possederei un rubinetto melodico in un certo sito che mi permetterete di non designare con maggiore chiarezza, e ne colerebbe musica senza alcuno sforzo. Questa graziosa metafora è del vostro caro maestro X. Leroux che s’è, come Vidal, mostrato entusiasta al mio riguardo». Lo scandalo delle pluribocciature inflitte a Ravel da questo famoso concorso, attraverso il quale passava nel secolo scorso gran parte della musica francese, non deve ancora essere stato assorbito del tutto se il celebre istituto, solo pochi anni fa, ha deciso di assegnare a uno dei più grandi musicisti francesi di tutti i tempi il Prix de Rome alla memoria. Allora però fu scandalo davvero, e chi lo fece scoppiare fu Romain Rolland inviando a Paul Léon, sottosegretario dell’Accademia delle Belle Arti, una lettera aperta nella quale denunciava l’eliminazione fin dal primo turno di un compositore che già aveva scritto la Pavane pour ime infante défunte, i pianistici Jeux d'eau, il Quatuor a cordes, la Sonatine e Shéhérazade. La lettera di Rolland, puntualmente riportata nel nostro

XII

Prefazione all’edizione italiana

epistolario, ebbe un effetto dirompente, che culminò nelle dimissioni di Theodore Dubois, il severissimo maestro di contrappunto e direttore del Conservatorio di Parigi. A tanti anni di distanza questa storia vale però la pena di raccontarla fino in fondo. Ravel fu eliminato al primo turno perché inserì nella sua prova degli erroracci niente affatto innocenti, che suonavano scoperta provocazione alle barbe illustri della giuria. A presie­ derla c’era Saint-Saèns, al cui occhio esperto non sfuggirono quelle pro­ vocazioni inducendolo a dire: «Ma non vedete che questo giovanotto ci prende in giro? Guardate questo passaggio: è una parodia di Lenepveu, quell’altro di Saint-Saèns e quell’altro ancora di Reyer. Se ne infischia di noi, ma noi non gli daremo il Prix de Rome!». Ravel frattanto si era lasciato serenamente dietro le spalle quella tem­ pesta parigina per godersi, a bordo del raffinato yacht di Misia Edwards, una crociera fluviale attraverso l’Olanda e la Germania. Ad attirare la sua attenzione erano i paesaggi industriali da lui percepiti in una dimensione surreale, come ci svelano le lettere inviate a Maurice Delage: «Come raccontarvi l’impressione provata di fronte a questi castelli di ghisa fusa, di queste cattedrali incandescenti, della meravigliosa sinfonia di nastri trasportatori, di fischi, di formidabili colpi di martello che vi avvolge». La civiltà del macchinismo trasfusa nella musica era ancora di là da venire, ma il giovane Ravel già mostrava per quell’orizzonte bruitistico un’attrazione non effìmera che, pur senza mai venire allo scoperto, costi­ tuirà un filone drammatico occultato nel fondo di componimenti redatti con eleganza e grazia insospettabili. Il nostro romanzo epistolare è in grado di svelarci molti segreti del­ l’opera di Ravel: la lunga gestazione e progressiva modificazione di alcu­ ni progetti e l’abbandono di altri che, pur non realizzati, hanno agito come campi magnetici nell’orientamento delle scelte. Tra questi figura l’opera La Cloche engloutie, su un libretto tratto da Gerhard Hauptmann e tradotto in francese da Ferdinand Hérold. Nelle lettere l’impegno per La Cloche engloutie ricorre continuamente, per un certo periodo, per poi scomparire improvvisamente. Sappiamo che avrebbe dovuto trattarsi di una specie di grand-opéra in cinque atti ed è possibile che in gioventù Ravel pensasse di affermarsi grazie a un progetto che appariva ormai decisamente démodé, così come aveva fatto qualche anno prima Debus­ sy con il suo Rodrigue et Chimène. Questo attaccamento al vecchio cliché del grand-opéra nell’autore di L"Heure espagnole e L "Enfant et les Sortilèges potrà sembrare sorprendente, ma è davvero singolare venire a sapere (da Manuel Rosenthal) che de La Cloche engloutie Ravel aveva composto almeno due atti e mezzo. Che fine avrà fatto tutta quella musica? Cenere nel caminetto di Monfort-l’Amaury ? Non del tutto poiché, stando sempre alla testimonianza di Rosenthal, un’intera scena (quella che si svolge nel giardino) sarebbe confluita ne LEnfant et les Sortilèges.

XIII

Ravel — Lettere

Analoga è la storia di Zazpiak-Bat. Con questo titolo, che in lingua basca significa che le sette province basche ne formano una soltanto, Ravel aveva deciso di indicare un concerto per pianoforte e orchestra scritto, naturalmente, su temi tratti dal folclore basco. Il primo accenno a questo progetto compare in una lettera del 1906 indirizzata al musico­ logo Léon Vallas, ma Ravel ci torna su con incredibile frequenza. Nel 1913 scrive a Stravinsky: «[...] mi applicherò subito a Zazpiac bat»\ e poco dopo, a Roland-Manuel: «Dal mio ritorno, lavoro a Zazpiac bai». Il progetto rimase in piedi ancora per una diecina d’anni finché nel 1922 da una lettera al pianista americano Robert Schmitz veniamo a sapere: «Il concerto basco, “Zazpiak Bat”, [...] l’avevo cominciato in effetti nel 1913. Le 3 parti che lo componevano erano persino a buon punto quando, all’improvviso, ho mollato tutto». Ragionevolissima quindi la supposizione che quel materiale sia confluito almeno in parte nel Concer­ to en sol. Andando alla ricerca di lavori svaniti ci imbattiamo in una lettera del 1913 a Lucien Garban dalla quale apprendiamo che sta lavorando «alla ricostruzione di Khowantchina di Moussorgsky». Si tratta di quella rior­ chestrazione dell’opera che Ravel fece nel 1913 su commissione di Dia­ ghilev, “a quattro mani” con il collega Stravinsky. Se n’è parlato a non finire perché i due si trovarono a Clarens per lavorare insieme, e dalle conversazioni intrecciate durante quell’incontro con uno Stravinsky for­ temente suggestionato dal recente ascolto berlinese del Pierrot lunaire di Schoenberg nacquero i Trois Poèmes de Stéphane Mallarmé di Ravel e le Trois Lyriques japonaises del compositore russo. Quella riorchestrazione dell’opera di Musorgskij viene generalmente data per perduta dagli sto­ rici, ma leggendo tra le note sagacissime con cui Orenstein ha corredato le nostre lettere, veniamo a sapere che le 40 pagine manoscritte di Ravel sono custodite alla Pierpont Morgan Library di New York, dove aspet­ tano soltanto che qualche direttore artistico curioso vada a fotocopiarle per includerle in un programma di concerto. Qualche ragionevole speranza di scoprire in futuro pagine perdute di Ravel ci viene da una lettera indirizzata a Marie Olénine d’Alheim, un soprano russo che morì nel 1970 alla rispettabile età di 101 anni. A questa colta signora che con il marito aveva fondato a Mosca “La maison du Lied”, Ravel invia nel 1910 un cenno di ringraziamento: «[...] ho scritto a Mosca per ringraziare la giuria della piacevole e lusinghiera distinzione di cui sono stato onorato». Ravel era stato premiato al concorso cui aveva partecipato inviando alcuni Chants populaires. Si tratta delle non troppo note ma bellissime chansons francese, spagnola, italiana ed ebraica. In realtà le canzoni popolari erano sette e delle tre che mancano all’appello quella scozzese è restata manoscritta mentre quella russa e quella fiammin­ ga sono date per perdute. Essendo però state pubblicate dall’editore mo-

XIV

Prefazione all'edizione italiana

scovila Jurgenson non è da escludere che un giorno o Valero rispunti da qualche parte una copia di quegli sperduti fogli d’album. Un po’ di curiosità potrebbe indurre qualche teatro a rappresentare un balletto inedito che Ravel scrisse nel 1923 su commissione di Sonia Pavlova. Il titolo, Le Portrait de l’infante, rinvia al celebre esordio di Ravel commissionato dalla principessa di Polignac. In questo caso il compositore ormai celebre decise di accettare uno di quei classici lavori di comodo consistenti nel riadattare vecchie opere in mezzo alle quali inserire qualche pagina scritta ex novo. La lettera indirizzata da Ravel all’editore Durand nel settembre 1923 è chiarissima: «Sonia Pavlow dell’Opéra-Comique, mi ha chiesto di scrivere per lei un balletto, su scenografia di Henri Malherbe; se non ne avessi il tempo, ed è precisamente questo il caso, vorrebbe che cercassi di adattare qualcuna delle mie opere spagnole al libretto». Della mancata realizzazione di un altro pro­ getto di Ravel possiamo invece soltanto rammaricarci. Nel 1923 venia­ mo a sapere da una lettera a Calvocoressi che Ravel aveva avuto dalla casa editrice Oxford University Press la proposta di scrivere un trattato di orchestrazione. Ravel aveva pensato di farsi assistere nella stesura dal giovane George Auric, ma non se ne fece nulla. Peccato davvero! Sulla magia dell’orchestrazione di Ravel possiamo però gettare uno sguardo grazie alla lunga e dettagliata lettera inviata nel maggio 1922 a Serge Koussevitzky, dove vengono esposti alcuni dei criteri seguiti nell’orche­ strazione dei Tableaux dune exposition. Altri progetti, fortunatamente giunti a compimento, hanno avuto una gestazione molto lunga nel corso della quale hanno finito con il modificare anche significativamente i loro tratti. E il caso de La Valse, il cui primo accenno si coglie in una lettera del febbraio 1906 a Jean Marnold: «Ciò che intraprendo ora non è raffinato: un grande valzer, una sorta di omaggio alla memoria del grande Strauss, non Richard, l’altro, Johann. Conoscete la mia intensa simpatia per questi ritmi ado­ rabili, e quanto stimi la gioia di vivere espressa dalla danza, ben più profonda del puritanesimo franchista». Quell’opera nata dalla gioia di vivere era destinata a vagare a lungo nella coscienza di Ravel; altri lavori lo avrebbero distolto da quel primitivo progetto e ogni volta ci sarebbe tornato con una coscienza mutata dall’accumularsi delle esperienze. Gli anni terribili della guerra, la morte della madre, la perdita di tanti amici, il cambiamento dell’orizzonte musicale segnato dall’apparizione di nuo­ vi personaggi e di nuove estetiche: tutto questo contribuì a modificare in Ravel quella lontana immagine della gioia di vivere affidata al ritmo del valzer. Con il passare degli anni sono nati progetti più ambiziosi e l’espe­ rienza dei Ballets russes e di Stravinsky non è certo passata invano sul­ l’orizzonte musicale di Ravel. La Valse diventa un balletto che a causa della tipica riluttanza di Ravel a un’espressione diretta, assumerà la deno-

XV

Ravel — Lettere

minazione un po’ ambigua di «poème coréographique». È noto che Diaghilew, che pure aveva commissionato l’opera, quando Ravel gliela fece ascoltare al pianoforte, non ne capì un granché: si limitò a osservare che sì, aveva scritto un capolavoro, ma che in nessun modo quella par­ titura era adatta a diventare un balletto. Ravel, che dal grande impresario e dall’amico Stravinsky, presente anche lui a quella lettura, si aspettava maggior comprensione, se l’ebbe a male. Non disse una parola, raccolse i fogli di musica e se ne andò. Nemmeno quando l’opera venne accolta con successo in forma di concerto e quando la critica cominciò a inter­ rogarsi se sotto il velo di tanto charme non si celassero contenuti più drammatici, Ravel si mostrò compiaciuto. Una lettera inviata a Ernest Ansermet nell’ottobre 1921 rivela un certo scetticismo di fronte alle interpretazioni che potrebbero circolare sui programmi dell’opera: «La vostra comprensione de La Valse è perfetta. A Parigi non ho mai potuto ottenere questa leggerezza ritmica. Mi ci ero rassegnato in attesa della la rappresentazione a Vienna [...]. Non dimenticate di far menzionare sui programmi che questo “poema coreografico” è scritto per la scena. Cre­ do che questo cenno sia necessario, a giudicare dalla sorpresa provocata in alcuni spettatori dalla frenesia finale, e soprattutto dai commenti fantasiosi di parecchi critici musicali. Gli uni collocano questa danza a Parigi, sopra un vulcano, verso il 1870; gli altri davanti a un buffe, a Vienna, nel 1919».

Istantanee sui musicisti contemporanei Allo Stravinsky che lo aveva offeso con il suo mutismo durante l’audizio­ ne de La Valse Ravel, incapace di serbare veramente rancore, scriverà nel giugno 1923 una lettera che si apre con il più sincero degli apprezzamen­ ti: «Caro Igor, / Come sono belle, le vostre Noces\». I giudizi espressi sui musicisti contemporanei, conosciuti personalmente o soltanto attraverso le partiture, hanno di solito la stessa concisione dell’esclamazione di meraviglia rivolta alle Noces. A Dumitru Kiriac-Georgescu, un musicista rumeno compagno di studi al Conservatorio, scrisse nel 1913: «Sono felice di sapere da voi che Béla Bartók nutre una certa simpatia per le mie opere. Conosco parte delle sue, in particolare un quartetto d’archi che è davvero una delle poche opere che mi abbiano colpito, ed emozionato da qualche anno a questa parte». Una lettera del maggio 1919 a Georges Jean-Aubry contiene una domanda piena di curiosità all’indirizzo di quel singolare personaggio che fu Lord Berners: «Lord Berners non è inglese, dal momento che lo collocate tra i musicisti continentali? Che musicista affascinante! Potreste farmi mandare i suoi brani che sono stati suonati alla S.M.I.?». Anche il giudizio su Schoenberg, affidato a una lettera a Lucien Garban del gennaio 1920 è lapidario: «Che personaggio ammirevole: pur

XVI

Prefazione all’edizione italiana

crepando di fame, trova il modo d’occuparsi della diffusione di musiche interessanti!». Per un musicista immigrato, uscito da quella cerchia degli skrjabinisti per la quale Ravel non provava grande simpatia, non manca­ rono riguardo e apprezzamento: si tratta di Nikolaj Obukhov, che nel 1919 aveva cominciato a prendere lezioni da Ravel. In quello stesso anno il maestro scrive all’allievo: «Vi rimanderò il vostro manoscritto annota­ to, domani o dopodomani. Vi consiglio fin d’ora un eccellente esercizio: ascoltate attentamente, senza seguire sulla partitura, un’opera classica, semplice, dopo averla studiata sulla trascrizione per pianoforte. Cercate di orchestrarla come l’avete sentita e confrontate poi la vostra orchestrazio­ ne con quella dell’autore». Ravel si permetteva talvolta, in via strettamente confidenziale, qual­ che battuta ironica su quegli scavezzacolli del gruppo dei Sei, che nei suoi confronti ostentavano una mancanza di riguardo piuttosto oltrag­ giosa. Il loro lato debole era ai suoi occhi l’eccesso di disinvoltura con cui producevano un componimento dopo l’altro; così nello scrivere a Ida Godebska si lascia scappare nel settembre 1919 una frase come questa: «... Siamo già all’8 del mese, e non ho ancora terminato la mia lettera. Penso che nel frattempo Poulenc avrebbe scritto almeno 3 sonate, Da­ rius Milhaud 4 sinfonie». Il riguardo che i giovani musicisti francesi gli negavano trova una splendida compensazione in una cartolina che nell’agosto 1925 viene spedita a Ravel dall’Austria. Vi si leggono i saluti cordialissimi e rispet­ tosi di tanti musicisti come Arthur Honegger, Paul Hindemith, Egon Wellesz, Hermann Scherchen e una frase vibrante di entusiasmo a firma di Alban Berg che dice: «Nella grande gioia di avere di nuovo ascoltato un po’ della vostra musica tanto affascinante»; e in fondo alla cartolina, quasi volesse davanti al maestro farsi piccolo piccolo: «Saluti rispettosi dal vostro ammiratore / Walter Gieseking». Le prospettive su Ravel si moltiplicano attraverso tutte le testimo­ nianze che abbiamo rievocato; qualche volta si contraddicono, ma molto più spesso si compongono armoniosamente in un ritratto dell’uomo e dell’artista, che poteva apparire talvolta leggermente sconcertante ma finiva con il conquistare l’affetto di tutti coloro che avevano la fortuna di conoscerlo. Testimonianze meno conosciute figurano nella vasta appendice del nostro volume dove Jean Touzelet affronta con grande ricchezza di do­ cumentazione il tema della discografìa di Ravel. Particolarmente interes­ santi risultano le incisioni realizzate alla presenza o con i consigli dell’au­ tore: le liriche cantate da Madeleine Grey, la direzione d’orchestra di Piero Coppola, le esecuzioni pianistiche di Henriette Paure, che ai ricor­ di delle sedute di studio a Monfort l’Amaury dedicò nel 1978 un garbato libretto intitolato Mon maitre Maurice Ravel, costituiscono un meravi-

XVII

Ravel — Lettere

glioso archivio in cui s’intrecciano rimembranze e documenti sonori. Ognuno di questi interpreti si compiace di rammentare nelle note acclu­ se al proprio disco la storia degli incontri con il maestro, e tra le tante vorremmo ricordare quella dell’americano Larry Adler, virtuoso di ar­ monica a bocca che portava in giro per il mondo l’arrangiamento del Bolèro per il suo strumento. Venuto a sapere che Adler si trovava a Parigi, Ravel lo invitò a Monfort l’Amaury perché gli facesse ascoltare quella stravaganza. Adler rievoca con molta spontaneità lo stupore, lo sconcer­ to, i qui pro quo che seguirono e la sorpresa con cui venne a sapere che Ravel non soltanto lo autorizzava a continuare a eseguire il Bolèro, ma lo dispensava dal versare qualsiasi diritto d’autore. Come ricomporre il romanzo-ritratto Si è potuto notare fin qui come il personaggio Ravel si delinei nitido e vibrante attraverso i frammenti che costituiscono il nostro romanzo epi­ stolare. La composizione del romanzo la dobbiamo però agli abili tocchi con cui Arbie Orenstein mette in prospettiva i documenti, tocchi che consistono nell’inserire di tanto in tanto qualche documento non della mano di Ravel, ma soprattutto nella compilazione di accuratissime note. Sono note così vaste, accurate e precise che a metterle insieme ci è voluto il lavoro di molti anni, e per questo dobbiamo allo studioso americano tutta la possibile gratitudine. Vorrei però fare presente al lettore italiano invaghito della musica di Ravel - ma anche a coloro che nelle biografìe degli artisti cercano la sostanza umana dei personaggi ai quali debbono le loro emozioni e meditazioni più profonde - che la prospettiva sull’uomo Ravel, che abbiamo provato a delineare in queste pagine d’introduzione, ognuno può, e forse deve, comporsela da sé. Dopo avere letto più volte, nell’originale francese e nella bella traduzione italiana di Paolo Martinaglia, queste lettere vorrei provare a mettere in risonanza quelli che consi­ dero i tratti più squisitamente personali della musica di Ravel con l’aiuto di quattro frammenti, quasi fossero accordi fondamentali.

L "ironia e l'amore per la libertà È ben noto che Ravel suscitò uno scan­ dalo quando rifiutò la Legion d’onore. Poco dopo della stessa onorifi­ cenza fu insignito il suo amico Florent Schmitt. Ravel gli scrisse per congratularsi e all’amico parve di intrawedere in quelle felicitazioni un po’ di ironia. Ritenendo necessario un chiarimento, Ravel lo fece nel modo seguente: «Perché avete voluto vedere dell’ironia nelle mie congra­ tulazioni? A me non piacciono le lumache, ma se a voi piacessero, e ne riceveste una cesta piena, sarei contentissimo per voi. Certo, non accet­ terei che me le volessero cacciare in bocca mio malgrado. La mia logica? Non ha niente di straordinario: fare ciò che voglio, a seconda della voglia che me ne viene».

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Prefazione all'edizione italiana

La tenerezza e il garbo All’indomani di un’esecuzione di Ma mère l’Oye Ravel volle ringraziare una delle due interpreti, una bambina di 12 anni che rispondeva al nome di Jeanne Leleu. Lo fece in questo modo: «Si­ gnorina, / Quando voi sarete una grande virtuosa e io un vecchio al culmine della fama, o del tutto dimenticato, sarà forse per voi un dolcis­ simo ricordo l’aver procurato a un artista la gioia rara di aver sentito interpretare un’opera davvero speciale col preciso sentimento che le si conveniva. / Mille volte grazie per la vostra esecuzione infantile e spiri­ tosa di Ma mère l’Oye, e credete, signorina, ai sentimenti di riconoscenza del vostro devoto / Maurice Ravel».

La malinconia infinita Nel gennaio 1917, quando Ravel era sotto le armi, morì sua madre. Passarono gli anni, ma quella tristezza restò in­ consolabile trasformandosi in una malinconia infinita. Il 27 dicembre 1919 scrive a Ida Godebska: «Cara Ida, / Sono arrivati in un brutto momento, i vostri auguri di buone feste! — non ve ne sono per questo meno grato - un mal di testa folle [...]. Mi ha fatto dimenticare la cena di Natale. Il mio 31 dicembre si preannuncia sinistro. Penso a quelli d’altri tempi, passati in quel delizioso appartamento di avenue Carnot dove sono stato così felice. Penso che presto 3 anni saranno trascorsi da che se ne è andata, e che la mia disperazione aumenta di giorno in giorno. Ci penso ancor di più da quando mi sono rimesso al lavoro, e non ho accanto quella cara presenza silenziosa ad avvolgermi della sua tenerezza infinita, la mia sola ragione di vita, lo vedo ora più che mai».

Calmo, preciso, lirico II 19 luglio 1911 dal paese natale, chiamato in basco Ziburu, a Ida Godebska: «E dire che dipendeva soltanto da voi venire qui dove il mare è fiancheggiato d’acacie! E queste colline d’un verde dolce, da cui rotolano per i pendii le piccole sfere delle querce potate alla maniera basca. E su tutto questo, i Pirenei, d’un color malva incantato. E poi, c’è la luce. Non il sole implacabile dell’altro mezzogior­ no. Qui è di una brillantezza delicata».

Maggio 1998

Enzo Restagno

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A mia moglie Mina e ai miei figli Michelle e Adam

Premessa

Lavorando al mio primo studio, Ravel, Man and Musician, uscito nel 1975 per i tipi della Columbia University Press e ristampato nel 1991 dalla Dover, mi resi gradualmente conto che alcuni tra i commenti più penetranti sulla vita e sull’arte di Ravel si dovevano al compositore stes­ so. Da questa idea derivò il mio secondo libro, Maurice Ravel, Lettres, Ecrits, Entretiens, pubblicato in Francia presso Flammarion nel 1989. La sua traduzione italiana si compone di due volumi, il primo dei quali, pubblicato da EDT nel 1995, comprende gli scritti e le interviste di Ravel. La presente edizione è invece dedicata alla corrispondenza. Pare che nel corso della propria vita Ravel abbia scritto qualcosa come millecinquecento lettere. Qulle che compaiono in questo volume, e quelle degli altri artisti suoi corrispondenti, costituiscono una sorta di diario intimo della sua carriera. Sarà possibile riscontrarvi i gusti personali di Ravel e il percorso del suo pensiero, le gioie e le pene, le frustrazioni e i capricci, le lotte contro la critica, i viaggi e le tournées-, si ricompongono il periodo del servizio militare durante la Grande Guerra, i consigli che dava ai giovani musicisti, e una gran quantità di osservazioni sull’intensa vita musicale parigina. La sua prima lettera conosciuta fu scritta all’età di ventitré anni, quando era allievo al Conservatorio; l’ultima porta la data dell’ottobre 1937, circa otto settimane prima della morte, sopraggiunta a sessantadue anni. Ad eccezione di una lettera copiata in inglese - lingua che peraltro ignorava — tutta la sua corrispondenza è scritta in francese, la sola lingua ch’egli parlasse correntemente. Possedeva certamente qual­ che conoscenza del basco, di cui utilizzava talora alcune espressioni, ma per quel che ne sappiamo non scrisse mai lettere complete in questa lingua. Ravel andava piuttosto fiero della lingua francese, e scriveva con cura e con talento. Le sue lettere sono quasi sempre datate, spesso con­ tengono il suo indirizzo e, dopo la guerra, il suo monogramma. Le lettere ufficiali sono contrassegnate da una mescolanza tutta raveliana di sem­

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Ravel — Lettere

plicità e raffinatezza, cortesia, modestia, chiarezza ed eleganza; i coloriti biglietti che inviava agli amici rivelano la sua gioia di vivere, la sua calorosa tenerezza, il suo umorismo e senso dell’ironia. Troviamo anche commoventi lettere di condoglianze o legate a momenti di disperazione, in particolare i giorni più duri della I guerra mondiale. Il suo vocabolario ospita qualche termine esoterico a fianco di espressioni popolari, gergali e - in rare occasioni - volgari. Naturalmente le lettere sono per la mag­ gior parte destinate ad amici intimi (la famiglia Godebski, Roland-Manuel e Maurice Delage). Per contro la corrispondenza con colleghi mu­ sicisti quali il pianista Ricardo Vines o il mezzosoprano Jane Bathori è praticamente inesistente. Quest’ultima, in occasione di un nostro incon­ tro, ebbe a confidarmi: «Non avevamo alcun bisogno di scriverci: ci vedevamo in continuazione.» Come molti suoi contemporanei, Ravel teneva la penna tra l’indice e il medio della mano destra, e scrivendo la traeva a sé producendo così una scrittura angolosa e intagliata. Una scrittura che nel corso degli anni conobbe due evoluzioni percettibili: all’età di vent’anni cominciò a for­ mare le “a” come invece che come 4^, e negli ultimi anni di vita, per effetto della malattia, la sua grafìa si fece più stentata e minuta. Alcune lettere risalenti agli anni del dopoguerra sono scritte a macchina, e nel 1926 Ravel fece installare in casa propria il telefono. Malgrado queste comodità ultramoderne, tuttavia, conservò le proprie vecchie abitudini e il numero di lettere manoscritte non diminuì. A oggi, l’unica opera che si è occupata della corrispondenza di Ravel (René Chalupt e Marcelle Gerar, Ravel au miroir de ses lettres Paris, Robert Laffont 1956) presenta circa centonovanta lettere. Purtroppo un esame degli autografi ha rivelato che numerose lettere sono state pubbli­ cate con dei tagli, forse allo scopo di «proteggere» Ravel stesso o altre persone: precauzioni ormai inutili a sessantanni dalla morte del compo­ sitore. Delle circa trecentocinquanta lettere incluse nella presente raccol­ ta, circa duecento erano rimaste fìnore inedite, centocinquanta erano già state pubblicate in lingua originale, di cui ottanta parzialmente e solo settanta integralmente. Queste lettere sono indirizzate a un centinaio di corrispondenti, praticamente sempre identificabili. Nella raccolta sono comprese alcune lettere inviate a Ravel, o che lo riguardano, che permet­ tono di osservarlo nelle vesti di figlio, fratello, nipote, amico e collega. Le lettere sono documenti fragili: alcune tra esse, quando non intere raccolte, sono da considerarsi distrutte o perdute. L’impresa di un’edi­ zione «completa», per quanto auspicabile, si rivelerà a conti fatti impos­ sibile.

Arbie Orenstein

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Ringraziamenti

Sono lieto di ringraziare le istituzioni e le numerose persone che mi hanno assistito nella preparazione di questo libro. Devo ai contributi dell’Institute of International Education, del National Endowment for the Humanities, del Faculty Research Award Program dell’università di New York l’aver potuto attuare in Europa ricerche a tempo pieno per tre anni. A queste istituzioni voglio esprimere la mia profonda gratitudine. Non sarebbe stato possibile portare compiutamente a termine questo libro senza la cortese collaborazione di Alexandre Taverne e di sua mo­ glie, attuale depositaria dell’eredità di Maurice Ravel. Voglio ringraziare infine Paolo Martinaglia per la bella traduzione in lingua italiana.

Arbie Orenstein

Maggio 1998

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Nota deireditore

Questa raccolta di lettere fa seguito al volume Ravel — Scritti e inter­ viste da noi pubblicato nel 1995, andando così a completare la traduzio­ ne di A Ravel Reader. Correspondance, Articles, Inteviews (New York, Columbia University Press 1990). Date le già considerevoli dimensioni di questo epistolario, abbiamo deciso di non riprendere qui l’ampia Introduzione sulla vita e le opere di Ravel di quel primo volume, cui rimandiamo i lettori che volessero approfondire la biografia dell’artista e il quadro dell’epoca in cui visse. All’interno delle utili Appendici redatte da Arbie Orenstein e dai suoi collaboratori, ci è sembrato particolarmente significativo dare spazio a tutte le informazioni relative alle fonti delle lettere e alle istituzioni pubbliche che ospitano le lettere di Ravel finora note. Per seguire un criterio redazionale unitario rispetto al precedente volume si è deciso di lasciare in francese, e quindi in corsivo, alcuni termini che, se tradotti, avrebbero potuto ingenerare confusione o, in alcuni casi, errore (es. mélodie).

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Lettere

Ravel — Lettere

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1. Pierre Joseph Ravel alla madre1 Pensionnat Saint-Fran^ois Onex, Canton de Genève*2 Il 12 dicembre 1845

Cara Mamma Ho dimenticato di chiederti, quando sei venuta, se saresti contenta di la­ sciarmi imparare la musica perché il signor Angelin ci ha detto che il maestro di musica sarebbe venuto la settimana prossima e mi piacerebbe che tu me la lasciassi imparare perché questo mi farebbe proprio piacere cara mamma. Ti avevo detto che mi piacerebbe imparare il flauto ma mi hanno detto che fa male allo stomaco, preferirei allora suonare la tromba, e ti sarei grato se acconsentissi, cominceremo anche il disegno la prossima settimana e mi farà proprio piacere. Dammi tue notizie e anche del mio caro papà e delle mie sorelle, quando mi risponderai. Da’ un bacio a papà e alle mie sorelle saluta anche il signor Curato il signore e la signora Dubouches e la zia. Ciao cara mamma ti abbraccio con tutto il cuore. Ciao Il tuo rispettoso figlio

Ravel Joseph

'

1 Questa lettera, scritta dal padre di Maurice Ravel all’età di tredici anni, è la più antica che si conosca scritta da un membro della famiglia Ravel. È indirizzata alla signora Ravel, che possedeva una drogheria a Versoix, nel cantone di Ginevra, Svizzera. L’ortografìa originale è piuttosto incerta. 2 Collegio Saint-Francois, Onex, Cantone di Ginevra.

1

Ravel

2. Alla

signora de

Saint-Marceaux1

[Granville]

Sabato 20 Corrente [agosto 1898]

Signora, Il piccolo simbolardo*2, ben felice che vi degniate di occuparvi un poco della sua musica, si dispiace vivamente di non aver perpetrato alcuna nuova melodia in questi ultimi tempi. Alcuni potrebbero credere che sia oppresso dai rimorsi. Nulla di ciò, sfortunatamente, perché è incorreg­ gibile e prontissimo a ricominciare. Nell’attesa, pratica un poco la fuga e molto la bicicletta. Si prenderà la libertà d’inviarvi la sua ultima com­ posizione, che risale a due mesi fa almeno, e che, per caso, si trova a essere cantabile3. Quanto alla bizzarra tessitura di alcune frasi, io sospetto fortemente, Alcibiade musicale, di averle volute così4. Perdonategli, signora, e vogliate accettare i suoi omaggi più rispettosi.

Maurice Ravel Hotel du Nord Granville

12]

1 Alla fine degli anni Novanta Gabriel Fauré cominciò a condurre gli allievi della sua classe di composizione presso il domicilio parigino della signora de Saint-Marceaux, che si faceva spesso interprete delle loro opere vocali. In un diario inedito, essa rievoca la reazione di Ravel dopo che ella ebbe cantato i suoi due Epigrammes de Clément Marot'. «È contento di ascoltare le sue opere? Non è dato saperlo. Che tipo strano. Talento, e tanta méchanceté». Questa méchanceté [malignità] di Ravel, così come il suo umorismo ironico e gelido, si mostrano in tutta la loro evidenza in questa straordinaria lettera, scritta nel corso dell’estate del 1898, quando lo studente ventitreenne era stato assunto come pianista al casino di Granville. 2 Symbolard, deformazione ironica di symboliste. [N.d.T.] 3 Si tratta della Chanson du rouet, per canto e pianoforte, su una poesia di Leconte de Lisle. Terminata il 2 giugno 1898, fu pubblicata per la prima volta da Salabert nel 1975. 4 Alcibiade; personaggio del Convivio di Platone che Satie doveva mettere in scena nel suo Socrate (1920). Attribuendosi l’appellativo di «Alkibiade musicale» Ravel vuole forse paragonarsi a una sorta di “legislatore” così da giustificare la «bizzarra tessitura» della sua musica. In effetti, vi è un passaggio della Chanson du rouet che contiene una citazione del Dies irae gregoriano, con armonie cromatiche nello stile di Chopin! (L’autografo di questa lettera è riprodotto in Arbie Orenstein, Ravel, Man andMusician, New York, Dover 1991, tavola 5.)

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Lettere

3. Gabriel Fauré a Ernest Chausson1 [ca 20 maggio 1899]*2

Caro amico, Sono stato io a incoraggiare Ravel a proporre la sua opera al nostro Comitato. Egli non vi avrebbe mai pensato se io non lo avessi spinto, per mille ragioni. Circa la sua iscrizione alla Société nationale, mi ha detto di averla chiesta a Bréville3. Forse se ne sono dimenticati. La promessa che le sue musiche saranno eseguite l’ha riempito di gioia. Non sarebbe forse una smentita ben crudele cancellare il suo nome dal programma nel momento in cui si occupa da mattina a sera della copia della sua opera? La nostra Società non deve forse incoraggiare i giovani? Non ci ha forse incoraggiati quando eravamo picco Unii Imploro dunque la grazia per Ravel. L’imploro con tanta più insisten­ za quanto più sono stato io a fargli fare questo passo che diverrebbe un passo falso! I miei colleghi del comitato, colleghi e confratelli e amici per la maggior parte, riconosceranno che non mi è accaduto spesso di chie­ dere loro favori. Sarebbe estremamente doloroso per me se ora questo mi fosse rifiutato4. Cordialmente Gabriel Fauré5

*

1 Chausson (1855-1899) studiò con César Frank e con Jules Massenet. Fu per dieci anni segretario della Société nationale de musique. 2 Questa lettera non datata fu scritta poco prima di un concerto offerto dalla Société nationale il 27 maggio 1899, nel programma del quale doveva figurare l’ouverture di Shéhérazade di Ravel. 3 II compositore francese Pierre de Bréville (1861-1949) era un membro attivo della Société nationale, di cui fu segretario e poi presidente del consiglio d’amministrazione. 4 La preghiera di Fauré fu esaudita e Ravel fece così il suo esordio alla guida di un’orchestra dirigendo la sua ouverture. Si veda la sua reazione a questo concerto nella lettera seguente a Florent Schmitt. 5 Testo tratto da Jean-Michel Nectoux, Ravel/Fauré et les débuts de la Sociétémusicale indépendante, «Revue de musicologie», LXI, 2, 1975, p. 301.

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Ravel

4. A Florent Schmitt 1 [Parigi]

Venerdì 9 Corrente [9 giugno 1899]

Dovete ritenermi a buon diritto un vero indifferente, caro amico; ma ho qualche scusa bell’e pronta: la prima, è che, non essendo stato al Conser­ vatorio la settimana scorsa, ho ricevuto la vostra lettera soltanto lunedì scorso. La seconda, è che sono alle prese con certi divertissements di cui non riesco a venire a capo. Quanta invidia provo per voi, immerso nelle delizie della cantata* 2! Parliamo un poco della Serata Nazionale3: il brano di Koechlin è molto riuscito, come ci aspettavamo; l’impressione che ne deriva è dav­ vero affascinante, ed è la parte del concerto che mi è parsa più riuscita. È senza dubbio per questo che G.-V.4 gli ha dedicato solo tre righe. Come questo... (scegliete l’epiteto) ha giustamente constatato, Shéhéra­ zade è stata aspramente fischiata. Ci sono stati anche applausi, e l’amore per la verità mi costringe a constatare che i plaudenti erano in numero maggiore dei protestatari, dal momento che sono stato richiamato due volte. D’Indy 5, il cui atteggiamento fu del resto perfetto verso di me, esultava del fatto che «ci si appassionasse ancora per qualcosa».

[4]

1 Ravel e Florent Schmitt (1870-1958), entrambi allievi del corso di composizione di Fauré, furono amici per tutta la vita. 2 Dopo quattro insuccessi, Schmitt ottenne il Prix de Rome nel 1900 con la cantata Sémiramis. Quanto ai «divertissements» di cui parla Ravel, si tratta di fughe scolastiche o di opere per coro e orchestra su testi scipiti. 3 Un riferimento umoristico al concerto della Société nationale. Ravel suggerisce una correlazione tra questa “Serata Nazionale” e la Serata Nazionale per antonomasia in Francia, il 14 luglio. Il sabato sera del 27 maggio 1899 la Société nationale de musique presentò il suo 278° concerto. Erano in programma l’arrangiamento per coro del Choeur des bateliers de la Volga (da un tema popolare russo) realizzato da Charles Koechlin e la prima opera per orchestra di Ravel, l’ouverture di Shéhérazade. Compagni di Conser­ vatorio, Ravel e Koechlin (1867-1950) rimasero amici per tutta la vita. Koechlin, professore e teorico eminente, fu anche un prolifico compositore. (Cfr. Arbie Orenstein, Ravel's letters to Charles Koechlin, ADAM, XLI, 404-406, 1978, pp. 20-5.) 4 II critico e scrittore Henri Gauthier-Villars (1859-1931), il cui pseudonimo era Willy, fu il primo marito di Colette. Recensisce l’ouverture di Shéhérazade in questi termini: «Un inizio sobbalzante: una maldestra scopiazzatura della scuola russa (Rimsky pasticciato da un debussysta voglioso d’emulare Erik Satie) indispone l’uditorio, irritato per sovrappiù dagli aggressivi bravo della claque di ragazzetti, che fischia e protesta. Perché una crudeltà simile? Mi spiace vederla attuata nei confronti del giovane Ravel, debuttante — è vero - mediocremente dotato, ma che potrà forse diventare qualcosa, se non qualcuno, tra una decina d’anni, a patto che lavori molto». (Gauthier-Villars, Gargon I'auditionl, Paris, 1901, p. 125.) 5 Nel primo ventennio del secolo, Vincent d’Indy (1851-1931) fu senza dubbio il

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Lettere

Per quel che ho potuto giudicare dal podio, sono stato soddisfatto dell’orchestrazione. Generalmente l’hanno trovata pittoresca; «Le Menestrel» l’ha persino dichiarata «curiosa»* 6. Non ho potuto ricordare a Koechlin la visita che vi doveva, poiché non l’ho più rivisto dopo la vostra lettera. Fatevi animo, caro amico, per i vostri ultimi giorni di detenzione7. Molti saluti ai compagni. Cordial shake-hand.

Maurice Ravel 7 rue Fromentin

5. A Dumitru Kiriac-Georgescu1 21/3/1900

Caro amico, Mi si addiceva proprio l’indirizzarvi rimproveri per la vostra indifferen­ za, non è così? E, se pensate a me qualche volta, dovete dire a voi stesso che da parte mia c’era una buona dose d’impertinenza nel farvi la predi­ ca. Ma non sapreste mai trattarmi così duramente come faccio io stesso, quasi giornalmente. Il fatto è che non ci sono scuse nella mia condotta verso di voi, se non, per prima cosa, la mia incoercibile pigrizia epistolare; secondariamente, il lavoro nel quale sono immerso in questi ultimi mesi.

musicista più influente di Francia. Nel 1904 divenne direttore della Schola cantorum, di cui era stato uno dei fondatori; attraverso i suoi numerosi allievi, le sue dottrine venivano insegnate in tutta la Francia, e persino in Sud America. La sue teorie, fondate sulla musica di Beethoven, Franck e Wagner, associavano un solido sviluppo classico e strutture cicliche all’estetica fondata sulla fede, l’amore e il misticismo cristiano. Ravel, pur intrattenendo con d’Indy relazioni amichevoli, ne rifiutava nondimeno l’estetica e non amava punto la sua musica. Per parte sua d’Indy nutriva poca simpatia per la musica di Ravel, che trovava eccessivamente raffinata, laconica, priva di vera emozione e di coerenza strutturale. 6 II cronista del «Ménestrel» s’era in realtà mostrato maggiormente critico, a proposito dell’ouverture «che la singolare orchestrazione non ha potuto salvare». (Recensione firmata O.Bn. nel «Ménestrel», LXV, 23, 4 giugno 1899, p. 184.) 7 I finalisti del Prix de Rome erano isolati nel castello di Compiègne per un mese intero, ciascuno nel proprio studio, per comporre una cantata per soli, coro e orchestra su un lungo testo. [5] 1 II compositore ed etnomusicologo romeno Dumitru Kiriac-Georgescu (18661928) era allievo anch’esso della classe di composizione di Fauré. (Cfr. la lettera 213 di Kiriac e Bràiloiu a Ravel.)

Ravel

Mi sto infatti preparando al concorso di Roma*I23, e mi sono messo seriamente all’opera. La fuga comincia a venirmi con una certa facilità; per quanto riguarda la cantata, sono piuttosto inquieto. Avevo elaborato pazientemente, per gli esami di gennaio, una scena di Callirhoé\ sul cui effetto contavo molto: musica abbastanza grigia, prudentemente appas­ sionata, ardita quel tanto che fosse accessibile ai signori dell’istituto4. Per quel che riguarda l’orchestrazione, Gédalge l’aveva trovata abile ed ele­ gante. Tutto questo per arrivare a un solennissimo fiasco. Quando Fauré ha provato a ripescarmi, Dubois5 gli ha assicurato che sulla mia natura musicale egli s’illudeva. Il fatto inquietante è che le critiche non s’indirizzavano tanto alla mia cantata, ma, indirettamente, a Shéhérazade, alla cui esecuzione, se ricor­ date, era presente il direttore. Dovrò lottare per cinque anni contro quest’influenza? Non avrò mai, ne sono certo, il coraggio di mantenere sino alla fine un simile atteggiamento. Ma credo di avervi intrattenuto a sufficienza sulla mia persona e le mie opere. Pare che non abbiate ottenuto il posto che speravate. Demetz6 mi ha fatto sapere che allevate conigli. È dunque per questo che ci avete lasciato? Come dovete rimpiangere i sobbalzi metropolitani, e l’aria, la buona aria malsana di Parigi! È vero che potete raccogliervi, lavorare a vostro piacere, scrivere ai vostri amici. Approfittatene, soprattutto di quest’ultima possibilità. Spe­ ro che la signora Kiriac continui a star bene a Bucarest, e che il clima,

[5]

2 II concorso detto Prix de Rome si svolgeva in due tempi. Per le eliminatorie occorreva scrivere, in una settimana, una fuga su soggetto dato e musicare un breve testo per coro misto e orchestra. In genere a questa prima prova si iscrivevano una ventina di candidati, di cui cinque o sei erano successivamente ammessi al concorso per il primo premio, per il quale occorreva comporre una grande cantata per soli, coro e orchestra. I laureati del “grand prix” ricevevano una modesta borsa di studio per quattro anni, e dovevano passare i primi due a Villa Medici a Roma, il terzo in Germania o in Austria, il quarto a Roma o a Parigi. Al termine di questo periodo, il compositore poteva beneficiare del sostegno finanziario di una fondazione privata ancora per alcuni anni. Il Prix de Rome gli assicurava quindi un minimo di quattro anni e un massimo di sette nel corso dei quali poteva dedicarsi interamente alla propria arre, oltre a godere di eccezionali possibilità per far rappresentare le proprie opere. 3 Questo testo di cantata di Eugène Adénis-Colombeau (1854-1923) era già stato utilizzato per il concorso del Prix de Rome nel 1899. La musica di Ravel non è stata ritrovata. 4 II concorso del Prix de Rome si svolgeva sotto l’egida dell’Accademia delle belle Arti, che fa parte dell’istituzione allo stesso titolo dell’Académie fran^aise o l’Accademia delie Scienze. 5 Théodore Dubois (1837-1924), compositore, teorico e insegnante, fu direttore del Conservatorio di Parigi dal 1896 al 1905. 6 Eugène Demets (Ravel qui scrive il nome con la z) pubblicò alcune tra le prime

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Lettere

senza dubbio diverso dal nostro, le si adatti sempre. Salutatemela e pre­ sentatele i sensi della mia rispettosa amicizia. Senza rancore, vero, mio caro Kiriac? e una cordiale stretta di mano dal vostro devotissimo

Maurice Ravel

6. A Florent Schmitt Lunedì 8/4/1901

Mio caro Schmitt, Come qualificare la mia condotta nei vostri confronti? Preferisco affidare a voi questa preoccupazione, dal momento che la mia indulgenza mi indica ogni giorno ragioni eccellenti con cui soffocare i miei rimorsi. La più importante, per quanto assai povera, è la mia incoercibile pigrizia epistolare. Altre vengono ad aggiungervisi - cori, fughe, in previsione del concorso - tra cui la trascrizione degli ammirevoli notturni di Debussy, in collaborazione con Bardac1. Poiché ho rivelato qualche abilità per questo genere di lavoro, sono stato gravato del compito di trascrivere da solo il terzo, Sirènes, forse il più perfettamente bello, di sicuro il più rischioso, poiché ancora non è stato ascoltato* 2. Come vi compiango, mio caro amico, per esservi trovato troppo lon­ tano da Parigi per udire cose del genere! Questo e il Faust di Liszt, la stupefacente sinfonia in cui sfilano (scritti prima e tanto meglio orche­ strati) i temi più notevoli della Tetralogia. Ciononostante, malgrado la profonda pietà che provo per voi, prefe­ rirei, chi lo sa? vedermi al vostro posto. Roma vi ispira sapide ispirazio­ ni? La Peau de chagrin0 è sulla buona strada e sarà la vostra Damoiselle élue\ o, Febo ce ne scampi!, le vostre Impressions dltalie ? Tutte doman­ de alle quali spero risponderete presto.

opere di Ravel, tra cui la Pavanepour une infante défunte e Jeux d’eau. Nel 1923 il suo catalogo fu acquistato dall’editore Max Eschig. [6] 1 Raoul Bardac (1881-1950) studiò al Conservatorio prima di prendere lezioni private dal suo patrigno, Claude Debussy (cfr. la lettera 179 per le osservazioni di Ravel su di lui). Malgrado la collaborazione dei due giovani compositori, la partitura per due pianoforti dei Nocturnes di Debussy pubblicata da Eugène Fromont nel 1909 indica che le trascrizioni sono opera del solo Ravel. 2 Nuages e Fètes furono presentati il 9 dicembre 1900, ma la prima esecuzione completa dei Nocturnes ebbe luogo solamente nell’ottobre 1901. 3 L’opera di Schmitt basata, pare, sul romanzo di Balzac, è rimasta inedita. 4 I laureati del Prix de Rome erano tenuti a inviare almeno una composizione ogni

Ravel

C’è il caso di dubitare che riceviate mai una lettera della sig.na Toutain, dal momento che una signorina non deve intrattenere corrispon­ denza con un giovanotto. Quest’argomento) fornito dalla madre della giovane in questione, m’è parso specioso, perché ho sempre considerato una donna che compone fughe in qualche modo ermafrodita5. Questi sfoghi epistolari devono terminare qui, se non voglio arrivare in ritardo alla cena della sig.ra David, donde spero di portare qualche inedita calunnia sul vostro conto. In attesa di nuove prossime e abbondanti, una cordiale stretta di mano dal vostro devoto Maurice Ravel

7. A Lucien Garban1 19 bd Péreire*2 [Parigi]

26/7/1901

Caro amico, Soltanto ieri mi sono deciso a rispondere alle numerose felicitazioni che mi sono pervenute in occasione del felice avvenimento3. Alcuni, ne sono certo, me ne serberanno rancore. Spero che non sarete tra costoro. Non immaginate quanta stanchezza lasci dietro di sé un concorso del genere!

anno all’Accademia delle belle Arti di Parigi. La cantata di Debussy, La Damoiselle élue (1887-1889) fa parte del novero di questi invii, così come Les Impressions ditalie(Y&871889) di Gustave Charpentier, suite sinfonica in cinque movimenti. Charpentier (1860-1956), di cui i posteri ricordano soprattutto l’opera verista Louise, conseguì il Prix de Rome nel 1887. [61 5 Marie Juliette Toutain, che aveva circa due anni meno di Ravel, vinse due primi premi (pianoforte e armonia) al Conservatorio, dunque più di Ravel. 17] 1 Lucien Garban (1877-1959) studiò al Conservatorio prima di divenire correttore di bozze presso Durand. Fece uno studio meticoloso degli autografi di Ravel, cui fu legato da stretta amicizia. 2 Proprio sotto questa riga, Ravel scrisse il suo vecchio indirizzo, 40bis, rue de Douai, Parigi, poi lo cancellò con un trattino. 3 Ravel aveva appena ottenuto un terzo premio al concorso del Prix de Rome del 1901, la sua sola ricompensa in cinque anni. Camille Saint-Saèns fu particolarmente impressionato dalla sua cantata, e in una lettera indirizzata a Charles Lecocq il 4 luglio 1901 annotò: «il terzo premiato, il suddetto Ravel, mi pare chiamato a un serio

Lettere

Per di più, è arrivato il nostro trasloco, e mi ci sono voluti alcuni giorni per riprendere le mie abitudini in un’atmosfera nuova. Quest’ultima è affascinante, del resto, e vi scrivo queste righe, cullato dal mormorio delle locomotive4. Intravedo già alcuni prossimi Sites Auriculaires5\ Qualche pettegolezzo sul concorso: il premio a Caplet6 ha sorpreso tutti. La sua cantata, certamente, era tra le più mediocri, come compo­ sizione, voglio dire, perché la sua orchestrazione era assolutamente ri­ marchevole. La quasi totalità del pubblico dava per certo il premio a me. (Anche Massenet7 ha sempre votato in questo senso.) Mi è stata rivelata una cosa assai curiosa: possederei un rubinetto melodico in un certo sito che mi permetterete di non designare con maggiore chiarezza, e ne colerebbe musica senza alcuno sforzo. Questa graziosa metafora è del vostro caro maestro X. Leroux8 che s’è, come Vidal9, mostrato entusiasta al mio riguardo. Mi hanno anche assicurato - horresco referens - che Lenepveu10 aveva molto apprezzato la mia cantata, non al punto, tutta­ via, di preferirla a quella del suo allievo. «Perché non avete ottenuto l’estrema ricompensa?» mi direte. È stata la mia orchestrazione, chi l’avrebbe creduto? a giocarmi questo tiro mancino. Benché la mia composizione fosse stata terminata tra le prime, sono riuscito a trovarmi in ritardo e mi è rimasto solo pochissimo tempo per l’orchestrazione, che ne è venuta fuori un po’ abborracciata.

avvenire». Attribuendogli il premio, la giuria aveva sottolineato il « fascino melodico» e la «sincerità del sentimento drammatico» della cantata. 17] 4 La Petite Ceinture taglia in due il boulevard Pereire. [Il testo conteneva erronea­ mente per “mormorio” gazouilles anziché gazuillis — N.d.T.] 51 Sites auriculaires ( 1895-1897) comprendono due brani, Habanera e Entre cloches, che riflettono rispettivamente Pinfluenza della Spagna e di Edgar Allan Poe. Il titolo di quest’opera giovanile sembra tradire una certa preoccupazione sinestesica in Ravel; si tratterebbe di siti percepibili con l’udito. Con Pacific231, Arthur Honegger realizzò più tardi una brillante evocazione musicale del «mormorio delle locomotive». 6 II direttore d’orchestra e compositore André Caplet (1878-1925) era parente di Debussy. 7 Jules Massenet (1842-1912) ottenne il Prix de Rome a ventun anni, prima di diventare uno dei maggiori operisti francesi del suo tempo. Esercitò inoltre una grande influenza come professore al Conservatorio. 8 Di Xavier Leroux (1863-1919), che studiò con Massenet al Conservatorio, sono rimaste soprattuto le opere veriste. Fu inoltre professore di armonia al Conservatorio dal 1896 fino alla morte. 9 Paul Vidal (1863-1931), direttore d’orchestra, compositore e insegnante. 10 Le composizioni e l’insegnamento di Charles Lenepveu (1840-1910) rivelano concezioni etremamente conservatrici. Fu oggetto di virulenti attacchi all’epoca del Prix de Rome del 1905, quando si seppe che i sei finalisti erano tutti suoi allievi.

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Ravel

Bisogna ricominciare, ecco tutto. Per esempio, il prossimo concorso si annuncia duro! 3 secondi premi, in più Bertelin, limite d’età e men­ zione onorevole11! Non vi consiglierei di presentarvi quest’anno; avreste poche possibilità di essere ammesso. E questo contrappunto? Ora dovete fare, non ho dubbi, pasticci a quattro voci. Età felice! (punto ironico)* 12. Per Debussy, mi pare davvero che l’indirizzo di rue Cardinet sia il 48 ma non posso assicurarcelo13. Se avete qualche dubbio, inviatemi la vostra missiva; gliela farò arrivare. Le sue mélodies sono state pubblica­ te14. Ne conosco 2, che, pur vecchie, nondimeno sono di ottimo stile. Se volete scrivergli spicciatevi; deve partire alla fine del mese. Bardac è in Italia. S’è portato dietro qualche testo di cantata con la vaga intenzione di adornarlo di sonorità vetuste, ma adeguate. Nel corso delle vostre peregrinazioni, dovete passare da Parigi? Se sì, spero che avrò il piacere di vederci; resto qui almeno fino alla metà di agosto. Vogliate presentare i miei rispettosi omaggi e i miei ringraziamenti a S.A.R.15 e ringraziare allo stesso modo quei signori. Una cordiale stretta di mano dal vostro Maurice Ravel Sincere espressioni d’amicizia da parte dei miei genitori e di mio fratello.

[7]

11 II limite d’età per concorrere al Prix de Rome era fissato a trentanni, e i favoriti del concorso del 1902 erano prima di tutto i finalisti del 1901: Gabriel Dupont, Ravel, Albert Bertelin e Aymé Kunc. Fu quest’ultimo — compositore assolutamente oscuro — a ottenere il “grand prix” nel 1902. 12 Questo segno di punteggiatura era un’innovazione di Jean-Jacques Rousseau, che non riuscì mai a farlo adottare. 13 Debussy viveva in effetti al 58 di rue Cardinet. 14 Riferimento alle tre mélodies di Debussy su poesie di Paul Verlaine {La mer estplus belle> Le son du cor e L’échelonnement des haiesj. Terminate nel 1891, furono pubblicate da Hamelle nel 1901. 15 Garban svolgeva a quel tempo mansioni di segretario presso un aristocratico tedesco.

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Lettere

8. A Jane Courteault 1 40bis, me de Douai Parigi

2/8/1901

Quanto vi sono grato, mia cara Jane, dei vostri auguri, e quanto sono mortificato dalla poca premura che mi sono dato nel rispondere! Ne è causa la stanchezza che un lavoro frenetico di quasi due mesi ha lasciato dietro di sé. Questo concorso è duro davvero, le sue fatiche sono considerevol­ mente addolcite quando se ne consegue un risultato. E un secondo premio per un primo concorso è un risultato assai soddisfacente. Avremo forse presto l’occasione di parlare direttamente di tutto que­ sto. Speriamo di poter andare a Luz verso la fine d’agosto; ma si tratta solamente di un progetto, e non oso farvi troppo conto. Sarebbe splen­ dido ritrovarci tutti quanti! Che belle passeggiate in bicicletta, e in auto! Perché è così che pensiamo di venire a trovarvi. La macchina di mio padre, sulla quale abbiamo già fatto qualche passeggiata, ci ha dato piena soddisfazione. Questo è di buon augurio! Mia cara Jane, vogliate presentare i miei rispetti e i miei ringraziamen­ ti alla signorina vostra zia, e credermi Vostro affettuosamente devoto

Maurice Ravel Mille saluti amichevoli da tutti.

1 Jane Courteault (1880-1979) e sua sorella Marie Gaudin (1879-1976) erano amiche intime della famiglia Ravel. Fu una stessa granata a uccidere entrambi i loro fratelli, Pierre e Pascal Gaudin, durante la prima guerra mondiale; il Rigaudon del Tombeau de Couperin è dedicato alla loro memoria.

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Ravel

9. A Eugène Demets Lunedì 31/3/1902

Caro signor Demets, Credo che Vines1 debba suonare i miei due pezzi alla Nationale* 2 Sabato prossimo. Vi sarò molto obbligato, qualora ci sia ancora il tempo di farlo, se non ometterete sui programmi l’epigrafe del secondo: (Jeux d’eau) Dieu fluvial riant de l'eau qui le chatouille (H. de Régnier)3. Se possibile, mandatemi una buona quantità di biglietti. Grazie fin d’ora, e credete, caro signore, ai miei sentimenti più distinti.

Maurice Ravel

10. A Frederick Delius1 Saint-Jean-de-Luz

Mercoledì 10 [settembre 1902]

Mio caro Delius, Ricevo la vostra lettera con un certo ritardo, causato dalla mia sbadatag­ gine. Avevo dimenticato di lasciare il mio indirizzo ad Angouleme, dove la vostra cartolina è rimasta fino ad oggi. Spero che vorrete scusarmi.

1 Nato a Lerida, in Spagna, Ricardo Vines (1876-1943) iniziò a Barcellona studi che proseguì poi al Conservatorio di Parigi. Nel novembre 1888 fece la conoscenza di Ravel, «quel ragazzo dai capelli lunghi» di cui divenne l’amico del cuore. Vines fece una brillante carriera di pianista, suonando in prima esecuzione quasi tutte le opere di Ravel e Debussy, oltre a un repertorio contemporaneo dalla varietà ammirevole. (Cfr. Nina Gubisch, Le journal inédit de Ricardo Vines> «Revue internationale de musique frammi­ se», I, 2, giugno 1980, pp. 154-248.) 2 Vines suonò sia la Pavane pour line infante défunte sia i Jeux d’eau. I critici trovarono generalmente la Pavane elegante e affascinante, mentre i Jeux d’eau parvero loro d’una cacofonia e d’una complessità eccessive. 3 Questo verso è estratto da Fète d’eau> dalla raccolta intitolata La Cité des eaux (1902). Fu lo stesso Henri de Régnier a scrivere l’epigrafe sul manoscritto dei Jeuxd’eau, che si trova ora al Dipartimento di musica della Bibliothèque nationale di Parigi. [10] 1 Nel 1902, Frederick Delius (1862-1934) presentò un’opera in un atto intitolata Margot la Rouge a un concorso organizzato dall’editore italiano Sonzogno. Ravel accettò, dietro compenso, di realizzarne la riduzione per canto e pianoforte, e fu questo l’unico rapporto artistico intercorso tra i due compositori. È stata da poco ritrovata l’orchestrazione di Delius, a lungo considerata perduta, e la prima rappresentazione ha avuto luogo all’Opéra Théàtre de Saint Louis nel giugno 1983. (Cfr. «New York Times», 10 giugno 1983.) [9]

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Lettere

Ravel nel 1895 circa. (Archives Ravel)

Ravel sulla spiaggia di Saint-Jean-de-Luz nel 1914 con la madre, la signora Benoit e suo figlio Nicolas. (Archives Ravel)

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Ravel

La trascrizione procede bene ma vi chiederò di accordarmi tempo fino al termine di questo mese per finirla; spero tuttavia di potercela inviare prima di questo termine. Vogliate anche, nella vostra risposta, dirmi se è assolutamente neces­ sario trascrivere a due mani il preludio. Sarebbe di effetto molto migliore a quattro mani2. Cordialmente vostro

Maurice Ravel 41 rue Gambetta St. Jean-de-Luz (Basses Pyrenees)

11. A Frederick Delius Sain t-J ean-de-Luz Venerdì 3/10 [1902]

Caro Delius, Riceverete con lo stesso giro di posta la trascrizione di Margot. Trattengo ancora per qualche giorno la partitura d’orchestra per farvi i cambiamen­ ti convenuti. Ho avuto torto a non avervene parlato prima; la mia tra­ scrizione era quasi terminata quando ho ricevuto la vostra cartolina, ma credo che la cosa possa sistemarsi. Voi potete, fin d’ora, occuparvi della traduzione. Le modifiche non devono essere importantissime, e d’altra parte, il traduttore sarà sicuramente obbligato a farne altre. Per quel che concerne la musica, ho corretto gli errori evidenti (acci­ denti dimenticati, ecc.). Ho trascritto letteralmente certi passaggi dubbi, riservandomi di parlarcene più tardi, salvo qualche battuta (scena V: Pourquoi me confier ces choses-la) che m’è parsa oscura, c che ho lasciato in bianco. Vi segnalo anche un verso privo di musica sulla partitura (scena II La Patronne: Il te pince done bien, ton nouveau béguirì). Vi sarò obbligato se, appena ricevuta la partitura, vorrete darmene riscontro, sempre allo stesso indirizzo 41, rue Gambetta.

[10]

2 Nella partitura per canto e pianoforte (Paris, Lévy-Lulx ca 1905) il preludio è trascritto per intero per pianoforte a due mani. (La prima pagina dell’autografo di Ravel è riprodoita in A. Orenstein, Ravel: Man and Musician cit., tavola 6.)

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Lettere

A presto, mio caro amico. Se vedete Schmitt, trasmettetegli il mio amichevole saluto1. Cordialmente vostro Maurice Ravel

12. A Jane Courteault [Parigi]

Venerdì 11 7brc Z03

Mia cara Jane, No, non voglio credere che vi siate irritata con me, e spero che abbiate voluto fare gli occhiacci solo per spaventarmi. Vedete come il risultato sia immediato. D’altra parte, non mancavo del tutto di giustificazioni. Quando abbiamo ricevuto l’amabile invito della signora Gaudin, Edouard era a Londra già da qualche tempo, e io attendevo il suo ritorno per rispondere. È arrivato solo dopo 4 giorni. Ed è probabile che sarà presto obbligato a tornarvi, senza dubbio con mio padre, questa volta. Vedete che, in queste condizioni, mi sarà impossibile (e Dio sa se questo non mi spezza il cuore) venire a respirare l’aria natale, e ritrascorrere i momenti tanto squisiti vissuti tra voi l’anno scorso. Mi sono rimesso al lavoro, e considero ora il concorso di Roma come un brutto sogno al quale proibisco di ripresentarsi. Neppure Laparra1, malgrado il suo trionfo, deve conservarne un buon ricordo, e non credo che voglia rivivere l’istante in cui Fauré, suo professore e mio, ha dichia­ rato davanti a tutto l’istituto che tale verdetto era scandaloso, e visibil­ mente già emesso in precedenza. Era davvero il parere di tutti, del resto; ciò non impedisce che la condotta di Fauré sia stata giudicata molto (n]

1 Florent Schmitt aveva già realizzato quattro trascrizioni da opere di Delius. Benché Ravel non abbia mai riconosciuto alcun debito musicaleverso Delius, è parso di trovarne l’influenza in Asie, dal ciclo Shéhérazade'. «A tratti gli effetti ottenuti con una linea di soprano che si libra su di uno sfondo orchestrale rutilante, esso stesso costituito da più piani, ricordano straordinariamente la tecnica di Delius, così com’essa appare in un certo numero di passaggi di Margot, sia dove il soprano predomina, sia dove si affianca brevemente al baritono. Si può dire che, se pure Ravel ha riconosciuto in seguito 1’ “influenza spirituale” di Debussy sul ciclo, non sembra consapevole delle prospettive tecniche apertegli inconsapevolmente dalla frequentazione di certe opere della maturità di Delius». (Lionel Carley, Delius: A Life in Letters, I, 1862-1908, Cambridge, Harvard University Press 1983. p. 206.) 1121 1 Raoul Laparra (1876-1943) era un compositore di talento di cui sono ricordate soprattutto le opere La Habanera (1908) e La Ilustre Fregona (1931).

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Ravel

coraggiosa, prima di tutto perché Laparra era suo allievo, poi perché, in questo modo, ha chiuso per sempre dinnanzi a sé le porte deiristituto, di cui era destinato a occupare il primo posto vacante. Quanto al felice vincitore, di fronte all’inatteso atteggiamento del suo maestro, è stato colto da una crisi di nervi. A St-Jean-de-Luz c’è un tempo magnifico, mi dite? Siete fortunati! Qui, dopo un’estate in cui la pioggia non ha smesso di cadere, abbiamo goduto di 4 o 5 giornate tropicali. E ora, ri-pioggia e freddo cane. Mille affettuosi saluti da tutti noi a tutti voi. Attendo presto vostre notizie, mia cara Jane, non è vero? e una cordiale stretta di mano dal vostro devoto Maurice Ravel Sapete, la corda dell’impiccato2? Il giorno del concorso, dopo il verdetto, ho voluto in segno di gratitudine dividerla tra i miei interpreti... Ebbe­ ne! nessuno ha voluto saperne!!!

FTH Laparra mi ha scritto in un basco davvero elegante, ma ha dimenticato di darmi il suo indirizzo. Sareste così gentile, qualora lo incontraste, da chiedergli se ha ricevuto la cartolina che gli mando con lo stesso giro di posta?

13. A Eugène Demets 19, bd Péreire [Parigi 17tf]

[ca 1904]’

Caro signor Demets In risposta alla vostra lettera, vi prego di informare la persona che ne ha fatto richiesta che le mie condizioni sono: 20 fs [franchi] a lezione (una volta alla settimana). Vogliate gradire, caro signore, l’espressione dei miei più distinti sen­ timenti. Maurice Ravel 2 La corda usata per l'impiccagione di un uomo era tradizionalmente considerata un portafortuna. Evidentemente Jane Courteault ne aveva dato un pezzo a Ravel come buon augurio per il concorso! [N.d.T.] [13] 1 Questa data è approssimativa, perché la famiglia Ravel ha vissuto al 19 di boulevard Pereire dal luglio 1901 fino al 1905.

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Lettere

14. A Maurice Delage1 [Compiègne] [8/5/05]* 2

Sto mettendo in musica poesia [nr] di Guinand3. Bisognava proprio dirlo! Maurice Ravel

15. Romain Rolland

a

Paul Léon1 162, boulevard Montparnasse Parigi

Venerdì 26 maggio 1905

Caro signore, Leggo sui giornali che non esiste alcun problema Ravel. Credo sia mio dovere dirvi (amichevolmente e tra noi due) che questo problema esiste, e non può essere eluso. La mia posizione nella faccenda è di disinteresse assoluto. Non sono amico di Ravel. Posso persino dire che non nutro alcuna personale simpatia per la sua arte sottile e raffinata. Ma ciò che un senso di giustizia m’impone di dire, è che Ravel non si limita a essere un allievo promettente; è fin d’ora uno dei giovani maestri più in vista della

1 II compositore francese Maurice Delage (1879-1961) fece la conoscenza di Ravel agli inizi del Novecento e divenne presto uno dei suoi amici intimi. Il critico MichelDimitri Calvocoressi, loro comune amico, rievocò così la fase iniziale della loro lunga amicizia. Delage «era un caso veramente rimarchevole. Aveva raggiunto l’età di ventitré anni senza aver mai rivolto il pensiero alla musica, alla quale si appassionò ascoltando il Pelléas et Mélisande di Debussy... Ravel - che per quel che ne so non aveva mai insegnato in precedenza - s’interessò subito a lui e seppe guidarlo con infinita abilità, tatto, pazienza». (M.-D. Calvocoressi, Musician Gallery: Music and Ballet in Paris and London, London, Faber & Faber 1933, p. 61.) Oltre alla propria produzione, una serie di opere ristretta ma pregevole, Delage realizzò le trascrizioni di numerosi brani di Ravel. 2 Cartolina postale non datata di Ravel, raffigurante i dintorni del castello di Compiegne, dove si svolgeva il concorso del Prix de Rome. 3 Ravel musicò il testo di Edouard Guinand intitolato L "Aurore per tenore solo, coro e orchestra. (Nel 1884, Debussy aveva musicato le sua cintata L’Enfantprodiga e.) I testi per il Prix de Rome, in generale opera di dilettanti, erano spesso di grande banalità. [!5] 1 Lo scrittore e umanista Romain Rolland (1886-1944) scrisse quest’eloquente missiva a Paul Leon (1874-1962), storico dell’arte, sottosegretario dell’Accademia delle Belle Arti. L’eliminazione di Ravel al primo turno del Prix de Rome del 1905 aveva in effetti dato il via a uno scandalo dei più spettacolari negli annali del Conservatorio. I

[14]

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Ravel

nostra scuola, che non ne conta molti. Non dubito un solo istante della buona fede dei suoi giudici. Ma ciò significa allora la condanna senza remissione di tali giurie; e non concepisco come ci si ostini a conservare una scuola a Roma, se ciò avviene per chiuderne le porte ai rari artisti che possiedono un po’ di originalità, a un uomo come Ravel, che si è segna­ lato ai concerti della Société Nationale, per opere ben altrimenti impor­ tanti rispetto a tutte quelle che possono essere richieste a un esame. Un tal musicista faceva onore al concorso; e se pure un caso disgraziato, che faticherei a spiegarmi, avesse fatto in modo che le sue composizioni fossero, o sembrassero, inferiori a quelle dei suoi concorrenti, egli avreb­ be dovuto ciononostante essere accolto fuori concorso. E un caso un poco analogo a quello di Berlioz. Ravel si presenta all’esame di Roma non come un allievo, ma come un compositore che ha già superato le sue prove: ammiro i compositori che hanno osato giudicarlo. Chi li giudi­ cherà a loro volta? Perdonatemi, se m’intrometto in una faccenda che non mi riguarda. È un dovere per ognuno protestare contro un verdetto che, seppure conforme alla giustizia letterale, offende la giustizia vera e l’arte, e poiché ho il piacere di conoscervi, tengo a darvi — del tutto fra noi, lo ripeto l’opinione di un musicista imparziale. Vogliate credere, Caro signore, ai miei più devoti sentimenti.

Romain Rolland N.B. - Non c’è alcun mezzo per lo Stato (senza ritornare sul verdetto) di testimoniare almeno il suo interesse per Ravel? R.R.

critici musicali discutevano con foga di questo “affaire Ravel”, che comparve in prima pagina sui quotidiani francesi. (La lettera di Romain Rolland fu pubblicata sulla «Revue Musicale», dicembre 1938, pp. 173-4, ed è questo il testo da noi seguito.) Benché l’eliminazione di Ravel sia stata spiegata con l’ostilità che la giuria gli avrebbe personal­ mente testimoniato, un’esame della sua fuga e del suo brano corale mostra che questa misura poteva giustificarsi appieno. Oltre ai numerosi piccoli errori del brano corale, L’Aurore, vi è un passaggio che comporta sette battute consecutive di ottave parallele tra il basso e il soprano: una stridente infrazione alle regole tradizionali. (Questo passaggio è pubblicato in The Music Forum) 3, 1973, pp. 306-7.) Inoltre la fuga, con quello che sembra un gesto di sfida, si conclude, come Jeux d’eau> su di un accordo di settima maggiore (che fu corretto da uno dei membri della giuria). Di fronte a tali manifesti spropositi, i membri della giuria dovettero supporre o che Ravel non prendesse sul serio il suo lavoro, o che li disprezzasse, e le due ipotesi sembrano in questo caso corrette. Fu così che il conflitto latente che vedeva opposti il rivoluzionario ostinato e questa giuria estremamente conservatrice conobbe il suo drammatico svolgimento.

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Lettere

16. A Jean Marnold1 Verso Liegi Yacht Aimee \ Yacht ) Aimée

11/6/05

Caro signor Marnold Sono stato terribilmente occupato nei pochi giorni che hanno preceduto la mia partenza, per via di un brano per arpa commissionato dalla casa Erard*2. 8 giorni di lavoro accanito e 3 notti di veglia mi hanno permesso di terminarlo, bene o male. In questo momento, mi sto riposando con un viaggio di favola, e sono tentato ogni giorno di ringraziare quei signori dell’istituto3. Il vostro articolo del «Mercure» ci ha deliziati, a bordo4. Non ho potuto rispondere alla persona di cui mi avete inviato la cartolina; non l’ho portata con me, e di conseguenza non ho né il nome né l’indirizzo, che d’altra parte non mi avevate dato. Che fare? Se c’è ancora tempo, chiedo troppo pregandovi di mandarmi queste informa­ zioni? Se voleste farlo, vi pregherei di scrivere a Levallois5. Si darà segui­ to. Mi affretto a ritornare sul ponte; vedo una fabbrica singolare e ma­ gnifica. Entriamo a Liegi.

1 Cofondatore del «Mercure musical» e critico al «Mercure de France», Jean Marnold (1859-1935) fu un ardente partigiano di Ravel, di cui divenne ben presto amico. 2 L’ Introduction et Allégro per arpa e accompagnamento di quartetto d’archi, flauto e clarinetto fu dedicata ad Albert Blondel, direttore della ditta Erard, che forniva arpe e pianoforti al Conservatorio. 3 Nel bel mezzo della tempesta scatenata dal Prix de Rome, Ravel accettò un invito degli amici Alfred e Misia Edwards a fare una lunga crociera in Belgio, Olanda e Germania a bordo del loro lussuoso yacht Aimée. (Il monogramma di Misia Edwards, riportato qui sopra, ricorda quello di Ravel che si vede spesso sulla sua carta da lettere personale e sulle partiture a stampa.) 4 In un articolo intitolato Lo scandalo del Prix de Rome («Mercure de France», 1° giugno 1905, pp. 466-9), Marnold contestava la decisione della giuria che aveva eliminato Ravel al primo turno. Si chiedeva se fosse concepibile che il compositore di Jeuxd'eau e del Quatuorà cordes fosse incapace di scrivere una fuga scolastica e un brano corale dopo essere stato finalista in occasione dei tre ultimi concorsi. Rivelava inoltre che i sei finalisti erano tutti allievi dello stesso insegnante di composizione, Charles Lenepveu, membro della giuria al Prix de Rome. Così scriveva Marnold: «Bisognerebbe sapere una volta per tutte se è destino che da noi il beneficio sia estorto con l’intrigo oppure conferito da imbecilli... Per l’avvenire della nostra musica, è davvero arrivato il momento di spazzar via questa cricca di pedanti, di farisei o di pezzenti malefìci». Questo scandalo, che diede a Ravel definitiva rinomanza, ebbe per indiretta conseguen­ za la nomina di Gabriel Fauré alla direzione del Conservatorio, i cui programmi di studio furono considerevolmente mutati. 5 Nel 1905 la famiglia Ravel si stabilì a Levallois-Perret, nella periferia parigina.

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Ravel

Mille scuse per il disturbo e mille ringraziamenti per il vostro articolo. Presentate i miei rispettosi saluti alla sig.ra e alla sigma Marnold e crede­ temi, caro signor Marnold sinceramente vostro Maurice Ravel

17. A Maurice Delage Maastricht

15/6/05

Prima impressione d’Olanda. Cattedrali e suoni di campane nella notte. Piccola città sonnolenta.

rm 18. A Maurice Delage Amsterdam Yacht Aimée

24/6/05

In secca, nel porto. Calafatano il ponte, preparano non so che in previsione di prossime traversate. Da 3 giorni siamo qui, e non sono ancora stato ai musei. Ci sono tante cose da vedere. Amsterdam è completamente diver­ sa da come l’immaginavo. Un ammasso di case policrome dai frontoni lavorati, i palazzi e i monumenti moderni singolari per il colore e per l’architettura. Dovunque, canali. L’intera città è costruita su pali, cosa che le dona un aspetto sorprendente, ma la rende un bugliolo puzzolen­ te. Fin dal mio arrivo mi sono precipitato al giardino zoologico e all’ac­ quario. Sento che ci ritornerò diverse volte. Ieri, escursione ad Arkmaar [Alkmaar]. Mercato dei formaggi accom­ pagnato da un eterno carillon. Nella strada, uno spettacolo tra i più magnifici. Un lago fiancheggiato da mulini. Nei campi, mulini fino all’orizzonte. Dovunque si volga lo sguardo, nient’altro se non pale che

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1 Questo appunto è scritto su una cartolina illustrata raffigurante una veduta di Maastricht, con due file di case separate da una diga e da un canale.

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Lettere

girano. Si finisce per avere fimpressione di essere degli automi, di fronte a questo paesaggio meccanico. Con tutto ciò, non ho bisogno di dirvi che non combino nulla. Ma accumulo, e credo che da questo viaggio usciranno parecchie cose. In ogni caso, per il momento sono perfettamente felice, e ho avuto davvero torto a preoccuparvi in un momento di apatia. Sapete come sono capace di affrontare le cose più tragiche, e, Dio mio, c’è di peggio davvero1! Scrivetemi ad Amsterdam. Dovremo restarci ancora per una settimana. Un’affettuosa stretta di zampa

Maurice Ravel

19. A Maurice Delage Sul Reno, verso Dusseldorf Yacht Aimée

5/7/05

Mio caro amico, Da ieri siamo in Germania, sul Reno tedesco. Questo non è per nulla il Reno che immaginavo, tragico e leggendario, popolato, in mancanza di ninfe, di gnomi e di valchirie, di burgs' su roccioni a picco, in mezzo ai pini, Hugo*2, Wagner, Gustave Dorè. Sembra che lo si possa trovare abbastanza così un poco più lontano, verso Colonia. Per il momento è assai bello, forse anche meglio. Ciò che ho visto ieri sera mi è rimasto negli occhi, insieme al porto di Anversa. Dopo una giornata noiosa, su un fiume che scorreva larghissimo tra due rive disperatamente piatte, senza carattere, compare una città di ciminiere, di cupole che vomitano fiamme e fumi rossi o azzurri. E Ahum [Ahaus], una fonderia gigantesca, nella quale lavorano giorno e notte 24.000 operai. Facciamo scalo qui, dal momento che Rerorth [Ruhrort] è troppo lontana. Tanto meglio perché non avremmo visto altrimenti questo spettacolo prodigioso. Sia­ mo scesi fino alle fabbriche, sul calar della notte. Come raccontarvi l’impressione provata di fronte a questi castelli di ghisa fusa, di queste

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1 Allusione al fiasco del Prix de Rome. 1 Castello, in tedesco. 2 Le Rhin di Victor Hugo, relazione su un viaggio in terra renana.

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Ravel

cattedrali incandescenti, della meravigliosa sinfonia di nastri trasportato­ ti, di fischi, di formidabili colpi di martello che vi avvolge. Dovunque, un cielo rosso, cupo e ardente. Lassù, è esploso un temporale. Siamo rientrati terribilmente fradici, con differenti stati d’animo. Ida3, atterrita, aveva voglia di piangere. Io pure, ma di gioia. Com’è musicale tutto questo! ho davvero l’intenzione di servirmene4. Siamo partiti stamattina, con tempo piovoso. Sole pallidissimo, molto in alto. A ogni istante, masse azzurre si profilano attraverso la nebbia giallastra. Poi, s’intravedo­ no costruzioni simili a grandi palazzi incantati. Sono sempre le monu­ mentali fabbriche che coprono tutta la regione. Ora il paesaggio diviene pacifico. Le rive di nuovo piatte con bo­ schetti di tanto in tanto. Stasera facciamo conto di dormire a Dusseldorf. Scrivetemi a Francoforte; sarà più prudente. Ci dobbiamo arrivare tra 5, 6 giorni. Un’affettuosa stretta di zampa Maurice Ravel

Siamo in vista di Dusseldorf.

20. A Maurice Delage Francoforte Yacht Aimée

12/7 [05]

Arrivati ieri sera. Già visto il museo, che contiene un meraviglioso Rem­ brandt, dei Kranach [Cranach], e soprattutto un Velasquez! Quanto alla vecchia città, è stupefacente. Tanto ben conservata, che sembra falsa. Un sacco di ricordi. Le case natali di Goethe, di Rothschild e di Lutero. La casa in cui fu firmata la pace del ’70. Fatta colazione in un magnifico giardino. Insomma, una giornata che avrebbe potuto essere tra le più belle senza la preoccupazione della vostra lettera e di quella di Sordes1.

[19]

3 Ida Godebska (cfr. nota 1 alla lettera 22). 4 André-Ferdinand Hérold, traduttore e librettista dell’opera, descrive così l’opera incompiuta di Ravel La Cloche englourìe : «Le scene che si svolgono nella bottega del fonditore Henri sarebbero state di una singolare potenza. Ravel non vedeva una piccola bottega artigiana, sognava una vasta officina, attrezzata come le più grandiose di oggigiorno, e avrebbe utilizzato innumerevoli rumori di martelli, seghe, lime, sirene». (André-Ferdinand Hérold, Souvenirs, «La Revue Musicale», dicembre 1938, p. 198.) [20] i Ji pittore Paul Sordes, membro della società degli Apaches.

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Lettere

Dunque, vecchio mio, voi due, voi soprattutto, che conoscete l’aspet­ to un poco buffo del mio carattere, la sensibilità, come avete potuto farvi venire in mente l’idea di farmi uno scherzo tanto crudele, quello dell’in­ carico2? Non avete immaginato la palpitazione che mi avrebbe scosso alla lettura di quest’annuncio? Sì, nonostante tutto ci sto, pure ci sto orribil­ mente a malincuore. Perché, dopo tutto, ciò non sarebbe per nulla impossibile. La nomina del mio maestro a una carica ufficiale importan­ te3, e soprattutto il valore ordinario delle persone a cui questi incarichi sono affidati, potrebbero ben darmi qualche speranza. No, vecchio mio, con queste cose non si scherza, e d’altra parte, ne sono sicuro, ci metterei la mano sul fuoco, non siete stato voi l’istigatore di questa mistificazione. Scrivetemi presto. Sono in uno stato tale che non provo più alcun gusto per ciò che mi circonda. Mi sentirò interamente rassicurato solo a Colonia dove riceverò la vostra risposta, se l’inviate immediatamente. Noi rimarremo a Francoforte solo altri 2 giorni. Se fosse vero (lo so, sono un idiota), insomma, se sì, telegrafatemi qui. So che non ve la prenderete per i miei rimproveri, non è vero? Affettuosamente Maurice Ravel

21. A Maurice Delage Middelbourg

20/7/05

Ecco l’ultima città olandese in cui trascorriamo la notte, vecchio mio. Domani, ci fermiamo a Vlissingen a imbarcare un pilota per la traversa­ ta. Ostenda domani sera; ci fermeremo uno o due giorni, (forse Bruges) e raggiungeremo Le Havre per mare. Sarò dunque a Parigi tra pochi giorni. Tra meno di una settimana, saremo insieme, parlando di tutto quel che ci siamo scritto, e poi di tutto quel che pensiamo e che non ci siamo scritto, e poi alla malora! non posso nascondere la mia gioia per il ritorno. È questo il sentimento più forte, malgrado la nostalgia di un viaggio affascinante di cui conserverò a lungo il magnifico ricordo. Di­ ciamo addio all’Olanda, il tempo si è rimesso al bello. Da Dordrecht a Veere, traversata splendida. Rivisto il branco di foche sul mare del Nord. Rapida passeggiata a Veere, una grande città morta, oggi, un villaggio

[20]

2 ]\jeua lettera 22 si troveranno dettagli su questo progetto di incarico in Oriente. 3 Si tratta della nomina di Gabriel Fauré alla direzione del Conservatorio.

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Ravel

con resti d’opulenza. Middelbourg [Middelburg] conclude bene la serie di queste città olandesi, tanto curiose. È una della più tipiche, con un municipio sontuoso e soprattutto un’indimenticabile abbazia. Non è necessario che vi dica quanto sarò felice di vedervi al mio arrivo. Scrive­ temi a stretto giro di posta, a Le Havre, per comunicarmi la vostra attuale residenza. Vi telegraferò l’ora del mio ritorno. A presto, mio caro amico. Affettuosamente

Maurice Ravel


Histoires naturelies e, in prima audizione, Introduction et Allégro di Ravel. [39] 1 J] musicologo e critico Louis Laloy (1874-1944), amico stretto di Debussy, intratteneva relazioni cordiali con Ravel. Fondò insieme a Jean Marnold il «Mercure de France»; i suoi articoli furono pubblicati sia su «La Grande Revue» sia sulla «Gazette des beaux-arts». Nelle sue memorie, Laloy riassume così l’idea che si era fatta della controversia tra Ravel e Debussy: «Ho fatto tutto quel che potevo per prevenire tra loro un malinteso, ma troppi stupidi impiccioni sembravano compiacersi di renderlo inevitabile, sacrificando ad esempio il Quatuor di Debussy a quello di Ravel, oppure sollevando, tra l’Habanera e la seconda delle Estampes, assurde questioni di priorità. I due musicisti cessarono allora di frequentarsi; dal momento che la loro stima era reciproca, hanno rimpianto entrambi, ne sono testimone, questa rottura». (Louis Laloy LaMusique retrouvée, Paris, Plon 1928, p. 167.) 2 Laloy aveva consigliato a Ravel di ascoltare la voce del “Farfadet moqueur”, sottolineando a ragion veduta che umorismo e ironia erano elementi innati dell’arte di Ravel. 3 Le osservazioni di questo paragrafo e del seguente si riferiscono alle Histoires naturelies e l’insieme della lettera è del resto, in larga misura, una risposta alla recensione [38]

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Ravel

Prima di tutto, è una cosa che in sé non esiste; le occorrerà sempre l’occasione: sia quella di un testo, sia quella di una situazione... Due accordi, coi piedi per aria, o in qualche altra posizione scomoda, non saranno per forza “umoristici” e non potranno diventarlo se non in modo empirico. Sono d’accordo con voi nel riconoscere che Ravel è straordinariamen ­ te dotato, ma quel che mi irrita è il suo atteggiamento di “prestigiatore” o meglio di fachiro incantatore, che fa nascere fiori intorno a una sedia. ... Disgraziatamente un gioco di prestigio va sempre preparato, e può stupire soltanto una volta! Ebbene, io non domando di meglio che ci si diverta - e un’arte senz’altre preoccupazioni che quella di fare sorridere sarebbe persino una graziosissima forma di difesa nei confronti della musica, tormentata e resa noiosa da un sacco di gente! A martedì sera, spero di vedervi entrambi, con amicizia

Claude Debussy4

40. A Georges Jean-Aubry1 23/3/07

Signore, Le mélodies citate da Calvocoressi lo sono solamente a titolo informativo. Ed è davvero tutto ciò che meritano. Tra questi esercizi scolastici uno solo sarà pubblicato presto da Durand: Sainte da Mallarmé (1896). Gli altri brani, soprattutto quelli da Verlaine, sono troppo giovanili2. entusiastica pubblicata da Laloy sul ciclo di Ravel. D’altra parte, così come ha notato Francois Lesure, le opinioni di Debussy alle volte variavano a seconda del corrisponden­ te. Egli scriveva ad esempio a Jacques Durand il 25 febbraio 1907: «Caro amico, grazie per le Histoires naturelies,.. È troppo singolare! È artificiale e chimerico, un po’ come la casa d’un mago. “Le Cygne” è nondimeno musica molto graziosa». (Francois Lesure, L*affaire Debussy-Ravel—Lettres inédites, «Festschrift Friedrich Blume», Kassel, Bàrenreiter 1963, pp. 231-4.) [39] 4 Questa lettera è pubblicata nell’articolo di Francois Lesure, Correspondance de Claude Debussy et de Louis Laloy (1902-1914), «Revue de musicologie», 48, lugliodicembre 1962, p. 25. [40] 1 II critico e scrittore Georges Jean-Aubry (1882-1949), gran difensore della musica contemporanea francese per tutto il corso della sua carriera, contava tra i propri amici una buona parte dei grandi compositori dell’epoca. Fu Ricardo Vines a presentarlo a Ravel nel gennaio 1906. Negli anni Venti visse a Londra, dove pubblicò il giornale musicale «The Chesterian». 2 Ravel sembra fare allusione a Un grandsommeil noir (pubblicato per la prima volta

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Lettere

Per il momento ho in progetto diverse mélodies, tra cui due di Verlai­ ne. Se una di queste fosse terminata a tempo, ve ne manderei una copia prima di consegnarla all’editore3. Ma a questo proposito non oso contare troppo su me stesso: il sole sembra accigliarsi e con un tempo tanto uggioso sono incapace di mettere insieme due battute. Voglio dirvi quanto sia toccato dall’interesse che avete per le mie opere. Si sforzano tutti, soprattutto in questi ultimi tempi, di dimostrar­ mi che sbaglio, o meglio, che cerco d’indurre in errore gli altri! Non posso impedirmi di provarne talvolta una certa irritazione. Per questo tengo a ringraziarvi sinceramente della vostra lettera, pre­ gandovi, signore, di credere ai miei sentimenti di simpatia artistica.

Maurice Ravel

41. Al

direttore del

«Temps»1 [Fine marzo 1907]

Signor direttore, Sono stato informato di un articolo pubblicato su «Le Temps» del 19 marzo, articolo in cui si parla molto di me. In esso Pierre Lalo, con la consumata abilità che gli è riconosciuta, si sforza una volta di più di dimostrare che non ho alcuna personalità. E fin qui va tutto bene. Quel che è più grave, è il fatto che attribuisce a «certi musicisti» singolari propositi nei confronti di un geniale artista, Claude Debussy* 2. Secondo l’abitudine corrente, Lalo non fa il nome dei «giovani mu­ sicisti» che accusa con tanta leggerezza. Ma poiché il mio nome si trova citato assai spesso nel corso dell’articolo, potrebbe crearsi una spiacevole confusione, e taluni lettori sprovveduti potrebbero credere che si tratti di me. Sarebbe stata necessaria un po’ più di chiarezza. Non oserei inflig-

nel 1953) e a Le cìelest, par-dessus le toit, entrambi tratti dalla raccolta Sagesse. (Il lettore troverà schizzi della seconda melodie in Arbie Orenstein Some Unpublished Music and Letters by Maurice Ravel, «The Music Forum», 3, 1973, pp. 292-5). [40] 3 Riferimento a Sur l’herbe, dalle Fétes galantes di Verlaine, il cui manoscritto porta la data del 6 giugno 1907. [41] 1 Lettera pubblicata su «Le Temps» del 9 aprile 1907. 2 Nel suo articolo del 19 marzo 1907, Lalo evocava in questi termini le idee dei giovani musiciti riguardo a Debussy: «I giovani musicisti francesi non gli devono niente; tra loro e lui non ci sono né influenze né imitazioni, ma coincidenze e similitudini del

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Ravel

gere una smentita formale a Lalo senza solidi argomenti, e lo sfido a produrre un solo testimone che mi abbia udito proferire tali assurdità. Non m’importa di essere considerato un plagiario impudente da co­ loro i quali conoscono le mie opere soltanto attraverso la critica. Ma non voglio passare per un imbecille, neppure agli occhi di costoro. Faccio appello esclusivamente alla vostra cortesia, signor direttore, pregandovi di pubblicare la presente lettera su «Le Temps», nella stessa collocazione e con gli stessi caratteri della rubrica di Pierre Lalo3. Con i miei anticipati ringraziamenti, vogliate gradire l’espressione dei miei più distinti sentimenti.

Maurice Ravel

42. A Ida Godebska [Hotel du Raz-de-Sein] [Pointe du Raz] 3/8/07

L’albergo della Grangette non sarà troppo pieno verso il 20? Al mio ritorno dalla Bretagna verrò a stare da voi. I miei sono in Svizzera, suppongo; non ho più loro notizie. Scrivetemi a Morgat di Crozon (Finistère) hotel Téréné. La statua di vostro suocero è adornata d’una stupenda stampella ex voto. Gaffe1! Aff[ettuosament]e a tutti

rrn* tutto naturali, prodotte da un generale stato d’animo. È un errore e una pura ingiustizia pretendere che somiglino a Debussy; si potrebbe altrettanto bene dire che è Debussy a somigliare loro». Lalo prosegue ancora criticando questa visione. [41] 3 Nella sua risposta alla lettera di Ravel (pubblicata su «Le Temps» del 9 aprile 1907), Lalo dice che «Ravel si difende senza essere stato accusato». Secondo lui, emergeva chiaramente dal suo articolo che Ravel non faceva parte del novero dei musicisti che avevano fatto su Debussy «singolari dichiarazioni». Lalo citava poi un estratto della lettera che Ravel gli aveva scritto nel febbraio 1906 (v. lettera 29), riguardante le innovazioni pianistiche dei Jeux d’eau — prove, secondo Lalo, che Ravel pensava effettivamente di dover poco a Debussy. [42] 1 Cyprien Godebski, suocero di Ida, era autore di una statua, Notre-Dame des naufragés, che si trova sulla punta di Raz, in Bretagna, a picco sulfoceano Atlantico. Essa è meta ogni anno di un pellegrinaggio il 15 agosto.

42

Lettere

43. A Jane Courteault Grand Hotel de la Plage Morgat (par Crozon) Finistère

16/8/07

Credo di aver proprio meritato questa volta, mia cara Jane, il vostro risentimento. E tuttavia spero ancora che mi perdonerete un’altra volta. Come il solito, trovo il tempo di scrivere soltanto in viaggio. Per di più, farlo durante un viaggio come questo è assai diffìcile. Ho lasciato Parigi in auto da oltre un mese, facendo escursioni attraverso la Bretagna e seguendo un itinerario tra i più fantasiosi. Mi riposo così dalle fatiche di un lavoro folle: in meno di tre mesi ho messo insieme un opéra-comique in 1 atto, L’Heure espagnole, su libretto di Franc-Nohain. Quest’opera sarà probabilmente rappresentata all’Opéra-Comique quest’inverno, dal momento che il direttore ha dichiarato che non aspetteremo a lungo1. Ecco dunque scuse che mi faranno avere forse il vostro perdono. I miei sono in Svizzera. Ho ricevuto la notizia che si erano all’improv­ viso decisi a partire, poiché le condizioni di mio padre lo permettevano. Il mio povero papà si va indebolendo sempre di più, e sono 2 mesi che può a malapena camminare. Il soggiorno in Svizzera gli fa molto bene, quel tanto di bene che si può sperare. Non sono miglioramenti enormi, purtroppo. Dovreste scrivere loro. Ecco il loro indirizzo: pensione Chanevard, Bellevue (cantone di Ginevra). Devono restarci almeno fino al 20 Cr [corrente]. Io verso quell’epoca lascerò Morgat. Non tornerò diret­ tamente a Parigi, e del resto mi limiterò ad attraversarla. Mi stabilirò in casa di amici, presso Fontainebleau, per terminare la mia opera. Vi invierò qualche cartolina di là per darvi il mio indirizzo, perché spero bene che voi non ce l’abbiate con me, e che mi mandiate una lunga lettera per darmi notizie. A presto, mia cara Jane. Mille affettuosità a tutti e una cordiale stretta di mano dal vostro devoto

Maurice Ravel

[43]

1 Dopo innumerevoli ritardi, *L Heure Comique il 19 maggio 1911.

espagnole fu alla fine presentata all’Opéra-

43

Ravel

44. A Jean Marnold La Grangette Valvins Par Avon (S & M.) 12/9/07

Caro amico, sono qui a Valvins già da qualche tempo, ma solo recente­ mente è tornata la calma. Ancora qualche sobbalzo automobilistico, in questi giorni, e poi ho ripreso il mio lavoro, interrotto da nuotate, canot­ taggio, diabolo1. Durante la breve sosta che farò a Parigi lunedì prossi­ mo, se avrò tempo verrò a stringervi la mano. I miei omaggi a casa vostra e cordialità Maurice Ravel

45. A Georges Jean-Aubry [11, rue Chevallier] [Levallois] 26/10/07

Caro amico, Prima di tutto, di sfuggita, vi prego di scusare il mio silenzio: lavoro. Ecco i nomi e gli indirizzi dei parenti1: da una parte * sig. Edouard Ravel e sig.ra* 2, 15, quai de file. Dall’altra: 3 biglietti alla signora Vedova Perrin, 58, rue de Berne. Attenzione! non collocare vicini questi due gruppi, che non simpatiz­ zano tra loro. Ecco la variante che ristabilirà il testo di Verlaine:

Ce

vieux vin

de

Chypre est

ex [quis]3

Attendetevi una lettera meno succinta nei prossimi giorni. Cordialità Maurice Ravel

1 Gioco che consiste nel far ruotare una spoletta di legno su una corda tesa tra due bastoni tenuti uno nella mano destra l’altro nella sinistra. [45] 1 I parenti svizzeri di Ravel. 2 Cfr. la lettera 68 della signora Ravel. 3 «Questo vecchio vino di Cipro è squisito», dal poema Sur l’herbe di Verlaine

[44]

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Lettere

I miei rispettosi e simpatici saluti alla signorina H. Luquiens4.

46. A Ida Godebska [11, tue Chevallier] [Levallois] 20/1/08

Cara amica. Senza dubbio appaio colpevole, ma se immaginaste la vita folle di questi ultimi giorni mi scusereste. Per recuperare terreno, vi racconterò per filo e per segno le avventure ùeL’Heure espagnole: Martedì scorso, ostento la mia miglior voce di Toledo1 e vado da Carré2 con la sola Bathori3 (Engel4 aveva avuto un impedimento all’ultimo minuto). Canticchio con le peggiori stonature, rompo subito tre tasti a un pianoforte da bordello, lascio che Bathori intoni le arie di bravura, e aspettiamo la decisione suprema: Respinto... Impossibile imporre un soggetto del genere alle orecchie innocenti degli abbonati dell’Opéra-Comique. Ma pensate un po’: questi amanti chiusi dentro a orologi e trasportati in camera! Tutti capiscono quel che ci vanno a fare!! Riconosco che questa è la situazione più scabrosa che sia stata presentata in scena dai tempi di Jean Schopffer [jz?]5. Senza dubbio pervertito da malsane letture, quan­ do vedevo gl’innamorati infilarsi «sotto le frasche», supponevo sempre

(battuta 6 della mélodie di Ravel). Nel manoscritto, Ravel omette la parola vieux e utilizza una croma per ce. È poi tornato su questa correzione, e l’edizione è conforme alla succitata lettera. [45] 4 II soprano Hélène Luquiens aveva dato la prima esecuzione dei Grands vents venus d^utremeràì Ravel (su una poesia d’Henri de Régnier), nel giugno 1907, accompagnata dal compositore. [46] 1 L’azione àeWHeure espagnole si svolge a Toledo, nel XVIII secolo. 2 Albert Carré fu direttore deH’Opéra-Comique dal 1898 al 1913, poi ne divise la direzione con Emile e Vincent Isola dal 1919 al 1925. 3 II mezzosoprano Jane Bathori (1877-1970), fedele interprete delle opere vocali di Ravel, cantò nel corso della sua brillante carriera, sviluppatasi per una quarantina d’anni, le opere vocali di praticamente tutti i compositori francesi importanti dagli anni Novanta fino alla seconda guerra mondiale. Georges Jean-Aubry vedeva in lei «l’incar­ nazione della mélodie francese moderna». 4 Emile Engel, marito di Jane Bathori, era cantante e insegnante di canto. 5 Jean Schopfer, pseudonimo di Claude Anet, scrittore dai facili effetti, aveva pubblicato nel 1708 certe Notes sur lamour e aveva scritto per il teatro La Filleperdue.

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Ravel

intenzioni disoneste. Comprendo bene ora, grazie a quel severo morali­ sta che è il Direttore dell’Opéra-Comique, come la mia interpretazione fosse infame, e come il fallo meno innocente di Carmen, di Manon, di Krysis o della regina Fiamette6 fosse quello di mettersi troppo frequen­ temente le dita nel naso. E poi, lo sconcerto di questa donna che ammira i bicipiti di un uomo! Questa mentalità da diaconessa stupisce in Carré. Non è ancora troppo giovane per pensare di farsi eremita? Ma ecco: il giorno dopo, vado ad annunciare la notizia alla sig.ra C. (la moglie del nuovo ministro)7. Se n’è indignata, e il suo primo impulso è stato quello di scrivere a Carré. Dopo matura riflessione, s’è decisa a obbedire comunque a quest’impulso, e ne è seguito un saporito scambio di corrispondenza. Vi racconterò tutto venerdì. Per ora evito di dar gas al mio furore, perché ho bisogno di tutto il mio sangue freddo per trattenere in prima marcia le critiche. Temo le sbandate. Tra poco andrò a trovare Misia, con Delage. A venerdì. Saluti affet­ tuosi a tutti dal vostro devoto

Maurice Ravel

47. A Ralph Vaughan Williams1 La Grangette Valvins par Avon (S. & M.) 3/3/08

Caro signore, Prima di tutto, scusatemi per non avervi scritto prima. Ho lavorato come un matto in questi ultimi tempi. La mia Rapsodie espagnole deve essere eseguita da Colonne il 15 marzo. Soltanto la 4a parte è stata orchestrata! Parliamo ora della vostra opera. Quando riceverete questa lettera,

6 $e (2armen di Bizet e Manon di Massenet sono eroine celebri dell’opera, quelle dell’Aphrodite (1906) di Camille Erlanger, tratto dal romanzo di Pierre Louys, e della Reine Fiamette (1903) di Xavier Leroux, su libretto di Catulle Mendès, sono oggi meno conosciute. 7 Jean Gruppi (1855-1933) fu deputato per circa venticinque anni. Il 4 gennaio 1908 fu nominato ministro del Commercio e dell’industria; in seguito, per qualche mese nel 1911, ministro degli Affari Esteri. [47] 1 Nel corso dell’inverno 1907, per tramite di Calvocoressi, Ravel fu presentato a Ralph Vaughan Williams (1872-1958), al quale diede qualche lezione di composizione [46]

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Lettere

spedite la vostra partitura e la trascrizione al signor Marcel Labey\ presso la casa Pleyel, rue Rochechouart. Se la Société nationale può dare 2 concerti con l’orchestra la vostra fantasia3 sarà eseguita. In caso contrario, sarà più diffìcile, perché è naturale che in una società che porta il titolo di nazionale vadano favoriti gli autori francesi. In ogni caso non ho bisogno di dirvi che farò tutto ciò che posso perché venga eseguita l’opera di un allievo di cui ho motivo di vantarmi. Vogliate presentare i miei rispettosi omaggi alla signora Williams e credere ai miei sentimenti di viva simpatia. Maurice Ravel

P.-S. Ho dato disposizione perché la fantasia venga inviata a destinazio­ ne, qualora fosse già arrivata a casa mia.

e orchestrazione. Queste lezioni, che durarono circa tre mesi, consistevano essenzial­ mente in lavori d’orchestrazione attuati sia sulla musica per pianoforte di Ravel sia su opere di Rimskij-Korsakov e di Borodin. Vaughan Williams ricorda così le lezioni con Ravel: «Il nostro primo incontro lo lasciò perplesso. Dopo che gli ebbi mostrato certi miei lavori, mi disse che per le mie prime lezioni sarebbe stato meglio “écrire un petit menuet dans le style de Mozart”. Mi resi subito conto che dovevo agire con prontezza e gli dissi nel mio migliore francese: “Guardate che se ho investito il mio tempo, lasciato il mio lavoro, i miei amici, la mia carriera per venire qui a imparare da voi, non è certo per scrivere un petit menuet dans le style de Mozart”. «Dopo di ciò divenimmo grandi amici e appresi molto da lui. Per esempio, che la pesante maniera teutonica di lavorare il contrappunto non era indispensabile. “Com­ plexe mais pas compliqué”, questo era il suo motto. M’indicò come orchestrare per punti coloristici piuttosto che per linee. Era un’esperienza vivificante vederlo affrontare tutti i problemi artistici sotto un’angolazione totalmente nuova per me. «Brahms e Òajkovskij erano ai suoi occhi “tous le deux un peu lourds”. Elgar era “tout à fait Mendelssohn” e la sua musica era “tout à fait simple, rien que Mozart”. Si opponeva allo sviluppo concepito come fine a se stesso - bisognava sviluppare soltanto per arrivare a qualcosa di meglio. Diceva che vi era un contorno melodico implicito in ogni musica essenziale, e citava l’inizio della Sinfonia in do minore [di Beethoven] come esempio di melodia non enunciata, ma implicita. Inorridì quando seppe che non c’era pianoforte nell’alberghetto in cui abitavo: “Sans le piano on ne pent pas inventer des nouvelles harmonies”». (Ursula Vaughan Williams, R, V.W.: A Biography of Ralph Vaughan Williams, London, Oxford University Press 1964, p. 79). [47] 2 Compositore minore di quest’epoca, Marcel Labey (1875-1968) fu il segretario della Société nationale per quasi cinquantanni. 3 Senza dubbio un’allusione alle «impressioni sinfoniche» per orchestra In the Fen Country, composte nel 1903-1904 e successivamente rivedute. L’opera non fu eseguita.

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Ravel

48. A Ida Godebska Lunedì [9/3/08]1

Sfinito. Neanche il tempo di dormire. Visto Colonne*i2 ieri sera. Lavorato fino a mezzanotte 1/2. Fa saltare lo scherzo di Lalo3 per darmi più tempo (non dite nulla al figlio del compianto maestro). Nello stesso concerto, arie di Rimsky, eseguite dalla sig.ra de Wieniavski. Affett[uosit]à a tutti Maurice Ravel

49. A Cipa Godebski [11, rue Chevallier] [Levallois (Seine)]

26/3/08

Caro amico, Ecco il richiesto articolo di Lalo: secondo le migliori aspettative1. Vi giuro che non avevo fatto scivolare nella partitura indirizzata a lui 25 luigi, eppure mi scocca un complimento: la mia musica non assomiglia a quella di Paul Dukas2. Lo so bene, perbacco, che le mie qualità non sono quelle d’un Ebreo3! 1 Data del timbro postale 2 II direttore d’orchestra Edouard Colonne (propr. Judas Kòln, 1838-1910) istituì i Concerts Colonne nel 1873. Diresse la prima esecuzione della Rapsodie espagnole in occasione di un concerto pomeridiano tenuto la domenica 15 marzo 1908. In program­ ma figuravano l’ouverture di Le Roi d'Ys di Edouard Lalo, \' Incompiuta di Schubert, estratti dall’opera La notte di Natale di Rimskij-Korsakov, la Ballade per pianoforte e orchestra di Fauré, con Alfred Cortot al piano, la Rapsodie espagnole, estratti dall’opera La fanciulla di neve di Rimskij-Korsakov, le Variations symphoniques di Cesar Franck, con Alfred Cortot, e infine la marcia del II atto del Tannhauser di Wagner. 3 Lo Scherzo di Edouard Lalo fu pubblicato da Durand nel 1884. Si tratta della trascrizione per orchestra del secondo movimento del suo terzo Trio pour piano, violon et violoncello, op. 26. [49] 1 Pierre Lalo recensì l’opera Ariane et Barbe-bleue di Dukas e la Rapsodie espagnole su «Le Temps» del 24 marzo 1908; se l’opera suscitò vivi elogi, la suite orchestrale fu vivamente criticata. 2 Dukas (1865-1935) studiò al Conservatorio di Parigi prima d’insegnarvi a sua volta. Oltre a una quindicina di opere assai pregevoli, gli dobbiamo alcuni brillanti saggi e lavori di ricerca. 3 Nonostante questa battuta passeggera, Ravel era l’ultima persona del mondo a mostrarsi antisemita e rifiutava energicamente ogni forma di razzismo. Ha del resto messo in musica numerose melodie ebraiche, e buona parte dei suoi amici erano ebrei.

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Lettere

Avrebbe potuto aggiungere che allo stesso modo non assomigliavo a de Camondo4. Ma il prezzo è diverso. Verrò presto a trovarvi. Questo è il momento degli inviti a cena. Domenica prossima dalla sig.ra Schnerb. Questa volta è stato Carle Dauriac a farsi carico d’invitarmi. Ancora qualche bozza o partitura da correggere, vado a rimettermi al lavoro. Che cosa? Cloche engloutie, trio5, sinfonia, San Francesco d’Assi­ si6? Non lo so ancora. Vista ieri la sig.ra Droz, a cui Carré ha confidato che L'Heure espagnole non sarà ben compresa. Lo so bene, è un po’ astratta. A presto, e affettuosamente a tutti Maurice Ravel

Qui [allegato] un pezzo di Willy7. Così, non sentirete una campana sola, (cediglia, eh?)8

50. Ravel, Calvocoressi e Delage a Ida Godebska [Mary-sur-Marne] 20/4/08

Che faccia tosta! Chi è che non ha risposto a Ravel? Aspetto per scrivere.

itr [49]

4 II conte Nissim de Camondo, ebreo e celebre collezionista d’arte, era anche compositore dilettante. 5 Riferimento al Trio, che fu compiuto nel 1914. 6 Non sembra che sia rimasto alcunché di quest’opera, che doveva basarsi sui Fioretti di san Francesco in un adattamento di Ricciotto Canudo. (Ravel possedeva un esemplare della traduzione francese di Arnold Goffin.) Manuel de Falla riteneva che materiali di quest’opera fossero stati utilizzati in Ma mère TOye. (Cfr. M. de Falla, Notes su Ravel, «La Revue Musicale», XX, 1, 1939, p. 85.) 7 Willy, sotto il titolo Lettre de Touvreuse, fece l’elogio della Rapsodie espagnole in un articolo di «Comoedia» del 23 marzo 1908 in cui paragonava la tecnica orchestrale di Ravel a quella di Richard Strauss. (Ravel allegò gli articoli di Lalo e di Willy alla sua lettera.) 8 Intraducibile gioco di parole; la frase originale è «vous n’entendrez pas qu’un son», dove son sta per suono; Ravel immagina un’altra grafia: $on, con lo stesso valore fonetico, per contrapporla a con, senza cediglia, che è un pesante insulto. Il doppio senso suonerebbe dunque così: «non sentirete un solo coglione», evidentemente riferito a Lalo e Willy. [N.d.T.]

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Ravel

Compliments of the season1. M. Calvocoressi. niente posti Spiacente

M.D.* 2

51. A Ida Godebska Venerdì [22 maggio o 5 giugno 1908]

Cara amica, Verrò a trovarvi lunedì. Piaccia al cielo che la Grangette non sia piena d’amici! Ho intenzione di restarci qualche giorno, il tempo di correggere le bozze dell’orche­ strazione della Rapsodie h Vi siete persa la presentazione Cipa-Canudo2, ieri sera: saluti corretti e reciproci. Un bicchiere al bistrot dell’Opéra: «Allora, vi vedremo saba­ to alla Grangette? - Inteso, vecchio mio». Tutto questo nell’intervallo di un intermezzo. A quando la panchina Mallarmé, idonea alle rotture sentimentali34? Ieri sera, a una persona che andava alla rappresentazione di Boris\ Debussy diceva: «Andate a vederlo, ci si ritrova tutto Pelléas\» Se è destino che ogni marea di snobismo lo condizioni a tal punto, non è alla sua ultima disillusione5. A lunedì, saluti affettuosi a tutti Maurice Ravel

Canudo verrà a pranzo lunedì. Così gli mostrerò la strada. i jn inglese neH’originale. 2 Maurice Delage, che riceveva gli amici durante le vacanze di Pasqua. [51] 1 La Rapsodie espagnole. 2 II romanziere e poeta italiano Ricciotto Canudo (1877-1923) frequentava gli ambienti letterari parigini. La biblioteca di Montfort-rAmaury contiene diverse sue opere con dediche personali, e nel 1918 Ravel compose un breve brano per pianoforte, intitolato Frontispice, di introduzione alla raccolta poetica di Canudo S.P. 503, lepoème du Vardar. 3 I vicini alla Grangette erano il dottor Edmond Bonniot e signora, genero e figlia di Stéphane Mallarmé. (Il poeta aveva trascorso molto tempo nella sua casa di Valvins, dov’era morto.) Il «banc Mallarmé» fu pare teatro di un malinteso tra Ravel e Ida Godebska. (Ravel aveva l’impressione, sembra, che Cipa e Canudo non fossero in buone relazioni.) 4 La rappresentazione del Boris Godunov del giovedì sera a cui Ravel fa allusione fu presentata da Diaghilew all’Opéra, con Saljapin nel ruolo del protagonista, il 21 maggio o il 4 giugno 1908. La lettera di Ravel fu dunque scritta il venerdì 22 maggio o il 5 giugno. 5 Occorre ricordare che Debussy e Ravel nutrivano grande ammirazione per la

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Lettere

52. A Tivadar SzAntó 1 11, rue Chevai[l]ier Levallois (Seine)

6/6/08

Caro signore, Dal momento che non avevo il vostro indirizzo, ho risposto telegrafica­ mente a de Glueck2. Il telegramma mi è ritornato, con l’indicazione «destinatario sconosciuto». La mia lettera fortunatamente gli era arriva­ ta, perché ho ultimamente ricevuto la sua risposta. Vi sono sinceramente grato per aver avuto l’idea di far eseguire una mia opera sinfonica a Berlino. Sono molto curioso di sapere quale impressione produrrà. Temo che, per il momento, l’orientamento estetico della Germania sia sensibil­ mente diverso dal nostro. Ma può darsi che ci sia qualche spirito simpa­ tetico, e questo è ciò che conta. Riceverete tra poco i Miroirs. Ho scritto a questo riguardo a Demets, l’editore. Temo proprio di non poter andare a Berlino, malgrado il mio vivo desiderio. Tuttavia, possono accadere molte cose da ora fino a quel giorno... In ogni caso, spero di avere vostre notizie da un momento all’altro e vi prego, nell’attesa, di considerarmi cordialmente vostro

Maurice Ravel La Cloche engloutie è sempre allo stesso punto. Mi rimetterò al lavoro.

musica di Musorgskij, che entrambi copiarono a fini di studio. Ravel rimproverò a Debussy di aver paragonato la sua opera a quella di Musorgskij, e Debussy a Laloy di aver paragonato le Histoires naturelies alla raccolta Enfantines di Musorgskij. [52] 1 II pianista, direttore d’orchestra e compositore Tivadar (Theodor) Szantó (18771934) studiò con Ferruccio Busoni a Berlino. In seguito intraprese una brillante carriera internazionale di concertista, trascorrendo la maggior parte della propria vita a Parigi (1905-1913) e in Svizzera (1914-1921), prima di ritornare a Budapest (1922-1930). Szantó fu l’interprete della prima esecuzione del Concerto pourpiano di Delius, dedicato a lui, e fece conoscere la musica di Bartók e di Kodaly al pubblico parigino. La sua corrispondenza, conservata alla Library of Congress, comprende trentaquattro lettere di Ravel, quarantacinque di Busoni e ottantasette di Frederick e Jelka Delius. 2 Hermann von Glueck, impresario tedesco.

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53. A Ida Godebska 11, rue Chevallier Levallois (Seine) 19/6/08

Cara arnica, Per scrivervi, aspettavo (Tessermi messo d’accordo con Delage. Sabato sera non abbiamo potuto parlare, a casa dei Morland1, al ritorno nem­ meno, perché eravamo con gli Schmitt* 2. Delage partiva la mattina del giorno successivo per Mary, e mi aveva dato appuntamento per martedì sera da Benedictus3. Lunedì, ricevo una cartolina da... Bourbonne-les Bains4! Poi, più niente. Kécèkécèkécèlà?5 Visto Séverac a Pelléas l’altro ieri (poca gente - decisamente, va di meno, quest’anno.) Déodat ha intenzione di venirvi a trovare, uno di questi giorni. Vines si è fatto scusare presso Morland. Ha dovuto partire per Lérida: suo padre è molto malato. Ho rivisto le parti compiute de La Cloche engloutie. Dio! quanto è invecchiata! Bisogna ricominciare. Mestiere da cani, ma ha il suo fascino, diceva Voltaire, parlando di un altro mestiere. Non vi ho dato sufficienti dettagli su Pelléas. Era per pudore: non si può immaginare che cosa sia, ora: l’orchestra dell’Olympia6 accompa­ gnerebbe con più discrezione. Come interpreti, dei clown musicali sa­ rebbero più verosimili. Bisogna vedere Périer7 lanciare in direzione delle quinte suoni che non ha il coraggio di inviare verso il pubblico! Maggie Teyte8 è un’adorabile bambola. Fisicamente, più Mélisande di Garden9; [53]

1 Senz’altro Jacques Morland e signora, amici della famiglia Ravel. 2 Florent Schmitt e signora. 3 II pittore e compositore Edouard Benedictus (1878-1930) era membro del gruppo degli Apaches. 4 Circa 150 miglia a sud-est di Parigi. 5 «Qu’est-ce que c’est que cela?» [Che cos’è questo?]. Allusione a un passaggio della Cloche engloutie. «Kekekekekecek^a», dirà nel 1924 la rana Enfant et les Sortilèges. 6 Celebre teatro di varietà parigino. 7 II baritono e attore Jean Périer (1869-1954), che esordì nel 1892, fu il primo interprete del ruolo di Pelléas e di quello di Ramiro neW'Heure espagnole. 8 II soprano inglese Dame Maggie Teyte (dal suo vero nome, Tate; 1888-1976) condusse in Europa e negli Stati Uniti una carriera quasi cinquantennale. Nel 1908 Debussy la chiamò per succedere a Mary Garden nel ruolo di Mélisande, ed ella cantò anche le mélodies di Debussy accompagnata al pianoforte dal compositore. 9 II soprano di origine scozzese Mary Garden (1874-1967), prima interprete del ruolo di Mélisande, fece una lunga carriera operistica internazionale.

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Lettere

vocalmente superiore. Ma canta il suo ruolo con totale inconsapevolezza. Gli altri sfoderano tutta la loro voce col risultato di attraversare qual­ che volta il frastuono dell’orchestra. Questo generale massacro è davvero troppo doloroso per gli ascoltatori dei primi giorni. Strangoleranno allo stesso modo Boris, più tardi, e tutto quel che verrà rappresentato in Francia. Va così per ogni cosa: funziona solo sullo slancio iniziale. E sempre così... Le prime continuano: Théàtre des Arts, Nouveau Theatre d’art. Ne Le Monsieur aux chrysanthèmes™ si mette in scena, dice Catulle Mendès* 11, «il più stupido e il più ripugnante dei vizi». La vecchia guardia è sempre virtuosa. Vi terrò al corrente di quel che si deciderà, non appena avrò rivisto i nostri autisti. Affettuosità a tutti dal vostro devoto

Maurice Ravel

54. A Rudolph Ganz 1 [Levallois-Perret]

2/9/08

Caro signore, Ho appena terminato 3 poesie per pianoforte: Gaspard de la nuit, che saranno pubblicate da Durand. Sarebbe mio vivo desiderio che accettaste la dedica di una di esse: “Scarbo”. Ciò in testimonianza di una gratitudine che sarò lieto di co­ municarvi a voce, se passate un giorno da Parigi. Sarei curioso di conoscere il virtuoso paradossale che s’interessava a una composizione musicale per la semplice ragione che gli sembrava nuova, in un momento in cui i nostri virtuosi nazionali si ostinavano con audacia a rivelare le sonate di Beethoven2. Credete, caro signore, ai miei sentimenti di viva simpatia.

Maurice Ravel 10 Questa commedia in tre atti di M. Armory era rappresentata al Nouveau Théàtre d’art. L’intreccio, basato sui temi della seduzione e dell’omosessualità, è centrato su tre personaggi ciascuno dei quali è innamorato di un altro. 11 Mendès (1841-1909), drammaturgo, poeta, romanziere e critico. [54] 1 II pianista e compositore d’origine svizzera Rudolph Ganz (1877-1972) si dedicò alla musica contemporanea. Si stabilì negli Stati Uniti nel 1901 e divenne presidente del Chicago Musical College. Diresse anche l’orchestra sinfonica di Saint Louis (1921-1927) e i Young People’s Concerts della New York Philarmonic Orchestra (1938-1949). 2 L’osservazione di Ravel suona ancora curiosamente attuale.

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55. A Ida Godebska [La Grangette] » Valvins Par Avon (S. & M.) [settembre 1908]

Cara arnica, Ricevuta la vostra cartolina al ritorno da Avon. Partito nell’auto di Durand, ritornato nell’auto di Cabarus; domani, senz’altro, auto di Tabuteau1. Però, che idiozia, la bicicletta! Al mio ritorno a Parigi, stamattina, ho trovato tutti in buono stato. La vita familiare sta ricominciando: conversazioni penose con Miss*2 aiutan­ dosi con gesti e dizionario, storielle da raccontare ai marmocchi, non troppo tristi la sera, per evitare gl’incubi, lugubri il mattino, per eccitare l’appetito. Distrazioni, talvolta: domenica un ubriaco che ha rischiato d’annegare; un cavallo imbizzarrito (non sono mai riuscito a far capire a Miss che cosa ciò volesse dire). Mimi e Jean m’incaricano di reclamare l’asino. Avete gustato l’intervista di Gunsbourg su «Le Figaro»? Dichiara di essere un tipo alla Moussorgsky e compone un’opera, parole e musica3. Nessuna novità da Natanson4. Appena saprò qualcosa vi scriverò. Saluti affettuosi a entrambi voi e a Misia. Maurice Ravel

Volevo far scrivere due parole a Mimi. Ma s’è addormentata sul canapé.

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1 L’aviatore Maurice Tabuteau era membro del gruppo degli Apaches. 2 La governante inglese dei ragazzi Godebski, Miss Hatched. 3 L’impresario di origine romena Raoul Gunsbourg (1859-1955) diresse compagnie d’opera in russia e a Monte-Carlo. In un articolo intitolato La musica è una scienza o un dono?, pubblicato su «Le Figaro» del 15 settembre 1908, Gunsbourg sosteneva che la musica è un dono e non un mestiere, Confessò a Robert Brussel che la sua capacità si limitava soltanto a comporre melodie e proporre armonie. Così come Rimskij-Korsakov aveva completato l’orchestrazione del Boris Godunov, Leon Jehin doveva orchestrare la sua opera Le Vieil aigle (tratta dalla fiaba di Maxim Gorki), che fu rappresentata all’Opéra di Monte-Carlo il 13 febbraio 1909. Negli anni Venti, in seguito alle insistenti richieste di Gunsbourg, Ravel si decise a terminare L’Enfantet lesSortilèges, in seguito rappresentato all’Opéra di Monte-Carlo. 4 Senza dubbio Thadée Natanson, ex marito di Misia.

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Lettere

Volevo far scrivere due parole a Mimi. Ma s’è addormentata sul canapé. Ci sono 2 cartoline per Cipa: una di Vuillard5, che è a Beg-Meil6, Tal tra di una misteriosa sconosciuta, «Sono di nuovo in Italia». Ecco 50 franchi. Vi invierò l’elenco dettagliato domani. [Scritto dai bambini Godebski:] Buongiorno Mamma e Papà

Marie Jean

56. A Louis-Charles Battaille 1 Valvins Par Avon (S. & M.)

19/9/08

Caro signore, Non crediate che abbia dimenticato la mia promessa. Avevo iniziato quest’estate diverse opere, alcune delle quali sono terminate*2. Per quanto riguarda il quartetto, il testo è stabilito (si tratta del “Menuet” di F. Gregh3) e anche la musica, in linea di principio. Resta solamente da scriverla. Non è la cosa più lunga. Credo di potervi promettere che avrete quest’opera tra poco45 . Vogliate presentare i miei rispettosi omaggi alla signora Battaille5 e credere, caro signore, ai miei sentimenti più sinceri.

Maurice Ravel

5 II pittore Edouard Vuillard. Un altro amico intimo che ritrasse Cipa Godebski fu Henri de Toulouse-Lautrec. 6 In Bretagna. [56] i Battaille, figlio del celebre basso Charles Battaille, era uno stimato professore di canto. Scriveva anche per «Le Courrier musical». 2 Ravel aveva appena finito di lavorare a Gaspard de la nuit e a Ma mère l’Oye. 3 Quando era studente, Ravel si era recato qualche volta in visita dal poeta Fernand Gregh (1873-1960). 4 II manoscritto di questa composizione a quattro voci sulla poesia La Tristesse des menuets> se pure è stata condotta a termine, non è stato ancora ritrovato. Ravel progettava anche di scrivere un preludio e una musica d’accompagnamento per un poema di Georges Jean-Aubry, L'Heurefantasque, ma il progetto non ebbe esiti. (Lettera a Jacques Rouché, 22 giugno 1912; autografo al Dipartimento di musica della Bibliothèque nationale.) 5 Concertista e insegnante di pianoforte. In una lettera del 10 ottobre 1912, Ravel scriveva che sarebbe stato felicissimo di ascoltare la sua Sonatine «interpretata da un’artista del vostro valore». (Autografo alla biblioteca del Conservatorio di Bruxelles.)

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Ravel

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Al SIGNORI

Godebski [ca novembre 1908]

Cari amici, Penso che abbiate scusato il mio silenzio. Ricerche d’appartamenti, qual­ che bella trovata, tappezziere, ecc. Traslochiamo domani in 4, Avenue Carnoty (place de l’Etoile)1, una veduta magnifica, un appartamento delizioso, già tutto pronto, anche l’elettricità. Cercherò di passare dopo­ domani. In ogni caso, scrivetemi due righe al nuovo indirizzo. Affettuosamente

Maurice Ravel

58. A Jean Marnold 4 Avenue Carnot 22/12/08

Mio caro amico Se non fosse venuto Varèse1 domenica mattina, mi sarei preparato a farvi visita la sera. Ero convinto che mi aveste invitato per domenica sera, e mia madre non m’aveva avvisato del contrario. La cosa più buffa è che l’abate Petit* 2 da parte sua mi aveva scritto, ma pensavo che voi l’aveste visto dopo. Mi avete scusato, non è vero? Varèse mi ha informato della vostra intenzione di riunirci un altro giorno. Sarà per quando vorrete. Carré ha appena avvisato Séverac che Le Coeur du moulin va in scena al mese di marzo. Aspettandomi una soluzione del genere per L'Heure^ sto terminando l’orchestrazione. Forse vedere lo spartito per canto e pianoforte, appena pubblicato, lo farà decidere. Ancora mille e una scusa, e a presto

Maurice Ravel

1 Dopo la morte di Joseph Ravel, il 13 ottobre 1908, la signora Ravel e i suoi due figli si stabilirono in questo appartamento sito nel quartiere elegante del XVIF arrondissement. Lì vissero fino al 1917. [58] 1 Edgar Varese (1883-1965) studiò sia alla Schola cantorum con d’Indy e Roussel sia al Conservatorio. Trascorse la maggior parte della propria vita negli Stati Uniti. 2 L’abate Léonce Petit era membro del gruppo degli Apaches.

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Lettere

59. A Charles Koechlin 4 Avenue Carnot

16/1/09

Mio caro amico, A causa del mio cambio d’indirizzo ho ricevuto la vostra lettera soltanto lunedì. Voi sapevate già, allora, che io non facevo parte di un comitato perfettamente omogeneo1, ad eccezione di Schmitt. Le società, anche quelle nazionali, non sfuggono alle leggi dell’evoluzione. Solamente, si è liberi di sciogliersene. Cosa che faccio inviando, con lo stesso corriere, le mie dimissioni da socio. Presentavo 3 opere di miei allievi, una delle quali particolarmente interessante*2. È stata rifiutata, come le altre. Non offriva quelle solide qualità d’incoerenza e di monotonia che la Schola Cantorum ribattezza costruzione e profondità. Apprendo che anche voi non siete stato giudicato degno dì figurare tra i Coindreau e altri Crèvecceurs3. C’è motivo di esserne desolati? Mi sto accingendo a formare una nuova società, più indipendente, almeno agl’inizi. Quest’idea attira molte persone. Volete essere dei no­ stri4? In questo caso sarebbe utile incontrarci, a casa vostra o a casa mia. Se vi decidete, fissate voi stesso l’appuntamento. Presentate i miei rispettosi omaggi alla signora Koechlin, e credetemi, caro amico, molto cordialmente vostro

Maurice Ravel

1 Ravel e Florent Schmitt erano membri del comitato direttivo della Société nationale. 2 II brano che Ravel qualifica del titolo di «particolarmente interessante» era Conté par la mer di Maurice Delage, eseguito in seguito in occasione di un concerto della Société musicale indépendante. 3 La Société nationale de musique aveva proposto opere di Pierre Coindreau e Louis de Crèvecoeur, entrambi oscuri compositori. 4 II comitato fondatore della Société musicale indépendante comprendeva Gabriel Fauré, presidente, Louis Aubert, André Caplet, Jean Huré, Charles Koechlin, Ravel, Jean Roger-Ducasse, Florent Schmitt e Emile Vuillermoz. A.Z. Mathot era il segretario. Fino alla sua dissoluzione, alla fine degli anni Trenta, essa seppe rivaleggiare vigorosa­ mente con la Société nationale. (Una foto del comitato, senza Florent Schmitt, si trova in A. Orenstein, Ravel: Man and Musician cit., tavola 9.)

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60. A Cipa Godebski 4 Avenue Carnot ' 14/3/09

Caro vecchio, Sia lode ai vostri orecchioni, che v’hanno impedito di udire il concerto della Nationale1! Ah, che cattivi musicisti! Non sanno orchestrare, e tappano i buchi con la “musica turca”*2. Divertimenti fugati sostituisco­ no il mestiere, temi da Pelléas suppliscono all’ispirazione. E tutto questo fa un tale baccano! Tam-tam, tamburi baschi e militari, glockenspiel, piatti, tutto a casaccio. È Ingelbrecht3 a detenere il record, con un sup­ plemento di xilofono e campane cinesi. Perbacco! in Giappone... Il tutto potrebbe del resto ambientarsi altrettanto bene in Lituania. Ma alla fine dei conti, costui è abbastanza abile. Fa un po’ il solletico alle mo­ sche: almeno riesce talvolta a farle starnutire. Un pochino di musica, e sarebbe grazioso. Schmitt, lì dentro, sembrava un intruso: una generosità d’ispirazione, di linea melodica, un’orchestrazione sontuosa e delicata: tutto ciò che manca agli altri. Si riusciva a cogliere queste qualità, malgrado un’esecu­ zione penosa e un’interprete senza voce. Una nota allegra: “Eginéa”. L’autrice, sigma Lucas, poiché una can­ tante prudente l’aveva piantata in asso, presentava da sé la propria ope­ ra. Ecco una cosa che io non farei... La sigma Lucas ha una voce tipo la mia, ma più forte. Il pubblico, in un primo tempo, ha creduto a un parto difficoltoso (Gésinéa)4 ma si è subito rassicurato e ha preso la faccenda con la migliore allegria del mondo. Poi, un breve scherzetto di circa 35 minuti per terminare la serata. Uscita di soppiatto, per evitare

1 La sera del sabato 13 marzo 1909, la Société nationale de musique presentò un programma di otto composizioni orchestrali, tutte eseguite per la prima volta, sotto la direzione di Vincent d’Indy, Marcel Labey e diversi tra i compositori: 1) Symphonic en ré mineur, Marcel Orban; 2) Chants ddutomne, Pierre Bretagne; 3) Le Chevalier moine et les diables dans Tabbaye, Pierre Coindreau; 4) La Toussaint, Henri Mulet; 5) Deux Poèmespour chant et orchestre, Florent Schmitt, cantati da Jeanne Lacoste (Tristesse au jardin, da Laurent Tailhade, e Demando, da Jean Forestier); 6) Pour le jour de la première neige au vieux Japon (poema sinfonico), D.-E. Inghelbrecht; 7) Eginéa (frammenti del II atto), Blanche Lucas; 8) Symphonic en la, III: Assez animé, Paul Le Flem. 2 Allusione alle fanfare turche del XVIII secolo, che utilizzavano alcuni degli strumenti a percussione citati in seguito. Mozart ne fa una parodia nel Ratto dal serraglio. ò II compositore e direttore d’orchestra Désiré-Emile Inghelbrecht (1880-1965) era membro del gruppo degli Apaches. (Cfr. la lettera 77, per le osservazioni di Ravel su di lui.) 4 Gioco di parole sul titolo: gésine è il parto, un termine arcaico sopravvissuto nell’espressione “femme en gésine”. [N.d.T.]

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Lettere

gli autori, e corsa al bistrot: una limonata e 3 bicchieri d’acqua. Niente eccitanti. Mi hanno raccontato la gaffe di Tabuteau, domenica sera: non male come inizio. Se non siete al corrente, vi racconterò. Fatemi sapere appena sarete guarito. Fino ad allora, il medico di mio fratello m’ha formalmente vietato d’incontrarvi. Pare che sia quanto di più contagioso esista. Non ho per caso lasciato il mio ombrello da voi? Impossibile trovarlo da Benedictus, dove credevo di averlo dimenticato. Mio fratello si è ristabilito, a parte il fatto che s’è mezzo schiacciato il dito ustionato. Io sto terminando UHeure. Durand avrà domani la fine della partitura. Scrivetemi presto (su carta da medicazioni, con una matita di nitrato). Affettuosità a tutti da noi tre

Maurice Ravel

61. A Ralph Vaugan Williams 4 Avenue Carnot 13/4/09

Caro signore, Il vostro invito è tanto amabile che non posso fare altro che accettarlo1. Vi sono tanto più riconoscente in quanto mi sentivo un po’ spaventato, lo confesso, all’idea di trovarmi in un paese di cui non conosco la lingua. Devo arrivare a Londra il giorno 25*2; non so ancora a che ora. Vi scriverò prima di allora. Vogliate presentare alla signora Williams i miei rispettosi omaggi e credere, con i miei vivi ringraziamenti, ai miei sentimenti cordiali.

Maurice Ravel

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i VaUghan Williams aveva invitato Ravel a soggiornare presso di lui a Cheyne Walk in occasione di una imminente tournée concertistica in Inghilterra. 2 Nell’aprile 1909, Ravel e Florent Schmitt diedero insieme, sotto gli auspici della Société des Concerts fran^ais, un concerto a Londra che fu la prima esibizione pubblica di Ravel in terra straniera. Il «Times» del 27 aprile pubblicò una recensione anonima: «L’insieme del programma era estremamente interessante, perché ciascun compositore parla con la propria voce, e benché appartengano tutti alla stessa scuola, le loro opere rivelano numerosi punti ove i contrasti sono violenti. Una parte dell’opera di Ravel è già

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Ravel

62. A Ursula Vaughan Williams 4 Avenue Carnot

5/5/09

Cara signora, Eccomi ridiventato parigino. Ma un Parigino con la nostalgia di Londra. È la prima volta che mi accade di rimpiangere vivamente un altro paese. Eppure ero partito con una certa apprensione per Pignoro. Malgrado la presenza di Delage, malgrado la deliziosa accoglienza dei miei colleghi inglesi, mi sarei sentito veramente straniero. C’è voluta l’accoglienza cordiale e delicata che mi aspettava a Cheyne Walk, per sentirmi a casa mia, per rendermi familiare una nuova atmosfera, per farmi gustare il fascino e la magnificenza di Londra, quasi fossi un Londinese1. Dire tutto questo nell’emozione e la precipitazione di una partenza non è possibile, e vorrei poter esprimere qui la mia riconoscenza a voi e al sig. Williams così come la sento. Vi prego di voler presentare alla signora vostra madre i miei rispettosi omaggi e di rinnovarle, così come a vostro fratello, le scuse per non essermi potuto presentare al loro grazioso invito. Vogliate trasmettere a Williams il mio affettuoso e cordiale saluto e credere, signora, alla mia rispettosa amicizia.

Maurice Ravel

qui ben conosciuta e gli esempi che ne sono stati dati erano tutti estremamente caratteristici. Il suo contributo più importante al programma consisteva in mélodies cantate alternativamente da Jane Bathori e da Emile Engel. Le Cinq Mélodiespopulaires grecques sono miniature della specie più delicata, in cui le affascinanti melodie vocali sono sostenute e intensificate da eleganti accompagnamenti pianistici... Le mélodies di Florent Schmitt mirano a un’espressione più piena, e, benché accostate a quelle di Ravel corrano il rischio di apparire un poco laboriose, la loro bellezza è evidente; “Tristesse au jardin” è senza dubbio la più bella». [62] 1 Ursula Vaughan Williams evoca così il suo soggiorno: «Ravel era un ospite affascinante. Ralph aveva piacere di fargli scoprire la città ed era stupito di vederlo apprezzare la cucina inglese — l’unica difficoltà intravista nel ménage di Cheyne Walk. Eppure non vi fu il minimo problema: si scoprì che una steak e un pudding di rognoni con della stout alla stazione Waterloo corrispondeva all’idea che Ravel si faceva di una colazione piacevole. Desiderava anche che lo si portasse al “Vallasse”, e Ralph finì per capire che si trattava della Wallace Collection». (U. Vaughan Williams, R.V.W.: A Biography ofRalph Vaughan Williams cit., p. 86.)

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Lettere

63. Camille Saint-Saens

a Jules

Ecorcheville1 16 giugno 1909

Caro signore Voi non siete contento; lo comprendo e lo deploro, davvero sinceramen­ te. Ma mi trovo costretto a combattere l’armata che, con il pretesto di servire i più alti interessi dell’arte, lavora - inconsapevolmente — alla sua distruzione. Il tempo soltanto giudicherà tra questi belligeranti, ma osservando l’impressione suscitata da Samson all’età di 37 anni, e vedendo l’altro giorno, a Darmstadt, quale accoglienza è stata fatta a un quintetto da me scritto cinquantanni fa, non ho potuto impedirmi di nutrire qualche speranza nei riguardi del mio destino. Voi siete giovane; potrete vedere, tra una quarantina d’anni, quale peso avranno Pelléas e le Histoires naturelies*2. Vogliate gradire l’espressione dei miei sentimenti di assoluta considera­ zione.

C. Saint-Saèns

64. Alla signora de Saint-Marceaux 4 Avenue Carnot 27/6/09

Cara signora, Spero che non mi abbiate aspettato troppo, oggi. Eppure, ieri sera avevo l’intenzione di venire. Solamente, questa notte sono stato così male che credevo di morire. Niente di troppo grave, del resto; ma, dal momento che sono raramente indisposto, al minimo inciampo m’immagino che

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1 II musicologo Jules Ecorcheville (1872-1915) fu ucciso nel corso della prima guerra mondiale. Era caporedattore della «Revue Musicale de la S.I.M.» (il vecchio «Mercure musical» pubblicato da Laloy e Marnold), alla quale collaboravano tra gli altri Debussy, d’Indy e Ravel. 2 Benché Saint-Saèns (1835-1921) avesse elogiato la cantata scritta da Ravel per il Prix de Rome del 1901, considerava le sue opere d’avanguardia (così come quelle di Debussy) semplicemente cacofoniche. Per comprendere quest’opinione bisogna ricor­ darsi che la sua carriera fu insolitamente lunga e che egli temeva che la loro arte conducesse a un collasso della sintassi musicale e al caos. Ravel invece ammirava l’orchestrazione di Saint-Saèns e le sue innovazioni nel campo della forma musicale, ma trovava gran parte della sua musica eccessivamente facile.

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sia la fine. Va detto che ho passato una settimana folle: preparazione di un libretto per un balletto destinato alla prossima stagione russa1. Tutte le sere, per lo più, lavoro fino alle 3 del mattino. A complicare le cose, Folcine* 2 non conosce una parola di francese. Io in russo sono capace soltanto di bestemmiare. Malgrado gli interpreti, potete immaginare quanto siano stati gustosi questi incontri. Ieri volevo rispondere al vostro grazioso invito, e pregarvi di contare su di me. Non ho potuto trovare un attimo. Si è tutto accomodato, spero. Dovete rimanere ancora qualche tempo a Jouy3? E posso chiedervi di venire a pranzo da voi uno di questi giorni? Perdonatemi, per questa volta, e credete, cara signora, ai sentimenti rispettosi del vostro devoto

Maurice Ravel

65. A Jules Ecorcheville 4 Avenue Carnot Parigi

Caro amico, Il minuetto è confezionato1. Volete passare a provarlo da me, o preferite che ve lo consegni a casa vostra? In quest’ultimo caso, vi chiederei di fissarmi un appuntamento verso la fine di una giornata, o a sera, per via del lavoro frenetico2. I miei rispettosi omaggi alla signora Ecorcheville, e cordialità a voi

Maurice Ravel

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1 Dopo innumerevoli problemi e ritardi, Daphnis et Chloé fu messa in scena dai Ballets russes 1’8 giugno 1912, con Vaslav Nijinsky e Tamara Karsavina nel ruolo dei protagonisti, sotto la direzione di Pierre Monteux. 2 II coreografo e ballerino russo Michel Fokine (1880-1942), autore del libretto e della coreografia di Daphnis. 3 Senza dubbio Jouy-en-Josas, vicino a Versailles. [65] 1 «Confezionato» a partire dalle lettere del nome di Haydn (H-A-Y-D-N = si-la-rere-sol) , questo breve brano per pianoforte intitolato Menuetsur le nom d’Haydn era stato commissionato da Ecorcheville per un numero speciale della «Revue Musicale de la S.LM.» che commemorava il centenario della morte del compositore. Vi contribuirono anche Debussy, Paul Dukas, Reynaldo Hahn, Vincent d’Indy e Charles-Marie Widor. 2 Ravel correggeva le bozze della partitura orchestrale deWHeure espagnole.

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Lettere

66. A Tivadar SzAntó 4 Avenue Carnot

[Ottobre 1909]1

Caro signore, Sarò felice di rincontrare Delius che non ho visto da anni. Potete contare su di me domani alle 7. Grazie, e molto cordialmente

Maurice Ravel

67. A Chékry-Ganem 1 23/1/10

Caro signore, Vi autorizzo a trattare con Leduc* 2 per la musica che accompagnava le rappresentazioni & Antar all’odèon3. Tale musica di scena comprende: 1 ° Il poema sinfonico di Rimsky-Korsakoff tratto da Antar e fram­ menti dello stesso poema, riorchestrati da me per questa particolare occasione. 2° Frammenti di Mlada, dello stesso compositore. 3° Frammenti di arie dello stesso compositore, orchestrati da me4. Credete, caro signore, ai miei sentimenti più distinti. Maurice Ravel

1 Questo messaggio non datato è vergato sul biglietto di visita di Ravel. Il timbro postale indica la data dell’ottobre 1909. [67] 1 Poeta arabo che viveva a Parigi, autore di Antar, dramma in cinque atti tratta da una leggenda orientale. 2 L’editore musicale Alphonse Leduc. 3 La prima esecuzione ebbe luogo il 12 febbraio 1910, con Gabriel Pierné a capo dell’orchestra Colonne. 4 II manoscritto di Antar si trova negli archivi delle Editions Alphonse Leduc. Cinquantacinque pagine sono di mano di un copista, e quattro pagine di mano di Ravel. Le arie (op. 4 e 7) tuttavia mancano. Cinque pagine manoscritte supplementari si trovano al Dipartimento di musica della Bibliothèque nationale (ms. 17653). Esse comprendono, annotate in fretta da Ravel, la riduzione per pianoforte di parti dell’atto I, scena V (n. 4, op. 7, testo di Lermontov) e dell’atto II, scena I (n. 3, op. 4, testo di I. Niki tine). [66]

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Ravel

68. Marie Ravel1

a

Maurice Ravel Ginevra

27/1/10

Mio caro Maurice, Si avvicina la fine del mese, e così il termine per lo scambio degli auguri di fine d’anno; per questo, nonostante il poco trasporto che provo per la mia corrispondenza, mi faccio premura di confermare a voi tre i nostri buoni auguri per tutto il corso dell’anno. Li formulo così tardi perché sono molto stanca e depressa: l’anno 1910 ci ha fatto ingoiare nel mese di gennaio rospi ben grossi. Li digerisco male; me ne rimane una sorta di disgusto, si capisce. Poi una stanchezza, un torpore morale che la tua lettera ha scosso un poco, e te ne ringrazio. Tuo zio sta bene, ma le lombaggini sono riapparse a novembre e dicembre. Le novità da Parigi sono spaventose; ma voi non rischiate nulla, dato che siete in rue Carnot, per fortuna. Sarebbe terribile trovarsi nell’in­ quietudine per voi. Chi avrebbe mai supposto che Parigi potesse venire inondata? La Senna scorre tra argini così alti. Oggi qui la neve e la pioggia sono cessate, e spero che sia così ovunque, e dìe questa tregua consenta alle acque di ritirarsi un poco. Dalle nostre parti ci sono stati danni e morti: anche Versoix ne ha sofferto, ma in nessuna regione svizzera ci sono state tante catastrofi come in Francia, e questo credo per una migliore solidità delle case. Domenica pomeriggio siamo stati a vedere la confluenza del Rodano e dell’Arve*2, il fiume era magnifico e di un colore particolarissimo, che non gli avevo mai visto, novità graziosa perché inattesa. Anche in piena estate, la portata non è così grande; allora, l’Arve ingrossata dalla fusione dei ghiacciai si precipita nel Roda­ no con violenza, gli sbarra la strada, lo lascia appena avanzare timida­ mente sulla riva destra. Ora non è più così: sebbene molto larga e alta, l’Arve è trattenuta nel suo letto dal Rodano che passa maestosamente davanti a lei, fluendo a filo degli argini. Le sue belle acque azzurre non si lasciano penetrare dai flutti fangosi e gialli dell’Arve. Se questi Jeux d’eau3 fossero sempre così pacifici! I tuoi in ogni caso hanno avuto molto successo nell’esecuzione di Vines, 8 giorni fa, al Conservatorio di Gine­ vra. Il pubblico chiedeva il bis e non so perché V[ines] non li abbia risuonati una 2a volta; senz’altro il suo programma era ancora un po’

[68]

1 Zia del compositore e moglie del pittore Edouard Ravel. 2 Le acque dell’Arve, nate dal ghiacciaio del Monte Bianco, si gettano nel Rodano appena sotto Ginevra. 3 Giochi d’acqua. Riferimento aH’omonima composizione di Ravel, di cui la zia parla in seguito.

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Lettere

esante. Tra i giovani compositori, i moderni, le recensioni dei giornali hanno lodato citandolo soltanto il tuo nome; contemporaneamente, ricevevo dalla Germania un ritaglio del Giornale di Francoforte (sempre molto bene informato) che recensiva un concerto dato dalla sig.na o sig.ra Ethel Leginska4, e diceva tra l’altro: una serie di brani leggeri tra cui i Jeux d'eau di Ravel, che risolvono in modo interessante il problema armonico più moderno, ci ha testimoniato che la pianista ha raggiunto il culmine autorità (nel senso di autorità nell’esecuzione) anche nel puro virtuosismo. Penso proprio che tu sia divenuto un poco indifferente al piacere procurato dalle recensioni dei giornalisti, ma te le comunico egualmente. Mi resta un posticino per rincrescermi dell’esaurimento nervoso di nostro nipote Ed[ouard] e offrirgli le consolazioni d’una viva simpatia, poi per dire a tua madre le cose più affettuose e ringraziarti, caro Mau­ rice, perché ti dai di tanto in tanto la pena di darci notizie della famiglia. Sapere anche che tu lavori e fai nascere cose belle, davvero artistiche, rallegra infinitamente tuo zio e me. E ti stringo la zampa che lavora così bene. M. Ravel

69. A Emile Vuillermoz1 13/4/10

Mio caro Vuillermoz, Riceverete quanto prima da Durand due copie della Mère l’Oye. Ho pensato che la via più breve sarebbe stata quella di farvele arrivare diret­ tamente. Sarà gentile da parte vostra farle avere alle due ragazzine*2. A meno che Chadeigne3 ne abbia fatto prendere un esemplare per la sua

4 Nome d’arce di Ethel Liggins (1886-1970), pianista, insegnante, direttrice d’or­ chestra e compositrice inglese. Allieva di Leszetycki a Vienna, studiò poi composizione negli Stati Uniti con Ernest Bloch. [69] 1 II critico musicale Emile Vuillermoz (1878-1960); compagno di Ravel nella classe di composizione di Fauré, rimasero amici per tutta la vita. 2 La prima esecuzione di Ma mère l*Oye fu opera di due ragazzine, Geneviève Durony, di quattordici anni, allieva di Marcel Chadeigne, e Jeanne Leleu, di undici anni, allieva di Marguerite Long. Ravel pensava di far eseguire l’opera da Mimie e Jean Godebski, ma la musica si rivelò troppo diffìcile per loro. 3 II pianista Marcel Chadeigne (1876-1926) studiò pianoforte al Conservatorio di Parigi con Charles de Bériot contemporaneamente a Ravel. (Cfr. A. Orenstein, Ravel: Man and Musician cit., tavola 2; una foto di classe riunisce Bériot, Chadeigne, Ravel e Vines.)

[68]

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Ravel

piccola allieva. Sarò a Parigi lunedì prossimo 18 corrente. Potrò essere a casa di Mathot4 verso le 4 e 1/2. Se si potesse organizzare una seduta del comitato per quell’ora, sarebbe perfetto. In ogni caso, bisognerebbe riu­ nire le mie graziose interpreti per quell’ora. Penso che, se ci si potesse riunire eccezionalmente da Gaveau, sarebbe forse meglio. Perché in quel caso si proverebbe sul pianoforte del concerto. Per conto mio, non mi spiacerebbe provare lo strumento. Non vi nascondo che l’eminente vir­ tuoso comincia a sentire la fifa5. Mille e una scusa per tutte queste corvée, e molto cordialmente

Maurice Ravel

70. A Jeanne Leleu1 La Grangecte

21/4/10

Signorina, Quando voi sarete una grande virtuosa, e io un vecchietto al culmine della fama, o del tutto dimenticato, sarà forse per voi un dolcissimo ricordo l’aver procurato a un artista la gioia rara di aver sentito interpre­ tare un’opera davvero speciale col preciso sentimento che le si conveniva. Mille volte grazie per la vostra esecuzione infantile e spiritosa di Ma mère l'Oye, e credete, signorina, ai sentimenti di riconoscenza del vostro devoto

Maurice Ravel2

4 L’editore musicale Albert Zunz Mathot era il segretario della giovane Société musicale indépendante (S.M.L). La sua azienda fu poi acquistata da Salabert. 5 Ravel doveva dare la prima esecuzione del brano di Debussy D un cahier d’esquisses in occasione del primo concerto della S.M.L (Cfr. qui di seguito, la nota 2 alla lettera 71.) [70] 1 Jeanne Leleu (1898-1979) iniziò a studiare al Conservatorio all’età di nove anni. Pianista e compositrice, ottenne il Prix de Rome nel 1923 con la cantata Béatrix. Insegnò in seguito lettura della partitura e armonia al Conservatorio. 2 L’autografo di questa lettera è riprodotto in Marguerite Long Au piano avec Maurice Ravel, Paris, Julliard 1971, tavole 4 e 5.

[69]

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Lettere

71. A Gabriel Fauré La Grangette 21/4/10

Mio caro Maestro, Come avrei voluto1 esprimervi la mia gioia con la forza con cui la senti­ vo ieri, dopo La Chanson d’Eve* 2! Ero troppo commosso, e poi come farlo, in mezzo alla calca? Ma mi avete certamente compreso. Ci si sente così vicini, in questi momenti straordinari. Dopo il concerto mi attendeva un’altra gioia: in casa di amici ho letto «Comoedia», e ciò che dite dei vostri allievi3. Dovevo partire stamattina presto, ma appena giunto nel mio romitag­ gio, non ho potuto trattenermi: bisogna che vi dica quanto sono felice, oggi più che mai, di essere tra questi allievi, tra questi amici. Grazie, mio caro Maestro, e continuate, vi prego, a credere al profon­ do affetto del vostro devoto allievo Maurice Ravel

1 Ravel scrive qui: vouloir anziché voulu. Vedi il fac-simile all’originale in Rémy Stricker, LaMusiquefran$aisedu romantisme à nosjours, Paris, La documentation fran^aise 1966, p. 51. 2 II primo concerto della Société musicale indépendante si tenne alla Salle Gaveau il 20 aprile 1910 ed era basato esclusivamente su prime esecuzioni: Fauré accompagnò Jeanne Raunay nella Chanson d’Eve, le due giovani pianiste Duroy e Leleu suonarono Ma mère l’Oye e Ravel interpretò D un cahier d’esquisses di Debussy. Il programma comprendeva anche opere di Franz Liszt, Maurice Delage, Zoltàn Kodàly, Jean RogerDucasse e André Caplet. (Cfr. la riproduzione del programma in A. Orenstein Ravel: Man and Musician cit., tavola 10.) 3 In un’intervista pubblicata in prima pagina su «Comoedia» (20 aprile 1910), Fauré diceva a Louis Vuillemin: «Posso darvi soltanto... la mia opinione personale. È quella di un musicista del tutto libero, estraneo, da molto tempo, ai destini della Société nationale. In qualità di antico fondatore sono felice, credetelo, di sapere che essa non ha mai goduto di salute migliore. Per ciò che riguarda la Société musicale indépendante, non riesco a pensare che possa fare concorrenza a chicchessia. Il suo programma, perfettamente eclettico, non glielo consente. E poi: concorrenza! non è un termine ammissibile in materia di arte. «L’ingratitudine dei giovani! E quella dei vecchi, allora? A dire il vero, tutte queste storie di scissioni, di discepoli, di scolastica, non vi sembrano del tutto prive d’interesse? Qui, sapete, facciamo conto di occuparci esclusivamente di musica. È la nostra sola preoccupazione. Più si svilupperanno le società animate dal medesimo disegno, più l’arte ne benefìcerà e più dovremo esserne contenti. Del resto, è con vero piacere che ho accettato di presiedere ai lavori di un comitato nel quale ho la più completa fiducia e in cui ritrovo, nelle vesti di antichi allievi, fedeli amici».

[71]

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Ravel

72. A Emile Vuillermoz [La Grangetee] [Valvins par Avon (S & M.)] 22/4/10

Mio caro Vuillermoz, Abbiamo amici maldestri. Leggo su «Comoedia» di ieri l’articolo di Vuillemin1. Attribuire i fischi e le risate della folla a taluni nostri nemici restringe singolarmente il campo di battaglia, non trovate? In questo modo, le prime parole di odio saranno state ufficialmente pronunciate da parte nostra. Non parlo di voi, evidentemente. Ma come sarà facile per i nostri avversari utilizzare simili articoli contro di noi! Voi siete legato a Vuillemin. Non credete che gli si potrebbe suggerire di assumer­ si la responsabilità delle sue accuse? diversamente, se esse paiono venire da noi, come volete che Séverac, che Roussel* 2, che ci destina una “sérénade”3, mi pare, possano far eseguire le proprie opere in una società tanto poco indipendente! Tanto più increscioso è tutto questo per il fatto che l’esordio della SMI, per opinione concorde, è ammirevolmente riuscito. Dobbiamo questo trionfo soprattutto a voi e a Mathot. Pensate quanto ne sono felice, e vi ringrazio profondamente entrambi. Vi chiederò un favore, se ciò non vi disturba troppo. E quello d’inviarmi una rassegna stampa del concerto, se riuscite. Qui è possibile trovare i 4 giornali locali, nient’altro. Bisogna prendere il treno per trovare un qualsiasi altro quotidiano. Per quanto riguarda il concerto umoristico, insisto perché consultiate il dossier Calvo4. Io l’ho già sfogliato. E ben documentato. Pensate a quel trio di Mozart, di cui sfortunatamente ignoro il titolo5. E voi sarete l’arcangelo protettore della nostra piccola cappella se voleste tenere al corrente dei vostri esercizi più spirituali6 l’eremita che v’invia la sua cordiale benedizione.

Maurice Ravel [72]

1 II critico Louis Vuillemin. (Cfr. lettera 217, nota 2.) 2 Albert Roussel (1869-1937) studiò con d’Indy alla Schola cantorum prima disegnarvi composizione (1902-1914). Membro del gruppo degli Apaches, era considerato tra le due guerre, con Ravel, uno dei principali compositori francesi. 3 La Sérénadepourflùte, violon, alto, violoncello et harpe di Roussel fu poi scritta nel 1925, e presentata in prima esecuzione al concerto del 15 ottobre 1925 alla S.M.I. 4 Calvocoressi. 5 In apparenza si tratta del Trio in mi bemolle K. 498, per clarinetto, viola e pianoforte. Il sottotitolo di “Trio dei birilli” gli è stato attribuito perché Mozart l’avrebbe composto giocando ai birilli. 6 Nell’originale è presente un doppio senso, avendo il termine spirituel il doppio significato di “spirituale” e “spiritoso”. [N.d.T.]

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Lettere

73. A ClPA Godebski Valvins par Avon (S. & M.) 25/4/10

Vecchio Cipa, Sì perbacco, avete ragione sull’articolo di «Comoedia»! Siamo tutti del vostro parere, ma che fare? Il giorno successivo ho ricevuto una lettera di Vuillermoz, che conosce Vuillemin. In buona fede costui, giornalista neppure a metà, ha visto nella nostra bella serata soltanto fischi, urla, schiaffi, mosse di jiu-jitsu tra sostenitori e detrattori della Schola cantorum1. I risultati di tali articoli possono essere solamente disastrosi per noi, ma bisogna pensare anche al giornale su cui ciò è pubblicato. Il sogno del redattore, e dell’intera redazione, sarebbe, pare, una serie di duelli tra Fauré, d’Indy, Debussy, Ravel, combattuti perlomeno a calci nella pan­ cia. Cercheremo di coltivare queste buone intenzioni, non in un senso così bellicoso, ma, al contrario, per diminuire il pericolo. Avete letto il giornale in questione, oggi? La quasi totalità dell’Ouvreuse* 2, più un lungo articolo di L.D. Mardrus, sono dedicati alla SMI. Questa cara Lucie paragona la Caveau a un’ostrica gigantesca che sbadiglia in attesa della marea; quest’ultima arriva infine, sotto forma di... Schmitt e Au­ bert3. Penso che le parole siano andate oltre il pensiero dell’eminente poetessa4.

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1 La recensione del concerto inaugurale della S.M.L, redatto da Louis Vuillemin, breve ma complessivamente favorevole, comparve su «Comoedia» il 21 aprile 1910. 2 La recensione («Comoedia», 25 aprile 1910) della Lettre de l'Ouvreuse (Henri Gauthier-Villars) era pacata nei toni. 3 II compositore, pianista e direttore d’orchestra Louis Aubert (1877-1968) rimase legato per tutta la vita a Ravel, con cui aveva studiato al Conservatorio. Nel maggio 1911 interpretò la prima esecuzione delle Vaises nobles et sentimentales, che gli sono dedicate. In occasione del concerto inaugurale della S.M.L, suonò con Florent Schmitt la trascrizione di Liszt per pianoforte a quattro mani del Chore zu Herders entfesseltem Prometheus (dal testo di Herder), concepito in origine per doppio coro e orchestra e rappresentato per la prima volta a Weimar il 4 agosto 1850. 4 Lucie Delarue Mardrus (1880-1945) era allora una poetessa e autrice di romanzi ben conosciuta. Nella sua fertile immaginazione, la grande sala Caveau era un’«ostrica gigantesca e nera» che si apriva e si chiudeva a seconda dei brani proposti. Ella osservò che la sala era piena e che il pubblico straripava fin sulla scena, prima di concludere così: «La S.M.L è appena nata, come l’Èva di Fauré, ed è stata battezzata dalle fate di Ravel. Le auguriamo di cuore lunga durata e grande successo» («Comoedia», 25 aprile 1910).

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Poco fa sono stato per un brevissimo istante, come una cometa, direb­ be Retinger5, a Parigi; è stata una cosa del tutto imprevista. Altrimenti vi avrei fatto un cenno. Sono ritornato passando da Melun-Vulaines, deci­ samente il percorso più delizioso che si possa fare con la ferrovia. Ho ritrovato un poco del sole che avevo lasciato partendo. Non abbastanza per asciugare la casa, buon Dio! Se volete affittarla, bisognerà che il tempo ci metta del suo. Non credo di avervi detto, l’altro giorno, che è venuta gente da parte del locatore di Fontainebleau. Io ho magnificato l’appartamento, ma rifiuterò con ostinazione di lasciarlo visitare, a meno che voi non mi preghiate di farlo. Chi non si è alzato, ieri, per accompagnare il suo amico Bonniot alle elezioni? Del resto il vostro partito radical-socialista è stato eletto. Bonniot doveva venire a salutarci. Non l’abbiamo rivisto. Può darsi che si sia sciolto sotto il temporale. Che tempo! E fa freddo, per di più. Per Apollo! l’abbiamo fatta grossa a separarci dalla Chiesa, diceva Ma­ riette, la nostra simpatica domestica. Fauré mi ha fatto firmare con lui due lettere indirizzate l’una alla sig.ra di Saint-Marceaux, l’altra alla Principessa di Polignac6. È davvero stupefacente il suo atteggiamento nei nostri confronti. Datemi presto vostre notizie per tutti, e anche di Mimie. Mamma, la cui anima buco­ lica lamenta l’assenza di cavoli nel vostro parco, manda ciononostante a tutti voi i suoi più affettuosi saluti. + i miei = un mucchio.

Maurice Ravel

74. A Michel-Dimitri Calvocoressi 3/5/10

Vecchio, Un sacco di cose da chiedervi: andiamo per ordine. Prima di tutto, una domanda rivolta al russofìlo: se avete un momento, dovreste farmi il grande favore di preparare un progetto di contratto circa i miei diritti nei

173]

5 Senza dubbio J.-H. Retinger, amico della famiglia Godebski. La biblioteca di Montfort-1’Amaury ospita un esemplare della sua Histoire de la littérature frangaise (Paris, Grasset 1911) con la dedica a RaveL 6 Durante gli anni in cui era studente, così come dopo la guerra, Ravel frequentò l’elegante salotto della principessa Edmond de Polignac (1865-1943) a cui dedicò la Pavanepour une infante défunte. Nata Winnaretta Singer, ereditò dal padre un’immensa fortuna (le macchine da cucire Singer) e fu una mecenate molto oculata dalla fine del secolo agli anni Trenta.

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Lettere

confronti di Folcine. Certo, questo riguarda la stagione russa, ma relati­ vamente! È anche per il caso che il balletto non sia eseguito dalla troupe imperiale. Allora succederebbe questo: se l’Opéra desse Daphnis, la si­ gnora Stichel1 prenderebbe un terzo, Folcine un altro terzo, e io dovrei contentarmi del resto. Ora, a nessun prezzo lascerò eseguire la mia opera a queste condizioni. Abbiamo impiegato (dico abbiamo, perché ci ho lavorato anch’io) alcuni scampoli di nottate per fare il libretto, che io del resto ho ritoccato in seguito, e sono invece mesi che io sgobbo per la musica. Mi sembrerebbe estremamente ingiusto se a me toccasse soltan­ to un terzo. Credo che anche voi siate d’accordo. Ora, mi pare di avervi detto che, nel contratto con Durand, era stipulato dapprima che, nel caso in cui fosse intervenuto un coreografo straniero, la sua parte sareb­ be stata prelevata sui diritti di Folcine. Quest’ultimo ha chiesto che tale clausola fosse eliminata. Dal momento che avevamo pensato, aggiun­ gendola, soltanto a rappresentazioni lontane in imprecisati paesi, ho consentito a sopprimerla. Per le rappresentazioni russe, s’era convenuto che avremmo diviso i diritti a metà. Agli autori drammatici mi hanno detto che basterebbe stilare un contratto su carta bollata. Perfetto; ma se la stagione russa salta? Il contratto risulterà molto più diffìcile da redige­ re perché bisogna stipulare che, qualunque cosa accada, al compositore non toccherà mai meno del cinquanta per cento dei diritti. Vi chiederò dunque di far capire ciò a Fokine o agli altri. Se la faccenda non si sistemasse, mi rifiuto assolutamente di lasciar eseguire il mio balletto. Mi secca seccarvi con questa storia, ma non mi è molto comodo corrispondere con gente che non conosce una sola parola di quella lingua che l’Europa c’invidia. Altra cosa, meno grave: il mio allievo Louis Timal, ha tirato fuori da non so che scartafaccio di traduzioni russe una commedia di non so che autore per musicarla. Non so a chi ci si debba rivolgere per l’autorizza­ zione, perché, se esiste un editore, è spiegato in quell’oscuro linguaggio di cui soltanto voi capite qualcosa. Timal vi manderà informazioni più dettagliate, e voi sarete la persona più squisita se vorrete rispondergli*2. Ora una domanda all’ellenista: come si chiamano esattamente, in Daphnis 1° la dama tanto amabile (Lycéa, credo) 2° il vecchio pastore

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1 La maestra di danza dell’Opera. 2 Calvocoressi disse più tardi che Timal non gli aveva scritto. Timal era un compositore dilettante; tra il 1905 e il 1928 furono pubblicate sei delle sue opere, per la maggior parte da Costallat.

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Ravel

che alleva uno dei due bimbi (qualcosa come Lammon)3. Sempre rivol­ gendomi al compatriota di Ganimede: non mi riesce di ricordare (sono un po’ esaurito) il nome del flauto di Pan4. Quale altro strumento, rappresentato in orchestra da un clarinetto piccolo, si può mettere in mano (no, non quello, un altro) a un pastore? Se riuscite a sbrogliare questa matassa, avrete diritto alla mia ammirazio­ ne, poi alla mia riconoscenza. Mamma, completamente guarita dal raffreddore, invia alla signora Calvocoressi e a voi tutti i suoi più amabili saluti. I miei, rispettosi alla signora vostra madre e affettuosi a voi, con una stretta di pinze per giunta

Maurice Ravel

75. A Jean Marnold Valvins Par Avon (S. & M.) Sabato [7/5/10]

Caro amico Per Salomé1 niente da fare. Sto orchestrando... e non è una cosa veloce2. Mi consolerò risuonandomi i Préludes di Debussy3 che sono meraviglio­ si capolavori. Li conoscete? Grazie e cordialmente, di fretta

Maurice Ravel4

3 Nella partitura di Ravel i nomi che figurano sono Lyceion e Lammon. 4 Syrinx. [75] 1 L’opera di Richard Strauss, eseguita per la prima volta nel 1905, era presentata in traduzione francese all’Opéra. 2 Si tratta probabilmente dell’orchestrazione di Daphnis et Chloé. (Cfr. la lettera successiva.) 3 Durand aveva appena pubblicato il primo libro dei Préludes di Debussy. 4 L’autografo di questa lettera è riprodotto in René Chalupt e Marcelle Gerar, Ravelau miroir de ses lettresy Paris, Robert Laffont 1956, p. 12, e in Francois Lesure e Jean-Michel Nectoux, Maurice Ravel (catalogo della mostra), Paris, Bibliothèque nationale 1975, p. 72. [74]

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Lettere

76. A Gabriel Pierné1 [C. giugno, 1910]* 2

Caro signor Pierné, Potrò farvi avere, per questa prossima stagione, un importante brano del mio balletto, Daphnis et Chloé, Questo brano (notturno e danza guerriera) è per orchestra e coro misto. Se pensate che possa andar bene, vorreste avere la bontà di avvertire Durand, perché sia possibile far copiare o stampare in tempo il materiale? Credete, caro signor Pierné, ai miei più vivi sentimenti di simpatia. Maurice Ravel3

77. A Jacques Rouché1 20/8/10

Caro signore, Avete già scelto un direttore d’orchestra per il Théàtre des Arts? Se così non fosse, mi permetto di segnalarvi un musicista eccellente che, a parer mio, non occupa ancora la posizione che merita, il sig. Ingelbrecht. Devo dirvi per prima cosa che con questa raccomandazione il camerati­ smo non c’entra per nulla. Per ragioni extra musicali, i miei rapporti con il sig. Ingelbrecht sono assai freddi. Ma l’ho visto talvolta all’opera, e ultimamente al concerto della SMI, dove, chiamato all’ultimo momen­ to, ha messo insieme con sole 3 prove diversi brani nuovi, per la maggior parte piuttosto complessi.

1 n direttore d’orchestra, compositore e organista Gabriel Pierné (1863-1937) aveva studiato con Massenet e Cesar Franck. Dal 1910 al 1932 fu il direttore principale dell’orchestra Colonne. 2 Lettera datata approssimativamente in base al suo contenuto. 3 Sulla prima pagina della lettera di Ravel, Pierné annotò a titolo di promemoria personale la strategia che progettava di seguire: «Convocare alla ripresa per un’audizio­ ne. Quanto ai cori, vedere Durand. Il comitato sarà disposto ad assumersene l’onere?» Tutti questi problemi furono risolti con esito favorevole, e il 2 aprile 1911 Pierné diresse la prima esecuzione del Nocturne dell’Interlude e della Danse guerrière al teatro dello Chàtelet. [77] 1 L’amministratore Jacques Rouché (1862-1957) aveva studiato scenografìa e regia in Germania e Russia. Dopo aver diretto il Théàtre des Arts per qualche anno, fu nominato direttore dell’Opéra di Parigi nel 1914, carica che ricoprì fino al 1945. [76]

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Ravel

Al pari dei miei colleghi, sono stato colpito dall’abilità e dalla sensibi­ lità veramente eccezionali di questo giovanotto, che si trova, d’altra parte, pienamente inserito nella corrente moderna. Poiché, come credo, è in questo senso che voi intendete dirigere il Théàtre des Arts, ho pensato che questo sarebbe per voi un acquisto utilissimo. È sempre vostra intenzione far eseguire L’Oiseau bleu1? Ho letto quest’opera adorabile e constatato, non senza brividi, ciò che essa richie­ derebbe musicalmente. Ci vorrebbe una sinfonia continua, in qualche modo atmosferica3. Vogliate credere, caro signore, ai miei sentimenti di distinta simpatia.

Maurice Ravel

78. A Ida Godebska 4, Avenue Carnot Parigi, XVIP 27/9/10

Cara amica, L’ultima volta che ebbi vostre notizie, ero in uno stato penoso. Un antrace al collo, che ha dovuto essere aperto col bisturi. Per più di una settimana, impossibile fare qualcosa, per via della febbre. È stato neces­ sario recuperare il tempo perduto. Non ho più avuto un momento per scrivere: il fatto è che l’orchestrazione è più impegnativa della pesca ai gamberetti. Non date l’impressione di sospettarlo, voialtri gente di mon­ do, che mi mandate accidenti per il tramite di Calvo. Quando ritornate? Se sapeste com’è graziosa ora Parigi! E poi si vedo­ no tutti i momenti aerostati e aeroplani. Il sole fa credere di essere in piena estate. Partiamo venerdì per 3 giorni a Mary s/Marne. Vuol dire che in quel periodo non smetterà di cadere una pioggerellina fine. Ho scritto a Sert per chiedergli un appuntamento. Non mi ha rispo­ sto. Pure sarebbe necessario che ci mettessimo d’accordo1. Nessuna no­ vità da Vienna. Avverto inclinazioni bellicose.

2* L’Oiseau bleu fu scritto da Maurice Maeterlinck (1862-1949) nel 1908. Per qualche tempo rivaleggiò in popolarità con Pelléas et Mélisande. Nell’opera è stata individuata una fantasia allegorica, che illustra la ricerca della felicità nel mondo. 3 Questo progetto sembra non sia mai stato realizzato. Intorno al 1895, Ravel aveva abbozzato una pagina di un preludio per la commedia di Maeterlinck intitolata Intérieur. [78] 1 Probabilmente avrebbero dovuto collaborare a qualche progetto. José Maria Sert

[77]

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Lettere

Non sento più parlare neanche de L’Heure espagnole. Se devono pre­ sentarla in novembre, sarebbe ora di darsi da fare. Durand mi ha manda­ to, con i suoi complimenti, un ritaglio dalla Germania a proposito della nostra Mere l’Oye, che diceva: «Die merkwurdigsten»* 2... Insomma, mi capite: probabilmente i più notevoli brani esistenti scritti per l’infanzia. Che popolo delicato e sensibile! Octave Maus3 mi ha scritto per chiedermi dove ho passato le mie vacanze, che cosa conto di fare quest’inverno, quali sono i giorni in cui prendo medi­ cine, e altre cose dello stesso genere... Sembrerebbe che questo debba inte­ ressare vivamente i suoi lettori. Gli rispondo che ho fatto una crociera nelle Indie, che quest’inverno andrò a cacciare la pernice in Scozia e mi allenerò per le gare automobilistiche internazionali. Annunciatemi presto il vostro ritorno, e saluti affettuosi a tutti. Maurice Ravel

79. A Marie-Olénine d’Alheim1 4 Avenue Carnot Parigi

3/11/10

Signora, Tramite lo stesso giro di posta, ho scritto a Mosca per ringraziare la giuria della piacevole e lusinghiera distinzione di cui sono stato onorato2.

(1874-1945) avrebbe firmato le scene e i costumi dell’allestimento preparato dai Ballets russes del Menuetpompeux di Chabrier, orchestrato da Ravel. [78] 2 In tedesco, «i più rimarchevoli». 3 Maus (1856-1919), critico musicale e d’arte belga, fondatore di due gruppi d’avanguardia, i Vingt e la Libre Esthétique. [79] 1 Su richiesta del soprano russo Marie-Olénine d’Alheim (1869-1970), Ravel partecipò a un concorso internazionale patrocinato dalla Maison du Lied a Mosca. L’organizzazione era stata fondata con un triplice obiettivo: in primo luogo, sviluppare l’interesse del pubblico per le melodie popolari; secondariamente, accrescere il reperto­ rio di melodie popolari bene armonizzate invitando i compositori a partecipare a concorsi biennali; infine, incoraggiare i giovani cantanti permettendo loro di interpre­ tare melodie popolari in pubblico in piccole sale da concerto. Nel 1908 Olénine d’Alheim aveva fondato la Maison du Lied con il marito Pierre d’Alheim (1862-1922). Linguista di talento, realizzò buona parte delle traduzioni assegnate all’organizzazione. 2 Le quattro mélodies di Ravel che ottennero un premio (spagnola, francese, italiana ed ebraica) furono pubblicate a Mosca da Petr Ivanovic Jurgenson, poi da Durand. La mélodie scozzese, sulla poesia di Robert Burns The Banks o’ Doon, fu pubblicata da Salabert nel 1975. Le due altre mélodies di Ravel composte per il concorso (fiamminga e russa) non sono ancora state ritrovate.

75

Ravel

A questo proposito voglio esprimervi personalmente i miei sentimenti di riconoscenza. È stato infatti grazie alla vostra cortesia se ho potuto prendere parte al concorso3.

80. A Désiré-Emile Inghelbrecht 4, Avenue Carnot Paris XVII 26/2/11

Mio caro Inghelbrecht, Che peccato che il concerto sia così vicino! Devo orchestrare — per desiderio dell’editore — la Mère l'Oye, ed è proprio quel che ci voleva. Non vedo dunque altro da proporvi se non la Pavane pour une infante... con un supplemento di 2 corni naturali in sol. Dal momento che questo brano è dedicato alla principessa1, le interesserebbe forse tenere in casa sua la prima esecuzione parigina. L’editore è Demets. Per quanto riguarda il brano per arpa2, non è un brano per orchestra in senso proprio. 7 strumenti in tutto. Ma questo si potrebbe aggiustare. Il quartetto potrebbe essere raddoppiato, triplicato. E, fatta eccezione per qualche a solo, suonerebbe ancor meglio che nell’originale. Di Debussy esistono soltanto, che io sappia, le 2 danze per arpa cromatica e quintetto d’archi3. Non credo che la Petite Suitey strumenta­ ta da Busser, lo sia per piccola orchestra4. Fatemi sapere quel che avrete deciso. I miei omaggi alla signora Inghelbrecht e cordialità a voi. Maurice Ravel

3 Nonostante questa lettera non porti firma, Ravel, scrivendo alla giuria di cui la signora d’Alheim faceva parte, l’aveva certamente conclusa con una formula di cortesia e con la sua firma. [80] 1 La principessa Edmond de Polignac. 2 L’Introduction et Allégro. 3 La Danse sacrée e la Danse profane. 4 Ravel aveva ragione. Henri Busser (1872-1973) era insegnante, direttore d’or­ chestra e compositore prolifico. Amico intimo di Debussy, trascrisse parecchie sue opere. In un’intervista accordataci, Busser ricordava di avere incontrato Ravel nel 1891 al Conservatorio, allorquando il direttore, Ambroise Thomas, presiedeva all’annuale distribuzione dei premi. Ravel aveva ottenuto una medaglia di primo classificato nella classe preparatoria di pianoforte e Busser un primo premio di fuga. Il rapporto tra i due premiati sarebbe durato per tutta la vira.

[79]

76

Lettere

81. Erik Satie

a

Maurice Ravel Arcueil1

4/3/11

Mio buon Ravel, Scrivo al signor Ecorcheville che non potrò, con mio gran dispiacere, ascoltarvi stasera. E troppo emozionante, e supera la capacità dei miei nervi. Prego il signor Lerolle*2 di rappresentarmi presso il padrone di casa e di congratularsi con i miei eccellenti interpreti, che sono squisiti. Vi ringrazio, mio Buon amico, della vostra amichevole devozione34 . Debussy dirigerà le Gymnopédies\ il 25 di questo mese, nella Salle Gaveau, al concerto del Cercle Musical. È una cosa che vi devo. Grazie. I miei rispetti alla vostra mamma, vi prego. Amichevolmente. ES

(811

1 Satie trascorse gli ultimi ventisette anni di vita ad Arcueil, nella periferia parigina. Per tutto questo periodo non ricevette mai assolutamente nessuno nel proprio apparta­ mento. Il brano per pianoforte intitolato D’Edriophtalma, tratto dagli Embryons dessechés, è uno tra gli esempi che illustrano la sua singolare personalità: una semplice parodia della Marche funebre di Chopin è presentata nella partitura come la citazione d’una celebre Mazurka di Schubert! 2 L’editore parigino Jacques Lerolle, che pubblicò la maggior parte delle opere di Satie. 3 Oltre a questa serata musicale privata in casa di Jules Ecorcheville, Ravel si era assunto grandi responsabilità nel concerto della S.M.I. del 16 gennaio 1911, consacrato alle opere di Satie, nel corso del quale interpretò la seconda Sarabande, il preludio di Le FiU des étoiles e la terza Gymnopédie. Ravel firmò anche la seguente dedica a un esemplare di Ma mère l’Oye : «Per Erik Satie nonno degli “entretiens” e di altri. Omaggio affettuoso di un discepolo». (Questa partitura appartiene a Max Fontaine.) 4 Questi tre brani per pianoforte furono compiuti nel 1887, e Debussy ne aveva appena orchestrati due. Debussy, oltre a dirigere la sua trascrizione e l’orchestrazione di Children’s Corner realizzata da André Caplet, accompagnò al pianoforte Maggie Teyte in diverse sue mélodies.

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Ravel

82. A Cipa Godebski La Grangette 22/3/11

Sono desolato, vecchio mio, che mi abbiate atteso giovedì. Eppure avevo detto a Katalin1 che non c’era niente di sicuro. La prova da Colonne è andata bene. L’esecuzione è fissata per il 2 aprile*2. All’Op [era] Com[ique] si lavora, ma la mia presenza lì non è ancora necessaria. Carré mi ha scritto che secondo lui H.3 è incapace di dirigere un’opera di questa difficoltà. Sarà dunque Ruhlmann4 a farlo. Mi ha anche proposto un piccolo cambiamento nella distribuzione. Vedremo. Qui va tutto bene. Meno freddo dell’anno passato, e, comunque, meno disagevole. Domenica era primavera: una gran quantità di uccellini, an­ cora maldestri, preparavano i loro concerti. E venuto Edouard a sistema­ re il fornello della cucina. Sembrava che i fumisti quest’inverno avessero ripulito tutto. Credo invece che abbiamo aggiunto altra fuliggine. Certamente mi vedrete la prossima settimana, all’ora del vostro break­ fast (Ih). Dipenderà dalle prove Colonne. Troverete qui i miei biglietti per il 5° concerto Durand5, quello a cui partecipa anche Debussy. Sono venuti fin qui a intervistarmi, per corrispondenza, è vero. Ho risposto loro soltanto sciocchezze6. Successo della Rapsodie a Lione7. Ho ricevuto da Gédalge un genti­ lissimo appunto che mi informa. Saluti affettuosi a tutti da noi due

Maurice Ravel

Che Ida non mi faccia scenate. La prossima volta toccherà a lei.

[82]

1 Curiosamente Ravel scrive Katalin per Koechlin. 2 Cfr. lettera 76, nota 3. 3 Louis Hasselmans (1878-1957), dopo avere iniziato la propria carriera come violoncellista del quartetto Capet, debutto come direttore d’orchestra a Parigi nel 1905, prima di essere nominato all’Opéra-Comique nel 1909. Fondò anche i Concerts Hasselmans a Parigi e diresse molto negli Stati Uniti dopo la prima guerra mondiale. 4 Francois Rulhmann (1868-1948) lavorò soprattutto in Belgio, sua terra d’origine, e in Francia. Il 19 maggio 1911 diresse la prima esecuzione dell’Heure espagnole. 5 Dopo la morte di Auguste Durand nel 1909, Durand & C,c organizzò un’impor­ tante serie di concerti commemorativi, tenuti tra il 1910 e il 1913. Tra gli altri vi parteciparono Caplet, Debussy, Fauré, d’Indy, Ravel, Saint-Saèns e Schmitt. 6 Quest’intervista, posto che sia stata pubblicata, non è stata ancora ritrovata. 7 La prima esecuzione della Rapsodie espagnole fu diretta da Georges Witkowski, il

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Lettere

83. Ad Alfred Bruneau1 4 Avenue Carnot Parigi

Sabato [1/4/11]*2

Caro signore, Permettete a un giovane collega di dirvi il piacere che ha provato ascol­ tando Penthésilée 3. Credo di avervi detto che, per una singolare serie di circostanze casuali, non conoscevo quest’opera. Quindi stamattina la mia emozione era assolutamente fresca, e la mia gioia estremamente sincera davanti a un’opera che contiene a un tempo carattere, forza e... musica. E quest’opera, già con i suoi anni, è più giovane di molte altre lavorate in modo abile e indifferente che dobbiamo subire ogni giorno. D’altra parte, lo sapete, è soprattutto la nostra generazione ad apprezzare realmente il vostro valore. Credete, caro signore, alla rispettosa simpatia artistica del vostro de­ voto Maurice Ravel

pomeriggio del 19 marzo 1911, una domenica, alla Société des grands concerts di Lione. Il programma comprendeva anche l’ouverture del Don Giovanni di Mozart, il Terzo concerto perpianoforte di Beethoven, le Variations pourpiano et orchestre & Rhené-Bàton (con una certa Armande Ferté come solista) e il preludio del Parsifal di Wagner. La «Revue Musicale de Lyon» (26 marzo 1911, pp. 755-7) pubblicò una rassegna stampa con cinque recensioni della Rapsodie) per lo più negative. Se taluni critici ne lodavano l’orchestrazione, si rimproveravano generalmente al brano la sua incoerenza, il suo cattivo gusto e le sue strane sonorità. Uno dei critici qualificò il primo brano come una «presa in giro», e un altro concludeva così il suo articolo: «Dopo aver subito tanti epigoni di Wagner, ci possano venire risparmiati ora gli epigoni di Debussy». [83] 1 La musica di Alfred Bruneau (1857-1934) fu assai eseguita durante la sua vita. Oltre all’attività principale, di cui ricordiamo otto opere scritte in collaborazione con l’amico intimo Zola, si dedicò alla critica e all’insegnamento. 2 Timbro postale presente su questo biglietto pneumatico. Il sabato mattina Ravel aveva assistito a una prova dell’orchestra Colonne diretta da Gabriel Pierné. Oltra alla prima suite di Daphnis et Chloé) ascoltò dunque Penthésilée di Bruneau. Il programma completo, dato la domenica pomeriggio, comprendeva anche opere di Gluck, Mozart, Haydn, Richard Strauss e Debussy. 3 Sottotitolato «Reine des Amazones», Penthésilée è un poema sinfonico per voce e orchestra tratto da un testo di Catulle Mendès. In quest’opera giovanile, composta nel 1884, quando Bruneau aveva ventisette anni, è evidente l’influenza di Wagner.

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Ravel

84. Alla

redazione del

«Figaro»1 [Maggio 1911]

Caro signore. Che cos’ho cercato di fare, scrivendo L’Heure espagnole ? E abbastanza ambizioso: rigenerare l’opera buffa italiana. Eppure quest’opera non è concepita nella forma tradizionale. Come il suo diretto antenato, Le mariage\ interpretazione fedele della commedia di Gogol, L’Heure espa­ gnole è una commedia musicale. Nessuna modifica al testo di FrancNohain, tranne qualche taglio. Soltanto il quintetto finale potrebbe ri­ chiamare, con il suo taglio, i suoi vocalizzi, i suoi effetti vocali, gli assieme di repertorio. A parte questo quintetto, si tratta piuttosto di declamazione familiare che di melodia. La lingua francese ha i suoi accenti e le sue inflessioni musicali al pari di qualsiasi altra. E non vedo perché non si dovrebbe profittare di queste qualità per tentare di prosodiare correttamente. Lo spirito umoristico dell’opera è puramente musicale: qui il riso va ottenuto, non, come nell’operetta, con l’accentuazione arbitraria e stram­ palata delle parole, ma con il carattere insolito dell’armonia, del ritmo, del disegno melodico o dell’orchestrazione. Credete, caro signore, ecc., ecc.

Maurice Ravel*23

[84]

1 Ravel aveva fatto tesoro dello scandalo provocato dalle Histoires naturelies ed era risoluto a evitare una disavventura del genere con L'Heure espagnole. Le due opere ricorrevano a un tipo analogo di linea melodica, prossimo alla conversazione, e inoltre la spiritosa commedia di Franc-Nohain, che raccontava le avventure amorose della moglie di un orologiaio, era stata giudicata troppo audace per il palcoscenico dell’Opera. La lettera di Ravel mirava a rassicurare a un tempo critica e pubblico. Essa comparve su «Le Figaro» del 17 marzo 1911, preceduta da questa premessa: «La prova generale dell’Opéra-Comique. Che cos’è dunque L "Heuve espugnale, l’opera di Maurice Ravel su libretto di Franc-Nohain? Abbiamo ricevuto a questo proposito la seguente lettera». 2 In una lettera indirizzata allo scrittore e storico Robert d’Harcourt il 27 luglio 1911, Ravel si diceva molto interessato dall’orchestrazione dell’opera II matrimonio di Musorgskij. D’Harcourt aveva tradotto la commedia di Gogol’ in francese, ma l’orche­ strazione non fu mai portata a termine, sembra a causa dell’insuffìciente remunerazione proposta dall’editore Bessel. (Cfr. Béclard d’Harcourt, QueIques souvenirs sur Ravel, «La Revue Musicale», dicembre 1938, p. 229.) 3 Benché l’autografo della lettera di Ravel non sia stato ritrovato, esistono cinque pagine di brutta copia scritte nella residenza estiva dei Godebski, La Grangette, che

80

Lettere

85. A Marie Gaudin La Grangetee 27/6/[1911]

Mia cara Marie, Grazie a voi e alla signora Gaudin per tutto il disturbo che vi siete date. Ci siamo decisi per le camere Anchochouri1. A pensione completa, Mamma non dovrà occuparsi di nulla. Non potremo chiacchierare da finestra a finestra, ma ci consoleremo pensando che non ci sarà comun­ que molta strada da fare. Non conosco per nulla William Laparra. Ed è assai buffo pensare che devo andare a Ciboure per incontrare colui che ha disegnato i costumi de L’Heure espagnole. Dunque, avremo presto la gioia di rivedervi, Spero anche di vedere un po’ di sole nel mio paese natale. Qui, è disgustoso. Non lo si vede da più di 15 giorni. Per di più piove tutti i momenti, e si gela. Rientriamo a Parigi dopodomani per fare i nostri preparativi, e, a meno di circostanze impreviste, arriveremo a St-Jean-de-Luz il 15. Nell’attesa, saspi ehun muchu gusiheri 2 dalla mamma, da Edouard e dal vostro devoto Maurice Ravel3

comprendono un importante paragrafo non pubblicato su «Le Figaro», in cui Ravel definiva così il suo obiettivo neWHeure espagnole : «Far rivivere non l’operetta francese parodistica e leggera, sentimentale talvolta, ma l’antica opera buffa italiana. Da molto tempo pensavo a un’opera musicale umoristica. L’orchestra moderna mi sembrava appunto che potesse sottolineare, esagerare gli effetti comici. Leggendo L'Heure espa­ gnole di Franc-Nohain ho trovato che questa strampalata fantasia ben si prestava al mio progetto. In quest’opera molte cose mi seducevano: mescolanza di conversazione familiare e lirismo ridicolo a bella posta: atmosfera di rumori insoliti e divertenti che avvolge i personaggi di questa bottega d’orologiaio. Infine il partito che si poteva trarre dai ritmi pittoreschi della musica spagnola». (Già nella collezione privata di Jean Godebski, i fogli sono ora conservati presso la Pierpont Morgan Library.) [85] 1 Cfr. la lettera successiva. 2 In basco, letteralmente, «700 baci a tutti». 3 Si può trovare una riproduzione dell’autografo in Pierre Narbaitz, Maurice Ravel (Còte basque, 1975), dopo la p. 96.

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Ravel

86. A Ida Godebska [28, rue du Quai] Ziburu1 19/7/11

Cara amica, Comincia ad andare meglio, da voi? Presto raggiungerete la vostra unica foresta di pini? E dire che dipendeva soltanto da voi venire qui dove il mare è fiancheggiato dalle acacie! E queste colline d’un verde dolce, da cui rotolano per i pendìi le piccole sfere delle querce potate alla maniera basca. E su tutto questo, i Pirenei, d’un color malva incantato. E poi, c’è la luce. Non il sole implacabile dell’altro mezzogiorno. Qui è di un fulgore delicato. La gente ne sente gli effetti; è agile, elegante, e la sua gioia non è volgare. Le danze sono leggere, dalla voluttà senza eccessi. La religione stessa, pure assai rispettata, si mescola con un granello di scet­ ticismo. Non nella casa in cui viviamo, accidenti! Dominica Anchochouri, la vecchia amica di mia madre, le ha annunciato fin dal suo arrivo la sua intenzione di convertirla. Ma finora è stata discreta. E pur vero che Mamma ha raffreddato parecchio quest’ammirevole zelo dichiarando che preferirebbe andare all’inferno in compagnia dei suoi che in paradiso da sola. Taglio: devo andare a Donibane Loihilzun (St-Jean-de-Luz come si dice in Francia) a trovare la sig.ra Vicq-Challet*2. Mandatemi presto notizie e cercate di venire presto a trovarci, quando ne avrete abbastanza della pittoresca e severa Bretagna. Affettuosi saluti da noi due a tutti; a voi in particolare, dal vostro devoto

Maurice Ravel (Indirizzo sul verso della busta.)

[86]

1 Nome basco di Ciboure, che proviene da zuziburu, cioè “cesta di ponte”. 2 II soprano Gaètane Vicq-Challet, concertista e cantante d’opera del tempo.

82

Lettere

87. A JOAQUfN Turina1 [Spagna] 8/9/11

Caro amico, Grazie per la «Revista Musical»*2 e per la vostra lettera. Sono felice che il vostro poema sinfonico vada avanti3. Neppure qui fa freddo, ma in questo paese è più normale. Dalla vostra (o mia) patria mille amichevoli e devoti saluti Maurice Ravel

88. Ravel, Blum

e

Samazeuilh

a Ida

Godebska Irunia [Spagna] 27/9/11

Non prendetevela. Vi scriverò presto. Affettuosità a tutti

Maurice Ravel. Un ricordo cordiale e imprevisto da

Léon Blum1

e da Gustave P. Samazeuilh2

1 Dopo i primi studi musicali effettuati in Spagna, Turina (1882-1949) si stabilì a Parigi nel 1905. Prima di tornare in Spagna nel 1914, studiò composizione con Vincent d’Indy per otto anni e fece parte del comitato direttivo della S.M.L 2 Turina aveva scritto una recensione favorevole àeWHeure espagnole in questo giornale spagnolo (III, 6, giugno 1911, p. 151). 3 Probabilmente un’allusione a La Procesión del Rodo (op. 9) compiuta nel 1912. [88] 1 Leon Blum (1872-1950) aveva iniziato la propria carriera scrivendo critiche per «Comoedia» e altre pubblicazioni, prima di divenire, nel 1936, il primo capo di governo socialista di Francia. 2 II compositore, pianista e critico Gustave Samazeuilh (1877-1967) aveva co­ nosciuto Ravel quand’era studente, e rimase legato a lui per tutta la vita.

[87]

83

Ravel

89. A Ricardo Vines [Fuenterrabia] [Spagna]

13/10/11

Caro Ricardo, Rientro dopodomani e verrò presto a trovarti1. Cari saluti a tutti. Affettuosamente il tuo

Maurice Ravel

90. Ravel

e

Mouveau1

a Jacques

Drésa2

Domenica [inizio gennaio 1912]3

Caro signore, Non vi saprei dire quanto mi piaccia lo schizzo della scenografìa4 che ho appena visto da Mouveau. È da fiaba e, soprattutto, è scenografia. Una piccola questione marginale: ho dapprima creduto che il sipario di fondo fosse scomposto in due piani. Mouveau mi ha detto che questo non era nei vostri progetti, ma ritiene come me che lo scenario ci guadagnerebbe. Vi si opponeva una difficoltà che non ci sarà più: l’argomento del libro. Questo m’infastidiva, e sono stato costretto a escogitare qualcos’altro. Ecco: i negretti, dopo aver presentato alla principessa e al pubblico lo

i Parecchi estratti del diario di Ricardo Vines ci offrono uno scorcio interessante sulle attività musicali di Ravel nei salotti. In casa della signora de Saint-Marceaux, il 13 gennaio 1905, Vines suona il Concerto perpianoforte di Rimskij-Korsakov accompagna­ to da André Messager, e Ravel Oiseaux tristes e D "un cahier d'esquisses di Debussy. In casa dei signori Robert Morder, 1’11 giugno 1907, Vines e Ravel suonano Antar & RimskijKorsakov, un cugino dell’abate Léonce Petit canta opere di Duparc e di Ravel, la signora Mortier interpreta un brano di Liszt e Ravel suona la sua Sonatine. In casa del critico Magnus Synnestved, il 20 gennaio 1909, Vines suona Gaspard de la nuit, Poissons d'or e Reflets dans l'eau di Debussy, e Déodat de Séverac esegue diverse sue composizioni. L’8 marzo 1912, in casa di Calvocoressi, che ospita tra gli altri invitati Alexander Siloti, Schmitt, Roussel, e Marguerite Babaian, Ravel suona le sue Vaises nobles et sentimentales. [90] 1 Lo scenografo Georges Mouveau, membro del gruppo degli Apaches, lavorò al Théàtre des Arts e in seguito all’Opéra. 2 Jacques Drésa (1869-1929) ideò lo scenario e i costumi per Ma mère l'Oye e per la versione danzata delle Vaises nobles et sentimentales. 3 Lettera datata approssimativamente in base al suo contenuto. 4 Per la versione danzata di Ma mère l'Oye.

[89]

84

Lettere

Un passaggio delle “Vaises nobles et sentimentales”, nell'analisi di Ravel spedita a René Lenormand. (Autografo nella Bibliothèque dell’Opéra)

85

Ravel

striscione su cui è scritto il titolo del libro della fiaba, andranno verso il fondo, e porteranno - o almeno faranno finta — il sipario che scenderà davanti a quello della prima scena. Le 3 tele saranno portate allo stesso modo, sempre dai negretti che tireranno le cordicelle, tolte poi tutte insieme per fultimo quadro. La tela di fondo del 1° quadro resterà dunque fìssa. Circa il pergolato, di cui vi avevo parlato per nascondere la principessa addormentata, non occupatevene. Guasterebbe la simmetria della scena. Troveremo pure il modo di aggiustarci altrimenti. Credete, caro signore, alla mia simpatia

Maurice Ravel Caro amico, Date retta a Ravel. Lo sfondo giallo su di un piano e il piano verde che si staglia davanti a questo sfondo garantiscono pienamente la riuscita di una scena che sarà deliziosa, se volete darmi retta. Fatemi sapere se siete d’accordo perché modifichi due delle misure che avevo già dato al mac­ chinista. Molto cordialmente Georges Mouveau

91. A Paule de Lestang1 4, Avenue Carnot Parigi Venerdì sera [26/1/1912]* 2

Cara signora, Sono desolato: mi appresto a causarvi involontariamente un grave dan­ no. Lunedì sera, avrà luogo la prima di Ma mère l'Oye al Theatre des Arts. Naturalmente, la mia presenza al vostro concerto è impossibile: sarò costretto a rimanere dietro le quinte, a riaccendere l’ardore degli uccellini, dei pagodi e dei negretti. Ma la defezione di uno dei numerosi compositori che interpretate non è un male così grande. Ciò che più

[91]

1 Cfr. lettera 31 > nota 2. Oltre ad avere talento alla tastiera, la signora de Lestang era anche un soprano. Registrò DAnne jouant de respinette accompagnandosi da sé al clavicembalo. 2 Timbro postale presente su questo biglietto pneumatico.

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Lettere

iniporta, è che vi toglierò una parte del vostro pubblico3. Questa prima doveva tenersi domani, ma, beninteso, è stata rinviata. Ora la data è definitiva, ahimè! E io vi prego di perdonarmi questo torto che, temo, vi causerò davvero senza colpa. Con le mie scuse più vive, vogliate credere, cara signora, ai miei sentimenti di rispettosa simpatia artistica.

Maurice Ravel

92. A Jacques Rouché 1/2/12

Caro signor Rouché, Fin dall’inizio, la vostra idea di mettere in scena Ma mère l’Oye mi aveva sedotto. Da molto tempo, sognavo di offrire un’opera a questo Théàtre des Arts che in Francia è il solo a offrirci attualmente qualcosa di nuovo. Tuttavia non osavo sperare che fosse così totale questa gioia, deliziosa per un autore, di vedere realizzata un’opera scenica esattamente come egli l’aveva concepita. L’armonia sontuosa e delicata delle scene e dei costumi di Drésa, d’una logica teatrale così nuova, così personale, mi sembra il commento più perfetto alla mia fantasia Musicale. Allo stesso modo ho trovato nella signora Hugard1 una collaboratrice intelligente e raffinata, che si è fatta un’obbligo di rispettare le mie indicazioni fin nei minimi particolari, e di metterle in scena in modo elegante e spiritoso. Tutti i miei interpreti, grandi e bambini, han dato alla parte da loro interpretata, fosse questa pur minima, il contributo di una coscienza artistica che mi ha incantato e commosso profondamente. Per quanto riguarda le qualità musicali del mio amico Grovlez* 2, io le conosco da lunga data, e sapevo fin dal principio che, sotto la direzione di questo delicato compositore, l’eccellente orchestra del théàtre des Arts avrebbe eseguito perfettamente una partitura pure a tratti insidiosa.

3 H concerto dato dalla signora de Lestang il 29 gennaio, dedicato alla melodie francese, aveva la particolarità che ogni mélodie era accompagnata dal suo compositore; di Ravel cantò Sainte> Le cygne e La pintade, oltre a opere di altri autori tra cui Louis Aubert, André Caplet, Florent Schmitt. 192] 1 La coreografa Jeanne Hugard. 2 Gabriel Grovlez (1879-1944) e Ravel furono condiscepoli al Conservatorio. Oltre a dedicarsi alla propria attività di compositore, Grovlez dava concerti di pianoforte attraverso l’Europa e dirigeva al Théàtre des Arts, all’Opéra e all’Opera di Chicago.

191]

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Ravel

Soprattutto, caro signor Rouché, voglio esprimervi il mio piacere di avere incontrato un direttore artistico la cui costante preoccupazione è quella di rispettare l’idea dell’autore, pur aiutandolo con gl’illuminati consigli di un uomo di gusto. Vi prego di trasmettere a tutti, i miei più sinceri ringraziamenti, e di credere alla viva riconoscenza del vostro devoto

Maurice Ravel3

93. A Ralph Vaugan Williams 2/2/12

Caro signor Williams, Sono felicissimo di apprendere che, all’unanimità, il comitato della S.M.I. ha deciso di inserire nel programma del concerto del 29 febbraio pros­ simo la vostra suite di mélodies con accompagnamento di quartetto e pianoforte1. Questo concerto avrà una risonanza eccezionale: Fauré ac­ compagnerà al pianoforte Jeanne Raunay. Sto cercando di convincere Cyrill [Cyril] Scott* 2 perché venga di persona a dirigere la sua Suite che è compresa nel programma. E senza dubbio avremo la presenza dell’am­ basciata d’Inghilterra e dei principali membri della colonia inglese. Abbiamo pensato di offrirvi come interprete Plamondon, tenore di ottima reputazione ed eccellente musicista, che canta in inglese. Accom­ pagnerà il quartetto Wuillaume. Se voleste eseguire la parte al pianofor­ te, sarebbe perfetto. Se no, vi offro il mio contributo. Spero che avrò, in ogni caso, il piacere di rivedervi. La vostra presenza sarebbe assai necessaria, almeno per segnalarci i tempi corretti3.

[92]

3 L’autografo di questa lettera non c stato ritrovato, ma ne esiste una copia dattilografata alla biblioteca dell’Opéra, sulla quale Jacques Rouché ha annotato: «Ho ricevuto ieri da Monsieur Ravel la seguente lettera, che ho il piacere di affìggere all’albo. Possano tutti i miei collaboratori trovare qui, con i miei complimenti, le mie rinnovate espressioni di gratitudine». [93] 1 On Wenlock Edge, ciclo di sei songs tratti da poesie di A.E. Housman. 2 Compositore e poeta inglese (1879-1970). 3 Vaughan Williams assistette al concerto, ma senza prendere parte all’esecuzione del suo ciclo di songs, così come indicato dal programma: 1) Scherzo, Borodin (quartetto Duttenhoffer); 2) Suite n. 2 per pianoforte, Cyril Scott (suonata dal compositore); 3) La Bonne chanson, Fauré (Jeanne Raunay accompagnata dal compositore); 4) Sonata in un movimento, Cyril Scott (suonata dal compositore); 5) On Wenlock Edge, Vaughan Williams (Rodolphe Plamondon, tenore; quartetto Duttenhoffer; Maurice Ravel, pianoforte).

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Lettere

Rispondetemi a stretto giro di posta, vi prego. È importante per la pub­ blicità che pensiamo di fare in occasione di questo concerto eccezionale. Vogliate presentare gli omaggi della mia rispettosa amicizia alla signo­ ra Vaughan Williams, e credere ai più cordiali sentimenti del vostro

Maurice Ravel

94. All’abate Joseph Joubert St-Jean-de-Luz 4/8/12

Signor Abate, Sono troppo poco al corrente della tecnica organistica per arrischiarmi a scrivere per questo strumento. Ma conto di esercitarmi quest’inverno, e, appena mi sarà possibile, cercherò di soddisfare la richiesta di cui avete voluto onorarmi1. Vogliate credere, signor Abate, all’espressione dei miei sentimenti più distinti. Maurice Ravel

95. A Ralph Vaughan Williams St-Jean-de-Luz 5/8/12

Caro signor Williams, Ecco una lettera che, dal giorno della vostra partenza da Parigi, mi pesa come un rimorso. Il mio amico Godebski me l’aveva indirizzata pregan­ domi di farvela pervenire. In seguito, ogni volta che lo vedevo, gli pro­ mettevo che sarebbe stato fatto il giorno successivo, perché dovevo scri­ vervi io stesso. Vi sarete certo chiesto quali motivi mi abbiano indotto a rimandare di giorno in giorno il piacere di congratularmi con voi, e di*

[94]

’ Padre Joseph Joubert, organista della cattedrale di Lu^on in Vandea, preparava un’antologia di musica contemporanea per organo, LesMaitres contemporains de I’orgue. Quest’imponente collezione pubblicata da Sénart consiste in circa millesettecento pagine divise in otto volumi (1912-1914). Tra i nomi di molti compositori rimasti oscuri, troviamo quelli di Vincent d’Indy, Jules Massenet, Florent Schmitt e Joaquin Turina. Ravel in effetti non compose mai musica per organo.

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Ravel

esprimervi la mia gioia sincera per il vostro grande successo. Secondo il parere di tutti, i vostri poemi lirici sono stati una rivelazione. Faccio conto di dirlo presto in un articolo che sarà in gran parte dedicato a voi1. Le svariate opere mie che ho portato in scena la stagione scorsa, e, soprattutto, Daphnis et Chloé, mi hanno lasciato in uno stato pietoso. E stato necessario spedirmi in campagna, per curare un incipiente esauri­ mento nervoso. Finisco di rimettermi in sesto nel mio paese natale. Poco è mancato che non capitassi a Londra il mese scorso, ma pare che lì facesse tanto caldo che i concerti a cui dovevo partecipare sono stati spostati al mese di ottobre. Spero che in quell’occasione, avrò il piacere di rincontrarvi. Nell’attesa, sarò felicissimo di avere notizie vostre e del vostro lavoro. Vogliate, ve ne prego, presentare alla signora Vaughan Williams l’omag­ gio della mia rispettosa amicizia e credermi il vostro cordialmente devoto Maurice Ravel Delage, che è qui, m’incarica di presentarvi i suoi migliori saluti.

96. A Jacques Rouché 8 Place Louis-XIV Sain t-J ean-de-Luz 7/10/12

Caro signor Rouché, Sarò a Parigi il 15 di questo mese. Potremo dunque, meglio che per corrispondenza, parlare del vostro progetto. In linea di principio, intraprendere un’opera nuova mi sgomenta un poco. Devo terminare una quantità di cose appena abbozzate. Ma po­ trebbe darsi che, da qui a qualche giorno, tutto sia meglio delineato. Penso che il libretto di questo balletto non sia ancora definito. Preferirei comporlo io stesso, sulla base di qualche indicazione. Il precedente di Daph­ nis et Chloé, il cui libretto è stato per me un perpetuo impaccio, mi ha reso molto riluttante dall’intraprendere di nuovo un’esperienza simile. Infine, parleremo di tutto questo la settimana prossima. Verrò a tro­ varvi appena sarò di ritorno. Credete, caro signor Rouché, ai sentimenti cordiali del vostro devoto

Maurice Ravel* [95]

1 Quest’articolo non è mai stato ritrovato, sempre che sia stato redatto.

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Lettere

97. A Igor Stravinsky1 4 Avenue Carnot Parigi, XVIIe

19/1/13

Vecchio, Auguri sinceri in quantità, da noi tre a voi tutti. Arrivano in ritardo, ma non ho ancora finito di correggere le bozze di Daphnis, dove ho scoperto cose che farebbero rizzare i capelli sulla testa di Astruc* 2. Ho avuto vostre notizie da Delage, che era andato a cercare nel Sacre du printemps f an­ tidoto che le sue armonie richiedevano... Quando si pensa che d’Indy, di cui ho ascoltato Fervaal l’altro giorno, gode di buona salute! Non c’è giustizia. Vi hanno detto che M.. .I3 aveva intenzione di divorziare, e che aveva chiesto l’opinione dell’abate Petit su questo progetto? Mi assicurano che Nijinski non vuol più sentir parlare di danza4. Suvvia, è evidente, bisogna che Poincarré [Poincaré]5 si metta a lavorare alla coreografìa. A presto, affettuosamente,

ITR [97]

1 Stravinsky (1882-1971) era giunto a Parigi nel maggio 1910. Le rappresentazioni deirOz’j^« de feu date dai Ballets russes ne fecero subito una celebrità internazionale e gli permisero di fare la conoscenza di Debussy, di Ravel e delle principali personalità artistiche francesi dell’epoca. La sua amicizia con Ravel durò negli anni di guerra, ma negli anni Venti le loro carriere presero vie diverse. Nonostante qualche riflessione critica che si rivolsero l’un l’altro sulle proprie opere, la loro stima artistica e personale rimase reciproca. In un breve necrologio Stravinsky scrisse: «La morte di Ravel non mi ha sorpreso. Sapevo che da qualche tempo la gravità del suo male ispirava vivissima inquietudine. Sapevo allo stesso modo che era stata la natura di quel male ad arrestare bruscamente la sua produzione musicale. Era per me un amico da lunga data. L’ho conosciuto fin dal mio esordio a Parigi con L’Oiseau defeu, e ricordo che allora egli mi suonò frammenti del suo meraviglioso Daphnis che stava componendo. «La Francia perde con lui uno dei suoi più grandi musicisti, il cui prestigio è riconosciuto nel mondo intero. La storia gli assicurerà nel campo musicale il posto glorioso che ha saputo conquistare con tanto coraggio e una cosi ferma convinzione» (Maurice Ravel est mort, «L’Intransigeant», 29 dicembre 1937). 2 L’editore e impresario Gabriel Astruc (1864-1938). Il commento di Ravel su di lui è un ulteriore esempio del suo raffinato senso dell’umorismo. Un giovane pianista polacco, Arthur Rubinstein, incontrò Astruc nel 1904 e ne diede questa descrizione: «Era un uomo d’una quarantina d’anni, che appariva più vecchio di quanto non fosse per la sua corporatura pesante e la calvizie precoce» (Les jours de ma jeunesse, Paris, 1973, p. 171). 3 Molti amici personali di Ravel potrebbero essere il misterioso «M...I». 4 A causa, pare, dell’insuccesso della coreografia del Sacre du printemps. 5 Raymond Poincaré era stato eletto presidente della repubblica soltanto due giorni prima della stesura di questa lettera.

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Ravel

98. A Lucien Garban Clarens-Montreux Hotel des Crétes 28/3/13

Desolato, caro amico. Non vi incontrerò questa volta. Devo rientrare soltanto alla fine del mese prossimo. Ma spero proprio che veniate per la stagione russa. Bisogna ascoltare il Sacre du printemps di Strawinsky. Credo proprio che sarà un avvenimento rilevante quanto la prima del Pelléas. Allora a presto. Scrivetemi un poco, se avete tempo. Sapete forse che sto lavorando alla ricostruzione di Khowantchina di Moussorgsky1. Cordialmente Maurice Ravel

99. Alla

signora

Casella1 Clarens-Montreux Hotel des Crétes 2/4/13

Cara signora e amica, Siamo tutti desolati di ciò che ci dite della vostra salute. È vero che un’operazione, al giorno d’oggi, non ha nulla d’inquietante. Cionono­ stante, l’attesa snervante e la prospettiva di rimanere a letto parecchi giorni sono davvero sgradevoli. Mamma - e io, beninteso — vi preghia­ mo di tenerci al corrente. Volevo scrivervi appena dopo aver ricevuto la vostra lettera, ma ero io stesso in uno stato pietoso. Perché in me la composizione prende l’aspetto di una malattia grave: febbre, insonnia,

1 Quest’adattamento fu realizzato con Stravinsky a Clarens, in Svizzera, nei mesi di marzo e aprile 1913. Diaghilew lo aveva commissionato a Stravinsky, che propose la collaborazione di Ravel al progetto. Il loro compito consisteva essenzialmente nel ri­ orchestrare pagine scelte dell’opera di Musorgskij. Stravinsky compose inoltre per il finale un coro basato su di un tema annotato da Musorgskij. Questa versione di Chovanscina fu rappresentata dai Ballets russes al Theatre des Champs-Elysées il 5 giugno 1913. (Il manoscritto di Ravel, che consiste in quaranta pagine per orchestra, già nella collezione di Serge Lifar, si trova ora alla Pierpont Morgan Library.) [99] 1 Hélène Kahn, musicista anch’essa, sposò Alfredo Casella nel 1907. [98]

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Lettere

inappetenza. Ne è venuta fuori, dopo 3 giorni, una mélodie su un testo di Mallarmé2... Di cui si parla nella pagina seguente, che non è per voi. Non che il testo sia sconveniente, ma ciò riguarda la nostra santissima S.M.I. Alle righe seguenti ho affidato qualche progetto e osservazione idoneo a interessare i miei onorevoli colleghi. Non so ancora quando rientrerò a Parigi. Forse non prima della fine di Aprile. Senza dubbio in quel momento sarete ristabilita e potrete riprendere quella vita di bagordi a cui sottrarrete ora qualche giorno. Dite ad Al­ fred3 che mi scriva, soprattutto. Stringetegli la mano e credete, vi prego, alla rispettosa amicizia del vostro devoto

Maurice Ravel A entrambi, i cari saluti di Mamma: Strawinsky, dopo 3 giorni, ha intenzione di scrivervi anche lui. NelFattesa posso comunque pregarvi di non cercargli appartamento, perché verrà solo.

[99]

2 Soupiry il primo dei Trois Poèmes de Stéphane Mallarmé di Ravel. All’epoca la sua intenzione era di comporre solamente due mélodies. I manoscritti di queste mélodies portano le seguenti indicazioni: Soupir (Clarens, 2 aprile 1913); Placet futile (Parigi, maggio 1913); Surgi de la croupe et du bond (Saint-Jean-de-Luz, agosto 1913). 3 II compositore, pianista, direttore d’orchestra e insegnante Alfredo Casella (18831947). Dopo avere studiato al Conservatorio rimase a Parigi fino al 1914 e fece parte del comitato direttivo della S.M.I. «Nel corso dell’inverno 1900-1901— scrive Casella nelle sue memorie — assistevo alle lezioni di composizione di Gabriel Fauré. Era una classe molto brillante per la qualità degli allievi, tra cui vi erano all’epoca Roger-Ducasse, Charles Koechlin, Maurice Ravel e diversi altri musicisti di grande talento... Ravel e io divenimmo presto buoni amici... Non appena ebbi fatto la sua conoscenza mi resi conto di quale forza intellettuale risiedesse in quell’omino minuscolo, e mi sforzai di vederlo il più spesso possibile... La sua cultura era vasta, tanto in letteratura quanto in musica. Gli devo la scoperta della musica russa, in particolare quella di Musorgskij. Una o due volte alla settimana ci incontravamo a casa di Pierre Sechiari, il direttore principale dell’orchestra Lamoureux, per leggere su certi arrangiamenti a quattro mani tutto il repertorio lirico e sinfonico dei “Cinque” e di Glazunov, Ljapunov, Ljadov e altri. Cajkovskij era escluso da queste sedute perché Ravel lo detestava. La musica di Borodin, Balakirev e Rimskij-Korsakov fece su di noi una grande impressione. Si stava sviluppando, almeno nella cerchia audace e senza pregiudizi alla testa della quale erano Debussy e Ravel, una prospettiva antiwagneriana che era allo stesso modo antitedesca. Era un fatto di grande importanza nella storia della musica, dopo tanti anni di dominazione dell’arte tedesca» (Music in My Time: The Memoirs ofAlfredo Casella> trad. S. Norton Norman, University of Oklahoma Press 1955).

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Vorreste pregare Alfred di guardare il quartetto del signor Arènal4 e di giudicare se è il caso di presentare quest’opera alla S.M.L? Il tempo, ch’era migliorato per due giorni è ridivenuto orribile. Fa freddo; piove. Un po’ più in alto, nevica. Destinato al comitato della S.M.L oppure, in subordine, a Gustave Samazeuilh. I. Non sarò certamente a Parigi il 15 aprile. Mi sembra piuttosto delicato chiedere alla sigma Hatto5 di venire a cantare senza essere ac­ compagnata dall’autore. Queste mélodies, del resto, non offrono neppure l’interesse di una la audizione. Il progetto seguente (II) mi sembra più interessante. Per questo 1° concerto si è pensato ai Préludes (2° quader­ no) di Debussy? Li hanno dati alla S.N.? Le Pièces froides di Erik Satie vanno bene al primo concerto? Era inteso con Vines che sarebbero state eseguite. — Considerare che alla S.N. fanno tutto quel che possono per attirare Satie.Ricordate che si è preso l’impegno di suonare nel primo concerto la sonata del signor Milhaud6? Senza dubbio era per fargli piacere, ma alla fine dei conti... IL Progetto mirifico d’un concerto scandaloso. Forse non al Conser­ vatorio. I ministri non ammetterebbero che ci si comporti lì come alla Camera dei Deputati. Brani per: (a) voce recitante; (b) e (c) canto e: pianoforte, quartetto d’archi, 2 flauti, 2 clarinetti. (a) Pierrot lunaire-. Schoenberg (21 brani: 40 minuti)7. (b) Mélodies japonaises'. Strawinsky (4 brani8: 10 minuti).

[99]

4 Sembra che si trattasse di un musicista dilettante. Il Dipartimento di musica della Bibliothèque nationale possiede un breve brano di un certo R. Arènal, un semplice valzer in do maggiore intitolato Petit Conte, pubblicato nel 1913. 5 II soprano francese Jane Hatto, che aveva eseguito per la prima volta Shéhérazade sotto la direzione di Alfred Cortot nel maggio 1904. (Cfr. lettera 187) 6 La produzione di Darius Milhaud raccoglie più di quattrocento opere. Fece la conoscenza di Ravel nel 1913 e riporta così la sua reazione dopo la prova generale AeW'Heure espagnole-. «Questa musica mi sedusse per la sua sottile eleganza, ma mi dispiacque di non vedere in Ravel una sensibilità profonda quanto quella di Debussy. A partire da quel momento fui dunque ostile alla musica di Ravel; in seguito ho sempre conservato quest’atteggiamento benché, lo confesso, fosse talvolta ingiustificato» {Ma vie heureuse, Paris, Belfond 1973, p. 29). Nel 1927 Ravel difese l’opera di Milhaud Les Malheurs d'Orphée, bersagliata dagli attacchi di Pierre Lalo, cosa che portò a un riavvicinamento dei due musicisti. (Cfr. A. Orenstein, a cura di, Ravel — Scritti e interviste, Torino, EDT 1995, p. 117.) 7 L’opera di Schoenberg fu data a Parigi soltanto nel 1922. Diretta da Darius Milhaud, con Marya Freund come solista, provocò un’autentica sommossa. 8 Questo ciclo comprende soltanto tre mélodies. Si tratta dunque di un lapsus di Ravel, a meno che Stravinsky non gli avesse parlato di una quarta.

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Lettere

(c) 2 poesie di S. Mallarmé: Maurice Ravel (circa 10 minuti). (a) e (b) faranno urlare; (c) riporterà la calma e le persone usciranno canticchiandone motivetti. - N.B: Farò rispettosamente notare ai miei onorevoli colleghi che conosco (a) soltanto per sentito dire. Ma dobbia­ mo eseguire quest’opera per la quale, in Germania e in Austria, scorre il sangue. Quanto a (b), sono degne del loro autore, che reputo geniale. Per l’autore di (c) vedere i sigg. Lalo e Pougin9. Scriviamo a Schoenberg per ottenere la sua partecipazione. Gli autori dirigeranno tutte queste opere. Dunque, in linea di principio, occorre collocare il concerto verso la fine di maggio (per via di Strawinsky, il cui Sacre du printemps sarà di fresca presentazione)1011 . Seguito dei progetti destinati alla S.M.I. e,., di Penso che occorrerà attendere la la rappresentazione di quest’opera, che non mancherà di suscitare un’eco sin nel cuore del signor P. Souday11. Per questo, e anche per le altre sedute, evitare le coincidenze con le serate russe, le cui date sono già irrevocabilmente fissate (informarsi). Preghiera d’inviarmi queste date, così che possa mettermi d’accordo con Schoenberg. IIL Preghiera di scrivere a Raoul Bardac, 47 rue de Poissy (St Ger­ main en Laye) informandolo sul termine ultimo per inviare o far ascol­ tare le partiture orchestrali. Lo stesso a Joaquin Cassado12, che vuole presentare un concerto per v[iolonce]llo. J. Cras mi avvisa che ha presen­ tato il suo quartetto. Vorrebbe, se l’opera è accettata, che lo si informasse il più presto possibile sulla data d’esecuzione, affinché egli possa (dico possa) venire a Parigi13. IV. Ho assicurato a Strawinsky che, grazie a Inghelbrecht, avevamo in Francia cori capaci di cantare quel che ha composto ultimamente, e che è estremamente diffìcile. Brano eccellente per il concerto con l’orche­ stra14. (Brevissimo, 5 minuti appena.) Che l’indipendenza vi abbia sotto la sua santa custodia! Ma non troppo, eh?

ITR [99]

9 Arthur Pougin (1834-1921), così come Pierre Lalo, nei propri scritti si mostrava sovente critico nei confronti di Ravel. 10 II 29 maggio 1913, Ravel assistette alla tempestosa prima del Sacre du printemps a cui un critico appioppò solennemente la qualifica di antimusica e isteria. 11 II critico letterario Paul Souday (1869-1929) scriveva per «Le Temps». 12 II compositore spagnolo (1867-1926). 13 II compositore Jean Cras (1879-1932) viveva a Brest. 14 Le roi des étoiles (Zvedoliki)> cantata di Stravinsky per coro maschile e orchestra tratta da un testo russo di BaPmont. Fu eseguita per la prima volta a Bruxelles il 19 aprile 1939.

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Ravel

100. A Roland-Manuel Hotel des Crètes [Clarens-Montreux] 3/4/13

Caro amico, ecco il 3° giorno di sole. Ne ho approfittato per prendermi una laringite, in un paese dove mandano a curarsi quelli che ce Thanno. Non soltanto sto terminando Khowantchina, ma sto componendo 2 mélodies per canto, pianoforte, quartetto, 2 flauti, 2 clarinetti, su testi di Mallarmé. Il vostro libro è uscito1? Ho promesso a José de Arriaga* 2, Hurtado deAmezaga, 5, Bilbao, che gliene manderete una copia appena esce. Non fate mancar di parola a un Basco, soprattutto verso un suo compatriota... ...e datemi presto vostre notizie. Molte cordialità

Maurice Ravel

101. A Roland-Manuel [Hotel des Crètes] [Clarens-Montreux]

12/4/13

Avete vinto soltanto una dozzina di maccheroni, caro amico: in effetti la la è “Soupir”. Ma forologio da donna placcato in oro era destinato a chi avesse indovinato anche la 2a, che è “Placet futile”1. La noterella di

1 Maurice Ravel et son oeuvre, pubblicato da Durand nel 1914, il primo di quattro libri (oltre a numerosi articoli) che Roland-Manuel scrisse su Ravel. 2 La biblioteca di Montfort l’Amaury ospita un libro di Arriaga scritto in spagnolo e in basco, Lekobide (Bilbao, 1943), con la seguente dedica: «Esemplare destinato aireminente compositore e patriota basco Ravel dall’autore. Bilbao, febbraio 1913». [101] 1 In risposta alla lettera di Ravel del 3 aprile, Roland-Manuel aveva ipotizzato che l’amico avrebbe musicato Soupir e Apparition.

[100]

%

Lettere

G.C.2? Certo non è la penna di Anatole France3, ma l’intenzione c’è lo stesso. Comprendo bene che Q è ancora /7R 4- Ci si vendica come si può, non è vero? Molte cordialità Maurice Ravel Attendo con impazienza il divertissement5. Se ne sente proprio la man­ canza, qui...

102. A Ida Godebska Ongi Ethori1 23, rue Sopite St-Jean-de-Luz 29/7/13

Che bagni, cara Ida! Fa caldo, e piove soltanto la notte. Ho terminato le correzioni di Shéhérazade1. Mi restano soltanto una quarantina di lettere da scrivere e mi metterò al lavoro. Quand’è che v’incontrerò? I nostri affettuosi saluti a tutti. Il vostro devoto

Maurice Ravel Quale indirizzo?

2 II critico musicale Gaston Carraud (1869-1920), che scriveva su «La Liberté». 3 France (1844-1924) era celebrato per il suo stile elegante e vinse il premio Nobel della letteratura nel 1921. 4 In altre parole, Claude Debussy è ancora la ‘Tonte” di Maurice Ravel. Su «La Liberté» dell’8 aprile 1913, Carraud commentava così la prestazione di Ricardo Vines in occasione di un concerto della Société nationale, lodando la musica di Jean Cras e criticando indirettamente Debussy e Ravel a un tempo: Vines «ha suonato inoltre, meravigliosamente, alcuni Poèmes intimes, musicali e sinceri, di Jean Cras, e tre di quei Préludes del recente Second Livre di Debussy, che fanno così bene comprendere perché Ravel non ritenga più opportuno negare di essere suo discepolo». 5 Nel modo di parlare di Ravel, un’arida fuga scolastica. [102] 1 «Benvenuta», in basco. (L’ortografìa corretta è “ongi etorri”.) 2 II ciclo raveliano, benché eseguito per la prima volta già nel 1904, fu pubblicato in partitura d’orchestra da Durand solo nel 1914. [101]

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Ravel

103. A Dumitru Kiriac-Georgescu Ongi Ethori 23, rue Sopite Saint-J ean-de-Luz

3/8/13

Mio caro amico. Voglia il cielo che non siate a Parigi, una volta ancora, durante la mia assenza! Oppure, in questo caso, che vi spingiate fin qui. - La maggior parte del viaggio è fatta Che cosa sconcertante questo silenzio di... non oso ricordare quanti anni! In mancanza di meglio, ho parlato molto di voi con il sig. Otesco1. Sono felice di sapere da voi che Béla Bartók nutre una certa simpatia per le mie opere. Conosco parte delle sue, in particolare un quartetto d’archi che è davvero una delle poche opere che mi abbiano colpito, ed emozio­ nato da qualche anno a questa parte* 2. Non rimanete più tanto tempo senza darmi vostre notizie. Cercherò, per parte mia, di scrivervi di tanto in tanto. E se vado un giorno a Bucarest, farò il possibile per incontrarmi con voi. Mia madre vi invia i suoi migliori saluti. Credetemi, mio caro amico, davvero affettuosamente vostro Maurice Ravel

[103]

1 II compositore rumeno lon Nonna Otescu (1888-1940), allievo di Kiriac a Budapest. Dal 1908 al 1911 studiò composizione a Parigi con Vincent d’Indy e CharlesMarie Widor. Di ritorno in Romania, insegnò a sua volta composizione e fu nominato direttore del Conservatorio di Bucarest. 2 Si tratta del Quartetto per archi n.l op. 7 di Bartók. In una lettera a Rudolph Ganz del 23 aprile 1910, Bartók scriveva: «Non conosco nulla di Ravel: non mancherò di farmi spedire le sue ultime composizioni per pianoforte». (Ringrazio la signora Ganz per avermi inviato una copia della lettera di Bartók.) Ravel e Bartók (1881-1945) s’incontrarono brevemente negli anni Venti, dapprima a Parigi, poi a New York. In un articolo commemorativo Bartók scrisse: «La comparsa di un genio isolato, qualunque sia la sua importanza, può non convincere del tutto circa la situazione musicale di una nazione; la si può attribuire a semplice fatalità; incontrare due casi analoghi è più probante, e, in ogni caso, si può dedurne che ci si trova in presenza di una sorta di cristallizzazione di un fenomeno prodotto dall’atmosfera di un paese. Ecco perché, dal nostro punto di vista ungherese, il genio di Ravel ha un così gran significato a fianco di quello di Debussy» («La Revue Musicale», dicembre 1938, p. 244).

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Lettere

104. A Roland-Manuel Ongi Erbori 23, rue Sopite St-Jean-de-Luz

27/8/13

Se non vi siete impegnato troppo per la biografia, caro amico, fermate tutto: Durand è disposto ad accettare lo schema proposto, cioè: biografìa di Roland-Manuel; studio generale di Vuill[ermoz]. Durand aspetta la mia risposta per commissionare ufficialmente il lavoro1. Ho appena terminato “Surgi de la croupe”. Assisteremo presto a un match Debussy-Ravel. Il nostro editore mi ha indirizzato Taltro giorno una lettera disperata, perché Bonniot* 2 rifiutava l’autorizzazione per “Sou­ pir” e “Placet futile” che Debussy ha appena musicato. Ho sistemato tutto quanto3. Rispettosi saluti a voi. Vostro cordialmente devoto

Maurice Ravel

[104]

1 Vuillermoz per qualche motivo non collaborò al progetto. Scrisse in seguito un importante articolo sullo stile di Ravel in Maurice Ravelpar quelques-uns de sesfamiliers (Paris, Editions du Tambourinaire 1939, alle pp. 1-95). 2 II genero di Mallarmé, suo esecutore testamentario. (Cfr. lettera 51, nota 3.) 3 Nel 1913 Debussy e Ravel misero entrambi in musica tre poesie di Mallarmé, due delle quali, per una strana coincidenza, erano le stesse. Ravel chiese al dottor Bonniot l’autorizzazione a utilizzare i testi del poeta, e costui gliela accordò immediatamente. Poco tempo dopo, quando Jacques Durand formulò la stessa richiesta, il dottore consentì alla pubblicazione di Eventail, ma rifiutò di dare fautorizzazione per Soupir e Placetfutile, i cui diritti erano stati appena ceduti a Ravel. Quest’ultimo riuscì tuttavia a persuadere il dottor Bonniot a ritornare sulla sua decisione — gesto che testimonia efficacemente la sua onestà e buona volontà.

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Ravel

105. A Igor Stravinsky Ongi Echori 23, rue Sopite Saint-Jean-de-Luz

28/8/13

Non vi farò alcun rimprovero, vecchio mio: vi immagino usignoleggiare1 giorno e notte. Io, sorgo dalla groppa e «balzo»* 2, come direbbe il nostro collega Tchérépine34 . Capirete che ho appena terminato la 3a poesia di Mallarmé. Rivedrò ora la 2a e mi applicherò subito a Zazpiac bat\ Mi accordo un giorno di sosta, dedicato a una ventina di lettere. Pensate che ci sono alcuni sventurati che aspettano, da più di 2 mesi, una risposta a stretto giro di posta... Per una di queste lettere, occorre che mi aiutiate: ho bisogno di sapere dove alloggiano i Russi in questo momento5. Dal mese di giugno, questi poveri diavoli aspettano soltanto una mia lettera per inviarmi del denaro (diritti d’autore di una 4a rappresentazione)6. Questo è per Swietloff7. Devo ancora scrivere a Diaghilew che non conti su di me per il balletto Scarlatti8. Ho davvero di meglio da fare. Dunque, risposta a stretto giro di posta — non alla mia maniera - Non c’è bisogno di letteratura: indirizzo della stagione russa. Novità della famiglia — Credetemi ecc., firma. A voi, e a chi è con voi, l’affettuoso ricordo del vostro devoto

Maurice Ravel E poi, se avete un momento, scrivetemi a lungo.

[105]

1 Allusione a Le Rossignol di Stravinsky. 2 Allusione al titolo della poesia di Mallarmé. 3 II compositore russo Nicolaj Cerepnin (1873-1945) trascorse una buona parte della propria vita in Francia. Dal 1908 al 1914 diresse numerose produzioni di Diaghilew in Europa occidentale. 4 Cfr. lettera 31, nota 3. 5 I Ballets russes salparono per il Sud America a metà agosto. 6 Da Daphnis et Chloé. 7 II critico Valerian Svetlov svolgeva sovente le funzioni di Diaghilew in sua assenza. 8 Senza dubbio un allusione a Le donne di buon umore\ quest’allestimento su musica di Domenico Scarlatti adattata da Vincenzo Tommasini (1878-1950) fu rappresentato dai Ballets russes nel 1917.

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Lettere

106. A Edouard Ganghe1 Ongi Ethori 23, rue Sopite St-Jean-de-Luz

28/8/13

Caro signore, la vostra amabile lettera mi ha trovato nel pieno dei prepa­ rativi della partenza. L’ho portata via con una quantità di altre, alle quali avevo intenzione di rispondere appena arrivato. Ma mi sono messo al lavoro e intraprendo la corrispondenza soltanto oggi. Voglio prima di tutto ringraziarvi del vostro libro. È il primo, per quel che ne so, a offrirci una documentazione completa sulla vita di Chopin, e non ho bisogno di dirvi quanto mi abbia interessato leggerlo. Per Daphnis et Chloé, se ne potrebbero trarre, a rigore, 2 o 3 fram­ menti. Ma non credo che i nostri contratti possano darmi il diritto di estrarne una parte così considerevole. In ogni caso, bisognerebbe consul­ tare il mio editore Durand*2. Con tutte le mie scuse per il ritardo di questa risposta accogliete, caro signore, i miei migliori saluti.

Maurice Ravel

107. A Roland-Manuel [St-Jean-de-Luz] 7/10/13

Caro amico, Senza dubbio siete rientrato. Forse gustate persino la gloriosa servitù della caserma. Scusatemi se non vi ho scritto da tanto tempo. All’epoca della vostra ultima lettera, stavo terminando i miei 3 poèmes. In realtà, “Placet futile” era fatto, ma l’ho ritoccato. Non mi nascondo che l’aver tentato d’interpretare in musica questo sonetto è stato un gesto di grande audacia. Bisognava che il contorno melodico, le modulazioni, i ritmi fossero altrettanto preziosi, altrettanto delineati quanto il sentimento, le i Edouard Ganche (1880-1945) dedicò gran parte della propria vita a promuovere l’opera di Chopin pubblicandone la musica, raccogliendo documenti e scrivendo a lungo su di lui. Nel 1910 fondò una Société Chopin, di cui Ravel accettò di essere vicepresidente. 2 Ganche sperava, pare, di eseguire una trascrizione per pianoforte di Daphnis et Chloé.

[106]

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immagini del testo. Era essenziale, malgrado ciò, mantenere il porta­ mento elegante di questa poesia. Era essenziale, soprattutto, la profonda, adorabile tenerezza che impregna tutto ciò. Ora che è fatta, provo un po’ di panico... Con lo stesso giro di posta - è ora! - scrivo a Vuillermoz. Credo che da parte vostra, sarà buona cosa che insistiate1. Dimenticavo di dirvi che, terminati i Mallarmé, ho viaggiato in Spa­ gna*2. Dal mio ritorno, lavoro a Zazpiac bat... e soprattutto, da 2 giorni non faccio nulla. Il tempo è così brutto che penso di rientrare presto. Presentate i miei rispettosi saluti ai vostri genitori e credetemi cordial­ mente vostro

Maurice Ravel

108. A Igor Stravinsky Comarques, Thorpe-Le-Soken1

13/12/13

Vecchio, è da qualche tempo che non ho novità sensazionali sulla vostra salute2. Circa 3 settimane fa ho saputo della vostra morte improvvisa, ma dal momento che avevo ricevuto il mattino stesso una vostra cartolina, la cosa non mi ha colpito granché. Delage vi ha probabilmente detto che le vostre “JaPonaises” saranno eseguite il 14 gennaio, con i suoi “hindous”34e le mie mallarméane. Con­ tiamo sulla vostra presenza. Tra 3 giorni sarò a Londra, dove spero di sentir parlare del Sacre \ Il Rossignol deve cantare presto5? Trovate qui Pomaggio della mia rispettosa amicizia per la sig.ra Strawinsky. Abbracciate i bambini e credetemi vostro affettuosamente devoto Maurice Ravel 1 Cfr. il primo paragrafo della lettera 104. 2 La frontiera spagnola si trova solamente a una ventina di minuti d’auto da SaintJean-de-Luz. [108] 1 Nell’Essex, in Inghilterra. 2 Una breve notizia — fondata su una voce falsa — apparve su «Comoedia» (11 ottobre 1913) informando che Stravinsky era stato ricoverato in un sanatorio di Pietroburgo. 3 I quattro Poèmes hindous di Maurice Delage, per voce e insieme strumentale. 4 Dopo la prima parigina del 29 maggio 1913, il balletto di Stravinsky fu presentato tre volte a Londra nel corso dell’estate. 5 La prima rappresentazione fu data dai Ballets russes all’Opéra il 26 maggio 1914

[1071

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Lettere

109. A Désiré-Emile Inghelbrecht [4, avenue Carnot]

Mercoledì sera1

Mio caro Inghelbrecht, Mi sono precipitato al foyer dopo il concerto... e non ho avuto il piacere di vedervi. Che fine avete fatto? Avrei desiderato vivamente dirvi a voce quanto ero soddisfatto dell’esecuzione dei miei poèmes, di quelli del mio amico Strawinsky e di quelli del mio glorioso allievo* 2. E, non occorre dirlo, avevo un po’ di timor panico: 3 serie di brani di questo genere, con due prove, c’era di che! Voglio applaudire al vostro tour de force, e dirvi un triplice grazie. Il vostro devoto

Maurice Ravel

110. Ad Alfred Kalisch1 26/1/14

Caro signore, Vi scrivo con la fronte arrossata dalla vergogna. Da più di un mese trascino penosi rimorsi. Appena rientrato, volevo - e dovevo - assolvere un piacevole impegno di riconoscenza verso il Music club2. Ma ho trovato un mucchio di occupazioni che me l’hanno finora impedito: orchestrazione di un’opera che

sotto la direzione di Pierre Monteux. (Cfr. l’articolo di Ravel su Le Rossignol, in A. Orenstein, a cura di, Ravel — Scritti e interviste cit., pp. 58-60.) [109] 1 II timbro postale di questo pneumatico non datato è del [giovedì] 15 gennaio 1914. Ravel lo scrisse dunque appena dopo il concerto della S.M.L, la sera di mercoledì 14 gennaio. 2 Cioè i Trois Poèmes de Stéphane Mallarmé di Ravel, le Trois Lyriques japonaises di Stravinsky e i Poèmes hindous di Delage. [HO] 1 II critico musicale inglese Alfred Kalisch (1863-1933) scriveva per lo «Star», il «World» e altri giornali britannici. 2 II London Music Club, fondato da Kalisch, invitava talvolta i compositori a partecipare a concerti di loro opere, seguiti da una cena di gala. Oltre a Ravel, furono invitati dal club Debussy, Schoenberg e Sibelius. «I membri del club, s’è detto, si distinguevano per lo più per la ricchezza, l’età avanzata, la corpulenza e la respirazione rumorosa». (Marian C. McKenna, Myra Hess, London, Hamish Hamilton 1976, p. 50.)

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Ravel

doveva essere eseguita a Lione il 10 gennaio3; correzioni e prove delle mie poesie di Mallarmé, ecc. Ho trascorso le feste di fine anno chino su manoscritti e bozze, e comincio soltanto oggi a respirare. È veramente troppo tardi, eppure il ricordo di questa simpatica manifesta­ zione del Music Club è così vicino, il piacere che ne ho provato è ancora così vivo, che oso malgrado tutto pregarvi - 5 settimane dopo! - di farmi da interprete presso i membri della vostra società, di pregarli di scusarmi, e dire loro quanto sia riconoscente della loro amabile ospitalità. Prego anche voi, caro signore, di scusarmi, e di voler credere alfespressione dei miei sentimenti più distinti. Maurice Ravel

111. Alla signora Casella Saint-Jean-de-Luz1 21/3/14

Grazie, cara amica, della vostra amabile lettera e scusate il mio silenzio laborioso. Sto lavorando al trio* 2345malgrado il freddo, la tempesta, i tempora­ li, la pioggia e la grandine. Lietissimo del successo Monteux3. Dunque, la musica moderna non fa fuggire il pubblico4? Sono veramente desolato di non essere lì per la Nottee le auguro sinceramente il successo che merita. Mandatemi subito notizie e ritagli di giornale, se possibile. A entrambi l’affettuoso ricordo del vostro devoto

lìH 3 Una versione riorchestraca del Noel des jouets che Ravel aveva terminato nel dicembre 1913. L’opera fu presentata ai concerts Witkowski da Jane Bathori, che debuttava a Lione. [Hi] 1 II recto di questa cartolina raffigura l’interno della chiesa Saint-Jean-Baptiste (XIII secolo) a Saint-Jean-de-Luz. 2 II manoscritto del Trio indica che fu scritto a Saint-Jean-de-Luz tra il 3 aprile e il 7 agosto 1914. 3 Dopo i suoi studi al Conservatorio di Parigi, Pierre Monteux (1875-1964) fece una brillante carriera internazionale. Fece scoprire un gran numero di opere contemporanee, tra cui Daphnis et Chloé e Le Sacre duprintemps, e diresse molto in seguito negli Stati Uniti. 4 II 1° marzo 1914, Monteux diresse la prima esecuzione in forma concertistica di Petruska di Stravinsky al Casino de Paris. 5 Alfredo Casella diresse la prima esecuzione della sua Notte di Maggio (per soprano e orchestra, su una poesia di Giosuè Carducci) il 29 marzo 1914 ai Concerts Colonne. [HO]

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Lettere

112. A Ida Godebska Saint-Jean-de-Luz 8/4/14

Cara amica, Eccomi alfine rientrato — da lunedì ma «sono... ancora... compietamente sfinito-o-o-o...»1. I soggiorni a Lione, come a Ginevra, sono stati affascinanti; ma che viaggio! Ho trovato a Lione Pierre Haour* 2 che aveva lasciato i suoi invitati del martedì — Strawinsky tra gli altri — per venirmi incontro. Fareste altrettanto voi in una delle vostre domeniche sera3? E poi vantano tanto lo spirito amichevole dei polacchi4! Il concerto è andato bene. Evidentemente, non era l’entusiasmo londinese. Ma bisogna fare i conti con la freddezza meridionale. Vi scrivevo, da Ginevra, di andare da Chevillard5. Avevo dimenticato Le Sacre 6 da Monteux. Pare che sia stato un trionfo7. Quando penso che quelFammasso d’idioti lo ha fischiato meno di un anno fa! Dimenticavo di dirvi che al concerto di Lione, di fronte al successo delle Histoires naturelles, 2 signore hanno dichiarato che «tuttavia, non era Beethoven». Per finire, 2 perle tratte dai piccoli annunci del «Journal de Genève», che mi sono state citate da mia zia. Non mi ricordo le altre, ahimè! Vendesiy una giumenta che proviene da un gendarme8.

[112]

« «je suis... encor... tout abruti-i-i...». Allusione umoristica alla Manon di Massenet, la cui prima aria comincia con: «Je suis... encor... tout étourdie.. 2 Amico intimo di Ravel, era membro del gruppo degli Apaches. 3 Era il giorno in cui i Godebski davano tradizionalmente le loro serate musicali. 4 Ida Godebska era nata a Cracovia. 5 Camille Chevillard (1859-1923) studiò composizione con Chabrier prima di diventare direttore principale dell’Orchestra Lamoureux. In questa veste diresse la prima della Valse. 6 Per pianoforte a quattro mani; la partitura d’orchestra fu pubblicata per la prima volta nel 1921. 7 Riferimento alla prima esecuzione in concerto del Sacre duprintemps che Monteux aveva appena eseguito al Casino de Paris il 5 aprile 1914. 8 In francese «une jument provenant d’un gendarme» ha anche il senso di «generata da un gendarme».

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Ravel

Signorina, volendo disfarsi di un canapé, accetterebbe di perderci su qualcosa. Scrivetemi presto, e credete al devoto affetto del vostro Maurice Ravel E poi la proprietaria delPHotel International, a Ginevra, è la vedova Amherd!

113. A Ralph Vaugan Williams 7/6/14

Mio caro amico, Ahimè no! Non andrò a Londra. E la lettera seguente, che indirizzo ai giornali inglesi, ve ne spiegherà la causa: Sir, My most important work, Daphnis et Chloé, is to be produced at the Drury Lane Theatre on Tuesd[a]y, June 9. I was overjoyed; andfully appreciating the great honour done to me, considered the event as one of the weightiest' in my artistic career. Now I learn that what will be produced before the London public is not my work in its original form, but a makeshift arrangement which I had accepted to write at M. Diaghilev's special request, in order to facilitate production in certain minor centres. M. Diaghilev probably considers London as one ofthe aforesaid «minor centres» since he is about to produce at Drury Lane, in spite of his positive word, the new version, without chorus. I am deeply surprised and grieved and I consider the proceedings as disrespectful towards the London public as well as towards the composer. Lshall therefore be extremely thankful to offering you my thanks in anticipation, I remain, dear Sir, faithfully yours,

Maurice Ravel.

[113]

*1 Nell’autografo, veightiest. Copiando la traduzione della sua lettera alla stampa, Ravel forma un unico documento. Oltre a quest’errore e a quello dell’inizio (Tuesdy invece di Tuesday), è presente un’evidente svista di copiatura nella frase conclusiva. Il «Morning Post» pubblicò la frase corretta come segue: «I shall therefore be extremely thankful to you if you will kindly print this letter. Offering you thanks in anticipation, I remain yours, etc., Maurice Ravel». (L’autografo è parzialmente riprodotto in A. Orenstein, Some unpublished Music and Letters by Maurice Ravel, «The Music Forum», 1973, 3, p. 316.)

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Lettere

Testo in francese (in «Comoedia», 9 giugno 1914): Signor Direttore, La mia opera più importante, Daphnis et Chloé, sarà rappresentata a Drury Lane il martedì 9 giugno. Quest’avvenimento doveva essere una delle mie gioie più grandi, uno dei più grandi onori della mia carriera artistica. Ora, vengo a sapere che ciò che verrà presentato al pubblico di Londra è non la mia opera nella sua forma originale, bensì un arrangiamento di fortuna che avevo accettato di scrivere su richiesta del sig. de Diaghilew per facilitare la rappresentazione nei centri di minore importanza. Il sig. de Diaghilew considera probabilmente Londra come uno di tali «centri di minore importanza», poiché si prepara a dare a Drury Lane, a dispetto della sua promessa formale, la nuova versione senza coro. Sono profondamente addolorato e sorpreso e considero tale procedere tanto poco rispettoso verso il pubblico quanto verso il compositore.

Maurice Ravel.

Questa lettera - che non deve ingannarvi circa i miei progressi nella lingua inglese, perché si tratta soltanto di una traduzione — deve uscire sul «Times», sul «Morning Post», sul «Daily Mail» e sul «Daily Tele­ graph». Se avete occasione di farla pubblicare da qualche altra parte, ve ne sarò infinitamente riconoscente. Sono debitore al pubblico inglese, che mi ha accolto in modo indimenticabile, di questa protesta2. Vi raccomando di andare ad ascoltare Le Rossignol di Strawinsky; è un vero capolavoro, musicalmente. Le scene e i costumi sono splendidi. Voglio anche ringraziarvi dell’offerta generosa della vostra ospitalità, di cui avrei profittato senza esitare, non fosse stato per queste sfortunate circostanze. Presentate, vi prego, l’omaggio della mia rispettosa amicizia alla si­ gnora Vaughan Williams e credetemi mio caro amico, davvero cordial­ mente vostro. Il vostro devoto Maurice Ravel

[113]

2 In un articolo intitolato Compositeur et impresario, Maurice Ravel contre M. de Diaghilew («Comoedia», 18 juin 1914), l’impresario rispose che Daphnis et Chloé era già stato eseguito a Parigi con il coro, che s’era rivelato «non soltanto inutile, ma nocivo. Fui dunque costretto a pregare Maurice Ravel di scrivere la seconda versione che il distinto compositore eseguì nel migliore dei modi». Ravel replicò che l’opera sarebbe stata ormai eseguita con il coro in tutte le grandi produzioni, dal momento che Diaghilew sarebbe stato ora legato da accordi scritti e non più verbali.

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Ravel

114. A Georges de Feure1 4 Avenue Carnot Parigi 19/6/14

Caro signore, Ho ricevuto la vostra cortese lettera a proposito di un progetto da voi propostomi di comporre un balletto su vostro soggetto destinato all’Alhambra Theatre di Londra. In linea di principio, questo progetto mi potrebbe allettare, ma è necessario che intercorra un impegno bilaterale, a questo proposito, tra la direzione dell’Alhambra e me. Questo contratto, come quello che è stato fatto per Le Palais du silence di Debussy* 2, stipulerà le condizioni generali, le scadenze di pagamento e di consegna del balletto. Resta tuttavia bene inteso che ci sarà modo per la direzione dell’Alhambra di mettersi d’accordo per la locazione del materiale orchestrale con i miei editori, MM. Durand & C,e, 4 Place de la Madeleine, a Parigi, proprietari di tutte le mie opere. - Essendo i diritti d’edizione naturalmente esclusi dal contratto che intercorrerà tra l’AIhambra e me. Poiché il compenso che mi sarà riservato dall’Alhambra rappresenterà i miei diritti d’autore in Inghilterra, e dal momento che dovrò, del resto, differire importanti lavori in corso, mi sembra che la sua importanza non potrebbe essere inferiore a Quindicimila franchi. Inoltre vi dovrebbe essere la possibilità di fissare la durata approssimativa del balletto, l’even­ tuale composizione dell’orchestra. Inoltre, avrei desiderio di leggere altri soggetti vostri di balletto, un soggetto esotico o una festa francese o italiana del XVIII secolo, poiché questi soggetti mi sembra che debbano più facilmente adattarsi al progetto in questione3. [H4]

1 Georges de Feure (1868-1928, pseudonimo di Georges van Sluijters), pittore litografìsta e scrittore francese. 2 Questo balletto in un atto di Georges de Feure, iniziato da Debussy nel 1914, rimase incompiuto. 3 Malgrado l’interesse manifestato da Ravel, questo progetto non fu condotto a termine, benché Feure avesse sottoposto due libretti (già conservati nella biblioteca del compositore a Montfort l’Amaury, sono ora al Dipartimento di musica della Bibliothèque nationale) al compositore: 1) Le Masque terrible, tratto dal racconto di Poe The Masque of the red Death', 2) Les Jardins d’Antinous, che si svolge in un giardino di sogno sulle rive del Nilo. Antinoiìs, tiranno stanco di vivere, concede nella sua magnanimità alla giovane schiava della Bitinia, Mallinda, di unirsi al suo amante, poi si annega nel Nilo. Il libretto fa ricorso a danze esotiche (egiziane, persiane). Non si fatica a comprendere perché Ravel abbia rifiutato questi libretti banali, dello stesso livello dei testi musicati per il Prix de Rome. (Cfr. Jean-Michel Nectoux, Maurice Ravel et sa bibliothèque musicale, «Fontes artis musicae», 1977, 24, pp. 199-206.)

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Lettere

Vogliate esaminare tutto ciò, caro signore, e pregare la direzione dell’Alhambra di inviarmi un progetto di contratto che esaminerò con comodo. Per vostra informazione, sto partendo per St-Jean-de-Luz (Bassi Pire­ nei) dove risiederò quest’estate. Ecco il mio indirizzo: 23 Rue Sopite a Saint-Jean-de-Luz. Vogliate credere, caro signore, ai miei sentimenti più cordiali. Maurice Ravel4

115. A Lucien Garban Ongi Ethori 23, rue Sopite St-Jean-de-Luz

30/6/14

Mio caro amico, Penso che la presente vi troverà a Londra, e che avrete ascoltato Daphnis - ahimè! senza i cori - a meno che le mie pubbliche proteste abbiano convinto Diaghilew a ritirare del tutto la mia opera dai suoi programmi. Ho lasciato Parigi da una decina di giorni, e il bel cielo, il calore, e le pulci del mio paese han fatto sì che trascurassi di informarmi sul seguito di questa polemica1. Con l’aiuto di 35° almeno, lavoro al trio, e a Zazpiac-BaL malgrado i numerosi intrattenimenti: pelota basca, fuochi di St-Jean, toros de fuego2, e altre pirotecnie. I giochi d’acqua sono per dopodomani. Lo stabilimento dei bagni di mare apre soltanto il 1° luglio, e io attendo quel giorno con un’impazienza che la temperatura rende legittima. Mandatemi presto vostre notizie. Mia madre vi manda il suo saluto; aggiungete quello cordiale del vostro devoto

Maurice Ravel

[114] [115)

4 Una copia dell’autografo di Ravel si trova negli archivi di Durand & Clc. 1 La prima rappresentazione in Inghilterra di Daphnis et Chloé ebbe luogo al Drury Lane Theatre il 9 giugno 1914, con Michel Folcine e Tamara Karsavina nel ruolo di protagonisti, Pierre Monteux sul podio, e senza coro. Le altre opere del programma, Tamara di Balakirev e Seherazade di Rimskij-Korsakov, furono dirette da Thomas Beecham. Quando Ravel in seguito compose La Valse per Diaghilew, quest’ultimo rifiutò di allestire l’opera, e le relazioni tra i due si ruppero definitivamente. 2 Letteralmente «tori di fuoco» in spagnolo; si tratta di tori meccanici da cui zampillano fuochi d’artificio e che vengono portati per le vie durante le festività.

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Ravel

116. Alla

signora

Casella Saint-Jean de Luz

18/7/14

Cara amica, che queste ardite creste slanciate portino a entrambi l’affet­ tuoso ricordo di mia madre e mio1. Malgrado il bel tempo, da 3 settimane il trio non va avanti, e mi disgusta. Ma oggi, mi sono accorto che non è così nauseabondo... e il carburatore è riparato. Alfredo ha davvero ragione a lavorare per il pianoforte: si va 3 volte più in fretta.

ITR 117. A Maurice Delage Ongi Ethori 23, rue Sopite Saint-Jean-de-Luz

4/8/14

Caro vecchio mio, scrivetemi subito, se ricevete questo biglietto, che io senta la presenza di un amico. Qui c’è un mucchio di gente per cui provo molta simpatia. Ma non è questo... Se sapeste quel che sto soffrendo!... Dal mattino, senza sosta, la stessa terribile idea, angosciosa, criminale... lasciare la mia povera vecchia mamma, sarebbe sicuramente ucciderla. E poi la patria non ha certo bisogno di me per essere salvata... Ma tutto questo è soltanto ragionamento, e io sento che di ora in ora scricchiola... e per non sentire tutto questo, lavoro. Sì, lavoro; e con la sicurezza, la lucidità di un folle. Ma, durante questi momenti, anche la malinconia lavora, e all’improvviso, eccomi a sin­ ghiozzare sui bemolli! Naturalmente, quando scendo, e mi trovo davanti la mia povera mamma, bisogna che abbia un aspetto calmo, se non scherzoso... fino a quando potrò continuare? Sono quattro giorni che va avanti così, da quando hanno suonato le campane della mobilitazione... Scrivetemi presto, vecchio mio, ve ne supplico. Affettuosamente Maurice Ravel [116]

1 Sul recto della cartolina si vedono le creste montagnose che circondano Urrugne, nei pressi di Saint-Jean-de-Luz.

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Lettere

118. A Edouard Ravel Ongi Ethori 23, rue Sopite Saint-J ean-de-Luz

8/8/14

Caro Edouard, A tutt’oggi - 8 agosto - non abbiamo ancora ricevuto niente da te. Ed è probabile che ci abbia scritto da tempo! Penso che tu abbia avuto nostre notizie dal sig. Pawloski [Pawlowski]1, che mi ha promesso di passare per avenue Carnot o di telefonare a Levallois. La nostra posizione non è delle più allegre. In casa non sono rimasti 10 franchi. Durand deve essere chiuso. Le società degli Autori anche. La maggior parte degli amici, i Piot*2, La Laurencie3, Benois4, Pawloski sono o saranno quanto prima nelle medesime condizioni pecuniarie. Ma tutti la prendono abbastanza alla leggera. Ci sono preoccupazioni più penose. Ho sofferto per 4 giorni, dopo la mobilitazione, come non mi era mai accaduto. E poiché sentivo che stavo per impazzire, ho preso il partito più ragionevole: mi arruolerò. Tutte le ragioni che mi potrai opporre, io me le sono date. La nostra povera mamma, soprattutto... Ma se impazzisco, o se crepo per una malattia di cuore, sarà ancora più triste. E poi, non mi faccio illusioni. Se mi prendono - e la cosa è lontana dall’essere certa non sarò certo subito mandato in prima linea. Beninteso, la nostra povera mamma ignora tutto questo. Verrà il momento di dirglielo quando ci sarà qualcosa di definitivo. Quando mi scriverai a questo riguardo, o di altro che potrebbe preoccuparla, scrivi a parte, e metti il tutto in una busta ordinaria, vergata non di tua mano. Sarebbe ancora meglio che mi scrives­ si due lettere, una ufficiale, Tal tra... ufficiosa. Appena riceverai questa lettera, va alla Società degli autori, al 10 di rue Chaptal, a quella degli Autori drammatici, in rue Henner, e chiedi se ho dei diritti da riscuotere. Accludo un’autorizzazione. Passa anche da Durand, e dì loro la mia situazione, che sto terminando il trio e che probabilmente partirò. Telegrafaci tue notizie, se possibile.

[118]

i Lo scrittore e giornalista Gaston de Pawlowski (1874-1933) era caporedattore di «Comoedia». 2 II pittore René Piot (1869-1934) firmò numerose scene e costumi per il Theatre des Arts. 3 II celebre musicologo Lionel de La Laurencie (1861-1933). 4 Figura importante per la nascita del balletto moderno, Alexandre Benois (18701960) lavorava come scenografo e autore di soggetti.

Ili

Ravel

Scrivo ai Bonnet5 con lo stesso giro di posta, nel caso in cui foste separati dalle fortificazioni. Ti abbracciamo

Maurice

119. A Cipa Godebski Ongi Ethori 23, rue Sopite Saint-Jean-de-Luz

20/8/14

Mio vecchio amico, L’indomani del giorno in cui v’ho scritto, ho chiesto il mio estratto di nascita - pesate un po’, nient’altro che il ponte da attraversare1! - Con la sola vostra eccezione, tutti, mobilitati, arruolati, compreso un ufficia­ le, mi hanno disapprovato. Mi conoscete abbastanza per sapere che né questi rimproveri, né il vostro entusiasmo possono avere la minima in­ fluenza sulla mia risoluzione: partirò (se mi vogliono), perché ho voglia di partire. Solamente — ognuno ha i suoi difetti; il mio è quello di agire solo in piena coscienza - so di commettere un crimine, e non avevo bisogno che tutti me lo confermassero. È stato questo a farmi... esitare, come dite voi, per 2 giorni. Voi non esitate, voi... Ma, vecchio mio, la nostra situazione è completamente diversa! Se a voi fosse permesso di partire, lascereste soltanto una giovane donna e dei bambini che possono a rigore fare a meno di voi. Valéry Larbaud*2 lascia una madre ancor giovane. Ma mia madre è una povera donna vecchia che né la religione né i principi potranno sostenere, il cui unico ideale è sempre stato l’amore di suo marito e dei suoi figli, e che non avrebbe avuto nessuna vergogna a conservare quel che le resta. Una sorta di mostro, non è vero? Ce ne fossero molti, di mostri di tal genere! e a questo in particolare, sapete quanto io voglia bene. Non so come avrebbe sopportato ciò che le nascondo, l’arruolamento di mio fratello come automobilista; ma io so, sono sicuro di quello che accadrà quando saprà che la lasciamo tutti e due. Non dovrà morire di fame.

5 I signori Bonnet erano conoscenze professionali di Edouard e buoni amici della famiglia Ravel. Dopo la morte di Bonnet, Edouard ne sposò la vedova. [119] 1 Ciboure, luogo di nascita di Ravel, si trova di fronte a Saint-Jean-de-Luz sulla baia. 2 II romanziere e critico Valéry Larbaud (1881-1957) frequentava talora il salotto dei Godebski.

[118]

112

Lettere

È per questo che ho preso una seconda risoluzione, nel caso in cui ritornassi vivo. Questa risoluzione è irrevocabile come l’altra. Ed ora, se volete: Viva la Francia! ma soprattutto: abbasso la Germa­ nia e l’Austria! o almeno ciò che queste due nazioni rappresentano al momento attuale. E di tutto cuore: viva l’Internazionale3 e la Pace! È per questo che parto4, come Hervé, la cui azione sembra avervi sorpreso. Affettuosamente a entrambi

Maurice Ravel E perché no: viva la Polonia!

120. Edouard Ravel a Maurice Ravel Stabilimento di costruzioni meccaniche A. Bonnet Officina elettrica telefono 112 11 e 13, rue Camille-Desmoulins Levallois-Perret Seine

27/8/14

Caro Maurice Ho ricevuto la tua cartolina e sono felice di sapere che state bene tutti e due. Anch’io sto bene, così come i Bonnet. Siamo sistemati a Colombe1 e vengo solamente di tanto in tanto a Levallois e Parigi per vedere se ci sono lettere. Mi chiedi da dove ho preso il denaro che ti ho mandato. Ho riscosso 253 franchi] alla S[ocie]tà degli Autori e Compositori e 245 ffranchi] alla S[ocie]tà degli Autori e Compositori drammatici, quindi 498 {franchi] in tutto; di questi te ne ho inviati 400, e ho reso alla signora Bonnet quel che le dovevamo. Aspettiamo con impazienza la fine del mese per sapere se riscuotere­ mo dai nostri vari clienti perché, come tutti, non abbiamo capito nulla della moratoria decretata dal governo.

3 Le parole di quest’inno rivoluzionario furono scritte da Eugene Pottier nel 1871 e musicate da Adolphe Degeyter. 4 Esistono di questa lettera fogli di brutta copia che si fermano a questo punto — fatto raro per una lettera indirizzata a un amico. Non vi sono però significative differenze con la versione finale. (Tale brutta copia è nella collezione privata della signora Taverne.) [120] 1 Alla periferia nord-occidentale di Parigi. [119]

113

Ravel

Non ho ancora potuto vedere la signora Guys per avere novità di quel povero Richard che è partito in prima linea. Salsbury è partito ieri per Rouen, arruolato nell’esercito inglese. Ho visto i Broglia; Josephine mi ha mandato una cartolina per dirmi che suo marito, che era ad Avignone, era appena partito. Non ho più nulla da dirvi. I Bonnet vi mandano i loro migliori saluti. Vi abbraccio Edouard

121. A Roland-Manuel Ongi Ethori 23, tue Sopite Saint-Jean-de-Luz 26/9/14

Mio caro amico, Già da qualche tempo mi chiedevo che cosa vi fosse potuto accadere in mezzo a tutti questi eventi. E non avevo alcun mezzo d’informarmi, ignorando l’indirizzo della vostra famiglia. Grazie per avermi rassicurato e anche per avermi dato notizie di mio fratello, che s’è anche lui deciso a scrivervi. Ha preso infine servizio, e ci dice che è spaventoso. In effetti, penso proprio che non l’abbiano man­ dato a cercare nontiscordardimé sui campi di battaglia. Come immaginate, siamo orrendamente tranquilli, qui. Non ho mai lavorato tanto, e tanto rapidamente quanto quest’estate, soprattutto dopo la mobilitazione. In 5 settimane, ho realizzato il lavoro di 5 mesi. Ho voluto terminare il mio trio prima di andarmi ad arruolare, e ho avuto la delusione di essere giudicato troppo leggero di 2 chili. Spero ora nell’esame generale dei riformati, e se non riesco ancora, tenterò di brigare appena arrivato a Parigi. Finiranno bene per essere toccati dalla grazia della mia anatomia. Questa speranza m’incoraggia a rimettermi al lavoro. Sto per applicarmi a una suite di brani per pianoforte, perché sono stato obbligato a interrompere 2 opere importanti ma in qualche modo fuori proposito: 1° La Cloche engloutie in collaborazione con Gerhart Hauptmann e un poema sinfonico: Wien} !!!... legato al viaggio che dovevo fare dal 15 al 25 novembre: Praga (feste francesi) e Berlino (stagione russa). Come tutto combina...

Ù21l

1 La Valse fu poi il titolo definitivo.

114

Lettere

Ho dato vostre notizie alla sig.ra de Saint-Marceaux, che porta a far pipì i feriti del Casino. Andate a trovare Pierre Haour, che abita di fianco a voi al 5 di rue Desbordes-Valmore. Vedrete lo spettacolo del nostro amico mentre di­ rige (in compagnia di Jean Cocteau2, pastore di pacifiche mandrie di vacche da latte3, che indossa un bracciale e un chepì - è stato lui stesso a descrivermi la sua uniforme). E poi, potrete avere l’indirizzo del nostro povero Sordes, che Pierre ha omesso di mandarmi. Non mi dite nulla di vostro fratello. Dovè4? Scrivetemi presto. Affettuosamente

Maurice Ravel5

122. A Roland-Manuel Ongi Ethori 23, rue Sopite Saint-Jean-de-Luz

1/10/14

Ma N. di D. di un N. di D., lo so bene, mio caro amico, che facendo musica io lavoro per la patria! Almeno, da 2 mesi me lo dicono con sufficiente insistenza per convincermi; dapprima tentando d’impedire che mi presentassi, poi per consolarmi dell’insuccesso. Non hanno impe­ dito niente, e non mi consolo. Dovrò attendere, per agire, l’arrivo di 2 ulani nel giardino che non c’è e che circonda il progetto della mia villa di St-Jean-de-Luz? Alla fine dei

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2 Cocteau (1889-1963) fece la conoscenza di Ravel nel salotto dei Godebski e mantenne relazioni d’amicizia con il compositore per un certo numero di anni. Dopo la guerra, sotto la guida di Satie, Cocteau, Milhaud, Georges Auric e Francis Poulenc adottarono una posizione ostile a Ravel; questi potè tuttavia riconciliarsi con la giovane generazione grazie al proprio tatto e buona volontà. (Cfr. la lettera 204 di Cocteau a Ravel.) 3 Questa scena pastorale si svolge nel Bois de Boulogne. 4 Jean Dreyfus, fratello di Roland-Manuel, cadde nel corso della guerra; il Menuet del Tombeau de Couperin è dedicato alla sua memoria. 5 In una lettera indirizzata a Maurice Delage, che precede questa di cinque giorni, Ravel evoca parecchi dei punti qui toccati, e aggiunge al riguardo della guerra la seguente riflessione: «N. di DJ [Nome di Dio!] Quando penso che hanno appena distrutto la cattedrale di Reims!... e che l’aspetto fìsico m’impedirà di vivere i momenti splendidi di questa guerra santa, di prendere parte al movimento più grandioso, più nobile che si sia manifestato dacché gli uomini esistono (considerando anche la Rivoluzione)!».

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Ravel

conti ho composto un trio, come il povero Magnard1: è pur sempre un inizio. Veglio anche i feriti tutte le settimane, cosa abbastanza impegnativa: è inaudito il numero, e la varietà dei bisogni che possono avere 40 uomini nel corso di una notte! Faccio ugualmente musica: impossibile continuare Zazpiac-Bat, i cui documenti sono rimasti a Parigi. Delicato lavorare a La Cloche engloutie — questa volta, credo che lo sia davvero*2 -, e terminare Wien> poema sinfonico. Nell’attesa di poter riprendere il mio vecchio progetto d’/zztérieur, di Maeterlin[c]k- toccante effetto dell’alleanza - sto iniziando 2 serie di brani per pianoforte: 1 ° una suite francese — no, non quel che credete: non vi figurerà La Marseillaise e ci saranno una forlane, una gigue; niente tango, tuttavia. - 2° Una Nuit romantique, con spleen, caccia infernale, monaca maledetta, eccetera3. La vostra lettera è arrivata a proposito: stavo per decidermi a scrivere alla signora vostra madre una lettera che non sarebbe probabilmente mai arrivata, non più della vostra cartolina militare. E desolante inviare corrispondenza nel vuoto, eppure comincerò a farlo. Non mi è più possibile rimanere senza notizie di alcun amico. Di tanto in tanto se ne ricevono di orribili, indirettamente, che vengono smentite 2 giorni dopo. È stato così che ho saputo della morte del capitano de Marliave, e non oso scrivere nulla a sua moglie4, e neppure a Vaudoyer5, che ha perso il suo giovane fratello, si dice. Delage ha ricevuto la mia cartolina del 28? E a Bordeaux? Quanto a mio fratello, più nulla. E pur vero che in tempo di pace, non scrive di più. Non abbiamo più con noi Cécile Sorel6. Anche Nouguès7 ci ha lasciati...

[122]

i J] Trio en fa majeur pour piano, violon et violoncello di Albéric Magnard (18651914) era stato pubblicato nel 1906. Il 3 settembre 1914 (Ravel vi fa allusione nella frase precedente) egli era tragicamente perito mentre difendeva la sua villa, che i soldati tedeschi incendiarono. 2 Ravel vuol dire che La Cloche engloutie è davvero engloutie cioè “sommersa”». 3 Tra tutti questi progetti soltanto due furono portati a termine dopo la guerra: la «suite fran^aise» (Le Tombeau de Couperin} e La Valse. La battuta di Ravel a proposito del tango fa a quanto pare allusione all’arcivescovo di Parigi, che aveva appena dichiarato come la nuova danza, estremamente popolare, fosse lasciva e offendesse la moralità pubblica. Lo schizzo d’una pagina della «monaca maledetta» è tutto ciò che è sopravvis­ suto, pare, della Nuit romantique. (Autografo nella Pierpont Morgan Library.) 4 La pianista Marguerite Long. (Cfr. lettera 202, nota 1.) La Toccata del Tombeau de Couperin è dedicata alla memoria del capitano Joseph de Marliave, autore di un libro sui quartetti di Beethoven pubblicato postumo con un’introduzione di Gabriel Fauré. 5 II romanziere e poeta Jean-Louis Vaudoyer (1883-1963). 6 La celebre attrice (1873-1966). 7 Forse il compositore Jean Nouguès (1875-1932).

116

Lettere

Scrivetemi presto. Mi è parso di capire che i vostri genitori erano con voi. Presentate loro i miei migliori saluti e credetemi cordialmente il vostro Maurice Ravel

123. Manuel de Falla1 a Maurice Ravel Madrid 6/11/14

Caro amico, Vi scrivo ancora nella speranza di ricevere vostre notizie, che mi auguro buone per quanto possibile in momenti tanto tristi. Le ho chieste ad altri amici, ma sempre senza risposta, benché ciò non mi stupisca in queste circostanze. Non ho bisogno di dirvi che il mio pensiero va sempre alla Francia, che amo tanto e alla quale sono così riconoscente. Penso a tanti eccellenti amici che, come voi, sono stati così buoni con me. Delage è a Parigi? Ho appena scritto anche a Florent Schmitt. Io mi trovo ora nel mezzo delle prove de La Vida breve, la cui prima a Madrid avrà luogo tra pochi giorni al Teatro de la Zarzuela, Sarà cantata, finalmente! in Spagna e... in spagnolo. Questo mi sembra davvero strano* 2. Datemi notizie della signora Ravel e di vostro fratello, così come dei vostri amici. Vi prego di presentare loro i miei saluti veramente sinceri. Nell’attesa del piacere di leggere una vostra lettera, vi stringo affettuosa­ mente la mano.

Manuel de Falla Ponzano, 24 Madrid [123]

1 Ravel era stato presentato a de Falla (1876-1946) da Ricardo Vines nel corso dell’estate del 1907. Falla era appena arrivato a Parigi da Madrid, dapprima per un breve soggiorno. In realtà vi rimase fino all’inizio della guerra. Questa lettera è la testimonian­ za delle relazioni cordiali intercorse tra i due compositori. (Per uno studio della loro corrispondenza cfr. A. Orenstein, Ravel and Falla: An Unpublished Correspondence, 1914-1933, in Music and Civilization: Essays in Honor ofPaul Henry Lang, a cura di E. Strainchamps, M.R. Maniates e C. Hatch, New York, W.W. Norton 1984, pp. 335-49.) 2 Benché La Vida breve avesse riportato il primo premio in un concorso nazionale nel 1905, l’opera fu rappresentata per la prima volta in una versione rivista al Casino municipal di Nizza nel 1913. (Cfr. la recensione di Ravel su una rappresentazione data all’Opéra-Comique in A. Orenstein, a cura di, Ravel— Scritti e interviste cit., pp. 53-4.) La biblioteca di Montfort l’Amaury ospita una riduzione per canto e pianoforte della Vida breve con la seguente dedica: «A Maurice Ravel, con tutta la mia ammirazione e amicizia, Manuel de Falla, 23/1/14».

117

Ravel

124. A Manuel

de

Falla 4, Avenue Carnot Parigi

15/12/14

Caro amico, Sono lietissimo di sapere che La Vida breve sarà finalmente eseguita in Spagna, e sono certo del suo successo. Sarete dunque scoperto dai vostri compatrioti, dopo essere stato apprezzato all’estero; questa sarà sempre la sorte degli artisti. Noi siamo appena rientrati a Parigi, dopo un soggior­ no di 4 mesi a St-Jean-de-Luz pieno di diletti, come potete immaginare. Ecco le novità sugli amici: Delage arruolato volontario con l’auto di suo padre, ha trascorso qualche tempo a Bordeaux. Ora è inviato in missio­ ne. Il suo quartier generale è a Fontainebleau dove andrò a trovarlo uno di questi giorni. Non conosco il suo indirizzo esatto. Schmitt è al 41° territoriale 16 C,a. Toul. Per sua richiesta, è stato inviato al fronte, ma penso che le lettere inviate al suddetto indirizzo gli arriveranno. Mio fratello, arruolato nelle autoambulanze, non ci dà sue notizie se non rarissimamente. Quanto a me, mi sono presentato a Bayon­ ne, e non sono stato accettato, perché mi mancano 2 chilogrammi. Non penso più ad altro se non ai mezzi utili per ricominciare. Mia madre non sta troppo bene. Le sue angosce, in queste circostanze, spiegano il suo stato. Datemi presto notizie vostre e della vostra opera.

Maurice Ravel Vostro fratello è a Parigi?

125. A Igor Stravinsky 4 Avenue Carnot Parigi

2/1/15

Così, vecchio mio, tutto era preparato per ricevere degnamente il nostro alleato1: una camera persiana, con tende a velo di Genova, stampe giap­ ponesi, giocattoli cinesi, una sintesi di stagione russa, via! C’era persino un usignolo meccanico. E voi non venite... Ah! la fantasia slava! È a [125]

1 Si tratta di Stravinsky stesso.

118

Lettere

questa fantasia che devo l’aver ricevuto un cenno da Szantó, lietissimo di sapere che sarei arrivato in Svizzera alla fine di Gennaio? Come vi ho scritto, sto per partire presto, ma dubito fortemente che mi mandino nella vostra direzione*2. Attendo sempre notizie vostre e di vostro fratello, e di tutta la vostra famiglia. Nell’attesa, troverete qui tutti gli auguri più affettuosi per il nuovo anno (nuovo stile). Il vostro devoto

Maurice Ravel

126. Igor Stravinsky a Maurice Ravel Hotel Victoria Chàteau-d’CEx [Svizzera]

[10/1/15]'

Caro vecchio amico, non voletemene avevo veramente la più ferma intenzione di venire a trovarvi ma le circostanze pecuniarie non lo per­ mettevano. Contavo su somme di denaro che non mi sono arrivate. Vi assicuro che lo rimpiango più di voi. D’altra parte mia moglie era troppo stanca delle faccende di casa e abbiamo deciso di andare in montagna con tutta la famiglia in una piccola pensione qualunque per passarci il miglior mese dell’inverno — gennaio. Ora ci siamo. Ecco che all’improv­ viso Diaghilew mi scongiura di andarlo a trovare a Roma. Tutto questo rende impossibile il mio viaggio a Parigi. Quanto a Szantó - si parlava di invitarvi a dirigere a Losanna o a Ginevra una metà del concerto dedicato a Ravel e Stravinsky che doveva esserci ma probabilmente non ci sarà. E piuttosto la fantasia ungherese grazie alla quale questo disgraziato popolo subisce oggi tante miserie. Termino la mia cartolina augurandovi per il nuovo anno (vecchio stile)2 tutte le migliori cose che esistono al mondo. Auguri di buona salute alla vostra cara madre. Sempre affettuosamente Vostro Igor Stravinsky. Mio fratello è completamente ristabilito. [125] [126]

2 Stravinsky e Szantó a quell’epoca vivevano in Svizzera. i Timbro postale sulla cartolina di Stravinsky, non datata. 2 II calendario giuliano (vecchio stile) aveva tredici giorni di ritardo sul calendario gregoriano (nuovo stile) in uso nel mondo occidentale.

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Ravel

127. A Ralph Vaughan Williams 4, Avenue Carnot Parigi 5/4/15

Mio caro amico, Che ne è di voi? Dopo tanto tempo, sarei felice di avere vostre notizie. Per conto mio, sono molto occupato a non fare granché. Soltanto dopo 8 mesi di pratiche sono riuscito ad arruolarmi nel 13° reggimento di artiglieria. Ora, attendo la mia nomina al posto di bombardiere in aereo che ho sollecitato e che non può tardare a giungere1. Spero di avere presto qualche riga scritta da voi. Presentate Pomaggio della mia rispettosa amicizia alla sig.ra Vaughan Williams, e credetemi, caro amico, molto affettuosamente vostro. Maurice Ravel

128. Edouard Ravel a Maurice Ravel 26/5/15

Caro Maurice, Ho appena ricevuto la tua lettera del 18 corrente. Devi aver saputo dalla mamma che noi non siamo più a Chàlons1. Ho fornito alla mamma dettagli, se non che le ho taciuto che percorrevamo gli avamposti e questo naturalmente su strade crivellate dai colpi di cannone. Qualche giorno fa ero di servizio a ...*2, avevo appena finito di cenare con i portaferiti nel cortile di una fattoria che ci serve da stazione di posta; poiché avevo bisogno di fumare ero appena uscito a cercare i fiammiferi che erano sulla mia macchina, quando un obice è caduto a fianco della tavola che avevo appena lasciato. Ci siamo precipitati con gli altri barel­ lieri e abbiamo raccolto tra macerie d’ogni sorta 8 morti e 21 feriti. Ho immediatamente caricato i feriti e li ho trasportati indietro. Que­ sto beninteso rapidamente per evitare di essere individuato dalle batterie.

[127] [128]

1 Questa nomina non giunse mai. 1 Chàlons-sur-Marne. Alcuni dei più duri combattimenti della guerra si sarebbero svolti su questo fronte, in particolare la battaglia di Verdun. 2 I regolamenti militari francesi vietavano ai soldati di citare il luogo preciso in cui prestavano servizio.

120

Lettere

Questo bombardamento è durato una parte della notte e in seguito i boches0 ricominciano questo giochetto quasi tutti i giorni. Fino a ora nessun compagno della mia sezione è stato ferito. Una vettura soltanto ha ricevuto delle schegge ma il conducente non s’è fatto nulla. Bisogna sperare che continui così. Ho ricevuto una risposta alla domanda che avevo inoltrato. Sfortuna­ tamente in senso negativo. Il regolamento vieta di prendere uomini di più di 30 anni nelle mitragliatrici o cannoni semoventi. Non vedo dunque che cos’altro potrò chiedere. Qui dormiamo all’aperto. E molto gradevole, eccezion fatta per la pioggia che filtra attraverso la tenda in piccoli rivoli d’acqua. Sto sempre bene. ti abbraccio

Edouard

129. Marie Delouart Ravel a Maurice Ravel [ca inizio marzo 1916]

Maurice caro non preoccuparti di me. Sto che meglio non potrei ma sei tu che mi preoccupi. Non ti puoi immaginare come sono tormentata di saperti tanto malato - non dormo ho degli incubi fai dunque tutto quel che si deve per essere guarito al più presto perché ti dico sono molto tormentata. Ecco il tuo pigiama e 2 camicie da notte. Ti auguro un buon compleanno1 abbracciandoti forte forte da tua madre che pensa a te. M. J Ravel* 12

[128]

1129]

3 Termine colloquiale e dispregiativo comune in Francia per definire i Tedeschi. 1 II compleanno di Ravel era il 7 marzo. 2 Questa lettera è scritta con una matita leggerissima e contiene neH’originale diversi errori e incertezze ortografiche. (Ravel la descrive nella lettera 132 a Jean Marnold.)

121

Ravel

130. A Marie Delouart Ravel Autista Ravel Convogli automobilistici Sezione T.M. 171 presso B.C.M.1 Parigi Domenica 19/3/16

Mamma cara, finalmente, ricevo la lettera di Edouard! Potrò riscuotere la grana solo domani, ho un soldo in tasca, e niente tabacco, ma me ne f...: Ho vostre notizie. Scrivimi, scrivimi spesso. Vedi che le lettere ci mettono circa 5 giorni ad arrivarmi. E non puoi immaginarti quanto si è infelici di sentirsi così lontani. Non rischio niente, qui; ma è già vita da fronte. Malgrado se ne sia lontani, lo si sente vicinissimo. Tutto ce lo ricorda. Gli aerei vanno laggiù; i convogli carichi di soldati vanno laggiù. A ogni curva di strada, è la stessa indicazione: V.. .* 2 e una freccia. Quasi tutte le sere la sirena deU’offìcina e quella della stazione segnalano gli Zeppelin. I giorni in cui la regione è particolarmente minacciata, suona­ no P “attenti” in città. Allora tutti gli abitanti escono in strada, il naso per aria, come a Parigi. Il Camion al quale mi avevano destinato è andato in riparazione. Camminava solo su 3 zampe. Smontandolo, hanno scoperto che una valvola era ammaccata e che, dell’altra, restava solo il gambo. Dal mo­ mento che mi preoccupavo di sapere che cosa ne era stato della valvola, hanno scoperto che probabilmente da 2 mesi se ne stava andando a spasso nel cilindro e che il pistone era, in conseguenza di ciò, ridotto ai minimi termini. Tutto questo non dice nulla, ma farà ridere Edouard, che ammirerà nello stesso tempo la solidità dei motori Aster. Hanno deciso di ricorrere al mio aiuto per accompagnare il trabiccolo in ospedale, e nel frattempo mi daranno qualcos’altro. Sono “bene im­ manicato” con le alte sfere grazie alla raccomandazione del capitano Le Lorrain, e anche al mio nome, conosciuto dal sottotenente capo. Questa mattina mi ha proposto una vettura turistica, e davanti al mio modesto rifiuto, mi ha promesso una camionetta. Abbiamo chiacchierato 2 ore, tra la grande ammirazione di tutto il garage. Come vedi non mi troverò troppo male, a condizione che voi mi scriviate spesso. Anch’io vi darò notizie quanto sovente mi sarà possibile. Vi abbraccio Maurice

[130]

1 Ufficio militare centrale. 2 Verdun (cfr. nota 2, lettera 128).

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Lettere

Il “poilu”Ravel a casa della sua madrina di guerra intorno al 1917. (Archives Ravel)

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Ravel

131. A Marie Delouart Ravel Autista Ravel Convogli automobilistici Sezione T.M. 171 presso B.C.M. Parigi 26/3/16

Mamma cara, Ancora niente lettera! Sono partito da Parigi da 18 giorni, e, da allora, solo gli amici mi hanno dato loro notizie. Tutti, anche quelli cui non ho scritto. Eppure sai che non devi fare della letteratura. Dammi tue notizie; dimmi che cosa fai, le visite che ricevi, che ne è di Edouard. Eppure non è complicato; hai tutto il tempo per questo, e io non mi troverei in questa situazione spiacevole di poilu} senza famiglia - con una madrina*2, purtuttavia, perché la sig.ra Dreyfus3 mi ha adottato - come figlioccio. Vi abbraccio Maurice

[131]

1 Soprannome dato ai soldati francesi della prima guerra mondiale. [N.d.T.] 2 La marraine — abbreviazione di marraine de guerre, madrina di guerra — era una donna che “adottava” un soldato inviandogli generi di conforto e lettere. 3 La madre di Roland-Manuel. Dopo la morte del marito, Paul Lévy, ella sposò Fernand Dreyfus, cui la prima moglie, deceduta, aveva lasciato due figli, Jean e René, senza legami di sangue con Roland-Manuel.

124

Lettere

132. A Jean Marnold Autista Ravel Convogli automobilistici Sezione T.M. 171 presso B.C.M. Parigi

4/4/16

Grazie, mio caro amico, della vostra buona lettera — se sapeste con quale gioia ne ricevo! — Grazie delle vere novità che mi date sul conto di Mamma. Del resto dubitavo già di qualcosa, se non altro ricevendo le sue povere lettere appena leggibili. Evidentemente, occorre che si rivolga a un medico diverso da quel babbeo che la cura, e che si limita ad affermare che è buona cosa che sanguini dal naso. Ho scritto ad alcuni amici di mandarle il loro medico, quello in cui hanno fiducia. L’altro giorno, mi è stato affidato uno di quegli «incarichi interessanti» di cui mi dite che debbo diffidare. Consisteva nell’andare a X... per riportare indietro una vettura requisita, sarebbe più giusto dire abbandonata. Non mi è accaduto nulla di spiacevole. Non è stato necessario farmi proteg­ gere dall’elmetto, né estrarre la maschera dalla tasca. Ho visto una cosa allucinante: una città da incubo, orribilmente deserta, e muta. Non è il fracasso di lassù a mettere angoscia, né i palloncini di fumo bianco che s’allineano nel cielo purissimo; non è quell’invisibile e formidabile duel­ lo, è il sentirsi soli al centro di questa città che dorme di un sonno sinistro, sotto la luce splendente di un bel giorno d’estate. Vedrò senza dubbio cose più spaventose, più ripugnanti; non penso di provare mai una sensazione più profonda e strana di questa sorta di terrore sordo. Scriverò all’abate1, forse avremo occasione d’incontrarci; siamo quasi vicini. Scrivetemi spesso. I miei rispettosi sentimenti di amicizia ai vostri cari, e a voi l’affettuoso ricordo del vostro devoto

Maurice Ravel L’influenza vi ha definitivamente lasciato, spero? In tutte le lettere che ricevo non mi si parla d’altro*2.

[132]

1 L’abate Léonce Petit. 2 L’autografo di questa cartolina fìtta di scrittura è riprodotto nel mio articolo L’oeuvre de Maurice Ravelpendant la Première Guerre mondiale, pubblicato nella rivista dell’esercito francese «TAM», 284, 28 marzo 1975, pp. 62-5.

125

Ravel

133. A Jane Bathori Autista Ravel Convogli automobilistici Sezione T.M. 171 presso B.C.M. Parigi

6/4/16

Mi spiacerà molto non prendere parte alla vostra piccola riunione, mia cara amica, e spero che vorrete scusarmi: sono ben lontano da Parigi, ben lontano dalla musica; sono un poilu, vestito di pelliccia di capra, con l’elmetto, la maschera, che guida l’automobile su strade impervie, fin nel cuore della “gigantesca lotta”. Il servizio comincia a farsi interessante, al punto che finirò presto per dimenticare i miei bei sogni d’aviazione. Sarò felice di avere vostre notizie. Dite agli amici che saranno là, domenica, di scrivermi spesso, e che risponderò loro quando me lo consentiranno gl’impegni di servizio. I miei cari saluti a Engel, e la rispettosa amicizia del vostro devoto

Maurice Ravel

134. A Lucien Garban 6/4/16

Caro amico, ecco altro di cui alimentare la calunnia degli Ubu. Per di più, se la lettera americana non fosse rimasta nella mia camera, e non avessi dimenticato di prenderla ieri, voi l’avreste ricevuta 2 giorni prima. Ecco i miracoli che la prospettiva del guadagno può produrre1! C’è anche un’altra ragione: non ho nulla da fare — l’assale non è ancora arrivato e chiacchierare con gli amici è il modo migliore per occupare la mia inattività. E poi, da parecchi giorni vi volevo scrivere. Poiché vi siete gentilmen­ te offerto di fare le commissioni che la mia lontananza non mi consente, mi servirò di voi, seriamente. Dunque: sono ben lungi dall’aver messo le cose in chiaro con la Società degli autori. Ritengo che, per dimenticanza degli editori, e so­ prattutto per la mia negligenza, di parecchie opere mie manchi il certi­

[134]

i Questa lettera dagli Stati Uniti conteneva forse una commissione per un’opera importante.

126

Lettere

ficato di attribuzione. Vi chiedo dunque di passare da rue Chaptal e di verificare la lista delle mie composizioni (opere originali, brani staccati, arrangiamenti, trascrizioni — LAprès-Midi, i Nocturnes23—). E più com­ plicato di quanto non possiate credere, per via dei diversi editori. Ma tutto sarà molto semplificato dal libro di Roland-Manuel, non avrete che da consultarlo. (Ci sono le melodie popolari edite in Russia). Bisognerà tuttavia che vediate Durand e Demets per i brani staccati e gli arrangia­ menti che è possibile io ignori. (Chiedere a Durand se non sarebbe buona cosa certificare fin d’ora le 3 Chansons pour choeurs mixtes0.) Altra cosa: le parole di queste canzoni, quelle del Noel desjouets, e la traduzione dei canti ebraici sono mie4. Non sono ufficialmente attestato come autore e perdo dunque la metà dei diritti. Per essere iscritti occorre presentare un certo numero di scritti stampati. Credo che gli articoli critici possano bastare. Vorreste informarvi, e chiedere se la tassa per la mia nuova iscrizione vada versata subito, o se non possa venire prelevata dai miei diritti d’autore come compositore, già percepiti o ancora da percepire? Per quanto riguarda gli articoli, il più importante è quello di «Comoedia illustre». Non so se gli uffici siano aperti (padiglione di Hannover). Chiedete informazioni ai Godebski, che sono in relazione con Brunoff5. Ecco tutto. Vedete come, per una volta che approfitto della vostra condiscendenza, ne abusi. La mia situazione mi giustifica. Evidentemen­ te, non rischio la morte a ogni istante, ma alla fin fine, sono più esposto che nel garage di Vaugirard6. Ecco che arriva il mio assale. Potrò finalmente riprendere il lavoro... I Cipa7 devono avervi raccontato le interessanti piccole escursioni che ho già fatto. Vi darò di tanto in tanto mie notizie, ma non aspettatele per scrivermi. Grazie in anticipo, mio caro amico, e credetemi cordialmente vostro. Maurice Ravel

[134]

2 Nel 1910 Ravel trascrisse il Prélude à Taprès-midi d’unfaune per pianoforte a quattro mani. (A proposito della trascrizione dei Nocturnes, cfr. lettera 6, nota 1.) 3 Queste composizioni a cappella furono terminate nel 1915; il testo del secondo fa allusione alla guerra. 4 Ravel s’era infatti limitato a un arrangiamento sulle traduzioni francesi delle melodie ebraiche che gli erano state fornite da Durand. 5 Maurice de Brunoff, caporedattore di «Comoedia illustre». 6 Ravel aveva in precedenza prestato servizio presso Tautorimessa di rue Vaugirard a Parigi. 7 I Godebski.

127

Ravel

Che cosa sono queste passeggiate in automobile che deve fare Mamma? I benefìci di guerra di mio fratello? Allego 1° la lettera americana 2° il bollettino di certificazione del trio, che potrete consegnare alla società quando passerete di lì per le informa­ zioni. (Far notare che è in 4 movimenti, e non in 3).

* 135 A Lucien Garban 8/5/16

Mio caro amico, Già da parecchio tempo ho ricevuto - senza nessun ordine e con ritardi considerevoli — le vostre lettere1.1 miei vari trasferimenti e le incomben­ ze di servizio non mi hanno lasciato il tempo né di ringraziarvi di ciò che devo alla vostra amicizia, né di aver messo ordine in tutti questi compli­ cati scartafacci. Sapete certamente che dopo un breve periodo all’ambulanza 13, un incidente mi ha allontanato dal fronte. Dopo le riparazioni, sono rientrato al parco automezzi, che ho lasciato quasi subito per la squadra di riparazioni del 752. 5 giorni - e altrettante notti - di un servizio penoso, strambo e pericoloso, che consisteva nell’andare a cerca­ re camion ammaccati per sentieri pantanosi o pietrosi, nel passare su solchi e buche di obici, hanno ridotto la mia povera vettura in condizio­ ni tali che mi ha piantato in mezzo a un bosco, fortunatamente lontano dal campo di battaglia, e proprio accanto alle cucine di un accampamen­ to di camion. Da 4 giorni sto aspettando che vengano a raccogliermi, e intanto conduco una vita ancestrale, faccio toeletta alla vicina sorgente, vivo della carità dei cuochi e dormo nella mia camionetta, avviluppato in pelli d’animale. I primi giorni, andava bene: faceva bel tempo. Ma da ieri

U35]

1 Ravel, in una lettera a Florent Schmitt, evoca alcuni dei disguidi causati dalla guerra: «Vecchio mio, è vero che non vi dò spesso mie notizie, ma come sapete usare bene la tecnica della rappresaglia! Ho saputo contemporaneamente che eravate a Dijon, da Durand; a Parigi, dalla signora Clemenceau; e molto ragionevole, da Satie. Allo stesso modo mia madre mi ha annunciato che Ladmirault era dato per disperso, e Ida Godebska che stava benone. Un altro giorno, ricevo due lettere da casa mia: Edouard mi rimprovera di avere inquietato la mamma dicendole che ero malato, e la mamma si lamenta di averlo saputo da altri. Non c’è bisogno d’altro per demolire un poveruomo». (Lettera dell’8 luglio 1916, Dipartimento di musica della Bibliothèque nationale.) 2 Un cannone da 75 millimetri montato su un veicolo blindato.

128

Lettere

piove, ho a stento dormito tanto sentivo freddo, angustiato per di più dalla preoccupazione di non avere notizie da 10 giorni3. Il mio forzato riposo mi consentirà di tentare di sistemare tutte queste faccende com­ plicate con la Società degli autori. Diverse volte in questi ultimi tempi, mi è accaduto di rimpiangere di non averlo potuto fare prima. Ma oltre alla fatica, alla quale non credevo di poter resistere, c’era il pericolo. Non credo che in nessun servizio automobilistico, neppure in quello delle autoambulanze, si potesse essere più esposti di quanto lo sia stato io nella sezione del 75. Mi è accaduto più volte di guidare sotto le cannonate, con la convinzione di essere stato individuato. E non mi posso impedire un brivido retrospettivo se penso che, un’ora prima di prendersi la defi­ nitiva licenza, la mia carriola ha rischiato di piantarmi nel bel mezzo di una strada indicata come zona pericolosa, proprio in vista delle batterie dei boches... Ed ero obbligato a restare a guardia del camion! Dunque, cerchiamo di andare per ordine. Non è facile; in mezzo alle vostre lettere e ai documenti che ho portato con me da Parigi mi perdo. Prima di tutto, la breve lista che mi avete inviato: 1° A délaide. L’orchestrazione delle Valses è certificata4? Credo che questo titolo riguardi solamente la Società degli autori drammatici. In concerto, non sarà mai eseguita se non con il titolo primitivo [Valses nobles, ecc.)

[135]

3 In una lettera al comandante A. Blondel, Ravel scrive: «Per una settimana sono andato avanti e indietro giorno e notte - a fanali spenti - su strade inverosimili, spesso con un carico due volte troppo pesante per la mia camionetta. E malgrado ciò non bisognava indugiare, perché tutto avveniva sotto gli obici. Non credo che un conducente di automezzi possa vederne altrettanti in così pochi giorni. Uno di questi, un 130 austriaco, mi ha sputato in piena faccia i resti della sua polvere. Adelaide e io - Adelaide è la mia camionetta - siamo sfuggiti agli shrapnel; ma la poveretta non ha potuto resistere oltre e, dopo essere stata lì lì per piantarmi in asso in una zona pericolosa dove era vietato sostare, ha lasciato cadere per la disperazione una delle ruote, in una foresta dove ho fatto il Robinson per dieci giorni, aspettando che mi venissero a togliere dai guai... Voglio soprattutto esprimervi la mia più profonda gratitudine per aver accettato, benché a malincuore, di fare quanto potevate per facilitarmi una vocazione alla quale senza dubbio non ero destinato, poiché da due anni tutto vi si è opposto: amici, eventi, salute». (Lettera del 27 maggio 1916, Dipartimento di musica della Bibliothèque nationale.) Prima di raccontare a Jean Marnold lo stesso episodio, Ravel annotava: «[...] C’era un bel parco, e, nel vestibolo del castello, un eccellente Erard sul quale, una domenica pomeriggio, ho suonato Chopin - una delle musiche che preferisco, me ne sono accorto in quell’occasione Mi sembrava che fosse la prima volta che ciò accadeva dopo secoli. La notte, ero cullato da altri suoni». (Lettera del 9 maggio 1916, Dipartimento di musica della Bibliothèque nationale.) 4 Adelaide ou Le langage des fleurs era stata commissionata dalla danzatrice russa Natascia Trouhanova. In occasione della prima, nell’aprile 1912, quattro compositori

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Ravel

2° A la manière de5... Troverete qui accluso un bollettino di certifi­ cazione che risale a Parigi e che mi ero dimenticato di rispedire. Questo bollettino certifica anche Fattribuzione di: 3° Noci des jouets. Qui, la faccenda è più complessa. Prima di tutto vedo che questo brano è indicato solo come per canto e pianoforte. Ora, esso è orchestrato, ed è già stato eseguito in questa forma parecchio tempo fa a Parigi, e a Lione, all’inizio del 1914, credo. Per quanto riguarda la partitura, occorrerebbe incontrare Mathot, se riuscite a sco­ prire dov’è. Mi è stato riferito come certo che è mobilitato. Allego a questo bollettino un appunto per la società, e una parola per Mathot. 4° 2 mélodies hébraiques67 . Come compilare il bollettino di certifica­ zione? D’altra parte, non potrei farlo a memoria. Mi occorrerebbe una copia delle prime 8 battute di ciascuna, e di lì poi... Non potrebbe il regolamento adattarsi alle circostanze, ed essere sufficiente, ad esempio, la dichiarazione del mio editore? I temi senza accompagnamento, non sono miei, e in un lavoro di questo genere, è proprio l’accompagnamen­ to che conta. Non si possono considerare queste opere come semplici arrangiamenti. Quanto al testo, è mio. 5° Chanson espagnole ì r 7 Chanson hébraìque J Ce ne sono altre 2-fran^se e ritenne1

Stessa osservazione fatta precedentemente (vedere come si è procedu­ to per le canzoni greche, da Durand). Non so di chi sia il testo. 6° Prélude à Paprès-midi.,. (arrangiamento per 4 mani). Questa volta, non potrei decorosamente attribuirmi la paternità dei temi, con o senza accompagnamento. Che fare? A) E a proposito, ecco un bollettino che lo stesso scrupolo mi ha impedito di firmare {Nocturnes di Debussy, per 2 pianoforti a 4 mani). Volevo prima informarmi, e non l’ho fatto. B) Frammenti de L’Heure espagnole. Impossibile ricordarmi esatta­ mente tutto questo8. C’è un modo per aggiustare le cose?

avevano diretto loro balletti: Vincent d’Indy Istar, Florent Schmitt La Tragèdie de Saloméy Paul Dukas La Péri, }Lxve\Adélaide'. era la sua prima importante apparizione sul podio da quando aveva diretto l’ouverture di Shéhérazade. [135] 51 due pastiches per pianoforte scritti da Ravel «à la manière de» Borodin e Chabrier. Furono eseguiti in occasione di un concerto della S.M.L il 10 dicembre 1913 da Alfredo Casella, che suonò anche un suo pastiche dalle Vaises nobles et sentimentales. 6 Kaddisch e L’énigme étemeIle, per voce e pianoforte, composti nel 1914. 7 I quattro Chantspopulaires per voce e pianoforte, composti nel 1910. 8 Durand aveva pubblicato quattro estratti per canto e pianoforte: il duo di Gonzalve e di Concepcion, l’aria di Concepción (“Oh! La pitoyable aventure”), l’aria di Gonzalve (“Adieu cellule”) e il quintetto finale .

130

Lettere

C) Trovo anche un vecchissimo bollettino (lo conferma l’indirizzo di Levallois) che contiene una quantità di materiale all’epoca non certifica­ to. Dal momento che non ne fate menzione sulla vostra lista, penso che lo sia stato in seguito.

D) Certificazione delle Chansonspourchoeurs. Volete chiedere a Durand se è il caso di citare che il n° 2 è stato pubblicato in «Musica» (con l’autorizzazione degli editori)? Se occorresse effettuare la dichiarazione riguardante il testo, mi troverei nell’imbarazzo, particolarmente per ciò che concerne la Ronde3. In questo caso, sarebbe necessario mandarmi copia del testo separato che Durand possiede. Allo stesso modo mi serve copia della traduzione delle hébraiques. Non credo che né Enoch né Hamelle abbiano conservato nulla. Sape­ te se vocalise è stato pubblicato da Leduc10? In ogni caso non l’ho mai certificato. Anche questo mi sarebbe difficile scriverlo a memoria. Ecco fatto... uffa! Come posso scusarmi, e ringraziarvi dei grattacapi che tutto questo vi ha già dato e vi darà ancora? Potete parlare liberamente con Edouard delle mie avventure. È infor­ mato. Non occorre che vi dica che questo non vale per mia madre... La mia povera mamma, come starà? Molto cordialmente, mio caro amico Maurice Ravel

Che obiezione volete che faccia a una vostra revisione della partitura di Daphnis'ì Non avrei che da esservene grato una volta di più. Accludo anche la formula della domanda.

[135]

9* Ravel * * musicò poesie proprie in due occasioni: nel Noel des jouets e nelle Trois Chansons per coro misto a cappella. Georges Jean-Aubry e Roland-Manuel lo aiutarono un poco a scrivere la strana poesia silvestre di Rondey e il manoscritto mostra che Ravel si trovò maggiormente in difficoltà a mettere a punto il testo che a comporre la musica. 10 Questi tre editori avevano pubblicato un’opera di Ravel ciascuno: Enoch il Menuet antique (per pianoforte), Hamelle Manteau defleurs (voce e pianoforte, testo di Paul Gravollet), e Leduc Vocalise-étude en forme de habanera (voce e pianoforte).

131

Ravel

136. Al Comitato

della

Lega

nazionale per la difesa

DELLA MUSICA FRANCESE

Zona militare 7/6/16

Signori, Un periodo di forzato riposo mi permette infine di rispondere all’invio dell’appello e degli statuti della Ligue nationale pour la défense de la musique frangaise. che mi sono giunti con molto ritardo. Scusatemi, vi prego, se non ho potuto scrivervi prima: i miei diversi trasferimenti, i miei movimentati incarichi non mi hanno lasciato finora alcun momen­ to libero. Scusatemi inoltre se non posso aderire ai vostri statuti. La lettura attenta di questi ultimi e della vostra informativa me lo vieta1. Naturalmente, non posso far altro che lodare la vostra «ferma idea del trionfo della Patria», che assilla anche me fin dall’inizio delle ostilità. Di conseguenza, approvo pienamente il «bisogno d’azione» da cui è nata la* Il

[136]

1 II testo integrale del manifesto della lega era il seguente: LEGA NAZIONALE PER LA DIFESA DELLA MUSICA FRANCESE La sua predominanza in Francia - La sua diffusione all’estero

APPELLO In ogni sfera d’attività, la ferma idea del trionfo della Patria ci impone il dovere dei raggruppamenti e delle unioni. L’Arte musicale, il cui ruolo è economico e sociale, non deve rimanere estranea a questa precauzione di solidarietà attiva. La Lega Nazionale è nata da questo bisogno di azione. Si tratta di cacciare il nemico con ogni mezzo, poi di braccarlo; di prevenire per il futuro il ritorno di funeste infiltrazioni. Non si parla certo di ripudiare, per noi e per le giovani generazioni, quella “classicità” che costituisce uno dei monumenti immortali dell’umanità, ma occorre condannare al silenzio la moderna nazione tedesca pangermanista. Il nostro scopo è dunque quello di unirci e di essere solidali, di fare blocco per preparare l’avvenire e la liberazione, abbandonando i piccoli litigi di parte. Prima di tutto, allo scopo di allontanare da noi, per lungo tempo, la pubblica esecuzione delle opere austro-tedesche contemporanee, non ancora di pubblico dominio, i loro interpreti, Kappelmeister e virtuosi, le loro operette viennesi, le loro pellicole cinematografiche che pullulano, i loro dischi fonografici più o meno truccati, occorre smascherare le loro manovre, gli pseudonimi di questi autori di canzoni che, anche ora, ingannano la censura; occorre vegliare affinché il nemico “non passi”. Poi, allo scopo di proteggere lo sviluppo della nostra musica, occorre vegliare sugli interessi professionali dei nostri compatrioti; conservare il nostro patrimonio nazionale, senza distin­ zione di generi o scuole; lavorare con ógni mezzo al predominio, in Francia, della nostra arte, garantirne gli sbocchi attraverso la pubblicazione e la pubblica esecuzione; creare basi di scambio con le nazioni alleate - e questo accogliendone quanto più ampiamente possibile l’arte.

132

Lettere

Ligue nationale. Questo bisogno d’azione è così vivo in me che mi ha spinto a lasciare la vita civile, quando nulla mi obbligava a farlo. Non posso seguirvi, invece, quando affermate il principio che «il ruolo dell’Arte musicale è economico e sociale». Non avevo mai conside­ rato né la musica né le altre arti sotto quell’aspetto. Vi lascio volentieri quei «film cinematografici», quei «dischi fono­ grafici», quegli «autori di canzoni». Tutto ciò è in relazione solo lontana­ mente con l’arte musicale. Vi lascio anche quelle «operette viennesi», pure più musicali e di fattura più accurata che i nostri prodotti di tal genere. Questo piuttosto, così come il resto, appartiene al settore «eco­ nomico». Ma io non credo che per la «salvaguardia del nostro patrimonio arti­ stico nazionale» occorra «vietare la pubblica esecuzione delle opere au­ stro-tedesche contemporanee, non ancora di pubblico dominio». «Se non si discute neppure di ripudiare, per noi e per le giovani generazioni, quella classicità che costituisce uno dei monumenti immor­ tali dell’umanità», ancor meno si deve discutere di «allontanare da noi, per lungo tempo», opere interessanti, chiamate forse a costituire a loro volta dei monumenti, e dalle quali, nell’attesa, possiamo trarre un utile insegnamento. Sarebbe addirittura pericoloso per i compositori francesi ignorare sistematicamente le produzioni dei loro colleghi stranieri e formare così una sorta di consorteria nazionale: la nostra arte musicale, nell’epoca

I nostri mezzi di azione, a seconda delle circostanze, saranno molteplici: coalizioni, controlli, propaganda, interventi presso i pubblici poteri, riforme dei capitolati d’oneri, regolamenti scolastici, interdizioni, azioni comuni a favore dell’editoria francese, lotte contro i trust sospetti, sovvenzioni, decentramenti, ecc., tutto ciò che verrà suggerito dalla volontà durevole di annientare la volontà di rivincita del nemico. La Lega è stata costituita in conformità con la legge nella sua assemblea del 10 marzo 1916. Gli statuti sono stati elaborati. La quota minima di associazione è insignificante (0,25 franchi e 1 franco). Aderire, sostenere la Lega con l’apporto del numero e della volontà, vuol dire compiere un’opera patriottica e artistica. Vuol dire anche far parte di coloro che vorranno serbare memoria. I grandi sindacati professionali le assicurano un potente appoggio. Essa fa appello all’appoggio di tutti i musicisti e amici della Musica che, nel limite dei loro mezzi e ispirandosi al sublime sforzo dei nostri fratelli sotto le armi, s’interessano ai destini della nostra arte, vogliono affrancarla una volta per tutte e proclamarsi francesi

La Musica di Francia ai Francesi Presidenti onorari: Camille Saint-Saèns, Théodore Dubois, Gustave Charpentier, dell’istitu­ to; Vincent d’Indy, Xavier Leroux, Charles Lecocq, Paul Meunier, Lucien Millevoye, deputati, presidenti del gruppo parlamentare dell’Arte. Il Segretario, Jean Poueigh. Il Presidente-Fondatore, Ch. Tenroc.

133

Ravel

attuale tanto ricca, non tarderebbe a degenerare, a cristallizzarsi in for­ mule banali. Poco m’importa, ad esempio, che Schoenberg sia di nazionalità au­ striaca. È nondimeno un musicista di grande valore, le cui ricerche piene d’interesse hanno avuto un’influenza favorevole su certi compositori alleati, e anche su di noi. Dirò di più, sono lietissimo che Bartók, Kodàly e i loro discepoli siano ungheresi, e lo manifestino tanto sapidamente nelle loro opere. In Germania, Richard Strauss a parte, vediamo soltanto compositori di second’ordine, di cui sarebbe facile trovare l’equivalente senza oltre­ passare le nostre frontiere. Ma è possibile che presto si rivelino laggiù giovani artisti, che sarebbe interessante conoscere qui. D’altra parte, non credo che sia il caso di far predominare in Francia, e di propagare all’estero qualsiasi musica francese, qual che ne sia il valore. Vedete, signori, come su molti punti la mia opinione diverga dalla vostra, quanto basta a non consentirmi l’onore di figurare tra voi. Spero ciononostante di continuare a «proclamarmi Francese» e con­ siderarmi «tra coloro che vorranno serbare memoria»2. Vogliate credere, signori, all’espressione dei miei distinti sentimenti.

Maurice Ravel

[136]

2 Poco prima di affidare alla posta la sua lettera alla Lega, Ravel ne inviò una copia a Jean Marnold, con la seguente spiegazione: «[...] A proposito, non vi ho detto perché vi affido questa copia; il fatto è che sono una persona piena di precauzioni; più tardi un amico, anche bene intenzionato, potrebbe citare qualche frammento di frase, così, di punto in bianco; e se io non fossi lì per precisare, non si può sapere a che cosa questo potrebbe portare». (Lettera del 2 giugno 1916, pubblicata su «La Revue Musicale», dicembre 1938, p. 69.) La lettera di Ravel alla lega testimonia a un tempo della sua indipendenza intellet­ tuale e del suo coraggio, poiché egli prende una posizione impopolare in un dibattito appassionato ed esplosivo. Malgrado i suoi numerosi partigiani, la Lega nazionale per la difesa della musica francese a conti fatti fallì nei propri obiettivi. Fin dalla prima stagione del dopoguerra, nel giugno 1919, la musica di Wagner fu eseguita nei giardini delle Tuileries. Ravel fece della propria presenza una questione d’onore, e applaudì con entusiasmo così come il resto del pubblico.

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Lettere

137. A Ralph Vaughan Williams Autista Ravel 15a sezione parco automobili presso B.C.M. Parigi

18/6/16

Mio caro amico, Se questa lettera vi arriva, sarei ben lieto di avere vostre notizie. Siete sempre in Inghilterra? Da qualche mese io sono al fronte, e il fronte più movimentato. Mi sembra di aver lasciato Parigi da anni. Ho vissuto momenti che mi hanno scosso, talora penosi e tanto pericolosi da stupirmi di esserne uscito vivo. Tuttavia, ho premura di riprendere que­ sta vita avventurosa. Da quasi un mese sono costretto a un forzato ripo­ so: la mia macchina è in riparazione; io stesso sono molto stanco. E la vita che si conduce in queste autorimesse è tra le più noiose. Spero che la signora Vaughan Williams sia in buona salute. Vogliate presentarle i miei rispettosi saluti e credere, mio caro amico, alla cordiale amicizia del vostro devoto

Maurice Ravel

138. A Jean Marnold Autista Ravel 15a sezione parco automobili presso B.C.M. Parigi 24/6/16

Mio caro amico, Appena impostata la mia cartolina, mi hanno consegnato la vostra rispo­ sta. Rispondo a stretto giro di posta: ecco una corrispondenza rapida. Dunque, vedo che siamo dello stesso parere. Vi deciderete certamente a dedicare un articolo a questa Lega quando ne conoscerete a fondo tutti i progetti... e poi, è più semplice: ecco qui i documenti. Conservateli. Non vedo che cosa ne potrei fare qui, benché riguardino la difesa nazio­ nale... Seriamente, quest’iniziativa... patriottica presenta un pericolo non soltanto per il nostro buon senso, ma anche per la nostra libertà. Giudi­ cate da questa minaccia di Tenroc1, presidente, per favore:* [138]

i

Ji critico musicale Charles Tenroc.

135

Ravel

«Sono felicissimo di sapere quanto voi apprezziate il “grande valore” del musicista Schoenberg, la “sapidità” dei sigg. Bartók, Kodàly e dei loro allievi. La Lega Nazionale sarà presente, al momento opportuno, per mettere in guardia la vostra ammirazione contro un eventuale sacri­ ficio, troppo penoso per il pubblico, della vostra stessa musica». Benché la lettera sia firmata: il presidente, non la considero come ufficiale: non credo se ne possano pubblicizzare degli estratti. Pensate, dopo aver letto questo, air«intervento presso i pubblici po­ teri» che ci promettono persone note e influenti come Saint-Saèns, d’Indy, Charpentier, Paul Meunier, eccetera2. La mia lettera?... esito... ma credo che abbiate ragione. Evidente­ mente, questi signori non la pubblicheranno; è anche probabile che non la leggano mai davanti a un’assemblea; come dite voi, si saprà chi ha aderito, ma verranno ignorati i nomi e le ragioni di quelli che protestano. Dopo tutto, è vero: sono qualificato come qualsiasi altro per parlare in nome della musica francese. Se pure non sono stato nelle trincee, ho aiutato a difenderla almeno quanto coloro che sono rimasti in rue d’Assas3. I rischi non erano gli stessi; tutto qui. Ma non dimentichiamoci che sono un soldato, e non ho il diritto di pubblicare nulla; tanto più che tutto questo può tramutarsi molto facil­ mente in polemica. È seccante, perché quando ritorneremo, potremmo proprio essere costretti a chiudere il becco davanti al fatto compiuto. Ebbene! pubblicatela senza firma; qualche insinuazione farà capire ai vostri lettori di chi si tratta. L’effetto sarà lo stesso4. Ciò che spiace, è che questi signori potranno fare la loro propaganda a proprio agio: il «Mercure» si rivolge solo a un’élite, e loro avranno facilmente per sé i lettori dei grandi quotidiani. Tuttavia vi segnalo qualche riga di Tobby ne «Le Matin» di 4 o 5 giorni fa - la mia proprie­ taria di casa ci ha acceso il fuoco, non sapendo che volevo conservarlo — era un’evidente allusione alla Ligue N[ationa]le. Vi si diceva in linea di massima che, a parte l’infatuazione per i valzer lenti, che ci viene da Vienna, non erano mai mancati in Francia amanti della buona musica francese; che malgrado tutti i pubblici poteri, ci saranno sempre e soltan­ to due tipi di musica: quella che piace e quella che annoia. Sarebbe spiacevole che dopo aver combattuto il principio militarista della Germania tornassimo a casa nostra per farci imporre a comando l’ammirazione o la repulsione.

[138]

2 Cfr. la conclusione della nota 1 alla lettera 136. 3 Gli uffici della Lega erano al 16 di rue d’Assas, a Parigi. 4 Marnold non pubblicò la lettera di Ravel né scrisse articoli sulla Lega.

136

Lettere

Quante trincee dovremo ripulire, al ritorno! Per conto mio, ho deciso di ritornare a cavallo - con 12 cavalli in mezzo all’assemblea della rue d’Assas. Potreste mandarmi il raid letterario del bombardiere Poueigh? E la vostra risposta5? Affettuosi saluti Quando la incontrerete, porgete i miei saluti alla nostra nuova Giovanna d’Arco, Santa Rachilde6...

Maurice Ravel

139. A Jean Marnold Autista Ravel 38a sezione parco automobili presso B.C.M. Parigi

24/7/16

Non fatevi ingannare da questo nuovo indirizzo, mio caro amico: non mi sono mosso. Le sezioni passano, io resto. Presto saranno trascorsi 2 mesi e mezzo da che sono arrivato qui, con la speranza di ripartire in capo a una settimana. I pezzi di ricambio sono infine arrivati ieri l’altro... si sono accorti allora che il mio radiatore era in condizioni piuttosto pieto­ se, e ne hanno ordinato un altro. Così ne avrò ancora per qualche tempo. ... e io me ne f... Possono imboscarmi o mandarmi al fronte, e anche tenermi qui: me ne f... Questa vita stupida e inutile mi ha infiacchito al punto che nulla più m’interessa... se non la musica e la mia licenza, che non arriva. Ah no! non è un’epoca come questa che vi può rendere filantropo! Eppure penso spesso alla Vision de Babouc di Voltaire. Sapete:

[138]

5 II compositore, autore e critico musicale Jean Poueigh (1876-1958) utilizzava sovente lo pseudonimo Octave Séré. Ne «La Renaissance» del 4 febbraio 1916 affermava che occorreva bandire la musica di Wagner dalla Francia nel dopoguerra. In una sferzante replica, Marnold sosteneva che occorreva ascoltare Wagner altrettanto bene durante la guerra che dopo (Polémiques, «Mercure de France», 16 maggio 1916, p. 3). 6 Prolifica scrittrice e critica, Marguerite Rachilde (1860-1953) era moglie di Alfred Vailette, fondatore ed editore del «Mercure de France». Entrambi erano personaggi influenti nei circoli letterari francesi.

137

Ravel

quella piccola affascinante statuetta composta di pietre preziose e di materiali grossolani. Nonostante tutto ci sono pietre preziose1. Laggiù, anche qui, ho incontrato anime elevate, sensibili. Ma quanti materiali grossolani, immondi, o semplicemente rozzi! E la lettura dei giornali! roba da persuadersi che siamo diventati un popolo d’imbecilli e di villa­ ni. Tre giorni fa «Le Matin» pubblicava una fotografia: alcuni disgraziati che si trascinavano verso le nostre trincee: Come si arrendono. Paragonate questo al comunicato inglese, lo stesso giorno: «abbiamo fatto X?... prigionieri, tutto ciò che restava dei valenti difensori del villaggio». Più nessuna notizia di Delage; le ultime non lasciavano alcuna spe­ ranza d’intervento: l’intero servizio sarà smantellato. Questi giovani ver­ ranno per la maggior parte mandati altrove — non lontano, senza dubbio — e sostituiti dalla canaglia del fronte. Delage teme di essere promosso ufficiale, e utilizza la volontà che gli resta per resistere. Quella lettera di Mamma mi ha rattristato; quella povera lettera, incoerente, quasi illeggibile, come le ricevevo prima che vedesse Netter*2. Il trattamento sembrava farle bene. Lo segue sempre? Temo soprattutto che non riesca a dormire, come mi ha confessato un giorno. L’ufficiale bocheì Era semplicemente un Alsaziano, che aveva diserta­ to alla vigilia della mobilitazione, e che era tenente nell’esercito tedesco. E sempre stato al fronte, su sua richiesta, come autista. Croce di guerra; bravissima persona, ma un accento così terribile che non capivo una parola. Cari saluti al signor Marnold e signora e la cordiale amicizia del vostro

Maurice Ravel

[139]

1 II racconto filosofico di Voltaire fu pubblicato per la prima volta nel 1748. Lastoria ricorda il libro di Giona: Babouc è inviato a Persepoli per vedere se occorre distruggere la città persiana o lasciarle la possibilità di ritornare sulla retta via. Egli scopre in essa a un tempo crudeltà e stupidità, coraggio e generosità. Alla fine permette alla città di proseguire la propria esistenza, poiché, per dirlo con le parole di Voltaire, «se non tutto è bene tutto è sopportabile». 2 II medico della signora Ravel.

138

Lettere

140. A Jean Marnold Autista Ravel 38a sezione parco automobili presso B.C.M. Parigi 27/7/16

Mio caro amico, Grazie delle buone notizie che mi date di Mamma. Non ho bisogno di dirvi quanto vi sia riconoscente di avermi rassicurato. Sono sempre senza notizie circa la mia licenza. Ma nei miei riguardi si sta preparando qualcosa... Vi terrò al corrente quando si presenterà l’occasione. Mi permetterò d’importunarvi - se ne avete il tempo, beninteso — può venirne fuori un lavoro: si tratterebbe di trovarmi tutte le indicazio­ ni che potete trovare sulle canzoni popolari della regione del Valois1. (Inutile occuparsi dell’opuscoletto di Gerard de Nerval2: è precisamente di lì che parto.) Testi, musica, leggende, andrebbe tutto bene. Se cono­ sceste uno specialista di questo genere d’indagini, non avreste che da mettermi in contatto con lui. Questo semplificherebbe le vostre ricerche. Tutto ciò naturalmente se ne avete il tempo, ve lo ripeto. In ogni caso, grazie in anticipo. Queste cose vi sembreranno lontane dai cannoni. E invece io ci sono molto vicino. E pur vero che mi sono divertito ad annotare canti di uccelli3 ai Bois-Bourrus4... In qualunque modo tentassi, non riuscirei mai ad assomigliare a un Napoleone. Credo di essermi dimenticato, nella mia ultima lettera, di ringraziarvi della carta e del quadernetto. Scusatemi, e credetemi molto cordialmente vostro Maurice Ravel [140]

1 Appena a nord-est di Parigi. 2 Gerard de Nerval (1808-1855) era cresciuto nel Valois. Il suo libro, Chansons et balladespopulaires du Valois, fu pubblicato nel 1885, con una prefazione di Anatole Locquin (Paris, Garnier frères). 3 In una lettera scritta a Roland-Manuel il 12 giugno 1916, Ravel si congratulava con lui del suo prossimo matrimonio e proseguiva così: Non ho neppure il tempo di comporre per voi il mio epitalamo. Se volete, potrete far eseguire sul grand’organo questo canto di capinera, trascritto per la circostanza: allegro moderato 8 — ——

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oppure, se non vi sembra abbastanza gagliardo, quest’altro, che un uccellino si è messo di punto a insegnarmi per mezz’ora, tanto lo trovava ingegnoso: Mouvement de valse 16----------------------------- —~-------- '■—------ -i

[Autografo nella collezione privata di Claude Roland-Manuel.]

4

Una zona boscosa nei pressi della località di stanza del reparto di Ravel.

139

Ravel

141. Alla

signora

Dreyfus Ospedale temporaneo n° 20 Sala 7 Chalóns s/Marne 29/9/16

Ricevo la vostra lettera del 27, mia cara Madrina1. Siete inquieta sulla mia sorte, nonostante le mie esortazioni. Voglio subito dirvi quanto mi tocchi questo sentimento, venendo da voi che pure avete ragioni più serie d’inquietudine* 2. Ma voglio anche rassicurarvi. Non corro alcun pericolo, o almeno, corro uno dei rischi minori cui sia dato esporsi in occasione di un’operazione chirurgica. Quest’ultima in particolare non mi è stata imposta, ma consigliata dal maggiore. Un’ora dopo sono entrato in ospedale. Conoscete la mia fede, un po’ semplicistica ma assoluta nella chirurgia3. So - dall’esempio dei compagni intorno a me — che soffrirò terribilmente per qualche tempo, ma preferisco questo a malesseri e sofferenze che durerebbero tutta la vita. Questo «senso della sofferenza» è ben lontano da quello di cui parla Bourget nel suo ultimo romanzo4: ho uno spirito così poco cattolico! Avete prevenuto la mia necessità di libri; e ve ne sono davvero ricono­ scente. Si può prevedere che, per lunghe giornate, saranno per me com­ pagni graditi, persino necessari5. Contrariamente a ciò che pensavo, oggi mi è consentito mangiare, il che si accorda con un appetito da cannibale.

[141]

i Cfr. lettera 131, nota 2. 2 I tre figli della signora Dreyfus, Jean, René e Roland-Manuel, erano sotto le armi. 3 II giorno successivo a questa lettera, Ravel fu operato per una forma di dissenteria. 4 Le Sens de la morty di Paul Bourget (1852-1935). Si tratta di un romanzo filosofico cattolico che tratta della guerra e dei grandi problemi ch’essa solleva. In un’altra lettera alla signora Dreyfus, Ravel le confidava che lo trovava un libro «interessante, ma che mi dà sui nervi per una mescolanza di onestà e di malafede» (28 settembre 1916). 5 Ravel riferisce certe sue preoccupazioni letterarie in altre lettere scritte alla signora Dreyfus in quest’epoca: «Mi nutro lo spirito: Anatole France o Henri Bordeaux, Henri de Régnier o Octave Feuillet, tutto mi va bene. È incredibile il numero di cose insignificanti che mi troverò ad aver letto, in questi ultimi tempi» (24 settembre 1916). Alla signora Dreyfus chiese una copia del saggio di Albert Thibaudet, La Poésie de Stéphane Mallarmé> aggiungendo che «tutto ciò che riguarda Mallarmé mi appassiona» (28 settembre 1916). Poco tempo dopo, ricevuto il volume e ringraziando la signora, precisava: «Mi sembra serio e in buona fede» (3 ottobre 1916). Il suo interesse andò anche alle “Memorie” della contessa de Boigne: «[...] ho scorso frammenti che sono di un interesse appassionante» (9 ottobre 1916).

140

Lettere

Accanto a me, un compagno nelle mie condizioni, passato or ora sul tavolo operatorio, sta gemendo dolorosamente... e asserisce di essere resistentissimo alla sofferenza. Che accadrà a me, che non lo sono per nulla? Ebbene, avrò tempo domani per abituarmi. Dal momento che non sarò nelle condizioni di occuparmi di corrispon­ denza, incarico un compagno di informarvi sull’esito6. Sareste così gentile da telefonare a mio fratello, a cui ho tenuto nascosto il giorno in cui devono operarmi? Quanto a Mamma, non le ho neppure detto che mi trovavo all’ospedale; le ho semplicemente fatto sapere che ero a riposo. Un altro matrimonio7? Non è proprio cosa che mi riguardi. Non mi guardo neppure intorno. Ma, diamine, soltanto matrimoni segreti or­ mai, nel nostro giro! Quest’affascinante ritorno d’estate non è stato lungo. Da questa mat­ tina il cielo è giallastro e la pioggia monotona toglie ogni rimpianto di stare rinchiusi. Solamente, si pensa a coloro che sono fuori, laggiù... Mi portano ora una cartolina di Roland, da Arles. Mi dice che deve rientrare domani, cioè ieri l’altro. Scrivetemi sempre così sovente, mia cara madrina. Senza dubbio, la vostra prossima lettera mi troverà malconcio... Ricevete entrambi l’affettuoso saluto del vostro devoto figlioccio

Maurice Ravel

142. A Lucien Garban 8/10/16

Va bene, mio caro amico; mangio quasi di tutto, ora — non ancora gambero in salsa americana - ma sono costretto a trattenerlo; cosa che potrebbe lusingare il mio istinto all’economia, ma incide negativamente sul confort.

[141]

6 jn una lettera a Jean Marnold del 7 ottobre 1916 Ravel scriveva tra l’altro: «È andata bene: tutti i compagni nel mio caso mi promettevano torture inconcepibili, quasi cinesi — il supplizio del topo —. Senza dubbio sono della razza degli Spartiati, perché ho trovato la cosa ben sopportabile. E poi, detengo il primato di assimilazione di cloroformio: niente coliche, mal di testa, nausee. Al contrario, appena sveglio, ho avuto bisogno di una sigaretta perché crepavo di fame». 7 Dopo il recente matrimonio di Roland-Manuel.

141

Ravel

L’elenco delle vostre attuali occupazioni m’impressiona: me ne duole per il mio Trio. Non cambiate le armonie, almeno1. Hélène Casella mi scrive che uscendo dalla casa della sig.ra Clemen­ ceau* 23vi ha incontrato. Così, ha avuto occasione di avere mie notizie. Ho appena letto Le GrandMeaulnes0. Voi l’avete letto? Se no, spiccia­ tevi. Da molto tempo un romanzo non mi era piaciuto tanto. Benché l’autore sia stato ucciso, o almeno dato per disperso, non si parla per nulla della guerra, neppure di quel patriottismo a comando che ha con­ dotto tanti suoi apostoli nelle trincee di Dijon o di Orléans. Ciò non toglie al libro nulla del suo fascino, quale che sia al riguardo l’opinione di Fosent, del «Matin», che ritiene i libri pubblicati prima della guerra privi ormai di ogni interesse. Mi ha molto rattristato venire a sapere che d’ora in avanti le licenze di convalescenza conteranno come licenze regolari: avevo calcolato con tanta attenzione che la mia operazione me ne avrebbe procurato una doppia... C’è voluta questa stupida decisione per venire a scompigliare i miei piccoli progetti. Comunque, non dispero di combinare qualcosa. Spero che tra una quindicina di giorni, potrò venire a sorprendervi con lo scalpello in mano, e che avrò ancora il tempo di salvare qualche pezzo del mio povero Trio. Nell’attesa, credete alla cordiale amicizia del vostro

Maurice Ravel

[142]

1 Garban trascriveva il Trio per pianoforte a quattro mani. 2 Moglie di Paul Clemenceau, nata Sophie Zuckerkandl, era cognata di Georges Clemenceau. Negli anni del dopoguerra, Ravel passava sovente il veglione di Natale con i Clemenceau, nel cui elegante salotto era possibile incontrare Albert Einstein, Paul Painlevé o Stefan Zweig. 3 L’autore, Alain-Fournier (pseudonimo di Henri-Alban Fournier, 1886-1914), fu ucciso in battaglia già al secondo mese di guerra. Il suo unico romanzo compiuto, in parte autobiografico, era stato pubblicato nel 1913. Ravel per diversi anni pensò a trarre dal Grand Meaulnes un’opera per pianoforte e orchestra o per violoncello e orchestra. Sembra che nulla di ciò sia stato messo per iscritto.

142

Lettere

143. A Serge

de

Diaghilew1 1, rue de Chazelles, XVII'* 2 Bd de Courcelles Tel.: Wagram 59.19 12/1/17

Mio caro Diaghilew, In accordo con la nostra conversazione di ieri, accetto di comporre il balletto di cui mi avete esposto il libretto, e il cui autore è il poeta italiano Cangiullo3. Questo lavoro dovrà essere terminato alla fine del­ l’anno 1917, per quel che riguarda lo spartito per pianoforte, e il 1° aprile 1918, per quel che riguarda la partitura d’orchestra. I diritti esclu­ sivi di rappresentazione di quest’opera per tutti i paesi vi apparterranno per cinque anni a partire dalla la rappresentazione. Per questo lavoro, dovrò ricevere da voi la somma di diecimila franchi (10 000 frs) francesi, pagabili metà alla consegna dello spartito per pianoforte, il rimanente alla consegna della partitura per orchestra. Per il materiale d’orchestra, vi metterete d’accordo con il mio editore, Jacques Durand. Il diritto di esecuzione nei concerti rimarrà a me4, ma dopo che il balletto sarà stato rappresentato nella città dove si tiene il concerto. Vostro molto devoto,

Maurice Ravel Parigi

[143]

1 È stato detto che il genio di Scrgc de Diaghilew (1872-1929) consistette nel tirar fuori il genio altrui. Come direttore dei Ballets russes, collaborò con Stravinsky, Debussy, Ravel, Matisse, Picasso, Nijinsky, Pavlova e molti altri artisti leggendari. 2 II domicilio di Fernand Dreyfus e sua moglie. 3 Francesco Cangiullo (1884-1977), poeta futurista italiano. Anche se questo progetto non portò a nulla, sembra che Ravel abbia avuto qualche simpatia per il movimento futurista italiano, che aspirava a un «grande rinnovamento della musica grazie all’arte dei rumori». Racconta il compositore futurista Luigi Russoio: «Ai miei concerti si svolgevano autentiche battaglie. L’incomprensione contro cui si scontravano i seri principi sottesi alla mia musica, di fronte al pubblico e alla critica, era esasperante. Solo pochi musicisti di grande statura - tra cui Ravel e Stravinsky - comprendevano il valore delle mie innovazioni, per ora solo in parte realizzate». (Lettera a Nicolas Slonimsky del 24 agosto 1934, citata in N. Slonimsky, Music Since 1900, New York, Charles Scribner’s Sons 1971, p. 239.) 4 Nell’autografo, Ravel scrisse dapprima «vous», poi, sopra, «me».

143

Ravel

144. Alla

signora

Dreyfus 9/2/17

Mia cara madrina, Vi scrivo dalla cucina della mia padrona di casa. Nella mia camera fa davvero troppo freddo. La situazione è sempre la stessa. I miei documenti noni arrivano. Li hanno forse spediti a Dijon? Fisicamente, sto ancora bene. Forse non durerà a lungo: il regime non è affatto quello che occorrerebbe. Non c’è mezzo di avere altre verdure se non patate. Moralmente, è angosciante... È trascorso così poco tempo da che le scrivevo, da che ricevevo le sue povere lettere, che mi rattristavano... eppure erano per me una gioia tanto grande. Ero ancora felice allora, malgrado quest’angoscia sorda... Non sapevo che sarebbe accaduto così in fretta1. Ora, quest’orribile disperazione, gli stessi pensieri ostinati... Non è bene che sia lontano dal mio povero Edouard. Il capitano mi dice con insistenza che «devo scuotermi». Vuole met­ termi come secondo autista su di una vettura e mandarmi a fare un giro dalle parti del fronte. Io so bene che questo non basterà. Più che mai, vi sono riconoscente di non avermi lasciato completamente solo. Qui, sono isolato più che in ogni altro luogo, in mezzo a compagni gentili, allegri, ma tanto lontani da me in un momento simile... Grazie della vostra lettera, ricevuta ieri. La mia vi è arrivata? Datemi sovente vòstre notizie e credete entrambi all’affetto del vostro devoto figlioccio

Maurice Ravel Dite a Edouard, ve ne prego, che lo abbraccio, ma che non gli scrivo per non rattristarlo maggiormente.

145. A Charles Koechlin 19/2/17

Caro amico, Prima di tutto, scusatemi per non avervi ancora ringraziato della vostra testimonianza di simpatia, che mi ha vivamente commosso. Sono stato,

U44]

i La ma(lre

Ravel era morta il 5 gennaio 1917.

144

Lettere

e sono ancora molto abbattuto, e non ho il coraggio di rispondere ai miei amici... In risposta alla vostra ultima lettera, che ho ricevuta qui, ecco copia della lettera che ho indirizzata a Doire* 1,personalmente: Mio caro Doire, sulla prima pagina dell’ultimo «Courrier musical», il sig. d’Indy, in nome della musica e della sacra unione, si diffonde in giudizi ironici e malevoli sul conto di giovani colleghi che per la maggior parte, in questo momento, sono impegnati in altre incombenze. Mi stupisco che né lui, né voi, abbiate riflettuto sul fatto che ai soldati è impedito il diritto di replica, e che sarebbe stato meglio atten­ dere per tentare d’innescare questa polemica.2

Credete, ecc.

Mi riservo di rispondere apertamente, più tardi — come ho già fatto in passato, a questo grande musicista, a quest’uomo leale, tanto amabile di fronte alle persone, ma che non sa decidersi a fare il loro nome nei suoi subdoli attacchi. Sono del vostro parere per ciò che riguarda i concerti della S.M.I. Presto potremo parlarne: vengo a trascorrere 7 giorni di licenza, e sarò a Parigi dopodomani, il 21. Potrete telefonarmi all’l di rue de Chazelles. (W. 59.19). Credete, mio caro amico, ai miei sentimenti di simpatia e devozione

Maurice Ravel

1 René Doire, caporedattore del «Courrier musical». 2 II 17 dicembre 1916, tra alcuni rappresentanti della Société nationale e della S.M.I. si era tenuta una riunione nella speranza di fondere le due società; speranza che non si realizzò. In una lettera al suo collega Auguste Sérieyx, d’Indy espone le ragioni di questo fallimento: «Non c’è stato nulla da fare, Ravel, Koechlin, Grovlez, Casadesus & C. hanno rifiutato, in nome della loro “Estetica”???... “che non può essere identica alla nostra” — Confesso che la cosa mi è parsa talmente strana che ancora ne rido... Soltanto il povero Fauré ne è triste e vorrebbe uscire da questa galera SMI. Io mi sono davvero divertito». (Lettera del 18 dicembre 1916; D’Indy, Duparc, Roussel, lettres à Auguste Sérieyx, Lausanne, Editions du Cervin 1961, pp. 24-5.) Checché ne dicesse d’Indy, il rifiuto della S.M.I. non aveva nulla di comico, dal momento che gli ispirò un articolo traboccante fiele dal titolo particolarmente ben scelto, Esthétique, pubblicato su «Le Courrier musical» il 15 gennaio 1917. L’articolo attaccava essenzialmente i compositori d’avanguardia, ma senza fare nomi, e classificava i compositori in due gruppi: «Rimangono: 1° i musicisti che hanno qualcosa nel cuore; 2° i musicisti che non hanno nulla nel cuore. I primi fanno Musica, gli altri non ne fanno». Esprimendosi a nome della S.M.I., Koechlin rispose alle invettive di d’Indy in un articolo intitolato Esthétique?, che comparve su «Le Courrier musical» il 15 febbraio 1917: «Con d’Indy, con Giacomo [!] Rossini, ripeterò dunque: “Ci sono soltanto due

[145]

145

Ravel

146. Alla

signora

Dreyfus St-Cloud1

10/9/18

Mia cara Madrina, Sono stato davvero felice di ricevere la vostra gentile lettera, e sono furioso con me stesso per essermi lasciato precedere. È pur vero che ho una scusa seria: sono stato terribilmente male in questi ultimi tempi. Influenza spagnola? Non ne so nulla. 5 giorni di febbre, senz’altre soffe­ renze. Ma ne sono uscito in uno stato di stanchezza, di debolezza incre­ dibile. Esaurimento nervoso dei più caratteristici: prima di fare la mini­ ma cosa, mettermi le pantofole, ad esempio, calcolavo lo sforzo che sarebbe stato necessario, e desideravo ritornare a letto. Del resto, dormi­ vo male. Ora comincia ad andare meglio. Ma ho perso un buon mese, e il viaggio a St-Jean-de-Luz è rimandato all’anno prossimo. Presto dovrò partire per l’Inghilterra, dove mi esibirò nelle vesti di virtuoso, e vedo avvicinarsi quest’istante non senza inquietudine... Ho novità freschissime di Roland - del 5 -. Il morale è buono. Uno dei suoi compagni, con il quale, credo, abbiamo fatto il concorso per Roma, lo ha informato che dirigevo una fabbrica di gas a St-Denis: l’utilizzo delle competenze... Gli ospiti da pelo e da piuma prosperano. Solo i pensionanti di Edouard non danno buoni risultati: la coppia di conigli russi resta risolutamente sterile. Ogni volta che questi strani amanti si trovano riuniti, si verifica­ no combattimenti di pugliato che oserei definire omerici, al termine dei quali Daphnis si trova al fondo della mangiatoia, e Chloé è sepolta sotto

tipi di musica: la buona e la cattiva”... Questo mi ricorda le parole pronunciate in occasione di quella storica seduta che riunì i membri dei comitati della Société nationale e della S.M.L (Société musicale indépendante). In quell’occasione avevo insistito su questo: da una parte e dall’altra, noi non abbiamo gli stessi gusti. Non si trattava di una scoperta: mi pare che tutti lo sapessero, prima della guerra. Le migliori intenzioni (che noi abbiamo) e le più belle teorie non potrebbero cambiare dei fatti*, molte opere accettate alla Nationale sarebbero state rifiutate dalla nostra giuria della S.M.L; all’opposto mi sarebbe facilissimo citare brani orchestrali (eseguiti in seguito alla S.M.L) scartati dal Comitato della Nationale (che preferì loro certe composizioni sulla cui musicalità^ in occasione del concerto, ci parve di nutrire dei dubbi). «Lo scisma era dunque del tutto logico... «E, a parer mio, due cose soltanto contano: il cuore, - e la musicalità». [146] 1 Edouard e Maurice dividevano con il signor Bonnet e sua moglie la villa del numero 7 di avenue Léonie. A seguito dei suoi malanni e della morte della madre, Ravel era stato provvisoriamente esonerato dal servizio militare nel gennaio 1917. Nel giugno dello stesso anno portò a termine Le Tombeau de Couperin\ ognuno dei sei brani di questa suite per pianoforte è dedicata alla memoria di un compagno d’armi morto in battaglia. (Cfr. lettera 149, nota 4.)

146

Lettere

l’abbeveratoio rovesciato. La coppia di piccioni “mondani” conduce una vita esemplare. Ma dopo avere schiacciato le uova di 5 covate, per essercisi seduti sopra troppo coscienziosamente, sono riusciti a produrre un solo marmocchio, nato deforme. È per me una gioia pensare di vedervi presto. Nell’attesa, credete tutti all’affetto del vostro devoto

Maurice Ravel

Un mucchio di cose gentili da parte di Edouard e dei vostri amici. Siamo stanchi di congratularci con voi per René, ma lo facciamo di cuore.

147. Ad Alfredo Casella St-Cloud 5/11/18

Vecchio mio, Ahimè, non c’è nulla che vada per il suo verso! Tutte le mie occupazioni si ridurranno, forse per mesi, a trascinarmi dal mio letto a una sedia a sdraio. Fra 3 o 4 settimane, mi dedicherò a questo violento sport tra le montagne, io che in capo a 8 giorni mi ci annoio. Divieto assoluto di lavorare - applicarmi a poche righe mi fa salire la temperatura -. Potete immaginare come questo mi butti addosso la malinconia. Eppure, pre­ ferisco sapere che cos’ho - questo dannato polmone destro —, e soprat­ tutto come mi devo curare. Se l’avessi fatto 2 anni fa, quando sono stato riformato, non mi troverei a questo punto... Scusatemi, e pregate l’Accademia di Santa Cecilia1 e il conte San Martino* 2 di scusarmi, ringraziandoli vivamente dell’accoglienza gentile e lusinghiera che mi preparavano. La vostra salute, come va? Datemi presto vostre notizie e credete entrambi all’affetto del vostro Maurice Ravel

Accidenti! dimenticavo: le mie calorose congratulazioni per Trento, Trie­ ste3... e la prossima pace. A quando la generale4? Mi pare che questo cominci già a farmi sentire un poco meglio. [147]

1 Dove Casella insegnava. 2 II senatore e mecenate italiano Enrico di San Martino e Valperga. 3 Cedute all’Italia dopo la guerra. 4 Si tratta forse dell’orchestrazione di Casella del suo brano per pianoforte a quattro mani Pagine di guerra^ che fu eseguita per la prima volta a Roma il 12 gennaio 1919.

147

Ravel

148. A Ida Godebska [7, avenue Léonie] St-Cloud

11/11/18’

Cara Ida, ho fatto una breve passeggiata in auto stamattina. Edouard mi ha accompagnato sul tavolo operatorio di Lariboisière e mi ha riportato indietro - gangli tubercolotici — non è contagioso - Così facciamo conto su tutti voi domenica prossima a pranzo. Bisogna prendere il treno delle 11 e 22 alla stazione St-Lazare. Si scende a St Cloud - non prima, né dopo — all’uscita dalla stazione girare a destra, poi a destra (rue Gounod) e continuare sempre a destra finché non s’incontra alla propria sinistra l’avenue Léonie. Il 7 è proprio al fondo. C’è una bandiera boche pardon: moche1, Del resto, penso che Edouard passerà a prendervi. Ma non perdete il treno: lui se ne starebbe lì come un palo ad aspettarvi per un’ora almeno. L’arrosto brucerebbe, e la cuoca ci pianterebbe in asso. Telefonatemi per confermare il vostro arrivo (St Cloud 2.33) affettuosa­ mente a tutti

Maurice Ravel

149. A Ida Godebska Hotel du Mt Blanc Mégève (Hte Savoie) 14/1/19

Cara amica, Da qualche giorno, il sole è radioso. Sul mio balcone, dove sto facendo la cura della sdraio - come dite voi in polacco - parrebbe pieno luglio. Talvolta, cade un po’ di neve, giusto per rinfrescare quella vecchia. Cipa e Mimi rabbrividiscano pure, è ancora quel che preferisco nelle monta­ gne. Pratico un po’ lo slittino, con aggiunta di capitomboli - ma per terra c’è l’imbottitura —. Guardo gli altri sciare, nell’attesa di arrischiarmici anch’io.

[148]

1 Alle 11 di mattina di quel giorno le ostilità erano cessate sul fronte occidentale. 2 Gioco di parole tra boche (tedesca) e moche (sbrindellata), quasi omofoni.

148

Lettere

Non lavoro ancora: devono cambiare il pianoforte. Quello che ho adesso è indescrivibile, e accordato una terza maggiore sotto: temo che la mia ispirazione si troverebbe a un livello piuttosto basso. Leggo... ogni sorta di cose, tranne i giornali. Quando c’è qualcosa di sensazionale su «L’Echo de la Savoie» o su «La Suisse»1, me lo dicono, È vero che Paderewski è stato nominato presidente della Repubblica Polacca*2? Dopo tutto... ma non riesco proprio a vedere Szantó nei panni di un Poincarré [Poincaré] ungherese, o Ricardo Vines guidare le sorti della futura Repubblica socialista spagnola. Scrivo a Durand, per annunciargli la visita di Durey3, con l’aggiunta di elogi assolutamente sinceri. Continuate a scrivermi: è cosa buona. Non tutti gli amici fanno altrettanto, ahimè! Forse è vero, c’è penuria di chi voglia chiacchierare. A tutti, affettuosamente Maurice Ravel

Che ne è dell’architetto? Datemi notizie della prima alla S.M.L Non devono suonare il “Tombeau”4?

150. Alla

signora

Casella Mégève 19/1/19

Mia cara amica, Potete pensare come la vostra lettera mi abbia sorpreso, e costernato. Dopo tanti anni di unione perfetta1!...

[149]

1 Due giornali locali. 2 II celebre pianista e uomo di stato Ignacy Jan Paderewski (1860-1941) fu primo ministro e ministro degli affari esteri per circa nove mesi nel 1919. Fu lui a firmare a nome del governo polacco il trattato di Versailles. 3 Cfr. lettera 152. 4 II concerto della S.M.L dell’11 aprile 1919 fu l’occasione della prima apparizione in pubblico di Ravel dopo la guerra, e gli valse un’ovazione tra le più calorose. L’interpretazione del Tombeau de Couperin per opera di Marguerite Long fu accolta con entusiasmo, e la suite fu interamente bissata. [150] 1 I Casella si erano separati dopo undici anni di matrimonio, per poi divorziare qualche tempo dopo.

149

Ravel

La morale... è quella che metto in pratica, deciso a continuare. Non siamo fatti per sposarci, noialtri artisti. Di rado siamo normali, e la nostra vita lo è ancor di meno. Alfredo era uno dei migliori — guardate intorno a noi -. Eppure è stato fatale arrivare a una rottura. È irrimediabile? E poi, non resterete completamente sola. Oh! lo so bene, nulla sosti­ tuisce certi affetti. Ma voi avete ancora qualche amico, amici veri, che vi vorranno ancor più bene. Come è dolorosa, la vita, non è vero? Non è molto confortante, la mia lettera: perdonatemi, faccio quel che posso. Non sono troppo allegro... quando sono da solo, perché quando sono fra la gente, nessuno lo avverte! Fisicamente, va un po’ meglio. Sono lungi dall’essere- guarito, ma tossisco meno, e ingrasso. Comunque, se anche mi rimetterò del tutto, rimarrà pur sempre qualcosa di rotto... Pur che possa tornare al lavoro! Mantenete la vostra promessa di scrivermi qualche volta, e credete, cara amica, all’affetto sincero del vostro Maurice Ravel

151. Alla

signora de

Saint-Marceaux Hotel du Mt Blanc Mégève (Hte Savoie)

22/1/19

Cara signora e amica, ecco il paesino1. E gradevole, non incassato tra le montagne. La veduta è splendida, il freddo terribile, ma il sole è più radioso qui che in qualsiasi altro luogo. Dopo qualche tentativo di pas­ seggiata, qualche tentativo di slittino, mi è stato prescritto il riposo quasi assoluto. Finora, nessun miglioramento. Fortunatamente ho dei compa­ gni deliziosi, una famiglia con 3 bambini molto vivaci. Ma che isolamen­ to, malgrado tutto! La posta non arriva tutti i giorni. Per farmi tagliare i capelli, sarò obbligato a recarmi in slitta fino a Sallanches o a St Ger­ vais. Qualche parola, di tanto in tanto, riempirà di gioia il vostro rispetto­ samente devoto Maurice Ravel [151]

1 La cartolina è illustrata con una veduta di Megève e delle montagne che la circondano.

150

Lettere

152. A Louis Durey1 Mégève 28/1/19

Caro signore Ho semplicemente detto a Durand ciò che pensavo di voi, è del tutto naturale. Sarò sinceramente lieto di sapere che vi siete accordato con Tunico editore francese che s’interessi alla musica. Avete iniziato un trio per archi. Tra i miei progetti si trova un duo per violino e violoncello. Quale tra i nostri colleghi comporrà una sonata per violino solo? Per quanto posso giudicare da un solo ascolto, deve essere abbastanza diffi­ cile orchestrare Carillons* 2. Capisco come questa stessa ragione possa avervi tentato; penso che abbiate il trattatello di Widor, fatto molto bene, utilissimo dal punto di vista della tecnica orchestrale. Conoscete il mirabile trattato di Rimsky3? Gli esempi che adduce sono presi unica­ mente dalle opere di questo geniale orchestratore. Dal momento che in quest’arte complessa, così come in ogni altra, l’esperienza è molto im­ portante, e voi mi dite che avete intenzione d’impegnarvici, mi metto completamente a vostra disposizione se avete bisogno di un qualsiasi consiglio, o di istruzioni particolareggiate. Non sentitevi in imbarazzo: ho tutto il tempo; sono ben lontano dal poter riprendere il lavoro. Avevo cominciato a fare qualche esercizio, qualche sport invernale, ho dovuto tornare al riposo: nessun miglioramento delle mie condizioni. Dio sa quanto tempo dovrò restare qui e se non mi manderanno ancora più su. Spero dunque di avere il piacere di ricevere presto una vostra lettera e vi prego, caro signore, di credere alla mia viva simpatia artistica.

Maurice Ravel4

[152]

1 Benché membro dei Sei, Louis Durey (1888-1979) si ritirò ufficialmente dal gruppo nel 1921. È autore di più di cento composizioni, di cui i tre quarti circa sono rimasti inediti. 2 Carillons, dedicato a Satie, fu composto nel 1916 e Neige, dedicato a Ravel, nel 1918. La trascrizione per orchestra di questi brani per pianoforte a quattro mani fu presentata al pubblico nel 1929. 3 Ravel consultava tre opere di riferimento sull’orchestrazione: i trattati di Berlioz e di Rimskij-Korsakov, e la Technique de ^orchestre moderne di Charles-Marie Widor. 4 Lettera pubblicata da Frédéric Robert in Louis Durey, LAine des Six, Paris, Les Editeurs fran^ais réunis 1968, pp. 201-2. Cfr. in appendice a questo stesso volume la lettera di Durey ad Arbie Orenstein.

151

Ravel

153. A Jacques Rouché Mégève

20/2/19

Caro amico, Vedete come la vostra lettera arrivi a proposito: da qualche giorno, volevo scrivere a Colette de Jouvenel1 - ho appena perduto il mio taccu­ ino degfindirizzi; è un disastro - per chiederle se vuole sempre avermi come collaboratore. Perché da qualche giorno intravedo la possibilità di guarire. Tossisco meno, sto recuperando peso, e sento il desiderio di rimettermi al lavoro, cosa che non mi capitava da più di 4 anni! Avrei dovuto curarmi fin da quando sono stato riformato, — nel mese di giugno del 17 -. Le mie condizioni allora non erano gravi. La mia negligenza le ha aggravate al punto da rendermi impossibile fare qualsiasi cosa. — Non metto nel conto Le Tombeau de Couperin, che nel 1914 era già molto avanti -. Spero di rientrare ad aprile, rimesso più o meno in sesto, e la prima cosa alla quale ho intenzione di lavorare è F “opera danzata” di Colette. Vorreste avere la compiacenza di dirglielo, e di darmi il suo indirizzo? Vorrei scriverle al riguardo della nostra futura opera, - non per fare dei tagli; al contrario — Grazie in anticipo e cordialmente a voi Maurice Ravel

Penso anche a La Valse, il poema coreografico di cui vi ho già parlato.

154. A Colette

de Jouvenel

Mégève 27/2/19

Cara signora, Nello stesso istante in cui voi manifestavate davanti a Rouché il dispia­ cere per il mio silenzio, io pensavo, dal fondo delle mie nevi, di chiedervi se volevate ancora servirvi di un collaboratore tanto inaffidabile.

I153]

1 Ravel fu presentato a Colette nel salotto della signora de Saint-Marceaux intorno al 1900. Durante la guerra ella scrisse un libretto per l’Opéra su richiesta di Jacques Rouché, che le propose allora di collaborare con Ravel. Quest’ultimo cominciò a lavorare a L’Enfant et les Sortilèges nel 1920 e compì l’opera nel 1925.

152

Lettere

Lo stato della mia salute è Punica scusa che mi è possibile addurre: per lungo tempo, ho temuto davvero di non poter fare più nulla. C’è da credere che io stia meglio: la voglia di lavorare sembra tornarmi. Qui, non è possibile; ma appena sarò di ritorno, all’inizio di aprile, conto di rimettermi al lavoro, e di cominciare con la nostra opera. A dire la verità, ci sto già lavorando: prendo note — senza scriverne una sola —; penso anche a certe modifiche... Non abbiate paura: non si tratta di tagli; al contrario. Per esempio: non si potrebbe sviluppare il racconto dello scoiattolo? Immaginate tutto quel che uno scoiattolo può dire del bosco, e i risultati che ciò può dare in musica! Altra cosa: che ne direste della tazza e della teiera, in vecchio We[d]gwood — nero —, mentre cantano un ragtime? Confesso che l’idea di far cantare un ragtime da due negri all’Académie Nationale de Musique1 mi alletta molto. Osservate come la forma — una sola strofa, con ritornello - si adatti perfettamente al movimento di questa scena: lamen­ ti, recriminazioni, furore, inseguimento. Mi obietterete forse che non praticate il gergo negro-americano. Io, che non conosco una parola d’in­ glese, farò come voi: mi arrangerò*2. Vi sarò riconoscente se vorrete dirmi la vostra opinione su questi due punti, e credere, cara signora, alla viva simpatia artistica del vostro devo­ to. Maurice Ravel

155. Colette de Jouvenel a Maurice Ravel 69, boulevard Suchet Parigi XVT [5/3/19]'

Caro signore, Ma certo, un ragtime! Ma sicuro, dei negri in wedgwood! Arrivi pure una terrificante raffica di music-hall a spargere al vento la polvere dell’Opéra! Andate avanti! Sono contenta di sapere che pensate sempre al

1 Nome ufficiale dell’Opéra di Parigi. 2 La tazza in Wedgwood nero si trasformò in seguito in tazza cinese, che si unisce alla teiera in Wedgwood nero in una delle scene più strane di tutto il repertorio lirico. Il libretto utilizza testi in inglese, francese e pseudo-cinese, musicati in forma di ragtime con pianoforte, trombone a coulisse, xilofono, celesta, wood-block e grattugia. [155] 1 Timbro postale sulla risposta non datata di Colette.

[154]

153

Ravel

“ Divertimeli to per mia figlia”* 2, disperavo di voi, e mi avevano detto che eravate malato. Vi hanno detto che ci sono orchestrine di cinematografo che suonano le vostre affascinanti fiabe di Ma Mère l’Oye mentre scorre un film del Far West? Credo che se io fossi un compositore e mi chia­ massi Ravel, proverei una gran soddisfazione a saperlo. E lo scoiattolo dirà tutto quel che vorrete. Vi piace il duo “gatti”, esclusivamente miagolato? Avremo degli acrobati. L’episodio dell’Aritmetica non è una polka? Vi auguro buona salute, e vi stringo la mano, con impazienza.

Colette de JouveneP

156. A Georges Jean-Aubry St-Cloud

24/5/19

Mio caro Aubry, Con l’autografo, e il giorno prima, vi avevo mandato una lettera. La vostra risposta mi ha fatto sapere che non l’avevate ricevuta. Stavo dun­ que per scrivervene una nuova, quando la sig.ra Godebska mi ha in­ formato che sareste ritornato a Parigi. Da allora, impossibile ottenere informazioni esatte: eravate a Parigi, a Londra, in Scozia, in Olanda... Finalmente, so dove trovarvi, e vedete con quanta fretta ne approfitto: 1° Non contate su di me come collaboratore: ricomincio appena a lavorare - com’è diffìcile riprendere! -, ne ho per 4 anni, e bisogna che sia tutto pronto in un anno1! 11° Se pensate che sia necessario, andrò in Inghilterra e in Olanda, ma soltanto per accompagnare. Sono assolutamente incapace di suonare qualunque cosa. L’anno scorso, avevo tentato di rimettermi al pianofor­ te. Mi stanco terribilmente, e non faccio nessun progresso. Allora, lascio perdere....

2 Uno dei primi titoli dell’opera. Ravel respinse anche “Divertissement pour ma petite-fìlle” e “Ballet pour ma fille” argomentando che non aveva nessuna figlia. 3 Lettere e commenti relativi a quest’opera sono reperibili in A. Orenstein “L’Enfant et les Sortilèges”: correspondance inèdite de Ravelet Colette, «Revue de musicologie», 52, 2, 1966, pp. 215-20. [156] 1 Senza dubbio un’allusione a L Enfant et les Sortilèges. [155]

154

Lettere

Potete dirmi, il più presto possibile, quando dovrò partire? Cordialità a voi.

Maurice Ravel Lord Berners non è inglese, dal momento che lo collocate tra i musicisti continentali? Che musicista affascinante! Potreste farmi mandare i suoi brani che sono stati suonati alla S.M.L*2?

157. A Ida Godebska 7, Avenue Léonie St- Cloud 24/5/19

Cara Ida, Spero di mettermi al lavoro la settimana prossima. Non ci sarò per nessuno, risponderò «M...» al telefono, lascerò le lettere senza risposta. E lascio perdere i concerti. Solamente musica, santo Dio! Concerti, prove, ascolti. E continuano... non ci sarà sosta quest’anno, vedrete. Fa un caldo tropicale: questo li eccita. I tre quarti della sala sono vuoti: ricominciano lo stesso. Esami di Conservatorio: giovedì scorso - pianoforte - dalle 9 alle 18 e 30. Non mi pescheranno più. Da voi bel tempo, eh? - Qui, un po’ temporalesco -. Ma penso che comunque non mi vedrete a Carantec1, sebbene Edouard e la sig.ra Bonnet abbiano piacere di vedermi partire. Edouard ritiene che mi de­ dichi un po’ troppo a far baldoria. C’è da credere che sia vero: malgrado le prove Alborada2, i concerti, gli esami... (vedere sopra), ho trovato il modo di orchestrare il Menuetpompeux di Chabrier, per Diaghilew3, e

2 II compositore inglese Lord Berners (Gerald Hugh Tyrwhitt-Wilson 1883-1950) aveva appena presentato i suoi Fragments psychologiques per pianoforte in occasione di un concerto della S.M.L il 25 aprile 1919. [157] 1 I Godebski vi passavano spesso le loro vacanze. 2 Rhené-Bàton, a capo dell’orchestra Pasdeloup, aveva appena interpretato in prima esecuzione, il 17 maggio, VAlborada del gracioso. 3 I Ballets russes diedero la prima rappresentazione all’Alhambra Theatre di Londra il 18 luglio 1919, con una coreografìa di Léonide Massine, scene e costumi di José Maria [156]

155

Ravel

sto terminando Le Tombeau de Couperin . * .. per Durand. ... Ma, nono­ stante tutto, dimagrisco. So che Jean ingrassa. Me l’ha scritto invitando­ mi gentilmente a trascorrere le vacanze nel suo castello. Mimi inoltre mi ha invitato a prendere il tè in casa di amici. È tutto quel che le è venuto in mente per incontrarmi. E voi? Ingrassate, voi? Vi lascio: devo rasarmi, mettermi in ghingheri e andare a banchettare in onore del sig. Damrosch* 5, direttore d’orchestra americano. Rientrerò ubriaco, e non mi muoverò più - come ho detto - per tutta l’estate. Un abbraccio a tutti

Maurice Ravel

158. A Ida Godebska 7 Avenue Léonie Saint-Cloud (S. & O.)

2/9/19

Cara Ida, quando ho ricevuto la vostra lettera e quella di Mimi, avevo progettato di andare a Carantec, poi a Lyons1. Poco dopo, ho deciso di andare soltanto a Carantec; un po’ più tardi di andare soltanto a Lyons. Infine ho stabilito di non andare da nessuna parte. A quel punto sono stato costretto a partire per Ginevra, perché mia zia è improvvisamente mancata per una polmonite, lasciando il povero zio in uno stato penoso. L’ho fortunatamente trovato assai lucido, devotamente circondato di cure, ma anche di eredi incaricati di badare ai suoi interessi, e che si occupavano soprattutto dei loro. Sono riuscito a sbrogliare tutta la fac­ cenda.

Sert, direzione d’orchestra di Ernest Ansermet. Il balletto, intitolato Les Jardins d'Aranjuez era composto dalla Pavane di Fauré, &AVAlborada delgracioso di Ravel e dal Menuetpompeux di Chabrier. [157] 4 Cioè l’orchestrazione del Prelude, della Forlane, del Menuet e del Rigaudon, Rhené-Bàton interpretò il 28 febbraio 1920, alla guida dell’orchestra Pasdeloup, la prima esecuzione della suite, che fu in seguito allestita dai Ballets suédois, diretta da Rolf de Mare (Forlane, Menuet e Rigaudon, sotto la direzione di Désiré-Emile Ingelbrecht, 1’8 novembre 1920). 5 II direttore d’orchestra, compositore e insegnante tedesco-americano Walter Damrosch (1862-1950). In seguito si vide assegnare la Legion d’onore per aver contribuito a sviluppare le relazioni franco-americane in campo musicale. [158] 1 Lyons-la-Forèt, a circa cento chilometri a nord-ovest di Parigi, dove i Dreyfus avevano una residenza estiva.

156

Lettere

Queste esitazioni, spostamenti, occupazioni e preoccupazioni, mi hanno impedito di rimettermi al lavoro e anche di occuparmi della corrispondenza. Di questo, vi siete certamente accorta, e mi scuserete, non è vero? ,.. Siamo già all’8 del mese, e non ho ancora terminato la mia lettera. Penso che nel frattempo Poulenc2 avrebbe scritto almeno 3 sonate, Da­ rius Milhaud 4 sinfonie. Il mese scorso hanno rappresentato L’Heure espagnole a Londra (Covent Garden): 17 chiamate, il più gran successo del teatro lirico da 30 anni, dicono i giornali3. Gheusi4 deve darla quest’inverno. Il viaggio in Inghilterra le procurerà la fortuna di Carmen, e dell’acqua Périer5. Spero che le notizie che m’invierete in risposta siano buone. Qui, più o meno: il sig. Bonnet si sente un po’ giù, la sig.ra Bonnet è molto malandata: presto bisognerà operarla. Edouard sostiene di star bene. Io sono mal messo da 3 giorni: non so di che si tratti. Vi abbraccio tutti affettuosamente Maurice Ravel

2 Francis Poulenc (1899-1963) aveva già cominciato a costruirsi una reputazione di compositore e pianista. Il giovane musicista conobbe Ravel nel 1917 grazie al proprio insegnante di pianoforte Ricardo Vines. Poulenc racconta che le opinioni paradossali sostenute da Ravel l’avevano assai contrariato e allontanato da lui. Ci si può infatti chiedere se Ravel stesso credesse a tutto quel che diceva a Poulenc - che le Romanze senza parole di Mendelssohn erano ben superiori a Carnavalfa Schumann, che le opere tarde di Debussy non valevano granché, che Saint-Saèns era un genio, che Chabrier era incapace di orchestrare la propria musica. Dopo la morte di Satie nel 1925, Poulenc cambiò atteggiamento, e la sua ammirazione per LEnfant et les Sortilèges permise ai due musicisti di riavvicinarsi. (Cfr. Francis Poulenc, Moi etmesamis, Paris, La Palatine 1963, pp. 173-86.) Le critiche di Auric, di Milhaud o di Poulenc imbarazzavano Ravel, ma l’ammirazione con cui egli guardava alle loro opere e il suo spirito realista, sebbene un po’ paradossale, lo spingevano a riconciliarsi con loro. «I giovani - hanno ragione a criticarmi», disse a Cipa Godebski. «Al loro posto farei altrettanto». 3 La rappresentazione era diretta da Percy Pitt, con Pauline Donalda (Concepcion) e Alfred Maguenat (Ramiro) nei ruoli principali. 4 Pierre Barthélemy Gheusi diresse l’Opéra-Comique dal 1914all918e dal 1932 al 1936. 5 Punto in comune tra Carmen e l’acqua minerale Perrier è il loro grande successo, che però, in entrambi i casi, arrivò in Francia dopo grandi difficoltà. Tale sarebbe stata in effetti la sorte AeW'Heure espagnole. Nel 1919 l’opera di Bizet aveva già avuto in Francia circa millecinquecento rappresentazioni, e solamente il Twwtf di Gounod poteva rivaleggiare con lei in popolarità. Quanto all’acqua Perrier, se ne sono vendute circa due milioni di bottiglie nel 1914, per la maggior parte negli Stati Uniti, ma sei milioni nel 1922, di cui più di due milioni in Francia. (Informazioni, queste ultime, gentilmente fornite dalla ditta Perrier.)

[158]

157

Ravel

159. A Ralph Vaughan Williams St-Cloud 18/9/19

Caro amico Sono molto in ritardo nella risposta; non ho neppure la scusa del lavoro: non ho ancora potuto riprenderlo. Pure il mio soggiorno invernale in montagna mi ha fatto un gran bene. È il morale che occorrerebbe curare ora, e non so come fare. Scusatemi con Fox-Strangways1: già una volta ho commesso l’impru­ denza di promettere la mia collaborazione a un giornale. Stanno ancora aspettando il mio primo articolo! Non dovevate venire presto a Parigi? Sarò ben felice di vedervi, dopo tanti anni terribili. Io avrei dovuto andare in Inghilterra la stagione prossima, ma ci ho ripensato e credo che sarebbe meglio lavorare, se pure ne sono ancora capace. Vogliate presentare alla sig.ra Vaughan Williams l’omaggio della mia rispettosa amicizia, e credermi vostro cordialmente devoto

Maurice Ravel

160. A Manuel de Falla St-Cloud

19/9/19

Mio caro amico, Aubry1 mi aveva informato della vostra presenza a Londra* 2, io l’avevo incaricato di riferirvi il mio amichevole saluto, e da allora non avevo più avuto alcuna notizia di voi. Ed ecco che Strawinsky m’informa della penosa disgrazia che vi ha obbligato a lasciare precipitosamente Londra3.

1 II musicologo e critico inglese Arthur Henry Fox-Strangways (1859-1948) era stato il fondatore e il primo caporedattore di «Music and Letters», che aveva iniziato le sue pubblicazioni nel gennaio 1920. Ravel aveva senz’altro promesso un articolo, ma di fatto non scrisse mai nulla per questa rivista. [160] 1 Georges Jean-Aubry. 2 De Falla era a Londra per la prima di Elsombrero de trespicos (22 luglio 1919). 3 La madre di de Falla era gravemente malata e morì poche ore prima del ritorno del figlio.

[159]

158

Lettere

Ravviverò forse il vostro dolore, e tuttavia non voglio lasciarvi credere alla mia indifferenza. Non ho dimenticato l’affettuosa lettera, a cui ho risposto così tardi, che mi avete inviato nelle stesse circostanze. Quel che ci è accaduto è una cosa terribile, mio caro amico. Da quel momento, la vita è trasformata. Si riesce ancora a sentire la gioia, le emozioni, ma non più nello stesso modo; un po’ come quando non si ha dormito, o si ha la febbre. Forse questo finirà con l’attenuarsi alla lunga. Io, non mi sono ancora ripreso. Benché il mio soggiorno in montagna mi abbia fatto un gran bene, e la mia salute si sia più o meno ristabilita, non ho potuto ancora rimettermi al lavoro, eppure sento che lì troverei se non l’oblio, che non desidero, almeno il lenitivo migliore. Cercate di essere più forte di me, mio caro amico. Ve lo auguro di tutto il cuore, con i miei più profondi sentimenti di simpatia. Maurice Ravel

161. A Georgette Marnold1 [Lapras par Lamastre]* 2

8/12/19

Cara amica, Grazie per l’accendino: perché non vi ho chiesto la mia correggia per affilare il rasoio? La sto sempre aspettando e ho la scelta tra lasciarmi crescere la barba, ridurmi il viso a una maschera di sangue o perdere un’intera giornata per andare a farmi rasare a Lamastre. Ho tentato le 3 vie: non so a quale dare la preferenza. Grazie per le caramelle — per la caramella - squisita. La carta stagnola era meno buona; ma non ne ho lasciato quasi nulla — con ragione —. Ho mandato ieri a Durand l’orchestrazione dei canti ebraici. Ora passerò a un altro genere.

[161]

1 La figlia di Jean Marnold. 2 Ravel trascorse l’inverno 1919 ospite di un vecchio amico, André Ferdinand Hérold (cfr. lettera 19, nota 5). In un isolamento assoluto, a circa 570 chilometri dalla capitale, Ravel cominciò laboriosamente a ritrovare il proprio ardore creativo. Orchestrò gli accompagnamenti di Kaddish e dell’Enigme éternelle, nella speranza di stimolare le proprie facoltà creative, e cominciò poco dopo a scrivere La Valse, che fu terminata a Lapras.

159

Ravel

E poi, ho finalmente scoperto la mia vocazione: sono nato per fare l’eremita. Cordiali saluti a voi e a tutti

Maurice Ravel Avete sentito il Madrigaal-Vereeniginf che ha eseguito “Nicolette” alla Salle Caveau il giorno 5?

162. A Nikolaj Obukhov1 Lapras

21/12/19

Caro signore, Ho ricevuto faltro ieri la vostra la lettera; oggi la vostra 2a, ieri il manoscritto. Sono doppiamente lieto, prima di tutto delle buone noti­ zie che vi consentono di lavorare senza preoccupazioni, poi dei tangibili progressi che constato nel vostro lavoro. Già fin d’ora, voi sapete com­ prendere l’orchestra. Continuate a seguire con assiduità le prove di Pasdeloup: non ci sono lezioni migliori. Vi rimanderò il vostro mano­ scritto, annotato, domani o dopodomani. Vi consiglio fin d’ora un ec­ cellente esercizio: ascoltate attentamente, senza seguire sulla partitura, un’opera classica, semplice, dopo averla studiata sulla trascrizione per pia­ noforte. Cercate di orchestrarla come l’avete sentita, e confrontate poi la vostra orchestrazione con quella dell’autore. Vi prego di ringraziare ca­ lorosamente la sig.ra Obouhow delle sue gentili parole, che mi hanno toccato molto, e di presentarle i miei rispettosi omaggi. Molto cordial­ mente

Maurice Ravel

3 Società di madrigalisti, in olandese. Oltre al brano di Ravel, questo gruppo vocale a cappella di Amsterdam eseguì un programma che andava dal Rinascimento (Janequin, Despres, Lasso) alla musica francese contemporanea (Debussy, Paul Le Flem). [162] 1 II compositore russo Nikolaj Obukhov (1892-1954) emigrò in Francia nel 1918. Poco dopo il suo arrivo cominciò a studiare composizione e orchestrazione con Ravel, che lo aiutò molto nella sua carriera. [161]

160

Lettere

163. A Ida Godebska Lapras 27/12/19

Cara Ida, Sono arrivati in un brutto momento, i vostri auguri di buone feste! — non ve ne sono per questo meno grato - un mal di testa folle (non mi capita mai). Mi ha fatto dimenticare la cena di Natale. Il mio 31/12 si preannuncia sinistro. Penso a quelli d’altri tempi, passati in quel delizio­ so appartamento di avenue Carnot dove sono stato così felice. Penso che presto 3 anni saranno trascorsi da che se ne è andata, e che la mia disperazione aumenta di giorno in giorno. Ci penso ancor di più da quando mi sono rimesso al lavoro, e non ho più accanto questa cara presenza silenziosa ad avvolgermi della sua tenerezza infinita, la mia sola ragione di vita, lo vedo ora più che mai. Mimi e Jean non possono ancora conoscere questo stato d’animo: lo s’impara sempre troppo tardi. Che non facciano come me! Sono proprio allegro come si conviene per augurarvi il buon anno, non è vero? Ve lo auguro lo stesso affettuosamente abbracciandovi tutti. Maurice Ravel

164. A Ida Godebska Lapras 15/1/20

Cara Ida, Oggi, giornata dedicata a... come si chiama dunque la musa dell’arte epistolare? Sono un po’ inquieto se guardo la pila di lettere che da più giorni attende una risposta. Ci sono persino certe scartoffie da riempire «essendo stata proposta la mia candidatura alla croce di cavaliere della Legion d’onore» — proposta da chi1 ? Spicciatevi a congratularvi: non ne avrete mai più l’occasione*2.

[164]

i Fu Leon Berard, ministro della pubblica istruzione, a proporre il nome di Ravel, dopo che un collega gli aveva detto che la nomina sarebbe stata accettata. 2 Ravel rifiutò la Legion d’onore provocando un autentico scandalo. Numerosi giornali lo sostennero in questo nuovo “affaire Ravel” e nel corso di un’intervista data

161

Ravel

E lavoro: il 31 dicembre, ho cominciato l’orchestrazione di Wien\ Spero di terminare verso la fine di questo mese. Ho scritto a Misia che potrei farla ascoltare già fin da quel momento a Diaghilew, ma che preferirei posporre Faudizione a metà febbraio. In quel periodo, sarò obbligato a interrompere la mia produzione intensiva, per venire a tra­ scorrere qualche giorno a Parigi: la esecuzione del Tombeau ai concerti Pasdeloup*4. la esecuzione delle Canzoni ebraiche, sempre con P[asdeloup]5. E mi trovo anche piuttosto in difficoltà: quei pochi giorni saranno terribilmente impegnati. Sarò costretto ad alzarmi all’ora delle Cévennes6 per arrivare alle prove. Penso che dall’epoca della mia parten­ za non sia cambiato nulla e che non potrò trovare da nessuna parte una camera in un albergo. Se sentiste parlare di qualcosa del genere, fatemelo sapere. Sono piuttosto malmesso, dormo ogni giorno di meno. E sicuro che il morale c’entra molto. Quel che mi scrivete sugli effetti benefìci della religione, ce lo siamo detti con Pierrette Haour7, atea come me8. Avete ragione, ma non c’è nulla da fare, non è vero? C’era una speranza tutta­ via: - sarebbe stato un evento memorabile! - l’abate Petit doveva venire a trovarmi verso la fine dell’estate. Ma non è venuto. Qualche volta vedete Réalier-Dumas9? Se sì, chiedetegli l’indirizzo di Jean Laurent. È un ragazzo affascinante di cui ho conservato un buon ricordo, e che mi ha aiutato, laggiù, a superare quei momenti di depres-

a Saint-Cloud, Edouard Ravel spiegò che suo fratello aveva rifiutato la decorazione per ragioni di principio, perché era contrario a ogni titolo onorifico. Questo non gli impedì tuttavia di accettare in seguito numerose citazioni onorifiche; non v’è dubbio che a conti fatti egli nutrisse un certo rancore contro gli ambienti ufficiali che gli avevano per cinque volte rifiutato il Prix de Rome. Il 2 aprile, revocando ufficialmente la nomina di Ravel, André Honnorat, il nuovo ministro della pubblica istruzione, e Paul Deschanel, presidente della Repubblica, misero una volta per tutte fine a questo tempestoso dibattito. [164] 3 Cfr. lettera 121, nota 1. 4 Cfr. lettera 157, nota 4. 5 Furono interpretate dal mezzosoprano Madeleine Grey, sotto la direzione di Rhené-Bàton, il 17 aprile 1920. 6 Ravel, a Lapras - nelle Cévennes, appunto - aveva l’abitudine di alzarsi assai presto. 7 La moglie di Pierre Haour. 8 Roland-Manuel, in occasione di una conversazione che ebbi con lui, si stupì di questo passaggio, persuaso che Ravel non fosse ateo ma piuttosto agnostico. Il suo ragionamento, mi spiegò Roland-Manuel, era il seguente: dal momento che non comprendeva il funzionamento del proprio spirito, gli sembrava impossibile accettare o rifiutare l’esistenza di un essere supremo. 9 Lo scultore Maurice Réalier-Dumas (1860-1928).

162

Lettere

sione terribile, la cui causa, che non osavo confessarmi, era ravvicinarsi della mia disgrazia10. Dite a Misia di sbrigarsi con la risposta, che attendo per rispondere a mia volta a Baton*11. Vi abbraccio tutti Maurice Ravel

165. A Lucien Garban Lapras

16/1/20

Mio caro amico, Non prendetevela vedendo la circolare inclusa. Non è per infliggervi una nuova traduzione. Nulla di urgente: probabilmente non è di nessun interesse. Se ci trovate qualcosa che valga la pena, me lo direte in due parole. Grazie per la lettera di Schoenberg. Che personaggio ammirevole: pur crepando di fame, trova il modo d’occuparsi della diffusione di musiche interessanti1! Non gli ho ancora risposto: aspetto di avere il testo francese del Pierrot lunaire e di vedere se è possibile organizzare2. A quel punto, vi

10 II decesso della madre. 11 II compositore e direttore d'orchestra Rhené-Bàton (pseudonimo di René Baton, 1879-1940) che fu il direttore principale dell’orchestra Pasdeloup tra il 1916 e il 1932. [165] lA questo punto della sua carriera, Arnold Schoenberg (1874-1951) era ancora oggetto dell’indifferenza, quando non dell’ostilità, generale. Nel 1918 aveva fondato la Verein fiir musikalische Privatauffiihrungen (Società per le esecuzioni musicali private) che presentava al pubblico viennese la musica, tra gli altri, di Bartók, di Debussy e di Stravinsky. La lettera di Schoenberg trattava verosimilmente del programma che la sua società pensava di dedicare alla musica di Ravel nell’ottobre 1920. (Cfr. lettera 172, nota 3.) 2 II testo francese originale del Pierrot lunaire è opera del poeta simbolista belga Albert Giraud; Schoenberg aveva musicato la traduzione tedesca di Otto Erich Hartleben. Fu Jean Wiéner a organizzare le prime audizioni dell’opera di Schoenberg a Parigi, nella versione francese di Benoist-Méchin, il 15 dicembre 1921 (solo la prima parte) e il 12 gennaio e 10 marzo 1922 (integrale), con Marya Freund come solista, e sotto la direzione di Darius Milhaud. (Cfr. J. Wiéner, Allegro appassionato, Paris, 1978, e, più oltre, la lettera 217.) Marya Freund interpretò Pierrot lunaire in tedesco sotto la direzione del compositore in occasione del festival Schoenberg organizzato dalla S.M.I. alla Salle Pleyel il 15 dicembre 1927. [164]

163

Ravel

chiederò di far comprendere a Jacques la bellezza di questo gesto, e di fargli arrivare certe opere a cui penserò. Sarà laborioso, non ne dubito3.., Credo che siate ormai ritornati, e che abbiate trascorso lietamente le feste laggiù; certo più allegramente di me... Alla fin fine sto lavorando, questo è fessenziale. Ero stupito del silenzio di Franc-Nohain, a cui avevo chiesto una risposta urgente: era andato a Varsavia, a cercare suo figlio, maresciallo d’alloggio, - cose che non ci fanno certo sembrare più giovani — Datemi presto notizie, e credete entrambi agli affettuosi sentimenti del vostro

Maurice Ravel Volete far giungere a M.E. Lonsdale Deighton (siete voi a dirlo) 24 Por­ tland Road: Finsbury Park. N 4 London, Fopuscoletto ITR4? Questo mi eviterà di cercare tutto ciò che ho composto per canto. Dite a Jacques che gli scriverò uno di questi giorni.

166. A Roland Manuel Lapras

22/1/20

Caro amico, Comincio a ridacchiare - era ora -. Questa faccenda1 ha tutta l’apparen­ za di una commedia di Calderón2. Quel che non fa ridere, sono i collegamenti postali tra Parigi e Lapras: ricevo questa mattina le vostre due lettere, datate una il 17, l’altra il 19. Il vostro telegramma mi è arrivato il 19; ho dato la risposta al postino. E vero che ha potuto consegnarla al telegrafo di Lamastre solo il pomerig­ gio. Dunque, se vi capitasse di morire, avvisatemi due giorni prima.

3 Durand aveva — pare — in progetto di pubblicare le opere di compositori tedeschi e austriaci contemporanei che non fossero stati accessibili negli anni precedenti. Il progetto non si concretizzò. 4 Quest’opuscolo pubblicato da Durand era costantemente aggiornato; esso com­ prendeva un catalogo per generi delle opere di Ravel, così come delle trascrizioni di musiche sue. [166] 1 II rifiuto da parte di Ravel di accettare la Legion d’onore. 2 II commediografo spagnolo Pedro Calderón de la Barca (1600-1681) scrisse più di 100 commedie. Esse erano particolarmente popolari in Francia.

(165)

164

Lettere

Passiamo al comico: avevo telegrafato il mio rifiuto domenica. Lunedì mattina — la domenica, niente consegna della posta — ricevo una lettera di Jacques3, che mi annuncia che riceverò i fogli dell’informativa e mi prega di non dimenticarmi di firmarli. Io li avevo ricevuti il 12. Senza dubbio per farmi decidere, mi confida segretamente che a macchinare tutto è stato Garban, per mezzo di un cugino altolocato. Immaginate la mia disperazione. Ho pasticciato l’orchestrazione per tutto il giorno e trascorso una notte orribile. L’indomani, ricevo la lettera di Garban e gli telegrafo quel che sapete. È stato dunque unicamente per evitare gravi fastidi a Garban - ma pensate: il cugino altolocato! - che ho lasciato perdere tutto. Ed ora, voi mi fate sapere che è stato Jacques a... mi sto contorcendo, soprattutto pensando alla mia risposta che prende il significato — mio malgrado — di una carrettata di rimproveri. Gli ricordavo, tra l’altro, che da diversi anni lo pregavo di non porre la mia candidatura, così come me la offrivano. Avete mai notato come i “legionari” siano simili ai morfinomani, che utilizzano ogni mezzo, anche l’astuzia, per far condividere agli altri le proprie passioni, fors’anche per legittimarle ai propri occhi4? Mi pare che la soluzione da me suggerita sia abbastanza elegante: «invece di Maurice Ravel, leggere Maurice Rostand5». I lettori de «l’Offìciel» rettificheranno da loro6. Vorrei avere qualche notizia: vostro zio si è ristabilito? Dreyfus con­ tinua a stare meglio? Affettuosi saluti a tutti Maurice Ravel

7 & altri ordini.

Dite a Suzanne8 che il suo ragionamento poggia su basi inconsistenti: un legionario non ha più il diritto di annoverarsi tra i bolscevichi, e il trionfo di questi ultimi non costituisce in ogni caso una ragione per abbandonarli.

[166]

3 Durand. 4 Fedele lettore degli scritti di Baudelaire, Ravel conosceva bene quel passaggio dei suoi Journaux intimes che lanciava una frecciata alla Legion d'onore: «Se un uomo ha dei meriti, perché decorarlo? Si può decorarlo se non ne ha, perché questo gli darà lustro». 5 II drammaturgo aveva allora ventotto anni. Suo padre altri non era che Edmond Rostand, l’autore di Cyrano de Bergerac. 6 II «Journal officici», che pubblica le nomine e le promozioni ai diversi gradi della Legion d’onore. 7 La croce, le palme e l’elefante. 8 La moglie di Roland-Manuel.

165

Ravel

167. A Hélène Jourdan-Morhange1 Lapras

1/3/20

Cara arnica, Da 3 giorni non ricevo più né lettere, né giornali. Per colmo d'orrore, credo proprio di aver perduto il mio taccuino degl’indirizzi, e scrivo il vostro a casaccio. Così la mia lettera resterà a Lamastre, a Tournon, oppure, se arriva a Parigi, non la riceverete forse mai. ... E quella che devo chiedervi è un’informazione piuttosto urgente non riguarda ancora il concerto2 -, Per le scale cromatiche in glissando, niente di più facile, naturalmen­ te, su una sola corda. L’inconveniente è che, nel registro acuto, il suono comincia a farsi un poco esile. È possibile fare questo? (prendo apposta un esempio dove né la nota di partenza né quella di arrivo cadano su una corda vuota):

E se è possibile, ci sono diversi modi di farlo, voglio dire, cambiando corda? Per l’orchestra, è necessario indicare il passaggio di corde o lo si può lasciare alla scelta dell’esecutore? - se ci sono possibilità di scelta diverse, beninteso —. Se ciò non vi disturba troppo, vi pregherei di rispondermi subito. Le lettere ci mettono almeno 3 giorni ad arrivarmi. Non oso pensare a quello che impiegherà questa a raggiungervi.

[167]

1 La violinista Hélène Jourdan-Morhange (1888-1961) conobbe Ravel dopo un’ese­ cuzione del Trio che aveva dato durante la guerra, con il pianista Elie Robert Schmitz e con il violoncellista Félix Delgrange. Il suo primo marito, il pittore Jacques Jourdan, scomparve in guerra. Quasi trent’anni più tardi ella sposò un altro pittore, Luc-Albert Moreau (pseudonimo di Albert Lucien Moreau, 1882-1948), che aveva eseguito numerosi abbozzi di ritratto di Ravel, oltre alle litografìe che illustrano le Chansons madécasses. Ravel dedicò la Sonate pour violon et piano alla signora Jourdan-Morhange e avrebbe certamente voluto ch’ella ne fosse la prima interprete, ma la sua brillante carriera fu interrotta tragicamente dalla comparsa di spasmi muscolari. Tramite l’amici­ zia di Colette s’interessò di letteratura e scrisse un importante volume di memorie, Ravel et nous. 2 Sembra che Ravel non abbia mai iniziato ad abbozzare un concerto per violino. Confidava spesso a Hélène Jourdan-Morhange che Mendelssohn aveva scritto il più bel concerto per violino.

166

Lettere

Lavoro come non mi era capitato da parecchi anni, in un isolamento completo, malgrado uno stato di salute molto cattivo, confermato dalla radioscopia, e che mi obbliga a curarmi molto. Mille grazie in anticipo. Mi scuso del tempo che vi faccio perdere, e mi consolo pensando che così avrò vostre notizie. Credetemi, cara ami­ ca, molto cordialmente vostro Maurice Ravel

168. A Georgette Marnold Lapras

13/4/20

Cara amica, Uffa! Ho finito ieri sera1 - 75 pagine - accompagnato da rovesci di pioggia e tuoni spaventosi. Devo ancora rivedere la partitura — ne avrò per tutta la giornata — rispondere a qualcuna delle 50 lettere che atten­ dono da più di un mese, e fare i bagagli. Partirò giovedì, dormirò a Lione, e, se il rapido di Marsiglia non è stato soppresso, arriverò a Parigi venerdì alle 14 e 50. Vi telegraferò da Tournon o da Tain, dove spero di avere qualche informazione. Grazie per il tabacco: penso di averne abba­ stanza per il viaggio. Ecco altro tabacco che arriva. Grazie - basta! basta! Come rifiuto discreto, è riuscito non male. Ho di là una carrettata di ritagli di giornale che da 3 giorni L’Argus e altre agenzie di stampa continuano a inviarmi. Mi sgridano! C'è un poveraccio, su «L'Ordre Public» — che roba è?*2 — che trova il modo di dire proprio quel che non occorreva (molti uomini coraggiosi portano un nastro rosso all'occhiello). «L’Humanité» riporta un po’ di buon senso3. Ma ho un bel darmi da fare, d'ora in poi sarò sempre «l'eminente compositore»...

[ióS]

i il manoscritto autografo della Valse, ora alla Pierpont Morgan Library. 2 Questo quotidiano del mattino comparve per sei mesi a partire dal febbraio 1919. Un articolo diceva che nel 1920 vi erano 2.071 nomine ai diversi gradi della Legion d’onore: 4 per la croce di commendatore, 328 per la croce e 1739 al rango di semplice cavaliere. 3 Un articolo non firmato intitolato La Légion d’honneur comparve 1*8 aprile 1920 su «L’Humanité». Diceva tra l’altro: «Uno dei più brillanti rappresentanti della nostra giovane scuola musicale, Maurice Ravel, era stato promosso cavaliere della Legion

167

Ravel

Le «ragioni personali» che mi ha attribuito Edouard mettono forte­ mente in imbarazzo questi signori. Come potete constatare, ho scritto sulla busta. Mi sono fermato mentre stavo per compilare l’indirizzo sulla cartolina4. Affettuosamente a tutti Maurice Ravel

Ho avvisato del mio arrivo soltanto i Dreyfus e Garban.

169 A...1 La Bijeannette* 2 St Sauveur (Eure-et-Loir)

21/5/20

Caro amico, Per una volta che vi scrivo, la mia lettera è interessata: un’informazione da chiedervi. Conoscete le opere di James Elroy Flecker, «uno tra i giovani poeti più apprezzati d’Inghilterra», mi dicono, morto nel 191534 ? Ha lasciato una commedia orientale che i suoi amici letterati considera­ no il suo capolavoro, e che deve essere rappresentata prossimamente a Londra. Il direttore del teatro che deve allestirla ha incaricato le vedova del poeta di chiedermi se sarei disposto a scrivere per la commedia le musiche di scena4. Prima di accettare, aspetto: innanzi tutto i consigli

d’onore il 15 gennaio scorso; ma ha rifiutato la decorazione per ragioni personali [...] Maurice Ravel è soddisfatto: il nastro rosso non gli insanguinerà l’occhiello. Questo riconoscimento ne vale un’altro». [168] 4 Questa lettera è scritta su un semplice foglio inserito in una busta; Ravel ha confuso tra busta e cartolina. [169] 1 H destinatario sembra essere un amico inglese che conosceva bene la vita letteraria inglese contemporanea. 2 L’elegante castello di Pierre Haour e sua moglie, a Chàteauneuf-en-Thymerais, un centinaio di chilometri a sud-ovest di Parigi. 3 Flecker (in origine Herman Elroy Fleckner, 1884-1915) aveva studiato le lingue orientali in Inghilterra e lavorato nel corpo diplomatico in Turchia e a Beirut. Era morto di tubercolosi in un sanatorio svizzero. 4 Per un’ignota ragione, Ravel non ha mai iniziato a scrivere questa musica. La commedia in versi di Flecker, Hassan, fu data a Londra nel 1923 con musiche di scena di Frederick Delius.

168

Lettere

che potreste darmi, poi di conoscere l’importanza del lavoro. Per più di 5 anni non ho potuto far nulla. E vero che quest’inverno sono riuscito a riprendere il lavoro, e a comporre 100 pagine d’orchestra in 4 mesi5. Però, ci ho quasi lasciato la pelle... e ho appena cominciato un’opera che l’Opéra aspetta dal 19166. Ho avuto ultimamente vostre notizie dalla sig.ra Benett7. Sarò lietissimo di averne di più recenti. Ma se non avete il tempo - so cosa vuol dire - mandatemi in poche parole la vostra opinione su J.E.F. Presentate alla sig.ra Benett l’omaggio della mia ri­ spettosa amicizia e credetemi caro amico molo cordialmente vostro

Maurice Ravel

170. A Lucien Garban La Bijeannette

3/7/20

Mio caro amico, Penso che il manoscritto de La Valse per 2 pianoforti arriverà lunedì alla Casa Durand1. Avrei fatto bene a ricominciare tutto: ci ho messo più tempo a grattare, tagliare e incollare che a fare la trascrizione. Aggiungo qui qualche osservazione, soprattutto riguardo a certi passaggi dubbi che ho scoperto nella brutta copia della partitura orchestrale*12. Forse sono stati corretti sulla bella copia. ••• Oggi non ho tempo di spedire. Ho bisogno della partitura di pianoforte per le osservazioni. Sarà dunque per lunedì. Ma vi mando questo comunque. Ecco perché: il Dottor Vidal mi ha appena telefonato che Geiger3 mi prega di non dimenticare le raccoman­ dazioni ai membri della giuria per il concorso di pianoforte del 7 et [corrente]. Da parte di Garban. Quali concorrenti? Quali giurati? Tele­ grafatemi o telefonatemi al 24. Chàteauneuf-en-’T^yme.r^is (E[ure] & L[oir]). In fretta... affettuosi saluti a entrambi

Maurice Ravel La y^ 6 L’Enfant et les Sortilèges. 1 Senza dubbio la moglie del romanziere inglese Arnold Bennett. [170] 1 II manoscritto, che appartiene ora alla Robert Owen Lehman Foundation, è in deposito alla Pierpont Morgan Library. 2 Un tempo nella collezione di Roger Désormière, questo manoscritto si trova ora presso il Dipartimento di musica della Bibliothèque nationale. 3 II medico di Ravel, Raymond Geiger. [169]

5

169

Ravel

Lucien Garban con la moglie e Ravel. (Collezione G. Dalian)

170

Lettere

171. A Henry Prunières1 [La Bijeannette]

18/8/20

Caro signore, Vi mando per raccomandata il 1° movimento del duo per v[ioli]no e v[iolonce]llo* 2. Sarete così gentile da rimandarmi il manoscritto non ap­ pena il tipografo non ne avrà più bisogno3, perché non sempre la mia brutta copia vi è riprodotta fedelmente. Non dimenticate di chiedere al mio editore l’autorizzazione a riprodurre questo frammento4. Vogliate credere, caro signore, ai miei migliori sentimenti.

Maurice Ravel

Scusatemi se non vi ho ringraziato prima del vostro articolo, che mi è arrivato.

172. A Roland-Manuel La Bijeannette 30/8/20

Mio caro amico, Partiamo dopodomani, e con che apprensione1! D’altra parte, viviamo in un’angoscia continua. Nonostante ciò, sto lavorando...

1 II musicologo e critico Henry Prunières (1886-1942) era stato il fondatore e il primo caporedattore della «Revue Musicale», che aveva cominciato le sue pubblicazioni nel novembre 1920. Su sua iniziativa, il teatro del Vieux-Colombier presentò importan­ ti concerti di musica da camera contemporanea. 2 L’opera doveva in seguito chiamarsi Sonate pour violon et violoncello. Prunières gli commissionò altre due opere che furono pubblicate per la prima volta su «La Revue Musicale»: la Berceuse sur le nom de Gabriel Fauré, per violino e pianoforte, e la mélodie Ronsard a son àme. 3 Pare che il manoscritto non sia mai stato rimandato a Ravel, cosicché i tre autografi della Sonate pour violon et violoncello cominciano tutti con il secondo movimento. 4 II movimento apparve in un supplemento speciale della «Revue Musicale» (1° dicembre 1920) e faceva parte di un numero pubblicato in omaggio a Debussy. Con un frontespizio di Raoul Dufy, la rivista comprendeva brani di Bartók, Dukas, de Falla, Eugène Goossens, Gianfrancesco Malipiero, Roussel, Satie, Schmitt e Stravinsky, che furono tutti eseguiti in occasione di un concerto della S.M.I. il 24 gennaio 1921. [172] 1 Pierre Haour era gravemente malato e sarebbe morto poco tempo dopo. [171]

171

Ravel

Per venire al sodo, devo rispondere alle vostre due lettere. Dunque lavoro per Rouché. Informazione confidenziale... Posso assicurarvi che quest’opera, in 2 parti, si distinguerà per una mescolanza di stili che verrà giudicata severamente, cosa che lascerà indifferente Colette, e di cui io mi f.. ,2. Sto anche lavorando al duo, per v[io]lino e v[iolonce]llo in 4 parti. Solo al pianoforte non lavoro, e temo di non sollevare l’entu­ siasmo dei viennesi con il mio virtuosismo3. Circa il neurologo non avete capito niente: senz’altro è colpa mia. Volevo segnalarvi, per Dreyfus, un chirurgo che ha fatto studi importan­ ti sui nervi, e miracoli durante la guerra. Dal momento che qui non ci ricordavamo più il suo nome, desideravo conoscere quello dello specia­ lista che cura vostro suocero, pensando che fosse lo stesso; poi è venuto fuori che non è così. Devo presto incontrare Leriche, che mi darà l’infor­ mazione. Mi sembra ora di ricordarmi di avere risposto alla vostra la lettera. Me ne dovete un’altra, ecco tutto. Forse ci rivedremo presto. Saluti affettuosi a tutti. Maurice Ravel

[172]

2 La previsione di Ravel si sarebbe parzialmente realizzata cinque anni e mezzo più tardi, allorquando L’Enfantet les Sortilèges fu dato all’Opéra-Comique. Su «La Liberté» del 3 febbraio 1926, Robert Dezarnaux osservava che l’opera «non regge. Sembra vuota di musica! Perché? Perché la musica non ha mai il tempo di dispiegarvisi. La successione rapida [dei diversi stili] lascia lo spirito sbigottito, stanca l’orecchio — e, quel ch’è peggio, non diverte». Su «Le Temps» dello stesso giorno, Henry Malherbe arrivava a conclusioni opposte: «Il più raffinato dei musicisti contemporanei e il più penetrante dei nostri scrittori si sono uniti per comporre uno spettacolo d’un’incomparabile potere di seduzione... È impossibile, a dire il vero, enumerare tutte le ricchezze a lungo ricercate, tutte le sottigliezze, tutte le forme ritmiche, tutti i virtuosismi di questa partitura il cui classicismo e voluttà sono percorsi da uno spirito sottile, e sono tanto ingegnosamente ricondotti al gusto odierno». 3 I primi concerti di Ravel a Vienna, nell’ottobre 1920, furono patrocinati dall’am­ basciata francese. In occasione di un concerto egli accompagnò Marya Freund nelle Histoires naturelles e nei Trois Poèmes de Mallarmé. Durante un altro concerto, Oskar Fried diresse, alla testa dell’orchestra sinfonica di Vienna, due esecuzioni della Rapsodie espagnoley all’inizio e alla fine del programma, usandole come cornice alla seconda suite di Daphnis et Chloé) con Marya Freund come solista, a Shéhérazade e alle Deux mélodies hébraìques. La “Società per le esecuzioni musicali private” di Arnold Schoenberg presentò un concerto in onore di Ravel il pomeriggio della domenica 23 ottobre 1920. Oltre a opere di Schoenberg, Berg e Webern, Eduard Steuermann suonò Gaspard de la nuit) e Ravel e Alfredo Casella eseguirono la versione per due pianoforti della Valse (intitolata per errore Vaises nobles et sentimentales nel programma). Schoenberg non potè assistere al concerto, dal momento che abitava ad Amsterdam, e così fu anche per Berg, vittima di una grave crisi d’asma alla vigila del concerto, dopo avere aiutato molto Ravel. In una

172

Lettere

173. All’abate Léonce Petit Le Fréne Lyons-La-Forèt Eure 21/9/20

Mio caro amico, Già prima della vostra lettera sapevo che la disgrazia che ci ha colpiti1 era accresciuta per voi dalla perdita di vostro zio. Non vi ho scritto subito: sapete in quale momento mi è arrivata la notizia, e non avrete certamen­ te creduto che io fossi indifferente. Benché voi abbiate una speranza che a me manca, la vostra tristezza non dev’essere meno profonda. Vi ab­ braccio fraternamente. Comunicate a vostra cugina la simpatia che mi porta a condividere il suo dolore, dolore che ho provato io stesso e che gli anni non hanno attenuato. Da quel che vi ha scritto Mouveau, sapete perché non ho risposto subito alla vostra lettera. Non ho potuto incontrarlo prima della mia partenza. Avrei voluto discutere con lui, poi con Pierrette, la questione delicata dell’educazione di Roger*i2. Lo sapete, i medici consigliano di allontanare la povera creatura im­ plume dall’aria malsana di Parigi. Allora, che fare? Senza dubbio anche

lettera indirizzata a Schoenberg il 28 ottobre 1920, scriveva tra l’altro: «[...] In precedenza ero stato spesso in contatto con Ravel, l’avevo invitato — in qualità, per così dire, di vostro rappresentante - e avevo cercato di soddisfare i suoi desideri... Ravel m’aveva confidato di volervi onorare, così come la Società, suonando la sua ultima opera con Casella nella trascrizione per due pianoforti; dal momento che la signora Freund ha deciso di cantare ^ultimissimo momento, il concerto è durato tre ore, con brevi intervalli e un interesse costante da parte di tutti gli ascoltatori. Lo sottolineo perché un amico di Ravel (Clemenceau) mi aveva detto prima di questo concerto di fare in modo che fosse il più breve possibile, perché Ravel è conosciuto a Parigi per abbandonare tutti i concerti prima della loro conclusione. Ma qui è stato esattamente il contrario. Questo concerto ha suscitato per altri versi l’attenzione così come una buona propaganda... Il pubblico agiato e della buona società non manifesta alcun interesse per la musica di Ravel. (I due concerti dati da lui non hanno raccolto un folto pubblico, malgrado l’ambasciata di Francia.) Da un punto di vista artistico, tuttavia, il nostro concerto si è rivelato molto soddisfacente». Per quanto riguarda l’abitudine attribuita a Ravel di «abbandonare tutti i concerti prima della loro conclusione», conviene precisare che usciva spesso per fumare una sigaretta, per poi raggiungere di nuovo il suo posto. (Cfr. Donald Harris, Ravel Visits the “Verein”: Alban Bergs Report^ «Journal of the Arnold Schoenberg Institute», III, 1, marzo 1979, pp. 75-82.) [173] 1 La morte di Pierre Haour. 2 II figlio di Pierrette Haour. Cfr. la divertente lettera 305, indirizzatagli da Ravel.

173

Ravel

sua madre dovrebbe vivere in campagna. Ma non potrà mai risolversi a viverci stabilmente. E poi, per Roger, c’è anche l’importate questione dell’educazione fìsica, molto più efficace quando è collettiva. La scuola dei Roches mi era sembrata, di primo acchito, una soluzione elegante. Riflettendo, ci vedo, come voi, molti rischi... e non mi viene in mente nulla. Sebbene in linea di principio, io debba restare qui sino a martedì prossimo, tornerò a Parigi, se necessario, appena Mouveau mi farà cen­ no. Aiutateci con i vostri consigli, se vi viene in mente un’idea. Devo interrompermi, se voglio che questa lettera parta oggi. Credete, mio vecchio Léonce, all’affetto profondo del vostro

Maurice Ravel

174. Alla direzione del Théàtre de la Monnaie1 Le Belvedére*2 Montfort l’Amaury (S. & O.) 28/2/21

Cari signori e amici, Ecco la prima lettera che mi è stato possibile scrivere dalla mia partenza da Bruxelles: è quella che facevo conto di spedirvi due giorni dopo! Sono stato subito impegnato con il trasloco. E sono ben lontano dall’essermi sistemato. Accampato in un angolo della casa, tento di dare vivacità alla lentezza di muratori, decoratori, falegnami, ecc.; viaggio tra Montfort e Parigi, le giornate filano a una velocità desolante. E davvero troppo tardi, senza dubbio. Eppure voglio ringraziarvi tutti, senza eccezione, della grande gioia che mi ha dato la rappresentazione perfetta — perché cercare altri epiteti? - de L’Heure espagnole alla Monnaie3. Spero che mi accorderete la vostra indulgenza e vorrete gradire, cari signori e amici, l’espressione della profonda riconoscenza del vostro de­ voto

Maurice Ravel

[174]

1 I tre direttori erano Jean van Glabbeke, Paul Spaak e Corneil de Thoran. 2 Ravel visse in questa residenza, a circa 50 chilometri a ovest di Parigi, dal 1821 alla morte, nel 1937. 3 L’opera fu data dodici volte a Bruxelles nel corso della stagione 1920-1921; la prima ebbe luogo il TJ gennaio 1921.

174

Lettere

175. A Christian Cornelissen1 Le Belvedere Montfort l’Amaury (S. & O.)

10/3/21

Caro signore, Sono rientrato ieri a Montfort, dopo un soggiorno a Parigi, durante il quale contavo di incontrarvi: una moltitudine di occupazioni, tra cui la faccenda Obouhow, non mi ha lasciato un istante. Ma tutto si è sistemato. Ecco lo stato delle cose: Tesoriere: Louis Hauser. 10 rue Lafayette sottoscrittori: Mme J.M. Sert ------------------------ 100frs al mese Mme Paul Clemenceau ì 100 1000frs versati, cioè per 10 mesi J Mme Denichow ------------------------ 300 totale 500

-

-

Il resto (500 franchi al mese) è assicurato dai Sigg. Leo Sachs* 2 e Léonard Rosenthal. Tutto ciò mi ha obbligato a parecchie operazioni e non ha aiutato la mia sistemazione qui, che è ben lontana dall’essere completata. Ma capi­ rete che non rimpiango nulla. Faccio conto di trovarmi a Parigi verso il 20 corrente. Verrò a trovarvi per fornirvi tutti i dettagli. Pensate con quale gioia scriverò a Obouhow, a cui non avevo ancora risposto, perché attendevo un risultato definitivo. Vogliate gradire, caro signore, l’espres­ sione dei miei più distinti sentimenti Maurice Ravel

[175]

1 Si tratta dell’unica lettera conosciuta di Ravel indirizzata a quest’uomo, un economista olandese. 2 Questo oscuro compositore (1856-1930) era un membro attivo della S.M.I.

175

Ravel

176. A Jacques Rouché Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.)

16/3/21

Caro amico, Lietissimo della buona notizia1. Sono completamente d’accordo con voi circa le scene e i costumi di Bakst*2. La seconda in particolare è tra le più belle3. Non sto lavorando, o almeno sto lavorando per sistemarmi nella nuova casa. Ed è una cosa lunga! Cordialmente a voi Maurice Ravel

177. A Charles Koechlin Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 18/3/21

Mio caro amico, Ho persuaso Wiking Dalh [Dahl], il compositore svedese1 di cui forse avete ascoltato la notevole Maison de fous2, della necessità di esercitarsi. Non ho potuto convincerlo a studiare il contrappunto e la fuga, cosa

1 La rappresentazione di Daphnis et Chloé che si sarebbe tenuta all’Opéra, il 20 giugno 1921, sotto la direzione di Philippe Gaubert. Michel Fokine, che firmò anche la coreografìa, e sua moglie Vera Fokine interpretavano i ruoli principali. 2 Léon Bakst, pseudonimo di Lev Samoilovic Rosenberg (1866-1924), principale scenografo dei Ballets russes, si era occupato dello scenario e dei costumi per il primo allestimento di Daphnis et Chloé nel 1912. 3 II modello di Bakst per questa scenografìa è riprodotta in Francois Lesure e JeanMichel Nectoux, Maurice Ravel 1875-1975 (catalogo della mostra), Bibliothèque nationale, Paris, S.A.C.E.M. 1975, n. 148, dopo p. 24. [177] 1 Dahl (1895-1945), allievo del conservatorio di Stoccolma, studiò in seguito danza con Isadora Duncan. 2 Al Théàtre des Champs-Elysées, i Ballets suédois rappresentavano l’opera di Dahl nello stesso cartellone del Tombeau de Couperin (Forlane, Menuet e Rigaudon). Le coreografìe erano dovute a Jean Borlin e Rolf de Maré, il direttore artistico della compagnia, e l’orchestra era diretta da Désiré-Emile Inghelbrecht.

[176]

176

Lettere

ch’egli giudica inutile, anzi nociva. Sarebbe dunque compito vostro con­ vincerlo, sé vi poteste far carico di orientare un artista che vale questo sforzo. Io, non posso: l’insegnamento mi affatica penosamente. E dopo essermi guardato intorno, non vedo altri che voi. Se voleste accettare, vi pregherei di scrivergli, 3, rue Bonaparte, per fissargli un appuntamento. Vogliate prendere nota del mio nuovo indirizzo, e credere, mio caro amico, ai sentimenti cordiali del vostro Maurice Ravel

178. Ad Alfred Cortot1 Le Belvedere Montfort l’Amauiy (S. & O.)

27/6/21

Mio caro Cortot, Spero che non vi siate offeso del mio silenzio: la vostra lettera è arrivata a Montfort durante una delle mie troppo frequenti assenze: prove all’Opéra*2, agli Champs-Elysées3, e soprattutto questa laboriosa sistema­ zione nella mia nuova casa che dura da 4 mesi e non è ancora comple­ tamente terminata. Jacques Thibaud4 doveva passare a prendermi martedì scorso al Con­ servatorio per ascoltarvi provare il mio trio. L’ho atteso invano. Ma sono tranquillo. Spero di potervi venire ad ascoltare il 305. A questo proposito, ricevo dalla sig.ra Hermant una lettera disperata. Non ha potuto trovare un posto a sedere e, in mancanza di meglio, chiede di poter solamente entrare. È possibile? Ancora una volta, scusa­ temi. A giovedì, con ogni probabilità, e credete alla cordiale simpatia del vostro Maurice Ravel

[178]

1 II pianista, direttore d’orchestra e insegnante Alfred Cortot (1877-1962) era stato uno dei compagni di studi di Ravel al Conservatorio di Parigi. 2 Per Daphnis et Chloé. 3 Per il balletto Le Tombeau de Couperin. 4 II violinista (1880-1953) aveva studiato anch’egli al Conservatorio di Parigi. Cortot, Thibaud e Pablo Casals formarono il loro trio nel 1905. 5 II giovedì 30 giugno 1921 alle 16, il trio Cortot, Thibaud, Casals eseguì un programma composto di opere di Beethoven (op . 70 n. 2), Ravel e Schumann (op. 110) al teatro Mogador di Parigi.

177

Ravel

179. A Henry Prunières Le Belvedere Montfort l’Amaury (S. & O.) 18/7/21

Caro signore e amico, Penso di andare a Panam1 prima della fine del mese, e invitarvi a pranzo, così come voi avete gentilmente invitato me. Dunque, tornerò a occu­ parmi di critica musicale*2 - Non corro un po’ troppo? - quanto al tema da variare, scrivo a Schmitt e a Koechlin. Tra tutti e tre, riusciremo bene a trovarne uno3. Se vi ho segnalato Bardac, è, prima di tutto, perché si tratta di un musicista delicato; ma anche uno dei più vecchi allievi di Fauré, che nutriva per lui un grande affetto. Se non è conosciutissimo, lo deve certo al suo carattere, se non troppo modesto, almeno molto riservato. Vi affido una lettera per Ansermet, di cui non ricordo più l’esatto indirizzo di Ginevra, e che forse in questo momento non è lì. Grazie in anticipo, e molto cordialmente

Maurice Ravel

[179]

1 Panam è un’espressione gergale per indicare Parigi. 2 Ravel aveva scritto il suo ultimo articolo circa sette anni prima. Prunières progettava di pubblicare un numero speciale della «Revue Musicale» in omaggio a Gabriel Fauré. Questo apparve nell’ottobre 1922, con un supplemento musicale che comprendeva opere di vecchi allievi di Fauré: Georges Enescu, Louis Aubert, Schmitt, Koechlin, Paul Ladmirault, Jean Roger-Ducasse e Ravel. Tutti questi brani furono eseguiti in occasione di un concerto della S.M.I. il 13 dicembre 1922. (Cfr. l’articolo di Ravel sulle mélodies di Fauré, in A. Orenstein, a cura di, Ravel — Scritti e interviste cit., pp. 61-5). 3 II tema dato si fondava sul nome di Fauré in questo modo: le lettere A e G corrispondono alle note la e sol, H corrispondeva di nuovo a la e così via. Il tutto dava il seguente tema:

GABRI

EL

FAURE

sol la

mi mi

fa

si

re

si

la

sol re

mi

(Ravel aveva utilizzato un sistema analogo per il Menuet sur le nom d’Haydn-, cfr. nota 1 alla lettera 65.)

178

Lettere

180. A Ernest Ansermet1 Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 18/7/21

Caro amico, Avrei dovuto scrivervi non so più da quanto tempo. Gli uni mi assicu­ ravano che eravate a Londra, altri a Roma, in America, e chissà? Avrei potuto indirizzare la mia lettera a Ginevra, mi direte. So che abitate in boul[evar]d des Tranchées, ma non mi ricordo più a che numero. Per ogni evenienza, affido questa missiva alle buone cure della sig.ra Sert. Ma ho un’idea migliore! La manderò a Prunières. Ecco dunque di che si tratta: Madeleine Grey* 23, 48, rue des Martyrs, Parigi 9e - mi ha chiesto se non le sarebbe stato possibile venire ingag­ giata a Ginevra la prossima stagione — credo proprio che sia questa, per cantarvi le mie opere. Ve la raccomando volentieri: è un’interprete tra le più notevoli. Voce graziosa, assai potente (la voce) e chiarissima. E, cosa apprezzabile, dizione perfetta. Grazie a lei Shéhérazade è stato ascoltato diversamente che come poema sinfonico. Ha cantato in la esecuzione le 2 canzoni ebraiche in lingua ebraica0. - Non saprei farmi garante della purezza dell’accento, ma mi hanno assicurato che era buono. - Fauré le ha affidato la prima esecuzione delle sue ultime mélodies4; G. Hue5 pure. Questo per dirvi che può cantare altro che non sia il solo Ravel. Forse è troppo tardi? Ne avrei angosciosi rimorsi. E vero che, oltre alle ragioni suddette, sono stato terribilmente occupato. E il mio trasloco non è ancora terminato! Ciononostante, vado a rimettermi al lavoro.

[180]

1 II direttore d’orchestra svizzero Ernest Ansermet (1883-1969) metteva il proprio talento prevalentemente a servizio della musica del XX secolo. La sua amicizia con Stravinsky gli permise di intrecciare relazioni privilegiate con i Ballets russes dal 1915 al 1923, e il suo nome è strettamente legato all’orchestra della Suisse Romande, che egli diresse fin dalla sua fondazione, nel 1918 (cfr. Interpretazioni storiche in appendice a questo stesso volume). 2 II mezzosoprano Madeleine Grey (1896-1979) negli anni del dopoguerra fece delle tournées e delle registrazioni con Ravel. 3 In effetti, nessuna delle due melodie è in ebraico: Kaddish è in aramaico e LEnigme éternelle in yiddish. 4 Mirages, un ciclo di quattro mélodies, che Madeleine Grey cantò in occasione di un recital della Société nationale il 27 dicembre 1919. 5 Georges Htie (1858-1948), compiuti gli studi al Conservatorio, aveva ottenuto nel 1879 il Prix de Rome; le sue opere (es. Le miracle, SiangSin), mentre era ancora vivente, godevano di enorme popolarità.

179

Ravel

Ho appena letto il vostro studio su Strawinsky6. Esso mi conferma dichiarazione che mi attirerà i fulmini dei musicografi e anche di Jean Cocteau — che sono i musicisti a saper parlare meglio di musica, quando si prendono il disturbo di studiarla profondamente. Vogliate presentare l’omaggio del mio ricordo alla signora Ansermet e credermi, mio caro amico, cordialmente vostro

Maurice Ravel

181. A Marie Gaudin Le Belvedere Montfort l’Amaury (S. & O.) 10/8/21

Mia cara Marie, Vi rispondo immediatamente; ed è la la lettera che scrivo da più di 2 settimane. Il mio trasloco è ben lungi dall’essere terminato. Tuttavia, ho mollato tutto per rimettermi al lavoro. - L’avevo lasciato da quasi un anno! — Così, posso andare a Donibane1, dove continuerò a sgobbare; lo spe­ ro, almeno, perché questo ritorno agli anni tanto felici, e tanto lontani... In ogni caso, prendo tutte le precauzioni: porterò certo un costume da bagno, ma nessuno smoking. Edouard non è ancora rientrato da Vichy. Non credo che andranno fino a St Jean. Avevano intenzione di fare un giro nella valle della Creu­ se, e devono rientrare quanto prima. Non ho altre notizie se non una cartolina di Chàtel-Guyon * 2, con 3 firme3. In linea di massima, arriverò all’inizio di Settembre, forse prima. E poi vi ringrazio in anticipo, profondamente, della vostra ospitalità. Senza di voi, non avrei mai avuto il coraggio di ritornare. Vi abbraccio tutti, forte.

Maurice Ravel

6 L’articolo di Ansermet intitolato L’oeuvre d'Igor Strawinsky apparve su «La Revue Musicale» del 1° luglio 1921, pp. 1-27. [181] 1 Saint-Jean[-de-Luz] in basco. 2 Chàtelguyon, stazione termale in Auvergne, nei paraggi della valle di Creuse e di Vichy. 3 Quelle di Edouard e dei Bonnet. [180]

180

Lettere

182. A Ernest Ansermet Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.)

20/10/21

Caro amico, La vostra lettera mi ha trovato a St-Jean-de-Luz, inebetito da un vento del Sud che invita a una splendida pigrizia. Eccomi di ritorno: cercherò di terminare il mio duo per violino e violoncello. Per quanto riguarda la corrispondenza, non ho più alcuna speranza di aggiornarla. In effetti, la sig.ra Doire1 ha cantato Shéhérazade in diversi luoghi. Non l’ho mai sentita e non potrò dunque darvi il mio parere. La vostra comprensione de La Valse è perfetta. A Parigi non ho mai potuto ottenere questa leggerezza ritmica. Mi ci ero rassegnato nell’attesa della la rappresentazione a Vienna - dovrebbe essere per questa stagione -. Non dimenticate di far menzionare sui programmi che questo «poema coreografico» è scritto per la scena. Credo che questo cenno sia necessario, a giudicare dalla sorpresa provocata in alcuni spettatori dalla frenesia finale, e soprattutto dai com­ menti fantasiosi di parecchi critici musicali. Gli uni collocano questa danza a Parigi, sopra un vulcano, verso il 1870*2; gli altri davanti a un buffò, a Vienna, nel 19193. Presentate, vi prego, l’omaggio della mia rispettosa amicizia alla si­ gnora Ansermet, e credetemi davvero cordialmente vostro

Maurice Ravel4

[182]

1 La moglie di René Doire. 2 In altre parole per costoro la frenesia finale era la guerra franco-prussiana. 3 “Danser devant le buffet”; l’espressione indica il non aver niente da mangiare, come nella Vienna del dopoguerra. 4 L’autografo di questa lettera è riprodotto in Jean-Louis Matthey, Ernest Ansermet (Lausanne, 1983, p. 123).

181

Ravel

183. A Florent Schmitt Le Belvedere Montfort l’Amaury (S. & O.)

29/10/21

Caro vecchio, M’ero portato a St Jean de Luz la vostra cartolina con l’intenzione di rispondere. L’ho riportata indietro con la stessa intenzione. Tutto può accadere, come vedete. Perché avete voluto vedere dell’ironia nelle mie congratulazioni?1 A me non piacciono le lumache, ma se a voi piacessero, e ne riceveste una cesta piena, sarei contentissimo per voi. Certo, non accetterei che me le volessero cacciare in bocca mio malgrado. La mia logica? Non ha niente di straordinario: fare ciò che voglio, a seconda della voglia che me ne viene. Ci si guadagnano gl’insulti, ma chi se ne f..., non è vero? Ci vedremo presto, alla S.M.L o in casa di Prunières. Affettuosamente a tutti e tre

Maurice Ravel Ho freddo, cosa che non m’impedisce di lavorare, e ancor meno di annoiarmi. C’è Timal* 2 che vorrebbe mostrarmi delle composizioni. Po­ trebbe interessarvi? A questo riguardo, ho persuaso Miss Ethel Leginska3 che la vostra opera di insegnante è ben superiore alla mia. Avete già incontrato questa giovane Yankee?

[183]

1 Schmitt aveva da poco accettato la Legion d’onore (che Ravel aveva rifiutata). 2 Cfr. lettera 74, nota 2. 3 Cfr. lettera 68, nota 4.

182

Lettere

Lettera di Ravel a Florent Schmitt {lettera 183). (Autografo conservato presso il Depar­ tement de Musique de la Bibliothèque nationale, Parigi)

183

Ravel

184. A Jacques Rouché Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 8/12/21

Mio caro amico, Sapevate come, fino a lunedì, io dubitassi dell’esito felice di quest’avventu­ ra: ebbene, avevate ragione voi1. E vero che all’audacia di far entrare la mia opera buffa all’Académie Nationale de Musique, avete aggiunto quella di darle gl’interpreti e la presentazione scenica che le convenivano*2. E stato questo insieme perfet­ to a consentirle un successo di cui vi sono doppiamente riconoscente. Il vostro cordialmente devoto

Maurice Ravel

185. A Tristan Klingsor1 Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 5/1/22

Caro amico, Le Humoresques saranno benvenute, e ve ne ringrazio vivamente in an­ ticipo. Non avete dunque ricevuto il mio nuovo indirizzo, un anno fa circa?

1 L'Heure espagnole fu data per la prima volta lunedì 5 dicembre all’Opéra con Fanny Heldy (Concepcion), Henri Fabert (Gonzalve), Robert Couzinou (Ramiro), Albert Huberty (Don Inigo Gomez), Gaston Dubois (Torquemada), con una scenografìa di André Mare e sotto la direzione di Philippe Gaubert. L’opera, al pari di Daphnis et Chloé> ottenne presso il pubblico e la stampa un successo impensabile in occasione del primo allestimento. 2 In una lettera inviata a Rouché il 30 giugno 1921, Ravel lo ringraziava per aver inserito LHeure espagnole nel programma dell’Opéra: «Una cosa sola temo: le propor­ zioni della sala... e dell’opera. Ma senza dubbio avete anche voi valutato quest’incon­ veniente. Dunque, d’accordo». [185] 1 Pseudonimo di Arthur-Justin-Léon Leclère (1874-1966), poeta, pittore, critico d’arte e compositore. Klingsor era membro degli Apaches, e nel 1903 Ravel mise in musica tre poemi della sua raccolta Shéhérazade. Fra le altre sue opere importanti, si possono citare Humoresque (1921) e Cinquante sonnets du dormeur éveillé (1949). Nel 1959, ricevette il gran premio della poesia dell’Académie frammise.

[184]

184

Lettere

Scusatemi per domenica: non metto in conto di andare a Parigi prima di aver terminato il mio duo per violino e violoncello, che si trascina da troppo tempo. A tutti e tre, i più affettuosi saluti del vostro

Maurice Ravel

186. Al

direttore

Dell’Accademia musicale

di

Stoccolma Le Belvedére Montfort l’Amaury 24/1/22

Signor Direttore, Rientrando a Montfort, ho trovato la vostra lettera con il diploma e i brevetti dell’Accademia musicale di Stoccolma1. Con tutti i miei ringraziamenti, vi prego di gradire, signor Direttore, la conferma dei miei sentimenti più distinti.

Maurice Ravel

187. A Jane Hatto1 Le Belvédère*2 Montfort l’Amaury (S. & O.) 31/1/22

Mia cara amica, Potete immaginare quanto sarò felice di rivedervi, dopo tanto tempo. Certamente, prima del 183, il mio duo per Violino & violoncello sarà

1 Oltre a Ravel, 1’Accademia aveva onorato Paul Dukas e Gabriel Pierné (cfr. «Excelsior», 3 dicembre 1921). Ravel accettò in seguito alcune altre decorazioni e titoli onorifici, tra cui la croce dell’ordine del re Leopoldo del Belgio nel 1926, la croce del re Carol II di Romania nel 1932, che gli furono entrambe consegnate dai rispettivi sovrani, e un titolo di dottore in musica honoris causa dell’università di Oxford nel 1928. [187] 1 Ravel scrive Jeane. Generalmente compare Jane, talvolta Jeanne. 2 In alto sulla lettera è cancellato da un tratto l’indirizzo seguente: «7 Avenue Léonie, St Cloud (S-&-O), tel.: 233». 3 Nel pomeriggio di sabato 18 febbraio 1922, Jane Hatto diede un concerto nella [186]

185

Ravel

terminato. Devo dirvi che questo duo si trascina da 1 anno e 1/2, e che ho fatto voto - non davanti alfaltare di Santa Cecilia4, perché avrei dovuto andare a Parigi — di non lasciare Montfort prima che sia compiu­ to. Dunque, a presto - vi telefonerò — e credete alla vecchia amicizia del vostro Maurice Ravel

188. A Michel-Dimitri Calvocoressi Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.)

3/2/22

Ma allora, caro amico, vi devo altre scuse! Non sapevo che foste venuti a trovarmi1, e mi era parso di capire che aveste chiesto di me al telefono. Da qualche giorno dormo un poco meglio - non molto — Oggi, mi sento un po’ vuoto: effetti del Dial*234.Dal momento che ne faccio uso molto di rado, basta una sola compressa a intontirmi. Il duo era già finito. Poi, mi sono accorto che lo scherzo era troppo sviluppato, e per di più debole. Lo ricomincio da capo. Ancora nessuna notizia dal Teatro deH’Opera di Vienna, al quale, come forse sapete, è riservata la la rappresentazione de La Valse0. La sig.ra Mahler4 e qualcun altro si danno da fare per ottenere un risultato. Quando penso ai milioni di corone che costerà questa rappresentazione, ne ho le vertigini, e non faccio affidamento sulla sua realizzazione. Vo­ gliate scusarmi con la signora Calvocoressi, presentarle i miei omaggi e credermi molto affettuosamente vostro Maurice Ravel

Salle Pleyel con il pianista e compositore francese Max d’Ollone. Il programma, che includeva opere di Franck, Fauré, d’Ollone e Chausson, era concluso dalla Shéhérazade di Ravel. [187] 4 La patrona dei musicisti. [188] 1 Calvocoressi e sua moglie. 2 Forma abbreviata per Dialdeide, un sonnifero. 3 Si trattava della prima rappresentazione con coreografia. Le prime rappresentazioni a Vienna e Parigi furono date con la compagnia di Ida Rubinstein. 4 Nata Alma Schindler (1879-1964). Ravel e Casella furono ospiti in casa sua durante la loro visita a Vienna nell’ottobre 1920.

186

Lettere

Riapro la mia lettera. Come vedete. Ecco perché: attendevo un esemplare dei “Tableaux d’une exposition” edizione originale di Moussorgsky5. Ora, ricevo sul momento la notizia che è stato impossibile procurarlo. Ne avreste una copia, e potreste prestarmela per qualche tempo? O conoscete qualcuno che potrebbe farmi questo favore? Vi sarei davvero riconoscente di voler­ mi dare una risposta il più presto possibile. Grazie in anticipo

rrn Dovrei scrivere anche un’opera sulla critica musicale6. Sarebbe buffo davvero...

189. A Roland-Manuel 3/2/22

Caro amico, Accludo qui la lettera di presentazione. Se non va bene, ditemi come devo rifarla. Non ho più ricevuto notizie da Lione né da Marsiglia. In linea di massima, per quest’ultima città, il concerto è fissato al 17 marzo, per l’altra, alla fine di aprile1. Il duo era già finito. Poi, mi sono accorto che lo scherzo era troppo sviluppato, e per di più debole. Lo ricomincio da capo, con altri elementi; questo ritarderà la licenza che intendevo conce­

5 Ravel aveva ricevuto da Serge Koussevitzky l’incarico di orchestrare l’opera di Musorgskij, e voleva utilizzare l’edizione originale, non la prima (1886) curata da Rimskij-Korsakov. La copia di Ravel di questo spartito è ora presso il Dipartimento di musica della Bibliothèque nationale. 6 Calvocoressi stava scrivendo un libro sull’argomento, intitolato The Principles and Methods of Musical Criticism. Il libro fu pubblicato dall’Oxford University Press nel 1923. [189] 1 11 concerto di Marsiglia fu il primo che Ravel tenne in questa città. Patrocinato dalla Société de Musique de Chambre de Marseille, il programma comprendeva un’esecuzione del Quatuor e Madeleine Grey interpretava le Histoires naturelies, le Mélodies hébraì'ques e Shéhérazade con l’accompagnamento di Ravel. Un altro festival Ravel ebbe luogo a Lione il 3 maggio con le stesse opere, sempre interpretate da Madeleine Grey accompagnata dal compositore. Paul Gayraud e Ravel eseguirono anche Ma mère l’Oye. [188]

187

Ravel

dermi, ma mi fa sperare che sarò ancora a Montfort per ricevere la vostra visita e quella di Suzanne e compagnia. Avvisatemi, in modo che possa ordinare un pranzo per la circostanza - crauti, sanguinaccio, oca nel grasso, trippa Ho risposto a Siohan2 che gli darò appuntamento a Parigi. Ho inten­ zione di riceverlo in rue de Chazelles3, un giorno che andrò lì a pranzo. Posso farlo senza essere indiscreto? In che rapporti siete con lui? È inte­ ressante quel che fa? Affettuosamente a tutti due e mezzo4

Maurice Ravel

190. A Jacques Durand Le Belvédère Montfort l’Amaury 23/3/22

Mio caro amico, Ho trovato, rientrando, una lettera di Dommange1, datata il 16, relativa alla dedica della Sonate pour violon et violoncello. Non mi ricordo tessermi intrattenuto con lui a questo riguardo domenica scorsa. Vogliate riferirgli che mi scuso con lui se non gli rispondo direttamente: stavo proprio per scrivervi a proposito di questa sonata,... e di altre cose. I) La dedica, che ho in effetti dimenticato di apporre in testa al manoscritto: à la mémoire de Claude Debussy. II) Al 2° brano (très vif) 17a battuta dopo il M. 2

2 Robert Siohan (1894-1985), teorico musicale, direttore, scrittore e compositore francese. 3 La casa di Fernand Dreyfus e di sua moglie. 4 La Berceuse sur le nom de Gabriel Fauré era stata ovviamente composta da Ravel con l’intenzione di onorare il suo maestro, ma la graziosa ninnananna celebrava anche la nascita, il 20 giugno 1922, di Claude Roland-Manuel, cui il brano è dedicato. [190] 1 René Dommange (1889-1977), cugino di Jacques Durand, assunse in seguito la guida della casa editrice Durand &C*c.

[189]

188

Lettere

del 1° violino, il violoncello suona così:

bisogna sostituire i re con dei mi

ripristinando così la versione primitiva2, che, con mia grande sorpresa, pareva ineseguibile - su un cattivo violoncello, è pur vero... Ili) Un telegramma di Ansermet, che chiedeva precisazioni sui tempi della 2a suite di Daphnisy mi ha permesso di constatare - cosa che in parte avevo già fatto — che le indicazioni di questi movimenti erano completamente bislacche: a |176|(très lent) c’è: J = 66. Bisogna leggere: = 66 (la stessa cosa al pianoforte). Più avanti, 4 battute prima di 11 80|, Au mouvementy e alla battuta successiva le double plus vite: J = prece­ dente. Dunque, a|180|(z/zf) J = .h precedente (idem pianoforte). A [1941 (77777777/) non vi sono indicazioni metronomiche per l’orchestra. Il pianoforte ne ha una, ahimè! J = 68; e, circostanza aggravante: Andante\ Ci vuole 1683. Bisognerà bene che un giorno o l’altro, riveda comple­ tamente questa sventurata partitura. IV) (Questo non ha nulla a che vedere con l’edizione musicale.) Andate a vedere Caligari4. Finalmente è stato creato il cinema. Ad alcuni dispiacerà che questa creazione sia dovuta ai Boches, che non hanno mai creato nulla, come tutti sappiamo. A presto, e affettuosamente a tutti e due

Maurice Ravel

[190]

2 Questa correzione compare sulla partitura. 3 Soltanto la correzione al n. 180 compare nello spartito per pianoforte e nella partitura orchestrale di Daphnis et Chloé. Occorre tuttavia sottolineare che Ravel commise tutti questi errori nei manoscritti. 4 II gabinetto del dottor Caligari^ celebre film espressionista tedesco realizzato nel 1919 da Robert Wiene, in cui si è voluta vedere una premonizione dell’ideologia razzista della Germania degli anni Trenta. In esso il dottor Caligari ipnotizza un giovane paziente, Cesare, trasformandolo in un robot e costringendolo a commettere sadici delitti. Cesare muore, Caligari è scoperto e internato in un manicomio. I ruoli principali erano interpretati da Werner Krauss (Caligari) e Conrad Veidt (Cesare).

189

Ravel

191. A Michel-Dimitri Calvocoressi Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.)

24/3/22 Mio caro amico, Non crediate che l’aver lasciato così a lungo senza risposta la vostra lettera che mi annunciava l’arrivo dei “tableaux”1 - trovati a Montfortsia una forma di rappresaglia. Quando mi è arrivata ero a Parigi: ci dovevo stare per 4 o 5 giorni, e mi sono fermato quasi un mese. Poi sono tornato a fare la mia valigia a Montfort e ne sono subito ripartito per Marsiglia. Eccomi al Belvédère fino alla fine del mese, perché per allora devo ritornare a Panam per sorvegliare le ultime prove del “duo”, che, d’accordo con Durand, e viste le proporzioni dell’opera, abbiamo stabi­ lito di battezzare Sonate pour v[io]lon et v[iolonce]lle. La la esecuzione avrà luogo il 6 aprile* 2. Sembra una cosa da niente, questa costruzione musicale per due stru­ menti: c’è dentro quasi un anno e mezzo di lavoro accanito. Marius detto Darius — Milhaud avrebbe trovato il modo di produrre in questo tempo 4 sinfonie, 5 quartetti e diversi poemi lirici di Paul Claudel. Potete rassicurare Mead3: sto studiando 5 brani per pianoforte (conto ancora per 2 la Sonatine)4, sto cercando un pianista migliore di me per gli altri 55, e il tutto sarà servito entro il mese di giugno. Non l’ho ancora avvisato, perché non so ancora esattamente in quale momento potrò venire. Non chiederò a Ricardo per 2 motivi: il primo è che credo debba trovarsi in Spagna verso quell’epoca; il 2° è che vorrei soprattutto far registrare Gaspard de la nuit e Vines non ha mai voluto eseguire questi brani e in particolare Le Gibet così come l’autore desiderava. Dico preci­ samente voluto', non so se avete assistito a una di quelle discussioni in cui mi assicurava che, se avesse osservato le sfumature e i tempi che volevo, il pubblico si sarebbe annoiato. Non ha mai voluto saperne di cambiare idea.

[191]

1 La partitura dei Quadri da un'esposizione di Musorgskij. 2 Gli interpreti erano Hélène Jourdan-Morhange e il violoncellista francese Maurice Maréchal. 3 Alfred Mead, il rappresentante deH’Aeolian, per la quale Ravel progettava di registrare i suoi brani per pianoforte (cfr. il testo del contratto in appendice a questo stesso volume). 4 Nel 1913 Ravel aveva realizzato un rullo per pianoforte automatico dei due primi movimenti della Sonatine per Welte-Mignon. 5 II pianista sarebbe stato Robert Casadesus.

190

Lettere

Dunque, è stabilito per giugno. Appena avrò fissato la data del mio viaggio, scriverò a Mead. Mille grazie per i “tableaux”, diecimila scuse per avervi fatto mettere sottosopra la vostra biblioteca - una cosa che detesto - e molto affettuo­ samente vostro Maurice Ravel

192. A Elie Robert Schmitz1 Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.)

25/3/22

Caro amico, quando mi è giunta la vostra lettera, stavo terminando - e con quanta furia! - una Sonate pour V[io]lon & V[iolonce]lle che mi ha richiesto quasi un anno e mezzo di lavoro. Potete intuire — e certamente me ne scuserete - come in questo periodo critico, non potessi pensare di rispondere a nessuna lettera. Da qualche giorno è finita; mi sono accordato una licenza di convalescenza e, se non è troppo tardi, vi assicuro che accetto con grande piacere di far parte del comitato consultivo della Franco-American Musical Society*2. Il Concerto Basco, “Zazpiak Bat”, - quanto tempo ci mettono le notizie ad arrivare in America! - l’avevo cominciato in effetti... nel 1913. Le 3 parti che lo componevano erano persino a buon punto quando, all’improvviso, ho mollato tutto. Ho un nuovo progetto: Le Grand Meaulnes fantasia per pianoforte e orchestra. Questo spero di portarlo a termine, così come parecchi altri; infatti, sebbene mi senta parecchio malandato — soprattutto moralmente - sento che sto tornando a lavorare. Spero di rivedervi durante la vostra prossima sosta qui e nell’attesa, vi mando il saluto più amichevole del vostro

Maurice Ravel

Grazie per i programmi e le critiche.

[192]

i Elie Robert Schmitz (1889-1949), pianista, compositore, direttore d’orchestra, insegnante e organizzatore di concerti, era un infaticabile propugnatore della musica contemporanea. Negli anni Venti e Trenta la società che aveva fondato, “Pro-Musica, Incorporated”, aveva più di quaranta uffici nell’America del Nord, in Europa, e fino a Honolulu e Shanghai. Oltre alla tournée americana di Ravel nel 1928, Schmitz organizzò iniziative analoghe per Prokof ev, Bartók, Roussel, Milhaud e molti altri. 2 Prese presto il nome di “Pro-Musica, Incorporated”.

191

Ravel

193. A Henry Prunières Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 29/3/22

Caro amico. Grazie del vostro gentile invito. Avrei dovuto lasciare Parigi il 7. Rimar­ rò un giorno di più. Beninteso, andrò ad ascoltare la sonata di Bartók1, Quest'ultimo si troverà forse a Parigi, il 6? Sarei felice che potesse ascol­ tare il duo alla S.M.I. Penso che Vuillermoz sappia che in quel giorno viene eseguita la sonata. Se avete occasione di vederlo, vorreste essere così gentile da ricordarglielo? Il duo si chiama ora Sonate pour V[io]lon & V[iolonce]lle. Vogliate presentare i miei omaggi alla signora Prunières e credermi il vostro cordialmente devoto

Maurice Ravel

194. A Cipa Godebski Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 11/4/22

Mio vecchio amico, Soprattutto evitate di vedere in questo, seguendo l'esempio di Schmitt, la pur minima ironia: Ho saputo che la mia Sonate pour v[io]lon & v[iolonc]elle non vi era piaciuta, e che avevate avuto il coraggio di dirlo. E ne sono molto lieto, perché questo mi prova - ciò di cui non dubitavo - che voi amate le mie altre opere non per amicizia né per snobismo. E preferisco quest’impres­

[193]

1 II sabato 8 aprile, alle 17, i concerti della «Revue Musicale» presentarono un programma di opere di Bartók, Kodàly e Ravel. Bartók suonò i propri brani per pianoforte, tra cui la Suite op. 14, e due Burlesques op. 8, così come le opere per pianoforte di Kodàly e, con Jelly d’Aranyi, la sua Prima sonata per violino e pianoforte op. 21. Un certo M. Slivinsky cantò le Mélodies hébraìques di Ravel. Il concerto fu seguito da una cena musicale in casa di Henry Prunières dove Jelly d’Aranyi e Bartók rieseguirono la sonata. Ravel, Stravinsky, Poulenc e il compositore polacco Karol Szymanowski (1882-1937) erano tra gli invitati.

192

Lettere

sione spontanea a quella di cui mi fa parte nella sua lettera una buona donna dell’alta società, dopo essersi congratulata per la mia «modestia»: trova la mia opera «originale» e «spiritosa», cosa che già mi aveva detto a proposito del Trio, Venerdì e sabato sono stato tanto occupato - neanche il tempo di andare a ricevere notizie di Georgette Marnold, dev’esserle parsa una vera mascalzonata — da non aver avuto il tempo di farvi sapere che Pruneton1 mi aveva consentito di farvi entrare sabato al V[ieux]C[olombier] per il concerto di Bartók. La sua sonata è splendida. Siamo d’accordo per Pasqua? Venite tutti? Ho modo di alloggiarvi, lo sapete. Penso inoltre che inaugurerete il bagno. Ieri ha avuto luogo un primo tentativo, e ho visto colare deliziosamente nella vasca un’acqua nerastra. Come vedete non vi lesino le attrazioni. Attendo la conferma della vostra visita. Affettuosamente a tutti Maurice Ravel

195. A Marie-Olénine

d’Alheim1

Le Belvédère Montfort l’Amaury 12/4/22

Il nome di Pierre d’Alheim segna un’epoca grande nella mia vita di musicista. Non posso dimenticare il giorno, già così lontano, in cui siete venuta con lui a rivelarci l’opera di Moussorgsky*2. E con viva emozione che vi prego di trovare qui l’omaggio della mia profonda e rispettosa simpatia.

Maurice Ravel

[194] [195]

1 Soprannome dato a Henry Prunières. 1 Cfr. lettera 79, nota 1. Ravel scrisse una lettera di condoglianze il giorno successivo alla morte di Pierre d’Alheim. 2 Marie-Olénine d’Alheim aveva debuttato a Parigi nel 1896, e per una quarantina d’anni si era dedicata alla musica vocale dei compositori russi, in particolare di Musorgskij, così come alle melodie popolari di moki paesi. I d’Alheim diedero anche numerose conferenze-concerto dedicate alla musica di Musorgskij, praticamente scono­ sciuta in Europa occidentale.

193

Ravel

196. A Serge Koussevitzky1 Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 1/5/22

Mio caro amico, La “grande porta di Kiev” è alfine terminata. Ho iniziato dalla fine, perché era il brano meno interessante da orchestrare. Ma è diffìcile immaginare quanto lavoro possa dare una cosa tanto semplice. Il resto procederà molto più alla svelta*2. Ecco qualche indicazione utile: 1° ho numerato provvisoriamente le pagine. 2° ho rappresentato i punti di riferimento con dei riquadri □. Questo per il copista. Basterà inserire le cifre nei riquadri quando la partitura sarà terminata. 3° ultima battuta di pagina 7 e la di pagina 8: l’effetto d’organo può spegnersi: in questo caso, un respiro. Oppure - preferisco quest’interpre­ tazione - può essere interrotto bruscamente dall’entrata della campana. Occorre allora aggiungere le note e le legature scritte a matita3. Certamente vi sono alcuni cambiamenti di tempo che non sono indi­ cati dall’autore. Così, quando ritorna il tema della “Promenade”, mi pare che il tempo debba essere molto più vivace. Questo spiega la mia

[196]

1 A Parigi, anche nella sua qualità di direttore della Boston Symphony, Koussevitzky (1874-1951) commissionò numerose opere d’eccezione, tra cui Pacific 231 di Honeg­ ger, la Sinfonia di salmi di Stravinsky e la Terza Sinfonia di Copland. All’inizio della sua carriera aveva diretto a Mosca una casa editrice, dedicandosi alla musica russa. I suoi concerti annuali a Parigi erano tra gli appuntamenti principali della stagione musicale negli anni Venti. 2 II manoscritto autografo dell’orchestrazione dei Tableaux d’une exposition, pro­ prietà della Boosey & Hawkes, è depositato presso la Library of Congress. Composto di 98 pagine, è firmato e datato maggio 1922. Questa data è riferibile tuttavia soltanto a “La grande porte de Kiev”, poiché il resto dell’opera è stato terminato solamente nell’autunno dello stesso anno. Il manoscritto porta parecchie correzioni a matita fatte da Ravel, così come molte indicazioni a matita blu, certamente di mano di Koussevitzky, e fu utilizzato come partitura per la direzione. Koussevitzky diede la prima esecuzione all’Opéra il 19 ottobre 1922, e la sua casa editrice pubblicò la partitura nel 1929. 3 Al n. 110 della partitura, dato qui con la battuta precedente (nella partitura tascabile Eulenburg n. 1303 — l’«effetto d’organo» è riferito ai numeri da 109 a 110). L’orchestrazione originale di Ravel:

194

Lettere

interpretazione orchestrale. Forse si dovrebbe attaccare questo tempo più vivace già all’entrata della campana - pagina 84 — è per questo che, alla fine di pagina 11, ho scritto la scala in crome e non in semicrome5. Queste 8 battute, se non si accelera prima, devono essere eseguite a velocità doppia. — Alla fine di questo passaggio ho anche aggiunto una scala ascendente e discendente che male non farà, e che, spero, non mi varrà troppe accuse di «vandalismo» sull'esempio di Rimsky-Korsakov 6. Con un pedale interno alla campana7 — che Moussorgsky aveva certa­ mente prevista - è tutto quel che mi sono permesso. Parto per Lione dopodomani mattina, e ne ripartirò la sera stessa; avrò così il piacere di vedervi giovedì sera. Per farvi risparmiare tempo, vi spedisco la “Grande Porta” in un pacchetto raccomandato. Vogliate presentare l’omaggio del mio rispettoso ricordo alla signora Koussevitzky e credermi, mio caro amico, molto cordialmente vostro Maurice Ravel

5 Al numero 114. Ravel cambiò poi parere; nella partitura, le quattro battute tra i numeri 114 e 115 sono in semicrome, mentre nel manoscritto ci sono otto battute di crome. 6 Una battuta prima del numero 115, che non esiste nel brano per pianoforte di Musorgskij. 7 II pedale che va dal numero 110 al 114.

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Ravel

197. A Hélène Jourdan-Morhange Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.)

9/5/22

Cara amica. Vi sarete certamente stupita che non vi abbia risposto. Ancora una volta, è colpa della sig.ra Mauvernay. Il concerto di Lione era stato fissato da lei prima per il 4 maggio, poi per il 7. All’ultimo momento - e solo perché le chiedevo di precisarmi chiaramente la data — lei m’informa che la serata era stata ricollocata alla data originaria... il 3! Appena il tempo di fare la valigia, prendere il treno delle 8, arrivare a Lione alle 16, e ripartirne a mezzanotte, perché il giorno successivo dovevo incontrare Koussevitzky, e venerdì, andare all’asta di beneficenza della sig.ra Clemenceau. Sono ritornato a Montfort soltanto domenica, in automobile. La vostra lettera mi aspettava in numerosa compagnia. Invece di rispondere, ho trascorso la giornata di ieri a dormire. Eppure, vi dovevo scrivere a proposito della Sonate pour v[io]lon & v[iolonce]lle. 1 ° Pare che la prima esecuzione, secondo quel che avrei dichiarato — non mi è stato mai riferito a chi - sia stata un «massacro». E tutti conoscono la mia opinione, anche voi, anche Maréchal senza dubbio1. Penso che questa rivelazione non abbia rattristato troppo né l’uno né l’altra. Sono stato inoltre informato anche della mia partenza per l’Africa e del mio prossimo matrimonio - non so quale di questi eventi debba precedere l’altro -. 2° Giovedì sera, Aubert* 2, a cui avevo parlato della possibilità di dare una seconda esecuzione della Sonate, mi ha detto che se n’era già parlato, e che era stata richiesta. Facevo conto di scrivervi al riguardo, quando ho ricevuto il programma del 16. Non mi resta dunque che ringraziarvi, e pregarvi di scusarmi entrambi se mi sono lasciato precorrere dagli eventi. Ho già accumulato tanto ritardo nel lavoro intrapreso che temo di non poter assistere a questo nuovo «massacro». Se non mi vedrete, martedì sera, non attribuite la mia assenza ad altre ragioni3. Per visitare le case4,

[197]

1 Cfr. lettera 191, nota 2. 2 Cfr. lettera 73, nota 3. 3 La Sonate fu rieseguita in occasione di un concerto della S.M.I. la sera del martedì 16 maggio. In programma erano la prima esecuzione del brano per pianoforte di Maurice Delage, Schumann, suonato da Henri Gil-Marchex, così come opere di Charles Koechlin, Jean Huré e Alexandre Tansman. 4 Hélène Jourdan-Morhange e Luc-Albert Moreau acquistarono in seguito una residenza estiva a Les Mesnuls, a tre chilometri da Montfort l’Amaury.

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Lettere

venite quando vorrete, ad eccezione di giovedì, giorno in cui uscirò, probabilmente per buona parte della giornata. Dovete solamente avvi­ sarmi e prendere il treno delle 9, per pranzare qui, il che sarà molto più comodo per voi. Un cordiale saluto dalla vostra riconoscente vittima

Maurice Ravel

198. A Maurice Delage Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 19/5/22

Mio vecchio amico, Non ho potuto dirvi l’altra sera - è stata un po’ colpa vostra, mi avete piantato in asso - tutto ciò che pensavo di Schumann. Prima di tutto, mi piace molto, ed è perfettamente riuscito. Ma non è di questo che si tratta. Non bisogna più fare cose del genere1. Sarebbe troppo lungo illustrarvi qui una quantità di dettagli di cui avete dovuto accorgervi bene quanto me. Occorre comunque che vi tegliate da un vicolo cieco. Se io ho potuto uscirne non è stato, come credete, grazie ai miei doni naturali. Prima di terminare il mio quartetto - che è ben lontano dalla perfezione — ne sapevo ancor meno di voi*2. Volete mettervi al lavoro? Ne avete ancora il tempo. Aggiungetevi alla banda di lunedì prossimo quando ce n’è per 7... Sarei lieto se la sig.ra G.D.D. potesse venire anche lei. Per i Calvo3 e i Casadesus, la sig.ra Dreyfus non avrebbe che da dirmi: «Mi sono permessa di condurre la nostra amica, ecc.». In poche parole, potrò farvi capire quel che sarebbe impossibile dire in 8 pagine. Capito4? Affettuosamente Maurice Ravel

[198]

1 II brano per pianoforte di Delage è un’opera assai lunga, virtuosistica, che viene eseguita senza interruzioni, e nella quale gli elementi schumaniani si mescolano a passaggi più contemporanei. 2 La prima versione del Quatuor à cordes fu pubblicata da Gabriel Astruc nel 1904. Sei anni più tardi, su richiesta di Ravel, questi ne cedette i diritti a Durand che ne pubblicò una «nuova edizione, riveduta dall’autore». A parte due piccole correzioni, le due partiture sono identiche. 3 Calvocoressi e sua moglie. 4 La signora G.D.D. potrebbe essere un’amica di Delage che Ravel gli suggerisce di presentare come avrebbe fatto la signora Dreyfus in una situazione analoga.

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Ravel

199. A Jean Jobert1 Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 8/6/22

Signore, Permettetemi di rimandare la mia risposta di qualche giorno. Quale che sia il piacere che proverei nell’orchestrare questi due brani, e in partico­ lare la “Sarabande”, desidero in precedenza essere autorizzato a farlo dalla signora Debussy* 2. Vi prego di gradire, signore, l’espressione dei miei distinti sentimenti.

Maurice Ravel

200. A Emma Moyse Debussy Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 8/6/22

Cara signora e amica, Ecco la lettera che ho ricevuto ieri. È certo che questi due brani, e in particolare la “Sarabande”, sono molto orchestrali. E anche certo, ahimè! che l’editore ha il diritto di affidarli a Dio sa chi! Ciononostante, non farò nulla senza la vostra autorizzazione. Ho davvero rimpianto di non avervi potuto incontrare, l’altra sera. Quando Marguerite mi ha detto che eravate nell’atrio della salle Caveau, sono corso giù per le scale: eravate già partita. Spero che possiate trovarvi a Parigi verso il 25 di questo mese, e che avrò il piacere Rincontrarvi lì. Ci passerò recandomi a Londra, dove l’Aeolian deve registrare le preziose stecche che non mancherò di aggiun­ gere alle mie opere. Vogliate gradire, cara signora e amica, l’omaggio della rispettosa amicizia del vostro devoto Maurice Ravel

[199]

1 L’editore Jean Jobert (1883-1957) aveva scritto a Ravel per chiedergli di orchestrare la Danse (1890) e la Sarabande di Pour le piano di Debussy (1901). 2 L’autorizzazione fu subito data, e Ravel terminò l’orchestrazione nel corso dell’inverno del 1922. Paul Paray ne diede la prima esecuzione a capo dell’orchestra Lamoureux il 18 marzo 1923.

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Lettere

201. A Roland-Manuel Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 9/6/22

Caro amico, Al diavolo! non ho Tindirizzo di Casadesus1. Vorreste avvisarlo che ho annunciato il nostro arrivo a Londra per il 29? - seduta di registrazione il 30 Se questa data non gli va bene, mi avvisi immediatamente. Bisognerà anche stabilire il giorno in cui dovremo dare il tocco finale a Gaspard de la nuit, E poi sapreste dirmi se un libretto militare e un passaporto scaduto sono sufficienti per andare in un paese alleato? Grazie in anticipo - e scusatemi -. Spero che tutto questo non coin­ cida con E arrivo del bebé* i2. Affettuosamente a tutti e due

Maurice Ravel3

202. A Marguerite Long1 Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 12/6/22

Scusatemi, mia cara amica, se non vi ho risposto subito. Scusatemi anche per non aver potuto accettare il vostro gentile invito: un lavoro che devo terminare prima della mia partenza per Londra - alla fine del mese -. Comunque, verrò a Parigi martedì sera per Tomaggio a Fauré2. Forse vi vedrò lì.

[201]

1 Cfr. lettera 203, nota 1. 2 Claude Roland-Manuel, nato il 20 giugno 1922. 3 L’autografo di questa lettera è riprodotto in Roland-Manuel, A la gioire de Ravel, (Paris, Editions de la Nouvelle Revue critique 1938, tavola 24, dopo la p. 204). [202] 1 La pianista Marguerite Long (1874-1966) lasciò tre libri di memorie, ognuno intitolato “Al pianoforte con” e dedicati rispettivamente a Fauré, Debussy e Ravel. Ella fu la prima esecutrice del Tombeau de Couperin e del Concerto in sol, che a lei è dedicato. Dopo la prima esecuzione del Concerto, sotto la direzione di Ravel, il 14 gennaio 1932, i due musicisti intrapresero una tournée trionfale di tre mesi che li condusse in una ventina di città europee dall’Ovest all’Est. 2 II concerto ebbe luogo il 20 giugno alla Sorbona, sotto il patronato del presidente della repubblica. Nel programma erano comprese mélodies cantate da Claire Croiza e

199

Ravel

Soprattutto, non dite a nessuno che vi ho scritto! Riceverei mille e una ingiuria da corrispondenti trascurati. La rispettosa amicizia del vostro

Maurice Ravel

203. A Robert Casadesus1 Hotel d’Athènes2 Rue d’Athènes 21 (9‘) Martedì [20 giugno 1922]

Caro signore, Sono a Parigi per 2 giorni. Oggi, 13 e 30, Conservatorio. Domani 16 e 30, Fondazione Americana3. Il resto del tempo, un sacco di cose da fare ma subordinate agl’istanti che vorrete dedicarmi. Se poteste trovarvi all’uscita del concorso di composizione di questo pomeriggio - non so a che ora, ci potremo mettere d’accordo. Questa sera, sono a cena in casa della signora Jourdan-Morhange dove potreste telefonarmi (Wag. 30. 51) poi vado al concerto in onore di Fauré, dove potremmo vederci nel foyer, al termine della serata. - E se fosse impossibile incontrarci a Parigi, vi aspetterò domenica.

Jeanne Raunay, la Ballade per pianoforte e orchestra eseguita da Alfred Cortot, e \'Elegie con Pablo Casals come solista. In un’entusiastica recensione Henry Prunières rese omaggio all’eminente professore e compositore, qualificando la serata come «apoteosi [...] di un grande musicista la cui opera vivrà come quella di Berlioz, di Gounod o di Debussy» (Hommage national à Gabriel Fauré, «La Revue Musicale», 1° luglio 1922, pp. 71-2). [203] 1 II pianista, insegnante e compositore Robert Casadesus (1899-1972) diede il suo primo concerto nel 1917. Nel corso di una carriera che si svolse lungo cinquantacinque anni, diede più di tremila concerti attraverso l’Europa, l’Africa del Nord e le due Americhe. Oltre alla propria attività di compositore (più di sessanta brani), realizzò numerose registrazioni, tra cui quella delle opere complete per pianoforte di Ravel, che ottenne il Grand Prix du Disque. Il suo viaggio a Londra con Ravel segnò l’inizio di una calorosa amicizia. (Cfr. A. Orenstein, La correspondance de Maurice Ravelaux Casadesus, «Caliiers Maurice Ravel», 1, 1985, pp. 113-42.) 2 A Parigi, Ravel alloggiava spesso all’Hòtel d’Athènes, vicino alla stazione SaintLazare, di fronte all’appartamento dei Godebski. 3 Ravel faceva parte del comitato direttivo del Conservatorio americano di Fontai­ nebleau, fondato nel 1921 da Francis Casadesus (zio di Robert) e Walter Damrosch.

200

Lettere

Vostro zio mi ha detto che vi occuperete voi di prenotare i posti per il viaggio. Se non poteste farlo, vogliate telefonare qui (Gut. 0.28). Sarò informato della vostra comunicazione4.

204. Jean Cocteau a Maurice Ravel Pramousquier Par Lavandou (Var) [29/8/1922]’

Mio caro Ravel Mentre ero malato Ida* 2 mi ha detto che chiedevate mie notizie e pensa­ vate anche di venirmi a trovare. Dopo un lunga cura di sole, mi ritrovo la mano abbastanza forte per stringere la vostra e ringraziarvi del vostro interesse. Parigi è una città di malintesi. Bisognerebbe incontrarsi pro­ prio quando ognuno è lontano dagli altri e quando è il cuore a giudicare. Il vostro Jean Cocteau

Non ho più il vostro indirizzo esatto3

205. Ad Alfredo Casella Le Fréne Lyons-La-Forét Eure 18/9/22

Caro amico, Ho passato qui, a lavorare, una stagione che convenzionalmente viene detta estate. Troverò forse il sole ad Amsterdam verso la fine del mese1, e non oso sperare di raccoglierne qualche raggio residuo a Milano, dove

[203]

4 Questo è uno dei rari casi di lettera non firmata. 1 Timbro postale sulla cartolina postale non datata di Cocteau. 2 Si tratta di Ida Godebska. 3 Indirizzata alla casa editrice Durand, place de la Madeleine, Parigi, questa cartolina fu rispedita due volte, prima a Montfort l’Amaury, poi a Lyons-la-Forèt, dove infine Ravel la ricevette. [205] 1 Nel settembre 1922 Ravel partecipò a un festival di musica contemporanea francese ad Amsterdam. Willem Mengelberg, a capo dell’orchestra del Concertgebouw, [204]

201

Ravel

senza dubbio ci incontreremo presto. Non ho più notizie dell’istituto del Convegno2 da quando ho lasciato a loro l’incarico di fissare la data del concerto cui devo prendere parte. C’è una questione alla quale non ho ancora risposto loro: quella del mio compenso. Circa questo delicato argomento, voglio chiedervi un consiglio. Non sarei per nulla in imbarazzo se si trattasse di Chicago, ma il vostro paese s’è fatto ancor meno ricco del mio, difendendo il Diritto e la Giustizia. Quanto pensate che possa chiedere, compreso il rimborso spese - viaggio e soggiorno -? Vi sarò molto riconoscente se vorrete trarmi d’imbarazzo — e questo mi procurerà il piacere di avere vostre notizie. A presto, caro amico, e credete entrambi3 all’affetto del vostro devoto

Maurice Ravel

206. A Maurice Emmanuel1 Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.)

14/10/22

Caro signore, Al mio rientro a Montfort, trovo la vostra gentile lettera, e quella di Bleuzet2.

diresse La Valse che fu molto bene accolta; in occasione di un altro concerto Ravel accompagnò al pianoforte Claire Croiza in diverse sue mélodies. Tutto il festival, che comprendeva opere di Debussy, Lili Boulanger, Fauré, Roussel, Milhaud e Schmitt, fu un brillante successo. (Cfr. Ilfestival di musicafrancese-intervista a Ravelin Ravel— Scritti e interviste cit., pp. 98-100.) [205] 2 L’Istituto del Convegno e la sua rivista «Il Convegno» presentarono il 1 ° novembre 1922 un programma interamente dedicato a Ravel nel corso del quale furono eseguiti, per la prima volta in Italia, la Berceuse sur le nom de Gabriel Fauré e la Sonate pour violon et violoncelle. 3 Casella si era risposato nel 1921 con una delle sue vecchie allieve, Yvonne M filler. [206] 1 II compositore Maurice Emmanuel (1862-1938), dopo avere studiato con Léo Delibes al Conservatorio, vi fu nominato professore di Storia della musica nel 1909. A partire dal 1910 e fino all’ultimo anno di vita, scrisse i testi dei programmi di sala della Société des concerts du Conservatoire; a questo titolo aveva chiesto a Ravel qualche spiegazione sulla Valse. 2 Segretario della Société des concerts du Conservatoire. Fondata nel 1828 da Fran^ois-Antoine Habeneck, nel 1967 la Société diede origine all’Orchestre de Paris.

202

Lettere

La partitura che riceverete indica in effetti le intenzioni dell’autore. Sono le sole di cui si debba tener conto. Questo “poema coreografico” è scritto per la scena. La la è riservata al Teatro dell’Opera di Vienna, che lo darà - quando potrà. Credo che quest’opera abbia necessità di venire rischiarata dalle luci del palcoscenico, tanti sono i commenti strani che ha provocato. Alcuni vi scoprivano un disegno parodistico, anzi carica­ turale, altri invece vi vedevano con sicurezza un’allusione tragica — fine del secondo Impero, condizioni di Vienna dopo la guerra, ecc. Tragica, questa danza può esserla come ogni espressione — voluttà, gioia - spinta all’estremo. Occorre vedervi soltanto quello che la musica esprime: una progressione ascendente di sonorità, alla quale la scena aggiungerà quella della luce e del movimento3. Penso che Durand vi abbia mandato il fascicoletto di Roland-Ma­ nuel, nel quale troverete, meglio di quanto saprei darvele io stesso, tutte le informazioni che Bleuzet mi chiede da parte vostra. Vogliate credere, caro signore, ai sentimenti cordiali del vostro devoto Maurice Ravel

207. Gabriel Fauré a Maurice Ravel 32, rue des Vignes [Parigi, XVIC]

15 ottobre 1922

Caro amico, Mi commuove molto che abbiate partecipato, nonostante tutti i vostri impegni, alla realizzazione di questo numero de «La Revue [Musicale]» che rappresenterà certo la gemma più bella della mia corona. Ogni vostro squisito e cordiale contributo, in parola come in musica, mi tocca profondamente e ve ne ringrazio di tutto cuore. Conto i passi che avete fatto, caro amico, dal faub[ourg] Poissonnière1 e sono più felice di quanto voi possiate immaginare della posizione — solida — che occupate e che avete acquisito tanto brillantemente e

3 Nel 1928 Ravel avrebbe composto una «progressione ascendente di sonorità» ancora più rigorosa, con il Bolèro. [207] 1 All’epoca in cui Ravel lo frequentava come studente, il Conservatorio era situato al 15 di rue de Faubourg Poissonnière.

[206]

203

Ravel

rapidamente. Per il vostro vecchio professore è un’occasione di gioia e di orgoglio. Credetemi sempre vostro affettuosamente

Gabriel Fauré Spero che la vostra salute sia per quanto possibile buona.

208. Henry Prunières a Maurice Ravel La Revue Musicale 3, rue de Grenelle Parigi, VP il 16 ottobre 1922

Mio caro Amico, Non so se questa lettera vi troverà ancora a Montfort l’Amaury. Mi trovo fortemente in imbarazzo nel rispondevi1. Ho avuto in effetti il torto di non affrontare chiaramente la questione del denaro con voi, quando vi ho chiesto di collaborare all’omaggio musicale a Fauré. Dato il carattere di quest’offerta, non ho previsto alcun compenso per i sette musicisti che hanno accettato di scrivere brani sul nome di Fauré; avevo avvertito gli altri sin dall’inizio ed essi hanno accettato senz’alcuna obiezione. Poiché alcuni di essi avevano scritto saggi critici in quello stesso numero della rivista, ho pagato loro la collaborazione letteraria, ma non quella musi­ cale, dal momento che le enormi spese di stampa, aggiunte a quelle di copyright che sono a mio carico, avevano già esaurito e superato i fondi destinati a questo supplemento musicale. Non ho bisogno di dirvi che questo numero non è un affare per «La Revue Musicale»; sarebbe già davvero bello se riuscissimo a coprire le nostre spese. Non ci si arricchi­ sce pubblicando una rivista come «La Revue Musicale», lo capite bene. Spero, mio caro amico, che non mi serbiate rancore per la mia avarizia e vi prego di credere ai miei sentimenti più cordialmente devoti. H. Prunières

[208]

1 II 17 settembre, Ravel aveva scritto a Prunières per chiedergli l’ammontare della retribuzione a lui spettante per la Berceuse sur le nom de Gabriel Fauré— retribuzione che egli non intendeva destinare a sé, ma che avrebbe dovuto dare a Nikolaj Obukhov.

204

. Lettere

209. Richard Strauss

a

Maurice Ravel Staatsoper1 Vienna

7/12/22

Caro signore In risposta alla vostra lettera del 14 novfembre] vi informo, che noi speriamo di eseguire già nel mese gennaio la vostra deliziosa la mère TOye nella sala della Redoute. Ma non credo, che sarà possibile, mettere in scena la vostra valse* 2 ancora in questa stagione. Ed è questa la causa per cui non possiamo pretendere che voi ci riserviate per così lungo tempo il diritto di prima rappresentazione a Vienna. Al contrario, un bel successo [!] nell’esecuzione concertistica gioverà a quella teatrale. Assicurandovi la mia alta considerazione Il vostro devoto Richard Strauss3

210. Ad Alfred Franqaix1 Le Belvedére Montfort l’Amaury (S. & O.)

10/1/23

Signore, Da 5 mesi, non ho cessato di viaggiare e non sono rimasto a casa mia 8 giorni di seguito.

1 Dal 1919 al 1924 Strauss fu condirettore del teatro dell’Opera di Vienna. 2 Questa lettera è stata scritta in francese. Nella traduzione si è mantenuta l’inter­ punzione originale, talvolta assai singolare. I titoli citati da Strauss sono riportati conformemente al testo originale. [N.d.T.] 3 In una lettera parzialmente pubblicata su «La Revue Musicale» (dicembre 1938, p. 278), Strauss riaffermava l’alta stima che nutriva per la «maestria» di Ravel, rincrescendosi di non conoscere in modo sufficientemente dettagliato la sua opera e la sua carriera per scrivere un omaggio. I compositori si erano brevemente incontrati a inizio secolo quando Strauss era venuto più volte a Parigi per dirigervi proprie opere. Nei suoi Fragments dejoumal> Romain Rolland evoca una cena in casa di Jean Marnold il 22 maggio 1907. Ravel, che era l’unico altro invitato, aveva definito Salome e Pelléas et Mélisande le opere più notevoli scritte in Europa nel corso degli ultimi quindici anni. Durante la serata Marnold, Ravel e Rolland assistettero a una rappresentazione di Pelléas et Mélisande, e Strauss li raggiunse nel loro palco. Secondo Rolland, Strauss ascoltò con attenzione, ma senza riuscire a cogliere l’essenza di questa musica. (Cfr. «Cahiers Romain Rolland», 3, Richard Strauss et Romain Rolland, Paris, Albin Michel 1951, pp. 157-65.) [210] i per molti annj Alfred Fran^aix fu direttore del Conservatorio nazionale di musica

[209]

205

Ravel

Questi continui spostamenti mi hanno forzato a trascurare la corri­ spondenza. Da molto tempo mi rimprovero di non aver ancora risposto alla vostra gentile lettera e all’interessantissimo manoscritto di vostro figlio che mi avete inviato. Tra i doni di questo ragazzo, noto soprattutto il più fecondo che a un artista sia dato possedere, quello della curiosità. E necessario fin d’ora che questi doni preziosi non vadano repressi, con il rischio di far inaridire questa giovane sensibilità. La tecnica non può essere ignorata; ma egli potrà praticare utilmente l’armonia, il contrap­ punto, la fuga, le regole della composizione, l’analisi minuziosa delle opere soltanto quando la sua musicalità sarà già sviluppata. Si tratta prima di tutto di consentirgli di assimilare istintivamente la materia musicale. Per questo, occorre perfezionarlo nello studio di uno strumen­ to polifonico, cioè il pianoforte — l’organo non è privo di rischi — cosa che lo aiuterà a conoscere intimamente tutte le opere classiche o moder­ ne verso le quali si sentirà portato. La grammatica e la retorica verranno dopo. Soprattutto, bisogna fargli continuare gli studi classici: oggi più che mai, un musicista non deve limitarsi a essere solo un musicista. ... Ed ora, potete raccomandare a vostro figlio di armarsi di coraggio per perseverare nell’ “affascinante” carriera in cui si è impegnato. Vogliate gradire, signore, l’espressione dei miei più distinti sentimenti.

Maurice Ravel

211. A Jean Jobert Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 8/2/23

Caro signore, Riceverete le bozze corrette che ho inviato per raccomandata con lo stesso giro di posta. Mi hanno dato non pochi fastidi. Non che lo stampatore ci abbia messo poca attenzione. Al contrario: quel che mi ha fatto perdere più tempo, sono state le indicazioni a 2, solo, unis., div., ecc., ripetute inutilmente a ogni voltar di pagina. Questo non aiuta per nulla il lettore che può supporre che il solo o Va 2 comincino in quella pagina, e riesce soltanto a complicare la stampa delle parti.

e d’arte drammatica di Le Mans. Poiché suo figlio decenne s’interessava in particolare alla composizione, e alla musica di Ravel, egli scrisse a quest’ultimo per chiedergli consiglio, inviandogli una della prime composizioni di Jean Fran^aix.

206

Lettere

Un doppio errore - prima da parte mia poi dello stampatore, richie­ derà una nuova stampa almeno parziale della pagina 231 (fagotti dimen­ ticati, corni e fagotti messi al posto delle trombe e dei corni). Al n° (non mi ricordo più) un fortunato errore di stampa (solj invece di sol^ ) all’arpa ha attirato la mia attenzione su di un cattivo cambio d’armatura di chiave. Quest’armatura va spostata più lontano, così come ho indicato. Alla penultima pagina (n°|4T|) ho ripristinato l’indicazione di De­ bussy J = J e aggiunto poco allargando1, il che era certamente nelle intenzioni dell’autore. Credo che il tempo dell’inizio: J. = 144, che ho stabilito al metro­ nomo, sia alla fin fine il migliore* i23. Vogliate credere, caro signore, ai miei sentimenti più devoti

Maurice Ravel

212. A Hélène Jourdan-Morhange Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 20/2/23

Cara amica, Ricevo un programma di Bathori. Per il suo concerto ITR del 5 marzo prossimo, gli avevo promesso di chiedere la vostra partecipazione e quel­ la di Maréchal per la Sonate e la Berceuse, accompagnata finalmente dall’autore. Facevo conto di chiedervele a voce. E poi, non pensavo che il 5 marzo arrivasse così presto - forse per via del mio compleanno, molto vicino a questa data —. Non so più come fare: parto per Pau e St Jean-de-Luz venerdì pros­ simo1. Vorreste rispondere direttamente voi a Bathori, al 10 di rue

1 Corrisponde alla pagina 23 della partitura d’orchestra pubblicata da Jobert. Tutti i riferimenti contenuti nella lettera rimandano a questa versione. 2 Nella partitura a stampa: «Allargando». 3 II brano per pianoforte di Debussy porta l’indicazione «Allegretto». Nel suo manoscritto Ravel scrisse J, = 120, in seguito sbarrato per essere sostituito da J. = 144. Nella partitura a stampa si opta per un giusto mezzo: J. = 132. (I manoscritti della Sarabande e della Danse, un tempo nella collezione privata della signora D. JobertGeorges, fanno parte ora della Frederick R. Koch Foundation Collection e sono depositati alla Pierpont Morgan Library.) [212] i Ravel, dopo un concerto a Pau, doveva concedersi una breve vacanza a Saint-Jeande-Luz.

[211]

207

Ravel

Oudinot? La cosa più grave, è che non ho l’indirizzo di Maréchal, nep­ pure il numero di rue Biot. Allora chiedo a voi d’informarvi se per caso volesse prendere parte a questa piccola festa. Riceverete senza dubbio un invito a un nuovo festival ITR organizzato da Jean Duhem, alla salle d’Athènes2. Non datevi disturbo se avete altro da fare. Neppure io potrò assistervi: parto mezz’ora prima del concerto, venerdì. Con questi festival non ho fortuna: a parte quello di Henriette Faure3, gli ultimo due - 5 e 6 marzo - saranno i soli ai quali potrò andare — e per buoni motivi4 -. Spero che per il concerto di Bathori sia possibile organizzare tutto quanto. Grazie in anticipo, e un mare di scuse! Affettuosamente a tutti Maurice Ravel

213. Dumitru Kiriac-Georgescu e Constantin Brailoiu a Maurice Ravel Bucarest

il 20 febbraio 1923

Mio caro vecchio amico, Sfogliando tra le mie scartoffie ho trovato qualche tua lettera. Mi sono ricordato dell’avenue Trudaine, delle nostre lunghe conversazioni not­ turne dell’Albergo del Clou, e del Caffè di Clichy. Sono passati alcuni anni da quando... Racconto in questo momento all’amico Brailoiu, il mio compatriota che hai conosciuto a Parigi e che mi ha più volte portato i tuoi saluti - i tuoi inizi: la classe di Pessard, gli esordi all’orche­

[212]

2 La sera del venerdì 23 febbraio, il pianista Jean Duhem suonò nella Salle des Agriculteurs, in rue d’Athènes, che Ravel abbrevia in «salle d’Athènes». 3 Dopo un certo numero di sedute di studio con Ravel, la pianista Henriette Faure (1904-1985; sorella di Edgar Faure, aveva esordito come bambina-prodigio), che aveva allora 19 anni, suonò tutte le sue opere per pianoforte il 12 gennaio 1923 al Théàtre des Champs-Elysées. A quanto pare si trattava del primo concerto interamente dedicato alle opere complete per pianoforte di Ravel. (Cfr. Interpretazioni storichey in appendice a questo stesso volume) 4 In occasione di un concerto della S.M.I., il 6 marzo, Ravel suonò Ma mère l’Oye con Robert Casadesus, accompagnò Madeleine Grey in alcune mélodies e diresse 1’Introduction et Allégro.

208

Lettere

strina dello stabilimento balneare (non mi ricordo più la località)1, la tua prima uscita come compositore e direttore d’orchestra da Colonne*2, le nostre riunioni del sabato da Molard a Montparnasse3, i concerti alla Nationale, poi il ricco Demets, l’editore. Mi sono anche tornati alla memoria i Paesi Baschi e la Svizzera, di cui mi hai spesso parlato. Che bei ricordi ci lasciano gli anni della giovinezza con i loro ideali, i loro tenta­ tivi. E ora devi essere contento, nel vederti al di sopra della folla. Sei presente in ogni luogo, nei pensieri delle persone di buon gusto. A Budapest come a Londra, a Bucarest come a Vienna, in America come forse in Giappone. Da noi in Romania sei l’idolo della gioventù musica­ le. Ti apprezzano e ti ammirano. Quanto a me ho trascorso il mio tempo a fare opera di volgarizzazione per le classi meno colte, soprattutto nella musica corale e nel canto popolare. Ho tentato di offrire un nutrimento semplice ma pulito ai piccoli come ai grandi. Così è il nostro suolo nativo; ho coltivato il seme che può germinare nel nostro suolo vergine. Mio caro amico, sono sempre lo stesso (almeno mi ritengo tale): un bravo ragazzo, modesto e indulgente verso gli altri. In fondo non ho dato troppa importanza alla vita; ho considerato le nostre opere come giochi da bambini che piacciono per il momento. Eccomi rientrato nella stagio­ ne più cupa della vita, i baffi bianchi e la testa grigia. È un peccato che il Creatore sia stato tanto duro verso il suo caro bambino, l’uomo... Lo spinge ad aggrapparsi a tante cose di quaggiù, e un bel giorno... crac... viene cacciato via suo malgrado. Ma non devo andare troppo avanti nella filosofia (la mia vecchia abitudine) e passo la penna all’amico Brailoiu. La sua giovinezza dirà certamente cose meno tristi delle mie. Conservo sempre di te il ricordo migliore e pur essendo tanto lontano ti stringo amichevolmente la mano. Una tua parola mi farà molto piacere. Sempre tuo D.G. Kiriac Il mio indirizzo: Professore al Conservatorio di Musica, Bucarest. Ro­ mania.

1 Si trattava di Granville. (Cfr. lettera 2, nota 1.) 2 Svista per i Concerts Lamoureux, dove Ravel diresse Adélaide ou Le langage des fleurs nell’aprile 1912. 3 William Molard e sua moglie, che ricevevano al 6 di rue Vercingétorix, nel quartiere di Montparnasse. Nella primavera del 1894, quando Molard era allievo della classe d’armonia di Pessard, invitò diversi suoi compagni a incontrare Edvard Grieg in casa sua. Quest’episodio poco conosciuto fu caratterizzato da un divertente aneddoto: «Grieg era a Parigi nell’aprile di quell’anno per l’esecuzione di una delle sue opere, e incontrava

[213]

209

Ravel

Caro signor Ravel, La lettera che avete appena letto è un atto che è stato preceduto da molte parole. Quante volte abbiamo parlato di voi, il nostro buon maestro Kiriac e io! E quante volte abbiamo deciso entrambi di scrivervi! Così il fatto che ieri il mio buon maestro abbia messo ordine nelle sue carte non costituisce che un pretesto giunto a tempo opportuno (così per dire). Non crediate a tutto ciò che avete appena letto. Il vostro amico Kiriac non è affatto invecchiato. Può darsi che avesse un tempo capelli neri... Allora non lo conoscevo. So solamente che è sempre al lavoro, che si dedica a tutti, sempre interessato a qualcosa - con il cuore più giovane che esista. Credete invece a quel che dice di voi, dell’ammirazione che abbiamo tutti per le vostre opere, dell’influenza che voi esercitate su molti. È raro che in una serata musicale, in una riunione di musicisti venga ignorata la vostra musica - che si canta e si suona (anche a due pianoforti) - o che non venga pronunciato il vostro nome. E i vostri più recenti discepoli non sono affatto più tiepidi di me. Ho rimpianto molto di non avervi potuto incontrare a Parigi la scorsa estate, quando ho trascorso là 3 mesi. Eravate assente. Ho dovuto accontentarmi di due ascolti de La Valse, che avevamo spesso letta a Bucarest e che sentita dall’orchestra mi ha sbalordito. Non voglio appesantire la lettera del nostro buon maestro con un’ap­ pendice troppo lunga. Credete, il vostro ricordo dura qui vivo e sarei

allora assai spesso Delius. La sua visita in casa Molard fu certamente organizzata da Delius, loro amico intimo comune. Mentre questo gruppetto dagli occhi vivaci discorreva di musica, Ravel si avvicinò zitto zitto al pianoforte di Molard e si mise a suonare una delle Danze norvegesi del maestro. Grieg ascoltò sorridendo, poi cominciò a manifestare segni d’impazienza, prima di alzarsi e dire in tono tagliente: “No, giovanotto, così non va per niente. Ci vuole molto più ritmo. È una danza popolare, una danza contadina. Dovreste vedere i contadini da noi, col violinista che batte il tempo con il piede. Ricominciate!”. E mentre Ravel suonava, l’ometto saltellava attraverso la stanza, con grande stupore della compagnia. Forse più tardi, quando Delius si trovò in compagnia di Ravel e di qualche altro musicista francese, fu sollevata la questione delle fonti a cui era debitrice la musica francese moderna. I Francesi erano d’accordo per risalire a Rameau, Couperin, Lully, ecc., ma Delius era di parere diverso: “Niente affatto! La musica francese moderna è semplicemente Grieg, più if terz’atto del Tristan'. Al che Ravel replicò: “È vero. Siamo sempre ingiusti nei confronti di Grieg”. «Florent Schmitt, si dice, pensava che le teorie musicali di William Molard avessero avuto una considerevole influenza su Ravel e su lui stesso. Sarebbe davvero interessante ritrovare un giorno il manoscritto dell’unica opera conosciuta di Molard, Hamlet». (Lionel Carley, Delius, the Paris Years, London, Triad Press 1975, p. 56.)

210

Lettere

felice di rivedervi o di ricevere una lettera da voi. Credete anche alla mia completa devozione. Constantin Brailoiu4 Stesso indirizzo: Prof, al Cons. Eccetera5.

214. A Charles Koechlin Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.)

21/2/23

Caro amico, Voi mi preoccupate: mi chiedo se io non abbia per caso ricevuto questa circolare, e non abbia aderito a quest’associazione, senza approfondirne gli statuti. Ne ricevo tanta, di roba del genere. Bisognerebbe perderci su del tempo, motivare il mio rifiuto. Allora, generalmente, dò una scorsa al foglio, lo firmo, e me lo tolgo dai piedi. Ma qui, sarebbe più grave. Volete cercare di sapere per mezzo di Prunières - o meglio tramite qualcun altro - se ho accettato? Ci sarebbe il tempo di dare le mie dimissioni, questa volta fornendo i motivi. Temo proprio che siamo obbligati ad abbandonare così la S.I.M.C.1 che non è forse così in­ ternazionale. Solamente, pende dall’altro lato, cosa non meno stupida. Appena avrete qualche chiarimento, vi sarò obbligato di farmelo sape­ re. A partire da venerdì prossimo, fino al 4 marzo, ecco il mio indirizzo: 41, rue Gambetta. St-Jean-de-Luz (Bsses- Pyrées). Affettuosamente a voi

Maurice Ravel

4 Constantin Brailoiu (1893-1958), etnomusicologo e compositore, aveva fatto due anni di studi a Parigi appena prima della Grande Guerra. Nel 1929 fu decorato con la Legion d’onore. 5 Cfr. lettera 216 per la risposta di Ravel. [214] 1 Fondata nel 1922, la Société Internationale de musique contemporaine orga­ nizzava festival annuali che presentavano un ricco panorama di musica moderna europea e americana. Malgrado le sue critiche sulla S.I.M.C., Ravel non si dimise e fece parte della giuria nel dicembre 1928 a Ginevra. [213]

211

Ravel

215. A Michel-Dimitri Calvocoressi St Jean de Luz

27/2/23

Caro amico, Scusatemi se vi rispondo così tardi: sono stato tanto occupato negli ultimi 2 mesi - installazione del riscaldamento a Montfort, tinteggiatu ­ ra, ritocchi, andare e venire - che ho approfittato di un concerto a Pau per venire a rimettermi in sesto qui per una settimana. E possibile che, più tardi, possa occuparmi se non di un trattato, almeno di scrivere delle annotazioni sull’orchestrazione1. Per il momen­ to, non ho al riguardo nessuna idea. Nell’attesa, prendo nota della pro­ posta dell’editore2. Ci vedremo presto a Londra, spero. Devo arrivarci il 12 - di ritorno dall’Italia. Il mio rispettoso saluto alla signora Calvoco­ ressi e molto cordialmente il vostro

Maurice Ravel

216. A Dumitru Kiriac-Georgescu Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 13/3/23

Mio caro amico, È stata per me una grande gioia ricevere la tua lettera proprio mentre stavo per lasciare St-Jean-de-Luz, dove ero venuto a trascorrere una settimana. Questa partenza è stata il motivo per cui non ti ho risposto subito. Dovevo trascorrere due giorni a Parigi; come sempre, ci sono [215]

1 Rimane una sola di queste note: «Sfumature, accenti, punti, legature, possono e devono sovente essere diversi nella trascrizione orchestrale. - non vuol dire »>.

[L’autografo è nella collezione privata della signora Taverne.]

Conversando, Georges Auric ci ha riferito che intorno al 1925 gli chiese di assisterlo per un volumetto sull’orchestrazione. A differenza del trattato di Rimskij-Korsakov, illustrato da passaggi presi a prestito dalle proprie opere, Ravel voleva presentare una serie di esempi commentati ricavati dalle sue composizioni e mostrare come non orchestrare sottolineando i passaggi maldestri! Questo progetto non si realizzò mai, così come un altro al quale Ravel pensava nello stesso periodo: un volumetto che spiegasse le sue relazioni con Debussy. 2 L’editore interessato era la Oxford University Press.

212

Lettere

rimasto più di una settimana, senza fare niente se non cercare di dimen­ ticare una depressione che non vuole più andarsene. Da più di un anno, del resto, non ho prodotto più nulla, e non ho alcuna ragione di credere che il desiderio di rimettermi al lavoro mi ritorni mai più. Allora, come un giovane Inglese del 1830, viaggio - è tutto qui, quel che ho di romantico - e non cambia nulla. Verrai a Parigi tra qualche tempo? Se sì, avvisami prima. Forse un giorno verrò io a Bucarest1. Presto vi sarò rappresentato attraverso La Valse che Morin*2 deve dirigervi prossimamente. Non restiamo più così a lungo senza darci reciproche notizie. Vuoi esprimere a Constantin Brailoiu tutta la mia simpatia, e dirgli che ho Pintenzione di scrivergli uno di questi giorni? A presto e con profondo affetto il tuo

Maurice Ravel

217. Ravel, Roussel, Caplet e Roland-Manuel all’editore de «Le Courrier Musical»1 [ca marzo 1923]

I musicisti che hanno seguito con simpatia, fin dall’anno scorso, gli sforzi di Jean Wiener, sono stati spiacevolmente sorpresi da un articolo che hanno letto su «Lè Courrier musical» del 1° gennaio 1923, recante la firma di Louis Vuillemin2. I sottoscritti non hanno né il diritto né il desiderio d’immischiarsi in una disputa personale tra i sigg.i Vuillemin e Wiéner. Tuttavia, scriven­ do che certe persone gli hanno testimoniato la loro approvazione, Louis Vuillemin mette alcuni dei suoi amici nella condizione di dovere a loro volta scrivere che non la pensano affatto come lui circa i pretesi «concerts métèques»3.

1 Ravel si recò a Bucarest nel 1932, nel corso di una tournée con Marguerite Long. 2 Si tratta senza dubbio del direttore d’orchestra Henri Morin, che aveva studiato direzione con Arthur Nikisch e composizione con Vincent d’Indy, effettuando poi numerose tournée!. [217] 1 Questa lettera fu pubblicata su «Le Courrier musical», 25 (1° aprile 1923), p. 123, con una risposta di Louis Vuillemin. 2 In quell’articolo, intitolato Concerti meteci, senza citare con precisione nessuno, Vuillemin attaccava violentemente questi concerti organizzati a Parigi da «dadaisti della musica», sostenuti nei loro «intrallazzi» da «creduloni cosmopoliti». I suoi commenti si ispirano allo stesso sciovinismo e alla stessa xenofobia che Ravel aveva denunciato nella sua lettera alla Lega nazionale per la difesa della musica francese. 3 Nel significato di stranieri, alieni, in senso spregiativo. [N.d.T.] [216]

213

Ravel

L’indipendenza e l’imparzialità di Vuillemin sono a costoro così ben note, che essi sono convinti che in questa circostanza è stata carpita la buona fede dell’eminente critico. In ogni caso, si dichiarano felici di aver potuto ascoltare, grazie a Jean Wiéner, il Pierrot lunaire, di Arnold Scho­ enberg e una serie di nuove opere, francesi o straniere, di cui si possono discutere le tendenze, non certo l’interesse4. Essi approfittano dell’occasione per esprimere il desiderio che il patriottismo si smarrisca un po’ meno su di un terreno dove non ha nulla da guadagnare, ma tutto da perdere5. Maurice Ravel, Albert Roussel, André Caplet, Roland-Manuel

218. A Hélène Jourdan-Morhange 14 Holland Park London, W. 11.1

16/4/23 Cara amica, I miei momenti di tempo libero, a Londra, mi permettono d’inviarvi ancora più cartoline, soprattutto oggi, che devo pranzare all’ambasciata all’ 1 e 1/2. Stanotte ho potuto finalmente dormire - 10 ore - Il sonno cominciava a mancarmi. Ma Mère L'Oye e La Valse sono andate bene, l’altro ieri. Secondo i giornali io sono, se non un grande, almeno un buon diret-

4 Jean Wiéner (1896-1982), compositore, pianista e impresario, diede nel corso della sua lunga carriera più di duemila concerti di musica jazzistica, classica e popolare con il suo collega Clement Doucet. Jean Wiéner era solito definire i suoi Concerts «insalate», perché si sforzava di mescolarvi i generi più disparati. Il primo concerto, nel dicembre 1921, presentava opere di Milhaud e di Stravinsky, precedute dalforchestra jazz di Billy Arnold. Dopo il concerto, Ravel andò dietro le quinte a congratularsi calorosamente con Wiéner. 5 Nella sua goffa risposta, Vuillemin attaccava Pierrot lunaire, pur riconoscendo l’importanza della musica austro-tedesca fino a Wagner. [218] 1 Durante i suoi soggiorni a Londra negli anni Venti e Trenta, Ravel era sovente ospitato nell’elegante dimora di Charles Copeley Harding e di sua moglie. La signora Harding (soprano che cantava con lo pseudonimo di Louise Alvar) era nata in Svezia e morì a Londra nel 1966 all’età di ottantadue anni. Nel 1926 diede alcuni concerti in Scandinavia in compagnia di Ravel. Nel loro salotto Ravel incontrò numerosi eccezio­ nali artisti, tra cui Hugo von Hofmannsthal, Joseph Conrad e Paul Valéry, così come numerosi musicisti inglesi.

[217]

214

Lettere

tore d’orchestra. Non mi aspettavo tanto2... Il tempo è imbronciato, qui non più che a Roma. Beninteso, per 1’8 maggio va sempre bene. E la signora Alvar vi ringrazia dei vostri saluti, e vi invia i suoi in contraccambio. Un cordiale saluto dal vostro

Maurice Ravel3

219. A Désiré Defauw1 14, Holland Park, London, W. 11.

17/4/23

Caro signore, La busta qui acclusa vi spiegherà come abbia fatto la vostra gentile lettera a impiegare 10 giorni per essermi recapitata. Penso che non abbiate atteso la mia risposta per stilare il vostro programma 2 . Se così non è, posso consigliarvi: 1 ° la Sonate pour violon et violoncello se, beninteso, avete dei musicisti che l’abbiano già studiata, perché que­ st’opera, l’ultima da me scritta finora, è molto diffìcile. 2° O il Quatuor à cordes o il Trio (pianoforte, violino, violoncello), senza la partecipazione dell’autore, che sarebbe assolutamente incapace di eseguire la parte del pianoforte.

2 Forse un’allusione a una recensione non firmata pubblicata sul «Times» del 16 aprile: «Maurice Ravel ha naturalmente ricevuto un’accoglienza tra le più cordiali. Dopo la morte di Debussy, egli rappresenta per i musicisti inglesi la corrente più vigorosa della musica francese... La sua bacchetta non è quella magica del direttore virtuoso. Si accontenta di battere il tempo e di fare attenzione, mettendo ogni cosa al suo posto. L’orchestra ha fatto del suo meglio, non perché fosse affascinata da Ravel, ma perché questi ha indicato molto chiaramente ciò che voleva che ogni musicista suonasse, come e in quale momento. Ma mère l’Oye non è mai parsa tanto semplice e infantile; l’introduzione de La Valse, con i suoi frammenti fugaci di ritmi di valzer ai fagotti e agli strumenti gravi, era di un’insolita chiarezza, e i due brani sono stati per noi un piacere immenso». 3 L’autografo di questa lettera è riprodotto in Rollo H. Meyers, Ravel, London, G. Duckworth I960, pp. 64-5. [219] 1 Violinista, direttore d’orchestra e impresario belga (1885-1960). 2 Defauw stava preparando un concerto dedicato alla musica cameristica di Ravel, concerto che ebbe luogo a Bruxelles al Théàtre du Marais il 26 aprile 1923.

[218]

215

Ravel

Con una cantante che potrei accompagnare, e qualche brano per pianoforte, che io suonerei malissimo, il programma sarebbe completo, mi pare3. Penso di trovarmi a Bruxelles verso il 24. Fino a quel momento, resterò a Londra, dove potrete scrivermi, se avete bisogno di nuove informazioni. Credete, caro signore, alFespressione dei miei sentimenti più distinti.

Maurice Ravel

220. Rudolph Mayer

a

Maurice Ravel Daniel Mayer Company Ltd. Grafton House, Golden Square Piccadilly, London, W.l. 12 giugno 1923

Caro signor Ravel1 Da quando vi ho incontrato a Parigi, due anni fa ormai, non ho più avuto il piacere di rivedervi. La ragione per cui vi scrivo è che sono convinto di avere buone possibilità di farvi ottenere un contratto di prima classe in America come direttore, per dirigervi le grandi orche­ stre2. Sarei lieto di sapere il più presto possibile se questa proposta è di vostro interesse, quale periodo sarebbe per voi il migliore, e quali sareb­ bero le vostre condizioni (essendo naturalmente queste ultime vincolate

[219]

3 II programma comprendeva il Quatuor à cordes (eseguito da Désiré Defauw e da Waersegers, Miry e Doelsaerd), Shéhérazade (cantata dalla signora Deiacre accompagna­ ta da Ravel) e \'Introduction et Allégro diretta dal compositore (signorina G. Mason, arpa, Borlée, flauto, Adam, clarinetto, e lo stesso quartetto d’archi). Ravel suonò inoltre la Pavane pour une infante défunte, La vallèe des cloches e il Menuet dal Tombeau de Couperin, e la Sonatine, Malgrado Ravel sottolineasse la sua mediocrità come pianista, fece sul critico dell’«Indipendance belge», Ernest Closson, una favorevole impressione: «Il suo stile è esattamente come ce lo immaginavamo, preciso, discreto, finissimo, d’una straordinaria distinzione, tale da sfiorare talvolta il preziosismo. Il pubblico ha applau­ dito affascinato gli interpreti, ma ha tributato una vera ovazione al compositore, la cui persona minuta, l’amabilità sorridente e forse un poco ironica, evocano mirabilmente anch’esse la sua arte raffinata» (Chronique musicale, M. Maurice Ravel au Marais, «L’Indépendance belge», 28 aprile 1923, articolo firmato E.C.). 1 L’originale di questa lettera è stato scritto in inglese. 2 Ravel ricevette diverse proposte di questo genere nel 1923. In una risposta indirizzata a Elie Robert Schmitz il 14 marzo, scriveva tra l’altro:« Mi scuserete se esito: non ho ancora perso la speranza di rimettermi al lavoro e per quanto il successo mi

216

Lettere

alla mia autorizzazione). Se mi vorrete rispondere immediatamente, potrò mettermi subito all’opera e sarò presto in grado di darvi informazioni definitive. Cordiali saluti, Sinceramente vostro, Daniel Mayer Company, ldt. Rudolph Mayer

221. A Edouard Mignan1 Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 20/6/23

Mio caro collega, Troverete qui accluso il bollettino di certificazione compilato*2, e scuse­ rete le bizze della mia penna stilografica, a cui ho rimediato come ho potuto. Ho ricevuto, e ve ne ringrazio vivamente, copia della vostra “rapso­ dia” che ho trovato davvero affascinante, per quanto me lo abbia consen­ tito una lettura approssimativa3. Vi dirò che ho rilevato anche un aspetto paradossale nel modo in cui avete prodigato scale a toni interi intorno al tema dell’unico compositore contemporaneo che, per l’appunto, non le ha mai utilizzate4.

lusinghi, non mi sembra valga la pena di perdere 3 o 4 mesi. Non mancherete di attirare la mia attenzione su di un altro aspetto della questione [il compenso], e qui sono d’accordo con voi. Ma da questo punto di vista, non mi potrete biasimare se valuto con attenzione i vantaggi prima di darvi una risposta definitiva. «Vi prometto di darvela molto presto. All’inizio della prossima settimana trascorrerò 2 giorni a Parigi per quest’unico motivo». Ravel alla fine rifiutò tutte queste proposte. La sua unica tournée concertistica in Nord America ebbe luogo nel 1928. [221] 1 Mignan (1884-1969), compositore e organista, aveva studiato al Conservatorio con Paul Vidal (composizione) e Charles-Marie Widor (organo). Nel 1923, compose una Rapsodie per arpa cromatica basata sul tema iniziale del minuetto della Sonatine di Ravel. Pubblicato a Parigi da Everte e Schaeffer, il brano era destinato al concorso del Conservatorio. 2 In quanto autore della Sonatine Ravel doveva firmare il bollettino di certificazione dell’opera con Mignan. 3 Ravel soffriva d’una dolorosa infiammazione al piede. 4 Dopo un’infatuazione giovanile per la scala a toni interi (presente nell’ouverture di Shéhérazade e in Si mome!). Ravel non vi ricorse praticamente più.

217

Ravel

Non vogliate vedere, vi prego, alcuna acrimonia in questa constatazio­ ne, che vi divertirà, credo, come ha divertito me, e credete, caro collega, ai miei migliori sentimenti di simpatia artistica. Maurice Ravel

222. A Manuel

de

Falla Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 26/6/23

Caro Falla, Come ho scritto alla Principessa di Polignac, mi è stato davvero impos­ sibile, benché fino all’ultimo momento l’abbia sperato, venire ad ascol­ tare la vostra opera ieri sera1. Spero che vorrete scusarmi, e che non ripartirete senza incontrarmi. Fino a sabato non potrò certamente muo­ vermi di qui. Non potreste, uno di questi giorni, venire a dividere con me un pranzo che la cattiva stagione non potrà che rendere frugale? Prego la principessa di accompagnarvi. Se non potesse, e la vostra mac­ china fosse in riparazione, non avete che da prendere il treno delle 9 e 13 (consultate l’orario) alla stazione degli Invalides, e poi, alla stazione di Montfort, l’autobus che vi condurrà in città. Dunque, ci rivedremo prestissimo, non è vero? e molto affettuosamente a voi

Maurice Ravel*2

[222]

1 La commedia per marionette di de Falla, El Retablo de maese Pedro (Il Teatrino di mastro Pietro) era stata commissionata dalla principessa Edmond de Polignac; la prima rappresentazione fu data nel suo salotto il 25 giugno, sotto la direzione di Vladimir Golschmann. 2 In un appunto datato 1 luglio 1923, de Falla si diceva dispiaciuto di non poter incontrare Ravel, sperando di vederlo presto «qui o a Granada^ dove anch’io potrò offrivi un pasto frugale e la mia affettuosa amicizia».

218

Lettere

223. A Igor Stravinsky Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 26/6/23

Caro Igor, Come sono belle, le vostre Noces\ E come rimpiango di non averle ascoltate - e viste - più spesso! Ma pare che abbia già commesso una grossa imprudenza a venire P altra sera: il mio piede si è considerevol­ mente gonfiato e ho dovuto tornare qui per metterlo di nuovo a riposo, almeno fino a domenica1. Grazie, vecchio mio, e molto affettuosamente vostro

Maurice Ravel

224. Igor Stravinsky a Maurice Ravel «Les Rochers» Biarritz

14/VII/23

Mio caro Ravel, La vostra bella lettera mi ha commosso e sono anche lietissimo che le mie Noces... vi siano piaciute tanto. Peccato che non le abbiate ascoltate anche i primi giorni quando sono state eseguite così bene. Come va ora con il piede? Sareste davvero gentile se voleste darmi notizie e scrivere (in generale) un po’ più spesso al vostro vecchio amico

K

[223]

Igor Strawinsky* Vi

1 In un’altra lettera del 26 giugno, Ravel scriveva a Roland-Manuel: «Ho sentito Noces giovedì scorso, drogato da Desjardins che mi aveva anestetizzato il piede con la cocaina. Avevate ragione: è un’opera splendida. Credo addirittura che sia finora il capolavoro di Strawinsky, e il suo allestimento uno dei capolavori della stagione russa. Vi devo dei ringraziamenti: senza la vostra insistenza forse avrei mancato questa grande gioia».

219

Ravel

225. A Piero Coppola1 Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.)

4/8/23

Caro signore e amico. Sono commosso dal vostro gentile pensiero di dedicarmi una di queste mélodies che, in effetti, mi erano piaciute molto* 2. Forse avrò il piacere di venirvi a ringraziare direttamente se, come spero, mi recherò a Parigi lunedì o martedì. Dopo un anno e mezzo d’inattività, stavo per rimettermi al lavoro; uno stupido incidente me lo ha impedito: due dita schiacciate dalla sforbiciata di una sedia pieghevole, quasi tre settimane fa. Soltanto oggi il medico ha potuto rassicurarmi: alla mano sinistra i tessuti si riforma­ no; e il dito medio, sempre senza sensibilità, dà finalmente qualche speranza. Nell’attesa del piacere di rivedervi, se non a Parigi almeno a Londra in ottobre, vi prego di credere ai miei sentimenti più cordiali.

226. A Jacques Durand1 Saint-J ean-de-Luz

8/9/23

Sonia Pavlow, dell’Opéra-Comique, mi ha chiesto di scrivere per lei un balletto, su scenografia di Henri Malherbe2; se non ne avessi il tempo, ed è precisamente questo il caso, vorrebbe che cercassi di adattare qualcuna

1 Direttore d’orchestra e compositore italiano ( 1888-1971) che lavorò a Parigi negli anni Venti e Trenta. (Cfr. anche, in appendice al volume, Interpretazioni storiche). 2 I Dix poèmes arabes di Coppola per voce e pianoforte erano tratti dal Jardin des caresses di Franz Toussaint. Furono pubblicati in due raccolte di cinque mélodies ciascuna, dedicate rispettivamente a Ravel e a Henry Prunières. Queste brevi mélodies ricordano a tratti la sensualità orientale presente in Shéhérazade di Ravel. [226] 1 II testo di questa lettera è praticamente completo, eccezion fatta per le formule introduttive e conclusive. Una sessantina di lettere di Ravel a Jacques Durand, che si trovavano negli archivi di Durand & C,e, 4, place de la Madeleine, Parigi, dove le ho consultate nel 1966, sono nel frattempo andate perse e non è stato ancora possibile ritrovarle. 2 Senza dubbio il critico musicale del «Temps». (Cfr. lettera 172, nota 2.)

[225]

220

Lettere

delle mie opere spagnole al libretto (il soggetto è ispirato alla Pavane pour une infante défunte), Credo di aver trovato il modo, componendo non più di dieci battute nuove, di fare questo lavoretto alla Diaghilew nel quale si troverebbero riunite la Pavane^ l’Alborada e la Rapsodie espagnole. Beninteso, quest podrida0 non sarà pubblicata, e penso che non ci vedrete nulla di sconveniente. Aspetto dunque la vostra autorizzazione per cominciare (e terminare, non sarà una cosa lunga) questo mosaico casigliano* 4.

227. A Marcelle Gerar1 Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.)

25/11/23

Signora, Le informazioni sul vostro rimarchevole talento, ricevute da Roland Manuel e da molti altri, mi faranno rimpiangere vivamente, credetelo davvero, di non poter assistere al vostro concerto del 6 dicembre2. Tut­ tavia, poiché non ho potuto produrre nulla da due anni, ho deciso di non lasciare Montfort per tutto Finverno. Con i miei vivi ringraziamenti, e tutte le mie scuse, vi prego di gradi­ re, signora, Fomaggio dei miei sentimenti di rispetto

Maurice Ravel

3 Pot-pourri, in spagnolo. 4 II manoscritto di quest’opera era quasi sconosciuto fino al 1977, quando fu acquistato da un collezionista privato a Parigi. Il balletto è intitolato Le Portrait de l’infante e l’azione si svolge a Madrid intorno al 1670. La partitura comprende venticinque pagine, di cui undici per pianoforte di mano del solo Ravel, le restanti composte di estratti dalle partiture a stampa delle opere citare. Sembra che questo balletto non sia mai stato rappresentato. [227] 1 II soprano lirico Marcelle Gerar (1891-1970), il cui pseudonimo anagrammava parzialmente il vero nome, Regerau, fu per lunghi anni insegnante di canto e di pedagogia vocale all’Ecole normale di Parigi. Dopo aver debuttato a Parigi nel 1921, si dedicò all’interpretazione della mélodie francese contemporanea. Negli anni Venti, fece con Ravel tournées in Inghilterra, in Spagna e in tutta la Francia. Oltre a Ravel, le dedicarono opere vocali numerosi compositori, tra cui Honegger, Jacques Ibert, Milhaud, Roussel e Schmitt. 2 Questo programma interamente dedicato a Ravel era eseguito, oltre che da Marcelle Gerar, da molti altri artisti, tra cui Jane Bathori, il pianista Henri Gil-Marchex e il quartetto Vandelle. I commenti alle opere erano di Roland-Manuel. [226]

221

Ravel

228. A Georges Jean-Aubry Montfort l’Amaury

13/12/23

Mio caro amico, Immerso nel lavoro1, sono così poco parigino da ignorare se in questo momento vi troviate a Londra. Se sì, vi pregherò di scusarmi con W.A. Chevery di cui possiedo una lettera, datata alla fine di ottobre (epoca per me molto movimentata)* 2, dove mi chiede un parere sulla Nouvelle formule di Safonoff3. Da che ho ricevuto quest’opera, non ho avuto il tempo di esaminarla abbastanza attentamente, e mi pare che lo meriti. Ora che sto lavorando, e mi esercito anche al pianoforte, potrò occuparmene. Che risultato se diventassi un grande virtuoso grazie a questo metodo! Sfortunatamente, sono le mie dita a non funzionare troppo bene. Sarebbe possibile ricevere le Nocesì E poi molte altre cose: non ho il Boeufsu le toit4 né le Promenades di Poulenc5, né altre opere senza dubbio interessanti ma che ignoro se siano state pubblicate. Cercate di saperlo. Da qualche tempo la partitura di Carrosse... è all’Op[éra] Com[ique]6. La prossima volta che andrò a Parigi, passerò a chiedere che ne pensano. Volete farmi sapere se la signora Alvar si troverà a Londra verso Xmas? Ho una cosetta da darle e non vorrei che andasse perduta. Mi risponderete presto, non è vero? e molto cordialmente a voi,

Maurice Ravel

[228]

1 Nel gennaio 1924 Ravel terminò una versione orchestrale della melodia popolare ebraica Mejerke mein Suhn, che aveva composto nel 1910, e di Ronsard à son fane. 2 Ravel, impegnato in concerti ad Amsterdam e Londra, aveva lasciato accumulare la sua corrispondenza. 3 Vasily I. Safonov (1852-1918), direttore d’orchestra, pianista e insegnante russo, aveva studiato con Leszetycki. Josef Lhevinne e Aleksandr Skrjabin furono suoi allievi. Il suo metodo per pianoforte, Novaia formula (Mosca, 1916), fu pubblicato anche in inglese (A Nezv Formula for the Piano Teacher and Piano Studente London, 1916), e in tedesco (Neue Formein fur das Klavier-Spiel, Mainz, 1931). 4 Balletto di Darius Milhaud su soggetto di Jean Cocteau. 5 Suite di dieci brevi brani per pianoforte composti nel 1921 e pubblicati nel 1923. 6 La Carrosse du Saint-Sacrement, opera in un atto di Lord Berners, tratta da una commedia di Prosper Mérimée, rappresentata per la prima volta al Theatre des ChampsElysées nel 1924.

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Lettere

229. A Manuel de Falla Le Belvédère Montfort l’Amaury 11/1/24

Mio caro amico, Avrei dovuto scrivervi ben prima di ricevere i vostri auguri. Per farlo, attendevo novità dall’Associacio de Musica da Camera di Barcellona, con la quale sono in contatto da qualche settimana a proposito di un concer­ to la cui data era stata dapprima fissata al 24 febbraio, ma che avrei desiderato posticipare di qualche giorno. Un telegramma ricevuto in questo istante mi informa che il concerto è stato rinviato al 27 febbraio. Sarei lietissimo se voi poteste combinare qualcosa a Madrid verso quest’epoca; il più vicino possibile a questa data, perché se la Spagna è il paese che desidero conoscere più ardentemente, e in particolare la città alla quale devo tanto1 (non sto mostrando alcuna riconoscenza per lei, in questo momento), preferisco attendere giorni più favorevoli per trattenermici. A partire dal 15 febbraio, sono a zonzo: Londra, Bruxelles, ecc. Ho subito accettato la proposta di Barcellona perché cadeva nel periodo che avevo destinato al riposo. Pensavo di terminare la mia Sonate pour v[io]lon et piano verso i primi giorni di febbraio. L’ho appena abbandonata. La parentesi di prima ve ne dà la ragione principale: sono pienamente rica­ duto nella depressione. La sola cosa che posso fare è mettere in musica un epitaffio di Ronsard, rispondente al mio stato d’animo. Prunières ne sarà comunque lietissimo, perché gli avevo dato speranze solo molto deboli di collaborare al suo numero di Ronsard1, Ma avevo promesso a Londra la la esecuzione della mia Sonate \ Attendo con impazienza vostre notizie, mio caro amico, e vi mando ogni affettuoso pensiero del vostro

Maurice Ravel

E anche tutti i miei auguri, non meno affettuosi, benché tardivi.

itr [229]

1 La madre di Ravel aveva trascorso la propria giovinezza a Madrid, dove aveva incontrato il suo futuro marito. 2 Questo numero della «Revue Musicale» (maggio 1924) celebrava il quattrocen­ tesimo anno dalla nascita del poeta. Tra gli altri compositori che parteciparono a quest’omaggio vi erano Louis Aubert, André Caplet, Maurice Delage, Paul Dukas, Arthur Honegger, Roland-Manuel e Albert Roussel.

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Ravel

230. A Robert Casadesus Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 24/1/24

Mio caro amico, Scusatemi prima di tutto per il disordine di questa lettera: Barcellona, Londra e Bruxelles si sono messe d’accordo per farmi diventare matto. Il 28 dicembre, circa l’abbandono di un progetto con Aeolian1 di cui, fortunatamente! non vi avevo ancora parlato, R. Mayer* 2 mi scriveva così: «Fino a che punto tutto questo influirà sull’arrivo di Casadesus che deve suonare qui il 16 febbraio? Se, in tal caso, non venisse, volete che scritturi Gil Marchex3?» Ho risposto affermativamente, e dal momento che qualche giorno dopo Mayer mi ha scritto che aveva scritturato Marchex, ne ho concluso che non potevate andare a Londra, cosa che non mi ha sorpreso, perché mi avevate detto qualche tempo prima che in quei giorni avreste dovuto trovarvi in Spagna, ed era inteso che alla fine della tournée avreste preso parte a un concerto di opere mie a Barcellona il 24. Aspettate, non è tutto: la data del 24 non mi entusiasmava. Per tro­ varmi a Barcellona in quel giorno, dovevo arrivarci direttamente da Bruxelles. Chiesi dunque che fosse posticipata, se possibile. Mi fu rispo­ sto che dipendeva dal vostro trio4. L’11 gennaio, telegramma: mi pro­ pongono il 27 febbraio, che accetto. Oggi, altro telegramma: «Impossi­ bile disporre trio Casadesus» e proposta di un altro trio e di date per le quali non sarò libero. Nel frattempo a Bruxelles Defauw5 corrispondeva con la sig.na Sander­ son67(e disgraziatamente con me!) per scompigliare le date dei concerti del Belgio e collocare il più tardi possibile quello in cui sarebbe stata eseguita la mia Sonate1, momentaneamente abbandonata per via di una crisi depressiva che tante distrazioni non sono riuscite ad allontanare.

[230]

1 Probabilmente una seduta di registrazione. 2 L’impresario inglese Rudolph Mayer. 3 II pianista Henri Gil-Marchex (1894-1970). (Cfr., in fondo al volume, l’Appendice B, Interpretazioni storiche.) 4 II Trio Casadesus, composto da Robert, suo zio Marius Casadesus (violino) e Maurice Maréchal (violoncello). 5 Désiré Defauw. (Cfr. lettera 219, nota 1.) 6 Un impresario belga. 7 La Sonate pour violon et piano, iniziata nel 1923 e terminata nel 1927.

224

Lettere

E su mio consiglio, Mayer ha appena fatto altrettanto e rimanda al 26 aprile avvisando Ritter-Ciampi8, Jelly d’Aranyi9 e Gil Marchex, che ora, beninteso, non si può certo mettere da parte. Mi spiegherete una parte dei misteri di Londra e di Barcellona, spero, il 30 gennaio. Io e Roland-Manuel ci siamo organizzati, l’altro ieri, per andare al concerto di Marcelle Gerar dopo aver ascoltato la vostra Sona­ te. Il cambiamento di programma che mi annunciate faciliterà molto questo progetto10. Dunque, a mercoledì, e molte cordialità, Maurice Ravel

231. A Marcelle Gerar Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 7/2/24

Cara signora, Roland-Manuel ha forse dimenticato la sua commissione1? Si era assun­ to l’incarico: 1° di mandarvi il manoscritto della melodie2. Ty di pregar­ vi, se vi fosse stato possibile, di venire a farla ascoltare al mio editore sabato, dalle 3 fino alle 4 e 1/2 al più tardi, perché lascia l’ufficio alle 5. Se non mi avete ancora scritto, non fatelo: avrò lasciato Montfort prima dell’arrivo del corriere postale. Ma vi chiederò o di telefonarmi da Jacques Durand da mezzogiorno all’l e 30 (Ségur, 73-54), oppure di mandarmi lì una lettera pneumatica (avenue Sully-Prudhomme, 5. Pa­ rigi. VIP), e, se non potete venire, di far depositare il manoscritto, di cui non ho copia, al negozio di place de la Madeleine.

8 II soprano Gabrielle Ritter-Ciampi, sostituita da Marcelle Gerar che interpretò quindi la prima esecuzione di Ronsard à son àme accompagnata da Ravel in occasione di un concerto a Londra il 26 aprile. 9 Violinista ungherese (1895-1966); dedicataria di Tzigane^ di cui interpretò la prima esecuzione a Londra accompagnata da Henri Gil-Marchex. 10 La sera del mercoledì 30 gennaio 1924, Ravel assistette a due concerti: ascoltò la prima opera eseguita alla S.M.I., la Sonate pour violoncello etpiano di Robert Casadesus, poi si recò al concerto di Marcelle Gerar, che cantava diverse sue mélodies. [231] 1 Roland-Manuel aveva comunicato il messaggio di Ravel a Marcelle Gerar in una lettera scritta il 5 febbraio. 2 Ronsard à son àme.

225

Ravel

Ravel, Maurice e Nelly Delage, e Suzanne Roland-Manuel nel 1923. (Fotografìa di Ro­ land-Manuel, Departement de Musique, Bibliothèque nationale)

Con Roland-Manuel a Lyons-la-Forèt nel 1923. (Collezione Claude Roland-Manuel)

226

Lettere

Evidentemente, interpretata dall’autore, la mélodie farà meno effet­ to... L’immaginazione dell’editore saprà supplirvi, spero. Con tutte le mie scuse per tanto disturbo, vogliate gradire, cara signo­ ra, l’omaggio della mia viva simpatia artistica. Maurice Ravel

232. A Cipa Godebski Le Belvédère Montfort TAmaury (S. & O.) 14/2/24

Mio vecchio amico, Ricevo una cartolina e buone notizie da Mimi [e]. Solamente, quella giovane sventata si è dimenticata di darmi il suo indirizzo. Sarete così gentile da mandarmelo voi. La depressione da qualche giorno se ne sta relativamente tranquilla; ma la Sonate non per questo va meglio. Perdio! Ce la farò in ogni modo! Può darsi che vada a Parigi lunedì. In questo caso, ci si potrebbe vedere dai Roland, la sera. Ecco alcuni biglietti per il concerto di Janine Weill. È una musicista deliziosa, che suona la Sonatine come vorrei suonarla io. E poi l’artico­ lazione del programma è molto intelligente1. A lunedì, forse. Affettuosamente a tutti, Maurice Ravel

[232]

*

1 La sera del venerdì 22 febbraio, Janine Weill ( 1903-1983) presentò un programma di opere classiche e moderne, suonando sia brani per pianoforte solo sia altra musica da camera, tra cui il Quintetto per pianoforte, oboe, clarinetto, corno e fagotto K. 452, di Mozart, la Sonatine pourflùte et piano op. 76 di Milhaud e la Rhapsodie op. 70, per pianoforte e quintetto di fiati di Joseph Jongen. Furono inoltre eseguiti diversi improvvisi di Schubert, così come la Sonatine, Jeux d’eau e Alborada del gracioso di RaveL

227

Ravel

233. A Mimie Godebska Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 28/2/24

Cara Mimie, Appena ricevuto il tuo biglietto, avevo scritto a tuo padre per avere il tuo indirizzo, che non mi hai dato (sai, ai miei tempi non c’erano “grandi alberghi” a Mégève). Beninteso, volevo risponderti subito. Ma mi ero rimesso a lavorare alla mia Sonate, abbandonata per via della depressione. Poiché continuavo a non riuscirci, ho preso il solito provvedimento: ho scritto a Londra che non ci facessero affidamento per il 26 aprile. Ora sarà Mayer a non poter dormire. Avresti potuto altrettanto bene venirti a curare al Belvédère: io sono bloccato dalla neve; al momento non so neppure come farò a ritornare tra poco in camera mia1. Il calorifero pare non farcela. Non è proprio il momento! Penso di andare a Parigi dopodomani, in slitta, certamente. So che ti stai rimettendo. Per forza, con quest’aria. Vai sullo slittino? E davvero splendido, soprattutto quando ci si dimentica di svoltare e si finisce a capofitto nella neve. Lo sci, che idiozia: me lo hanno proibito. Abbraccia Esther e Lidia per conto mio. Porta anche un saluto ai proprietari del “Mont Blanc”, se sono sempre gli stessi. E alla vecchia amica, tutto l’affetto del giovane maestro

Maurice Ravel

234. A Lucien Garban Le Belvédère Montfort l’Amauiy (S. & O.)

10/3/24

Caro amico, Sarete mille volte gentile se mi farete arrivare le Rapsodie ungheresi di Liszt il più presto possibile. Ne ho dimenticate diverse. Penso che siano uscite nell’edizione classica1.

1 La camera di Ravel era più bassa di un piano rispetto al resto della casa, e non era possibile accedervi se non passando dall’esterno. Per rimediare a questo inconveniente, Ravel fece in seguito costruire una scala che collegava la cucina alla camera. (Cfr. lettera 243.) [234] i Pubblicata da Durand. [233]

228

Lettere

E poi, fate arrivare la mia fotografia a “Menschen und Menschenwerke”, Wien IX, Porzellangasse 16, Sono 2 mesi che il Lexicon2 me la richiede, e che il fotografo di rue de Bourgogne3 me la promette. Con quella di Durand apparirò più giovane, tutto qui. A venerdì, probabilmente, nella salle Caveau {Le Roi David)4. Il po­ meriggio, non so dove né a che ora, verranno anche eseguite delle mèlodies di Roland[-Manuel]. Dovrebbe mandarmi un cenno al riguardo. Potete informarmi? Affettuosamente a entrambi,

Maurice Ravel

235. A Jelly d’Aranyi Le Belvédère Montfort l’Amaury

13/3/24

Cara signorina, Avreste occasione di venire a Parigi tra 2 o 3 settimane? Se sì, desidererei incontrarvi a proposito della Tzigane che sto scrivendo in particolare per voi1, che vi sarà dedicata, e che sostituirà nel programma di Londra la Sonate momentaneamente abbandonata. Questa Tzigane dev’essere un brano di grande virtuosismo. Certi pas­ saggi possono risultare d’effetto brillante a condizione che sia possibile eseguirli, cosa di cui non sempre sono certo. Se non c’è modo di fare altrimenti, ve li sottoporrò per corrisponden­ za. Evidentemente sarà meno comodo. Nell’attesa del piacere di rivedervi, almeno il 26 aprile, vi prego di credere, cara signorina, ai miei sentimenti di grande simpatia artistica.

Maurice Ravel

[234]

2 Enciclopedia, in tedesco. 3 Cioè Roland-Manuel. 4 La sera del venerdì 14 marzo Robert Siohan doveva dirigere Le Roi David di Honegger e il Requiem di Fauré. [235] 1 In un’intervista da lei accordataci, la moglie di Robert Casadesus ha ricordato una serata musicale privata data a Londra nel 1922, nel corso della quale Jelly d’Aranyi e Hans Kindler suonarono la Sonatepour violon et violoncello. Più tardi, la sera stessa, Ravel chiese alla violinista ungherese di suonare qualche melodia tzigana. Jelly d’Aranyi lo fece, e il compositore non smise di chiederle arie nuove, fino alle 5 del mattino; tutti, eccezion fatta per Ravel e la violinista, erano sfiniti. Fu dunque in quell’occasione che nacque la prima idea di Tzigane.

229

Ravel

236. A Roland-Manuel Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 25/3/24

Caro amico, Germaine Tailleferre]1 mi ricorda che devo scrivere a Ida Rubinstein a proposito del suo balletto* 2. Non sa che ho dimenticato di parlare del suo concerto a Koussevitsky3! Mi consolo nella speranza che la mia raccomandazione farà un mag­ giore effetto, per il fatto stesso di essere tardiva. Vorreste mettere voi l’indirizzo sulla busta, e imbucare la lettera? Quasi nulla di Tzigane è stato ancora scritto. Eppure sono persuaso che sarà finita a tempo. Affettuosamente,

Maurice Ravel

237. A Jean Jobert Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 14/4/24

Caro signore e amico, Dunque siamo d’accordo: io dirigerò a Madrid, il 5 maggio, “Sarabande” e “Danse”. Vogliate dunque avere la cortesia di far pervenire il materiale alla Sociedad Filarmonica de Madrid; Carretas, 27y 29. Madrid, il più presto possibile. L’orchestra e il suo direttore, Perez Casas, desiderano conservare que­ sti brani in repertorio, e vorrebbero conoscere le vostre condizioni.

[236]

1 Germaine Tailleferre (1892-1983) iniziò gli studi al Conservatorio nel 1904. Cocteau paragonò la sua musica alla pittura di Marie Laurencin, che si distingueva per il suo fascino e la sua eleganza. Germaine Tailleferre fu l’ultimo membro del gruppo dei Sei a morire. 2 Senza dubbio Le Marchand d’oiseaux, eseguito per la prima volta a Parigi dai Ballets suédois nel 1923. 3 Germaine Tailleferre interpretò la prima esecuzione del suo Concerto perpianoforte con Koussevitzky nel 1924.

230

Lettere

Non vi ho ancora ringraziato delle partiture che ho ricevuto. Scusate­ mi: mi spaventa quel dannato brano per violino, che deve essere suonato a Londra, e che non è ancora finito. Credete, caro signore e amico, al mio cordiale sentimento.

Maurice Ravel

238. A Lucien Garban 14, Holland Park London, W. 11.

24/4/24

Caro amico, Ho finalmente potuto arrivare a Londra lunedì sera, non senza fatica: nessun posto sul treno di mezzogiorno; battuto i pugni per averne uno sul treno delle 4; 1 ora e 1/2 di ritardo all’arrivo. Avevo previsto che non avrei potuto incontrare i vostri suoceri: fino all’ultimo momento ho lavorato e sono arrivato a Parigi, in auto, nella serata di domenica. Tra le altre cose, mi sono dimenticato di portare le bozze della mélodie'. A una prima occhiata, ci avevo trovato un errore grave: Gerar con un accento sulla e che avrebbe fatto trasalire la dedicataria. Probabilmente ce ne sono altri, fors’anche sfumature che definirò domani con l’inter­ prete. Fatemi mandare un’altra bozza a Madrid, all’attenzione della Sociedad Filarmonica de Madrid, Carretas, 27 y 29. Ci arriverò il 28 sera, direttamente da Londra. Affettuosamente a tutti e due Maurice Ravel

239. A Constantin Brailoiu 14, Holland Park London, W. 11. 25/4/24

Caro signore e amico, La vostra lettera pneumatica mi è arrivata Montfort dove stavo termi­ nando una rapsodia per violino & pianoforte: Tzigane, la cui prima esecuzione è annunciata qui per domani.

[238]

1 Ronsard à son àme.

231

Ravel

Pensavo di venirvi a trovare prima di partire alla volta dell’Inghilterra. Ma mi sono limitato a transitare per Parigi domenica mattina. Arrivato qui, ho continuato a lavorare (copia, correzioni, prove con la violinista); solamente oggi, alla vigilia del concerto, ho trovato qualche minuto per pregarvi di scusarmi, e dirvi tutto il mio dispiacere di non avervi potuto rivedere e parlare con voi del nostro amico Kiriac. Ritornerete presto a Parigi, vero? Io lascio Londra domenica prossima per andare direttamente in Spagna. Sarò di ritorno all’inizio di giugno, e ho intenzione di non lasciare Montfort l’Amaury per tutta l’estate, e di lavorarci. Sarò felice di ricevervi laggiù (stazione degl’Invalides, alle 9. Alla stazione di Montfort, prendere l’autobus per la città). Spero che vorrete farmi questo piacere e vi invio il mio più cordiale saluto Maurice Ravel

240. A Manuel de Falla Hotel de Paris Madrid 30/4/24

Caro amico, Sapete che sono a Madrid. Non ci dovete venire, in questi giorni? Vorrei venire a trovarvi, ma 22 ore di ferrovia sono davvero molte. Tanto più che il 18 devo essere a Barcellona e che, grazie a un ritardo di 3 ore, ho dovuto trascorrere 2 notti sul treno, del che sono ancora intontito. Vengo dalle prove de La Valse, e di “Sarabande” e “Danse” di Debus­ sy, che ho orchestrato. Fortunatamente, l’orchestra è composta di eccel­ lenti e gentilissimi musicisti; senza ciò non so come potrei cavarmela con le poche parole di spagnolo, d’italiano e di francese storpiato che riesco a mettere insieme. In albergo, questo sistema dà risultati disastrosi: quando chiedo carta da lettere mi portano del cioccolato. Alla fine le cose si aggiusteranno... Sono stato incaricato di portarvi una quantità di saluti gentili da parte di Coppeley-Harding1 e di Aubry, il quale del resto vi ha probabilmente scritto. Spero comunque di vedervi. Nell’attesa, trovate qui tutti i miei più affettuosi pensieri.

Maurice Ravel [240]

i Cfr. lettera 218, nota 1.

232

Lettere

241. A Robert Casadesus Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.)

18/6/24

Caro amico, Già da 8 giorni vi dovevo scrivere: uno dei miei più vecchi amici mi ha appena fatto avere una lettera che arriva da Tokyo. In essa il signor Mishio Ishimoto manifesta il desiderio di sua moglie, allieva dell’Accademia musicale di Tokyo, di venire in Francia per studiare pianoforte sia con voi sia con me. Voi mi sembrate molto più autorevole. Se accettate, volete rispondere direttamente al mio amico, al seguente indirizzo?: Conte Austin de Croze Avenue Mac-Mahon, 7 Parigi (XVIF) Ecco alcuni indirizzi di cantanti. Sono quasi certo che, sfortunatamente, la la sarà ad Aix-les-Bains, la 2a a St-Jean-de-Luz1. Molto cordialmente a voi.

Maurice Ravel Vi ho detto, F altra sera, che i Jeux d'eau (tra le altre cose) non erano mai stati suonati così bene* 2?

242. Manuel de Falla a Maurice Ravel Granada

il 7 luglio [1]924

Caro amico, Ernesto Halffter mi chiede una lettera di presentazione per voi, e io gliela mando con vivo piacere1. 1 Questi nomi e indirizzi erano scritti su di un foglio separato che è andato perduto. 2 L’11 giugno 1924, Robert Casadesus tenne nella Salle Pleyel un concerto interamente dedicato a Ravel che fu trasmesso alla radio. La critica salutò debitamente quest’impresa tecnologica. (Cfr. «Le Ménestrel», LXXXVI, 25» 20 giugno 1924, pp. 276-7.) [242] 1 Halffter (1905-1989) si rivelò in seguito il più importante allievo di de Falla. Su richiesta del proprio maestro, orchestrò gli accompagnamenti delle Siete cancionas populates espanolas e terminò in seguito Atldntida> imponente oratorio postumo al quale de Falla lavorò per gli ultimi diciott’anni della sua vita.

[241]

233

Ravel

Si tratta, come sapete, di un ragazzo che possiede per la musica doti davvero poco comuni. Nutre per voi la più grande ammirazione - cosa del resto assolutamente naturale; ma motivo ulteriore della mia simpatia per lui. Fategli buona accoglienza. Ha bisogno dei vostri consigli tanto pre­ ziosi. Coltivo grandi speranze nell’avvenire di Halffter, perché a parte i suoi doni naturali, ha la ferma volontà di farli fruttare il più possibile, svilup­ pandoli con seri studi. E anche il direttore della nuova orquestra Bética de camara,2 che abbia­ mo organizzato a Siviglia. Ve ne ho già parlato. Studiano la vostra splen­ dida Mère l’Oye con entusiasmo. Quanto mi è rincresciuto non avervi potuto incontrare durante il vostro soggiorno in Spagna, e quanto mi ha commosso la grande bontà che avete avuto per me in quell’occasione. Grazie di cuore, caro amico, con i miei sentimenti di amicizia più affettuosi. Vostro Manuel de Falla

243. A Georgette Marnold Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.)

29/8/24

Cara amica, le novità sono semplici: se non ingrasso, almeno ho smesso di dimagrire. Lavoro molto, e produco poco. E non rimpiango per nulla d’essermi proibito ogni vacanza, sapendo che dovunque piove come a Montfort, e credo, come in Normandia. E poi mi stanno demolendo la casa, e non è un lavoro pulito; la ricostruiranno, il che lo sarà ancora meno. Se il nome della vostra padrona di casa è stato storpiato, prendetevela con i timbri postali. Affettuosamente

Maurice Ravel



2 Questa formazione percorse tutta la Spagna per presentare al pubblico opere di Monteverdi, Alessandro Scarlatti e Haydn, accanto a quelle di Stravinsky, di Ravel e della scuola spagnola moderna.

234

Lettere

244. A Tivadar SzAntó Le Belvédère Montfort l’Amaury

27/9/24

Caro amico, Grazie per Taifunx che mi è arrivato or ora. Spero di trovare un attimo per esaminare con attenzione la vostra partitura: lascio il lavoro soltanto per mettere qualcosa nello stomaco, o per fare qualche chilometro nella foresta quando sento che la mia testa sta per andare in pezzi. Natural­ mente, non ho lasciato Montfort per tutta Testate. Se non ci vediamo prima, arrivederci al 15 ottobre, in salle Gaveau: la esecuzione di Tzigane alla S.M.I.* 2. Ve ne farò arrivare una copia. A tutti e due, il cordiale saluto del vostro Maurice Ravel

245. A Charles Koechlin Montfort l’Amaury

21/10/24

Caro amico, Sono ancora un po’ fiacco: esco ora da un’influenza che sembrava piut­ tosto grave e che è scomparsa all’improvviso. Questo mi ha comunque fatto perdere 4 giorni. E la mia fantasia lirica1, che è ben lontana dall’es­ sere terminata, deve essere composta per la fine dell’anno! È una preoc­ cupazione che non mi lascia, e non un’abile preparazione alla scusa: verrò comunque a Villers2 il 20, ma vi chiederò le informazioni che potranno farmi guadagnare il maggior tempo possibile.

1 Typhon, sottotitolato «Una tragedia giapponese in tre atti», è il titolo del libretto tedesco di Melchior Lengyel. L’opera era stata pubblicata dall’Universal Edition. 2 Gli interpreti erano due giovani artisti americani, il violinista Samuel Dushkin e il pianista Beveridge Webster. Maurice Ravel girava le pagine. In occasione di questo concerto, il pianoforte era munito di uno speciale dispositivo battezzato “luthéal”, che gli dava un timbro simile a quello del cimbalom ungherese o del clavicembalo. Era un’invenzione di Georges Cloetens, organato belga, brevettata nel 1919. Nel 1925 era già praticamente caduta in disuso. Ravel utilizzò per l’ultima volta questo effetto ne\\'Enfant et les Sortileges, ma proponendo un altro metodo per imitarne il timbro. [245] 1 LEnfant et les Sortilèges, 2 Koechlin possedeva una casa di campagna a Villers-sur-Mer, sulla costa normanna.

[244]

235

Ravel

A che ora avrà luogo il concerto? Naturalmente, le prove saranno inutili: Fournier3 suonerà la Sonate a memoria e Bathori conosce le mie mélodies meglio di me, visto che potrebbe cantarle accompagnandosi, cosa che io non saprei fare. A che ora ci sono treni? Se il concerto si terrà in mattinata, potrei ripartire subito dopo? Certo, ho letto l’articolo di J.R. Bloch: è uno sproloquio incoerente, non più stupido di tanti altri4. Alle orecchie dei critici non ho forse rappresentato a lungo l’esempio più perfetto dell’insensibilità e dell’ari­ dità? Ciò non ha mai avuto la minima importanza. E il successo che da qualche anno mi viene riconosciuto non ne ha certo di più. Grazie in anticipo per le informazioni, e molto affettuosamente a voi,

Maurice Ravel

246. A Marcelle Gerar

e alla sua famiglia

Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.)

[fine ottobre 1924]

Tutte le mie congratulazioni, cari amici, per l’arrivo del giovane Ariel1, che, ce lo auguriamo, non sarà un angioletto troppo birichino.2

FTR 3 La Sonate pour vìolon et violoncello fu eseguita dal violinista Robert Krettly e dal violoncellista Pierre Fournier, allora diciottenne. 4 L’articolo di Jean-Richard Bloch, Une insurrection contro la sensibilitécomparve su «Le Monde musical» (settembre 1924, pp. 303-4); Koechlin rispose il mese successivo pubblicando Au sujet de ^insurrection cantre la sensibilité et de Particle de M. J.-R. Bloch («Le Monde musical», ottobre 1924, pp. 323-4). Pur lodando la musica di Honegger, Bloch criticava Le Sacre du printemps di Stravinsky, osservando che ogni «amore, tenerezza, sogno poetico» era stato bandito dalla musica moderna. «Abbiamo assistito a una vera operazione chirurgica ai danni della sensibilità», scriveva. Koechlin respinse le critiche di Bloch su Stravinsky, indicando esempi di sensibilità nella musica contempo­ ranea e aggiungendo che Ravel «aveva saputo tradurre il romanticismo di Gaspard de la nuit con le qualità di un classico». [246] 1 II più giovane dei due figli di Marcelle Gerar, nato il 28 ottobre 1924. 2 Questo appunto è scritto su un biglietto di visita di Ravel.

[245]

236

Lettere

?A7. A Marcelle Gerar Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.)

21/11/24

Abbandonate anche quest’ultima speranza, cara amica. E vero che quel giorno dovrò venire a Parigi per lavorare a Tzigane con Pierné1, ma sarà con il treno delle 4. Come ho scritto al mio vecchio amico de Croze, per pranzare con voi dovrei partire alle 7; e non potete credere quanto siano importanti per me in questo momento 9 ore. Non verrò neppure allo Chàtelet domenica prossima. Non mi muo­ vo, o lo faccio rapidamente, come potete vedere; e non frequento nessu­ no se non le mie ranocchie, i miei negri, le mie pastorelle e altri insetti*2. A tutti, compreso il santo e il reprobo3, il cordiale saluto del vostro devoto Maurice Ravel

248. Alla signora de Saint-Marceaux Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 8/12/24

Cara signora e amica, L’Enfant et les Sortileges andrà in scena quest’inverno a Monte-Carlo; devo consegnare la partitura alla fine di questo mese... ed è ben lontana dall’essere finita. Non lascio più il mio lavoro. Ma poiché dirigo La Valse allo Chàtelet il 21 \ e il sabato ho le prove, potrò partire da Montfort soltanto la sera del giorno prima. Potrò dun­ que venire venerdì, certo non a cena: il treno arriva a Parigi soltanto alle 10 e 1/2; ma sarò a casa vostra verso le 11. Credete, cara signora e amica, a tutta la cordiale e rispettosa amicizia del vostro devoto Maurice Ravel 1 La prima esecuzione della versione orchestrale di Tzigane fu data da Jelly d’Aranyi e dall’orchestra Colonne diretta da Gabriel Pierné, il 30 novembre 1924. 2 Ravel si riferisce ai personaggi dell’Enfant. 3 Allusione ai due figli di Marcelle Gerar. [248] 1 Ravel divideva il podio con due vecchi amici, André Caplet e Gabriel Pierné. Caplet diresse il suo Miroir de Jésus poi, dopo La Valse, Pierné, alla testa dell’orchestra Colonne, interpretò La Damoiselle élue di Debussy e L’Apprenti sorrier di Dukas. [247]

237

Ravel

249. A Jacques Durand Hotel de Paris Monte-Carlo

16/3/25

Caro amico, Scusatemi se non vi ho ancora dato mie notizie: appena arrivato, mi sono trovato impegnato con le prove e anche, ahimè! con le correzioni - un errore a ogni nota Grazie a un’orchestra meravigliosa, che ama que­ st’opera, e a un direttore come non ne avevo ancora incontrati', questo garbuglio ha finito per districarsi: questa sera, prova generale. I ruoli sono interpretati molto bene. La sig.na Gaulet [Gauley] (l’Enfant) ha 6 anni, e una voce incantevole*2. Nessuno miagolerà il duo dei gatti meglio della sig.ra Dubois e di Warnery, che canta inoltre l’aria dell’Orologio alla perfezione. Scrivo a Colette con lo stesso giro di posta. A giovedì, credete entrambi a tutta l’amicizia del vostro

Maurice Ravel

250. A Colette

de Jouvenel

Hotel de Paris Monte-Carlo

16/3/25

Cara amica, Quando arrivate? Malgrado le condizioni disastrose del materiale - è colpa mia... tsk... tsk... -, siamo riusciti a decifrare le partiture, grazie a un’orchestra eccellente, e a un direttore davvero straordinario. Questa sera si prova all'italiana. La la è fissata al 21 (sabato prossi­ mo). L’orchestra, i cori, i solisti, le maschere, stavo per dimenticare Gunsbourg — sono entusiasti: è buon segno.

[249] 1 I] direttore d’orchestra e compositore italiano Victor de Sabata (1892-1967) diresse la prima rappresentazione deirZTwjfotf et les Sortilèges. (Cfr. Anteprima in A. Orenstein, a cura di, Ravel — Scritti e interviste cit., pp. 109-10). 2 II soprano Marie-Thérèse Gauley fu il primo interprete del ruolo dell’Enfant a Monte-Carlo e a Parigi (Opéra-Comique, 1° febbraio 1926).

238

Lettere

Venite presto: il vostro appartamento vi attende all’Hòtel de Paris dove il cibo è curato e indigesto * Se, prima di partire, vi fosse rimasto qualche momento libero, man­ date a Durand una seconda strofa per la celebre aria: “Toi, le cceur de la rose...”1 che attende soltanto voi per essere lanciata dai nostri editori. A presto. Tutta l’amicizia e la riconoscenza del vostro

Maurice Ravel

251. A Lucien Garban Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 20/4/25

Caro amico, L’opera commissionata dall’America... conto di mettermici al lavoro domani1. Fino a questo momento ho curato una colossale crisi di pigri­ zia. Mi sento invecchiato di 10 anni: è sempre così, dopo ogni periodo di lavoro intenso. Fortunatamente ho prodotto poco! Ho da fare a Parigi per tutta la giornata di sabato e ci verrò forse la vigilia, non so a che ora (dipenderà dal lavoro). In questo caso, passerò sia da Durand verso le 3, sia da voi in serata. Non vi propongo d’invitarmi a cena, perché non potrei essere a casa vostra prima delle 8. Tenete la partitura: dite che ci sono passaggi dubbi - più di quanti possiate credere! In ogni caso, a sabato. Affettuosamente a tutti e tre

Maurice Ravel

252. A Lucien Garban Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 1/5/25

Caro amico, Ho appena finito di dare un’occhiata agli “estratti”1... Diavolo, risen­ tono della fretta: i L’aria dell’Enfant (partitura per canto e pianoforte Durand, p. 50). 1 Le future Chansons madécasses, commissionate da Elizabeth Sprague Coolidge. (Cfr. lettera 259, nota 1.) [252] 1 Da L’Enfant et les Sortilèges.

[250] [251]

239

Ravel

I. L’Orologio-, nessun pericolo di sbagliarsi circa il diesis dimenticato v nella partitura. Qui, c’è un superbo bequadro. II: Il Fuoco-, alla quintultima battuta, l’accordo è scomparso: eppure non è una collana di perle! III. I Pastori-, quando un contralto vedrà quel che gli si chiede di fare dalla la battuta, è sicuro che cadrà per terra. 2°: alla penultima battuta la nota che ci vuole è un re, non un mi

fl-a —

J-

A---------- dieu!

IV. Rag-, «per mezzo-soprano o tenore»... In effetti, nulla indica che non sia per 2 mezzosoprani o 2 tenori. E poi, è sfalsata la la battuta all’ultima riga della pagina 3. V. L’Enfant: più legature dalla 6a battuta. Non sarà un’omissione grave fino a quando una cantante asfittica si riterrà per questo autorizza­ ta a respirare a ogni nota. Accludo una ricevuta che vi prego di consegnare a Chi-di-dovere. E poi, non ho più una sola partitura. Me ne avevano date 3? 1 per mio fratello, 1 alla sig.ra Casella: dovrebbe restarmene una. Forse l’ho rega­ lata a un povero, per sbadataggine. Ho cominciato a lavorare utilmente solo oggi: era ora! Affettuosamente a tutti e tre; e il mio rispettoso saluto alla signora Varlez2, se è ancora da voi.

Maurice Ravel

253. A Georges Jean-Aubry Hotel d’Athènes 21, tue d’At[hènes]

23/5/25

Caro amico, Scrivo alla sig.ra Alvar (alla buona e un po’ in ritardo) per annunciarle il mio arrivo a Londra (ricevimento della sig.ra Coolidge) e chiederle ospitalità. Se non fosse a Londra, vorreste avvisarmi a stretto giro di posta? Bathori mi ha proposto di dare un concerto durante il nostro soggior­ no (in casa di privati, naturalmente, per via di Mayer). Credete che sarà possibile? (252]

2 La suocera di Garban.

240

Lettere

Faccio conto su una vostra risposta rapida (alla la domanda) conto di partire mercoledì mattina. Grazie in anticipo e affettuosamente Maurice Ravel

254. A Michel-Dimitri Calvocoressi Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 31/7/25

Caro amico, Una, due, tre risposte che vi devo. Quest’ultima sarà tanto più “conse­ guente” dal momento che non ve la devo. Procediamo per ordine: 1° 9/1/25: A quell’epoca, dormivo da 3 a 5 ore per notte, più (o meno) una notte bianca per settimana. Sono andato avanti così per 3 mesi. Questa prima lettera ha dunque seguito la sorte delle altre. Le leggevo con un’occhio, con l’altro rivolto alla mia orchestrazione, con il rischio di contrarre uno strabismo divergente. Ho ancora intenzione di rispondere a Georges Marchand, se abita sempre allo stesso indirizzo: 2, rue du Gros Murger (è proprio così? Sarebbe dunque morto di un’indi­ gestione quest’autore famelico1?) 2° 1/5/25: ero a Parigi, impegnato con le prove della Chanson madécasse che si doveva eseguire a Londra qualche giorno dopo*2. Dovreste aver saputo che la faccenda di cui mi parlavate non ha potuto accomo­ darsi. 3° telegramma (?)/5/25- Dopo aver ricevuto il mio non siete venuto ad aspettarmi alla gare du Nord? Quel mattino, proprio al momento di andarci, mi sono accorto che il mio passaporto era scaduto. Sono corso agli “Affari Esteri”; un segretario mi ha accompagnato in Prefettura, e tutto è stato sistemato in un quarto d’ora. Ma avevo perso il treno, e sono partito soltanto nel pomeriggio. Facevo conto di scusarmi da Lon-

[254]

1 Calvocoressi ricorda che il francese Marchand era un giovane musicista che desiderava organizzare concerti dedicati alla musica di Ravel. «Ravel non era il solo a essere colpito da questo curioso nome di via e a chiedersi quale fosse il rapporto con l’autore della Scènes de la vie de bohème». {La Bohème di Puccini è tratta dall’opera di Henri Murger. Cfr. Ravel's letters to Calvocoressi, «Musical Quarterly», 27, gennaio 1941, p. 16.) 2 Aoua!, la seconda melodie del ciclo, fu la prima a essere terminata.

241

Ravel

dra, poi da Parigi, infine da Montfort. Niente da fare: resto pietrificato davanti a una montagna di lettere. Tutto quel che posso fare, è di rior­ dinarle una volta alla settimana. E questo m’impedisce di rimettermi all’opera: una mole di lavoro spaventosa da smaltire, a cui si viene ad aggiungere un altro grosso lavoro che ultimamente mi sono impegnato a consegnare per la fine dell’anno3. Quante notti laboriose nel mio avve­ nire! 4°: risposta a Eschig4 (per punizione, sarete così gentile da dirgli che ve l’ho data direttamente). “Une barque sur l’océan” orch. nel 1907 Alborada - 1918 Pavane... : non ne so niente5; nel libriccino di Roland-Manuel non c’è. Comodo, quel fascicoletto. Non ce l’avete? Ve lo farò mandare da Durand. Verrete presto a Parigi? Io non mi muovo: tenterò di rimettermi a sgobbare. Affettuosamente a tutti e due Maurice Ravel

255. Alban Berg, Arthur Honegger, Walter Gieseking e altri a Maurice Ravel1 [Austria]

[11/8/25]2

In grosser Freude, wieder einmal etwas von Ihrer so liebendswerten Musik zu hòren3. Alban Berg

3 O]tre alle Chansons madécasses, Ravel lavorava alla Sonate pour violon et piano e meditava di scrivere un’operetta su testo di Mayrargues, con Maud Loty nel ruolo principale; l’idea non si concretizzò mai. 4 L’editore Max Eschig. 5 Composta nel 1899, la Pavane fu orchestrata nel 1910. [255] 1 Questa cartolina, inviata dall’Austria, era indirizzata alla casa di campagna dei genitori di Roland-Manuel a Lyons-la-Forèt. Fu firmata da una dozzina di altri musicisti, tra cui Egon Wellesz, Hermann Scherchen e Paul Hindemith. L’appunto di Berg è scritto in tedesco. 2 Timbro postale sul retro della cartolina, che raffigura una veduta panoramica di Salisburgo. 3 Nella grande gioia di avere di nuovo ascoltato un po’ della vostra musica tanto affascinante. [254]

242

Lettere

Il Duo4 ha ottenuto un successo trionfale. Ne siamo felicissimi.

Arthur Honegger5 Cari saluti da Vaura6. Saluti rispettosi dal vostro ammiratore

Walter Gieseking7

256. A Hélène Jourdan-Morhange Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 15/8/25

Decisamente no, cara amica: non verrò a salutarvi. Bisogna essere ragione­ voli: mi rimetto — con fatica — al lavoro. Se m’interrompo — mi conosco - dovrò ricominciare tutto da capo. Scusatemi — non potete fare altrimenti: la Sonate\ — e credetemi molto affettuosamente vostro Maurice Ravel

257. A V. Pavlovsky-Borovick1 Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.)

11/12/25

Signora, Assente da lunedì scorso, leggo la vostra cortese lettera rientrando a Montfort. Spero che la mia risposta vi trovi ancora a Parigi.

[255]

4 La Sonate pour violon et violoncello. 5 Cfr. il giudizio di Ravel su Honegger (1892-1955) in A. Orenstein, a cura di, Ravel— Scritti e interviste cit., p. 117. 6 La pianista Andrée Vaurabourg(l894-1980), moglie di Honegger. 7 Uno dei più grandi pianisti del suo tempo, Walter Gieseking (1895-1956), si è particolarmente distinto per le sue interpretazioni di Debussy e di Ravel. La signora Colassis, figlia del pianista, mi ha cortesemente fatto sapere (lettera del 23 luglio 1985) che Gieseking e Ravel non si erano mai incontrati, e che lei non era al corrente di alcuno scambio di corrispondenza tra loro. [257] 1 Soprano russo, arrivò a Parigi nel 1925 per studiarvi canto. A Parigi aveva sentito

243

Ravel

Di questa trascrizione ignoravo anche l’esistenza, e sono certo che neppure il mio editore la conosce. Penso che al riguardo dovreste consul­ tare quest’ultimo, e vi prego di gradire, con tutte le mie scuse, l’omaggio del mio rispettoso sentimento.

Maurice Ravel*2

258. Ad Alexandre Tansman1 Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 18/12/25

Caro amico, Ero in procinto di partire per l’Alsazia, quando ho ricevuto la vostra 2a lettera. Dopo aver visto i nostri amici Clemenceau facevo conto di ri­ spondervi di laggiù. Naturalmente non ne ho avuto il tempo, e al mio ritorno, ho trovato una formidabile mole di corrispondenza. In base alla nostra conversazione, ho capito che i nostri amici erano del mio stesso parere: l’articolo è perfido, tanto perfido che non c’è niente da rispondergli. Che Marya Freund canti meglio Schoenberg di Debussy, è una faccenda di gusti2. Tutto il resto è vero (solamente, c’è modo e modo di presentarlo) o è impossibile provare il contrario3.

una trascrizione di Laflute enchantée da Shéhérazade di Ravel per voce, quartetto d’archi e flauto, che le sarebbe piaciuto interpretare, e scrisse quindi a Ravel per chiedere la sua autorizzazione. (La trascrizione era stata fatta, pare, illegalmente, e non ebbe mai copyright ufficiale.) [257] 2 L’autografo di Ravel è riprodotto in A. Gosenpud, Pis ma zarnebeznyh muzykantov iz russkih arhivov (Lettere di musicisti stranieri negli archivi russi), Leningrad, Musika 1967, tavola di fronte a p. 365. [258] 1 Compositore e pianista francese d’origine polacca (1897-1986), nacque a Lódz dove studiò al conservatorio (1902-1914). Arrivato in Francia nel 1919, vi incontrò poco tempo dopo Ravel, che seppe consigliarlo e incoraggiarlo. 2 II soprano Marya Freund (1876-1966), di origine polacca, era specializzata in opere contemporanee e interpretava spesso musiche di Schoenberg con il compositore. 3 In un articolo polemico intitolato Rougeurs (Rossori), pubblicato su «Le Courrier musical» del 1° novembre 1925, Louis Vuillemin si diceva dispiaciuto che tanti musicisti stranieri avessero ricevuto la Legion d’onore quando erano stati trascurati numerosi meritevoli musicisti francesi. Erano così stati decorati Tivadar Szantó e Marya Freund, ma non Louis Aubert e Gabriel Grovlez. (Cfr. «Le Courrier musical», 27, 1° novembre 1925, pp. 501-2.)

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Lettere

Senza dubbio, sarebbe stato più giusto decorare La sig.ra Vuillemin: almeno quest’onore sarebbe stato approvato da «Comoedia» e da «Le Courrier musical»... E vi assicuro che non avrei protestato, io4. Molto cordialmente vostro

Maurice Ravel

259. A Elizabeth Sprague Coolidge1 Le Belvédère Montfort l’Amaury 19/12/25

Cara signora, Non ho lasciato Montfort per tutta l’estate, sperando così di poter termi­ nare le 2 Chansons madécasses che vi avevo promesso, e una Sonate per pianoforte e violino iniziata da circa 2 anni. Ho dovuto abbandonare questo progetto: tutto questo tempo è stato occupato a correggere le bozze d’orchestra, e poi a dirigere le prove de L’Enfant et les Sortilèges che l’Opéra-Comique mette in scena il 23 gen­ naio*2. Il giorno dopo, devo partire per un viaggio di più di 2 mesi34. Potete immaginare quanto sia desolato di mancare alla parola data. Beninteso, si tratta soltanto di un ritardo, e fin dal mio ritorno - verso il mese d’aprile - faccio conto di rimettermi al lavoro4. [258] 4 Lucy Vuillemin, moglie del critico, aveva ricoperto ruoli minori al Théàtre des Arts, all’Opéra-Comique e al Théàtre des Champs-Elysées. [259] 1 La mecenate americana Elizabeth Sprague Coolidge (1864-1953) commissionò un gran numero di opere di musica da camera a compositori come Bartók, Copland, Hindemith, Prokofev, Schoenberg e Stravinsky, e a molti altri. Inoltre patrocinò concerti di musica da camera contemporanea negli Stati Uniti e in Europa. (Cfr. la sua lettera, n. 322, a Ravel.) 2 La data fu poi rinviata al 1° febbraio. 3 La tournée di Ravel lo condusse in Belgio, Germania, Scandinavia (Copenhagen, Oslo, Stoccolma), Inghilterra e Scozia. Egli presentò un certo numero di conferenzeconcerto con i suoi amici Georges Jean-Aubry e Louise Alvar. (Cfr. L'arrivo di Maurice Ravel in A. Orenstein, a cura di, Ravel — Scritti e interviste cit., pp. 111-2.) 4 Terminate nell’aprile 1926, le Chansons madécasses furono presentate a Parigi il 13 giugno dello stesso anno, con Jane Bathori, Alfredo Casella (pianoforte), M. Badouin (flauto) e Hans Kindler (violoncello) come solisti. Il programma, composto esclusivamente di opere di musica da camera commissionate dalla signora Coolidge, compren­ deva la Suite pour alto et piano di Ernest Bloch e il Canticum Fratris Solis di Charles Loeffler, che era stato scritto appositamente per l’inaugurazione della nuova sala da

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Ravel

Spero che vorrete scusarmi e gradire, cara signora, l’omaggio dei miei rispettosi sentimenti. Maurice Ravel

260. Alla signora Bonnet Montfort

11/1/26

Cara signora Bonnet, Ecco il monogramma per i fazzoletti1. Temo che non ci sia il tempo di ricamarlo prima della mia partenza (il 24). Telefonerò a Edouard domattina. Affettuosamente a tutti Maurice Ravel

261. A Hélène Jourdan-Morhange [Copenhagen] 4/2/26

Ecco gli unici istanti - al momento di partire per Oslo - che trovo per scrivervi, cara amica. Passate agli amici l’indirizzo accluso1, pregateli di scusarmi, e mandatemi vostre notizie (e de LEnfant, che, secondo «Le Temps», mi pare sia stato un fiasco* 2). Affettuosamente Maurice Ravel Avete potuto assistere alla rappresentazione?

concerti della Library of Congress. Badouin sostituiva Louis Fleury (1878-1926) morto poco prima del concerto. (Cfr. lettera 268, nota 2.) [260] 1 Su Ji un foglio separato, Ravel aggiunse una copia del suo monogramma: ITR. [261] i Vicino al bordo superiore di questa cartolina è scritto, da mano diversa, il seguente indirizzo: Dehn Pensionat Strandvagen 7a Stockholm.

2 In realtà, la recensione di Henry Malherbe («Le Temps», 3 febbraio 1926) era oltre misura elogiativa. (Roland-Manuel vedeva in quell’articolo uno «sciocco ditirambo». Cfr. lettera 264.)

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Lettere

262. A Nelly Delage Oslo

6/2/26

Questa volta, è l’inverno. Come a Parigi, mettono travi contro le case per impedire alla gente di passare sul marciapiede, ma qui lo fanno per proteggerli dai blocchi di ghiaccio che possono rovinare dai tetti. Ogni sorta di veicoli: tram, automobili (con catene) slitte, sci... Spero di avere vostre notizie a Stoccolma. Affettuosamente a entrambi. Maurice Ravel

263. Alla signora Dreyfus Londra 23/2/26

Non vi ho inviato spesso mie notizie, cara madrina. Questo non certo per vendicarmi dell’ostinato silenzio del mio allievo, di cui voi non siete responsabile, ma a causa del poco tempo che mi lascia il mio andare e venire da Londra alla provincia. Sono un po’ malconcio per via del regime alimentare scandinavo. Rimpiango tuttavia la neve, il sole e i cieli di Svezia, benché l’Inghilterra mi abbia riservato la sorpresa di una deli­ ziosa primavera: crochi in mezzo ai prati, arbusti verdeggianti, usignoli. Parto domattina per Glasgow ed Edimburgo1. Sarò di ritorno ai primi di marzo. Affettuosi saluti dal vostro Maurice Ravel

1 In numerosi concerti di musica da camera dati in Inghilterra e in Scozia, Ravel accompagnò il ventenne violinista prodigio Zino Francescatti nella Berceuse sur le nom de Gabriel Fauré e in Tzigane. (Cfr., in fondo al volume, l’Appendice B, Interpretazioni storiche).

[263]

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Ravel

264. Roland-Manuel a Maurice Ravel [42, rue de Bourgogne] [Parigi] 23/2/26

Caro amico Scusate il mio ritardo (depressione, seccature personali; mille cose che tolgono il gusto di vivere e di agire; rendono l’amicizia muta, ma non l’alterano affatto). Perdonatemi: vi sto dicendo troppo oppure non abba­ stanza. Basta per oggi. È difficile restituirvi un quadro vivente delle azioni e reazioni suscitate da LEnfant. Naturalmente la cerchia di famiglia ha applaudito. L’Istitu­ to vi ha maledetto fino alla settima generazione. Henri Février1 dichiara che la rappresentazione della vostra opera è uno scandalo, padre di altri scandali. Asserisce che Marnold ha schiaffeggiato Rouché per l’occulta ragione che Rouché ha rifiutato di rappresentare LEnfant1. La vostra opera è eseguita ogni sera in una calorosa atmosfera di scandalo. Poiché questa non arriva mai fino a impedire l’ascolto della musica, ciascuno se ne rallegra, in particolare gl’interpreti. «Ci si diver­ te», mi ha confidato Roger Bourdin* 23, «stiamo vivendo ore storiche». La critica, sia che vi lodi sia che vi muova obiezioni, farfuglia un po’ più stupidamente del solito nei vostri riguardi. La rinomanza dell’autore l’imbarazza, si trova sconcertata. Da segnalare: lo sciocco ditirambo di Malherbe4. Un vivissimo elogio di Raymond Douches («Avenir»); un articoletto di «Paris-Midi» con il ritratto del cineasta Ravel (Gaston)5.

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i Compositore (1875-1957); suo figlio, il pianista Jacques Février (1900-1979), fu uno degli interpreti preferiti di Ravel. 2 Quest’incidente si verificò in occasione della prova generale dell’Enfant et les Sortilèges. Secondo un articolo pubblicato in prima pagina da «Paris-Midi» (3 febbraio 1926), dopo una breve disputa Marnold sfidò a duello Rouché. (Quali che siano state le conseguenze di quest’episodio, fortunatamente non vi furono vittime.) Nel suo editoriale mensile del «Mercure de France», Marnold aveva criticato alcuni scenari di Valdo Barbey, il quale si rivelò poi essere, spiega Marnold, il genero di Rouché. Il direttore replicò ritirandogli i privilegi che gli erano dovuti in quanto giornalista. Quest’ultimo si vendicò con un virulento attacco personale contro Rouché, a cui rimproverava, tra l’altro, di essere «completamente sprovvisto di cultura musicale». (Cfr. «Mercure de France», 1° dicembre 1925, pp. 512-22.) 3 Baritono francese (1900-1974) che interpretò i ruoli dell’orologio e del gatto all’Opéra-Comique. Ravel gli dedicò in seguito la Chanson a boire di Don Quichotte à Dulcinèe. 4 Cfr. lettera 172, nota 2. 5 Su «Paris-Midi» del 2 febbraio 1926, André Coeuroy firmò una recensione assai elogiativa delVEnfant. Il suo articolo era illustrato da due fotografìe, una di Colette e l’altra di Ravel: il produttore cinematografico Gaston Ravel!

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Lettere

Un articolo molto gradevole di Vuillermoz, infine una caratteristica stroncatura di Messager su «Le Figaro». A questo riguardo ho visto Messager. La sua opinione è categorica: spogliando la vostra musica di ogni elemento di sensibilità vi condannate a comporre soltanto più musica imitativa, il che dal suo punto di vista è insopportabile6. L’errore grave del suo articolo consiste secondo me nell’asserire che voi sacrificate tutto agli effetti orchestrali, mentre mi pare che LEnfant sia l’opera meno orchestrata e la più orchestrale che voi abbiate scritto. È stato questo il tema del mio articolo del «Ménestrel»7. Ho espresso interamente la mia opinione su LEnfant in un articolo della «Revue Pleyel»8 che vi mando e che mi ha creato non poche diffi­ coltà. Mi sono imposto di essere obiettivo e mi sono impedito di lasciar parlare il mio cuore, che mi trascina sempre, quando parlo di voi, nella direzione di un lirismo «che non è il caso» e che non riguarda nessuno, dal momento che non ho confessore. Pure, a voi posso dire che non posso nascondere un’affettuosa ammirazione nel vedervi camminare sul­ la corda tesa. Mi piace quel vostro chiudervi nei vostri orologi senza neppure rimpiangere, come fa Inigo, le pantofole che tanti giovani bor­ ghesi indossano dopo di voi. Chiamo borghese, dice Fargue9, chiunque rinunci a se stesso, alla lotta e all’amore - per la propria sicurezza. Ci sono certamente momenti, ne LEnfant, in cui rinunciate a voi stesso per scoprire quell’altro voi stesso che l’eternità non vedrà cambiare. Ma non ce n’è alcuno in cui voi rinunciate alla lotta - o all’amore, a scorno di Messager, l’uomo di mondo meglio strutturato per comprendervi e che non vi ascolta. Da tutto ciò che vi ho fatto sapere, potrete concludere che L Enfant non è stato per nulla «un fiasco» come dite. Sostengono anche che il successo dell’opera sia dovuto alla gente che pagate per imitare il gatto alla fine del primo quadro. Vi prometto dunque d’imitare il gatto la

[264]

6 L’articolo di André Messager comparve su «Le Figaro» del 4 febbraio 1926. Egli moderava così la sua critica: «Riassumendo, un bellissimo sforzo che fa onore alla nuova direzione dell’Opéra-Comique». Messager (1833-1929) fu compositore, direttore d’or­ chestra, pianista, amministratore e critico. I suoi balletti e le sue operette furono molto rappresentati. 7 Articolo pubblicato su «Le Ménestrel», 5 febbraio 1926, pp. 60-1. 8 Articolo pubblicato su «Revue Pleyel», 15 febbraio 1926, pp. 10-2. Nella sua recensione, Roland-Manuel osservava molto giustamente: «È noto che un singolare pudore ha sempre spinto Ravel a dare più cuore agli orologi che agli orologiai, più anima agli alberi che agli esseri umani. Meglio ancora dell’Heure espagnole, L’Enfant et les Sortilèges illustra quest’estetica». 9 Una delle ultime mélodies di Ravel, Rèves, fu scritta su una poesia del suo vecchio amico Léon-Paul Fargue (1876-1947).

249

Ravel

prossima volta che andrò a sentire L "Enfant et les Sortilèges ma ci riuscirò meno bene della vostra musica. Penso che la vostra tournée si stia concludendo piacevolmente e spero di rivedervi presto tra noi. Vi condurremo ad ascoltare LEnfant et les Sortilèges all’Opéra-Comique, imiteremo il gatto e Malherbe cadrà tra le vostre braccia spandendo dolci lacrime. Molto affettuosamente a voi

Roland-Manuel

265. A Robert Casadesus Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 20/3/26

Mio caro amico, Una Sonate pour piano & violon, fatta per metà, e attesa dal mio editore; 2 Chansons madécasses appena iniziate, che ho promesso per la fine di aprile; un’operetta la cui prima nota non è stata ancora scritta, che deve andare in scena all’inizio della prossima stagione. E presto dovrò andare a Milano per le ultime prove de LEnfant & les Sortilèges, Volevo andarmi a rifugiare a St Jean-de-Luz. Ripensandoci, mi chiu­ derò in clausura a Montfort, come l’anno scorso. Scusatemi dunque presso la sigma Fity1, e nell’attesa di un periodo più favorevole, credete ai sentimenti più cordiali del vostro

Maurice Ravel Mille grazie dei Préludes, e della dedica*2. Li ho trovati ierlaltro al mio ritorno e non ho ancora avuto il tempo di vederli, naturalmente.

itr

[265]

1 Impresario italiano. 2 Composti nel 1924, i 24 Préludes, op. 5, di Robert Casadesus furono dedicati a Ravel e pubblicati da Eschig nel 1925.

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Lettere

266. A Louise Alvar Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.)

31/3/26

Cara amica, E dire che vi avevo promesso, appena viste le 2 versioni sceniche de LEnfant..., di darvene conto! Quanto mi sono parsi riposanti i paesi scandinavi, in confronto a Parigi! Sono rientrato a Montfort stanco morto, senza aver fatto nulla di quel che dovevo. Ma conosco tutte le operette di successo: non ne ho mai sentite tante tutte in una volta (dovere professionale!) Parliamo di questo Enfant... : alla Monnaie, realizzazione affascinan­ te, un poco “art déco”. AlfOpéra-Cornique, niente “art déco”. Ed ero così soddisfatto deirallestimento che, Pindomani, ho trascorso la giorna­ ta a cambiare ogni cosa; ma non è ancora a punto1. Anche il tipo di successo è diverso: laggiù, aspettano la fine dei quadri e applaudono vigorosamente. Qui fischiano, applaudono, miagolano, s’insult... senza sosta. Ora eccomi in clausura - ho stabilito che il Belvédère sarà più adatto, come monastero, della Pergola di St-Jean-de-Luz* 2. Lavoro alle Chansons madécasses. Poi, sarà la volta dell’operetta; poi la Sonate pour violon & piano', vedete come sono vari i miei argomenti di meditazione. Per il momento, vado a letto; sono inebetito: un raffreddore, probabilmente. Notate che da 2 giorni il tempo è splendido. Buona Pasqua a tutti e gli affettuosi saluti del vostro devoto

Maurice Ravel

267. A Hélène Jourdan-Morhange Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 21/4/26

Cara amica, ecco che siamo al buono. Interrompo il lavoro (non più giornate di 8 ore: faccio anche il turno di notte). [266]

1 Al Théàtre de la Monnaie di Bruxelles, le scene erano di Jean Delescluzes e l’allestimento di M. Dalman; all’Opéra-Comique gli autori ne erano rispettivamente Raymond Deshays e M. Arnaud da una parte, Georges Ricou dall’altra. 2 II casinò locale!

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Ravel

Mi vedrete la settimana prossima: vorrà dire che ho terminato le Madécasses. Mille grazie e affettuosamente Maurice Ravel

268. Alla signora Madoux-Frank1 Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 23/4/26

Cara signora e amica, Con quanto rincrescimento devo vietarmi questo breve riposo il cui programma pure era tanto seducente! Ma, davvero, vi sono costretto: fin dal mio ritorno in Francia, avevo deciso di partire per St Jean-de-Luz; poi, ho pensato che mi sarei sistemato meglio qui, ma a condizione di chiudermi in clausura. In questo momento sto terminando le Chansons -madécassesy la cui prima esecuzione è fissata a Roma per 1’8 maggio e che qualche giorno dopo, credo, verranno eseguite a Bruxelles* 2. Appena sa­ ranno terminate (la settimana prossima) andrò a farle provare a Parigi e tornerò subito a chiudermi qui fino alla fine dell’estate. Sto anche facendo installare il telefono, malgrado i suoi inconvenien­ ti, per evitarmi di andare a Parigi. Scusatemi, ve ne prego; anche Defauw vorrà scusarmi, spero. Ritorno al lavoro; forse ci passerò la notte. Vogliate comunicare al signor Madoux i miei cordiali saluti e gradire, cara signora, l’omaggio della mia rispettosa amicizia. Maurice Ravel

1 Quando si recava a Bruxelles, Ravel alloggiava spesso nell’elegante abitazione dei signori Madoux-Frank. Alfred Madoux-Frank era proprietario e caporedattore del giornale «L’Etoile belge». 2 La prima esecuzione delle Chansons madécasses fu data all’Accademia americana di Roma il pomeriggio del sabato 8 maggio 1926. Gli interpreti erano Jane Bathori, Alfredo Casella (pianoforte), Louis Fleury (flauto) e Hans Kindler (violoncello). Il ciclo di mélodies fu ridato poco dopo al palazzo d’Egmont a Bruxelles, poi per la prima volta a Parigi, il 13 giugno.

[268]

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Lettere

269. A Jean Huré1 4/5/26

Mio caro Huré, Vorreste, e potreste, senza che questo vi dia troppo disturbo, occuparvi di fare studiare Manuel Rosenthal* 2 che ha molto da imparare, particolar­ mente il contrappunto e la fuga, e che è lungi dall’essere miliardario? Non ho bisogno di raccomandarvelo poiché conoscete le sue prove e le avete giudicate favorevolmente, e a ragione. Se aveste il tempo di mandarmi un cenno al riguardo, sarei felice di quest’occasione per avere vostre notizie, di cui sono privo da parecchio tempo. Affettuosamente a voi

Maurice Ravel Vi ho ringraziato del vostro libro e del suo contenuto3?

270. Alexander L. Steinert1 a Maurice Ravel [18, rue Matignon] [Parigi] il 24 maggio [1926]

Caro maestro: Nel mandarvi le fotografie di cui ho parlato voglio nello stesso tempo dirvi quanto sia stato felice di rivedervi l’altro giorno a Montfort, e

1 Jean Huré (1877-1930), compositore, organista, pianista, pedagogo e musicografo. 2 II direttore d’orchestra e compositore Manuel Rosenthal, nato nel 1904, frequentò il Conservatorio di Parigi prima di studiare fuga con Jean Huré e composizione con Ravel. Così, dopo Maurice Delage, Ralph Vaughan Williams e Roland-Manuel, divenne l’ultimo membro di quella che Ravel amava chiamare la «scuola di Montfort». Negli anni Trenta, con l’approvazione del compositore, Rosenthal orchestrò l’accom­ pagnamento delle Histoires naturelies e di tre delle Cinq Mélodiespopulaires greques. Ravel ne aveva orchestrate personalmente due parecchi anni prima, e gli pareva utile che il ciclo fosse completato. Dichiarò che avrebbe realizzato lui stesso quell’orchestrazione, ma che non trovava mai il tempo di farlo. 3 Forse la sua Introduction à la technique du piano (Paris, 1910). L’autografo di questa lettera non è mai stato ritrovato. Una copia si trova nella collezione privata Orenstein. [270] i Compositore e pianista americano (1900-1982). Dopo aver studiato a Boston, Steinert si stabilì a Parigi dove studiò con Charles Koechlin e Vincent d’Indy. Compose

[269]

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Ravel

quanto sia riconoscente per tutto ciò che mi avete detto a proposito della musica che mi avete suonato e di quella che vi ho fatto vedere. Mi sembra che in due minuti vi siate accorto dei difetti che mi hanno sempre messo in difficoltà. Desidero ancora ringraziarvi dell’interesse che avete mostrato nei miei confronti. Spero di avere il piacere Rincontrarvi presto, e di poter avere forse l’onore di ricevervi al 18 di rue Matignon, un giorno non troppo lontano. Vogliate gradire, caro maestro, l’espressione dei miei distinti sentimenti e della mia grande ammirazione.

Alexander L. Steinert

271. Ad Alexander L. Steinert Le Belvédère Montfort l’Amaury Tel: 89. Mt. l’Amaury 28/5/26

Caro amico, Da quando ho abbandonato la mia operetta, sono più spesso a Parigi che a Montfort. Ci sarò anche sabato, ma tanto impegnato che temo di non poter accettare il vostro gentile invito. Insomma, vi prometto di fare il possibile. Se non mi vedete, scusatemi. A presto: forse al 1° giugno (concerto de «La Revue Musicale»)1 o al 13 (serata Coolidge)* 2 o ancora al 25 (Ministero delle Finanze, dove risolleverò le sorti del franco3). Molto cordialmente a voi

Maurice Ravel

in seguito musiche da film e lavorò a Hollywood come direttore d’orchestra e arrangiatore. [271] 1 Questo programma interamente dedicato a Ravel era patrocinato della «Revue Musicale». Esso comprendeva i Miroirs, suonati da Robert Casadesus, il Quatuor à cordes, interpretato dal quartetto Pro Arte, e terminava con Introduction et Allégro eseguito sotto la direzione del compositore da Lily Laskine (arpa), Marcel Moyse (flauto), M. Hamelin (clarinetto) con il quartetto Pro Arte. 2 Cfr. lettera 259, nota 4. 3 La battuta di Ravel si riferiva alla crisi finanziaria del 1926, quando il franco si svalutò rovinosamente rispetto al dollaro e alla sterlina. Nel 1921, la sterlina valeva 55 franchi, ma nel 1926 salì a 240 franchi.

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Lettere

272. A...1 La Musique vivante*2 20, avenue de l’Opéra Parigi (?') 22/9/263

[Non desidero che siano riproposti in pubblico, dopo trentanni, i miei Sites auriculaires.] Non vedo nessun inconveniente a che voi facciate ripubblicare i miei Sites [e ne tengo lo spartito a vostra disposizione]4 se io ne ritrovo il manoscritto. (firmato): con i cordiali saluti di

Maurice Ravel

273. Ad Alfred Perrin1 Hotel Bristol Berna

20/11/26

Caro Alfred, Sarò a Ginevra il 25> in arrivo da Basilea. Il mio concerto sarà il 26, e io penso di restare almeno 3 giorni a Ginevra. Spero dunque di avere il piacere di vedervi tutti. Se non potessi raggiungerti prima della sera del 26, forse potresti renderti libero per questo “festival”2. In ogni caso, 3 posti saranno disponibili a tuo nome al botteghino (credo che sia nella sala del Conservatorio). In ogni caso, non lascerò Ginevra prima di averti rivisto.

1 Questo documento è la brutta copia di una lettera. 2 La Musique Vivante era un ciclo di concerti settimanali in cui la musica era spesso accompagnata da proiezioni di diapositive del tempo, con il commento di Leon Vallas. Per il primo concerto della seconda stagione, il 22 ottobre 1926, era stata annunciata, ventott’anni dopo la prima, la seconda esecuzione dei Sites auriculaires^ che tuttavia non ebbe luogo. (Cfr. «Le Guide du concert», 13, 1° e 8 ottobre 1926, pp. 64 e 83.) 3 Nell’autografo questa data è scritta con un’altra mano. 4 Le parole tra parentesi quadre sono state cancellate da Ravel con un tratto di penna. [273] 1 Alfred Perrin (1880-1957) era cugino primo di Maurice Ravel; sua madre, nata Louise Ravel, era la zia del compositore. 2 Questo concerto interamente dedicato a Ravel, e organizzato dal pianista svizzero

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Ravel

Ho perso il tuo vecchio indirizzo. La signora Ansermet è riuscita a farmi avere quello nuovo. Malgrado sia incompleto, spero che questa lettera arrivi a destinazione. Se la ricevi per tempo, e mi scrivi subito, riceverò la tua risposta a Berna, che lascio mercoledì mattina. Appena arrivato a Ginevra, passerò dall’Alhambra*3 dove, se non ti trovo, lascerò l’indirizzo dell’albergo che mi ospiterà. A presto dunque, caro Alfred, e molti affettuosi saluti a tutti

Maurice Ravel

274. Al signor Robert Schmitz e signora

Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) Tel.:89 18/1/27

Ho ricevuto lettere e cablogrammi, cari amici, prima, durante e dopo il mio viaggio in Svizzera. Dal mio ritorno, all’inizio di dicembre, non sono stato spesso a Montfort; e siccome non vi sarà diffìcile immaginare come abbia impiegato il mio tempo a Parigi, spero che scuserete il mio silenzio. Vi ho mandato un cablogramma durante il mio ultimo soggior­ no, giovedì scorso. Partito 10 giorni fa per arrivare due giorni dopo, rientro ora e trovo la vostra lettera del 4 gennaio, arrivata stamattina. È dunque una fortuna che io non abbia il tempo di mandarvi quella che il mio telegramma vi annunciava. La mia risposta potrà essere così più completa: Prima di tutto, non posso aprire trattative con la Welte-Mignon. per­ ché sono vincolato con VAeolian (Duo-Art)1. Ultimamente ho dovuto rifiutare di stipulare un contratto con Pleyel, per lo stesso motivo. Per quel che riguarda il Concerto, così come vi ho telegrafato, non bisogna più farci conto: ho scoperto che Le Grand Meaulnes non aveva

Franz-Josef Hirt, era posto sotto il patronato dell’ambasciatore di Francia, Jean Hennessy. Ravel vi suonò la Pavane pour une infante defunte e la Sonatine. Nel programma vi erano anche il Trio> suonato da Franz-Josef Hirt, suo fratello Fritz Hirt (violino) e Lorenz Lehr (violoncello), la Berceuse sur le nom de Gabriel Fauré e Tzigane. 3 Perrin era violinista dell’orchestra di questo teatro di varietà. [274] i ji contratto in appendice a questo stesso volume.

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Lettere

nulla a che vedere con il pianoforte; diventerà, se Euterpe lo consente, una fantasia per violoncello. D’altra parte, la mia Sonate pour piano et violony lungi dall’essere terminata, deve esserlo per il 30 maggio, data fissata per la la esecuzione a Parigi. E ho in progetto di scrivere un grand opera2 che può condurmi lontano. Non bisognerà dunque far conto se non sul direttore d’orchestra. Se pensate che sia sufficiente, vi confermo che, per la stagione 1927-1928, vi concedo il diritto esclusivo di trattare con le organizzazioni per una serie di 10 concerti, mediante una garanzia di diecimila dollari (10 000). Non capisco bene il passaggio relativo a Mayer: tocca a me specificare «che è per preciso accordo con lui che io... mi muovo con voi»? In questo caso, penso che occorrerebbero altri termini. Se mi dovete telegrafare, vogliate farlo, se possibile, “via Commerciale” (The Commercial Cable Company): ho un conto aperto con loro e telefono loro direttamente i miei messaggi. Credete, caro amico, ai miei sentimenti più cordiali.

Maurice Ravel Sono lieto di avere infine il vostro chiaro indirizzo telegrafico, fin qui trasmesso con troppa fantasia.

275. A Jean Jobert Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 21/2/27

Caro amico, È vero, l’altro giorno sono passato di lì, ma ero indaffaratissimo, e me ne dispiace. Spero che mi abbiate scusato e soprattutto che non mi aspettia­ te ancora per mettervi a tavola. “Sarabande” e “Danse” sono andate bene a Lione. Ho scoperto nella prima un errore che fin qui mi era sfuggito: al n°|~91, arpa; partitura e parte staccata, manca una chiave di sol alla mano sinistra e di conseguen­ za una chiave di fa 4 battute più avanti. Devo ritenere che gli strumen-

[274]

2 Jeanne d'Arc, l’opera rimase un progetto. (Cfr. Maurice Ravel scriverà presto una ‘Jeanne d’Arc", in A. Orenstein, a cura di, Ravel- Scritti e interviste cit., pp. 170-2.)

257

Ravel

tisti abbiano corretto d’istinto1, altrimenti dovrò rinunciare a comporre una 9a sinfonia. Vi vedrò forse giovedì sera ai Burgraves1, e sicuramente venerdì (pomeriggio) allo spettacolo di Bériza3. Credete, voi e la signora Jobert, ai miei sentimenti più cordiali

Maurice Ravel

276. Darius Milhaud a Maurice Ravel 10, bould de Clichy [Parigi] [2/4/27]1

Mio caro amico, Lasciate che vi dica quanto mi ha toccato ciò che avete detto sul mio piccolo Orfeo nella vostra intervista su «Nouvelles littéraires»*2. La vostra voce era Punica ad avere l’autorità necessaria per ri­ dimensionare l’opinione di Lalo. E stato estremamente prezioso per tutti che voi abbiate scelto di prendere posizione in questa disputa. Credetemi, vi prego, caro amico, vostro davvero cordialmente devoto Milhaud

1 Nella partitura pubblicata da Jobert, a pagina 10 manca effettivamente la chiave di sol, ma quattro battute più avanti compare la chiave di fa. Questa dimenticanza ha certamente dovuto essere corretta dai musicisti. 2 Opera di Leo Sachs tratta dalla trilogia di Victor Hugo. Fu data all’Opéra il giovedì 14 febbraio 1927 nel corso di una serata di gala per beneficenza organizzata dalla fondazione Victor Hugo. 3 II soprano francese Marguerite Bériza organizzava una serie di concerti privati nei quali si esibiva. Interpretava il ruolo di Euridice nei Malheurs d’Orphée di Milhaud, abbinati a Fonctionnaire M.C. XII di Florent Schmitt, pantomima umoristica sottotito­ lata «inazione in musica» (si tratta del ritratto di un funzionario fannullone). Le due opere erano dirette da Vladimir Golschmann. [276] i Timbro postale sulla lettera non datata. 2 Cfr. A. Orenstein, a cura di, Ravel — Scrini e interviste cit., p. 117.

[275]

258

Lettere

TH. A Marcelle Gerar Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.)

21/4/27

Il 23 maggio, cara amica? Piaccia alla nostra buona Euterpe che la mia Sonate sia in via di completamento, e che Enesco1 non debba decifrarla una settimana dopo! Non me ne vogliate, e credete a tutta l’amicizia del vostro Maurice Ravel Non dimenticatevi di prenotarvi per il 30* 2.

278. Paul Morand1 a Maurice Ravel 3 Avenue Charles Floquet Parigi 7C

12/6/27

Caro amico, Se dovete venire a Parigi per commissioni, fate in modo che sia il 30 giugno (giovedì). In questo caso verrete a pranzo da me all’una, 3 avenue Charles Floquet in assoluta intimità, con Edouard Herriot e la sua pipa2. Il vostro fedelissimo

Paul Morand 1 II violinista e compositore rumeno George Enescu (1881-1955) fu compagno di studi di Ravel al Conservatorio di Parigi e trascorse gran parte della vita in Francia. Interpretò con Ravel la prima esecuzione della Sonate pour violon et piano il 30 maggio 1927, in occasione di un concerto organizzato da Durand & Clc. (Cfr., in fondo al volume, l’Appendice B, Interpretazioni storiche.) 2 Per il concerto organizzato da Durand. [278] i paul Morand (1888-1976), scrittore e diplomatico. Nel 1932 fornì a Ravel tre brevi testi, Don Quichotte à Dulcinèe, che furono il canto del cigno del compositore. I testi erano tratti da un film, Don Quichotte, realizzato da Georg Pabst, con il celebre basso russo Fedor Saljapin nel ruolo del protagonista. Ravel era in ritardo, e così il suo giovane collega Jacques Ibert s’incaricò di comporre rapidamente la musica per il film e cinque mélodies per Saljapin. 2 Edouard Herriot (1872-1957), uomo politico, era anche autore di una biografìa di Beethoven. La sua pipa era divenuta leggendaria, come l’ombrello di Neville Chamberlain. 1277]

259

Ravel

279. A Henry Prunières 9, rue Tourasse St-Jean de Luz il 7 settembre] 1927

Mio caro Prunières, Eppure mi pareva di avervi detto che a partire dal 1 ° agosto io sarei stato a Saint-Jean-de-Luz. D’altra parte, mi pare che la forma d’intervista non aggiungerebbe nulla al vostro articolo. Circa i sentimenti che nutro nei confronti del­ l’America, è meglio limitarsi all’astratta verità: non essendoci mai stato sarei felice di conoscerla. Potete aggiungere, se vi fa piacere, che mi piace il jazz, assai più del grand opera. Per quel che riguarda il mio albero genealogico, nella sua sostanza è tanto complesso che non ho mai avuto il tempo di analizzarlo: mia madre è nata a Ciboure, da una famiglia di gente di mare, come quasi tutti i Baschi della costa. Probabilmente ci è entrato un po’ di tutto: dai capitani di lungo corso fino ai semplici pescatori. La maggior parte di questi antenati sono partiti per “le Americhe” e non ne sono mai ritor­ nati. Da parte di mio padre, nato a Versoix e di conseguenza svizzero, poiché a quell’epoca il dipartimento del Lemano non faceva più parte della Francia, non saprei darvi informazioni più precise. Spero che voi utilizzerete meno informazioni di quelle che vi ho dato e che i vostri lettori troveranno nel vostro studio altri elementi d’interesse1. Non mancate d’inviarmelo prima di farlo pubblicare, ve lo rimanderò subito. Resto qui fino al 28, perché devo essere ad Amsterdam il 1° ottobre. Con i sentimenti più cordiali del vostro Maurice Ravel

[279]

1 Non è mai stata trovata traccia della pubblicazione di quest’articolo.

260

Lettere

280. A Léon Leyritz1 Rue To arasse Se- Jean-de-Luz [settembre, 1927]

Caro amico, È trascorso un mese da che mi avete scritto. Lettere in ritardo, un poco di lavoro e soprattutto il farniente* 2 a cui induce il mio paese natale m’hanno impedito di rispondere prima alla vostra lettera squisita. Grazie per i miei gatti siamesi, e per le novità sul mio busto. (Se poteste mandarmene una fotografia prima della mia partenza, sarei lieto di mostrarla a tutti gli amici cui ho messo la curiosità di vederlo. Lascerò St-Jean la mattina, rimarrò a Parigi pochi giorni, perché devo andare ad Amsterdam3, e rientrerò definitivamente il 4 ottobre. Spero che vi troviate in un paese ove fiorisce il sole - qui è più razionato del solito. Il mio rispettoso saluto alla signora Leyritz, e cordialità.

Maurice Ravel

281. A Ernest Ansermet Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 15/10/27

Caro amico, La vostra lettera mi è arrivata un attimo fa, seguendo la via di Montfort, St-Jean-de-Luz, hotel d’Athènes, Montfort.

[280]

i Lo scultore (1888-1976), che aveva conosciuto Ravel in casa di Marcelle Gerar, desiderava realizzare il busto del compositore. Ravel accettò, a condizione di non essere mai obbligato a posare. Una volta terminato il busto, dichiarò: «È il mio miglior ritratto!» (il busto in pietra di Ravel, opera di Leyritz, si trova ora all’Opéra di Parigi). Nel 1935, grazie alla generosità discreta di Ida Rubinstein, Leyritz potè accompagnare Ravel in Spagna e nel Nord Africa (cfr. lettera 338). 2 In italiano nel testo. [N.d.T.] 3 Per un concerto di musica da camera patrocinato dalla signora Coolidge, commis­ sionaria di tutte le opere del programma. Le Chansons madécasses furono eseguite da Madeleine Grey, con Marcel Moyse (flauto), Hans Kindler (violoncello) e il composi­ tore al pianoforte. Il programma comprendeva anche opere di Nikolaj T. Berezovskij, Gianfrancesco Malipiero e Gabriel Pierné.

261

Ravel

Ancora un quarto d’ora, e sarebbe ripartita per Parigi, proprio quel che sto per fare io. Scusate dunque la fretta: Impossibile eseguire l’opera intera, senza intervallo1. Potreste darne una gran parte, per numeri separati. Giudicate voi stesso quali siano i brani che possono fare a meno dell’azione scenica. Per quel che riguarda la la suite, il coro a cappella è orchestrato. E una soluzione alla meno peggio, ma mi sembra comunque preferibile a un’interruzione. L’Enfant... in esecuzione concertistica? Anche in questo caso, temo che l’opera, assai breve in teatro, sembri molto lunga senza azione, o piuttosto senza questa caleidoscopica teoria di azioni movimentate. Po­ tete sempre tentare... Scusatemi: l’ora ufficiale del treno non attende* 12. Tutti i cordiali saluti del vostro Maurice Ravel Partirò verso la fine di novembre per gli Stati Uniti.

282. A Louise Alvar 14, Holland Park, London, W. 11 27/10/27

Cara amica, Mi spiace davvero di essere venuto a Londra proprio durante la vostra assenza. Non c’era modo di rinviare le registrazioni1: si era già dovuto rinviare la data del 18, da me stesso fissata, per via dell’inaugurazione Pleyel2. E poi, tra una quindicina di giorni circa dovrò partire per gli Stati Uniti. [281]

1 Si tratta di un’esecuzione concertistica di Daphnis et Chloé. 2 Nel testo: «l’heure offìcielle du train n’attend pas», citazione àzWHeure espagnole} Torquemada, nella 2a scena, prima di allontanarsi dice: «L’heure offìcielle n’attend pas». 1 In una lettera a Louise Alvar del 14 ottobre 1927, Ravel diceva che sarebbe dovuto [282]venire a Londra verso la fine del mese per registrare per Brunswick. Queste registrazioni non furono apparentemente mai pubblicate. (Autografo inedito nella Charles Alvar Harding Collection, in deposito alla Pierpont Morgan Library.) 2 Alcune prime esecuzioni di opere di Ravel erano state date nella Salle Pleyel, al 22 di rue Rochechouart. Il 18 ottobre 1927, una nuova sala da concerto con lo stesso nome fu inaugurata al 252 di rue du Faubourg-Saint-Honoré, alla presenza di Raymond Poincaré, presidente della repubblica, e di numerosi altri dignitari. Per questa serata di

262

Lettere

Qui mi coccolano più che mai: persino la cuoca, intenerita dalla severità del mio regime alimentare, mi aggiunge un po’ di latte alla tapioca del mattino! Non manca nulla... se non la vostra presenza3. Avrò il piacere di vedervi, a Parigi o a Montfort, prima che ritorniate a Londra? Lo spero, altrimenti ci si vedrà nell’“altro mondo”, se ci andrete quest’inverno, oppure al mio ritorno. Comunicate questa stretta di mano a Jean Aubry e credete, cara ami­ ca, a tutto l’affetto del vostro devoto

Maurice Ravel

283. A Bernard R. Laberge1 Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 11/11/27

Caro signor Laberge, Per rispondervi attendevo la lettera annunciata dal vostro primo cablogramma, poi dal secondo. Come avete saputo dalla mia “lettera del week-end”, mi imbarcherò il 28 dicembre. Ecco l’elenco dettagliato degli artisti che si sono proposti: I. La signora Esther Dale* 23, secondo ciò che mi ha detto a Londra dove l’ho incontrata ultimamente, è molto apprezzata negli Stati Uniti, Ha cantato Shéhérazade con l’orchestra a New York e a Boston. Verrà dopo­ domani a Parigi, soprattutto per sottopormi la sua interpretazione. L’ho avvisata che avrebbe dovuto rivolgersi direttamente a voi. IL Una lettera di de Valmalète3, arrivata subito dopo la mia partenza per St-Jean-de-Luz, che per dimenticanza non mi è stata inviata e di cui sono venuto a conoscenza solo in questi ultimi giorni, mi proponeva di gala, Philippe Gaubert dirigeva l’orchestra del Conservatorio, dividendo il podio con Ravel, che diresse La Valse, e con Stravinsky, che interpretò la suite dell’Olseau de feu. La nuova sala da concerto poteva accogliere circa tremila persone. 3 Louise Alvar trascorreva le sue vacanze in Francia. [282] 1 L’agenzia Bogue-Laberge, a New York, e l’Associazione francese per l’espansione [283]e gli scambi artistici s’incaricarono di organizzare materialmente la tournée nordameri­ cana di Ravel. 2 Soprano americano che si esibì poi con Ravel nel corso della sua tournée nordame­ ricana. 3 Marcel de Valmalète, impresario parigino.

263

Ravel

dare un concerto a New York con Nina Kochitz4. Ho subito telefonato a Valmalète dandogli il vostro indirizzo. III. Identica risposta a Gaston Elcus che desiderava organizzare una serie di concerti di musica da camera a Boston. Fra questi tre artisti è il solo che io conosca, e il solo per cui possa garantire personalmente: musicista eccellente, ha formato, con elementi tratti dall’orchestra Koussevitsky, di cui fa parte, un gruppo francese così composto: Elcus: 1° violino. Mayer, 2° violino. Lefranc, viola. Zighera, violon­ cello. Motte-Lacroix, pianista. Ecco ora la lista definitiva delle opere da mettere in programma:

Orchestra Introduction et Allegro per arpa e 6 strumenti. Pavane pour une infante défunte. Le Tombeau de Couperin. Ma mère l'Oye. Prélude et danse du rouet. (Mi pare proprio che non abbiamo parlato di questo brano, compilando i nostri programmi. Può venire eseguito singolarmente o posto all’inizio di Ma mère POye, di cui costituisce l’introduzione.)

Sinfonia in sol minore (Mozart)5. “Sarabande” e “Danse” (Debussy, orchestrate da M.R.) Rapsodie espagnole. Daphnis et Chloé Alborada del gracioso. Vaises nobles et sentimentales. La Valse.

Non dimenticatevi d’informarmi circa i materiali d’orchestra di cui do­ vrò incaricarmi. Mi occuperò della piccola conferenza per il concerto di Cleveland6. Non dimenticate la questione importantissima del tabacco7, ditemi, dopo che vi sarete informato, se sarò certo di trovarne ovunque negli Stati Uniti oppure, come mi ha detto con sicurezza Robert Schmitz, se sarà possibile farmene spedire dalla Francia. Pensate anche all’anticipo di 1000 dollari.

[283]

4 Mezzosoprano russo traslitterato anche come Koshetz. (Cfr. in appendice a questo volume, Interpretazioni storiche.) 5 La Sinfonia n. 40. 6 II compositore, con il soprano Lisa Roma, tenne una conferenza-concerto a Cleveland il 22 gennaio 1928. 7 Ravel era un gran fumatore di sigarette Capotai.

264

Lettere

Vi pregherò anche di aggiungere alla vostra prossima lettera l’elenco delle città e le date in cui possa far dare seguito alla mia corrispondenza. Credete, caro signor Laberge, ai miei migliori sentimenti.

Maurice Ravel Rileggendo, mi accorgo di aver dimenticato la lista delle opere che suo­ nerò al pianoforte. Eccola: Menuet antique. “Habanera ”. Pavane pour une infante défunte. “Oiseaux tristes”. Sonatine (3 parti). Le Tombeatc de Couperin (Prélude. Forlane. Menuet. Rigaudon). “La Vallèe des cloches”. Prélude8.

mu

284. Paul Paray1

a

Maurice Ravel Concerts Lamoureux 2, rue Moncey Parigi 16 nov. 1927

Caro signore e amico, Ho ricevuto il signor Th[eodor] Szàntó e ho preso visione della lettera che gli avete chiesto di consegnarmi. L’ho letta al mio comitato che, credete, sarebbe come me desideroso di farvi cosa gradita. Disgraziata­ mente mi è impossibile far suonare il signor Th[eodor] Szàntó nel perio-

8 Una breve composizione lirica per pianoforte composta nel 1913 per il concorso femminile di lettura a prima vista del Conservatorio di Parigi. 9 L’autografo di questa lettera non è stato ritrovato. Una copia dattiloscritta è conservata nella collezione privata della signora Monique Leduc. [284] 1 Paul Paray (1886-1979), compositore e direttore d’orchestra, studiò al Conservatorio di Parigi e ottenne il Prix de Rome nel 1911. Diresse poi l’orchestra Lamoureux e l’orchestra di Monte-Carlo; era inoltre il direttore principale dell’orchestra Colonne e della Detroit Symphony. [283]

265

Ravel

do che andrebbe bene a lui, e cioè prima di Natale. Se in seguito le cose si accomodassero meglio sarò felice di compiacervi2. Vogliate credere, caro signore e amico, ai miei migliori e devoti senti­ menti. Paul Paray

285. A Henry Prunières Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.)

6/12/27

Caro amico, Scusatemi, ve ne prego: non potrò recarmi né al vostro gentile invito, né al concerto in onore di Schoenberg1, né a tante altre riunioni dove pure sarei stato felice di vedere i miei amici prima della mia partenza. Sono in uno stato di affaticamento estremo (112 di pressione) e devo, per ordine dei medici, abbandonare il regime alimentare che mi era stato indicato, sovralimentarmi, e riposarmi per essere in condizioni di prendere il mare il 28. Vogliate scusarmi con la signora Prunières e credere entrambi ai sensi della mia maggiore devozione

Maurice Ravel

[284]

2 In una lettera a Tivadar Szàntó, scritta dal Belvédère il 13 dicembre 1927, Ravel aggiunse una copia di questa lettera, con la seguente indicazione: Caro amico, Credevo di avervi comunicato questa lettera già da tempo. Scusatemi: sono assai malridotto e devo seguire un trattamento energico - iniezioni di cytocerum, estratti d’ipofisi, di surrenale, ecc. [tutti farmaci stimolanti] - per consentirmi l’imbarco alla fine del mese. Affettuosamente a entrambi. Maurice Ravel [Autografo alla Library of Congress.] .

[285]

1 Cfr. lettera 165, nota 2. 2 II valore è espresso in cm di mercurio, e corrisponde ai 110 mm dell’uso italiano. [N.d.T.]

266

Lettere

286. A Cipa

e Ida

Godebski

Le Belvédère Tel: 89 Montfort l’Amaury (S. & O.)

14/12/27

Cari vecchi amici, Spero proprio che non mi lascerete abbandonare questo mondo senza accomiatarvi da me. Sono io a invitarvi^ dunque a venerdì sera, ore 20. Avevo chiesto la giacca; ma dal momento che tutti insistono per lo smoking, bisognerà vestirsi così. Affettuosamente Maurice Ravel

287. Darius Milhaud a Maurice Ravel 10 Bd de Clichy [Parigi] [Verso la fine del dicembre 1927]

Mio caro amico, Mi è veramente spiaciuto di non aver potuto assistere al banchetto di «Chantecler»1 in vostro onore, ma oltre alla la del PauvreMatelot* 2 avevo il concerto di Janacopulos dove accompagnavo le mie melodie ebraiche all’inizio del programma3. Spero che la vostra salute sia migliore. Ho tanta fiducia nell’omeopa­ tia che vorrei vedere tutti i miei amici praticarla! Spero vivamente che la vostra tournée in America non vi stanchi troppo e vi auguro un buon viaggio e un buon anno dal momento che il 1928 si avvicina! Molto cordialmente Milhaud

[287]

i Settimanale parigino dedicato alle arti. 2 L’opera di Milhaud, su libretto di Jean Cocteau, fu rappresentata per la prima volta all’Opéra-Comique il 16 dicembre 1927. 3 II concerto di Vera Janacopulos, il 16 dicembre, alla Salle Caveau, comprendeva inoltre mélodies di Honegger e di Stravinsky. I sei Chants populaires hébraìques di Milhaud furono pubblicati da Heugel nel 1925.

267

Ravel

288. A Nelly

e

Maurice Delage A bordo del France Will'll

Buon anno, cari vecchi amici. Si mangia allegramente in una sala da ballo che ondeggia appena: jazz, stelle filanti, palloncini, champagne, quartetto russo, americani ubriachi. Tutto il colore locale di Mont­ martre. 3/1/28

Dovremmo arrivare in rada stanotte e sbarcare domani in giornata. La traversata fin qui è stata davvero piacevole. Sul retro, la foto del mio studio. Ho a disposizione l’intera “suite di lusso” per lavorare... non ne abuso affatto. Affettuosamente

Maurice Ravel

289. A Roland-Manuel A bordo del France

3/1/28

Caro amico, Arriveremo domani a New York. Credo proprio che non si sia mai fatta una traversata più gradevole in questa stagione. Datemi notizie — e non dimenticate la conferenza1 — al seguente indirizzo: do Bogue'Laberge, 130 West 42nd St. Suite 1201 New York Affettuosamente a tutti

Maurice Ravel

[289]

1 Cfr. La musica contemporanea in A. Orenstein, a cura di, Ravel— Scritti e interviste eie., pp. 9-18.

268

Lettere

290. A Edouard Ravel The Copley-Plaza Boston, Massachusetts 13/1/28

Mio piccolo Edouard, Se tornerò vivo in Europa, questa sarà la prova della mia vitalità! In breve, fin qui ho retto, e il mio agente assicura che il peggio è passato. Appena arrivati in rada, la nave è stata invasa da un nugolo di giornalisti, con macchine fotografiche, cineprese, disegnatori. Ho dovuto lasciarli un istante per vedere l’entrata del porto: era persino un po’ troppo tardi, ma pur sempre una cosa splendida. Il mio soggiorno a New York (4 giorni che mi sono parsi 4 mesi) non mi ha neppure consentito di esercitarmi un poco al pianoforte: appena sistemato all’Hotel Langdon, un alberghetto da nulla che ha soltanto 12 piani (io ero all’8°), e alloggiato deliziosamente (un intero appartamen­ to) il telefono non ha più smesso di suonare. Ad ogni istante, mi porta­ vano mazzi di fiori, cesti della frutta più deliziosa del mondo. Prove, squadre di giornalisti (fotografi, cineoperatori, caricaturisti) che si dava­ no il cambio ogni ora, lettere, inviti ai quali il mio agente risponde per mio conto, ricevimenti. La sera, riposo: sale da ballo, teatri negri, cinema giganteschi, ecc. Conosco a malapena la New York di giorno, chiuso nei tassì per andare ad appuntamenti d’ogni genere. Ho anche girato un film, con 2 centimetri di cerone sulla faccia1... Dimenticavo il concerto dato a New York dall’orchestra sinfonica di Boston, dedicato alle mie opere. Ho dovuto presentarmi sulla scena: 3500 spettatori in piedi. Ovazione formidabile, arrivata persino ai fischi. Domenica sera, concer­ to privato e galoppata in abito da sera al treno per Boston. 14/1/28

Continuo: qui, sono stato relativamente tranquillo nella giornata, tra le prove d’orchestra (un’orchestra meravigliosa). lerlaltro, concerto a Cambridge, ieri a Boston: trionfo (hanno trovato che ho l’aria inglese!) Koussewitsky mi ha detto che ero il più grande direttore d’orchestra francese... Quando penso che ho dovuto dirigere la Rapsodie espagnole

[290]

1 Questo film non è stato ritrovato. Per contro, Alexander Steinert ha girato alcuni straordinari cortometraggi amatoriali che sono stati conservati, dove si vedono tra gli altri la famiglia Godebski, Arthur Rubinstein, Vladimir Horowitz e Ravel al Belvédère. Copie di questi film sono conservate nella collezione privata di Arbie Orenstein.

269

Ravel

leggendo sulla partitura! Lo rifaccio stasera, ritorno immediatamente a New York, per il concerto di domani3, riparto per Chicago, dove rimarrò qualche giorno, e di là verso il Texas. Qualche momento libero mi consente di scriverti, oggi, niente ricevimenti4. Quelli di Cambridge e Boston sono stati meno sfiancanti del ricevimento della sig.ra Edison5, a New York: 2 o 300 persone che sfilavano davanti a me parlandomi inglese, più spesso francese (è stupefacente quanto parlino la nostra lin­ gua, qui). Come a New York, la sera, riposo: sale da ballo, teatro cinese, ecc. Accludo alcuni ritagli di giornale. Conservali. Affettuosamente a tutti Ti abbraccio Maurice6

291. A Edouard Ravel Da New York a Chicago

16/1/28

Scrivo queste righe, mio piccolo Edouard, dalla carrozza “Club” del rapido per Chicago. Lasciata New York alle 2 e 45, arriverò domani alle 9 e 45. 20 ore precise. Il concerto di New York è andato bene. Articoli

[290]

3 Questo concerto, dedicato alla musica cameristica, aveva in programma il Quatuor à cordes, la Sonatine, 1’ Introduction et Allégro e la Sonate pour violon et piano. La Sonate fu interpretata da Joseph Szigeti, che osservò acutamente: «Ravel era un poco trascurato nel suo modo di suonare il pianoforte; a meno che “noncurante” non qualifichi meglio il suo atteggiamento. Era la sua dimestichezza di artista creatore a suggerirgli questa concezione del nostro compito. Era come se dicesse: “Che importa, se suoniamo un po’ meglio, o in modo più brillante e raffinato? L’opera è fissata nella sua forma definitiva, ed è questo tutto quel che veramente conta”». (Joseph Szigeti, With Strings Attached, New York, Knopf 1967, p. 139.) 4 Dopo il concerto del 15 gennaio a New York, in onore di Ravel fu dato un ricevimento in un elegante appartamento di Madison Avenue. Il signor Fritz Kreisler e sua moglie, Edgar Varèse e sua moglie, Béla Bartók e George Gershwin erano tra gli invitati. Su richiesta di Ravel, alcuni artisti di colore presentarono un programma di danze e di negro spirituals. (Cfr. l’articolo non firmato M. Ravel honored at Large Reception, «New York Times», 16 gennaio 1928.) 5 La moglie del celebre inventore. 6 L’autografo di questa lettera è riprodotto in Arbie Orenstein, Some unpublished Music and Letters by Maurice Ravel, «The Music Forum», 3, 1973, pp. 333-4.

270

Lettere

elogiativi, talvolta pagine intere1. Soltanto il giornale francese di New York non parla di me. Affettuosamente a tutti.

Maurice A New York è primavera come a Boston. Per la strada, neve.

292. A René Polain1? San Francisco Overland Limited Chicago & North Western Ry. Union Pacific System Southern Pacific Lines 30/1/28

Mio caro amico, Da quando ho fatto il mio ingresso negli Stati Uniti, è questa la prima volta che trovo il tempo di scrivere. Mi premuro di approfittarne per pregarvi di farvi mio interprete presso i vostri colleghi, e dire loro quale è stata la mia gioia nelFascoltare le mie opere eseguite con tanta perfezio­ ne da un’orchestra che giustamente è ritenuta la prima del mondo, e che

1 Sul «New York Times» del 16 gennaio, il celebre critico Olin Downes scriveva: «Niente avrebbe potuto illustrare la precisione, l’economia e la raffinatezza di questa musica meglio di quest’uomo esile, aristocratico, riservato, dai capelli grigi, che si comportava con tanta semplicità sul podio; presentando la sua musica con una discrezione e una modestia caratteristiche; accontentandosi, in qualche modo, di render conto di ciò che aveva fatto e di lasciare che gli ascoltatori traessero le loro conclusioni. E, in effetti, la sua opera parla da sé. «Non aver mai composto spinti da un’inutile fretta; non aver mai offerto al pubblico un lavoro incompiuto; aver fatto l’esperienza della vita nel ruolo di spettatore attento ed estremamente interessato, e averne plasmato certi elementi in forme d’arte squisite, che incarnano l’essenza di talune tradizioni francesi, ecco un obiettivo che vale la pena perseguire. Maurice Ravel ha seguito la sua strada d’artista con tranquillità e molto bene. Ha saputo disprezzare i successi superficiali o fittizi. È stato il critico più severo di se stesso. Il pubblico ha gustato quest’occasione di accogliere l’uomo e il compositore». [292] 1 Questa lettera e la successiva erano probabilmente indirizzate a René Polain, che faceva parte della sezione dei primi violini della Boston Symphony e aveva svolto funzioni di interprete per Ravel. La seconda lettera, una sorta di prolungamento della prima, comincia con i ringraziamenti che Ravel aveva omesso in quella.

[291]

271

Ravel

di esse ha reso lo spirito con un impegno e una coscienziosità che mi hanno profondamente commosso. Devo in gran parte a questa bella esecuzione l’accoglienza indimenti­ cabile del pubblico di Boston e di Cambridge; mi scuso con tutti voi per non aver potuto esprimere più sollecitamente l’intera mia riconoscenza.

Maurice Ravel

293. A René Polain1? San Francisco Overland Limited Chicago & North Western Ry. Union Pacific System Southern Pacific Lines 30/1/28

E voglio ringraziare personalmente l’amabile Mentore, fortunatamente meno severo dell’autentico*2, che ha contribuito non poco a farmi gustare il fascino di Boston. A Boston e a Cleveland è andato tutto bene; qui il compito dell’or­ chestra era particolarmente difficile: programma completamente ignoto alla maggior parte dei musicisti. Con Let Valse sono partito in 4a. Le Vaises nobles... sono state suonate perfettamente, e sapete che si tratta di una delle mie opere più difficili da mettere a punto. A questo proposito, scrivo direttamente a Koussevitsky per ringraziarlo della sua cortesia che ha salvato la situazione. Spero che gli abbiano scrupolosamente rimandato il materiale dell’orchestra. A presto, in Francia, fors’anche in America, ancora, lo spero. Non dimenticate di telefonare come prima cosa a Parigi: Guttenberg 0-28 prima di chiedere 1’89 a Montfort3. Credetemi, mio caro amico, molto cordialmente vostro

Maurice Ravel

[293]

1 Cfr. la nota alla lettera precedente. 2 Nella mitologia greca Mentore era un amico di Ulisse. Il nome divenne di uso comune dopo la divulgazione di Les Aventures de Télémaque di Fénelon (1699), nelle quali Mentore è raffigurato come saggio consigliere di Telemaco, figlio di Ulisse. 3 Numeri di telefono dell’Hotel d’Athènes e del Belvédère.

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Lettere

294. A Edouard Ravel Los Angeles Biltmore Los Angeles 7/2/28

Mio piccolo Edouard, questa volta è Testate: 35°. Un sole splendido; una grande città completamente fiorita - fiori che da noi crescono soltanto in serra; grandi palmizi, qui nel loro ambiente naturale... Passeggiata a Hollywood, la città del cinema. Varie Stars'. Douglas Fairbanks che fortunatamente parla francese . * Questo buco rappresenta la mia came­ ra1. Viaggio da S. Francisco a L. Angeles molto piacevole, quasi sempre sulla piattaforma posteriore: foreste di eucalipti, grandi alberi che si potrebbero scambiare per querce e che sono invece agrifogli. Montagne dalTaspetto vario, rocciose o di un verde brillante. E fastidioso pensare che ritroverò presto il freddo. Qui mi attendeva un pacco di lettere: ho ricevuto notizie da tutti, tranne che da te. Domani sera, concerto* 2. Nel pomeriggio andrò a visitare la fabbrica di leoni per i cinema3. Affettuosità a tutti. Ti abbraccio Maurice

*Avrei dovuto pranzare con Charlie Chaplin, ma ho pensato che non sarebbe stato divertente né per lui né per me: non conosce una parola di francese.

1 Sul recto di questa cartolina si vede il Los Angeles Biltmore Hotel. Ravel s’era divertito a indicare la posizione della sua camera, vicino alla cima di quest’imponente grattacielo. 2 L’8 febbraio 1928 l’ufficio della Pro-Musica di Los Angeles presentò nella sala da ballo del Biltmore Hotel il seguente programma raveliano: 1) la Sonate pour violon et piano, suonata da Calmon Luboviski e dal compositore (il “Blues” fu bissato dopo numerosi applausi); 2) Shéhérazade, cantato da Lisa Roma, giovane soprano americano, accompagnata da Ravel; 3) la Sonatine suonata dal compositore; 4) Histoires naturelies, interpretate da Lisa Roma e Ravel; 5) Pavane pour une infante défunte, Habanera, interpretati dal compositore; 6) Introduction et Allégro, direzione di Ravel, con Alfred Kastner (arpa), il quartetto Luboviski, Jay Plowe (flauto) e Pierre Perrier (clarinetto). 3 Allusione al leone ruggente della Metro-Goldwyn-Mayer.

[294]

273

Ravel

295. A Hélène Jourdan-Morhange Southern Pacific Lines 10/2/28

Cara arnica, Ho ricevuto la vostra lettere, a Los Angeles - da 35 a 40°, palmizi, piante da serra che fiancheggiano i viali - grazie alla sig.ra Schmitz. Non avevate ancora ricevuto la mia lettera - o le mie lettere, non mi ricordo più; ma come mai non avevate il mio indirizzo? Edouard mi aveva promesso che ve lo avrebbe dato. Ancora una notte sul treno (sono già due: da Chicago a S[an] Fran­ cisco ce n’erano 3), e arriverò a Seattle, poi a Por[t]land, a Vancouver a Minneapolis, per ritornare una 3a volta a New York, dove temo di trovare il freddo. Vedo città magnifiche, paesi incantevoli, ma i trionfi sono faticosi. A Los Angeles, ho evitato la folla; d’altra parte stavo crepando di fame. Datemi notizie. Affettuosamente Maurice Ravel

Spero che mio fratello sia ancora vivo: finora, da lui ho ricevuto soltanto un cablogramma.

296. A Edouard Ravel Union Pacific System The Overland Route Da Denver a Min[n]eapolis 21/2/28

Lasciata Denver ieri sera. Buona notte: dormito 9 ore. Arriviamo presto (alle 3) a Omaha, per cambiare treno. Ripartiremo stasera verso le 10, dopo avere ascoltato il jazz di Omaha, che è celebre. Denver, dove ho trascorso 3 giorni, è una città situata a 1600 metri d’altitudine (miniere d’oro e d’argento). L’aria è purissima. C’è sempre il sole. Sembra che il cielo si stia coprendo. Temo di trovare il freddo, la settimana prossima, a New York. Affettuosamente a tutti Ti abbraccio Maurice

274

Lettere

297. A Nadia Boulanger1 The Bilemore New York 8/3/28

Cara amica, Ecco un musicista dotato delle qualità più brillanti, le più seducenti, forse le più profonde: George Gershwin*2. Il suo universale successo non gli basta più: mira più in alto. Sa che per questo i mezzi gli mancano. Offrirglieli, può voler significare schiac­ ciarlo. Avreste voi il coraggio, che io non oso avere, di assumervi questa terribile responsabilità3? Devo rientrare ai primi di maggio, e vi parlerò di questo. Nell’attesa, trovate qui l’espressione dei miei più cordiali sensi di amicizia.

Maurice Ravel

[297]

1 Nadia Boulanger (1887-1979), dopo aver studiato al Conservatorio di Parigi (1897-1904) dove fece la conoscenza di Ravel, avviò una brillante carriera d’insegnante di composizione e direttore d’orchestra, tenendo anche numerose conferenze. Nume­ rosi grandi compositori americani ed europei del XX secolo furono suoi allievi; tra questi Lennox Berkeley, Elliott Carter, Aaron Copland, David Diamond, Jean Fran^aix e Walter Piston, per citarne solo alcuni. 2 Ravel e Gershwin (1898-1937) s’incontrarono a più riprese a New York nel 1928. In una conversazione, Alexandre Tansman ha ricordato di aver fatto loro da interprete in occasione di alcune serate trascorse ad ascoltare jazz ad Harlem. La cantante Èva Gauthier, che il 7 marzo 1928 diede a New York una cena in onore del 53° compleanno di Ravel, rievoca così quella serata: «Il menu era composto di tutto ciò che egli amava mangiare, e in particolare di molta carne rossa, che adorava — la preferiva infatti cruda, tanto da mangiarla al sangue — e si lamentava che tutta la carne qui fosse troppo cotta. Il rimpianto George Gershwin era uno degli invitati d’onore, dal momento che Ravel aveva espresso il grande desiderio d’incontrarlo e di sentirlo suonare Rhapsody in Blue, The Man I love, ecc. Fu una serata memorabile. George quella sera superò se stesso, compiendo prodigi stupefacenti di complessità ritmica, al punto che Ravel stesso ne era disorientato. George era desiderosissimo di studiare con Ravel, ma la risposta del Francese fu: “Rischiereste di perdere questa grande spontaneità melodica e di scrivere del cattivo Ravel”» {Reminiscences of Maurice Ravel, «New York Times», 16 gennaio 1938). 3 Gershwin avrebbe proseguito i suoi studi con i compositori americani Henry Cowell e Wallingford Riegger, e con il teorico e compositore Joseph Schillinger.

275

Ravel

298. Alla

signora

Dreyfus Pennsylvania Railroad Southern Railway West Point Route Louisville & Nashville R. R.

Crescent Limited New York. New Orleans

4/4/28 En Route p/c]

Mia cara Madrina, La vostra lettera mi è giunta a New York, dove ho ancora trascorso 3 giorni. Lunedì, Boston dove ho dormito in un letto stabile. Ritornato a N.Y. per 5 ore. Ora la passeggiata finale: Nouvelle-Orléans, dove arrive­ rò domattina, solamente per lanciare un tenero sguardo su questa vec­ chia colonia francese; e degustare il “Pompano al cartoccio”1 irrorato da vini francesi (ma sì... se sapeste che cos’è il proibizionismo!) Di lì ripar­ tirò la sera per Houston: 2 concerti* 2, visita in automobile al golfo del Messico. Dunque, 3 notti di treno. Di là, Grand Canyon: 2 giorni di riposo; niente concerti. (Da Houston al Gfrand] Canyon 2 notti). Poi lascio l’Arizona e vado direttamente a Buffalo e a N.Y. (4 notti, stavolta) N.Y. Montréal e ritorno e imbarco sul Paris che parte a mezzanotte (arriverò lì alle 22 e 30), il 21. E non arriverò morto: come vi hanno riferito, non sono mai stato meglio che in questa folle tournée. Ho finito per scoprirne la ragione: non ho mai condotto una vita tanto regolare. Avete dimenticato di darmi notizie della vostra salute. Non è il caso di inviarmele ora: arriverebbero dopo la mia partenza. Andrò a riceverle io stesso. A N.Y. e a Boston il tempo era molto bello; ma al mio risveglio, stamattina, mi sono trovato in piena primavera (lassù, la fioritura è meno avanzata) e in una calura da piena estate. Nel mio scompartimento ho dovuto stare in maniche di camicia, con tutte le prese d’aria aperte e il ventilatore in 3a. Sulla piattaforma posteriore faceva appena meno caldo. Che cosa mi accadrà in Texas? Sono quasi le 11; la carrozza “Club” comincia a vuotarsi. Torno nel mio scompartimento, all’altro capo del treno. A presto, e affettuosi saluti dal vostro Maurice Ravel

[298]

1 Si tratta di un piatto di pesce. (Pare che questo modo di cucinare il pesce in sacchetti di carta sia originario di New Orleans e risalga alPinizio del secolo.) 2 Cfr. La musica contemporanea^ in A. Orenstein, a cura di, Ravel—Scritti e interviste cit., p. 9.

276

Lettere

299. A Cipa Godebski The California Limited Santa Fe Dal Grand Canyon a Buffalo

14/4/28

Un’escursione di 10 giorni, con 6 notti in treno. Ne valeva la pena. Seguendo giudiziosamente il testo qui sotto, non tenterò di descrivervi il Gfrand] Canyon1: bisogna andarci. Ancora soltanto 7 giorni, e la fuga (a meno che il treno di Montreal sia bloccato dalla neve per un’ora e mezza). A presto, vecchio mio. Affettuosità a tutti Maurice Ravel

300. Alla

signora

Albéniz Rue Tornasse, 9 St-Jean-de-Luz (B[a]sses Pyrénées)

27/6/28

Cara signora, Ida Rubinstein mi ha chiesto di orchestrare 6 brani da Iberia El Puerto, Fète-Dieu a Seville, Rondena, Triana, ElA[l]baicin, el Polo. Ora, ho saputo che la maggior parte di questi brani sono già stati strumentati da Arbos* 2, e ho timore che voi possiate rifiutarmi l’autoriz­ zazione che vi dovevo chiedere, cosa che troverei legittima3.

1 II testo di questa cartolina illustrata da una veduta del Grand Canyon recita tra l’altro: «I più begli effetti del Grand Canyon sono nel loro insieme impossibili da rendere con il pennello o la penna... Qui anche il silenzio pare avere una dimensione e un colore». [300] 1 Isaac Albéniz (1860-1909) lavorò ai dodici brani per pianoforte che componevano la sua suite Iberia dal 1906 fino praticamente alla morte. Pianista virtuoso, diede numerosi concerti e lasciò opere brillanti per il suo strumento. Dopo aver studiato in Spagna con Felipe Pedrell, si stabilì nel 1893 a Parigi dove fece la conoscenza di Ravel e subì l’influenza di Vincent d’Indy e di Paul Dukas. 2 II violinista, direttore d’orchestra e compositore spagnolo Enrique Arbós (18631939) era intimo amico di Albéniz. 3 Arbos, venuto a conoscenza dell’imbarazzo di Ravel, propose gentilmente di

[299]

277

Ravel

Al conservatorio di Fontainebleau intorno al 1930. Da sinistra, due personaggi non iden­ tificati, Gérard Hekking, un "altro sconosciuto, Ravel, Emile Vuillermoz, Charles-Marie Widor, Isidor Philipp, Georges Hue, Henri Rabaud, Alfied Bruneau, Jean Chantavoine e Gabriel Pierné. (Departement de Musique, Bibiothèque Rationale)

Ritratto professionale dedicato a Louise Alvar Harding; Londra, aprile 1924. (Collezione depositata presso la Pierpont Morgan Library. Fotografia riprodotta per gentile conces­ sione di Charles Alvar Harding) Il ritorno di Ravel dagli Stati Uniti, con Marcelle Gerar; Le Havre, aprile 1928. (Colle­ zione A. Orenstein)

278

Lettere

Vi sarei comunque riconoscente se mi deste una risposta, favorevole o no, al più presto possibile, dal momento che questi brani sono desti­ nati a essere danzati all’Opéra all’inizio della prossima stagione. Vogliate gradire, cara signora, l’omaggio del mio rispettoso ricordo.

Maurice Ravel

301. A Robert Casadesus

Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 10/8/28

Mio caro amico, Avrei anche potuto rispondervi prima: quest’inizio di stagione tanto complicato per me è ancora lontano dal chiarirsi. Sono sicuro soltanto che sarò in Spagna alla fine di novembre1, e che contemporaneamente mi dovrò trovare all’Opéra, dove Ida Rubinstein interpreterà La Valse e Fandango, nuova opera che avrò forse per allora terminata* 23. Vi faccio notare che nella 2a quindicina di ottobre mi dovrò recare a Oxford per ricevervi il titolo di doctor honoris causa0 e che la direzione del G[rand]

rinunciare al suo copyright esclusivo sui brani che aveva orchestrato, e che vietava a qualunque altro di strumentarli. Ma Ravel cambiò in seguito parere e decise di orchestrare una della proprie opere. Alla fine, compose un’opera originale per Ida Rubinstein intitolata “Fandango”. Il titolo fu in seguito mutato in Bolèro, [301] 1 A partire dal 6 novembre, Ravel diede una serie di concerti in Spagna con Madeleine Grey e il violinista Claude Levy, esibendosi in nove città in poco più di due settimane. 2 La nuova opera, il Bolèro, fu eseguita per la prima volta all’Opéra di Parigi dalla compagnia di Ida Rubinstein il 22 novembre 1928, sotto la direzione di Walther Straram, con scene e costumi di Alexandre Benois e con una coreografìa di Bronislava Nijinska. Oltre a La Valse, il programma comprendeva musiche di Bach trascritte da Honegger, e opere di Schubert e di Liszt orchestrate da Milhaud. 3 II 23 ottobre 1928 Ravel si presentò indossando la toga accademica alla Oxford University, che gli conferì il titolo di dottore in musica. Esprimendosi in latino, l’oratore attribuì alle sue realizzazioni «colori degni del Parrasio» e definì il compositore di Daphnis et Chloè «artista affascinante, capace di persuadere ogni persona colta che Pan non è morto, e che ancor oggi il monte Elicona verdeggia». Al termine della cerimonia, l’invitato d’onore diresse {'Introduction et Allégro di fronte a un folto pubblico che si era raccolto all’aperto davanti al municipio per ascoltare un programma che gli era interamente dedicato.

279

Ravel

Con Ida Godebska nei Paesi Baschi intorno al 1930. (Collezione A. Orenstein) Con Madeleine Grey, nel 1930 circa. (Collezione privata)

Party in giardino a Le Belvedere, giugno 1928. Ravel discorre con Jane Bathori e Cipa Godebski; alla sua destra il compositore spagnolo Joaquin Nin. (Collezione privata)

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Lettere

Théàtre de Bordeaux onora i 3 vicepresidenti della S.M.I.4 in Dicembre5 nel corso di uno dei suoi concerti pomeridiani di musica da camera. Riuscite a capirci qualcosa più di me? Molto cordialmente

Maurice Ravel Dimenticavo certi concerti in Olanda la cui data non è ancora stata fissata.

302. Jacques Durand a Maurice Ravel A. Durand & Fils, Editeurs Durand & C,c 4, Place de la Madeleine Parigi (VHP)

13 agosto 1928

Mio caro Maurice, non vi nasconderò che la vostra missiva mi ha pro­ curato un discreto piacere - ero un po’ triste nel vedervi vincolato alla “ricomposizione” dell’opera di Albéniz! Mi annunciate che vi state occupando di un Fandango di vostra cre­ azione - plaudo in anticipo al progetto, benedicendo Arbos! Però dovre­ te triplicare la lena del lavoro, perché dobbiamo avere l’opera piano e partitura d'orchestra per il 15 ottobre al più tardi e qualche frammento prima, se potete. Questa mattina, arrivando in ufficio, ho ricevuto la vostra lettera; un’ora dopo si faceva annunciare la segretaria della sig.ra I[da] R[ubinstein]. Abbiamo discusso a lungo e ho esposto le vostre condizioni, ha storto un po’ il naso, ma le comunicherà alla sig.ra I[da] Rfubinstein] a Pa­ lermo. Per La Valse, già vantaggiosamente conosciuta, siccome sapevo che desideravate vederla rappresentare secondo le vostre idee, abbiamo posto alla sig.ra I[da] R[ubinstein] condizioni ultra moderate.

[301]

4 I due altri vicepresidenti erano Leo Sachs e Florent Schmitt. 5 II concerto di musica cameristica di Bordeaux era organizzato dal pianista Paul Loyonnet, che suonò Gaspard de la nuit e, con il quartetto Calvet, il Quintetto op. 51 di Florent Schmitt. Le opere vocali comprendevano cinque mélodies di Leo Sachs e le Chansons madécasses interpretate da Madeleine Grey, M. Bergeon (flauto), Paul Mas (violoncello) e Ravel al pianoforte.

281

Ravel

Per Fandango è diverso, c’è un vincolo di 3 anni in teatro e di 1 in esecuzione concertistica — è notevole. Ho dunque chiesto un forfait di venticinquemila franchi sui quali avrete la vostra percentuale, per l’estero. La segretaria ha levato alte grida citandomi il caso di Honegger e di... Stravinsky! Per i quali ci sarebbe solamente una quota fissa di 3000 franchi più i diritti eventuali di ogni rappresentazione. Dal momento che conosco i capricci della celebre interprete, è meglio resistere che inseguire. Suppongo che da parte sua ve ne arrivi una ri­ compensa. Ora, attendiamo gli eventi e soprattutto il vostro manoscritto. Vi invio, mio caro Maurice, la testimonianza del mio antico affetto.

J. Durand

303. A Roland-Manuel Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.)

4/10/28

Mio caro amico, ecco l’argomento su cui desidero intrattenervi al telefo­ no venerdì, all’ora di pranzo. Sarei felice se mi poteste accompagnare all’Aeolian C° dove ho preso appuntamento per Sabato alle 2 e mezza, dopodiché rientrerò a termina­ re un Bolèro con lo stesso materiale che mi avete detto essere servito a Prokoffìef per il “Pas d’acier”1. Affettuosamente

Maurice Ravel Con buona pace di Dubois* 2, sarà la forma di intervista che dovremo adottare.

1303]

1 II balletto di Prokof’ev, Le Pas d’aciei\ terminato nel 1925, fu eseguito a Parigi dai Ballets russes il 7 giugno 1927. Roland-Manuel sembra fare allusione al vibrante ritmo ostinato della parte intitolata Fabrika. 2 Henri Dubois, direttore artistico della ditta Aeolian.

282

Lettere

304. A Marcelle Gerar Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.)

29/10/28

Cara amica, Occupato a correggere il Bolèro fino a sabato sera, sono rientrato dome­ nica e mi sono messo immediatamente al pianoforte, per tentare di ritrovare il mio virtuosismo americano. Se dunque volete avere l’appro­ vazione dell’autore, occorrerà rinviare la vostra registrazione a sin dopo il mio ritorno - a partire dal 28/111. Per gli: ah! ah! ah! de l’aria del Fuoco, va bene*2. Non siete la prima. Ma non aggiungete (parlato): «et vous m’entendez bien...». Per la coda, vedete la parte separata che vi daranno da Durand, se ci andrete da parte

Ma no, non è su la si che si fa il trillo:

-Q-

Ol

vuol dire

trillo inferiore. Non lo sapevate?

Alla fine del mese. Nell’attesa, brucerò per voi un cero a Nostra Signora del Pilar3, salirò ginocchioni i gradini di Santiago de Composte­ la e berrò alla vostra salute un bicchiere di porto nel suo paese d’origine4. Affettuosamente,

Maurice Ravel

[304]

1 Cfr., in fondo al volume, l’Appendice B, Interpretazioni storiche. 2 Nell’Enfant et les Sortilèges Marcelle Gerar voleva introdurre qualche breve respiro nelle lunghe frasi alla fine dell’aria (partitura per canto e pianoforte Durand, pp. 28-9). La seconda risposta, sul trillo, è riferita allo stesso passaggio. 3 A Saragozza, in Spagna. La cattedrale è intitolata alla Vergine del Pilar, patrona di Spagna. 4 In origine la tournée spagnola del 1928 di Ravel comprendeva anche alcune città portoghesi, ma questa parte del viaggio fu annullata.

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Ravel

305. A Roger Haour Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.)

4/12/28

Caro polio1 Ho trovato il tuo pulcino* 2 al mio rientro dalla Spagna, dove ho preso una splendida infreddatura raccolta sotto i palmizi di Malaga. E pur vero che sono l’ultimo dei 3 punti di cui parla Pierrette (al plurale, ce ne vogliono 4)34ma, da quando ho terminato il Bolèro, preci­ samente il 15 ottobre, non ho cessato di deambulare, posando la toga per la capa^ e il pullover per lo smoking, questo in pullman, allo scopo di giungere puntuale per l’ultima rappresentazione del mio balletto, rap­ presentazione riuscitissima, ma pittoresca, cosa questa inopportuna5. Come sola possibilità per incontrarci vedo il 31 dicembre - tra una sbor­ nia e l’altra. Venite a cercarmi verso mezzogiorno all’Hótel d’Athènes (rue d’Afthènes] 21). Andremo a prenderci un cocktail per svegliarci e poi ci abbufferemo. Va bene? Se vuoi rispondermi, scrivimi qui; verrà dato seguito: riparto domani per Ginevra (giuria della S.I.M.C.)6. Di là, andrò a riposarmi 5 o 6 giorni a St-Jean-de-Luz. Affettuose beccate e baci7 a entrambi

Maurice Ravel

306. Béla Bartók a Maurice Ravel Roma

Il 15 marzo 1929

Caro signor Ravel, Permettetemi di presentarvi Zoltàn Székely1, un giovane violinista assolu­ tamente di prim’ordine. Suona tutte le vostre opere per violino e vorreb-

1 In francese volatile. Questa singolare lettera contiene numerosi giochi di parole, termini gergali, espressioni intraducibili usate con frizzante arguzia. 2 In francese poulet, letteralmente “pollastro”, usato gergalmente per indicare un biglietto, per lo più amoroso. 3 Si riferisce a un’espressione gergale; il significato è: «sono il più grande imbecille». 4 In spagnolo nel testo. Ravel si riferisce al suo spostamento da Oxford, dove ha indossato la toga accademica, alla Spagna, il paese della cappa. 5 II Bolèro, interpretato dalla compagnia di Ida Rubinstein. 6 Cfr. lettera 214, nota 1. 7 In francese, «coups de bec et de museau». [306] 1 II celebre violinista ungherese (nato nel 1903) suonava spesso la musica di Bartók con il compositore al pianoforte.

[305]

284

Lettere

be eseguircele e ricevere i vostri consigli sull’interpretazione. Vogliate gradire, caro signore, i miei più cordiali saluti.

Béla Bartók

307. A Marcelle Gerar Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 13/5/29

Cara amica, Se Leyritz mi ha fatto la vostra commissione? Sì, e con accenti così toccanti da strapparmi le lacrime! Ma, ecco: ho dovuto rimanere tutta la settimana a Parigi senza trovare neppure il tempo di dormire - ho recu­ perato la notte scorsa: 11 ore filate E questa settimana la storia ricomincia: prova generale di Ibert e di Rfoland]-Manuel, mercoledì1. Giovedì: Bolèro, che dirigo io*2. Ci volete venire? Sarà forse l’unico modo d’incontrarci. Ho 10 biglietti: non fatelo sapere! Non dovrete fare altro che passare in rue d’Athènes e prenderne due, uno per voi e l’altro per Leyritz. Se no, lasciate detto qualcosa all’hòtel d’A[thènes]: ci arriverò merco­ ledì mattina. Affettuosamente Maurice Ravel

308. A Serge Koussevitzky Montfort l’Amaury 2/7/29

Speravo

poter venire festeggiare l’amico

&

ringraziare il grande

1 II 15 maggio all’Opéra veniva presentata l’opera in due atti Persée et Andromede, di Jacques Ibert, su libretto di Nino tratto dalle Moralités légendaires di Jules Laforgue, e il balletto L’Ecran desjeunesfìlles di Roland-Manuel, su un soggetto di Jacques Drésa. (Nino era lo pseudonimo di Michel Veber, cognato di Jacques Ibert.) 2 Ravel diresse l’orchestra Straram. (Cfr., in fondo al volume, l’Appendice B, Interpretazioni storiche.)

[307]

285

Ravel ARTISTA CUI LA MUSICA MODERNA DEVE TANTO. IMPOSSIBILE. LAVORO UR­ GENTE. TRASMETTO PROFONDO RINCRESCIMENTO & SENSI DI GRANDE AFFETTO

Ravel1

309. A Marie Gaudin Le Belvédère Tel: 89, Montfort l’Amaury (S. & O.)

19/8/29

Cara Marie, Questa volta, credo proprio che siate voi a dovermi una lettera... È vero che non vi ho fatto gli auguri per il vostro onomastico1, e mentre ci penso, mi ricordo che non li ho fatti neppure alla sig.ra Bonnet, che ho visto ieri. Ma in fin dei conti, considerando il mio stato, bisogna essere indulgenti: ho un Concerto in gestazione (sto attraversando la fase del vomito). Dovete sapere che ci vedremo presto: i manifesti di Foujita*2 vi hanno probabilmente annunciato il grande festival ITR a Biarritz (i biglietti costano 200 franchi: per fortuna io entro a sbafo)3. Se la mia camera e il pianoforte sono liberi, verrò a stabilirmi a StJean 1’8 o il 9 per 8 giorni, e - ma non ci spero - ci resterò molto più a lungo, se mi lasciano in pace. Gettatevi ai piedi della sig.ra Galichet4 e supplicatela di scaraventare gfintrusi fuori dai piedi, se ce ne sono. Naturalmente, dopo aver distribuito intorno a voi molte “unità” di muchus5, e non senza averne conservata almeno una.

Maurice Ravel

1 Questo telegramma era indirizzato al ristorante Laurent di Parigi, dove una serata di gala concludeva i concerti europei di Koussevitzky prima della sua partenza per gli Stati Uniti. Il «lavoro urgente » di Ravel era soprattutto il Concerto pour la main gauche. [309] 1 II 15 agosto, giorno dell’Assunzione. 2 Foujita Tsuguharu (1886-1968), artista francese d’origine giapponese. 3 II festival ebbe luogo 1’11 settembre, con la partecipazione di Marcelle Gerar, Robert Casadesus e del soprano Marcelle Denya. 4 Un’affittacamere del luogo. 5 In basco “migliaia di baci”. [308]

286

Lettere

310. A Michel-Dimitri Calvocoressi rue Tourasse, 9 St J[ean] de Luz 3/10/29

Desolato, vecchio mio: sono qui da un mese e conto di restarci fino al 15, forse sino alla fine di ottobre. Ci sono venuto per lavorare al Concer­ to. Ma c’erano delle bozze da correggere: il Bolèro e i Tableaux dune Exposition. Finalmente, è andata. Ma sì, dovreste aver letto, almeno 3 anni fa, un necrologio sulla sig.ra Gruppi, la cui vita è stata così dolorosa sino alla fine1. Stavo per scrivervi per annunciarvi un’altra disgrazia, pensando che non ne foste a conoscenza. L’ho saputo l’altro giorno, e mi mancano ancora particolari: il nostro povero amico Casa-Miranda si è spento quasi improvvisamente in una clinica di Gambo, mi pare, dove si pen­ sava di sottoporlo a un’operazione senza rischi degni di nota. La sig.ra di C[asa]-Miranda], lei sì sofferente da tempo, e che non aveva lasciato San Sebastian*2, colpita da questa terribile notizia, è morta 2 giorni dopo. Si avvicina l’ora di consegnare la lettera alla posta. Fortunatamente non ho altre cattive notizie da comunicarvi e invio a entrambi i miei affettuosi saluti. Maurice Ravel

311. A Cipa Godebski Le Belvédère Tel.: 89, Montfort l’Amauiy (S. & O.)

15/11/29

Vecchio mio, Franek1 non ha alcuna possibilità: si presentano Schmitt e altri compositori conosciuti — probabilmente sarà Schmitt a passare2 -.

1 Ravel aveva dedicato la Fuga del Tombeau de Couperin alla memoria di suo figlio, il sottotenente Jean Gruppi. 2 Cambo-les-Bains e San Sebastian si trovano a distanza non grande, uno da una parte e l’altro dall’altra della frontiera spagnola. [311] 1 Soprannome di Franz Godebski, fratello maggiore di Cipa e Misia. Compositore e violinista, fu per molti anni direttore del Conservatorio di Perpignan. 2 Per un concerto della S.M.L

[310]

287

Ravel

È meglio che Franek apprenda la spiacevole notizia da voi. Io non oso comunicargliela. Ci vedremo dopodomani all’Op[éra]-Com[ique]? (Attenzione! Pie 3/43.) Sarà Punico momento: arriverò domani, ma lascerò la valigia in deposito ed entrerò in albergo soltanto per andare a dormire. Affettuosità a tutti

Maurice Ravel

312. Alla

signora

Bretton Chabrier1 Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 4/12/29

Cara signora, L’altro giorno, alla rappresentazione del Roi malgré lui> di quest’opera che potrei suonare a memoria dall’inizio alla fine e che ascoltavo per la la volta, ho notato alcune imperfezioni nella sua geniale orchestrazione e non ho potuto impedirmi di pensare, nel corso dell’ascolto, ai ritocchi che ne accrescerebbero di dieci volte l’effetto. Conoscete l’immensa simpatia da me nutrita per il musicista che più di tutti mi ha influenzato. Ciò mi permette di chiedervi l’autorizzazione a tentare quest’opera di rivalutazione, poiché non si tratterebbe affatto di rimaneggiare profondamente un’orchestrazione dove ogni cosa è anno­ tata, se pure non sempre perfettamente realizzata. Occupatissimo in importanti lavori, potrei provvisoriamente correg­ gere una delle scene principali: il valzer del 2° atto. Troppo lieto di poter eventualmente contribuire ad accrescere ulte­ riormente il successo - giunto troppo in ritardo - di una delle opere più straordinarie del nostro teatro lirico, mi sento in dovere di rifiutare sin d’ora qualunque ricompensa mi venga dall’editore, o qualsiasi partecipa­ zione ai diritti d’autore* 2.

3 Vi si dava Le Roi malgré lui di Chabrier. La reazione di Ravel all’opera è riportata nella lettera successiva. [312] 1 La nuora del compositore. 2 Questo progetto non fu realizzato, per ragioni ignote. Il solo omaggio diretto di Ravel a Chabrier fu dunque la sua orchestrazione del Menuetpompeux> realizzata per i Ballets russes nel 1919.

[311]

288

Lettere

Nella speranza di ricevere una risposta favorevole, vi prego di gradire, cara signora, l’omaggio dei miei rispettosi saluti. Maurice Ravel

313. A Serge Koussevitzky Le Belvédère Tei.: 89, Montfort l’Amaury (S. & O.) 20/12/29

Ma, mio caro amico, mi è impossibile firmare questo contratto1! Appena terminato il Concerto, devo portarlo in tournée nelle cinque parti del mondo, come vi ho detto. Tutto quel che vi ho potuto promettere, è di riservarcene la la esecuzione “in the Vorld”2. Capirete bene che non posso rimandare la mia tournée di 2 o 3 anni, e pensare che il mio editore accetti questo rinvio. D’altra parte, questo Concerto è ben lontano dall’essere terminato. Come sempre, lavoro a più cose nello stesso tempo: a un altro Concerto, quest’ultimo per la mano sinistra, e anche, da qualche giorno, a un poema sinfonico3. Sarà forse quest’outsider ad arrivare al traguardo per primo. In questo caso, potreste averne una la esecuzione e l’esclusiva, ma solo per una stagione (sempre per la questione dell’editore). Trovate qui, mio caro amico, l’espressione dei miei sentimenti più cordiali. Maurice Ravel [313]

1 La proposta di contratto tra Ravel e l’amministrazione della Boston Symphony Orchestra è reperibile nella collezione Koussevitzky alla Library of Congress. Vi si dice tra l’altro: «Il detto Ravel accetta col presente contratto di comporre un concerto per orchestra sinfonica e pianoforte, la partitura, lo spartito per piano e una serie completa di parti orchestrali dovendo essere consegnate in manoscritto alla Boston Symphony Orchestra, Ine., alla Symphony Hall, Boston, al più tardi il 20 settembre 1930, restando per sempre il detto manoscritto proprietà della Boston Symphony Orchestra, Ine. «Il detto Ravel accetta ugualmente che la Boston Symphony Orchestra dia la prima esecuzione del detto concerto, e inoltre che la Boston Symphony Orchestra abbia i diritti esclusivi di esecuzione in America di quest’opera durante la sua stagione anniversaria 1930-1931 senza pagamenti di diritti d’esecuzione né altre spese... «Come contropartita del rispetto dei summenzionati impegni, il consiglio d’ammi­ nistrazione della Boston Symphony Orchestra, Ine., accetta di versare al detto Ravel o al suo rappresentante autorizzato tremila ($ 3000) dollari, di cui millecinquecento ($ 1500) dollari all’atto di ricevere questo contratto debitamente firmato dal detto Ravel e i millecinquecento ($ 1500) dollari di saldo all’atto di ricevere la partitura completa e le parti del suddetto concerto». 2 Invece di “in the world”. 3 Senz’altro un’allusione a Dèdale 39, che non superò mai lo stadio di progetto.

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Ravel

314. A Piero Coppola Montfort 5/1/30

Caro amico, Dirigo ai Lamoureux sabato e domenica1. Prove giovedì e sabato. Obbli­ gato ad andare a Parigi mercoledì. - E ho appena beccato un raffreddore che sembra un’influenza. Affido questa lettera a mio fratello per pregarvi di scusarmi domattina. Volete che venga a trovarvi mercoledì verso fine giornata? Il disco non sarà ancora definitivo, penso* 2. Scrivetemi o telefonatemi a Gutenberg 0-28 dove arriverò mercoledì. Mi faranno la commissione. Di nuovo scusatemi, e cordial­ mente. Maurice Ravel

315. Jean Wiéner a Maurice Ravel Le Manoir de la Juste Pie1 Orgevai (S-Et-O.) 16 aprile 1930

Caro amico, Sono in campagna per qualche giorno con mia moglie e i bambini, la macchina e il fonografo - niente più vagoni letto, per qualche settimana, dunque qualcosa che assomiglia alla tranquillità - e - acquistati su vostro preciso consiglio, i dischi Polydor del Bolèro-, - per quanto ridicolo vi possa sembrare, per quanto inutile, vi scrivo ugualmente, semplicemente per dirvi che da ieri vivo esclusivamente accanto a questo Bolèro, che è

1 II pomeriggio di sabato 11 gennaio, Ravel doveva dividere il podio con Albert Wolff, che diresse opere di de Falla, Mozart e Roussel. Ravel diresse la Pavane pour une infante dèfunte e il Bolero. Inoltre Lotte Schòne cantò alcuni Lieder di Schubert e di Schumann. Gli stessi musicisti si esibirono in un altro programma il pomeriggio del giorno successivo, quando Ravel diresse Alborada delgracioso e il Bolèro. 2 Coppola diresse la prima registrazione assoluta del Bolèro in presenza di Ravel, che lo registrò poi il giorno successivo alla testa dell’orchestra Lamoureux. (Cfr., in fondo al volume, l’Appendice B, Interpretazioni storiche.) [315] 1 Così Wiéner aveva denominato la sua casa di campagna.

[314]

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Lettere

qualcosa di meraviglioso: in sé, è stupefacente, e ancora più stupefacente è che voi abbiate scritto questo - insomma, vi mando il bravo più entu­ siastico e più profondamente cordiale che si possa mandare, unitamente alla mia devota amicizia.

Jean Wiéner Verreste qui, un giorno, a pranzare con noi, prima del 27, se venissimo a cercarvi in auto?? Se sì, scrivete o telefonate - ancora grazie —

316. A Ida Godebska Le Belvédère Montfort l’Amaury

8/5/30

Cara Iduchu1, E qui, non credete che sia indispensabile, la mia presenza? Ho già comin­ ciato a lesinare sul mio sonno. Se sono stato visto all’Opéra, è perché sapevo che Toscanini prendeva il Bolèro a un tempo ridicolo, e volevo dirglielo, cosa che ha provocato la costernazione generale, a cominciare dal grande virtuoso* 2. Mi vedranno anche dai Clemenceau, lunedì, per­ ché Painlevé3 verrà a cercarmi da Versailles e mi riporterà indietro pre­ sto. Credo che andrò a rifugiarmi a St-Jean-de-Luz, benché non sia una cosa realmente pratica. Vitgenstein [Wittgenstein] deve avere il suo concerto per la fine del mese prossimo, e quest’ultimo è lontano dall’essere terminato4!

[316]

1 Diminutivo affettuoso in polacco. 2 Nel maggio e nel giugno 1930, la New York Philarmonic diretta da Arturo Toscanini (1867-1957) diede una serie di applauditissimi concerti in Europa. La tournée cominciò all’Opéra di Parigi, e il programma del 4 maggio comprendeva il Bolèro. Ravel, rifiutandosi di rispondere al gesto di Toscanini rivolto al suo palco, scatenò una vera levata di scudi; nell’animata discussione che seguì dietro le quinte, egli rimproverò al maestro di aver preso un tempo ridicolmente rapido. I due uomini finirono per stringersi la mano, ma il Bolero era ormai divenuto un celebre motivo di discussione. (Cfr. lettera 318 a Toscanini.) 3 Ravel e Paul Painlevé (1863-1933), uomo di stato e matematico, erano entrambi amici di Paul Clemenceau e sua moglie. 4 II pianista austriaco Paul Wittgenstein (1887-1961) aveva commissionato il Concerto pour la main gauche. (Cfr. anche Concerto pour la main gauche, in A. Orenstein, a cura di, Ravel — Scritti e interviste cit., pp. 73-4).

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Ravel

Non sarà certo Falla a biasimarmi, ne sono sicuro. Devo forse dubi­ tare della vostra indulgenza? Affettuosamente a tutti Maurice Ravel

317. A Charles Mapou1 Le Belvédère Tel.: 89, Montfort l’Amaury (S. & O.)

24/7/30

Caro signore e amico, Dunque, siamo d’accordo per il 24 agosto. Accompagnerò la mia Sonate per Thibaud, le Chansons madécasses e altre mélodies per Madeleine Grey e se il programma non è troppo lungo, suonerò a 4 mani con Robert Casadesus Ma Mère l’Oye. Vi ringrazio vivamente dell’amabile offerta di ospitalità di cui con mio grande rincrescimento non potrò profittare: poiché non voglio inter­ rompere i miei lavori, è più ragionevole che mi stabilisca a questo scopo nel fiat2 di rue Tourasse dove ritroverò il mio pianoforte, il mio costume da bagno e le mie abitudini. Se avete occasione di incontrare il mio compatriota Dongaitz, ditegli che sono profondamente toccato dalla sua gentile partecipazione alla partita di pelota3 che, spero, sarà giocata nel corso di quest’ultima setti­ mana di agosto, la mia sola vacanza in questa stagione. Ancora grazie di tutta la pena che vi date nell’organizzare questa festa, scusatemi se il mio aiuto è tanto scarso, e trovate qui, caro signore e amico, l’espressione dei miei sentimenti di cordialità. Maurice Ravel

[317]

1 Mapou organizzò un festival Ravel che si tenne a Ciboure e Biarritz il 24 agosto 1930. Il villaggio di Ciboure rese omaggio al suo figlio, e sulla casa natale del compositore, già 12, rue du Quai - ora quai Maurice Ravel — fu posta una targa commemorativa. Dopo le cerimonie si giocò davanti a una folla numerosa una partita di pelota basca. I proventi del concerto serale dato a Biarritz andarono a un’opera di beneficenza. (Ravel descrive a grandi linee il programma nel primo paragrafo della lettera.) Dopo il concerto all’Hotel du Palais, la serata si concluse con una cena danzante di gala. 2 “Appartamento”, in inglese nell’autografo. 3 Cfr. lettera 319, nota 1.

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Lettere

Riapro la lettera: mi è appena arrivata la vostra. Ma non si era mai detto che io dovessi accompagnare la signorina Lamballe4! Del resto non ne sarei capace. Casadesus deve rientrare domani a Parigi: subito dopo aver telefonato a lui e a Madeleine Grey, vi manderò un programma dettagliato. Farò le prove con Thibaud a St-J[ean]-de-Luz.

nn 318. Ad Arturo Toscanini Le Belvédère Monetare l’Amaury (S. & O.) 9/9/30

Mio caro amico, Ho saputo ultimamente che c’era un “affaire” Toscanini-Ravel. La cosa era senz’altro ignota anche a voi, benché mi dicano con certezza che i giornali ne hanno parlato: pare che il mio rifiuto di alzarmi in piedi quando hanno applaudito all’Opéra, fosse volto a punirvi per non aver preso il tempo esatto del Bolèro. Ho sempre giudicato che l’autore, se non prende parte all’esecuzione della propria opera, debba negarsi alle ovazioni, che d’altronde vanno indirizzate all’interprete, o all’opera, o a entrambi. Sfortunatamente, ero mal collocato, o piuttosto lo ero troppo bene, cosicché la mia astensione non è passata inosservata. Allora, perché il mio atteggiamento non desse in alcun modo luogo ad equivoci, mi sono ostentatamente rivolto verso di voi per applaudirvi e ringraziarvi. Ma la malignità, non è forse vero? si presta assai meglio della verità alle notizie “sensazionali”. Spero che queste ultime non abbiano alterato la vostra fiducia nell’ammirazione e nella profonda amicizia del vostro Maurice Ravel1

4 La signorina Lucienne Lamballe, accompagnata dalla signorina Mordant, eseguì interpretazioni coreografiche Alborada del gracioso (opera che oltrepassava di gran lunga le possibilità tecniche di Ravel) e il Rigaudon del Tombeau de Couperin. [318] 1 L’autografo di Ravel è riprodotto in Piero Weiss, a cura di, Letters of Composers Through Six Centuries, Philadelphia, Chilton 1967, tavole 9 e 10 dopo p. 318.

[317]

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Ravel

319. A Charles Mapou Le Belvédère Tel.: 89, Montfort l’Amaury (S. & O.) 24/9/30

Mio caro amico, Non è stata una passeggiata (in linea di principio, non bisogna trascurare i propri diritti) ma sono riuscito a ottenere il massimo: 50%. Nulla di meno di quanto avrei dovuto ricevere dopo la distribuzione. Allora, vogliate scrivere direttamente alla Société des Auteurs, rue Chaptal, 10 (IXe) ricordando loro che, su mia richiesta, mi hanno fatto sperare in questo rimborso. E poi, non me ne vogliate: quel che vi ho detto di persona avrei dovuto scrivervelo: tutta la mia gioia, la mia gratitudine a voi, alla mu­ nicipalità, a Dongaitz1, al coro, a tutti coloro che hanno contribuito alla perfetta riuscita di questa manifestazione che sarà certamente la più emozionante della mia carriera. Tuttavia, appena rientrato, mi sono precipitato al lavoro senza soste o quasi: una mezz’ora per ogni pasto, un’ora per fare 6 chilometri, alla fine della giornata; 5 o 6 ore di sonno. Sto terminando l’orchestrazione del Concerto pour la main gauche. Mi restano 3 mesi per quello che dovrei portare in tournée nei 5 continenti. Purché ce la faccia! Certo mi scuserete, non è vero? e non penserete di essere dimenticato dal vostro riconoscente Maurice Ravel

320. A Georges Vriamont1 Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 5/12/30

Caro signor Vriamont, Il Concerto, con il passo che aveva preso, avrebbe dovuto essere presto terminato. Avevo fatto i conti senza l’accesso di stanchezza che mi ha colto all’improvviso. 1 La squadra composta da Léon e Frédéric Dongaitz (padre e figlio) aveva disputato una partita di pelota contro i giocatori Haitze e Tiri nel corso dei festeggiamenti. [320] 1 Impresario belga, commerciante di pianoforti ed editore musicale. [319]

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Lettere

Sotto la minaccia di rischi terribili: anemia cerebrale, esaurimento nervoso, ecc., mi è stato ordinato di riposare e soprattutto di dormire, cosa alla quale avevo cominciato a perdere del tutto l’abitudine. Potrò riprendere presto il lavoro, ma con maggiore moderazione. Devo trarne le logiche conseguenze: il Concerto non sarà terminato per questa stagione*2. Ne sono desolato e non posso fare altro che pregarvi di essere indul­ gente con i poveri limiti del mio “rendimento”. Credete, caro signor Vriamont, ai miei più vivi sentimenti di simpatia Maurice Ravel

321. Alla signora Madoux-Frank Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 5/2/31

Cara signora e amica, Vogliate scusarmi: la vostra cortese lettera di dicembre mi è arrivata, ma mi trovavo in uno stato così pietoso che da un mese si era reso necessario proibirmi ogni lavoro, ogni altra attività che non fosse il sonno, del quale m’ero privato quasi completamente per un anno. Grazie a questo rigo­ roso regime, il mio Concerto' avrebbe dovuto essere terminato alla fine di gennaio. Ma bruscamente, all’inizio di novembre, ho dovuto forzatamente accorgermi che le energie umane hanno dei limiti. Sto appena cominciando a riprendere il Concerto, ma naturalmente, non sarà pronto per questa stagione. Ciononostante, il concerto si terrà - senza la mia composizione - e io sarò lietissimo di accettare il vostro invito tanto cortese2.

2 Vriamont sperava di organizzare le prime esecuzioni in Belgio del Concerto en sol majeur. Dovette attendere fino al 1932 per realizzare il suo progetto. [321] 1 II Concerto pour piano en sol majeur. 2 Nel marzo 1931, Ravel partecipò a un concerto al Palais des Beaux-Arts, a Bruxelles, in cui venivano eseguite alcune opere sue a beneficio dei mutilati di guerra belgi. In occasione di un’elegante ricevimento dato in suo onore, Ravel fu presentato a Ottorino Respighi, e il giorno successivo era l’ospite d’onore a un tè dato dalla Société des arts et sciences phoniques. In presenza di un folto pubblico, furono fatte ascoltare registrazioni del Menuet antique, dell’ Introduction et Allégro, della Valse e. del Bolèro, oltre a estratti di Shéhérazade, AAVHeure espagnole, di Ma mère l’Oye e di Daphnis et Chloé. [320]

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Ravel

Volete pregare il sig. Van der Moylen3 di mettersi in contatto direttamente con Bocquel4, boulevard de Clichy, 69? Non credo che il mio “manager” abbia trattato per l’esclusiva. Dunque a presto, cara signora e amica. Ancora mille scuse, mille grazie, e l’omaggio della mia viva e rispettosa amicizia. Maurice Ravel

322. Elizabeth Sprague Coolidge

a

Maurice Ravel Los Angeles, California 6 aprile 1931

Caro signor Ravel1, Spero che non mi giudichiate insistente oltre misura se vi chiedo ancora di scrivere per me un importante concerto che ho in progetto di eseguire a Parigi il prossimo autunno, forse all’inizio di novembre. Sento che il concerto che terrò vedrebbe accresciuto enormemente il suo prestigio se io potessi includervi la prima esecuzione di un’opera vostra, e mi per­ metto dunque di offrirvi 1200 dollari per un quartetto d’archi che ver­ rebbe eseguito nella vostra città dal London String Quartet — che ho già scritturato a questo scopo. Ho scelto questa forma di composizione per diverse ragioni, sperando che il progetto non vi dispiaccia, e sono sicura che tutto il mondo musicale sarebbe lietissimo e riconoscente di avere un altro quartetto di Maurice Ravel, venticinque o trent’anni dopo la composizione del primo2. E inutile dire che io spero in una risposta favorevole e che attendo con impazienza di rivedervi nella cara Parigi. Posso chiedervi d’inviarmi la vostra risposta nella busta acclusa a me indirizzata? [321]

3 Impresario belga. 4 Impresario parigino. [322] 1 Questa lettera è stata scritta in inglese. 2 Come Debussy, Ravel compose un solo quartetto per archi. All’Oxford University, nel 1928, gli era già stato presentato un documento, firmato dal professor Hugh P. Alien e da centotrentacinque altri musicisti, che diceva: «Noi, musicisti di Oxford, che abbiamo il privilegio di partecipare all’accoglienza che l’Università rivolge al signor Maurice Ravel in occasione della consegna della laurea di dottore in musica (honoris causa), ci permettiamo di esprimere la nostra profonda speranza di vederlo comme­ morare quest’evento con l’offerta alla posterità e a noi del benefìcio e del piacere di un altro quartetto per archi». (Autografo di questo documento nel Dipartimento di musica della Bibliothèque nationale, dossier Ravel, n. 34.)

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Lettere

Sono, con inalterata stima e con i sentimenti più amichevoli, La vostra molto sinceramente,

Elizabeth Sprague Coolidge

323. A Louise Alvar Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 22/6/31

Cara amica, Aubry mi ha telefonato stamattina. Immediatamente dopo, è arrivata la vostra lettera: non posso dirvi quanto mi abbia commosso... e rallegrato. Di colpo, ho dimenticato i miei rimorsi. Dunque, spero di trovarvi a Londra, poiché le 2 rappresentazioni che devo dirigere saranno il 7 e 1’8 luglio1. Arriverò il 6 con il “Golden Arrow” e partirò il 9 al mattino: 4 giorni rubati al mio Concerto'. Grazie ancora, scusate la fretta di queste poche righe e credete a tutto l’affetto del vostro Maurice Ravel

324. A Henri Rabaud1 Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.)

20/11/31

Mio caro amico, Vi prego di scusarmi per il concorso Osiris*2: il mio Concerto è finito, ma per poco non lo sono anch’io e rischierei di addormentarmi fin dal

1 Ravel diresse La Valse e il Bolèro al Covent Garden per la compagnia di Ida Rubinstein. [324] 1 II compositore e direttore d’orchestra Henri Rabaud (1873-1949) fu il successore di Fauré nella direzione del Conservatorio di Parigi, carica che ricoprì dal 1920 al 1941. 2 Concorso speciale riservato agli studenti che avessero già conseguito un primo premio in tragedia, commedia o teatro lirico, così intitolato in onore del finanziere e filantropo Daniel Illfa Osiris (1828-1907).

[323]

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Ravel

primo candidato. Mi è stato ordinato il riposo assoluto; vengo curato con iniezioni di plasma. Mi dovrò accontentare di dirigere Marguerite Long il 14 gennaio3. Credete al mio rimpianto e ai miei sensi di simpatia.

Maurice Ravel4

325. A Jane Bathori Stabilimenti Meccanici Bonnet Officine & Uffici: 11 & 13, rue Camille-Desmoulins Telefono: Péreire 01-12 Levallois-Perret (Seine) Levallois, 15/9/32

Cara amica, Quando mi avete informato (vostra lettera datata 20 luglio!) che L’Heure espagnole doveva essere rappresentata a Buenos Aires, volevo rispondervi subito. Sfortunatamente, ero immerso in un lavoro che non avrei mai dovuto iniziare e che mi ha fatto perdere inutilmente più di 3 mesi1.* il 3 Per il programma Ravel dato il 14 gennaio 1932, il compositore divise il podio con il direttore portoghese Pedro de Freitas Branco, che faceva il suo esordio parigino. Emile Vuillermoz moderava [’entusiasmo della sua recensione (pubblicata in inglese) con le seguenti riserve: «Una volta ancora, vorrei protestare contro quest’abitudine, sempre più frequente, di voler ad ogni costo presentare un compositore al pubblico in un ruolo che è incapace di sostenere. Ravel si esibisce continuamente come pianista o direttore, quando non può brillare in nessuna di queste due specialità... La sua Pavane era di un’indicibile lentezza, il suo Bolèro secco e mal ritmato. Quanto all’accompagnamento del concerto, mancava di chiarezza e di elasticità... «Ma non si può fare a meno di lodare il compositore di tutte queste opere delicate e sottili, la cui orchestrazione abbonda in invenzioni argute e profonde, e la cui scrittura e pensiero sono veramente di un’originalità inimitabile. Il nuovo concerto è degno degli altri capolavori che dobbiamo a Ravel... L’opera è di comprensione facilissima e dà l’impressione di un’estrema giovinezza. È meraviglioso vedere come questo maestro conservi maggiore freschezza e ispirazione dei giovani d’oggi, che si tormentano inutilmente nel tentativo di scoprire, in commedie o laboriose caricature, un umorismo che non è nel loro temperamento». Per concludere, Vuillermoz vedeva in questo concerto «la più bella manifestazione artistica della stagione». (Cfr. «Christian Science Monitor», 13 febbraio 1932.) 4 L'autografo di Ravel è riprodotto in A. Orenstein, a cura di, Ravel - Scritti e interviste cit., p. 2. [325] 1 Allusione alla musica per il film Don Quichotte. (Cfr. lettera 278, nota 1.) Malgrado le difficoltà finanziarie, il film fu terminato. Secondo un articolo di «ParisMidi» (13 giugno 1933), Ravel tentò d’ottenere danni e interessi dalla casa di produzione, ma, pare, senza successo.

[324]

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Lettere

Avevo portato a St-Jean-de-Luz, insieme a questo lavoro, la vostra lettera con molte altre. Le riporto indietro tutte senza aver dato loro risposta. Finalmente, comincio con la vostra. C’è ancora il tempo di farvi alcune raccomandazioni importantissime sul carattere di quest’opera leggera e spontanea2, ma mai oscena come qualche volta è stata interpretata, soprattutto all’estero? I ruoli di Conception e Ramiro richiedono molta delicatezza, in particolare quest’ultimo, ragazzone senza malizia, ma non senza pudore, poetico talvolta (nei suoi monologhi). Quanto a Gonzalve, che deve avere una voce graziosa, deve anche abusarne gorgheggiando tenorilmente all’eccesso. Gli altri due ruoli sono più facili a comprendersi, se non a realizzarsi. Se sarà possibile tener conto di tutte queste indicazioni l’interpreta­ zione de L’Heure espagnole sarà la migliore “in the Walk”3. Nella speranza che questa lettera non vi arrivi troppo tardi, e che voi vogliate, con i vostri colleghi, perdonarmi questo ritardo involontario, e credere, cara amica, al grande affetto del vostro

Maurice Ravel Rientro subito a Montfort4.

326. A Guido Gatti1 Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 5/11/33

Caro signor Gatti Vengo a sapere che Madeleine Grey, che era stata scelta per cantare le Chansons madécasses al Festival di Firenze, deve essere sostituita da un’al­ tra cantante: questo evento mi vede desolato. Infatti, dopo la brillante e perfetta prima interpretazione di Bathori, già da diversi anni quest’opera assai difficile è stata ripresa da numerosi

2 La risposta molto tardiva di Ravel arrivò senza dubbio appena in tempo, perché il concerto si teneva al Teatro Colon il 24 settembre. Jane Bathori cantava la parte di Concepción sotto la direzione di Juan José Castro. Il programma comprendeva anche il Bolèro e un’opera di Franco Casavola, El Jorobado del Califa (Ilgobbo del califfo), su libretto di Arturo Rossato. 3 Ravel tenta ancora una volta (cfr. lettera 313, nota 2) di scrivere “in the world”. 4 L’autografo di Ravel è riprodotto in «Ars: Revista de arte», XXVII, 104, 1967, senza numero di pagina. [326] 1 Critico e musicologo italiano (1892-1973).

[325]

299

Ravel

e validi artisti. Nessuno se non M[adeleine] G[rey] ne ha reso tanto fedelmente il carattere. Recentemente, quando la Società Polydor mi ha chiesto di registrare questi 3 brani lasciandomi la scelta degl’interpreti, io ho indicato lei. Se considerate quale importanza, tra tutte le mie opere, io attribuisca a questa, comprenderete che auguro per essa un’interpretazione il più vicina possibile alle mie intenzioni. Voglio ancora sperare che la giuria ritorni sulla sua decisione, cosa di cui le sarei infinitamente riconoscente2. Credete, caro signor Gatti, ai miei sentimenti più cordiali.

Maurice Ravel

327. A Manuel

de

Falla

Le Belvédère Tel.: 89, Montfort l’Amaury (S. & O.)

6/1/33

Caro Falla, Roland-Manuel mi ha preoccupato informandomi che eravate stato malato. Avevo intenzione di scrivervi: voi mi precedete, e mi rassicurate dal momento che avete ripreso il lavoro, miglior segno questo di salute. Anch’io comincio appena a rimettermi. L’incidente non era grave1: abrasione al torace e qualche ferita al viso. Ciò non ha impedito che fossi incapace di fare alcunché, se non dormire e mangiare. Non ne ho tratto conseguenze, eccetto un terrore folle dei tassì, ai quali ricorro soltanto in caso di estremo bisogno. A presto, caro Falla: avrò la gioia di rivedervi sulla costa, verso l’au­ tunno, se non prima? Nell’attesa, trovate qui gli auguri più affettuosi del vostro

Maurice Ravel

2 La politica antisemita dell’Italia fascista aveva portato all’esclusione della presenza di Madeleine Grey. [327] 1 II 9 ottobre 1932, Ravel fu ferito in un incidente automobilistico mentre si stava spostando in tassì. Malgrado forti dolori, le sue condizioni non suscitarono preoccupa­ zione e in dicembre potè partecipare a un concerto di opere sue dato a Basilea.

[326]

300

Lettere

328. Ad Alfred Perrin Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 7/2/33

Caro Alfred, Benedico Casanelli per avermi dato occasione di scriverti: non sapevo veramente più come fare. Finalmente, grazie a quel gentile gio­ vanotto, ho notizie che non osavo chiedere, come probabilmente ti ha detto. Quelle della mia piccola [cugina?] mi hanno rattristato, ma è ancora tanto giovane! Ha ancora tutta la vita davanti a sé. Quanto a me, ho vissuto momenti piuttosto agitati: prima di tutto un lavoro senza soste per quasi tre anni (2 concerti). Poi, un lungo viaggio in Europa che mi ha veramente riposato, il mio soggiorno nel paese natale che mi ha riposato meno, come sempre. Al mio ritorno, avevo cominciato 3 canzoni spagnole1 e una pantomima araba* 2 (ancora viaggi). È bastato questo stupido incidente ad annientarmi per 3 mesi. Ho potuto rimettermi al lavoro soltanto da qualche giorno, e con una certa difficoltà. Ora, 3 concerti che ho dovuto accettare, e poi mi ritiro in clausura3. Scusatemi tutti e credete, malgrado le mie eclissi, a tutto il mio affetto.

Maurice Ravel Dovrò pure scrivere a Marc4, uno di questi giorni, ma bisognerà prima che abbia il suo indirizzo.

1 Don Quichotte à Dulcinèe. 2 Morgiane balletto commissionato da Ida Rubinstein, che si basava snAlì Babà e i quaranta ladroni. Ravel non ne scrisse praticamente nulla. 3 Domenica 12 febbraio 1933, nel pomeriggio, un programma Ravel fu eseguito al Théàtre des Champs-Elysées dall’orchestra Pasdeloup diretta dal compositore {Concerto en sol con Marguerite Long e Bolèro) e da Manuel Rosenthal {Ma mère l’Oye, La Valse ed estratti da Daphnis et Chloé)\ Ravel diresse inoltre La V/zAe alla testa di un’orchestra di dilettanti (cfr. lettera 330). Progettava infine di dirigere il Concerto pour la main gauche con Paul Wittgenstein a Monte-Carlo, ma fu sostituito da Paul Paray (cfr. lettera 330, nota 4). 4 II figlio di Alfred Perrin, trombonista nell’orchestra della Suisse romande.

[328]

301

Ravel

329. A Madeleine Grey x

Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 8/2/33

Cara amica, Avevo messo da parte con cura questi 2 pezzi: li ritrovo qui. Non hanno avuto la presenza di spirito di raggiungervi da soli. Non avevamo pensato, né voi, né Kiesgen1, né io, alle leggi del fasci­ smo. Polydor mi ha recentemente inviato le Madécasses (si erano dimen­ ticati di me). Perfetto. E pur vero che il mio Thomson è eccellente*2. Tutte le mie scuse per il ritardo e i miei saluti

Maurice Ravel3

330. A David Diamond1 Le Belvédère Montfort l’Amaury (S. & O.) 6/4/33

Caro amico, Scusatemi: Prix du Disque2, P.T.T.3 (ho diretto La Valse) ecc., ecc. Rientrato a Montfort, ho appena il tempo di cominciare a fare i bagagli, di finire di farli a Levallois e di correre a Monte-Carlo4.

1 Charles Kiesgen era l’impresario di Madeleine Grey. 2 È ancora possibile vedere il fonografo di Ravel al Belvédère. 3 Quest’autografo è riprodotto in Vladimir Jankélévitch, Ravel, Paris, Rieder 1939, tavola 14 dopo p. 130. [330] 1 II compositore americano (nato nel 1915) aveva fatto la conoscenza di Ravel a Cleveland nel 1928, presentato dal suo insegnante di violino, André de Ribaupierre, vecchio amico di Ravel. I due compositori s’incontrarono in diverse occasioni negli anni Trenta, mentre David Diamond proseguiva i propri studi in Francia. 2 II Grand Prix du Disque fu creato nel 1931 e Ravel fu membro della giuria fin dall’inizio. 3 Orchestra amatoriale composta principalmente da impiegati delle poste. 4 Ravel, dopo aver avuto l’intenzione di dirigere il Concerto pour la main gauche a Monte-Carlo con Paul Wittgenstein, chiese per ragioni di salute di essere sostituito da Paul Paray. Assistette tuttavia al concerto, che gli valse un’ovazione eccezionale. [329]

302

Lettere

A parte questo, ho appena terminato Don Quichotte à Dulcinèe, e mi butto su Morgiane, al diavolo, lo choc5! A presto, caro amico. Credete all’affetto del vostro

Maurice Ravel

331. A Marie Gaudin1 La Floride Le Touquet P[as]-de-C[alais] Tel.: 639 2/8/33

Cara Marie, Non mi vedrete a St Jean quest’anno, ahimè! Dopo parecchio tempo, assai malandato, continuavo nonostante ciò a lavorare, d’altra parte sen­ za risultati. Avevo iniziato una pantomima: Morgiane, che deve essere rappresentata in marzo all’Opéra*2. Sempre più fiacco, sono andato da Vallery-Radot3: misurazione della pressione, piuttosto debole. Prelievo di sangue: urea in quantità sufficiente a preoccupare il medico. Questo si è messo a posto. Ma l’anemia continua. Cura: una quantità di medi­ cine da perdercisi, riposo assoluto, cosa che non è possibile al paese natale, del resto troppo caldo: le regioni del Nord sono più stimolanti 4.

5 Forse lo «choc» provato nel passare dal cavalleresco Don Chisciotte a una grotta di ladri! [331] 1 Questa lettera, che porta il segno di numerose cancellature a gomma, è scritta a inchiostro e matita. Si tratta di un documento straziante, che mostra le prime fasi della malattia finale di Ravel: parole mancanti, ripetizioni involontarie di en (verso la fine). Scritta sul recto di due fogli, la lettera porta sul verso della prima pagina un gran numero di M e R maiuscole (Ravel si esercitava laboriosamente a scrivere le sue iniziali), l’indicazione «Allegramente» e il tema iniziale (3 battute) del Concerto en sol. Al verso del secondo foglio si trova l’inizio di una lettera a Marie Gaudin scritta a matita: «Cara Marie,/Va molto meglio, al» 2 Nonostante le cancellature, si può distinguere una versione leggermente diversa di queste frasi: «Da parecchio tempo, ero piuttosto malandato. Ciononostante, continuavo a lavorare, piuttosto male, del resto. Avevo iniziato un’opera importante: Morgiane,» ecc. 3 II dottor Pasteur Vallery-Radot era un amico di Debussy e di Ravel. (Cfr. la sua lettera a Hélène Jourdan-Morhange, n. 333.) 4 II dottor Theophile Alajouanine, che esaminò Ravel per un periodo di due anni, descrisse lo stato del suo paziente in una rivista di neurologia, «Brain». I suoi commenti su Ravel sono qui riprodotti integralmente.

[330]

303

Ravel Théophile Alajouanine

AFASIA E REALIZZAZIONE ARTISTICA (Nota sulla malattia di Ravel) Si tratta di un’afasia di Wernicke, d’intensità moderata, senz’alcuna traccia di paralisi, senza emianopsìa, ma con una componente di aprassia ideomotrice. La causa, seppure indetermina­ ta, appartiene al gruppo delle atrofìe cerebrali, con un allargamento ventricolare bilaterale; ma è assai diversa dalla malattia di Pick. L’espressione verbale e scritta soffre di disturbi generali, ma moderati, senza alcun percepibile indebolimento intellettuale. La memoria, il raziocinio, l’affettività, il gusto estetico, dopo ripetuti esami non paiono indeboliti. La comprensione del linguaggio rimane molto migliore delle facoltà orali o scritte. La scrittura in particolare, è molto difettosa, soprattutto a causa dell’aprassia. L’espressione musicale è ancora più indebo­ lita, ma non in modo uniforme. Soprattutto, è molto evidente la differenza tra la perdita dell’espressione musicale (scritta o strumentale) e il pensiero musicale, relativamente ben conservato. Con l’aiuto di due musicisti, uno degli allievi preferiti del maestro e un neurologo di grande competenza musicale, abbiamo potuto studiare con la maggior precisione possibile il riconoscimento di temi, di note (dettato musicale), la lettura di note e il solfeggio al pianoforte, così come la scrittura musicale sotto dettatura (copiata o spontanea). Mi scuso se mi diffondo in una tale analisi, ma essa mi pare essenziale in un caso del genere. Il riconoscimento di melodie suonate davanti al nostro musicista è in genere buono e pronto. Egli riconosce immediatamente la maggior parte delle opere a lui note e in ogni caso riconosce perfettamente le proprie opere. Questo riconoscimento non ha-nulla di vago, perché egli è in grado di valutare esattamente il ritmo è lo stile, come indicato dai fatti seguenti. Egli nota immediatamente il minimo errore nell’esecuzione: gli sono stati suonati dapprima diversi frammenti del Tombeau de Couperin, prima correttamente poi con piccoli errori (di note o di ritmo). Ha subito protestato esigendo una perfetta esattezza. Suonando l’inizio della pavane di Ma mèrePOye, che contiene due battute perfettamente identiche, il pianista ne ha omesso una. Il paziente l’ha immediatamente interrotto. È riuscito a spiegare, nel suo discorrere affannoso, che la prima battuta serviva di collegamento con la parte precedente. La stessa cosa per il tempo: se si suona troppo velocemente, protesta, e fa rieseguire la musica al tempo giusto. Altra osservazione: nel corso di questi studi sull’incidenza musicale dell’afasia, il mio pianofor­ te si era un poco scordato - per via dell’umidità invernale. Il paziente se n’è accorto e ne ha dato dimostrazione suonando un’ottava, mostrando così ancora una volta che aveva con­ servato il suo orecchio. Per contro, il riconoscimento analitico delle note e il dettato musicale sono assai manche­ voli, o almeno lo sembrano, perché egli riesce a nominare solo qualche nota e con difficoltà, esitando. I suoi numerosi errori sono a quanto pare dovuti all’afasia e alla difficoltà di indivi­ duare i nomi delle note, disturbo assolutamente analogo a quello che rende difficoltosa la denominazione degli oggetti correnti. Il fatto che la riproduzione delle note suonate al piano­ forte, senza il loro nome, sia abbastanza buona, sembra confermare quest’opinione. La lettura delle note è estremamente diffìcile. Ogni tanto legge una nota esattamente, ma più spesso la lettura è impossibile. Lo stesso per il solfeggio. Questo fallimento può essere parzialmente spiegato con la difficoltà che egli prova a individuare i nomi. Ma c’è qualcosa di più, perché gli è quasi impossibile suonare le note al pianoforte dopo averle lette. Qui inter­ viene una componente dovuta all’aprassia. Si osserva sempre una sensibile differenza tra la decifrazione dei segni musicali e il loro riconoscimento visuale. Se la decifrazione analitica si rivela quasi impossibile, il paziente è per contro capace di riconoscere a colpo d’occhio il brano che deve trovare, e senza alcun errore. L’esecuzione al pianoforte è molto difficoltosa, perché, oltre alla difficoltà di lettura, il nostro paziente afasico deve cercare la posizione delle note sulla tastiera. Talvolta sfalsa le note senza accorgersene. Per esempio, suona l’arpeggio mi-mi invece di quello do-do, e continua a suonarlo finché le sue dita sono sulle note giuste. Suona assai bene le scale, maggiori e minori. I diesis e i bemolli sono al posto giusto. La sola difficoltà e d’ordine prassico. Può eseguire con una sola mano (la destra) l’inizio di Ma mère l’Oye. È incapace di leggere con le due mani e deve fare molti esercizi per suonare così. Malgrado numerosi esercizi a cui si è applicato per un’intera settimana, non riesce a suonare l’inizio della Pavane, neppure a mani divise. Per contro le sue capacità sono migliori se si tratta di suonare a memoria una delle sue composi­ zioni. Ha dato seduta stante una buona idea dell’inizio del Tombeau de Couperin, che è

304

Lettere

Amici gentilissimi mi hanno offerto ospitalità5. In 1 mese, tutti i disturbi sono scomparsi. Vallery vorrebbe obbligarmi a rimanere fino alla fine di settembre, ma appena mi sentirò meno debole cercherò di squagliarmela e di lavorare a Montfort senza stancarmi troppo. Spero che scuserete il mio silenzio conoscendone la causa, e che mi darete notizie buone di tutti voi. Vi abbraccio tutto gochoqui gochot6

332. Ad Anatole de Monzie1 3/12/33

Signor Ministro, E vero che il mio lavoro, la mia lontananza [da Parigi] e soprattutto, da più di un anno, il mio stato di salute, non mi permettono più in alcun tuttavia troppo difficile perché possa condurlo a termine. Suona quasi perfettamente sette o otto battute, poi le suona trasposte alla terza inferiore senza alcun errore. Tentando di suonare un brano che non conosce, incontra difficoltà molto maggiori: è incapace di suonare più di due o tre note di un brano di Scarlatti che non ha mai visto. Anche la scrittura musicale è molto difficile, benché meglio conservata della semplice scrittura linguistica. Scrive le note dettate lentamente e con numerosi errori, ma la copia gli è praticamente impossibile e gli richiede sforzi enormi. Per contro, riesce meglio - ancora con lentezza e difficoltà - nell’annotare a memoria frammenti del suo Entretiens de la Belle et la Bète che nel realizzare gli altri test. Colloca le note meglio e più rapidamente, e sembra disturbato dall’aprassia soprattutto a livello di scrittura. Canta correttamente a memoria alcu­ ne sue opere, ma soltanto se gli vengono date le prime note. Dice che le melodie gli ritornano abbastanza facilmente e che le sente cantate «nella sua testa». Il pensiero musicale sembra relativamente meglio conservato che l’espressione musicale stessa. Se ogni realizzazione artistica è preclusa al nostro musicista, egli può ancora ascoltare musica, assistere a un concerto, formulare critiche o descrivere il piacere musicale che ha provato. La sua sensibilità artistica non sembra per nulla alterata, e così la sua capacità di giudicare, così come testimoniato dalla sua ammirazione per il compositore romantico Weber, che a più riprese mi ha confermata. È anche capace di esprimere giudizi sulle opere musicali contemporanee. Quindi nel nostro musicista, in conseguenza dell’afasia e, come abbiamo detto, di una contemporanea aprassia, la lettura della musica, l’esecuzione pianistica, l’utilizzo di segni musicali sono molto più ostacolati che l’espressione e il riconoscimento di temi musicali. Un grave disturbo nella realizzazione, e la difficoltà di esprimere un pensiero musicale relativa­ mente ben conservato, mentre l’affettività e la sensibilità estetica rimangono quasi intatte, ecco le caratteristiche principali del caso del nostro compositore. Esse spiegano come la sua opera sia stata completamente interrotta in ragione della sua affezione cerebrale. [Théophile Alajouanine, Aphasia and Artistic Realization, «Brain», vol. LXXI, terza parte, settembre 1948, pp. 232-4.]

5 al n. 6 [332] 1

Ravel soggiornava nella villa di Jacques e Franchise Meyer nel Nord. (Cfr. più oltre, 345, il telegramma di Frangoise Meyer al dottor Robert Lemasle.) In basco «Goxoki» significa «teneramente». Anatole de Monzie (1876-1947) fu ministro della Pubblica Istruzione dal 4 giugno

305

Ravel

modo di seguire le sedute del Consiglio superiore del Conservatorio. Pur con rincrescimento, sono certo che un membro tanto manchevo­ le sarà vantaggiosamente sostituito. Vogliate gradire, signor Ministro, con le mie scuse, Fassicurazione della mia alta considerazione.

Maurice Ravel

333. Il dottor Pasteur Vallery-Radot a Hélène Jourdan-Morhange 49b,s Avenue Victor Emmanuel-III (Ville) Tel. Elysées 21-16 30 gennaio 1934

Mia cara Hélène, Non ti vedo da molto tempo. Spero d’incontrarti presto, ma sai che sono sempre più indaffarato. Se vedi il fratello di Maurice Ravel, digli (senza turbarlo troppo, perché mi sembra estremamente emotivo) che sono assai preoccupato per suo fratello. Gli ho fatto fare numerosi esami per essere sicuro di non trascurare una qualsiasi lesione; non ce ne sono; ma presenta uno stato di affaticamento intellettuale molto inquietante. Bisogna assolutamente - e insisti su questo punto con Maurice Ravel - che si riposi compietamente per lunghe settimane, e per questo sarà meglio che vada ospite di amici nel Midi o che vada in montagna. Molto affettuosamente,

SiouP

1932 al 30 gennaio 1934. Aveva scritto a Ravel per chiedergli di continuare a far parte del Consiglio superiore del Conservatorio. (Lettera negli Archivi nazionali.) [333] 1 Soprannome di Vallery-Radot.

306

Lettere

334. A Edouard Ravel1 [Svizzera] [ca marzo 1934]

Mio piccolo Edouard Credo di avere preso il migliore partito seguendo il consiglio del profes­ sor Michaud, quello che mi era stato raccomandato da Desjardins* 2, e, per lettera, dalla signora Dommange3: Mon Repos è gestito da suore4, come Blomet. Ogni sera, mi viene preparato un bagno caldo al lattice d’abete per farmi dormire. Il mattino, dopo colazione, doccia calda.

Maurice Ravel

335. A Marie Gaudin [Mon Repos] [Svizzera] 12/3/[1934]

Cara Marie, Grazie all’aria stimolante della montagna comincio a poter più o meno scrivere. Avrei dovuto cominciare a curarmi più di 2 anni fa: ora, è l’anemia cerebrale. Infine, tutti i medici, anche i i [sic ] più illustri, mi assicurano la guarigione, ma quanto tempo ci vuole! Sono sistemato in una casa di cura gestita mirabilmente da suore francesi. Penso di rimanerci ancora per almeno un mese. Parliamo di affari: dal momento che spero ancora di tornare a St Jean, mi pare più comodo lasciare lì i contanti all’ufficio della Société Générale. Poiché non sono ferrato sulla sulla [sic ] terminologia degli affari,

[334] 1 Questo documento, scritto a matita, è una brutta copia più che una lettera propriamente detta. È annotato sul retro di una fattura (datata 1934) presentata a Maurice Ravel da F. Georges, camiciaio del boulevard des Capucines a Parigi. Sulla parte alta del foglio Ravel si esercitò a scrivere la parola petit (piccolo) (che scrive petti alla fine della lettera) e firmò a inchiostro molto al di sotto dei suoi commenti. (La fattura, che ammonta a 658 franchi, è per l’acquisto di camicie, colletti e polsini.) 2 II dottor Abel Desjardins, uno dei medici di Ravel. 3 Moglie di René Dommange. (Cfr. lettera 190, nota 1.) 4 Una casa di riposo in Svizzera, sulle montagne che dominano Vevey.

307

Ravel

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4 secondo interprete ad aver registrato un’opera di Ravel.

•Pavane pour une infante défunte R. 1912. P. 15 gennaio 1913. Rullo per pf. semi-autom. 73 note Hupfeld-Phonola-Solodant (D) 14748. Questo rullo porta impresso in filigrana l’anno di registrazione e, apposta a timbro, la data esatta della pubblicazione; vi figurano anche un ritratto e la firma dell’interprete.

•Bolèro P. ottobre 1933. Rullo per pf. autom., Duo-Art (USA) 74728.

Philippe Gaubert* (1879-1941),

direzione d’orchestra

Fotografici relazioni amichevoli e artistiche. Ha partecipato come flautista alla prima esecuzione àeWTntroduction et Allegro, il 22 giugno 1907 a Parigi. Ha contribuito al festival Ravel organizzato a Biarritz, sulla costa basca, il 24 agosto 1930. Furono eseguite le Chansons madécasses con Madeleine Grey, P.G. al flauto, Barouk al violoncello, Ravel al pianoforte. •La Valse Orchestre de la Société des concerts du Conservatoire. P. 1927. 78 giri Columbia (F, GB, E) 12502/3, (GB) L 2245/6, (USA) 67384/5D, (I) GQX 11076/7.

357

Ravel — Lettere

Lo studio arredato da Louis Leyritz per Ravel a Levallois. (Foto Jean Calls)

358

Appendice B — Interpretazioni storiche

•Menuet (Le Tombeau de Couperin} Orchestre de la Société des concerts du Conservatoire. R. P. gennaio 1930. 78 giri Columbia (F, GB) D 15208, (USA) 67637 D (12a facciata della Symphonic ti. César Franck: D 15203/8), (USA) set CM 121.

•Daphnis et Chloé (suite n. 2) * Orchestre des concerts Straram. P. 1930. 78 giri Columbia (F) LFX 41/2, (GB) LX 105/6, (USA) 67827/8D set X 32, MX 70426/7D, (D) LWX 253/4, (AUS) LOX 81/2.

Marcelle Gerar* (Marcelle Regereau; 1891-1970),

soprano lirico

Taccuino d'indirizzi, corrispondenza, fotografie, relazioni amichevoli e artistiche. Nel 1923 «Ravel invitò Marcelle Gerar a Montfort, le fece gli onori di casa, le offrì il tè, e, poiché lei desiderava cantargli qualcosa, l’accompagnò in Shéhéra­ zade, accertandosi che rispettasse fedelmente le sfumature alle quali teneva [...]. Poco tempo dopo, le dedicò Ronsard à son àme e le chiese di cantare questa mélodie in prima esecuzione a Londra in aprile [1924]». (René Chalupt e Mar­ celle Gérar, Ravel au miroir de ses lettres, Paris, Laffont 1956, p. 202.) * •Shéhérazade Orch.; Piero Coppola, dir. R. novembre 1928, Parigi. P. 1929. 78 giri, 30 cm Gramophone (F) W. 993 (Asie). 78 giri, 25 cm Gramophone (F) P. 790 (La flùte enchantée, L’indifférent).

Henri Gil-Marchex (1894-1970), pianoforte Taccuino d'indirizzi, corrispondenza, fotografie, relazioni amichevoli e artistiche. Sua la prima esecuzione di Tzigane con la violinista Jelly d’Aranyi il 26 aprile 1924, a Londra, in presenza del compositore. Nel 1925-1926, nel corso di una tournée di settantacinque concerti, eseguì per la prima volta in Giappone e Russia numerose opere pianistiche di Ravel. In Giappone fu «il primo artista straniero ad aver l’onore e il favore di prodursi di fronte a Sua Maestà l’impe­ ratrice» («Japan Advertiser», 23 dicembre 1925).

•Five o'clock fox-trot (fantasia da L'Enfant et les Sortilèges, trascr. Gil-Marchex) R. 26 novembre 1928. P. dicembre 1928. Rullo per pf. mecc. ordinario, Pleyela, Aeolian, Odéola (F) E 10370 (la stessa registrazione è stata pubblicata sotto tre marchi diversi).

•Oiseaux tristes (Miroirs) R. 26 dicembre 1929. P. 1930. Rullo per pf. mecc. ordinario Pleyela (F) E 16078. È probabile che i quattro altri brani di Miroirs siano stati registrati contemporaneamente con i numeri Pleyela E 16077-78-79-80-81, ma non vi è nulla di certo. Io possiedo e ho veduto solamente il 16078. Questo periodo coincide con la fine dell’era del pianoforte meccanico in Francia; non compaiono più né cataloghi né supplementi. Le date precise indicate compaiono alla fine dei rulli.

Vladimir Golschmann (1893-1972),

direzione d’orchestra

Taccuino d'indirizzi, fotografie, relazioni amichevoli e artistiche. Nel 1919 fondò i Concerts Golschmann, particolarmente dedicati all’esecuzione di musica d’avan­ guardia. Nel 1931, fu chiamato negli Stati Uniti alla guida della Saint Louis Symphony Orchestra, della quale sarebbe rimasto direttore stabile per circa trentanni.

359

Ravel ~ Lettere •Le Tombeau de Couperin The Concert Arts Orchestra. P. 1953. Capitol (USA) CTL 7055, (F) P 8244. 45 giri, 17 cm Capitol (F) FAP 8251.

•Bolèro (14'17"), Pavane pour une infante defunte, Alborada del gracioso, Ma mère I’Oye Orchestre des Concerts Lamoureux. P. 1957. Mono Philips-Réalité (F) C4, Fontana (F) 6549001.

•La Valse, Vaises nobles et sentimentales Saint Louis Symphony Orchestra. P. 1957. Mono Columbia (USA) ML 5155, Philips (GB) ABL 3154, (F) L 01313L.

•Tableaux dune exposition (Musorgskij-Ravel) Wiener Staatsoper Orchestra. P. 1960. Mono Vanguard (USA) SRV 117. Stereo Vanguard (USA) SRV 117 SD, S 210 (1983), Classic (F) 991075.

Marcel Grandjany (1891-1975),

arpa

Incontri artistici. Secondo l’inserto del disco Seraphim citato più oltre, interpre­ tò 1’Introduction et Allegro sotto la direzione di Ravel.

•Introduction et Allegro RCA Victor String and Chamber Orchestras; Sylvan Levin, dir. P. 1946. 78 giri RCA Victor (USA) M 118919/20, DM 118922/3, set M/DM 1021

•Menuet (Le Tombeau de Couperin *,

trascrizione per arpa dell’interprete)

P. 1957. Mono Capitol (USA) For the Harp P. 8401

•Introduction et Allegro Arthur Gleyhorn, fl.; Hugo Raimondi, cl.; The Hollywood String Quartet (Félix Slatkin, Paul Shure, Paul Robyn, Eleanor Aller). P. 1962. Mono Capitol (USA) L 9217. Stereo Capitol (USA) SL 9217, Seraphim (USA) S 60142 (1983).

Madeleine Grey* (1897-1979),

mezzosoprano

Taccuino d'indirizzi, corrispondenza, fotografie, relazioni amichevoli e artistiche. Prima interprete delle Deux Mélodies hébraì'ques con Rhené-Bàton alla guida dell’orchestra Pasdeloup, il 17 aprile 1920. Ravel accompagnò M.G. al piano­ forte in occasione di numerose tournées in Francia e all’estero (in Spagna nel novembre 1928).

•Chanson madécasses * P. 1932. (Cfr. Ravel direttore di gruppi cameristici.}

•Trois Chants hébraì'ques P. 1932. (Cfr. Ravel supervisore di registrazioni.)

Clara Haskil (1895-1960), pianoforte Taccuino d'indirizzi (indirizzo svizzero), incontri artistici. •Sonatine P. 1951. 25 cm Philips (F) A 00143,30 cm Fontana (NL) 695090 KL, Philips (F) 6599 444, (F, D) 6747055 (1983).

360

Appendice B — Interpretazioni storiche

Jascha Heifetz (1901-1987), violino Taccuino d'indirizzi (indirizzo di New York), incontri artistici' corrispondenza. J.H. incontrò Ravel a New York nel 1928. Suonava sul celebre Guarneri del Gesù (1742) appartenuto a Sarasate, e su uno Stradivari (1731).

•Tzigane Arpad Sandor, pf. P. 1934. 78 giri Victor (USA) 8411, 0) ND 275. 33 giri RCA (D) RL 00943 FK (1983).

•Pièce en forme de habanera Milton Kaye, pf. P. 1945. 78 giri, 25 cm Brunswick (GB) BO 3617, Decca (USA) A 385. 33 giri Brunswick (GB) AXL 2017, Decca (USA) DL 5214, DL 9780, CID (F) US 243046, Odeon (RA) LTC 8503.

•Vaises nobles et sentimentales (nn. 6 e 7; trascrizione Heifetz) Emmanuel Bay, pf. P. 1946. 78 giri, 25 cm RCA Victor (USA) M. 101294, set M 1126, HMV (GB) DA 1915.

•Menuet {Sonatine ' *

trascrizione Leon Roques)

Emmanuel Bay, pf. P. 1947. 78 giri Victor (USA) 120765. 33 giri RCA Victor (USA) LM 2382 (1960).

•Trio Arthur Rubinstein, pf.; Gregor Piatigorsky, vd. P. 1950. 78 giri HMV (GB) 9620/2, Victor (USA) set AM 1486. 33 giri RCA Victor (USA) LM 1119 (1983), HMV (GB) ALP 1009, VSM (F) FALP 111.

•Tzigane Orchestra Filarmonica di Los Angeles; Alfred Wallenstein, dir. P. 1954. Victor (USA) LM 1382, LM 2836, RCA (F) 630245, 630815 A.

•Vaises nobles et sentimentales (nn. 6 e 7; trascrizione Heifetz) Brooks Smith, pf. P. 1965. Mono Victor (USA) LM 2856, RCA Victor (F) 635051. Stereo Victor (USA) LSC 2856, RCA Victor (F) 645051.

•Tzigane Brooks Smith, pf. R. 23 ottobre 1972, Dorothy Chandler Pavilion, Los Angeles, P. 1975 Columbia (USA) MZ 33444 (1983), CBS (GB) 76420, (F) 79202.

Fanny Heldy* (1888-1973),

soprano lirico

Incontri artistici. Dopo la sua interpretazione del ruolo di Concepcion neWPleu­ re espagnole^ Ravel espresse un lusinghiero giudizio: «Tutta l’istintività femmi­ nile si manifesta nell’interpretazione così consapevole di Fanny Heldy» (Ber­ nard Gavoty, inserto del disco FALP 627).

•L'Heure espagnole {Oh! La pitoyable aventure) Louis Morturier, B; Pierre Favereaux, T; Piero Coppola, dir. R. 18 febbraio 1930, Parigi. P. 1931. 78 giri Gramophone (F, GB) DB 1512, 33 giri VSM (F) FALP 627, C 06112847 (1974).

Franz-Joseph Hirt (1899), pianoforte Taccuino d'indirizzi (con l’indirizzo svìzzero e la dicitura: «professore al Conservatorio di Berna»), corrispondenza' incontri artistici. Il 20 novembre 1926, F.-J.H. organizzò a Ginevra un festival Ravel con la partecipazione del compositore (cfr. lettera 273, nota 2).

361

Ravel — Lettere

•La vallèe des cloches {Miroirs) P. 1928. 78 giri, 25 cm Gramophone (D, GB) EG 815.

•Sonatine P. 1932. 78 giri, 25 cm Gramophone (D) EG 1762/3 (GB) B 4127/8.

Mieczyslaw Horszowski (1892-1993), pianoforte Incontri artistici. M.H. partecipò con il compositore a un concerto dedicato a Ravel dato il 1° novembre 1922 a Milano. «Ha suonato alla perfezione Gaspard de la nuit di fronte a Ravel» («La Revue Musicale», 1° gennaio 1923, p. 265). •Sonatine P. 1923. Rullo per pf. mecc. ordinario Pleyela, Aeolian, Odéola (F) AP 8156/8.

Désiré-Emile Inghelbrecht (1880-1965),

direzione d’orchestra

Taccuino d'indirizzi, corrispondenza, relazioni amichevoli e artistiche. Verso il 1900 fa parte con Ravel del gruppo d’amici, giovani musicisti, detti “Apaches”. Sua la prima esecuzione dei Trois Poèmes de Stéphane Mallarmé, con Jane Bathori, il 14 gennaio 1914 e del balletto tratto dal Tombeau de Couperin, con i Ballets suédois di Rolf de Mare, 1’8 novembre 1920. (Cfr. lettera 77.)

•Ma mère l'Oye Orchestre Pasdeloup. P. 1929. 78 giri Pache-Art (F) X 5485/7

•Daphnis et Chloé (registrazione integrale) Choeur et Maìtrise della Radio Télévision Franose; Orchestre du Théàtre des ChampsElysées. P. 1954. Ducretet-Thomson (F) 320 C 015, (GB) DTL 93048, Pathé-Marconi (F) 2 C 061, 12148 (1973).

•Une barque sur l'océan, Ma mère l'Oye, Rapsodie espagnole Orchestre du Théàtre des Champs-Elysées. P. 1955. Mono Ducretet-Thomson (F) 320 C 088. Estratti di questi due dischi 33 giri di 30 cm, due dischi 25 cm Ducretet-Thomson sono stati pubblicati nel 1958: 255 C 069 e 255 C 099.

NinaKoshetz* (1894-1965), mezzosoprano Fotografie, incontri artistici. Nell’aprile 1928, a bordo del battello Paris, che li portava da New York a Le Havre, N.K. cantò alcune mélodies di Ravel accom­ pagnata al pianoforte dal compositore, di ritorno dalla sua tournée americana (una fotografìa e un manifesto ricordano il concerto). •Kaddisch * (Deux Mélodies hébraiques) Accompagnamento orch. P. 1928. 78 giri Gramophone (GB, F) DB 1205.

Serge Koussevitzky (1874-1951),

direzione d’orchestra

Taccuino d'indirizzi, corrispondenza, relazioni amichevoli e artistiche. Divenuto amico di Ravel, S.K. dapprima gli suggerì di orchestrare i brillanti Tableaux dune exposition di Musorgskij e poi gliene commissionò l’orchestrazione. Fu S.K. a interpretare per la prima volta la versione orchestrale dei Tableaux dune

362

Appendice B — Interpretazioni storiche exposition in occasione del concerto dato all’Opéra di Parigi il 19 ottobre 1922. Direttore musicale della Boston Symphony Orchestra dal 1924 al 1949, S.K. accolse Ravel a Boston nel gennaio 1928 e diede un concerto dedicato alle sue opere. •Daphnis et Chloé (suite n. 2) Boston Symphony Orchestra. P. 1929. 78 giri Victor (USA) 7143/4, Gramophone (GB) D 1826/7 (F) W 1084/5.

•Bolèro (13'20") Boston Symphony Orchestra. P. 1930. 78 giri Victor (USA) 7251/2, set M 352, DM 18434/5, Gramophone (GB, AUS) D 1859/60, (I) AW 175/6, 0) ND 360/1 set JAS 96. 33 giri RCA-Camden (USA) GAL 161.

•Ma mère l’Oye Boston Symphony Orchestra. P. 1930. 78 giri Victor (USA) 7370/1. 33 giri RCA-Camden (USA) CAL 161.

•Tableaux dune exposition (Musorgskij-Ravel) Boston Symphony Orchestra. R. 28 ottobre 1930, prima registrazione assoluta, diretta dal commissionario. 78 giri Victor (USA) 7372/5, 17204/7, set M 102, Gramophone (GB, F) DB 1890/3, set M 180. 33 giri RCA-Camden (USA) CAL 111 (1953), RCA-Victrola (GB) VICS 1514 (falso stereo) (1953) (1970), RCA (F) 731025 (1971). Benché introvabile, salvo eventualmente d’occasione, questa versione è data dalla guida Dia­ pason del 1987 come versione di riferimento dell’opera.

•Sarabande (Debussy-Ravel) Boston Symphony Orchestra. P. 1930. 78 giri Victor (USA) 7375, 17204, set M 102, Gramophone (GB, F) DB 1893 set M 180.

•La Valse, Danse (Debussy-Ravel) Boston Symphony Orchestra. P. 1931. 78 giri Victor (USA) 7413/4, Gramophone (GB, I) DB 1541/2

•Daphnis et Chloé (suite n. 2, II versione) Boston Symphony Orchestra. P. 1946. 78 giri Victor (USA) 118747/8, set SPI 119496/7, set 1108, HMV (GB) DB 6239/40.

•Pavane pour une infante défunte Boston Symphony Orchestra. P. 1947. 78 giri Victor (USA) 119729, HMV (GB) 6699.

•Rapsodie espagnole Boston Symphony Orchestra. P. 1948. 78 giri Victor (USA) 120163/4, set 1200. 33 giri RCA-Camden (USA) CAL 376 (1957).

•Bolèro (II versione, 13'22") Boston Symphony Orchestra. P. 1948 (R. Tanglewood, Lenox, Mass.), 78 giri Victor (USA) 120324/5, set 1220, HMV (GB) DB 9601/2. 33 giri RCA Victor (USA) LM 1012, HMV (GB) ALP 1003, VIC 1021 (F) QALP 10020. 45 giri, 17 cm RCA Victor (USA) WDM 1220.

•Ma mère LOye (II versione) Boston Symphony Orchestra. P. 1948. 78 giri, 120631/2, set 1268. 33 giri RCA Victor (USA) LM 1012, HMV (GB) ALP 1003, VIC 1021 (F) QALP 10020. 45 giri, 17 cm RCA Victor (USA) WDM 1268.

•Daphnis et Chloé (suite n. 2, III versione) Boston Symphony Orchestra. R. 1948 (R. privata). P. 1975. 33 giri SID (USA) 711.

363

Ravel — Lettere

Robert Krettly (1891),

violino

Incontri artistici. (Cfr. alla voce Pierre Fournier.)

•Quatuor à cordes Quatuor Krettly: R.K., R. Costard, F. Broos, A. Navarra. P. 1929. 78 giri Gramophone (F) W 975/7, Victor (USA) 9799/801.

Jeane Krieger,

soprano

Taccuino d'indirizzi, corrispondenza, relazioni amichevoli e artistiche. [J.K.,] vedova del baritono Arthur Endrèze, precisò che Ravel, consultato prima della registra­ zione àeWHeure espagnole, aveva chiesto specificamente che fosse lei a cantare il ruolo di Concepción. Ravel sapeva che J.K. non era una cantante professionista - era una cantante adatta per le prove, una benevola insegnante che prestava la propria collaborazione a numerosi compositori - ma desiderava una musicista di prim’ordine, un tipo di voce acidula dalla sonorità spagnola.

[Patrick Saul, «Journal of the British Institute of Recorded Sound», aprile 1976, p. 543.]

•L'Heure espagnole J.K., Concepción P. 1929 (R. integrale). (Cfr. la voce Georges True più oltre.)

LilyLaskine (1893-1988),

arpa

Fotografia (L.L. all’arpa con Ravel al fianco), relazioni amichevoli e artistiche. Ha più volte interpretato ['Introduction et Allegro in presenza del compositore o collaborando con lui, particolarmente in occasione del festival Ravel tenutosi alla Salle Gaveau di Parigi il 1° giugno 1926, sotto la direzione di Ravel. •Introduction et Allegro R. maggio 1938, Parigi. P. 1938. Marcel Moyse, fl.; Ulysse Delécluse, cl.; Quatuor Calvet. (Cfr. la voce Quatuor Calvet.)

•Introduction et Allegro Jean-Pierre Rampal, fl.; Ulysse Delécluse, cl.; Quatuor Pascal de la Radiodiffusion Franchise (Jacques Dumont, Maurice Crut, Léon Pascal, Robert Salles). P. 1956. Mono Columbia (F) FCX 707.

•Introduction et Allegro Alain Marion, fi.; Jacques Lancelot, cl.; Quatuor Via Nova (Jean Moullère, Alain Moglia, Claude Naveau, Roland Pidoux). R. 1974, Parigi. P. 1975. Erato (F) STU 70798.

•Introduction et Allegro Michel Debost, fi.; Claude Desurmont, cl.; quart, d’archi (Christian Crenne, Odile Graef, Tasso Adamopoulos, Paul Bonfìl). R. 1979. Film a colori CIP-Vidéo (F) trasmesso a FR3 nel 1980 e 1983. Realizzazione di Georges Bessonnet.

Yvonne Lefebure (1900-1986), pianoforte Relazioni amichevoli e artistiche. Allieva di Cortot, giovanissima suonò Jeux d'eau davanti a Cortot e a Ravel. Iniziai staccando leggermente le note, nonostante l’indicazione “legato”, per avere sonorità cristalline. Ravel esclamò allora: «È così». Più tardi, a proposito della mia interpretazione di

364

Appendice B — Interpretazioni storiche Jeuxd’eau, mi avrebbe detto tra il serio e il faceto: «Tramandate la tradizione». Dopo Margue­ rite Long, sono stata la seconda interprete del Concerto en sol, diretto da Cortot in presenza di Ravel. Ho interpretato questo concerto ottantacinque volte nel mondo intero, quindici volte con Paray. Ho cenato con Ravel poco prima della sua morte; portava il proprio indirizzo cucito sul risvolto della giacca».

[Intervista con Y.L. dell’ottobre 1974 e documentario Ravel, Télévision Belge, 1975.]

•Sonate poter violon et piano Jeanne Gautier, vi. P. 1950. 78 giri, Chant du Monde (F) GA 5056/7 P. 1955. (Il versione). Mono 33 giri, 17 cm Chant du Monde (F) LDYA 8115.

•Le Tombeau de Couperin, Jeux d'eau, Vaises nobles et sentimentales, Ma mère l’Oye Gersende de Sabran in Ma mère l’Oye. P. 1975. FY (F) 018 (distribuzione RCA). P. 1986. AD 12 cm (CD) FYCD 018, Grand Prix de l’Académie du disque fran^ais.

•Jeux d'eau, Concerto en sol (brani scelti) P. 1975. Film a colori Ravel, Télévision Belge. (Cfr., più oltre, Filmografia e videografia.) Y. L. al pianoforte interpreta due volte successivamente lo stesso passaggio di Jeux d’eaw, la prima volta nel modo che a Ravel non piaceva, poi nel modo che gli fece esclamare: «È così» e commenta quest’interpretazione. Interpreta anche l’inizio dell’Adagio del Concerto en sol che in seguito commenta.

Paul Le Flem (1881-1984),

direzione di coro

Relazioni amichevoli e artistiche. «Fui presentato a Ravel intorno al 1905; tutti i giovani compositori dell’epoca desideravano incontrarlo ai concerti di musica contemporanea» (intervista con Arbie Orenstein a Parigi nel luglio 1981 poco dopo che P.L.F. aveva compiuto cent’anni).

•Nicolette {Trois Chansons pour choeur mixté) Chanteurs de Saint-Gervais. P. 1930. 78 giri, 25 cm. Gramophone (F) P. 823.

Paule de Lestang, soprano, (pianoforte)

CLAVICEMBALO

Taccuino d'indirizzi, corrispondenza, relazioni amichevoli e artistiche. Prima in­ terprete della Sonatine il 10 marzo 1906 a Lione. •D’Anne jouant de Tespinette {Epigrammes de Clément Maroi) «Eseguito e cantato da Mmc de Lestang - clavicembalo e canto» (indicazione annotata sull’eti­ chetta del disco). R. gennaio 1927. P. aprile 1928. 78 giri, 25 cm Gramophone (F) K 5338. Tutti gli accompagnamenti successivi di questa mélodie, fino ai nostri giorni, utilizzano di solito il pianoforte, raramente l’orchestra (orchestrazione di Maurice Delage); in un caso soltanto viene utilizzato un accompagnamento di clavicembalo (Jean-Christophe Benoit, VSM [F] CVB 2175, P. 1968).

Marguerite Long (1874-1966),

pianoforte

Taccuino d'indirizzi, corrispondenza, fotografie, relazioni amichevoli e artistiche. Pri­ ma esecutrice del Tombeau de Couperin 1’11 aprile 1919 a Parigi e del Concerto en sol, di cui è la dedicataria, il 14 gennaio 1932 nella Salle Pleyel a Parigi, con Ravel alla guida dell’orchestra dei Concerts Lamoureux. Nel 1932 ha eseguito questo concerto in una ventina di capitali o di grandi città d’Europa nel corso di una tournée di tre mesi con Ravel. Il compositore le ha dedicato una delle sue fotografie con questa dicitura: «A M.L. recordwoman del Concerto, [firmato] M.R.»

365

Ravel — Lettere

•Concerto pour piano et orchestre en sol Orchestre symphonique. R. aprile 1932. (Cfr. il paragrafo Ravel direttore d'orchestra^

•Concerto pour piano et orchestre en sol Orchestre de la Société des concerts du Conservatoire; Georges Tzipine, dir. R. P. 1952, al Théàtre des Champs-Elysées. Columbia (F) FCX 169, FCX PM 30354 (1966), Angel 0) GR Z 132 (1966) (1983).

André Mangeot (1883-1970),

violino

Taccuino d'indirizzi, corrispondenza, relazioni amichevoli e artistiche. •Quatuor à cordes The International String Quartet. R. giugno 1927, Londra. P. settembre 1927. (Cfr. il paragrafo Ravelsupervisore di registrazioni.}

Maurice Maréchal* (1892-1964), violoncello Taccuino d'indirizzi, relazioni amichevoli e artistiche. Con Hélène JourdanMorhange, è stato il primo interprete della Sonate pour violon et violoncello, il 6 aprile 1922 a Parigi. Il manoscritto autografo di quest’opera porta la seguente dedica: «A M.M., in ricordo della bella esecuzione del 6 aprile 1922, il suo riconoscente [firmato] M.R.». •Pièce en forme de habanera * Maurice Faure, pf. R. P. 1929. 78 giri, 25 cm Columbia (F) D 13101, (USA) 2446 D.

Jean Martinon (1910-1976),

direzione d’orchestra

Incontri artistici. Ho avuto la fortuna d’incontrare Ravel e di chiacchierare con lui. L’ho visto sul podio a dirigere le sue opere; ho anche suonato più volte sotto la sua direzione, come violinista, opere come Bolèro, Pavane, Le Tombeau de Couperin e il Concerto en sol. Era cortese e, contrariamen­ te al carattere piuttosto sensuale della sua musica, dava prova nel modo di dirigere di un temperamento neoclassico. [J.M, nell’inserto accluso ai dischi RCA (F) 644532 e (GB) VICS 1619.]

•Le Tombeau de Couperin London Philharmonic Orchestra. R. Kingsway Hall, Londra. P. 1947. 78 giri Decca (GB) AK 1838/9, London (USA) set LA 193.

•Daphnis et Chloé (suite n. 2) Chicago Symphony Orchestra; Donald Peck, fi. P. 1965. Mono RCA-Victrola (USA) LM 2806. Stereo RCA-Victrola (USA) LM 2806, Camden-Quintessence (USA) PMC 7017 (1977), RCA-Victrola (F) 645061 A, (GB) GL 42701 (1983).

•Alborada del gracioso, Ma mère l'Oye, Rapsodie espagnole Chicago Symphony Orchestra. P. 1968. RCA-Victrola (USA) LSC 3093, (GB) VICS 1619 (1971), (F) 644532 (1972).

•Bolèro (13’40") Chicago Symphony Orchestra. P. agosto 1971. RCA (USA) LSC 5002, Camden-Quintessence (USA) PMC 7017 (1977).

•La Valse Orchestre Symphonique de la RTB (Radiodiffusion Télévision Belge).

366

Appendice B — Interpretazioni storiche R. all’inizio degli anni Settanta negli studi della RTB, Bruxelles. Film video a colori. L’origi­ nale della versione integrale realizzato da Alain Denis è stato distrutto e non compare più negli archivi della RTB. È possibile che ne esistano copie al di fuori della RTB. Estratti nel film a colori Ravel della RTB. (Cfr. Filmografia e videografia,)

•Bolèro (14'46"; Marcel Galiègue, trb.), Rapsodie espagnole, La Valse, Daphnis et Chloé (versione integrale), Vaises nobles et sentimentales, Ma mère TOye, Le Tombeau de Couperin, Pavane pour une infante défunte, Shéhérazade (ouverture de fée­ rie), Menuet antique, Une barque sur l’océan, Alborada delgracioso (André Sennedat, fg.), Concerto en répour la main gauche, Concerto en sol (Jean-Claude Malgoire, cor. ingl.), Tzigane. (La raccolta porta il titolo Ravel: Toeuvre d'orchestre.) Orchestre de Paris; Aldo Ciccolini, pf.; Itzhak Perlman, vi. R. 1974. P. 1975. VSM (F) 2 C 165 02583/7 (10 facciate). Dalla sua comparsa in cofanetto nel 1975, la più importante tra le integrali dell’opera di Ravel per orchestra ha conosciuto numerose riedizioni con diversi abbinamenti e in diversi paesi (D, F, GB, USA), pubblicate in dischi separati nel 1985. P. settembre 1988. AD 12 cm (4 CD) EMI dal 769565 al 568-2.

Willem Mengelberg (1871-1951), direzione d’orchestra Incontri artistici. Ha partecipato nell’ottobre 1922, ad Amsterdam, con Ravel, a un festival di musica francese. Ravel lo ha di nuovo incontrato ad Haarlem, in Olanda, nell’aprile del 1932, alla guida di entrambe le orchestre del Concertgebouw.

•Bolèro (14'35") Orchestra del Concertgebouw di Amsterdam. R. P. 1930.78 giri Columbia (GB) LX48/9, (F) LFX 90/1, (AUS) LOX 60/1, (USA) 67890/ ID, set X 22, (I) GQX 10639/40,

•Daphnis et Chloé (suite n. 2) Orchestra del Concertgebouw di Amsterdam. R. 6 ottobre 1938. P. 1977. Educational Media (USA) RR 506.

Livine Mertens (1901-1968),

mezzosoprano

Incontri artistici. Il 15 marzo 1931, a Bruxelles, cantò Deux Mélodies hébraì'ques sotto la direzione del compositore. (Cfr. «L’Eventail», 15 marzo 1931.) •L'Enfant et les Sortilèges {Duo de la théière et de la tasse, L'Arithmétiquè) Henri Marcotty, T. P. 1931. 78 giri, 25 cm Columbia (F) LF 96.

Marcelle Meyer* (1897-1958), pianoforte Incontri artistici. Allieva di Ricardo Vines (amico intimo di Ravel, primo inter­ prete di sei tra le sue opere pianistiche più importanti tra il 1898 e il 1909). Secondo Francis Poulenc, M.M. avrebbe suonato La Valse con Ravel al piano­ forte, in prima esecuzione, in casa di Misia Sert, di fronte a Diaghilew, Stravin­ sky, Massine e lui stesso, nel 1920 (Francis Poulenc, Moi et mes amis, Paris, La Palatine 1963, pp. 178-9). •Alborada del gracioso * R. P. 1930. 78 giri, 25 cm Columbia (F) LF 11.

•Vaises nobles et sentimentales, Alborada del gracioso, La vallèe des cloches, Oiseaux tristes P. marzo 1949. 78 giri Les Discophiles fran^ais (F) Album 25 (4 dischi nn. 108/111).

367

Ravel — Lettere

•Vaises nobles et sentimentales, Sonatine, Pavane pour une infante defunte, Le Tombeau de Couperin, Menuet sur le nom d'Haydn, Menuet antique, Gaspard de la nuit, Jeux d'eau, Miroirs. (La raccolta porta il titolo L'oeuvre pour piano à deux mains de Ravel.) P. 1954. Les Discophiles Francis (F) DF 100/1, Alpha (B) DB 102/3. 33 giri, 17 cm Les Discophiles Francis (F) EX 17029 (Jeux d’eau, Sonatine}. 33 giri, 17 cm Les Discophiles Francis (F) EX 17035 (Alborada, Pavane}.

Pierre Monteux* (1875-1964),

direzione d’orchestra

Corrispondenza, relazioni amichevoli e artistiche. P.M. ha diretto la prima rap­ presentazione del balletto integrale di Ravel Daphnis et Chloé, 1’8 giugno 1912, al Théàtre du Chàtelet (Ballets russes), e la prima versione orchestrale delle Vaises nobles et sentimentales, nella Salle du Casino de Paris, il 15 febbraio 1914. Infine, nel febbraio 1931, P.M. ha diviso con il compositore la guida dell’Orchestre symphonique de Paris nel corso di un concerto che comprendeva esclu­ sivamente opere di Ravel.

•La Valse , *

Petit Poucet (Ma mère l'Oye)

Orchestre symphonique de Paris. R. P. I93L 78 giri Gramophone (F) W 1107/8

•La Valse San Francisco Symphony Orchestra. P. 1942. 78 giri RCA Victor (USA) 18160/1 set M 820, Gramophone (GB) 5964/5, (AUS) ED 316/7 33 giri RCA Camden (USA) CAL 282, 45 giri, 17 cm RCA-Camden (USA) CAE 130.

•Rapsodie espagnole The Philharmonic Symphony Orchestra oFNew York. Registrato per incarico del Dipartimento della Guerra degli Stati Uniti, destinato in origine unicamente alla diFFusione tra le Forze armate e a essere distrutto al termine del conflitto. R. 12 novembre 1944, Carnegie Hall, New York. 78 giri V (= Victory) Disc (USA) Army 447/ 8, Navy 227/8

•Vaises nobles et sentimentales San Francisco Symphony Orchestra. P. 1947. 78 giri RCA Victor (USA) 119681/2 set M 1143, HMV (GB) DB 6676/7. 33 giri RCA-Camden (USA) CAL 156. 45 giri, 17 cm RCA-Camden (USA) CAE 216.

•Daphnis et Chloé (suite n. 1) San Francisco Symphony Orchestra; San Francisco Municipal Choir. P. 1947. 78 giri RCA Victor (USA) 119683/4 set M 1143. 33 giri RCA-Camden (USA) CAL 156.

•Sarabande (Debussy-Ravel) San Francisco Symphony Orchestra. P. 1947. 78 giri RCA Victor (USA) 119684 set M 1143. 33 giri RCA-Camden (USA) CAL 385, (GB) CDN 1005 (1957).

•Alborada del gracioso San Francisco Symphony Orchestra. P. 1950. 78 giri RCA Victor (USA) 121107.

•Daphnis et Chloé (balletto completo) London Symphony Orchestra; cori del Royal Opera House e del Covent Garden; Douglas Robinson, dir. dei cori. P. 1959. Mono Decca (GB, F) LXT 5536, London (USA) CM 9028. Stereo Decca (GB, F) SXL 2164, SDD 170, (GB) JB 69 (1983), (F) 592027 (1983), London (USA) CS 6147, STS 15090 (1983).

368

Appendice B — Interpretazioni storiche

•Pavane pour une infante défunte. Rapsodie espagnole London Symphony Orchestra. P. 1962. Mono Decca (GB, F) LXT 5677, London (USA) CM 9317. Stereo Decca (GB, F) SXL 2312, SDD 425, (F) 592033 (1983), London (USA) CS 6248, STS 15356 (1983).

•Bolero (15'14"), Ma mère l’Oye, La Valse London Symphony Orchestra. P. 1965. Mono Philips (GB, F) L 02380 LY, (USA) 500059. Stereo Philips (GB, F) 835258 LY, (GB) 6527038 (1983), (F) 6500226 (1983), (USA) 900059, 6570092 (1983), (D) 6768339 (1983). P. 1988. AD 12 cm (CD) Philips (D) 420-869-2.

Marcel Moyse (1889-1984),

flauto

Relazioni amichevoli e artistiche. M.M. suonò FIntroduction et Allegro più volte sotto la direzione di Ravel.

•Introduction et Allegro R. maggio 1938, Parigi. P. 1938. (Cfr. la voce Quatuor Calvet.)

Charles MUnch* (1891-1968),

direzione d’orchestra

Incontri artistici. Ha diretto TOrchestre philharmonique de Paris nella Salle Pleyel, a Parigi, il 19 marzo 1937, in occasione di un festival Ravel, in presenza del compositore. •Concerto pour piano et orchestre en ré pour la main gauche R. P. 1938. Parigi. Jacqueline Blancard (cfr. questa voce), pf.; Orchestre philharmonique de Paris.

•Concerto pour piano et orchestre en ré pour la main gauche Alfred Cortot (cfr. questa voce), pf.; Orchestre de la Société des concerts du Conservatoire. R. 12 maggio 1939, Parigi. P. 1940.

•Concerto pour piano et orchestre en ré pour la main gauche Jacques Février * (cfr. questa voce), pf.; Orchestre de la Société des concerts du Conservatoire. R. 8 ottobre 1942. P. 1943.

•La Valse, Pavane pour une infante défunte * Orchestre de la Société des concerts du Conservatoire. R. 1942. P. 1943. 78 giri VSM (F) W 1557/8.

•Bolèro (16'44") Orchestre de la Société des concerts du Conservatoire. R. Assembly Hall, Waithams Row (indicazione sull’etichetta del disco). P. 1947. 78 giri Decca (GB) K 1637/8. 33 giri, London (USA) LL 22 - LL 466, Richmond (USA) 19001, Decca (GB, F) LXT 2677.

•Daphnis et Chloé (Nocturne, Danse guerrière, Lever du jour, Pantomime, Danse généralé) Orchestre de la Société des concerts du Conservatoire. P. 1949. 78 giri Decca (F) GAG 1584/6, (GB) K 1584/6, (USA) set EDA 29, London (USA) set LA 225.

•Concerto pour piano et orchestre en sol Nicole Henriot-Schweitzer, pf.; Orchestre de la Société des concerts du Conservatoire. P. 1950. Decca (GB) LXT 2565, London (USA) LL 76.

•La Valse Boston Symphony Orchestra. P. 1951. 78 giri Victor (USA) 121207. 33 giri, 25 cm RCA Victor (USA) LRM 7016 (F) A 630217. 45 giri, 17 cm Victor (USA) 491213.

369

Ravel - Lettere

•Rapsodie espagnole Boston Symphony Orchestra. P. 1952. 25 cm RCA Victor (USA) LRM 7016. RCA Victor (USA) LM 1700, (F) ALP 1245.

•Pavane pour une infante défunte Boston Symphony Orchestra. P. 1953. 25 cm RCA Victor (USA) LRM 7016. RCA Victor (USA) LM 1741, (F) 630315, (I) A 12 R0110.

•Daphnis et Chloé (balletto integrale) Cori del New England Conservatory and Alumni; Robert Shaw, dir. dei cori (assistito da Lorna Cooke de Varon); Boston Symphony Orchestra. P. 1955. Mono RCA Victor (USA) LM 1893, (F) 630294. Stereo RCA Victor (USA) LSC 1893, (F) 640659, (GB) VICS 1297, (D) 2641181 AG (1983).

•Daphnis et Chloé (suite nn. 1 e 2) Coro del New England Conservatory and Alumni; Boston Symphony Orchestra. R. gennaio 1955. P. 1967. Mono RCA-Victrola (USA) 1271. Stereo VIC (GB) 1271.

•Rapsodie espagnole (II versione). La Valse (II versione), Bolèro (13'42”) Boston Symphony Orchestra. P. 1956. Mono RCA Victor (USA) LM 1984, (F) 630370, (USA, GB) VIC 1041, 1323. Stereo RCA Victor (USA) LSC 1984, (GB, F) SB 2019, (USA, GB) VICS 1041, 1323.

•Concerto pour piano et orchestre en sol Nicole Henriot-Schweitzer, pf.; Boston Symphony Orchestra. P. 1959. Mono RCA Victor (USA) LM 2271, (F) 630512, (USA) VIC 1071. Stereo RCA Victor (USA) LSC 2271, VICS 1071.

•Ma mère l’Oye Boston Symphony Orchestra. P. 1959. Mono RCA Victor (USA) LM 2292, VIC 1060, (F) 630487. Stereo RCA Victor (USA) LSC 2292, VICS 1060, (F) 640541.

•Daphnis et Chloé (balletto integrale, II versione) Cori del New England Conservatory; Lorna Cooke de Varon, dir. dei cori; Boston Symphony Orchestra. P. 1961. Mono RCA Victor (USA) LM 2568, (F) 630610. Stereo RCA Victor (USA) LSC 2568, AGL 11270 (1983).

•Bolèro (15'02"; II versione), Pavane pour une infante défunte (II versione), La Valse (III versione) Boston Symphony Orchestra. P. 1962. Mono RCA Victor (USA) LM 2664. Stereo RCA Victor (USA) LSC 2664, AGL 13653 (1983), (GB) SB 6556, (F) GL 43711 (1983), (D) 2641187 AG (1983).

•Vaises nobles et sentimentales The Philadelphia Orchestra. P. 1963. Mono Columbia (USA) ML 5925. Stereo MS 6523, (F) S 72153.

•Bolèro (16'55”), Rapsodie espagnole, Daphnis et Chloé (suite n. 2), Pavane pour une infante défunte, Concerto pour piano et orchestre en sol Orchestre de Paris; Nicole Henriot-Schweitzer, pf. R. 1968. P. 1969. VSM (F) CVB 2281/2, C 16552 511/4, Angel (USA) S 36584/5, (GB) ASD 2497/8. P. 1985. AD 12 cm (CD) EMI (F) 1102392. La raccolta comprende il Bolèro (17'03'’) così come le altre opere registrate nel 1968 con POrchestre de Paris, eccezion fatta per il Concerto pour piano et orchestre en sol.

Paul Paray (1886-1979), direzione d’orchestra Taccuino d'indirizzi, corrispondenza, relazioni amichevoli e artistiche. Prima ese­ cuzione di Sarabande e Danse, il 18 marzo 1923, alla Salle Gaveau, con l’orche­ stra Lamoureux. Nel 1933 Ravel, che doveva dirigere il suo Concerto pour la

370

Appendice B — Interpretazioni storiche

main gauche a Monte-Carlo con il solista Wittgenstein, chiese a Paul Paray di sostituirlo. Ravel si limitò ad assistere al concerto. Scrive Hélène Jourdan-Morhange6 nel suo libro di memorie: Ricordo un giorno in cui ero al concerto con Ravel. Paray dirigeva La Valse in quel modo straordinario e danzante che gli assicura il trionfo. Ravel mi disse: «Non ci siamo per nulla, ma è magnifico». E, secondo tradizione raveliana, andò a dire a Paray: «Non ho sentito bene il clarinetto». Senza naturalmente dirgli quanto fosse stato affascinato dal suo brio. Candido Ravel! Quanti artisti, Toscanini compreso, ha potuto ferire senza neppure rendersene conto.

[Hélène Jourdan-Morhange, Mes amis musiciens, Paris, Les Editeurs fran^ais 1955, pp. 38-9.]

Paul Paray fu dinamico direttore musicale della Detroit Symphony Orchestra dal 1952 al 1963. Due eccezioni a parte (i due Concerti e una versione della Valse), tutte le altre sue registrazioni della musica di Ravel (9 opere) sono state realizzate in quest’epoca con l’orchestra di Detroit. Ma i molteplici e disordina­ ti abbinamenti, sia negli Stati Uniti sia in Francia, vedono le registrazioni variamente accostate sia tra loro sia soprattutto con opere di Debussy, Roussel, Chabrier, Barraud, Ibert, Fauré, Franck, Rimskij-Korsakov, Dukas, su dischi da 25 come da 30 cm, mono o stereo, il che rende ogni normale elenco inco­ erente o illeggibile. Ci limiteremo dunque a indicare prima di tutto la totalità delle edizioni registrate solamente in mono, che sono poco numerose, poi il completo substrato di realizzazioni in mono e in stereo nella versione stereo del 1983, completa (Francia e Olanda) o parziale (altri paesi).

Registrazioni mono: Detroit Symphony Orchestra. R. P. 1954-1955. Bolèro (13')> Mercury (USA) MG 50020, (F) MLP 7509. La Valse, Mercury (USA) MG 50029, (F) MLP 7521. Rapsodie espagnole, Mercury (USA) MG 50056.

Registrazioni mono e stereo: Detroit Symphony Orchestra. R. 1956-1962. Bolèro (13’16", II versione), La Valse (II versione), Rapsodie espagnole (II versione), Le Tombeau de Couperin, Ma mère TOye, Vaises nobles et sentimentales, Daphnis et Chloè (suite n. 2), Alborada del gracioso, Pavane pour une infante défunte. P. 1983. 2 dischi Philips (F) 6768230, 3 dischi Mercury (NL) 75033, 75066, 75100. P. 1983. 1 disco Mercury (USA) 75033 (Bolèro, Valse, Rapsodie, Alborada, Pavane}.

•Concerto pour piano et orchestre en sol Monique Haas, pf.; Orchestre national de l’ORTF. P. 1965. DGG (D, F) 38988, 135107, (GB) 2548109 (1983), (USA) 2535312 (1983), (D) 2535483 (1983).

•Concerto pour piano et orchestre en ré pour la main gauche Monique Haas, pf.; Orchestre national de l’ORTF. P. 1965. DGG (D, F) 138988, (USA) 2535312 (1983)

6 Hélène Jourdan-Morhange (1888-1961), violinista. Taccuino d'indirizzi, corri­ spondenza, fotografie, relazioni amichevoli e artistiche. Incontrò Ravel nel 1917. Sua la prima esecuzione della Sonate pour violon et violoncello e della Berceuse sur le nom de Gabriel Fauré nel 1922; dedicataria della Sonate pour violon et piano. Dal 1922 fu costretta ad abbandonare progressivamente il violino a causa di una paralisi a un braccio. Ciò spiega come mai non fu la prima esecutrice della sonata che le era dedicata, e perché non registrò nessuna opera di Ravel).

371

Ravel—Lettere •La Valse Orchestre de l’Opéra de Monte-Carlo. P. 1970. Guilde (F) SMS 2663, Festival (F) FC 440 (1983).

Emile Passani (1905-1974),

pianoforte

Taccuino d'indirizzi, incontri artistici. (Cfr. lettera 341.)

•Concerto pour piano et orchestre en sol, A la manière de Borodine, A la manière de Chabrier. Orchestre de l’Association des concerts Colonne; Jean Fournet, dir. R. Théàtre des Champs-Elysées. P. 1949. 78 giri Pathé (F) PDT 155/7, 8034/6.

•Sonatine, Vaises nobles et sentimentales P. 1952. 25 cm Pathé (F) DT 1010.

Vlado Perlemuter (1904), pianoforte Taccuino d'indirizzi, relazioni amichevoli e artistiche. «V.P. ha studiato l’intera opera pianistica di Ravel con il compositore. Per sei mesi, più volte alla settima­ na, V.P. salì sul treno che lo conduceva a Montfort l’Amaury per recarsi da Maurice Ravel. Il maestro gli spiegava tutto quel che doveva fare, ma soprattut­ to quel che non doveva fare. Si può affermare che V.P. sia uno dei depositari del pensiero raveliano» (Hélène Jourdan-Morhange in collaborazione con V.P., Ravel d'après Ravel, Lausanne, Cervin 1953. In quest’opera, più volte ristampa­ ta, i due autori studiano e commentano l’opera pianistica di Ravel «con esempi di quel che bisogna fare e di quel che non si deve fare»). •Pavanepour une infante défunte, Vaises nobles et sentimentales, Miroirs, Gaspard de la nuit, Menuet antique, Sonatine, Prélude, Le Tombeau de Couperin, Menuet sur le nom d'Haydn, Jeux d'eau Orchestre de l’Association des concerts Colonne; Jasha Horenstein, dir. P. 1956. 3 dischi mono Vox (USA, F) set DL 153, (USA) SVBX 5410 (falso stereo). Dischi isolati estratti dal succitato album; registrati in Francia.

•Miroirs, Gaspard de la nuit Pathé Vox (F) VP 370.

•Concerto pour piano et orchestre en sol, Concerto pour piano et orchestre en répour la main gauche, Pavane pour une infante défunte, Menuet antique Vox (GB) STGBY610 (1968).

•Sonatine R. 1972, Tokyo. P. 1975. Denon (J) OX 7012 N.

•Menuet antique, Pavane pour une infante défunte, Jeux d'eau, Gaspard de la nuit R. 1977. P. 1979. Nimbus (GB) 2101.

•Miroirs, Sonatine, Menuet sur le nom d'Haydn R. 1977. P. 1979. Nimbus (GB) 2102.

•Vaises nobles et sentimentales, Prélude, A la manière de Borodine, A la manière de Chabrier, Le Tombeau de Couperin R. 1977. P. 1979. Nimbus (GB) 2103.

•Miroirs, Jeux d'eau, Pavane pour une infante défunte, Gaspard de la nuit P. gennaio 1984. AD 12 cm (CD) Nimbus (GB) NIM 5005 (durata 59’20’'), vol. I.

•Sonatine, Vaises nobles et sentimentales, Le Tombeau de Couperin, A la manière de Borodine, A la manière de Chabrier, Menuet antique, Menuet sur le nom d'Haydn P. settembre 1984. AD 12 cm (CD) Nimbus (GB) NIM 5011 (durata 64'12”), vol. II.

372

Appendice B - Interpretazioni storiche

•Ma mère l’Oye (per pianoforte a quattro mani) Daniel Gourdon, allievo di V.P., 2° pf. R. P. 1984. Film video a colori (F) trasmesso su FR3 (terzo canale televisivo francese) nel corso di una trasmissione di Charles Imbert, Prélude à la nuit, realizzata da Alain Jamy. Nel 1972 V.P. ha interpretato opere di Ravel in un film britannico a colori in stereofonia.

Gabriel Pierné* (1863-1937),

direzione d’orchestra

Taccuino d’indirizzi, corrispondenza, fotografie, relazioni amichevoli e artistiche. Prime esecuzioni: Une barque sur l’océan il 3 febbraio 1907; suite n. 1 di Daphnis e Chloé il 2 aprile 1911, con l’orchestra Colonne; Tzigane, con Jelly d’Aranyi e con la stessa orchestra, il 30 novembre 1924. •Ma mère l’Oye {Petit Poucet, Laideronnette, Le jardin féerique ) * Orchestre de l’Association des concerts Colonne. P. 1929. 78 giri, Odèon (F) 123546/7, Parlophone (GB) 20066/7, Decca (USA) 25319/20.

•Pavane pour une infante défunte Orchestre de l’Association des concerts Colonne. P. 1929. 78 giri Odèon (F) 123617. (E) 173186. Columbia (USA) G 67785 D. P. 1992. AAD 12 cm (CD) Music &: Arts (USA) CD-703.

•Rapsodie espagnole Orchestre de l’Association des concerts Colonne. P. 1931. 78 giri Odèon (F) 123770/1, (D) 07882/3, (RA) 177218/9, Decca (USA) 25321/2.

Francis Poulenc* (1899-1963),

pianoforte

Taccuino d’indirizzi, corrispondenza, relazioni amichevoli e artistiche. (Cfr. lette­ ra 158, nota 2.)

, * •Sainte

Sur l’herbe *

Pierre Bernac, Bar. P. 1936. 78 giri, 25 cm Gramophone (F) DA 4891, 33 giri VSM (F) OVD 50036.

•Don Quichotte à Dulcinèe Pierre Bernac, Bar. P. 1947. 78 giri, 25 cm Gramophone (GB, F) DA 1869.

•Histoires naturelles, Trois Chants hébraìques Pierre Bernac, Bar. R. 2 marzol950. P. 1951. 78 giri Columbia (USA) set MM 958. 33 giri Columbia (USA) ML 4333, (F) FCX 141, (GB) CX 1119, Odyssey (USA) 32260009 (1983).

•Shéhérazade {La flùte enchantée, L’indifférent), Noci des jouets Denise Duval, S. R. maggio 1958, Bordeaux. P. 1985. Mono Cleo (F) CL 10001.

Manuel Rosenthal (1904),

direzione d’orchestra

Taccuino d’indirizzi, corrispondenza, relazioni amichevoli e artistiche. Incontrò Ravel nel 1925, studiò con lui composizione e fu uno dei più fedeli allievi-amici fino alla morte del compositore. È stato spesso intervistato su Ravel (stampa, radio, televisione). Scegliamo, tra le altre, alcune dichiarazioni che illuminano alcuni aspetti umani (o inumani) del musicista: Il mio “Maestro” era durissimo e talvolta persino feroce. Un giorno gli avevo sottoposto un’opera di mia composizione di cui credevo di poter andare fiero; davanti a me la strappò e calpestò. Lo lasciai prima che la lezione terminasse, furioso, senza salutarlo e piangendo a calde

373

Ravel - Lettere lacrime. Mi chiusi nella diligenza che stazionava in place de l’Eglise, e che assicurava la coincidenza, alla stazione di Montfort, con i treni per Parigi. Ero solo e continuavo a piangere, quando vidi attraverso il vetro opaco, fradicia di pioggia, una figura che mi guardava intensa­ mente. Era Ravel, a capo scoperto e senza impermeabile malgrado le intemperie. Mormorò qualche parola incomprensibile, ma il suo sguardo diceva tutto. Sotto un pudore immenso, Ravel nascondeva più che un cuore d’oro: un cuore di diamante. Se dovessi concretizzare in tre parole la qualità umana più significativa di Ravel, direi senza esitare: l’uomo che non ha mai mentito in tutta la sua vita, né alla propria arte, né agli amici, né ai nemici.

•Danse, Sarabande (Debussy-Ravel) Orchestre du Théàtre national de l’Opéra de Paris. R. 1959. P. novembre 1984. Mono Vega (F) C 30 A 294/5. Stereo Adès (F) 70097.

•Ravel: l’oeuvre complète pour orchestre (raccolta di 4 dischi) Orchestre du Théàtre national de l’Opéra de Paris. I) Daphnis et Chloé (versione integrale) Choeurs de la Radiodiffusion Télévision Frammise; René Alix, dir. del coro. Mono Vega (F) C 30 A 196, Westminster (USA) 18753. II) Bolero (15'16”), Pavane pour une infante défunte (Lucien Thevet, cor.), Ma mère l’Oye Mono Vega (F) C 30 A 197. Ili) Rapsodie espugnale. Alborada del gracioso, Vaises nobles et sentimentales Mono Vega (F) C 30 A 198. IV) Le Tombeau de Couperin, La Valse, Menuet antique R. P. 1959 (4 voli.). Mono Vega (F) C 30 A 199.

Queste registrazioni di dieci composizioni sinfoniche di Ravel a opera di Manuel Rosenthal sono state ripubblicate in versione stereo sotto il marchio Decca (F) 130013/4 (2 album di 2 dischi), poi in una nuova riedizione stereo (1984) Adès (F) COF 7093 (cofanetto di 4 dischi). AD 12 cm (3 CD), riedizione digitale in 3 volumi della Adès (F) delle dieci opere registrate nel 1959. I) P. 1986. Daphnis (integrale), 4074-2. II) P. 1987. Rapsodie, Ma mère l’Oye, Alborada, La Valse, 14092-2. Ill) P. 1987. Bolèro, Pavane, Vaises nobles, Menuet antique, Tombeau de Couperin, 14093-2.

•Tzigane Arthur Grumiaux, vi.; Orchestre des Concerts Lamoureux. P. 1966. Philips (F) 802708 LY (1983), (USA) 900195, (GB) 3587 (1983), (D) 6570026 (1983).

Arthur Rubinstein (1887-1982),

pianoforte

Fotografie, relazioni amichevoli e artistiche. «Ravel fu mio grande amico, a par­ tire dallo straordinario anno 1904. Ci incontrammo molto spesso a Saint-Jeande-Luz, Biarritz e anche a Parigi. Abbiamo suonato talvolta a quattro mani, e mi ha mostrato alcune opere che aveva appena terminato». (Da una lettera di A.R. ad Arbie Orenstein del TI giugno 1975.) •Forlane (Le Tombeau de Couperin) R. 23 febbraio 1934. P. 1935. 78 giri Gramophone (GB, F) DB 2450. 33 giri Electrola (D) IC 151-03244/5 M.

•Trio A.R., pf.; Jascha Heifetz, vi.; Gregor Piatigorsky, vch. P. 1950. (Cfr. la voce Heifetz)

•Vaises nobles et sentimentales, La vallèe des cloches (Miroirs) P. 1964. Mono Victor (USA) LM 2751, RCA Victor (GB) RB 6603, (F) 635024. Stereo Victor (USA, I) LSC 2751, RCA Victor (GB) SB 6855, (F) 645024.

374

Appendice B — Interpretazioni storiche

Elsa Ruhlmann, soprano Taccuino d'indirizzi, incontri artistici. Figlia del direttore d’orchestra Francois Ruhlmann, che diresse la prima AtW'Heure espagnole il 19 maggio 1911. Possie­ de una partitura dell’Z/l?«r^ espagnole con dedica autografa di Ravel.

•Histoires naturelies, Sur l'herbe Piero Coppola, pf. P. 1931. (Cfr. la voce Coppola)

Carlos Salzedo (1887-1961), (arpa) pianoforte Incontri artistici. Il 15 gennaio 1928 all’Aeolìan Hall a New York, C.S. suonò 1’Introduction et Allegro (all’arpa) sotto la direzione di Maurice Ravel.

•Introduction et Allegro (parte di accompagnamento dell’arpa) P. 1925. Rullo per pf. autom. Duo-Art (USA, GB) 11838.

Gustave Samazeuilh (1877-1967),

pianoforte

Taccuino d'indirizzi, corrispondenza, fotografie, relazioni amichevoli e artistiche. Compagno di gioventù e grande amico di Ravel, suonò Ma mère l'Oye a quattro mani con il compositore nei Paesi baschi («La Revue Musicale«, dicembre 1938, p. 202). •Daphnis et Chloé (suite n. 2; trascrizione per pianoforte dell’interprete): Lever du jour, Pantomime, Danse générale P. 1928. Rullo per pf. mecc. ordinario Pleyela, Aeolian e Odéola (F) TR 10367/9. Una partitura di Daphnis et Chloé appartenuta a G.S. contiene una dedica firmata M.R.: «A G.S. autore del tema principale di quest’opera».

Charles Scharres, pianoforte Taccuino d'indirizzi (indirizzo di Bruxelles), incontri artistici. •Forlane, Menuet, {Le Tombeau de Couperin) P. 1922. 78 giri, acustico, Gramophone (F) L 297.

Elie Robert Schmitz (1889-1949),

pianoforte

Taccuino d'indirizzi (indirizzo di New York), corrispondenza, relazioni amiche­ voli e artistiche. Nel 1917, in licenza dal fronte, interpretò il Trio di Ravel per i feriti negli ospedali di Parigi, con Hélène Jourdan-Morhange al violino e Felix Delgrange al violoncello, in presenza del compositore che si congratulò viva­ mente con gli interpreti e divenne loro amico. (Hélène Jourdan-Morhange, Ravel et nous, Genève, Milieu du monde 1945, pp. 17-8.) Nel 1919, E.R.S. si stabilì negli Stati Uniti e fu il promotore, poi l’organizzatore, della tournée americana di quattro mesi di Ravel, nel 1928.

•Jeux d'eau P. ottobre 1919. Rullo per pf. autom., Duo-Art (USA) 6199, riproduzione registrata su disco Klavier (USA) KS 117 (durata 4’20") (1970). R. 1984. P. 1985. DA, nuova riproduzione registrata del disco Klavier Audiophile digitale (USA) KD 137 (durata 4T8") (1985). Poiché la ditta Klavier Pianoforte Rolls (USA) ha cessato l’attività il 16 agosto 1986, è probabile che quest’ultimo disco non sia più disponibile.

375

Ravel — Lettere

•Pavane pour une infante défunte P. gennaio 1926. Rullo per pf. autom., Ampico (USA) 65473 H.

•Jeux d'eau (II versione) P. dicembre 1928. Rullo per pf. autom., Ampico (USA) 69383 H.

•Pavane pour une infante défunte (II versione) P. 1947. 78 giri Victor (USA) 120066.

Lucien Schwartz, violino Taccuino d'indirizzi, incontri artistici,

•Tzigane Lucien Petitjean, pf. P. 1929. 78 giri Gramophone (F) W 1033.

Dolores de Silvera (Berty Maurel), mezzosoprano Taccuino d'indirizzi («Mn,e Berty Maurel», indicazione di mano di Ravel che figura dopo il nome Silvera e prima dell’indirizzo), incontri artistici, •Kaddisch Maurice Faure, pf. P. 1931. 78 giri Columbia (F) RFX 14.

Martial Singher* (1904-1990), baritono Relazioni amichevoli e artistiche (cfr. Martial Singher adArbie Orenstein nell’Appendice A, Ricordi raveliani). Dedicatario della Chanson épique, una delle tre canzoni di Don Quichotte à Dulcinèe, di cui M.S. fu il primo interprete con Paul Paray alla guida dell’orchestra Colonne, il 1° dicembre 1934 a Parigi. Sua anche la prima esecuzione per canto e orchestra di Ronsard a son àme con Piero Coppola a capo dell’orchestra Pasdeloup, il 17 febbraio 1935 a Parigi. Ravel fu presente a entrambi i concerti.

•Don Quichotte à Dulcinèe, Ronsard à son àme * R. 20 novembre 1934, Parigi. (Cfr. Ravelsupervisore di registrazioni.)

•Chants populaires {Chanson espagnole, Chanson frangaise, Chanson italienne, Chanson hébra’ique), Nicolette R. Gonzalez, pf. P. 1948. 78 giri, 25 cm Odèon (F) 195147/8.

•Don Quichotte à Dulcinèe Columbia Broadcasting Symphony Orchestra; Maurice Abravanel, dir. P. 1949. 78 giri, 25 cm Columbia (USA) 17579/81 D. 33 giri Columbia (USA) ML 4152.

•Histoires naturelies, Epigrammes de ClémentMarot, Chansons madécasses, Chants populaires Paul Ulanowsky, pf.; Samuel Baron, fi.; Daniel Soyer, vcl.. P. 1952. Concert Hall (USA) CHS 1124, Classic (F) CLP 6260, Guilde Internationale du disque (F) MMS 3007.

•Chants populaires, Nicolette Dorothy Angwin, pf. P. 1977. 1750 Arch Records (USA) 1766.

376

Appendice B - Interpretazioni storiche

Victor Staub, pianoforte Incontri artistici, V.S. era insegnante al Conservatorio di Parigi al tempo di questa registrazione.

•Rigaudon (Le Tombeau de Couperin} P. 1928. 78 giri, 25 cm Odèon (F) 166045.

Walther Straram* (Walter Marrast; 1876-1933), direzione d’orchestra Relazioni amichevoli e artistiche. Prima esecuzione del Bolèro (balletto) il 22 novembre 1928 all’Opéra di Parigi. •Alborada del gracioso * Orchestre des Concerts Straram. P. 1931. 78 giri Columbia (F) LFX 185, (USA) 68077 D, (J) JW 56.

Charles Strony, direzione d’orchestra Taccuino d'indirizzi (indirizzo di Lione). Fondatore e direttore del Trigentuor instrumental lyonnais. Durante un festival Ravel a Lione, nella Salle Rameau, il 25 aprile 1932, Ravel diresse il Concerto en sol con Marguerite Long al pianoforte e consegnò poi la bacchetta a C.S., che diresse le altre opere. •Ma mère TOye (Laideronnette, impératrice des pagodes, Les entretiens de la Belle et la Bète) Le Trigentuor lyonnais. P. 1929, 78 giri Gramophone (F) L 750.

Joseph Szigeti (1892-1973),

violino

Incontri artistici. Suonò la Sonate pour violon et piano accompagnato da Ravel, a New York, il 15 gennaio 1928 (cfr. lettera 290, nota 3). J.S. suonava su di un Guarneri.

•Pièce en forme de habanera Nikita Magaloff, pf. P. 1937. 78 giri Columbia (GB) LX 575, (USA) 68922 D, (AUS) LOX 323.

•Sonate pour violon et piano Carlo Bussotti, pf. P. 1955. Mono Columbia (USA) ML 5178.

Jacques Thibaud (1880-1953), violino Fotografie, relazioni amichevoli e artistiche. In particolare, suonò la Sonate pour violon et piano con l’autore nel corso del festival Ravel, a Biarritz, il 24 agosto 1930. Il suo strumento, uno Stradivari del 1709, andò distrutto nell’incidente aereo in cui J.T. perse la vita.

•Pièce en forme de habanera Tasso Janopoulo, pf. R. 28 maggio 1944. P. 1945. 78 giri, 25 cm VSM DA 4999.

377

Ravel - Lettere

Dimitri Tiomkin (1898-1979), pianoforte Relazioni amichevoli e artistiche. Emigrato dalla Russia, inizia una carriera di pianista classico specializzato in musica contemporanea, particolarmente quella di Ravel, che ammira. Tiene con grande successo concerti a New York, Berlino e Parigi. Nel 1926, D.T. chiede a Manuel Rosenthal di presentarlo a Ravel, e per questo prende a noleggio una vettura per recarsi da lui a Montfort l’Amaury (informazioni fornite da Rosenthal in un’intervista dell’ottobre 1983). D.T. mi ha raccontato in un’intervista del febbraio 1975: Ho conosciuto molto bene Maurice Ravel, il mio compositore preferito, che ho spesso incontrato a Montfort, a Parigi, poi negli Stati Uniti, in occasione della sua tournée del 1928, organizzata da un comune amico, il pianista Elie Robert Schmitz. Sono molto fiero di aver tenuto un concerto pianistico dedicato a Ravel, a New York, nel 1928, e di aver interpretato la prima esecuzione de La Valse negli Stati Uniti. In quello stesso periodo realizzai effettiva­ mente una registrazione privata del Menuet della Sonatine e di Oiseaux tristes per il presidente di una ditta di pianoforti meccanici; non realizzai altre registrazioni di opere di Ravel.

In seguito, dopo la nascita del cinema sonoro, D.T. divenne per quasi qua­ rantanni uno dei più celebrati compositori hollywoodiani di musica per film (Un dollaro d'onore, Mezzogiorno di fuoco, La battaglia di Alamo).

•Menuet (Sonatine), Oiseaux tristes (Miroirs) R. 1928. (registrazione privata inedita e senza riferimento) Rullo per pf. autom. Ampico (USA). P. 1973. Rullo per pf. autom. commercializzata nel 1973 da Klavier Piano Rolls (USA) Ampico NI-2.

Arturo Toscanini (1867-1957), direzione d’orchestra Corrispondenza, relazioni amichevoli e artistiche (cfr. lettera 316 nota 2). «Fu Toscanini a rendere celebre il Bolèro» (Alexandre Tansman nel film Ravel, RTBF 1975). Dopo che Toscanini ebbe introdotto negli Stati Uniti il Bolèro, il 14 novembre 1929, alla guida della Philharmonic Symphony Society of New York, eseguendolo poi nelle settimane seguenti con la maggior parte delle orchestre americane, Ravel divenne quasi un eroe nazionale americano, e provocò una reazione a catena di eccitazione ed entusiasmo senza precedenti negli annali delle sale da concerto d’America.

[Estratto dalla nota informativa di tre pagine, pubblicata nel 1930 dalla RCA-Victor, che accompagnava Palbum di due dischi 78 giri M 352 con il Bolèro diretto da Koussevitzky, prima registrazione americana di quest’opera.]

In un artìcolo intitolato Toscanini causes furor with “Bolèro”, Olin Downes, critico musicale del «New York Times», scrive sul numero del 15 novembre 1929: «Bolèro suscita urla e applausi nel pubblico e l’esecuzione viene prolun­ gata da incessanti battimani [...] l’abilità artistica, il virtuosismo sono veramen­ te emozionanti». Il 4 maggio 1930, all’Opéra di Parigi, Toscanini dirige il Bolèro alla testa della New York Philharmonic, in presenza dell’autore. In quest’occasione si verificò un incidente a cui assistettero numerosi testimoni autorevoli, ma non per questo concordanti nella loro relazione dei fatti. Fra tante versioni contraddittorie, ci sembra meritevole di essere riportata quella del direttore italiano Piero Coppola, amico sia di Ravel sia di Toscanini, e “conoscitore professionale” del Bolèro per averne realizzato la prima registrazione mondiale sotto la supervisione dell’auto­

378

Appendice B — Interpretazioni storiche

re; è una versione non dettagliata e spassionata, al di sopra delle parti: [...] Toscanini aveva ritenuto opportuno dirigere il Bolèro con un tempo più rapido di quanto l’autore intendesse; non solo: aveva accelerato il tempo verso la fine per ottenere un effetto di dinamismo iberico che credeva giustificato dal carattere dell’opera. È noto che Ravel, presente a questo concerto, manifestò apertamente la propria disapprovazione, e dopo il concerto stesso ebbe una discussione amichevole con il direttore, che d’altra parte era un ammiratore del maestro. I due grandi artisti furono in seguito legati da reciproca stima.

[P. Coppola, Dix-Sept Ans de musique à Paris cit., p. 105.]

Verso la fine del 1956, a una domanda di Mario Delli Ponti sui Tableaux dune exposition, A.T. rispose che ammirava enormemente forchestrazione di Ravel e che la riteneva un vero trattato di strumentazione, alla stregua di quello di Berlioz. (Harvey Sachs, Toscanini, Torino, EDT 1981, p. 349).

•Bolèro (13’25") NBC Symphony Orchestra. R. 21 gennaio 1939. P. 1980. BWS (USA) 526.

•La Valse Ordì, non menzionata sul disco (durata d’esecuzione 11T0"). R. 1943. P. 1980. ATRA-BWS (USA) 3001 (registrazione su nastro magnetico realizzata in Italia e pubblicata sotto gli auspici della Arturo Toscanini Recording Association, 20122, Milano).

•Daphnis et Chloé (suite n. 2) NBC Symphony Orchestra. R. 21 novembre 1949, Carnegie Hall. P. 1950, New York. 78 giri Victor (USA) set DM 1374. 33 giri RCA (USA) LM 1043, HMV (GB) ALP 1070, (F) FALP 160, QALP 10046, RCA (I) A 12 R 0150.

•Tableaux d'une exposition (Musorgskij-Ravel) NBC Symphony Orchestra. R. 26 gennaio 1953, Carnegie Hall. P. 1954, New York. RCA (USA) LM 1838, HMV (GB) ALP 1218, (F) A 630249, RCA (I) A 12 R 0125, (USA) LSC 3278 (1952) (falso stereo). La registrazione è stata effettuata con un microfono unico a grande angolo di sensibilità, collocato a circa 5,50 m sopra il podio del direttore (dalle note al disco LM 1838). Abbina­ mento di queste due registrazioni (Daphnis e Tableaux) su uno stesso disco: RCA-Victrola (USA) VIC 1273 (1983), (F) 730078, (GB) AT 107-10 (1972), (D) 2641012 AG (1983). P. 1985. AD 12 cm (CD), mono, RCA (J) RCCD-1009.

Georges Truc (1893),

direzione d’orchestra

Taccuino d'indirizzi, incontri artistici,

•L'Heure espagnole (registrazione integrale) Jeane Krieger, S; Louis Arnoult, T; J. Aubert, Bar; Raoul Gilles, T; Hector Dufranne, B. P. 1929, 78 giri Columbia (F, GB) D 15149/55 (7 dischi in album), (USA) 68838/44D (set OP14). (Cfr. la voce Jeane Krieger.) P. 1994 ADD 12 cm (CD) VAI Audio (USA) VAIA 1073.

Madeleine de Valmalète (1899), pianoforte Incontri artistici. Fu presentata a Ravel da un comune amico, il compositore Pierre-Octave Ferroud (1900-1936; informazioni fornite dalfinteressata nel gennaio 1987). •Jeux d'eau P. 1928. 78 giri Polydor (F, D) 95176.

379

Ravel - Lettere

•Le Tombeau de Couperin P. 1933. 78 giri, 25 cm Polydor (F) 522754/5, Decca (GB) PO 5088/9, Brunswick (USA) B 85027/8. 78 giri, 30 cm Polydor (F) 516577, Decca (GB) LY 6079, Brunswick (USA) B 90337.

Alfred Wallenstein (1898-1983), direzione d’orchestra Incontri artistici.

•Tzigane Jascha Heifetz, vi.; Los Angeles Philharmonic Orchestra. P. 1954. (Cfr. la voce Heifetz.)

•Bolèro Virtuoso Symphony of London. P. 1959. Stereo-Audio Fidelity (USA) 50005, CCC40.

•Tableaux Tune exposition (Musorgskij-Ravel) Virtuoso Symphony of London. P. 1959. Stereo-Audio Fidelity (USA) 50005, CCC40.

Beveridge Webster (1908), pianoforte Relazioni amichevoli e artistiche. Prima esecuzione nella versione per violino e piano-luthéal (cfr. lettera 244, nota 2) della Tzigane con Samuel Dushkin, violino, il 15 ottobre 1924 nella Salle Gaveau di Parigi. Giovane americano residente in Francia dal 1921, ottenne all’età di quattordici anni il primo premio di pianoforte al Conservatorio americano di Fontainebleau, e un’acco­ glienza particolarmente favorevole da parte del pubblico parigino. Primo ame­ ricano a ottenere il primo premio di pianoforte al Conservatorio di Parigi, studiò con Ravel l’intera sua opera per pianoforte dal 1926 al 1932. Con l’approvazione e spesso la partecipazione dell’autore, suonò tutte le opere per pianoforte di Ravel in occasione di numerosi concerti in Francia e in Europa. (Dall’inserto del disco citato qui di seguito.)

•Gaspard de la nuit, Jeux d'eau, Le Tombeau de Couperin P. 1964. Mono, Dover (USA) 5213. Stereo, Dover (USA) 7000, 7213.

SUZIE Welty, PIANOFORTE Taccuino d'indirizzi, corrispondenza, relazioni amichevoli e artistiche. Primo pre­ mio di pianoforte al Conservatorio di Parigi nel 1914. Il 15 maggio 1928 suonò Ma mère l'Oye con Ravel nella Salle Pleyel. •Jeux d'eau P. 1925. Rullo per pf. mecc. ordinario Pleyela, Aeolian, Odéola (F) E 8746. Rullo per pf. autom. Auto-Pleyela (F) AP 8746.

Cuthbert Whitemore,

direzione d’orchestra

Taccuino d'indirizzi (indirizzo di Londra), incontri artistici. •Ma mère l'Oye (completo ad eccezione di Entretiens de la Belle et de la Bète} The Aeolian Orchestra. P. 1923. 78 giri, acustico, Vocalion (GB) JO 4019 e DO 2121, JO 4022 e DO 2123. (Da

380

Appendice B — Interpretazioni storiche notare che nell’aprile 1923 Ravel si recò a Londra per un concerto nel corso del quale diresse Ma mère l’Oye.)

•Le Tombeau de Couperin (Menuet, Rigaudori) The Aeolian Orchestra. P. 1923. 78 giri, acustico, Vocalion (GB) JO 4044 e DO 2139.

Paul Wittgenstein (1887-1961), pianoforte Corrispondenza, fotografie, relazioni artistiche. Pianista austriaco, aveva perso il braccio destro all’inizio della Grande Guerra. Committente e dedicatario del Concerto pour piano et orchestre en répour la main gauche, di cui ebbe (’esclusiva per sei anni (dal 1931 al 1936; cfr. la voce Jacques Février). Prime esecuzioni del Concerto'. — Prima assoluta: Vienna, 5 gennaio 1932, Grosser Musikvereinssaal; Wiener Symphoniker; Robert Heger, dir. - Londra, 1932; BBC Symphony Orchestra, Promenade Concerts; Henry J. Wood, dir. - Parigi, 17 gennaio 1933, Salle Pleyel; Orchestre symphonique de Paris; Maurice Ravel, dir. - Monte-Carlo, 12 aprile 1933 (in presenza del compositore); Orchestre national de l’Opéra de Monte-Carlo; Paul Paray, dir. - Boston, 10 novembre 1934, New York, 17 novembre 1934; Boston Symphony Orchestra; Serge Koussevitzky, dir.

Il 30 gennaio 1932, Ravel e Marguerite Long prendono il treno per Vienna, dove eseguiranno il Concerto en sol “pour les deux mains”. Wittgenstein orga­ nizza in loro onore una grande cena, seguita da una serata nel corso della quale interpreta il Concerto en ré accompagnato da un altro pianoforte, in modo che Ravel possa infine ascoltare la sua opera. Seguivo la partitura e potevo osservare sul viso di Ravel, che s’incupiva sempre più, l’effetto nefasto delle libertà che si prendeva il nostro ospite. Appena terminata l’esecuzione» tentai una “diversione tattica” con l’ambasciatore Clauzel, per evitare un incidente. Ahimè, Ravel si avvicinò pian piano a Wittgenstein e gli disse: «Ma non è affatto così». Wittgenstein rispose: «Sono un vecchio pianista, e così non suonerebbe bene». Ravel replicò: «Sono un vecchio orchestratore, e suona benissimo», ed era in un tale stato di tensione che rifiutò l’auto dell’ambasciata e rientrammo a piedi, con un freddo rigido, per fare sbollire la sua irritazione. [Marguerite Long, Au piano avec Maurice Ravel, Paris, Julliard 1971» pp. 87-8.]

In una lettera a P.W. del 7 marzo 1932, Ravel parlò di «contraffazione» e gli chiese «un impegno formale a suonare d’allora in poi la sua opera rigorosamente com’era scritta». Nella sua risposta a Ravel, il 17 marzo 1932, da Vienna, Wittgenstein rifiutò, e i punti di vista tra i due sembrano a questo punto inconciliabili: Quanto all’impegno formale a eseguire la vostra opera, d’ora in poi, rigorosamente com’è scritta, la cosa è completamente fuor di questione. Nessun artista che si rispetti potrebbe accettare una condizione del genere. Tutti i pianisti fanno modifiche, piccole o grandi, in ogni loro concerto. Un impegno formale di tal genere sarebbe intollerabile: potrei venir chiamato a render conto di ogni semicroma imprecisa o di ogni pausa che aggiungessi od omettessi [...]. Voi scrivete con sdegno e ironia che io voglio mettermi «sotto la luce dei riflettori». Ma, caro Maestro, lo avete detto perfettamente: è questa la ragione precisa per cui vi ho chiesto di scrivere un concerto! Certo, mi auguro proprio di trovarmi sotto la luce dei riflettori. Quale altro scopo potrei avere? Ho quindi il diritto di chiedere le modifiche volte a ottenere questo fine [...]. Come vi ho scritto, insisto solamente su alcune delle varianti che vi ho proposto, non su tutte: non ho in alcun modo cambiato l’essenza del vostro lavoro. Ne ho soltanto

381

Ravel—Lettere modificato la strumentazione. Nel frattempo, mi sono rifiutato di suonare a Parigi, perché non posso accettare condizioni impossibili. [Lettera inedita, collezione privata.]

Le divergenze dovettero infine venire appianate, almeno per quanto riguardava forchestrazione, dal momento che Ravel e Wittgenstein interpretarono poi la prima parigina del Concerto, il 17 gennaio 1933. Facendo quest’unica eccezione alla nostra regola generale, non consigliere­ mo la registrazione qui segnalata del Concerto pour la main gauche come model­ lo possibile d’interpretazione; in essa il pianista si prende numerose libertà rispetto alla partitura e dà talvolta l’impressione di eseguire un proprio arrangia­ mento dell’opera.

•Concerto pour piano et orchestre en ré pour la main gauche (estratti) Orchestre symphonique de Paris; Maurice Ravel, dir. (cfr. Rauel direttore d’orchestra). Film in 35 mm, bianco e nero; realizzazione e produzione: cinegiornale Pathé-Journal. Luogo di conservazione dell’originale: Archives du film, Bois-d’Arcy, France. Riproduzione video nella trasmissione televisiva L’Homme et sa musique, Maurice Rauel', pro­ duttori: Pierre Volzlinski e Jacques Trébouta; realizzazione: Claude Santelli; durata dell’estrat­ to: 2 minuti su una durata della trasmissione di 1,10 h. Trasmessa sul 2° canale della TV francese il 18 aprile 1971. Luogo di conservazione: Institut national de l’audiovisuel, Archives audiovisuelles, 4 Av. de l’Europe, 94366 Bry-sur-Marne, France. Riproduzione video, in tramissione televisiva Maurice Rauel, l’homme et les sortilèges, produzio­ ne RTBF (cfr. il paragrafo Filmografia, uideografid). Durata dell’estratto: 2 minuti. Luogo di conservazione: RTB, Institut des émissions franchises, Service de la television, Cité de la radiotélévision, 52 boulevard Auguste-Reyers 52, Bruxelles, Belgique.

•Concerto pour piano et orchestre en ré pour la main gauche Metropolitan Opera Orchestra of New York; Max Rudolf, dir. P. aprile 1958. Mono Period (USA) 742, Orion (USA) ORS 7028 (falso stereo), (1970) (1983), Ars Nova (I) VST 6041 (falso stereo) (1974), MXT (D) AN 6041 (falso stereo) (1983).

Albert Wolff (1884-1970),

direzione d’orchestra

Relazioni amichevoli e artistiche. Prima esecuzione del Menuet pompeux (Chabrier-Ravel) in concerto, con l’orchestra Pasdeloup, le 21 marzo 1936.

Pavane pour une infante défunte Berliner Philharmonisches Orchester. P. 1928. 78 giri Polydor (D) 66726, (F) 516649, Decca (GB) CA 8230, Brunswick (USA) 90149.

Menuet antique Orchestre des Concerts Lamoureux. P. 1930. 78 giri Polydor (F) 566032, (D) 66972, Brunswick (USA) 90099. (Registrato sotto la supervisione dell’autore; cfr. Rauel supervisore di registrazioni)

La Valse Orchestre des Concerts Lamoureux. P. 1931. 78 giri Polydor (F) 566068/9, (D) 67016/7, Brunswick (USA) 90186/7. Questa versione è data come approvata dall’autore da Emile Vuillermoz («L’Edition musicale vivante», 39, maggio 1931, p. 17). P. 1992. AAD 12 cm (CD) Music & Arts (USA) CD-703.

Ma mère l'Oye Orchestre des Concerts Lamoureux. P. 1933. 78 giri Polydor (F) 566161/2, Brunswick (USA) 90342/3.

382

Appendice B - Interpretazioni storiche

Rapsodie espagnole Orchestre des Concerts Lamoureux. P. 1933. 78 giri Polydor (F) 566166/7, (D) 67052/3, Decca (GB) CA 8174/5, Brunswick (USA) 90340/1, Fonit (I) 96067/8.

Bolèro (15'10''), Alborada del gracioso Orchestre de la Société des concerts du Conservatoire. P. 1959. Mono London (USA) 9256. Stereo Decca (F, GB) SXL 2105, London (USA) 6077.

Bolèro (stessa registrazione) Mono 45 giri, 17 cm Decca (F) CEP 634. Stereo 45 giri, 17 cm Decca (F) SEC 5044.

Sir Henry J. Wood (1869-1944), direzione d’orchestra,

pianoforte

Incontri artistici. Prima esecuzione della versione orchestrale della Pavane pour une infante défunte ai Gentlemen’s Concerts, a Manchester, il 27 febbraio 1911. (cfr. Henry J. Wood, My Life of Music, London, Victor Gollancz 1938, pp. 322, 469.). Questa esecuzione precedette la prima francese, diretta da Alfredo Casella a Parigi, ai Concerts Hasselmans, il 25 dicembre 1911, erroneamente ritenuta, in tutte le precedenti opere su Ravel, compresa quella di Marcel Marnar, la prima assoluta dell’opera. Dopo questa prima esecuzione, H.W. diresse altre volte la Pavane nel corso della stagione estiva Promenade Concerts di Londra. Per due volte, il 1° febbraio 1908 e il 17 febbraio 1909, diresse a Londra le prove del Prélude a l’après-midi d’un faune (e de La Mer, poi dei Nocturnes}, in presenza e con la supervisione di Debussy, e assistette alle due esecuzioni che seguirono, dirette da Debussy (cfr. ibid., pp. 297-8). Fu anche presente alle prove di Ma mère l’Oye a Londra con la sua orchestra diretta da Ravel (cfr. ibid., pp. 129-30). Orchestrò i Tableaux dune exposition di Musorgskij e li eseguì nel 1915. Dopo la pubblicazione della versione di Ravel, ritirò la propria dalla circolazione (cfr. ibid., pp. 388-9). Prélude a l’après-midi d’un faune (Debussy, trascrizione per pf. a quattro mani di Maurice Ravel realizzata e pubblicata nel 1910) R. P. 1911. Rullo per pf. metronomico, 88 note, Thémodist-Métrostyle: Aeolian Pianola (GB) TL 35001. Perforato con il sistema Thémodist-Métrostyle7 da Sir Henry). Wood; interpretazione autografa (firmata dall’interprete).

Questo rullo presenta alcune particolarità interessanti: 1) prima di tutto la trascrizione metronomica diretta, fedele alla partitura, elimina meccanicamente, in linea di principiò, ogni

7 II sistema Thémodist-Métrostyle richiedeva che il rullo per pianoforte automatico venisse perforato a mano, seguendo le indicazioni della partitura (senza intervento del pianista). Se non veniva toccata la manopola del “tempo”, il rullo metronomico suonava allo stesso modo le battute dello stesso valore, come se il brano venisse eseguito sotto il controllo del metronomo. L’esecutore modificava la velocità del rullo a suo piacere con la manopola del “tempo”, mentre otteneva con altre manopole le sfumature. H.W. introdusse le variazioni di tempo e sfumature, secondo la sua concezione del brano, e le realizzò sui rulli commerciali per mezzo di una linea rossa sinuosa (tempo) e di indicazioni (sfumature) che ancor oggi è sufficiente seguire, maneggiando correttamente le manopole, per riprodurre l’esecuzione del 1911 di H.W.

383

Ravel — Lettere possibilità di alterazione dell’opera; 2) H.W. studiò quest’opera due o tre anni prima di registrarla, con lo stesso Debussy. Si può quindi ritenere che le sue indicazioni interpretative rispecchino quelle del compositore. Fino al 1983 questa rimase l’unica registrazione della trascrizione per pianoforte a quattro mani. Esistono invece numerose registrazioni di altre trascrizioni (per 2 pianoforti, di Debussy, per pianoforte solo, di E. Robert Schmitz, Leonard Borwick e George Copeland).

Maurice Ravel scoprì la musica ascoltando il Prélude à l'après-midi dun faune-, e dichiarò in diverse occasioni che avrebbe desiderato morire ascoltando «que­ sto miracolo unico nell’intera storia della musica». È interessante osservare senza che la coincidenza sia voluta, dal momento che abbiamo rispettato un ordine strettamente alfabetico - come ci sia dato di chiudere quest’appendice dedicata alle registrazioni storiche con un brano dalle caratteristiche uniche per i seguenti motivi: 1) è l’unica versione raveliana del «miracolo unico nell’intera storia della musica»; 2) è unico il procedimento (rullo con «interpretation autographe métrostylé», il solo in questa rara categoria a riprodurre un’opera di Ravel); 3) è la sola registrazione raveliana o debussyana di quest’interprete, che aveva conosciuto entrambi i compositori; 4) è l’unica registrazione fino al 1983 di questa versione; 5) si tratta della prima registrazione (e unica nel 1911) di una composizione di Maurice Ravel.

8. Un "importante riedizione di registrazioni storiche Nel 1987 la Pathé-Marconi ha raccolto le seguenti registrazioni storiche in un cofanetto di tre dischi (2912163 PM 633); si tratta in gran parte delle registra­ zioni i cui interpreti o titoli erano contrassegnati da un asterisco nel precedente elenco.

LP2912163 (lato A) 1) Quatuor à cordes'. Quatuor Calvet (Calvet, Guilevitch, vi.; Pascal, via; Mas, vcl.) 2) Tzigane'. Zino Francescatti, vi.; Maurice Faure, pf. 3) Pièce en forme de habanera'. Maurice Maréchal, vcl.; Maurice Faure, pf.

(lato B) 1) Introduction et Allegro'. Gwendolen Mason, a.; Robert Murcie, fl.; Haydn P. Draper, cl.; quart, d’archi (Woodhouse, Dinsey, vi.; Tomlinson, via; James, vcl.); Maurice Ravel, dir. 2) Jeux d’eau’ Alfred Cortot, pf. 3) Sonatine'. Alfred Cortot, pf. 4) Alborada delgracioso (Miroirs)'. Marcelle Meyer, pf. 5) Noctuelles (Miroirs)'. Jacques Février, pf. 6) Toccata (Le Tombeau de Couperin)'. Maurice Ravel, pf. (in realtà Robert Casadesus; cfr. Ravel pianista)

LP2912173 (lato A) 1) La Valse'. Orchestre symphonique de Paris; Pierre Monteux, dir. 2) Bolèro'. Grand Orchestre Symphonique; Piero Coppola, dir. 3) Le Jardin féerique (Ma mère l’Oye)'. Orchestre de I’Association des concerts Colonne; Ga­ briel Pierné, dir. 4) Danse guerrière (Daphnis et Chloé)’. Orchestre de la Société des concerts du Conservatoire; Piero Coppola, dir. 5) Alborada delgracioso (Miroirs)'. Orchestre des Concerts Straram; Walther Straram, dir.

384

Appendice B — Interpretazioni storiche (lato B) 1) Concerto pour piano et orchestre en ré pour la main gauche-. Jacques Février, pf.; Orchestre de la Société des concerts du Conservatoire; Charles Miinch, dir. 2) Pavane pour une infante defunte’. Orchestre de la Société des concerts du Conservatoire; Charles Miinch, dir. 3) Daphnis et Chloé (suite n. 2): Orchestre des Concerts Straram; Philippe Gaubert, dir.

LP2912183 (lato A) 1) Histoires naturelies (Lepaon, Legrillon, Le martin-pècheur)'. Jane Bathori, mS (l’interprete si accompagna da sé al pf.) 2) Saintex Pierre Bernac, Bar; Francis Poulenc, pf. 3) Sur Therbex Pierre Bernac, Bar; Francis Poulenc, pf. 4) Mélodies populaires grecques (Quel galanti Là bas, vers l'églisei Tout gai!)’. Pierre Bernac, Bar; Jean Doyen» pf. (questi artisti non usufruirono della consulenza di Ravel, e quindi la registrazione non è stata compresa nel precedente elenco) 5) Epigrammes de ClémentMarot (D'Annejouant de Tespinette, D'Anne qui me jecta de la neige)x Maggie Teyte, S; Gerald Moore, pf. (registrazione non compresa nel precedente elenco) 6) Chanson espagnole’. Charles Panzéra, Bar; Madeleine Panzéra, pf. (registrazione non com­ presa nel precedente elenco) 7) Trois Chants hébraìques (Kaddisch, L'Enigme éternella Chanson hébraì’que)'. Madeleine Grey, mS, con accompagnamento di pf. 8) Chansons madécasses'. Madeleine Grey, mS; con accompagnamento di pf., fl. e vd.; Maurice Ravel, dir.

(lato B) 1) 2) 3) 4) 5)

Shéhérazade'. Marcelle Gerar, S; orch.; Pierò Coppola, dir. Kaddisch'. Nina Koshetz, mS; orch. Don Quichotte a Dulcinèe'. Martial Singher, Bar; orch.; Piero Coppola, dir. Ronsard à son àme'. Martial Singher, Bar; orch.; Piero Coppola, dir. Oh!Lapitoyable aventure! (L'Heure espagnole)-. Fanny Heldy, S; Louis Morturier, B; Pierre Favereaux, T; orch.; Piero Coppola, dir.

9. Influenza di Ravel suljazz, la musica popolare e la cinematografìa Verso la fine della propria vita, Maurice Ravel manifestò un acuto interesse per due fenomeni musicali allora in voga: il jazz e la musica popolare. In anni recenti, le cose si sono capovolte; sono stati i jazzisti e i musicisti popolari (compositori ed esecutori) a venire influenzati dall’arte di Ravel e ad arrangiare la sua musica, ad esempio la Pavane pour une infante défunte (da cui è tratta The Lamp is Low) e il Bolèro. Il notevole numero di queste registrazioni invita ad annoverare Ravel tra i compositori maggiormente sfruttati dai musicisti di jazz e popolari nei loro arrangiamenti. Tra gli altri ricordiamo Bix Beiderbecke, Tommy Dorsey, Duke Ellington, Errol Garner, gli Hi-Los, Harry James, Quincy Jones, Stan Kenton, Michel Legrand, Glenn Miller, George Shearing (che ha registrato tre diversi arrangiamenti della Pavane) e Sarah Vaughan. Inoltre, il nome di Ravel compare in un elenco dei quattordici musicisti la cui musica è stata più frequentemente usata nel cinema (Francois Porcile, Présence de la musique à l'ècran, Paris, Editions du Cerf 1969, pp. 27-35). Tra gli altri compositori Bach, Beethoven, Brahms, Mozart, Rossini, Satie (il solo altro compositore francese presente), Schubert, Vivaldi e Wagner. Le opere di Ravel citate sono il Bolèro, il Concerto en sol, Daphnis et Chloé, Ma mère VOye, Pavane pour une infante défunte e La Valse.

385

Ravel — Lettere

In particolare, il Bolèro è stato periodicamente riscoperto e reinterpretato. Altrove si è già commentata la sua accoglienza senza precedenti in America e lo straordinario numero di versioni registrate; facciamo qui di seguito un elenco delle presenze cinematografiche di questo brano celeberrimo: - 1934. Film (USA) Bolero, regia di Wesley Ruggles; con George Raft e Carole Lombard. (Un danzatore trova il successo ballando il Bolèro} La rivista «Mon Film» (F) il 27 aprile 1934 dedica la copertina a questo film e scrive: «Il nome di Maurice Ravel è sufficiente ad assicurare all’opera un successo degno della sua fama». - 1941. Film (F) Bolèro, regia di Jean Boyer; con Arletty, Jacques Dumesnil e André Luguet; musiche di Georges Van Parys. (Il continuo ascolto del Bolèro su di un fonografo getta lo scompiglio in una casa.) - 1950. Film (J) Rashomon, regia di Akira Kurosawa; musiche di Takashi Matsuyama. Primo film giapponese ad aver ottenuto riconoscimenti internazionali. (Una lunga sequenza mu­ sicale comprende un arrangiamento-imitazione del Bolèro} - 1972. Film video (USA) The Bolero, di Allan Miller e William Fertik; Los Angeles Philhar­ monic; Zubin Mehta, dir. (Le prove del Bolèro commentate da direttore e orchestrali con una esecuzione finale del brano di 14'53”.) - 1979. Film (USA) 10, regia di Blake Edwards; con Julie Andrews, Dudley Moore e Bo Derek. (Il Bolèro vi è presentato come la «musica erotica più evocatrice di ogni tempo»; viene suonato su un impianto hi-fì per più di dieci minuti sia nella sequenza finale sia nel corso della narrazione.) - 1981. Film (F) Les uns et les ciutres {Bolèro nella versione italiana), regia di Claude Lelouch. (Versione integrale del Bolèro, arrangiamento con cori e direzione di Michel Legrand 16'20".) - 1984. Film e video (CDN) Campionato del mondo di pattinaggio artistico, Ottawa. Il primo premio è attribuito a una coppia britannica (Jayne Torville e Christopher Dean) che danza il Bolèro sulla registrazione digitale realizzata nel 1981 dall’Orchestre Symphonique de Montréal diretta da Charles Dutoit, (cfr. il paragrafo Filmografia e videografia). Per la prima volta nella storia di tale campionato i membri della giuria diedero unanimemente il massi­ mo dei voti nell’esercizio “artistico”, il che suppone la perfezione totale in danza, musica e interpretazione. Presentato come «il più bello spettacolo televisivo del mondo», questo Bolèro danzato fu ritrasmesso in mondovisione.

386

Appendice C

Dischi della collezione personale di Ravel (a cura di Bruno Sébald)

L’elenco che segue è stato stilato da Bruno Sébald, responsabile della discoteca del Conservatorio nazionale superiore di musica di Parigi, e costituisce l’inventario del fondo Ravel depositato dai Musei nazionali alla Bibliothèque nationale nel 1975; il materiale si trova attualmente conservato al dipartimento fonoteca e audiovisivi di tale istituto. Dopo la morte di Ravel, nel dicembre 1937, questi dischi erano rimasti dove si trovavano, cioè nella casa-museo del compositore, a Monfort l’Amaury. All’elenco abbiamo aggiunto qualche informazione complementare chefacesse mag­ giormente luce sulla collezione. Si osserverà come Ravelfosse aperto a quasi tutte le forme di espressione sonora. La musica classica, naturalmente, predomina con una decisa maggioranza di composi­ tori francesi: Berlioz, Bruneau, Caplet, Chausson, Debussy, Dukas, Duparc, Fauré, Franck, Hahn, Ibert, d’Indy, Lalo, Lekeu, Lully, Massenet, Messager, Milhaud, Pierné, Poulenc, Reyer, Roussel, Saint-Saéns, Schmitt, Tournemire, Widor. Pochi gli stranieri; in particolare, nessun disco di Beethoven. Subito dopo viene per ordine d’importanza — ben più del teatro o della musica popolare — la musica di varietà, soprattutto la canzone. Ciò non deve stupire. Ricorda infatti in un ’intervista Jean Bérard, direttore artistico della Columbia, di aver invitato Ravel e Marguerite Long a pranzo, poco dopo la loro registrazione del Concerto, nel 1932, e di aver fatto ascoltare a Ravel una nuova canzone appena uscita su disco, interpretata dal duo Pills e Tabet che si accompagnavano al piano­ forte: Couchés dans le foin1. Ravel trovò questa canzone «affascinante» e «molto divertente», precisa Jean Bérard, che cita l’opinione del loro comune amico Domi­ nique Sordet (critico musicale, membro come Ravel della giuria del Grand Prix du Disque): «Una canzone può contenere tutte le forme dell’arte musicale». Se analizziamo l’elenco dei dischi di musica di varietà appartenuti a Ravel,

1 Parole di Jean Franc-Nohain - figlio dell’autore AeW'Heure espagnole - musica di Mireille, questa canzone ottenne il Grand Prix du Disque il 3 aprile 1933 da una giuria di celebrità del mondo artistico, tra cui Ravel; conobbe un enorme successo in Francia, Inghilterra e persino negli Stati Uniti, dove fu registrata dalle Andrews Sisters con il titolo Lying in the Hay.

Ò&7

Ravel — Lettere considerando che il periodo 1932-33 costituisce una sorta di cerniera tra una certa mediocrità e una qualità sempre più elaborata di testi e invenzione musicale, ci stupiamo della sua capacità premonitrice di scelta; osserviamo infatti che i soli dischi di canzoni della sua discoteca posteriori al 1933 sono costituiti dalle prime registrazioni del precursore della nuova canzone, ]ean Tranchant1, a cui uno di coloro che seguirono i suoi passi, Pierre Dudan234, ha reso omaggio in un opuscoletto dedicato airevoluzione della canzone di varietà in Francia negli ultimi cinquantanni: «Jean Tranchant, a mio parere, è l'autentico inventore della canzone attuale, della grande canzone interpretata dal suo autore» . * [Per le abbreviazioni utilizzate nell'elenco che segue v. pp. 332-3.] Jean Touzelet

Claude Debussy, Bruyères Gabriel Fauré, 6*"" Barcarolle C. Guilbert, pf. Pathé X 9982

Musica strumentale E PER ORCHESTRA

Isaac Albéniz, Triana J. Dupont, pf. PathéX 98177

Paul Dukas, Villanelle J. Devemy, cor.; G. Andolfì, pf. Pathé X 98067

Hector Berlioz, LEnfance du Christ (Le repos de la Sainte famille) F. Ruhlmann, dir.; J. Planel, T PathéX 93102

César Franck, Cantabile C. Tournemire, org. Polydor 561047

André Caplet, Epiphanie, Danse, Petits Nègres Claude Debussy, So nate M. Maréchal, vcl.; R. Casadesus, pf. Columbia LFX 85/86

César Franck, Choral en la mineur Charles Tournemire, Cantilène et improvvisation C. Tournemire, org. Polydor 566057/8

Ernest Chausson, Concert en ré majeur op. 21 A. Cortot, pf.; J. Thibaud, vi.; quartetto d’archi Gramophone DB 1649

César Franck, Symphonic en ré mineur A. Wolff, dir. Orch. Lamoureux Polydor 566093/4/6

Charles Davidoff, La Source M. Marcelii-Herson, vcl. Edouard Lalo, Arlequin L. Petitjean, pf. » Gramophone L 827

Jacques Ibert, Donogoo (musiche di scena) J. Doyen, pf.; J. Ibert, dir. Artiphone Z 2008 Artiphone F 1017

2 Tranchant (1904-1972) fu autore, compositore e interprete. Nel 1934 il suo nome comparve per la prima volta su un disco, il Pathé PA 96. Nel corso di un’intervista con l’artista sul n. 595 di «Téle sept jours» (settembre 1971, p. 95) Georges Hilleret scrive: «Vero uomo-orchestra, Jean Tranchant inventa lo "one-man-show”. Emile Vuillermoz, il celebre critico musicale, e lo stesso Maurice Ravel non gli lesinano gli elogi...». 3 Dudan (1916-1984) fu autore, compositore, interprete. Grand Prix d’honneur dell’Académie Charles-Cros. Ha composto più di 1700 canzoni e musiche da film. 4 Pierre Dudan, Vive le show-biz! BordellNice, Ed. A. Lefeuvre 1980, p. 37.

388

Appendice C — Dischi della collezione personale di Maurice Ravel Vincent d’Indy, Le Camp de Wallenstein V. d’Indy, dir. Pathé X 8806/7

Orch. de Paris; J. Ehrlich, dir. Pathé X 96300

Moritz Moszkowski, Danze spagnole op. 65 D. Herbrecht, vi.; L. Petitjean, pf. Gramophone L 828

Vincent d’Indy, Symphonie sur un chant montagnardfran^ais J.-M. Darre, pf.; Orch. Lamoureux; A. Wolff, dir. Polydor 566130/1/2

Mozart, Die Zauberflote (ouverture) H. Rabaud, dir. Pathé X 5526

Fritz Kreisler, Liebesfreud n. 1 Antonin Dvorak, Humoresque (2 sax, pf.) Viard, Martin, sax; G. Andolfì, pf. Pathé X 9976

Modest Musorgskij, Une nuit sur le mont Chauve Orch. Lamoureux; A. Wolff, dir. Polydor 566006

Fritz Kreisler, Rondino su un tema di Beethoven Franz Lehar, Sérénade M. Quivoga, vi.; Mmc Quivoga, pf. Pathé X 98001

Paul Lacome d’Estalenx, Rigaudon Gabriel Pierné, Canzonetta L. Cahuzac, cl. (pf. non indicato) Odèon 165921 Gabriel Pierné, Ramuntcho Orch. Colonne; G. Pierné, dir. Odèon 123574

Fritz Kreisler, Schon Rosmarin Auguste Durand, Première Valse C. Vladesco, cimbalon.; E. Lazar, pf. Pathé PA 67

Francis Poulenc, Deux novelettes, Caprice F. Poulenc, pf. Columbia LFX 266

Fritz Kreisler, Schon Rosmarin Julien Piot, Pensées fugitives Y. Curti, vi.; G. Andolfì, pf. Pathé X 98113

Maurice Ravel, Bolèro Grand Orch. Symphonique; P. Coppola, dir. VSM W 1067/8

Edouard Lalo, Symphonie espagnole H. Merckel, vi.; Orch. Pasdeloup; P. Coppola, dir. Gramophone 923/4/5/6

Maurice Ravel, Bolèro H. Kemp, dir. Ernesto Lecuona, Jungle Drums (canto karabali) G. Lombardo, dir.; Brunswick 6629

Guillaume Lekeu, Sonate en sol Koch, vi.; Van Lancker, pf. Polydor 516549/50/51/52 Jean-Bapriste Lully, Alceste (scène funebre) R. Désormière, dir. Ultraphone EP 429

Maurice Ravel, Chansons madécasses M. Grey, mS; M. Ravel, dir. Polydor 561076/7 Maurice Ravel, Trois Chants hèbraì'ques M. Grey, mS Polydor 561075

Jean-Baptiste Lully, Alceste (ouverture) R. Désormière, dir. Ultraphone EP 430

Maurice Ravel, Concert en sol, Pavane pour une infante défunte M. Long, pf.; P. de Freitas-Branco, dir. Columbia LFX 257/8/9

Jean-Baptiste Lully, Cadmus et Hermione (arr. H. Prunières) solisti e coro; R. Désormière, dir. Ultraphone EP 428 Darius Milhaud, La Création du monde D. Milhaud, dir. Columbia LFX 251/2

Maurice Ravel, Daphnis et Chloé (suite n. 2) Orch. Straram; P. Gaubert, dir. Columbia LFX 41/2

Federico Mompou, Jeune file au jardin, La rue, le guitariste M. Tagliafero, pf. Gramophone P 855

Maurice Ravel, L Heure espagnole J. Krieger, S; G. True, dir. Columbia D 15149/55 Maurice Ravel, Le Tombeau de Couperin Orch. du Conservatoire; P. Coppola, dir. Gramophone W1163/4

Alexandre Mossolov, Fonderie d’acier Julius L. Meytus, Dienprostroì

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Ravel — Lettere Albert Roussel, Symphonic n. 3 Orch. Lamoureux; A. Wolff, dir. Polydor 566126/7/8

Benatzy/Stolz, LAuberge du Chevai blanc M. Loria, v.; Reda-Claire, v.; V. Alix, dir. Parlophone 85515

Camille Saint-Saens, Septuor Faure, pf.; Foveau, tr. (ecc.) Columbia D 11001/2

Hector Berlioz, La Damnation de Faust (brani scelti) C. Panzéra, Bar; P. Coppola, dir. Gramophone L 889

Camille Saint-Saens, Symphonie n. 3 P. Coppola, dir.; A. Cellier, org. Gramophone W 1095

Louis Beydts, Moineau L. Arnoult, v.; A. Bernard, dir. Ultraphone EP 204

Florent Schmitt, Reflets dAllemagne F. Schmitt, dir. Pathé X 96093

André Caplet, Oraison, salutation angélique C. Croiza, mS; M. Kahn, a.; Quatuor Pascal Lumen 30008

Florent Schmitt, Ronde burlesque G. Poulet, dir. Parlophone 59096

Fryderyk Chopin, Tristesse (Chant des hussards noirs - sul tema dello Studio op. 10 n. 3) voci e pf.; Vaudeville Theater Orch.; S. Kogan, dir, Columbia 4423

Dmitri Sostakovic, LAgedor (brani scelti) J. Ehrlich, dir. Orch. de Paris Pathé X 96301

Richard Strauss, Till Eulenspiegels lustige Streiche Berlin Opera Orch.; R. Strauss, dir. Polydor 66887 Igor Stravinsky, L ‘Histoire du soldat I. Stravinsky, dir.; Foveau, tr.; Godeau, cl. Columbia LFX263

Claude Debussy, Pelléas et Mélisande (atto I, scena 2) Gabriel Fauré, Pénélope (danse) G. Cernay, mS; G. Cloez, dir. Odèon 123590 Henri Duparc, Soupir, Chanson triste C. Panzéra, Bar; Mmc Panzéra, pf. Gramophone DA 4808

Charles-Marie Widor, Toccata de la 5>n,e Symphonie C.-M. Widor, org. Gramophone DB 4856

Gabriel Fauré, Après un réve N. Vallin, S; G. Andolfì, pf. Pathé X 93081

Reynaldo Hahn, Brummell (brani scelti) L. Baroux, v. recitante; R. Hahn, dir. Odèon 338316

Charles Tournemire, Fantasie n. 3 C. Tournemire, org. Polydor 566061

Charles Tournemire, Improvisation sur le Te Deum C. Tournemire, org. Polydor 561050

Edouard Lalo, Le Roi d'Ys (brani scelti) Jules Massenet, Manon (brani scelti) J. Planel, T; F. Ruhlmann, dir. Pathé X 90036 Jules Massenet, Sapho (brani scelti) Alfred Bruneau, L’Attaque du moulin G. Thill, T; E. Bigot, dir.; A. Bruneau, dir. Columbia LFX 38

Charles Tournemire, Paraphrase-Carillon C. Tournemire, org. Polydor 566118

Carl Maria von Weber, Euryanthe (ouverture) H. Rabaud, dir. Pathé X 5525

André Messager, Véronique (brani scelti) J. Szulc, Divin mensonge Charpini & Brancato (duo vaudeville, vi. e pf.) Pathé X 2230 Mozart, Litanies K. 243 (brani scelti) Y. Tinayre, T; A. Cellier, org. Lumen 32016

Mélodies, brani scelti da opere e operette Alix/Darcourt/Ardot/Lupin, Mon amant (brani scelti) G. Brevy, v.; Ville, v.; V. Alix, dir. Parlophone 85325

390

Heinrich Prodi, Thème et Variations L. Ben Sedira, S; M. Frigara, dir. Parlophone 29525 E. Reyer, Sigurd (brani scelti)

Appendice C - Dischi della collezione personale di Maurice Ravel Camille Saint-Saèns, Samson et Dalila (brani scelti) C. Cambon, B; F. Weiss, dir. Polydor 522381

Legrand Pathé X 93090

Jean-Baptiste Molière, L'Ecole des femmes, Les Femmes savantes L. Bernard Pathé X 3441

Xavier Leroux, Le Nil Rimskij-Korsakov, Chanson hindoue N. Vallin, S; M. Barthalay, vi.; Mmc d’Aleman, pf. Odèon 123664

Alfred de Musset, Une Soirée perdue J. Marchat Odèon 238054

Gioachino Rossini, Guillaume Teli (brani scelti) Camille Saint-Saèns, Samson et Dalila (brani scelti) A. Endrèze, Bar; F. Rulhmann, dir. Pathé X 90060

Marcel Pagnol, Topaze (brani scelti) Provost; Lefaur Pathé X 92006

Raoul Ponchon, La Muse au cabaret L. Bernard Pathé X 93012

Gioachino Rossini, Guillaume Teli (brani scelti) Giuseppe Verdi, Rigoletto (brani scelti) C. Cambon, B; F. Weiss, dir. Polydor 522406

Robert Schumann, Frauenliebe und Leben N. Vallin, S; G. Andolfi, pf. Pathé X 3464/70

Jean Racine, Andromaque, Bérénice J. Bartet; Jeane Sully Gramophone DB 4829

Varietà F. Alongi, Trapos viejos, Acordate R. Barrios, v.; F. Alongi, pf. Gramophone K 6013

Heinrich Schiitz, Sinfonia sacra {VILI) Y. Tinayre, T; A. Cellier, org. Lumen 32015

Anonimo, Tiger rag, Tyrolian song Kentucky singers Pathé X 94428

Giuseppe Verdi, Otello (“Canzone del salice”) G. Martinelli, S; A. Wolff, dir. Polydor 561064

Aurelli/Keyne/Leneko, Rien Larmanjat/Carco, Le Doux caboulot Heritza, cantante di musical; G. Aubanel, dir. Polydor 522357

Richard Wagner, Siegfried (brani scelti) Kirchloff, T; von Hoesslin, dir. Pathé X 7204 Richard Wagner, Tannhauser (brani scelti) Hector Berlioz, La Damnation de Faust (brani scelti) A. Endrèze, Bar; F. Ruhlmann, dir. Pathé X 90073

Bach/Laverne, Les Gaités de la radio Gangloff/Carré, Les Gendarmes à pied Bach, fantasista; Laverne, fantasista Odèon 238188

Benech/Dumont, Tout en causant Ackermans, Déchiré Bertr^nde, v.; accompagnamento orch. Parlophone 85478

Teatro Pierre Beaumarchais, Le Barbier de Séville Berr; Dehelly Odèon 166401

Francois Bontemps, Le Cirque Bilboquet Bilboquet, fantasista Columbia DFX64

Jean Cocteau, La Voix humaine B. Bovy Columbia DFX 40/41

Georges Chepfer, Le Cousin de Molsheim G. Chepfer, cantante di musical Odèon 250261

Alexandre Dumas, Le Demi-monde Victor Hugo, La Tristesse d’Olympio Le Bargy Odèon 171106

Ralph Erwin, Garde moi ton amour Jurmann, Tu nes pas la premiere Guy Berry, cantante di musical; accompa­ gnamento orch. Parlophone 85256

Fonson/Wicheler, Le Mariage de M11' Beulemans

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Ravel - Lettere Nilson Fyscher, Te souviens-tu?, Seul, toi seule Heritza, cantante di musical; G. Aubanel, dir. Polydor 522399

Mireille, Le Petit chemin M. Dìtrix, cantante di musical; accompa­ gnamento di pf. Pathé X 94416

Heymann/Zimmer, A qui vais-je donner mon coeur? Jules Berry, att., cantante di musical; Wal-Berg Trio Polydor 522392

Wal-Berg/Fran^ois, Je veux t’aimer, Viens Heritza, cantante di musical; accompagna­ mento orch. Polydor 522325

Hollander/Boyer, Qui faime Lenoir/Diamant-Berger, Escales Florelle, att.; Orch. Jean Lenoir Polydor 522173

Léon Xanrof, Bébé qui chante S. Feyrou, cantante di musical; Guttinguer, dir. Lumen 33016

Maurice Yvain, Pourquoà Jean Delaunay, Donogoo Paul Colline, fantasista; accompagnamento di pf. Pathé X 94086

Lenoir/Carco, Ilpleut dehors Claret/Rayle, Si petite Caro-Martel, cantante di musical; Wal-Berg Trio Polydor 522417

Jean Lenoir, Ne dis pas toujours Monnot/Hely, Viens dans mes bras Heritza, cantante di musical; G. Aubanel, dir. Polydor 522444 Lenoir/Olivier, Reste encore... ce soir Sab/Herbey, Ne coupez pas, M11* Germaine Lix, cantante di musical; Orch. Jean Lenoir Polydor 522152

Mariel/Frantpis, Au fond de tes yeux Wal-Berg/Mai, Vivre sans toi Heritza, cantante di musical; accompagna­ mento orch. Polydor 522326

Giovanni Battista Martini, Plaisir d'amour Nilson Fyscher, Folie Davson, cantante di musical; Destrey, v. e pf. Parlophone 80909 Noèl-Noèl, La Soupe à toto, souvenirs Noèl-Noel, fantasista; accompagnamento di pf. Odèon 166447

Vincent Scotto, Berce moi, tu mfais rire Cora Madou, cantante di musical; accom­ pagnamento di pf. e chit. Gramophone K 6637 Simons, La Voyante, Témoignage Dariel, fantasista; Simons, fantasista Pathé X 94110 Jean Tranchant, La Chanson du large, lei Pon péche Jean Tranchant; accompagnamento orch. Pathé PA 96

Musica popolare Min husni tabaaki (per colpa della vostra bellezza), mawal, poema in rime messo in musica (folklore egiziano) Effendi Farid Polyphon V 4231415 Polyphon 4264213 Ya Masr abki ala faqr al-zain (oh Egitto, piango la perdita della mia bella) (folklore egiziano) Effendi Asfour Polyphon V 4351718 Eeh illi gara fil-mandara? (cosa è successo in salotto?) (folklore egiziano) Sitt Ratiba Polyphon V 4402213 Arkadie Kouguell, Prélude orientai, Danse kurde A. Kouguell, pf. Pathé X 98057

Lancel, Cantatille J.B. Weckerlin, Chanson normande Vanni-Marcoux, B; P. Coppola, pf. Gramophone DA 4804 La Barbieritul mirelui (la toeletta dello spo­ so), canto nuziale (folklore rumeno) Ensemble folklorique Ionita Badita HMVAM 2752

Registrazioni di carattere storico Paul Boncour, Discours aux anciens combattants Polydor 516544

Jean Tranchant, Le Piano mécanique

392

Appendice C — Dischi della collezione personale di Maurice Ravel Le Procès de Louis XVI Interrogatoire/Plaidoirie M. Jacquelin, G. Colin, de Sèze Hébertot EY 4004

Jasmine, Hollyhock (impressions syncopées) C. Guilbert5, pf. Pathé X 98042

Sainte Thérèse de Lisieux Extraits de ses écrits M. Renaud Polydor n. 1 (non in commercio)

Billy Mayerl, Marigold, Robots (impressions syncopées) C. Guilbert, pf. Pathé X 98042 Joseph Silvestri, Célèbre sérénade d’autre­ fois V. Arienzo, 2* 1”' Caprice de concert M. Scivittaro, mand.; accompagnamento di pf. Pathé X 98196

Miscellanea Henri Hirschmann, Roselinde J. Dennery, pf. Parlophone 28544 S. Lope, Gallito (flamenco paso doble) Juventino Rosas, Sur les vagues (valse) Sacha Petrov, dir. Pathé X 96163

Jean Varney, Sérénade du pavé René de Buxeuil, La Voix de maman E. Buffet, v.; M. Chaumette, pf.; J. La­ croix, fls. Gramophone K 6889

Mayerl, Billy

5 Carmen Guilbert, nota come pianista di musica classica, registrò nel 1935 un’opera di Ravel, Alborada delgracioso, 78 giri, 30 cm Pathé (F) PAT 23.

393

Appendice D Un contratto di registrazione con la Società Aeolian1

Contratto stipulato il 15 maggio 1920 Tra THE AEOLIAN COMPANY LIMITED, società anonima con sede sociale presso Aeolian Hall, 131/137, New Bond Street, County of London (qui di seguito chiamata «la Società») da una parte, e il signor Ravel, residente in avenue Léonie, 7 a Saint-Cloud (qui di seguito chiamato «l’Artista») dall’altra. PRE­ MESSO che la Società è interessata alla fabbricazione e alla vendita di (inter alia) un pianoforte automatico denominato «Duo-Art» Pianola, che incorpora alcu­ ne invenzioni per l’esatta riproduzione dell’espressione musicale dei singoli artisti, e ha offerto di giovarsi dei servigi dell’Artista come pianista professionale alle condizioni seguenti, SI CONVIENE tra le parti quanto segue: 10 La Società scrittura l’Artista, e l’Artista con la presente s’impegna, per il periodo di due anni a partire dalla data sottoindicata, a incidere per il Duo-Art Pianola, suonando sul pianoforte registratore apposito, brani musicali scelti dalla Società, nessuno dei quali sarà già stato suonato dall’Artista, allo scopo di produrre registrazioni per pianoforti automatici. Almeno dieci registrazioni di tal genere saranno eseguite e corrette durante il detto periodo. La data per la produzione e la correzione delle registrazioni sarà concordata tra le parti, e l’Artista inciderà e correggerà le suddette registrazioni a Londra. 2° La Società pagherà all’Artista la somma di cinquanta lire sterline per ogni registrazione, quando egli avrà terminato in modo soddisfacente di suonare e correggere la suddetta registrazione. 3° La Società avrà il diritto o la facoltà di chiedere all’artista di suonare registrazioni supplementari durante detto periodo e s’impegna a pagare al detto Artista la somma di cinquanta lire sterline per ogni registrazione così suonata e corretta. 4° Nel caso che una registrazione eseguita nel modo suddetto non fosse, per le parti, di reciproca soddisfazione, il brano scelto sarà nuovamente eseguito

1 Autografo nella collezione privata di Madame Alexandre Taverne.

394

Appendice D — Un contratto di registrazione dall’Artista oppure, a discrezione della Società, un altro brano scelto dalla So­ cietà sarà a esso sostituito e suonato dall’Artista nel modo suddetto. 5° Per la durata di questo contratto e la sua eventuale proroga, l’Artista s’impegna a suonare composizioni musicali ad uso di registrazione per pianoforti automatici esclusivamente per la Società, e l’Artista s’impegna altresì, per il detto periodo, a non effettuare né a consentire che vengano effettuate, solo o in con­ certo con altri, registrazioni delle sue esecuzioni per pianoforti automatici per mezzo di altra persona o società diversa dalla Società. È altresì stabilito che, al fine di consentire alla Società e all’Artista di rinnovare il contratto a condizioni da stabilirsi in seguito, l’Artista informerà per iscritto la Società almeno quattordici (14) giorni prima di stipulare un contratto o accordo dello stesso genere con qualunque persona, compagnia o società, della sua intenzione di stipulare tale contratto e le invierà un sunto delle condizioni del contratto proposto. 6° Gli arrangiamenti o altri brani musicali che l’Artista avrà ad eseguire in ottemperanza al contratto non saranno da lui eseguiti senza il consenso scritto della Società, allo scopo di evitare che registrazioni simili, o riproduzioni, siano fatte o vendute da una persona o società, essendo inteso e convenuto dalle parti che, ai sensi del Copyright Act del 1911, la Società sia la sola proprietaria di ciascun rullo originale, da cui saranno replicate le registrazioni di brani musicali eseguiti dall’artista nei termini di questo contratto, e soprattutto che essa avrà il diritto di consentire a qualunque persona, compagnia o società con la quale sarà associata o affiliata, di utilizzare queste registrazioni o rulli originali, al fine di fabbricare e di vendere registrazioni in ogni parte del mondo e sotto un qualunque marchio di fabbrica o titolo commerciale. 7° La Società non sarà obbligata a inserire nel suo catalogo corrente, o in un listino di vendita, tutte o parte delle registrazioni di brani musicali eseguiti dall’Artista e ha il diritto di cancellarli da tali cataloghi quando vorrà. 8° In caso di inadempimento di clausole di questo contratto da parte dell’Artista, la Società avrà il diritto di risolverlo quanto prima, e a partire da tale data ogni pagamento alle presenti condizioni verrà interrotto salva ogni altra azione della Società contro l’Artista. 9° L’Artista s’impegna, durante il periodo in cui è vincolato a questo contratto, a non approvare, raccomandare o pubblicare altri pianoforti automatici o pia­ noforti azionati meccanicamente che non siano quelli della Società. 10° L’Artista s’impegna a realizzare a spese della Società ogni documento e a compiere ogni azione che si renda necessaria per aiutare la Società a impedire ogni lesione dei diritti editoriali della Società su rulli o registrazioni fabbricati in esecuzione di questo contratto oppure ogni tentativo di riutilizzare rulli, registrazioni, o altre invenzioni per un disco realizzato ai sensi e per gli effetti di questo contratto. 11° A richiesta della Società, l’Artista inizierà a registrare dischi il trenta (30) novembre 1920. 12° Le parti hanno attuato questo contratto sotto la legge inglese, ed è convenuto che ogni controversia dovesse sorgere sui termini di questo contratto sarà risolta secondo la legge inglese.

395

Ravel—Lettere Attuato dalle parti il giorno e Fanno summenzionati. Sottoscrivono:

letto & approvato Maurice Ravel Saint-Cloud 15 maggio 1920

In nome e per conto di The Aeolian Co Alfred C. Mead May 15, 1920

396

Appendice E Uri edizione delle opere per pianoforte di Mendelssohn curata da Ravel

L’edizione realizzata da Ravel delle opere per pianoforte complete di Mendels­ sohn, compresi i concerta fu pubblicata da Durand in nove volumi (1915-1918). Uno solo di questi, le Romances sans paroles (1915) contiene dei commenti \ Questa serie di volumi fa parte di una sterminata collana intitolata “Edition classiqueA. Durand& Fils”, che conta circa settecento volumi, tra i quali l’edizione delle composizioni per pianoforte di Schumann curata da Fauré, l’edizione della musica di Rameau curata da Saint-Saéns e l’edizione completa delle opere di Chopin curata da Debussy.

Prefazione Ho fatto riferimento soprattutto alla prima edizione Breitkopf, tra le più accurate, che è servita da modello alla maggior parte delle edizioni di questi ultimi anni. Esiste tuttavia una versione nella quale si trovano differenze sensibili rispetto alle edizioni precedenti, quella di Stephen Heller (Brandus). Le modifiche presenti in questa versione, a volte rilevanti, spesso felici, sono tanto più inte­ ressanti in quanto proposte da un artista delicato, sincero ammiratore di Men­ delssohn. La loro importanza in certi passaggi è tale da escludere che Heller le abbia tratte dalla propria personale ispirazione. Dobbiamo accreditare al contrario o resistenza di un manoscritto posteriore oppure la presenza di correzioni indicate direttamente da Mendelssohn12. Gli esempi che seguono consentono di mettere a confronto le due versioni.

1 Le indicazioni segnalate tra parentesi quadre consentono al lettore di confrontare la propria partitura con le varianti proposte dall’editore. Le Romanze senza parole sono state pubblicate perlopiù in edizioni francesi, tedesche e inglesi. Uno studio critico recente sulle diverse fonti e sulle loro divergenze si trova nell’edizione Henle curata da Rudolf Elvers. 2 Mendelssohn ha più verosimilmente apportato modifiche dell’ultimo minuto all’edizione tedesca, non riprese poi dalle edizioni francese e inglese.

Ravel — Lettere N. 8, p. 26. [Op. 30, n. 2, batt. 88]

Manca un |> davanti al re. Può darsi che si tratti di una semplice dimenticanza; ma questa settima maggiore, peraltro correttamente preparata e risolta, confe­ risce all’accordo un accento particolare.

N. 9, p. 27. [Op. 30, n. 3, batt. 8]

Meno scolastico, dal fascino delicato, l’attacco anticipato della terza maggiore, e così pure l’eliminazione della nota di passaggio che forma la settima.

N. 10, p. 29. [Op. 30, n. 4, batt. 60]

È certo che queste sei battute aggiunte [le prime sei dell’esempio] preparano meglio la ripresa, che risulta un po’ affrettata nel testo della prima edizione.

398

Appendice E - Un'edizione delle opere per pianoforte di Mendelssohn curata da Ravel

N. 10, p. 32. [Op. 30, n. 4, batt. 119]

Felicissima questa modifica, che evita la ripresa ridondante e banale del tema principale. Lo stesso vale per la risoluzione lungamente sospesa dell’accordo di nona.

399

Ravel — Lettere N. 11, p. 33. [Op. 30, n. 5, batt. 7]

Questa sinuosità nel disegno del basso è certo più elegante della formula piut­ tosto sciatta che compare nell’edizione Breitkopf.

N. 11, p. 35. [Op. 30, n. 5, batt. 36]

In compenso preferirei qui la prima versione.

400

Appendice E - Un 'edizione delle opere per pianoforte di Mendelssohn curata da Ravel N. 43, p. 145. [Op. 102, n. 1, batt. 34]

Nell’edizione Alph. Leduc {Quatre Romances sans paroles, oeuvre posthumè), il brano che porca il n. 43 presenta un’armonia piuttosto caratteristica.

Senza dubbio il correttore di bozze ha giudicato troppo audace questa risoluzio­ ne anticipata, della quale peraltro troviamo esempi nei compositori anteriori a Mendelssohn.

Una Quarta Barcarola [op. 102, n. 7] figura qui tra le Romances sans paroles (compare cioè nella raccolta postuma citata sopra). Questa composizione è pubblicata separatamente in tutte le altre edizioni. Ho eliminato i titoli, spesso puerili, che Heller si è compiaciuto di attribuire a queste Romanze senza parole {Illusioni perdute, La smarrita, Meditazione, Il lamento del pastore). Ho mantenuto quelli che compaiono nelle prime edizioni e che sono, senza dubbio, di mano di Mendelssohn. Il n. 36 [op. 67, n. 6] è perlopiù noto con il titolo Serenata, mentre altri preferiscono vedere, in questo pezzo vivo e leggero, una Berceuse. Al legato d’orchestra, abusivamente applicato alla scrittura del pianoforte dalla maggior parte dei classici e che può prestarsi a equivoci, ho sempre sosti­ tuito il legato pianistico. Sicché davanti a una simile indicazione, che si applica a un corpo d’archetto N. 6, p. 19. [Op.19, n. 6, batt. 7]

l’allievo troppo coscienzioso eseguirebbe sicuramente così:

401

Ravel - Lettere mentre l’autore ha con tutta evidenza voluto questa interpretazione:

SRI + (+ e + legati da un pedale).

402

Appendice F Ravel analizza la propria musica

L’Etude sur l’harmonie moderne di René Lenormand è stato pubblicato a Parigi nel 1913'. Lenormand (1846-1932), egli stesso compositore e pianista, vi analizza passi scelti di opere di una quarantina di colleghi, che costituiscono la maggior parte dei compositori contemporanei francesi. In una lettera indirizzata all’autore il 9 settembre 1912 Vincent d’Indy scriveva fra l’altro: [...] L'armonia, elemento musicale molto soggetto ai cambiamenti della moda, è quindi estremamente passeggera; ne cito solo due: /’accordo di settima diminuita che esprimeva nelXVIII secolo terrore e sofferenza, e il ritardo della quinta nell’accordo di settima di dominante, scoperto da Gounod e che tante polemiche ha suscitato, appartengono entrambi al tempo che fa: nessun com­ positore oserebbe riproporli. Succederà la stessa cosa, fra una decina danni, alle armonie di Pelléas e dell'Heure espagnole; utile dunque compilare un catalogo di queste armonie, mentre hanno ancora corso, affinché non vengano, tra poco, definitivamente dimenticate e sia disponibile un testo in cui se ne spieghi il significato attuale.2

Il libro di Lenormand contiene una ventina di analisi della musica di Ravel, e nella prefazione l’autore ringrazia i compositori che lo hanno aiutato. Un manoscritto inedito0 dimostra che molte di queste analisi sono interamente di mano di Ravel stesso. E per di più, benché il manoscritto di Ravel sembri essere incompleto, gli altri com­ menti critici sulla sua musica sono anch ’essi senza dubbio suoi. Le analisi qui riportate sono tuttavia solo quelle che compaiono nel manoscritto^. Con sottile intelligenza, quasi distaccata, Ravel analizza accordi complessi su pedale, alterazioni cromatiche o appoggiature non risolte; per le Vaises nobles et sentimentales fa anche allusione a un prolungamento della struttura più rilevante.

1 II Dipartimento di musica della Bibliothèque nationale possiede un esemplare del libro dedicato personalmente a Ravel. Il testo di Lenormand fu tradotto in inglese da Herbert Antcliffe {Harmony in France to 1914, London, Joseph William Ltd. 1915). Questa traduzione fu ripresa, unitamente a Contemporary Harmony di Mosco Carnet, da Da Capo Press con il titolo A Study of Twentieth-Century Harmony (New York, 1976). 2 Autografo presso la Bibliothèque de l’Opéra. 3 L’autografo di Ravel, di due pagine, è conservato presso la Bibliothèque de l’Opera (Rés., 1093 [2]). 4 II confronto tra il libro di Lenormand (Len.) e il manoscritto di Ravel evidenzia

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Ravel ~ Lettere

Sur I’herbe

Qz) La nona è contrapposta alla fondamentale nelle parti superiori. La fonda­ mentale assume un carattere di pedale interno.

Benché questa spiegazione sia la migliore, potremmo anche ritenere che sia il sol a formare il pedale.

le seguenti differenze: a) Sur rherbe (Len., p. 40): il primo paragrafo non figura nel manoscritto di Ravel, ma il secondo riassume l’opinione espressa dal compositore. b) L'Heure espagnole (Len., p. 41): nel manoscritto figura soltanto il paragrafo d. c) Vaises nobles et sentimentales (Len., pp. 63-5): il commento, adattato da Lenormand, è citato dal manoscritto di Ravel. d) Miroirs {Oiseaux tristes, Len., p. 65): la spiegazione è citata dal manoscritto. (La versione di Lenormand è leggermente diversa.) e) Les Grands Vents venus d'outremer (Len., p. 85): il paragrafo a è il commento di Lenormand, il quale cita poi i restanti passaggi dal manoscritto. f) Miroirs {Alborada del gracioso, Len., pp. 110-1): i commenti sono citati dal manoscritto di Ravel. (La versione di Lenormand è leggermente diversa.)

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Appendice F - Ravel analizza la propria musica

L "Heure espagnole

[Autorizzazione Durand & C‘c, Editeurs-propriétaires, Paris]

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Ravel — Lettere

(b) Accordi di nona minore con quinta alterata, che procedono per semitoni. (f) Pedale interno di fa \ tenuto e lasciato regolarmente su una nota integrante, a formare un doppio pedale fa^-fa1*. d) L’autore intende qui considerare la notazione del canto degli uccelli come un effetto pittoresco extra-musicale. Soprattutto nel primo passaggio (Petit Coq) la cui notazione è approssimativa. Questa sonorità, che può essere assimilata a quella degli strumenti a percussione, è prodotta dall’ancia del controfagotto staccata dallo strumento.

Vaises nobles et sentimentales Ecco, a proposito di appoggiature non risolte, un passaggio interessante. È tratto da una suite di valzer eseguiti qualche tempo fa alla S.M.I. e che saranno presto pubblicati da Durand con il titolo di Vaises nobles et séntimentales.

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Appendice F - Ravel analizza la propria musica

[Autorizzazione Durand & C‘e, Editeurs-propriétaires, Paris.]

Questo frammento è composto su un accordo solo:

accordo già usato da Beethoven, senza preparazione, all’inizio di una Sonata [op. 31, n. 3]:

Ecco ora lo stesso passaggio con le appoggiature risolte; le risoluzioni, in verità, si realizzano tutte soltanto alla battuta [A], dove l’accordo cambia po­ sizione.

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Ravel — Lettere Il mi {a) e (£) non comporta cambiamento dell’accordo. È in entrambi i casi nota di passaggio.

Miroirs {Oiseaux tristes)

(