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Italian Pages 528 [534] Year 1990
ELAINE SCARRY
LA SOFFERENZA DEL CORPO La distruzione e la costruzione del mondo
IL MULINO
«Il dolore fisico non resiste semplicemente al linguaggio, ma lo di strugge attivamente»; procedendo dalla constatazione della diffi coltà di esprimere il dolore fisico, l'autrice affronta, da un lato, l'attività di disfare la corporeità, dall'altro quella del farla e ripro durla, attraverso l'immaginazione, la costruzione di artefatti, fino alla creazione stessa. L'analisi è svolta su più piani intersecanti: la prospettiva individuale si fonde con quella sociale e politica, tra ducendosi quindi nello studio della natura umana. Il concetto di dolore personale rinvia all'idea di punizione inflitta al prigioniero e al nemico, con l'intento di distruggere e disarticolare il suo cor po ed il suo mondo, i suoi sistemi di riferimento culturale ed i suoi valori. In questo senso, sia la tortura, che la guerra sono tese alla «decostruzione», all'«alterazione dei tessuti corporei», alla trasfor mazione del corpo in voce, in segno o in silenzio, sottolineando la presenza del corpo proprio nel momento della sua mutilazione o annichilimento, fino ad innalzare le «insegne del potere». Ma la civiltà, al contrario del dolore, privo di contenuti referenziali e ten denzialmente muto, è capacità di costruzione e di ricostruzione del mondo, e avanza attraverso la capacità di vincere e di contrastare le tendenze al disfacimento. L'approfondita analisi della cultura oc cidentale, caratterizzata, secondo l'autrice, da un contesto di cre denze religiose giudeo-cristiane e dall'impulso ad esprimere se stessa materialmente in beni ed oggetti, ricca di originali intuizioni, offre gli strumenti idonei a cogliere alcuni aspetti cruciali del mon do in cui viviamo. Elaine Scarry è docente di letteratura inglese e americana nella Harvard Uni versity. Oltre a questo volume ha pubblicato due raccolte di saggi: «Literature and the Body: Selected Essays>> (1988) e «Resisting Representation>> (1990).
ISBN 88-15-02683-5
L. 50.000 (i.i.)
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788815 026835
Le occasioni XXX.
Elaine Scarry
La sofferenza del corpo La distruzione e la costruzione del mondo
il Mulino
ISBN 88-15-02683-5 Edizione originale: The Body in Pain. The Making and Unmaking of the World, New York, Oxford University Press, 1985 . Copyright © 1 985 by Oxford University Press, Inc., New York. Copyright © 1990 by Società editrice il Mulino, Bologna. Traduzione di Giovanna Bettini.
È vietata la riproduzione anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico, non autorizzata.
Indice
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9 Introduzione all'edizione italiana, di Pier Cesare Bori 17
Introduzione L'impossibilità di esprimere il dolore fisico. - Le conse guenze politiche dell'impossibilità di esprimere il dolore. La natura della creazione umana.
Parte prima: La distruzione
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La struttura della tortura: la trasformazione del dolore reale nell'illusione del potere Il dolore e l'interrogatorio. - L'aggettivazione della dissolu zione del mondo nel prigioniero. - La trasformazione del corpo in voce. - Tre fenomeni simultanei nella struttura della tortura.
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La struttura della guerra: la contiguità del corpo sofferente e degli obiettivi astratti della guerra La guerra significa provocare danni fisici. - La guerra è una contesa. - La differenza tra l'atto di danneggiare il nemico e il modello della contesa. - La fine della guerra: il corpo sofferente e gli obiettivi astratti giacciono fianco a fianco. Tortura e guerra: una differenza.
Parte seconda: La costruzione 277
III. Dolore e immaginazione
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Indice
p. 309 IV. La struttura della fede e la sua trasformazione nella produzione materiale Guardate Rebecca: il corpo umano e la voce di Dio nella gravidanza, nella riproduzione e nella moltiplicazione. - Le scene di violenza fisica e il problema del dubbio. - La strut tura interna dei manufatti. - La creazione e la distruzione dell'attività produttiva nel mondo materiale.
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V.
La struttura dell'artefatto Gli artefatti: rendere sensibile il mondo esterno. - L'arte fatto come leva: la reciprocità trascende la proiezione.
Introduzione all'edizione italiana
Introduzione all'edizione italiana
Elaine Scarry, la cui impegnativa opera Il Mulino tempesti vamente presenta ai lettori italiani, è dal 1989 titolare a Har vard di un insegnamento di letteratura inglese e americana. Nella sostanza E. Scarry va sviluppando, nel suo insegnamento come in questo suo primo importante libro, una sua riflessione cosl variegata da essere difficilmente definibile sotto il profilo delle discipline coinvolte: estetica, medicina, filosofia politica e del diritto, women 'studies . . . Come introduzione a questo la voro, vorrei suggerire al lettore di prestare attenzione, più che alla molteplicità disciplinare, alle diverse «culture» che vi sono rappresentate e vi interagiscono liberamente e originalmente. Il lettore riconoscerà più facilmente anzitutto l'apporto del marxismo, apporto del resto esplicitato in una sezione apposita dell'opera, la quarta del quarto capitolo, dopo un' ampia tratta zione dedicata alle scritture ebraiche e cristiane. La stessa col locazione riflette una tesi fondamentale per questo libro, e che viene enunciata alla fine appunto della trattazione dedicata al le scritture giudaico-cristiane. Posto il ruolo centrale che rive ste nella civiltà occidentale la visione ebraico-cristiana caratte rizzata dall'idea di creazione, come «costante impulso alla espressione materiale di sé», la prospettiva in cui la Scarry si ri chiama a Marx e ai suoi scritti non è quella del critico delle strutture economiche (e quindi politiche) dell'occidente, quan to appunto quello di «massimo filosofo della natura degli og getti materiali», che «accetta entusiasticamente l'impulso occi dentale alla autoggettivazione materiale». Integrato con temi di provenienza varia, il motivo fondamentale che percorre tut to il libro, l'alienazione marxiana, è riconoscibile nella sequen za fondamentale, enunciata all'inizio del capitolo finale, dedi cato alla «struttura dell'artefatto»: sofferenza, immaginazione, lavoro, oggetto prodotto, con ulteriori sottodistinzioni tra un
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produrre come civiltà e produrre come estraniazione. In questa prospettiva civiltà è «proiezione della vitalità», è creazione, co me espansione del corpo, attraverso oggetti e strumenti, in una natura intesa come suo prolungamento; come, simmetricamen te, «decivilizzazione» è la distruzione del corpo, attraverso la guerra e la tortura, o meglio la contrazione del corpo a signifi care un'ideologia estranea vincente. Se Hegel e soprattutto Feuerbach fossero più apertamente richiamati, sarebbe stato ancora più chiaro come questi pensie ri rappresentino una nuova organizzazione e un funzionamen to invertito di apparati concettuali di provenienza teologica. Ma è del resto cosa nota. Feuerbach appunto, letto da Marx, pare sia la premessa con cui E. Scarry legge ampiamente il ma teriale biblico ebraico e poi cristiano. Chi poi si aspetta che questi testi siano presi da un punto di vista teologico sarà mol to deluso. Si veda per esempio, all'inizio della quarta parte, la definizione delle Scritture come narrazioni relative a oggetti creati in base alle quali il più importante di loro, cioè Dio, può descrivere la struttura dell'intera creazione. E non mancano al la religione durissimi e freddissimi trattamenti: quando essa esattamente come la tortura - svuota il mondo di ogni signifi cato attraverso una possente distruttiva enfatizzazione del cor po, con il dolore inflitto o autoinflitto. E si leggerà anche, alla fine del secondo capitolo che «se si infligge la tortura per atte stare la realtà di Cristo (come nell'Inquisizione), il fatto che l'i dea di Cristo sia in sé una concezione buona e bella non modi fica il fatto che si tratta esattamente dello stesso atto compiuto per attestare l'idea intrinsecamente ripugnante della suprema Zia anana». Il punto di vista dal quale Elaine Scarry parte per evocare, con tanta ricchezza, le scritture ebraiche e cristiane non è tut tavia polemico, anzi: è per rivendicarvi il ruolo che in esse vi hanno la creazione e la produzione materiale. In questo senso si può stabilire, secondo la Scarry, un parallelismo tra la Bibbia e Marx: «Se questa analisi è corretta, la relazione di Marx con l'Occidente non è allora diversa dalla relazione del cristianesi mo con l'ebraismo: infatti, nonostante ci sia stato un tempo lontano in cui il cristianesimo fu percepito come un rifiuto ra dicale della fede ebraica, a distanza di duemila anni è evidente di per sé che il cristianesimo accettò il novanta per cento degli assunti giudaici e, in virtù del dieci per cento residuo, divenne
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il tramite mediante cui uno sbalorditivo artefatto inventato in un angolino del Mediterraneo potè essere diffuso su un intero emisfero, conferendo i suoi benefici non solo alla minuscola popolazione che era legata per motivi etnici agli ideatori origi nari, ma alle popolazioni di diversi continenti». Cosl alla fine del capitolo terzo, preparando appunto il capitolo quarto, de dicato poi alla