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Italian Pages [73] Year 1981
Finito di stampare nel mese
di
11ennaio
1981
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CERCOLA (Napoli)
ID
c:opertiDa:
Croce.
O.
n CoJ1eaio Imiaibile della Coa&atemita della Rosa Sc:lnreialwdt, Spmil""' Sophicrml Rbotlo-Siillll'olit:rml.
FRANZ HARTMANN
IL SIMBOLISMO ERMETICO DEI ROSACROCE
EDIZIONI DEL GRAAL ROMA
Per la diffusione rivolgersi alla distributrice Asgard C.P. 6097
Roma
l SIMBOLI SEGRETI DEl ROSACROCE Alcuni secoli or sono il nome di « Rosacroce >> ebbe una grande risonanza nel mondo. Ma come misteriosamente era spuntato all'orizzonte altret tanto misteriosamente non tardò ad eclissarsi. Si diceva che questi l formassero una società !egreta di uomini dotati di poteri sovruma ni se non addirittura soprannaturali. Si diceva che essi sapevano predire il futuro, che conoscevano i più reconditi misteri della natura, come traSforma re il ferro, il bronzo, il piombo e il mercurio in oro; preparare un o > con la quale conservarsi giovani per tempo indefinito; e si affermava inoltre che essi sapevano comandare agli spiriti elementali della Natura e che conoscessero il segreto della >: quel portentoso el�mento che confe riva l'onnipotenza, l'immortalità e la saggezza su prema. Molti fattì storici sembrano confermare la
verità di questf' asserzioni e vi sono tuttora docu menti autentici nei quali si dimostra che l'oro, m alcune circostanze, è stato veramente preparato con mezzi artificiali. Nondimeno i Rosacroce affer mavano ripetutamente che una tale arte non era che un lato insignificante della loro scienza divina e che essi possedevano segreti di ben altra impor tanza. Alcuni terapeuti, che si diceva appartenessero ai Rosacroce, guarivano gli ammalati con la semplice imposizione delle mani o con qualche prodigiosa medicina e organizzavano cerimonie e feste pari in meraviglia a quelle di cui parlano la Bibbia, gli scritti sacri e la storia delle antiche religioni. Di alcuni di questi Rosacroce si diceva che aves· sero vissuto parecchie centinaia d'anni e di altri che da secoli vivessero tuttora sopra la terra. Gli stessi Rosacroce, lungi dallo smentire questo fatto, affermano che in r.atura vi sono legg; occul te e. poteri misteriosi che la m�ggiot" parte degli uomini non immaginano nemmeno e che resteran no· ancora per molti secoli ignoti alla •< Scienza. >•, poichè ogni scienza si fonda sullo studio dei fatti ed i fatti devono essere percepiti prima di essere atudtati.
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Ora però gli organi psichici di percezione no
anco ra
non
so�
sviluppati sufficientemente nella maggior
parte degli uomini ed essi non possono perciò ve� dere le cose spirituali. Essi affermavano altresì che se i nostri occhi spirituali fossero perfettamente di� schiusi, noi potremmo rilevare che il mondo è po� polato da esseri differenti da noi, da esseri dell'esi� stenza dei quali non siamo mmimamente coscienti. E soggiun g c vano
che,
se
fossimo
perfettamente
sviluppati, potremmo percepire nell'universo essui la cui divina bellezza trascende l'immaginazione più fervida e ci si svelerebbero misteri di tal natura che, in verità, l'arte di fabbricare l'oro ci apparirebbe, in confronto una cosa di minima importanza. Essi parlavano degli abitatori dei quattro regni della Natura (ninfe, cioè, ondine, gnomi, silfi, sa� lamandre e fate) come di esseri coi quali essi erano in intimi rapporti e che, )ungi dall'essere creature immaginarie, sono esseri ben reali, viventi, coscienti, e pronti a servire l'uomo, a istruirlo e ad esserne a loro volta istruiti: ma con il corpo composto di sostanza eterea e troppo fina per essere percepita dai nostri sensi �trossolani. Essi parlavano di spi riti planetari che furono, un tempo. uommt come not, ma che sono nra altret�
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tanto superiori
a
n oi di quanto no1 s1amo super1or1
agli animali; e affermavano seriamente che uomini conoscessero i divini poteri
latenti
se
gli
nella
loro mente e, anzichè dedicare tutte le loro solle citudini alle transitorie cose della terra e ai piccoli interessi loro personali, intendessero allo sviluppo delle loro facoltà spirituali, essi potrebbero un gior no raggiungere la gloria di detti spiriti planetari, diventare cioè altrettanti Dei.
Noi non siamo in grado di dimostrare quanto
ci
sia di vero nelle asserzioni degli antichi e dei mo derni Rosacroce e
se
tali asserzioni non siano per
avventura state male interpretate; nè spereremmo esser creduti
se
portassimo argomenti e prove a so
stegno di una dottrina che da parte degli adepti della scienza moderna
(la
quale non crede che ciò
che è percepibile ai sensi fisici) è vivamente oppu gnata.
Noi rifuggiamo dal discutere con coloro che nel l'uomo altro non vedono che un animale intelli gente, assolutamente scettici per quanto si riferisce all'esistenza di un mondo invisibile: scettici sì, in questo, ma d'altra parte vani
e creduli tanto da ri
tenere che nulla possa esistere nell'universo senza che essi ne siano consapevoli: che 8
dicono:
«
se, per
ipotesi. qualche
cosa
di divino e di spirituale esi·
stesse effettivamente, come mai non l'avremmo noi scoperto fino
ad
oggi?,,
Noi rifuggiamo dal discutere con gli scienziati su questa materii' perchè l'esistenza dell'Invisibile non può
essere
sperimentalmente provata fino a
che
questo Invisibile resta per essi invisibile; infatti an· che l'esistenza del sole resta sempre oggetto di opi· nione e di discussione per i ciechi dalla nascita. Che còsa può mai sapere una scienza puramente mate riale di Dio e dello Spirito? Una scienza che d'altro
non si occupa che
dei
particolari dei fenomeni fisici che cosa può mai sa· pere dei principi fondamentali, invisibili che sono le cau� intime della
esteriore
manifestazione di
vita? Nel Medio Evo ci sono stati dei veri e dei fal.5i Rosacroce come del resto non maricano anche oggi i veri e i falsi cristiani.
I falsi Rosacroce furono as·
sai numerosi. I veri furono raramente conosciuti. Alcuni personaggi sospetti di essere dei Rosacroce furono incarcerati e torturati con la speranza di co· stmgerli a ·rivelare i loro segreti. Ma tutto fu vano giacchè i saggi non rivelano mai le cose divine a coloro che non sono spiritualmente preparati a rt9
ceverle. Non si puo 1mparare da altri ad usare p� teri spirituali che non si posseggono;
nessuno pos ..
e
siede poteri spirituali senza essere egli stesso uomo �pirituale. Non si può imparare la musica o un'altra arte senza avervi una n aturale
disposizione;
allo
stesso modo non si può apprendere l'uso di facoltà spir ituali senza possedere gli organi animici corri .. spandenti. Insegnare ad un materialista l'uso
delle
facoltà
spir ituali necessar ie per diventare alchimista sareb� be come tentar di insegnare il l ing uaggio umano ad' un animale. Un tal tentativo sarebbe certamente sterile, poi� chè le leggi naturali sono immutabili e ciascun es� sere non può raggiungere che
quella
condizione,
quello stato a cui la natura lo ha disposto. l ntellet � tualità è altra cosa della sp ir i tu alità. lntellettualità non è che incipiente effetto dell'attività spi rit uale. Soltanto quando l'uomo si è affrancato dai suoi im�
pulsi animaleschi, il suo organismo diviene un tem� pio degno di ospitare Di o. Quantunque gli antichi Rosacroce fossero come noi uomini in �arne ed ossa, essi erano nondimeno esseri altamente sp irit uali ed quali quelle IO
evoluti;
esseri
nei
tacoltà psichiche che sono ora a llo sta•
to latente negli uomin i normali, si erano sviluppate a tal segno da consentir loro di dominare e regolare il principio universale di vita
e
di conquistare il
dominio sopra alcune occulte forze naturali. Ave, vano perciò conl'eguito la facoltà di compiere certe operazioni che necessariamente dovevano incredibili e miracolose a
chi di
tal i
apparire
facoltà
era
sprovvisto. E l'inutilità delle moderne ricerch: scientific-he e stcnche circa l'intima natura dei Rosacroce
deriva
appunto dall'ignoranza di questi poteri e di queste forze della natura. L'indole e la storia dei Rosacroce rimangono in comprensibili soltanto perchè l'indole e la storia di quell'essere che noi chiamiamo uomo non sono nè intese nè conosciute. Chi erano, che cosa erano i Rosacroce? domanda corrisponde
a
quest'altra: Chi
e
Questa
che cos'è
l'uomo? Fino a che dell'uomo altro non studieremo e co nosceremo se non la sua anatomia e fisiologaa este� riore, noi non potremo mai penetrare le cause delle sue funzioni emotive ed intellettuali: e rr.eno che meno poi quei trascendenti poteri che sono retaggio dell'uomo interiore, dello spirito rigenerato. Il
Se
vogliamo conoscere alcunchè del divino uomo
interiore, è necessario conoscere prima noi necessario che in noi
si
stessi, è
desti la coscienza della no
stra dignità, giacchè l'uomo non può in realtà co.. nascere che' ciò che esiste dentro di lui; tutto il
resto
dell'ipotesi, del della discussion e E un poco di meditazione lo dimostra, Se noi os serviamo qualche oggetto esterno (una pi ant a, per esem pio) noi in effetto non percepiamo che l'imma g ine , che una tal vista crea nel nostro spi rito, ossia dentro di noi. E come, adunque, potremmo sapere alcunchè circa le cose che non sono nello spirito nostro, ma in quello di un altro? :Q ben vero che un al tro può descriverei queste cose in modo da consentirci di formarcene entro eli noi un'immagi ne fino ad un certo segn6 corrispondente a quella che è nell'altro; ma quest'immagine viene pur sem pre dal nostro fondo, è di nostra propria creazione, per quanto fatta con l'aiuto di un altro e, per con .. seguenza, noi non conosciamo che ciò che abbiamo noi stessi creato. Non solo : ma quando vediamo, tocchiamo, fiu entra nel campo dell'opinione,
la credu lità
e
tiamo, udiamo
.
e
sc1amo con tutto 12
gustiamo una cosa, noi non cono ..
questo
un bel nulla di qu ella
co-
sa, ma solo le sensazioni che essa desta nel nostro organismo; e se questv organismo fosse diverso an che le sensazioni sarebbero diverse. Noi, dunque, non sappiamo nulla circa la cosa in se stessa, ma soltanto circa i suoi rapporti con noi Ora, come mai potremmo sapere qualcosa di un essere col quale o non abbiamo alcun rapporto o di tale rapporto sia mo incoscienti? Questo è un antico principio filosofico condiviso dai nostri scienziati e filosofi, ma condiviso soltan to teoricamente, poichè m prat ica essi non lo ap plicano affatto: e ciò perchè essi non sono ancora maturi per peneuarne l'intima verità. Tutto ciò che noi conosciamo circa le cose eter ne non è dunque che il semplice rapporto nel quale noi ci troviamo con la loro parvenza esteriore: ma circa i poteri invisibili che di tale parvenza esteriore sono le cause noi non sappiamo assolutamente nien te, poi chè tali poteri non fanno alcuna impressione su di noi e sono, perciò, praticamente inesistenti nel nostro intimo. Possiamo, è vero, lambiccarci il cer vello col trarre deduzioni logiche circa il mistero, argomentando su ciò che noi ci immaginiamo di st�pere; ma questo non è certo un vero sapere: non si tratta, in fondo, che di semplici speculazioni, teo.
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rie, opinioni che possono essere vere o false; utili,
magari,
fino a tanto che altre scoperte non venga·
no a cacciarle di nido, scoperte che daranno origine a
nuove teone che a loro volta saranno sostituite
da altre. Ma non è certo questa la conoscenza che può s�rvir di base ada scienza spirituale. La vera conoscenza è l'effetto della diretta percezione e pe· netrazione della verità. Soltanto quando la verità è dentro di noi, noi possiamo conoscerla e la conosce· remo soltanto attraverso la conoscenza di noi stessi.
Le sole cose che la nostra moderna scienza cono· sca si riferiscono all'aspetto esteriore degli esseri, agli esseri quali a noi appaiono; vi sono, però, nel· la costituzione intima dell'essere umano, certe fa· coltà latenti che, ove siano sviluppate, danno il più vivo impulso al senso interiore, tanto da metterlo m grado di ricevere impressioni spirituali, di compren· dere, di vedere, di toccare, di gustare, di sentire co· se che stanno ben oltre il potere di percezione dei sensi fisici: e come i sensi fisici si perfezionano con l'esercizio, anche i sensi spirituali possono rendersi più acuti e più potenti con l'uso.
Ogni uomo possiede un certo grado di perfezio ne mtenore:
non è forse la ragione la spirituale e
intuitiva percezione della verità? e non è forse tale
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il senso comune, quel senso comune le cui
condu�
sioni sono così spesso in contrasto con la logica e le astrazioni dell'intelletto? Questo potere d'intui� zione, che può esser definito come la
d'una veTità
sensazione
si trova tuttora allo stato rudimentale
nella maggior parte degli uomini; è tuttora una co� sa confusa, una sensazione facilmente sopraffatta dall'intelletto astratto. Ma per l'uomo che ha rag� giunto la coscienza spirituale questo vago barlume diviene luce meridiana e questo mormorio diventa un grido. Si svegliano
in
lui i sensi interiori per
mezzo dei quali l'uomo può vedere e ·conoscere
gli
esseri e le cose che esistono nel regno interiore del� l'universo, cioè nelle cause segrete di ogni fenome� no esterno: l'uomo può così contemplare le bellez� ze d'una esistenza spirituale di cui la scienza em� pmca non osa nemmeno sognare.
Chi può mai immaginare o descrivere le glorie e
le bellezze dell'Invisibile? Noi che viviarno in un
mondo
grossolanamente materiale siamo totalmen�
te all'oscuro circa quelle forme eteree di vita che popolano l'immensità degli spazi; noi pretendiamo spesso aver conoscenza di tutte le cose esistenti; ma la ragione c'insegna clte il regno immenso dell'igno� to, in rapporto col mondo conosciuto, è paragona�
bile all'oceano intero nei confronti di un granello di sabbia. La natura è un tutto vivente e il potere spirituale che opera dentro di lei è onnipotente ed eterno. Colui che wol conoscere la Natura univer.. sale e lo Spirito Eterno deve superare e trascendere le considerazioni personali e temporali e studiare la Natura dal punto di vista dell'eterno e dell'infi .. nito. Egli deve spezzare i limiti della sua piccola personalità; deve salire sulla cima della montagna e di là potrà poi spaziare con l'occhio negli stermi.. nati campi del Tutto. Colui che abita la circonferenza non vede che una parte del tutto; soltanto dal centro è possibile valutare l'azione della luce in tutte le direzioni, giacchè tutti i raggi partono dal centro. Ecco per.. chè i Rosacroce dicono che colui che conosce l'Uno conosce ogni cosa, mentre colui che si illude di sa .. per molte cose, non conosce che dei vani fantasmi, ombre proiettate dalla luce dell'Uno. Il piccolo non può contenere il grande; il finito non può concepire l'infinito. Se gli uomini vogliono ciò che trascende infinitamente il loro io personale, devono uscire da questo io e, col potere dell'amore, abbracciare l'immenso Tutto.
Ma za
quanti
,
oc culta
so n o, fra
gli aspiranti alla sci�n, che siano disposti a rinunziare al loro ne
ve
io personale, a quell'io che è l oro sì caro e attorn o al quale si concentrano tutte le loro speranze, tutte le loro cure, tutti i loro affetti? Quanti, fra coloro che chiedono di essere istruiti nella scienza OCC\Ilta, accetterebbero di mettere in pratica i p rinc ipi fon,
damentali dell'occultismo: che, versale è
�no
cioè, lo
dobbiamo
potenza, noi che sopra ogni
e che in Lui, per la sua
tutti viviamo, ci muoviamo e si am o ;
cosa
spirito uni,
amare la Saggezza
e l'Umanità, l'u,
manità ossia t� tti gli esseri viventi come se fossero
parti di noi medesimi? Non sono queste ed altre consimili verità bandite ogni
giorno dall'alto dei pulpiti di tutti i templi
cristiani e paga ni? Ma s ono d a gl i
tic.tte, . vissute stessi? Chi
non
poi
sa che
spesso
parole impresse nella memor ia, con
l'orecchio,
davvero intese, pra,
ascoltatori
o
dai predicatori
altro
udite
non
sono
che
passivamente
ma non venie - nti dal cuore e, perciò,
al cuore non penetranti? In ve ri tà, se queste
dot, trine fossero c-sservate e praticate, rifiorirebbe l'Età dell'Oro e ad ogni cantonata n oi incontreremmo angeli, santi, adepti e Rosacrocel Ma il non rinlln, ziare al nostro i dola trato 10 con tutti i suoi desi, 17
deri, con tutte le sue teorie e speculazioni int�llet� tuali è il grande ostacolo che sbarra il cammino ai ricercatori della verità, spegnendo la luce che illu mina il sentiero dell'anima; la rinunzia è in verità