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Italian Pages 220 [252] Year 1990
QUADERNI DI SEMITISTICA 17
MISCELLANEA EBLAITICA, 3
•a cura di
PELIO FRONZAROLI
Lavoro eseguito con il contributo del C .N.R.
89 15801
1990 DIPARTIMENTO DI LINGUISTICA UNIVERSITÀ DI FIRENZE
QUADERNI DI SEMITISTICA 17
MISCELLANEA EBLAITICA, 3
a cura di
PELIO FRONZAROLI
Lavoro eseguito con il contributo del C.N.R.
1990 DIPARTIMENTO DI LINGUISTICA UNIVERSITÀ DI FIRENZE
MISCELLANEA EBLAITICA, 3
IL SILLABARIO DELLA QUARTA FONTE DELLA LISTA LESSICALE BILINGUE EBLAITA
di
GIOVANNI CONTI
1990 DIPARTIMENTO DI LINGUISTICA UNIVERSITÀ DI FIRENZE
er m PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA
PREMESSA Questo studio, il terzo di una serie di lavori dedicati all’apporto della lista lessicale bilingue eblaita alla conoscenza del lessico semitico arcaico, è nato nell’ambito dei seminari fiorentini sulla lingua di Ebla, diretti da P. Fronzaroli. La sua ampiezza ne ha consigliato la pubblicazione come volume separato, ma nella serie prevista. N el licenziare questo lavoro alle stampe, desidero ringraziare le per sone senza il cui appoggio questo studio non avrebbe potuto vedere la luce: il prof. Pelio Fronzaroli, che me ne ha suggerito Videa, e che ne ha seguito con cura costante lo sviluppo; il doti. Antoine Cavigneaux, che ha gentilmente messo a disposizione il suo tempo per rileggere con m e il manoscritto durante un m io soggiorno a Parigi; il prof. Jean-Marie Durand, con il quale ho potuto fruttuosamente discutere alcuni aspetti controversi; Marco Bonechi per il consueto scambio di vedute, e gli altri amici del seminario fiorentino, Maria Vittoria Tometti e Amalia Catagnoti. Dedico questo studio al prof. Jan van Difk, che m i ha iniziato allo studio del sumerico e che tuttora m i onora della sua amicizia e dei suoi consigli G .C .
ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI Oltre le abbreviazioni consuete, si notino le seguenti: ARES: Archivi Reali di Ebla. Studi, Roma, 1 9 8 8 1 (1988), A. Archi (ed.), Eblaite Personal Names and Semitic Name-Giving, Papere of a Symposium held in Rome (July 15-17,1985), Roma, 1988. BaE: L. Cagni (ed.), Il bilinguismo a Ebla. Atti del convegno intema zionale (Napoli, 19-22 aprile 1982), Napoli 1984. Ebla 1975-1985: L. Cagni (ed.), Ebla 1975-1985. Dieci anni di studi lin guistici e filologici, Atti del convegno internazionale (Napoli, 9-11 ottobre 1985), Napoli 1987. Krebernik, BFE: M. Krebernik, Die Beschwòrungen aus Fara und Ebla, Hildesheim 1984 (= TSO 2). Krebernik, PE: M. Krebernik, Die Personennamen der Ebla-Texte. Eine Zwischenbilanz, Berlin 1988 (= BBVO 7). LdE: L. Cagni (ed.), La lingua di Ebla. Atti del convegno intemazionale (Napoli 21-23 aprile 1980), Napoli 1981. Leslau, CDG: W. Leslau, Comparative Dictionary o fG e cez, Wiesbaden 1987. Leslau, Cognates: W. Leslau, Hebrew Cognates inAm haric, Wiesbaden 1969. Leslau, Contrìbutions: W. Leslau, Ethiopic and South Arabie Contrìbutions to thè Hebrew Lexicon, Berkeley - Los Angeles 1958. MisEb: Miscellanea Eblaitìca, Firenze 1988 - (= QuSem 15 ss.). Pettinato, Culto: G. Pettinato, Culto ufficiale ad Ebla durante il regno di Ibbi-Sipis, Roma 1979 (= Orientis Antiqui Collectio 16). SL E : P. Fronzaroli (ed.), Studies on thè Language ofE bla, Firenze 1984 (= QuSem 13).
V ili
Elenco delle abbreviazioni
WGE: H. Waetzoldt - H. Hauptmann (edd.), Wirtschaft und Gesellschaft von Ebla, Akten der Internationalen Tagung Heidelberg 4.7. November 1986, Heidelberg 1988 (= HSAO 2).
SILLABARIO
PARTEPRIMA
SILLABARIO
1. Considerazioni generali 1.1. L e quattro fonti della lista lessicale bilingue eblaita (VE). Al momento della pubblicazione della lista lessicale bilingue eblaita (VE) da parte di G. Pettinato in M EE 4, erano state identificate dall’editore due fonti più un supplemento, e numerosi frammenti, su un totale di sessanta testi.1 Questa ricostruzione è stata in seguito precisata da A. Archi, che ha stabilito che le fonti del V E sono in realtà quattro più un supplemento:2 la fonte B (= fonte B di M EE 4), che contiene la lista completa delle voci su una sola tavoletta; le fonti Aj (= fonte A di M EE 4) e C (non identificata in MEE 4, molto frammentaria), che con tengono le prime 1089 voci; la fonte D, che dà le prime 880 voci, sud divisa in cinque tavolette di differente formato; la fonte A2 (fonte A Z in M EE 4, già definita da Pettinato fonte C), che contiene le voci dalla 1090 alla fine. La fonte D, non identificata esplicitamente in M EE 4, è stata resa nota da F. Pomponio, che la attribuisce ad un’unica mano.3 Anche se l’edizione definitiva, con completa attribuzione dei testi alle diverse fonti, non è ancora stata data,4 una attribuzione quasi com pleta dei singoli frammenti editi alle varie fonti, stabilito che le fonti sono quattro, è tuttavia possibile con metodo combinatorio;5 ne viene 1 G. Pettinato, MEE 4, p. XVIII. 2 A. Archi, TheArchives ofEbla, CERAI 30 (Leiden 1983), p. 83. 3 F. Pomponio, Note ai vocabolari di Ebla, BibOr 27 (1985), pp. 179-183. 4 Essa è programmata nella serie A R E T da patte di A. Archi e P. Fronzaroli. 5 E viene in alcuni casi confermata dalle citazioni delle equivalenze che talora Archi e Fron zaroli danno nei loro lavori con suddivisione delle fonti.
4
Parte prim a
fatto uso nel corso di questo lavoro, con l’avvertenza che l’attribuzione ad una delle quattro fonti è ipotesi dello scrivente, e con la convenzione di chiamare A, B, C, D e A 2 le fonti definite At, B, C, D e A2 da Archi, richiamando, quando necessario, in esponente minuscolo la sigla della fonte del VE come data in MEE 4; per esempio Cf significa "voce atte stata dalla fonte C nel testo della lista lessicale bilingue eblaita chiamato F in M EE 4". In minuscolo, secondo la classificazione di M EE 4, sono ci tati i cosiddetti estratti (EV). Difatti, constatato che le fonti sono quattro, verificato sommaria mente come si differenzino,6 non è più possibile prescindere (pur nel ri schio di imprecisioni) dalla suddivisione di quelle, che permette di operare per sistemi omogenei. 1.2. La quarta fonte del VE (fonte D ). Nell’ambito del VE la fonte D si segnala per la sua singolarità. Difatti, anche da un esame somma rio7delle varianti che oppongono D a A , B e C , è evidente che: - la fonte D dà un maggior numero di glosse; - quando dà glosse per voci che sono glossate anche nelle altre fonti, fa spesse volte riferimento a radici diverse; quando fa uso della stessa radice può fare riferimento a temi diversi. Si tratta, in poche parole, per la scelta delle glosse, di una compi lazione autonoma;8 per la parte sumerica invece9 si dimostra molto più vicina alla fonte monolingue TM.75.G.2422, edita in trascrizione in M EE 4,10dove è definita monolingue *. Per questo motivo, e per il fatto che è la sola fonte per la quale la documentazione fotografica edita in MEE 4 è quasi completa, in questo lavoro si prenderà in esame il sillabario della fonte D. I valori attribuiti ai sillabogrammi e le ricostruzioni proposte sono giustificati in dettaglio nella parte seconda di questo lavoro, dove le singole voci sono elencate secondo la numerazione della sinossi di M EE 4. Date le caratteristiche della ricerca sono omesse necessariamente le voci non glossate. 6 Cf., dello scrivente, L e fonti del vocabolario bilingue eblaita, MisEb 2, pp. 45-78. 7 Cf. dello scrivente, MisEb 2, pp. 49-75. 8 Cf. dello scrivente, MisEb 2, p. 77. 9 Cf. dello scrivente, MisEb 2, pp. 75-76. 10M EE 4, pp. 118-130; la foto del recto è stata pubblicata da P. Matthiae, Ebla. Un impero ritrovato2, Torino 1989, tav. 63.
Sillabano
5
2. Il sillabano. Le analisi generali sull’uso del sillabario ad Ebla già proposte11ven gono largamente confermate dallo studio particolare di questo corpus. Nell’ambito delle regole stabilite per l’insieme dell’eblaita, il sillabario della fonte D si distingue tuttavia per alcune preferenze, e perché, ren dendo ragione di alcune attestazioni singolari, dimostra ancor più coe rente il sistema delle altre fonti.
2.1.1. Bilabiali In generale, in eblaita, la scrittura delle bilabiali /b/ e /p/, espressa dalla serie ba, bl, bù, bux(NT), ab, ib, ib, ub, non presenta problemi.12In particolare nella fonte D si nota un uso di ùnx(NI) più largo rispetto alle altre fonti, e l’uso eccezionale, e unico nel VE, di BU con lettura bu (VE 520 bu-rum, /bu3rumf);13 la lettura è assicurata dall’etimologia, e d’altra parte è attestata, sebbene sporadicamente, anche nei testi eco nomici in nomi di persona e di luogo.14 2.1.1.1. Documentazione.15 /ba/
ba
*88, *91, -149, 161, *175, 253, *277, *308, *310, -364, *374, *395, *397, *469, *487, *493, *499, *528, *532, *537, *548, *591, *701, 706, 707, -717, -718, -810, -817.
11 In particolare da M. Krebemik, Zu Syllabar und Orthographie der lexikalischen Texte aus Ebla. Teil 1, ZA 72 (1982), pp. 178-229; dello stesso Zur Entwicklung der Keilschrift im HI. Jahrtausend anhand der Texte aus Ebla, A fO 32 (1985), pp. 53-59; P. Fronzaroli, Problemi di fonetica eblaita, 1, SEb 1 (1979), pp. 65-89. 12 Cf. M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 207; dello stesso,A fO 32 (1985), p. 56. 13 I due casi citati da M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 207, sono un evidente errore di stampa, correttamente v. ìbid., p. 184. 14
Cf. M. Krebemik, PE, p. 18 (che considera non sicura la lettura). Recentemente M. Bonechi, Sulle alternanze grafiche a Ebla: la toponomastica, N A B U 1990/28 (p. 21, e nota 1). 15 Le attestazioni vengono date senza omissioni. Si notino le seguenti convenzioni: * : va lore attestato anche nel VE (almeno una fonte); + : valore attestato anche negli EV (* ha la precedenza su +); - : valore presente in una glossa attestata solo dalla fonte D; la mancanza di un segno indica quindi le varianti grafiche rispetto il VE o gli EV.
Parte prima
6
/pa/
/Ba/ Ib i/
/pi/ /bu/
/pu/
*95, *98, -151, *180, *182, *197, -222, *229, *248, 249, -263, -316, *3*6, -531, +557, *583, *625, *702, +837, *851. 823. ba bi -77,140,146, -215,254, *578, *592, -836, *865. bt *179,246, -251, *273, -459,502, *653, -781. bù +61, -62, -73, -74, -82, *108, -121, *124, -135, *240, *270, *286, -287, *292, *295, 474, -544, -586, *870, *873. bwx(NI) -257, -462, 467, *468, -530, 610, 673, 729, -763. bu -520. bù -47, *104, *212, *226, *228, *252, -278, -367, -458, *824. ba
b u x( m ) 668.
/Bu/
b u x ( N l ) 597, bù 187.
/ap/ /(3)ip/ /(h)eb/
ab ib ib
tb
*704.
-806. -513. -525. 651.
2.1.1.2. Varianti b ù / b u x(N T ) b u x( N l ) / b ù
544+1210 (D + B /A 2). 467,468 (D/ A), 597, 668 (D / A +B ), 673 (D / A +B ), 704 (D+B / A).
2.1.2. Velari. Anche per le velari il sistema è regolare: ga, gi, gu, gii, ag (non si curo), ig (appartiene alla fonte D la sola attestazione nel VE [585]);16 bisogna osservare però che nella fonte D, come per la massima parte dei casi nelle altre fonti, la distinzione fra gu e gzi, già osservata da Kre-
16 Ct. M. Krebemik, ZA 72 (1982), pp. 207-208; dello stesso, A fO 32 (1985), p. 56.
Sillabario
7
bernik su suggerimento di Soden,17 si rivela, più che una linea di ten denza, una distinzione applicata, che dimostra vigente, in eblaita come in accadico, la legge di Geers (v. sotto, § 5.2). 2.1.2.1. Documentazione. -236, -402, *404, *415, +549. *89, *104, -125, +139, *173, -215, *226, -263, *270, -316, *464, *526, -544, *553, +557, *660, -717, *747, *792, *830, -835. -71, +169, *220,249, *271, -283, -297, -394, *400, 418, *690, -721, -763, *865. 406,408,613. -218 (sum. sili. ?), *494. -38, *87, *164, *186, -233, *348, *420, -421, *54 *572, *583, *612, *677,850. *212, -282, *294, -340, -409. -69, -165,170, -181, *332, *652, *657. -39, -55, -217, *461, *521, *706, -822. *42, -76, -241, *248, *323, -330, -459, -498, *601, *611,761?, *849. -25,407. *401.
/ga/ /ka/
ga ga
/qa/
ga
/Ga/ /gi/ /ki/
ga gi gi
/qi/ /gu/ /ku/ /qu/
gi gu gu gu
/qu/ /Gu/
gii gii
/ak/ / /
«g!(SUM) 464. -585. &
2.1.2.2. Varianti
ga/gu gu/gu gu/g[u '] gu /gum gu/gu gii/gum gum Igu-um gum Igu-um
270 (D + A /C ). 241 (D /A +C +i) (variante lessicale). 761 (D /C ). 323 (D / B, A: gu-um). 652 (D + A + B /C ). 170 (D / B+C), 401,407. 602 (D / A +B), 735 (D / C); 851 (D / C). 647,864 (D+C / A+B).
17 Cf. M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 208; dello stesso, A fO 32 (1985), p. 57, n. 10, e ZA 74 (1984), p. 159, n. 8; J. Krecher, IGI+LAK-527 SIG 5, gleichbedeutend GIS.ÉREN; LAK-647, M ARI 5 (1987), p. 624.
8
Parte prim a
gumlgu-umign ag*(SUM) /ga
628(D + A 2/C /A ). 464.
2.1.3. D entali Il sillabario per le dentali /d/, Iti, Iti, è, come nelle altre fonti, rego lare: da, ti, du.1&Da segnalare che nella fonte D non è possibile rintrac ciare un valore dè; solo alla fonte D invece sono da attribuire le due sole attestazioni di te nel VE (VE 551 e 790),1819 appositamente usato per in dicare la vocale e, come si vedrà più avanti (§ 3.1). Infine l’uso di dé per /di/, ma solo una volta e in un termine tecnico mutuato dal sumerico (VE 218).20 Quanto a URUDU non vi sono motivi per attribuirgli il va lore breve das,21 piuttosto che dab6, dato che alterna con dab delle altre fonti; dab non è conosciuto dalla fonte D, e la fonte D, come si vedrà poi, fa un uso più largo dei segni CVC rispetto alle altre (v. sotto, § 2.2). 2.I.3.I. Documentazione. /da/ /ta/
da da
/ta/ /Da/
da da ti dé ti tu du
Idi/ Iti/ /dui /tul
-75, -337,584, *591, *626, *677, -779, *820, *825. *42, -72, -74, +97, -99, 120, -126, -147, *164, -179, *186, -215, *238, *252, -312, -509, -529, 542, -586, *592,668, *691, *719. -40, -62, *95, -121, -145, *469, -531. 391. *180,292, -309, *582, *716, -721. -218 (sum. sili. ?). -64,70, *162, *368, *403, -460,532, *627. 70, *277,390,482, *584, *591. -39, *42, -75, 87, 88, 91, 120, -166, 256, 291, 322, *323, -330, -367, 368, 400, 404, -462,487, 493, 514, -529, 543, *574, -577, 581, *583, *609, 610, -615,
18 M. Krebemik, Z A 72 (1982), pp. 207-8. 19
Vi è nei testi lessicali un solo altro caso, nell’estratto f (EV 0274 [—VE 80] te-rl-iS-tum). 20 Nei testi di Ebla un uso fonetico di dé è noto nel toponimo zi-li-dé^' (A R E T 8.540 IX:2), se da confrontare con n-lì-du i, v., dello scrivente, Osservazioni sulla sezione KA della lista lessicale bilingue éblaita, MisEb 1, p. 47. 21
Sicuro nell’onomastica per H. Waetzoldt, Ohne Parallelstellen geht es mcht-oder Lesung eblaitischer Wòrter undNamen -eine Gliicksache?, JAOS 106 (1986), p. 554, n. 10, contro i dubbi di M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 205. V. a n c h e /IK E ri, p. 315.
9
Sillabario
*629, *652, 653, 677, 684, *783, *790, *792, -813, /tu/ /Òu!
du du
*824, *830, -835. +61, -260, -462, *501. -49, *107,187,299,593, *650,703,746.
2.I.3.2. Varianti. du / tim / tum du Itum
du-um I tum tum !du tum / du-mu tum ! du-um
684 (D /B /A ) . 70 (D / C), 87 (D / A), 88 (D / A +B ), +120,187,322, 368, 390 ( D / A +B ), 404, 482 (D / A), 487 (D / A), 493 (D / A +B ), 501 (D / B, A: -du-um),.514 (D / A +B +q), 581 (D / A +B ), 583 ( D + C /A + B ), 610 (D / A +B), 630, 650 (D +B / A+C ), 653, 677, 703 (D / A +B), 746,830 (D / B; A du-um). 91 (D / C), 291 (D / A), 299 (D / A +B ), 400. 61. 477 (D / A +B +C ). 334 (D / A), 649 (D / A), 821 (D + B + C + c+ i / A), 838 (D /A + B ).
2.1.4. Fricative sibilanti e interdentali. Quanto alle sibilanti e interdentali, il quadro, ovviamente, è più complesso. Le tre serie di segni (ZÌA, SA, SA) sono usate, e nella mag gior parte dei casi nel modo distintivo, ipotizzato per il paleoaccadico, pienamente operante (con modalità proprie per /d/) in eblaita: V
2.I.4.I. La serie ZA. La serie ZA (za, zi, zu, zu), è usata per /s/, /z/, /s/ (e, come in accadico, senza la possibilità di determinarne la fonematicità, /d/ e /z/).2223Da segnalare, come particolare della fonte D, l’uso di zu alternante con zu. È nella fonte D inoltre la sola attestazione nel VE di ZAM X: VE 404 ga-zamx-du; trovandosi in rapporto con m etimologica ( *gzm) una lettura breve zax non sembra necessaria (v. § 2.2).2Ì 22
P. Fronzaroli, La contribudon de la langue d ’E bla à la connaissance du sémilique archaì-
que, CURAI 25, pp. 137-138; I. J. Gelb, Ebla and thè Kish Civilìzation, LdE, p. 22; M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 211 e 214; dello stesso, A fO 32 (1985), p. 56 e n. 3; M. Civil, Studies on Early Dynastìc Leùcography. /, OA 21 (1982), p. 23, n. 29; H. Limel, Problèmes de graphie et la phonologie, A R E S 1, pp. 36-37. 23 Di diverso parere M. Krebemik, Z A 72 (1982), p. 206.
10
Parte prim a
2.1.4.2. La serie SA. La serie SA (sa, si, su, sum) identifica /s/24 (la fonematicità di /s/ non è dimostrabile).25 Appartiene alla fonte D la sola attestazione, in questa parte del VE, di sà per /sa/ (VE 853); il segno però, noto anche nei testi amministrativi, è attestato anche in A e B (VE 987), e A2 (VE 1221), sempre per /sa/. Non è quindi possibile trarre da questo motivo argomentazioni sulla datazione o sull’identifi cazione del sillabario della fonte D all’interno del sillabario del VE, sulla base della possibilità che nell’uso del segno sà sia da identificare un tratto tipico del sillabario più antico.26 2.1.4.3. Là serie SA. La serie SA (sa, sè, su, sum ) identifica /t/ e /d/,27confermandone l’autonomia. 2.1.4.4. Eccezioni Nell’uso di queste tre serie vi sono, nei testi di Ebla, numerose eccezioni. Tralasciando le alternanze attestate in grafie di nomi di luogo28 (forse in parte motivate dal riferimento a sistemi fo nologici diversi), alternanze della serie §A con la serie SA e la serie Z A si segnalano anche nella scrittura di nomi di persona.29Alternanze grafi che di questo tipo si sono state osservate anche nei testi lessicali di 24 P. Fronzaroli, CRRAI25, p. 138; dello stesso SEb 1 (1979), p. 75; I. J. Gelb, LdE, p. 22; M. Krebemik, Z A 72 (1982), pp. 211-218; dello stesso, A fO 32 (1985), pp. 56; M. Civil, OA 21 (1982), p. 23, n. 29; H. Limet,AR£S 1, p. 38. 25 P. Fronzaroli, II verdetto per A ’mur-Damu e sua madre, SEb 3 (1980), p. 73, n. 38; I. J. Gelb, LdE, p. 22-23 (che non considera la distinzione SU fatto semitico comune); M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 215, n. 15. 26 Come ipotizzato per i testi amministrativi, in via preliminare, da M. Bonechi, Un atto di cubo a Ebla, MisEb 2, p. 136. 27 In particolare P. Fronzaroli, SEb 1 (1979), pp. 75-83; dello stesso, C R R A I25, p. 139; v. anche I. J. Gelb, LdE, pp. 22-23 (con qualche dubbio preliminare per /d/, che preferisce ricono scere nella serie sà, su4); M. Krebemik, ZA 72 (1982), pp. 211-215; dello stesso, A fO 32 (1985) , pp. 56; M. Civil, OA 21 (1982), p. 23, n. 29; H. Limet,A R E S 1, p. 38. 28 » Dove le serie ZA/SA/SA alternano, v. A Archi, Notes on Eblaite Geography II, SEb 4 (1981), p. 2, n. 4;A R E T 3, pp. 403-404; C. Saporetti, Una considerazione sul testo n. 6527del cata logo di Ebla, LdE, p. 287. 29
v
La serie SA alterna con SA, cf. A Archi, Varianti grafiche negli antroponimi di Ebla, VO 6
(1986) , p. 245; A R E T 3 , p. 403; M. Krebemik, Prefìxed VerbtdForms in Personal Namesfrom Ebla, A R E S 1, p. 50 (ih-Su-ub- / ig-su-ub-); A Archi, The Personal Names in thè Individuai Cities, SLE, p. 245 (Lu-Sa-ra-du / Lu-wa-sa-ra-du), e con ZA (zi-ru^-su / zf-ru12-zu ì zi-ruy^-daf), H. Waetzoldt, JA O S 106 (1986), p. 554.
Sillabario
11
Ebla,30 seppur in un numero assai limitato.31 L’analisi di tali varianti grafiche rende evidente che esse coinvolgono sempre la fonte D, e sono quindi un primo indizio dell’irregolarità nella differenziazione di queste serie da parte della fonte in esame. Casi come VE 83, dove n ì - g i d è glossato ma-sa-lu-um nella D, contro ma-za-lum della fonte A, per /mazzalum/, indicano l’uso personale del sillabario da parte dell’esten sore della fonte D. Questo uso diverso è confermato da VE 159, dove alla glossa gu-da-Sa-tum gli EV c ed i oppongono gu-da-za-tum. Per questi estratti era stata prospettata da Pettinato un’origine "accadica": in effetti nella scelta delle glosse sono più vicini del VE alla lista lessi cale sumero-accadica Sag, ma nell’uso del sillabario si sono dimostrati ad una più precisa analisi "eblaiti".32 La maggior parte degli usi irregolari riguarda la serie SA, usata an che (ma non esclusivamente) per /§/ etimologico, invece dei segni della serie SA. Una parte di questi casi può esser suscettibile di una diversa interpretazione, facendo riferimento a parole attestate solo in accadico, o non semitiche, prestito in accadico, e da questo diffuse, come il nome del cipresso, VE 379 sa-mi-nu, /sarminu(m)/, dove la fonte D apparentemente concorda, per la consonante iniziale, con la fonte A, Sè-rì-mi-nu; vi sono tuttavia casi che attestano un uso indubbiamente anomalo, nei confronti delle altre fonti, dei segni della serie SA da parte della fonte D , come, per esempio, la glossa di VE 143 sa-a-nu-um; essa ha nell’ar. Sahana, "caricare (una barca)", sihn, "carico", M ina, "razione di foraggio per un giorno e per una notte", un corrispondente semantico così adeguato al sumerogramma (m à - g a r, che pare quasi tradotto alla lettera), che difficilmente può essere negato. La serie SA appare, occasionalmente, per /z/ etimologico, invece della serie ZA: oltre la glossa di VE 83 ma-sa-lu-um, citata sopra, si 30
Già G. Pettinato, Rapporto tra il vocabolario princeps e gli estratti di vocabolari rinvenuti
adEbla,BaE, p. 42. 31 Cf. M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 213; solo due degli esempi raccolti attestano varianti reali (VE 83 e 159), e riguardano l’alternanza tra la serie SA e la serie ZA; la glossa VE 241 atte sta piuttosto una variante lessicale. Le alternanze tra i segni della serie Z A e della serie SA coinvolgono solo i sillabogrammi z u e su, e quindi, quando le letture non debbano esser corrette (v. ZA 72 [1982], p. 236) si tratterà piuttosto di confusione tra segni simili. 32 v CLMisEb 1, pp. 37,50-51 e n. 83, e, per i segni della serie SA in particolare la parte se conda di questo volume, ad VE 528 e n. 408.
I
4
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Pane prim a
veda la glossa di VE 166 na-Sa-du, per la quale il confronto con l’ar. nazaca, "tirar via", è assicurato dalle varianti lessicali delle altre fonti, e dal sumerogramma. La serie ZA è occasionalmente usata per /d/ etimologico, invece della serie SA, in VE 215 zi-ga-ri, /dik(a)ri(m)/, (da notare che questa stessa parola (= acc. zikrum) è attestata nell’elemento onomastico ZI.KIR(.RA)-, interpretato, a ragione, da M. Krebemik, PE, pp. 110111, come accadogramma, a causa della grafia), e per /s/ etimologico, in vece della serie SA, in VE 525 ib-zu, /hebsu(m)/. Si tralasciano, come non sicuri, i casi come V E 729 5u!(ZU)-h«x(NI)-M/n, /subuhum/, dove piuttosto che di uso anomalo di zu, è lecito ipotizzare anche scambio tra segni simili. La serie SA è poi usata, occasionalmente, per /s/ etimologico, in VE 73 sa-^à-bu, /sahàbu(m)/, e VE 127 ra-sa-um, /rasàhum/. Tuttavia, si tratta sempre di scambi occasionali, eccezioni alta norma; il fatto poi che le eccezioni siano limitate alla fonte D, mentre A B, C si dimostrano corrette nell’uso di queste diverse serie di segni, come nella distinzione tra is e iSn, indica che il livello linguistico cui queste ultime si riferiscono era sempre coerente nella distinzione di queste serie di fonemi, provando una volta di più, se ve ne fosse biso gno, la correttezza dell’intuizione di Thureau-Dangin (ribadita dall’ana lisi di Gelb) sulle origini del sistema tripartito del paleoaccadico. Quanto alle incertezze delta fonte D esse rimandano evidentemente a un differente livello linguistico, non necessariamente più recente. 2.1.45.1 segni VC. La fonte D attesta as per /cat/ e às per /3az/ e /tat/. L’unica attestazione di iz nel VE (VE 121), presente unicamente nella fonte D, è verosimilmente da espungere dal sillabario, trattandosi piuttosto di un sumerogramma, GIS da-bù, /cis(um) tawbu(m)/. 2.1.46. Il segno is. Inoltre la fonte D usa il sillabogramma is per /it/, VE 77 is-bi-lu, /:>itbiru(m)/ (non glossato nelle altre fonti); V E 542 i$-gida-nu, /^itkittànum/, dove t è assicurato dalla grafia delta fonte B (VE 566a) isn-gi-du-num\ VE 528 is-ba-lum, se da intendere / ’itbàlum/; e verosimilmente per /is/ in VE 790, te-rì-is-du, /tehristu(m)/ (concorda con A e B) (v. sotto).
I
Sillabario
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Un fatto è quindi che la fonte D non usa il segno £fu. Questa os servazione elimina un buon numero di presunte irregolarità33 nell’uso di questo grafema, differenziato rispetto a if, da parte del VE. Le altre fonti sono invece in questa distinzione del tutto rigorose, usando rego larmente il segno isu per indicare d e t, e is regolarmente per S, allo stesso modo dei testi amministrativi: oltre il caso di VE 566a, citato so pra, per isu si veda VE 660 isn-ga-um (A; B), per /3itkàlum/, (D às-galum ); VE 965 iSn-ba-du-um (A; B), per /^itpatum/;34 con is VE 227/488 za-ri-is-tum (A; B; C), per /saristum/; VE 569 is-ha-tum (B) per /3ishàtum/; VE 809 is-ha-ra (A; B), per il nome divino Ishara;35 VE 1279(/1280) is-gum (B), per /3iskum/;36 V E 1375 is-tum (À2; B), per /3isdum/;37VE 1269 a-bi-is-tum (A2; B), per /yabistum/.38 Per la prima eccezione apparente, l’uso di is- alla voce 500 da parte della fonte B (is-ba-um TUR) in corrispondenza di s etimologico, è di mostrato coerente dalla grafia della fonte A (ì-sa-ba-um TUR) che di per sé stessa indica la volontà di notare /is/ (/:>isbàcum/); quanto alla glossa di VE 528 is-ba-lum (D) / isn-ba-lum (B), essa è da tenere sepa rata da VE 500, e verosimilmente da interpretare /^itbàlum/, in accordo con la grafia della fonte B (si veda, nella parte seconda, la voce rela tiva). Le altre due eccezioni che possono essere segnalate sono VE 1184 ti-is-da-gi-lum, /tistaqqilum/ (A2; B),39 e VE 790 te-ri-is-du (D) / ti-ir-isdu-um (A) / da-ìr-ìS-du-um (B), /tehristu(m)/ in corrispondenza di t eti mologico (*tql e *hrt rispettivamente):40seguendo in entrambi i casi una t morfologica, questo uso fa sospettare piuttosto il tentativo di rendere
J Segnalate da M. Krebemik, ARES 1, p. 50, n. 10. 34
M. Krebemik, loc. cit. 35 Cf. ug. uShry, v. M. Krebernik, ARES 1, p. 50, n. 10; inoltre W. G. Lambert, The Section AN ,BaE, p. 400. 36 P. Fronzaroli, The Eblaìc Lexicon: Problemi and Appraisal, SLE, p. 144; M. Krebemik, ARE S 1, p. 50, n. 10. 37 M. Krebemik, ARES 1, p. 50, n. 10. 38 M. Krebemik, ZA 73 (1983), p. 42; J. Krecher, Sumerische und nichtsumerische Schìcht in der Schriftkultur vem Ebla, BaE, p. 155. Inoltre, di etimologia non chiara, VE 804/288 iS-da-da-lu (A), iS-da-dar (C), àS-da-dar (D); VE 622 iSn -a-bù (C); VE 1054 ì$n -ha-tum (B). 39 40
Per l’etimologia, assicurata dal sumerogramma, 1à -1 à, v. parte seconda, ad VE 418. Per entrambe le glosse v. sotto, parte seconda, VE 790.
14
Parte prim a
una dissimilazione (o la pronuncia effettiva) per questo nesso del tutto instabile. Un altro esempio può essere la grafia della glossa di V E 480 mar-ha-às-tu[m\, nella fonte C (unica attestazione di às nella fonte C) contro la grafia etimologica di A mar-ha-isu-tum (in D mar-haS-tum), /marhastum/. L ’instabilità del nesso è confermata dal fatto che, come st, anche tt attesta il passaggio a lt,n nella probabile sequenza tt > st > It; lo stadio intermedio è attestato dalle grafie citate sopra; lo stadio finale sembra attestato nella fonte D da VE 529 mu-da-bU-du, se da in terpretare /multàbiltu(m)/.*42 Da segnalare, per l’analogia con l’uso scribale della fonte D, che anche nel testo più antico del Culto dei re defunti si ha l’impiego di is nel NP is-ru 12-ud-da-mu ; questo NP ricorre invece regolarmente nel te sto B, come nei testi amministrativi, nella grafia isn-run-ud-da-mu 43 2.1.4.7. Documentazione. ZSS /za/ /sa/
/sa/
Idi /si/ /si/ /Zi/ /zu/ /zu/ /su/ /su/ /su/
za Sa za sa za zi zi zi zi zu zu zu zu zu
216, *254,407, -471, *607. 83, -166. -38, *104, 223, -303, *559, -811, -812, -813, *828. -73, -127. -129, -217, *227, -417, *507,511,544, *550, *551. -250. -233, *389,612. *461, +562, *661. *650. 216, -364. 375, -536,549. *420, -421, *526, *799. +389,702. +128,219, *246, *495, -836.
41
Il passaggio di St a SI è un fenomeno attestato da tutte le fonti del VE, come dall’onomastica, v. M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 217; dello stesso, PE, p. 29. 42
Nelle altre fonti v. inoltre dnl-da-bi-luml-lu-um, /taltab(b)irum/ (c, i), variante di Sa-baum (A; C; [D e B in rottura]) /tabàrum/, glossa di VE 208 (sumerogr. z u - à r - s a 4); per l’etimologia v., dello scrivente, MisEb 1, p. 39, con bibliografia. 43 V. P. Fronzaroli, Il culto dei re defunti in ARET 3.178, MisEb 1, p. 8.
Sillabano
zu
552,661,760.
às
474.
/Sa/
sa
/Sa/ /Sa/ /Sa/
lèi/
sa sa sa si
/Su/
su
/Su/ /Su/
su zu
-82, 124, -147, -151, 170, 220, 227, -234, -260, *286, *291, *300,348, -393, *400, -460, *467, *543, -568, 569, 579, 627, -645, *678, *679, *680, -711, -766, *775, *783, -806, *827, *849. -47, -69, -143, -278,379,403, -577, -615. 299,613. 853. *108, +120, +150, *174, -297, *331, -478, 750, -573, -781, -776, -817. -126, -149, -165, *374, -478, *483, *729 (su1), 816. (acc. s) -241,323, -330. -525.
/( H)aS/Z/ /iS/
às is
804. *790.
/da/
sa
/ta/ /di/ /ti/ /te/ /du/ /tu/ /Du/
sa zi sè sè su su su
-82, -133, *161, *212, *286, *332, -402, *415, 574, 575, *647. -25, *242, -269, -409,418, -624, *735, -789. -215. *226. 653. -72, *228, *273. *53, -55, *88, *242, -311,608. 380.
/(> !/ /(c)at/ /O it/
às as is
660. *805. -77,528,542.
/(> Z / S
PI
2.1.4.8. Varianti sa j su
299(D/A+B).
15
Parte prim a
16
sà i sa si / sa su I su sum fsu-um Sa/Sè Sa Iza Sèi sa Su/su Su-um ! sum Su /Sè Su/zu zu (su') /su zù Izu àS US àS / iSn iS liSn
853 (D /C ). 750 (D / A). 816 (D /A ). 502 (D+B / A). 212 (D + A + c / i), 379 (D / A), 418 (D / C), 575 (D / A+B). 83 ( D / A ) ,+159. 92 (D / i), 653 (D / C). 608 (D / x). 298 (D + A /C ). 323 (D /A+B). 241 (D / A + C + i) (variante lessicale?). 729 (D /B ). 375,389 (D + b+ f/B + C + a), 549 (D / ab), 552,661 (D /A + B ), 702,760 (D /A ). 804 (D /C ). 660 (D /A + B ). 528 ( D /B ) ,542.
2.1.5. Laringali e faringali Il sistema non pone problemi: PI e lcl sono distinti da /h/ e Ihl, con due serie di segni: a, a x(NI), ì, ù si riferiscono a 7 C; Jà, a x(NI), i, u9, si ri feriscono a h/h.u Da segnalare che, come nelle altre fonti, anche nella fonte D u e : (come 7zx) possono indicare, oltre 7 7 anche hfh, con grafia meno accurata.4445 Ciò è provato da alternanze grafiche, quali VE 228 a-su-bù (D; C), a-su-bù-um (B), ma 3à-su-bù-um (A), che assicura la ricostruzione /hadùpu(m)/; l’insieme delle documentazione (§ 2.1.5.2) non attesta un uso preferenziale nelle singole fonti. Non vi sono prove, nella fonte D, di un uso allargato di ù, ma ù è usato talora dalle altre fonti come variante di u9, attestato regolarmente dalla fonte D 46 (v. sotto, § 5.3). 44 M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 219; dello stesso, A fO 32 (1985), p. 57; in precedenza P. Fronzaroli, CRRAI25 (1978), p. 137; dello stesso SEb 1 (1979), p. 74, n. 28. Cf., oltre i lavori citati alla nota precedente, P. Fronzaroli, Disposizioni reali per TitawL ÌJm , SEb 1 (1984), p.21. 46
Per le alternanze di u9 con il (o con gli altri segni della serie 7S cf. M. Krebemik, ZA 72 [1982], p. 219), quando vi è una etimologia accettabile, fa sempre riferimento a h/h. Oltre le atte stazioni che implicano la fonte D, v. VE 166.
Sillabario
17
L’uso di hum per /cum/, già ipotizzato,47 non è confermato per la fonte D. 2.1.5.L Documentazione.
/ 'a '
a
M
X a
PH Pii Pu/
ù
pul
ù
ì ì
-55, -75, *87, *212, *237, *242, -251, +256, *273, -278, *300, -303, *390, *541, -545, *610, -720, *731, -811, -812, -813. (NI)-465,496, *695. *197, -285, -417, +419,661, *716, -782. -234, *368?, -577, *716, *783. *750. -149, *170, 310, -311, *501, -530, +548, *616? -686,821. -129, -181,507, *684.
HH /ha/
/ha/ /Ha/ fhi/ /he/ /Hi/ /hu/ /hu/ /Hu/
-64, -73, *106, +128, *216, -217, -337, *517, *559, *590,625,627, -779, -803,845. J«X(NI) *580, -615. a -143, *228, *537,550,616. 3à *499, *582, -594, *706, *707,719, *800, -826. a *601,684, +830. *466. a ì *63, -74,120,679,701. ì +142. ì 253. (EN) 324, -776. cx i -470. Ug 91, +169, -367,469. Ug -801. Ug 650.
2.1.5.2. Varianti a / }à
228 (D+B+C / A), 466 (D+C / A+B).
47 Da M. Krebemik, ZA 72 (1982), pp. 198 e 222.
18
Parte prim a
«/X(NI) Jà / 0 >à/a 3à i 3ax yà/>ax(NI)/a Ha i lì ù/a UgHà/a u9/ù
550 (D +B +C / A), 616 (D / A), 661 (D / A +B ), 684 (D / A +B), 830 (D +v / A+B). 719,746 (D +A +B / C). 625. 845 (D /A + B ). 625 (D / A / B; C; i). 534. 679 (D /A + B ). 821. 469 ( D /A /B ) (Morf.). 91 (D + A /C ), 650.
2.1.6. Spiranti velari
Per /h/ non vi sono problemi: è reso regolarmente da ha, hi, hu .48 La stessa serie ha, (hi), hu è la sola usata dalla fonte D per esprimere /gl. In ciò appare più corretta della fonte C, che una volta fa uso dei se gni della serie GA.49 2.1.6.1. Documentazione.
lpt1 /ha/ /Ha/ /hi/
im i /hu/
ha iha ha hi hu hu
-269, *295. 97, -118, -176,184, -222, -278, *389, *398, *569, *628, *724. -49,878. -157, -479. +562. -40, -71, *175, *229, +287, *467, *673, *760.
2.1.6.2. Varianti
ha /ga
295 (D + A /C ).
48
M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 218; dello stesso, A fO 32 (1985), p. 57; P. Fronzaroli, C RR A I25, pp. 136-137. 49
P. Fronzaroli, Per una valutazione della morfologia eblaita, SEb 5 (1982), p. 103, n. 20; M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 219.
# Sillabario
19
2.1.7. Semiconsonanti.
Del tutto regolare; /y/ è indicato dalla serie a, i, ug; /w/ da wa, wi, wu.50 Ava/ può essere espresso, oltre che da wa, anche dal segno a.51 Da segnalare, eccezionale nel VE, e proprio della fonte D, l’uso verosimil mente fonetico di U 4, nelle voci 574 e 575 (idu-Sa-ne-u4, /tudanniyu(m)/, e $a-na-uA, /danàyu(m)/). Seppur raro, uA è noto nei testi economici, dove alterna con w9.52 Dato che la mimazione può essere omessa (nella fonte D frequentemente), un valore ùm non è necessario; piuttosto è evidente l’indicazione di un glide mediano, nel caso in questione /(y)u(m )/. 2.1.7.1. Documentazione. /wa/
/ya/ /Wa/ /wi/ /yi/ /wu/ /yu/ lyu/
wa a a a wi i wu u9 «4
-129, -135, 240, 242, *310, *507, +608, -835, *864. 61, +97,521, +549, *616. -67,496,570, *579, *628, *678,850. 807. *238. 534, -624, *626, -789, *799, *802. -624, -789. -69,162,626, -803. 574,575.
2.I.7.2. Varianti.
a /wa u4/um u9/um u9/wu
807 (D / A +B), 850. 574 (D / A+B), 575 (D / A+B). 238,325 (D /A + B ). 626 (D /A ).
50 M. Krebemik, ZA 72 (1982), pp. 219-222. 51 Oltre Krebemik, loc. cit., p. 219, v., dello scrivente, MtsEb 1, p. 68, n. 170. 52 Nei NP ert-ga-um/ug/uA, e ib-da-u9luA, v. M. Krebemik, ARE S 1, p. 48, e n. 5, dello stesso, PE, p. 27; A R E T 1, p. 313. Inoltre ba-du-u9/uA, v. A R E T 4, p. 147, A R E T 3, p. 351; A. A r chi, Reflections on thè System o f Weightsfrom Ebla, Eblaitica 1 (1987), pp. 71-72, n. 29.
20
Parte prima
2.1.8. Liquide.
Quanto alla resa grafica delle liquide le particolarità del sistema eblaita sono così note (scambio llr, cosiddetta L-Reduktion), che non è necessario spendere troppe parole in proposito. Quali ne siano le moti vazioni non è evidente: oscillazione fonetica,53 interferenza54 o motiva zioni interne camitosemitiche,55 puro fatto grafico,56 resa grafica di una lingua parlata;57ma il fenomeno è certo. Per indicare Ir/ la fonte D conosce il sistema eblaita,58 ma si oppone alle altre fonti per un uso preferenziale dei segni della serie RA (ra, ri, run ), uso che invece nelle altre fonti è largamente minoritario. I casi di Ivi scritto con segni della serie LA sono nella fonte D veramente rari, e si possono contare sulle dita di una mano sola, diversamente dall’uso quasi costante delle altre fonti. Quanto a ru, dato che la sola attesta zione nota nel VE (VE 421) sarebbe nella fonte D, bisogna precisare che va espunta dal sillabario; non ha difatti valore fonetico, dovendosi leggere la glossa [n]e-gi-zu SUB, per parallelismo con la voce prece dente (ne-gi-zu DUB.SAR).59 Caratteristico della fonte D è l’uso del se 53
P. Fronzaroli, Materiali per il lessico eblaita, 1, SEb 7 (1984), p. 157. Dubitativamente, oscillazione fonetica o fatto grafico, I. M. Diakonoft'.yin Evaluatìon ofEblaite, SLE, p. 4. P. Fronzaroli, L'interferenza linguistica nella Siria settentrionale del III millennio, in R. Ajello (ed.), Interferenza linguistica. Atti del Convegno della Società Italiana di Glottologia, Pisa 1977, pp. 38-41; G. Pettinato, nella relazione alla XXIV Rencontre (1977), inedita, secondo I. J. Gelb, LdE, p. 65. 55 Cf. I. J. Gelb, LdE, p. 65; F. M. Fales, (1)arugatuki in a Ugaritic Text?, SEb 1 (1984), p. 83, n. 1; nell'esempio citato (sem. *libb- / eg. yb), la corrispondenza fonetica, irregolare, attesta però una evoluzione secondaria dell’egiziano (una palatalizzazione da attribuire alla presenza della bi labiale), v. P. Lacau, Les noms desparties du corps en égyptien et a i sérnitique, Paris 1970, p. 92; G. Garbini, Il corpo umano nella comparazione lessicale egitto-semtica, RSO 46 (1971), p. 139. 56 Dubitativamente J. Krecher, BaE, p. 150. 57 W. G. Lambert, BaE, p. 394. co
Cf. M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 207; dello stesso, A fO 32 (1985), p. 56. Per casi di al ternanza llr nei testi economici v., tra gli altri, A. Archi, VO 6 (1986), p. 244; A R E T 3, p. 404; inol tre E. Lipinski, Formes verbales dans les noms propres d'Ebla et systàne verbal sérnitique, LdE, p.
200. 59
Per l’altra attestazione nota (MEE 4.102 r. 111:2’) il testo (un estratto) è edito solo in tra scrizione, e ru è, come nota l’editore, in rottura; necessiterà collazione. Di collazione necessita an che la citazione in A R E T 4, p. 313, e A R E T 1, p. 295, della glossa della voce 817 nella fonte C (da
Sillabario
21
gno rà/n per /rum/, che le altre fonti non conoscono; tuttavia anche l’uso di lum per /rum/ è largamente diffuso. Circa M, per la serie /1+V/ la fonte D fa uso dei segni della serie LA (la, li, lu). Nell’ambito della cosiddetta L-Reduktion60 usa anche a per Aa/, i per Ai/ (VE 782 a-i-num, se da interpretare /calinum/), e u9 per Au/. In particolare è da notare l’uso di u9: VE 325 na-ba-ug, /napàlu(m)/; VE 607 na-za-u9, /nazàlu(m)/; inoltre VE 145 ma-da-u9, /mattalu(m)/; e VE 238: da-WA-«9, se da interpretare /tawxlu(m)/ (o va rianti). Il riferimento alternativo alla serie YA (confermato dall’uso di i e w9) è un fatto che supera la fonte D e le cui motivazioni devono essere ancora spiegate. Certamente però non si tratta di omissione di /I/, ma di utilizzazione più ampia di una serie di segni (v. § 5.3). Omissione si ha in posizione preconsonantica; ma questa non è, come si vedrà poi (§ 4), caratteristica solo di A/. 2.1.8.1. Documentazione. R /ra/
/La/ /ri/
Irti Itul /Lu/ /Lu/
ra
-38, -76, *91,98, -127, -135, *219,227, 237,240, *248, 249, -260, *271, *374, +517, 543, 551, -568, -577,580,701, -806,820,837, *873. la *331, *514, *851. 296,523,746,878. ra *162, 197, -215, -234, *295, -394, *407, +548, ri *552, *591, -594, 608, *611, *691, -718 790, -810, *838, *864. li -586. ri -241, *324. m n -20, -39, -51, 95, -165, 220, 270, -316, -337, -364,532, *601, -615, *676,706,707. -77, *273, *277, -297, *724, *750. lu lu *380. ru12 326.
frammento inedito in M EE 4) come ù-ru mu-si-im. Sull’uso limitato (forse inesistente) di R U con valore fonetico v. già J. Krecher, Sumerogranime und syllabische Orthographie in den Texten aus E bla,LdE, pp. 147-148. 60 Cf. M. Krebemik, ZA 72 (1982), pp. 210-211.
22
Parte prim a
/(J)ar/ /(w)ir/ /(H)iL/ /ur/
ar ir ir ur
-133, -471,873. -51. 685. -813.
a la u i
*182, -283, -459,590, *695, *702, -826, *830. -47, *53,63, *322, -330?, *496. *53, -99, *146, -181, -282, *581, *802. -782. *731. *83, -133, *179, -236, -250, *254, +287, *300, -311, *375, *571, -711. -145,238,325,607. -814 (logogr. ?).
L /la/
m
NI /lu/
lu ug lù
2.1.8.2. Varianti.
a Ha a Ila IO }ax-a / 3ax la la li / NI lu / /w/n /«m / lu lumi lu-um
182 (D + A + C /A 2), 590 (D /A + B + C ). 830 (D+B /v/A ). 496 (D / A+B). 63 (D / C). 92 (D / i). 273 (D + A /B + C ), 380 (D /B +q; A: lu-um). 657 (D /A + B ). 182 (D + C + A 2 / A), 212 (D / A + c+ i), 231(D+c / A +i), 348 (D+B / A), 537 ( D / B), 580 (D +B / A), 609 (D+B / A), 673 (D +B / A), 679 (D / A +B ), 845 (D+B / A), 848 (D / A +B), 865 (D +C / A +B ). lum / um 660 (D /A + B ). lum / ra 175. lum /rulz-um 408,853 (D / C). ralla 98 (D / C+b), 227 (C: ri), 237 (D / A2), 240 (D / A+C), 296, 374(D+A+B / C), 517 (D +q / A+[B]), 523 (D / A +B), 543 (D / B), 551 (D / A +B ), 580 (D / A +B), 746,820 (D / A + C + c+ i), 837 (d / B), 878 (D / B). ri/ir 790 (D /A + B ). ru12llu 270 (D /A+C), 326 (D /A+C), 532. run / lu-um 1lum 95 (D / A / C). ruu -um ! lum 220 (D /C ).
Sillabano
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rùm / lum / lu-um 6 8 5 (D /B /A ). rum lrun -um 839 (D / A+B). rùm / run -um / t a 572 (D / A / B). ir/ir 685 (D /A +B ).
2.1.9. N asali Quanto alle nasali il sistema è regolare: ma, mà, me, mi, m u, im, um; (ma è per /m a7 [VE 482] in sillaba chiusa, in accordo con le altre fonti); na, ne, n i nu, an, en, in.61 Diversamente dalle altre fonti, co munque, l’uso di LUM per /num/ è di regola evitato (con l’eccezione di quattro esempi, ma solo nell’ultima tavoletta). 2.I.9.I. Documentazione. M /ma/
ma
/Ma/ /mac/ /mi/ /Mi/ /me/ /mu/
ma mà me mi mi mi mu
/Mu/
mu
/im/ /um/
im um
-39, *42, -64, *83, -84, -118, -145, -157, 161, +169, *214, 223, *231, -236, 308, -312, -340, -393 (/mac/), *398, *403, *407, *469, *481, *482, 483, *493, *526, 532, *541, *626, *716, *760, *761?, -763, *792, *800, *827, *845. 392. *482. -84,128, *534, *677, -720,816, -817. -126, -303, *379,616. 333. 473. -40, *63, -72, +97, -99, *180, -213, -215, *237, *324, *332, -364, -417, *477, *490, -529, *581, *582, *627, *652, *676, -686, -711, *719, -721, -779, 820. 380. -817. -25, -47, 83, 91, *108, -127, -143, -147, -149, *162, -165, *173, -217, *219, 220, -222 (det. fon.),
61 In generale cf. M. Krebemik, 7A 72 (1982), pp. 209-210; dello stesso, AfO 32 (1985), pp. 56, e 57, n. 14.
24
Parte prim a
226, 227 (det. fon.), *229, -236, 237, *254, -260, +287, 291, *294, *296, *298, *310, -311, 374, -393, 400, -417, -460, *481, *507, *511, -531, *559, -568, *591, *695, -717, -718, *729, *800, -822, 878. N /na/
na
/ni/ /ne/ Im i
ne ni ne nu
/Nu/
nu
-75, -84, *89, +120, -166, *173,174, -176, *229, *231, *291, -309, *325, *464, *553, *571, *572, *575, *578, *607, *627, *728, -801, -811, -812, -813, -817, *828. -20, *574, *849. -250, 511. -165,2467, 420, -421. 68, -71, *89, -125, 139, -143, *184, *219, -233, *294, -312, *379, 395, *403, *472, *487, 494, *496, *499,542,570, *799, -810, *831. 107,117, *296, 593.
/an/ /(h)en/ /(c)in/
an en in
-812. 68. -498.
2.I.9.2. Varianti me / mi m i/m e mi/ma-a ne / ni NI/NE nuInùm
nùm /nu num / nu-um nu-um Inùm
+128. 473 (D / A+B). 616 (D IA). 420 (D /A+B+ab). 511,807 (D/A+B). +68, 117, +139, 184 ( D I C I A+B nu-um), 403 (D+A / B+C), 494, 496 (D / B; A: nu-um), 499 (D / B+q; A: nu-um), 542 (D / B), 570 ( B / D), 593 (D / b). 762 (D/B+C). 731 (D+B / A), 825 (D+C/A). 296 (D+A/C).
Sillabario
25
2.2. Segni trilitteri.
La fonte D fa un uso frequente dei segni CVC; più diffuso delle al tre fonti, ma non esclusivo. Particolare è l’uso del segno TAR con valore has (una volta, VE 480, contro ha-isu della fonte A e ha-às della fonte C), del segno KÉS con valore hir (una volta, V E 465; le altre fonti omet tono la glossa), e l’uso di mar per /mas/ etimologico.62 Inoltre gim per /kim/ (VE 566a) e forse anche tin (VE 573) per /tin/. Particolare, e più diffuso, è l’uso esclusivo del segno rum. Diversamente dalle altre fonti D non impiega il segno dab, che sostituisce con dab6, di cui fa un uso quasi esclusivo. Attesta poi tutti i valori noti del segno LUM: gum, num, hum (ma assi moderatamente, non segnalando spesso la mimazione) e lum, di cui fa invece un uso assai grande, sia per /lum/ che per /rum/, non ostante sia la sola fonte del VE che utilizza anche il segno rum. L’uso di hum per /hum/ è attestato solamente da V E 223 ma-za-hum /masàhum/ (anche fonte C). La preferenza per segni trilitteri, unitamente a motivazioni eti mologiche, è indizio di lettura lunga anche per segni quali dab6, zamx, hai, piuttosto che breve (da5, zax, hax). zam x è attestato una sola volta (VE 404), in corrispondenza di m etimologico, con evidente intenzione (v. sotto, § 4.2.1). dabf, ha una lettura breve, ma anche una lettura lunga è possibile,6364ed è quella attestata dalla fonte D, dove dab6 è variante grafica di dab attestato dalle altre fonti; la scelta del segno dab6 non è certo motivata dal valore breve anche in VE 870 (dab6-bù, contro dabù(-um) delle altre fonti, per /dabbu(m)/). Quanto a hai, attestato in VE 252 (hal-da-bù per /haltappu(m)/), in presenza di /Il etimologica, of fre piuttosto una grafia più precisa, mentre la variante breve (ha-da-bù) attesta l’omissione (grafica) di DJ (v. § 4.1.3). Alla stessa maniera l’uso del segno EN: il valore 3ex è noto alla fonte D ma, in V E 68 en-nu per /hennu(m)/ rimanda verosimilmente al valore lungo, en,M non sicuro al trove nel VE, ma presente nei testi amministrativi.65
62 Cf. M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 218. 63 V. J. Krecher, LdE , p. 148; v. anche, per il paleoaccadico, P. Steinkeller, The Value dab6 in O ldAkkadian, RA 78 (1984), p. 85. 64 Dubitativamente M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 186. 65 M. Krebemik, PE, p. 19.
26
Parte prim a
2.2.1. Documentazione. /bar/ /par/ mi /pir/ /P*/
bar bar btt birs btt
/dab/ /tap/
/tum/ /Dum/
870. 70, *403. *611. *684. *805. -74. *186, -586, *592. -573. *271, -303, -309,477, -513, -544. -38, 61, -64, -67, -71, *89, *106, *124, +140, +142, *146, +150, 161, 174, -176, 197, 214, *227, -234, *242, 249, -251, -282, -283, -285, *308, -330?, *331, -340, *359, 394, *397, *398, +419, *464, -465, 468, -470, -471, *480, *483, *517, *521, *534, *541, -545, *548, +562, -566a, -569, *578, -594, *678, -686, *690, *691, *693, 701, *707, *716, *747, *821, +837,838,850. tum +151, *253, -479, *579,649, *831. tum 334,410.
/kab/ /kak/ /kal/ /gar/ /kar/ /qar/ /qal/ /kim/ /kur/ /qur/
kab kak gal gàr gàr gàr gàr gim gul gur
/rum/ /Lum/
rum -520, -544,572, -766,839. rum 685.
Itami
/dar/ /tar/ /tas/ /taS/ /tin/ /dum/ /tum/
*747. -545, -822. -529. -536. +150.
dab6 dab6 dam dar dar dal dal .. ? tin tum tum
-791. -791. *322, -330?. -67,256. *359,570. *214, +419. *106. -566a. 495. *477.
Sillabario
27
-811, -814 (logogr. ?). -285, -302, *480, *550,602, -836. 494. -125. +140.
/mah/ /mar/ /mas/ /mai/ /mas/
mah. mar mar mas mas
/sar/ /dar/ /sum/ /tum/ /sar/ /zam/
sar -766. sar^NE)66-257, *514,684. sum *473. sum 502. zar *397. zamx 404.
/hap/ /hai/ /haS/ /hir/ /hur/ /Hur/
Adò(GIGIR)67-458. hai *252. hai 480. hir -465. hur 839. hur 274.
/lum/
lum *160, *164, *182, +231, -409, 418, *461, *528, 537, -573, *580, *590, *625, 651, 660, *673, -781, -801, *845, *865. lum -118, -157, 175, *186, 212, -222, -263, -269, -302, *348, -402, *415, *495, -509, -530, *609, 612, *629, -645, *652,657,679, -720, -776. lum +107, *408,848,853. num *731, -782, *824, *825. num 762. gum 647. gùm *98, -826, *828,851, *864. gum 602, *628,735. hum *223, *592.
/rum/ /Lum/ /num/ /Num/ /gara/ /kum/ /qum/ /hum/
66 Sulla lettura Sarxdi NE v. M. Krebemik, Ein Lautwert s a r x des Zeichm s NE in Ebla?, ZA 74 (1984), pp. 168-169; M. Civil, NE = Sarx, N A B U 1988/42. 67 Sullo scambio ad Ebla tra i segni GIGIR (LAGAB xBAD) e PÙ (LAGAB x U ) v. A. Ar chi, VO 6 (1986), p. 244; in precedenza M. Krebernik, ZA 72 (1982), p. 189 aveva proposto per GIGIR un valore habx, v. anche dello stesso PE, dove GIGIR = habx è distinto da PÙ = hàb.
6
Parte prim a
/pa/ /Ba/ Jbil /pi/ /bu/
/pu/ /Bu/ /ap/ /(W /(h)eb/
*95, *98, -151, *180, *182, *197, -222, *229, *248, 249, -263, -316, *325, -531, +557, *583, *625, *702, +837, *851. ba 823. U -77,140,146, -215,254, *578, *592, -836, *865. b( *179,246, -251, *273, -459,502, *653, -781. +61, -62, -73, -74, -82, *108, -121, *124, -135, bù *240, *270, *286, -287, *292, *295, 474, -544, -586, *870, *873. buJM ) -257, -462, 467, *468, -530, 610, 673, 729, -763. bu -520. bù -47, *104, *212, *226, *228, *252, -278, -367, -458, *824. bux(NI) 668. £>mx(NI) 597, *704. bù 187.
ba
ab ib ib ib
-806. -513. -525. 651.
2.1.1.2. Varianti bù lbux(NI) bux{NI) / bù
544+1210 (D+B / A2). 467,468 (D/ A), 597,668 (D / A+B), 673 (D / A+B), 704 (D+B/A).
2.1.2. Velari. Anche per le velari il sistema è regolare: ga, gi, gu, gu, ag (non si curo), ig (appartiene alla fonte D la sola attestazione nel VE [585]);16 bisogna osservare però che nella fonte D, come per la massima parte dei casi nelle altre fonti, la distinzione fra gu e gu, già osservata da Kre-
16 Cf. M. Krebemik, ZA 72 (1982), pp. 207-208; dello stesso, A fO 32 (1985), p. 56.
Sillabano
1
bernik su suggerimento di Soden,17 si rivela, più che una linea di ten denza, una distinzione applicata, che dimostra vigente, in eblaita come in accadico, la legge di Geers (v. sotto, § 5.2). 2.I.2.I. Documentazione. -236, -402, *404, *415, +549. *89, *104, -125, +139, *173, -215, *226, -263, *270, -316, *464, *526, -544, *553, +557, *660, -717, *747, *792, *830, -835. -71, +169, *220,249, *271, -283, -297, -394, *400, 418, *690, -721, -763, *865. 406,408,613. -218 (sum. sili. ?), *494. -38, *87, *164, *186, -233, *348, *420, -421, *54 *572, *583, *612, *677,850. *212, -282, *294, -340, -409. -69, -165,170, -181, *332, *652, *657. -39, -55, -217, *461, *521, *706, -822. *42, -76, -241, *248, *323, -330, -459, -498, *601, *611,761?, *849. -25,407. *401.
/ga/ /ka/
ga ga
/qa/
ga
/Ga/ /gì/ Ikil
ga gl gl
Iqiì /gu/ /ku/ /qu/
gl gii g* ga
/qu/ /Gu/
ga ga
/ak/ II
agl(SUM) 464. -585. &
2.1.2.2. Varianti. gal gu galga ? gu/g[u] gul gum gu/gu gii/glint glint / gu-um glint / gii-um
270 (D +A / C). 241 (D /A+C+i) (variante lessicale). 761 (D/C). 323 (D / B, A: gu-um). 652(D+A+B/C). 170 (D / B+C), 401,407. 602 (D / A+B), 735 (D / C); 851 (D / C). 647,864 (D+C/A+B).*5
17 Cf. M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 208; dello stesso, A fO 32 (1985), p. 57, n. 10, e ZA 74 (1984), p. 159, n. 8; J. Krecher, IG I+ LA K -527SIG S, gleichbedeutend GIS.ÉREN; LAK-647, M A R I 5 (1987), p. 624.
Parte prim a
8
glint / gu-um / gu 628 (D + A2 / C / A). ag!(SUM) iga 464.
2.1.3. Dentali Il sillabario per le dentali /d/, /t/, /t/, è, come nelle altre fonti, rego lare: da, ti, du ,18 Da segnalare che nella fonte D non è possibile rintrac ciare un valore dè; solo alla fonte D invece sono da attribuire le due sole attestazioni di te nel VE (VE 551 e 790),19 appositamente usato per in dicare la vocale e, come si vedrà più avanti (§ 3.1). Infine l’uso di dé per /di/, ma solo una volta e in un termine tecnico mutuato dal sumerico (VE 218).20 Quanto a URUDU non vi sono motivi per attribuirgli il va lore breve da5,21 piuttosto che dab6, dato che alterna con dab delle altre fonti; dab non è conosciuto dalla fonte D, e la fonte D, come si vedrà poi, fa un uso più largo dei segni CVC rispetto alle altre (v. sotto, § 2.2). 2.1.3.1. Documentazione. /da/ /ta/
da da
/ta/ /Da/ /di/
da da ti dé ti tu du
/ti/ /du/ /tu/
-75, -337,584, *591, *626, *677, -779, *820, *825. *42, -72, -74, +97, -99, 120, -126, -147, *164, -179, *186, -215, *238, *252, -312, -509, -529, 542, -586, *592,668, *691, *719. -40, -62, *95, -121, -145, *469, -531. 391. *180,292, -309, *582, *716, -721. -218 (sum. sili. ?). -64,70, *162, *368, *403, -460,532, *627. 70, *277,390,482, *584, *591. -39, *42, -75, 87, 88, 91, 120, -166, 256, 291, 322, *323, -330, -367, 368, 400, 404, -462, 487, 493, 514, -529, 543, *574, -577, 581, *583, *609, 610, -615,
18 M. Krebemik, ZA 72 (1982), pp. 207-8. 19 Vi è nei testi lessicali un solo altro caso, nell’estratto f (EV 0274 [=V E 80] te-ri-iS-tum).
20Nei testi di Ebla un uso fonetico di dé è noto nel toponimo zi-li-déki (A R ET 8.540 IX:2), se da confrontare con zi-li-du , v., dello scrivente, Osservazioni sulla sezione KA della lista lessicale bilingue eblaita, M isEb 1, p. 47. 21 Sicuro nell’onomastica per H. Waetzoldt, Ohne Parallelstellen geht es nicht-oder Lesung eblaitischer Wórter undN am en-eine Gliicksache?,JAOS 106 (1986), p. 554, n. 10, contro i dubbi di M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 205. V. anche A R E T 1, p. 315.
Sillabano
/tu/ /Du/
du du
9
*629, *652, 653, 677, 684, *783, *790, *792, -813, *824, *830, -835. +61, -260, -462, *501. -49, *107,187,299,593, *650,703,746.
2.1.3.2. Varianti du / tim / tum du ! tum
du-um /tum tum / du tum /du-mu tum / du-um
684 (D / B / A). 70 (D / C), 87 (D / A), 88 (D / A +B ), +120, 187, 322, 368, 390 ( D / A +B), 404, 482 (D / A), 487 (D / A), 493 (D / A+B), 501 (D / B, A: -du-um),.514 (D / A +B +q), 581 (D / A +B), 583 ( D + C / A +B ), 610 (D / A+B), 630, 650 (D +B / A+C ), 653, 677, 703 (D / A+B), 746,-830 (D / B; A: du-um). 91 (D / C), 291 (D / A), 299 (D / A +B ), 400. 61. 477 (D /A + B + C ). 334 (D / A), 649 (D / A), 821 (D + B + C + c+ i / A), 838 (D /A + B ).
2.1.4. Fricative sibilanti e interdentali. Quanto alle sibilanti e interdentali, il quadro, ovviamente, è più complesso. Le tre serie di segni (ZA, SA, SA) sono usate, e nella mag gior parte dei casi nel modo distintivo, ipotizzato per il paleoaccadico, pienamente operante (con modalità proprie per /df) in eblaita: 2.I.4.I. La serie ZA. La serie ZA (za, zi, zu, zu), è usata per /s/, /z/, /s/ (e, come in accadico, senza la possibilità di determinarne la fonematicità, /d/ e /z/).22 Da segnalare, come particolare della fonte D, l’uso di zu alternante con zu. È nella fonte D inoltre la sola attestazione nel VE di ZAMX: VE 404 ga-zamx-du; trovandosi in rapporto con m etimologica (*gzm) una lettura breve zax non sembra necessaria (v. § 2.2).23 22
P. Fronzaroli, La contrìbution de la langue d ’E bla à la connaissance du sémitique archài-
que, C R R A I25, pp. 137-138; I. J. Gelò, Ebla and thè Kish Civilization, LdE , p. 22; M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 211 e 214; dello stesso, A fO 32 (1985), p. 56 e n. 3; M. Civil, Studies on Early Dynastic Lexicog/raphy. I, OA 21 (1982), p. 23, n. 29; H. Limet, Problèmes de graphie et la phonologie, A R E S 1, pp. 36-37. 23 Di diverso parere M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 206.
Parte prim a
10
2.1.4.2. La serie SA. La serie SA (sa, si, su, sum) identifica /s/24 (la fonematicità di /s/ non è dimostrabile).25 Appartiene alla fonte D la sola attestazione, in questa parte del VE, di sà per /sa/ (VE 853); il segno però, noto anche nei testi amministrativi, è attestato anche in A e B (VE 987), e A2 (VE 1221), sempre per /sa/. Non è quindi possibile trarre da questo motivo argomentazioni sulla datazione o sull’identificazione del sillabario della fonte D all’interno del sillabario del VE, sulla base della possibilità che nell’uso del segno sà sia da identificare un tratto tipico del sillabario più antico.26 2.1.4.3. Là serie SA. La serie SA (sa, sè, su, sum) identifica /t/ e /d/,27confermandone l’autonomia. 2.1.4.4. Eccezioni Nell’uso di queste tre serie vi sono, nei testi di Ebla, numerose eccezioni. Tralasciando le alternanze attestate in grafie di nomi di luogo28 (forse in parte motivate dal riferimento a sistemi fo nologici diversi), alternanze della serie SA con la serie SA e la serie ZA si segnalano anche nella scrittura di nomi di persona.29Alternanze grafi che di questo tipo si sono state osservate anche nei testi lessicali di 24 P. Fronzaroli, C R R A I25, p. 138; dello stesso SEb 1 (1979), p. 75; I. J. Gelb, LdE , p. 22; M. Krebemik, ZA 72 (1982), pp. 211-218; dello stesso, A fO 32 (1985), pp. 56; M. Civil, OA 21 (1982), p. 23, n. 29; H. Limet,A R E S 1, p. 38. 25 P. Fronzaroli, Il verdetto per A 3mur-Damu e sua madre, SEb 3 (1980), p. 73, n. 38; I. J. Gelb, LdE , p. 22-23 (che non considera la distinzione 5/é fatto semitico comune); M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 215, n. 15. 26 Come ipotizzato per i testi amministrativi, in via preliminare, da M. Bonechi, Un atto di culto a Ebla, MisEb 2, p. 136. 27 In particolare P. Fronzaroli, SEb 1 (1979), pp. 75-83; dello stesso, CRRAI 25, p. 139; v. anche I. J. Gelb, LdE , pp. 22-23 (con qualche dubbio preliminare per /d/, che preferisce ricono scere nella serie sà, sen , sw4); M. Krebemik, ZA 72 (1982), pp. 211-215; dello stesso, A fO 32 (1985) 28
, pp. 56; M. Civil, OA 21 (1982), p. 23, n. 29; H. Limet, A R E S 1, p. 38. v
Dove le serie ZA/SA/SA alternano, v. A. Archi, Notes on Eblaite Geography II, SEb 4
(1981), p. 2, n. A \A R ET 3, pp. 403-404; C. Saporetti, Una considerazione sul testo n. 6527 del cata logo di Ebla, LdE , p. 287. 29
La serie SA alterna con SA, cf. A. Archi, Varianti grafiche negli antroponimi di Ebla, VO 6
(1986) , p. 245; A R E T 3, p. 403; M. Krebemik, Prefìxed Verbal Forms in Personal Names from Ebla, A RES 1, p. 50 (ih-Su-ub- / ig-su-ub-); A. Archi, The Personal Names in thè Individuai Cities, SLE , p. 245 (Lu-Sa-ra-du / Lu-wa-sa-ra-du), e con ZA (zi-ru^-su / zi-ru-^-zu / zi-ru -^-d if), H. Waetzoldt, JA O S106 (1986), p. 554.
Sillabano
11
Ebla,30 seppur in un numero assai limitato.31 L’analisi di tali varianti grafiche rende evidente che esse coinvolgono sempre la fonte D, e sono quindi un primo indizio deH’irregolarità nella differenziazione di queste serie da parte della fonte in esame. Casi come VE 83, dove n ì - g i d è glossato ma-sa-lu-um nella D, contro ma-za-lum della fonte A, per /mazza lum/, indicano l’uso personale del sillabario da parte dell’esten sore della fonte D. Questo uso diverso è confermato da V E 159, dove alla glossa gu-da-sa-tum gli EV c ed i oppongono gu-da-za-tum. Per questi estratti era stata prospettata da Pettinato un’origine "accadica": in effetti nella scelta delle glosse sono più vicini del V E alla lista lessi cale sumero-accadica Sag, ma nell’uso del sillabario si sono dimostrati ad una più precisa analisi "eblaiti".32 La maggior parte degli usi irregolari riguarda la serie SA, usata an che (ma non esclusivamente) per /s/ etimologico, invece dei segni della serie S A Una parte di questi casi può esser suscettibile di una diversa interpretazione, facendo riferimento a parole attestate solo in accadico, o non semitiche, prestito in accadico, e da questo diffuse, come il nome del cipresso, VE 379 sa-mi-nu, /sarminu(m)/, dove la fonte D apparentemente concorda, per la consonante iniziale, con la fonte A, sè-rì-mi-nu; vi sono tuttavia casi che attestano un uso indubbiamente anomalo, nei confronti delle altre fonti, dei segni della serie SA da parte della fonte D , come, per esempio, la glossa di VE 143 sa-a-nu-um; essa ha nell’ar. satana, "caricare (una barca)", sihn, "carico", sìhna, "razione di foraggio per un giorno e per una notte", un corrispondente semantico così adeguato al sumerogramma ( m à - g a r , che pare quasi tradotto alla lettera), che difficilmente può essere negato. La serie SA appare, occasionalmente, per /z/ etimologico, invece della serie ZA: oltre la glossa di VE 83 ma-sa-lu-um, citata sopra, si 30
Già G. Pettinato, Rapporto tra il vocabolario princeps e gli estratti di vocabolari rinvenuti
adE bla,B aE , p. 42. 31
Cf. M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 213; solo due degli esempi raccolti attestano varianti
reali (VE 83 e 159), e riguardano l’alternanza tra la serie SA e la serie ZA; la glossa VE 241 atte sta piuttosto una variante lessicale. Le alternanze tra i segni della serie ZA e della serie SA coinvolgono solo i sillabogrammi zu e su, e quindi, quando le letture non debbano esser corrette (v. ZA 72 [1982], p. 236) si tratterà piuttosto di confusione tra segni simili. 32
v
CLM isEb 1, pp. 37, 50-51 e n. 83, e, per i segni della serie SA in particolare la parte se
conda di questo volume, ad VE 528 e n. 408.
12
Parte prima
veda la glossa di VE 166 na-sa-du, per la quale il confronto con Far. nazaca, "tirar via", è assicurato dalle varianti lessicali delle altre fonti, e dal sumerogramma. La serie ZA è occasionalmente usata per /d/ etimologico, invece della serie SA, in VE 215 zi-ga-rì, /dik(a)ri(m)/, (da notare che questa stessa parola (= acc. zikrum) è attestata nell’elemento onomastico ZLKIR(.RA)-, interpretato, a ragione, da M. Krebemik, PE, pp. 110111, come accadogramma, a causa della grafia), e per /§/ etimologico, in vece della serie SA in VE 525 ib-zù, /hebsu(m)/. Si tralasciano, come non sicuri, i casi come VE 729 su (ZU)-bux(NT)-um, /subùhum/, dove piuttosto che di uso anomalo di zu, è lecito ipotizzare anche scambio tra segni simili. La serie SA è poi usata, occasionalmente, per /s/ etimologico, in VE 73 sa-^à-bu, /sahàbu(m)/, e VE 127 ra-sa-um, /rasàhum/. Tuttavia, si tratta sempre di scambi occasionali, eccezioni alte norma; il fatto poi che le eccezioni siano limitate alte fonte D, mentre A B, C si dimostrano corrette nell’uso di queste diverse serie di segni, come nella distinzione tra is e islv indica che il livello linguistico cui queste ultime si riferiscono era sempre coerente nella distinzione di queste serie di fonemi, provando una volta di più, se ve ne fosse biso gno, te correttezza dell’intuizione di Thureau-Dangin (ribadita dall’ana lisi di Gelb) sulle origini del sistema tripartito del paleoaccadico. Quanto alle incertezze della fonte D esse rimandano evidentemente a un differente livello linguistico, non necessariamente più recente. 2.I.4.5.1 segni VC. La fonte D attesta as per /cat/ e às per /3az/ e /3at/. L’unica attestazione di iz nel VE (VE 121), presente unicamente nella fonte D, è verosimilmente da espungere dal sillabario, trattandosi piuttosto di un sumerogramma, GIS da-bù, /cis(um) tawbu(m)/. 2.1.4.6. Il segno is. Inoltre te fonte D usa il sillabogramma is per /it/, VE 77 is-bi-lu, /3itbìru(m)/ (non glossato nelle altre fonti); VE 542 is-gida-nu, /3itkittànum/, dove t è assicurato dalla grafia della fonte B (VE 566a) isn-gi-du-nùm; VE 528 is-ba-lum, se da intendere /3itbàlum/; e verosimilmente per /is/ in VE 790, te-rì-is-du, /tehristu(m)/ (concorda con A e B) (v. sotto).
Sillabario
13
Un fatto è quindi che la fonte D non usa il segno isn. Questa os servazione elimina un buon numero di presunte irregolarità33 nell’uso di questo grafema, differenziato rispetto a is, da parte del VE. Le altre fonti sono invece in questa distinzione del tutto rigorose, usando rego larmente il segno iSu per indicare d e t, e is regolarmente per s, allo stesso modo dei testi amministrativi: oltre il caso di VE 566a, citato so pra, per isn si veda VE 660 isn-ga-um (A; B), per /3itkàlum/, (D às-galum)\ V E 965 isn-ba-du-um (A; B), per /^itpatum/;34 con is VE 227/488 za-rì-is-tum (A; B; C), per /saristum/; VE 569 is-ha-tum (B) per /3ishàtum/; VE 809 is-ha-ra (A; B), per il nome divino Ishara;35 VE 1279(/1280) iS-gùrn (B), per /3iskum/;36 VE 1375 is-tum (À2; B), per /3isdum/;37VE 1269 a-bi-is-tum (A2; B), per /yabistum/.38 Per la prima eccezione apparente, l’uso di is- alla voce 500 da parte della fonte B (is-ba-um TUR) in corrispondenza di s etimologico, è di mostrato coerente dalla grafia della fonte A (ì-sa-ba-um TUR) che di per sé stessa indica la volontà di notare /is/ (/3isbàcum/); quanto alla glossa di VE 528 is-ba-lum (D) / isn-ba-lum (B), essa è da tenere sepa rata da VE 500, e verosimilmente da interpretare /3itbàlum/, in accordo con la grafia della fonte B (si veda, nella parte seconda, la voce rela tiva). Le altre due eccezioni che possono essere segnalate sono VE 1184 ti-is-da-gi-lum, /tistaqqilum/ (A2; B),39 e VE 790 te-rì-is-du (D) / ti-ir-isdu-um (A) / da-ir-is-du-um (B), /tehristu(m)/ in corrispondenza di t eti mologico (*tql e *hrt rispettivamente):40seguendo in entrambi i casi una t morfologica, questo uso fa sospettare piuttosto il tentativo di rendere
33 Segnalate da M. Krebemik, A R E S 1, p. 50, n. 10. 34 M. Krebemik, toc. cit. 35 Cf. ug. uShry, v. M. Krebemik, A R E S 1, p. 50, n. 10; inoltre W. G. Lambert, The Sectìon AN, BaE, p. 400. 36
P. Fronzaroli, The Eblaic Lexicon: Problems and Appraisal, SLE, p. 144; M. Krebemik,
A RE S 1, p. 50, n. 10. 37 M. Krebemik, A RE S 1, p. 50, n. 10. 38
M. Krebemik, ZA 73 (1983), p. 42; J. Krecher, Sumerische und nichtsumerìsche Schicht in
der Schrìftkultur von Ebla, BaE, p. 155. Inoltre, di etimologia non chiara, VE 804/288 iS-da-da-lu (A), iS-da-dar (C), àS-da-dar (D); VE 622 iSn -a-bù (C); VE 1054 iSn -ha-tum (B). 39 40
Per l’etimologia, assicurata dal sumerogramma, 1à -1 à, v. parte seconda, ad VE 418. Per entrambe le glosse v. sotto, parte seconda, VE 790.
Parte prima
una dissimilazione (o la pronuncia effettiva) per questo nesso del tutto instabile. Un altro esempio può essere la grafia della glossa di V E 480 mar-ha-óS-tu[m\, nella fonte C (unica attestazione di àS nella fonte C) contro la grafia etimologica di A mar-ha-isn-tum (in D mar-has-tum), /marhastum/. L’instabilità del nesso è confermata dal fatto che, come st, anche tt attesta il passaggio a lt,A1 nella probabile sequenza tt > st > It; lo stadio intermedio è attestato dalle grafie citate sopra; lo stadio finale sembra attestato nella fonte D da VE 529 mu-da-bil-du, se da in terpretare /multàbiltu(m)/.*42 Da segnalare, per l’analogia con l’uso scribale della fonte D, che anche nel testo più antico del Culto dei re defunti si ha l’impiego di is nel NP is-ru12-ud-da-mu; questo NP ricorre invece regolarmente nel te sto B, come nei testi amministrativi, nella grafia isn-run -ud-da-mu.43 2.1.4.7. Documentazione. ZSS
/sa/
za sa za
/sa/ /zi/ /si/ /si/ /Zi/ /zu/ /zu/ /su/ /su/ /su/
sa za zi zi zi zi zu zti zu zu zu
/za/
216, *254,407, -471, *607. 83, -166. -38, *104, 223, -303, *559, -811, -812, -813, *828. -73, -127. -129, -217, *227, -417, *507,511,544, *550, *551. -250. -233, *389,612. *461, +562, *661. *650. 216, -364. 375, -536,549. *420, -421, *526, *799. +389,702. + 128,219, *246, *495, -836.
41
Il passaggio dì St a SI è un fenomeno attestato da tutte le fonti del VE, come dall’onomastica, v. M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 217; dello stesso, PE, p. 29. 42
Nelle altre fonti v. inoltre dal-da-bl-luml-lu-um, /taltab(b)irum/ (c, i), variante di Sa-baum (A; C; [D e B in rottura]) /tabàrum/, glossa di VE 208 (sumerogr. z ù - à r - S a 4); per l’etimologia v., dello scrivente, MisEb 1, p. 39, con bibliografia. 43 V. P. Fronzaroli, Il culto dei re defunti in ARET 3.178, MisEb 1, p. 8.
Sillabano
zu
552, 661,760.
às
474.
/Sai
sa
/Sa/ /Sa/ /Si/
sa sa sa si
/Su/
su
/Su/ /Su/
ZU
-82, 124, -147, -151, 170, 220, 227, -234, -260, *286, *291, *300, 348, -393, *400, -460, *467, *543, -568, 569, 579, 627, -645, *678, *679, *680, -711, -766, *775, *783, -806, *827, *849. -47, -69, -143, -278,379,403, -577, -615. 299,613. 853. *108, +120, +150, *174, -297, *331, -478, 750, -573, -781, -776, -817. -126, -149, -165, *374, -478, *483, *729 (su ), 816. (acc. s) -241,323, -330. -525.
às is
804. *790.
/da/
sa
/ta/ /di/ /ti/ /te/ /du/ /tu/ /Du/
sa zi sè sè su su su
-82, -133, *161, *212, *286, *332, -402, *415, 574, 575, *647. -25, *242, -269, -409,418, -624, *735, -789. -215. *226. 653. -72, *228, *273. *53, -55, *88, *242, -311,608. 380.
/(D)at/ /(c)at/
às as is
660. *805. -77,528, 542.
/(> Z / S
/Sai
/(H)aS/Z/ m/
su
DT
/C)W
2 . 1.4.8. Varianti sa / su
299 (D/A+B).
15
16
Parte prima
sa ! sa si/sa su/su sum / su-um Sa /sé sa /za sè/Sa su / su su-um /sum su /sé su / zu zu (su ) /su zu /zu aS /is as / is iS/iSu
853 (D / C). 750 (D /A ). 816 (D /A ). 502 (D+B / A). 212 (D + A + c / i), 379 (D / A), 418 (D / C), 575 (D / A+B). 83 (D /A ), +159. 92 (D / i), 653 (D / C). 608 (D /x). 298 (D + A /C ). 323 (D /A +B). 241 (D / A +C +i) (variante lessicale?). 729 (D /B ). 375,389 (D +b+f/B +C +a), 549 (D / ab), 552,661 (D /A + B ) ,702,760 (D /A ). 804 (D /C ). 660 (D /A + B ). 528 (D /B ), 542.
2.1.5. Laringali e faringali Il sistema non pone problemi: PI e PI sono distinti da /h/ e /h/, con due serie di segni: a, flx(NI), ì, ù si riferiscono a 3p\ }à, a x(NI), i, u 9, si ri feriscono a h/h.44 Da segnalare che, come nelle altre fonti, anche nella fonte D a e ì (come Jax) possono indicare, oltre ’P, anche h/h, con grafia meno accurata.45 Ciò è provato da alternanze grafiche, quali VE 228 a-su-bù (D; C), a-su-bù-um (B), ma 3à-Su-bù-um (A), che assicura la ricostruzione /hadùpu(m)/; l’insieme delle documentazione (§ 2.1.5.2) non attesta un uso preferenziale nelle singole fonti. Non vi sono prove, nella fonte D, di un uso allargato di ù, ma ù è usato talora dalle altre fonti come variante di u9, attestato regolarmente dalla fonte D 46 (v. sotto, § 5.3). 44 M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 219; dello stesso, A fO 32 (1985), p. 57; in precedenza P. Fronzaroli, C RR A I25 (1978), p. 137; dello stesso SEb 1 (1979), p. 74, n. 28. 45
Cf., oltre i lavori citati alla nota precedente, P. Fronzaroli, Disposizioni reali per TitawLPm , SEb 7 (1984), p.21. 46
Per le alternanze di u 9 con ù (o con gli altri segni della serie 3!c, cf. M. Krebemik, ZA 72
[1982], p. 219), quando vi è una etimologia accettabile, fa sempre riferimento a hlh. Oltre le atte stazioni che implicano la fonte D, v. VE 166.
Sillabario
17
L’uso di hum per /cum/, già ipotizzato,47 non è confermato per la fonte D. 2.1.5.1. Documentazione.
a
M m nj m
M
-55, -75, *87, *212, *237, *242, -251, +256, *273, -278, *300, -303, *390, *541, -545, *610, -720, *731, -811, -812, -813. X(NI)-465,496, *695. a *197, -285, -417, +419,661, *716, -782. ì -234, *368?, -577, *716, *783. ì *750. ù -149, *170, 310, -311, *501, -530, +548, *616?, -686,821. ù -129,-181,507, *684.
HH /ha/
/ha/ /Ha/ /hi/ /he/ /Hi/ /hu/ /hu/ /Hu/
’à
-64, -73, *106, +128, *216, -217, -337, *517, *559, *590,625,627, -779, -803,845. X (N I) *580, -615. a -143, *228, *537,550,616. ?à *499, *582, -594, *706, *707, a *601,684, +830. a *466. *63, -74,120,679,701. i +142. ì 253. ì X(EN) 324, -776. i -470. u9 91,+169, -367,469. u9 -801. u9 650.
2.1.5.2. Varianti a ! 3à 47
228 (D+B+C/ A), 466 (D+
Da M. Krebemik, ZA 72 (1982), pp. 198 e 222.
18
Parte prima
a r a x{m )
Jà / 0 Jà / a Jà / Jax
Jà / ^ X(NI) / a Ha
ili ù /a u9 l 7à / a ug /ù
550 (D+B+C / A), 616 (D / A), 661 (D / A+B), 684 (D / A+B), 830 (D+v / A+B). 719,746 (D+A+B/C). 625. 845 (D/A+B). 625 (D / A / B; C; i). 534. 679 (D/A+B). 821. 469 (D / A / B) (Morf.). 91 (D +A / C), 650.
2.1.6. Spiranti velari Per Ihl non vi sono problemi: è reso regolarmente da ha, hi, hu.48 La stessa serie ha, (hi), hu è la sola usata dalla fonte D per esprimere /gl. In ciò appare più corretta della fonte C, che una volta fa uso dei se gni della serie GA.49 2.1.6.1. Documentazione. /ga/ /ha/
ha ha
/Ha/ /hi/ /gu/ /hu/
ha hi hu hu
-269, *295. 97, -118, -176,184, -222, -278, *389, *398, *569, *628, *724. -49,878. -157, -479. +562. -40, -71, *175, *229, +287, *467, *673, *760.
2.1.6.2. Varianti ha Iga
295 (D+A / C).
48
M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 218; dello stesso, A fO 32 (1985), p. 57; P. Fronzaroli, C R R A I25, pp. 136-137. 49
P. Fronzaroli, Per una valutazione della morfologia eblaita, SEb 5 (1982), p. 103, n. 20; M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 219.
Sillabario
19
2.1.7. Sem iconsonanti
Del tutto regolare; fy/ è indicato dalla serie a, z, u9, M da wa, wi, mz.50 /wa/ può essere espresso, oltre che da u>zz, anche dal segno a.515 2Da segnalare, eccezionale nel VE, e proprio della fonte D, l’uso verosimil mente fonetico di U4, nelle voci 574 e 575 (du-sa-ne-u4, /tudanniyu(m)/, e sa-na-u4, /danàyu(m)/). Seppur raro, zz4 è noto nei testi economici, dove alterna con u9.sz Dato che la mimazione può essere omessa (nella fonte D frequentemente), un valore um non è necessario; piuttosto è evidente l’indicazione di un glide mediano, nel caso in questione /(y)u(m)/. 2.1.7.1. Documentazione. /wa/
wa
tysil /Wa/ /wi/ /yi/ /wa/ /yu/ /yu/
a a a wi i wu u9 w4
-129, -135, 240, 242, *310, *507, +608, *864. 61, +97,521, +549, *616. -67,496,570, *579, *628, *678,850. 807. *238. 534, -624, *626, -789, *799, *802. -624, -789. -69,162,626, -803. 574,575.
2.1.7.2. Varianti a/w a uA/um u9/um u9/wu
807 (D / A+B), 850. 574 (D / A+B), 575 (D / A+B). 238,325 (D/A+B). 626 (D/ A).
50 M. Krebemik, ZA 72 (1982), pp. 219-222. 51 Oltre Krebemik, toc. cit., p. 219, v., ideilo scrivente, MisEb 1, p. 68, n. 170. 52
Nei NP en-ga-um/u9/u4, e ib-da-u9tu4, v. M. Krebemik, A RE S 1, p. 48, e n. 5, dello
stesso, PE, p. 27; A R E T 1, p. 313. Inoltre ba-du-u9/u4, v. A R E T 4, p. 147, A R E T 3, p. 351; A. Ar chi, Reflections on thè System ofW eightsfrom Ebla, Eblaitica 1 (1987), pp. 71-72, n. 29.
20
Parte prim a
2.1.8. Liquide.
Quanto alla resa grafica delle liquide le particolarità del sistema eblaita sono così note (scambio //r, cosiddetta L-Redukdon), che non è necessario spendere troppe parole in proposito. Quali ne siano le moti vazioni non è evidente: oscillazione fonetica,53 interferenza54 o motiva zioni interne camitosemitiche,55 puro fatto grafico,56 resa grafica di una lingua parlata;57 ma il fenomeno è certo. Per indicare /ri la fonte D conosce il sistema eblaita,58 ma si oppone alle altre fonti per un uso preferenziale dei segni della serie R A (ra, ri, ra12), uso che invece nelle altre fonti è largamente minoritario. I casi di frf scritto con segni della serie LA sono nella fonte D veramente rari, e si possono contare sulle dita di una mano sola, diversamente dall’uso quasi costante delle altre fonti. Quanto a ra, dato che la sola attesta zione nota nel VE (VE 421) sarebbe nella fonte D, bisogna precisare che va espunta dal sillabario; non ha difatti valore fonetico, dovendosi leggere la glossa [n]e-gi-zu SUB, per parallelismo con la voce prece dente (ne-gi-zu DUB.SAR).59 Caratteristico della fonte D è l’uso del se 53
P. Fronzaroli, Materiali per il lessico eblaita, 1, SEb 7 (1984), p. 157. Dubitativamente,
oscillazione fonetica o fatto grafico, I. M. Diakonoff,A n Evaluation ofE blaite, SUE, p. 4. 54 P. Fronzaroli, L ’interferenza linguistica nella Siria settentrionale del III m illennio, in R. Ajello (ed.), Interferenza linguistica. A tti del Convegno della Società Italiana d i Glottologia, Pisa 1977, pp. 38-41; G. Pettinato, nella relazione alla XXIV Rencontre (1977), inedita, secondo I. J. Gelb, LdE , p. 65. 55 Cf. I. J. Gelb, LdE , p. 65; F. M. Fales, (l)arugatu16in a Ugaritic Text?, SEb 7 (1984), p. 83, n. 1; nell’esempio citato (sem. *libb- / eg. yb), la corrispondenza fonetica, irregolare, attesta però una evoluzione secondaria dell’egiziano (una palatalizzazione da attribuire alla presenza della bi labiale), v. P. Lacau, Les nom s desparties du corps en égyptien et en sémitique, Paris 1970, p. 92; G. Garbini, Il corpo umano nella comparazione lessicale egtto-semtica, RSO 46 (1971), p. 139. 56 Dubitativamente J. Krecher, BaE, p. 150. 57 W. G. Lambert, BaE, p. 394. 58 Cf. M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 207; dello stesso, AJO 32 (1985), p. 56. Per casi di al ternanza Hr nei testi economici v., tra gli altri, A. Archi, VO 6 (1986), p. 244; A R E T 3, p. 404; inol tre E. Lipinski, Formes verbales dans les noms propres d ’E bla et système verbal sémitique, LdE , p. 200. 59
Per l’altra attestazione nota (MEE 4.102 r. 111:2’) il testo (un estratto) è edito solo in tra
scrizione, e ru è, come nota l’editore, in rottura; necessiterà collazione. Di collazione necessita an che la citazione in A R E T 4, p. 313, e A R E T 1, p. 295, della glossa della voce 817 nella fonte C (da
Sillabano
21
gno rum per /rum/, che le altre fonti non conoscono; tuttavia anche l’uso di lum per /rum/ è largamente diffuso. Circa /l/, per la serie A+V/ la fonte D fa uso dei segni della serie LA (la, li, lu). Nell’ambito della cosiddetta L-Reduktion60 usa anche a per /la/, i per Ai/ (VE 782 a-i-num, se da interpretare /callnum/), e u9 per Au/. In particolare è da notare l’uso di w9: VE 325 na-ba-u9, /napàlu(m)/; VE 607 na-za-u9, /nazàlu(m)/; inoltre VE 145 ma-da-u9, /mattalu(m)/; e VE 238: da-WA-«9, se da interpretare /tawilu(m)/ (o va rianti). Il riferimento alternativo alla serie YA (confermato dall’uso di i e u9) è un fatto che supera la fonte D e le cui motivazioni devono essere ancora spiegate. Certamente però non si tratta di omissione di A/, ma di utilizzazione più ampia di una serie di segni (v. § 5.3). Omissione si ha in posizione preconsonantica; ma questa non è, come si vedrà poi (§ 4), caratteristica solo di A/. 2.1.8.1. Documentazione. R /ra/
/La/ /ri/
/re/ /ru/ /Lu/ /Lui
-38, -76, *91,98, -127, -135, *219,227, 237,240, *248, 249, -260, *271, *374, +517, 543, 551, -568, -577,580,701, -806,820,837, *873. *331, *514, *851. la 296,523,746,878. ra *162, 197, -215, -234, *295, -394, *407, +548, ri *552, *591, -594, 608, *611, *691, -718 790, -810, *838, *864. -586. li -241, *324. ri run -20, -39, -51, 95, -165, 220, 270, -316, -337, -364,532, *601, -615, *676,706,707. -77, *273, *277, -297, *724, *750. lu lu *380. run 326. ra
frammento inedito in M EE 4) come ù-ru mu-si-im. Sull’uso limitato (forse inesistente) di RU con valore fonetico v. già J. Krecher, Sumerogramme und syllabische Orthogfaphie in den Texten aus Ebla,LdE, pp. 147-148. 60 Cf. M. Krebemik, ZA 72 (1982), pp. 210-211.
Parte prima
22
/(3)ar/ /(w)ir/ /(H)iL/ rial
or ir ir ùr
-133, -471,873. -51. 685. -813.
a la li
*182, -283, -459,590, *695, *702, -826, *830. -47, *53,63, *322, -330?, *496. *53, -99, *146, -181, -282, *581, *802. -782. *731. *83, -133, *179, -236, -250, *254, +287, -311, *375, *571, -711. -145,238,325,607. -814 (logogr. ?).
L rial rii/
i
NI rial
lu Ug
lù
2.1.8.2. Varianti. a Ila a Ila 10 ?ax-a / la ! a li / NI
182 (D + A + C /A 2), 590 (D / A +B +C ). 830 (D + B /v /A ). 496 (D /A + B ). 63 (D / C). 92 (D /i). /m/ /wm 273 (D + A /B + C ), 380 (D /B +q; A: lu-um). lum / /« 657 (D /A + B ). lum / / m-m/ ti 182 (D +C +A 2 / A), 212 (D / A + c+ i), 231(D+c / A +i), 348 (D+B / A), 537 ( D / B), 580 (D +B / A), 609 (D+B / A), 673 (D +B / A), 679 (D / A +B ), 845 (D + B / A ),848 (D /A + B ) ,865 (D + C /A + B ). /«/n / wm 660 (D /A + B ). /«m Ira 175. lum / run -um 408,853 (D / C). ra Ila 98 (D / C+b), 227 (C: n), 237 (D / A 2), 240 (D / A+C), 296, 374(D+A+B / C), 517 (D +q / A+[B]), 523 (D / A+B), 543 (D / B), 551 (D / A +B ), 580 (D / A+B), 746, 820 (D / A + C + c+ i), 837 (d / B), 878 (D / B). ri / ir 790 (D /A + B ). 270 (D /A+C), 326 (D /A+C), 532. run I lu run l lu-um / /«ra 95 (D / A / C). ruu -um / lum 220 (D / C).
Sillabario
23
rum / lum / lu-um 685 (D / B / A). rum / ru12-um 839 (D / A+B). rara / run -um / /wra 572 (D / A / B). ir Jir 685 (D /A + B ).
2.1.9. Nasali. Quanto alle nasali il sistema è regolare: ma, ma, me, mi, mu, im, um ; (ma è per /mac/ [VE 482] in sillaba chiusa, in accordo con le altre fonti); na, ne, ni, nu, an, en, in.61 Diversamente dalle altre fonti, co munque, l’uso di LUM per /num/ è di regola evitato (con l’eccezione di quattro esempi, ma solo nell’ultima tavoletta). 2.1.9.1. Documentazione. M /ma/
raa
/Ma/ /mac/ /mi/
ma ma me mi mi mi
/Mi/
/me/ /mu/
raw
/Mu/
ra«
/im/ /um/
wra
im
-39, *42, -64, *83, -84, -118, -145, -157, 161, + 169, *214, 223, *231, -236, 308, -312, -340, -393 (/mac/), *398, *403, *407, *469, *481, *482, 483, *493, *526, 532, *541, *626, *716, *760, *761?, -763, *792, *800, *827, *845. 392. *482. -84,128, *534, *677, -720,816, -817. -126, -303, *379, 616. 333. 473. -40, *63, -72, +97, -99, *'180, -213, -215, *237, *324, *332, -364, -417, *477, *490, -529, *581, *582, *627, *652, *676, -686, -711, *719, -721, -779,820. 380. -817. -25, -47, 83, 91, *108, -127, -143, -147, -149, *162, -165, *173, -217, *219, 220, -222 (det. fon.),*56
61 In generale cf. M. Krebemik, ZA 72 (1982), pp. 209-210; dello stesso, A fO 32 (1985), pp. 56, e 57, n. 14.
24
Parte prim a
226, 227 (det. fon.), *229, -236, 237, *254, -260, +287, 291, *294, *296, *298, *310, -311, 374, -393, 400, -417, -460, *481, *507, *511, -531, *559, -568, *591, *695, -717, -718, *729, *800, -822, 878. N
/na/
na
-75, -84, *89, +120, -166, *173,174, -176, *229, *231, *291, -309, *325, *464, *553, *571, *572, *575, *578, *607, *627, *728, -801, -811, -812, -813, -817, *828.
/ni/ /ne/ /nu/
ne ni «e nu
/Nu/
nu
-20, *574, *849. -250,511. -165,246?, 420, -421. 68, -71, *89, -125, 139, -143, *184, *219, -233, *294, -312, *379, 395, *403, *472, *487, 494, *496, *499,542,570, *799, -810, *831. 107,117, *296,593.
/an/ /(h)en/ /(c)in/
un en in
-812. 68. -498.
2.1.9.2. Varianti
me 1mi mi / me mi / mu-u «e / ni N I/N E nu /num
num ! nu num ìnu-um nu-um / niim
+128. 473 (D / A+B). 616 (D /A ). 420 (D /A+B+ab). 511,807 (D /A + B ). +68, 117, +139, 184 (D / C / A +B nu-um), 403 (D + A / B+C), 494, 496 (D / B; A: nu-um), 499 (D / B+q; A: nu-um), 542 (D / B), 570 ( B / D), 593 (D / b). 762 (D /B + C ). 731 (D + B /A ), 825 (D + C /A ). 296 (D + A /C ).
Sillabano
25
2.2. Segni trìlitterì.
La fonte D fa un uso frequente dei segni CVC; più diffuso delle al tre fonti, ma non esclusivo. Particolare è l’uso del segno TAR con valore has (una volta, VE 480, contro ha-isu della fonte A e ha-às della fonte C), del segno KES con valore hir (una volta, VE 465; le altre fonti omet tono la glossa), e l’uso di mar per /mas/ etimologico.62 Inoltre gim per /kim/ (VE 566a) e forse anche tin (VE 573) per /tin/. Particolare, e più diffuso, è l’uso esclusivo del segno rum. Diversamente dalle altre fonti D non impiega il segno dab, che sostituisce con dab6, di cui fa un uso quasi esclusivo. Attesta poi tutti i valori noti del segno LUM: gum, num , hum (ma assi moderatamente, non segnalando spesso la mimazione) e lum, di cui fa invece un uso assai grande, sia per /lum/ che per /rum/, non ostante sia la sola fonte del VE che utilizza anche il segno rum. L’uso di hum per /hum/ è attestato solamente da VE 223 ma-za-hum /masàhum/ (anche fonte C). La preferenza per segni trilitteri, unitamente a motivazioni eti mologiche, è indizio di lettura lunga anche per segni quali dab6, zamx, hai, piuttosto che breve (da5, zax, hax). zamx è attestato una sola volta (VE 404), in corrispondenza di m etimologico, con evidente intenzione (v. sotto, § 4.2.1). dab6 ha una lettura breve, ma anche una lettura lunga è possibile,63*ed è quella attestata dalla fonte D, dove dab6 è variante grafica di dab attestato dalle altre fonti; la scelta del segno dab6 non è certo motivata dal valore breve anche in VE 870 (dab6-bà, contro dabù(-um) delle altre fonti, per /dabbu(m)/). Quanto a hai, attestato in VE 252 (hal-da-bù per /haltappu(m)/), in presenza di M etimologica, of fre piuttosto una grafia più precisa, mentre la variante breve (ha-da-bù) attesta l’omissione (grafica) di fìf (v. § 4.1.3). Alla stessa maniera l’uso del segno EN: il valore Jex è noto alla fonte D ma, in VE 68 en-nu per /hennu(m)/ rimanda verosimilmente al valore lungo, en,M non sicuro al trove nel VE, ma presente nei testi amministrativi.65
62 Cf. M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 218. 63 V. J. Krecher, LdE, p. 148; v. anche, per il paleoaccadico, P. Steinkeller, The Value dab6 in O ldAkkadian, RA 78 (1984), p. 85. 64 .
Dubitativamente M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 186.
65 M. Krebemik, PE, p. 19.
26
Parte prim a
2.2.1. Documentazione. /bar/ /par/
mi /pir/ /pir/ /dab/ /tap/
bar bar MI bir5 bil
*747. -545, -822. -529. -536. +150.
dab ^ dab6 dam dar dar dal dal tin' tum tum
/Dum/
870. 70, *403. *611. *684. *805. -74. *186, -586, * -573. *271, -303, -38, 61, -64 +142, *146, -234, *242, -330?, *331, *464, -465, *521, *534, *578, -594, * *716, *747,: tum +151, *253, tum 334,410.
/kab/ /kak/ /kal/ /gar/ /kar/ /qarI /qal/ /kim/ /kur/ /qur/
kab kak gal gàr gàr gàr gàr gim gul gur
/rum/
rum -520, -544,5' rum 685.
Itami /dar/
Itavi Itasi Itati ItinI /dum/ /tum/
/turni
ILum/
-791. -791. *322, -330?. -67,256. *359,570. *214, +419. *106. -566a. 495. *477.
Sillabano
21
/mah/ /mar/ /mas/ /maS/ /mas/
mah mar mar mas mas
/Sar/ /dar/ /Sum/ /tum/ /sar/ /zam/
sar
-766. ^ ( N E ) 66 -257, *514,684. sum *473. sum 502. zàr *397. zamx 404.
/hap/ /hai/ /haS/ /hir/ /hur/ /Hur/
hàb (GIGIR)67-458. hai *252. has 480. hir -465. hur 839. hur 274.
/lum/
lum *160, *164, *182, +231, -409, 418, *461, *528, 537,
/rum/
lum
/Lum/ /num/ /Num/ /gum/ /kum/ /qum/ /hum/
lum num nùm gum gum gum hum
-811, -814 (logogr. ?). -285, -302, *480, *550,602, -836. 494. -125. + 140.
-573, *580, *590, *625, 651, 660, *673, -781, -801, *845, *865. -118, -157, 175, *186, 212, -222, -263, -269, -302, *348, -402, *415, *495, -509, -530, *609, 612, *629, -645, *652,657,679, -720, -776. +107, *408,848,853. *731, -782, *824, *825. 762. 647. *98, -826, *828,851, *864. 602, *628,735. *223, *592.
66
Sulla lettura & rxdi NE v. M. Krebemik, Ein Lautwert s a r x des Zeichens NE in Ebla?, ZA 74 (1984), pp. 168-169; M. Civil, NE = Sarx, N A B U 1988/42. 67 Sullo scambio ad Ebla tra i segni GIGIR (LAGABxBAD) e PÙ (LA G A BxU ) v. A. A r chi, VO 6 (1986), p. 244; in precedenza M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 189 aveva proposto per GIGIR un valore habx; v. anche dello stesso PE, dove GIGIR = habx è distinto da PÙ = hàb.
28
Parte prim a
2.2.2. Varianti. ar-ra / a-ra às / a-zu bar / bir5 dab6/ da-b dab6/ dab en I *à-na gàrlga-rì gàr/ga-l gullgui-t) hai / ha has fha-isn/-à$ hur / hu-run hur-ri / hu-rì (b / ì-b i
mar / ma-la mar / ma-za sarx / sar fsa-la du-mu / ì-ba / ù -n / wr
873. 474 (D /A + B ). 747 (D + B + C /A ). 870. 70 (D / C), 403 (D+B / A+C). + 68. 570 (B /D ). 256. 495 (D / C+A2) . 252 (D + C + i/A ). 480 (D / A / C). 839 (D /A + B ). 274. 651 (D /A 2). 602 (D /A + B ). 494. 684 (D / B / A). 652 (D + C /A + B ). 253 (D /b ). 403. 548 (D + c/A ).
3. Vocalismo. 3.1. La vocale e. Che ad Ebla fosse attestato il passaggio di a in e, influenzato da c!h con le stesse modalità del paleoaccadico, è ipotesi vecchia quanto gli studi eblaiti.68 Col tempo però è stata ridimensionata, e messa in dubbio. In particolare per quanto riguarda f l’attestazione fondamentale, ib-du-ND, è caduta, poiché la variante ib-dur-,69 e la
68
P. Fronzaroli, Interferenza, pp. 37 e 42; I. J. Gelb, Thoughts about Ibla: A Preliminare
Evaluation. March 1977, SM S 1/1 (1977), p. 18; dello stesso LdE, pp. 19-20 e 50, e The Language o f Ebla in thè Light o f thè Sources from Ebla, Mari, and Babylonia, Ebla 1975-1985, p. 61; R. I. Caplice, Eblaite and Akkadian, LdE, p. 162. 69 V. A. Archi, VO 6 (1986), p. 247.
Sillabario
29
forma a prefisso femminile dab6-du-,70 indicano che un’interpretazione come forma verbale è preferibile a /cebdu/, "schiavo".71 In altri casi, come en-na-ND, la ricostruzione /henna/72 rimane una possibilità, ac canto a /hinna/,73 dipendente dal fatto che sia altrimenti provato il pas saggio condizionato di a in e. Resta il caso di ib-te-, per il quale una de rivazione da *pth è più che una possibilità. Il vocalismo ricostruibile dal sillabario della fonte D è quello semi tico comune. Il sistema grafico cuneiforme non permette, a questo li vello, di distinguere con evidenza la vocale e\ si tratterebbe in ogni caso non di un fonema, ma di un allofono posizionale di a74. Indizi di attesta zione di una vocale e, derivata da mutazione condizionata di a, vi sono però nell’uso del segno te. Il segno, aU’interno del VE, è attestato solo dalla fonte D, due volte, oltre una volta negli estratti. Il primo caso è VE 790 te-rì-is-du, /tehristu(m)/ dove la grafia specifica con te in D, e la grafia ambigua della fonte B ( e con c sia attestato a Ebla. 71
Proposto a suo tempo da G. Pettinato, Testi cuneiformi del 3. millennio in paleo-cananeo
rinvenuti nella campagna 1974 a Teli Mardikh = Ebla, Or 44 (1975), p. 370, e in genere successiva mente ripreso. Cf. M. Krebemik, PE, p. 37. 72 Già G. Pettinato, Or 44 (1975), p. 370; I. J. Gelb, SM S 1/1 (1977), p. 18; E. Lipinski, LdE, p. 204; H.-P. Miiller, Religionsgeschichtliche Beobachtungm zu dm Textm von Ebla, ZD PV 96 (1980), p. 3, n. 7. 73
Cf. M. Krebemik, PE, pp. 83-84; per il paleoaccadico, A. Westenholz, Personal Nantes in Ebla and in Pre-Sargonic Babylonia, A R E S 1, p. 110. 74 Cf. I. M. Diakonoff, SLE, p. 7. 75
Un compromesso per rendere /ter/, v. M. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 228.
30
Parte prim a
Anche neironomastica l’uso di te (di rara attestazione) non è una va riante grafica immotivata di ri, ma un sillabogramma più preciso per /te/;7* in connessione a ri in sillaba chiusa è riconoscibile in ib-te-, /yipteh/.7677 Analizzando di conseguenza le altre glosse della fonte D possiamo identificare altri possibili casi di questa alterazione condizionata di a. 3.1.1. Presenza di cfh nella radice. Il primo motivo di mutazione di a in e (o di resa grafica di tale alterazione) è la presenza di ri in sillaba chiusa. Diversamente dal paleoaccadico vi sono indizi di una tale alte razione anche per sillabe chiuse da ri. Per c invece non vi sono, almeno nella fonte D, indizi analoghi.78 In sillaba aperta, con c, a si mantiene: VE 129 / VE 507 wa-za-ù(um), /wasàcu(m)/; VE 419 gàr-a-tum, /qarcatum/; VE 661 a-zi-zu, /caslsu(m)/; VE 678 sa-a-tum, /saycatum/; VE 716 ì-ti-ma-a-tum, /Didmacàtum/; VE 782 a-i-num, /calìnum/. Anche con ri, in sillaba aperta, a si mantiene: VE 64 ti-Jà-ma-tumy /tilhamatum/; VE 73 sa-Jà-bù, /sahàbu(m)/; VE 106 gàr-Jà-tum, /qalhatum/; VE 128 Jà-me-zu, /hamisu(m)/; VE 143 sa-a-nu-um, /sahànum/; VE 217 za-Jà-gu-um, /sahàkum/; VE 228 a-su-bù, /hadùpu(m)/; VE 517 ra-°à-tam x, /ràhatum/; VE 537 a-ba-lum, /habàlum/; VE 550 mar-a-za, /marhasà(n)/; VE 559 za-^à-um, /sahàyum/; VE 580 ra-Jax(NÌ)-lum, /rahàlum/; VE 590 Jà-a-lum, /halàlum/; VE 616 a-a-ù mi, /hawà3u mi/; VE 625 Jà-ba-lum, /hapàlum/; VE 779 >à-da-mu, /hadàmu(m)/; VE 845 ma-Jà-lum, /mahhàlum/. In sillaba chiusa c iniziale non altera mai la vocale a: VE 285 Tmara'-tum, /marcaytum/; VE 417 a-za-mu-um, /casmum/; VE 805 aS-dar, /cattar/.
76 Già, non limitato all’onomastica, M. Bonechi, Sulle attestazioni arcaiche delprefisso di co niugazione ti, MisEb 1, pp. 151-154. 77
Oltre Bonechi, loc. cit., con bibliografia v. H.-P. Miiller, Eblaitische Konjugation in
Personennamen undKontexten, Ebla 1975-1985, pp. 110-111, n. 55; M. Krebemik, PE, p. 36. 78
Anche a Mari presargonica c non sembra alterare a, v. D. Charpin, Tablettes présargoniques de Mari, M A R I 5 (1987), p. 90.
Sillabano
31
Diversamente h iniziale, in sillaba chiusa, può alterare il timbro della vocale: VE 68 en-nu, /hennu(m)/; la grafia, en-nu, come nell’ono mastica, potrebbe anche permettere /hinnu(m)/; a favore di /hennu(m)/ vi è Tace, en-num, /33ennum/, e la rimanente documentazione; VE 253 ì-ba-tum, /hebtum/; VE 525 ib-zu, /hebsu(m)/; V E 651 ib-lum, /heblum/. Non sempre comunque è attestato in grafia il passaggio a ad e, in pre senza di h iniziale e in sillaba chiusa: VE 216 3à-za-zu, /hazzàzu(m)/; VE 337 3à-da-m12, /hadru(m)/; VE 803 Jà-u9, /hayyu(m)/. Casi come VE 615 m 12- 3a x(NI)-su -du, non sono sicuri, dato che gli usi scribali, e la polifonia di NI permettono sia /ruhsatu(m)/ (non significativo) sia /ruhàstu(m)/ e, con lettura m n -ì-sa-du, /ruhéstu(m)/. In fine di sillaba chiusa c non altera mai a: VE 124 sa-b[ù]-tum, /sacbuttum/; VE 166 na-sa-du, /nazàctu(m)/; VE 197 ba- a'-ri'-tum , /pacritum/; VE 482 mà-ma-du, /macmadu(m)/. In fine di sillaba chiusa h invece può non alterare ai VE 47 sa-labù-um, /salahpuyum/; VE 72 da-su-mu, /tahdumu(m)/; VE 394 rì-gatum, /riqàhtum/; VE 521 gu-a-tum, /kuwàhtum/. Vi sono però casi in cui h sembra aver provocato un’evoluzione di a in e: VE 324 rt-3ex-Tm u1f /rehmu(m)/, dove la vocalizzazione dell’eblaita (attestata anche dalle fonti A e B, rì-mu-um) corrisponde al sem. *rahm-; così VE 552 rì-zu, /rehsu(m)/, dove la vocalizzazione della fonte D (confermata da A, rì-ìzu-urrì) dipende dall’identificazione del tema la23- in accordo con la va riante della fonte C (ra-a-zu-um, /rahsum/); analogamente VE 776 siJgx(ENyium , y^ehrum/, (sem. *sahar~); più evidente il già citato VE 790 /tehristu(m)/ a causa della grafia confusa della fonte B (da-ir-is-du-um). Casi dubbi infine: VE 498 in-gu, /cinqu(m)/ dove, come in VE 750 ì-silu, /cisru/, la vocalizzazione è piuttosto lessicale. Il trattamento diverso di a se con c o con h ha esempi anche nei te sti amministrativi. Nell’onomastica79 si veda il NP già citato ib-te-, /yipteh-/ (e < a con h, in sillaba chiusa), ma i-da-, /yiwdac-/,80 is-mà-,
70Cf. E. Lipinski, L e dieu Damu dans l ’onomastique d ’E/bla, Ebla 1975-1985, pp. 96-97. 80
Cf. I. J. Gelb, LdE, p. 33; A. Catagnoti, / nom i di parentela nell’onomastica di Ebla,
MisEb 1, p. 266, con bibliografia; inoltre H. Limet, AJRES 1, p. 39; M. Krebemik, PE, p. 41, infine considera anche la possibilità di una diversa etimologia (vt^).
32
Parte prim a
/yismac-/, i$-ba- /yisbac-/, (a con f si mantiene).81 Né d’altra parte deve stupire più di tanto, dato che c e h appaiono sempre graficamente di stinti, e non vi sono indizi di confusione. 3.2.1 segni ME e NE. Diversamente da te, per me e ne non vi è evidenza per pensare che non si tratti di semplici varianti grafiche di mi e ni. Non si trovano mai, almeno nelle glosse spiegate della fonte D, in connessione co n h. Una tendenza alla resa grafica d ie è tuttavia, in al cuni casi, sospettabile. Quanto a ne, due volte è in prestiti dal sumerico (VE 165 e 421), e una lettura in e è verosimile: nelle indicazioni della pronuncia di termini sumerici degli EV ne è usato difatti di regola per NI; per VE 246 ne-rbP-zu-ù una ricostruzione /nepsu(m)/ attribuirebbe inoltre alla fonte D lo stesso tema attestato da A e C (/napsu(m)/). 3.3. Mutazione di i in u davanti enfatica. U n’altra alterazione voca lica di tipo paleoaccadico attestata dalla fonte D potrebbe essere infine la vocalizzazione di VE 40 [h]u-da-mu, /hutàmu(m)/, che, se confron tata col sem. *hitàm-, è indizio di passaggio i > u davanti enfatica. Se confermata, questa alterazione potrebbe giustificare la vocalizzazione di VE 562 hu-zi-tum, /gusittum/, ( e in sillaba chiusa, con h in posizione finale; per la glossa della fonte C /rahsum/, stesso tema (la23-), con passaggio di a non espresso. Più comples so il caso delle glosse di V E 551 te-ra-za (D) / da-la-za (A; B): la ricostruzione /tirhasay/438è graficamente difficile; non 436
P erii significato parallelo ebraico-accadico v. W. G. Lambert, TwoAkkadian Cognates,
JJS 5 (1954), pp. 40-41; per le attestazioni W. Leslau, CDG, p. 477. 437 Cf. M. Krebemik, PE, pp. 6 (che però interpreta /rà^izu/), e 49; ma y non si adatta alla grafia (/, v. M. Krebemik, AJO 32 [1985], p. 57), né è obbligato dall’etimologia. 438 M. Krebemik, Z A 73 (1983), p. 20; H.-P. Mùller, Ebla 1975-1985, p. 118, e WGE, p. 281. Per una diversa interpretazione (seconda persona) K. Hecker, BaE, p. 209 e, dubitativamente, J.
Glossario
157
vi è traccia della consonante mediana. L’uso del segno te è attestato nei testi amministrativi, ed un’altra volta nel VE, per /teh/;439 nel caso in questione /tehràsà(n)/ è una ricostruzione che, ammettendo la metatesi, è più adeguata alla grafia, e rende ragione dell’impiego di te (v. parte prima, § 3.1). Formalmente VE 550 e 551 attestano una forma duale.440 - Var.: VE 551 à - e - d a h = m ar-^aJN iyza (A); mar-aza (Bai; e ) . 441 551
à-e-dah te-ra-za /tehràsà(n)/, la variante /tahràsà(n)/ (formazioni nominali a t- prefisso);442 la vocalizzazione della fonte D sembra da attribuire ad alterazione di a in e; si veda la voce prece dente. - Var.: VE 550 à - e - g i 4- g i 4 = da-la-za (A; Bai).
552
a-dah rì-zu. /rehsu(m)/, "aiuto"; la fonte D concorda con la fonte A; la vocalizzazione è da attribuire a presenza di h in sillaba chiusa; la variante della fonte C dovrebbe attestare lo stesso tema la23- (/rahsum/), v. sopra, VE 550, e parte prima, § 3.1.1, ma anche /rahàsum/ è una possibilità.443 - Var.: rì-ì-zu-um (A); ra-a-zu-um (Cx).
Krecher, Bali, p. 146. Per il sumerogramma (dove e sarebbe il prefisso del verbo) v. M. Civil, BaE, p. 82, e J. Krecher, Bali, p. 147. 439 VE 790 /tehnStu(m)/, dove e è motivato dalla presenza di h, e EV 0274 (= VE 80, non glossato). 440 Cf. P. Fronzaroli, M AARAV 5-6 (1990) (= Studies S. Segai), p. 113, e n. 7, che rico struisce la forma del duale nominativo come *àn\ v. anche M. Krebemik, SEb 7 (1984), p. 209, che però ricostruisce la forma del duale nominativo diversamente [*-«y(n)]. Di diversa opinione (*S segnale dello "stato determinato") B. Kienast.EWo 1975-1985, p. 44. 441 Nella fonte D le glosse delle voci 550 e 551 sono invertite, per errore, v. G. Pettinato, MEE 4, p. 66. 442 M. Krebemik, SEb 7 (1984), p. 209; H.-P. Miiller, WGE, p. 281. 443 Cf. M. Krebemik, ZA 73 (1983), p. 20. Diversamente J. Krecher, BaE, p. 152. Recente mente H.-P. Muller, WGE, p. 282.
158
Parte seconda
553
à-du7 na-ga-[bù-um] /nakàpum/, "cozzare, battere con le corna".444 - Var.: na-ga-bù-um (A); na-ga-bù (Bai); [na-ga]-bù-[um] (C*).
557
rà n- h u m ga-ba-[zu?] /kapàsu(m)/, "piegare (le braccia)", cf. acc. kapàsu, "piegare"; le varianti /kapàsi yiday(n)/, /kipsu/, "il piegare le braccia",445 sem. *qps (H AL, p. 1044). k iniziale in eblaita è motivata dalla legge di Geers. - Var.: ga-ba-zu (b); ga-ba-zi i-da-U (a); gi-ba-zu. SU (o).
559
[à-aj-^ag1 za-3à-um /sahàyum/, cf. sem. *shy, "spazzar via".446 - Cf.: za-Jà-um (BaJ; d; o).
560
à - g fr - Var.: a-ga-LUM (d; g).
561
à-gir-aka ma-ga-ga-LXJM - Var.: ma-ga-um (d); ma-ga(-)AKA (g).
562
à - d i m4 hu-zi-tum /gusittum/, /gusibtum/, "forza", cf. ar. gasaba, "fare forza", gasb, "forza". Il tema attestato è Ii2i3-t-, con passaggio di i a u davanti enfatica, piuttosto che Iu2i3-t- (v., parte prima, § 3.3). - Var.: hu-zi-ba-tum (d; g).
ma-fl-L[UM?]
M. Krebemik, ZA 73 (1983), p. 21; B. Kienast, BaE, p. 252. 445 M. Krebemik, ZA T i (1983), p. 21; per il duale genitivo P. Fronzaroli, M A A R A V 5-6 (1990) (= Studies S. Segert), p. 115, e n. 13; inoltre K. Hecker, BaE, p. 213; F. M. Fales, SLE, p. 180. Per la lettura del sumerogramma delPestratto o v. M. Krebemik, ZA T l (1982), p. 231. 446 Per le attestazioni, dall’ebr. all’etiopico, H AL, p. 707; W. Leslau, Contrìbutions, p. 36; dello stesso, CDG, p. 495.
159
Glossario
566a
à -k u5 [is]-gim-[t]um Pitkimtum/, "spalla", sem. *tkm, "spalla".447 Questa voce deriva dalla lettura di una parte della tavoletta M EE 4.40 (v. VI:6-7) non accessibile in MEE 4.44849La voce era stata anticipata dalla fonte D (VE 542) che qui ripete il sumerogramma, con glossa diversa, ma semanticamente vicina. V. VE 542. - Var.: isn-gi-du-nùm (B).
566b
rà 7 rd a M
]
ra-g[a7]-umm
Sezione DA
568
da-kesda ra-sa-um /rasàyum/, cf. ar. rasa, "fissare; esser all’ancora, legare al l’ancora", soq. rìSi, "essere fissato", ge. yarsaya, "gettar l’ancora" (CDG, p.475).
569
da
447 448
sa-ha-tum /sahàtum/, acc. Sahdtu, "fianco".450 - Var.: is-ha-tum (B).
P. Fronzaroli, Fs Lesimi (in corso di pubblicazione), § 2.2 (10). Citata da P. Fronzaroli, loc. e h che riporta anche ti-gi-du-nu-um (A), con lettura da
collazionare. 449 L’attestazione in una casella precedente del sumerogramma à - k u 5 assicura che VE 566a e V E 566b sono due voci diverse (consecutive) del VE, come già ipotizzato in precedenza dallo scrivente, MisEb 2, p. 65, n. 19. Per la trascrizione della glossa v. anche M. Krebemik, Z A 72 (1982), p. 232 {ra-'Sa'um). 450 M. Krebemik, ZA T i (1983), p. 21; A. Archi, A oF 13 (1986), p. 199. Per la lettura della glossa della fonte D, dopo G. Pettinato, MEE 4, p. 66, ad v. VII:2, v. M. Krebemik, Z A 72 (1982), P- 232.
160
Parte seconda
570
1u g u d - d a gàr-a-'nu' /kaiyànu(m)/, cf. acc. karù, "esser corto",451 sir. k m , "esser corto", soq. kiri, "esser corto".452 - Var.: ga-rì-nùm (B).
Sezione BALAG
571
balag-[di] n a - tW lu 1 /nàtilu(m)/, "cantore di lamentazioni", sem. *ntl, "sollevare (la voce)".453Cf. VE 145. - Var.: na-ti-lu-um, (A).
572
b a 1a g gi-na-rum /kinnàrum/, "lira", acc. (Mari) kinnàru.454 Si tratta di un nome di strumento musicale di diffusione occidentale.455 - Var.: gi-na-ru12-u.m (A); gi-na-lum (B).
Sezione SA
573
s à - 1ù r tìn-sì-lurrì456 /tinsilum/, "grembo materno", cf. ar. nasata, "generare", tanàsul, "procreazione", tanàsulìyat, "grembo materno".
M. Krebemik, ZA 73 (1983), p. 21; H.-P. Miiller, WGE, p. 287, n. 67. 452
Per l’identificazione della terza radicale v. MAD 3, p. 149; la derivazione da *krh, "esser
sdegnato" (proposta da AHw, p. 452), è stata a ragione giudicata non sostenibile da W. Leslau, CDG, p. 291. V. piuttosto, dello stesso Leslau, JAOS 84 (1964), p. 117. 453
Cf. P. Fronzaroli, MisEb 1, p. 12 per l’etimologia, la trascrizione della glossa, e l’attesta zione nel testo del culto dei re defunti. 454
P. Fronzaroli, SEb 3 (1980), p. 37, n. 6, e SLE, p. 141; M. Krebemik, ZA 73 (1983), p.
21. 455 Cf. W. Leslau, JAOS 89 (1969), p. 18. 456
Il segno iniziale, gt/4 per l’editore, non è certamente gu4, cf. M. Krebemik, ZA 72
(1982), p. 232; tìn (su rasura?) è una possibilità adeguata alle tracce, ed al sumerogramma.
Glossario
161
574
sà-dab-dab du-Sa-ne-u4 /tudannìyu(m)/, "collera", cf. acc. zenù, "essere in collera".457 La terza radicale si deduce dall’ebr. zana, "adirarsi".458 Il tema, tula22i3-, è noto in eblaita;459 le altre fonti attestano varianti morfologiche (/tudtanna/iyum/). La stessa radice è attestata, alla forma 0/1, dalla glossa seguente. - Var.: du-us-da-na-um (A); du-uS-da-ne-um (B).
575
sà -d ab Sa-na-u4 /danàyu(m)/, "essere in collera"; cf. la voce precedente. - Var.: sè-na-um (A; B).
457 Già G. Pettinato, LdE, p. 255, n. 46; foneticamente insostenibile è però l’ulteriore acco stamento a "odiare" (in seguito variamente ripreso, v. G. R. Castellino, BaE, p. 367; K. Hecker, BaE, p. 209; H.-P. Miiller, BaE, p. 193; di quest’ultimo v. anche, più prudente, WGE, p. 283), cf. M. Krebemik, ZA 73 (1983), pp. 21-22; B. Kienast, BaE, p. 250. Per la lettura della glossa della fonte D v. Krebemik, ZA 72 (1982), p. 232. 458 Cf. G. R. Driver, TTL 26 (1950), p. 348. 459 Cf. M. Krebemik, SEb 7 (1984), p. 208.
162
Parte seconda
Testo MEE 4.47-48460
577
rsàM K U R .K I] ì-ra-sa-du /:>irsatu(m)/, "desiderio"; il confronto con l’acc. cristo, "desiderio", sem. *Jrs, "desiderare" (DRS, p. 34), è una pos sibilità adeguata, per la sibilante, al sistema della fonte D, che ripeterebbe qui la glossa attribuita in precedenza (con grafia regolare) a a l 6- d u u - g a (VE 234). Per il sumerogramma cf., nelle fonti bilingui mesopotamiche, s à K U R -K U (-da) = acc. nizmat libbi, "desiderio del cuore".461
578
sà-gxd-gid bUna-tum /binatum/, "discernimento", sem. *byn, "essere evidente; es ser separato; conoscere" (DRS, p. 62; CDG, p. 115). - Cf.: bi-na-tum (A; B).
579
s à - a - u s x(LAK672) sa-a-tum » /say(a)tum/, cf. ar. sawt, "luogo di raccolta delle acque", asa 3syt, "cisterna di acqua piovana", ebr. sót, "piena", ge. .voto, A fjn
TM.75.G.1825+3131; M EE 4, pp. 69-73, e taw . XXI-XXII (MEE 4.48 è edito solo in trascrizione). Appartengono inoltre a questa tavoletta M EE 4.53 (TM.75.G.20093), fonte AP, v. sotto, a proposito di VE 695, e M EE 4.60 (TM.G.75.5661), fonte AW, v. sotto, a proposito di VE 880. Oltre SL, 384,167, v. CAD N/2, p. 304; W. H. Ph. Ròmer, SKIZ, p. 68, n. 278. Per una di versa possibilità v. K. Butz, BaE, p. 130, n. 163, che divide la glossa in due, e identifica nel secondo elemento Paca Sadtl; k u r ^ è i n effetti attestato nei testi economici di Ebla, dove designa qualcosa come la steppa non coltivata (cf. P. Fronzaroli, SEb 3 [1980], p. 48; recentemente, con biblio grafia, G. Steiner, Die Bezeichnungen fu r d a i Begriff "Land' in dai Texten aus Ebla, WGE, p. 338); ciò non ostante, anche se l’etimologia è una possibilità adeguata, per la resa della sibilante, al si stema della fonte D, vi è la difficoltà della mancata resa grafica della terza debole. Non spiegato resta il primo elemento; la lettura sarx per NI, proposta da Butz, non risulta provata; e che fare poi dell’elemento /a/, e del sumerogramma nel suo insieme?
Glossario
163
"versare".462 La lettura di LAK 672 data dal "Sillabario di Ebla", n. 61 (ù-surn), è adeguata all’interpretazione della glossa, cf. VE 612. - Var.: si-a-tum (A; B). 580
sà-dar ra-Ja x(NI)-/um /rahàlum/, ar. rahala, "colpire dall’alto in basso, con la spada o altro"; per il sumerogramma cf. 1u s à - d a r = [sia lib]ba hepù (.MSL 12, p. 185:49 [OB Lu]). - Var.: la-Jax(NT)-lu-um (A); /a-Ja x(NT)-/um (B).
581
sà-zu mu-li-du /mullittu(m)/, "levatrice", sem. *wld, "partorire".463 - Var.: mu-li-tum (A; B).
582
s à - g i6 ti-^à-mu /dihàmu(m)/, "intestino (scuro)", sem. *dhm, "essere scuro".464 Cf. VE 51 n ì - g i 6 = ir-ru12, "parte dell’intestino"; nei testi v. A R E T 5.1 r. 11:2 ti-^à-ma-tim "scuro" (aggettivo).465 - Cf.: ti-^à-mu (A).
583
sà-èlD gi-ba-du /kippatu(m)/, "manico di un vaso", acc. kippatu.466 - Var.: gi-ba-tum (A; B); gi-ba-du (Cf).
462 W. W. Miiller, Die Wurzeln Mediac und Tertiae Y/W, p. 64; W. Leslau, CDG, p. 521. 463 Per l’etimologia, e l’identificazione del tema come participio 0/2, di formazione debole, v. P. Fronzaroli, SEb 7 (1984), p. 174; dello stesso SLE, p. 146; M. Krebemik, ZA 73 (1983), p. 23. A fJ L P. Fronzaroli, SLE, p. 151, e SEb 7 (1984), p. 183. Diversamente, ma dubitativamente, M. Krebemik, ZA 73 (1983), p. 43, ricostruisce /tihàmu(m)/, nell’ambito delle attestazioni del nome del mare (VE 1343). A favore dell’interpretazione di M. Krebemik cf. g à - z i - g a = a - z i ga = naSÙSa mìlim, "il montare, il flusso dell’inondazione" (MSL 16, p. 146:147-149), e a - g i 6 = egà, "inondazione, flusso". 465 P. Fronzaroli, VO 7 (1988), p. 14. 466 Il sumerogramma difatti è attestato come caratteristica di un vaso in DP 75, v. A. Alberti, A Note on D P 75, A fO 29/30 (1983-1984), p. 17.
164
Parte seconda
584
da-du-du sà-ki-àg /dawdu(m)/, /dùdu(m)/, "amato"; sem. *wdd/*dwd. La glossa della fonte D indica verosimilmente oscillazione (da- o du-) della sillaba iniziale, con un procedimento noto altrove nel VE.467 - Var.: du-du (A); [du-d]u (B).
585
s à - t a r - k i 468
586
dal-da-li-bù sà-tar-sur /taltar(r)ibu(m)/, (/tastar(r)ibu(m)/); la suddivisione della glossa in dal-da li-bu, anche se suggerita dalla grafia (la glossa è apparentemente scritta in due caselle distinte), permette forse di spiegare469 il secondo elemento confron tandolo con /qirbu(m)/, dedotto dall’EV, ma non dà una spiegazione soddisfacente per l’intera glossa, e l’insieme delle attestazioni. Una diversa etimologia può dedursi da una diversa interpretazione dell’EV come /girpu(m)/, sem. *grp, "scorrer via (torrente)",470471in accordo con la corri spondenza s u r = natàku, "gocciolare" (> "piovere"), con siderando la glossa della fonte D una formazione nominale a prefisso ta e infisso tam da *srb, "gocciolare, piovere" (acc. sarbu, "rovescio di pioggia", ar. sarìba, "gocciolare", masrab,
ig-la-um
467
Come suggerisce, dubitativamente, M. Krebemik, ZA 73 (1983), p. 22, testo e nota 75, in alternativa a /tadQdu(m)/; all’esempio citato (VE 286), è da aggiungere VE 53 e VE 127 (doppia possibilità indicata anche dalla fonte D). Lo stesso Krebemik non riprende però il sugge rimento in SEb 7 (1984), p. 207, dove considera la glossa forma a prefisso ta-; cosi anche B. Kienast, BaE, p. 241. La connessione della glossa con k i - à g , "amare" era già stata segnalata da Archi, SEb 2 (1980), p. 87. V. inoltre S à - k i - à g = ràmu, "amore",M S L 1, p. 100:9. D possibile si gnificato "cuore che ama" del sumerico S à - k i - à g (v. J. Klein, Sulgf, p. 147) si potrebbe adattare a /tawdudu(m)/, AadOdu(m)/, spiegato come nom ai agentis. 448 P er una possibile attestazione nei testi amministrativi v. forse k i - S à - t a r in A R E T 1.10 (23), cf. A. Catagnoti, / NE.DI nei testi amministrativi degli archivi di Ebla, MisEb 2, pp. 173 e 181. 469 M. Krebemik, ZA 73 (1983), p. 22. 470 Per le attestazioni, dall’ebr. gàrap all’am.
àrràfa, "scorrere, allagare", gWàrf, "torrente",
v. W. Leslau, Cognates, p. 43; U AL, p. 196. 471
Analoga, per esempio, a dal-da-i-bù, /taStah(h)ibu(m)/, VE 74; in generale v. B. Kienast, BaE, pp. 228-29 e M. Krebemik, SEb 7 (1984), pp. 193-194.
Glossario
165
"letto di un ruscello”, ge. saraba, "mondare", 3asràb, "torrente, rovescio di pioggia").472 Per la glossa delle fonti A e B cf., di conseguenza, ug. qr, mqrt, ebr. màqór, "sorgente" (*qwr, "scavare un pozzo", "far sgorgare acqua"), /qiwrum/, "sorgente". - Var.: gi-lu-um (A; Bai); kir-bux(Nl) (b). 589
[s à -NE.DU] rhaJ-zù -V ar.: za-Ta7l-hu-um (A); za-a-hu-um (B); za-bù-um ^Qal+am^
590
sà -h u 1 3à-a-lum /halàlum/, "essere afflitto"; il significato del sumerogramma (= acc. lumun libbi, "afflizione, collera"), e della variante dell’EV f, /sacàrum/, "essere afflitto", sem. *scr (CDG, p. 544)?473 sono in accordo con il significato dell’attestazione dell’ebr. Miai, nel Salmo 109:22, "essere addolorato (cuore)",474475cui attribuiscono un’etimologia adeguata. - Var.: 3à-la-lum (A; B; Cam); za-a-rum (f).
591
sà-hul-gig ba-rt-um da-du /barihum/ /dawdu(m)/; la derivazione della prima parte delle glossa dal sem. *brh475 è confermata da VE 718 h u l = ba-ri-um. L’identificazione del secondo elemento col sem. *dwd, "amore”, attestato in VE 584, identifica però un insieme "cattivo, quanto all’amore",476 non facile; grammati calmente un accusativo di relazione? - Var.: ba-rì-ù da-du (A; B); ba-ri-um da-du (Cam). 472
Per le attestazioni W. Leslau, CDG, p. 511; per l’inserimento dell’accadico in questo
contesto, P. Fronzaroli, Studi 7, p. 639. 473 Per un diverso confronto, acc. zèru, "odiare" v. J. Krecher, BaE, p. 162; H.-P. Miiller, Ebla und das althebràische Verbalsystem, Bibl 65 (1984), p. 160. 474 Cf. M. Z. Kaddary, hll = ’B o r e ’Pierce’?, V T13 (1963), pp. 486-489, che considera que sta attestazione variante di hwl. 475
Già A. Archi, SEb 2 (1980), p. 87; F. M. Fales, SLE, p. 180. Per il sumerogramma v. J. Krecher, BaE, p. 162. 476 Fales, toc. cit
1 I i
iI
166
Parte seconda
592
s à - k a 1a g dal-da-bt-hum /taltab(b)ihum/, (/tastab(b)ihum/), ebr./aram. *sbh, "lodare";477 l’aram. *Sbh, "crescere in valore", seppur di più rara attestazione,478 sarebbe un confronto forse più ade guato al significato più diffuso ("esser forte") del sum. k a l a g , ma l’etimologia proposta è in accordo con la va riante dell’estratto, /halàlum/, "lodare", sem. *hll. Foneti camente, dato che l’ar. sabbaha e il ge. sabbaha sono pre stiti dall’aramaico,479una ricostruzione di terza h è possibile, e più adeguata alla grafia della glossa eblaita. - Var.: dal-da-bt-hum (C3111); 3à-la-lum (h).
593
sà-GURUà - Var.: da-gi-num (b).480
594
p e s x(SÀx SAL) 3à-rt-tum /haritum/, "gravida", acc. aritu, arù, "esser gravida", sem. *hry (dall’ugaritico all’aramaico antico).481
du-du-gi-nu
Sezione A
597
A.SU bux(Nl)-mu Cf. VE 630 ? - Var.: bù-mu-um (A; B); bù-um (Can).
477
Per le attestazioni W. Leslau, CDG, p. 483. Per l’identificazione formale della glossa v. M. Krebemik, SEb 7 (1984), p. 195. 478 479
W. Leslau, CDG, p. 525, lo connette col sem. mer. *$bh, "esser grasso". '
°
Th. Nòldeke, Neue Beitràge zur semitischen Sprachwissenschaft, Strassburg 1910, p. 36; W. Leslau, CDG, p. 483. 480
Per una analisi formale, ed una possibile etimologia (*tqn, "disporre in ordine"), v. K. Hecker, BaE, p. 220, n. 86. 481
G. Pettinato, MEE 3, p. 68; M. Krebemik, ZA 73 (1983), p. 23. Il sumerogramma è atte stato, riferito ad animali, nella "Lista di animali B", nn. 12,26,34 della Sinossi (MEE 3, pp. 65-66). Inoltre A R E T 5 .6 \A .
Glossano
167
601
a-là-gà a-m n -gu /:>aruqqu(m)/, cf. acc. namqqu (sum. kuSa - g à -1 à), "un re cipiente di cuoio".482 - Var.: a-mn -gu-um (A; B; C3").
602
a-aka mar-gum /marqum/, cf. sem. mrq, "brodo" (dall’ebraico all’etiopico, v. HAL, p. 603; CDG, p. 359). - Var.: ma-la-gu-um (A; B).483
607
z a 1- a na-za-u9 /nazàlu(m)/, cf. acc. nazàlu, "versare".484 - Var.: na-za-u[m] (A2 [VE 1330]).
608
zal-a-engur wa-rl-Su /waritu(m)/; la voce (omessa dalle fonti A, B, C, monolin gue in rottura) è un’interpolazione della fonte D. L’identificazione della radice della glossa, teoricamente, non è difficile: w-r-t/d (la terza consonante, non necessaria nel sillabario della fonte D, è resa probabile dall’attestazione dell’estratto); in pratica *wrt, radice la cui attestazione, controversa (ebr. yrs, "spremere", ug. mrt, "un tipo di vino"), è stata connessa con le tecniche della vinifi cazione;485 l’attestazione della radice trova conferma
482 Cf. K. Butz, BaE, p. 138; M. Civil, Ebla 1975-1985, p. 149, n. 23. 483 J. Krecher, BaE, p. 151, suggerisce dubitativamente il confronto con l’acc. makmm, "irrigato". La metatesi, in presenza di r è possibile, ma la grafia analitica delle fonti A e B fa prefe rire un’etimologia di terza q. L’ar. ràqa, (K. Butz, Ebla 1975-1985, p. 342) è ostacolato dalla grafia della fonte D, che non segnala la media debole. 484 K. Butz, BaE, p. 123, n. 131; dello stesso Ebla 1975-1985, p. 343; inoltre P. Bronzatoli, VO 7 (1988), p. 17. 485 Per la derivazione deU’ugaritico dal sem. *wrt, "spremere", e l’identificazione della radice semitica v. H AL, p. 421; tra gli altri poi la radice (connessa o no con l’ug. mrt, e con l’ebr. tlróS) è implicitamente ammessa da C. Rabin, Hittite Words in Hebrew, Or 32 (1963), pp. 137-138; M. Delcor, Termes relatifs au vin en hébreu, in A. Caquot - D. Cohen, Actes du premier congrès intemational de linguistìque Chamito-sémitique, The Hague - Paris 1974, pp. 228-230; M. Dietrich O. Loretz, VP 10 (1978), p. 426. Parere negativo sull’esistenza della radice era stato espresso in precedenza da O. Loretz, Hebràisch tjrwS und jri> in M i 6,15 und H i 20,15, VF 9 (1977), pp. 353-
168
Parte seconda
nell’attestazione eblaita. L ’ar- wart, "ciò che è fresco, umido", rende non necessaria la connessione della radice con la vinificazione, fi significato originario deve essere qualcosa come "zampillare, (far) sgorgare (come) acqua di sorgente", conformente al contesto lessicografico, ed al sumerogramma. - Var.: wa-ru.u -sum (x). 609
a -d ir i du-du-lum /tuwturum/, /tutturum/, "eccedenza (di acqua)”, cf. acc. watàrum, "essere eccedente", sem. *wtr. Il tema non è evi dente; nomen actionis t/2 (/tutturum/), di formazione de bole, è una possibilità,486 ma anche tul2u3- è noto ad Ebla (VE 652); nel caso in questione poi anche tal2u3(/tuturum/ < /tawturum/) è una possibilità reale. - Var.: du-ti-lu-um (A); du-ti-lum (B).
610
a-zàh a-bux(m )-du /Jabbutu(m)/, "fuggire" (infinito 0/2), acc. abàtu,487 sem. *3bd/t, "esser perduto, errare, fuggire". La fonte D attesta la vocalizzazione "assira", contro A e B, che attestano /3abàtu(m)/. Cf. VE 118. - Var.: a-ba-tum (A; B).
354; v. anche K. Aartun, Neue Beitràge zum ugaritischen Ladkon I, UF 16 (1984), p. 50. Per una diversa interpretazione della glossa eblaita v. K. Butz, Ebla 1975-1985, p. 343, che, sulla base del confronto con l’acc. waràSum, "essere sporco", traduce "sorgente di bitume". 486
M. Krebemik, Z A 73 (1983), p. 23; dello stesso SEb 1 (1984), p. 208; K. Butz, Ebla 1975-1985, p. 343. 487
M. Civil, BaE, p. 82; sempre in BaE, J. Krecher (p. 160), K. Hecker (p. 209), G. R. Ca stellino (p. 367); inoltre M. Krebemik, ZA 73 (1983), p. 41, n. 146; H.-P. Mullcr, Ebla 1975-1985, p. 121, e WGE, p. 286. Per una diversa derivazione (acc. apurn, "canneto") v. K. Butz, Ebla 19751985, p. 343. Per l’accadico CAD A ll, p. 45.
169
Glossano
611
zàh
612
a - u s X(LAK 672) - k i zi-gi-lum /sikrum/, "chiusa", acc. si/cru; la variante della fonte A, che attesta una variante lessicale più esplicita, /salàri màwi/, as sicura il confronto delle glosse eblaite con Face, sekèru, "chiudere",489. In particolare cf. “^BAD = acc. sekèru Sa mè (in diverse liste lessicali, v. CAD S, p. 210), che è anche prova di lettura u s x per LAK672 in questa glossa, come in VE 579 (questa è anche la lettura indicata dal Sillabario di Ebla, n. 61, per LAK 672, à-sum). - Var.: za-gi-rì A (A); za-g[i- ] (B).
613
a-ki - Var.: gi-si-nu-um (A); g[i-
615
a - 1a g run -3a x(Nl)-Sa-du /ruhsatu(m)/, "libazione", cf. asa rhs, "offrire una liba zione";491 la sibilante è adeguata al sistema della fonte D; l’etimologia è confermata dalla glossa delle fonti A e B, /mustaytum/, "libazione", sem. *Sty, "bere", ug. mStt, asa msty, "bevanda".492 La polifonia di NI, e gli usi scribali, ren 400
d[am-r\l-gu /tamrfqu(m)/, cf. ar. maraqa, "passare da parte a parte", "uscire velocemente da", ar. sir. maraqa, "passare", marràq, "passante".488 - Cf.: dam-rì-gu (A; B).
ga-sa-nu ] (B).490
Per differenti derivazioni v. K. Butz, Ebla 1975-1985, p. 343 (sem. *wrq, non adeguata
alla glossa), e A. Catagnoti, MisEb 1, pp. 220-221 (acc. raqqù). 489 Già K. Butz, Ebla 1975-1985, p. 343, con traduzione "sbarramento". 490 K. Butz, Ebla 1975-1985, p. 343, "Sammler” (sem. *qss, "tagliar via"), che non giustifica il sumerogramma. 491 A. F. L. Beeston, e altri, Sabaic Dictionary, p. 117; "offrire incenso spruzzandolo sul fuoco", J. C. Biella, Dictionary o f Old South Arabie, Chico 1982, p. 486, da un significato originario "spruzzare", cf. ge. rshsa, "essere umido", (CDG, p. 467). 492 Diversamente F. M. Fales, WGE, p. 208, fa derivare entrambe le glosse dal sem. *ysd, "fondare"; per quello che riguarda la fonte D vi sono però gravi difficoltà grafiche (Ja x per /ya/ non è attestato; inoltre la posizione di EN = }ez non è chiarita); per quello che riguarda le fonti A
170
Parte seconda
dono non sicura l’identificazione del tema; anche /ruhàstu(m)/, o /ruhéstu(m)/, sarebbe possibile (v. parte prima, § 3.1.1). - Var.: mu-sa-da-tum (A; Bai). 616
a - 1u k u a-a-ù mi /havriPu mi/, "una riserva d’acqua (il possesso dell’acqua)", ar. hawà (y), "possedere, contenere", hawiyya, "piccola ri serva d’acqua". In alternativa /hawà^u mi/, sem. *hwy, "essere".493 Entrambe le possibilità non danno piena ragione della grafia della glossa eblaita, che richiede di preferenza una terza 7 f;494 ma sono adeguatamente giustificate dalla debolezza di tutte le consonanti radicali. Quanto alla con sonante iniziale a, grafia meno precisa per /ha/ è attestato altrove con sicurezza dalla fonte D (cf. parte prima, § 2.1.5); la fonte A è regolare. Quanto al rapporto m i I ma-a, la grafia più breve della fonte D attesta la contrazione del dittongo,495 o almeno una grafia abbreviata, più vicina al parlato (v. parte prima, § 4.1.4). Da notare che A T U K U è attestato una volta in un testo economico, A R E T 4.24 (16). Chiude ima serie di nomi personali, cui vengono assegnati tessuti; è preceduto da ib-al6. Sia A TU K U che ib-al6 sono stati interpretati come NP dall’editore, per evidenti motivi strutturali: abbiamo così l’assegnazione di tre serie di nove tessuti (4,5; 9; 4,5) tessuti a 9 NP; A TU K U e ib-al6 non
e B non è evidente il tema ipotizzato; il tema attestato muprast- richiede piuttosto una terza de bole. Non è poi spiegato il rapporto col sumerogramma. K. Butz, Ebla 1975-1985, p. 343, infine propone il confronto con l’acc. maiàdu, "battere", acc. rapàsu, "id.", giustificato dal valore tecnico "Brunnen schlagen" in tedesco. 4