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Italian Pages 278 Year 1989
DIPARTIMENTO DI SCI ENZE GIURIDICHE UNIVERSITÀ DI TRENTO 6
DARIO MANTOVANI
IL PROBLEMA D’ORIGINE DELL’ACCUSA POPOLARE DALLA «QUAESTIO» UNILATERALE
ALLA «QUAESTIO» BILATERALE
INDICE-SOMMARIO
PIEMESSA..................MMM......en eee cctrccrrrr
rrrrrrrereree Pag.
XI
CAPITOLO I
LE «QUAESTIONES» CAPITALI UN ILATERALI
1. 2. 3. 4.
PREGRACCANE
Quaestiones ex senatusconsiulto ........... ...i Pag. Quaestiones ex Plebiscito ... » Casiatipici di repressione magistratuale-senatoria ............... . » La struttura del procedimento attraverso le fonti.................. »
34 44
CaprtoLO II
«QUAESTIO DE REPETUNDIS» E ACCUSA POPOLARE PRIMA DEL 104 A.C. 1. Quaestiones e accusa popolare....................liiii Pag. 2. La Lex Servilia Glauciae.........i »
3.
4. 5. 6.
La Lex Servilia Caepionis ...........iiiii
La legislazione graccana de repetundis.........u.uiiiiina
b. la legittimazione attiva...
7.
c. excursus: rationes accusandi...............\ iii
8.
d. la legittimazione dei danneggiati nel sistema dell'accusa I AD I, DAD , A G O T e n e r popolare .......................
62
» »
71
» »
81 94
»
102
»
109
La Lex Tabulae Bembinae: a. la struttura unitaria dell’acCUSA ........ssserereverererevenieererevezenezeneeneonizonezeaioneceeane AVIRA AN
35
18
INDICE-SOMMARIO
VIII
CaprTtoLo III
. E H C I R A C E L L E D O I Z I C R E S E ’ L L U S O L L O R T N O C IL FUNZIONI E MODELLI
1.
la nel s ndi etu rep de so es oc pr del ine rig l'o del ma Il proble
dottrina: l'aspetto processuale e sostanziale........................... Pag. 2.
117
Dal processo di multa alla quaestio bilaterale ad accusa
popolare: a. la quaestio de repetundis e il processo per
multa della Lex de piratis persequendis ..................................
>»
121
3.
b.ilsudicium recuperatorium............ iii
»
126
4.
c.l’età dell’azione per multalegalefissa................................
»
131
5.
d.la petitio multae..........iiii
»
142
6.
e. petitio nella Lex Tabulae Bembinae.....................................
»
145
7.
fconclusioni.................. i
»
148
8.
Il problema del fondamento dell’actio repetundarum: a. premMESssa............................... vec rereerieiii ciare eee _»
149
9.
b.ilfondamento internazionale delle repetundae .................. 10. c. l'interesse romano alcorretto esercizio delle cariche......... 11. d. la prima Lex de repetundis nella prospettiva delle restitu-
»
160
»
177
zioni internazionali MILLA ir limonag ah ea
»
182
.......
»
188
»
199
12. La Lex de repetundis graccana. Intersezioni ........ ........
13. Le idee della riforma graccana...................... ...
1. 2 3 4
5 6
CapITOLO IV L'AFFERMAZIONE DEL NUOVO MODELLO PROCESSUALE Il processo criminale nei quarant'anni fra C. Gracco e Silla: questioni di metodo ................ . ii Quaesti mentali i Pag.
Qusestio ambita inna nzi Quaestio petite Terre ii
203
»
210
Quaestio inte; SI pure elia A Rata
»
212
»
Ciliegi
216
»
218
ieivinieeivees
»
227
Quaestiones non
rrireiieizinizia rire vinivin
INDICE-SOMMARIO
7.
IX
Passato futuro delle quaestiones .................. Pag.
237
Indice delle fonti.......................oeeooiiiiiciicicciccerccccecescerescorati Pag. Indice degliautori.................................... circensi Pago
245
Indice degli argomentie dei nomi..............................uiiii Pag.
267
261
PREMESSA
Il nuovo impulso impresso agli studi di diritto crimin ale
romano dalle ricerche di Wolfgang Kunkel — e da quelle che le
prepararono — ha coinciso, né ci si sarebbe aspettato altrimenti, con una loro accentuata storicizzazione. La nuova sensibilità si manifesta sia nella formulazione di domande che non riguardano esclusivamente la ricostruzione istituzionale sia all’interno della stessa indagine più strettamente giuridica. Come esempi dei nuovi interessi è sufficiente ricordare gli
studi, ormai classici, sull’uso del processo come mezzo di lotta politica e quelli sulla ideologia repressiva della violenza, assurta già a categoria storiografica. ci) Nel campo istituzionale — accanto alle indagini sul contributo della giurisprudenza allo sviluppo del diritto criminale, in rapporto al duplice condizionamento della Lex publica prima, i n me di tt er c e e h r a c a t d o o la t —, t r p i o n i a i m p e n r iali delle orme ri co st n ru e ch l e l a a n c p o i r ù a c h e , i d e o l o g p i r le c e h m e esse luce d e l st or la io gr af ia c o n d i h z i a o n nato no zione del diritto privato; al lo a d e r e n z a m a g g u i n o a r di e passato: si è vista la necessità s e e g n a n o a c c o c m h p e a g i n d a e n e o al sviluppo costituzionale e le in te rr G og l i at iv i re pr es si vo s . i s t e d m e a l st ciascuna fase della oria
m o s t r si a a t a si c h e c a s o un . è n o n e m o l t i a n c o r a s o n o aperti
p r i o b l e m p e i r e r e p u b b l i c p a e n r il o i o do predilezione per c a p o , d a l a r i p di r e n d e r e l' es ig en za se nt è it a m e d’origine, per co o t t i r i d l e d a c i t a m e t s i s e n o i z u r t s o c i r la , e v o u n i s a b u s a l o ponend criminale.
ato
XII
PREMESSA
pi sc: . e a u q e l l e d e n i g i r o ’ l l e d o c i f i c e p s a m e t il ( Per quanto riguarda . o ue nale nell’ul.
i m i r c o s s e c o r p l e d a i r a n i d r o a m r o f stiones, cioè della '|a i , to e pa ci n in pr l de e u d i im pr i ne e ca li bb pu re a l l e d o l timo seco
, e t . n i l e o m t l t o a l s i e , n z a n t e i s t s s i e s n o c I zi en ss è e on zi maggiore storicizza o od ri pe l ne a ci ac tr è i cu di s neare la continuità con le quaestione i m m a ’ l l e n o i z a p s lo a i s e u q n u l a u Q . i h c c a r G i de à et l’ al e or ri te an e r e d e c n o ti c a os sp di è e si e l h a c n i m a i r zi c ti us nistrazione della gi
se es in o st vi è i, si al zi mi co a tr e n ex o i s s e a queste forme di repr
l’antecedente diretto delle quaestiones permanenti tardo repubblicane. Tuttavia, in questi termini, benché l’indicazione sia importante, la soluzione non è soddisfacente; nella prospettiva. della continuità, molti risultati delle ricerche meno attuali, che sembrano ancora convincenti, sono stati persi di vista a favore
dei nuovi. Alla formazione del nuovo modello processuale hanno infatti concorso altri fattori: da C. Gracco in poi si determina un contrasto fra la vecchia concezione e la nuova, che non può anch'esso spiegarsi, lo si è autorevolmente ricordat o ancora di recente, se non storicamente.
|
PREMESSA
XII
nere la riforma della giustizia criminale. Vorrei esprimere la mia gratitudine al professor Ferdinando Bona e non solo, certamente, per l’aiuto indispensabile ricevuto durante questa ricerca. Ringrazio per i loro consigli i professori Domenico Magnino e Carlo Venturini e il professor Carlo Beduschi, anche per la cordialità con la quale mi ha accolto a Trento. 25 luglio 1989
CAPITOLO I
LE «QUAESTIONES» CAPITALI U NILATERALI PREGRACCANE
1. Quaestiones ex senatusconsulto.
La continuità con le successive guaestiones permanenti, evidente nel nome prima ancora che sul piano cronologico e funzionale, induce la dottrina moderna a considerare le quaestiones pregraccane produttive di decisiva influenza sull’evoluzione
del processo criminale (!). Lo studio della loro struttura è ('Y Dopo Mommsen, Rémisches Staatsrecht P (Leipzig 1887) 162 ss.; IL. 1P.110ss.;
199 ss.; 582 ss. e Ip., Romisches Strafrecht (Leipzig 1899) 142 ss.; 151 ss.; 172 ss.; 186
ss.; 342 ss., la rivalutazione del ruolo storico delle 4. d’epoca anteriore alla 4. de
repetundis, cui si dà di preferenza il nome di g. extraordinariae, comincia con GREENIDGE, The Legal Procedure of Cicero’s Time (1901; rist. New York 1971) 380 ss. e STRACHAN-DAVvIDSON, Problems of the Roman Criminal Law 1 (London 1912)
225 ss., cuisi riallaccia il fondamentale contributo di SHERWIN-WHITE, The Extortion Procedure Again, in JRS 42 (1952) 43 ss., praecipue 47 ss.; è proseguita (per una strada, come vedremo, indipendente) ad opera di KunKEL, Untersuchungen zur
Entwicklung des romischen Kriminalverfabrens in vorsullanischer Zeit (Miùnchen 1962) praecipue 11 ss.; 45 ss.; 51 ss.; 91 ss. e Ip., sv. Quaestio 1), in RE 24 (1963) 720ss. [=Kleine Schriften. Zum ròmischen Strafverfabren und zur rimischen Verfassungsge-
schichte (Weimar 1974) 33 ss. da cui cito: praecipue 46 ss.]. In seguito, sempre nella prospettiva della continuità, v. in particolare PUGLIESE, rec. a KUNKEL, Untersuchungen, cit., in BIDR 66 (1963) 153 ss., praecipue 155; 163 ss.; BuRDESE, Riflessionisulla repressione penale romana in età arcaica, in BIDR 69 (1966) 342 ss. praecipue 353 s.; GruEN, Roman Politics and the Criminal Courts, 149-78 B.C. (Cambridge, Ma. 1968) 8 ss.; 80 ss.; 157 ss.; BLEICKEN, Das Volkstribunat der klassischen Republik. Studien zu seiner Entwicklung zwischen 287 und 133 v. Chr. (Miinchen 1968?) 140 ss. [ma v. già
CAPITOLO PRIMO
2
senato nella costituzione romana, dal NEPo, de a seconda
guerra punica alla metà del secondo secolo a.C.:
0 oòdei TOI ‘Ouoimg do 0 a TtO DV v dd È ixnuatov TO1 v xat’ °IIta taMiav moo Onuootas émtroxéyewc, \fyw dè oiov Teodocias cvvmuooiac daouaxetas doXopovias, tf cuyzxANTÒ uérer meo TOVUTOV (2). ,
s
x
,
2
la 1° ed. (e./. 1955) 140 ss.]; EpER, Das vorsullanische Repetundenverfabren (Diss.;
Minchen 1969) 101 ss.; 144; UNGERN-STERNBE RG VON PURKEL
in Arctos n.s. 12 (1978) 12 5 ss.; SANTALUCIA, in AA . V V . , Lineamenti di storia del diritto romano, sotto la dir ezion
e di TALAMANCA (Milano 1979) praecipue 302 ss.; ss.; PUGLIESE, Linee generali 3 0 4 ” I” r i . princi pato, in ANRW II.14 (198 2)
all’insufficienza della prospettiva
nella Premessa) ; VENTURINI, « Quaesti
DX
(6
istica, cui ho fatto: ceri , in AAVV
società nella repubblica romana, a cura di SERRA 2 ( O Napoli 1984) 3 ni
5
Le
gge e
Crimen e quaestio ambitus nell'età repubblicana. Co ntribut, ‘> *'ASCIcoO.NE, criminale repubblicano (Milano 1984) Pra i ecipue 13 ss. o allo studio del diritto penale (Diritto romano), ‘in E D'36 (1987) 318 ” ss, «Quaestiones» non perm I; definizi,
Angeles, London 1972) 130 88.; ormai prevalente, è ribadita ulti
PIV
di car e 1nn a util e è aff ron tar e, pot erl o per lare; n o fon dam ent lor o o. del pro il ble ma chiarire Secondo Polibio, il potere di disporre inc feste pubbliche rientrava fra le attribuzioni che caratterizzavano la Posizione del
pod
quindi una premessa necessaria pera POceesa POPo.
LE «QUAESTIONES» CAPI TALI UNILATERALI PREG RACCANE
3
mpo © stato suggerito di utilizzare il passo come una traccia per la lettura delle fonti — Livio Da
te
x
.
.
‘1°
in particolare — che ci ;
itiec so periodo . d ann10 notiIzi zia dello stes in un’altra chiave, quella del
minacciava no la sicurezza, all’;’interno e sop rattutto nei rapporti con gli alleati italici: risposte di carattere militare, criminale ,
amministrativo
(?).
Interessano qui le misure che appartengono al campo de lla repressione criminale, quelle cuisi riferisce il testo riportato per esteso. Va innanzitutto osservato che la serie degli èòrmMuara indicata da Polibio in quel passo costituisce, sotto tale profilo,
un insieme unitario, come risulta evidente del resto dalla stessa collocazione (*). Diversamente da quanto si è pensato, infatti, la Mischverfassungstheorie und Verfassungsrealitàt in Antike und friiber Neuzeit (Stutt-
gart 1980) 142 ss. e BRETONE, Storia del diritto romano (Roma-Bari 1987) 42 ss.
(*) Per questa lettura di Pol. 6.13.4-5 (dove,oltre alle inchieste criminali, si parla
di misure di censura, arbitrato, assistenza e protezione), Mc DonaLD, Rome and the
Italian Confederation (200-186 B.C.), in JRS 34 (1944) 11 ss.. praecipue 13 ss.; importanti precisazioni in BADIAN, Foreign Clientelae (264-70 b.C.) (1958; rist. Oxford 1984) 141 ss., praecipue 145 ss. e GALSTERER, Herrschaft und Verwaltung im republikanischen Italien. Die Beziehungen Roms zu den italischen Gemeinden vom 1976 ) (Mii nche Chr. n v. 91 Bund esge zum noss bis enkr ieg Chr. v. 338 Latinerfrieden Livio di , testo sul unaverifica di impos sibil alla ità prop rio rife rime nto 137 (che, con peri odo nel solo asset to ques to di l'ori gine porr e per moti vi sian o esclude vi
). ca ni pu ra er gu a nd co se la al vo si es succ
lo to ti il o tt so e at ic if un ni io az tu si di ta at tr si (4) Non solo in quanto, appunto,
di o mp ca l de e iv at ic if pl em es no so , me ie ns 'i ll ne , hé rc pe a m , ra ua uw dò di e n u m co c. Ci ; 22 1. r. He ad . et Rh . cr : io st ae qu ca li ub (p io yp xe io èr a oi po èn a ll de ne io az ic appl D. . ch en . ls . mp Po ; .5 .5 43 D. . ss Ca ex 13 v. La .; al . et 8 3. 6. x. Ma l. Va Caec. 29;
to en rv te in di ra su mi o t n a u q in , ma ti ul t’ es qu è ; 6) 0. .1 47 . D . ed d 1222.3322}: Paul 55 a ! . o da it gu se di te ca en el e tr al le n o c a at nt ro nf co re se es r e v o d a , ne io az er nella confed
a z n e u q e s a n u ea cr , o d n e n o p m o c s e, ch ., it .c op , D L A N O D c Polibio: diversamente M ): .4 13 6. . ol (P a t o o p m v v o ; 13 . nt e 13 . it .c op ): .4 13 non omogenea: rgodooia (Pol. 6. . s . 3 1 . t i c . p o : ) 5 . 3 1 . 6 . l o P ( s r o v h a L è ; . t i c . c l . p o : ) 5 . 3 1 . 6 . l o P ( s no iu ut èm 14; nt. e . cit op.lc. . t n e . t i c . e l . p o : ) 5 . 3 1 . 6 . l o P ( i x a h u d ; 1 2 . t n e . t i c . e l . p o ): .5 13 6. l. (Po a e nt. 20; ponozi
CAPITOLO PRIMO
4
eno non in questo contes (perlom 1 all
rgodooia non rappresenta t o ) . o a comunita alleata, trattata i l’aperta rivolta da parte di un ; in d g i u ( 7). Il termine greco Corri. e r r a quanto tale, come un atto di g .
o
ll’ambito di questa nozione ampia sponde al latino proditto; nell’am ico d i ‘ a p p a r t e n e n e . — : : | quando si tratti del passaggio al nem 1CO Ilo, sottor 1 dina; a
comunità alleate, il referente specifico è queto, n 9 , d i n r defectio (9). Come tale, èx, qui“nddii, una NOZIO npeb:che appa Ppartiene .
.
.
.
“x
O
a
.
all'ambito del diritto criminale, anche se, indu tamente a qu el , settore del diritto criminale così strettamente legato all’i mperium militare da rendere inevitabile la parziale sovrappos izione fra misure di tipo bellico — indirizzate nei confrontidi co munità — e
misure di repressione criminale, in cui, peraltr o, l'accertamento dell
e respponsabilità individuali (si pens p i in specie a chi sia in grado
di influire sulle decisioni pubblic he) è il presupposto per l'applicazione di sanzioni coe rcitive (7),
29.
principes).
(*) Come del resto
si
può ri
© IN generale, ;5;g > 114 se
0 SI Puo ricavare dalla fruttuosa analisi del
u
nix
Per il È
and
“olo dei
‘Ampo se
ANtico
LE «QUAESTIONES» CAPI TALI UNILATERALI PREG RACCANE
>
unisce guaestiones deliberate nel quadro di un’unica iniziativa
repressiva) (!°).
IIoodoota/proditio-defectio a. 207: Liv. 28.10.4-5; Appian. Hann. 221 a. 204: Liv. 29.36.10-12. Zvvmuoota/coniuratio a. 203: Liv. 30.24.4; 30.26.12 () a. 199: Liv. 32.1.7-8 ("°) a. 198: Liv. 32.26.4-18; Zon. 9.16.6 a. 196: Liv. 33.36.1-3
ss. 110 ss.; 40 ss.; 28 pue eci pra n, die Stu che gis olo min Ter EN, HoB da ta compiu
di a tem in oni azi erv oss une Alc FÒ, CRI da a vist fu (°) L'importanza del confronto
s. 3 29 3) 96 (1 29 I H D S in , m» «provocatio ad populu : io st ae qu a ll de o tt ge og l' e ss fo e al qu e ar in (!°) In un caso non è possibile determ in e ir t it qu ne at t: ra ne ve ob ia in rd Sa to ua rq Liv. 45.16.4 (a. 167): «A. Manlio To si ca o tr at Qu ». us nt te re to ul ns co s tu na se ex as nd provinciam, ad res capitalis quaere
e ri go te ca e ll ne e ar tr en ri a nz se , io st ae gu to ni rimanenti in cui un procedimento è defi
» . ss 34 a, fr in v. o: it gu se in si us sc di o nn ra sa e, an bi poli v. a lb Ga io ic lp Su P. or at ct di l de i it mp co i a rc ci i nt fo () Sul conflitto delle 9 50 I. . ic bl pu Re n a m o R e th of s te ra st gi Ma e Th , N) SO ER TT BroucHTON (with M.L. PA
s, RI Rr Ha e ) R R M , N O T H G U O R B o, it gu se i (d 1 31 ) 51 19 k r o Y w e N ( C. B. 0 B.C. — 10 | 2. . nt 7 3 1 , a i r b m U d n a Rome in Etruria . ss 0 4 a, fr in v. , o i t s e a u q a l l e d a r (2) Ma sulla natu
6
CAPITOLO PRIMO
[a. 186: CIL 1.2? n. 581 (=FIRA I° n. 30); Cic. leg. 2.21,
37; Liv. 39.8.1-19.7; Val. Max. 63.1; apud Parid. 13.1.
Tertull, apol. 6.7-8; ad nat. 1.10; Firm. Mat. err. prof. rel. 69.
Aug. Civit. Dei 6.9; 18.13] (0)
a. 185-184: Liv. 39,29,8-9: 39.41.6-7 [a. 183-182: Liv. 40.19.10] (4)
la. 181: Liv. 40.19.9-10].
Paouaxeia/vereficium
a. 184: Liv. 39.38.3; 39.41.5-6
a. 180: Liv. 40.37.4-7; 40.43.2-3; Cato apud P r i s c . , p . 4 8 2 K (>)
a. 179: Liv. 40.44.6
a. 152: Liv. per. 48; Val. Max . 6.3.8; Aodogovia/sicariz
a. 189 (0 188): epistula C. Livi (Salinato [SIG IP? n. 611 =
(Baltimore 1969) n. 3g]
10»
a. 142: Lucil. 11381141 W;. Cic Asc., p. 25 S;
to the age of August } Au
gustus
Gell. 2.7.20 (39)
s Att. 12.5b
La sovrapponibilità f ra | concreti raccolti sugg erisce ”
.
uu.
.
.
conurationibus, v. infra, 21 nt. 60.
Quelle
(*) Per la ipotesi verosimile che il Processo c o n t r o |. A s.
quaestiones de veneficis del 180 a.C.. v. E MALC OVATI, S
ORF' 8,207, in Athenacum n.s. 59 (1981 ) accusatore è indimostrabile.
478 ss,
ù
Vere
Oro
gato, P
e Proprie de
tronio ti
e
nte o indirettamente, risalg ono O In esame) dall'esistenza, qua le
permanenti.
; di un sistema di quaestiones
applicazione.
Infine, quanto al territorio e agli inquisi ti, si nota che sono
rappresentati esempi di quaestiones esercitate entro e f uori delle mura urbane (benché prevalgano questi ultimi) ed anche un caso fuori d’Italia ('’) e non è fatta distinzione fra imputati dotati di cittadinanza e sprovvisti (8): da questo punto divista,
(7) È la quaestio (de sicartis) del 189/188 a.C. (perla datazione dell’epistula che ce
ne informa v. SHERK, Roman documents, 221 s.) relativaall’assassinio di tre ambasciatori di Delfi, sulla via del ritorno da Roma, della quale il senato, tramite il console €.
Livio Salinatore (nome ristorato), incarica M. Fulvio Nobiliore, non' appena questi
terminologia la ricorre epistula dell’ formula Nella Samo. di l'assedio abbia concluso Èdotev...yodxai TE mOOOÉOYEV dLdvoLav Tv 0ÙyxANTOS «...Îj Polibio: da impiegata poi òmws...dvatnmoni peovitoni iva otgamy6v, uereoov tÒv Péioviov Mbagxov odg ya 7-13). (rr. tiuogias...» xo@nxovone tc téXwov iva dgovtioni nai ddixiioavtag TOÙc coinvolti furono sicuramente cui in casi i asterisco (con ('8) Quaestiones urbane cittadini romani): *quaestio de Bacchanalibus; de veneficis Liv. 39.415 (arg. 4 contra-
m a n g a m m u r a q u q i, ci fi t, ci fi ne ve s e o n i o j t s e a u q . . . s e s n e m s u n i I m n o n r o u t t a u q . . . m ; u i v e a rio: «Q. N
s i c i f e n ; e ) v » t e n u d r * e | u n e t . . . t i u b a b È e u q a l u b a i l i c n o c 0 niciDpia : ? ( 4 . 6 1 . 5 4 . v i L ; 6 : 4 4 . 0 4 ' s i c i f e n e v e d ): I P d a p g Liv. o 40. 37. t 4-7 a (cfr G . Cat apu d Pris c., p. , 482 , K P e n O . I ; S O LI de que sti la o anc he 254 ; fin. Cie . sica rios int er 48; per . «retentus»); *de veneficis Liv. caede in Silva Sila è celebrata a Roma[lo status civitatis degli se Di Postumio a se ll e "} a. It nel ten ute qua est ion es Le 159 ]. (19 63) 66 PucLiese, BIDR
pan i in fur ono (ch e Ro ma da fug git ivi coi nvo lgono Taranto 39. 41. Liv. Cor nel io: P. presi in consegna dal pretore
O M I R P O L O T I P A C
ax ol ic rt Pa n o c a lt sa ri o, bi li Po di io nz le si o S reannunciata dal , . . . . e . va ti tu ti e is gg a le n u di a bntensità, in tutti i casi citati, l’assenz i
2. Quaestiones ex plebiscito.
In un altro passo dello stesso libro, Polibio, riflettendo sui rapporti fra gli organi dello Stato, afferma che il potere dj
indagine e repressione nei casi più gravi di attentato alla costitu. zione, punibili con la morte, non poteva essere esercitato se non vi fosse stata la ratifica della delibera senatoria da parte del popolo: | tg d'OMooyegeoTtàTag XaÌ ueyiotag UNnmMoerc xai dLo00mwozic
Toy ùuaotavopévey xotà. ts moriteiag, oc Bavatoc axo)0voe7 TÒ TesoTIIOY, où duvatar ovvieAeiv (sail: il senato), dv ur
FUVETLXVOWON TÒ TooRpePovAevuévov é ònuog (1).
Ù
vedere il giudizio: «Das erste geschichtlich beglaubigte criminelle Ausnahmegesetz») ;
STRACHAN-DavIpson, Problems, 1.224 ss., praecipue 227; SiBER, Analogie, Amts recht und Riickwirkung im Strafrechte des ròmischen Freistaates (Leipzig 1936) 48 ss. (fondamentale per il superamento della valutazione in termini di privilegium), BLEICKEN, Das Volkstribunat, 140 ss.; GRUEN, Roman Politics, 7 s.; EpER, Das vorsullanische Repetundenverfabren, 28 ss.; BAUMAN, Lawyers in roman Republican Politics. A Study of the Roman jurists in their political setting, 316-82 BC (Minchen 1983) 200 ss. (discussione particolarmente accurata); SANTALUCIA, ED (1987) 336 nt.
118. Lex Caecilia: Liv. per. 47; Val. Max. 6.9.10; in lett., per la correzione in Lex
Calpurnia, MOMMSEN, op.cit., 708 nt. 3; BERGER, sv. Lex Caecilia 4), in RE 122 (1925) 2337; SHERWIN-WHITE, «Poena legis Repetundarum», in PBSR 17 (1949) 6;
PONTENAY DE FONTETTE, Leges repetundarum. Essaisur la répression des actes illicites commis par les magistrats romains au détriment de leurs administrés (Paris 1954) 26; per l'opinione conservativa, WiLLeMs, Le Sénat de la République Romaine. Sa
composition et ses attributions 2 (1883; rist. Aalen 1968) 277 e nt. 5; STRACHAN-
Val eri o Bu sa cc a, am pi s., am 11 en te op. cit ., GR UE N, 2.1 3; Pr ob lems, Davipson, ss ; 83 (19 68) 19 Iur a in Cae cil lex ia, dal la ist itu ita Massimo 6.9.10 e la quaestio pop ola zio del ni le da nn ai i ro ma ni mag ist dei rat i abu si deg li VENTURINI, La repressione
Eb ER , 230 ; nt. 78 (19 69) 72 BI in DR C., a. 14 9 del Cal pur lex nia all a fin o soggette
Att . 5960; Mu r. 1.2 27ora 228 l. ; de 8990; Bru t. Cic . Scr op.cit., 47. Rogatio ibonia: ma fra int end un ime nto , nec ess è ari ame nte no n da mn ar i (d ov e 49 per . Liv . 12.5b.;
. n n a c. Ta . fr (c 5 1 5 2 . sp Hi . p p A 2; l. so Ab 1 8. . x a M l. Va ; ) piuttosto una sineddoche
) ne io az ri va in (o e tr ol ., tt le in ); 15 5. .2 13 7; .1 12 1. . ll Ge ; 20 3. 3.66: Fronto 24 M. Caes.
le e m a b l a G ra nt co io at or L’ , O T T E L O V I C S : a i c r a M x e L la r e p i t a t i c hi og lu e . a A li ag
e t a p T E O P i d to ., ît .c 0p N, UE GR .; s$ 63 1) 96 (1 14 F I G , ne to Ca di Origines
a p o N, SE MM NO : tt le S; 23 p. , c. As ; 74 3. . Lex Mucia: Cic. fim. 2.54; 4.77; nat. deor . nt a, fr in r. ct , ia ll ti Pe x Le la r Pe . ss 29 ., it .c 0p N, UE GR 4; . 71 nt. 1: 197 e nt 2: 633 nt 123,
10
CAPITOLO PRIMO
mente perseguito dai tribuni davanti all’assemblea: la categoria è
ella della perduellio (?). i 0 mo Ci lenza biunivoca rilevata fra il (duplice) schema
di Polibio e le notizie storiche di quaestrones pregraccane - sia
«esclusivamente senatoric», sia precedute da un plebiscito _ porta forse a vedere il problema del fondamento delle quaestio. nes stesse in una luce nuova. Infatti fà escludere che le due procedure istitutive fossero interscambiabili o addirittura che nel tempo vi sia stata una sorta di transizione dall’una all'altra, nel senso di assecondare una progressiva richiesta di legittimità
attraverso la previa ratifica ‘assembleare. Gli esempi che abbiamo raccolti di entrambe le classi sono distribuiti lungo un medesimo arco cronologico; semmai, le inchieste ex plebiscito
comparvero più tardi, ma non fecero in alcun modo venire meno quelle promosse esclusivamente dal senato, alle quali si affiancarono. Neppure i due tipi si di stinguevano dal punto di vista del l'iniziativa politica, che era, in entrambi i casi, saldamente nelle mani del senato: in
fatti, anche le rogationes eran o ), il che esclude, anco ra una
(1954; rist. D
s.] e per la rogatio Mucia da quella del Prop onente p + M u e i O Lawyers, 234). O Scevo
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) fonti delle la conferma ara“. llel©e €è, ; I n v ece, che fra l’un procedura esisteva un a e l’altra
© per materia. Il sena to
era competente
devano interventi immediati, non dilazionabili per il tempo
necessario all’iter legis (©). La considerazione è senz'altro valida,
ma non ancora soddisfacente, perché in fondo fà appello ad un
(#) È ovvio che il discorso vale riguardo a imputati dotati di ius provocationis: ti rren rico nes stio quae di casi i che rdo rico a d'or tornerò in seguito sul punto, ma fin di, quin e era o nonl chi a to quan isto riferi i c : nelle fonti si riferiscono tanto a chi ne era provvisto q e. zion izza i > von a zz rali gene la per ora, può mantenersi Son di e ion maz for siva inci la e, tutt per v., usa; diff più (©) È la spiegazione UNGERN-STERNBERG, ’ Untersuchungen, 31: ng pru «Der:biee deral ele renboatimontse . : A
beruhenden Verfahren liegt vielmehr darin, dass bal msrEing nreifen von seiten des
O. Notzucht, ein rasche : n ese gew t hrde gefa it erhe Sich che ntli 6ffe c ‘ Verbrechen, wie Giftmord und
Staates unbedingt nétig war, da sonst die 6Hten , R E B I S e h c n a e h c a v r e s 8 0 1 . t n 1 4 , 1 t a n u b i r t s i k l o V s a D , N E K C I E L e B t n e m a t t a s E . » e r Wa .
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12
CAPITOLO PRIMO
è er e j ‘tà . che è S se e mp M è re p i n b i c l h e i c o fr a es s ne ce di ss it à, Il o q u ri ncpi ipo,io, princi que I ri o al quale spesso m a s c h e r a , i fo Sott| o la d | essere e lil rico rs nomeni non carvenza del concetto, la semplice presa d’atto d de M ll I] o a c o n o s n c o e s de n t z r ll e e l u e c al e la sp ie ga altrimenti bili
i s o tituzione romana, D'altra parte, bisoggna ammettere che n non i n n sempre la situazione era tanto urge nte da rendea re IMn propo onibile
una dilazione di circa un mese, tanto quanto e
per
ottenere il formale assenso popolare (?°). Soprattutto, in questo 6
ordine di idee non si spiega perché, pur dan o perscon ata in
momenti di grave pericolo la generica approvazione de e m isu
senatorie da parte della pubblica opinione ( approvazione che
però non mancava nel caso, ad esempio, d i Popilio quale fu tuttavia richiesto un plebis cito preventivo)
tradition (Roma 19 88) 229 (
) Liv. 42.222: « Neque tamen M. Popilius reverz; diceret adver
so senatu, infest iore populo». Du bbi s Roman Politics 220150 B.C.
(*) Esempi ne sono,
Lenate, nel (?’), non sia
Mi pare che a questo punto una risposta si presenti in
qualche modo inevitabile, cioè che, nei quattro casi in cui era sufficiente la delibera senatoria per promuovere una quaestio, esisteva già una Lex publica che definiva il reato e comminava la
pena capitale ai trasgressori. Ciò spiega l’esistenza di una precisa delimitazione delle fattispecie e, insieme, l’inutilità di una rogadi passaggio il politico reato di casi nei Viceversa, tio apposita.
doveva cui su fattispecie le definisse che legge una apposita tempo da stato è come inevitabile: era spingersi la quaestio perdella legale definizione una dimostrato, mancava infatti duellio (?°). in i d u t S in », io ss ce er nt «i e o» ti ca vo ro «p a fr i t r o p p a ir u S , istituti v. M.G. BIaNcHINI | a . .] ss 3 9 ) 2 7 9 1 o n a l i M ( 1 o l l i r e h c S o n a t e onore di Ga n i I L i d a t s o p o r p a l e n o i z e r i d a t s e u q n i ) a t a v i t o m e ( a s i c e d (®) Particolarmente 2 . 1 W R N A n i , e t a p i c n i r P e h t o t s r e d r O e h t f o e l g g u r t S e h t m o r F . o i t a OTT, Provoc .; ss 9 4 , » o t l u s n o c s u t a n e s x e s e n o i t s e a u Q « , I N I R U T N E V e h c n a v. .; ss 3 5 UV. (1972) 238 ss.;, 2 umer, Das
Z ) . W . A ( i d a z n e d n e c s a ’ l e r a t n a v a s s o p e r a p i m e n o i z i s o p a t s e 67 ss. Qu
| s s 3 8 1 ) 5 6 8 1 n i l r e B ( 1 . I k i l b u p e R n e h c s i m ò r r e d t h c e r l a n i m i r C
|
. a i s n o n o t e r c n o c n i é h c r e p e r a g e i p s a d e r p m e s e b b e r e t s e r , à t l a e r n i , e s e h c n A (°) . a t l è o n c o c a n r , u o p t t a c o v o r p , i I d o s a n c u s s e o t n a t attes
. 4 7 . t n 7 2 , a r f n i . v , i h c i c S a r G e u d i e d i c a u g e s i P o r t n o c s e n o i t s e a Ù u (*) Per le q e n i E « : 9 1 , o i l l e u d r e P , T H C E R B . v , o i l l e u d r e p a l l u s e g g e l a n u i d a z n e s s (2) Sull’a l e u d r e P « : 6 9 1 , . t i c . p 0 ; » n e b e g e g t h c i n s e t a h s e f f i r g e B s e d g n u b i e r h c s m gesetzliche U
14
CAPITOLO PRIMO
l, del le ga le na li ip sc di a un di za en ss 'a ll da ta ui La prova costit , nc ma i cu e, on zi ra st mo di a ll de perduellio rappresenta solo metà ancora la prova positiva dell esistenza di leggi che abbiano
definito le fattispecie in cui la cogrutto dei magistrati non
richiedeva il preventivo assenso del popolo. In effetti, mi Dare
che vi siano elementi che fanno ritenere che tali disposizioni
siano esistite.
In un caso, quello della proditio, la regolamentazione posi. tiva (o almeno un frammento di essa, o il suo stadio embrionale)
risale alle XII Tavole, come si apprende da Marcian. 14 nst. D
48.4.3: «Lex duodecim tabularum iubet eum, qui hoster concitaverit quive civem hosti tradiderit, capite puniri» ().
Complesso è il problema della coniuratio. L'opinione che il
LE «QUAESSTTIIOONNEESS,» C©APITALI UNT LATERALI PREGRACCANE
di reato dotata di autonom A
rilevanza
a,
tanto
te
5
i e ch id , diversa p 1”
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de so ca l ne e ch e nt me sE e Ila roditio o o, ta. da itio rem fici ban arma e l fonti prod e, ved del vene e vanda armata, le fonti sembrano tacere
o p p a a v i t a m r o n a n u su x x : sita. Non è peròdatrascurare il f atto che le nostre informazPiPoni
gma de an gr ra st la r e p no go en ov pr e al sulla legislazione crimin gioranza dalla g lurisprudenza classica e, quindi, tendon o ad organizzarsi secondole categorie fissate dalle Leges Corneliae e
dalle altre che le seguirono. Ciò è di poco danno quando la legislazione sillana ricalca quella anteriore, come vedremo in
appresso essere sicuramente il caso a proposito della Lex de sicariîs et veneficis; ma non tutte le Leges iudiciorum publicorum
si lasciano mettere in fila con precedenti medio repubblicani, se non decemvirali, consentendoci di gettare uno sguardofino alle scaturigini della legislazione criminale. In particolare un effetto
dirompente rispetto alla tradizione dovette avere la Lex waiestatis del 103 a.C. — e le modifiche successive —, la quale attinse all’esperienza anteriore, attraendo e ricomponendo in un nuovo
concetto fattispecie prima disperse. E anche ciò che non fu rituso nel testo della legge, rimanendo formalmente oggetto di norme separate, finì, almeno nel pensiero giurisprudenziale, con l’esserne attratto: non è un caso che la notizia del precetto decemvirale in materia di proditio sia riferita da Marciano
m a iestaI u L l i e a d x e l l a c il o c m o m n e n t c o i o n n nessione proprio
p e rmaq u a d e e s l t l i s e o i n n s e e t s l e m a p r l o a d itio, tis (*). Come re se es di ò ss ce , um or ic bl pu um or nenti basato sulle Leges iudici a s u a C « S: 7 9 1 p. , . c s A . s P e h c n a v. Si . 3 . 4 . 8 4 . D = 3 6 1 . n a i c r a M . l a P , L E N e L ) (© , s i t a t s e t a M n e m i r C e h T , n a m u a B . r f C . » t s ie d o m us ei id qu proditionis, maiestatis, et si
t h g u o r b h c i h w n io at sl gi le s a w e r e h t t a h t is ct fa l a i r e t a 277: «In any event, the m
il n o c r u p e, il ut in e s r o f è n o N . » s i t a t s e i a m n e m i r c e h t r e d n u o i t i d o r p f o s m r o f s u o i r va i r a t a n i t s e d i ì s o c e c s i n i f e d e h c , 5 . 0 1 . 8 2 . v i L e r a t n o r f n o c , e n o i z a z z i l a u t t a ’ rischio dell s i n a m o R b s a i n o i t c e f e d i l u p e o p v m u r o r b m m U u r o c s u r t E i u q « : 7 0 2 l e s d e n o delle guaesti , T T D e s is lt xi au m u e e u q i u t q n e s s a t i g a a i l i s n o c s u t m e u t n e v d a b m u e s ad Hasdrubal
o t n e S , s i t a t s e i a m a l a p x e L a l l e d e l o s u a l c e l l e d a n u n o c , » t n e s s i v u i a u q i atu aut ope al ? o c ni ma Ro i l u p o p s e t s o h o l a m o l o d a r e p 0 . . . s u s u c « i u l o c o t la quale è puni 4 pr.).
. 4 . 8 4 . D . l u g e r . 4 . v e a c S ( » t n u r e i t u i d a e r a u q e v a i l a a i n u c e p s i u q e s i l te
16
CAPITOLO PRIMO
un concetto guida, così è possibile, a mio avviso, che analogo destino abbia conosciuto la coniuratio. Nel composito Precetto
della Lex Iulia maiestatis, come lo ricorda la giurisprudenza classica, non mancano squarci che lo testimonierebbero: non
solo è punito colui «...cusus opera dolo malo consilium inttun ertt,...quo armati homines cum telis lapidibusve in urbe sin;
conventantve adversus rem publicam, locave occupentur vel tem.
pla, quove coetus conventusve fiat homin esve ad sedittonem
convocentur» (”), ma soprattutto colui «...cuius...dolo malo
, quo adversus rem publicam faciat» (*), precetto sul cui sfondo si sta
speciale (*): le fonti a l e g g e ricordano l’invocazio ne ai tribuni, ma n on 1928(?)) E Ulp. 7 de off. proc. D 48.4.1.1 su cui KOÙBLER, sv
LE «QUAEST IONES »
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per p rotes tare contro l6'illegiittttiimmiittàà della giurisdizione magistra. x r p r pe e o
e r a e, c io o al e v iz é al o zi h r ud tu n c mi p p lo u r a gi co e m so p i rappresentanti della plebe opponesser o l’intercessio agli atti dei magistrati inquirenti (che non fu comunque in terposta) (*)
Non è dunque inverosimile, a mio avviso, l’idea ch e il crimen
maiestatis sia nato dalle ceneri non solo della perdu ellio (*) e della proditio (*), ma pure della coniuratio adversus rem publi: car, regolata, questa, da un'apposita legge; ciò spiegh erebbe
l'uscita di scena delle varie nozioni, se non per abrogazione implicita, per desuetudine, salvo essere resuscitate da qualche volenteroso, come esemplifica il processo subito da Rabirio. Un banco di prova dovrebbe essere rappresentato dal caso
19.76.3-4) BAuMAN, The «lex Valeria de provocatione» of 300 B.C., in Historia 22
(1973) 34 ss. praecipue 38 ss.; FASCIONE, Crimen e quaestio ambitus, 35 ss.; VENTU-
RINI, «Quaestiones ex senatus consulto», 36 ss. Cfr. anche CassoLa, I gruppipolitici
romani nel III secolo a.C. (Trieste 1962) 125 ss.; PHiLLIps, Roman politics during the
Second Samnite War, in Athenaeum n.s. 50 (1972) 337 ss. praecipue 343 ss. e ora ss. 145 1985) lles (Bruxe B.C. 167 — 366 Rome at cs Politi of ce Practi The DevELIN,
e nell mento fonda di priva È . Roma) e Capua a ste inchie le fra e legam il (che contesta
ni Roma i Popul ae Public Leges DI, ROTON da e) ament tativ fonti l'ipotesi, accolta (dubi
citum. plebis ito appos un to passa stato fosse che 233, 1962) (1912; rist. Hildesheim
si no, livia nto resoco nel ita appos o rogati una di nza l’asse mente piena zzare appre Per
e miana Postu io quaest una di sito propo a dove, può confrontarlo con Liv. 4.51.2-4, da ione ficaz falsi una cato [giudi o zzativ autori cito plebis un duce intro si caedis (a. 413),
degli si proces I ARO, FRACC già v. s.; 19 to», consul us senat ex VENTURINI, «Quaestiones
a rtare traspo di tica nnalis dell’a genza L'esi 3]. nt. 289 1967) Roma rist. ; (1911 oni Scipi tarda della o ament ordin nell' i idatas consol plebis ia concil dei tenza compe una ritroso
or maggi a o dovut be avreb ne, icazio falsif nta presu la a spieg si repubblica, con cui e b i l e d o i t s e a u q a l e r a c i f i t s u i g r e p o i t a g o r a g o l a n a ' n u e r r u d o r t n i d a e r e g ragione spin
E N O C A B rata un secolo dopo. le | ia nz se es so vi so av vi av o i m a è o i co di ri ju d i r u i g a t s i v i d o t n u p l a d o i d o s i p e ’ l e r e d (4) Per inten , e i r o t a n e s i n o i z u r t . e sul fatto che l’in terpretazione estensiva delle is porre l’attenzion i s e m o c , è o i c , o t t a r u i n o c a l l e d e i c e p s i t t a f a l l u $ e t r e v n o n o i n e M . C a t a i u attrib , e h c , e r o t a t t i d i d i t i p m o c i r p o r p i u s ì s n e b , o i t s e a u q a l l e d o t n e m a d n o f l u s vorrebbe, r a m E o O E r aurita la IP s e e r a s s e c o n a v e v o d , a v i t t i r t s e r e n o i z a secondo l’interpret
) 4 4 9 1 ( 4 6 S S Z n i , s i t a t s e î a m n e m i r c d n u o i l l e u d r e P , T H (2) Cfr. Brec
interamente condivisibile).
. 36 . nt 15 a, pr su (4) V.
ss.
18
CAPITOLO PRIMO
più eclatante, la quaestio de Bacchanalibus. In genere, infatti, di
ritiene che la quaestio del 186 portasseil titolo de contrattone; i
culti Bacchici sarebbero stati repressi in quanto PMINaACCIa Nei
confronti dello Stato e proprio Catone avrebbe contribuito a
imporre questa interpretazione dei misteri (*). Ma proprio nel
discorso del console Postumio, che rendeva note le Fagioni della persecuzione e che sembra essere stato ricalcato sull orazione catoniana (*), questa idea trova la più netta contraddizione; «adhuc privatis noxiis, quia nondum ad rem publicam opprimen.
dam satis virium est, coniuratio sese impia tenet» (*): non vi
erano ancora gli elementi per affermare che si trattasse di una conturatio adversus rem publicam, nel senso in seguit o ancora
adombrato, come si è visto, dal testo della Lex Iulia matestatis. La destabilizzazione poteva essere al pi ù un obiettivo: « cresci et ser
pit quotidie malum...ad summam rem publicam spectat» (1); per questo bisognava prendere delle misure preventive: «Nis;
(4) Si veda il valore parad igmatico che questa interpret
Donatp, JRS 34 (1944) 15; 26 ss.
>
Azione
Textus (Torino 1976‘) n. 8.68 L i b | (in seguito ORF). Sulla dip c r e Re; Publicge I TARDITI, PP 9 (1954) 274 ss.; 283 ss.; in generale, a favore d e l a da Catone Vv leggesse direttamente Catone, a lungo respinta [ma V. gi à per | Op Kritische Untersuchungen Uber die Quellen der Vierten und fiinft e, , (Berlin 1863) 38 s.; 225], v. ora Luce, Livy. The Composi % (Princeton 197 i
7) 161 ss.
(%) Liv. 39.16.3.
(1) Ibid.
(*) Liv. 39.16.4.
>
© History
Il riferimento è di1 grande importan: . ris anza: alle infatti ale DE l pet la Dodici tavole na capitale per il c DL.
.
. °) (° a i n i b a G x e L una
La notizia è da taalluno
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presa
coetus nocturnus,5, r ribadita
poco
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in , a t n o c s a m o, ri se l su
p e i d o t t a f , il pote realtàà, essere una delle poche che si posseggano
relative al piu antico regime del diritto di riunione e di essere
a ltr l’a del o na l’u del no teg sos a e, ion ens est r pe ta, Oca INv perciò
cor ’oc all e, one azi oci ass di o itt dir del me gi re del e ion ruz ricost renza, svilita (?); chi osserva però che il precetto, indirizzato contro le riunioni tenute di notte o in segreto, non ha nulla a che vedere con la libertà di associazione, non ha da opporre dubbi alla sua autenticità (?). (*) L’interpretazione dei coetus nocturni come preludio a coniurationes si ritrova in Liv. 2.28.1-5; 32.1 (predecemvirale); cfr. 3.48.1-2. (°°) Latro Decl. in Cat. 19: «primum XII tabulis cautum esse cognoscimus, ne quiin
urbe coetus nocturnos agitaret deinde lege Gabinia promulgatum, qui coitiones ullas clandestinas in urbe conflaverit, more maiorum capitali supplicio multetur». ROTONDI, diversamen te, a.C.; 139 al Gabinia Lex la (dubitativ amente) data 279 Leges publicae, (Kiliae Lanuvina) inscriptio (accedit Romanoru m sodalicis et Mommsen, De collegiis BROUGHTO N, soluzioni altre per comunque v. 186; al anteriore 1843) 33 nt. 3 la crede
senza non pure ma Fittizio, 355. Matestatis, MRR, 483 nt. 2; Bauman, The Crimen MOMMSEN, cfr. sit»: capital fecerit, concursum et coetum «Qui 3.8: Decl. Sen. valore,
Strafrecht, 563 nt. 4. sgeRecht der aus ngen ndlu Abba ht. nsrec Verei n sche ròmi Zur N, CoH () V. ad es. . ss 31 ) 69 19 n e l a A . st ri 3; 87 (1 schichte
ge ts ch Re he sc mi Ro , F e r o p u R 3; . nt 33 s, ii eg ll co e D , n e s m m o M i, tt tu r e P (®) l vi Ci s de em st Sy d n u te ch hi sc Ge . ln fe Ta I XI e Di , T G I o V ; 82 ) 57 18 ig pz ei (L 1 schichte ig pz ei (L 2 en nt me ag Fr n re de t bs ne ln fe Ta I XI s de sse es oz Pr e wi s, te ch Re und Criminal s le ez ch s le el on si es of pr ns io at or rp co s le r su ue iq or st hi e d u r É , G N I Z T 1883) 791; WAL i nt 5; 89 (1 1 nt de ci Oc d' re pi Em l’ de e ut ch la è u' sq ju es in ig or s le s Romains. Depui io ud st lo al to bu ri nt Co s. te ta li da so e ia eg ll Co , LI CO ; 79 ) 70 19 k r o Y w e N Hildesheim — ni io az or rp co e ll su i nt pu Ap I, IN ND BA 0; 10 ) 13 19 na og ol (B o n a m o r deicollegi nel diritto e i n o i z a r i o o c p r o e l l e d ; a i r o t S , S I T R E B O R i o i E D n i dubbio e h c , N I H O C a à f i r i s e h c , . s 6 7 ) 1 7 9 1 a m , . d . s i r . a B ( Li. o . n ma o ro d do on n o m i ‘at o iv i g e r at e i n , l me ci or d I ud lo ln e l gi so l di on in St in Tafe XI di un So ne as re el de a e D o I n 0 Dio ia i d u t S , , R E K C A E I W ; ) . c e r p . t n , a r p i u e s d ( o t e i v i d l op.lc.cit. i e c s i u b i r t t a e h c a l l e u q a c i d u i g 0 7 7 ) 1 7 9 1 o n a l i M ( 3 n r e t l o V o d r a Edo . » n o i t i d a r T e t u g h c i l t h c i s r e e n i e « e l o v a T I I X e l l a i n r u t c coetus no
CAPITOLO PRIMO
20
si i che proprio in questo diviep, l'ipotesi corretta Pare quindi t a l e s , i d e b b c a e r c a i r e l f o n d a . i cap pena dalla i legale, sanzionato d g i n s v u i t c o o d n a t s i a o l i esercita repressione mento della
senato (’).
ti che troviamo in Livio sj a, ic pl es . ne co "i | l cu i de e on Non solo la descrizi -
sofferma sulle cerimonie notturne (?'), ma
mente, e in luoghi assai significativi, la locuzione tecnica (*),
Anche Cicerone, oltre ad insistere sullo stesso aspetto a propo. sito della descrizione dei culti bacchici, nella sua legislazione
ideale costruisce il divieto proprio attorno alla proibizione dei
«nocturna...sacrificia» (*). Soprattutto, la denominazione che
sembra essere quella ufficiale fà riferimento proprio a questo aspetto: guaestio de Bacchanalibus sacrisque nocturnis (7). A
confortare l’idea che la repressione fosse giustif icata sulla base dell’abuso del diritto di riunione si può portare, infine, un passo dell’orazione fatta pronunciare jx c ontione al console Sp. Postune vos quidem, nisi cum a ut
ANDREEV, IRMSCHER 7 [ t u m , h r s g . v o n ampia trattazione del proble c o ; ma in Ip., Pinstwoa Kolegia (Kr n FINVIO ad una più non ho potuto consultare]. (*) Liv. 39.12.4; 39.13 .9; 39.15.9. Cfr. 39.16 .10-11.
at
(?) Liv. 39.14.4; 39.14.1 0 (dal senatoconsulto): « T r iumviz; est...ne qui nocturni coetus fierent...»; 39.15 .12. Cfr. N IPPEI
-r..
.
ckung der Bacchanalien bei Livius, in Hermes 71 (1936) 286. ; è GEerL » . 2 Die Unto,, 4
a quaestio de clandestinis coniurationibus (Liv. 39.8. 3),
Auesto da
re.
LE «QUAESTIONE S»
C CAPITAL I UNILA TERALI PREGRACCA NE
21
multitudo esset, ibi et legitimum rectorem multitudinis censebant debere esse. Quales...nocturnos coetus...esse creditis?» (8) La conclusione che la repressione dei Baccanali è da porre in relazione com la"“ norma che proibiva, a pena di morte, , le riunio | ni a notturne (”), conferma che la quaestio, come giurisdizione capi-
tale de Magistrati cum imperio, era sempre fondata s u una legge
capitale.
La violazione del divieto dei coezus nocturni era una res
capitalis: la sententia dei patres era appunto nel se nso che i consoli dovessero curare l'esecuzione della legge, «rem caputa-
lem faciendam censuere». | lutto ciò, naturalmente, non esclude che esistesse una diversa norma che puniva la coniuratio, di cui abbiamovisto più
sopra le tracce, che costituì altre volte il fondamento di vere e
proprie quaestiones de coniurationibus (£): anzi, semmai il
(#8) Liv. 39.15.11-12: la testimonianza è avvalorata dal fatto che, comesi è detto,
si è inclini a ritenere che Livio utilizzi qui materiale catoniano. Anche questo testo è spesso utilizzato per ricostruire il regime del diritto di associazione: COHN, Zur
ròmischen Vereinsrecht, 35; WALTZING, Étude historique, 1.79 ss.; BANDINI, Appunti, 44 ss.; cfr. però DE ROBERTIS, Storia delle corporazioni, 65 ss. (?) Contra, LIEBENAM, Zur Geschichte und Organisation des ròmischen Vereinswesen. 3 Untersuchungen (Leipzig 1890) 18 nt. 1, con la motivazione pocoperspicua che
re ega spi può si che ciò te, mor la con ita pun ne ven non o tias al la sola partecipazione In ze. ten sen e dell ne uzio esec all' ine ord in invece con la discrezionalità dei magistrati tus coe del eto divi il che mi fer con e pen e dell realtà, mi pare che proprio la gradazione alla to cre con in va gua ade si ne sio res rep nocturnus era uno schermo, mentre la
imo ess ett amm se aro chi più e ebb sar , nte lme ura nat to, (tut e ial soc ità los ico per a effettiv
a un ad ti it cr as i at re i r pe e ch an le ta pi ca a n e p la n o c e it nc sa e m r o che esistevano n ni io uz tr is e is ec pr ro se is gu se i ol ns co i e ch e er ud cl parte degli iniziati). Non è da es s. 7 8 3 ) 2 3 9 1 ( 7 6 s e m r e H , L E K N E A R F di i es ot ip l’ a t a d n o f è , o d e r c e m o c , se e, ri to na se a ll de vo ti tu ti is m u t C S l e d o t u n e t n o c il a, iv at rr na a m r o f in i, rt po ri 4 3 . 8 1 . 9 3 v. Li e h c ) 6 3 9 1 ( 1 7 s e m r e H in t, if hr sc In lna ha cc Ba r e d u a b f u A r u Z , E quaestio; cfr. anche KRAUS e r e s s e ò u p ) 5 2 3 2 . r r ( o c i f a r g i p e m u t C S l e n a t a d r o c i r a i t n e t n e s a s s e t s a L s. 5 21 ! | a l l e d o t n a u q o l l i g i s o n g e d a r b m g e o s . n , a o I d v o i t m t e i p n s o r p a t s e u q i a n t i a t e r p r e ii nt i i e r s e g e l c e n i l u s n o c s u t a n e s c e n c n u T « : 9 . 6 . l e r . f o r p . r r e . t a M . m r i quaestio scrisse F
o d . » t i u f e d s u b i g e l l u s n o c c e n e a c i l b pu e r a d e t t e v o d o t a n e s il , . C . a 6 8 1 il i t n e u g e s e t n e m a t a i d e m m i i malis». ‘oribus ; ex pi i cu . (©) Negli ann pata «semina culto, del focolai residui dei istruzioni per la repressione fe senato il cui , insicurezza grande di periodo un Era evidentemente
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CAPITOLO PRIMO
|, e O PP lu svi lo a i a onl ttm tes e ers div richiamo a disposizioni flessibilità del sistema criminale romano e, INSIEME, la CUTa con ‘ a v e l o v i r la tà, legali ando adegu il titolo alle g tare rispet a volev la quale si
situazioni concrete. Gar n Per quanto riguarda la risalenza di una MOTPOTNA ce Sicariis
è stato da tempoipotizzato che la Lex Cornelia abbia ri uso una disciplina tralatizia, le cui tracce rimontano almeno alla fine del
terzo secolo, in una commedia di Plauto (%). A parte Ì eco letteraria, l'ipotesi ha dalla sua il fatto che, nella sua redazione sillana, la legge mostra chiaramente di essere eccentrica rispetto allo scopo della repressione dell'omicidio, cui la procedura accusatoria della quaestio permanente la preordinava; le disposi-
zioni della Lex de sicariis rivelano la natura di norme di tutela
dell'ordine pubblico, miranti piuttosto alla repressione di feno-
meni di violenza di massa che d el singolo fatto delittuoso, tan t o da far seriamente dubitare che c on caso dell’omicidio (©). A quest e consi
quest’ultimo senso. (©) Il passo plautino è Ay/ 415. 17, Schriften, 48 s. Cfr. però PuGLI ese, BIDR 66 (1963) 166; 333 nt.
104: è eccessivo — e non necess ario — che i tresviri capitales, destinata ri della denunzi non solo istruttoria.
(©) CLoup, The prima ry purpose of the lex Cornelia de sicariis ZS s ss.: BAUMAN, The «lege s iudiciorum publicorum a n » d t h e i r i n te 69) 2 Republic, Principate and Later Emp ire, in ANRW 11.13 (1 P r e t a t 9 i 8 € o 0 , ) , 9 8 1 , posiz c
ione ritica, SANTALUCIA, sv. Omicidio (Diritto roman o), in ED 29 Mi Per 890 ss.
LE «« QUAESTIONEES S», CCAPITALI U NILATERALI PRE GRACCANE
23
avremo modo di ritornare anche in seg" uito. La legge, nella ’ re
dazione sillana, rispecchia chiaramente una procedura d’uffi-
cio (unilaterale): «praetor (...) quaerat (...) de capite eius qui cum telo ambulaverit bominis necandi(...) c a u s a » (©). La circostanza ‘ sorprend
è sori ente se st pensa che il processo sillano era accusato. rio: è sufficiente confrontare questa formula con quella impi egata dalla Lex Tabulae Bembinae per disciplinare la quaestio de repetundis , sicuramente ad accusa privata, per concludere che la legge de sicariis recepita da Silla nella sua concezione originaria .
risale ad un’epoca anteriore alla nascita del processo accusato,
.
rio, cioè alla metà del secondo secolo (64), Da ultimo, a riprova dell’antichità anche delle norme de veneficis — oltre all’evidente parallelismo storico con quelle de sicariis, fino alla fusioneneltesto unico sillano — mi pare si possa
portare la testimonianza di Gaio nel commento alle XII tavole:
«Qui venenum dicit, adicere debet, utrum malum an bonum; nam
et medicamenta venena sunt», dalla quale non mi sembra azzardato indurre, con la prevalente dottrina, che la legislazione
decemvirale contenesse disposizioni in materia (©).
Die y, Lev i, test Sui . 148 . ent Clu . Cic . cfr .1; 1.3 l. Col c. pro . off (©) Ulp. 7 de urs Geb en gst tzi ach nem sei Zu . ten rif Sch te el mm sa Ge ròmische Kapitalstrafe, ora in
è ve do ss., 332 3) 196 az Gr ln (Ké 2 r se Ka u. EL NK tag (...) ibm dargebracht von KU
le. ita cap na pe la del e ion vis pre a all a ul rm fo dimostrata l’equivalenza della ue sq ni mi no o ti ti pe us ei re ea e «d 4: r. , ae in mb Be e la bu Ta um ar nd tu pe (4) Lex re
la .»; o.. ati tum aes que tis lei o ati dic iou um dic iou o, est io est qua s) ori delatio esto, pr(aet ” ra, inf 188 i nte ame fus dif più to, men rgo l'a Sul . tio eti o/p ati del a all ta ina ord sub è io est gua | ss.; 240 s.
a n u di e t n e m a s s e r p s e a rl pa 8 r. pe v. Li .; pr 6 3 2 . 6 1 . 0 5 . D b. ta I I X I. d (©) Gai. 4 a n u e h c è n o n 3 5. 2. x a M l. Va ; 1 1 4 . 8 1 . 8 v. Li n o c e r a t n o r f n o c a d è a m , a v i s s e c c u s x le
riassunto privo di valore ai nostrifini (nonostante VoIGT, Die XII Tafeln, 2.802 nt ” ee poisoning and Poisons KAUFMANN , s.; 635 Strafrecht, cfr. Mommsen,
Romans, in CPb 27 (1932) 156 ss.; GENIN, La rép ression de° actes de cen RomeL on y Nom à è l'étude de la subjectivité répressive
criminel romain (Contribution
] quid
.
l na ci m». tiva femminile [cfr. MONACO, «Veneficia MATER Napoli 1984) 2013 ss.], non sono \ f
in Sodalitas. Scritti in onore di Antonio Guarino dure condotte da magistrati cu? proc edu solo ma comi zial e, attestati casi di repressione
O M I R P O L O T I CAP
24
bra ra che esistano indizi sufficien ti De ) . .
i
Riassume ndo, mi sem di disposiz ioni legislati ve in tutt ammettere l’esistenza precoce l d iniziativa senatori, o
le materie oggetto delle quaestrones a Ivano alle XII Tav,L
ri ra che esse risalg dueO casi sembra addirittu o
d
rale.e,
‘Li — decemvir ale _ Come si sarà osservato, poi, nei due casi hiunoopens canini ì
cui è attestata la sanzione, si tratta sempre de pena Capitale, gj i delinea allora un quadro non privo ivo di novità. La distinzi one , MUOVE che
Polibio conosce fra materie nelle quali per pron Î una quaestio era sufficiente l’incarico senatorio e materie nelle quali era necessaria una volontà legislativa ad boc, distinzione che
troviamo costantemente rispettata nella realtà, rinvia alla esi. stenza nel primo caso di leggi che de finivano le fattispecie e prescrivevan
o la pena capitale e nel second o caso alla loro
ventiunt...» ($) Ovv iamente, lo scenari o , per la giurispru “everlana, è profond d e n za amente mutato: il t ermine cui Paragona tudicium publicum no reil n è
NELSON (Leiden 1956) 95 s.;
«tudicium publicum»
«iudi
F.
LE «QUAESTIONES» » CA PIT ALI UNILATi ERALI PREG RACCANE
25
è immutata, ancorata al rapporto biunivoco fra quaestio (iudix
ge. leg e um) lic pub cium
norme sanzionate con la pena capitale e, nella mia interpreta-
zione, fondamento della giurisdizione capitale definitiva dei
magistrati c%772 2272perto, riguardano «illeciti direttamente lesivi degli interessi della comunità cittadina, peri quali non è prova-
bile una originaria natura sacrale (...), la cui repressione appare
sottratta alla limitazione della provocatio» (6), per citare un’autorevole opinione espressa a proposito della proditio, che
mi sembra estendibile a tutte le fattispecie in esame, ove, appunto, si ricolleghi l’esenzione dalla provocatio (almeno da un certo punto innanzi) all’esistenza di uno iussuz populi (9). Non 187 nt. 1. Non è attendibile, come è stato da tempo dimostrato e vedremo meglio in
seguito, l’idea che iudicium publicum equivalga a processo privato rafforzato. Nemun essero intend blica repub della ni Roma i gma sinta quel con che dire può si meno di prio impro uso un o quest è più tutt'al ; lica» «pubb giudizio aperto all’iniziativa
i confin ai suali proces e Figur ESE, PuGLI 3.74): deor. nat. 155; Cicerone (2 in Verr. 1.60.
1948) li (Napo i Solazz Siro di onore in Studi in a», public tra «iudicia privata» e «iudicia crisi e età e Minor ia». Laetor «Lex , SALvO Di ss.; 51 411; KUNKEL, Untersuchungen, ne nazio desig la tiva, defini in Che, ss. 119 1979) li (Napo a.C. II il e III il tra sociale l de tà me a im pr a ll ne ti an er op s ne io st ae qu le al à gi e ss ta et sp a come iudicia public
il 5; 16 3) 96 (1 66 R D I B , SE IE GL PU e: il ib er ef pr e on zi lu so la re pa secondo secolo
a. rl ma er nf co e ch ò u p n o n le ga fondamento le
. 0 5 3 , . t i c . p o e h c n a . r f c ; 7 4 3 ) 6 6 9 1 ( 9 6 R D I B , (4) BurpEse
e — e g g e l a l l e d o l o u r l u s i n o i s s e l f i r i t n a t r o p m i e l e t a d r o c i r e r e s s e i (®) Devono qu a d e t l o v s e l a n e p e n o i s s e r p e r a l l e n — e l o in particolare di quella delle XII Tav n i , e l p u e p u d l a n u b i r t u a r u e i r è p u s t a r t s i g a m u d e l a t i p a c n o i t i c r e o c a MAGDELAIN, De l
e g g e l a l l e d e n o i z n u f a L . Ss 4 6 1 e 2 6 1 .; ss 5 4 1 e u p i c e a r p . s s 9 3 1 ) Labeo 33 (1987 i d e n o i z o n a l l e n a t a i h c c e p s i r e n e b a r b m e s , a t a t t e p s o r p i u q è si e l a u q criminale,
e h c s i m ò r s a D , S D N E R H E B a d a t s o p o r p » t i e h o h s t h c e R r e d s r e g i r T s e d g n u «Bind i l t i e z u e n d n u n e h c s i m ò r m u Z 4 n i , g n u n l e i t e l t a w e G r e d p i z n i r P s a d d n u f f i r g e b s e z t e s e G e u p u c e a r p . ss 4 3 ) 87
9 1 n e g n i t t o G ( k n i L . U S D N E R H E B n o v . g s r h , f f i r g e b s e z t chen Gese e r e t o p n u a r t è o i c — » m u i r e p m i « e » s u I « a r f e n o i z n i t s i d a l l a d 68 ss. L’ A. muove e r e t o p n u e ) e r l i e t n e m a i e r a r n a i g n i a r i o ( p i r ) e r e e c a p a l l e d e t n a r a g l e d o c i t a m s i u b i r t t a religioso car e l l e n , i s u f n a m , i t i u l t ; n o c , ) i l u p o p r e t s i g a m l e d e t n e i m il a i r a n i g i r o ( militare
26
O M I R P O L O T I P A C
da i s o an si ie ec sp ti p is tt fa c . e l i e tr al e ch e, il ab ob pr a r b m e s i z n a , o s u l è esc bio, alle
li Po da e at rd co ri li pa ci in pr e l l e u q a o t n a c c a e r a r e v o n an
in e nz ia on im st te re st no ° le o n o no c s i r e f i r i s , o s s e l p m o c l e n quali, cno us et co i e nt me ra cu : e n a c c a r g e r s p e n o i t s e a u q i d a i ter a
e r o t a n i m o n , e d O T M I O N I M l . o I ) s o 7 i ( o turni e l'incend dol
n i r o e d i v e i s t e n e m a t t e r i e d r e s s e i o d l l e u q è i t a e r i di quest i n i d u c l e a r — e s e s l e a i i d a z è c n i e t s s i s r e e t t a r a o : c r o o c l a i l l pubb u n
c . o t s e u q r e P . ) ? ( i v i t a i c o s s a i t a e r — o t t a f i d e diritto, tutti comunqu
deimagistrati superiori repubblicani. Su questa base, LA. individua il primo stadio della lex rogata nella «konkrete Festlegung der Juridikationsinstanz», cioè nel
compromesso di forza fra il detentore del potere assoluto di matrice regale (che si
esprime elettivamente nella iurisdictio) e il popolo organizzato militarmente, compromesso che, sempre secondo l’A., dovette probabilmente risolvere crisi nate proprio nel campo della giurisdizione criminale; il passo verso il concetto più evoluto di /ex si ebbe sostituendo alle pronuncie concrete (nell’esempio dell’A., op.cit., 92: «Dieserist freigesprochen...») una formulazione in termini astratti («Fùr jeden, der eine bestimmte Voraussetzung erfiillt, treten diese oder jene Rechtsfolge ein»). In questo quadro, per apprezzare la funzione della legge criminale che fonda la quaestio, mi pare necessario soltanto dare rilievo (diversamente dall’A., op.cit. 83 s. e nt. 157) alla definizione della guaestio stessa in termini di tudicium (publicum) (v. nt. prec.). (") Per i primi v. supra, 19; per il secondo, infra 49 ss.
anche se, formalmente, la
ti, BAuMAN, Lawyers 201 e
«QUAESTIONES» C
prem
APITALI UNILA TERALI PREGRACCANE
27
se.
a t e r p r e t n i ’ l a l z e n d e r e e o r c a a c l i f i r e , v i u , q o s < I a ‘né n
Mi
r e v d a m i n a i n a m o R s i v i c t u p a c n i « o t e i v i d l e d a t a d o ” e gg le a n u di a nz te is es l’ e al qu a ol tere IMIUSSu populi» (?), second
va ca fi ti us gi e rt mo di na pe la se es che 1 Via generale preved
gi ma i e de rt i pa al da on zi di is ur ti gi en im ed oc ] instaurazione di pr A ). (" lo po po l a de nz re ge e in or ri te ul a nz strati cum imperio, se , no ba ur e or et pr al e rl da fi af o un rt po op e nn te ri si so es sp a, nz ue eg ns co nt. 343): di a ll de o nt me gi ol sv e al rm no al io cc pa im di a er n o n vo ti un gi ag co ri ca il , e r perché, mi pa
sua attività. di i on si es fl ri e iv at ic if gn si le a or v. e, al zi mi co so es oc pr al (2) Sui limiti del ricorso
. ss 25 e pu ci ae pr 3) 98 (1 34 ra Iu in 0, 30 al no fi m lu pu po ad io at oc ov pr a ll Su , TE AN AMIR (con la lunga nt. 27).
, ER ST EL . M v. i nt fo e tr al e l r Pe . 23 /. b. r. cf ; 16 2. 2. 1. D. it id ir ch en . (2) Pomp. Ls und
n ge un uf hi an es tz se Ge — ik bl pu Re n he sc mi rò n be ii fr r de ng bu ge tz se Ge r Studien zu . ss 0 12 ) 76 19 rn Be — . /M rt fu nk ra (F wiederbolungen agn pe im a ov pr di o nc ba n U t. si es ib ob pr as st te po e rv io ma r pa ni te en lm ra tu (#) Na i ac gu se i de ne io uz ec rs pe la fu e al tu ra st gi ma a zi ti us gi a ll de o nt me na io nz fu tivo per il una nuova analisi
i qu re ge ol sv o nd te in n o N . po do io Ca di e a, im pr di Ti. Gracco e n o i z u r t s o c i r a l e i t n o f e l l e d e m a s e n u r e p : e z r o f e i m e l a r e p u s e h c , e n o i t s e u q r a e d dell d o T r e d d n u m u i m i U t I m u t l u s n o C s u t a n e S s a D , L D Ò R a o i v n i r i t n e , G R E B N R E T degli avvenim S -
N R E G N U N O V ; . s s 2 6 1 ; . S s 1 7 e u p i c e a r p ) 9 6 9 1 n n o B ; . ; . s s 5 6 ) 1 8 Gracchen (Diss 9 1 i l o p a N ( o i c u M o i l b u P i d a z n e r e o c a L , O N I r a u G .; SS 8 3 , n Untersuchunge € , e n o i z a t e r p r e t n i i u c a l l a ( . ss 6 2 1 u c e u e p i c s e a r r p e p e .; l l e 81 ss d o t n o c o s e r l a d e h e c r a e n i l o t t o s o l o s i e r r o V . ) o t l o m o n i i c i e v d v a — i a m t u i , p i s m r o dive c e t n e m a v i t t e f f e o a t a t i c e l l o s o n a v n i — e n o i s s e r p e r a l e h a c n i e r a a n p u e s a m r o t c | i n o è o zi i c , a s s e t s é s n i a m i t t i g e l l i t u n a e t i r o t n era affat
o i n s o i n r c u t e c i e d v n i e m o c ( consoli a t a i r u t n e c a e l b m e s s a ’ l l e d a z n e t e p m o c a i l d l e n i t t a e z f n i e d r r e e g p n i o t e e l r i c b n o c n i e inammissi l a t o t s o t t u i p a m , ) i t n e r r o c e e . d P i e , l o n n a o r d i t n o c l e a d s o t e a b t b S o l e aspettere r a r e b i l i d a c i s a N a d o t s e i h c i r È V O , 2 T 3 M 1 ‘ O M n l i v e O N u t q a . v a é z é n d a o t s o t v s e o n i d o r a o v ù a è m ò r v o o f e t o r p e v od
è p e d s n a a i r B g « l a e s o e p h s c i r é h o c i r c o u u M f o t t u t e r r u d n i ò u p i s i u c a d , ) 4 . 9 1 . h c c a r G . ? T . t u l P ( » v o t r o Gn
28
] a e n i g a d n i a r t s o n a l e r e g n i p s r e v o d i a senz anche re che che ambito stesso nello trovi I S a t s o p s i r a ° l , a m e t s i s l e d o t s e r __ e h c o d r u s s a e s a s n o giurista su , o i c u M . P e r a t o solo, faceva n ,
. o n i d a t t i c n u e t r o m a e r e t t e m i d e l o s n o c l a e s s e d e i h c i s
i s e t i t n a ’ l ( o s s e c o r p e r a l o g e r a s n s u e e c r a era ne rio celebr
I . a) nd co se la e ud cl es i n p no a, im pr la a ut fi ri e l o s n o c il : s t o t o x e a i P a r f e t n e m e t n e d è evi di : l. ci (s v o t v a v : w i d i t d s i v t O n t a « r a g o n e m o n o r u f o v i s s e c c u s o n n a ’ l l l e d i o cons (ibi4,
s e t v o v a B u a A M v o è d S U O T , S V O T L O X A V O T T u o M M Tiberio) toùdc pèv gEE .
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VI
20.4: le altre fonti aggiungono poco: Sall. Lug. 31.7; Cic. amc. 31; Vell. Pat. 2.7.4;
un in condanna una di sull’assenza posto è l'accento Val. Max. 4.7.1). Come si vede, potuto avrebbero non consoli i che affatto detto è non ma regolare processo, se specie caso, qualche in che naturalmente, escluso, affatto è non (e celebrarlo l'imputato godeva di qualche protezione, si sia tenuto un processo regolare); chei
consoli abbiano preferito agire per le spiccie è comprensibile, visto che il processo era pubblico (v. infra, 53) e, dato il seguito di cui aveva goduto Tiberio, non si poteva escludere che sarebbe stato difficile amministrare la giustizia senza una opposizione violenta. Soprattutto, mi pare, mancava ai consoli la possibilità di richiamarsi a una Lex publica che giustificasse condannecapitali; ciò che avevano compiuto i seguacidi Tiberio Gracco non erano reati comuni, di quelli per i quali esisteva una legge criminale, ma reati politici, di quelli che, se la plebe lo voleva, potevano esserefatti
rientrare nella perduellio ed essere puniti in un processo assembleare o, previa
emanazione di un plebiscito ad hoc, tramite la quaestio di un magistrato cur imperio: cdd identeche di consoli del 132 non doveva sembrare praticabile né l’una né
In qualche caso, si sia cercato di coprire con imputazioni comunila persecuzione politica può spiegare, forse, la strana menzione di un caso di parricidio ). Non stupisce dunque che, quando le condizioni politich e lo
PUGLIESE, Appunti sui limit i
della «lex Iulia de vi publ ica» (Torino 1939) nt. 89]. In una situazio ne non diversa si t
via generale ad cià def ini tiv e: nel ciò detinitive:
l i n o d Se mp ro ni a Le x del la ri sp et to pieno| d e capite civis. Del resto, la 7. u n ’ ; ad re — ag en do mo de rn dott a ri na h un Impostazione ultralegalistica
—
ha ammesso proprio la costituzionalità
vlebiscito, riconoscendo
xl
uzionalità delle guaestiones ex
o, 4 ce n O È popolo la facoltà di spogliarsi della ropria iompeten
za esc in ma d giu i te sti lus zi ri iva a Ieri di giustizia capitale, delegandola ai magistrati cu 7
imperio (?). Una simile interpretazione, IMI pare, varrebbe egualmente per quaestiones decretate
sulla base di leggi generali. Potrebbe essere obiettato — ma rimarrebbe comunque da spiegare il caso delle quaestiones perpetuae — che un conto è la delega di competenza ad un tribunale speciale, una quaestio straordinaria, un conto è immaginare l’esistenza di un principio
sa nzionata cr im in le al gg e e un a di pr es in en za qu al de e l in forza un a ese rci tar e po te va no im pe ri o cu m con la morte i magistrati de i co st ru la zi on e ch e cr ed o giurisdizione definitiva. In realtà, di de le gh e co me qu ae st io le ne s pr ec ed en ti spe cia li plebisciti i s s e ' h c n a i u c n i a v i t t e p s o r p a l : ) 7 ( e t n a i v r competenza sia fuo
r e p . v 1, . r n 7 3 2 e u p i c e a r p . s s 5 2 2 . 1 , s m e l b o r P , N O S D I V A D N A H C A R T S o p o (©) D n i , n o i t a c o v o r P r e d g n u t u e d e B d n u g n u r p s r U , N E K C I E L B ; . s s 8 4 , e i g o l d n A , R e g tutti, St
N R E G N U N O V ; . s s 7 1 1 , t a n u b i r t s k l o V s a D , . p I ; . s s 5 7 3 ; 2 6 . t n e 3 5 ZSS 76 (1959) 3 3 , » o t l u s n o c s u t nes ex sena
o i t s e a u Q « , I N I R U T N E V ; . S S 2 3 , n e g n u h c u s r e t n U , G R E B N R STE
. 8 1 1 . t n 6 3 3 ) 7 8 9 1 ( 6 3 D E , A I C U L A T n a S ; 2 > . t n s. e ) 2 5 9 JR 1 ( 2 4 . 2 S R J , E T I H W N I W R E H S , a n a c c a r g t s o p à nto all’et
e m i r e f i r n o c () Cfr.,
t a n t s e w o p o n o i t a g e l e d e h t f o s n o i t o n n e i l a g n i c u d o r t n i t u o h t i w , e l b a u g s u t e e d 53: «It is ar o t i r e a u q ’ m r o f e h — in t
’ m e n o i t a g o r t e b u r » — w a l a s e s s a p è e e t l n p a o i v e r P o u e f h , t e s r o F . when » d e l l i f l u f n e e b e v a h a i n empro
S x e L e h t f o s n o i t i d n o c i e r e t t a r a c e l l capite’. th a e s a b n i , » e l a i c e p s e l i ; n n e B i n e 2 e n n e v e h c » e v i t a z z i n a g r o « e h stic la , ti , i t t e f f e n I i . e l i b a t s . a ; z i n e d l i s e r e p a è n u i d E e e i c i n d u o i c u gi e t a r g t s a i g m a l e d à t i v i t à t t a ’ l a v a n g i s e d e e l a u s s e c o r p e t n e m a r u p m q e r e s s e a v e v o d o s u i u c l : , e y r v e E r L e a ; u 7 8 q 1 e l ; a 3 b . r t e v a m r n 7 4 1 nella fo , t h c e N, Strafr
E S M M O M , s i i r a c i s e d a i l e n r o C x e L 45.16.4 e la >
O M I R P O L O CAPIT
30
i t i r e s n erano i
j , o d r a u g i r l a , i r e d i s n o c i S . e l a i z n a t s o s a l l e u q a er
. e a u q a n u i d a v i t u t i t s i u , s g u b i r u g i s I e d a i c r a M o i / a g 0 r a l l e d e r o n e t a t a i d ; u n Q o . i a . v m . i « a a L d r t é i
c e h c e n o i z a d e r a l l e n , 2 7 1 stro nel 79
s e l i t x e S . l a k e t n a s u t u t i t s e r m e t a t r e b i l n m s i t i d e s d a m , s i t pexr Statevlloin esse cuius dolo malo is 1n servitutem vene, ui ; e r e t r e v d a m i n a t e r e r e a u q m e r m a c i u q , t e r e n r e c e d s u t a n e s s u iurat a l l e d e n o i z i n i f e d a l : i t r a p e u d n i e u g n i t s i d i s o i t a g o r a L » E ) C 1 U G e r a n i m o n i d o t i p m o c l e d o t a n e s l a o i v n i r l i ; a s o n i m i r c e i c e fattisp . o t n a t , é n , a g e l e d a n u s s e n e n e i t n o c n o n e g g e l a L . l quaesitor
a L . ) * ’ ( e l a i z n a t s o s e r e t o p n u c l a o t a n e s l a e c meno, attribuis
Gesammelte Schriften, 2.332; KUNKEL, Kleine Schriften, 34 s.; PuGLIESE, ANRW II.14
(1982) 724 nt. 5, la cui interpretazione mi sembra quella esatta]: probabilmente il prevalere successivo della forma nominale è il segno che un’analoga duplice prospettiva si affermò anche fra gli antichi. (7) 42.21.5. Analogamente, a proposito della qguaestio Lege Mucia vien detto:
«...ita aperte cepit pecunias ob rem iudicandam, ut anno proximo P. Scaevola tribunus plebis ferret ad plebem vellentne de ea re quaeri. Quo plebiscito decreta a senatu est consuli quaestio...» (Cic. fin. 2.54). Cfr. anche Liv. 38.54.2-7, a proposito della rogazio Petillia, eloquente a prescindere dalla sua storicità. (*) Di tutt'altro genere è il rapporto fra senato e popolo nella procedura di approvazione dei trattati, materia in cui la competenza: senatoria era sostanziale,
originariamente esclusiva, poi affiancata dal principio della ratifica popolare [FREZZA, Le forme federative e la struttura dei rapporti internazionali nell’antico diritto romano,
n DI 7 1999161 $s;DeDRRTINO, Storia della Costituzione Romana IP (Napoli
9) Il content. ; n; $ di errecht der ròmischen Republik, in ANRW 12 (1972) quente: in particolare, Liv. 30.43.2 («...tribuni plebis ad
LE «QUAESTION ES »
|
C)APIT7ALI UNILATERALI PRENG CANEù a RACAa
31
simmetria risspeptetottoaalle guaestiones ex se natus consulto è il luminante. Proprio il coinvolgimentodel senato anche nell'iter delle
quaestiones ex plebiscito chiarisce a er n no o ol ru o su il e ch i tt fa in | ei ir st ve in di affatto quello i di o ri na di or ra st ri te po S di ti ra st gi ma | i t i d m e i i s l r s u e à e s o i t i h i p g o c e p d e r e v o u rim , e h c ò i c , o an
e t u d e c e r p e t s e i h c n i e l l e n appunto,
d
Posse ev
.
a r e e l a i c e p s e g g e l a n u , P d i 5 v r e t n i e l o u effetto| della gge stessa (”). Il s o n u ’ l l e n o c i t n e d i , o t n e v ‘ i e
A
np
n i , a r e , o s a c o r t l a ’ l l e n e e n o i z a t s e f i n a m a n u e t n e m a v i s u l c | s e , e c e v i z e r i d i i d o e t ( n | e m a n i i d d r coo l l e ) d e la n del potere o i z e r i d e ella magistratura,
1 , a r u n 5 . e n a o c i i z t a s n i s g r e e e s r t s p t e delle provin ” era l’a cu| i esD sion più cara | stava | a n g i a e s l h e e l c f e d e n n i l a a n l c e a a a i i h m t s r ec cmiaaee i pira n ca Y
o u n c c a o v e v i o t e d a h r c t s i g a i m e d l o ) e m d e n extra Of i
. o i t s e a u a q l l e i d s par
, o . o l o c a Propri t s i o c r a f i e d c e , v o n c i i t s i l a m o r o i f c c o r p p a O n I r . |; Op x i e t n i , f o t o n è e m e o . n a C i v t i n s i i c a e e m d c r s e i f n r n o o f c csial i ; 1 : i a l r a e t e i n p a n c a e d n n o o i c i z d a n , a e m l e a ' r l i v m e a c c e epo o n a v e n e t t a si a l o g e r a t s e u q a ; ) * ( i t a i r u t n e c i z riservata ai comi
e h c e b e l p a l l e d i n u b i r t i o m a i p u c c o i c i u c di o d o i r e p l e n ancora i a o n a v e d e i h c — i c i t i l o p i t a e r i e d e l a t i p a c e n o i z u c e s - nella per u t n e c a i t i m o c i e d e n o i z a c o v n o c a l o i r e p m i m u c i t a r t s i g a m , a t s n e t r o H x e L a l o p o d e h c n a , a l e t u a c a t s e u q o i r p o r P . ) 8 riati ( s e n o i t s e a u q e l l e d e n o i z a m r o f a l l e n o t a n e s l e d o l o u r l i e r a t l a s e d a a è z n ) e o d t n a e p t i c n a i L r P l (?) e n a t l o v s e l a n o i z i d s i r u i g e n o i z n u f a l la radice del (e a vedervi
e n o i z n u f a L , o z n o v A I N I R A M e p . F criticata da
. S S 5 e u p i c e a r p ) 7 5 9 1 o n a l i M ( o n a m d o a r o o i t t a n a e c s o v l o e d r P e l e a n i o D i z i , d R s i H r u O L gi N E s I E à i g . r f C . 5 6 . t s e S ; 1 6 . 2 . 2 p e r n e r ; b 4 4 a f r e e v f 1 a 1 r . 3 t S . d g e n l u s t h c e r f (2) Cic. a r t S n e h c s i m ò r s e d e t h c i h r c e s p e G ; 8 2 r 3 u z ) 7 g 8 | 9 a 1 r ( t i 6 e 3 B D n E i E , A I . C m U u L l A u a p t n a Po S , i t t u t r e P , a r O ; . s s N 3 A 5 V 1 O I ) G 0 7 9 ) 1 e l . a t i s z n i e r s ; s 8 e 5 8 1 o t n n i u r p e w l h a (Sc o d r a u g i r n o n a m ( , e a t s e n r e m e m v l i a d r u t a e N t o n s . e s m s l a 5 i 4 z 5 r a , ) p 2 3 8 9 e 1 n ( o i 3 z 1 i s o n p o r a i n h u C n i , t h a c t i a r c e i g d s u k i l g o e V r p m d i n a u i c s t a a l n o u t b a i i r r t u s t k n / e c o i z i m o NINI, Vol c l e d i d a e v n i o s i u z l a t c é e s r p e p m r a e o t z c n n i a e ’ l l l t l e u d S e n o . i a l z r a t i c r e s e l'afferma d o t s a u m m i a x i a M h c , e s A s s B e s B o A f e G l a u o q a d a l a l t e a n d , a a r z u n e u l f f la. mis a a t l a i d o t i s i u q e r e m o c 5 u t a maximus comiti ; i . s s 3 0 ) 2 7 8 9 1 ( 5 6 . S D m u e a n e h t A n i comitiatus, | ; O N I R A U G € . s 0 4 1 33 (1987) . 9 . 9 . 6 Gell.
; 1 1 . 6 1 . 3 4 ; 9 . 3 . 6 2 . v i L (®)
. 5 4 2 ) 8 8 9 1 ( 4 3 , . d i b ‘
32
CAPITOLO PRIMO
| l a n o i z i d a i r u l c a p a r f e n o i z n i t s i d a n u a v e t s indica che esi
e di b e l p a le i n l e d a , n e u u q n , u d ri go a. attività legislativ A ri
i n l o a n t i i p z a i c d u i a g i i r d e a t z a n m n e i t e p m delegare la propria co è concepibile, perché non la plebe riunita nei concilia ch competente nelle cause capitali, ma solo i comziia centuriata (®) Non di delega, dunque si deve parlare, per i plebisciti prece. denti le quaestiones; essi avevano invece natura di norme INCLI-
minatrici, cioè si ponevano sullo stesso piano delle altre leggj sostanziali che definivano in via generale alcuni reati, puniti con
la morte. Il iussum populi, in conclusione, era la legge sostan. ziale; in mancanza di essa, solo il corzitiatus maximus poteva
infliggere la pena di morte: a quest’ultima prerogativa fà riferi mento, nello stesso tratto di penna, Polibio ( 9)
; cfr. anche VENTUdubitativamente — da entrambi
Lex Hortensia non dà conto d e l ate dai tribuni ava
proposito di giudizi capitali. (4) Non a caso la denominazion e quaestio ex plebiscito, che ho utilizz distinguere le inchieste immediatamente precedute d a una legge ato per incontra nelle fonti (dove piuttosto, per gli stessi casi, si fa riferi rogatio: es. quaestio rogatione Peducaea). La denominazione n una specie di guaestiones perché, in realtà, in dicava il genere
una fattispecie legale preesis
gio di una legge apposita ch
seguito l’incarico del senato (8),
per ricostruirne la tipologia, Polibio tenesse conto di due realtà diverse, quella extra u rbana in 6.13.4 e quella urbana in 6.16.2. Le
ente a confronto proprio perché si riferiscono
ad un fenomeno che è unitario, come S1 può rappresentare graficamente:
quaerere
I
| | I
Vv in urbe propiusve milibus
perduellio
rbem decem
possuum
I
i
I | | | | | proditio venefici incendium | | | | con leggi generali | coniuratio
con legge ad hoc
| | |
sicarii
decimum lapidem
(i casi
2di
perduellio erano giudicati a Roma)
7
9
i
i.
proditio
Ls
venefici
| coniuratio
sicarii
o n o v e d e h c i t a r t s i g a m i e i l g e c s : a v i t a z z i n a g r o e n o i z n u f e r p m e s Il senato ha o n r e t s e è o t n e m a d n | l'iniziativa. Il fo l e d a c i t i l a r a c i à t i l l o p a responsabilità
© ) o i l l e u d r e p ( e l a i c e p s , e g g e l a l è s e v i c i e d ‘ sp re a l e m u s s a î s procedere e e m m u i r e t p m i ’ r l è e s i n n o i r e v a s é : 4 i i d d i i v iv i pr r p i i r a t a n i i t s e d i i d i t n o r f n o c i e n ; ) i s a c i r t generale (al nto Rom
a t a v a d r a u g i r e h c a v i t a i z i n i ' n u i d o c i t s i r e t t a r a u f o t l [un esempio c u s n o c s u t a n e s x e o i t s e a u q i i c i f e n e v a l : ) 0 8 1 . a ( 4 . 7 3 . 0 4 v i L a d o t a t r o p i , o i d u caso r a l C . C e r o t e r p al » m u u s j s a p ro libus
d a u q o t s e u q n , ] o i r e r a v i a t a t i n n a d m e b r u e v s u i p o r p e b r affidata «in u i c n o c a r o f r e p m e d i p a l m u m i c e d «ultra
34
CAPITOLO PRIMO
3. Casi atipici di repressione magistratuale-senatoria. Per quanto ho potuto vedere, vi sono solo Quattro
(oltre, nei limiti visti, alla repressione dei Baccanal i) in
1,
ca
. l fonti denominano quaestiones procedimenti che n on rientr a ano nella tipologia scaturita dal confronto fra Polibio e 1 a casistica, È
LE «QUAESTIONN EE SS »» CCAAPPITTTALI UNIL ATERALI PREGRA CCANE
35
opportuno verificare se dal loro e s ame emergano elementi che portino a mutare le conclusioni gi à raggiunte sul fondamento
deltattività repressiva dei magistrat i: n on tanto perverificare se ls'eerleni coqudei lPonliobnio losiastrastassasattiiv c o, h é, anzi, si sonovisti i motivi
> Quanto per accertare se sempre la
giurisdizzione Magistratuale si svolgeva nella stre tta legalità. Il più celebre è il caso dei torbidi di Locri, al la fine del terzo secolo. La vicenda di Pleminio, legato di Scipione, lasciat a o l comando del presidio romano dopo la riconquista della città nel 205 e resosi responsabile con i suoi di numerosi atti di violenza — fra cui la spoliazione del tempio di Proserpina — e, da ultimo, di aver messo a morte due tribuni con i quali era sorto un
contrasto (e che Scipione, richiamato da Messina, aveva stabilito
fossero inviati i vinculis a Roma), ha attratto ripetutamente l’attenzione della dottrina, per i numerosi problemi di tradi-
zione (*) e giuridici (8) che presenta. Benché spesso si presenti la commissione d’inchiesta presie-
duta dal pretore M. Pomponio e composta di dieci legati senatòri, due edili e un tribuno della plebe; come un esempio di R, ZE UN Mu s.; 2 19 ) 41 19 in rl Be u. ig pz ei (L 2 r ge in rg (*) KLoTz, Livius und seine Vo 5 F GI in , io in em Pl di so ca Il , so os Gr .) (F ; sv. Pleminius 2), in RE 21.1 (1951) 221 s. d un -9 ,6 29 s iu iv (L us vi Li i be io ip Sc d un s iu in em Pl k, rc Bu ; ss. 4 23 ; ss. 9 11 (1952) esg Au II. r. tu ra te Li n he sc mi rò r de in ld bi en ch ns Me r Vo ., Ip in a or 29,16,4-22,12), a r u s i m a n o u b in i n o i n i p O . ss 8 3 2 ) 81 19 g er lb de ei (H E R V E F E L . sg hr wiblte Schriften,
i de o pi op sc o ll de ne io uz ib tr at ; io in em Pl di o ol ru l de e on zi ca controcorrente (amplifi
a n o i s n e m i d i r ; e n i g g e r e p p u r t e e n o i p i c S a d e t a i v n i e p p u r t a r f tà li va ri a i n i d r o s di
y h p e z i p E i o r k o L a w a r p S , I K S W O K L O I Z a r o a l u m r o f ) o r c a s o t r u f l e d à t i t n e ' l l e d mento e l o l o s i l i b i s s e c c a o n o s i m ò r e p i u c i d . ss 9 1 3 ) 2 8 9 1 ( 0 7 s o E n i , 4 rioi iw 205/20 . ) 9 2 3 , . 4 t b 1 ( e s e l g n i n conclusioni i ; 6 . t n e 1 6 9 , t h c e r f a r t S , . n I ; 3 . t n 9 6 0 1 . ° 2 : I I I , t h c e r s t a a t S s e h c s i (#) MomMSEN, Rém o F E s O J L E I N I S Y R K ; s. 0 9 2 ; . t n 6 0 2 ; s. 1 8 , o i l l e u d r e P , T H C E R B ; . s 6 , e i g o l d n A , r Sise in Eos 45
, ) 2 2 6 1 , 9 6 . 9 2 s u i v i L ( o i g e l i r c a s m u r o n a m o R o m i s s i u q i t n a e D , a w o z wic i r e 2 9 , t a n u b i r t s k l o V s a D , N E k c i e u B ; 6 4 , n e t f i r h c S e n i e l K , t e g n u K ; . s s 7 3 1 (1951) e h c s i n a l l u s r o v s a D ; EbER,
. s s 1 3 ) 9 6 9 1 ( 2 7 R D I B , I N I R U T N E V ; 2 3. 121 e nt. 3; 13 i C r a L ; s. 0 2 , s t r u o C l a n i m i r C e h T , S E n o J ; . s s 5 1 , n e r b a f r e v Repetunden 1he . y c a g e L s ' l a b i n n a H , e r B n y o T a i p m a ù i p a v i t t e p s o r p a n u r e P . s s 1 4 2 ) (1972 . s s 3 1 6 ) 5 6 9 1 n o d n o L ( 2 e f i l n a m o R n o s t c e f f e s Hannibalic war'
O M I R P O L O T CAPI
36
, o m e r d e v e m o c i, nt fo e ll ne jo — il termine però ricorre
a n u di a t r o c s a ll su i, po a t u c s i d si € — e t solo indirettamen
quaest
di e r e t o p l e d o n e M o e s s e n o p s i d sa €s se , a s u f n o c ne io iz trad a l e h c o t a t o n e t l o v u i p o t a t s è , i t i s i u q n i i l g e t r o m a condannare m e s a l r e p , o l i f o r p e l a t o t t o s a t studia
e r e s s e ò u p n o n a d n e c i v a r e n o n i t t a f i e d a c o p e l l a e h c o i b b u d è ' c n o n e h c e n o i g a r e plic e h c e e a i t i l s z o w i r o t i r r e t n o i i t a c o v o r p a l a t u i c s o n o c i r a stata ancor x
.
’
.
‘
o t u a o a i r o t a n e s e n o i z u r t s i i n g o a d e t n e m e t n e d n e p i d n quindi, i o t u t o e p b b e r v o a t r e p 2 2 1 m u o t c a magistr
n e u l a i z i m o e n c o i rizzaz . ) * ( e n o i z u c e s e ' l l a d e o i z i d u i g l a e r e d e c o r p liberamente
n i ’ l l e d i v i t o m i o n a i s i l a u q e r i d e l i c i f f i d è , a s s e m Data la pre a m r e f f a a l o p o d r u p , i c i l p m o c i e d e o i n i m e l P i d a m o R a vio a l é h c r e p e i c e p s , ) * ( a z z e l o v e p l o c o r o l a l l e d e zione giudizial i p i c n i r p i e d a u g e r t s a l l a a d n e c i v a l e r e g g tradizione sembra rile e d u l c s E . e a i c r o P s e g e L e l n o , c e t n e m a v i s s e c affermatisi solo suc i a m r o o t n e m i t n e s n u e a s s e d n o p s i r a m o R a o i v n i ' rei che l
a v e v o s d i v i c l e e d t r o a m n a n a d n o c a e l l a u q o d il n o c e o s r u mat a n e o c l : ) b * m ( e s s a ’ l l o e i d z i d u a i t g s l a comunqueessere sottopo , i i d n i n s a s i e t l s g , e a u z n q n e i d i e v n e o ' e i l l z va tro questa supposi e r i e u l g o e l s o e i p o d u n r a c v s e c a f i n s o i e n n i h t a c a m r o t r magis
(?’) e in Roma stessa. È
loro sentenze lontano da Roma
e s s a t n e s e e l r a una o p i s p z s a i e r m c o , , o c e e r l e c i p e h il b v c i n i poss o a t a z r n t e s e t i n e g l o a a p a l e i m m l e d z l l o u i e l c c d u a e r q a s a r p e p
cum imperio e già conclusasi con una condanna non eseguita (0,
secondo un’altra ipotesi, con una condanna alla pena detentiva), z . ‘ o n ) (*) Cfr., sia pure da prospettive diverse, SIBER, op.lc. cit., BRECHT, op .cit., 82 nt. ; Jones, op.lc.cit. La situazione ovviamente non muterebbe anche qualora si i
: m u i r e e p r m a I l u , s I n N o I C N N i A l accoggliesse la tesi, suggestiva e argomentata, di GIOV
(Basel 1983) 19 ss, secondocui il cittadino in quantocivile godeva del ius provocatioi i n i g i r o e l l a d n i f a m o R i r o u f e h c n a nis gini della R
(®) Liv. 29.21.12;
a Repubblica.
ni
(*) Così SIBER, op.lc.cit.; JON ES, op.lc.cit.
(") Contra, Jo
.
"
ovendo
ammetter
esempi di esecuzioni di cives fuori di Roma .
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e
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e ridurre a eccezioni — gl
LE «QUAESTIONE S,
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ÈE
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, proprio per la sua natura, non è
facile vedere in che rapport O possa o a v i t a n r e t l a i d e s , e r a t s p i z u l o s a n u n o , c o t n e m e compl a t a i c n u a n n e e p a p uzionie quale quell a ob E la prassi che em N
o im ss Ma o bi Fa 0, 3 ci i proconsole di Ta epistula dalla quale si apprende nei 7 do e iI 20 m e le D in na io uz tr os ti an tà vi ti at ti di sa cu ac i, , ec gr me e io tr Dy iz in gifud e al on zi tu ti os ic tà 1 i c sfociata sia nell’incendio dell’archivio della città sia nella red li ag ni ma Ro i da ta da ne io uz it st co a ll «a e ri ra nt co i zione di legg
o rz te il e; rt mo a i ss me no ro fu e Achei» (?). Dei tre imputati, du
aob pr ni og n co o, in gr re pe e or et pr al a m o R a o it ed sp ce fu inve re pa mi a zi ti no La ). (°° so es oc pr e or ri te ul bilità per subire un a o vi in l’ e ch e nt me ra ia ch ra st mo hé rc pe te an ss re molto inte a d o t a t t e d a r e n o n a i c n i v o r p 2 i t a r t s i g a m i d e t r a p a d a m o R ; . s 1 8 , o i l l e u d r e P , T H C E R B i d , e n o i z a r e d i s n o c a s r a c s n i a s e r p o t r o t a , i s e , t R E a l Z N Ù M i (2) È d a r u t t e g n o c a l l a e r cede
c a e s s e v o d i s e s e t n e m l a u t s e t a t e a l m a r u e q f a n l o c o d e n b o b c e s . sare s s 0 7 4 ) 7 8 8 1 ( 2 3 s e m r e H n i , s a i t n A s u i r e l a V s e i d b e l n p e t s n u n e u m b g i r t s u i n i c i L Zu den Fra e u q i n e D « : 9 . 9 . 6 . l l e G a d a t i r e f i r e e i s t a i , z » n t A i ’ c l s l o a p d o p a t e a r d o t e a a i r z p i t o i c r la no a M . M a m e i d i i i t i m o c t e t s i a x i D d , N m E e K i C d I E i L e B a s v i i n t o a i m l r l e f e f a ’ l perdu r e p [ o i n i m e l P a d o t i b u s n o a s v s e c e o t t r a p t e l r a p r e o t i n I r p o . r s u p i r i b a R . C n e g riferirebbe e t s e c o r p t e H , S N A M R E ; 3 P 9 E P . t n ; 3 3 6 . 1 t n ) e 7 8 9 1 1 2 ( 1 3 3 , t o a e Volkstribunnj (Sittard s.d., ma 1975) 51; MAGDELAIN, Lab . r f c ‘1o , o i n i m e l P i d o i d o | s i p e ’ l I e n s e d i f $ a d l r a t l a o m a i h een pleidooi (Sit c i r l i r a e n P u . a ] t 2 a 0 t 3 s , e . s t s i o c f . p o I , V e T u H q C n E u R m o B c n i e r a p i m dubbi n o o n ; 6 1 e . ; l t ) n 4 e 3 . . 8 s . 9 2 4 . 6 v 1 i ) L ( 1 8 9 o 1 s ( e p s 8 o 9 s S N I S Z a t , s T a T m O i r T n a i r L e à t t i c a l l e d ) 9 1 e © t 9 r 8 o 1 s . 9 2 a l . v i L ( : m e d i f . n i o i t p e c e . r 6 1 . 9 e 2 i v i . v i formal i v i ( 3 4 . n , s t n e m u c o d n ; a m o R , K R E H S n i MINE: , s o e a m y D d a i e m v i i x s a s M e c ; c 0 1 . 6 u s i n o i z invoca sell ò s n . e 1 t 1 . 6 l e d . r ' r e v e i r b o e a 2 r F © è . Q . e 7 a n 2 l o 6 u i 1 t z s a . i r t p r u E p e m ) l i © i ' ( L e — n o i p ) e n o i z a t a d a l l u s e n o i s : s u c s i d e I S l u c bibl. n i o t n u p l ila ne t u m è e f a r g i p e ’ l . 7 l 2 h 3 0 o . r r t l e I l l a r a t i r i e f i è r e , a i , c i a i c i | N o e t o " i m i T , i i mputa| to
o t a t u p m i ' l l e d e t r o s a l l e d e r e g g e l o t u v o d e b b e r sa . o n i r g e per
38
O M I R P O L O T I P A C
p u s e r p o s a c o t s e u q n i , i z n a , a v e d u l c s e é n i c i t s i m i t t i g e l i l o scrup , e y l ; a n o i z i d s i r u i g e s a f e r a l o g e r a n u i o d t n e m i g l o v s o l a v pone i at st o n a r e i e r r o c e u d i é h c r e p i c i t s i m i t t i g loco: non scrupoli le i d e n o i s u l c s e n o n ; e l o s n o c o r p o s s e t s o l l a d e t r o m a i condannat
e n i o d i s i c e o d a t l n u p p é h a c r a i e c p n i un previo giudizio i prov c a ’ l l a e d r e d n e p e i t d n e m a s s e r p s e a t t a f è o z r e t l ai m o R a e r a i v in
a l l e o t u t q a e p , e s à r i t r o i l n i i b m a s n o p s e a r u o certament di una s
), (% o i p m e s e a z n e s è n o n e h c , ò i c o t t u T ). (” i c i l p m o c i de , i t a r t s i g a o o i m c t e i n d t e s a m l a e i g e g t e n un att mostra evidenteme a m e e h d c i s e g r i e a r i c t d u a e l l r l p a r e e t e t n b n i b e i e n r r a n che no v
. i l a n o i z u t e i e n t l r s o a o o g c v d e a n r c a i o i c i r n i d r o g e i g c z e a o p tizz Sembra piuttosto che la prassi di inviare a Roma taluni imputati
nasca dalla persuasione della loro non pericolosità, accompagnata, forse, dall'idea che un soggiorno in carcere, a disposizione di un eventuale processo comiziale o extra comiziale (o in attesa di un intervento favorevole di qualche tribuno), potesse
valere a sufficiente deterrente. Il caso di Pleminio, e l’attività della commissione, può forse leggersi in questo senso, soprattutto se, al motivo della non
pericolosità, si sostituisce quello dell'opportunità, che consigliava di rimettere a Roma la decisione sulla sorte del personaggio. In ogni modo, per quanto riguarda il rapporto fra magistra-
tura e senato, che è quanto ci interessa, è utile, seguendo del
resto un’esplicita indicazione di Livio, confrontare il caso di
LE «QUAESTION ES,
Cc APITALI UNI LATERAL
I PREC ;5RACCANE
e è passat a
i
39
co
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a t n a i v r e s s o n C i l s . a ) ? a ( e o N r a i t n d n i . o r c t dot do cheil reso a d — n e c i a v v o u n a i c c u s ù i p o t l o m o i v i L a d trattata :
qu
nt ci i c i on ‘c zioni sia per l'eco molto minor e
.
.
izia, d ata nel Secondo la pripri ma notizi e ia al It s re e ll de o r d a u q i M 0. o i z z u r B l de e r del 200, il preto o at en di is il bs rm to , la e s o r P o i i d p m e e t l n o de i z a l o i a v v o u n a—) usanbi i u c i , de na on pi sp er os re I Pr Cu 1 l Gé , p Ì l . li n
Ph sl era trovata traccia; il senato rispose «questioni
È
e expilatissetheensauris eodem exemplo haberi quo M. . Po Pomponiui s e il ab ob è or ' m o c e, ch a Si t» ). se (# is bu e ha t io n a practo? trienn
a a lg sa ri e h c a e, si al ci o l fi o uf b m a e r p a al nt ti e n at a o si Iespressi m u t C S l de re no te il te en am iv tt fe ef e ivio, contronto mostra ch at i qu di m u t C S l de lo el qu a av lc ca ri l e n o i s a c i c o ' t s e u l i q n i to oemana e nt me ar ol ic rt pa è o t n o r f n o c il i n i f ri st no i A ). (” a m ro anni pri o t n a u q r e p , e h c e r a t r e c c a i d e t n e s n o c é h c r e p e t n a s s e r e t in n g i e r o F , n a i p a B ; 3 2 . t n 4 1 ) 4 4 9 1 ( 4 3 S R J , p n a n o D c M e u q , i n o i z u t i (#) Cfr. comun t s I , E L I B A T S O C ; . S 1 2 6 . 2 ; y c a g e L s ' l a b i n BEE, Han
N Y O T ; 1 . t n 2 4 Clientelae, 1
y r a t n e m m o C A , E 90. O C S I R B , o c i g o l o n o r c o t n e m i r e f i r l e d e r o l a v l u S . 3 . 2 1 . 1 3 . v i L (#8) . 2 5 ) 3 7 9 1 d
r o f x O ( I I I X . X Q X i d I a X t X s X o p o s r k p o o a B n u . , y o v i i L n i m n e o l P a a v i t a l e r e t r a p a l r . 1 e p , e d : i n n . 1 e r p : i i n r o i ù z 4 e s 0 2 i e l s e r n d i e d m e u t i C v i S d l I d u s (®) ò i u s p a i t n e t n e s i u c a l i , d ) 1 o . c 0 i 2 r . a 9 c 2 a . v i i L i ( r i e p o m i m i o s i s t a a g M o r o b i A b , Fa 2 ; ) 5 . 9 1 . 9 2 ( o i n i m e e i r l o P t i c o r r a t s n i o r c e r u a s n i M e p . 4 e ; ) 7 o 6 t ( n e i m s i e d r c o L i e Proce d i t fron
| i d i t i t n e n e m i v i o M . , 6 ; ) 8 1 ( m u . 3 i g ; ) e 6 ( l i e n r c a Scipio 5 l e d . v e i n L o i z a n i i p s s E . 2 a t a t r o p ; i ) r 7 ( i ! a s l s l e e t u s q i l è Ù g e d i t m n u o i r g e f l n i o c i r c a nei s i a v i t a l e r m a l p e u n d o i z e s , I T a I U L Q N O C . ) 9 ( , t e s o s e g o u l a t n a i l b u s a p p u r e t a n i p r e s o r m P u i g e l l o s c i d r a s u u a i s r n p e t h u s a t i + x e a t n a u q ! er fi e m r a a l i u c n a i u c e q P « e P « 8 7 : . 9 1 7 . . 9 1 . 9 2 i
u a s n e h t n i m a i n u que pec
nP
, a l u c a i p e a u q , t n e s s e / olati
o u q , r u t e r r e f e r m u c i r e pontif » . » t e r e c a l M p o I u i q r i e s G . s i i t s o h s u b i u q , s i e d s u b fieri P pecunia esser i u q . t r e i f , t n e s s a i f u s n e c s e c i i f i v in t e ua n o p (Liv. 31.12.4): «Q e t an t cu si a r, tu re de pi c si ac piacularia,
expleri
40
l e d o l l e u q e 4 0 2 l e d e r o t e r p l i , o i p m e t l e d e n o i z a l o i ; v 4 e r a e l g g i a l d f n i a d e n riguar o i z i n u p a i l a c r i c i r e t o p o r e t t e v e c i r n o e p n e s 0 o i g 0 i l 2 e r e l e t u a c e l l a t e v i t a l e
i r n o i z u r t s i ì s n e b , i l o v e colp
o i g e l l o c l e d e r e r a p n u i d o t t e g g o , m u i g e l i r c a s l e d e a s o i s t n a l’espiazion u q n e o t c n e r e o c , è e t r a a p r t l a ’ d , e h
lc . I ) ° 1 ( e l a c i f i t n o p à e i g t n e m e t n e d i v e a v e v a e r à o t e r p l i i u c n , i a d n e c i v a d della secon i r p o r p o t a n e s
l i e r a t l u s n o c a o t l o s i r a r e i s e i n i g a d n i e iniziato l i n u c e p a l e r a r e p u c e r i d à a t i l i b i s s o p m i ’ l l e d e n o i z a r e d in consi l i e h a c m r e f n o e c l a u t s e o t r t n o c s i o r t s e u Q . ) " ! ( a t t a r sacra sott 0
.
.
.
.
.
.
.
.
x
i d i s a c i ne e m o c i u q — e n e i t t a n o n o t a n e s e e r o t e rapporto fra pr 1i m i r c e n o i s s e r p e r a l l e d o t n e m a d n o f al — i t a i d u t quaestiones già s
1
.
ex
.
.
nale (!°).
o nn ’a ll de a ac on cr a ll ne so ca so es st lo sul n Livio Fitorna| sg cate nas apprendono notizie difficilmente conciliabili
conquelle €
già
ata annunciata la positiva conclusione (!°) è data
( ! 90 ) :Un | SCtu m Ambr acla , fr
la
,,
conosciamo. La vicenda di cui l’anno prece-
Cul
a n alo g O
le g ittimiItà à
quae que ret eren ltur r
fu
emanato
nel
18 7
era stata contestata
in
(v| . ÌinftYa ,
ex aediI bus Sacris sublata
Romam revertisset r i r ad co 9, pla cere
EL UNA
U
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esse’
165 de
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) SS.): 1, , Ss
h e gg O sacch
d
«signa aliaque!
cum
M.
F ulvius
CUM r
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eferri et, quod ua Censu lsen i> fieri)
). Quest O terzo esem mpi i r ragione, mostra che le pio, a maggio
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c c a o v e v a E M O , C è h c n o (0). Sen
d ennato, mi pare che
a d i v i r e d a i z i t o n a d n o c questa se na tradizione e didiversa: evidenu . . a l e t n e m e t n e m a prima fonte esauriva l'episodio nel solo anno 200, la _ | i parlava anche (o solo?) nel 199, dove Livio can
biato
testi mone,
la
1 1iter 1isce
nuo vamente,
contra dd icen d OSI: ’
la
p rima; foDnie parla di una quaestioi de expilatis thensauris, la seconda
di
de coniurattonibus quaestiones ('). Queste contrad-
dizioni interne trovano conferma su un piano più generale, nel >
sospetto che si sia verificato un cambio nelle fonti annalistiche fra il libro 31 e 32 diLivio ('%). La forte probabilità, dunque
di ue US rt)
le el
sacrilegium pervestigatum ab OQ. Minucio erat pecuniaque ex bonis noxiorum in thensauros reposita...». (1°) Liv. 32.1.7-8. e iv at ic if gn si ze en er ff Di . o) st te l ne a pr su ti ta or ip (r .7 .1 32 e 3 2. .1 31 v. Li . (15) Risp
; .1 12 1. (3 i ur sa en th di e nt me te an st co a rl pa i os ss pa o m i r p l ne anche nel vocabolario: 4; ; .1 12 1. (3 a i n u c e p di e t n e m a v i s u l c s e o m i r p l e n ; m u r b u l e d 3; 13.1), nel secondo di
. ) 8 . 1 . 2 3 ( t n e s s e a t a l b u s e u q e a u q i d e t n e m a c i r e n e g 13.1), nel secondo e n o i z a c i l p u d a l a v a l a n g e s s. 8 3 1 ; 5 9 ; 9 5 , n e g n u h c u s r e t n U e h c (16) Nissen, Kritis SCOE, A Commen-
I R B , o s n e s o s s e t s o l l e n ; 0 3 . 2 3 e 1 2 , 0 1 . 1 3 . v i L i d ) e s r e v i d i (da font 3 8 ) 0 4 9 1 n i l r e B . u g i z p i e L ( 1 r e g n i g r o V e n i e s d n u s u i v i L , z T o L K a r t o m . tary (1973) 5; con 8 3 l a o n i f e h c è o i c e ( . A o m i t l u ’ t s e u q e v o u m i u c a d o t s o p p u s e r p a t a r t n s. [tuttavia sul o c s i r e n o i s u f n o c a l l a o t i u g e s n i e e t a i z n A ’ l a i s o i v i L i d a c i t s i l a n n a e t o n i o d u a l C a d libro la f o t i u t i t s o s o t a t s a i s esti u q e | ni io ip Sc i gl de o s s e c o 1n r p l de , us vi Li s nel resoconto de e d a k e D en ft in fi d n u n te er vi r de n e l l e u Q n e d u Z ., Ip v. i t r o f e t Quadrigario: n e m e t n e c e r e s s e r p s e e t a t s o n o s ) . s s 0 2 5 e u p i c e a r p . s s 1 8 4 h ) t 5 f i 1 F 9 1 d ( n a 0 5 h t r s u e o F e Herm h T , K N A B L A W . cfr : to da li va in : c : to si da li va in e r a r e d i s n o c o rl te po y ar nt a me d re co o t n a A t critiche, BriscoÈ,
; 50 ) 71 19 o t n o r o T n o d n o L ( Y e r o D d e y v i L in Decade,
e h c i t s i l a n n a t n o f o ù i p r i o d v e n a o i l z a n i b n m o u c a n u d d a a a s n e e p d e e h c r ( . c SS 4 e e u h p i c c e ( a r p . . s s 5 8 (1973) 1 ss 1 . ; . s s 6 i 9 , ) Liv ; a): Luce,
Nadri . i e n b a di s si fa . te in o st di t a su d n ato f foond ‘ e
) a t l e c s È Fura ini
.
i d a z n e s e r p a l l a d e h c a Lu r o c n Più a i
br li i ne e ia al It s re le r di più fonti pe .
la a c r i c ., ss 7 4 e u p i c e a r p 4 8 8 3 3 ., it .c op , CE i l e m l l e d ! s e t o contraddizioni interne, l’ip i d a t l e c s a l P l e S d a z n e , E d C n U L e p i d n a v i r e , s 3 s 3 o . 1 3 . v i L r a v i G a d a t i r e g g u s È 2 3 e “ nuria di mater L
:
,
zazione
CAPITOLO PRIMO
42
e u d a d o n i v i r e d i r c o L i d i t t a f i v o u n i a e v i t a l e che le notizie r modalità €
e l l a o t n a u q i t n e r e f f i d i n o i s r e v n o c , e s r e fonti div . o c i r a l l e n i t u a c e t n e m r a l o c i t r a p e d n e r , a t s e i h c n i ’ l l e d o t t e g g o ’ l l a
, i n o a i z i d a r t e u d e l a a r t f l e c s a . i n c U i d i r u i i l g i f o r e p i n e o d i z u r st a e J h o c t t a a f l t a i d r e g g e u r s e e s b s b e e r t , o a p m i r a o p l i l g e d g a vant i t i n i f i e t d i — s i u q i n l i g e a d m o i o v R n a i ’ e l c l s e d i r e f . i er a h d c n seco j ed s a af m i r p a e n r u r o p p u s e r p a , ) ' i ( t r e p peraltro sacrilegii com . l i b a b o r p e l a s i r , ) * ! ( a s u f n o c e r e s s e d a e r t l o — o c giudizio im lo a v a r r a n e h e c t n a o s f s e t a s l l è a , o e i t c a i z o n i A r e l a V e a t men ) ma Ro a o vi in oog lu in a nn da on (c o og al an ma secondo uno sche
e ar ns pe o at rd za az o tt tu l de è n no e il caso di Pleminio, così ch , °) (! re to au to es qu di à it ar ol ic rt pa che tale svolgimento sia una e il ib ss po è i, nt e fo ol ng si e à ll it de il ib nd Quale che sia la atte e ch o ns se l i, ne il ib at mp co o an si ni io rs peraltro che le due ve ini nt po io iz cr es pr e o l nd , co io se eg il cr sa l ne de io az pi oltre alla es , vo si es cc lo su el qu in o o n n so a es o st ll , ne se e ol sv or et ficali, il pr ap vr so i ne po io iz ad a tr s, ll bu da ni io at ur una vera quaestio de coni e, e nt ch me an il ab ob pr i, io qu i eg (d il cr ne lsa io de az pi posta alla es ): ni is og in ur sa s en ti th la pi o ex ti e de n es o ua i z qg a di n i m o n e d la
dedicare cinque interi libri al resoconto di poco più di nove anni, penuria che costrinse Livio a utilizzare il maggior numero possibile di fonti alla ricerca di materiale adatto. (9°) Liv. 32.1.8.
(‘*) Si presuppone che il pretore sia tornato personalmente a Romaconi sacrilegii comperti, lasciando quindi la provincia, e debba poi ricondurli personalmente a Locri per l'esecuzione: la centralità del pretore pare piuttosto rispecchiare il fatto che l’intero procedimento si svolse sotto la sua esclusiva responsabilità.
(‘’) a) Per la risalenza all’Anziate (accanto a Celio Antipatro) della tradizione
seguita da Livio nel caso di Pleminio, (F.) Grosso, GIF 5 (1952) 240 ss. e, più sfumato, Burck, Vom Menschenbild, 247 s. b) La possibile provenienza anziatea della
seconda versione relativa ai fatti del 200/199 si ricava con buona probabilità, pe!
sucludione, da Nisseno Pere pi nt.* e 186, il quale nofera che nel ib ione addiz contr fra Liv 31 45 e 36,36 da.quest t mopela sei si | . 51.4. ’ulti Anate 36.4 4 [da a infatt i che l’Anzi risultto poneva i primi /udi scaenici nel 191; cfr. BrISCOE. A:C ks Boo Livy. t A i > a
XXXIV-XXXVII (Oxford 1981) 276].
ommentary Gn 720)
n t LE «QUAESTION NE ES» C3APIT”ALI UNIL ATERALI; PREGRAC SGRACCANE
m o R a o i v n i ' l , o s a c
sembrare una stranezza, dal momento che, , come sisi èè vivi sto nell’epistula ad Dymacos di Q. Fabioo M] assimo , esso riientrava
| à N . i s s a r p a l I e r a n i g a m m i o t a _ d r a z z a o t e r t a u t t a s n l e u e t d t : , a ’ A e l b M l m e M n a m r O t à T n t e i C r i e o v z n a r i l t a i d c n i o t d d cheer leÈ ue a
.
i r c o L n i o i z i fase di giu. d . e n d n e a d n i o n e s c o h a c c s n u a l c n , co na u d e , e R i s n a a i s s a u s l d e i c ’ n n I h , o c a c n m o a c o Se u f e n i h c r e e p l a i m s a s E volto. e n i o t i n e s o l u l f e f . d n o o a t o l t l c l r o a e v c n i o c . a s r e v i d a el h e c r t l , ) o i t n o f e 1 b t t e v , o i d t a t u p m i ovett e contribuire l’eco della repressione i l g e e d t r s"io una più vasta
so mmossa che fece da sfondo al furto
. sacro (!°).
o i t e s n e l o a a u i i q z i d t o e a n n a l l o l v f e o i n r s i e t s a u i c d : I n i fuori
a t l u , s a i t r l a a o r v n o o u c i n b a , i i e ei tipi indicat da Pol
n l i o e r c a e f a h v c a e v o n a t o o a n c n i del se chiaro che l’incar
a t s e u , i e q t h a c c ( i i r t a a c r n t i s à i t g i a v i m i e t d t o a t ’ l n l e e m d fonda
. ) o t t e r o t s s n a e v i s n s i s e r p a e r r u t e a n u i q d n u m o volta, non era c
e 7 8 1 e l s e n s o ) s m e o n r o p i t i s i u q n s o e c n 0 o ( i t s e Si tratta delle gua i u c l i o ( e h , c a m o R i n t i a r g i m m i i n i t a L e i n e o d i s l u p s e ' l r e 177 p a v i t t e p s i r a n i t a l à t t i c a n u n i i t i s n e c i t a t s o r e s s o ascendente) f a , o t a m r e f f a o t a t s è e m o C . ) 1 ( 9 8 1 l i o 4 0 2 l i o p o d e t n me i a r f i l l e u q r e p « , 7 7 1 l e d e r u s i m e s s e l p m o c ù i p e l l e d o proposit
, m n e n o i s s i m u n a m r e p a z n a n i d a t t i c a l o t i u g e s n o c o r e s s e v a soci che spulsione,
e o r o l a l l a d e i l a u s n e c e t s i l e l l a d e n o i z a i d a r a l l a oltre r e p i n i t r e b i l s e v i c i d s u / a t s o r o l l i e r e g g u r t s i d o i r a s s e era nec l e d o t t a n u é n ò i c a o d n a t s a b n o n . , e g g e l i d à d a m r o n a a n u i d o e mezz d i v v o r p | berazione del senato» (2): a ciò i l e d a n u é n o t a r t magis
e z n e u g e s n o c e u s e l l e d € o i p m e t l e d e n o i z a l o i v ; a . s l l e 2 d 4 2 o È , c d l i i l b o n b e m h i c s s c n s e n e M e r A o n l o a V v ) , K * C R U B ( a d e e rment
n a l o a o i c c z i l i a t e t i z d r l z a o : i p p n a g r e o c u l : n ‘ o p s N s I o e t a m A t s e è t s : r L è O a l O n o c P i r funeste c o L i | d i n i d r o s i d i e d e n o i s s e n n o c a l r e p 248 ss.; , t n 4 1 ) 4 4 » 9 1 ( 4 3 S R J , p t a n o D . ) c 7 7 M 1 , o . i i a d ( Bruzz 1 9 9 12; 41. Pietro
6 i . d 8 . e 1 4 r o n ; o ) 7 8 n 1 i i . d a ( u t S 6 n i 4 . 3 . 9 3 , o n . a v m i o r o c (1!) L i l b b u p o t t i r i d i d e h c i t e g e s e e t o N zza, afrecht, (2) Fre
r t a n a d a ‘a p s n a r T n i e n o i z a z O i , u N E i S M n M a O m M o È r B v a ; 6 l 0 l i 2 e ) l 6 a d n 5 o 9 i 1 o z n u t a i l t i s M o c i ( t i 1 t c e s a v dFeoeFdruasnciius Latii civitas. Asp a n u n o l.),, c b j ) 1 © . 1 l b . i t b n 6 4 6 e 2 1 ivi, 63 nt. 1
( . s s 3 ) 6 9 7 a (Padov 19
. i d o s i degli ep
CAPITOLO PRIMO
44
e c n o c il e h c o t t a f l e d a v o r p infatti una Lex Claudia, a ri Ito d n o f l e d o n a i p a v il e g n i t t a n a r o u n t a r senato e magist
fra
giuridico della quaestio (!).
4. La struttura del procedimento attraverso le fonti.
Le indagini sul rapporto fra gli organi della costituzione romana mi pare abbia fatto emergere la natura unitaria della
quaestio, escludendo che esistesse una distinzione st rutturale fra le quaestiones ex senatus consulto e quelle che ho chiamato quaestiones ex plebiscito, come è stat o invece affermato, del resto coerentemente all’im
gnet=4.13 J: «Duo exules lege publica execrari». Se d u n qu nium si pensò effettivamente a d una quaestio capitale, essa fu , come preceduta da una legge apposita.
i l 4 i i; _. ‘ffroci
(4) In particolare, von UNGERN-S TER NBERG, Untersuch u n g e n, 36 s.. cia, ED 36 (1987) 337 nt. 12 0.
LE «QUAESTIONES» CAPITALI UNILATERALI PREGRACCANE
.
>;
115
:
45
ù
iudicium ('). Per farlo, è opportuno svolgere qualche conside-
razione sulla qualità delle nostre fonti.
o vi Li e ch ne io az nt se re pp ra la a se ci chiedessimo quale er
possedeva del sistema processual-criminale della prima metà del o st vi è to si re nc e co on in zi ru st co ri i cu la r , pe lo co o se second ge un gi e nt me il ab ob pr a, iv us cl es essere la nostra fonte quasi o mp ca a in ev tt me li eg a lt vo in a lt vo di e ch re remmo a scopri
e lt vo e tr al , vi si es pr es ni fi da o at id gu ra immagini diverse, talo
o ri op pr l de za en ri pe es a ll to da na io iz e nd nt co me ol ev inconsap e. em si in se co e du e ll da e rs fo so es sp o, mp te à it al tu at l’ me co re ri op sc di ta en ns co o ed Un esempio che cr do an qu o tt tu at pr so o, ic or st o ll de ro vo la potesse riflettersi nel i, nt fo le al a av st co ac si li eg e al qu la maggiore era la libertà con
a tt fa io as su a ll ne ha si , si or sc di i de e on zi ra bo la ’e ll ne come di o nf io tr il r pe o zi ga ro a ll de re vo fa a io il rv Se . M a pronunciare
a, lb Ga io ic lp Su r. Se A 7. 16 l ne ni do ce Ma i su L. Emilio Paolo
aov pr ap l’ ro nt co ia or it is qu re ra sp 'a un o che aveva pronunciat
vLatus trato
COSÌ,
e er av di a ci ac nf ri io il rv Se M. e, gg le di zione della proposta in do en ed ss po n no , te an nd ma co l de ia or gl voluto sminuire la a ll Ne . so es oc pr o tt so lo er tt me r pe ti re nc co i nt me go ar realtà un e ar ci un on pr o tt fa en vi io il rv Se . M a , so or sc di finzione del di a lb Ga a re ta es nt co fà si i gl hè rc lo al o, sm ni evidente anacro to lu vo se es av o ri op pr se — à it il ib ss po la e ar tt ru sf a re ia nc nu ri . L e r a s u c c a i d — e s n e r o f a z n e u q o l e a i r p o r p a l l e d o i g g a s dare un a n u , e r u p p o o i t s e a u q a n u d a i t n a v a d o t a v i r p e m o c o Emilio Paol ; ) 1 8 . 5 . L . . . r r a V ( » i t c i d s e r o t ) i ( s e a u q t n e c r e x e a i c i d u i m u n o i t (1) «Qui quaes i d u i t e e r e r e a u q « ; ) 0 1 . 6 3 . 9 i 2 t a l . v i L ( » . . . t t x u n i t n o c i m a i r u r t E e r o r r e t m u r o i c i d u i . . . l u , t t s s u «...cons t m u e r e s s e d a dibus Martiis
i . . . r o t e a r p . . , « a r u t t i r i d d a ; ) 2 8 1 . 9 3 . v i cia exercere» (L s u r u t u f s u t a v i r p i u q s, iu t e r e c i d e n , m e r o n o h t n a r e i r u t i n i s u t a r t s i g a m i v o n e i guo d
t i M . e s s e z o r P n e h c s i m ò r r e d l b e f e b s n o i t a k i d u J r e D , K A S S A L W . r f C . ) 7 . 2 2 . 2 4 . v . v .; ss 8 3 esset» (Li ) 1 2 9 1 n e i W ( s e t h c e R n e h c i l t n e f f i d n u n e t a v i r p s e d g n u d i e h Beitrigen zur Sc
o n a r e n o n « s e n o i t s e a u q e l i u c o d n o c e s , 7 1 1 . t n 6 3 3 ) 7 8 9 1 ( 6 3 D E , A I C U L A a T i c i d u i i r p o r anche SAN p e i r e v a m , i t a r t s i g a m i e d o i t i c r e o c i d del potere ‘one e che tali
l i m i s o r e v i s e t o p i ' l l a o t n a u Q . » e e l b m e s s a e l l a i z n a n i d i l l e u sostitutivi di q . 7 6 . t n , a r p u s . v , a c i l b u p a r o l l a ' d n i f i t i n i f e d o r e s s o f a i indic
i n e B
O M I R P O L O T I P CA
46
) 6 1 ( a e l b m e s s a ’ l l a i t n a v a d , a r u t a r t s i g a m a l l a o t u n e v r e p volta in , o s s a s a t a r o b a l e d e a g n u l la el o i v i s s e r p s e i t t e f f e i l g a o t n e t At e n o i z n u f a h n a i r a i z i d u i g ia or 1 t 0 a 1 r o ’ l l e d i i n o n a c cuii ilil rriicchhiiamo a ‘
>
. i c i , t o n c a i r o o t s l a l z n e a d l i a g n i o v a d l n a b b , o e a i l v a i r L u t t stru
; ci, iti pol si es oc pr di n p ; ; p ndi gra i de pando di molti decenni l'epoca e all o og sf re da e ss le vo i h c a a t r e p a a r e e r a l o p o p cui l'accusa rivalità personali (").
i
nel fil are Altre volte ancora Livio lascia tra , Lo
Dr
i
il ri ev oc ar e 1
passato, espressioni che tradiscono abitudini mentali dell’uomo
| | che vive al tempo di Augusto. Così avviene quando, evidentemente impressionato dalla violenza delle orationes censoriae di Catone ed in particolare di
quella contro L. Quinzio Flaminino, osserva che «sî accusator ante notam; non censor post notam (scil.: ea oratione) usus esset,
(!) Liv. 45.37.3: «Servius quidem Galba, si in L. Paulo accusand o tirocinium
ponere et documentum eloquentiae dare voluit, non triumphum in pedire debuit, quem, st nibil aliud, senatus iustum esse iudicaverat, 4. sed postero die quam triumphatum
esset, privatum eum cum visurus esset, nomen deferret et legibus interrogaret; aut serius
paulo, cum primum magistratum ipse cepisset, diem diceret inimico et eum ad populum
accusaret». Che la nominis delatio fosse concep ita da Livio come accusa elevata da un privato lo si ricava dall’oppo
sizione in cui è volta assunta la magistratura. Nomen deferre è termine tecni
praetorem legibus interrogari?». f reum fieri nisi apud (‘) Il discorso di M. Servilio occupa i capitoli 45 37-39 (la conclusione è perduta: cfr. Plut. Aerz. 31.10). L'esordio mira a Mettere in cattiva luc Gallaand ata
porre l’aspettativa al trionfo fuori discussione; viene poi introdotta la part ae a ria», prospettandosi che, nonostante la gloria acquisita in guerra, L no Sgtudizia, possa essere colpevole di «quid et vetere gloria sua et nova indi + Emilio Paolo
L’oratore immagina che l’eventuale accusa sia portata dinna nes, l'una di cittadini (37.9-13), l’altra di soldati (37.14-39.2
snum» (37.1-7). e diverse contio-
. 0 0 . ì 20). Da notare ch peroratio (39.16-20), al termine di un discorso tanto elaborat e nella o, si ricor vecchio soldato che alle malizie dell’eloquenza (rappresentata da G
virtù militare, scoprendo le proprie ferite. Riguardo alle fonti su cui si
zione liviana, NisseN, Kritische Untersuchungen, 277 s. pensa a Valerio A
elabora-
per i dati relativi al trionfo in Liv. 45.40.1); contra, KLOTZ, Livius 1 (19 nziate (citato 40), 76 S., dal momento che la versione anziatea appare qui citata in funzione criti ca.
«QUAESTIONES» CAPITALI UNILATERALI PREGRACCANE
47
retinere L. Quinctium in senatu ne frater quidem T. Quinctius, s1
tum Censor esset, potuisset» ('5). Sebbene qui il contesto sta menoesplicito, è difficile sottrarsi all’impressione che, lasciatosi coinvolgere dall’oratotia catoniana e — cosa piuttosto da risoltosi ad un giudizio personale, Livio stia confrontando quelle proprie le con Roma di politica vita della testimon ianze antiche
delle caratteri i censorie orazioni nelle ritrovan do categorie,
quindi ecco ed tempi: suoi dei processo del arringhe d’accusa
immaginarsi Catone nelle vesti di accusator (!9). è , ni io ip Sc i gl de so es oc pr l de lo el qu , so ca In un ultimo a, at li eg rv so co po ne io ss re sp 'e un in o vi Li possibile sorprendere
. ne ca li bb pu re o rd ta s ne io st ae qu e ll de in cui si riflette l’immagine r pe e nt fo me co te ia nz ’A ll de ta el sc la e ch o at rv se os o at st È no an lo so un in le ar tr en nc co di va ti en ns co e nd ce vi queste di o ns de o, iv at rr na po up il sv o ic un un in di consolare, quin : ta te pe ri pe a un n co re de iu ch di va te et rm pe e ch e rovesciamenti
et us ei m iu il ns co et m re to ae pr in a di vi in «verterat...Scipionum e as fr la re ui ib tr at mo ia ss po ve do i, qu e ch An ). (1° s» re accusato
a l e n o i s i c e r p a t r e c a n u n o c e n r e i l g o c e o i v i L i d a n alla pen i d o t u n e t n o c l e d o t i p a c s a e s r o f a t i t s e v i r , a v i t a r funzione nar o i v i L e h c e n o i z a t n e s e r p p a r a l e h c o m a i v o r t à storica ("!) .
verit
, a r p u s . v , e n o t a C e t n e m a t t e r i d e s s e g g e l o i v i L e h c e n o i n i p o ' l r e P . 7 . 2 4 . 9 3 . v (1) Li I X . 8 . n , * F R O n i i t l acco
or n o s e n o t a C i d e i r o s n e c i n o i z a r o e l l e d i t n e m m a r f I . 5 4 nt.
XXXI.
p u s e r p i d , e r a m a i h c o m a i l g o v o l ì s o c e s , s u s p a l l I . 8 . 0 4 . 9 3 . v i L (9) Cfr. anche a r o c n a e n o t a C i d i n n a i l g e n , e r a l o p o p a s u c c a ’ l l u s o t a d n o f o i r a i z i d u i g a m e t s i s n e u r r o a p l l a d o s e r p e Livio, tutto
m o c a r t s o m é h c r e p e h c n a o v i t a c i f i n g i s è , e r i i s r a d di là da ven e s s e t o p n o n , i s r o c s a r t a n e p p a i l l e u q i d e n o i t s e g g u s a l l a d o , i p m e t i o u s i d o realtà dei t n e m u r t , come s
e l i b i n o p s i d e s s o f n o n i u c n i a c o p e ’ n u i d o t n o c e t o n p e m m l e i t l fac a ; e r a l o p o p a t a v i r p a s u c c a d a o s s e c o r p l i , o c i t i l o p o t n o r f n o c e n i a v e v a antagonismo e l i m i s e n o i z n u f a n u e h c , e t n e m a r a i h c o t t u t l e d n o n e s r o f , a v stesso avverti . a r u s n e c a l l e d o i z i c r e s e ' l o i r p o r p o t u i p m 0 e 5 d 1 a , e y t v r i L pa , o, v. Luce
t s e t l e n a t i r e f i r e n o i z a t e r p r e t n i ’ l r e P . 0 1 . 0 6 . 8 3 . v n i o L c ) , 3 9 4 (2 ) 0 4 9 1 ( 1 s u i v i L , Z T O L K n i à i g o n a v o r t i s i t n e m o g r a i m i s e d e m i , e t n . ] o i v i L [ curiosame i d a c i r o t s a z z e l o v e p a s n o c a l a d r a u g i r o t n a u q r e p e t s o p p o i n . o v i s , u o l i c l n b o u c P a d a t i b u s e l a t i p a c a n n a d n o c a n u i d i s e t o p i ' l r e p , e t n e m e t n e c (21) Re . s s 0 9 ) 0 8 9 n REL 58 (1
i , n i a c i r f A ’ l n o i p i c S e d n i f a l t e s a i t n A s u i r é l a V , m a p A
CAPITOLO PRIMO
48
ACCUSAROy 0 ; imi è quella p del process qu ha e dà del processo criminale 0 scand compiutamente trovtamo con giuria, la cui struttura Ita;
| praetor, consilium e accusatores (0). Peraltro, proprio il resoconto dei processi degli Scipioni ci
mostra, secondo l’interpretazione più convincente e seguita, che già le fonti utilizzate da Livio, in particolare l’annalistica d’età
(verosimilmente) sillana, avevano riletto la tradizione secondo lo specchio deformante dell'esperienza contemporanea, introdu. cendovi le quaestiones ad accusa popolare. Infatti, per motivi
artistici, ricercando cioè di variare la narrazione di due processi
in uno stesso anno, l’Anziate, che costituisce come si è detto la
fonte principale di Livio per questa sezione, rimodellò il pro-
cesso (comiziale) subito dall’Asiatico secondo il modello della quaestio (de repetundis) (12). (2) Non ha, ovviamente, Importanza che ne l corso della confusa rievocazione dei processi degli Scipioni, il termine accusat
or sia riservato anche ai tribuni in quant o
(‘°) Sulla strada aperta dallo studio
di
D
Cani
:
Hermes 1 (1866) 161 Ss., > ViInterpretazi. on dieo di MoMmMSEN, Die Scipionenprozesse, in ora dominante risale a Fraccaro, I processi
degli Sopioni (cit. supra, nt. 40), 217 ss. [=con aggiunte, Opuscula 1 (Pavia 1956 ) 26 3 a de
l processo contro l’Asiat ico, ibid. 288); v. anche
processo dell’Asiatico, in Index 5 (1 974)
del processo da comiziale in quaesti o, op.cit., 106 s.)
analisi degli aspetti strutturali della composizione delle Storie zione globale dell’uso delle fonti da pa rte di Livio, Luce, L;
parzialmente critico, ADAM, REL 58 (1980) 90 ss.].
Lawyers, 192 ss.; 208 ss., prospetta la conclusi
.
vi 72 88. [su cui
> Ancora BAUMAN
abbia effettivamente stabilito una quaestio spec iale, ma che la tattica di . pretore incaricato, Q. Terenzio Culle o, abbia impedito la celebrazioned t a g e r i a de solo nel 184 gli Scipioni poterono es sere nuovamente messi sotto me sn
volta apud populum. In effetti, riguardata la tradizione dal p unto di vistasso,giurqid ue;sta non vi sono motivi per escludere la possibilità di una guaestio su legge spe Aci99
187 aC.
Clale
nel
loro contemporanea
che conosceva, praticamente in quaestiones bilaterali, ad accusa pop olare. Dagli esempi che a i ic af gr io or st o nt co so re l da fà e tà ci di ri ve di ze en tg ss e su le ca c n so appello piuttosto ai
r c i ne e om ‘c ce on ic 5s ) ne to Ca di ni io az or e ll su io iz del giud si concentra sulle risorse a ll de so ca l ne e om (c e ar or ab el da e al ri te ma l de ve espressi
vicenda degli Scipioni). Ciò induce a credere, seguendo del
resto una legge formulata da tempo (‘*), che là dove il racconto
iavv si e ni io ns te he og al an to ad os op tt so sia n o no ic af gr io or st a st ma ri sia , li na An i gl de ca gi lo hi ac br a cini di più alla form s. ne io st ae qu e ch ti an e ll de le de fe ù pi impressa una immagine r pe ia, tav tut e, isc fin he ic st li na an i nt fo e all za en er ad L’ lo el qu to an qu e av gr o nt ta et tr al i as qu e nt ie en nv co in causare un e ll de e rt pa r io gg ma la e: nt za iz al tu at opposto dell’amplificazione ta mi li si e an cc ra eg pr s ne io st ae qu e ll de notizie che possediamo a ll de i ar ol ic rt pa i su i rs ma er ff so a nz se e, on zi ra st gi re alla loro aat un rt fo , rò pe a nc ma n No e. on zi za iz an rg ’o ll de e procedura di
o ll de mo il e ss fo e al qu e ir ru st co ri di à it il ib ss mente, la po to es qu di um pl em ex Un . va ce fa ri si o vi Li i cu le ta pi ca iudicium o at pi op sc io nd ce in l’ al ve si es cc su re su mi e ll de o nt co so re tipo è il io niz l’i te en ed ec pr no or gi 0, 21 o rz ma 18 il ro fo l nei pressi de ane ra po em nt co o rt so io nd ce in l’ o nd se Es ). (!° dei Quinquatri . 1 0 1 , n e g n u h c u s r e t n U , N E S S I , A L L (!24) N E L I M e t n e m a i p m dio, a
o s i p e ’ l l u S ) . I 9 1 d . 7 o 2 p . p i 6 l 2 i f n . a v S i L e r a ) s 1 e ( C i d e r o n o n i i d u t S n i , o i d n e c n i ' l l e e l d l a e o l g a o n l e a p n a e n e o b i b s s e e r r a p s e r o t a n e m sull i d e c o r p l i e l a u q l i o d n o c e s ( . s s , o 2 s 9 n 4 e s e u p o i s c s e e a t r s p o l , l . s s e n 3 ; ) 1 1 4 0 9 5 1 ( 2 , t s 1983) 48 i u i c v . i p L o , z o i O e p : » o t a n e S l a d e t s o p s i d e a i r a n i d r o a r t x e s e n o i i t s e «qua r e F . ) 0 1 . t n 6 , » o t l u s n o c n s U u t . a ) n 6 e 0 s 1 x . e t n a s r e p n u o s i t ò s r e e a p u Q . « V , . A , VENTURINI Valerio Anziate (sulla posizione di questo è e t n o f a l 6 17 >»
50
CAPITOLO PRIMO
mente in più luoghi, si pensò subitoall'origine dolosa. Di f ro ad unfatto che chiedeva al tempo stesso preven zione (si teme vano nuovi attentati) e punizione, il sena to stimolò l’attività del console M. Marcello, da pochi giorni entrato in carica (29). L, .
x
.
>
5
5
.
procedura che questi conduce è tipicamente INquisitoria. i p
rimo passo è la promessa di premi a chi fornirà notizie, ], promes
sa ha effetto. Uno schiavo denunzia alcuni nobili cam. pani, fra i quali i padroni. Segue la fase di accertamento della colpevol ezza, cui è data la massima pubblicità . Non c'è ACCuSa
i rei dalla loro sicurezza. Poi vie ne la tortura (dei servi esecutori e non deiliberi) (‘?). Tutta la procedura tende alla confes sione:
d
x
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Le “i
d
F
£ f I
dubbio sulla storicità dell e pisodio è espresso, nell amb i to di un approfondito ries critico della tradizione d ame , a von UNGERN-STE
consule est» (cfr. Cic. Mil. 59), [come fà LieBs, Der Schutz der privatsfire
i in einer Sklavenbhaltergese 7 Uschafy. A von Sklaven gegen ibre Herren nach ròmis chem Recht, in BIDR 83 (1980) 150
(
i
LE «QUAESTIONES» CAPITALI UNILATERALI PREGRACCANE
51
il e ab it ev in e, gu Se o iv at rr na e o ic id ur gi ax SUE, , c(r2 che infatti arrivamo rte.
a na an nd co la
Il testo di Livio offre una plastica riproduzione del procedi mento capitale magistratuale, dominato dall’iniziativa te con-
sole, che agisce in sintonia con il senato e che prescinde
nell’accertamento della verità, dalla buona volontà di un accusa!
tore e dalla maieutica del contraddittorio. Cerca piuttosto la verità che si cela fra i compartecipi, che non sfugge al dolore
della tortura e che alla fine sarà il colpevole stesso a rivelare. Di fronte a questa rappresentazione inequivocabile, tanto
più significativa in quanto si contrappone nettamente all’imma-
gine «attualizzata» del processo accusatorio di cui Livio e le sue fonti lasciano altrove intravedere il riflesso, vale la pena di
ricordare lo status civitatis degli imputati, i quali, secondo la fatti, dei mome nto al godu to, avre bber o prev alen te, dottrina Capu a di abita nti agli confe rita suffr agio, size citt adin anza della quest o, È (!*). pien a quell a di addir ittur a nel 338, se non la n o n e io nd ce in l' è e m a s e in so ca l ne e on si es pr re a ll de In ogni modo, il titolo e » t a r r e v s e d n a L « di e u q n u m o c o co ti li po o at re di o t t e c n o c coniuratio; estendere il , se o tt tu at pr so io ar tr bi ar re se es di a i h c s i r , he ic id ur gi e z n e u g e s n o c e r e d n e c s i d i o farvi p i
a fr , i t a e r i lt mo r e p e iv at sl gi le ni io nz sa no va te is es , re ra st mo di di o t a c r e c come ho la e h c n a , so vi av o i m a e, ) s. es cc su . nt a, fr in . (v io nd ce in l' te n e m a r u c i quali era s o t n o c o s e r l de ne io is ec pr la al de fe re ta es pr e v e d si se , e m a s e in o s a c coniuratio. Nel
e h c o t t a f il e r a r u c s a r t a d è n o n , e r a t i b u d o t i c e l è i l g a t t e d i r liviano, su cui pe a f e h c il , ) 9 . 7 2 . 6 2 . v i L ( s i r o n i c a f i r t s i n i m i v a i h c s i l g o n a i s a r u t r o t a l l a i t s o p o t t o s e r e v a i d i l i b a s n o p s e r e t n e m l a i r e t a m a v e n e t i r si li é h c r e p i t a t s o n a i s o l e h c e pensar a l l e d a v o r p a n u ) e t n e m a t t e r i d o n e m l a ( e r e n e t t o r e p à i g n o n e o c o u f il appiccato . D . c o r p . f f o e d 8 . p l U . r f c , a g o l a n a e i c e p s i t t a f a n u r e p ( i n o r d a p i e d à t i l i responsab aestio.. foro
u q « ( a t a i c n i m o c o l o s a t a t s a r e a r u t r o t a l e h c e c i d i s e h c è ' t n a 48.18.1.5). T è : ) » s e n m o i s s a f « ( e l a r e n e e g n o i s s e f n o c a l e n i otten
os d n a u q , ) » t s e a t p e o medio haberi c o r e v il , a r u t r o t o t t o i s n o i z a l e v i r i l a u t n e v e e delazione e l . ) . t i c . c l . p o , R E H C A M U H C S e t n e m a s r e v i d ( presupposto de d n u t f a h c s r r e H , R E R E T S L A G o t n u p l u S . 0 1 . 3 3 . 6 2 . v i L e t n e m a t i c i l p s e (28) Cfr. s a t i v i c i d i t a t o d à i g , i u d i v i d n i i d e b b e r e t t a r t i s e l a u q l i o d n o c e s ( . S S 8 1 , g n u t l a , w ) a m Ver o R a a z n e d i s e r a l l a e i z a r g e r u i o m i t p o a z n a n i d a t t i c a l l a i t u n e v r e p , o i g a r f f u s sine i d u t S , a t t e i M a s n e p o i g a r f f u s e n i | s s e v i c a ; . t i c . c l . p o , R E H C A M U H C S e c N s A i r H e C d , A a o R i T t . S a r c ui f c c o v o a r l p l e i e s d n e s o e d h i a c s n n e a t (per l'es
Sanfilippo 3393 88:
52
CAPITOLO PRIMO
dunque, un altro esempio di giurisdizione criminale d efinitiy, i cui fondamento è ancora una volta legale ('9). Se sj instaura ù contronto con altri episodi di cogrztio magistratuale, aVVenutj i
territorio re/litiae e nei confronti di stranieri, ne risulta ch e |, procedura seguita è identica ('). Ciò permette di accertare che
Livio possedeva una nozione u nit a r i a de lla giustizia Capitale dei magistrati cu imperio, che dobbiamo presupporre quando
altrove registra in modo estremamente sint etico lo svolgimento d i una quaestio ("*).
rm
I processi, 218 nt. 1).
es. Liv. 30.24.4 (in relazione a L iv. 30 26.12); per. 48; Strafr echt, 148 nt. 1. ('#) In particolare VENTURINI, «Qu aestiones»
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136
A
x
ampliationee (159), Ciò che è assoluta è l'assenza m meglilio, — a 7 . ran _ PAT,
Son _ svolge
Vi -
ee di un’accusa di parte (?). Il pro di o In si cedimento ‘ 138\, d'ufficio (!*); naturalmente, perché in concreto pot otessero
('% 13)) FForo meddio io:: LivLi . 26.27.9;. «consules descendisse»: Cic. Brut. 87 [su cui i
i de KunKEL, . Die Funktion des Konsiliums SIN Kaisergericht (1967), ora in Kleine Schriften, 162 Medi Strafjustiz und im (14) Nonostante il riesame delle fonti compiuto da KunKEL Kleine Schriften,te 1 51 n, ch ri È se nt en ti de ll a della vincolatività °
.
)
ss.; 178 ss., la dimostrazione dipenderebbe la natura giurisdizionale del processo magi atua] consiliare (da no cu i n gistratuale) mi sembra ® ; . ae
riuscita [per tutti CRIFÒ, Sul ‘consilium’ del magistrato, in SDHI 29 (1963) 296 ss.;
de r An in ze ig er St ra un fv er d fa br St en ra , fr ec ht rò mi sc z u he m n St udien SCHONBAUER, phil-hist. Klasse der Osterr. Akad. der Wiss. (1965) 251 ss. praecipue 277 s., VON UNGERN-STERNBERG, Untersuchungen, 36 nt. 57], ma soprattutto, ininfluente per le
conseguenze che se ne vogliono trarre, che, cioè, dalla presenza del consilium dipenda la natura giurisdizionale della cogritio magistratuale (là dove giurisdizionalesi riferisce
alla definitività della pronuncia, la quale, invece, dipende dal fondamento legale).
(15) Causam dicere. Cfr. Prisc., p. 482 K; Liv. 39.17.2 (dove è riportato l’editto
pi ù di ff er en zi co at di mp i, ar iz te io rm ne in i ad di ri fi tt ss ur at i a ri consolare, da cui sultano
Il 85 -8 8. Br ut . Ci c. 48 ; pe r. 42 .2 2. 7; es se nt»); ampi per coloro che «tum extra Italiam
vi zi at o av vi so mi a o è ss. 16 5 (1 96 2 7) n. s. IJ in bell'articolo di KeLLY, Causam dicere,
ci vi le . gi ur is di zi de ll on a e or ig in i de ll e qu el è la ch e ri ce rc a, de ll a dalla prospettiva po pu la r «R om an ch e 17 0) (i bi d. , af fe rm a l’ A. pl au ti no , le ss ic o de l Attraverso l’analisi wh ic h in pe ri a od B. C. , ce nt ur y se co nd th e of be gi nn in th g e at re fl ec te d, st il l speech
mu ch so no t wa s tr ia ls ju di ci al in em ph as of is po in t th e an d in te re st the focus of the defend
an th t e by us e th e ra th er bu t pu rs er th e by cl ai m or ch ar ge hi s of the proving st at o Qu es to co nd em na ti on av ». oi di an ng d hi ms el f ex cu of lp at in g of his opportunity iminale : . . . la . l'A dal li "eg ‘ so ces pro un di e gin mma l’i e di cose sembra piuttosto rifletter ° rac mpi ese li deg te par r io gg ma la nel e ch ga un gi ag si le: era lat uni e. er rc ca il o e al ici x l al o tt tu at pr so t P O o” rp co e on zi ni pu a un è pa ol sc di a at nc ma a ll conseguenza de
ST FI n co a m , le ra ne ge in .; ec pr . nt la al te ta ci i nt fo (5) V. le hriften, 84 88. ;
ox o t i n s u o di p o 9 r . p 2 a 3 i . . 8 v i d L a o d t n a , , i L o E n a K B c N c U a K r processo postg sui ac iudicem esse». sic (1) Vale come epigrafe il commen
Sui s tti cap em tor usa acc m de re:: «eunde. processo militaare i : svolta in
dai oi p
s, ore est qua dai e in ig ci orig!
e a, a ci u q fi le ma .. t. en er ir a i ri to ut tr is u s i, , re e t di n e m l a m r o (8) N ui conqu e i n e o d i s s e r p e a r l l u s e t o N A o I d " n e r e a s u e q r @ o t s e a u Q « : 1 8 . 5 . L L tresviri: Varr.
, a n a c i l b b u p e r à t e n reati comuni i
v r e s i r a al d r a u g i r dubbio per quanto
54
CAPITOLO PRIMO
individuarsi i colpevoli e raccogliersi le prove dei rea; indispensabili delationes (!) e indicia, termine quest'ul ‘m o con il quale si intende, in senso stretto, la chiamata in corr C
la tortura servile, che talora è ricordata dalle fonti e p
ità (4)
doveva aver luogo, completa il quadro dei mezzi inquisi tori
(i
«(
(‘*) Di cui si scorge la traccia gi à in Plaut. Au/. 415-417; cfr. As in. 130-133, nell’interpretazione di SANTALU CIA, Note, 13 Ss.; aggiungere i , pur nella completa trasfigurazione, il prologo del R ud. 13-21. A denunzie di que s t o genere si riferisce l’editto consolare riportato i n Liv. 39.17.1.
(‘*) Ps. Asc., p. 197 S: «Ind ex indicat impunitate proposita» .
>, Untersuchun Non ho visto ZijLstRa, De delatores te Rome tot aa T n i
1967); conosco CAMIRASs, Delator (Santiago 1983) attraver so FAN IZZA, Delatori e accusatori. L'iniziativa nei processi di età imperiale (Roma 1988) 15 nt, 8. (") Liv. 26.27.9; tutti i casi d'epoca repubblicana sono raccolti e d
SCHUMACHER, Servus index, 11 ss.
esaminati da
CAPITOLO II
«QUAESTIO DE REPETUNDIS» E ACCUSA POPOLARE PRIMA DEL 104 A.C.
1. Quaestiones e accusa popolare.
Prima dell’età graccana, la qguaestio, giudizio criminale definitivo di magistrati cum imperio su base legale, escludeva la partecipazione di parti private o pubbliche come rappresentanti dallo promosso quanto in unilaterale, era processo il dell’accusa: (!). giudice di funzione la svolgeva stesso magistrato che io or at us cc /a io or it is qu in a a it er ef pr i qu è le ra te la bi e/ al er at il un e (1) L'opposizion ù pi e r a t o n e d a e tr ol , hé rc pe ) le bi ni po ap vr so e t n e m a (alla quale non è complet i d e e c i d u i g di à t i l a u q la o n a v a m m o s s a si r o t i s e a u q l e n e h c o t t a f il e t n e m a t a i d e m im i d a c i r a c a m i r p a l l e d o n e m è , ) o c i l b b u p e s s e r e t n i ' l l e d e t n a t n e s e r p p a r o t n a u q n i parte ( e l l e n o i r p o r p e h c a g n u i g g a i S . a n a m o r à t l a e r a l l a e e n a r t s e e h c i r o t connotazioni s : o z t i s s u q n ‘ a t i n i f e d a r e a t a v i r p e t r a p a l l e d a i r o t t u r t s i e n o i z n u f a l i quaestiones bilateral ; S 7 0 2 . p , . c s A . s P ; S 4 2 ; S 3 2 . p , . c s A ; 3 2 . r u a c S ; 6 1 . 6 . 1 . r r e V n i 2 ; 6 . 2 . r r e V n î 1 . c i C e o t a v i r p o s s e c o r P , E S E I L G U P à t i l a r e t a l i n u i d e n o i z o n a l l u S . S 7 9 . p , . b Schol. Bo o t t i r i d l e d a i r o t s a l l e n i r e t t a r a c o r o l i e d e n o i z a u d i v i d n i ’ l l a o t u b i r t n o C . o c i l b processo pub o i | t a c i d n i v a L , A R E V O R P e h c n a e l a t n e m a d n o f ; 1 8 ) 8 4 9 1 ( 3 . c o r p . r i d i d romano, in Riv. e u p i c e a r p ) 4 6 9 1 o n i r o T ( o n a m o r e l a c s i f o s s e c o r p l e d o i d u t s o l l a o t u b i r t n o C . m u r o c u d a r f ca a z n e d n o p s i r r o c a l l u s e t n e m e c a c i f f e e t s i s n i e h c , ) 2 . t n 6 e t n e m l a i c e p s ( ; . s s 5 ss. 4 1 e u p i c e a r p , . d i b i ( e r a l o p o p a s u c c a d a e l a n i m i r c o s s e c o r p e m u r o c u d a c o i t a e n i vindica l o t t o s . s s 1 6 5 ) 3 8 9 1 ( 3 1 n o r i h C , I N I N N A V O I G e t n e m a t t a s e a r O . ) . s s 7 4 2 t o ’ l l e n 57 ss.; , a m , e l a r e t a l i b o i t s e a u q a n u i d e n o i s r e m e ’ l l a d o t a t n e s e r p p a r e l a c o p e o n a r e l'evento e h c i t n a ù i p s e n o i t s e a u q e l e h c a r u c s a r t , a n a i l e k n u k à t i u n i t n o c a l e n o i z o tica del n a l o d n a g e i p m i , e h c i g o l o n i m r e t i n o i z a s i c e r p i d a m e t n i e r p m e S . i ac gr re unilateral - a 3 3: I i s eg pr . . s ne A io st ae qu le al i gl ta at Sl sa es se i rs de ie ch a d è c’ e on zi di is ur gi di a r o c n a o t i s moderna i tà i l i « s o p o r p n i e l a t n ; e m a d n o f : à t i l a i z r a p m i ’ l l e d e r e t t a r a c il o r o l o d n a c n a m cane, ;
56
CAPITOLO SECONDO
Alla fine della repubblica, viceversa, nelle quaestione; l'ac. cusa era popolare. É proprio considerando l'introduzione |
mazione del processo da unilaterale a bilaterale. Cercare di
cogliere il momento della trasformazione è lo scopo di q uesto
capitolo. Le sue possibili ragioni saranno indagate nel capitolo seguente.
romano. Copanello 3-7 giugno 1984 (Napoli 1988
42.22.7 (testo supra, 45 nt. 115) e Pomp. / s. encb.
riale, su cui v. WLASSAK, Anklage und S treitbefestigung im Criminal. (Wien 1917) praecipue 6 ss.; 83 ss.; LAURIA, «Accusatio-In quisiti "eebt der Ròmer
extra ordinem — cognitio: rapporti ed influenze reciproche (1934), ora i Ordo — cognitio
(Napoli 1983) 277 ss., praecipue 302 ss.; BOHAEEK, Un esempio dell’;
‘cordi
tn
L'attribuzione della funzione di promotore ad una parte privata (che può essere quivis de populo) implica, insomma, la trasfor.
AN
quaestiones perpetuae dai precedenti pregraccani. La Popola rip infatti, è solo il segno appariscente di una trasformazione si profonda: la separazione della funzione di accusa e di giudizio
AO
questo principio che si percepisce la distanza che Separa :
57
i l e n o i s i v a n u i d o t t u r f l i o n a i s i s s a z p i l l a e r u e q n e g a r f i v i t a c signifi a e n a i n i t s u i g o l o s e s r o f , a d r a t i a s s zatrice a
muovevano i giuristi classici nel definire i iudicia publica era ancora quella della fonte di produzione (?) Nelle Institutiones (4.18.1) si legge invece questa definizione: eorum tio exsecu o popul ex cuivis quod sunt, dicta autem ca «Publi
o invan che ato osserv stato è e ament Giust plerumque datur».
stato sia gio passag o quest cui da ca classi cercheremmo l’opera
tto l’aspe egiare privil a nza tende la che tratto (*). È interessante nei anche scopre si ziale sostan della popolarità rispetto a quello
ncomme per zioni Istitu delle passo il zarono utiliz che bizantini, ). (° a r p o s o c o p o t a t i c o r c a M i d o t n e m m a r f il tare
L X l e n o n o b o c c i R e r o t a v l a S i d e r o n o n i i d u t S n i , 8 1 , 4 , 2 . t s u J . d o C . i r o t a l i p m o c i a o t i Ber n e h c s i m ò r n e d n o V , y v e L ; . s s 7 3 3 ) 6 3 9 1 o m r e l a P ( 1 o t n e m a n g e s n i o anno del su ; . s s 5 8 3 e u p i c e a r p , . s s 8 7 3 . 2 , n e t f i r h c S e t l e m m a s e G n i a r o , ) 3 3 9 1 ( n Ankligervergehe o t r o p p a r l e d e v i t u t i t s o c à t i l a m r o f e L , I N I H C N A I B . G . M ; . s s 0 3 4 ; . s s 8 1 4 ; . s s 408 163 ss.,
) 3 6 9 1 ( 1 3 i t a n i b r U i d u t S n i , o n a m o r o i r o t a s u c c a a m e t s i s l e n n i i d u t S processuale n i , » e n i m i r c e d a t c a p i «
e d i c i t s i t a v i r p i s s e l f i R , A R E v o r P ; . S S 3 2 2 e r u d é c o r p a praecipue L , T E V I L O D T O Y H A D ; . s s 3 4 5 ) 5 6 9 1 o n a l i M ( 2 i d n o i B o d n W o R i B N A , E S E I onore di L G U P ; . s s 9 8 , ) 8 6 9 1 ( 1 4 s i r a n i l l o p A n i , n i a m o r t i o r d o n c s e i f e e c i f f o i ' d r o t a l e D pénale . s e i c i n r e p a d n a r c e s x E , A T I R O G I V O L O U N G A P S , ; . i s s r o t a 0 l 7 e 7 d e i r o t a s u c c A II.14 (1982) , A Z Z I N A F ; . S S 2 4 e u p i c e a r p ) 4 8 9 1 i l o p a N ( o i o P n i o t n n i a n t o s t o n C A i d o t t i r i d nell'età di l e d a c i t i l o p a l l e d i t t e p s A . t i x n a s e r u i e d d n u a t l e u f a M r t , S A T e h T c O i l R t A n e M f : f . O s s 3 , 1 R E K C A E I W e v i t t e p s o r p e v o u n e r p a s o i a d r u o t s ; E . s s n i 3 7 , ) 2 . l c ) o 8 i D 8 9 1 8 1 . 4 . 2 . I C (Milano u z ( t h c e r r e s i a K n e h c s i m ò r m i s a l r e n f o p c O o s r e o d e d g s n a u d g o i b d s i u h s c s e d Ent o v i t o m n o c s a i s e l g I n a i u J r o s s e f o r P l a e j a n e m m o h . s s en 3 4 5 ) 8 8 9 1 d i r d a M ( ) 6 8 9 1 6 3 9 1 ( a z n a i ensef E . ) 4 2 D. 48.1.1 (testo SUPF4, proc. 3 (1948) 65 nt. 1. Di opinione diametralmente 5) r. di i d . v i R e Ù pann heggia qui un
c e i r o n a | i n i t s u i G i u c o d n o a c n e A s , 7 o 4 n i t s u i G . i G C T D . i m ‘ , 1 4 , n s i t r a u r o o C , ) l 1 0 a 9 n 1 i ( m i o n r a C i n e i t h s T u i G , s i d i one n o i z u t i t s I e l l e d i t n o f e l l u S , I N I R R E F r e p ; o c è n o n « o l o t opposta ] assi i t l e d e t r a p a t s 29) 417 que
giurista
9 1 o n a l i M ( >
58
O D N O C E S O CAPITOL
n i o t t e d e s e i c e p s , o i p i c n i r p i d i n o i z a m r e f f a e h c o p e r t l a m e Le g e L d . p l U ì s ette. Co
p s o s o n e m o n a r b m e s n o n , e c u m l a t a , o o , n i c 0 m c i 1 i a l d 3 d b u 4 . i u . . p 2 . . a « Da iam D. 23 quest
a u g i l a e g e l i u c i is s i n , t e c i i l r i r e p x o e l u p o p x e t e b i l a c S i Meet pandect. D,
2 1 . d o » M s e a t s e t o p t s e n o o n i c i d u o i c i l b i u d p n accusa d a , i h t u a s e t n e r a p t n a s u c c a i l o s o t t s o p p u s u t r a p e D « , 1 . 0 3 . 48.10 : a s u e c c a m a c i l b u p t u , o l u p o p x e t e b i l i u q n o n : t a e n ‘ quos ea res pertin e n o i z i s o p ia o t t u t t a r p o s e a m r o f a l i l a u q i e n , » t a d n e t n tionem i di o s s e r g n i ’ l l a e r a s n e p o n n a f e v i t a c i l p s e i n o i z i s o p delle pro
i glosse (°). e r i e s s e ’ l l a d , o s i v v a o i m , a ti ga ra Questi sospetti sono suff
i r o t a l i p m o c i a e c d i t a m e t s i a s z passi citati allineati ad una tenden o t n l e e m d i r e s n i ’ l o l c a s i r e f i r i e. M ov tr e al h che si manifesta anc s e . D l ( i b i r r i e t br o t li i i e b d m a ’ l s l u e b i n n o s i u t b c i a r a titolo de popol n ci o si n i as l l cl e d a o i c m c a a d t s a i c d i e si t h a c m e t s i ta s 47.23), scel solo per l'inclusione della materia nella sezione criminalistica (?), ma prima ancora per la creazione di un titolo autonomo, come dimostra la provenienza dei frammenti che vi hanno trovato posto, derivati dalle varie sedes di commento alle singole azioni edittali. Che la scelta avesse una portata più che altro teorica, lo rivela il tenore dei passi prescelti: si tratta di testi che guardano non già al contenuto delle azioni, ma proprio al fenomeno della popolarità in sé stesso. Il titolo precede immediatamente quello de publicis iudiciis (D.48.1), così che la
cesura del libro segna il limite invalicabile cui era stata portata pil, i l'assimilazione teorica fra azione popolare e accusatio. Tornando
di
pertinentiÈ, benchè non vi si | eggano espressioni portata generale, sono D. 47.11.3 (dove si parla genericamente di a ccusatio), D.
47.15.3.3 (publica accusatio): cfr. anche C.Th. 9.7.2 (= C. 99.29 Cost.) in cui però, come nota PU
GLIESE, op.lc.cit., è impiegata la no zione di crimina publica (sul testo V.
uo complesso, unafelice innovazione dei compilatori (e della commissione sabiin niiana i i . . m e a s se D i g e s M t o A cf N r. T O pa V A rt s N 1 ic a I 6 , 1 ol 1 9 ar 8 7 ( e) ) M ilano : blubmiane
Milliina
ai passi citati più Sopra in te
indifferente, dopo quanto si è o.
ino la popolarità dell’
nes stio quae — e cioè 10 D. .43. 23.2 . e Inst 8] 4.1 o dan ai in una na prporossppeetttiiva del tutto
teorica, qual'è quella del tentativo di
;
Il cubbio sull’attendibilità dei passi SL, natura mente, far concludere che CdS negli iudicia publica non
riportati nel Digesto non la regola della popolarità sia mai esistita (°). Al
contrario, essa risulta per implicito da numerosi testi, di cui
conviene considerare i più significativi. Eloquente è l’impostazione di un altro importante estratto del secondo libro di
Macro, D. 48.2.8; il giurista, efficacemente, afferma: «Qui accu-
sare possunt intellegemus si scierimus qui non possunt» ("). Questo implica che al di fuori di certe limitazioni positive, v'era
libertà d’accusa (!). Ma l'affermazione deve essere rettamente
intesa, perché per sé stessa dice solo che i soggetti non esclusi f o s s e l e l g a i c t h t e i n m o a n z i o a n c e d c i u s a r c e a , avevano la pacità p i ù r i p o r t r a e t g a o l a u n ’ d a a l t r a popolare. Quest’ultima si ricava
e t e s t i al tr i i n a n c h e t r o si v a c h e e g i u r i s t s a t e s so avanti dallo
a s s o p e r a p i m i r o t a l i p m o c i e d o t n e m a i g g e t t a ’ l l e d a m r e f n o c e l i b i s s o p e m o C (#) a l l e d o t i s o p o r p a i, cu n i 3 . 6 2 . 1 . t s n I = 6 . 1 . 0 1 . 6 2 . D . d e 4 4 5 3 . p l U o essere citat , m e n o i t c a c n a b e s s e m a c i l b u p i s a u q t s e m u d n e i c s et .. «. e g g e l si , s i r accusatio suspecti tuto s u t c e p s u s r o t u T , I Z Z A L O S o r e n n e t i r e m o c o t a l o p r e t n i È € S , » e r e t a p s u b i n m o t s e c ho e 5 2 . t n 9 0 1 ) 7 5 9 1 i l o p a N ( ) 4 2 9 1 3 1 9 1 ( I I . o n a m o r o t t i r i d i d i t t (1916), ora in Scri a accus io addessi = giudiz bli BeseLER, Einzelne Stellen, in ZSS 43 (1922) #46, co Peo me icum publ ium iudic (°) Piuttosto, fà pensare che l’equazione popolare sia estranea tanto alla preistoria delle quaestiones quan'o i
ici
i
P°
Gai. 4.26-27.
di Gaio
e n o i i u Q z r o a p 0 b i 0 i N G E n a P s s O e a t l , i s l e t e h n d c o n r a f n ; o ) (1.50 si c q a u s à f ) 1 . 9 . C ( o e n a i n sti u i g e c i d o C l e d a c i r b u r () La
accusare non possunt.
O D N O C E S O L O CAPIT
60
3
i o s e i v t o a s u c c a e ’ r l i r e p o s n e a v e t i o c p a p a c i n t i t e g g cIOÈ che i so sisugyy
, « i s e i l t a | o t r s e s s o f i u c a i d t e a r e i r u g e s r e p i d o t fosse tratt a » t n e 1 . 1 r d f n ( m e f u e r d o u n q i p o r p e v m e t r o m r u t n a u q riam exe
iniu
s j o ll da e n o i s u l c s e la e h c o rt ce r e p ae tr i es ch l a D ). (* ) 1. 5. pr. accusandi aveva riguardo proprio ai casi In cul s1 accusava come unus de populo.
y e L a ll a de m i r e p h c à n t a i r a l o p o p a ll o de pi ci Valeva il prin en ud e pr z is n a ur i n gi o m i t e s h e g t o l a n a a nz di se as Iulia? In
i. at em st si se e es fl ri ù i p n o e n zi ti no i a c ziali (‘), dobbiamo rifar che e quindi, per rispondere al quesito, dovremmo verificare caso per caso ogni singola quaestio. Per ora è sufficiente consi-
derare il processo de repetundis e, per esso, soccorre l’orazione
in O. Caecilium di Cicerone (!). Lo scopo per cui fu pronunciata già rivela quale fosse il regime della legittimazione attiva avanti la quaestio de repetundis nel vigore della Lex Cornelia in cui si celebrò il processo contro Verre. Cicerone combatte un altro aspirante all’accusa, come lui non direttamente colpito dal reato perseguito. Entrambi accusano come unus de populo (%). E importante notare non solo che l’accusatore rappresenta una
(°) Cfr. anche Pomp. 1 ad Sab. D. 48.2.1; Pap. 1 de adult. fr. 2 h.t.; C. 9.1.4 Sev.
Aless.; c. 8 4.1. Gord.; c. 9 .t. Gord.; c. 10 b.t. Gord.: c. 12 4.1. Diocl. e Massimian.
(") Alla consueta scarsità di testimonianze risalenti alla letteratura giuridica
repubblicana e al particolare assetto della materia dei iudicia publica, fondato sulla
legge e quindi destinato a provocare una più rapida obsolescenza del commento
si deve aggiungerel’incognita relativa all'esistenza di unariflessione giurisprudenziale, "PRIA In materia criminale: cfr. BAUMAN, I libri «de iudicîis publicis», in Index 5
bracci 129 si FANIZZA, Giuristi crimini leggi nell’età degli Antonini (Napoli 1982) (141
,
I
a Pesto senso, v. per tutti SERRAO, Appuntisui «patroni» e sulla legittima de tro Pie di e or on in di Stu in m», aru und pet «re si ces pro nei usa Miila“cc i 2 Franciscca ca vip no 1956) 492 SS.; SHERWIN-WHITE, The Date of the Lex Repetundaonsequences, in JRS 62 (1972) 97 s. ; PugLiese, RW II.14 (1982) 727 AN nt. 11. Sull’orazione, BUcHNER , Ci
(Heidelberg 1964) 1318,
> °° Bestand und Wandel seiner geistigen Wel!
(2) Si veda anche l’es pressione « 15
‘
stessa orazione (
«QUAESTIO DE REPETUNDISS
E ACC'UUSSA POPOLAREPRIMA DEL 104 AC
61
i . E : l l a o t i u b i r t t a e n vie r o l | a : a l l i m : i t l i u t s e u q a $ e a d n t t o a i f z a n g i s e . d a l l a l e a N v n o s i n i e l a v e n o i n opi O e b a n l o l i e o z d m n e o t t n n i i a s e n m o u o c , ù I P l a t t u t ) " ( O a s u c R c a ’ l l a a n l cl sI avvici (
),
essun
alo
e
g
con cu
La divinatio, comesi chiama questadisputa
cui la tuto isti è pectore (8),
r del no il venir me
17 i tor usa acc fra
za den evi a tutt con a ign des presenza
attim legi e tto diri del tà lari tito fra o ort app bl pro Il zione (). o stat sia ime reg tale se è e pon si che ma a o pro a m d es ion est qua e dell ne zio o sol originario, se, cioè, la trasforma un in ta piu com sia si e ral ate bil a cesso unilaterale
lità vera bila a all nte ame ane por tem con so ces pro il (ap rendosi cioè
pe tap più o ers rav att ero ovv , re) ola e alla legittimazione pop ). re la po po la el qu a se le i rt pa e ll de ne io az im tt gi le (dalla
m a i c n i v o r , p s e t a t i v i c s a t l u , m s i l a t r o m s o o, t l u ‘ m m i n o e 16 d n e f e D « : 3 . c e a C . Q n i (6) Cic. u p m i Siciliam totam». ’ l l a d a t a r t s o ne dim .
.
s44
o i s r e v v a a l l e d o n a i p o s s e t s o l l u s o t s o p è o t n e m o g r a ' L ) " ( o g E « : 0 1 . c e a C . Q n i ; o c i d i r u i g a t e m e r o l a v i d e t n e m e t n e d i v e , e r o t a s u c c a ’ l tato verso i s , r u t a r e f e d m a i p s u i u c n e m o n s i d n u t e p e r s i t n u c e p e d m u c : s i sic intellego, iudice r a t c e p s s i m i r p n i o u d c e a h , r u t e d o i t a l e d m u m i s s i t o p i u c t i s s o inter aliqu certamen
t e , e a i r u i n i r u t n a c i d e s s e e a t c a f s u b i u q ii e s s e m e r o t c a t n i l e v e m i x a m m e u q o m i , r e p l e oporter d o t n e m i g l o v s o L . » r u t a u g r a e s s i c e f s a i r u i n i s a e i u q s i t i o l i p i c n i r p l i quem minime V e orzare
f f a r a a t a c i d e d è e t r a p a n u ; 2 2 . r a p l a o n i f i d e d a n t e l s e o g si e r o t n a e r m e o n arg o n e h c o n g e s , i t a j g g e n n a d i e d a t l e c s a l l e d e m ) s a t a i r o t c s u a o l u ( c e i r o S l a v , t e t s stesso del n o c c o h m u c , s u m a r e a u q d u l l i t u m a i t s e m u u g s i i t l a e t i R r « o t c u : a 7 1 d i . u r q c e , t a e t diritto: cf r o p o e r e l a v s o r t s e v e u q s o m i n a s o v d u . p » a t n m a e e b r e d c n e a r b e d b a i b u q c , i e r t , s e e s v s i s e c pet i l p s e c i i p p u s , i n a m o R i l u p o p i l i c u o s s o i d d n u u t S t e p e r , I e N r u I i R U o T u N s E V n n i a r u t apud vos i a r e t t e l e i t n o f i d e n o i s s u c s i d | a i p m _ a , o . t u 4 t S i t s . i t ’ n l l u S 1 2 4 (8) ) 9 7 9 1 o n a l i M ( a n a c i l b b u p e r à t i e t ' r l a l p e n ù i p » m a u r f r a e d n n o u i t z e i p t e e r p m o c a n u «crimen a e h c n a e r a s n e p e b b e r , i t t a o a m p i g g , i i a s i , a c e i n g n o l a i d d i r a o g a i t r a v r e s i r (?) A e s s o f a m i i t t l l u u t s e u q e h c o e o s a a c b u l e v n e t n , e a s d u n c e : c t a e ’ r l p l a l i i t , n ò e r d e n p e t e , r o p s a C e s e o l t s e u q n i s i , e è r u c c P i s . e , t i r n p e o m r a p t n ! u o i u s g n i o s c s e r e e r t a n t i i c ) r e s e da l diritto »
a n u e u q n u m o c e b b e r v a
: 88 1 8 , a r f n i e u q n u m leso. V. co
e d à t i r a l o t i t € a s u c c a
62
CAPITOLO SECONDO
2. La Lex Servilia Glauciae.
La nostra indagine ha bisogno innanzitutto di riferimenti cronologici: fissare il regime della legittimazione innanzi la
quaestio repetundarum presillana in relazione ad una leggedi cui
sia conosciuta con buona approssimazione la data. Un passo dell’orazione in Q. Caecilium dà notizia di tre processi preceduti da divinatio, in cui i contendenti erano cittadini romani, il che significa che la legge de repetundis nel cui vigore furono celebrati conosceva la legittimazione attiva del
quivis de populo. Il testo è il seguente: «62. Neque fere umquam venit in contentionem de accusando qui quaestor fuisset, quin
repudiaretur. 63. Itaque neque L. Philoni (?°) in C. Servilium
nominis deferendi potestas est data, neque M. Aurelio Scauro in
L. Flaccum neque Cn. Pompeio in T. Albucium; quorum nemo propter indignitatem repudiatus est, sed ne libido violandae necessitudinis auctoritate iudicum comprobaretur. Atque ille Cn. Pom-
petus ita cum C. lulio contendit, ut tu mecum; quaestor enim
Albuci fuerat, ut tu Verris; Iulius hoc secum auctoritatis ad
accusandum adferebat quod, ut hoc tempore nos ab Siculis, sic
tum ille ab Sardis rogatus ad causam accesserat» (81).
Il processo a carico di C. Servilio è da porre in relazione con il comando da questi esercitato in Sicilia, come pretore,
nel 102, ove era stato inviato in sostituzione di L. Lucullo, che
(*) BapIan, Three Non-Trials in Cicero. No tes on the Text, Prosopography and Chronology of Diuinatio in Caecilium 63, in Klio 66 (1984) 29 1 ss. rende verosimile l'emendamento Pit(h)ioni.
(°") Cfr. anche Ps. Asc., p. 203 S.
«Q
AES ee
*
I ‘
=
63
| a m o t t o d n o c a ev av SO i fficoltà fra camente la repressione della rivolta servile Pposte da Lucullo al successore contribuirono
: i l’ al o c o p n non poco al INsuccesso anche di questi e aprirono | a a d a r t s la o n o r a e s s e r p s e i s e h c una rivalità ugi i de ma ar l’ so er av tr at o t n u p P dizi criminali. L. Lucullo f
< su accusa di QUuIn ogni ni prprobabilità,
2 10 l , ne to na an nd co e to sa es oc pr LUCUHO tu Servilio Auggure (2). . | L’anno successivo Vv , con C. Se rvilililo, V ex pretore, fu sottoposto al
processo di cui Cicerone rammenta la divinatio in cui fu scon) .
ce
.
Filone
.
(o
Pizio)
(2):
l
+ laccusatore non ci è noto, essendo da escludere che si sia trattato dei figli di Lucullo
fitto
L.
Lucio e Marco (*).
°
Nel secondo caso citato da Cicerone, le difficoltà iniziano con l’identificazione dell'imputato. Si potrebbe infatti pensare al console del 100, immaginando che la persecuzione giudiziaria sia da collegare con un comando provinciale esercitato dopo la pretura, della quale non si conosce la data, ma che è verosimile
(2) Plut. Lucull. 1.1-2. f il Hi n Ei . ik bl pu Re n he sc mi rò r de s es oc pr al in im Cr r e D , T P m u Z (3) Diod. 36.9.1. , O A R R E S ; 5 7 4 ) 1 7 8 1 g i z p i e L ( n e l l e u q s t h c e R d n u r e k i s s a l C buch fiir die Erklirung der 2 6 S R J , E T I H W N I W R E H S ; 8 6 5 , R R M , N O T H G U O R B 6; . nt 9 9 4 2. i, sc ci an Fr e d Studi
e h t r e d n U s e r u s a e M e t a i c o s s A d n a s i d n u t e p e r e d s e g e l e h T , T T O T N I L ; 0 9 . t n 8 (1972) 9
. ss 1 0 3 ) 4 8 9 1 ( 6 6 o i l K , n a i p a B ; 0 1 2 ) 1 8 9 1 ( Republic, in ZSS 98
n i , e r u g u A o i l i v r e S l i , e r d a p l e d e r o t a s u c c a ’ l l e d i s r a c i d n e v i d o n o r a (24) Questi tent n a m o R , N E U R G ( o l o c e s o m i r p l e d o i n n e c e d o m i r p l e n e s l o v s i s e h c o s s e c o r p un che si concluse con
e ] 4 0 3 ) 4 8 9 1 ( 6 6 o i l K , n a i p a B [ 1 9 l e n e s r o f , ) 7 7 1 , s c Politi 1 . 9 . 6 3 . d o i D n o c e t a t n o r f n o c a d [ 2 . 1 . c u L . t u l P e 1 . 2 . r o i r p . d a c A . c i C : e n o i z un’assolu t i o r d t e e u q i v i c n o i t o m o r P , D I v a D a i v a t t u t : o i l i v r e S . C i d a n n a d n o c a l l a 1 9 che si riferisce A R F E M n i , s n i t a l s r u e t é b r s e l t e s r u e t a s u c c a s e l , s u s s a r C s u i n i c i L . L : e l o r a p a u s a à la l n o c o s u l c re si sia con
u g u A ’ l o r t n o c o s s e c o r p il e h c a g e n 7 3 . t n 4 4 1 ì t n e s n o c (1979) i l g e h c o i m e r p n u e n n e t t o o l l u c u L o i n i c i L . L e h c o t n e m o m l a d , e n o i assoluz r accogliendo la
u P . ) 9 . 1 . l l u c u L . t u l P . r f c a m : à t i l i d e ’ l o p o d o t i b u s a e d di gerire la pretur n o i t a l s i g é l a l r u s s e h c r e h c e R , Y R A R r R e F , 2 0 1 l
e d e r o t e r p l i e e r u g u A ’ l a r f n i , a i c u a l distinzione G s u i l i v r e S . C e d m u r a d n u t e p e r s i i c i d u i e d i o l a L . I I . a i c u a l G e d t e l e d o i l i v r Saturninus e S che il C.
, e t n e m a t t e r r o c o t t u t l e d , a v r e s s o 5 2 1 . t n 2 2 1 ) 9 MEFRA 91 (197 o m a i r o n g i i u c i d ( e r u g u A ’ l e r e s s e n e b e b b e r t o p ) 3 6 . c e a C . Q n i ( e n o r e c i C ) i 5 0 3 , . passo d t i c . p o , N A I | D A B . v a i t a V n u n o c e zion a c i f i r t n t e n d i o ’ c l o : n e m o n g o c e n e praenom . i l l u c u L i l l e t a r f i a d o s s o m o r p o l l e u q o s s e c o r p l i i e quind
si
CAPITOLO SECONDO
e h c è , ò r e p o l i b i d n e t a ù i p i s e t o p i ' L . ) * ( 3 0 1 o 4 0 1 porre nel a l l a a c r i c a e l r s o t e r p o r o p c c a o l i F r e l a V . L o l i t a i a s t u l’imp
o t a r b e l e c o t a t s a i s o s s e c o r p l i i d n i u q e h c e 0 9 i n n metà degli a . ) ° ° ( o i n n e c e d l e u q i alla fine d
o j d i p m e s e e m o e n c o r e c i C o a t d a n o i z n e m o s o a m c i t L'ul
e t x t e e ’ l b m o c c o s i u o c i n t i a n i v i d a n o t u a u d d e c o e s r s p e c o r p
a u s a l e o h t c n e m o m l , o a t d a c i l e d ù o i t p a l i t è u p m i ’ l l e e r d o quest o n o a c r t s o e a n l t l n u a s n i m r e t e o d d o m e n r i i u l f n i ò e u n o p i dataz
: e c i i t C a a d n o i z i n g e g m a n o s . r a e s p u I c c a ’ l l e e m d i g e r l a e z d scen
. , n e C r è o t s e , u e q r x o e t a s e u t acc rone sono noti. L’aspiran
, o i c o u t b a l t . A u T . è 9 p 8 m e ’ ’ i l l L , o l e s e n d n o il co Pompeo Strab doctus Graecis vel potius plane Graecus (??), che nel 119 aveva
e r u a g l u o A o v ’ i e l i z c s a S u r f . a M i f Q a c d e i n o b i d t u d n a e c di v cer
citandolo in giudizio (*). L’accusatore che prevalse nella divina-
tio è C. Giulio Cesare Strabone (?).
Al contrario, la data del processo è oscura. A lungo è
prevalsa l’idea che fosse da assegnare al 104 (?°). Di recente, si è notato che non sembrano esservi ragioni apparenti per questa
data accettata tralatiziamente, se non l’applicazione di un intervallo quindecennale tra consolato e questura di Cn. Pompeo
Strabone, che è peraltro statisticamente inaffidabile (?). Un più
solido appiglio per stabilire la cronologia del tentativo a vuoto () È l'identificazione dapprima proposta da BADIAN, Studies in Greek and
Roman bistory (Oxford 1964) 86 s., seguito da GrUEN, Roman Politics, 178 s. € LINTOTT, ZSS 98 (1981) 210.
(°°) Cic. Flacc. 55 ss.; ZUMPT, Der Criminalprocess, 483; SERRAO, S tudi de Franci:
sci, 2. 499 nt. 6; SuMNER, The Orators in Cicero’s Brutus: Prosopography and Chronology (Toronto 1973) 79 ss.: FERRARY MEFRA o Kli , AN DI BA s.; 1 12 91 79) (19 > 66 (1984) 299. (2?) Cic. Brut. 131.
(0) Fonti in GRUEN, Roman P olitics, 115 s. (?) Cic. off. 2.50; Suet. Iu/. 55.3; Apul. Apol.
(°)
66.4.
Es. Zumpr, Der Criminalprocess, 474 (che già osservava: «Der g e n a u e Jahr von Albucius’ Statt 30
E
©.
halterschaft und Process beruh n t ur auf V
MRR, 560; SERRAO, Studi de Fra ncisci, 2.499 nt. 6 (*) BapIan, Klio 66 ( 1984) 306 s. e nt. 60
srmtnttung»)i BROU
GHTON,
ad
|
x
È ACC ‘U.SA POPOI ARE P ARE RIMA DEI ° +L 10 4 AC.
6i
di Cn. Pompeo Strabone è sembrato e noti zia dall a offe rto sser e 1” he O. Fabio Massi 104 ISSIMO (Serviliano Eburno?) (©) fu, nel che , n C diet a «die figli o: del l’uc cisi one condannato per c00 OP P e plau sibi l è Si (©). est» dam nat us accusant e ’lausibilmente identificato il ‘otore di
pret ende il nte con (*) comi zial e proc esso que sto 1 pron all’accusa nei confronti di T. Albucio; facend cara t. sul con to facendo ; P Cn. di arri vist a da tere CL d e a egli che pens ato è si Stra bone pom peo l'ec lat con rifar si inte so figl icid il a cont abbi ro a proc esso ante hi ma to ello smacco su ito con l’esclusione dall'accusa contro il proprio propretore: per questa via si verrebbe a stabilire il rapporto parrece nte, Di (#). avve nime nti due i fra cronologico interno magg iore con prec isar di e cerc ato è si base , que sta da tendo app unt o giud izi, due dei pri mo del data approssimazione la .
x
.
.
4
divi nati o dell a All' epoc a inte ress noi a. a quello de repetundis che
Cice rone . dice ques tura , la rive stit o già ave va Pom peo Cn.
è si popo lo, al dava nti svol se si succ essivo Poichè il processo
qua nto in Pom peo , Cn. 104, nel pensato che a quell’epoca, assu e ritr oso a And and o trib uno. esse re romotore, dovesse perc iò sare bbe ques tura la anna le, min imo inte rval lo mendo un >
a z n a r e l l o t a n u n o c ( 5 0 1 l e d o i c u b l A o r t n o c o s s e c o r p l i e del 106 . ) * ( ) o n n a n u di circa u s a t a d n o f è e n o i z u r t s o c i r a t s e u q e h c è e r i d ò u p i s Quel che
i t n e d i ' L . 7 1 . 3 . r o i a m . l c e D . l i t n i u Q . s P : s u n r u b E ; 5 . 1 . 6 . x a M . l a V : s . 5 . t (2) Servilianu n 4 7 1 , t h c e r f a r t S , N E MMS
O M a d a t s . x a M . l a V ; 4 È 0 1 l e e d n o i z a “dazi t a d a e l t n e s n o c a n r e t n i a i g o l o I n D o O P r a c t a t i s u è e n c o i a z l a c i , f 8 . 6 1 . 5 . (#) Oros ‘or. 3.17. x e l e h t o t e a m u N x e l e h t m o r f : m u i d i c i r r a P , n di CLou i tt fe Ef , O L L E B A R e h c n a e c s i r e d a ui [c . ss 9 3 ) 1 7 9 1 ( 8 8 S S Z (84) Gontro la diis, in o n a l i M ( i n i n o t n A i gl de o d o i r e p al i in ig or e l l a D I. ». as st te po V. o l r b a r , io st r a ae p qu i a d n u d a i Pompeia t n a v a d si to ol sv o s s e a c o r p r n o u s di to ta at tr 9 ia P < ) f e R . 31 . nt 9 A 8 8 ) 9 7 9 p1e9r7s9o)nal1i23d] che 8! $ 1 ( 9 2 T D E 9 2 D n E i a ) t o n a n m a o r o t t i r i D ( o i d i c ‘ c i m O . V S , A I C U L A T N A S
. ) * ° ( i l i b a r t s o m i d n i i ‘esuppost e m o c e r e d n e t n i a d a i s m u l u p o p d u p , l'accusa a u s à t i l i b a b o r p a n u a h ( e l i b i s s o p è ; o li Cn. Pompe o m i r p il e h c i s r a d e h c n a e b b e r t o p a m , ) i ‘r l i no e r due di essere vero o; lp co il i r r e ar nt a te ri c a a st ri ie rr ca o os zi bi m a l o t n i p s a i b b a o s e h succes c , ) * ( s u i r o t a s u c c a s u m i n a i e d n o i z a r t s o m i d a t s e l q o i r p o r e p i] a g e l e h c o d u t i s s e c e n a l l a i z n a n n i d o n e m m i e n a v a t s e r r non si a . i v i d a l l e o n t u i c o i n l g r e v a e b b e r t o p , e r o t e r p o r p o u s l a e questor sce ; . natio (*). .
.
.
‘1,
37
emp co la del one azi fic nti ide l nel sta La seconda difficoltà si a m e l b o r p l I . i l a t i p a c i l a i z i m o c i s s e c o r p e r tenza a promuove : o t a t s e t n o c o t a e r l u s i b b u d i n o c o s a c o r t s intreccia nel no a v o r t si e h c m u i d i c i r r a p i d o l o t i t al o t i d e r c a i d quando però si
a n u e r i p e c n o c a a z n a t t u l i r la i r e p u s si e i t n o f e r t s o n e l l e n
e a t i v s u i o l l e d o t a s u b a a i b b a i h c o r t n o c a c i l b b u e p n o i z u c e pers
o di t a t t a r t a i s si e h e c n o i s u l c n o c e ac necis, sembra inevitabil la h t i w o « t t i r i d l e i d c i r o t s i gl e h C un processo per omicidio (*). of e Dat e Th D, AN WL RO già e ion ruz ost ric sta que () Contro le premesse di he anc che i nt me go ar n co ma s., 3 21 68) (19 63 CP , in hip ors est Qua 's abo Str us ei Pomp a me, come già a GRUEN, Rozzan Politics, 173 nt. 75, paiono infondati. (*) Cfr. per l’espressione Cic. Cluent. 11. (#) L'argomento di GRUEN, TAPA 95 (1964) 103 nt. 19 chela rottura della fides è
più comprensibile se il processo contro Albucio fu la prima ribalta offertasi a Pompeo
è plausibile, ma non certo decisivo. D'altra parte, la chiave di volta della costruzione dell’A., mi pare, è l’improbabilità di una data più tarda del 104 per la questura di
Pompeo, opinione che condivido, ma che non si può dare per dimostrata.
(9) Approfondita discussione del caso in CLOUD, ZSS 88 (1971) 39 ss., secondo GN esso «ought, strictly speaking, not to appear in a list of parricide trials at all»
(op.cit., 39). Parricidium designa l'uccisione del parens solo in epoca (repubblicana) relativamente tarda (cfr. specialmente Val. Max. 1.1.13), secondola storia semantica
LE Sie mplarmente da Tonpo, Leges regiae e paricidas (Firenze 1973) praecipue la dal a pri pro ta fat lla que è e [ch a ott rid ne io Lex Cornelia. Asane "Leienaestens ’ el diritto privato romano (Palermo 1979) 249 N°
191) ] in i cluse l'ucuccicisisione del fiiglgliio con Costantino [MartINI, Sulla costituzione di
Costantino i.n tema di1 parricicid idi,io (C.Th. 9.15.1), in Accademia romanistic a Costanti
niannaa.. Atti AttiIIIT°° Convegno i; nternazi; onale (Perugia 1976) 105 ss.; ALBANESE, op.cit. 250; NARDI, I, L’ L'otre dei parric‘cididii e le bestieDiincluse (Mil ano 1980) 71 ss.]. Quanto ai controlli cui era sottoposto l’eser
i
10
7
LO
«QUAESTIO DE REPETUNDIS» E ACCUSA POPOLARE PRIMA DEL 104 A.(
6
no axe of nel Da vo pen riconoscano in questi casi la | affermazi è plebe della competenza dei tribuni sti) | (") ° Sappiamo che esistettero da epoca remota dei quaestores par(r)icidi, ciò che fà apparire non priva di buone ragioni
l’opposta tesi della competenza questoria in questo genere di
processi (*). Ciononostante, l’autorevole invito a nonconside-
rare chiuso il problema della competenza dei questori non
sembra immotivato. Le testimonianze di carattere generale, natura quale di dicono non stesse, sé per considerarle a infatti,
penale repressione alla magistratura questa di fosse il contributo di instaurazione la e quaerere il fra l'equivalenza e, per la verità, dalla aumentati dubbi, da esente sembra non giudizi comiziali (*). capitales tresviri i con funzioni riconosciuta continuità di promuovere a competenza potenziale una di se lato, D'altro anquisiCommentarium il indicativo senz'altro è popolari giudizi quale sapere dato è non che vero anche è Sergio, tionis di Manio ed se, e Trogo Quinzio T. a imputato fosse il tipo di reato (*): generalizzabile sia l'esempio misura, quale in eventualmente 3 2 1 , i n i n o t n A i l g e d o d o i r e p l a i n i g i r o e l l a D . I . » s a t s e s o p a i r t a p « a l l e d i l a n Effetti perso 1 3 a r u I n i , o n a i z e l c o i D a o t s u g u A a d » s a t s e t o p a i r t a p « a l l e d a i r o t S , I C O V ; . s 9 4 1 o t : . a s e r l e d o i d i c i m o e m o c e n o i z a c i f i l a u q a l l u S . o m i s s a M o i b a F . Q u s . s 3 5 ; . s s 1 0 7 5 , ) . t i c . p (1980 o , I D R A N ; 9 8 8 ) 9 7 9 1 ( 9 2 D E , A I C U L A T N A S i t t u t r e p . v , o i b a F . Q a contestato . 4 . t n 7 7 ; 6 nt.
. 6 6 . t n 8 0 3 , n . a D I . h p c a n B e . s ) l ( . p m o P ; L 0 1 3 . p ; L 7 4 2 . P , . t s e F : i d i c i r r a s p e r o t s n i e o a s u a q c i l e r s n e e r o t (4) P s e a u q i e a d z n e t e p m o c a l r e P . s 6 3 1 , e a i g e r s a e z g n e e L t , e o p p m o n c o a L , O L A 1.22.23: T F O R A G ; . t i c . c l . p o , A I C U L A T N A S , e t n e c e r a . s n i 2 r 1 t 4 t o ) d 5 8 a 9 l 1 l ( 1 5 I H D esame, ne S n i , 3 2 e 6 1 , 2 , 2 , 1 . D . p a m l o P a t € a » e s n e i r l o o t t s e t a o u s q è « e v i o e d ( 1 8 . 5 . L iudiziaria d I . r r a V . r f c , . c e r p a . t n a l l a q e t m a t o i c c i ; t ) n e s o e n f n a o e i i l l s t a s o e n e a a u r q c t e l s l O o n o e ) c , 4 n ( e o t i r s a s ° p e n n o c a l , e t r a p a r t l i a v ' s d e , r e t i r ! e n i e n I i n o i o z j n u f i d i d à t i à u n i n i cont , E N O T E R B i u c u s : W 9 2 . p [ , . V 6 V 2 . . A 1 A n i , 8 4 I » . g a M « o d i L n o i i n o p m o P a e d n o i z a t i c a , n I U M I A C . 3 ; a 1 . r 7 o . e a n o . r s Z s : ] 2 L96a 8 5 1 2 ) ) 5 8 8 9 1 o m o C ( 1 o n a m o r o d n , o ) p m 6 i 3 l h 9 e s 1 n r ( à o t t e s i e c a o n u s a q m e o o t r e h t n f i o g Diri i r e o , h E T T , T A L i u c u s , 2 9 0 9 . 6 d r n e . L u h . c . e i . r r G r e e h d c a r (4) Var p S d r n u t u a r e t i , , L t n h o i c g e i R l e R 4 2 n Schrifte ine
CAPITOLO SECONDO
68
si n no lo co se o d n o c e s l ne e h c e r a n o i s s e r p m i n o n non può e; or ) st ae si qu os da om pr li a i z i m o c i s s e c o r p i d e i z i t o n abbiano o an sc e ch no e co n e s n o n , a c i l b b u p e r a l l e d o i z i n i ’ l che, dal 45 . 4 1 4 / ' ! : . ) 9 1 ( m u i d i c i r r a p l a o v i t a l e r o n u s s e n e quattro
à t i a l | l i u q n a e r t r n a o n c i m r e t o e n d o i c d s i d e p m i i Questi dubb
i t i u c r i c o t r o c e r a i h c s i r i d o n e m a , 4 0 1 l e n o e p m o carica di Cn. P
r e p , a t r e c n i e n a m i R . 9) (‘ a i f a r g o p o s o r p e o t t i r i d fra storia del
; i d n u t e p e r e d o s s e c o r p l e d a s i c e r p a t a d la e h c n a , conseguenza , e n o b a r t e S r a s e o C i l u i G . C contro T. Albucio intentato da , o m è a i l g o v e s , 4 0 . 1 o Il e p m o P . n o C i t a a n i preferito nella div ). (‘ i s e t o p i e i r a v e o l n a l l i l’anno a cavallo del quale osc ’o o ll n de a i r t l b a e d n r i o s c s i e r c o r e : p i o u m d d i n r e p m i Riassu razione contro Q. Cecilio furono celebrati nel primo secolo,
senz'altro nel vigore della legge Servilia di Glaucia. Il terzo il più antico, ma non possiamo dire con certezza se già sotto questa stessa legge o ancora nella breve stagione della legge Servilia di Cepione. | Le probabilità, come già vide Serrao, sono per la legge di
Cepione (*). Infatti la legge di Glaucia, secondo l’opinione
, CHT BRE s.; 361 8) 196 en ch in (M eL nk Ku , tp wa cH Bu on, Gic von g. hrs er, Rom Zum ròmischen Komitialverfabren,
in ZSS 59 (1939) 298 ss.; KuNKEL, Untersuchungen, 35 s.; PuGLIESE, Diritto penale romano, in ARANGIO-RuIz, GUARINO, PUGLIESE,
Il diritto romano (Roma 1980) 270; GIOVANNINI, Chiron 13 (1983) 364 nt. 54; AIN,
MAGDEL
Labeo 33 (1987) 165 e nt. 103; AMIRANTE, Iura 34 (1983) 25 nt. 27.
(°) Si vedano elencati e discussi in GaroraLo, SDHI 51 (1985) 410 ss.; sull’as-
senza di casi di persecuzione questoria di omicidi, e loquente già LATTE, Kleine
Schriften, 360.
(1962) 203 ss.; FERRARY, MEFRA 9!
142 ss.; LINTOTT, ZSS 98 (1981) 188; cf.
97 ss. praecipue 99.
«( )
AES
I
i
l
49
prevalente (%), data al suo tribunato del 101 e di
conseguenza,
,
r a m o t r e c n u n o c , o i c u b l A i d o s s e c o il pr
c si i d e n i g le , a z z e r u i c e c i l p m e s l i e h c n A . °) (? e r o i r e t n a e b b sare alcolo delle probabi-
£—_
, I fasti deî tribuni INI COL NIC (9) leggi«de iudiciîs etundarum»
rep
|
fimi diaitte (Milano 1934) 195 s.; TIBILETTI, Le
53) (19 31 n.s. m eu na be At in , tate nti): varia i ibil le del e am es ss. (con 83 SI Possibili varianti); BROUGHTON, MRR, , 571 s.:.; B BADIAN . Historia 11 (1962) 205; GABBA, Appianibellorum civilium liber vrimus (Fi . |
98; SUMNER, Orators, 122; LINTOTT, ZSS 98 (1981) 189
primus
(Firenze 1967)
VERRAè ea SEDE IONI al Dopecondo l’ipotesi riproposta da FERRARY,
ibl., cui adde MATTINGLY, The Character of ho elex Acilia Glabrioni» i po mes 107 (1979) 480; Ip., Acerbissima lex Servilia, in ’
Hermes 111 (1983) 305]. La datazione al 104 [anno di un primotribunato di Glaucia: NICOLET, L’Ordre équestre à l’époque Républicaine (312-43 av.J.-C.). LI Définitions Juridiques et Structures Sociales (Paris 1966) 538; GRUEN, Roman Politics, 166 s.] è , are egn ass le vuo si che ore val re dal nde sci pre ia [a car pre e bas a un su rò a pe dat fon per la cronologia degli avvenimenti successivi, all'impatto della disfatta dei Campi , in. Lic n. Gra . (cfr ile sab pon res e pal nci pri l toi enu rit u ef ion Cep cui di , 105 Arausi nel
164 cs, iti Pol n ma Ro N, uE Gr di ne zio sta mpo l’i o nd p. 9 ss. C e Val. Max. 4.7.3), seco
so ces pro il che i att inf ne tie sos Si . ss.] 92 79) (19 ss. seguita da FeRRARY, MEFRA 91
no an , 102 del ma pri a, uci Gla di ge leg la to sot ato ebr cel fu a ri mb Fi vio Fla contro C. . Mil 9.7 x. Ma . Val ; 18 t. Bru 26; t. Fon c. (Ci io tid Gra M. ore sat della morte dell’accu ge leg la che re va ca ri le vuo si i cu da 26) nt. (Fo ne ero Cic di so pas Rom. 1). In realtà, il
che o ltr t'a tut è a uci Gla di lla que era o sat ces pro fu a bri Fim le qua la del in forza s o u q i n a m o R s e t i u q e i ll «i o n o r u f o s s e c o r p l e u q i d i c i d u i g e h c o t n a t l o s e c perspicuo: di cavalieri furono
i e » t n u r e u r o l f e m i x a m e u q s i i c i d u i a c i l b u p e r n i r e p u n i u q , s u m i d i nos v , e h c ( e n o i p e C i d e g g e l a l l e d o l l a v r e t n i e v e r b il o v l a s , o c c a r G . C a | d e r i t r | a p a i c i d u i g . . e r e s s e a s s o p e n o i s s e r p s e ’ l e h c e r a p i m n o N . ) i r o t a n e s i o r o l ò c n a i f f a , o n e m quanto i Cicerone fece
u c i d i r t s e u q e e i r u i g e l l e d a v a t t a r t i s e h c è o i c , e l a r e t t e l intesa in senso . a i c u a l G i d e g g e l a l l a e r a s n e e p t n e m a v i t t e f ebbe ef
i t l o m a e h c n a o n o g l a s i r e h c i t t a f e r a c i d n i r e p o t a s u i t t a f N I e r e s s e ò u p r e p u n o i b r e v v : a 4 6 L’ . t n 4 0 1 ) 9 7 9 1 ( 1 9 A R F E M , y R a r r e F o s s e t s o l a t o n e m o c ( o r t e i d d a i ; n n a 7 6 . c e a C . Q Q n i n i : : o r t t a u q a i t n e r t ; 8 5 . 2 i . f f o : e u q n i c a t n e r t ; 1 3 0 3 . 8 an i: Phil. ‘ a i c c a f e h c , s u m i d i v l a o t n a u Q . ) 7 3 . t n 9 9 2 ) 4 8 9 1 ( 66 io Kl , an pi Ba . qua. rantaser ari al e, ch o nt me mo dal , io bb du ai ass è ne ro ce Ci di 47.118; 2. r. Ver 2 (in e l a n . o . i 1; s r e a o all'esperienz p t t a f il , e r t l o n I . i n n a o r t t a u q a v e v a i t s e u q o d n a u o q i s r e g l o P riifù erimen‘ to:] processo potè SV tempo utile per la
il i n n a e u d i l o s a e g n i r t s e r 2 0 1 l e n più tardi, Il ptore sia morto i cas : . il a; uci Gla di ge leg la to sot so ces pro del one azi ebr cel la sa ccu l'a che | e non che occupiamo, ci cui di questa come , e n o i z presentazio u r t s o c i r a n u ‘n n ne
dell accusa
.
«
.
.
| s s a l c e o l l l o e , c U d a n l o c I a l s i c e e f p d i o r t e e r , i v d e e d i e r d s n u n i t i t u e € q P delle cong che ha un € n e m a e r a f ò pu , a r e d i s n O c i s e S . à t i l i b a b o r p
7 0 1 l e d a m i r p a t i r e g u f a i r b m i F . C i d a r u t e r p a l e h poi, c ntro di
o c o s s e c o r p il e h c a a t s o a l l u n e m o c e d e v i s , ) 4 . t n e 1 5 5 MRR,
CAPITOLO SECONDO
70
, i n o i z a n i b m o c e i r a v le i l i b i s u a l p e t n e m l a u g u r e p lità, assumendo jl è n no a m : ') (? a v i t a n r e t l a a t s e u q i d e r o v a f a e t n e m a t t e sta n o t a t l u s i e r u il q n u m o é c h c r e , p o i r e caso di prendersi troppo sul s e s s a r t s o m i d si e s e h c n a : o i v v o è o v i t o m Il . o v i s i c e d e b b e r a s n o n
e n o r e c i C a ti d i ta t t ci i f i n r o o c s t a s u i c che tutti i casi di aspirant ac
e h e s n o n , a i c u a l G i d e g g e l a l l e d là i d al o n a t n o m i non r
r a e t p s e u e e q r h r c o p p o u t r s n e e p m o g r e v a potrebbe trarre gra , o t ta t ci u le t i z n . a e n n r I a l o a p s o u p c o c t a u ’ i l c prima abbia conos
i tr al e e h d c u l c e s a v e l i l t u a n c e i f i l p m e s o e e n zioni di Ciceron so oop pr In ). (’ e or ri te an a oc ep l’ casi avrebbe potuto citare per sito, è bene tener presente che Cicerone ama ricordare vicendee e (?) i or it ud i gl de no cu al qu a no me al te no te en persone direttam ®
.
i
2
questo lo doveva indurre a arrestare la sua esemplificazione
piuttosto prima che tardi. Poi — e questa è una ragione specifica che ritengo di notevole peso — l'eventualità che un ex questore salisse all’accusa del suo pretore non doveva essere tanto frequente. Non solo perché si trattava di una violazione della sortis
lui sia stato celebrato in forza della legislazione anteriore non solo alla legge di Glaucia, ma pure a quella di Cepione: in questo senso v. già LINTOTT, ZSS 98 (1981)
189 [che il processo si sia svolto nel regime della legge di Cepione anche ammesso che abbiaistituito giurie miste — ciò che invece è da ultimo negato da SELECKIJ, Zur
Gerichtsgesetz des Quintus Servilius Caepio Konsul des Jabres 100 v. u. Z., in Klio 62 (1980) 369 ss. praecipue 371 ss. — viene giustamente escluso da FERRARY, op.cit., 103 nt. 57, perché Cicerone, che parlava nel 69 ad unagiuria mista; non avrebbe mancato
di far notare quantomeno la partecipazione anche dei senatori al processo di
Fimbria]. (”") Infatti, l'ipotesi favorevole alla legge di Cepione si avvera sia se il processo di
Albucio è anteriore al 104, sia se la legge di Glaucia è del 101, sia se la legge è del 104 (v. nt. prec.) e il processo anteriore. L'ipotesi favorevolealla legge di Glauciasi avvera solo se la legge stessa è del 104 e il processo posteriore, (2) D'altra parte la premessa di Cicerone alla esemplificazione, «neque f e * ©
umquam venit in contentionem de accusando qui quaestor fuisset, quin repudiaretu,
nessuno se ne ricordasse.
(’) Bapian, Klio 66 (1984) 296.
«QUAESTIO DE REPETUNDIS» E ACCUSA POPOLARE PRI
ce.
e rr po o t n di u e p t n e s n o c a t n u u t t a b a r o n i rr Po è Perciò, se la via fi d e e d u l c s e a ll nu , a i c u a l G di e g g e l la al fermo n c l a i s e si te Du e r a l o p o p e n o i z a m i t t i g e l a ll de e m i g e r che il . e n o i p e C di e gg le la al s, zi im pr in e, e r o i r e t n a alla legislazione
. s i n o i p e a C a i l i v r e 3. La Lex S
o t s o p p u s e r p r e p o t a d è d e o s s e m m a e t n e m l a r e n e g è e m o C i d a t u d e c e r p u f a i c u a l G i d e g g e l a l , o n o d e c e r p e lle pagine ch
ne
a à i G . 9) (’ e n o i p e C i d e r a l o s n o c e g g e l a l l a d , 6 0 1 l e n , i n n a pochi regime di
il à t i l i b a b o r p n o c e l a s i r , o t t e d è i s o l , e g g e l a t s que n o c o v i t a r e p o è e t n e m l i b a t u f n o c n i e h c e r a l o p o p legittimazione . a i c u a l G la legge di
. t s e u q n I . 5 6 n ; 6 a 4 m m . o c C e a r C i e . h Q t n d i n a . c s i r o t s e a u Q (4) V. C l a i c n i v o r P n e e w t e b p i h s n o i t a l e R e h T , N O S P i l g o p s 122. THOM . S S 9 3 i 3 r t t ) a 2 6 9 1 ( e 1 1 a i r o t s i H i n i , c C f e i e n n e l o s ders-in-ch e u q n u m o c o o s o i g i e rel . e i n i c n i | r p l a o t n s o t e t u i t p a e l i o d d e n c e c i e u h d g n e o c . c . o S i l S r 1 o c 3 n . i c v e a l e d C buirle, . Q a n z n i e e t i s i i C s ‘ n o c a l , e e t n e n e m a i i v 0 v , e i l non tog i . S 3 3 3 , . t i c . p o , N O S P M O H T
.
”
0 7 3 2 1 , e m o R t a t r u o C n o i t r o t x E e h t f o y The histor e h T , t s a L i t t u t r e p . v , o t i u g e s n i ; . s s 2 0 1 e u p i c e a r p . s a s n e b t ) 98 A , I T T E L I B I T ; 2 6 1 ) 1 5 9 1 e g d i r b m a C ( X I ; 4 8 3 ) 4 5 9 1 ( . 5 C 7 B b P 4 J 4 A 3 n , î m u r 13 a d n u t e p e r a i l i , Lex Ac e r t s e u q e é r d r O ’ , L t e r o c i N ; . s , 3 m 1 u r a d epetun , s c i t i l o P n a m o R , N E U R G ; 8 5 4 ) 8 6 9 1 ( 5 1 I D in NN i d u t S , I N I R U T N E V ; 2 . t n 0 4 1 , n e r b a f r e v n e d 2 6 o i l K , J I K C E L E S ; 5 8 ) 9 7 9 1 ( 1 9 A R F E M . 6 8 1 ) 1 8 9 1 ( 8 9 S S Z , T LINTOT
CAPITOLO SECONDO
72
ma te in ni io iz os sp di e ll su e tt re di ie iz ot din mo ia Non dispon
di accusa contenute nella legge di Cepione, che ci consentano
una verifica di questa ipotesi. Da un passo di Cicerone, che si e fas ta es e qu on di zi ru st co ri la r pe a cc ri ù pi e nt fo la ma er nf co
dell’emersione del processo criminale tardo repubblicano,
re ne ge e in rs fo (e ni ti La e i gg le ta es qu r pe e i ch rs du be de eb tr po
i foederati) potevano essere accusatori, con la cittadinanza in
premio per la vittoria (Ba/b. 53-54). Ma l’identificazione della legge di Cepione conla acerbissima Lex Servilia di cui parla quel
passo è tutt'altro che incontroversa: per molti si tratterebbe
della legge di Glaucia e quindi è opportuno rinunciare ad utilizzare la testimonianza, almeno in questa fase della ricerca (7).
La tradizione, però, non è muta sulla legge di Cepione. Per un caso fortunato, o meglio, legato alla qualità del discorso, è giunta fino a noi l’eco della suasio tenuta da L. Licinio Crasso, testimonianza esemplare della primza maturitas dell’eloquenza latina. Cicerone ne rimase colpito fin dall’adolescenza. L’orazione era stata pubblicata e ancora circolava dopo oltre sessan-
tanni (’). Il breve resoconto che Cicerone ne dà nel corso della
sua storia dell’eloquenza è degno di essere riportato perintero, per il valore che ha di testimonianza partecipe e veritiera e per l’importanza che possiede per la ricostruzione del regime del-
(’) Per l’identificazione con la legge di Cepione: BADIAN, Lex Servilia, in CR n.s. 4 (1954) 101 s.; NicoLET, L’Ordre équestre, 1.535 s.; GRUEN, Cicero «Pro Balbo» 54,
in CR n.s. 19 (1969) 8 ss.; SHERWIN-WHITE, JRS 62 (1972) 96 s.; MT. GRIFFIN, The
«leges iudiciariae» of the pre-sullan era, in CQ n.s. 23 (1973) 123 ss.; LinToTT, The «questiones de sicariis et veneficis» and the latin «lex Bantina», in Hermes 106 (1978)
136 nt. 60; FerRARY, MEFRA 91 (1979) 86 ss.; LINTOTT, ZSS 98 (1981) 186 ss SANTAL
UCIA, ED 36 (1987) 341 nt. 138. Per l’identificazione con la legge di Glaucia:
SERRAO, Studi de Francisci, 2.498 nt. 1; B. LEVICK, Acerbissima Lex Servilia, in CR nS.
17 (1967) 256 ss.; MATTINGLY, The Extortion Law of the Tabula Bembina, in JRS 69
(1970) 164s.; VENTURINI, Studi sul «crimen repetundarum», 33 nt. 124; MATTINGLY,
bormas 111 (1983) 300 ss. Sulla acerbissima Lex Servilia, v. infra, 111 nt. 164. (5) Brut. 161; 164 (infra nel test o)
ST I «QUAES
O
D
Ò
N
3
Brut. 164) «Mibi qu idem a
explicatis intellegi potest»sto (7(”9),
L'estratto conserva le due linee di fondo dell’orazione e | e quindi, si può presumer
Si . VA VE NO OM PI n CS l o d i L o t n e m i d e v m o d n u di ), trattava | (£ o ri to na se ne di or l’ el I VVeC che era inteso a rimediare alle sopraffazioni degli iudices e degli accusatores. n re co su : mi so le or sc di l a de rm fo a va l ne o po ut im en nt Il co e in rd 'o ll de re vo fa a ne gi ar n u e rr po le quali si cercava di a ss ma la al te en am rt co ac te ta en es pr re se es no va ve do o senatori di o pi em es un è ne io az or L’ . ta os sp di n e b n o dei votanti, certo n i ut en nt co i e h C ). (8 te en ll ce ec fu so as Cr i cu in s, ri la pu po io ct di es cc su a ll da va ca ri i s lo re or op pr da li ci fa re se es non dovessero o i p o c s o d i e l a c l i e n o p m o c e n o r e c i C i l a u q i n o c i b r e v v a sione di € à t i r e v e s , a z z e t a c a p e a g o f o n a r e ' c : o s s a r C a d i t a c c o t i n o t dei arguzia. e n o i p e C i d e g g e l a l e è ch a l l e d o p m a c l e n ) e t n e m a v i s u l c s e e s e r i d ò u p i s n o n ( a v i i n s e s o o s l interve n o n e r e t t e m m a e v e d ì i S o L . I s i d n u t e p e , 4 5 . b l a i B . c islaz i C i d a i l i v r e S x x e L a l n o c e n o i p e C i d p e g r g e ) l e d l a a l i z a n c a i t s o s e g identifl g I e l a n u è o i c a r e ( e s n e p m o c i r i d e r r o c s i d dove si , T E L O C I N , e g g e l i d a t s o o p o r p t a l e c s i n r e s i o i s ! u c n i o c i t i l o p o r d a u q l i r e P (°) , o t u r B o i n u i G . M i d e t r a p a d o m s i m r o f s a r t i d o r i s s 1 3 5 . 1 , e r t s e n o i z a L’Ordre éque r o ’ l n o c o l e l l a r a p n i e r a t i a v e v o r p m i r l i o s s a r . C c i C a : e s t l s a n v e n o ò b r a N be (*) Ci a i n o l o c e d a ‘ : | b e e h c , a l s a m o n o t n a r e p r o t a s u c l’ac
i d e g g e l a l l e d e r o a fav
VV O D N O C E S O L O T I P A C
74
che
non
‘ o
p o s s o n o o t t e n e r e s e n o n c o n la rovina di un P s bure più in generale, do vendosi
FICONOSCEre
Senatore | ni licia via non è affatto in contraddizion e c o n la che l’attribu ‘egolattice di una singola quaestio , nei suoi
natura di legge BO
li
(©). Prima ancora, questa con.
aspetti sostanziali e processuali (° i bio, dalla enfasi che | clusione si ricava, senz’ombra di dub 10, dell'ordine SENATO. suasio pone sulla condizione di asservimento o se non Li
rio in campo giudiziario (°), che ner o conat r i a a v e v a u;n n s e riferisce ad un processo in cui la qualifica nato
rilievo discriminante: tale è appunto il processo |
|
tundis (°).
"pe
a ll Ne a. rm fo ri a ll de o ut en nt co il è , rò pe a, ss Ciò che intere
suasio Crasso si scaglia contro la factio iudicum e comuoatorar | e ce8 a su su ti itu ist gli , te en em nt ue eg ns co , no ra mb se e du
” ” ne c ire È ro pe a gn so Bi . usa acc e ria giu e, enn erv int Cepione
dottrina ha coerentemente individuato uno degli o ‘etivio e la o. ond sec o oc fu a e ter met di o at nc ma ha uì, seg per ge leg
a onis et nomen et etusmodii p praemium (È) «...cum praesertim genus ipsum accusati‘Oni.
quod nemo adsequi posset nisi ex senatoris calamitate neque senatori n q si
.
.
.
.
e
ue
n
arola, v. ificazi 1 cuiquam nimis iucundum esse posset...». Per l’identi ficazione della legge in parola,
supra nt. 57.
(®) Nello stesso senso FERRARY, MEFRA 91 (1979) 85 ss. (86 nt. 3 e 4 bibl.); 11 .
.
nt. 105; 124; VENTURINI, «Quaestiones» non permanenti, 108. Contra, SANTALUCI .
6
A,
ED 36 (1987) 341 nt. 138. #) Cic. rat. 1.225.
‘ Tavelo senso, mi sembra cheinterpretare la legge come una reazione ”
quaestio Mamilia, come fanno (Ch.) MEIER, Res Publica Amissa. Eine Studie © Verfassung und Geschichte der spiten ròmischen Republik (Wiesbaden 1966) 81 nt.
102 (in modo sfumato) e (più decisamente) GRUEN, Roman Politics, 159; BADIAN,
Publicans and Sinners. Private Enterprise in the Service of the Roman Republic (Ithac® and London 1983) 85 s.; Davin, MEFRA 91 (1979) 167 s., possa valere a descriver ‘verne
le ragioni emotive, non il contenuto giuridico ( che sarebbe rappresentato, secondo
questa lettura, dal divieto di tribunali sp eciali a giuria equestre). Questa interpreti zione tende a trascurare che una /e x iudiciaria aveva un senso soprattutto pe! x quaestiones permanenti, mentre le a P t l o v n a i t l o e t v i i d u t i , t i s l i a s i e c n e o p s i t s e a qu legge, era alla singola legge istitutiv a che facevano riferimento, anche, eventualmen!© in deroga al regime ordinario.
«Q
S
O
75
i i d r o c n o c i t Si è infat i p e C i d e g g e l e n a l o i e p h e c e C r i d e t t e e 3g m m i s a ’ o l l o l s : e e n i r i u e i r g e i l s l e o e d p n o m i o z c i a s l ò m r ifor della contraddizione delle fonti : SOlo si discute, a causa esclusivamente senatoria ovvero
toccò solo la quaestio de repetundis o tutte quelle eventual Do Da te en lm ua | tt So . (%) ta da la el qu a i nt te is es e sc no co ri si o, il of pr to es qu O | f d e za qu ta en un et nd rf po pe is rr co a fr ore ten la del sio sua s mi ore della suast0 e misura da 1 | stribuita alla | i à ic ud it i gi os de zi e: la fa gg al le alla a a dei giudici equestri (9) si I
ne e io os us sp n e ro cl i ri co ll la lo rt es da co iù rti o, più probabilmente, aff limitandone la potenzia 1a attiancando loro giurati senatòri. meo
t o | oerente nnt invece, nei termini in cui viene È i a re it te ru po ra st st co ri lo al e e on nt pi me Ce ta di li so n a m a x coli veesseatores (© u
gli
O
«a
inc
(8).
| es
.
.
°
0
è
.
.
Secondo l’opinione corrente, infatti, la
le na en nt ve i as qu na li ip sc di a un ad te et ed cc legge di Cepione su io st ae qu la ti an av a us cc ’a ll de me gi re l (di marca graccana) in cuii a at rv se ri ne io az im tt gi le a ll de lo el qu o at st e bb re sa de repetundis o us ab l' o, mp te l de o rs co l ne e, ch ge un gi ag si ai soli danneggiati; dell'istituto
dell'accusa
alieno
in , to ri vo fa a ev av nomine
de lu nc co si ; va ti at ne io az im tt gi le a ll de sostanza, l'allargamento che
no me te en ni to ot od tr in e bb re av e on pi Ce di e gg le che la
. e r a l o p o p a s u l’acc
a t t e d d i s o c a l l e d o l l e u q , o s u b a n u e r la ‘
a r b m e s , i z n a , e h c € o n o fonti tacci
i t s i o s s e t s o l l e d e n o i s n e r p m o c a t t a s e n i a n u u s o t a d n o f e n i ’ l esser e r a n i m r e t e d l e n È . e l i b i t u c s i d è e n o i z a t e r p r e t n i ’ l e h i c t , o t s u t o e n e i v i u c n i i n i m r e t i e n , a m r o f i r a l l e d à a l t i l a i v b i i t i t n i f e d compa n i : e l i b i n e t s o sa è ins
s e e h c i t a m a l c o r p i n i f i o u s i n o c
; 6 0 1 . n o r h c . d o i s s a C (6) Fonti: , È a n i r t t o d a L . ) a i r o t a n e s a i r u i g ( ( 2 6 o i 61 S l K , J I ! K C E L E S e d d a [ 2 1 . t n 4 . ] 8 , » m u r a repetund n n e v 1 34
E
) 7 8 9 1 ( 6 3 D E , A I C U L A T N A S ; . s s 6 8 1 ) 1 8 9 (1 . P . # . n i l P : e t n a n g e r p e n i m r e t è s e c i d u I (9) . s s 2 8 8 9 6 , s Sinner
r e t n i a t s e u (&) Per q
: , e n o i z a t e r p
33.54;
d n a s n a c i l b u P , n a i p sa Ct
. 8 4 . t N a r p u s i t t i c . a P U S A i i l at g . v
CAPITOLO SECONDO
76
i t n e n o p o r p i e l a u q il o r t n o c , o s u b a n u d a o t i g a e r e b b e r v a legge
e l a g e e l t n e m a n e i o p l o d n e d n e , r o n a v a i l g a c s e i t s n esplicitame
o t s e u q e i n d o i z a t e r p r e t n i a l e h c o d e r c , e t n e d i v Come risulta e
o t s e . t a l t I a i c s e v o e r r e s s a e b b e s d u t u r e B l l e a d t n e m a d n o o f s s pa
s i a d r n e u t e p e o r i e t d s e a u a q i l l t prova che nel 106 l’accusa davan a
aperta a chiunque. Non si può spiegare altrimenti che si fosse formata una factio di accusatori. Il termine factio implica che la pratica dell’accusa, po po e ic tr ma (di ci iti pol o i ic om on ec ssi ere int ad ta zza ali fin lare), si era generalizzata, tanto da diventare distintiva di un gruppo di personaggi che vi erano dediti (*): basti citare l’esem-
pio di M. Bruto, l’accusator per antonomasia, di cui si sa che
proprio in questi anni (probabilmente nel 114) aveva citato
davanti alla quaestio il princeps Senatus M. Emilio Scauro (7). Se soltanto i danneggiati fossero stati autorizzati a portare l’accusa,
l’espressione non avrebbe alcun senso (”).
(9) Factiones accusatorum ritorna — in un contesto confrontabile — in Tac. ann.
4.21. Per l’intensione politica del termine all’interno della suasio di Crasso v. NicoLET, L’Ordre équestre, 1.532; l'A. sintetizza i risultati raccolti in Appius Claudius
et le double Forum de Capoue, in Latomus 20 (1961) 683 ss. praecipue 701 ss., dai
quali tuttavia sembra emergere una connotazione del termine piuttosto in senso antioligarchico. DAvIip, in MEFRA 91 (1979) 135 ss., spec. 145 ss. ricostruisce ottimamente «la montée des accusateurs» nei suoi aspetti di promozione sociale (attraverso il conseguimento dei premi per l’accusa vittoriosa), di progetto politico (catalizzato attorno alla figura di Mario e passante attraverso l'affrancamento dai vincoli clientelari) e di trasformazione culturale (che si manifesta nella istituzione delle scuole di retorica — latina — orientate alla prassi forense). (*°) Non credo sia una congettura azzardata pensare che il risentimento mostrato da M. Bruto contro questa orazione, della quale si servì per denigrarne l’autore, fosse determinato dal fatto che in essa Crasso aveva portato proprio l’accusa di Bruto
contro Scauro come prova della degenerazione dell’accusa popolare. Sulla data del processo, infra, nt. 126.
(°) Cfr. anche App. 4.c. 1.97. Non mi sembrano condivisibili le osservazioni
avanzate da VENTURINI, op.lc.cit., per cercare di neutralizzare il testo del Brut, di
= I do ntende Hivalore ostativo rispetto alla dottrina corrente. Non mi pare ina
significhi anche d'attivitàsvol SITE giudicate «tTOPPO generico»; che in SP . svolta dagli oratori nei processi apud populum» sincera
e qualii ssij ano stati gli eventuali
____ mente non mi sembra sostenibile, come risulta del rest o dal dal suo uso tecnico | ;C un ad are pens ile diffic è partic all’ii nterno .del Brutus (ed uso una ad o . o Crass di lare rtico P |’ che e derar consi basti a: ntic sema ne azio form tras uso nel senso di accusatore popolare I lid rasi l e n che e r t l o ): è già consolidato nella. Rber. ad Herenn. ' o nel De Inventione i passo nel che oltre one): . . . IT O S A P 136; 131; (130; volte sette us Brut nel re ricor ine term il questione 304) 260; 259; 168; ; ; ; di . re nell’ ; l st Lo are. popol re sato accu accezione di e semp esso vale per accusare-accusatio
222; 180; 168; la per at accus 159; are comp ntivo sosta Il sator 130: 277). 273; 271; 260; ; ; ; (15U; sf; Ita nel Bru i la con ide coinc che aetas nell’ cioè , Bruto M. a o iment rifer con rutus prima vo
il re ricor denza prece in caso solo un in ; riforma graccana del processo repetundarum
Lege undis repet de sso proce un di sito propo a verbo accusare e, significativamente, lascia onem» facti m atoru accus in et cum iudi Calpurnia (81). Inoltre il sintagma «in . d . ’ dere inten . o; ziari giudi sto conte o unic un ad enti elem due dei za enen part l’ap intendere dei lo popo il siano es iudic gli che re lude conc bbe fare l’A., e accusatores come vuol i, quest di zia poten la are spieg a allor come nato, inopi comizi. A parte l’uso linguistico r arite popul te dovet so Cras s, atore accus degli a quell ro cont che oltre , quale la contro costruzione
la es; iudic a e anch ma s, atore accus ad solo ito rifer è non rum dicere (quo + proposizione
us» senat ur ornat ritas aucto «et n kolo o prim a. a: chiar è o pass del a prim e, dicer il nte colla rel.; prop. + » tatur conci ia invid «et n Kolo ndo seco b. relativa; te votan lo popo il re defini bile possi è come E o)? facti la ro cont poi o, senat a favore del assemblee allo
delle a ziari giudi vità l’atti o, quest tutto da ere cind pres A e n i una factio? d r o ' l r e p a i c c a n i m a n u e r a t n e s e r p p a r l a d i g n u l a r e o l o c e s o d n o c i e d s e l g e g d e l o a i l c r r o e p sc o s s a r C i d o t s a u s a l l a e l i b i r e f i r o n a r b n u e h c a g n n i u i g e g r a e t i t s e m r e p a m senatorio: , e l a i z i m o c o s s e c o r p l a o t n e m i r e f i r e r a f o i r o p t o a r p p r u s a u r b a m i r a i z i d u i g a z Cepione se n a t s i a m e r p u s i d o l o u r o u s l i e s s a r e p u c x i e r e e t h i p c i r e à t i , s s s i t e r c e e s n i m a l x e o t l s a o s n ri e t i p i r E « : i r t s e u q e e i r u i g e l l e d e a r n e a n i i g s i t e r t a i l p o n a i ; i z r i e t l s p u x i e g t a s l e l t a d o p n o n e n i u g n a s o r . o n t s o n i i s s i n s a t i l e d u e r d c . m c i u C ( r o » u s q u m , e m b u e r d o e t e s u m u s s faucibus o p t e s u b i u q , i s r e v i n u s i b o v i s i n , e r i v r e s m a u noss q quoiq e b b e r t o p e u q n u i h c a e n o . i ) z a 5 m 2 i 2 t . t 1 i g . e t l a r a o l l e d e n o i s n e t s e ’ l e m o r t e O i C d n i o s e s r a e p d e n v u e 0 m s o c , n e n o o N i p e C ) 2 ( i d e g g e l a l l a e c s i u b i i a r e t l o t v a e r V o v a f i o h m s c i n a a c c d e m n u , i d , n a i s u e q t n e i i t r a p e l l a essere a t a v r e i s t s i a o r r p s o m e i n d , o e c i s i z r e f i r i s a i u m c i e t g t g i e g l e l a l a l l a a i s e u q n u l rispetto a u q , 4 5 . b l n a i i B r e . i c n i a r C t s i l g e d , e o s r t o t f u e i t n i i z t a n L a i n e d n a s I u c c . a i ' r l o n t o a c , n a e l l s i S a o n e b i b f e r a s i s , a t a t s e almeno t n o c i u q e n o i n i p o ' l e r e t t e m m a d i a u c n I , a anche n a c c a r g à t e a l l a d e r i t r a p a , o s s e c o r p o a *» un sol v i t a i z i n i a l l u s o t r e c a r e n o n e h c a r t s o m i d e h c . il . s i d n u t e p e r e d e n o i z a l s i g e l a l l e d a i er l'efficac >
78
C} APITOL,O O SECONDO
o i l u i G . C e o e p | m o P . n C a r f o i t a n i v i d a l e d . i t a t i g o c s e i d e m i r à t o p i s n o n e h c e t n e d i v e è e g g e l a t s e u q o t t o s e s l o v s i s e r Cesa le che |a
i b i s s o p è : ) ? ( e s e l i t r a p e e l l n a o i z a t i m i l a n u i e d r tratta a c i f i l a u q a l n o n e s — o s n e c o t a n i m r e t e d n u legge abbia richiesto o t n a u q a a i g o l a n a n I e t n e m l i b a b o r p , e r o t a s u c c a ’ l l e d — a i r o t a sen . ) ' " ( i c i d u i g i r e p era richiesto . s i d n u t e p e r e d a n a c c a r g e n o i z a l s i g e l a L . 4
a ll de io as su a ll da a rt fe of a nz ia on im st te a is Attraverso la prec a d a u g o at st è , o s s a r C o i n i c i L . L a d a t u n e t e n o i p legge di Ce “x
e n o a i z u r t s o c i a r r t s o n a l l e n o m r e f o t n u gnato, credo, un altro p
pe re de so es oc pr l de ia or st a ll ne a ritroso del regime dell’accus tundis. i d ge leg a ll da pì ce re ia el rn Co e gg le L’accusa popolare, che la a un me co so as Cr da o at nt me la no me no fe il Quanto alla possibilità di intendere to tta tra se fos si e ,s che o st te l ne o tt de è si ne mi no no ie al degenerazione dell’accusatio ra alt (d’ lo ar av gr ag e ch to fat e bb re av n no e on pi Ce di di un fenomenoreale, la legge
ere ess ad , eso int ito sol di e en vi me co sì co o, tut parte, è l’esistenza stessa dell’isti è cio , tio ina div la e o ch nd ge un gi ag zo az ar mb ’i ll da ce es si Né ). ss. 98 ra, dubbia: v. inf
to e cer un uir rib att de ad vi ov e, pr or et pr aal ss me ri ri to sa cu i nt ac ra pi as ù pi fra lta sce la
A FR ME D, vI DA s.; 3 12 9) 97 (1 A 91 FR ME Y, AR RR FE r. s [cf re to controllo sugli accusa
nt. 1 11 , ti en an rm pe n no » es on ti es ua «Q I, IN UR 91 (1979) 142 s. e soprattutto VENT
vi do an qu lo so tro fil da na io nz fu o ti na vi di la , te en 76]. A parte il fatto che, ovviam €, tà vi no a un a uc od tr in e ch re ato isl leg un co siano più concorrenti, è certo illogi le zia par un ad da ve ov pr , ti ui eg rs pe ssi ere int i agl rendendosi conto che è contraria ibu ttr l’a e ch ra mb se mi e, rt pa a tr al D’ correttivo (comunque del tutto insufficiente).
à» it os er ov «d la e bb re ne sa to an qu in , tio ina zione di una funzione dicontrollo alla div del ricevimento dell’accusa nel regime della legittimazi
:
les ,
sia il frutto
4 . lar r pe n ne ii D a ad t s o e P on zi ru st co ri a all ta ga a le iv tt pe os pr di una errata 132. . della Lex Tabulae Bembinae che mi pare arbitraria: v. i (?) Se viceversa il processo non si svolse nei pochi dt cu "imase in vigore la
99 e; les ti par e a all at rv se ri e ss sa fo cu ac l’ e re ch na gi ma e im il ib ss po è legge, allora credo che l’ipotesi sia poco probabile. (*) Il censo è presupposto di capacità dell’accusatore popolare in età postclassica: Hermog. 6 ep. D. 48.2.10; cfr. Pap. 15 resp. Coll. 4.5.
«QUAESTIO DE REPETUNDIS» E ACCUSA P OPOLAREi PRIMA DEL I 104 AC.
79
Glaucia era già un dato di fatto negl] 1 anni che precedono la legge di Cepione. E verosimile che q semmai, rappresentato una breve parentesi )
disciplina dell’accusa, cui forse appo se delle limitazioni. Dun-
que, bilateralità della quaestio e popo larità dell’accusa vann o fin qui ad un tempo. regi stsl a az chio e necompiere l’uulltiti snoNo allne le immo a papasso, cercando di ri i sa risali li re : g graccana, di cui, secondo la dottrina prevalente, la legge dell’epigrafe bembina è un documento
Come è noto, secondo la unanimità degli scrittori, la legge N
epigrafica, che — si può aggiungere — sicuramente regola una
quaestio bilaterale, contempla un regime di accusa qualificata, riservata cioè alle sole parti lese, o ai loro rappresentanti, con l'eventuale intervento, in funzione subordinata, di patroni attu ale situ azio la ne raff igur a Cra sso di suas io La (?). romani
che legg e si vi dett o, abb iam o com e circa sedici anni dopo e, imm agi nar e Pot rem mo real tà. una allora l'accusa popolare era succ essi va rifo rma, di legg e una da intr odot ta stat a sia che essa cand idat a una abb iam o ruol o que sto Per all’epoca graccana. la che Cice rone , a graz ie Con osc iut a Acil ia. Lex la naturale, prev iessa da pro ced ura dell a cara tter isti che alc une per ricorda in cui,
ann o 111, nel porr e da è scri ttor i mol ti per sta (*), dell a copi a una Semp ront a, Lex la legg e nuo va abrogata dalla esse re potè ques to bem bin o, bro nzo sul inci sa stat a era quale a r u t t e g n o c a t s e u Q . ) ” ( a i r a r g a x e L a l i v r e d i c n i r e p o t a z z i riutil Le citazionnii
sono
0 8 4 ) i ; . 4 n FFranci CI,
; ; , 7 t 6 h 3 c e , r t f b a r t S , n e s m m o M i t t u i t r e p superflue: rum ; SS.‘
, E T I H W N I W SHER
a d n u t e p e R x e The L
; O A R R SE and the
. 5 2 ) 2 8 9 1 ( 2 7 bus, in JRS n. 7 0 1 s e m r e H , Y L G N I T T A M i u c u s [ 6 2 . 9 . 1 . r r e V n î 2 . o d a n d a f o o i r 4 b 6 a 1 l r e G h s t u d n i a Pplia Cic. l i c A O o i s u L i n a M 2 , N i A L I D A (76) B . r f C . S 1 3 2 ; 1 2 2 P , . c s A . s p ; ) . s s 8 7 4 ) 9 7 . 9 1 ( . ss 6 (1975) 67 ,de $ tuD di
o,
, la cu us Op in a or , ne ma ro e» ia ar ci di iu es eg «l e ll Su ; e d a " a s s e d i d u t S , O A R R E S S ; ; . s s 1 8 V. in pa (7) I . ; . 7 ss.; 33 ss ) 3 5 9 1 ( 1 3 . thenaeum N.S 1 9 A R F E M , Y R A R R E F ; 2 . t n 7 8 4 . 1 , e r t s e u q é e r d r O ' ’ L m LETTI CPI e
I P I T o c e s isci, 2.497 85.5 Franc S S 4 1 1 (1979)
CAPITOLO SECONDO
80
o t u n e t n o c l e d o m a i p p a s a l l u n é h c r e p , a t n i p s e r e r e s s e ò u p n o n o omma affermare di avere dato
m m e r t o . P e ) * g ( g a e l l l de
ins
e l o d n e u b i r t t , a a i l i c A x e L a l , l a a c r e c i a r r t s o o n s a r l e v a r t corpo, at 9
. ) ” ( e r a l o p o p a s u c c a a l l e d l'introduzione ,
y e L a n u i d a z n e t s i s e ’ l a c r i c i b b u d i a d e r e d n i c s e r p Tuttavia, a
. C i d e n o i z a l s i g e l a l l a o t t e p s i r o m o n o t u a o i d o s i p e e m o c a i l i Ac
a t a v r e s n o c s i d n u t e p e r e d a c i f a r g i p e e g g e l a l l Gracco, l'esame de
a s s o e t a n d e m i d e c o r p il e e h c c n i v n o c i a m n i b m e a B l u b a T a l l ne
a s u c c a ’ l l e o d i p i c n i r p il o d n o c e o s t a r u t t u r t s à i g a r e regolato e h c e n i g a p e l e r a c i d e d ò i c r e p o i r a s s e c e n È . ) * popolare (
. i s i l a n a a u s a l l a o n o segu
e ula Tab ina lat x Le la e um in nt re Ta um nt me ag Fr il are fic nti ide di (8) Sui tentativi
del e fin la del s ndi etu rep de vo ati isl leg o nt me di ve ov pr o ltr l’a o Bantinae con l’uno
ss.€ 9 », um ar nd tu pe re n me ri «c sul i ud St I, IN UR NT VE di ne seg ras le v. , olo secondo sec FerrARy, MEFRA 91 (1979) 106ss.
(?) Sembra contemplare quest’ipotesi FERRARY, op.cit., 124. finti ide a si or al e qu mil osi ver sé r pe e di bb re e sa on si lu nc co , e te tal en lm ra tu (8) Na
casse la legge della Tabula Bembina con la legge di Glaucia, nel cui regime non v'è dubbio che fosse conosciuta la accusa popolare. Tuttavia, i numerosi argomenti
avanzati a favore di tale identificazione da MATTINGLY, JRS 60 (1970) 154 ss.; The
Extortion Law of Servilius Glaucia, in CQ n.s. 25 (1975) 254 ss. Hermes 107 (1979)
ore fav a no ita mil e ch lli que re ra pe su no ra mb se n no , ss. 0 30 83) (19 1 478 ss.; 11
dell’attribuzione della legge alla legislazione graccana: NicoLET, Les lois judiciatres el
les tribunaux de concussion. Travaux récents et directions de recherches, in ANRW 12 (1972) 200 ss.; SHERWIN-WHITE, JRS 62 (1972) 83 ss.; FLACH, Zur Strafgesetzgebung
der gracchischen Zeit, in ZSS 90 (1973) 91 ss.; M.T. GRIFFIN, CQ n.s. 23 (1973) 12!
ss.; VENTURINI, Studisul «crimen repetundarum», 11 ss.; FERRARY, MEFRA 91 (1979)
108; LinTOTT, ZSS 98 (1981) 177 ss.; SHERWIN-WHITE, JRS 72 (1982) 18 nt. 1; SANTALUCIA, ED 36 (1987) 339 nt. 128. Preciso che, nonostante la mia opinione che
la Lex Tabulae Bembinae (espressione con la quale, di seguito, mi riferirò alla Lex
repetundarum ivi contenuta) conoscesse già l'accusa popolare e la divinatio, non P® questo Fitengo superate le altre ragioni che ne suggeriscono l’attribuzione alla legislazione di C. Gracco.
Il documento epigrafico nella parte inizial e che contene pene ! ionie disposiz relative all’ ‘aaccu e ccusa sa è lacunoso non meno cheval nel
seguito. Solo le integrazioni dei grandi editori dell'Ottocento. di
esegesi Su quel supplementi, per quanto geniali: oltre che generiche considerazioni di metodo, lo sconsigliano specifiche
pulae del SS. €
ragioni epigrafiche (*). Senonché l’interprete si trova esposto anche al rischio opposto, forse più insidioso perché meno percettibile, quello di sottovalutare la parzialità dell’informazione di cui dispone, niente altro che unaselezione casuale, di trascurare, insomma, che il leggibile conserva solo alcuni degli elementi di un sistema, senza esaurirlo. le re por di are vit die ono isc ger sug ele caut Queste elementari o tant basi su usa ’acc dell ime reg del premesse della ricostruzione cui da e, legg a dell rdio ’eso dall rte offe le quel i qual precarie di hio risc il ando ider cons o pri Pro e. iar inc com sarebbe naturale o n u t r o p p o e r a p i m , o i l g a t t e d l e d e r o v a f a a m e trascurare il sist
il e r a t n o r f f a i d a m i r P . i t t e p s a e u d n i a m e l b o r p il e r e u g n i t dis è , o v i r r a ’ d o t n u p il è e h c , a v i t t a e n o i z a m i t t i g e l a l l profilo de
o t s i v e r p o s s e c o r p l e d a r u t t u r t s a l a i s e l a u q e r i r a i h c necessario
e n o i z n u f a l , e r a l o c i t r a p n i , a i s e l a u q , a c i f a r g i p e e g dalla leg . a t a v i r p a s u c c a ’ l l a a t a v r rise Al
riguardo,
e n o i z a c i d n un'i
e n e i v e t n determina
dalla
i c i d n u i l g e d o i g g a l b m e s s a o t t a s e ' l a c r i c o t i t t a b i d o t a v o n n i r n u o t t a n i È ) 8 ( N I T T A M e i c e p s n i . r f c : a l o v a t a l l e d i t i t s r e p u s ) e l a n i g i r o n i i t a v r e s n o c e v mmenti (n o
. K .; ss 9 2 1 ) 9 6 9 1 ( 9 5 S R J n i , a n i b m e B a l u b a T e h t f o s w a L n a c i l b u GLY, The two Re. p h 1971) 1 ss. c i n i ; i . s M s i D . ( r h C v. 1 1 1 s e r h a J s e d a i r a r ag x e l e i D JonannseN) LintoTT, ZSS 98 (1981) 177 s. Per la storia della tradizione del testo, fra
n i n e t t i r w e R r e t p a h C A . s t s i n a m u H e h t d n a a n i b m e B a l u b a T d e l l a c o s e h oravsT oO P sance Discovery of Classical Epigraphy, in Athenaeum n.s. 61 (1983) 201 ss. iI e Re
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CAPITOLO SECONDO
clausola in tema di estinzione dell’azione, di recente Sotto ad un penetrante riesame (*). La clausola, eliminato il da fuorviante congetturato da Mommsen, è la seguente:
N
.
DIG
.
.
.
x
©
x
dalla re prescinde a reato, al imprime che ne, estinzione dell’azio inapsarebbe senso, questo In unitaria. natura sua complessità,
ore L’accusat tanza. rappresen di nozione alla propriato ricorrere ndo contesta , piuttosto ti; danneggia singoli i non rappresentava
e delittuos azioni singole le tutte giudizio in il reato, deduceva . o n a v i u t i t s o c o l che
a n a c c a r g e g g e l a l l a d o t a l o g e r o s s e c o r p l e d i t t e p s a i Numeros a l l a d a v a c i r i s e l a u q , a s u c c a ' l l e d a i r a t i n u a r u t a n a l confermano . e n o i z a ’ l l e d e n o i z n i t s e ’ d a l o s clau
a u s a l r e p o i r p o r p e s r o f , o t t u t i z n a n n i , e n o i z a v r e s Una os l e d a r u t t u r t s a l l e N . a t t a f a t a t s i a m a i s e r a p i m n o idenza, n
ev
(") messo
>
o t a d n u è i l a i c n i v o r p i e d e t r a p a d a v i t a i z i n i i d o t e r c n o c n i a z n e s s a ’ s é l i l l a s , e L o « t : 7 s 4 1 e e u p i c e a r p , . s s Del r 5 4 1 ) 9 7 9 1 ( 1 9 A R F E M , D I V A D a d e c r u e t l n e t n i n , i s a c e s e d n t r a p u be l p a l s n a d é s ablement pas o
b o r p t n o ' n s e n b b o e r t i o p t i s c e t n a a r t x s u r e f o ’ t n d a t o t a t s l e u m s i i t r vic n u , e r a p i m , o n e m m e N . .» .. a c i a t i l o p a v i t a i z i n i a n u i d o t t u r f e a n Tabulae Bembi a i l i c A x e l e h t f o d n u o r g k c a b l a c i t i l o p e h T , s p n a H i d gettura e
>
1965) 225 ss.
86
CAPITOLO SECONDO
processo regolato dalla legge epigrafica esiste un moment, 4 presuppone l’esistenza di un unico accusatore, cioè Ja Fase dall nomina della giuria. La scelta dei giudici era una proce dura s in nessun modo poteva essere collettiva. Ciò non discende sol
wr
fra due singoli soggetti: «L viros qu]os is quei petet e; Undo
sei
dal fatto che nella legge è chiaramente posta la CONtrAPPOSIZION,
petetur ex h.l. legerint ed[iderin]t» (?): è il sistema stesso della
scelta, così come è definito dalla legge epigrafica, che richiede che vi sia un solo accusatore. Dopo che l’imputato ha eli minato dalla lista originaria di quattrocentocinquanta nomi tutti coloro ai quali è legato da rapporti di parentela o di inte resse (2), il
pretore, entro venti giorni dalla zomzinis delatio, ric hiede all’ac-
cusatore (75 quer petet) di scegliere cento nomi , dai quali infine l'imputato trarrà i cinquanta giudici effett ivi (*). È determinante, per valutare correttame nte il ruolo attribuito all’accusatore, osservare che egli è obbli gato a non includere nei cento nomi da proporreall’avver sario colui «quoîis queiue ei, queipetet, gener socer utt ricus privignusue siet quetue
ei sobrinus [siet propiusue eum e a cognatione attingat]» (©). Si tratta, come si vede, di motivi d i Incompatibilità r e lati Va,
validi cioè in relazione ad un solo e determinato accusat ore. Persone che facevano parte dell a lista partecipare al processo per il fatt o ch
A/ ltrimenti1
si giunge all’assurdo che quell’ a c c u r a t o s i s t e m a d i incompatibilità (*), volto a garantire l’im p arzialità della giuri a (2) (7) (*) (*)
Lex Tab. Bemb., r. 26. R. 20. La scelta finale dell'imputato è prevista alla r. 24. R. 22. È escluso altresì chi sia sodalis e ( con ogni v erosimiglianza) în eod e m conlegio. (*) Argutamente SHERWIN-WHITE, JRS 72 (1982) 25 osserva: «The li st gives a
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UAE STIO DE
PETUND IS» EÀ ACCUSA REPET S ) POPOLA; RE PRIMA , 1 DEL 104 A.C
87
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o t a r i g g a e t n e m l i c a f e r e s s e o avrebbe potut
I
€
re se es di o tt ‘a LI e h c sì co , ri to at i nt ta i e d lo so o n u u s focalizzato o n a v e t o p i tr al i 6 e D n a n n i d a s u a c o r o l la i più e ai r a r o zi r e p \ o m i ss benio PI SITE pa n
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renti (0).
A questa considerazione si può forse obiett‘ar h e gg le la n o i | i t n e m o m i ù i tr p al di in e e n r o a i l z p a m p i e c t e n t o r c a p a semb:ra Uno s i i r si o s n di e s le e ri se e Uno spunto in ta SI u d attori. a d va ca ri usioni dell i d a ‘ i | a-
gn se as , ca di fi ra ig a ep i r e t a e m g g e l in ae , le une zi:oni dellM disposide
di e r t l a ale ip ec rt , pa so io di or tt vi e tr e al r o t le a s u , c c a | zi! one sedellie previmtii all’ia ii
i s o p s i d di ò r e p ta at tr si ; io at im st ae s ti li a l l a e im tt vi zione delle a o t s o p p o o tt tu l e d o è , so vi av o i m a o, at ic if gn si zioni il cui a ll de o t i s o p o r p a o m e r d e v e m o c e, sc ui ib tr at si quello che loro oic rt pa e n o i z n u f a n u d a e r a t r o p p a r a d 0 , a t m e a r p i e d a s s e m o pr aip ec rt pa a ll de o t i s o p o r p a e r a r t s o m o t i b u s i e r r o v lare, come . io at im st ae s ti li la al i t a i g g e n n a d zione dei a ll ne r u p e, ch o tt fa al o ev li ri o t l o m o t a d e n e In genere vi ni io iz os sp di le a fr o m s i l e l l a r a p a si vi , à t e i r a t n e m m a r f rispettiva iec rt pa di a m e t in e l l e u q e a s u c c a ' l l e d e n o i z a v e l e i d in materia e sc ri fe ri si e g g e l casi la i i b m a r t n e in : o i t a m i t s e a s ti li la al pazione
i r t l a i d o t n o c r e p o ( o i r p o r p é m o n n i o n o c s i g a e h c i t t e g ) i l a i a sog n o m i r t a p i s s e r e t a 0 in
l e t n e r a p a d i t a g e l e t n e m a t t e e r n t e s i v o r o a l z n e d n o p s i r r o c e l a T . ) * ( à t i n u m o c e di a d a t a v i t t a a v i n e v o i t s e a u q a l e h c a v o r p a l e m o C l a e t d a t i e r r a p t a n i t inter s e d i o p o n a r e e h c , e m i t t i v e l , i , t i t e 8 8 0 5 i s s e t quegli s n o c a l l e d o t a v rica ‘ins
r e z n i M : e at Rom
a v a t r o p m o c e r o t t a o l o s n u d a a i r u i g a l l e d a It i l o v e r o v a f i c i d u i g e s s e n o p o r p e t n e m l o v é p a s n o c i t s , . e c u s q a A i n e o h m c i t s e t o o i l t a c i r a v e a r p i d o s a c o c i p i t n u i a z c i n r a a e v s e a s r p fo t i r e u f s i m a f n i s u i d o l C t u , a n i l i t a C n u d a o v i t a l e r ( » a t fac
88
CAPITOLO SECONDO
cumulativa fosse quella dell'accusa (?’) . Ritornerò in Seguit dettagli delle disposizioni in esame: ora mi Interessa SOIT];
are, innanzitutto, che esse non posson o venire ACCOMUN,,
perché ben diverso è il loro contesto e, quindi, Ja rispetti, funzione.
Che la fase esecutiva fosse collettiva è dij per sè mio non potendosi realizzare se non nella materiale aSSEgNAZION i delle quote ai singoli danneggiati; vicev|ersa, che la acc Usa fosseÌ cumulativa non l o è altrettanto, anzi è proprio ciò c he si
, USA F TUNDIS» E ACC «QU Q AESTIO DE REPE EPE POPOLARE PRIMA DEI !
SL 104 AC
89
mente qui si faccia riferimento alla qualiftica
di danneggiato. mentre in tutte le disposizioni prece denti, relative al dibattio . n 2 se t n e indi cato m è e c i l p l’ac m cusa tore mento, ì i (Db u q 5 e m 1 o c e . \_ PÎ0 i t c e P Pe ! i ) r % e 1 l ( u n t e e d m o i n u q 8 t 1 e O i t r ) i e d p m d A a n . i 3 r l , a a r + u t t i r i l , e n o i z a d i u q i l a l l e o d t momen si ri ch ie de ch ei l s i d a n n e g si ng il ol o d e D . L o | giato dia prova di essere effettivamente colui al cui °nome‘anneg _
effettuata la lifis aestimatio e o l l a o a t a d e r e s s e e v e d a v o r p e l a t . n Aretare A stesso pretore e corsz/z472 davanti al quale, secondo l'opinione .
».
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corrente, egli avrebbe svolto la sua accusa, ai quali, invece,
risulta ancora sconosciuto ('), Escluso dunque che dalla collettività della fase esecutiva si possa trarre argomento per ricostruire il regime dell'accusa, si considerino ora le disposizioni in materia di assegnazione dei «De legge: della nell’ordi ne prima la riporto cui di premi, ex erit non Romanus ceiuis quei eorum quis Sei danda. ceiuitate lege hace ex quoius praetorl em hace lege alterei nomen...[ad erit condemn atus lege hace iudicio guaestio erit detolerit et is eo maxime opera eorum quoius detolerit nomen eius qulei tum eis formula La (!°). constiteri t...» esse unius eum condemnatum consttesse condemn atum eum unius maxime opera eorum quoius
posiin accusato ri più di presenza la presupp orre terit sembra l e d e l o v e t i r e m ù i p l i e r e i l g e c s e v e d i s i l a u q i a r f , à t i r a p i d zione ò u p i s o l € a t t e r r o c s o s i v v a o i m a è e n o i z u d e d a L ) | ! premio ( a l o s u a l c a l l e u q a d a t l o s s a e n o i z n u f a l o d n a n i m a s constatare e o n i f a t a t s e t t a è a s s e i l a u q l a o t r o p p a r n i i t n e m i d e c o r p i r t l a i l g ne . 8 7 ; 6 7 ; 2 2; 24; 26; 27
19: . sul di Stu I, IN UR NT VE re, ace isf sat di to ica nif sig sul 60; r. . . (0101) R. 9; ‘a15; b. Bemb., ne io az sl gi le a ll Su Y, aR rr Fe à gi o st te l de o ns se l Ne . 62 . nt 7 15 e ) Lex te . 74 3) 98 (1 29 o be «>». in La 83 e 76 e gh ri e ll de e on zi si po ap vr so a ll de te an lt su ri la è e ch , È «de rpetundis» a a og l al o an s u a l c la so au cl la a al l l in base a
le bi ra eg nt 1 e t n e m i a r u c i 10 s è , a (2u)te La t s i p o c l a d e m e a r o s o r e i r p e m a r ' e l p . v i , s i m e r p i e a ripet d m e t s i s | e d i l a i z n a t s o s i t t e p s a i l g a o t n a u Q . 5 8 / 8 7 . b r r e l al 9 2 ) 2 8 9 1 ( 2 7 S R TE, J r H W N I w r e u H S a r o e . s s 4 0 3 , s a t i v i c i i t a L s u i s u d e o F I H di LURASC i LURA . 9 8 . t n a l l a a r p u s i t a t i c . a A i l g . n (199) V
90
CAPITOLO SECONDO
y. re Ta m u t n e m g a r F l de e on zi ce ec a tt Fa ). (' e al ri pe im a c o p e in za ez rt ce in l’ i al e qu nt ai me va ti la , m re u n i s u l C lo tinum e di quel
e ch i st te i ), (" i on si lu nc co re ar e tr del contesto rende impossibil e nt me ia ar ss ce ne ta et fl ri a l u m r o f la e h c o n o c s i t n e m s o n o g n a m i r ue nq mu co o ri to at di à it al ur pl a un a un procedimento in cuivi si
mo si de me l i ne at gi eg nn da ù pi di so or nc co al le sia funziona
processo. e ) % ) ' a ( i l i m a M a ( i r a r g a a i l u I x Due di essi, estratti dalla Le
a ri la po po ni io az no da ar gu ri ), (!9 s bu ti uc ed ua aq de m tu da un SC
di ne zo e ll de e e in nf co di e ne li e ll de e nt me va ti et sp ri la te tu
es gr as tr Il . co ri id to en im rn fo ri il r pe e er op rispetto intorno alle
sore delle disposizioni ivi stabilite è esposto ad una ammenda
ò ue pu nq iu ch e ), ch zi er st a se il im ec di e e qu in (c a ss ia fi ar ni cu pe
richiedere. Non vi è dubbio che il procedimento si svolgeva nelle forme del processo privato e che quindi era fin dall’inizio
ben individuato un singolo attore ('*). Ciononostante i duetesti non trovano ostacolo ad usare la formula consueta.
(1%) Fragm. Tarent., r. 2; Lex Mamilia K.L.V; Asc., p. 45 S; SCtum de aquaeductibus (Frontin. 127); Fragm. Clusinum r. 5. Cfr. anche Gai 17 ad ed. prov. D. 29.5.252. (5) A proposito del Frag. Tarent., le conclusionicirca il valore della clausola (infra nel testo) riducono le coincidenze che si vogliono vedere con la Tab. Bemb. (su cui per tutti VENTURINI, Studi sul «crimen repetundarum», 47 sì).
() K.L. V «St quis aduersus ea fecerit, is in terminos singulos, quoseiecerit locoue moverit sciens dolo malo, HS V m(ilia) n(ummum) in publicum eorum quorum intra fines is ager erit dare damnas esto. (...) Et si is, unde ea pecunia petita erit, condemnatus
erit, cam pecuniam ab eo deue bonis eius primo quoque die exigito; eiusque pecuniae
quod receptum erit partem dimidiam ei, cutus unius opera maxime is condemnatus ertt,
dato, partem dimidiam in publicum redigito».
(°°) Frontin. 127: «St quis aduersus ea conmiserit, in singulas res poena HS dena
mila essent, ex quibus pars dimidia praemium accusatori daretur, cuius opera maxime
conuictus esset qui adversus hoc SC conmisisset, pars autem dimidia in aerarium
redigeretur; deque ea re iudicarent cognoscerentque curatores aquarum». ('*) Che l’azione portata dalla Lex agraria fosse a legittimazione popolare (anche
se non popularis nel senso romano) non può essere messo in dubbio peril solo fatto che manca la tipica formula cui vole? petitio esto; Call. 5 de cogn. D. 47.21. 3 P! ha comunque conservato un sunto del testo, da cui risulta che la formula vi &!°
satores c perunt dicere Appius maior et M. cuni acle amVa boram secundPi Antonius et P. Se Valerius Nepos: usi sunt ex lege horori iss dduaoe
‘
.
bb biamo ammettere che la formula usata bus» (!°) — e dIquindi doob
per assegnare
premio, che corrisponde a quella della legge
epigrafica e che riflette evidentemente quella impiegata nella tua ven l’e ra mi di o ri op pr a ev av io, est qua la va la go legge che re un ra scu tra si Ma i. tor usa acc di ità ral plu a lità che vi fosse un
era . a.C 52 nel ita itu ist io est gua la particolare: l’accusa avanti
, . l a et a i c s o R a i l i m a M x e L la a r f i t r o p p a r i e d e m a s e i r o t i d n o f o r p p a n u r e P . a contenut e v i r c s a ’ l i u c a i l u I x e L la e , e n o i z i s o p s i d la o n o g n o p s e i c i t a m o r g titolo sotto cui i
9 7 1 ) 9 8 9 1 ( 7 6 s. n. m u e a n e b t A n i , a i r a r g A a i l u I x e L e h T , D R O F W A R C a r o . v , o t a r t s i Call i d a i l u I ( i l a u q e l l e d a d n o c e s la , e t n i t s i d i g g e l e u d i d e s s a t t a r t i s e ch a s n e p ss., il quale ; o t a r t s i l l a C a d a t a t i c e i c i t a m o r g i a d e t n e m l a i z r a p a t a v r e s n o c a l l e u q , V s i Cesare) sarebbe g e l t u p a c to e il
ammessa la
s e g i D l e n a t a v r e s n o c e n o i z a t i c a l a r f a z n e d a i s corrispon t e l o v i u q a o t t i t e p a l l e d e n o i z u b i r t t a ' l e h c e r e n e t i r a i v a t t u t a r b e m d e i r b i l « 185 s I , I N I N O B . v a r e p o i u c a l l e n o t n e m a r d a u q n i ' l r e p [ a t s i r o u i t i n g o c del gi « a l l enziale de
lA. op.cit., un’aggiunta d u r p s i r u i g e n o i z a r o b a l e ’ l l u s e h c r e c i R . o t a r o t s s i s l e l c a C o r i p d » l s e d a t a v i r p cognitionibu a m r o f a l l a o t n a u Q . ] . s s 6 4 1 ) 4 6 9 1 o n e a r l i a e M ( e u q » e m d e « n i : o d p r a c o o a m r i t s x e e e d n e m o l e n a t u n e t n o c e n o i z i s o p s i d a e l n o e i a z d d a e ’ a v l l i u s S . » o ) t o s o i e i r t o c t i a d r d a e o e i p u t u a q c d m e u r r ( o t a r e p i c e r o ‘ o i t c c i a d h : i s d i o r i u d o . i u t , . S t i e r r e a l e o g p e o l e p n o i z i u a , q ' s i L r , o t A a r D cu D A e F l a t n e m a d n o f a r o c 5 n 6 a . c è a e p i s z e a 4 r ) g 4 “ 9 e 8 1 g g o n e i l r a o T ( o n a m o R porrttaatta a dall o t t i r i D . a c i r o t s e t r a P . I . s s . 1 e 3 l 1 a u , a t r t f n a i . d r e f c o , e n r a a l o m p o o p r e o n o t i z a m i t dirit t i g e l a e t a v i r p i , n e o m i z i a x a e m l l l i e d a g e i p m i n o n a l u m r o f a l é h c r e p o t n o c n i e n e , i e v u q n n o u n m o 2 c . 5 i s 2 o , d 5 n a 9 t 2 t a r . t D ; a i r (19) a n i g i r o e n o i z a d e r a l l e n e s s o f . a i A v i l e g o l d i n b o c a e s . p t i [ s i r ‘*orob a l u p o p o i t c a ’ n u d a e e c d c a e h e c t n n o o e n i m m a e E i v è P di un pr v e o h c l i , 5 . t 6 n , 8 s e 1 i c i n e m p a d n a r c e s x o E t n , a A u T q I r e o p t n e VIGOR m o g r a e r r a r t che ò u p é n ], non se
O D N O C E S O L O T CAPI
92
.
“cx
»
.
.
, o m i t s e t a ic un l’ oè ci , o i n o c s A di io ol sc lo , iò rc Pe Fercio, popolare ("). »
.
111
quella di funzionamento del realmente nianza che ci informi
j; a s s e e h c a r t s o m i d , s e n o i t s e a u q e l l e d o s s e c o r p clausola nel
si e e r a l o p o a p s u c c a ’ l l a o t r e o p t a n e m i d e c o inseriva in un pr e e h r c e n e t s o s r o e m p i s s i t r o o t f n e m o g r a n u n i i trasforma quind . y y e B e a l u b a T x e L a l l a d o t s i v e r p o l l e u q e h tale fosse anc |
binae (!).
|
e n o i s u l c n o c e l a t a i z d z e t t a s e A togliere ogni dubbio sull’
i. suff e bb re sa o sol da do, cre , che o nt me go ar imo ult un viene e ed ev pr ca fi ra ig ep e gg le la i on si ca oc e tr In ciente a giustificarla.
e a us ca is on ti ca ri va ae pr a at rt po a at st il caso che l'accusa sia (1!) V. VENTURINI, «Quaestiones» non permanenti, 92 (nt. 27 bibl.). In questo
processo, l’unitarietà dell'accusa, nel senso che ho cercato di chiarire a proposito della Lex repetundarum, risulta chiaramente dal fatto che gli accusatori nel loro complesso si divisero le due ore concesse dalla legge speciale presentata da Pompeo, la quale «uno die atque eodem et ab accusatore et a reo perorari iubebat, ita ut duae horae accusatori, tres reo darentur» (Asc., p. 34 S). In sostanza, la pluralità di accusatori non faceva venire meno l’unicità della funzione: così, nonostante nonsi fosse effettuata la divinatio (v. nt. successiva), la scelta della giuria fu effettuata da un solo accusatore in contrapposizione con l'imputato: «Peracta utrimque causa singuli quinos accusator et
reus senatores totidem equites (et) tr. aerarios reiecerunt» (Asc., p. 45 S). In questo
stesso senso, a mio parere, si deve intendere il possibile contributo di più soggetti al
ruolo d’accusa nella Lex Tabulae Bembinae. (") Commentando, nell’eccellente studio più volte citato, il medesimo passo di Asconio, FerraRy, MEFRA 91 (1979) 111 e nt. 91 afferma che la formula cuius
eorum opera maxime unius condemnatus erit era necessaria in un processo che non
prevedeva divinatio e che, coerentemente, ritorna in un contesto, appunto lo scolio
alla pro Milone, ove non è traccia di una divinatio preventiva. A mio avviso quest’argomentazione confonde due profili distinti, quello della scelta fra più accusa
tori popolari e quello della legittimazione dei danneggiati. Non si può porre iN relazione la clausola di scelta del premiando con la legittimazione delle vittime (o di loro rappresentanti) a presentare l'accusa, considerandola cioè il necessario sbocco di
del Mim © In cui era prevista come possibile la partecipazione di più attori-titolat! el
diritto, tutti destinati ad avere soddisfazione dal processo, ma uno solo beneficia:
io del premio come più diligente. La clausola di sc elta del premio, come mostra loe scolio di Asconio, si inseriva infatti i re ola pop era sa ccu l’a cui in so ces pro un in i att inf iva ser ° unitarila (v. nt. prec.), ciiàò che mo stra la sua assoluta indipendenza dalla possibibiile oconverge più partii lese e quin genza dii più adi Parbbitr isi. : di l’ar arietà dell’argomento che se ne trae P®! ri
.
‘a
«fe
processo della Tabula Bembina.
«QUAESTIO DE REPETUNDIS» FE ACCUSA POPOL ARE PRIM A DEL 104 AC
.
che in tal caso i
93
eo
0 il processo Possa esse re riippeetuto (!11!3), o t a v r e s s r o o t u e a t n e m l 3 o v e r o t u a o t a t s la praevaricatio quale è Come dispoN€
x
e c e n e e t n e m a t t e r i d è ssartamente legata alla fattispecie illecita
funzione assegnata all’accusa privata ne | processo da vanti alle giurie. Attribuendo ad un individuo il diritto di eserci l'azione penale e consumare così la pretesa punitiva dello Stat ‘
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lc ‘ordinamento
i MUNIFSI: | |’ accusa doveva premunirsi:
non deviare In favore del Teo
A
O,
do vev eva essere leale €
(114), Non avrebbe > allora ’ avuto
alcun senso che la legge graccana pensasse alla infedeltà dell’ac-
cusatore, rendendola addirittura motivo di annullamento, se
avesse previsto il litisconsorzio attivo, avesse cioè affidato le
ato ress inte cuno cias i, vidu indi di à alit plur una a usa sorti dell'acc (!). sa cau a pri pro la a perorare ad ie graz ito stru rico ca, rafi epig e legg a dall Il sistema previsto one tazi rpre inte loro alla e te erva cons ben alcune disposizioni
sola clau La . ente coer nte ame rem est que dun la rive si , ata combin
ico olog cron erio crit sul ta rnia impe one, ’azi dell di estinzione a ttur stru una o reat al a eriv conf , enza sent a dell della pronuncia
ediproc un sto ispo pred va veni unitaria. Corrispondentemente,
ato priv un da ata port , aria unit usa acc un’ su ava bas mento che si eri crit su a brat cali ia, giur a dell ta scel la del o ent mom dal fin che
imall’ ente ttam dire a nev ppo tra con si , tiva rela di incompatibilità era usa ’acc dell te ntan rese rapp di o ruol suo al putato. Limite
(15) R. 5; 56; 75/82.
i d i ab di i tes ipo e lt e me al am qu o ati ric 14 eva pra la e er ed ev pr me co ;n altri termini, (4) Levy, Ges . < O,
15
,
1
.
.
x
l de e r r o p s i d ò u p e h c i lu co è ce is ag i ch i cu in o, at iv pr o s s e c l e s e b b e r a S (‘9) , » m u r a d n u t e p e r n e m i r c « l su i ud St , I N I R u t n e V i d a ll de e ni n o io i s az i v er e r id p ns a co ll de | tà ei an he tr es l’ so te in i diritto. Mi pare che 1€. "A. ha ti sa : a t i c ! e h c o n g e s il se ; o tt tu at pr so i, at gi eg nn da i de a iv at zi ni 'i ll da o t a n i m o d staUnDo processo 5 vantri. ca2ti11o in 2pr1ac (e dovuto) essere presente nel procedimento. ‘
O
;
j avrebbe P
otuto
.
)
il e ar ll nu an di à it il ib ss po la ta re rp te in s. (1982) 143
; t i r e c e f t s o p i s i n a l o s u a l c a l l e d ntrappeso a m i t t i g e l a l l e d e n o i z a m r e f f a ' l e lettura
BB CAPITOLO SECONDO
94
quello della praevaricatio, cioè, se si mole della fedele tute, degli interessi dello stato alla repressione del reato e dei danney
giati al risarcimento.
crité ger'
pis‘
qué
Jar!
6. b. la legittimazione attiva. La struttura unitaria dell’accusa è il risultato da cui bisogna muovere per affrontare il secondo problema, quello della legitti. mazione a promuoverla. Risulta chiaro, da quanto si è detto, che
già nel regime della Lex Tabulae Bembinae vi era una dissocia. zione fra titolarità del diritto leso e legittimazione attiva (116),
Quand’anche, infatti, fosse stata una vittima a prendere l’inizia-
tiva, avrebbe disposto non solo del diritto proprio, ma pure di
quello di tutte le altre parti lese, le cui posizioni venivano automaticamente dedotte in quel giudizio e alle quali, per converso, era preclusa qualunque ulteriore persecuzione giudi-
ziaria
|
sel
cla so da
SU (1
ui
La
a c f
€
pi
quaestto, pur senza avere nessun
interesse qualificato, subordi natamente al solo minati requisiti (ad es. sesso, età). Tuttavia
cariche e/o al mantenimento di buoni rapporti con gli alleati (
Romani) e, quindi, se possa intendersi l’accusatore come u comunità stessa, sì che, in realtà, non vi sarebbe dissociazione fra
ti
leso e legittimazione. Di ciò si parlerà nel Capitolo Terzo, anche se è fin d’ora d a premettere che il dato più sicuro è la complessità degli interess 1 conver genti nella lot t a alle repetundae.
«QUAESTIO DE REPETUNDIS» E ACCUSA PO POLARE PRIMA DEI. 104 x
criterio dell'interesse qualificatola le
gere la cerchia dei potenziali accusatori bisogna dimenticare la rilevanza c qualiticato nel disciplinare tanto ; fari (!") quanto di accus La legge, ove si considerino i resti d ella sua pri ma parte, sembrerebbe avere seguito questa seconda strada Infa tti, l’unica clausola in cui sia ancora possibile riconoscere Îl 5 0 tto cui
sono garantite la petitio e la nominis delatio fà riferimentoal
danneggiato, più precisamente al danneggiato priva to (o ad an suo rappresentante processuale) ('); a comunità danneggiate
(in persona dei loro rappresentanti) si riferisce verosimilmente una disposizione successiva ("°). All’uno e alle altre i commentatori concordano nel collegare le indicazioni di status con cuisi apre il testo leggibile, sì che, in sostanza, dovremmo concludere
che nel vigore della legge Bembina l’accusa era riservata a chi,
fra i danneggiati, si fosse fatto parte diligente: questi, come si è
. re to sa cu ac l’ o at st e b b e r a s detto,
a un ss ne mo ia sc no co n o n o tt fa di e ch e rt pa a , Tuttavia a l l e d o t s e t l a d e h c n a o r a i h c è , o r e i n a r t s o n u accusa portata da a t a c i f i l a u q e n o i z a m i t t i g e l a i r a t i n u a s u c c a o i m o n i b il e h legge c i s o p s i d e l l e n , i t t a f n I . a m e t s i s l e d o t n e m a n o i z n u f l non esauriva i a r u g i f o n a m o r o n i d a t t i c il , o t s i v è si o l , i m e r p i a e v i t a l e r 1 2 zioni 1 hi . ) " " ( e r o t a s u c c a e l i b i s s o p e m o c e t n e m a t t e r i d e e t indirettamen a n u e t n e m a t r e c è i m e r p i e d i r a t a n i t | s e d i a r f R s i S v i c l e d a z n La pres e o t s e t il o n apro
e h c i n o i z i s o p s i d e l l a d a v o u m i h c r e sorpresa p
st re te in s iu cu is s bu ni ‘o | i ; on ti ac s bu ri la pu po n «I : .1 33 .2 47 D. i s re la pu po es on ti ac e L . ne ma ro ri la po po ni io az e ll su i ud St ed d e ! p. Ul (1) , A L O V | A S A C . r f C . » r u t r praefe . S S 4 2 ; . s s 6 1 ; S à S t i r a l 3 o 1 t i t a l l a ) a t 8 a 5 d r 9 o 1 c c a a z n a i v l e l o i r a l l e (Nap d o t t e p | s a n U . 6 1 . 2 . 8 4 . D 0/f.cons. mpuberi e altre
i , 2 e n n o d . a p i d l n a s u c c a s u i o l (11) U l e d i i c r e e h è o t a c i f i l a u q e s s e r e t n i . S di un , a r p u s . r f c : i s u l c s e i d e i r o g e t a c v. 3. , . b m e B . b a T x e (!9) L 120) R. 4.
. e t n e m a t t e r i d 7 8 ; e t n e m a t t e r i d n i 3 8 / 6 7 R ) 1 2 (
96
CAPITOLO SECONDO
to un sp mo ni mi hé nc be il è c' n no i al qu dell’epigrafe, nelle che lasci pensare che il cittadino fosse compreso fra i legittima
Escluso del tutto che il civis potesse essere ricompensato per La sua attività di patronus ("), risultano evidenti i limiti della
nostra informazione. Il punto mi sembra fondamentale sul Piano
del metodo: senza una integrazione del testo il sistema così com'è non si regge, qualunque sia l’opinione che si segua nell’interpretarlo. Il che significa che bisogna interrogarsi non
sulla opportunità di un’integrazione, che è data a priori, ma solo
su quale fra quelle che vengono proposte sia idonea a risolvere il maggior numero di problemi.
La soluzione più comune, anche se non senza oppositori, è che si debba integrare l’elenco degli status con cui si apreil testo conservato, cosicchè la presenza del cittadino romano fra i premiati sarebbe conseguenza della sua legittimazione in quanto danneggiato (‘). La proposta è plausibile e, di per sé, non muta il quadro che abbiamo ricostruito: il cittadino romano, al pati degli stranieri, potrebbe esercitare l’accusa in quanto titolare di un interesse qualificato, deducendo nondimeno in giudizio l’insieme delle azioni delittuose attribuite all’imputato, e non solo quella che lo lede direttamente.
(2) Perchè i patroni sono nominati dopo la delatio, il cui compimento è invece presupposto dalla clausola premiale: cfr. per tutti SHERWIN -WHITE, JRS 62 (1972)
93.
(2) Così già KLENZE, Fragmenta legis Serviliae repetundarum ex tabulis aeneis
primum coniunxit restituit illustravit (Berolini 1825) 2; RUDORFF, Ad legem Aciliam,
429 e 431; MoMMSEN, Strafrecht, 721 nt. 4 [diversamente ID., Lex repetundarum, in Gesammelte Schriften. I. Juristische Schriften 1 (Berlin 1905) 26 e 47 nr. I: l'argomento tratto dall'accusa alieno nomine mi sembra inadeguato]; nella dottrina re cente VENTURINI, Studi sul «crimen repetundarum», 82 ss. [osservazioni critiche in BALZA-
RINI, rec. a VENTURINI, op.cit., in Iura 31 (1980) 167 ss. praeci pue 168 s.]; (H.D.)
Meyer, Der civis Romanus als Kliger im Repetundenprozess, in Studie n zur antike
Sozialgeschichte. Festschrift F.Vittinghoff, hrsgb. Eck, GALSTERER u. WotLer (Kéln Wien 1980) 145 ss. Naturalmente, in via principale l’elenco che apre la legge è quello dei soggetti passivi del reato; che si tratti anche dei legittimati all’ accusa è una
ve ro simile). qu an to (p er congettura
USA Pq P «QUAESTIO DE REPETUNDIS» Eo ACC POPOLARE RE, PRIM A AGUUC
DEL 104 AC,
co
l del to con dà n no one uzi sol la Tuttavia,
d ime reg nel te pos pro se scu a ell € 8 i a acc. non ani rom °
legge
97
,
di ure sic e izi ROt CE Lu . da a fic gra epi
ini tad cit di ni dan a si mes com si abu per anneggiati ieri ni s$ .
O ni a 119 Nel re. cita o son pos si che i cas 1 no so Cinque sso ste lo nel ; (') e on rb Ca o iri Pap C. no xe nel ; (') re ugu l’A a vol Sce o zi Mu Q. so O en es C u o I o in T vh ” 126 Sca io mil . uro (!); to bru . o oni Ant M112 nel 0; ("’ ces suc il e bon o Car ann sso ste o iri llo Pap que ; e (‘) acc E.DP] ) Cn osusò Ca iri Pap dei mo lti l’u co, Mar usò acc co Flac sivo, infine, P. n boni (!%). sse tta tra si che , ito pos pro sto que a x Si deve sscudere,anche 6 è ti fon le nel I ché per a, fic gra epi ge leg a ell so sen i p patroni ne ta piu com ta sta era sa ccu l'a del one azi lev l'e che o sol n no chiaro s civi del nto rve nte l'i che e pur ma , ino tad cit dal e nt me persone na mi no una di n no e ale son per a tiv zia ini frutto di un' era , e s o c e l ì s o c o d n a t S . ) ° ! ( i n o r t a p i r e p a v i n e v v a e m o c , e l i r o t e r p a c i f a r g i p e e g g e l a l e h c a e d i ' l l a d e v o u m e l a u q a l , a n i r t la dot NE
.
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“
x
,
(Iulius) . (T.) Albucium, P. Sulpicius C. Norbanum, C. Furius M°. Aquilium, C. Curio Q. Metellum. Quippe
)
homines eruditissimi iuvenes laudis gratia primum hoc rudimentum forensis opere
deepifda ideco
sian, ui aliguo insigni iudicio civibus suis noscerentur. Qui mos incipientib©
alle azioni popolari OPPOSTAa ; selldel n a testo di Plauto, Pers. 61-76, rca
(59) Taeg 1279, 149
‘3
posta
a quella del fine di lucro (quaestus).
,
No DI Tipico il caso dell'accusa portata nel 95 da P. Sulpicio Rufo contro G.
ano; v. Cic. de orat. 2.198: «Accedebat ut haec tu adules ri cens pro re pu blica que
«QUAESTIO DE REPETUNDIS» E ACCUS ‘SUSA POPOLAREPRIM I, 104 “ARE PRIMA DEL
‘nii causa, CIOÈ «pr
patrocini? CO
AC.
105
7
a, r e a te i o ex c r n p i v o te r p lu o sa S, r p CU O SO I D
pm natin onum commo.dis»: come dice i Cicerone, ) «semper rY h PACec
causa plurimumi valuit, semper haec ratio accu sandifuit bonestis
sima» (în O. Caec. 63).
s o nta ambe Entr derioques ità ester di te due final ioriri possono combinarsi lalità esterio con il de procurarsi stima e popolarità. Così si dice di p. Sulpicio che accusò rei p publicae causa Norbano ('°), ma al
tempo stesso glorie causa (!'); lo stesso desiderio di affermazione personale si dice spinse C. Giulio Cesare Strabone quando (12) causa patrocinii accusò T. Albucio pro Sardis, Inevitabilmente, a riprova della loro origine dallo stesso ceppo, i due schemifiniscono per sovrapporsi nelle successive
posizioni, quando i motivi personali coincidono con le finalità
. ) ! ( o s s e c o r p l de o e n l l a e v n o o , s r i s t i d s e n p e a s h s c u c o i c i t a n a a n l r l e a Gli acc e. is ec pr i gg le a ue nq du o on sc di be ob fonti, li pp ’a ll ne ne io is ec pr le vo te no a Si constata, in parallelo, un va ti mo a un to re nc co in re ui ib tr at te en er ff di in a er carle: non e ri go te ca e ll de a un e ch o tt fa l i ma er nf co o L . ra zione od un’alt . ic (C ui eq rs pe as su as ri zu in l’ o: ic id ur gi re lo assunse un preciso va r e r e d i v e t s e n o h s i t a s x i v , s u i r o s n e c o m o b , 0 8 € : e r e r a m i t s i x e e t a summa cum dignit . f f o e » e r e d n e f e d e
s s o p m e l e d u r c e t a t i m a l a c s i r a l u s n o c s i n i m o b n i t e m e v i c seditiosum m e l i t u n i et m u s o i t i d e s m u c t, vi ra st lu in o i t a s u c c a m a P. Sulpici eloquenti
2.49: «Etiam
. » i v a c o v m u i c i d u i n i , m u n a b r o N . C , m e civ (9) V. nt. prec.
51)
. 6) 14 . nt to es (t .4 66 . ol Ap . l u p A V.
l. Iu . et Su r. cf ; 50 2. f. of c. Ci a: us ca ii in oc tr Pa . .4 66 . ol Ap . ul Ap co) VOTI nai
55.3.
cu l ve i c i m a c e n as el er qu m u r | «neque socio
r o t a r o r u t e i t a p s a t l u n i s e n o i t a r i p s n o c m a c i l b u p m e im r
t u e u q a t I 3. ) . . . ( . s e r o m e u q i d n e g i r r o c a t i v i d n a d emend
t, es o i n i c o r t a l m u m i x o r p i c u d o i m e a r p s o e r s o d n e r e f e d vivere et ad ‘im | » m u e d v n o a d ( r s a u p b e m i a o r i c o r t t a a p n g u p o e r r m a p u s l c ropu accusatoriami vitam o l e r e n e t n a m a a t s o p e r p e m o c a s e t n i e t n e m a v i t a c i f i n g i s è a t i Z ua pestert SI i u q a s u a c m u r o e t s e s i l i b a b o r p . . . « : 4 6 . c e a C . Q n i . c i C e h c n a n ? a c i b u p i e r ls'taatcucsusqauo poteyni redlunt (qua in re dolori suo, non rei publicae commodis iniurias SUAS
serviunt)...»
O D N O C E S O L O T I CAP
106
e n o i s n e t s e ' l r e p o t s o p p u s e r p e m o c o t n u s s a u f ) 4 6 . c e a C in Q. e t n e m a i s l t u a o t c m e c n a g r a e ’ g o r e h l o n l ) e n c a s “ a
esclusi (1). Divenne anzi, mi pare, uno dei cardini intorno ai i. pring nel e inal crim esso proc del ne azio form tras la ò ruot quali
della i valor di a tutel di o mezz da cui in o pato, nel moment
sj solo cui le, stata re pote del one essi espr collettività se ne fece
è ra Anco lesi. ente ttam dire ti priva essi inter degli a l’are a sottraev
('?), ica class za uden ispr giur ma ulti della testo un in riflessa
va riferi rone Cice ndo qua che iò, perc e, tter amme deve Si di e zion pera un’o solo iva comp della ratio delle varie accuse non s. proce à realt alla anea estr classificazione puramente retorica,
to aspet un di o cont do dan e: sabil travi te lmen faci di quin e e sual
si che orre supp mo bia dob ico, prat o pian sul non indifferente
vano pote vi etti sogg nti move i che re valo Il fatti. ai e ness atte assumere sul piano processuale traspare dal gioco condotto dall’oratore, sempre seguendo i binari della topica delle rationes, a proposito della propria accusa contro Verre. Nella divinatio contro Q. Cecilio fin dal principio del suo discorso l'oratore mostra la preoccupazione di giustificare la sua veste di accusatore, mai prima indossata e non più in seguito (!°). Senza dubbio, il sistema più sicuro per nobilitare il suo ruolo sarebbe stato pretendere che la sua accusa fosse rei publicae causa. Tuttavia, era più che evidente che il suo intervento era stato (24) V. supra, 59 s. Cfr., per tutti, C. 9.1.12 Diocl. et Maxim.: «De crimine quod publicorum fuerit iudiciorum mulieri accusare non permittitur nisicertis ex causis, id est si suam suorumque iniuriam persequatur secundum antiquitus statuta (...)».
(‘) Call. 2 de iure fisci D. 49.14.2 pr.: «Ex guibusdam causis delatione suscipien
tium fama non laeditur, veluti eorum, qui non praemii consequendi, item eorum, qui
ulciscendi gratia adversarium suum deferunt, vel quod nomine rei publicae sude quis
exsequitur causam: et haec ita observari plurifariam principalibus constitutionibis
pdi13 i, ca; snSao CM
praecipitur». Il testo si riferisce evidentemente alla delatio fiscale. ProveRA! va
.
Rinnovamento politico e legislazione fiscale agli int2i
principato di Gordiano III (Palermo 1978) 135 ss.: che lo sia o meno, la serie dimost!® nel giasista o nel glossatore, la padronanz a dell’intero schema.
(°°) A questo scopo è dedicato l’intero exordium: 1-9.
U C C A E » S I D N U T E P E R E D O I T S E A U «Q SA POPOLARE
, ma che pote
4 AC.
.
107
>
n e r i r a p p a a v e t l O e D d n o . e o i c i f e n e b r o n i m i d i c ‘ o t t u t t a r p o s e o t a s s e r e t n i s i d o er 1 cOnCit-
ond conf può ici retor i aifin o men le radini. Cicerone nem ere on n di quin a entr conc si — — riuscito
carte; il suo storzo re pesa Ma nale da a titur inves dell’ nza osta circ la re favo a suo il to. “svol bbe avre cui con tà serie della cioè come UN Segno ("’). proprio compito
Evidentemente, però, non voleva rinunciare del tutto a
nobilitare la sua accusa: di lì a poco si sarebbe presentato candidato all’edilità e voleva quindi mostrare che la sua attività
fra ione tens La ne. comu bene il mo ulti e fin come forense aveva una e one finzi una verso attra ime espr realtà e aspirazione si mihi aut sent petis non i Sicul me domanda retorica: «st aut hoc a
hoc et et, ceder inter non inis situd neces ae tant a caus is Sicul cum o hom ut , terer profi e facer a caus icae publ ret me o faci quod
e atqu furta cuius itus, praed re scele cia, auda , itate cupid singulari hyPamp ia, Cilic Asia, ia, Acha in sed m, solu flagitia non in Sicilia e maqu issi turp ma maxi ium omn os ocul ante lia, Romae denique
esset em tand quis — etur, vocar cium iudi in te agen nossemus, me
Cice (°°). ?» dere eben repr et poss m iliu cons aut um qui meum fact che fatti, dei à realt alla o men r veni a senz re, stra dimo e vuol rone dei ime vitt delle a tutel la o tant fine e com a avev il processo I o l l e d a l l e u q o t n a u q i soprus e a c i l b u p i e r o g e o u q n i , m e d i f e u q m u n i m o b m u e d o r p , t s e d i | «Qu r p ( » ? m i s s o p e s s e d o r p e r o p m e t plus hoc 1 e r a z r o f f a r a , à t i v i t t e l l o c a l r e p o v i t a g e n o m o u n u e r a n i m i el a e e r e i n a r t i s n o i z a l o p o p e l e i t a e l li al g a m e t s i s l a à t i l i b i d e r c e r a rid . 7 1 . t n 1 6 , a r p u s . V . 2 2 1 1 ; 0 1 . c e a C Q (57) In
. 6 . d i b I ) (18
n) dale
a a l l l o e d n n a r g e t , n a i t r t u i c p i m i n i ’ l l e a d s u a c a orre all
a c i r o t S à t l a e r a l , a v i t t e p s o r p n i , e h c è e r a t o n a t r o p m i e h c Ciò i n n a i e s i t n e v , e n o r e c i C o s s e t s o L . a t a t t e p s i r e t n e m a n e i p e appar
e r p m e s , i r b e l e c ù i p e s u c c a e l l e d a m a r o n a p n u o d n a i c c a r t , o dop ro Verte t n o c a s u c c a a u s a l ì n i f e d , a c i p o t a l l e d i n o n a c secondo i
. C i d s i d r a S o r p a l l e u q i d o c n a i f a a l o d n e t t e m , a s u a c patrocinii a v i t a c i f i n g i s ù i p r o c n a è a t l e c s a L . ) ' e ( n o b a r t Giulio Cesare S . p a r t n o o c n t i s o e p r è r o e r o t V s n s o e c c o r p il e h c a r e d i s n se si co a s u a e c a c i l b u p i e r a s u c c a i d i p m e s e e r t n o c o i r p o r p e n o i z posi . o t s e t n o c o s s e t s o citati nell , i t . t o a d f n n I a c o r m e a c v a t e Questo testo ci porta la prova ch s . pe re e d i s s e c o r p a o i r p o r p o n o c s i r e f i r i s i p m due di quegli ese
a i d t a t n e t n i i l l e u , q a n a c c a r g e g g e l a l l e d a z r o f n i i t a r b e l e c s i d n tu r e b e l e c e m o , c ti ta o ci n a i s e Crasso e Antonio (!9). Il fatto ch
e n o i z n u a e f l n l o e i d z a t l a s e e ' t l n e d i rimi, in un contesto in cui è ev a n a c c a r e g g g e l a l e e h r c a s n e p à f è dell’accusa popolare di per s b e u b d l b e i r e t s e i r t l . o o m t a u a t i M t s i ’ o l t l u que avesse riconosci , e e h h c c e i d i r e u r i u g t a m u f i s e e r l n u o c i s z a r a t bio che l’esemplific o c n a i o f c a n a o i f s s e a m i e b n b o a r e , c a i z C guardando alla sostan
, e n i m o o n n e a i l s a a u t c t c e a d d i s a o l c e l r e a d e casi di accusa popol e r a r o l c c o s i e c h i . c u o q i È n o t o n s A e s a r i C appunto quell di e t n e m a l i v e e d t e t f e l , f o i t r s i v , è , s si e e h n o c i t e a l r a topic del
presupposti dell'accusa: se Crasso e Antonio avessero agito
: n i ) i v o t o t r n t i p a e o d t r s t n n s e e n s s i e ( r p , e p e a m n r o i o c m n o e n i l a
ciali danneggiati, la loro accusa non avrebbe potuto che essere
di e l l e u q o n a r e i l a t e S . a s u a i c i n i c o r t a p e l l e u q a a r t f a c i f i s s a l c
: x t s e e l p u o d i m t a u r r o . u s i Q i c i d o u i i t n i a r i m a d m a t i s x e a m I . . . 9 « (‘) Cic. off. 2.4 . nam m ex accusatione et ex defensione constat, quarum etsi laudabilior est defensio tame" 161
i
”
si i n i M. Antoni. l e m u s o i t i d e s m u c t i v a r t s u l n i o i t a s u c c a m a i t n e u q o l e i c i p l u S . P n a a e v i s m ? e p l e i a s t s e inut n o m n e d i u q c o h d e S . 0 . 5 t i v a c m o v u i c i d u i | , n m i u n a b r o N . . n o u n d lacien i d n ; e c ‘ c s i c , t l a i u u e x a i s t d n o e , a u a a , c q i s t i i u u l a c b m c ne umqua nist aut rei pu $
ratta, ut
i
e
i
duo Luculli, aut patrocini, ut nos pro Siculis, pro Sardis in Albucio Iulius»: a Les . . : (‘2) Negare la premessa costrii ngere ll de ta da e ne io uz ib tr at gerebbe a rivedere
epigraphica.
o
108
ei CO
O D N O C E S O L C;APITO
«QUAESTIO DE REPETUNDIS» E ACCUSA POPOLARE PRI AE PRIMA DEL- 104 A.C.AC
109
Cesare © Cicerone, per il fatto che Sardie Sicul o est chi o van ave 1 ‘ Joro intervento — circostanza che purtuttavi a
. Î ù i p o t n a t , — o t t a f l e d o n a i osO.lo sul p
sa
b e r a s rebbe
e r o l a v n u a v e av a trocinti
appars
pa
o s I s i v i c il i u c n i a s u c c a ' n u g e v “ i t t i r i d o d t a a g e l a r e a r u o l n u s a i p causa UD l e d , i d E . o t a i g g e n n f o ‘ tiri o s s a r C e c e v n I r u g o i i f n o t n A e a ano diritto al d
come rappresentanti solo dell’interesse della respubli
Insomma, l'accusa alieno nomine non riesce a meteri li
i erso so sttrav neanche repetundis de processo rationes. del delle nella storia topica della fedele specchio a s u c c a ’ l l e d a m e t s i s l e n i t a i g g e n n a d i e d e n o i z a m i t t i g e l a l g. d. popolare. e ch i rn te es ed i rn te in i tr on sc ri i È opportuno raccogliere la bu Ta a ll de is nd tu pe re de e gg le la e h c re ca di in convergono a . e r a l o p o p a s u c c a ' l a v e c s o n o c à i g a n i b m e B i d a l o s u a l c a l è a m e t s i s il o t t u t a t o u r i u c u s o n r e p l I a r u t a n a n u o t a e r l a e m i r p m i e l a u q a l , e n o i z a ’ l l e estinzione d N
a s s e a D . e s o u t t i l e d i n o i z a e l o g n i s e l o n u n i o d n e b r o s s a , a i unitar a t l o v a n u , e h c , a s u c c a ' l l e d à t e i r a t i n u ’ l e t n e m a c i g o l e discend
e n o i z i n g o c a l l a e t n e m l a i z n e t o p e r r u d e d i d o t t e f f e ’ l esercitata, ha ose.
u t t i l e d i n o i z a e l l e d i i s o p p a r t n o c a l l u s o t i u r t s o c è , e t n e m e t n e r e o c , o s s Il proce l a u t n e v e e s e h c n a ( e r o t a s u c c a solo
N U è o t a t u p m i ' l a r f zione a l a h e h c à t i l a r e t a l i b , ) e l a t n e m i t t a b i d e d e s n i o t a v u i d a o c a e t a t g or z z i n men a g r o , a , i a r u r u i i g g a l l e d a t l e c s a l i l b e i t n “ ‘ a c i p i t ù i p e n o i s s e r p s e sua . a v i t a l e r à t i l i b i t a p m o c n i ’ l l e d o i p i c n i r p l u s a l l ) u e n h n c a n i (a d o v i t o m e m o c , o i t a c i r a v e a r p a l a l l i l g e i d s e n , o ) i m s u i r v g e e t n i La pr n i o i t u t i t s e r i d a t r o s a n u i ( d n i o ’ s l s e e c l o i b r i p s s l o e p d o o r a t i h c men ù i p o d o m g l M e n o d n a c , i d n i a a m l e t s , i i d n i s u q , o e t s e e qu r o t a s u c c a ’ l l e d e t r a p a d o t t i r i d l e d sponibilità . e l a i z n a t s o s o t t i r di x e i d de e L e A e r n a a o l u i d z i a v i i c d n i i o d l l disso Z e u q , è o t t e d I8S0GA sostenere 1 >
ù
a i e n o d i e n e i t i r e g g e l ri che la
110
O D N O C E S O L O T I P A C
Acc. ius dello subordinazione completa La ruolo di accusatori.
pio
fra; romani accusatori di presenza la spiega non che ipotesi
gal‘
rendo alla teoria dell'accusa aliezo nomine, che va rifiutata in cumu. dell’accusa concezione errata della uncorollario è quanto
pol coî
dispo. dalle ricavarsi sembra che sandi al requisito dell'interesse, è ©Pigrafico testo del parte mutila prima, della leggibili sizioni
destinatari di premi e, tantomeno, le notizie di processi pro. mossi da cives non danneggiati. Si è escluso, d’altra parte, che in qualche modo, quest’ultima circostanza possa spiegarsi ricor.
lativa e comunque di per sé si fonda su una interpretazione
inaccettabile di alcune norme. La soluzione che si impone è
dunque che non solo l’accusa fosse unitaria, ma pure che idoneo
a promuoverla fosse quivis de populo. Questa conclusione dì
ragione nel modo più semplice delle notizie di accuse promosse da cives romani, che la riflessione posteriore addirittura annovera fra gli esempi più insigni di accuse popolari; soprattutto,in questo ordine di idee molte cose si spiegano facilmente: la previsione della praevaricatio; la clausola premiale (non solo nella forma, che è quella che si ritrova nella legge che disciplina la quaestio del 52 contro Milone, ma soprattutto nel principio
stesso dell’incentivazione, che ha un senso quandosi configuri
che
gli suf ovY
qu:
am esc
no
de po
re
di;
l’azione come strumentale al soddisfacimento di un interesse che
_
della litis aestimatio (della quale i danneggiati sono i destinatari senza essere prima intervenuti nel processo); la degenerazione degli accusatores lamentata da Crasso. Fin qui, mipare, i risultati sono sicuri. Resta ora da chiarir
l’az no! un: de
non è quello personale dell’attore); la pluralità di beneficiari
Th
la portata delle norme superstiti che, indiscutibilmente, riflet-
Se
abbandona qui il terreno solido, per entrare in quello delle
ap.
tono un legame fra la legittimazionee il requisito del danno: 8
congetture. Il problema non è tanto quello di giustificare l'a5
serto, fondamentale per la prosecuzione del discorso, che ta!
Ie sono solo frammenti di un sistema più ampio, in quanto
preliceresaoco quinsie la pisano Bei , è Inconfutabile. Piuttosto, si tratt?
di
ch
vi
le
2
‘
«QUAESTIO DE REPETUN DIS» E ACCUSA POPOI A RE F PPRRIIMMA DEI AR 104 AC
.
111
orre una soluzione ricostruttiva co Mpatibile con | | prop r i s u l t a t i ‘he si sOnO raccolti.
che
*
A me pare che unasoluzione plausibile si
sE ip ot iz di u e ri ch ie st o fo ss e da nn o de l gare che il requisito a m e Us iv n t e p e r ca re nz a cu i la st ra ni er i, ac cu sa to ri as pi ra nt i gli za di capacità viene superata dall'essere portatori di un interes se qualificato, pur,
di zi on e di a c ac i cusatori i 0 in altri popolari; in altri termini, il requisito del danno era utilizzato
come elemento di collegamento «internazionale» in forz del
quale il cittadino straniero, in quanto s ad quem res vertinei era
ammesso all’accusa popolare da cui sarebbe stato altrimenti
escluso. La rilevanza dell’interesse, come già si è avuto modo di notare, è uno dei criteri di fondo che ispirano il sistema dell'accusa popolare e, prima ancora, il sistema delle azioni
popolari (!°). Per i cittadini romani, viceversa, l’accusa prescindeva dal requisito dell’interesse (!*).
una tes to nel ins eri re di pen sar e Naturalmente, bisogna il , o p p o r t r u P . re la po po sa cu ac l' e s s e d e v e r p e h c e n o i z i s o p s i d i d e n o i z a l u m r o f a r a i h c a l e r e d n e t s e a s s o p i s e r a p i m a s (1) AI caso dell’accu e d n e r n o n o t a v i r p e s s e r e t n i ' L « : 7 1 , e n a m o r i r a l o p o p i n o i z a e CasavoLa, Studi sull a u s a z n a v e l i r a L . a l e t u t a l l e d o t t e g g o ' l e m o c i a m e n o p i s n o n é h c r e p , a t a v l’azione pri . » e n o i z a m i t t i g e l a l l u s e c s i u l f n i a m , ) . . actio popularis (. d a a v i t a l e r a i z i t o n a s o m a f a l e r e d u l l a e b b e r t o p e n o i z a u t i s a t s e u q a o i r p ('4) Pro o t i s i u q e r l a d a t a i c n a g s è o i c , e r a l o p o p a s u c c a i d e m i g e r n u n i , e h c , a i l i v r e S e g g e l a i n u l g a e r e n e g n i , e s r o f , e ( i n i t a L i a a s u c c a ’ l o t i t n e s n o c e u q n u m o c e b b e r v a i a , o n o n s i c e r p del da ù i p o n n e c e u q n u l a u q a c n a m o b l a B o r p a l l e d a i z i t o n a l l e N l e d e n o . i ) i s n e t s e a stranier t i l o s n i ’ l e s s e r e t n ai z n e s a è g a r o t p E . e n o i z a m i t t i a g i s u e e c c c l a i d a e l m i l g i e e e r d e l a n o i requisiti e o e e e e e N , e t n e m a t i O S , i t t a f n i , e n e i t a i n r i g i S a m ; m a i s o i s u t c n a u q n i i h c i i t s u i diritto d’ac g a i c i s f a r g i p e e g g e a l l l a o d t i c n a s i r ‘ .
. i t a i g g e n n a d i e a d v i s u l e c n s o e i z a m i t t i g e l a l l e o d i p i c prin , s i v r e c l r e a d e l n o o p i o z p a m i t t i g e l a l a v e t t e m ente am
l ; iP n u m i aperta. agl , s P i e s e a c Ji s o n o e c g g e l a che l Servilia sicuram
sa . n , ò i c r e p , o s a c l a t n i ; e n o i z a m i t t i g e l e o n n a d a r f o t n e m a g e l l o i o m a r i n e a t t l a i c e s , , a e s r r e e t v s e i c s e Vi i ed n o i g a r o t u v a ù i p e b b avre i id ez superava, cioè ! rv i I a ll de cittadini non o st mi e m i g e r il o i r p o r p e ss ce fa sa es e h c , di in qu e, il ib ss po È f O R al necorrente: l'estensrio a i o e t a l al
. a n a c c a legge gr
VP CAPITOLO SECONDO
112
. un al qu e ch pi am te en lm ta i az sp gli , so no cu la te testo è talmen
que integrazione, proprio perché tanto facile, diventa arbitraria
A titolo esplorativo, propongo la riflessione che segue (16)
La legittimazione del quis de populo potrebbe essere sta, sancita dalla norma di cui è rimasta la sola clausola di chiusur,
alla r. 6 ('%). Si è infatti osservato più sopra che desumere dalle è ne mi no no ie al sa cu ac l’ ta la go re e ss fo ivi e ch z[ oz or ]u e letter
rischioso sul piano testuale e soprattutto incongruo su quello sistematico. Le ipotesi di rappresentanza parallele a quellecitate
in sede di litis aestimatio si esauriscono nelle due contemplate alle r. 3 e 4, la prima delle quali è ampiamente conservata: non c'era motivo per riprenderle ulteriormente alla r. 6. C'è spazio dunque per inserire in quel punto la previsione della legittima. zione del civis. AI di là della disponibilità di spazio, proprio quanto rimane delle r. 6, 7 e 8 fà pensare cheil sistema della legittimazione all’accusa fosse integrato da disposizioni di cui ora si è smarrita la portata, che lo dovevano adeguare a un principio diverso da quello della accusa delle parti lese. Quelle righe disegnano un regime particolare per il caso dell’accusa successiva al 1° Settem-
(9) Alla quale si può aggiungere un indizio generico. Alla r. 5 si fa il caso della riproposizione dell'accusa nel caso di delatio praevaricationis caussa o di exemptio ex reis. Al termine compare il pronome indefinito che fa pensare all’attore popolare: «iud]icata erit, aut quoius nomen praeuaricationis caussa delatum erit, aut quoium nomen ex h.l. ex reis exemptum erit: sei quis eius nomen ald praetorem denuo
detolerit...». È strano che la legge parli semplicemente di quis se voleva riferirsi ad attori privilegiati, a legittimati qualificati. Cisi aspetterebbe quantomeno, conoscendo lo stile, un eorum qui supra scripti sunt, oppure quoius ex h.l. petitio erit. Se si considera che molto probabilmente un presupposto della nuova delazio era che i primo accusatore fosse morto prima della conclusione del processo, appare evidente che si riproponevano in quella sede tutti i problemi della scelta e no n sarebbe st8!0 inutile richiamare i requisiti di legitt imazione, se questa fosse stata qualifi c a t a. È Invece era popolare, era sufficiente quis. (169) ci parte naturalmente dalla premessa, accettata dalla maggioranza degli che taÈ clausola non sia da porre in relazione alla disposizione 5 ripropos izione dell’azione, che la precede inframmezzata da un’ampia lacuna. x
i
°
i
e
.
.
.
promette l'assistenza del magistrato nella fase esecutiva ('’). È
quindi più verosimile, sul piano testuale, che le tre righe (6-8) d ella leog gge e si si occupa pa:ss ero ancora della qguaestio, cui, non a caso,
fanno inequivoco riferimento tutte le parti ancora leggibili
Set1° del data dell a rile vanz a dell a l’in cogn ita rest a Peraltro, tembre.
a o z s c n e s l e i f u a i r r r n e g u g n g o u s c e n Faccio solo notare un’i
s. 9 4 e 7 2 . 1 , n e t f i r h c S e h c s i t s i r u J , N E S M M O (7) M . ss 9 4 1 , a r f n i v. : m u r a d n u t e p e r o i t c a ’ l l e d a t a v i r p e n i g i r o ’ l l e d a l l e u q (8) Cioè n i , c i l b u p e R e h t n i s e t a r t s i g a m x e t s n i a g a s g n i d e e c o r p l i v i C , (9) Così BuckLanp simplum della
a r u s i m a l e r a c o v n i ò u p i s o i r a r t n o c n i é N . s 2 4 ) 7 3 9 1 JRS 27 ( l I , O a R R e S i d i b b u d i o s n e s o t s e u q ata (v. già in v o r p o t t a f f a è n o n condanna, che
e 1 4 ) 6 5 9 1 o n a l i M ( o n a m o r e l a n i m i r c o t t i r i d di i m e l b o r P . o l o a P di e s n e d i e l frammento «quei eorum eo ioudicio
) 7 . r ( e t i t s r e p u s o t s e t l i , o i p m e s e d a , i t n o r f n o c . p i a S c ) . s ) r 5 O 5 ’ D . d e ( e a n a t i n r I e a l u b a T x e L n o c » [ e a s i l s i e r s u i e i t n a u q , t i r e s a e s u condemnatu s r e v d a m a u q t i r e s e r m u r a e a u q a t, is quanti qu i r e c e f t i u q a e s u s r 48: «si quis adve
m u t n a t , t i r e s e r a e i t n a u q « : 7 6 . p a C è » o t s e s a n m a d e r a d ) . . . ( m u t n a t m u r e t l a t e fecerit it e g g e l a l e h c e r a ens
p e l i c i f f i d è , e t r a p a r t l a ' D . » o t s e s a n m a d e r a d ) . . . ( m u t n a t m u r e t e l r a a r t et n e a z n e s , i r o t a r e p u c e r i t n a v a o s s e c o r p n u e r e d e c n o c i d a t a t n e t n o c c si sarebbe a x e L e a l r a t n o r f n o c a t s a B dalità di scelta.
o t s e t l e d e t r a p a n o u b a n u o n e m l a e h c a c i l p m i ò i c ) n e s m m o M l i o d n . o r e p c e t n e e i c i f f u s a n e p p a i d n i u q è ) e r e t t e l 0 3 160 lettere (5 1 . a c ( a v i s s e c c u s a n u c a l a L . . a o t i l g a i t t e b d i r n g o o o s s u l c s s e a , o i r o t a a r e p u r c e r e o s s e c o e r n
114
CAPITOLO SECONDO
sione. In un’aporia cade l’opinione corrente che attribuisce alla
norma lo scopo di evitare lo slittamento dei processi all’anno
successivo e le conseguenze connesse all’uscita di carica del pretore presidente la quaestio: la legge disciplina infatti altrove un di da gui la o tt so io iz ud gi l de e on zi ua in nt co accuratamente la
nuovo pretore ('°). Quanto alla funzione del discrimine crono. logico, vorrei far notare, sulla scorta di autorevole dottrina, che la legge usa una terminologia diversa alle r. 7 e 9. Alla r. 7 dice «Quloius eorum ita nomen ex b.l. post k. Sept., quae eo anno
fuerint d e | a t u m erit...», dove, quindi, sembrerebbe effettivamente che la data del 1° Settembre sia presa in conside. razione solo come scriminante ai fini della proposizione della delatio. Tuttavia alla r. 9 vien detto che «quei ex h.]/. peguniam
petet nomenque detulerit, quoius eorum ex h.l. ante k. Sep. petitio erit» e da questa diversa formulazione sembra potersi desumere che la data non valeva per scriminare ex post fra accuse sottoposte ad un certo regime e quelle tardive, ma come criterio di legittimazione, individuando dunque soggetti che disponevano dello ius accusandi(petitio, secondo la terminologia privatistica accolta dalla legge) anteriormente al 1° Settem-
bre (!"). Questa distinzione, che può apparire tenue in quanto
fondata sul puro dato lessicale, trova però una decisa conferma su quello sostanziale. Infatti solo chi dispone della pezitio anteriormente al 1° Settembre può richiedere la nomina di un
patronus (1).
('*) R. 72/79-73/80. L'osservazione è di VENTURINI, op. cit., 2 19 e nt. 224, i quale peraltro non ne trae le medesime co nseguenze. ('") Così già BEHRENDS, Die ròmische Ge schworenenverfassung. Ein Rekonstruk: tronsversuch (Gòttingen 1970) 17 4 nt. 97,
(°°) R. 9. Questa differenza non può ricondursi alla presunta conces s i o n e di UN iudicium re
cuperatorium. Anche ammesso che la legge lo concedesse, si può obiettar* che nell’unico caso storico di procedura recuperato ria del II secolo in materia di repetundae, quello del 171 narrato da Liv. 43.2, è attestato proprio l’intervento di patroni. L'intervento di patroni, è previsto, pur con una funzione diversa, anche nella procedura recuperatoria reintrodotta dal SC Calv isiano (Ed. Augusti ad Cyren. 102-
«QUAESTIO DE REPETUNDIS» E ACCUSA POPOLARE° PRIMA DEL 104 AC
115
settembre si veda la i p bra sem ronusera oiutt . (o P i c un data sr la quel o dop va usa acc chi che sto suggertte CIVIS .
È possibile, quindi, cheil sistema della legittimazi
i
cui gi
Bi cui di ° si comp osit o, cara ttere in precedenza era emerso il leg itt ima sett embr e. di Pri ma su un discrimine cronologico.
all’accusa erano gli stranieri, purchè avessero subito undanno, Dopo quella data, qualunque cittadino romano. Il sistema avrebbe così adottato in pieno il principio dell’accusa popolare
che esalta il carattere pubblicistico del processo e dal Nostro
tem po Al stru ttur ali. cara tter le isti che spie ga ne vist a, di punto
Nat uinte ress ati. dire tti più dei stesso, avrebbe favorito l’accusa
stra nier o allo dell ’ist itut o, l’ef fettività ralmente, per assicurare patr onus . un di l’as sist enza desi dera va, lo se gara ntit a, veniva
accu agli riap erta veni va dese rta, and ata foss e Qualora l'offerta
satores romani. i m o l o s : e l i b a b o r p a i s e n o i z u r t s o c i r a t s e u q e h c o m Non presu
a r e e r u t t e g n o c e t s e u q i d o p o c s o L . e l i b i s s o p a i s e h c o t n e accont sa del
u c c a ’ l l u s e m r o n e r i r e s n i r e p o i z a p s è ’ c e h c e r a r t s di mo e m r o n e l l e u q e h c è o i c , a s s e m e r p a l a t r o p m i ; o l u p o p e d s i v i qu c'erano.
a r e p u c i r a i v a t s e u q r e p e h c n a e n ( e | e c i l e f e u q n u d a | r b m € s n o n e n o i z a g e i . p ) s o i a r L o t . a r e 104) p u c e r à i g o a i , r e z e t i n d e u r i e g f f l i d e i d s r e a v i z r n t e l t a i s t i l s e o ’ m l r e à o p t r i l d a u q N credibi U N ure i
sia p
: 1 . t n e . s 8 , e a i l i v r e S s i g e l a t n e m g a r F , E Z N E L K , moderno t s o p l e v e t n a l e v e n i m o n e d e s s i u f m e n o m r e s ) 8 6 . r r : . l i c (s e r e t e p e r m a t p a c m a i n u c e p . t p e S . l a K e t n a i s i n n o n m i n s u i Quosdam e e i u q , r u t i b i r c s e a r p i r a d s o n o r t a p m u t n a t e ibiils . u q m a N . n o n . t X n I a b . e In l o s i r a d . m e t u a i n o r t a p ; » t e s s e o i t i t e p . t p e S . K e t n a i P e s ‘ e r e d i v e s s posut
CaPITOLO III L E D O I Z I C R E S E ’ L L U S O L L LE CA IL CONTRO
FUNZIONI E MODELLI
n
a ll ne is nd tu pe re de so es oc pr l de ne gi ri ’o 1. Il problema dell e. al zi an st so e e al su es oc pr dottrina: l'aspetto
a r t s o n a l l e n o p p a r t s o l a r u s i m , i c i d n i u q a c r i c , i n n a i h c o P : . C . a o l o c e s o d n o c e s l e d o s r o c l e n s e n o i t s e a u q e l l e d conoscenza i l a t i p a c s e n o i t s e a u q e l l a e v i t a l e r e i z i t o n e l o n o g n i p s i s 8 3 1 l a o n i f a d n u t e p e r x e L a l a t a d 2 2 1 / 3 2 1 l a € o i r e p m i ? u c i t a r t s i g a m dei i é h c r e p a t s a b o t n a t e r u p p E . ) ' ( a n i b m e B a l u b a rum della T o i t s e a u q a l l e n e r a v o r t i r a a t n e t s i s : ù i p o n i c a b m o c n o n i b m le à t i t n e d i e l e r e d n e r p r o s a , e h c i t n a ù i p e l l e d i t t a r t i m u r a d repetun c a ’ l l e d o s s e r g n i ' L . e n u m o c e m o ficare il n m u r a d n u t e p e r x e L a l n o c , e l a n i m i r c o s s e c o r p l e n e r a l o p o p è cusa n o n à novit
a l : e l a c i d a r e n o i z a m r o f s a r t a n u a n g e s , a n a c è c o i c gra , a c i l p m i a s s e e h c ò i c n i a I , a s s e t s é s n i à t i r a l o p o p a l l e e n m i o g l e o r s l e n a r e e h c e l a r e t a unil
a d , e l a r e t a l i b à f i s e h c o s s o e s c s e o c r o p r p n u l e d e n i g i r o ' l l e d a m e l b o r p l I . s e n o i t s e a u q e l l puro de s e n o i t s e a u q e l o n a r e d i s n o c i s e s , i n n a i e c e m i d k i ‘ d , e v e | r b ù i p a r o c n , a o c è c a o r j G . i T i d i c (1) L spaz a u g e s i o r t n o c 2 3 1 l e n e t l o v s ) i l a r e t a l i n u e n e i t ì s P e E s o t t o d e i t r O n e m r o i r e t l u d e , ) 4 7 . t n 7 2 e c i d , ) 9 2 1 . a ( o n a i l i m E ’ l l e d . a o c t t e p s o s e t r o m . a l l e d o t i s o . p o r p , 2 , e h c 59 adio in i
conto di Liv.
Liv.
?
per.
;
t s o n u , e r a p i m , ì s o c o d n a i n o m i t s e t , » a t c a o i Ila quaest
‘one
a n u i D . o i c i f f u ’ d a v i t a i z i n i ’ l l a o t a n i d r o b u s ancora
a h i s 4 2 1 l e d ) e l a i c e p s e g g e l a (non preceduta d
118
o ri to za cu accusatorio
CAPITOLO TERZO
n co , ti mi li ti es qu o tr en , ca fi ti en id si no ma ro i l ‘oricine della quaestio repetundarura, secondo
e on si ca es . ma ti fl n (?) la le an ri l al ob c de pr I L O al prospettiva che non è estranea
ù
Na
i st ae qu la el na a a va ti la re Se si ripercorre la dottrina i. op L’ a. os ri cu ne io az tu si na ‘u di e rg co ac si , ci um ar nd tu repe
_ o at iv pr o gr or pr da da en sc di sa es e nione di Mommsen, ch
più precisamente, dalla sua variante «rafforzata» che l'A. chiama
«iudicium publicum» — è stata fatta propria, pur con correzioni | . 0) li vo re to au si io ud st , da de profon
D'altra parte (si potrebbe dire, indipendentemente), è stata sottoposta a dure critiche, a loro volta non sempre coordinate. In un primo tempo la teoria della derivazione dal processo
privato sollevò obiezioni puntuali, in parte attinenti alla procedura (*), in parte al fondamento dell’azione (?); poi, fu coin(°) Cic. Brut. 106. (?) GREENIDGE, The Legal Procedure, 380 ss.; 415 ss.; 428 ss.; HIrzIG, Die
Herkunft des Schwurgerichts im ròmischen Strafprozess. Eine Hypo these (Ziirich 1909)
praecipue 41 ss.; STRACHAN-DAVIDSON, Problems, 1. 75 s.; 211 ss.; 2.20 ss. praecipue 45 ss.; soprattutto SHERWIN-WHITE, JRS 42 (1952) 43 ss. praecipue 47 ss. (cui aderisce PONTENAY DE FONTETTE, Leges repe tundarum , 66 s.) La divergenzaprinci-
pale di questa dottrina rispetto alla formulazi one di Mommsen (ma v. Ip., Juristische Schriften, 1.60) è nell’assumere come antecedente «privatistico» della quaestio rep etundarum non il iudicium publi cum in senso mommseniano (che per com odità
riveduta, è tramontata: cfr. però Courts, 45 ss. e soprattutto, BurpEsE, Manuale didiritto pu bblico romano? (Torino 1 9 8 7 ) 253 s., che propone una mediazione con i risult ati dell € ricerche più r e c e n t i , cui molto si avvicina quanto sostengo nel testo.
IL CONTROLLO SULL'ESERCIZIO DELLE CARICHHEE. FUNZI PUNZI ONI E MODELLL II
m m o m e n o i z e c n o c a l l e d o i g s a entana del processo r f u a n l e n a t l o v ).
9 o ( n a c i l b b u p e r e l a n crimi Unadivisione, quindi, non n ss olo diI vedute, ma prima ancora c lo ne so n o n e d h a c r t , e e r n r o o i c z o a l t o s s o , di‘iimmppost due campi incomuunniicca-
bili, di chi accetta e di chi rifiuta l'opinione di Mommsen, ma che pure attraversa il versante dei critici. Per potere rend posizione, è opportuno ricordare in breve la teoria diMomm. sen (7). L'A. prospettava l’esistenza, negli ultimi secoli dell repubblica, di un «sudicium publicum», che, a dispetto del nome, era unprocesso privato. La differenza, rispetto al processo ordinario, consisteva nella posizione privilegiata ricono-
sciuta all’attore (cui, ad esempio, era attribuita la facoltà di iud iil nel e l’e sse re tes tim di oni ) coa tti va chiedere la citazione pot eva no l’a ltr fra o, qua le, (al la giu ria un a ad aff ida to cium Per pre tor e). del par te da essere imposti dei termini ordinatori Mo mm se da n ve nn e pub lic um» queste particolarità il «iudicium dun que , noz ion e, La raf for zat o». pri vat o «p ro ce sso definito un
). (5 e l a u s s e c o r p e t n è purame
s a D , R E p E ; . S S 2 5 ; . s s 6 4 , n e t f i r h c S e n i e l K ; . S s 4 1 , n e g n u h c u s r e t n U e t (9) KUNKEL, n e m r a l o c i t r a orama critico p
n a p n U . s s 6 2 1 , n e r b a f r e v n e d n u t e p e R e h c s i l e d a n vorsullan a i n e s m m o m e n o i z u r t s o c i r a l l e d e n o i s i v e erale di r
n e g ù i p o v i t a t n e a t l l e l n e d o t o a d t i u t p m ni i ' l l e d e i z n a r a g e L , e s e i l g u P n i a v o r t i s o n a c i l b b u p e r e l a n i m i r c 5 0 6 . 2 processo , i t t i r c S = ( . s s 5 0 6 ) 9 6 9 1 ( 8 1 a n a m o R i m e T n i , o n a m o r e l a n e p o s s e c 8 5 1 storia del pro 3 3 ; . S S 6 2 e3
u p i c e a r p . s s 4 2 3 ) 7 8 9 1 ( 6 3 D E , A I o l C l U e L d A i T t N n A u p S ù e i h p c n n I a o t . a r i f c c n : u ) n . e ss o t n a u q o c i t e t sin o r ! d a u q 1012 rre In un o C p o r p “(M i r i d o c r 1) Ce
S O T 6 6 3 ; 5 5 3 4 3 ; . s s 0 0 2 ; s s 2 9 1 ; . s s 6 8 1 ; . s s 0 8 1 ; e 4 n 6 o i z e a u p i o c s e e a ‘ r . 1) . t n , Strafrecht, p a r p u s , i n o i z a c i d n i e r t l a ( o t n o c e r e n e t e a t n s e u b i g è g a i e l a i u n o i s n e t o n o c s i p e c ss.. di rutti i r e p i s i u c n i , e n gi a p e l l e x a u s a l l e d i n c i r o e it m e l b o r p i i t t u t o t l o s i r e s s e . o d i ’ o d n e g g e l : v n a a u o l . n f A r l e e p ° u s o ‘ i è r i n u a ,: c t n no Lu. i n e m m a r o t f a o t l s e h l t e c e t n e e n l n o f i o i r z i ! s a s t s n e a a r c p t e m a d mnenti, si ha l’iimp ‘a manc ricostruzione. Questa
versa la critica. s © o t t e c n o c (*) Il
, e r a l o c i t r a p n I 192 s.; 202.
, t h c e r f a r t S , N ù ni E S M dira M O M Lo . s i e d a : e t l o v e t l o v ù i p o ale e ribadit e n o i z a l e r a n u a r u a t s n i n o n . A ' l e h c e r a t o n » essenziale i t n a i r a v e m o c e s e t n i o n o s e b m a r t n ‘> repetundarum: e
ge € quaestio
r a c i f i t t e per r
. 5 1 4 , t f n u k r e H , c Hrrz1
Piu
e h c e r t l o , a i r a s s e c e n è e n o i z a s i c e . La pr
. s e d a . v ( n e s m m o M i d o r e i s n e p del
, s t r u o C l a n i m i r C 12; Jones, The
120
CAPITOLO TERZO
Essa aderisce strettamente, però, al piano SOStanziale guarda per dar conto della sua adozione in concreto: i D
rafforzato, secondo Mommsen, era Impiegato IN casi j n
Cuj la
forma rafforzata di processo nella persecuzione delle repetyndae ha, nel pensiero di Mommsen, una duplice giustificazione Innanzitutto, la natura dell’azione repe tundarum, che è (condi
ctio ob turpem causa), la rend eva perfettamente omogenea al tipo di pretese fatte valer e nel «tudicium publicum» (tut t e di natura privata) (°). In se condo luogo, l’interesse de l l o S tato alla repressione degli abusi magistratuali, che si affian ca a quello
(‘) Per completareil quadro,
degli innesti sul tronco del « iudicium publicun» di e pubblico, cioè la sostituzione a l ristretto banco
pr
comunità aveva un interesse concorrente con quello del Privato, che nondimeno agiva in base ad un d iritto proprio (come in materia di :riuriae). In questa prospettiva, l’adozione della
CAN
posizione di chi agiva era riconosciuta — In astratto — meriteyg, di particolare tutela, o perché questi era portatore di UN inte . resse collettivo (come nella petitio multae, nel q ual caso l'attore è un vero e proprio rappresentante della comunità) o perché |a
la genesi di questa concezione, si trova, mi pare, che il vuoto non è affatto incolmabile.
Infatti, se l’idea di una relazione fra la quaestio e la petitio ità necess la ie, analog loro molte delle a videnz dall’e nasce multae e da secon dalla prima della ta diret denza di escludere una discen
iur «iudic il to appun e, comun tipo arche un i quind di postulare
dal sen, Momm di ro pensie nel publicum» (privato), scaturiva,
ne l’azio per are popol suale, proces iva niziat dell’i e regim diverso
alla salda si (e um undar repet ne l’azio per di multa e qualificato
precelo capito Nel (*). tio) condic come a quest concezione di
ndarepetu io quaest la che are mostr di ia tuttav dente ho cercato o p o p a v i t a i z i n i ’ l a v e c s o n o c à i g e a n i b m e B e a l u b a T x e L a l l e d m ru o p i t e h c r a ’ l l a e r e r r o c i r i d à t i s s e c e n a l , ò i c r e p , o n e m e n e i lare. V
o t t e r i d o t n o r f f a r n u e r i u t i t s i i s o d n e t o p , ) » m u c i l b u p m u i c i d u i (« R E E . e a t l u m o i t i t e p € m u r a d n u t e p e r o i t s e a u q a r f o t a v o n n i r ioni,
z u t i t s i e u d e l a r f e n o i z a r a p m o c a l l a o s l u L’imp
1 5 , n e g n u h c u s r e t n U , L E k n u K ; 1 1 4 e u p i c e a r p . s8 8 0 4 , i Studi Solazz
o p p o r t n o n a m , e l o v e r o t u a a s e f i d a n U s. 4 6 1 ) 3 6 9 1 IDR 66 ( r S e h T , S E N O J i d a l B l e , u q è m u c i ss.: cfr. PucLIESE l b u p m u i c i d u i i d a n a i n e s m m o I i e n o i z o n e h c n a a l a l m e — d i u d i s 1 e r , e t a z n n e s e c n i e t v n e m n a c i t a co r p ca fi ti en id l’ 45 ss., il quale i s e e r p la a m r e f f a e , n s t e r u o e l C a g e l l a a n ss i fi m i r a n C e p r e p o s s e c o r p il _ con il a fr o t r o p p a r e il n o i z , a ia r av t tt s tu o m i ); d 13 e 1 1 . rr senza le al e s a b n (i e a n i b m e B e a o l d n o c e u s b i d « a T m u c i l b u p x m e u i c i d u L i , A. l al a l’ stenza r e p ( s i d n u t e p e r e d O io t st t s e a U q e a 0 5 l , t. ci p. e (o e z n e r e f f i d le e t a um z z i t a f n e o n o s , , € , zi an o t a , realtà precis N I e n e i v n o n ) » o p ti a che l’azione (!!) PUGLIE
e d i a l l e d a c i t i r c a l r e P . s s 7 6 3 ; . s s 2 9 Strafrecht, 1
122
CAPITOLO TERZO
dalla constatazione di questo ulteriore, essenziale
contatto, è esaltato dal fortunato ampliarsi della nostra doc
mentazione, rispetto a quella su cui potè formarsi Ja Beni intuizione di Mommsen. Infatti, se di semplice analogia
doveva parlare quando il confronto era istituito fra i] Process, della Lex Tabulae Bembinae e una congerie di disposizioni
contenute in leggi lontane da essa e diverse fra di loro, di identità si deve discorrere ora che conosciamo un «doppio,
della quaestio de repetundis della tavola bembina, sotto le spo.
glie del processo per multa a sanzione della legge de birati; persequendis datata al 101/100 a.C. (1).
lare per multa fissa era già noto grazie alla copia conservata
nella base del monumento a L. Emili o Paolo a Delfi (5).
L’eccezionale importanza del testo, sotto questo profilo, consi-
(*) Per la data v. HASSAL L, CRAWFORD, J. REYNO LDS, Provinces at the end of the second century B.C. The so -called
inscription from Cnidos, JRS 64 ( 1974)
«Pj
Inscribed at Delphi and Cnidos, in ZPE 20 (1976) 65 ss. praecipue 6 6 ss Fengin
Recherches sur la législation de Saturninus et de Glaucia. 1. «lex de do ti des inscriptions de Delphe et de Cnide, in MEFRA 89 ( 1977) 619 % e piratis»
33 ss., che propendono per il 99 a.C. (4) FIRA Pn. 9,
(") L’obiezione più semplice alla ricostruzion Existenz (scil.: del processo di multa) im stadtràmi vor der sullanischen Kriminalgesetzgebung kann (...
KUNKEL, Untersuchungen, 12.
(‘*) Delphi C.23 s.: «tadtA te tà Yornuarta 6 BovAéuevos , Soric è[v] Tadini ti)
egg IL CONTROLLO SULL’ESERCIZIO DEI LE CARICHE
"00 VANCHE. FUNZI ; ONI E MODELLI
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123
su.
quaesti della tipica è che delatio, nominis COME sione O, x ; 4a a È 1 all’atte ‘ . (") dottrina della sitenzione all sfuggita i . . testo di Delfi si interrompe
ne
i on era
el ciudizio MPE proprio prima di descrivere k Il volgimento de giudizio. Dalle righe lac SODO. . e ghe lacunose che chiudono l'iscrizione s1 poteva già ricavare, comunque, che il pr ocesso era o | a ici Ri privatistico, ‘micamente tipi | ‘bano) ene traccia della fase in iure avanti ei IIMEGSA | a 1 pretore (U i Po
‘ydiciturm. IUAICI ;
Una
Una
|
°
qua e era rimesso il compito tipico di dare
lacuna
I
di impediva invece di determinare quale fosse l'organo giudicante cuiera rimessa la decisione ("). L’integrazione del Naber comunemente accolta postula il iudex unus, si che tale sarebbe la traduzione: «Quanta pecunia hac lege
petatur, si eam pecuniam, quum petetur, unde petetur, non o. solvatur, idem praetor ad quem de ea re in ius eductus fuerit liudicem] iudiciumve ita det...» ().
Il rinvenimento di una seconda copia della legge, a Cnido, ci linee, grandi nelle solo pure sia conoscere, di oggi consente dell’iscrizione V col. la Infatti giudizio. del anche le modalità Delfi. di testo il interrompe si cui in riprende proprio dal punto ,
yonpata véluov tov TOVTOV KATA d00Lg éievdeo0s, totìv roliteiar y[e]rempévos
padtendi n ONE vol ayftwoav ovTOL èEfj, (&v)armoew xai xgiveo0ar lacina "rerminologia » a que da distacca SI testo nel data traduzione La ottwoav». a
aderenza maggiore cercare per emendamenti) nei FIRA P°.130, Lex Irnitana (ed. D’Ors) cap. 26; 45; 47; 48 et cet). d N Lotvio® è ; ” aytta e in clausole analoghe [efr. ad es. xoiveodai xaì (èv)armioewv coppie dalle è rappresentato bI . Un se pro! ema dote per mantenere il parallelismo, ho dovuto presupporre che
(un’alternativa àyew e alteiv diversi, termini con casi due hei DOT, MONTA immaginare parte D'altra persecutto). persequi/actio etere agere sia stato tracono
stato essere possa corrispondente) tivo
1
os ;)
P potrebbero essere le coppie sostan il (0 agere rbo : di punto dal anche perché azzardato, tutto del è non diversi ver? medesimo il che . ‘ . e è singolare dal passaggio il (v. accurato poco è reco IV verbi tradotto con due teo.) il testo 8 vista , grammaticale | al plurale B001g...OUTOL . È
)
BovAbuevog, OTIS
P
, I N I R U T N E V ) 7 (1
: . s s 8 2 . C i h p l e D (18)
‘men repetundarum», 144 ss.
Ù T A T U A T v ù è , r b m r a r à v o p é v v o t v O T Ù o t à «Ova yonmpata xar
ì o e T v ò c ò o , m s ò y m a [ e t o s ò t | ] d a 6 , f g d , u f b n t n a s0ev dv asc f 0 n m u o . » . . . w u | s 6 w d t v l o t r o o m v e y x h ] YONUuara, srov dr ” 10000407), [xorr 7 d a r o t e a r p « e s s e g g e l si a i r a n i g i r o a l o s u a l c a l l e n e h c e l i b a b o r p % 0 “ V T s d o m v o tovt
. 21 . nt a fr in . v e on zi ra eg nt ’i ll Su ». it er m u t i d a ” a a D A R (9) FI e quem de e4 7
124
CAPITOLO TERZO
: , 4 t e u d i , e t n e m a v i t t e p s i r e l a n i f e e l a i z i n Anzi, nella parte i
; d n e r p p o a d i n e n C o i i d z i r c s i ’ sovrapporrebbero (*). Dall
() Il condizionale è d’obbligo, visto lo stato disastrato delle estremità q;
entrambi: v. HassaLL, CRAWFORD, J. REYNOLDS, JRS 64 (1974) 216 s., secondo cui i due testi contenevano in questa parte la clausola relativa alla r2u/tae trrogatio, che si
trova in questa posizione anche nella Lex latina Tabulae Bantinae r. 9, la cui struttura ha notevoli analogie con il testo della legge de piratis persequendis. LINTOTT, ZPE 20
(1976) 73 ss., pur nella medesima convinzione cheil testo di Delfi e di Cnido pottino una stessa legge [convinzione che è anche di FeRRARY, MEFRA 89 (1977) 520], formula l'ipotesi che il procedimento regolato da Cnidos, V sia una vera e propria quaestio; se ho ben capito il pensiero dell’A., tale quaestio a legittimazione popolare sarebbe il mezzo per richiedere la multa fissa stabilita in Delphi C. 22; essa sarebbe
stata maldestramente omessa nell’epigrafe di Delphi, la quale passerebbe invece a regolare un processo formulare apud recuperatores per l’esecuzione del gi udicato, dunque logicamente successivo alla condanna nella quaestio. A rive lare l’omissione rimarrebbe in Delphi C.23-4 la formula che mescola petitio e no minis delatio, risultante da un incrocio delle due procedure. Non discut erò qui le ingegnose integrazioni proposte dall'A. per il testo di Cnidos, V, che tendono ad accentuare la natura di quaestio del processo ivi regolato (in pa rticolare alla r. 35 e alle rr. 29-33, dove il richiamo alle laudationes, tipico mezzo di prov a della quaestio de repetundis, è ottenuto non senza difficoltà sintattiche); il punto di partenza che mi sembra sbagli ato
è che «The last lines of Delphi C provide for the recovery of money due to the Roman treasury after a condemnation and imposition of the fine laid down earlier in the law (C 22)...Indeed, no further procedu re logically follows on that of Del p h i C .28 ff.» [ZPE 20 (1976) 78]. La formula previst a da Delphi C.28 ss. ‘non è quella dell’a c t i o indicati, come pare in tendere lA., bensì la fo
3
ricostruibile dal le due epigrafi mi pare il seguente: minaccia di una pena fi ssa a dest inazione p u b b lica (Delphi C.19-23): indicazione dei legittimati ad agire in gi udizi O p er richiederla (Delphi C.23-24); divieto fatto ai magistrati, sotto minacci dell
a
a stessa pena. di
impedire tale giudizio (xevmerov: Delphi C.24-28); fase ir iure, concessione della
formula (Delphi C.28 ss.); nomina del banco dei recuperatores, fase apud iudicen esecuzione (Cnidos V). A mio parere, inoltre, il testo di Cnidos V è la continuazion e
27%
21.
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erano tratti quarantacinque (?), fra i q u a l i . ) con ogni probabilit Iràa, . ‘i ‘ecti attraverso una rezectio
e . l a t l o o a v v l i l a t a n i m o n n a u t i a d n r atarttriasceglliievano icqlu:indailctie membri effettivi (? ° estavano
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24 (24).
1 effettivi (°°), che pr
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da. notar.ela.
i t s e t i t n e v i d o m i s s 10 di un numero ma
dei quali, verosimilmente, era regolata la capacità (7).
_ — _ i . . . | diretta delle ultime righe di Delphi C, senza l’interruzione della clausola relativa alla
a r la t s o e m m o , c a .) t nt s e u q , a in r p : u . s d o d n E i o gl i l g e o m v multae îrrogatio (co
e h di g i r 0 a 6 a. n e u (c n c a a o l i ll s de n e m a s i s d e t , s e la r i a t p i n m e , m e o g sequenza degli ar S . R 0 J fr 3 [c i 5 h . o p C t l u e n D e in t n o o t c e s r e e i t t il r n p e o i ac Cnidos V) appena suffic
o p a o v i d , n ) e o v d o e i r ' c h c e n m a o a c r ( e , ’ e c e a o s t i l t u a m 64 (1974) 216 nt. 24]. La irrog
o l l s e , n o le ) d V ua i n tt C ’a ll o i ne de r o fi la è t o al i a c r ( e p o u s c s re la disciplina del proce i l g a a t d a l u m r o i f s e t o p a i t s u i g o la d n o c , e e s a n i t n e a B a l u b a T x e a L l l e e d n i d r o o s s e st a l l e u q e in h c n a a m : s. 8 ) 7 6 7 9 1 ( 0 2 E P , T Z T O T N o i l L e l l a r a e p c il s i u n i m s [ . d stessi Ed e n o i z u r t s o c i r a L . .] ss 5 3 1 a, fr : in o n i d a t t i e c u q n u l a u q a a t r e p a è e a legge la petitio mult
presuppone ovviamente i f l e D i d a i p o c a l l e n e ch
) 5 . nt e . s 8s 19 ) 4 7 9 1 ( 4 6 S R J , . d d E o i n [come suppongo gl , V , s o d i n C in e l i b i g g e l a r o e t r a p la ta it cr is i a m a t a t s a si non
. L i d o t n e m u n o m l e n i h c c o l b i e d e n o i z i s o p s i d a l l a d e i n o i s n e m i d e l perché risulta dal a v a t n e s e r p n o n i tt fe ef in a s s e m o e t r a p a L . o i z a p s o l a r e ’ n e c n o Emilio Paolo che n si e h c o s s e c o r p n u d a ve ti la re e h c i n c e t i n o i z i s o p s i d i d i s o d n a t t a r t , e s s e r e t n i alcun s u t a n r be li te ta vi ci c a h n i i u q e n o i s s e r p s e ’ l e h c n a e t n e m a i v v o [ a m o R a e r e g l o v s doveva o c s e i r n o n t: si s u t a n r be li i u q s u n a m o r s vi ci a e t n e l a v i u q e e m o c e r e d n e sit si deve int i s S R J , . d d E e a d n e p a l u m r o f a t s e u q u s i b b u d i e r e d n e r p m francamente a co s e z n e t r e v v a e tr al r Pe . ] o m s a n o e l p n u è . .. ge le c a h i u c a l u m r o f la ; 1 2 . nt 6 1 2 ) (1974 . s s 8 9 1 ) 4 7 9 1 ( 4 6 S R J v. , i n o i z i r c s i e u d le rapporto fra ] 6 0 2 ) 4 7 9 1 ( 4 6 S R J [ i f l e D i d e f a r g i p e a s s e t s a l l e d a r u t t e l i r a n u (1) In realtà, , N Q T I P K a l o r a p la , a n u c a l a i p m a ’ n u n i a t , isola 30> Illa I. C.| l i l al e r e i d d e v a r t n i a z n a e v r a e f e r p lasci (a e r a r g e t n i e b o si dovreb
s n e s o m i s e d e m l e n e r e r a p o i m è, ch ic . v o t o m r g o à x : ) t e i r t o n x e [ d e c e r a p g i ) COSÌCC 1131: v. supra la r
ciò,
a m i r p a t s e u q i d à t i l a d o m le al e v i t a l e r i n o i z i s o p s i d le e t a v r e s n o c o n o n o PIRA J d. (e 8 8 . p a c , a n a t i n r I x e L a l l e ; n a v i t a n r e t l a ' n u a t s i v e r p e s s (2) Nons che fo a m i r p la al a v e d e v v o r p e h c e r o t e r p il a r e , a v i t a n r e t l a ' n u e r u | scelta. Sembra
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) s. 5 2 *: , e a n i b m e Tabulae B
”
sato
alle {CA di
IL
dl;
! P a v o r t si e v o d , ) s r D'OI anne che vi fosse l'accordo delle parti.
x e L . fr (c o t u n e v n o c l e d à it iv tt na ’i ll de o s a c il o t s i v e r p a r e s. 0 2 r. la al e s r o F ‘ ) © se (4) Rr. 14-23.
() Rr. 29-35
126
O Z R E T O L O T I P A C
l e d i n e b i u s e n o i z u c e s e ' l a t s i v e r p a r e , a n n a d n o c i d o s In ca e i d n o i z u b i r t t a a l e i c i l b b u p rgani
o i l g e d a r e p o condannato ad . a n i t s e d o r t l a n u d a à t e m a r t l a ’ l l e d € o i r a r e ’ l l a a m m metà della so . ) ° ° ( e r o t t a ' l a r e , à t i l i b a b o r p i n g o n tario che, co o t n e m i d e c o r p l i , ) ” ( i r o t i d e i l g da
o t a t o n à i g o t a t s è e m Co y e a L l l o a t d a l o g e o r l l e e t u n q a n a o i s s e r p m o i d o a m i assomigl in e h c n a o d n a r e d i s n o C . a n i b m e B a l u b a T a l l e d m u r repetunda e r i g g u f s ò u p i s n o , n e l a u s s e c o a r v p i t a i z i n i ’ l l e d o t t e s l’identico as o l l e d o m ( l o u t s a c l a c i r o t a t s a i s e u d i e d o n u a e v h i c t a n r e t l a ’ all e b b e r a s , e a h v c i s i c e a d v o r p a , l o r e , v a è r o c a n a c n a . o M dell’) altr . e r p a oc ep in a t l u m r e p i iz ud gi di ne io az st te at a ll da a t a quella d la i s r o p m i a r b m e s a, rv se ri a m i s s i v a r g graccana: pur con questa ae lt mu r pe io iz ud gi l su a at ll de mo conclusione che la quaestio fu non viceversa (°°).
3. b. il iudicium recuperatorium. Vi sono due motivi, in mancanza di una provatestuale, che suggeriscono l’esistenza in età pregraccana del processo per
multa con le caratteristiche sue tipiche poi passate alla quaestio. L’uno, esaminato in un paragrafo successivo, è la sua pertinenza
ad un sistema, appunto quello delle azioni popolari, per allota già ampiamente sviluppato. L’altro è intrinseco, cioè la possibilità di ricondurre la petitio multae (con i suoi tratti tipici) a un
modello consolidato, preesistente anche alla quaestio repetunda-
26)
sa n si 10-45 ey divisione della somma in condanna fra erario e attore si trova !N graria (Mamilia) K. L. V; SCtum de aquaeduct. (Frontin. 127); 4ct0 de ‘rici
testamento aperto (D. 295.252):
(?) JRS (1974) 217 s.
ni è
©) . 71 n. Il l (F IR A in ce rt a 2); Lex rivi
127
) ? ( m u i r o t a r e p u c e r m u i c i d u ‘ il run, . e r o o t g a e r i e p p m u dei rec L'i
L I o r t i s e h i c a t u o o v x i t n a t s o s , l o d i r a u g i . r s l i A d n e persegu a l l e a v n o r t i s O T i a c a a m è a versione greca è poco informativo, ma non credovi possssa a e essere dubbio che si trattasse di recuperatores, la cui competenza nei giudizi per multa non è solo assai diffusa (per non dire escl siva) nei secoli seguenti (’), ma pure attestata nella coeva I es
latina Tabulae Bantinae (?): la denominazione è. del resto, in qualche modo implicita nella natura collegiale dell'organo giudi-
cante (*). L'impiego dei recuperatores consente di opporre
Tteeeee!l-
(®) Per l’espressione tecnica, v. Prob. 5.8; Ed. Aug. de aq. Venafr., 65 s.; in Gai
ra lettu la Per 9. 3.20. ep. Plin. .27; 3.11 Verr. in 2 Cic. tre inol Cfr. 4.105 è sottointesa.
e civil esso proc Il , IESE PuGL v. 23 XXI. p. Cisal Gall. Lex iudicium recup(eratorium) in
106. nt. 187 ) 1963 ano (Mil I e. ular form esso proc Il romano. II. a brat adom era a mult per zi giudi nei s tore pera recu dei (©) La competenza esclusiva
IA, LAUR da a sicur per data e 8 3) (190 24 ZSS in n, lage lark Popu Die n, mse Mom da
ie Stud Eine en. fahr nver tore pera Reku Das N, IDLI SCHM v. nte rece di ra anco Studii, 298; n u n o c , s. 8 7 e pu ci ae pr . ss 1 7 ) 63 19 z i e w h c S g ur ib re (F s zum ròmischen Prozes în it ke ar sb ht ic er lg pa zi ni Mu d n u ci di ri lu , R E S U A H S M I S si ci de ; mo is il ib ss po e t n e d u r p
, C I V O L I N A D , e i r o t e r p s e r a l u p o p s e n o i t c a le r e p e, s. 1 6 1 ) 3 7 9 1 n e h c n i M ( Italien 2 o s s o r G e p p e s u i G i d e r o n o n i i d u t S n i , » s e r a l u p o p . s e n o i t c a « s le r u s s n Observatio . ) 9 7 . t n 4 4 1 , a r f n s . (v (Milano 1974) 29 ss. n » t s e r o t a r e p u c e r ) r o t e a ( r p t e t e p i e u q t i b a l u t s o p i e S « : 9 . (!) R i c i d o D e l l e d i r t i b r a i l g a o t n e m i r e f i r e s s e c a f e g g e l a l e h c e r e d u l c s e i s o d n e v o D ) (2 a l l a o l o c a t s o i d è n o N . i r i v m u t n e c ai © s i d n a c i d u i s u b i t i l t s i r i v m e c e d a i s A tavole, ai ' d e r o t e r p l sito dei poteri de
o p o r p a , 6 3 5 3 . V I s o d i n C n i e h c o t t , » t a v conclusione il fa o d i è s à t i e x o v e E s à r v o ] x v r e [ v i e o u v i e t o d o r a m i d « a c i d si , e t n e c s u a e Macedoni i a t r e x o v e E e h c e r e t t e m m a e v e d i s , i n i m r e t e u d i e d à t i v i t a c i f i n g i s a l e r a v l a s r . dove, pe ) 0 2 2 ) 4 7 9 1 ( 4 6 S R J , K O O R C a d o t a l a n g e s 6 1 0 3 . y x O . P e h c n a . v [ s e r o t a r e traduce recup | x , o i ud gi i i tt de no so n no i ai , cu r vt ta pe xo va er i. ns tt e fa co € In on n zi no na mi no de os la id Cn a di pi co € 50) lla a l l e n a t a s .30); ne u a i g o l o n i m r e t a l n o c o n r e t n i o t n o r f f a r o i r a s s e c e n il e r i u e cameo istit t a t s e t t a i l a c i s s e l e z n e g r e v i d i t n e u q e r f n i n o n e l l a d a t s e i h c i r a l POSTATO O l e d o s u ’ l 6 3 . V s I o d i n C sare che in 3
o t u a c , 6 3 . V I n a i l o s clau
n e o p t a d r a z z a è n o n o od
m u r o t a r e p u c e r s i c i d u i o p i t l e d a l o s u a l c a n u a o d t i r e g g u s 5 1 8 cv 8 0 n I . e i p o c e u ° d e frraemJi sia stato ; e l a u q la al te on fr di ), 15 t. es At . m g a r F ( o ti da m u r o ta ta at $ er s m ri t ‘t e x o v ode e termine Ee i s arbitri recup
ci e, ch an r. ct ; ig vm xe di so ’u ll Su a. ic if ec sp e on zi si po op l' e er en nt ma di di in re MeRe pu apporto fra
r l u s , e l a r e n e g n i ; 3 5 . t n 3 1 4 , i z z a l o S PUGLIESE Studi e l a u q il o d n o c e s , 2 2 . t n 3 5 , l b e f e b s n o i Der Judikat
il traduttore cerco
, K A S S A L W i con asltree refcounpteratores V. iudice
128
CAPITOLO TERZO
all’anteriorità della legge bembinarispetto alla legges
Ul Dita; la
possibilità di porre in relazione il processo per multa TegOlato q quest’ultima con un modello più antico rispetto alla qa repetundarum stessa. Con questo intendo dire che l’obiezione di anacronismo può — in tesi — essere superata grazie all’esisten,, di una precisa continuità fra giudizio per multa e giudizio recuperatorio, quest’ultimo risalente ben al di là della La Tabulae Bembinae: la ricezione dei recuperatores nel Processo
formularerisale infatti, con ogni probabilità, almeno alla fine del
III secolo, perché Plauto già li conosceva (2). Tuttavia, il nesso fra recuperatores e processo multaticio, se è
un indizio grave della genesi autonoma di quest’ultimo rispetto alla guaestio, deve essere confortato da altri argomenti. In
particolare, è essenziale accertare che il nesso non si risolve nell'impiego di una giuria, ma che proprio i tratti caratteristici del processo di multa discendono dall’e ssere un iudicium recupe-
ratorium.
(*) Bacch. 270; Rud. 1282. V. SCHMIDLIN, Das
[con una prospettiva volta a trascurare le te stimonia
da KeLLy, Studies in the Civil Judicature of the Ro (Oxford 1976) 41]; PUGLIESE, sv. Recuperatores, in NNDI14 (1967) 10 77 ne. 7. 1078 op.cit., 96; in tema anche FRIER, The Rise of the Roman Ju
«pro Caecina» (Princeton 1985) 199 ss.
rists.
IL CONTROLLO SULL'ESERCIZIO DELLE CARICHE.
PUN7Z
* FUNZIONI E MODI LUI
129
grato ("). Contro questa veduta è stato però 'orc volm si ente gene rali zzaz ione sull a shiettato che si fonda disposizioni cclative 2 singoli processi recuperatòri, n, on si ;sa fino a che (”). legi ttim a punto Certamente si potrebbe osservare chela iscrizione di Chi
rid o | | di conn otat i dei pers iste nza dell a è un ulteriore indizio recuperatorio: in particolare, esecuzione pubblicistica edenan.
test imon ianz a prim a la che aggi unga Si (*). tiatio dei testi
relativa all'impiego dei recuperatores nel giudizio formulare,
per valo rizz ata stat è a laco nici tà, sua nell a pur plau tina , quella cara tdell e una poss edev a proc esso il d’al lora ricavarne che fin
l'es ecuz ione cioè succ essi va, età in atte stat e teristiche tipiche
Tabu la nell a sia trov iamo che Stat o, dell o assistita dagli organi ). (? o d i n C di e af gr pi ’e ll ne a Bembina, si
e c s i d e p m i l e k n u K di e on zi ru st co ri a ll de a z n e u l f n i ' L . ss 2 9 (#*) SCHMIDLIN, 0p.cit.,
li eg e h c i at lt su ri i io st ae qu a ll de e in ig or d’ a m e l b o r p al e r a all’A., a mio avviso, di applic à gi r. Cf . ss 5 14 ., it .c op : um ri to ra pe cu re m u i c i d u i l de o i d u t s o ll ne o t u n e t t o stesso ha do senza risposta il
o m o t s e u q n i o p p o r t r u p e n a m i r « : s. 1 1 4 ) 4 6 9 1 ( 5 1 a r u I , e s E I L c Pu o t n e m i d e c o r p a r f o n a t o n i s e r u p e h c e z n a i l g i m o s e l l e d e n i g i r o ’ l a c r i c o t i s e u q e l a r u t a n i d u i g o i g e l l o c l e d e n o i z a m r o f i d o d o m l a o d r a u g i r a i s , s e n o i t s e a u q e o i r o t a r recupe e c i l b u p i d e r o t a s u c c a ’ l l a e e r o t t a ' l l a o t i r e f n o c e r e t o p l a o d r a u g i r e h c n a a cante, si e r e t o p o t s e u q e n e i t i r i s . S o l n o c e s e i c e p s , i n o m i t s e t i d numero
o t r e c n u e r a i t n u den
. » i r o t a r e p u c e r i t n e m i d e c o r p i i t t u t a e n u m o c i v o u n n o c , un carattere e c s i r e d a i u c , . s s 9 7 0 1 ) 7 6 9 1 ( 4 1 I D N N , E S E I L G U P i d e n o i z i N s H o O p J , a ) l . s s E 1 9 , . f r (*) e v n e n e r o w h c s e G e i D , S D N E R H E B a d i t a p I i c i t n a e t J r ) 7 a 8 p 9 1 n ( i ( 7 7 S i R t J n i n e i , a n a t i argom m I x e e L h t d n a w a L e t a v i r P n a m o R n o s t h g u e o l n h e o n T i e n s u e l e c r n h i i T a d m e t n e i m ston, o c f t e m o c , e r e v i r c s o t t o s a d o n o s i n u c l a e s , a m [ . s s 7 6 l é i . h c c e r o p e t t p u t t a r p 62 ss. s o , s o i t n e l rgomenti esi
a i l g o n o s i d i l a v o t n a t o t e i r r t o l t a a r e n p o u n c e r o s s e c o r p l e rerum actus, d a n a m o r a n i l p i c s i d a l l a a n a t i n r I x e L a l l i a v d o e h t c a r i e s p e o t la o i e v r a rin r o l a v v a e h c ò u p n o n ) 9 8 . € , » r u t e r e g a e a m o R i s « e e h n c o n i a z n . i r f f e ( a l m u o r s o t a v i r p m (attraver u r o i c i d u i a i l u I vr x e , l a l l a d < a t i e t p s e o c s e r , a a s i r a t i n d u d a n s i a l , D p i r c e ? s s i a d K i a d l l e u a q t è s i fOS l i b i s s o p ù i e p n o i z i s o p a n u p sue Una 7., 68)]; . i e d u q n u m o c a t t a r t i es l a u q l ri e p ( . s s 2 4 1 ) 6 6 9 1 n e h c n i M ( , i d n e V 4 8 e d , g u A . Edòmische Zivilprozessre r a . o l o l l e o u c q i a i t n e d a v i i è t t . e a ) n o o o c t i r z e a p t a i a c i l a t l r t a e o g c g n o i a s t s e t i o e r d e m u n o il un pron jtr 9 2 . V s o d i n C . r f c : e a i l u l e a v i t e n e G e a i n o l o C x e L a l l . e o d i t a , i t e n l , s g u s o s e m C o r m o ! t e E a L P . r V e o p s s u e c i c e t o r n r i a a p a v v r a o u r | d p i e d ammesso DE Poulla proc . s s 5 7 1 ) 4 4 9 s 1 i r a e P ( u q i t n l a i v i s c è c o r n p o u i t d c u r t o s n i ’ l s n a d e Urs. XCV2. du juge . s s 0 4 . V s o d i n C ; . s s 7 5 . r r , . b m e B . b a T x e L . r f c ; . s 7 4 s e e l ’ o r e l , Y o L Fud EL
D'altra parte, a mio avviso, il problema della unitarie à Tende ad essere sovrastimato: quello che importa non è ta nto la
ricorrenza costante di tutti i tratti caratteristici, quanto la Poggi.
bilità di isolare il iudicium recuperatorium dalle altre forme di
giudizio formulare. Bisogna poi accertare se questa Specificità
che non mi pare si possa negare, è originatia o gli deriva dall’influenza della guaestio bilaterale. In questo senso, è innega. bile che le caratteristiche «rafforzate» (pubblicistiche) sono îa
qualche modo coerenti, per così dire dei naturalia, che tali
appaiono alla luce della storia. Se, come tutto lascia intendere, l'origine della reciperatio è internazionale (?), nel campo delle riparazioni belliche, essa spiega l'adozione di alcuni tratti di impronta pubblicistica, in particolare la possibilità di citare
coattivamente i testi (che, specie quando si trattava di stabilire i danni subiti da una comunità, potevano non av ere interesse a
presentarsi e, comunque, essere riluttanti ad in traprendere lunghi viaggi per recarsi nel luogo ove si svolgeva il processo) e di imporre termini rapidi per il giudizio (sia per assicurare effetti-
Vità sia per ripristinare nel più breve tempo poss ibile pacifici
rapporti). In altre parole, l'origine della reciperatio spiega quasi drammaticamente lo spostamen to dell’assetto processuale a favore del l’attore (39)
(°°) V. infra. Contra KELLY, op.cit., 40 ss. praecipue 45 s. (?) Così già STRAcHAN-DAvIDSON, Problems, 1.211 ss. > P ur in un'ottic a parzialmente diversa.
TTT
CAPITOLO TERZO
130
Il
]
Z CONTROLLO SL LL'ESERCI ZIO
I
I LLE ) I I HE. ) 1, Ù ( AR C ì
FUNZIO NI 4.
I i MODELLI
131
cgneroversie relative a fondi che nel 133 appartenevanoall’ager Di plicus _ sia che lo fossero rimasti sia che fossero in se vito
divenuti privati (r. 33 ss.) — ed un giudizio sempre recu crar i ser crediti vantati dai pubblicani in forza della legge stessae 36 ss.) Il processo (‘') possiede i tratti tipici: termini ordinatori (1.37), procedura di nomina a resectio alternata all’interno di un insieme di nomi scelto da una lista più ampia (ibid.) e, forse
è ag ra ri Le a x La (") . es ec di uz io se ne de in assistenza pubblica
del 111 a.C.: saremmo costretti quindi ad immaginare che il fo ss e si an ni po ch di i gi ro ne l bi la te ra le modello della quaestio
pe ti ti o de ll a qu el — lo co nt ig uo ca mp o un diffuso non solo in
(*) . fa re ch a e nu ll a av ev no a n cu i co n alt ri i n pu re ma multae —, e n u m o c la e r r o p p u s o c i r o t s o p p u l i v s o l l a e m r o f Sembra più con
o l l e u q o t n u p p a è e l a u q , o c i t n a ù i p o l l e d o m discendenza da un
. o i r o t a r e p u c e r
. a s s i f e l a g e l a t l u m r e p e n o i z a ’ l l e d à t e ’ l . c 4. a i s e s e r i r a i h c e r e t o p , o t n u p o t s e u q a , e t n a t r o p m i e b b Sare i d i s s e c o r p i e n s e r o t a r e p u c e r i e d tenza
e p m o c a l e plausibile ch
. o c c a r G . C i d i n n a i l g a e r o i r e t n a a i multa s
o n u t r o p p o è , i v i s s e l p m o c i n r e d o m i d u t s i d a z n a c n a m In i t n a v a o l o c e s o z r e t l a d n i f , a z n e t s i s e ' L . ) * ( i t n u p i n u c l a fissare l i b a b o r p o n o s ) . s s 7 3 . 1 , . b m e B . . b r a T g . r g a x e L ( i ( l a r i d u d e c o r p i n o i z . o i i r s o t o a r p e p s u c i e r o d i z i d u i g l e d e n (4) Le o i z a c i l p p a i d i s a c i i b m a r t s u n t e a c i d d u i a i e u q i , s n i i e u t u m o mal o l o d mente co e s t i n I . . . . e l u g o t i c a f « , 9 3 a t . n r e m a m l o c i o i e t r o e t o r i n d p e o i r l c g e s t i n r i e g ì g s u o o s C t n ) (1are oportlere soluat...» secondo qua erit d 6 3 1 . 6 3 1 , a i , r a a r g a x e l e i I D , n e s s n a u . o s J 1 1 4 , i z z a l o S L: i d u t S , E GLIES e c r t
o t n e s . l e d ; a c Mi
PU
i
: e l a i z n e s s e a r u t a r e t t e L . o t n e m a n r o i g g a n u e d ; si atten
n e t f i r h c S e r e n i e l K = [ . s s 1 4 3 ) 4 6 8 1 ( 3 G R Z n i , n i e n g o a i l z k a r a e l L u p , o a P J o L a n i e c h S c s . i V n i d . E l a t I i . d a r t a l l e Bauns P n o t a z z i l i t u i u Q 8 5 ) 313
‘ar
1881
. s s 9 7 2 ; . s s 6 6 1 ) 2 8 8 1 ( 8 2 G A n i , ) e t o n € e n o i z a f e r p n o c , e n o i z u d a r T ( , (Welmona A E K H C S U H ; ] o t i c i u c a d , . s s 8 0 1 ) 3 3 9 1 a m o R ( 1 o n a o m t o r t i n i D i r a . m I r a r , i . t a i l o c p o p Studi Giyridi =
U09 ‘L£-£9 (0 00 9. P I M P ] X 0 ] ef fe ai ef oo rm ed ui ) a y o n u e 18 99 ] È IU TE TY OI I ssd pu ‘auoIe) ip SqIsU A P O G Y 04 d [ j u 2 I N U N U O I PI ( 2 T 9 z % 9 ) " MO IU P BI OO UP gI 9, UN pe ei nu i Ja d ru or ze 9[ [P p ez ua ge si a nudddd SAMOUOG pr ap ur ap ‘i jn do d vi iz ou ur w u n u u d w n s o u o g capo anbsisnvo s q u u n u o g Si pi ps os 04 d o p u n v j o o s d ds gn >v ;d Of St o: nv ia gi w a d s p o s o w s u v ‘ w n u u d in ‘s iu za ni
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) 88 YOIT U I ‘ 2 1 7 a p o r d i v i u n IO ‘DU D I H I U A T X x ] ‘ p o E r p O I U I W E A O I N I | e p EL3gO 3 a T e j o d o d S U O I Z E U M I N S 9 ] è 3 s s H e d o ] I u s a p o p o 1 u I w O d T E [ m s o J e u I O I I I d SUOIS E I I O ,U ‘ S S # 9 ( 9 8 6 1 O U E T I J N ) « 2 0 1 4 9 9 0 0 9 w n n b o v u i S 2 U O L I P » S D ] 3 4 G OS 01pnisq DIVI “ S S I I C ( 1 8 6 1 O U E T I N N ) G ‘ p s v o s i g o p i o u s y 1 p 2 4 0 0 0 u i I P n I s U L ‘ « s 1 4 9 9 1 9 p fa Sisnffa ap o m 9 v » D I u a u o 1 v w u 1 T 9 ] a p u o w 3 2 4 £ p o p u r i n d o g ‘ I N I A O N Y Z O ]
‘SU 9g1 (7 2U €81 ‘Sa s I u s A d V P U D W A I S X ] ‘ V I I U O D I A O T O N N O V d g ‘ S S p e ] a n d a v i d
"SS 6II ‘«DU0JIVT XITD ‘OAT V S I Q ‘ S S G T ' 7 ‘ 0 5 S 0 4 5 ) I P h n i S ‘ F I A O T I N V ( ‘f S S g G I 1911091 pP U I Od T I Z U N P Y U N n s 9 I p u u ‘ n ] H I S N Y H S ‘ W O I L ‘3 S 0 9 G I ‘ 2 4 2 7 2 4 0 0 n 0 p 1 r 1 o v 2 I p u r a 7] Vaznoyg ‘ss IL a n d u a n i ‘ d o 1 n o a s 4 9 ‘ 4 0 1 1 1 1 9 4 ‘0 11 99 Y “ a y ‘ m s s o d ‘ a u r e o u m o d o d
(4OTzy a n s I p n i s ‘ V I O A V S V I ) ‘ 8 8 T E ( G G 6 I ) I 0 9 g G v ] U I ‘ o m n o ] d i P « D S 4 d q » ] Q U « S A
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ativa ridondava a favore iniziati
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della collettività (‘), non equivale perà
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della risalenza delle multe legali fisse. Infatti secondo la
ri
struzione più attendibile, alla fine della repubblica si ossona
individuare due grandi gruppi di azioni a legittimazione popo. lare. Uno, il solo a ricevere nelle fonti l'appellativo di sctiones populares, comprende le azioni pretorie con condanna a vantaggio dell’attore; un secondo, cui forse si attaglia la nozione moderna di azioni procuratorie, è rappresentato appunto dalle azioni per multa legale fissa (‘). A sua volta, il gruppo delle
ipos dis di sso ple com un va nde pre com ima dec la che a ult ris cui da alle XII tavole, mo via tro o, uit seg in , che lle que a he log ana to tut del zioni di polizia dei funerali, oso fam il : M) XM LX c. . Urs con X.1 . Tab XII es. ad assistite da azione popolare (cfr. dei a izi pol di a eri mat in oni izi pos dis le le qua il o ond sec 9, 2.5 . leg . Cic di giudizio o zi di in n u re se es e b b e r t o p , ne lo So di ne io az sl gi le a ll da e es pr ri e at funerali sarebbero st l su : e r a l o p o p e n o i z a a ll de o c e r g o us l’ e ir nt se o tt fa a si si a i r e che proprio in questa mat in
, g n u b e g z t e s e g l e f a t f l ò w Z e di f u a R u l f n i E e h c s i h c e i r g r punto per tutti DeLz, De
1 5 7 . 3 , a r r e t l o V i d u t S , R E K c a e i W ; 2 4 . t n e s. 8 7 e u p i c e a r p . ss 9 6 ) 6 6 9 1 ( 3 2 Mus.Helv. della notizia
à t i l i b i d n e t t a a l l e d o t n e m a n o i s n e m i d i r il r e p .; ss 2 7 7 e u p i c e ss. pra 7 3 ) 8 7 9 1 s i r a P ( s e l b a t e z u o d s e d i o l la r u s e u q e r g e c n e u l f n i ’ L , s o c u D . M . ciceroniana v . 9 4 t. in 0 8 e u p i c e a r p . ss 6 7 , a i r o t S , E N O T E R B a r o c n a ò r e p . r f c .; ss 1 6 e . ss e m a s e ' l v. , li ga le polari o p i n o i z a e h c i t n a ù i p e l l e d e n o i z a c i l p p a i d (5) Per l’ambito
2 ) 5 5 9 1 ( 1 o e b a L , O N I T R A M E D i d i t n o f e l l e d o r e v molto se e l l e u q o n o s e s o i z n e i c s o c e l o r a p i, at iv pr e i c i l b b u p i ss re te in i d a z n e t s i s e o c a l l u (4) S v%
.
se es em pr le o nt co i in o an ng te ne opolare, 305 58, PUr che se
5) 95 (1 1 o be La in , ri la po po ni io az e ll de na ri tt do la e a dd Fa di Pawa SEO, N’ , (6
È
. 8 8 4 4 1 e u p i c e a r p . 131 ss , ns U R B l a e l a s i r e n o i z a distin
la e h c . ss 9 4 1 .; ss 7 3 1 , ri Le azioni popola
, A J O L A I c S a d sa fe di L fu ; a n n a d n o (4) c a ll de e n o i z a n i t s e d a l l u s e t n e m l a i a z i d n i t a e t i s c e s u i l q e e d d a a i u c i , s n u r B fondav l i o n a v i che segu i
i r o t u a i r t I ‘vi 1 ® 1 n e t k e d n a P r e d h c u b r b e L , Z N I R B o r t n o c . ) e t o n € . 8 a 6 . 8 2 . a l o n ar ot op » . zi 0 ’a 0 / ione pop 10az oFpa.paDtAt, 1L' fu ripresa, con importanti precisazioni da FADDA,op.cit., 285
i n o i z a e l l e d à t i r o i r e t n a [ a c i r o t s e s a b u s ò d n o f i r la e h : n a b b A ) 3 7 8 . 1 n e g n (Erla . . Od 370 ss. € a d , ie or at ur oc pr o e ri op pr im . cd le el qu di à it or zi ss., spec. 329 55» lo al to et sp ri o t a r a p p a o t a t S € di a de ’i ll de o t n e m a d i popolari in s l o s n o c o v j i u e c e d e i s i n d s i d e r , r o e n g l u o a n i n r o p i z l à n i t u i f t n e d i i r d o d are con a u q n u n i re u p i a s i s , à t , i à t i n u m o c o t a St
CAPITOLO TERZO
134
vere e proprie actiones populares edittali si rifarebbe i ne, storica alle azioni legali, quelle, per intendersi, Cui si riferi
Plauto, dirette, si suppone, contro il gioco d azzardo, l’usuta e;
legati ultra modum: solo di esse si potrebbe affermare l’esist Da
in epoca pregraccana (*). Quanto alle altre, le azioni cd. prog, ratorie per multa fissa, se ne è argomentata la minore antichità met i
tendo nsieme due dati che, un tempo pote s e m , v b a r a n r o e indiscussi. Il primo, sul piano dei principi, ch e nella Detitio multae la legittimazione del magistrato avr ebbe preceduto quella del
cittadino; il secondo, che, in concreto, il più antico caso di legitti
mazione del privato a richiedere la mu lta sarebbe quello della Lex Iulia municipalis (capp. 6; 23
; 24; 25; 27), Cioè, secondo la data tradizionale (9) , del 45 a. C. (9),
L’idea che la petitio multae att ribuita al privato sia stata preceduta dalla legittimazione del magistrato ha tr ovato una
si avvicina DE MARTINO , Labeo 1 (1955) 39 s s . (cfr. es pressamente 40 n respinta da Mommsen t. 22)]; fu , ZSS 24 ( 1903) spec. 2
.s ‘» Secondo il quale t utte le azioni a
resse individuale: è
>
(*) Naturalmente si prescinde qui, importa, dal problema della attribu zione
,
che, secondo D'O
Flavia Municipal (Texto y co mentario) (Romae 1986) 13 s (°°) Queste due affermazioni, la cui i ricostruzion delle azioni popolari è nodale, sono con divi .
RS, La Ley
D'altra parte, anche i presunti indizi che suffragherebb ero
quest'idea sono da ridiscutere. Una conferma testuale la si vuol
vedere nella Lex lat.Tab. Bant. (r. 8 ss.): «seiue aduorsus hance legem fecerit | [......] eam peguniam quei uolet magistratus
exsigito. Sei postulabit quei petet, pr(aetor) recuperatores |
[....]rteat dato iubetoque eum, seiita pariat, condemnari popull(o)
facitoque ioudicetur. Sei condemnatus | [......] ad g(uaestorem)
urb(anum) det aut bona eius poplici possideantur facito. Sei quis mag(istratus) multam inrogare uolet| [......] partus familias taxsat liceto eig(ue) omnium rerum siremps lexs esto quasei seiis haace lege | [....... ». Si interpreta l’espressione «eam peguniam (...) sua dell’esclusiva allora, ad prova, come exsigito» magistratus municipali leggi le seguito in solo agire: ad legittimazione
(”). cittadino del petitio la avrebbero ammesso luci Lex la già che cronologico, argomento Quest'ultimo ogni perso ha (?), dubbio in revocare Lucerina avrebbe dovuto quale la persequendis, piratis de Lex della valore con la scoperta
un in e, Bant. Tab. latina Lex della anno è forse dello stesso i d e t r a p a d o i t i t e p a l e d e v e r p , ) ° ( corrispondente
contesto o g r a ’ l è , e t n e d i v e è e m o c , o t t u t t a r p o S . o n i d a qualunque citt l e d e e d i e l l a . A ' l l e d a t a r r e s a c i t i r c a L . 1 4 ) 5 5 9 1 ( 1 o e b a L , O N (*!)) De DE MARTI e s e r a l u p o p i n o i z a a fr o m s i l a u d il e r a r u c s a r t a ò r e p a t rec.) lo por
Poi in buonaparte,tali idee furono già espresse dal Bruns, ns ché, VOOR noti Si ta. mul azioni per . e z n e u g e s n o c le e tt tu se as tr é n n o n e r u p e h c ., ss 4 6 1 lari, o.
Mommsen(
, m u t n e m a r c a S s a d d n u a t l u M e , i e D E k H c s u H ; s. 6 3 1 ., it .c op S N U R B ? o p o Le azioni p
s, ie ic rn pe a d n a r c e s x E , A T I R O G I V O L O u n G A P S ; 0 2 2 : 2 6 , e r a l o p o p o i c s a L “ r e P tO 269; FADDA, ’
182 nt. 2. 53
infra
Al.
.
°
.
.
«__°
x
.
tale strumen è ia, pecuniar pena alla oltre cui, legis, sanctio co ; cdi della
. o t n e m a r u i g l e d o g i l l'obb
136
CAPITOLO TERZO
mento testuale che è fallace, perché là dove nella avrebbe dovuto o comunque potuto trovarsi l’indic aLZeixo latin, ne de; legittimati ad agire, c'è una lacuna di circa trenta lettere l’enunciato che ancora si legge, «eazz peguniam quei vol,
magistratus exsigito», non può in alcun modo “ssere confus o co,
l'attribuzione della petitio. Vi è infatti un’antitesi fra l'exigere del
magistrato, inteso come esazione assistita dalla coercitio, è |
petere, cui si riferisce il seguito della disposizione. Per chiatire l'opposizione, un parallelo significativo è fornito da un Passo delle Verrine, relativo all’editto provinciale esposto da Verre
nel quale, per garantire l’esazione della decima, vengon o cumu. lati contro i coltivatori l’exactio dei magistrati siciliani e un giudizio recuperatorio promovibile dai decumani: una soluzione
la cui efficacia non poteva essere negata, nonostante l’iniquità dei fini (*). Del resto, la complem entarietà (e, insieme, la
distinzione) fra petitio del privato e exactio del magistrato, in relazion e a pene pecuniarie fisse, si trova espressamente nelle
€ pare assai prob proprio in quel punto, nella for abile visto che mula ricorrente nella prima tavol a d e l l a LXXIII appartiene (ripetuta ai c. LXXIV; LXXV. LXXXI), si trova exle6g( ge2 cu) ,0 iilDÌc.
In questi esempi, l’exactio è inequivocabilmente contrapposta alla pe titio, rab ren.
tando la fase esecutiva rispetto alla fase di accertamento [quest'ultim a, la differnza di quanto pare essere il caso più antico, sembra talora presupposto dell’exzotio, si
IL CONTROLLO SULL'ESERCIZIO DELLE CARIC HE. FUNZIONI E MODELLI
137
considera chee lala Lex latina prevede subito do po che il pretor
s u r i c h i e s t d a e l l ’ a t t o r ( e « q uei petet»!) un giudiziPorrneocruea d e c i n o c peratorio, non si potrà pol nemmeno pensare che quell’«exsi
gito» rimandasse ad una meanus iniectio del magistrato: non sol
perché l'ipotesi della mzanus iniectio esperita da chi avelta a sua
disposizione
il
procedimento
amministrativo-coercitivo è
assurda( ), Ina perché la legge testimonia appunto di uno
stadio in CUI $1 prevede come normale non già l'esecuzione parata, ma il processo di cognizione (*). Data l’infungibilità fra exigere e petere, è chiaro che l’attribuzione dell’exactio al magistrato non riguarda in alcun modo il
profilo della legittimazione al iudicium recuperatorium menzio-
nell a com e impr egiu dica tutt to; o del rest a che segu ito, nel nato
a che prob abil e sem bra pers eque ndis , pira tis de coeva Lex
Sar ebb e (?). citt adin o qua lun que chi ama to quest’ultimo fosse a magi stra il to invit i si legg e strano, del resto, che nella stessa met à dell a limi te il sal vo appr ezzamento, di libe rtà con multare eser cita re ad chia mi si lo poi e tras gres sore del , del patrimonio alla peti tum nel rist rett a solo non un'azione di cognizione
— quas i 0 — pari tà di cond izio ni in ma legg e, per somma stabilita . l ) a 1 7 . n I I I A R I F ( 9 1 o r t e r , a n i t e l o p S i c u L x e L a, c i t n a ù i p e n o i z e c c a ' l l e n anche, il n o c e s , 9 . I I , . o nau
c u e l e S e d . s e a C . t c O . t s i p E e r r u d d a e b b e r t o p i s e n o Come eccezi Ù O T E T v O T U O T « e r r u d a r t o m i s s e v o d s. 7 6 r. a l l a A 313)
R I F ( z i u R o i c n a r A ’ l e A T S E F
i u c e a i n u c e p e u q s u i e « : e u g e s e m o c » w t o g e t g i E a o r x t a ] u m [ i a ] i t v o X g P [ | i o t s o t xofua
. » o t s e o i t c a x e t e o i t u c e s r o e t a p r t s i g a m l ei volet ch a e d i ’ l o d n a t t e c c a r u p , 0 2 2 , e r a l o p o p , e n o i z a ' L | , A D D A F à i g () Così | . o i t i t e p a l l I a o t a m i e t h t o c i s g a c e i c l l n i r u a ’ e t o p s i v e r i fosse l p r a o r t e a r e p u c e r i e o d i t a d a el h e c r a t t e i b o e s s e l o v , o s a c i o h t s c e u q n i A e h c e r e d n (8) o p s i r e b b e r t o p si
, t e r e l l e p e d i b i s 7 4 2 4 7 7 o t s u u d o n m e v , ) n o t n o e m a c r c a s ( il m e n o i t c a s i g e l r e p e r i g a o t u v o d bbe e r a s i s : s e r o t a r , e p! p u ci c in e pr r i i d o d n a o c n i se m o n a l a e n a r t s e è , e t n e l a v e r p a n i r t t o d a l o d e l i v i n c o c o e s s s e c o e, r al P qu . v s l , a A i C d n N e A ag M A L A T ; ) . l b i b 1 . t n ( 6 7 (1967) 10 v. PUGLIESE,
n
. 9 4 1 . t n 2 2 ) 7 8 9 1 ( in ED 36
e s r o f ( a n u c a e l l a u t t a ' l l e n o t i c i l p s e e s s o f t e l o v s i u q l o a t n e m i r e f i r Da TO e e r a l o p o p e ja Cc n o i z a m i t t i g e l a l , e n o i z a c i f i c e p s e u q n u l a u q o d n a c n a m e h c a i s ) e v e r b troppo . a s e t n i o t t o s e s s fo
138
CAPITOLO TERZO
d’armi col delinquente. Soprattutto, che all’azione day
anti A
jeg
x
oÌ
recuperatori fosse chiamato il privato lo ammette Ja se a an qu tre men , et» pet i que t abi tul pos i «Se e ion ess spr l’e del 0. co . . L. . .
.
.
.
Nerj
e
n n
parla dei compiti del magistrato questi viene chiamato col si nome. La legge, insomma, voleva disporre un sistema ; bi possibile completo di protezione: o interviene il magistrato È tutto il suo potere di imporre multe (°) o di procedere alle cuzione amministrativa per il credito ex /ege, oppure vi si può
pr
n
n ve
sostituire il cittadino, naturalmente con quelle restrizioni di
cl
ziale fra questi e il privato cui è imputata la trasgressione, Un altro argomento addotto da chi propende p er la Origina-
ri vi
contenuto e forma che sono conformi alla pari dignità poten.
es
ria legittimazione esclusiva dei magistrati nelle azioni per multa
petitio esto....| ...©amque pecu niam v
(*) Soggetto a provocatio. (°) Bruns, Le azioni popolari, 136; contra, prudentemen te già F
popolare, 65 ss. ADDA, L'azione (*) Bruns, Fontes', n. 32; aderisce ScIAL O J A , L e a z i o n i Popolari 133 n sx . nel senso del testo, però già VoIGT, Ueber die lex Cornelia sumtuari, t. 6. Contra, 4, in Berichte der
LN
ei multa esto HS [X] ei
E ses
ti
Fragmentum Tudertinum (
N O I Z N U F E H C I R A C E L L E D O I Z I C R E S E ’ L L U S O L L O R T N O C IL I E MODELLI 0
139
E
i ch ti an i ù pi l l e d o a m t i i d c s e u n i o o r c i o z p a t i m i , ’ i h c i t n a legg® sembra un i D a v i t a n r e t l a ' l e l a u q a l l e d e c u l a l l a , la Lex Silia e m co e
le
e si e
é inaa è la scelta fr‘a un sen so: un for se ac qu is rig ta a sell’ultima Ì
i i, in rm te i tr al In ). (© um cr sa in o ti ca di multae irrogatto € la zu primo membro dell'ultima riga citata del framinento ditoda anche se impropriamente, si riferisce alla multa discrezionaled |
magistrato, da difendere davanti all'assemblea. Nulla a ch
vedere, insomma, con la pezitio della pena pecuniaria fissa di
cui è parola prima della lacuna; non c’è motivo, mi pare pér re se ti e ss te po a ss fi na pe le ta , la go re escludere che, come di o t t e d ra no fi o l l e u q o tt tu , zi an : o n i d a t t i c e u q n u l a u q a d a richiest ). (* a i l g i s n o c lo vivacemente l de a ic or st za en ed ec pr a ll de zi di in ti os pp su i In definitiva, de no so , co ti an ù pi il i cu a fr e, du , ne magistrato nella legittimazio ne io az im tt gi le di ri cu si si Ca e. ar in im el da à it il ab ob pr ni og con mi n no se o, on ng ma ri ne to ra st gi ma l de a iv us (petitio) escl e h c , s. 3 6 2 e u p i c e a r p . ss 4 4 2 ) 0 9 8 1 ( n e t f a h c s n e s s i W r e d t f a h c s l l kònigl. Sichs. Gese . o t s e ) e g e ( l ) c a ( h o i t i t e p t e l o v i u q e a i n u c e p e u q s u i e « : e n o i z u t i t s e r e t n e u g e s a l e n o p o pr n i l e v e r e t e p o i c i d u i i l u p o p ] t e l o v m a t n a u q t e l o v e r a g o r r i m a t l u m s u t a r t s i g a m Si quis A D I R n i , » a n i t r e d u T x e l « a L , s i c i n i m o D e D ) . M ( e d r o c n o c ; » ] o [ t e c i l e r a c i sacrum iud l u s a r o c n A , . p I n i e t n e m l a r e t t e l i s a u q o s e r p i r [ . s s 6 8 1 e u p i c e a r p . s s 3 8 1 3? s., 3 (1956) rso il confronto
e v a r t t a ] . s s 7 5 2 ) 5 6 9 1 ( 2 1 , s. ° 3 A D I R n i , » m u n i t r e d u T «Fragmentum o r t l a r e p , a t t e m m a . A P e n e b b e s , ) 5 2 . n , ! s e t n o F , S N U R B ( e s n e n a l o i d e M . a r g o a n r o f s il a t i c con e h c i l l e u ati (ma tutti q
r t s i g a m a a t a v r e s i r o i t i t e p i d i s a c verso, numerosi i i c a h s u s r e v d a esempi di exactio). s u t a r t s i g a m s i u q i s « : ) 1 . n P A R I F = L 8 8 2 : P , . t s e F ( a i l i S x e L (©) s u t a r t s i g a m t e l o v s i u q m u e , t n a i f a e d o u q t i u d d a e u m u l o d i, er fi e u t i r e s s u i t i 4Am.(...) fax , t t r e u l o u e r a c i d u i m u r c a s n i s i u q e u i s ; o t e c i l t a x a t s a i | famil i . n | i a t d r a p e a r t o s n o i p m o r p m u d » . e . r . a e t u s l mu ; » o t s e o t t i t e p e a i n u ceto
affermare che la Lex Calpurnia de repetundis si identificava con
la legge introduttiva della condictio de omni certa re è falso, perché la Lex Tabulae Bembinae dice chiaramente che sottola
Lex Calpurnia de repetundis si agiva sacramento, un modus
agendidiverso dalla legis actio per condictionem (©). A livello di
fatto da modello alla guaestio, perché l’iniziativa avanti quest’ultima fosse popolare; infatti, in quanto procedimento restitutorio, la reciper atio non poteva che far capo all’iniziativa dei danneggiati, quand’anche assistiti da patroni( non a caso i patroni della Lex Tabulae Bembinae, residuo di quel sistema, hanno una posizione subordi-
nata e diversa da quella del delato r). L’iniziativa popolare si spiega i n v e c e con l'influenza diretta d
ella azione popolare per multa.
(*) Affermano il superamento della conc ezione mommseniana, per tutti, PONTENAY DE FONTETTE, Leges repetundarum 26 ss.; SERRAO, $2%di de F 0. >
)
.)
VENTURINI, BIDR 72 (1969) 19; LINTOTT, ZSS 98 (
;
e
>
i
S
F'rancisci, 2.485 ss
:
. | 1981) 173 nt. 48. (”) Secondo la integrazione comunemente accettata di Ulp. 1.1
(*) V. CasavoLa, Lex Cincia. Contributo alla storia delle origini della donazione
romana (Napoli 1960) 128 nt. 13 (con bibl.): ARCHI, sv. Donazione (Diritto romano) in ED 13 (1964) praecipue 940 ss. Cfr. VENT i | ”
238 nt. 4.
PraCoP
URINI, Stadi sul «crimen repetundarum»,
(?) L’obiezione risale a GIRARD, L’bistoîre de la
NRHD 19 (1895) 408 ss. praecipue 417 s.; in s eguito, per tutti i STRACHAN. Problems, 2.5 s.; We1B, Studien zu den Ròmischen Rechtsquellen (Leipzi N DORITDSON (con argomenti discutibili); PONTENAY DE FONTETTE, Leges 8 sa repetunda
.
LinToTT, The procedure under the leges Calpurnia and lunia di P e e n e t u n — 0 d i v , d , actio
per sponsionera, in ZPE 22 (1976) 208 nt. 4. In realtà l’incongruenza non er a sfuggita a Mom
msen, Strafrecht, 721 ss., m Perarla a i l s (op.cit., u o t e 722 n t a t i v di ent suificazione nt. 4) mi sembra francamente incomprensibile. Ancora per ol’id fra la Lex
aL CARICCHE. FUNZIONI E MODELLI IL CONTROLLO SULL’ESERCIZIO DELLE
153
del reato nella Lex Tabulae Bembinae, intendendolo come riferimento (tecnico) a qualunque arricchimento, svalutando a pleonasmi i successivi participi «coactum conciliatum ablatum avor-
sum» (*). Una esegesi più equilibrata vi legge invece una
con cilia«c a oa ct um ri sp et to so e pr ao rd in at a un nozione ificatrice att raill eci te mo da le li tà sp ec if ch ic e an Ve o rb i av or tum sum», le se nz a ca pe re (il ), verso cui si è perpetrato l'arricchimento st es so ne ll o l’a nti giu rid ici tà; af fe rm are quali non se ne potrebbe (te cri fe ri me nt o co me in te so vi en e «a bl at um » id ee , di ordine di no zi on e ne ll a ri en tr an ti ar ri cc di hi me nt o mo da lità nico) alle furto (”). in co rp o, pr en de re se mb ra co nd ic ti o, Fatta giustizia della
in da ga a re ri nu nc ia to ha no n ch e do tt ri na quella parte della
lare; roni
o i t c a s i g e l a L , O L L I R E H C S e n o i t c i d n o c e d a i n r u p I a C x e L a l e m u r a d n u t e p e r Calpurnia ) 9 6 9 1 ( 0 2 a r u I n i , e r a l u m r o f o s s e c o r p l e d i n i g i r o e l € m e n o i t a l u t s o p e v i r t i b r a s i per iudic 12 s.
1. nt. 714 Strafrecht, MOMMSEN, x e L (°) a l l a o n i f , . A ’ l r e P . s s 4 1 3 , » m u r a d n u t e p e r n e m i r c « l u s i d u t S , I N I R U l T e N d E o V t t i f (?) o r p l a d a t a c i f i t n e d i ( e n o i s s u c n o c a l o l o s a t i p l o c a r e a s e r p m o i u d i v i d n i i l o Cornelia c g n i s a d o t i b u s o c i m o n o c e o n n a d o l e l l a r a p l a d € o i r a n o i s s u c magistrato con a l l e d © m u i r e p m i l l e d o s o l o d i s r a c i l p s e ’ l l a i b m a r t n e i l i b i c u d n o c i r e i r o à t t i a v n i r t e t v e o l l g o c i a o d n a o da t e i v , a v i t t prospe
e r a t u m a a i l u I x e L a l u f ; ) . 5 1 0 5 , . t i c . p o : , s o a t t a r t s i potes n i m m a o i r o t i r r e t l e n e l a i n o m i r t a p o t n e m e r c n i i n g o e r i u g e s n o c i d i l a i c n i . ] . prov s s 2 0 2 ) 1 8 9 1 ( 8 9 S S Z , T T O T N I L e h c n a . r f c [ à t i l a r e b i l i d e e n u o i d z a t i t e c i c t a ' t l a f n e I . a n a i n e dunque anch s m m o m a l l e u q a a g o l a n a è e l a n o o p i o z c n s u f e a m v o i c t t e a p v s e o v r a p a s l i d n u t e p e r Peraltro, e d o i z i d u i g l i e h c e r e n e t i r | e f f i d a L . i t a i g i g e n n a d i e d e l a i n o m i la ristorazione patr
o t n a u q r e p , e t n e m e t n e u g e s n o C . i t a i g g e n n a d a dai
i t i s e d a o n a t r o p e r u le due lett
Per
analoghi. . o
entrambi gli ‘1
a l e h c o i v v o o n o d n e r e i r o t u t i t s e r à t i l a n i f le
e f f i d , e t n e m a v o u N . i t a i g g e n n a d i l o g n i s i a o nome propri . a v o r p a l l e d e r e n o ' l l e d a z n e d i c n i a s r e v i d a l è i n sizio
CAPITOLO TERZO
154
s h e h c a e d i ’ l , m u r a d n u t e p e r o i t c a ’ l l e d i l a i z n a t s o s i t t e p s a sugli
. i d a t s o p s i r a n u e s s o f n o n e t n e n a m r e p e t r o c a l l e d e n o i z u t . . i ti sost, bengì privata), dell’azione processuale (rafforzamento >
x
0
ineg altrimenti responsabilità una ziale. cioè la creazione di >
; ’ l l e d o i z i c r e s e ' l l e n i t u i p m o c i t a v i r p i d vi si le ti at i stente per gl e m O c e ù, b pi b e r a , S n e n o o n i z i t e p i o a r l t l s e o d p perium. Presup nel pensiero di Mommsen, l'arricchimento in sé (anche per x
accettazione diliberalità spontanee), ma le sue modalità Illecite. l’atto illecito, di regola non fonte di responsabilità penale in
quanto coperto dallo schermo dell’imzperzzzz, lo diventa con la
creazione di una giurisdizione speciale (*).
La premessa teorica su cui si regge questa impostazione (*)
è quella della insindacabilità degli atti coperti dall’imzperium, che risale, ma in forma più problematica che assertoria, a Buckland ('°). In realtà, sulla esattezza di questa premessa nutroforti dubbi (!%).
(*) A questa prospettiva, fondata da BuckLAND, JRS 27 (1937) 37 ss. aderiscono, con ulteriori contributi, DAUBE, The peregrine praetor, in JRS 41 (1951) 68 ss.; SERRAO, Studi de Francisci, 2. 486 ss.: EpER , Das vorsullanische Repetundenverf., 39 nt. 1; VENTURINI, Studi sul «crimen re petundarum», 237 ss. (’) In realtà, alla radice di questa co ncezi
(‘°°) JRS 27 (1937) 37 ss. ('") Riserve significative si trovano già in W
Magistrates, in Phoenix 22 (1968) 32 ss. ’ spec. . 3 3 nt. ; 8eL I
nt. 54. Il problema della responsabilità civile dei
caOTT Z9S 98(1981) 174
waltung in der Spitantike (Wiesbaden 1981) ; ivi, 190 ss. rassegna di
reati comuni]; la dottrina meno recente, seguiva senza eccez ioni l'opinione di Mom a l iù con qualche preci
sazione: per tutti, WENGER, Praetor und Forme] (Minch tutt'al più (che notava la mancanza di esempi sicuri nelle fonti); KUBLER, sv. nenen 1926) 50 14.1 (1928) 428 s.; LEIFER, Studien zum antiken Amterwesen. I Zaprat,in RE SCRICHtE
des
;
i
I Z N U F , E H C I R A C E L L E D O I Z I C R E S E ' L Il CONTROLLO SUL ONI E MODEL LI i
StiÌ,
ti -O n .6gj
155
. : l f i o r u a l n u i i l d o i m b i a r c p o v i u q n e i n I e c , o c a r t , O n i r p , o n o t s Esi à t e i l i l t a i a r i r b e z t a l e e i n s ‘ a e e n n d d e o p u p a r s l p e l s r u i s e sjone giur .
.
i t a r t s i g a M 1 € o t a t i c o t s e t . D d n a l pePrio. Al k c u B a o d z z a r a b m i n o c cum IM i l i r u i n i lità all’actio
assoggettabi a all'actio iniuriarum aesti1 . o D n e m e l r a e g n aggiu
n im, )
a l l a o v i t a l e r , 2 3 . 10 MO 47.A 4 da o n o s , ) ° ' a ( i r o t ma
ite. , ra 2h
i u b i r t t a i t t a a e r n f o i z n i t s i a d u g i b m a ’ l e o h t c i t i z n a n n o I n a r t . mos . : | 1 l i a l i b i r e f i r 4 i t t a e o | n r e v o g i d i n o i z n u f e l l e i t n e s e a i l bi o d o m n a i t a t n o r f f a a r , e s u t a v i r p ! f u a m , a c i r a c a e c' e r o t deten
©,
d ombra.
r e p r u t i g i d i u q i S « : ) o n i b a S à i g e s r o f ice U piano (o
Li
i u q e o n o g n e v , a z n a t s o s n I . ) * ! ( » i r i n e v n o c t s e t o p m u tus, iniuriar he
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sia 39 olta ellea che
oltre a
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sulle itto quod metus causa (!®). ,
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33
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h.t.,
I testi
e n e o s z o l o c i r e p o a i z a p s o c o a p v a i c s a l e h c a elastico e PE ni
a r t s i g a m a i c u d i f l e v s u t a v i r ip s a u q l e v s u t a r t s i g a m t iniuriam feceri
c o t n e m a t r o p m o c l i , i l r e u g n i t s i d i d e r a c r e c arati, senza . » o t a r t s i g a m i d e t s e v n i « o l o»e quel
t a v i r p a d « e r i n i f e d o m a i s pos
, o t a v i r p a d e t n e m a r e t n i o t a r e d i s n o c è o n u ’ l é n , e t n e m Ma, esatta i n o i s s e r p s e e l l
a o t a d i f f a o i g g a s s e m l i è : o t a r t s i g a m a d o r t l a ’ l né l e d a z n a g o r r a ' l n o c è o i c ( s u t a r t s i g a m a i c u d i f € s u t a v i quasi pr e c u l a l l a e r a l o c i t r a p n i ( e l a t e r p m e s a t s e r o t a r t s i g a m l I , ) potere). a v i v a r o c n a a r e e h c e r e t o p l e d a c i t s i l a n o s r e p e n o i z e c n o c della a s n o p s e r o l r e d n e r o r e s s e v o d i t t a i t r e c e h c a v e d u l c s e i s l i e r r ma non o p l e n e h c n A . o n i d a t t i c e l a m r o n n u i d a u g e r t s a l l 7 7 a 1 0 . . . « bile : a c i t s a l e è a z n e d u r p s i r u i g a l , o t i c e l l i ’ l e o t i c e l l i limite fra , t a i f s e r o m s o n o b
s u s r e v d a e a u q , m a c t e m e c o r i t a M e 5 s 0 l 1 u l m e i d p i ; e t i acc m i ; l l I . ) | » t i l u t . n i e t c e r s u t a r t s i g a m m a u q non cam
on
27
e l l e d o d o i r e p il r e p i b b u d . n o c ( s. 0 4 ) 3 6 9 1 : n e l a A . t s i e 1931; r r a r e n e g n i ò u p , 8 3 ) 7 3 9 1 ( 7 2
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S R J , D N A L K C U B a f e n e h c | s i m a r e r b a n u È b r b a J n e t s r E romischen m i t h c e r t a v i r P s e h c s i m o R . o e b a L , E C I N R E P e h c ” o i z a z z i l i t u I origini); à t i l i b a s n o p s e r a l e s s a g e n . s s 5 6 1 ) 3 6 9 1 n e l a A . t s i r .1 (1900; 2 D I r I neo e z r e s t a K r de ert
4 ) 3 8 6 9 1 ( 2 x 2 i n e o h P R p, N civile METEI trat.
i
2 2 6 4 . 4 1 . 9 4 . D e 6 4 1 8 1 . D . r f C (0) !
u
”
. . e o t n e l o i v o n n a d i d a m e t n i e h c r e c i R , I N I R . A 2 3 Z . L A B i d a r u t t e l a l v. (1%) D ql n Ù s. 3 1 1 ) 9 6 9 1 o a (19) D. diritto romano (Padov
rapina el
; re d uo «Q o: og lu o tr al un in a rn to ri i convenzioni social Publica
i ms ia el , fit s e r o m s o n o b m u d n u c e vindicandae causa s
contumeliam alicuius pertinet, quia tamen non ea mente Magistra tus facit, ut iniuriam faciat, sed ad vindictam matestatis Publica, respiciat, actione iniuriarum non tenetur» ("°). Per CONVerso
non genera responsabilità il danno che è portato «ire licito 4
ture honoris quem (magistratus) sustinet» (!) ovvero «iure dote. statis» (!*). Insomma, questi passi mostrano che la giurispry. denza —- legata alla prassi edittale — non aveva timori reverenziali
(almeno a parole) nell’indicare i limiti del buon agire dei magistrati e, per converso, la loro sottomissione all’ordinamento. Non sarebbe apprezzabile ironizzare sulla sostanziale
vacuità dei suoi enunciati, per cui è lecito ciò che avviene «iure
licito» ed è illecito ciò che avviene «per inturiam», perché, in
realtà, il solo dire «iure potestatis» 0 «quod ad vindictam maiesta
cui furono espressi. Comunque, il modo di procedere di per sé
significativo, perché mostra che, nell’azione dei magistrati, c'erano — qualsiasi essi fossero in concreto = limiti invalicabili, al di là dei quali sorgeva la responsabilità penale.
Può essere utile considerare quali siano gli istituti pre si in esame dalla giurisprudenza. Prima di concludere che il fatto che
ci siano pervenute notizie solo sull’actio inturiarum e sull’edit to quod metus causa è un risultato della selezione dei test i inclusi nella compilazione, è opportuno riflettere sull’incidenza di que-
(!%) D. 47.10.33. Per il testo, v. Mo. ad b./ (7) D. 4.2.3.1. L’enunciato è itp. secondo EISELE, Bertrige zur Erkenntniss der Digesteninterpolationen. Dritter Beitrag, in ZSS 13 (1892) 133, in quanto «ùberfliissig»; cfr. comunque von Lùstow, Der Ediktstitel «Quod metus causa gestum erit» (Greifswald 1932) 103: «Der Kern des Stiickes, die Betonung des Unterschiedes
zwischen rechtmassigen und rechtswidrigen Amtshandlungen, mag schon in der klassischen Vorlage gestanden haben».
(‘) D, 47.10.13.6.
si N x cà
156
CAPITOLO TERZO
IL CONTROLLO SULL’ESERCIZIO DELLE ut CARICH E.
il
‘ae ;a
xdra
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ISO
FUNZIC INI E MODELLI
157
I istituti rispetto al campo di applicazione delle Leges repet epetun-
Le trance fattispecieal che rientrano nel co ncetto di iniuriaea sono enz ate SI "I A ten di applicazione della quaestio de
‘ali Ioni m le colpiva che onetundis, repetu p alversazioni patrimoniali. Per quanto
guarda l’editto quod metus causa gestum erit, è opinione ben $ rl >
i
consolidata che la formula Octaviana, con cui comincia la storia
a
ui N
Cornelia Lex sulla proprio modellata di questo editto, sla stata de repetundis, con lo scopo di colpire i membri del seguito del
de;
carica, di privi quanto in COPIO ettue Piono ne
= le
ae
In ae
1
;
109
ore vela Na si dulaue significativamente que preterioritppare “imedio il ideazione DL eiclo sovrapporsi senza repetundis, de legislazione alla complementare fà Ulpiano quale nel 4.2.3.1, D. di tenore il caso a non ad essa:
all’applifavorevole soluzione la risalire all’autorità di Pomponio lungo per che indicare sembra magistrati, ai cabilità dell’editto È concorrenza. possibile una di problema tempo non si pose il
n é I, J
proconsideriamo ne se soprattutto tuttavia non è impossibile, dettato presumibile al rispetto formulazione prio la più ampia complessa sua della periodo primo nel che, (!!°), legislativo de legislazione la integrare per usato stato sia rimedio il storia,
:
per cioè e essa, di destinatari stessi confronti degli
nei volta questa vista, di punto secondo un sotto repetundis colpire le
w R g Z n i , l e m r o F e h c s i n a i v a t c O e i d r e b e U , F F R O D u R a e l a s s u i r t e e m n o d i o z u a Q r « t s l o e t m i i t d s t k i d E r e (1%) La D , W O T B di Ù ron L : n o v . r f c i l ; a . s i s c 9 4 1 e i u p i c e a a z r n p e d . s n s o p 1 s 3 i 1 r r o ) c 5 4 la 8 1 ( o n 12 o s i l a p i c n i r p i t n e m o g r a ; ) . l b i b 9 . t n . d i b i ( 7 2 1 ». t d t , A r 3 e 2 5 1 m . 5 u 6 . t 3 . s r r e e V g n i 2 a . c i C a o d caus n o g g a r t i s e h c e i z i t o n e l e ) e l , r i e r t e n f u e a c ( a e r r a u c t i a g r e t t e l a l l terminolo e N . S . s 5 6 . p , . c s A , a e d t n e m l i m s i o r e v , e 1 2 4 4 . 1 e 1 u p . i c e 1 a r p , . s s m 5 e 3 1 r , e h t c r a e c i r R , f I N I R A . Z L A O B a d o t i d n o f o r p p a e t n e m r a a i l g o l o o e c d i i a t n u r i a d p i c i d a r e > l l A . o t e v i r e i f r i V , A N U R B A L e h c n a . r f c ; ) . l b i b 9 n e h c s i m ò r m i Ie o g n a w Z r e D , P M A K t r a H e ) 6 3 . t n 4 1 e u p i c e a r p ‘ s s 4 1 ? 3 . e n mn (147 e l a u q il ; ) . l b i b 1 2 . t n . d i b i ( . s s 0 5 2 e u p i c e a r p . s o s d 5 4 2 ) 1 7 9 1 ; n a l ) 0 1 7 i l d r o e Amst (Na. p io iz ud gi n u d a a av rt po a an vi ta Oc a l u m r o f la e h c o, el ll ra pa il re za or ff ra o s hi ec i t o n
CAPITOLO TERZO
158
| la al o n i F . a t i d n e v a r p m o c i d i t t a r t n o c n i e t a l e c i n estorsio Cg8e
> o at et vi a r e n o n e l a t e m o c i z o g e n i d e Giulia la conclusion e s o n u n i , e z n a i n o m i t s e t e a du
d a v a c i r si e m o c , i t a r t s magi . o d n e d u l l i , e h c e r e p a s a e n e i v si a n u a D . contesto, di Cicerone i o o n r a b v e i h v c a i , t e n v a i i l s g s i e n c o c i u z s a r e n à e e sull’onest dell g y t r o m e d ' n i i s i n « , i v a i h c s i d a i c n i v o r p n i o t s bito solo l'acqui
s, fe di a , a l i n r u p l a C e g g e l a l o t t o s a r o c n a , e h , c a r t l a ' l l a d ; » m u c lo a b o r i p a s s a e è m o c , e e . S ) l ! i ! b ( i s s i «Emi», pur fragile, era amm bile, la norma cui fa riferimento Cicerone era la stessa dell
ò u p e n e , s e r o s n e C e il n o t e a r C e d n o p s i r o a t a m a i h c u f e l a qu
a a at l et , vi u n o f o d o n i r o e g p n o u t l s o e c u r q i a d ’ l l e e , ricavar che n a e c h i c f i n g i s ò i C . a ) i ! c ( n i v o r i p t n t i a r conclusione di cont
a z n a i n o m i t e s r e a o t l i l e a r n e o t i n z a i è r l’editto, la cui prima appa l ò t su r e o l p a u q a l ) — * a ' i ( l u x I e a , L l i l d a di Cicerone e, quin gi ma i us ab li ag a tt lo a ll ne — ) (! a ov nu la go punto qualche re
aett dir n no o en om rl pe o o ot vu io az sp o un a stratuali colmav us. met vi si clu con ali ttu tra con ti por rap dei llo que o, ert mente cop
si za den pru ris giu e e tor pre e ch di in qu ra mb Se ve causa ('’). (1!) Cic. 2 in Verr. 4.5.9 e 4.4.8.
(2) suo in ancora (1981)
Per Catone, si vedano i frammenti dell’orazione apud populum de consulatu ORFn. 8.IV e specialmente Apul. 4pol. 17.9 [la regola era probabilmente la medesimaosservata dall’Emiliano: v. Poseid., fr. 59 J; cfr. LINTOTT ZSS 98 165 e nt. 18; 176]. Per il periodo intermedio, non sembrano probabili
modifiche: il disposto delle leggi de repetundis non mutò dalla Lex Tabulae Bembinae
- nella quale un simile divieto non ha spazio — almenofino alla Lex Iulia (VENTURINI,
di esa dif ) ria ina mag (im la del ne zio sta mpo L'i ). 314 », rum nda Studi sul «crimen repetu
get con a all e nt me sa ci de i ors opp ra mb se mi ne ero Cic di one azi fut Verre e della con
tura di LINTOTT ZSS 98 (1981) 176 che esistesse già alla fine del secondo secolo un
so. sen sto que in o iet div generale
ria sto la r Pe , CA EN RV CE . ctr : ana avi Oct a mul for la ale ris . a.C (13) Circa all’80
dell'editto «quod metus causa» (a proposito di D. 4,2,1 e 3), in SDHI31 (1965) 317.
(14) Cfr. D. 48.11.8.1 dove comunque sembra che la legge rendesse nulli i
sve ori min ris plu s one ati loc es ion dit (ve e ion les contratti solo sul presupposto della
factae).
i
ni io iz nd co a o zi go ne un di e on si lu nc co la ue nq (15) È probabile che comu V le el i ; n ragione della posizione rivestita sarebbe potuta ricadere nella previgiugulatorie i . i at it i rr Ve e ll de i ss pa si es st o n a r t s o m i d i gl e p m o . , ti c ia ne ta av ci tt , Tu o i t s e a u q sione della
i ne ci ti is at iv ei pr i d e m i r o d n a g e n n o n , li ua “ragistrat ti et ot pr o ‘ ; e d e n o i z a l s i g e l a l l a d i t t e t o r p ; perti O poco
i t a i c s a l i p m a c ‘
. s i d n u t e p e d u r p s i r u i g e n o i s s e l f i r a l l e d e c c a r t le al e a ! Oltre nziale in te i responsabilità penale dei magistrati, vi è comung ue un D oargo mento decisivo per mostrare 1 limiti dell'opinione che fond la onda vopetu nda) Leges dalle offert i rimed i dei specificità sull dei abusi gli contr o tutela di forme altre di inesistenza sco
a
AO
.
-
,
re; el
roca une potest as la o l’imp erium strati. Proprio chi considera ‘Mostr a privat istich e azioni delle forze modes te alle inaccessibile di intendere bene il senso — che è proprio opposto — dell’affer-
civili pecuni ae, erepta e sunt cum «civib us mazione di Cicerone
potev ano cittad 1 ini ("°): repetu ntur» iure priva to fere actione et CONCUs siomagist rati i contr o (!’) esperire un giudizio privato
a resist enza ogni invece , oppos to, aveva Buckl and nari (!8). si limpid a): è perch é invano , se (anch e questa interpretazione . s e ( i l a g e l i n o i z a t i m i l e t r e c e t r a p a — e s e h c o t n o c o s e r n e era b o t a t s e b b e r a s o l , o t a t i m i l l i o t a t s e s s o f m u i r e p m i ’ l — ) provocatio s a ’ l l e u q é h c r e p , i s e r p m o c i n i d a t t i c , e u q n u i h c i d i t n o r f n o c nei e b b e r v a i u c n i o p m e t n u a d e r a t a d e h c o t u t o p e b b e r v a n o n o t set t e m m A . ) ° " ( s e v i c i a o t a c i l p p a e s s o f i s n o N e s o s n e s avuto poco . a l o g e r a l e r e g g u r t s i d a v a c i f i n g i s tere l'eccezione a t a r i m ù i p o t t u t t a r p o s e e c i l p m e s ù i p a r u d e c o r p a n u i d à t i l i t u ’ l e r n a i t u i n l o a i v z a o s t r t e o v l s a a d m i d n a r non è g e l l u s o t s o t t u i p a t a r b i l a c a r e e l a u q a l , i o o i t t t s u e t a t u a q r p o s a l o l r a e s s e r r o c i r rispetto a i r o t e r p e n o i z e t o r p a l l a e h c e r a n i g a m m i ò u p i S . a i provinc CIVES.
. 8 1 . c e a C . Q (16) In (17) A
o.
e s e n e b i a s s a a st e h c e n o i s s e r p s e € e n o i t c a e r e f li vi ci il e h c , iungerei e t n e m l i c i f t i d n e B pretorio.
. o i d e m i r e h . c l a L u q C 2 a e r a l o c —. i t r i e r u t a r t s é ne b i g a a m v i a r e f e i n r i o s r e c p i C N I a v a s n o e Cicer one p p "come il c E T E M i L 1 . — E . e t i c e l l i i n o i z a s e o $ o t i t t r u f i soprattu r p o r p e i r e v N I i t i l t u s s i s n i o d c u t S , I o N r I e R b U b e T r N a E s V ; 2 l . e t i n r p b e a 7 8 li 4 . 2 , i c s i c n a D r F e d i d u t S ; O A R R e E È r S a , i t e t n t e u t m urban o g r a , i ì o d t i t s i s n o i p p o r t n o n , o v i t a t n e t n n u n o c ( . s s ' 3 8 n i t t i t V f ; i r ” h m c u s r t a s e d F n , u r t e e v e M p ) e Y D.
. H ( e h c n a . ; V ) i n i r g e r e p i e d e n o i s u l c s e ’ l o s r e v n per co . s 5 4 ) 7 3 9 1 ( 7 2 S R J p n a L k c u B a d e t n e m l a u t s e t o d n (19) Ripre «crimen
8 5 5 4 1 , f ghof
160
CAPITOLO TERZO
Caduta l’idea dell’insindacabilità dell’izperium, è NECEsga o. 0 cercare altrove la ratto della legislazione de repetundis.
9. b. il fondamento internazionale delle repetundae. Come è noto, la lotta agli abusi dei magistrati catalizzò une
pluralità di interessi tutt'altro che omogenei, cui l’ordinamentc
diede tutela e rilevanza via via diverse ('°). Dal p unto di vist;
giuridico, fu proprio la loro combinazione, delineatasi in stre tta aderenza allo sviluppo storico dell’egemonia romana, a costi.
tuire la matrice degli strumenti speciali, in particolare proces. suali, che, impiegati in quella lotta, furono poi determinan ti per
la nascita del nuovo processo criminale. È qui ndi essenziale cercare di individuare e distinguere, per qua nto possibile, i diversi interessi e, di conseguenza, le norme materiali e proces-
giuridica (es. interesse patrimoniale; oggetto giu ridico del reato)
(‘2) Una descrizione particolarmente accurata della procedu ra
si trova in DO NA;
TUTI, La «clarigatio» o «rerum repetitio» e l'istituto parallel d o ell antica proced
ura civile
romana, in lura 6 (1955) 31 ss. [ora in Studidi diritto rom an (Milano 1977) 863 ss., da cui cito]; cfr. anche, in un quadro più ampio, CATALANO, Linee del sistema sovrannazionale romano ded 1 (Torino 1965) praecipue 14 Ss.;; ZIE G L E R , Da
s Volkerrecht der ròmischen Republik, in ANRW 1.2 (1972) 102 ss.; da ultima S
IL CONTROLLO SULL’ESERCIZIO DELLE CARICHE, FUNZ IONI E MODELLI
161
t i D ( i p m o c è , a r r e u g i i ch d i s e r n a o c i e i z r l a a r i a z e i F t i e o d t i p m guerra, dichiar: | e r e d e i h c a i ) 6 8 5 , L / ( e n o r r a V a d r o c i r e m o c , e n o i z a f s i d d so .
‘
,
é
.00):
«
‘
n i f e I f r e u t d t e i o s f e e d d t n u m r i u t u , e l t m l e e r i e b ut fustum c1 oncip . mit. tebantur, antequam conci f des s i h x E . r u t e r e u t i t s n o c s i c g
e h c i t l o m i a r f , o s s a p l I . » t n e r e t e qui res te p n
ciperetur,
possono essere
é h , c o r c e i p t a m e t s i a s t s i v o i d t citati (‘’), è importante dal pun . é I 0.
.
13)
è |
|
|
i l a n o ‘ a n r e t n i i t r o p p a r i e d i l a t n e m a d n o f i t n e m o m associa due , T A n O I Z o c i l l e b o t e n h c o i r f i f i n n c o a o i p z c a l e l e l e r o l d l e l d e o l u l q e quve
a r a i h c i a l d l e e l d a u t i r l e e d s a Effettivamente, oltre che come f
i i c s i l l i e n b n o a t d i n e e d m i c r a s i r l e ri r e u p d e c o , r a p r r e u g i e d n o i z
e d n e r p p a i e , s i m l o a c n o i z n e v i n t o c n e m u r t s e a t d s i v e o r n p a v o r rit
o l l e s b e r a m p : u a c z « n a t r o p e m l i o v e t o n i o d i v i L i o d s s a da un p m i n e c n u , t t n e r i n m e a v i t i c i m a e u q t a m e c a p n e i r e d e o f o u aeq a t a b r u t m u r a u q i s , t e s e 1 m e n o i t n e v n o c repeti reddique per
s i t r a p x e t u a i u q i t n a s i r u i a l u m r o f x e t u a s a e , t i s o i s s e s s o p bello
o s r e v i d n u n i e i c e p s , a t l o v l a T . ) * ! ( » i n o p m o c o d o m m o utriusque c o n a r u g i f e i r o t u t i t s e r e r u d e c o r p , e l a n o i z a n r e t n i o t t i r i d l e d o i d sta a l l e n a t u n e t n o c a l l e u q e m o c , i l a r e t a l i n u ‘rioni e h c s i t k a r p e r b i d n u » s e g e i r K n e t h c e r e g « s e d e i r o c h T e i D . m u t s u t i t e Z m u r e l h l c s e i B n a k i l b u p e r ALBERT, n i s m o R n e g n u z t e s r e d n a n i e s u a n e g i t r i w s u a e i d r i i f g n Bedeutu
. s s 2 1 e u p i c . e l a a r H p . n ) o 0 i 8 D 9 e 1 h c n z a n i . r m f c l ; 4 l 1 a K 6 ( . 2 3 . 1 . v i L è e l a i n o m i r e c l u s e l a p i c n i r p e t n o F ) 3 ‘ ( artico
p n i . v , a c i n c e t e n o i z u c o l a l r e P . 9 6 . 2 7 . 2 s a i r u i n i s u b i 4 qu
s e r s o t a g e l s e l a i t e a f , t n a b e i c s s a t c a f hostes
d a m u c , s i t a g e l € r e p m e s . . . « : 5 . 2 2 . h . n . n i l P ; » a r n o e u b t r t e a v u e q u q t i n t a u b s e u t n t u i , m m u m t u i t t e i p t e r e r a l repe c s a t p a r 5 € t t s e s e r m a u q ntur, id m e i d m u m i s e c i r t t e m e t u a m u i t r e t t s o p . . . « : 2 5 . 9 . n e A n i , n o r e . 4 t 1 a . 0 r 1 r a t . a d i g b i i ; clar » t n a b e t t i m m a t s a h o la a dedel
; 5 1 m u l l e b t n e r e c i d n i quam
, i u c u s ( 8 . 7 5 . 4 3 . v i L (24)
l o s u a l c a l . r f c ; ) 5 8 5 2 , s u d e o F , I H C S i, LURA d i u q i S « « : a t e r c n o c e n o i z a u t at
a l , o s n e s o t r e c > jn un . ) 2 1 . 8 3 . 8 3 . v i L ( » o t s e s u i m e t i e u q i d n e t e cendi rep qui
, t n a r e s o n a m o R s e r e t e v d u p a s e l a i t e a F « : p. 850 L t u a s i n i p a r t u Romanum vi a
m u l u p o p m u s si, qui adver o g e i p m i ’ l l u S . » t n a b e t e p e r e r o foedere iu i
, I N I D E R F N , wi MA
CAPITOLO TERZO
162
Lex Antonia de Termessibus, esempio non solo di legge ziale relativa ad un ordinamento locale (!), Maanche “mi vento da parte di uno Stato terzo nei rapporti fra comuI
gent Ù,pu” sen”
Ità
pat.
straniere (").
La procedura giudiziale strumentale alla restituzione è;
reciperatio, come la descrive Elio Gallo in un lemma festino, «reciperatio est, ut ait Gallus Aelius, cum inter populum e; rego nationesque et civitates peregrinas lex convenit, quomOdo pe reciperatores reddantur res reciperenturque, resque privata; inter se persequantur» (!). Se nel testo di Livio riportato SOPra è in
primo piano il fine cui mira la convenzione, nella glossa festina
lo è la procedura attraverso cui lo si In conclusione, la repetitio attiene fra soggetti di diritto internazionale,
ppi.
|
|
|
| | |
persegue (!%), senza dubbio a rapporti || designando più precisa
(#) TIBILETTI, Sulle «leges» romane, in Studi de Francisci 4 (Milano 1955) 620 e ora FERRARY, La lex Antonia de Termessi bus, in Athenaeum n.s. 63 (1985) 41 9 ss. (*°) Lex Antonia de Termessibus, c. II, rr. 1-6: «Quos Thermenses maiores Pisidae letberos seru
osue bello Mitridatis amerserunt, magistratus prlowe] magistratu, quoia de ea re iuris dictio erit, quioquel de ea re in ious
aditum erit, ita de ea re ious deicunto iudicia recuperationes danto, utei ieli] eos recuperare possint»; ScHMIDLIN, Da s Rekuperatorenverfabren, 6 ss.
('’) Fest., p. 342 L; cfr. anche Lex An tonia de Termessibus, cit. nt. prec. BEHRENDS, Die ròmische Geschworenenverf, 95 nt. 22 contesta che il passo festino valga a sostenere l’ipotesi di una reciperatto imposta dal vincitore al vinto per il risarcimento dei danni bellici (in questo senso Invece, SCHMIDLIN, Das Rekuperato renverf., praecipue 6 ss.), in quanto la vittoria militare (e la conseguente di ci o sullo sconfitto) su
perava la necessità di procedure giudiziali per il regolamento degli aspetti patrimoniali. Simili procedure potevano solo Intercorrere fra pares bello. La critica ha
buone ragioni: tuttavia non si pu ò es cl ud er e . ch e Pr op . ri o l la di sc rezionalità del vincitore abbia potuto portare, in qualche caso, a misure dij .
od: Proprio lo sbilanciamento del procedimento a favore dell’attore rifletterebbe questo presupposto. Senz'altro, poi, mi pare plausibile che lo sviluppo storico abbia portato ad ampliare il raggio di impiego della reciperatio in campo internazionale: cfr MANFREDINI, Contributo, 210.
(‘*) Mi pare si possa dire che repetere sia uno dei membri di un trinomi o, in cui occupa la prima posizione, con il significato di richiesta; reciperatio è il termine intermedio, la procedura per raggiungere il fine costituito dal red
urestit la cioè di, ‘sl zione. Spesso repetere è usato, metonimicamente, per indicare l’insieme.
can pol?) ci pre zio|
nell vo,
è GL
dop
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der es, Stre rep. Sci
éqi am
È
M
TI
L
v. de
1 CONTROLLO SULL'ESE RCIZIO DELLECA‘RARIICCHHEE. FFUUNNZIONI ER MOD ELLI
163
la richiesta di reintegraz2/0 ioNe. n Lapatrii monial tale, e a fav i ore di 0 | in base all A pretesa o accerta o singoli, à it ce li il ta —_ piano internazionale, dell ll de a us ca a me ta os sp o ll de Isa SU re mp se _ semi to en am st po es (y a fr e arimoniale. Il nesso lessical e) ia un ec (p e re te pe re s) (re a a pi zi ca di in a is ec pr a a un lt vo a su ce a is rn ae fo nd tu pe A precisa indicazione, rievo| rep? vorivinari li
o nd .a cando
)
IT
'
Cd
a
anche di ionale az rn te In to es nt io co ar in ig or azionale anche di ONE
nozione (c).
HNna
quest’ultima
efficaci
ci più
a L'ipotesi semantica trovva ni or nt co e me er nf co ci ca fi et più i e d i is al an I
precisi nell'analisi dei più antichi interventi a favore di popolama le ob pr i il rs iò po a nc mi do co an i, qu tt fe e. ef er In ni ra i st on zi la vigilanza sugli abusi dei magistrati si inserì quasi naturalmente
ra te es ca ti li po a ll su o ll ro nt co di nella più generale funzione ). (! to na se l da svolta
, ne io iz ad tr a ll da le ta o at er id ns co Un caso paradigmatico, già 0, 21 l ne no ma ro to na se al ni sa cu ra Si i de e on zi ga le è quello della rMa o di au Cl M. di a er op ad à tt ci a ll de dopo la riconquista
à t t i c i u c a l , i n a s u c a r i S i e d i s e t a l , e l a i z n e s s e ' l l a a t t o d i R cello (1). s e g e L e l l e d o i d u t s o l e r a t n o r f f a ' l l e n — o t n e m i r e v o p m i n u , a m m o s n i , e r a p i M ) 9 r ( e p o s n e s l e n , a t a l ù i p e n o i z e c c a a u s a l l e n e r e t e p e r o b r e v l i e r e m u s s a — m u r a d n e r p m repetun o c i r i o p r e p ) 1 9 . V I , I N I L L E C R O F ( » o u s l i e r a d n a d m « o i d o c i m o n o c e d a e ( r i a n r e t così d n i a l l e u q e e l a n o i z a n r e t n i e n o i z i t e p i r a l e m e i s n i n u n i , e s a b a t s e u q u s , dere 0 a , o s n e s o t s e u q n i . e r n f i c m r : e ) t o t i b il e d n i e i h d c . s e a c i r o t s e n o i z a m r o f n i ’ l e d r e p si o d n e c a f ì s o c ; 2 . o nt t s e t 4 ; 1 7 l e n o t s o p Strafrecht, ; o r p o t n e m a g e l l o c l i e c e v n i o n o c s i r e g g u S . è s e n r o d c r O ' a L t r o , p t e L o c i N ) e t repetundae n e m r a l o c i t r a p ( ; 2 1 , n e r b a f r e v n e r o t a r e p e u t k n e e m R a t s i a c i D l p m i a r b m e s e v ScHMIDLIN, o d ( 8 7 . t n 9 3 ) 9 6 9 1 ( 2 7 R D I B , I N I R U T N a E n r V o t i r e n o i s , s 8 e r 1 p 7 s 4 e , ' 1 L , . e 5 r 3 t s . e u t n éq 9 6 1 ) 1 8 9 1 ( TT ZSS 98 o i r p E o r P « : 3 3 . 3 in Tac. ann. 1 o p n u i d o a proposit . » . . . t n a b e t e p e r s e N E V ; . s s 8 0 6 t . u e , 2 y y L c o u a q , g e s L ' l a Marcello a b i n n a , H E E B N Y O e T n o i z e ; . r S i 6 d , . s a f e r t e u v q n e d n n i u i t t e p n e R a t e r h c o s p i n m a l I l u s r o v (‘) s a D | 5 . 8 8 9 1 ) 9 6 9 1 ( 2 7 R D o TURINI, BI l o u r l u S . 5 8 4 6 1 ) 1 8 9 1 ( 8 9 S S Z LintoTT, | . s s | u. H e u p i c e a r p ) 2 8 9 1 z n i m l l a K ( s a l l u S r u t a t k i D r u 2 s i b a d n . u r t h e C p e r s e g e i L , Y A N E T N O veda se P ; 3 2 . l l e c r a M . t u l P ; 8 . 2 3 2 . 9 2 . 6 2 ; 9 . 7 e r a l p t m t e s e e r o l Jabrbunder va
il r e P . s s 0 1 , t i c . p o , R E D E op.cit., 22 ss.;
164
CAPITOLO TERZO
si e ch a er , 2) (‘ io pt re di a ta era stata capta e sogget
separare la responsabilità dei tiranni, autori della
Annibale, da quella dei prizcipes e del resto della po fedeli ai Romani ('*). Per questo motivo si chiedeva alm ho,
una parziale restituzione della preda, per contenere ; d
aNnj
patiti: «orare se patres conscriptos ut, si nequeant Omnia, sa Utem
quae compareant cognoscique possint restitui dominis
tube.
ant» ('). Dal punto di vista giuridico la Interpretazione è ,
semplice. La praeda fatta nel corso di un bellum publice indict un
diventava automaticamente — perlomeno in quest'epoc a — je;
publica populi Romani (9). Se si fosse deliberato di d iscono-
scere la conformità dell'operato del comanda nte al ius bell;
oppure l'opportunità politica del trattamento infli tto ai vinti, sul piano patrimoniale la conseguenza sarebbe stata quella di vanificare i presupposti dell’acquisto delle res b05t1 77 all’erario, con
praedae futura», mi sembra si ritrovi esempio della discrezione del detentore dell’;imperium nello stabilire i limiti del saccheggio, sottolineata in generale d a BonA, Osservazioni sull'acqui sto delle
hostium» a seguito di «direptio», in SD HI 24 ( 1958) 237 ss. praecipue 263 s. (‘) Liv. 26.30.1-8.
«res
(2) Liv. 26.30.10; si noti la significativ a differenza rispetto a Liv. 29. 2 1 .5 (a. 204) «Locrensibus se permittere ut q u
od sui quis
senato e dopo la dichiarazione di Scipione, il
i cui stiamo discutendo: cfr. MommsEnN, Strafrecht, 707 nt. 3; VENTURINI, BIDR 72 (1981) 167 s.
(1969) 51; LINTOTT, ZSS 98
('?) Bona, Preda di guerra e occupazione privata di «res b ostium», in SDH I 25 (1959) 309 ss., praecipue 355 s.; Ip., sv. Preda bellica (storia), in ED 34 (1985) 91 1 SS., praecipue 912 s. Il carattere pubblicistico della praeda non veniva me no per il fatto che di essa il comandante poteva liberamente disporre, conced endola ai singoli o allo Stato [Bona, SDHI25 (1959) 356]: proprio alle due dest
in Liv. 26.31.9.
inazio ni si riferisce M arcello,
IL CONTROLLOSULL'ESERCIZIO DELLE CARICHE. FUNZK ‘HE. FUNZIONI E MODELL LI
165
le restituzioni. Nul la
o, tt fa i D . °) (' o t a t s i la aveva acqu è
;
| com ndante, perché A
2
r a o M t i n d e m a t r o p m o c il , o t t a ” t u p i ll be s ju al se ba in to ca fi ti cello era pienamente gius
si e m o S I T E O P re se es ò u p si e sa fe di a su a ll ne e gg leBE SSere ancor oggi convinti (!’); i
neppure se ne volle disconoscere l'opportunità. Il senato stabili
conseguentemente «acta M. Marcelli quae is gerens bellum victor. 8) (! » se es a d n e b a h que egisset rata Il richiamo alla vicenda di Marcello è esplicito nella risposta
del console C. Flaminio agli ambasciatori degli ambracesi, reca-
bi io No lv le Fu . so M on oc pr l i de rs le do a C. a. 7 18 l tisi ne liore (!°). Ambracia godeva dello status di civitas libera (!°): i
a at st a er à tt ci la », nt se es ce pa in m u legati denunciavano che «c
lixit
rOVI
n co , i0 pt re di la al ta ta et gg so as e o n a m espugnata dal generale ro , ti an it ab i gl de e rt pa di ù it av hi la conseguente riduzione in sc . *) (" i cr sa i nt me na or i gl de e li bi mo i n e b ro lo i de sottrazione ia ol sp le , tà al re in , le na io az rn te in o tt ri di l de Nella prospettiva
o n a r e — ) * ! ( à t i t n e ’ l o t e r c n o c n i a t a t s e s s o f e n e u q n u l a u q zioni —
del «TOS
s i t r o b n i l i b i n , s u b i d e a n i l i b i N « : 1 2 1 . 4 5 . 4 . r r e V n i 2 . c i C e t n e m a s s e r p s e . r (6) Cf e t n e m a t t a s E . 2 2 1 2 . rep. 1
. c i C ò r e p . r f C . » o n a b r u b u s n i l i b i n , ) s u l l e c r a M : . l i c s ( t i u pos l a m k r e m s d n a t s e b t a T e l l e i z e p s s a D « : 0 1 , . f r e v n e d n u t e p e R e h c s i n a l l u s r o v s a D , r o e n p i E t t r t a o p b i d e a l e n o i z e c c e a f n o N . » n e b e g e g t h c i n o s l a t s i s t k i l e d n e d n u t e p e e R r e s p e o de n o a i z a n i t s e d i u c a l , e a ‘ i b u n a m i d o l o t i t a e l a r e n e g l a d a t ualmente riserva ul
S , a n o : B o i n o m i r t a p o u s l e n a v a r t n e n o n e h c e r e d e v a i c s a l à t i l i t u a c i n l i , a d e r p a di pubb l l a e n i d r o n i o t a r t s i g a bilità del m
event
a s n o p s e r a W U S e » e a i b u n a m « i d o t t e c n o c . 4 5 1 e u p i c e a r p . ss 5 10
m u t , s R u E l L X e E n o R i D . s r s f c e r p s e ’ l l e d 2 ss. 5 10 ) 0 6 9 e t SDHI26 (1 n a n g e r p e r o l a v l u s ; 9 . 7 ; . ) 1 7 0 1 , . d i b s , i 2 . 1 3 . 6 ( . 2 s s . 6 0 v 1 i e u L p i c u e a s r p . s s 7 9 ) 9 5 9 1 102 (
] t e d , I R A L e I M n t ; e b . R s n 8 2 bellum, i 3 ) 9 5 (19 t i o r d u d e i g o l o n i m r e t a l e d e u q i t n a sem . 6 2 3 . 6 2 . v i L 18) . v i L e h c n a . r f C . 6 1 . 3 4 o Do n ’
.
e d u t E . » s o m é n u o m i é l o p ù o T « — » i l b l e s «lu
. s s 9 5 ) 1 5 8 9 1 ( 8 R 8 D I B , n i e r r de la gue . ) a r f n i o t s e t ( 39.4.12
s ' l a b i n n a , H E E B N y o T ; . s 8 e 8 u p i c e a r p . s s 4 , 8 e a l e t n e i l C n g i e r o F N A I D A B | s t f a CO CI h c s r r e H e l a i z n i v o r p s
a D . t f a h c s r r e H d n u t l a w e G ; M I E H L H A D ; . s s . s s 4 2 7 6 1 2 e . s lo 2 s 0 9 1 ) 7 7 9 1 k r o Y w e N n rli
e B ( k i l b u p e R n e h c s i m i " e l 0 e 6 e e t c sys
. 6 5 : 3 4 . 8 3 6 4 . 3 4 . . v 8 i 3 L . v i L n ) i i (14 s e c a r b m a i l g e d i n o i z a m r e f f a e l a r rta discrepanza f (2) C'è una ce
166
CAPITOLO TERZO
giustificate dalla resa della città ("). Tuttavia, con una .
decis lone
politica che entrava nel merito del trattamento rise IVato dal comandante ai dediti, il Senato accolse le rimostranze dei vinti
ordinandole restituzioni e il ripristino della autonomia ci ; tta. dina ("). La posizione del magistrato è in secondo piano, dal momento che i rapporti patrimoniali fanno capo all’er ario. )
l'accoglimento delle richieste dei legati mette semmai in dubbio
la sua aspettativa al trionfo e, naturalmente, la possibilità di
determinare la destinazione della praeda secondo i principi (5)
L'analisi giuridica degli episodi di Siracusa ed Ambracia, che
abbiamo accomunato sulla scorta della tradizione, conferisce
profondità al collegamento semantico fra la nozione di repetyn. dae e la repetitio internazionale. Le spoliazioni subite dallecittà
straniere ad opera dei comandanti militari romani non mettono assolutamente in gioco la responsabilità personale di questi, e la descrizione della presa della città in Liv. 38.9.13-14. È possibile ch e l’enfatizzazione sia spia della malafede dei /egati [cfr. 38.43.2: «legatos.. ..i In
senatum subornatos criminibus introduxit (scil: M. Aemilius) »]. Ma non è escluso un cambio di fonti: cfr. Liv. 38.43.10.
(‘) Per la deditio di Ambracia, v. Liv. 38.9.6-7 e 9. Sull ’equiparazione, ai fini della praeda, fra urbs in deditionem accepta e urbs vi capta cfr. ad es. Liv. 40.49.1: «...centum tria oppida inter paucos dies in deditionem accepit (scil: Ti. Gracchus);
praeda potitus ingenti est»: CALDERONE, ISTIE - fides. Ricerc he di storia e diritto
internazionale nell'antichità (Messina s.d., ma 1964 ) 78; DAHLHEIM, Struktur und
Entwicklung des ròmischen Vélkerrechts im dritten und zweiten J abrbundert v. Chr.
(Miinchen 1968) 11 ss. L’equivalenza, nel caso di sp ecie, mi pare dimostrata dal fatto
che le restituzioni furono ordinate prima e quindi del tutto indipendente mente dalla dichiarazione «Ambraciam vi captam esse non videri» (Liv. 38.44.6), la quale aveva,
per i nemici di Fulvio che la propugnarono, uno scopo divers o, quello di negargli il
merito dell'impresa bellica: v. infra, nt. 145.
(‘4) Liv. 38.44.4: «Senatus consultum factum est, ut Ambraciensibus suae res omnes redderentur; in libertate essent ac legibus suis uterentur...». ('#) Sul trionfo, esattamente DAHLHEIM, Struktur, 12; EpER, Das vors ullanische
Repetundenvert., 23. Il SCtum strappato per infrequentiam da M. Emilio Lepido
«Ambraciam vi captam esse non videri» (Liv. 38.44.6) viene richiamato a proposito della richiesta di trionfo presentata da M. Fulvio l’anno seguente: Liv. 39.4.1-5.17.
Cfr. anche Gell. 5.6.24 (testo infra nt. 159). Quanto all'impiego della praeda di
Ambracia a fini pubblici, v. Cic. Arch. 27; Plin. n.h. 35.66.
suo gesto, | zioni Veni
IL CONTROLLO SULL'ESERCIZIO DELLE CARICHE, FUNZIONI E MODELLI
Sion
A
vit ti Atta, , dal
167
vr
«Nisi : Fulvio a e nciar pronu ‘atta E. INZR con ° OR I Ò ornamenti
tium civita rum capta que o. Syra‘ usart non capta una cia Ambra 17 , fuertt 1a J oxornari
ius” (189). E l’urbs, il populus rOoManus, che si
n urbem
PATUerti veli
ario.
dei hisce arricc nulla rato magist Il resori delle città depredate.
odio
to c ste richie Le © i. resciss sono atti suoi I Se ire, restitu deve tiones reveti e propri e vere delle sono popolazioni straniere
che
rat so szione sprope sua la omeno quant o diritto internazionale
à di (59)
isa sa ittà va
sti ta HI cfr.
"e
"
3 he nd or s0 \
;
‘e vo n roma nto rtame compo del mità diffor la a denunciare
i tutto IN considerazione dei rapporti pregressi fra i due popolmi o portan nia, Calpur Lex alla ori anteri ghi, analo Casi
pede Crassi Furio M. a 187 stesso Nello medesime conclusioni. gallica zione popola ani, Cenom ai armi le tuire resti fu imposto di
, Manca (‘’). a vessat e tament ingius ato, tratt un da Roma a legata sabirespon una per o ppost presu qui, evidentemente, qualunque un rsa compa sua la fà a, tuttavi rato; magist del lità patrimoniale
x dell’e ale crimin uzione persec della quello elemento nuovo, una di ione rrogaz dell’i a notizi alla o credit dar deve si se pretore, del che politi i ussion riperc alle nge aggiu si che multa, sanzione
restitu le Se ('*). um honor cursus nel nto ntame ralle il gesto, suo le, aziona intern diritto del piano sul ionate perfez ano zioni veniv dietro ariva scomp rato magist del one posizi la quale del livello a nti confro nel eva risorg tà sabili respon sua la , Roma di quella minac erano valori cui i za, rtenen d’appa ità comun della propria di tibile suscet era ato
riprov l’atto nto: rtame compo suo ciati dal alla adito dare a potev gravi, casi in ©, ca politi una censura L nizie) (tribu ale crimin persecuzione enate io
Popil M. le conso il Nel 173,
diò la
città di
i si la iò e
ica, paci e azion popol li Statiel Liguri dei orio territ nel Caristo,
Ss (#4) Liv. 394.12.
E, TOYNBE 353; (1910) 7.1 RE in 56), MUNZER, SV. Furius
nische vorsulla Das EpER, ss.; 627 272; 4; nt. 205 S.; 109 Aa, s9 (8) pnl 8 ss.
:
t e v n e d n u Repet
9 ; . s s 3 , s u d e o F , I H C S A R U L ; . 8 24 . ) ? e r a l o s n o c a v i t a i z i n i ’ d ( 4 1 . 9 2 . d o i D
168
CAPITOLO TERZO
ma non alleata — e, dopo averne ottenuta la editi, condizioni, distrusse la città, disarmò la Popolazione cp
dette insieme con i beni (!). In senato il COMPOTtAMEN ty
console fu ritenuto ingiustificato e lesivo della fide; day Romani: fu perciò deliberato che fosse restituito i] ticava,
dell’asta, la libertà e i beni ancora ricuperabili ( 50) I CONS non prese i necessari provvedimenti ed anzi, l’an no Seguente
torte dell’appoggio del fratello console — c o m b a t t e ne .
con gli Statielli: se la prima ) campagna era stata Biudicata sconven
iente, la seconda fu giudicata | senz'altro «COntra ius g; fas» ("). Fu passato un nuovo ° SCtu m, che disponeva la restitu
179 ('). Nessuno di questi provvedimenti relativi al regola mento degli aspetti
patrimoniali coinvolgeva l’ex console (1 La sua responsabilità — lesione della fides e disubbedienza al senato — fu ancora una volta fatta valere sul piano interno: in questo caso, invece che mediante un processo comiziale, peril tramite di una guaestio, che vertendo in materia di perduellio, fu promossa sulla base di un plebiscito presentato ex auctoritate senatus dai tribuni della plebe, che definiva la fattispecie in relazione alla quale doveva svolgersi il giudizio, affidato praetor urbanus (1). Una al scelta quella della quaestio, che si inseriva, come vedremo, in una tendenza foriera di conseguenze sul piano del processo. Nel 170 legati di Abdera lamentarono l’espugnazione della città, libera et immunis,
rea d avere preso tempo di fronte alla
(‘*) Liv. 42.8.4-8: cfr. CALDERONE , MISTI _ fides, 75. ('") Liv. 42.21.1-3. DREXLER, Rbei n. Mus. 102 (1959) 102; 126. ('?) Liv. 42.22.5-6. Cfr. LurascHi, Foe dus, 111 nt. 30 (‘?) Naturalmente, avendo materialmente la di sponibilità della praeda, avrebbe dovuto curare in prima persona l'esecuzione della delibera del senato: Liv. 42.8.7.8. (4) Per la quaestio: 42.21.4-5; 21,8; 22.2-3; 22.7.8. Per la provincia del pr etore C.
Licinio: Liv. 42.10.14.
di pop
sen
por
n
dal. ave
sole
do}
I°
su7l ri
|
resi 3101
sch or Soi ia Ss a Ra b SI
Ir c
y t a l l i m u l l e b m u t s u z r s « ò r a i senato dich , ) ° ! ( i n o i z u t i t s e r suenti
Non ebbe, invece, successo un'iniziat iva anal dai | arni, Istri e Lapidi, che lamentavanodi
| Galli Cincibili e dai Carni,
Istri
lapidi,
lara
aver subito devastazioni ad opera dell'eserci to guidato dal con
sole del 171, C. Cassio, senza, per parte lor o, aver dato motivo ,
e]
x
156
all’ostilità ('°). Giustamente è stato escluso che la risposta del ‘
x
senato, «indicta causa damnari absentem consularem virum iniurium esse» presupponga l'instaurazione di un vero e proprio processo in quella sede. L’espressione piuttosto si riferisce
all’opportunità che la deliberazione del senato sulla ratifica o rescissione degli atti del magistrato sia preceduta da una discus-
sione nella quale questi possa esporre le proprie ragioni (!”).
La rassegna mostra che a questi episodi è sotteso uno stesso nozio ne la compr ender e per essenz iale sia schema, che credo di dotate comun ità due confr ontano originaria di repetundae. Si rapdei variet à nella pur intern aziona le, piano sul soggettività fatto di egemo nia della e esse di fra esiste nti porti in concreto del sull'o perato discus sione la casi i tutti In Roma . da esercitata patrim orestit uzioni eventu ali le per magistrato è la premessa
n i a t a n i d r o è o t a r t s i g a m l e d i t t a i l g e d e n o i s s i c s e r a niali. Talora l ,
a c i t i l o p à t i n u t r o p p o i d e t n e m a r e m e n o i z a t u l . a v a n u | d a . base Nor , e n o i z a n g u p s e ’ l l a n o n a t i u g e s a i s o i t p e r i d a l i u c n i o s a specie nel c , i l l e b s u i l e d e n o i z a l o i v a n u e n o p p u s e r p , a r t l a l a t ; o i t ma alla dedi a t s i v i d o t n u p l a D . e r a t i l i m e n o i z a a s s e t s a l l e d a i z i t s u i g n i ’ l cioè .
?
1°
.
.
, I N I R U T N E V ; 0 4 6 ; . s s 7 3 6 . 2 , y c a g e L s ' e, Hannibal e h g o l a n a i n o i z i s o p s i d ‘occasione conteneva
, K R E H S : e t n e m a i r a t n e m m a r f o t a v r e s n o c ; 1 1 . 4 . 3 | Liv. 4 de
m u t C S l a o g o l a n a a t l o v a u s a e s s che si ritiene fo . s s 4 0 2 , t f a h c s r r e H d n u t l a w e G , M I E H L H A D : ) : ) ® t 1 e 3 m u c o . D n n Romaensibus (FIRA 1° Thisb s a D , r e p E , e t n e m a s r e v i D . 1 6 ) 9 6 9 1 ( 2 7 R BID , I N I R U P U 0 1 1 . 5 3 4 . v i L (56)
. 2 4 , . t t e v n e tund
170
CAPITOLO TERZO
pratico, direi, le due situazioni si equivalgono, a N c he se nyn propriame più caso la decisione del senato ha valore S t i t y . tivo, nell’altro dichiarativo ('*). In ogni caso, dal nu " patrimoniale sono coinvolti esclusivamente rapporti 4 di vis capo al popolo romano, cui è acquisita la praedg No nessuna responsabilità diretta del magistrato nei confro pui popolazioni straniere; in nessun caso si lamenta ali
£
0 arricchimento (5). In questo senso, è chiaro che il probl »
stabilire se in questi tempi fosse esperibile un’azione cr
di
contro i magistrati cu perio da parte degli stranieri nOn Dia a n . nemmeno essere posto, proprio perché in corrispond enza col epauperamento della comunità straniera è l'arricchi mento del l’erario n Se una responsabilliitàà del magistrato esiste, è solo
opere di pubblica utilità, con evidentissimi benefici «di immagi in
BO NA , an co ra [cf r. e» co n da l da to è il lu mi na nt e Es em pi ss. o ]. 10 5 (1 96 0) 2 6 SDHI Lucrezio nel 171 (Liv. 43.4.5 ss.; cfr. infra nel testo). LeTO di Licialoe sull'operato dei magistrati in provincia rispondeva in ultima anali ade controllo interna alla classe dirigente. Non a caso, vi è uno strettissimo legame 2 le c41genza di a e , s ch a Ca to «M ar cu s 5. 6. 24 : Ge ll . cfr . am zb it di us : e cattiva condotta bellica oio Nobiliori, quod milites per ambitum coronis de levissimis causis dorati o, chdePd ) con
3 i n. (O RF Am br ac di ia pr es a all a re la zi on in e po rr e da ogni probabilità
AA
asmerernd e
i z a t e r r e t n i ’ l l e n e h c n a e v r e s o l l e d o m Questo ù i p l e d m o r O L A N E S l e d o t n e v r e t n i a l e i t u d t a i d o s i e p e n e s o d famoso degli n o c e s l e d à t e m prima
a l l e n i l a i c dei provin l e N ). L Ò e r a t n e m a l a n g a p S i d e i c n i v o r p e u d e l l 171 legati de
o n a r b n o N i n a m o r i t a r t s i g a m i e d a r e p o d a o t i b u s mento
e m i d l e e v )d v o o r l t p e n e d , o r o c a o t d , t n a à s u t l e p o u c q i a f f i d ; t s o m u t a d m u i t o g e n ) .. (. i r o t e a r p o i e l u n a C i . L « ) u c e r senato: s o n i u q , t n e r e t e p e r s a i n u c e p i n a p s i H s u b i u q a singulos,
a r o c n a , e d e v i s e m o c , o m a i S . ) ' ( » t e r a d o i r o t a n res ex ordine se io
z i t e p e r a l l e d a l l e u q , a i r a n i g i r o e n o i z e c n o c a l l e d o nel pien n i e h c n a , i ('). In effett
o i t a r e p i c e r a l l e d e t i m a r t il attuata pcearsione si lamentava un comportamento contrario al quest'oc i t a t t a r t i a , e r a s n e p ò u p si , e r a l o c i t r a p n i ( e l a n o diritto internazi
) 9 6 9 1 ( 2 7 R D I B , I N I R U T N E V a d ta ta ci . bl bi a l l A S. 3 0 2 . p , . c s A . s P ; 2 . 3 4 . v i L 9) (1 i d e m a s e i r o i p m a ’ l o t t u t t a r p o s e . ss 8 6 1 ) 1 8 9 1 ( 8 9 S S Z , T T o T n i L 71 nt. 207 adde a v l e u H ( ) 2 , I I I L X , o i v i L ( . C e d a. 1 7 1 l e d » s i d n u t e p e r e d « o s e c o r Muftiz CoELLo, E/ p . s s 4 e u p i c e a r p . s s 1981) 1 (13) Liv. 43.2.3. i d u t S , . n I ; 2 7 ) 9 6 9 1 ( 2 7 R D I B , I N I R U T N E V ; . s 1 2 , . t i c . p o , N I L D I M i l (!2) Contra SCH a u q i , 8 6 1 ) 1 8 9 1 ( 8 9 S S Z T T o t n i L ; 5 3 2 . t N 1 2 2 , » m u r a d n u t e p e r n e n m I i r c . « e l l a n su o i z a n r e t n i o i t i t e p e r a c i t n a ’ l l e d i t i m i l i a v a t i b r o s e a r u d e c o r p a l e i h t c r a p o t r n t o n o c e h affermano c o t t a f l a d a t i r e g g u s a i s e n o ‘ a t s e u q e h c a r b m e s , l a e r d u a s t s i i m v i e d i h o v c t l n a u to di qu h c ; i l a i c n i v o r p i e d o n a a i d s a t o n i i t t a s r i e d p à i t c i e l r a n o s r e della p i d i t a t o d ti en n e ‘ i d i t t e g g o s i d a v a t t a r t i s e l a n o i z a n r e t n i o diritt
, E T T E T N O F E D Y A N E T N O P , o t n u p l u s , e t n e m a t t a s e . r f c : o n a , m s r o u r e t a o r l e o p u p c o e r p s l e l e d r u a s l l s e e u h q c r e h c e R , T R E G N O B . Y a a c i t i r c n i , . s 1 2 , N m I u L r D a I d M H n C u S t e i d e n o i z a v i Leges rep t o m a L . 7 0 1 ) 2 5 9 1 s i r a P ( i l a i c n i v é o h o r c t p i r a d r e e p e p d u o s i è t s i e d u t É m a Le l iin n VarViaar.ia. n e d à h c S e ig al nm ei r u n ja r de c e R n ne ci f au he , g 8 a 2 r t r e op.cit., 2 v s n o i t kupera ’
c i n h c i s n e «beruf
e n o i z a c i l p p a ’ L . a t a u g e d a n i è » m o R t i m s i haltn i s e ’ l l a d e h c a t a t i m i l è n o n , e l a t a t s r e t n i e l a i z . di l i é N . ) a l r o p m i i d a n u ’ l l e d à t i c a p a c a l l a d o i ( l e n o t a n e s l a d a t i t n o a r s a g n e e t s r o n c o a l c e h c l e o t d t a f a l a z to d gen o t t i r i d l e d à t l a e r a l : ) . 8 s 6 , . t r i c p . p o l e d , N e I r L e D I M H C S caratt , o t s e r l de t e p ( a z r o f i d i t r o p p a r e o t t i r i d a r f e n o i z i d d a r t n o c a l lla del e u q i d i n o i z a v r e s s O i 5 t n a è r t e e n l e p a n e l o i . r f z c a , n o t n e m a i c inter n a l i b s e l a t n u i i d d e r a t i v e r e p o e t a n n e o s i l a g d a e s r e r p i n o a i l z u a c e e r p e l a c r i c spiegar . s 7 7 4 . 2 , i c s i c n a r . ) F i l a i c n i e v o d r p i e d i a i d l a u b t n i S e t n e g i r i d e s s a l c SERRAO, a l l e d embri m i l o torev
CAPITOLO TERZO
172
che legavano le popolazioni spagnole a Roma) ( ‘9: ricon
_ in astratto — la fondatezza delle querele, SI aprivala Strada .] restituzioni (!). Solo un elemento differenzia questo dij n
precedenti: mentre in quelli oggetto della restituzione eran, beni e denaro che, in quanto pr4eda, erano divenuti di Propriep,
del popolo romano, in questo caso, per la prima volta (6
risultava che erano stati i magistrati ad appropriarsi del denaro preteso dagli alleati (!°). Per questo motivo, parti in causa della reciperatio
furono proprio gli ex governatori, senza che ciò debba indurci a vedere trasformato il fondamento la Natura
(‘©’) Cfr. M.I. HenpErson, The Process «De Repe tundis», in JRS 41 (195 1) 79%; i periodi di governo di tutti gli ex pretori citati in giudiz io erano successivi alla
sistemazione data nel 179/8 da Ti. Gracco (sul la quale v. per tutti BADIAN, Foreign Clientelae, 116 ss. praecipue 121 ss.; DAHLH EIM, Gewalt und Herrschaft, 77 ss. praeci
pue 87 ss.); un quadro delle relazioni fra i popu li spagnoli e Roma è in Muti Cotto, E/proceso «de repetundis», 7 ss. Mi sembra utile, per chiarire la natura dei senato a conclusione della vicenda, «.. . ne praefecti in oppida sua ad pecunias c o g e n d a s imponerentu r» (Liv. 43 .2.12) , richiama quello preso nel 199 a favore dei Gadit ani:
arricchimento (esattamente EbER, Das vorsullanische Rep
nea gli elementi tipici della fattispecie di concussione). (‘*) Ma, trattandosi di denaro non conseguito a titolo di preda bellica né di contribuzion previs da t i
te
i rattati, non si era commesso pecula to.
N U F . E H C I R A C E L L E D O I Z I C R E S E ’ L L U S O L L O R T N O C IL
1
DELLI
73
sì a v a r u a t s n I l s : ) | procedimento (!9 da
t n a i g g e n n a d € jato
à t i n u m o c e v i t t e p s i r e l rti fra a
f o t t e r i d St un rapporto
(468)
+
Sj
.
dl riesc
l o u s i s e h c e n o i z e i b o ’ l rramente
p a r i e d a d i g
e r a z z e r p p a d e così a
zi di is ur gi la al o s r o c i r o t a c n a m il e h c a m r e f ndo si af e n o i z i d s i r u i g t s i d l i o p o d , li ”
>
n i l a v o r p , s e n o t a r e p c e r e l l a o g o u l r a d i d o t a c i r a c n i tre
o n g a p s i l g e d e t r a p a d ordinaria
à r o t a n r e v o s x e i gl o r t n o c a t a v i r p e n o i z a senza di un ASTE
.
.
.
o t n a e n m u a i d t e l p s e à ' t l i v o a n , n e r u i è r a i r h e c v o a d i r d b m , (9) Nemmeno mi se la ) 8 2 1 . nt a r p u s ( o t a n n e c c a o h e m o C . s e r o t a r e p u c e r a a t a d i f f a e l a i z i d u i g a r procedu 167
°
e r e n e t t o e l i b i s s o p a i s n o n o d n a u q , o i t i t e p e r a l l e d à t i e r l o i t b u i a s ’ s d o p o t o n t i e s m e reciperatio È Un l reddi. Talora, infatti, è sufficiente un provvedi e d e n i f il i t n e altrim ; ) ù t i v a i h c s a n t i t e o n d i o r i z a l o p o p a n u à i t d r e b e i n l o n i i z u t i t s e e n r o i i d z a r a i h c i (es.: d
>
la e r a t r e c c a i s o d n e v o d , o s o i z n e t n o c n u e l i b a t i v e n i a r e , 1 7 1 l e n e m o c , e t l o v altre e t n e m a t t a s e [ a n n a d n o c a l l e d tà ti en l’ , e t n e m a v i s s e c c u s e, a d n a m o d a l l e fondatezza d o l o s a v e v a n o n o i t a r e p i c e r la e h c e c u l n i e t t e m . s s 3 , 0 o 2 t u b i r t MANFREDINI, Con etitio fà seguito
p e r a l l ea h c e r i d ò , u o p d i n s a z z i t a m e h c , s e s . r ] o a F i r o t a m i t funzione es a l l o e i d r a t a n i t s e e l d a n o i z a n r e t n o i t t e g g o s o s s e t s o l o d n a u q i d d e e r t l i n e m a t i l a i immedia n o m i r t a p i t r o p p a r a d r a u g i r o t n a u q n , i a l r i u g e s e i d o d a r g n i è d e e i l g o c c a ’ a l a l t o s t e i n h a u q ric n i , o i ca una repetit
n a m , a r u t t i r i d d a o ( e t n e m a t t e r i d o s s e d a o t o t p a a r e c p i o c n e r n a f a L che . a i s r e v o r t n o c , a m m o s n i , è ' c n o n : ) o e n a t n o p s o t t a o i n t i u t e p è e r e n a l o l i e z d a z z e restitu t a d n o f a l , m a i s s a m i d a e n i l n i , a t u i c s o n o c i r e n e i v ità estera
o n d n u a m u o q c e n a e l i v r a e r f int o s o i z n e t n o c n u d a a i v a l e r p a ò i c e a l m a u q l i , e e r l a e | n v o l i o z s a i n r r e t r n e i p , o ) n a a s s e i sul pi d i r b m e m o ( a r t l a ’ l e ) a s s e . ) e i z d n e i t n r e b s m e e v m i t a o l ( e r e e t l n l e e d e n o i richied z u c e s e ' l e ( o t n e m a t r e c . T c a a i l d u t s e i r p u E ’ d ferto dall antite proce
f o a i s i t t vengono gar e p s a e u d i a r f o t r o . p ) p 4 a 9 r 1 / 7 l 9 e 1 d . 2 o i ; p 3 m 3 e s . e r n n , u s t e n h e c m u e c r a o p d i n M a z m o R , K R E (SH i
s 9 e 9 s n 1 e i l t e e n r y h t C t a d f a a d e i r n p i n a i l m a e l a F i t e i r i y t h c C i Quin d à t t i c a . r t ( l l a e c s » i v u w t i i t a s p e o r P o n i ò t n i m v a o l r F o 6 a u l m u S t « s l a e t n Con l’Epi e n e t r a p p a . o v a i t t i a n r i t f s e i d n i è m m a e e t t n n e e m m a a s r s u e p r È p s o e t t a e ' l h c : e l , a ) r e t a l i n u 31.41.5 x e e i n l o o g i n s i s s e onc tituiti, dai
e s N è e Ì r S i L n e b i i u s , ‘tuz e t a t n a v e s e t e I T S r p e l , e t a t n a l u o s a i È z i t a s n u i u g . ” l e a e n r o e d i o n t z e t u r e t p s i i i t d r s e e n i d a nasce t t i c 10). La r à t i r o a t u u a , e l l a a d n a x è m V O U V v a v t p o t a y o o t s o o « i z : n ) e 8 o 1 t c n 3 c 1 o a . r c r r ( o e n i s a n a i z f n e La ietari: Flamin: . rese in preced : o t n e v r e t n i ' l , i i r u c a c n i n i o s a c propriet o r t l a n u r (rr.16-17). Pe
» v o e o i o u E v o o v g c e d e l l , e 8 1 d o 5 1 l . l 1 e . d 9 e 2 m . v i L . v , i l a i z i d u i g e r u d e c o r p e i r p o r p © e r e v n i e r a i c s O T ! o u N ÙN t i icia d u j € e r e t e p e r e e s t a t r e f v o r d e o t t n r i o t a s n a . el se . Li al «res privat e h c n a o i b b u d a z n e s a v a c i l p p P i u s i o v i t ) a 5 c 1 i f l i , n 1 s g u i s b i s s è e m r e T e d dove a i n o t n A x e L . r f c i L s o i t a r e p ci
(1) La pe , o n o g l a v ; . s 6 8 4 . 2 , i c s i c n a r F e d i d u t S ; O A R R E S , i t t u t r e p o e n o i P z i s o p , . t a s l e F ( o n a v a d n o c r i persequi» c e h c e l e t u a c e l l u s . A ' l l e d n o i z a v r e ‘ ò n e s (19) In questo s s o e , tutte l n
® t n e m l a r u at
174
CAPITOLO TERZO
L’inerzia prova, certamente, che le repetundae non SI chied con una condictio, bensì (esclusivamente) tramite |a
internazionale. Non prova, però, che i magistrati Cum
repe tito lt;
fossero esenti in assoluto da responsabilità penale: è caso concreto, le esazioni illegittime e gli altri eventuali ab. sn esempi o) ad furto, (un privat o illecit o un non integravano
una violazione delle norme che regolavano i rapporti internazio
nali fra Roma e i soci? spagnoli (!): in realtà i Provincia]
avevano davanti a sé non i singoli magistrati disonesti, ma
Roma. Volendo esprimere questo assetto con una formula,
diremo che non è l’irzperiuze a precludere una azione Privata, ma la natura internazionale (pubblica) della controversia.
L'omogeneità di questo episodio rispetto ai precedenti
risalta in tutta chiarezza quando lo si confronti con quello che dei magistrati rispetto ai provinciali. Considerazioni esatte In L INTOTT, ZSS 98 (1981) 168 s.: tuttavia, l'affermazione (op.cit., 174 nt. 54), che la pr ocedura seguita 4pud recuperatores nel 171 era «fundamentally according to civil law» mi se mbra infondata.
Del resto, lo stesso trattamento del caso da parte dell’A. sembra orien tato nelsenso di assumerne la derivazione internazionale (v. specialmente op.cit., 168 ss., dove si dice fra l’altro che la ragione della nomina dei recuperatores co nsisteva «in that they were intended to make good infringements of a peaceful relationsh ip established between
Romeand her allies»); in ogni modo, sul procedimento del 171 re stano sempre valide
con la partenza del pretore per la Spagna, ma già quando egli cominciò ad occupa rsi
dei preparativi (Liv. 43.2.11: «orzissa ea re dilectum babere instituit»), il che è più
comprensibile se era richiesto un suo ruolo attivo continuativo e non la sola datio dei
recuperatori e il iussum iudicandi; cfr. anche MANFREDINI, Contributi, 209.
(?°) Si dimentica troppo facilmente Mommsen, Strafrecht, 716 nt. 6. Natural-
mente, se si vuole mantenere una visione generale, non bisogna pret endere chesia esatta nei dettagli: in particolare, non è escluso che, in qualche caso, le spoliazioni subite dai provinciali siano stati dei veri e propri furta: ma,in generale (e la manc anza di informazioni costringerebbe a delle pure illazioni), i profitti maggiori erano
ottenuti per il tramite degli srumenti di governo, come emerge dal tenore dei provvedimenti impetrati nel 171 dagli Spagnoli perevitare nuovi danni in futuro (lo conferma bene l’analisi che ne fà Mu®iz CoELLO, E/ proceso «de repetundis», 32 ss. €
44 ss.).
coram purgaretgue sese» (!) in merito alle rimostranze dei
Calcidest, 1 quali lamentavano la spoliazione dei templi, la riduzione in schiavitù di parte della popolazione, la sottrazione dei beni mobili, inoltre, si dolevano di aver dovuto dare ospita-
lità ai socit navales, con tutti i disagi che l'alloggio di una turba nautica comportava per la vita civile (2): come si vede, un
campionario di abusi che va daatti bellici a imposizioni esose. I
controlli costituzionali seguirono il loro corso consueto, sperimentato in molti frangenti analoghi. Il senato, al termine della discussione cui partecipò anche l’ex pretore, disconobbe gli atti li in bertà re st it fo ui ch ss e ti er o di sp on ge endo del proprio nerale, os pi d ta i li te tà ma in an ch e pr si on un ci ò sc hi avi; gli individui resi
es se re do ve ss ch e e st ab il en do pa ss di ag gi o, tr up pe al le dovuta fu Lu cr ez C. io Pa ra ll el (‘ amente, ?) . uf fi ci al ag i li so lo prestata
e pl eb e de ll a tr ib un i du e da tr ib ut i citato davanti ai comizi
un a D i (7 9) . as si di mi li on e u n di mu lt a u n a condannato a gi à vi a un a di tr at ta va s i ep pu re l' om br a; reciperatio nemmeno
a r p u s . v : o t a c i f i n g i s o t t a s e ’ l r e p 5 . 5 . 3 4 . v i L n o c e r a t n o r f n o c a d , 1 . 8 . 3 4 e d ) C S l e n o (% i z e r c u L . C i d o t i s o p o r p a e r p m e s a t a d r o c i r è a g o l a n s a ] o a t l / u a p m i v [ r g : o y e o 2 t a m ò f (scil.: una oscura 1 d e . o . o m 5 , t . t ) m . a « . C 1 0 a 169 Un o
, v v i s o o i t v g a n a e i ' e v t F n s m È o , . ) u a n d t 0 K 4 c n m 3 R e o . o E d b e r H R n s f 7 S o c 1 i s ( b T ° + , e n o i z u r r o c di vicenda . » v £ E 0 6 # voaodat e A v o B v o i t e g x o A .
bl.
.
frei si qui
uae Chalcidenses querantur acta, ea senatui non placere; (12) Liv. 43.710 WAESIZIZI , ut eos conqui.rendos pri. mo quoque tempore restituendos(2) Liv. d° ri venissent
i mag r ete pra m, ine nem um ali nav um ior soc s); siu ten Hor on Serv IAOT, tem curaret (L. e rtat libe n i li in que . » e r e s n e c m u u q e a i c u d e d a i t i p s o h n stros, i 2-3; 9-10. +
.
>
li
€
(174) Liv. 43.8.
>
,
,
i
.
hi
CAPITOLO TERZO
176
battuta qualche mese prima (!), né si può pensare ) Vis ta la sorte di Lucrezio, che l'opinione pubblica volesse che gli fo sse riservato un trattamento più riguardoso di quello su bito dai
colleghi ex pretori di Spagna. La ragione per la quale non fi
concessa la reciperatio nei confronti dell’ex pretore, nonostante gli asseriti furti sacri e profani, era strettamente giuridica e ]a s apprende da un aneddoto riferito poco prima da Livio: a quel tempo, riferisce lo storico, si sapeva così poco delle cose anche
vicine che, mentre si temporeggiava in attesa del ritorno di
Lucrezio, al fine di ascoltarlo in senato e poterlo sottoporre al processo comiziale ('*), questi se ne stava nel suo fondo di Anzio e con le manubiae finanziava le opere di approvvigiona. mento idrico della città, mentre adornava il tempio di Esculapio con i dipinti che facevano parte della preda (!‘?). Non vi fu reciperatio perché l’ambizioso pretore non si impossessò diretta.
mente dei beni sottratti ai Greci, ma li considerò, correttamente,
praeda publica populi romani, potendone poi a pieno titolo disporre a fini pubblici, per lavori che accrescevano enorme -
Lo svolgimento di questa vicenda dimostra che la reciper atto ('?) E che, secondo un’opinione diffusa, pur in assenzadi esplic ite attestazioni di
altri episodi, fu ripetutamente adottata in seguito, fino alla Lex Calpurnia: cfr. VENTURINI, Studi sul «crimen repetundarum», 222 (nt. 238 bibl.). (') Cui era sottratto l’absens rei publicae causa: in tema per tutti \WLASSAK, Anklage und Streitbefestigung, 53 ss.; WEINRIB, Phoenix 22 (1968) 37 ss.
(7) Liv. 43.4.6-7.
177
u v e n t o t n 1 a 7 1 n e l s p a g d n e oli concessa A favore gli a p p r e e n s e n D o l r e Ù ] c o n r a p p d o e r i t i g e s t i n o e n l e l a saro alcuna novità azioni escl
gine
.
(193)
Li cariche. delle esercizio corretto al romano l'interesse c. 10. Se lo schema interpretativo proposto nelle pagine precedenti
è, credo, utile per comprendere gli esordi della persecuzione
rato integ ora e esser deve a, inci prov in ti stra magi degli abusi dei che certo ra Semb ppi. svilu degli per adeguarlo alla complessità delle e porr o temp per o tter dove mores, senatusconsulta o leges ni azio oper in i gnat impe ti stra magi i per otta cond di regole
o v i t a m r o n o i r a n e c s o l l a , o t t u t i z n a n n i , o c s i r e f i r i M . e n a b r u a extr
e c s i u b i r t t a e h c , e n o
i v a i h c s i d o t s i u q ‘ac
r p e t t e l f i r e h c o i e l u p A i d o n u a d e , a i c n in provi
e d , 0 9 1 l i e 1 9 1 l i a r t e s r o f , m u l u p o p d u p a o t a t i c e n o t a difesa di C a l l e u q i d a u g e r t s a l l a erma che,
f f a e n o r e c i C . o u s u consulat t e s s e m a i c n i v o r p n i e n o i t a g e l t u a e t a t s e t o p m u c i u q « , e n o disposizi n i ? s m « o t s o p l u s i v a i h c s e r a t s i u q c a a v e t o p n o n » s u t c e f o r p i s a l o g e r a m i s e d e m a l l a e t n e m l i b a b o r P . ) ! ( » m u c o l demortui i d e c o r p l e n i t a c i l p m i a n g a p S i d i r o t e r p x e i l g e d e l a n i m i r € e n o i z u c a t i e c i s l p m r i e i s r p e n e t i r a e n b b e U r t o p ) a m ' , ( a t a t s e t t a e t n e m a t t e r i d è n o n o a l i e h r c o a i t s , u ) 0 t 1 . i 2 . t 3 4 s . v e i L r ( o n e i o t a t M . M e o men l i F o i r u F . P ) s s c i d e u o d t n e m i i d d e c o o r p i n l u i i d e s l l e e u o q t n o u c o i a t a r e p i c e r a nell’ l l e d e i z i t o n e l i u q a g n o p l p e d e a l a r t i p v a c o a r s u t a n a e l e n d u o l c i s e z e i h c , 4 4 ) 2 trad 5 9 1 ( 2 4 S R J , E T I H W N I W R E - SH a n u e r i n e v e r p a e s s a r i m o t n e m a n a t n o l l a ' l e h c a i s , ] m u t C S l a d o s s e u p i c e a r p i . s s p 2 . , 2 s m e l o b , m o N r o O P r S p D I o V s A s D N A proce H C A R T S ì s o c [ a i z i n u b i r t a v i t a i z ‘ ri . ] 3 2 2 . t n e s. 5 7 ) 9 6 9 1 ( 2 7 R D I B , I N I R U T N E V ; 0 1 , s c i t i l o P n a m o R .
. 0 1 9 : . 5 4 1 Vert.
178
CAPITOLO TERZO
riferisce la difesa di Catone (tramandata da Apuleio) L sofferma sul numero di schiavi condotto in Provincia i N
l'accento fosse posto sul numero massimo di schiavi (cinque) che, come credo, cadesse sul fatto che l'acquisto degli sche era avvenuto prima della partenza («quinque in Hisp onig. duxisse») (!°). Una regola del genere poteva certamente aver un effetto protettivo a favore dei provinciali, impedendo che fossero costretti a vendere schiavi a condizioni Svantaggiose, M,
è solo un effetto indiretto; la norma tutela in primo luogo l'interesse romano alla moralità nell’esercizio delle cariche
Soprattutto, è da escludersi che la sua violazione potesse essere
fatta valere dal contraente provinciale, tant'è che se ne parla a
proposito di un giudizio popolare (!8).
Un orientamento non dissimile doveva avere il senatocon-
sulto emanato nel 182 (e rinnovato nel 179) che disciplinavale richieste di contribuzioni /udoruz causa, provvedimento che trasse occasione dalle imposizioni di Ti. Sempronio Gracco,
edile in quell’anno, che colpirono graveme nte gli alleatiitalici e
latini e i proviciali ('
Silia de ponderibus.
(*) Liv. 40.44.10-12. Cfr. Tovwaee, Hannibal's Legacy, 2.630; Cremente. Le
leggisul lusso e la società romana tra IN e II secolo a.C., in Società romana e produzione schiavistica.III. Modellietici, diritto e trasformazioni sociali, a cura di GIARDINA e
SCHIAVONE (Roma-Bari 1981) 1 ss. praecipue 9.
-
(©) Il valore delle singole testimonianze è certamente amplificato dalla possibilità di inquadrarle in una concezione della gratuità delle cariche che è un caposaldo della
zaZ della legazione spagnola. Peraltro, |
carniere di regole di condotta fi ssate cia ed estranee, almenonei loro scopii
popolazioni soggette, ci è e h c n a a t o n | _
. tt ve do In re, ave e . “x . la a, eri mat a st cu . L la o ers rav att ta iu sc no co già , cia Lex Por ex Antonia de Termessi-
bus (1I.6-17) e che ora, grazie alla copia di Cnido dell
piratis persequendis (III.3-6), è possibile datare N POL 0), Ù Lex Porcia poneva evidentemente delle regole nella materi È le contribuzioni dei provinciali al mantenimento degli esere in romani e il divieto per i magistrati di uscire senza ;istoriziazione dalla provincia. Cicerone ci informa che precetti di questo tipo (fra cui proprio il divieto di exire de provincia) erano sanciti non
. 62 , no ma ro co li bb pu o tt ri di di e al nu Ma e, es rp Bu i tt tu r pe v. : na ma ro ne io uz costit di e on zi ra ’o un di e sc ri fe ri e ch , .8 .3 20 e. ym Et . id Is r. cf , le Per un riscontro puntua u at ul ns co de la el qu n co e on zi ca fi ti en id e il ib ss po i cu la ul (s a su ia nt ce no in de ne to Ca
et s re to ae pr ad es ur pl am qu s, tu ga le a ci in ov pr in m se es m u u Q « ): 32 .1 IV 8. n. suo v. ORF' Un’altra
. » m e d i u q s u t a v i r p e n , i p e c c a m a u q m u n : t n a b a d m u i r a r o n o h m u n i v s e consul e n t u r u t e n i t n o c o t i c s i b e l P « : . l u g e r 5 . d o M 8 1 . 8 1 . 1 . D n i a t i r e f i r è misura restrittiva s e i d a r t n i d o u q , e v m u t n e l u t o p m u t n e l u c s e t s i n t e r e p a c m u n o d s u n u m m u d i quis praes a r e e h c , a i l u I x e L uta nella
n e t n o c e s s o f e r e d u l c s e e v e d i s è h c i o p ; » r u t a g i d o r p s o m i x o pr s a D , R E b E , e t n e m e t n e d u r p , ì s o c : a i n r u p l a C x e L a l l a o t a s n e p È i s , e r a l o s n o c e g x g e e L l e h t f o n o i t a v i t o M e l b i s s o P e h T , Z E L A Z N O G ; . s 2 7 , . f t e v n e d n u t e p e R e h c s i n e c a e l v n i a r b m vorsul e s 3 1 . t n e 8 6 1 ) : 7 8 9 1 3 ( 4 3 s. ° 3 A D I R n i , s u b i r e n u m t e s t n o d o e m i t d s e t a l e r a z z i l i t u o s Cincia o i h c s i r i a s s a è a i v a t t u T . a i c n i C x e L a l l a a l r e v i r c n s u a e b b o n o o c r e h t c a l i r a e t ' a m z a n u n i sen e c h i t n a o t n a t i g g e l e r i u r t s o c i r ! e p o n i t s e d o M i d nianza . ) s e s e a r p i d , o t o s s e u r ’ l l e d . r f c ( e r e o v t a ) ' n . 1 2 l s , e 8 s 6 T 9 1 m T 1 a S 8 O ( n S 9 T r Z N o o t I a i e L t d t i o l c i ù o g i v o g p u a l n s e ! agg ‘o d conti 184)
(8)
E merito
proprio i d o s a c l e n e m o c ( o i t s e a u q a n u i d e n o i z u t i t s i ' l r e p o i t a g o r a l padre marne? tb ni i s i c o d n a u q e r i d a e l a v , ) a b l a G o i c i p l u S . r e S i d , e t n e m e t n e c e r ù i : e o T a t N E S e I P o t a u q r o T o i l n a M . . T o t a r t s i g a m x e ' l l e e d l a n i m i r e c n o i z u c e s r e p a l a a P o Popi m a s u a c i u s e u q i i l stava riso i f m u n o d e c a M e s p i m a u q t n e r e u t a t s e r a e e d e t n a d i u q x . e m o c , e h c ( a t a v i r p impetrò «Me a t s e i h c n i a n u d a a t i v i d n i u q e d e i d ; ) I ccepo (Val. Max 5.8.3 . . i ca di ab » n ò l’ n o i c m r , e ) e t e h r e c a n l o o i p z o a p z z i r IPER veva bisogno di alcuna auto
o t i u g e s n u e l i t u n i o d n e d n e r , o i d i c i u s l i n o c ì g a e r i t s e u q e l a tio del figlio, valilacendqau. a l l e d ufficiale
tale, non a
188
CAPITOLO TERZO
12. La Lex de repetundis graccana. Intersezioni La separazione dei diversi sistemi protettivi, che gj gi... cava solo su base storica, era destinata Progressivan,ni
venire meno. Portava in questa direzione l'omogeneitàx ”
interessi che li sottendevano e, soprattutto, la rilevanza ma cel che veniva acquistando la funzione di control lo interno ma DIO mano che ci si allontanava dalle Orig ini, rispetto a quella di reintegrazione patrimoniale. Una fusion e completa si ebbe solo
legge della Tabula Bembina associa all a finalità primaria di tutela deg
li interessi patrimoniali dei danneggiati quella della t u tela si dell'interesse romano al corretto esercizio del le cariche. La fattispecie è an10 copIra quella clclas as si si ca de ll o i As8 a Lex Calpurnia, ristretta alle malversazioni patrimoniali (22).) tuttavia la condanna i
(2°) Cic. Pis. 50 (v. supra, 180). Sulla continuità relativamente alla definizione dell’oggetto del giudizio nelle Leges repetundarum anteriori alla Lex Iulia, VENTURINI Studisul «crimen repetundarum», 237 ss.; 321 ss.; 399 ss.; perle fattispecie previste dalla Lex Iulia, ibid., 471 ss. (2°) Pequniam petere: r. 9; 19; cfr. SHERWIN-WHITE, JRS 42 (1952) 47 6.
IL CONTROLLO SULL’ESERCIZIO DELLE CARICHE FUNZIO
“©
OYTONI E MODELLI
189
chi
|che
ipori Ipot stato O È penale . tizzat o 0) Caratt ere all’era rio ot con destin ata a fosse Sell à a conda nna metà de
: Sl tratta
T P n o c n o n o c i f a r g i p e o t s e t l i i d e h c é , a n r u e t t t n e s l a di une conge e s s e d n o p s i r e S re.
a d i l a v n i _ i d é o n r e V confermar» e y° . è . r o p s i ) n a a z n e u l f n i ' l l e d e t n a d i f f a e n o i z a c i d n i ' remmo di un he sostanc
x Le a ll de ne io az a ll de co ti is er tt ra ca to at tr un è io attore ed erar
de piratis persequendis e di non poche altre (2). In ogni caso ne io az l’ fra o el ll ra pa l rei za ez pr ap r pe e, ar ic nt me di a non bisogn popolare e l’actio repetundarum disciplinata dalla legge grac: re la po po ne io az im tt gi le la a ev sc no co ri cana, che quest’ultima nda i de o gi ag nt va le ta to a ta da an e ss fo na anche se la condan e or at sl gi le il che ra st mo ne io az im tt gi le neggiati, il regime della il con co li bb pu se es er nt ’i ll de a nz re or nc co la to iu aveva riconosc e ll de ne cu al lo so e ch e ar ns pe a st ba e privato. A convincersen
art po , ie or at ur oc pr . cd le el qu , re la po po azioni a legittimazione e, rt pa r io gg ma la o; ri ra ’e ll de o gi ag nt va a na an nd co vano la a av rt po s, re la pu po es on ti ac i d me no il re ta mi li e ol vu si i quelle cu ubbio — al d è ' c n o n a m : ) ° 2 ( e r o t t a ' l l e d o i g g a t n a v a a n n a d n o c la
S S Z n i , e a i r a i c i d u i e a i l u I s e g e l n e d r o v t i e Z r e d n i o ‘ i t a m i t s e a s i t i L , N T I D W R R E A H H S R ; 1 . t n 1 (23) EH 0 2 , . f r e v n e d n u t e p e R e h c s i n a l l u s r o v s a D , R E p E ; 2 . i t n 1 8 ) 5 3 | 9 1 55 (
. 8 2 . n ) i 2 t 8 n 9 o 1 r ( F ( s 2 u 7 b i S t c R u d e a u q a e d W m u t C S ; V . L . K a i l i m a M x e L ; 5 4 3 4 . V I e | lla? d , a t r e c n i i v i r x e L 127); i s e s , o r t 0) Peral
. 2 9 5 2 . 5 . 9 2 . D ; 6 5 Y. e , o i r a r e ’ l l a , e t r a p n i e h c n a , e s s a d n a a n n a d n o c a l e h c e d , o t a i g esclu g e n n a d l i e t n e m a i r a s s e c e n a r e n o n a s cu
ac
i d a m , e s r o i t h t c a ’ e l l h e c d é o n s o s i r e a m r e m ’ a l l a e t d l o v é n e una r o v a f a a v a d n a n n o o n n a e t r a o m t i a t s s u c a c a m ’ l m e h c è o o s i c a l , a e s h s c e m e r p a l e è chiaro r a t t e c c a d a o l o c i a r t o s t o a ’ s n u u c c a i r i b l g a i m e r p m e i d s e s n s o e m N o r . o p z e r l i t t a f un te n i o n a g e i p s i s ì s o c o l o c 0 o 5 p o ! r e o b b t e a r a i s g — g o e t i n t r n e v a v a d o l t i a t s i a m era a i s e r a p i m N O N — n u e h e c m o e c s s i e s r m e d n e t n i i s o a i d r o e s ‘tt s o f a n i b m e B a l u b a T a l l e d o i l i t s r e e a p o u t q a v a i l r p o s e s e c o e r p s n u , d a i n i f i e voro n o c i t n e d i a , m a r u t t u r t s a l l e n o t a r n u nE è , e n o i z i n i f e d r e p , o i m e r p l I . ) i n n a d i e d o i p p o d l e d , i z n ; a o s ( s i e n c n o a r d p i l e e d d o o t t n i s e ' l l a o t a s s e r e e t m n i i e c t n r e m a t t risa e r i d a i s n o n i h c i d e a r v a i t t r a o i p z i i n d o i c i r a c l a i v a s s l o l d a d a i s i h c o r v e i a p s t n n e p m o c ince i r e m o c o l o s n o n e d n e t n i i s o l e n e b .
’
190
br ene CAPITOLO TERZO
{I
di là di tutte le distinzioni — che le une e le altre tutelava
(anche) un interesse pubblico. no Mapiù che sul piano sostanziale, le forze che operavanope; attrarre in unoi vari sistemi ebbero un effetto straordinario sy
I SJ N) ù
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i es I ql pa ) nb (ot
quello processuale. La possibilità di confrontare due modell; processuali praticamente identici, quali quelli regolati dalla Ley Iabulae Bembinae e dalla Lex de piratis perseguendis offre
de ‘N
sovrappongono l’uno all’altro, si scoprono delle differenze, nelle quali possiamo cercare il segno delle altre componenti che, insieme al processo privato di multa, costituirono la matrice del processo de repetundis. Innanzitutto, la sovrapposizione lascia un margine completamente scoperto nella quaestio repetundarum, quello della litis
;Jpi0 \ 0 so g1e59
ancora una volta un'opportunità eccezionale: se, infatti, si
aestimatto. La fase estimatoria si rifà probabilmente alla fase
corrispondente successiva alla pronuncia sulla verità del giura-
mento assertorio nella legis actio sacramento (2%).
Più interessante è notare che anche laddove il processo di multa e la guaestio sembrano sovrapporsi perfettamente, le analogie si esauriscono sul piano della struttura, senza affermarsi su quello del funzionamento. Se, come ho cercato di precisare,
le affinità fra le due forme consistono nella bilateralità, nell’iniziativa popolare, nella presenza di una giuria, nelle modalità
della sua formazione, nella possibilità di citare coattivamente i testi, nella condanna pecuniaria e nell'esecuzione curata da organi pubblici, due sono gli aspetti che segnano la maggiore distanza: l'assenza della lis contestatio (che è viceversa il punto
Se (ei È
de o int
gn) A
_ po) L'asset
a, Wuassar, A
questio sla. pres
ur ti eadem res contestatio l'assenza (\X
Rekuperato nta C
fart Procedr berte in Consider
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.
.
in giudizio le ragioni di tutti i danneggiati (che è quanto impone il meccanismo processuale), ma anche come segno dell'interesse pubblico alla persecuzione dei MeaIn pai nso, v. già LINTOTT, ZPE 22 (1976) 209 S.; approfonditamente
MAGDELAIN, Aspects arbitraux de la justice civile archaique è Rome, in RIDA 3° s. 27
(1980) 205 ss. praecipue 214 ss. (217 e nt. 37 per la continuità rispetto alla Lex
Calpurnia).
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Pretor ètnpi,
19° &
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191
) o i i t e p a l l e d o v i t t e l e o t n e m i r e f i r : C a t r a i t S i ma t gi st ra t to a b i d e s a f a l l e d o t n e m i g l o v s Ilo a (c on la , e l a m r o f o n e m l , a à t i l i b a s n o p e em) ces della pronuncia della sen-
A benvedere, questi due aspetti di unilateralità del pro de repetundis hanno una precisa designazione sul piano term ino. logico. Se infatti si ricerca il momento funzionalmente corti. spondente alla lis contestatio, lo si trova nella iscrizione del l'imputato ?7/er reos, cioè nell'attività cui tende la rozzinis
delatio (**). Ancora, il ruolo attivo del magistrato è denotato dallo stesso legislatore, con il termine quaestio (2). Ai due
le era gen in a rat ost dim , ale min cri so ces pro nel io tat tes con s liti la del nza sse L'a (2%) la per re ava ric può si , 86) nt. pra (su cit. ng, igu est bef eit Str da WLAssAK, Anklage und to por rap del one uzi tit cos la e dov ss., 19 r. la dal quaestio della Lex Tabulae Bembinae s ini nom o ati del alla ta ina ord sub è i dic giu dei lta sce la nel sta ife man si che processuale
e, ss.] 186 63) (19 31 ti ina Urb di Stu , INI NCH BIA 6; nt. 8 , [v. WLASSAK, op.cit., e ion noz alla e iar unc rin nel , che ne, zio l’a del ne sio clu pre la del a tem sis aggiungerei, dal s liti la del tà bili izza util l’in tra mos co, ogi nol cro io ter cri un di ore fav a res em di ead , rsa eve Vic . sia ver tro con la del i min ter dei e ion saz fis di contestatio come momento s a D , N I L D I M H c S ( a z n e r a p p a a r e m o ) . s s 1 5 , l b e f e b s n o i t a k i d u J r e D , K A S S A L W ( a z n e s s a ' l a t a t s è a t l u m i d o s s e c o r p l e n o i t a t s e t n o c s ti li a l l e d ) . s s 2 1 1 , n e Rekuperatorenverfabr ) 7 6 9 1 ( 4 1 I D N N n i , s e r o t a r e p u c e R . v s e . ss 8 0 4 , i z z a l o S i d u t S , E S E I L G U P a d a t a t u f n co
: 0 7 . t n 6 5 1 , m u r o c u d a c o i t a c i d n i v a L , A R E v o r P n i a r o c n a i t n a l o m i t s 1080 s. (dubbi a l l e d à t i e n o d i n i ’ l l e d o t n e m o g r a ' l , i t n o f e l l e d à t i s r a c s a l l a d a t i r e g g u s a l e t u a c a l n o c a r . A pu ' l e g n i p s e h c , a c i t s i c i l b b u p a r u t a n i d i s s e r e t n i i d a l e t u t a l l a e r a l u m r o f a r procedu superare
a s s o p i s e r a p i m , a t l u m i d i s s e c o r p i e n e n o i z o d a a u s a l o i b b u d n i e r r o p i d e n o I i z a ’ l e | r i r e p s e d a o l u p o p e d s i v i u q l a o t i i v n i di regola l’ e l a n o i z e r c s i d e r e t o p o u s l a d a i s o t a r t s i g a m l e d o i t c a x ia dall’e a l a d r a u g i r o t n a u q r e P . ) o i t a g o r r i e a t popolare - di mul l e d o l o u r il , s i d n u t e p e r e d o s s e c o r p l e n a z n e t n e s a l l e d a i c n u n o r Jla p e u q n u m o c . v ; 2 8 r. ; 8 6 r. ; 5 5 e u p i c e a r p , . 8 8 3 3 r. , . b m e B Tab.
. s s 8 4 ) 2 5 9 1 ( JRS 42
2 4 S R J , E T I H W N I W R E H S ; . S s 6 , g n u g i t s e f e b t i e r t S d n u e g a l k n A K A S S A L / W , 208) \ o t a t s e t n o c s i t i l a l l a a t r o p p a r i s e h c e l a i z n e t o p e n o i z a u t i s e m o c o i t i t e p a l l u S 7 4 > (195 , ) r o t e a ( r P « . 8 7 ; 6 7 . r t c . 6 ; 4 . r r , . b m e B . b a T x e L : » o t s e o i t s ; e 2 a 7 u q ; 9 6 ) i ; r 5 5 o t ; e 7 4 a : ; a 3 4 r « P ; o 9) 9 G 3 ; . 5 r 3 c ; 1 3 ; 9 2 ; 6 2 ; 2 1 ; 8 . r t . b m e B . b a T x e L : » e r e a r u e q p . a v . n l a . h c c a r : g e g g e l a l l e a d m e t s i s l e o n i t s e a u q i e d n o i z o n a l l e e d n o i )e_ s‘g
192
CAPITOLO TERZO
aspetti ‘estranei’ corrisponde dunque un nome, delat;o e
stio: fra lessico e referenti si constata una corrispondenza
Guae. Pro.
fonda, che porta a ritrovare nel processo de repetundis. SOtteso allo schema bilaterale del processo privato (per multa), quello
unilaterale della quaestio magistratuale (?!9). Se si cerca di distin. guere con maggiore precisione la provenienza di ciascun ele.
mento dall'uno o dall’altro schema, ci si rende conto di un
fenomeno sorprendente: molti degli elementi si ritro vano in
entrambi. Solo in apparenza, però, sono fungibili: si può parlare
di parallelismo, non di equivalenza. In altri termini si potre bbe
affermare che sussiste fra i due schemi identità di attributi, ma differenza nelle relazioni fra gli attributi stessi. Proprio il parallelismo fra elementi della quaestio magistratuale e processo di multa rese possibile la sovrapposizione dei due sch emi; la loro sostanziale diversità produsse, nell’incontro, una unità nuova. Le due coppie di elementi paralleli sono consilium/re cuperatores e nominis delatio/petitio popolare. La pr ima coppia rappresenta l’elemento di struttura, cioè la giuri a. Essa esisteva, oltre che ovviamente nei processi recuperatòri per multa, anche nella questio magistratuale, perché secondo la migliore tradizione romana il magistrato era circondato, ne lla propria attività
tutti VENTURINI, Studisul «crimen repetun darum», 172 ss. ( sulla semantica di q u a e s t i o 184 nt. 130).
(2!) In questo senso, aderendo del r esto ad un'impostazione che è abba s t a n z a comune, mi pare che la teoria di Mommsen va da corretta anche per quanto riguarda l’imprestito degli elementi pubblicistici, che è appunto limitato alla quaestio e n o n anche al processo comiziale. Questa stessa sottosti ma dell'apporto d ella quaestio u
nilaterale condiziona la critica di WLASSAK, Anklage und Streitbefestigung, 3 ss.: praecipue 221 ss. alla concezione di Mommse n, alla quale egli opppose l’assenza di litis contestatio nel processo criminale, assenza inspiegabile solo se si muove dall’idea che l’unico modello della quaestio repetundaru m sia stato il Processo privato (o tudicium publicum nel senso mommseniano o tudicium recupe ratorium formulare o
petitio multae). Lo stesso insigne A., in se guito, giunse a negare la litis contestatio ne i
processi per multa (cfr. supra, nt. 207); ma anche questa teoria, pur non condivisibile,
non lo portò a rivedere la sua critica: WLASSAK, Judikationsbefehl, 261 ss. -_
Al
giudic
identit
processo privato nelle due fasi. Nella quaestio d | Pn qua della l’incont ro graccan a legge forgiata dalla
modello (privato) recuperatorio fà sì che al Rini che .
ancora così chiamato (?5), venga attribuita la funzione di £ i
mare il verdetto (iudicatio) e di stimare la condanna lit
sestimatio) e che alla sua nomina, sottratta alla discrezionalità
già meccani smi secondo parti le del magistrato, collaborino . ) ! ? ( i t a t n e m i r e p s e a c t e n v e n s o i i e t r i p t p e a p r / o i t a La coppia mominis del “ Do. , in e ch è i nt me mo e du i a n u m o c c a e ch ò i C . co mi na di o tt l’aspe
. 4 3 1 . t n 3 5 , a r (1) V. sup
e r o r r e n u a c i d u i g e h c , 9 4 ) 2 5 9 1 ( 2 4 S R J , E T I H W N I W R E H S à i g e t n e m a t t a (2!) Es e h t f o m u i l i s n o c fficial
o n u t u b y r a m o t s u c e h t m o r f y l t c e r i d « s e c i d u i i l g e r a far deriv o s n e s o s s e t s o l l e n ; » s n o i t c n u f r i e h t n i e g n a h c y n a r o f g n i w o l l a iudex, without . 2 1 . t n 8 2 7 ) 2 8 9 1 ( 4 1 . I I W R PucLiese, AN . 0 6 ; 9 9 ; 7 1 5 ; 6 4 . 1 , . b m e B . b a T x e L (25)
m u i l i s n o c l e d a n i m o n i d à t i l a d o m a r f o t n o r f n o c l i r e P . 6 ; 4 . 1 , . b m m e u i B c . i d b u a o T i « x n e i e s o (214) L t u t t a b i d a m e l b o r p È . s 4 2 1 , a r p u s . V , s e r o t a r e p u c e r l i i e o o x i e t d s u e ) a o u ( s i d della q . l p . n e g l i a i s m u i c i d u o i ) 6 € 4 . r ( » o i t a m u t s e a e u , q n s e i t t f i i e r l h e c h S o c i s i t t a s i r u , J N ioudic E S M M O M , i t t u t r e p , o s n e e n : s m u o i c m i i d ) r 0 p ( ] nom.sing. di , M Ò R T S R E G A H , o d n o c e s l e ; n ) e n o i z a r g e t n i ’ l l a d e r i r e f n I e v e d i s e r a n a p s t h c e i R m n e h c ì s i s m o ò r c ( n e n i . e s m e g l 6 l a 2 r . e 1 d e t h c i L m i t t i r g e b s n o i t o n a o s g i n i o i l z i s b o p O e u d e l e a r h o : c ) . s s i 9 m 3 ò e 4 u p i c e a Der r r p i v i ( 1 . t n 1 3 4 ) 7 2 9 1 e . s 9 2 1 , » m 1 (Uppsala u r a d n u t e p e r n e m i r c « l u s i d u t S , I N I R U T N E V a d P P C ( n m schauunge rispettiva mente . u t i s c o i : s d e u t ) n o e ( t i s i s n t o u c n o n e n i t r è s e o t s o n s i u ' L . ) 3 3 7 8 9 1 ( 9 i t s e t n o c 2 n i o o i r p e o r b p a , a L i v a t t u , T . y ) 3 5 ; 6 4 ; 0 3 ? Ferrar ; 1 7 (r. 8; 39; 70; a r u c i s è » m u i c i d u o i e u q m o u q i e u q « 6 . r a l l e n : i h g e i imp
e r a p n o N . n . t s o s è » o i t a m u t s e a e ‘cium leitisqu
, e n o i z n u f i d i v i t a c i d n i i b m a r t n e e m o c o i t a c i d u 0 i m u i c i d u o i o d n e m o u d s n o s c e a s , . t , i c . e c l h . p o , M Ò R T S R E G A H u Iteriore: cfr.
o t a c i f i n g i s orti un
l , i » s e z n a G n i e t s l k a a s g n u d i e h c s t n n E e l l e i z i f f o n e d « a c i d n i e n i m r e imo t . » x e d u i n e n l e z in e s e d g n u d i e h dere Entsc
194
CAPITOLO TERZO
entrambi i casi era chiamato a collaborare con la giusti; qualunque cittadino. Chiunque (forse anche ; Servi) Poter: fornire le notizie necessarie per avviare un procedim ento unila. terale d’ufficio (?!); chiunque (con il limite della Capacità pro. cessuale) poteva farsi attore popolare. Ecco du nque la SOVrappo.
nibilità delle due nozioni: tuttavia trasportate in un contesto nuovo nessuna delle due mantenne le origin arie Caratteristiche
La petitio, inserita in un processo con una forte presenza magistratuale, fu privata del suo sbocco natura le, cioè la Litis
contestatto, e rimase poco più di un nome , non fosse che essa
portò con sé, come vedremo tra poco, i requisiti della legittima. zione; d’altra parte, la rominis delatio, reagendo con uno schema che si apriva alla bilateralità, non fu più limitata alla
semplice denunzia, ma si trasformò in una vera e propria
partecipazione istruttoria e dibattimentale, analoga a quella svolta dall’attore popolare, O, più in generale , dalla parte di un processo privato. È la nascita dell'accusa popolare. L'origine spiega alcune caratteristiche dell’istituto. Innanzitutto, consente di darsi ragione delle oscill azioni terminologiche. Il delator, che in antico forniva al qu aesttor le informazioni necessarie per svolgere le indagini e a ccertare le responsabilità, ancora riceve quel nome dal legislat ore, come si è detto, pur
(25) V. supra, 54. (‘) Per la precisione, la legge impiega la f orma ve SpacnuoLO ViGORITA, Exsecranda pernicies, 26 $$ ; v. anche le indicazioni di
FANIZZA, Delatorie accusatori, 15 nt. 8; 17. Ad una prima ricogniz ione, mi pare chesi delinei una evoluzione indipendente delle forme verbalie di quel le nominali: (zomen,
reum, crimen) deferre (che è la forma più antica) sembra non pa rtecipe della
connotazione cacologica del più recente sostantivo delator. A questo diverso esito
semantico non mi pare estraneo il fatto che la forma verbale era quella usata dalle
Leges iudiciorum publicorum in misura assolutamente prevalente € per questa ragione
mantenne una valenza tecnica che la preservò dalla involuzione subita dal sostantivo.
\ANTROLLO SULL’ESERCIZIO DELLE
.
z IONI
E MODELL I
1 95
proprio perché contliggeva con la nuov a r e a l t à dell’isti »1S0
o ricorre perciò al termine accusator (o al verbo corrisp One ià | robabilment st
’
us
ex
)
.
che magistrati i per Invalso già era e p che dente).evano l’iniziativa davanti alle assemblee (2). Anc he nel e . uu ‘(è
.
discorso scientifico, la sovrapposizione del linguaggio corrente a
2 ; ) . ; 2 . 8 ) l . . p . ; 6 3 . l ) 6 5 r 4 p . t . . . ( r 8 5 d u e 3 3 9 c a . . . ( ; 8 d 1 ) 3 e . 4 l a . p ( 5 . r 3 t ( ato dic giu to sta è o us L' 45. m. do . Cic 0; 6.9 . /.L . rr Va .); .pl (tr anche per. 61 anche in considerazione dell’ ampiezza estensionale del termine (che ha
. .3.5 A(T 1) Liv. 26
(r.pl.); cfr. improprio,
o: ic cn te o us o su un de lu ec pr e ch ), le ra mo e er tt ra l’intensione di rimprovero di ca
e il ib ss po a ll de a nz ia on im st te me co , ro lt ra Pe s. 8 Mommsen, Strafrecht, 164 nt. 1 e 18
un a o nt me ri fe ri n co ne io us ff di a su a ll de tecnicità dell'impiego, o comunque,
o st te un a fr o nt ro nf co il e ar rt po a ss po si ra mb se mi a, ur ed oc pr di po ti o at determin et us ul pp Ta s iu ll Vi . «L : ti en nd po is rr co e nt me te en nd re rp so , no ti au pl o un liviano ed sa cu ac ri ob pr m lu pu po ud ap as on tr ma t uo iq al ei eb pl s le di ae us ul M. Fundanius Fund , e a n e m u c l A l u m i S « ); .9 .2 25 . iv (L » t n u r e g e m u i l i x e in s runt; quasdam ex eis damnata
. b p m A . ut la (P » m a r e f um li xi au ut ni ve t, sa u c c a o u r t i h p m A / i r b o r p m e t n o s n i r vi m a u q r c o t r o p p a r il o t t u t i z n a 869-70). Si noti inn
o m i r p l e d è o u r t i h p m A ’ l , . C . a 3 1 2 l e n o n o d che ca
n i , o u r t i h p m A e h t f o e t a D e h t d n a s u t u a l P n i s n o i s u l l A l a c i r o t s i H , y e v r a H o ultim 1 0 2 l a a v i s s e c c u s e n o i z a t a d a n u e r a m r e f n o c l e n , e h c . s s 0 8 4 ) 1 8 9 1 ( 9 6 . s . n m u c Atbena o c i r o t s o L . ] o v i s s e succ
o i n n e c e d l e d o i z i n i ’ l o 0 ’9 i n n a i l g e d e n i f a l r e p e d n e p o r a.C., p è a s u c c a ’ l : e n n o d i d o c i r a c a i e b e l p i l i d e i l g a d o s s o m o r p e l a i z i m o c o l e d riporta un process , o t s e t n o c l e n e h C . a t e o p l a d a t a i g g e h c e i r e n o i z a u t i s a l a s r e v i d n o N . m u e t n e i b m a di probr d o i g g a u tilizzato un ling u a i s , ) a l r a p e h c o i g g a n o s r e p l i e v o i G è ( o i z i i t c t e i r f p n o c tutto a d r o c i r e h c , m a r e f m u i l i x u a dall'espressione
o t a m r e f n o c a , r à b t i m l e i s b a b o r p o c i d a i n r o u giu b n o c , e u q n u d e t t e m r e p o t n o r f n o c l I . a i z i n u b i r t o i t a l , o i l i o l c e s I N I l e d e n i sione l’auxi f a l l a e l a i z i m o c o s s e c o r p l e d o p m a c l a e r a s u c c a i d o s u ’ l e r e v i r c di as ntro le
o c o i z i l i d e o s s e c o r p l e d e i c e p s i t t a f e r a l o c i t r a p a l l a . o t r o p e R a ll su a z n e u l f n i e t n e m a i v v o a erlomeno in ra h n o n iò (c ti ci le il e i moralment P
PETO
e r i p l o c a i u q a v a r i m e g g e l a l ; e r r e f e d n e m le era no naro per
e d l e d o t a t t e c c a e s s e v a , o i t a tecnico per ! l e d a l o t a u t t e f f e r e v a a z n e s r u p a i r p o r p a l e n o , i e z h i s c o p s i i d u a l o o d n e t t e m , anche c a s u c c a ' l l e d e t r a p a l l a d o s s e l i m i s o proc r e v l u c n i a c o p e ’ n u r e p , i t r o p i r i c e r a s p i m o c i p i t o s a d. . A questo Cc num sceleris et .
eloquenza
»
i
ut nomen
e l p t n u r e p e c m u i l i s n o c . . . « : 8 2 . m A . c i C o, it ! pun
m e r o t a s u c c a m e u q i l a m e r m a e d a t u , t n e r r e f e d o i d i c i r buius de par
ra
196
CAPITOLO TERZO
particolarmente efficace un testo di Ulpiano a comm e N t o d e l l a Lex lulia de adultertis. «Si postulaverit accusator y quaestio
habeatur de servo adulterii accusato, sive voluit Ipse interesso
sive noluit, iubent iudices eum servum aestimariet ubi aestimave.
rint, tantam pecuniam et alterum tantum cum, qui nomen Cius
servi detulerit ei ad quem ca res pertinet dare tubebunt» (219) La discrepanza fra l’uso comune e quello tecnico de nota insomma la trasformazione subita dall’antico istitu to ancora designato come delatio, cui ormai quel nome va str etto. D'altra
parte, passando dal piano lessicale a quello della disciplina della legittimazione all’accusa, la continuità fra azione po polare e
accusa nel nuovo processo bilaterale si mostra nel completo
parallelismo nella disciplina dei due istituti (2 2°). Il parallelismo
, anche se, in concreto, l’oratore svolg eva un ruolo più appariscente: è chiarifi catrice Urs. CII, che regola la parte c i p a z i one al dibattimento di più accusatores; l’u no è chiamato delator, l’altro subscr iptor.
lex iubet, at hic (scil: nel caso in cui s i sottoponga a tortura il servo dell'im p u t a to) simplum» (cfr. anche Pap. 2 adult. D. 3.6 .9). Per lo scambio fra accusare e deferre v.
anche Servilio e Proculo apud Ter. Clem . 9 ad L. Iuliam et Papiam D. 37.14.10; P a p . Ls. de adult. Coll. 6.6; Macr. 2 publ. iud. D. 48 .2.11.2; cfr. C. 9.42.3 (a. 369); C.
4.19.25 (a. 382); 9.9.29 (a. 326); C. 4.65.35 (a. 530). Anche Marc. 5 . a d S G T u r p i l l . D. 48.16.1.13, in rapporto a Pap. 16 resp. 48.19.34.1, deve essere citat o qui: cfr. SPAGNUOLO VIGORITA, Exsecranda pernicies, 26 nt. 1 e 27 nt. 5; contra L. FANIZZA,
Delatori e accusatori, 55 ss., secondo la quale, accus ator e delator hanno referenti diversi (Marciano utilizzerebbe cioè il responso papinianeo in u n contesto diverso dall’originale). Ò
(°°°) FappaA, L'azione popolare, 56 ss.; LAURIA, Studii, 298 ss.; GUARINO, Storia del
ii
diritto rom
principio,
(2) Si
Z N U P E. CH RI CA E L L E D O I Z IL CONTROLLO SULL’ESERCI ZIONI A SIN °
di là della semplice constatazione dell TTT
1); (22 o in ad tt ci qualunque
E MOD
ELLI
°
N O P i s u l c s e i d i s a c i , i t t a f n i , e t n e m l a i z i n I . e r a l più capil ; o n o d i c n i o c m i a s u c c a ’ l l a d e i r a l o p o p i n o i z a e l l a d esclusi e l o n o r u f a c i e
a l i e t n a r u d o l o S . ) 2 ( i r e b u p m i i l g donne € o r d a u q l e n , o t a p a m e t s i s l e d e n o i z a m r o f s a r t a t e l p m o c a n u di . i m i r c e l a u s s e c o r p r e f f i d a ò i c n i m o c a s u c c a ’ l l e d a n i l p i c s i d a l , nale di
a z r o f n i > o t a n e s l e d i n o i z i s o p s i d i d o e g g e l i d e m nor ì r r a m s i s n r o o m H s i l e l l a r a , p e t l i n e m a v i t a c i f i n g Tuttavia, si L L e u r p s i r u i g a l l e d o t n e m a i g g e t t a ' l i r t s o m i d e r a come mi p
e r i a e t e t t a o f n o r e u l f a n i m a i s r u c c c a ’ l l e o d p m a c novità nel
c i d r e t n i o ' l l l l i a e p n u l o p a e i n d z n a o a o l m d l de nell’altro; la legitti
o o t r s p e i h c i e r s s o o d f n o a d u n q e b tum de homine libero exhi
r o e i p r p o r a p v a c i r o a n l a i p l e U n i f d a l e e t v n e r a p l o e t v cogna s a u s m u , d t n u s s o e p r e c a f s o e o r i c i d u o i c i l b u p t analogia: «nam e
i d a e n i l n i , a m m o s n i a t e a s u c c a ' d o t t i r i d l I « : 8 5 2 ) 7 8 9 1 i l o p diritto romano" (Na . » s i r a l u p o p o i t c a ’ principio, un . s s 9 5 , e r a l o p o p e n o i z a ’ L , A p p a F n i e t a t i c i t n o f e o r p (1) Si v. l e r a l u t s o p i d o l l e u q a d a v a c i r i s o t e i v i d l i e n n o d e l r e p : i r a l o p o p i n o i z A . D [ ) (2 o n i n m o e r a l u t s o p i d o l l e u q a d i r e b u p m i i l 8 r e p ; ) 5 1 . 1 . 3 ; . r p 2 . 7 1 . 0 5 ’ l . l D u ( s s a i r ali o c n A , i z z a L o S : i n n a e t t e s s a i c i d i e d e n o i z n e m a l a t a l o p r e t n i è e 3 v 9 o 2 ) 0 6 9 1 i 3.1.1.3, d l o p a N ( 3 o n a m o r o t t i r i d i d i t t i r c S n i a r o , ) 9 2 a 9 s 1 u ( c c » a o d d n e a l u e t r s a o l p o e p d o p m u e t n c o i z a «edi a r t o m s i l e l l a r a p l i « e l a i z n e s s e è e n . o D i . z d a e r t d s a o 6 m 2 i d . p i l u U c o t a i l c l i a l p s e ss., ; ] ) 0 0 3 , . d i b i ( » a v i t t a e n o i z a m i t t i g e l a a l n l a a c i e l n b i b d u r p o e r n i a c a o c p i e l b n b i a pu n n o d a l l e d e n o i s u l c s e ' l e r i l i b a t s r , e e l a p e i r : s u e T l . a d n u i a m L i ( r o c v i a t i s s u o c p o c i A p m e s e e u q n 47.23.6. u l a u q i d a z n a c n a m e a r l e e s m s e e n i e s e b n n ò € o i u i p s e s r e r e p t s t e e é ’ m l h c r o e | m p possi a hé rc pe , o i r a r t n co
è n o n , — . C . a a r u t 9 t 4 i r l i a d d a o n o r e o r t o t t a a s u — c c 6 a 4 n u i rr. d à t i v i t t a ’ l e r a l o m i t s a a i r u T i d a z n a r e v 9.1.5), se
r . e C p . r f c ( . r p 2 . 2 . 8 4 . D e m . o t c l u d a a 1 . intes p a P i d e n o i z a t s e t t a a l e ) o l l i p u p l e d e n o i s u l c a s e r ' u L t a . r e v t i s d r i a g t a m e e h c i f a i l c e p s del o n o r u f i n o i z e c , e c i e d e s p i e l o e a t t o C e l . M a « u q : 4 . 4 . 5 a l . x a M . l a V o a d a v a c i r second i s a n bblica o u q a m e n o b r a C . ) n ( C t i d n e c s e d o i l o t i p a C 4 t u s u n i t o r p . v , s t i , s S p B m u E s L K m e e h c n ‘ril a . v ; 9 9 2 , . t I, 0p.ci
Z Z A L O S . r f e [ » t i v a l u t s o p t a r e fu e r t l a ssa n o c 3 3 2 . t n 6 0 3 , i i d u t S , A I R U A L . v , o t t u t u S . ] 9 8 4 2 ) 6 9 8 1 ( 4 in RE
fonti.
.
. 5 1 . 9 . C ; 2 . 2 8 4 . D . t l u d a particolare Pap. 1
198
CAPITOLO TERZO
suorumque iniurias exsequuntur» (24),
Non diversamente stanno le cose quando si guardi a I Pro. blema della scelta fra più richiedenti: i criteri che val gono per la divinatio nell’accusa vengono ripresi pari pari a Proposito dj
un'azione a legittimazione popolare (?2).
Infine, la sostituzione storica dell’accusa pop olare alle azioni
popolari si rivela nella figura dei quadruplatores, che un tempo
erano coloro che esercitavano a scopo di lucro le azioni Popolari, poi l'accusa. Così si può leggere la notizia dello Pseudo Asconio (p. 194 S), scorgendo nella contrapposizione delle
opinioni solo due diverse prospettive storiche: «Quadriplatores delatores erant criminum publicorum, in qua re quartam partem
de proscriptorum bonis quos detulerant consequebantur. Alii
dicunt quadriplatores esse eorum reorum accusa tores qui convicti
quadrupli damnari soleant aut aleae aut pecuntae gravioribus usuris feneratae quam pro more maiorum a ut eiusmodi aliorum
criminum» (2°),
mente, MM?
a posteriori, la scelta sistematica dei compila tori che inserirono
il titolo de popularibus actionibus (D. 47.2 3) nei /ibriterribiles a segnare il passaggio dai crizzina extraord inaria ai iudicia publica, quasi a rappresentare l'elemento differe nziale fra un sistema e l’altro e al tempo stesso la radice di quella differenza.
(4) aded. D. 43.293,11; cfr. anche $ 13 4)
(?°) Si confrontino Ulp. 2 officons. D. 48.2.16: publicis iudiciis accusare volunt iudex eligere debet cum
(2) La
«Si
40.16.5.1: «St plures ad collusionem detegendam pariter accedant, caus a scilicet cognita
quis debeat admitti comparatis omnium moribus et aetatibus et cuius magis interest
statuti oportet»: naturalmente a poco vale escludere l’actio de collusione detegenda dalle
azioni popolari in senso proprio (v. FADDA, op.cit., 290).
(22) Cfr. Ps. Asc., p. 261 S; Schol. Gronov. Db, p. 309 S; Schol. Gronov. B, p. 326
S. Fest., p. 308 L considera solo l’accezione più antica.
anche per processo
Untersuo
TÀ. con
( I Z N U F . E H C I R A C E L L E D O I Z I C R E S E ' L L U S L O E L D L O O M E R I T N N O C i L i ML
199
. a n a c c a r g a m r o f i r a l l e d 3, Le idee
ti li po à t i l a n i f e l e i l a r u t l u c e z r o f e l e h e c r a e g h a c d i n t i i l o o p d n e n l o i V a t a r t s u T a v i t a m r o n e n o i z , u e l n o i s g a p a l l a n i o n r a e s n s i u d i h c c a r G i con r e p e e r e n e g l e d i s a c | i t t u t n i e com a n i s . € a a c i i d h i c n s o i i r z u d i e n d o i e i z u d n e i l l e d gio€ o , e i r t a a i i t g r e o è i l s i e | v l i a r r a p o u d t è t a l r u , t c e s u o q n s |se u Comun l o u u c o i c e l , d a l r i e g s u a q a a t p — n p a a o f z e r r n t a e s s n a pe i , che o n u b i r t l e d e n o i z a m r o f a l a t u v e b m i e sappiamo esser c l d m l e c a si a c i d i r u i g a z n e i r e p s e ' l l e n a i s e r i r f f o a v e t o p i, tt fe ef
l e d a c r e c i “ a l i cu n i e l a r e t a l i b o s s e c o r p n u i d o i p retorico l’esem
a r t l a P e, i t r a p e l l e d o c i t t e l a i d o t n o r f n o c l a a t a d i f f a vero era e r a l o p o p e n o i z a p i c e t r a p a l l a o s r o c i r o i p m a n u a v e c s o n o c , e t r a p E I T e t s e u i q , o d , o o c m i n g | o n I . ) ’ ? ( a i z i t s u i g a l l e d e n o i z a r all’amminist e t n a l l i r b a t _ u n e t s o s a __ t a t s è s e n o i t s e 4 4 9 r e p o s s e c o r p l e d a c e r g e n o o i d i z l a a v v i r o e r d o v a a l L , . S s (27) 9 4 e u p i c e a r p , t f n u k r e H e i D , G 1 z r I H a d , a l t u s a r t a s c r o e m c i i d r a n l o l e n d a i t m n a , t e r t o p n m me i ù i p i m e t i i t n u s s a i r o n o g n e v i , u c L E n K o N c U K o i a r d b i l a i t u n q i e p ' s l e r r e a p t a e t s è anch , o c e a c o p o t u v a a h e h c , i e s h e c t o p o i v ' i L t a c i . f s i i n d g n i u s t e è p e : r i t n e e e c n i v n o c processo d o p p o r t n o n i t n e m o g r l a e d n o C e n o a i m z a , m . r s s o f s 4 a 1 r t , n e l e g n a u u h q c u e s t r n e e t n n U a m r e p o i t s e a u q a n l u l e è d ; ) e e n n o o i i z z a a r t i p u s l i a ’ v l a e l n r a i g t e s i e p t s n o i c d à PA. t i s s e c e n te iù
n e u g e s n o (con la c à t i u n i t n o c a
p e n a c c a r g e r p s e n o i t s uae
:
l i e h c a i s e r a p i m di Hitzig o l l e d o m n un unico
. o c e r g e l a u s s , e a c m o o © r R p e a e € r a g i c t e i r G o r n i d e r n a l e o p o e p u e g n i o l i b z u p a ’ n l o l i t e a d s u a c r a c l u a l ’ t e l d a a n t a a sur t l r l o p u s a l o l a t i o t t t n a a b u i Q d . o c l e r e g d o t i e t n s o ‘ impre
’ l e l n e o d i s i v a l e t e n n e c o e i r z j a r d t s , a o c m i i t d t a a i z i t s nella u i g a l l e d e n i a o i a z s s a e r r e t t s n i i n ù i i p m m i a l a ’ u l q l i a a r f , i r o v olare a l i s r e v » i d o m n i i ( t A « n e s , n » i a o H g r a u d o k a a K t « a t t s n i a contes g a s»
i s e g e h h t p r E u « o F d e n h a t n » î s t e x c i i t s u J «Ende f o n o i t a r t s i n i m d a A l e n t a n i a n t e s h o t n A o n e h , t e m n î o c y a d e u n i l o t t A St o s e l a u q l i i , . d s a s l l e 3 u 1 q , 1 a v e i u s p s i e c r e p e a r a r e f s a i 1976) pr p m a ’ n u e s i, vi fos
c C e t n e cresc
a z n e t e m co
p
,
;
i t t a b i d 10
200
CAPITOLO TERZO
linee culturali poterono, semmai, costituire un fattore dj tazio. nalizzaz
ione dell'esperienza (?*); l'indagine giu ridic a ha infatti messo in luce che gli elementi su cuiil legislato
tipicamente romani (come la quaestio) 0, c omunque
recepiti e interiorizzati nell'ordinamento romano (come l’azione popolare e il processo recuperatorio) . Questo giustifica che sj
commisuri la nuova istituzione a p arametri familiari all’espe.
rienza romana.
, Oltre che
particolare, prescinde dalla colla borazione camente e ideologicamente pre supposta dalla /itis contestatio. E
chiaro, al tempo stesso, che la nuova forma processuale,
svuotando la quaestio del magi strato, amplificava il ruolo de l l a partecipazione popolare all’ amministrazione della giustizia , s ia per quanto riguarda l’iniziativa e la rac colta delle prove sia per quanto riguarda l'emanazione d el verd etto (?); sj capisc e così,
(**) Un'indagine interessante su l clima intellettuale (oltre che p o l itico) in cui nasce la riforma è quella di NicoLET, L’Ord re
richiamo alle costituzioni di Rodi ed Atene :
28 s.).
équestre, 1.517 ss.
i
;
«WHITE, JRS 72 (1982 )
(2° In questo senso, in un altro c ampo, potrebbe essere emblematica l’espres-
sione di Cic. 2 i Verr. 1.42.108, dove, a propo sito della /ex Cornelia testamentaria
nummarta, si dice: «...sancitur ut, quod semper m alum facinus fuerit, eius quaestio ad populum pertineat...», quasi a contrappore una precedente quaestio priva di parteci. pazione popolare alla nuova, trasformata tramite l’iniziativa privata e la giuria.
gi gli si assegna.
.
In che misura, viceversa, nella nuo
Sia c e d n ro mp Se o o t la de pi ci in pr i de ne io az tu at l’ da vedere civis è difficile vedere. Del resto l'effettiva finalità della lenze Sempronia, comunque misteriosa, perché (da qualunque parte la si guardi) non avrebbe fatto che ribadire divieti preesistenti,
le à gi e ch ea id l’ a tt ce ac si se e il ab tr ne pe im ù pi r sembra anco n no o: iv at sl gi le to en am nd fo o an ev av e an cc ra eg quaestiones pr er nt ’i el ch e, im an un i as qu gi og , ne io in op l’ può allora soddisfare
s ne io st ae qu e ch ti an e ll de e on zi tu ti is l' al ne preta come una reazio il’ al ere riv asc ue nq mu co ò pu si ex senatusconsulto (?*). Forse, o ol ru il re ta mi li a za en nd te la a ni ro mp Se e gg le a ll de spirazione o, ns se to es qu in e, io st ae qu a ll ne to ra st gi dominante del ma x Le a ll da a at gn se di i ol ru i de e on si vi di a ll ne za an on ns co trovare fu o, mp ca to es qu in e ch ù pi , do mo ni og In ). (** repetundarum
to en rm fe il ì ag e ch li ta pi ca si es oc pr i de lo el qu in te en am rt ce a zz te on pr la re ra st mo di ra mb se me co is, civ te pi ca de e gg le della la r pe to na o ll de mo o ov nu il se te es si so es ad con cui anche
. i t a r t s i g a m i e d i s u b a i l g e d e n o i z u c e s r e p
n o c a l e t (0) Trami
trapposizione
. a i r u i g a l l e d o t n e m a i l p m a ' l e di parti u s r e t n U , G R E B N R E T S N R E G N U , per tutti, VON
. V , e t n a n i m o d d n u n e h c s i s s e a n l k o r i e n d i n i p n o o i ' t l a k o v o r P e i D () Per , N I T R A M ; ) . l b i b 4 4 , S E N N E . Z t E n U G ì 4 Ì 5 R p o R . r f c ; . s s 1 9 e u p i c | S s 8 4 n , chung& en e a r ) . p s 0 s 2 7 7 9 Hermes 98 (1 i , o t e i v i ld e e d r o n e t l ri e P . 7 4 1 . t n 7 0 1 . , 4 i d r a c s i i B d u t S n i i n a H , n k H i l b u p spàten Re
? O P a4 o i t a c o v o r La| «p
. 0 1 . 4 . t a C n i . c i C . r f c ; 1 . 4 . h c c a r G . C lut. Sempronia
l
makes itself
x e L e h T « : 3 5 ) 2 5 9 1 ( 2 4 S R J e r t no i is n d a m e n o 0 at th 1 so — . m d u r i c e i p d u I l vi ci e b th a in R s sa on ti nc e fu i f C dr, (®) Cfr. SHERWT®
felt
y lt na pe e th of ng ri de or ct re di e th in d n a — t n e m e g d u j è e h O on ti ra pa se e h t y (...) b . . enalty in a sell
e by HU i
p a f o n o i t p i r c s e r p e h t for t o n s i g n i h t e l b a r e l o t n i e h T | . » ’ o i l i s n o c e n i s ‘ e t a r t s i g by a ma
CapitoLo IV
L L E D O M O V O U N L E D E N L'AFFERMAZIO PROCESSUALE. Ù
: a l l i S o c c a r G . C a r i f n n a ' t n a r a a " u q i e n e l a n l i i m i Ip rocesso cr . o d o t e m i d i n o i t s que , i t n e d e c e r p e n i g a p e l l e n ti raccolti o p m a c l i a n i b m e B a l u b a T della s e n o i t s e a u q e h c i t n a e l a r f o s i v i d e n n e v — ) ( 1 e l a i z i m o c a i z i processo n i a e l a r e t a l i b s i d n u t e p e r e d o s s e c o r p l i e i l a r e t a l i n e l a r f capitali u e n o i z e s r e t n i ’ l l a d — o m i t l u ' t s e u q — o t a n , e r a o l i o r p o o t p a r e a p v u ti c e r o t a v i r p o s roces il p
itali
o s s a e r o i r e t l u ’ l e t r a p 2 e — t n o e m m a a i d t l a a t s s n è o c o p , m a l a l c i l i di S e h c — e l a i z i m o l i c o d o n s o s c e e c s o i î t p n a l n | e o d ‘ a z n prese 4 o i t d n a t a m e è o i c ‘st o t a c i l p PO o p a v i t a i z i d in
ie
i r t l a di
a n u e b b o n o c , o l o c do se
, e a c i l b u p s e g e , L I D N O T O R v . y i : l a u q e l l u s t ( o o r o r P t e s o i , v c i n z i i n d , a 6 0 e 1 r . e u t u h d r e B c . c o i r (1) C o C p d n Ile seco . L D ; . s m 4 M 2 3 m o . a M i . c a a c i e f r f t e l o a , a u di Sill ulla s i m i t l u Ji
7 3 ; 2 0 3 297;
s
i
islazi
iminale
204
CAPITOLO QUARTO
La dottrina più recente ha definitivamente sfatato l’ide questo epilogo sia da attribuire essenzialmente all'opera di SI idea che poteva dirsi tradizionale fino a pochi decenni " sono (’). Al di là degli indizi puntuali, di cui presto ci o ccy o
remo, un ben noto testo di Cicerone azzera tut ti | possibi
dubbi: «Cogrosce alias quaestiones, auri Tolossani, coniu rationi, lugurthinae. Repete superiora, Tubuli de pecunta capta ob rey
tudicandam; posteriora, de incestu rogattone Peducaeca. Tuyy haec
cotidiana, sicae veneni peculatus testame ntorum etiam lege nova quaestiones» (*). Il testo contrappone ai proc essi più eclatanti,
su fatti specifici (citati dal più recente al più antico, salvo
l’inversione degli ultimi due, rimarcata dal «repete superiora...po-
stertora»), i processi di routine, di crim inalità comune, portando
ad esempio la quaestio inter sicarios et de vene fic(i)is, la guaestio
peculatus e quella de falsis. Siamo, nella finzi one del dialogo, nel 71(-75) a.C., quando già, cioè, erano state va rate le Leges SEN, Strafrecht, 202 ss., rinvio alle trattazion di i KunKkeL, Kleine Schriften, 56 ss.: GRUEN, Roman Politics, 258 ss.; JonEs, The Cr iminal Courts, 56: SANTALUCIA, ED 36 (1987) 342 ss. Sulla riforma del tribunato, v. or a TONDO, Svolgimento della crisi della
costituzione repubblicana, in BIDR 89 (1 986) praecipue 77 s. (ibid., 82 ss. la port a t a del
la legislazione criminale è forse sovrastimat a).
(?) A testimonianza di quest’orientamento cito, per l’autorevolezza e il nitore, la formulazi
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Comelia innov
furia e accus:
one di Arancio-Ru1z, Storia del diritto roma no!
ad opera di Silla, ai crimini passibili di pena capitale. Ciò corri sponde perfettamente
allo spirito della restaurazione sillana, che voleva ridotte al minimo le convocaz ioni
delle assemblee popolari». Ancora di recente sembra sopravvalutare l’originalità della legislazione sillana, Th. HANTOS, Res Publica Constituta. Die Verfassung des Dictators Sulla (Stuttgart 1988) 154 ss. A questa prospettiva sembra dare adito quanto si legge
in Pomp. ls. ench. D.1.2.2.32: «Deinde Corneliu s Sulla quaestiones publicas constituit, veluti de falso,
l'esistenz.
“cora di Di
dalla c0erc; 6) gall Ull'iniuz;
de parricidio, de sicariis, et praetores quattuor adiecit», il che fà riflettere . < . + ) . . .
detrex |
ArcHI, Problemi in tema di falso nel diritto romano (Pavia 1941) 6 nt. 1; cfr. anche Mommsen, Strafrecht, 190 nt. 5]. ; (4) Cic. nat. deor. 3.74.
è ar bi )K Man.g L*
sul valore che si può attribuire all’estratto pomponiano per la ricostruzione del diritto pubblico romano [glossema esemplificativo è l’inciso «veluti...sicartis» secondo
8. (xl D e
Cntpg ove
on de
L'AFFERMAZIONE DEL NUOVO MODELLO PROCESSUALE
cio
‘ne: Cicerone precisa però che, fra le quaesti
205
i
ti tut «di e con (9) tà novi una era o fals sul solo quella
a ider cons sI Ù dal e rdat rico le quel a e oltr prima di Silla,
ne e altr n n me o rem ved e com — te men ura sic no ava jon — ito segu " x z n fu ne ero Cic che i reat s, bitu l’am € la maiestas zio men Ù fini de ti potu ero ebb sar si e ment icil diff ché per nato ga Pi crimine]
a tizi gius di i cort e dell a tem sis il e com si vede
stio cuae dl , tt ecce si se e, elia Corn stio quae es la Leg e dell ua ma pri completo che fà però numero a parte (6)
iniuriarum
— e ant ort imp o men è non e he anc va rica Dal testo si he valc a te lega rie, sito tran nes netta distinzione fra quaestio
i. cont e bas su re iona funz a e inat dest es ion est qua e emergenza, solo non di, quin a, Sill di a prim o: unt app ni» gior I ti «tut nuativa,
. (') ti anen perm nes stio quae he anc ma esistevano quaestiones,
r. cf : 08 .1 42 1. . rr Ve im 2 c. Ci o it ic pl es ù i p a r o c n a è is ls fa () Sulla quaestio de
1 ) 9 7 9 1 ( 0 3 a r u I n i , o i r a m m u n o s l a f i d a i r e t a m n i a n a l l i S e n o i z a l s i g e l a L , A I SANTALUC l e d e n o i s s e r p e r la e 8 0 1 , 2 4 1, , II » . r r e V « c. Ci , O N I R A M ; ) e n o i z a t a d la ss. (2 nt. 1 per s 1u n o m « o, st te l e u q n i e g g e l si o t n a u Q . ss 7 3 1 , t. ci , e v o u n e e i falso, in Idee vecch
, t i r e u f s u n i c a f m u l a m r e p m e s d o u q , ut r u t i c n a s d e s , r u t i u t i t s n o c o l u p o p m u v o n aliguod x e L la e h c , e t n e m l a , letter
a c i d n i , » e r o p m e t o t r e c x e t a e n i t r e p m u l u p o p d a o i t s e a eius qu n o c o i t s e a u q a n u o d n e u t i t s i , i o n o m e r i d ( e l a u s s e c o r p o n a i p l u s o l o s a v a v o n n i a . v i ( l e l a i Corne z n a t s o s o l l e u q u s n o n a m , ) i p i c n i r p i v o u n i o d n o c e s , e r a l o p o p h a c s u i c c e a r e b s g giuria e n u d n e w n r A e h c i l g n u r p s r Ù d n r u e t r e f e i l r e b Ù , R E H C O K i d a r u t e , l a s s e m e r p a per tutti la let l a t a d + ) . s s 6 9 ) 5 6 9 1 n e h c n i M ; . s s i D ( » i s l a f o n e o d c n a i i v l n e o n c r é o h C c r x e e p L o i « i r p r o e r d p . s s 9 4 1 e u p i c e a r p , . t i c . p o , O N I R e A r M a t i i b d u d o i n n n a f , a n a l l s i e r p considerazio à t e n i o s l a f l e de
l a n i m i r c e n o i s s e r p e e l r i b a a g n o r u r u i s d n o n ( a z e n l e a t g s e l i s e e s ’ a b u dell s a i r a n i d r o a r u d e c o r p a n u i d a z n e s s a ' l l e d ù i p i d a r o anc . . ) o i t i c r e o c a l l a d
D , S D N E R BeH
;
‘vita
i
cu
i d u t S , e s e I L g u P . V s t i r u i n i e d a i l e n r o C dalla Lex diversa,
e n o i z i s o p a n u r e p , . r f c ; . s s 117 7 1 2 , i t u b i r t n o C , I N I D E R F N A rf., 115 ss. e M
. » u t a t s m e n i d r o a r t x e a i r u i n i e A I PA
, 4 . t n 2 u ) 3 8 9 1 a v o d a P ( a c i s s a i l t c à a t v e i r n p î x e o n a m o ss. («l r e l a n e p o t t i r i d l e d o i d u t s o l l a . a o m t e u t b i r l u t s Con a i f . a r r D g o = i ( l 1 b . i t b n 6 9 1 , t h a c i e p r f m a a r t ’ S , n u N E S M e h M c O n a M à i , g è 4 > 7 e . v o 3 . r o e d . » t s a e n n o . i c t s i e C a u Q « , I N I U R S U T N E ° V e e t 3 n e . m t n e Esatta 0 5 , 1) e i g o l a n A , R E B a I n S u a d o r e s o s s e e d t e n s i s a o r p f i 2 n a . m t n o R i r e e P h c . o i 4 | b b u d o t l o m è , o t o n e p è r e p e s m e o n o C i t s . e ) a 7 u 8 q , i a t m s g a t n i s l i : e o t s n n e e n P a m r e p e t r o a di c , ) » i i c i iud
l l e u q a e dent
206
CAPITOLO QUARTO
Problema del tutto diverso è se le une o le altre funzio “n
Nasserg
già, o meno, secondo i principi introdotti dalla Lex rep elundg. rum graccana, cioè bilateralità, accusa popola re, giuria deli be
rante ($).
.
m
tuae, che nella dottrina moderna è usato per esp rimere questa idea, ricorre s o l o i n Cic. Brut. 106. Quale sia il significato dell’ apax, ch e non ha valore tecnico, è dub b i o . Rischioso, m
a non del tutto ingiustifica to potrebbe essere l’accostamento con il termine tecnico d’ambiente retorico quaestio pe rpetua, che ha valore di «problem a generale», «comune», sì che, per associazion e, forse vengono definite perpetuae le corti che avevano una applicazione frequ ente; l’espressione quaestiones perpetuae verrebbe, così, sostanzialmente a coincidere con cotidiana (e) (Cic. nat. deor. 3.74). Il
parallelismo con l’aggettivazione dell’editto suggerisce tuttavi Î l'elemento cui viene dato risalto era che d i anno in anno | e varie leggi iudiciorum publicorum assicuravano la continuità nell’ amministrazione d ella giustizia, pur nell’avvicendarsi dei titolari della carica, che comportav a, in particolare, la revisione annuale degli albi dei giurati (cfr. però MOMMSEN, op.lc.ci t.). Comunque, anche ammesso che a questo effettivamente pensasse Cicerone, che p arlando della Lex Calpurnia doveva avere comunquein mentei tribunali dei suoi tempi, è chiaro che la nozionedi corte permanente finisce per assumere, in questa prospettiv a, un significato «organizzativo», che è estraneo a quello genuino di guzestio, che è proce ssuale, poiché il termine designa semplicemente, qualunque la si voglia immaginare in co ncreto, l’attività del quaesitor. La quaestio non è un organodigiustizia, ma un processo. N on è, quindi, la
presenza di un albo di giudici, rinnovato annualmente sec ondo una precisa prassi costituzionale (su cui fondamentale BEHRENDS, Die r òmische Geschworenenverf,,
praecipue 61 ss.), che risolve il quesito se la quaestio sia 0 meno perm anente, ma il
fatto che vi siano organi della civitas investiti stabilmente del potere di quaerere su determinate fattispecie.
(5) Cfr. in questa prospettiva VENTURINI, «Quaestiones» non perma nenti, 90 ss. (°) Il dubbio è ovviamente acuito dal fatto che, come spero di avere dimostr ato, le quaestiones pregraccane avevano una base legale. Indizio di quaes tiones stabili, contrapposte cioè a quelle assegnate extra ordinem a magistrati normalm ente non impegnati nell’esercizio della funzione giurisdizionale, è il ben noto accenno al processo zrter sicarios svolto nel 142 a.C. da L. Ostilio Tubulo (fonti supra, 6): in questo senso (sia pure muovendo da prospettive diverse) v. MommsENn, Strafrecht, 197
probabilmente
intendere che 09). Vari inc
STRACHAN-D,
5), l'aneddc Asconio, A:
» &
L AFFERMAZIONE DEL NUOVO MODELLO PROCESSU ALE
207
sceso criminale del modello bilaterale ad accusa popol posso ola pe zur a): le quaestiones pregraccane sono invece unilaterali, ! ni n È Lx ol I e cioè NON S o di accusa popolare, ma, tout court , didi un
m u i i l i s o n c n o c e ( | e c i d u i g l e d o l l e u q a d o t n i o d'accust dist
precisato lo specchio cronologico (fra C. Grac Si cetsa importain nttee distdiistningguuere fr a quaestiones pe| rmanencoti ee qSiulaae), sriones tran ansi sito tori ri:e, cioè istituite per giudicare su fatti conccr reettii
son previsti in via generale da una legge criminale; ma ben più
;mportante, dal nostro punto di vista, è chiarire a quali principi i
_—_—————_
.
.
?
. cfr ; 42 1) 97 (1 88 S ZS p, ou CL ; 45 , en ng hu uc rs te si 2 e 203; KunkEL, Un
anch
un di , lo bu Tu da o at br le ce lo el qu , va pucLiese, BIDR 66 (1963) 163. Si tratta
re pe om rr co to fat i rs se es di i agl olt riv a us cc 'a ll da me su de si me co e, al er at il un so es oc pr
di so es oc pr l de o rd co ri Al 1. nt. 3 20 , ht ec fr ra St N, SE MM MO . cfr : am nd ca ob rem iudi di a zi ti no la , re la go re se ba su e on zi di is ur gi a un di o zi di in Tubulo aggiungerei, come si S, s. 39 p. , c. As o nd co se e, ch a ll vi Ra o in ng Lo io ss Ca L. da te ot nd co s ne io st ae qu o lt mo va ta at tr Si . ») so ci oc ne mi ho de (« io id ic om di a ri te ma in e ch an svolsero d a a i c s a l o t t u t e h c o t s i v a t t e p s a si i c e m o c , i l a r e t a l i n u s e n o i t s e a u probabilmente di q
l e d è o i s s a C . L i d o t a l o s n o c l (i a n a c c a r g a m r o f i r a l l e d a m i r p o r e s l o v s i s e h c e intender e r a v r e s s o e c e f e m o c , e r a l o c i t r a p n i : e n o i s u l c n o c a t s e u q a o n a t r o p i z i 127). Vari ind , s t r u o C l a n i m i r C e h T , S E N O J a d o t i u g e s ( 1 . t n 7 2 2 . 1 , s m e l b o r P , N O s D I STRACHAN-DaAv tesso
s o l l a d o t i r e f i r , » ? 0 n 0 b i u C « e l a i b r e v o r p l e d e n i g i r o ' l l a è e h c o t o d a d r f e n a a l ’ l e u q 55), l e l a u q i t n e t s i s s a i o u s i e r o t i s e a u q l i a r f e n o i z a l e r a n u d a r e a s s n a e C . L ( « Asconio, fà p : i t a r u i g e e t n e d i s e r p a r f la el qu a e h c o st to ut pi m u i l i i s n o c s bu e ci di iu to at ib ae pr magistra m ia et e qu at suadebat
.. t. se es us ut ic al t i i c i d u i i r r t o l a t i i s l e g a a u r q F s . n » e r i u t t o i u r q e . a . u . q ) s e u t i r s o m s u i u c e d m u e e r i r e p t e s s i u f o n e o r b a l i o u c c i t r r u a t p e i ! d e r a p i m ..ut quaerer , i t o n ù i p i t s e u q 4 o t accan
e r a t i c o r e b b e 3 r 2 t . o r r p ( e i s g g e e l h c i s i e v z o i d d n , i ) 7 3 , a r p u s ( s o e a m y D d a i e u m d i x n a o c M i i s b a a s u F l c . n Q o c a l , u a t i s n i o p E d ’ e l c a a M z n a l a l t e d e l o impor s n o c o r p l e d o i t i n è g o i c u c a l , l o e c d e r e G n o i s m s r e e ' t h c l n a a , o t a t u p 27) che, m i o z r e t n u , i c e r G : i d u M i t n o r r e f p , o n i r g e r e p n o e c r o i t i e e n r p i l l a a t i a p a m c o e R a condann o t a i v n i è , a z z e a l n o u v a e v p i o l r o c p n o n e e s r , e o h n c i l m : i o i a z n i d u u i g a o t u u s l a riconosci , e r o e t d i n t e s t e n v n i i a a r i o c e e n s r a i a l r D g r e i r e i p e r o o t t t e u r t p l i e h c , o t s o p o t t o s e . r I esse ò r e o t n a u q e r a n r o t . i d E o r e p P S gl a . v itale, i dpirorepressione criminale (unilaterale) t P A C giurisdieznitoenedi comp! stabilm
i . e o t t n e n m a e v i m t i o s o g p r a i a s ' e r l l u s m i d prima i d o t a c r e c è i s o L o l l o e n d a o m m r (1°) o o f v n o i u n i c l e d a t i c s a n a 4; l e h c i LL s e t o p i ' l a t u n e t s o s è ì s e v o d ) a i r . u t e a t r t t e s r i g i a m a l l e o d l l o notizie d r t n o c i d i z z e m i e d a i r o t s a l l e o d n r e t n i ’ l l a ; , o d n o c Capitolo Se s e i p S i s e l a u s s e c pro
208
CAPITOLO QUARTO
si ispirino le une le altre. Per sciogliere il primo nodo, si è (4, detto del valore del testo di Cicerone sop ra riportato ’ che na
consente di affermare con sicurezza la natura transitoria della quaestio rogattone Peducaea, della quaestio rogatione Marnil ia e
della quaestio auri Tolossani e, per contro, la stabilità delle q
uaestiones in materia di omicidio e peculato. Per decidere riguardo l’arzbitus e la maiestas bisogria ricorrer e, in mancanza
di un’eguale attestazione, a indici ausiliari; oltre che sulla natura «ordinaria» dei reati (anche se non proprio di routin e), reati che saranno in seguito non a caso oggetto di norme su base stabile, si può far conto sulla frequenza con cui si disputar ono processi di quel genere, ciò che rende poco verosimile il ri corso a successive leggi eccezionali. Per quanto riguarda i principi cui si ispirarono le quaestiones
presillane, permanenti e non, è indispensabile l’inda gine caso per caso e distintamente per ciascun aspetto, cio è presenza di una giuria responsabile del verdetto, bilateralità, popolarità. È
ovvio che, volta per volta, la ricezio
con la prop!
perla condi
\Asc., p. 4(
Prosequi patieris, ius
accusatoris cum iure testimonii commiscebis, testis inprobi cupidi-
tatem confirmabis, reo duplicem defensionem parabis» (4). La () Rbet. ad Herenn. 4.47; cfr. già KuNKEL, Untersuchungen, 46 nt. 175. L’attri-
buzione dell'estratto alla orazione di L. Licinio Crasso in difesa della vestale Licinia
L'AFFERMAZIONE DEL NUOVO MODELLO PROCES SUALE °
gpetortea
209
è stata composta sicuramente pripri ma della riiforma i
ques
o
l a u t s e a t t i r e f i » r e t r a p i e d n o i z e c c c c À T e ” D t l e v a r t t a © sillana gine di
a m m i ’ , l e l i b i s s o p o d i t i n ù i p o d o m e N , e g n giu mento, ©!sso I processo diparti arti, criminale già organizzato come .
urenl pqruoaclee
al quaesitor, pallida ombra dell’antico, non è rimasto e t n e a l e t l l e d a u e q . r a e i ò r d u o n p i t s o a N che il ruolo di moder )
.
l e d e n i g a p e l l e n e t n e m a t u t e p i r o n a r o i f f a e h c s e n o i t s quae a n i m r e t e d n a i s s e t s a l , a a c m s i r e f i m r u i s l p m e x o e t s e u e q l a u r mal
e e ) t r ' t ( r e e u e d t l e p n a h v e a c t i c n s i a l a tezz
. n ‘ F R O . a v t ( a t t e e c t c n a e m l a r e n e g , ) . s s 7 2 , 2 a r f n i . v ( 3 1 1 l e u d t s e c n i e o i d t s cella quae nte combattuta da . TT,
.
.
me ta us gi a at st è ) ra tu et ng co a 66.19, tuttavia con l'asterisco dell li ag , re ge un gi ag ò u p si e rs Fo s. 98 , ti en an rm pe n o n » es on ti es ua «Q , I N I R U T N E V rse os l’ al ro ve se sì co mo ia ch ri n u e ch à it il ab ob pr im l’ ., ’A argomenti messi innanzi dall
a, ll vi Ra o in ng Lo io ss Ca L. a o ri op pr o lt vo ri re se es e ss te po ri ve do ri op pr i vanza de x de iu e m o c ne io iz ad tr a ll da o at zz li ea id e en vi e al qu il , o s s e c o r p l e quaesitor in qu a all’imputato,
t n e s n o c i h c e m o c à i g n o n , ) 4 8 . m A . c i C ( s u m i s s i t n e i p a s t e s u verissim , e t r a p a r t l a ’ d : e i o t a p p a c s i l i c a f , o t n e m i t t a b i e il d
r e g i r i d a e n i d u t i t t e n con la propria i s a t i r e p s a a i z m i n i d o t a r e v o r p m i r u f o i s s a C o s s e c o r p l e u q i d o i r p o r p e n o i z u d n per la co , a m r e f n o c a n u o n a v o r t e l a n o i z i d a r t e n o i n i p o ' l o r t n o c i b b u d i t s e u Q . ) S i (Asc., p. 40 s o l e r t n e m , s u e r n u i d a l r a p i s o t n e m m a r f l e p e h c o t t a f l e n , e l a m r o f o o n t n e m i alme r e f i r l i e r e n e t n a m o d n e l o V . d e r a n u e u q n u d , a i n i c i L r e p e n o i z a r o ’ l l a i s e , c u s t s e c n i attribui e d o i t s e a u q a l o d n e d u l c s e r u p , ) 7 2 1 . s o c ( a l l i v a R o n i g n , o r L o t t o s i e a s u s q a C o n a i a L. z n a i a m r o ' l l a o t l o v i r o m a i h c i r n u o t s e t l e n l i e r e o d t e a v m a r r o t f n n i © b o b a r e potre e i s i u c i p i c n i r p i v o u n i a i s r a u g e d a d a , i m e t s i s i h c c e x v e d i a u i o t e a u m t o i c ab ( e r e d e i s t e r a p m a a i h o c e r e s s e i d i l g r a t i p a c è t o p , che
e l a n i m i r c o s s e proc
i
i m o n e d a l l a d i s r a r t e b b e quaestionis?). r t o p i l a t i p a c s e n o i t s e a u q a e r a s n e p S r e 4 2 p 2 e o 5 t 1 2 n . e p m , o . c s g A r . a s P n o l e del (2) U o m n l i a d e l a a t r a e s n e u g e n o i s t n , u r o i t g i g s e a a r o t t e s s a o v nazione qu o u n | e d , o d o m i : n 2 2 g . o , 1 . r n e I H d . a t e . ) b . a s R l l 9 e o 3 d s 2 s a , o a p r r f t n i l a i n u (test a z n a i n o m i t s e m t u i c i e d t u n i e m , u t u q i s o d l e o m è m o c o e e l r a i n s i m i , r e c t n a t u o s s s u e c b o i pr g e l r u t e o v s a s c e t s o l , e r e s d u e b v i n n o i e t b s e @ a u , q € » e n c e s n e i c r i a l s b u u p c c a t a n e c i l «...i i l l i t e m b u a h r d o t u u q a t e i , s r t e a v i o f r t n e o c r n i o t s e m t u a t i s s o u p d c o u c q a , t s e ) de o i h c c e p s s u o n . ge , l
l i c s ( e l a i c i d u J « . i d r o s ” esordio (1.2): « O
è à t l a e r n , i e l a u n a m l i . » o t e t n o u i T s defen
o l l e d o m o v o u i n t l i e a t d t z e z p e n i t v u o a i g a n l l m r u e s I n o e t t t n a e s u u q acc ; I L O B L A C . L . r f c : o c i t t a o s s e c o r p l a i t n e | m i r e f i r i t n e t s i s r e p . j e h c ., ss , e r a 6 p 7 2 i m ) no, 2 7 9 1 ( 0 5 . s . n m u e a n e h t A n i , v o v e p é w e o n l e d a n i r si t t o d 3 a 1 L 0 1 O C . S n " u E . r e T SORIANO a m \ e infitiatio o i t a r i d e n o i s r e v n i ’ l l a d e t n e m a t u c a E R A M SH
argomen
. ) 8 2 . t n 8 8 2 , . rivato: ibid
210
CAPITOLO QUARTO
2. Quaestio matestatis.
L'unica corte permanente presillana, oltre a quella de repe. tundis, della quale conosciamo la legge istitutiv approssimazione, la data di nascita è la quaestiO matestatis. Gli studi più recenti hanno infatti conferito notev isi ol alla ipotesi, altre volte messa in dubbio (), che la Lex Appuleia
de maiestate abbia creato, nel 103 o n el 100, una giurisdizione stabile non-comiziale in materia di at tentati alla costituzione. Non ci interessa qui seguire gli intrica ti avvenimenti della
fine del secolo, se non per osservare che em erge un significativo parallelismo fra le tappe della legislazione de repetundis e le vicende che portarono all'istituzione di una nuo va corte perpetua nello spazio in passato dominato dall’iniz iativa tribunizia davanti alle assemblee. Come la storia della quae stio de repetundis è segnata, in questo scorcio di tempo, dal la legge consolare di Q. Servilio Cepione e dalla reazione di Q. Servilio Glaucia — in un contrasto che, secondo la nostra interpre tazione, in sintonia del resto con l’eco lasciata nelle fonti, si incentrò più sul reclutamento delle giurie che sui caratteri del processo (!) -, così la nascita di una quaestio permanente sul
della repub
rimischen
Appiani b
Quaestio . 89 (1986
(0) R
1844) 5
(4) V. supra, 71 ss.
(‘) La valutazione più accreditata di questo periodo ed in particolare del contrasto fra plebe rurale (legata a Mario) e plebe urbana (riconquistata alla nobilitas) [GaBBA, ANRW L1 (1972) 764 ss. praecipue 779 ss.] è ora messa in dubbio da
SCHNEIDER, Die politische Rolle der «plebs urbana» wdabrend der Tribunate des L.
ss. 193 ) 2/83 (198 4 13/1 Soc. Anc. in us, rnin Satu ius ule App
E L A U S S E C O R P O L L E D O M O V O U N L E D E L'AFFERMAZION
TSSUALE
211
anche a me pare preferibile, al 103 (') e chi al 100 (") och dubbi sembrano invece rimasti sul fatto che essa abbia co mn e
aspetto ("), tempo nel durare a destinata quaestio visto Una È“he, cOme accennavo, deve essere in questo caso determinato il decisivo è questi, Fra correndo ad indici di verosimiglianza. di decina una di nell’arco attività sua la seguire può si 1e fattO €
Appuleio C. e (') Tizio Sesto anni, dai processi del 98 contro
Deciano (0) fino a quelli contro il figlio di Cepione (?') e contro rei accusatio di esempio come Norbano — che già conosciamo campo il poco a lì di 95: al rimontano che (2), causa publicae spiccate con Varia, Lex dalla tenuto sarà reaiestas di delle accuse (°°). emergenza di caratteristiche ci più che aspetti gli per sottolineare Poche cose sono da attriè verdetto del l'emanazione che interessano. Innanzitutto, ; . t i c . c l . p o , N E S M M O M , i t t u t r e P ) ° (1 7 2 E R , r e L s u K ; 1 1 1 , a c i l b b u p della re n i , o i s u a r A n o v n r r e b d l e F ròmischen ; 8 9 , ò u m i r p r e b i l i l i v i c i l l e b Appiani
i s i r c a L , i t t e B ; 9 2 3 , e a c i l b u p s e g e L ROTONDI, r e d g n u l i e t r u r e V e i D , E L G N E L ; . s (1928) 546 , A B B A G ; . s s 2 1 3 ; . s s 4 0 3 ) 1 3 9 Hermes 66 (1 e h T , N A M U A B ; 7 6 1 , s c i t i l o P n GRUEN, Roma
renne
oo diana
R D I B , O p n o T ; 9 7 7 ) 2 7 9 1 ( 1 . I W R N A , a s a G ; . s s 8 4 . C E P S , . S s 8 3 , s i t a t s e Quaestio Mai . 5 3 1 . t n 1 4 3 ) 7 8 9 1 ( 6 3 D E , A I C U L A T N A S ; 3 8 1 . t n g i e z p i 1 e 5 L ( ) 6 s 8 u 9 n 1 a i n i 89 ( t s u J f u a s i b s u l u m o R n o v r e m ò R r e d t h c e r l a n i m i r 1 C 9 s A a D R F , E N M I E R , (7) 1.82; FERRARY e R e h c s i m o R , F F R O D U R ; . s 7 0 5 ) 4 4 18 s e n i g i r o s e L , . D I ; 1 0 1 . c e p S . , s . s s s 6 5 2 5 9 ) ) 9 3 7 8 9 1 (19 ( s e r t t e L s e l l e B t e s n criptio
in Comptes
s n I s e d e i m é d a c A ’ l e d Rendus
, Y R A R R E F e . s s 5 4 , s i t a t s e i a M n e m i r C e h T , n a m u a B i d 7 0 o 2 t t ) u 2 t 6 t 9 a 1 r ( p o s 1 1 o a t i i r r o e t m s i H , N A (*) È I D A B à i g e u q n u m o . c
V ; o t n u r p o t l u t s r u e o c c u l t n o e t t n a a f m r e e r p e v a a p u t e s s u op.ult.cit. n i n r u t a S t a h t y n ; e d o t c i r t n e c c e e b d l a u o n w t i « : 8 nt. 3 % p 4 o s s e c o r p . n » u e m di i r a c l r a p e h c ( his new 3 . n m a D 1 . 8 . x a M . l : a 8 V 4 . ; 2 4 . 2 t a . r d o r e e p d . . c b i a C R e h c n a . r f (1?) Cic. c ; 6 4 . s b O , e n o i z a t u p m i e l i b i s s o p a l b r a e p r f C populum) « , » e s N et turbulentu . 2 s i . v n i c m a D 1 . 8 ‘tiosus . x a M . l a V ; r e 4 p 2 . b . a 4 R Cic. 20) . 9 6 1 ; 2 6 1 . t u r C B . c i C ; S 7 1 . 2 ; 1 2 . 1 . x a , M . l a V ; 5 0 1 . t a r (20) Cie 1. ad Her. o . t r a p ; 4 0 2 7 9 1 67; 1 ; 4 6 1 ; 4 2 1 ; 7 0 1 ; 9 8 . 2 . t a r o e d È Roe
; . S $ 9 5 , s i t a t s e i a M n e m i r C e h T , N A M U A B 8.5.2. . v , a i r a V x e l a o l t l u n S e m . a 4 r 0 d 3 a u . q t n u i r B n u r e p , e . s s 5 6 4 ) 9 (2) Cic. 6 9 1 ( 8 1 a i r o t s i H s Variae, in ss.
e n o r t s e a u Bapian, Q VENTURIN I, o
0 9 , i t n e n a m r e p n o n » s e n o «Quaesti
212
CAPITOLO QUARTO
buita ai ‘udices, di estrazione equestre (2). In seco che la quaestio si svolge su accusa privata popolare (2)
°
3. Quaestio ambitus. La esistenza precoce di una giurisdizione perman ente non.
comiziale per la persecuzione della corruzione elettorale è suggerita dalle notizie relative a tre processi celebrat i nel 116,
confortate da alcuni riscontri. L'elezione consolare, quell’anno, fu seguita dall’a ccusa di
ambitus mossa dallo sconfitto P. Rutilio Rufo cont ro M. Emilio
Scauro, riuscito al secondo posto. Assolto, M. Emil io Scauro accusò a sua volta P. Rutilio Rufo, la cui sorte non è sicuro sia stata altrettanto indolore (*). Anche le elezioni preto rie quell’anno ebbero una coda: ad esserne coinvolto fu M ario, riuscito ultimo degli eletti e assolto dall’accusa di brogli o, dopo un dibattimento che sembrava volgere al peggio, in virtù della
parità fra i voti di condanna e di assoluz ione (7).
Se l’opinione più risalente è che queste notizie r ispecchino
() Cfr. ad es. Cic. Rab. perd. 24: de orat. 2. 198; 199; 201.
(°°) Per la bilateralità, caratteristica in Cic. de orat. 2.203 la contrapposizione fra la posizione di P. Sulpicio Rufo, l’accusatore, e M. Emilio Scauro ceterique, testi. Per la popolarità, vale ovviamente l'esempio dello stesso P. Sulpic io Rufo: cfr. supra, 105. (*) Cic. Brut. 113; de orat. 2.280; Tac. Ann. 3.6 6. Dubbi sull’esito assolutorio del processo contro Rutilio si possono trarre dalla soluzione de ll’acronimo «A.F.P.R.» in
«Aemilius fecit plectitur Rutilius» data da C. Canio, sos tenitore dello stesso Rutilio (Cic. de orat. 2.280). Non trascurabile il fatto che Rutilio sia pervenuto al consolato
solo dopo dieci anni, nel 105, sia che questo rifletta l’impopolari s tà eguita ad una condanna sia che si debba addirittura pensare ad una pena accessori u a: na Lex Cornelia comminava proprio l’interdizione dalle cariche per dieci anni (Sch. Bob., p. 78 S; sui problemi di identificazione di questa legge, v., con una nuova ipotesi, FASCIONE, Crimen e quaestio ambitus, 44 ss.; 100 ss.). — () Plut. Marius 5; Val. Max. 6.9.14. GRUEN, Roman P olitics, 123; FASCIONE,
op.cit., 52 s.
l'ambitu
t6, ch
L'AFFERMAZIONE DEL NUOVO MODELLO PROCESSUALE
213
) 0 i b m a i d a i r e t a m n î a t e p r e p o t s a u q a n u i d na
e n ; r i a l r e f a n i l l o t t e o t s a a v i o e l n l o o v s i e s r o t u i a c vo o e t r a n a i e l h o m c c a i c t t e o n n r p m a evide » e o s i c p ri ori ‘ult o t o u t o i n i s c o i d e s o l s l c u r m u e o g p i t s i a n t s d d i o r n c c o f
l'appi® a z z e e l r o a a v s l e n o " o c c a i l t r a i n p i i n m e n i i a t l l g u e n e l a n i m i cr . e i r a n s i d e r n o o a i r t t s ‘ e e a o l u c l q i e r d o o a l t t o s oggi acquisi del ru
a e a h z c n r a a i t n u o l m " i t o s a d e l e n t l r e e o c d l s a o v l n i Pur non disco , s e i c , s i i d a u t ‘ a o a i x t i n d a a v e a n d n e o t i i s r o s a s M i d | proce
a n u i d o t a t t a r t i s r e s s e e b b e r t o p e h c , a z n a t s o s n i , o t a v r e s s o è
. ) ° ° ( e l a i c e p s o i t quaes n i e t t e é m h c r e , p o c i t i r e c r o l a e v d n a r g n , u o t e p i r Il rilievo ha, e u d i i t n i t s i d e r e n e t i , d o t a e n i l o t t o s à i g o h e h , c à t i s s e c e n a l luce a o l v o l i l e l t d e a u z q z € i n a o g , l r e l o n e i u g q a d n i i i n d a i p i s diver . o s s e c o r p l e d a r u t strut a l l e d à t i l i b a t s a l o à t i e n a r o p m e t a l a d r a u g i r o t n a u q Per a l l e d e r o v a f a , o n o g l a v , s u t i b m a i d a i r e t a m n i e n o i z i d s i r u i g , o t t u t i z n a n n I . o n o u g e s e h c i n o i z a r e d i s n o c e l , i s e t o p i a d n o l a sec e t n e d e c e r p a v i t a l s i g e l e n o i z i d a r t a g n u l a n u a t n a v s u a n u d a l'ambit o p m e t r e p i t n u j g a i s i s e h c e l i b i s u a l p e d n e r 6 1 1 e h l c e d , 6 i 1 l 1 l e u q , e r t l o n I | ) ? ( e l i b a t s e s a b u s e l a u s s e c o r o p m m a e n r i v l o p i d : ) 1 disc ( i s s e c o r p i d a t i r t u n e i r e s a n u i d i m i r p i sono ( 3 . t n 8 6 8 , t h c e r f a r t S , N E S M M , O E M L G , N i t E t L u t ; 2 r 2 , e 4 e p r u , d , e re du c o r P (8) V. l a g e L e h T , E G D I ; 7 N 2 E E R G ; ) ) 4 3 9 9 0 1 1 l a n i o l i r l e i B t u R g i z p i n e r L e ( k i r o t s i H n e d d n u o r e c i bei C . 4 2 1 , s c i i t t i l o P oman
pete , N O S D I V A D N A H C A R T S a d a t a z n a R v a à , l ; g n , ) e a a i l u r e r a t n u G a i c d n r o o c 62: a ( r t . s s o 2 i 5 , t s s t e r a u u o C l a n i m ;: della q i r C e b . t T n 1 4 3 ) 7 8 | 9 J 1 ( . r f D c , E A , 1 I C U I L N A T 9 N 3 A 2 S . e 1 3 2 nt. 9 la 2 1 ) 7 8 9 1 . l b b u p ; 4 8 9 (1
a c i p i t i t s e t i e d SCIONE, FA
se stabilire
e) N
t
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uali o querio s n e t r O 9 0 1
. ] ) a i r o t a r e p u c e r a i c i d u i i e d e h c e r t l o ( Jaterali , e t n e m l a r u t a N . S S 0 2 , s u t i b stio am
. a t a c i l p i fosse ap
214
CAPITOLO QUARTO
pensare alla ripetuta instaurazione di cort i speciali, cosa della quale non è rimasta alcuna traccia nelle fonti ed è di per sé Poco
plausibile. Quantoai principi cui sembrano essere ispira ti i Processi del 116, due segnali sono decisivi. Il primo — ne s iamo informati 4 proposito della contesa fra i candidati al consolato — È che, comesi è detto, l'accusa era portata da privati, ciò che n on solo esclude un processo assembleare, ma anche una quaestio unil ate. rale del vecchio tipo. In secondo luogo, è importan te notare,
ancora grazie a Plutarco, che ai iudices è affidata la funz ione di
emanare il verdetto, ciò che contraddice l’idea che si tr attasse di una quaestio unilaterale, del tipo di quelle che sono r icordate anche per la repressione di coitiones bonorum adipisc endorum causa e nelle quali — secondo la prassi meglio documen tata - il
consilium aveva funzione consultiva (32).
Antonio fu accusato sembra durante la sua ce nsura del 97; L. Marcio Filippo fu accusato quale console designato nel 92 da Q. Serv ilio Cepione e assolto: P. Sestio fu accusa to da T. Giunio attorno al 90 e condannat o. La lista è tratta da SHACKLETON
BarLEy, The Prosecution of Roman dove sono indicate e discusse le
Magistrates-Elect, in Phoenix 24 (1970) 163 ss., fon ti. V. anche GRUEN, Rozzan Politics, 261 ;
FerRARY, MEFRA 99 (1979) 90 nt. 13 .
() Mi riferisco alla guaestio Maenia del 314 , riferita da Liv. 9.26.5-22 spec. 8-12, sul cui fondamento v. supra, 16 nt. 40: si tra
ttava di una quaestio de coniuratione. Mi
quaestiones capitali pregraccane; si aggiunga chel’assoluzione di Menio e F olio apud consules rei facti fu conseguita 4dversus nobilium testimonia ( Liv. 9.26.20), espressio ne che bene car
atterizza l'apporto dei privati in un processo unila terale, che era testimoniale e non
accusatorio [il contesto ha un parallelo nella quaestio de veneficis del 180 a.C., in cui, senza che vi sia alcun accenno ad un'accusa privata, è detto «inter multa alia testimonia ad causam pertinentia haec quoque vox...valuit cur Ho stilia damnaretur» (Liv. 40.37.7)]. Queste considerazioni danno lo spunto per esprimere un’op inione a
più miti (pe
v. anche la 0) Li
E L A U S S E C O R P O L L E D O M O V O U N L E D E N O I Z A M R E L'AFF
215
°
Volen
do esprimere una congettura sulla legge istitutiva, il
di Anni in elettorale materia in legislativa ‘iniziativa n u i d o d r o si se plausibile: spunto uno fornire può 116, i precedenti ‘000 possa 115 nel attiva quaestio la che ipotesi dalla Piede
Cornelia Lex alla sostanziale, salire. anche solo sul piano che più non — possibilità la suggestiva è (*), 159 Ivia) del
iI .
. l o P i o d t i s o p o r p o s s a p 1 morte [su
a l n o c a t i n u p a r e e l a r o t t e e l e n o i z u r r o c a l e h a c m r e f f a o 6.56.4 che i t s e a u q e n e m i r C , E N O I C S A F i d i n o i z i s o p e s r e v i d e l o n a d e v si
a l e h c , è o i c , e r a p i M . ] 7 4 1 . t n 3 4 3 ) 7 8 9 1 ( 6 3 D E n i , A I C U L A T N ambitus, 102 SS. € SA perché esempli-
, o i b i l o P i d e n o i z a m r e f f a ' l e r a g e i p s a s s o p a i n e a M o i t s e a u q a l l e d notizia il r e p : i n i f f a a r u s i m e h c l a u q n i o l s u t i b m a n e m i r c il o t t o is t n e d a c i r i o p i t t a s n o i t a l fica come f e r s e n e d i r t i a a l l u , b a H c ' o C v e R L A U O G E L L e H ambitus, cfr.
€ o i t s o c a r f o rapport
bt
o r t l a ad e h c n a , o r e s s e t o p ] . s s 1 9 ) 3 6 9 1 s i r a P ( e u q i l b u p é r a l s u o s s e u q i t et des partis poli e r p r e t n i a t s e u q n i , o u g e s ( e l a t i p a c e n o i s s e r p e r i d o t t e g g o e t n e m a v i t t ò r e p titolo, essere effe e l a u q l i , 3 . t n e . s 6 0 1 . 1 , s m e l b o r P , N O S D I V A D N A H C A R T S i d e n o i n i p o ' d l u p , e a n o a i z tazi i n u b i r t e n o i z u c e s r e p a n u d a a m , e l a t i p a c o i t s e a u q a n u d a a n n o u n i d a z n e t pensav a s i s e ’ l a c i d u i g e r p n o n s u b i n o i t a r u i n o c e d o i t s e a u q a l l a o s r o i c n i o r i z n I a I s a ) m u a l t a u r p i p po s i , a v i s s e c c u S O a v e o c , s u t i b m a i d a i r e t a m n i a c i f : i e c r e a p l s o ù p i o p p e n a o i d z n a a m o legisl d a o / e e l a u t a r t s i g a m a v i t a i z i n i d a e t l u m a e i c e p s n i o s n e p ( i t i m più a . g ) l e a t s n i r e u g e s , s . u t t n i b a m a i d a i v. anche l r e t a m n i o t n u p p a , a u t e p r e p o i t s e a u q . s s a m i 4 r 4 p . a c e l p S e h c , . i t s i e c t . o p p 0 i ' L , E N O (#) I C S A F a d a t s o p o r p a t a t s è 9 5 1 . V l e d , a c i t a i i r v c l u F i u c a a i l l e n r o r e C p [ x e n alla Le o i z u r t s o c i r a s s e l p m o c a l ‘ a r u I , I N I R U T N E V e l , e i r b u i t s r s e o p a i r o i g g Non è p a m , con l e d e l a i z n a t s o E s n i e n o i z e c n o c a SANTALUCIA, l l a a t a g e l n e e t m a t t e r t s o o t t t s u e t r l l e e d d a è r b e m h e c s , ] i . s m s n 1 o 2 1 n e , h ) 4 c 8 , 4 . 6 5 35 (19 . 6 . l o o i P r d t l a o e r n t o l i a r z e a p t e e r r p a r r p e e t t i n n M i ’ . l e l t u n S e d e s c e r u p t i . b t n m a a l l a o t t crimen e d à i g o h . A ll’
e d i s e t o p i a l | n o c e l i b a . c i C a inconcili e r o l a v i e n r g e o s s e , . A ’ o l u p e l n o o u n v o é t s m e o t c l i , e r , e o i s l s g o e t m m a e l i o c h i f f à i d l g e m o c e t , e n s e m a e t h u c i n p a m o c ; e s s i s d e n v a u t e a p i e n r r u p e l d a C x o i e t L s a e l a u à q i g a e l l h a èc ioN T , e l a r e t t e l o s n e s n i inteso la
l e d e c u l a l l a o t . s i v . a . d a v a m e l b o r p l i e h c , a m m o n s o n n e i t n e m a r u r c i s e m i t l g u e i t r s P e u o q s ( i n l i a l r e t a l i b ducip e i l a r e t a l i à n t i u l i s b i e s n s o o p i t a l s e e r r a f a u r q u c 9 a s 9 a o
0 5 x e L ; a l nel o l g T A i N O P P A F I N CO a i l e n C A A i r o i r mue “pr
e
ue
r t a d o r t l a r e p e r a p i m n o N , i . o ) p s i e d n h u c t e , a t l u m de rep r e p e r a l o p o p e n o i z a a n u e s a s t e a d m e r v o e f s r a p r t e t n e m Fulvia l i c a f u f , s i d n u t e p e r e d a n a c c a r i g r o a i g t a s m e ( a o u i t s e a u della q q a i r € prop
a r e v a n u n i a v e o c a r t l a i s 0 ) n . o g e N s . ) e nt. n o i z n a s a l € o t i n u p o t n e m a t r o p m o c
l e h d d e n o x i z e i L n ‘ a l i l f a e d d a a t l i c a t n a a r a e s s t l a a n a r e e ; a t l u m a o i r t e i t t l e a p n i a o n d u n e s , e tene h e c l [ à t i 6 l 1 i 1 b i s l s e o d p a i l s s e e r c e o d r u p l c i s e e d o e i n me otiz .
n e l o n a c ni em s i r e f i r I S a s s e d a o i r p o r p a i v l u F a i l SoErn e .
n
.
.
.
.
216
CAPITOLO QUARTO
tale — che sia una creazione della Lex Maria, del tribuno del
119 (*): non sarebbe l’unico caso di legislatore incorso hei
rigori della sua legge (”). Ma difficilmente le nostre fonti avreb. bero taciuto un topos di questo genere ove ne avessero avuto l'occasione con Mario.
4. Quaestio peculatus. L'esistenza di una quaestio peculatus anteriore a Silla è certificata, come si è detto, da Cicerone nel breve estratto del de natura deorum citato più sopra. Quaestio permanente presillana,
dunque (*).
Il problema è, in questo caso, di decidere se si trattasse di una quaestio del nuovo tipo. Dell’adozione del principio accusatorio è forse rimasta traccia. È possibile infatti che l’accusa portata nel 102 da Servilio Augure contro Lucullo sia stata proprio di peculatus: è quanto si ricava testualmente, se non si espressioni delle fontivi si attagliano, tranne quelle contenute in Cic. Br u. 113, dove
si parla di accusa; per GABBA, ANRW I.1 (1972) 770 sarebbe st rano che nella giuria
sedessero cavalieri, il che avvalora l’ipotesi che il processo de ambi tu non fosse stato
anchese evita di trarne tutte le conseguenze, il più recente cont ributo di FASCIONE, >
Labeo 54 (1988) 179 ss. praecipue 182 nt. 10, che mette in luce una possibile sopravvivenza municipale dell'antica forma di repressione privatistica de ll’amzbitus. Sembra si possa guadagnare così, oltre a un chiarimentosulla st oria dell’ambitus nel II secolo a.C., un altro indizio della scaturigine della guaestio bi laterale dall’azione popolare di multa.
(*) Plut. Marius 4.2. V. in questo senso FASCIONE, op.cit., 55, anche se l’A. pensa
piuttosto a ritocchi che alla creazione. Sull’ispirazione della legge, BIcKNELL, Lex
Maria Tabellaria, in Latomus 28 (1969) 327 ss., che difende l’idea che essa fosse nell’interesse dei Metelli per consentire loro di trarre il massimo vantaggio elettorale e
legislativo dalla loro alleanza con gli equites. Contra, GABBA, op.cit., 770 nt. 27. (#) Da L. Licinio Stolone a Q. Vario.
(*) GNOLI, Cic., nat. deor. 3,74 e l'origine della «quaestio perpetua peculatus», in
Rend.Ist.Lomb., Lett. 109 (1975) 331 ss., 340 s. V. anche SANTALUCIA, ED 36 (Milano 1987) 341 nt. 135.
E L A U S S E C O R P O L L E D O M O L'AFFERMAZIONE DEL NUOV
a t u l P a d , e n o i z u d a r t a t t e f r e p m i a n u i d o a sol e h c , o r o r p a a s u e h c o s s e t s lo
, t r o A x il termine
e d o t i s o p o e p m o P a d o t i b u s ) s i u d i s e r s i t n u c e p e d ( o r p a s ] c o i n i f a o g e i p m i o t a c n a m l a e n o i z a l e r n i mente nell'86,
; I D a n e l a l i e b d u n a m e n o b a r t S ‘ o e p m o P e r d a 9 p 8 ’ l l e l n e d e t r a p a i l o c s A utilità d i d la conquista
o p o d e t a n o t n a c c a H d a a c i r o t e b R a l l e o d i g g a s s a p Significativo è anche un
. m e s e m o c a t r o p si i V . a v i t a l s n a r t o i t u t i t s n o c i d a m e t nium, in
; s ia t r a S m u c e s . . . e r e c i d t i s s o p . . . r u t a s u c c a s u t a l pio «Si QUIS pecu
o n n e c c a ' l e r e d n e r a o t s e t n o c il È . ) * ( » e r e t r o p o s u t a l u non pec
diiER
ii
s u t a l u c e p o i t s e a u q a n u i d a z n e t s i s e ’ l l e d e t n a b particolarmente pro i d o s s e c o r p l a o v i t a l e r o i p m e s e ' l l a i t t a f n I ad accusa popolare. e r r o c i r a v i t a l s n a r t o i t u t i t s n o c a l e h c e t t e m e r p r o t c u A ’ l o t a pecul
i u q e : s i i c i d u i n i , a t l o v l a t , e h c n a a m , e r u i m i e t n e specialm n a n u d a a c s i r e f i r i s e h C . s u t a l u c e p l e d o i p m e s e ' l à f appunto, o l ) e l a i z i m o c 0 o t a v i r p o s s e c o r p n u d a n o n e ( o e propria quaesti i s o p p a r t n o c a l e v o , e u g e s e h c l e u q , o s i v v a o i m a , e n e b e c s i r a chi o d n e v a a t a g e i p s è , a t a n n e c c a o l o s a m i r p , o i c i d u i n i l e r u i zione în : ) ? ( s e n o i t s e a u q e l l a e i t a v i r p i z i d u i g i a e t n e m a t n i t s i d o d r a rigu
a i b b a o i t u t i t s n o c a l e h c o r a r è é h c r e p , è o i c , o t a g e i p s viene i z i d u i g i e n : e r u i n d è o v i t t e l e o g o u l o u s l I . o i c i d u i n impiego i s u b i n o i t s e a u q s i c i l b u p «in
e s e n o i t p e c x e e l o n a i g r o f i s e d privati m u i c i d u i , t t s m u d o m m o c o e r i s , e t n a t u , s u b i g e l e d e v i cavetur s i u q a D . » e n c e n e r a s u c c a t a e c x i l « i l l i m u r t u , t a i f e accusator è e n o i z u d n i ’ l ; 1 . 1 . l l u c u L . t u l P è o l l u c u L a d a t i b u s a s u c ; 4 c a . p a m l o l P a . t o u l v P i . t r f a c l , é o r e p o m t o P s e i t d o l s I s e c o r (#7) p l u S . 5 9 . t n 7 7 I 1 H D S , , s a c n i o t B i i l t o t u P t r e p , ” a n a i r t m t o o d n R I . 8 , . 2 n . e 6 ; u 5 . r 3 G . 5 i . d x a M . l o a n V a l i M ; ( 0 s u 3 t a 2 l u c e . p t n u e r m i B r c l . u c s h i c e C r e c : i i R , t n I o L f o n e G r t ; . al s s 0 6 a l 1 l e d e e n o u i p s i s u c c s e i d a r n o p c , . 6 S 3 S . t n 5 e 0 5 1 1 9 ) 5 ) 8 9 4 0 1 ( 3 6 9 1 D ( E 26 , A N O B ; . s s 3 8 e u p i c e a r p 1979) . e t n e c e r ù i p a r u t ra
lla quaestio.
218
CAPITOLO QUARTO
che i due tipi di processo che aveva in mente |’Ayc,(074 quello formulare e quello per quaestiones bilaterali a d
Erano
ACCUsa
popolare (su base legale): e nell'esempio che escogit a per Un caso di impiego ‘n iudicio della constitutio translativa ) Passand o dal peculatus al furto, li mette insieme entrambi. Quanto alla data dell'istituzione della questio peculatys bilaterale, sono possibili solo congetture. Una che mi sembra felice combina tre dati in qualche modo convergenti (9). La persecuzione di Lucullo, nel 102, fornirebbe il termine ante quem. D’altra parte, la creazione, solo due anni prima, di una quaestio straordinaria su fatti che sembrano rientrare nella nozione di peculatus, la quaestio auri Tolossani, sembra escludere che esistesse nel 104 una corte permanente. Considerando
la risonanza che ebbe l’inchiesta sulla sparizione dell'oro desti. nato all’erario — magna quaestio la definisce Orosio (*) — non abbiamo difficoltà a immaginare che si pensasse subito di creare una corte per vigilare in modo continuo sulla responsabilità patrimoniale dei magistrati. Che poi il 103 sia probabilmente l’anno della Lex Appuleia de maiestate; cioè di una nuova corte permanente, è un altro indizio a favore della congettura chela
quaestio perpetua peculatus sia stata istituita nel 104-2.
5. Quaestio inter sicarios et de veneficis. Il discorso da farsi sulla quaestio in materia di omicidio è senz’altro il più appassionante e il più delicato. Non vi possono essere dubbi, grazie alla ormai familiare attestazione di Cicerone, che esistesse prima di Silla una giurisdizione stabile in materia di omicidio, sia de sicariis, sia de veneficis (). Se la (4) V. GRUEN, op.lc.cit. (4!) 5.15.25.
(*) Nat. deor. 3.74 (testo supra, 204) La dizione de veneficis è spesso nelle fonti
sostituita da quella de veneficiis.
L'AFFERMAZIONE DEL NUOVO MODELLO PROCESSUALE
2 19
u o . A L ne restimonianza di Cicerone, vista l. ’import. anza del caso. ’ non fosse . t t u i t v a i t a i l l e r a u t i n r u t p n o o c n s i o r r r ritenuta sufficiente, socco e 2 tre le materie oggetto della Lex Cornelia, incluso cioè il oarricidio (*). Così, l'esistenza in età presillana di una corte stabile de veneficis si può indurre — lo si è fatto da tempo —
dall'inserimento nel cursus honorum della qualifica di iudex quaestionis de veneficis, attestato per la prima volta intorno al 98 a.C. (*). In secondo luogo, Cicerone, nel corso della orazione in
difesa di Sesto Roscio, pronunciata nell’ 80 (#), attribuisce al
inter quae stio prec eden una te di pres iden la za Fann io M. iudex
sicarios; nella stessa arringa, fà pure riferimento a un processo
«rom ina tipic a l’es pres sion e con prim a, anni svoltosi non molti (*). sunt » dela ta parr icid io de filiorum quae stio nes di sull’ esist enza dunq ue, Non ci sono dubbi, fà cons tata zion e La Silla . di prim a omic idio di mate ria in stabili
la che cioè e imme diat a rifle ssion e una nascere, naturalmente,
idnti
a m , a t t e p s o s sl à i g e m o c — s i c i f e n e v t e s i i r Lex Cornelia de sica e t n e m a i r a s s e c e n a v e v a — e r e t t e m m a d a i t s o p s i d o n o s i t t u t non a n u e r a c i f i t s u i g e b b e r t o p i s n o n , i t n e m i r t l a : e t un preceden e n i e l K , L e k n u K . v , e t r o c a l l e d à t i c i l p u d o à t e i r a t i n u a l l e d a m e l b o r p l u e S h t d (4) n a » s i c i f e n e v t e s i i r a c i s e d s e n o i t s e a u q « e h T , T T O T N I L ; 3 6 ; 8 5 ; . s 4 a 5 l e h c e l i Schriften, m i s o r e v e u q n u m o c E . s s 5 2 1 ) 8 7 9 1 ( 6 0 1 s e m r e H n i , » a n i t n a , B e l o r a p a o latin «lex n e m l a , e r e u g n i t s i d i d e s s i t n e s n o c e v i t u c e s e à t i l a d o m e l l . a r f c a t , i e u b t i r r o t t m a i d e s u a c rilevanza e l l e d a c i t o i m e s a n u r e p ; s i c i f e n e v e d a n u a d t a s c i i t f r i a n c g i i s s e i d u t o r o m t s e s u p r una quaesti o c m u t a r o l o c e d e r o v i l t e e r o m u t i s . . « : 8 . 2 . r e H d a ad es. Rbet
z n a g « ( . s 4 5 , . t i c . p o , L E K N U K ; 3 . t n 8 4 6 , t h c e r f a r t S , N E S M M O M . 5 4 S L I (4) DESSAU
. » m u t a c e n o eum venen
È e h d n a » o n i r e m A o i sc o R o r p « e of th
. o n o r c . s s " u 61 i ) $ e n 6 ) 7 6 9 1 f ( 0 2 . 8 ° & e n y s o i d o s i p e ' l :n Mnemo , o r t l a r e P . 0 9 8 ) 9 7 9 1 ( 9 2 D E , A I C U L A T n a S . V : 5 9 4 è 6 o l o s 11 e n o n o s i c c u ’ l l a o t n a c c a a v i m r o d i h c i d a t u p a s n i ’ l l a o t u n o c A , 5 1 . p 4 s 1 i . R 2 . ) v s (6 . c i C n i o l e l l a r a p n u e r u p a h a m , 3 1 . l o s b A 1 . 8 ' b m o c o i n i s s a s s n a ' o l n del m u l p m e x e n u i d i t t a r t i s e h c o t t e p s o s l i e r e c s a n o d n e c a f o l e n M o r e l c a i V C i u c n i o d o ripreso da m l i e h c n a e ( o h i t s e a u q oria della | ’ a i g o l o
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KINSEY,
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.
.
"
220
CAPITOLO QUARTO
giurisdizione capitale ordinaria sottratta ai comizi. potrebbe dire, per l’epoca incerta delle quaestiones «
dal senato, secondo l’idea che mi sono sforzato di c
mai e poi mai lo si potrebbe ammettere dopo la Ley
USUrpate,
Semp rOniag
de capite civis. Detto questo, interessa capire a quali principi si ispirasse
questa giurisdizione dopo la stagione gr accana, quando, Passato
qualche anno di silenzio, se ne hanno notizi e (quelle che
abbiamo raccolto poco sopra). Non tutto si può accertare; in particolare, mancano informazioni sulla prese nza e sulla fun. zione di una giuria. Importante, però, per certificare la ricezione
del nuovo modello anche in questo campo, è la prova che ora la
stessa quaestio si avvaleva di accusatores, era, cioè, bilaterale ad
accusa popolare. Il dato si ricava con sicurezz a, mi pare, da un passo dell’orazione pro Roscio Amerino ricco di immagini, ma anche di chiari riferimenti storici.
Rivolgendosi all’antagonista, Frucio, non a caso chiamato accusator vetus (*) e screditato col far lo passare da prezzolato (e
per di più con i soldi dell’eredità che spetterebbe all’imputato) (*), Cicerone gli rinfaccia di disporre, lui difensore, di
elementi di accusa controi veri mandant i ben più numerosi di
Ld
L’AFFERM AZIONE DEL NUOVO MODELLO PROCESSUALE
221
n u e r e s s e i d , o n i c i v a d a s s e r e t n i i c e h e c r o o t a gi s u c c a n u i d o t u s s i v v a r p o s o c i n u ’ l è é h c r e p o l o s ente a n mî u r o n o r t a p m e n i d u t i t l u m r e t p o r p n a t i s r o f 0 8 0 Verum a C u n o b t a s m e r o t a s u c c a s i s n e n n a C a n g u p e t , r e r e adnum
l a F r e S d a d e s , m u c a l m u n n e m u s a r T d a n o n s o s Multos cae io?” No?
g y r b o P r s r u e t f a r e n l u v t s e n o n i b s i i u Q ‘ . . 0 s 9 u m i d vi
suna
A
t n i r p e u q i n e d , s o t r a M , s o i t r u C e r a r o m e m m o c s i n m o t s e m necesse u s p i m u m a i r P ‘ o m e r t pos
, t a b a c o v a s i i l e o r p a s a t e a m a 1 s o u q eos s e g e l m a i t e d e s , s a t e a o d o m n o n m e u q , m u senem’, Antisti i m o n m e t a t i l i b o n g i r e t p o r p o m e n s o u q m a l . t n a b e b i b o r p e r a n pug . » t n a b a s u c c a s i i c i f e n e v e d t e s o t r a c i s r e t n i i u q t n u s i t n e c s e s , t na à t i l a u q e l e r a e n i l o t t o s o i r a s s e c e n è n o n i u c i d — o n a r b Il . E T ‘0/59 i h c o p o n a i c s a l e h c e h c i r o t s i n o i z a c i d n i e c s i n r o f — letterarie (*) o i t s e a u q a l l e n e r o t a s u c c a i d o l o u r l i e g l o v s e h c dubbi. Erucio, i d a ì n e g a n u i d o n o g i p e ’ l e m o c o t t i r c s e d è , a i l e n r o C e g Le a l è e t n a t r o p m I . e n a l l i s i n o i z i r c s o r p e l l a d a t a m i c e d s e r o accusat , s e r o t a s u c c a i d e t n e m a c i r e n e g a v a t t a r t i s n o n e h c e n o precisazi i n g o e i l g o t e h c ò i c , s i i c i f e n e v e d t e s o i r a c i s r e t n i s e r o t ma di accusa a i t n a v a d e h c n a e r a l o p o p a s u c c a ’ l l e d e n o i z u d o r t n i ' l e h c o dubbi . a n a l l i s o l o s à t i v o n a n u a i s n o n o i t s e a u g e l a t o t s e t n o c l i e t n e m a v i t a m i s s o r p p a e r i u r t s o c i r i d e r a c r Per ce e r e d e v r e p , i d r o c i r i o u s ; a t n e i b m a e n o r e c i C i u c ‘co in a n u i d a z n e t s i s e ’ l e r i l a s i r e r a f o t i c e l è e v o d a o n i f a m m o s e n l i i t u è , a s u c c a ’ l l e d o i p i c n i r p l a a t a r ‘ p s i o i d i c i m o ' l l u s o i a t g s e l l o c quae i r i l g e , e n o i z a r © a s s e t s a l l e d o s r o c l e n , e h c e a v a p i c e t r a premetter p a r o l l a i u c o i t s e a u q a l à t i u n i t n o c i d ‘ei a n u n o c o i d i c i r r a p i d o t a t u p m i o i c s o R o t s e S i d e r o s n r e e t f n i i d o g n o L « come : a s e p s o S a t s a m i r o g n u l a , e t n e d e c e r p e n o i z i d tra
e l l a d o t a z r o f f a r , o t l a o n o t l i a r f o t s a r t n o c l e n o t t u t o t m a e r m p s o o s u q « ( o n i r o o t t a s s u i c s c a n o i l c g e d e e l h a i c C o s e n (#) o i z a r e d i s n o c a ono im .
.
T T_
s f n a i i r e a t a l m e a l , e e n o a n n o o i t i n l i z n r a e r o f p i i o n o r i p e L citaz . ) » t a n i m no
m e t a t i l i b o n g i ter
222
CAPITOLO QUARTO
vallo iudiciuminter sicarios hoc primum commaittitur, cum intero
caedes indignissimae maximaeque factae sunt» (*). Altrove, sor tolinea il rischio che all’imputato nuoccia essere il primo 4 comparire davanti alla quaestio dopo tanto tempo: «Itg logui
homines: ‘Quod iudicia tam diu facta non essent, condemnari euy,
oportere qui primus in iudicium adductus esset» (71). È difficile attribuire un valore preciso alle espressioni di Cicerone, dire quanto sia durato il «longurz intervallum» di cui parla, 0 cosa
intenda per «477 diu». Certo, la prima impressione è che sarebbe un modo di esprimersi un pò esagerato se, come si è
portati a credere, la sospensione dell’attività della guaestio inter sicarios et de veneficiis fosse coincisa con il ritorno di Silla, alla fine dell’ 82, fosse durata, insomma, poco più di un anno (?).
D'altra parte, l'affermazione che proprio nel periodo di inattività della corte fossero state perpetrate «indignissimae maximaeque caedes» è ben adatto a coprire l'arco della guerra civile, a partire dall’ 88-87, mentre sembra davvero un pò forte se riferito esclusivamente agli eventi conseguenti al ritorno diSilla. Ancora, la frequenza di processi per omicidio non doveva essere così elevata da rendere tanto rimarchevole che nel corso di circa un anno non si fosse disputato nemmeno un dibattimento (?).
(09) Azz. 11 (1) Am. 28.
(2) Kinsey, Mnemosyne 20 (1967) 67.
() Si possono addurre considerazioni solo generiche sulla litigiosità criminale,
ab ba stanza te nd un ad en a za fr di on te so lo qu , i Os se rv o in es pl an or co tema ato. ra diffusa a considerare assai intensa l’attività delle quaestiones, che il numero dei giurati disponibili, la complessità del meccanismo di nomina e la limitatezza dei giorni
al la vi nc un ol o si cu ra me nt co st e it ui de ro ll no ’a co nn rs ne o o l ud destinati alle ienze cr im in de al ll it a à ci fr le e re st o, de l cr im in al e; gi ud iz ia si ri o ‘produttività’ del stema se rv ire po ch ss e on te i st o Fr i a te de mp l o. po po al la la zi ra on pp e es or tate devono sere
cu i da 20 7, Br ut Ci . c. in te pa re mi re ss an te gi ud iz ia st ri at di a, istica per untentativo pi ù ca us e ne ll e as si di st en za in ca gl ri i ch i as so ad lv 90 er e apprendiamo che negli anni Co tt a, St ra bo ne Ce , sa re Fi li pp o, Cr as so , (A nt on io pa , importanti bastavano sei troni ri gu ar ma da im po rt pi an ù ti , ca us e al le li Sulpicio). È vero che l'affermazione è mitata
E L A U S S E C O R P O L L E D O M O V O U N L E D L'AFFERMAZIONE
223
r e t n i ’ l l e n e t n e m r a l o g e r o t a n o i z n u f o r e s s e v a i l a n u b i r t ; snfine, 5€ a t a c i f i t s u i g e b b e r a s n o n a l l i S i d o n r o t i r l i © a z n e t r a fra la p enfasi
a l n o c e r e d i c n i o c à f , s u t u r B l e n , o d n a u q , e n o r e c i C i a
i c i d u i t e s e g e l « : a i z i t s u i g a l l e d o n i t s i r p i r l i illana sai e h c e r e n e t i r o r e b b e r a f i m i n o i z a r e d i s n o c e t s e u Q . ) 4 ( » a i z i t s u constituta i g a l l e d e n o i z a r t lare amminis
o g e r a l l e d e n o ‘ ! s n e p s o s
n e . i o t i i s t e a S n i a m n o a d n n a i o l i C l z e i n d i e ’ s l s l i a l a s e nal ri a l a t o n è i c e l a i c o s a r r do della gue
la
sone
o i r e p l e n e h e c c e a t t a f — a i z i t s u i g a l l e d e n o i z a r t s i n i m m a ’ l l e d e nsion a l l a e r a v i r r a ì s o c e b b e r t o p i s — ) © ( a i r a V o i t s e a u q per la o i t s e a u q a l l a i t n a v a d s e r o t a s u c c a i l g e d à t i v i t t a ’ l e h ‘one c i n n a i l g e n tomeno
n a u q i s r e g l o v s e t t e v o d s i c i f e n e v t e avis
f a ’ l l e n a z n e d u r p a t r e c a n u o n o c s i r e g g u s i t a d i n u c l a a . e r e l a Tuttavi v i t t a f i u q n i f i t n e m o g r a i l g e d à t i v i s u l c n o € i a s l e r p e l r i e h c ferma a m r o f n i i c e n o r e c i C , o t t e d è i s e m o c a , l o l t e t u u q t i o t l o v s Innanz a v e v a a v e t t a b i d i s i u c a i t n a v a d o i t a s l e a e u r q i r a p l o l c e i d r e t r n e e p d e h c e l i b i s u a l p è e m o c c i S . o t a s s a p c 1 s n i e à i ) 9 g 0 ( e n i o i c i i z l i d e fun a e r e s s e e s s e v o d i s s i n o i t s e a à u t q i l i x d e e ’ d l u i o i t d r e a p c o i c r ca a i b b a ‘o o t s e r p ù i p l è a e r a c o l come l o c a a i z i d u i g à t i v i t t a i d i segn , s u t u r B l e n e r p m e s : ‘ Silla m a t e u q e n « : a t o n e n o r e c i C o s s a p o m i s e d e Nel m
e h c e v o r p e l l a e r e g n u i g g a è da , é h c r e p ranenti,
a l o l o s à t i v i t t a n i e s a m i r e
e a i s p i L ( X C C D . u . a d a e u q s u I I V X X X L C D . qu
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, L E K N U K 4,
57)
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, D R O F W A R C . r f c : o ile plebe
224
CAPITOLO QUARTO
Cicerone ironizza sul successo ottenuto da P. Antistio come patronus, dovuto al fatto che mancavano concorrenti: «H;, temporibus floruit eis quibus inter profectionem reditumque L
Sullae sine iure fuit et sine ulla dignitate res publica» (*). Del processo subito da Pompeo nell’86 abbiamo già parlato (*), Questi dati non sono però sufficienti per farci revocare le
nostre conclusioni (°). Infatti la pro Roscio Amerino dà lo
spunto per spostare ancora indietro nel tempo l’attività degli
accusatores e quindi il funzionamento della quaestio capitale bilaterale per omicidio. Quando furono uccisi, osserva l’oratore, gli accusatores inter sicarios et de veneficiis già erano tenuti lontani dal foro dalla loro vecchiezza, se non anche, come un
certo Antistio (‘) — paragonato al vegliardo Priamo — dall’incapacità comminata da qualche legge (si può pensare alla Lex
Remmia) (£).
Qualunque sia, dunque, la verità sulla sospensione dell’attività della guaestio sull'omicidio, sia che copra, come credo, l’intero secondo decennio del secolo sia solo i mesi successivi al ritorno di Silla, i personaggi cui si riferisce Cicerone avevano
(98) 227.
(9) Supra, 217. (®) In particolare, il discorso di Cicerone sembra intimamente contraddittorio, nell'affermare che l’apice della attività forense di Antistio si ebbe in un'età «sine iure». Nella contraddizione sembra essere il principio della spiegazione. L'attività giudiziaria in quegli anni dovette essere assai scarsa, se P. Antistio da solo poteva fare
fronte ad ogni incarico: «Itague post tribunatum primo multae ad eum causae, deinde omnes, maximaeque quaecumque erant deferebantur» (Cic. Brut. 226). È quindi possibile che, pur senza giungere al blocco totale dell’attività giudiziaria, in quegli
anni si siano celebrati ben pochi processi. È interessante, infine, l'osservazione di WeINRIB, Phoenix 22 (1968) 42 s. che mai come all’inizio della Cinnana dominatio si ricorse all’iniziativa tribunizia in campo giudiziario (ivi, 43 nt. 45 l'elenco), il che
potrebbe denotare il parallelo offuscamento delle quaestiones; cfr. anche GRUEN, | Roman Politics, 215 praecipue 236. (6) Evidentemente diverso dal P. Antistio di cui sopra.
(€) Per la cui datazione attorno al 91 a.C. v. ora Garcia CAMIRAs, La Lex
Remmia de Calumniatoribus (Santiago de Compostela 1984) praecipue 1 ss..
L'AFFERMAZIONE DEL NUOVO MODELLO PROCESSUALE
22
a I m a t r e C i. o an c nt lo ni an ssuto la loro stagione d’oro in ma potrebbe coprire. e, il ab is ec pr io gl me È izia non
a re co d a le ta pi ca io st ae qu a ll de a it sc na a ll de e il ib ss po 2 epoc a ) (* o c c a r G C. e gu se e ch o od ri pe il o tt tu popolare,
mi le ob pr a nz se a rd co ac si a c i g o l o n o r c e on zi ca di in Questa
con il
dato epigra ico
di cui disponiam
el qu a i r e M e i e C l a o rn to at is ci fi ne ve de s ni quaestio
aci un on »r ne ro ce Ci a ns pe i cu s re to sa cu ac i gl index, si può dire,
a r e , a m m o s n i , o i t s e a u q a l l e u q e h c n A . e h g n i r r a ono le loro
. e r a l o p o p a s u c c a d a e l a r e t bila a l r e p m e u q t s e o n p i m r e t n e u r r o p o a n a v Indicazioni che ser n i e h c ù i p , i u q é h c r e , p e r a v o r t a i d l i c i f f i od n e o s n o i z u sua istit
e r e n r e c s i d a , i n o i g a r e t o n e l r e p , a c i t a f i s , i s a c : altri
PRETI
. o p i t o v o u n l e d e o i h c c e v l e d quaestiones
a i z i t o n a l l u s e n o i z n e t t a ’ l o t a m a i h c i r a h e l o v e r o t u a a n i r Dott , nel
a v i s s a M i d o i d i c i m o ' l r e p e r a c l i m o B i d e n o i z u c e s r e della p a t i u t i t s i o i t s e a u q a n u d a i t n a v a d e s l o v s i s e h c e n o d 110, ricavan o e l i b a t s a r u t a n a l l e d o l l e u q , o m a i p p a s e m o c , a M . ) 4 ( c o h ad n u è o i d i c i m o ' l l u s e l a i z i m o c n o p e n o i z i d s i r u i g a l l e d e l ecceziona a o n n e c c a e u q n u l a u q o d n a c n a m , i a m m e s , € o s r e v i d problema e g g e l a n u a i a m e h c o n e m e ( o t a n e s l a d o t a d o c i r a c n i a m i in r p a l l e d e r o v a f a a l r a p , i r o g i r a , a i z i t o n a l , ) a v i t autorizza a i r e t a m n i e t n e n a m r e p e t Ila cor
7 3 1 . c e p s . s s 5 2 1 ) 8 7 9 1 ( 6 rmes 10
l i a r f , a n i t n a B a l u b a T a l l a ervata d
é h c r e p e n o i z mia ricostru
r a d r e p ( e a n i b m e B . b a T x e L a l I a o t t e p s i r a s s e t s a n i t a l a l e x h c e e L r e n a e t l i l r e a d e b à b t e i r r r u o d ‘ n o c e h c a z n a t s o c r i c , ) a m i t l u ’ a ( t i s t e n e u n q a m i r d e p i t r o c e 13 e r t l a e l r e p o l l e d o m a d o t n fu a d e c c u s e a n i b m e B e a l u b i a r T a x d e n L u a t l e e p h , e c e r l i o b i a t s s n e e ua è i p o t i l o s l a e m o c , . 4 A ’ l l e d o g i g a s l i 1 a M . ) e r o n e t o g o l a o n s a s e t ; s d o l e a m o n c a , c e h e c c h a c r i r g o t s i e l a u t s e t à t I o c i f f i d u s , a Y r u R s A i R m R i s E F , à e e i l v g a r n e i s g i i e r h or g o l a n a r e p . v : e r u c i i s n o i s u l c n o o c n o c s i d impe
226
CAPITOLO QUARTO
soluzione (4). Piuttosto, dal racconto di Sallustio s embr, assente qualunque accenno ad un’ accusa privata: Bomilcare, |
mandante, è sottoposto al processo in bas e all’indicium dell’ ese.
cutore, colto sul fatto: il quadro sembra dunque ancora quello della vecchia quaestio unilaterale (%). Il cambiamento che fece assumere anche alla qu aestio inter
sicarios(et de veneficits) l'aspetto di processo im perniato sull’ac-
cusa privata dovette avere luogo di lì a poco, dan do occasione di lavoro alla genia degli accusatores ricordati da Ci cerone. TuttaVia, ancora nel 104 Q. Fabio Massimo (Servi liano Eburno) fu giudicato per omicidio davanti al popolo (‘), il che potrebbe fare pensare che la via all’accusa fosse aperta sol o ai magistrati nel processo comiziale, non esistendo ancora una quaestio ad accusa popolare (ma solo una quaestio unila terale): non si dimentichi che il promotore di quel processo fu, secondo una
ritenere che il giudizio sia stato esercitato, invece che dal pretore, dal console, menzionato solo per il suo intervento sull’esecutore perché tradi sse il mandante: Sp. Albino aveva nell’affare un interesse del tutto personale, in quanto ce rcava un’occa-
sione per riprendere la guerra contro Giugurta (cfr. Sall. lug. 35.2-3 e 36; l 'opinione
di Mommsen, Strafrecht, 143 nt. 3 è indotta da un preconcet to). Quanto alla
significativa assenza di un mandato speciale a quaerere, si noti, per contra sto, la precisione nell’indicare che Giugurta fu espulso da un provvedimento del senato. (9) V. supra, 64 ss.
°
NE DEL NUOV MODE P S R S O U C A E L O L S LO ERMAZ S U ALE IONE
L'AFF
227
he sembra molto vicina al vero, lo stesso Cn. Pom
medesimo torno di tempo, approfittò dell'accusa Ono.
ch an ì p m o c i s e h c o l o c e s l e d i n n a i m i s s i m i t l u i l g e n o l o s mente, e n e n a r p ) ( s i c i f e n et ve a
s i i r a c i s e d o i t s e a u q a l l e d a m r o f i r la “Lar
‘
È
af|c
st,
‘
. i t n e n a m r e p n o n s e n o i t s e a 6. Qu
a z n e g r e v n o c o r o l a l e — o n a r t s o m i u q n i f i t l o c c I dati ra e h c — e l o v e t o n ù i p o t t e p s a ' l è e n e l a c o f o t n u p n u u s a c i g o l o n o r c n u o t n e m i p m o c a o t a t r o p o t a t s a r e o l o c e s l e d e r e g l o v l a già a s u c c a d a i l a r e t a l i b , e t n a r e b i l e d a i r u i g n o c s e n o i t s e a u q sistema di . e r a l o p o p a r u t a n e d l e d o t t a r t s e ' l a d r o c i r e m o c , i n n a i s s e t s i l g In que s e n o i t s e a u q e h c n a e t a t e r c e d o n o r u f , e t l o v ù i p o t a t i c m u r o e d n o n i n i m r e t i r t l a n i , a z n e g r e m e ' l l e d a c i t i l o p a n u d a e t ispira 9 0 1 l e n , i c i l p m o c o r o l i e i l a t s e V e l o r t n o c 3 1 1 l e n : i t permanen e n o i z i r a p s a l l u s 4 0 1 l e n € a t r u g u i G i d i r o t a i g g e h c n a i f contro i e h c l a u q e r e g n u i g g a ò u p e s r o f i s i l a n a o r o l a L . a s o l o T i d o r o ' l l e d i p i c n i r p i v o u n i e d e n o i z e c i r a l l e d e p p a t e l e r i r a i h c r e p o spunt o s s e c o r p l e d o n . n . d a i b , i . C . , a a r 1 p 0 u 1 s l . i m e (€) V u q e t n a e n i m r e m t u e e i m u o q c « o l i l I s r e m u s s a e b b e r t i (4) Po e s , o l o e l l a M o u s o i l c a i l o b t u n P e m i a r e d f i r o t i e b m u o s c e s m s u e i l d a i v c i ) r 3 r 2 a . p 1 r . e r p e H d a . . t e e l i h g R a ( r f o t » l o l o u m c è i r o e i p z i d s n i u ’ e l a n i m : l ) a e r t e s v e a t i n d g o u l p l p e o u q a , o o s i s p e m c e o s r e p l d i a e h , c n o e n n o i (e n i p o ' l t e P . 3 2 . 6 1 . 5 . s o r O 9 2 ; 8 D 6 E . r , e A p i c . u v i L L a t ; n 3 a 2 . S 1 ; 4 . 4 r e ) H 1 7 9 d 1 a ( . 8 t 8 e b S R S Fonti: Loup, Z i
a
quaestio, C
o s n e s o t s e u q n i : a n a i v i l e m o t i p e ’ l l a d a v a si ric ; . s 8 4 1 , 0 5 , 2 » . v n I e D
« . c i C ( o l o e l l a M o i ; Public o n a l i M ( 6 i d r a c s i B o d l a n r A : o i aestio
d i c i r r a p l e d e n o i s u l c n i bibl. L’
è n O n qu a l l u s S u i l e n r o C . . . « : 2 3 . 2 . 2 . 1 ridii D.
i Pe e d i t u l e v , t i u t i t s n i o c i c r r s a a p c , l i I A l Z b Z u I N p A F s . L e ; n . s o 3 i 4 ) t 1 7 9 1 ( quaes 8 8 p, in ZSS
e C
1987)
228
CAPITOLO QUARTO
graccani nell’amministrazione. della giustizia criminale. sx quanto sappiamo dell'ultima di esse è tanto scarso da eludere
addirittura qualunque analisi (’°), anche delle altre due _ il cui fondamento è, naturalmente, legale — è assai difficile valutare lo stadio di sviluppo, se, cioè, ricalcassero le antiche quaestiones
capitali unilaterali o avessero recepito il nuovo modello bilate.
rale. Non mi sento di affermare che i dati delle fonti diano la
certezza che entrambe le quaestiones avessero conservato intatti, o meglio semplicemente aggiornati, i caratteri delle vecchie quaestiones capitali unilaterali, come pure è stato sostenuto (71). Infatti, se pur togliamo dalla lista delle fonti Rber. ad Her 4.47, che non dà alcuna garanzia di avere a che fare con il processo
alle Vestali (?), restano indizi non trascurabili della tendenza ad avvicinare le guaestiones capitali ai nuovi standard: questo sembra, almeno, essere accaduto per la quaestio Mamilia. Gli elementi di giudizio che si possono raccogliere sono pochi e in parte contraddittori. A proposito della gu4estio de
incestu ex lege Peducaea, un accenno alla presenza di iudices è troppo incidentale per poter essere preso sul serio, data anch e la fonte in cui lo troviamo, e sembra del resto contraddet to dalla
(*) Sulla magna quaestio auri Tolossani, c ui già ho fatto cenno per notare la verosimile sovrapponibilità della sua com
peculatus, v., per le fonti: Cic. nat. de or 3.74; Oros. 5.15.25 ; Vir. IIL 73.5; D i o 27 f r . 90 B; in lett.:
LENGLE, Hermes 66 (1931) 302 ss. spec . 309 ss.; NIcOLET, L’Ordre équestre, 1.534 s.; BAUMAN, The Crimen Maiesta tis, 41 s.; GRUEN, Roman Politics, 162 s.; VENTURINI, «Quaestiones» non permanenti, 93 nt. 3 3.
(”") Da VENTURINI, op.cit., risp. 94 ss. e 99 ss., il cui studio dei due procedimenti è condotto alla luce dei parametri — accusa popolare e emanazione del verdetto ‘da
parte di una giuria scelta dalle parti — che ci hannofatto da guid a nella nostra ricerca. La differenza di fondo che l'A. ravvisa fra le due quaestiones e que lle pregraccane è nel fondamento legislativo. Inoltre, la menzione di Gracchani iudices riferita alla
quaestio Mamilia (Cic. Brut. 128) viene interpretata comerifl esso del vincolo posto ai
quaesitores di scegliere — discrezionalmente — il consilium (consultivo) dalla lista dei
giurati predisposta per la guaestio de repetundis. (2) V. supra, nt. 11.
L'AFFERMAZIONE DEL NUOVO MODELLO PROCESSUALE
229
estimonianza di Asconio, che attribuisce personalmente al quaesitor € alla sua — eccessiva — severità la responsabilità dell’esito
del procedimento (©). Compaiono anche degli accusatores, che a stat è e ent rec di avia tutt (”); o avrebbero coinvolto M. Antoni ori isit inqu ti men ele di a enz orr ric la ata giustamente sottoline
nia izio Siud ura tort alla rso rico il e (?) quali la presenza di irndices
è Si (*). e ant dic giu ano org so stes dei servi, sollecitata dallo un ano not con orie isit inqu he tic pra le che to nta ome arg ma ‘insom
ato ern gov à, alit ater unil all’ o tat ron imp ora anc nto ime ced pro o ran mpe ste si le qua alla etto risp dalla iniziativa del quaesitor, del so ces pro un in cui, ati, priv es tor usa acc tutti i riferimenti ad
o mod un alc in lo ruo un to ibui attr ere ess genere, non può i d e n o i z n e m a l o m a i b b o d i u c e t n o f a s s e t s a l , 1 . 8 . 6 . x a M . l a V a l r a p (?) Di iudices è ) S s. 9 3 . p ( o i n o c s A i d o i l o c s o L . e t r o f è e n o i z a z z i n r e d o m i d o t t e p s o s il : s e r o t a s u c c a
. L t s e s u t a n i m i r c l. .p tr s u e a c u d e P . x e S e r o p m e t o u q , m e t a t i r e v e s m a u q b O « : e t n e u il seg m u n i g r i v o t s e c n i e d e s s a c i d u i e l a m m u c i f i t n o p m u i g e l l o c e u q m u t o t . x a m . t n o p Metellum t e m a i c r a M , s a u d m e t u a t a r e v l o s b a , t a r e v a n m a d m a i l i m e A o d o m m a n u d o Vestalium qu t e e u q s i : t e r e r e a u q s u b i n i g r i v m e d s i e e d i u q t i v a e r c m u i s s a C c n u b s u Liciniam, popul , t s e o i t a m i t s i x e t u , m a i t e a i m i n ) ? s o i l a ( s a i l a s e r u l p m o c a e r e t e a r p t e s a e e u q i d utras a t i n u m a i r u i g a n u i d o s s e c o r p 1 a e n o i z a p i c e t r a p a L . » t i v a n m a d s u s u e a t a l a n g asperitat e s , . C . a 3 6 l e n a t a i n o c a t e n o m a n u a d e h c n a a t i r e g g u s o r t l a r e p è o t o g n i t o V n a diritto di v m o R , R O L y a T . senso L.R
o s s e t s o l l e n ; 3 . t n 7 9 1 , t h c e r f a r t S ) , 6 N 6 E 9 1 S r M o b M r O A M n n A da ( r a s e a C f o p i h s r o t a t c i D e h t o t r a W c i l a b i n n a H e h t m o x r e F L a . l s l a e i e l c b e v n i e Assem c s i r e f i r a L . 0 4 4 . 1 e g a n i o C n a c i l b u p e R n a m o R , i r D a R l O o s F n W o c A R e C t e n o m e l 35 ss. e a r p o s i g g e l e l l a e v llusi
a i n o i z a r u g i f e L , A o T t S t O u t C l a e i d r a n l o n e r o l a v l u s Cassia tabel ; 4 . t n e 0 7 e u p i c e a r p . s s 6 6 ) 3 0 9 1 ( 5 1 R D a l I B e n h i c n , a e ’ n a d n a rom u Q . 4 4 . t n e 6 9 , . t i c . p 0 , I N I R U T anche VEN
Di
I.
. r f a c n u o t e r s e s p a e g e r i p l m e i d i s e t e h n c a b e o l i m pr i s o r e v n i è n o n , o s s e c o iferire al pr l i r e p i v o r p a s s e e h c a z n e s , o i n o c l e d o t n e m rensibile al mo : i l a t s e V e l l e d e n o i z u c e s r e p a l l a o i v v a ’ l o t a d o r e b b e r v a o v n ser a t a t l a s e è , e n o i z u l o s s a ' l e s l a v i l g e h c , o i n o t n A . M i d o v r e s l e d a z n a l r i m e i s v o e r e s v r o t e a t u p m i o i v l u (€ La p F . r e S i d a s e f i d a :nva e d s i t n e m r . o 1 t . 8 . e 6 d . e x r a o M m a . l e a d « ò da V t t a r t e n o i r u C , u t s e c n i e d o s s e c o r p o l m u i s s , e ò d r e e m p , l i e b n b u e t d n o c ( . s s 9 2 , x e d n I s u v men r e S , R E H C A M U H C S . r f c ; ) 4 2 1 . t u r B c i C ( » e r o m . ) 3 ru 1 1 l e d i s s e c o r p i n o c o t n e m a g e l col
230
CAPITOLO QUARTO
paragonabile a quello, poniamo, dell’accusa privata nel Proces so
de repetundis (”). Più affidabili i dati relativi alla quaestio Mamilia: è probabil.
mente stato conservato il nome di uno degli accusatores, quello
di C. Memmio che portò in giudizio L. Calpurnio Bestia: processo, dunque, bilaterale (7). Soprattutto in tema di giuria disponiamo di un laconico, discusso, ma importa ntissimo accennodi Cicerone, che attribuisce a Gracchaniiudi ces l’odioso (almeno per i boni viri) verdetto della qu aestio Mamilia:
«...Gracchani iudices sustulerunt» (?). Se è vero che l ’espres-
sione non ci informa sui rapporti fra l’albo della quaestio de repetundis e il reclutamento di eventuali altre giuri e, perché è puntuale e non giustifica interpretazioni estensive (®), attesta però sia la subordinazione del quaesitor al verdetto d ella giuria, cui appunto viene attribuita la responsabilità della co ndanna, sia la definizione di regole relative ai requisiti dei giurati , le stesse, tutto fà pensare, vigenti per la quaestio de repetundis . Visti i due inequivocabili segnali, con cui fà corpo quello costi tuito dall’eco di un’accusa privata, non è azzardato pensare che l’adegua-
(”) VENTURINI, op.cit., 94 ss. ..cum Scaurus nonnullam baberet invidiam ex eo, qu od
hominis bona sine testamento possederat, sederetque advocatus reo Bestiae, cum funus quoddam duceretur, accusator C. Memmius: ‘vide —
inquit — Scaure, mortuus rapitur, si potes esse pos sessor'». V. ORF' n. 60.IV; Davip,
MEFRA 99 (1979) 140 s. e nt. 27 dove, però, p ur dando grande rilievo alla testim
onianza di Cicerone, si ammette che non v'è elemento che suffraghi il riferimento alla guaestio Mamilia e non ad un altro processo subito da Bestia, se non il fatto che non ne conosciamoaltri. Né, ovviamente, puòserv ire sottolineare i rapporti fra Bestia stesso e il suo difensore M. Emilio Scauro, che v algono qualunque sia il
processo di cui si tratti,
(?) Cic. Brut. 128, (*) V. già VENTURINI, op.cit,, 103. Del resto, secondo i risultati che abbiamo
raccolto, nel 109 funzionava secondo i principi della quaestio de repetundis (cioè con un collegio giudicante scelto dalle parti), solo la quaestio ambitus, sempre ammesso che si trattasse di una quaestio (v. supra, nt. 33).
L'AFFERMAZIONEDEL NUOVO MODELLO PROCESSUALE
231
ne io az or ab ll co la o us cl in a bi ab na ca ac gr e ic tr ma a mento all . (8) i rat giu i de lta sce delle parti alla
a re nt me , che a mm so in a ult o ris ri so vi ov pr io nc la bi un Ad
è a ill Rav o in ng Lo io ss Ca L. a ta ida atf io st ae proposito della qu ae qu la del pi nci pri ai to en am gu de 'a ll de possibile che le tracce
a uat att e on zi za iz rn de mo la del tto fru il lo so stio graccana siano
re vo fa a ce ve in no so à it il ab ob pr le da una delle nostre fonti, e rt co di o pi em es o im pr il sia a li mi Ma io st ae qu la e ch esi dell'ipot
ei qu o nd co se e nt na io nz fu a) nz ge er capitale (sebbene d'em a un di esi pot l’i no ra lo va av ni io az er id ns co ne cu Al . (©) principi . ore eri ant o ll de mo il e rz stu nce l’i del e on si es pr re la fra continuità L. a to ida aff fu re re ae qu di o ric nca l’i e ch Risulta esplicitamente del ne gi da in la del o nt me ri au es l' po do lo so Cassio Longino n co , ca li bb pu ne io in op l’ o nd co se , si sa pontifex maximus, conclu a, mm so in , era n no re la po po a nd ma do La . (®) pene troppo lievi ra mb Se e. on zi ni pu di , rio tra con al , ma di garanzie processuali, to ta do vo si es pr re no ga or un ito itu ist sia si e ch le perciò plausibi roest qua e ch ti an le del sia po ti sul i, or it is qu in ri te po i dei massim ta es Qu . ice tef pon l de » le na bu ri «t l de sia li era nes capitali unilat n o c o m a i s s o p e l a u s s e c o r p o l l e d o m i d o l l e v i l a , e h c à t i continu a l l a d a t a m r e f n o c a v o r t i s , i t t a f e t n a i l g a d o d n a t n e m o getturare ar g il r o t i s e a u q l e n a c i d n i e h c , a t a t i c à i g , o i n o c s A i d e n affermazio . e n o i s s e r p e r a l l e d a t s i n o g a t o r p o r ve o s s o p n o N . 3 0 1 , . t i e . p ” 0 e , I N I ee R U T N E V a d r o c n o € i n o i s u l c n o c e u i n d o i | z a e c m i d i n r i p e s i c I e P r p e l o r (#) Sulle t n o c , o c i t a m e l b m e e r o l a v e r i u b i r t t a ' e l r l e e p n s a a . t A i l c r e e x r e i ) u a g i e l s i m ò a i M c o ( i t s per e a u q . . . « 5 . 0 4 . g u J . l l a S i e d n o i s s e i e d r i p s e ’ l i de i rs ge ol sv o «l e bb re de tre fonti, 4 en nt oi tt so e ch , s» e bi le a ! p e n i d i b u l delle altr 1 a v i s u l c € s e e r a i o v m u n r i x e o p a , c e u q r e e t t n n e c a f viole e n o i s s e r p e r i d e a t s e i h c n i » i d o i c i f à f t i u v ' i d t t a ' e n u r e t o p o E r u p n u a giudizi S d , i d n i u q , a t a n i m o d € r o t i i g s l e o a v u s q o l n l u a c s i s a r i i c r e f i i d r o a v m i i s s i n e b ò all’iniziat u p sori . Sallustio .
i d g i s o r L e m i r p s e e n i o i d n i p o o ’ l d l e d o m i l r I o m u . ) 3 i l 0 g a 1 i c , i . d u i g op.cit i e d a z z e l o v e d n e r r a ’ l l a € i s s e c o r p i e d o c s e s r a f cmoepnttoo . i u i , . / ni. t e . p 0 , I N I R U T N E V n i i l i b a t s ica. n o n i l a r e t a l i b i l a t i p a c i t r o c i d i v i s s e c c pubb(l2i) Esempi su , . c s A ) 3 8 ( 2
. ) 3 7 . t N , a r p u s o t s e t ( . S P. 39 s.
232
CAPITOLO QUARTO
|, , o t i r i d o l l e v i l a : o t t e r t s ù i p o t n e m a C'è poi un colleg
. i d u i g a r u t r o t a l l a o s r o c i r l e n a s s e l f i r e n e b a r b m e s i à m t continui
o i r e l a V i d o t n o c c a r l a d e g r e m e e h c , i n i m o d t u p ziatia in ca . e n o o i t j e z d i a v z i z d l i I t a m m a r i o d n t g a o d i n d o o m r i f s s Mas o i p i c n i r p o n r u t l a ' z n e s è e h , c i n i m o t d u p a c n i î v r e s i e a d r u tort
fondamentale in una società schiavistica, si trova infranto assai
raramente in epoca repubblicana e, proprio per questo, è sempre un sintomo da interpretare con attenzione (*). Prima
che gli argini siano travolti nel corso del principato e per Ja ragion di Stato (*), incontriamo il solo parallelo della quaestio de adulteriis augustea (*). Il parallelo è interessante perché ci
orienta nella ricerca della ratto che, a me pare, deve essere
cercata sul piano storico. L’uso della tortura per la indagine sui reati sessuali risale ad un’epoca in cui tanto l’incestur (®) quanto l’adulterium (8) erano repressi in un ambito disciplinare, (*) Lo rileva da ultima W. ForMIGONI CANDINI, In margine al divieto ditorturare
gli schiavi in caput domini, in Ann. Univ. Ferrara — Sc. Giur., n.s. 2 (1988) 61 ss. In
generale sulla tortura giudiziaria, la trattazione più completa è tuttora la voce
Tormenta 2) di EHRHARDT, in RE 6 A.2 (1937) 1775 ss.; cfr. anche FroreLLI, La tortura giudiziaria nel diritto comune 1 (Milano 1953) praecipue 16 ss. Nuove prospettive apre LieBs, BIDR 83 (1980) 147 ss., sia per un più stretto collegamento della disciplina della tortura giudiziaria con l'evoluzione della società sia sul piano della ricostruzione storica; molto approfondito e ricco di fonti SCHUMACHER, Servus index, cit. (®) Già Cic. part. orat. 118 è un segnale dei nuovi tempi. (*) EHRHARDT, RE 6 A.2 (1937) 1789; LieBs, 150 s. (il quale però dà valore
generale anche a Cic. part. orat. 118, che include pure la coniuratio).
(#) Su cui per tutti Mommsen, Strafrecht 18 ss.; Guzzi, Aspetti giuridici del
sacerdozio romano. Il sacerdozio di Vesta (Napoli 1968) 141 ss.; CORNELL, Some observations on the «crimen incesti», in AA.VV., Le delit religieux dans la cité antique
(Roma 1981) 27 ss.; altra bibl. in L. DESANTI, Vestalie verginicristiane, in Ann.Univ. Ferrara — Sc. Giur., n.s. 2 (1988) 222 nt. 28. (*) Sulla repressione dell’adulterio avanti la legislazione augustea v. per tutti E. CANTARELLA, Adulterio, omicidio legittimo e causa d'onore in diritto romano, in EAD.,
Studisull'omicidio in diritto greco e romano (Milano 1976) 175 ss. Su un punto non mi pare di poter convenire con la A. (op.cit.,, 176 nt. 16), quando, per escludere una contraddizione fra Dion. Hal. 2.25.6, che parla di pena di morte, e Plut. Rom. 22.3, secondo il quale l’adulterio sarebbe stato causa di giusto ripudio, sostiene che il
235
E AL SU ES OC PR O LL DE MO O V O U N L DE NE IO AZ L'AFFERM
i d r o ’ l l a e r e g n i t t a a z n e s , e t n e m a v i t t e p s i r o c i t s e m o d e e l a c l I ). o (* t n e m i c s o n o c i r il e n r e v e c i r r e p n o n e generale, s È n o n 0 , o l o s è n o n e n o i s s e r p e r i d e m ««mo fra le due for a r e f s a l o n a d r a u g i r e h c , i n o i s s e r g s a r t e l l e d a r u t a n a l l ne n u — a z n e d i v e e r o n i m o e r o i g g a m n o c — o n o d i v i d n o c e sessuale
o n o s e b m a r t n e i u c i d e r e t o p l e n o t n a u q , o s o i g i l e r o t a r t s so a L . ) * ( ) e l a marit
o ( e r a i l i m a f à t s e t o p a l è e h c , e espression
. l i e r t n e m , _ e t n a r g _ a l f n i a t r e p o:riva allE o c s a n n o d a l l e d e n o i s i c c u ' e f i r : S o t o s t e a t v o o r o m p t i a t s pr a r e e l a u a q l l e a d n n o a d l i l e s d e t o p i « a l l a o d r a u g i r a o v t e a v t s a e s s o o f d n o o i n r e t secon l u d a ’ l i u c n i o s a c , l e a r e d n e t n i i d e r a p i m , È O a I l C l à ( e t d i » l o i i b r a e s n o p s e r l’adult a l l o e d t n e m a t r e c c a n u e c e v n i o t l o v fosse stato s , o t s e t o m i r p l e n o i r p o r p e h c o t t a f l a d a t i t n e m s a r b m e s i m e n o i z a t e r Ù O T ù t e p L’interp s i e v e y y v o i o è S a t v a t . . . ( o c i t s e m o d e l a n u b i r t l i a n o i z n e a m l i s — , i e i g z i i n t o o i n e u d e l l e quello di D d a n u e r a t t e g i r lia i . i n o : i ) z . n . a . s v o e t u a d x i e d l t a r s f ò e o r e d i l av g e c s i d à t l o c a f a i t o p i e r a r e . r p f u c s [ s ò a t u i p v i i c s a e l n l o e i d z i i n d a d g a r r o i l cont g e d a z n e r r o c n o c a n u e r e v a a v e t o , i p l i i d s e e i t l n g e e d m a a c v i i t d a i o z s i n i i p ' l e u (®) E g n i t s i d i s a r e f s a t s que
n i ; ] . s 7 9 7 1 1 3 . ) 0 3 1 6 9 1 . v ( i L 6 ( 6 5 R 9 2 D I l B e d è o t u i c s PucLiese, o n o c e r e n e g l e d o s s e c o r , p O L o A c F i t O n R a A G ù i a p d l I , e . i n l n u o r contro d lebei e cu
p
i s s e c o r p i d i t a t s e t t a i s a c i h c o p j . ) . s s 6 7 , . t i c , » i l u p o p a i c i d u i « e e t » o s p e l i i d d e o A v « i r p o t i r a m l e d e h c n a i d n e d i c c o s u o (*) Sull , . t i c . p o , A L CANTAREL
. ) » a l a m o n a «potestà
Ci
S o t s e u q n i [ i l a t $ s e V e l l u s n i , n o i g i l e R e h c s i U m o r s b u i m i i fr x a M x e f i t n o P s e d t l a w e G e i d t
h c i r p s t en
o t n a u q ! a 8 , e n m o a i s s h u c c i s s i d t r N e I o s s ifesti e m è ] » e d a o v T i n m u e p e d c i t f i e m t n t o o p b e l i i i l e R N I xperte , r e z t e s e g e r l o a v t r s a e n V i a l l e d Discipl ‘sione
i
piaMi
strat
i
; a e r e t t e m i d e r e t o p l i , a s r e v e c i i l V g . e r , d ) 3 a m 2 . o 7 p 5 m . e 2 t 2 n o c . v i L ( | o d r o c i r asseconda o s i c e r p o t s a m i r è i n c u n i i u c i a d t u n e o t l n l o e c p p a a n a a z i n n o e t a c a n z n a È i n o © m i t s e e n t a l vergi o d n o c r e e s p ; e i h d c ( , a c o i c l i b l u l a g ° * o o t i n d n e e m c i n i d ' e l c o r un p e t n e d e c e r p a a c t o p a e d ’ n l o l f a a , v e i l l a a i s z i i r m o c , ] L n o n 7 7 2 e l a p t i p a c o t s i S e n o i z i d s i r a u i g a n u i d derivati a z n e t s i s e ' l d a d e n a s ® lemm
) e l a n e p e g g e l na u a d e l a r e n e g ta pro
234
CAPITOLO QUARTO
tortura dei servi addetti al riristerium delle donne imputate perci
ò, era esclusa dal divieto, non tanto per la normale man. canza del
presupposto della proprietà in capo all a donna (ché
In tal caso, non si sarebbe nemmeno realizzata la fattispecie), quanto
perché veniva meno la ratio de l divieto stesso, il quale mirava a tutelare la sfera di riserv atezza domestica dalle Intromissioni esterne (degli organi della civitas), che potevano creare
una contrapposizione fra padroni e schiavi (?). Quando la repressione si svolge all’interno della stessa sfera che si vuole
sottrarre da influenze esterne, viene meno la ragione del divieto (anzi, la tortura del servo diventa un triste strumento di con. trollo interno, per impedire strane alleanze o complicità fra i servi e i membri più deboli della piccola comunità sottoposta alla
vigilanza del paterfamilias) (®). Dunqu e, l’uso della tortura
Ferrara — Sc. Giur., n.s. 2 (19 88) 61 ss., praecipue 64 ss., c h e l ' e c c e z ione al divieto della tortura ix caput d
omininel caso dell’incesto della V e s t a l e ( e , s o t t o la Lex Iulia, dell’adulterio) trovava la sua giu stificazione nel fatto che si ri feri v a «ad unillecito consumato clandestinamente» (o p.cit., 67) » per questo destinat o, altrimenti, a restare
IUriS); quando, poi, a dover accettare la tortura dei servi a proprio carico f o s s e il p r e s unto complice — co
me avvienesotto la Lex Iulia per l’adulte ro — l’eccezioneera giustificata dal fatto che nel contrasto fra il diritto dell'imputato alla tutela della propria sfe r a privata e il pari diritto del marito (o pa dre) dell’adultera, violato dal rapporto extraconiugale e di cui si attendeva la ripa razione, veniva data la preferenza a quest’ultimo. Chi invece avesse portato l’accusa iu re extranei non poteva vantare un eguale diritto: è significativo che, nel regime del la Lex Iulia, all'estensione agli extranei della facoltà di chiedere la tortura in caput domini s i sia arrivati solo tardi e p er via interpretativa: Pap. /.s. de adult. Coll. 4.11.1. A q uel punto l'interesse generale
dl
L'AFFERMAZIONEE DEL NUOVO MODELLO PROCESSUALE
235
È i d e h c — 3 1 1 l o e n d g e o s i t s è e a u g n o n n judiziaria nella © " o t n e m i d e c o r p el
d a i r o t i s i u q n i a r u t a n della spia
i d o i n o p l A e n o i z e c c e ’ l a u t e p r e p o t n d Li) Mm qua i d s a D e r a p i m , e h c , i n i e m r o e d v a t u i p a c n i s i v r e s le a C a nell
i c i d a r e i r p o r p e l a d n o f f a a l l e d mostrato, , e l i b a b o r v i d n i u q è : e m m u t o s c e c n i ’ l l e o d o D à a i r a n i e g n i r o e c e n e h c repressio i t n o f e h c o p e l e h c , o n a e r e d n e t v n i a o n i g n o o n L a v a i c s a o i s s già l a C . L a o t a d i f f a o t n e m i d e c o r p l’intero
IDESEAOBRARRII SIRMIE
. i l p i c s i od t n e m i d e c o r ° l e d , a i r o t i s i u q n i , e n o i z a t s o p m i ' l o t a Serv
. ) * ( e r a n g a e m a r n a u n g a d a u o g i v d i t a t n e t l o e i n r p o r , p e t r a a r D'alt p l u d a ’ l e h c o t t a f l i e t n a s s e r e t n i e r a p i m , a c i r o t s à t i d n o f o r p giore o l o s o i t s e a u q a n u i d o t t e g g o e n n e v i d ) m u r p u t s o l l a e m e i s terio (in e l l e d o t o v l e d e n o i s s e r g s a r t e m o c ( m u t s e c n i ’ l e a i l u I x e L a l con a v o r t i b m a r t n e , e t n e m e t n e d i v E . ) © ( i a m e n n e v i d o l n o n ) Vestali
a l l a o t a v i r p e s s e r e t n i ’ l l u s , i p m a c i r t l a € o t s e u q n i , o s l a v e r p a h e n o i s s e r p alla re D
e (|
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. e a n c u c i l t a s e i m d o d a v a i r t e n f i s t s i a d l l e e d s a à m t i i r l i b ) a l i o n i i v m n o i d t u p a c n i n o n a e l e n l o c ( (servi a i r o t a s u c c a tura
SOTAE
quae s i a v i t a i z i n i ' l e h c a z n e r e f f i d sola
e l a u t a r t s i g a m o s s e c o r p e o domestic m u i l i s n o Das K
o i r o t i s i u inq e g s u a H m i
. » n e r e d n a m e d i E n i e e i w t h c i gle e n o i z n u f a l l u s e r r a r t l o vu o s r e v a r t t a o i r p o r p i m r e f n o c i s e r a P ) 7 6 i 9 m 1 ( , i 3 z 1 n a o e , b e a h L c N Î , O N I R A U G ) ‘ a e r t : l o i , i t t u t s n r o e c p e . r t f c n e , m o c a i r t e s m e m o d me 3 0 1 ) 8 ipli 4 9 1 ( 2 > S ° 3 G S I nR i c ) 0 8 i 9 r 1 ( 1 ! 3 a o r c u i l t , s i e c m o o V d ; S e S 0 2 1 e ibunal nu
SEA
i
. ) e t n a c i d u i g o n a g or
» O N A R B O L . s S
3 6 S S Z D I , » m u t s e c n i « ’ l l u s i d u t S i t a e r ì o n a n g i s e a r f e n io r u t s e c n i ’ l l a e m e i s n i o n a v a p i artec ilo
p e l a u della q
f l a o p p a r t s o m i t l u ’ l e r a d ) dis a o s o i g i l e r e t n e m a r u p o t i c e l l i ( e l a t s e Ila V
236
CAPITOLO QUARTO
vano una risposta adeguata nell’ambito disciplinare; non C'erano
insomma i presupposti per estendere anche a questi illeciti Ja riforma processuale che investì dopo C. Gracco la materia delle
res capitales pubbliche. Solo quando le trasformazioni sociali, penso soprattutto alla politica demografica augustea che fece assurgere prepotentemente la moralità sessuale fra le cure dello
Stato, fecero venir meno per l’adulterio quelle ragioni che ne
avevano conservato l'autonomia, fu attratto nella sfera del diritto pubblico (*). In questa sfera la rep ressione dei reati
sessuali mantenne alcune delle caratteristiche primigenie, come
la iniziativa preferenziale dei familiari e la tortura in caput domini, ma perse quella di giudizio capitale: an che qui, c'è da pensare, in virtù di una nuova tendenza generale, quella di mitigare l’antica severità, sostituendo alle antiche quaestiones capitali corti di giustizia davanti alle quali la pena più grave era in concreto quella dell’esilio (?). L’incesto rimase tagliato fuori da questa evoluzione, sia per la sua incidenza sociale di gran lunga minore, sia per il perdurare di una distinzione fra la sfera pubblica e quella sacrale, cui non sarà stata estranea la politica restauratrice aug ustea. Riesce perciò naturale pensare che nel 113 a.C., quan do ancora non era maturata la piena applicazione al processo criminale delle nuove forme graccane, non si fosse esitato a seguire l’antico modello unilaterale nella repressione dell’ncestum delle Vestali, che nemmeno in seguito fu toccata dalla riforma.
(*) Sui motivi ispiratori della legislazione augustea v. ora SPAGNUOLO VIGORITA, Exsecranda pernicies, 121 ss. (”) Ma sulla sanzione che in qualche occasione era stata inflitta si oscilla fra la
multa e la pena capitale: cfr. Liv. 10.31.9 e Liv. 25.2.9, dove la diversa imputazi one
(stuprum e probrum) forse spiega la diversa sanzione.
237
E AL SU ES OC PR O L L E D O M O V O U N L L'AFFERMAZIONE DE
. s e n o i t s e a u q e l l e d o r u t u f € 7 Passato e l a n i m i r c o s s e c o r p il e h c è a c r e c i r a t s e u q i d o d n o f i d La tesi a s u c c a d a a i r u i g r e p e l a r e t a l i b o s s e c o r , p o n a c i l b b u p e r o d r sa
d a i tt do , i ri t n e t s i s e e r p i l l e d o m e popolare, sia la risultante di du
n u e r r o p s i d e r p i d o t n e t n i ' l l e n o c c a r G . C i d a c o p e ’ l l e n unità
I . i t s e n o s i d i t a r t s i g a m i o r t n o c e l a u s s e c o r p o t n e m u r t efficiente s
la o n o r u f o v o u n il e r a i g r o f a o n o r i u b i r t n o c e h c i l l e d o m e u d
i d u i g il e m u i r e p m i i d i t i n r o f i t a r t s i g a m i e d e l a quaestio unilater a m i t t i g e l a a t l u m r e p i n o i z a e l l e n o t a z z i l i t u zio recuperatorio zione popolare. e r e s s e i d a l l e u q è a z n e t r a p i d i l l e d o m e u d i Caratteristica de
i t n e m e l e i d , e t n e m r o i r e t s e o l o s i r e d i s n o c si li e v o , ti ui it cost
, o t a r t s i g a m l e d tà vi ti at l’ e l a i z n e s s e è i b m a r t n e n I . i t n e d n o p s i corr . e r a l o p o p e n o i z a r o b a l l o c a l l u s o t n o c à f si e m u i l i s n o c n u ricorre i o n a g e l e h c i n o i z a l e r le o n o s e t n e m l a c i d a r a i z n e r e f f Ciò che li di
eel n u c s a i c e h c e n o i z n u f la , i t n e m i r t l a o t t e d , o vari elementi, ei
o r t l a ’ l l e n e o n u ’ l l e n e i p m e d a mento o l o s e n e i v r e t n i a i r o t a r e p u c iudicia re l i e r p m e s è e l a r e t a l i n u o i t s e a u q a l l e n
n o t a r t s i g a m modello. Il e r t n e m , re iu n i nella fase i d i z i d u i g i e n ; a t s i n o g a t o pr
e r t n e m , a z n e t n e s a l o n a i c n u n o r p e h c s e r o t a r e p u c e r i o n o s a t l mu ; a v i t l u s n o c ione
z n u f a h m u i l i s n o c l i e l a r e t a l i n u o i t s e a u q a l l e n e r o t t a è o l u p o p e d s i v i u q l i a t l u m i d i s s e c o r p i e n e r t infine, men a p i c e t r a p a u s a l e t n e m r a i l u c e p a t o n e d e m o c , e l a m r o f o s n e s è n ‘ r o t a l e d l i e l a r e t a l i n u o i t s e a u q a l l e n , o i t a t s e t n o c s i t i l a l l e c s i n zione a r o f e e l o v e p l o c o t n u s e r p l s e d o e m o n l i | a c i d n i e h a c L . i ) u * l ( co a v | i t a m r o f n i a t s e u q o l o s è e n o i z n u f a u s a l a m , e i z i not ?
e u d i a r f e r o i g g a m a z n e d i c n i o c a n u e r a s i v v a r e b b e a r d v o d e v i i t s a l e r e i t s n e t e o m p l i a r e l u o r e s (98) Nat s e i l g o c c a i s a r o l a u q e l a n o i z n u © f s e r o o l t i a f r o e r p p u l c i e r o t d t u o s p a e e s h a c f n a a l l e i d l l e e d h o c m n a r o t e a r p o arte del .
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p a d e n o i z e r i d a l l a un lato i l b b o a r u t a lla n dall'altro ©
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i t s e a u q e l l e n m u i l i s n o c l e d e r e r a p l e d e t incolan o s n e s n i e r u p a i s , o s s e t s o L . i t s o p p i i o l l e u q a i s r a n i c i v v a o s s e dovette sp i d e n o i z n u f a n u a r e a M . ) 7 r. 1
238
CAPITOLO QUARTO
sovrapposizione dei due modelli dà luogo ad U N p r o c esso bilaterale, dove, cioè, l’accusa e il giudizio so no affidati a soggetti diversi. Il magistrato è ancora il titolare della G uaestio, ma ormai privato sia della funzione istruttoria sia di quella giudicante. L’accusator, che tecnicamente è anc Ora chiam ato
nominis delator e può esser qu e ivis de populo, è parte a tutti gli ef
fetti, pur mancando la /izis contes tatio: senza la sua iniziativa il rapporto processua non può es le sere costituito e senza il su 0 impulso il processo portato a termine. Il verdetto è emanato
dalla giuria, ancora chiamata consilium, la cui nomina è affidata
alle parti come già quella dei recuperatores. In breve tempo il nuovo processo, nato per u n'applicazione particolare, fu esteso all’intero sistema della re pressione criminale, in particolare alla persecuzione dei reati capit ali. Cercando di schematizzare il più possibile l’intero svolgim ento storico,si può dire che di due modelli (quello unilaterale c apitale e quello bilaterale privatistico) se ne creò un terzo (la quaes tio repetundarum). Delle componentioriginarie,il processo pri vato (di multa) proseguì la sua esistenza (”). La quaestio unilat erale capitale,
da Cicerone
de repetund tundis qu
dicuntur ci
cui la petitio multae era tentata di adeguarsi: si rico rdi che la fonte delle azioni popolari per multa è la legge, luogo assai aperto all’intert estualità. In effetti, questo scambio si manifesta (e si esaurisce) proprio sul piano dell a terminologia curiale: già nella Lex de piratis perseguendis (Delphi C.24), secondo la tr aduzione greca, accanto
all’actio e alla petitio si cumula la nominis delatio. È un cumulo formale, perché la
nominis delatio è priva di referente in un processo evidentemente di tipo formulare (v.
supra, 191 nt. 207). Un’altro punto di contatto terminolog ico, cui già si è accennato,è
quello della clausola premiale (v. supra, 89 ss.). L'esempio più notevole de lla
autonomia reciproca, ma anche intima consonanza, fra le due forme pr ocessuali è dato da Urs. XCV e CII se, come sembraverosimile, visi regolano rispetti vamente il
processo di multa e la guzestio (v. in questo senso soprattutto WLassak, Der Judikationsbefehl, 42 s.- senza, naturalmente, poter seguire l’insigne romanista nella qualificazione pubblicistica del processo per multa — e SimsHAUSER, Iuridici, 179).
Difatti, nel lessico del cap. XCV, relativo alla petitio multae e complessivamente
E L A U S S E C O R P O L L E D O M O V O U N L E L'AFFERMAZIONE D
239
me co e nt me ta at es oè ci », ra tu na n «I ù invece, Non esistette pi
di a nz ue fl in l' a lt vo a su a bì su a m , ie ar in ig or e rm fo e su e ll ne
re di be eb tr po si , ma : le ra te la bi io st ae qu a ov nu sirorno della a m o at iv pr so es oc pr l da , te en poichè non fu influenzato direttam
ntu pe re de io st ae qu la so er av tr at te en am at di me lo so to es qu da a, nz ue eg ns co r pe e, re no mi è » co ti is at iv pr to nu te on «c o su dis, il
pi ca e al er at il un io st ae qu a hi cc ve la al to et sp ri tà ui in la sua cont tale maggiore. pi ca s ne io st ae qu le a fr te en am tt ne a ss pa e ch e La distinzion
di o rn te in l’ al re pu a si , sa es fl ri ra co an è li ta pi ca n o n le el qu e tali
e br le ce un in , to ra gu fi as tr e nt me ta le mp co i ma or a em st si un ce li mp se la e tr ol va za an rt po im a su La . ") (" o ol Pa di passo n (i e rt mo la n co ti ni pu o an er i at re ni cu al e ch constatazione
è za en er ff di La . ie ar ni cu pe ne pe n co i tr al e ) io il es l' pratica con
er ns co o nn ha li ta pi ca s ne io st ae qu le e ch o ns se strutturale, nel e ch ti an e ll de lo io cc no il o, ov nu o cr lu vo in n u in e ur pp se vato, o un è o it os op pr to es qu a e nt na mi lu Il i. al er at il un quaestiones utilizzato
r to st ae qu e in rm te al e, ch o, ni co As do eu Ps scolio dello so es oc pr l de te en id es pr il re ca di in r pe e in rr Ve e ll ne da Cicerone pe re is nt cu pe de or et ra «P : ne io az is ec pr la ne po ap de repetundis s re to si ae qu e ri op pr m a N . ns ce er ex m ne io st ae qu is tund s no Mi r to si ae Qu ‘“ s: iu il rg Vi ut , um on ti es qu m iu al in im cr dicuntur e ch an o im ss si io ez pr è io ol sc o L . S) 5 21 . (p » t’ ve mo urnam , 2) 43 6. . en (A io il rg Vi di tà ri to au l’ e nt me te en pi sa e v za iz e il ut c i r a c i perché d i r u i g o c i r o t s e n o i z u r t s o c i r a l r e p à t i l i b a d p i a f ’ f l a e i m u o c e la c t n e m a r a i h c a r t S O M i c o s s E , ) 1 0 1 ( a m r e f n o c e t n à e i g , s cresc e n o i t s e a u , q e l l e d a m e t s i s l e d à t i e d i r e a n t u i c n l u a e a t d n e o r l o a s p a t a n i m m o c a n e p a l l e d ‘tale m e r i u q s i « o p i t l e I d i n o i z a n i m a t n o c o n o | i a p m o c o , i a c t i s t s e i a t a u v q i ) r e p g e a l ) i c g a m o ( o l b u n r i n a m i u r q e t m u a l r l e a r o m u r a e issppiirat i e t s o p « , tutto .
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a m o R o i r a n i m e S I I I l e d i t t A . » n i a i , a l n a a i t l i i g r p i v a i g o l o e d i non ca ’ l l e n » s u d e o C F S « A , l u R U (19%) L
e d r a G o c nisti
. s s 1 8 2 ) 8 8 9 1 o n a il M ( o san
240
CAPITOLO QUARTO
esse, riveli una profonda frattura, che non si è
livello terminologico. La pena di morte, ci dice lo Scoliaste, è propria di quelle corti in cui opera il discendente degli antichi
quaesttores ("). Quel nome non spetta invece al Magistrato c Ul
è affidata la quaestio repetundarum ( 103),
Non si deve pensare che la percezione della differenza resti confinata alla notizia erudita di un tardo commentatore (la cui
informazione è comunque spesso di prima scelta). Essa è esal.
tata dallo stesso linguaggio legislativo, come risulta dall’unica formula relativa ad una quaestio perpetua capitale che sia conservata quasi letteralmente. Si tratta della Lex Cornelia dell’81, secondo Ulp. Coll. 1.3.1: «...is p raetor iudexve quaestionis cu i sorte obvenerit quaestio de sicari ts...uti quaerat.. de
capite eius qui cum telo ambulaverit bominis necandi furtive faciendi causa hbominemve occiderit cut usve id dolo malo factum erit» e Cic. Cluent. 148: «...d è que e ius capite quaerito ...Qui eorum cotit coierit convenit c onvenerit quo quis iudicio
publico condemnaretur» ('“). Come vid e Ernst Levy, il legislatore usa qui un'espressione tecnica vecch ia di secoli (‘), in cui è racchiusa l’essenza della vecchia quaesti o capitale unilaterale. n
(‘) Che con l’espressione quaestiones crimi nales intenda le quaestiones capitales è chiaro da un altro luogo (p. 224 S): «Ad banc enim similitudinem poeta Virgilius Minoem, iudicem apud inferos, tamquam si praetor sit rerum capitalium, quesitorem
appellat».
(') In lui, mi sembra si possa interpretare, q uel che conta è essere praetor, come il praetor davanti al quale si celebrava no (e continuarono a celebrarsi) i proce s s i privati da cui il nuovo processo bilaterale er a disceso. (‘“) Del tutto diversa, come si sa, la tec nica normativa della Lex Tabulae Bembinae, che enumerai compiti deivari sogget ti processuali: «ezws (scil.- del privato) petitio nominisque delatio esto pr(aetoris) quaest io esto, ioudicum ioudicatio leitisque aestumatio». Manca non solo la valenza di pe na capitale, ma pure si assiste ad uno smembramento dell’antica nozione di quaerere, d ella quale, sottratta l’iniziativa processuale e la ioudicatio, non resta quasi che il momzen. (2) Gesammelte Schriften, 2.332: «Das ist der seit Jah rhunderten hergebrachte Fachaus
druck, der auch in offiziellen Verlautbarungen wei t hàufiger verwendet gewesen sein muss, als er heute belegbar ist».
E L A U S O S L E E L C O N E O V O D R I O P O L Z U M E A N D M R L’AFFE
24 1
o c i r a c n i ’ l l e d o i r a t a n i t s e d o v i s u l c s e ' l e m o c e r a p p a Ù r o t t s {l quae . ,° i v a l u s è o i c , t u p a c l u s e t r e e n v i g e capite). L'inda a I a c o i v i n u i b e n o i z a n l e u r d a l a t o a c g c e E i p s e . u %) q (1 n i È | |
) " ( e l a t i p a c o i z i d u i g il e r o t t s e a u q fra il termine
e r e d n e t s i e i i is d o l l e u q , ss o pa v i s il i c e il d O p o t u i p m o c e e s s o f i é h c r Peo e
o i r a s s e c e n u f , i l a t i p a c i s s e c o r p i a e h c n © u c e s r e p a l e l a u q , o v e i l i r e d n a r g i d o c i t i l o p o t n e v e n sem ra, u u t i t t e n i r e p , e c a p a c n i , a i r o t a n e s e s s a l c a l o r t n o one scatenata c o i t s e a u q a l l e N . a c i d i m u n i s i r c a l e r e v l o s i r i d , à t i l a n e v | O e din si , s e r a l u p o p e s e t i u q e a r f a z n a e l l a ' l l e d e n o i s s e r p s e , Mamilia u r t s i e a s u c c a ’ d o t a t s n i a s s e m : i t n e i l a s à t i v o n e l a d a r t s o n n a f n e v a m , r o t i s e a u q l e d o v i s u l c s e e r a f f a n u ù i p o n o s n o n e n zio .
.
.
.
”
‘
?
s e d e g a r F e i d r i f g n u __——__ n h c i e z e B e d n e h e t s e i d t s i e r e r e a u Q « : . t i c . e l t . h p e o g g , n y u v h e c L u s r e (6) t n U e i D . n e t g i d l u h c s e g n A n e d r e b i d n u n a s r e t h c i R n e d n e h c u unters . » f p o K n e n i e s m u o s l a , t u p a c n e s s e d um , o i r o t i s i u q n i o t n e m e l e n u , é s r e p i d ra non è, u t r o t a l e h c o t t e d è :
. o t a v i r p e r o t a s u c c a ’ l l e d a s r o s i r e rio, com i d o t t i d e ’ l . r f c ( i l a t i p a c e s u a c e l l ‘imitato a i d e n o i z a c o l l o c i r a l l a è o i c e t s i s s a i s ; ) 8 . 8 1 . 8 4 . D . t s l e u n d a o i t e s d e a 2 u q . l u e a v P o u a d n o e t l i l r e e f d i r a m o e t t s s u i g s Au l e n e l a r e t a l i n u o o s s m e i c s o e r d p e l m e l d a ) o o i t r a o n s i s f e n c c o a c ( e o r t e s n s e e m ’ e l l e n un el o i r p o s pisce pr
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e e n c o r i t e s p e i a s u q à a t r i f u n à i t t i n n o u ’ c l a e l c s i a u t M i t . s i o c i r i s o bilateral s r e v n o c i d r r e a P t o . l e o l s a ( t i a p r a u c t r o o l t l e a u l q l e d , e o n s i u g ’ i l r o o e i n d a r o t t s i e amb è e b m a . r D t n . e l b d u a p . : d e a u i i r i ‘ 2 . n a i c r a M 5 n 4 i 4 0 o i e P i . l t a n t A i i p d o t t non ca i r c a s e r i s l r i a f . r f a c d : o e s r r a o l c l s i c i a d v l i a è a i , c o n c i i t m s o i r c e t t o a i iù e il princip r e n e t t o r e p e l o , v i e z p n a , o s r e v i d n o N . ) 9 . 8 1 i . t l 48 o m c i i t d s i a o v c o i n t o s a r e p n a e ! s L e . o s i e r c o i t d i n s i | i u i q l n g i e o d s s o e t c o i o n s r o u p p a l o e r r d o p c a c n i A p i . t i l è a u i t c a i r l t p s i m g o a c m i s e e d n o i t e s n e o a i u z q a n e i l l m e 2 d a a v c a i i t r n a l’incri a v a ù i c i i p d n a i i r i o l g e d e m i g e do la st r l i s i n pi o i t i d a pro i r e i f s e c i d n i e a u q t n u s e a n o s r e p m a i t e e a t r e C . 1 o s e sec i d o m s u i u h d i u q ; e c i d n . i i t a r t e ‘es p a s u a c m u r a d n u t e p e r i ue t a t i c i p m e s e i l G . » s u b i g e l : i s l i a v t l i a p a s c i r n e o t n i f e o r i l p a t m i u p a i c c i i z i d u i g o i r p r o u r d p e c o o r n p o e l g l n e d o p o p u a d i r s e t r n o n n c u o e n r e o m t o a C l , e e d t n 1 4 e m , a à c t i i n r u o p m t i s ’ l a g a t e i i t p n s a r j a g s a r a e c ) i s e t c s i i d n r i e ( o n att a v a r o b a l l o c li che emio.
242
CAPITOLO QUARTO
gono lasciati all’iniziativa del popolo (0%) SONO i iudice; ; emanare la sentenza e la loro nomina avviene all’interno di un
albo che è quasi certamente il medesimo della quaestio de
repetundis. La quaestio Mamilia sembra quasi la prova generale che prelude alla adozione come forma ordinaria del processo crimi.
nale ('*). Il risultato più importante che emerge dall’analisi dei
dati disponibili per datare l’istituzione delle singole corti perma-
ad accusa popolare sia da attribuire a lla politica popularis che segnò «una serie di successi» (!‘9) sullo scorcio del secolo. La quaestio maiestatis, capitale, bilat erale ad accusa popolare
e su base stabile, è del 103 (o del 100).
Del medesimo periodo sono prob abilmente altre due quae-
(capitale, competente anche pe r il parricidio), del 110-98 (e culatus (non capitale), istituita fr a il
('!°) GaBBa, ANRW L1 (1972) 778 ss.
E AL SU ES OC PR O LL DE MO O OV NU L DE NE IO AZ L'AFFERM
243
AI di là della connotazione ideologica del nuovo processo
che si esprime sia nella parità fra le parti sia nella partecipazione snece la e, inal crim izia giust della ne popolare allamministrazio sità di un'accusa e la subordinazione della pronuncia della sentenza al verdetto di una giuria rappresentano il sovverti-
dai rata nist ammi ico, arch olig izia giust di llo mode del mento
i rt co e ll de e n o i z a g a p o r p la o, ns se o t s e u q in e h c n A . ti magistra io nz fu e m o c , e t n e m a v i t t e p s o r t e r o n e m l a , e r a p p a cl permanenti e n o i z a r t s i n i m m a ’ l l e n e r t s e u q e o i l o p o n o m l e d o iv tt ie ob nale all’ . !) (" 0 0 1 l ne o t u i p m o c la ve ri ci à gi e n o r e c i C della giustizia, che a, iv at sl gi le tà vi ti at a ns te in a n u a c i l p m i , e t n e m a i v v L'ipotesi, o i c o d n e s s e , e r e t t e m m a le ci fa è n o n e h c , ni an nel volgere di pochi e. at st te ma e d a i e l u p p A x e L la so a ll de e l a u t n u p o d r o c i r il o rimast i de o n u di e l o r a p e ll ne a i r o m e m a t s a m i r è sa es di In realtà, e u d i e m o c o m i s s i t o n , o t s e t n u n i , s e r a l u p o p i a r f protagonisti e t n e d n e r p r o s , e l a u q l e d , i u q a o n i f a d i u g i d i t a t s o n o s i c e h c o s s e c o r p l e d a i r o t s a l r e p a z n a t r o p m i ’ l a t a t o n a t a t s è n o mente, n , s u t u c a n e m a t d e s s u r u p m i o m o h , t a b e l o s a i c u a l G presillano: « m u s r e v m u m i r p , r u t e r a t i c e r a u q i l a x e l m u c , t u e r e n o m m u l popu e n ’ m u t i u q e r e t s t g a m r o t e a r p l u s n o c r o t a t c i D ‘ t e s s e i s : attenderet t s o p e u q m u c i u Q ‘ t e s s e n i s ; e r e n i t r e p e s d a l i h i n t e r i c s ; t e r a r o b a l . ) ° ( » ’ r u t e r a g i l d a e n o i t s e a u q a v o n a u q e n t e r e d i v ’ m e g e l e l p banc m o c a l e r a z z e r p p a n o n ò u p i s n o n i t n e c i t e r i t s e t i t , n 0 0 a 1 t o l p e n o D ì r o m a i c u a l G . a v a c i r e n e s e h c e n o i z a m r o f n i ’ m l u l t e l d u s n a o c s u tezz t a n e s l e d e n o i z a n a m e ' l l a a t i u g e s e n o o t i t s o s m e r l i p e l r u C a l l s e e n n o i t s e a u q i d e v i t u t i t s i i g g e l e t l o m e L . ) ° 1 ( m ultimu
| . c i C o d n o c e s , a t T a d a l T l e u q r (1!) Pe ! m e t a t i n g i d m e n m o ; o e t u s q e t t l a e n e r e e a c g i g l e l ‘nub e l i c i f f i d È . 4 1 . t s o i P d . e b r a a R l o p e o p i o v i t a t n PeC e t l i , 3 1 2 ) 3 8 / 2 8 9 1 ( 4 1 / 3 1 Soc.
h T , n a i p a B a r O . v i ; . s s e 4 s 7 5 , R R M a n o d e i s u s s e c o r p e n U o i O z a l R s i B g e l n i i t n o apP), 15) F
r g o p o s o r P d n a y g o l o n o r h C i s e i d u St (
CAPITOLO QUARTO
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p. 23 .
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p. 45
p.
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207°; 229”; 231”
208!
104,
901%. 91; 92!!.
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AUCTOR
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157!”
In orationem in toga candida 65 s.
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1.22 1.23
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70
De civitate Det
AUGUSTINUS
208; 228
211”
219%
34; 209%; 217.” 227°
2112
2082
Rbetorica
|
AUCTOR AD HERENNIUM
a
Romae De viris illustribus urbis
p. 98
p.
In Cornelianam I
INDICE DELLE FONTI
APPIANUS
B e l l a civilia 71
sE
76 Hannibalica 2. Hispanica
gr
Numidica 226%
APULEIUS
Apologia
178:
158!
64”; 972.
105591, 19?
Asconius (Stangl)
!
In Scaurianam
55!
55!
6, 8? In Milonianam
92!
246 18.13
6; 12°
11
8.30-31
59-60
59
26 38
55
55 ss.
27
45
67
65
64
17 18 31 ss. 46 50 62-63 62 63
14
11
11-22
10
7
7-9
6
5
1-9
140 148
4.10
INDICE DELLE FONTI
BasiLicoRuMm ScHoLIa (Heimbach) 57°
75%
Chronica
CASSIODORUS
1 Bas. 60.33.1
106
CATO
Origines (Chassignet [Jordan]). 4415 CHARISIUS
72; 111!
34
Pro Caecina
73; 74; 77”
Pro Balbo
16619
Orationes: Pro Archia
157!9
Ad Q. fratrem
97124, 127 128
Ad familiares
6; 82
Epistulae: Ad Atticum
CICERO
97126 97126
Ars grammatica (Barwick)
4 fr. 15 [4.13]
p. 164 p. 272
12.5b
9.21. 3
1.121
27
53-54
54
29
In Catilinar 2012!
Pro Cluentio
66* ; 1 0 3 ! 5 . j g 4 u
739 9 239; 249. 240
Divinati o i n Q . C a e c i l i u m 106
6156, 102!
107 10719
107
107!”
61”; 10757 61; 1025?
10259
61! 159 71” 71) 605 62 70? 63”: 104 s. 105 s. 5?
7)
69° De domo sua 19521
Pro Flacco 1023
64°
10219
Pro Fonteio
69° 97726 Pro Milone 50!” Pro Murena
8° Philippicae 69°°
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691
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INDICE DELLE FONTI
97124 27% 69° 217” 197??? 18779
4.7.1
4.7.3 5.3.5 5.4.4 5. 8. 3
65°.
1.5
6. 2. 8 6.3.7 6. 3. 8 6. 5. 6
217”
6. 9.10
82!
8. 1 Absol. 2 8. 1 Absol.13 8. 8.
VELLEIUS PATERCULUS
229. 74. 76
6. 9.14
1 Damn. 2 1.13
8.5 9.7 Mil. Rom.1
161 55! 67% 195217 143%
33
6 34, 6 97224, 129
6.8.1
86 31 90-92 90 85
N No
6.
5. 6. 6. 6. 9.
Da
2.5.3 3.7. 6
4515. 5318. 67%
5. 81
239
259
212”
27%
VERGILIUS
82! 219%
Aeneis
211° 8.4 2
69°
Historiae Romanae libri 184!”
o ZONARAS
dt
VARRO
De lingua Latina 1.146
4415
Epitome histortarum
67°
7.13 9.16.
6
5
Busacca: 8°
Burck 18°; 178% ; 14%; 25%; 1 BurDESE: l1'
!° : 35%; 42!9; 43
Bruns: 131%; 133%; 134%; 135”. ?; 138%; 141”; 143” BUCHNER: 60" 159” BuckLanDp: 113’9; 118; 154;
69°. 50, 24315
BRETONE: 2°; 67%; 132* BrINZ: 133” BRISCOE: 39%; 41!%; 42!9; 172! BROUGHTON: 5"; 19°; 63%; 64°; 68%;
36%; 37°; 67%
BONGERT: 171! BONINI: 90! BRECHT: 46; 10°; 13”; 14”; 16%; 35”;
INDICE DEGLI AUTORI
A p a m : 47"! ALBANESE: 66°; 143” ALBERT: 160"? ALEXANDER: 82%; 838; 84%; 93! AMIRANTE: 27”; 67% ArancIo-Ruiz: 136%; 204 ARCHI: 249; 118*; 152%; 204 BADIAN: 33; 397; 62°; 63”. 24; 64°. 26, 3L 65%; 67%: 68%; 69%. 0, 70”; 71°; 72”;
759; 79%; 16519; 17219; 2008; 211". ®;
243}!
BALSDON: 71° BALZARINI: 96; 155%; 157!%; 205° BANDELLI: 48! BANDINI: 19°; 21°
; BAUMAN: 82; 1072. >; 13”; 15%; 16”. * . 23; 19°. 22%; 26”; 48°; 60°; 21116, 58 228 ” 127”; 128”; BeuRrENDSs: 259; 114”;
129”; 162”; 205°.’
BERGER: 8° B e s e LER: 59° | 11° Berti: 180’; 2 ?° 1 9 ; 56; 146%; 1 BiancHINI: 12° BICKNELL: 216”
1; 147% ”; 11”; 132; 29 11, 8°; 10”;
pra ; 181°”; 203' 3 0 78; 3 5 % ; 3 7 %
'%; 181" CLEMENTE: 178 39%; 1 ; % 6 6 ” 9 6 CLoup: 16”. *; 22%; 206°; 227° COARELLI: 49”
262
INDICE DEGLI AUTORI
214”; 215”; 216”
CoHn: 19”. ?; 21°
FERRARY: 63°; 64%; 68%. 699, 714% 12%; 74%; 17°; 797; 808,79 DO. 845
CoLI: 19° CORNELL: 232* Coroi: 16° Costa, E.: 229” CosTABILE: 33%; 397. 1427
8910.
162!.
CRAWFORD: 90"%; 223”: 229”; v. anche Hassall
CRIFÒ: 5% 328; 531% CROOK: 127°”; 131%
DAHLHEIM:
16519,
16619.
10,
169”;
172°9) DAHYOT-DOLIVET: 56; DANILOVIÈ: 127%; 131%; 133%. 1447,"
DAUBE: 154% Davip: 63%; 68%; 749, 16°; 77°; 85%; 97 79,
981.
230?
De Dominicis, M.: 138€ DELz: 1324 DE MARINI Avonzo: 24”; 31” DE MARTINO: 307; 131%; 133%. 9; 13571, 140%; 141”! 2; 1425. 143% DE ROBERTIS: 19°, 2198 DESANTI: 2324; 2339 DEVELIN: 16° Di SALVO: 249; 131%; 142; 18159 DONATUTI: 160°. 18519 D’Ors, A.: 1349 DREXLER: 165!”; 16811 Ducos: 1324 EDER: 1’; 821; 359, 71%, 8 2 % ; 9 8 5 1 . 1196, 146%, 154%, 1 16719.
63150
16917.
II.
17216. 16,
18929 EHRHARDT: 18920, 2328 86 EISELE: 15619 EISENBERGER: 2? EISENLOHR: 31 ELSTER: 27”
16515,
16655,
17818, 18419.
101!”.
1225.
1240
193214. 211”, 18, 2139 vi, 2256
FERRINI: 574 FESTA: 136 FIORELLI: 232% FLACH: 808° FORMIGONI CANDINI: 232%. 234? FRraccaRro: 16°; 481. 52/0, 797 FRAENKEL: 20”; 21? FREZZA: 30°; 43!. 4413 FRIER: 128?
FUHRMANN: 4%; 14?
GABBA: 31%; 699, 9754, 181 3. 20078. 210%; 2115; 215”; 216%, 24 210
GALSTERER: 3; 51°, 142” GARCIA CAMIRAS: 54/9; 131%; 224 GAROFALO: 235; 67%; 68%. 2 339 GELZER: 20” GENIN: 235 GIOFFREDI: 16” GIOVANNINI: 31°; 368; 551; 674; 18018.
‘5; v. anche Grzybek
GIRARD: 152% GNOLI: 216%; 217? GONZALEZ: 178183 GREENIDGE: 1; 118°; 151”; 213? GRIFFIN: 725; 809 Grosso, F.: 35%; 421%
GRUEN: 1!; 82. 63%; 64%. 8; 65”; 66”, >. 6 9°;
71°;
72°;
74°,
97124
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128,
17758;
1872%; 203?; 211%; 212”; 2138, 217”; 218%, 224°. 225%; 228” 43%, 19620, 235%, >
GuIzzi: 2328
”, 1384. 140%; 141 2, 143”, 1447; 19620, 19725. 19825
2279
981.
>
GRZYBEK: 122% GuarINO: 13%; 14; 27”; 31%; 132%; 1
FADDA: 90%, 131%; 133%, ©. 1346 %; 135”; 137 FANIZZA: 540, 56€; 60 ; 194216.
92112.
196%;
FASCIONE: 1‘; 169 ; 1819, 212”. 21 35,
Hacxt, U.: 163! HAGERSTROM: 193?! HANDS: 85% HANSEN: 199??? HANTOS: 204? HARRIS: 47; 5!!
HARTKAMP: 157!”
263
I R O T U A I L G E D INDICE
8 8 0 5 1 ; ” 3 4 1 : . H Lévyv-BruHi, ° 1 2 : M A N E LiEB 6 8 . % 2 3 2 ; ” 3 4 1 ; ° 1 4 1 ; % 2 8 ; 7 7 0 5 Lies: ” 0 2 : I K S R E D N I L ; ” 4 6 ; ° 3 6 . 1 8 4 ; % 7 3 ; 9 9 5 3 ; ” 3 1 : T T Linto . 9 1 8 ; % 0 8 ; % 5 7 ; 7 2 7 ; % 1 7 , 7 , % 9 688, 6 122”: 124°;
. 199°
: ! 1 0 1 . 9 9 , 8 2 1 g49, 9716, Di.
152”. 164!”;
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171!9,
154!°. at
15812:
1739,
163??.
17855.
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17999,
° 5 2 2 , ” 9 1 2 ; 185, 190°°
” 5 3 2 ; 9 2 7 8 1 : LoBrano % 1 3 1 : i p r o C Lozano y ” ! 7 5 1 ; ” 6 5 1 : Lusrow, von ! 8 4 ; % 5 7 4 ; % ! 1 4 Luce: 18%; . e g , 9 5 4 5 ; 5 1 4 4 , 2 1 3 4 ; ” 3 3 LurascHiI: 23910!
” ! 5 6 1 : I ILAR
° 5 4 1 : r Jan % 1 3 1 ; % 1 8 : N E S S N A JOH ” 9 2 1 : N O T JOHNS ; 9 1 1 ; ) 8 1 1 ; 4 7 5 : 9 , % 8 6 3 ; % 5 3 ; ° 1 : s Jone ” 3 1 2 ; 6 0 2 ; ” 3 0 2 : % 1 2 1
16114;
; % 0 3 1 ; 7 9 2 1 ; ” 8 2 1 ; ” 3 5 : y L e K 0?
131“
1 : T s a n N e i K ” ? 3 2 2 ; ” 2 2 2 ; Kinsey: 219% ” 7 9 1 : s p e L K ” 6 4 1 ; " 5 1 1 ; 6 9 : E z N E i K ° 1 9 4 ; 0 7 4 ; 7 1 6 4 ; % ! 1 4 ; % KLoTz: 35 KocHer: 205
Krause: 21”. ” 5 3 : A W O Z C I W O F E S O J L KRySINIE ° 1 1 2 ; 1 1 8 1 ; 4 5 1 ; 7 6 1 KugLer: ; % 5 3 ; 9 2 ; ” 7 2 ; % 4 2 ; % 2 2 ; ’ 1 : L e . ° 9 1 Kung 1 ; 7 8 1 1 ; % 7 6 ; 0 9 4 5 , 6 3 1 4 3 1 ! 3 48). 5
; % 2 2 1 ; " 1 ; 120%; 12 206;
; ” 8 0 2 ; 7 3 0 2 ; 7 9 18518; 19 ” 5 3 2 , 3 2 2 * . % 9 1 21388; 2 >
” ! 4 5 1 LEIFER: ” 9 2 1 : E S S O M E L ” 8 2 2 ; 5 3 1 2 ; 6 5 1 1 2 : LENGLE ” 2 7 : LEVICK ; ° 8 9 ; 6 5 ; % 9 2 , 9 3 2 : LEVY 241!
168°;
; 7 7 3 ; 9 1 3 , 9 5 2 ; ” 3 1 ; 2 0 1 : MacpeLaIn ? 0 9 1 ; 9 1 0 8 1 674;
” 3 4 1 ; ” 9 2 1 Kaser: ° 3 2 : N N KAUEMA
16719;
147%;
n e m i r e f i r i i s s e m o o n o s ( ” 6 MALCOVATI: ti a ORF*) 169 ; 9 ‘ . 9 1 3 7 1 ; 7 2 6 1 ; 4 2 1 6 1 MANFREDINI: 205° " 8 5 : I N A V O MANT 5 0 2 : o n i Mar 6 5 : A T T MARO ” 7 9 : L L A MARSH ° 1 0 2 : N I MART ° 6 6 : I N I MART ; % 1 8 ; ° 0 8 ; 9 7 ; 9 2 9°; 7 6 : Y L G N MATTI 985;
991.
101!
4 : a z z A M
9 1 3 4 ; ” 9 3 ; 4 8 1 ; P 5 4 . 3 : D L A N O D c M
° 4 7 : . R H C , R E I E M
; 174%;
; ° 4 0 2 ; ” 3 0 2 19827; ; % 9 1 2 ; 3 1 2 211%;
93";
240;
232” 9 3 2 : . L , Monaco
264
INDICE DEGLI AUTORI
Muniz Corro: 171!9; 172!9; 174! MUNZER: 355; 37%; 38% 167! Murca: 131%; 134°
SCHERILLO: 152”
SCHMIDLIN:
127%; 128. 129%, 14 qu
16212. 127, 163/99, 171!8, 17 214. 19]
SCHNEIDER: 2105; 24312 SCHONBAUER: 53! SCHUMACHER: 49!; 50. 51! 5210,
NABER: 122'; 123 NARDI: 66‘; NICCOLINI: 69%
NicoLET: 2°; 69%; 71°; 72”, 73”; 769; 79%; 80%; 163" 200°; 2287 Nicosia: 55! NIPPEL: 2?; 20 NIssEN: 189; 411%, 42!%; 46!7. 49/4 NOETHLICHS: 154! OSsTWALD: 199?
PAILLER: 12? PARICIO: 131%
PATTERSON: v. Broughton
PEPERMANS: 37? PERNICE: 154! PHILLIPS: 16* PONTENAY DE FONTETTE: 82; 71 %; 118?; 152%. ®; 152%, 1635; 17]: PROVERA: 551; 56°; 106%; 1314; 19120 PUGLIESE: 1’; 7°, 22%; 249, 2 77, 29%; 55; 562; 574; 586; 604; 67%; 119, 120°; 121"; 126%. 1279. 2, 128”; 1 29%. pa 131%. %; 137%, 1409; 144%. 147%; 191°0;, 19322. 2056; 206°; 2339
RABELLO: 65”; 66° REIN: 211”
REYNOLDS: v. Hassall
RICHARDSON: 184!%, 18519 R6DL: 27” RopRfguez-ENNES: 2012 RoToNDI: 16%; 19%; 44!5; 203; 211!
RowLAND: 66”
54!) 229%; 232%; 233% i SCIALOJA, V.: 131%; 1339; 138€. 141? SCIVOLETTO: 82! SCULLARD: 12?
SELECKIJ: 69%; 71%; 75% | SERRAO: 60"; 632; 646, 30. 68; 71°. 727.
19°. 7; 849; 11319. 152”; 154%, 15918. 171'©;, 173!9, 1851% SHACKLETON BAILEy: 213 SHERWIN-WHITE: 1'; 821, 29%; 60%. 637. 68%; 72”; 79°; 80%; 86%, 88”. 891. 962; 992; 10054, 101'%; 118, 151”; 160°; 1771; 1882. 1892; 191207, 208. 193?°; 200°; 201? SIBER: 82; 112, 29°; 3597; 368%. 184/92. 205” SIMSHAUSER: 127%; 131%; 147%, 23 8” SOLAZZI: 598; 19722 SPAGNUOLO VIGORITA: 56; 586; 91°. 106!; 131%; 13572, 19425, 1965. 236% STRACHAN-DAVIDSON: 1°; 821; 295; 5128. 118°; 130”; 151%; 1525; 177'8; 206; 213”; 214? SUMNER: 64%; 69 TALAMANCA: 1375 TARDITI: 12%; 18% TayLoR, L.R.: 229” THOMPSON: 71%, 55
TIBILETTI: 699; 71%; 797; 1625 Tonpo: 66°; 67%; 203?; 211'6 TORELLI: 142”
RUDORFF: 19°; 88”; 96123. 157! 211! RUOFF-VAANANEN: 1!
TOYNBEE: 35%; 397; 40'%; 163%; 16519, 167'; 169. 1781
SANTALUCIA: 1; 82 1 4 5 , 2 2 4 e , 2 9 ” , 31%, 4414, 4515, 5
UNGERN-STERNBERG, VON: 1'; 11”; 27”;
66°; 67%, 727; 749, 75%; 808, 1196;
VENTURINI: 1% 82; 102; 13”; 16%; 29”;
31%.
5499,
55);
65%,
1842; 203?, 205°; 211% ; 213°; 214», 215» , 216%; 2194 1, 2 25%, 2279
SAVIO: 181!9
44114.
499,
514.
529,
Sap.
201?!
328; 35%; 401; 499; 52%: 618 71%
72%; 740; 756, 76"; 772; 80%. ®; g20.
849. g9g10. 90!%, 92! 9315. 9619. 9811.
sil $
265
INDICE DEGLI AUTORI
; ® . % 6 4 1 ; % 6 2 1 ; 7 3 2 1 ; 7 4 1 1 : 100» ; 5 5 9 5 1 ; % ! 8 5 1 ; % 4 5 1 ; 7 3 5 1522, %; 1 ; % 7 8 1 ; % ' 0 8 1 ; " 7 7 1 ; 6 a. 1729 ; 17 ; " 8 0 2 ; % 6 0 2 ; 7 5 0 2 ; 7 3 9 1 {gg 1912”; ; ” 9 2 2 ; " . % 8 2 2 ; % 5 1 2 ; ” 3 1 2 : 9 1 1 2 © . % 1 3 2 ; © . 2307 ” 5 3 2 ; % 3 3 2 ; % 7 8 1 ; % 6 6 : Voci 163!
130.
DI.
1641;
169.
157.
1719.
. " 6 4 1 ; € 8 3 1 . 9 1 2 5 ; ° 3 2 ; ” 0 2 ; 2 9 1 : t r Vo 83
VOLTERRA: 235”
° 1 4 ; % 5 8 ; 2 2 WALBANK:
° 1 2 ; ” 9 1 : G N I z T L a W ° 4 2 2 ; " 6 7 1 ; % 5 5 1 ; % 4 5 1 Wen:
Weiss: 152” WENGER: 154!
% 2 3 1 ; ° 6 5 ; ° 9 1 WIEACKER:
WILLEMS: 8° ” ? 9 9 1 : L E K N WI ; ” 7 2 1 ; 4 8 1 1 ; % 2 8 ; 6 5 ; ! 5 4 WLASSAK: . 8 0 2 . ° ? 1 9 1 ; 1739, 176” ; * . % 7 4 1 ; % 131
” 8 3 2 , % 4 9 1 1922;
° 7 8 1 : m r Wu
" 0 6 1 ; ” 0 3 ZieGLER: ! 4 5 : A R T S ZIJL % 5 3 : I K S ZIOLKOW ° 7 2 2 : I T ZUccoT 3°, 63”; 1 : . W A ZumpT,
64°. >
184!”
I M O N I E D E I T N E M O G R A I L G E D E INDIC l e d ) . C . a ( a t a d a l i s e t n e r a p a r t a t a c i d n i è i g g a n o s r e p i e d e n o i z a c i Per l’identif l i , o n u t r o p p o o d n a u q , i t n e m i r t l a ; a t i t s e v i r a c i r a c a t a v e l e ù i p a l l e d o o t . o (primo) consola n o i a p p a i v e s , E R a l l e n e t n e d n o p s i r r ella voce co
. s 8 6 1 : a Abder ° 6 7 1 : a s u a c e a c i l b u p Absens rei
8 9 ; ° 7 7 ; 5 7 : e n i m o n o n e i l a . d c Accusa m u r a d n u t e p e r x e L e h c n
a . v ; . s 8 0 1 ss.:
e a n i b m e B e a tabul
e r a l o p o p a s u Acc . s s 5 5 : e l a r e n e in g
. s s 6 9 1 ; . s 5 0 1 ; . capacità: 59 s . s s 2 0 : 1 i t n e v o m
a n a l l i s e r p à t e in e p e r e o d s s e c o r p l e e n n o i z u d o r t n i tundis: 60 ss.
nascita: 188 ss. . s s : 2 e n 7 o i z a r e n dege : e l a n i m i r c o s s e c o r p l e e n n o i z a m affer 208 ss. i r e i n a r t S ; o v. anche Cens Accusator
n u i d e r o t o m o r p o t a r t s i g designa il ma 5 9 1 ; ° 8 4 : i iudicium popul a n u n i e r a l o p o p e r o t a s u c c a ’ l a n desig . s s 4 9 1 ; ” 6 7 ; . s s 6 4 quaestio:
à t e n i s i i c i f e n e v e d t e inter sicarios . S S 0 2 2 presillana: : 8 8 5 5 1 : m u r a i r u i n i Actio 8 8 2 3 2 Adulterium: ” 9 2 2 : ) 3 5 1 ( ; % a 5 i l 6 i 1 m e A : ) 7 8 1 . s o c ( . M , s u d i p e L s u i l Aemi
.; ss 4 6 ; 2 6 : ) 5 0 1 6 0 1 . ca Albucius, T. (pr.
97; 104 s.; 108!
; . s s 2 : ) o l l o r t n o c i d e r u Alleati italici (mis 33%;
5219
Ambitus
” 0 7 1 : a n a c c a r g e r p in età ; . s s 2 1 2 : a n a l l i s e r p à t e n i s e n o i t s e a qu 230” ° 0 7 1 ; . s s 5 6 1 ; 9 ! Ambracia: 40 : e n a c c a r g e r p s e n o i t s e a u g e l l e n Ampliatio 53 1 9 : ) 5 5 . r p ( . T , o l i M s u i Ann 4 2 2 ; . s 1 2 2 : Antistius (1) 4 2 2 : ) 6 8 . d e a ( . P , s u i t s i t An ; . s 8 0 1 ; 4 4 0 1 ; 7 9 : ) 9 9 . s o c ( . M , s Antoniu 9 2 2 ; ” 2 2 2 2133;
1 9 : ) 4 4 . s o c ( . M , s u Antoni
1 1 2 : ) 8 9 . l p r t ( . C , s u n a i c e D Appuleius 2 4 2 : ) 3 0 1 . l p . r t ( . L , s u n i n r u t a S Appuleius 4 0 1 : ) 1 0 1 . s o c ( ' . M Aquilius, 22” Aurelius Aurelius Aurelius
2 : ) 5 7 . s o c ( . C , a t Cot ° 7 9 1 : ) 8 0 1 ( . M , a Cott ” 3 1 2 : ) 8 0 1 . s o c ( . M Scaurus,
( . L , s u i n o r t u A
i r a l o p o p i n o i z A
. s s 6 9 1 : à t i c a p a c 5 9 : t s e r e t n i s u i u c is ° ° 6 2 1 ; . s 9 8 : i m e r p
. s s 3 4 1 ; . s 3 3 1 : s e r a l u p o p s actione o r p . d c ( a s s i f e l a g e l a t l u m r e p i n o i az ) e i r o t a r cu . s s 1 3 1 ; 2 2 1 : a c o ep
268
1 9 2 s . ; 2 0 6 °
o
discipl i n a l e g i s l a t i v a : 1 4 s s . ; 5 0 ! 7 . 2 3 2 % Conquisition e s : v . E s p u l s i o n e d i L a t i n i Consil d i e u l m m a g i s t r g a i t u d o i c a 5 n 3 t o e :
Concilia pleb is : v. I u d i c i u m po pu li
Coetus nocturnu s (d is ci pl in a le gi sl at iv a) , 18 ss.; 26 Co gn it io (e qu ae st io ): 5 2 ! Cottio: 214? Comitia centuria ta : v Iu di ci um po pu li
vio: 42!9
Coelius Antipater, L. , c o m e fo nt e di Li .
Clodius Pu lc he r, P. (a ed . cu r 56 ): 8 7 Cluentius Habitus, A. (4): 104%
INDICE DEGLI ARGOMENTI E DEI NOMI
legittimazione: 134 ss. nella Lex de piratis persequendis: 121
ss.; 181; 189 s.
procedura: 142 ss.; 191?
petitto mult ae : 11 9% ; 12 1 ss .; 14 2 ss ; 147%; 151%; 190 ss. influenza su ll a qu ae st io : 12 1 ss . ; 14 8. s.; 188 ss. influenza di ri to rn o da ll a qu ae st io :
238”
Bilateralità d e l p r o c e s s o : 5 5 s.
Bembinae,
Bis de eadem re n e s i t a c t i o : v . L e x
repetundarum
tabulae
clausola di es t i n z i o n e d e l l ’ a z i o n e
B o m i l c a r e : 2 2 5 s . Caecili M u e s t e l l D u e s l m a t i c L u . s ( , c o s . 119): 229”
Caeciliu Me s t e l l N u e s p o s Q , . ( c o s . 9 8 ) : 10414
C o n s t i t t u r t a i n o s l a t 2 i 1 v a 7 S : s . Controll del o l c e a r i c p h u e b b l i c m h i e s , u re nor m a t i v e : 1 7 7 s s .
Cornelius Ce t h e g u s , P . ( c o s . 1 8 1 ) : 7 8 , 3 8 % Cornelius L e n t u l u s L u p u s , L . ( c o s . 1 5 6 ) : 8 Ss. Cornelius S c i p i o A f r i c a n u s , P . ( c o s . 2 0 5 ) : 35; 39; 4 7 s . ; 1 6 4 3 Cornelius Sci p i o A f r i c a n u s A e m i l i a n u s , P .
Cal c i d e 1 s i 7 : 4 s s . Calpurn i u s B e s t i a , L . ( c o s . 1 1 1 ) : 2 3 0 Calpurnius P i s o F r u g i , L . ( c o s . 1 3 3 ) : i 1 8 3 Campi Arau s i : 6 9 ° ; 2 1 0 Canius, C. ( s o s t e n i t o r e d i P . R u t i l i o ) : 212% Canuleiu s D i v e s , L . ( p r . 1 7 1 ) : 1 7 1
Capua: 1 6 ° , 4 5 1
193 ss.
nella g u a e s t i o b i l a t e r a l e 4 : 6 ! 1 4 5 s s . ;
nella quae s t i o u n i l a t e r a l e : 5 4 ; 2 3 7 %
De f e c t i o : 4 ; 1 6 4 Deelfaetcitoio
Deditio: 1 6 5 s .
Corn e l i u s S u l l a F e l i x , L . ( c o s . 8 8 ) : v . Legislazione s i l l a n a i n m a t e r i a c r i m i nale Cur t i u s ( 2 ) : 2 2 1 Cu s t o d i a c a u t e l a r e : 3 8 % Cy r e t i a e : 1 7 3 1 9
138): 27”
Cor n e l i u s S c i p i o N a s i c a S e r a p i o , P . ( c o s .
8; 47 s.
(cos. 147): 1 1 7 3 ; 1 5 8 1 2
Cornelius Scip i o A s i a t i c u s , L . ( c o s . 1 9 0 ) :
Carni: 169
Cassius L o n g i n u s , C . ( c o s . 1 7 1 ) :
169 C a s s i u s L o n g i n u s R a v i l l a , L . ( c o s . 1 2 7 ) : 207° ; 2 0 8 1 , 2 2 9 ” . 2 3 1 ; 2 3 5
Cau s a m d i c e r e : v . D i r i t t o a l l a d i f e s a n e l l e quaestiones p r e g r a c c a n e
Censo c o m e r e q u i s i t o d i c a p a c i t à a l l ’ a c -
"cusa: 78 Cinnan a d o m i n a t i o , a t t i v i t à g i u d i z i a r i a : 223 s. Clarigatio: v . R e r u m r e p e t i t i o ira M a r c e l l u s , M . ( c o s . 2 2 2 ) : 5 0 ; ss.
Cla u d i u s P u l c h e r ,
Ap. ( c o s . 3 8 ) ; 9 1 Claudius P u l c h e r , C . ( c o s . 1 7 7 ) : 3 3 %
ca Q u a d r i g a r i u Q s . , c o m ef o n t e d i IVio: 411%
ie L i c i n i u s , c o m e f o n t e d i L i v i o :
fi s c a l e : 1 0 7 ! ” v. anche Lex r e p e t u n d a r u m T a b u l a e
Bembinae
pelator y. Delatio
|
180!
|
269
!
: 169; 175”; Hortensius, L. (pr. 170)
1324; 199 s.
cariche pubbliche o romano: Grecia, influenze sul process
. 102-101): 69° Gratidius, M. (praef e: v. Controllo delle Gratuità delle carich
funzione: 192 s.; 243 60” Giurisprudenza e diritto criminale: Gracchani iudices: 230
243
composizione: 69°; 74°; 184!%; 205’;
Galli Cincibili: 169 Giugurta: 226 Giuria
Galli Cenomani: 167
Gaditani: 172!
INDICE DEGLI ARGOMENTIE DEI NOMI
| Delfi ai pireptio: V' Preda bellica eDiritto alla difesa nelle quaestiones pr
graccane: 53.
di associazione: 19
Diritto Divinatio: 60 8 77°; 808; 92! % Donne (nel processo criminale): 23 Dyme: 37 co. opuli): 24°; 19527. Edili (nel iudicium p
233” Equites: 69”; 200?8; 243
4); 44)! Equitius Cuppes, Num. (
4; 220 s. Erucius, C. (2): 1031
one di Latini: 43 s.
Espulsi e:v. Lex reEstinzione dell’azione penal
e
Hostil r. 142): 8 s.; 28%; Hostilius Tubulus, L. (p
213” Hortensius, L. (cos. 108): ia, Quarta (27): 214”
ina petundarum tabulae Bemb Exactio: 135 ss.; 142”
.
)
inteso com ro: 118 ss.; 151; 1922 ium: V. Recupera Iudicium recuperator | sorci (Pepe C. sé S Julius Caesar Strabo ì è i . S S ; cur. 90): 62; 64 ss.; 9708): 213 lunius, T. (tr.pl. ante
ss. giustinianea: 56 rafforzao t e processo priva
ludicium 5 76%; . 8 1 3 ; . s ium , populi: 10°; 26 Ni‘cn | i m, nozione ludicium publicu s.; 59 4 2 : a n in età repubblica 9° classica: 24 s.; 97; 5
Istri: 16 gio) Lo IudicVaatio: O193a
9
Inquisitio: 55! -; 17; 27 Intercessio: 12 S
. È Incestum: 50%; 232 ss 41 Indices, indicia: 54; 2
ss. Incendium: 26; 49
Imperium, sinda i magistrati cum tà penale (privata) de imperio
204; 206°
Macedoniae, Fabius Maximus, Q. procos. . s o c un’epistula ad Dymaeos ( autore
Fufius, L
’
cabilità: v. Responsabili.
lapidi: 169
di 2 o 121 o 116): 37; 43
145 0 14 ianus Eburnus), Fabius Maximus (Servil
Fannius, M. E Papirius 39): 97 Flaccus, P. (cfr. R (cos. | 18718)7): 165 9728 . o o z Flaminiinius, C. 69°; 97 Fimbria, C. (003°6 1s0.4; ):168
ummaria testamentaria n 3 2 (pr. 80): 219; 2
usatorum: 72 ss. Factio iudicum et acc na: v. Lex Cornelia Falsum, quaestio silla
233): 39”; 40°°
226 Q. (cos. 116): 65 S.; cosus, O. (cos. Fabius Maximus Verru
,
jss ss.
(cos.
27 gi
Flavius mani: Fides populi Ro 318): 214° . s o c ( . M , r o t a i
; .
t Fini l pn 04° 1 . ormani Fufius, L_0)
V.
M. (cos. 189): 7%; 4 . 165 s.; 170” ed. pl. 213): a ( . M , Fundanius Fundulus i
s, M. (pr. 187): 167 Crassipepeo i s s a r C
195?” c
;
Fariiau°s r u
270
60
Lex Iulia de mai e s t a t e : 1 5 s. ; 1 8
30”;
48123
i
data di presentazione dell’accusa:
113 s.
cittadini romani come accusatori: 95 ss.; 109 ss. processo privato recuperatorio:
legittimazione attiva: 94 ss. parti lese: 95; 109 ss,
premi: 89 ss.; 189°
praevaricatio: 87”; 92 s.
unitarietà dell'accusa: 83 ss. scelta della giuria: 86 s.; 93
190
zione: 82 s.; 93 litis aestimatio: 82*: 87 ss.; 99 ss.;
clausola di estinzione dell’a-
194 ss.
accusa popolare: 81 ss.; 109 ss.;
testo: 81
Lex repetundarum (?Sempronia, Acilia) tabulae Bembinae: attribuzione: 79 s.; 108°£
2204; 224
Le g e s P o r c i a e ( ? d e p r o v o c a t i o n e 3 ) 6 : Lex Remm i a d e c a l u m n i a t o r i b u s :
Lex Porcia ( ? d e s u m p t u p r o v i n c i a l i ) : 179 s.
Lex de piratis pe r s e g u e n d i s : v . A z i o n i popolari nella L e x d e p i r a t i s p e r s e quendis Lex P o m p e i a d e vi : 9 1 s.
821.
Lex Orchia d e c o e n i s : 1 8 1 ! L e x P e d u c a e a d e i n c e s t u v i r g i n u m Vestalium: v. Qua e s t i o n e s p r e s i l l a n e L e x P e t i l l i a d e p e c u n i a r e g i s A n t i o c h i :
tud i c a n d a m : 8 : 3 0 7
Lex Mu c i a d e p e c u n i a c a p t a o b r e m
Lex Maria tabel l a r i a : 2 1 5 s .
168
Lex Lic i n i a S e x t i a d e m o d o a g r o r u m : 1324; 141 Lex Marcia d e L i g u r i b u s : 8 ; 1 0 ? I. 3 0 ;
Lex Iuli a d e v i p u b l i c a : 1 6
179 ss.; 188; 1952
Le x I u l i a d e r e p e t u n d i s : 1 5 3 ” . 1 5 8 .
9;
Lex Iulia i u d i c i o r u i p u b l i c o r u m . 5 4 ,
INDICE DEGLI ARGOMENTI E DEI NOMI
lunius Brutus, M. (50): 73; 76; 97 lu nt us St la nu s Ma nl ia nu s, D. (p r. 14 1) : 1877”
Iurisdictio: 55° lus belli: 164 s.; 169
Latini: v. Es p u l s i o n e d i L a t i n i ; S t r a n i e r i comeaccusat o r i ne ll a q u a e s t i o d e re pe -
tundis
Leges p u b l i c a e p o p u l i R o m a n i Leges iudiciariae: 74 Leges sumptuariae: 181!"
singole leggi (v . a n c h e I n d i c e d e l l e fonti) Lex Aci l i a d e r e p e t u n d i s : 7 9 s. Lex agraria (?B a e b i a ) t a b u l a e B e m b i .
nae: 79
Lex Appuleia d e m a î e s t a t e : 1 5 ; 2 1 0 ss.; 218; 243
Lex Aqu i l i a d e d a m n o : 1 3 2 % Lex Cae c i l i a d e r e p e t u n d i s : 8 Lex Calpurni a d e c o n d i c t i o n e : 1 5 2 % Lex Calpurnia de r e p e t u n d i s : 8 % : 7 6 % ; 152; 158; 167; 1 7 8 1 9 ; 1 8 0 ; 1 8 2 ss .; 188 ss.; 2057; 215
Lex C a s s i a t a b e l l a r i a : 2 2 9 ”
Lex Cincia de d o n i s e t m u n e r i b u s : 150; 152; 178:83
Lex Lex Lex Lex Claudia de sociis: 44 Corn e l i a d e i n i u r i i s : 2 0 5 ° Cornelia d e m a i e s t a t e : 1 6 ” ; 1 8 0 Corneli a d e r e p e t u n d i s : 6 0 ; 7 8 ;
152; 153”; 157
Lex Cornelia d e s i c a r i i s e t v e n e f i c i s : 16°; 2 2 s . ; 5 2 ! ; 2 1 9 ; 2 2 1 ; 2 4 0 Lex Cornel i a t e s t a m e n t a r i n a u m maria: 200°? 204
Lex Corneli d a e t r i b u n i c i p a o t e s t a t e : 147%
Lex Corne l i a F u l v i a d e a m b i t u : 212%; 215” Lex XII tabul a r u m : 1 4 ; 1 9 ; 2 3 ; 2 4 ; 52; 1324
Lex G a b i n i a d e c o i t i o n i b u s : 1 9 Lex Hortensia d e p l e b i s c i t i s : 3 1
Lex Iulia de adu l t e r i i s : 1 9 6 ; 2 3 4 s s .
Lex Iulia i u d i c i o r u m p r i v a t o r u m :
129
i
+tini
112 ss.
Manus iniectio: 137; 142 s
Marcia (114): 229”
271
Ralla, M. (pr. 204): 37” Septimus, L. (leg 206); 17219 C. (cos. 107): 76°: 210”; 212 ss
Per 86 s 181 S$.; 1
side 14 duellio:
s.5
)
. 97
È
sundiò) de repetu
21È 9 1
1%;
79: 96 s °; 204 200ss Peculatus: 170; 172
quaestio Patronus (nella
Pasrteporum coniuratio:
Parti lese79; s.; . » e a n i b m e B e 78 Du larum tabula
nell quae; deVI PepiLex
i s Papirtud : 66 5 219 m i i m e D
Pe (cos. 113): 97; 104° Pin it Carbo, Cn.
120): 97 7 ini. ro C. ee, DO 19 a c i p
Opimius, Q. (tr. P!
. o 27pr Opimtus, L. (cos. s
Nome . latio 104 s.; 108%; 211 Norbanus, C. (cos. 83):
pr. 184): 7° Naevius Matho, Q. ( delatio): v. Den deferre (nominis
191?”
M %; 139; 142”; 180; Multae irrogatio: 124
97; popolari ulta legale fissa: v. Azioni
(cos. 117): 64; Mucius Scaevola Augur, Q.
30”
: 39 ss. Minucius Rufus, Q. (cos. 197) 0; 27”; Mucius Scaevola, P. (cos. 133): 1
Memmius, C. (pr. ca. 104): 230 Metus: v. Formula Octaviana
Massiva: 229 s. Matienus, M. (pr. 173): 177!"
Marcius Marcius Marius,
ili ; ” Marci 3 1 2 : ) 1 9 . s o c ( . , L s u p p i l i h P o d
|
Manlius Torquatus, A. (cos. 164): 5! Manlius Torquatus, T. (cos. 165): 187% Manubiae: 165'%; 176
Maiestas: 15 ss.; 210 ss.; 241!”
MI INDICE DEGLI ARGOMENTI E DEI NO
: 1 8 ss.; 206 m| odelloo processuale 8 ideologia: 199 SS. ne; v. anche Accusa cd. alieno nomi tundaPatronus nella quaestio repe
rum, Repetundae civis Romax Sempro9n9.ia201de c2a2pi0t5e 0 Len
.; v... Lex Sempronia de repetundis: 79 s ae Lex repetundarum tabulae Bembin 71 Lex Servilia Caepionis: 68; 70”; ss.; 79; 210
,77 Lex Servilia Glauciae: 62 sS.; 72
SS.; 210 lLex Silia de ponderibus: v. Indice de
le fonti, s.h.v. 211 Lex Varia de matestate:
criminale: Legislazione sillana in materia 2 0 3 ss.
tematica: 58 Libriterribiles (D. 47-48), sis s . ; 199 229” L i c i n i a ( 1 8 1 ) : 2081:
Licinius (?tr. pl. 204): 37”
s. 168): 168!*; Licinius Crassus, C. (c
208"; 222”
170 9 ; s. 95): 72 ss.; 79; Licinius Crassus, L. (co
97; 108 s. (pr. 104): 62 s.; 216 Licinius Lucullus, L.
ss. ! 9 . (cos. 74): 63; 108! Licinius Lucullus, L ro .: V- Terentius Var Licinius Lucullus, M I M M.
Lucullus, ” 6 1 2 ° : ) 4 6 3 . s o c Licinius Stolo, C. (
el Ss. Liguri Statielli: t
lla qu Litis aestimatio ne ulae epetundarum tab rum: N. Lex r
$ L tiBs emcbointneasetatriig. 147; : 190
. 188): 7”
su, 214° 17%;
C. (008 Livius Salinator, odi ProserP” i p m e t ] 1 ; ”
: (COS. 338)
Sanna È Locris, spoliazion! 1): 170”; 174 na: 35 85; 164" €. (P? 171): Lucretius Gallus, 5
EG
go Macedon! e7 Macellus, M'.:
}
Maenteo C. (pr. 18097"
272
INDICE DEGLI ARGOMENTIE DEI NO MI
Petito: 90°*; 122 s.; 145 ss.; 193 ss.
Petitio multae: v. Azioni popolari Philo (o Pithio), L. (9. ? 102): 62 s.
Quaestiones pregrac cane
Pleminius, A. (leg. 205): 33%; 35 ss. Pompetus Magnus, Cn. (cos. 70 ): 217; 224
Pompeius Phrygio (37): 230%
Pompeius Strabo, Cn. (cos . 89): 62; 64 SS.; 78; 217; 227 Pomponius Matho, M. (pr. 2 04): 35; 39
Pontifex maximus: 233%
1 ex senatus consulto definizione polibian a: 2 SS.;
casi: 5 s.
destinatari: 7
luogo di celebrazione: 7 2 ex plebiscito
definizione polibiana: 8 $ s.; 338 casi: 8 3in generale
fondamento: 10 ss.
Popillius Laenas, M. (cos . 173): 8 s.; 12;
principio di necessità: 1 1 s.
167 s.; 1872%
Mancata reazione degli or gani di
Popillius Laenas, P. (cos. 132) : 27%
controllo: 12 s.
Porcius Cato, M.(cos. 195) : 10%; 18; 21%; 46 s.; 1324; 158; 1705 ; 178. 183
legislativo: 13 ss.; 51 s. struttura: 44 ss.; v. anch e Ampliatio;
Postumius Albinus, Sp. (cos . 186): 18: 20 Po stumius Albinus, Sp. (cos. 1 10): 226%
Postumius Tempsanus, L. (p r. 185): 78: 219; 38%
Praevaricatio: v. Lex repetunda rum tabu-
Delatio; Indices; Diritto all a difesa;
Pubblicità
4 casi particolari
de Bacchanalibus: 6; 12%; 17 ss.; 335; 38%. 4010
lae Bembinae
Maenia de coniuratione: 16 s.; 214? Postumianae caedis: 16°
Preda bellica: 164 ss. Premi a delatores e indices: 54 /0; 89 ss.
Pretore urbano, competenza in materia criminale: 26”; 206? Pretore peregrino, competenza in materia criminale: 37; 206° Privilegium: 8° Processi degli Scipioni: v. Cornelius Processo privato rafforzato: v. Iudic ium publicum
Proditio
nozione: 3 s.
quaestiones in età pregraccana: 2; 5
disciplina legislativa: 14 ss.
Provocatio: 11%; 12 s.; 25; 32%; 36
Pubblicità nelle guaestiones pregraccane: 53
Publicius Malleolus (17): 227® .
ice
. 183): 64
uadruplatores: 1324; 198
338
Tubuli de pecunia capta ob rem iudicandam: v. Hostilius Tubulus, L. : Lex Mucia de pecunia capta ob rem iudicandam
v. anche Locri
Quaestiones presillane 1 affermazione del modello bilaterale:
203 ss.
2 permanenti: nozione 205 ss.
in particolare: v. Ambitus; maiestas: peculatus; sicarii; veneficium
3 non permanenti; nozione 205 ss.
casi particolari
auri Tolossani: 218; 228
l
. c l o n contro i seguaci dei Gracchi: 27
de incestu rogatione Peducaea: 228 ss.
Mamilia de conturatione Iugurthina: 74°; 218; 228 ss.
28
i
Quaestiones sillane: v. Legislazione criminale sillana
in
gear 30; 55'; 206°; 208 s.; 239 ss.
Quaestores
Quaestio servorum: v. Tortura gi‘i uddiizziiaarrii a Quaestiones permanenti e non perma-
Quin‘nc ctti. (cos. 19s2)a:fa ius Flamin1ain; us, n. ue 46ra s. Quinchiat Flamininus, I. : ;
Quaestio perpetua: 1842; 2057 nenti, nozione: 205 ss.
(nel
processo
53!*; 66 ss.; 70 s.
173
|
criminale):
273
INDICE DEGLI ARGOMENTI E DEI NOMI
7 6 : ) 5 5 ( . T , s u g o r T i t n i qu , e r a l o p o p a s u c c A . . : v i d n a s u c c a e n o ri ti
7 3 : m e d i f o i t p e m ec u r e v. R moven
o i t i t repe
; % 7 4 1 5 8 4 4 1 3 8 8 ; % 6 5 2 8 3” 21 1 9; 1 22 19 : s e r 4 o 6 t a s r e n t 171 coE
o t t a r e ecip
quaestiones in età pregraccana: 2; 6 quaestiones in età presillana: 204; 218 SS.
disciplina legislativa presillana: 22 s.; . s 9 1 2 ; 6 2 Silla, legislazione criminale: v. Legislazione criminale sillana
e a d n u Repet
. s s 9 4 1 ; . s s 7 1 1 : e n i g i r o ' d a m e l b o r p 7 6 1 ; . s s 0 6 1 : a c i semant
. s s 0 6 1 : i l a n o i z a n r e t origini in . s s 2 8 1 : e n o i z a z z i l a n o i z istitu 2 8 1 ; ' 1 7 1 ; . s s 0 6 1 ; 0 3 1 : io
Siracusa: 163 ss.
s. 5 17 : tà li ta pi os s, le va na i Soci Spagnoli: 171 ss.; 177 2” 22 ”; 26 a: ri ia iz ud gi Statistica io st ae qu a ll ne ri to sa cu ac Stranieri come
t i t e p e r Rerum
SS. i g a m i e d ) a t a v i r p ( e l a n e p à t i l i b a s n o Resp . s s 3 5 1 : o i r e p m i m u c strati 69. . ” 9 0 2 ; ‘ 9 6 7 : e s n e r o f a c i Retor ° 0 1 ; 8 : s i n a t i s u L e d a i Jon . s 9 1 2 ; 4 ’ 3 0 1 : ) 6 ( . x e S , s u n i r e m A s Rosciu ° 3 0 1 : ) 2 1 ( . T , o t i p a C oscius
1! 11 °; 17 ; 72 : is nd de repetu ® 73 : si en on rb Na Suasio de colonia
; ss. 72 s: ni io ep Ca ia il rv Se ge Le de io as Su
79 ! 6 9 1 ; ” 0 6 : r Subscripto 5 4 ; . s 8 : ) 4 4 1 . s o c ( . r e S , a b l a G s Sulpiciu
R “ 3 0 1 : ) 8 1 ( . T , s u n g a Roscius M 2 1 2 : ) 5 0 1 . s o c ( . P , s u Rutilius Ruf
: ) 1 2 1 . a c . r p ( . C , s u v a o i r u C s u i n o b i r c S 229” , r e t a p o i r u C s u i n Scribo , s u h c c a r G s u i n o r p m e S .
s u i n o r p m Se
8 7 1 ; 9 2 7 1
, s u h c c a r G s u i n o r p m e S
27, 117°
; 2 : o t a Sen
(cos.
: ) 1 1 2 . s o c ( . P , s u m i x a M a b l a G s u i c i p l Su 5!
; . s 4 0 1 : ) 8 9 . l p . r t ( . P , s u f u R s Sulpiciu
” 2 2 2 ; ” 2 10819; 21
, o e l l u C s Terentiu
i r c o L . V : m Sacrilegiu
s s 9 9 1 ; 8 8 1 ; 0 8 27"; . i T , Gracchus
s.; 187°
” 8 4 : ) 7 8 1 Q. (pr.
* 2 3 1 : ) 6 1 2 . s o c ( . C , o r r a V s u i Terent : ) 3 7 . s o c ( . M , s u l l u c u L o r r a V s u i t n e r Te
177):
: ) 3 3 1 . l p r t ( . Ti
9;
: 4 ( . ° M , s Sergiu
5 2 6 : ) 2 0 I 1 ‘ g e i t SSeerrvgiilius, ©. r. e n o l l u c u L . L a s u c c a ( ” E L U A Servilius o.
i d n u t e p e r x e L v Tributusnae, litts aesti”. 50 8; 54; 232 Bembi udiziaria serv 10, i g e l o p
; 241!
a o s s e c o 3 r p , l ) à e t 6 d i 0 l 1 a r e s t a a l ( i n , U O o “ ; l i ) 0 0 3 L Lj Caepio, O. (pr. 91): ta Ì . 63; 216
s u l i v r e S
1
, a i c u a l G s Serviliu
C
r
— (pr.
3 4 2 ; . s 8 6 : ) 100
) 2 0 2 . s o c ( . M , s u n i m e G x e l u P s u i l i v Ser
.
3 1 2 : ) 0 9 a c . s e d . r p ( . p Seli
p a c i v s b r U
66
55 s
o v i L i d e c M O C , s a i t n A s u i r e l Va ; . $ s 7 4 ; %; 42
37%; 41
s 3 6 ) 0 0 1 . s o c ( . L . s u c c a l F s u i r e l Va
274
INDICE DEGLI ARGOMENTIE DEI NOMI
Valerius Flaccus, L. (cos. 86): 62 ss. Valerius Laevinus, M. (cos. 210): 50° Valerius Nepos, P. (278): 91
Varius Severus Hibrida, Q. (tr.pl. 90): 216”
Veneficium quaestiones in età pregraccana: 2; 6; 26”
quaestiones in età presillana: 204; 218 ss. disciplina legislativa presillana: 23: 267
Verres, C. (pr. 74): 60; 62; 106 ss.; 136; 158!
Vestali: 231 ss. Villius Tappulus, L. (pr. 199): 195?”