I passi del discernere «... chiamati a formare le coscienze, non a pretendere di sostituirle» (Amoris laetitia, 37) 889221876X, 9788892218765

Amedeo Cencini conclude, con questo testo, una trilogia iniziata otto anni or sono con il volume "Abbiamo perso i s

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Italian Pages 168 [170] Year 2019

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I passi del discernere «... chiamati a formare le coscienze, non a pretendere di sostituirle» (Amoris laetitia, 37)
 889221876X, 9788892218765

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Il discernimento è il ritmo della vita, o il passo cadenzato e regolare di chi ha trovato la sua misura e continua il suo cammino senza fermarsi mai .

€ 15,00

276.507



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Amedeo Cencini conclude, con questo testo, una trilogia iniziata otto anni or sono con il volume Abbiamo perso i sensi (2012), in cui portava all'evidenza uno dei grandi problemi della tradizione cristiana in ambito di discernimento personale e vocazionale: quello della dimenticanza della sensibilità personale. Dopo aver proseguito la sua riflessione, in positivo, con la proposta contenuta in «DaWaurora io ti cerco>>. Evangelizzare la sensibilità per imparare a discernere (2018), l'autore - sacerdote e psicoterapeuta giunge qui a proporre al lettore una "parte pratica", in cui presenta un paio «d'esempi concreti di processi decisionali su di sé, nel proprio cammino di vita, e al servizio di altri», specie per chi si trova in particolari situazioni "critiche". La prospettiva che ne viene pone finalmente il soggetto del discernimento al primo posto, prendendo ad esempio anche situazioni complesse per la morale e il diritto ecclesiale, come quelle delle coppie irregolari, cui viene dedicata un'attenzione ampia, attenta a declinare le caratteristiche della vita personale e le fatiche di discernimento, più che a ribadire un progetto etico, che pure non viene disperso. Un'opera, questa di Cencini, destinata a lasciare il segno nell'ambito del lavoro e della comprensione della "vocazione" umana, tout court.

Foto di copertina: Pulsar lmagens l Alamy Stock PhoLo Progetto grafico: Laura Sansotera

Amedeo Cencini, sacerdote canossiano,

ha conseguito la licenza in scienze dell'educazione all'Università Salesiana e il dottorato in psicologia all'Università Gregoriana; specializzato in psicoterapia all'Istituto Superiore di Psicoterapia analitica, attualmente è docente: dei corsi di Formazione integrale e matura;::,ione

vocazionale, di Problematiche psicologiche della vita sacerdotale e religiosa e di Metolodogia dell'accompagnamento personale all'Università Salesiana; di Elementi di maturità affettiva

nel celibato consacrato al Cent ro di Formazione dei Formatori alla vita sacerdotale e religiosa dell'Università Gregoriana. Insegna Libertà e maturità

qffe ttiva nel celibato consacrato alla scuola di teologia e diritto, organizzata dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica. Dal maggio

1995

è consultore della

medesima Congregazione vaticana. Nel suo istituto è da vari anni maestro dei chierici professi. Tra le pubblicazioni presso le Edizioni San Paolo ricordiamo Vita consacrata.

Itinerarioformativo lungo la via di Emmaus

(1994, 20033); Come fuoco che divampa. Il consacrato aperto al dono dello Spirito (1998); Il respiro della vita. La grazia dellaformazione permanente (2002, 20032); La gioia (2012); Se mi ami, non dirmi sempre di sì (2013) e la trilogia, conclusa con questo volume, preceduto a sua volta da: Abbiamo perso

i sensi (2012) e «Dall'aurora io ti cerco» (2018).

DIMENSIONI DELLO SPIRITO

Amedeo Cencini

I PASSI DEL DISCERNERE «

chiamati a formare le coscienze, non a pretendere di sostituirle»

. . .

(Amoris laetitia, 3 7) Prefazione

di Giacomo Costa, SJ

~

SAN PAOLO

©EDIZIONI S AN PAOLO s.r.l., 2019 Piazza Soncino, 5 • 20092 Cinisello Balsamo (Milano) www.edizionisanpaolo.it Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) ISBN 978-88-922-1876-5

PREFAZIONE

Discernimento si usa in una varietà di contesti, a volte piuttosto distanti l 'uno dali' altro. In generale resta un termine dal significato poco familiare, sfuggente, persino astruso. Ce ne siamo potuti rendere conto an­ cora una volta nel percorso di preparazione del recen­ tissimo Sinodo dedicato al tema "I giovani, la fede, il discernimento vocazionale" (ottobre 20 1 8). In realtà, prima che a un sapere arcano o a compe­ tenze tecniche sofisticate, il discernimento rimanda a una esperienza fondamentale, che tutte le donne e tutti gli uomini di ogni tempo condividono : essere alla ri­ cerca del modo e dei criteri per decidere in che direzio­ ne muovere i propri passi. Ciò vale di fronte a situazio­ ni umanamente estreme o complesse, ma anche in casi ben più ordinari, in cui l'incertezza deriva dallo speri­ mentare una molteplicità di spinte, dal sentirsi attirati ad andare in direzioni diverse, senza riuscire a capire quale sia quella giusta. Il cuore è agitato da una molte­ plicità di desideri e di sentimenti, tra di loro contrastan-

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ti, e non riesce a decidere quale voce seguire tra le tante che parlano alla sua interiorità. Queste situazioni, in particolare quando durano nel tempo, possono rivelarsi assai penose, oltre a dissipare una grande quantità di energie psichiche, emotive e spirituali. Fare un discernimento significa affrontarle "prendendo il toro per le coma": assumere il rischio di muovere un passo, reagendo alla paralisi e aprendo così la strada alla libertà e alla speranza. Anziché rimanda­ re la questione, aspettando che le acque si calmino da sole, o cercare una soluzione eteronoma, rivolgendosi a una qualche "autorità superiore" (che si tratti di un "guru" di cui eseguire le indicazioni oppure di una nor­ ma a cui conformarsi estrinsecamente), o convincersi che non si può fare altro che arrendersi alle fatalità della vita, la via del discernimento attraversa il tumul­ to delle passioni e utilizza le energie che esse scatena­ no per identificare una possibile rotta e soprattutto per procedere lungo di essa, anche quando porta verso ter­ re ancora inesplorate. Passioni ed emozioni contengono forze preziose, che non vanno disperse o spente, pena l' inaridimento del cuore e l 'indebolimento delle moti ­ vazioni, ma convogliate e messe a servizio della costru­ zione del futuro della persona. Per compiere questa impresa il discernimento non procede in base a una improvvisazione temeraria, che rimarrebbe inevitabil­ mente prigioniera di uno spontaneismo autoreferenzia­ le, ma si affida a un metodo e ad alcuni sostegni inso­ stituibili. La tradizione spirituale ne identifica in parti-

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colare due: il contatto diretto con il Signore, attraverso la preghiera, la meditazione della Parola e la vita sacra­ mentale; e il colloquio con un accompagnatore esperto, con il quale portare a parola il mondo interiore e da cui lasciarsi mettere in questione. Anche da questa sommaria presentazione app are chiaro come la pratica spirituale del discernimento ri­ posi su un duplice atto di fede, senza il quale si svuota immediatamente. Un primo elemento su cui si regge è la convinzione che lo Spirito è all ' opera nella storia e nella vita di ciascuno e che la sua voce si fa sentire nel cuore di ognuno, anche se in mezzo a mille altre, i cui strepiti provano a soverchiarla. Altrettanto fondamen­ tale è la fiducia, autenticamente teologale, che ogni persona, in qualunque situazione si trovi e da qualun­ que storia provenga, mantiene sempre la capacità di ascoltare la voce dello Spirito e una "naturale" inclina­ zione verso il bene, anche quando si sbaglia nell'iden­ tificarlo. Si tratta di una capacità che promana dal suo essere creatura di Dio: il peccato la può oscurare, ma mai eliminare. In questa luce, è evidente come il discer­ nimento rappresenti un' autentica pratica di fede che non può essere ridotta a una tecnica, magari sofisticata, di problem-solving o di decision-making, o a un per­ corso verso una più o meno anestetizzante consapevo­ lezza e accettazione di sé : obbliga infatti la persona a confrontarsi con se stessa, con la realtà e con Dio, e poi - ma soprattutto ! - a mettersi in movimento per dare attuazione pratica alle decisioni prese.

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Possiamo così inquadrare i passi di un processo di discernimento, che vanno distinti in termini di metodo, anche se nella pratica i confini tra le tappe tendono a sfumare. Le indicheremo con la scansione che autore­ volmente papa Francesco propone al n. 5 1 di Evangelii gaudium. Il primo passo, riconoscere, richiede alla persona che discerne il coraggio, l ' onestà e la libertà interiore di dare un nome alla varietà di «desideri, sentimenti, emo­ zioni>> (Amoris /aetitia, 143) che gli eventi della vita e gli incontri interpersonali producono nella sua interio­ rità, evitando di giudicarli troppo frettolosamente in modo moralistico. Assai più importante infatti è riusci­ re a coglierne il "gusto", il rimando di consonanza o dissonanza tra ciò che si sperimenta in una data situa­ zione e l'orientamento profondo della propria esistenza. Non basta tuttavia catalogare i moti dell ' animo: occor­ re passare a interpretar/i, identificandone l' origine e la direzione verso cui spingono: apertura verso l' altro e il futuro, fino alla donazione di sé, o chiusura e ripiega­ mento su se stessi e la propria gratificazione? Questa seconda fase richiede alla persona di fare appello a tut­ te le proprie capacità, anche intellettuali, nella consa­ pevolezza delle potenzialità come degli inevitabili li­ miti e condizionamenti (sociali, culturali, psicologici, ecc.), e di confrontarsi con onestà con le esigenze del­ la morale cristiana, accostata alla luce della Parola di Dio e dell' esperienza del rapporto personale con il Si­ gnore. L' aiuto di un accompagnatore esperto si rivela

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di importanza cruciale in questa fase. Il discernimento può così raggiungere il suo obiettivo, che non è solo acquisire consapevolezza della propria interiorità, ma usare questa consapevolezza e la propria libertà, pur situate e quindi limitate, per scegliere responsabilmen­ te e poi operare per dare alla decisione un' attuazione concreta. Non è autentico discernimento quello che re­ sta sul piano delle intenzioni, magari velleitarie, e ri­ nuncia a passare all' atto. Misurarsi con la concretezza della realtà susciterà ancora emozioni e desideri, che attraverso un nuovo processo di discernimento confer­ meranno la bontà della decisione presa o suggeriranno di rivederla. Questo volume è proprio dedicato ad accompagnare i passi del discernere, e in questa prospettiva ha il me­ rito di affrontare una duplice sfida. La prima è assume­ re il compito che papa Francesco propone alla Chiesa tutta in Amoris laetitia, ossia formare le coscienze sen­ za pretendere di sostituirle. Il discernimento è uno stru­ mento per raggiungere questo scopo, collaborando a liberare la libertà delle persone per renderle soggetti responsabili della propria esistenza. La seconda sfida è proporre il ricorso al discernimento in situazioni che statisticamente possiamo considerare ordinarie, ma che non per questo sono meno destabilizzanti ogni volta che si presentano : le crisi affettive che colpiscono tan­ to sacerdoti e religiosi quanto le coppie sposate. In que­ sti casi il vortice delle emozioni, l ' alternanza dei sen­ timenti e la confusione che ne deriva sono alla massima

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potenza. Altrettanto grande è il rischio di decisioni d'impulso, che raramente si rivelano costruttive per le persone coinvolte. Il discernimento è senza dubbio uno strumento per affrontare queste situazioni che al tempo stesso interpella e promuove la maturità umana e di fede di coloro che le stanno vivendo. È proprio il ricorso al discernimento in condizioni particolarmente complesse che consente di metteme in luce alcuni requisiti la cui mancanza rischierebbe di far deragliare il processo. Il primo riguarda la necessità di educare la sensibilità. Quanto più delicata è la situazio­ ne e gravi sono le conseguenze di potenziali errori, tanto più deve essere fine lo strumento con cui si col­ gono le vibrazioni del cuore: se l' ascolto dell'interio­ rità "fa cilecca", ne risulta inficiato il passo del ricono­ scimento e di conseguenza anche quelli successivi. Scegliere il bene, e soprattutto quel bene che il Signo­ re propone a ciascuno, non può essere un' opzione ge­ nerica o sommaria, né tantomeno un calcolo puramen­ te intellettualistico: richiede - come ricorda Paolo ai cristiani di Filippi - di nutrire gli stessi sentimenti di Cristo. Per questo occorre «un' attenzione specifica al­ le singole componenti della sensibilità, dai sensi ester­ ni a quelli interni, dalle sensazioni alle emozioni, dai sentimenti agli affetti, dai desideri ai gusti» (p. 2 1 ). Una seconda area di attenzione riguarda le capacità e le qualità di coloro che si rendono disponibili per il servizio dell'accompagnamento, che sempre più, e non solo in situazioni "estreme", risulta indispensabile. An-

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che il Documento finale del recente Sinodo dei Vesco­ vi lo ribadisce: «Molti hanno rilevato la carenza di persone esperte e dedicate all'accompagnamentO>> (n. 9); insiste poi sull' importanza dell' adeguata prepara­ zione degli accompagnatori (nn. 1 0 1 - 1 03), che non può limitarsi al piano dell' apprendimento di nozioni, ma va intesa in una prospettiva integrale,