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Italian Pages 495
NUOVO ESAME DI STATO
3
SVILUPPO DELLE COMPETENZE
Tomo 1
ASTOLFI, BARALE & RICCI
Entriamo in azienda oggi
AGGIORNAMENTI NORMATIVI APPENDICE ESAME DI STATO PER PROVA SCRITTA E COLLOQUIO ORALE CASI AZIENDALI E CLIL
TE582ZA1
CORSO DI ECONOMIA AZIENDALE
PROGETTI EDITORIALI
FORMAZIONE EVENTI E CONVEGNI
LIBRI DI TESTO MULTIMEDIALITÀ
COLLANA STRATEGIE DIDATTICHE
MATERIALI PER IL DOCENTE
FORMAZIONE SU MISURA
INCLUSIONE CLASSE CAPOVOLTA
DIDATTICA COLLABORATIVA
CITTADINANZA E COSTITUZIONE RIFORMA PROFESSIONALI
METODO DI STUDIO
R
OGETT PR A
NUOVO ESAME DI STATO
COMPETENZE
RE
PROBLEM SOLVING
PE
ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO
CODING
COMPETENZE DEL XXI SECOLO
TUTORING
INVALSI
DIDATTICA PER LA CREATIVITÀ
CITTADINANZA DIGITALE
INSIEME A VOI DOCENTI
STUDENTI
GENITORI
DIRIGENTI SCOLASTICI
Innovare insieme Docenti, studenti, genitori, dirigenti scolastici sono i protagonisti di una scuola che propone sempre nuove side: per esempio, le nuove metodologie didattiche, la valorizzazione delle diferenze e degli stili di apprendimento, le nuove tecnologie e la multimedialità, la necessità di strumenti per aiutare i giovani nello studio e per accompagnarli nel loro percorso di apprendimento. Rizzoli Education propone un’oferta editoriale completa ed eicace per afrontare queste e altre side. L’oferta parte innanzitutto dall’ascolto di docenti, studenti e genitori ed è articolata per rispondere a tutte le loro esigenze. Soltanto così è possibile innovare insieme e rimanere al centro della scuola che cambia.
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Progetti editoriali I progetti Rizzoli Education non offrono soltanto libri di testo, ma anche strumenti digitali e supporti per i docenti e gli studenti. I progetti sono sviluppati in collaborazione con partner quali Erickson, Oxford e Università Ca’ Foscari, per ofrire il meglio della ricerca didattica e dell’innovazione. Sono studiati per promuovere l’inclusione e valorizzare le speciicità di ciascuno studente, garantire il successo formativo, sviluppare le competenze del futuro, far crescere i cittadini di domani.
* Formazione
Strategie didattiche, una collana di aggiornamento sui temi fondamentali della scuola che cambia, riservata ai docenti delle scuole di ogni ordine e grado. Supporti essenziali per i docenti e la pratica didattica in classe. Primaria Day, Matematica Day, Italiano Day, Tramontana Day, Language Day… grandi convegni ed eventi con relatori e temi che esplorano le nuove metodologie didattiche e consentono ai docenti di essere parte attiva nel cambiamento, nella ricerca e nella sperimentazione. Formazione su Misura, una proposta formativa costituita da percorsi personalizzati, disegnata intorno ai bisogni degli insegnanti e aggiornata rispetto alle priorità del Piano Nazionale per la Formazione dei Docenti.
* StRUmEntI
mEnU Qui puoi trovare i tuoi prodotti, le tue Classi, le verifiche e gli strumenti per ogni tipo di attività.
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I tUoI lIBRI E PRodottI Da qui puoi visualizzare i libri e i prodotti acquistati.
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PannEllo dI contRollo L’assistenza di HUB Scuola, il calendario, le notifiche e l’accesso al tuo profilo.
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FaI da tE
Blog
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HUB Scuola è la piattaforma per la didattica digitale di Rizzoli Education. Semplice, gratuita, innovativa. Un sistema digitale nato per rispondere alle esigenze di una scuola sempre più inclusiva e multimediale, ricco di contenuti d’autore, servizi innovativi e una nuova generazione di funzionalità per espandere i percorsi di apprendimento e favorire una didattica stimolante e collaborativa, adatta alle tue esigenze.
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Con HUB Scuola puoi condividere oggetti digitali, aggregare contenuti multimediali disponibili in Rete, e disporre di moltissime risorse e altrettanti strumenti, tutti in un unico luogo: video, audio, mediagallery, mappe concettuali, verifiche interattive e autocorrettive. Da HUB Scuola puoi accedere ai tuoi libri digitali e alle Classi virtuali.
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Il Fai da te, per realizzare in autonomia oggetti didattici multimediali. Il blog, uno spazio per confrontarsi e discutere su quanto appreso in classe. L’ePub Maker, uno strumento di autoproduzione che permette di realizzare pubblicazioni digitali in formato ePub, e il Lesson Plan, per creare lezioni e percorsi di studio aggregando risorse multimediali di qualsiasi tipologia.
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CLASSI VIRTUALI Uno strumento fondamentale per la didattica collaborativa!
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L’ambiente che permette di suddividere gli studenti in gruppi di studio e assegnare loro le prove di veriica digitali predisposte dall’editore e quelle che tu stesso hai creato o modiicato.
HUB Kit, un universo di risorse multimediali. Tutti i contenuti digitali che arricchiscono ed espandono il corso sono raccolti in HUB Kit, accessibile dalla piattaforma HUB Scuola.
HUB Young è il libro digitale di Rizzoli Education. Intuitivo, interattivo e inclusivo. Il libro di testo si arricchisce con video, animazioni ed esercizi interattivi e autocorrettivi; uno strumento da personalizzare con note, audio e disegni, che facilita l’apprendimento di tutti gli alunni, compresi quelli con BES, per esempio grazie alla versione accessibile. Le funzioni social, inoltre, favoriscono il confronto e l’interattività tra classe e insegnante.
AUDIO Brani da ascoltare, come letture espressive, contenuti CLIL, sintesi
VIDEO Contenuti coinvolgenti, come video lezioni, interviste, ilmati d’epoca, animazioni
ESERCIZI INTERATTIVI Veriiche e test interattivi e autocorrettivi
Lo studente, per attivare e scaricare HUB Young, può consultare il retro della copertina del libro.
MULTIMEDIA Materiali aggiuntivi e contenuti scaricabili, come mappe concettuali, laboratori digitali e gallerie di immagini
Scarica l’app HUB Young Scarica l’app HUB Young da HUB Scuola o dal portale Rizzoli Education per utilizzare il libro oline!
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I materiali digitali di questa opera e i relativi aggiornamenti sono disponibili sul sito www.rizzolieducation.it ISBN 978-88-233-5450-0 © 2018 Rizzoli Libri S.p.A. – Milano Tutti i diritti riservati Prima edizione: gennaio 2018 Chiuso in redazione: gennaio 2018 Ristampe 2018 2019 2 3 4
2020 5 6
2021 7 8
Stampa: La Tipografica Varese s.r.l., Varese (VA) Hanno collaborato alla realizzazione dell’opera: Redazione e prestampa: Progettazione copertina: Realizzazione copertina: Progetto grafico: Referenze iconografiche: Traduzione: Coordinamento redazionale: Coordinamento editoriale:
Emmegi Group s.r.l., Milano zampediverse s.r.l., Carate Brianza (MB) Studio Cappellato e Laurent s.r.l., Milano Editmedia, Omegna (VB) Getty Images Nadia Bertoli Barbara Preatoni Anna Maria Massari
Ha, inoltre, collaborato alla stesura dei testi: Gabriela Subinaghi, Contabilità generale I diritti di traduzione e riproduzione, totali o parziali anche ad uso interno e didattico con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni per uso differente da quello personale potranno avvenire, per un numero di pagine non superiore al 15% del presente volume, solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, corso di Porta Romana, n. 108, 20122 Milano, e-mail [email protected] La realizzazione di un libro presenta aspetti complessi e richiede particolare attenzione nei controlli: per questo è molto difficile evitare completamente errori e imprecisioni. Per segnalazioni o suggerimenti relativi al presente volume scrivere a: [email protected] L’editore è presente su Internet all’indirizzo: http://www.rizzolieducation.it L’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non gli è stato possibile comunicare per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti dei brani o delle illustrazioni riprodotte nel volume. L’editore si scusa per i possibili errori di attribuzione e dichiara la propria disponibilità a regolarizzarli. Sia le operazioni descritte negli esempi, nelle esercitazioni svolte e negli esercizi da svolgere, sia quelle risultanti da riproduzioni di titoli di credito e di documenti commerciali e bancari presenti in questo volume sono state immaginate a scopo esclusivamente didattico, anche nei casi in cui vengono nominate persone, famiglie, imprese o banche esistenti, e pertanto non rappresentano situazioni o rapporti reali e non indicano prezzi, tassi, valute e altre condizioni effettivamente applicati. Inoltre le immagini utilizzate in questo libro non vanno interpretate come una scelta di merito da parte dell’editore, né come invito all’acquisto di prodotti. Le illustrazioni o riproduzioni sono state riportate a scopo esclusivamente didattico. Infine, i testi tratti da articoli di giornale, libri, riviste e Internet sono stati liberamente rielaborati dagli autori a fini didattici. I link ai siti di terze parti sono indicati in questo libro e nei relativi materiali digitali unicamente per scopi didattici o perché consigliati da altri siti istituzionali. Pertanto, per questo libro e per le sue successive ristampe, l’editore non si ritiene responsabile – neppure indirettamente – dei contenuti e delle immagini riprodotte nei siti citati in data successiva a quella di chiusura in redazione della prima edizione. Per questa ragione si consiglia la preventiva visione da parte dell’adulto del contenuto di tali siti prima dell’utilizzo a scopo didattico. I nostri testi sono disponibili in formato accessibile e possono essere richiesti a: Biblioteca per i Ciechi Regina Margherita di Monza (http://www.bibliotecaciechi.it) o Biblioteca digitale dell’Associazione Italiana Dislessia “Giacomo Venuti” (http://www.libroaid.it). Il processo di progettazione, sviluppo, produzione e distribuzione dei testi scolastici dell’editore è certificato UNI EN ISO 9001.
Entriamo in azienda oggi si presenta in una edizione aggiornata per consentire agli studenti della classe quinta di completare la propria preparazione professionale con un testo aderente alla realtà aziendale e realizzato tenendo conto della più recente legislazione di riferimento. Il libro è stato infatti aggiornato inserendo, con le necessarie semplificazioni didattiche, sia le norme civili e fiscali approvate fino alla messa in stampa del volume, sia i contenuti collegati ai cambiamenti avvenuti nell’operatività delle imprese. In sintesi, gli aggiornamenti di maggior rilevanza sono i seguenti: ♦ Contabilizzazione degli acconti a fornitori e degli acconti da clienti secondo i nuovi principi contabili OIC. ♦ Contabilizzazione degli interessi passivi bancari in base al decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze n. 343/2016 (divieto di anatocismo bancario). ♦ Classificazione dei contributi pubblici in base ai nuovi principi contabili OIC. ♦ Revisione legale dei conti: tipologie di giudizio del revisore. ♦ Rendiconto finanziario redatto secondo le indicazioni dei principi contabili nazionali OIC aggiornati. ♦ Recepimento della direttiva 2014/95/UE in materia di redazione della dichiarazione di carattere non finanziario per gli enti di interesse pubblico. ♦ Principio di derivazione rafforzata (art. 83, comma 1, TUIR). ♦ Aliquote fiscali (aliquota IRES 24%, aliquota ACE 1,50%). ♦ Imposta sul Reddito d’Impresa (IRI) per le imprese individuali e le società di persone. ♦ Tassazione dei dividendi su partecipazioni. ♦ Modelli per la dichiarazione dei redditi (Redditi PF – Persone fisiche, Redditi SP – Società di persone, Redditi SC – Società di capitali). ♦ Termini di versamento delle imposte. ♦ Conteggio degli interessi nei rapporti di conto corrente in base al decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze n. 343/2016 (divieto di anatocismo bancario). ♦ Prospetto competenze e spese con evidenziazione degli interessi maturati durante l’anno. ♦ Normativa sul leasing finanziario (contratto tipico). ♦ Patto marciano nelle operazioni di finanziamento con garanzia di un bene immobile. Il testo si presenta con una rinnovata sezione dedicata all’Esame di Stato. Per preparare la seconda prova scritta vengono forniti suggerimenti sulla redazione del bilancio e del budget con dati a scelta; sono inoltre presentati esempi svolti delle varie tipologie di prove d’esame previste dalla normativa. Per preparare il colloquio d’esame, considerando le recenti disposizioni ministeriali, viene proposta l’analisi, condotta attraverso una serie di domande, di alcuni testi e documenti economico-aziendali. Vengono infine date indicazioni operative per la realizzazione della relazione e dell’elaborato multimediale sull’esperienza di alternanza scuola-lavoro svolta nel triennio, che lo studente deve presentare alla commissione d’esame durante il colloquio. Nella pagina seguente presentiamo una tavola che riassume il piano di lavoro annuale articolata secondo i moduli che compongono i due tomi della classe quinta.
VII
Presentazione
Competenze e risultati di apprendimento
Modulo
Conoscenze
Abilità
Norme e procedure di revisione e controllo dei bilanci. Analisi di bilancio per indici e per flussi. Rendicontazione ambientale e sociale dell’impresa.
Riconoscere gli elementi di positività e criticità espressi nella relazione di revisione. Interpretare l’andamento della gestione aziendale attraverso l’analisi di bilancio per indici e per flussi e comparare bilanci di aziende diverse. Confrontare bilanci sociali e ambientali commentandone i risultati. Utilizzare lessico e fraseologia di settore anche in lingua inglese.
TOMO 1 Modulo 1 Comunicazione economicofinanziaria e socioambientale
Modulo 2 Fiscalità d’impresa
Gestire il sistema delle rilevazioni aziendali. Individuare e accedere alla normativa civilistica con particolare riferimento alle attività aziendali. Utilizzare i sistemi informativi aziendali per realizzare attività comunicative. Analizzare e produrre i documenti relativi alla rendicontazione sociale e ambientale, alla luce dei criteri sulla responsabilità sociale d’impresa.
Lessico e fraseologia di settore anche in lingua inglese.
Individuare e accedere alla normativa Normativa in materia di imposte fiscale con particolare riferimento sul reddito d’impresa. alle attività aziendali. Lessico e fraseologia di settore anche in lingua inglese.
Interpretare la normativa fiscale e predisporre la dichiarazione dei redditi d’impresa. Utilizzare lessico e fraseologia di settore anche in lingua inglese.
Appendice Prepariamo l’esame di Stato
TOMO 2 Modulo 1 Applicare i principi e gli strumenti Contabilità gestionale della programmazione e del controllo di gestione, analizzandone i risultati. Interpretare i sistemi aziendali nei loro modelli, processi e flussi informativi con riferimento alle differenti tipologie di imprese. Modulo 2 Strategie, pianificazione e programmazione aziendale
Applicare i principi e gli strumenti della programmazione e del controllo di gestione, analizzandone i risultati. Inquadrare l’attività di marketing nel ciclo di vita dell’azienda e realizzare applicazioni con riferimento a specifici contesti e diverse politiche di mercato. Utilizzare gli strumenti di comunicazione integrata d’impresa per realizzare attività comunicative.
Strumenti e processo di pianificazione strategica e di controllo di gestione.
Lessico e fraseologia di settore anche in lingua inglese. Strumenti e processo di pianificazione strategica e di controllo di gestione. Tecniche di reporting realizzate con il supporto informatico. Business plan. Politiche di mercato e piani di marketing aziendali.
Lessico e fraseologia di settore anche in lingua inglese. Modulo 3 Imprese bancarie: prodotti e servizi per le imprese
Orientarsi nel mercato dei prodotti assicurativo-finanziari, anche per collaborare nella ricerca di soluzioni economicamente vantaggiose. Individuare e accedere alla normativa civilistica e fiscale.
Prodotti finanziari e loro utilizzo strategico da parte dell’impresa.
Lessico e fraseologia di settore anche in lingua inglese.
Delineare il processo di pianificazione, programmazione e controllo individuandone i tipici strumenti e il loro utilizzo. Utilizzare lessico e fraseologia di settore anche in lingua inglese. Delineare il processo di pianificazione, programmazione e controllo individuandone i tipici strumenti e il loro utilizzo. Costruire il sistema di budget; comparare e commentare gli indici ricavati dall’analisi dei dati. Predisporre report differenziati in relazione ai destinatari, anche in lingua straniera. Costruire un business plan. Elaborare piani di marketing in riferimento alle politiche di mercato dell’azienda. Utilizzare lessico e fraseologia di settore anche in lingua inglese. Effettuare ricerche ed elaborare proposte in relazione a specifiche situazioni finanziarie. Utilizzare lessico e fraseologia di settore anche in lingua inglese.
Competenze generali Tutti i moduli contribuiscono anche ad attivare le seguenti competenze trasversali: • utilizzare il patrimonio lessicale ed espressivo della lingua italiana secondo le esigenze comunicative nei vari contesti (sociali, culturali, scientifici, economici); • utilizzare gli strumenti culturali e metodologici per porsi con atteggiamento razionale, critico e responsabile di fronte alla realtà, ai suoi fenomeni, ai suoi problemi, anche ai fini dell’apprendimento permanente; • padroneggiare la lingua inglese e un’altra lingua comunitaria per scopi comunicativi e utilizzare i linguaggi settoriali relativi al percorso di studio, per interagire in diversi ambiti e contesti professionali, al livello B2 del quadro comune europeo di riferimento per le lingue (QCER); • utilizzare le reti e gli strumenti informatici nelle attività di studio, ricerca e approfondimento disciplinare; • identiicare e applicare le metodologie e le tecniche della gestione per progetti; • redigere relazioni tecniche e documentare le attività individuali e di gruppo relative a situazioni professionali.
VIII
Come è fatto questo corso
I moduli si aprono con una mappa articolata degli argomenti trattati, strumento prezioso per uno studio agevolato.
Le unità sono caratterizzate dalla presenza di definizioni di concetti chiave, schemi, esempi svolti. In ogni pagina, vicino al testo, ci sono i glossari in lingua italiana e le parole tecniche più importanti tradotte in inglese; si può ascoltare la corretta pronuncia di queste parole, utilizzando l’HUB Kit (in cui sono contenuti tutti gli audio) o l’HUB Young (cliccando sull’icona che è nella pagina di apertura lezione).
Al termine di ciascuna unità è presente una serie di esercizi strutturati e semistrutturati per testare il livello di conoscenza dell’argomento trattato.
Completa il modulo una sezione di laboratorio, in cui, partendo da una situazione operativa, si è guidati nello svolgimento tramite videate che facilitano la comprensione e aiutano nell’utilizzo dei principali software. Al termine dei moduli segue un’ampia raccolta di esercizi suddivisi per argomento e graduati per difficoltà.
IX
Come è fatto questo corso
Una sezione a parte è dedicata a casi aziendali reali, per conoscere strategie e core business di alcune tra le aziende più significative, il tutto correlato da esercitazioni mirate.
L’ultima sezione raccoglie gli esercizi puramente economici in lingua inglese.
I contenuti digitali per lo studente: esercizi in autocorrezione, esercizi per ripassare, audioripassi per prepararsi alle interrogazioni, lettura dei vocaboli in lingua inglese.
rende interattive le pagine di ogni volume e contiene numerosi oggetti digitali che integrano e arricchiscono gli apparati del corso.
Video, per facilitare l’apprendimento con ilmati, simulazioni di laboratorio, interviste, casi di studio, tutorial Audio, per ascoltare lezioni, testi recitati e parole-chiave in lingua
Test interattivi, per mettersi alla prova e autovalutare la propria preparazione Allegato scaricabile, per disporre di materiali di approfondimento aggiuntivi
Kit alternanza scuola-lavoro Il kit per l’alternanza scuola-lavoro propone esempi e istruzioni per aiutare gli studenti a documentare le attività svolte in azienda. Gli strumenti forniti nel kit e i consigli su come usarli guidano ragazze e ragazzi nella compilazione consapevole del diario di bordo per trarne materiale utile all’elaborazione di uno storytelling personale, basato sull’osservazione e sull’analisi del proprio percorso di alternanza scuola-lavoro. Il kit include: modelli e consigli per produrre presentazioni eicaci con PowerPoint o altri software analoghi; suggerimenti per preparare un’esposizione orale coinvolgente, realizzare un portfolio digitale di competenze maturate a scuola e in azienda e scrivere un curriculum vitae vincente.
X
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
• video introduttivo • spunti per cominciare • mappa personalizzabile 1
1
1
Unità Contabilità generale 1 La contabilità generale 2 Le immobilizzazioni 3 Le immobilizzazioni immateriali 4 Le immobilizzazioni materiali 5 La locazione e il leasing finanziario 6 Le immobilizzazioni finanziarie 7 Il personale dipendente 8 Gli acquisti, le vendite e il regolamento 9 L’outsourcing e la subfornitura 10 Lo smobilizzo dei crediti commerciali 11 Il sostegno pubblico alle imprese 12 Le scritture di assestamento e le valutazioni di fine esercizio 13 Le scritture di completamento 14 Le scritture di integrazione 15 Le scritture di rettifica 16 Le scritture di ammortamento 17 La rilevazione delle imposte dirette 18 La situazione contabile finale 19 Le scritture di epilogo e chiusura Verifica immediata
2 2 4 4 5 15 20 24 25 28 30 34
• speakeraggio di tutti i termini in inglese dell’unità • approfondimenti: – reverse charge • test in autoverifica su unità 1 • interrogazione simulata con speakeraggio TEST INTERATTIVI
2 10 56 56 56
39 40 43 48 50 52 54 55 56
2
Unità Bilanci aziendali e revisione legale dei conti 1 Il bilancio d’esercizio 2 Il sistema informativo di bilancio 3 La normativa sul bilancio 4 Le componenti del bilancio d’esercizio civilistico 5 Il bilancio in forma abbreviata 6 I criteri di valutazione 7 I principi contabili 8 Il bilancio IAS/IFRS 9 La relazione sulla gestione 10 La revisione legale 11 Le attività di revisione contabile 12 Le verifiche nel corso dell’esercizio e sul bilancio 13 La relazione e il giudizio sul bilancio Verifica immediata
60 60 61 63 65 70 72 76 78 84 85 86
• speakeraggio di tutti i termini in inglese dell’unità • approfondimenti: – i contratti derivati – esercitazione-bilancio IAS/IFRS – l’ambiente di controllo • test in autoverifica su unità 2 • interrogazione simulata con speakeraggio TEST INTERATTIVI
60 75 83 87 96 96 96
88 91 96
XI
Indice
3
Unità Analisi per indici 1 L’interpretazione del bilancio 2 Le analisi di bilancio 3 Lo Stato patrimoniale riclassificato 4 Il Conto economico riclassificato 5 Gli indici di bilancio 6 L’analisi della redditività 7 L’analisi della produttività 8 L’analisi patrimoniale 9 L’analisi finanziaria 10 Lo schema di sintesi per il coordinamento degli indici di bilancio Verifica immediata
103 103 104 105 107 116 116 121 123 124
• speakeraggio di tutti i termini in inglese dell’unità • approfondimenti: – leva finanziaria • test in autoverifica su unità 3 • interrogazione simulata con speakeraggio TEST INTERATTIVI
103 121 134 134 134
129 134
4
Unità Analisi per flussi 1 I flussi finanziari e i flussi economici 2 Le fonti e gli impieghi 3 Il Rendiconto finanziario 4 Le variazioni del patrimonio circolante netto 5 Il Rendiconto finanziario delle variazioni del patrimonio circolante netto 6 Le informazioni desumibili dal Rendiconto finanziario delle variazioni di PCN 7 Il Rendiconto finanziario delle variazioni delle disponibilità liquide Verifica immediata
140 140 143 144 144
• speakeraggio di tutti i termini in inglese dell’unità • test in autoverifica su unità 4 • interrogazione simulata con speakeraggio TEST INTERATTIVI
140 162 162 162
146 149 154 162
5
Unità Analisi del bilancio socio-ambientale 1 La rendicontazione sociale e ambientale 2 La normativa per le società di maggiori dimensioni 3 Il bilancio socio-ambientale 4 L’interpretazione del bilancio socio-ambientale 5 La produzione e la distribuzione del valore aggiunto 6 La revisione del bilancio socio-ambientale Verifica immediata Laboratorio Analisi del bilancio per indici e report
Modulo
2
Fiscalità d’impresa
165 165
XII
175 175 175
166 167 168 172 174 175 184
191
1
Unità Imposizione fiscale in ambito aziendale 1 Le imposte indirette e dirette 2 Il concetto tributario di reddito d’impresa
• test in autoverifica su unità 5 • interrogazione simulata con speakeraggio TEST INTERATTIVI
192 192 193
• video introduttivo • spunti per cominciare • mappa personalizzabile 191
Indice
I principi su cui si fonda il reddito fiscale La svalutazione fiscale dei crediti La valutazione fiscale delle rimanenze Gli ammortamenti fiscali delle immobilizzazioni 7 Le spese di manutenzione e di riparazione 8 La deducibilità fiscale dei canoni di leasing 9 La deducibilità fiscale degli interessi passivi 10 Il trattamento fiscale delle plusvalenze 11 Il trattamento fiscale dei dividendi su partecipazioni 12 La base imponibile IRAP 13 Il reddito imponibile 14 Le dichiarazioni dei redditi annuali 15 Il versamento delle imposte dirette 16 La liquidazione delle imposte nei soggetti IRES 17 Le imposte differite e le imposte anticipate Verifica immediata Laboratorio Variazioni per determinare il reddito fiscale 3 4 5 6
193 196 198 201 204 205 207 209
• speakeraggio di tutti i termini in inglese dell’unità • approfondimenti: – spese di rappresentanza • test in autoverifica su unità 1 • interrogazione simulata con speakeraggio TEST INTERATTIVI
192 202 229 229 229
210 211 215 217 218 219 222 229 233
Esercizi da svolgere Modulo 1 1 Contabilità generale: scritture d’esercizio 2 Scritture di assestamento e valutazioni di fine esercizio 3 Chiusura dei conti 4 Bilanci aziendali e revisione legale dei conti 5 Analisi per indici 6 Analisi per flussi 7 Analisi del bilancio socio-ambientale Caso aziendale Comunicazione economico-finanziaria Modulo 2 8 Imposizione fiscale in ambito aziendale Caso aziendale Calcolo delle imposte
238 254 261 266 286 303 319 322 327 344
Casi aziendali Caso GUNA spa
Clil Prepariamo l’esame di Stato Prima parte – La prova scritta Seconda parte – Il colloquio
349
358
358 386 451
XIII
• video introduttivo • spunti per cominciare • mappa personalizzabile
attendibilità, veridicità e affidabilità delle informazioni
01
La contabilità generale
Contabilità generale
La contabilità generale, tenuta secondo il sistema del patrimonio e del risultato economico, ha per oggetto i fatti esterni di gestione, rilevati nel loro aspetto finanziario ed economico, e per scopo la determinazione del risultato economico d’esercizio e del patrimonio di funzionamento.
General ledger
Secondo il sistema del patrimonio e del risultato economico i conti si classificano come indicato nello schema seguente: denaro valori in cassa
assegni valori bollati
C O N T I
F I N A N Z I A R I
crediti e debiti di regolamento crediti e debiti
crediti e debiti di finanziamento crediti e debiti da liquidare debiti per TFR
CONTI PATRIMONIALI
ratei ratei, fondi rischi e oneri
fondi oneri SITUAZIONE PATRIMONIALE
fondi rischi
C O N T I
2
E C O N O M I C I
conti di patrimonio netto
parti ideali del patrimonio netto costi e ricavi pluriennali
conti di reddito
costi e ricavi sospesi costi e ricavi d’esercizio e loro rettifiche
CONTI ECONOMICI D’ESERCIZIO
SITUAZIONE ECONOMICA
Contabilità generale
Partita doppia Double-entry
Libro giornale General journal
Conti di mastro Ledger accounts
PIANO DEI CONTI Piano dei conti Chart of accounts
PRINCIPI DI PREVALENZA DELLA SOSTANZA E DI RILEVANZA
Unità
1
La contabilità generale è consuntiva e si riferisce all’impresa considerata nella sua unitarietà. Essa classifica i componenti di reddito secondo la loro origine o natura e fa da supporto alla redazione del bilancio d’esercizio. Le scritture della contabilità generale, basate sul metodo della partita doppia, si redigono: ♦ sul libro giornale in ordine cronologico; ♦ nei conti di mastro, dove le registrazioni vengono riprese nei conti in ordine sistematico. La tenuta della contabilità generale presuppone la stesura di un piano dei conti formato dal quadro dei conti (elenco dei conti utilizzati nell’impresa) e dalle note illustrative di ciascun conto. La struttura del quadro dei conti e la codificazione di questi ultimi devono essere tali da consentire il passaggio automatico dalla contabilità generale alla situazione contabile e da questa al bilancio civilistico, tenuto conto che: ♦ per le società che redigono il bilancio in forma ordinaria tale documento si compone di tre prospetti contabili: lo Stato patrimoniale, il Conto economico, il Rendiconto finanziario; ♦ le società che redigono il bilancio in forma abbreviata o il bilancio delle micro-imprese possono omettere il Rendiconto finanziario. Per la redazione delle scritture contabili e del bilancio, accanto ai consolidati principi della prudenza, della competenza economica, della costanza nei criteri di valutazione, della continuità dell’attività aziendale, con la riforma del bilancio d’esercizio (d.lgs. n. 139/2015) sono stati rafforzati: ♦ il principio di prevalenza della sostanza economica dell’operazione o del contratto sulla forma (o principio della rappresentazione sostanziale). Una tipica espressione di questo principio è costituita dal costo ammortizzato, introdotto per la rilevazione e la valutazione di alcune voci di bilancio (crediti, debiti e titoli); ♦ il principio della rilevanza. Il codice civile prevede espressamente (art. 2423, quarto comma) che «non occorre rispettare gli obblighi in tema di rilevazione, valutazione, presentazione e informativa qualora la loro inosservanza abbia effetti irrilevanti al fine di fornire una rappresentazione veritiera e corretta. Rimangono fermi gli obblighi in tema di regolare tenuta delle scritture contabili». Lo scopo della disposizione è garantire che gli oneri che derivano dall’applicazione delle regole contabili non superino i benefici che il lettore trae dalla lettura del bilancio. In base a questo principio, il redattore del bilancio ha la facoltà di adottare politiche contabili che si discostano da quelle previste dalla legge e dai principi contabili nazionali quando le differenze che ne derivano non sono significative, fatta salva la necessità di rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale, finanziaria ed economica della società. Sono esempi di applicazione del principio della rilevanza: • la facoltà di applicare il coefficiente di ammortamento dimezzato anziché calcolare la quota di ammortamento delle immobilizzazioni materiali in base al periodo di possesso del bene; • la facoltà, per i soggetti che redigono il bilancio in forma ordinaria, di non applicare il criterio del costo ammortizzato nella rilevazione e valutazione di crediti, debiti e titoli. L’applicazione del principio della rilevanza deve essere illustrata nella Nota integrativa.
3
Modulo
1
02
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Le immobilizzazioni Le immobilizzazioni sono costituite da tutti gli elementi del patrimonio di funzionamento destinati a essere utilizzati durevolmente nell’attività d’impresa o a permanere in essa per esigenze strategiche o che corrispondono a crediti finanziari a medio/lungo termine. Il riferimento a fattori e condizioni duraturi non è necessariamente una caratteristica intrinseca ai beni, ma dipende dalla destinazione a essi data dall’impresa.
CLASSIFICAZIONE
In bilancio le immobilizzazioni figurano iscritte nell’attivo dello Stato patrimoniale in corrispondenza alla lettera B e vengono classificate secondo lo schema che segue.
IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI 1) costi di impianto e di ampliamento 2) costi di sviluppo 3) diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno 4) concessioni, licenze, marchi e diritti simili 5) avviamento 6) immobilizzazioni in corso e acconti 7) altre
IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI 1) terreni e fabbricati 2) impianti e macchinario 3) attrezzature industriali e commerciali 4) altri beni 5) immobilizzazioni in corso e acconti
IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE 1) partecipazioni in: a) imprese controllate b) imprese collegate c) imprese controllanti d) imprese sottoposte al controllo delle controllanti d bis) altre imprese 2) crediti: a) verso imprese controllate b) verso imprese collegate c) verso controllanti d) verso imprese sottoposte al controllo delle controllanti d bis) verso altri 3) altri titoli 4) strumenti finanziari derivati attivi
Le diverse categorie di immobilizzazioni presentano problematiche differenti e richiedono rilevazioni contabili e modalità di valutazione specifiche. Si tratta di argomenti in parte già studiati negli anni precedenti, che ora sono richiamati e approfonditi.
03 Oneri pluriennali Deferred charges
Beni immateriali Intangible assets/ goods
Avviamento Start-up
4
Le immobilizzazioni immateriali Si considerano immobilizzazioni immateriali i costi a utilità pluriennale che non corrispondono ai beni materiali (sono caratterizzate dalla mancanza di tangibilità). In base ai principi contabili nazionali le immobilizzazioni immateriali si distinguono in tre gruppi: 1. oneri pluriennali: quali costi d’impianto e di ampliamento, costi di sviluppo; 2. beni immateriali: diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno; concessioni, licenze, marchi e diritti simili; 3. avviamento.
Contabilità generale
Costi d’impianto Costi che l’impresa sostiene nella fase di costituzione per adempimenti legali e fiscali, selezione e addestramento del personale, ricerche di mercato e così via.
Costi di ampliamento Costi non ricorrenti, sostenuti in fase di accrescimento della capacità operativa dell’impresa al fine di espandersi in nuove attività o di ottenere un ampliamento dimensionale straordinario delle attività preesistenti (incorporazione di altre aziende, aumento del capitale sociale).
Costruzione in economia Consiste nella produzione dell’immobilizzazione all’interno dell’impresa con utilizzo di strumentazioni e personale propri.
Unità
1
In contabilità generale le immobilizzazioni immateriali vengono rilevate, a seconda dei casi: ♦ al ricevimento delle fatture dei fornitori (ne sono esempi: la parcella del notaio per la costituzione della società che viene rilevata nel conto economico di reddito acceso ai costi pluriennali Costi d’impianto, la fattura della software house da cui risulta il costo di acquisto di un programma applicativo da rilevare nel conto Software); ♦ al momento in cui se ne acquisisce la titolarità per contratto (è il caso dei diritti di licenza) o nelle forme previste dalla legge (è il caso della registrazione di brevetti). Alcune immobilizzazioni immateriali sono, per loro natura, create dall’impresa in economia (costi di sviluppo); altre, pur potendo essere acquistate, vengono spesso realizzate internamente (brevetti industriali). Quando le immobilizzazioni immateriali sono create in economia, l’importo da patrimonializzare viene determinato in sede di contabilità gestionale e comprende il costo del personale addetto a queste attività, il costo dei materiali e servizi consumati, le quote di ammortamento delle immobilizzazioni materiali utilizzate, alcuni costi indiretti e i costi per l’ottenimento della tutela giuridica. Detto insieme di costi deve essere rinviato, stornandolo dall’esercizio e facendolo affluire tra gli elementi del patrimonio di funzionamento. A tutela dei terzi, il codice civile dispone che la patrimonializzazione degli oneri pluriennali (costi d’impianto, di ampliamento, di sviluppo) possa avvenire, nelle società ove esiste il collegio sindacale, solo con il consenso di tale organo. Poiché si tratta di “puri” oneri, a tutela dei terzi l’art. 2426 del c.c. dispone inoltre che non si possono distribuire utili se il valore contabile di tali immobilizzazioni non è coperto da riserve disponibili.
Esempio Patrimonializzazione dei costi di sviluppo Il lancio di una linea di prodotti innovativi ha comportato per la Carlo Pora srl il sostenimento di costi per 60 000 euro. Poiché si prevede un buon successo per i prodotti immessi sul mercato e una loro tenuta per almeno un quinquennio, gli oneri citati vengono patrimonializzati. Presentiamo la scrittura in P.D. 01/04 01/04
01.03 20.51
04
COSTI DI SVILUPPO COSTI DI SVILUPPO RINVIATI
costi a utilità futura costi a utilità futura
60 000, 00 60 000, 00
Le immobilizzazioni materiali Le immobilizzazioni materiali sono dotate del requisito della materialità e riguardano gli investimenti in fattori produttivi a medio/lungo ciclo di utilizzo (terreni, fabbricati, impianti, macchinari, attrezzature, automezzi ecc.).
tecniche Technical assets
Si classificano in: ♦ immobilizzazioni tecniche, se vengono utilizzate nell’attività caratteristica d’impresa. Le immobilizzazioni tecniche formano la struttura produttiva e, insieme ai beni
5
Modulo
1
Beni strumentali Capital goods
Immobilizzazioni patrimoniali Property, Plant and Equipment
MODALITÀ DI ACQUISIZIONE
Acconto Down payment
Esempio
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
immateriali a utilità pluriennale, costituiscono i beni strumentali, impiegati nella gestione caratteristica. La presenza di beni strumentali nel patrimonio aziendale varia in funzione dell’attività svolta. In generale, nelle imprese industriali essi assumono un peso maggiore rispetto alle imprese commerciali in quanto i processi di trasformazione industriale richiedono l’utilizzo di impianti, macchinari e attrezzature, licenze, marchi e brevetti di cui le imprese commerciali necessitano in misura nettamente inferiore; ♦ immobilizzazioni patrimoniali, se riguardano la gestione accessoria. Accanto ai beni strumentali sono infatti talvolta presenti immobilizzazioni non strumentali quali magazzini non più utilizzati e quindi concessi in locazione a terzi. L’impresa può dotarsi delle immobilizzazioni materiali con diverse modalità di acquisizione. In particolare, l’acquisto, l’apporto e la costruzione in economia consentono all’impresa di acquisire la proprietà del bene, che entra pertanto a far parte del patrimonio aziendale. 1. Acquisto presso altre imprese a titolo oneroso: tale modalità comporta il ricevimento di una fattura da cui risultano il costo d’acquisto, l’IVA a credito, eventuali costi accessori da patrimonializzare (trasporto, installazione, collaudo, imposta di registro ecc.) e il debito verso il fornitore. Nel caso in cui l’impresa acquirente sia tenuta a versare uno o più acconti, tali importi costituiscono crediti nei confronti dell’impresa fornitrice e sono rilevati in P.D. alla data in cui sorge l’obbligo al pagamento utilizzando il conto finanziario Fornitori immobilizzazioni materiali c/acconti. Contestualmente o subito dopo il versamento dell’acconto, l’impresa acquirente riceve una fattura emessa dal fornitore. In bilancio gli acconti a fornitori di immobilizzazioni materiali compaiono fra le attività di Stato patrimoniale alla voce B II 5) Immobilizzazioni in corso e acconti.
1 Acquisto di beni strumentali materiali con acconto al fornitore
Il 20/09/n1 la Marco Imperiale & C. snc, in fase di espansione dell’attività produttiva, commissiona alla Giardina spa un impianto di refrigerazione il cui costo preventivato ammonta a 135 000 euro + IVA e la cui consegna è concordata a 6 mesi. Il contratto prevede il versamento di un acconto pari a un terzo dell’importo + IVA con assegno bancario al momento della stipulazione del contratto, il versamento di un secondo acconto di 20 000 euro + IVA a 3 mesi dalla stipulazione, il pagamento a saldo con rimessa diretta alla consegna dell’impianto. In data 27/09/n1 la Marco Imperiale & C. snc riceve la fattura n. 218 emessa dalla Giardina spa in relazione all’anticipo ricevuto. Il secondo acconto è regolato a mezzo assegno bancario in data 23/12/n1 e il giorno stesso si riceve fattura n. 299 della Giardina spa. L’impianto viene consegnato il 22/03 dell’anno successivo accompagnato dalla fattura n. 75 da cui risulta un costo effettivo dell’opera di 142 000 euro; la fattura viene saldata in giornata con assegno bancario. Per il collaudo dell’impianto industriale si riceve, in data 28/03/n2, la fattura n. 110 della Vox srl di 1 000 euro + IVA, regolata con assegno bancario. Presentiamo i calcoli e le rilevazioni sul giornale in P.D. relativi alle operazioni descritte. Le fatture ricevute in relazione agli acconti versati e al successivo saldo sono le seguenti (osserviamo che nella fattura a saldo l’IVA viene calcolata sul costo effettivo dell’impianto al netto degli acconti già versati): Fattura n. 218 (per acconto) 45 000, 00 Acconto 9 900, 00 + IVA 22% Totale 54 900, 00
Fattura n. 299 (per acconto) 20 000, 00 Acconto 4 400, 00 + IVA 22% Totale 24 400, 00
Fattura n. 75 (a saldo) 142 000, 00 Impianto 65 000, 00 – Acconti Imponibile 77 000, 00 + IVA 22% Totale
6
16 940, 00 93 940, 00
Contabilità generale
Unità
1
Le rilevazioni sul giornale in P.D. risultano: 20/09 02.31 FORN. IMMOB. MAT. C/ACCONTI 20/09 14.15 DEBITI PER ACCONTI A FORNIT.
1° acconto a Giardina spa 1° acconto dovuto
45 000, 00
20/09 14.10 DEBITI V/FORNITORI 20/09 18.20 BANCA X C/C
versato 1° acconto a/b per acconto a Giardina spa
54 900, 00
27/09 14.15 DEBITI PER ACCONTI A FORNIT. 27/09 06.01 IVA NS/CREDITO 27/09 14.10 DEBITI V/FORNITORI
fatturato acconto IVA 22% su acconto fattura n. 218 Giardina spa
45 000, 00 9 900, 00
20/12 02.31 FORN. IMMOB. MAT. C/ACCONTI 20/12 14.15 DEBITI PER ACCONTI A FORNIT.
2° acconto a Giardina spa 2° acconto dovuto
20 000, 00
23/12 14.10 DEBITI V/FORNITORI 23/12 18.20 BANCA X C/C
versato 2° acconto a/b per acconto a Giardina spa
24 400, 00
23/12 14.15 DEBITI PER ACCONTI A FORNIT. 23/12 06.01 IVA NS/CREDITO 23/12 14.10 DEBITI V/FORNITORI
fatturato acconto IVA 22% su acconto fattura n. 299 Giardina spa
20 000, 00 4 400, 00
45 000, 00 54 900, 00
54 900, 00
20 000, 00
24 400, 00
24 400, 00
Nello Stato patrimoniale del bilancio dell’esercizio n1 compare l’importo degli acconti versati in c/immobilizzazioni materiali, in modo che sia evidenziato l’investimento a medio/lungo termine in corso: Stato patrimoniale esercizio n1 B II Immobilizzazioni materiali
................ ..........................................
................
..........................................
5) Immobilizzazioni in corso e acconti
65 000
Nell’esercizio n2, al ricevimento della fattura a saldo, la società acquirente effettua queste rilevazioni: 22/03 22/03 22/03 22/03
02.02 06.01 02.31 14.10
IMPIANTI E MACCHINARI IVA NS/CREDITO FORN. IMMOB. MAT. C/ACCONTI DEBITI V/FORNITORI
costo acquisto impianto IVA 22% su residuo storno acconti fattura n. 75 Giardina spa
142 000, 00 16 940, 00 65 000, 00 93 940, 00
22/03 14.10 DEBITI V/FORNITORI 22/03 18.20 BANCA X C/C
pagata fattura n. 75 emessi a/b per saldo a Giardina spa
93 940, 00
28/03 02.02 IMPIANTI E MACCHINARI 28/03 06.01 IVA NS/CREDITO 28/03 14.10 DEBITI V/FORNITORI
patrimonializzazione costi collaudo IVA 22% su collaudo fattura n. 110 della Vox srl
1 000, 00 220, 00
28/03 14.10 DEBITI V/FORNITORI 28/03 18.20 BANCA X C/C
pagata fattura n. 110 Vox srl emessi a/b saldo fattura n. 110 Vox srl
1 220, 00
Appalto Contratto con cui un’impresa (appaltatore) si assume, con la propria organizzazione e con gestione a proprio rischio, l’incarico di eseguire un’opera o un servizio verso corrispettivo in denaro. In base all’avanzamento dei lavori l’appaltatrice emette e riscuote una fattura per il lavoro svolto.
93 940, 00
1 220, 00 1 220, 00
Invece di acquistare un bene strumentale “finito”, l’impresa può stipulare un contratto di appalto al fine di far costruire a un fornitore il bene desiderato. A tale contratto si ricorre soprattutto per l’esecuzione di grandi lavori quali la costruzione di edifici o impianti. 2. Apporto da parte dei soci in sede di costituzione o di aumento del capitale sociale. Si tratta di conferimenti in natura il cui valore, nelle società di capitali, non può eccedere la valutazione risultante da una relazione di stima redatta da un esperto che, per le società per azioni e le società in accomandita per azioni, è designato dal presidente del tribunale. Ciò al fine di evitare annacquamenti di patrimonio in società che rispondono ai terzi nei limiti del patrimonio aziendale (i soci sono infatti limitatamente responsabili).
7
Modulo
1
Costruzione in economia Self-constructed asset
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
3. Costruzione in economia: tale modalità comporta la temporanea destinazione di parte dei fattori produttivi alla produzione interna dei beni strumentali di cui necessita l’impresa. I beni strumentali possono essere costruiti internamente, senza ricorrere a terze economie, quando: • essi non sono prodotti da altre imprese e perciò è indispensabile attivare processi interni; • la costruzione interna è economicamente conveniente; • sono progettati in proprio per cui è necessario conservare il segreto industriale. La valutazione delle costruzioni in economia è basata sul costo di produzione. Secondo le norme del codice civile il costo di produzione comprende i seguenti elementi: • costi diretti: costi di progettazione, manodopera e materiali impiegati esclusivamente per la realizzazione dei lavori, costi sostenuti per il collaudo e l’installazione del bene ecc.; • costi indiretti: materiali ausiliari e altri costi di produzione, manodopera non imputabile in modo specifico al bene, costi relativi all’ammortamento dei beni strumentali utilizzati nella costruzione, consumi di energia elettrica e di altri servizi utilizzati, costi sostenuti per l’organizzazione, la gestione, il controllo della costruzione ecc.; • oneri finanziari, che possono essere patrimonializzati soltanto se riferibili a finanziamenti ottenuti per la fabbricazione del bene e fino al momento in cui il bene può essere potenzialmente utilizzato nel processo produttivo. A ciascun bene strumentale costruito in economia viene intestata una scheda di lavorazione sulla quale si riportano tutti i costi a esso imputabili. In contabilità generale la rilevazione del valore del bene costruito in economia avviene al termine della fabbricazione, patrimonializzando i costi dei diversi fattori produttivi utilizzati. Se la costruzione interna non è stata ancora ultimata al termine del periodo amministrativo, in sede di scritture di assestamento si patrimonializzano i costi sino a quel momento sostenuti per la costruzione in corso.
Esempio
2 Costruzione in economia
In data 13/09/n1 la Gimar srl inizia la costruzione in economia di un impianto. Al termine dell’esercizio n1 la sua situazione contabile presenta, tra gli altri, i seguenti componenti negativi di reddito: Costi Materie c/acquisti Costi per energia Manutenzioni e riparazioni Salari e stipendi Oneri sociali TFR Ammortamenti Totali
100 700, 1 865, 3 170, 43 640, 17 720, 3 350, 16 055, 186 500,
00 00 00 00 00 00 00 00
di cui per costruzione in economia 7 922, 00 190, 00 265, 00 3 360, 00 1 420, 00 263, 00 1 480, 00 14 900, 00
Il 15/07/n2 si stimano in 22 210 euro i costi sostenuti per ultimare la costruzione dell’impianto. Presentiamo: • le rilevazioni in P.D. relative alle operazioni descritte negli esercizi n1 e n2; • la Situazione patrimoniale e la Situazione economica al 31/12/n1 e al 15/07/n2. Anno n1 31/12 02.30 IMMOBILIZZAZIONI IN CORSO 31/12 20.50 COSTRUZIONI INTERNE
8
impianti in costruzione patrimonializzati costi di costruzione
14 900, 00 14 900, 00
Contabilità generale
Unità
1
Situazione patrimoniale al 31/12/n1 ..........................................
..........., ...., ..........................................
Immobilizzazioni in corso
14 900, 00
..........., ....
Situazione economica al 31/12/n1 ..........., 100 700, 1 865, 3 170, 43 640, 17 720, 3 350, 16 055,
..........................................
Materie c/acquisti Costi per energia Manutenzioni e riparazioni Salari e stipendi Oneri sociali TFR Ammortamenti
...., .......................................... 00 Costruzioni interne 00 00 00 00 00 00
..........., ....,
14 900, 00
Anno n2 15/07 02.02 IMPIANTI E MACCHINARI 15/07 02.30 IMMOBILIZZAZIONI IN CORSO 15/07 20.50 COSTRUZIONI INTERNE
costruzione in economia ultimata costruzione impianti ultimata costruzione impianti
37 110, 00 14 900, 00 22 210, 00
Con questa rilevazione viene aperto in contabilità il conto acceso al bene strumentale pronto a essere utilizzato; il valore in esso contabilizzato è dato dalla somma dei costi sostenuti negli esercizi precedenti (iscritti nel conto Immobilizzazioni in corso) e di quelli rilevati nell’esercizio corrente (iscritti nel conto Costruzioni interne). Situazione patrimoniale al 15/07/n2 .......................................... Impianti e macchinari
..........., ...., 37 110, 00 ..........................................
..........., ....
Situazione economica al 15/07/n2 ..........................................
..........., ...., .......................................... Costruzioni interne
..........., ...., 22 210, 00
Osservazioni 1. Nel corso dell’esercizio l’impresa rileva: • in contabilità generale, per natura, tutti i costi relativi agli acquisti di materiale, al personale dipendente, ai servizi, agli ammortamenti ecc., compresi quelli per la costruzione in economia; • in contabilità gestionale, per destinazione, tutti i costi relativi alla costruzione in economia. Tali costi sono rilevati nella scheda di lavorazione intestata al bene. Al termine dell’esercizio, al fine di determinare correttamente reddito e patrimonio, è necessario patrimonializzare i costi sostenuti per la costruzione in economia (che non sono di competenza perché si riferiscono a beni pluriennali) e rettificare indistintamente i costi d’esercizio. Con queste rilevazioni si ottiene il duplice obiettivo di non far gravare sul reddito d’esercizio costi che non sono di competenza e di iscrivere tra gli elementi attivi del patrimonio il valore delle costruzioni in economia. 2. Il conto Costruzioni interne è un conto economico di reddito acceso alle rettifiche di costi d’esercizio e in bilancio confluisce nel Conto economico nel Valore della produzione alla voce A 4) Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni. Il conto Immobilizzazioni in corso è un conto economico di reddito acceso ai costi pluriennali e in bilancio confluisce nell’attivo dello Stato patrimoniale alla voce B II 5) Immobilizzazioni in corso e acconti. MANUTENZIONI E RIPARAZIONI
Costi di manutenzione Maintenance costs
Per mantenere costante nel tempo la funzionalità dei beni e garantire la continuità dell’attività produttiva è necessario predisporre interventi pianificati di manutenzione. I costi di manutenzione sono sostenuti per conservare in efficienza i beni strumentali, al fine di garantirne la vita utile prevista e preservarne la capacità e la produttività originarie.
9
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
È tuttavia possibile che i beni strumentali subiscano dei guasti. In tal caso l’impresa deve provvedere alla riparazione degli stessi sostenendo ulteriori costi, che non possono essere pianificati.
Costi di riparazione Repair costs
I costi di riparazione sono sostenuti per porre riparo a guasti e rotture dei beni strumentali. Le operazioni di manutenzione e riparazione possono essere eseguite in economia o ricorrendo a imprese specializzate. Inoltre, alcuni beni strumentali richiedono interventi di manutenzione regolari, da effettuarsi a intervalli di tempo distanziati di alcuni anni ossia con ciclicità pluriennale (per esempio disincrostazione, pulitura, verniciatura ecc.), che originano costi elevati. In questo caso, la competenza economica del costo per manutenzione riguarda tutti gli esercizi in cui il bene viene utilizzato. In sede di scritture di assestamento è quindi necessario stimare il costo totale dei lavori di manutenzione programmata e suddividerlo così da provvedere in ogni esercizio agli opportuni accantonamenti in un apposito fondo oneri (il Fondo manutenzioni programmate).
FONDO MANUTENZIONI PROGRAMMATE
AMMODERNAMENTI E AMPLIAMENTI
Costi incrementativi Increasing costs
REVERSE CHARGE PER GLI EDIFICI
Ogni qualvolta l’intervento eseguito modifichi sostanzialmente le caratteristiche del bene, i costi devono essere considerati di natura pluriennale e quindi vanno patrimonializzati. Tali operazioni riguardano l’ampliamento, l’ammodernamento, il miglioramento degli elementi strutturali di un’immobilizzazione, incluse le modifiche e le ristrutturazioni effettuate per aumentare in modo significativo e tangibile la capacità produttiva, la sicurezza o la vita utile del bene. I costi sostenuti per queste operazioni sono genericamente indicati come costi incrementativi (talvolta detti “costi di manutenzione straordinaria”). Anche per tali operazioni l’impresa può scegliere tra due alternative: l’appalto a terzi e l’esecuzione in economia. Alcune tipologie di interventi di manutenzione, riparazione, ammodernamento, ristrutturazione fatti eseguire da imprese esterne sono soggetti al meccanismo di assolvimento dell’IVA mediante inversione contabile (cosiddetto reverse charge). Per semplicità, in questo volume considereremo sempre ipotesi di applicazione del regime IVA ordinario.
reverse charge
Reverse charge Meccanismo fiscale in base al quale, per talune cessioni di beni e prestazioni di servizi identificate dal legislatore, si ha l’inversione contabile del soggetto debitore dell’IVA. Di conseguenza, gli obblighi formali e sostanziali per l’applicazione dell’imposta sono a carico dell’impresa acquirente anziché dell’impresa venditrice: l’impresa venditrice emette fattura senza addebitare l’IVA e l’impresa acquirente la integra con l’IVA e la registra sia nel Registro delle fatture d’acquisto sia nel Registro delle fatture di vendita.
Esempio
3 Manutenzioni, riparazioni, patrimonializzazione di costi incrementativi
L’impresa industriale Omega srl ha incaricato la Luca Ridolfi & C. snc di eseguire una serie di interventi programmati di manutenzione e, all’occorrenza, procedere alla riparazione dei propri impianti industriali; il contratto prevede il pagamento di canoni trimestrali posticipati di 1 800 euro + IVA. La Omega srl riceve la fattura relativa al primo canone in data 5/04. Inoltre, per incrementare la capacità produttiva di un sito industriale, procede alla sostituzione di alcune parti di un impianto acquistato anni prima a 45 000 euro. A tal fine si avvale di una squadra di tecnici interni e acquista in data 25/09, dal fornitore Plank spa, le parti necessarie al costo di 16 000 euro + IVA. I costi per manodopera, ammortamenti, materiali interni ecc. ammontano a 7 700 euro; i lavori si concludono il 31/10. Infine, un impianto richiede ogni tre anni un intervento di pulitura e disincrostazione a cura del fornitore Sigma spa, il cui costo è stimato in 24 000 euro; al 31/12 si esegue la relativa scrittura di integrazione.
10
Contabilità generale
Unità
1
Presentiamo: • le scritture in P.D.; • il conto di mastro Impianti e macchinari. 05/04 31.11 MANUTENZIONI E RIPARAZIONI 05/04 06.01 IVA NS/CREDITO 05/04 14.10 DEBITI V/FORNITORI
canone manutenzione 1° trimestre IVA 22% fattura n. 38 Ridolfi & C. snc
25/09 02.02 IMPIANTI E MACCHINARI 25/09 06.01 IVA NS/CREDITO 25/09 14.10 DEBITI V/FORNITORI
acquisto parti componenti IVA 22% fattura n. 181 Plank spa
31/10 02.02 IMPIANTI E MACCHINARI 31/10 20.50 COSTRUZIONI INTERNE
costi incremento capacità produttiva patrimonializzati costi
31/12 38.11 ACC. PER MANUT. PROGRAMM. quota manutenzioni future 31/12 11.11 FONDO MANUT. PROGRAMMATE quota manutenzioni future
1 800, 00 396, 00 2 196, 00 16 000, 00 3 520, 00 19 520, 00 7 700, 00 7 700, 00 8 000, 00 8 000, 00
La rilevazione delle fatture emesse dalla Luca Ridolfi & C. snc che effettua le manutenzioni si ripete al termine di ciascun trimestre. IMPIANTI E MACCHINARI ….............. 25/09/n 31/10/n
45 000, 16 000, 7 700, 68 700,
00 00 00 00
Osserviamo che il costo della manutenzione pluriennale programmata è ripartito sui tre esercizi interessati. Nel primo e nel secondo esercizio si rileva l’accantonamento al fondo oneri, mentre nel terzo esercizio, in cui l’intervento sarà eseguito, il Fondo manutenzioni programmate sarà utilizzato e sul risultato economico inciderà la differenza tra il costo effettivamente sostenuto e il totale degli accantonamenti effettuati nei due esercizi precedenti. Ipotizzando che il 12/03/n3 si riceva dalla Sigma spa una fattura di 26 000 euro + IVA per l’intervento di pulitura e disincrostazione, la scrittura in P.D. sarà: 12/03 12/03 12/03 12/03
11.11 31.11 06.01 14.10
DISMISSIONE
FONDO MANUT. PROGRAMMATE MANUTENZIONI E RIPARAZIONI IVA NS/CREDITO DEBITI V/FORNITORI
utilizzo fondo manutenzione di competenza IVA 22% fattura n. 55 Sigma spa
16 000, 00 10 000, 00 5 720, 00 31 720, 00
La dismissione di un bene strumentale consiste nella sua estromissione dal processo produttivo aziendale.
Dismissione Disposal
Alienazione Alienation/Sale
La dismissione si verifica, in ipotesi di normale funzionamento dell’impresa, quando i beni pluriennali cessano di dare utilità. Essa rientra pertanto in un processo di regolare sostituzione e rinnovamento dei beni, che permette all’impresa di mantenere inalterate le caratteristiche tecniche e strutturali dell’offerta alla clientela e di adeguarsi al processo di avanzamento tecnologico. I beni pluriennali (strumentali e non) distolti dall’attività dell’impresa possono essere ceduti a terzi (dismissione per alienazione), eliminati e distrutti (dismissione per eliminazione), assegnati ai soci o ceduti gratuitamente. cessione
volontaria DISMISSIONE PER ELIMINAZIONE (demolizione)
DISMISSIONE PER ALIENAZIONE permuta
involontaria
11
Modulo Plusvalenza Capital Gain
Minusvalenza
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Prima di procedere alla rilevazione della dismissione, è necessario contabilizzare la quota di ammortamento relativa al periodo che intercorre fra l’inizio dell’esercizio e la data della dismissione. A seconda dei casi, la dismissione delle immobilizzazioni può generare componenti di reddito positivi o negativi, ordinari o straordinari.
Capital loss
OPERAZIONI DI GESTIONE • Cessione di beni strumentali a causa del deperimento economico-tecnico, secondo il previsto piano di sostituzione, aventi scarso peso rispetto alla totalità dei beni strumentali utilizzati. • Eliminazioni volontarie al termine della vita utile del bene strumentale.
• Cessione di beni strumentali a seguito di operazioni di ristrutturazione o riconversione, aventi notevole rilevanza rispetto alla totalità dei beni strumentali utilizzati. • Cessione di beni non strumentali facenti parte del patrimonio accessorio (per esempio fabbricati non strumentali). • Eliminazioni estranee all’attività ordinaria, involontarie (a seguito di eventi catastrofici, furti, rapine).
GESTIONE ACCESSORIA (con la gestione caratteristica e la gestione finanziaria fa parte della gestione ordinaria)
GESTIONE STRAORDINARIA
Poiché lo schema del Conto economico previsto dal codice civile (art. 2425) non contiene voci specifiche in cui iscrivere i proventi e gli oneri straordinari, questi componenti di reddito vengono iscritti rispettivamente nelle voci A 5 Altri proventi e B 14 Oneri diversi di gestione.
Esempio
4 Cessione di beni strumentali e non strumentali
La Ser. Brem. spa compie le seguenti operazioni di gestione su beni strumentali: 4/01: cede due macchine d’ufficio obsolete al prezzo di 50 euro + IVA cadauna. Una di esse, del costo originario di 4 000 euro, è interamente ammortizzata, l’altra, del costo storico di 5 900 euro, risulta ammortizzata per il 90%; regolamento in contanti; 12/03: acquista presso l’Autosalone Carplus un furgone a 24 000 euro + IVA contro ritiro a 1 080 euro + IVA di un’autovettura usata del costo storico di 16 230 euro, già ammortizzata per il 90% e soggetta a coefficiente di ammortamento del 20%; il saldo della permuta è regolato con bonifico bancario (commissione 4 euro); 4/11: al fine di realizzare liquidità per procedere a ingenti investimenti all’inizio del periodo successivo, vende un fabbricato non strumentale a uso abitativo, in precedenza acquistato a 360 000 euro (di cui 251 000 euro costituiscono il valore dell’edificio) e ammortizzato per il 30% nella misura del 3% annuo, ottenendo un ricavo di eliminazione di 400 000 euro (esente IVA), come da fattura n. 271 sulla Poli srl. Presentiamo le scritture in P.D. Operazione del 4/01 Poiché la cessione delle due macchine d’ufficio avviene nei primi giorni dell’anno, non calcoliamo alcuna quota di ammortamento di competenza dell’esercizio in cui avviene la dismissione. Tale semplificazione è ammessa in quanto l’ammontare del Fondo ammortamento non si discosta significativamente da quanto si otterrebbe accantonando un’ultima quota di ammortamento calcolata per soli tre giorni. La cessione della macchina d’ufficio interamente ammortizzata determina una plusvalenza di importo uguale al valore di realizzo di 50 euro; per l’altra macchina d’ufficio i calcoli sono i seguenti: prezzo di vendita (ricavo di realizzo) costo originario fondo ammortamento (5 900 × 90%) valore contabile minusvalenza ordinaria
12
euro – euro
euro
50,00
– euro – euro
590,00 540,00
5 900,00 5 310,00
Unità
Contabilità generale
1
Operazione del 12/03 Dall’1/01 al 12/03 escluso: 70 giorni euro =
16 230 × 20 × 70 100 × 365
= euro 622,52
quota ammortamento dall’1/01 al 12/03 (escluso)
prezzo di vendita (ricavo di realizzo) costo originario fondo ammortamento (16 230 × 90% + 622,52) valore contabile plusvalenza ordinaria
euro – euro
euro
1 080,00
– euro euro
1 000,48 79,52
16 230,00 15 229,52
A saldo dell’operazione di permuta, la Ser. Brem. spa deve effettuare un pagamento a favore dell’Autosalone Carplus di euro (29 280,00 – 1 317,60) = euro 27 962,40. Operazione del 4/11 La vendita di beni non strumentali (come gli immobili a uso abitativo) rappresenta un’operazione di carattere straordinario che dà luogo a componenti straordinari di reddito. Di solito l’impresa procede a tali operazioni quando intravede l’opportunità di realizzare un elevato ricavo di eliminazione o necessita di liquidità per effettuare altri investimenti: per questo motivo è frequente l’originarsi di plusvalenze, come nel presente caso. Avremo: dall’1/01 al 4/11 escluso: 307 giorni euro
251 000 × 3 × 307 = euro 6 333,45 100 × 365
quota ammortamento dall’1/01 al 4/11 (escluso)
ricavo di realizzo costo originario fondo ammortamento (251 000 × 30% + 6 333,45) valore contabile plusvalenza straordinaria
euro – euro
euro
400 000,00
– euro euro
278 366,55 121 633,45
360 000,00 81 633,45
Rilevazioni sul giornale in P.D. 04/01 04/01
02.15 FONDO AMM.TO MACCHINE D’UFF. giro al conto di riferimento 02.05 MACCHINE D’UFFICIO giro del fondo ammortamento
4 000, 00
04/01 04/01
02.15 FONDO AMM.TO MACCHINE D’UFF. giro al conto di riferimento 02.05 MACCHINE D’UFFICIO giro del fondo ammortamento
5 310, 00
04/01 04/01 04/01
05.02 CREDITI COMMERCIALI DIVERSI 02.05 MACCHINE D’UFFICIO 15.01 IVA NS/DEBITO
emessa fattura n. 10 cessione macchine ufficio IVA 22% su vendite
04/01 04/01
02.05 MACCHINE D’UFFICIO 21.20 PLUSVALENZE ORDINARIE
plusvalenza su macchine ufficio plusvalenza su macchine ufficio
50, 00
04/01 04/01
39.20 MINUSVALENZE ORDINARIE 02.05 MACCHINE D’UFFICIO
minusvalenza su macch. ufficio minusvalenza su macch. ufficio
540, 00
04/01 04/01
08.30 DENARO IN CASSA 05.02 CREDITI COMMERCIALI DIVERSI
riscossione in contanti riscossione fattura n. 10
122, 00
12/03 12/03 12/03
02.07 AUTOMEZZI 06.01 IVA NS/CREDITO 14.10 DEBITI V/FORNITORI
acquisto furgone IVA 22% su acquisti fattura n. 131 di Carplus
24 000, 00 5 280, 00
4 000, 00 5 310, 00 122, 00 100, 00 22, 00 50, 00 540, 00 122, 00
29 280, 00
13
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
12/03 12/03
35.07 AMMORTAMENTO AUTOMEZZI 02.17 FONDO AMM.TO AUTOMEZZI
quota dall’1/01 al 12/03 (escluso) quota dall’1/01 al 12/03 (escluso)
12/03 12/03
02.17 FONDO AMM.TO AUTOMEZZI 02.07 AUTOMEZZI
giro al conto di riferimento giro del fondo ammortamento
12/03 12/03 12/03
05.02 CREDITI COMMERCIALI DIVERSI 02.07 AUTOMEZZI 15.01 IVA NS/DEBITO
emessa fattura n. 99 su Carplus cessione autovettura usata IVA 22% su vendite
12/03 12/03
02.07 AUTOMEZZI 21.20 PLUSVALENZE ORDINARIE
plusvalenza su autovettura plusvalenza su autovettura
79, 52
12/03 12/03 12/03
14.10 DEBITI V/FORNITORI 05.02 CREDITI COMMERCIALI DIVERSI 18.20 BANCA X C/C
saldo fattura Carplus riscossa fattura n. 99 addebito bonifico bancario
29 280, 00
12/03 12/03
31.14 COMMISSIONI BANCARIE 18.20 BANCA X C/C
commissione bonifico addebito in c/c
04/11 04/11
35.01 AMMORTAMENTO FABBRICATI 02.11 FONDO AMM.TO FABBRICATI
quota 3% dall’1/01 al 4/11 quota 3% dall’1/01 al 4/11
04/11 04/11
02.11 FONDO AMM.TO FABBRICATI 02.01 TERRENI E FABBRICATI
giro al conto di riferimento giro del fondo ammortamento
04/11 04/11
05.02 CREDITI COMMERCIALI DIVERSI 02.01 TERRENI E FABBRICATI
fattura vendita (esente IVA) cessione fabbricato civile
400 000, 00
04/11 04/11
02.01 TERRENI E FABBRICATI 21.21 PLUSVALENZE STRAORDINARIE
plusvalenza su fabbricati civili plusvalenza su fabbricati civili
121 633, 45
Esempio
622, 52 622, 52 15 229, 52 15 229, 52 1 317, 60 1 080, 00 237, 60 79, 52 1 317, 60 27 962, 40 4, 00 4, 00 6 333, 45 6 333, 45 81 633, 45 81 633, 45 400 000, 00 121 633, 45
5 Dismissione per eliminazione
In data 20/09, a causa dell’incendio di un’ala del magazzino, risultano distrutte attrezzature industriali del costo originario di 25 000 euro, già ammortizzate per il 60% al coefficiente del 15% annuo. Il 15/03 dell’esercizio successivo l’impresa riceve un assegno bancario di 3 900 euro a titolo di risarcimento dalla compagnia assicuratrice presso la quale ha in corso una polizza contro i rischi di furto e incendio. Dovendo procedere al rinnovo dell’infrastruttura del magazzino, in data 1/10 elimina vecchie attrezzature del costo storico di 20 000 euro, che a inizio anno risultano già ammortizzate per l’85%. Poiché l’usato non ha mercato, si procede alla distruzione. Presentiamo le scritture in P.D. Operazione del 20/09 Dall’1/01 al 20/09 escluso: 262 giorni euro
25 000 × 15 × 262 = euro 2 691,78 100 × 365
quota ammortamento dall’1/01 al 20/09 (escluso)
costo originario fondo ammortamento (25 000 × 60% + 2 691,78) insussistenza passiva straordinaria
euro
25 000,00
– euro
17 691,78
euro
7 308,22
Operazione dell’1/10 Dall’1/01 all’1/10 escluso: 273 giorni euro
14
20 000 × 15 × 273 = euro 2 243,84 100 × 365
quota ammortamento dall’1/01 all’1/10 (escluso)
Contabilità generale
costo originario fondo ammortamento (20 000 × 85% + 2 243,84) insussistenza passiva ordinaria
euro
20 000,00
– euro
19 243,84
euro
756,16
20/09 20/09
35.03 AMM.TO ATTREZZ. INDUSTRIALI 02.13 F.DO AMM.TO ATTREZZ. INDUSTR.
quota 15% dall’1/01 al 20/09 quota 15% dall’1/01 al 20/09
20/09 20/09
02.13 F.DO AMM.TO ATTREZZ. INDUSTR. 02.03 ATTREZZATURE INDUSTRIALI
giro al conto di riferimento giro del fondo ammortamento
17 691, 78
20/09 20/09
39.33 INSUSSISTENZE PASS. STRAORD. 02.03 ATTREZZATURE INDUSTRIALI
insussistenza su attrezzature insussistenza valore residuo
7 308, 22
01/10 01/10
35.03 AMM.TO ATTREZZ. INDUSTRIALI 02.13 F.DO AMM.TO ATTREZZ. INDUSTR.
quota 15% dall’1/01 all’1/10 quota 15% dall’1/01 all’1/10
2 243, 84
01/10 01/10
02.13 F.DO AMM.TO ATTREZZ. INDUSTR. 02.03 ATTREZZATURE INDUSTRIALI
giro al conto di riferimento giro del fondo ammortamento
19 243, 84
01/10 01/10
39.32 INSUSSISTENZE PASS. ORDINARIE insussistenza su attrezzature 02.03 ATTREZZATURE INDUSTRIALI insussistenza valore residuo
756, 16
15/03 15/03
08.20 ASSEGNI 21.31 SOPPRAVV. ATTIVE STRAORD.
rimborso assicurativo rimborso assicurativo
Unità
1
2 691, 78 2 691, 78 17 691, 78 7 308, 22 2 243, 84 19 243, 84 756, 16 3 900, 00 3 900, 00
Per fronteggiare i danni derivanti da eventi dannosi (allagamenti, furti, incendi, virus informatici, guasti agli impianti ecc.) l’impresa, oltre a un’accurata attività di prevenzione (consistente per esempio nell’installazione di attrezzature antincendio, antifurto, antintrusione), può avvalersi di forme di assicurazione interna mediante accantonamenti ad appositi fondi rischi oppure può ottenere – come nell’esempio presentato – una copertura assicurativa stipulando polizze con le compagnie di assicurazione.
05
La locazione e il leasing finanziario Qualora l’impresa non ritenga conveniente acquisire la proprietà delle immobilizzazioni materiali, può ottenerne la disponibilità stipulando contratti di locazione, di leasing e di noleggio, che le consentono il godimento di beni di terzi.
LOCAZIONE
LEASING FINANZIARIO
(L. 124/2017) Locazione Lease
Leasing finanziario Financial lease
Il contratto di locazione (affitto) consente all’impresa l’uso di beni a utilità pluriennale, in prevalenza beni immobili (magazzini, capannoni, locali per uffici), contro pagamento di canoni periodici (fitti passivi) e versamento di una cauzione iniziale. Se il locatore è titolare di partita IVA, canoni d’affitto e cauzioni vengono fatturati. La locazione finanziaria (o leasing finanziario) è il contratto con il quale una banca o un intermediario finanziario (società di leasing) si obbliga ad acquistare o a far costruire un bene su scelta e secondo le indicazioni dell’utilizzatore, che ne assume tutti i rischi, e lo fa mettere a disposizione per un dato tempo verso un determinato corrispettivo che tiene conto del prezzo di acquisto o di costruzione e della durata del contratto. Alla scadenza del contratto, l’utilizzatore ha diritto di acquistare la proprietà del bene a un prezzo prestabilito (prezzo di riscatto) ovvero, in caso di mancato esercizio del diritto, l’obbligo di restituirlo. Si tratta di un contratto di natura finanziaria.
15
Modulo Contratto Contract
Canone Rent
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Nel contratto di leasing finanziario intervengono quindi tre soggetti: ♦ il produttore di beni strumentali; ♦ la società di leasing (locatore), che acquista il bene dal produttore e lo dà in locazione all’utilizzatore; ♦ l’utilizzatore del bene (conduttore o locatario), che è tenuto a versare i relativi canoni con possibilità di riscattare il bene stesso, ossia di acquistarlo al termine della locazione al prezzo convenuto (prezzo di riscatto), generalmente molto basso. Il contratto di leasing finanziario può avere a oggetto sia beni materiali sia beni immateriali (per esempio software). Con il leasing finanziario l’impresa non diventa proprietaria del bene strumentale che prende in locazione, ma ha il vantaggio di utilizzarlo senza dover sostenere un ingente esborso finanziario qual è quello richiesto in caso di acquisto con pagamento immediato. Nella locazione finanziaria l’impresa deve, infatti, far fronte ai seguenti esborsi: ♦ un versamento iniziale – chiamato maxicanone iniziale – di una certa consistenza (fino al 25% del valore del bene); ♦ il versamento di canoni periodici; ♦ il pagamento del prezzo di riscatto, nel caso scelga di acquistare il bene al termine del contratto.
RILEVAZIONI CONTABILI
Il leasing finanziario è rilevato in P.D. in base al metodo patrimoniale. Secondo tale metodo, i beni presi in locazione finanziaria, non essendo di proprietà dell’impresa, non fanno giuridicamente parte del suo patrimonio e, pertanto, non compaiono tra gli elementi attivi dello Stato patrimoniale. Tuttavia, per un controllo interno sui beni a disposizione dell’impresa nello svolgimento della propria attività e sugli obblighi finanziari che l’azienda stessa ha assunto verso terzi, è opportuno che l’impegno per i canoni di leasing da versare risulti da specifiche annotazioni. Alla stipulazione del contratto, quindi, l’impresa rileva nel sistema degli impegni l’impegno per i canoni di leasing da pagare risultante dalla somma di tutti i canoni dovuti. Al termine dell’esercizio l’importo complessivo degli impegni non risultanti dallo Stato patrimoniale deve essere esposto nella Nota integrativa. La conoscenza di tali impegni può infatti risultare utile per valutare la situazione aziendale. I canoni vengono corrisposti anticipatamente rispetto alla periodicità indicata in contratto; pertanto, se un canone matura a cavallo di due esercizi, in sede di scritture di assestamento è necessario stornare la quota di costo già rilevata che non è di competenza economica facendo ricorso alla tecnica dei risconti contabili. Se il contratto prevede la corresponsione di un maxicanone iniziale, questo non è interamente di competenza dell’esercizio in cui viene fatturato, ma va ripartito tenendo conto della durata del contratto. Il costo di competenza economica di ciascun mese si determina dividendo il totale dei canoni previsti dal contratto di leasing (escluso quindi il prezzo di riscatto) per i mesi di durata del contratto. Canoni e maxicanone sono soggetti alla stessa aliquota IVA che grava sulle cessioni del bene locato. Se al termine del contratto di locazione finanziaria l’impresa utilizzatrice intende acquisire la proprietà del bene locato, esercita la facoltà di riscatto pagando il prezzo pattuito. Da quel momento il bene entra a far parte degli elementi attivi del patrimonio e figura tra le immobilizzazioni, materiali o immateriali, al costo risultante dalla fattura d’acquisto.
16
Contabilità generale
Unità
1
Esempio Contratto di leasing finanziario In data 1/10/n1 l’impresa industriale Porrini & C. srl stipula con la Leasingart spa un contratto di leasing finanziario per un’attrezzatura industriale alle seguenti condizioni: • versamento iniziale (maxicanone): 7 500 euro; • n. 15 canoni bimestrali: 2 500 euro ciascuno, a partire dalla data 1/12/n1; • prezzo di riscatto: 1 000 euro; • pagamenti a mezzo banca. Presentiamo: a) la rappresentazione grafica del contratto; b) il calcolo del canone mensile di competenza; c) i conti di mastro Canoni leasing degli esercizi interessati dall’operazione; d) le rilevazioni sul giornale in P.D. alle date 1/10, 1/12 e 31/12 dell’anno n1, 1/01 e 31/12 degli anni n2 e n3; e) la rilevazione sul giornale in P.D. alla data 1/06/n4, nell’ipotesi che l’azienda opti per il riscatto del bene.
15° canone
scadenza contratto
01/04/n4
01/06/n4
01/02/n4
01/12/n3 31/12/n3
01/10/n3
01/08/n3
01/06/n3
01/04/n3
01/02/n3
01/12/n2 31/12/n2
01/10/n2
01/08/n2
01/06/n2
01/04/n2
1° canone 01/12/n1 31/12/n1
01/02/n2
stipulazione contratto 01/10/n1
Durata del contratto di leasing finanziario
Calcolo del canone medio mensile di competenza Il contratto ha una durata di 32 mesi (dall’1/10/n1 all’1/06/n4) e comporta il pagamento di un maxicanone iniziale di 7 500 euro e di successivi 15 canoni bimestrali uguali, per un totale di euro: maxicanone iniziale
euro
7 500,00
canoni bimestrali (2 500 × 15)
euro
37 500,00
totale
euro
45 000,00
Poiché la competenza del costo si calcola attribuendo a ciascun mese un importo corrispondente alla somma dei canoni diviso il numero dei mesi di durata contrattuale, lo sfasamento tra la manifestazione finanziaria dei pagamenti e la competenza economica dei canoni di leasing va corretto tenendo conto del canone medio mensile, così calcolato: totale canoni 45 000 = = euro 1 406,25 totale mesi 32
canone medio mensile di competenza
Tenuto conto che: a) nell’esercizio n1 sono stati rilevati e pagati i seguenti costi per canoni di leasing: maxicanone versato in data 1/10
euro
7 500,00
canone versato in data 1/12
euro
2 500,00
totale canoni di leasing pagati
euro
10 000,00
b) all’esercizio n1 devono essere imputati costi per canoni di leasing relativi al periodo 1/10-31/12, per un totale di tre mesi, pari a euro (1 406,25 × 3) = euro 4 218,75;
17
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
avremo che – al 31/12/n1 – è necessario sospendere, attraverso la tecnica dei risconti, la parte di costi sostenuti che non è di competenza dell’esercizio per un importo pari a: euro (10 000,00 – 4 218,75) = euro 5 781,25
risconto attivo dell’anno n1
Conti di mastro I conti di mastro Canoni leasing si presentano, negli esercizi interessati dall’operazione, come segue: CANONI LEASING anno n2
CANONI LEASING anno n1 7 500, 00 2 500, 00 10 000, 00
5 781, 25 4 218, 75 s 10 000, 00
5 781, 25 2 500, 00 00 2 500, 00 2 500, 00 2 500, 00 2 500, 00 20 781, 25
3 906, 25 16 875, 00 s
20 781, 25
CANONI LEASING anno n3 3 906, 2 500, 2 500, 2 500, 2 500, 2 500, 2 500, 18 906,
25 00 00 00 00 00 00 25
2 031, 25 16 875, 00 s
CANONI LEASING anno n4 2 031, 2 500, 2 500, 7 031,
18 906, 25
25 00 00 25
7 031, 25 s
7 031, 25
Osserviamo che: • nell’esercizio n2 compaiono in Dare lo storno del risconto attivo iniziale di 5 781,25 euro e i sei canoni bimestrali da 2 500 euro ciascuno. Poiché i costi di competenza ammontano a euro (1 406,25 × 12) = euro 16 875, a fine esercizio è necessario sospendere costi per euro (20 781,25 – 16 875,00) = euro 3 906,25. Tale importo rappresenta il risconto attivo dell’anno n2; • nell’esercizio n3 compaiono in Dare il risconto attivo iniziale di 3 906,25 euro e i sei canoni bimestrali. Poiché i costi di competenza ammontano ancora a euro (1 406,25 × 12) = euro 16 875, a fine esercizio è necessario sospendere costi per euro (18 906,25 – 16 875,00) = euro 2 031,25. Tale importo rappresenta il risconto attivo dell’anno n3; • nell’esercizio n4 compaiono in Dare il risconto attivo iniziale di euro 2 031,25 e i due canoni bimestrali residui; il totale corrisponde ai canoni di leasing di competenza dell’esercizio. Infatti: euro (1 406,25 × 5) = euro 7 031,25. Rilevazione sul giornale in P.D. Anno n1
18
01/10 19.18 IMPEGNI PER BENI IN LEASING 01/10 19.19 CREDITORI C/LEASING
impegno per canoni impegno per canoni
37 500, 00
01/10 32.02 CANONI DI LEASING 01/10 06.01 IVA NS/CREDITO 01/10 14.10 DEBITI V/FORNITORI
maxicanone leasing IVA 22% su maxicanone fattura n. 123 Leasingart spa
7 500, 00 1 650, 00
01/10 14.10 DEBITI V/FORNITORI 01/10 18.20 BANCA X C/C
estinta fatt. n. 123 Leasingart spa addebito c/c bancario
9 150, 00
01/12 32.02 CANONI DI LEASING 01/12 06.01 IVA NS/CREDITO 01/12 14.10 DEBITI V/FORNITORI
canone leasing bimestrale IVA 22% su canone fattura n. 191 Leasingart spa
2 500, 00 550, 00
37 500, 00
9 150, 00 9 150, 00
3 050, 00
Contabilità generale
01/12 14.10 DEBITI V/FORNITORI 01/12 18.20 BANCA X C/C
estinta fattura n. 191 Leasingart spa addebito c/c bancario
3 050, 00
01/12 19.19 CREDITORI C/LEASING 01/12 19.18 IMPEGNI PER BENI IN LEASING
storno per canone pagato storno per canone pagato
2 500, 00
31/12 09.02 RISCONTI ATTIVI 31/12 32.02 CANONI DI LEASING
sospesi canoni leasing canoni non di competenza
5 781, 25
Unità
1
3 050, 00 2 500, 00 5 781, 25
Anno n2 01/01 32.02 CANONI DI LEASING 01/01 09.02 RISCONTI ATTIVI
giro di risconti iniziali giro di risconti iniziali
5 781, 25 5 781, 25
Dopo il giro del risconto iniziale, seguono le rilevazioni riguardanti il ricevimento e il pagamento delle sei fatture bimestrali e il conseguente storno dell’impegno per canoni da pagare. Al 31/12/n2, in sede di scritture di assestamento, si rileva il risconto per costi non di competenza da sospendere. Tale risconto verrà girato al conto Canoni leasing in sede di riapertura dei conti l’anno successivo, e così via, come indicato nelle rilevazioni riportate. 31/12 09.02 RISCONTI ATTIVI 31/12 32.02 CANONI DI LEASING
sospesi canoni leasing canoni non di competenza
3 906, 25
01/01 32.02 CANONI DI LEASING 01/01 09.02 RISCONTI ATTIVI
giro di risconti iniziali giro di risconti iniziali
3 906, 25
31/12 09.02 RISCONTI ATTIVI 31/12 32.02 CANONI DI LEASING
sospesi canoni leasing canoni non di competenza
2 031, 25
giro di risconti iniziali giro a canoni leasing
2 031, 25
3 906, 25
Anno n3 3 906, 25
2 031, 25
Anno n4 01/01 32.02 CANONI DI LEASING 01/01 09.02 RISCONTI ATTIVI
2 031, 25
Alla scadenza del contratto (1/06/n4), l’impresa opta per il riscatto del bene strumentale; paga pertanto il prezzo convenuto ricevendo fattura dalla società di leasing. A partire da questa data l’attrezzatura entra a far parte del patrimonio aziendale per un importo pari al costo di acquisizione e partecipa alla determinazione del risultato economico d’esercizio attraverso le quote annue di ammortamento. 01/06 02.03 ATTREZZATURE INDUSTRIALI 01/06 06.01 IVA NS/CREDITO 01/06 14.10 DEBITI V/FORNITORI
prezzo di riscatto IVA 22% sul prezzo di riscatto fattura n. 89 Leasingart spa
1 000, 00 220, 00
01/06 14.10 DEBITI V/FORNITORI 01/06 18.20 BANCA X C/C
estinta fattura n. 89 Leasingart spa addebito in c/c
1 220, 00
1 220, 00 1 220, 00
Osservazioni 1. Il conto Canoni di leasing è un conto economico di reddito acceso ai costi d’esercizio e affluisce, nel Conto economico di bilancio, alla voce B 8) Costi per godimento di beni di terzi; Il conto Impegni per beni in leasing accoglie in Dare l’impegno assunto; il conto Creditori c/leasing accoglie in Avere il soggetto nei confronti del quale l’impegno è stato assunto. Tale impegno viene stornato ogni volta che, ricevuta la fattura relativa ai singoli canoni, l’impresa procede al pagamento. 2. Le scritture relative al leasing finanziario sono state redatte secondo il metodo patrimoniale. Nella Nota integrativa del bilancio in forma ordinaria (art. 2427 c. 1 n. 22 c.c.) devono invece essere forniti, elaborandoli extracontabilmente, i valori che si avrebbero nell’ipotesi in cui i contratti di leasing finanziario fossero rilevati secondo il metodo finanziario.
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Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
In base al metodo finanziario, che fa pravalere la sostanza dell’operazione rispetto alla forma del contratto, l’operazione di leasing finanziario è contabilizzata come un acquisto del bene con conseguente ammortamento del relativo costo, accompagnato dalla rilevazione del debito verso la società di leasing e degli oneri finanziari di competenza impliciti nei canoni periodici. NOLEGGIO Noleggio Hire
Il contratto di noleggio ha trovato diffusione soprattutto per la gestione delle autovetture aziendali. Al pari del contratto di locazione, nel contratto di noleggio sono presenti: ♦ il locatore (noleggiatore), che consegna il bene all’utilizzatore e ha l’obbligo di mantenerlo idoneo all’uso per cui è locato; ♦ il conduttore (utilizzatore), che prende in consegna il bene e può goderne per l’uso stabilito nel contratto, dietro pagamento di un canone e per un tempo pattuito. Il noleggio può essere a breve termine (durata generalmente non superiore a 30 giorni) o a lungo termine (long renting). I contratti a lungo termine hanno spesso modalità full service in quanto prevedono, oltre alla locazione, la fornitura di una serie di servizi quali la manutenzione del veicolo (tagliandi, pneumatici ecc.), l’assicurazione, la sostituzione in caso di guasto, il soccorso stradale.
06
Le immobilizzazioni finanziarie Le immobilizzazioni finanziarie riguardano i crediti di origine finanziaria, gli investimenti durevoli effettuati in partecipazioni e in altri titoli, gli strumenti finanziari derivati attivi.
Strumenti finanziari Uno strumento finanziario è un qualsiasi contratto che dà origine a un’attività finanziaria per una controparte e a una passività finanziaria o a uno strumento rappresentativo del capitale per l’altra controparte. Esempi: moneta, cambiali, obbligazioni, azioni ecc. In base agli IAS/IFRS, uno strumento finanziario derivato è uno strumento finanziario o un contratto che presenta particolari caratteristiche fra cui: • il suo valore cambia in relazione ai mutamenti di valore di variabili quali per esempio un tasso d’interesse, il prezzo di uno strumento finanziario o di una merce, il tasso di cambio di una valuta estera; • è regolato a una data futura. Ne sono esempi i futures e le options. ATTUALIZZAZIONE E COSTO AMMORTIZZATO
ammortizzato Amortised cost method
ART. 2426 C. 1 C.C. n. 1) n. 8) n. 7)
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Dal 2016 il legislatore ha introdotto nel codice civile alcune nuove regole contabili sul modello dei principi contabili internazionali. Tali regole sono interpretate e integrate dai principi contabili nazionali. In particolare, in applicazione del principio della prevalenza della sostanza economica sulla forma, per alcune voci di bilancio, fra cui alcune tipologie di immobilizzazioni finanziarie, sono stati introdotti il procedimento dell’attualizzazione e il criterio del costo ammortizzato. CRITERI DI VALUTAZIONE […] le immobilizzazioni rappresentate da titoli sono rilevate in bilancio con il criterio del costo ammortizzato, ove applicabile i crediti e i debiti sono rilevati in bilancio secondo il criterio del costo ammortizzato, tenendo conto del fattore temporale […] il disaggio e l’aggio su prestiti sono rilevati secondo il criterio stabilito dal n. 8)
Contabilità generale
CREDITI
A Procedimento della matematica finanziaria che consente, mediante l’applicazione di un tasso di sconto, di determinare il valore alla data d’inizio di un’operazione (valore attuale) di flussi finanziari che saranno incassati o pagati in date future. Per calcolare il valore attuale si utilizza il tasso d’interesse di mercato.
Costi di transazione Si tratta di costi pagati a soggetti diversi rispetto alla controparte del contratto, che non sarebbero stati sostenuti se l’impresa non a v e ss e a c q u i s i t o , emesso o dismesso lo strumento finanziario oggetto di valutazione.
Costo ammortizzato È pari al valore a cui l’attività o la passività è stata rilevata inizialmente, dedotti eventuali rimborsi di capitale, aumentato o diminuito dell’ammortamento complessivo delle differenze tra valore iniziale e valore alla scadenza, al netto di eventuali svalutazioni, calcolato utilizzando il tasso d’interesse effettivo.
Tasso di interesse di mercato Tasso che sarebbe stato applicato se due parti indipendenti avessero negoziato un’operazione similare.
Unità
1
La classificazione dei crediti tra le immobilizzazioni finanziarie e l’attivo circolante non è effettuata in base alla scadenza del credito bensì alla funzione svolta nell’ordinaria gestione aziendale (criterio di destinazione o dell’origine). Nelle immobilizzazioni finanziarie sono pertanto iscritti i crediti di origine finanziaria, mentre nell’attivo circolante sono iscritti i crediti commerciali e i crediti diversi. Hanno tipicamente origine finanziaria i crediti a medio/lungo termine che sorgono in relazione a prestiti concessi a società controllate e collegate. La rilevazione in P.D. avviene mediante appositi conti finanziari accesi ai crediti del tipo Prestiti a controllate, Mutui attivi v/terzi ecc. Come regola generale, il codice civile prescrive che «i crediti [...] sono rilevati [...] secondo il criterio del costo ammortizzato, tenendo conto del fattore temporale». Per tener conto del fattore temporale nella valutazione di un credito (e, più in generale, di un’attività o una passività) si applica il procedimento dell’attualizzazione. Il valore di rilevazione iniziale di un credito attualizzato è il suo valore attuale e non il valore nominale previsto dal contratto. La differenza fra valore nominale e valore attuale costituisce un onere finanziario. Spesso, per concedere un credito di origine finanziaria (e, più in generale, per ottenere un’attività o una passività finanziaria) la società sostiene costi quali commissioni, tasse, consulenze, spese di istruttoria (cosiddetti costi di transazione). Il criterio del costo ammortizzato si caratterizza per il fatto che questi costi vengono sommati al valore originario del credito cui si riferiscono e ne costituiscono quindi parte integrante, mentre il tradizionale criterio del valore nominale tratta questi costi come oneri pluriennali, distinti dall’attività a cui si riferiscono e da ripartire lungo la vita della stessa. Quando si applica il criterio del costo ammortizzato, il credito è inizialmente rilevato e successivamente iscritto in bilancio a un valore che è denominato costo ammortizzato. Per rilevare un credito al costo ammortizzato è necessario ricorrere a formule della matematica finanziaria (in particolare, è necessario determinare il tasso effettivo dell’operazione, ossia il tasso interno di rendimento – TIR, che rende uguale il valore del credito rettificato dei costi di transazione al valore dei flussi finanziari futuri previsti dal contratto). La differenza fra valore nominale e costo ammortizzato costituisce un componente finanziario di reddito. Qualora il tasso nominale contrattuale differisca significativamente dal tasso di mercato e siano anche presenti costi di transazione rilevanti è necessario applicare sia l’attualizzazione sia il criterio del costo ammortizzato. Il criterio del costo ammortizzato e l’attualizzazione trovano tuttavia concreta applicazione solo in casi piuttosto limitati. L’attualizzazione deve infatti essere effettuata solo quando il tasso d’interesse desumibile dalle condizioni contrattuali è significativamente diverso dal tasso d’interesse di mercato e ciò, nella realtà italiana, accade talvolta per i finanziamenti dei soci, i finanziamenti infragruppo, i finanziamenti agevolati erogati ai dipendenti, mentre generalmente le operazioni di finanziamento sono effettuate a tassi di mercato e pertanto non richiedono l’attualizzazione. Il criterio del costo ammortizzato deve essere applicato solo quando ha effetti rilevanti sulla rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale, finanziaria ed economica dell’impresa e ciò implica che: ♦ l’obbligo sussiste solo per le società che redigono il bilancio in forma ordinaria quando sono presenti costi di transazione rilevanti e i crediti hanno durata superiore ai 12 mesi; ♦ le società che redigono il bilancio in forma abbreviata o il bilancio delle micro-imprese possono applicare i criteri tradizionali anziché il criterio del costo ammortizzato.
21
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Quando non si applicano il criterio del costo ammortizzato e l’attualizzazione: ♦ la rilevazione iniziale in P.D. del credito è effettuata al valore nominale; ♦ qualora la società concedente sostenga costi di transazione iniziali questi sono rilevati come risconti attivi lungo la durata del credito; ♦ a seconda delle condizioni contrattuali pattuite con il debitore, l’impresa creditrice rileva la riscossione degli interessi attivi e il rimborso del capitale prestato; ♦ alla chiusura di ciascun esercizio di durata del credito questo è valutato al valore di presumibile realizzo, tenendo quindi conto di eventuali svalutazioni. Quanto illustrato circa l’attualizzazione e il criterio del costo ammortizzato applicati ai crediti vale anche per i debiti. PARTECIPAZIONI Società controllata Società in cui si dispone della maggioranza dei voti esercitabili in assemblea ordinaria o su cui si può esercitare una influenza dominante.
Società collegata Società su cui si esercita un’influenza notevole, comunque presunta quando nell’assemblea ordinaria si dispone di 1/5 dei voti ovvero di 1/10 se trattasi di società con azioni quotate in mercati regolamentati.
Le partecipazioni sono investimenti nel capitale di altre imprese e, a seconda del legame partecipativo, si distinguono in partecipazioni in società controllate, in società collegate, in società controllanti, in società sottoposte al controllo delle controllanti e in altre imprese. Esse costituiscono immobilizzazioni quando sono destinate a una permanenza durevole nel portafoglio della società. Ciò accade quando sono detenute con finalità strategiche ossia quando l’impresa vuole instaurare con altre società legami durevoli di controllo, collegamento o comunque rapporti preferenziali al fine di sfruttare vantaggi gestionali, di mercato, giuridici, finanziari, fiscali. L’acquisizione di partecipazioni può avvenire mediante sottoscrizione di titoli di nuova emissione in sede di costituzione o di aumento del capitale sociale dell’emittente, mediante acquisto di titoli sul mercato secondario oppure mediante scorporazione di un ramo aziendale al quale viene data autonomia giuridica. In ogni caso, il costo originario (prezzo di acquisto o di sottoscrizione più commissioni, imposte, consulenze) della partecipazione acquisita si rileva in P.D. in un conto economico di reddito acceso ai costi sospesi del tipo Partecipazioni in controllate, Partecipazioni in collegate e così via.
DIVIDENDI
La presenza in portafoglio di titoli azionari comporta la riscossione di dividendi, che concorrono alla formazione del reddito d’esercizio come proventi finanziari. Essi sono rilevati nel momento in cui sorge il diritto alla riscossione, vale a dire quando la società partecipata delibera la distribuzione dell’utile.
TITOLI DI DEBITO
L’acquisizione di titoli di debito pluriennali (quali obbligazioni e titoli di Stato a media/lunga scadenza) destinati a permanere durevolmente nel patrimonio aziendale si rileva nel conto economico acceso ai costi sospesi Titoli immobilizzati. La regola generale dettata dal codice civile per la rilevazione di titoli di debito iscritti fra le immobilizzazioni finanziarie è il costo ammortizzato, in base al quale deve essere calcolato il tasso di interesse effettivo (TIR) del titolo tenendo conto dei costi di transazione iniziali e tali costi vengono ripartiti lungo la durata del titolo andando così a rettificare gli interessi attivi generati dal titolo stesso. Anche per i titoli sono tuttavia previste eccezioni all’utilizzo del costo ammortizzato: ♦ le società che redigono il bilancio in forma abbreviata o il bilancio delle micro-imprese possono applicare il tradizionale criterio del costo storico; ♦ le società che redigono il bilancio in forma ordinaria possono non applicare il criterio del costo ammortizzato quando gli effetti di tale criterio sono irrilevanti rispetto al criterio del costo storico. Nel volume si utilizzerà sempre il costo storico, in base al quale i titoli immobilizzati sono rilevati al costo d’acquisto o di sottoscrizione, pari al prezzo pagato comprensivo degli oneri accessori (costi di intermediazione bancaria, commissioni, imposte di bollo ecc.), e periodicamente si rilevano gli interessi attivi maturati al tasso nominale del titolo.
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Contabilità generale
Unità
1
Esempio Operazioni su immobilizzazioni finanziarie La S.G.M spa è a capo di un gruppo industriale in fase di espansione. Nel corso dell’esercizio compie le seguenti operazioni (regolate a mezzo banca) relative a immobilizzazioni finanziarie: 1/04: concede alla controllata Perretto srl un finanziamento triennale di 120 000 euro (commissione bancaria 4 euro); 28/04: alcune delle società controllate e collegate deliberano la distribuzione dell’utile d’esercizio. Per la S.G.M. spa sorge il diritto a percepire 50 000 euro da società controllate e 22 600 euro da società collegate; 10/05: riscuote a mezzo banca i dividendi distribuiti dalle società controllate e collegate; 1/06: sottoscrive n. 2 000 obbligazioni della Biffi spa del valore nominale complessivo di 100 000 euro sostenendo a mezzo banca il costo di 90 000 euro, tasso annuo 4%, godimento 1/06-1/12; 1/09: attua un’operazione di integrazione verticale acquisendo a 218 000 euro il 60% del capitale sociale del suo fornitore Carrel spa; 1/12: riscuote a mezzo banca cedola semestrale obbligazioni Biffi spa. Presentiamo le scritture in P.D. 01/04 03.10 PRESTITI A CONTROLLATE 01/04 18.20 BANCA X C/C
concesso finanziamento triennale addebito del c/c bancario
120 000, 00
01/04 31.14 COMMISSIONI BANCARIE 01/04 18.20 BANCA X C/C
commissione bonifico addebito c/c bancario
28/04 05.20 CREDITI V/CONTROLLATE 28/04 05.21 CREDITI V/COLLEGATE 28/04 40.01 PROVENTI DA PARTECIPAZIONI
dividendi deliberati da controllate dividendi deliberati da collegate dividendi di competenza
50 000, 00 22 600, 00
10/05 18.20 BANCA X C/C 10/05 05.20 CREDITI V/CONTROLLATE 10/05 05.21 CREDITI V/COLLEGATE
accredito dividendi dividendi riscossi dividendi riscossi
72 600, 00
01/06 03.50 TITOLI IMMOBILIZZATI 01/06 18.20 BANCA X C/C
sottoscriz. n. 2 000 obbigaz. Biffi spa addebito del c/c bancario
90 000, 00
01/09 03.01 PARTECIPAZ. IN CONTROLLATE 01/09 18.20 BANCA X C/C
acquisto 60% capitale Carrel spa addebito del c/c bancario
218 000, 00
01/12 18.20 BANCA X C/C 01/12 40.15 PROVENTI SU TITOLI IMMOB.
accredito del c/c bancario interessi su obbligazioni Biffi spa
2 000, 00
120 000, 00 4, 00 4, 00
72 600, 00 50 000, 00 22 600, 00 90 000, 00 218 000, 00 2 000, 00
1/12 Cedola interessi euro (100 000 × 2%) = euro 2 000
Nel bilancio d’esercizio: ♦ i conti finanziari accesi ai crediti a medio/lungo termine e i conti economici che accolgono il costo delle partecipazioni e dei titoli immobilizzati confluiscono in apposite voci e sottovoci della sottoclasse B III Immobilizzazioni finanziarie dello Stato patrimoniale; ♦ gli utili, i dividendi e gli interessi di competenza economica dell’esercizio generati dalle immobilizzazioni finanziarie presenti in portafoglio confluiscono nel Conto economico in apposite voci e sottovoci della classe C) Proventi e oneri finanziari.
ATTIVITÀ FINANZIARIE NON IMMOBILIZZATE
Si noti che i titoli di capitale e i titoli di debito vengono classificati fra le immobilizzazioni e l’attivo circolante non solo in base alle caratteristiche intrinseche, ma alla destinazione decisa dagli amministratori della società. Sono infatti attività finanziarie non immobilizzate le partecipazioni e gli altri titoli (titoli del debito pubblico e obbligazioni emesse da enti pubblici o da società) detenuti per un breve periodo. Esse sono generalmente presenti in portafoglio per scopi speculativi o per temporanei investimenti di liquidità. Le attività finanziarie non immobilizzate vengono esposte nell’attivo circolante dello Stato patrimoniale nella sottoclasse C III Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni.
23
Modulo
1
07
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Il personale dipendente
Retribuzione Remuneration
Enti previdenziali Social security bodies
RILEVAZIONI CONTABILI
Welfare aziendale Insieme di servizi e iniziative promossi dal datore di lavoro e offerti direttamente al dipendente per migliorare la qualità della sua vita (previdenza complementare, polizze assicurative, asili nido, palestra, viaggi di formazione all’estero ecc.). La normativa dispone agevolazioni fiscali e contributive per molti benefit.
La presenza nell’impresa di personale dipendente esige che l’amministrazione aziendale si occupi: ♦ della liquidazione delle retribuzioni; ♦ dei rapporti con gli enti previdenziali; ♦ dei rapporti con l’Amministrazione finanziaria; ♦ della tenuta di libri e registri obbligatori riguardanti i rapporti di lavoro (libro unico del lavoro – LUL); ♦ dell’elaborazione di qualsiasi dichiarazione o scrittura relativa al personale dipendente (per esempio la compilazione dei certificati unici ai fini tributari e previdenziali e della modulistica relativa ai rapporti con l’INPS e l’INAIL); ♦ della gestione in proprio di un fondo pensione o dei rapporti con esso; ♦ della gestione di eventuali rapporti con i soggetti (generalmente appositi portali) che forniscono gli strumenti di welfare aziendale. Ciò implica la tenuta della contabilità sezionale del personale e la rilevazione in contabilità generale dei rapporti con i suddetti soggetti. In contabilità generale si rilevano: ♦ i costi per le retribuzioni, gli oneri sociali e previdenziali, il premio INAIL; ♦ i rapporti debitori e creditori nei confronti dei dipendenti, dell’INPS, dell’INAIL, dell’Amministrazione finanziaria, dei fondi pensione ecc.; ♦ la liquidazione annuale della quota di trattamento di fine rapporto (che rientra nelle scritture di completamento); ♦ la liquidazione e l’eventuale pagamento del TFR al termine del rapporto di lavoro. Si tratta di operazioni studiate negli anni precedenti, che qui richiamiamo. In bilancio, i costi relativi al personale dipendente sono distintamente iscritti in Conto economico nella voce B 9) Costi per il personale. Nel passivo dello Stato patrimoniale i debiti nei confronti dei dipendenti e dei fondi pensione si iscrivono nella voce D 14) Altri debiti, mentre quelli verso gli enti previdenziali nell’apposita voce D 13) Debiti verso Istituti di previdenza e sicurezza sociale.
Credito fiscale (bonus) Ai lavoratori dipendenti e assimilati con reddito annuo compreso fra 8 145 euro e 24 600 euro spetta un credito fiscale annuo di 960 euro (80 euro mensili). Il bonus viene inserito in busta paga dal datore di lavoro, non è soggetto a tassazione né a contributi sociali. Per il datore di lavoro che eroga mensilmente tali somme, esse costituiscono un credito verso l’Amministrazione finanziaria che viene compensato nel modello F24 scomputandolo dai debiti tributari e contributivi.
Esempio
1 Liquidazione e pagamento di retribuzioni e contributi sociali
Il 12/09 si versano in contanti a un dipendente, a titolo di acconto sulla retribuzione, 200 euro. Il 30/09 si liquidano salari e stipendi lordi per 30 000 euro, assegni per il nucleo familiare per 1 100 euro, crediti fiscali per 480 euro. Il pagamento degli importi netti spettanti ai dipendenti è effettuato a mezzo banca, tenuto conto degli acconti in denaro, delle ritenute sociali per 2 757 euro e delle ritenute fiscali per 4 520 euro. Sempre a fine mese si liquidano i contributi dovuti dall’impresa, comprensivi del contributo con diritto di rivalsa sulla quota TFR, per complessivi 9 150 euro.
24
Contabilità generale
Unità
1
I versamenti all’Amministrazione finanziaria e all’INPS sono effettuati a saldo, utilizzando il modello F24, contro addebito del c/c bancario nel mese successivo. Presentiamo le scritture in P.D. con rilevazione della liquidazione delle retribuzioni al lordo delle ritenute. 12/09 06.20 PERSONALE C/ACCONTI 12/09 08.30 DENARO IN CASSA
acconto a dipendente acconti in denaro
200, 00 200, 00
30/09 30/09 30/09 30/09
33.01 18.11 06.04 15.20
SALARI E STIPENDI ISTITUTI PREVIDENZIALI CREDITI D’IMPOSTA PERSONALE C/RETRIBUZIONI
retribuzioni mese di settembre assegni per il nucleo familiare bonus fiscale retribuzioni lorde di settembre
30 000, 00 1 100, 00 480, 00
30/09 30/09 30/09 30/09 30/09
15.20 18.11 15.02 06.20 18.20
PERSONALE C/RETRIBUZIONI ISTITUTI PREVIDENZIALI DEBITI PER RITENUTE DA VERSARE PERSONALE C/ACCONTI BANCA X C/C
pagamento retribuzioni contributi a carico dipendenti ritenute fiscali storno acconti settembre addebito del c/c bancario
31 580, 00
30/09 33.02 ONERI SOCIALI 30/09 18.11 ISTITUTI PREVIDENZIALI 16/10 16/10 16/10 16/10
DEBITI PER RITENUTE DA VERSARE ISTITUTI PREVIDENZIALI CREDITI D’IMPOSTA BANCA X C/C
15.02 18.11 06.04 18.20
contributi a carico dell’impresa contributi a carico dell’impresa versamento ritenute fiscali versamento contributi sociali scomputo bonus fiscale versamento a mezzo c/c bancario
31 580, 00 2 757, 4 520, 200, 24 103,
00 00 00 00
9 150, 00 9 150, 00 4 520, 00 10 807, 00 480, 00 14 847, 00
I datori di lavoro non possono corrispondere le retribuzioni per mezzo di denaro contante direttamente al lavoratore. La retribuzione e qualsiasi anticipo di essa sono corrisposte attraverso una banca o un ufficio postale per mezzo di bonifici, strumenti di pagamento elettronico o assegni. LIQUIDAZIONE E PAGAMENTO DEL
TFR INTERNO
Esempio
Ai lavoratori dipendenti che, ricorrendone le condizioni, nel corso del rapporto di lavoro hanno lasciato nell’impresa le proprie quote annue di TFR, alla cessazione del rapporto spetta il trattamento di fine rapporto.
2 Liquidazione e pagamento del TFR interno
In conseguenza delle dimissioni della dipendente Franca Tomi, il 30/04 la Galvan srl liquida il trattamento di fine rapporto spettante in base ai seguenti dati: • TFR di competenza della lavoratrice maturato negli anni precedenti 24 680 euro; • TFR lordo maturato nell’esercizio 767,12 euro, sul quale è calcolata una ritenuta fiscale di 106,99 euro; • pagamento a mezzo banca, al netto di ritenute fiscali di 4 568,28 euro, in data 26/05. Rileviamo le scritture in P.D. della liquidazione e del pagamento del TFR maturato dalla signora Franca Tomi. 30/04 30/04 30/04 30/04
12.01 33.03 15.02 15.21
DEBITI PER TFR TFR DEBITI PER RITENUTE DA VERSARE PERSONALE C/LIQUIDAZIONE
liquidato TFR pregresso a Tomi liquidato TFR dell’anno a Tomi ritenuta 17% su rivalutazione TFR liquidato TFR a Tomi
26/05 15.21 PERSONALE C/LIQUIDAZIONE pagato TFR a Tomi 26/05 15.02 DEBITI PER RITENUTE DA VERSARE ritenuta fiscale su TFR a Tomi 26/05 18.20 BANCA X C/C bonifico a favore di Tomi
08
24 680, 00 767, 12 106, 99 25 340, 13 25 340, 13 4 568, 28 20 771, 85
Gli acquisti, le vendite e il regolamento Acquisti di fattori a breve ciclo di utilizzo e vendite di prodotti generano costi e ricavi d’esercizio misurati da debiti e crediti di regolamento. Si tratta di un argomento studiato nella classe terza, di cui richiamiamo i concetti essenziali nella tabella a pagina seguente.
25
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
ACQUISTI
VENDITE
oggetto
Materie prime, materie sussidiarie, materie di consumo, parti componenti, servizi.
Prodotti finiti, sottoprodotti, semilavorati, servizi. Eccezionalmente materie prime.
collegamenti nell’ambito del sistema informativo
L’input dei dati relativi alle quantità fisiche consente di aggiornare la contabilità di magazzino. L’input delle quantità monetarie consente di rilevare le operazioni compiute: • nelle contabilità sezionali degli acquisti (registro IVA delle fatture d’acquisto e delle bollette doganali di importazione – se in uso –, partitario dei fornitori) e nelle scritture elementari (scadenzario, registro delle cambiali passive, registro delle cambiali attive); • nella contabilità generale, evidenziando i costi sostenuti e i rapporti con i fornitori. Nella contabilità integrata si ha un unico input dei dati relativi alle quantità fisiche e monetarie, con la successiva elaborazione degli stessi ai diversi livelli.
L’input dei dati relativi alle quantità fisiche consente di aggiornare la contabilità di magazzino. L’input delle quantità monetarie consente di rilevare le operazioni compiute: • nelle contabilità sezionali delle vendite (registro IVA delle fatture emesse – se in uso –, partitario dei clienti) e nelle scritture elementari (scadenzario, registro delle cambiali attive); • nella contabilità generale, evidenziando i ricavi realizzati e i rapporti con i clienti. Nella contabilità integrata si ha un unico input dei dati relativi alle quantità fisiche e monetarie, con la successiva elaborazione degli stessi ai diversi livelli.
contabilizzazione
Al ricevimento delle fatture dei fornitori, si addebitano i conti accesi agli acquisti o alle varie tipologie di servizi e si rileva il sorgere dei debiti verso fornitori.
All’emissione delle fatture sui clienti, mediante accredito di conti accesi ai ricavi di vendita, in contropartita del sorgere dei crediti verso clienti.
resi e abbuoni (per differenze qualitative rispetto all’ordine, difetti, avarie)
Rilevazione al ricevimento della nota di accredito (con o senza variazione IVA).
Rilevazione all’emissione della nota di accredito (con o senza variazione IVA).
IVA
Annotazione sul registro delle fatture d’acquisto e delle bollette doganali d’importazione – se in uso – o sul libro giornale anteriormente alla liquidazione periodica.
Emissione della fattura: • fattura immediata: al momento dell’effettuazione dell’operazione; • fattura differita: entro il 15 del mese successivo alla consegna o spedizione. Annotazione sul registro delle fatture emesse – se in uso – o sul libro giornale: • fattura immediata: entro 15 giorni dall’emissione; • fattura differita: entro il termine di emissione e con riferimento al mese di consegna o spedizione dei beni (la registrazione deve essere effettuata in modo tale che l’IVA a debito venga compresa nella liquidazione riguardante il mese di consegna o spedizione dei beni).
Esempio Rilevazione di operazioni di compravendita Nel corso del primo quadrimestre l’impresa industriale Tessitura Serio spa compie, fra le altre, le seguenti operazioni di compravendita: 1/02: stipula con la ZED spa un contratto per la fornitura di materie prime per 64 800 euro + IVA che prevede: • il versamento di un acconto pari a 1/3 del prezzo pattuito alla stipulazione del contratto; • la consegna dei beni a 60 giorni, contro pagamento del saldo. All’atto della stipulazione, rilascia un assegno bancario di 26 352 euro a titolo di acconto;
26
Unità
Contabilità generale
1
13/02: riceve fattura n. 33 della ZED spa per l’acconto versato; 2/04: riceve dalla ZED spa i beni ordinati, accompagnati da fattura immediata n. 55 nella quale sono addebitati anche costi di trasporto a forfait per 900 euro. Regolamento con bonifico bancario (commissione 3 euro); 16/04: emette fattura n. 109 sulla Cornalba srl per la vendita di pezze di tessuto per 36 000 euro e sottoprodotti per 2 325 euro; 22/04: emette nota di accredito con variazione IVA a favore della Cornalba srl per un abbuono di 800 euro concesso per alcune pezze lievemente difettate. Per la redazione del bilancio d’esercizio, la società si avvale della consulenza di un dottore commercialista il quale, in data 22/06, invia la propria parcella n. 85 che prevede un compenso di 950 euro + IVA e contributo 4% alla Cassa di previdenza. Il giorno seguente la parcella è regolata con assegno bancario. Presentiamo le scritture in P.D. sul giornale della Tessitura Serio spa. 01/02 04.10 FORNITORI MATERIE C/ACCONTI 01/02 14.15 DEBITI PER ACCONTI A FORNITORI
acconto a ZED spa obbligo acconto
21 600, 00
01/02 14.10 DEBITI V/FORNITORI 01/02 18.20 BANCA X C/C
pagato acconto a fornitore emesso assegno bancario
26 352, 00
13/02 14.15 DEBITI PER ACCONTI A FORNITORI 13/02 06.01 IVA NS/CREDITO 13/02 14.10 DEBITI V/FORNITORI
acconto IVA 22% fattura n. 33 ZED spa per acconto
21 600, 00 4 752, 00
02/04 02/04 02/04 02/04
acquisto materie + trasporto IVA 22% su acquisti storno acconto ricevuta fattura n. 55 ZED spa
65 700, 00 9 702, 00
02/04 14.10 DEBITI V/FORNITORI 02/04 18.20 BANCA X C/C
fattura ZED spa a saldo addebito c/c bancario
53 802, 00
02/04 31.14 COMMISSIONI BANCARIE 02/04 18.20 BANCA X C/C
commissione bonifico addebito c/c bancario
16/04 16/04 16/04 16/04
emessa fatt. n. 109 su Cornalba srl vendita prodotti vendita sottoprodotti IVA 22% su vendite
30.01 06.01 04.10 14.10
05.01 20.01 20.06 15.01
MATERIE PRIME C/ACQUISTI IVA NS/CREDITO FORNITORI MATERIE C/ACCONTI DEBITI V/FORNITORI
CREDITI V/CLIENTI PRODOTTI C/VENDITE SOTTOPRODOTTI C/VENDITE IVA NS/DEBITO
21 600, 00 26 352, 00
26 352, 00
21 600, 00 53 802, 00 53 802, 00 3, 00 3, 00 46 756, 50 36 000, 00 2 325, 00 8 431, 50
22/04 20.11 RIBASSI E ABBUONI PASSIVI 22/04 15.01 IVA NS/DEBITO 22/04 05.01 CREDITI V/CLIENTI
concesso abbuono variazione IVA per abbuono emessa nota di accredito
800, 00 176, 00
22/06 31.04 CONSULENZE 22/06 06.01 IVA NS/CREDITO 22/06 14.10 DEBITI V/FORNITORI
compenso e contributo previdenz. IVA 22% su acquisto servizi ricevuta fattura n. 85 consulente
988, 00 217, 36
23/06 14.10 DEBITI V/FORNITORI 23/06 15.02 DEBITI PER RITEN. DA VERSARE 23/06 18.20 BANCA X C/C
pagata fattura n. 85 consulente ritenuta fiscale sul compenso emesso assegno bancario
976, 00
1 205, 36 1 205, 36 190, 00 1 015, 36
I compensi dei liberi professionisti sono soggetti a IVA e, generalmente, al contributo alla Cassa di previdenza della categoria professionale di appartenenza (anch’esso soggetto a IVA). All’atto del pagamento, l’impresa effettua la ritenuta fiscale d’acconto sul compenso corrisposto al professionista. Gli acconti a fornitori per l’acquisto di materie si rilevano nel conto finanziario Fornitori materie c/acconti alla data in cui sorge l’obbligo al pagamento di tali importi o, in assenza di tale obbligo, al momento in cui l’acconto è versato. Gli acconti dai clienti per la vendita di prodotti si rilevano nel conto finanziario Clienti c/acconti alla data in cui sorge l’obbligo per il cliente al pagamento di tali importi o, in assenza di tale obbligo, al momento in cui l’acconto è versato dal cliente.
27
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Nello Stato patrimoniale crediti e debiti commerciali sono iscritti rispettivamente nella voce dell’attivo C II 1) Crediti v/clienti e del passivo D 7) Debiti verso fornitori. Nel Conto economico la voce A1) Ricavi delle vendite e dalle prestazioni accoglie i ricavi di vendita dei prodotti e delle merci e di prestazione di servizi relativi alla gestione caratteristica; i costi per l’acquisto di materie prime, merci ecc. e di servizi confluiscono nei Costi della produzione rispettivamente alle voci B6) per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci e B7) per servizi. REGOLAMENTO DELLE COMPRAVENDITE
Il regolamento dei debiti v/fornitori e dei crediti v/clienti dà luogo a scritture contabili studiate negli anni scorsi, che ci limitiamo a sintetizzare nelle due tabelle riportate di seguito. REGOLAMENTO DELLE FATTURE D’ACQUISTO CONTI MODALITÀ DI PAGAMENTO
CONTI DA ACCREDITARE
DA ADDEBITARE
Con denaro contante (*): • versamento diretto al fornitore • estinzione di ricevute bancarie elettroniche (Ri.Ba.) allo sportello • versamento sul c/c bancario o postale del fornitore Con cambiali: • accettazione di tratte • rilascio di pagherò • girata di cambiali A mezzo banca (con addebito in c/c): • rilascio di assegni • invio di un bonifico • estinzione di disposizioni elettroniche (Ri.Ba.)
DEBITI V/FORNITORI
DENARO IN CASSA
DEBITI V/FORNITORI
DEBITI V/FORNITORI
CAMBIALI PASSIVE CAMBIALI PASSIVE CAMBIALI ATTIVE BANCA X C/C
RISCOSSIONE DELLE FATTURE DI VENDITA CONTI MODALITÀ DI RISCOSSIONE
CONTI DA ACCREDITARE
DA ADDEBITARE
Con denaro contante (*) Con assegni bancari o circolari e con vaglia postali Con bonifici in c/c: • bancario • postale Con disposizioni elettroniche di incasso (Ri.Ba.) Con cambiali, i clienti provvedono a: • accettare tratte • rilasciare pagherò • girare cambiali Con presentazione a una banca di cambiali all’incasso Con accredito in c/c bancario delle cambiali incassate
DENARO IN CASSA ASSEGNI BANCA X C/C C/C POSTALI BANCA X C/C CAMBIALI ATTIVE
CAMBIALI ALL’INCASSO BANCA X C/C COSTI D’INCASSO
CREDITI V/CLIENTI CREDITI V/CLIENTI CREDITI V/CLIENTI
CREDITI V/CLIENTI CREDITI V/CLIENTI
CAMBIALI ATTIVE CAMBIALI ALL’INCASSO
(*) Modalità di pagamento scarsamente utilizzata e disincentivata dal legislatore, che ha posto un limite di 2 999,99 euro oltre il quale non sono ammessi pagamenti in denaro contante.
09
L’outsourcing e la subfornitura La ricerca di flessibilità e di contenimento dei costi induce le imprese a esternalizzare alcune fasi del processo produttivo o alcune funzioni aziendali (logistica, amministrazione, gestione del patrimonio immobiliare, servizio clienti ecc.) così da focalizzarsi sul core business.
28
Contabilità generale
Unità
1
OUTSOURCING
L’outsourcing è il processo attraverso il quale le imprese attribuiscono stabilmente a fornitori esterni la gestione di una o più funzioni aziendali, attività o servizi di supporto, prima svolti internamente. Spesso l’impresa dà vita a una nuova società il cui oggetto sociale è lo svolgimento dell’attività esternalizzata. Fra le due imprese si instaura un rapporto contrattuale di compravendita nell’ambito del quale il fornitore mette a disposizione del committente la sua struttura produttiva garantendo gli standard, i tempi e la qualità del risultato. L’attività esternalizzata costituisce il core business del fornitore, il quale è l’unico referente del committente per quell’attività. Fattura Invoice
SUBFORNITURA Subfornitura Subcontracting
Contabilmente il rapporto fra committente e fornitore è documentato da fatture rispettivamente di acquisto di servizi e di vendita. Con il contratto di subfornitura l’impresa committente fornisce le materie prime o i semilavorati, i progetti esecutivi, i modelli o prototipi, le conoscenze tecniche o tecnologiche all’impresa subfornitrice la quale effettua quindi lavorazioni su beni di proprietà di terzi o fornisce servizi destinati a essere incorporati in un bene complesso o utilizzati nell’ambito dell’attività del committente. Poiché i committenti sono spesso imprese di grandi dimensioni e i subfornitori piccole imprese artigiane, il legislatore è intervenuto a tutela dei subfornitori al fine di ristabilire l’equilibrio contrattuale. A tal fine la normativa definisce il contratto di subfornitura, ne regola la forma (scritta) e il contenuto (per esempio i termini di pagamento).
Esempio Subfornitura: scritture del committente e del subfornitore In data 5/03 la Grittini A. & C. snc riceve dalla Lomi spa materie da sottoporre a lavorazione del valore di 80 000 euro. Procede alla loro trasformazione e consegna i prodotti finiti in data 20/03 con fattura immediata n. 62 che espone il compenso per la lavorazione concordato in 14 000 euro + IVA. Presentiamo le scritture in P.D. redatte dal subfornitore e dal committente. Giornale del subfornitore (Grittini A. & C. snc) Poiché la custodia dei beni del committente può generare oneri rilevanti in caso di perimento, è opportuno rilevarne il valore nel sistema minore dei beni di terzi. 05/03 19.01 BENI DI TERZI 05/03 19.02 DEPOSITANTI BENI
materie da trasformare c/Lomi spa materie da trasformare c/Lomi spa
80 000, 00
20/03 05.01 CREDITI V/CLIENTI 20/03 15.01 IVA NS/DEBITO 20/03 20.02 LAVORAZIONI PER C/TERZI
emessa fattura n. 62 su Lomi spa IVA 22% su prestazione servizi eseguita lavorazione per c/Lomi spa
17 080, 00
20/03 19.02 DEPOSITANTI BENI 20/03 19.01 BENI DI TERZI
rese a Lomi spa materie lavorate rese a Lomi spa materie lavorate
80 000, 00
lavorazioni presso Grittini A. & C. snc IVA 22% su acquisto servizi fattura n. 62 Grittini A. & C. snc
14 000, 00 3 080, 00
80 000, 00 3 080, 00 14 000, 00 80 000, 00
Giornale del committente (Lomi spa) 20/03 31.19 LAVORAZIONI PRESSO TERZI 20/03 06.01 IVA NS/CREDITO 20/03 14.10 DEBITI V/FORNITORI
17 080, 00
29
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
In bilancio i conti Lavorazioni presso terzi e Lavorazioni per c/terzi confluiscono nel Conto economico rispettivamente fra i costi della produzione alla voce B 7) Costi per servizi e nel valore della produzione alla voce A 1) Ricavi delle vendite e delle prestazioni.
10
Lo smobilizzo dei crediti commerciali Per finanziare il ciclo produttivo l’impresa ha spesso l’esigenza di smobilizzare i capitali investiti nei crediti alla clientela. L’operazione tradizionale di smobilizzo, lo sconto bancario, è oggi poco frequente in quanto l’utilizzo di cambiali è scarsamente praticato; si fa invece spesso ricorso a operazioni di finanziamento collegate all’incasso delle fatture commerciali. OPERAZIONI DI SMOBILIZZO DEI CREDITI COMMERCIALI
SMOBILIZZO CREDITI RAPPRESENTATI DA EFFETTI O APPUNTI
SMOBILIZZO CREDITI NON RAPPRESENTATI DA EFFETTI
Smobilizzo crediti Receivable sale
INTERESSI PASSIVI
sconto cambiali commerciali finanziamenti su portafoglio s.b.f.
anticipi su fatture factoring con accredito anticipato
I finanziamenti a breve termine concessi dalle banche a fronte delle diverse forme di smobilizzo dei crediti commerciali si iscrivono nel bilancio d’esercizio nel passivo dello Stato patrimoniale alla voce D 4) Debiti verso banche. Tali finanziamenti generano interessi passivi che sono conteggiati al 31 dicembre, ma divengono esigibili il 1° marzo dell’anno successivo. Tuttavia le banche comunicano ai clienti, al termine di ogni trimestre, l’ammontare degli interessi debitori maturati in relazione alle aperture di credito in c/c. Ciò consente all’impresa di controllare l’andamento degli oneri finanziari e di rilevare, al termine di ogni trimestre, il costo degli interessi maturati e il conseguente debito verso la banca. Se il cliente ha preventivamente autorizzato la banca, questo debito verrà estinto mediante addebito del c/c il 1° marzo dell’anno successivo.
A. Portafoglio Ri.Ba. s.b.f. Disposizioni elettroniche d’incasso Electronic receipts provisions
30
La modalità tecnica più usata per la riscossione delle fatture di vendita è costituita dalle ricevute bancarie elettroniche (Ri.Ba.), che consistono in disposizioni elettroniche d’incasso. Le Ri.Ba. sono uno strumento d’incasso basato sul trasferimento elettronico, dall’impresa venditrice alla banca, dei dati relativi alle operazioni di vendita. La presentazione alla banca delle ricevute bancarie elettroniche può essere effettuata alla clausola “dopo incasso” (avvalendosi di un puro servizio di riscossione offerto dalla banca) o alla clausola “salvo buon fine”. In quest’ultimo caso la banca accredita in c/c il valore nominale delle ricevute (con disponibilità immediata oppure a valuta maturata) e addebita i costi d’incasso.
Contabilità generale
Esempio
Unità
1
1 Ri.Ba. accredito con disponibilità immediata
Un’impresa industriale, che dispone di una linea di fido per portafoglio s.b.f., trasmette alla propria banca per l’incasso s.b.f. in data 2/02 Ri.Ba. per complessivi 21 625 euro con scadenza al 15/03; la banca in data 7/02 comunica di averne accreditato l’importo in c/c e di avere addebitato commissioni d’incasso per 25 euro. Alla scadenza le Ri.Ba. vanno a buon fine. Alla scadenza del trimestre la banca comunica l’importo degli interessi maturati sull’utilizzo della linea di fido del portafoglio s.b.f. con disponibilità immediata pari a 322,00 euro; tali interessi, in base all’autorizzazione data dall’impresa cliente alla banca, saranno addebitati in c/c l’1/03 dell’anno successivo. Presentiamo le scritture in P.D. Il credito non deve essere rimosso dal conto Crediti v/clienti al momento della trasmissione delle Ri.Ba. all’incasso, ma solo alla loro riscossione. La conoscenza del buon esito degli effetti si ottiene in tempi ridotti grazie allo sviluppo delle reti interbancarie automatizzate d’incasso. 07/02 18.20 BANCA X C/C accredito s.b.f. di Ri.Ba. 07/02 13.11 BANCHE C/RI.BA. ALL’INCASSO anticipo su Ri.Ba. s.b.f. 07/02 31.13 COSTI D’INCASSO 07/02 18.20 BANCA X C/C
commissioni incasso s.b.f. addebito commissioni incasso
20/03 13.11 BANCHE C/RI.BA. ALL’INCASSO Ri.Ba. scadute e riscosse 20/03 05.01 CREDITI V/CLIENTI Ri.Ba. scadute e riscosse 31/03 41.02 INTERESSI PASSIVI BANCARI 31/03 13.17 BANCHE C/INTERESSI MATUR.
interessi su portafoglio s.b.f. interessi 1° trimestre
21 625, 00 21 625, 00 25, 00 25, 00 21 625, 00 21 625, 00 322, 00 322, 00
Ipotizzando che durante l’anno siano maturati interessi bancari complessivi per 1 420 euro (comprensivi degli interessi sul portafoglio s.b.f.), in data 1/03 dell’anno successivo l’impresa rileverà sul libro giornale: n1 01/03 13.17 BANCHE C/INTERESSI MATUR. 01/03 18.20 BANCA X C/C
addebito interessi anno n addebito in c/c
1 420, 00 1 420, 00
B. Anticipi su fatture Apertura di credito Credit facility
Cessione di credito Transfer of credit
L’anticipo su fatture è un’apertura di credito in c/c concessa dalla banca all’impresa contro cessione salvo buon fine di crediti di fornitura verso altre imprese di sicura solvibilità. La cessione di credito è l’istituto giuridico mediante il quale il creditore originario viene sostituito da un altro soggetto, che ne prende il posto nei confronti del debitore. Gli anticipi concessi ammontano generalmente all’80% dell’importo delle fatture e l’importo è messo a disposizione dell’impresa cedente nel c/c di corrispondenza con valuta immediata; gli importi riscossi dalla banca alla scadenza delle fatture coprono gli anticipi e, per la differenza, vengono accreditati in c/c. Gli interessi maturati sui finanziamenti nel conto Anticipi su fatture sono solitamente comunicati al cliente trimestralmente, si liquidano annualmente e vengono addebitati nel c/c di corrispondenza il 1° marzo dell’anno successivo.
Esempio
2 Anticipi bancari su fatture
L’impresa industriale Grilli srl emette in data 10/05 fattura n. 104 sul cliente Bugno per la vendita di prodotti per 300 000 euro + IVA; pagamento al 20/06. In data 14/05 la Grilli srl cede alla propria banca tale credito documentato dalla copia della fattura n. 104.
31
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
La banca concede un anticipo dell’80% dell’importo fatturato e lo accredita in c/c nel c/anticipi con valuta 14/05. Alla scadenza della fattura il cliente Bugno provvede all’estinzione a mezzo bonifico bancario con valuta a favore del creditore al 20/06. In data 25/06 la banca comunica il buon fine della fattura, l’estinzione dell’anticipo concesso e l’accredito della differenza nel c/c della Grilli srl. Presentiamo le scritture in P.D. redatte dalla Grilli srl. In base ai principi contabili, i crediti ceduti pro solvendo, cioè con diritto di rivalsa da parte del cessionario (nel nostro esempio la banca) in caso di mancato buon fine, sono considerati come dati in garanzia a fronte dei prestiti ricevuti; pertanto sia i crediti non ancora scaduti sia gli anticipi vanno iscritti in bilancio separatamente. La cessione dei crediti, documentati dalle fatture di vendita, è effettuata s.b.f. (pro solvendo); non si deve perciò scaricare il conto Crediti v/clienti fino alla scadenza delle fatture. 10/05 05.01 CREDITI V/CLIENTI 10/05 20.01 PRODOTTI C/VENDITE 10/05 15.01 IVA NS/DEBITO
emessa fattura n. 104 su Bugno vendita prodotti IVA 22% su vendita
366 000, 00 300 000, 00 66 000, 00
14/05 18.20 BANCA X C/C accred. per anticipo fattura n. 104 14/05 13.13 BANCHE C/ANTICIPI SU FATTURE anticipo 80% su ns/fattura n. 104
292 800, 00
25/06 13.13 BANCHE C/ANTICIPI SU FATTURE buon fine fattura n. 104 25/06 05.01 CREDITI V/CLIENTI saldo fattura n. 104
366 000, 00
25/06 18.20 BANCA X C/C giro saldo da anticipi 25/06 13.13 BANCHE C/ANTICIPI SU FATTURE giro saldo a c/c
292 800, 00 366 000, 00 73 200, 00 73 200, 00
C. Factoring Il factoring è un rapporto contrattuale con cui un’impresa (creditore cedente) trasferisce, mediante cessione di credito, la globalità o una parte dei suoi crediti commerciali a un factor (cessionario) ottenendo una controprestazione in denaro e servizi. Sintetizziamo nella tabella seguente gli elementi essenziali del factoring.
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crediti cedibili
Devono derivare dall’attività specifica esercitata dall’impresa cedente. Il debitore deve essere approvato dal factor, che stabilisce l’importo massimo di fido per ciascun debitore.
factor
Il cessionario dei crediti può essere: • un ente creditizio organizzato come banca universale; • una società di factoring, ossia una società specializzata, spesso appartenente a un gruppo bancario. È un intermediario finanziario.
servizi
Il factor fornisce alle imprese cedenti: • un servizio gestionale amministrando per conto dell’impresa i crediti ceduti (contabilizzazione fatture, emissione documenti d’incasso, invio solleciti, riscossione crediti, azioni legali contro i debitori ecc.); • un servizio finanziario, se anticipa all’impresa cedente una parte del credito. Solo in questo caso il factoring è un’operazione di smobilizzo crediti; • un servizio di garanzia, nel caso in cui il factor si assuma il rischio di insolvenza del debitore ceduto (clausola pro soluto). A tale riguardo si distinguono: 1) factoring pro solvendo: i crediti sono ceduti con diritto di rivalsa, quindi se il factor ha versato un anticipo all’impresa cedente e il debitore non onora la fattura, il factor ha diritto al rimborso dell’anticipo; 2) factoring pro soluto: i crediti sono ceduti senza diritto di rivalsa, quindi il factor garantisce all’impresa cedente il buon fine del credito. Tale forma di factoring è diffusa soprattutto all’estero.
Contabilità generale
Unità
1
aspetto finanziario
Il factoring pro soluto e pro solvendo può assumere due diverse strutture finanziarie: 1) factoring con accredito a scadenza (maturity factoring): il factor versa l’importo dei crediti, al netto di eventuali resi o abbuoni, solo dopo la scadenza degli stessi; 2) factoring con accredito anticipato (cashing receivable factoring): il factor anticipa all’impresa cedente una quota (fino all’80%) dei crediti ceduti. La differenza, al netto di eventuali resi o abbuoni, è versata dopo la scadenza. Costituisce un’operazione di smobilizzo vera e propria.
costo
Commissione di factoring: dallo 0,50% al 3% del valore nominale dei crediti ceduti. Spese di handling: generalmente proporzionali al numero di fatture cedute. Interessi: calcolati sugli anticipi eventualmente concessi dal factor. Commissioni e spese sono soggette a fatturazione, ma esenti da IVA. Gli oneri di factoring si iscrivono in bilancio nella voce del Conto economico B 7) Costi per servizi e gli interessi passivi di factoring nella voce C 17) Interessi e altri oneri finanziari.
rapporto di c/c
Tutte le operazioni tra factor e impresa cedente transitano da un apposito conto corrente tenuto dal factor. Tale c/c viene liquidato periodicamente ed è fruttifero in quanto sui saldi a debito dell’impresa maturano interessi passivi a un tasso competitivo rispetto alle altre forme di smobilizzo.
Contabilmente si rileva la cessione dei crediti al factor con articoli analoghi al seguente: ........ 05.04 CREDITI FATTORIZZATI ........ 05.01 CREDITI V/CLIENTI
cessione alla società di factoring cessione alla società di factoring
................., .... ................., ....
Successivamente, dopo aver ottenuto il riconoscimento specifico dei crediti dal factor: a) se la cessione è avvenuta pro soluto, si scaricano i crediti ceduti e si rilevano commissioni e oneri, alla scadenza del credito si riceve dalla società di factoring l’accredito in c/c bancario della differenza tra l’importo del credito e l’ammontare delle competenze spettanti al factor.
Esempio
3 Cessione pro soluto del credito a una società di factoring
La Boschiroli Tech srl ha in corso un contratto di factoring alla clausola pro soluto con la Factorit spa. Il 18/05 trasferisce alla Factorit spa un credito del valore nominale di 106 000 euro. Il 25/05 la Factorit spa accredita sul c/c intrattenuto con la Boschiroli Tech srl l’importo del credito ceduto e addebita competenze (commissioni di factoring ecc.) per 1 060 euro, per le quali rilascia fattura. Il giorno successivo la Factorit spa mette a disposizione sul c/c bancario della Boschiroli Tech srl un anticipo pari al 90% del credito ceduto; il restante 10% è trattenuto a garanzia di eventuali resi su vendite. Il 25/06 la società di factoring, avendo riscosso interamente il credito ceduto, accredita sul c/c bancario della Boschiroli Tech srl il 10% che era stato trattenuto, al netto delle competenze. Presentiamo le scritture in P.D. 18/05 05.04 CREDITI FATTORIZZATI 18/05 05.01 CREDITI V/CLIENTI
cessione a Factorit spa cessione a Factorit spa
106 000, 00
25/05 18.31 SOCIETÀ DI FACTORING C/C 25/05 05.04 CREDITI FATTORIZZATI
accredito pro soluto accredito pro soluto
106 000, 00
25/05 31.16 ONERI DI FACTORING 25/05 14.10 DEBITI V/FORNITORI
fattura n. 345 Factorit spa fattura n. 345 Factorit spa
1 060, 00
25/05 14.10 DEBITI V/FORNITORI 25/05 18.31 SOCIETÀ DI FACTORING C/C
addebito fattura n. 345 Factorit spa addebito fattura n. 345 Factorit spa
1 060, 00
26/05 18.20 BANCA X C/C 26/05 18.31 SOCIETÀ DI FACTORING C/C
bonifico da Factorit spa anticipo 90% del credito ceduto
26/06 18.20 BANCA X C/C 26/06 18.31 SOCIETÀ DI FACTORING C/C
bonifico da Factorit spa riscosso residuo credito
106 000, 00 106 000, 00 1 060, 00 1 060, 00 95 400, 00 95 400, 00 9 540, 00 9 540, 00
33
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
b) se la cessione è avvenuta pro solvendo, si rilevano i debiti per l’anticipo eventualmente ricevuto e per le competenze del factor; i crediti fattorizzati si rimuovono solo dopo il loro buon fine.
Esempio
4 Cessione pro solvendo del credito a una società di factoring
Un’impresa industriale che ha in corso un contratto di factoring alla clausola pro solvendo, con possibilità di richiedere l’accredito anticipato fino all’80% dei crediti ceduti, trasferisce in data 25/08 alla società Italfactor i crediti derivanti da fatture emesse il 19/08 per 90 576 euro, scadenza adeguata a 90 giorni. La società di factoring invia in data 29/08 un bonifico sul c/c presso la BNL di 72 460,80 euro a titolo di anticipo. In data 20/11 comunica di aver incassato dal cliente 89 276 euro (in quanto 1 300 euro sono stati allo stesso accreditati in data 1/09 dall’impresa venditrice a titolo di abbuono per differenze qualitative sui prodotti) e rilascia e addebita fattura per 543 euro a titolo di commissioni e 15 euro a titolo di rimborso spese. Invia inoltre in data 24/11 un bonifico sul c/c BNL di 16 257,20 euro. Presentiamo le scritture in P.D. relative a quanto indicato. 25/08 05.04 CREDITI FATTORIZZATI 25/08 05.01 CREDITI V/CLIENTI
cessione a Italfactor cessione a Italfactor
90 576, 00
29/08 18.20 BNL C/C 29/08 18.31 SOCIETÀ DI FACTORING C/C
bonifico da Italfactor per anticipo anticipo da Italfactor
72 460, 80
01/09 20.11 RIBASSI E ABBUONI PASSIVI 01/09 05.04 CREDITI FATTORIZZATI
concesso abbuono nota accredito n. 45
20/11 18.31 SOCIETÀ DI FACTORING C/C 20/11 05.04 CREDITI FATTORIZZATI
accreditatici crediti riscossi accreditatici crediti riscossi
20/11 31.16 ONERI DI FACTORING 20/11 14.10 DEBITI V/FORNITORI
commissioni e rimborso spese fattura n. 208 Italfactor
558, 00
20/11 14.10 DEBITI V/FORNITORI 20/11 18.31 SOCIETÀ DI FACTORING C/C
addebitataci fattura n. 208 Italfactor addebitataci fattura n. 208 Italfactor
558, 00
24/11 18.20 BNL C/C 24/11 18.31 SOCIETÀ DI FACTORING C/C
bonifico da Italfactor bonifico su c/c BNL
11
90 576, 00 72 460, 80 1 300, 00 1 300, 00 89 276, 00 89 276, 00 558, 00 558, 00 16 257, 20 16 257, 20
Il sostegno pubblico alle imprese Il sostegno pubblico è un’alterazione delle condizioni di parità delle imprese. Queste devono operare in regime di libera concorrenza, quindi il sostegno pubblico può essere effettuato solo nei limiti previsti dall’Unione europea per favorire, per esempio, gli investimenti nella ricerca, nell’innovazione, nella digitalizzazione e nella protezione dell’ambiente, le piccole e medie imprese o le imprese operanti in zone colpite da situazioni di sottosviluppo o da calamità naturali e l’imprenditoria giovanile e femminile. L’intervento della Regione o dello Stato (con fondi che possono provenire anche dalla UE) può essere effettuato: ♦ con la leva finanziaria (per esempio, con la concessione di contributi a fondo perduto, che non devono essere restituiti all’ente pubblico concedente, o con la concessione di finanziamenti a tasso agevolato); ♦ con la leva fiscale (per esempio, con la concessione di esenzioni fiscali, detrazioni, riduzioni di aliquote e crediti d’imposta).
34
Contabilità generale
Unità
1
In molti casi la domanda di ammissione al sostegno pubblico deve essere accompagnata da uno studio di fattibilità (business plan) che consenta all’ente finanziatore di valutare l’iniziativa economica per la quale si richiede l’intervento. Gli incentivi di natura finanziaria si distinguono in contributi in c/esercizio e contributi in c/impianti. CONTRIBUTI IN C/ESERCIZIO
I contributi in c/esercizio sono somme erogate dallo Stato o da altri enti pubblici al fine di favorire l’equilibrio economico delle imprese al cui sostegno sono destinati per legge. I contributi in c/esercizio costituiscono componenti positivi del reddito d’esercizio. Quando, come spesso accade, integrano ricavi o riducono costi della gestione caratteristica o della gestione accessoria affluiscono nel Conto economico, come componenti del Valore della produzione, alla voce A 5) Altri ricavi e proventi, con separata indicazione.
Esempio
1 Contributo in c/esercizio
In data 15/05 la Folli Angelo e C. sas riceve dalla Regione la comunicazione dell’accoglimento della domanda di fruizione di un contributo in c/esercizio di 50 000 euro, non soggetto a IVA. L’1/10 l’ammontare del contributo, al netto ritenuta fiscale 4%, è accreditato sul c/c bancario della società. Presentiamo le scritture in P.D. Al momento della comunicazione dell’ottenimento del contributo lo si rileva per competenza nel conto economico di reddito Contributi in c/esercizio in contropartita del sorgere di un credito nei confronti dell’ente concedente; al momento della riscossione il contributo in conto esercizio è soggetto a ritenuta fiscale del 4% (con esclusione dei contributi per i corsi di formazione). 15/05 06.70 ENTE CONCEDENTE C/CONTRIBUTI ottenuto contributo regionale 15/05 21.50 CONTRIBUTI IN C/ESERCIZIO contributo annuale regionale
50 000, 00
01/10 18.20 BANCA X C/C accredito in c/c 01/10 06.03 CREDITI PER RITENUTE SUBITE ritenuta 4% su contributo 01/10 06.70 ENTE CONCEDENTE C/CONTRIBUTI riscosso contributo regionale
48 000, 00 2 000, 00
50 000, 00
50 000, 00
Quando sono direttamente connessi ai corrispettivi delle cessioni di beni o delle prestazioni di servizi, i contributi in c/esercizio sono soggetti anche all’IVA. CONTRIBUTI IN C/INTERESSI
Esempio
Una particolare tipologia di contributi in c/esercizio è costituita dai contributi in c/interessi. Tali contributi sono erogati al fine di ridurre l’onere per interessi passivi su alcuni tipi di finanziamenti ottenuti dalla società (per esempio a fronte di finanziamenti accessi per l’acquisto di beni strumentali). In bilancio tali contributi sono portati in detrazione alla voce di Conto economico C 17) Interessi ed altri oneri finanziari.
2 Contributi in c/interessi
In data 1/03/n1, a fronte dell’acquisto di un macchinario del costo di 150 000 euro + IVA, la Ma.Ri. srl ottiene dalla banca una sovvenzione a tre anni di 100 000 euro, interessi posticipati da pagare annualmente al tasso 3%, rimborso alla scadenza del triennio. La Regione ove ha sede lo stabilimento produttivo nel quale viene collocato il nuovo macchinario comunica in data 1/06 la concessione di un contributo in c/interessi pari al 60% degli interessi relativi al finanziamento;
35
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
il contributo viene erogato a mezzo banca in tre quote di pari importo nel mese precedente la scadenza del pagamento degli interessi. Presentiamo le scritture in P.D. degli esercizi n1 e n2 e i relativi prospetti contabili di bilancio. I contributi in c/interessi sono rilevati per competenza, al momento dell’ottenimento, nel conto economico di reddito Contributi in c/interessi in contropartita del sorgere di un credito verso l’ente erogatore, che si estingue al momento della riscossione del contributo. Generalmente i contributi in c/interessi sono erogati in quote in corrispondenza del pagamento degli interessi che sono destinati a coprire. Al termine di ciascun esercizio di durata del finanziamento cui il contributo è correlato, si sospende con un risconto passivo la parte di competenza degli esercizi futuri proporzionalmente agli interessi passivi che matureranno. euro (100 000 × 3%) = euro 3 000 euro (3 000 × 3 anni) = euro 9 000 euro (9 000 × 60%) = euro 5 400
quota interessi totale interessi passivi dovuti contributo in c/interessi concesso dalla Regione
Calcolo interessi di competenza anno n1 (dall’1/03 al 31/12): euro (100 000 × 3% × 10/12) = anno n2 (dall’1/01 al 31/12): euro (100 000 × 3% × 12/12) = anno n3 (dall’1/01 al 31/12): euro (100 000 × 3% × 12/12) = anno n4 (dall’1/01 al 28/02): euro (100 000 × 3% × 2/12) = Totale interessi passivi del finanziamento
euro euro euro euro euro
2 500 3 000 3 000 500 9 000
Calcolo contributi in c/interessi di competenza e risconto passivo: euro (5 400 : 9 000) = euro 0,60 anno n1: euro 0,60 × 2 500 = euro 1 500 risconto: euro 5 400 – 1 500 = euro 3 900 anno n2: euro 0,60 × 3 000 = euro 1 800 risconto: euro 3 900 – 1 800 = euro 2 100 anno n3: euro 0,60 × 3 000 = euro 1 800 risconto: euro 2 100 – 1 800 = euro 300 anno n4: euro 0,60 × 500 = euro 300 risconto: euro 300 – 300 = euro 0 01/03 18.20 BANCA X C/C accredito c/c 01/03 13.16 BANCHE C/SOVVENZIONI GARANTITE ottenuta sovvenzione
100 000, 00 100 000, 00
01/06 06.70 ENTE CONCEDENTE C/CONTRIBUTI 01/06 41.50 CONTRIBUTI IN C/INTERESSI
ottenuto contributo regionale contributo in c/interessi
5 400, 00
31/12 41.02 INTERESSI PASSIVI BANCARI 31/12 16.01 RATEI PASSIVI
interessi di competenza n1 rateo interessi passivi
2 500, 00
31/12 41.50 CONTRIBUTI IN C/INTERESSI 31/12 16.02 RISCONTI PASSIVI
contributi competenza futura contributi sospesi
3 900, 00
5 400, 00 2 500, 00 3 900, 00
Nel bilancio d’esercizio n1 si ha: Stato patrimoniale ATTIVO
PASSIVO
..............................................................
...................................................................
C) Attivo circolante
D) Debiti
..............................................................
.............................................................
II - Crediti
4) Debiti verso banche
........................................................
5 quater) verso altri
100 000
.............................................................
5 400 E) Ratei e risconti
6 400
Conto economico ............................................................
C) Proventi e oneri finanziari ............................................................
17) Interessi e altri oneri finanziari
1 000
L’importo di 1 000 euro iscritto in Conto economico è pari alla differenza fra gli interessi passivi di competenza (2 500 euro) e la quota di competenza del contributo in c/interessi (1 500 euro).
36
Contabilità generale
n2 27/02 18.20 BANCA X C/C 27/02 06.70 ENTE CONCEDENTE C/CONTRIBUTI
accredito in c/c riscosso contributo regionale
1 800, 00
01/03 41.02 INTERESSI PASSIVI BANCARI 01/03 16.01 RATEI PASSIVI 01/03 18.20 BANCA X C/C
interessi di competenza n2 interessi di competenza n1 addebito 1ª quota interessi
500, 00 2 500, 00
31/12 41.02 INTERESSI PASSIVI BANCARI 31/12 16.01 RATEI PASSIVI
2ª quota inter. competenza n2 rateo interessi passivi
2 500, 00
31/12 41.50 CONTRIBUTI IN C/INTERESSI 31/12 16.02 RISCONTI PASSIVI
contributi competenza futura contributi sospesi
2 100, 00
Unità
1
1 800, 00
3 000, 00 2 500, 00 2 100, 00
Il contributo di 1 800 euro, riscosso in data 27/02/n2, è pari a un terzo dei contributi complessivamente erogati dalla Regione di 5 400 euro. Nel bilancio d’esercizio n2 si ha: Stato patrimoniale ATTIVO
PASSIVO
..............................................................
...................................................................
C) Attivo circolante
D) Debiti
..............................................................
.............................................................
II - Crediti
4) Debiti verso banche
........................................................
5 quater) verso altri
100 000
.............................................................
3 600 E) Ratei e risconti
4 600
Conto economico ............................................................
C) Proventi e oneri finanziari ............................................................
17) Interessi e altri oneri finanziari
1 200
L’importo di 1 200 euro iscritto in Conto economico è pari alla differenza fra gli interessi passivi di competenza (3 000 euro) e la quota di competenza del contributo in c/interessi (1 800 euro). Al termine dell’anno n3 il credito residuo verso l’ente concedente ammonta a 1 800 euro e si estingue l’1/03/n4 in occasione della scadenza della terza e ultima quota interessi. CONTRIBUTI IN C/IMPIANTI
I contributi pubblici commisurati al costo delle immobilizzazioni immateriali e materiali sono somme erogate alle imprese dallo Stato o da altri enti pubblici a sostegno dell’acquisizione, dell’ampliamento, della riattivazione di immobilizzazioni materiali e della realizzazione di iniziative e progetti relativi a immobilizzazioni immateriali. Se riferiti a immobilizzazioni materiali sono detti contributi in c/impianti. Per semplicità, utilizzeremo tale terminologia anche con riferimento alle immobilizzazioni immateriali. Sia i principi contabili sia la normativa tributaria considerano i contributi in c/impianti come ricavi pluriennali. Essi vengono rilevati in P.D. nel conto economico Contributi in c/impianti nel momento in cui sono acquisiti in via definitiva. Tali contributi devono partecipare alla formazione del risultato economico dei vari esercizi parallelamente all’utilizzo dell’immobilizzazione a cui si riferiscono. A tal fine l’impresa che ha beneficiato di un contributo pubblico ha a disposizione due metodi alternativi di contabilizzazione. Un primo metodo (metodo indiretto) consiste nel rilevare in sede di scritture di assestamento:
37
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
♦ la quota di ammortamento calcolata, come di consueto, sul costo storico; ♦ la quota di contributo di competenza dell’esercizio, calcolando un risconto passivo. Nel Conto economico compaiono quindi: ♦ fra i Costi della produzione, la quota di ammortamento del costo storico del bene; ♦ nel Valore della produzione, alla voce A 5) Altri ricavi e proventi, la quota di competenza del contributo in c/impianti. Un secondo metodo di contabilizzazione (metodo diretto) consiste invece nel portare il contributo a riduzione del costo storico dell’immobilizzazione e nel calcolare le quote di ammortamento sul costo storico così decurtato. Utilizzeremo sempre la prima metodologia di contabilizzazione perché consente una più chiara rappresentazione della situazione patrimoniale e del risultato economico.
Esempio
3 Contabilizzazione di contributo in c/impianti
In base a una legge regionale che prevede il finanziamento a fondo perduto del 40% del costo degli investimenti in impianti a tecnologia avanzata realizzati dalle imprese della propria Regione, l’impresa industriale Ossinet spa ha richiesto un contributo pubblico per l’installazione di un impianto altamente informatizzato del costo di 420 000 euro. In data 3/01 la società riceve comunicazione dell’accoglimento della domanda di fruizione del contributo. L’impianto è immesso nel processo produttivo nei primi giorni dell’anno stesso e ha vita utile stimata in 10 anni. Il contributo è accreditato sul c/c bancario della società in data 12/07. Presentiamo i calcoli e le scritture in P.D. utilizzando, per il contributo in c/impianti, il metodo dei risconti passivi. L’impresa rileva l’ottenimento del contributo, l’erogazione dello stesso mediante accredito in c/c bancario e, in sede di scritture di assestamento, ammortizza l’impianto. Inoltre, per ottenere la quota di competenza del contributo, calcola un risconto passivo. euro (420 000 × 40%) = euro 168 000 euro (420 000 : 10) = euro 42 000 168 000 : 10 = x : 9 x = euro 151 200 euro (168 000 – 151 200) = euro 16 800
ammontare del contributo quota annua ammortamento impianto risconto passivo quota contributo di competenza
03/01 06.70 ENTE CONCEDENTE C/CONTRIBUTI ottenuto contributo regionale 03/01 21.52 CONTRIBUTI IN C/IMPIANTI ottenuto contributo in c/impianti
168 000, 00
12/07 18.20 BANCA X C/C accredito c/c bancario 12/07 06.70 ENTE CONCEDENTE C/CONTRIBUTI incassato contributo regionale
168 000, 00
168 000, 00 168 000, 00
In sede di scritture di assestamento: 31/12 35.02 AMMORT. IMPIANTI E MACCH. 31/12 02.12 FONDO AMM. IMPIANTI E MACCH.
quota ammortamento 10% quota ammortamento 10%
31/12 21.52 CONTRIBUTI IN C/IMPIANTI 31/12 16.02 RISCONTI PASSIVI
ricavo sospeso ricavo sospeso
42 000, 00 42 000, 00 151 200, 00 151 200, 00
Nei prospetti di bilancio si ha: Stato patrimoniale ATTIVO
PASSIVO
.............................................................
.............................................................
B) Immobilizzazioni .............................................................
II - Immobilizzazioni materiali ........................................................
Impianti e macchinari
38
378 000 E) Ratei e risconti
151 200
Contabilità generale
Unità
1
Conto economico A) Valore della produzione ............................................................
5) Altri ricavi e proventi
16 800
B) Costi della produzione ............................................................
10) Ammortamenti e svalutazioni ......................................................
b) ammortamento immobilizzazioni materiali
CREDITO D’IMPOSTA
42 000
Spesso la normativa in materia di sostegno pubblico alle imprese prevede, in luogo dell’erogazione di denaro, l’utilizzo della leva fiscale mediante attribuzione di un credito d’imposta. Ne sono esempi il credito d’imposta commisurato al numero di nuovi dipendenti assunti o quello per incentivare gli investimenti in ricerca e sviluppo destinati all’innovazione tecnologica. Il credito d’imposta, a seconda di quanto previsto da ciascuna legge istitutiva, può essere fatto valere ai fini del pagamento delle imposte dirette o dell’IVA o può essere portato indistintamente in compensazione del debito tributario. Contabilmente si rileva un credito verso l’Amministrazione finanziaria, che confluisce nella voce di Stato patrimoniale C II 5 bis) Crediti tributari. Nell’ipotesi di un’impresa che ha diritto a un contributo in c/esercizio non soggetto a ritenuta fiscale e IVA che viene utilizzato in compensazione nel modello F24 si ha:
....... 06.04 CREDITI D’IMPOSTA ....... 21.50 CONTRIBUTI IN C/ESERCIZIO
agevolaz. incremento base occupaz. contributo legge ……
23 000, 00
....... 15.02 DEBITI PER RITEN. DA VERSARE ....... 18.10 IVA C/LIQUIDAZIONE ....... 06.04 CREDITI D’IMPOSTA
versamento ritenute fiscali versamento eccedenza IVA a debito utilizzo in compensazione
9 417, 00 13 583, 00
12
23 000, 00
23 000, 00
Le scritture di assestamento e le valutazioni di fine esercizio Al termine del periodo amministrativo è necessario quantificare il risultato economico d’esercizio e il patrimonio di funzionamento. Ciò sia per esigenze interne all’impresa sia per obblighi di legge (civilistici e fiscali).
Scrittura di assestamento Adjusting entry
SCRITTURE DI ASSESTAMENTO
La determinazione del risultato economico e del patrimonio di funzionamento richiede la valutazione di tutti gli elementi del patrimonio, in applicazione dei principi contabili. Contabilmente, ciò si effettua mediante la redazione delle scritture di assestamento, che consentono il passaggio dai valori di conto ai valori di bilancio. Le scritture di assestamento completano, integrano e rettificano i valori contabili al fine di determinare il risultato economico d’esercizio e il patrimonio di funzionamento.
39
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
SCRITTURE DI ASSESTAMENTO TIPO DI SCRITTURA
CONTENUTO
OPERAZIONE DA RILEVARE
Scritture di completamento
Rilevano le operazioni che competono temporalmente all’esercizio, in precedenza non rilevate; riguardano i crediti e i debiti da liquidare per ricavi e costi già interamente maturati.
• Interessi maturati su c/c bancari e postali, crediti e debiti • Fatture da emettere e fatture da ricevere • Quote TFR • Stralcio di crediti inesigibili • Calcolo delle imposte di competenza
Scritture di integrazione
Aggiungono quote di costi o di ricavi la cui competenza economica appartiene all’esercizio, in precedenza non rilevati in quanto a manifestazione finanziaria futura.
• Calcolo di ratei su interessi e altri costi e ricavi a manifestazione finanziaria posticipata • Accantonamenti ai fondi oneri • Accantonamenti ai fondi rischi • Svalutazione dei crediti
Scritture di rettifica
Tolgono quote di costi o di ricavi non di competenza del reddito d’esercizio, in precedenza rilevati contabilmente in quanto si è già avuta la loro manifestazione finanziaria.
• Calcolo di risconti su premi di assicurazione, fitti, canoni leasing e così via • Valutazione di rimanenze finali e commesse pluriennali • Patrimonializzazione di costi per attività realizzate in economia
Scritture di ammortamento
Attribuiscono all’esercizio le quote di costi pluriennali considerate di competenza.
• Ammortamento immobilizzazioni immateriali • Ammortamento immobilizzazioni materiali
13
Le scritture di completamento Le scritture di completamento hanno lo scopo di rilevare i costi e i ricavi che economicamente e temporalmente sono di competenza dell’esercizio, ma che non sono stati registrati nel periodo amministrativo perché la loro manifestazione finanziaria avviene al termine di esso.
A. Interessi maturati sui conti correnti Nei rapporti di conto corrente la banca deve assicurare alla clientela la stessa periodicità di conteggio degli interessi debitori (a favore della banca) e creditori (a favore del cliente) e tale periodicità non può essere inferiore all’anno. Gli interessi sono quindi conteggiati dalle banche il 31 dicembre di ciascun anno, tuttavia: ♦ gli interessi creditori sono capitalizzati sul conto corrente in data 31/12 e producono immediatamente interessi. La rilevazione contabile deve essere effettuata al lordo della ritenuta fiscale che opera come ritenuta d’acconto. Nelle società di capitali la ritenuta fiscale si registra nel conto finanziario Crediti per ritenute subite; ♦ gli interessi debitori maturati durante l’anno non possono produrre ulteriori interessi (divieto di anatocismo) e divengono esigibili da parte della banca il 1° marzo dell’anno successivo a quello in cui sono maturati. Per estinguere il debito per interessi maturati, il cliente può: • autorizzare preventivamente l’addebito in conto corrente (in tal caso l’ammontare degli interessi è portato a incremento del capitale);
40
Contabilità generale
Unità
1
• non autorizzarlo e rimborsare il debito per interessi mediante rimesse in entrata quali bonifici ricevuti (in tal caso, se il pagamento avviene successivamente al 1° marzo, la banca applica gli interessi di mora per i giorni di ritardo). Di solito le banche comunicano ai clienti, al termine di ogni trimestre, l’importo maturato nel corso del trimestre stesso; l’impresa può quindi registrare in P.D. il costo per interessi passivi bancari maturati, alternativamente: ♦ al termine di ciascun trimestre, rilevando l’importo maturato nel trimestre medesimo; ♦ al 31/12, nell’ambito delle scritture di completamento, rilevando l’importo complessivamente maturato nell’anno. In ogni caso, in contropartita del costo si rileva un debito per interessi passivi, che confluisce nella voce di Stato patrimoniale D 4) Debiti v/banche. Il 1° marzo dell’anno successivo, nel caso di preventiva autorizzazione di addebito rilasciata dal cliente alla banca, si registra l’estinzione del debito per interessi passivi mediante addebito in c/c. Nel volume si utilizzerà la rilevazione trimestrale degli interessi passivi maturati sul conto corrente. Per la gestione del c/c, la banca addebita inoltre spese di tenuta conto e chiusura trimestrale. La rilevazione contabile di quelle relative al quarto trimestre dell’anno, essendo note solo all’inizio dell’esercizio successivo, rientra tra le scritture di completamento.
B. Crediti e debiti da liquidare A fine esercizio i crediti e debiti non ancora liquidati per il mancato ricevimento/emissione dei relativi documenti originari possono riguardare: ♦ provvigioni passive, da liquidare ad agenti e rappresentanti; ♦ premi su acquisti, da ricevere da fornitori; ♦ premi su vendite, da versare a clienti; ♦ fatture da emettere, relative a prodotti già consegnati a clienti; ♦ fatture da ricevere, relative a fattori produttivi già consegnatici dai fornitori.
C. TFR maturato nell’esercizio Ogni anno il datore di lavoro è tenuto a calcolare, per ciascun dipendente, la quota di trattamento di fine rapporto maturata che, a seconda della volontà del lavoratore e delle dimensioni aziendali, può avere tre differenti destinazioni: Alternative per il dipendente
Destinazione della quota annua di TFR
imprese fino a 49 dipendenti
imprese con almeno 50 dipendenti
aderisce alla previdenza complementare
al fondo pensione
al fondo pensione
non aderisce alla previdenza complementare
resta in azienda (incrementa i debiti per TFR)
al fondo INPS per l’erogazione del TFR
non esprime una scelta
al fondo pensione
41
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
D. Crediti o debiti per IVA IVA Value added tax
Crediti tributari Tax receivables
Debiti tributari Tax payable
Al 31/12 risultano iscritti in contabilità l’IVA a credito sorta per le fatture relative a beni speditici o consegnatici e a servizi prestatici dai fornitori nel mese di dicembre e ricevute entro il 31/12, l’IVA a debito relativa ai prodotti spediti o consegnati ai clienti nel mese di dicembre, l’acconto versato all’Amministrazione finanziaria entro il 27 dicembre. Al fine di redigere il bilancio, l’eccedenza a credito o a debito relativa a tale imposta deve essere sintetizzata rispettivamente nel conto: ♦ Crediti per IVA, che confluisce nella voce dell’attivo C II 5 bis) Crediti tributari; ♦ Debiti per IVA, che confluisce nel passivo di Stato patrimoniale alla voce D 12) Debiti tributari.
Esempio Scritture di completamento La situazione contabile della Zani spa redatta prima delle scritture di assestamento dell’anno n presenta, fra le altre, le seguenti eccedenze: IVA ns/credito IVA c/acconto Salari e stipendi
45 420,00 26 350,00 268 556,00
IVA ns/debito Debiti per TFR
76 805,00 185 924,48
In sede di scritture di assestamento si tiene conto che: a) sul totale degli acquisti effettuati presso il fornitore Martino Pesatori sono maturati premi per 1 500 euro, non ancora liquidati; b) al 31/12 risultano già inviati al cliente Corsi prodotti per 21 500 euro, per i quali verrà emessa fattura differita; c) i costi di vigilanza di competenza del mese di dicembre ammontano a 525 euro + IVA e la fattura, emessa dal fornitore nel mese di dicembre, è ricevuta a gennaio; d) l’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati è aumentato, rispetto al mese di dicembre dello scorso anno, del 2,3%; e) tutti i dipendenti hanno optato per mantenere il TFR nell’azienda; f) il 14/01 si riceve dalla Banca Popolare di Milano l’estratto conto dal quale risultano: interessi annui a favore della Zani spa per 15 euro; interessi annui a favore della banca per 1 842 euro, di cui 720 euro maturati nel quarto trimestre; spese di tenuta e chiusura trimestrale 50 euro. La società ha preventivamente autorizzato l’addebito in c/c degli interessi passivi. Presentiamo i calcoli della quota TFR e le scritture in P.D. relative anche alla posizione IVA. Calcolo della quota TFR di competenza quota maturata nell’esercizio (quota capitale): + rivalutazione dei debiti per TFR preesistenti (quota finanziaria): – rivalsa contributo miglioramento pensioni: quota lorda maturata – ritenuta fiscale sulla quota finanziaria: quota netta TFR di competenza
euro (268 556,00 : 13,5) =
euro 19 893,04
euro 185 924,48 × (1,5 + 2,3 × 75%)% = euro 5 996,06 euro (268 556,00 × 0,50%) = euro 1 342,78 euro 24 546,32 euro (5 996,06 × 17%) euro 1 019,33 euro 23 526,99
Giornale in P.D. Si noti che le registrazioni in P.D. sono effettuate con data 31/12 sebbene la società riceva alcuni documenti originari (estratto conto, fatture differite) solo a gennaio; le scritture di assestamento sono infatti eseguite con la data della chiusura dell’esercizio ma, come per ogni altra rilevazione sul libro giornale, l’impresa deve provvedere alla rilevazione entro 60 giorni. La Zani spa può dunque attendere i documenti originari e rilevarli con data 31/12.
42
Contabilità generale
31/12 05.12 CREDITI DA LIQUIDARE 31/12 30.12 PREMI SU ACQUISTI
premi maturati presso Pesatori premi maturati presso Pesatori
31/12 05.09 FATTURE DA EMETTERE 31/12 15.01 IVA NS/DEBITO 31/12 20.01 PRODOTTI C/VENDITE
prodotti da fatturare a Corsi IVA 22% su vendite prodotti da fatturare a Corsi
31/12 31.08 COSTI DI VIGILANZA 31/12 14.19 FATTURE DA RICEVERE
servizi vigilanza dicembre fattura da ricevere
quota TFR lorda dell’esercizio 31/12 33.03 TFR 31/12 15.02 DEBITI PER RITENUTE DA VERSARE ritenuta fiscale 17% quota netta dell’esercizio 31/12 12.01 DEBITI PER TFR
Unità
1
1 500, 00 1 500, 00 26 230, 00 4 730, 00 21 500, 00 525, 00 525, 00 24 546, 32 1 019, 33 23 526, 99 11, 10 3, 90
31/12 18.20 BPM C/C 31/12 06.03 CREDITI PER RITENUTE SUBITE 31/12 40.31 INTERESSI ATTIVI BANCARI
accredito interessi netti ritenuta fiscale 26% interessi attivi annuali
31/12 41.02 INTERESSI PASSIVI BANCARI 31/12 13.17 BANCHE C/INTERESSI MATURATI
interessi passivi 4° trimestre debito per interessi maturati
31/12 31.15 COSTI BANCARI 31/12 18.20 BPM C/C
spese tenuta conto 4° trimestre addebito spese tenuta conto
31/12 15.01 IVA NS/DEBITO 31/12 18.10 IVA C/LIQUIDAZIONE
IVA esigibile in dicembre IVA esigibile in dicembre
81 535, 00
31/12 18.10 IVA C/LIQUIDAZIONE 31/12 06.01 IVA NS/CREDITO
IVA detraibile in dicembre IVA detraibile in dicembre
45 420, 50
31/12 18.10 IVA C/LIQUIDAZIONE 31/12 06.06 IVA C/ACCONTO
storno acconto IVA storno acconto IVA
26 350, 00
31/12 18.10 IVA C/LIQUIDAZIONE 31/12 15.05 DEBITI PER IVA
giro a Debiti per IVA eccedenza a debito
9 765, 00
n1 01/03 13.17 BANCHE C/INTERESSI MATURATI 01/03 18.20 BPM C/C
addebito interessi esercizio n addebito in c/c
1 842, 00
15, 00 720, 00 720, 00 50, 00 50, 00 81 535, 00 45 420, 50 26 350, 00 9 765, 00
1 842, 00
Il versamento dell’IVA di dicembre deve essere effettuato entro il 16/01 con il modello di pagamento unificato F24. Tale modello deve essere utilizzato per i pagamenti relativi all’IVA, per i versamenti delle imposte dirette, delle ritenute alla fonte effettuate, dei contributi INPS, del premio INAIL ecc. Il modello F24 consente di compensare crediti e debiti connessi ai suddetti tributi e contributi e di saldare l’eccedenza a debito con un unico versamento. I titolari di partita IVA sono obbligati a utilizzare modalità telematiche per presentare il modello e versare, contro addebito del c/c bancario o postale, l’eventuale eccedenza a debito da esso risultante.
14 Competenza economica Accrual basis
Le scritture di integrazione Le scritture di integrazione si redigono per tenere conto della competenza economica di costi e ricavi generati da operazioni di gestione che si sviluppano in due o più esercizi e avranno manifestazione finanziaria posticipata.
A. Ratei attivi e passivi Rateo Accrual
I ratei attivi e passivi sono quote di entrate e uscite future che misurano quote di ricavi e di costi già maturati, ma non ancora liquidati perché la relativa manifestazione finanziaria si avrà negli esercizi successivi. Poiché i ratei aggiungono componenti di reddito, un rateo è attivo quando misura un ricavo, è passivo quando misura un costo. Il calcolo dei ratei avviene proporzionalmente al tempo.
43
Modulo
Esempio
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
1 Rilevazione di ratei attivi e passivi
Una spa esercente attività industriale, che redige il bilancio in forma abbreviata, ha compiuto, fra le altre, le seguenti operazioni di gestione: a) ottenuto in data 1/11 da una banca un mutuo ipotecario di 450 000 euro per finanziare il rinnovamento degli impianti. Il contratto prevede il rimborso in otto rate semestrali costanti e il pagamento di interessi semestrali posticipati al tasso 5,50%; b) sottoscritte in data 1/06 n. 1 500 obbligazioni, valore nominale 50,00 euro, tasso 4,20%, godimento 1/06-1/12. Le obbligazioni sono destinate a essere vendute nel prossimo esercizio per finanziare la ristrutturazione aziendale. Calcoliamo i ratei relativi alle suddette operazioni e rileviamoli in P.D. a)
1/11
31/12
1/05
euro
12 375 : 6 = x : 2
450 000 × 5,50 × 6 = euro 12 375 1 200 x = euro 4 125
quota interessi
rateo passivo
b) Le convenzioni per l’armonizzazione delle regole di calcolo degli interessi nei Paesi UE prevedono che: • per le obbligazioni private (a tasso fisso e variabile) e i BTP gli interessi vengono calcolati con la metodologia giorni effettivi/giorni effettivi (ACT/ACT); • il conteggio dei giorni a numeratore sia effettuato escludendo il giorno di inizio di maturazione della cedola e includendo il giorno di valuta dell’operazione; • nel sistema telematico di borsa, i ratei e i tassi percentuali siano indicati con 5 cifre decimali; • i ratei complessivi siano arrotondati al centesimo di euro (due cifre decimali). dall’1/12 al 31/12: 31 – 1 = 30 giorni dall’1/12 all’1/06: 182 giorni (anno non bisestile) tasso semestrale: 2,10%
1/12
31/12
1/06
100 × 2,10 × 30 = 0,34615 182 × 100 valore nominale complessivo: euro (1 500 × 50) = euro 75 000
rateo percentuale:
rateo complessivo: 100 : 0,34615 = 75 000 : x
x = euro 259,61
rateo attivo
In P.D.: 31/12 41.10 INTERESSI PASSIVI SU MUTUI 31/12 16.01 RATEI PASSIVI
quota interessi di competenza rateo su interessi passivi
4 125, 00
31/12 09.01 RATEI ATTIVI 31/12 40.20 INTERESSI SU TITOLI
rateo su interessi attivi quota interessi di competenza
259, 61
4 125, 00 259, 61
B. Accantonamenti ai fondi rischi e ai fondi oneri Sintetizziamo nella seguente tabella le peculiarità degli accantonamenti ai fondi per rischi e ai fondi oneri.
44
FONDI ONERI
FONDI RISCHI
funzione
Tenere conto di oneri derivanti da operazioni in corso, ma che avranno manifestazione finanziaria futura.
Tenere conto dei rischi derivanti da operazioni in corso, ma che avranno manifestazione finanziaria futura. Sono una forma di assicurazione interna.
definizione
I fondi oneri sono passività che avranno manifestazione finanziaria in esercizi successivi, per le quali alla data del bilancio sono incerti l’importo e/o la data di pagamento.
I fondi rischi sono passività potenziali, sono destinati a fronteggiare perdite probabili, connesse a operazioni già compiute, delle quali, alla data di redazione del bilancio, è incerto se, quando e per quale importo si manifesteranno.
Contabilità generale
Unità
1
requisiti
L’importo da accantonare deve essere quantificato in base a una stima attendibile dei costi basata sull’esperienza passata e su dati statistici. Tali parametri devono essere rivisti o aggiornati alla fine di ciascun esercizio.
Si possono effettuare accantonamenti ai fondi rischi se sussistono due condizioni al momento della redazione del bilancio: • la disponibilità di informazioni che facciano ritenere probabile il verificarsi degli eventi che generano la perdita; • la possibilità di stimare con attendibilità l’entità della perdita. Non sono invece ammessi accantonamenti a fronte di rischi generici.
accantonamento al 31/12
Si rileva in P.D. in Dare un componente negativo di reddito per la quota di oneri accantonata e si incrementa (o si costituisce) in Avere uno specifico fondo oneri.
Si rileva in P.D. in Dare un componente negativo di reddito generato dalla probabile perdita e si incrementa (o si costituisce) in Avere uno specifico fondo rischi.
iscrizione in bilancio
• quote accantonamento: Conto economico voce B 13) Altri accantonamenti; • ammontare dei fondi: Stato patrimoniale Passivo classe B) Fondi per rischi e oneri alla voce 3) Altri; • relativamente alle imposte differite, il Fondo compare nello Stato patrimoniale Passivo alla voce B 2) Fondi per imposte, anche differite; l’accantonamento è in Conto economico alla voce 20) Imposte sul reddito dell’esercizio, correnti, differite e anticipate.
• Fondo per imposte: Stato patrimoniale Passivo voce B 2) Fondi per imposte, anche differite; • accantonamenti al fondo per imposte: se relativo a imposte dirette allora Conto economico voce 20) Imposte sul reddito dell’esercizio, correnti, differite e anticipate; se relativo a imposte indirette allora Conto economico voce B 14) Oneri diversi di gestione; • gli altri fondi rischi sono iscritti in Stato patrimoniale Passivo, voce B 4) Altri. I relativi accantonamenti figurano in Conto economico alla voce B 12) Accantonamenti per rischi.
I fondi oneri non possono essere utilizzati per rettificare valori dell’attivo.
I fondi per rischi non possono essere utilizzati per rettificare valori dell’attivo.
esempi
Fondo manutenzioni programmate, Fondo garanzie prodotti, Fondo operazioni e concorsi a premio, Fondo recupero ambientale, Fondo imposte differite.
Fondo responsabilità civile, Fondo per imposte, Fondo rischi per cause legali in corso, Fondo rischi per garanzie prestate.
utilizzi
Al momento del manifestarsi dell’evento non si rileva il costo, ma si impiega direttamente il fondo. Se il fondo è insufficiente, la differenza è un costo. Ogni fondo può essere utilizzato solo per far fronte agli oneri per i quali era stato costituito.
Al momento del manifestarsi del rischio non si rileva il costo, ma si impiega direttamente il fondo. Se il fondo è insufficiente, la differenza è un costo. Ogni fondo può essere utilizzato solo per far fronte ai rischi per i quali era stato costituito.
Esempio
2 Accantonamento ai fondi per rischi e oneri
In un’impresa industriale che produce piccoli elettrodomestici gli impianti di assemblaggio richiedono interventi di manutenzione triennale e l’ultimo intervento si è avuto nello scorso periodo amministrativo; l’amministratore decide di accantonare al Fondo manutenzioni programmate la somma di 3 900 euro pari a un 1/3 del presunto costo futuro dell’operazione. In relazione a un guasto si ritiene probabile il manifestarsi di danni a terzi stimati in 24 000 euro. Presentiamo le scritture in P.D. 31/12 38.11 ACCANTON. PER MANUT. PROGRAMM. quota manutenzioni future 31/12 11.11 FONDO MANUTENZ. PROGRAMMATE quota manutenzioni future 31/12 38.04 ACCANTON. PER RESPONS. CIVILE 31/12 11.04 FONDO RESPONSABILITÀ CIVILE
accantonamento per rischi accantonamento per rischi
3 900, 00 3 900, 00 24 000, 00 24 000, 00
45
Modulo
1
Fondi rischi Risk provision
Fondi oneri Risks and charges
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Al termine di ogni esercizio i fondi per rischi e per oneri sono oggetto di riesame per verificarne la congruità alla data di bilancio. Ciò può portare a un aggiornamento della stima, con conseguente riduzione (in contropartita della rilevazione di una sopravvenienza attiva pari al fondo eccedente) o accantonamento.
C. Valutazione dei crediti Come regola generale, per la valutazione dei crediti il codice civile (art. 2426 n. 8) prevede l’applicazione del criterio del costo ammortizzato, tendo conto del presumibile valore di realizzo. Tuttavia, in base ai principi contabili nazionali, è consentito non applicare il criterio del costo ammortizzato: ♦ ai crediti a breve scadenza, per qualsiasi forma di bilancio; ♦ a tutti i crediti, in caso di bilancio in forma abbreviata e di bilancio delle micro-imprese; ♦ quando l’applicazione del criterio del costo ammortizzato ha effetti irrilevanti sulla rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale, finanziaria ed economica dell’impresa. VALUTAZIONE DEI CREDITI COMMERCIALI
PERDITE PER INESIGIBILITÀ
Perdite su crediti Losses on receivables
PERDITE PROBABILI
Quando non si applica il criterio del costo ammortizzato, al loro sorgere i crediti commerciali sono rilevati al valore nominale. Il calcolo del presunto valore di realizzo richiede che il valore nominale dei crediti commerciali venga rettificato per tener conto delle perdite per inesigibilità già manifestatesi o probabili. I crediti sicuramente inesigibili, perché il debitore è irreperibile o incapace di fronteggiare gli impegni assunti nonostante le procedure esecutive di recupero attuate nei suoi confronti, devono essere eliminati dal patrimonio, cioè stralciati. Lo stralcio può riferirsi sia a crediti già scaduti sia a crediti non scaduti e rientra fra le scritture di completamento. Lo stralcio dei crediti sorti nell’esercizio genera una perdita su crediti, mentre lo stralcio di crediti sorti in esercizi precedenti viene anzitutto fronteggiato con l’utilizzo del fondo svalutazione crediti (se era stato costituito) e del fondo rischi su crediti; l’eventuale eccedenza rispetto ai fondi disponibili costituisce una sopravvenienza passiva. Per ragioni di prudenza è inoltre necessario stimare le perdite di valore ritenute probabili. Questa verifica può essere effettuata per ogni singolo credito (quando nel patrimonio sono presenti pochi crediti e comunque per i crediti individualmente significativi) oppure a livello di portafoglio crediti (in tal caso, è opportuno raggruppare i crediti in categorie in base al livello di rischio dei debitori così da poter applicare, per esempio, delle percentuali rappresentative delle perdite medie storicamente rilevate). Le perdite probabili si rilevano addebitando il conto economico di reddito acceso ai costi d’esercizio Svalutazione crediti in contropartita di un fondo svalutazione che non compare in bilancio in quanto è portato in detrazione del valore dei crediti iscritti nell’attivo. I crediti devono infatti essere esposti in bilancio al netto del fondo svalutazione. Nel volume si utilizzerà il conto finanziario Fondo svalutazione crediti per le svalutazioni che derivano da un processo di valutazione individuale e il conto finanziario Fondo rischi su crediti per la svalutazione quantificata a livello di portafoglio crediti. Il Fondo rischi su crediti rappresenta un fondo rischi improprio, in quanto non si iscrive nella classe B del passivo dello Stato patrimoniale ma si porta in rettifica del valore nominale dei crediti. Quanto esaminato a proposito dei crediti è applicabile anche alle cambiali attive.
46
Contabilità generale
Esempio
Unità
1
3 Valutazione dei crediti
Alla fine del periodo amministrativo, nella situazione contabile di un’impresa industriale, redatta prima delle scritture di assestamento, sono presenti i seguenti conti: Crediti v/clienti per 220 108 euro Fondo rischi su crediti per 4 600 euro Cambiali attive per 10 592 euro Crediti insoluti per 12 433 euro L’esame analitico (valutazione individuale) dei crediti evidenzia quanto segue: • un credito insoluto di 2 695 euro sorto nel precedente esercizio e un credito insoluto di 3 000 euro sorto nell’esercizio riguardano clienti irreperibili, per cui i relativi importi vengono stralciati; • un credito verso clienti di 9 000 euro riguarda un cliente dichiarato fallito, dal quale si ritiene di poter recuperare solo il 10%. In applicazione del principio di prudenza e sulla base dell’esperienza storica relativa all’effettiva esigibilità generale dei crediti, si ritiene di dover adeguare il Fondo rischi su crediti al 3% del valore dei crediti. Presentiamo le scritture relative a quanto sopra indicato ed evidenziamo il collocamento nel bilancio d’esercizio dei conti coinvolti. Valore nominale dei crediti e delle cambiali Stralcio di crediti inesigibili Perdita presunta del 90% su credito in procedura concorsuale Valore di presunto realizzo specifico dei crediti Fondo rischi su crediti euro 229 338 × 3% euro fondo rischi su crediti esistente – euro svalutazione del portafoglio crediti euro
euro – euro euro – euro euro
243 133,00 5 695,00 237 438,00 8 100,00 229 338,00
– euro euro
6 880,14 222 457,86
6 880,14 1 905,00 4 975,14
valore finale Fondo rischi su crediti Presunto valore di realizzo dei crediti 31/12 05.41 FONDO RISCHI SU CREDITI 31/12 05.10 CREDITI INSOLUTI
utilizzo fondo stralciato credito insoluto
2 695, 00
31/12 39.05 PERDITE SU CREDITI 31/12 05.10 CREDITI INSOLUTI
stralcio credito sorto nell’esercizio stralciato credito insoluto
3 000, 00
31/12 36.10 SVALUTAZIONE CREDITI 31/12 05.40 FONDO SVALUTAZIONE CREDITI
rischio verso cliente fallito rischio su crediti verso clienti
8 100, 00
31/12 36.10 SVALUTAZIONE CREDITI 31/12 05.41 FONDO RISCHI SU CREDITI
svalutazione portafoglio crediti adeguamento fondo
4 975, 14
2 695, 00 3 000, 00 8 100, 00 4 975, 14
Nel bilancio d’esercizio i crediti appaiono nell’attivo dello Stato patrimoniale al netto del Fondo svalutazione crediti e del Fondo rischi su crediti; la svalutazione dei crediti viene invece iscritta nel Conto economico per il suo importo integrale. Nello Stato patrimoniale e nel Conto economico di bilancio, gli importi vengono arrotondati all’unità di euro. Stato patrimoniale C) ATTIVO CIRCOLANTE II - Crediti 1) verso clienti
222 458
Conto economico B) COSTI DELLA PRODUZIONE 10) ammortamenti e svalutazioni d) svalutazione dei crediti compresi nell’attivo circolante
13 075
...................................................................................................
14) oneri diversi di gestione
3 000
47
Modulo INFORMATIVA PER AREA GEOGRAFICA
VALUTAZIONE DEI DEBITI
15
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Per consentire al lettore del bilancio redatto in forma ordinaria di giudicare i possibili effetti del rischio Paese sull’andamento della gestione, è necessario indicare in Nota integrativa la ripartizione geografica dei crediti (art. 2427 n. 6 del c.c.). Il codice civile prevede l’applicazione del criterio di valutazione del costo ammortizzato anche per i debiti, con le medesime eccezioni indicate per i crediti (bilancio in forma abbreviata e bilancio delle micro-imprese, debiti a breve termine, irrilevanza). Quando non si applica il criterio del costo ammortizzato, i debiti sono valutati con il criterio del valore nominale.
Le scritture di rettifica Le scritture di rettifica si redigono per tener conto della competenza economica di ricavi e costi generati da operazioni di gestione che si sviluppano in due o più esercizi e hanno avuto manifestazione finanziaria anticipata. Queste scritture hanno lo scopo di sospendere dall’esercizio quote di costi o di ricavi già rilevati in P.D., ma parzialmente di competenza di esercizi futuri. Costi e ricavi sospesi vengono quindi “esclusi” dalla formazione del risultato economico, mentre vanno a formare il patrimonio di funzionamento come elementi, rispettivamente, attivi e passivi.
A. Risconti attivi e passivi I risconti sono quote di costi o di ricavi rilevati integralmente nell’esercizio in corso o in esercizi precedenti e rinviate a uno o più esercizi futuri perché non ancora maturate. Risconti Deferred
Esempio
Poiché i risconti sospendono componenti di reddito, sono attivi quando sospendono un costo, sono passivi quando sospendono un ricavo. Il calcolo dei risconti avviene proporzionalmente al tempo, come già visto per il calcolo dei ratei.
1 Rilevazione di risconti attivi e passivi
La SET spa ha compiuto, nel corso del periodo amministrativo, le seguenti operazioni: a) concesso a un cliente in data 21/11 il rinnovo di un effetto: dilazione 90 giorni, interessi 315 euro riscossi in contanti; b) stipulato in data 1/09 contratto di locazione di un capannone industriale. Il contratto prevede il versamento di canoni semestrali di 18 000 euro. Presentiamo i calcoli e la rilevazione dei risconti attivi e passivi, da iscrivere nel bilancio di esercizio, generati dalle suddette operazioni. a)
21/11
31/12
19/02
315 : 90 = x : 50
x = euro 175
risconto passivo
Gli interessi attivi, contabilizzati in data 21/11 per 315 euro, competono all’esercizio in chiusura solo per euro (315 – 175) = euro 140 b)
48
1/09
31/12
1/03
18 000 : 6 = x : 2
x = euro 6 000
risconto attivo
Contabilità generale
Unità
1
Il canone di locazione, contabilizzato in data 1/09 per 18 000 euro, compete all’esercizio in chiusura solo per euro (18 000 – 6 000) = euro 12 000 31/12 40.30 INTERESSI ATTIVI V/CLIENTI 31/12 16.02 RISCONTI PASSIVI
interessi attivi non di competenza sospesi interessi attivi
31/12 09.02 RISCONTI ATTIVI 31/12 32.01 FITTI PASSIVI
sospeso canone di locazione fitti non di competenza
175, 00 175, 00 6 000, 00 6 000, 00
In bilancio: • nell’attivo dello Stato patrimoniale la classe D) Ratei e risconti attivi accoglie il risconto attivo di 6 000 euro relativo al canone di locazione del capannone; • nel passivo dello Stato patrimoniale la classe E) Ratei e risconti passivi accoglie il risconto passivo di 175 euro relativo agli interessi attivi commerciali.
Costo di acquisto Comprende, oltre al prezzo dei beni in senso stretto, anche i costi accessori quali quelli di trasporto, assicurazione, nolo, dogana ecc. Sono esclusi gli oneri finanziari.
VALUTAZIONE: 2426 C.C.
ART.
Costo di produzione Comprende: • i costi direttamente imputabili al prodotto (per es. materie prime); • gli oneri finanziari; • altri costi (per es. quote di costi generali di produzione).
Metodo FIFO (first in first out) Metodo di valutazione basato sull’ipotesi che le materie o le merci entrate per prime nel magazzino (first in) siano le prime a essere prelevate (first out).
Metodo LIFO (last in first out) Metodo di valutazione basato sull’ipotesi che le materie o le merci entrate per ultime nel magazzino (last in) siano le prime a essere prelevate (first out).
B. Valutazione delle rimanenze di magazzino Sono rimanenze di magazzino i beni di proprietà destinati alla vendita (merci e prodotti fabbricati dall’impresa) e quelli che concorrono alla loro produzione (materie prime, sussidiarie e di consumo, parti componenti, semilavorati e prodotti in corso di lavorazione). Sono quindi esclusi dalle rimanenze i beni di terzi ricevuti in visione, in deposito, in lavorazione, mentre si devono comprendere, oltre quelli presenti in magazzino o presso gli stabilimenti, anche i beni che si trovano presso terzi (in lavorazione, in prova, in deposito ecc.) o che, pur acquistati, non sono ancora pervenuti perché in viaggio. I criteri civilistici di valutazione delle rimanenze prevedono quanto segue: a) le rimanenze si valutano al costo di acquisto o di produzione ovvero al valore di realizzazione desumibile dall’andamento del mercato, se minore; tale minor valore non può essere mantenuto nei successivi bilanci se ne sono venuti meno i motivi; b) nel costo di acquisto si includono anche i costi accessori; il costo di produzione comprende tutti i costi direttamente imputabili al prodotto; c) il metodo generale per la determinazione del costo dei beni è il costo specifico delle singole unità fisiche, tuttavia il costo dei beni fungibili può essere calcolato con il metodo della media ponderata o con quello del “primo entrato, primo uscito” (FIFO) o “ultimo entrato, primo uscito” (LIFO); se il valore così ottenuto differisce in misura apprezzabile dai costi correnti alla chiusura dell’esercizio, la differenza deve essere indicata, per categoria di beni, nella Nota integrativa. I criteri di valutazione non possono essere modificati da un esercizio all’altro. La rilevazione delle rimanenze è una scrittura di rettifica che registra in Dare il costo sospeso e in Avere la rettifica di costo. Nei documenti contabili del bilancio d’esercizio: ♦ le rimanenze risultano iscritte nello Stato patrimoniale all’interno dell’Attivo circolante; alla voce C I – Rimanenze devono essere elencati, oltre alle varie tipologie di rimanenze, anche gli acconti versati ai fornitori per consegne da ricevere; ♦ nel Conto economico si iscrivono le variazioni che le rimanenze hanno subìto rispetto alle esistenze iniziali; in particolare si iscrivono: • nel Valore della produzione, alla voce A 2), le variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti (con segno positivo gli incrementi e con segno negativo i decrementi); • nei Costi della produzione, alla voce B 11), le variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci (con segno negativo gli incrementi e con segno positivo i decrementi).
49
Modulo
Esempio
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
2 Valutazione delle rimanenze finali
L’impresa industriale De.co spa valuta le rimanenze finali del prodotto A in base ai seguenti dati: costo medio di produzione di 1 kg 49 euro, prezzo di vendita sul mercato 55 euro, costi di vendita pari al 5% del ricavo, quantità in rimanenza 1 000 kg. Procediamo alla valutazione delle rimanenze finali del prodotto A e alla loro rilevazione in P.D. Costo di produzione: Valore di mercato:
euro 49 euro 55 – (euro 55 × 5%) = euro 57,75
Poiché il valore di mercato è superiore al costo di produzione, la valutazione deve essere effettuata al costo di produzione: euro (49 × 1 000) = euro 49 000 31/12 04.07 PRODOTTI FINITI 31/12 20.32 PRODOTTI C/RIMANENZE FINALI
valutate rimanenze finali valutate rimanenze finali
49 000, 00 49 000, 00
C. Valutazione delle attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni Le più diffuse attività finanziarie non immobilizzate sono le partecipazioni e gli altri titoli detenuti per un breve periodo. Si tratta di investimenti presenti in portafoglio per scopi speculativi o per temporanei investimenti di liquidità. Per la valutazione valgono le medesime regole che il codice civile prevede per la valutazione delle rimanenze di materie, merci e prodotti (art. 2426 numeri 9 e 10). Il metodo generale per la valutazione è il costo specifico, in alternativa è possibile utilizzare i metodi della media ponderata, del LIFO e del FIFO. Proventi e oneri finanziari Financial income and charges
16
Depreciation
Nel bilancio d’esercizio, le attività finanziarie non immobilizzate sono esposte nella sottoclasse C III – Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni dell’attivo circolante dello Stato patrimoniale mentre interessi attivi e dividendi figurano nel Conto economico nella classe C) Proventi e oneri finanziari.
Le scritture di ammortamento Le scritture di ammortamento consentono di ripartire fra più esercizi i costi sostenuti per le immobilizzazioni immateriali e materiali. Il codice civile stabilisce che il costo delle immobilizzazioni materiali e immateriali deve essere sistematicamente ammortizzato in ogni esercizio in relazione alla loro residua possibilità di utilizzazione. Pertanto le imprese predispongono per ciascun bene o gruppo di beni un piano di ammortamento tenendo conto di tre elementi: ♦ il valore da ammortizzare, dato dalla differenza fra costo originario e presunto valore di realizzo (spesso considerato pari a zero e inesistente per le immobilizzazioni immateriali costituite da oneri pluriennali come i costi d’impianto); ♦ la vita utile, corrispondente al periodo di tempo in cui si ritiene che il bene possa fornire il suo contributo alla gestione; ♦ il criterio di ripartizione del valore da ammortizzare nell’arco della vita utile del bene. I principi contabili raccomandano a tale riguardo l’adozione del metodo a quote costanti, ma considerano accettabile anche il metodo a quote decrescenti.
50
Contabilità generale
Unità
1
In ogni caso, l’ammortamento ha inizio dal momento in cui il bene è disponibile e pronto per l’uso o, nel caso delle immobilizzazioni immateriali, nell’esercizio in cui esse cominciano a produrre benefìci economici per l’impresa. AMMORTAMENTO IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI
Relativamente alle immobilizzazioni materiali i principi contabili raccomandano che gli ammortamenti dei beni acquisiti o dismessi durante l’esercizio siano calcolati rapportando il coefficiente annuo alla frazione del periodo amministrativo in cui ciascuno di essi è stato utilizzato. Generalmente le imprese iscrivono in bilancio i fabbricati per il costo unitariamente sostenuto per l’edificio e il terreno su cui è costruito, tuttavia i terreni hanno vita utile illimitata e non sono quindi ammortizzabili. La quota annua di ammortamento dei fabbricati deve pertanto essere calcolata sul solo valore dell’edificio.
AMMORTAMENTO IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI
RILEVAZIONE P.D.
IN
I costi d’impianto e ampliamento devono essere ammortizzati entro un periodo non superiore a 5 anni. I costi di sviluppo a utilità pluriennale devono essere ammortizzati secondo la loro vita utile, tuttavia se, eccezionalmente, questa non è determinabile allora sono ammortizzati in un periodo non superiore a 5 anni. Anche l’avviamento è ammortizzato in base alla sua vita utile e quando, eccezionalmente, questa non è determinabile allora deve essere ammortizzato in un periodo non superiore a 10 anni. Nella Nota integrativa è fornita una spiegazione del periodo di ammortamento adottato per l’avviamento. L’ammortamento delle immobilizzazioni immateriali e materiali viene rilevato in P.D. con procedimento indiretto, registrando in Dare le quote ammortamento di competenza in specifici conti economici di reddito accesi ai costi d’esercizio quali Ammortamento brevetti, Ammortamento fabbricati ecc. e iscrivendole in contropartita negli specifici fondi ammortamento. Nei prospetti del bilancio d’esercizio i fondi ammortamento non compaiono poiché devono essere portati in deduzione del valore delle immobilizzazioni. Le quote di ammortamento vengono invece iscritte nel Conto economico tra i costi della produzione alla sotto-voce B 10) a) Ammortamento delle immobilizzazioni immateriali e alla sotto-voce B 10) b) Ammortamento delle immobilizzazioni materiali.
Esempio Calcolo quote di ammortamento Nel patrimonio della Orsini spa è presente all’1/01 un fabbricato industriale del costo storico di 246 000 euro soggetto al coefficiente annuo di ammortamento del 4% e già ammortizzato nella misura del 44%; il costo stimato dell’edificio ammonta a 168 000 euro. In data 1/04 vengono acquistati mobili d’ufficio per 18 000 euro + IVA, soggetti a coefficiente annuo di ammortamento del 12,50%. Presentiamo le scritture in P.D. relative agli ammortamenti dell’esercizio. Calcolo quota ammortamento fabbricato euro (168 000 × 4%) = euro 6 720
quota ammortamento fabbricati
Calcolo quota ammortamento arredamento Dall’1/04 compreso al 31/12: 275 giorni
51
Modulo
euro
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
18 000 × 12,50 × 275 = euro 1 695,21 100 × 365
quota ammortamento arredamento
Giornale in P.D. Al 31/12 si rilevano le quote di ammortamento civilistiche. 31/12 35.01 AMMORTAMENTO FABBRICATI 31/12 02.11 FONDO AMM.TO FABBRICATI
quota amm.to 4% dell’edificio quota amm.to 4% dell’edificio
6 720, 00
31/12 35.06 AMM.TO ARREDAMENTO 31/12 02.16 FONDO AMM.TO ARREDAMENTO
quota amm.to 12,50% dall’1/04 quota amm.to 12,50% dall’1/04
1 695, 21
Svalutazione È la rilevazione di una perdita durevole di valore dovuta a mutamenti tecnologici, giuridici o del mercato, a cambiamenti della destinazione del bene nell’impresa ecc.
17 Imposte dirette Direct taxes
6 720, 00 1 695, 21
Oltre a redigere le scritture di ammortamento, al termine del periodo amministrativo è necessario procedere alla valutazione delle immobilizzazioni in base al disposto del codice civile e dei principi contabili. Per esempio, nel caso in cui, alla data di chiusura dell’esercizio, il valore di un’immobilizzazione sia durevolmente inferiore al suo valore contabile si deve procedere a una svalutazione. In bilancio le immobilizzazioni immateriali e materiali sono iscritte nell’attivo dello Stato patrimoniale al netto dei fondi ammortamento e degli eventuali fondi svalutazione.
La rilevazione delle imposte dirette Le imprese e/o i loro titolari sono soggetti passivi delle imposte dirette. Le società di capitali, in particolare, sono soggette all’Imposta sul Reddito delle Società (IRES) e all’Imposta Regionale sulle Attività Produttive (IRAP). Ai fini fiscali, tali imposte vengono quantificate mediante apposite dichiarazioni fiscali. Tuttavia, poiché le imposte si iscrivono come costi d’esercizio nel Conto economico del bilancio, esse devono essere calcolate in sede di scritture di assestamento e richiedono la determinazione extracontabile dell’imponibile fiscale, come si studierà nel successivo modulo 2 sulla fiscalità d’impresa. Al 31/12 si rilevano in P.D. i componenti negativi di reddito generati dalle imposte dell’esercizio, utilizzando il conto economico Imposte dell’esercizio. Dal punto di vista dei movimenti finanziari, le imposte dell’esercizio originano un debito. Il debito per l’IRES di competenza è pari alla differenza fra l’imposta stessa e: ♦ le ritenute d’acconto già subite (per esempio su interessi attivi bancari e postali); ♦ i crediti d’imposta di cui la società eventualmente gode (per esempio per forme di sostegno pubblico); ♦ gli acconti già versati. La normativa tributaria prevede infatti che, in momenti prestabiliti del periodo amministrativo, i soggetti passivi versino acconti per le imposte che saranno liquidate al termine del periodo amministrativo stesso. Anche il debito per IRAP è iscritto in bilancio al netto degli acconti versati.
52
Contabilità generale
Unità
1
Il saldo, detto conguaglio, sarà versato nell’esercizio successivo, nel corso del quale verranno pure presentate telematicamente le dichiarazioni fiscali (modello Redditi e dichiarazione IRAP).
Esempio Rilevazione delle imposte dirette In data 30/06 la Spigorel srl ha versato a mezzo banca la prima rata degli acconti IRES e IRAP rispettivamente per 26 107,20 euro e 13 994,40 euro. In data 30/11 la società ha versato a mezzo banca la seconda rata degli acconti IRES e IRAP rispettivamente per 39 160,80 euro e 20 991,60 euro. Nel corso dell’esercizio ha subìto ritenute fiscali per 1 960 euro. In sede di scritture di completamento la Spigorel srl quantifica extracontabilmente l’IRES dell’esercizio in 92 500 euro e l’IRAP in 38 675 euro. Presentiamo le scritture in P.D. In occasione del pagamento degli acconti si rileva l’uscita e il sorgere di un credito nei confronti dell’Amministrazione finanziaria relativamente all’IRES e delle Regioni in cui è prodotta la base imponibile relativamente all’IRAP. 30/06 06.02 IMPOSTE C/ACCONTO 30/06 18.20 BANCA X C/C
prima rata acconto IRES addebito in c/c bancario
26 107, 20
30/06 06.02 IMPOSTE C/ACCONTO 30/06 18.20 BANCA X C/C
prima rata acconto IRAP addebito in c/c bancario
13 994, 40
30/11 06.02 IMPOSTE C/ACCONTO 30/11 18.20 BANCA X C/C
seconda rata acconto IRES addebito in c/c bancario
39 160, 80
30/11 06.02 IMPOSTE C/ACCONTO 30/11 18.20 BANCA X C/C
seconda rata acconto IRAP addebito in c/c bancario
20 991, 60
26 107, 20 13 994, 40 39 160, 80 20 991, 60
Alla chiusura dell’esercizio si rilevano le imposte e si stornano i crediti verso l’Amministrazione finanziaria e le Regioni. 31/12 60.01 IMPOSTE DELL’ESERCIZIO 31/12 15.03 DEBITI PER IMPOSTE
IRAP gravante sull’esercizio IRAP gravante sull’esercizio
38 675, 00
31/12 15.03 DEBITI PER IMPOSTE 31/12 06.02 IMPOSTE C/ACCONTO
storno acconto IRAP giro a Debiti per imposte
34 986, 00
31/12 60.01 IMPOSTE DELL’ESERCIZIO 31/12 15.03 DEBITI PER IMPOSTE
IRES gravante sull’esercizio IRES gravante sull’esercizio
92 500, 00
31/12 15.03 DEBITI PER IMPOSTE 31/12 06.02 IMPOSTE C/ACCONTO 31/12 06.03 CREDITI PER RITENUTE SUBITE
storno acconto IRES e ritenute giro a Debiti per imposte giro a Debiti per imposte
67 228, 00
38 675, 00 34 986, 00 92 500, 00 65 268, 00 1 960, 00
Dopo la rilevazione delle scritture di completamento relative alle imposte dell’esercizio, il conto Debiti per imposte accoglie l’ammontare del conguaglio delle imposte dirette [euro (38 675 – 34 986) = euro 3 689 a titolo di conguaglio IRAP ed euro (92 500 – 65 268 – 1 960) = euro 25 272 a titolo di conguaglio IRES]. Detto conto confluisce nel passivo dello Stato patrimoniale alla voce D 12) Debiti tributari: i conguagli IRES e IRAP saranno infatti versati nel corso dell’esercizio successivo. Qualora emergesse un credito anziché un debito (per esempio a causa del versamento in acconto di un importo superiore all’imposta dovuta), questo credito sarebbe rilevato nel conto finanziario Crediti per imposte, che confluisce nello Stato patrimoniale alla voce C II 5 bis Crediti tributari.
53
Modulo
1
18
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
La situazione contabile finale Al termine delle scritture di assestamento si redige la situazione contabile finale che evidenzia le eccedenze Dare e le eccedenze Avere dei conti.
Situazione contabile Cash flow situation
SCRITTURE DI ASSESTAMENTO
Scritture di completamento
Scritture di integrazione
Scritture di rettifica
Scritture di ammortamento
Situazione contabile finale ä 6LWXD]LRQH HFRQRPLFD ä 6LWXD]LRQH SDWULPRQLDOH
La situazione contabile finale è particolarmente importante in quanto fa da supporto alle successive scritture di epilogo e di chiusura e alla redazione del bilancio d’esercizio.
FLUSSO DELLE OPERAZIONI DI ASSESTAMENTO, DI EPILOGO E DI CHIUSURA DEI CONTI
Scritture di assestamento
Epilogo nel Conto di risultato economico dei conti economici d’esercizio i cui saldi presentano: ä FRPSRQHQWL QHJDWLYL GHO UHGGLWR GÝHVHUFL]LR ä FRPSRQHQWL SRVLWLYL GHO UHGGLWR GÝHVHUFL]LR
Inventario d’esercizio ricerca, descrizione, classificazione, valutazione e rappresentazione degli elementi patrimoniali
Situazione contabile finale ä 6LWXD]LRQH HFRQRPLFD ä 6LWXD]LRQH SDWULPRQLDOH
Determinazione del risultato economico come saldo del Conto di risultato economico
Chiusura generale dei conti patrimoniali accesi alle attività, alle passività e al patrimonio netto
54
Redazione del bilancio d’esercizio per riclassificazione, aggregazione, disaggregazione dei dati contabili e iscrizione nel libro degli inventari dello Stato patrimoniale e del Conto economico
Contabilità generale
19 SCRITTURE DI EPILOGO
Unità
1
Le scritture di epilogo e chiusura Le scritture di epilogo consentono di far affluire al Conto di risultato economico i saldi dei conti economici accesi ai componenti positivi e negativi del reddito d’esercizio.
Reddito d’esercizio Income for the year
Mediante le scritture di epilogo tutti i costi e ricavi di competenza dell’esercizio, accolti nei conti economici di reddito accesi ai componenti ordinari e straordinari della gestione, vengono “sintetizzati”, con un giro contabile, nell’unico conto di risultato denominato Conto di risultato economico. L’eccedenza di tale conto esprime il reddito d’esercizio: ♦ un’eccedenza Dare indica un risultato economico negativo, ossia una perdita d’esercizio; ♦ un’eccedenza Avere evidenzia un risultato economico positivo, ossia un utile d’esercizio. Con la rilevazione in P.D. dell’utile o della perdita d’esercizio il Conto di risultato economico risulta spento.
31/12 90.01 CONTO DI RISULTATO ECONOMICO 31/12 10.30 UTILE D’ESERCIZIO
SCRITTURE DI CHIUSURA
risultato economico risultato economico d’esercizio
…………, …, …………, …,
Dopo la redazione delle scritture di epilogo risultano ancora aperti i conti patrimoniali (vale a dire i conti finanziari, i conti economici di patrimonio netto, i conti economici di reddito accesi ai costi e ricavi pluriennali, i conti economici di reddito accesi ai costi e ricavi sospesi). Le scritture di chiusura consentono di chiudere i conti patrimoniali. La chiusura di detti conti può avvenire con due modalità: 1. chiusura simultanea: consiste nella redazione di un unico articolo in P.D. che elenca in Dare i conti con eccedenza Avere (passività e parti ideali positive del patrimonio netto) e in Avere i conti con eccedenza Dare (attività e parti ideali negative del patrimonio netto). Ovviamente il totale degli importi Dare deve essere uguale al totale degli importi Avere; 2. chiusura successiva: consiste nel redigere più articoli (uno per la chiusura delle attività, uno per la chiusura delle passività, uno per la chiusura dei conti di patrimonio netto) usando in contropartita il conto transitorio Bilancio di chiusura. Al termine delle operazioni di chiusura il conto di mastro Bilancio di chiusura deve bilanciare (D = A) e pertanto risultare spento.
RIAPERTURA DEI CONTI
Le scritture di riapertura riprendono, nel nuovo esercizio, i dati contabili dei saldi delle scritture di chiusura del periodo amministrativo precedente. All’inizio di ogni periodo amministrativo, i conti accesi alle attività, alle passività e al patrimonio netto chiusi al termine del periodo precedente vengono riaperti. Immediatamente dopo la rilevazione in P.D. della riapertura dei conti patrimoniali è necessario effettuare il giro contabile dei costi e ricavi sospesi nell’esercizio appena terminato (rimanenze, risconti attivi e passivi) agli specifici conti accesi ai costi e ricavi d’esercizio del nuovo periodo amministrativo (Materie prime c/esistenze iniziali, Canoni leasing, Interessi attivi ecc.). Ciò consente la successiva rilevazione contabile delle operazioni di gestione del nuovo periodo.
55
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
TEST INTERATTIVI
1
• test in autoveriica su unità 1 • interrogazione simulata con speakeraggio
Indica la risposta corretta (alcuni quesiti possono avere più risposte esatte).
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 1
a. Indica quali dei seguenti conti riguardano la gestione delle immobilizzazioni:
❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑
1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.
Costi di sviluppo Fondo garanzia prodotti Brevetti industriali Società di factoring c/c Costruzioni in economia Fondo manutenzioni programmate Ammortamento impianti e macchinari Partecipazioni in società controllate
b. Il costo di produzione di un bene costruito in economia è dato:
❑ 1. dal costo di riacquisto del bene ❑ 2. dalla somma dei costi diretti e dei costi indiretti di produzione, aumentati di una quota di utile ❑ 3. dalla somma dei costi diretti e dei costi indiretti di produzione, aumentati degli oneri finanziari riferibili a finanziamenti ottenuti per la fabbricazione del bene fino al momento del suo utilizzo ❑ 4. dal presunto valore di realizzo c. I costi di manutenzione sono:
❑ ❑ ❑ ❑ ❑
1. 2. 3. 4. 5.
sostenuti per la sistemazione di guasti sostenuti per accrescere la capacità produttiva del bene sostenuti per conservare l’efficienza del bene costi d’esercizio costi da patrimonializzare
d. Si realizza una plusvalenza quando:
❑ 1. a seguito della cessione di un bene strumentale impiegato nella normale attività produttiva, a causa del deperimento economico-tecnico, viene realizzato un prezzo di cessione superiore al valore contabile ❑ 2. a seguito della cessione di un bene strumentale impiegato nella normale attività produttiva, a causa di un’operazione di ristrutturazione, viene realizzato un prezzo di cessione superiore al valore contabile ❑ 3. a seguito della cessione di un bene non strumentale facente parte del patrimonio accessorio, viene realizzato un prezzo di cessione inferiore al valore contabile ❑ 4. a seguito della cessione di una partecipazione, viene realizzato un prezzo di cessione inferiore al valore contabile e. Una società che non intende acquistare la proprietà di un bene strumentale può acquisirlo mediante:
❑ 1. apporto di un socio ❑ 2. locazione ❑ 3. leasing finanziario 56
❑ 4. costruzione in economia ❑ 5. noleggio ❑ 6. appalto
Contabilità generale
Unità
1
f. In base al metodo patrimoniale, alla stipulazione di un contratto di leasing finanziario il locatario rileva in P.D.:
❑ ❑ ❑ ❑ ❑
1. 2. 3. 4. 5.
l’impegno assunto per i canoni periodici da versare il valore del bene oggetto del contratto la quota ammortamento del costo del bene la fattura relativa al maxicanone il prezzo di riscatto, quando esercita tale diritto
g. Le attività finanziarie sono iscritte nel bilancio d’esercizio nella:
h. Indica quali dei seguenti elementi costituiscono costi del lavoro: ❑ 1. ritenute fiscali ❑ 2. oneri sociali ❑ 3. paga base ❑ 4. assegni per il nucleo familiare ❑ 5. acconti sulle retribuzioni ❑ 6. compenso per lavoro straordinario ❑ 7. ritenute sociali ❑ 8. quota annua TFR i. Le operazioni di smobilizzo crediti:
❑ ❑ ❑ ❑
1. 2. 3. 4.
consentono di ottenere mezzi liquidi prima della scadenza dei crediti commerciali consistono nel concedere dilazioni ai clienti riguardano crediti finanziari sono effettuate con banche e società finanziarie
l. Indica quali delle seguenti operazioni consentono di smobilizzare crediti:
❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑
1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 1
❑ 1. sottoclasse dell’attivo dello Stato patrimoniale B III Immobilizzazioni finanziarie se costituiscono investimenti durevoli ❑ 2. sottoclasse dell’attivo dello Stato patrimoniale C II Crediti se si tratta di crediti a media/ lunga scadenza concessi a società controllate ❑ 3. sottoclasse dell’attivo dello Stato patrimoniale C III Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni se si tratta di investimenti temporanei di liquidità ❑ 4. voce del passivo dello Stato patrimoniale D 9 Debiti v/imprese controllate se si tratta di obbligazioni emesse da società del gruppo
presentazione di cambiali con clausola dopo incasso presentazione di Ri.Ba. con clausola s.b.f. sconto di pagherò diretti anticipi su fatture maturity factoring factoring con accredito anticipato sconto di cambiali accettazione di tratte
m. I contributi in conto impianti:
❑ ❑ ❑ ❑ ❑ ❑
1. 2. 3. 4. 5. 6.
sono erogati a sostegno dell’occupazione sono erogati per finanziare progetti relativi a immobilizzazioni materiali e immateriali sono erogati per favorire l’equilibrio economico possono essere registrati in diminuzione del costo del bene strumentale possono essere registrati in diminuzione degli oneri finanziari possono essere registrati come ricavi pluriennali calcolando annualmente il relativo risconto
57
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
n. Le scritture di assestamento consentono di:
❑ ❑ ❑ ❑
1. 2. 3. 4.
tener conto della competenza temporale delle operazioni di gestione tener conto della competenza economica di costi e ricavi tener conto della competenza finanziaria di crediti e debiti calcolare il risultato economico d’esercizio
o. Tra le seguenti operazioni richiedono il calcolo di risconti:
❑ ❑ ❑ ❑
1. 2. 3. 4.
il pagamento di canoni leasing la riscossione di fitti attivi il pagamento di premi di assicurazione la riscossione di dividendi
p. La svalutazione dei crediti commerciali:
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 1
❑ ❑ ❑ ❑
1. 2. 3. 4.
può riguardare perdite specifiche può riguardare perdite probabili a livello di portafoglio crediti è rilevata in diretta diminuzione dei crediti è rilevata in aumento di appositi fondi
q. Negli esercizi in cui avvengono l’acquisizione e la dismissione di un’immobilizzazione materiale la quota di ammortamento:
❑ ❑ ❑ ❑ ❑
1. 2. 3. 4. 5.
deve essere sempre calcolata per l’intero anno deve essere forfetariamente dimezzata non deve essere calcolata può essere forfetariamente dimezzata se l’acquisto/dismissione avviene a metà anno deve essere calcolata proporzionalmente alla durata del periodo di utilizzo
r. Vengono chiusi in contropartita del conto Bilancio di chiusura i conti:
❑ ❑ ❑ ❑ ❑
2
1. 2. 3. 4. 5.
Perdite su crediti Terreni e fabbricati Ammortamento impianti e macchinari Materie c/rimanenze finali Fondo ammortamento arredamento
❑ ❑ ❑ ❑ ❑
6. Utile d’esercizio 7. Riserva legale 8. IVA c/liquidazione 9. Fornitori materie c/acconti 10. Prodotti in lavorazione
Un’impresa ha stipulato un contratto di leasing finanziario su macchinari alle seguenti condizioni: pagamento maxicanone di 5 000 euro + IVA in data 1/10/n; 8 canoni quadrimestrali di 2 525 euro + IVA ciascuno di cui il primo in data 1/02/n1; durata 36 mesi; prezzo di riscatto 3 000 euro + IVA. Completa i calcoli seguendo la traccia e inserisci i vocaboli mancanti scegliendoli fra quelli qui proposti. attivo – canoni contabilizzati – competenza – contratto – maxicanone – medio mensile euro euro euro
……............…………………………................................
Canoni quadrimestrali Costo totale del ………………...................
8×
…….....................…………
euro 25 200 : ……………… = euro …………...................…… Anno
58
Canoni rilevati
5 000 + ……………… = 25 200
Canone …………………………………………….........……………………
Canoni di .......................... (700 × ..................) = euro ................................
Risconto ..........................
n
euro 5 000
....................... – ....................... = euro 2 900
n1
(2 900 + .............. × ..............) = euro 10 475 (....................... × .......................) = euro 8 400
10 475 – ................. = euro ..............................
n2
(.................... + 2 525 × 3) = euro 9 650
(................. × 12) = euro ...................................
....................... – ....................... = euro 1 250
n3
(................ + ................ × 2) = euro 6 300
(700 × .......................) = euro 6 300
6 300 – ................. = euro ................................
Unità
Contabilità generale
3
1
Esegui quanto ti è richiesto. Osserva le rappresentazioni grafiche delle seguenti operazioni di gestione. Formula con dati a scelta il testo di un esercizio che le riguardi, rilevale in P.D. e compila le relative scritture di assestamento. Indica infine in quali voci del bilancio civilistico confluiscono i conti utilizzati.
uscita a) 1/09
31/12
1/09 entrata
b) 1/10
31/12
1/04
entrata
1/11
4
31/12
1/05
Comprensione di un documento di bilancio. La Nota integrativa del bilancio di una grande impresa industriale presenta i seguenti dati tratti dalla tabella dei movimenti delle immobilizzazioni immateriali:
Costi d’impianto e ampliamento
Diritti di brevetto industriale
consistenze al 31/12/n: • costo • fondo ammortamento
5 39 (34)
1 970 6 231 (4 261)
incrementi del periodo
–
498
ammortamento del periodo
5
1 583
decrementi del periodo: • costo • fondo ammortamento
– (32) 32
............... (1 816) 1 816
consistenza al 31/12/n2: • costo • fondo ammortamento
............... 7 (7)
............... 4 913 4 028
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 1
c)
Inserisci nella tabella i dati mancanti e ricostruisci nei conti di mastro Costi d’impianto e ampliamento, Fondo ammortamento costi d’impianto e ampliamento, Brevetti industriali, Fondo ammortamento brevetti industriali tutti i movimenti evidenziati dalla tabella.
Esercizi finali Gruppo 1, 2 e 3
59
01
Il bilancio d’esercizio Il bilancio d’esercizio è il documento redatto dagli organi amministrativi al termine del periodo amministrativo, con cui si rappresenta la situazione patrimoniale e finanziaria dell’azienda e il risultato economico d’esercizio.
Bilancio d’esercizio Financial statements
Il bilancio d’esercizio viene anche inteso come rendiconto della gestione, in altre parole come documento che sintetizza le operazioni compiute dall’impresa nell’arco dell’esercizio amministrativo. Come tutti i rendiconti, il bilancio d’esercizio assolve a due importanti funzioni: ♦ una funzione conoscitiva, in quanto offre, a posteriori, informazioni sull’andamento economico e finanziario dell’azienda, esprimendo i risultati ottenuti per effetto delle strategie attuate; ♦ una funzione di controllo, in quanto rappresenta lo strumento con cui gli organi preposti all’amministrazione sottopongono il proprio operato all’esame e all’approvazione di chi ha loro assegnato l’incarico di governare l’azienda. Attraverso il bilancio d’esercizio è possibile misurare il reddito e il patrimonio di funzionamento, ottenere una sintesi delle operazioni compiute dal sistema azienda e stabilire, sia pure parzialmente e con margini di incertezza, l’orientamento gestionale da esso perseguito. Il bilancio d’esercizio svolge un importante ruolo nell’ambito dell’informativa sulla gestione aziendale perché fornisce informazioni essenziali in merito alla consistenza patrimoniale e agli andamenti finanziari ed economici dell’impresa. Le informazioni ottenibili dal bilancio possono essere di tipo storico, oppure prospettico; queste ultime, proiettate verso il futuro, sono ricavabili attraverso l’utilizzo di tecniche particolari quali l’analisi per indici e per flussi, che sono illustrate nelle unità successive.
GLI UTILIZZATORI DEL BILANCIO
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L’impresa, intesa come sistema di più elementi tra loro interagenti, coinvolge una molteplicità di soggetti che, direttamente o indirettamente, sono interessati alle sue vicende. Tali soggetti ottengono le informazioni desiderate attraverso i documenti con i quali l’impresa stessa diffonde all’interno e all’esterno le comunicazioni richieste. Di detti documenti il bilancio è senza dubbio quello che maggiormente risponde alle differenti esigenze conoscitive del pubblico.
Bilanci aziendali e revisione legale dei conti
all’impresa Internal stakeholders
Soggetti esterni all’impresa External stakeholders
PORTATORI DI INTERESSI DIRETTI
PORTATORI DI INTERESSI INDIRETTI
02 Stato patrimoniale Balance sheet
Conto economico Income statement
Rendiconto finanziario Cash flow statement
Nota integrativa Explanatory Note
Unità
2
Possiamo distinguere gli utilizzatori del bilancio (stakeholder) in due grandi categorie: ♦ i soggetti interni all’impresa, portatori di interessi diretti, quali il proprietario o i soci di maggioranza e i lavoratori dipendenti; ♦ i soggetti esterni all’impresa, portatori di interessi indiretti, quali gli investitori in capitale di rischio (soci di minoranza), i finanziatori, i fornitori e i clienti, gli uffici fiscali e, in generale, tutti i soggetti con i quali l’azienda entra in contatto. I soci di maggioranza e i dipendenti (attraverso i loro organi rappresentativi) sono interessati ai dati riguardanti il grado di redditività degli investimenti produttivi, poiché è in relazione a questo elemento che i proprietari valutano la convenienza a espandere l’attività aziendale e i dipendenti ricevono informazioni circa la stabilità del posto di lavoro. I soggetti esterni sono portatori di differenti interessi a seconda della categoria alla quale appartengono. Così, per esempio: ♦ gli investitori in capitale di rischio (soci di minoranza) necessitano di informazioni che servono a decidere se acquistare, conservare o vendere le azioni o quote di capitale dell’impresa. In particolare, essi sono interessati alle informazioni che consentono di valutare la capacità dell’impresa di distribuire i dividendi (pay out) e di accrescere il suo valore nel tempo; ♦ i finanziatori sono interessati a informazioni che li rendano in grado di valutare se i loro prestiti, e i relativi interessi, saranno puntualmente pagati alle scadenze contrattuali stabilite; ♦ i fornitori e gli altri creditori sono interessati a conoscere la capacità dell’impresa a far fronte con regolarità alle scadenze di pagamento pattuite; ♦ i clienti sono interessati a informazioni sulla continuità dell’impresa, specialmente quando hanno un impegno contrattuale durevole o sono in rapporto di dipendenza dalla stessa; ♦ gli uffici fiscali sono interessati ai valori che scaturiscono dal bilancio, in quanto i ricavi e i costi espressi nel Conto economico redatto secondo la normativa civilistica rappresentano il punto di partenza a cui fa riferimento la disciplina tributaria per la determinazione del reddito fiscale ai fini del calcolo delle imposte dirette.
Il sistema informativo di bilancio Tenuto conto degli interessi coinvolti dall’operatività delle imprese e dell’esigenza di tutelarli, la redazione del bilancio e dei documenti che a esso devono essere allegati è regolata dalle norme contenute nel codice civile. L’insieme dei prospetti che compongono il bilancio e i suoi allegati prende il nome di sistema informativo di bilancio. Il sistema informativo del bilancio è quindi composto: 1. dal bilancio d’esercizio, formato dallo Stato patrimoniale, dal Conto economico, dal Rendiconto finanziario e dalla Nota integrativa, redatti secondo gli schemi e il contenuto obbligatori imposti dagli artt. 2424, 2425, 2425 ter, 2427 e 2427 bis del c.c.;
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Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
2. dalla relazione sulla gestione (art. 2428 del c.c.), che ha lo scopo di fornire un resoconto sull’andamento dell’azienda e sulle politiche da essa perseguite; 3. dalla relazione del collegio sindacale (art. 2429 del c.c.), se tale organo è previsto, ossia se la società ha adottato il sistema di amministrazione e controllo ordinario. Il collegio sindacale deve riferire sui risultati dell’esercizio sociale e sulle attività svolte nell’adempimento dei propri doveri e fare le osservazioni e le proposte in ordine al bilancio e alla sua approvazione; 4. dalla relazione del soggetto incaricato della revisione legale (art. 2429 del c.c.), che ha lo scopo di fornire valutazioni in merito alla regolare tenuta della contabilità e alla corrispondenza del bilancio alle risultanze delle scritture contabili; 5. da altri documenti idonei a fornire informazioni complementari, qualora le informazioni richieste da specifiche disposizioni di legge non siano sufficienti a fornire una rappresentazione veritiera e corretta. Organi amministrativi Management bodies
Il compito di redigere il bilancio d’esercizio compete agli organi amministrativi che debbono trasmetterlo al collegio sindacale, almeno 30 giorni prima del termine fissato per la discussione in assemblea; analoga trasmissione deve essere fatta al soggetto incaricato della revisione legale dei conti, affinché possa predisporre la relativa relazione. REDAZIONE E APPROVAZIONE DEL BILANCIO NELLE SPA BILANCIO
SISTEMA ORDINARIO
SISTEMA DUALISTICO
SISTEMA MONISTICO
D’ESERCIZIO
(si applica in assenza di diversa scelta statutaria)
(si applica solo per precisa scelta statutaria)
(si applica solo per precisa scelta statutaria)
Redazione
Amministratore unico o consiglio di amministrazione (nominati dall’assemblea dei soci)
Consiglio di gestione (nominato dal consiglio di sorveglianza)
Consiglio di amministrazione (nominato dall’assemblea dei soci)
Approvazione
Assemblea dei soci
Consiglio di sorveglianza (di nomina assembleare). Lo statuto può prevedere che, in caso di mancata approvazione o su richiesta di almeno un terzo dei componenti del consiglio di gestione o del consiglio di sorveglianza, l’approvazione del bilancio sia attribuita all’assemblea
Assemblea dei soci
Se la società è quotata in mercati regolamentati, il bilancio d’esercizio, analogamente agli altri documenti contabili societari, è redatto da un dirigente le cui modalità di nomina devono essere indicate nello statuto, previo parere obbligatorio dell’organo di controllo. PUBBLICITÀ DEL BILANCIO D’ESERCIZIO
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Il bilancio d’esercizio con i suoi documenti accompagnatori deve essere depositato presso la sede sociale almeno 15 giorni prima dell’assemblea, affinché i soci possano prenderne visione. Entro 30 giorni dall’approvazione, una copia del bilancio deve essere depositata presso l’Ufficio del Registro delle imprese utilizzando il linguaggio
Bilanci aziendali e revisione legale dei conti
XBRL (eXtensible Business Reporting Language) È un linguaggio per lo scambio elettronico di informazioni finanziarie che consente ai soggetti interessati di lavorare direttamente sui documenti contabili, così da permettere la rielaborazione immediata dei dati di bilancio.
OBBLIGHI PER LE SOCIETÀ QUOTATE
Attestazione del bilancio (art.154 bis, comma 5 TUF) Conferma l’adeguatezza delle procedure amministrative e contabili applicate; la conformità dei documenti di bilancio ai principi contabili internazionali e la loro corrispondenza alle risultanze dei libri e delle scritture contabili; l’idoneità dei documenti a fornire una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’emittente e delle imprese comprese nel consolidamento.
03 Principio della rilevanza (art. 2423 c.c.) Ferme restando le disposizioni contabili, non occorre rispettare gli obblighi in tema di rilevazione, valutazione, presentazione e informativa quando la loro osservanza è irrilevante per la rappresentazione veritiera e corretta.
Unità
2
XBRL (su supporto informatico o per vie telematiche), affinché i soggetti interessati possano prenderne visione. Il bilancio con i documenti accompagnatori e la delibera assembleare di approvazione (o il verbale del consiglio di sorveglianza) devono essere conservati allo scopo di esibirli agli uffici fiscali, in caso ve ne sia richiesta. Le imprese capogruppo che possiedono partecipazioni in società controllate o collegate devono depositare presso la sede sociale anche: ♦ il bilancio consolidato, obbligatorio per le società che controllano un’impresa se sono di grandi dimensioni o quotate, con i suoi documenti accompagnatori (relazione sulla gestione e relazione degli organi di controllo); ♦ le copie integrali dell’ultimo bilancio delle società controllate (sostituite, per quelle incluse nel consolidamento, da un prospetto riepilogativo dei dati essenziali); ♦ il prospetto riepilogativo dei dati essenziali delle società collegate. Le società emittenti azioni quotate in mercati regolamentati hanno l’obbligo di pubblicare: ♦ entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio, la relazione finanziaria annuale, che comprende il bilancio d’esercizio e, ove redatto, il bilancio consolidato, la relazione sulla gestione e l’attestazione resa dagli organi amministrativi delegati e dal dirigente preposto alla redazione dei documenti societari; ♦ entro tre mesi dalla chiusura del primo semestre dell’esercizio la relazione finanziaria semestrale, comprendente il bilancio semestrale abbreviato (da redigere in conformità ai principi contabili internazionali), la relazione intermedia della gestione (redatta dall’organo amministrativo e contenente i riferimenti agli eventi importanti che si sono verificati nei primi sei mesi dell’esercizio e alla loro incidenza sul bilancio semestrale abbreviato, unitamente a una descrizione dei principali rischi e incertezze per i sei mesi restanti dell’esercizio), l’attestazione resa dagli organi delegati e dal dirigente contabile, analoga a quella contenuta nella relazione finanziaria annuale. Il Regolamento emittenti della CONSOB prevede inoltre la facoltà di pubblicare informazioni finanziarie trimestrali aggiuntive. Se le società quotate decidono di pubblicare tali informazioni devono: ♦ comunicare al mercato la propria scelta, specificando quali informazioni intendono fornire così che le decisioni adottate risultino chiare e stabili nel tempo; ♦ garantire la coerenza e la correttezza delle informazioni finanziarie aggiuntive diffuse e la comparabilità dei relativi elementi informativi con i corrispondenti dati contenuti nelle relazioni finanziarie precedentemente pubblicate.
La normativa sul bilancio La normativa sul bilancio d’esercizio deriva dalle disposizioni comunitarie (da ultima la direttiva 2013/34/UE) recepite nel nostro ordinamento giuridico. Le norme del codice civile, che hanno un’articolazione “dal generale al particolare”, prevedono: ♦ una clausola generale (art. 2423 c.c.), costituita dal principio della chiarezza e della rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale e finanziaria e del risultato economico per la cui applicazione occorre tener presente il principio della rilevanza; ♦ i principi (o postulati) di redazione e la struttura dello Stato patrimoniale e del Conto economico (artt. 2423 bis e 2423 ter c.c.); ♦ il contenuto dello Stato patrimoniale, del Conto economico (artt. 2424 e 2425 c.c.) e della Nota integrativa (artt. 2427 e 2427 bis c.c.); ♦ i criteri di valutazione degli elementi del patrimonio (art. 2426 del c.c.).
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Modulo
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Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
LE NORME DEL CODICE CIVILE SUL BILANCIO D’ESERCIZIO Clausola generale
Principi generali (postulati)
art. 2423 - Redazione del bilancio principio della chiarezza e della rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale e finanziaria e del risultato economico
art. 2423 bis principi di redazione
art. 2426 criteri di valutazione
Principi contabili applicati
art. 2423 ter struttura dello Stato patrimoniale e del Conto economico
art. 2424 contenuto dello Stato patrimoniale
art. 2425 contenuto del Conto economico
art. 2424 bis disposizioni relative a singole voci dello Stato patrimoniale
art. 2425 bis iscrizione dei ricavi, proventi, costi e oneri
art. 2425 ter contenuto del Rendiconto finanziario
art. 2427 - Contenuto della Nota integrativa art. 2427 bis - Informazioni relative al fair value degli strumenti finanziari
Relazioni accompagnatorie e pubblicità
art. 2428 - Relazione sulla gestione art. 2429 - Relazione dei sindaci e del soggetto incaricato della revisione legale dei conti e deposito del bilancio art. 2435 - Pubblicazione del bilancio
L’attuale normativa prevede quattro diverse tipologie di bilancio con obblighi informativi crescenti a seconda delle dimensioni aziendali.
INFORMAZIONI COMPLEMENTARI
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BILANCIO
BILANCIO
BILANCIO
DELLE MICRO-IMPRESE
IN FORMA ABBREVIATA
IN FORMA ORDINARIA
È redatto dalle micro-imprese, entità che non superano i parametri stabiliti dall’art. 2435 ter c.c.
È redatto dalle società di minori dimensioni, imprese che non superano i parametri stabiliti dall’art. 2435 bis c.c.
È redatto dalle società non quotate in mercati regolamentati e non emittenti azioni diffuse presso il pubblico in misura rilevante, che superano i parametri per la redazione del bilancio in forma abbreviata.
BILANCIO IAS/IFRS È redatto dalle società quotate in mercati regolamentati e da quelle emittenti azioni diffuse presso il pubblico in misura rilevante.
Quando le informazioni fornite dal bilancio non sono sufficienti a dare una rappresentazione veritiera e corretta, lo stesso deve essere integrato da informazioni complementari.
Bilanci aziendali e revisione legale dei conti
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Unità
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Le componenti del bilancio d’esercizio civilistico Il bilancio d’esercizio civilistico si compone di quattro parti tra loro inscindibili: ♦ Stato patrimoniale, che presenta la situazione patrimoniale e finanziaria; ♦ Conto economico, che evidenzia i risultati conseguiti nelle diverse aree gestionali; ♦ Rendiconto finanziario, da cui risultano l’ammontare e la composizione delle disponibilità liquide e i flussi finanziari intervenuti durante l’esercizio; ♦ Nota integrativa, che illustra le voci iscritte nello Stato patrimoniale e nel Conto economico, fornendo informazioni supplementari.
SISTEMA INFORMATIVO CONTABILE
CONTABILITÀ GENERALE
Conti patrimoniali
Conti economici d’esercizio
STATO PATRIMONIALE
CONTO ECONOMICO
Sistema informativo contabile Accounting information system
PRINCIPIO DELLA RILEVANZA
RENDICONTO FINANZIARIO
SISTEMA INFORMATIVO NON CONTABILE
NOTA INTEGRATIVA
Lo Stato patrimoniale, il Conto economico e il Rendiconto finanziario derivano dal sistema informativo contabile; in particolare lo Stato patrimoniale e il Conto economico costituiscono l’obiettivo finale della contabilità generale che viene predisposta, appunto, per calcolare il risultato economico d’esercizio e per misurare le variazioni intervenute nel patrimonio aziendale. Contrariamente alle scritture contabili, che devono essere redatte in centesimi di euro, lo Stato patrimoniale, il Conto economico e il Rendiconto finanziario devono essere redatti in unità di euro, senza cifre decimali; la Nota integrativa può invece essere redatta in migliaia o in milioni di euro, se la società è quotata in mercati regolamentati, solo in migliaia di euro, se la società non è quotata in mercati regolamentati. Il passaggio dei valori in euro con due cifre decimali, come derivano dalla contabilità, a valori in euro senza decimali, può determinare differenze di arrotondamento. In tal caso il bilancio rimane troncato senza pareggio contabile; oppure, la differenza viene evidenziata, rispettivamente in un’apposita Riserva da arrotondamento (voce Altre Riserve tra le parti ideali del patrimonio netto) nello Stato patrimoniale e nel Conto economico nelle voci A) 5 Altri ricavi e proventi oppure B) 14) Oneri diversi di gestione, a seconda che l’arrotondamento sia attivo oppure passivo. Le indicazioni contenute nella Nota integrativa prendono origine sia dal sistema informativo contabile sia dal sistema informativo non contabile. Come disposto dalla clausola generale che presiede alla sua redazione, il bilancio d’esercizio ha come finalità fondamentale la rappresentazione chiara, veritiera e corretta della situazione dell’impresa, esaminata negli aspetti patrimoniale, finanziario ed economico. I destinatari primari delle informazioni contenute nel bilancio sono coloro che forniscono risorse finanziarie all’impresa (investitori, finanziatori e altri creditori); essi necessitano di informazioni rilevanti, ossia utili ai fini delle decisioni che devono assumere. Un’informazione è considerata rilevante quando la sua omissione o errata indicazione potrebbe ragionevolmente influenzare le decisioni prese dai destinatari primari dell’informazione di bilancio sulla base del bilancio della società. La rilevanza dei singoli elementi che compongono le voci di bilancio deve essere giudicata nel contesto complessivo del bilancio.
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Modulo STATO PATRIMONIALE
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Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Lo Stato patrimoniale si ottiene dalla Situazione patrimoniale finale redatta al termine delle scritture di assestamento; in esso i diversi elementi sono classificati: ♦ nell’Attivo, secondo la destinazione economica degli impieghi; ♦ nel Passivo, secondo la provenienza delle fonti di finanziamento. Le poste di rettifica (i fondi ammortamento, il fondo rischi su crediti e il fondo svalutazione crediti), che nella Situazione patrimoniale finale appaiono in Avere, nello Stato patrimoniale non figurano perché sono portate in diretta diminuzione della voce attiva a cui si riferiscono.
CONTO ECONOMICO
Il Conto economico si ottiene dalla Situazione economica finale, ma mentre quest’ultima ha la forma a sezioni divise e la configurazione a costi, ricavi e rimanenze, il prospetto del bilancio ha la configurazione a valore e costi della produzione, ed essendo redatto in forma scalare è strutturato per aree di gestione (area della produzione e area finanziaria). Nel Conto economico sono pertanto evidenziati, oltre al risultato finale (utile o perdita d’esercizio), anche due risultati intermedi: ♦ la differenza tra valore e costi della produzione, che corrisponde al risultato delle gestioni caratteristica, accessoria e straordinaria; ♦ il risultato prima delle imposte, che è al lordo delle imposte dirette. Ricordiamo che alcuni componenti reddituali inclusi nel Conto economico sono legati a stime effettuate a fine periodo allo scopo di determinare la competenza economica dei valori comuni a più esercizi. Tali valutazioni sono da effettuare osservando i principi contabili, la cui funzione è di prescrivere il comportamento più razionale per ridurre la soggettività nella redazione del bilancio.
VOCI DI BILANCIO
Gli articoli del codice civile che stabiliscono i contenuti dello Stato patrimoniale e del Conto economico contraddistinguono i diversi livelli delle voci di bilancio con lettere maiuscole, numeri romani, numeri arabi, lettere minuscole; la loro indicazione non è però obbligatoria nella redazione dei documenti. La legge, se necessario per ottenere una maggiore chiarezza del bilancio e una rappresentazione veritiera e corretta della situazione aziendale, consente di: ♦ raggruppare le voci precedute da numeri arabi se il loro importo è irrilevante; ♦ suddividere ulteriormente le voci precedute da numeri arabi, se è ritenuta opportuna un’ulteriore analisi, facendo comunque apparire il totale corrispondente; ♦ adattare le voci precedute da numeri arabi quando lo esige la natura dell’attività esercitata; ♦ aggiungere altre voci qualora il contenuto non sia compreso in alcuna di quelle previste dagli artt. 2424 e 2425. È invece importante tralasciare le voci con importi uguali a zero, se così si presentano anche per l’esercizio precedente. Infatti, sia il prospetto dello Stato patrimoniale sia quello del Conto economico devono essere redatti a stati comparati, accostando all’importo di ogni voce l’importo relativo all’anno precedente.
NOTA INTEGRATIVA
RACCORDO TRA SISTEMA INFORMATIVO CONTABILE E BILANCIO
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Il contenuto della Nota integrativa è disposto dall’art. 2427 del codice civile; tale documento offre informazioni che corredano i dati contabili; le informazioni relative alle voci dello Stato patrimoniale e del Conto economico sono presentate secondo l’ordine in cui le relative voci sono esposte nello Stato patrimoniale e nel Conto economico. Nel sistema informativo contabile devono essere reperibili tutti gli elementi informativi necessari ad assicurare il raccordo tra le rilevazioni contabili e il bilancio in tutte le sue parti. I software devono consentire di riclassificare le informazioni contabili (aggregandole per voci di bilancio o disaggregandole per scadenza quando richiesto) e di ottenere eventuali prospetti che evidenziano il collegamento tra contabilità e bilancio. Tali prospetti, o tabelle di codifica, devono essere tenuti a disposizione per le verifiche degli organi di controllo e dell’eventuale società di revisione legale incaricata del rilascio del giudizio sul bilancio, oltre che per ispezioni fiscali.
Bilanci aziendali e revisione legale dei conti
Unità
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SCHEMA DI STATO PATRIMONIALE (ART. 2424 C.C.) ATTIVO
PASSIVO
A) Crediti verso i soci per versamenti ancora dovuti, con separata indicazione della parte già richiamata B) Immobilizzazioni, con separata indicazione di quelle concesse in locazione finanziaria: I - Immobilizzazioni immateriali: 1) costi di impianto e di ampliamento; 2) costi di sviluppo; 3) diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno; 4) concessioni, licenze, marchi e diritti simili; 5) avviamento; 6) immobilizzazioni in corso e acconti; 7) altre. Totale ..................................................................................... II - Immobilizzazioni materiali: 1) terreni e fabbricati; 2) impianti e macchinario; 3) attrezzature industriali e commerciali; 4) altri beni; 5) immobilizzazioni in corso e acconti. Totale ..................................................................................... III - Immobilizzazioni finanziarie, con separata indicazione, per ciascuna voce dei crediti, degli importi esigibili entro l’esercizio successivo: 1) partecipazioni in: a) imprese controllate; b) imprese collegate; c) imprese controllanti; d) imprese sottoposte al controllo delle controllanti; d bis) altre imprese; 2) crediti: a) verso imprese controllate; b) verso imprese collegate; c) verso controllanti; d) verso imprese sottoposte al controllo delle controllanti d bis) verso altri; 3) altri titoli; 4) strumenti finanziari derivati attivi. Totale ..................................................................................... Totale immobilizzazioni (B) ...................................................... C) Attivo circolante: I - Rimanenze: 1) materie prime, sussidiarie e di consumo; 2) prodotti in corso di lavorazione e semilavorati; 3) lavori in corso su ordinazione; 4) prodotti finiti e merci; 5) acconti. Totale ..................................................................................... II - Crediti, con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi esigibili oltre l’esercizio successivo: 1) verso clienti; 2) verso imprese controllate; 3) verso imprese collegate; 4) verso controllanti; 5) verso imprese sottoposte al controllo delle controllanti; 5 bis) crediti tributari; 5 ter) imposte anticipate; 5 quater) verso altri. Totale ..................................................................................... III - Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni: 1) partecipazioni in imprese controllate; 2) partecipazioni in imprese collegate; 3) partecipazioni in imprese controllanti; 3 bis) partecipazioni in imprese sottoposte al controllo delle controllanti; 4) altre partecipazioni; 5) strumenti finanziari derivati attivi; 6) altri titoli. Totale ..................................................................................... IV - Disponibilità liquide: 1) depositi bancari e postali; 2) assegni; 3) denaro e valori in cassa. Totale ............................................................................................. Totale attivo circolante (C) ............................................................. D) Ratei e risconti
A) Patrimonio netto: I - Capitale II - Riserva da soprapprezzo delle azioni III - Riserve di rivalutazione IV - Riserva legale V - Riserve statutarie VI - Altre riserve, distintamente indicate VII - Riserva per operazioni di copertura dei flussi finanziari attesi VIII - Utili (perdite) portati a nuovo IX - Utile (perdita) dell’esercizio X - Riserva negativa per azioni proprie in portafoglio Totale ..................................................................................... B) Fondi per rischi e oneri: 1) per trattamento di quiescenza e obblighi simili; 2) per imposte, anche differite; 3) strumenti finanziari derivati passivi; 4) altri. Totale ..................................................................................... C) Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato D) Debiti, con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi esigibili oltre l’esercizio successivo: 1) obbligazioni; 2) obbligazioni convertibili; 3) debiti verso soci per finanziamenti; 4) debiti verso banche; 5) debiti verso altri finanziatori; 6) acconti; 7) debiti verso fornitori; 8) debiti rappresentati da titoli di credito; 9) debiti verso imprese controllate; 10) debiti verso imprese collegate; 11) debiti verso controllanti; 11 bis) debiti verso imprese sottoposte al controllo delle controllanti; 12) debiti tributari; 13) debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza sociale; 14) altri debiti. Totale ..................................................................................... E) Ratei e risconti
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Modulo
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Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
SCHEMA DI CONTO ECONOMICO (ART. 2425 C.C.) A) Valore della produzione: 1) ricavi delle vendite e delle prestazioni; 2) variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti; 3) variazioni di lavori in corso su ordinazione; 4) incrementi di immobilizzazioni per lavori interni; 5) altri ricavi e proventi, con separata indicazione dei contributi in conto esercizio. Totale ................................................................................................................................................................................................ B) Costi della produzione: 6) per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci; 7) per servizi; 8) per godimento di beni di terzi; 9) per il personale: a) salari e stipendi; b) oneri sociali; c) trattamento di fine rapporto; d) trattamento di quiescenza e simili; e) altri costi; 10) ammortamenti e svalutazioni: a) ammortamento delle immobilizzazioni immateriali; b) ammortamento delle immobilizzazioni materiali; c) altre svalutazioni delle immobilizzazioni; d) svalutazioni dei crediti compresi nell’attivo circolante e delle disponibilità liquide; 11) variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci; 12) accantonamenti per rischi; 13) altri accantonamenti; 14) oneri diversi di gestione. Totale ................................................................................................................................................................................................ Differenza tra valore e costi della produzione (A – B) .............................................................................................................. C) Proventi e oneri finanziari: 15) proventi da partecipazioni, con separata indicazione di quelli relativi a imprese controllate e collegate e di quelli relativi a controllanti e a imprese sottoposte al controllo di queste ultime; 16) altri proventi finanziari: a) da crediti iscritti nelle immobilizzazioni, con separata indicazione di quelli da imprese controllate e collegate e di quelli da controllanti e da imprese sottoposte al controllo di queste ultime; b) da titoli iscritti nelle immobilizzazioni che non costituiscono partecipazioni; c) da titoli iscritti nell’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni; d) proventi diversi dai precedenti, con separata indicazione di quelli da imprese controllate e collegate, di quelli da controllanti e da imprese sottoposte al controllo di queste ultime; 17) interessi e altri oneri finanziari, con separata indicazione di quelli verso imprese controllate e collegate e verso controllanti e da imprese sottoposte al controllo di queste ultime; 17 bis) utili e perdite su cambi. Totale (15 + 16 – 17 +/– 17 bis) .................................................................................................................................................. D) Rettifiche di valore di attività e passività finanziarie: 18) rivalutazioni: a) di partecipazioni; b) di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni; c) di titoli iscritti nell’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni; d) di strumenti finanziari derivati; 19) svalutazioni: a) di partecipazioni; b) di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni; c) di titoli iscritti all’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni; d) di strumenti finanziari derivati. Totale delle rettifiche (18 – 19) .................................................................................................................................................. Risultato prima delle imposte (A – B +/– C +/– D) ......................................................................................................................... 20) imposte sul reddito dell’esercizio, correnti, differite e anticipate 21) utile (perdita) dell’esercizio
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Bilanci aziendali e revisione legale dei conti
Unità
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CONTENUTO DELLA NOTA INTEGRATIVA (ART. 2427 C.C.) La Nota integrativa deve indicare, oltre a quanto stabilito da altre disposizioni: 1) i criteri applicati nella valutazione delle voci del bilancio, nelle rettifiche di valore e nella conversione dei valori non espressi all’origine in moneta avente corso legale nello Stato; 2) i movimenti delle immobilizzazioni, specificando per ciascuna voce: il costo; le precedenti rivalutazioni, ammortamenti e svalutazioni; le acquisizioni, gli spostamenti da una ad altra voce, le alienazioni avvenuti nell’esercizio; le rivalutazioni, gli ammortamenti e le svalutazioni effettuati nell’esercizio; il totale delle rivalutazioni riguardanti le immobilizzazioni esistenti alla chiusura dell’esercizio; 3) la composizione delle voci: “costi di impianto e di ampliamento” e “costi di sviluppo“, nonché le ragioni della iscrizione ed i rispettivi criteri di ammortamento; 3 bis) la misura e le motivazioni delle riduzioni di valore applicate alle immobilizzazioni materiali e immateriali, [Omissis]; 4) le variazioni intervenute nella consistenza delle altre voci dell’attivo e del passivo; in particolare, per le voci del patrimonio netto, per i fondi e per il trattamento di fine rapporto, la formazione e le utilizzazioni; 5) l’elenco delle partecipazioni, possedute direttamente o per tramite di società fiduciaria o per interposta persona, in imprese controllate e collegate, indicando per ciascuna la denominazione, la sede, il capitale, l’importo del patrimonio netto, l’utile o la perdita dell’ultimo esercizio, la quota posseduta e il valore attribuito in bilancio o il corrispondente credito; 6) distintamente per ciascuna voce, l’ammontare dei crediti e dei debiti di durata residua superiore a cinque anni, e dei debiti assistiti da garanzie reali su beni sociali, con specifica indicazione della natura delle garanzie e con specifica ripartizione secondo le aree geografiche; 6 bis) eventuali effetti significativi delle variazioni nei cambi valutari verificatesi successivamente alla chiusura dell’esercizio; 6 ter) distintamente per ciascuna voce, l’ammontare dei crediti e dei debiti relativi ad operazioni che prevedono l’obbligo per l’acquirente di retrocessione a termine; 7) la composizione delle voci “ratei e risconti attivi” e “ratei e risconti passivi e della voce “altri fondi” dello stato patrimoniale, nonché la composizione della voce “altre riserve”; 7 bis) le voci di patrimonio netto devono essere analiticamente indicate, con specificazione in appositi prospetti della loro origine, possibilità di utilizzazione e distribuibilità, nonché della loro avvenuta utilizzazione nei precedenti esercizi; 8) l’ammontare degli oneri finanziari imputati nell’esercizio ai valori iscritti nell’attivo dello stato patrimoniale, distintamente per ogni voce; 9) l’importo complessivo degli impegni, delle garanzie e delle passività potenziali non risultanti dallo stato patrimoniale, con indicazione della natura delle garanzie reali prestate; gli impegni esistenti in materia di trattamento di quiescenza e simili, nonché gli impegni assunti nei confronti di imprese controllate, collegate, nonché controllanti e imprese sottoposte al controllo di quest’ultime sono distintamente indicati; 10) la ripartizione dei ricavi delle vendite e delle prestazioni secondo categorie di attività e secondo aree geografiche; 11) l’ammontare dei proventi da partecipazioni, indicati nell’articolo 2425, numero 15), diversi dai dividendi; 12) la suddivisione degli interessi ed altri oneri finanziari, indicati nell’articolo 2425, n. 17), relativi a prestiti obbligazionari, a debiti verso banche, e altri; 13) l’importo e la natura dei singoli elementi di ricavo o di costo di entità o incidenza eccezionali; 14) un apposito prospetto contenente: a) la descrizione delle differenze temporanee che hanno comportato la rilevazione di imposte differite e anticipate [Omissis]; b) l’ammontare delle imposte anticipate contabilizzato in bilan-
cio attinenti a perdite dell’esercizio o di esercizi precedenti e le motivazioni dell’iscrizione, [Omissis]; 15) il numero medio dei dipendenti, ripartito per categoria; 16) l’ammontare dei compensi, delle anticipazioni e dei crediti concessi agli amministratori ed ai sindaci, cumulativamente per ciascuna categoria, [Omissis]; 16 bis) salvo che la società sia inclusa in un ambito di consolidamento e le informazioni siano contenute nella nota integrativa del relativo bilancio consolidato, l’importo totale dei corrispettivi spettanti al revisore legale o alla società di revisione legale per la revisione legale dei conti annuali, l’importo totale dei corrispettivi di competenza per gli altri servizi di verifica svolti, l’importo totale dei corrispettivi di competenza per i servizi di consulenza fiscale e l’importo totale dei corrispettivi di competenza per altri servizi diversi dalla revisione contabile; 17) il numero e il valore nominale di ciascuna categoria di azioni della società e il numero e il valore nominale delle nuove azioni della società sottoscritte durante l’esercizio; 18) le azioni di godimento, le obbligazioni convertibili in azioni, i warrants, le opzioni e i titoli o valori simili emessi dalla società, specificando il loro numero e i diritti che essi attribuiscono; 19) il numero e le caratteristiche degli altri strumenti finanziari emessi dalla società, con l’indicazione dei diritti patrimoniali e partecipativi che conferiscono e delle principali caratteristiche delle operazioni relative; 19 bis) i finanziamenti effettuati dai soci alla società, ripartiti per scadenze e con la separata indicazione di quelli con clausola di postergazione rispetto agli altri creditori; 20) i dati richiesti dal terzo comma dell’articolo 2447 septies con riferimento ai patrimoni destinati ad uno specifico affare ai sensi della lettera a) del primo comma dell’articolo 2447 bis; 21) i dati richiesti dall’articolo 2447 decies, ottavo comma; 22) le operazioni di locazione finanziaria che comportano il trasferimento al locatario della parte prevalente dei rischi e dei benefici inerenti ai beni che ne costituiscono oggetto, sulla base di un apposito prospetto dal quale risulti il valore attuale delle rate di canone non scadute quale determinato utilizzando tassi di interesse pari all’onere finanziario effettivo inerenti i singoli contratti, l’onere finanziario effettivo attribuibile ad essi e riferibile all’esercizio, l’ammontare complessivo al quale i beni oggetto di locazione sarebbero stati iscritti alla data di chiusura dell’esercizio qualora fossero stati considerati immobilizzazioni, con separata indicazione di ammortamenti, rettifiche e riprese di valore che sarebbero stati inerenti all’esercizio; 22 bis) le operazioni realizzate con parti correlate, precisando l’importo, la natura del rapporto e ogni altra informazione necessaria per la comprensione del bilancio relativa a tali operazioni, [Omissis]; 22 ter) la natura e l’obiettivo economico di accordi non risultanti dallo stato patrimoniale, con indicazione del loro effetto patrimoniale, finanziario ed economico, a condizione che rischi e i benefici da essi derivanti siano significativi e l’indicazione degli stessi sia necessaria per valutare la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico della società; 22 quater) la natura e l’effetto patrimoniale, finanziario ed economico dei fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio; 22 quinquies) il nome e la sede legale dell’impresa che redige il bilancio consolidato dell’insieme più grande di imprese di cui l’impresa fa parte [Omissis]; 22 sexies) il nome e la sede legale dell’impresa che redige il bilancio consolidato dell’insieme più piccolo di imprese di cui l’impresa fa parte [Omissis]; 22 septies) la proposta di destinazione degli utili o di copertura delle perdite. Le informazioni in nota integrativa relative alle voci dello stato patrimoniale e del conto economico sono presentate secondo l’ordine in cui le relative voci sono indicate nello stato patrimoniale e nel conto economico.
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Modulo
05
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Il bilancio in forma abbreviata Possono redigere il bilancio in forma abbreviata le società che non abbiano emesso titoli quotati in mercati regolamentati e che nel primo esercizio, o successivamente per due esercizi consecutivi, non abbiano raggiunto due dei limiti indicati dalla legge ed esposti nella tabella che segue: Limiti stabiliti dall’art. 2435 bis del c.c. Totale dell’attivo dello Stato patrimoniale Ricavi delle vendite e delle prestazioni Dipendenti occupati in media durante l’esercizio
4 400 000 euro 8 800 000 euro 50 unità
Le società che redigono il bilancio d’esercizio in forma abbreviata sono esonerate dalla redazione del Rendiconto finanziario; inoltre sono consentite alcune semplificazioni nella predisposizione dello Stato patrimoniale, del Conto economico e della Nota integrativa. Sono infine ammesse, in deroga a quanto disposto dall’art. 2426 del c.c., alcune semplificazioni nell’applicazione dei criteri di valutazione dei titoli, dei crediti e dei debiti. Lo Stato patrimoniale in forma abbreviata comprende soltanto le voci contrassegnate nell’art. 2424 del c.c. con lettere maiuscole e numeri arabi. Le immobilizzazioni immateriali e materiali voci B) I e B) II dell’attivo devono essere esposte al netto dei fondi ammortamenti; analogamente i crediti voce C) II dell’attivo sono esposti al netto del Fondo svalutazione crediti e del Fondo rischi su crediti. Sia per i crediti , voce C) II dell’attivo, sia per i debiti, voce D) del passivo occorre indicare gli importi esigibili oltre l’esercizio. I ratei e i risconti possono essere indicati separatamente alle voci D) dell’attivo e E) del passivo, oppure possono essere inclusi nella voce C) II Crediti, se attivi, oppure nella voce D) Debiti, se passivi. STATO PATRIMONIALE IN FORMA ABBREVIATA (ART. 2435 BIS C.C.) ATTIVO
PASSIVO
A) Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti, con separata indicazione della parte già richiamata
A) Patrimonio netto I Capitale II Riserva da soprapprezzo delle azioni III Riserve di rivalutazione IV Riserva legale V Riserve statutarie VI Altre riserve, distintamente indicate VII Riserva per operazioni di copertura dei flussi finanziari attesi VIII Utili (perdite) portati a nuovo IX Utile (perdita) dell’esercizio X Riserva negativa per azioni proprie in portafoglio Totale A) Patrimonio netto
B) Immobilizzazioni, con separata indicazione di quelle concesse in locazione finanziaria I Immobilizzazioni immateriali II Immobilizzazioni materiali III Immobilizzazioni finanziarie, con separata indicazione, per ciascuna voce dei crediti, degli importi esigibili entro l’esercizio successivo Totale B) Immobilizzazioni C) Attivo circolante I Rimanenze II Crediti, con separata indicazione degli importi esigibili oltre l’esercizio successivo (può comprendere anche ratei e risconti) III Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni IV Disponibilità liquide Totale C) Attivo circolante D) Ratei e risconti (se non compresi nei crediti) Totale attivo
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B) Fondi per rischi e oneri C) Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato D) Debiti, con separata indicazione degli importi esigibili oltre l’esercizio successivo (può comprendere Ratei e risconti) Totale D) Debiti E) Ratei e risconti (se non compresi nei debiti) Totale passivo
Bilanci aziendali e revisione legale dei conti
Unità
2
Il Conto economico in forma abbreviata non presenta particolari semplificazioni, infatti possono essere effettuati soltanto i raggruppamenti delle voci espressamente indicate dall’art. 2435 bis del c.c. quali alla voce A) 2) variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati, prodotti finiti e variazioni delle rimanenze dei lavori in corso su ordinazione e alla voce B) 10) a) ammortamento delle immobilizzazioni immateriali, delle immobilizzazioni materiali e altre svalutazioni delle immobilizzazioni. CONTO ECONOMICO IN FORMA ABBREVIATA (ART. 2435 BIS C.C.) A) Valore della produzione: 1) ricavi delle vendite e delle prestazioni; 2) variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti e variazioni di lavori in corso su ordinazione; 4) incrementi di immobilizzazioni per lavori interni; 5) altri ricavi e proventi, con separata indicazione dei contributi in conto esercizio. Totale A) Valore della produzione B) Costi della produzione: 6) per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci; 7) per servizi; 8) per godimento di beni di terzi; 9) per il personale: a) salari e stipendi; b) oneri sociali; c) trattamento di fine rapporto; d) trattamento di quiescenza e simili; e) altri costi; 10) ammortamenti e svalutazioni: a) ammortamento delle immobilizzazioni immateriali, ammortamento delle immobilizzazioni materiali e altre svalutazioni delle immobilizzazioni; d) svalutazioni dei crediti compresi nell’attivo circolante e delle disponibilità liquide; 11) variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci; 12) accantonamenti per rischi; 13) altri accantonamenti; 14) oneri diversi di gestione. Totale B) Costi della produzione Differenza tra valore e costi della produzione (A – B) C) Proventi e oneri finanziari: 15) proventi da partecipazioni, con separata indicazione di quelli relativi a imprese controllate e collegate e di quelli relativi a controllanti e a imprese sottoposte al controllo di queste ultime; 16) altri proventi finanziari: a) da crediti iscritti nelle immobilizzazioni, con separata indicazione di quelli da imprese controllate e collegate e di quelli da controllanti e da imprese sottoposte al controllo di queste ultime; b) da titoli iscritti nelle immobilizzazioni che non costituiscono partecipazioni e da titoli iscritti nell’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni; d) proventi diversi dai precedenti, con separata indicazione di quelli da imprese controllate e collegate e di quelli da controllanti; 17) interessi e altri oneri finanziari, con separata indicazione di quelli verso imprese controllate e collegate e verso controllanti e da imprese sottoposte al controllo di queste ultime; 17 bis) utili e perdite su cambi. Totale C) Proventi e oneri finanziari (15 + 16 – 17 +/– 17 bis) D) Rettifiche di valore di attività e passività finanziarie: 18) rivalutazioni: a) di partecipazioni; b) di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni; c) di titoli iscritti all’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni; d) di strumenti finanziari derivati 19) svalutazioni: a) di partecipazioni; b) di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni; c) di titoli iscritti nell’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni; d) di strumenti finanziari derivati. Totale D) Rettifiche di attività e passività finanziarie (18 – 19) Risultato prima delle imposte (A – B +/– C +/– D) 20) imposte sul reddito dell’esercizio, correnti, differite e anticipate; 21) utile (perdita) dell’esercizio.
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Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
La Nota integrativa in forma abbreviata offre informazioni maggiormente sintetiche rispetto all’analogo documento redatto in forma ordinaria; è infatti prevista la possibilità di omettere alcune indicazioni, quali quelle relative alla composizione dei costi di impianto e di ampliamento e dei costi di sviluppo, dei ratei e dei risconti, alla ripartizione dei ricavi di vendita e delle prestazioni secondo le categorie di attività e secondo aree geografiche ecc. Gli amministratori o il consiglio di gestione delle società che possono redigere il bilancio in forma abbreviata sono esonerati dalla redazione della relazione sulla gestione, purché nella Nota integrativa siano indicate le informazioni richieste dal codice civile in merito alle attività di ricerca e sviluppo, ai rapporti con le imprese controllate, collegate e controllanti, al possesso o alla compravendita di azioni proprie, all’evoluzione prevedibile della gestione, all’elenco delle sedi secondarie della società. BILANCIO PER LE MICRO-IMPRESE
Sono considerate micro-imprese le società che nel primo esercizio o, successivamente, per due esercizi consecutivi, non abbiano superato due dei limiti indicati nella tabella che segue: Limiti stabiliti dall’art. 2435 ter del c.c. Totale dell’attivo dello Stato patrimoniale Ricavi delle vendite e delle prestazioni Dipendenti occupati in media durante l’esercizio
175 000 euro 350 000 euro 5 unità
Le micro-imprese sono esonerate dalla redazione del Rendiconto finanziario e della Nota integrativa quando in calce allo Stato patrimoniale risultino le informazioni relative all’importo complessivo degli impegni, le notizie sulla composizione e la natura di tali impegni e dei conti d’ordine nonché all’ammontare dei compensi spettanti ad amministratori e sindaci. Lo Stato patrimoniale e il Conto economico hanno la stessa struttura e lo stesso contenuto di quelli previsti per il bilancio in forma abbreviata, come precedentemente esposti. Le micro-imprese sono esonerate anche dalla redazione della relazione sulla gestione quando in calce allo Stato patrimoniale risultino le informazioni relative al numero e al valore nominale delle azioni proprie e delle azioni o quote di società controllanti possedute dalla società.
06 Criteri di valutazione Valuation criteria
VINCOLI GIURIDICI E TECNICI
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I criteri di valutazione I criteri di valutazione degli elementi del patrimonio aziendale variano in relazione alle situazioni affrontate al momento della redazione del bilancio. Essi sono pertanto diversi a seconda che la valutazione riguardi i beni di un’impresa in ipotesi di funzionamento oppure nelle varie ipotesi straordinarie di cessione, di liquidazione, di fusione ecc. Nell’impresa in funzionamento vi è una situazione di continuità operativa; pertanto il problema della valutazione dei beni che compongono il patrimonio è abbastanza complesso in quanto i beni stessi sono tra loro coordinati e privi di una funzione autonoma. Infatti tutti i beni patrimoniali partecipano congiuntamente al processo produttivo cedendo in tutto o in parte la loro utilità, comprovata dal costo che, a suo tempo, è stato sostenuto per il loro acquisto. Allo scopo di evitare comportamenti scorretti da parte degli amministratori, che possono essere tentati di sopravvalutare il patrimonio aziendale (cosiddetto annacquamento), o all’opposto di costituire riserve occulte, sono stati imposti dei vincoli giuridici e dei vincoli tecnici.
Bilanci aziendali e revisione legale dei conti
Principi contabili Accounting standards
ART. 2426 C.C.
Unità
2
I vincoli giuridici consistono principalmente nelle disposizioni del codice civile riguardanti la redazione del bilancio, la struttura e il contenuto dei documenti che lo compongono e i criteri di valutazione che devono essere osservati. I vincoli tecnici consistono nei principi contabili di generale accettazione, ossia nelle regole di comportamento che è necessario osservare per pervenire a una corretta rappresentazione della realtà aziendale. Si tratta di regole univoche, che hanno una funzione esplicativa delle sintetiche disposizioni del codice civile e una funzione integrativa per quanto riguarda gli aspetti che il codice civile non prende espressamente in considerazione. I suddetti vincoli giuridici e tecnici sono finalizzati a rendere i bilanci d’esercizio documenti affidabili, redatti sulla base di criteri uniformi nel tempo e nello spazio. Essi sono rivolti a impedire che i bilanci siano strutturabili in forme differenti e con diversi criteri di stima a seconda dello scopo prevalente che si prefiggono gli amministratori (favorire l’ottenimento di finanziamenti, stabilizzare i redditi nel tempo, preparare l’ingresso di altri soci ecc.). Il codice civile indica i criteri di valutazione dei singoli elementi patrimoniali distinguendoli in tre gruppi: ♦ dal numero 1 al numero 6 vengono dettate le regole di valutazione delle immobilizzazioni materiali, delle immobilizzazioni immateriali (ivi compresi al numero 5 gli oneri pluriennali, quali i costi di impianto e di ampliamento e i costi di sviluppo aventi utilità pluriennale e al n. 6 l’avviamento) e dei titoli immobilizzati; ♦ dal numero 7 al numero 8 bis sono considerati gli aggi e i disaggi su prestiti, i crediti e i debiti, le attività e le passività in valuta; ♦ dal numero 9 al numero 11 bis vengono indicati i criteri di valutazione delle rimanenze e degli strumenti finanziari derivati. Il criterio base per le valutazioni è il costo, inteso però con due diversi significati. COSTO STORICO
COSTO AMMORTIZZATO
È costituito dall’insieme degli oneri che l’impresa ha sostenuto per l’acquisizione o la produzione di un bene.
È costituito dal valore iniziale dell’attività o della passività, al netto di eventuali rimborsi di capitale, accresciuto o diminuito dell’ammortamento complessivo delle differenze fra valore iniziale e valore alla scadenza, dedotta qualsiasi svalutazione a seguito di irrecuperabilità. Per determinare il costo ammortizzato di un’attività o passività finanziaria e calcolare i proventi finanziari o gli oneri finanziari di competenza economica dell’esercizio si utilizza il tasso di interesse effettivo (o tasso interno di rendimento), ossia il tasso di interesse che rende il valore attuale dei flussi in entrata uguale al valore attuale dei flussi in uscita.
Si applica alle immobilizzazioni immateriali, alle immobilizzazioni materiali, alle rimanenze di magazzino e alle rimanenze di titoli iscritti nell’attivo circolante, purché sia inferiore al prezzo di mercato.
Si applica ai crediti iscritti nelle immobilizzazioni finanziarie e ai debiti a media/lunga scadenza.
Esempio Applicazione del criterio del costo ammortizzato In data 1/01/n la Fular spa, non quotata in mercati regolamentati, emette 250 000 obbligazioni del valore nominale di 5 euro, durata cinque anni, al prezzo di 4,75 euro, tasso annuo 3,50%. Il servizio di collocamento dei titoli è affidato alla banca la quale percepisce una commissione dello 0,12% sul valore nominale delle obbligazioni. Il rimborso avviene interamente alla scadenza. Gli interessi sono pagati annualmente con valuta 1/01.
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1
Modulo
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Presentiamo le scritture in P.D. relative: • all’emissione delle obbligazioni e al versamento degli obbligazionisti che avviene con valuta coincidente con l’inizio di maturazione della cedola; • alla liquidazione della prima cedola per gli interessi maturati, alla determinazione del costo ammortizzato del prestito al 31/12/n, al pagamento della cedola in data 2/01/n+1 e alla determinazione del costo ammortizzato al 31/12/n+1. Nella valutazione in base al criterio del costo ammortizzato si deve tener conto del rapporto fra tasso nominale del prestito e tasso effettivo, in relazione alla somma realmente incassata con l’emissione delle obbligazioni, pari a 1 186 000 euro, tenendo conto sia del disaggio su prestiti di 62 500 euro (0,25 euro × 250 000 obbligazioni) sia della commissione di collocamento corrisposta alla banca di 1 500 euro (1 250 000 euro × 0,12%). Il tasso di interesse effettivo dell’obbligazione, calcolato con la funzione TIR.COST utilizzando il foglio di calcolo Excel, sulla base dell’attualizzazione dei flussi di cassa collegati al prestito, è 4,671885%. Gli oneri finanziari effettivi sono calcolati anno per anno applicando il tasso di interesse effettivo (TIR) sul valore iniziale del debito. Come mostrato nella tabella sottostante, il costo ammortizzato alla fine del periodo è dato da: debito iniziale + oneri finanziari effettivi (calcolati applicando il tasso di interesse effettivo sul costo ammortizzato) – interessi pagati. Anno
Prestito obbligazionario all’1/01
Cedola per gli interessi maturati al 31/12
Oneri finanziari effettivi
Prestito obbligazionario al 31/12 (costo ammortizzato) 1 197 658,56 1 209 861,79 1 222 635,14
n
1 186 000,00
n+1
1 197 658,56
43 750,00 43 750,00
n+2
1 209 861,79
43 750,00
55 408,56 55 953,23 56 523,35
n+3
1 222 635,14
43 750,00
57 120,11
1 236 005,25
n+4
1 236 005,25
43 750,00
57 744,75
1 250 000,00
218 750,00
282 750,00
Gli oneri finanziari effettivi totali di 282 750 euro corrispondono agli interessi da pagare annualmente (218 750 euro) + lo scarto di emissione (disaggio su prestiti) di euro 0,25 × 250 000 obbligazioni = 62 500 euro + gli oneri di collocamento corrisposti alla banca pari a 1 500 euro. Scritture in P.D. n 01/01 01/01
06.60 13.01
OBBLIGAZIONISTI C/SOTTOSCRIZIONE emesse 150 000 obbligazioni PRESTITI OBBLIGAZIONARI emesse 150 000 obbligazioni
1 187 500, 00
01/01 01/01
18.20 06.60
BANCA X C/C accredito in c/c OBBLIGAZIONISTI C/SOTTOSCRIZIONE accredito in c/c
1 187 500, 00
01/01 01/01
13.01 18.20
PRESTITI OBBLIGAZIONARI BANCA X C/C
oneri di collocamento oneri di collocamento
31/12 31/12
41.12 13.01
INTERESSI SU OBBLIGAZIONI PRESTITI OBBLIGAZIONARI
interessi di competenza costo ammortizzato
55 408, 46
31/12 31/12 31/12
13.01 15.02 15.62
PRESTITI OBBLIGAZIONARI DEBITI PER RITENUTE DA VERSARE OBBLIGAZIONISTI C/INTERESSI
cedola in scadenza ritenuta fiscale 26% su 43 750 euro cedola netta
43 750, 00
n+1 01/01 01/01
15.62 18.20
OBBLIGAZIONISTI C/INTERESSI BANCA X C/C
cedola in scadenza pagamento cedola
32 375, 00
31/12 31/12
41.12 13.01
INTERESSI SU OBBLIGAZIONI PRESTITI OBBLIGAZIONARI
interessi di competenza costo ammortizzato
55 953, 23
31/12 31/12 31/12
13.01 15.02 15.62
PRESTITI OBBLIGAZIONARI DEBITI PER RITENUTE DA VERSARE OBBLIGAZIONISTI C/INTERESSI
cedola in scadenza ritenuta fiscale 26% su 43 750 euro cedola netta
43 750, 00
1 187 500, 00 1 187 500, 00 1 500, 00 1 500, 00 55 408, 46 11 375, 00 32 375, 00
32 375, 00 55 953, 23 11 375, 00 32 375, 00
La società non è quotata in mercati regolamentati e pertanto svolge la funzione di sostituto d’imposta per gli interessi maturati che devono essere pagati ai soggetti nettisti dopo aver detratto la ritenuta fiscale.
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2
Unità
Bilanci aziendali e revisione legale dei conti
Nello Stato patrimoniale e nel Conto economico dell’esercizio n+1, in relazione alle operazioni sopra descritte, vengono iscritte le seguenti voci. Stato patrimoniale al 31/12/n+1 ATTIVO
n+1
n
PASSIVO D) DEBITI 1) obbligazioni di cui 1 250 000 euro esigibili oltre l’esercizio
n+1
1 209 862
n
1 197 659
Conto economico dell’esercizio n+1 n+1
n
C) PROVENTI E ONERI fINANZIARI 17) interessi e altri oneri finanziari
i contratti derivati
ART. 2423 C.C.
55 953
55 409
Il costo, nel rispetto del principio della prudenza, viene considerato il limite massimo alle valutazioni, con alcune eccezioni: ♦ i lavori in corso su ordinazione che possono essere iscritti in base ai corrispettivi maturati con ragionevole certezza; ♦ le partecipazioni in imprese controllate e collegate che possono essere iscritte in base al criterio della frazione del patrimonio netto; ♦ gli strumenti finanziari derivati (sia speculativi sia di copertura) che devono essere valutati al fair value. Le variazioni del fair value sono imputate al Conto economico in D) Rettifiche di valore di attività e passività finanziarie, alle voci 18 d) rivalutazioni di strumenti finanziari, oppure 19 d) svalutazioni di strumenti finanziari; fanno eccezione gli strumenti derivati che coprono il rischio di variazione dei flussi finanziari attesi: in questo caso le variazioni del fair value devono essere iscritte nello Stato patrimoniale alla voce A) VII - Riserva per operazioni di copertura dei flussi finanziari attesi che può essere sia positiva sia negativa. È importante ricordare che, ferme restando le disposizioni in tema di regolare tenuta della contabilità, non occorre rispettare gli obblighi in tema di rilevazione, valutazione, presentazione e informativa quando la loro osservanza abbia effetti irrilevanti al fine di dare una rappresentazione veritiera e corretta. PRINCIPI DI REDAZIONE DEL BILANCIO D’ESERCIZIO – ART. 2423 BIS DEL C.C.
Principio della continuità dell’attività aziendale Si collega al concetto di azienda concepita come sistema atto a durare nel tempo.
Le norme riguardano un’azienda che intende continuare a operare e non, per esempio, un’azienda che viene posta in liquidazione.
Principio della prevalenza della sostanza sulla forma La rilevazione e la presentazione delle voci deve essere effettuata tenendo conto della sostanza dell’operazione o del contratto.
Le valutazioni devono riflettere la sostanza economica dell’operazione e non gli aspetti formali dell’operazione o del contratto.
Principio della prudenza Si possono indicare esclusivamente gli utili realizzati alla data di chiusura dell’esercizio. Si deve tener conto dei rischi e delle perdite di competenza dell’esercizio, anche se conosciuti dopo la chiusura di questo.
Il bilancio d’esercizio si redige entro i primi mesi dell’esercizio successivo; se si viene a conoscenza in ritardo di una perdita verificatasi nel mese di dicembre precedente, di essa bisognerà tener conto. Per esempio, se solo nel mese di gennaio si ha notizia del fallimento di un cliente, fallimento dichiarato nell’esercizio precedente, della conseguente possibile perdita di credito si dovrà tener conto nella redazione del bilancio. (segue)
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Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Principio della competenza Si deve tener conto dei proventi e degli oneri di competenza dell’esercizio, indipendentemente dalla data dell’incasso o del pagamento. Costi e ricavi devono essere tra loro correlati; la competenza economica deve prevalere su quella temporale di manifestazione delle operazioni.
Il codice civile sottolinea che, agli effetti della redazione del bilancio, la competenza economica delle operazioni prevale sulla loro manifestazione finanziaria. Poiché durante il periodo amministrativo la contabilità ha come punto di riferimento la manifestazione finanziaria, a fine esercizio si devono redigere le scritture di assestamento che, invece, mettono in linea i conti economici d’esercizio con la competenza economica.
Principio della costanza I criteri di valutazione non possono essere modificati da un esercizio all’altro. Ciò rende significativa la comparabilità temporale dei bilanci da un esercizio all’altro e impedisce l’attuazione di politiche di bilancio.
Al fine della comparabilità dei dati da un esercizio all’altro e anche per evitare che, attraverso la modifica dei criteri di valutazione, vengano alterati i risultati di bilancio, la legge impone la costanza dei criteri di valutazione nel tempo. A questo principio è ammesso derogare solo in casi eccezionali, purché sia garantita la trasparenza.
Principio della valutazione separata Gli elementi eterogenei compresi nelle singole voci debbono essere valutati separatamente. Questo principio, che riguarda il momento valutativo, non deve essere confuso con il divieto di compensi di partite, che riguarda invece l’esposizione delle voci in bilancio.
Per esempio, se sotto la voce “rimanenze di prodotti” sono raccolti più articoli, per ciascuno di essi si dovrà procedere a una distinta valutazione. Può quindi accadere che i vari articoli siano valutati secondo diversi metodi: Costo LIFO Valore di mercato Prodotto Alfa 65 000 60 000 Prodotto Beta 82 000 89 000 I prodotti devono essere iscritti in bilancio per 142 000 euro.
I criteri di valutazione previsti dal codice civile discendono dai principi generali di redazione del bilancio; la loro scrupolosa applicazione è di particolare importanza affinché si possa rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico conseguito. Il compito di interpretare e rendere operativi i criteri di valutazione e i principi di redazione compete ai principi contabili nazionali emanati dall’OIC (Organismo Italiano di Contabilità).
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I principi contabili Il codice civile detta solo delle regole “sintetiche”, la cui corretta applicazione richiede l’intervento dei principi contabili, vale a dire delle regole tecnico-ragionieristiche di generale accettazione (anche in ambito internazionale) da cui l’attuale normativa ha preso ispirazione e che servono come esplicativi e integrativi per l’applicazione ai casi specifici delle norme legislative. Più precisamente i principi contabili (cioè i principi di ragioneria) sono quei postulati, criteri, procedure, metodi, generalmente accettati e applicati come corretti, che stabiliscono le modalità di contabilizzazione delle operazioni di gestione e i criteri di valutazione e di esposizione dei valori in bilancio. I principi contabili si distinguono in: ♦ principi contabili generali (o postulati), che costituiscono le regole di carattere generale a cui devono uniformarsi i principi contabili applicati nella redazione del bilancio. I principi contabili nazionali, in parte richiamati nell’art. 2423 bis del c.c., sono: il principio della prudenza, il principio della competenza, il principio della costanza, il principio della prospettiva della continuità aziendale, il principio della rilevanza, il principio della rappresentazione sostanziale e il principio della comparabilità;
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Bilanci aziendali e revisione legale dei conti
Unità
2
♦ principi contabili applicati, che riguardano la composizione degli schemi di bilancio e le regole di contabilizzazione, valutazione ed esposizione delle specifiche voci di bilancio. IAS/IFRS
I principi contabili sottostanti alla redazione del bilancio d’esercizio e/o consolidato sono diversi a seconda della tipologia di società. La normativa stabilisce infatti tre diversi ambiti di applicazione: società obbligate a utilizzare i principi contabili nazionali, società obbligate a utilizzare i principi contabili internazionali (IAS/IFRS) e società che hanno facoltà di scegliere tra principi contabili nazionali e internazionali.
AMBITO DI APPLICAZIONE DEI PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI BILANCIO CONSOLIDATO BILANCIO D’ESERCIZIO SOCIETÀ (*) REDATTO IN BASE AGLI IAS/IFRS REDATTO IN BASE AGLI IAS/IFRS a) società quotate in mercati regolamentati obbligatorio obbligatorio b) società emittenti strumenti finanziari diffusi tra il pubblico in misura rilevante c) società incluse nel bilancio consolidato facoltativo (**) facoltativo (**) delle società di cui alle lettere a) e b) d) altre società che redigono il bilancio consolidato e) altre società che non redigono il bilancio facoltativo consolidato f) società minori (che devono predisporsono escluse dall’applicazione re il bilancio in forma abbreviata ai sensi degli IAS/IFRS e continuano a dell’art. 2435 bis del c.c.) e micro-imprese osservare le norme civilistiche (*) Non sono state considerate le banche, gli enti finanziari e le imprese di assicurazione. (**) Se si esercita la facoltà di applicazione degli IAS/IFRS, essa deve essere estesa al bilancio d’esercizio e al bilancio consolidato.
I principi contabili internazionali divergono, in alcuni casi, dai principi contabili nazionali in quanto muovono da una diversa concezione sulle finalità del bilancio d’esercizio. Il bilancio d’esercizio deve rappresentare uno strumento idoneo a fornire un “quadro fedele” della reale situazione aziendale, utile per adempiere allo scopo conoscitivo dei soggetti interessati alla vita dell’impresa. Tuttavia, mentre nei principi contabili nazionali si privilegia l’informativa destinata ai soci e ai creditori sociali, i principi contabili internazionali fanno invece prevalere le esigenze informative dei potenziali investitori nell’impresa i quali hanno la necessità di valutare la convenienza economica (profittabilità) dell’investimento che intendono attuare. FINALITÀ DEL BILANCIO D’ESERCIZIO PRINCIPI CONTABILI E NORMATIVA NAZIONALE PRINCIPI CONTABILI INTERNAZIONALI Il bilancio d’esercizio deve rappresentare in modo veri- Il bilancio d’esercizio deve essere idoneo a fornire un tiero e corretto la situazione patrimoniale, economica e quadro fedele della posizione finanziaria, del risultato ecofinanziaria dell’impresa. nomico e dei flussi di disponibilità liquide dell’impresa, che È un documento “garantista” in quanto le norme sot- sia utile a una gamma, la più vasta possibile, di utilizzatori tostanti alla sua redazione sono rivolte essenzialmente nel prendere decisioni di carattere economico. Ha quindi a tutelare l’integrità del patrimonio aziendale, consi- l’obiettivo di misurare la performance finanziaria dell’imderato come principale garanzia per i soci e i creditori presa, strumentale a valutazioni di tipo economico. sociali. È composto dal Prospetto della situazione patrimoniale, È composto dallo Stato patrimoniale, dal Conto econo- finanziaria, dal Prospetto di conto economico complesmico, dal Rendiconto finanziario e dalla Nota integrativa. sivo, dal Rendiconto finanziario, dal Prospetto di movimentazione delle poste del patrimonio netto e dalle Note esplicative (equivalenti alla Nota integrativa).
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Modulo
1
Fair value Letteralmente “valore equo”, è espresso dal valore corrente dei beni (prezzo di mercato in un dato momento).
08 Prospetto della situazione patrimonialefinanziaria Statement of financial position
Prospetto di conto economico complessivo Statement of comprehensive income
PROSPETTO DELLA SITUAZIONE PATRIMONIALEFINANZIARIA
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
A queste due diverse concezioni circa le finalità per gli utilizzatori del bilancio corrispondono anche delle divergenze per quanto riguarda alcuni principi generali (postulati) e, di conseguenza, i principi contabili applicati. Mentre restano sostanzialmente invariati i principi della costanza di applicazione e della neutralità o imparzialità del redattore del bilancio, altri mutano radicalmente (per esempio il principio della prudenza). Nella prassi contabile internazionale si ammette la valutazione al fair value per alcune categorie di attività e passività e, implicitamente, si iscrivono in bilancio utili non ancora certi e definitivi, ma solo probabili in quanto derivanti da oscillazioni nei prezzi correnti (o di mercato). Ciò comporta il venir meno del principio della prudenza in base al quale non è consentito iscrivere in bilancio utili in corso di formazione, non ancora realizzati.
Il bilancio IAS/IFRS Il bilancio d’esercizio redatto secondo i principi contabili internazionali è inscindibilmente composto dai seguenti documenti: 1. il Prospetto della situazione patrimoniale-finanziaria (o Stato patrimoniale); 2. il Prospetto di conto economico complessivo (o Conto economico); 3. il Prospetto delle variazioni di patrimonio netto; 4. il Rendiconto finanziario, documento utile per fornire agli utilizzatori del bilancio le informazioni sui flussi monetari (fonti e impieghi) verificatisi durante l’esercizio; 5. le Note che, analogamente alla Nota integrativa prevista dalla legislazione nazionale, hanno la funzione di integrare e di specificare le informazioni desumibili dai prospetti contabili del bilancio. Tali denominazioni dei prospetti di bilancio, tuttavia, non sono vincolanti per l’impresa, che è libera di utilizzare denominazioni diverse purché risultino appropriate. Inoltre, a differenza dell’art. 2424 del codice civile, i principi contabili internazionali non forniscono schemi rigidi per la predisposizione del bilancio d’esercizio a condizione che sia rispettato il contenuto minimo da essi indicato. Nel Prospetto della situazione patrimoniale-finanziaria le attività e le passività sono distinte in correnti e non correnti, con l’evidenziazione degli importi scadenti o esigibili entro dodici mesi. ATTIVITÀ CORRENTI
PASSIVITÀ CORRENTI
Sono costituite dalle disponibilità liquide o Sono costituite dai debiti scadenti entro il da mezzi equivalenti, dai beni destinati al normale ciclo operativo oppure entro dodiconsumo o alla vendita nel corso del norma- ci mesi dalla chiusura dell’esercizio. I debiti le ciclo operativo, oppure entro dodici mesi commerciali sono sempre classificati tra le dalla chiusura dell’esercizio e dalle attività passività correnti, a prescindere dalla scadetenute prevalentemente a scopo di nego- denza temporale del rimborso. ziazione. Se il normale ciclo operativo dell’impresa è inferiore a dodici mesi, oppure non è chiaramente identificabile, la distinzione in attività e passività correnti/non correnti è effettuata in relazione alla durata dell’esercizio amministrativo. Pertanto, in questi casi, sono attività e passività correnti quelle scadenti entro l’esercizio successivo.
Tra le principali differenze rispetto allo Stato patrimoniale civilistico notiamo che non sono distintamente indicati i ratei e i risconti in quanto essi devono essere classificati tra le voci di credito (se attivi) o di debito (se passivi) in relazione alla loro natura.
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Bilanci aziendali e revisione legale dei conti
Ramo aziendale Insieme di attività e passività tra loro collegate, suscettibili di valutazione autonoma. Possono essere considerati rami aziendali un’intera linea di prodotti (per esempio in un’impresa calzaturiera, la linea scarpe da bambino), un’unità economica dotata di proprie risorse e organizzata in maniera stabile ecc.
Unità
2
Le attività destinate alla dismissione o alla vendita riguardano gli elementi patrimoniali (singoli beni, partecipazioni in società controllate e collegate, ma anche intere linee di business), che con elevata probabilità saranno dismessi o venduti entro l’esercizio successivo. Se a questi beni sono associabili degli elementi passivi, come accade per esempio quando vengono ceduti interi rami aziendali, tali passività devono essere indicate separatamente. La voce Altre componenti di patrimonio netto si riferisce alle riserve (Riserva legale, Riserva statutaria, Riserva soprapprezzo azioni, Riserva straordinaria); inoltre tale voce comprende: ♦ la Riserva di rivalutazione, che accoglie le rivalutazioni derivanti dalle oscillazioni del fair value dei beni strumentali (classificati tra le attività non correnti alla voce immobili, impianti e macchinari), delle attività immateriali e delle attività finanziarie disponibili per la vendita; ♦ le Azioni proprie, il cui costo di acquisto deve essere portato in detrazione del patrimonio netto; ♦ i Costi di ampliamento, sostenuti nelle operazioni di aumento del capitale sociale e da portare in detrazione del patrimonio netto; analogamente sono portati in diretta detrazione del patrimonio netto eventuali Crediti verso soci per i versamenti ancora dovuti sulle azioni di nuova emissione.
PROSPETTO DELLA SITUAZIONE PATRIMONIALE-FINANZIARIA Attività
esercizio n
esercizio n–1
Patrimonio netto e passività
Attività non correnti
Patrimonio netto
Immobili, impianti e macchinari Avviamento Altre attività immateriali Partecipazioni in società collegate Attività finanziarie Imposte differite attive
Capitale sociale Utili (perdite) portati a nuovo Altre componenti di patrimonio netto Utile (perdita) d’esercizio
esercizio n
esercizio n–1
Totale patrimonio netto Passività non correnti
Totale attività non correnti Attività correnti Rimanenze Crediti commerciali Altre attività correnti Disponibilità liquide e mezzi equivalenti Totale attività correnti Attività non correnti classificate come possedute per la vendita
Finanziamenti a lungo termine Imposte differite passive Debiti a lungo termine Totale passività non correnti Passività correnti Debiti commerciali e diversi Finanziamenti a breve termine Quota corrente di finanziamenti a lungo termine Imposte correnti Fondi a breve termine Totale passività correnti Passività relative alle attività non correnti classificate come possedute per la vendita
TOTALE ATTIVITÀ
TOTALE PATRIMONIO NETTO E PASSIVITÀ
Fonte: www.fondazioneoic.it
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Modulo
1
PROSPETTO DI CONTO ECONOMICO COMPLESSIVO
Componenti di conto economico complessivo Other comprehensive income
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
I principi contabili internazionali consentono di presentare il Prospetto di conto economico complessivo con due distinti prospetti, oppure con un unico prospetto. Se vi sono due distinti prospetti, il primo mostra le componenti del risultato economico (Prospetto di conto economico separato), mentre il secondo inizia dal risultato economico ed evidenzia le voci delle altre componenti di conto economico complessivo. Secondo quanto previsto dallo IAS 1, infatti, il Prospetto di conto economico complessivo deve indicare sia le variazioni d’esercizio di natura reddituale (costi e ricavi di competenza dell’esercizio che scaturiscono dalle operazioni di gestione) sia le variazioni del patrimonio netto derivanti dalla valutazione e quindi non riconducibili a operazioni di gestione. Questa necessità di rappresentazione contabile deriva dal fatto che il patrimonio netto finale subisce variazioni, rispetto a quello iniziale, sia in virtù del calcolo del risultato economico di competenza dell’esercizio, sia per effetto degli accantonamenti (o utilizzi) della Riserva di rivalutazione. Se l’impresa ha invece scelto di redigere un unico prospetto, il Prospetto di conto economico complessivo accoglie, in due parti evidenziate separatamente, sia le componenti del conto economico separato, sia le altre componenti di conto economico complessivo. In entrambi i casi i costi e i ricavi possono essere classificati per natura oppure per destinazione. Prospetto di conto economico separato (classificazione dei costi e dei ricavi per natura) Esercizio n
Esercizio n–1
Ricavi Altri ricavi Totale ricavi +/– Variazione delle rimanenze di prodotti finiti e in corso di lavorazione Costi per materie prime e di consumo utilizzate Costi per il personale Altri costi di gestione Costi e ricavi non ricorrenti Proventi e oneri finanziari Utile prima delle imposte Imposte dell’esercizio Utile (perdita) d’esercizio
Disclosure Tutti gli IAS/IFRS contengono un paragrafo titolato Informazioni integrative che richiede la presentazione di dettagliate informazioni. Per esempio lo IAS 39 richiede dettagliate informazioni sulle modalità di determinazione del fair value degli strumenti finanziari.
NOTE AL BILANCIO
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Prospetto delle altre componenti di conto economico complessivo Esercizio n
Esercizio n–1
Utile (perdita) d’esercizio +/– Utili (perdite) iscritti nella riserva da rivalutazione Variazioni di fair value derivanti da: • valutazione di beni strumentali • valutazione di attività finanziarie disponibili per la vendita • valutazione di partecipazioni in imprese controllate e collegate • altre variazioni di fair value iscritte nella riserva da rivalutazione +/– Effetto fiscale relativo agli altri utili (perdite) Totale Utile (perdita) complessiva
I principi contabili internazionali prestano particolare attenzione all’informativa supplementare (così detta disclosure), posta a corredo del bilancio e da indicare nelle Note.
Bilanci aziendali e revisione legale dei conti
Unità
2
DIVIDENDI (EPS) L’impresa deve indicare nel Prospetto di conto economico complessivo (oppure, in alternativa, nel prospetto delle variazioni del Patrimonio netto, ovvero nelle Note), l’importo dei dividendi distribuiti agli azionisti durante il periodo e quelli spettanti a ogni azione. Lo IAS 33 dispone inoltre l’esposizione nel Prospetto di conto economico complessivo di due indici chiamati tecnicamente Eps (Earnings per share): • Eps base, calcolato dividendo il risultato d’esercizio, per il numero di azioni in circolazione, escludendo le azioni proprie; • Eps diluito, applicabile in tutti i casi in cui l’impresa ha in circolazione particolari contratti o strumenti finanziari che possono modificare in futuro il numero di azioni in circolazione (per esempio obbligazioni convertibili in azioni della stessa società). Il calcolo è effettuato rapportando l’utile maturato al numero di azioni che potenzialmente potrebbero essere in circolazione.
L’informativa supplementare serve per consentire al lettore del bilancio di comprendere meglio i risultati e deve fornire un utile supporto per determinare i rischi aziendali, così da rendere possibile un giudizio sull’azienda o sul gruppo aziendale nel suo insieme. Le Note al bilancio devono obbligatoriamente contenere: ♦ l’elenco dei principi contabili utilizzati e dei criteri di valutazione adottati; ♦ informazioni integrative (disclosure) e/o disaggregazioni per ciascuna voce di bilancio; ♦ informazioni sulle voci che non sono state rilevate negli schemi di bilancio precedenti in quanto non vi erano le condizioni necessarie per la loro inclusione; ♦ informazioni di settore, relative sia al settore di attività, sia al settore geografico. Tutte le informazioni contenute nelle Note sono presentate utilizzando specifici schemi (report), indicati dagli IAS/IFRS in maniera standardizzata. ALTRI DOCUMENTI INFORMATIVI
Gli IAS/IFRS dispongono inoltre che l’entità (così viene denominata l’impresa) descriva gli aspetti principali che hanno influito sul risultato economico e sulla situazione finanziaria dell’impresa. Tali informazioni sono contenute nella relazione degli organi amministrativi dove, in particolare, si devono riportare, anche ricorrendo a specifici indicatori: ♦ le fonti di finanziamento, la politica di sviluppo e le politiche di gestione del rischio, i punti di forza e le risorse dell’impresa e i fattori che hanno contribuito a realizzare il risultato economico dell’esercizio; ♦ l’analisi degli aspetti sociali necessari per conoscere l’andamento del contesto ambientale nel quale l’impresa opera.
Esempio Valutazione e iscrizione in bilancio di beni strumentali La Alfa spa ha acquistato all’inizio dell’anno n un impianto del costo di 400 000 euro, la cui vita utile è stimata in cinque anni. Al termine di ciascun esercizio, il fair value (valore corrente convenzionale) dell’impianto, misurato dai prezzi correnti di mercato, è il seguente: Anno
Fair value
31/12/n
380 000
31/12/n+1
216 000
31/12/n+2
200 000
31/12/n+3
82 000
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Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Il presunto valore di recupero al termine del quinto anno è pari a zero. Presentiamo il piano di ammortamento del bene strumentale, le scritture in P.D. e commentiamo i criteri di valutazione nelle ipotesi che: 1. l’impianto sia contabilizzato secondo la normativa civilistica e i principi contabili nazionali; 2. l’impianto sia contabilizzato secondo i principi contabili internazionali (IAS/IFRS). 1. In relazione alla normativa civilistica, l’impianto deve essere valutato al costo originario di acquisizione, dedotta per ciascun anno la quota di ammortamento calcolata sul costo storico del bene: euro (400 000 : 5) = euro 80 000 quota annua di ammortamento costante. Al termine del primo esercizio l’impianto risulta iscritto nello Stato patrimoniale, tra le immobilizzazioni materiali, per 320 000 euro, mentre nel Conto economico alla voce ammortamenti delle immobilizzazioni materiali si rileva la quota di competenza di 80 000 euro. Al 31/12 del quinto anno il fondo ammortamento diventa pari al costo storico dell’impianto di 400 000 euro e quindi cessa il procedimento di ammortamento. 2. In alternativa al criterio del costo storico, che comporta valutazioni di bilancio identiche a quelle previste dal codice civile, secondo quanto stabilito dallo IAS 16, l’impresa può utilizzare il criterio del costo rideterminato imputando quindi le rivalutazioni/svalutazioni conseguenti ai diversi fair value alla Riserva di rivalutazione. L’ammortamento è calcolato ogni anno sul valore rivalutato in base alla vita residua del bene. Piano di ammortamento in base alla vita stimata Anno
Valore da ammortizzare
Quota di ammortamento
Valore contabile
Fair value
n n+1 n+2 n+3 n+4
400 000 380 000 216 000 200 000 82 000
80 000 95 000 72 000 100 000 82 000
320 000 285 000 144 000 100 000 –
380 000 216 000 200 000 82 000 –
Riserva Svalutazioni/Rivalutazioni di rivalutazione a Conto economico 60 000 – 60 000 47 000 – 18 000
– 9 000 + 9 000
29 000
Al 31/12 di ciascun esercizio la quota di ammortamento è ottenuta dividendo il valore da ammortizzare per la vita utile residua; per esempio al 31/12/n+1 la quota di ammortamento è stata così determinata: valore da ammortizzare vita utile residua
euro 380 000 = euro 95 000 quota di ammortamento dell’esercizio n+1 anni 4
Giornale in P.D.
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n 31/12 31/12
AMMORTAMENTO IMPIANTI FONDO AMM.TO IMPIANTI
quota di competenza quota di competenza
80 000, 00
31/12 31/12
IMPIANTI RISERVA DI RIVALUTAZIONE
adeguamento fair value adeguamento fair value
60 000, 00
n+1 31/12 31/12
AMMORTAMENTO IMPIANTI FONDO AMM.TO IMPIANTI
quota di competenza quota di competenza
95 000, 00
31/12 31/12 31/12
RISERVA DI RIVALUTAZIONE SVALUTAZIONE IMPIANTI IMPIANTI
adeguamento al fair value adeguamento al fair value adeguamento al fair value
60 000, 00 9 000, 00
n+2 31/12 31/12
AMMORTAMENTO IMPIANTI FONDO AMM.TO IMPIANTI
quota di competenza quota di competenza
72 000, 00
80 000, 00 60 000, 00
95 000, 00
69 000, 00
72 000, 00
Bilanci aziendali e revisione legale dei conti
31/12 31/12 31/12
IMPIANTI RIVALUTAZIONE IMPIANTI RISERVA DI RIVALUTAZIONE
rivalutazione per fair value rivalutazione per fair value rivalutazione per fair value
n+3 31/12 31/12
AMMORTAMENTO IMPIANTI FONDO AMM.TO IMPIANTI
quota di competenza quota di competenza
31/12 31/12
RISERVA DI RIVALUTAZIONE IMPIANTI
utilizzo a copertura svalutazione svalutazione adeguamento fair value
18 000, 00
n+4 31/12 31/12
AMMORTAMENTO IMPIANTI FONDO AMM.TO IMPIANTI
quota di competenza quota di competenza
82 000, 00
Unità
2
56 000, 00 9 000, 00 47 000, 00 100 000, 00 100 000, 00 18 000, 00
82 000, 00
Nell’anno n+1 il valore contabile dell’impianto (285 000 euro) risulta maggiore del fair value (216 000 euro), la differenza di 69 000 euro viene coperta per 60 000 euro mediante l’utilizzo della Riserva di rivalutazione costituita nell’anno precedente, mentre la parte restante di 9 000 euro rappresenta una svalutazione da iscrivere nel Prospetto di conto economico complessivo. Nell’anno n+2 la rivalutazione dell’impianto (il fair value è aumentato rispetto al valore contabile di euro 200 000 – euro 144 000 = euro 56 000) è imputata fino a concorrenza della precedente svalutazione (9 000 euro) al Prospetto di conto economico complessivo, mentre la differenza (47 000 euro) va a ricostituire la Riserva di rivalutazione. La Riserva di rivalutazione, parte del patrimonio netto, è un elemento collegato alla voce immobili, impianti e macchinari che può essere trasferita direttamente alla voce utili portati a nuovo quando il bene strumentale viene eliminato dal bilancio. Al 31/12/n nei prospetti contabili del bilancio IAS/IFRS gli impianti risultano iscritti come segue. Prospetto della situazione patrimoniale-finanziaria al 31/12/n Attività non correnti Impianti
Patrimonio netto 380 000
Riserva di rivalutazione
60 000
Prospetto di conto economico complessivo dell’esercizio n Ammortamenti e svalutazioni: Ammortamento impianti Utile/perdita dell’esercizio Altre componenti di conto economico complessivo Variazioni di fair value derivanti da: valutazione di beni strumentali (impianti)
80 000 .....................
60 000
Al 31/12/n+1 la diminuzione di fair value deve essere rilevata nel prospetto di Conto economico complessivo tra le “altre componenti” come utilizzo della Riserva di rivalutazione, mentre la parte non coperta dalla Riserva affluisce tra i componenti negativi del reddito. Prospetto della situazione patrimoniale-finanziaria al 31/12/n+1 Attività non correnti Impianti
Patrimonio netto 216 000
Riserva di rivalutazione
–
Prospetto di conto economico complessivo dell’esercizio n+1 Ammortamenti e svalutazioni: Ammortamento impianti Svalutazione impianti Utile/perdita dell’esercizio Altre componenti di conto economico complessivo Variazioni di fair value derivanti da: valutazione di beni strumentali (impianti)
95 000 9 000 .....................
– 60 000
esercitazione-bilancio IAS/IFRS
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Modulo
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1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
La relazione sulla gestione Gli amministratori, unitamente al bilancio, devono redigere una relazione sulla gestione, che costituisce un documento di fondamentale importanza per giudicare l’andamento aziendale e per comprenderne scelte, motivazioni e prospettive al di là dei dati puramente contabili. La relazione sulla gestione ha un contenuto descrittivo sui principali fatti che hanno caratterizzato l’esercizio; a tali informazioni descrittive sono aggiunte anche informazioni quantitative, su specifici settori di attività, come un’analisi della redditività per singoli segmenti, quali: linee di prodotti; periodi annuali (mesi, trimestri, cicli produttivi); unità organizzative dislocate sul territorio; canali di vendita; fasi e processi operativi; aree geografiche; clienti o gruppi di clientela. Le informazioni fornite dalla relazione sulla gestione devono consentire ai destinatari del bilancio di comprendere l’andamento reddituale dell’azienda, inclusa la descrizione dei piani d’investimento realizzati o in fase di attuazione. Il codice civile stabilisce il contenuto minimo della relazione sulla gestione, indicandone gli obiettivi informativi e i dati che devono essere forniti.
ART. 2428 C.C.
Il bilancio deve essere corredato da una relazione dell’organo amministrativo contenente un’analisi fedele, equilibrata ed esauriente della situazione della società e dell’andamento e del risultato della gestione nel suo complesso e nei vari settori in cui essa ha operato, anche attraverso imprese controllate, con particolare riguardo ai costi, ai ricavi e agli investimenti, nonché una descrizione dei principali rischi e incertezze cui la società è esposta. Nella misura necessaria alla comprensione della situazione della società e dell’andamento e del risultato della gestione, l’analisi è illustrata con indicatori di risultato finanziari e, se del caso, non finanziari, appropriati all’attività specificamente esercitata e comprende informazioni relative alle relazioni con l’ambiente e con il personale. «Dalla relazione devono in ogni caso risultare: 1) le attività di ricerca e di sviluppo; 2) i rapporti con imprese controllate, collegate, controllanti e imprese sottoposte al controllo di queste ultime; 3) il numero e il valore nominale sia delle azioni proprie sia delle azioni o quote di società controllanti possedute dalla società, anche per il tramite di società fiduciaria o per interposta persona, con l’indicazione della parte di capitale corrispondente; 4) il numero e il valore nominale sia delle azioni proprie sia delle azioni o quote di società controllanti acquistate o alienate dalla società, nel corso dell’esercizio, anche per tramite di società fiduciaria o per interposta persona, con l’indicazione della corrispondente parte di capitale, dei corrispettivi e dei motivi degli acquisti e delle alienazioni; 5) [abrogato]; 6) l’evoluzione prevedibile della gestione; 6 bis) in relazione all’uso da parte della società di strumenti finanziari e se rilevanti per la valutazione della situazione patrimoniale e finanziaria e del risultato economico dell’esercizio: a) gli obiettivi e le politiche della società in materia di gestione del rischio finanziario […]; b) l’esposizione della società al rischio di prezzo, al rischio di credito, al rischio di liquidità e al rischio di variazione dei flussi finanziari. […] Dalla relazione deve inoltre risultare l’elenco delle sedi secondarie della società».
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Bilanci aziendali e revisione legale dei conti
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Unità
2
La revisione legale I conti annuali (il bilancio d’esercizio e, se redatto, il bilancio consolidato) delle società di capitali sono soggetti al controllo legale, svolto attraverso la procedura di revisione legale. La revisione legale è un insieme di attività (monitoraggi e verifiche) con cui si sottopongono al controllo legale il bilancio d’esercizio e, se redatto, il bilancio consolidato. Al termine di tale procedura il soggetto incaricato del controllo deve esprimere un giudizio sul bilancio, attestando con una specifica relazione l’idoneità del bilancio stesso a rappresentare correttamente e in modo veritiero la reale situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell’impresa.
D.LGS. 27/01/2010, N. 39
L’attività di controllo legale dei conti può essere esercitata esclusivamente dai soggetti (revisore legale o società di revisione legale) iscritti nel Registro tenuto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il soggetto a cui è affidata la revisione legale è diverso a seconda della tipologia di società i cui conti annuali sono sottoposti al controllo legale.
Registro dei revisori È il registro in cui devono essere iscritti coloro che svolgono attività di revisione legale. Vi possono accedere: • le persone fisiche in possesso di laurea almeno triennale (tra quelle considerate inerenti all’esercizio di tale attività, individuate dal Ministero dell’Eco n o m i a e d e l le Finanze sentito il parere della CONSOB), dotate dei requisiti di onorabilità, che hanno svolto il tirocinio triennale presso un revisore legale o una società di revisione legale abilitati in uno Stato dell’UE e che abbiano superato l’esame di idoneità professionale; • le società di revisione legale; in tale caso i requisiti di onorabilità riguardano gli amministratori o i consiglieri di gestione, la cui maggioranza deve essere costituita da soggetti abilitati alla revisione in uno Stato membro dell’UE.
SISTEMA DI REVISIONE LEGALE DEI CONTI Società per azioni non quotate e non tenute alla redazione del bilancio consolidato art. 2409 bis del codice civile
Se adottano il sistema ordinario la revisione legale dei conti è esercitata da un revisore o da una società di revisione iscritti nell’apposito Registro. Lo statuto può prevedere che la revisione legale dei conti sia esercitata dal collegio sindacale, che in tal caso deve essere costituito da revisori legali iscritti nell’apposito Registro. Nelle società che utilizzano il sistema dualistico o monistico la revisione legale dei conti deve essere effettuata da un revisore o da una società di revisione iscritti nell’apposito Registro.
Enti di interesse pubblico • società quotate in mercati regolamentati; • banche e imprese di assicurazione;
La revisione legale è esercitata da una società di revisione legale iscritta nell’apposito Registro e soggetta alla disciplina e alla vigilanza della CONSOB. In tali enti è previsto un comitato per il controllo interno e la revisione contabile incaricato di vigilare sul processo di informativa finanziaria, sull’efficacia dei sistemi di controllo interno, di revisione interna e di gestione del rischio, sulla revisione legale dei conti annuali e consolidati, sull’indipendenza del revisore legale. Il comitato si identifica, a seconda del sistema di amministrazione e controllo adottato dalla società: nel collegio sindacale (sistema ordinario); nel consiglio di sorveglianza o in un comitato costituito al suo interno (sistema dualistico); nel comitato per il controllo sulla gestione (sistema monistico).
Società a responsabilità limitata art. 2477 del codice civile
È previsto l’obbligo del collegio sindacale o del revisore legale quando la società a responsabilità limitata: • per due esercizi consecutivi ha superato i limiti fissati per la redazione del bilancio in forma abbreviata; • è tenuta alla redazione del bilancio consolidato; • controlla una società obbligata alla revisione legale dei conti. Per le srl che rientrano in uno di questi casi si applicano le norme delle società per azioni.
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Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Il soggetto incaricato della revisione legale (revisore legale e/o società di revisione) viene nominato nell’atto costitutivo della società o, successivamente, dall’assemblea dei soci, su proposta motivata del collegio sindacale, oppure del consiglio di sorveglianza o del comitato per il controllo a seconda del sistema di governance utilizzato dalla società. L’incarico di revisione ha la durata di tre esercizi. Per facilitare lo svolgimento del processo di verifica, la normativa prevede il diritto dei soggetti incaricati della revisione legale di ottenere dagli amministratori della società documenti e notizie utili alla revisione, nonché il potere di procedere a ispezioni e controlli. Nelle società quotate in mercati regolamentati (enti di interesse pubblico) la società di revisione legale deve informare, senza indugio, la CONSOB e il collegio sindacale dei fatti ritenuti censurabili di cui viene a conoscenza. INDIPENDENZA DEI REVISORI
CONTROLLI DI QUALITÀ
Principi di revisione Riguardano le norme di comportamento e il contenuto tecnico dei controlli che i revisori devono seguire nelle fasi del processo di revisione contabile.
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Il soggetto incaricato della revisione legale dei conti deve essere indipendente dalla società che gli ha conferito l’incarico e deve essere completamente estraneo al suo processo decisionale. L’incarico non può quindi essere affidato a soggetti che si trovano in situazioni di incompatibilità derivanti da rapporti contrattuali o da partecipazioni o i cui soci, amministratori o sindaci siano parenti o affini entro il quarto grado degli amministratori, sindaci o direttori generali della società i cui conti sono sottoposti al controllo legale. Prima di accettare l’incarico, il revisore dovrà attestare di disporre di tempo, risorse e personale competente per lo svolgimento dell’incarico di revisione, ovvero di essere in grado di proseguirlo, valutare e documentare l’assenza di conflitti d’interesse e il rispetto verso le regole d’indipendenza. Tutti gli iscritti nel Registro dei revisori legali che svolgono almeno un incarico di revisione legale sono soggetti a controlli di qualità effettuati dalla CONSOB, se si tratta di revisori che svolgono l’attività all’interno di una società di revisione, e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) se si tratta di revisori che non hanno incarichi di revisione su enti di interesse pubblico. Per questi ultimi i controlli, da effettuare almeno ogni sei anni, riguardano: ♦ la valutazione della quantità e della qualità delle risorse impiegate nei processi di revisione; ♦ la verifica dei documenti di revisione predisposti durante il processo di revisione legale; ♦ la valutazione della conformità del controllo legale ai principi di revisione; ♦ la verifica del rispetto dei requisiti di indipendenza e la valutazione della congruità dei corrispettivi ricevuti per l’incarico svolto.
Le attività di revisione contabile I principi di revisione (ISA – International Standard Auditing – Italia) chiariscono che la finalità della revisione contabile è quella di accrescere il livello di fiducia degli utilizzatori del bilancio. Ciò si realizza mediante la formulazione di un giudizio sul bilancio che ne attesti la conformità alle norme che lo disciplinano. Obiettivo principale del processo di revisione è quello di ottenere elementi di prova
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Bilanci aziendali e revisione legale dei conti
Veridicità e correttezza Un bilancio è veritiero se riflette operazioni di gestione compiute; è corretto se è privo di errori ed è redatto secondo le norme che lo disciplinano e nel rispetto dei principi contabili di generale accettazione.
Unità
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sufficienti per dichiarare con ragionevole certezza che il bilancio d’esercizio (e/o il bilancio consolidato) è attendibile, ossia fornisce una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale, finanziaria ed economica della società. Si tratta di un processo complesso e continuo che, operativamente, si svolge attraverso più fasi tra loro concatenate.
FASI OPERATIVE DEL PROCESSO DI REVISIONE
Rischio di revisione Rappresenta la sintesi del rischio intrinseco e del rischio di controllo. Il rischio intrinseco riguarda la possibilità di sottoporre a revisione un bilancio non attendibile. Il rischio di controllo è relativo alla probabilità che il revisore formuli un’asserzione errata.
Asserzioni Affermazioni sull’esistenza di requisiti basilari per attestare l’attendibilità del bilancio; per esempio: tutte le operazioni di gestione sono correttamente registrate nei conti appropriati; le operazioni sono state registrate nel periodo contabile e ne riflettono la competenza economica ecc.
l’ambiente di controllo
Pianificazione delle attività di controllo
Verifiche nel corso dell’esercizio
Verifiche sul bilancio
Espressione del giudizio sul bilancio
La pianificazione delle attività di controllo, con la quale si definisce un piano di lavoro e si programmano le attività da svolgere, è la fase preliminare, propedeutica all’intero processo di revisione legale. La predisposizione di un accurato piano di lavoro consente di limitare il rischio che il soggetto incaricato della revisione possa esprimere un giudizio non appropriato sul bilancio (rischio di revisione). Tale rischio si manifesta quando il bilancio contiene inesattezze o anomalie significative che, malgrado i controlli, non vengono individuati dal revisore legale e/o quando il revisore formula asserzioni errate. Con il piano di lavoro viene individuato l’ambiente di controllo, oggetto delle verifiche e, successivamente, vengono programmate le procedure e le aree dell’attività aziendale da sottoporre a revisione. L’ambiente di controllo è costituito dal sistema informativo nella sua globalità, con particolare riferimento al rispetto delle norme, alla verifica dei principi contabili utilizzati, alle procedure e alle modalità di registrazione delle operazioni di gestione sottostanti alla redazione del bilancio d’esercizio (sistema informativo contabile). In sede di programmazione deve essere inoltre predisposta la relativa documentazione idonea a fornire testimonianza che il lavoro di revisione è stato svolto in conformità ai principi di revisione. La documentazione del lavoro svolto dai revisori (carte di lavoro) deve essere conservata per dieci anni e deve essere esibita in occasione del controllo di qualità cui periodicamente sono sottoposti i revisori legali. Il revisore deve pianificare e svolgere la revisione contabile osservando il principio dello scetticismo professionale, ossia riconoscendo circostanze che possono rendere il bilancio significativamente errato, quali per esempio l’acquisizione di elementi probativi in contraddizione tra di loro, l’esistenza di condizioni che possono segnalare possibili frodi, l’attendibilità dei documenti e delle risposte alle indagini compiute e così via. Il revisore esercita lo scetticismo professionale in particolare durante la revisione delle stime fornite dalla società riguardanti il fair value, la riduzione di valore delle attività, gli accantonamenti, i flussi di cassa futuri e la capacità dell’impresa di continuare come un’entità in funzionamento.
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Modulo
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Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Le verifiche nel corso dell’esercizio e sul bilancio
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Il processo di revisione legale è finalizzato a formulare un giudizio sul bilancio; tuttavia, poiché tale documento rappresenta la sintesi finale delle rilevazioni di contabilità generale, per dichiarare con ragionevole certezza che il bilancio è redatto in conformità alle norme e ai principi contabili che lo disciplinano, è importante acquisire elementi probativi effettuando controlli anche nel corso dell’esercizio. La legge richiede ai revisori di effettuare verifiche periodiche nel corso dell’esercizio riguardanti l’affidabilità del sistema informativo attraverso il monitoraggio: ♦ della regolare tenuta della contabilità dell’impresa; ♦ della corretta rilevazione delle operazioni di gestione nelle scritture contabili.
Sondaggi di conformità Test cui vengono sottoposte le procedure contabili al fine di verificarne la conformità alle leggi e ai principi contabili di generale accettazione.
Campionamento statistico Metodo statistico con cui si individua un numero limitato e preciso di elementi facenti parte di un insieme, definito universo; tale numero di elementi, che costituisce il campione, deve essere rappresentativo dell’intero universo.
Esempio
Le verifiche nel corso dell’esercizio devono essere organizzate e svolte in maniera sistematica, così da ridurre al minimo il rischio che, al termine dell’intero processo, il giudizio sul bilancio non risulti corretto. Le verifiche sulla tenuta della contabilità tendono a controllare che l’impresa adempia a tutti gli obblighi di legge inerenti ai libri e ai registri, sia per quanto riguarda le formalità, sia per quanto riguarda la tempistica e l’accuratezza delle registrazioni. Pertanto le attività di verifica in questo ambito riguardano l’attento esame: ♦ dei libri contabili e dei registri obbligatori; ♦ delle dichiarazioni, delle liquidazioni periodiche e dei versamenti tributari e previdenziali; ♦ del contenuto dei verbali delle riunioni degli organi collegiali (consiglio di amministrazione, collegio sindacale, ovvero consiglio di gestione e di sorveglianza, a seconda del sistema di amministrazione e controllo utilizzato dalla società). Riguardo alla corretta rilevazione delle operazioni di gestione, le verifiche nel corso dell’esercizio hanno prioritariamente l’obiettivo di controllare la correttezza delle procedure, rispetto alla quale occorre accertare che: ♦ l’operazione contabilizzata sia realmente avvenuta e che sia provata da un documento avente rilevanza giuridica e fiscale; ♦ la contabilizzazione sia completa, ossia tutte le registrazioni a essa inerenti siano state effettuate sia nelle contabilità sezionali coinvolte dall’operazione, sia nella contabilità generale; ♦ la procedura utilizzata offre una rappresentazione fedele e veritiera dell’evento di gestione. Le verifiche periodiche vengono condotte attraverso sondaggi di conformità su operazioni scelte a campione.
1 Verifiche della regolare tenuta della contabilità
e della corretta rilevazione delle operazioni di gestione
La verifica della corretta rilevazione dei fatti amministrativi consiste nel controllo di merito sulla veridicità delle rilevazioni contabili, veridicità intesa sia come rispondenza al vero dell’operazione stessa (l’operazione di gestione è realmente avvenuta ed è documentata), sia come rappresentazione fedele dell’evento di gestione (idoneità della registrazione a rappresentare fedelmente ciò che è accaduto, utilizzando procedure corrette). In questo ambito le verifiche dei revisori sono svolte mediante sondaggi di conformità, estrapolando con il metodo del campionamento statistico le procedure da sottoporre a verifica.
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Bilanci aziendali e revisione legale dei conti
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L’attività di revisione legale consiste, quindi, nell’accertamento della corrispondenza della documentazione e della corretta rilevazione delle operazioni di gestione ai principi contabili di generale accettazione e al manuale interno di contabilità, tenuto conto della normativa civilistica, se l’impresa non è quotata in mercati regolamentati e non adotta gli IAS/IFRS. Analisi di conformità delle scritture contabili Oggetto/attività di controllo Procedure contabili: • ciclo degli acquisti (emissione dell’ordine, contabilizzazione e pagamento della fattura) • ciclo delle vendite (ricevimento dell’ordine, prelievo dal magazzino, contabilizzazione e riscossione della fattura) • rapporti con le banche • contabilizzazione e valutazione dei beni strumentali
Esempio
Descrizione dell’attività di controllo • Analisi dei principi contabili utilizzati • Conformità della procedura contabile a quanto definito nel manuale interno di contabilità • Verifica dell’accuratezza delle registrazioni circa i tempi e l’utilizzo del piano dei conti • Accertamento della corrispondenza tra conti analitici di partitario ed estratti conto ricevuti e/o inviati • Accertamento della coincidenza fra il totale dei conti di mastro accesi ai crediti e ai debiti e la somma dei totali dei conti analitici delle corrispondenti contabilità sezionali • Verifica della corrispondenza tra inventari contabili e inventari di fatto (inventari fisici) • Verifica della corrispondenza tra la documentazione e la sottostante procedura contabile
2 Sondaggio di conformità
Analisi delle procedure del ciclo vendite Nell’ambito delle verifiche sull’operatività del sistema informativo aziendale, il revisore deve effettuare sondaggi di conformità su alcune procedure contabili, individuate in sede di pianificazione del processo di revisione. I risultati di tali sondaggi devono essere riportati sulle carte di lavoro che costituiscono un elemento di prova del lavoro eseguito. Riportiamo a titolo di esempio la carta di lavoro relativa al sondaggio di conformità della procedura relativa alle vendite della Alfa spa. Alfa spa Esercizio amministrativo n
Società di revisione ……
Carta di lavoro n. ...: Procedura ciclo vendite Obiettivi del controllo Conti legati al ciclo vendite oggetto della verifica Prodotti c/vendite, Crediti v/clienti, Resi su vendite, Ribassi e abbuoni passivi Manifestazione
Le operazioni registrate sono state realmente effettuate
Completezza
Tutte le operazioni che compongono la procedura sono state registrate
Accuratezza
Gli importi delle operazioni sono stati registrati correttamente
Competenza
Le operazioni sono state registrate temporalmente nel periodo di competenza
Classificazione
Le operazioni sono state registrate nei conti appropriati
Sondaggi Per ogni fattura scelta a campione vengono effettuati test di verifica basati sul confronto tra: • ciascun elemento della fattura e l’ordine del cliente • i prezzi evidenziati in fattura e il listino prezzi dell’impresa
Data della verifica ......
Osservazioni del revisore Conforme/non conforme Conforme/non conforme (segue)
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Modulo
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Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
• la quantità fatturata e la quantità indicata nel documento di trasporto inviato al cliente
Conforme/non conforme
• la quantità scaricata dal magazzino e la quantità fatturata
Conforme/non conforme
Le registrazioni contabili sono state controllate in merito: • all’esatta imputazione dei conti coinvolti dall’operazione • all’esattezza della data riportata • all’esattezza degli importi registrati nei conti
Manifestazione, accuratezza, completezza, competenza e classificazione
• alla corrispondenza dei saldi dei c/c bancari (per i pagamenti con bonifici Ri.Ba.) e del conto Crediti v/clienti • alla corrispondenza tra il registro delle fatture emesse e il conto Crediti v/clienti
Manifestazione, accuratezza, completezza, competenza e classificazione
• ai principi contabili utilizzati (principi contabili nazionali/internazionali) • alla correttezza del cambio utilizzato (nel caso di fatture in valuta diversa dall’euro)
Corretta/non corretta
VERIFICHE FINALI SUL BILANCIO
Esempio
Operativamente, dopo aver acquisito gli elementi di prova nelle verifiche effettuate nel corso dell’esercizio della regolare e corretta tenuta della contabilità, vengono controllati gli aggregati di bilancio ritenuti più significativi (per esempio Immobilizzazioni immateriali, Immobilizzazioni materiali, Immobilizzazioni finanziarie, Crediti compresi nell’attivo circolante ecc.). Il controllo svolto verte principalmente sulla verifica della corretta aggregazione e classificazione delle voci in bilancio e sulla correttezza e completezza dell’informativa riportata nella Nota integrativa e nella Relazione sulla gestione (sulla quale il revisore è tenuto a formulare un giudizio di coerenza).
3 Verifiche finali sul bilancio
La verifica delle voci di bilancio deve essere svolta analiticamente, avendo cura di controllare la corrispondenza con le scritture contabili e con gli inventari fisici (di fatto) e l’aderenza alle norme di legge e ai principi contabili, sia nei criteri di valutazione, sia nella classificazione di bilancio. Per quanto riguarda i crediti commerciali il revisore è, per esempio, tenuto a: • accertare che il criterio di valutazione sia conforme alle norme di legge e ai principi contabili di riferimento, oppure, se la società è quotata, ai principi contabili internazionali; • esaminare il partitario dei clienti e verificare la correttezza del totale e la sua quadratura; • individuare i crediti che la società ha ceduto con diritto di rivalsa da parte delle banche (per esempio, cambiali allo sconto, Ri.Ba. s.b.f. anticipi su fatture); • verificare le quantità vendute con gli inventari di magazzino; • verificare se gli stralci di crediti siano stati debitamente autorizzati e controllare il corretto utilizzo del Fondo svalutazione crediti e del Fondo rischi su crediti; • analizzare le modalità con cui sono stati determinati gli accantonamenti al Fondo svalutazione crediti e al Fondo rischi su crediti e verificare se i criteri utilizzati sono conformi ai principi contabili nazionali (oppure internazionali). Successivamente, per avere un quadro d’insieme, è utile predisporre una sintesi che può essere riportata in una specifica carta di lavoro, come riportato a pagina seguente.
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Bilanci aziendali e revisione legale dei conti
Unità
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Crediti commerciali Conti analizzati
• Crediti v/clienti • Crediti commerciali diversi • Fatture da emettere • Cambiali attive • Crediti insoluti • Cambiali insolute • Fondo rischi su crediti • Fondo svalutazione crediti
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Importi esercizio corrente
Importi esercizio precedente
............................
............................
– esigibili entro l’esercizio successivo
............................
............................
– esigibili oltre l’esercizio successivo
............................
............................
Voci di bilancio
C) attivo circolante II – Crediti
Note del revisore
La relazione e il giudizio sul bilancio Al termine del processo di revisione, il soggetto incaricato della revisione (revisore legale o la società di revisione legale) è tenuto a formulare con apposita relazione un giudizio sul bilancio di esercizio e (se redatto) sul bilancio consolidato. La struttura e il contenuto della relazione e le tipologie di giudizio sono indicati dal principio di revisione internazionale – ISA Italia 700.
GIUDIZIO DEL REVISORE
Effetti pervasivi Sono quelli che, sulla base del giudizio professionale del revisore: a) non si limitano a specifici elementi, conti o voci del bilancio; b) pur limitandosi a specifici elementi, conti o voci del bilancio, rappresentano o potrebbero rappresentare una parte sostanziale del bilancio; ovvero c) con riferimento all’informativa di bilancio, assumono un’importanza fondamentale per la comprensione del bilancio stesso da parte degli utilizzatori.
Il revisore può esprimere le seguenti tipologie di giudizio: a) giudizio senza modifica (giudizio positivo), che viene formulato quando si ritiene di aver acquisito elementi probativi sufficienti e appropriati, tali da permettere di dichiarare con ragionevole certezza che il bilancio risulta conforme al quadro normativo sull’informazione finanziaria applicabile. Per le società che redigono il bilancio in base alle disposizioni del codice civile, tale giudizio si traduce nell’attestazione che il bilancio è conforme alle norme che ne disciplinano i criteri di redazione e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico dell’esercizio; b) giudizio con modifica, che comprende differenti tipologie di giudizio a seconda che gli elementi di prova siano stati acquisiti (o non acquisiti) e della significatività e pervasività degli errori riscontrati. Il giudizio con modifica può quindi essere: • un giudizio con rilievi, nel caso di deviazioni dalle norme di legge o dai principi contabili significative ma non pervasive, oppure di limitazioni all’acquisizione di elementi probativi sufficienti e appropriati di effetto significativo ma non pervasivo; • un giudizio negativo, nel caso di deviazione dalle norme di legge o dai principi contabili di effetto significativo e pervasivo; • dichiarazione di impossibilità di esprimere un giudizio, nel caso in cui non sia stato possibile acquisire elementi probativi sufficienti e appropriati i cui effetti sono giudicati pervasivi. Nel caso di formulazione di un giudizio con modifica (con rilievi o negativo), oppure dell’impossibilità di esprimere un giudizio, il soggetto incaricato della revisione legale deve indicare analiticamente le motivazioni sottostanti alla decisione nella relazione al bilancio. Lo stesso soggetto incaricato della revisione deve inoltre rilasciare sia un giudizio di coerenza della relazione sulla gestione con i dati del bilancio sia un giudizio sulla conformità della relazione sulla gestione alle norme di legge.
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Modulo
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RELAZIONE
La relazione con la quale il revisore esprime e motiva il giudizio sul bilancio ha una struttura predefinita. Nella prima parte, di carattere introduttivo, sono riportati: 1. il titolo della relazione, che indichi chiaramente che essa è svolta da un revisore indipendente; 2. i destinatari della relazione, ossia i soggetti che hanno conferito l’incarico (azionisti della società).
DI REVISIONE
Richiami di informativa Sono informazioni di particolare rilevanza che, pur essendo già esposte nella Nota integrativa o nella relazione sulla gestione, sono ritenute meritevoli di essere portate nuovamente (con maggiore evidenza) all’attenzione degli utilizzatori del bilancio.
Esempio
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
La sezione Relazione sul bilancio d’esercizio è così articolata: 1. paragrafo introduttivo, che ha la finalità di identificare in tutte le sue componenti il bilancio oggetto di revisione; 2. paragrafo dedicato a individuare la responsabilità dei soggetti che hanno redatto il bilancio (amministratori o consiglio di gestione, se la società non è quotata in mercati regolamentati); 3. paragrafo dedicato a individuare le responsabilità del revisore per l’espressione del giudizio, dove deve essere dichiarato che la revisione contabile è svolta in conformità ai principi di revisione internazionali ISA (tradotti e adattati in Italia nei principi di revisione ISA Italia). In tale paragrafo devono essere esposte le modalità e le caratteristiche del lavoro svolto, nonché vi deve essere la dichiarazione che sono state applicate tutte le procedure di revisione ritenute necessarie, incluse quelle per la valutazione dei rischi di errori significativi nel bilancio dovuti a frodi o a comportamenti o eventi non intenzionali; 4. giudizio professionale sul bilancio; 5. richiami di informativa; qualora lo ritenga opportuno il revisore può esporre uno o più richiami indicando le informazioni di particolare rilevanza che, sebbene già esposte diffusamente nei documenti del bilancio, meritano di essere richiamate all’attenzione degli utilizzatori del bilancio stesso. Ne costituiscono esempi le operazioni straordinarie compiute i cui effetti sul bilancio sono giudicati rilevanti, eventuali situazioni di incertezza in merito alla continuità aziendale, eventuali cambiamenti nei criteri di valutazione, operazioni inusuali con effetti significativi ecc. Nel caso di giudizio con modifica tale sezione si arricchisce di un paragrafo aggiuntivo Elementi alla base del giudizio con rilievi/negativo, ovvero Elementi alla base dell’impossibilità di esprimere un giudizio. Nella sezione Relazione sulle disposizioni di leggi e regolamentari devono essere indicati: 1. il giudizio sulla coerenza delle informazioni contenute nella relazione sulla gestione con i dati del bilancio; 2. eventuali altre informazioni.
1 Relazione di revisione con giudizio senza modifica di una spa che segue la normativa nazionale
Presentiamo lo schema di relazione di revisione legale dei conti conforme all’art. 14 del d.lgs. 27 gennaio 2010, n. 39 e ne commentiamo il contenuto. Relazione della società di revisione indipendente art. 14 del d.lgs. 27 gennaio 2010, n. 39 Agli Azionisti della Beta spa Relazione sul bilancio d’esercizio Abbiamo svolto la revisione contabile dell’allegato bilancio d’esercizio della Beta spa, costituito dallo Stato patrimoniale al 31/12/20.., dal Conto economico dell’esercizio chiuso a tale data, dal Rendiconto finanziario e dalla Nota integrativa.
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Bilanci aziendali e revisione legale dei conti
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Responsabilità della direzione per il bilancio Gli amministratori sono responsabili per la redazione del bilancio d’esercizio che fornisca una rappresentazione veritiera e corretta in conformità alle norme italiane che ne disciplinano i criteri di redazione. Responsabilità della società di revisione È nostra la responsabilità di esprimere un giudizio sul bilancio d’esercizio sulla base della revisione contabile. Abbiamo svolto la revisione contabile in conformità ai principi di revisione internazionali (ISA Italia) elaborati ai sensi dell’art. 11, comma 3, del d.lgs. 27 gennaio 2010, n. 39. Tali principi richiedono il rispetto di principi etici, nonché la pianificazione e lo svolgimento della revisione contabile al fine di acquisire una ragionevole sicurezza che il bilancio d’esercizio non contenga errori significativi. La revisione contabile comporta lo svolgimento di procedure volte ad acquisire elementi probativi a supporto degli importi e delle informazioni contenuti nel bilancio d’esercizio. Le procedure scelte dipendono dal giudizio professionale del revisore, inclusa la valutazione dei rischi di errori significativi nel bilancio d’esercizio dovuti a frodi o a comportamenti o eventi non intenzionali. Nell’effettuare tali valutazioni del rischio, il revisore considera il controllo interno relativo alla redazione del bilancio d’esercizio dell’impresa che fornisca una rappresentazione veritiera e corretta al fine di definire procedure di revisione appropriate alle circostanze e non per esprimere un giudizio sull’efficacia del controllo interno dell’impresa. La revisione contabile comprende altresì la valutazione dell’appropriatezza dei principi contabili adottati, della ragionevolezza delle stime contabili effettuate dagli amministratori, nonché la valutazione della presentazione del bilancio d’esercizio nel suo complesso. Riteniamo di aver acquisito elementi probativi sufficienti e appropriati su cui basare il nostro giudizio. Giudizio sul bilancio A nostro giudizio, il bilancio d’esercizio fornisce una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale e finanziaria della Beta spa al 31/12/20.., del risultato economico e dei flussi di cassa per l’esercizio chiuso a tale data, in conformità alle norme italiane che ne disciplinano i criteri di redazione. Richiami di informativa Il nostro giudizio non contiene rilievi con riferimento a tale aspetto. Relazione su altre disposizioni di legge e regolamentari Giudizio sulla coerenza della relazione sulla gestione con il bilancio d’esercizio Abbiamo svolto le procedure indicate nel principio di revisione (SA Italia) n. 720B al fine di esprimere, come richiesto dalle norme di legge, un giudizio sulla coerenza della relazione sulla gestione, la cui responsabilità compete agli amministratori della Beta spa, con il bilancio d’esercizio della Beta spa al 31/12/20.. A nostro giudizio la relazione sulla gestione è coerente con il bilancio d’esercizio della Beta spa al 31/12/20.. Luogo e data
Denominazione della società di revisione
......................................................
.........................................................................................................
Nome e Cognome del responsabile della revisione .........................................................................................................
Il contenuto della relazione è predefinito dal principio di revisione internazionale – ISA Italia 700. La prima parte è comune a tutte le tipologie di relazioni, indipendentemente dal giudizio espresso dai revisori che in questo caso è senza modifica (positivo). La formulazione di un giudizio senza modifica, oltre alla completa affidabilità del bilancio, presuppone anche che il revisore non abbia dubbi in merito alla capacità dell’impresa di rimanere in vita e di continuare la propria attività negli esercizi futuri. Se la revisione riguarda il bilancio in forma ordinaria nel giudizio sulla rappresentazione veritiera e corretta deve essere considerato anche il Rendiconto finanziario, quale documento idoneo a rappresentare i flussi di cassa (di disponibilità liquide). La relazione contiene anche il giudizio di coerenza dei dati contenuti nel bilancio con il contenuto della relazione sulla gestione predisposta dagli organi amministrativi. Ricordiamo che l’incoerenza si può manifestare quando, per esempio, vi sono divergenze o contraddizioni tra i dati del bilancio e quelli contenuti nella relazione sulla gestione, oppure quando i commenti forniti nella relazione sulla gestione non sono riconducibili al bilancio.
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Modulo
Esempio
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Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
2 Relazione di revisione con giudizio con modifica (giudizio con rilievi)
Presentiamo i paragrafi della sezione Relazione sul bilancio d’esercizio della relazione di revisione, contenenti gli elementi alla base del giudizio con modifica e il giudizio sul bilancio. Elementi alla base del giudizio con modifica La società non ha adeguato il valore dei crediti commerciali al loro presunto valore di realizzo pur in presenza di probabili perdite. Stimando la necessità di incrementare il Fondo svalutazione crediti di 15 000 euro, il risultato d’esercizio e il patrimonio netto al 31/12/20.. risultano sovrastimati di 15 000 euro. Giudizio sul bilancio A nostro giudizio, a eccezione degli effetti, di lieve entità e non pervasivi, indicati al paragrafo precedente, il soprammenzionato bilancio d’esercizio è conforme alle norme che ne disciplinano i criteri di redazione; esso pertanto è stato redatto con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico della Beta spa per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 20.. Un giudizio con modifica (sostanzialmente positivo, ma con rilievi) deve essere espresso quando il revisore accerta che, sulla base degli elementi probativi acquisiti, il bilancio nel suo complesso contiene errori che, singolarmente o nel loro insieme, pur se significativi, non sono pervasivi, ovvero quando non è in grado di acquisire elementi probativi sufficienti ed appropriati su cui basare il proprio giudizio, concludendo tuttavia che i possibili effetti sul bilancio degli eventuali errori non individuati potrebbero essere significativi ma non pervasivi. In sostanza il revisore deve quantificare gli effetti della deviazione ai principi contabili o alle norme di legge e valutare se essi sono rilevanti e pervasivi, tali da rendere inattendibile il bilancio nel suo complesso (in tal caso esprimerà un giudizio negativo), oppure se non sono così rilevanti e/o pervasivi da compromettere l’attendibilità e la capacità informativa del bilancio considerato nel suo complesso. Nell’esempio presentato vi è una deviazione al principio della prudenza e il rilievo è costituito dal mancato adeguamento del Fondo svalutazione crediti alle perdite che probabilmente si verificheranno sui crediti, con conseguente errata valutazione del presumibile valore di realizzo dei crediti stessi. Gli effetti sul bilancio sono tuttavia giudicati limitati (non pervasivi in quanto riguardano le specifiche voci di bilancio relative ai crediti e alle svalutazioni dei crediti) e considerando anche l’esiguità dell’importo, le conseguenze sono tali da non alterare la chiarezza e la capacità del bilancio di rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale, finanziaria e il risultato economico. Trattandosi di un bilancio in forma abbreviata l’indagine compiuta dal revisore non ha riguardato il Rendiconto finanziario. Altre motivazioni che possono portare alla formulazione di un giudizio con modifica (sostanzialmente positivo, ma con rilievi) sono costituite: ä dall’applicazione di criteri di valutazione non corretti, quali l’errata valutazione del presumibile valore di realizzo dei crediti, la determinazione di quote di ammortamento insufficienti a ripartire sistematicamente il costo delle immobilizzazioni immateriali e materiali in relazione alla loro possibilità di utilizzazione (vita utile) ecc.; ä dall’applicazione errata e/o solo parziale di principi contabili di redazione del bilancio, quali gli accantonamenti ai fondi rischi e oneri non completamente congrui rispetto alle spese ovvero ai rischi che devono fronteggiare, la mancata evidenziazione dei saldi a debito o a credito dei conti con alternanza di saldi (non sono stati girati ai rispettivi conti di debito o di credito i conti con alternanza di saldi), l’errata patrimonializzazione di costi non incrementativi inerenti le immobilizzazioni che, in quanto costi d’esercizio, devono essere imputati al Conto economico ecc.; ä dalle limitazioni all’acquisizione degli elementi probativi e/o allo svolgimento delle procedure di revisione, purché giudicate di effetto non pervasivo, quali per esempio l’impossibilità ad accertare il valore di una partecipazione (il cui importo non è significativo) in una società controllata/collegata in assenza della disponibilità del bilancio della partecipata, l’errata valutazione dei prodotti finiti (di importo non significativo) dovuta alla mancanza di una contabilità gestionale senza la quale la determinazione del costo di produzione idoneo a valutare tali rimanenze risulta difficoltosa ecc.
94
Bilanci aziendali e revisione legale dei conti
Esempio
Unità
2
3 Relazione di revisione con giudizio con modifica (giudizio negativo)
Presentiamo i paragrafi della sezione Relazione sul bilancio d’esercizio della relazione di revisione, contenenti gli elementi alla base del giudizio con modifica e il giudizio sul bilancio. Elementi alla base del giudizio con modifica La società non ha stralciato dalla contabilità crediti sorti nell’esercizio di 200 000 euro e sicuramente inesigibili né ha adeguato i crediti commerciali residui iscritti nell’attivo circolante al loro presumibile valore di realizzo, pur in presenza di perdite altamente probabili stimate in 50 000 euro; inoltre ha patrimonializzato nel conto Impianti e macchinari costi per manutenzioni e riparazioni di 500 000 euro privi di utilità futura. In conseguenza di tali inadempienze rispetto alle norme di legge e ai principi contabili si sono prodotti effetti significativi: ä sull’utile dell’esercizio 20.. dichiarato dalla società di 800 000 euro che, in seguito alle correzioni e al netto degli effetti sopra menzionati, diventa pari a 50 000 euro; ä sul patrimonio netto che risulta soprastimato per 750 000 euro. Le evidenze sono riportate nella tabella sottostante. Effetti sul risultato economico d’esercizio (Conto economico)
Effetti sul patrimonio netto (Stato patrimoniale)
Crediti non stralciati
I costi per perdite su crediti risultano sottostimati di 200 000 euro
Risultano iscritti crediti inesigibili per 200 000 euro
Svalutazione crediti per adeguamento al presumibile valore di realizzo
I costi per svalutazioni crediti risultano sottostimati di 50 000 euro
Il fondo svalutazione crediti e il fondo rischi su crediti non sono stati adeguati, con conseguente sopravalutazione dei crediti di 50 000 euro
Errata patrimonializzazione di costi per manutenzioni e riparazioni
I costi risultano sottostimati di 500 000 euro
Le immobilizzazioni materiali risultano soprastimate per 500 000 euro
Giudizio sul bilancio A nostro giudizio, a causa dei rilievi evidenziati nel precedente paragrafo, il bilancio d’esercizio della Beta spa non è conforme alle norme che ne disciplinano i criteri di redazione; esso pertanto non è redatto con chiarezza e non rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria, il risultato economico e i flussi di cassa per l’esercizio chiuso al 31/12/20.. Un giudizio con rilievi (negativo) deve essere espresso quando gli effetti dei rilievi sono così rilevanti e pervasivi da rendere il bilancio inattendibile nel suo complesso. Il principio di revisione internazionale ISA Italia 450 chiarisce che un errore significativo sul bilancio può insorgere con riferimento all’appropriatezza dei principi contabili scelti (i principi contabili utilizzati devono essere coerenti con il quadro normativo di riferimento, per esempio se la società non è quotata i principi contabili da utilizzare sono quelli emanati dall’OIC, viceversa se è quotata si devono utilizzare gli IAS/IFRS) e alla loro corretta applicazione, all’appropriatezza o all’adeguatezza dell’informativa di bilancio. Gli effetti pervasivi sul bilancio sono quelli che, sulla base del giudizio professionale del revisore, non si limitano a specifici elementi, conti o voci del bilancio, oppure che, pur limitandosi a specifici elementi, conti o voci del bilancio, rappresentano o potrebbero rappresentare una parte sostanziale del bilancio, ovvero con riferimento all’informativa di bilancio, che assumono un’importanza fondamentale per la comprensione del bilancio stesso da parte degli utilizzatori. Costituiscono circostanze che possono portare alla formulazione di un giudizio con modifica negativo: ä l’eventuale contrasto tra amministratori e revisori in ordine alla svalutazione di una partecipazione di valore rilevante; ä la patrimonializzazione di costi di importo rilevante, ritenuti privi di utilità pluriennale; ä la sussistenza di forti dubbi sulla continuità aziendale; ä la presenza di limitazioni al procedimento di revisione che hanno impedito l’acquisizione di elementi di prova, quali per esempio l’impossibilità di ottenere nei tempi previsti informazioni dalle banche circa i saldi dei conti correnti, i fidi ottenuti dall’impresa, le eventuali fideiussioni da essa prestate ecc.
95
Modulo
Esempio
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
4 Relazione di revisione con giudizio con modifica
(dichiarazione di impossibilità di esprimere un giudizio)
Presentiamo i paragrafi della sezione Relazione sul bilancio d’esercizio della relazione di revisione, contenenti gli elementi alla base del giudizio con modifica e l’espressione di impossibilità a esprimere un giudizio. Elementi alla base del giudizio La società non dispone di un sistema contabile adeguato a rilevare i costi di produzione; pertanto la valutazione dei prodotti finiti e dei prodotti in corso di lavorazione è avvenuta attraverso stime effettuate dall’organo amministrativo sulla base dei prezzi di vendita, tenuto conto del margine di utile. In tali circostanze non siamo in grado di verificare la correttezza delle valutazioni dei prodotti finiti e dei prodotti in corso di lavorazione che sono iscritti per 500 000 euro nel bilancio redatto al 31/12/20.. Inoltre, come descritto nella Nota integrativa, la società è stata coinvolta in una vertenza in materia di diritto del lavoro su istanza di un ex dipendente per la quale, pur non essendo possibile prevedere l’esito finale, non è stato effettuato alcun accantonamento nel relativo fondo rischi per le conseguenze potenzialmente derivanti dalla causa giudiziaria per un importo fino a 80 000 euro. Giudizio sul bilancio A causa della rilevanza delle limitazioni alle nostre verifiche descritte nel precedente paragrafo, non siamo in grado di esprimere un giudizio sul bilancio della Beta spa per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 20..
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 2
La dichiarazione di impossibilità di esprimere il giudizio viene rilasciata nei casi di limitazioni all’acquisizione di elementi probativi sufficienti e appropriati, giudicati di effetto pervasivo, che mettono in discussione l’attendibilità complessiva del bilancio e/o la continuità della vita aziendale. Le circostanze in cui ciò si verifica possono essere ricondotte: • all’esistenza di una causa civile o di un contenzioso tributario per importi considerevoli e con esiti incerti per l’impresa, non coperti da adeguati accantonamenti nei relativi fondi rischi (Fondo rischi per cause civili, Fondo per imposte); • alla mancanza di affidabilità del sistema di rilevazione delle rimanenze e alla conseguente impossibilità di effettuare i relativi controlli; • al verificarsi di un sinistro che ha danneggiato il sistema di archiviazione e conservazione dei dati amministrativi, provocando gravi incertezze nella ricostruzione dei saldi contabili (per esempio un corto circuito che ha danneggiato in maniera irreparabile la memoria del computer).
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TEST INTERATTIVI
1
Indica la risposta corretta (alcuni quesiti possono avere più risposte esatte).
• test in autoveriica su unità 2 • interrogazione simulata con speakeraggio
a. Il sistema informativo di bilancio è costituito: ❑ 1. da Stato patrimoniale, Conto economico, Rendiconto finanziario e Nota integrativa ❑ 2. dalle informazioni supplementari allegate al bilancio ❑ 3. dalla relazione sulla gestione e dalla relazione del soggetto incaricato del controllo contabile ❑ 4. dall’insieme dei documenti costituiti dal bilancio d’esercizio, dagli allegati, dalle informazioni complementari e dalle relazioni accompagnatorie
Bilanci aziendali e revisione legale dei conti
Unità
2
b. Il Conto economico civilistico: ❑ 1. deve essere redatto a stati comparati nella forma a sezioni divise ❑ 2. deve essere redatto a stati comparati nella forma scalare ❑ 3. assume la configurazione a costi, ricavi e rimanenze ❑ 4. assume la configurazione a valore e costi della produzione c. Lo Stato patrimoniale civilistico: ❑ 1. deve essere redatto a stati comparati, a sezioni divise e contrapposte ❑ 2. deve essere redatto a stati comparati nella forma scalare ❑ 3. prevede la classificazione dell’attivo in base alla fonte di provenienza dei beni ❑ 4. prevede la classificazione dell’attivo in base alla destinazione economica degli impieghi ❑ 5. prevede la classificazione del passivo in base all’esigibilità dei debiti ❑ 6. prevede la classificazione del passivo in base alla provenienza delle fonti di finanziamento
e. La configurazione di Conto economico prevista dal codice civile: ❑ 1. evidenzia separatamente il risultato della gestione caratteristica e della gestione accessoria ❑ 2. evidenzia la differenza tra valore e costi della produzione, che comprende il risultato delle gestioni caratteristica, accessoria e straordinaria ❑ 3. evidenzia il risultato della gestione straordinaria, incluso il risultato della gestione accessoria di carattere finanziario ❑ 4. evidenzia il risultato della gestione finanziaria, inclusi i proventi e gli oneri della gestione accessoria di carattere finanziario f. Il principio della costanza fa riferimento: ❑ 1. alla continuità della vita dell’impresa ❑ 2. all’invarianza dei criteri di valutazione ❑ 3. all’invarianza degli schemi di bilancio ❑ 4. al divieto di compenso di partite g. La relazione sulla gestione: ❑ 1. è redatta dal collegio sindacale ❑ 2. ha un contenuto numerico ❑ 3. è redatta dagli organi che amministrano le società ❑ 4. ha un contenuto descrittivo
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 2
d. I criteri di valutazione stabiliti dall’art. 2426 del codice civile: ❑ 1. prevedono il costo come base per tutte le valutazioni ❑ 2. prevedono il presunto valore di realizzo come limite minimo ❑ 3. possono essere liberamente modificati da un esercizio all’altro ❑ 4. possono essere modificati solo se particolari ragioni lo richiedono
h. Nel bilancio IAS/IFRS la voce Altre componenti di patrimonio netto accoglie: ❑ 1. le azioni proprie detenute dalla società ❑ 3. i costi di impianto ❑ 2. i costi di ampliamento ❑ 4. la Riserva soprapprezzo azioni i. Nel Prospetto di conto economico complessivo redatto secondo gli IAS/IFRS, i costi e i ricavi sono classificati: ❑ 1. per natura ❑ 2. in base alla capacità di generare flussi monetari ❑ 3. per natura oppure per destinazione ❑ 4. per destinazione l. La Riserva di rivalutazione è presente nel bilancio IAS/IFRS nel Prospetto della situazione patrimoniale-finanziaria: ❑ 1. tra le voci delle passività non correnti
97
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
❑ 2. tra le voci delle attività non correnti ❑ 3. tra le voci del patrimonio netto ❑ 4. tra le voci delle passività correnti m. Il soggetto incaricato della revisione legale può esprimere un giudizio senza modifica sul bilancio quando:
❑ 1. riscontra l’errata applicazione delle norme di legge o dei principi contabili di effetto non significativo e non pervasivo ❑ 2. a causa della situazione economica in dissesto non vi è la certezza della continuità di vita dell’impresa ❑ 3. non ha acquisito elementi di prova sufficienti, giudicati comunque di scarsa rilevanza ai fini della veridicità, correttezza e chiarezza del bilancio ❑ 4. ha acquisito elementi probativi, tali da consentire di dichiarare che il bilancio risulta conforme al quadro normativo di riferimento
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 2
n. Le verifiche sul bilancio nel corso dell’esercizio amministrativo:
❑ 1. costituiscono un obbligo di legge ❑ 2. sono facoltà del soggetto incaricato della revisione legale ❑ 3. hanno lo scopo di verificare la regolare tenuta della contabilità e la corretta rilevazione delle scritture contabili
❑ 4. sono finalizzate a documentare il lavoro svolto dal soggetto incaricato della revisione legale o. L’incapacità dell’impresa di continuare la propria attività negli esercizi futuri comporta che il soggetto incaricato della revisione legale debba:
❑ ❑ ❑ ❑
2
1. 2. 3. 4.
esprimere un giudizio con modifica esprimere un giudizio senza modifica effettuare la dichiarazione d’impossibilità a esprime un giudizio esprimere un giudizio di non coerenza tra i dati del bilancio e la relazione sulla gestione
Correla le frasi al relativo criterio di valutazione. Costo storico Si riferisce sempre a valori certi e oggettivi perché effettivamente sostenuti e/o realizzati dall’impresa. Tende a rendere stabili i risultati economici d’esercizio conseguiti negli anni. Si può riferire anche a valori incerti, perché non effettivamente sostenuti e/o realizzati dall’impresa. Può produrre differenze sensibili nei risultati economici d’esercizio conseguiti negli anni. È alla base dei criteri di valutazione richiesti dal codice civile. È alla base dei criteri di valutazione richiesti dai principi contabili internazionali. È pienamente coerente con il principio della prudenza in quanto i ricavi vengono iscritti in bilancio solo se certi e definitivi. Vengono iscritti in bilancio anche ricavi che non sono stati ancora effettivamente conseguiti. Richiede valutazioni, anche basate su strumenti matematici, spesso troppo complesse da gestire.
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Fair value
Bilanci aziendali e revisione legale dei conti
3
Unità
2
Individua per ciascun caso il possibile giudizio sul bilancio. Giudizio con modifica Giudizio senza modifica
Con rilievi
Negativo
Dichiarazione di impossibilità a esprimere un giudizio
Mancata evidenziazione del saldo a credito/debito dei conti con alternanza di saldi. Patrimonializzazione di costi privi di utilità pluriennale i cui effetti incidono significativamente e pervasivamente sull’informativa economico-finanziaria. Iscrizione di ammortamenti insufficienti rispetto all’effettiva utilizzazione futura dei beni per importi che, tuttavia, sono ritenuti irrilevanti e non significativi.
Mancato accantonamento nei relativi fondi rischi per importi considerevoli, collegati a eventi negativi, non coperti da polizza assicurativa, altamente probabili i cui effetti sono significativi e pervasivi sul bilancio nel suo complesso. Mancanza di affidabilità del sistema di contabilità gestionale e conseguente impossibilità di valutare attendibilmente le rimanenze che incidono in maniera rilevante in tutti i documenti del bilancio. Presenza di errori rilevanti e pervasivi nell’applicazione dei principi contabili di generale accettazione. Mancata svalutazione di crediti insoluti per importi di modesta entità e i cui effetti sono giudicati non pervasivi.
CASI AZIENDALI
4
Leggi la relazione di revisione che è stata elaborata per la Omega spa e rispondi alle domande. Relazione del revisore indipendente art. 14 del d.lgs. 27 gennaio 2010, n. 39
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 2
Rispetto di tutte le norme e dei principi di redazione del bilancio e corretta applicazione dei principi contabili di generale accettazione.
Agli Azionisti della Omega spa Relazione sul bilancio d’esercizio Abbiamo svolto la revisione legale del bilancio d’esercizio della Omega spa, costituito dallo Stato patrimoniale al 31 dicembre 20.., dal Conto economico, dal Rendiconto finanziario per l’esercizio chiuso a tale data e dalla Nota integrativa. Responsabilità degli amministratori per il bilancio d’esercizio Gli amministratori sono responsabili per la redazione del bilancio d’esercizio che fornisca una rappresentazione veritiera e corretta in conformità alle norme italiane che ne disciplinano i criteri di redazione. Responsabilità del revisore È mia la responsabilità di esprimere un giudizio sul bilancio d’esercizio sulla base della revisione legale. Abbiamo svolto la revisione legale in conformità ai principi di revisione internazionali (ISA Italia) elaborati ai sensi dell’art. 11 del d.lgs. n. 39/2010. Tali principi richiedono il
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Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
rispetto di principi etici, nonché la pianificazione e lo svolgimento della revisione legale al fine di acquisire una ragionevole sicurezza che il bilancio d’esercizio non contenga errori significativi. La revisione legale comporta lo svolgimento di procedure volte ad acquisire elementi probativi a supporto degli importi e delle informazioni contenuti nel bilancio d’esercizio. Le procedure scelte dipendono dal giudizio professionale del revisore, inclusa la valutazione dei rischi di errori significativi nel bilancio d’esercizio dovuti a frodi o a comportamenti o eventi non intenzionali. Nell’effettuare tali valutazioni del rischio, il revisore considera il controllo interno relativo alla redazione del bilancio d’esercizio dell’impresa che fornisca una rappresentazione veritiera e corretta al fine di definire procedure di revisione appropriate alle circostanze, e non per esprimere un giudizio sull’efficacia del controllo interno dell’impresa. La revisione legale comprende altresì la valutazione dell’appropriatezza dei principi contabili adottati, della ragionevolezza delle stime contabili effettuate dagli amministratori, nonché la valutazione della rappresentazione del bilancio d’esercizio nel suo complesso. Riteniamo di aver acquisito elementi probativi sufficienti e appropriati su cui basare il nostro giudizio.
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 2
Richiami di informativa Non vi sono rilievi con riferimento a tale aspetto. Elementi alla base del giudizio La società non ha adeguatamente evidenziato, trascrivendoli in chiaro, i saldi a debito verso gli Istituti previdenziali e verso le Banche con le quali intrattiene rapporti di conto corrente, pari rispettivamente a 1 500 euro e a 3 000 euro rendendo così l’informativa di bilancio non esaurientemente comprensibile ai soggetti privi di cultura contabile. Giudizio sul bilancio A mio giudizio, a eccezione degli effetti, di lieve entità e non pervasivi, indicati al paragrafo precedente, il soprammenzionato bilancio d’esercizio è conforme alle norme che ne disciplinano i criteri di redazione; esso pertanto fornisce una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale e finanziaria della Omega spa al 31 dicembre 20.., del risultato economico e dei flussi di cassa per l’esercizio chiuso a tale data, in conformità alle norme italiane che ne disciplinano i criteri di redazione. Relazione su altre disposizioni di legge e regolamentari Giudizio sulla coerenza della relazione sulla gestione con il bilancio d’esercizio Abbiamo svolto le procedure indicate nel principio di revisione (SA Italia) n. 720B al fine di esprimere, come richiesto dalle norme di legge, un giudizio sulla coerenza della relazione sulla gestione, la cui responsabilità compete agli amministratori della Omega spa, con il bilancio d’esercizio della Omega spa al 31 dicembre 20.. A nostro giudizio la relazione sulla gestione è coerente con il bilancio d’esercizio della Omega spa al 31 dicembre 20..
Luogo e data .......................................................
Revisore legale .......................................................
1. Quale tipologia di giudizio è stata espressa dal revisore legale? .................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................
2. Com’è motivato tale giudizio? .................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................
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Bilanci aziendali e revisione legale dei conti
Unità
2
3. In quali casi il revisore può esprimere un giudizio con modifica (sostanzialmente positivo ma con rilievi)? .................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................
4. Quale giudizio viene espresso circa la relazione sulla gestione? .................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................
5. A quali aspetti si riferiscono i richiami di informativa? .................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................
6. Di che cosa è responsabile il revisore legale? ..................................................................................................................................................................................................
7. Quale giudizio è stato espresso circa la coerenza della relazione sulla gestione con il bilancio d’esercizio? .................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................
5
Leggi il caso ed esegui quanto richiesto. Alma spa è un’impresa che ha come oggetto sociale la produzione di componenti di personal computer (tastiere, mouse, monitor) venduti direttamente ad altre aziende che provvedono al loro assemblaggio. La società investe notevoli risorse nella ricerca applicata e per lo sviluppo di soluzioni informatiche che rendono i prodotti innovativi. A tale proposito nel corso dell’esercizio n la società, utilizzando esclusivamente la propria struttura organizzativa, ha sostenuto costi di sviluppo di 1 800 000 euro, finanziati ricorrendo all’emissione di 180 000 azioni del valore nominale di 10 euro al prezzo di 10,50 euro. Dopo aver completato i prospetti che seguono, inserisci nello Stato patrimoniale e nel Conto economico le voci e gli importi corrispondenti alle operazioni indicate.
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 2
..................................................................................................................................................................................................
Prospetto delle variazioni intervenute nelle voci del patrimonio netto Capitale sociale Importi all’1/01/n Utile n–1 a riserve Emissione di 180 000 azioni Utile dell’esercizio n Importi al 31/12/n
Riserva soprapprezzo azioni
Riserva legale
4 200 000 .................
.................
.................
.................
Riserva Utile straordinaria dell’esercizio
840 000 12 100
260 000 229 900
242 000 – 242 000
.................
.................
.................
603 360
Totali 5 542 000 – ................. ................. .................
Movimentazioni intervenute nelle immobilizzazioni immateriali Costo storico
Fondo ammortamento
Costi di sviluppo Importi all’1/01/n Costi patrimonializzati
..........................
Ammortamento al 31/12/n Importi al 31/12/n
..........................
–
–
Valore di bilancio –
360 000 360 000
..........................
101
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Stato patrimoniale Attivo
n
Passivo
n–1
B) Immobilizzazioni
A) Patrimonio netto
n
n–1
.................
.................
...............................................
I - Capitale
.................
.................
...............................................
II - Riserva da soprapprezzo azioni
.................
.................
IV - Riserva legale
.................
.................
.................
.................
.................
.................
.................
.................
.................
–
VI - Altre riserve • riserva straordinaria IX - Utile dell’esercizio Totale
Conto economico n
n–1
A) Valore della produzione
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 2
....................................................................................................
.................
–
.................
.................
B) Costi della produzione ....................................................................................................
Rispondi alle seguenti domande. 1. Qual è il criterio di valutazione applicato ai costi di sviluppo? .................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................
2. Qual è l’importo dei costi di sviluppo di competenza economica dell’esercizio n? .................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................
3. In base ai dati contenuti nel Prospetto delle variazioni intervenute nel patrimonio netto, quale strategia persegue la Alma spa per finanziare i propri investimenti? .................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................
4. In quale documento del bilancio d’esercizio sono contenuti i prospetti che evidenziano i movimenti intervenuti nelle voci del patrimonio netto e nelle immobilizzazioni? .................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................
6
Completa le scritture in P.D. sottostanti alla patrimonializzazione e all’ammortamento dei costi di sviluppo sostenuti nell’esercizio n. …...… …...…
…...… …...…
…........................................................… …........................................................…
costi a utilità futura costi a utilità futura
...............… .....
31/12 31/12
…...… …...…
…........................................................… …........................................................…
quota ammortamento quota ammortamento
...............… .....
...............… ..... ...............… .....
Esercizi finali Gruppo 4
102
01
L’interpretazione del bilancio Il bilancio d’esercizio è lo strumento che rappresenta il patrimonio e il reddito dell’azienda, sia pure riferiti, rispettivamente, a un determinato momento e a un determinato periodo amministrativo. I documenti che compongono il bilancio consentono a coloro che ne sono interessati (stakeholder) di esprimere un apprezzamento in merito: ♦ alla situazione economica, intesa come capacità dell’azienda di conseguire una congrua redditività; ♦ alla situazione finanziaria, intesa come attitudine della gestione a mantenere o a conseguire l’equilibrio tra entrate e uscite di denaro, tra risorse e impieghi; ♦ alla situazione patrimoniale, intesa come capacità di conservare e migliorare il patrimonio aziendale. La rappresentazione delle tre situazioni espresse nel bilancio d’esercizio ha però bisogno di essere interpretata. L’interpretazione del bilancio si attua in più fasi tra loro concatenate.
INTERPRETAZIONE LETTERALE
INTERPRETAZIONE REVISIONALE
INTERPRETAZIONE PROSPETTICA
La prima fase è rappresentata dall’interpretazione letterale che consiste nell’individuazione del significato delle voci di bilancio, in modo da comprenderne il contenuto. Questa fase è facilitata dalla normativa sul bilancio, che ha imposto alle imprese di applicare modelli omogenei e di fornire informazioni esplicative nelle note integrative. La seconda fase consiste nell’interpretazione revisionale, ossia nella verifica dell’attendibilità e della veridicità del bilancio. Come abbiamo visto, l’interpretazione revisionale circa la correttezza della tenuta della contabilità e la conformità del bilancio alle norme del codice civile è affidata agli organi di revisione legale dei conti. Nelle grandi imprese esistono inoltre uffici interni (internal auditing) che controllano la regolare applicazione delle procedure da parte del personale dipendente e collaborano con l’attività dei revisori. L’interpretazione revisionale è la fase preliminare all’interpretazione prospettica. L’interpretazione prospettica mira a estrapolare dai dati storici contenuti nel bilancio d’esercizio elementi di conoscenza per interpretare gli andamenti futuri in relazione alla possibile evoluzione della situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell’azienda.
103
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
L’interpretazione prospettica è quindi proiettata “al futuro” e il suo scopo è di effettuare previsioni per orientare le decisioni di investimento. Ciò si attua completando le informazioni degli schemi contabili con quelle contenute nella Nota integrativa e confrontando i dati aziendali sia nella loro sequenza temporale sia con quelli medi del settore merceologico di appartenenza.
02
Analisi per indici Ratio analysis
Analisi per flussi Flows analysis
ANALISI PER INDICI
ANALISI PER FLUSSI
LIMITI DELLE INDAGINI
104
Le analisi di bilancio L’interpretazione prospettica del bilancio può essere effettuata solo dopo averlo attentamente analizzato. Gli obiettivi delle analisi sono diversi a seconda della posizione assunta dall’analista: ♦ se l’analista è un soggetto interno all’azienda, l’interpretazione prospettica dei dati del bilancio è indirizzata a verificare in un’ottica strategica i punti di forza e di debolezza dell’impresa e le possibili linee di sviluppo alternative. L’analisi interna è svolta per esigenze conoscitive degli organi sociali; tuttavia l’impresa può portare a conoscenza dei terzi le analisi interne allegando al bilancio pubblico i documenti da cui esse derivano; ♦ se l’analisi è svolta da soggetti esterni, gli obiettivi sono diversi a seconda delle informazioni che si vogliono desumere; per esempio, l’interpretazione effettuata da una banca o da un finanziatore esterno è volta a interpretare i dati prospettici del bilancio in relazione alle possibilità dell’impresa di restituire o meno il credito concesso; l’analisi svolta da un investitore tenderà, invece, ad accertare l’esistenza delle condizioni che possono permettere all’azienda di remunerare adeguatamente il capitale investito. L’interpretazione prospettica del bilancio può essere effettuata attraverso l’analisi per indici oppure per flussi. L’analisi per indici è effettuata sulla base di rapporti (denominati indici o ratios) tra valori, opportunamente raggruppati. I valori possono essere tratti direttamente dal bilancio d’esercizio, oppure dati o valori possono provenire da altre fonti contabili ed extracontabili (capacità produttiva dei reparti, giorni lavorati, carichi di lavoro per linea di prodotto ecc.). In pratica si tratta di mettere a confronto più voci di bilancio, o valori, scelti e accorpati secondo precise logiche, così da ottenere rapporti o proporzioni tali da evidenziare la situazione su cui si sta indagando. L’analisi per flussi è basata sullo studio dei movimenti finanziari (fonti e impieghi) che avvengono durante la gestione. Analizzando i flussi è possibile individuare le modifiche intervenute nella struttura finanziaria e pervenire alla redazione del Rendiconto finanziario. Entrambi i tipi di analisi, per indici e per flussi, presentano dei limiti che possono rendere poco “sicura” la successiva interpretazione dei risultati delle indagini. In particolare va sottolineato che i valori segnaletici desumibili dai dati di bilancio non hanno significato autonomo. Pertanto, essi dovrebbero essere interpretati considerando: ♦ le molteplici relazioni esistenti tra loro: i dati dello Stato patrimoniale non possono essere interpretati ignorando i dati di provenienza dal Conto economico (e viceversa);
Analisi per indici
Unità
3
♦ la sequenza dei valori di più esercizi (indagine temporale) ed effettuando gli opportuni raffronti con i medesimi valori ottenuti dalla media delle imprese operanti nello stesso settore di attività (indagine spaziale); ♦ il collegamento tra le informazioni ricavabili dai dati di bilancio e le informazioni di natura macroeconomica (dati che descrivono il contesto storico-economico in cui l’impresa si trova a operare).
03
Lo Stato patrimoniale riclassificato Il presupposto indispensabile per trarre dal bilancio le informazioni prospettiche desiderate è costituito dalla rielaborazione dello Stato patrimoniale e del Conto economico. Naturalmente i documenti da rielaborare sono quelli preventivamente sottoposti a revisione legale. Sarebbe infatti inutile, oltre che dispendioso, assoggettare ad analisi un bilancio che contenesse informazioni non attendibili e che non esprimesse con la necessaria veridicità e correttezza la situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell’impresa. La rielaborazione del bilancio consiste in una riclassificazione e riaggregazione delle voci dello Stato patrimoniale e del Conto economico effettuate al fine di disporre di dati più significativi agli effetti della successiva analisi di bilancio.
FASI DELL’INTERPRETAZIONE PROSPETTICA DEL BILANCIO giudizio sull’attendibilità dei valori di bilancio
riclassificazione dei valori di bilancio
STATO PATRIMONIALE RICLASSIFICATO
Attivo immobilizzato Fixed asset
• analisi per indici • analisi per flussi
interpretazione dei risultati
Per lo Stato patrimoniale l’obiettivo della rielaborazione è di evidenziare la struttura degli impieghi e la composizione delle fonti di finanziamento. Tale rielaborazione è quindi finalizzata alla predisposizione di uno Stato patrimoniale redatto secondo criteri finanziari in base al quale il patrimonio dell’azienda è considerato come un complesso di investimenti in attesa di realizzo. Nello Stato patrimoniale rielaborato secondo criteri finanziari: a) gli impieghi (attivo) devono essere esposti in ordine (crescente oppure decrescente) rispetto alla loro liquidabilità, ossia in relazione al tempo da essi impiegato a trasformarsi in moneta. Ciò comporta l’individuazione dei seguenti raggruppamenti: • attivo immobilizzato, composto dagli elementi patrimoniali che costituiscono la struttura fissa dell’azienda (immobilizzazioni tecniche, materiali e immateriali) o che possono trasformarsi in denaro solo a una scadenza temporale medio/lunga (immobilizzazioni finanziarie);
105
Modulo
1
Attivo corrente Current asset
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
• attivo corrente, composto dagli elementi patrimoniali che possono essere convertiti in moneta entro breve termine senza pregiudicare l’economicità della gestione. L’attivo corrente può, a sua volta, essere scomposto in: – disponibilità liquide (il denaro liquido tenuto presso la cassa sociale o depositato presso banche, i c/c postali, i titoli di vasto mercato (se prossimi alla scadenza) e, in generale, tutto ciò che è rappresentativo del denaro e che può esservi immediatamente convertito); – disponibilità finanziarie (i crediti di qualsiasi natura con scadenza entro 12 mesi); – rimanenze (scorte di magazzino facilmente smobilizzabili entro l’esercizio e risconti attivi);
Patrimonio netto Net assets
Debiti a media/ lunga scadenza Mid/long-term debts
Debiti a breve scadenza Short-term debts
b) i finanziamenti (passivo) devono invece essere esposti in ordine (crescente o decrescente) alla loro esigibilità, vale a dire in relazione al tempo più o meno lungo entro il quale si prevede di sostenere l’uscita monetaria connessa al rimborso. Ciò comporta l’individuazione dei seguenti raggruppamenti: • patrimonio netto, che rappresenta una fonte di finanziamento permanente in quanto non è prevista convenzionalmente una scadenza per il suo rimborso. Va evidenziato, a questo proposito, che l’utile dell’esercizio può essere incluso tra il patrimonio netto solo per la parte di cui non è prevista la distribuzione tra i soci; la quota di utile di cui si è decisa l’erogazione deve essere inserita invece tra i debiti a breve scadenza, in quanto rappresenta un debito dell’impresa nei confronti degli azionisti che verrà pagato entro l’esercizio; • debiti a media/lunga scadenza (o passività consolidate), costituiti dai debiti di qualsiasi natura con scadenza superiore ai 12 mesi; • debiti a breve scadenza (o passività correnti), costituiti da debiti di qualsiasi natura rimborsabili nel breve termine (12 mesi), dei ratei e dei risconti passivi. Ai fini di una più agevole comparazione delle due sezioni dello Stato patrimoniale, è bene seguire lo stesso ordine sia nell’esposizione degli impieghi, sia nell’esposizione dei finanziamenti (per esempio se le attività sono state esposte in ordine decrescente, partendo dalle disponibilità liquide e dai beni prontamente liquidabili, è bene che anche le passività siano esposte evidenziando, come prima voce, i debiti di più prossima scadenza). Stato patrimoniale rielaborato secondo criteri finanziari IMPIEGHI
CASI PARTICOLARI
106
FONTI DI FINANZIAMENTO
Attivo corrente • Disponibilità liquide • Disponibilità finanziarie • Rimanenze
Ac Dl Df Rm
Attivo immobilizzato • Immobilizzazioni immateriali • Immobilizzazioni materiali • Immobilizzazioni finanziarie
Im
Totale impieghi
Ti
Debiti a breve scadenza
Db
Debiti a media e lunga scadenza
Dc
Capitale di debito
Cd
Patrimonio netto Capitale proprio Utile d’esercizio
Pn Cp Re
Totale fonti di finanziamento
Tf
Nell’effettuare la rielaborazione dei dati di bilancio dello Stato patrimoniale si possono incontrare alcune difficoltà per l’aggregazione di particolari poste.
Analisi per indici
Unità
3
A - Crediti verso soci
Questa posta può essere inserita tra le disponibilità liquide per la parte già richiamata dagli amministratori e tra le disponibilità finanziarie per il residuo.
B III Immobilizzazioni finanziarie
Bisogna scorporare dai crediti scadenti nel medio/lungo periodo la quota di cui si prevede il rimborso entro l’esercizio, che va inserita tra le disponibilità finanziarie. Analogamente si deve procedere per le partecipazioni per cui è stato deciso lo smobilizzo entro l’esercizio.
C I - Rimanenze
Le scorte non vendibili entro l’esercizio, in quanto destinate a far parte della scorta di sicurezza, o perché composte da beni non facilmente smerciabili sul mercato (per esempio, nel settore dell’abbigliamento, beni fuori moda) sono da imputare all’attivo immobilizzato.
D - Ratei e risconti attivi
I ratei attivi devono sempre essere inseriti tra le disponibilità finanziarie. I risconti attivi, se si riferiscono a quote di costo comuni a più di due esercizi (risconti pluriennali, come per esempio su canoni di leasing), devono essere iscritti nell’attivo immobilizzato (immobilizzazioni immateriali). I risconti attivi relativi a due esercizi (per esempio su fitti passivi, premi di assicurazione ecc.) devono essere inseriti tra le rimanenze. In mancanza di informazioni specifiche sulla distinzione tra ratei attivi e risconti attivi, la prassi vuole che l’importo complessivo di tale classe di bilancio sia iscritto tra le disponibilità finanziarie.
B - Fondi per rischi e oneri
Queste poste devono essere suddivise tra quelle che rappresentano debiti di breve periodo e quelle che rappresentano debiti di medio/lungo periodo. Se gli analisti non sono a conoscenza di tale informazione è prassi considerare la voce Fondi per rischi e oneri tra le passività correnti.
C - Debiti per TFR
Si tratta di un debito di lungo periodo dal quale va scorporata la quota da corrispondere ai dipendenti che lasciano il servizio entro l’esercizio. Detta quota va aggregata ai debiti di breve scadenza. Il TFR devoluto a forme di previdenza complementare e al fondo gestito dall’INPS rappresenta invece un debito di breve periodo.
D - Debiti
Analogamente ai crediti, anche i debiti devono essere suddivisi in debiti aventi scadenza nel medio/lungo periodo e debiti aventi scadenza nel breve periodo.
E - Ratei e risconti passivi
Devono essere iscritti tra i debiti a breve scadenza.
04 Gestione accessoria Comprende i costi e i ricavi non strettamente connessi al ciclo produttivo caratteristico dell’impresa, quali per esempio fitti attivi su immobili concessi in locazione, plusvalenze e minusvalenze ordinarie ecc.
Il Conto economico riclassificato Come sappiamo, il Conto economico redatto secondo le disposizioni del codice civile consente un’analisi della redditività aziendale solo approssimativa in quanto: a) non distingue i componenti di reddito della gestione caratteristica da quelli della gestione accessoria e della gestione straordinaria; b) i componenti di reddito sono classificati per natura e non per destinazione, vale a dire in base alle aree funzionali dell’azienda (industriale, commerciale e amministrativa). Ai fini di una corretta analisi della situazione economica aziendale è importante valutare il contributo offerto da ciascuna gestione alla formazione del risultato economico d’esercizio: a parità di risultato, non è infatti indifferente che esso derivi dalla gestione caratteristica, oppure che sia frutto di investimenti nella gestione accessoria. Anche ai fini di una corretta politica finanziaria è importante conoscere il peso degli oneri finanziari sul risultato economico complessivo, così come è necessario valutare il risultato della gestione straordinaria.
107
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
L’obiettivo della riclassificazione del Conto economico è di ottenere una struttura tale da evidenziare le aggregazioni, i margini e i risultati intermedi utili a comprendere la progressiva formazione del risultato d’esercizio. A tale fine sono possibili due diverse strutture: ♦ la configurazione a valore aggiunto; ♦ la configurazione a ricavi e costi del venduto. Entrambe utilizzano la forma scalare. CONFIGURAZIONE A VALORE AGGIUNTO
Valore aggiunto Added value
La configurazione del Conto economico a valore aggiunto pone in evidenza, appunto, il valore aggiunto, vale a dire la ricchezza creata con l’attività aziendale. In senso economico il valore aggiunto è l’incremento di valore che un’azienda aggrega al valore dei beni e dei servizi che acquista da altre aziende. Detto valore aggiunto viene ripartito tra i fattori della produzione che lo hanno determinato (lavoratori, finanziatori, Stato) sotto forma di retribuzioni, interessi, imposte e l’impresa, sotto forma di autofinanziamento proprio (accantonamenti a riserva) e improprio (ammortamenti).
VALORE DELLA PRODUZIONE – COSTI PER MATERIE E SERVIZI
retribuzioni e oneri sociali
= VALORE AGGIUNTO
ammortamenti
oneri finanziari
imposte
alle riserve utile netto d’esercizio ai soci
La configurazione a valore aggiunto è quella più frequentemente utilizzata dagli analisti esterni in quanto può essere direttamente ricavata dalla configurazione a valore e costi della produzione, propria dell’impostazione civilistica. La configurazione a valore aggiunto, infatti, segue la stessa classificazione dei costi e dei ricavi per natura come nel Conto economico del bilancio d’esercizio. Pertanto, in questo caso la rielaborazione non necessita di ulteriori supporti informativi, come avviene invece per la riclassificazione dei costi in base alle aree funzionali dell’impresa che, come vedremo, caratterizza l’impostazione del Conto economico a ricavi e costi del venduto.
108
Analisi per indici
Unità
3
Conto economico a valore aggiunto
EBITDA Acronimo di Earnings Before Interest, Taxes, D e p re c i a t i o n s a n d Amortizations, rappresenta il margine operativo lordo ottenuto come differenza tra il valore aggiunto e i costi del personale.
EBIT Acronimo di Earnings Before Interests and Taxes, rappresenta il risultato operativo (definito come margine operativo netto).
CONFIGURAZIONE A COSTO DEL VENDUTO
Ricavi netti di vendita + costi patrimonializzati per lavori interni +/– variazioni delle rimanenze di prodotti finiti, semilavorati, prodotti in lavorazione, lavorazioni in corso su ordinazione + altri ricavi e proventi
Rv
Valore della produzione – costi netti per l’acquisto di materie prime, sussidiarie e merci +/– variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci – costi per servizi e per godimento beni di terzi – oneri diversi di gestione
Vp
Valore aggiunto – costi del personale
Va
Margine operativo lordo (EBITDA) ammortamenti svalutazione crediti accantonamenti a fondi rischi e oneri
Mol
Reddito operativo (EBIT) +/– risultato della gestione finanziaria +/– risultato della gestione accessoria
Ro
– – –
Risultato economico della gestione ordinaria +/– risultato della gestione straordinaria Risultato economico al lordo delle imposte imposte dell’esercizio
Rl
Utile (perdita) d’esercizio
Re
–
La configurazione del Conto economico a ricavi e costo del venduto presuppone la preventiva riaggregazione dei componenti di reddito per destinazione produttiva; pertanto essa può essere compilata solo da analisti interni che sono a conoscenza di tale ripartizione dei costi e dei ricavi derivante dalla contabilità gestionale (o contabilità industriale). La configurazione a ricavi e costi del venduto pone in evidenza, nella prima parte, il margine lordo industriale (utile o perdita) ottenuto come differenza tra ricavi netti di vendita e costo del venduto. Il costo del venduto si ottiene dalla seguente somma algebrica: esistenze iniziali di materie prime, sussidiarie, di consumo, di merci, di prodotti in lavorazione, di semilavorati e di prodotti finiti + acquisti di materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci + costi industriali (costi per servizi, costi del personale, ammortamenti e accantonamenti riferiti alla produzione) – rimanenze finali di materie prime, sussidiarie, di consumo, di merci, di prodotti in lavorazione, di semilavorati e di prodotti finiti – costi patrimonializzati per lavori interni
=
Costo del venduto
L’utile (o la perdita) lordo industriale mette in luce il risultato strettamente collegato all’attività di produzione e di vendita dei beni e dei servizi prodotti, senza tener conto dei costi commerciali e dei costi amministrativi che sono indicati separatamente. Dopo l’evidenziazione del risultato operativo la struttura del Conto economico a ricavi e costo del venduto è identica a quella del Conto economico a valore aggiunto.
109
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Conto economico a ricavi e costo del venduto Ricavi netti di vendita – Costo del venduto
Rv Cv
Margine lordo industriale – costi di distribuzione (commerciali) – costi di amministrazione + altri ricavi e proventi
Ml
Reddito operativo (EBIT) +/– risultato della gestione finanziaria +/– risultato della gestione accessoria
Ro
Risultato economico della gestione ordinaria
+/– risultato della gestione straordinaria
Risultato economico al lordo delle imposte imposte dell’esercizio
Rl
Utile (perdita) d’esercizio
Re
–
ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE
ESERCITAZIONE Rielaborazione dello Stato patrimoniale e del Conto economico Un’impresa industriale, in forma di società per azioni, con 600 dipendenti, presenta i seguenti prospetti tratti dal bilancio dell’esercizio n+1. Presentiamo lo Stato patrimoniale redatto secondo criteri finanziari e il Conto economico nella configurazione a valore aggiunto e a ricavi e costo del venduto. Stato patrimoniale ATTIVO B) IMMOBILIZZAZIONI I - Immobilizzazioni immateriali Costi di impianto e di ampliamento Software Totale II - Immobilizzazioni materiali Terreni e fabbricati Impianti e macchinario Attrezzature industriali e comm.li Altri beni (macch. d’uff. e autom.) Totale Totale immobilizzazioni C) ATTIVO CIRCOLANTE I - Rimanenze Materie prime, sussid. e di cons. Prodotti in corso di lavorazione Prodotti finiti II - Crediti Verso clienti di cui esigibili oltre l’esercizio 1 800 000 euro Verso altri III - Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni Altri titoli IV - Disponibilità liquide Depositi bancari e postali Denaro in cassa Totale attivo circolante D) RATEI E RISCONTI Totale attivo
110
n+1
n
1 065 000 2 020 000 3 085 000
– 2 681 200 2 681 200
3 000 000 38 160 000 23 527 500 8 444 880 73 132 380 76 217 380
5 250 000 36 960 000 25 725 000 9 106 500 77 041 500 79 722 700
8 542 500 3 150 000 10 050 000
7 078 500 2 100 000 8 250 000
14 670 000 545 100
12 846 300 231 750
100 000
100 000
111 750 3 705 37 173 055
182 850 4 680 30 794 080
67 500
90 000
113 457 935
110 606 780
PASSIVO A) PATRIMONIO NETTO Capitale sociale Riserva soprapprezzo azioni Riserva legale Riserva straordinaria Utile d’esercizio Totale patrimonio netto B) FONDI RISCHI E ONERI C) TRATTAMENTO FINE RAPPORTO DI LAVORO SUBORDINATO
D) DEBITI Obbligazioni di cui esigibili oltre l’esercizio successivo 10 500 000 euro Debiti v/banche di cui esigibili oltre l’esercizio successivo 2 752 462 euro Debiti v/altri finanziatori di cui esigibili oltre l’esercizio 1 500 000 euro Debiti v/fornitori Debiti tributari Debiti v/Istituti di previdenza e sicurezza sociale Altri debiti Totale debiti E) RATEI E RISCONTI Totale passivo
n+1
n
52 500 000 1 200 000 5 062 500 7 556 565 6 106 620 72 425 685
45 000 000 – 4 800 000 3 371 715 5 250 000 58 421 715
60 000
258 000
5 073 209
4 770 000
12 000 000
13 500 000
7 392 406
5 472 950
2 250 000 10 383 450 1 359 285
3 000 000 21 778 856 876 000
733 500 1 300 400 35 419 041
642 315 1 346 944 46 617 065
480 000
540 000
113 457 935
110 606 780
Analisi per indici
3
Unità
Conto economico n
A) VALORE DELLA PRODUZIONE 1) ricavi delle vendite e delle prestazioni
128 553 105
120 574 955
2) variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti
2 850 000
– 300 000
4) incrementi di immobilizzazioni per lavori interni
1 050 000
–
87 500
161 845
132 540 605
120 436 800
66 690 000
57 255 500
9 180 000
9 300 000
a) salari e stipendi
21 000 000
19 500 000
b) oneri sociali
10 005 000
9 300 000
1 899 000
1 530 000
896 250
630 000
10 529 120
10 469 145
42 030
37 800
– 1 464 000
– 168 000
97 500
43 500
118 874 900
107 897 945
13 665 705
12 538 855
2 880
8 145
17) interessi e altri oneri finanziari
– 1 786 890
– 2 317 000
Totale C – Proventi e oneri finanziari
– 1 784 010
– 2 308 855
Risultato prima delle imposte (A–B +/– C)
11 881 695
10 230 000
20) Imposte dell’esercizio, correnti, anticipate e differite
– 5 775 075
– 4 980 000
6 106 620
5 250 000
5) altri ricavi e proventi Totale A – Valore della produzione B) COSTI DELLA PRODUZIONE 6) per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci 7) per servizi 9) per il personale:
c) trattamento di fine rapporto 10) ammortamenti e svalutazioni: a) ammortamento delle immobilizzazioni immateriali b) ammortamento delle immobilizzazioni materiali d) svalutazione crediti compresi nell'attivo circolante e delle disponibilità liquide 11) variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci 14) oneri diversi di gestione Totale B – Costi della produzione Differenza tra valore e costi della produzione (A – B) C) PROVENTI E ONERI FINANZIARI 16) altri proventi finanziari
21) Utile dell’esercizio
Nello Stato patrimoniale rielaborato secondo criteri finanziari le attività devono essere elencate in ordine di liquidabilità, distinguendo l’attivo corrente dall’attivo immobilizzato; le passività devono essere elencate in ordine di esigibilità, distinguendo tra passività correnti (debiti a breve scadenza), passività consolidate (debiti a media e lunga scadenza) e capitale proprio. Lo Stato patrimoniale può essere rielaborato secondo due versioni: l’una tenendo conto della delibera di distribuzione degli utili, l’altra non tenendo conto di detta delibera. Nel primo caso l’utile d’esercizio viene scisso in due parti: la quota destinata a essere distribuita che va inserita tra i debiti di breve periodo e la parte che è destinata a essere accantonata a riserva, compreso l’avanzo utili, che deve essere inserita tra il capitale proprio. Nel secondo caso l’utile maturato fa parte del capitale proprio. Le due versioni rispondono alle esigenze di analisi differenti: • l’analisi economica è effettuata non considerando il riparto dell’utile; • l’analisi finanziaria e patrimoniale è condotta considerando la delibera di riparto dell’utile.
ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE
n+1
111
ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
La rielaborazione, sia per lo Stato patrimoniale sia per il Conto economico, può essere effettuata solo ricorrendo alla lettura delle informazioni contenute nella Nota integrativa. Il punto di partenza per la predisposizione dello Stato patrimoniale secondo criteri finanziari è costituito dalla suddivisione dei crediti e dei debiti in base alla loro scadenza. Lo Stato patrimoniale redatto secondo criteri civilistici facilita l’analisi, in quanto evidenzia i crediti e i debiti esigibili oltre l’esercizio successivo, tuttavia informazioni più precise sono ricavabili dalla Nota integrativa da cui è tratta la tabella seguente. Analisi dei crediti e debiti per scadenza Crediti
Importi
31/12/n+2
Crediti verso clienti
14 670 000
12 870 000
545 100
545 100
15 215 100
13 415 100
1 800 000
Crediti verso altri (crediti di finanziamento) Totale
oltre un anno
Debiti Obbligazioni
12 000 000
1 500 000
10 500 000
Verso banche
7 392 406
4 639 944
2 752 462
Verso altri finanziatori
2 250 000
750 000
1 500 000
Verso fornitori
10 383 450
10 383 450
Debiti tributari
1 359 285
1 359 285
733 500
733 500
Debiti verso Istituti di previdenza Altri debiti Totale
1 300 400
1 300 400
35 419 041
20 666 579
4 500 000
14 752 462
4 500 000
Sempre dalla Nota integrativa è possibile desumere le seguenti informazioni: • l’importo del debito per TFR dell’esercizio n di 4 770 000 euro comprende 69 000 euro destinati a essere versati a un dipendente che lascia il servizio entro l’anno e che quindi devono essere considerati tra le passività correnti. Considerando che tutti i dipendenti dell’impresa hanno optato per la destinazione del TFR maturato nell’esercizio ai fondi pensione, il debito per TFR si è così movimentato: Debiti per TFR al 31/12/n Liquidazione a un dipendente dimissionario
Rivalutazione del debito preesistente Ritenuta fiscale 17%
euro – euro
euro – euro euro
4 770 000 69 000 4 701 000
euro euro
372 209 5 073 209
448 444 76 235
Quota finanziaria netta Debiti per TFR al 31/12/n+1
Il TFR destinato ai fondi pensione coincide con la sola quota capitale (1 450 556 euro) così determinata: salari e stipendi euro 21 000 000/13,5 = euro 1 555 556 rivalsa contributiva 0,50% su 21 000 000 = – euro 105 000 TFR destinato al fondo pensione euro 1 450 556 I versamenti ai fondi pensione vengono effettuati mensilmente, per cui al 31/12 risultano ancora da versare due mensilità (la mensilità del mese di dicembre e la tredicesima). euro =
1 450 556 × 2 = euro 223 162,46 debiti verso fondi pensione 13
Si tratta di debiti a breve termine, inclusi nella classe D) Debiti, alla voce Altri debiti;
112
oltre 5 anni
1 800 000
Unità
Analisi per indici
3
Altri ricavi e proventi
n+1
rimborsi costi di vendita
34 620
22 500
2 880
3 000
50 000
–
fitti attivi (riguardanti una parte di fabbricato locato a terzi) plusvalenza straordinaria (realizzata dalla vendita di un fabbricato non strumentale) sopravvenienze attive straordinarie (rimborso di imposte non dovute relative a esercizi precedenti)
n
136 345
Totale A) 5) Altri ricavi e proventi
87 500
Oneri diversi di gestione
n+1
minusvalenza ordinaria (derivante dalla vendita di macchine d’ufficio)
30 000
–
altri costi afferenti alla gestione caratteristica (IMU, perdite su crediti)
37 500
43 500
insussistenze passive straordinarie (rapina subita)
30 000
–
Totale B) 14) Oneri diversi di gestione
97 500
43 500
161 845
n
Il riparto dell’utile dell’esercizio n e i movimenti intervenuti negli elementi del patrimonio netto durante l’esercizio n+1 sono desumibili dalla seguente tabella. Prospetto delle variazioni intervenute nel patrimonio netto Capitale sociale
Importi al 31/12/n
Riserva soprapprezzo
45 000 000
Accantonamenti a riserve
Riserva legale
Riserva straordinaria
4 800 000
3 371 715
5 250 000
58 421 715
262 500
4 184 850
– 4 447 350
– 802 65–
– 802 650
– 802 650
Dividendi pagati Emissione di azioni
7 500 000
1 200 000
52 500 000
1 200 000
5 062 500
7 556 565
Per l’esercizio n+1 è stato deciso di effettuare il riparto dell’utile come segue: Utile d’esercizio 5% riserva legale
euro 6 106 620 – euro 305 331
Dividendo lordo 10 euro alle 525 000 azioni
euro 5 801 289 – euro 5 250 000
Utili portati a nuovo
Totali
8 700 000
Utile esercizio n+1 Importi al 31/12/n+1
Utile d’esercizio
euro
6 106 620
6 106 620
6 106 620
72 425 685
ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE
• i fondi rischi e oneri sono rappresentativi per l’esercizio n+1 di quote di debito di medio/lungo termine; per l’esercizio n, invece, il totale fondi rischi e oneri di 258 000 euro è rappresentativo di debiti di breve periodo per 198 000 euro, mentre l’importo di 60 000 euro è da considerare tra le passività consolidate; • i ratei e i risconti sia attivi sia passivi sono tutti riferibili al breve periodo; • l’impresa possiede titoli a reddito fisso (pubblici) scadenti entro l’esercizio (a sei mesi). Tali titoli erano già in portafoglio nell’anno n; • il prestito obbligazionario è rimborsabile a quote costanti di 1 500 000 euro ogni anno; • le voci altri ricavi e proventi e oneri diversi di gestione, iscritte nel Conto economico rispettivamente in A) Valore della produzione e in B) Costi della produzione, comprendono i ricavi e i costi indicati nelle tabelle sotto riportate.
551 289
113
ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE
Modulo
114
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Stato patrimoniale (redatto secondo criteri finanziari in forma analitica, senza tener conto della distribuzione degli utili) IMPIEGHI
n+1
Disponibilità liquide
115 455
187 530
Debiti a breve scadenza
C/c bancario
111 750
182 850
Debiti verso banche
3 705
4 680
Disponibilità finanziarie
13 582 600
11 468 050
Debiti verso fornitori
Crediti verso clienti
12 870 000
11 046 300
Debiti tributari
Crediti verso altri
545 100
231 750
Titoli a reddito fisso
100 000
100 000
Denaro in cassa
Ratei e risconti Rimanenze Materie prime, sussidiarie Prodotti in lavorazione
n
FONTI
67 500
90 000
21 742 500
17 428 500
8 542 500
7 078 500
n+1
n
21 146 579
35 424 065
4 639 944
5 472 950
750 000
3 000 000
10 383 450
21 778 856
1 359 285
876 000
Debiti v/Istituti previdenziali
733 500
642 315
Ratei e risconti
480 000
540 000
Debiti verso altri finanziatori
Obbligazioni in scadenza
1 500 000
1 500 000
Fondi rischi e oneri
–
198 000
Debiti per TFR
–
69 000
3 150 000
2 100 000
Atri debiti
1 300 400
1 346 944
10 050 000
8 250 000
Debiti a m/l scadenza
19 885 671
16 761 000
Immobilizzazioni imm.li
3 085 000
2 681 200
Obbligazioni
10 500 000
12 000 000
Costi di imp. e di ampliam.
1 065 000
–
Debiti v/altri finanziatori
1 500 000
–
Debiti verso banche
2 752 462
–
Debiti per TFR
5 073 209
4 701 000
60 000
60 000
Prodotti finiti
Software Immobilizzazioni materiali Fabbricati
2 020 000
2 681 200
73 132 380
77 041 500
3 000 000
5 250 000
Fondi rischi e oneri
Impianti e macchinario
38 160 000
36 960 000
Patrimonio netto
72 425 685
58 421 715
Attrezz. industr. e comm.li
23 527 500
25 725 000
Capitale sociale
52 500 000
45 000 000
444 880
606 500
Riserve
13 819 065
8 171 715
Automezzi
8 000 000
8 500 000
6 106 620
5 250 000
Immob. finanziarie
1 800 000
1 800 000
Crediti verso clienti
1 800 000
1 800 000
113 457 935
110 606 780
113 457 935
110 606 780
Macchine d’ufficio
Totale impieghi
Utile d’esercizio
Totale fonti
Stato patrimoniale (redatto secondo criteri finanziari in forma sintetica, tenendo conto della delibera di distribuzione degli utili) IMPIEGHI
n+1
n
FONTI
Disponibilità liquide
115 455
187 530
Debiti a breve scadenza
26 396 579
36 226 715
13 582 600
11 468 050
Debiti a m/l scadenza
19 885 671
16 761 000
Capitale di debito
46 282 250
52 987 715
Disponibilità finanziarie Rimanenze
21 742 500
17 428 500
Attivo corrente
35 440 555
29 084 080
3 085 000
2 681 200
Immobilizzazioni materiali
73 132 380
77 041 500
Immobilizzazioni finanziarie
1 800 000
1 800 000
78 017 380
81 522 700
113 457 935
110 606 780
Immobilizzazioni immateriali
Attivo immobilizzato Totale impieghi
n+1
n
Capitale proprio: • Capitale sociale
52 500 000
45 000 000
• Riserve
14 675 685
12 619 065
Capitale proprio
67 175 685
57 619 065
113 457 935
110 606 780
Totale fonti
Rielaboriamo ora il Conto economico presentando dapprima la configurazione a valore aggiunto. Occorre determinare il valore aggiunto (scindendo i costi della produzione in due gruppi in modo da separare i costi sostenuti per l’acquisto di beni e servizi da terzi dagli altri costi) e il margine operativo lordo (MOL detto anche EBITDA).
Analisi per indici
Unità
3
Ricordiamo che secondo i principi contabili nazionali, oltre ai fitti attivi, rientrano nella gestione accessoria le plusvalenze e minusvalenze ordinarie, le sopravvenienze attive e passive ordinarie e, in generale, tutti i componenti di reddito che fanno parte della gestione ordinaria ma che non sono compresi nella gestione caratteristica, in quella finanziaria e in quella straordinaria. Conto economico riclassificato a valore aggiunto n+1 128 553 105 2 850 000 1 050 000 34 620 132 487 725 – 66 690 000 – 9 180 000 – 37 500 1 464 000 58 044 225 – 32 904 000 25 140 225 – 11 425 370 – 42 030 13 672 825 – 1 784 010 – 27 120 11 861 695 20 000 11 881 695 – 5 775 075 6 106 620
Ricavi netti di vendita YDULD]LRQH ULPDQHQ]H GL SURGRWWL LQ ODYRUD]LRQH FRVWL SDWULPRQLDOL]]DWL DOWUL ULFDYL H SURYHQWL Valore della produzione FRVWL SHU DFTXLVWL GL PDWHULH FRVWL SHU VHUYL]L DOWUL FRVWL YDULD]LRQH ULPDQHQ]H GL PDWHULH Valore aggiunto FRVWL GHO SHUVRQDOH Margine operativo lordo (EBITDA) DPPRUWDPHQWL VYDOXWD]LRQH FUHGLWL Reddito operativo (EBIT) ULVXOWDWR GHOOD JHVWLRQH ILQDQ]LDULD ULVXOWDWR GHOOD JHVWLRQH DFFHVVRULD Risultato economico della gestione ordinaria ULVXOWDWR GHOOD JHVWLRQH VWUDRUGLQDULD Risultato economico al lordo delle imposte ,PSRVWH GHOOÝHVHUFL]LR Utile netto d’esercizio
n 120 574 955 – 300 000 – 22 500 120 297 455 – 57 255 500 – 9 300 000 – 43 500 168 000 53 866 455 – 30 330 000 23 536 455 – 11 099 145 – 37 800 12 399 510 – 2 308 855 3 000 10 093 655 136 345 10 230 000 – 4 980 000 5 250 000
Per redigere il Conto economico nella configurazione a ricavi e costo del venduto bisogna conoscere la classificazione dei costi per funzione aziendale, desumibile dalla seguente tabella: Costi riclassificati per funzione aziendale Costi per natura &RVWL SHU VHUYL]L &RVWL SHUVRQDOH $PPRUWDPHQWL 6YDOXWD]LRQH FUHGLWL $OWUL FRVWL 7RWDOL
Costi industriali n+1 n 4 012 500 4 590 000 18 198 000 19 741 500 5 712 685 5 449 000
Costi di distribuzione n+1 n 1 605 000 1 836 000 42 000 45 000 1 142 537 110 990
27 923 185
2 789 537
29 780 500
1 991 990
Costi di amministrazione n+1 n 3 562 500 2 874 000 14 664 000 10 543 500 4 570 148 5 539 155 42 030 37 800 37 500 43 500 22 876 178 19 037 955
Calcoliamo ora il costo del venduto: n+1 esistenze iniziali acquisti costi industriali rimanenze finali costi patrimonializzati
Costo del venduto
66 690 000 27 923 185 – 21 742 500 – 1 050 000
89 249 185
n 17 560 500 57 255 500 29 780 500 – 17 428 500
Totali n+1 n 9 180 000 9 300 000 32 904 000 30 330 000 11 425 370 11 099 145 42 030 37 800 37 500 43 500 53 588 900 50 810 445
ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE
Devono inoltre essere evidenziati: • il risultato della gestione accessoria costituito dai fitti attivi riscossi sui fabbricati locati a terzi e dalla minusvalenza ordinaria (limitatamente all’anno n+1); • il risultato della gestione straordinaria, costituito dalle plusvalenze straordinarie (50 000 euro per l’anno n+1), dalle sopravvenienze attive straordinarie (136 345 euro per l’anno n) e dalle insussistenze passive straordinarie (30 000 euro per l’anno n+1), indicate nella Nota integrativa.
87 168 000
115
ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Conto economico riclassificato a ricavi e costo del venduto n+1
n
Ricavi netti di vendita
128 553 105
120 574 955
Costo del venduto
– 89 249 185
– 87 168 000
Margine lordo industriale costi di distribuzione costi di amministrazione altri ricavi e proventi
39 303 920 – 2 789 537 – 22 876 178 34 620
33 406 955 – 1 991 990 – 19 037 955 22 500
Reddito operativo (EBIT) risultato della gestione finanziaria risultato della gestione accessoria Risultato economico della gestione ordinaria risultato della gestione straordinaria
13 672 825 – 1 784 010 – 27 120 11 861 695 20 000
12 399 510 – 2 308 855 3 000 10 093 655 136 345
Risultato economico al lordo delle imposte
11 881 695
10 230 000
Imposte dell’esercizio
– 5 775 075
– 4 980 000
6 106 620
5 250 000
Utile d’esercizio
05
Gli indici di bilancio L’analisi per indici del bilancio d’esercizio consiste nel calcolare, partendo dai dati dello Stato patrimoniale e del Conto economico opportunamente revisionati e riclassificati, indici (quozienti, espressi talvolta in percentuale) che mettono a confronto gruppi di valori, anche di diversa natura. I risultati ottenuti vengono poi letti e indirizzati secondo l’ottica che si vuole esaminare; in tal senso gli indici si possono raggruppare in base al tipo di analisi: analisi della redditività, analisi della produttività, analisi patrimoniale e analisi finanziaria. Affinché l’analisi risulti significativa, occorre che gli indici ottenuti siano interpretati in modo unitario e coordinato e vengano confrontati con i risultati raggiunti negli anni passati dalla stessa impresa, con le medie settoriali e con gli indici di andamento macroeconomici (andamento dell’occupazione, dell’inflazione, andamento della domanda aggregata ecc.). Va comunque sottolineato che, come tutte le analisi prospettiche, anche l’analisi per indici può fornire solo una “chiave di lettura” di probabili andamenti futuri, che non necessariamente si verificheranno. SIMBOLOGIA UTILIZZATA NEL CALCOLO DEGLI INDICI
Rm Df Dl Ac Im Ti
Rimanenze Disponibilità finanziarie Disponibilità liquide Attivo corrente Immobilizzazioni Totale impieghi
06
Rv Cl Am Db Dc
Ricavi netti di vendita Costi del lavoro Ammortamenti Debiti a breve scadenza Debiti a media e lunga scadenza
Cd Cp Pfn
Capitale di debito (Db + Dc) Capitale proprio Posizione finanziaria netta
Re Tf Of Va Ro
Risultato economico d’esercizio Totale fonti Oneri finanziari Valore aggiunto Reddito operativo
L’analisi della redditività L’analisi della redditività si propone di individuare l’entità e l’origine del reddito prodotto dall’impresa. Di solito essa ha come punto di partenza la costruzione di un Conto economico sintetico redatto a valori percentuali.
116
Analisi per indici
Unità
3
La percentualizzazione dei valori contenuti nel Conto economico avviene rispetto a un risultato intermedio o a un valore posto uguale a 100, ritenuto dall’analista particolarmente significativo. Per esempio, può essere preso come base 100 il valore dei ricavi netti di vendita, il valore della produzione o il valore aggiunto. Il Conto economico a valori percentuali visualizza con immediatezza la struttura del reddito, evidenziando sia il contributo fornito dalle diverse aree gestionali alla sua formazione sia il peso degli aggregati di costo. Conto economico sintetico a valori percentuali configurazione a ricavi e costo del venduto (importi in migliaia di euro) Valori assoluti Ricavi netti di vendita
Valori %
4 540
100,00
– 2 810
– 61,89
Margine lordo industriale costi di distribuzione costi di amministrazione
1 730 – 580 – 650
38,11 – 12,77 – 14,32
Reddito operativo (EBIT) proventi finanziari oneri finanziari risultato della gestione accessoria
500 110 – 240 20
11,02 2,42 – 5,29 0,44
390 – 90
8,59 – 1,98
300 – 157
6,61 – 3,46
143
3,15
Costo del venduto
Risultato economico della gestione ordinaria risultato della gestione straordinaria Risultato economico al lordo delle imposte imposte dell’esercizio Utile d’esercizio
Dopo questa prima indagine basata sui valori percentuali l’analisi della redditività può essere approfondita con la misurazione: ♦ della redditività specifica conseguita dai soggetti che concorrono al finanziamento dell’azienda: i proprietari (o i soci) portatori di capitale di rischio; i finanziatori esterni portatori di capitale di debito; ♦ del livello medio della redditività aziendale complessiva. Entrambi i tipi di misurazione avvengono mediante il calcolo di appositi indici di redditività. Gli indici di redditività forniscono informazioni sulla capacità aziendale di produrre nuova ricchezza e sulla sua destinazione. REDDITIVITÀ SPECIFICA
ROE
L’analisi della redditività specifica mira a ottenere delle informazioni circa la situazione economica dell’impresa, intesa come capacità di remunerare, dopo la copertura dei costi, il capitale proprio e il capitale di debito. Il primo indice da cui ha inizio l’indagine è costituito dal rapporto percentuale fra il risultato netto d’esercizio e il capitale proprio (capitale sociale e riserve, con esclusione dell’utile d’esercizio che è posto a numeratore).
ROE
=
utile netto d’esercizio capitale proprio
× 100
Re Cp
%
Il ROE (Return On Equity) è un indicatore della redditività effettivamente ottenuta dall’impresa e quindi del grado di remunerazione del rischio affrontato dall’im-
117
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
prenditore o dai soci. L’indice di redditività espresso dal ROE si riferisce all’intera gestione aziendale: ingloba quindi la gestione caratteristica, la gestione accessoria, la gestione finanziaria e la gestione straordinaria. Per giudicare l’adeguatezza del ROE è necessario metterlo a confronto con il rendimento offerto da investimenti alternativi (in imprese di altri settori o in impieghi finanziari alternativi). L’imprenditore (o l’azionista) avrà convenienza a investire i propri capitali nell’impresa solo se la redditività netta ottenuta è superiore a quella di altri investimenti caratterizzati da un minor grado di rischio. Va però sottolineato che il valore del ROE calcolato rapportando l’utile d’esercizio alla consistenza del capitale proprio al termine dello stesso esercizio non è significativo se durante l’anno l’impresa ha effettuato aumenti di capitale sociale. In questo caso occorre indicare al denominatore del rapporto il valore medio ponderato calcolato tenendo conto degli importi e dei tempi. Il ROE è un indice di redditività “globale”: il suo valore è influenzato dal risultato conseguito nelle gestioni diverse da quella caratteristica; inoltre prende in considerazione solo la redditività del capitale di rischio. ROI
Per valutare l’andamento della redditività aziendale e predisporre le opportune strategie per migliorarla, i manager e gli amministratori hanno bisogno di un indicatore che misuri le potenzialità di reddito dell’azienda, indipendentemente dagli eventi extracaratteristici, dagli eventi finanziari e dalla pressione fiscale a cui il reddito d’impresa è sottoposto. Inoltre, ai fini delle indagini interne, è importante valutare la redditività dell’intero capitale investito nell’attività aziendale, indipendentemente dalla provenienza delle fonti di finanziamento. Tale indicatore è costituito dal ROI (Return On Investment) o tasso di redditività del capitale investito.
ROI
=
reddito operativo totale impieghi
× 100
Ro
%
Ti
Se il ROI è calcolato da un analista esterno che non possiede le conoscenze per separare i componenti del reddito caratteristici da quelli patrimoniali e atipici, il reddito operativo può essere considerato approssimativamente uguale alla differenza tra valore e costi della produzione evidenziata nel Conto economico civilistico. In tale caso va sottolineato che l’andamento della redditività del capitale investito non è molto significativo. Inoltre, per poter valutare con più attendibilità la redditività operativa aziendale, nel caso in cui l’impresa abbia effettuato durante l’esercizio consistenti investimenti in fattori produttivi, al denominatore del rapporto che esprime il ROI occorre considerare il valore medio ponderato tenendo conto dell’ammontare degli impieghi e dei tempi. ROD
Il valore minimo assunto dal ROI deve almeno corrispondere al costo medio del denaro, misurato dal ROD.
ROD
118
=
oneri finanziari totali capitale di debito
× 100
Of Cd
%
Analisi per indici
Unità
3
Il ROD (Return On Debt) misura la capacità dell’impresa di remunerare il capitale di debito (debiti a breve termine e debiti a medio/lungo termine), ma nello stesso tempo fornisce la misura dell’incidenza del peso degli oneri finanziari sulla redditività complessiva. Nell’interpretazione del risultato espresso dal ROD va però tenuto presente che tale indice è, in genere, sottostimato in quanto non sempre tiene in considerazione gli eventuali interessi impliciti non contabilizzati nel Conto economico. Il confronto tra ROI e ROD è essenziale per stabilire la convenienza o meno a finanziare gli investimenti tramite l’indebitamento esterno. Infatti, se la redditività del capitale investito, misurata dal ROI, è superiore alla onerosità del capitale di debito, espressa dal ROD, l’impresa ha convenienza a finanziare gli investimenti incrementando i finanziamenti a titolo di capitale di debito perché ciò significa che le risorse investite producono un reddito sufficiente a garantire il pagamento degli interessi passivi. Per esempio, se l’impresa prende a prestito del denaro pagandolo mediamente il 6% (ROD = 6%) e lo investe ottenendo una redditività del 9% (ROI = 9%) è evidente che essa ha convenienza a indebitarsi, perché riesce mediamente a guadagnare 3 euro ogni cento euro presi a prestito e investiti nell’attività aziendale caratteristica. Viceversa, se il ROI è minore del ROD, significa che l’investimento nelle attività caratteristiche non produce un reddito sufficiente a garantire il pagamento degli interessi passivi che costituiscono la remunerazione del capitale di debito. Per esempio, se l’impresa prende a prestito 100 euro pagandoli 6 euro (ROD = 6%), che a sua volta investiti nelle attività caratteristiche producono un reddito di 4 euro (ROI = 4%), si registrerà una perdita di 2 euro che, nel caso non fosse compensata dal risultato ottenuto nelle altre aree gestionali, andrà a definanziare l’attività dell’impresa. LIVELLO MEDIO DELLA REDDITIVITÀ COMPLESSIVA
EBITDA MARGIN
La capacità di produrre reddito è genericamente legata alla possibilità per l’impresa di ottenere, per ciascuna unità di prodotto venduta, ricavi superiori ai costi. Per esempio, se un prodotto viene fabbricato sostenendo costi complessivi di 100 euro, si potrà ottenere un utile solo vendendo tale prodotto a un prezzo superiore al costo sostenuto. Il calcolo dei costi di fabbricazione è specificamente studiato dalla contabilità gestionale che, tra gli altri obiettivi, si propone anche di segnalare quali prodotti (gruppi di prodotti) abbiano una redditività unitaria positiva e quali invece l’abbiano nulla o addirittura negativa. L’incidenza dei principali costi operativi (per materie, per servizi, per godimento beni di terzi, per il personale ecc.) sui ricavi di vendita complessivi è misurata indirettamente attraverso il seguente rapporto percentuale:
EBITDA margin
=
margine operativo lordo (EBITDA) ricavi di vendita
× 100
EBITDA
%
Rv
Ovviamente la redditività è tanto migliore quanto più elevati sono i valori assunti dall’EBITDA margin. ROS EBIT MARGIN
Nell’ambito dell’analisi di bilancio la redditività media unitaria dell’impresa viene determinata con il calcolo del ROS (Return On Sales) o EBIT margin che risulta dal rapporto percentuale tra reddito operativo e ricavi di vendita.
ROS
=
reddito operativo ricavi di vendita
× 100
Ro
%
Rv
119
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Il tasso esprime una sintesi delle relazioni esistenti tra volumi, costi e prezzi di vendita, in quanto risulta dipendente sia dall’efficienza interna, sia dalla situazione di mercato. ROTAZIONE DEGLI IMPIEGHI
Oltre che dal volume delle vendite (fatturato), i risultati ottenuti nel corso dell’esercizio sono influenzati anche dal numero di operazioni (quantità vendute) effettuate nel periodo. Poiché dal bilancio si vuole conoscere l’origine della redditività globale, bisogna calcolare il “numero di volte” che, nell’anno, si è ripetuta la redditività unitaria (rotazione degli impieghi) espressa dal ROS. L’indice idoneo a misurare la rotazione degli impieghi è così costruito:
Rotazione degli impieghi
=
ricavi di vendita
Rv
totale impieghi
Ti
Più tale indice è elevato, tanto maggiore è il grado di efficienza dell’impresa, che presenta un più rapido ciclo investimenti-disinvestimenti, determinato a sua volta dalla durata dei cicli produttivi, dalle caratteristiche tecnologiche degli impianti e dei macchinari, dal complesso degli impieghi effettuati, dalle quantità prodotte e vendute. SCOMPOSIZIONE DEL ROI
Il ROI, che misura la redditività del capitale complessivamente investito, è direttamente influenzato dalla redditività lorda sulle vendite (ROS) e dall’indice di rotazione degli impieghi. Il ROS e l’indice di rotazione del capitale investito possono anche avere andamenti contrastanti: per esempio, un innalzamento del prezzo di vendita dei prodotti può determinare un incremento del ROS, ma, contemporaneamente, può comportare una riduzione delle quantità vendute che fa diminuire l’indice di rotazione del capitale investito. Tali legami sono evidenti considerando che, matematicamente: ROI = ROS × indice di rotazione degli impieghi
Infatti si ha: ROI =
SCOMPOSIZIONE ROE
DEL
Ro Rv
%
×
Rv Ti
=
Ro Ti
%
Il ROI influisce sulla redditività aziendale netta complessiva (ROE), in misura direttamente proporzionale (quanto più è elevato il ROI, tanto più elevata è la redditività complessiva espressa dal ROE). Il ROE, però, dipende anche dal livello di indebitamento e dal tasso di incidenza della gestione non caratteristica (in questa accezione considerata come somma algebrica tra risultato della gestione accessoria, risultato della gestione finanziaria e risultato della gestione straordinaria). L’indice di indebitamento (leverage) è dato dal rapporto fra il totale impieghi e il capitale proprio.
Leverage
=
totale impieghi
Ti
capitale proprio
Cp
Se l’impresa finanzia interamente tutti i suoi impieghi con il capitale proprio l’indice assume un valore uguale a 1.
120
Analisi per indici
Unità
3
Se l’impresa ricorre anche all’indebitamento, il rapporto è superiore a 1. Un indice non superiore a 2 indica un soddisfacente equilibrio tra capitale proprio e capitale di debito; un quoziente maggiore di 2 segnala invece il ricorso a un notevole indebitamento (azienda sottocapitalizzata). EFFETTO LEVA
leva inanziaria
L’andamento dell’indebitamento incide sulla misura del ROE, attraverso il ROI, in relazione al costo medio del denaro preso a prestito dall’azienda (ROD). Se il ROD è inferiore al ROI, infatti, come abbiamo visto, l’azienda ha convenienza a indebitarsi; tale convenienza può essere amplificata quanto più è elevato l’indice di indebitamento che esercita un effetto moltiplicativo (effetto leva) sul ROI, che a sua volta spinge in alto il valore del ROE. Pertanto si ha che: ♦ se ROI = ROD, la struttura finanziaria dell’azienda è neutrale rispetto al ROE; ♦ se ROI > ROD, il ROE aumenta al crescere dell’indice di indebitamento; ♦ se ROI < ROD, il ROE diminuisce al crescere dell’indice di indebitamento.
INCIDENZA DELLA GESTIONE NON CARATTERISTICA
Come già detto, la redditività globale netta dell’azienda è influenzata anche dall’andamento della gestione non caratteristica che comprende, oltre al risultato della gestione accessoria, i risultati della gestione finanziaria, della gestione straordinaria e il carico fiscale. L’indice idoneo a misurare tale andamento è denominato tasso di incidenza della gestione non caratteristica ed è dato dal rapporto: utile netto d’esercizio reddito operativo
Re
× 100
Ro
%
Il tasso di incidenza della gestione non caratteristica è positivo se i risultati della gestione accessoria, finanziaria e straordinaria sono positivi, ovvero se algebricamente fanno aumentare il risultato economico complessivo. Se i risultati di tali gestioni sono negativi, il reddito d’esercizio subisce un’automatica riduzione. L’influenza del ROI, del leverage e del tasso di incidenza della gestione non caratteristica sul ROE è evidenziata dalla seguente equazione: ROE = ROI × leverage × incidenza della gestione non caratteristica Infatti si ha che: ROE =
07
Ro Ti
%
×
Ti Cp
×
Re Ro
%
=
Re Cp
%
L’analisi della produttività Come sappiamo le capacità reddituali dell’impresa sono direttamente correlate alla produttività del capitale investito e alla produttività del lavoro. Maggiore è la produttività dei fattori impiegati, tanto più elevate sono le capacità reddituali dell’azienda.
121
Modulo
1
PRODUTTIVITÀ DEL CAPITALE INVESTITO
Produttività del capitale
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
La produttività del capitale può essere misurata dall’indice di rotazione del capitale investito che, come abbiamo visto, è complementare al ROS nello sviluppo del ROI, oppure dall’indice di produttività del capitale investito. L’indice di produttività del capitale investito è dato dal rapporto:
Productivity of capital
valore aggiunto totale impieghi
Va
× 100
%
Ti
Più tale indice assume valori prossimi al 100%, maggiore è la produttività del capitale impiegato, quindi migliore risulta il grado di efficienza dell’impresa. PRODUTTIVITÀ DEL LAVORO
Produttività del lavoro Productivity of labour
La produttività del lavoro in sede di analisi di bilancio può essere misurata considerando quozienti calcolati tra valore della produzione, valore aggiunto e costo del lavoro da un lato, e numero di dipendenti, quale indicatore sintetico della forza lavoro, dall’altro. Si possono così ottenere i seguenti indici: ricavi di vendita
oppure
numero dei dipendenti
valore della produzione numero dei dipendenti
Il primo indice evidenzia il fatturato medio per dipendente, il secondo il rendimento del fattore umano. In termini di ricchezza mediamente prodotta da ciascun lavoratore, tale secondo indice può anche essere espresso dal rapporto: valore aggiunto
Va
numero dei dipendenti
Nd
Il valore aggiunto mediamente prodotto dai dipendenti è un indice spesso utilizzato nelle analisi macroeconomiche, ai fini dell’individuazione delle aziende meritevoli di incentivi economici (contributi) da parte dello Stato. Altrettanto significativi sono gli indici che evidenziano il costo medio per dipendente e il costo del personale rapportato percentualmente ai ricavi di vendita.
costo medio per dipendente =
incidenza del fattore lavoro =
costo del personale dipendente
Cl
numero dei dipendenti
Nd
costo del personale dipendente ricavi netti di vendita
× 100
Cl
%
Rv
Come tutti gli indici, costruiti per l’analisi di bilancio, anche gli indicatori della produttività del capitale e del lavoro impiegato nei processi produttivi assumono un significato effettivo se sono confrontati nel tempo (analisi temporale) e con quelli di aziende dello stesso settore.
122
Analisi per indici
08
3
Unità
L’analisi patrimoniale L’analisi patrimoniale esamina la struttura del patrimonio, al fine di accertare le condizioni di equilibrio nella composizione degli impieghi e delle fonti di finanziamento. L’analisi strutturale dello Stato patrimoniale è agevolata se i rapporti vengono espressi in percentuale rispetto al totale degli impieghi e delle fonti, fino a giungere alla redazione di uno Stato patrimoniale percentualizzato.
COMPOSIZIONE DEGLI IMPIEGHI
La composizione degli impieghi ha l’obiettivo di misurare il grado di rigidità o di elasticità del patrimonio e si collega strettamente alla lettura e alla interpretazione dei margini di struttura e di tesoreria precedentemente illustrati. La composizione degli impieghi è tanto più elastica quanto più velocemente le varie classi di investimenti riescono a trasformarsi in forma liquida, quindi quanto maggiore è il peso percentuale delle attività correnti.
Rigidità degli impieghi
rigidità degli impieghi =
attivo immobilizzato totale impieghi
× 100
Im
%
Ti
Rigidity of employment
Elasticità degli impieghi
elasticità degli impieghi =
attivo corrente totale impieghi
× 100
Ac
%
Ti
Elasticity of employment
In generale, una struttura degli impieghi elastica consente all’azienda maggiori flessibilità produttive e quindi una più elevata capacità di adattamento alle mutevoli condizioni di mercato. L’elasticità degli impieghi può essere verificata anche con il seguente indice:
indice di elasticità =
attivo corrente immobilizzazioni
× 100
Ac
%
Im
Va tuttavia sottolineato che il giudizio sulla composizione degli impieghi può essere effettuato solo tenendo presente il settore di attività in cui l’impresa opera; per esempio è “normale” che un’impresa industriale abbia un grado di rigidità maggiore rispetto alle imprese commerciali. Infatti, le imprese industriali, che devono realizzare un processo di trasformazione fisico-tecnica delle materie prime in prodotti finiti, hanno di solito bisogno di un volume di investimenti fissi in immobilizzazioni tecniche maggiore di quello delle imprese commerciali, nelle quali il processo produttivo è volto all’accrescimento dell’utilità dei beni acquistati e destinati alla successiva rivendita. Ciò che è invece importante ai fini del giudizio circa l’equilibrio patrimoniale è la verifica della correlazione temporale, rispetto alle scadenze, tra gli impieghi e le fonti di finanziamento. Come più volte sottolineato, è infatti indispensabile che gli elementi del patrimonio destinati a restare investiti per un lungo periodo di tempo nell’attività aziendale siano
123
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
finanziati con capitale permanente, ossia con il capitale proprio e il capitale di debito ottenuto per un periodo di tempo medio/lungo (passività consolidate). COMPOSIZIONE DELLE FONTI
Per verificare con maggiore immediatezza la correlazione con gli impieghi, anche le fonti di finanziamento devono essere rapportate in termini percentuali rispetto al totale delle fonti (uguale al totale degli impieghi). debiti a breve scadenza
incidenza dei debiti a breve termine =
incidenza dei debiti a medio/lungo termine =
totale impieghi
debiti a media e lunga scadenza totale impieghi
incidenza del capitale proprio (autonomia finanziaria) =
Indice di autonomia finanziaria
Db
× 100
capitale proprio totale impieghi
Ti
× 100
× 100
Dc Ti
Cp Ti
%
%
%
L’indice di autonomia finanziaria segnala l’indipendenza dell’impresa dalle fonti esterne di finanziamento ed esprime indirettamente il suo grado di capitalizzazione:
Equity ratio
grado di capitalizzazione =
capitale proprio
Cp
capitale di debito
Db + Dc
Il grado di capitalizzazione è uguale a 1 quando il capitale proprio è uguale al capitale di debito (debiti a breve scadenza e debiti a media e lunga scadenza); in questo caso l’indice di autonomia finanziaria è del 50%. Se l’incidenza del capitale proprio è superiore al 66%, la struttura finanziaria si può ritenere senz’altro ottima in quanto significa che l’impresa ha un soddisfacente grado di capitalizzazione che in questo caso assume un valore superiore a 1. Se l’incidenza del capitale proprio è compresa tra il 33% e il 66%, la struttura finanziaria si può ritenere normale o soddisfacente. Valori dell’indice di autonomia finanziaria al di sotto del 33% segnalano una “pericolosa” dipendenza dal capitale di debito. L’indice di autonomia finanziaria è il reciproco del leverage in precedenza esaminato.
09
L’analisi finanziaria L’analisi finanziaria esamina l’attitudine dell’azienda a fronteggiare i fabbisogni finanziari senza compromettere l’equilibrio economico della gestione. Le relazioni che devono essere rispettate sono le seguenti: Attivo corrente > Debiti a breve scadenza
Ac > Db
Attivo immobilizzato < Capitale permanente (debiti a media e lunga scadenza
Im < (Dc + Cp)
+ capitale proprio) 124
Analisi per indici
Indici di solidità Mettono in evidenza come sono state utilizzate le fonti di finanziamento per effettuare i diversi investimenti aziendali. Ne fanno parte l’indice di disponibilità e gli indici di copertura delle immobilizzazioni.
Unità
3
La verifica di tali condizioni avviene attraverso il calcolo sia dei margini, sia degli indici di solidità e di liquidità. MARGINI
INDICI
Patrimonio circolante netto
Indice di disponibilità
Margine di struttura
Indice di autocopertura delle immobilizzazioni
Margine di copertura globale
Indice di copertura globale delle immobilizzazioni
Margine di tesoreria
Indice di liquidità secondaria
PATRIMONIO CIRCOLANTE NETTO/INDICE DI DISPONIBILITÀ
Indici di liquidità Servono a valutare la solvibilità dell’azienda, ossia la sua capacità a far fronte agli impegni finanziari di prossima scadenza con le proprie risorse liquide o prontamente liquidabili. Ne fanno parte l’indice di liquidità primaria e secondaria.
MARGINI DI STRUTTURA E DI COPERTURA GLOBALE/INDICI DI COPERTURA
Il patrimonio circolante netto è dato dalla differenza tra l’attivo corrente e i debiti a breve scadenza.
patrimonio circolante netto = attivo corrente – debiti a breve scadenza
PCN = Ac - Db
Tale risultato esprime il grado di utilizzo degli impieghi di breve periodo nel processo di copertura dei debiti a breve termine. Informazioni simili sono ricavabili dall’indice di disponibilità.
indice di disponibilità =
attivo corrente
Ac
debiti a breve scadenza
Db
Sono possibili due situazioni: ♦ se il patrimonio circolante netto è positivo, ovvero indice di disponibilità > 1 significa che l’impresa è in grado di far fronte agli impegni finanziari di prossima scadenza utilizzando gli impieghi liquidi o prontamente liquidabili; ♦ se il patrimonio circolante netto è negativo, ovvero indice di disponibilità < 1 significa che l’impresa si trova in una situazione di illiquidità. Nell’ipotesi che tutti i debiti siano di prossima scadenza, l’impresa si troverà nell’impossibilità di effettuare i rimborsi dovuti, a meno che non smobilizzi parte degli impieghi in attività immobilizzate. Questa manovra, tuttavia, potrebbe pregiudicare l’aspetto economico della gestione. I margini di struttura e copertura globale e gli indici di copertura delle immobilizzazioni sono complementari rispetto al patrimonio circolante netto e all’indice di disponibilità. Tali indicatori esprimono la capacità dell’azienda di far fronte al fabbisogno finanziario derivante dagli investimenti in immobilizzazioni mediante il ricorso ai mezzi propri (capitale proprio) oppure al capitale permanente. margine di struttura = capitale proprio – attivo immobilizzato
Cp - Im
margine di copertura globale = capitale permanente – attivo immobilizzato
(Dc + Cp) - Im
indice di autocopertura delle immobilizzazioni
=
indice di copertura globale delle immobilizzazioni =
capitale proprio
Cp
attivo immobilizzato
Im
capitale permanente
Dc + Cp
attivo immobilizzato
Im
125
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Poiché nella realtà è abbastanza raro che il capitale proprio riesca a coprire l’intero fabbisogno finanziario derivante dagli investimenti in immobilizzazioni, nell’analisi di bilancio si fa riferimento quasi sempre al margine di copertura globale, ovvero all’indice di copertura globale delle immobilizzazioni. In una situazione di equilibrio il margine di copertura globale è positivo e l’indice di copertura globale delle immobilizzazioni assume un valore > 1. L’esistenza delle condizioni di equilibrio (patrimonio circolante netto positivo e indice di disponibilità > 1, ovvero margine di copertura globale positivo e indice di copertura globale delle immobilizzazioni > 1 può essere visualizzato con il seguente schema. Attivo corrente
Attivo immobilizzato
MARGINE DI TESORERIA/ INDICI DI LIQUIDITÀ
Margine di tesoreria
Debiti a breve scadenza Capitale permanente Debiti a media e lunga scadenza + Capitale proprio
La struttura patrimoniale è in equilibrio perché l’attivo immobilizzato è coperto con il capitale permanente; l’attivo corrente è sufficiente a coprire i debiti a breve scadenza.
Il margine di tesoreria e gli indici di liquidità esprimono la capacità dell’azienda di far fronte mediante risorse liquide o prontamente liquidabili (crediti scadenti entro 12 mesi, titoli di vasto mercato ecc.) alle uscite determinate dai debiti a breve termine. margine di tesoreria = (disponibilità finanziarie + disponibilità liquide) – debiti a breve scadenza
(Df + Dl) - Db
Treasury margin
indice di liquidità secondaria =
disponibilità finanziarie + disponibilità liquide
Df + Dl
debiti a breve scadenza
Db
disponibilità liquide
Dl
debiti a breve scadenza
Db
indice di liquidità primaria =
Si possono verificare due situazioni: ♦ se il margine di tesoreria è positivo, ovvero indice di liquidità secondaria > 1, l’importo delle disponibilità finanziarie e liquide è superiore all’importo dei debiti a breve scadenza. In questo caso l’azienda si trova in una posizione di equilibrio finanziario perché nell’eventualità di un rimborso integrale dei debiti a breve scadenza sarebbe in grado di far fronte agli impegni assunti; ♦ se il margine di tesoreria è negativo, ovvero indice di liquidità secondaria < 1, l’importo delle disponibilità finanziarie e liquide è inferiore all’importo dei debiti a breve scadenza e l’azienda si trova in una situazione di illiquidità. Tale situazione di scarsa liquidità è visualizzata nello schema seguente. Disponibilità liquide + Disponibilità finanziarie
Debiti a breve scadenza
Rimanenze Attivo immobilizzato
126
Capitale permanente Debiti a media e lunga scadenza + Capitale proprio
La struttura patrimoniale è in disequilibrio e l’azienda di trova in una situazione di illiquidità perché le disponibilità liquide e finanziarie non sono sufficienti a coprire i debiti a breve scadenza. Il capitale permanente non è sufficiente a coprire il fabbisogno finanziario per attivo immobilizzato.
Analisi per indici
Unità
3
L’indice di liquidità primaria non è particolarmente significativo perché non sempre le passività correnti hanno scadenza immediata, ma sono ripartite nel tempo sia pure nel breve periodo. Sarebbe quindi più opportuno calcolare l’indice secco di liquidità mettendo a confronto le disponibilità liquide con i debiti di imminente scadenza. Va comunque sottolineato che la presenza di una buona liquidità non sempre esprime la reale situazione aziendale di solvibilità. Gli indicatori sopra esaminati, infatti, possono essere “falsati” se le disponibilità liquide (denaro in cassa e c/c bancari attivi) derivano da prestiti ottenuti che, in attesa di utilizzo, sono depositati nei c/c bancari. Informazioni più accurate circa la solvibilità aziendale possono essere ottenute solo attraverso l’analisi del flussi finanziari. POSIZIONE FINANZIARIA NETTA
Per valutare con maggiore attendibilità la solvibilità dell’impresa è utile calcolarne la Posizione finanziaria netta (Pfn) la quale indica: ♦ se positiva, l’eccedenza delle disponibilità liquide e dei crediti di finanziamento a breve rispetto ai debiti di finanziamento a breve, medio e lungo termine; ♦ se negativa, l’insufficienza delle disponibilità liquide e dei crediti di finanziamento a breve rispetto ai debiti di finanziamento a breve, medio e lungo termine. In questa seconda situazione si parla di indebitamento finanziario, che esprime l’esposizione netta dell’impresa nei confronti dei finanziatori (quali banche, società di leasing e di factoring, obbligazionisti, società del gruppo di cui l’impresa fa parte e così via).
Pfn = (disponibilità liquide + crediti di finanziamento a breve termine) – debiti di finanziamento a breve, a medio e a lungo termine
La solvibilità di un’impresa è anche strettamente legata alla capacità della sua gestione di generare risultati economici positivi e, in particolare, flussi positivi di liquidità tali da consentire il rimborso dei debiti a medio e lungo termine alle scadenze pattuite con i finanziatori. è inoltre importante valutare il numero di anni che servono all’impresa per rimborsare, attraverso i risultati economici conseguiti con la gestione caratteristica, i debiti di finanziamento in precedenza contratti.
indebitamento finanziario netto
Pfn
margine operativo lordo (EBITDA)
EBITDA
Tanto minore è il risultato del rapporto, tanto più l’impresa ha la possibilità di rientrare rapidamente dall’esposizione finanziaria rimborsando i propri debiti. DEBT RATIO
Il debt ratio esprime in termini percentuali in quale misura il capitale investito netto (capitale proprio + indebitamento finanziario netto) è coperto mediante l’indebitamento finanziario netto:
debt ratio =
indebitamento finanziario netto capitale investito netto
× 100
Pfn Cp + Pfn
%
127
Modulo
1
INDICI DI ROTAZIONE
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Gli indici di rotazione esprimono la velocità di rigiro del complesso degli impieghi o di singoli elementi del patrimonio. Essi indicano il numero delle volte in cui, nell’esercizio considerato, gli elementi patrimoniali ritornano in forma liquida attraverso le vendite. Tanto più gli indici di rotazione assumono valori elevati, tanto migliore è la situazione aziendale. Gli indici di rotazione più significativi costituiscono la specificazione dell’indice di rotazione degli impieghi che considera la velocità di rigiro degli impieghi globalmente considerati. Possiamo quindi avere i seguenti indici: indice di rotazione dell’attivo corrente =
Indice di rotazione dell’attivo corrente Turnover ratio of current assets
Indice di rotazione delle scorte
ricavi di vendita
Rv
attivo corrente
Ac
L’indice di rotazione dell’attivo corrente segnala il numero di volte in cui ruotano le risorse impiegate a breve per effetto delle vendite.
indice di rotazione delle scorte =
costo del venduto
Cv
rimanenze
Rm
L’indice di rotazione delle scorte mette in evidenza il numero di volte in cui mediamente le rimanenze si rinnovano nel magazzino, trasformandosi in denaro liquido.
Turnover of invertories
Indice di rotazione dei crediti commerciali Turnover of receivables
INDICI DI DURATA
indice di rotazione dei crediti commerciali =
ricavi di vendita + IVA crediti v/clienti
Il valore dell’indice di rotazione dei crediti commerciali dipende dalle politiche di vendita attuate, e quindi dal volume dei crediti che l’azienda è disposta a concedere pur di incrementare le vendite. Calcolati gli indici di rotazione, è possibile calcolare gli indici di durata degli elementi del capitale investito. A tale proposito sono particolarmente importanti gli indici che esprimono la durata media delle dilazioni di pagamento ottenute dai fornitori o concesse ai clienti. Come sappiamo, infatti, la durata delle dilazioni concesse o accordate modifica l’entità dei fabbisogni finanziari. In una situazione di equilibrio la durata media delle dilazioni accordate ai clienti deve essere pressoché uguale ai giorni di dilazione media nei pagamenti ottenuti dai fornitori. La situazione finanziaria è ovviamente migliore se l’impresa riesce a vendere “per pronta cassa”, mentre ottiene dai fornitori un pagamento dilazionato degli acquisti.
giorni di dilazione media sugli acquisti =
giorni di dilazione media sulle vendite =
128
debiti v/fornitori totale debiti v/fornitori sorti nell’anno
crediti v/clienti totale crediti v/clienti sorti nell’anno
× 365
× 365
Unità
Analisi per indici
3
Lo schema di sintesi per il coordinamento degli indici di bilancio
10
Attraverso gli indici di redditività, produttività, struttura patrimoniale, solidità e liquidità precedentemente esaminati, è possibile avere un quadro di riferimento per condurre indagini economico-finanziarie sui possibili andamenti della gestione aziendale. Il sistema degli indici, tuttavia, deve essere utilizzato in maniera integrata, combinando opportunamente i livelli di sintesi-analisi, le aree e i percorsi di indagine. In un’ottica operativa, il sistema di interpretazione degli indici può essere impostato secondo un percorso che va dalla sintesi all’analisi: partendo dall’area della redditività, seguendo lo sviluppo del ROE, del ROI e dell’incidenza della leva finanziaria, è possibile esprimere la dinamica reddituale in rapporto alle grandezze di sintesi degli impieghi e delle fonti di capitale. Si hanno così tre livelli di indagine e altrettanti percorsi per interpretare la redditività in relazione alle vendite (primo percorso), agli impieghi (secondo percorso) e alle fonti di finanziamento (terzo percorso). ROE Re Cp
ROI Ro Ti
ROS Ro Rv
incidenza gestione non caratteristica Re
%
Ro
leverage Ti
%
Cp
rotazione degli impieghi
grado di capitalizzazione
Rv
Cp
Db + Dc
Ti
Cd
Ti
composizione % degli impieghi
margini patrimoniali
%
struttura % del Conto economico
%
indici di efficienza
incidenza del capitale di debito %
composizione % delle fonti
indici di struttura
Riprendiamo i dati dell’esercitazione presentata a p. 110 e, sulla base dei prospetti di bilancio riclassificati, procediamo all’analisi per indici, confrontando i ratios dell’esercizio n+1 con quelli dell’esercizio n.
Situazione economica Apriamo lo studio della situazione economica con l’analisi della redditività in modo da individuarne l’origine. Il Conto economico percentualizzato, di seguito riportato, ci consente di avere una prima immediata percezione circa la struttura del reddito prodotto dall’impresa.
ESERCITAZIONE
ESERCITAZIONE Analisi di bilancio per indici
129
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE
Conto economico a valori percentuali
130
n+1
n
Ricavi netti di vendita
100,00
100,00
Costo del venduto
– 69,43
– 72,29
Margine lordo industriale costi di distribuzione costi di amministrazione altri ricavi e proventi
30,57 – 2,17 – 17,80 0,03
27,71 – 1,65 – 15,79 0,02
10,64 – 1,39 – 0,02
10,28 – 1,91 –
9,23 0,02
8,37 0,11
9,24 – 4,49
8,48 – 4,13
4,75
4,35
Reddito operativo (EBIT) risultato della gestione finanziaria risultato della gestione accessoria Risultato economico della gestione ordinaria risultato della gestione straordinaria Risultato economico al lordo delle imposte imposte dell’esercizio Utile d’esercizio
Appare subito evidente che alla formazione del reddito netto in entrambi gli anni hanno contribuito essenzialmente i risultati ottenuti nella gestione caratteristica dell’impresa, mentre irrilevante è stato il peso della gestione accessoria (si tratta dei fitti attivi derivanti dalla locazione di immobili non strumentali). Informazioni più specifiche possono essere ottenute dalla lettura dei seguenti indici: Esercizio n+1 ROE
Re Cp
ROI
Ro Ti
ROD
Of Cd
EBITDA margin
66 319 065
Rv Leverage Tasso di incidenza gestione non caratteristica Rotazione degli impieghi
1 786 890
%
%
25 110 225
%
13 672 825
× 100 = 4,35%
Cp %
6 106 620 13 672 825
Rv
128 553 105
Ti %
113 457 935
53 171 715 12 399 510
× 100 = 9,87%
× 100 = 11,21%
2 317 000
× 100 = 4,44%
52 185 065 × 100 = 19,53
23 536 455 120 574 955
× 100 = 10,64%
12 399 510
× 100 = 19,52%
× 100 = 10,28%
120 574 955
128 553 105
66 319 065
5 250 000
110 606 780
128 553 105
113 457 935
Ro
× 100 = 12,05%
41 032 250
Ti % Re
× 100 = 9,21%
113 457 935
EBITDA
Ro
13 672 825
%
Rv ROS
6 106 620
%
Esercizio n
= 1,71
110 606 780
= 2,08
53 171 715 × 100 = 44,66%
= 1,13
5 250 000 12 399 510 120 574 955 110 606 780
× 100 = 42,34%
= 1,09
Il ROE, che esprime la redditività del capitale proprio, è leggermente diminuito, passando dal 9,87% al 9,21%; tuttavia, anche considerando la redditività media offerta dagli investimenti alternativi caratterizzati da una bassa o nulla rischiosità, esso continua a esprimere un adeguato rendimento. Indaghiamo sulle cause che hanno determinato la redditività del capitale proprio. Il ROI, tasso di rendimento del capitale investito, segnala un incremento di circa un punto percentuale. In entrambi gli anni considerati il ROI è superiore al costo medio del denaro espresso dal ROD, per cui si verifica che 100 euro presi a prestito e investiti nell’attività caratteristica dell’impresa fruttano un rendimento maggiore del costo sostenuto per ottenere il finanziamento. Poiché la differenza tra ROI e ROD è
Unità
Analisi per indici
3
Il ROS, tasso di redditività delle vendite, è passato dal 10,28% al 10,64%, seguendo lo stesso trend dell’indice di rotazione degli impieghi. Il ROI dipende dal ROS e dall’indice di rotazione degli impieghi, per cui abbiamo: per l’anno n: ROI = 10,28% × 1,09 = 11,21%; per l’anno n+1: ROI = 10,64% × 1,13 = 12,02% (la differenza di 0,03% è dovuta agli arrotondamenti effettuati). Nonostante l’incremento del ROI, il ROE è lievemente diminuito; le cause risiedono nella diminuzione dell’indice di indebitamento (leverage) che è passato da 2,08 a 1,71. La diminuzione dell’indebitamento (dovuta alla politica di autofinanziamento attuata attraverso il consistente accantonamento alla riserva straordinaria, pari circa all’80% dell’utile conseguito nell’esercizio n, e all’aumento a pagamento del capitale sociale di 7 500 000 euro) ha comportato una riduzione dell’effetto leva, non compensato dal miglioramento del tasso di incidenza della gestione non caratteristica. Le imposte (IRAP e IRES) incidono per il 48,60% dell’utile lordo. Abbiamo: per l’anno n: ROE = 11,21% × 2,08 × 42,34% = 9,87%; per l’anno n+1: ROE = 12,05% × 1,71 × 44,66% = 9,20% (la differenza di 0,01% è dovuta agli arrotondamenti). La capacità reddituale dell’impresa è direttamente correlata alla produttività del fattore lavoro (l’impresa ha 600 dipendenti nell’anno n+1, mentre ne aveva 601 nell’anno n) e del capitale espressa dai seguenti indici: Esercizio n+1 Produttività del capitale investito
Va
Produttività del lavoro
Va %
Ti
58 014 225
%
58 014 225
Nd Costo medio del lavoro
Cl %
32 904 000
costo del personale Rv
= 96 690
32 904 000 128 553 105
53 866 455
= 89 628
601 = 54 840
600 %
53 866 455 × 100 = 48,70% 110 606 780
600
Nd Incidenza fattore lavoro
× 100 = 51,13%
113 457 935
Esercizio n
30 330 000
= 50 466
601 × 100 = 25,60%
30 330 000
× 100 = 25,15%
120 574 955
I primi due indici evidenziano un miglioramento nella produttività sia del capitale investito sia del lavoro. L’incremento di produttività del lavoro ha consentito di assorbire l’aumento del costo medio del lavoro di 4 374 euro annui senza provocare significative variazioni nell’incidenza del costo del lavoro sui ricavi di vendita. I risultati dell’analisi della situazione economica consentono di esprimere un giudizio positivo sull’azienda che, in prospettiva, dovrebbe migliorare ulteriormente i suoi risultati grazie agli investimenti che si rendono possibili con i nuovi mezzi affluiti a titolo di capitale di rischio e di autofinanziamento proprio (accantonamento alla riserva straordinaria).
Situazione patrimoniale L’analisi patrimoniale esamina la struttura del patrimonio al fine di accertare le condizioni di equilibrio nella composizione delle fonti e degli impieghi di mezzi finanziari.
ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE
positiva l’impresa ha convenienza a finanziare l’attività produttiva attraverso l’indebitamento (si verifica l’effetto leva). Va tuttavia tenuto presente che il valore espresso dal ROD può essere sottovalutato dall’esistenza di eventuali interessi passivi impliciti non espressamente contabilizzati nel Conto economico.
La struttura patrimoniale è messa in evidenza dal seguente Stato patrimoniale sintetico a valori percentuali redatto tenendo conto della delibera di distribuzione degli utili:
131
ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
31/12/n+1
31/12/n
Attivo corrente
31,24%
26,30%
Attivo immobilizzato
68,76%
73,70%
Totale impieghi
100%
31/12/n
Debiti a breve scadenza
23,26%
32,75%
Debiti a media e lunga scadenza
17,53%
15,16%
Capitale proprio
59,21%
52,09%
100%
100%
Totale fonti
L’elasticità degli impieghi è aumentata, in quanto è cresciuta l’incidenza dell’attivo corrente sul totale degli impieghi. La Situazione patrimoniale nell’anno n+1 appare, in prima approssimazione, sostanzialmente equilibrata. Da notare che, mentre nell’esercizio n le attività immobilizzate erano finanziate in parte con debiti di breve periodo (i margini di struttura erano negativi), nell’anno n+1 la situazione si rovescia in quanto il capitale proprio e le passività consolidate (76,74%) sono più che sufficienti a finanziare gli impieghi di lungo periodo (68,76%). L’autonomia finanziaria dell’impresa è aumentata, così come è aumentato il grado di capitalizzazione dovuto a una maggiore incidenza dei finanziamenti di capitale proprio rispetto al capitale di debito. Esercizio n+1 Indice di elasticità Grado di capitalizzazione Autonomia finanziaria
Ac
%
35 440 555
Im
78 017 580
Cp %
67 175 685
Cd
46 282 250
Cp
%
Ti
67 175 685
Esercizio n 29 084 080
× 100 = 45,43%
81 522 700 57 619 065
= 1,45
52 987 715 57 619 065
× 100 = 59%
113 457 935
× 100 = 35,68% = 1,09 × 100 = 52%
110 606 780
L’azienda, che era già capitalizzata, ha migliorato nell’esercizio n+1 la sua struttura patrimoniale. Ciò è evidenziato anche dalla successiva analisi finanziaria.
Situazione finanziaria Il grado di solidità dell’azienda è messo in evidenza dai seguenti rapporti tra fonti di finanziamento permanenti e impieghi a medio e lungo termine. Esercizio n+1 Indice di autocopertura delle immobilizzazioni Indice di copertura globale delle immobilizzazioni
Cp
67 175 685
Im
78 017 580
Dc + Cp
87 061 356
Im
78 017 580
= 0,86 = 1,12
Esercizio n 57 619 065 = 0,71 81 522 700 74 377 065 81 522 700
= 0,91
L’indice di disponibilità segnala il miglioramento nella correlazione fonti/impieghi verificatosi nell’esercizio n+1: Esercizio n+1 Indice di disponibilità
Ac
35 440 555
Db
26 396 579
= 1,34
Esercizio n 29 084 080
= 0,80
36 226 715
Esaminiamo ora il grado di solvibilità dell’azienda attraverso il calcolo degli indici di liquidità. Esercizio n+1 Indice di liquidità primaria Indice di liquidità secondaria
132
100%
31/12/n+1
Dl
115 455
Db
26 396 579
Df + Dl
13 698 055
Db
26 396 579
= 0,004
Esercizio n 187 530
= 0,005
36 226 715 = 0,52
11 655 580 36 226 715
= 0,32
Unità
Analisi per indici
3
La situazione di scarsa liquidità in cui versa l’impresa è messa in evidenza anche dal forte indebitamento finanziario netto (la posizione finanziaria netta è negativa in entrambi gli anni considerati). Il rapporto tra posizione finanziaria netta e margine operativo lordo (EBITDA) assume valori lievemente inferiori all’unità a significare che l’indebitamento finanziario al netto delle disponibilità liquide e dei crediti finanziari può essere interamente rimborsato con i risultati conseguiti con la gestione caratteristica. Il debt ratio mostra, in sintonia con i risultati sopra esposti, che l’indebitamento finanziario netto, il quale nell’anno n rappresentava circa il 27% del capitale investito netto, si è ridotto di oltre quattro punti percentuali. Esercizio n+1
Esercizio n
Pfn
(115 455 + 545 100) – 21 642 406 = – 20 981 851
(187 530 + 231 750) – 21 972 950 = – 21 553 670
Pfn
– 20 981 851
– 21 553 670
EBITDA
25 140 225
Pfn Cp + Pfn
%
= – 0,8346
23 536 455
– 20 981 851 (67 175 685 + 20 981 851)
= – 0,9158
– 21 553 670
% = – 23,80%
(57 619 065 + 21 553 670)
% = – 27,22%
Nell’esaminare la velocità di rigiro degli impieghi risulta significativo, per una maggiore omogeneità dei dati messi a rapporto in funzione degli scopi dell’indagine, fare riferimento non allo Stato patrimoniale rielaborato, ma proprio allo Stato patrimoniale civilistico, presentato nell’esercitazione del paragrafo 4. Per semplicità, a denominatore del rapporto riguardante la rotazione delle rimanenze si sono considerate le rimanenze finali alla data del bilancio (si sarebbe potuta calcolare la media tra le esistenze iniziali e le rimanenze finali o, se disponibile, si sarebbe potuta scrivere la consistenza media annuale determinata in sede di contabilità di magazzino). Esercizio n+1 Indice di rotazione attivo corrente Indice di rotazione delle rimanenze Rotazione dei crediti Giorni di dilazione media sulle vendite
Rv
128 553 105
Ac
35 440 555
Cv
89 249 185
Rm
21 742 500
Rv + IVA
154 263 726
Crediti v/clienti
14 670 000
365
365
Indice di rotazione
10,52
= 3,63
Esercizio n 120 574 955 29 084 080
= 4,10 = 10,52
= 35 giorni
87 168 000
= 4,15 =5
17 428 500 144 689 946 12 846 300 365 11,26
= 11,26
= 32 giorni
Dall’analisi della rotazione degli elementi dell’attivo corrente emerge una soddisfacente rotazione dei crediti, diminuita però rispetto all’esercizio n. È invece bassa la rotazione delle rimanenze. Una più accorta politica delle scorte consentirebbe di migliorare la situazione, con effetti positivi anche sugli indici di liquidità.
Conclusioni Il caso considerato evidenzia un’impresa che dispone di una buona redditività e che è riuscita a realizzare nell’esercizio n+1 un soddisfacente equilibrio tra fonti e impieghi di mezzi finanziari rispetto alle scadenze temporali. Un punto di debolezza è invece riscontrabile nella solvibilità; gli indici di liquidità segnalano infatti una certa “tensione” finanziaria. Tale carenza di mezzi liquidi appare imputabile alla ridotta velocità di rigiro delle rimanenze, che sono un po’ “ingessate” nell’attività aziendale. Tuttavia un giudizio più approfondito sulla liquidità può però essere espresso solo attraverso l’analisi per flussi (analisi di tipo dinamico) che affronteremo nell’unità successiva.
ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE
Gli indici segnalano che l’impresa “soffre” di liquidità nel senso che non ha mezzi liquidi o prontamente liquidabili sufficienti per far fronte agli impegni finanziari di prossima scadenza. È però significativo l’incremento dell’indice di liquidità secondaria.
133
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
TEST INTERATTIVI
1
Indica la risposta corretta (alcuni quesiti possono avere più risposte esatte).
• test in autoveriica su unità 3 • interrogazione simulata con speakeraggio
a. L’analisi prospettica del bilancio:
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 3
❑ ❑ ❑ ❑
1. 2. 3. 4.
consiste in un’interpretazione letterale delle poste di bilancio si effettua con il calcolo degli indici e dei flussi consiste nella revisione del bilancio al fine di verificarne l’attendibilità consiste nella proiezione dei dati storici del bilancio al fine di individuare gli andamenti futuri dell’azienda
b. Quando il margine di copertura globale è positivo, l’espressione:
❑ ❑ ❑ ❑
1. 2. 3. 4.
(capitale permanente – attivo immobilizzato) è maggiore di 0 (capitale permanente – attivo immobilizzato) è minore di 0 (attivo corrente – debiti a breve scadenza) è minore di 0 (attivo corrente – debiti a breve scadenza) è maggiore di 0
c. Quando l’indice di copertura globale delle immobilizzazioni è superiore a 1, significa che gli impieghi a breve sono stati finanziati:
❑ 1. esclusivamente con finanziamenti a breve termine ❑ 2. esclusivamente con finanziamenti a medio/lungo termine ❑ 3. parte con finanziamenti a breve, parte con finanziamenti a medio/lungo termine d. Il tasso di rendimento del capitale investito (ROI) dipende:
❑ ❑ ❑ ❑
1. 2. 3. 4.
dall’indice di redditività delle vendite (ROS) dall’indice di onerosità del capitale di prestito (ROD) dall’indice di rotazione degli impieghi dall’incidenza della gestione non caratteristica
e. Gli indici di liquidità valutano:
❑ 1. la capacità dell’impresa di rimborsare i debiti di prossima scadenza con le proprie risorse monetarie ❑ 2. l’esistenza di una situazione patrimoniale solida ed equilibrata ❑ 3. la capacità reddituale e la produttività dell’impresa ❑ 4. la velocità di rigiro degli impieghi effettuati con il capitale investito nell’attività aziendale f. La struttura patrimoniale di un’impresa è elastica quando:
❑ 1. il rapporto tra attività correnti e immobilizzazioni è uguale a 1 ❑ 2. il rapporto tra attività correnti e immobilizzazioni è maggiore di 1 ❑ 3. il rapporto tra attività correnti e immobilizzazioni è minore di 1 g. Se il ROI è maggiore del ROD, al crescere dell’indebitamento esterno il ROE:
❑ 1. diminuisce ❑ 2. aumenta ❑ 3. rimane invariato 134
Analisi per indici
Unità
3
h. L’analisi di bilancio per indici:
❑ ❑ ❑ ❑ ❑
1. 2. 3. 4. 5.
è effettuata ai fini dell’interpretazione prospettica è effettuata ai fini dell’interpretazione revisionale è effettuata dagli organi di controllo sulla gestione è effettuata dalle società di revisione o dal revisore presuppone la riclassificazione dei prospetti di bilancio
i. Per effettuare le analisi per indici e per flussi, i prospetti contabili del bilancio devono essere preventivamente riclassificati: Stato patrimoniale
Conto economico
1. secondo il criterio della destinazione economica dei beni per l’attivo e secondo la provenienza delle fonti per il passivo
1. secondo la configurazione a ricavi e costi del venduto 2. secondo la configurazione a costi, ricavi e rimanenze 3. secondo la configurazione a valore aggiunto 4. secondo la configurazione a valori e costi della produzione
2. secondo il criterio della liquidabilità dei beni per l’attivo e il criterio dell’esigibilità dei debiti per il passivo
4. secondo il criterio della destinazione economica dei beni per l’attivo e il criterio della scadenza temporale dei debiti per il passivo
2
Dopo aver completato i seguenti prospetti contabili rispondi alle domande ed esegui quanto richiesto. Stato patrimoniale sintetico rielaborato secondo criteri finanziari Impieghi
Fonti
Attivo immobilizzato
21 024 000
Patrimonio netto
22 770 000
Debiti a media e lunga scadenza
.........………
Attivo corrente: • Rimanenze
3 600 000
• Disponibilità finanziarie
10 926 000
• ……………………............……
.........………
Totale
37 350 000
Debiti a breve scadenza Totale
8 100 000 37 350 000
Conto economico a ricavi e costo del venduto Ricavi delle vendite ………….......................…………............……
Margine lordo industriale
29 880 000 – 22 755 600 .........………
Costi amministrativi
– 4 320 000
Costi commerciali
– 1 080 000
………….......................…………............……
Risultato della gestione finanziaria Risultato della gestione straordinaria Utile lordo
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 3
3. secondo la provenienza delle fonti di finanziamento per il passivo e secondo il tempo di permanenza degli investimenti per l’attivo
1 724 400 24 000 2 400 .........………
Imposte dell’esercizio
699 600
Utile netto d’esercizio
1 051 200
1. Perché prima di effettuare l’analisi per indici e per flussi occorre rielaborare gli schemi contabili del bilancio? 2. Calcola i margini evidenziati nella tabella che segue ed esprimi un tuo giudizio circa la situazione patrimoniale dell’impresa.
135
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Patrimonio circolante netto
……………...
Margine di tesoreria
……………...
Margine di struttura
……………...
Margine di copertura globale
……………...
3. Qual è il criterio di classificazione dei costi e dei ricavi utilizzato per la configurazione del Conto economico sopra presentato? 4. Da quali componenti è formato il costo del venduto? 5. Che cosa indica il margine lordo industriale?
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 3
3
A fianco delle seguenti voci dello Stato patrimoniale del bilancio in forma abbreviata indica, in ipotesi di riclassificazione secondo criteri finanziari, il raggruppamento in cui affluiscono l’Attivo immobilizzato (Im), l’Attivo corrente (Ac), il Capitale proprio (Cp), le Passività consolidate (Pc), le Passività correnti (Pb). ATTIVO A. CREDITI VERSO SOCI • da richiamare entro l’esercizio successivo • da richiamare oltre l’esercizio successivo B. IMMOBILIZZAZIONI Immobilizzazioni immateriali Immobilizzazioni materiali Immobilizzazioni finanziarie • partecipazioni • crediti esigibili entro l’esercizio successivo • crediti esigibili oltre l’esercizio successivo C. ATTIVO CIRCOLANTE Rimanenze Crediti • crediti esigibili entro l’esercizio successivo • crediti esigibili oltre l’esercizio successivo Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni Disponibilità liquide D. RATEI E RISCONTI Ratei e risconti (relativi a componenti di reddito riferiti a due esercizi) Risconti pluriennali (per maxicanone di leasing) PASSIVO A. PATRIMONIO NETTO Capitale sociale Riserve Utile d’esercizio: • da destinare a riserve • da distribuire ai soci B. FONDI PER RISCHI E ONERI • esigibilità prevista entro l’esercizio successivo • esigibilità prevista oltre l’esercizio successivo C. TRATTAMENTO FINE RAPPORTO DI LAVORO SUBORDINATO • esigibilità prevista entro l’esercizio successivo • esigibilità prevista oltre l’esercizio successivo
136
Analisi per indici
Unità
3
D. DEBITI • importo esigibile entro l’esercizio successivo • importo esigibile oltre l’esercizio successivo E. RATEI E RISCONTI Ratei e risconti (relativi a componenti di reddito riferiti a due esercizi) Risconti pluriennali
4
Esamina i dati di bilancio sotto riportati e indica quale impresa ha convenienza a finanziare un futuro piano di espansione degli investimenti con capitale di debito. Impresa A capitale proprio capitale di debito totale impieghi
5
225 75 62 88
capitale proprio capitale di debito totale impieghi
Impresa C 1 000 500 1 500
reddito operativo oneri finanziari imposte dell’esercizio utile netto
225 50 71 104
capitale proprio capitale di debito totale impieghi reddito operativo oneri finanziari imposte dell’esercizio utile netto
1 000 500 1 500 225 100 53 72
Redigi gli schemi di Stato patrimoniale e di Conto economico sintetici, considerando i seguenti dati: a) b) c) d) e) f)
capitale proprio 2 850 000 euro; ROE 9%; leverage 2; indice di rotazione degli impieghi 1,5; indice di rotazione dell’attivo corrente 3; tasso di incidenza della gestione non caratteristica 40%.
La differenza tra valore della produzione e costi della produzione coincide con il risultato della gestione caratteristica. Il valore della produzione include la patrimonializzazione per lavori interni di 400 000 euro e un incremento delle rimanenze di 50 000 euro. Le imposte dell’esercizio hanno un’incidenza del 50%.
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 3
reddito operativo oneri finanziari imposte dell’esercizio utile netto
Impresa B 1 000 500 1 500
Stato patrimoniale sintetico IMPIEGHI Attivo immobilizzato Attivo corrente
Totale impieghi
.....…………...… .....…………...…
.....…………...…
FONTI Patrimonio netto Capitale proprio Utile d’esercizio Capitale di debito Totale fonti
.....…………...… .....…………...… .....…………...… .....…………...…
Conto economico Valore della produzione
.....…………...…
Costi della produzione
.....…………...…
Differenza tra valore e costi della produzione Proventi e oneri finanziari Risultato prima delle imposte Imposte dell’esercizio Utile d’esercizio
.....…………...…
– 128 250 .....…………...… .....…………...… .....…………...…
137
Modulo
6
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Dopo aver calcolato le percentuali di composizione degli impieghi e delle fonti nello Stato patrimoniale riclassificato sotto riportato, calcola: ♦ il patrimonio circolante netto; ♦ il margine di tesoreria; ♦ il margine di struttura; ♦ il margine di copertura globale; ♦ gli indici finanziari di solidità e di liquidità. Esprimi, quindi, un giudizio circa l’evoluzione della struttura patrimoniale e della situazione finanziaria dell’impresa.
IMPIEGHI Attivo immobilizzato
n 220 000
% …
n–1 260 000
% …
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 3
Attivo corrente:
FONTI Capitale proprio
110 000
…
118 000
…
Debiti a m/l scadenza
Disponibilità finanziarie
157 000
…
140 000
…
Debiti a breve scadenza
21 500
…
15 000
…
508 500
100
533 000
100
Disponibilità liquide
7
Totale
n–1
%
305 000
…
319 800
…
150 000
…
83 200
…
53 500
…
130 000
…
508 500
100
533 000
100
Sulla base del Conto economico rielaborato nella configurazione a ricavi e costo del venduto, calcola gli indici di redditività e completa le frasi di commento ai risultati ottenuti. Tieni presente che a fronte di un capitale proprio di 2 600 000 euro, sono stati effettuati impieghi di 10 000 000 di euro. Conto economico a ricavi e costo del venduto Ricavi di vendita
5 000 000
Costo del venduto
– 3 200 000
Margine lordo industriale
1 800 000
Costi commerciali
– 600 000
Costi di amministrazione
– 220 000
Reddito operativo (EBIT)
980 000
Risultato della gestione finanziaria
– 460 000
Risultato della gestione accessoria
168 000
Risultato della gestione ordinaria
688 000
Risultato della gestione straordinaria
– 100 000
Utile al lordo delle imposte
588 000
Imposte dell’esercizio
– 288 000
Utile dell’esercizio
300 000
Indici di redditività
138
%
Capitale di debito:
Rimanenze
Totale
n
ROE
........%
ROI
........%
ROS
........%
Rotazione degli impieghi
...........
Leverage
...........
Incidenza della gestione non caratteristica
........%
Analisi per indici
Unità
3
Commento La remunerazione del capitale proprio è del ................. : considerando il tasso di rendimento offerto sugli investimenti caratterizzati da un grado di rischio non particolarmente elevato, mediamente pari al 5%, essa può essere ritenuta ................. Il ROE è influenzato positivamente dal ................., che si attesta al .................% a testimoniare una soddisfacente redditività del capitale investito. Il valore assunto dal ROI dipende principalmente dall’elevato valore del ................. (pari al .................%), mentre più modesto è il valore assunto dall’..................................... Sulla redditività del capitale di rischio ha agito negativamente il tasso di ............................... su cui, oltre alle imposte di competenza, hanno influito i risultati negativi della gestione finanziaria e straordinaria.
Leggi l’estratto dalla Relazione sulla gestione redatta dagli amministratori e allegata al bilancio d’esercizio n della Olix spa ed esegui quanto richiesto. Andamento economico e reddituale Nell’esercizio n la società ha registrato ricavi di vendita e delle prestazioni per 12 500 000 euro, dato apprezzabile considerando le attuali condizioni del contesto macroeconomico internazionale, tuttavia inferiore del 2% rispetto a quanto previsto nel Piano industriale. Conseguentemente il ROS si è attestato all’8% e l’indice di rotazione degli impieghi ha subìto una flessione passando da 3 a 2,5. Grazie al contributo positivo delle gestioni non caratteristiche, in particolare della gestione straordinaria, l’esercizio si è chiuso comunque con un risultato economico positivo al netto delle imposte di 780 000 euro.
a. Completa i dati del Conto economico. Valore aggiunto
4 000 000
Margine operativo lordo (EBITDA)
2 500 000
Reddito operativo (EBIT)
................
Risultato della gestione finanziaria
– 480 000
Risultato della gestione accessoria Risultato economico della gestione ordinaria
20 000 540 000
Risultato della gestione straordinaria
................
Risultato economico lordo di imposte
................
Imposte dell’esercizio
– 720 000
Utile d’esercizio
b. 1. 2. 3. 4. 5.
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 3
CASO AZIENDALE
8
780 000
Rispondi alle seguenti domande. Che cosa esprime il valore aggiunto? Che cosa indica il Margine operativo lordo (EBITDA)? A quanto ammontano i costi per il personale dipendente? A quanto ammonta il totale degli impieghi? Quali componenti di reddito fanno parte della gestione accessoria?
c. Calcola i seguenti indici Indici Tasso di incidenza della gestione non caratteristica
........%
ROI
........%
EBITDA margin
........%
Produttività del capitale investito
........% Esercizi finali Gruppo 5
139
01 Flussi finanziari Cash flows
Flussi economici Economic flows
I flussi finanziari e i flussi economici Lo svolgimento dell’attività aziendale comporta operazioni di investimento, di disinvestimento e di finanziamento. Ciascuna di queste operazioni genera flussi finanziari e flussi economici, in altre parole dei movimenti di risorse che si contrappongono ai flussi materiali (movimenti di materie, di impianti, di prodotti ecc.) che sono alla base del processo di gestione. Un flusso è la variazione in aumento o in diminuzione intervenuta in un fondo di valori (una classe o un singolo elemento patrimoniale) in un determinato periodo di tempo. I flussi economici corrispondono alle variazioni originate dalla gestione reddituale, denominata area dell’attività operativa, che accoglie i costi e i ricavi di competenza dell’esercizio. I flussi finanziari corrispondono alle variazioni della liquidità, dei debiti e dei crediti a breve scadenza. I flussi provocati dall’attività operativa sono messi in evidenza dal Conto economico, tuttavia il reddito che scaturisce dalla differenza tra ricavi e costi di competenza dell’esercizio è un valore astratto che non si traduce integralmente in una variazione (flusso) di risorse finanziarie.
FLUSSO FINANZIARIO DI
PCN
Il passaggio dal reddito d’esercizio (flusso economico complessivo) al flusso di risorse finanziarie generato dall’attività operativa implica delle modalità di calcolo basate sulla distinzione tra componenti di reddito monetari e componenti di reddito non monetari. I componenti di reddito monetari sono rappresentati da costi e ricavi misurati da variazioni di liquidità o da variazioni nei debiti o crediti a breve scadenza. Sono costi monetari, quindi, i costi per l’acquisto di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci, i costi per godimento di beni di terzi, i costi per servizi, i salari e gli stipendi, gli oneri sociali, gli interessi passivi, le imposte e così via.
140
Analisi per flussi
Ricavi monetari
Unità
4
Sono ricavi monetari i ricavi di vendita di prodotti, gli interessi attivi e i proventi di varia natura che traggono origine da variazioni finanziarie.
Cash earnings
I componenti di reddito non monetari sono i costi e i ricavi che non danno luogo a variazioni finanziarie nelle disponibilità liquide o nei crediti e nei debiti a breve.
Costi non monetari Non-cash costs
Sono esempi di costi non monetari gli ammortamenti, gli accantonamenti ai fondi rischi e oneri a medio e lungo termine, le minusvalenze da alienazioni di immobilizzazioni. Per il TFR occorre considerare che vi è una parte monetaria e una parte non monetaria, diversa a seconda delle differenti ipotesi di destinazione: ♦ se il TFR è mantenuto presso l’impresa (che in questo caso non può avere in organico più di 49 dipendenti), il costo non monetario è rappresentato dalla quota corrispondente all’incremento del debito per TFR, mentre la ritenuta fiscale del 17% sulla rivalutazione del debito pregresso è costo monetario in quanto deve essere versata entro il giorno 16 del mese di gennaio; ♦ se il TFR è destinato ai fondi pensione e al fondo gestito dall’INPS, la parte monetaria del TFR è composta dalle quote da versare ai fondi pensione e al fondo gestito dall’INPS e dalla ritenuta fiscale effettuata sulla rivalutazione del debito preesistente; la parte non monetaria è invece costituita dalla rivalutazione netta del debito preesistente che va a incrementare il debito per TFR. Sono esempi di ricavi non monetari: i costi patrimonializzati e le plusvalenze da alienazioni di immobilizzazioni. L’esistenza di costi e ricavi non monetari fa sì che il reddito d’esercizio evidenziato nel Conto economico non coincida con il flusso di risorse finanziarie che modifica il patri monio circolante netto (PCN) generato dall’attività operativa. In altre parole, l’utile d’esercizio non si materializza integralmente in un incremento delle disponibilità liquide (disponibilità monetaria) o delle attività prontamente liquidabili (o in una diminuzione dei debiti a breve), così come alla perdita d’esercizio non necessariamente si accompagna una diminuzione della liquidità o dei crediti a breve (o un aumento dei debiti a breve) di pari importo. Per calcolare il flusso di risorse finanziarie generato dall’attività operativa che modifica il patrimonio circolante netto occorre considerare solo i costi e i ricavi monetari. Flusso di risorse finanziarie di PCN generato dall’attività operativa = ricavi monetari – costi monetari
Al medesimo risultato si perviene depurando il risultato economico d’esercizio dai costi e dai ricavi non monetari secondo questo procedimento:
+ – =
reddito d’esercizio (utile/perdita) costi non monetari (ammortamenti, minusvalenze da alienazioni di immobilizzazioni, incrementi del TFR per le quote non destinate ai fondi pensione e/o al fondo gestito dall’INPS, accantonamenti ai fondi rischi e oneri a medio/lungo termine) ricavi non monetari (costi patrimonializzati, plusvalenze da alienazioni di immobilizzazioni) flusso di risorse finanziarie di PCN generato dall’attività operativa
141
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Esempio Flusso di risorse finanziarie di PCN generato dall’attività operativa Una società per azioni presenta al 31/12/n il Conto economico a valore aggiunto che segue. Conto economico a valore aggiunto Ricavi netti di vendita Variazioni delle rimanenze di prodotti in lavorazione, semilavorati e finiti Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni Altri ricavi e proventi Valore della produzione Costi per acquisto di materie prime Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie e di consumo Costi per servizi Costi per godimento di beni di terzi Oneri diversi di gestione Valore aggiunto Costi del personale: salari e stipendi oneri sociali TFR Margine operativo lordo (EBITDA) Ammortamenti delle immobilizzazioni immateriali Ammortamenti delle immobilizzazioni materiali Svalutazione dei crediti Reddito operativo (EBIT) Proventi finanziari Interessi e altri oneri finanziari Risultato della gestione ordinaria Proventi straordinari (plusvalenza sull'alienazione di brevetti) Oneri straordinari (sopravvenienza passiva) Risultato economico al lordo delle imposte Imposte dell’esercizio Utile d’esercizio
102 842 484 2 280 000 840 000 30 000 105 992 484 – 53 352 000 1 171 200 – 7 344 000 – 36 000 – 30 000 46 401 684 – 18 000 000 – 6 804 000 – 1 519 200 20 078 484 – 1 104 000 – 7 784 496 – 33 624 11 156 364 2 352 – 1 734 960 9 423 756 120 000 – 14 400 9 529 356 – 4 644 060 4 885 296
Sulla base dei dati in esso contenuti presentiamo il calcolo del flusso di risorse finanziarie di PCN generato dall’attività operativa, considerando che: • dall’anno in corso tutti i dipendenti hanno destinato il TFR ai fondi pensione; • la rivalutazione monetaria di competenza dell’esercizio sul debito per TFR preesistente è di 275 873 euro e la ritenuta fiscale del 17% ammonta a 46 898 euro. Il calcolo del flusso di risorse finanziarie di PCN generato dall’attività operativa può essere effettuato con procedimento diretto (ricavi monetari – costi monetari), oppure con procedimento indiretto (utile d’esercizio + costi non monetari – ricavi non monetari). In entrambi i procedimenti occorre tener presente che sia il TFR destinato ai fondi pensione sia la ritenuta fiscale del 17% sulla rivalutazione del debito preesistente sono costi monetari poiché danno luogo a uscite finanziarie. Dal costo per TFR iscritto a Conto economico (1 519 200 euro) occorre quindi scorporare la componente corrispondente alla rivalutazione del debito per TFR. TFR iscritto a Conto economico rivalutazione lorda sul debito preesistente Quota destinata ai fondi pensione
euro – euro euro
1 519 200 275 873 1 243 327
euro (1 243 327 + 46 898) = euro 1 290 225 quota monetaria del TFR euro (275 873 – 46 898) = euro 228 975 quota non monetaria del TFR
142
Analisi per flussi
Unità
4
Procedimento diretto Ricavi monetari: Ricavi delle vendite e delle prestazioni Variazioni delle rimanenze di prodotti semilavorati e finiti Altri ricavi e proventi Proventi finanziari
102 842 484 2 280 000 30 000 2 352
Costi monetari: Per materie prime e di consumo Per servizi Per godimento di beni di terzi Salari e stipendi Oneri sociali TFR (versato a fondi pensione e ritenuta fiscale) Svalutazione dei crediti Variazioni delle rimanenze di materie prime e sussidiarie Oneri diversi di gestione Interessi e altri oneri finanziari Oneri straordinari (sopravvenienza passiva) Imposte dell’esercizio
53 352 000 7 344 000 36 000 18 000 000 6 804 000 1 290 225 33 624 – 1 171 200 30 000 1 734 960 14 400 4 644 060
105 154 836
– 92 112 069 Flusso di risorse finanziarie di PCN generato dall’attività operativa
13 042 767
Procedimento indiretto Utile d’esercizio Costi non monetari: TFR (rivalutazione netta del debito preesistente) ammortamento immobilizzazioni immateriali ammortamento immobilizzazioni materiali Ricavi non monetari: incrementi di immobilizzazioni per lavori interni proventi straordinari (plusvalenze su brevetti) Flusso di risorse finanziarie di PCN generato dall’attività operativa
02
4 885 296 228 975 1 104 000 7 784 496 14 002 767 – 840 000 – 120 000 13 042 767
Le fonti e gli impieghi A seconda della provenienza e dell’utilizzo che l’impresa fa dei flussi provocati dalle operazioni di gestione, distinguiamo le fonti (ossia flussi che incrementano la disponibilità di risorse finanziarie) dagli impieghi (ossia flussi che assorbono risorse finanziarie preesistenti).
FONTI
Le fonti che aumentano la disponibilità di risorse finanziarie possono provenire: ♦ dall’interno, quando vengono autogenerate dall’attività operativa dell’azienda stessa come risultato della gestione reddituale (autofinanziamento propriamente detto); ♦ dall’esterno, quando provengono dalla contrazione di debiti di breve e di medio/ lungo periodo, oppure da aumenti di capitale a pagamento; ♦ da disinvestimenti, quando sono frutto della diminuzione del capitale investito sia in immobilizzazioni sia nell’attivo circolante, come per esempio la cessione di un’immobilizzazione o la riscossione di un credito precedentemente concesso.
143
Modulo IMPIEGHI
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
I mezzi finanziari raccolti possono essere impiegati: ♦ per effettuare investimenti che producono incrementi di immobilizzazioni o di attivo circolante; ♦ per rimborsare i debiti; ♦ per diminuire le fonti di finanziamento interne (distribuzione di utili) o per rimborsare il capitale ai soci. I flussi finanziari suddivisi in fonti e impieghi sono messi in evidenza dai Rendiconti finanziari.
03
Il Rendiconto finanziario Il Rendiconto finanziario è un documento, parte inscindibile del bilancio d’esercizio, che raggruppa le variazioni (flussi) che sono intervenute nella situazione patrimoniale dell’azienda tra due momenti diversi.
ART. 2425 TER C.C.
Dal Rendiconto finanziario devono risultare l’ammontare e la composizione delle disponibilità liquide all’inizio e alla fine dell’esercizio e i flussi finanziari dell’esercizio, derivanti: ♦ dall’attività operativa o area della gestione reddituale; ♦ dall’attività di investimento; ♦ dall’attività di finanziamento, ivi comprese, con autonoma indicazione, le operazioni con i soci, come per esempio la distribuzione dei dividendi. L’analisi dei flussi completa quella per indici specificando: ♦ l’origine delle fonti di finanziamento e l’entità dei mezzi finanziari raccolti; ♦ le modalità di utilizzo dei mezzi raccolti; ♦ le relazioni che legano le fonti agli impieghi. A seconda dell’ampiezza assunta dall’indagine finanziaria possiamo avere analisi tendenti all’individuazione dei flussi che hanno comportato modifiche nel patrimonio circolante netto, oppure analisi circoscritte all’individuazione dei flussi monetari che hanno generato o assorbito liquidità. I flussi (impieghi e fonti) che hanno comportato modifiche nel patrimonio circolante netto sono evidenziati nel Rendiconto finanziario delle variazioni del patrimonio circolante netto. I flussi monetari, intesi come disponibilità liquide, sono riassunti nel Rendiconto finanziario delle variazioni delle disponibilità liquide. Va chiarito che solo quest’ultimo documento è coerente con i contenuti richiesti dal codice civile e con l’impostazione dei principi contabili nazionali. Tuttavia, per ragioni didattiche, è opportuno apprendere anche la logica di costruzione del Rendiconto finanziario delle variazioni del patrimonio circolante netto in quanto propedeutica a quella relativa alla redazione del Rendiconto finanziario delle variazioni delle disponibilità liquide.
04
Le variazioni del patrimonio circolante netto Il patrimonio circolante netto è dato dalla differenza tra le attività correnti e le passività correnti ricavabili dallo Stato patrimoniale riclassificato secondo criteri finanziari.
144
Analisi per flussi
IMPIEGHI Attivo corrente Attivo immobilizzato
Totale impieghi
Ac Im
Ti
FONTI Debiti a breve scadenza Debiti a media e lunga scadenza Patrimonio netto • Capitale proprio • Risultato economico Totale fonti
Unità
4
Db Dc Cp Re Tf
Poiché, come sappiamo, il totale delle fonti coincide con il totale degli impieghi, possiamo scrivere la seguente uguaglianza: Ac + Im = Db + Dc + Cp + Re
da cui attraverso semplici passaggi algebrici otteniamo: Ac – Db = Dc + Cp + Re – Im
Tale equazione mette in evidenza come il patrimonio circolante netto (Ac – Db) sia influenzato dalle operazioni che comportano variazioni in uno o più elementi posti a destra dell’equazione. Se il patrimonio circolante netto subisce una modifica rispetto al valore esistente all’inizio dell’esercizio, lo scostamento (in aumento o in diminuzione) non può che essere causato da: ♦ variazioni connesse al risultato economico della gestione (Re), cioè alla gestione reddituale (area dell’attività operativa); ♦ variazioni intervenute nei debiti a media e lunga scadenza o passività consolidate (Dc) o nel capitale proprio (Cp) per operazioni connesse ai finanziamenti (accensioni e rimborsi di prestiti, aumenti o rimborsi di capitale, pagamento di dividendi); ♦ variazioni intervenute nelle immobilizzazioni (Im) per operazioni connesse agli investimenti e ai disinvestimenti (acquisti, alienazioni). Non tutte le operazioni di gestione che coinvolgono gli elementi sopra esposti però comportano dei flussi che modificano l’entità del patrimonio circolante netto. Alcune operazioni possono dar luogo a due variazioni di pari importo e di segno opposto che, compensandosi tra loro, lasciano immutata l’espressione (Ac – Db); per esempio la conversione di una passività consolidata in capitale sociale provoca una variazione positiva di Cp e contemporaneamente una di segno negativo dello stesso importo di Dc, per cui Ac – Db resta invariato. Altre operazioni determinano variazioni non finanziarie, nel senso che non influiscono sui crediti o sui debiti a breve termine. Solo le operazioni che modificano l’importo del patrimonio circolante netto originano i flussi finanziari che entrano a far parte del Rendiconto finanziario. Sono operazioni che modificano il patrimonio circolante netto quelle che comportano variazioni nelle passività consolidate, nel capitale proprio, nell’attività operativa e nell’attivo immobilizzato e che contemporaneamente si traducono in una variazione delle attività correnti o delle passività correnti. La condizione necessaria per stabilire se una variazione incide o meno sul patrimonio circolante netto è quindi che al variare degli elementi posti a destra dell’equazione si modifichi l’importo dell’espressione Ac – Db posta a sinistra.
145
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Rispetto alle grandezze in esame, le variazioni del patrimonio circolante netto corrispondono ai movimenti che si verificano in tre distinte aree di attività: ♦ l’area dell’attività di finanziamento (Dc + Cp) che comprende le operazioni relative all’ottenimento e al rimborso di prestiti, agli aumenti e alle diminuzioni a pagamento del capitale sociale. L’ottenimento di un prestito a media e lunga scadenza e gli aumenti a pagamento del capitale sociale generano fonti di risorse finanziarie in quanto a tali operazioni corrisponde un’entrata di denaro (maggiori disponibilità liquide); il rimborso di debiti a media e lunga scadenza e la riduzione a pagamento del capitale sociale generano invece impieghi di risorse finanziarie in quanto danno luogo a uscite di denaro (minori disponibilità liquide); ♦ l’area dell’attività di investimento (–Im) che riguarda l’acquisto e la vendita di immobilizzazioni (immateriali, materiali e finanziarie); l’acquisto di immobilizzazioni rappresenta un impiego di risorse finanziarie perché provoca un’uscita di denaro oppure un aumento di debiti a breve scadenza (debiti verso fornitori); la vendita rappresenta una fonte di risorse finanziarie perché dà luogo a un’entrata di denaro oppure a un aumento dei crediti a breve scadenza (crediti commerciali diversi); ♦ l’area dell’attività operativa (Re) che riguarda il flusso di risorse finanziarie generato o assorbito dai costi e dai ricavi che formano il reddito dell’esercizio. OPERAZIONI CHE NON MODIFICANO IL PATRIMONIO CIRCOLANTE NETTO
Non modificano il patrimonio circolante netto quelle operazioni che fanno variare elementi posti alla sola destra dell’equazione oppure alla sola sinistra, vale a dire le operazioni che si compensano tra loro o che non incidono sulle attività correnti oppure sulle passività correnti. Per esempio, non comportano modifiche del patrimonio circolante netto: ♦ la conversione di un debito consolidato in capitale proprio (come la conversione di obbligazioni in azioni); l’aumento del capitale sociale effettuato capitalizzando le riserve; l’aumento del capitale sociale effettuato con conferimenti in natura; la rivalutazione e la svalutazione di immobilizzazioni; ♦ la riscossione di crediti commerciali; il pagamento di debiti di regolamento; i prelievi o i versamenti in c/c bancario o postale. Trattasi di operazioni che fanno variare il patrimonio circolante netto solo in senso qualitativo ma che non ne modificano l’importo.
05
Il Rendiconto finanziario delle variazioni del patrimonio circolante netto Il Rendiconto finanziario delle variazioni del patrimonio circolante netto è un prospetto che riepiloga i flussi finanziari avvenuti nel periodo dando informazioni sulla struttura delle nuove fonti (origine) e dei nuovi impieghi (destinazione).
REDAZIONE DEL DOCUMENTO
146
Per la predisposizione del Rendiconto finanziario del patrimonio circolante netto è necessario disporre dello Stato patrimoniale, redatto necessariamente a stati comparati, del Conto economico, con costi e ricavi classificati per natura, e della Nota integrativa.
Analisi per flussi
Unità
4
È inoltre necessario effettuare un lavoro preparatorio che consiste: a) nell’individuazione delle variazioni integrali (o flussi globali) scaturenti dal confronto dei valori contabili contenuti nello Stato patrimoniale alla fine dell’esercizio con quelli esistenti all’inizio dell’esercizio. Va però tenuto presente che in alcuni casi le variazioni evidenziate dal confronto dei dati patrimoniali sono il risultato di variazioni di segno opposto che si sono in parte compensate; pertanto occorre risalire alle variazioni integrali attraverso la lettura delle informazioni contenute nella Nota integrativa; b) nel rettificare i flussi globali eliminando i movimenti che non hanno comportato variazioni nel patrimonio circolante netto; c) nel riepilogare i flussi globali al netto delle rettifiche, ossia i flussi finanziari che hanno comportato una variazione del patrimonio circolante netto, distinguendo gli impieghi dalle fonti.
Esempio Flussi che modificano il patrimonio circolante netto Nello Stato patrimoniale comparato di un’impresa industriale sono presenti, tra gli altri, i seguenti elementi: 31/12/n+1 Attrezzature
495 000
31/12/n 478 500
Automezzi
121 000
165 000
Mutui passivi
280 500
247 500
La Nota integrativa evidenzia i seguenti movimenti intervenuti nelle immobilizzazioni: Costo originario
Fondo ammortamento
Valore di bilancio
Importo al 31/12/n
627 000
148 500
478 500
Acquisti
132 000
Attrezzature
Quota di ammortamento
115 500
Importi al 31/12/n+1
759 000
264 000
495 000
220 000
55 000
165 000
ä VWRUQR GHO IRQGR DPPRUWDPHQWR
– 9 900
– 9 900
ä ULFDYR GL UHDOL]]R
– 2 200
Automezzi Importo al 31/12/n Alienazioni:
1 100
ä SOXVYDOHQ]D Quota di ammortamento
42 900
Importi al 31/12/n+1
209 000
88 000
121 000
Le movimentazioni inerenti ai mutui passivi sono tratte dalla seguente tabella della Nota integrativa:
..............................................
Mutui passivi
Importi al 31/12/n
Aumenti
Diminuzioni
Importi al 31/12/n+1
.......................
.......................
.......................
.......................
247 500
115 500
82 500
280 500
Individuiamo quali flussi hanno dato luogo a variazioni del patrimonio circolante netto e che pertanto devono essere inseriti nel Rendiconto finanziario.
147
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Dallo Stato patrimoniale redatto a stati comparati individuiamo le seguenti variazioni complessive: Attrezzature Automezzi Mutui passivi
+ euro – euro + euro
16 500 44 000 33 000
Tali variazioni nascondono movimenti integrali (flussi globali) di segno opposto che compensandosi tra loro non appaiono dal confronto dei dati patrimoniali, ma dei quali bisogna tener conto nei casi in cui influiscono sul patrimonio circolante netto. Dalla lettura dei soli dati patrimoniali la variazione dei mutui passivi di 33 000 euro lascerebbe intendere che l’impresa ha contratto nuovi debiti, ottenendo così nuovi mezzi finanziari (fonti), per tale importo. In realtà la Nota integrativa segnala che l’impresa ha ottenuto nuovi finanziamenti esterni per 115 500 euro, mentre ha utilizzato 82 500 euro per estinguere quelli già esistenti. Rispetto ai mutui passivi, quindi, le variazioni integrali che hanno interessato il patrimonio circolante netto e che devono essere considerate nel Rendiconto finanziario sono così riassumibili: Flussi finanziari Flussi generati dai Mutui passivi
Impieghi
Fonti
82 500
115 500
Analogo ragionamento va fatto per le variazioni delle immobilizzazioni evidenziate nello Stato patrimoniale. Attrezzature: la variazione netta positiva di 16 500 euro non corrisponde a un effettivo impiego di mezzi finanziari. Dalla Nota integrativa si ricava infatti che vi è stato un nuovo acquisto (impiego) di 132 000 euro. L’ammortamento di 115 500 euro ha fatto diminuire il valore delle attrezzature compensando l’importo dell’acquisto ma, in quanto costo non monetario, non incide sul patrimonio circolante netto. Il valore dell’ammortamento non dà quindi luogo a un flusso finanziario. Le variazioni integrali che in questo caso hanno interessato il patrimonio circolante netto sono così riassumibili: Flussi finanziari Flussi generati dai movimenti nelle Attrezzature
Impieghi
Fonti
132 000
–
Automezzi: la variazione netta negativa di 44 000 euro evidenziata dal confronto dei dati patrimoniali non si è tradotta integralmente in una fonte di risorse finanziarie. Infatti, come evidenziato dalla Nota integrativa, il valore delle dismissioni degli automezzi è stato solo di 2 200 euro, corrispondenti al ricavo complessivo della vendita (valore di realizzo). I movimenti contabili inerenti allo storno del fondo ammortamento di 9 900 euro e alla quota di ammortamento dell’esercizio di 42 900 euro non corrispondono ad altrettante variazioni finanziarie e pertanto sono da escludere, perché non esercitano alcuna influenza nel patrimonio circolante netto. Anche la plusvalenza di 1 100 euro (contabilizzata in Dare del conto Automezzi e tra Altri ricavi e proventi del Conto economico) rappresenta un valore contabile da escludere in quanto già compreso nel ricavo di realizzo. Le variazioni integrali che in questo caso hanno interessato il patrimonio circolante netto sono così riassumibili: Flussi finanziari Flussi generati dai movimenti negli Automezzi
MODELLO DEL RENDICONTO
148
Impieghi
Fonti
.......................
2 200
Il Rendiconto finanziario delle variazioni del patrimonio circolante netto può essere strutturato in vari modi e può assumere diverse forme; al fine di agevolare l’apprendimento procediamo gradualmente e presentiamo il modello di Rendiconto finanziario delle variazioni del PCN che segue.
Analisi per flussi
Unità
4
RENDICONTO FINANZIARIO DELLE VARIAZIONI DI PATRIMONIO CIRCOLANTE NETTO PARTE I – DIMOSTRAZIONE DELLE FONTI E DEGLI IMPIEGHI
Fonti di risorse finanziarie • derivanti dall’attività operativa • derivanti da attività di investimento • derivanti da attività di finanziamento Impieghi di risorse finanziarie • assorbiti dall’attività operativa • derivanti da attività di investimento • derivanti da attività di finanziamento
PARTE II – VARIAZIONI INTERVENUTE NEI COMPONENTI DEL PCN Variazione delle attività correnti • disponibilità liquide • crediti a breve scadenza • rimanenze • ratei e risconti attivi Variazione delle passività correnti • debiti a breve scadenza • fondi rischi e oneri a breve scadenza • ratei e risconti passivi
PARTE III – ALTRE VARIAZIONI NELLA SITUAZIONE PATRIMONIALE-FINANZIARIA CHE NON COMPORTANO MOVIMENTI NEL PCN Conversione di obbligazioni in azioni Aumenti del capitale sociale con utilizzo delle riserve Aumenti di capitale sociale con conferimenti di immobilizzazioni Acquisto di immobilizzazioni contro rilascio di obbligazioni Acquisto di partecipazioni mediante obbligazioni o azioni Rivalutazioni monetarie di immobilizzazioni
Come si può constatare tale Rendiconto finanziario è composto da tre sezioni: ♦ nella prima parte è evidenziata la composizione delle fonti e degli impieghi. La distinzione effettuata è quella tra flussi derivanti dall’attività operativa (gestione reddituale) e flussi derivanti da operazioni di investimento, disinvestimento e di finanziamento; ♦ nella seconda parte sono evidenziate le variazioni intervenute nei componenti del patrimonio circolante netto (disponibilità liquide, crediti e attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni, rimanenze, debiti a breve scadenza). La somma algebrica di dette variazioni corrisponde all’incremento o al decremento subìto dal patrimonio circolante netto nel periodo considerato; ♦ nella terza parte sono evidenziate le altre variazioni nella situazione patrimoniale finanziaria che non comportano movimenti nel patrimonio circolante netto come, per esempio, il consolidamento di debiti o gli apporti di immobilizzazioni. Restano in ogni caso escluse le operazioni che danno luogo a trasferimenti tra conti del patrimonio netto (come la capitalizzazione delle riserve), in quanto queste devono essere esposte nell’apposito prospetto delle variazioni delle voci del patri monio netto, facente parte della Nota integrativa.
06
Le informazioni desumibili dal Rendiconto finanziario delle variazioni di PCN Dall’analisi del Rendiconto finanziario delle variazioni del patrimonio circolante netto è possibile desumere informazioni più precise, rispetto a quelle fornite dagli indici, sulla dinamica finanziaria dell’impresa. Il valore del patrimonio circolante netto è, genericamente, sintomo di solidità finan ziaria a breve termine, se positivo, o di squilibrio finanziario, se negativo.
149
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Una valutazione più precisa dei riflessi che gli aumenti o le diminuzioni del patrimonio circolante netto determinano sulla struttura finanziaria dell’impresa è però possibile solo attraverso un’attenta lettura delle fonti e degli impieghi che hanno generato o assorbito risorse finanziarie. ANALISI DELLE FONTI
ANALISI DEGLI IMPIEGHI
Esempio
Rispetto alla struttura delle fonti che hanno originato risorse finanziarie si possono presentare i seguenti casi: ♦ predominanza delle fonti interne: è la condizione migliore soprattutto nelle piccole e medie imprese dove la scarsa disponibilità di garanzie limita il ricorso all’indebitamento. Le fonti interne sono costituite dai flussi generati dall’attività operativa. L’impresa evita l’elevata incidenza degli oneri finanziari e persegue un obiettivo di ricapitalizzazione; ♦ predominanza delle fonti esterne di capitale proprio: i flussi finanziari provengono da aumenti a pagamento di capitale sociale che, come per l’autofinanziamento, riducono l’incidenza dell’indebitamento; ♦ predominanza delle fonti esterne di capitale di debito: in questo caso i flussi finanziari in entrata provengono dalla contrazione di debiti a medio e lungo periodo; ciò generalmente significa che l’impresa ha attuato una politica di indebitamento. L’effetto positivo o negativo dell’indebitamento va valutato, come già sappiamo, in relazione ai valori assunti dal ROI e dal ROD (effetto leva); ♦ predominanza delle fonti da disinvestimento di immobilizzazioni: in tale ipotesi non vi è un reale aumento delle risorse finanziarie immesse in azienda, ma semplicemente un recupero di mezzi precedentemente investiti. Tali disinvestimenti possono significare un processo di rinnovamento degli impianti, oppure un processo di contrazione dell’attività produttiva (quando gli impianti dismessi non vengono riacquistati). Per quanto riguarda gli impieghi di risorse finanziarie si possono presentare le seguenti situazioni: ♦ predominanza di investimenti in immobilizzazioni tecniche: è la condizione tipica delle aziende in sviluppo che destinano le risorse finanziarie a incremento dei beni strumentali al fine di aumentare la propria capacità produttiva; ♦ predominanza di concessione di prestiti: si verifica, in genere, quando l’impresa è una capogruppo che finanzia l’attività produttiva delle aziende controllate o collegate; ♦ predominanza di rimborso di prestiti: l’impresa ha utilizzato le risorse finanziarie per rimborsare i debiti e quindi ciò comporterà una contrazione degli oneri finanziari sul Conto economico; ♦ predominanza delle diminuzioni di patrimonio netto: in questo caso l’impresa sottrae risorse finanziarie all’attività produttiva a vantaggio dei soci che recuperano e vedono remunerato il capitale di rischio investito. Le risorse distribuite ai soci devono però essere commisurate alle risorse generate dalla gestione reddituale (o area dell’attività operativa). In altre parole non si dovrebbe contrarre debiti per pagare dividendi o per rimborsare le quote di capitale.
1 Redazione del Rendiconto finanziario delle variazioni di PCN
La Berionni spa presenta al 31/12 dell’esercizio n lo Stato patrimoniale e il Conto economico che seguono. La società ha in organico meno di 50 dipendenti i quali hanno deciso di mantenere il trattamento di fine rapporto in azienda.
150
Analisi per flussi
Unità
4
n
n–1
3 000 000
2 000 000
Presentiamo il Rendiconto finanziario delle variazioni del patrimonio circolante netto. Stato patrimoniale al 31/12/n ATTIVO
n
n–1
PASSIVO
B) IMMOBILIZZAZIONI
A) PATRIMONIO NeTTO
I – Immobilizzazioni immateriali
I
– Capitale sociale
II
– Riserva soprapprezzo azioni
Brevetti
315 000
37 500
II – Immobilizzazioni materiali
50 000
–
IV – Riserva legale
400 000
400 000
250 000
250 000
17 500
180 000
–
– 162 500
Fabbricati
1 993 250
1 637 500
V
Impianti e macchinari
1 525 000
1 000 000
VI – Altre riserve (riserva straordinaria)
Altri beni Totale immobilizzazioni
520 400
318 750
4 353 650
2 993 750
– Riserva statutaria
VIII – Perdita d’esercizio IX – Utile d’esercizio
300 000
–
4 017 500
2 667 500
875 000
775 000
Debiti verso banche di cui 1 500 000 scadenti oltre l’esercizio
2 531 250
2 082 500
IV – Disponibilità liquide
Debiti v/fornitori
1 183 000
950 000
Depositi bancari e postali
90 000
Debiti tributari
201 250
63 750
Debiti v/Istituti di previdenza e sicurezza sociale
C) ATTIVO CIRCOLANTe
Totale patrimonio netto
I – Rimanenze
C) TRATTAMeNTO FINe RAPPORTO LAVORO SUBORDINATO
Materie prime
550 000
500 000
Prodotti
960 000
720 000
II – Crediti Verso clienti
2 970 000 140 000
2 290 000
Assegni e valori in cassa
39 850
68 500
Totale attivo circolante
4 659 850
3 668 500
38 000
44 000
9 051 500
6 706 250
D) RATeI e RISCONTI Totale attivo
D) DeBITI
Totale debiti e) RATeI e RISCONTI Totale passivo
162 250
92 500
4 077 750
3 188 750
81 250
75 000
9 051 500
6 706 250
Conto economico dell’esercizio n A) Valore della produzione Ricavi delle vendite e delle prestazioni Variazioni rimanenze di prodotti finiti e semilavorati Incremento di immobilizzazioni per lavori interni Altri ricavi e proventi (plusvalenza) Totale A B) Costi della produzione Costi per materie prime, sussidiarie, di consumo e merci Costi per servizi Costi per godimento di beni di terzi Costi per il personale ä VDODUL H VWLSHQGL ä RQHUL VRFLDOL ä 7)5 Ammortamenti e svalutazioni ä $PPRUWDPHQWR GHOOH LPPRELOL]]D]LRQL LPPDWHULDOL ä $PPRUWDPHQWR GHOOH LPPRELOL]]D]LRQL PDWHULDOL ä 6YDOXWD]LRQH FUHGLWL Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci Totale B Differenza tra valore e costi della produzione (A – B)
11 615 500 240 000 450 000 50 000 12 355 500 4 934 000 3 216 000 265 000 1 608 000 562 800 126 571 352 500 636 100 5 944 – 50 000 11 656 915 698 585
C) Proventi e oneri finanziari Interessi attivi Interessi passivi Totale C
2 725 – 187 400 – 184 675
Risultato prima delle imposte Imposte dell’esercizio Utile dell’esercizio
513 910 – 213 910 300 000
151
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Nella Nota integrativa sono contenute, tra le altre, le seguenti informazioni: 1) sono state emesse 100 000 nuove azioni aventi valore nominale di 10 euro al prezzo di 10,50 euro; la procedura legale è stata completata entro l’esercizio; 2) è stato pagato il TFR a un dipendente dimissionario per 24 866 euro. La ritenuta fiscale del 17% sulla rivalutazione del debito preesistente è di 1 705 euro; 3) al 31/12/n–1 i debiti verso banche a media e lunga scadenza erano di 1 650 000 euro; durante l’esercizio sono stati rimborsati debiti per 432 500 euro e sono stati accesi altri debiti a media e lunga scadenza per 282 500 euro; 4) le immobilizzazioni hanno subìto le movimentazioni risultanti dalla tabella che segue. Costo originario Brevetti Importi al 31/12/n–1 Acquisti all’inizio dell’esercizio n Ammortamento Importi al 31/12/n Fabbricati Importi al 31/12/n–1 (615 000 euro valore area edificata) Patrimonializzazione di costi Ammortamento Importi al 31/12/n Impianti e macchinari Importi al 31/12/n–1 Acquisti Alienazione: Storno del fondo ammortamento Ricavo realizzato Plusvalenza ordinaria Ammortamento Importi al 31/12/n Altri beni Importi al 31/12/n–1 Acquisti Ammortamento Importi al 31/12/n
Fondo ammortamento
75 000 630 000
Valore di bilancio
37 500
37 500
352 500 390 000
315 000
412 500
1 637 500
94 250 506 750
1 993 250
1 937 500 1 375 000
937 500
1 000 000
– 187 500 – 487 500 50 000
– 187 500
705 000 2 050 000 450 000 2 500 000
2 687 500 481 250 331 000 812 250
412 500 1 162 500
1 525 000
162 500
318 750
129 350 291 850
520 400
L’analisi di bilancio per indici e per flussi dovrebbe essere svolta dopo avere riclassificato i prospetti contabili del bilancio d’esercizio: lo Stato patrimoniale secondo criteri finanziari, così da evidenziare gli impieghi e le fonti di finanziamento, il Conto economico nella configurazione a Valore aggiunto, in modo da esaminare le aree di provenienza del reddito. Tuttavia, ai fini dell’analisi per flussi, si può evitare di riclassificare il Conto economico in quanto il calcolo del flusso di risorse finanziarie di PCN generato dall’attività operativa può essere individuato anche considerando il Conto economico civilistico. Analogamente la riclassificazione dello Stato patrimoniale può non essere necessaria, se dalla Nota integrativa sono facilmente desumibili tutte le informazioni utili per individuare i flussi finanziari che hanno modificato il patrimonio circolante netto, come nell’esempio presentato. Per calcolare le variazioni del patrimonio circolante netto, occorre determinare i movimenti finanziari che hanno coinvolto le attività e le passività correnti. Disponibilità liquide Disponibilità finanziarie Rimanenze Ratei e risconti Totale attivo corrente Debiti v/banche Debiti v/fornitori Debiti tributari Debiti v/Istituti di previdenza Ratei e risconti Totale debiti a breve scadenza Patrimonio circolante netto
152
n 179 850 2 970 000 1 510 000 38 000 4 697 850 1 031 250 1 183 000 201 250 162 250 81 250 2 659 000 2 038 850
n–1 158 500 2 290 000 1 220 000 44 000 3 712 500 432 500 950 000 63 750 92 500 75 000 1 613 750 2 098 750
Variazione 21 350 680 000 290 000 – 6 000 985 350 598 750 233 000 137 500 69 750 6 250 1 045 250 – 59 900
Analisi per flussi
Unità
4
La variazione del patrimonio circolante netto è negativa per 59 900 euro il che è indice di una situazione di squilibrio finanziario (la gestione ha distrutto risorse finanziarie). Un’analisi più precisa e attendibile è tuttavia possibile solo individuando analiticamente le fonti e gli impieghi di risorse finanziarie. Calcoliamo innanzitutto il flusso di risorse finanziarie di PCN generato dall’attività operativa. Procedimento diretto Ricavi monetari Ricavi delle vendite e delle prestazioni
11 615 500
Variazioni rimanenze di prodotti finiti e semilavorati Interessi attivi
240 000 2 725
Totale ricavi monetari
11 858 225
Costi monetari Costi per materie prime, sussidiarie, di consumo e merci
4 934 000
Costi per servizi
3 216 000
Costi per godimento di beni di terzi
265 000
Salari e stipendi
1 608 000
Oneri sociali
562 800
TFR (ritenuta fiscale sulla rivalutazione)
1 705
Svalutazione crediti
5 944
Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo
– 50 000
Interessi passivi
187 400
Imposte dell’esercizio
213 910
Totale costi monetari
– 10 944 759
Flusso di risorse finanziarie di PCN generato dall’attività operativa
913 466
Procedimento indiretto 300 000
Utile d’esercizio Costi non monetari
124 866
TFR
988 600
Ammortamenti Ricavi non monetari Incremento di immobilizzazioni per lavori interni Altri ricavi e proventi (plusvalenza) Flusso di risorse finanziarie di PCN generato dall’attività operativa
1 113 466 – 450 000 – 50 000 – 500 000 913 466
L’attività operativa ha generato risorse finanziarie per 913 466 euro; dalla lettura della Nota integrativa si evince che le altre fonti a cui l’impresa ha fatto ricorso durante l’esercizio sono dovute: 1. all’aumento del capitale sociale (100 000 azioni emesse × 10,50 euro = 1 050 000 euro); 2. all’ottenimento di nuovi prestiti a media e lunga scadenza verso banche per 282 500 euro; 3. alla vendita di impianti e macchinari per 487 500 euro. Gli impieghi hanno invece riguardato: 1. l’acquisto di immobilizzazioni (brevetti, impianti e macchinari, altri beni) per complessivi 2 336 000 euro; 2. il rimborso di un prestito a media e lunga scadenza per 432 500 euro; 3. il pagamento del trattamento fine rapporto a un dipendente dimissionario per 24 886 euro.
153
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Rendiconto finanziario delle variazioni di patrimonio circolante netto Parte I – Dimostrazione delle fonti e degli impieghi
Parte II – Variazioni intervenute nei componenti del PCN
Fonti di risorse finanziarie
Variazione delle attività correnti
Flusso finanziario di PCN generato dall’attività operativa
913 466
Attività di finanziamento aumento di capitale sociale aumento di debiti a media/lunga scadenza
1 050 000 282 500
Disponibilità liquide
21 350
Crediti verso clienti
680 000
Rimanenze
290 000
Ratei e risconti Totale variazioni delle attività correnti
Attività di investimento vendita di immobilizzazioni Totale fonti di risorse finanziarie
– 6 000 985 350
487 500 2 733 466
Variazione delle passività correnti Debiti verso banche a breve scadenza
598 750
Impieghi di risorse finanziarie
Debiti verso fornitori
233 000
Attività di finanziamento
Debiti tributari
137 500
rimborso di debiti a media/lunga scadenza
432 500
pagamento TFR a dipendente dimissionario
24 866
Debiti verso Istituti previdenziali Ratei e risconti Totale variazioni delle passività correnti
Attività di investimento acquisto di immobilizzazioni
2 336 000
Totale impieghi di risorse finanziarie
2 793 366
Variazione del PCN (fonti – impieghi)
– 59 900
Variazione del PCN (attività correnti – passività correnti)
69 750 6 250 1 045 250
– 59 900
L’analisi del Rendiconto finanziario consente di ridimensionare il giudizio di squilibrio finanziario che appariva dalla sola lettura delle variazioni tra le attività correnti e i debiti a breve. Il dato che la variazione negativa del patrimonio circolante netto dipende quasi esclusivamente dall’acquisto o dal rinnovo di beni strumentali mette alla luce che l’impresa ha intrapreso un percorso di ampliamento della propria capacità produttiva. È significativa anche la constatazione che il flusso di risorse finanziarie di PCN autoprodotte dalle operazioni di gestione è ampiamente positivo.
07
Il Rendiconto finanziario delle variazioni delle disponibilità liquide Il Rendiconto finanziario delle variazioni delle disponibilità liquide prende in esame i flussi di denaro liquido esistenti in cassa, presso le banche e i c/c postali.
Disponibilità liquide = valori in cassa + c/c postali + c/c bancari attivi
In un senso più ampio può prendere in considerazione anche i titoli di largo mercato, se inseriti tra le liquidità. La metodologia utilizzata per la costruzione di detto rendiconto è analoga a quella vista precedentemente, con l’eccezione che in questo ambito i flussi da prendere in
154
Analisi per flussi
Unità
4
considerazione sono solo quelli che comportano entrate o uscite monetarie. Devono pertanto essere esclusi dall’indagine oltre ai flussi precedentemente illustrati anche quelli che implicano movimenti nei crediti e nei debiti di breve periodo e nelle consistenze di magazzino, perché non comportano né entrate né uscite di denaro liquido. L’andamento dei flussi monetari segnalato dal Rendiconto delle variazioni delle disponibilità liquide è indicativo delle condizioni di solvibilità e di liquidità dell’azienda, vale a dire della sua capacità di far fronte nella misura e alle scadenze richieste alle esigenze finanziarie della gestione. FLUSSO DI CASSA DELL’ATTIVITÀ OPERATIVA
Il punto di partenza per costruire il Rendiconto finanziario delle variazioni delle disponibilità liquide è costituito dal calcolo del flusso monetario generato dall’attività operativa (flusso di cassa dell’attività operativa); come sappiamo, poiché non tutti i costi e i ricavi di competenza incidono sulle disponibilità liquide, occorre riconciliare il risultato economico d’esercizio con i flussi monetari, rimuovendo dal reddito i costi e i ricavi non monetari e tenendo conto degli effetti di anticipi e dilazioni e delle variazioni intervenute nelle rimanenze. Il calcolo viene effettuato con procedimento indiretto aggiungendo algebricamente al risultato economico d’esercizio tutte le variazioni che nel periodo amministrativo non hanno richiesto esborsi o non hanno originato liquidità. È pertanto necessario evidenziare anche le variazioni: ♦ delle rimanenze, tenendo conto che l’incremento deve essere sottratto, mentre il decremento deve essere sommato al risultato d’esercizio in modo da riflettere il costo dei soli acquisti del periodo; ♦ dei crediti e dei debiti di breve periodo, tenendo presente che: • gli aumenti dei crediti devono essere sottratti dal risultato del periodo in quanto rappresentano il minor importo incassato rispetto ai ricavi di competenza, viceversa le diminuzioni dei crediti devono essere sommate al risultato d’esercizio; • gli aumenti dei debiti devono essere sommati al risultato d’esercizio in quanto rappresentano il minor importo pagato ai fornitori rispetto ai costi di competenza; le diminuzioni dei debiti devono essere invece sottratte dal risultato d’esercizio; ♦ dei ratei attivi e passivi; tali valori rappresentano l’iscrizione in bilancio di ricavi o di costi di competenza non ancora incassati o pagati, pertanto: • l’incremento dei ratei attivi produce effetti negativi sulla liquidità e deve essere sottratto dal risultato d’esercizio, il decremento dei ratei attivi deve essere invece sommato; • l’incremento dei ratei passivi è indice di un aumento di costi contabilizzati ma non pagati che produce effetti positivi sulla liquidità e quindi deve essere sommato, il decremento dei ratei passivi produce invece effetti negativi e va sottratto; ♦ dei risconti attivi e passivi; tali valori rappresentano il rinvio dal Conto economico di costi o di ricavi già contabilizzati, ma non ancora economicamente maturati, pertanto: • l’incremento dei risconti attivi ha effetti negativi sulla liquidità e deve essere sottratto dal risultato d’esercizio, il decremento dei risconti attivi va invece sommato; • l’incremento di risconti passivi produce effetti positivi sulla liquidità e va sommato; il decremento va invece sottratto. Pur con approssimazioni semplificatrici, il calcolo normalmente utilizzato per determinare il flusso monetario generato dall’attività operativa d’esercizio è il seguente:
155
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Utile (o perdita) d’esercizio + Costi non monetari - Ricavi non monetari +/- Variazione netta del TFR e dei fondi rischi e oneri inclusi tra le passività correnti (+ per gli aumenti – per le diminuzioni) +/- Variazione delle rimanenze (– per gli incrementi + per i decrementi) +/- Variazioni nei crediti a breve, nei ratei e risconti attivi (– per gli aumenti + per le diminuzioni) +/- Variazioni nei debiti a breve, nei ratei e nei risconti passivi (+ per gli aumenti – per le diminuzioni)
=
Flusso monetario generato dall’attività operativa
Tale calcolo in realtà potrebbe essere effettuato con procedimento diretto (come anche consigliato dai principi contabili internazionali) considerando la contabilità degli incassi e dei pagamenti che però non è disponibile all’analista esterno. È importante sottolineare che ai fini del calcolo del flusso di cassa generato dall’attività operativa i costi patrimonializzati per le costruzioni in economia (costruzioni interne) delle immobilizzazioni immateriali e materiali non sono considerati ricavi non monetari, ma, come indicato dai principi contabili nazionali, fanno parte dell’area dell’attività di investimento. MODELLO DEL RENDICONTO
I principi contabili nazionali suggeriscono un modello di Rendiconto finanziario simile a quello di seguito presentato, che per ragioni didattiche è stato opportunamente semplificato. Come si può osservare, i flussi finanziari sono classificati a seconda dell’area a cui si riferiscono le operazioni che li hanno originati: ♦ flusso finanziario generato dall’attività operativa (corrispondente al flusso monetario o flusso di cassa); ♦ flussi generati dall’attività di investimento in immobilizzazioni; ♦ flussi generati dall’attività di finanziamento, comprensivi anche dei flussi relativi alla distribuzione degli utili. Rendiconto finanziario delle variazioni delle disponibilità liquide Disponibilità liquide iniziali A) Flusso finanziario dell’attività operativa Utile (perdita) d’esercizio + Costi non monetari – Ricavi non monetari +/– Variazioni nette nei crediti a breve scadenza, nelle rimanenze, nei ratei e risconti attivi +/– Variazioni nette nei debiti a breve scadenza +/– Variazioni nette nei fondi rischi e oneri a breve scadenza, nei ratei e risconti passivi B) Flusso finanziario dell’attività di investimento – Variazioni in aumento (investimenti) delle immobilizzazioni immateriali, materiali e finanziarie + Variazioni in diminuzione (disinvestimenti) delle immobilizzazioni immateriali, materiali e finanziarie C) Flusso finanziario dell’attività di finanziamento + Variazioni in aumento dei debiti verso banche a breve scadenza – Variazioni in diminuzione dei debiti verso banche a breve scadenza + Variazioni in aumento dei debiti a media/lunga scadenza – Variazioni in diminuzione dei debiti a media/lunga scadenza + Aumenti di capitale sociale a pagamento – Riduzioni di capitale sociale a pagamento (rimborso ai soci) – Distribuzione di utili Incremento (o decremento) delle disponibilità liquide (A + B + C) Disponibilità liquide finali
156
Analisi per flussi
Unità
4
Prospetto delle variazioni delle disponibilità liquide Disponibilità liquide Depositi bancari e postali Assegni Denaro e valori in cassa Totale disponibilità liquide
n
n–1
Variazioni
ESERCITAZIONE Redazione del Rendiconto finanziario delle variazioni delle disponibilità liquide Stato patrimoniale riclassificato secondo criteri finanziari Impieghi Disponibilità liquide Depositi bancari e postali Denaro e valori in cassa Disponibilità finanziarie Crediti verso clienti Ratei e risconti Rimanenze Materie prime, sussidiarie e di consumo Prodotti in corso di lavorazione Prodotti finiti Totale attivo a breve scadenza Immobilizzazioni materiali Terreni e fabbricati Impianti e macchinari Altri beni Immobilizzazioni immateriali Software Totale immobilizzazioni Totale impieghi
n
n–1
Fonti Debiti a breve scadenza Debiti verso banche Debiti verso fornitori Debiti tributari Debiti verso Istituti di previdenza Altri debiti Obbligazioni in scadenza Ratei e risconti Totale debiti a breve scadenza Debiti a media e lunga scadenza Obbligazioni Fondo manutenzioni programmate Totale debiti a media e lunga scadenza Patrimonio netto Capitale sociale Riserve Utile d’esercizio Totale patrimonio netto
254 000 26 443
216 970 81 093
2 642 600 30 400
2 440 000 30 400
400 000 200 000 526 600 4 080 043
350 000 170 000 401 000 3 689 463
2 363 200 927 500 728 000
1 320 000 1 880 000 588 000
180 800 4 199 500
120 000 3 908 000
8 279 543
7 597 463 Totale fonti
n
n–1
363 200 2 420 900 246 000 236 450 16 163 – 2 800 3 285 513
395 000 2 360 000 112 500 127 200 16 163 600 000 22 800 3 633 663
1 000 000 312 600 1 312 600
– 302 600 302 600
1 500 000 2 011 200 170 230 3 681 430
1 500 000 1 890 000 271 200 3 661 200
8 279 543
7 597 463
Conto economico a valore aggiunto Ricavi netti di vendita Variazioni rimanenze di prodotti finiti, semilavorati e prodotti in lavorazione Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni Valore della produzione Costi per acquisto di materie prime, sussidiarie e di consumo Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie e di consumo Costi per servizi Costi per godimento di beni di terzi Valore aggiunto Costi del personale Margine operativo lordo (EBITDA) Ammortamenti delle immobilizzazioni immateriali e materiali Svalutazione crediti Accantonamenti a fondi rischi e oneri (fondo manutenzioni programmate) Reddito operativo (EBIT) Risultato della gestione finanziaria Risultato della gestione accessoria Risultato al lordo delle imposte Imposte dell’esercizio Utile dell’esercizio
12 690 000 155 600 1 200 000 14 045 600 – 9 150 000 50 000 – 985 000 – 91 200 3 869 400 – 2 112 782 1 756 618 – 1 364 500 – 33 528 – 10 000 348 590 – 64 000 – 5 000 279 590 – 109 360 170 230
ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE
La Paggetti spa ha redatto al 31/12/n i prospetti contabili del bilancio d’esercizio che seguono, opportunamente rielaborati ai fini delle successive analisi.
157
ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE
Modulo
158
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Presentiamo il Rendiconto finanziario delle variazioni del patrimonio circolante netto e il Rendiconto finanziario delle variazioni delle disponibilità liquide tenendo presenti le seguenti informazioni tratte dalla Nota integrativa: • tutti i dipendenti destinano il TFR ai fondi della previdenza complementare e il debito per TFR risulta spento; • durante l’esercizio n l’impresa ha estinto obbligazioni in scadenza per 600 000 euro e ha emesso alla pari 100 000 nuove obbligazioni del valore nominale di 10 euro da rimborsare integralmente alla scadenza (cinque anni); • l’utile dell’esercizio n–1 è stato destinato alle riserve per 121 200 euro; il dividendo pagato alle 15 000 azioni in circolazione è stato di 150 000 euro; • i movimenti nelle immobilizzazioni immateriali e materiali sono indicati nella tabella che segue. Costo storico Software Importi all’1/01/n Acquisto all’inizio dell’esercizio Ammortamento 31/12/n Importi al 31/12/n Terreni e fabbricati Importi all’1/01/n Costi patrimonializzati Ammortamento 31/12 Importi al 31/12/n Impianti e macchinari Importi all’1/01/n Vendita all’inizio dell’esercizio Storno del fondo ammortamento Ricavo di realizzo Minusvalenze ordinarie Ammortamento 31/12/n Importi al 31/12/n Altri beni Importi all’1/01/n Acquisto all’inizio dell’esercizio Ammortamento 31/12/n Importi al 31/12/n
Fondo ammortamento
200 000 126 000
Valore di bilancio
80 000
120 000
65 200 145 200
180 800
3 080 000
1 320 000
5 600 000
156 800 3 236 800
2 363 200
6 200 000
4 320 000
1 880 000
– 360 000 – 85 000 – 5 000
– 360 000
326 000 4 400 000 1 200 000
5 750 000 980 000 420 000 1 400 000
862 500 4 822 500
927 500
392 000
588 000
280 000 672 000
728 000
Calcoliamo anzitutto il patrimonio circolate netto utilizzando i dati contenuti nello Stato patrimoniale, senza tener conto della delibera di riparto degli utili. Le diminuzioni dei debiti a breve scadenza danno luogo a variazioni positive in quanto aumentano il patrimonio circolante netto. Elementi del PCN Disponibilità liquide Disponibilità finanziarie Rimanenze Totale attivo corrente Debiti a breve scadenza Patrimonio circolante netto (attivo corrente – debiti a breve)
n 280 443 2 673 000 1 126 600 4 080 043 3 285 513 794 530
n–1 298 063 2 470 400 921 000 3 689 463 3 633 663 55 800
Variazioni – 17 620 202 600 205 600 390 580 – 348 150 738 730
Durante l’esercizio n il patrimonio circolante netto è aumentato di 738 730 euro. Lo stesso risultato è ottenuto calcolando la somma algebrica delle variazioni degli elementi posti a destra dell’equazione: Ac – Db = Dc + Cp + Re – Im Dalla comparazione dei valori inseriti nello Stato patrimoniale di due esercizi amministrativi è possibile però ottenere solo variazioni “grezze”, che possono nascondere variazioni integrali di segno opposto compensatesi tra loro. Inoltre non tutte le variazioni intervenute negli elementi posti a destra dell’equazione sopra riportata coinvolgono il patrimonio circolante netto, perché non si traducono in un effettivo aumento o decremento delle attività correnti o delle passività correnti.
Unità
Analisi per flussi
4
I costi patrimonializzati inerenti ai terreni e fabbricati di 1 200 000 euro in questo Rendiconto sono inclusi nel flusso di risorse finanziarie di PCN generato dall’attività operativa, in quanto ricavi non monetari. Per il calcolo di risorse finanziarie di PCN generato dall’attività operativa occorre inoltre tener presente che i costi per il personale sono interamente monetari in quanto il TFR è versato mensilmente ai fondi della previdenza complementare. L’accantonamento al Fondo manutenzioni programmate rappresenta invece un costo non monetario in quanto tale fondo è inserito tra i debiti a media/lunga scadenza, poiché l’uscita monetaria conseguente al suo utilizzo non avverrà prima di dodici mesi. Flusso di risorse finanziarie di PCN generato dall’attività operativa Procedimento diretto Ricavi monetari Ricavi netti di vendita
12 690 000
Variazioni rimanenze di prodotti finiti, semilavorati e prodotti in lavorazione
155 600 12 845 600
Totale ricavi monetari Costi monetari Costi per acquisto di materie prime, sussidiarie e di consumo Per servizi
9 150 000 985 000
Per godimento di beni di terzi
91 200
Variazioni rimanenze di materie prime, sussidiarie e di consumo Costi per il personale
– 50 000 2 112 782
Svalutazione crediti
33 528
Risultato della gestione finanziaria
64 000
Imposte dell’esercizio
109 360 12 495 870
Totale costi monetari Flusso di risorse finanziarie di PCN generato dall’attività operativa
349 730
Procedimento indiretto Utile d’esercizio Costi non monetari Ammortamenti Minusvalenze ordinarie Accantonamenti a fondi rischi e oneri a media e lunga scadenza Ricavi non monetari Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni (costi patrimonializzati) Flusso di risorse finanziarie di PCN generato dall’attività operativa
170 230 1 364 500 5 000 10 000 – 1 200 000 349 730
ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE
L’individuazione dei flussi finanziari che modificano il patrimonio circolante netto non presenta particolari difficoltà perché tali informazioni sono direttamente ricavabili dalla Nota integrativa dalla cui lettura emergono le seguenti informazioni: • riguardo all’attività di finanziamento, l’impresa ha impiegato risorse per rimborsare un prestito obbligazionario in precedenza emesso di 600 000 euro; ha invece ottenuto risorse finanziarie grazie all’emissione di nuove obbligazioni per 1 000 000 di euro. Analogamente la distribuzione dei dividendi per 150 000 euro ha dato luogo a un corrispondente impiego di risorse finanziarie; • riguardo all’attività di investimento, vi è una fonte di risorse finanziarie di 85 000 euro conseguente alla vendita di un macchinario; l’acquisto di software per 126 000 euro e di automezzi (altri beni) per 420 000 ha invece comportato un impiego di risorse finanziarie di 546 000 euro.
Il flusso di risorse finanziarie di PCN generato dall’attività operativa, principale fonte di finanziamento, ha aumentato il patrimonio circolante netto di 349 730 euro.
159
ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE
Modulo
160
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Le fonti e gli impieghi che hanno modificato il patrimonio circolante netto sono evidenziate nel Rendiconto finanziario che segue. Rendiconto finanziario delle variazioni del PCN Parte I – Dimostrazione delle fonti e degli impieghi
Parte II – Variazioni intervenute nei componenti del PCN
Fonti di risorse finanziarie
Variazioni delle attività correnti
Flusso finanziario di PCN generato dall’attività operativa
349 730
Attività di investimento vendita di immobilizzazioni
85 000
Disponibilità liquide
– 17 620
Crediti v/clienti
202 600
Rimanenze
205 600
Ratei e risconti
Attività di finanziamento
–
emissione di obbligazioni
1 000 000
Totale variazioni delle attività correnti
Totale fonti di risorse finanziarie
1 434 730
Variazioni delle passività correnti
390 580
Debiti verso banche
– 31 800
Impieghi di risorse finanziarie
Debiti verso fornitori
60 900
Attività di investimento
Debiti tributari
133 500
Debiti v/Istituti di previdenza
109 250
acquisto di immobilizzazioni
546 000
–
Altri debiti
Attività di finanziamento pagamento dei dividendi ai soci
150 000
Obbligazioni in scadenza
Totale impieghi di risorse finanziarie
696 000
Ratei e risconti
– 600 000 – 20 000
Totale variazioni delle passività correnti Variazione del PCN
738 730
Variazione del PCN
– 348 150 738 730
Dal Rendiconto finanziario delle variazioni del patrimonio circolante netto emerge che la principale fonte di finanziamento è costituita dall’emissione di un nuovo prestito obbligazionario, utilizzato principalmente per rimborsare obbligazioni in scadenza (ristrutturazione del debito). Consistente è stato anche il flusso di risorse finanziarie di PCN generato dall’attività operativa di 349 730 euro, che ha contribuito a finanziare l’acquisto di beni strumentali, complessivamente pari a 546 000 euro. Tuttavia, per avere informazioni più precise circa la possibilità dell’azienda di autofinanziarsi è bene considerare solamente la parte strettamente monetaria dell’utile d’esercizio, escludendo i ricavi e i costi che non si traducono immediatamente in entrate o uscite di denaro, ma vanno ad aumentare o a diminuire altri elementi dell’attivo corrente o del passivo corrente (crediti e debiti a breve scadenza, rimanenze, ratei e risconti). È importante anche determinare la variazione delle disponibilità liquide che, come si evince dal calcolo sottostante, nonostante l’incremento del patrimonio circolante netto, è diminuita di 17 620 euro. Prospetto delle variazioni delle disponibilità liquide Disponibilità liquide
n
n–1
Variazioni
Denaro e valori in cassa
26 443
81 093
– 54 650
Depositi bancari e postali
254 000
216 970
37 030
Totale disponibilità liquide
280 443
298 063
– 17 620
I flussi monetari che hanno comportato la diminuzione delle disponibilità liquide sono evidenziati nel Rendiconto finanziario delle variazioni delle disponibilità liquide.
Analisi per flussi
Unità
4
Disponibilità liquide iniziali
298 063
A) Flusso finanziario dell’attività operativa Utile d’esercizio
170 230
Ammortamenti
1 364 500
Minusvalenze ordinarie Accantonamenti a fondi rischi e oneri a media/lunga scadenza
5 000 10 000
Variazione nei crediti v/clienti
– 202 600
Variazione nelle rimanenze
– 205 600
Variazione nei ratei e risconti attivi Variazione nei debiti v/fornitori
– 60 900
Variazione nei debiti tributari
133 500
Variazione nei debiti v/Istituti previdenziali
109 250
Obbligazioni in scadenza Variazione nei ratei e risconti passivi
– 600 000 – 20 000 825 180
Totale flusso finanziario dell’attività operativa B) Flusso finanziario dell’attività di investimento Vendita di immobilizzazioni Acquisto di immobilizzazioni Costruzioni in economia
85 000 – 546 000 – 1 200 000 – 1 661 000
Totale flusso finanziario dell’attività di investimento C) Flusso finanziario dell’attività di finanziamento Variazione nei debiti verso banche a breve scadenza
– 31 800
Emissione di obbligazioni
1 000 000
Pagamento di dividendi
– 150 000
Totale flusso finanziario dell’attività di finanziamento
818 200
Decremento delle disponibilità liquide
– 17 620
Disponibilità liquide finali
280 443
Notiamo che mentre il flusso di risorse finanziarie generato dall’attività operativa è positivo (825 180 euro), il flusso delle disponibilità liquide è negativo (– 17 620 euro). Ciò è principalmente dovuto alle acquisizioni (acquisti e costruzioni in economia) di nuovi beni strumentali, oltre che al rimborso delle obbligazioni in scadenza di 600 000 euro (considerate debiti a breve termine). Hanno contribuito ad assorbire risorse finanziarie anche l’incremento delle rimanenze di magazzino di 205 600 euro e l’aumento dei crediti a breve scadenza di 202 600 euro (segno che una parte dei ricavi di vendita non è stata riscossa, ossia l’impresa ha concesso dilazioni ai propri clienti), importi non compensati da un aumento dei debiti a breve scadenza (dilazioni ottenute dai fornitori). Tali flussi monetari in uscita sono stati in parte compensati dalle entrate monetarie derivanti dall’attività di finanziamento (emissione di nuove obbligazioni). Rispetto al Rendiconto finanziario delle variazioni di PCN precedentemente esposto, il Rendiconto finanziario delle variazioni delle disponibilità liquide mostra con maggior precisione le disponibilità liquide prodotte (o assorbite) dall’attività operativa e le relative modalità di impiego (o di copertura). Esso è inoltre maggiormente idoneo a evidenziare la solvibilità dell’impresa nel breve periodo.
ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE ESERCITAZIONE
Rendiconto finanziario delle variazioni delle disponibilità liquide
161
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
TEST INTERATTIVI
1
• test in autoveriica su unità 4 • interrogazione simulata con speakeraggio
Indica la risposta corretta (alcuni quesiti possono avere più risposte esatte). a. Il flusso di risorse finanziarie di PCN generato dall’attività operativa:
❑ 1. corrisponde al risultato economico d’esercizio ❑ 2. equivale alla variazione tra la consistenza finale e la consistenza iniziale della liquidità ❑ 3. comprende, oltre alla liquidità generata nell’esercizio, la variazione delle attività prontamente liquidabili e dei debiti a breve
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 4
❑ 4. si può calcolare come differenza tra ricavi monetari e costi monetari b. Individua quali tra i seguenti componenti di reddito comportano una modifica del patrimonio circolante netto:
❑ ❑ ❑ ❑
1. 2. 3. 4.
ammortamento minusvalenze ordinarie costi per materie costi per servizi
5. 6. 7. 8.
interessi passivi salari e stipendi svalutazione crediti costi patrimonializzati
c. Costituiscono impieghi di mezzi finanziari:
❑ ❑ ❑ ❑ ❑
2
1. 2. 3. 4. 5.
il rimborso di quote in conto capitale di mutui passivi il pagamento del TFR a un dipendente dimissionario la vendita di un bene strumentale il pagamento dei dividendi agli azionisti l’apporto di beni strumentali da parte di un socio
Indica se le seguenti caratteristiche appartengono al flusso finanziario dell’attività operativa oppure al flusso finanziario di PCN dell’attività operativa. Flusso finanziario dell’attività operativa
È riportato nel Rendiconto finanziario delle variazioni delle disponibilità liquide. È riportato nel Rendiconto finanziario delle variazioni del patrimonio circolante netto. Corrisponde al flusso di cassa dell’attività operativa. È dato dalla differenza tra i ricavi monetari e i costi monetari. Include le variazioni negli elementi dell’attivo corrente e dei debiti a breve scadenza. Esclude le variazioni negli elementi dell’attivo corrente e dei debiti a breve scadenza. Rappresenta la parte monetaria del risultato economico d’esercizio, che ha comportato variazioni nelle disponibilità liquide. Rappresenta la parte del risultato economico d’esercizio che ha comportato variazioni nelle disponibilità liquide, nelle disponibilità finanziarie, nelle rimanenze e nei debiti a breve scadenza.
162
❑ ❑ ❑ ❑
Flusso finanziario di PCN dell’attività operativa
Unità
Analisi per flussi
3
4
Traendo le informazioni necessarie dallo Stato patrimoniale riclassificato secondo criteri finanziari e dalle tabelle della Nota integrativa, individua, distinguendo le fonti dagli impieghi, le variazioni integrali che hanno interessato il patrimonio circolante netto. Stato patrimoniale riclassificato Impieghi
n
Arredamento
250 000
n–1
Fonti
n
237 500 Debiti per TFR
n–1
112 500
106 250
Brevetti
62 500
68 750 Mutui passivi
187 500
168 750
Software
50 000
56 250 Prestiti obbligazionari
500 000
562 500
Movimentazioni intervenute nelle immobilizzazioni Costo originario
Fondo ammortamento
Valore di bilancio
Arredamento Importo al 31/12/n Acquisti Quota di ammortamento
325 000 50 000
Importo al 31/12/n+1
375 000
125 000
250 000
102 500
33 750
68 750
– 15 000 – 6 250 2 500 7 500
– 15 000
87 500
237 500
37 500
10 000
Importo al 31/12/n
91 250
28 750
62 500
Costi di sviluppo Importo al 31/12/n Quota di ammortamento
56 250 – 6 250
56 250
Importo al 31/12/n
50 000
50 000
Movimentazioni intervenute nelle passività consolidate Importi 31/12/n
4
Aumenti
Diminuzioni
Importi 31/12/n+1
Debiti per TFR
106 250
25 000
18 750
112 500
Mutui passivi
168 750
31 250
12 500
187 500
Prestiti obbligazionari
562 500
62 500
500 000
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 4
Brevetti Importo al 31/12/n Alienazioni: ä VWRUQR GHO IRQGR DPPRUWDPHQWR ä ULFDYR GL UHDOL]]R ä SOXVYDOHQ]D Acquisti Quota di ammortamento
Leggi l’estratto dal principio contabile nazionale n. 10 emanato dall’OIC e rispondi sul quaderno alle domande che seguono. Il Rendiconto finanziario è un prospetto contabile che presenta le cause di variazione, positive o negative, delle disponibilità liquide avvenute in un determinato esercizio. La risorsa finanziaria presa a riferimento per la redazione del documento è rappresentata dalle disponibilità liquide. Le disponibilità liquide sono rappresentate dai depositi bancari e postali, dagli assegni e dal denaro e valori in cassa. Il rendiconto finanziario fornisce informazioni utili per valutare la situazione finanziaria della società o del gruppo (compresa la liquidità e solvibilità) nell’esercizio di riferimento e la sua evoluzione negli esercizi successivi. I benefici informativi sono molteplici. Il rendiconto permette, tra l’altro, di valutare: a. le disponibilità liquide prodotte/assorbite dall’attività operativa e le modalità di impiego/ copertura; b. la capacità della società o del gruppo di affrontare gli impegni finanziari a breve termine; c. la capacità della società o del gruppo di autofinanziarsi.
163
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
I flussi finanziari presentati nel Rendiconto finanziario derivano dall’attività operativa, dall’attività di investimento e dall’attività di finanziamento. L’attività operativa comprende generalmente le operazioni connesse all’acquisizione, produzione e distribuzione di beni e alla fornitura di servizi, nonché le altre operazioni non ricomprese nell’attività di investimento e di finanziamento. L’attività di investimento comprende le operazioni di acquisto e di vendita delle immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie e delle attività finanziarie non immobilizzate. L’attività di finanziamento comprende le operazioni di ottenimento e di restituzione delle disponibilità liquide sotto forma di capitale di rischio o di capitale di debito. 1. A quali funzioni assolve il Rendiconto finanziario? 2. Quali informazioni sono desumibili dal Rendiconto finanziario? 3. Quali tipologie di Rendiconti possono essere redatti? E qual è quello previsto dal codice civile e dal principio contabile nazionale?
Esamina il Rendiconto finanziario facente parte del bilancio d’esercizio in forma ordinaria della Marmolada spa ed esegui quanto richiesto. Rendiconto finanziario
CASO AZIENDALE
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 4
5
Disponibilità liquide iniziali A) Flusso finanziario dell’attività operativa Utile d’esercizio Costi non monetari Ricavi non monetari Variazione nei crediti a breve scadenza Variazione nelle rimanenze Variazione nei ratei e risconti attivi Variazione nei debiti v/fornitori Variazione nei debiti tributari Variazione nei debiti v/Istituti previdenziali Variazione nei ratei e risconti passivi Totale flusso finanziario dell’attività operativa B) Flusso finanziario dell’attività di investimento Vendita di immobilizzazioni Acquisto di immobilizzazioni Totale flusso finanziario dell’attività di investimento C) Flusso finanziario dell’attività di finanziamento Variazione nei debiti verso banche a breve scadenza Aumento del capitale sociale (emissione di nuove azioni) Rimborso di mutui passivi Pagamento di dividendi
194 200 490 000 1 118 600 – 1 000 000 32 200 – 60 000 – 2 800 1 763 000 10 800 167 200 36 000 2 555 000 60 000 – 3 040 000 – 2 980 000 94 000 1 120 000 – 400 000 – 285 000 529 000
Totale flusso finanziario dell’attività di finanziamento Incremento delle disponibilità liquide Disponibilità liquide finali
104 000 298 200
a. Rispondi alle seguenti domande. 1. Quale tipologia di Rendiconto è stato presentato dalla Marmolada spa? 2. Che cosa sono i costi e i ricavi non monetari? 3. Che cosa esprime il flusso finanziario dell’attività operativa? b. Completa la tabella.
Disponibilità liquide Denaro e valori in cassa Depositi bancari e postali Totale disponibilità liquide
n 287 400
n–1 4 600 189 600
...........
...........
...........
Variazioni 6 200 ........... ...........
c. Redigi sul quaderno un breve report di commento dei dati riportati nel Rendiconto finanziario. Esercizi finali Gruppo 6
164
01 Brand aziendale Letteralmente marca, ovvero marchio aziendale, identifica i prodotti/servizi offerti dall’azienda attraverso un disegno, un nome, un simbolo e/o un insieme di tali elementi.
LA RESPONSABILITÀ SOCIALE DELL’IMPRESA
Impresa socialmente responsabile Secondo la definizione del Libro verde delle Nazioni unite, è socialmente responsabile l’impresa che non si limita a rispettare gli obblighi giuridici e a soddisfare gli impegni presi con gli interlocutori sociali, ma va al di là investendo di più nel capitale umano, nell’ambiente e nei rapporti con le parti interessate.
La rendicontazione sociale e ambientale Oggigiorno i consumatori finali si dimostrano sempre più attenti sia alla qualità dei prodotti e dei servizi offerti dalle imprese, sia ai riflessi che l’operatività aziendale produce sull’ambiente circostante. I consumatori, e la collettività in generale, esprimono giudizi sul comportamento delle imprese, ossia sul loro modo di operare e sul come (con quali strumenti e modalità) hanno ottenuto profitti. Le imprese che non adottano comportamenti in sintonia con il giudizio etico e morale corrente (per esempio, imprese che sfruttano il lavoro minorile, danneggiano e inquinano l’ambiente, diffondono dati e notizie poco attendibili al fine di attirare nuovi investitori ecc.) possono essere oggetto di boicottaggi di massa che riducono drasticamente il fatturato e fanno perdere credibilità al brand aziendale. Molte decisioni aziendali sono quindi condizionate dalle aspettative degli stakeholder: essi spingono l’impresa a essere socialmente responsabile, ossia ad assumere la consapevolezza che le scelte effettuate per raggiungere i propri obiettivi si riflettono sull’ambiente sociale e naturale. Il concetto di responsabilità sociale coinvolge un vasto campo di settori, quali la sicurezza dei luoghi di lavoro, la stabilità dell’occupazione e il rispetto dei diritti dei lavoratori, la prevenzione (o il ripristino) del degrado ambientale ecc. Tale responsabilità si sviluppa e comprende tre distinti ambiti (triple bottom line): ♦ l’ambito economico, perché l’impresa è un “centro di creazione di posti di lavoro” ed è anche sua la responsabilità di mantenere stabili i livelli di occupazione, in modo da contribuire alla creazione di ricchezza e allo sviluppo economico durevoli nel tempo; ♦ l’ambito sociale, perché ai fini del benessere sociale sono importanti anche le modalità con le quali la ricchezza è creata e ripartita tra la collettività. Ciò significa che nell’eseguire i processi aziendali l’impresa si deve assumere la responsabilità delle condizioni sottostanti alla produzione, quali la sicurezza nei luoghi di lavoro, il rispetto dei diritti dei lavoratori e della normativa posta a loro tutela, l’osservanza di un atteggiamento etico e moralmente corretto nei confronti di tutti i dipendenti, la salvaguardia delle pari opportunità ecc.; ♦ l’ambito ecologico, perché le produzioni non devono danneggiare le risorse naturali, ma devono essere orientate a perseguire uno sviluppo economico sostenibile, vale a dire un processo di crescita economica realizzato facendo in modo che le risorse consumate con le produzioni attuali non compromettano lo sviluppo e il benessere delle generazioni future.
165
Modulo
1
02
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
La normativa per le società di maggiori dimensioni Il d.lgs. 30 dicembre 2016, n. 254 prevede l’obbligo di redigere una dichiarazione individuale di carattere non finanziario per tutti gli enti di interesse pubblico e i gruppi di grandi dimensioni che hanno avuto, in media, durante l’esercizio un numero di dipendenti superiore a cinquecento e, alla data di chiusura del bilancio, hanno superato almeno uno dei due seguenti limiti dimensionali: ♦ totale dell’attivo dello Stato patrimoniale: 20 000 000 di euro; ♦ totale dei ricavi netti delle vendite e delle prestazioni: 40 000 000 di euro.
Enti di interesse pubblico Società quotate in mercati regolamentati, banche e compagnie di assicurazione.
CONTENUTO DELLA DICHIARAZIONE NON FINANZIARIA
La dichiarazione individuale di carattere non finanziario deve essere redatta annualmente dagli amministratori della società e può essere collocata all’interno della relazione sulla gestione (art. 2428 del c.c.) o, in alternativa, può costituire un resoconto distinto e separato; in ogni caso tale dichiarazione deve essere approvata dall’organo esecutivo e messa a disposizione sia dell’organo di controllo (collegio sindacale, consiglio di sorveglianza o comitato per il controllo) sia del soggetto incaricato della revisione legale, il quale deve verificarne l’effettiva predisposizione e, nel caso, attestarne (con una relazione distinta) la conformità delle informazioni fornite rispetto a quanto richiesto dalla legge. Il d.lgs. 30 dicembre 2016, n. 254 prevede che la dichiarazione non finanziaria contenga tutte le informazioni necessarie ad assicurare la comprensione dell’attività dell’impresa, del suo andamento, dei suoi risultati e dell’impatto prodotto nell’ambiente circostante, analizzando i seguenti temi: l’ambiente, gli aspetti sociali, il personale, il rispetto dei diritti umani la lotta contro la corruzione, tenendo conto delle attività e delle caratteristiche dell’impresa. Devono pertanto essere indicati: ♦ il modello aziendale di gestione e di organizzazione delle attività dell’impresa; ♦ le politiche praticate, comprese quelle di dovuta diligenza, i risultati conseguiti e gli indicatori di carattere non finanziario utilizzati; ♦ i principali rischi che derivano dall’attività dell’impresa, dai prodotti fabbricati, dai servizi o rapporti commerciali. Pur lasciando libertà alle imprese di scegliere il modello di rendicontazione e le modalità di calcolo degli indicatori più idonei a misurare le performance negli aspetti ambientale e sociale (possono essere utilizzati standard nazionali, unionali oppure internazionali), le norme richiedono che siano prodotte informazioni riguardanti: ♦ l’utilizzo di risorse energetiche (distinguendo fra quelle prodotte da fonti rinnovabili e non rinnovabili) e l’impiego di risorse idriche; le emissioni di gas a effetto serra e le emissioni inquinanti in atmosfera; ♦ l’impatto delle politiche aziendali a breve e medio/lungo termine verso l’ambiente, la salute e la sicurezza, nonché i fattori di rischio ambientale e sanitario sottostanti all’attività dell’impresa; ♦ gli aspetti sociali attinenti alla gestione del personale, incluse le azioni effettuate per garantire la parità di genere e le modalità con cui è realizzato il dialogo con le parti sociali; ♦ il rispetto dei diritti umani, le misure adottate per prevenirne le violazioni e le azioni poste in essere per impedire atteggiamenti comunque discriminatori; ♦ le azioni e gli strumenti adottati per lottare contro la corruzione. Occorre ricordare che, anche se non obbligate, le imprese possono comunque predisporre volontariamente una dichiarazione semplificata di carattere non finanziario.
166
Analisi del bilancio socio-ambientale
03
Unità
5
Il bilancio socio-ambientale
Evidenzia l’impegno verso la collettività e contiene resoconti destinati a documentare i rapporti tra l’impresa e gli individui che con essa cooperano, sia interni (lavoratori dipendenti), sia esterni (collettività in generale). L’attenzione è incentrata sui risultati che indicano il valore economico creato sul territorio e la sua distribuzione tra soci, dipendenti, finanziatori e, in generale, la comunità di riferimento dell’impresa.
Bilancio ambientale Rappresenta il resoconto dell’impegno assunto dall’impresa per la salvaguardia dell’ecosistema. Descrive relazioni tra l’impresa e l’ambiente naturale ed espone dati quantitativi e qualitativi relativi all’impatto delle attività produttive sull’ecosistema e/o ai contributi finanziari erogati per la sua protezione.
Indipendentemente dagli obblighi normativi sono molte le imprese, sia di piccole e medie dimensioni sia di grandi dimensioni, socialmente responsabili che predispongono e rendono pubblici speciici documenti idonei a rendicontare l’impegno assunto in ambito economico, sociale e ambientale. Tali documenti assumono denominazioni diverse a seconda dell’aspetto preso prevalentemente in considerazione (bilancio sociale, bilancio ambientale, bilancio di sostenibilità); tuttavia molto spesso tutte le informazioni inerenti i vari ambiti di responsabilità vengono riportate in un unico rendiconto (bilancio socio-ambientale). Il bilancio socio-ambientale è un rendiconto quantitativo e qualitativo dell’attività aziendale che dimostra il riparto tra gli stakeholder della ricchezza prodotta ed evidenzia, anche attraverso la costruzione di specifici indicatori, il contributo offerto dall’impresa a favore dei settori sociale e ambientale. Sebbene alcune informazioni siano comuni a quelle previste dalla dichiarazione non finanziaria, il bilancio socio-ambientale non si sovrappone a quest’ultimo documento, né può essere considerato un suo duplicato. Il bilancio socio-ambientale, per molti aspetti, rappresenta un’evoluzione dei sistemi contabili diretta ad assicurare la massima circolazione, fruibilità e trasparenza di tutte le informazioni così da assecondare le diverse necessità degli stakeholder. Il bilancio (o rendiconto) socio-ambientale può essere considerato da un duplice punto di vista: ♦ come strumento di comunicazione delle azioni compiute a favore della collettività, complementari alle informazioni economico-finanziarie contenute nel bilancio d’esercizio. In questa ottica il bilancio socio-ambientale e il bilancio d’esercizio si integrano in un global report che consente all’impresa di rivolgersi contemporaneamente sia ai soggetti interni, sia ai soggetti esterni (comunicazione integrata); ♦ come strumento di programmazione e controllo inserito in un sistema di qualità totale che tende al miglioramento continuo nell’utilizzo di tutte le risorse (primariamente sull’uso delle risorse umane, ma anche di quelle naturali soprattutto se non riproducibili).
Confronto tra BilanCio soCio-amBiEntalE E diChiarazionE non finanziaria BILANCIO SOCIO-AMBIENTALE
DICHIARAZIONE NON FINANZIARIA
È redatto e diffuso su base volontaria.
Deve essere redatta dagli enti di interesse pubblico che superano i parametri previsti dalla normativa.
È parte del sistema dei controlli interni che, integrandosi con il sistema della qualità, mette in relazione le finalità strategiche dell’azienda con le aspettative degli stakeholder.
È un documento di carattere informativo in tema ambientale, sociale, di gestione del personale, di rispetto dei diritti umani, della lotta alla corruzione.
È uno strumento che coinvolge tutti gli stakeholder, consentendo loro di esprimere valutazioni circa le modalità di creazione e di riparto del valore aggiunto creato dall’impresa.
Favorisce la trasparenza delle attività aziendali, l’accessibilità (visibilità) e l’uniformità (la comparabilità) delle informazioni non finanziarie all’interno dell’Unione europea.
Esamina la qualità delle relazioni con tutti gli stakeholder (clienti, fornitori, dipendenti, soci, banche, istituzioni, collettività).
Associa gli obiettivi di redditività delle imprese con gli obiettivi sociali e ambientali per la sostenibilità dello sviluppo economico nel lungo periodo.
Entrambi i documenti favoriscono la Corporate social responsibility (CSR) delle imprese e consentono al management di avviare un processo di autovalutazione dei rischi che derivano dalle loro decisioni.
167
Modulo
1
Bilancio di sostenibilità Documenta sia il consumo delle risorse naturali, sia il contributo offerto dall’impresa per il raggiungimento della stabilità occupazionale. È lo strumento idoneo a valutare l’operato dell’impresa secondo le logiche dell’efficienza economica, della tutela ambientale e della tutela sociale (triple bottom line).
Comunicazione integrata È l’insieme dei processi di creazione, scambio e di condivisione di messaggi rivolti ai soggetti interni ed esterni all’azienda.
04 Principi di redazione Regole di redazione del bilancio sociale enunciate da organismi che si occupano di responsabilità sociale dell’impresa.
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
In una prospettiva esterna attraverso il bilancio socio-ambientale l’impresa comunica le proprie scelte in modo da consentire a tutti gli interlocutori sociali di esprimere un giudizio consapevole sulle sue attività e avviare uno scambio utile per il miglioramento della gestione. Si tratta di una strategia comunicativa finalizzata alla ricerca del consenso degli stakeholder, necessario per sostenere le attività aziendali e legittimare i comportamenti imprenditoriali. I consumatori potranno essere maggiormente propensi ad appoggiare (preferendone l’acquisto dei prodotti/servizi) un’impresa il cui comportamento viene giudicato eticamente corretto; analogamente i finanziatori potranno essere più disposti a offrire i propri capitali a chi presenta elevate doti morali, così come le istituzioni locali (Regione, Comune ecc.) potranno essere più favorevoli a offrire contributi (anche sotto forma di finanziamenti agevolati) alle imprese socialmente responsabili che contribuiscono allo sviluppo economico locale. Visto da un’angolatura interna, il bilancio socio-ambientale diventa uno strumento di supporto alla contabilità direzionale e, in particolare, al controllo di gestione con cui l’impresa a preventivo quantifica l’utilizzo delle risorse, e a consuntivo ne controlla i risultati al fine di migliorare l’efficienza dei processi produttivi. Diversamente dai tradizionali strumenti di programmazione e controllo (budget), il bilancio socio-ambientale prende in considerazione i costi sociali e ambientali conseguenti all’utilizzo delle risorse umane e naturali. Pertanto l’obiettivo del miglioramento continuo che tende alla qualità totale va inteso anche come ricerca delle migliori performance in ambito sociale e ambientale. Applicare regole sociali condivise, non limitandosi a osservare gli obblighi giuridici fondamentali posti a tutela dei lavoratori, è un’azione che determina impatti positivi sul rendimento del lavoro a cui si associano minori costi di produzione. Ne costituiscono esempi le scelte di incentivare la formazione del personale attraverso corsi di aggiornamento, di migliorare le condizioni e i luoghi di lavoro e i rapporti tra direzione e personale. Va però chiarito che in quest’ottica il bilancio socio-ambientale deve essere inserito nel sistema del controllo di gestione; esso deve quindi essere redatto con continuità e deve indicare sia gli obiettivi programmati, sia quelli effettivamente raggiunti, in modo da consentire il confronto dei risultati e intraprendere eventuali azioni correttive.
L’interpretazione del bilancio socio-ambientale La lettura del bilancio socio-ambientale consente di trarre informazioni sul comportamento dell’impresa e quindi di esprimere giudizi sulle sue attività e sulle modalità di creazione e ripartizione del valore economico creato. Affinché tali informazioni siano attendibili, occorre che il bilancio sociale sia redatto seguendo le linee guida e i principi di redazione stabiliti da organismi nazionali e internazionali, quali il GBS (Gruppo di studio per il Bilancio Sociale) e il GRI (Global Reporting Initiative), con particolare riferimento ai requisiti della chiarezza, della trasparenza (verificabilità delle informazioni) e della completezza. PRINCIPI DI REDAZIONE DEL BILANCIO SOCIO-AMBIENTALE (STANDARD GBS)
Responsabilità
Richiede di indicare chiaramente gli stakeholder a cui l’impresa deve rendere conto anche attraverso la predisposizione di mappe idonee a individuarli.
Identificazione
Si devono fornire indicazioni sull’assetto proprietario, sulla vision, sulla mission, sul codice etico e, in generale, sui valori ritenuti importanti (ciò in cui l’impresa crede e vuole essere identificata). (segue)
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Trasparenza e verificabilità dell’informazione
Le informazioni contenute nel bilancio sociale devono essere vere e verificabili (si deve mettere il lettore in condizioni di verificare le fonti di raccolta dei dati). Le informazioni devono essere trasparenti perciò la chiarezza è indispensabile affinché tutti i destinatari siano in grado di comprendere il documento in ogni suo aspetto.
Inclusione
Tutti gli stakeholder, sia interni sia esterni, devono essere coinvolti nel processo di redazione del bilancio e devono poter apportare liberamente il proprio contributo. Vi deve essere corrispondenza tra i valori e gli obiettivi indicati e le scelte strategiche compiute dall’impresa per il loro raggiungimento. I soggetti (gruppo di lavoro) che redigono il rendiconto devono essere totalmente distaccati dai propri interessi personali. Il bilancio socio-ambientale non può favorire l’uno o l’altro gruppo di interlocutori, né promuovere un’immagine dell’impresa “di parte”. Gli effetti sociali devono essere rilevati nel momento in cui si manifestano finanziariamente e non nel momento in cui si assume la decisione. Non vi devono essere sopravvalutazioni delle performance aziendali. I dati devono essere omogenei (si deve utilizzare una stessa unità di misura), comparabili nel tempo e nello spazio (con quelli delle altre imprese) in modo da rendere le informazioni contenute nel bilancio perfettamente comprensibili.
Coerenza Neutralità
Competenza Prudenza Comparabilità, chiarezza, intelleggibilità e omogeneità Utilità, significatività e rilevanza Attendibilità e fedele rappresentazione
Indicatori Sono costituiti da misurazioni fisiche e monetarie, oppure espresse soltanto con modalità descrittive.
Indicatori di output e di outcome Misurano il risultato sociale di un’attività o di un processo secondo una dimensione interna (indicatori di output) e una dimensione esterna (indicatori di outcome). L’indicatore di output è riferito a un prodotto/servizio offerto; l’indicatore di outcome è un indicatore di processo personalizzato e globale, che riflette le specifiche esigenze del soggetto cui è rivolta l’attività (così come è realmente percepito dagli stakeholder esterni).
Per essere utile un’informazione deve essere significativa (si deve limitare a esporre solo i dati che possono effettivamente interessare i destinatari); si deve considerare l’effettivo impatto dell’attività aziendale cercando di limitare il più possibile le stime soggettive. L’informazione deve essere priva di errori e “forzature” in modo da offrire una rappresentazione affidabile (vera); gli aspetti sostanziali devono prevalere su quelli formali (predominio della sostanza sulla forma). Se la redazione del documento è affidata a soggetti esterni all’impresa, questi devono evitare commenti soggettivi, non dimostrabili in maniera univoca.
Negli ultimi anni si è diffuso un modello di bilancio socio-ambientale articolato nelle seguenti parti: 1. premessa e nota metodologica, dove vengono indicati i componenti del gruppo di lavoro che hanno partecipato alla redazione del documento, le modalità applicate per l’ascolto e la comprensione delle esigenze degli stakeholder e le modalità utilizzate per il loro coinvolgimento, i principi di redazione adottati per la predisposizione del rendiconto; 2. identità aziendale, in cui si descrivono l’azienda e la sua storia, si fornisce la descrizione dell’assetto istituzionale, della struttura organizzativa, della vision, dei valori di riferimento, della mission e degli obiettivi strategici; 3. relazione sociale, in cui si espongono i risultati ottenuti in relazione ai programmi, agli impegni presi e agli effetti che gli obiettivi realizzati hanno prodotto sulle singole categorie di stakeholder. La relazione sociale è di solito articolata per cluster (gruppi generali) di stakeholder: • i dipendenti (le risorse umane); • i soci/azionisti; • i clienti, i fornitori e i partner finanziari (banche e altri soggetti che offrono capitali di debito); • la Pubblica amministrazione (Stato ed enti locali) e la comunità, intesa come collettività (insieme di individui); • l’ambiente naturale (o ambiente ecologico). Nei confronti di ciascun gruppo di stakeholder vengono individuati specifici indicatori di output e di outcome che consentono di valutare l’efficacia delle scelte effettuate; 4. produzione e distribuzione del valore aggiunto, in cui si illustrano i risultati economici e finanziari ottenuti dall’impresa e i soggetti beneficiari del valore economico creato. La conoscenza dei principi seguiti nella redazione del bilancio socio-ambientale, esplicitati nella Nota metodologica, è il presupposto per comprenderne e interpretarne correttamente il contenuto.
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Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Va però chiarito, innanzi tutto, che il bilancio socio-ambientale, in quanto strumento di comunicazione istituzionale (dell’identità aziendale e delle sue attività), presenta contenuti diversi da impresa a impresa e anche le sue articolazioni (i report che lo compongono) seguono percorsi differenziati a seconda del settore di attività dell’impresa e della diversità di vedute e di pensiero dei redattori. Pur perseguendo obiettivi comuni (coinvolgimento e completa soddisfazione degli interlocutori sociali per massimizzare i risultati economici, ottimizzare la gestione finanziaria ecc.), ciascuna impresa ha una propria specifica organizzazione, un proprio codice etico, una proprio orientamento strategico di fondo che guida le scelte imprenditoriali, fattori questi che rendono impossibile associare il rendiconto socio-ambientale a un documento predefinito in maniera identica per tutte le imprese. Ingabbiare il bilancio socio-ambientale all’interno di schemi analitici e/o di particolari set di indicatori può allontanare dalla natura stessa della rendicontazione sociale e portare a un approccio più compilativo che riflessivo. Anche considerando la coerenza con le esigenze del controllo di gestione, il bilancio sociale dovrebbe essere focalizzato sugli aspetti più rilevanti e critici della gestione, aspetti mutevoli da azienda ad azienda e, all’interno della stessa, nel tempo.
Esempio Confronto tra imprese commerciali, industriali e bancarie Presentiamo, corredati da un breve commento, la vision, la mission e alcuni indicatori relativi alla categoria clienti (stakeholder privilegiato di tutte le imprese), tratti dal rendiconto di un’impresa commerciale, di un’impresa industriale e di un’impresa bancaria. Impresa commerciale di distribuzione al dettaglio – supermercato Denominazione del rendiconto: bilancio di sostenibilità Vision Migliorare il potere di acquisto e la qualità della vita di un numero sempre maggiore di clienti attraverso l’impegno e la dedizione di collaboratori responsabili, professionali, appassionati e motivati. Mission Offrire prodotti di elevata qualità a prezzi convenienti, per soddisfare completamente le esigenze dei consumatori. Relazione sociale: per i clienti Obiettivi
Operazioni effettuate
Indicatori
Garantire la qualità e la sicurezza dei prodotti lungo tutta la filiera di approvvigionamento e vendita attraverso la formazione continua del personale.
Verifiche sulla qualità dei prodotti esposti nei punti vendita. Corsi di formazione del personale dedicati alla qualità.
Numero di verifiche effettuate nell’anno. Numero di corsi di formazione attivati. Ore di formazione per ciascun dipendente.
Assicurare il massimo della convenienza Sviluppo di prodotti a marchio proprio. Numero di prodotti a marchio proprio offrendo prodotti di qualità a prezzi van- Riduzione dei prezzi del 30% rispetto ai immessi sul mercato. prodotti di marchi concorrenti leader. Test di gradimento attraverso intertaggiosi. viste ai clienti del supermercato: rapporto qualità/prezzo percepito dai consumatori.
La scelta di denominare il rendiconto “bilancio di sostenibilità” è indicativa del contenuto che prevalentemente viene sviluppato nel documento: sul piano economico-sociale viene infatti considerata prioritaria l’efficienza, coniugata con il razionale utilizzo delle risorse. Poiché l’impresa opera nel settore della grande distribuzione organizzata, tale razionalità nell’utilizzo delle risorse si riferisce prevalentemente al fattore produttivo lavoro umano (le competenze e la professionalità del personale dipendente addetto alla vendita, quali la capacità di esporre i prodotti, di relazionarsi con i clienti ecc. sono basilari per la fidelizzazione dei clienti). La vision nasce dalla percezione del management aziendale dei bisogni del contesto territoriale; sulla base di tale “visione” si sviluppa la mission che rappresenta il modo di essere dell’impresa, ciò che vuole realizzare e come vuole essere identificata.
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L’impresa, in questo caso, focalizza l’attenzione sul miglioramento del potere di acquisto dei consumatori: l’aspetto ritenuto più importante è l’offerta di prodotti a prezzi economici, pur garantendo uno standard qualitativo elevato. La relazione sociale esplicita questo obiettivo strategico di fondo ponendo al centro dei rapporti con i consumatori la garanzia che la qualità dei prodotti è costantemente controllata. La convenienza per i clienti, rispetto al prezzo, è invece assicurata dalla commercializzazione di prodotti con un proprio marchio (private label) che consente al supermercato di risparmiare sui prezzi di acquisto dei generi da rivendere. Impresa industriale – settore meccanico Denominazione del rapporto: bilancio sociale e ambientale Vision Per la spiccata vocazione internazionale l’impresa vuole essere tra i primi “global player” che si contenderanno il mercato mondiale nel prossimo decennio sviluppando e utilizzando al meglio la capacità di innovazione sui prodotti e sui processi, investendovi in modo significativo, puntando sull’automazione, su bassi consumi energetici e sulla riduzione massima delle emissioni in atmosfera. Mission Costruire un vantaggio competitivo basandosi sull’impegno dei propri collaboratori, sulla valorizzazione delle loro capacità professionali e manageriali e sul rispetto dell’ambiente naturale. Investire per: • migliorare e mantenere un clima di apertura, di confronto e di collaborazione reciproca in un ambiente di lavoro che garantisca il benessere fisico e psicologico delle persone; • salvaguardare l’ambiente, rinnovando le risorse naturali utilizzate. Relazione sociale: per i clienti Obiettivi
Operazioni effettuate
Indicatori
Rispondere alle attese dei clienti migliorando l’affidabilità e la sicurezza dei prodotti offerti.
Introduzione del sistema di qualità ai fini della certificazione ISO 9000. Monitoraggi di customer satisfaction.
Numero e tipologie di controlli effettuati sui prodotti. Numero di reclami ricevuti nell’anno.
Ridurre le emissioni in atmosfera di CO2.
Acquisto di nuovi macchinari a basso impatto ambientale.
Entità delle risorse finanziarie investite per l’acquisto di immobilizzazioni tecniche a basso impatto ambientale.
Diversamente dall’impresa commerciale, l’impresa che svolge attività industriale (in questo caso nel settore della meccanica) ha una vocazione all’internazionalizzazione e la vision che la guida è la volontà (intesa come necessità) di aggredire il mercato per conquistare nuove quote che la porteranno in una posizione di leadership. Data la peculiarità dei prodotti (impianti e strumenti di sicurezza), il management aziendale ritiene importante che questi siano affidabili, non solo privi di difetti, ma anche a elevato contenuto tecnologico e/o comunque fabbricati con modalità e tecniche tali da ridurre l’impatto delle emissioni di sostanze inquinanti in atmosfera. Anche la denominazione del rendiconto bilancio sociale e ambientale è indicativa di tale volontà. Di solito i rendiconti in ambito socio-ambientale focalizzano l’attenzione sulla necessità di tutelare l’ambiente naturale in quanto i processi di fabbricazione possono dar luogo a emissioni di sostanze inquinanti. Gli indicatori idonei a misurare gli obiettivi, che coerentemente con la mission sono stati predefiniti nei confronti dei clienti, sono essenzialmente costituiti da misurazioni riguardanti i controlli effettuati, dai reclami dei clienti e, per ciò che attiene all’ambiente, dagli investimenti effettuati per acquisire nuovi macchinari a basso impatto ambientale (indicatori di output). Impresa bancaria Denominazione del rapporto: bilancio sociale Vision Offrire sostegno alle famiglie, alle imprese e alle nostre comunità per contribuire alla ripresa dell’economia, per servire e favorire lo sviluppo economico e il benessere sociale dei territori in cui operiamo. Mission Creare valore per i clienti e per tutti i nostri stakeholder, generando profitto in maniera sostenibile nel tempo.
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Fornire alle famiglie e alle imprese prodotti e servizi bancari, finanziari e assicurativi di eccellenza, costruendo con i clienti e con tutti gli stakeholder relazioni durature fondate sulla fiducia. Relazione sociale: per i clienti Considerando la particolare e difficile congiuntura economica sono state effettuate azioni per sostenere le piccole-medie imprese, nostre clienti di riferimento, e per dare sollievo alle famiglie in difficoltà finanziarie. Categorie di clientela Imprese
Famiglie
Obiettivi programmati
Operazioni
Indicatori
Supportare le imprese che, pur trovandosi in temporanea difficoltà finanziaria, presentano adeguate prospettive economiche e di continuità aziendale.
Sospensione del rimborso dei prestiti. Concessione di fidi, anche attraverso l’offerta di linee di credito che prevedono finanziamenti pari al doppio dei nuovi conferimenti effettuati dal titolare o dai soci nel corso dell’esercizio (progetto 200% ricapitalizzazione immediata).
Volume dei debiti sospesi (importi complessivi e per settore di attività). Fidi concessi (impieghi della banca per settore di attività) in rapporto alle
Supportare le famiglie in difficoltà finanziarie.
Rinegoziazione dei mutui in precedenza concessi, allungandone la scadenza.
Volume dei mutui rinegoziati.
domande di accesso al credito domande soddisfatte
× 100
La vision dell’impresa bancaria è fortemente influenzata dalla congiuntura economica che, alla data di redazione del rapporto, era in fase recessiva. La mission esprime quindi la vocazione a generare valore economico per tutti gli stakeholder fornendo prodotti finanziari (prestiti, titoli, c/c di corrispondenza ecc.) di sicura affidabilità. L’attenzione, come suggerita dalla denominazione del rendiconto (bilancio sociale) è dedicata prevalentemente ai rapporti sociali tra la banca e i suoi interlocutori. L’attività bancaria, del resto, non implica di per sé processi produttivi che possono essere particolarmente dannosi per l’ambiente naturale: in questo ambito il contributo offerto può essere costituito prevalentemente da finanziamenti erogati a imprese che si occupano di tutela ambientale, da sponsorizzazioni a convegni (indicatori indiretti). Nell’ambito dei contributi diretti, il contributo di un’impresa che non svolge un processo di fabbricazione che di per sé può mettere a repentaglio l’ambiente naturale può essere incentrato sul razionale utilizzo della carta e dei toner per stampanti, sulla raccolta differenziata dei rifiuti, sui consumi di energia elettrica e di acqua ecc. Gli indicatori di output idonei a misurare il grado di raggiungimento degli obiettivi programmati a favore dei clienti (imprese e famiglie) sono numerici e oggettivamente verificabili.
Ci siamo già occupati delle sezioni relative alla nota metodologica, all’identità aziendale e alla relazione sociale nel volume della classe quarta. In questa unità completiamo l’analisi del bilancio socio-ambientale illustrando il contenuto della sezione dedicata alla produzione e distribuzione del valore aggiunto.
05 Valore aggiunto È l’incremento di valore che un’azienda, attraverso il proprio processo produttivo, aggrega al valore dei beni e dei servizi acquistati da altre aziende.
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La produzione e la distribuzione del valore aggiunto In questa sezione l’impresa dimostra la ricchezza prodotta attraverso le operazioni di gestione (il valore aggiunto), ponendone in rilievo le modalità di riparto e le somme erogate a favore dei soggetti (rappresentativi dei fattori produttivi) che hanno contribuito alla sua creazione. Lo strumento che unisce il bilancio d’esercizio al bilancio socio-ambientale è costituito dal Conto economico che, ai fini della rendicontazione sociale, viene rielaborato nella configurazione a valore aggiunto. Partendo da tale configurazione di Conto economico, che mostra l’importo del valore
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aggiunto creato, vengono evidenziati i soggetti interni ed esterni che ne hanno beneficiato attraverso il calcolo delle remunerazioni da essi ricevute: ♦ remunerazione del personale, ossia i salari e gli stipendi, il TFR e gli oneri sociali versati dall’impresa agli istituti previdenziali e che contribuiscono all’erogazione di pensioni a loro favore; ♦ remunerazione alla Pubblica amministrazione, sotto forma di imposte e tasse versate dall’impresa per usufruire dei servizi pubblici; ♦ remunerazione ai finanziatori a titolo di capitale di debito, vale a dire gli oneri finanziari di competenza dell’esercizio che l’impresa ha sostenuto per i prestiti ottenuti; ♦ remunerazione all’impresa, che rappresenta la remunerazione del capitale proprio, espressa sotto forma di autofinanziamento proprio (accantonamenti di utili nelle Riserve) e improprio (ammortamenti e accantonamenti nei fondi rischi e oneri a medio e lungo termine); ♦ remunerazione alla collettività, rappresentata da eventuali contributi erogati dall’impresa per fini benefici, sponsorizzazioni di eventi pubblici (gare sportive, convegni e manifestazioni che pongono l’attenzione su temi socio-ambientali ecc.), liberalità offerte a enti non profit e così via.
Esempio Calcolo del valore aggiunto e riparto tra gli stakeholder Il Conto economico in forma sintetica di una spa relativo all’esercizio n si presenta come segue: Valore della produzione (A) Totale Costi della produzione (B) per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci per servizi per il personale ammortamenti delle immobilizzazioni immateriali e materiali variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci oneri diversi di gestione Differenza tra valore e costi della produzione (A – B) Risultato della gestione finanziaria Risultato della gestione straordinaria Risultato prima delle imposte Imposte dell’esercizio Utile dell’esercizio
132 502 500 – 61 740 000 – 14 025 000 – 31 404 000 – 11 152 500 1 470 000 – 142 500 15 508 500 – 2 160 000 517 500 13 866 000 – 5 925 000 7 941 000
Gli amministratori decidono di redigere il bilancio sociale nell’ambito del quale devono evidenziare il calcolo del valore aggiunto lordo prodotto e la sua distribuzione tra gli stakeholder. Presentiamo il prospetto di riparto del valore aggiunto tenendo presente che gli oneri diversi di gestione comprendono la sponsorizzazione di un’iniziativa benefica per 22 500 euro e imposte indirette per 33 000 euro, e che l’utile d’esercizio viene destinato per il 5% alla Riserva legale, per il 5% alla Riserva straordinaria, per 72 900 euro a istituti di ricerca scientifica e per 7 074 000 euro agli azionisti a titolo di dividendo. L’utile d’esercizio di 7 941 000 euro è destinato per 794 100 euro alle riserve quale remunerazione del sistema impresa (autofinanziamento), per 72 900 euro a istituti di ricerca scientifica (remunerazione alla collettività) e per 7 074 000 euro agli azionisti (stakeholder interni). Considerando anche la sponsorizzazione dell’iniziativa benefica di 22 500 euro, la remunerazione offerta dall’impresa alla collettività ammonta a euro (72 900 + 22 500) = euro 95 400. Gli oneri diversi di gestione da inserire nel calcolo del valore aggiunto prodotto tra i costi per consumi e servizi, depurati della sponsorizzazione di 22 500 euro e delle imposte indirette di 33 000 euro (che costituiscono la remunerazione alla Pubblica amministrazione), ammontano a: euro 142 500 – (22 500 + 33 000) = euro 87 000.
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Valore della produzione Costi per consumi e servizi consumi per materie prime e sussidiarie costi per servizi oneri diversi di gestione Valore aggiunto caratteristico lordo + risultato della gestione straordinaria Valore aggiunto globale lordo
132 502 500
– 60 270 000 – 14 025 000 – 87 000
Remunerazione del personale Costi per il personale
31 404 000
Remunerazione alla Pubblica amministrazione Imposte indirette e dirette
5 958 000
Remunerazione del capitale di debito Interessi passivi 517 500 Remunerazione del capitale proprio Dividendi distribuiti 58 638 000 Remunerazione dell’azienda Ammortamenti Utili accantonati a riserva
58 120 500
Remunerazione alla collettività Interventi di utilità sociale, elargizioni e liberalità Valore aggiunto globale lordo
2 160 000 7 074 000 11 152 500 794 100
95 400 58 638 000
Nel profilo economico-finanziario considerato nella sezione Produzione e distribuzione del valore aggiunto, l’impresa deve offrire ai lettori del bilancio socio-ambientale riferimenti utili sia per confrontare i dati in una prospettiva temporale, sia per comprenderne il significato. Per questo motivo in molti rendiconti, oltre ai dati di natura economica, vengono esposti e commentati anche dati di natura patrimoniale-finanziaria e, per migliorare l’informativa, vengono resi pubblici i principali indici di bilancio (ROE, ROI, ROS, indice di indebitamento, indici di rotazione e di produttività ecc.), necessari per effettuare l’analisi della situazione economica, patrimoniale e finanziaria dell’azienda.
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La revisione del bilancio socio-ambientale La redazione e la divulgazione del bilancio socio-ambientale non garantiscono che l’impresa abbia adottato un comportamento eticamente corretto né che i suoi vertici (consiglio di amministrazione oppure consiglio di gestione) siano socialmente responsabili. Il lettore del bilancio socio-ambientale deve avere la possibilità di verificare che le informazioni riportate nel documento siano affidabili e che il rendiconto non sia un mero strumento di pubblicità commerciale. Il principale meccanismo che ciascun soggetto può avere a disposizione è l’osservazione diretta: se un’impresa comunica le azioni che intende intraprendere, è palese che, se non mantiene le promesse, viene “smascherata”. Per esempio, se viene dichiarata l’intenzione di favorire le pari opportunità per i lavoratori interni, garantendo equità e trasparenza nei meccanismi di carriera, gli stessi dipendenti hanno la possibilità di verificare il rispetto di tale principio attraverso l’esperienza diretta. In generale, le informazioni contenute nel bilancio socio-ambientale sono maggiormente credibili se il documento: ♦ è stato approvato dagli organi aziendali e tutti i dipendenti lo hanno accettato, ufficializzandolo e legittimandone i contenuti; ♦ è stato sottoposto a revisione effettuata da soggetti esterni, indipendenti dall’impresa e non legati ai vertici aziendali da vincoli di parentela o da interessi di parte. Attraverso la revisione del bilancio socio-ambientale i soggetti incaricati controllano se sono state rispettate le regole e i principi dichiarati, se e in che modo sono state attuate le procedure previste e sono state spese le somme stanziate. Al termine del processo di revisione viene rilasciata un’attestazione di responsabilità sociale e viene espresso un giudizio sul bilancio socio-ambientale.
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TIPOLOGIE DI VERIFICHE Affinché si possa esprimere un giudizio obiettivo sul bilancio socio-ambientale e sulla veridicità della responsabilità sociale di cui l’impresa dichiara di essersi fatta carico, il revisore deve effettuare alcune tipologie di controlli: • sulle informazioni attinenti all’identità aziendale (assetto istituzionale, mission, strategie aziendali); • sui dati riferiti alla produzione e alla distribuzione del valore aggiunto; • sulla relazione sociale per verificare se realmente l’impresa ha effettuato quanto dichiarato a favore dei suoi stakeholder. Tali verifiche possono essere condotte attraverso diverse modalità: conferme ottenute mediante colloqui con il personale dipendente, analisi della documentazione, osservazioni dirette attraverso ispezioni, interviste ai clienti e ai fornitori dell’impresa ecc.
L’asseverazione esterna riduce l’autoreferenzialità delle informazioni inserite nel bilancio socio-ambientale dando credibilità al documento. Ricordiamo che anche la Dichiarazione di carattere non finanziario deve essere assoggettata a revisione esterna da parte dello stesso soggetto incaricato della revisione legale, il quale deve verificare la conformità della Dichiarazione alle norme e la coerenza con lo standard di rendicontazione adottato ovvero con la metodologia di rendicontazione autonoma utilizzata.
TEST INTERATTIVI
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• test in autoveriica su unità 5 • interrogazione simulata con speakeraggio
Esegui quanto richiesto.
Conto economico dell’esercizio n A) Valore della produzione Ricavi delle vendite e delle prestazioni Variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti Altri ricavi e proventi (di cui 100 000 euro contributi in c/esercizio) Totale A – Valore della produzione B) Costi della produzione Per materie prime, sussidiarie, di consumo e merci Per servizi Per godimento di beni di terzi Per il personale: • salari e stipendi • oneri sociali • trattamento di fine rapporto Ammortamenti e svalutazioni: • ammortamento delle immobilizzazioni immateriali • ammortamento delle immobilizzazioni materiali • svalutazione dei crediti compresi nell’attivo circolante e nelle disponibilità liquide Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci Oneri diversi di gestione Totale B – Costi della produzione Differenza tra valore e costi della produzione (A – B) C) Proventi e oneri finanziari Interessi e altri oneri finanziari Risultato prima delle imposte Imposte dell’esercizio Utile netto d’esercizio
9 762 000 – 181 000 150 460 9 731 460 4 094 400 2 295 200 529 000 1 220 400 408 400 107 800 61 890 533 410 7 090 – 91 960 188 550 9 354 180 377 280
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 5
Partendo dal Conto economico civilistico di seguito riportato, predisponi il Conto economico nella configurazione a valore aggiunto e completa il prospetto che evidenzia la ricchezza distribuita a ciascuna categoria di stakeholder.
– 198 560 178 720 – 93 300 85 420
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Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Tieni presente che: • la voce Altri ricavi e proventi, oltre al contributo in c/esercizio, comprende una plusvalenza ordinaria di 24 000 euro e proventi straordinari di 26 460 euro; • la voce Oneri diversi di gestione è relativa alle imposte indirette di 170 000 euro e a sponsorizzazioni di 3 000 euro effettuate a favore di una manifestazione sportiva e a oneri straordinari di 15 550 euro; • l’utile di 85 420 euro è destinato per 5 420 euro alle Riserve; 80 000 euro sono distribuiti come dividendi agli azionisti. Riparto della ricchezza tra gli stakeholder % Valore della produzione
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 5
Costi per consumi e servizi consumi di materie prime e sussidiarie costi per servizi costi per godimento di beni di terzi Valore aggiunto caratteristico lordo svalutazione dei crediti ............................................ ............................................ Valore aggiunto globale lordo
9 581 000
Remunerazione del personale costi per il personale Remunerazione alla PA – 4 002 440 ..................................................... ................. contributo in c/esercizio ................. 2 754 360 Remunerazione del capitale di debito – 7 090 interessi passivi 24 000 10 910 Remunerazione del capitale proprio 2 782 180 dividendi distribuiti Remunerazione all’azienda accantonamenti alle riserve ammortamenti Remunerazione alla collettività sponsorizzazioni Valore aggiunto globale lordo
1 736 600
.............
................ – 100 000 ................
...........
198 560
...........
.................
............
................. ................. 600 720
.............
................ 2 782 180
............ 100,00
Rispondi alle domande. 1. Ritieni coerenti i dati economici con quelli riportati nella sezione Produzione e distribuzione del valore aggiunto del bilancio sociale? ..................................................................................................................................................................................................
2. Qual è il significato del valore aggiunto globale lordo? ..................................................................................................................................................................................................
3. Qual è il tuo giudizio circa tale riparto del valore aggiunto? ..................................................................................................................................................................................................
2
Leggi il brano di Katia Giusepponi estratto da Il bilancio sociale, contenuti e relazioni per il controllo di gestione, Giuffrè editore, e rispondi alle domande. Con il termine bilancio sociale si intende fare riferimento a un documento che esprime la valutazione complessiva delle relazioni tra l’azienda e l’ambiente esterno. In questo senso il termine “bilancio” ha un significato diverso rispetto a quello assegnatogli dall’economia aziendale dove, tradizionalmente, con tale termine si indica lo strumento con cui vengono misurate le grandezze aziendali inerenti al patrimonio e al reddito nei vari momenti vissuti dall’azienda (bilancio d’esercizio, bilanci straordinari). Bilancio nel contesto sociale ha il significato di rendiconto, ossia è l’espressione di un “render conto” ai soggetti interessati dell’impegno assunto verso la collettività e delle azioni che l’azienda ha svolto nell’ambiente ecologico. Il bilancio o rendiconto sociale è dunque lo strumento con il quale l’impresa comunica all’esterno l’impatto delle sue produzioni e dei suoi processi produttivi nell’ambiente che la circonda. Esso è pertanto uno strumento di comunicazione “nel sociale” che si affianca al bilancio d’esercizio, strumento di comunicazione dei risultati “economico-finanziari”.
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Unità
5
Il bilancio sociale viene redatto e reso noto perché fa parte delle politiche di comunicazione attraverso le quali l’impresa comunica i risultati che reputa possano favorire la sua immagine, i suoi livelli di redditività. Profili di gestione aziendale e sottosistemi comunicativi Comunicazione sociale (profilo nel sociale/mission/ identificazione dei valori)
Comunicazione economico-finanziaria (profilo economico-finanziario)
Comunicazione relativa al profilo tecnico-operativo Scelte di prodotto/servizio
Bilancio sociale
Bilancio d’esercizio
Prodotto/servizio immesso nel mercato
Soddisfazione delle attese degli interlocutori sociali
Conservazione dell’equilibrio economico
Conservazione del vantaggio competitivo
1. Quali sono i sottosistemi comunicativi utilizzati dalle imprese? ..................................................................................................................................................................................................
2. Perché l’impresa comunica gli obiettivi e i risultati ottenuti in campo socio-ambientale? ..................................................................................................................................................................................................
3. Quale legame vi è tra comunicazione di risultati economici e finanziari e risultati ottenuti in campo sociale? ..................................................................................................................................................................................................
3
Una spa contribuisce al benessere sociale creando ricchezza economica e distribuendola agli stakeholder. Nell’anno n il valore aggiunto globale lordo è stato di 12 184 milioni di euro. Tale valore, indicatore della ricchezza creata, è stato ripartito tra i soggetti coinvolti nell’operatività aziendale come nel prospetto che segue.
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 5
La comunicazione sociale è pensata come “integrata”, o meglio “di supporto” alla comunicazione economico-finanziaria che avviene attraverso il bilancio d’esercizio e alla comunicazione relativa al profilo tecnico-operativo del prodotto/servizio offerto che identifica l’impresa nell’ambiente competitivo. Il punto tecnico che unisce i due bilanci (d’esercizio e sociale) è il Conto economico: nel bilancio sociale il Conto economico civilistico è rielaborato nella configurazione a valore aggiunto per dare dimostrazione di come tale valore aggiunto sia stato ripartito tra i membri della collettività (soggetti interni quindi, quanto al personale dipendente e quanto a remunerazione del capitale di rischio, ed esterni quindi, quanto alla Pubblica amministrazione sotto forma di imposte e tasse, quanto ai finanziatori – sotto forma di interessi –, quanto alla collettività in generale – elargizioni e liberalità – e quanto resta all’azienda a titolo di autofinanziamento).
Prospetto di ripartizione del valore aggiunto (milioni di euro) A. Remunerazione del personale B. Remunerazione alla Pubblica amministrazione (imposte e tasse dirette e indirette) C. Remunerazione del capitale di debito D. Remunerazione del capitale proprio (dividendi distribuiti) E. Remunerazione dell’azienda (ammortamenti e accantonamenti) Valore aggiunto globale lordo
3 589 913 1 237 1 771 4 674 12 184
Rispondi alle domande. 1. Perché le imprese rendono nota la suddivisione del valore aggiunto tra gli stakeholder? ..................................................................................................................................................................................................
2. Quali altri indicatori di performance sono in genere contenuti nel bilancio socio-ambientale? ..................................................................................................................................................................................................
177
Modulo
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 5
CASO AZIENDALE
4
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Leggi le informazioni estratte dal Bilancio integrato 2016 del gruppo A2A e rispondi alle domande. A2A è una multiutility italiana quotata alla Borsa di Milano, capogruppo di imprese attive nei settori energia, ambiente, calore e reti. Il gruppo ha un organico di circa 13 000 dipendenti e segue un modello di business industriale basato sulla diversificazione e sulle sinergie fra tutte le sue attività. Il mix produttivo è orientato alle fonti rinnovabili da cui proviene circa il 53% dell’energia generata; nei servizi ambientali e nel teleriscaldamento, le attività sono fortemente integrate con una modalità di produzione di energia sempre più orientata al rispetto dell’ambiente. L’attenzione alla CSR (Corporate Social Responsibility) è testimoniata dalla redazione e dalla divulgazione del bilancio integrato, redatto secondo principi delle “Sustainability Reporting Guidelines G4” del Global Reporting Initiative (GRI) e dell’Electric Utilities Sector Supplement – G4 Standard Disclosure. Il bilancio integrato di A2A, di cui per ragioni di spazio presentiamo soltanto un estratto, è stato sottoposto all’approvazione da parte dell’assemblea degli azionisti insieme al bilancio consolidato ed è stato oggetto di revisione, per gli aspetti inerenti all’informativa GRI, da parte di una società esterna che, al termine del lavoro svolto, ha rilasciato la relazione allegata al bilancio integrato stesso. Il documento rappresenta sia l’andamento economico-finanziario sia le performance sociali e ambientali delle società e ha l’obiettivo di illustrare il processo con cui un’organizzazione crea valore nel tempo. Esso ha una struttura che segue la logica dei capitali, cioè le variabili che determinano la creazione di valore: capitale finanziario, capitale manifatturiero, capitale naturale, capitale umano, capitale intellettuale e capitale relazionale.
Capitale Finanziario
Capitale Manifatturiero
Capitale Naturale
insieme delle risorse economiche impiegate nei processi produttivi
immobili, infrastrutture e mezzi fisici (impianti, macchinari ecc.) utilizzati per la produzione dei servizi offerti dall’azienda
tutti i processi e le risorse ambientali che forniscono beni o servizi per la produzione dei servizi offerti dall‘azienda
Capitale Umano
Capitale Intellettuale
Capitale Relazionale
insieme delle competenze, capacità ed esperienze delle persone che lavorano nell’azienda
risorse intangibili rappresentate da conoscenze organizzative e proprietà intellettuali del Gruppo
rappresenta la capacità dell’azienda di creare relazioni con gli stakeholder esterni e condivisione di valori al fine di aumentare il benessere individuale e collettivo
Attraverso l’analisi dei capitali che influenzano e sono influenzati dalle attività dell’impresa, A2A vuole comunicare in modo chiaro l’integrazione esistente e necessaria tra gli aspetti economici e quelli sociali e ambientali nei processi decisionali aziendali, ma anche nella definizione della strategia, nella governance e nel modello di business del Gruppo.
178
Analisi del bilancio socio-ambientale
Unità
5
A2A e l’adesione al Global Compact A2A aderisce volontariamente al Global Compact, iniziativa dell’ONU per la promozione della cultura della cittadinanza d’impresa. Strutturata come una partnership pubblico-privata tra le Nazioni Unite, il settore privato, i governi e la società civile, il GC incoraggia la creazione di un quadro economico, sociale e ambientale sostenibile. Il Gruppo A2A osserva e sostiene i principi universali delle quattro aree di interesse (diritti umani, diritti del lavoro, lotta alla corruzione e rispetto dell’ambiente) integrandoli nella propria strategia e nel business attraverso la definizione di strumenti concreti, come la Politica e il Piano di Sostenibilità. Il Gruppo garantisce una periodica disclosure delle informazioni rilevanti sui detti temi, sia all’interno sia all’esterno dell’azienda, attraverso il presente documento che rappresenta la Communication on Progress (CoP) di livello “advanced”. Nel 2016 A2A ha partecipato ai gruppi di lavoro avviati dal network italiano del Global Compact e al primo “Italian Business & SDGs Annual Forum”, un confronto multistakeholder sul ruolo che il settore privato è chiamato a giocare a supporto del raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite per il 2030.
Il Piano di Sostenibilità: gli obiettivi e le azioni al 2020 – Il Piano di Sostenibilità è lo strumento che contiene gli obiettivi di sostenibilità del Gruppo quantificabili in un orizzonte temporale coerente con il Piano Industriale, fino al 2020. Ogni azione del Piano si compone di differenti indicatori che permettono di misurare lo stato di avanzamento dell’azione. Ogni azione è monitorata con cadenza semestrale o annuale attraverso un apposito piano di monitoraggio che permette di valutare lo stato di avanzamento e la sua efficacia nel tempo. A titolo esemplificativo riportiamo nella tabella di pagina seguente le azioni programmate, gli obiettivi da realizzare entro il 2020, gli indicatori (KPI) e i risultati raggiunti nel 2016 relativi all’ambiente in una logica di economia circolare, uno dei pilastri su cui è fondata la politica di sostenibilità di A2A. Gli stakeholder – Ascoltare le esigenze della comunità e rispondere ai relativi bisogni e aspettative è la base per concretizzare il concetto di sostenibilità. Il fine è di generare e distribuire valore in maniera armoniosa e duratura, conciliando gli interessi del Gruppo e dei suoi portatori di interesse. In questo intreccio di relazioni e di interessi è importante notare come i principali stakeholder assumano spesso un duplice ruolo, ad esempio: i Comuni nei quali il Gruppo opera sono anche azionisti; le Istituzioni con cui si confronta sono anche clienti; i cittadini (e quindi la collettività) rappresentano a loro volta i maggiori fruitori dei servizi; all’interno della categoria clienti rientrano anche dipendenti e fornitori. Dal 2013 A2A ha introdotto un sistema di reporting strutturato delle attività di coinvolgimento (stakeholder engagement) attraverso lo sviluppo di uno specifico database di Gruppo.
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 5
La gestione dei rischi – Il processo di gestione dei rischi, affidato a uno specifico organo aziendale (l’Enterprise Risk Management), mira alla creazione e al mantenimento del valore dell’azienda; in quest’ottica occorre sottolineare come i temi della sostenibilità siano sottesi a tale processo. Questo concetto trova applicazione, ad esempio, nel fatto che i rischi sono valutati anche con riferimento agli impatti sulla reputazione, sull’ambiente, sulla salute e sicurezza, sulla qualità dei servizi erogati ai clienti e al territorio.
Valore aggiunto prodotto e distribuito – Il Valore Aggiunto rappresenta la ricchezza prodotta dal Gruppo nell’esercizio ed è la risultante della differenza fra ricavi, da una parte, e costi intermedi, componenti accessorie e straordinarie, dall’altra. Tale parametro misura la ricaduta economica dell’attività del Gruppo A2A sui suoi principali stakeholder e quindi la capacità del Gruppo di creare valore per i propri stakeholder. Per determinare la formazione del Valore Aggiunto A2A utilizza la metodologia definita dal Gruppo di studio per il Bilancio Sociale (GBS). Economia circolare Sistema economico basato sul riuso delle risorse consumate e sull’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. Attraverso il riciclo delle sostanze e dei materiali viene promosso uno sviluppo economico maggiormente sostenibile perché in grado di rigenerarsi autonomamente.
179
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
AZIONE
OBIETTIVO 2020
KPI
AVANZAMENTO KPI 2016
• Raggiungere il 99% di riiuti urbani raccolti avviati a recupero di materia o energia
• % di riiuti urbani raccolti avviati a recupero di materia o energia
98,86%
• Raggiungere il 67% di media di raccolta diferenziata nei comuni serviti
• % media di raccolta diferenziata nei comuni serviti
56,2%
• Capacità di recupero di materia negli impianti del Gruppo sui riiuti urbani raccolti in modo diferenziato • Raggiungere l’80% dell’incidenza della capacità di recupero di materia negli impianti del Gruppo sui riiuti urbani raccolti RECUPERO E TRATTAMENTO
ECONOMIA CIRCOLARE
• Aumentare del 151% la capacità di trattamento dei riiuti (urbani + speciali) inalizzato al recupero di materia negli impianti del Gruppo
• Aumentare del 13% la capacità di trattamento riiuti destinata al recupero energetico negli impianti del Gruppo
84%
• Riiuti recuperati come materia presso i nostri impianti (t)
606.000
• Riiuti raccolti in modo diferenziato (t)
724.239
• Capacità di trattamento dei riiuti (urbani + speciali) inalizzato al recupero di materia negli impianti del Gruppo (t)
658.000 +86%
• Capacità di trattamento riiuti destinata al recupero energetico negli impianti del Gruppo (t)
1.405
• Δ rispetto al 2015
+1%
90%
Coprire il 100% di territori con progetti di recupero, riduzione e riutilizzo dei riiuti attivati presso Comuni
• Territori raggiunti
RISK MANAGEMENT
Deinizione di un sistema di risk intelligence speciico sui rischi di sostenibilità
• Da implementare entro il 2020
CAPITALE MANIFATTURIERO
CAPITALE NATURALE
• Δ rispetto al 2015
POLITICHE DI RIDUZIONE
CAPITALE INTERESSATO
CAPITALE RELAZIONALE COMUNITÀ Avviato confronto con la Funzione CSR
3
• Perdite di rete (Mm )
24,3
• Δ perdite 2016-2020 nel servizio idrico
-1,2%
• Abitanti equivalenti sottoposti a trattamento depurativo
2.746
GOVERNANCE
• Ridurre del 5% le perdite misurate nel quinquennio 2016-2020 nel servizio idrico
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 5
ACQUA • Sottoporre a trattamento depurativo, entro ine 2020, il 60% degli abitanti equivalenti non trattati al 2015
BIODIVERSITÀ
• Percentuale sul totale degli abitanti equivalenti che non erano trattati al 2015
Da implementare entro il 2020
Monitorare il 100% degli impianti su biodiversità
CAPITALE MANIFATTURIERO
5% CAPITALE NATURALE
/ CAPITALE NATURALE
Nel 2016 il Valore Aggiunto Globale Lordo generato dal Gruppo A2A è stato di 1 634 milioni di euro (+ 29% rispetto al 2015). Di questi, la quota maggiore è stata distribuita come remunerazione dell’azienda (527 milioni di euro, + 48,5% rispetto al 2015), come remunerazione al personale (477 milioni di euro) e come trasferimenti alla Pubblica amministrazione (304 milioni di euro). Sono diminuiti i trasferimenti a favore della comunità locale (– 7% rispetto al 2015), principalmente per la diminuzione delle tasse e imposte locali. Gli investimenti Nel 2016 gli investimenti effettuati nelle filiere del Gruppo sono stati pari a 386 milioni di euro. Investimenti in % per Business Unit (BU) nel 2016 6,0% 9,3% 7,0%
2,1% BU Generazione e Trading 20,4%
BU Commerciale BU Ambiente BU Reti e Calore BU Estero BU Altri servizi e Corporate
55,2%
Tali investimenti hanno riguardato principalmente interventi per la riduzione delle emissioni, incremento dell’efficienza energetica e sviluppo delle fonti rinnovabili. In allegato al bilancio integrato è inserita la seguente relazione rilasciata dalla società di revisione indipendente.
180
Analisi del bilancio socio-ambientale
Unità
5
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 5 181
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 5
Modulo
Fonte: Bilancio Integrato 2016 in www.a2a.eu
182
Analisi del bilancio socio-ambientale
Unità
5
Rispondi alle domande. 1. Che cosa rappresenta il bilancio integrato? .................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................
2. Com’è strutturato il bilancio integrato di A2A? .................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................
3. Che cos’è il Global Compact al quale A2A dichiara di aderire? .................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................
4. Quali principi universali osserva e sostiene il Gruppo A2A? E come vengono resi operativi? ..................................................................................................................................................................................................
..................................................................................................................................................................................................
5. Che cos’è il Piano di sostenibilità? .................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................
6. Che cosa si intende per capitale relazionale e, limitatamente all’economia circolare, in quali politiche del Piano di sostenibilità di A2A risulta coinvolto? .................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................
7. Quale indicatore (KPI) è utilizzato per misurare il grado di raggiungimento dell’obiettivo raggiungere il 99% di rifiuti urbani raccolti avviati a recupero di materia o energia? .................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................
VERIFICA IMMEDIATA UNITÀ 5
..................................................................................................................................................................................................
8. Che cosa misura il valore aggiunto e quali sono i due principali soggetti beneficiari del valore aggiunto globale lordo creato dal Gruppo A2A? .................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................
9. Che cosa rappresenta la remunerazione all’impresa? E da quali componenti risulta formata? .................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................
10. Quale giudizio è stato espresso dalla società di revisione indipendente sul bilancio integrato 2016 di A2A spa? .................................................................................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................
Esercizi finali Gruppo 7
183
Modulo
1
SITUAZIONE OPERATIVA La Sirteni spa, esercente attività industriale, presenta i seguenti prospetti contabili:
Stato patrimoniale riclassificato secondo criteri finanziari (senza tener conto della delibera di riparto dell’utile) Impieghi
n
n–1
Disponibilità liquide
n
n–1
Debiti a breve scadenza
Depositi bancari e postali
188 400
108 000
Debiti verso banche
Denaro e valori in cassa
27 600
40 000
Debiti verso fornitori
216 000
148 000
Totale disponibilità liquide
LABORATORIO
Fonti
Disponibilità finanziarie Crediti v/clienti Ratei e risconti attivi Totale disponibilità finanziarie
3 566 000
2 748 000
40 000
50 000
3 606 000
2 798 000
Rimanenze
240 000
75 000
194 000
110 000
Quota mutuo in scadenza
120 000
120 000
Ratei e risconti passivi
87 000
80 000
Totale debiti a breve scadenza
3 162 800
3 571 200
2 160 000
–
360 000
480 000
Debiti per TFR
1 081 200
928 800
Totale debiti a media e lunga scadenza
3 601 200
1 408 800
3 600 000
2 400 000
760 000
834 000
Debiti a media e lunga scadenza Prestiti obbligazionari
Prodotti finiti
1 168 000
864 000
Mutui passivi
Totale rimanenze
1 828 000
1 464 000
580 000
45 000
Immobilizzazioni materiali
Patrimonio netto
Terreni e fabbricati
2 420 000
1 964 000
Capitale
Impianti e macchinario
2 215 000
1 200 000
Riserve
Altri beni Totale immobilizzazioni materiali Totale impieghi
1 318 200
Debiti tributari
600 000
Immobilizzazioni immateriali Diritti di brevetto industriale
1 868 000
Debiti v/istituti di previdenza e sicurezza sociale
660 000
Materie prime, sussidiarie e di consumo
737 000 1 784 800
605 000
381 000
5 240 000
3 545 000
Utile/Perdita dell’esercizio Totale Patrimonio netto
11 470 000
8 000 000
Totale fonti
346 000
– 214 000
4 706 000
3 020 000
11 470 000
8 000 000
n
n–1
Stato patrimoniale riclassificato secondo criteri finanziari (tenendo conto della delibera di riparto dell’utile) Impieghi
n–1
Fonti
216 000
148 000
Debiti a breve scadenza
3 486 800
3 571 200
Disponibilità finanziarie
3 606 000
2 798 000
Debiti a media e lunga scadenza
3 601 200
1 408 800
Rimanenze
1 828 000
1 464 000
Capitale proprio:
• Capitale
3 600 000
2 400 000
• Riserve
782 000
620 000
4 382 000
3 020 000
11 470 000
8 000 000
Disponibilità liquide
Immobilizzazioni immateriali Immobilizzazioni materiali
n
580 000
45 000
5 240 000
3 545 000
Totale capitale proprio Totale impieghi
184
11 470 000
8 000 000
Totale fonti
Modulo
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
1
Conto economico a valore aggiunto n
n–1
14 643 000
13 543 200
304 000
250 000
540 000
–
15 487 000
13 793 200
– 7 916 400
– 7 504 000
60 000
– 10 000
– 2 915 400
– 2 938 000
– 326 000
– 462 800
4 389 200
2 878 400
– 2 610 000
– 2 607 600
1 779 200
270 800
– 978 000
– 202 800
– 15 000
– 12 400
786 200
55 600
– 212 000
– 182 000
20 000
–
594 200
– 126 400
–
–
594 200
– 126 400
– 248 200
– 87 600
346 000
– 214 000
Il dottor Carpi incarica il ragioniere Marco Favi di predisporre un report sulla situazione patrimoniale, finanziaria ed economica dell’impresa, supportata da indici e margini. Per svolgere il compito assegnato, Favi tiene presente quanto segue: • i dipendenti occupati in media in entrambi gli esercizi sono 40 (nessun dipendente ha lasciato il servizio); • gli interessi e gli altri oneri finanziari presenti nel Conto economico ammontano a 215 000 euro per l’esercizio n e 184 000 euro per l’esercizio n–1; • l’assemblea degli azionisti ha deliberato: – la copertura della perdita dell’esercizio n–1 con la riserva straordinaria; – la destinazione dell’utile dell’esercizio n per il 5% alla riserva legale, per 4 700 euro alla riserva straordinaria e un dividendo unitario di 0,90 euro agli azionisti (il capitale sociale è formato da 360 000 azioni del valore nominale di 10 euro).
LABORATORIO
Ricavi netti di vendita Variazione delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni Valore della produzione Costi per acquisto di materie prime Variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci Costi per servizi Costi per godimento di beni di terzi Valore aggiunto Costi del personale Margine operativo lordo (EBITDA) Ammortamenti Svalutazione crediti Reddito operativo (EBIT) Risultato della gestione finanziaria Risultato della gestione accessoria Risultato economico della gestione ordinaria Risultato della gestione straordinaria Risultato economico al lordo delle imposte Imposte dell’esercizio Utile/Perdita dell’esercizio
SVOLGIMENTO 1. Lo Stato patrimoniale riclassificato Con il foglio elettronico Microsoft Excel viene aperta una cartella denominata Analisi_bilancio. Il primo foglio SPricl contiene i dati dello Stato patrimoniale degli anni n e n–1 riclassificato secondo criteri finanziari senza tener conto della delibera di riparto dell’utile (A1:F23). Gli Impieghi, inseriti nelle colonne A, B e C, sono suddivisi secondo un criterio di liquidità decrescente nei seguenti raggruppamenti: – Disponibilità liquide; – Disponibilità finanziarie; – Rimanenze; – Immobilizzazioni immateriali; – Immobilizzazioni materiali. Le Fonti, inserite nelle colonne D, E e F, sono suddivise nei seguenti raggruppamenti: – Debiti a breve scadenza; – Debiti a media e lunga scadenza; – Patrimonio netto.
185
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
FIG. 1
LABORATORIO
Di seguito sono riprodotte le formule per calcolare i totali delle voci nella colonna degli Impieghi (B) e delle Fonti (E), relative all’esercizio n; i valori per l’anno n–1 sono calcolati con formule analoghe. B7: B11: B15: B22: B23: E11: E16: E21: E23:
=SOMMA(B5:B6) =SOMMA(B9:B10) =SOMMA(B13:B14) =SOMMA(B19:B21) =B7+B11+B15+B17+B22 =SOMMA(E5:E10) =SOMMA(E13:E15) =SOMMA(E18:E20) =E11+E16+E21
L’area di celle A26:C37 (fig. 2) contiene il calcolo della destinazione dell’utile dell’esercizio n, effettuato sulla base dei dati contenuti nella situazione operativa, inseriti nelle celle B27:B29.
FIG. 2 Di seguito sono riportate le formule impiegate nel calcolo. B33: B34: C32: C35: C36: C37:
=C32*5/100 =B29 =E20 =SOMMA(B33:B34) =C32-C35 =B27*B28
Il secondo foglio (fig. 3), SPricl_rip_ut, contiene i dati dello Stato patrimoniale riclassificato secondo criteri finanziari tenendo conto della delibera di riparto dell’utile. Sono state quindi apportate le seguenti modifiche al precedente Stato patrimoniale: – i debiti a breve scadenza comprendono i dividendi da pagare agli azionisti; – le riserve comprendono gli accantonamenti alla riserva legale e alla riserva straordinaria.
186
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Modulo
1
FIG. 3 Le formule nelle colonne relative all’anno n (B, E) sono riprodotte di seguito; quelle relative all’anno n–1 sono analoghe. Impieghi
Fonti
B5
=SPricl!B7
E5
=SPricl!E11+SPricl!C37
B6
=SPricl!B11
E6
=SPricl!E16
B7
=SPricl!B15
E8
=SPricl!E18
B8
=SPricl!B17
E9
=SPricl!E19+SPricl!B33+SPricl!B34
B9
=SPricl!B22
E10
=E8+E9
B11
=SOMMA(B5:B9)
E11
=SOMMA(E5:E9)
2. Il Conto economico a valore aggiunto Nel terzo foglio di lavoro (fig. 4), denominato CE_ValAgg e riprodotto in figura, è inserito il Conto economico, riclassificato a valore aggiunto per gli anni n e n–1. Tale configurazione del Conto economico mette in evidenza la ricchezza creata con l’attività aziendale e una serie di risultati intermedi.
LABORATORIO
Nelle formule che contengono riferimenti a celle del primo foglio di lavoro, l’indirizzo di cella è preceduto dal nome del foglio seguito dal punto esclamativo: SPricl!.
FIG. 4
3. Gli indici e i margini Nel quarto foglio di lavoro (fig. 5), Indici-Margini, è inserito il calcolo di una serie di indici e di margini, suddivisi secondo le seguenti categorie: indici di redditività, indici di produttività, composizione degli impieghi e delle fonti, indici finanziari e margini della struttura patrimoniale.
187
LABORATORIO
Modulo
1
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
FIG. 5 Le formule per il calcolo degli indici di redditività e di produttività fanno riferimento ai valori dello Stato patrimoniale riclassificato senza tener conto della destinazione dell’utile (foglio SPricl) e del Conto economico a valore aggiunto (CE_ValAgg). Per gli altri indici e margini le formule fanno riferimento allo Stato patrimoniale riclassificato tenendo conto della destinazione dell’utile (foglio SPricl_rip_ut). Le formule relative all’anno n sono riprodotte nelle figure 6a e 6b presente nella pagina successiva. Alle celle B4:C7, B12:C12, B18:C20, B22:C25 è assegnato il formato Percentuale con due decimali. Indici di redditività B4 B5 B6 B7 B8 B9
=SPricl!E20/(SPricl!E18+SPricl!E19) =CE_ValAgg!B17/SPricl!B23 =CE_ValAgg!B17/CE_ValAgg!B4 =215000/(SPricl!E11+SPricl!E16) =CE_ValAgg!B4/SPricl!B23 =SPricl!B23/(SPricl!E18+SPricl!E19)
Indici di produttività B12 =CE_ValAgg!B12/SPricl!B23 B14 =CE_ValAgg!B7/40 B15 =CE_ValAgg!B4/40 Composizione degli impieghi e delle fonti B18 =(SPricl_rip_ut!B5+SPricl_rip_ut!B6+SPricl_rip_ut!B7)/SPricl_rip_ut!B11 B19 =(SPricl_rip_ut!B8+SPricl_rip_ut!B9)/SPricl_rip_ut!B11 B22 =SPricl_rip_ut!E5/SPricl_rip_ut!E11 B23 =SPricl_rip_ut!E6/SPricl_rip_ut!E11 B24 =(SPricl_rip_ut!E8+SPricl_rip_ut!E9)/SPricl_rip_ut!E11
188
FIG. 6a
Comunicazione economico-finanziaria e socio-ambientale
Modulo
1
Indici finanziari B28 B29 B30 B31
=(SPricl_rip_ut!B5+SPricl_rip_ut!B6+SPricl_rip_ut!B7)/SPricl_rip_ut!E5 =(SPricl_rip_ut!B5+SPricl_rip_ut!B6)/SPricl_rip_ut!E5 =(SPricl_rip_ut!E8+SPricl_rip_ut!E9)/(SPricl_rip_ut!B8+SPricl_rip_ut!B9) =(SPricl_rip_ut!E8+SPricl_rip_ut!E9+SPricl_rip_ut!E6)/(SPricl_rip_ut!B8+SPricl_rip_ut!B9)
B34 B35 B36 B37
=(SPricl_rip_ut!B5+SPricl_rip_ut!B6+SPricl_rip_ut!B7)-SPricl_rip_ut!E5 =(SPricl_rip_ut!B5+SPricl_rip_ut!B6)-SPricl_rip_ut!E5 =(SPricl_rip_ut!E8+SPricl_rip_ut!E9)-(SPricl_rip_ut!B8+SPricl_rip_ut!B9) =(SPricl_rip_ut!E8+SPricl_rip_ut!E9+SPricl_rip_ut!E6)-(SPricl_rip_ut!B8+SPricl_rip_ut!B9)
Margini della struttura patrimoniale
FIG. 6b
4. Il report Dopo aver predisposto i prospetti di bilancio riclassificati, calcolato gli indici e i margini, il ragioniere Favi redige il seguente report.
Report sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria dell’impresa La redditività dell’azienda è decisamente migliorata, come evidenziato dagli specifici indici: – il ROE è passato da un valore negativo a 7,94%; – il ROI è cresciuto da 0,70% a 6,85%; – il ROS è salito da 0,41% a 5,37%.
L’analisi della situazione economica consente di esprimere un giudizio complessivamente positivo sull’azienda che, in prospettiva, dovrebbe migliorare ancora grazie agli investimenti realizzati. Anche la produttività del capitale investito e del lavoro è nettamente migliorata. L’analisi patrimoniale evidenzia un aumento della rigidità degli impieghi (da 44,88% a 50,74%) e un incremento dell’incidenza dei debiti a medio/lunga scadenza e del capitale proprio. Nonostante il significativo aumento di capitale sociale, l’azienda risulta ancora sottocapitalizzata.
LABORATORIO
L’onerosità del capitale di debito, evidenziata dal ROD, mostra un leggero calo da 3,69% a 3,18%, dovuto all’incremento dei debiti a medio e lungo termine nel corso dell’esercizio. La rotazione degli impieghi segnala un lieve calo passando da 1,69 a 1,28 principalmente a causa dell’incremento degli investimenti nelle immobilizzazioni.
L’analisi finanziaria evidenzia un miglioramento in tutti gli indici, eccetto l’indice di autocopertura delle immobilizzazioni, in lieve calo da 0,84 a 0,75. L’analisi della struttura patrimoniale, compiuta attraverso i margini, conferma il netto miglioramento complessivo già posto in risalto dall’analisi.
189
• video introduttivo • spunti per cominciare • mappa personalizzabile
01 Imposta Tax
IMPOSTE INDIRETTE
IMPOSTE DIRETTE
Imposta proporzionale È un’imposta che varia nella stessa proporzione della base imponibile, essendo costante il rapporto tra imposta e base imponibile.
Imposta progressiva È una imposta la cui aliquota cresce all’aumentare della base imponibile.
IMPOSTE SUL REDDITO
192
Le imposte indirette e dirette Un’imposta è un prelievo coattivo di ricchezza, effettuato da un ente pubblico dotato dalla legge di “potere impositivo”, per far concorrere i cittadini alle spese che gli consentono di funzionare e di perseguire obiettivi di interesse generale. A seconda del tipo di capacità contributiva colpita, nell’attuale ordinamento le imposte vengono distinte in imposte indirette e imposte dirette. Le imposte indirette colpiscono i trasferimenti patrimoniali, gli atti di produzione o di scambio e i consumi di beni e servizi. Sono imposte indirette: l’IVA (imposta sul valore aggiunto), l’imposta di bollo, l’imposta di registro e così via. Le imposte dirette colpiscono le manifestazioni evidenti e immediate della capacità contributiva, individuata generalmente nel reddito conseguito o nel patrimonio posseduto. Le imposte dirette si distinguono a seconda dell’oggetto che viene colpito e del soggetto a cui fanno capo. A seconda dell’oggetto che viene colpito abbiamo: ♦ l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive; ♦ le imposte sul reddito. L’Imposta Regionale sulle Attività Produttive (IRAP) è un’imposta proporzionale il cui ambito applicativo è costituito dall’esercizio di un’attività autonomamente organizzata diretta alla produzione o allo scambio di beni, ovvero alla prestazione di servizi. Sono soggetti passivi dell’imposta gli imprenditori individuali, le società, gli esercenti arti e professioni e gli enti pubblici e privati che esercitano attività commerciali. L’IRAP ha per presupposto oggettivo la produzione; ha un’aliquota del 3,90%, con facoltà delle Regioni di fissare aliquote differenziate nei limiti stabiliti dalle leggi statali, di introdurre speciali agevolazioni e/o di modificare eventuali deduzioni o detrazioni. A seconda del soggetto a cui fanno capo, l’ordinamento tributario prevede le seguenti imposte sul reddito: ♦ l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF); è un’imposta progressiva ad aliquote crescenti per scaglioni. Grava sul reddito imponibile complessivo delle persone fisiche (somma dei redditi fondiari, di impresa, di capitale, di lavoro autonomo, di lavoro dipendente e diversi);
Imposizione fiscale in ambito aziendale
Unità
1
♦ l’Imposta sul Reddito d’Impresa (IRI); è un’imposta proporzionale con aliquota 24% che si applica sulla quota di reddito reinvestito in azienda (quota di utile non prelevato) da parte delle imprese individuali e delle società di persone in regime di contabilità ordinaria che hanno esercitato la relativa opzione; ♦ l’Imposta sul Reddito delle Società (IRES); è un’imposta proporzionale che grava sul reddito imponibile complessivo delle persone giuridiche (per esempio le società di capitali); attualmente l’aliquota IRES è del 24%.
02
Il concetto tributario di reddito d’impresa
ART. 2195 C.C.
Il reddito d’impresa è regolamentato dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) che all’art. 55 stabilisce: «Sono redditi di impresa quelli che derivano dall’esercizio di imprese commerciali. Per esercizio di imprese commerciali si intende l’esercizio per professione abituale, ancorché non esclusiva, delle attività indicate nell’art. 2195 del codice civile […]».
ART. 81 TUIR
I redditi provenienti da qualsiasi fonte, prodotti dalle società e dagli enti che esercitano attività commerciali, sono sempre fiscalmente considerati redditi d’impresa. Poiché questi soggetti sono obbligati alla redazione del bilancio, nel quale è sintetizzato il risultato complessivo della gestione aziendale, la normativa fiscale prevede che il loro reddito imponibile sia determinato unitariamente, secondo le disposizioni fiscali contenute nel TUIR.
Attività commerciali (art. 2195 c.c.) Attività industriali dirette alla produzione di beni o servizi; attività di intermediazione nella circolazione di beni: attività di trasporto per terra, aria e acqua; attività bancarie e assicurative; altre attività ausiliari alle precedenti.
03
Il reddito d’impresa da assoggettare a tassazione viene determinato apportando all’utile o alla perdita risultante dal Conto economico le variazioni in aumento o in diminuzione conseguenti all’applicazione dei criteri fiscali stabiliti dal TUIR. In osservanza del principio di derivazione dalle risultanze di bilancio, la base di partenza per il calcolo del reddito d’impresa è formalmente costituita dal reddito che risulta dal Conto economico redatto secondo i criteri civilistici. Tale reddito, attraverso variazioni in aumento o in diminuzione, viene trasformato in reddito fiscale. Va tuttavia ricordato che, poiché le imposte costituiscono un costo di competenza dell’esercizio in cui l’utile è prodotto, esse vengono rilevate in sede di scritture di assestamento. Ciò avviene redigendo extracontabilmente un apposito prospetto, nel quale gli elementi reddituali sono rettificati in base alle variazioni previste dalle norme fiscali, in modo da determinare correttamente l’imponibile fiscale già prima della redazione del bilancio.
I principi su cui si fonda il reddito fiscale Il reddito fiscale è il risultato economico dell’impresa che viene riferito all’esercizio in base alle disposizioni delle norme tributarie. Il reddito di bilancio costituisce la base di partenza per pervenire al reddito fiscale: Reddito fiscale
=
Reddito di bilancio
+
Variazioni in aumento
–
Variazioni in diminuzione
Le variazioni in aumento o in diminuzione da apportare al reddito di bilancio hanno origine dalla diversa concezione di reddito presente nella legislazione civilistica e in quella fiscale.
193
Modulo
2
Fiscalità d'impresa
REDDITO CIVILISTICO
REDDITO FISCALE
È determinato in base alle norme del codice civile.
È determinato in base alle norme fiscali (TUIR).
Le valutazioni sono ispirate al principio della prudenza e, allo scopo di evitare sopravalutazioni (annacquamenti) del patrimonio aziendale, si assume il criterio del costo quale limite massimo per le valutazioni.
Le norme fiscali hanno l’obiettivo di determinare un reddito da assoggettare a tassazione in maniera uniforme, certa, e oggettivamente verificabile in tutte le situazioni aziendali.
Alcuni costi, quali per esempio le quote di ammortamento è la svalutazione dei crediti, sono attribuiti all’esercizio con una certa discrezionalità, in quanto imprese appartenenti a settori differenti (o la stessa impresa nel tempo) possono trovarsi a operare in condizioni diverse.
La valutazione degli elementi reddituali è basata su regole univoche, da applicare indipendentemente dalle specifiche situazioni contingenti.
PRINCIPI TRIBUTARI
Le norme generali sui componenti del reddito d’impresa sono contenute nell’art. 109 del TUIR da cui derivano i seguenti principi: 1. l’inerenza dei costi alla produzione del reddito: i costi iscritti nel Conto economico debbono essere strettamente connessi con l’attività aziendale dalla quale si realizzano i ricavi e sulla quale si pagano le imposte; 2. la competenza fiscale rispetto all’esercizio considerato: i costi e i ricavi concorrono alla formazione del reddito nell’esercizio di competenza. Ai fini della determinazione dell’esercizio di competenza: a) i corrispettivi delle cessioni di beni (ricavi di vendita) si considerano conseguiti, e i costi di acquisizione dei fattori produttivi si considerano sostenuti, alla data della consegna o spedizione per i beni mobili e della stipulazione del contratto per i beni immobili; b) i corrispettivi delle prestazioni di servizi si considerano conseguiti, e le spese di acquisizione dei servizi si considerano sostenute, alla data in cui le prestazioni sono ultimate, ovvero alla data di maturazione dei corrispettivi. Competenza fiscale e competenza economica, concettualmente assimilabili, a volte non coincidono: per esempio i compensi agli organi amministrativi e di controllo hanno competenza economica nell’esercizio in cui sono maturati e competenza fiscale nell’esercizio in cui sono pagati; 3. la certezza nell’esistenza giuridica, oggettivamente determinabile, del loro ammontare: i costi iscritti nel Conto economico devono essere documentati, salvo le eccezioni tassativamente previste dalle norme fiscali; 4. l’iscrizione in bilancio: le spese e gli altri componenti negativi del reddito sono ammessi in deduzione se e nella misura in cui risultano imputati al Conto economico relativo all’esercizio di competenza. Sono tuttavia deducibili: a) i costi imputati al Conto economico di un esercizio precedente, se la deduzione è stata rinviata in conformità alle norme che dispongono o consentono il rinvio; b) i costi che, pur non essendo imputabili al Conto economico, sono deducibili per disposizioni di legge; 5. l’imputabilità specifica: i costi e gli oneri sono deducibili se e in quanto si riferiscono ad attività da cui derivano ricavi o proventi che concorrono a formare il reddito d’impresa; in presenza di redditi esenti da imposte, i costi non suscettibili di imputazione specifica, quali le spese generali, si deducono solo parzialmente, secondo regole complesse che qui tralasciamo. Le variazioni da apportare al reddito di bilancio per trasformarlo in reddito fiscale, risultanti dall’apposito prospetto, vengono calcolate confrontando, per ciascun elemento reddituale, la valutazione effettuata in base alle disposizioni del codice civile con la valutazione derivante dall’applicazione della disciplina tributaria sulla determinazione del reddito d’impresa.
194
Imposizione fiscale in ambito aziendale
Unità
1
Un costo è pertanto deducibile quando le norme tributarie lo ammettono nel calcolo del reddito fiscale. Va tuttavia ricordato che in deroga a tali principi tributari generali, sia le imprese che redigono il bilancio in base alle disposizioni del codice civile e dei principi contabili nazionali OIC (escluse le micro-imprese), sia quelle che redigono il bilancio in base ai principi contabili internazionali IAS/IFRS, possono determinare il reddito imponibile assumendo ai fini fiscali le qualificazioni di bilancio (lo schema cui ricondurre l’operazione) e i criteri di imputazione e classificazione in bilancio previsti dai rispettivi principi contabili. Si tratta del cosiddetto principio di derivazione rafforzata, secondo cui, in sostanza, ai fini della determinazione del reddito imponibile, gli elementi reddituali e patrimoniali assumono rilevanza in base alle risultanze contabili. ART. 83, COMMA 1 TUIR
Per i soggetti che redigono il bilancio in base agli IAS/IFRS e per i soggetti, diversi dalle micro-imprese, che redigono il bilancio in conformità alle disposizioni del codice civile, valgono i criteri di qualificazione, imputazione temporale e classificazione in bilancio previsti dai rispettivi principi contabili.
ART. 99 TUIR
L’imposta sul reddito (IRPEF o IRES) non è deducibile in quanto fiscalmente non è considerata costo. Pertanto, l’ammontare delle imposte sul reddito dà luogo a una variazione in aumento e costituisce un componente positivo del reddito fiscale. Le imprese che determinano la base imponibile in modo ordinario, gli enti non commerciali e gli esercenti arti e professioni possono dedurre l’IRAP dalle imposte sul reddito (IRPEF o IRES) nell’esercizio in cui avviene il pagamento. Tale deduzione è tuttavia limitata al 10% dell’IRAP versata e a condizione che nel Conto economico siano stati rilevati interessi passivi. L’importo dell’IRAP deducibile dà luogo a una variazione in diminuzione dal reddito di bilancio in quanto ai fini fiscali costituisce un componente negativo del reddito.
Imposta Unica Comunale (IUC) È un’imposta fondata su due presupposti, il possesso di immobili e la fruizione di servizi comunali. La IUC si compone dell’Imposta MUnicipale propria (IMU), dovuta dai possessori di immobili (escluse le abitazioni principali), e di una componente riferita ai servizi, che si articola nella TAssa per i Servizi Indivisibili (TASI) e nella TAssa sui RIfiuti (TARI), destinata a finanziare il costo del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
ACE (AIUTO ALLA CRESCITA ECONOMICA)
Per l’Imposta Unica Comunale (IUC) occorre considerare le regole di deducibilità riportate nella tabella sottostante. IUC
DEDUCIBILITÀ AI FINI IRPEF E IRES
DEDUCIBILITÀ AI FINI IRAP
IMU
20%
–
TASI
100%
100%
TARI
100%
100%
Per ridurre l’imposizione sui redditi derivanti dal finanziamento con capitale di rischio, nonché per attenuare lo squilibrio del trattamento fiscale tra imprese che si finanziano con capitale di debito e imprese che si finanziano con capitale proprio, nel calcolo del reddito fiscale è ammessa una variazione in diminuzione di importo pari al rendimento nozionale del nuovo capitale proprio. Il rendimento nozionale del nuovo capitale proprio è determinato mediante applicazione dell’aliquota 1,50%. Rendimento nozionale del nuovo capitale proprio = aumento del capitale proprio × 1,50%
Tale meccanismo consente la diminuzione del reddito fiscale in proporzione all’aumento del capitale proprio effettuato con nuovi apporti dei soci e/o mediante autofinanziamento (incrementi delle riserve con utili non distribuiti).
195
Modulo
2
Fiscalità d'impresa
Esempio Variazione in diminuzione conseguente all’ACE Nell’esercizio n la Alfa spa ha aumentato il capitale proprio (con nuovi apporti dei soci e incrementando le riserve) complessivamente per 500 000 euro. Calcoliamo la variazione in diminuzione da apportare al reddito di bilancio. La variazione in diminuzione del reddito di bilancio corrisponde al rendimento nozionale del nuovo capitale proprio, così determinato: euro (500 000 × 1,50%) = euro 7 500 rendimento nozionale del capitale proprio (variazione in diminuzione dal reddito di bilancio). In sostanza, considerando l’attuale aliquota IRES al 24%, con tale meccanismo la società consegue un risparmio di imposta pari a: euro (7 500 × 24%) = euro 1 800.
04
La svalutazione fiscale dei crediti Le svalutazioni dei crediti risultanti in bilancio, per l’importo non coperto da garanzia assicurativa, che derivano dalle cessioni di beni e dalle prestazioni di servizi, sono deducibili in ciascun esercizio nel limite dello 0,50% del valore nominale dei crediti stessi. Tale deduzione non è più ammessa quando l’ammontare complessivo delle svalutazioni ha raggiunto il 5% del valore nominale di detti crediti.
ART. 106 TUIR
Esempio
Se in un esercizio l’ammontare complessivo delle svalutazioni dedotte eccede il 5% del valore nominale o di acquisizione dei crediti, l’eccedenza concorre a formare il reddito fiscale dell’esercizio stesso.
1 Svalutazione dei crediti conforme alle norme fiscali
Prima delle scritture di assestamento, tre imprese presentano i dati che seguono: 1. impresa Alfa: i crediti di natura commerciale hanno valore nominale di 160 500 euro; il fondo rischi su crediti esistente (che coincide con quello fiscale) ammonta a 6 420 euro; 2. impresa Beta: i crediti di natura commerciale hanno valore nominale di 597 500 euro; il fondo rischi su crediti esistente (che coincide con quello fiscale) ammonta a 28 875 euro; 3. impresa Gamma: i crediti di natura commerciale hanno valore nominale di 181 250 euro; il fondo rischi su crediti esistente (che coincide con quello fiscale) ammonta a 10 177,50 euro. Presentiamo il calcolo della svalutazione fiscale dei crediti. Nella prima impresa il fondo rischi su crediti rappresenta il 4% del valore nominale dei crediti commerciali: 6 420 × 100 = 4% 160 500 La svalutazione dei crediti fiscalmente ammessa è di euro 160 500 × 0,50% = euro 802,50. Accantonando tale quota il fondo rischi su crediti diventa pari a: euro (6 420,00 + 802,50) = euro 7 222,50, importo inferiore al limite massimo del 5% del valore nominale dei crediti commerciali (euro 160 500 × 5% = euro 8 025). L’impresa Alfa può quindi dedurre fiscalmente l’intero ammontare della svalutazione annua massima consentita (802,50 euro). Nella seconda impresa il fondo rischi su crediti è inferiore al limite del 5%: 28 875 × 100 = 4,833% 597 500 La percentuale dei crediti ammessa fiscalmente dovrebbe essere lo 0,50%. Se si applica detta percentuale si verrebbe però a sfondare il limite del 5% (pari a 29 875 euro). Infatti:
196
Imposizione fiscale in ambito aziendale
fondo rischi su crediti preesistente euro svalutazione 0,50% su 597 500 euro euro ammontare che verrebbe ad assumere il fondo rischi euro
Unità
1
28 875,00 2 987,50 31 862,50
Poiché detto ammontare supera il limite del 5% è necessario contenere la svalutazione entro detto limite. L’impresa Beta può quindi svalutare, agli effetti fiscali, solo: euro (29 875,00 – 28 875,00) = euro 1 000,00 svalutazione deducibile fiscalmente Nella terza impresa il fondo rischi su crediti è superiore al limite del 5%: 10 177,50 × 100 = 5,615% 181 250,00 L’impresa Gamma non può quindi incrementare il fondo, anzi deve ridurlo al 5% (cioè a 9 062,50 euro), dando luogo a un componente positivo del reddito fiscale così calcolato: euro (10 177,50 – 9 062,50) = euro 1 115,00 componente positivo del reddito fiscale (variazione in aumento)
Le perdite sui crediti sono deducibili fiscalmente se risultano da elementi certi e precisi e in ogni caso se il debitore è assoggettato a procedure concorsuali (a partire dalla data della sentenza dichiarativa della liquidazione giudiziale o del provvedimento che ordina la liquidazione coatta amministrativa o del decreto di ammissione alla procedura di concordato preventivo o del decreto che dispone la procedura di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi). Dette perdite su crediti sono però deducibili limitatamente alla parte che eccede l’ammontare complessivo delle svalutazioni dedotte nei precedenti esercizi.
ART. 101 5 TUIR
COMMA
Crediti di modesta entità Secondo il TUIR si considerano di modesta entità i crediti di importo non superiore a 5 000 euro per le imprese di più rilevante dimensione (imprese aventi un volume d’affari o di ricavi non inferiori a 150 milioni di euro), e i crediti di importo non superiore a 2 500 euro per le altre imprese.
Esempio
Le perdite su crediti di modesta entità sono invece automaticamente deducibili, senza l’onere per l’impresa di produrre rigorose prove formali circa la certezza della perdita, a condizione che siano trascorsi almeno sei mesi dalla scadenza del credito non riscosso. È importante sottolineare che le norme fiscali consentono la svalutazione, nei limiti indicati, solo dei crediti di natura commerciale, derivanti dalla vendita di merci o prodotti o dalla prestazione di servizi. Gli altri crediti, come quelli derivanti dalla cessione di immobilizzazioni (contabilizzati nel conto Crediti commerciali diversi) non possono essere fiscalmente svalutati; il fisco consente la deduzione di eventuali perdite relative a questi crediti solo se risultano da elementi certi e precisi o dall’assoggettamento del debitore a procedure concorsuali.
2 Svalutazione civilistica e fiscale dei crediti
Nella contabilità generale di un’impresa industriale figurano al 31/12, prima delle scritture di assestamento, Crediti v/clienti, rappresentati da registrazioni in conto per 806 850 euro e da cambiali per 392 700 euro, e Crediti diversi per 49 500 euro. All’inizio dell’esercizio il fondo rischi su crediti civilistico (coincidente con le svalutazioni in precedenza dedotte fiscalmente) ammontava a 91 245 euro; nel corso dell’esercizio il fondo è stato utilizzato per coprire perdite su crediti verso clienti risultati inesigibili in base a elementi certi e precisi per 66 000 euro. Al termine dell’esercizio l’amministratore delegato, tenuto conto della crisi nel settore merceologico e dei maggiori rischi d’insolvenza, decide di svalutare forfetariamente i crediti adeguando il fondo rischi su crediti civilistico al 7% dei crediti verso clienti non rappresentati da cambiali, al 4% delle cambiali attive e al 5% dei crediti diversi. Calcoliamo la svalutazione dei crediti effettuata in base ai criteri prudenziali e l’importo non deducibile fiscalmente. Calcolo della svalutazione civilistica dei crediti Il fondo rischi su crediti civilistico (iscritto in contabilità generale) esistente all’1/01 di 91 245 euro è stato utilizzato nel corso dell’esercizio per 66 000 euro; al 31/12 ammonta quindi a 25 245 euro.
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Modulo
2
Fiscalità d'impresa
A fine esercizio si svalutano i crediti incrementando il fondo per 49 417,50 euro, come risulta dal calcolo sotto indicato; il fondo rischi su crediti civilistico, dopo le scritture di assestamento, ammonta a 74 662,50 euro. Natura del credito Crediti v/clienti: • in conto • cambiali attive Crediti diversi
Valore nominale 806 850, 392 700, 49 500, 1 249 050
Fondo rischi su crediti precedente residuo Svalutazione iscritta alla voce B10) d) del Conto economico
% 00 00 00 00
7 4 5
Svalutazione in bilancio 56 479, 15 708, 2 475, 74 662, – 25 245, 49 417,
50 00 00 50 00 50
Calcolo della svalutazione fiscalmente deducibile In base alle norme fiscali è deducibile solo la svalutazione dei crediti di natura commerciale calcolata in base all’art. 101 del TUIR; sono quindi esclusi i crediti diversi. La svalutazione deducibile fiscalmente nell’esercizio non può eccedere il limite dello 0,50% del valore nominale dei crediti di natura commerciale (euro 806 850 + euro 392 700 = euro 1 199 550): euro (1 199 550 × 0,50%) = euro 5 997,75 svalutazione crediti deducibile nell’esercizio L’importo totale delle svalutazioni fiscalmente dedotte non può inoltre superare il 5% del valore nominale dei crediti commerciali. Nel caso considerato abbiamo: Svalutazioni fiscalmente dedotte all’1/01 Utilizzo effettuato nell’esercizio a copertura di perdite su crediti manifestatisi Svalutazione dell’esercizio 0,50% Svalutazione totale agli effetti fiscali (inferiore al 5% dei crediti commerciali)
91 245,00 – 66 000,00 25 245,00 5 997,75 31 242,75
L’importo della svalutazione iscritta al Conto economico del bilancio (euro 49 417,50) supera l’importo della svalutazione ammessa fiscalmente (euro 5 997,75); ai fini della determinazione del reddito fiscale è necessario apportare in sede di dichiarazione dei redditi una variazione in aumento al reddito di bilancio così calcolata: euro (49 417,50 – 5 997,75) = euro 43 419,75 svalutazione non deducibile.
05 ART. 92 COMMA
1 TUIR
ART. 92 COMMA
2 TUIR
ART. 92 COMMA
198
3 TUIR
La valutazione fiscale delle rimanenze In base alle norme fiscali, le rimanenze finali di prodotti finiti, di sottoprodotti, di materie prime e sussidiarie, di semilavorati, di parti componenti, di materiali di consumo, la cui valutazione non sia effettuata a costi specifici, concorrono a formare il reddito raggruppando i beni in categorie omogenee per natura e per valore e attribuendo a ciascun gruppo un valore non inferiore a quello minimo determinato a norma delle disposizioni che seguono. Nel primo esercizio in cui si verificano, le rimanenze sono valutate attribuendo a ogni unità il valore risultante dalla divisione del costo complessivo dei beni prodotti e acquistati nell’esercizio stesso per la loro quantità. Si applica quindi il metodo del costo medio ponderato. Negli esercizi successivi, se la quantità delle rimanenze è aumentata rispetto all’esercizio precedente (rimanenze finali > esistenze iniziali), le maggiori quantità, valutate in base al costo medio ponderato dell’anno, costituiscono voci distinte per esercizi di formazione.
Imposizione fiscale in ambito aziendale
Unità
1
Pertanto le rimanenze finali vengono separate in due blocchi: il primo corrisponde alle esistenze iniziali e ha già un suo specifico valore; il secondo costituisce l’incremento verificatosi nell’esercizio e viene valorizzato al costo medio ponderato dell’anno. Se invece la quantità è diminuita (rimanenze finali < esistenze iniziali), la diminuzione si imputa agli incrementi formati nei precedenti esercizi, a partire dal più recente. In pratica si applica il metodo del LIFO a scatti annuale, in base al quale si considerano scaricate dal magazzino le scorte acquistate più recentemente. ART. 92 COMMA
4 TUIR
ART. 92 COMMA
5 TUIR
Per le imprese che valutano in bilancio le rimanenze finali con il metodo della media ponderata o “del primo entrato, primo uscito” (FIFO) o con varianti del LIFO (per esempio con il metodo del LIFO continuo), le rimanenze finali sono assunte per il valore che risulta dall’applicazione del metodo adottato. Ciò significa, in sostanza, l’accettazione da parte del fisco dei metodi di valutazione applicati in bilancio e validi civilisticamente, anche se diversi dal LIFO a scatti. Se in un esercizio il valore unitario medio dei beni, determinato a norma dei commi 2, 3 e 4, è superiore al valore normale medio di essi nell’ultimo mese dell’esercizio, il valore minimo di cui al comma 1 è determinato moltiplicando l’intera quantità dei beni, indipendentemente dall’esercizio di formazione, per il valore normale. VALUTAZIONE A
VALUTAZIONE B A 50 56.7%
57.8%
41.4%
41.2%
58.6%
58.8%
2014
2015
0
380
2014
2015
Next step by 2020 The aim of the Ferrero Group is to increase competitiveness and employer branding, leveraging on its workforce diversity as a key asset. Within this framework, the Group is committed to guaranteeing the global implementation of its equal opportunities policies, through its Human Resources Department. This will enable the identification of a complete skill-set, in addition to the recognition of the individual contribution of each employee. According to this aim, the Group has developed new specific 2020 objectives: • Increase of 5% in women managerial positions (senior manager) compared to 31st August 2015; • Starting partnerships from FY 2016/2017 with business schools to develop specific programs for women managers; • Ferrero University: starting from FY 2016/2017 development of training activities related to “Global mindset and Diversity” to increase the knowledge and awareness of this topic at all levels of our organization. The Planet Respect and protection of the planet are realised through a series of responsible choices, aimed at both the sustainable supply of raw materials and reducing the environmental impact of production activities.
MEASURE the environmental footprint of the Group’s activities, using recognised indicators and monitoring progress FERRERO
COLLABORATE with universities, associations, research institutions, suppliers and NGOs by working on common projects
ENVIRONMENTAL
RESPONSIBILITY
WaERy
PLANNING products, packaging, equipment and buildings by establishing medium to long term targets
EDUCATE employees, suppliers and customers through training opportunities and information
As an integrant part, the Ferrero Group is aware of the important role it plays in balancing the ecosystem. Also considering the direct relationship with the agricultural sector, Ferrero is committed to the dissemination of sustainable practices along the entire supply chain. Moreover, the Ferrero Group is constantly engaged in improving the energetic and environmental performance of its activities. Over the last 150 years, the global economy has followed a linear production and consumption trajectory creating an ever-greater demand of natural resources. Given the expectations of growth
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for the world population, it is crucial to change the way of thinking and thus of producing and consuming. Therefore, a circular economy model, an economy planned to self-regenerate, is replacing the traditional linear consumption model. The Ellen McArthur Foundation defines circular economy as “one that is restorative and regenerative by design, and which aims to keep products, components and materials at their highest utility and value at all times, distinguishing between technical and biological cycles.” The Ferrero Group, aware of the implications of a scarce supply of resources for its business, supports and promotes the development of a circular economy through its FER-Way environmental responsibility project.
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Complete the sentences using the phrases/words supplied below (there may be more than one correct answer). a. The entry level wages of Ferrero Group are higher than the local minimum wage established by legislation in: ❑ 1. Italy ❑ 2. Germany ❑ 3. France ❑ 4. Poland b. The highest number of employees working at the Ferrero Group comes from: ❑ 1. Italy ❑ 2. India ❑ 3. France ❑ 4. Russia c. The largest non-European group of Ferrero’s social enterprise is: ❑ 1. in Ecuador ❑ 2. in China ❑ 3. in India ❑ 4. in Canada d. The Ferrero group uses fixed term contracts because: ❑ 1. the production is distributed uniformly throughout the year ❑ 2. the production is concentrated only in winter ❑ 3. about 30% of production is concentrated only in 7 or 8 months of the year e. In order to increase competitiveness and employer branding, the aims of the Ferrero Group are: ❑ 1. increase of 5% in women managerial positions ❑ 2. starting partnerships with business schools to develop specific programs for women managers ❑ 3. take advantage of the diversity of the workforce as a key element ❑ 4. ensure equal opportunities f. The Ferrero’s group guarantees respect for the environment through: ❑ 1. the sustainable procurement of raw materials ❑ 2. the reduction of the environmental impact of manufacturing ❑ 3. the indiscriminate use of natural resources ❑ 4. intensive farming systems
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Answer the questions. a. What is meant by the term “circular economy”? ................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................
b. What actions are foreseen in the FER-Way project to develop the circular economy? ................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................
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Connect the principle in the left column with the correct category. Principle Category 1. Businesses should support and respect the protection a. Respect for human rights of internationally proclaimed human rights b. Labour practices 2. Make sure that they are not complicit in human c. Environmental protection rights abuses d. Fight against corruption 3. Businesses should uphold the freedom of association and the effective recognition of the right to collective bargaining 4. The elimination of all forms of forced and compulsory labour 5. The effective abolition of child labour 6. The elimination of discrimination in respect of employment and occupation 7. Businesses should support a precautionary approach to environmental challenges 8. Undertake initiatives to promote greater environmental responsibility 9. Encourage the development and diffusion of environmentally friendly technologies 10. Businesses should work against corruption in all its forms, including extortion and bribery
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PRIMA PARTE – LA PROVA SCRITTA 1. Simulazioni aziendali 2. Analisi di testi e documenti economici attinenti al percorso di studio 3. Analisi di casi aziendali 4. Esercizi per la costruzione di documenti contabili con dati a scelta 5. Esercizi sulle simulazioni aziendali
SECONDA PARTE – IL COLLOQUIO 1. Analisi di testi, documenti e situazioni operative 2. Relazione sull’esperienza di alternanza scuola-lavoro
PREPARIAMO L’ESAME DI STATO – PRIMA PARTE
Esame di Stato
In base alle disposizioni ministeriali, nell’Indirizzo Amministrazione, Finanza e Marketing le materie oggetto delle seconda prova scritta negli esami di Stato sono le seguenti: Amministrazione, Finanza e Marketing Relazioni internazionali per il marketing
Sistemi informativi aziendali
♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦
Economia aziendale Economia aziendale e geo-politica Lingua inglese Seconda lingua comunitaria Economia aziendale Informatica
Per le discipline economico-aziendali la struttura della prova prevede una prima parte a svolgimento obbligatorio, seguita da una seconda parte costituita da quesiti tra i quali lo studente sceglie quali risolvere. La prova fa riferimento a situazioni operative in ambito economico-aziendale e richiede allo studente attività di analisi, scelta, decisione, individuazione e definizione di linee operative, individuazione di problemi e definizione motivata delle soluzioni, ricerca e produzione di documenti aziendali. La prova consiste in una delle seguenti tipologie: a. analisi di testi e documenti economici attinenti al percorso di studio; b. analisi di casi aziendali; c. simulazioni aziendali. In questa parte sono contenuti materiali vari collegati alle tre tipologie stabilite dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per la seconda prova. La prima sezione è riservata alle simulazioni aziendali, con particolare attenzione alla metodologia da applicare nella costruzione di documenti contabili con dati a scelta (Stato patrimoniale, Conto economico, Nota integrativa, budget ecc.). Nella seconda sezione, insieme ad alcuni consigli per l’analisi di testi e documenti economici, si propongono testi e documenti da analizzare con relative indicazioni di svolgimento. La terza sezione, dopo l’indicazione di alcuni suggerimenti metodologici, contiene casi aziendali accompagnati da indicazioni di svolgimento. In chiusura si trova una raccolta di esercizi sulla redazione di documenti con dati a scelta e di prove incentrate sulle simulazioni aziendali.
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La prova scritta – 1. Simulazioni aziendali
Esame di Stato
1. Simulazioni aziendali Le simulazioni aziendali sono costituite da situazioni operative nelle quali lo studente, assumendo il ruolo di amministratore di una società, responsabile di una funzione aziendale, dipendente o consulente, è chiamato ad affrontare un problema aziendale di varia natura (scelta delle fonti di finanziamento più appropriate per un progetto di investimento, costruzione di un documento con dati a scelta in presenza di vincoli, definizione di un business plan e di un marketing plan, decisioni di breve periodo basate sui costi ecc.).
Lo studente deve quindi utilizzare: ♦ abilità e conoscenze economico-aziendali, giuridiche ed economiche, acquisite durante l’intero percorso di studi, al fine di elaborare la soluzione (“il prodotto”) richiesta; ♦ capacità logiche, di analisi e di collegamento per l’impiego di dati scelti opportunamente per rispettare gli eventuali vincoli presenti nella situazione operativa. Suggerimenti per affrontare una simulazione aziendale 1. Lettura e riflessione Leggi con calma e attenzione la situazione operativa e sottolinea i passaggi che valuti importanti. 2. Analisi e comprensione Cerca di calarti nella problematica o nel ruolo che ti è richiesto dalla situazione. Individua i problemi da affrontare, analizza fatti e concetti, evidenzia dati significativi. 3. Individuazione delle alternative Ricerca le possibili alternative per offrire un’adeguata risposta alle problematiche emerse. 4. Analisi e scelta delle alternative Esamina in dettaglio le varie alternative sotto l’aspetto aziendale. Valorizza anche le conoscenze e le abilità acquisite nello studio di Diritto, Economia, Matematica e Informatica, utili eventualmente per formulare la soluzione più appropriata. Scegli, tra quelle individuate, la soluzione che, a tuo giudizio, rappresenta una risposta adeguata alla situazione problematica. 5. Stesura dello svolgimento Tenendo presenti i vincoli e ipotizzando coerentemente i dati mancanti, esponi con precisione la soluzione individuata. Presta particolare attenzione ai vincoli logici e numerici contenuti nella simulazione aziendale: attività esercitata dall’impresa, forma giuridica dell’azienda, relazioni tra le voci di bilancio, indicatori delle condizioni di equilibrio o disequilibrio patrimoniale, finanziario ed economico. Ricordati di accompagnare l’esposizione delle decisioni aziendali proposte con motivazioni analitiche coerenti.
PREPARIAMO L’ESAME DI STATO – PRIMA PARTE
Dopo aver esaminato attentamente il contesto interno ed esterno all’azienda, lo studente deve: ♦ definire le possibili soluzioni al problema proposto; ♦ confrontare le soluzioni individuate sotto vari profili (economico, finanziario, tecnico, civilistico e fiscale); ♦ scegliere la soluzione o le soluzioni che meglio si adattano alla situazione operativa analizzata.
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Esame di Stato
La prova scritta – 1. Simulazioni aziendali
1. La redazione del bilancio d’esercizio in presenza di vincoli numerici e logici La preparazione con dati opportunamente scelti degli schemi contabili del bilancio d’esercizio (Stato patrimoniale e Conto economico), di alcune parti della Nota integrativa, dei budget, del business plan e del marketing plan richiede non solo conoscenze contabili, tecniche e giuridiche ma anche la capacità di saper opportunamente scegliere i valori e correlarli con le specifiche richieste che, direttamente o indirettamente, sono presenti nella prova di verifica.
PREPARIAMO L’ESAME DI STATO – PRIMA PARTE
METODO TOP DOWN Per la costruzione del bilancio con dati a scelta si possono seguire diversi metodi, tutti ugualmente validi. Negli esempi che seguono utilizzeremo il metodo top down (dalla sintesi all’analisi) che consente la costruzione graduale dei prospetti contabili che formano il bilancio d’esercizio, attraverso fasi successive e consequenziali.
VINCOLI Poiché ogni impresa presenta specifiche caratteristiche le combinazioni dei valori che formano il bilancio possono essere le più varie; in generale bisogna però tenere presente l’attività esercitata dall’impresa, la sua forma giuridica, le sue dimensioni, le condizioni di equilibrio patrimoniale, finanziario e reddituale in cui essa si trova. Inoltre la traccia può imporre alcuni vincoli, quali l’importo delle voci dell’attivo e del passivo, il valore di determinati indici e così via. Non esistono regole rigide e meccaniche da seguire, non si devono imparare a memoria importi e percentuali. Occorre dimostrare la propria capacità di ragionamento e le conoscenze contabili considerando le relazioni numeriche e logiche tra i dati. Prima di iniziare lo svolgimento della prova consigliamo, quindi, di leggere attentamente il testo della traccia allo scopo di individuare gli eventuali vincoli che possono influire nella determinazione degli importi da attribuire agli elementi patrimoniali e reddituali.
FATTORE TEMPO È importante non dimenticare il tempo a disposizione per lo svolgimento della prova in quanto le ore disponibili devono essere utilizzate per svolgere completamente quanto richiesto e non solo il bilancio d’esercizio con dati a scelta.
ATTIVITÀ ESERCITATA Nella redazione degli schemi contabili del bilancio d’esercizio occorre riservare particolare attenzione all’attività esercitata dall’impresa cui il bilancio è riferito. Per esempio, se viene richiesto il bilancio d’esercizio di un’impresa che svolge attività industriale, nella composizione del patrimonio le immobilizzazioni dovrebbero essere maggiori dell’attivo circolante; inoltre nelle sottoclassi contrassegnate con numeri romani dovrebbero figurare le voci caratteristiche quali le rimanenze di materie prime e sussidiarie, prodotti finiti, prodotti in corso di lavorazione ecc. Il ragionamento è analogo per quanto riguarda i componenti reddituali, tra i quali hanno normalmente un peso maggiore i costi inerenti all’attività di trasformazione industriale. Se, invece, viene richiesta la redazione del bilancio d’esercizio di un’impresa che svolge attività commerciale, è l’attivo circolante che dovrebbe essere maggiore dell’attivo immobilizzato; naturalmente, saranno diverse anche le voci caratterizzanti il tipo di attività esercitata (per esempio, le rimanenze di magazzino sono costituite da merci e materie di consumo).
FORMA GIURIDICA La forma giuridica assegnata all’impresa influenza la composizione del patrimonio e la tipologia dei debiti. Così, per esempio, se si ipotizza una società per azioni, tra le voci che compongono il patrimonio netto dovrebbero figurare alcune poste caratteristiche, quali la riserva legale, la riserva statutaria, la riserva straordinaria, la riserva da soprapprezzo delle azioni ecc.
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La prova scritta – 1. Simulazioni aziendali
Esame di Stato
CONDIZIONI DI EQUILIBRIO Le condizioni di equilibrio patrimoniale, finanziario e reddituale solitamente indicate nella traccia possono essere sintetizzate come segue: ♦ il patrimonio netto deve essere di importo uguale o superiore al totale dei debiti; ♦ l’importo delle immobilizzazioni nette deve essere inferiore al capitale permanente (ottenuto sommando il capitale proprio e i debiti a media e lunga scadenza); di conseguenza il margine di copertura globale risulta positivo; ♦ l’importo dei debiti consolidati deve essere inferiore al valore totale delle immobilizzazioni nette; ♦ l’importo dell’attivo corrente deve essere superiore alle passività a breve termine (con conseguente patrimonio circolante netto positivo).
Le condizioni di disequilibrio finanziario possono essere sintetizzate come segue: ♦ il patrimonio netto è minore dei debiti (in tal modo l’impresa è sottocapitalizzata); ♦ l’attivo corrente è minore dei debiti a breve termine (di conseguenza il patrimonio circolante netto è negativo); ♦ il capitale permanente è minore delle immobilizzazioni nette (di conseguenza il margine di struttura globale è negativo).
VINCOLI Nella redazione del bilancio d’esercizio con dati a scelta occorre tener presente sia i vincoli numerici (o vincoli quantitativi) imposti dalla traccia, quali, per esempio, capitale sociale, reddito di esercizio, valore della produzione, sia i vincoli non numerici (o vincoli logici), quali, per esempio, la situazione finanziaria e/o patrimoniale equilibrata o non equilibrata, i cambiamenti strutturali operati durante l’esercizio, il ricorso a finanziamenti di capitale proprio o di capitale di debito. A volte la traccia fornisce il valore di alcuni margini o indici che condizionano i valori da scrivere nei prospetti di bilancio. Per esempio se il tema indica: ♦ il margine di struttura, occorrerà tenere presente che tale valore è dato dalla differenza tra il patrimonio netto e l’attivo immobilizzato; ♦ il margine di copertura globale, occorrerà tenere presente che tale valore è la differenza tra il capitale permanente e l’attivo immobilizzato; ♦ il ROE (return on equity), sarà necessario tenere presente che tale indicatore è dato dal rapporto, espresso in percentuale, tra l’utile d’esercizio e il capitale proprio (formato dal capitale sociale e dalle riserve).
RELAZIONI Si deve prestare particolare attenzione alle relazioni esistenti tra i due schemi contabili del bilancio: ♦ l’utile dell’esercizio deve comparire, per lo stesso importo, sia nello Stato patrimoniale (tra il patrimonio netto) sia nel Conto economico; ♦ la destinazione dell’utile dell’esercizio precedente in parte deve o può essere destinato a incrementare le riserve; ♦ la copertura della perdita d’esercizio precedente può avvenire con una parte delle riserve; ♦ l’accantonamento ai fondi per rischi e oneri non deve essere superiore al valore dei fondi stessi; ♦ la svalutazione dei crediti, iscritta nel Conto economico, deve essere di importo minore della somma del fondo svalutazione crediti e del fondo rischi su crediti; ♦ la quota TFR maturata durante l’esercizio non deve superare i debiti per TFR iscritti nel passivo patrimoniale; ♦ le quote di ammortamento iscritte nel Conto economico non devono essere superiori al valore dei rispettivi fondi ammortamento; ♦ le variazioni delle rimanenze evidenziate nel Conto economico (Valore della produzione e Costi della produzione) devono essere ottenute dagli importi iscritti nell’Attivo circolante dello Stato patrimoniale; ♦ le scelte patrimoniali si riflettono sul Conto economico, per esempio a un forte indebitamento devono corrispondere elevati oneri finanziari.
PREPARIAMO L’ESAME DI STATO – PRIMA PARTE
CONDIZIONI DI DISEQUILIBRIO
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Esame di Stato
La prova scritta – 1. Simulazioni aziendali
REPORT
PREPARIAMO L’ESAME DI STATO – PRIMA PARTE
A corredo dei documenti contabili la prova può richiedere la preparazione di un report riguardante l’analisi del bilancio d’esercizio, l’analisi degli scostamenti tra dati effettivi e dati di budget, la break even analysis e le scelte operate nella gestione aziendale. Per predisporre un report è necessario considerare: ♦ il soggetto a cui il documento è destinato (interno o esterno all’azienda) utilizzando una terminologia appropriata; ♦ il contenuto da comunicare (informativo o valutativo) che deve essere chiaro e riportare informazioni sintetiche; ♦ la forma da utilizzare che può essere una semplice relazione oppure una relazione corredata da grafici e tabelle.
2. I vincoli nella redazione del bilancio d’esercizio Nella redazione del bilancio d’esercizio con dati a scelta occorre considerare i vincoli, numerici e non, che condizionano la composizione e l’entità del patrimonio e del reddito di esercizio. Presentiamo una serie di esempi svolti in cui si esaminano i riflessi sullo Stato patrimoniale e sul Conto economico di alcuni vincoli. Gli importi iscritti nei prospetti di bilancio si riferiscono unicamente all’esempio considerato. Nello svolgimento di un’esercitazione completa detti importi dovranno, pertanto, essere sommati ad altri eventuali valori. Riportiamo di seguito l’elenco sintetico degli esempi presentati nel paragrafo. Esempio 1 Esempio 2 Esempio 3 Esempio 4 Esempio 5 Esempio 6 Esempio 7 Esempio 8 Esempio 9 Esempio 10 Esempio 11 Esempio 12 Esempio 13 Esempio 14
Esempio
Apporto di immobilizzazioni da parte di soci Aumento di capitale sociale a pagamento Aumento di capitale sociale gratuito Contributi in conto impianti Copertura della perdita di esercizio con riserve Riduzione del capitale sociale a copertura della perdita di esercizio Costruzioni in economia Alienazione di immobilizzazioni con rilevazione di minusvalenza Alienazione di immobilizzazioni con rilevazione di plusvalenza Finanziamento per l’acquisto di immobilizzazioni Leasing finanziario Manutenzioni programmate Outsourcing Riparto dell’utile d’esercizio
1 Apporto di immobilizzazioni da parte di soci
All’inizio dell’anno entra nella Beta spa un nuovo socio che apporta un fabbricato valutato 5 000 000 di euro (il valore dell’edificio è di 3 500 000 euro); tale conferimento è riconosciuto per 4 800 000 euro come capitale sociale e per 200 000 euro come soprapprezzo. A fine esercizio il fabbricato è ammortizzato del 3%. Stato patrimoniale ATTIVO B) Immobilizzazioni II - Immobilizzazioni materiali 1) terreni e fabbricati
Conto economico B) Costi della produzione 10) b) ammortamento delle immobilizzazioni materiali 4 895 000
(5 000 000 – 105 000)
PASSIVO A) Patrimonio netto I - Capitale II - Riserva da soprapprezzo delle azioni
390
4 800 000 200 000
105 000
La prova scritta – 1. Simulazioni aziendali
Esempio
Esame di Stato
2 Aumento di capitale sociale a pagamento
In seguito alla decisione di ampliare la propria attività la Delta spa, con capitale sociale formato da 80 000 azioni da 10 euro ciascuna, riserva legale 160 000 euro e riserve statutarie 80 000 euro, decide di aumentare il proprio capitale sociale emettendo 20 000 nuove azioni al prezzo di 11,50 euro ciascuna. Agli azionisti viene richiesto il versamento sul conto corrente della società del 25% del valore nominale delle azioni e dell’intero soprapprezzo. Stato patrimoniale ATTIVO A) Crediti verso i soci
Conto economico 150 000
75% di (20 000 × 10)
25% di (10 × 20 000) + (1,50 × 20 000)
PASSIVO A) Patrimonio netto I - Capitale II - Riserva da soprapprezzo delle azioni
aumento di euro 80 000
1 000 000 30 000
(1,50 × 20 000)
IV - Riserva legale V - Riserve statutarie
160 000 80 000
In seguito all’aumento di capitale l’impresa dovrà sostenere costi di ampliamento per le parcelle del notaio e del commercialista e per alcuni tributi. Questi costi verranno iscritti nell’Attivo dello Stato patrimoniale in B) I – Immobilizzazioni immateriali al valore contabile (costo sostenuto meno fondo ammortamento). Nel Conto economico in B) 10) a) ammortamento immobilizzazioni immateriali verrà iscritta la quota di ammortamento di tali costi di ampliamento.
Esempio
3 Aumento di capitale sociale gratuito
La Delchi spa presenta un patrimonio netto così composto: capitale sociale 2 000 000 di euro (diviso in azioni da 10 euro ciascuna); riserva da soprapprezzo delle azioni 200 000 euro; riserva legale 400 000 euro; riserve statutarie 250 000 euro; riserva straordinaria 1 350 000 euro. La società decide di aumentare il capitale sociale di 1 500 000 euro utilizzando interamente la riserva straordinaria e parte della riserva da soprapprezzo delle azioni. Stato patrimoniale PASSIVO A) Patrimonio netto I - Capitale II - Riserva da soprapprezzo delle azioni IV - Riserva legale V - Riserve statutarie
Conto economico
PREPARIAMO L’ESAME DI STATO – PRIMA PARTE
C) Attivo circolante IV - Disponibilità liquide 1) depositi bancari e postali
3 500 000 50 000 400 000 250 000
In seguito all’aumento di capitale sociale l’impresa dovrà sostenere costi di ampliamento per le parcelle del notaio e del commercialista e per alcuni tributi. Questi costi verranno iscritti nell’Attivo dello Stato patrimoniale in B) I – Immobilizzazioni immateriali al valore contabile (costo sostenuto meno il fondo ammortamento). Nel Conto economico in B) 10) a) ammortamento immobilizzazioni immateriali verrà iscritta la quota di ammortamento di tali costi di ampliamento.
391
Esame di Stato
Esempio
La prova scritta – 1. Simulazioni aziendali
4 Contributi in conto impianti
La Fari spa ha richiesto e ottenuto, all’inizio dell’anno n, un contributo pubblico per l’installazione di un impianto del costo di 540 000 euro da utilizzare per i prossimi 8 anni (coefficiente di ammortamento 12,50%). L’impianto è stato acquistato ed è entrato in funzione all’inizio dell’esercizio n; la legge prevede il finanziamento a fondo perduto del 50% del costo degli investimenti in impianti.
PREPARIAMO L’ESAME DI STATO – PRIMA PARTE
Stato patrimoniale ATTIVO B) Immobilizzazioni II - Immobilizzazioni materiali 2) impianti e macchinario (540 000 – 67 500) PASSIVO E) Ratei e risconti
472 500
Conto economico A) Valore della produzione 5) Altri ricavi e proventi B) Costi della produzione 10) b) ammortamento delle immobilizzazioni materiali
33 750
67 500
236 250
270 000 : 8 = x : 7 x = 236 250 risconto
Esempio
5 Copertura della perdita di esercizio con riserve
La DTV spa presenta un patrimonio netto così composto: • capitale sociale 2 000 000 di euro (diviso in azioni da 10 euro ciascuna); • riserva da soprapprezzo delle azioni 200 000 euro; • riserva legale 400 000 euro; • riserve statutarie 250 000 euro; • riserva straordinaria 1 350 000 euro; • perdita dell’esercizio 1 400 000 euro. L’assemblea ordinaria degli azionisti decide di coprire la perdita di esercizio utilizzando interamente la riserva straordinaria e rinviando al futuro esercizio la parte restante. Stato patrimoniale PASSIVO A) Patrimonio netto I - Capitale II - Riserva da soprapprezzo delle azioni IV - Riserva legale V - Riserve statutarie VIII - Perdite portate a nuovo
Esempio
Conto economico
2 000 000 200 000 400 000 250 000 – 50 000
6 Riduzione del capitale sociale a copertura della perdita di esercizio
La Zenas spa, con capitale sociale costituito da 400 000 azioni del valore nominale di 10 euro ciascuna e una riserva legale di 28 000 euro, ha chiuso l’esercizio n con una perdita di 828 000 euro, che l’assemblea decide di coprire nel modo seguente: • azzeramento della riserva legale; • riduzione del valore nominale delle azioni a 8 euro. Stato patrimoniale PASSIVO A) Patrimonio netto I - Capitale IV - Riserva legale (28 000 – 28 000)
392
Conto economico
3 200 000 –
La prova scritta – 1. Simulazioni aziendali
Esempio
Esame di Stato
7 Costruzioni in economia
Durante l’anno n la Timbali srl inizia la costruzione interna di un impianto sostenendo: • costi diretti per progettazione, manodopera, materiali ecc.; • costi indiretti per materiali ausiliari, manodopera non imputabile in modo specifico al bene, energia ecc.; • oneri finanziari. A fine anno l’impianto, non ancora ultimato, viene valutato 120 000 euro.
120 000
Conto economico A) Valore della produzione 4) incrementi di immobilizzazioni per lavori interni B) Costi della produzione
120 000 ...........
Durante l’anno n+1 la società termina la realizzazione dell’impianto sostenendo altri costi diretti, indiretti e finanziari. L’impianto ultimato è valutato 190 000 euro ed entra in funzione in data 10/11/n+1. Al termine dell’esercizio l’impianto è ammortizzato con coefficiente annuo del 16%. Stato patrimoniale ATTIVO B) Immobilizzazioni II - Immobilizzazioni materiali 2) impianti e macchinario (190 000 – 4 331)
Esempio
185 669
Conto economico A) Valore della produzione 4) incrementi di immobilizzazioni per lavori interni B) Costi della produzione 10) b) ammort. delle immobilizzazioni materiali
70 000 ........... 4 331
8 Alienazione di immobilizzazioni con rilevazione di minusvalenza
La Fossi spa vende in data 25/06/n una parte dell’arredamento del costo storico di 11 680 euro assoggettata a coefficiente annuo di ammortamento del 15%. All’inizio dell’anno n l’arredamento risultava ammortizzato per l’80%. Il prezzo di cessione è 1 200 euro. Stato patrimoniale ATTIVO B) Immobilizzazioni II - Immobilizzazioni materiali 4) altri beni l’importo si riduce per il valore residuo contabile dell’arredamento ceduto pari a 1 496 euro (11 680 – 10 184)
Conto economico B) Costi della produzione 10) b) ammort. delle immobilizzazioni materiali 11 680 × 15 × 175 100 × 365
=
14) oneri diversi di gestione
840 296
(1 496 – 1 200)
(In seguito alla cessione dell’arredamento la società calcola a fine anno minori quote di ammortamento)
Esempio
9 Alienazione di immobilizzazioni con rilevazione di plusvalenza
La Durdi spa vende in data 25/06/n una parte dell’arredamento del costo storico di 11 680 euro assoggettata a coefficiente annuo di ammortamento del 15%. All’inizio dell’anno n l’arredamento risultava ammortizzato per l’80%. Il prezzo di cessione è 1 600 euro. Stato patrimoniale ATTIVO B) Immobilizzazioni II - Immobilizzazioni materiali 4) altri beni l’importo si riduce per il valore residuo contabile dell’arredamento ceduto pari a 1 496 euro (11 680 – 10 184)
Conto economico A) Valore della produzione 5) altri ricavi e proventi (1 600 – 1 496) B) Costi della produzione 10) b) ammort. delle immobilizzazioni materiali 11 680 × 15 × 175 100 × 365
=
PREPARIAMO L’ESAME DI STATO – PRIMA PARTE
Stato patrimoniale ATTIVO B) Immobilizzazioni II - Immobilizzazioni materiali 5) immobilizzazioni in corso e acconti
104
840
(In seguito alla cessione dell’arredamento la società calcola a fine anno minori quote di ammortamento)
393
Esame di Stato
Esempio
La prova scritta – 1. Simulazioni aziendali
10 Finanziamento per l’acquisto di immobilizzazioni
L’Alfa spa intende acquistare nuovi impianti per 4 000 000 di euro e necessita di finanziamenti. La società deve ricercare le fonti di finanziamento più idonee, rappresentate dal capitale proprio o da debiti a media e lunga scadenza, in quanto deve sussistere una correlazione temporale tra impieghi e fonti di finanziamento.
PREPARIAMO L’ESAME DI STATO – PRIMA PARTE
Prima ipotesi La società decide di aumentare il capitale sociale di 4 000 000 di euro emettendo nuove azioni con un soprapprezzo di 500 000 euro. Per realizzare tale aumento si sostengono costi di ampliamento pari a 80 000 euro. Gli azionisti versano a mezzo banca il 25% del valore nominale delle azioni più l’intero soprapprezzo. A fine anno gli impianti, utilizzati dal 15/03, sono ammortizzati del 12% e i costi di ampliamento del 20%. Stato patrimoniale
Conto economico
ATTIVO A) Crediti verso i soci
B) Costi della produzione 10) a) ammortamento delle immobilizzazioni immateriali 10) b) ammortamento delle immobilizzazioni materiali
3 000 000
(75% di 4 000 000)
B) Immobilizzazioni I - Immobilizzazioni immateriali 1) costi di impianto e di ampliamento
64 000
(80 000 – 16 000)
4 000 000 × 12 × 292 100 × 365
II - Immobilizzazioni materiali 2) impianti e macchinario
=
16 000
384 000
3 616 000
(4 000 000 – 384 000)
PASSIVO A) Patrimonio netto I - Capitale (incremento di 4 000 000 di euro) II - Riserva da soprapprezzo delle azioni 500 000
Seconda ipotesi La società emette in data 1/10/n un prestito obbligazionario decennale di 4 000 000 di euro, tasso 5%, godimento unico annuale 1/10. Il rimborso del prestito avviene integralmente alla scadenza. Stato patrimoniale
Conto economico
ATTIVO B) Immobilizzazioni II - Immobilizzazioni materiali 2) impianti e macchinario
B) Costi della produzione 10) b) ammortamento delle immobilizzazioni materiali C) Proventi e oneri finanziari 17) interessi e altri oneri finanziari
3 616 000
(4 000 000 – 384 000)
384 000 49 863
PASSIVO D) Debiti 1) obbligazioni 4 000 000 (di cui 4 000 000 oltre l’esercizio successivo) E) Ratei e risconti 4 000 000 × 5 × 91 Rateo passivo relativo agli interessi = = 49 863 365 × 100
Esempio
11 Leasing finanziario
L’1/10/n la Gamma spa stipula un contratto di leasing finanziario relativo a macchinari (coefficiente di ammortamento ordinario del 20%) alle seguenti condizioni: • versamento iniziale di un canone di 105 000 euro; • n.15 canoni bimestrali di 25 000 euro ciascuno a partire dall’1/12; • valore di riscatto 120 000 euro.
394
La prova scritta – 1. Simulazioni aziendali
Esame di Stato
Presentiamo il calcolo del canone di competenza. Durata del contratto 32 mesi (dall’1/10/n all’1/06/n+3). Totale pagamenti: canone iniziale canoni bimestrali (25 000 × 15) totale
euro euro euro
105 000 375 000 480 000
Calcoliamo il canone mensile di competenza: euro =
480 000 32
= euro 15 000.
105 000 25 000 130 000
All’anno n vanno imputati canoni di leasing per 3 mesi: euro (15 000 × 3) = euro 45 000. La parte di costi sostenuti nell’anno, ma di competenza degli esercizi successivi, costituisce un risconto attivo: euro (130 000 – 45 000) = euro 85 000. Stato patrimoniale ATTIVO D) Ratei e risconti
85 000
Conto economico B) Costi della produzione 8) per godimento di beni di terzi
45 000
Nella Nota integrativa si forniscono i valori che si avrebbero nell’ipotesi in cui il contratto di leasing finanziario fosse rilevato con il metodo finanziario.
Esempio
12 Manutenzioni programmate
La Iemme spa utilizza un impianto che necessita ogni quattro anni di un intervento di manutenzione per pulizia. Il costo stimato di tale intervento è di 36 000 euro. Nel bilancio dell’anno n si iscrive il primo accantonamento al fondo manutenzioni programmate. Stato patrimoniale PASSIVO B) Fondi per rischi e oneri 4) altri
Esempio
Conto economico B) Costi della produzione 13) altri accantonamenti
9 000
9 000
PREPARIAMO L’ESAME DI STATO – PRIMA PARTE
Nell’esercizio n la società ha pagato: 1/10 canone iniziale euro 1/12 canone bimestrale euro totale canoni leasing pagati euro
13 Outsourcing
All’inizio di febbraio la Omega spa dà in outsourcing la gestione della pulizia dei locali aziendali. Il contratto prevede il pagamento trimestrale posticipato del servizio per 6 000 euro. Stato patrimoniale PASSIVO E) Ratei e risconti Rateo passivo (6 000 : 3 = x : 2)
Conto economico B) Costi della produzione 7) per servizi 4 000
22 000
(6 000 : 3 = 2 000 costo mensile 2 000 × 11 = 22 000 costo di competenza)
395
Esame di Stato
Esempio
La prova scritta – 1. Simulazioni aziendali
14 Riparto dell’utile d’esercizio
L’assemblea ordinaria della Belfa spa delibera la destinazione dell’utile di 158 000 euro come segue: • 5% alla riserva legale (che prima della destinazione ammontava a 21 200 euro); • 7% del residuo alla riserva statutaria (che prima della destinazione ammontava a 17 400 euro); • il resto è pagato agli azionisti tramite conto corrente bancario. Stato patrimoniale PASSIVO A) Patrimonio netto IV - Riserva legale
Conto economico
29 100
PREPARIAMO L’ESAME DI STATO – PRIMA PARTE
(21 200 + 7 900) (17 400 + 10 507)
3. Come procedere nello svolgimento della traccia Dopo aver individuato i vincoli, numerici e logici, presenti nella traccia è necessario procedere in modo organico sfruttando le informazioni fornite per ricavare dati numerici da inserire negli schemi del bilancio; infatti partendo da un dato importo è possibile ricavarne altri utilizzando gli indici, i margini e i flussi. È opportuno elencare i vincoli presenti nella traccia, precisandone l’importo, il significato e/o il metodo di calcolo. Successivamente si procede individuando il legame tra i valori e gli indicatori. Di seguito presentiamo alcuni esempi riferiti a imprese industriali.
Esempio
1 Stato patrimoniale con indici economici
La traccia fornisce i seguenti dati e indicatori riferiti a un’impresa industriale e richiede, tra l’altro, di presentare lo Stato patrimoniale: • capitale proprio 25 000 000 euro; • ROE 4%; • ROI 10%; • leverage 1,7. Sostituiamo agli indici la relativa formula: Indice ROE
Formula utile dell’esercizio × 100 = 4% capitale proprio
ROI
reddito operativo × 100 = 10% totale impieghi
Leverage
totale impieghi = 1,7 capitale proprio
Notiamo che il capitale proprio è presente a denominatore di due indici. Inseriamo il valore del capitale proprio nel ROE e nel leverage e otteniamo l’utile d’esercizio e il totale impieghi rispettivamente di 1 000 000 di euro e di 42 500 000 euro. Utilizziamo il totale impieghi nel ROI e otteniamo il reddito operativo di 4 250 000 euro che possiamo far coincidere con la differenza tra A) Valore della produzione e B) Costi della produzione del Conto economico in quanto ipotizziamo non siano presenti proventi o oneri della gestione accessoria. Sommando al capitale proprio l’utile dell’esercizio otteniamo il patrimonio netto 26 000 000 di euro. Essendo un’impresa industriale ipotizziamo l’attivo immobilizzato pari al 60% del totale degli impieghi e l’attivo corrente pari al 40% del totale degli impieghi. Lo Stato patrimoniale riclassificato secondo criteri finanziari sintetico risulta: Stato patrimoniale sintetico riclassificato Impieghi Attivo immobilizzato Attivo corrente Totale impieghi
396
27 907
V - Riserve statutarie
Fonti di finanziamento 25 500 000 Patrimonio netto 17 000 000 Capitale di debito 42 500 000 Totale fonti di finanziamento
26 000 000 16 500 000 42 500 000
La prova scritta – 1. Simulazioni aziendali
Esempio
Esame di Stato
2 Stato patrimoniale con indici patrimoniali e finanziari
La traccia propone i seguenti dati e indicatori riferiti a un’impresa industriale e richiede, tra l’altro, di presentare lo Stato patrimoniale: • patrimonio netto 1 500 000 euro; • patrimonio circolante netto positivo; • indice di liquidità secondaria 1; • indice di autocopertura delle immobilizzazioni 0,50. • rigidità degli impieghi 60%; Sostituiamo agli indici la relativa formula: Indice Rigidità degli impieghi
Formula immobilizzazioni × 100 = 60% totale impieghi capitale proprio = 0,50 immobilizzazioni
Indice di liquidità secondaria
disponibilità finanziarie + disponibilità liquide =1 debiti a breve termine
Patrimonio circolante netto
(attivo corrente – debiti a breve termine) > 0
Per utilizzare il valore di alcuni indici presenti nella traccia è necessario conoscere il valore del capitale proprio. Non disponiamo di tale importo ma lo possiamo ricavare dal valore del Patrimonio netto (1 500 000 euro). Ipotizziamo, quindi, il valore del ROE 10%: patrimonio netto = capitale proprio + utile dell’esercizio 110 = 100 + 10 Possiamo ora impostare la seguente proporzione e ricavare il capitale proprio: patrimonio netto : capitale proprio = patrimonio netto : capitale proprio 110 : 100 = 1 500 000 : x da cui il capitale proprio 1 363 636,36 euro che arrotondiamo a 1 363 636 euro. Per differenza tra il patrimonio netto e il capitale proprio ricaviamo l’utile dell’esercizio: euro (1 500 000 – 1 363 636) = euro 136 364. Ipotizziamo la destinazione dell’utile dell’esercizio a riserve per il 10% e otteniamo il capitale proprio dopo la destinazione dell’utile come segue: euro (1 363 636 + 13 636) = euro 1 377 272. Utilizziamo l’indice di autocopertura per ricavare il valore delle immobilizzazioni: 1 377 272 = 0,50 e ricaviamo le immobilizzazioni pari a 2 754 544 euro. x Utilizziamo la rigidità degli impieghi per ottenere il totale degli impieghi come segue: immobilizzazioni × 100 = 60% x e ricaviamo il totale impieghi pari a 4 590 906,66 euro che arrotondiamo a 4 590 907 euro. Dal totale impieghi deduciamo il valore dell’attivo immobilizzato e ricaviamo l’attivo corrente: euro (4 590 907 – 2 754 544) = euro 1 836 363. Il capitale di debito viene determinato detraendo dal totale fonti il valore del capitale proprio: euro (4 590 907 – 1 377 272) = euro 3 213 635.
PREPARIAMO L’ESAME DI STATO – PRIMA PARTE
Indice di autocopertura delle immobilizzazioni
Lo Stato patrimoniale riclassificato sintetico, che tiene conto della destinazione dell’utile d’esercizio, risulta come segue: Stato patrimoniale sintetico riclassificato Impieghi Attivo immobilizzato Attivo corrente Totale impieghi
Fonti di finanziamento 2 754 544 Capitale proprio 1 836 363 Capitale di debito 4 590 907 Totale fonti di finanziamento
1 377 272 3 213 635 4 590 907
Essendo il patrimonio circolante netto positivo i debiti a breve termine devono essere minori dell’attivo corrente per cui ipotizziamo i debiti a breve termine pari a 1 685 363 euro.
397
Esame di Stato
La prova scritta – 1. Simulazioni aziendali
Ricaviamo come differenza tra il capitale di debito e i debiti a breve termine i debiti a medio e lungo termine: euro (3 213 635 – 1 685 363) = euro 1 528 272. Lo Stato patrimoniale riclassificato secondo criteri finanziari sintetico risulta il seguente: Stato patrimoniale sintetico riclassificato Impieghi Attivo immobilizzato Attivo corrente
Fonti di finanziamento 2 754 544 Capitale proprio 1 836 363 Debiti a media e lunga scadenza Debiti a breve scadenza 4 590 907 Totale fonti di finanziamento
PREPARIAMO L’ESAME DI STATO – PRIMA PARTE
Totale impieghi
Esempio
1 377 272 1 528 272 1 685 363 4 590 907
3 Stato patrimoniale e Conto economico sintetici con indici economici
La traccia propone i seguenti dati e indicatori riferiti a un’impresa industriale e richiede di presentare lo Stato patrimoniale e il Conto economico in forma sintetica: • patrimonio netto 1 482 800 euro; • ROE 10%; • immobilizzazioni 1 850 000 euro; • valore della produzione 2 197 500 euro; • leverage 2,2; • ROI 8%. Sostituiamo agli indici la relativa formula: Indice
Formula
Leverage
totale impieghi = 2,2 capitale proprio
ROE
utile dell’esercizio × 100 = 10% capitale proprio
ROI
reddito operativo × 100 = 8% totale impieghi
Tenendo presente che l’utile dell’esercizio è dato da: capitale proprio × ROE 100 e che il patrimonio netto è formato dal capitale proprio e dall’utile dell’esercizio, sostituendo otteniamo: patrimonio netto = capitale proprio +
capitale proprio × ROE = euro 1 482 800 100
da cui ricaviamo il capitale proprio: capitale proprio =
patrimonio netto × 100 = 100 + ROE
1 482 800 100 + 10
× 100
da cui il capitale proprio risulta pari a 1 348 000 euro. Ricaviamo l’utile dell’esercizio come segue: utile dell’esercizio = patrimonio netto – capitale proprio = euro (1 482 800 – 1 348 000) = euro 134 800. Conoscendo il totale degli impieghi e il valore delle immobilizzazioni calcoliamo per differenza il valore dell’attivo corrente: euro (2 965 600 – 1 850 000) = euro 1 115 600. Conoscendo il totale impieghi e il patrimonio netto ricaviamo il capitale di debito: euro (2 965 600 – 1 482 800) = euro 1 482 800 che articoliamo nei debiti a media e lunga scadenza (500 000 euro) e nei debiti a breve scadenza (982 800 euro).
398
La prova scritta – 1. Simulazioni aziendali
Esame di Stato
Lo Stato patrimoniale riclassificato secondo criteri finanziari sintetico risulta il seguente: Stato patrimoniale sintetico riclassificato Impieghi
Fonti di finanziamento
Attivo immobilizzato
1 850 000 Patrimonio netto
1 482 800
Attivo corrente
1 115 600 Debiti a media e lunga scadenza
500 000
Debiti a breve scadenza Totale impieghi
982 800
2 965 600 Totale fonti di finanziamento
2 965 600
Utilizzando il ROI ricaviamo il reddito operativo: x reddito operativo × 100 = 8% × 100 = 2 965 600 totale impieghi
da cui il reddito operativo risulta 237 248 euro che facciamo coincidere con la differenza (A – B). Conoscendo il reddito operativo e il valore della produzione (2 197 500 euro) ricaviamo per differenza i costi della produzione: euro (2 197 500 – 237 248) = euro 1 960 252. Il Conto economico sintetico risulta: Conto economico sintetico A) Valore della produzione B) Costi della produzione Differenza (A – B) C) Proventi e oneri finanziari D) Rettifiche di valore di attività e passività finanziarie Risultato prima delle imposte 20) Imposte sul reddito dell’esercizio 21) Utile dell’esercizio
Esempio
2 197 500 1 960 252 237 248 ........................... ........................... ........................... ........................... 134 800
4 Stato patrimoniale e Conto economico sintetici con indici finanziari
La Mardini spa, impresa che svolge attività industriale, presenta al 31/12/n i seguenti dati e indicatori ricavati dallo Stato patrimoniale e dalla sua rielaborazione: • capitale sociale 2 000 000 di euro interamente versato; • immobilizzazioni 3 000 000 di euro pari al 60% del totale degli impieghi e comprendenti beni materiali per l’80% del valore complessivo; • crediti pari al 38% dell’attivo circolante; • rimanenze 60% dell’attivo circolante; • ratei e risconti attivi 5 400 euro compresi nell’attivo corrente; • ratei e risconti passivi 7 000 euro compresi nei debiti a breve termine; • fondi per rischi e oneri 75 000 euro compresi tra i debiti a breve scadenza; • debiti per trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato 300 000 euro compresi tra i debiti a medio e lungo termine; • indice di autocopertura delle immobilizzazioni 0,80; • indice di copertura globale delle immobilizzazioni 1,20; • ROE 12%; • indice di rotazione dell’attivo corrente 3,20. La società non ha effettuato investimenti in immobilizzazioni finanziarie e in attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni. Iscrivere nello Stato patrimoniale sintetico e nel Conto economico sintetico al 31/12/n i dati derivanti dalle informazioni sopra esposte.
PREPARIAMO L’ESAME DI STATO – PRIMA PARTE
ROI =
399
Esame di Stato
La prova scritta – 1. Simulazioni aziendali
Conoscendo l’importo delle immobilizzazioni utilizziamo l’indice di autocopertura delle immobilizzazioni per ricavare il capitale proprio: indice di autocopertura =
capitale proprio = 0,80 immobilizzazioni
indice di autocopertura =
x = 0,80 3 000 000
da cui per sostituzione
di conseguenza il capitale proprio risulta pari a 2 400 000 euro.
PREPARIAMO L’ESAME DI STATO – PRIMA PARTE
L’indice di copertura globale delle immobilizzazioni è dato da: capitale permanente immobilizzazioni
=
capitale proprio + debiti a media e lunga scadenza = 1,20 immobilizzazioni
sostituiamo i valori e ricaviamo l’importo dei debiti a media e lunga scadenza: 2 400 000 + x 3 000 000
= 1,20
da cui il valore incognito risulta:
x = (1,20 × 3 000 000) – 2 400 000 = euro 1 200 000 debiti a media e lunga scadenza.
Essendo le immobilizzazioni pari al 60% del totale degli impieghi, calcoliamo l’importo degli impieghi utilizzando la seguente proporzione: 100 : 60 = x : 3 000 000 da cui x = euro 5 000 000 totale impieghi. L’attivo corrente si ricava per differenza: euro (5 000 000 – 3 000 000) = euro 2 000 000. Articoliamo il capitale proprio (2 400 000 euro) come segue: – capitale sociale 2 000 000 di euro; – riserve 400 000 euro. Dal ROE possiamo ricavare l’utile dell’esercizio: ROE =
utile dell’esercizio × 100 = 12% capitale proprio
sostituendo:
x × 100 = 12% da cui l’utile dell’esercizio risulta pari a 288 000 euro. 2 400 000
Il patrimonio netto risulta euro (2 400 000 + 288 000) = euro 2 688 000. Essendo il totale delle fonti uguale al totale degli impieghi, possiamo determinare per differenza il valore dei debiti a breve scadenza come segue: debiti a breve scadenza = totale fonti – patrimonio netto – debiti a media e lunga scadenza debiti a breve scadenza = euro (5 000 000 – 2 688 000 – 1 200 000) = euro 1 112 000. Lo schema sintetico del patrimonio riclassificato secondo criteri finanziari risulta il seguente: Stato patrimoniale sintetico riclassificato al 31/12/n Impieghi Attivo immobilizzato Attivo corrente Totale impieghi
Fonti di finanziamento 3 000 000 Patrimonio netto 2 000 000 Debiti a media e lunga scadenza Debiti a breve scadenza 5 000 000 Totale fonti di finanziamento
Articoliamo ora gli elementi dell’attivo e del passivo presenti nello Stato patrimoniale.
400
2 688 000 1 200 000 1 112 000 5 000 000
La prova scritta – 1. Simulazioni aziendali
Esame di Stato
Attivo Il valore dell’attivo immobilizzato di 3 000 000 euro è al netto dei fondi ammortamento e deve essere suddiviso in: • immobilizzazioni materiali: 80% di 3 000 000 di euro = euro 2 400 000; • immobilizzazioni immateriali: 20% di 3 000 000 di euro = euro 600 000. L’attivo circolante risulta formato dal valore dell’attivo corrente meno il valore dei ratei e risconti attivi: euro (2 000 000 – 5 400) = euro 1 994 600.
Passivo Tra i debiti a media e lunga scadenza rientrano i debiti per TFR pari a 300 000 euro. Tra i debiti a breve scadenza figurano i ratei e i risconti passivi (7 000 euro) e i fondi per rischi e oneri (75 000 euro). Il valore della classe D) Debiti è ottenuta per differenza. Lo Stato patrimoniale sintetico si presenta come segue: Stato patrimoniale sintetico al 31/12/n ATTIVO A) B) C) D)
Crediti verso i soci Immobilizzazioni Attivo circolante Ratei e risconti
Totale attivo
PASSIVO – A) Patrimonio netto 3 000 000 B) Fondi per rischi e oneri 1 994 600 C) Trattamento di fine rapporto 5 400 di lavoro subordinato D) Debiti E) Ratei e risconti 5 000 000 Totale passivo
2 688 000 75 000 300 000 1 930 000 7 000 5 000 000
Lo Stato patrimoniale sintetico con il dettaglio delle sottoclassi è il seguente: Stato patrimoniale sintetico al 31/12/n ATTIVO A) Crediti verso i soci B) Immobilizzazioni • Immobilizzazioni immateriali • Immobilizzazioni materiali • Immobilizzazioni finanziarie Totale C)
Attivo circolante • Rimanenze • Crediti • Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni • Disponibilità liquide
Totale D) Ratei e risconti Totale attivo
PASSIVO – A) Patrimonio netto • Capitale • Riserve 600 000 • Utile d’esercizio 2 400 000 Totale – 3 000 000 B) Fondi per rischi e oneri
1 196 760 757 948
C) Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato
D) Debiti – 39 892 E) Ratei e risconti 1 994 600
2 000 000 400 000 288 000 2 688 000 75 000
PREPARIAMO L’ESAME DI STATO – PRIMA PARTE
L’attivo circolante deve essere suddiviso in: • rimanenze 60% di 1 994 600 euro = euro 1 196 760; • crediti 38% di 1 994 600 euro = euro 757 948; • disponibilità liquide 39 892 euro ottenute per differenza.
300 000 1 930 000 7 000
5 400 5 000 000 Totale passivo
5 000 000
401
Esame di Stato
La prova scritta – 1. Simulazioni aziendali
Per la redazione del Conto economico teniamo presente che l’indice di rotazione dell’attivo corrente (ricavi di vendita/attivo corrente) è pari a 3,20 per cui i ricavi di vendita risultano: euro (2 000 000 × 3,2) = euro 6 400 000. L’utile dell’esercizio si ricava dallo Stato patrimoniale, di conseguenza il Conto economico evidenzierà i seguenti importi:
PREPARIAMO L’ESAME DI STATO – PRIMA PARTE
Conto economico sintetico dell’esercizio n A) Valore della produzione 1) ricavi delle vendite e delle prestazioni B) Costi della produzione
6 400 000 ...........................
Differenza tra valore e costi della produzione (A – B) C) Proventi e oneri finanziari D) Rettifiche di valore di attività e passività finanziarie
........................... ........................... ...........................
Risultato prima delle imposte 20) Imposte sul reddito dell’esercizio
........................... ...........................
21) Utile dell’esercizio
288 000
4. La redazione dello Stato patrimoniale Premesso che per la costruzione del bilancio con dati a scelta si possono seguire diversi metodi, tutti ugualmente validi, negli esempi che seguono utilizzeremo il metodo top down (dalla sintesi all’analisi). Con tale metodologia la costruzione dei prospetti contabili che formano il bilancio d’esercizio avviene gradualmente, attraverso fasi successive e consequenziali. Per quanto riguarda lo Stato patrimoniale: 1. si redige uno Stato patrimoniale sintetico a valori percentuali, riclassificato secondo criteri finanziari, in modo da avere un quadro di riferimento circa la struttura patrimoniale dell’impresa e la sua solidità. Nel fissare le percentuali delle macro grandezze degli impieghi (attivo immobilizzato, attivo corrente) e delle fonti (patrimonio netto, debiti a media e lunga scadenza, debiti a breve scadenza) si deve tener conto degli eventuali vincoli imposti dal tema che può richiedere, per esempio, una struttura patrimoniale in equilibrio oppure in disequilibrio. La traccia può anche imporre, implicitamente o esplicitamente, determinati volumi di immobilizzazioni, il livello di indebitamento, l’importo del capitale sociale, una certa redditività del capitale investito ecc. di cui occorre tenere conto nella determinazione delle percentuali di composizione degli impieghi e delle fonti; 2. si attribuiscono dei valori alle macro grandezze degli impieghi e delle fonti; 3. si compila lo Stato patrimoniale in forma sintetica, in cui appaiono le classi contrassegnate da lettere dell’alfabeto maiuscole e le sottoclassi contrassegnate da numeri romani; 4. si suddividono le sottoclassi in voci, pervenendo alla redazione del documento completo anche delle poste contrassegnate da numeri arabi.
Esempio
1 Stato patrimoniale con dati a scelta
Redigiamo lo Stato patrimoniale al 31/12/n di un’impresa industriale avente la forma giuridica di società per azioni, considerando che il capitale sociale è formato da n. 80 000 azioni del valore nominale di 25 euro. La traccia contiene un vincolo numerico, il capitale sociale, pari a euro (25 × 80 000) = euro 2 000 000 e altri vincoli non numerici come la forma giuridica e lo svolgimento dell’attività industriale.
402
La prova scritta – 1. Simulazioni aziendali
Esame di Stato
Il punto di partenza per la redazione dello Stato patrimoniale è costituito dalla costruzione di uno Stato patrimoniale sintetico rielaborato a valori percentuali, nel quale vengono fissati i rapporti di composizione degli impieghi e delle fonti dai quali derivano i margini di struttura e il patrimonio circolante netto. Considerando che l’impresa esercita attività di trasformazione industriale e ipotizzando che la stessa presenti una struttura patrimoniale equilibrata, possiamo costruire la seguente composizione delle fonti e degli impieghi: Stato patrimoniale sintetico rielaborato con valori in percentuale Impieghi
Fonti di finanziamento
Attivo immobilizzato Attivo corrente Totale impieghi
100% Totale fonti di finanziamento
50% 20% 30% 100%
Notiamo che il margine di struttura è negativo in quanto il Patrimonio netto è inferiore all’Attivo immobilizzato; tuttavia il capitale permanente (patrimonio netto e debiti a media e lunga scadenza) copre completamente l’attivo immobilizzato; vi è pertanto un margine di copertura globale positivo. Specularmente il patrimonio circolante netto è dello stesso importo. L’impresa ha un indebitamento complessivo che rappresenta il 50% delle fonti di finanziamento che si riflette sul risultato della gestione finanziaria. Supponendo che l’impresa presenti un soddisfacente grado di redditività, espresso da un ROE pari al 12%, possiamo calcolare l’entità del patrimonio netto come segue: capitale sociale
euro
2 000 000
riserva legale
euro
400 000
riserva statutaria
euro
240 000
riserva straordinaria
euro
160 000
capitale proprio
euro
2 800 000
utile netto dell’esercizio
euro
336 000
patrimonio netto
euro
3 136 000
Nel definire l’importo delle riserve abbiamo ipotizzato che l’impresa operi già da diversi anni, per cui è realistico supporre che la riserva legale abbia già raggiunto il limite imposto dalla legge (20% del capitale sociale); gli importi della riserva statutaria e della riserva straordinaria sono stati attribuiti considerando che, normalmente, le imprese che non si trovano in particolari situazioni negative attuano una politica di autofinanziamento. L’utile dell’esercizio deriva dall’applicazione del ROE al 12% (tasso di rendimento delle attività finanziarie a basso rischio aumentato di alcuni punti percentuali per compensare il rischio d’impresa): ROE =
utile dell’esercizio
× 100 = 12%
capitale proprio
PREPARIAMO L’ESAME DI STATO – PRIMA PARTE
55% Patrimonio netto 45% Debiti a media e lunga scadenza Debiti a breve scadenza
da cui l’utile netto dell’esercizio = euro (2 800 000 × 12%) = euro 336 000. Per semplificare i calcoli, in questo esempio non sono stati presi in considerazione gli utili portati a nuovo che, nel caso fossero ipotizzati, dovrebbero essere inseriti per un importo esiguo perché formati con l’arrotondamento per difetto dei dividendi distribuiti nel periodo precedente. Una volta stabilita l’entità del patrimonio netto possiamo determinare il totale delle fonti (che è uguale al totale degli impieghi) risolvendo la seguente proporzione: 100 : 50 = x : 3 136 000 x =
3 136 000 × 100
da cui = euro 6 272 000 totale fonti di finanziamento.
50
403
Esame di Stato
La prova scritta – 1. Simulazioni aziendali
L’attribuzione dei valori alle macrograndezze in cui abbiamo articolato gli impieghi e le fonti avviene applicando le percentuali in precedenza stabilite: Stato patrimoniale sintetico rielaborato Impieghi Attivo immobilizzato Attivo corrente
PREPARIAMO L’ESAME DI STATO – PRIMA PARTE
Totale impieghi
3 136 000 1 254 400 1 881 600 6 272 000
I raggruppamenti evidenziati dal prospetto sopra proposto non sono conformi alle classi di valori presenti nello Stato patrimoniale redatto secondo l’impostazione civilistica. Stato patrimoniale sintetico ATTIVO A) Credito verso i soci B) Immobilizzazioni C) Attivo circolante D) Ratei e risconti Totale attivo
PASSIVO A) Patrimonio netto B) Fondi per rischi e oneri C) Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato D) Debiti E) Ratei e risconti Totale passivo
La tappa successiva comporta quindi il passaggio dai raggruppamenti presenti nello Stato patrimoniale sintetico, riclassificato secondo criteri finanziari, alle classi presenti nello schema di Stato patrimoniale redatto in conformità all’art. 2424 del codice civile. Gli importi da attribuire a dette classi devono essere ricostruiti tenendo presente che: a. il valore dei fondi per rischi e oneri è compreso nell’importo assegnato ai debiti a breve scadenza; b. il valore dei debiti per TFR è compreso nell’importo assegnato ai debiti a media e lunga scadenza; c. il valore dei ratei e dei risconti passivi è compreso nell’importo assegnato ai debiti a breve scadenza; d. l’importo attribuito all’attivo immobilizzato comprende le immobilizzazioni immateriali, materiali e finanziarie; e. l’attivo corrente comprende, oltre alle sottoclassi dell’attivo circolante, anche eventuali ratei e risconti riferiti al breve periodo. Abbiamo già determinato la composizione del patrimonio netto; continuiamo ora con la definizione degli importi delle classi e delle sottoclassi da iscrivere nelle sezioni del passivo e dell’attivo dello Stato patrimoniale. Passivo patrimoniale Trattandosi di una società per azioni possiamo ipotizzare che tra i debiti sia presente un prestito obbligazionario formato da 58 400 obbligazioni del valore nominale di 10 euro, emesse alla pari l’1/09 del presente esercizio; tasso 4%, godimento della cedola annuale 1/09. Il prestito ha durata quinquennale e l’estinzione avverrà integralmente alla scadenza. L’importo dei debiti a media e lunga scadenza è stato stabilito nella prima fase in 1 254 400 euro; sottraendo 584 000 euro (importo del prestito obbligazionario scadente oltre l’esercizio), residuano 670 400 euro da ripartire tra le altre voci che compongono i debiti consolidati. Tra queste sono compresi i debiti per TFR che dipendono dal valore dei salari e stipendi e dall’anzianità di servizio del dipendente, che supponiamo pari a 530 728 euro; altri 139 672 euro possono essere attribuiti a debiti verso banche o altri finanziatori. L’importo dei debiti a breve scadenza di 1 881 600 euro comprende il rateo passivo per interessi su obbligazioni per il periodo 1/09-31/12 che, in relazione alle norme in materia di armonizzazione dei mercati finanziari dell’area UEM, è calcolato considerando i giorni effettivi del calendario, escludendo il primo giorno di inizio di maturazione della cedola e includendo il giorno di valuta dell’operazione. Il rateo è quindi così calcolato: 10 × 4 × 121 36 500
404
Fonti di finanziamento 3 449 600 Patrimonio netto 2 822 400 Debiti a media e lunga scadenza Debiti a breve scadenza 6 272 000 Totale fonti di finanziamento
= 0,13260
La prova scritta – 1. Simulazioni aziendali
Esame di Stato
euro 0,13260 × 58 400 obbligazioni = euro 7 743,84 che, in sede di iscrizione in bilancio, deve essere arrotondato a 7 744 euro rateo passivo. Ipotizziamo la presenza di altri ratei e risconti passivi per 4 856 euro, di conseguenza il valore complessivo della classe E) Ratei e risconti risulta: euro (7 744 + 4 856) = euro 12 600. Importo dei debiti a breve scadenza già stabilito
euro
Importo dei ratei passivi e risconti passivi Importo residuo da suddividere
1 881 600
– euro
12 600
euro
1 869 000
Da 1 869 000 euro scorporiamo ancora l’importo da assegnare alla classe B) Fondi per rischi e oneri, supponendolo pari a 92 864 euro. debiti a media e lunga scadenza (obbligazioni e debiti verso banche scadenti oltre l’esercizio)
euro
723 672
debiti a breve scadenza
euro
1 776 136
totale D) Debiti
euro
2 499 808
Attivo patrimoniale L’attivo immobilizzato è di 3 449 600 euro; detto importo coincide con le immobilizzazioni al netto dei fondi ammortamento e deve essere suddiviso tra le sottoclassi della classe B) Immobilizzazioni presenti nello Stato patrimoniale (immobilizzazioni immateriali, materiali e finanziarie). L’importo da attribuire alla classe C) Attivo circolante e alle sue sottoclassi deriva dalla differenza tra l’importo attribuito in precedenza all’attivo corrente (2 822 400 euro) e l’importo che si vuole assegnare ai ratei e ai risconti attivi. Attivo corrente Ratei e risconti riferiti al breve periodo Totale attivo circolante (C)
euro
2 822 400
– euro
5 440
euro
2 816 960
Stato patrimoniale sintetico al 31/12/n ATTIVO
PASSIVO
A) Crediti verso i soci
A) Patrimonio netto
B) Immobilizzazioni
I - Capitale
I - Immobilizzazioni immateriali II - Immobilizzazioni materiali III - Immobilizzazioni finanziarie Totale immobilizzazioni
200 000 3 249 600 – 3 449 600
C) Attivo circolante
IV - Riserva legale
400 000
V - Riserve statuarie
240 000
VI - Altre riserve
160 000
IX - Utile d’esercizio
336 000
Totale
I - Rimanenze
1 136 960
B) Fondi per rischi e oneri
II - Crediti
1 600 000
C) Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato
III - Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni IV - Disponibilità liquide Totale attivo circolante D) Ratei e risconti Totale attivo
– 80 000 2 816 960
2 000 000
D) Debiti (di cui euro 723 672 scadenti oltre l’esercizio successivo) E) Ratei e risconti
PREPARIAMO L’ESAME DI STATO – PRIMA PARTE
Riepilogando la classe D) Debiti ha un importo così determinato:
3 136 000 92 864 530 728 2 499 808 12 600
5 440 6 272 000
Totale passivo
6 272 000
405
Esame di Stato
La prova scritta – 1. Simulazioni aziendali
L’ultima fase comporta l’iscrizione nel prospetto dello Stato patrimoniale delle voci analitiche corrispondenti ai numeri arabi. Stato patrimoniale al 31/12/n ATTIVO
PASSIVO
A) Crediti verso i soci
A) Patrimonio netto I - Capitale
B) Immobilizzazioni
PREPARIAMO L’ESAME DI STATO – PRIMA PARTE
I - Immobilizzazioni immateriali
406
3) diritti di brevetto industriale
200 000
Totale
200 000
II - Immobilizzazioni materiali 1) terreni e fabbricati
1 000 000
2) impianti e macchinario
1 640 000
3) attrezzature industriali e commerciali 4) altri beni Totale Totale immobilizzazioni (B)
460 000 149 600 3 249 600 3 449 600
C) Attivo circolante I - Rimanenze 1) materie prime, sussidiarie e di consumo 2) prodotti in corso di lavorazione e semilavorati 4) prodotti finiti e merci Totale
500 000 36 960 600 000 1 136 960
II - Crediti 1) verso clienti 5 quater) verso altri Totale
1 536 000 64 000 1 600 000 60 000
2) assegni
16 000
Totale attivo circolante (C) D) Ratei e risconti Totale attivo
400 000
V - Riserve statuarie
240 000
VI - Altre riserve
160 000
IX - Utile d’esercizio Totale
336 000 3 136 000
B) Fondi per rischi e oneri 4) altri
92 864
Totale
92 864
C) Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato
1) obbligazioni (di cui euro 584 000 scadenti oltre l’esercizio successivo) 4) debiti verso banche (di cui euro 139 672 scadenti oltre l’esercizio successivo) 7) debiti verso fornitori 8) debiti rappresentati da titoli di credito 12) debiti tributari 13) debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza sociale Totale
1) depositi bancari e postali
Totale
IV - Riserva legale
530 728
D) Debiti
IV - Disponibilità liquide
3) denaro e valori in cassa
2 000 000
584 000 316 192 1 335 360 64 416 110 000 89 840 2 499 808
4 000 80 000 2 816 960 5 440 6 272 000
E) Ratei e risconti Totale passivo
12 600 6 272 000
Per quanto concerne le immobilizzazioni abbiamo supposto che l’impresa non possieda immobilizzazioni finanziarie. Per quanto attiene alle rimanenze dobbiamo stabilire l’importo delle materie, dei prodotti in magazzino e quello dei prodotti in lavorazione (per semplicità tralasciamo acconti e lavori in corso su ordinazione). Per quanto concerne i crediti, poiché l’impresa non possiede partecipazioni, non vi sono rapporti con società controllate e collegate. Nel passivo abbiamo inserito, tra i fondi rischi, il fondo responsabilità civile, nella voce “altri”. Abbiamo articolato i debiti iscrivendo anche le obbligazioni e i debiti verso banche, specificandone l’importo che scade oltre l’esercizio successivo. Abbiamo indicato separatamente i debiti verso fornitori, i debiti rappresentati da titoli di credito, i debiti tributari e i debiti verso gli istituti di previdenza e sicurezza sociale. Si tenga presente che lo Stato patrimoniale, previsto dal codice civile, è a stati comparati; nell’esempio 1 del paragrafo 6 si presenterà uno Stato patrimoniale civilistico con i dati relativi a due esercizi consecutivi.
La prova scritta – 1. Simulazioni aziendali
Esame di Stato
5. La redazione del Conto economico Anche per la redazione del Conto economico suggeriamo di procedere dalla sintesi all’analisi rispettando le fasi successive che seguono: 1. si compila il Conto economico sintetico, in cui si stabiliscono gli importi corrispondenti ai raggruppamenti contrassegnati da lettere maiuscole, le imposte e l’utile (perdita) dell’esercizio che deve coincidere con quello indicato nello Stato patrimoniale alla corrispondente sottoclasse del patrimonio netto; 2. si suddividono i raggruppamenti nelle voci che le compongono, contrassegnate da numeri arabi; 3. si suddividono le voci in sottovoci, corrispondenti alle poste contrassegnate da lettere minuscole.
I costi del personale devono essere determinati in funzione dell’attività svolta e delle caratteristiche produttive del complesso aziendale: in una impresa labour intensive i costi del lavoro saranno più elevati rispetto a una impresa capital intensive, che dovrà evidenziare elevati importi nelle immobilizzazioni e quindi negli ammortamenti. Nello stabilire l’importo dei risultati della gestione straordinaria e della gestione finanziaria è opportuno rileggere attentamente la traccia per assicurarsi che non ponga particolari condizioni. Per esempio: se la traccia richiede l’evidenziazione della dismissione di beni strumentali a seguito di operazioni di ristrutturazione o riconversione aziendale oppure di fabbricati non strumentali, si devono indicare plusvalenze o minusvalenze straordinarie rispettivamente nella voce A) 5) altri ricavi e proventi o nella voce B) 14) oneri diversi di gestione. Analogamente, se il tema presuppone una buona situazione finanziaria, con una notevole liquidità, la gestione finanziaria deve presentare un risultato positivo; in caso contrario si deve presupporre un’eccedenza degli interessi passivi su quelli attivi. Collegamenti Infine è importante sottolineare come il contenuto dello Stato patrimoniale abbia riflessi significativi sul Conto economico: 1. la presenza di debiti finanziari (mutui passivi e prestiti obbligazionari) comporta l’inserimento di interessi passivi nell’area finanziaria C) Proventi e oneri finanziari; 2. la presenza di immobilizzazioni immateriali e materiali di importo rilevante comporta l’iscrizione di un importo elevato sia delle quote di ammortamento sia dei costi di manutenzione e riparazione nel raggruppamento B) Costi della produzione; 3. la presenza di conti correnti attivi bancari e postali comporta la maturazione di interessi attivi bancari e postali, con un conseguente riflesso positivo nell’area finanziaria C) Proventi e oneri finanziari; 4. un importo rilevante dei crediti verso clienti può riflettersi in interessi attivi verso clienti (nel caso in cui la consistenza dei crediti sia rimasta costante nell’anno e sia previsto un interesse esplicito), con un’incidenza positiva sull’area finanziaria C) Proventi e oneri finanziari; 5. la presenza di immobilizzazioni finanziarie può determinare interessi attivi verso imprese controllate, collegate e controllanti oltre a proventi su titoli immobilizzati, che incidono sull’area finanziaria C) Proventi e oneri finanziari; 6. la presenza di attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni comporta interessi su titoli o proventi finanziari diversi, che vengono inseriti nell’area finanziaria C) Proventi e oneri finanziari; 7. la presenza di debiti commerciali può determinare interessi passivi, che incidono negativamente sull’area finanziaria C) Proventi e oneri finanziari.
PREPARIAMO L’ESAME DI STATO – PRIMA PARTE
Nel determinare l’ammontare delle imposte va tenuto presente che: ♦ l’utile di bilancio può non coincidere con il reddito fiscale; ♦ l’aliquota IRAP (3,90%) può essere modificata dalle Regioni entro i limiti stabiliti dalla legge. Ne consegue che l’importo da assegnare alla voce “Imposte sul reddito dell’esercizio” può variare a seconda delle situazioni.
407
Esame di Stato
Esempio
La prova scritta – 1. Simulazioni aziendali
1 Conto economico con dati a scelta
Facciamo riferimento al precedente esempio nel paragrafo 4 in cui abbiamo presentato lo Stato patrimoniale di una società per azioni svolgente attività industriale. Per completare i prospetti contabili del bilancio dobbiamo ora costruire il Conto economico.
PREPARIAMO L’ESAME DI STATO – PRIMA PARTE
La traccia da svolgere non pone particolari vincoli; abbiamo però stabilito un ROE del 12% e quindi un utile netto d’esercizio di 336 000 euro. Procedendo per gradi, consigliamo di stabilire subito l’importo da assegnare alla Differenza tra valore e costi della produzione (A – B) che, per semplicità, può essere fatta coincidere con il risultato della gestione caratteristica, ossia con il reddito operativo. Inoltre supponiamo non siano presenti componenti di reddito della gestione accessoria e della gestione straordinaria; in caso contrario sarebbe necessario sommare i componenti positivi (plusvalenze, sopravvenienze attive, fitti attivi, contributi in c/esercizio) e togliere quelli negativi (minusvalenze, sopravvenienze passive) al reddito operativo per ottenere la differenza (A – B). Poiché il reddito operativo dipende dal ROI (rapporto percentuale tra reddito operativo e totale impieghi), anche se non esplicitamente richiesto dalla traccia, possiamo stabilire a priori l’entità di tale indicatore in modo da ottenere un risultato coerente con gli importi già assegnati. Supponendo una redditività del capitale investito del 9% (ROI = 9%) e avendo già determinato in 6 272 000 euro il totale degli impieghi, determiniamo il reddito operativo come segue: 100 : 9 = 6 272 000 : x
da cui x = euro 564 480 differenza tra valore e costi della produzione.
Con la stessa logica, allo scopo di avere un punto di riferimento per determinare il raggruppamento A) Valore della produzione, possiamo fissare il ROS (rapporto percentuale tra reddito operativo e ricavi di vendita) al 6%, per cui: 6 : 100 = 564 480 : x
da cui x = euro 9 408 000 ricavi di vendita.
I ricavi di vendita rappresentano la parte più consistente del valore della produzione; per determinare il totale del raggruppamento A) Valore della produzione va aggiunto all’importo dei ricavi netti di vendita quello relativo alla variazione delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti e quello relativo ad altre voci (costi patrimonializzati per lavori interni, altri ricavi e proventi) che per semplicità, se non espressamente richiesti dalla traccia, possono essere tralasciate. Ipotizzando un incremento delle rimanenze di prodotti in lavorazione, semilavorati e finiti di 52 000 euro, abbiamo di conseguenza: euro (9 408 000 + 52 000) = euro 9 460 000 valore della produzione. Poiché la differenza tra valore e costi della produzione è di 564 480 euro, avendo già stabilito il valore della produzione, il valore del raggruppamento B) Costi della produzione è così determinato: euro (9 460 000 – 564 480) = euro 8 895 520 costi della produzione. Per il calcolo delle imposte di competenza dell’esercizio ipotizziamo che non vi siano variazioni fiscali da apportare al reddito di bilancio e che il carico fiscale dell’impresa (IRAP e IRES) sia pari al 35% del reddito lordo. Il carico fiscale 35% del reddito lordo corrisponde al 53,84615385% dell’utile netto; infatti, considerando 100 il reddito lordo abbiamo: (100 – 35) : 35 = 100 : x da cui x = 53,84615385%. Le imposte dell’esercizio ammontano quindi a: euro (336 000 × 53,84615385%) = euro 180 923,08 da arrotondare a euro 180 923. Possiamo ora iscrivere gli importi così determinati nello schema sintetico di Conto economico.
408
La prova scritta – 1. Simulazioni aziendali
Esame di Stato
Conto economico sintetico dell’esercizio n A) Valore della produzione
9 460 000
B) Costi della produzione
8 895 520
Differenza tra valore e costi della produzione (A – B)
564 480
C) Proventi e oneri finanziari
.....…………
D) Rettifiche di valore di attività e passività finanziarie
.....…………
Risultato prima delle imposte
516 923
20) Imposte sul reddito dell’esercizio
180 923
21) Utile dell’esercizio
336 000
Siamo ora in grado di determinare con facilità le singole voci e sottovoci da inserire nel Conto economico, limitandoci per semplicità a utilizzare quelle fondamentali per un’impresa industriale che, come abbiamo stabilito, non fa parte di un gruppo aziendale e non possiede partecipazioni. Le voci essenziali sono le seguenti: 1. i costi del personale devono essere determinati in funzione dell’attività esercitata e delle caratteristiche produttive dell’impresa considerata. Per esempio, in un’impresa labour intensive i costi del lavoro (sul totale dei costi di produzione) sono più elevati che in un’impresa capital intensive (che si caratterizza per la forte incidenza degli ammortamenti); in un’impresa che esternalizza molte produzioni, i costi del personale e gli ammortamenti assumono un peso inferiore a quello raggiunto in un’impresa che svolge tutte le fasi di produzione al suo interno. Nel nostro esempio supponiamo che i costi per il personale abbiano un’incidenza complessivamente di euro 2 223 880 (pari al 25% dei costi della produzione). Tale importo deve essere scisso in tre componenti: salari e stipendi, oneri sociali pari a circa il 30%-35% dei salari e degli stipendi e TFR maturato nell’esercizio. Supponendo i salari e gli stipendi pari a 1 600 000 euro, abbiamo: euro (1 600 000 × 30%) = euro 480 000 oneri sociali. Il TFR di competenza dell’esercizio deve essere calcolato secondo quanto stabilito dalla legge; suggeriamo però di arrotondare gli importi per facilità di calcolo: 1 600 000 13,5
PREPARIAMO L’ESAME DI STATO – PRIMA PARTE
Per completare il Conto economico dobbiamo ora considerare che: a. il risultato della gestione finanziaria deve tener conto dei debiti finanziari (prestito obbligazionario, debiti verso banche) e dei debiti commerciali indicati nello Stato patrimoniale. L’importo non può essere determinato matematicamente in quanto l’andamento dei c/c bancari può essere variabile nel corso dell’anno; esso deve però essere coerente con la situazione che evidenzia una scarsa liquidità. Possiamo stabilire che il risultato della gestione finanziaria, corrispondente al raggruppamento C) Proventi e oneri finanziari, sia negativo e pari 47 557 euro. Per stabilire gli importi delle singole voci di tale raggruppamento va considerato che gli oneri finanziari relativi al prestito obbligazionario devono essere calcolati con riferimento al valore nominale delle obbligazioni in circolazione e al tasso di interesse prefissato; b. non vi sono componenti di reddito del raggruppamento D) Rettifiche di valore di attività e passività finanziarie.
+ rivalutazione del debito preesistente = euro 143 880 TFR di competenza.
Se supponiamo che nell’impresa lavorino meno di 50 dipendenti e nessuno abbia optato per la destinazione delle quote del TFR al fondo pensione, si ha che la quota di TFR di competenza dell’esercizio corrisponde all’incremento del debito per TFR lordo di ritenuta fiscale dell’17% calcolata sulla rivalutazione del debito preesistente; 2. gli ammortamenti devono essere commisurati alle immobilizzazioni immateriali e materiali che nello Stato patrimoniale risultano iscritte al netto dei rispettivi fondi ammortamento. Può quindi essere utile risalire alle poste contabili su cui calcolare i coefficienti scelti. L’ammortamento dei fabbricati deve essere calcolato sul costo dell’edificio, nel nostro caso su 1 100 000 euro. Nell’esempio considerato possiamo procedere come indicato a pagina seguente.
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Esame di Stato
La prova scritta – 1. Simulazioni aziendali
Stato patrimoniale (v) v=a–b
PREPARIAMO L’ESAME DI STATO – PRIMA PARTE
Immobilizzazioni immateriali Diritti di brevetto industriale
410
Immobilizzazioni materiali Terreni e fabbricati Impianti e macchinario Attrezzature industriali e commerciali Altri beni (automezzi) Totali
Costo storico (a) a>b
Fondo ammortamento (b) b